Anno I | Numero 2 | Dicembre 2021
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Menù e consigli per un Natale da gustare con la tua famiglia
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Sommario
La tavola delle feste
Mise en place, colori e oggetti Così la magia è servita
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I menù della tradizione
I menù delle feste, Capodanno
La ricetta della deliziosa seupa à la vapelenentse
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Lasagne al ragù Un grande classico
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20 Rotolini al salmone con peperoni, olive e robiola
Nel solco della tradizione: il brodo di carne
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21 Gustosi primi piatti, pesce grande protagonista 22 Il cotechino, un secondo tradizionale per salutare il nuovo anno
I menù delle feste, la Vigilia Spiedini panati di gamberi e patate
Tortelli e capitone per una cena originale
Dolci
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25 Le prelibatezze della tradizione
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I menù delle feste, il Natale
I consigli
Agnolotti piemontesi per un pranzo da re
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29 Per un Natale più sereno pianificare è essenziale
La Lombardia servita a tavola: il rinomato cappone ripieno
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30 Calendario dell'avvento con la pasta biscotto
Cavatelli 15 alle cime di rapa
I menù delle feste, Santo Stefano Pennette allo spumante
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31 Tronchetto di Natale Buono, d'effetto e facile da realizzare
Cin cin
32 Un brindisi gustoso per il nuovo anno
Risotto 18 alla Fontina DOP
Editore: Dmedia Group Spa | Via Campi 29/L | Merate (LC) | Finito di stampare: Novembre 2021 | Stampa: Tiber Spa - Via Volta 179 | 25124 | Brescia (BS) Pubblicità: Publi iN - Via Campi 29/L | Merate (LC) - 039.99891 | Inserto omaggio alle testate Netweek
La tavola delle feste 2
Decorazioni natalizie
Mise en place, colori, oggetti: così la magia... è servita a tavola Non basta una tovaglia rossa: il segreto è dosare i diversi elementi partendo dalla tradizione, per rievocare lo spirito che da anni riunisce famiglie e amici. Spazio alla fantasia
La cura dei dettagli è fondamentale quando si parla di decorare la tavola in occasione delle feste di fine anno: inutile negarlo, cene e veglioni assumono tutto un altro sapore se si consumano avvolti da una vera e propria atmosfera natalizia. No, non basta soltanto una tovaglia rossa con riporti dorati: tutto si gioca su combinazioni di colori, abbinamenti e oggetti. Attenzione però a non abbondare: il segreto è trovare la giusta proporzione. Mixare con sapienza i diversi elementi contribuirà a creare uno stile magico e unico.
i consigli
Un ottimo punto di partenza è senza dubbio la tradizione: piccoli oggetti e dettagli che raccontano la storia della famiglia, rievocando uno spirito che da anni si rinnova e riunisce i componenti a tavola, spesso dopo molti mesi trascorsi lontano. Da qui si comincia con la mise en place, che dev'essere impeccabile: tovagliolo al centro, magari con un segnaposto personalizzato per ogni membro; forchetta a sinistra, coltello a destra, bicchiere a un centimetro dalla punta del coltello. Tornando ai colori: il rosso è certamente la nuance delle feste per eccellenza, ma attenzione agli abbinamenti. A seconda delle tonalità delle pareti e dell'arredo, se si vuole creare continuità si può optare per una sfumatura diversa, magari limitando il rosso e l'oro alle decorazioni. Un suggerimento controcorrente, in tal senso, porta a colori delicati o pastello, da abbinare all'argento di qualche oggetto tipicamente natalizio, per una tavola più giovane. Se l'ambiente circostante lo permette, si può osare anche con tocchi di verde acido, viola o arancione; mentre per gli amanti del classico, si va sul sicuro con la tavola di Natale bianca e rossa: non passa mai di moda, è delicata, difficilmente stona con altre nuance. Dopo aver pensato all'aspet-
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LA TAVOLA DELLE FESTE
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QUESTIONE DI DETTAGLI Un centrotavola fai da te per impreziosire l'ambiente
to cromatico, si arriva al "design" della tavola. In questo caso il consiglio è di procedere con uno stile minimalista. Meglio limitarsi a posate essenziali, centrotavola non troppo ingombranti, poche decorazioni a scelta: dai Una regola classici elementi nanon scritta: talizi come le pigne ai non esagerare: rametti d'abete, ai più pochi oggetti, audaci accessori marini se avrete la posma curati sibilità di festeggiare il Natale in una località marittima. Generalmente si tende a dare continuità tra tavola e albero di Natale, l'altro grande protagonista delle nostre stanze: un segreto non così segreto è decorare la tavola con addobbi che si ritrovano anche appesi all'albero. Un'idea molto originale porta all'utilizzo di piantine, specialmente se la tavola è molto grande. Dimentichiamo qualcosa? Beh, le luci: c'è chi ne è talmente innamorato da non limitarsi a riempire l'albero e le pareti. Metterle a tavola? Basta che non ingombrino: si possono usare per esaltare il centrotavola.
Il rosso è il colore della tradizione per eccellenza, ma sono possibili diversi accostamenti cromatici per esaltare l'ambiente circostante
Come valorizzare ulteriormente la propria tavola di Natale, in modo da fare un figurone con i propri ospiti? Creando un centrotavola vintage, da poter realizzare anche in autonomia e in poco tempo. Si può ad esempio puntare sul legno, materiale caldo per eccellenza, ideale per creare un'atmosfera più intima e rilassante. Questa soluzione può essere arricchita con decori tipici della tradizione: pigne, rami e bacche. Elementi da ritrovare poi anche a tavola, come segnaposto. Un altro centrotavola molto particolare si può creare rispolverando le vecchie palline di Natale e inserendole in vasi di cristallo di varie dimensioni: questi addobbi si possono "dislocare" anche sul resto della tavola o legare anche ai bicchieri, magari in pendant con l'albero di Natale e abbinati alla tovaglia.
Segnaposti, candele, sedie: la creatività è d'obbligo Qualcuno ha detto segnaposto? Si può creare in autonomia con le vecchie palline di Natale. Bisogna assicurarsi che siano ancora munite di filo; agganciatevi poi un cartoncino con il nome dell'invitato. Oppure personalizzatele e legatele al gambo dei bicchieri da vino, con un colore diverso per ogni persona. Un altro grande classico della tavola sono le candele, le principali artefici della magica atmosfera natalizia. I portacandele, poi, sono accessori ideali per decorare la tavola e abbinarsi ai colori delle tovaglie. L'ultimo tocco? Le sedie. Non bisogna dimenticarle, ma decorarle aggiungendo cuscini natalizi o coprendo lo schienale con alcuni nastri.
