Anno I | Numero 2 | Dicembre 2021
nonna ANNA in cucina con
S P E C I A L E N AT A L E
Inserto omaggio allegato al numero odierno di Giornale di Merate, Giornale di Lecco
È tempodi Feste
Menù e consigli per un Natale da gustare con la tua famiglia
GUIDA AI RISTORANTI I migliori ristoranti nel nostro territorio CREA E DECORA il tuo dolce calendario dell’avvento
Sommario
La tavola delle feste
Mise en place, colori e oggetti Così la magia è servita
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I menù della tradizione La ricetta della deliziosa seupa à la vapelenentse
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Lasagne al ragù Un grande classico
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20 Rotolini al salmone con peperoni, olive e robiola
Nel solco della tradizione: il brodo di carne
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22 Il cotechino, un secondo tradizionale per salutare il nuovo anno
I menù delle feste, la Vigilia Spiedini panati di gamberi e patate
Tortelli e capitone per una cena originale
I menù delle feste, Capodanno
Dolci
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25 Le prelibatezze della tradizione
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I menù delle feste, il Natale
I consigli
Agnolotti piemontesi per un pranzo da re
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29 Per un Natale più sereno pianificare è essenziale
La Lombardia servita a tavola: il rinomato cappone ripieno
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30 Calendario dell'avvento con la pasta biscotto
Cavatelli alle cime di rapa
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31 Tronchetto di Natale Buono, d'effetto e facile da realizzare
I menù delle feste, Santo Stefano Pennette allo spumante
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Secondo piatto sfizioso, il polpettone di carne
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Cin cin
32 Un brindisi gustoso per il nuovo anno
Editore: Dmedia Group Spa | Via Campi 29/L | Merate (LC) | Finito di stampare: Novembre 2021 | Stampa: Tiber Spa - Via Volta 179 | 25124 | Brescia (BS) Pubblicità: Publi iN - Via Campi 29/L | Merate (LC) - 039.99891 | Inserto omaggio alle testate Netweek
La tavola delle feste 2
Decorazioni natalizie
Mise en place, colori, oggetti: così la magia... è servita a tavola Non basta una tovaglia rossa: il segreto è dosare i diversi elementi partendo dalla tradizione, per rievocare lo spirito che da anni riunisce famiglie e amici. Spazio alla fantasia
La cura dei dettagli è fondamentale quando si parla di decorare la tavola in occasione delle feste di fine anno: inutile negarlo, cene e veglioni assumono tutto un altro sapore se si consumano avvolti da una vera e propria atmosfera natalizia. No, non basta soltanto una tovaglia rossa con riporti dorati: tutto si gioca su combinazioni di colori, abbinamenti e oggetti. Attenzione però a non abbondare: il segreto è trovare la giusta proporzione. Mixare con sapienza i diversi elementi contribuirà a creare uno stile magico e unico.
i consigli
Un ottimo punto di partenza è senza dubbio la tradizione: piccoli oggetti e dettagli che raccontano la storia della famiglia, rievocando uno spirito che da anni si rinnova e riunisce i componenti a tavola, spesso dopo molti mesi trascorsi lontano. Da qui si comincia con la mise en place, che dev'essere impeccabile: tovagliolo al centro, magari con un segnaposto personalizzato per ogni membro; forchetta a sinistra, coltello a destra, bicchiere a un centimetro dalla punta del coltello. Tornando ai colori: il rosso è certamente la nuance delle feste per eccellenza, ma attenzione agli abbinamenti. A seconda delle tonalità delle pareti e dell'arredo, se si vuole creare continuità si può optare per una sfumatura diversa, magari limitando il rosso e l'oro alle decorazioni. Un suggerimento controcorrente, in tal senso, porta a colori delicati o pastello, da abbinare all'argento di qualche oggetto tipicamente natalizio, per una tavola più giovane. Se l'ambiente circostante lo permette, si può osare anche con tocchi di verde acido, viola o arancione; mentre per gli amanti del classico, si va sul sicuro con la tavola di Natale bianca e rossa: non passa mai di moda, è delicata, difficilmente stona con altre nuance. Dopo aver pensato all'aspet-
LA TAVOLA DELLE FESTE
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QUESTIONE DI DETTAGLI Un centrotavola fai da te per impreziosire l'ambiente
to cromatico, si arriva al "design" della tavola. In questo caso il consiglio è di procedere con uno stile minimalista. Meglio limitarsi a posate essenziali, centrotavola non troppo ingombranti, poche decorazioni a scelta: dai Una regola classici elementi nanon scritta: talizi come le pigne ai non esagerare: rametti d'abete, ai più pochi oggetti, audaci accessori marini se avrete la posma curati sibilità di festeggiare il Natale in una località marittima. Generalmente si tende a dare continuità tra tavola e albero di Natale, l'altro grande protagonista delle nostre stanze: un segreto non così segreto è decorare la tavola con addobbi che si ritrovano anche appesi all'albero. Un'idea molto originale porta all'utilizzo di piantine, specialmente se la tavola è molto grande. Dimentichiamo qualcosa? Beh, le luci: c'è chi ne è talmente innamorato da non limitarsi a riempire l'albero e le pareti. Metterle a tavola? Basta che non ingombrino: si possono usare per esaltare il centrotavola.
Il rosso è il colore della tradizione per eccellenza, ma sono possibili diversi accostamenti cromatici per esaltare l'ambiente circostante
Come valorizzare ulteriormente la propria tavola di Natale, in modo da fare un figurone con i propri ospiti? Creando un centrotavola vintage, da poter realizzare anche in autonomia e in poco tempo. Si può ad esempio puntare sul legno, materiale caldo per eccellenza, ideale per creare un'atmosfera più intima e rilassante. Questa soluzione può essere arricchita con decori tipici della tradizione: pigne, rami e bacche. Elementi da ritrovare poi anche a tavola, come segnaposto. Un altro centrotavola molto particolare si può creare rispolverando le vecchie palline di Natale e inserendole in vasi di cristallo di varie dimensioni: questi addobbi si possono "dislocare" anche sul resto della tavola o legare anche ai bicchieri, magari in pendant con l'albero di Natale e abbinati alla tovaglia.
Segnaposti, candele, sedie: la creatività è d'obbligo Qualcuno ha detto segnaposto? Si può creare in autonomia con le vecchie palline di Natale. Bisogna assicurarsi che siano ancora munite di filo; agganciatevi poi un cartoncino con il nome dell'invitato. Oppure personalizzatele e legatele al gambo dei bicchieri da vino, con un colore diverso per ogni persona. Un altro grande classico della tavola sono le candele, le principali artefici della magica atmosfera natalizia. I portacandele, poi, sono accessori ideali per decorare la tavola e abbinarsi ai colori delle tovaglie. L'ultimo tocco? Le sedie. Non bisogna dimenticarle, ma decorarle aggiungendo cuscini natalizi o coprendo lo schienale con alcuni nastri.
