Via Crucis, Plinio Corrêa de Oliveira

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Musiche: Heinrich Schlitz (1585-1672) Johann Schein (1586-1630)

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Via Crucis

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Spunti



Caro lettore, gentile lettrice, Per aiutarla a vivere più intensamente questa Quaresima, Le offriamo in questo numero di Spunti una meditazione della Via Crucis. Il pio esercizio della Via Crucis ha come scopo di rinnovare il ricordo dei dolori che Gesù patì nel tragitto dal pretorio di Pilato, il luogo della condanna a morte, fino al monte Calvario, dove offrì la Sua vita sulla croce per la nostra salvezza e ci aprì le porte del paradiso con la Sua gloriosa Resurrezione. La Via Crucis è anche un mezzo per stare vicino a Maria che ha sofferto pure Lei nel Suo Cuore Immacolato la passione e la morte del Suo Divino Figlio. La croce del Redentore e il dolore della Corredentrice hanno sconfitto il serpente e distrutto la morte. La disciplina ecclesiastica vigente concede l'indulgenza plenaria al fedele che compie l'esercizio della Via Crucis, rispettando le solite condizioni: confessione sacramentale, comunione eucaristica e preghiera secondo l'intenzione del Sommo Pontefice, con l'animo totalmente distaccato dall'affetto verso qualunque peccato.


I stazione

Gesù è condannato a morte V. Ti adoriamo, o Cristo, e ti be11edicia1110. R. Perché cou la tua saura croce hai redeuto il 111011do.

I

L GIUDICE che ha commesso il crimine professional e più mostruoso di tutta la storia non vi fu spinto dal tumultuare di nessuna passione ardente. Non lo accecò l'odio ideologico, né l'ambizione di nuove ricchezze, né il desiderio di compiacere qualche Salomé. A condannare il Giusto lo mosse il timore di perdere la carica sembrando poco zelante per le prerogative di Cesare; la paura di crearsi complicazioni politiche, dispiacendo alla plebaglia ebraica; la paura istintiva di dire «no», di fare il contrario di quanto si chiede, di affrontare l'ambiente con atteggiamenti e con opinioni diverse da quelle in esso dominanti. Tu, Signore, lo guardasti per lungo tempo con quello

sguardo che in un attimo operò la salvezza di Pietro. Era uno sguardo in cui traspariva la tua somma perfezione morale, la tua infinita innocenza, e, ciononostante, egli ti condannò. Signore, quante volte ho imitato Pilato! Quante volte, per amore della mia carriera, ho lasciato che in mia presenza l'ortodossia fosse perseguitata, e ho taciuto. Quante volte ho assistito a braccia incrociate alla lotta e al martirio di quanti difendono la tua Chiesa! E non ho avuto il coraggio di dire loro neppure una parola di sostegno, per la detestabile pigrizia di affrontare quanti mi circondano, di dire «no» a quelli che costituiscono il mio ambiente, per la paura di essere «diverso dagli altri» .


Come se fossi stato creato, Signore, non per imitarti , ma per imitare servilmente i miei compagni. Nel momento doloroso della condanna, hai sofferto per tutti i codardi , per tutti i deboli , per tutti i tiepidi ... per me, Signore. GesĂš mio, perdono e misericordia. Per la fo11ezza di cui mi hai dato esempio sop-

po11ando l'impopo laritĂ e affrontando la sentenza de l magistrato romano, cura nella mia anima la piaga della debolezza!

Padre Nostro, Ave n Maria, Gloria al Padre. V. A bbi pietĂ di noi, Signore. R. Abbi pietĂ di noi. I-'. Le anime dei f edeli defun ti per la tua misericordia, Signore, riposino in -pace. R. Ame11.


II stazione

Gesù prende la croce sulle spalle V. T, adoriamo, o Cristo, e ti be11edicia1110. R. Perch é con la tua santa croce hai redento il mondo.

e

OSÌ, mio adorato Signore, comincia il tuo cammino verso il luogo dell ' immolazione. Il Padre Celeste non ha voluto che fossi ucciso con un colpo impro vviso . Con la tua Passione dovevi insegnarci non soltanto a morire, ma ad affrontare la morte. Ad affrontarla con serenità, senza esitazione né debolezza, avanzando perfino verso di essa con il passo deciso del guerriero che va in battaglia: ecco la mirabile lezione che mi dai . Di fronte al dolore, mio Dio, come sono vigliacco! Ora temporeggio prima di prendere la mia croce ; ora indietreggio, tradendo il dovere ; ora, finalmente , lo ac-