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MENù DELLE FESTE | VIGILIA
Le portate principali
I tortelli e il capitone per una cena originale e ricca di storia un mix di sapori
Il condimento per eccellenza è il burro fuso aromatizzato con la salvia. Spesso si accompagna con il soffritto di cipolla e la salsiccia di maiale
I tortelli alla zucca sono molto comuni nelle tavole della Vigilia. La ragione è legata al precetto religioso che vietava il consumo della carne il giorno prima del Natale, ma si spiega anche con le ristrettezze economiche delle famiglie povere che, impossibilitate ad acquistare la carne, sceglievano un ripieno decisamente più economico come quello della zucca. Sarà proprio la corte dei Gonzaga a riabilitare un prodotto a km zero e a introdurlo anche nei contesti fastosi dei banchetti. Nel Mantovano e nel Cremonese, dove il piatto trae le sue origini, i tortelli alla zucca vantano un gioco di equilibri perfetto tra il sapore dolce dell'ortaggio, il salato del formaggio grana, il dolce-amaro degli amaretti e il piccante della mostarda. A Piacenza, invece, sono tipici i tortelli di zucca e ricotta. La ricetta mantovana è forse quella più semplice da riproporre a casa. Per ottenere il piatto perfetto è necessario partire da un'ottima materia prima: la zucca mantovana, oppure delica, ricca di gusto e poco acquosa, ideale per arrivare alla cremosità tipica del ripieno. La sfoglia all'uovo dovrebbe I Gonzaga essere ritagliata a forma di quadrato, per rispettare la di Mantova tradizione. Lo spessore deve furono tra i essere da sottile a medio. primi a vedere Nelle altre declinazioni rele potenzialità gionali, invece, la forma del della zucca tortello può essere a cappellaccio, rotonda, rettangolare, a mezza luna oppure ritorta. Amaretti e mostarda completano il ripieno, secondo la tradizione mantovana, che va chiuso con delicatezza nell'abbraccio di pasta.
L'origine La nascita del tortello di zucca è intrecciata con la storia delle grandi famiglie dell’epoca delle signorie. Dagli Estensi di Ferrara ai Gonzaga di Mantova passando per i Farnese di Parma e Piacenza, fino ad arrivare ai Pallavicino di Parma e ai Visconti di Reggio Emilia: tutti assaggiarono la pasta dal ripieno dolce. La zucca fece la sua comparsa in Europa nel Rinascimento grazie alla scoperta dell'America.
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Il capitone campano Molto amato dall’imperatore Federico II di Svevia, il capitone ha anche un ruolo storico: venne infatti inserito nel menù del pranzo che si tenne durante l’assemblea plenaria dei funzionari regi, il "Colloquium generale", nel 1240. Piatto tipico della cucina napoletana, il capitone, secondo la tradizione, scoraggia il male e la sfortuna, da sempre emblematica-
mente sintetizzati nella figura del serpente. Per questo il pesce della famiglia delle anguilla è un vero must della tavola natalizia campana ma anche pugliese. L’animale, che può sopravvivere sia in acque dolci sia in acque salmastre, restando nel luogo scelto fino a oltre i 50 anni, e che riesce a resistere fuori dall’acqua per circa 48 ore, viene proposto in ricette tradizionali con diversi metodi di cottura, come la frittura. In questo caso, il pesce viene tagliato in tranci di circa dieci centimetri e viene infarinato da entrambi i lati per poi passare alla frittura nell'olio. I pezzi vengono poi lasciati asciugare sulla carta assorbente, insaporiti con foglie di alloro e serviti caldissimi. Nel caso in cui il capitone fritto dovesse avanzare, può essere cucinato come capitone alla scapece: bisogna solo preparare una marinata di olio, aceto, aglio e menta, un mix che conserva perfettamente anche gli ortaggi fritti. La variante del capitone in umido prevede invece circa due ore e mezza per la preparazione tra la cottura e l'ammollo dell'animale nell'aceto. Si può cuocere anche in forno, sempre tagliandolo a pezzi e stendendolo su un letto di alloro per 45 minuti a 180°.
Tradizione vuole che il capitone venga acquistato vivo al mercato del pesce il giorno prima della Vigilia. Il pesce deve essere cucinato e mangiato nella stessa giornata
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menù delle feste
RICETTE TRADIZIONALi DELLA VALLE D'AOSTA tempo
35 minuti
Risotto alla Fontina Dop con crumble di pane, pere e noci
cottura
15-18 minuti
La freschezza e gli aromi dello Chardonnay si sposano alla perfezione con il piatto
portate
4 persone
difficoltà bassa
ingredienti • • • • •
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350 g di riso carnaroli 1 scalogno piccolo 2 pere abate piccole 180 g di Fontina Dop 1 bicchierino di grappa di pere o 1 bicchiere di vino bianco 40 g di burro olio extravergine di oliva 1 fetta di pane di segale 40 g di gherigli di noce 1 ciuffetto di timo sale, pepe
preparazione Per preparare il risotto iniziare a frullare la fetta di pane senza polverizzarla, spezzettare le noci e sfogliare il timo. Scaldare poi due cucchiai di olio in una padellina anti-aderente facendoci saltare il pane con le noci e il timo per 3-4 minuti finché non risulta dorato e fragrante. Condire il tutto con sale e pepe, togliere dal fuoco e versare in una ciotola. Tritare lo scalogno. Sbucciare le pere, privandole del torsolo, e tagliarle a cubetti di 1 cm circa. Scaldare quindi il brodo. Far fondere 20 g di burro in una pentola dal fondo spesso, unire lo scalogno e farlo appassire dolcemente per 2-3 minuti. Unire il riso, tostarlo e, quando i chicchi saranno caldi e translucidi, saltarli sfumando con l’alcol scelto. Bagnare il riso con un mestolo di brodo e proseguire la cottura mescolando spesso e unendo poco brodo alla volta. Dopo circa 10 minuti, unire le pere e portare il riso a cottura. Quando è al dente, unire la Fontina Dop e aggiungere un ultimo mestolino di brodo. Mescolare per far fondere il formaggio, spegnere il fuoco e mantecare con il burro. Impiattare poi il risotto spolverizzandolo con il crumble di pane. Profumarlo infine con una macinata di pepe e servire.
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MENù DELLE FESTE | CAPODANNO
una tradizione
CONTORNI PER STUPIRE
il cotechino
Lenticchie agli aromi: buone e portafortuna Facendo parte dei legumi con tutta la ricchezza di proteine e fibre, le lenticchie possono essere una valida alternativa di secondo piatto, perfetta per i commensali che non mangiano carne. Sono, per tradizione, l'accompagnamento ideale per il cotechino ma possono essere consumate anche in deliziose zuppe invernali. Per prepararle aromatizzate, è necessario disporre di bacche di ginepro, foglie di alloro e chiodi di garofano. Si comincia con il soffriggere gli aromi e la cipolla, arricchendo il tutto con dadini di pancetta (per una ricetta non vegetariana), si aggiungono poi le lenticchie secche già ammollate e si lascia insaporire. Si sfuma con il vino rosso e si procede la cottura mettendo di tanto in tanto un mestolo di brodo per circa 45-60 minuti. Si aggiusta infine di sale e pepe, e il contorno è pronto.
tempo
15 minuti
cottura
150 minuti
ingredienti • • • • • • • •
1 cotechino di 600 g 400 g di lenticchie 1 cipolla 2 coste di sedano 20 g di burro 2 cucchiai d'olio sale q.b. pepe q.b.
preparazione Avvolgere il cotechino nell'alluminio, praticare dei fori con una forchetta e poi immergerlo in acqua fredda, lasciandolo sobbollire per due ore. In un'altra pentola, sempre in acqua fredda, porre le lenticchie, mezza cipolla, una costa di sedano e un pizzico di sale. Portare a ebollizione e far cuocere a fuoco basso per circa un'ora. Tritare la cipolla e il sedano rimasti e rosolarli in un tegame con l'olio e il burro, aggiungendo le lenticchie e regolando di sale e pepe. Spellare il cotechino ancora caldo e tagliarlo a fette, infine servire sopra le lenticchie.
portate
4 persone
difficoltà bassa
Il consiglio Tante varianti per piatti da gustare Esistono molti modi per dare una svolta a una specialità della tradizione come il cotechino. Può essere inserito in una vellutata di patate al tartufo, oppure accompagnato con verze, gnocchetti di patate, lenticchie. Sfiziose anche le selezioni di primi: tra queste i bucatini con ragù di cotechino e noci o il pasticcio di verze e castagne.
