Seucmbre 1998
Spedizio ne in Abboname nto P os ta le / Co mma 20/C art. 2 Legge 662/96 - Filiale Padova P eriodico cli co llegamento c on gli a ssociati al proge tto « Luci s ull'E s t»
I ragazzi apostoli di Fatima in Croazia e Bosnia
C
osa può motivare giovani ragazzi italiani, alla fine dell 'anno scolastico, a rinunciare alle ben meritate vacanze per intraprendere, sotto il ca ldo estivo, un pellegrinaggio con la statua della Madonna di Fatima in Croazia e Bosnia? Senz'altro quell 'amore alla Madre di Dio che smuove anche le nuove generazioni , per dimostrare a una società sempre più edonista ed egoista, che «non si è mai inteso al mondo», come scriveva San Bernardo nella sua celebre preghiera, che la Madonna abbia abbandonato gli uomini redenti da Suo Figli o. Questa gioventù mariana è un segno che, per quanto avverse siano le circostanze attuali e insidiose le tentazioni, l'alleanza fra Maria e g li uomini si rinnova e si rinnoverà, perché «tutte le generazioni (la) chiameranno beata». Pieni di gioia sono così partiti i nostri ragazzi verso le martoriate terre di Croazia e Bosnia. Si, verso quelle ten e irrorate dal sangue ancora fresco dei martiri di questo secolo: vescovi, sacerdoti, religiose e laici, che hanno dato la loro vita per Cristo. E fra cui giganteggia la figura di quello straordinario arcivescovo di Zagabria che fu il Cardinale Alois Stcpinac , al quale S.S. Giovanni Paolo li beatificherà il prossimo ottobre nel corso del suo viaggio nella cattolica nazione croata.
SOMMARIO Gli Apostoli di Fatima in Croazia e Bosnia
pg.
1, 2 e3
Il Cardinale Alois Stepinac Davanti alla voce di Fatima non induriamo i nostri cuori
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4-5
Inaugurazione del Santuario della Madre del Buon Consiglio 6
La Madonna di Fatima davanti al bombardato Palazzo di Governo a Sarajevo.
Intervista all'Arcivescovo di Scutari
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Sarno: una valanga di grazie
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Carovana in Croazia e Bosnia
I ragazzi Apostoli di Fatima prima della partenza. Nell'ospedale di Zara, la Madonna visita i malati. Le novizie vincenziane di Zagabria cantano in onore della Madonna di Fatima.
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La carovana dei nostri ragazzi volontari, alcuni ancora studenti della scuola superiore e altri agli inizi degli studi universitari, è durata dal 18 al 28 luglio scorso. Sono an-ivati di tardo pomeri ggio a Zagabria, dove · erano attesi dal Dr. Mario Zivkovic, nostro intraprendente amico del Centro per la Famiglia. Appena il tempo a lasciare i bagagli nel seminario che li ospitava ed eccoli di nuovo sulla strada per portare la statua della Madonna di Fatima al convento delle suore vincenziane, dove li aspettavano oltre 200 devoti. Il giorno dopo si sono recati al santuario nazionale mariano di Marija Bistrica, a una quarantina di kilometri della capitale croata. Erano almeno 5.000 i fedeli presenti ai quali nostri ragazzi hanno potuto distribuire stampe e libri a volontà. Dopo pranzo sono rientrati per andare a fare un'altra distribuzione di letteratura mariana in lingua croata nella parrocchia del Cuore Immacolato di Maria. Nei giorni successivi hanno visitato Slavonski Brod e Dakovo, dove hanno effettuato lo stesso genere di apostolato. In quest'ultima città sono stati ricevuti molto cordialmente dal vescovo, Mons. Gasparovic. Il 22 luglio, giorno della festa cli Santa Mari a Maddalena, hanno potuto incontrare un altro folto gruppo di devoti nella parrocchia a lei dedicata nella città di Jarughe. Da Jarughe sono andati a Osjek. capitale della bella Slavonia, per poi dirigersi verso la regione danubiana, la zona devastata dalla guerra, particolarmente le provate città di Vukovar e lvankovo, accompagnati dal nostro caro amico Mons. Ivan Seso. che si è dimostrato veramente molto ospitale.
