VILLANOVA VANITY

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NEWS CASA PER LE LIBERTÀ

Stefania Villanova, 43 anni, Pdl, è la moglie di Flavio Tosi (pagina a sinistra), 43, sindaco di Verona e da poco eletto segretario della Lega veneta. A sinistra: Stefania assieme al marito e al presidente della Regione Veneto Luca Zaia, 44, con la moglie Raffaella Monti, 45.

QUELLO CHE NON MI LEGA A FLAVIO

Prima delle elezioni, STEFANIA VILLANOVA disse che non avrebbe votato il marito, TOSI, riconfermato sindaco leghista di Verona. PerchÈ, come spiega qui, li dividono troppe cose: la residenza, il lavoro, la fede politica. E il romanticismo

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una donna esuberante Stefania Villanova, esuberante nel corpo e nella mente, ma si impone di nasconderlo. La pasionaria del Pdl e moglie di Flavio Tosi – sindaco leghista riconfermato a Verona al primo turno, unico trionfatore nella disfatta del Carroccio – arriva in tacco 12, jeans attillati e giacca dalla profonda scollatura, subito però chiede abiti accollati e discreti per le fotografe: «Altrimenti quelli mi mangiano viva». «Quelli» sta per l’entourage di Tosi: la signora dev’essere sotto sorveglianza da quando a Un giorno da pecora di Radio2, prima delle Amministrative, criticò il marito per la scelta di correre senza Pdl, e disse che, se avesse votato a Verona (non può: ha la residenza a Thiene), per coerenza gli avrebbe preferito un candidato del partito di Berlusconi. «Devastante», commentò Tosi. Così Villanova adesso si controlla, si lascia controllare. E durante l’intervista – condita da un forte accento veneto – glissa su alcune cose. Per esempio, i progetti politici: c’è chi dice che abbia incontrato Paolo Berlusconi, fratello dell’ex premier. Sarebbe il suo primo gradino di un’ascesa nel Pdl. Pidiellina convinta, nonostante la batosta alle ultime elezioni? «Ovvio: sono stata di Forza Italia e continuo nel Pdl. Certo, il segnale dalle urne è arrivato a tutti, e i dirigenti devono capire che c’è bisogno di un cambiamento radicale, di volti nuovi». Via Berlusconi? «No, lui sa quello che fa, è bravissimo. È tutto il resto che va ripensato». Basta con Alfano?

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20.06.2012

´RIUSCIAMO COMUNQUE A VEDERCI SPESSO. RAGGIUNGO VERONA IN TRENO O IN AUTO. FACCIO COSÃ DA 15 ANNIª «A queste cose penserà Berlusconi. Io non sono una politica di professione». Sta per partire una rifondazione del Pdl: farà parte del team? «Al momento no, ma se mi chiamano valuterò». Suo marito potrebbe protestare, visto che Lega e Pdl non fanno più cartello? «Mi ha conosciuta che ero già di Forza Italia e non ha mai fatto problemi». Lei però non era alla festa quando è stato rieletto sindaco di Verona. E vi si vede di rado insieme. «Quello era un momento suo. Volevo che se lo godesse. Lo aspettavo a casa. Lui ha il suo lavoro e io le mie attività». Non c’era neanche quando è stato votato segretario della Lega veneta. «Come sopra».

Oltre a essere capo Gabinetto dell’assessore alla Sanità in Regione, che cosa fa? «Fuori dall’orario di lavoro, organizzo eventi benefci. Il 25 aprile, per esempio, siamo riusciti a portare 10 mila persone alla Partita della Speranza a Vicenza: il triangolare Nazionale cantanti-Vicenza Cuore Biancorosso-Nazionale farmacisti ha dato un incasso di oltre 60 mila euro, che è andato alla Città della Speranza di Padova. E con Don Mazzi raccoglieremo fondi per il recupero dalle dipendenze». Lavora tutto il giorno, fa gli straordinari per benefcenza, ha la residenza a Thiene. Quindi vive lontano da Verona, dov’è Tosi. «Ho l’ufcio a Venezia e la residenza a Thiene da più di vent’anni». E suo marito quando lo vede? «Molto spesso. Raggiungo Verona in tre-