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MENù DELLE FESTE | VIGILIA
Le portate principali
I tortelli e il capitone per una cena originale e ricca di storia un mix di sapori
Il condimento per eccellenza è il burro fuso aromatizzato con la salvia. Spesso si accompagna con il soffritto di cipolla e la salsiccia di maiale
I tortelli alla zucca sono molto comuni nelle tavole della Vigilia. La ragione è legata al precetto religioso che vietava il consumo della carne il giorno prima del Natale, ma si spiega anche con le ristrettezze economiche delle famiglie povere che, impossibilitate ad acquistare la carne, sceglievano un ripieno decisamente più economico come quello della zucca. Sarà proprio la corte dei Gonzaga a riabilitare un prodotto a km zero e a introdurlo anche nei contesti fastosi dei banchetti. Nel Mantovano e nel Cremonese, dove il piatto trae le sue origini, i tortelli alla zucca vantano un gioco di equilibri perfetto tra il sapore dolce dell'ortaggio, il salato del formaggio grana, il dolce-amaro degli amaretti e il piccante della mostarda. A Piacenza, invece, sono tipici i tortelli di zucca e ricotta. La ricetta mantovana è forse quella più semplice da riproporre a casa. Per ottenere il piatto perfetto è necessario partire da un'ottima materia prima: la zucca mantovana, oppure delica, ricca di gusto e poco acquosa, ideale per arrivare alla cremosità tipica del ripieno. La sfoglia all'uovo dovrebbe I Gonzaga essere ritagliata a forma di quadrato, per rispettare la di Mantova tradizione. Lo spessore deve furono tra i essere da sottile a medio. primi a vedere Nelle altre declinazioni rele potenzialità gionali, invece, la forma del della zucca tortello può essere a cappellaccio, rotonda, rettangolare, a mezza luna oppure ritorta. Amaretti e mostarda completano il ripieno, secondo la tradizione mantovana, che va chiuso con delicatezza nell'abbraccio di pasta.
L'origine La nascita del tortello di zucca è intrecciata con la storia delle grandi famiglie dell’epoca delle signorie. Dagli Estensi di Ferrara ai Gonzaga di Mantova passando per i Farnese di Parma e Piacenza, fino ad arrivare ai Pallavicino di Parma e ai Visconti di Reggio Emilia: tutti assaggiarono la pasta dal ripieno dolce. La zucca fece la sua comparsa in Europa nel Rinascimento grazie alla scoperta dell'America.
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Il capitone campano Molto amato dall’imperatore Federico II di Svevia, il capitone ha anche un ruolo storico: venne infatti inserito nel menù del pranzo che si tenne durante l’assemblea plenaria dei funzionari regi, il "Colloquium generale", nel 1240. Piatto tipico della cucina napoletana, il capitone, secondo la tradizione, scoraggia il male e la sfortuna, da sempre emblematica-
mente sintetizzati nella figura del serpente. Per questo il pesce della famiglia delle anguilla è un vero must della tavola natalizia campana ma anche pugliese. L’animale, che può sopravvivere sia in acque dolci sia in acque salmastre, restando nel luogo scelto fino a oltre i 50 anni, e che riesce a resistere fuori dall’acqua per circa 48 ore, viene proposto in ricette tradizionali con diversi metodi di cottura, come la frittura. In questo caso, il pesce viene tagliato in tranci di circa dieci centimetri e viene infarinato da entrambi i lati per poi passare alla frittura nell'olio. I pezzi vengono poi lasciati asciugare sulla carta assorbente, insaporiti con foglie di alloro e serviti caldissimi. Nel caso in cui il capitone fritto dovesse avanzare, può essere cucinato come capitone alla scapece: bisogna solo preparare una marinata di olio, aceto, aglio e menta, un mix che conserva perfettamente anche gli ortaggi fritti. La variante del capitone in umido prevede invece circa due ore e mezza per la preparazione tra la cottura e l'ammollo dell'animale nell'aceto. Si può cuocere anche in forno, sempre tagliandolo a pezzi e stendendolo su un letto di alloro per 45 minuti a 180°.
Tradizione vuole che il capitone venga acquistato vivo al mercato del pesce il giorno prima della Vigilia. Il pesce deve essere cucinato e mangiato nella stessa giornata
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menù delle feste
RICETTE TRADIZIONALi DELLA VALLE D'AOSTA tempo
35 minuti
Risotto alla Fontina Dop con crumble di pane, pere e noci
cottura
15-18 minuti
La freschezza e gli aromi dello Chardonnay si sposano alla perfezione con il piatto
portate
4 persone
difficoltà bassa
ingredienti • • • • •
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350 g di riso carnaroli 1 scalogno piccolo 2 pere abate piccole 180 g di Fontina Dop 1 bicchierino di grappa di pere o 1 bicchiere di vino bianco 40 g di burro olio extravergine di oliva 1 fetta di pane di segale 40 g di gherigli di noce 1 ciuffetto di timo sale, pepe
preparazione Per preparare il risotto iniziare a frullare la fetta di pane senza polverizzarla, spezzettare le noci e sfogliare il timo. Scaldare poi due cucchiai di olio in una padellina anti-aderente facendoci saltare il pane con le noci e il timo per 3-4 minuti finché non risulta dorato e fragrante. Condire il tutto con sale e pepe, togliere dal fuoco e versare in una ciotola. Tritare lo scalogno. Sbucciare le pere, privandole del torsolo, e tagliarle a cubetti di 1 cm circa. Scaldare quindi il brodo. Far fondere 20 g di burro in una pentola dal fondo spesso, unire lo scalogno e farlo appassire dolcemente per 2-3 minuti. Unire il riso, tostarlo e, quando i chicchi saranno caldi e translucidi, saltarli sfumando con l’alcol scelto. Bagnare il riso con un mestolo di brodo e proseguire la cottura mescolando spesso e unendo poco brodo alla volta. Dopo circa 10 minuti, unire le pere e portare il riso a cottura. Quando è al dente, unire la Fontina Dop e aggiungere un ultimo mestolino di brodo. Mescolare per far fondere il formaggio, spegnere il fuoco e mantecare con il burro. Impiattare poi il risotto spolverizzandolo con il crumble di pane. Profumarlo infine con una macinata di pepe e servire.
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MENù DELLE FESTE | CAPODANNO
una tradizione
CONTORNI PER STUPIRE
il cotechino
Lenticchie agli aromi: buone e portafortuna Facendo parte dei legumi con tutta la ricchezza di proteine e fibre, le lenticchie possono essere una valida alternativa di secondo piatto, perfetta per i commensali che non mangiano carne. Sono, per tradizione, l'accompagnamento ideale per il cotechino ma possono essere consumate anche in deliziose zuppe invernali. Per prepararle aromatizzate, è necessario disporre di bacche di ginepro, foglie di alloro e chiodi di garofano. Si comincia con il soffriggere gli aromi e la cipolla, arricchendo il tutto con dadini di pancetta (per una ricetta non vegetariana), si aggiungono poi le lenticchie secche già ammollate e si lascia insaporire. Si sfuma con il vino rosso e si procede la cottura mettendo di tanto in tanto un mestolo di brodo per circa 45-60 minuti. Si aggiusta infine di sale e pepe, e il contorno è pronto.
tempo
15 minuti
cottura
150 minuti
ingredienti • • • • • • • •
1 cotechino di 600 g 400 g di lenticchie 1 cipolla 2 coste di sedano 20 g di burro 2 cucchiai d'olio sale q.b. pepe q.b.
preparazione Avvolgere il cotechino nell'alluminio, praticare dei fori con una forchetta e poi immergerlo in acqua fredda, lasciandolo sobbollire per due ore. In un'altra pentola, sempre in acqua fredda, porre le lenticchie, mezza cipolla, una costa di sedano e un pizzico di sale. Portare a ebollizione e far cuocere a fuoco basso per circa un'ora. Tritare la cipolla e il sedano rimasti e rosolarli in un tegame con l'olio e il burro, aggiungendo le lenticchie e regolando di sale e pepe. Spellare il cotechino ancora caldo e tagliarlo a fette, infine servire sopra le lenticchie.
portate
4 persone
difficoltà bassa
Il consiglio Tante varianti per piatti da gustare Esistono molti modi per dare una svolta a una specialità della tradizione come il cotechino. Può essere inserito in una vellutata di patate al tartufo, oppure accompagnato con verze, gnocchetti di patate, lenticchie. Sfiziose anche le selezioni di primi: tra queste i bucatini con ragù di cotechino e noci o il pasticcio di verze e castagne.