La distri buzione di stampa a J arughe. 2 - Se1te111hre / 998
Era loro viva speranza potersi recare anche alla martoriata Sarajevo. Strada facendo sono stati ben acco lti dal GAM nella cittadina cli Medjurgo1j e, dove è stato possibile distribuire altra letteratura mariana. Fina lmente nella capitale bosniaca. hanno effettuato ulteriori distribuzioni e organizzato. come nei posti precedenti . delle piccole cora li di inni mariani.
Carovana in Croazia e Bosnia
L' ultima tappa del pellegrinaggio prevedeva una sosta nella città di Zara, ospiti dei salesiani della casa Gospeloret. A Zara e Biograd è stato possibile portare la statua della Madonna di Fatima agl i ospedali principali per farl a venerare dai malati e dal personale ospedaliero. Infine di ritorno verso Roma via Spalato e Ancona, ma non prima di avere ringraziato la Madonna per questo viaggio pieno di benedizioni in due centri di grande devozione mariana sul suolo italiano: il Santuario della Santa Casa di Loreto e quello della Madonna del Buon Consiglio a Genazzano. Ancora un grazie a tutti quelli che hanno reso possibile questo apostolato dei nostri giovanni volontari al di là del! ' Adriatico.
Mons. Seso, i ragazzi e fedeli contadini di Jarughe.
Questo viaggio è finito , ma le carovane continuano e le prossime mete sono Polonia, Ucraina ed i Paesi Baltici.
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La distribuzione di stampa e letteratura mariana ai rifugiati bosniaci a Slavonski Brod in Croazia.
In alto: un crocifisso decapitato e semidistrutto in Bosnia. In basso : davanti ai ruderi post bellici del convento francesca no di Vukovar.
Mons Ivan Seso attorniato da fedeli croat i accanto a una chiesa distr utta nella guerra. Se1te111hre - 3
Davanti alla voce di Fatima non induriamo i nostri cuori Plinio Correa de Oliveira
Il venerabile Cardinale Alois Stepinac, che verrà prossimamente beatificato dal Santo Padre a Zagabria, nacque 1' 8 maggio 1898 a Brezaric. Finiti i suoi studi teologici a Roma, venne ordinato sacerdote nel 1930. Dopo appena quattro anni, Pio XI lo nomino Arcivescovo Coadiutore di Zagabria, e ne divento titolare nel 1937, assumendo il moto al quale sempre rimase fedel e «In te Domine, speravi.» Si confrontò coraggiosamente con le ideologie dist111t11i ci del secolo, ed in lui trnvarono protezione tutti i perseguitati dai neo-paganesimi nazionalista, razzista e comunista. Promuovendo ed organizzando la vita cattolica nelle sue di verse manifestazioni, elevò spiritualmente il popolo privato dai suoi diritti. Diffondeva fra i croati la riparazione per i peccati di aborto e di bestemmia, particolarmente per mezzo della devozione eucaristica e mariana. Corroborava la sua fede, recitando quotidianamente tutti i misteri del Rosario. In certa occasione dichiarò: «Credo che la Russia si convertirà e che la statua della Madonna sarà eretta sul Cremlino». Fermamente fedele alla Chiesa, non permise mai che di ventasse schiava dell ' ideologia comunista e si stacasse da Roma. Per tale motivo patì un processo politico e nel 1946 fu condannato a 16 anni di carcere. Pio XII premiò il suo coraggio annoverandolo nel collegio cardinalizio nel 1953 e anche lo Stato croato lo ha riabilitato nel 199 I dichiarando il processo in fondato e ingiusto. Consumato dalla malattia contratta nel carcere cli Lepoglava, morì da marti re nel domi cili o coatto a Krnsic nel 1960. E' sepolto nella cattedrale di Zagabria e la sua tomba è luogo cli continua preghiera e sorgente cli grazie. 4 - Settembre 1998
Nel maggio 1944, verso la fine della Seconda Guerra Mondiale, il Prof. Correa de Oliveira, allora direttore dell' organo ufficia le dell' arcidiocesi di San Paolo del Brasile, O Legio11ario, pubblicò sulle pagine di quel settimanale l'articolo che, in vista della sua palese lungimiranza, Spunti ripropone oggi ai suo lettori, nella speranza che costituisca utile strumento di meditazione per il prossimo 13 ottobre.
