Catechismo Anticomunista, Mons. Geraldo de Proença Sigaud

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't • COLLANA DI SAGGI CONTEMPORANEI

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© MONS. GERALDO DE PROENCA SIGAUD Arcivescovo di Diamantina

CATECHISMO

ANTICOMUNISTA

)

STITUTO EDITORIALE DEL MEDITERRANEO


Gexaldo de ProenQa Sigand, della Soctepts Verbi Divini, è nato a Belo HoriZKHite, il 26 settembre 1909. Ordinato il 12

marzo 1932, fu eletto Vescovo

di

Jacare-

zinho (Brasile), il 26 ottobre 1946 e con

sacrato il 1» maggio 1947. H 20 dicembre

1S)60 è stato promos so

Arcivescovo

di

Dìamantina, sempre In Brasile, dignità (die (xxmpa tuttora. Mons. Sigaud, (die ad una solida prepa razione, unisce uno spirito apostolico di primordine, nel cor so del recente Con-

cilio si è distinto per la sua intransigenza e per avere parteci pato ad una serie di

iniziative tendenti a ribadire la validità della dottrina tradi zionale della Chiesa:

fra le -molte, quella

relativa alla petizio ne presentata al San

to Padre per ottene re il rinnovo della condanna contro il comunismo.


Titolo originale « Catecismo anticomunista » •

Traduzione dal portoghese di Tito Boldrini

TUTTI I DIRITTI RISERVATI


COLLANA DI SAGGI CONTEMPORANEI

e MONS. GERALDO DE PROENQA SIGAUD Arcivescovo di Diamantina

CATECHISMO ANTICOMUNISTA

ISTITUTO EDITORIALE DEL MEDITERRANEO


CHE COSA E' IL COMUNISMO E CHE COSA INSEGNA.

*1 Che cosa è il comunismo? • Il comunismo è una setta internazionale che

segue la dottrina di Carlo Marx, opera per distrug gere la società umana basata sulla legge di Dio e sul Vangelo, e cerca di instaurare in questo mondo

il regno di Satana, impiantandovi uno Stato empio e rivoluzionario, ed organizzando la vita degli uo mini in maniera che si dimentichino affatto di Dio e della eternità.

2 Qual è la dottrina che la setta comunista insegna?

• La setta comunista insegna la dottrina del più completo materialismo.

3 Che cosa insegna il materialismo comunista riguardo a Dio.

• Il materialismo comunista insegna che Dio non esiste e che l'unica cosa che esiste è la materia.

4 Si limita la setta comunista ad insegnare che Dio non esiste e che esiste solo la materia? — 9 —


• La setta comunista dà la più grande impoi-

tanza a quel materialismo pratico, secondo cui l'uomo non riflette nemmeno all'esistenza o no di Dio ma

agisce, pensa ed organizza la sua vita senza avei cura di Dio o pensare a Lui. Così lentamente g i uomini arrivano anche al materialismo teorico

Il vero comunista è ad un tempo materialista teorico e pratico per poter così trascinare i suoi pro seliti in questo cammino della negazione di io.

5 Che cosa pensa dell'anima la setta comunista? • Per il comunismo l'uomo è sola materia; quindi l'anima non esiste.

0 Che cosa pensa la setta comunista dell'eternità? • Per il comunismo l'uomo si dissolve total-

mente con la morte. Non esistono un Cielo nè un Inferno, non c'é felicità nè pena dopo la vita terrena.

7 Che cosa pensa la setta comunista della natura umana?

• Per la setta comunista l'uomo è un semplice

animale, certamente più evoluto del bue o della scimmia, ma niente più che un animale come gli altri.

8 Qual'è la prima conseguenza pratica di questa dottrina?

• La prima conseguenza pratica di questo materialismo è che l'uomo deve cercare la sua felicita — 10 —


unicamente in questa terra e nel godimento dei

piaceri che la vita terrena gli offre. 9 Secondo il comunismo l'uomo è soggetto a Dio ed alla sua Legge?

• No. Poiché esiste solo la materia, l'uomo non

può dipendere da Dio che non esiste: egli è l'unico ed il supremo padrone di se stesso.

II. ATTEGGIAMENTI DEL COMUNSMO VERSO LA RELIGIONE.

10 La setta comunista attribuisce importanza alla religione?

• Anche se nega l'esistenza di Dio ed afferma

che la religione è prodotto di fantasia, il comunismo attribuisce una grande importanza al fatto che nel mondo esista ed attui la religione, appunto perchè ravvede in essa il suo più grande e pericoloso nemico.

Lenin chiamava la religione: «l'oppio dei po poli ».

'l "1 Perchè la religione è nemica del comunismo? • La vera religione, che è quella cattolica, è nemica mortale del comunismo poiché insegna esat tamente il contrario di ciò che esso afferma e chiama

i suoi fedeli a scegliere la morte prima di aderire alla dottrina ed al regime comunista. 11 —


1 2 Come reagisce il comunismo verso la religione cattolica?

• Il comunismo è impegnato in una lotta volta

ad abbattere totalmente la religione cattolica. La sua lotta dunque contro la sola vera Chiesa cesse rebbe soltanto nel momento in cui fosse riuscito a

distruggerla completamente in tutto il mondo (ciò che è impossibile). Nei confronti delle altre religioni

la setta adopera una doppia tattica: quando sente che una religione rappresenta un ostacolo alla sua vittoria, l'attacca. Ma se si rende conto di potersi

servire di una religione per favorire la propria or ganizzazione, ovvero per annientarla più facilmente, allora simula di tollerarla o addirittura di favorirla

per arrivare a distruggerla in modo più radicale.

13 Quando si trova nella fase della conquista del potere come agisce il comunismo con la Chiesa Cattolica?

* Quando tenta di conquistare il potere, il co munismo agisce con la Chiesa Cattolica in questo modo:

a) Cerca di persuadere i cattolici che non c'é opposizione fra le finalità del comunismo e la dot

trina della Chiesa. Anzi, cerca di presentare le idee comuniste come se fossero l'espressione della dot trina del Vangelo.

b) Cerca di creare delle correnti di cattolici chiamati «progressisti» «cattolici socialisti» o ad dirittura «cattolici comunisti» per disorientare e — 12 —


disunire i cattolici e portare la lotta all'interno della Chiesa.

c) Cerca di spingere le organizzazioni cattoliche

contro gli avversari naturali del comunismo, e cioè chi è proprietario di qualche cosa, i militari, le autorità costituite, allo scopo di dividere e distrug

gere le forze che si oppongono alla conquista del potere da parte del Partito Comunista. d) Favorisce le mode e i costumi liberi attra verso la stampa, la Radio e la Televisione per minare l'essenza della famiglia e distruggere così la civi

lizzazione cristiana appunto perchè di essa la fami glia è il primo ed insostituibile sostegno. e) Mantiene le nazioni cristiane in un clima di continua agitazione sociale fomentando la lotta di classe e l'antagonismo fra le regioni dello stesso Paese.

