Paolo Bossini @ Grazia

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spirito olimpico

«Guardo solo avanti»

Quando il campione di nuoto Paolo Bossini ha scoperto di avere un linfoma, ha smesso di nuotare, passato più tempo con sua figlia e chiesto a sua moglie di non trattarlo mai come un malato. Ora è tornato in vasca e ha solo una chance per qualificarsi ai Giochi di Londra: «Noi atleti siamo così: sotto pressione diamo il massimo» di marina speich Foto Di Lidia costantini

Paolo bossini, 26 anni, ex campione europeo nei 200 rana. prima di partire per le sue prime olimpiadi, nel 2004, si è fatto tatuare due ali sulla schiena. Adesso, deve guadagnarsi un posto per i giochi di londra gareggiando al trofeo sette colli (17-19 giugno).

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Paolo Bossini

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aolo Bossini l’avevo intervistato dopo le Olimpiadi di Pechino. Era stato il protagonista, bellissimo, insieme ad altri quattro nuotatori della nazionale italiana, di una campagna underwear di Dolce&Gabbana. Oggi, quasi quattro anni dopo, lo incontro a Roma, nella piscina del circolo Canottieri Aniene. E mi trovo di fronte un altro uomo. Ti guarda sempre con i suoi intensi occhi verdi, ti abbraccia ancora con lo stesso sorriso, ma il suo sguardo ha un’altra profondità. Perché un uomo che ha lottato e sofferto non può nascondere le ferite: perfino quando pensa di averle cancellate. Sono qui per parlargli del suo sogno: la terza Olimpiade, a Londra. Ha solo una possibilità per realizzarlo: qualificarsi al Trofeo Sette Colli di Roma (dal 17 al 19 giugno). Non sarà un’impresa facile, ma Paolo è abituato alle sfide. Nel dicembre 2010, mentre guida, ruota banalmente la testa e scopre uno strano “pallino” nel collo. È il primo sintomo di una malattia che, anche dal nome, sembra un’enormità: linfoma di Hodgkin, tumore maligno. I medici lo tirano, letteralmente, fuori dall’acqua. La sua vita cambia: niente allenamenti, ma ospedale, intervento, chemio e radioterapia. L’ex primatista europeo dei 200 metri rana non può entrare più in piscina: ha le difese immunitarie abbassate. Mentre si cura, cerca una nuova identità, ma senza rinunciare al suo obiettivo: ritornare a nuotare. Da qualche mese si allena di nuovo. Sembra in grande forma: bello, forte...

«Sarà perché, da ottobre, ho perso 23 chili! Sono uno che mangerebbe dalla mattina alla sera, soprattutto la pizza: mi fa impazzire. Peccato non sia la benzina ideale per un atleta: quando ho ripreso gli allenamenti, ho seguito una dieta ferrea per ripulire il corpo dai farmaci. All’inizio, dopo il training del mattino, potevo mangiare solo una mela e non riuscivo nemmeno ad arrivare alla fine dell’allenamento: mi facevo passare il frutto in acqua e lo mangiavo tutto intero. Torsolo compreso». Ha mai pensato di non riuscire più a tornare in piscina?

«No. Ero deciso a combattere il tumore. Il desiderio di partecipare alle Olimpiadi di Londra mi dava una forte carica: una sfida con me stesso, per dimostrare a tutti che, se vuoi qualcosa davvero, la puoi ottenere. Nella lotta alle malattie, il 90 per cento lo fa la testa: quando non controlli più la tua

paolo bossini è sposato con l’attrice laura piovani, 32 anni.

forza mentale, cominci a zoppicare, a fare fatica, a guardare tutto in modo negativo. Ed è la fine». Come ha reagito all’inizio?

«Il primo giorno, tornato a casa dall’ospedale, ho detto a mia moglie Laura: “Cominciamo un percorso difficile, ma non trattarmi mai come un malato, uno che non si può alzare dal divano neppure per prendere la bottiglia d’acqua in cucina”. È stata la nostra forza. Una grande prova di coppia, che abbiamo vinto con il nostro amore». Era un atleta che improvvisamente non può fare più il suo lavoro: come è sopravvissuto?

«Distraendomi. Facendo mille cose e, soprattutto, trasformandomi in papà a tempo pieno. In quel periodo abbiamo tolto mia figlia Angelica dall’asilo (oggi ha quattro anni, ndr) e passavamo almeno tre ore al giorno al parco. La malattia non è solo una parentesi negativa: regala anche momenti indimenticabili». Essere uno sportivo l’ha aiutata in questa prova?

«Sicuramente: un atleta è abituato a vivere sempre sotto pressione. Nel nostro dna c’è la voglia di lottare. Sempre. Una persona normale è meno abituata alle sfide». Psicologicamente, non ha avuto paura di venire “abbandonato” dai fan?

«Sì. Un momento prima sei circondato di sponsor e applausi. Poi ti ammali e sei solo. Quello che luccicava prima non c’è più, è come se si fosse spento. Ma ho avuto la fortuna di avere accanto a me la mia società, la Canottieri Aniene, e il marchio Arena (che lo ha anche aiutato a costruire il suo blog Roadbook to London, www.paolobossiniblog.it). Questo mi ha dato un’enorme fiducia». Lei e Laura avete pensato a un fratello per Angelica?

«Lei ce lo chiede spesso, ma le cure comportano il rischio dell’85-90 per cento di sterilità. Per questo ho congelato il mio seme. Vedremo... Adesso abbiamo altre priorità».

Backstage Quando arrivo in piscina, Paolo Bossini sta finendo l’allenamento. Vicino a lui si buttano in acqua altri tre grandi “colleghi”: Federica Pellegrini, Filippo Magnini e Luca Dotto. Mi godo il “dietro le quinte” delle Olimpiadi. Ovvero: come ci si esercita per vincere una medaglia. In acqua sembrano perfetti. Eppure... l’allenatore Claudio Rossetto li corregge ogni due vasche.

«Ho recitato la parte del cattivo nella serie tv Come il delfino di Raoul Bova: una bella esperienza da cui è nata anche un’amicizia. Lui è una persona umile, molto speciale. Quando ho scoperto la malattia mi è stato vicino. E non lo dimenticherò». Il sogno di Londra 2012: come l’affronterà?

«Con la convinzione che, nella vita, non bisogna mai tornare indietro, neppure per prendere la rincorsa. Occorre andare sempre avanti. Senza rimpianti». n

su grazia.it -- ascolta l’intervista a paolo bossini

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Foto gianluca saragò/lapresse

È un uomo con molte risorse: nuotatore, ma anche attore...

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