Un avvenimento fra i più importanti della storia contemporanea
nuova era. Il futuro non apparteneva più al martellare delle mitraglie, ma alle trattati ve degli special isti e dei tecnici .
Circa 30 anni fa, il primo conflitto mondiale s i avviava verso il tramonto. Fermato lo s lancio iniziale del! ' invasione germanica, i francesi si accingevano a riconquista re il territorio perso. Per i politici di alto livello e per gli osservatori militari non c'era più nessun dubbio sull ' esito dell a lotta. Tutta la strategia tedesca s i basava sulla speranza ciel trionfo dell a blit::krieg. La prima carta l'avevano ca lata con immense possibilità di successo. Ma era l' uni ca da giocare, ed i tedeschi l'avevano persa. I finanzieri, i soc io logi, i politicanti già cominciavano a rumoreggiare dietro le qui nte, di scettando sul modo in cui il mondo s i sarebbe organizzato ne l dopoguerra. Ciò accadeva mentre ancora era accesa la lotta sui campi d i battaglia e i cannoni germanici tuonava no non molto lontano eia Parigi.
Quando i primi tratti di questo mondo nuovo iniziavano a delinears i timidamente, avvenne uno dei fatti più straordi nari della storia contemporanea. Nel nostro tempo sono molti gli scettici che non ci credono. E quelli che non sono sceltici sono timidi, perc iò non osano parlare ad altavocc su quel lo in cui credono. Gli uni per mancanza di fede. gli altri per mancanza di coraggio non vogliono incorporare nella storia questo avvenimento. Ma le più cogenti ragioni per crederci, sulle quali l' intell igenza umana può basarsi, sono lì palesemente a testimoniare che la Madon na scese dal Cielo in terra per mani festare a tre pastore li i di uno sperduto e sconosciuto angoletto del Portogallo. le vere condizioni , le fondamenta inclispensabi Ii per riorganizzare il mondo. Se ascoltasse questo messaggio, l'umanità ritrovrebbe veramente la pace. Ma ora è arri vata nuovamente la guerra. Adesso come allora si pensa a come rio rganizzare il mondo. Nessun momento è così opportuno come questo per ricorda re le apparizioni di Fati ma.
Quel rumorio aveva una sua reale importanza. Molta più importanza persino di quella de l tuono di cannoni. Sui cam pi di baltag lia si liqu idava una guerra già dec isa nelle sue premesse . Negli uffici po li tici non si liquidava una guerra. si decideva una
Davanti alla voce di Fatima non induriamo i nostri cuori
«Dalla bocca dei fanciulli una lode perfetta» a Dio. Si faccia un test: si prendano tre fanciulli separatamente, si chieda loro di fare un piccolo compito su una apparizione della Madonna, descrivendo i suoi tratti, i suoi vestiti, le sue espressioni fi sionomiche, i suoi gesti, annotando le sue parole. Cosa ne verrebe fuo ri? Sicuramente molto di infanti le, persino di grotesco e di palesemente ridicolo! Il livello d' istruzione dei pastorelli di Fatima era immmensamente più basso di quello dei loro coetani delle città. Non conoscevano nè teatri nè cinema, non avevano sfogliato libri raffiguranti regine o signore di corte di altri tempi, ecc. Non avevano dunque altra idea di bellezza, di eleganza, di distinzione, di quella che filtrava vagamente dal tipo fe mminile prevalente in un um ile villaggio dell 'epoca. Non possedevano la pur minima nozione cli bellezza relati va ai colori o ai loro rispettivi accostamenti. Tuttavia, la Signora che loro apparve, fu descritta con parti colari suffic ienti per far capire che si trattava cli una figura di subiime beltà, vesti ta con rara maestà e semplicità. Signora peraltro così diversa da tutte le immagini che loro conoscevano, che non sospettarono fosse la Madonna, e neppure una santa. So ltanto quando Lei glielo rivelò seppero con chi avevano a che fa re.