'1 4- Dopo aver conquistato il potere, come agisce la setta comunista colla Chiesa Cattolica? • La tattica del comunismo verso la Chiesa

cattolica, dopo essere arrivato al potere, varia a se conda delle circostanze. Ma le fasi della lotta sono

generalmente queste:

a) promuovere l'adesione dei cattolici ai movi menti ispirati e guidati dal Partito Comunista; b) eliminare i Vescovi, i Sacerdoti ed i Religiosi che oppongono resistenza e, se necessario, soppri merli;

c) eliminare anche con la violenza i dirigenti delle organizzazioni cattoliche; — 13 —


d) distogliere la Chiesa del Paese dall'ubbidienza al Santo Padre.

15 Può un cattolico collaborare coi movimenti comunisti?

• La cosa che i comunisti desiderano di più è la collaborazione dei cattolici. Chi comincia colla

borando finisce comunista. Collaborare significa mo rire!

16 Se il comunismo insegnasse che Dio esiste e tollerasse la religione potrebbero allora i cattolici essere comunisti?

• Il giorno in cui il comunismo ammettesse

l'esistenza di Dio e riconoscesse che Egli è il nostro Signore esso cesserebbe anche di essere comunismo marxista.

Ma nemmeno un comunismo non marxista è conciliabile con la fede e la vita cattolica.

ili. PUNTI FONDAMENTALI DELLA INCONCILIABILITÀ' FRA IL COMUNISMO E IL CATTOLICESIMO.

17 La inconciliabilità fra comunismo e cattolicesimo esiste dunque solo nel campo religioso?

• No. Oltre quello religioso, ci sono molti altri campi in cui le divergenze fra la setta comunista ed il cattolicesimo sono invalicabili.

14


18

quali punti fondamentali si manifesta allora

questa divergenza radicale?

• Questa divergenza esiste su tutto e su tutti

i punti essenziali. Ma essa è più marcata e profonda per ciò che riguarda la verità, la morale, la famiglia, la proprietà e la disuguaglianza sociale, il ruolo dello Stato, la libertà individuale.

19 Che cosa insegna il comunismo intorno alla verità?

• La Chiesa insegna che Dio ha creato il mondo e l'anima umana che è intelligente. L'anima conosce la verità delle cose. Essa afferma che una cosa è

identica a se stessa: quello che è, è; quello che non è, non è.

Il comunismo invece insegna che la verità non esiste. Per il comunista una cosa può essere e non essere simultaneamente. Una cosa può anche essere il contrario di sè stessa.

20 Allora il comunismo non ammette la verità? • No. Per il comunismo non interessa che una

affermazione corrisponda alla realtà o meno. Per il comunismo « verità » è ciò che è utile al partito

per fare la « rivoluzione ». La medesima affermazione

sarà oggi «verità», domani «menzogna» e così via, secondo la mutevole convenienza del Partito. Così

ci fu un tempo in cui Stalin fu venerato come un eroe dalla setta comunista. Oggi egli è considerato un criminale da quegli stessi che lo avevano idola trato.

— 15 —


La ragione di questo mutamento è questa: per il comunismo non c'é una verità oggettiva. E' vero

quello che è utile al Partito.

21 Qual'é l'altra grande divergenza che esiste fra il comunismo ed il cattolicesimo?

• Il cattolicesimo insegna che Iddio è assoluta mente Santo. E che per questa ragione le azioni umane che si accordano con la legge di Dio sono buone, nel mentre quelle che sono contrarie all'or dine da Lui stabilito sono cattive.

Il comunismo, che è materialista, insegna che non esiste una morale oggettiva. Quando un'azione

è utile al Partito è buona. E' cattiva invece quando nuoce al partito.

22 Datemi un esempio ® Per i cattolici i rapporti buoni ed affettuosi fra i figli ed i genitori sono un bene morale. Per il comunista possono essere buoni o illeciti.

Se i genitori si oppongono alla rivoluzione comunista, il figlio deve odiarli, denunciarli, e se necessario prestare testimonianza contro di loro dinanzi alla Giustizia e può giungere addirittura ad ucciderli. Se invece i genitori operano in favore della rivolu zione Comunista, il figlio deve mostrarsi amorevole e collaborare con loro.

23 Potete darmi un altro esempio? ® Un altro esempio è questo. Il comunismo insegna che se l'Italia entrasse in guerra con la Russia, gli italiani dovrebbero tradire la loro Patria, — 16 —


fare in modo che le nostre armi fossero vinte e che ritalia cadesse sotto il dominio dei russi.

Ma se per disgrazia l'Italia fosse alleata della Russia gli italiani dovrebbero cambiare atteggia mento e battersi per la vittoria dell'Italia. Insomma, buono, giusto e morale è quello che giova alla Rivo luzione comunista, cattivo, ingiusto, immorale è quello che la combatte e le nuoce.

24 Il comunismo insegna a rispettare la famiglia? • Poiché l'uomo è un semplice animale, la fa

miglia umana vale essenzialmente tanto quanto una

coppia di bestie. Per questo il comunismo insegna a dissolvere la famiglia, a violare le donne dei popoli che non sono comunisti come è stato fatto in Spagna,

nel Congo etc. Rispetta invece le famiglie e le donne dei popoli comunisti.

25 Che cosa accadrebbe alle famiglie cattoliche il giorno in cui il comunismo conquistasse il potere in Italia?

® I capi-famiglia che si opponessero alla profa nazione del loro focolare sarebbero massacrati. Le

loro figlie e le loro spose sarebbero esposte alla violenza. Le famiglie perderebbero le loro proprietà e sarebbero rovinate e distrutte.

26 Allora che cosa pensa il comunismo del « diritto »?

• Giacché non ammette l'esistenza di Dio né dell'anima umana il comunismo non riconosce nem— 17 —


meno la inviolabile dignità dell'uomo. Perciò nega anche l'esistenza del diritto. Il diritto non esiste:

esistono solo la forza e l'interesse del partito.

27 Potete spiegare questa affermazione? • Facciamo un esempio: se do un osso ad un cane, il cane non acquista alcun diritto nell'osso. Perciò posso togliere l'osso al cane quando voglio senza violare nessun diritto del cane. Infatti il cane

che non ha un animo spirituale, non è una persona, e non essendo una persona non ha alcun diritto.

L'osso non diventa mai proprietà del cane. Così dice il comunismo; siccome l'uomo non ha anima spirituale, ed è simile al cane, non ha nem meno lui alcun diritto. Per ciò, lo Stato concede

allindividuo quello che vuole, e gli toglie tutto quando vuole. Lo schiavo dei romani godeva di qualche diritto. In regime comunista l'uomo è meno di uno schiavo: è una bestia parlante, una cosa che non ha nessun diritto.

28 Qual'é la definizione di « uomo »? • Per il cattolico l'uomo è un animale ragio nevole, dotato di corpo e di anima, di personalità e di diritti. Per il comunismo, l'uomo è un animale lavoratore.

IV. L'ESSENZA DELL'UOMO CONSISTE

NELLA SUA

ATTITUDINE A LAVORARE.

29 Qual'è il ruolo del lavoro nella vita umana? — 18 —


• Per il cattolico, il lavoro rappresenta lo stru

mento per ottenere i mezzi che rendono possibile all'uomo di godere i beni che Dio ha creato per lui. Il lavoro esiste per l'uomo. Secondo il comunismo, invece l'uomo esiste soltanto per il lavoro. Il lavoro è lo scopo unico della vita umana.