La bontà tutta francese delle patate duchessa Il contorno più saporito e versatile di sempre: le patate. Per cambiare e non riproporre le seppure buonissime patate al forno, la ricetta di origine francese è un'opzione originale e molto decorativa. La preparazione è semplice: dopo aver cotto le patate, si riducono in purea con un passaverdure, si aggiunge al composto il burro e si unisce parmigiano, sale, pepe, noce moscata e due tuorli. Si trasferisce il tutto in una tasca da pasticciere con bocchetta a stella. Su una teglia foderata con carta da forno, si vanno a spremere dei piccoli ciuffetti di purea del diametro massimo di 5 cm. Si lasciano in forno preriscaldato per 15 minuti a 200° e poi si servono ben caldi.
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Dolci 25
IL TORRONE Le nobili origini del dolce per le nozze di Sforza e Visconti
i dolci della tradizione
Pandoro e panettone sono tipici delle feste natalizie
Panettone e pandoro non possono mancare sulle tavole degli italiani durante le feste natalizie. La tradizione del panettone affonda le sue radici fin nel Medioevo, quando si era soliti festeggiare il Natale con un pane più ricco di quello di tutti i giorni. Ecco allora che uvetta e canditi sono diventati gli ingredineti celebri di questo dolce così caratteristico. Tipico della tradizione milanese, il panettone divide i suoi estimatori tra i puristi che lo vogliono assolutamente con i canditi e chi invece lo preferisce senza. Rivale indiscusso non può essere altro che il pandoro: di origine veronese, con la classica forma di una piramide tronca a otto punte, è sicuramente il più amato dai bambini. A differenza del panettone, si offre anche in diverse varianti: in molti infatti lo farciscono con creme al mascarpone o di vario genere, arricchendolo con frutta fresca e aggiungendo allo zucchero a velo anche della polvere di cacao.
Il nome del Pandoro deriva dalla lingua veneta "pan de oro", in omaggio all'antica abitudine dei ricchi veneziani di impreziosire il pane con foglie d'oro
Per gli amanti del cioccolato, le feste natalizie vogliono dire una cosa sola: torrone! Amato da grandi e bambini, questo dolce accontenta tutti i palati: cioccolato fondente, al latte, bianco, classico con le nocciole ma anche con i pistacchi, con i cereali, e chi più ne ha più ne metta. La storia della specialità ha diversi secoli alle proprie spalle. Leggenda narra infatti che le sue origini siano legate - a detta dei cremonesi - al matrimonio di Francesco Sforza e Bianca Maria Visconti avvenuto nel XV secolo: il dolce sarebbe nato proprio per celebrare la loro unione. Il nome "torrone" deriverebbe dalla forma del campanile del Duomo di Cremona che all'epoca era chiamato "Torrione". C'è da dire che anche i francesi ne contendono la paternità, così come arabi e cinesi. Qualunque sia la sua origine, sta sempre bene sotto l'albero.
La variante siciliana Il nome è lo stesso, ma la composizione è tutta un'altra cosa. È il torrone siciliano, un dolce croccante alle mandorle, tipico del periodo di Natale. In questa specialità, lo zucchero caramellato avvolge deliziose mandorle tostate al profumo di agrumi. Sapori e fragranze tipiche di un luogo incantato si ritrovano assaporando questo dolce così identificativo della Sicilia. Gli ingredienti sono appena tre: mandorle, zucchero e gocce di limone o, in alternativa, di arancia, ma c'è anche chi lo arricchisce con miele o semi di sesamo. Le origini sono quelle della cultura araba che tanto ha influenzato l'isola, e i sapori sono quelli degli agrumi tipici del Sud Italia. Una variante golosa del torrone tradizionale che, a sua volta, si presta a contaminazioni e variazioni sul tema.
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tradizioni regionali
secca, uvetta, cannella e canditi. Il nome di questo dolce deriva dal tedesco e vuol dire "raramente", perché lo Zelten si faceva, appunto, raramente: una volta all'anno, solo a Natale.
L'Italia è ricca di tradizioni. Anche in ambito culinario questa abbondanza si riflette nelle riParrozzo, cette regionali che contraddiCalzoncelli, stinguono le festività dell'anBossolà no. A Natale dunque c'è spazio e Zelten per affiancare ai dolci classici, gli struffoli campani anche quelli della tradizione. In Abruzzo c'è il Parrozzo, un In Campania, sulle tavole del dolce dalla forma semisferica che giorno di Natale, non possono prende origine dal cosiddetto "pane mancare gli struffoli, palline di pasta rozzo": all'impasto di granoturco, si aggiundolce, fritte e poi intinte nel miele, decorate gono mandorle e una copertura di cioccolato con frutta candita e zuccherini colorati. Per fondente. In Lombardia, tra i dolci natalizi, prepararli per 6 persone bisogna innanzitutto spicca la Bossolà, una ciambella soffice e vasetacciare 450 g di farina con un pizzico di saporosa di origine bresciana: è un simbolo di le, aggiungendo 3 uova, 3 cucchiai di zucchebuon auspicio che rimanda all'idea della rinaro semolato e 90 g di burro. Lavorare quindi scita. La Basilicata invece trova nei Calzoncell'impasto a lungo, avvolgerlo in una pellicola li la sua tipica prelibatezza natalizia: tegolini e metterlo a riposare un'ora in frigo. Trasfordi pasta sfoglia realizzati con farina di grano, mare l'impasto in un cilindro, tagliandolo in chiusi a fagottino e ripieni di crema di ceci o piccoli pezzi. Scaldare un litro d'olio di semi castagne. Una volta fritti, si ricoprono di zucin una padella a bordi alti e friggere gli strufchero a velo o miele. In Trentino Alto Adige infoli con una schiumarola. Scaldare 300 ml di vece si mangia lo Zelten, una specialità tipica miele d'acacia in padella, quindi aggiungere sudtirolese che prevede una torta con frutta le palline colorate.
In Liguria
La tradizione ligure presenta tra i suoi piatti tradizionali natalizi il rinomato pandolce genovese, conosciuto persino presso i Paesi anglosassoni con il nome di Genoa Cake. Si tratta di un impasto lievitato più o meno alto e poi arricchito con canditi, uvetta e pinoli. Se la versione cinquecentesca originaria prevedeva una lievitazione naturale, e quindi un volume maggiore, oggi è invece molto diffusa la variante schiacciata.