Questa Signora parlò loro cli cose molto elevate. Parlò della guerra, ciel Papa (la pastorella pi ù piccola, Giacinta, non sapeva neanche che esistesse), parlò d i po litica e di soc iolog ia. E questi fanciulli ripeterono il messaggio con straordi naria fedeltà! Davvero Dio trae, come asserisce la Scrittura, «dalla bocca dei fanc iulli una lode per fetta».
La guerra, castigo per la empietà e l'impurità Ma prendi amo ora in considerazione il messaggio. lnanzittutto, vedremo che è asso lutamente ortodosso. Non era facile inventarsi un messaggio ortodosso. Orbene, tutte
le parole della Signora ai pastorelli sono di una assoluta ortodossia. Nel trattare molto complessi argomenti, non c' è il sia pur minimo errore di dottrina. Tutto ciò i piccoli veggenti non potevano sicuramente esserselo inventato. Ma c'è di più. Il Messaggio della Signora, che avvenne esattamente nel momento cruciale in cui si preparava il dopoguerra, restituì con grande semplicità tutte le cose ai loro termini fondamentali, disprezzando le manifestazioni pompose del fa lso patriottismo e dello scientismo dei «tecnici». La guerra era stata un castigo per il mondo, per la sua empietà, per l' impurità dei suoi costumi, per l' abitudine di non rispettare la domenica ed i giorni festivi. Risolto questo, il resto sarebbe stato dato in sovrappiù . Non risolto questo, le altre soluzioni a nulla sarebbero servite. E se il mondo non ascoltava la voce della Signora, sarebbe arrivata una nuova guerra, preceduta da uno straordinario fenomeno celeste. E questa nuova guerra sarebbe stata ancora più terribile della prima.
Il inondo sprofonda sempre più nel peccato, risultato di una pace senza Cristo e contro Cristo Si riunirono i tecnici - che assieme ai banchieri ogg i sono i reggitori della terra - «et convenerunt in unum adversus Dominus». Costruirono una pace senza Cristo, contro Cristo. li mondo affondò ancora di più nel peccato, nonostante l'ammonimento della Madonna. A Fatima i mi racoli si moltipli carono per dieci, per cento, per mille. Eccoli, noti a tutti , a disposizione di qualsiasi medico di ogni razza e religione. Le conversion i non si contarono più. Tuttavia, Fatima non era ascoltata. Alcuni la mettevano in dubbio senza studiarla, altri la negavano senza prenderla in esame. Altri ancora ci credevano senza osare di dirl o. La voce della Signora non fu udita e più d i venti anni passarono. Un bel giorno. strani segni vennero dal Cielo, una aurora boreale di cui diedero notizia tutte le agenzie
del mondo. Dal profondo del suo convento, Lucia scrisse al vescovo: era il segno che la Guerra stava per arrivare. Ed in breve arrivò la guerra. Eccola li. Oggi ci si preoccupa nuovamente di «riorganizzare il mondo», agli sgoccioli di questa lotta già potenzialmente vinta.
Per una pace autentica: fedele attuazione del Messaggio di Fatima Si vocem ejus hodie audieritis. no/ire obdurare corda ves fra - «Se oggi sentite la sua voce. non indurite il vostro cuore», dice la Sacra Scrittura. Elencando la festa della Madonna di Fatima fra le festività liturgiche, la Santa Chiesa proclama la perennità del messaggio dato al mondo attraverso i tre pastorelli. Nel giorno della sua festa, ancora una volta la voce di Fatima giunge a noi: «Non indurite i vostri cuori». E così avrete trovato la vera strada per la vera pace.
