Fotografia: Gino Di Paolo Testi e ricerca iconografica: Luana Di Lorito Progetto Grafico: Di Paolo Immagini Progetto della copertina: Studio Emo Risaliti Stampa: Poligrafica Mancini
Nessuna parte di questo Libro può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo elettronico, meccanico o altro senza l’autorizzazione scritta dei proprietari dei diritti e dell’editore. Tutti i diritti riservati. Finito di stampare nel mese di settembre 2010
S come segno, simbolo, ovvero... marchio. Quando la famiglia Spinelli mi incaricò di progettare il nuovo marchio, nel 2008, fin da subito chiese di cercare un segno che evidenziasse il legame dell’azienda con la cultura della terra e del territorio. Probabilmente in chi gestisce un’azienda agricola il senso di questo legame è più forte che in altri, ma in un mondo di delocalizzazione e di globalizzazione, che ci spinge verso la perdita dell’identità territoriale ovvero in una perdità di identità tout court, la presenza di questo valore assume un ruolo fondamentale. Questa viva consapevolezza mi ha portato a sintetizzare visivamente il concetto di fusione tra identità familiare e il territorio stesso, in una “S” che, come un sospiro del vento, disegna dolci colline solcate da filari, fondendosi in un tutt’uno. Da questo sentire è nata l’idea del racconto fotografico e Gino, con le splendide immagini raccolte in questo lavoro, ha saputo essere magistrale interprete, ispirato dall’identico sentimento per la Terra d’Abruzzo. Questo libro è quindi la testimonianza di un amore. Di un amore grande, viscerale, profondo. Un amore che lentamente si appalesa, matura, diventa passione, orgoglio, riconoscenza, senso di appartenenza. Appartenenza ad una terra/territorio umile quanto generosa. E l’amore diventa desiderio, desiderio di farsi specchio, di sciogliersi nella sua dolce e straordinaria quotidianità. Desiderio di renderle omaggio per ringraziarla e per mostrare a tutti quanto sia bella. Desiderio di onorarla nella vita e nel lavoro, perchè anche il fare di ogni giorno la renda ancora più speciale. Emo Risaliti
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L’incontro con Carlo Sarà stata la brezza di quella tiepida giornata autunnale, forse il panorama che disponeva l’animo al sereno, o meglio la solennità del vecchio ulivo che ci ombreggiava accanto ed intimava rispetto. Ogni cosa sembrava al suo posto e fu proprio in questa perfezione provvisoria del circostante che, naturalmente, è maturata l’dea del racconto fotografico. Il giro di ricognizione nella tenuta aziendale durò più del solito, i primi appunti su un foglietto sgualcito che trovai nella tasca e la lista cresceva assieme all’entusiasmo. Da quel giorno ho cominciato a scattare esercitando il filtro “S”, un espediente narrativo che mi ha permesso di ricomporre per immagini il legame con Carlo e con la sua famiglia. Se è vero che “Ogni fotografia è un certificato di presenza”, come sosteneva Roland Barthes, in questo libro ogni immagine è il certificato di un legame.
Gino Di Paolo
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La lettera esse È curioso scoprire quanto sia necessaria, al nostro lessico quotidiano, una singola lettera dell’alfabeto. Senza “S” non ci sarebbero il Sole, le Stelle, le Stagioni, i Sapori, la Sera, il Suono, la Strada, le Salite, il Silenzio, gli Sguardi, le Soddisfazioni e le Sensazioni. Muta sarebbe la Storia, inutili oggetti le penne senza Scrivere e vuoti tutti i cuori senza Sentimenti. Senza “S” non ci saremmo neanche noi, la famiglia Spinelli. “S” come Spinelli è un libro sull’identità che racconta il nostro mondo attraverso le immagini; esattamente come la luce, attraversando un prisma, si scompone e si rivela in moltissimi colori. Esse ne esaltano l’essenza più forte, i momenti e i luoghi che più ci appartengono. Sono tracce intense di passione e di amore che legano indissolubilmente i nostri destini a questa terra e che vogliamo condividere con chi legge. Poiché siamo ben convinti che la poesia è fatta da tutti.
La famiglia Spinelli
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Storia “il guerriero di Atessaâ€? Torso colossale di Pallano, noto anche come Torso di Atessa, è una scultura priva della testa risalente al VI secolo a.C. e rinvenuta nel 1971. Visibile oggi nel Museo Archeologico di Chieti.