cetto, ma con tanto fastidio , con tanta debolezza, che sembro odiare il fardello che la tua volontà mi pone sulle spalle. In altre occasioni, quante volte chiudo gli occhi per non vedere il dolore! Mi rendo volontariamente cieco con uno stupido ottimismo, perché non ho il coraggio di affrontare la prova. E perciò mento a me stesso: non è vero che la rinuncia a quel piacere mi si impone per non cadere in peccato; non è vero che devo vincere quell ' abitudine che favorisce le mie passioni più radicate; non è vero che devo abbandonare quel1'ambiente, quell'amicizia che minano e scuotono tutta la mia vita spirituale; no,


ni ente di tutto questo è vero ... chiudo gli occhi, e getto da paite la mia croce. Mio GesÚ, perdonami tanta pigrizia, e cura, Padre miserico rdi oso, per la piaga aperta sulle tue spa ll e dalla croce, l'o rribil e pi aga che ho aperto nell a mi a anima con

anni interi vissuti nella ril assatezza interiore e nella condiscendenza verso me stesso! P"dre Nostro, A,,e o M"ria, Gloria al Padre. J,'. A bbi pietĂ di noi, Signore. R. Abbi pietĂ di noi. J,'. Le anime dei f edeli defunti per la tua misericordia, Signore, riposino in pace. R. Amen.


III stazione

Gesù cade per la prima volta V. Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo. R. Perché con la tua santa croce hai redento il mo,ulo.

e

HE COS'È successo, Signore? Non ti era lecito abbandonare la tua croce? Infatti, se l'hai portata finché tutte le tue forze sono venute meno, finché il peso insostenibile del legno non ti ha gettato a terra, non era adeguatamente provato che ti era impossibile proseguire? Il tuo dovere era compiuto. Ora avrebbero dovuto po11are la croce per te gli angeli del Cielo. Tu avevi soffe1to in tutta la misura del possibile. Che cosa avresti dovuto fare di più? Ma tu hai agito diversamente e hai dato una lezione grande alla mia vigliaccheria. Esaurite le tue forze, non hai rinunciato al fardello , ma hai chiesto ancora più forze per portare di nuovo la croce.

E le hai ottenute. Oggi la vita del cristiano è difficile. Costretto a lottare incessantemente contro sé stesso per mantenersi in linea con i Comandamenti, sembra un'eccezione stravagante in un mondo che ostenta la gioia di vivere nella lussuria e nell ' opulenza. La croce della fedeltà alla tua legge, Signore, pesa sulle nostre spalle. E talora sembra ci manchi il fiato. In questi momenti di prova inventiamo sofismi. Abbiamo già fatto quanto stava in noi. In fondo , la forza dell'uomo è tanto limitata! Dio ne terrà conto ... lasciamo cadere la croce al margine della via e affondiamo dolcemente nella vita del piacere . Quante croci abban-


donate ai margini delle nostre vie, forse ai margini delle mie vie! Gesù, dammi la grazia di restare abbracciato alla mia croce, anche quando svengo sotto il suo peso. Dammi la grazia di rialzarmi tutte le volte in cui sono svenuto. Signore, dammi la grazia

somma di non lasciare la via per la quale devo giungere sulla cima del mio calvario personale. Padre N ostro, Ave o Maria, Gloria al Padre. I-'. A bbi pietrì di n oi. Sig nore. R. A bbi pietà di noi. V. Le a11i111e dei f edeli defunti p er la tua 111isericardia, Signore, riposi110 Ì/1 pace. R. A 111e11.


IV stazione

Incontro di Gesù con sua Madre V. Ti adoriamo, o Cristo, e ti he11edicia1110. R. Perch é co11 la tua santa croce hai redento il 111011<10.

e

HI, Signora, vedendoti così piangente, oserebbe chiedere perché piangi? Né la terra, né il mare, né tutto il firmamento potrebbero servire come termine di paragone per il tuo dolore. Madre mia, dammi almeno un poco di questo dolore. Dammi la grazia di piangere Gesù, con le lacrime di una compunzione sincera e profonda. Hai soffe1io unita a Gesù. Dammi la grazia di soffrire con te e con lui. Il tuo dolore più grande non è derivato dal contemplare le indicibili sofferenze del corpo del tuo divin Figlio. Che cosa sono i mali del corpo in confronto con quelli dell'anima? Magari Gesù avesse sofferto tutti quei tormenti , ma accanto a lui vi fossero stati cuori

compassionevoli! Magari l'odio più stupido, più ingiusto, più sciocco, non avesse ferito il Sacro Cuore enormemente più di quanto il peso della croce e i cattivi trattamenti ferivano il corpo del nostro Signore! Ma la manifestazione tumultuosa dell ' odio e dell'ingratitudine di quanti lui aveva amato ... a due passi stava un lebbroso che aveva curato ... più lontano, un cieco a cui aveva restituito la vista ... poco oltre un sofferente a cui aveva reso la pace. E tutti chiedevano la sua morte, tutti lo odiavano, tutti lo ingiuriavano. Tutto questo faceva soffrire Gesù enormemente di più degli indicibili dolori che pesavano sul suo corpo. E vi era di peggio. Vi era il peggiore dei mali. Vi era il