UNA PRODUZIONE ESCLUSIVA LAPRESSE PER VANITY FAIR, ALMASIO CAVICCHIONE, BUENA VISTA

di Tiziana Sabbadini ï foto Lidia Costantini

no o in macchina. Lo faccio da 15 anni». Viaggia con la scorta? «No, giro da sola. Non ho neanche lo spray urticante in borsetta». Sarà sfnita quando vede Tosi. «Lui è più impegnato di me. Diciamo che è un marito non sempre presente, ma riesce a seguire ogni cosa: se si rompe un rubinetto, se ci sono bollette da pagare, si prende le sue responsabilità». Chi è il più nervoso? «Scatto più io. A volte sbotto con chi non dovrei, a partire dagli amici. Ma sono fatta così, mi conoscono». Cenate insieme? «Quando si può. Se c’è tempo faccio un risotto, ma è raro. Ero una brava cuoca, ora ho perso la mano». E magari è anche a dieta.

«In efetti seguo quella iperproteica. E faccio movimento quando posso. Tendo a non ingrassare ma, con tutte le colazioni cui devo partecipare per lavoro, devo tenermi in riga». Consigli di lavoro ne scambiate? «No, per niente. Tra noi parliamo di famiglia, genitori, fgli, nipoti». Lui non ha fgli, e lei ne ha uno. «Ha 23 anni, si sta per laureare in Informatica, vive a Padova. È un fglio d’oro, educato, nato da un matrimonio precedente, e con suo padre sono in buoni rapporti». Quando nel 2001 ha incontrato Tosi, che cosa le è piaciuto di lui? «Era un bel ragazzo, con due occhi sinceri. Ed è rimasto spontaneo, anche umile». Allora lei era impiegata in Regione per 25

mila ero all’anno e lui assessore alla Sanità. Quando Tosi è diventato sindaco di Verona nel 2007, lei è stata promossa capo della segreteria dell’assessorato alla Sanità: 70 mila euro l’anno. «Come tutti i capi delle segreterie degli assessorati e dei gruppi del Consiglio regionale, ho ricevuto il nuovo incarico, che è temporaneo, per fducia, dopo tanti anni di esperienza. E non erano richiesti né concorsi né titoli di studio particolari». Lei che studi ha fatto? «Ho preso il diploma al liceo scientifco, indirizzo biologico-sanitario. Ho vinto un concorso all’Istituto lattiero-caseario di Thiene, che era un organismo della Regione Veneto. Dopo poco più di un anno sono stata trasferita a Venezia, nella segreteria di quello che allora era l’assessore alla Sanità». La sua famiglia l’ha aiutata? «Mio padre era impiegato, mamma parrucchiera: hanno fatto sacrifci per farmi studiare. Papà è morto all’improvviso quando avevo 12 anni. La sera avevo un concorso di pattinaggio artistico. Dopo l’esibizione, tra l’altro andata benissimo, mi hanno detto che lui non c’era più. È stato il più grande choc della mia vita». Ancora ne risente? «Negli anni si superano tante cose. Ma mi è rimasta la paura, che riafora, di essere abbandonata, di perdere qualcosa». Dopo che è morto suo padre, che cosa è successo? «Ho fatto come mia madre: mi sono rimboccata le maniche. A 14 anni ho cominciato a lavorare la sera alla pizzeria vicino a casa, servivo ai tavoli. Ho continuato fno ai 18, quando mi sono diplomata». E poi? «Facevo pubbliche relazioni per alcuni locali in provincia di Vicenza. Assieme a un gruppo di amici, organizzavo feste». Si dice che tra quegli amici ci fosse Luca Zaia, oggi presidente della regione Veneto, leghista. Che era anche alla festa per i suoi 42 anni, quando avete raccolto 40 mila euro per gli alluvionati del Veneto. «Certo che era presente: con sua moglie. Io non guardo al partito, vedo solo gli amici. Ne ho tanti, e mi vogliono bene». Suo marito Flavio ha più volte detto di amarla tanto. Un uomo romantico. «Sì, lui è romantico, ma io no. Lui è lui, e VF io sono Stefania Villanova».

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