Il panforte
Tra le delizie gastronomiche toscane, non si può non citare il celebre Panforte di Siena, un dolce natalizio a base di noci, mandorle, zucchero, farina e canditi di vario genere. Il più caratteristico è il candito nero di popone, ovvero il melone nero toscano. Il nome di questo dolce ha origini antiche, risale al X secolo quando veniva preparato il panmelato, una focaccia con acqua e farina a cui venivano aggiunte miele e frutta secca. Un'altra particolarità è il colore: può essere bianco se con lo zucchero a velo o nero se ricoperto di spezie.
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Un dolce cammino
Calendario dell'avvento con la pasta biscotto verso la vigilia Per i più piccoli, un'idea divertente è preparare un calendario dell'avvento con i biscotti. Angioletti, fiocchi di neve, alberelli e stelline accompagneranno i bimbi nei 24 giorni di dicembre che precedono il giorno di Natale. Per i nostri 24 biscotti servono 200 g di zucchero a velo, 500 g di farina, 4 tuorli, 250 g di burro e un baccello di vaniglia, mentre per la decorazione è necessario il colorante alimentare, la pasta da zucchero e altre decorazioni alimentari. La preparazione è semplice: prima di tutto realizzare la sabbiatura con il mixer (farina setacciata, un pizzico di sale e burro freddo), poi posizionarla su un piano di lavoro e aggiungere zucchero a velo, semini di vaniglia e, una volta creata la
Questi biscotti durano una settimana, quindi per arrivare a 24 giorni il consiglio è di prepararne 6/7 alla volta, congelando gli altri senza copertura
Ecco come realizzare i 24 dolcetti da scartare ogni giorno con i bimbi fino a Natale. Divertenti, colorati e allegri, sono facili da fare e simpatici da decorare fontana, i tuorli al centro. L'impasto ottenuto va in frigo per mezz'ora, per poi stenderlo e realizzare i biscotti con gli stampini. Prima di passarli in forno, i biscotti hanno bisogno di un'altra mezz'ora in frigo, quindi in forno statico preriscaldato a 170° per 10 minuti o in forno ventilato a 150° per 6-8 minuti. Una volta raffreddati si passa alla decorazione.
La decorazione Dividere in tre il panetto di pasta di zucchero: una parte rimarrà bianca, nella seconda si aggiunge il colorante rosso e nell'ultima un po' di giallo e blu per ottenere il verde. Con il bianco si può ritagliare il fiocco di neve, con il verde gli alberelli, con il rosso fiocchi e regali. Un po' di colla alimentare sui biscotti e il gioco è fatto.
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D t d d p s d b g p z d d d c s f v n n d l t f l c
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DOLCETTI FATTI IN CASA Per rendere uniche le feste ci sono le formine natalizie
tronchetto di natale Dolce tipico della tradizione natalizia francese, il tronchetto Buono, di Natale riprende la forma d'effetto del ceppo di legno, simbolo particolarmente caro ai Paee facile da si del Nord Europa. Si tratta realizzare di un rotolo soffice di pasta in casa biscotto farcito con una crema ganache al cioccolato e accompagnato da una divertente guarnizione di scagliette di cioccolato fondente che, oltre a dare un gusto sfizioso al dolce, riproducono anche l'aspetto del ceppo di legno con le sue nervature e "scaglie" di corteccia. Il procedimento per realizzarlo è semplice: prima si crea la pasta biscotto con farina, zucchero, sale, uova, un baccello di vaniglia e un pizzico di miele. Una volta sfornata, si ricopre di ganache al cioccolato (panna e cioccolato fondente), poi si arrotola con della pellicola e si fa rassodare in frigo. Per la decorazione serve temperare il cioccolato, trasferirlo sulla carta da forno, stenderlo e farlo raffreddare. Si possono quindi creare le scaglie, che andranno distribuite sul tronchetto coperto di ganache.
Una spolverata di zucchero a velo, oltre ad addolcire il palato dei commensali, crea anche quell'effetto neve particolarmente adatto nel periodo natalizio
Se è vero che i biscotti al pan di zenzero sono la scelta più rappresentativa durante il periodo natalizio, è altrettanto vero che in cucina ci si può sbizzarrire con le forme per renderli unici. Le formine sono il più valido alleato per tematizzare questi dolcetti. L'omino di pan di zenzero da decorare è un grande classico, così come l'alberello natalizio e l'alce. Ma i più fantasiosi possono sbizzarrirsi con qualsiasi soluzione: fiocchi di neve, stelle, cuori e animaletti di ogni tipo. Le formine per i biscotti sono ormai disponibili in tutte le forme e dimensioni. Ecco allora che sulle tavole potrebbero finire dei pinguini o delle mucche natalizie, paperelle e pesciolini intrusi speciali, ma anche fiori, gattini e chi più ne ha più ne metta. La parola d'ordine è una solo: lasciare spazio alla creatività.
Biscotti di pan di zenzero Se si pensa al Natale, il biscotto più rappresentativo è indubbiamente quello al pan di zenzero. Particolarmente amati nel mondo anglosassone, i Gingerbread hanno però origini nordeuropee. La forma più classica è l'omino di pan di zenzero decorato con la ghiaccia reale, reso famoso - se ancora ce ne fosse bisogno - dal film "Shrek", in cui interpreta un ruolo piuttosto divertente. Tornando alle tavole delle feste, è facile trovare questi biscotti nelle forme che richiamano la magia del Natale e quindi renne, alberelli, stelline e calzette. Oltre a essere in grado di conquistare qualsiasi palato, i dolcetti sono anche un'ottima idea per un pensierino natalizio: un omino di pan di zenzero regala un pizzico di magia e rappresenta in pieno lo spirito di questo tempo.
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Lo Sforzato di Valtellina vanta il primato come primo passito rosso secco ad aver ottenuto in Italia la Denominazione di Origine Controllata e Garantita (DOCG), nel lontano 2003
Vini valtellinesi
Un brindisi gustoso per il nuovo anno Bottiglie speciali per ogni pietanza Per chiudere in bellezza anche questo lungo anno e dare il benvenuto al prossimo, non può mancare un calice di buon vino. E quale migliore scelta di una selezione di vini valtellinesi che accompagnino ogni pietanza del cenone di Capodanno? La Valtellina è terra di vigneti sin dall'antichità, e la varietà di uva più coltivata è la Nebbiolo, che costituisce la base di ogni vino prodotto nella zona. La peculiarità di queste uve risiede nella loro versatilità: a seconda degli uvaggi a queste abbinati, e alla lunghezza del periodo di essiccazione, la gamma di vini che ne risulta è davvero ampia. Vista la presenza delle specialità valtellinesi nel menù di fine anno, l'ideale è accompagnare i piatti con uno dei rossi che hanno reso così famosa la regione.
Tra le soluzioni più pregiate con cui salutare l'anno passato e accogliere quello futuro c'è il nobile Sforzato di Valtellina da accompagnare a piatti tipici Tra questi, il Valtellina Superiore si adatta perfettamente agli antipasti a base di salumi e formaggi stagionati nostrani, mentre per la portata principale non può mancare il vino più nobile della valle: lo Sforzato di Valtellina, dal profumo intenso, è ottimo abbinato a carni succose e saporite.