30 Se l'uomo è un animale lavoratore, deve lavorare sempre?

Per la setta comunista colui che non lavora

non è uomo. Quanto più l'individuo lavora, tanto

più è uomo. Così dice il comunismo. L'uomo riesce a cambiare la propria natura mediante un lavoro intenso ed esclusivo diretto dallo Stato comunista.

31 L'uomo non ha una natura stabile, datagli da Dio?

• Secondo la dottrina cattolica, la natura umana

è essenzialmente immutabile: Dio l'ha fatta cosi e

sarà sempre così. I cambiamenti saranno sempre superficiali. Per il comunista una legge cieca e universale ha fatto evolvere la natura fino alla forma umana.

Questa forma non è stabile, ma soggetta a sua volta a un ulteriore evoluzione. Non è Dio ma è l'uomo

che da a se stesso la propria natura, mediante il lavoro. L'uomo è il creatore di se stesso. Non ha quindi bisogno di Dio.

32 Chi allora deve essere adorato? • Per il cattolico solo Iddio può e deve essere — 19 —


adorato, perchè Egli e il creatore del Cielo e della Terra, degli Angeli e degli Uomini e di tutte le cose visibili ed invisibili.

Il comunista si rifiuta di adorare Dio. Invece di

adorare Iddio, Creatore e Padre, egli adora lo Stato comunista e totalitario.

V. LA RIVOLUZIONE E LA

CRISTIANITÀ'.

33 Qual'è per il comunismo il criterio supremo della verità, della morale e del diritto?

• Per il comunismo il criterio supremo della verità, della morale e del diritto è l'azione rivoluzio

naria. Così come per il cattolico il fine supremo dell'uomo è la vita eterna, per il comunista il fine supremo della vita è la «rivoluzione».

34 Che cos'è la « rivoluzione »? • La « rivoluzione » è da una parte la reiezione di Dio, di Cristo, della Chiesa, e di tutto quello che proviene da Loro; e dall'altra parte è l'organizzazione della vita umana soltanto secondo la volontà umana

e le passioni umane. Il suo ideale è la « Città dell'Uo mo », senza Dio, opposta alla « Cristianità », all'ordine naturale e soprannaturale, che è la « Città di Dio ».

35 Che cos'è la Cristianità? • La Cristianità è la società temporale organiz zata secondo Dio, cioè secondo il diritto naturale e — 20 —


la parola di Dio rivelata da Gesù Cristo, trasmessa, interpretata ed applicata alla vita dalla Chiesa Cat tolica attraverso i suoi figli.

36 Quali sono i fondamenti della Cristianità? • I fondamenti della Cristianità sono due: il diritto naturale e la Rivelazione, che Gesù Cristo ci

ha portato e la Chiesa ci ha tramandato.

VI. VIRTÙ' CHE STANNO A BASE DELLA CRISTIANITÀ' E PASSIONI CHE MUOVONO LA «RIVOLUZIONE».

37 Quali sono le virtù che stanno alla base della « Cristianità »?

• Le basi principali della Cristianità sono le virtù della Fede, della Castità e dell'Umiltà.

38 Quali passioni disordinate costituiscono la molla della rivoluzione?

• Le molle della rivoluzione sono: l'orgoglio

che respinge la fede; la superbia che respinge l'umiltà, la sensualità che ricusa la castità. 'Sono queste le

molle principali che spingono la rivoluzione comu nista.

39 Quali sono le conseguenze di queste passioni? • Le conseguenze sono queste:

Dall'orgoglio che respinge la fede, nasce la nega— 21 —


zione di Dio, di Cristo come Signore dell'uomo, della vita eterna come fine dell'esistenza terrena e della Chiesa.

Dalla superbia che rifiuta la umiltà, nasce la rivolta contro l'autorità divina ed umana, e contro

tutte le limitazioni che sono imposte all'uomo. In particolare conduce all'egualitarismo, cioè, a quello ideale comunista di una società senza classi.

Dalla sensualità che ricusa la castità, nasce il

desiderio di godere la vita terrena in tutte le forme, ciò che porta al disprezzo e alla dissoluzione della famiglia e alla negazione di ogni legge morale.

40 Che cosa sì intende come classe sociale? • La classe sociale è l'insieme delle persone, colle rispettive famiglie, che pur esplicando nella società attività diverse, godono della medesima di gnità. Cosi gli avvocati, i medici, gli ingegneri, gli ufficiali delle forze armate pur esercitando funzioni diverse appartengono tutti alla medesima classe sociale appunto perchè godono di pari dignità. Tutte le classi sociali sono degne ma il grado delle loro dignità è diverso. Per esempio: il lavoro manuale è tanto degno che ad esso attese lo stesso Verbo incarnato. Ma la dignità del lavoro intellet

tuale è intrisecamente più grande perchè lo spirito è più degno della materia.

41 A che titolo la famiglia fa parte della stessa classe^sociale del suo capo?

• Secondo la legge naturale e la dottrina della — 22 —


Chiesa, la famiglia partecipa in un certo modo non

soltanto del patrimonio ma anche della dignità, del l'onore e della considerazione del suo capo, con cui forma una sola unità morale. Perciò anche la famiglia

appartiene alla stessa classe sociale del suo capo. Infatti è propria dell'istituto familiare la trasmissione ai figli non solo del patrimonio dei genitori, ma anche, in certo modo, dell'onore e della considerazione che

sono legati al nome paterno. L'integrazione della famiglia nella classe sociale dà a questa un certo carattere di continuità ereditaria e di stabilità neces saria al suo continuo perfezionamento.

4-2 Può una persona passare ad una classe alla quale la sua famiglia non appartiene?

• Lo può: non si deve confondere il concetto di « classe sociale » con quello di « casta ». In un regime fondato sulle « caste », tipico delle società pagane, esiste tra una classe e l'altra una barriera invalicabile.

La persona appartiene per tutta la sua vita alla casta

in cui è nata. Questa appartenenza non dipende generalmente dalle azioni buone o cattive. Nella civi lizzazione cristiana son ci sono delle caste impermea

bili ma delle classi permeabili. Cioè la persona ap

partiene alla classe in cui è nata, ma, se ne ha i meriti, può elevarsi ad una classe superiore. Oppure può cadere in una classe inferiore a motivo della sua condotta.

Così il principio della ereditarietà si armonizza col principio della giustizia. Invece il comunismo vuole una società senza

classi, in cui tutti siano teoricamente uguali; ciò che — 23 —


è contrario al principio naturale della ereditarietà e alle esigenze della giustizia.

VII. SECONDO IL COMUNISMO L'UOMO IDEALE E' IL PROLETARIO.

43 Se non esiste II diritto, come mai può sussi stere la società secondo il comunismo?

• La società secondo il comunismo p-uò esistere senza il diritto: la sua esistenza è assicurata dalla forza.

44 Quali mani deterranno la forza nella società? • A coloro che rappresentano il tipo umano più perfetto spetterà la detenzione della forza nella società.

45 Secondo II comunismo qual'è il tipo umano più perfetto?

• Secondo il comunismo, i proletari, cioè, i lavo ratori che non possiedono niente, non hanno nessuna radice nelle tradizioni nazionali e nella società pre sente, sono liberi di ogni limitazione e sono capaci

di tutto. L'unione di tali proletari formerebbe la più potente forza rivoluzionaria. Per la setta comunista questo proletario è l'uomo più perfetto. Dice il comu

nismo che l'uomo più perfetto è quello che non ha alcun'« legame» e alcuna «degenerazione» che lo legano ai membri delle altre classi nell'ordine sociale — 24 —


vigente. Per questo motivo la setta lo considera lo strumento ideale per fare la rivoluzione, per distrug

gere la società cristiana esistente e dare l'avvio ad una totalmente differente.

