In cucina con nonna ANNA Monza

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Anno I | Numero 2 | Dicembre 2021

nonna ANNA in cucina con

S P E C I A L E N AT A L E

Inserto omaggio allegato al numero odierno di Giornale di Monza, Giornale di Vimercate

È tempodi Feste

Menù e consigli per un Natale da gustare con la tua famiglia

LA TRADIZIONE IN TAVOLA Le ricette più buone dei nostri nonni CREA E DECORA il tuo dolce calendario dell’avvento


“Nel nostro ristorante vi offriamo una cucina di qualità che si rifà alla tradizione della gastronomia lombarda e più precisamente brianzola, senza però dimenticare i piatti tipici della cucina italiana. I pasti potranno essere accompagnati da ottimi vini; buona la scelta tra i migliori vini italiani.”

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Sommario

La tavola delle feste

Mise en place, colori e oggetti Così la magia è servita

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I menù della tradizione

I menù delle feste, Capodanno

La ricetta della deliziosa seupa à la vapelenentse

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Lasagne al ragù Un grande classico

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20 Rotolini al salmone con peperoni, olive e robiola

Nel solco della tradizione: il brodo di carne

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21 Gustosi primi piatti, pesce grande protagonista 22 Il cotechino, un secondo tradizionale per salutare il nuovo anno

I menù delle feste, la Vigilia Spiedini panati di gamberi e patate

Tortelli e capitone per una cena originale

Dolci

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25 Le prelibatezze della tradizione

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I menù delle feste, il Natale

I consigli

Agnolotti piemontesi per un pranzo da re

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29 Per un Natale più sereno pianificare è essenziale

La Lombardia servita a tavola: il rinomato cappone ripieno

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30 Calendario dell'avvento con la pasta biscotto

Cavatelli alle cime di rapa

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31 Tronchetto di Natale Buono, d'effetto e facile da realizzare

I menù delle feste, Santo Stefano Pennette allo spumante

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Cin cin

32 Un brindisi gustoso per il nuovo anno

Risotto 18 alla Fontina DOP

Editore: Dmedia Group Spa | Via Campi 29/L | Merate (LC) | Finito di stampare: Novembre 2021 | Stampa: Tiber Spa - Via Volta 179 | 25124 | Brescia (BS) Pubblicità: Publi iN - Via Campi 29/L | Merate (LC) - 039.99891 | Inserto omaggio alle testate Netweek


La tavola delle feste 2

Decorazioni natalizie

Mise en place, colori, oggetti: così la magia... è servita a tavola Non basta una tovaglia rossa: il segreto è dosare i diversi elementi partendo dalla tradizione, per rievocare lo spirito che da anni riunisce famiglie e amici. Spazio alla fantasia

La cura dei dettagli è fondamentale quando si parla di decorare la tavola in occasione delle feste di fine anno: inutile negarlo, cene e veglioni assumono tutto un altro sapore se si consumano avvolti da una vera e propria atmosfera natalizia. No, non basta soltanto una tovaglia rossa con riporti dorati: tutto si gioca su combinazioni di colori, abbinamenti e oggetti. Attenzione però a non abbondare: il segreto è trovare la giusta proporzione. Mixare con sapienza i diversi elementi contribuirà a creare uno stile magico e unico.

i consigli

Un ottimo punto di partenza è senza dubbio la tradizione: piccoli oggetti e dettagli che raccontano la storia della famiglia, rievocando uno spirito che da anni si rinnova e riunisce i componenti a tavola, spesso dopo molti mesi trascorsi lontano. Da qui si comincia con la mise en place, che dev'essere impeccabile: tovagliolo al centro, magari con un segnaposto personalizzato per ogni membro; forchetta a sinistra, coltello a destra, bicchiere a un centimetro dalla punta del coltello. Tornando ai colori: il rosso è certamente la nuance delle feste per eccellenza, ma attenzione agli abbinamenti. A seconda delle tonalità delle pareti e dell'arredo, se si vuole creare continuità si può optare per una sfumatura diversa, magari limitando il rosso e l'oro alle decorazioni. Un suggerimento controcorrente, in tal senso, porta a colori delicati o pastello, da abbinare all'argento di qualche oggetto tipicamente natalizio, per una tavola più giovane. Se l'ambiente circostante lo permette, si può osare anche con tocchi di verde acido, viola o arancione; mentre per gli amanti del classico, si va sul sicuro con la tavola di Natale bianca e rossa: non passa mai di moda, è delicata, difficilmente stona con altre nuance. Dopo aver pensato all'aspet-


LA TAVOLA DELLE FESTE

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QUESTIONE DI DETTAGLI Un centrotavola fai da te per impreziosire l'ambiente

to cromatico, si arriva al "design" della tavola. In questo caso il consiglio è di procedere con uno stile minimalista. Meglio limitarsi a posate essenziali, centrotavola non troppo ingombranti, poche decorazioni a scelta: dai Una regola classici elementi nanon scritta: talizi come le pigne ai non esagerare: rametti d'abete, ai più pochi oggetti, audaci accessori marini se avrete la posma curati sibilità di festeggiare il Natale in una località marittima. Generalmente si tende a dare continuità tra tavola e albero di Natale, l'altro grande protagonista delle nostre stanze: un segreto non così segreto è decorare la tavola con addobbi che si ritrovano anche appesi all'albero. Un'idea molto originale porta all'utilizzo di piantine, specialmente se la tavola è molto grande. Dimentichiamo qualcosa? Beh, le luci: c'è chi ne è talmente innamorato da non limitarsi a riempire l'albero e le pareti. Metterle a tavola? Basta che non ingombrino: si possono usare per esaltare il centrotavola.

Il rosso è il colore della tradizione per eccellenza, ma sono possibili diversi accostamenti cromatici per esaltare l'ambiente circostante

Come valorizzare ulteriormente la propria tavola di Natale, in modo da fare un figurone con i propri ospiti? Creando un centrotavola vintage, da poter realizzare anche in autonomia e in poco tempo. Si può ad esempio puntare sul legno, materiale caldo per eccellenza, ideale per creare un'atmosfera più intima e rilassante. Questa soluzione può essere arricchita con decori tipici della tradizione: pigne, rami e bacche. Elementi da ritrovare poi anche a tavola, come segnaposto. Un altro centrotavola molto particolare si può creare rispolverando le vecchie palline di Natale e inserendole in vasi di cristallo di varie dimensioni: questi addobbi si possono "dislocare" anche sul resto della tavola o legare anche ai bicchieri, magari in pendant con l'albero di Natale e abbinati alla tovaglia.

Segnaposti, candele, sedie: la creatività è d'obbligo Qualcuno ha detto segnaposto? Si può creare in autonomia con le vecchie palline di Natale. Bisogna assicurarsi che siano ancora munite di filo; agganciatevi poi un cartoncino con il nome dell'invitato. Oppure personalizzatele e legatele al gambo dei bicchieri da vino, con un colore diverso per ogni persona. Un altro grande classico della tavola sono le candele, le principali artefici della magica atmosfera natalizia. I portacandele, poi, sono accessori ideali per decorare la tavola e abbinarsi ai colori delle tovaglie. L'ultimo tocco? Le sedie. Non bisogna dimenticarle, ma decorarle aggiungendo cuscini natalizi o coprendo lo schienale con alcuni nastri.


