E io pago!

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Cop. Libro Io pago

28-04-2011 10:22

Pagina 1

Giuseppe Pozzi

Palazzo Madama, 21 settembre 2010

e io pago!

«Nell’opinione pubblica è radicato un giudizio semplice che credo dobbiamo tentare di correggere, ed il giudizio è che siamo troppi, che lavoriamo poco e male e perciò siamo pagati troppo». Paolo Giaretta, Pd

I conti in tasca alla casta

Giuseppe Pozzi è caporedattore di (iN) Europa. Da anni in DMedia Group, redattore al Giornale di Merate, Giornale di Monza e caporedattore a Bloomberg Investimenti.

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ULISSE

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"Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza" (Divina Commedia Inferno, canto XXVI, 118-120)

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Giuseppe Pozzi

e io pago! I conti in tasca alla casta

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Proprietà letteraria riservata Š 2011 DMediaGroup S.p.A. - Milano Prima edizione - Maggio 2011


Indice

Prefazione

7

Premessa

9

1.

Un quadro poco edificante

13

2.

Sugli scranni di Montecitorio

17

3.

A Palazzo Madama si guadagna anche di più

47

4.

I bonus dei ministri

63

5.

Redditi, Berlusconi non lo batte nessuno, ma anche gli altri...

71

6.

Vitalizi che fanno imbestialire

79

7.

Lo scandalo dei rimborsi elettorali

87

8.

Alla faccia della trasparenza

95

9.

Ma quanto lavorano?

99

10.

E quanti altri privilegi!

105

11.

Non hanno di meglio da proporre?

117

12.

Stipendi da record al Parlamento europeo

123

13.

Consiglieri regionali, guai a chi si lamenta

127

14.

Qualcosa è stato fatto... ma quanto c’è da fare!

161

Indice dei nomi

165


Prefazione

Ulisse. Abbiamo scelto di chiamare Ulisse questa nostra collana perché ci sembrava che l’eroe omerico racchiudesse in sè lo spirito che ci ha animato nella realizzazione di questo libro. Che ci auguriamo possa essere il primo di una lunga serie, almeno fino a quando ci sarà l’esigenza di parlare e scrivere di certi argomenti. Questo libro per qualcuno sarà “scomodo” ma non per noi che perseguiamo la nostra idea di editoria libera e indipendente. Ulisse, simbolo del desiderio di conoscenza, colui che osò sfidare gli dei andando oltre i limiti della stessa natura umana è il nostro modello di vita nella ricerca della verità attraverso l’approfondimento e l’indagine. Senza colori politici, senza preconcetti ma solo con la forza della nostra libertà di pensiero, delle notizie e dei fatti che trasformiamo in informazione. DMedia Group, editore che fa dell’indipendenza il suo valore dominante, si lancia in questa nuova avventura e lo fa proprio come Ulisse, con la sua stessa ferrea volontà di andare oltre le colonne d’Ercole, che nel nostro caso sono rappresentate dallo status quo e dall’ordine prestabilito, convinti che, diversamente da Dante Alighieri, i nostri lettori, cui siamo accomunati dall’anelito di sapere, non ci spediranno all’Inferno! L’Editore