46 Che cosa debbono fare i proletari secondo il comunismo?

• Secondo il comunismo i proletari debbono

muovere guerra mortale alle altre classi sociali ed instaurare la dittatura del proletariato, che, mediante la violenza, distrugga la Chiesa, il clero, i nobili, i

l'icchi, i proprietari, coloro che si distinguono per intelligenza, gli uomini indipendenti e i credenti, e così tutto quello che ostacola la rivoluzione.

Vili. LA LOTTA DI CLASSE.

47 Come si chiama questa opposizione fra i pro letari e gli altri cittadini?

• Questa

opposizione

si

chiama

« lotta

di

classe ».

48 Questa lotta durerà molto tempo? • Per i comunisti questa lotta durerà finché in tutto il mondo non ci saranno altro che proletari, cioè, lavoratori che non abbiano niente di proprio e nessun rispetto né alla tradizione né al passato del loro popolo. — 25 —


IX. LA PROPRIETÀ', LA VITA UMANA E LA SCHIAVITÙ' DELL'OPERAIATO.

49 Nel regime comunista l'individuo può posse dere qualche cosa?

• Nel regime comunista l'individuo non è pro prietario di niente. Tutto è proprietà dello Stato.

50 Il comunismo non ammette qualche volta il « diritto di proprietà »?

• Quando sta al potere il comunismo concede talvolta a qualche lavoratore l'uso di un immobile Ma non riconosce mai a nessuno il diritto di pro

prietà, e cosi può riprendere, quando lo voglia, tutto a tutti. L'uomo nel regime comunista non ha diritto neppure al frutto del suo lavoro.

51 Allora, nel regime comunista nessuno è pro prietario di qualche cosa?

• Nel regime comunista nessuno è proprietario di niente: nè del danaro, nè della fabbrica, nè del campo, nè della casa, nè della professione, nè di se stesso. Tutto è dello Stato, tutto dipende dallo Stato che dà e toglie secondo gli interessi del Partito.

52 Allora il regime comunista è un regime dì schiavitù?

• Il regime comunista genera la più completa schiavitù- appunto perchè non riconosce all'uomo nessun diritto. — 26 —


53 Il comunismo rispetta la vita umana? • No! Poiché secondo il comunismo l'uomo non

è nulla più che un animale, il comunismo considera

la vita umana come noi consideriamo quella delle bestie: se è necessario noi le uccidiamo. Infatti per soggiogare la Russia il comunismo soppresse vio lentemente circa venti milioni di uomini innocenti,

o fucilandoli o lasciandoli morire di fame. Al tempo di Stalin si calcola che vivessero rinchiusi nei campi di concentramento russi circa 16 milioni di persone tra uomini e donne di tutti i ceti, sacerdoti, intellet tuali, operai, che erano costretti ad un lavoro da

schiavo e che, nella più parte furono fatti morire di stenti e di sofferenze.

Per conquistare il potere i comunisti cinesi uc cisero molti milioni di persone innocenti. Nel tenta tivo di soggiogare la Spagna cattolica, i comunisti massacrarono 11 vescovi, 16.852 tra sacerdoti e reli

giosi oltre a molte centinaia di migliaia di padri di famiglia.

54 Nel regime comunista l'operaio può protestare, scioperare, mutare di lavoro?

• No. Il Partito stabilisce dove l'operaio deve lavorare. Nella menzione del lavoro assegnatogli egli deve produrre al massimo delle sue forze. Egli non solo non può reclamare ma neppure pensare di scio perare perchè questo solo pensiero lo farebbe finire in Siberia, in un campo di concentramento o addi

rittura al patibolo. Nel i-egime comunista l'operaio non ha nessun diritto. — 27 —


55 ' comunisti mantengono sempre gii operai in uno stato di miseria?

• Fino ad oggi la situazione materiale degli

operai nella maggioranza dei Paesi retti da regimi comunisti è la più miserabile che si possa immagi nare. Tuttavia lo Stato sovietico promette che nel l'anno 2000 gli operai russi avranno raggiunto le stesse condizioni di benessere di cui godono oggi quelli dei Paesi occidentali. La ragione dell'attuale situazione è questa; il comunismo si interessa al benesseie degli operai soltanto in quanto esso sia

utile alla Rivoluzione. Perciò se gli operai, una volta arrivati ad un certo grado di benessere, comincias sero a disubbidire al Partito, il comunismo li ridur rebbe di nuovo alla miseria. Il comunismo tratta gli operai esattamente come gli schiavi e li considera

nulla più che oggetti. L'antico padrone di schiavi dava loro tuttavia, cibo sufficiente perchè si man tenessero vigorosi e potessero lavorare meglio. Al contrario, se le autorità comuniste lo giudi cano necessario od utile, e attenuano anche grave mente in un determinato momento il livello di vita

della classe operaia per poter favorire ad esempio lo sviluppo delle industrie statali o l'aumento del ma teriale bellico del Paese, essi lo fanno senza esitare,

perchè per loro l'operaio è come uno schiavo e lo schiavo non ha alcun diritto.

56 Nei paesi non comunisti, il comunismo vuole veramente migliorare la condizione degli operai?

• No. Nei paesi non comunisti, generalmente la tattica comunista è questa: tentare di ridurre gli — 28 —


operai alla più nera miseria e di portarli alla dispe razione per poterli così meglio sobillare ed indurli a scioperare ed a creare agitazioni e disordini, di cui poi i comunisti approfittano per rovesciare i governi legittimi e impiantare la loro dittatura.

5*7 Esistono differenze di classi e di ricchezza nei paesi dove domina il comunismo?

• Il comunismo promette di abolire le differenze di ricchezza e di classe. Distruggendo la morale ed il Diritto, il comunismo favorisce il gruppo ristretto dei dirigenti e dei membri influenti del Partito, i

quali dispongono di grandi ricchezze e vivono nella abbondanza e nel lusso in case sontuose, mentre l'ope

raio soffre privazioni di ogni genere, è obbligato a lavorare dove e come il Partito dispone, non ha per abitazione che una sola stanza dove si ammassano

in una triste ed immorale promiscuità i genitori coi figli e con tutti gli altri membri della famiglia, senza poter disporre neppure di una cucina e di un bagno

propri. La differenza fra quelli che hanno le leve del potere e gli altri è molto più marcata di quella che esiste negli altri regimi fra capitalisti ed operai, e non c'é nessuna speranza di migliorare la situazione di quelli che non sono i privilegiati.

X. IL RUOLO DI SATANA.

58 Chi ha ispirato questo regime? • Chi ha ispirato e concepito questa rivolta — 29 —


totale, odio contro Iddio è lo stesso Maligno, che sa bene come il mezzo migliore per condurre gli uo mini alla perdizione eterna sia quello di farli ribel lare contro Iddio e contro l'ordine da Dio costituito.

59 Come Satana riesce a fare del proseliti di questo regime?

• Promettendo agli uomini il paradiso in terra purché rinunciano a Dio e al Cielo, Satana riesce ad

ingannarli come già fece coi nostri primi progenitori: il risultato è la miseria in questo mondo e l'inferno nell'altro.