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MENù DELLE FESTE | VIGILIA

Le portate principali

I tortelli e il capitone per una cena originale e ricca di storia un mix di sapori

Il condimento per eccellenza è il burro fuso aromatizzato con la salvia. Spesso si accompagna con il soffritto di cipolla e la salsiccia di maiale

I tortelli alla zucca sono molto comuni nelle tavole della Vigilia. La ragione è legata al precetto religioso che vietava il consumo della carne il giorno prima del Natale, ma si spiega anche con le ristrettezze economiche delle famiglie povere che, impossibilitate ad acquistare la carne, sceglievano un ripieno decisamente più economico come quello della zucca. Sarà proprio la corte dei Gonzaga a riabilitare un prodotto a km zero e a introdurlo anche nei contesti fastosi dei banchetti. Nel Mantovano e nel Cremonese, dove il piatto trae le sue origini, i tortelli alla zucca vantano un gioco di equilibri perfetto tra il sapore dolce dell'ortaggio, il salato del formaggio grana, il dolce-amaro degli amaretti e il piccante della mostarda. A Piacenza, invece, sono tipici i tortelli di zucca e ricotta. La ricetta mantovana è forse quella più semplice da riproporre a casa. Per ottenere il piatto perfetto è necessario partire da un'ottima materia prima: la zucca mantovana, oppure delica, ricca di gusto e poco acquosa, ideale per arrivare alla cremosità tipica del ripieno. La sfoglia all'uovo dovrebbe I Gonzaga essere ritagliata a forma di quadrato, per rispettare la di Mantova tradizione. Lo spessore deve furono tra i essere da sottile a medio. primi a vedere Nelle altre declinazioni rele potenzialità gionali, invece, la forma del della zucca tortello può essere a cappellaccio, rotonda, rettangolare, a mezza luna oppure ritorta. Amaretti e mostarda completano il ripieno, secondo la tradizione mantovana, che va chiuso con delicatezza nell'abbraccio di pasta.

L'origine La nascita del tortello di zucca è intrecciata con la storia delle grandi famiglie dell’epoca delle signorie. Dagli Estensi di Ferrara ai Gonzaga di Mantova passando per i Farnese di Parma e Piacenza, fino ad arrivare ai Pallavicino di Parma e ai Visconti di Reggio Emilia: tutti assaggiarono la pasta dal ripieno dolce. La zucca fece la sua comparsa in Europa nel Rinascimento grazie alla scoperta dell'America.


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Il capitone campano Molto amato dall’imperatore Federico II di Svevia, il capitone ha anche un ruolo storico: venne infatti inserito nel menù del pranzo che si tenne durante l’assemblea plenaria dei funzionari regi, il "Colloquium generale", nel 1240. Piatto tipico della cucina napoletana, il capitone, secondo la tradizione, scoraggia il male e la sfortuna, da sempre emblematica-

mente sintetizzati nella figura del serpente. Per questo il pesce della famiglia delle anguilla è un vero must della tavola natalizia campana ma anche pugliese. L’animale, che può sopravvivere sia in acque dolci sia in acque salmastre, restando nel luogo scelto fino a oltre i 50 anni, e che riesce a resistere fuori dall’acqua per circa 48 ore, viene proposto in ricette tradizionali con diversi metodi di cottura, come la frittura. In questo caso, il pesce viene tagliato in tranci di circa dieci centimetri e viene infarinato da entrambi i lati per poi passare alla frittura nell'olio. I pezzi vengono poi lasciati asciugare sulla carta assorbente, insaporiti con foglie di alloro e serviti caldissimi. Nel caso in cui il capitone fritto dovesse avanzare, può essere cucinato come capitone alla scapece: bisogna solo preparare una marinata di olio, aceto, aglio e menta, un mix che conserva perfettamente anche gli ortaggi fritti. La variante del capitone in umido prevede invece circa due ore e mezza per la preparazione tra la cottura e l'ammollo dell'animale nell'aceto. Si può cuocere anche in forno, sempre tagliandolo a pezzi e stendendolo su un letto di alloro per 45 minuti a 180°.

Tradizione vuole che il capitone venga acquistato vivo al mercato del pesce il giorno prima della Vigilia. Il pesce deve essere cucinato e mangiato nella stessa giornata






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menù delle feste

RICETTE TRADIZIONALi DELLA VALLE D'AOSTA tempo

35 minuti

Risotto alla Fontina Dop con crumble di pane, pere e noci

cottura

15-18 minuti

La freschezza e gli aromi dello Chardonnay si sposano alla perfezione con il piatto

portate

4 persone

difficoltà bassa

ingredienti • • • • •

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350 g di riso carnaroli 1 scalogno piccolo 2 pere abate piccole 180 g di Fontina Dop 1 bicchierino di grappa di pere o 1 bicchiere di vino bianco 40 g di burro olio extravergine di oliva 1 fetta di pane di segale 40 g di gherigli di noce 1 ciuffetto di timo sale, pepe

preparazione Per preparare il risotto iniziare a frullare la fetta di pane senza polverizzarla, spezzettare le noci e sfogliare il timo. Scaldare poi due cucchiai di olio in una padellina anti-aderente facendoci saltare il pane con le noci e il timo per 3-4 minuti finché non risulta dorato e fragrante. Condire il tutto con sale e pepe, togliere dal fuoco e versare in una ciotola. Tritare lo scalogno. Sbucciare le pere, privandole del torsolo, e tagliarle a cubetti di 1 cm circa. Scaldare quindi il brodo. Far fondere 20 g di burro in una pentola dal fondo spesso, unire lo scalogno e farlo appassire dolcemente per 2-3 minuti. Unire il riso, tostarlo e, quando i chicchi saranno caldi e translucidi, saltarli sfumando con l’alcol scelto. Bagnare il riso con un mestolo di brodo e proseguire la cottura mescolando spesso e unendo poco brodo alla volta. Dopo circa 10 minuti, unire le pere e portare il riso a cottura. Quando è al dente, unire la Fontina Dop e aggiungere un ultimo mestolino di brodo. Mescolare per far fondere il formaggio, spegnere il fuoco e mantecare con il burro. Impiattare poi il risotto spolverizzandolo con il crumble di pane. Profumarlo infine con una macinata di pepe e servire.