7


Premessa

21 settembre 2010. Non è un giorno memorabile, di quelli che cambieranno il corso della storia, non preoccupatevi. Però, quel giorno è successo, consapevolmente o meno da parte della sua protagonista, qualcosa che mai, in modo così esplicito, era accaduto in precedenza. A Roma, nell’Aula di Montecitorio, è in discussione il progetto di bilancio della Camera dei deputati per il 2010. Nella sua dichiarazione di voto, Silvana Mura, esponente dell’Italia dei Valori, commenta così la decisione di ridurre di 1.000 euro (e già solo questo potrebbe essere un motivo sufficiente per ricordare questa data) l’indennità mensile dei parlamentari: «Un provvedimento assolutamente doveroso e sarebbe ipocrita... dover ascrivere questa misura alla categoria dei sacrifici. Tutti sappiamo, infatti, che volendo si poteva fare anche di più, e che se il taglio fosse stato anche più cospicuo - come inizialmente si era ipotizzato - non saremmo sicuramente finiti nell’indigenza né saremmo stati tolti dalla possibilità di svolgere a pieno il nostro mandato». A parte che, se si poteva fare di più non si capisce perché non si sia fatto. Ma avete capito bene? Un deputato ha preso coscienza dei privilegi di cui gode. E l’ha detto pubblicamente, quasi vergognandosi (chissà se anche arrossendo.... ma forse è pretendere troppo) davanti ai suoi colleghi. E ha pure rincarato la dose dicendo che «al taglio delle indennità si sarebbe potuto anche abbinare quello sui vitalizi»! E qual è il problema? Non si dovrebbe esserne contenti? Il condizionale è d’obbligo, visto che poi a pensarla in questo modo sono davvero in pochi tra i componenti della casta e spesso, se non sempre, i buoni propositi rimangono sulla carta... Passano, infatti, pochi minuti e nell’Aula di Montecitorio chiede la parola Emerenzio Barbieri, parlamentare del Pdl, deputato da tre legislature e noto alle cronache per aver fatto anni fa un’interrogazione parlamentare 9


e io pago!

lamentandosi perché alla Camera dei deputati mancava un parrucchiere gratuito per le parlamentari. E, quasi, grida all’eresia: «Ho sentito in questo dibattito - ha tuonato sotto i suoi baffi - una serie di questioni demagogiche». E cosa ti cita per primo? «L’Italia dei Valori propone l’abolizione del vitalizio». Della serie: guai a chi tocca i privilegi. «Ma ci faccia il piacere», direbbe il grande Totò. Ecco qual è il problema: la maggior parte dei colleghi deputati la pensa come l’emerito Barbieri. Altrimenti non si spiegherebbe la successiva bocciatura a larga maggioranza di una serie di ordini del giorno, molti dei quali proponevano di eliminare, o almeno ridurre, una serie di questi privilegi. Così, in quelle stesse ore, i deputati hanno detto no (526 votanti, 32 favorevoli e 494 contrari) all’eliminazione delle agevolazioni di viaggio che vengono garantite ai deputati che hanno concluso il loro mandato, dagli spostamenti ferroviari illimitati sul territorio nazionale a quelli autostradali. Hanno detto di no (518 votanti, 27 favorevoli, 491 contrari e 1 astenuto) alla richiesta di distribuire il rimborso telefonico degli onorevoli solo a fronte di fatture relative a un massimo di due utenze fisse e due utenze mobili intestate al deputato. Hanno detto no (521 votanti, 29 favorevoli, 492 contrari e 1 astenuto) ad assoggettare alle tasse il rimborso spese per i trasferimenti da casa a Roma. Hanno detto no (519 votanti, 96 favorevoli e 423 contrari) alla richiesta di stabilire che, per nessun incarico elettivo ricoperto da un deputato, sia previsto, al termine del mandato, il «protrarsi dell’elargizione di emolumenti o benefit oltre i sei mesi dalla sua cessazione» (in particolare agli ex presidenti della Camera). Hanno detto no (508 votanti, 88 favorevoli e 420 contrari) - e qui viene quasi da ridere se non ci fosse da piangere - alla richiesta di sopprimere la barberia interna della Camera che, come giustamente ha ricordato il leghista Stefano Stefani che aveva presentato il relativo ordine del giorno, «è vista dai cittadini come un privilegio». Ma, soprattutto, i deputati hanno detto no all’eliminazione dell’assegno vitalizio per i deputati in 10