XI. LA VIOLENZA E LA LIBERTA'.

60 Come si instaura il regime comunista? • Il regime comunista è instaurato generalmente mediante la violenza. Ma i comunisti usano tutti 1

modi per arrivare al potere: elezioni, pressione di truppe straniere, colpi armati etc.

Una volta conquistato il potere, distruggono ogni forma di opposizione ed impongono la cosiddetta «dittatura del proletariato».

6'1 Bene; allora il potere passa nelle mani degli operai?

• No. Gli operai non comandano nulla. Essi sono invece ridotti alla condizione di schiavi, sono costretti a lavorare dove e come il Governo stabi— 30 —


lisce, non possono allontanarsi dal posto loro asse gnato, ricevono il salario che il Governo vuole e, se reclamano, sono soggetti a pene severe che vanno fino a quella di morte.

62 il comunismo ammette II diritto di sciopero? • Nei paesi in cui vuol conquistare il potere, il comunismo esige che la legge riconosca il diritto

di sciopero ed organizza ogni sorta di scioperi per smantellare l'economia nazionale. Ma una volta con

quistato il potere, il Partito non ammette più lo scio

pero in nessun caso, e sottomette gli operai alla più tirannica schiavitù.

63 E' soltanto con la violenza che si impianta il comunismo?

Generamente il comunismo si impianta con la violenza. Ma la sua vittoria viene preparata dal comportamento di molti cristiani.

XII. IL MATERIALISMO OCCIDENTALE APRE LA STRADA

AL

COMUNISMO.

64 Quali debolezze dei cristiani favoriscono la vittoria del comunismo?

Poiché il comunismo è figlio del materialismo, dell'orgoglio, della sensualità e della superbia, il ma terialismo pratico di quei cristiani che vivono come

se non esistesse l'eternità, genera l'ambiente propizio in CUI il bacillo comunista si svilupperà ed espanderà. — 31 —


65 Dateci qualche esemplo di questo materialismo. • Posso dare parecchi esempi di un tale ma terialismo: esso è attributo di chi pensa solo a gua dagnare denari, di chi ricerca i piaceri anche leciti della vita, senza dedicarsi alla preghiera e alla peni tenza; di chi si dà al gioco; di chi frequenta i locali malfamati, di chi si abbiglia senza modestia per eccitare la propria sensualità e l'altrui; di chi si abbandona alle danze sensuali moderne, di chi legge riviste oscene che eccitano i sensi; di chi assiste a

spettacoli cinematografici e televisivi immorali; di chi non ha cura della grazia santificante come se il peccato non esistesse.

XIII. LA CHIESA E GLI OPERAI.

66 Che cosa ha fatto la Chiesa in favore dei poveri e degli operai?

• La Chiesa Cattolica durante il lungo cammino della storia, è riuscita a far abolire la schiavitù, ha sempre difeso i deboli ed i poveri, ha insegnato ai ricchi e ai potenti il dovere di soccorrere gli umili, ed ha diffuso la giustizia e la carità. Essa ha orga nizzato i lavoratori in raggruppamenti sociali chia mati « corporazioni » che avevano cura della loro

formazione tecnica e professionale, della loro pro prietà materiale, del loro bene spirituale e di quello della loro famiglia, davano loro assistenza nelle ma lattie e avevano cura degli orfanelli in caso di morte dei genitori. — 32 —


Queste benefiche « corporazioni » hanno ricevuto un colpo mortale dalla Rivoluzione francese, ma resi stettero ancora in molti Paesi fino alle agitazioni del 1848. In Germania ne esistono ancora alcune.

0*7 Dopo il 1848 la Chiesa non ha fatto più niente in favore degli operai? • L'individualismo introdotto dalla rivoluzione

francese, distruggendo le corporazioni, ha lasciato gli operai disorganizzati e senza difesa contro il capi talismo liberale, preda dei più forti, come se il lavoro umano fosse una semplice merce, soggetta alla legge della domanda e dell'offerta. Fu allora che la Chiesa

iniziò un'opera più ampia in favore degli operai, attaccando contemporaneamente il problema su tre fronti distinti.

08 Quale è stato il primo fronte sul quale la Chiesa mosse all'attacco?

• La Chiesa cattolica cercò in primo luogo di alleviare lo stato di grave miseria della gente. A questo scopo moltiplicò gli ospedali per gli ammalati poveri, gli orfanotrofi, gli asili per i vecchi, gli oratori festivi per i giovani, i circoli ricreativi, e tutte le altre opere di assistenza sociale. Cosi per esempio nella sola Diocesi di San Paolo r80% delle opere e delle istituzioni di assistenza e di carità sono mante

nute o dirette dalla Chiesa, solo il residuo 20% è

mantenuto dallo Stato con personale laico.

Anche in Italia la presenza della Chiesa nel mondo dell'assistenza e della carità, è predominante. — 33 —


Nella Diocesi di Roma numerose e benemerite sono

le iniziative del genere, al pari di quanto accade in altre Diocesi.

E' noto che le istituzioni mantenute o dirette

dalla Chiesa funzionano ammirevolmente. Basta por

mente agli ospedali affidati agli ordini religiosi fem minili.

I comunisti invece non fanno nulla per alleviare le sofferenze dei poveri.

69 Qual'è stato il secondo fronte di attacco della Chiesa?

• Nel mentre fondava ed organizzava migliaia di opere di assistenza sociale per alleviare le soffe renze dei poveri, vittime dello spirito e delle dottrine della rivoluzione francese, la Chiesa cercava di cor reggere le origini dei difetti e i difetti stessi, che

davano origine a tanta miseria. Dai tempi di Pio IX e principalmente in quelli di Leone XIII, la Chiesa

ha sempre richiamato lo Stato, i ricchi, i padroni e gli stessi lavoratori al dovere di non dimenticare l'ordine sociale voluto da Dio e fondato da Gesù

Cristo, ed a quello di sforzarsi per migliorare anche nella pratica le condizioni di vita degli operai. I Papi successivi hanno poi ricordato quelle verità fondamentali che la rivoluzione francese aveva ne

gato e il marxismo non ammetteva, e cioè che il

lavoro umano non è una merce, soggetta alla legge della domanda e dell'offerta, e che l'uomo che lavora per un altro uomo ha diritto ad un salario che gli permetta di vivere decorosamente con la propria

famiglia, di allevare ed educare i suoi figli e se — 34 —


laborioso ed economo, di costituirsi poco alla volta un peculio, condizione per una situazione sempre migliore e per l'acquisto di un patrimonio proprio, nonché garanzia per il futuro.

70 Gli insegnamenti dei Papi hanno dato risultati concreti?

• Gli insegnamenti dei Papi hanno inciso len tamente ma in profondità nella mentalità e nel co

stume. In molti paesi si è verificato negli ultimi cento anni un radicale mutamento nella mentalità sia dei

padroni e dei capitalisti che dei lavoratori, con il benefico risultato di migliorare le condizioni econo miche e sociali di questi ultimi. Ma la Chiesa continua ad insistere nella sua

crociata e gli ultimi Papi, Pio XI, Pio XII, Giovanni XXIII e Paolo VI non hanno mai cessato e non ces

sano di parlare all'intelligenza ed al cuore degli uomini perchè seguano gli insegnamenti della Chie

sa. Il riassunto della dottrina cattolica è questo: padroni e operai siate giusti, siate fratelli: nei pen sieri, nei cuori, nelle opere: amatevi scambievol mente.