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Settembre - 5
Attività in Albania
Una pietra miliare nella storia dell'Albania
L'inaugurazione del Santuario nazionale della Madre del Buon Consiglio a Scutari Gjon Gjomarkaj (*)
Gli stretti vincoli che uniscono la Patrona di quella nazione con l'Italia devono suscitare una profonda gioia nei nostri cuori per un avvenimento di così buon auspicio. Nei primi 100 portentosi giorni, 161 miracoli a Genazzano
li miracoloso e bellissimo affresco dell a Madonna del Buon Consiglio, che si venera oggi nel Santuario di Genazzano nei dintorni di Roma, si trovava a Sc utari, in Albania, e sarebbe stato trasportato dagli angeli nella sua sede attuale dopo la caduta di questo paese sotto il dominio ottomano nel 1467. Furono 161 i miracoli realizzati a Genazzano dal 27 aprile al 14 agosto di quel anno, scrupolosa mente registrati nel vo lume Codice dei 111irucoli. Da al lora in poi i prodigi non sono cessati, attraendo a quel santuario papi, santi e fede li devoti di tutte le parti del mondo. Ma anc he a Scutari, intorno alla nicchia vuota della Madonna, miracoli straordinari non somo mai cessati. Cosa che ev identemente induceva il popolo albanese a non smettere di ricorrere alla sua Patrona. Il Santuario, distrutto dagli ottomani nel 146 7 e poi ricostruito, fu raso nuovamente al suolo nel 1967 dal regime comunista più ateo del 111ondo. Grand e gesto, ma poco conosciuto
Mons. Simeone Duca ha confidato a Luci s11/I Esr: «A nni fo dovevo andare in Albania. li vescovo Mons. Diego Nata le Bona mi disse ··prega per me almeno un Avemaria dove un tempo sorge\'a il santuario de lla Madonna del Buon Consiglio a c ui sono de, oto'·. Andai quindi in questo po6 - Set1e111/Jre /998
sto. Quale fu la desolazione che ebbi guardando un luogo dove solo cresceva l'erbaccia e la gente andava a buttare i rifiuti. Pensai: Madonna 111ia, è possibile che sia così malridotto questo posto da dove un tempo emanava la tua luce per tutta l'Albania. per tutto il mondo! Allora decisi che dovevo ricostruire il Santuario il più fedelmente all 'originale». EJ-Tettivamente, grazie alla generosità cli Mons. Duca, questo suo ideale si è finalmen te realizzato! lnfa11i , S.S. Giovanni Paolo Il benediva la prima pietra del Santuario il 25 aprile 1993, durante la Sua visita apostol ica in Albania, definendolo «simbolo del la fede indistrullibilc del popolo albanese». «Le t en eb re non l'hanno accolta »: solenne inaugurazione del Santuario ...
Ma il 24 maggio scorso, quello stesso locale. ridotto al pietoso stato poc'anzi descritto, è ritornato alla vita. Sorge quindi una luce che di ssipa il buio della violenza e del la morte provocata dai senza Dio. li Card inale Josef Tomko, Prefetto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli, e appositamente venuto da Roma per presiedere il solenne Rito di Riconsacrazione del Santuario. Ali ' inizio della Santa Messa. l' Arcivescovo di DuraLLo e Tirana nonché Presidente della Conferenza Episcopale Albanese, Mons. Rrok Mirdita. ha dato lertura del telegramma de l Santo Padre. in cui auspica che «la Madre del Redentore interceda per !"intera popolazione albanese e per quanti hanno responsabi lità ci,·ili. e
doni sapienza necessaria alla rinascita religiosa e socia le dell'Albania». Accompagnavano il Cardinale Tomko all 'altare il Nunzio Apostolico in Albania, Arcivescovo Giovanni Bulaitis, assieme ad altre importanti e numerose autorità ecclesiastiche albanesi. Parimenti presenti alla sacra funzione il Presidente della Repubblica e le più alte autorità di governo e del parlamento. Presenti, tra gli altri, la comunità cattolica albanese di New York e una delegazione di Luci s11I/ 'Esr, guidata da Miguel Angel Gutiérrez e da chi scrive e accompagnata da l Presidente de ll 'A ssocia.:ione Na.:ionale di Bene/ìcen.:a Madre Teresa, Llesh Arapi.