Per il dolce
Per un tocco dolce a fine pasto, o in previsione dell'augurale brindisi di mezzanotte, si può optare per un calice di Moscato rosa, ormai prodotto di tendenza del territorio valtellinese. Da accompagnare a dolci secchi, invece, è perfetto un sorso della storica Grappa della Valtellina, icona territoriale di rinomata fama.
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ENOTECA COLICO Via La Croce 15 - Colico (LC) +39 0341940251 +39 347 6702636 Dal 22 novembre al 24 dicembre l’enoteca rimarrà aperta tutti i giorni con orario continuato dalle 9.00 alle 20.00
ENOTECA CHIAVENNA Via C. Pedretti, 23 - Chiavenna (SO) +39 0343 760474 +39 340 6045877 Dal 28 novembre al 24 dicembre l’enoteca rimarrà aperta tutti i giorni dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19.30
Un ambiente storico del centro di Chiavenna, lungo la via Paolo Bossi, da sempre conosciuto e apprezzato per la sua cucina che privilegia i piatti di pesce, ma che al contempo non ha mai deluso la cucina tipica locale e la pizzeria.
Guida ai ristoranti
Ristorante L’Arca Al ristorante L’Arca la cucina mediterranea incontra i piatti tipici chiavennaschi e un’ottima pizza. Per questo il locale di Simone, Emmanuele e Massimo, oggi, si conferma tra i preferiti da coppie, compagnie e famiglie quando il desiderio è quello di un pranzo o una cena in cui possano trovare appagamento gusti e desideri di ognuno Quattro le sezioni in carta: la prima è fissa con i piatti caratteristici del ristorante apprezzati oggi da centinaia di buongustai. Tra questi troviamo orecchiette allo scoglio, fritto misto e grigliata pesce. La seconda sezione contiene invece proposte stagionali che cambiano 4-5 volte l’anno: in autunno selvaggina e risotti, in inverno i piatti più corposi (risotto zucca e zola, filetto ai tre pepi con la sua salsa e tanti altri) e le specialità natalizie, in primavera torna a imporsi il pesce, più leggero e ricercato (a cominciare dai tagliolini alle vongole per proseguire con secondi al sapore di mare). Terzo punto in carta è quello delle pizze classiche che non deludono mai le attese, mentre quarta è la sezione dedicata alle pizze gourmet la cui fama si è ormai spinta ben oltre i confini della valle anche grazie al continuo afflusso di turisti. A esclusione della pizza, nel locale si preparano menù per intolleranti. Ricca la cantina con vini perfetti per le proposte dello chef e ottima la selezione di birre a marchio Moretti. Sono circa 90 i coperti dell’elegante ristorante, che d’estate aumentano grazie ai posti sulle due piccole terrazze. Il Ristorante L’Arca è aperto anche nei giorni delle feste comandate, ma è chiuso a Natale. Si preparano menù personalizzati per banchetti.
Pizze gourmet, pesce e…
Ci sono specialità che meritano un approfondimento. Tra le pizze gourmet, si conferma il successo di quella nera al salmone affumicato. Ampia la scelta degli impasti: da quello classico con farina macinata a pietra, a quello integrale. Da provare anche l’impasto nero, al carbone vegetale. Tra gli altri piatti, detto che le specialità di pesce sono sempre al top , segnaliamo anche portate gustose e introvabili altrove a base di carne: ultimamente stanno conquistando sempre nuovi estimatori, per esempio, le pappardelle al ragù di maialino iberico.
Info Ristorante L’Arca Via Paolo Bossi Chiavenna Tel. 0343.34601 www.arcachiavenna.it Chiuso il martedì
Guida ai ristoranti
Bar Enoteca Prosciutto di Segname Grapperia Micheroli
Il Bar Micheroli di via Pedretti è oggi un’enoteca e grapperia specializzata in merende e panini con salumi e formaggi locali. Un successo andato in crescendo per otto anni, fino all’inizio della pandemia. Le difficoltà provocate dal coronavirus non hanno però fermato i titolari, Igor ed Eros Micheroli, che si sono subito messi all’opera per poter offrire prodotti nuovi, gustosi e facilmente trasportabili dalla clientela, visto che nel lockdown erano ammessi solo take away e delivery. “Così è nato il Mic Burger – raccontano – ovvero un hamburger di picanha cotto sottovuoto a bassa temperatura che anche oggi si conferma il più richiesto dalla clientela per il suo sapore unico e ricercato. Lo guarniamo con formaggio fuso, pomodoro fresco, insalata iceberg e salsa Mic, dalla ricetta segreta. Ovviamente, abbiamo declinato i nostri hamburger anche con guarnizioni differenti andando così incontro ai gusti di tutti. Abbiamo poi introdotto panini con il foie gras e hamburger vegetariani che stanno riscuotendo notevole successo. Infine, da provare i panini con la porchetta cucinata da noi, o con il prosciutto cotto di Segname, da una nostra ricetta esclusiva, prodotto negli impianti vicini alla celebre torre di vedetta di Chiavenna”. Al Bar Micheroli, grande attenzione è riservata alla parte drink: “Disponiamo di una trentina di etichette di eccellenza al bicchiere, tra cui i migliori vini di Valtellina, bottiglie di bianchi e rossi da tutta Italia e di un’ottima selezione di birre. Infine, restiamo un punto di riferimento per i distillati di qualità”. Sogni nel cassetto? “Che bello sarebbe dare vita a un’ osteria italiana”, concludono i titolari.
In collaborazione con un socio, negli impianti che sorgono vicino alla vecchia torre di vedetta, il Bar Micheroli sta per iniziare la produzione in quantità più consistenti del Prosciutto di Segname che potrà così essere acquistato anche al dettaglio. “Lo prepariamo con cosce di suino nazionali da capi che hanno almeno due anni e mezzo di vita – spiegano i fratelli Micheroli - La cottura avviene per immersione e non al vapore. A insaporire il prosciutto il nostro finocchietto selvatico, che a Chiavenna è l’ingrediente locale più ricercato della torta fioretto”.