Qual'è stato il terzo fronte su cui la Chiesa

ha intrapreso la grande battaglia in favore dei lavo ratori?

• Mentre cercava di alleviare le miserie più tristi e dolorose ed insegnava a padroni e ad operai come dovevano comportarsi gli uni con gli altri e viceversa secondo la giustizia e la fratellanza nata dalla carità, — 35 —


la Chiesa promuoveva l'organizzazione degli operai in associazioni, corporazioni, circoli ecc., dove non pene trasse lo spirito della lotta di classe. In tutti i Paesi industrializzati operano ormai grandi federazioni di

lavoratori cristiani per la difesa pacifica dei diritti degli operai.

Ma il pericolo è che anche in queste organizza zioni di lavoratori cristiani, i comunisti si stanno

infiltrando sotto le più diverse spoglie e vi fanno circolare le loro false dottrine con il pretesto della comunanza dei fini che anch'essi dicono di perse guire, e cioè la difesa dei diritti dei lavoratori.

Molti dirigenti sindacali cristiani si lasciano in gannare da questa tattica comunista e finiscono col

fare il gioco dei marxisti che non mira alla tutela dei lavoratori, ma solo al sovvertimento dell'ordine

costituito, e, anche se inconsapevolmente, divengono così essi stessi strumenti della Rivoluzione Comuni

sta. Ogni cattolico deve quindi guardarsi da questa pericolosa ed incosciente collaborazione con il comu

nismo ed aprire gli occhi ai propri fratelli.

72 Hanno insistito i Papi su altri punti? • I Papi hanno sempre raccomandato agli operai di unirsi nella difesa dei loro diritti, ma senza of

fendere quelli dei loro padroni. I Papi hanno poi consigliato ed invitato i padroni a migliorare conti nuamente, nella misura delle possibilità della loro industria, il salario e le condizioni di vita dei lavo-

latori, non limitandosi a dare loro quanto fosse strettamente giusto, ma anche di più. — 36 —


73 Quali Papi si sono distinti nell'azione in favore degli operai, della giustizia e dell'armonia fra le classi sociali?

• Da quando sorse il problema operaio, nel secolo XIX, come conseguenza della Rivoluzione Fran

cese, tutti i Papi si sono occupati e preoccupati per la soluzione di questo problema. In modo sipeciale sono però da ricordare per l'opera svolta in questo campo, Leone XIII, coll'Enciclica «Rerum Novarum», Pio XI coll'Enciclica «Quadragesimo Anno», Giovanni XXIII con l'Enciclica «Mater et Magistra» e Paolo VI con l'Enciclica «Ecclesiam Suam».

74 Quali Papi hanno svolto un ruolo decisivo nella lotta contro il comunismo?

• Tutti i Papi da Pio IX a Paolo VI hanno

lottato contro il comunismo e lo hanno condannato. Sua Santità Pio XI con la sua Enciclica «Divini

Redemptoris » ha però trattato dell'argomento in maniera particolare e con grande chiarezza e vigore. Sua Santità Pio XII ha combattutto il comunismo con rinnovato ardore, ed ha colpito con la scomunica tanto coloro che appartengono al Partito comunista quanto chiunque collabori con il Comunismo e fa

vorisca per questo la riduzione dell'uomo a quello stato di schiavitù spirituale ed economica che costi tuisce l'essenza ed il fine della dottrina comunista.

75 Quali sono le conseguenze pratiche della scomunica?

Le conseguenze pratiche della scomunica so-- 37 —


no queste: i membri del Partito Comunista e i suoi collaboratori non possono ricevere i sacramenti, non

possono essere padrini di battesimi, di cresima e di matrimonio, non hanno diritto ai funerali religiosi nè alla sepoltura in terra consacrata. Non si possono celebrare messe pubbliche in suffragio delle loro anime perchè è un grave peccato collaboiaie col Partito comunista che cerca di distruggere la Chiesa e di fare dimenticare agli uomini l'esistenza di Dio e dell'eternità.

76 I comunisti hanno il diritto di divulgare la loro dottrina direttamente, ovvero attraverso la radio, la televisione o altri mezzi di propaganda?

• No. Secondo la dottrina cattolica gli errori

non si possono diffondere. Spetta alle autorità pub bliche proibire la propaganda.

XIV. IL SOCIALISMO.

"7*7 Esiste un altro mezzo per preparare gli uomini al comunismo?

• Un altro mezzo per preparare gli uomini al comunismo è il socialismo.

78 Che cosa è il socialismo? • Il socialismo ama definirsi quel sistema poli tico il quale pretende che tutti i mezzi di produzione e di trasporto, l'insegnamento, l'assistenza e tutta — 38 —


la proprietà debbono appartenere allo Stato od es sere privilegio di questo.

"79 Qual'è il ruolo deirindividuo nel socialismo? • Per il socialismo l'individuo è lo strumento

e non lo scopo della società. Perciò lo Stato deve occuparsi di tutto, avere cura dell'inviduo, sopperire a tutte le sue necessità, lasciandogli solo ciò che lo Stato stesso non può fare.

30 Allora il socialismo e il comunismo sono la stessa cosa?

• No. Il fine ultimo dell'uno e dell'altro è il

medesimo: la instaurazione di una società senza

classi, l'abolizione della proprietà e della iniziativa privata, il trasferimento allo Stato di tutti i mezzi

di produzione. La differenza fra i due è invece que sta; il socialismo cerca di raggiungere lo scopo con mezzi legali, attraverso la propaganda ideologica e

le elezioni, mentre il comunismo è sempre pronto a ricorrere alla violenza quando non riesce ad instau rare la sua dittatura per altre vie. I mezzi sono dun que differenti ma il fine è lo stesso. Il socialismo è

come un declivio sul quale il mondo scivola senza scosse dall'ordine naturale e divino alla «dittatura

del proletariato», cioè, alla schiavitù.

81 Esistono forme moderate di socialismo? • Esistono forme moderate di socialismo. Tali

forme si manifestano attraverso la negazione più o — 39 —


meno accentuata dello statalismo in danno dell'ini ziativa o della proprietà privata. Esiste anche la cosidetta social-democrazia, che non vuol arrivare fino alla dittatura del proletariato, ma che si serve

ugualmente della lotta di classe come mezzo per migliorare la situazione dei lavoratori e che rivendica per questi il diritto a partecipare alla direzione delle imprese ed alla ripartizione degli utili.

82 Può un cattolico essere un vero socialista e rimanere un vero cattolico?

• No. Il cattolico per essere un vero socialista

dovrebbe difendere ideologie opposte alla dottrina cattolica, che stabilisce questo principio: Lo Stato deve adempiere soltanto a quelle funzioni di inte resse generale e che servono il bene comune, cui gli individui, le famiglie e le organizzazioni intermedie

non sono in grado di attendere. Questo principio sempre propugnato dalla S. Chiesa è stato trattato

particolarmente da Papa Giovanni XXIII nell'Enci

clica «Mater et Magistra» e si chiama il «Principio della sussidiarietà ».