peccato, il peccato dichiarato, il peccato prorompente, il peccato atroce. Magari tutte quelle manifestazioni d'ingratitudine fossero state dirette contro il migliore degli uomini, ma, per assurdo, non avessero offeso Dio! Ma erano dirette all'Uomo-Dio, e costituivano un peccato sommo contro la Santissima TrinitĂ tutta. Ecco lĂŹ il male piĂš grande dell'ingiustizia e dell ' in-

gratitudine. Questo male non consiste tanto nel ferire i diritti del benefattore, ma nell ' offendere Dio. E di tante e tante cause di dolore, quella che vi faceva soffrire maggiormente, Madre santissima, divino Redentore, era certamente il peccato. E io? Mi ricordo dei miei peccati? Per esempio, mi ricordo del mio primo peccato,


o del mio peccato più recente? Dell ' ora in cui l' ho commesso, de l luogo, delle persone che mi circondavano, dei motivi che mi hanno portato a peccare? Se avessi pensato a tutta l' offesa che ti porta un peccato, avrei osato disobbedirti , Signore? Madre mia, per il dolore del santo incontro, ottienimi

la g raz ia di ave r sempre davanti ag li occhi Ges ù soffe rente e piagato, proprio come l' hai visto in questo momento della Passione. Padre Nostro, Ave o M aria, Gloria al Patire. V. Abbi pietà di noi, Sig 11ore. R. A bbi pietà di 11oi. V. L e a11i111e dei f edeli def1111ti per la tua misericor,lia, Sig11ore, riposi110 i11 pace. R. A 111e11.

+

V stazione

Gesù aiutato dal Cireneo a portare la croce V. TT adoriamo, o Cristo, e ti ben ediciamo. R. Perclré con la tua santa croce trai rede11to il 1110111/0..

e

Hl ERA questo Simone, che cosa si sa di lui, se non che era di Cirene? E cosa sanno in genere g li uomini a proposito di Cirene, se non che era la terra di Simone? Tanto l' uomo come la città sono emersi dal!' oscurità verso la gloria, e la più alta delle glorie, la gloria sacra, in un mo-

mento in cui i pensieri del Cireneo erano ben altri. Avanzava spensierato lungo la strada. Pensava proprio soltanto ai piccoli problemi e ai piccoli interessi di cui è fatta la vita spicciola della maggior parte degli uomini. Ma tu, Signore, hai attraversato il suo cammino con le tue piaghe, con la tua


croce, con il tuo immenso dolore. E a questo Simone è toccato prendere posizione rispetto a te. Lo hanno costretto a portare con te la croce. Avrebbe potuto portarla di malavoglia, con indifferenza nei tuoi confronti, cercando di rendersi simpatico al popolo con qualche modo nuovo di aumentare i tuoi tormenti spirituali e corporali; oppure avrebbe potuto porClQ

tarla con amore, con compassione, indifferente alla plebaglia, cercando di sollevaiti, cercando di soffrire in sé stesso un poco del tuo dolore, affinché tu soffrissi un po' meno. Il Cireneo ha preferito soffrire con te. E perciò il suo nome è ripetuto con ainore, con gratitudine, con santa invidia, da duemila anni, da tutti gli uomini di fede , su tutta la faccia della terra, e 13 00


così continuerà a essere fino alla consumazione dei secoli. Mio Gesù, sei passato anche sulle mie vie. Sei passato quando mi hai chiamato dalle tenebre del paganesimo al seno della tua Chiesa con il santo battesimo. Sei passato quando i miei genitori mi hanno insegnato a pregare. Sei passato quando, durante il corso di catechismo, ho cominciato ad aprire la mia anima alla vera dottrina cattolica e ortodossa. Sei passato nella mia prima confessione, nella mia prima comunione,

tutte le volte in cui 10 vac illato e mi hai protette, tutte le volte in cui sono caduto e mi hai rialzato, tutte le volte in cui ho chiesto e mi hai ascoltato. E io, Signore? Anche adesso passi per me in questa pratica della Via Crucis. Che cosa faccio quando passi per me? Padre Nostro, Ave o Maria, Gloria al Padre. V. Abbi pietà di 11oi, Sig11ore. R. Abbi pietà cli noi. V. Le anime dei f edeli tlefu11ti per la tua misericordia, Signore, riposi110 i11 pace. R.Ame11.

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VI stazione

La Veronica asciuga il volto di Gesù V. Ti adoriamo o Cristo, e ti benediciamo. R. Perché co11 la tua santa croce hai redento il mondo.