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MENù DELLE FESTE | CAPODANNO

una tradizione

CONTORNI PER STUPIRE

il cotechino

Lenticchie agli aromi: buone e portafortuna Facendo parte dei legumi con tutta la ricchezza di proteine e fibre, le lenticchie possono essere una valida alternativa di secondo piatto, perfetta per i commensali che non mangiano carne. Sono, per tradizione, l'accompagnamento ideale per il cotechino ma possono essere consumate anche in deliziose zuppe invernali. Per prepararle aromatizzate, è necessario disporre di bacche di ginepro, foglie di alloro e chiodi di garofano. Si comincia con il soffriggere gli aromi e la cipolla, arricchendo il tutto con dadini di pancetta (per una ricetta non vegetariana), si aggiungono poi le lenticchie secche già ammollate e si lascia insaporire. Si sfuma con il vino rosso e si procede la cottura mettendo di tanto in tanto un mestolo di brodo per circa 45-60 minuti. Si aggiusta infine di sale e pepe, e il contorno è pronto.

tempo

15 minuti

cottura

150 minuti

ingredienti • • • • • • • •

1 cotechino di 600 g 400 g di lenticchie 1 cipolla 2 coste di sedano 20 g di burro 2 cucchiai d'olio sale q.b. pepe q.b.

preparazione Avvolgere il cotechino nell'alluminio, praticare dei fori con una forchetta e poi immergerlo in acqua fredda, lasciandolo sobbollire per due ore. In un'altra pentola, sempre in acqua fredda, porre le lenticchie, mezza cipolla, una costa di sedano e un pizzico di sale. Portare a ebollizione e far cuocere a fuoco basso per circa un'ora. Tritare la cipolla e il sedano rimasti e rosolarli in un tegame con l'olio e il burro, aggiungendo le lenticchie e regolando di sale e pepe. Spellare il cotechino ancora caldo e tagliarlo a fette, infine servire sopra le lenticchie.

portate

4 persone

difficoltà bassa

Il consiglio Tante varianti per piatti da gustare Esistono molti modi per dare una svolta a una specialità della tradizione come il cotechino. Può essere inserito in una vellutata di patate al tartufo, oppure accompagnato con verze, gnocchetti di patate, lenticchie. Sfiziose anche le selezioni di primi: tra queste i bucatini con ragù di cotechino e noci o il pasticcio di verze e castagne.

La bontà tutta francese delle patate duchessa Il contorno più saporito e versatile di sempre: le patate. Per cambiare e non riproporre le seppure buonissime patate al forno, la ricetta di origine francese è un'opzione originale e molto decorativa. La preparazione è semplice: dopo aver cotto le patate, si riducono in purea con un passaverdure, si aggiunge al composto il burro e si unisce parmigiano, sale, pepe, noce moscata e due tuorli. Si trasferisce il tutto in una tasca da pasticciere con bocchetta a stella. Su una teglia foderata con carta da forno, si vanno a spremere dei piccoli ciuffetti di purea del diametro massimo di 5 cm. Si lasciano in forno preriscaldato per 15 minuti a 200° e poi si servono ben caldi.


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Dolci 25

IL TORRONE Le nobili origini del dolce per le nozze di Sforza e Visconti

i dolci della tradizione

Pandoro e panettone sono tipici delle feste natalizie

Panettone e pandoro non possono mancare sulle tavole degli italiani durante le feste natalizie. La tradizione del panettone affonda le sue radici fin nel Medioevo, quando si era soliti festeggiare il Natale con un pane più ricco di quello di tutti i giorni. Ecco allora che uvetta e canditi sono diventati gli ingredineti celebri di questo dolce così caratteristico. Tipico della tradizione milanese, il panettone divide i suoi estimatori tra i puristi che lo vogliono assolutamente con i canditi e chi invece lo preferisce senza. Rivale indiscusso non può essere altro che il pandoro: di origine veronese, con la classica forma di una piramide tronca a otto punte, è sicuramente il più amato dai bambini. A differenza del panettone, si offre anche in diverse varianti: in molti infatti lo farciscono con creme al mascarpone o di vario genere, arricchendolo con frutta fresca e aggiungendo allo zucchero a velo anche della polvere di cacao.

Il nome del Pandoro deriva dalla lingua veneta "pan de oro", in omaggio all'antica abitudine dei ricchi veneziani di impreziosire il pane con foglie d'oro

Per gli amanti del cioccolato, le feste natalizie vogliono dire una cosa sola: torrone! Amato da grandi e bambini, questo dolce accontenta tutti i palati: cioccolato fondente, al latte, bianco, classico con le nocciole ma anche con i pistacchi, con i cereali, e chi più ne ha più ne metta. La storia della specialità ha diversi secoli alle proprie spalle. Leggenda narra infatti che le sue origini siano legate - a detta dei cremonesi - al matrimonio di Francesco Sforza e Bianca Maria Visconti avvenuto nel XV secolo: il dolce sarebbe nato proprio per celebrare la loro unione. Il nome "torrone" deriverebbe dalla forma del campanile del Duomo di Cremona che all'epoca era chiamato "Torrione". C'è da dire che anche i francesi ne contendono la paternità, così come arabi e cinesi. Qualunque sia la sua origine, sta sempre bene sotto l'albero.

La variante siciliana Il nome è lo stesso, ma la composizione è tutta un'altra cosa. È il torrone siciliano, un dolce croccante alle mandorle, tipico del periodo di Natale. In questa specialità, lo zucchero caramellato avvolge deliziose mandorle tostate al profumo di agrumi. Sapori e fragranze tipiche di un luogo incantato si ritrovano assaporando questo dolce così identificativo della Sicilia. Gli ingredienti sono appena tre: mandorle, zucchero e gocce di limone o, in alternativa, di arancia, ma c'è anche chi lo arricchisce con miele o semi di sesamo. Le origini sono quelle della cultura araba che tanto ha influenzato l'isola, e i sapori sono quelli degli agrumi tipici del Sud Italia. Una variante golosa del torrone tradizionale che, a sua volta, si presta a contaminazioni e variazioni sul tema.


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tradizioni regionali

secca, uvetta, cannella e canditi. Il nome di questo dolce deriva dal tedesco e vuol dire "raramente", perché lo Zelten si faceva, appunto, raramente: una volta all'anno, solo a Natale.

L'Italia è ricca di tradizioni. Anche in ambito culinario questa abbondanza si riflette nelle riParrozzo, cette regionali che contraddiCalzoncelli, stinguono le festività dell'anBossolà no. A Natale dunque c'è spazio e Zelten per affiancare ai dolci classici, gli struffoli campani anche quelli della tradizione. In Abruzzo c'è il Parrozzo, un In Campania, sulle tavole del dolce dalla forma semisferica che giorno di Natale, non possono prende origine dal cosiddetto "pane mancare gli struffoli, palline di pasta rozzo": all'impasto di granoturco, si aggiundolce, fritte e poi intinte nel miele, decorate gono mandorle e una copertura di cioccolato con frutta candita e zuccherini colorati. Per fondente. In Lombardia, tra i dolci natalizi, prepararli per 6 persone bisogna innanzitutto spicca la Bossolà, una ciambella soffice e vasetacciare 450 g di farina con un pizzico di saporosa di origine bresciana: è un simbolo di le, aggiungendo 3 uova, 3 cucchiai di zucchebuon auspicio che rimanda all'idea della rinaro semolato e 90 g di burro. Lavorare quindi scita. La Basilicata invece trova nei Calzoncell'impasto a lungo, avvolgerlo in una pellicola li la sua tipica prelibatezza natalizia: tegolini e metterlo a riposare un'ora in frigo. Trasfordi pasta sfoglia realizzati con farina di grano, mare l'impasto in un cilindro, tagliandolo in chiusi a fagottino e ripieni di crema di ceci o piccoli pezzi. Scaldare un litro d'olio di semi castagne. Una volta fritti, si ricoprono di zucin una padella a bordi alti e friggere gli strufchero a velo o miele. In Trentino Alto Adige infoli con una schiumarola. Scaldare 300 ml di vece si mangia lo Zelten, una specialità tipica miele d'acacia in padella, quindi aggiungere sudtirolese che prevede una torta con frutta le palline colorate.