Info Bar Enoteca Grapperia Micheroli Via Pedretti, 24 Chiavenna Tel. 0343.290343 www.micheroli.com Chiuso la domenica
Guida ai ristoranti
Bar Vicini Wine Bistrot
Originali panini con tartare di pesce nel cuore delle Alpi. Proposte veloci e gourmet che il Bar Vicini Wine Bistrot propone ogni giorno grazie all’impegno dei fratelli Andrea e Paolo De Pedrini e del loro socio Nicola Balatti. “Come ogni bar apriamo ogni mattina alle 8 - raccontano i titolari - Serviamo colazioni e caffè, ma quello che realmente fa la differenza sono le nostre proposte a pranzo e all’ora dell’aperitivo, a base di pesce o carne freschissime a seconda delle stagioni”. Il pesce crudo è l’autentica specialità del bar Vicini: “Durante la bella stagione e fino a novembre, sottoforma di tartare, diventa l’ingrediente principale di molti panini di mare, ma può essere protagonista anche nelle insalatone, oppure di ottimi primi piatti. Durante l’inverno, invece, spazio alle tartare di carne gourmet, abbinate ad altri ingredienti stagionali. Niente paura, però, con l’arrivo della primavera torniamo a essere… un angolo di Puglia a due passi dalla Svizzera”. I panini del Bar sono preparati con le classiche rosette e guarniti con ingredienti mediterranei. “A pranzo i nostri clienti possono apprezzare tutto l’anno insalatone gourmet e una ricca scelta di piatti unici (come gli spaghetti alla crema di pistacchio e tartare di tonno, le orecchiette pomodori burrata e gamberi o le tagliatelle salsiccia e funghi). Molto richieste anche le bruschette e le nostre pizze”, tutte proposte che permettono di apprezzare sapori ricercati ma a buon prezzo. In cantina, infine, un centinaio di etichette di vini bianchi e rossi da tutta Italia e anche locali. Ottimo assortimento di bollicine.
Aperitivo e cena
La cucina del Bar Vicini Wine Bistrot è operativa ogni giorno dalle 12 alle 21 mentre il locale è aperto dalle otto fino a mezzanotte. La sera, chi desidera cenare lo può fare scegliendo da un menù ristretto: la scelta varia tra bruschette, tartare di carne, pasta e pizza. Molti clienti invece che cenare con i piatti proposti dalla carta, preferiscono fare l’aperitivo e poi trattenersi nel locale per tutta la serata. I fratelli De Pedrini e Nicola Balatti gestiscono anche il chiosco Mood alle cascate dell’Acquafraggia di Piuro apprezzato per gli hamburger e il poke di pesce.
Info Bar Vicini Wine Bistrot Piazza Pestalozzi 27 Tel. 0343.263687 Chiavenna Chiuso il lunedì
Guida ai ristoranti
Ristorante La Terrazza Chiavenna Una carta ristretta ispirata ai sapori chiavennaschi, un locale family friendly attento ai bambini e alle intolleranze, una vista mozzafiato sul borgo di Chiavenna e tante alternative per una giornata all’insegna di sane passeggiate sui suggestivi percorsi a diretto contatto con la natura di montagna dei dintorni. Questa è la proposta del ristorante La Terrazza dove lo chef Massimo Palomba privilegia gli ingredienti di stagione. “In autunno è il momento di cucinare selvaggina e zucca - spiega - mentre in carta non mancano mai specialità tipiche quali i pizzoccheri di Chiavenna. Rivisitiamo anche alcune specialità della tradizione: lo sformatino Alla Terrazza, con grano saraceno, formaggio d’Alpe e brisaola croccante, ne è un tipico esempio. Molto richiesti si confermano gli gnocchetti di Chiavenna al cucchiaio preparati con il pane del giorno prima lasciato in ammollo, oltre a una ricca scelta di primi piatti a base di tagliatelle e gnocchetti fatti in casa. Secondo la stagione prepariamo sempre qualche piatto fuori carta, lasciandoci ispirare dagli ingredienti che recuperiamo facendo la spesa quotidiana: può capitare di trovare, dunque, ragù di cinghiale, tagliolini alle castagne e altre delizie che nascono al momento”. Da provare, infine, i dolci de La Terrazza, sempre rispettosi dell’antica tradizione chiavennasca. In cantina spiccano etichette del territorio, come il vino di Pianazzola, originario dello stesso luogo in cui si trova il ristorante. Per i bambini si preparano piatti al momento mentre, su prenotazione, è possibile predisporre menù per ogni intolleranza, tenendo anche presente che la gran parte dei piatti nasce già priva di glutine.
Coppie, amici, famiglia
Con una ventina di posti nell’accogliente sala interna e una trentina sulla terrazza, il ristorante La Terrazza è perfetto per accogliere riunioni famigliari, per una mangiata tra amici, oppure a lume di candela. Per mettere a loro agio i bambini il locale mette a loro disposizione un corner completato da tavolini più piccoli,mentre le mamme hanno a loro disposizione un fasciatoio completo di ogni accessorio, qualora necessario. In caso di prenotazioni di compagnie composte da almeno 15 persone (anche per feste ed eventi privati) è possibile riservare l’intero locale.
Info La Terrazza Chiavenna Borgo di Pianazzola 114 Tel. 331.3827470 www.ristorante-la-terrazza.it Chiuso il lunedì
Un angolo di paradiso con finestra sulla Valchiavenna
ristorante-la-terrazza.it
Due mondi di sapori s’incontrano in un’antica trattoria di Chiavenna. Le fragranze della tradizione argentina e le specialità della provincia di Sondrio si uniscono in riva al fiume Mera.
Specialità Argentine Le nostre Carni
Black Angus Argentino I conquistadores spagnoli, a metà circa del 1500, hanno deciso di esportare i bovini in Sud America, abbandonando subito dopo l’idea di allevarli e lasciandoli così allo stato brado. Questi animali si sono così abituati a vivere nelle Pampas, in un ambiente dal clima mite e dalle precipitazioni medie. e sono proprio queste caratteristiche climatiche del territorio a conferire alla carne dell’Angus Argentino una tenerezza davvero unica nel suo genere. La carne di questi bovini si distingue infatti per essere ben più gustosa delle altre varietà di Angùs, Tanto da risultare quasi caramellata all’esterno e poi incredibilmente burrosa all’interno. questo contrasto è dovuto alla presenza di miostatina e di Omega3, due sostanze che l’animale produce. Grazie soprattutto all’allevamento del pascolo estensivo, in cui si alimenta esclusivamente con erba (e non con cereali, come accade invece per i bovini americani). Tutte queste condizioni permettono, quindi di rendere la carne di Angus Argentino non soltanto più morbida, ma anche più salutare.
Guida ai ristoranti
Trattoria del Mercato Ruben e Anabela, originari di Cordoba in Argentina, nove anni fa hanno rilevato la storica Trattoria del Mercato in centro a Chiavenna, trasformandola in un ristorante molto apprezzato. L’abbinamento tra la tradizione culinaria della loro terra d’origine con quella italiana - e chiavennasca in particolare - ha subito ottenuto riscontri molto positivi, così come l’ambiente caldo e familiare che caratterizza il locale completamente rimesso a nuovo, nel rispetto della tradizione architettonica del territorio. A tavola, gnocchetti e pizzoccheri sono all’ordine del giorno, magari preceduti da un tagliere di caratteristica brisaola. Tra i secondi, accanto al pesce del Lago di Como come il persico, o alla trota pescata invece nei fiumi alpini, trovano spazio anche ottime specialità di carne cucinate con i migliori tagli di angus argentino e, per questo, contraddistinti da gusto e tenerezza difficilmente riscontrabili in manzi di altre razze. Non è un caso, dunque che carpacci, tartare, tagliate, filetti, costate e scaloppe riescano a conquistare anche i palati dei clienti più esigenti. Ma piatti locali e angus argentino risulterebbero incompleti, se non gustati in abbinamento con una delle numerose bottiglie di vino della cantina: l’assortimento comprende etichette valchiavennasche e valtellinesi delle migliori aziende, oltre a una ricca e selezionatissima scelta di vini del grande paese sudamericano. In carta si trovano dal Malbec al Pinot, dal Cabernet al Sauvignon. Infine, a chiusura della propria esperienza enogastronomica in Trattoria, i più golosi trovano i diversi dessert proposti ogni giorno dallo chef. Dolci delizie fatte rigorosamente in casa.