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Scavi “sito archeologico” Juvanum, insediamento dei Sanniti Carricini, è stato identificato dagli studiosi moderni con l’attuale paese di Montenerodomo, che conserva ancora oggi alcuni tratti delle poderose fortificazioni innalzate dagli antichi abitanti come baluardo contro i conquistatori Romani. Il sito archeologico vero e proprio è situato in località Santa Maria di Palazzo, a circa 1000 metri sul livello del mare, in un pianoro ai piedi della Majella. Qui sono ben visibili le imponenti testimonianze di un santuario
italico-carricino costituito da due templi con recinto sacro e dal teatro, databili al II e I sec. a.C. Il complesso cultuale era collegato ai percorsi della transumanza e alla presenza di acque sorgive, da sempre fattore di aggregazione 13
naturale fin dalle epoche più remote, ritrovamenti sporadici e di scavo attestano la frequentazione del sito almeno dal II millennio a.C. (età del bronzo). Dipartimento Scienze dell’Antichità, Facoltà di Lettere, Università G. D’Annunzio Chieti-Pescara 14
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Juvanum: teatro romano II sec. a.C.
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Pallano: sito archeologico
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Pallano: Mura Megalitiche, IV -V sec. a.C.
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Pallano: la Porta del Monte, IV -V sec. a.C.
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Pallano: la Porta del Piano, IV -V sec. a.C.
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Pallano: sito archeologico, IV -V sec. a.C.
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Storia “ostensorio di Atessa”
“Ego Nicolaus Andree Pasqualis de Guardia Grelis feci[.] hoc opus in anno Domini millesimo quatricentesimo decimo octavo die primo decembris” Iscrizione alla base del piedistallo dell’Ostensorio. Atessa (Ch), Chiesa di San Leucio
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Atessa: Chiesa di San Leucio Nicola Gallucci da Guardiagrele Ostensorio Eucaristico 1418
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Lanciano: Chiesa di S. Maria Maggiore Nicola Gallucci da Guardiagrele Croce Processionale. diritto 1422
rovescio
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Orafo, scultore, pittore e architetto, Nicola Gallucci da Guardiagrele è tra i personaggi più rappresentativi dell’arte tardo medievale italiana. Nel XV secolo, dall’avviata bottega di famiglia, egli sviluppò una produzione di preziosi oggetti in argento sbalzato e smalti policromi, lodati per la loro bellezza e raffinatezza. Smalti applicati con tecniche sperimentali dall’esito sorprendente, i cui recenti restauri ne hanno rivelato la finissima e personale elaborazione.
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Guardiagrele: Museo Diocesano Nicola Gallucci da Guardiagrele, Deposizione, part. croce, 1431
La tecnica scultorea a sbalzo si utilizza per lavorare lastre di rame, oro o altri metalli, oppure cuoio traendone un’immagine o una figura in rilievo. Un panno viene posizionato dietro la lastra di rame da cui si vuole estrarre il rilievo; sul panno stesso di battono i colpi, differenziati per pressione e frequenza, fino a rendere sul metallo l’immagine e l’effetto desiderato. 35
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Scrittura “codici miniati�
Ho cercato pace ovunque, senza trovarla mai tranne che in un angolo con un libro. Thomas Von Kempen
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S. Giovanni in Venere, sec.XII a lato S. Giovanni in Venere: Portale della luna (part.) sec.XIII
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S. Giovanni in Venere: S. Michele Arcangelo, sec.XII
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S. Giovanni in Venere: Madonna in Trono, sec.XII
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Atessa: Convento S. Pasquale, sec.XVI
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In ogni nuovo passo, la certezza della strada giĂ fatta.
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Atessa: paesaggio
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(…) confesso che mai vidi uno di questi numerosi gruppi di animali camminare lenti e affaticati attraverso le pianure della Capitanata e delle valli d’Abruzzo, a perdita d’occhio, senza provare un nuovo senso di eccitazione, quasi simile alla gioia, ma che non mi proverò a descrivere. Richard Keppel Craven Viaggio attraverso l’Abruzzo (1835)
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70 Sciame
Quando l’ape scomparirà, l’uomo non avrà più di quattro anni da vivere. Einstein
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Ci sorprendono figure costruite in volo, ogni singola piuma in sintonia con le altre. Il sistema necessita della parte e la parte del tutto.
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Seminare - Scasso “Dove la natura non sparge il seme, invano ha arato l’arte”. Proverbio popolare
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“Rompevano li spiriti de la fonte tra’ sassi palpitando”. G. D’Annunzio
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Paesaggio: Sasso spaccato
Sassi da percorrere, da scalare, da levare o da scagliare. Suolo contro suola, di sassi è saggiamente piena la nostra strada. 86
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Ipnotiche decorazioni ad anello avvolgono lo sguardo che si posa su queste creature.
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Stalattiti e Stalagmiti Madrenalina pura.