A

PRIMA vista si direbbe che non vi è mai stato un premio maggiore nella storia. Infatti, che re ha avuto in mano un tessuto più prezioso di quel velo? Che generale ha avuto

una bandiera più augusta? Che gesto di coraggio e di dedizione è stato ricompensato con un favore più straordinario? Ma vi è una grazia che vale molto di più del possedere


miracolosamente stampato su un velo il santo volto del Salvatore. Sul velo la rappresentazione del volto divino è stata fatta come in un quadro. Nella santa Chiesa cattolica, apostolica, romana è fatta come in uno specchio. Nelle sue istituzioni, nella sua dottrina, nelle sue leggi, nella sua unità, nella sua universalità, nella sua insuperabile cattolicità, la Chiesa è un autentico n1

specchio nel quale si riflette il nostro divino Salvatore. Ancora di più, è Io stesso corpo mistico di Cristo. E noi, tutti noi, abbiamo la grazia di appartenere alla Chiesa, di essere pietre v ive della Chiesa! Come dobbiamo ringraziare di questo favore! Ma non dimentichiamo che «noblesse obblige»: far pa11e della Chiesa è cosa molto elevalS ro


ta e molto ardua. Dobbiamo pensare come pensa la Chiesa, sentire come sente la Chiesa, agire come la Chiesa vuole che agiamo in tutte le circostanze della nostra vita. Questo suppone un senso cattolico reale, una purezza di costumi autentica e completa, una pietà profonda e sincera. In altri termini , suppone il sacrificio di tutta un ' esistenza. E qual è il premio? «Christianus alter Christus». Sarò una riproduzione di Cristo stesso in modo ecce!-

lente. La somi g ianza di Cristo s1 imprimerà, vi va e sacra, nella mia ste.;sa anima. Signore, se la grazi a concessa alla Veronica è grande, quanto maggiore è il favore che mi prometti! Ti chiedo forza e risolutezza per conseguirlo realmente attraverso una fedeltà a tutta prova. Padre Nostro, Ave o Maria, Gloria al Padre. V. Abbi pietà di noi, Signore. R. Abbi pietà di noi. V. Le anime dei f edeli defunti p er la fila misericordia, Signore, riposino in pace. R. A m en.

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VII stazione

Gesù cade per la seconda volta 1-:' Ti adoriamo, o Cristo, e ti beJ1ediciamo. R. Perché con la tua santa croce hai redellfo il mondo.

e

ADERE, distendersi a terra, restare ai piedi di tutti, dare manifestazione pubblica di non aver più forza, queste sono le umiliazioni alle quali hai voluto sottopo11i, Signore, per

mia edificazione. Nessuno ha avuto compassione di te. Hanno raddoppiato le ingiurie e i maltrattamenti. E intanto la tua grazia sollecitava invano un moto di pietà nell'intimo di quei cuori di pietra.


Anche in questo momento hai voluto proseguire la tua Passione per salvare gli uomini. Che uomini? Tutti, anche quanti in quel momento stavano accrescendo in tutti i modi il tuo dolore. Nel mio apostolato, Signore, dovrei continuare anche quando tutte le mie opere fossero abbattute, anche quando tutti si mettessero 111s1eme per attaccarmi, C.\l

anche quando l'ingratitudine e la perversità di coloro a cui voglio fare del bene si volgessero contro di me. Non avrò la debolezza di mutare strada per far loro piacere. Le mie vie possono essere soltanto le tue, cioè le vie dell '011odossia, della purezza, dell'austerità. Ma, sulle tue vie, soffrirò per loro. E continuerò a far loro del bene unendo i miei dolori imper17 ro


fetti al tuo dolore perfetto, al tuo dolore infinitamente prezioso. Perché si salvino, oppure perché le grazie rifiutate si accumulino su di loro come carboni ardenti che chiedono punizione. E' quanto hai fatto con il popolo deici-

da, e con tutti cc 1oro che ti hanno rifiutato fir.J alla fine. Padre Nostro, Ave o 1'1,faria, Gloria al Padre. V. Abbi pietà di noi, Sig nore. R. A bbi pietà di noi. I~ Le anime dei f edeli defunti p er la 111a misericordia, Signore, riposino in pace. R. Amen.

+ VIII stazione

Gesù consola le figlie di Gerusalemme V. Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo. R. Perché co11 la tua santa croce hai redento il mondo.