La bontà tutta francese delle patate duchessa Il contorno più saporito e versatile di sempre: le patate. Per cambiare e non riproporre le seppure buonissime patate al forno, la ricetta di origine francese è un'opzione originale e molto decorativa. La preparazione è semplice: dopo aver cotto le patate, si riducono in purea con un passaverdure, si aggiunge al composto il burro e si unisce parmigiano, sale, pepe, noce moscata e due tuorli. Si trasferisce il tutto in una tasca da pasticciere con bocchetta a stella. Su una teglia foderata con carta da forno, si vanno a spremere dei piccoli ciuffetti di purea del diametro massimo di 5 cm. Si lasciano in forno preriscaldato per 15 minuti a 200° e poi si servono ben caldi.
Dolci 25
IL TORRONE Le nobili origini del dolce per le nozze di Sforza e Visconti
i dolci della tradizione
Pandoro e panettone sono tipici delle feste natalizie
Panettone e pandoro non possono mancare sulle tavole degli italiani durante le feste natalizie. La tradizione del panettone affonda le sue radici fin nel Medioevo, quando si era soliti festeggiare il Natale con un pane più ricco di quello di tutti i giorni. Ecco allora che uvetta e canditi sono diventati gli ingredineti celebri di questo dolce così caratteristico. Tipico della tradizione milanese, il panettone divide i suoi estimatori tra i puristi che lo vogliono assolutamente con i canditi e chi invece lo preferisce senza. Rivale indiscusso non può essere altro che il pandoro: di origine veronese, con la classica forma di una piramide tronca a otto punte, è sicuramente il più amato dai bambini. A differenza del panettone, si offre anche in diverse varianti: in molti infatti lo farciscono con creme al mascarpone o di vario genere, arricchendolo con frutta fresca e aggiungendo allo zucchero a velo anche della polvere di cacao.
Il nome del Pandoro deriva dalla lingua veneta "pan de oro", in omaggio all'antica abitudine dei ricchi veneziani di impreziosire il pane con foglie d'oro
Per gli amanti del cioccolato, le feste natalizie vogliono dire una cosa sola: torrone! Amato da grandi e bambini, questo dolce accontenta tutti i palati: cioccolato fondente, al latte, bianco, classico con le nocciole ma anche con i pistacchi, con i cereali, e chi più ne ha più ne metta. La storia della specialità ha diversi secoli alle proprie spalle. Leggenda narra infatti che le sue origini siano legate - a detta dei cremonesi - al matrimonio di Francesco Sforza e Bianca Maria Visconti avvenuto nel XV secolo: il dolce sarebbe nato proprio per celebrare la loro unione. Il nome "torrone" deriverebbe dalla forma del campanile del Duomo di Cremona che all'epoca era chiamato "Torrione". C'è da dire che anche i francesi ne contendono la paternità, così come arabi e cinesi. Qualunque sia la sua origine, sta sempre bene sotto l'albero.
La variante siciliana Il nome è lo stesso, ma la composizione è tutta un'altra cosa. È il torrone siciliano, un dolce croccante alle mandorle, tipico del periodo di Natale. In questa specialità, lo zucchero caramellato avvolge deliziose mandorle tostate al profumo di agrumi. Sapori e fragranze tipiche di un luogo incantato si ritrovano assaporando questo dolce così identificativo della Sicilia. Gli ingredienti sono appena tre: mandorle, zucchero e gocce di limone o, in alternativa, di arancia, ma c'è anche chi lo arricchisce con miele o semi di sesamo. Le origini sono quelle della cultura araba che tanto ha influenzato l'isola, e i sapori sono quelli degli agrumi tipici del Sud Italia. Una variante golosa del torrone tradizionale che, a sua volta, si presta a contaminazioni e variazioni sul tema.
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tradizioni regionali
secca, uvetta, cannella e canditi. Il nome di questo dolce deriva dal tedesco e vuol dire "raramente", perché lo Zelten si faceva, appunto, raramente: una volta all'anno, solo a Natale.
L'Italia è ricca di tradizioni. Anche in ambito culinario questa abbondanza si riflette nelle riParrozzo, cette regionali che contraddiCalzoncelli, stinguono le festività dell'anBossolà no. A Natale dunque c'è spazio e Zelten per affiancare ai dolci classici, gli struffoli campani anche quelli della tradizione. In Abruzzo c'è il Parrozzo, un In Campania, sulle tavole del dolce dalla forma semisferica che giorno di Natale, non possono prende origine dal cosiddetto "pane mancare gli struffoli, palline di pasta rozzo": all'impasto di granoturco, si aggiundolce, fritte e poi intinte nel miele, decorate gono mandorle e una copertura di cioccolato con frutta candita e zuccherini colorati. Per fondente. In Lombardia, tra i dolci natalizi, prepararli per 6 persone bisogna innanzitutto spicca la Bossolà, una ciambella soffice e vasetacciare 450 g di farina con un pizzico di saporosa di origine bresciana: è un simbolo di le, aggiungendo 3 uova, 3 cucchiai di zucchebuon auspicio che rimanda all'idea della rinaro semolato e 90 g di burro. Lavorare quindi scita. La Basilicata invece trova nei Calzoncell'impasto a lungo, avvolgerlo in una pellicola li la sua tipica prelibatezza natalizia: tegolini e metterlo a riposare un'ora in frigo. Trasfordi pasta sfoglia realizzati con farina di grano, mare l'impasto in un cilindro, tagliandolo in chiusi a fagottino e ripieni di crema di ceci o piccoli pezzi. Scaldare un litro d'olio di semi castagne. Una volta fritti, si ricoprono di zucin una padella a bordi alti e friggere gli strufchero a velo o miele. In Trentino Alto Adige infoli con una schiumarola. Scaldare 300 ml di vece si mangia lo Zelten, una specialità tipica miele d'acacia in padella, quindi aggiungere sudtirolese che prevede una torta con frutta le palline colorate.
In Liguria
La tradizione ligure presenta tra i suoi piatti tradizionali natalizi il rinomato pandolce genovese, conosciuto persino presso i Paesi anglosassoni con il nome di Genoa Cake. Si tratta di un impasto lievitato più o meno alto e poi arricchito con canditi, uvetta e pinoli. Se la versione cinquecentesca originaria prevedeva una lievitazione naturale, e quindi un volume maggiore, oggi è invece molto diffusa la variante schiacciata.
Il panforte
Tra le delizie gastronomiche toscane, non si può non citare il celebre Panforte di Siena, un dolce natalizio a base di noci, mandorle, zucchero, farina e canditi di vario genere. Il più caratteristico è il candito nero di popone, ovvero il melone nero toscano. Il nome di questo dolce ha origini antiche, risale al X secolo quando veniva preparato il panmelato, una focaccia con acqua e farina a cui venivano aggiunte miele e frutta secca. Un'altra particolarità è il colore: può essere bianco se con lo zucchero a velo o nero se ricoperto di spezie.