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“Proteso dagli scogli, simile ad un mostro in agguato, con i suoi cento arti il trabocco aveva un aspetto formidabile”. G. D’Annunzio
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Fossacesia: scogli
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Segni di terra e Sabbia Nella coerenza della Natura, la traccia umana è l’unico segno di discontinuità .
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Perfezioni provvisorie.
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Sospeso - Solitudine Tra contemplazione e ricordo, un fermo immagine sul silenzio: sospesa ogni parola, assente ogni azione, isolato ogni dettaglio.
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Gardone Riviera: Auditorium deI Vittoriale, aereo SVA 10 del volo su Vienna (1918) di G. D’Annunzio
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Il primo e il secondo giorno puntavamo lo sguardo verso i nostri paesi. Il terzo e il quarto giorno cercavamo i nostri continenti. Il quinto giorno acquistammo la consapevolezza che la Terra è un tutto unico. Sultan Salman Al-Saud,astronauta sullo Shuttle Discovery, Mission STS-51G, 17- 6-1985.
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“Come la nube, quando è spento il sole dietro le opache cime di fulgore durabile s’arrossa...” G. D’Annunzio
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“É l’ora del silenzio e della luce. Un velario di perle è il cielo, eguale.” G. D’Annunzio
Dalle nostre parti si vede bene il cielo. D’estate, la prima stella della sera, che sorride all’ultimo lampo di luce, segna l’apertura del sipario notturno in cui alle lucciole tra i campi fanno eco mille milioni di animelle accese e tremolanti, sullo sfondo di chissà quanti universi. 137
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144 Serranella oasi Sculture - Sosta
La Riserva Naturale Regionale Lago di Serranella è una delle residue zone umide d’Abruzzo. Estesa tra la costa adriatica e il massiccio della Majella, pur essendo di origine artificiale, ha assunto nel tempo caratteristiche di tale naturalità da rappresentare per i volatili migratori una delle poche soste possibili nell’attraversamento dell’Adriatico.
“...i tronchi, come grandi pezzi di argenteria vecchia, riverberavano le variazioni della luce...� G. D’Annunzio
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152 Scultore
E’ una continua ricerca, per addizione o sottrazione. L’anima, immortale ed incorporea, trova riparo in ogni materia.
Scultore Nicola Farina
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Scarpe, Sandali e Stivali «Come potrò piacere alle dame, e perciò alla gente, senza un po’ di sport? Ché lo sport è ormai necessario allo scrittore, oh!, più dell’ingegno! Più dello studio! E anzi si può dire che la letteratura sia essa tutto uno sport; una cavalcata in frak rosso». Giovanni Pascoli, in una lettera, su Gabriele d’Annunzio
Gabriele D’Annunzio, sandali a giglio di vitello dorato con occhielli
Calzaturificio Umberto Zecchi, Venezia
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Pumbs in vernice nera con bordature in Gros-Grain per smocking Scarpe in vitello scamosciato bianco Stivaletti in vitello nero abbottonati con ghette in capretto scamosciato color grigio Calzaturificio F. Thomas - Rue di Caumartin, 39 Paris
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Le scarpe indossate un tempo dai pastori erano di cuoio, a forma di stivaletto per consentire una migliore protezione del piede. 160
Allacciate con ganci e stringhe e con suola munita di grossi chiodi e di bulloni, spesso disposti a losanga verso il centro. 161
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Risuonano ancora i preziosi monili sui lobi gentili. LuccichĂŹo che richiama, tintinnĂŹo che seduce. Ne fuggono solo gli spiriti maligni.
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Specialità e Sapori Il cibo parla. E racconta di colori, profumi e fatiche della sua terra. E narra la sua cultura solo a chi ha il gusto disposto all’ascolto.
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Spighe - Spaghetti - Sfoglia Chiccolino, dove sei? Sotto terra, non lo sai? E lì sotto non fai nulla? Dormo dentro la mia culla… Dormi sempre, ma perché? Voglio crescer come te! E se tanto crescerai, Chiccolino, che farai? Una spiga metterò, tanti chicchi ti darò! Filastrocca popolare
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Armida Menna
Rotondo, liscio, compatto e morbido l’impasto. Forgiato nella forma desiderata, lavorato, spianato e allargato. Cosa dire di 188
Armida Menna
quei gesti sapienti che, a intervalli regolari, ne ricavano una pasta dalla forma impeccabile. Un semplice momento di perfezione. 189
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L’olivo diventa olio. Un verde profumo messaggero di pace.
