Youssou N'Dour

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Ritratto di signore

Youssoun N’Dour, 53 anni, cantante e musicista noto in tutto il mondo, dagli inizi di aprile è il ministro della Cultura e del Turismo del Senegal.

Non sarò il Berlusconi del Senegal Ha inventato il pop africano, suonato con Springsteen, costruito un impero mediatico, partecipato alle elezioni. Youssou N’Dour, musicista e neoministro, spiega perché non farà il “Cavaliere” di Claudio Agostoni

AP/Lapresse(2)

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a star planetaria del pop africano ha appena cambiato i biglietti da visita. Sui nuovi si legge “Ministro della Cultura”. «Il Senegal mi ha dato molto», dichiara Youssou n’Dour, quando riusciamo a raggiungerlo al telefono. «E adesso che il Paese è in difficoltà voglio restituirgli ciò che ho ricevuto. La mia scelta di entrare in politica è legata al desiderio di riportare la speranza nel futuro. Non rinnego ciò che sono stato, ma per adesso do un stop alla mia carriera come musicista e mi dedicherò totalmente al mio nuovo lavoro». Sposato, padre di famiglia e musulmano osservante, in Italia, Youssou è ricordato soprattutto per l’apparizione

Youssou N’Dour nel 2009 a Sanremo con Pupo, Gianni Morandi e Paolo Belli.

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Ritratto di signore

sanremese del 2009, in compagnia di Pupo e Paolo Belli. Ma per la quasi totalità dei suoi connazionali è un mito. Nato nel 1959 a Medina, un quartiere del centro di Dakar, dove i genitori erano emigrati dalla campagna, è l’inventore dello mbalax, il pop senegalese. Un genere musicale che reinterpreta i ritmi della tradizione utilizzando strumenti moderni, mixando chitarre, flauti e trombe con ataviche percussioni. Le sue frequentazioni internazionali sono di quelle che fanno curriculum. A 27 anni, quando nel suo paese era già una star, ha girato il mondo con l’Amnesty Tour insieme a Sting, Springsteen e Peter Gabriel. E

grazie a un paio di duetti di successo (Shakin’ the Tree con Peter Gabriel e Seven Days con Neneh Cherry) il suo nome è approdato definitivamente nel nord del mondo. You, come lo chiamano i suoi connazionali, è il Grande Comunicatore della musica africana moderna, lo stratega della propria carriera, ma anche un acuto osservatore della scena del suo continente. Nelle sue canzoni ha parlato di Nelson Mandela; della diaspora degli schiavi nelle Americhe; di turisti europei che non capiranno niente finchè si rinchiuderanno nei villaggi tutto-compreso; di infanzia, televisione, sesso, economia, post-colonialismo; ha incoraggiato i “Leoni” della nazionale di calcio senegalese e ha lodato il Profeta. La popstar Un’inarrestabile carriera artistica, sino a senegalese Youssou quando ha pensato di candidarsi come N’Dour agli inizi Presidente della Repubblica del Senegal, della sua carriera. una delle rare democrazie africane che, dopo l’indipendenza, non ha mai conosciuto l’onta di un colpo di stato.

Porto in politica la mia ricetta del successo: 10% ispirazione, 90% impegno 146

Lidia Costantini - AP/Lapresse(2)

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utti sanno che da trent’anni, con le mie canzoni, sono impegnato: denuncio e metto in guardia. Ma ho la sensazione che i politici non ascoltino ciò che dico», spiega commentando le ragioni della sua “discesa in campo”. E aggiunge: «Vivo in Senegal e tocco con mano le difficoltà che i miei compatrioti vivono tutti i giorni. Ho notato anche che la democrazia, che costituiva un motivo d’orgoglio del Senegal, la vetrina attraverso la quale il mondo ci vedeva, era minacciata insieme alla Costituzione. Per questo un anno fa ho formato il mio movimento politico, Fèkkèè Ma Ci Boolè (“Ci sono e ne faccio parte”). È un movimento che ho creato per svegliare, informare e portare i senegalesi a dotarsi di uno spirito critico. A quel punto molti senegalesi mi hanno chiamato, mi sono venuti a trovare e mi hanno chiesto di presentare la mia candidatura alla presidenza della Repubblica». Una notizia che aveva scatenato non poche reazioni nel mondo della politica, in particolare tra gli altri candidti, preoccupati dall’idea di competere con un multimiliardario con interessi e partecipazioni economiche in svariate imprese nazio-