In Liguria

La tradizione ligure presenta tra i suoi piatti tradizionali natalizi il rinomato pandolce genovese, conosciuto persino presso i Paesi anglosassoni con il nome di Genoa Cake. Si tratta di un impasto lievitato più o meno alto e poi arricchito con canditi, uvetta e pinoli. Se la versione cinquecentesca originaria prevedeva una lievitazione naturale, e quindi un volume maggiore, oggi è invece molto diffusa la variante schiacciata.

Il panforte

Tra le delizie gastronomiche toscane, non si può non citare il celebre Panforte di Siena, un dolce natalizio a base di noci, mandorle, zucchero, farina e canditi di vario genere. Il più caratteristico è il candito nero di popone, ovvero il melone nero toscano. Il nome di questo dolce ha origini antiche, risale al X secolo quando veniva preparato il panmelato, una focaccia con acqua e farina a cui venivano aggiunte miele e frutta secca. Un'altra particolarità è il colore: può essere bianco se con lo zucchero a velo o nero se ricoperto di spezie.





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Un dolce cammino

Calendario dell'avvento con la pasta biscotto verso la vigilia Per i più piccoli, un'idea divertente è preparare un calendario dell'avvento con i biscotti. Angioletti, fiocchi di neve, alberelli e stelline accompagneranno i bimbi nei 24 giorni di dicembre che precedono il giorno di Natale. Per i nostri 24 biscotti servono 200 g di zucchero a velo, 500 g di farina, 4 tuorli, 250 g di burro e un baccello di vaniglia, mentre per la decorazione è necessario il colorante alimentare, la pasta da zucchero e altre decorazioni alimentari. La preparazione è semplice: prima di tutto realizzare la sabbiatura con il mixer (farina setacciata, un pizzico di sale e burro freddo), poi posizionarla su un piano di lavoro e aggiungere zucchero a velo, semini di vaniglia e, una volta creata la

Questi biscotti durano una settimana, quindi per arrivare a 24 giorni il consiglio è di prepararne 6/7 alla volta, congelando gli altri senza copertura

Ecco come realizzare i 24 dolcetti da scartare ogni giorno con i bimbi fino a Natale. Divertenti, colorati e allegri, sono facili da fare e simpatici da decorare fontana, i tuorli al centro. L'impasto ottenuto va in frigo per mezz'ora, per poi stenderlo e realizzare i biscotti con gli stampini. Prima di passarli in forno, i biscotti hanno bisogno di un'altra mezz'ora in frigo, quindi in forno statico preriscaldato a 170° per 10 minuti o in forno ventilato a 150° per 6-8 minuti. Una volta raffreddati si passa alla decorazione.

La decorazione Dividere in tre il panetto di pasta di zucchero: una parte rimarrà bianca, nella seconda si aggiunge il colorante rosso e nell'ultima un po' di giallo e blu per ottenere il verde. Con il bianco si può ritagliare il fiocco di neve, con il verde gli alberelli, con il rosso fiocchi e regali. Un po' di colla alimentare sui biscotti e il gioco è fatto.


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DOLCETTI FATTI IN CASA Per rendere uniche le feste ci sono le formine natalizie

tronchetto di natale Dolce tipico della tradizione natalizia francese, il tronchetto Buono, di Natale riprende la forma d'effetto del ceppo di legno, simbolo particolarmente caro ai Paee facile da si del Nord Europa. Si tratta realizzare di un rotolo soffice di pasta in casa biscotto farcito con una crema ganache al cioccolato e accompagnato da una divertente guarnizione di scagliette di cioccolato fondente che, oltre a dare un gusto sfizioso al dolce, riproducono anche l'aspetto del ceppo di legno con le sue nervature e "scaglie" di corteccia. Il procedimento per realizzarlo è semplice: prima si crea la pasta biscotto con farina, zucchero, sale, uova, un baccello di vaniglia e un pizzico di miele. Una volta sfornata, si ricopre di ganache al cioccolato (panna e cioccolato fondente), poi si arrotola con della pellicola e si fa rassodare in frigo. Per la decorazione serve temperare il cioccolato, trasferirlo sulla carta da forno, stenderlo e farlo raffreddare. Si possono quindi creare le scaglie, che andranno distribuite sul tronchetto coperto di ganache.

Una spolverata di zucchero a velo, oltre ad addolcire il palato dei commensali, crea anche quell'effetto neve particolarmente adatto nel periodo natalizio

Se è vero che i biscotti al pan di zenzero sono la scelta più rappresentativa durante il periodo natalizio, è altrettanto vero che in cucina ci si può sbizzarrire con le forme per renderli unici. Le formine sono il più valido alleato per tematizzare questi dolcetti. L'omino di pan di zenzero da decorare è un grande classico, così come l'alberello natalizio e l'alce. Ma i più fantasiosi possono sbizzarrirsi con qualsiasi soluzione: fiocchi di neve, stelle, cuori e animaletti di ogni tipo. Le formine per i biscotti sono ormai disponibili in tutte le forme e dimensioni. Ecco allora che sulle tavole potrebbero finire dei pinguini o delle mucche natalizie, paperelle e pesciolini intrusi speciali, ma anche fiori, gattini e chi più ne ha più ne metta. La parola d'ordine è una solo: lasciare spazio alla creatività.

Biscotti di pan di zenzero Se si pensa al Natale, il biscotto più rappresentativo è indubbiamente quello al pan di zenzero. Particolarmente amati nel mondo anglosassone, i Gingerbread hanno però origini nordeuropee. La forma più classica è l'omino di pan di zenzero decorato con la ghiaccia reale, reso famoso - se ancora ce ne fosse bisogno - dal film "Shrek", in cui interpreta un ruolo piuttosto divertente. Tornando alle tavole delle feste, è facile trovare questi biscotti nelle forme che richiamano la magia del Natale e quindi renne, alberelli, stelline e calzette. Oltre a essere in grado di conquistare qualsiasi palato, i dolcetti sono anche un'ottima idea per un pensierino natalizio: un omino di pan di zenzero regala un pizzico di magia e rappresenta in pieno lo spirito di questo tempo.