83 Che cosa dicono i Papi del socialismo mode rato?

• I Papi dicono che pure se moderato, il socia

lismo, per il fatto di esasperare lo statalismo, è per ciò solo incompatibile colla giustizia e coll'ordine da Dio stabilito. Per ciò diceva Pio XI che il socialismo - anche moderato - « non può conciliarsi colla dottri na cattolica ». (Enciclica « Quadragesimo Anno »). — 40 —


84 Che cosa dobbiamo dire del cosidetto «socia lismo cristiano » o « cattolico »?

• Il cosidetto «socialismo cristiano» o «socia

lismo cattolico» è una aberrazione cosi grande come potrebbe esserlo un « protestantesimo cattolico » o un «circolo quadrato».

XV. tA CONQUISTA DEL POPOLO, LE CLASSI DIRI GENTI E LA MASSA.

85 Qual e la tecnica che il comunismo adopera per conquistare le « Classi dirigenti »?

• La tecnica adoperata dai comunisti per con quistare le « classi dirigenti » consiste nell'introdurre nel seno di esse le cellule della setta, favorendone in ogni modo la penetrazione e la apparente collabora

zione. Pian piano i comunisti riescono a far pensare anche gli esponenti di questa classe in termini mate

rialistici. Prima li inducono a vivere ed agire da materialisti ed alla fine riescono a far loro accettare

anche la concezione materialista dell'esistenza.

86 Che mezzi adopera il comunismo per conqui stare le masse?

• I mezzi fondamentali impiegati per la con quista delle masse sono: la rivolta e le promesse. Ai fini della rivolta il comunismo aizza i poveri contro i ricchi. Mediante le promesse esso risveglia ed ali— 41 —


menta negli animi i cattivi sentimenti dell'invidia e della cupidigia.

Per conquistare alla propria ideologia la mente

del popolo il comunismo si avvale della propaganda,

che però non è destinata a convincere, bensì ad im bottire il cervello con tutte le parole, le idee e le

false rappresentazioni che giovano al Partito, e ad eliminare quelle che gli sono contrarie. Al Partito non interessa che la propaganda dica la verità o mentisca: lo scopo di essa è solo quello di martellare i cervelli fin che le idee che giovano al

partito non vi siano penetrate. Questo sistema è chia mato dai comunisti « il lavaggio del cervello ».

XVI. I PUNTI PRESI PIÙ' DI MIRA: lA RIFORMA AGRARIA.

87 Quali sono I punti presi più di mira dalla setta comunista nella sua lotta per giungere e dominare un paese?

• I punti ai quali maggiormente si rivolge la campagna comunista nella sua prima fase, cioè in quella che ha per oggetto la distruzione della società naturale e cattolica, sono queste: il Diritto di Pro

prietà, le Forze Armate, la Patria, la Famiglia, e sopratutto la Religione. Per vincere tutte le resi stenze, il comunismo cerca innanzi tutto di inculcare

nel popolo un odio suicida contro queste istituzioni.

88- Che riforme II comunismo reclama per giun gere a dominare un paese. — 42 —


• Per giungere a dominare un paese, ed a que sto agitare la popolazione fino all'isterismo e sman tellarne l'economia, il Comunismo suole reclamare e

promettere varie riforme. La prima suol essere la riforma agraria. Dopo vengono la riforma urbanistica

e quella commeciale, quella industriale e quella ban caria. Tutte queste riforme hanno però in comune

il fine, più 0 meno mascherato da false promesse e da ogni sorta di menzogne, di giungere alla espropria zione ed alla socializzazione dei beni privati.

89 In che consiste la riforma agraria pretesa dai comunisti?

• I comunisti, prendendo a pretesto la situazione spesso dura e triste dei contadini ed il vantaggio di trasformarli in piccoli proprietari, esigono l'esproprio delle proprietà grandi e medie da essere distribuite tra i lavoratori della terra. Una volta frantumata così

la proprietà terriera in piccoli appezzamenti il cui reddito non è sufficiente ad assicurare la vita degli assegnatari e delle loro famiglie, questi diventavano automaticamente schiavi del potere Statale da cui dipendono per sopravvivere.

90 Perchè una riforma agraria di questo tipo assicura il successo della rivoluzione comunista?

• Da questo tipo di riforma agraria il comu nismo trae i seguenti vantaggi: a) la distruzione delle «élites» rurali, fondamento e sostegno dell'ordine sociale;

b) il disordine nelle campagne e tutte le lotte, le violenze, e gli assassinii che ne derivano: — 43 —


c) la conseguente minor produzione della terra, con penuria e carestia di generi alimentari non solo nelle campagne ma anche nelle città; d) l'indebolimento del corpo sociale ed economico della nazione, e la creazione di un clima di dispera•zione tra le popolazioni. Questi obiettivi, se raggiunti, fiaccano la resisten za nazionale al punto che la rivoluzione comunista non trova più gravi ostacoli dinanzi a sè.

91 Quale tipo di riforma agraria la Chiesa racco manda ed esalta?

• La Chiesa raccomanda ed esalta una riforma

agraria che fondi su questi requisiti essenziali:

a) rispetto assoluto della proprietà privata; b) prestazione da parte dello Stato di assistenza tecnica, sociale e finanziaria agli agricoltori; c) bonifica a spesa dello Stato delle terre impro duttive che appartengono ad esso, ai Comuni ed a

tutti gli Enti pubblici, e loro assegnazione in suffi cienti unità culturali ai contadini; d) imposizione dell'obbligo ai proprietari di terre incolte e/o improduttive, di bonificarle, e conces sione a loro favore dell'assistenza finanziaria indi

spensabile;

e) facilitazioni creditizie a lungo termine per gli agricoltori che vogliono acquistare la proprietà della terra o migliorare e sviluppare la produzione di quella che già possiedono; f) assistenza sociale, scolastica, religiosa agli agricoltori; — 44 —


g) incoraggiamento alla cooperazione tra agri coltori, svincolata da ogni interferenza e ipoteca Statale;

h) garanzia di prezzi remunerativi per i pro

dotti dell'agricoltura ed eliminazione della rete pa rassitaria che si interpone tra produttore e consuma tore e che nello stesso tempo sacrifica ingiustamente il primo e danneggia il secondo.

02 La Chiesa condanna resproprio della terra per finalità sociali?

• In linea di principio la Chiesa ammette lo esproprio delle terre per finalità sociali, ma soltanto a determinate condizioni; bisogna che: a) l'utilità comune da raggiungere o il danno

comune da evitare siano di proporzioni tali da giusti ficare il sacrificio imposto al proprietario; b) questa utilità non possa essere raggiunta nè

questo danno evitato se non attraverso l'esproprio, in quanto ogni altra ragionevole soluzione si riveli impossibile;

c) sia riuscito vano ogni tentativo di cessione amichevole della terra da parte del proprietario; d) questi sia immediatamente indennizzato della perdita sofferta.

03 Esistono altri casi particolari di esproprio giusto? • Si. Per esempio allorquando lo Stato realizzi

una grande opera in una certa regione, esso può, previamente, acquistare le terre che ne vengono be neficiate, allo scopo di far godere al maggior numero — 45 —


•possibile di persone i vantaggi dell'opera eseguita con il danaro di tutti (ad es. tutte le grandi opere di bonifica, la costruzione di strade, canali, acque dotti, ecc.).