A

LLORA non sono mancate anime buone, che si rendevano conto dell'enormità del peccato che veniva commesso, e che temevano la giustizia divma. Non assisto anch'io a qualche peccato di questo genere? Attualmente non è assolutamente vero che il Vicario di Cristo è disubbidito, abbandonato, tradito? Non è assolutamente vero

che le leggi, le istituzioni, i costumi sono sempre più ostili a Gesù Cristo? Non è assolutamente vero che si costruisce tutto un mondo, tutta una civiltà fondata sulla negazione di Gesù Cristo? Non è assolutamente vero che la Madonna ha parlato a Fatima indicando tutti questi peccati e chiedendo penitenza? Ma dov'è questa penitenza? Quanti sono coloro che in realtà vedono il peccato e

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cercano di segnalarlo, di denunciarlo, di combatterlo, di disputargli il terreno a palmo a palmo, di levare contro di esso tutta una crociata di idee, di azioni, di forza viva, nel caso sia necessario? Quanti sono capaci di spiegare lo stendardo dell'ortodossia assoluta e senza macchia, nei luoghi stessi in cui si pavoneggia l'empietà, oppure la falsa pietà? Quanti sono quel-

li che vivono in unione con la Chiesa questo momento che è tragico come è stata tragica la Passione, questo momento cruciale della storia, in cui tutta un'umanità sta optando per Cristo o contro Cristo? Mio Dio, quanti miopi preferiscono non vedere né immaginare la realtà che pure si presenta davanti ai loro occhi! Quanta bonaccia sospetta, quanto benessere spiccio-


lo, quanto piccolo piacere di routine! Che piatto saporito di lenticchie da mangiare! Gesù, dammi la grazia di non essere così. La grazia di seguire il tuo consiglio, cioè di piangere per noi e per i nostri. Non un pianto sterile, ma un pianto che si versa ai tuoi piedi e che, reso fecondo

da te, si trasform a per noi in perdono, in energ!e di apostolato, di lotta, di intrepidezza. Padre Nostro, Ave o !',/aria, Gloria al Padre. V. Abbi pietà di noi, Signore. R. Abbi pietà di 11oi. I~ Le a11i111e dei f edeli def1111ti p er la 11111 misericordia, Sig11ore, riposi110 i11 pace. R. A111e11.

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IX stazione

Gesù cade per la terza volta V. Ti adoriamo, o Cristo, e ti be11edicia1110. R. Perché con la tua sa11t11 croce hai redento il 111011do.

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10 SlGNORE, sei più stanco, più privo di forze, più piagato, prn esangue che mai. Che cosa ti aspetta? Sei giunto alla fine? No. Sta per accadere proprio il peggio. Deve ancora essere commesso il crimine più atroce. Devono ancora essere sofferti i dolori più grandi. Sei a terra per la terza volta e, però, tutto quanto precede è

solo una premessa. Ed ecco che ti vedo muovere di nuovo questo corpo che è tutto una piaga. Si produce quanto pareva impossibile, e ancora una volta ti metti in piedi lentamente, anche se ogni movimento è per te un nuovo dolore. Eccoti, Signore, eretto ancora una volta ... con la tua croce. Hai saputo trovare nuove forze, nuove energie, e continui. Tre cadute, tre

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identiche lezioni di perseveranza, ciascuna più penetrante e più significativa dell ' altra. Perché tanta insistenza? Perché la nostra vigliaccheria è insistente. Decidiamo di prendere la nostra croce, ma la vigliaccheria torna sempre alla carica. E perché essa restasse senza pretesti nella nostra debolezza, hai voluto ripetere tu stesso tre volte G1 21

questa lezione. Sì , la nostra debolezza non ci può servire di pretesto. La grazia, che Dio non rifiuta mai, può quanto le forze semplicemente naturali non potrebbero. Dio vuole essere servito tino all'ultimo respiro, tino al venir meno dell ' ultima energia, e moltiplica le nostre capacità di soffrire e di agire,

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perché la nostra dedizione giunga ai limiti dell ' imprevedibile, dell'inverosimile, del miracoloso. La misura di amare Dio consiste nell'amarlo senza misure, ha detto san Francesco di Sales. Noi diremmo che la misura di lottare per Dio consiste nel lottare senza misure. Ma io, come mi stanco presto! Nelle mie opere di apostolato il più piccolo sacrificio mi ferma, il più piccolo sforzo mi fa paura, la più piccola lotta mi mette in fuga. Sì, l'apostolato mi piace. Un apostolato completamente conforme alle mie preferenze e alle mie fantasie, al quale mi dedico quando voglio, come voglio, perché voglio. E poi credo di aver fatto un'enorme elemosina a Dio. Ma Dio non si accontenta di questo. Per la Chiesa vuo-

le tutta la mia vita vuole organizzazione, vuo le sagacia, vuole intrepidezza, vuole l'innocenza della colomba ma anche l'astuzia del serpente, la mitezza dell'agnello ma anche l'impeto irresistibile e terribile del leone. Nel caso sia necessario sacrificare carriera, amicizie, legami di parentela, vanità meschine, abitudine inveterate, per servire il nostro Signore, devo farlo. Infatti, questo momento della Passione mi insegna che a Dio dobbiamo dare tutto, assolutamente tutto, e dopo aver dato tutto dobbiamo ancora dare la nostra stessa vita.