Cin cin 32

Lo Sforzato di Valtellina vanta il primato come primo passito rosso secco ad aver ottenuto in Italia la Denominazione di Origine Controllata e Garantita (DOCG), nel lontano 2003

Vini valtellinesi

Un brindisi gustoso per il nuovo anno Bottiglie speciali per ogni pietanza Per chiudere in bellezza anche questo lungo anno e dare il benvenuto al prossimo, non può mancare un calice di buon vino. E quale migliore scelta di una selezione di vini valtellinesi che accompagnino ogni pietanza del cenone di Capodanno? La Valtellina è terra di vigneti sin dall'antichità, e la varietà di uva più coltivata è la Nebbiolo, che costituisce la base di ogni vino prodotto nella zona. La peculiarità di queste uve risiede nella loro versatilità: a seconda degli uvaggi a queste abbinati, e alla lunghezza del periodo di essiccazione, la gamma di vini che ne risulta è davvero ampia. Vista la presenza delle specialità valtellinesi nel menù di fine anno, l'ideale è accompagnare i piatti con uno dei rossi che hanno reso così famosa la regione.

Tra le soluzioni più pregiate con cui salutare l'anno passato e accogliere quello futuro c'è il nobile Sforzato di Valtellina da accompagnare a piatti tipici Tra questi, il Valtellina Superiore si adatta perfettamente agli antipasti a base di salumi e formaggi stagionati nostrani, mentre per la portata principale non può mancare il vino più nobile della valle: lo Sforzato di Valtellina, dal profumo intenso, è ottimo abbinato a carni succose e saporite.

Per il dolce

Per un tocco dolce a fine pasto, o in previsione dell'augurale brindisi di mezzanotte, si può optare per un calice di Moscato rosa, ormai prodotto di tendenza del territorio valtellinese. Da accompagnare a dolci secchi, invece, è perfetto un sorso della storica Grappa della Valtellina, icona territoriale di rinomata fama.



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Le ricette dei Nonni Luisa

Cannelloni all’ amaretto

Ingredienti

G

li amaretti sono preparati con albume, zucchero e mandorle ragion per cui risultano molto energetici e forniscono un grande apporto di calorie. Sono altresì ricchi di potassio e vitamina E, ma è meglio evitare quelli con le “mandorle amare” perché in eccessive quantità potrebbero creare problemi allo stomaco (se si esagera addirittura intossicazioni). La noce moscata invece stimola la digestione; leggende popolari vogliono che abbia anche una non meglio definita proprietà afrodisiaca… Infine la cannella è un aromatizzante che non contiene calorie né grassi o colesterolo: è molto indicata per eliminare i sapori dolciastri da panna o composti di latticini, ma va sempre usata in modeste quantità.

1.

Impastare le uova con la farina e un po’ d’acqua fredda fino ad ottenere una pastella omogenea e chiara.

2.

Spianare la pasta con un mattarello in liste sottili ma resistenti, quindi tagliare in rettangoli da 10 x 6 cm.

3.

A parte preparare l’impasto con i formaggini, la panna liquida, il burro, la carne trita, gli amaretti sbriciolati, la noce moscata e la cannella.

4.

Adagiare l’impasto ottenuto sulle striscioline di pasta, quindi chiudere per formare il cannellone e metterli in una pirofila.

5.

A parte prendere: un albume e due tuorli, quindi sbattere in una scodella con un pizzico di sale. Spalmare il liquido sui cannelloni e ricoprire con una spolverata di parmigiano. Aggiungere un pizzico di pepe nero e dei ricciolini di burro.

6.

Infornare a 180° per 30 minuti circa, quindi spegnere e lasciar raffreddare.

7.

Servire con un cucchiaio di sugo che si sarà formato durante la cottura.

35 | RICETTE | PRIMI

• 6 - Uova

Tempo: 75 min.

• 1 pizzico - Sale • 400 gr. - Farina Bianca • Formaggini (SPALMABILE PER BAMBINI) • ½ bicchiere - Panna Liquida

Porzioni: 4

• 1 pizzico - Noce Moscata • 1 pizzico - Cannella • 250 gr. - Carne Trita • 200 gr. - Amaretti • Parmigiano

Difficoltà:

Media

• 1 pizzico - Pepe Nero • 20 gr. - Burro

Costo:

Medio


Le ricette dei Nonni Emilia

Tagliatelle di nonna Emilia

Ingredienti

C

arne trita, sedano e pomodoro: una “triade” perfetta per ragionare sugli ingredienti. La carne è un vero e proprio serbatoio di proteine, energetiche ed indicate per chi fa molto sport o lavori pesanti. Il sedano è diuretico, ricco di acqua e dalle elevate proprietà purificatrici; è altresì antiossidante e protettivo per le funzioni neuronali (a livello cerebrale). I pomodori sono dissetanti e ricchi di vitamina C e K ottime antiossidanti, ragion per cui sono raccomandati nelle diete depurative e in certa misura dimagranti. Questo piatto quindi è davvero indicato per tutti i tipi di régime alimentare senza controindicazione alcuna, a parte le quantità: non bisogna mai esagerare.

1.

2.

Si comincia col fare la pasta; per chi non se la sente, ce ne sono di buona qualità in commercio. Quindi stendere la farina su un piano di lavoro liscio, unire le uova e il sale (non molto) iniziare ad amalgare bene gli ingredienti rendendo l’impasto omogeneo e senza grumi.

• 2 - Uova

Tempo: 105 min.

Fatta la pasta, stendere le tagliatelle su un vassoio infarinato e lasciarle asciugare un po’.

4.

Nel frattempo preparare il sugo: in un filo d’olio d’oliva far soffriggere la cipolla tagliata fine. Aggiungere la carne trita, il pomodoro, il sedano, la salvia, il rosmarino precedentemente tritati fini e il sale. Cuocere il tutto per un’ora abbondante. Quando il sugo è pronto cuocere la pasta.

5.

Alla fine condire il tutto in tavola aggiungendo una spolverata di parmigiano.

36 | RICETTE | PRIMI

• 1 pizzico - Sale • 250 gr. - Carne Trita • Passata di pomodoro senza basilico

Porzioni: 2

Quando avremo formato una “palla” cicciotta, prendere la macchina per la pasta e passarla tra i rulli lisci cinque o sei volte. Dobbiamo ottenere dei fogli sottili ma non troppo. Quindi passarla nei rulli per le tagliatelle.

3.

• 200 gr. - Farina bianca 00

• 1 - Cipolla piccola • Olio extravergine d’oliva • 1 pizzico - Pepe nero • 1 gambo - Sedano • 1 rametto - Salvia e rosmarino

Difficoltà:

Media

Costo:

Medio


Le ricette dei Nonni Agostino

Zuppa di funghi porcini

Ingredienti

F

unghi, patate e prezzemolo: ingredienti ideali per un piatto leggero ma nutriente e totalmente “veg” come si usa dire oggi. I funghi, soprattutto quelli porcini, sono ricchissimi di vitamina B (aiutano il sistema immunitario) e vitamina D: prevengono quindi l’osteoporosi e rinforzano le articolazioni. Rame e selenio, pure presenti in milligrammi, combattono l’invecchiamento dei tessuti esercitando un’azione antiossidante. Le patate, altro ingrediente principe di questa ricetta, vantano anche loro un gran quantitativo di selenio ma accoppiato con il potassio: ciò fa esercitare un’azione calmante e indicata per chi soffre di ipertensione.

1. 2.

3.

4.

5.

• 2 - Patate Piccole

Tempo: 45 min.