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Menù del Santo Natale
Cena di Fine Anno
ANTIPASTO: Selezione di affettati locali con giardiniera casalinga Frittatina di salsiccia e friarielli Involtini di asparagi e speck Insalata di mare tiepida Filetti di trota salmonata marinata da noi Composta di gamberetti e arancio PRIMI PIATTI: Risotto alla zucca e pecorino di Pienza Lasagnette al salmone affumicato SECONDI PIATTI: Fritto Misto di mare con patatine Sorbetto all’arancia e zenzero Controfiletto alla maitré d’hotel e misticanza DOLCE: Pannacotta ai frutti di bosco Panettone e pandoro con salsa alla gianduia Caffè - vino in bottiglia - acqua MENÙ BAMBINI con affettato, lasagne, cotoletta e patate, dolce e bibita. € 20
ANTIPASTO: Selezione di affettati locali con sotto’olio Medaglioni di polemta cunscia con mortadella cotta Sformatini di porri e bitto Salmone marinato all’aneto con uva Polpettine al persico e pancetta Seppioline con patate PRIMI PIATTI: Risotto con spumante Franciacorta e melograno Tagliolini ai porcini e gamberetti SECONDI PIATTI: Filetto di carne all’aroma di sambuco e glassa di prugna con patate duchessa Sorbetto al Limone e Brindisi di Mezzanotte DOPO LE 12: Cotecotto con lenticchie Tiramisù al caramello salato Caffè - vino in bottiglia - acqua MENÙ BAMBINI con affettato, lasagne, cotoletta e patate, dolce e bibita. € 20
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Un dolce cammino
Calendario dell'avvento con la pasta biscotto verso la vigilia Per i più piccoli, un'idea divertente è preparare un calendario dell'avvento con i biscotti. Angioletti, fiocchi di neve, alberelli e stelline accompagneranno i bimbi nei 24 giorni di dicembre che precedono il giorno di Natale. Per i nostri 24 biscotti servono 200 g di zucchero a velo, 500 g di farina, 4 tuorli, 250 g di burro e un baccello di vaniglia, mentre per la decorazione è necessario il colorante alimentare, la pasta da zucchero e altre decorazioni alimentari. La preparazione è semplice: prima di tutto realizzare la sabbiatura con il mixer (farina setacciata, un pizzico di sale e burro freddo), poi posizionarla su un piano di lavoro e aggiungere zucchero a velo, semini di vaniglia e, una volta creata la
Questi biscotti durano una settimana, quindi per arrivare a 24 giorni il consiglio è di prepararne 6/7 alla volta, congelando gli altri senza copertura
Ecco come realizzare i 24 dolcetti da scartare ogni giorno con i bimbi fino a Natale. Divertenti, colorati e allegri, sono facili da fare e simpatici da decorare fontana, i tuorli al centro. L'impasto ottenuto va in frigo per mezz'ora, per poi stenderlo e realizzare i biscotti con gli stampini. Prima di passarli in forno, i biscotti hanno bisogno di un'altra mezz'ora in frigo, quindi in forno statico preriscaldato a 170° per 10 minuti o in forno ventilato a 150° per 6-8 minuti. Una volta raffreddati si passa alla decorazione.
La decorazione Dividere in tre il panetto di pasta di zucchero: una parte rimarrà bianca, nella seconda si aggiunge il colorante rosso e nell'ultima un po' di giallo e blu per ottenere il verde. Con il bianco si può ritagliare il fiocco di neve, con il verde gli alberelli, con il rosso fiocchi e regali. Un po' di colla alimentare sui biscotti e il gioco è fatto.
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DOLCETTI FATTI IN CASA Per rendere uniche le feste ci sono le formine natalizie
tronchetto di natale Dolce tipico della tradizione natalizia francese, il tronchetto Buono, di Natale riprende la forma d'effetto del ceppo di legno, simbolo particolarmente caro ai Paee facile da si del Nord Europa. Si tratta realizzare di un rotolo soffice di pasta in casa biscotto farcito con una crema ganache al cioccolato e accompagnato da una divertente guarnizione di scagliette di cioccolato fondente che, oltre a dare un gusto sfizioso al dolce, riproducono anche l'aspetto del ceppo di legno con le sue nervature e "scaglie" di corteccia. Il procedimento per realizzarlo è semplice: prima si crea la pasta biscotto con farina, zucchero, sale, uova, un baccello di vaniglia e un pizzico di miele. Una volta sfornata, si ricopre di ganache al cioccolato (panna e cioccolato fondente), poi si arrotola con della pellicola e si fa rassodare in frigo. Per la decorazione serve temperare il cioccolato, trasferirlo sulla carta da forno, stenderlo e farlo raffreddare. Si possono quindi creare le scaglie, che andranno distribuite sul tronchetto coperto di ganache.
Una spolverata di zucchero a velo, oltre ad addolcire il palato dei commensali, crea anche quell'effetto neve particolarmente adatto nel periodo natalizio
Se è vero che i biscotti al pan di zenzero sono la scelta più rappresentativa durante il periodo natalizio, è altrettanto vero che in cucina ci si può sbizzarrire con le forme per renderli unici. Le formine sono il più valido alleato per tematizzare questi dolcetti. L'omino di pan di zenzero da decorare è un grande classico, così come l'alberello natalizio e l'alce. Ma i più fantasiosi possono sbizzarrirsi con qualsiasi soluzione: fiocchi di neve, stelle, cuori e animaletti di ogni tipo. Le formine per i biscotti sono ormai disponibili in tutte le forme e dimensioni. Ecco allora che sulle tavole potrebbero finire dei pinguini o delle mucche natalizie, paperelle e pesciolini intrusi speciali, ma anche fiori, gattini e chi più ne ha più ne metta. La parola d'ordine è una solo: lasciare spazio alla creatività.
Biscotti di pan di zenzero Se si pensa al Natale, il biscotto più rappresentativo è indubbiamente quello al pan di zenzero. Particolarmente amati nel mondo anglosassone, i Gingerbread hanno però origini nordeuropee. La forma più classica è l'omino di pan di zenzero decorato con la ghiaccia reale, reso famoso - se ancora ce ne fosse bisogno - dal film "Shrek", in cui interpreta un ruolo piuttosto divertente. Tornando alle tavole delle feste, è facile trovare questi biscotti nelle forme che richiamano la magia del Natale e quindi renne, alberelli, stelline e calzette. Oltre a essere in grado di conquistare qualsiasi palato, i dolcetti sono anche un'ottima idea per un pensierino natalizio: un omino di pan di zenzero regala un pizzico di magia e rappresenta in pieno lo spirito di questo tempo.
Cin cin 32
Lo Sforzato di Valtellina vanta il primato come primo passito rosso secco ad aver ottenuto in Italia la Denominazione di Origine Controllata e Garantita (DOCG), nel lontano 2003
Vini valtellinesi
Un brindisi gustoso per il nuovo anno Bottiglie speciali per ogni pietanza Per chiudere in bellezza anche questo lungo anno e dare il benvenuto al prossimo, non può mancare un calice di buon vino. E quale migliore scelta di una selezione di vini valtellinesi che accompagnino ogni pietanza del cenone di Capodanno? La Valtellina è terra di vigneti sin dall'antichità, e la varietà di uva più coltivata è la Nebbiolo, che costituisce la base di ogni vino prodotto nella zona. La peculiarità di queste uve risiede nella loro versatilità: a seconda degli uvaggi a queste abbinati, e alla lunghezza del periodo di essiccazione, la gamma di vini che ne risulta è davvero ampia. Vista la presenza delle specialità valtellinesi nel menù di fine anno, l'ideale è accompagnare i piatti con uno dei rossi che hanno reso così famosa la regione.
Tra le soluzioni più pregiate con cui salutare l'anno passato e accogliere quello futuro c'è il nobile Sforzato di Valtellina da accompagnare a piatti tipici Tra questi, il Valtellina Superiore si adatta perfettamente agli antipasti a base di salumi e formaggi stagionati nostrani, mentre per la portata principale non può mancare il vino più nobile della valle: lo Sforzato di Valtellina, dal profumo intenso, è ottimo abbinato a carni succose e saporite.
Per il dolce
Per un tocco dolce a fine pasto, o in previsione dell'augurale brindisi di mezzanotte, si può optare per un calice di Moscato rosa, ormai prodotto di tendenza del territorio valtellinese. Da accompagnare a dolci secchi, invece, è perfetto un sorso della storica Grappa della Valtellina, icona territoriale di rinomata fama.