Premessa

carica e per quelli cessati dal mandato parlamentare: solo 22 deputati hanno votato a favore della sua abolizione, mentre ben 498 hanno votato per mantenere questa prerogativa che non esiste in nessun’altra professione. Non si può che sottoscrivere quanto dichiarato in Aula dal deputato dell’Idv Antonio Borghesi, primo firmatario di questa proposta: «Penso che nessun cittadino e nessun lavoratore al di fuori di qui possa accettare l’idea che gli si chieda, per poter percepire un vitalizio o una pensione, di versare contributi per quarant’anni, quando qui dentro sono sufficienti cinque anni per percepire un vitalizio. E’ una distanza tra il Paese reale e questa istituzione che deve essere ridotta ed evitata. Non sarà mai accettabile per nessuno che vi siano persone che hanno fatto il parlamentare per un giorno - ce ne sono tre - e percepiscono più di 3.000 euro al mese di vitalizio. Non si potrà mai accettare che ci siano altre persone rimaste qui per sessantotto giorni, dimessisi per incompatibilità, che percepiscono un assegno vitalizio di più di 3.000 euro al mese. C’è la vedova di un parlamentare che non ha mai messo piede materialmente in Parlamento, eppure percepisce un assegno di reversibilità». E m’è venuto in mente Willer Bordon. Ve lo ricordate? Era stato anche ministro dei Lavori pubblici durante il secondo governo D’Alema e ministro dell’Ambiente durante il secondo Governo Amato. Si dimise da senatore (caso più unico che raro) il 16 gennaio 2008, giorno del suo 49° compleanno, e poi scrisse il libro “Perché sono uscito dalla Casta”. In quelle pagine paragona i politici italiani al re del Ponto Mitridate VI il Grande che, temendo un complotto contro la sua vita, assunse a piccole dosi, non letali, tutti i veleni, tanto da divenirne immune. «La lunga consuetudine al privilegio - spiega Bordon nel suo libro - ha mitridatizzato la classe politica italiana. Assumendo per lunghi periodi dosi moderate di privilegio, i politici vi si sono lentamente abituati: e di privilegio non possono più morire. Ovvero, il loro “organismo morale” non considera più privilegio il privilegio, come il corpo di Mitridate non considerava più veleno il veleno». Che avesse ragione? 11


e io pago!

Questo libro nasce da qui. Nonostante le campagne contro i costi della politica, malgrado gli articoli su quotidiani e settimanali che quasi ogni giorno indicano a dito, condannandoli, i privilegi di parlamentari e consiglieri regionali e quasi sfidando le centinaia di migliaia di copie vendute del best seller “La casta” di Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo, loro non demordono. E nemmeno noi. Perché la democrazia costa, è vero. E nessuno vuole che la politica la facciano solo i ricchi. Allo stesso modo, però, non si deve diventare ricchi con la politica. Così ecco la decisione di fare i conti in tasca alla casta. Dicendovi, insomma, quanto effettivamente guadagnano i deputati, i senatori, i parlamentari europei e i consiglieri regionali. Giudicate voi se siano “stipendi” giusti o meno, se tutti questi privilegi a cui hanno diritto siano o meno adeguati. Senza arrabbiarvi troppo.

12


1. Un quadro poco edificante

Nessun giro di parole: si parte subito dagli stipendi. Un deputato intasca ogni mese almeno 14.045 euro netti (senza tredicesima: e non è una battuta…); ma se è presidente, vicepresidente o segretario di una delle tante Commissioni di Montecitorio integra rispettivamente con 2.014, 503 o 215 euro. Chi sta a Palazzo Madama, invece, incassa 14.943 euro sempre netti; anche per i senatori è prevista l’integrazione di presidente di Commissione (1.890 euro), vicepresidente (472) e segretario (237). E più si sale nella gerarchia istituzionale e più la busta paga balza in avanti. Ne sanno qualcosa a Palazzo Chigi: oltre allo stipendio da parlamentare, ogni mese i sottosegretari e i viceministri incassano 3.209 euro, i ministri 3.861 euro e il presidente del Consiglio 5.792 euro, tutti lordi (ma in questo caso c’è pure la tredicesima). Però, si può anche essere soddisfatti (ed è sicuramente un bell’accontentarsi) di uno scranno in Consiglio regionale: tanto per fare qualche esempio, quello che prende di meno a Milano arriva a 9.506 euro, a Torino a 6.782 euro, a Genova a 6.884 euro e ad Aosta a 6.041 euro. Senza dimenticare che, anche per loro, ci sono assessorati, presidenze, vicepresidenze e segretariati vari che contribuiscono ad arricchire il già cospicuo gruzzolo. Insomma, nessuno di loro si può lamentare. Noi, però… Il fatto è che la casta ci costa molto di più. Perché tra affitti, personale, vitalizi agli ex, spese di gestione e consulenze varie, Quirinale, Palazzo Chigi, Montecitorio e Palazzo Madama ci costa oltre i 2,2 miliardi di euro all’anno. Se poi, come ha recentemente fatto la Uil in occasione della campagna “Meno costi della politica = meno tasse”, aggiungessimo anche i costi della Corte costituzionale e i vari ministeri si arriverebbe a oltre 3,2 miliardi di euro, praticamente 82 euro per ogni contribuente. Mentre per il funzionamento 13


e io pago!