Prendere un tegame alto e capiente, metterci tre bicchieri d’acqua e mezzo dado vegetale; portare a ebollizione ed aggiungere i funghi porcini già tagliati sottili. Mettere insieme il tutto, comprese le patate a puré, aggiungendo due cucchiai di passata di pomodoro. Alzare la fiamma e continuare a mescolare per una decina di minuti. Il momento giusto per spegnere è quando il brodo si sarà leggermente rappreso. Servire in piatti tiepidi spolverando con un pizzico di pepe.

37 | RICETTE | PRIMI

• 1 piccola - Cipolla • ½ - Dado Vegetale

Far lessare le patate in acqua salata, poi pelarle e schiacciarle usando uno schiacciapatate per il puré. Fare a parte un soffritto con olio extravergine d’oliva, non tantissimo, un paio di cucchiai di minestra sono sufficienti e la cipolla tritata fine, lasciar cuocere un paio di minuti e spegnere. Attenzione: è importante che la cipolla non resti né troppo cruda né bruciata.

• 2 etti - Funghi Porcini

• Passata di pomodoro senza basilico

Porzioni: 2

• Olio extravergine d’oliva • 1 rametto - Prezzemolo • 1 pizzico - Sale • 1 pizzico - Pepe

Difficoltà:

Bassa

Costo:

Medio


Le ricette dei Nonni Luisa

Anguilla marinata

Ingredienti

L

a carne dell’anguilla, assimilabile nel caso al pesce, è molto grassa e di difficile digestione. Apporta notevoli quantità di calorie e forse per questo viene considerato un cibo invernale (soprattutto in voga nelle feste natalizie). Risulta tuttavia molto nutriente e ne basta poca per sentirsi già pieni. L’aceto in qualche modo “sgrassa” anche il cibo su cui viene usato, quindi in questo caso l’accoppiata è ottimale con l’anguilla; derivato del vino ne conserva una minima gradazione alcoolica e va adoperato in piccole dosi. L’alloro infine è un aromatizzante in foglie pieno zeppo di vitamina A (fa bene agli occhi) e per giunta combatte l’alito pesante: davvero l’ideale per un piatto... “importante” come questo.

1.

• 1 - Anguilla grande

Tempo: 60 min.

• 1 pizzico - Sale

circa, eliminare la testa e la coda, quindi ri-lavarla e tagliarla Porzioni: 2

pelle. 2.

Cuocerla in una teglia anti-aderente spolverando con sale fino. Quando l’anguilla è ancora bollente, immergerla in un tegame con un litro di aceto, leggermente riscaldato in precenza, e le foglie di alloro. Quando si sarà raffreddato aggiungere il

Difficoltà:

Media

timo e qualche grano di pepe nero. Prima di consumarla lasciar riposare il tutto per almeno 12 ore. 3.

Per una presentazione diversa, è possibile infilare i pezzi di anguilla su uno spiedino.

38 | RICETTE | SECONDI

• Alloro • 1 pizzico - Timo

Lasciare a bagno l’anguilla in acqua fredda per mezz’oretta

a pezzi lasciandoli però attaccati fra loro con un brandello di

• 1 l - Aceto rosso

Costo:

Alto

• 1 pizzico - Pepe nero in grani


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Sono arrivate grandi novità al Ranch Mary di Lesmo: il ristorante ha introdotto la possibilità di consumare ricchi “apericena”. Sono tre le proposte per questa curiosa formula: il messicano, con pietanze piccanti, come pollo al curry, nachos e fajitas; il vegetariano, con quiche di verdure e verdure pastellate; il classico, con portate principalmente italiane, come pasta, ecc. Non mancano ovviamente i cocktail, preparati dal barman del Ranch Mary: su tutti spicca l’originale “Il ponte sullo stretto”, particolarità ispirata alle origini calabresi dei proprietari e dello stesso barman. Quando provare l’apericena? È disponibile sabato e domenica sera, ma soprattutto, ed è questa un’altra importante novità, lo è anche mercoledì, giovedì e venerdì sera. L’attività di Manuel Mancuso si pone quindi come punto di riferimento anche per le serate in settimana, non soltanto per il weekend: rappresenta il posto giusto per staccare dopo il lavoro, rendendo speciale ogni appuntamento e incontro. E non è tutto, perché il giovedì sera è stato dedicato alle donne: si tiene infatti “Thursday in pink”, iniziativa che prevede l’aperitivo a prezzo scontato per il gentil sesso. Ce n’è anche per gli appassionati di calcio: al Ranch Mary è possibile cenare senza perdersi le partite di Serie A e delle coppe europee, da seguire su maxischermo. Le novità non finiscono qui, perché il ristorante di Lesmo è in continuo movimento: durante il mese di settembre si è conclusa un’importante ristrutturazione, grazie a cui il Ranch Mary è stato riammodernato. Ora è tutto nuovissimo e gli interni sono in vero stile old country, mantenendo le sue caratteristiche di location semplice ma ricercata. Anche il menù, già ricco di suo fra hamburger e specialità locali, è stato ulteriormente ampliato: la carne resta il pezzo forte e sono state introdotte le costine in salsa bbq rigorosamente fatta in casa. Per allargare la proposta sono state inserite portate di pesce, come antipasti e secondi, dalla grigliata mista agli spiedini. E poi non bisogna scordarsi l’introduzione di una selezione di pizze gourmet, che affianca quelle più tradizionali. A proposito: grazie alla presenza del pizzaiolo va ricordato che pane, pizza, focacce e altri prodotti sono tutti fatti in casa.

Foto di: FABIOLA TERENZIO

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y r a M Ranch

Non solo weekend: un punto di riferimento anche per le serate in settimana

Lesmo, via Galilei 2 www.ristorantealranch.com Tel.: 039.6980058 - 334.2187270


Le ricette dei Nonni Gino

Trota con il cavolfiore

Ingredienti

L

a trota è il pesce d’acqua dolce migliore che ci sia per l’ottima combinazione dei contenuti nutrizionali. Ha moltissime proteine (15% del peso totale) ma un basso contenuto di grasso, calorie e colesterolo: molti esperti consigliano di mangiarne almeno una volta la settimana. E’ indicata per chi segue diete dimagranti, ma occhio a non rovinare tutto spalmandola con maionese o altre terribili salse / salsine. Il cavolfiore, dalla sua, ha grandi proprietà antiossidanti (ottimo per gli anziani) e antinfiammatori (ottimo per i degenti) oltre a un notevole contenuto di vitamina C; secondo alcuni potrebbe vantare anche proprietà diuretiche. Il sapore gradevole fa il resto e ne determina un largo uso in cucina.

1.

• 4 - Trote

Tempo: 25 min.

Lessare il cavolfiore in acqua salata, e a cottura ultimata

Pulire bene, sfilettare le trote e asciugarle leggermente con

• 1 ciuffetto - Prezzemolo

Porzioni: 2

un panno. 3.

Infarinarle da entrambi i lati e lasciarle asciugare ancora, infarinate.

4.

Sciogliere il burro in un tegame anti-aderente, e posizionarvi le trote che dovranno cuocere per 12-15 minuti circa, girandole

Difficoltà:

Media

più volte, senza romperle. 5.