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Guida ai ristoranti
Da Max Da Max ha aperto nel 2021 per iniziativa di Massimo Valsecchi, chef con esperienza trentennale nel mondo della ristorazione che, sfidando la pandemia, ha deciso di rimboccarsi le maniche per proporre alla clientela piatti, pizze e pinse negli accoglienti e rinnovati locali di via Mazzini a Calolziocorte. “Lavoro da sempre nel mondo della ristorazione nel rigoroso rispetto della mia filosofia. Tanta cura per la selezione degli ingredienti, rispetto delle tradizioni locali e innovazione. Per questo nel mio locale è possibile gustare dai piatti più semplici della cucina casereccia a specialità di pesce fresco, con arrivi giornalieri. La mia idea di cucina è un po’ diversa da quella degli altri ristoratori: la mia più grande soddisfazione è quella di servire piatti gustosi. Per questo, nonostante presti sempre tanta cura all’impiattamento, pretendo però da me stesso di servire ogni giorno specialità preparate nel rispetto delle ricette originali, con ingredienti di stagione”. Al ristorante Da Max lo chef consiglia tutti i piatti della tradizione italiana, dal gnocco fritto con salumi agli spaghetti allo scoglio con gamberoni e scampo: “Tuttavia in carta, non mancano mai il riso con il pesce persico del Lario, il lavarello del nostro lago e specialità di carne della tradizione lombarda come la salamella alla brace su letto di porcini e polenta taragna”. Da provare tutte le pizze, le pinse e le specialità senza glutine. In cantina vini fermi e mossi da tutta Italia; oltre alle bollicine di casa nostra, non manca, per il brindisi finale, una nota marca di Champagne. Infine, ogni giorno dalle ore 6 è operativo anche il servizio bar. Il ristorante è aperto a pranzo con menù fisso.
Le nostre specialità
Chef Max è uno dei punti di riferimento sul territorio per la cucina mediterranea. In ogni stagione dell’anno sono molto richiesti i suoi piatti a base di pesce fresco: dagli antipasti di mare fino alle grigliate miste, passando per proposte sfiziose come il filettino di orata o il branzino al forno. Da autentico lombardo, tuttavia, ha maturato anche esperienza nella preparazione dei piatti tipici locali. Per soddisfare proprio tutti i gusti propone, infine, hamburger e pizze, declinate in ogni versione, tradizionali, pinse e senza glutine.
Info Ristorante Da Max Calolziocorte Via Mazzini 23 Tel. 0341.634418 www.da-max.restaurant www.da-max.it
Guida ai ristoranti
Locanda Osteria Marascia
Nei locali dell’antica foresteria dei Padri Serviti, in una delle zone più tranquille di Calolziocorte, proprio sul confine tra le province di Lecco e Bergamo, si trova la Locanda Osteria Marascia. La location, accanto all’antico Monastero del Lavello, che ancora oggi offre ai visitatori una straordinaria chiesa del 1300 perfettamente conservata, è prestigiosa ed esclusiva. Un ristorante diverso dagli altri, nel quale l’amore per le tradizioni di cucina si tramanda di padre in figlio ormai da cinque generazioni. Protagonisti in tavola sono gli ingredienti freschi e di stagione accuratamente selezionati, mentre lo staff è solito fare in casa molte delle preparazioni, come la pasta, che poi lo chef trasforma in portate ricercate e gustose. La carta unisce sapori di lago, di terra e di mare, incrociando le tradizioni lariana, bergamasca, milanese (nonché, più in generale, lombarda) e mediterranea. Così in osteria è possibile gustare dal polpo arrosto su crema di patate e curcuma agli gnocchi di zucca al burro e salvia con cialde di grana, dagli spaghettoni con missoltini e cipollotti al risotto con il pesce persico, fino alle code di gambero croccanti con maionese al wasabi. In cantina abbondano ottimi vini da tutta Italia per accompagnare degnamente le proposte della carta. Infine, una curiosità: all’Osteria Marascia, infatti, è possibile degustare anche l’Antico Amaro Marascia (prodotto dalla Distilleria Radaelli che ha la propria sede a Calolziocorte), preparato secondo la tradizione del Lavello. Una ricetta a base di alcol e infusi di erbe che riporta indietro alla riscoperta del vero sapore dell’amaro.
Le camere per gli ospiti
Tra i punti di forza dell’Osteria Marascia rientrano le camere climatizzate e affacciate sul bellissimo giardino. Si tratta di sei soluzioni d’alloggio caratterizzate da pareti in sasso a vista, soffitti a volta e arredi raffinati. Dotate di connessione internet wi-fi gratuita, tv a schermo piatto, bagno privato con doccia e asciugacapelli, sono perfette sia per un soggiorno all’insegna di relax, natura e buona tavola, sia per chi si trova in zona per motivi di lavoro. Da non perdere ogni mattina per tutti gli ospiti la ricca colazione continentale.
Info Locanda Osteria Marascia Via Padri Serviti, 2 Calolziocorte (LC) Tel. 0341.644064 Chiuso il lunedì e il martedì a pranzo
Guida ai ristoranti
Hoshi Asian Fusion Restaurant
Hoshi Asian Fusion Restaurant di Casatenovo propone diverse specialità tipiche degli affascinanti paesi orientali. Prima di tutto il sushi giapponese, declinato in ogni sua varietà, poi le tempura per chi desidera le tipiche fritture del sol levante. In carta anche i gustosi teppanyaky, ovvero piatti a base di pesce alla griglia, e poi sashimi, tataki, uramaki e nagiri. Non mancano specialità cinesi e thailandesi. In un ambiente minimale e raffinato, caratterizzato da un’atmosfera “easy” e gentile tipicamente orientale, è possibile soddisfare il proprio desiderio di sushi anche con formula All you can eat: 14,90 euro per persona a pranzo dal martedì al venerdì; 16,90 (+2 euro di coperto) sempre a pranzo nel weekend e nei festivi; 24,90 (+2 euro di coperto) a cena. “Siamo molto soddisfatti - afferma Giorgia - perché, dopo l’apertura di quattro anni fa, il nostro ristorante ha visto crescere la propria notorietà sul territorio, incrementando settimana dopo settimana la clientela”. Hoshi dispone di 130 coperti all’interno e, durante la bella stagione, di un accogliente spazio all’aperto, il che ne fa il posto giusto per le compagnie di amici, le aziende e i gruppi che desiderano celebrare un momento importante tutti insieme. Il ristorante è inoltre a disposizione per pranzi e cene anche in vista del Natale: “Abbiamo diverse salette - conclude la responsabile - che permettono di festeggiare senza disturbare gli altri clienti. Chi desidera qualcosa di molto caratteristico può richiedere la nostra sala in stile giapponese con il tatami”. In cantina, ricca selezione di bottiglie di vino italiano, soprattutto bianchi e bollicine, oltre alle celebri birre orientali.
Suggestioni orientali
Non solo sushi e piatti giapponesi. Il ricco e vario menù fusion dell’Hoshi propone anche le più note specialità cinesi (ravioli al vapore e alla griglia, spaghetti di soia e di riso, zuppe, involtini primavera e altri), gustosi poke di riso per chi cerca una pausa leggera, o altre specialità della tradizione thailandese. Oltre ai vini, meritano spazio le birre orientali: al proprio piatto è infatti possibile accompagnare una celebre Asahi, la Kirin, la birra Sapporo o la Tsingtao. Tutto per una serata dalle suggestioni orientali, ma a due passi da casa.
Info Hoshi Asian Fusion Restaurant Via Roma 73/A Casatenovo (LC) Tel. 039.9205748 Cell. 351.5835158 ristorantehoshi.com Chiuso il lunedì
Guida ai ristoranti
Vecchia Brianza Ambiente accogliente caratterizzato da tanto legno e sale in pietra, nel cuore di Colle Brianza. Celebre per la cucina tipica e la pizzeria, la Vecchia Brianza si distingue per la sua carta che comprende anche portate a base di pesce e per il menù settimanale con piatti del territorio in stagione. Gustosa la pizza (48 ore di lievitazione), accompagnata da un buon boccale di Menabrea o da altre birre artigianali. Chi preferisce il vino ha a disposizione una carta molto ricca, con bottiglie lombarde e da ogni regione d’Italia. Ampia scelta di bollicine. Con 130 coperti divisi in 3 sale, la location è perfetta per piccole cerimonie. Anche l’ombreggiato giardino in estate può ospitare fino a 130 persone. Serate a tema il venerdì. Area bimbi fino a 4 anni.