di Giunte e Consigli regionali si è speso nel 2010 quasi 1,2 miliardi. Ci sono spese che sicuramente destano non poche perplessità persino tra gli stessi parlamentari che nei loro interventi in Aula le hanno segnalate: come, a Palazzo Madama, i 2.848.000 euro per spese di cerimoniale e rappresentanza o i 10.870.000 euro di comunicazione istituzionale, i 13.750.000 euro per le segreterie particolari, i 3 milioni di euro per le consulenze e i 4,5 milioni per prestazioni professionali. Per non parlare degli affitti per gli uffici dei deputati che si trovano a Palazzo Marini, di proprietà della società “Milano90” che fa capo al gruppo Scarpellini, già al centro di articoli e servizi televisivi, memorabile quello di “Report” nel maggio 2008. «Sapete quanto si spende per ciascun deputato che sta lì e che ha il suo ufficio a Palazzo Marini? - ha chiesto ai suoi colleghi in Aula la deputata radicale che milita nelle file del Pd Rita Bernardini - Circa 8mila euro al mese. Scusate ma, per una cifra decisamente inferiore, un deputato è in grado di affittare un ufficio, magari leggermente più grande di quello, e magari addirittura di poter assumere dei collaboratori». Fosse solo quello. In totale, per affitti la Camera spende quasi 38 milioni di euro. Eppure non ci si decide a trovare una soluzione. «Abbiamo avviato da quattro anni – ha spiegato il questore della Camera Gabriele Albonetti, esponente del Pd - sistematici confronti con l’Agenzia del Demanio, sono state valutate, seppure non in termini conclusivi, alcune ipotesi. Attualmente non c’è ancora una soluzione definitiva, ma auspichiamo che presto ci si arrivi». Quattro anni! Ecco perché spesso ci si chiede se sanno amministrare bene i nostri soldi. Purtroppo, così non sembra, se Elio Lannutti, deputato dell’Italia dei Valori e presidente di Adusbef, ha chiesto ai questori di Palazzo Madama di vigilare perché «i palazzi del Senato sono sottoposti a continui, perenni e permanenti lavori senza alcuna soluzione di continuità. Ciò, oltre a dimostrare l’assenza di una programmazione strategica degli interventi di manu14


Un quadro poco edificante

tenzione, rappresenta un rischio per la sicurezza dei lavoratori e di chiunque frequenta i palazzi, senza trascurare la sciatteria evidente che ne deriva. Emblematico appare il caso della portineria di via degli Staderari dove, a pochissimi mesi dal termine di ingenti lavori di ammodernamento, si è inaugurato un nuovo cantiere per abbattere una parete muraria appena edificata». Ora, va bene stimolare la domanda in un periodo di disoccupazione anche attraverso la spesa pubblica, ma di fronte a simili sperperi persino il buon Keynes si rivolterebbe nella tomba. Così come non mancano situazioni assurde che con un po’ di buon senso - e magari di buona volontà - potrebbero essere risolte con un significativo risparmio. Come quelle evidenziate da Maria Leddi, senatrice piemontese del Pd, che si è chiesta, ad esempio, perché Palazzo Madama abbia cinque ingressi: «Quattro sono presidiati completamente - con turni che suppongo siano più o meno di dodici ore - da non meno di due, tre o quattro persone, mentre nel Senato degli Stati Uniti si entra da una porta adeguatamente presidiata». E ha evidenziato anche un’altra situazione «che francamente - ha sostenuto - da due anni mi lascia un po’ perplessa: abbiamo un guarI costi globali della politica Enti Organi Costituzionali*

