Diva Donna Schaivone

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ROMA, maggio utta racchetta e scarpe da tennis. È così la nostra tennista più forte, probabilmente l’italiana più forte di sempre. L’unica ad avere vinto il Roland Garros, a Parigi, un anno fa. La più attesa agli Internazionali di Roma, evento mondano-sportivo che dal 7 maggio accende i riflettori sul Foro Italico. Per prepararli al meglio ha rinunciato all’impegno in Fed Cup, la Coppa Davis al femminile, dove le azzurre sono campionesse in carica. Le tenniste, ma anche le tuffatrici, le campionesse della scherma, le nuotatrici, le pallavoliste. Ormai è un classico, le donne dello sport azzurro fanno meglio dei colleghi maschi. È un caso? «Negli ultimi anni le donne, attraverso il loro carattere e la loro determinazione nel desiderio di emergere, hanno attirato attenzione e stima in una nazione che è stata abituata ad avere campioni maschili. Credo che siamo più organizzate e predisposte ad ascoltare per poi trasformare le parole in fatti. Sono orgogliosa di farne parte. Mi auguro che qualche campione uomo emerga magari per far nascere… nuove appassionanti sfide!». Milanese di origini irpine, spesso avvolta nel tricolore, cosa rappresentano per lei 150 anni dell’Unità d’Italia?

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«La continuazione di un grandissimo inizio! Vestire la maglia azzurra è per me un onore e uno stimolo continuo, perché contribuisco a dare quel qualcosa in più al nostro splendido Paese che ha saputo diventare, nel tempo, grazie al nostro spirito di indipendenza, una potenza mondiale». Quando è all’estero, per che cosa è orgogliosa di essere italiana? E per che cosa, invece, non lo è? «Mi inorgogliscono le nostre maniere di agire e di muoverci, il nostro gesticolare, unico al mondo, come quel gusto nel vestirci e nella ricerca delle cose più belle, più importanti, più assurde o ricche di creatività. Riguardo alle notizie in arrivo dall’Italia non c’è mai stato un momento d’imbarazzo: credo nel mio Paese e anche nel fatto che facciamo errori, ma in qualche maniera sappiamo sempre uscirne». Sempre in giro per il mondo, se pensa a casa, a che cosa pensa? «Penso al mio divano, sul quale dormire le prime pennichelle dopo lunghi viaggi. Risento i miei odori, penso al mio frigorifero da riempire di cibi e bevande gustose per coccolarmi un po’. Penso ai miei amici e alla mia famiglia, che sanno riempirmi di affetto e di attenzioni. Questo per me significa tornare a casa». Che cosa si porta sempre dietro? «Non può mancare nella mia borsa un blocco che mi fa da promemoria, da agenda e da diario su cui sfogarmi ed esprimermi!». Che cosa la colpisce di quello che succede nel mondo? «Lo tsunami in Giappone: un disastro sia ambientale che umano. Mi chiedo se un giorno avremo la possibilità di evitare o minimizzare i danni di tanta violenza della natura. Ma nello stesso tempo penso che dovremmo ascol-

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tare di più i segnali che ci vengono dall’ambiente: assecondarli, rispettarli, non contrastarli. In tutto questo, mi ha colpito il dolore e nello stesso tempo la forza di un popolo che sta superando le enormi difficoltà, restando unito, tornando a lavorare umilmente e coltivando quei valori umani nei quali oggi credono, ancor di più. È un popolo dal quale prendere esempio». Francesca Schiavone e la tecnologia? iPad, iPhone, mp3, skype o Facebook? «Be’, ammetto, non sono una donna

molto tecnologica. Spesso mi affido a consigli e aiuti esterni per modernizzarmi. Sui videogiochi però sono una fissata. Ma per le amicizie preferisco avere un contatto umano vero e proprio, dal vivo, non via web. Anche se, quando sono lontana da casa, è tanto comoda la tecnologia come mezzo di comunicazione con la mia famiglia e i miei amici, o come aggiornamento sui fatti nel mondo». Da campionessa in carica del Roland Garros sta vivendo la stagione agonistica con una marcia in


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«Io e Flavia Pennetta? Non amiche ma certo colleghe. Tra noi ZË leX jXeX i`mXc`k~, cresciamo insieme» più o con un maggior senso di responsabilità? «Vincere un trofeo così importante comporta sia grandissime gioie e glorie che responsabilità e pressioni, ma credo che nulla avvenga per caso. Ora ritengo di poter sostenere attenzioni e tensioni forti e cerco ogni giorno di farlo al meglio, sapendo che posso sbagliare». E ora il sogno è vincere a Roma, in casa? «Sì, anche. Oggi ho più sogni e uno di questi è proprio vincere in casa, al Foro Italico. Woooowwww!!!». Una sua dote nascosta? «Sono più “buona” di quello che sembra! Ma mi inc... quando impiego un tempo irragionevole (ma comunque umano) per superare le difficoltà. Mi inc... quando le persone sono maleducate e non mi rispettano, quando sento l’obbligo di vivere delle situazioni. Mi inc... per tante altre cose!». Una debolezza? «Quando ho fame divento intrattabile!». Flavia Pennetta, l’altra racchetta azzurra: amica, collega, rivale? «Collega. Scambiamo opinioni e modi di vedere, stimolandoci a vicenda e crescendo insieme. Una sana rivalità». La donna mito della storia del tennis? «Ne ho più di una: Graff, Seles, Sabatini e Navratilova». Alcune anche molto femminili e sensuali, come lei in queste foto. Un gioco? «Negli ultimi anni sono cresciuta e la mia parte femminile è più visibile. Ma… è proprio una dote riservata a pochi. Caratterialmente sono introversa, tranne che in situazioni “speciali”. In un servizio fotografico ho scoperto che sanno “cosarti” tutta e farti diventare una f... spaziale. Divertentissimo! Ma per tutti i giorni preferisco un bicchiere di vino e una pizza con gli amici». Un uomo la conquista con la sua... «Semplicità, intelligenza e facendomi divertire». Sesso prima di un match: sì o no? «Per una donna penso sia ammesso. E anche fantastico! Alza gli ormoni, porta vantaggi da tutti i punti di vista». Betta Carbone


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