Padre Nostro, Ave o k faria, Gloria al Padre. V. A bbi pietà di 11oi, Sig11ore. R. Abbi pietà di 11oi. V. Le anime dei f edeli defunti p er la tua misericordia, Signore, riposino i11 pace. R.Amen.


+

X stazione

GesĂš spogliato delle vesti V. Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo. R. PerchĂŠ cou la tua santa croce ltai redento il 1110 11110.

S

f, TUTTO, assolutamente tutto. Per amore di Dio e per la salvezza delle anime dobbiamo

soffrire fino alla vergogna. In questo consiste la prova. Il Pmo per eccellenza è stato spogliato, e gli impmi lo han-

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no schernito nella sua purezza. E il nostro Signore ha resistito alle beffe dell'impurità. Non sembra senza significato il fatto che resista alla beffa chi ha già resistito a tanti tormenti ? Ma ci era necessaria anche questa lezione. A causa del disprezzo di una domestica, san Pietro ha negato. Quanti uomini hanno abbandonato nostro Signore per paura del ridicolo! Infatti, se vi sono persone che vanno in guerra a esporsi ai colpi e alla m011e per non essere scherniti come vigliacchi , non è assolutamente vero che certi uomini hanno

più paura di un a I sata che di qu alsias i a ltra co~a? Il di v ino Ma1_;stro ha affrontato il ridicolo. E ci ha insegnato che niente è ridicolo quando è nella linea della v irtù e del bene. Insegnami, Signore, a riflettere in me la maestà del tuo aspetto e la forza della tua perseveranza, quando gli empi vogliono usare contro di me l'arma del ridicolo. Padre Nostro, Ave o Maria, Gloria al Padre. V. Abbi pietà di 11oi, Signore. R. Abbi pietà di 11oi. V. Le anime deifetle/i defunti p er la tua misericordia, Signore, riposino in p ace. R. A111e11.

+

XI stazione

Gesù inchiodato sulla croce V. Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo. R. Percl,é co11 la tua .rn11ta croce !, ai redento il 111011do.

P

ER TE, mio Signore, l' empietà ha scelto il peggiore dei tormenti finali. Sì , il peggiore, perché

è quello che fa morire lentamente, quello che produce sofferenze maggiori, quello che era più infamante in

e.i:1 24 ro


quanto era riservato ai criminali più abbietti. Tutto è stato predisposto dall 'inferno per fa11i soffrire, sia nell 'anima che nel corpo. Quest 'odio immenso non contiene per me nessuna lezione? Povero me, che non la comprenderò mai a sufficienza senza giungere a esser santo. Fra te e il Demonio, fra il bene e il male, fra la verità e l'errore, vi è

un odio profondo, irriconciliabile, eterno. Le tenebre odiano la luce, i figli delle tenebre odiano i figli della luce, la lotta fra gli uni e gli altri durerà fino alla consumazione dei secoli , e non vi sarà mai pace fra la stirpe della Donna e la stirpe del Serpente ... Per comprendere l' estensione incommensurabile, l'immensità di questo

Gl 25 ro


odio, si osservi tutto quanto _cardare a i piedi de lla croce. ha osato fare. Ecco il Figlio Perché si amo fa tti in modo di Dio trasformato, nell'e- ta le, e il liberalismo ci ha sfispressione del la Scrittura, in gurati a tal punto, da essere un lebbroso nel quale non vi sempre propensi a dimentiè niente di sano, in un essere care questo aspetto impreche si contorce come un ver- scindibile della Passione. me sotto l'azione del dolore, Lo sapeva bene la Vergine detestato, abbandonato, in- delle Vergini , la Madre di tutchiodato su una croce fra due ti i dolori, che partecipava a lvolgari ladroni. Il Figlio di la Passione vicina a suo Dio: che grandezza infinita, Figlio . Lo sapeva bene inimmaginabile, assoluta, si l' Apostolo vergine che ai racchiude in queste parole! piedi della croce ha ricevuto Ma ecco quanto l'odio ha Maria come Madre, e con ciò osato contro il Figlio di Dio! ha avuto il maggior legato E tutta la storia del mon- che mai fu dato a un uomo di do, tutta la storia della ricevere. Infatti , vi sono cerChiesa non è altro che questa te verità che Dio ha riservato lotta inesorabile fra quanti ai puri e nega agli impuri . Madre mia, nel momento sono di Dio e quanti sono del Demonio, fra quanti sono in cui perfino il buon ladrone della Vergine e quanti sono ha meritato perdono, chiedi a del Serpente. Lotta nella qua- Gesù di perdonarmi tutta la le non vi sono soltanto equi- cecità con cui ho preso in voci dell'intelligenza, non vi considerazione l'opera delle è soltanto debolezza, ma an- tenebre che si trama attorno a che malizia, malizia delibe- me . rata, colpevole, peccaminosa, nelle schiere angeliche e Padre Nostro, Ave o Maria, Gloria al Padre. umane che seguono Satana. V. A bbi pietà di 11oi, Sig11ore. Ecco quanto bisogna dire, R. A bbi pietà di 11oi. V. l e anime dei f edeli def1111ti p er la tua notare, ricordare, sottolinea- misericordia, Signore, riposi110 i11 pace. re, proclamare, e di nuovo ri- R. A m en. c.8. 26 ro