Spegnere e lasciarle ripostare. Quando si saranno intiepidite, tagliarvi sopra il cavolfiore, preparato in precedenza e servire in tavola su piatti ben caldi.

41 | RICETTE | SECONDI

• Farina bianca tipo 00 per impanare • 1 spicchio - Aglio

tenerlo da parte. 2.

• ½ - Cavolfiore lessato

Costo:

Alto

• 1 pizzico - Sale • 50 gr. - Burro


Le ricette dei Nonni Adele

Parmigiana di melanzane

Ingredienti

L

e melanzane sono ricche di vitamina C e potassio (indicato per proteggere ossa e unghie, fortifica anche denti e capelli) ma hanno un sapore che non piace a tutti. Cuocerle al forno ne determina una specie di “addolcimento” che giova al palato. Il prosciutto cotto è ricco di proteine, ma risulta poco grasso (15%) e poco calorico: viene infatti indicato come sostitutivo della carne almeno una volta la settimana. Il parmigiano reggiano contiene molto ferro e zinco oltre a vitamina B che aiuta il sistema immunitario; secondo molti dietologi rafforza le ossa e può essere d’aiuto nelle diete ipocaloriche (dimagranti).

1.

Tempo: 60 min.

cm. l’una, immergerle nell’uovo sbattuto con il sale e nel

• 1 - Mozzarella

pangrattato. Friggerle in olio di semi d’arachide bollente. A

• 1 etto - Prosciutto cotto

Porzioni: 2

Per quanto riguarda il sugo di pomodoro, si può preparare

pomodoro. Procedere per strati con melanzane, mozzarella,

• 3 - Uova

Difficoltà:

Bassa

prosciutto, salsa e di nuovo melanzane per almeno due o tre

pizzico di pepe nero. Costo:

42 | RICETTE | SECONDI

• 3 spicchi - Aglio • Olio di semi di arachidi per friggere le melanzane • Olio extravergine d’oliva per ungere la teglia

volte. Alla fine spolverare con il parmigiano grattugiato e un

Cuocere in forno a 180° per 20 minuti. Servire tiepide.

• 1 cucchiaio grande - Parmigiano grattugiato • Pane grattato

In una teglia larga e capiente mettere un filo d’olio d’oliva e disporre le melanzane, fritte in precedenza, con la salsa di

4.

• 1 rametto - Basilico • 1 piccola - Cipolla

prima, fatto in casa oppure comparndolo già pronto. 3.

• 500 gr. - Salsa di pomodoro

Sbucciare le melanzane e tagliarle a fette alte circa 0,70

cottura ultimata lasciarle sgocciolare sulla carta assorbente. 2.

• 4 - Melanzane

Medio

• 1 pizzico - Pepe nero (FACOLTATIVO)


A Bellusco si allevano lumache: stiamo parlando di Elicinbrianza, progetto ideato da Omar Galbussera con la collaborazione di Elena Sala. L’impresa si basa appunto sull’allevamento di lumache di tipo Helix Aspersa Muller: è considerata un’attività agricola ed effettua il proprio ciclo all’aperto dal mese di marzo/aprile fino a ottobre/ novembre. Per l’allevamento è presente una coltivazione di fondo agricolo con seminato trifoglio all’interno dei recinti: qui le lumache pascolano liberamente e sono alimentate con farinacei posizionati su pannelli posti nei recinti. Non vengono utilizzati prodotti chimici di nessun tipo. È indispensabile una recinzione in lamiera zincata fuori terra di circa 60 cm per delimitare ed evitare la fuga delle lumache e l’ingresso di predatori dall’esterno. Durante il mese di novembre si effettua l’ultima raccolta, svuotando tutti i recinti e riprendendo il ciclo all’interno di una nursery: qui si procreano nuove chioccioline per l’anno successivo che, ad inizio primavera, saranno inserite a campo aperto cominciando la fase d’ingrasso. Elicinbrianza, oltre all’allevamento di lumache per la vendita alla ristorazione e al dettaglio, si occupa dell’estrazione della loro bava: si tratta di un prodotto molto ricercato in campo cosmetico e farmaceutico. Per svolgere questa operazione è utilizzato un apposito macchinario, progettato da Omar Galbussera: grazie ad una doccia stimolante provoca la liberazione della bava e la raccoglie in recipienti. Oggi l’impresa di Bellusco ha una propria linea cosmetica naturale alla bava, adatta a bambini, adolescenti, donne e uomini di tutte le età: “Grazie ai nostri prodotti si ottengono ottimi risultati - ha spiegato Elena - poiché la concentrazione della bava inserita è elevata e dunque permette maggiori benefici. È idratante, contiene collagene e agisce in modo efficace contro le rughe, gli inestetismi della pelle, gli arrossamenti e le macchie in genere”. Non è tutto: Elicinbrianza si propone anche per la consulenza e la progettazione di impianti elicicoli, organizzando corsi di elicicoltura innovativa tenuti da Omar Galbussera.

La vendita al dettaglio si svolge presso l’allevamento di via Circonvallazione, a Bellusco, ed è aperta tutti i sabati dalle 9 alle 12.30. È anche possibile approfittare della vendita online dei prodotti di cosmetica naturale accedendo al sito www.elicibrianza.com Per l’acquisto in settimana è necessario contattare Elena Sala al 339.6783209. Per maggiori informazioni sui corsi di elicicoltura innovativa contattare Omar Galbussera al 333.3100554


La buona cucina a Monza

A pranzo e a cena dal martedì alla domenica

Osteria Visconti Via Azzone Visconti 37 Monza tel 347 34 33 720

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Le ricette dei Nonni Stefania

Insalata di nonna Armida

Ingredienti

Q

uesto piatto prevede l’utilizzo di olive che sono ricche di vitamine, sali minerali e fibre. Per questo risultano utilissime nella regolazione delle fasi intestinali. Vi sono poi anche le cipolle rosse, davvero dolci e squisite quelle di Tropea, che vantano incredibili proprietà anti-influenzali (fanno da scudo difensivo) e fortificano il nostro sistema cardio-circolatorio. Le acciughe, infine, sono piene di selenio e di grassi “buoni” tipo Omega3-6 che fanno da antiossidanti e sono componenti molto salubri per una dieta ben bilanciata (indicata soprattutto dopo i 40 anni).

1.

• 600 gr. - Patate

Tempo: 40 min.

• 50 gr. - Olive verdi

Iniziare con il lessare le patate con la buccia, una volta ben cotte, ci vogliono circa 20 minuti, si pelano e si tagliano a

• 6 - Filetti di acciuga sottolio

fette. Posizionarle poi su un piatto da portata alternandole

• 6 - Pomodorini

con fettine di pomodori, fettine di mozzarella e filetti di

Porzioni: 6

acciuga sottolio spezzettati. 2.

In una ciotola sbattere con una forchetta: l’olio, l’aceto e il tabasco, aggiungere origano, prezzemolo e sale, con cui si

• 1 Pizzico - Prezzemolo

Difficoltà:

Bassa

• Olio extravergine d’oliva

può usare l’aceto balsamico. A piacere, concludere l’impiattamento con un pizzico di peperoncino. 45 | RICETTE | CONTORNO

• 1 Pizzico - Origano • Tabasco (A PIACERE)

condirà il piatto, in alternativa al tabasco e all’aceto bianco si

4.