Costi di funzionamento 1.984.012.190

Costo pro capite per contribuente 50

Organi a rilevanza costituzionale

529.418.440

13

Presidenza del Consiglio dei ministri**

476.756.556

12

Uffici di diretta collaborazione dei ministri

226.122.126

7

3.216.309.312

82

Regioni

1.173.447.315

30

Province

454.818.007

12

Comuni

1.660.273.352

43

Totale autonomie territoriali

3.288.538.674

85

TOTALE GENERALE

6.504.847.986

167

Totale Amministrazioni centrali

15

Fonte: Elaborazione Uil sul bilancio preventivo dello Stato 2011, sui bilanci preventivi 2010 delle Regioni e sui certificati consuntivi 2008 per Province e Comuni * Nei costi sono compresi anche i rimborsi elettorali ai partiti ** Nei costi non sono compresi i trasferimenti per il Turismo, Pari Opportunità, Famiglia, Comunicazioni e Affari Regionali e Protezione civile


e io pago!

daroba presidiato non meno di 12 ore al giorno, credo, con non meno di due persone, e mi chiedo perché, in tempi di razionalizzazione, non possa essere assegnata ad ognuno di noi una propria gruccia su cui appendere il cappotto. Credo che non faremmo lunghe attese e che il personale potrebbe essere adeguatamente utilizzato per altre funzioni». Come si può contraddirla? Ah, già. Ma serve buon senso e buona volontà...

16


2. Sugli scranni di Montecitorio

Quanto si guadagna a sedere sugli scranni di Montecitorio? Basta andare alla voce “trattamento economico” sul link dei deputati nel sito della Camera (www.camera.it) e fare due conti. Tra indennità, diaria e rimborsi vari (dalle “spese inerenti al rapporto tra eletto ed elettori” a quelle per viaggi e spese telefoniche), nelle tasche degli onorevoli finiscono più di 14mila euro al mese. Netti. Per chi è ancora abituato ai precedenti conteggi, sono oltre 27 milioni al mese delle vecchie lire. Cioè un deputato guadagna in un mese più di quello che molti italiani guadagnano in un anno. Ma analizziamo le varie voci dello stipendio di Montecitorio. La prima è l’indennità parlamentare che viene corrisposta per 12 mensilità ed è fissata in misura non superiore al trattamento complessivo massimo annuo lordo dei presidenti di sezione della Corte di Cassazione. In pratica, l’importo mensile è pari a 5.486 euro, al netto delle ritenute previdenziali (784 euro, pari al 7,6%) e assistenziali (526 euro, pari al 4,5%), della quota contributiva per l’assegno vitalizio (1.006 euro, pari all’8,6%) e della ritenuta fiscale (3.899 euro). Praticamente, sarebbero poco meno di 12mila euro lordi. Ed è quello che normalmente viene indicato come “stipendio” e andrà a figurare sulla dichiarazione dei redditi. Sull’importo netto sono, inoltre, trattenute le imposte addizionali regionali e comunali, la cui misura varia in relazione al domicilio fiscale del deputato. Se il deputato incassasse solo questi soldi credo che nessuno avrebbe nulla da ridire: si tratterebbe di uno stipendio “dignitoso” e, visto il ruolo ricoperto, nemmeno esagerato. Il fatto è che poi ci sono non poche “integrazioni” che gli altri comuni mortali manco si sognano. A cominciare dalla diaria che viene riconosciuta, a titolo di rimborso delle spese di soggiorno a Roma e ammonta a 3.503 euro mensili (erano 500 in più fino allo scorso di17


e io pago!

cembre). E’ vero che questa cifra andrebbe decurtata di 260 euro per ogni giorno di assenza del deputato da quelle sedute dell’Assemblea in cui si svolgono votazioni, ma, chissà come mai, l’Aula è normalmente vuota quando c’è da discutere, mentre è piena (manca solo chi è malato o in missione) quando si vota. Per di più è considerato presente il deputato che partecipa almeno al 30% delle votazioni effettuate nell’arco della giornata. Chissà che direbbe il mio datore di lavoro se fossi presente solo al 30% delle riunioni e il resto del tempo lo passassi, che ne so, al bar (o alla buvette, se si è più fortunati)? CAMERA