nali e internazionali. Un candidato estremamente popolare e amato, apparentemente, un outsider nello scenario politico senegalese. Solo, apparentemente, però, perché Youssou N’Dour ha sempre occupato la scena pubblica con una commistione di attività sociali e affari economici estesi e ben ramificati. Basti ricordare la campagna per il microcredito che lanciò con il gruppo Benetton (insieme fondarono Birima, una banca cooperativa che concede prestiti dai mille ai diecimila euro per la creazione di piccoli progetti industriali). Tra le sue proprietà anche il gruppo editoriale Futurs Mèdia, costituito da una radio, un giornale e una televisione privata.

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e gli facciamo notare che la sua ascesa riporta in qualche modo alla mente quella dell’ex Presidente del Consiglio italiano, la sua risposta è secca: «È un paragone che non accetto. Non so cos’abbia fatto Berlusconi, non lo conosco. Credo che l’Italia debba rispondere del razzismo che sta aumentando in Europa. Nel vostro paese hanno ucciso degli immigrati, quindi credo che i politici debbano dare delle risposte. Detto questo, io non ho usato i miei media per rinforzarmi politicamente. Ho assunto dei giornalisti liberi che sanno fare il loro lavoro. La Tv la vedo insieme a tutti i senegalesi, la radio idem. La prova che il mio gruppo lavora per tutti i senegalesi è che mi è capitato di essere insultato, sulla mia televisione, dal direttore della campagna di Abdoulaye Wade». L’anziano ex presidente lo temeva a tal punto che è riuscito, manipolando la Corte Costituzionale, a farlo escludere con motivazioni inconsistenti dalla competizione elettorale. Una decisione che ha generato disordini, scontri e violenze nelle strade di Dakar. Youssou N’Dour ha però continuato a battersi contro la rielezione di Wade. Il 22 febbraio, durante una manifestazione non autorizzata, era rimasto leggermente ferito a una gamba mentre la polizia caricava la folla. E subito dopo la proclamazione del ballottaggio è entrato nel Benno Bokk Yaakaar (Uniti per la speranza), la grande coalizione creata da Macky Sall con i 12 candidati presidenti. Una coalizio-

Youssou N’Dour arringa la folla durante la recente campagna elettorale.

ne che ha fatto terra bruciata attorno a Wade, determinandone la sconfitta. L’“arrivederci” allo Youssou N’Dour artista si è celebrato lo scorso 2 aprile quando quasi tutta Dakar si è riversata nella Piazza dell’ObeliI sostenitori del sco ad assistere al suo conpresidente uscente certo. «Avevo promesso Abdoulaye Wade. l’ingresso gratuito ai miei concerti a chi avesse esibito il volantino elettorale dell’ex padre padrone del Senegal, dopo la sua sconfitta. Vedere migliaia di compatrioti sventolare il volantino elettorale di Wade distribuito nei seggi elettorali lo scorso 25 marzo è stato emozionante. Dopo il primo turno e il ballottaggio, era come se votassero una terza volta». Certo, c’è chi in Senegal considera la sua nomina come la ricompensa ottenuta in cambio dell’importante sostegno di mezzi, soldi e visibilità offerta al neo presidente Macky Sall durante la campagna elettorale: riuscirà l’artista-imprenditore a svolgere il suo incarico senza conflitti d’interesse? Ma c’è anche chi vede con simpatia e fiducia la sua designazione, convinto che nessuno meglio di You, conosciuto in tutto il mondo, possa rappresentare il Senegal. In fondo, dicono, anche Gilberto Gil, un altro musicista diventato ministro della cultura nel governo Lula in Brasile, ha fatto meglio di tanti politici. Quel che è certo è che You non è pervaso dal furore rivoluzionario di un altro grande musicista africano che era entrato in politica alla fine degli anni 70: il nigeriano Fela Kuti. Da parte sua Youssou N’Dour per ora si limita a dichiarare di essere al servizio dei suoi connazionali. E con un gioco di parole tra le espressioni francesi inspiration e transpiration ribadisce: «La ricetta del mio impegno politico sarà la stessa a cui devo il successo che ho avuto sino ad oggi: dieci per cento ispirazione, novanta per cento sudore». 147


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