• 1 piccola - Cipolla rossa • 1 Pizzico - Basilico

Tagliare le olive e le foglie di basilico da aggiungere alle fettine di patate, pomodori e mozzarella.

3.

• 200 gr. - Mozzarella

Costo:

Medio

• Aceto


Le ricette dei Nonni Luciana

Torta salata con melanzane e uova P

omodori, melanzane e uova: ingredienti facilissimi da reperire che vantano notevoli proprietà nutritive. Le uova sono ottimi serbatoi di proteine: ben 6 grammi ciascuno, fra albume e tuorlo, ideale quindi per chi consuma molto e usa i muscoli; inoltre contengono alte quantità di calcio e ferro. Occhio però al colesterolo: chi ne soffre deve limitare il consumo di uova a solo una / due volte la settimana. Le melanzane, per contro, risultano totalmente assenti di questa specifica mentre sono ricche di vitamina C e potassio (indicato per proteggere ossa e unghie, fortifica anche i capelli).

1.

2.

• 1 rotolo - Pasta sfoglia

Tempo: 45 min.

Lavare i pomodori, tagliarli in 4 fette e metterli in un colino; salarli e lasciarli sgocciolare finché avranno perso l’acqua. Passare i pomodori su una carta assorbente. Tagliare la melanzana a cubetti piccoli, salarla e metterla al sole per 10 minuti circa così da farle fare la sua acqua, farle poi asciugare su carta assorbente.

3.

Tagliare la mozzarella a pezzi piccoli e lasciarla sgocciolare in un colino per 10 minuti circa.

4.

In una terrina, aggiungere, i pomodori, le melanzane, la mozzarella, una spolverata di pepe nero, il basilico e mescolare bene (se si forma altra acqua, scolare). Aggiungere il rosso d’uovo, il formaggio grattugiato e ri-mescolare bene fino ad ottenere un composto umido e quasi compatto.

5.

A questo punto aprire il rotolo di pasta sfoglia e metterlo in una pirofila foderata con carta da forno. Posizionare sulla pasta il composto e livellarlo bene. Ripiegare i bordi della pasta sfoglia e inumidirla con un po’ di acqua fresca.

6.

Guarnire spargendo i semi di sesamo. Infornare a 200° per mezz’ora, quindi togliere la “torta” dal forno e lasciarla raffreddare e servire in tavola tiepida.

46 | RICETTE | PIATTO UNICO

Ingredienti • 1 - Melanzana grande • Olio extravergine d’oliva • 10 - Pomodorini freschi • 1 - Mozzarella

Porzioni: 4

• 1 ciuffetto - Basilico • 3 cucchiai - Formaggio grattugiato • 1 - Tuorlo • Semi di sesamo • 1 pizzico - Sale

Difficoltà:

Bassa

Costo:

Basso

• 1 pizzico - Pepe


Le ricette dei Nonni Franco

Biscotti alla valdostana

Ingredienti

M

andorle, nocciole e vaniglia: un trionfo alla piemontese. Questa frutta secca rappresenta una delle più famose eccellenze regionali e ce n’è ben donde. Le mandorle sono molto energetiche e di dura digestione: contengono magnesio (che aiuta in caso di stanchezza) e grassi “buoni” tipo Omega 3-6 in grado di allentare la pressione del colesterolo sul nostro sistema cardiocircolatorio. Discorso simile per le nocciole, più dolci però, che sono anche in grado di favorire il transito intestinale.

1.

• 200 gr. - Zucchero semolato

Tempo: 40 min.

Tritare le mandorle e le nocciole in un mixer, quindi aggiungere

• 65 gr. - Farina bianca tipo 00

tutto il composto con la farina, la vanillina e il restante

2.

Porzioni: 4

Continuare ad amalgamare il composto usando un cucchiaio di legno in modo delicato così da non “smontare” gli albumi. Ottenuta una pastella uniforme e densa, prendere un cucchiaio da minestra e sistemare abbondanti cucchiaiate (ben distanziate) su carta da forno.

3.

Difficoltà:

Media

Infornare a 180° per circa 12 minuti. La cottura è molto veloce: tenere d’occhio i biscotti in modo da non farli imbrunire troppo.

4.

Spegnere e togliere subito dal forno. e spolverare con un po’ di zucchero a velo.

47 | RICETTE | DOLCE

• 80 gr. - Nocciole tostate • 120 gr. - Albume

150 gr. di zucchero. Montare gli albumi a neve e mescolare

zucchero.

• 120 gr. - Mandorle pelate

Costo:

Basso

• 1 bustina - Vanillina


Le ricette dei Nonni Antonia

Banane al flambé

Ingredienti

Z

ucchero, arance e burro oltre alle banane: ingredienti “importanti” da non consumare in eccessiva quantità. Lo zucchero è il principale fornitore di calorie nell’alimentazione, ma bisogna stare attenti a non esagerare: troppo zucchero infatti crea problemi di chimica interna all’organismo e indebolisce la struttura ossea (anche i denti) perché sottrae calcio. Le arance forniscono grande apporto di vitamina C utilissima nei mesi invernali e quasi nessuna caloria: per questo l’unione con lo zucchero determina una specie di accoppiata virtuosa (lo zucchero ne ha troppe, l’arancia zero). Infine il burro, nemico di vene e arterie, se consumato in piccole quantità (come in questa ricetta) è di facile digestione e favorisce la crescita (molto indicato quindi per chi ha meno di 20 anni).

1.

Per la buona riuscita di questa ricetta è indispensabile che le banane siano grandi e non troppo mature, altrimenti il rischio è che si rompano nella «lavorazione».

2.

Far sciogliere il burro in un tegame anti-aderente a fiamma bassa, aggiungere lo zucchero e mescolare finché non sarà caramellato.

3.

Spremere l’arancia e versare il succo nel tegame, mescolare bene e spegnere il fuoco.

4.

Sbucciare le banane e tagliarle in due per il lungo; metterle nella padella ancora calda e girarle più volte per farle ricoprire completamente dalla glassa. Dopo qualche minuto riaccendere il fuoco a fiamma alta per pochi secondi, versare il liquore Cointreaue «incendiarlo» cosicché l’alcool evapori completamente. Lasciare che l’alcool bruci del tutto e quindi spegnere. Quest’operazione richiede una particolare destrezza ma non è difficile: basta fare attenzione; è però basilare per la buona riuscita della ricetta.

5.

Servirle tiepide con una pallina di gelato.

48 | RICETTE | DOLCE

• 4 - Banane

Tempo: 15 min.

• 100 gr. - Zucchero semolato • 1 - Arancia • 25 gr. - Burro • 1 bicchierino - Cointreau

Porzioni: 2

Difficoltà:

Bassa

Costo:

Medio



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Vedano al Lambro - Via Alfieri, 38 (di fronte a Centro Sportivo) Cell.: 335 618 46 07 - www.terratuinse.it

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