+

XII stazione

Gesù muore sulla croce V. Tt adoriamo, o Cristo, e ti he11edicia1110. R. Perché co11 la tua santa croce Imi rede11to il 111011do.

I

NFINE è arri vato il vertice di tutti i dolori. E' un ve rti ce tanto alto che è avvo lto dalle nubi del

mi stero. I patimenti fisici hanno toccato il loro massimo. Le sofferenze morali hanno raggi unto il loro ap ice.

G1 27 f,G)


Un altro tonnento doveva costituire il culmine di un dolore così inesprimibile: «Mio Dio, mio Dio, perché mi hai abbandonato?». In un certo modo misterioso lo stesso Verbo Incarnato è stato afflitto dal tormento spirituale del(' abbandono, in cui l'anima non ha consolazioni da Dio. E questo tormento è stato tale che colui, del quale gli Evangelisti non hanno registrato una sola espressione di dolore, ha emesso quel grido lancinante: «Mio Dio, mio Dio, perché mi hai abbandonato?». Sì, perché? Perché, se era l'innocenza stessa? Abbandono terribile seguito dalla mo11e, e dal turbamento di tutta la natura. II sole si è oscurato. II cielo ha perso il suo splendore, La terra ha tremato. Il velo del Tempio si è strappato. La desolazione ha coperto tutto l'universo. Perché? Per redimere l'uomo. Per distruggere il peccato. Per aprire le po1te del Cielo. Il

vertice della sofferènza è stato il ve1tice dell a , ittoria. La morte era m01ta. La terra purificata era come un grande campo ripulito perché su di essa si edificasse la Chiesa. Quindi, tutto questo è successo per salvare. Salvare gli uomini . Salvare l'uomo che io sono. La mia salvezza è costata tutto questo prezzo. E io non dovrei risparmiare più nessun sacrificio per garantire una salvezza così preziosa. Gesù, per l'acqua e per il sangue versati dal tuo divino costato, per la piaga del tuo Cuore, per i dolori di Maria Santissima, dammi forze per distaccarmi dalle persone, dalle cose che mi possono allontanare da te. Oggi muoiano, inchiodate sulla croce, tutte le amicizie, tutti gli affetti, tutte le ambizioni, tutti i piaceri che mi separavano da te. Padre Nostro, Ave o Maria, Gloria al Padre. V. A hhi pietà di 11oi, Siguore. R. Abbi pietà di 11oi. V. Le ,111i111e dei f edeli defu11ti per la tua misericordia, Sig11ore, riposi110 i11 pace. R. A111e11.

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+

XIII stazione

GesĂš deposto dalla croce I< Tt adoriamo, o Cristo, e ti be11edicia1110. R. PerchĂŠ co11 la tua santa croce hai redelllo il 111011do..

S

IGNO RE, ti attende il riposo de l sepolcro. N e ll e o mbre de ll a morte ha i aperto ai giusti del

limbo il C ielo, mentre sull a terra, attorno a tua Madre, si riuniscono a lcuni fede li per tributarti onoranze fu nebri .

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Nel silenzio di questi _momenti vi è un primo lume di speranza che nasce. Questi primi omaggi che ti sono resi costituiscono il segno inaugurale di una serie di atti d'amore dell'umanità redenta, che si perpetueranno fino alla fine dei secoli. Quadro di dolore, di desolazione, ma anche di molta pace. Quadro in cui si presagiva qualcosa di trionfale nelle attenzioni indescrivibili con cui è trattato il tuo corpo divino. Sì, quelle anime pie partecipavano al dolore, ma qual-

cosa faceva loro p esentire in te il trionfatore g lc,rioso. Signore, possa anch ' io , nelle grandi desolazioni della Chiesa, essere sempre fedele , essere presente nelle ore più tristi, conservando la ce1tezza incrollabile che la tua Sposa trionferà per la fedeltà dei buoni, poiché l'assiste la tua protezione . Padre Nostro, Ave o Maria, Gloria al Padre. V. Abbi pietà di noi, Signore. R. A bbi pietà di noi. V. Le anime tlei f edeli defunti per la tua misericordia, Signore, riposin o in pace. R. A men.