Con l'occasione è stata anche possibile la di stri buzione di mi gliaia dicopie del libro «Madre del Buon Consiglio», che ho avuto l'onore di tradurre in albanese. Testimonianza del ritorno della M adonna del Buon Consiglio nei cuori di tutti gli albanesi
II Cardinale Jozef Tomko. rivolgendosi ai circa 20 mi la presenti e ali' intero popolo albanese, ha detto tra l'altro: «La distruzione di questo antico monumento( ... ) doveva significare la scon fitta e la disintegrazione totale della fede e della religione. Perfino le sue opere dovevano essere portate via. e con esse ogni memoria della vostra ""Signora di Scutari'' doveva essere estirpata dal la cultura dei \'Ostri fi gli e della storia elci vostro popolo. Invece il popolo albanese. non appena conquistata la sua libertà ha dato rinnovato vigore alla propria memoria di fede e di storia. Con indomabile tenacia ha voluto ricostruire la Casa della Madonna di Scutari. nello stesso posto come era prima. quale segno di ri sur-
Attività in Albania
rezione alla vita nuova, quale luminosa testimonianza del ritorno della Madre del Buon Consiglio, Patrona dell 'Albania, alla sua Casa, e nei cuori di tutti gli albanesi... » Il Cardinale Tomko, ad un certo punto, si è rivolto ai giovani che crescono e maturano «in mezzo a tante battaglie interiori e tentazioni», esortandoli a guardare alla Madre di C1isto che indica loro «i veri valori della vita». All a fi ne ha preso la parola Mons. Simeone Duca, il quale ha tracciato un «programma cli vita» che è frutto copioso di un ' intensa devozione alla Madonna. Ha detto ai fede li albanesi «siate liberi nella veri tà, fo rti nell 'agire ed operosi nella carità».
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(*) II Principe Gjon Gjomarkaj. esponente della nobiltà albanese, è stato respon-
sabile della sezione albanese della Rad io Vaticana durante buona parte della dittatura comunista. luci sllll 'Est, anni fà, pubblicava il libro «Madre elci Buon Consigl io», distribuendolo gratuitamente in tutta l'Albania. L'associazione ha sponsorizzato e realizzato, in collaborazione con la radiotelevisione cieli' Albania. un fi lm-documentario sulla meravigliosa sto1ia clell 'affrcsco oggi venerato a Genazzano e che un tempo, eia Scutari, era la luce degli occhi della maitoriata nazione albanese. Il film, in albanese e italiano, ha suscitato grande ripercussione in tutta l'Albania. luci s11II Est coglie l'occasione per ringraziare tutti coloro che hanno collaborato, sotto varia forma, al rinvigorimento della Fede nella nazione albanese.
Spunti Trimestrale di collegamento con gli associati al progetto «Luci sull'Est» Direttore responsabile: Alberto Carosa Anno VIII, n' 38 - Settembre 1998 Redazione e amministrazione: Via Castellini, 13/7 - 00197 ROMA Tel.: 06/807.63.95 - Fax: 06/8068.72.27 C.C.P. 955005 Aut. trib. Roma n' 495 del 21-8-1991 Sped. in Abb. Postale Comma 20/C art. 2 Legge 662/96 - Filiale Padova Abbonamento annuo: L. 10.000 Stampa: AELLE SNC Via Valsugana, 15 - 20139 Milano
Intervista all'Arcivescovo di Scutari «Luci che si uniscono p er diventare il grande faro della speranza per tutti i popoli»
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I 24 maggio, la delegazione di luci sul 'Est è stata ricevuta nella Sede arcivescovi](:: da Il' Arcivescovo di Scutari , Mons. Angelo Massafra. Gli abbiamo rivolto alcune domande circa la devozione alla Patrona dell 'Albania. Domanda - Eccellenza, un commento riguardo l'avvenimento di oggi, ossia l 'inaugurazione del Santuario nazionale albanese della Madre del 811011 Consig lio a Sc11tari? Mons. Angelo Massafra - E' stato una data storica e la più signi fi cativa dopo il 25 Aprile 1993, data in cui a Scutari è venuto il Papa consacrando i primi Vescovi albanesi; e ha insediato me nell ' Arcidiocesi di Scutari. Sono questi eventi che ci fanno capire la nuova rinascita della fede che, malgrado tutto quello che il regime c01mmista ha fatto per cancellare Dio, la devozione alla Madre del Buon Consiglio e la Chiesa, la fede non è mai morta in Albania. Questo perchè, ci sono stati centinaia e centinaia di maitiri che hanno versato il loro sangue per la Chiesa di Cristo. Ci sono stati migliaia di fedeli che di nascosto, nel silenzio, si sono consacrati nella Fede. Oggi con l' inaugurazione ciel Santuario, una pietra miliare viene messa nella storia cieli' Albania. Domanda - Che aiuto può dare e che contributo rappresenta questo Libro Nena e Keshil lit te Mire che Luci sull 'Est ha pubblicato per questa rinascita spirituale del popolo albanese? Mons. Massafra - Quando ho preso conoscenza della Vostra Associazione, anzitutto mi è piaciuto immensamente il nome l11ci su/l'Est. E' stato indovinato perché dopo decenni di tenebre calate su l popolo albanese, sono le luci de lla Fede che tornano ad accendersi; sono piccole luci, come voi qui pre-
Il principe Gjomarkaj conversa con Mons. Massafra.