La Tessitura Fabrizio Besana de La Tessitura negli anni ha saputo adeguare le proposte del suo ristorante alle richieste della clientela. “Propongo esperienze di buon gusto guardando da sempre alla cucina del territorio”, afferma. “La mia carta è composta da poche proposte ma ricercate e accessibili. Specialità come lumache, rane, piatti brianzoli e pesce di lago non mancano mai, mentre la possibilità di personalizzare il menù è molto apprezzata dai clienti sia per le piccole cerimonie, sia per l’organizzazione di pranzi e cene di gruppo o aziendali, in occasione di eventi speciali oppure di feste comandate come il Natale”. In questo periodo, alla Tessitura sono già disponibili originali confezioni regalo, perfette da mettere sotto l’albero di parenti, amici e conoscenti.
Serate di buon gusto Non perdete le gustose serate a tema de La Vecchia Brianza. Un vero e proprio viaggio nel gusto alla (ri)scoperta dei sapori e degli ingredienti di una volta. L’elenco completo degli eventi è pubblicato sul sito internet, su Facebook e anche Instagram.
Info
Vecchia Brianza Via Cesare Cantù, 4 Colle Brianza Tel. 039.9260442 Mob. 339.5035395 www.pizzeriavecchiabrianza.it Chiuso il lunedì
Regali gustosi Per un regalo sfizioso, La Tessitura propone eleganti confezioni contenenti birre artigianali con il loro boccali, bottiglie di vino, gustose giardiniere, formaggini di Montevecchia nonché, a richiesta, anche riso e farine ottenute da diversi cereali.
Info Ristorante La Tessitura Via Collegio Manzoni 8/F - Merate Tel. 039.9052264 ristorantelatessitura.it latessiturasrl@gmail.com Chiuso il martedì
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Herba Monstrum Herba Monstrum, un’hamburgeria molto apprezzata sul territorio lecchese, nasce dall’amore del titolare, Marco Mantella, per la birra. “Dopo circa 10 anni di homebrewing, nel 2012 abbiamo deciso di aprire la nostra beer firm, producendo le prime due birre, Musa e Discordia – racconta - E’ del 2014, invece, l’apertura del ristorante, dove ogni hamburger nasce per abbinarsi armoniosamente con almeno una delle 14 birre artigianali che nel frattempo abbiamo iniziato a produrre. Privilegiando ingredienti italiani e locali, i nostri panini si distinguono per la filosofia a filiera corta che ne ha ispirato la creazione. La base è sempre l’hamburger di manzo italiano, i formaggi arrivano da caseifici valtellinesi, mentre il pane è dello storico fornaio Ronchetti di Galbiate”. Per essere ancora più identitario, Herba Monstrum ha anche creato un hamburger brianzolo: “E’ l’hamburger di pecora brianzola, razza allevata a Suello. Introdotto un paio d’anni fa, lo serviamo con una salsina a base di yogurt ed erbette del nostro beergarden”. Accanto alle proposte fisse, ne esistono diverse che invece sono stagionali: “Prodotti che inseriamo solo in determinati momenti dell’anno perché a base di ingredienti del periodo. Per esempio, in autunno e inverno affianchiamo alle altre birre la Marco Polo, una strong ale molto speziata, oppure la Musa IGA, Italian Grape Ale, affinata in botte con mosto d’uva”. Il locale, aperto a pranzo e cena, internamente conta una cinquantina di posti: “Calda e accogliente - conclude il titolare - la location è perfetta anche per pranzi o cene di gruppo”. D’estate, infine, ci spuò accomodare nell’area all’aperto con 120 coperti.
Birra, passione, fantasia
Sono 14 le birre artigianali ad alta fermentazione di Herba Monstrum. “Le spilliamo direttamente dal magazzino refrigerato seguendo la catena del freddo per garantire la massima qualità. Sono birre non pastorizzate e non filtrate, preparate con tutte le attenzioni che meritano. Abbiamo, anche, cinque birre dall’anima autenticamente lecchese – conclude Mantella - Due con luppolo locale, altre due con miele e melissa brianzola e, infine, una a base di canapa del territorio”. Chi è alla ricerca di un’idea per Natale da Herba Monstrum trova confezioni esclusive.
Info Herba Monstrum Via Ettore Monti, 29/31, Galbiate (LC) Tel. 0341.282363 www.herbamonstrum.it Chiuso il lunedì
Guida ai ristoranti
Da Ceko Il Pescatore Cinquecento anni fa la famiglia Ghislanzoni di Pescarenico iniziava a pescare in “quel ramo del Lago di Como”, tramandando il mestiere di padre in figlio. Venti anni fa Francesco, la moglie Luciana e il figlio Massimiliano decisero di aprire la propria pescheria a Lecco, mentre cinque anni fa al suo interno hanno inaugurato un’efficiente cucina. Tutto questo fa sì che oggi, dalle 11 del mattino tutti i giorni, da Ceko sia possibile acquistare sfiziosi coni di pesce fritto di acqua dolce o salata, scegliere uno degli antipasti di pesce più gustosi, oppure ordinare i richiestissimi missoltini con la polenta, piatto tipico locale ancora oggi tra i più apprezzati dalla gente del posto. Il menu elaborato dallo staff cambia spesso perché si basa sul pescato di lago del giorno e sugli arrivi di pesce di mare nazionale e internazionale, accuratamente selezionati. Un’altra peculiarità è la possibilità di creare piatti a piacimento mescolando i numerosi prodotti presenti al banco. Da Ceko Il Pescatore, inoltre, dispone di una sala ristorante moderna e accogliente, location perfetta per organizzare anche feste ed eventi privati. Lasciarsi guidare dallo staff nella personalizzazione del menù sarà la scelta giusta per sorprendere i propri ospiti dall’antipasto al dessert. Infine, ottimo anche il servizio di gastronomia, con un ricco menù quotidiano che cambia in base al pesce disponibile, di lago e di mare. Dubbi su cosa cucinare a casa, o cosa proporre agli ospiti una volta al ristorante? Nessun problema, contattando il team di professionisti della pescheria si riceverà sempre il giusto consiglio per esaudire ogni desiderio. Anche quello dei palati più esigenti.
Una storia di famiglia
La famiglia Ghislanzoni - tra le fondatrici del celebre rione di Pescarenico - da oltre 500 anni solca le acque del Lago di Lecco gettando le proprie reti nel rispetto di tutte le normative vigenti. Oggi, nella sede di piazza Era, è al lavoro uno staff giovane e dinamico supportato da pescatori professionisti. La cucina è moderna e legata al km 0. Da non dimenticare anche la ricca proposta di mare. All’interno della struttura è presente anche un essiccatoio nel quale si producono missoltini, squartoni e bottarga di lago, ovvero alcune delle specialità più caratteristiche di questo lembo di territorio.