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Spettacolo - Suono Il progetto originale del teatro comunale “Antonio di Jorio” di Atessa risale al 1863, dando spazio alle richieste dei gruppi teatrali che si erano venuti formando negli anni precedenti. Terminato nel 1911, anche grazie alla contribuzione popolare, divenne il fulcro della vita culturale fino ai bombardamenti durante il secondo conflitto mondiale, che lo resero inutilizzabile. Restaurato in più riprese negli anni ottanta del secolo scorso, oggi si presenta come l’accogliente e raffinato salotto culturale della città.
Anziché da un folclore evidente e cosciente, che si va dissolvendo, il senso dell’Abruzzo si ricava da quel folclore involontario e quasi inconsapevole di se stesso che è nella stessa qualità delle anime. Guido Piovene, Viaggio in Italia (1953-56) 201
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Mario Stefano Pietrodarchi
“Da quando mi è capitato di ascoltare i concerti di Mario Stefano Pietrodarchi, mi pare di avere riscoperto la fisarmonica e l’aria che mi circonda o qui in Italia o nelle strade di Mosca, spesso mi accompagna con l’eco di quei suoni. Il godimento che mi prende sono sicuro che capiterà a tutti quelli che avranno la fortuna di ascoltarlo. L’acrobazia delle note è accompagnata dai gesti di quest’artista che aggiungono magia alla magia”. Pennabilli 11- 2008 Tonino Guerra.
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Gardone Riviera: Auditorium deI Vittoriale, Mario Stefano Pietrodarchi e Luca Lucini in concerto in occasione della 43째 edizione del Vinitaly di Verona
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212 Scale, Salire
L’ascesa ha insita in sé l’aspettativa di una ricompensa. Che sia supportata dalla fede, dalla volontà o da impulsi più materiali, la fatica del salire è concepibile solo prefigurando le conquiste che ne derivano.
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S. Pasquale Convento
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218 spaventapasseri sentinella
(…) il modo di accostarsi alla natura (…) dell’uomo nato e vissuto in città non potrà che essere diverso da quello di chi è vissuto fin dall’infanzia in mezzo alla campagna. Sarà diverso l’atteggiamento verso il serpe o il sambuco, la pratolina e il fungo. Conoscerà il fiore prima del prato l’albero prima del bosco il cespuglio prima della macchia, l’anitra mandarina e il cigno prima della folaga e del gufo. Che è qualcosa di profondamente diverso, il suo apprendimento della natura sarà sempre episodico e mediato. Ippolito Pizzetti, Introduzione a Pollice Verde, 1982
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Colle Sentinella: luogo natale di Vincenzo Spinelli
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Qualsiasi cosa pensiate di ciascun personaggio sarĂ esattamente quello che penserete del vino che produce. Mondovino La guerra del gusto, regia di Jonathan Nossiter
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Frutto del nostro lavoro, condito con le fatiche di tutti, accompagnato dalle canzoni intonate in coro, trasferito con cura da mani tese verso le altre. E poi le colazioni consumate insieme sulla terra ancora umida, l’odore acre degli acini schiacciati sulle vesti, i racconti che intrattengono gli animi, gli sguardi dietro i grappoli recisi. Siamo noi, non vi è momento piÚ magnifico di quando realizzo il raccolto.
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Stappare - Spillare Liberare il vino dalla botte, osservare il liquido, ascoltarlo mentre scorre, attenderne l’esito e immaginarne il contenuto. Il primo gesto multisensoriale di un vignaiolo.
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Stagioni -Stagionatura Il sempiterno ritorno delle stagioni quasi ci convince che l’andamento circolare del tempo possa ripararci dall’inesorabile procedere della nostra esistenza. E l’attesa non è più laboriosa. Autunno, Inverno, Primavera ed Estate mantengono sempre la promessa di un nuovo inizio. Siamo noi a smettere di sorprendercene.
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“ille terrarum mihi semper praeter omnis angulus ridet“ Più di tutto, quest’angolo di terra mi rende felice. Orazio, Odi, III, 6, 13.
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Storia “il guerriero di Atessa” Scavi “sito archeologico” Storia “ostensorio di Atessa” Scrittura “codici miniati” Strade Stazzi Sciame Stormi Seminare - Scasso Sassi Spirale Stalattiti e Stalagmiti Scogli Segni di terra e Sabbia Scia Sospeso - Solitudine Sole Sera Stelle Serranella oasi - Sculture - Sosta Scultore Scarpe, Sandali e Stivali Sciacquajje Specialità e Sapori Spighe - Spaghetti - Sfoglia Spremitura Spettacolo - Suono Scale, Salire Spaventapasseri - Sentinella Sguardi Squadra Stappare - Spillare Stagioni -Stagionatura Secolare
Una straordinaria avventura non ammette conclusioni, altre “S� ancora ci attendono.