Argentina-Italia
I titolari si dedicano alla Trattoria del Mercato profondendo passione, impegno ed energie. “Ciò che ci interessa - dicono - è la totale soddisfazione dei nostri ospiti. Questo è il fulcro della nostra attività, la molla che ci spinge a ricercare costantemente proposte nuove per soddisfare i loro desideri. Per noi, originari di Cordoba, tradizione significa Argentina, la nostra terra: il fatto che i piatti della Trattoria siano tanto apprezzati dalla clientela è motivo di autentico orgoglio, oltre che di legittima soddisfazione”.
Info Trattoria del Mercato Via Pedretti, 32 Chiavenna Tel. 0343.36595 www.trattoriadelmercato.it Chiuso il giovedì
Guida ai ristoranti
Crotto Ombra I crotti della Valchiavenna sono unici al mondo per via del Sorel, il leggero vento alla temperatura costante di 8 gradi che li rende accoglienti sia d’estate che durante l’inverno. Non a caso, da sempre sono utilizzati dai valchiavennaschi che vi si ritrovano per banchettare nei giorni di festa e sono anche il luogo ideale per la conservazione e la stagionatura di formaggi e salumi locali. “Al Crotto Ombra – spiega lo chef Michele Crescenzo, proprietario con la madre Ester Selva e la sorella Giovanna (responsabile di sala) – siamo particolarmente fortunati. La location infatti presenta caratteristiche eccezionali, tanto da essere stata selezionata dalla Latteria Delebio per la stagionatura di un formaggio latteria (il Latteria Crotto Ombra) che ci ha reso famosi ovunque in Italia”. Oggi nel crotto stagionano per 6/8 mesi circa 3000 forme di Latteria: “Accanto a queste – proseguono – abbiamo anche tutti gli altri prodotti tipici locali della miglior qualità”. Ma il Crotto Ombra è famoso anche per la sua cucina: “Proponiamo i migliori piatti della tradizione valchiavennasca e valtellinese cercando sempre di rispettare le stagioni. Gli schisciatt ripieni con formaggio e brisaola tra gli antipasti, oltre ai pizzoccheri di Chiavenna e a quelli della Valtellina, sono una presenza costante in carta, mentre in autunno tra i secondi spiccano la selvaggina (fino all’inverno) e piatti più ricchi accompagnati con la gustosa polenta taragna. Da provare anche le costine cotte sulla piota e le costine al lavecc con la polenta”. In cantina i vini di Mamete Prevostini e bottiglie piemontesi e toscane. Ricca selezione di distillati di qualità.
Così antico, così moderno
Al Crotto Ombra sono state ricavate sale di diverse dimensioni, con allestimenti particolari, perfette per ospitare dalla cena a lume di candela fino alle comitive più numerose in ambienti caratterizzati da un ottimo mix tra arredi antichi e moderni. Il tutto, completato da un grande spazio all’aperto, dove d’estate la musica è protagonista con concerti live a cadenza settimanale. Infine è allo studio un progetto per la creazione di uno spazio degustazione nell’anti-cantina del crotto, dove avviene la stagionatura del formaggio latteria “Crotto Ombra”.
Info Crotto Ombra Via Pratogiano, 14 Chiavenna (SO) Tel. 0343.290133 www.crottoombra.com info@crottoombra.com Chiuso il lunedì a cena e il martedì tutto il giorno
La natura ha fatto un singolare dono alla Valchiavenna: nelle gallerie naturali dei suoi monti, da tempo immemorabile fa soffiare il “sorel”, un misterioso venticello che ha una temperatura costante di 8°C.
Lasciatevi deliziare dalle proposte tipiche della cucina della Valchiavenna
Summus Lacus
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rismo u t i r
Samolaco_Chiavenna
Mangiare con gusto... Dormire nella natura!
Guida ai ristoranti
Agriturismo Summus Lacus
L’Agriturismo “Summus Lacus” in via Siberia a Samolaco è un’azienda giovane (è nata agli inizi del 2020) ma profondamente ancorata alle tradizioni agricole del territorio. Si tratta, infatti, di una vera e propria realtà a a Km 0. Camere, ristorazione e attività all’aria aperta sono le caratteristiche dell’offerta della struttura agrituristica. Quattro in tutto le camere e una quarantina i coperti giornalieri che “Summus Lacus” può offrire alla sua clientela. Km 0, si diceva, soprattutto per quel che riguarda i prodotti offerti nell’accogliente ristorante. Carni, formaggi e salumi, in particolare, vengono prodotti direttamente grazie a alle mucche (da carne e da latte), alle pecore e agli altri animali che vivono negli ampi spazi dell’azienda. Animali allevati e nutriti senza mangimi artificiali ma solo con prodotti naturali, ovvero erba e fieno, e tenuti pressoché sempre in spazi aperti. E quando gli ingredienti per le succulente pietanze cucinati dalla titolare Marianela non sono di produzione propria, come ad esempio il miele, essi vengono reperiti da aziende del territorio, quando non del paese di Samolaco stesso. Gnocchetti, pizzoccheri, tagliatelle di castagne, ravioli con ripieni vari sono i piatti della casa accompagnati sempre da salumi e secondi di qualità, oltre che da dessert rigorosamente fatti in casa. Chiunque, su prenotazione, può degustare queste specialità in agriturismo, sia a pranzo che a cena, tutti i giorni. E chi volesse fare delle attività alternative potrà anche usufruire, a breve, di suggestive gite a cavallo, in sella a uno dei quattro magnifici destrieri di proporietà dell’azienda.
Tagliatelle di castagne con noci e funghi
Le tagliatelle di castagne con noci e funghi sono una delle specialità dell’agriturismo “Summus Lacus”. Si preparano con un impasto a metà di farina bianca e castagne oltre all’acqua e a tre uova (per una quantità di circa 500 grammi di pasta). Una volta preparate le tagliatelle si mettono a cuocere e nel frattempo si prepara il sugo per il condimento con burro, funghi, vino, sale e pepe. A fine cottura si aggiungono anche la panna e le noci. Una volta scolate, le tagliatelle vengono condite, mantecate e servite per la delizia dei palati dei commensali.