Info Da Ceko Il Pescatore Piazza Era, 8 Lecco - Rione Pescarenico Tel. 0341 284101 Mob. 347 8448720 chiediaceko@cekoilpescatore.it www.cekoilpescatore.it Chiuso domenica e lunedì
Guida ai ristoranti
Osteria Filet Il Filet - salumeria e ristorante in corso Matteotti - è una realtà storica di Lecco, da sempre sinonimo di buona tavola e sapori di una volta. “In Osteria - spiega il titolare Cristian Butti - diamo spazio ai piatti che è sempre più difficile riuscire a gustare in città. Cuciniamo, per esempio, i pizzoccheri fatti a mano con grano saraceno, formaggi di latte crudo della Valtellina e burro di montagna, oppure portate preparate con tagli di carne particolari (dalla cerva al capriolo, alla pecora brianzola a seconda delle disponibilità)”. In autunno e inverno lo chef propone anche la miglior selvaggina: “Ma lavoriamo solo capi di origine certificata spiega Butti – Ogni nostro piatto è cucinato nel rispetto delle tradizioni, con ingredienti a km 0 e quindi originari del nostro territorio. In cantina si trovano i migliori vini della Lombardia, soprattutto di Valtellina e Valcalepio, oltre a bottiglie da altre regioni d’Italia e anche di provenienza internazionale”. Per concludere in dolcezza, chi lo desidera può lasciarsi tentare dai dessert del territorio: “In questo periodo, nel solco della tradizione, abbiamo preparato la torta paesana – conclude il titolare - Non so però se ci sarà domani, perché le nostre proposte cambiano di volta in volta”. Il ristorante accoglie i propri ospiti in un ambiente elegante e raffinato ed è una location perfetta per esaudire ogni desiderio enogastronomico, data anche la competenza del titolare in materia di ristorazione e di ingredienti tipici regionali. Nel periodo natalizio, può ospitare pranzi e cene per gruppi e aziende con menù personalizzati.
I pizzoccheri fatti a mano
Prendete il 50% di farina di grano saraceno grossa, il 30% di farina di grano saraceno fine e il 20% di grano duro. Impastate con acqua gasata e un bicchiere di grappa, tirate e ricavate delle corte semitagliatelle. Mettete ora a bollire la patata, dopo sette minuti buttate le verze, dopo altri sette i pizzoccheri. Nel frattempo tagliate i formaggi a julienne. Trascorsi sette minuti scolate i pizzoccheri, mantecateli con i formaggi e con un po’ di acqua di cottura della pasta. Irrorate ogni piatto con abbondante burro imbrunito con aglio in camicia ed erba salvia e servite.
Info Osteria Filet Corso Giacomo Matteotti, 67 Lecco Tel. 0341.285692 www.salumeriafilet.it Chiuso la domenica
Il Ristorante panoramico “Al Terrazzo” sul Lago di Lecco vi aspetta per festeggiare insieme le Festività:
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Gourmet - Cerimonie - Hotel boutique Gran galà
Pranzo di Natale con vista panoramica su Lecco e il Resegone, salette affrescate con caminetti scoppiettanti e Menu Gourmet dello Chef Giampaolo Civitillo.
di Capodanno Cenone di gala con musica live del Maestro Max Turati, dj set dalla Mezzanotte e fuochi d’artificio sul Lago!
rè, 69/73 - Valmadrera Lecco - Italy - T. +39 0341 583106 fo@alterrazzo.com - www.villagiulia-alterrazzo.com
a_alterrazzo
Hotel Villa Giulia Ristorante Al Terrazzo
I menu sono visionabili sul nostro sito: www.villagiulia-alterrazzo.com Prenotate il vostro tavolo panoramico allo 0341-583106 VILLA GIULIA 1867 - Ristorante “Al Terrazzo” Via Parè 73 - Valmadrera (LECCO) Ge info@alterrazzo.com
Guida ai ristoranti
Pizzamania La famiglia Vitagliano ormai da tre generazioni, porta avanti con passione e professionalità l’arte della pizza. Tutto è cominciato con nonno Guglielmo, originario di Tramonti, paesino della Costiera Amalfitana da dove si ritiene siano partiti almeno 3000 pizzaioli, oggi al lavoro in tutto il mondo. Guglielmo ha saputo trasmettere la propria passione al figlio Orlando che, a propria volta, ha contagiato i suoi tre figli, Cristian, Andrea e Luca. Proprio Cristian, oggi 35enne, è il titolare di Pizzamania, pizzeria da asporto con posti a sedere a Belledo di Lecco: “Oltre al take-away e alla consumazione sul posto – racconta il pizzaiolo - facciamo anche delivery, con consegne in tutta la città”. Gli ingredienti di qualità e la passione per la pizza fanno sì che oggi le pizze di Cristian siano particolarmente apprezzate per la loro bontà e l’ottimo rapporto qualità/prezzo: “Considerando gli ingredienti selezionati e la cura 100% italiana del prodotto - racconta il titolare - credo che i nostri prezzi siano ampiamente concorrenziali sul mercato”. Oltre all’impasto tradizionale, da provare quelli integrale, kamut, soia e senza glutine. Ogni mese, inoltre, Cristian crea una pizza del momento con ingredienti di stagione. Molto richieste infine le pizze baby, per i bambini, e quelle giganti, con diametro di 60 centimetri, che ciascuno può farcire a piacimento. Oltre alle pizze classiche, da provare quelle del pizzaiolo tra le quali spicca la Nonno Guglielmo: “Il mio omaggio al nonno che ha saputo trasmettere a tutti noi l’amore per questo straordinario piatto della tradizione italiana e per questo bellissimo mestiere”.
Tre fratelli, tre pizzerie
Oltre a Pizzamania di Belledo a Lecco, la famiglia Vitagliano gestisce anche altre due pizzerie sul territorio della provincia, sempre con la stessa filosofia ispirata alla qualità degli ingredienti e delle lavorazioni, nonché all’italianità 100% del prodotto. E’, dunque, possibile assaporare ottime pizze anche ad Airuno in piazza 4 Novembre (039.9271057) dove la clientela può incontrare il primogenito Andrea, nonché a Olginate in via Cantù 14 (0341.680023) dove invece sono ogni giorno al lavoro papà Orlando con il terzo figlio, Luca.
Info Pizzamania Via Turbada 13/B Lecco – Belledo Tel. 0341.272566 www.pizzamanialecco.it Chiuso la domenica a pranzo e il lunedì
Guida ai ristoranti
Torchio Moderna Osteria
L’arte della buona tavola s’incontra al Torchio Moderna Osteria di Lecco, in un pittoresco vicolo a due passi da piazza Cermenati. “Preferiamo affidare la nostra presentazione ai fatti e non alle parole - tagliano corto Chiara con Roberto e Marzia con Luca, coppie nella vita e soci al ristorante - Lasciamo che a parlare di noi e per noi siano la nostra cucina, il servizio e l’atmosfera del Torchio, come espressione del nostro modo di essere, della nostra personalità e professionalità. Originale e locale è il claim che accompagna la nostra filosofia, lavoriamo per raccontare la Lombardia meno nota attraverso un’esperienza da condividere e ricordare”. Ai fornelli c’è Chiara: “La tradizione del territorio è protagonista - racconta - ma la fantasia resta in primo piano”. I piatti locali vengono talvolta rivisitati: “Mio marito Roberto è toscano, Luca invece veneziano, Marzia è lecchese come me - riprende la chef - Non sorprendetevi se qualche volta ci lasciamo andare a contaminazioni di altre tradizioni regionali, sono semplicemente il risultato di esperienze di vita vissuta”. Un ampliamento di orizzonti che, alla luce dei riscontri ottenuti fino a oggi, alla clientela piace e per questo il ristorante continuerà a proporre. Il menù del Torchio cambia spesso: “Più di una volta a stagione perché selezioniamo continuamente i migliori ingredienti del momento da piccoli produttori del territorio”. Ancora due note: la prima, al Torchio non esistono antipasti, primi e secondi, ma – salvo preferenze personali - piatti in mezzo al tavolo da condividere tra tutti; la seconda, se desiderate l’aperitivo alle 23 non c’è problema, basta chiedere.
Tutta colpa del lockdown
L’idea su cui si regge il Torchio Moderna Osteria di Lecco nasce nel 2020, nel pieno del secondo lockdown, quando Chiara e Marzia, compagne d’Università, tornano a incontrarsi in città. Ormai da un decennio nel mondo della ristorazione nonostante la laurea in storia dell’arte, sposate la prima con il toscano Roberto, bartender mixology e ristoratore, la seconda con Luca, proprietario di un ristorante a Venezia, decidono di rimettere a nuovo gli antichi locali di un edificio seicentesco in vicolo Granai per concretizzare il progetto legato alla cucina della tradizione che hanno in mente. Oggi il loro sogno è realtà.