senti, che si uniscono, per di ventare il grande faro dell a speranza per tutti i popol i, ed in specie di quei popoli che per lungo tempo sono stati costretti a soffrire sotto la dittatura rossa nell 'Est Europeo, e quindi il libro Nena e Keshi/lit te Mire, il fi lm documentario sulla storia di Zoj a e Shkod res, e del popolo albanese, sono luci che illuminano la mente e il cuore della gente, che ha sete di sapere sulla loro fede, la loro storia, la loro Patria, negata e profanata per circa mezzo secolo da un regime materialista e disumano. Domanda Monsig nore, 11110/e inviare un messaggio agli associati di Luci sull 'Est, che con il loro contributo hanno permesso di realizzare la pubblicazione di questo libro in 80 mila copie e la sua distribuzione gratuita. i/film documentario, ecc.? Mons. Massafra - Un messaggio di ringraziamento per quello che hanno fatto finora. Un messaggio di incoraggiamento perché siate luci di Cristo nel vostro ambiente, nelle vostre famiglie, nel posto di lavoro, nel pellegrinaggio, e così continuiate ad essere sempre luci per l' Est, è questo il mio augurio.
Mando di tutto cuore la mia benedizione a tutti gli associati di Luci sull'Est, e vi terrò presenti nelle mie intenzion i dell a Messa che dico una volta al mese, per i benefattori della Diocesi. Seftembre - 7
Attività in Italia
Sarno: una valanga di grazie
La Madonna di Fatima nei paesi alluvionati
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li abitanti di Sarno, Bracigliano e Quindici nell 'entroterra sa lemitano, difficilmente dimenticheranno la notte del 5 maggio 1998. A causa di piogg ie torrenziali durate tutta la giornata, verso il tramonto cominciarono a verificarsi le prime frane. Nonostante le voci che prudentemente consigliavano l'evacuazione, si è dato ascolto agli ottimisti: «Non vi spaventate, non succederà niente!» Poco prima della mezzanotte, invece, la montagna è venuta giù, spazzando via in un tempestoso fiume di fango quasi 200 vite umane. Famiglie distrutte, quartieri rasi al suolo, i paesi in ginocchio ... Di fronte a questa immane tragedia, però, si è accesa una luce di speranza: come una Madre che amorevolmente visita i suoi tigli travagliati, la statua della Madonna pellegrina di
8 - Setrembre 1998
Fatima ha recato sollievo e conforto per una settimana tra i paesi alluvionati, dal 5 al 12 luglio. li pellegrinaggio organizzato da un Apostolo di Fatima di Nocera Inferiore si è svolto nelle parrocchie di Sarno e nelle frazioni colpite dal disastro. Alla Madonna sono accorse trionfalmente moltit11dini che tra fiaccolate e cortei, intonavano inni mariani. Dopo una g iornata di preghiere, conferenze e cerimonie, la Madonna era portata in processione dai fedel i di una parrocchia tino a mezza strada, dove era ricevuta dai fedel i della successiva parrocchia e quindi portata in chi esa con tutti gli onori. Dai balconi, molti addobbati con stoffe e tessuti, piovevano fiori e coriandoli. Particolannente gremita la processione che ha attraversato tutta Sarno da S. Sebastiano a S. Teodoro.
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Arrivo alla parrocchi a Tre Corone.