+

XIV stazione

Gesù posto nel sepolcro V. Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo. R. Perché con la ltm santa croce lwi redento il mondo.

L

A PIETRA è stata messa al suo posto. Tutto sembra finito. E' il momento in cui tutto comincia. E' il radunarsi degli Apostoli. E' il rinascere delle

dedizioni, delle speranze. La Pasqua si avvicina. Nello stesso tempo l'odio dei nemici gira attorno al sepolcro e a Maria Santissima e agli Apostoli.

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Ma ess i non hanno paura. E fra poco brill erà il mattino dell a Ri surrezione. Signore Gesù, possa anch' io non ave r paura. Non ave r paura quando tutto sembrerà irrimedi abilmente perduto. No n ave r paura quando tutte le fo rze dell a terra sembreranno nelle mani dei tuoi nemici . Non aver paura perché sono a1 pi edi de ll a ~ 31

Madonna, vicino all a quale si raduneranno sempre, e sempre di nuovo, per nuove vi ttorie, g li autenti ci seguac i dell a tua Chi esa.

Patire Nostra, A l'e o Maria, Glorifl al Patire. V. A bbi pietà di noi, Signore. R. A bbi pietà di noi. V. l e anime dei f edeli tlef 1111ti per la tua misericordia, Signore, riposino i11 pace. R. A men.

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Titolo ori gi na le dell ' opera: Via Sacra. La versione originale è stata pubblicata su Catol ici smo, San Paolo, Brasile, marzo 195 I. Con li ce nza ecc lesiastica . Traduzione di Giovanni Cantoni . © Assoc iaz ione Luci sull 'Est Via Savoia, 80 - 00198 Roma www. luc isull est.i t

Stazioni della Via Crucis: J. Beau (Paris).

Spunti - Trimestrale di collegamento con g li assoc iati a l progetto "L uci su ll 'Est" Direnore responsabile: A lberto Carosa Anno X lii , n° 2b - Marzo 2006 Cont iene CD Redazione e amministrazione: Via Savoia, 80 - 00198 Roma Tel.: 06 8535 2164 - Fax: 06 8534 523 1 C.C.P. 955005 (intestato a Luci sull 'Est) Aut. Trib. Roma n° 495 del 2 1-8-1 99 1 - Sped. in Abb. Posta le Per di stribuzione gratuita. Ed izione limitata e fuori com mercio , non può essere venduta . Diseg no: Fe li pe Barandiaran Stampa: Henargraf S.L. Madrid

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PLINIO C ORRÈA DE OLIVEIRA

(1908-1995): «Con la coerenza della sua vita di autentico cattolico, Plinio Correa de Oliveira ci offre una conferma della fecondità della Chiesa» (Cardinale Alfons Maria Stickler, nella prefazione all'opera «Il Crociato del secolo XX» dì Roberto de Mattei , Piemme, 1996). Uomo d'azione, il Prof. Correa de Oliveira fu pensatore cattolico, scrittore, professore di Storia Moderna e Contemporanea alla Pontificia Università di San Paolo, giornalista e conferenziere. Nel 1960 ha fondato la Società per la Difesa della Tradi zione. Famiglia e Proprietà, di cui fu presidente fino alla sua morte, nel 1995. Uomo di vita interiore, Egli era conscio che la sua vasta opera non sarebbe stata possibile senza una intensa e fil iale devozione verso la Madre di Dio, e una fiducia nel messaggio di Maria a Fatima : «Alla fine , il Mio Cuore Immacolato trionferà !» I testi qui presentati testimoniano il suo profondo amore per la Chiesa e la Civiltà Cristiana .


Luci sulrEst Via Savoia, 80, 00198 Roma Te!.: 06 8535 2164, Fax: 06 8534 5231, www.lucisullest.it

Nella Quaresima, tempo di penitenza e preparazione alla Pasqua, Luci sull'Est Le offre una meditazione della Via Crucis, scritta dal noto pensatore cattolico brasiliano Plinio Correa de Oliveira. In essa la forza poetica e descrittiva delle parole ci porta a rivivere le sofferenze di Nostro Signore, fisiche ma soprattutto spirituali e ci ricorda che ogni volta che soffriamo per la fede, per il male che abbonda sulla terra, per le empietà che si compiono quotidianamente, siamo «alter Christus }), un altro Cristo. In Lui si è compiuta la

volontà del Padre, la Passione ma anche la gloria trascendente della Risurrezione, dando anche a noi la certezza che il nostro destino di cristiani si compirà, come nelle sofferenze di questo mondo anche nella gloria che deve esser rivelata. Con questi sentimenti Le auguriamo una proficua meditazione e ancor più di veder abbondare i frutti spirituali che per mezzo di Maria, Madre Sua e Madre Nostra, distribuisce copiosi.


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