Info Torchio Moderna Osteria Vicolo Granai, 12 - Lecco Tel. 0341.324109 info@torchiomodernaosteria.com www.torchiomodernaosteria.com Chiuso il mercoledì Aperto solo la sera, la domenica anche a pranzo
Guida ai ristoranti
Il Giardinetto Il desiderio è quello di pranzare o cenare su una delle terrazze a lago più suggestive di “quel ramo del lago di Como” di manzoniana memoria? Se la risposta è affermativa diventa d’obbligo una tappa al rinomato Ristorante “Il Giardinetto”, in piazza Garibaldi, 10 a Mandello del Lario. Letteralmente affacciato sulle acque dello specchio d’acqua più famoso del mondo, il “Giardinetto”, oltre a un’ottima cucina a base di pesce di lago oppure di mare, portate di carne o vegetariane e golosi dessert rigorosamente della casa, offre anche un ambiente moderno ed esclusivo, accogliente e romantico. Il posto giusto per una cena a lume di candela, una serata tra amici, o il pranzo in famiglia, che, senza dubbio, si trasformano in momenti indimenticabili sia per le incantevoli atmosfere generate dal lago, sia per il talento dello chef: “Il nostro intento – spiega quest’ultimo - è quello di rivalutare la tradizionale cucina lariana creando un ponte di connessione tra passato e presente, con un rapporto simbiotico tra il servizio della cucina e quello della sala”. Basterà uno sguardo per innamorarsi de Il Giardinetto, si resterà rapiti a osservare la vista che si gode da ogni tavolo. Il ristorante si trova a soli dieci minuti dalla città di Lecco ed è facilmente raggiungibile in automobile, per questo è anche il punto di riferimento ideale per pranzi e cene di lavoro, oltre che per le cerimonie con menù personalizzati e per tutte le giornate importanti in cui si desidera festeggiare insieme agli amici e ai parenti più stretti. Su prenotazione si preparano piatti per celiaci.
Cerimonie da sogno
Oltre 30 anni di esperienza nel settore dell’alta ristorazione, il conseguimento di diversi diplomi attraverso corsi di formazione in scuola di cucina, produzione di eventi, design floreale e decorativo, permettono allo staff de Il Giardinetto di organizzare eventi di ogni genere e con la massima cura dei dettagli, mantenendo come primo obiettivo la totale soddisfazione del cliente. Si organizzano serate a tema, banchetti, matrimoni ed eventi con menù personalizzati.
Info Il Giardinetto Piazza Giuseppe Garibaldi, 10 Mandello del Lario (LC) Tel. 0341.700487 Whatsapp: 339.1376377 www.ristoranteilgiardinetto.it Chiuso il Lunedì
Guida ai ristoranti
Trattoria Il Portico La cucina della Trattoria Il Portico di Prebone si distingue per la filosofia del chilometro zero ed è ispirata alla massima cura nella selezione degli ingredienti. Una cucina fatta di piatti genuini, pensata per creare emozioni, in cui la cura dei dettagli raggiunge livelli di eccellenza. Le proposte vengono stabilite giorno per giorno, in base alle materie prime che la terra offre. Lo chef Dario propone piatti tipici regionali invitanti e appetitosi presentati sempre con grande cura e passione e, se l’esigenza è quella di organizzare un pranzo di lavoro o una cerimonia, è possibile richiedere la consulenza dello staff per preparare menù personalizzati. D’inverno la clientela pranza e cena nella sala grande con un bel camino oppure nelle diverse rustiche salette, perfette per momenti conviviali in compagnia di pochi intimi o di molti amici. In estate, invece, il fiorito giardino può ospitare ogni evento. La domenica l’accogliente spazio esterno diventa straordinaria cornice della colazione internazionale. Nella dèpendance estiva la cucina è a vista, mentre in alcuni periodi dell’anno la caratteristica cantina ospita degustazioni di formaggi e salumi selezionati. La Trattoria Il Portico è dunque una location perfetta per chi vuole regalarsi qualche ora di serenità degustando proposte raffinate e semplici insieme. L’esperienza di chef Dario e del suo staff vi accompagnerà in un viaggio nei sapori del passato, tipici delle campagne brianzole. E se volete stupire i vostri ospiti, chiedete di visitare l’orto al mattino: sceglierete i prodotti della terra che più tardi saranno cucinati per voi nel rispetto delle antiche tradizioni.
Ricevimenti indimenticabili
Grande il successo del Portico quando ospita eventi importanti e indimenticabili come le cerimonie. I matrimoni, nella splendida cornice della location di Prebone, si trasformano in un appuntamento esclusivo. Fin dal primo incontro la signora Antonella e il direttore, Mario, mettono a disposizione della clientela tutta la propria esperienza, preparando menù personalizzati nei dettagli e consigliando il vino giusto per ogni portata. E quando arriva il Grande Giorno ogni allestimento, esterno e interno, sarà veramente impeccabile.
Info Trattoria Il Portico Via Luciano Manara 26 Monticello - Fraz. Prfebone Tel. 039.9205360 trattoriailportico.it Chiuso il mercoledì
Guida ai ristoranti
Trattoria CANTÙ dal 1897 Indimenticabili eventi Dal 1897, quattro generazioni di pescatori e ristoratori al servizio della clientela. La domenica ai primi del ‘900 alla Trattoria CANTÙ arrivavano in prevalenza monzesi e milanesi che si concedevano una gita con il treno per godere della sua ottima cucina e della meravigliosa vista che dal ristorante in località Fornasette, spaziava fin sulle sulle sinuose anse del fiume Adda. Nel dopoguerra, grazie alla diffusione dell’automobile, il locale è diventato meta dei numerosi buongustai che erano soliti percorrere la statale Monza-Lecco con una certa frequenza. Ancora oggi la Trattoria CANTÙ, Locale Storico di Regione Lombardia, è un vero punto di riferimento per chi cerca buona tavola e allegria. Il cuoco cucina le migliori specialità della tradizione brianzola e della cucina di lago come il riso con il persico o le arborelle, oppure il pesce di fiume. Accanto a queste si trovano anche piatti mediterranei a base di carne e, soprattutto, di pesce di mare, oltre alla pizza preparata con farina integralbianco arricchita con estratti naturali antiossidanti (per info www.pizzagiovane.com). Ricca la cantina, con proposte perfette da abbinare ai piatti dello chef. Oltre all’accogliente sala panoramica superiore, che può ospitare fino a cento persone, la Trattoria CANTÙ dispone anche di un’ampia veranda, ottima durante la bella stagione, e di una taverna, con una cinquantina di posti, richiesta soprattutto per organizzare cene e feste private, addii al celibato/nubilato e qualsiasi altro evento speciale. Il sabato sera, infine, sempre molto atteso è l’appuntamento con il karaoke, evento clou del fine settimana.
Alla Trattoria CANTÙ banchetti per cerimonie come battesimi, cresime, comunioni, matrimoni e anniversari, si trasformano sempre in eventi indimenticabili. “Il nostro obiettivo – spiegano i titolari – è quello di far sentire ogni invitato come se fosse a casa sua, con la differenza che solo qui si trova una vista tanto spettacolare sulla natura lombarda”. L’esperienza dello staff, la qualità della cucina e la possibilità di personalizzare ogni menù nel rispetto dei gusti degli invitati, mettono al riparo da imprevisti e sorprese. Ampio parcheggio.
Info Trattoria CANTÙ dal 1897 Via Milano, 97 SP 72 (Milano-Merate- Calco-Lecco) Località Fornasette di Olginate Cell. 328.2849296 www.trattoriacantu.com Chiuso il martedì Agosto sempre aperto
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