Info Agriturismo Summus Lacus Via Siberia, 5 Samolaco Tel. 333.1087966 Sempre aperto
Guida ai ristoranti
Torchio Antico Chi per una sera non vuole cucinare e desidera concedersi una pizza calda e fragrante può recarsi al Torchio Antico di Chiavenna dove il forno a legna è acceso dalle 18 alle 24 senza alcuna sosta. Caldo e accogliente, caratterizzato da un’atmosfera all’insegna dell’allegria, offre birre di qualità e tante bibite. Il Torchio Antico è la location giusta da frequentare da soli, in coppia, con la famiglia o con gli amici: un locale con una quarantina di posti, con banchi in legno e pareti gradevolmente colorate. La pizza è declinata in tutte le sue versioni più classiche mentre per l’impasto è possibile scegliere tra quello tradizionale, oppure integrale. “Siamo presenti da 15 anni a Chiavenna - ricordano i responsabili - Certo, l’ultimo periodo è stato particolare, ma possiamo dire che la ripresa oggi in corso è particolarmente robusta. Chi prima era già nostro cliente è tornato volentieri a trovarci, ma sono comunque numerosi anche coloro che ci hanno scoperto solo di recente e ora continuano a tornare”. E chi alla pizza preferisce qualcosa d’altro? “Nessun problema – concludono dalla location di via Volta - abbiamo infatti una ricca scelta di piatti freddi, piadine e, naturalmente, anche panini”. In cantina si trovano alcune bottiglie di vino, mentre per gli intenditori non manca un’ottima selezione di birre artigianali della Valtellina (Una prodotta proprio a Chiavenna) e della provincia di Lecco. Il Torchio Antico è il posto giusto per festeggiare compleanni e organizzare feste private. In questo periodo, infine, sono aperte le prenotazioni per pranzi e cene aziendali in vista di Natale.
Pizze per tutti i gusti
Il pizzaiolo del Torchio Antico di Chiavenna ha delle doti realmente straordinarie. Prima tra tutte la sua creatività che gli permette di innovare la proposta delle pizze, pur restando nel solco della miglior tradizione italiana. Da provare la pizza patate e zola, oppure quelle classiche per le quali la pizzeria di via Volta è imbattibile. Ottimo, infine, il rapporto qualità/prezzo: per una pizza con bibita, infatti, al Torchio Antico si spendono poco più di 10 euro, che diventano quasi 15 nel caso in cui si ordini anche il dolce.
Info Torchio Antico Via Volta, 28 Chiavenna (SO) Tel. 328.0917670 Chiuso il lunedì
Guida ai ristoranti
Ristorante Pizzeria La Contea
Grano saraceno per preparare pizzoccheri e gnocchetti di Chiavenna, le due specialità del territorio più apprezzate dai buongustai. Sono piatti unici e ricchi che alla Contea di Prata Camportaccio vengono cucinati nel rispetto della tradizione utilizzando ingredienti selezionati e proposti al giusto prezzo. Molto richiesti sono gli gnocchetti di castagne con i funghi porcini, lo stinco di maiale, la salsiccia con polenta (o patate) e gustose tagliate di carne. Il ristorante, inoltre, è rinomato per altre tre specialità. La prima è la pizza, bassa e croccante, declinata in tutte le sue varianti più classiche; la seconda sono i piatti a base di pesce di mare che, in questa parte di Valchiavenna, hanno trasformato il ristorante in un vero e proprio punto di riferimento per tutti coloro che cercano i sapori mediterranei. La terza specialità della casa è il risotto, che chef Alessandro prepara con sapienza e fantasia, valorizzando anche in questo caso gli ingredienti del territorio. In cantina, presenza dei migliori vini valtellinesi, oltre a bottiglie provenienti da tutte le regioni d’Italia, mentre si conferma ampia la scelta di birre. Oltre a quelle in bottiglia presenti nella carta, infatti, lo staff può servire quattro proposte alla spina: due bionde, una rossa e una weiss. Infine, due parole sulla location: il Ristorante Pizzeria La Contea, infatti, oltre all’accogliente sala interna dispone di una terrazza con vista incantevole per pranzare o cenare in stagione. Si organizzano compleanni, eventi privati, pranzi e cene di gruppo, piccole cerimonie e cene aziendali. A disposizione dei clienti c’è un comodo parcheggio privato.
Risotti e pizze
Il risotto della Contea si prepara con bresaola artigianale e formaggi della Valtellina (Casera e Latteria giovane). Mantecato con cura da chef Alessandro, è uno dei piatti più richiesti dalla clientela. Una vera e propria specialità di successo, considerando che è in carta fin dal giorno dell’apertura, avvenuta 16 anni fa. Gli ingredienti del territorio, bresaola e funghi porcini, sono protagonisti anche sulle pizze che sono tra i piatti preferiti dai turisti che rincasano dopo una giornata sugli sci a Saint Moritz o Madesimo.
Info La Contea Via Spluga, 134, Frazione San Cassiano Tel. 0343 20106 Prata Camportaccio (SO) Chiuso il giovedì
Guida ai ristoranti
Crotto Ghiggi Scavato nella roccia, attraversato dalle misteriose correnti d’aria Sorél, note per la loro temperatura costante a 8 gradi centigradi, il Crotto Ghiggi è tiepido d’inverno e fresco d’estate. Caratterizzato da una gestione attenda ai dettagli, il ristorante è sapprezzato per la migliore cucina di crotto. Lo chef propone gnocchetti, pizzoccheri, sciatt, brisaola e tante altre specialità chiavennasche. Perfetto per la conservazione a lungo nel tempo di ogni cibo, dai salumi ai formaggi, Crotto Ghiggi è anche a disposizione per la vendita di prodotti tipici che qui, grazie al microclima, mantengono sapori genuini e caratteristiche organolettiche inalterate nel tempo. L’ampio assortimento di prodotti tipici lascia, inoltre, alla clientela l’imbarazzo della scelta. Bottiglie dall’Italia e dalla Valtellina di alta qualità nobilitano la cantina. Nel periodo estivo ampia terrazza per pranzare o cenare all’aperto. A due passi dalla dogana, sulla strada per la Svizzera, il Crotto è la meta ideale per un’ottima merenda a base di salumi e formaggi d’alpeggio o, comunque, di produzione locale, da gustare in tutta serenità.. L’ampia sala del Crotto Ghiggi è l’ideale per ospitare cerimonie di ogni genere: matrimoni, eventi privati e convention aziendali trovano qui un’organizzazione perfetta e la possibilità di massima personalizzazione del menù. Inoltre, lo staff è a disposizione della clientela per l’organizzazione di serate a tema. Per le auto, nessun problema: il grande parcheggio privato, infatti, riesce a ospitare, in assoluta sicurezza, tutte le vetture di coloro che scelgono il Crotto per luna meritata pausa ristoratrice.
Non solo Picanha
Il Crotto propone la celebre picanha, detta anche, in portoghese, “codone de manzo”. E’ un taglio di carne di forma triangolare, che si cucina alla griglia, di origine brasiliana. Un secondo piatto davvero succulento, caratterizzato da un sapore caratteristico che tra origine dal grasso che si scioglie in fase di cottura. Particolare attenzione viene riservata alla selezione della materia prima, permettendo così a ogni cliente di gustare una picanha decisamente di qualità superiore. Ottime, infine, anche tutte le altre specialità del territorio.
Info Crotto Ghiggi Via Nazionale, 31, Villa di Chiavenna (SO) Tel. 0343.263035 Chiuso il lunedì
LINEA UMANA La “Forma” di questa linea non ha soltanto lo scopo di riprodurre il grembo materno, ma punta a quella sinuosità che vuol invitare le persone a respirare il vino e a capirne i gusti e i sapori.
Via Palazzetta. 22 Bianzone (SO) T. +39 0342 720454 info@forhotel.it www.forhotel.it