XVII. L'UTOPIA COMUNISTA: UNA SOCIETÀ' SENZA CLASSI. L'EGUALITARISMO.

04-

ideale lontano dice di perseguire il co

munismo?

• La setta comunista afferma che la società

ideale, una volta conclusasi la inevitabile fase in cui

si manifestano gli orrori della «dittatura del prole tariato», sarà appunto la società comunista senza classi nè proprietari, e nella quale tutti saranno uguali, tutti lavoreranno, ciascuno secondo le proprie

forze, e tutti riceveranno dalla società quanto neces sario alla vita. Questo sarà il vero paradiso sulla terra.

05 Questo ideale comunista corrisponde alla volontà di Dio?

• Questo ideale è contrario alla volontà di Dio

e ai suoi divini disegni sulla vita umana perchè: a) Iddio non vuole che questo mondo sia un paradiso bensi un luogo dove, accanto al godimento delle più pure gioie noi dobbiamo anche patire grandi sofferenze, e così santificarci, portando ciascuno la — 46 —


nostra croce. Il nostro vero paradiso ci aspetta solo nella vita eterna.

b) Iddio vuole che ogni individuo capace cerchi egli stesso il suo benessere, con il proprio sforzo

personale, aiutato, se necessario dallo Stato, ma giammai sostituito dallo Stato.

c) Iddio vuole che tra gli uomini vi siano le di

suguaglianze, che le famiglie esistano in classi di stinte, di cui alcune più elevate delle altre, ma non divise da ostilità reciproche, bensì legate dal mutuo

spirito di carità. La volontà di Dio impone però che la diversità delle condizioni umane non sia tale da offendere la Sua giustizia: non vi debbono essere nè i troppo poveri nè i troppo ricchi.

90 Allora Dio vuole che ci sia disuguaglianza nei mezzi di vita?

® Secondo i disegni divini nella società deve esservi qualche diversità nei mezzi di vita, perchè sono anche diversi i doni naturali distribuiti da Dio stesso.

9"7 Qual'è la causa profonda delle disuguaglianze fra gli uomini?

• La causa profonda delle disuguaglianze fra gli uomini è la loro libertà.

Infatti, data la disuguaglianza naturale dei ta

lenti, delle capacità, delle vocazioni, dei vizi e delle virtù per poter mantenere tutti gli uomini allo stesso livello economico e sociale bisognerebbe imporre loro

una dittatura di ferro e privarli di qualsiasi libertà. Ma anche in questo caso, i funzionari dello Stato in— 47 —


caiicati di imporre questa uguaglianza, sarebbero superiori agli altri cittadini, e così si creerebbero di

nuovo delle classi: quella dei cittadini che coman dano e quella dei cittadini che ubbidiscono.

98 Come si chiama la morbosa tendenza a odiare tutte le differenze sociali ed a desiderare l'avvento di una società senza classi?

• La tendenza che porta gli uomini a volere che tutti siano uguali, e quindi ad odiare le differenze di classe si chiama l'egualitarismo.

99 Quali sono i vizi che alimentano l'egualita rismo?

• I vizi che alimentano l'egualitarismo sono: a) l'invidia, la quale non fa ammettere che il

nostro prossimo sia migliore, più sapiente o più ricco di noi;

b) l'orgoglio che non tollera nessuno al di sopra di noi;

c) la superbia che è contraria a tutti i divini disegni.

100 Che cosa impone la giustizia sociale? • La giustizia sociale impone principalmente

che la Società e lo Stato veglino affinchè ogni fa miglia possa ottenere dal suo lavoro il necessario al

proprio sostenimento, alla educazione dei propri figli ed alla formazione del rispaiTnio, in modo da ridurre al minimo il numero dei miseri, da far si che i ricchi — 48 —


non Jo siano troppo e che la classe media divenga la più numerosa.

101 Qual'è il cammino dell'elevazione sociale? Le vie dell'elevazione sociale sono molteplici; a) la virtù morale;

b) il massimo impegno nel lavoro che ci faccia

produrre più di quello di cui abbiamo bisogno; c) l'economia che ci faccia spendere meno di quello di cui disponiamo;

Da queste due nobili virtù - il Lavoro che ne e il padre e 1 Economia la madre - nasce un nobile

e legittimo figlio che si chiama: Il Capitale; d) la capacità, la competenza e la perseveranza.

102 Quali doveri hanno i ricchi verso I poveri?

vere'moralT?^ soccnrro^r miseriaimmediate acuta, ma momentanea, soccorrerli con elargizioni ed adeguate per superare la crisi in atto;

b) Nei casi di miseria cronica, aiutare le famiglie iso^ose a trovare un lavoro per tutti i membri at-

ftlbit-^^^" ^

sufficiente e

c) Destinare l'eccesso delle loro rendite rispetto a e spese richieste dalla loro condizione sociale a

avore dei poveri, del bene comune e delle opere della Chiesa. — 49 —


103 Hanno i ricchi l'obbligo di spogliarsi delle loro ricchezze?

• No. I ricchi non hanno l'obbligo di farsi po

veri. Ma hanno l'obbligo di aiutare fraternamente i

poveri. La forma più intelligente di fornire questo aiuto è quella di fare circolare la ricchezza. Da ciò nasce l'aumento della produzione e la moltiplicazio

ne dei posti di lavoro, così che anche i più poveri possano facilmente trovare occupazione e guadagno. In tal modo viene anche potenziata l'economia della

nazione, e tutti possono vivere dei copiosi frutti della collaborazione armoniosa tra il lavoro ed il capitale.

104 Quale è II fondamento della soluzione cristiana del problema sociale?

• a) Il fondamento primo è la giustizia; b) il secondo è l'amore fraterno dei ricchi verso

i poveri e dei poveri verso i ricchi; c) il terzo è il lavoro che unito al risparmio dà origine al capitale; d) il quarto è la competenza; e) il quinto è la perseveranza.

105 Senza queste fondamenta ogni sforzo per rendere migliore la situazione di un popolo è solo una costruzione sulla sabbia.

• E al di sopra di tutto, bisogna che ci sia la benedizione di Dio. — 50 —


INDICE

Che cosa è il comunismo e che cosa insegna

»

II.

Atteggiamenti del comunismo verso la re ligione

»

11

III.

Punti fondamentali della inconciliabilità fra »

14

IV.

L'essenza dell'uomo consiste nella sua att ttidine a lavorare La rivoluzione e la Cristianità .

I.

il comunismo e il cattolicesimo

V.

VI. VII.

Viltà che stanno a base della Cristianità Secondo il comunismo l'uomo ideale è proletario

Vili. IX.

X. XI. XII.

.

.

.

_

La lotta di classe

9

»

18

»

20

»

21

»

24

»

25

La proprietà, la vita umana e la schiavitù dell'operaiata . . . .

»

26

Il ruolo di Satana .

»

29

La violenza e la libertà .

»

30

Il materialismo occidentale apre la strada al comunismo

»

31

XIII.

La Chiesa e gli operai.

32

XIV.

Il socialismo

38

XV.

La conquista del popolo, le classi dirigent fi le masse .

.

.

.

.

.

.

XVI.

I punti presi più di mira: la riforma agraria

XVII.

L utopia comunista: una società senza classi L'egualitarismo

41

42

46

51 —


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