Partito

Stipendio netto al mese

Redditi 2009

Abelli Giancarlo

Pdl

14.045

155.163

Abrignani Ignazio

Pdl

14.045

715.229

Adornato Ferdinando

Udc

14.045

163.336

Agostini Luciano

Pd

14.045

122.886

Albonetti Gabriele

Pd

16.860 (questore della Camera)

181.719

Alessandri Angelo

Ln

16.059 (pres. Comm. Ambiente)

165.834

Alfano Gioacchino

Pdl

14.045

131.723

Allasia Stefano

Ln

14.045

126.404

Amici Sesa

Pd

14.045

124.737

Angeli Giuseppe

Pdl

14.045

751.389

Angelucci Antonio

Pdl

14.045

6.180.699

Antonione Roberto

Pdl

14.045

178.422

Aprea Valentina

Pdl

16.059 (pres. Comm. Cultura)

159.478

Aracri Francesco

Pdl

14.045

125.134

Aracu Sabatino

Pdl

14.045

127.760

Argentin Ileana

Pd

14.045

124.811

Armosino Maria Teresa

Pdl

14.045

300.790

Ascierto Filippo

Pdl

14.260 (segr. Comm. contro la pirateria)

120.571

Baccini Mario

Pdl

14.045

229.803

Bachelet Giovanni Battista

Pd

14.045

104.818

Baldelli Simone

Pdl

14.045

124.714

18


Sugli scranni di Montecitorio

Ci sono, poi, altri rimborsi spese. Innanzitutto per mantenere il rapporto tra eletto ed elettori: al deputato è attribuita, quale rimborso forfettario, una somma mensile di 3.690 euro (anche questo contributo era di 500 euro in più fino allo scorso dicembre) che viene erogata tramite il gruppo parlamentare di appartenenza. Dovrebbe servire per il cosiddetto “portaborse”: per chi ce l’ha. Ma di collaboratori “regolari”, cioè stipendiati secondo contratto con tanto di contributi pagati, ce ne sono sempre meno; mentre abbondano i neolaureati che si adattano a contratti da co.co.co e si accontentano di poche CAMERA

Partito

Stipendio netto al mese

Redditi 2009

Barani Lucio

Pdl

14.045

113.145

Barba Vincenzo

Pdl

14.045

493.773

Barbareschi Luca

Misto

14.548 (vicepres. Comm.Trasporti)

703.127

Barbaro Claudio

Fli

14.045

196.646

Barbato Francesco

Idv

14.045

125.540

Barbi Mario

Pd

14.045

68.385

Barbieri Emerenzio

Pdl

14.045

125.011

Baretta Pier Paolo

Pd

14.045

124.714

Beccalossi Viviana

Pdl

14.045

124.714

Belcastro Elio Vittorio

Resp

14.045

137.367

Bellanova Teresa

Pd

14.045

120.825

Bellotti Luca

Pdl

14.045

105.838

Beltrandi Marco

Pd

14.045

126.294

Benamati Gianluca

Pd

14.045

124.604

Berardi Amato

Pdl

14.045

2.738.357

Bergamini Deborah

Pdl

14.045

125.209

Bernardini Rita

Pd

14.045

118.714

Bernardo Maurizio

Pdl

14.045

124.714

Bernini Bovicelli Anna Maria

Pdl

14.045

175.859

Berretta Giuseppe

Pd

14.045

159.719

Berruti Massimo Maria

Pdl

14.045

361.672

Bersani Pierluigi

Pd

14.045

137.013

19


e io pago!

centinaia di euro al mese come ha ben testimoniato un servizio de “Le Iene” di pochi anni fa. Se si volesse prendere esempio da loro, si avrebbe immediatamente la Guardia di Finanza alla porta. Inoltre, per le spese telefoniche i deputati dispongono di una somma annua di 3.098 euro (258 euro al mese). Ma il sito di Montecitorio specifica che «la Camera non fornisce ai deputati telefoni cellulari». E ci mancherebbe pure! In compenso viaggiano gratis: i deputati, infatti, usufruiscono di tessere per la libera circolazione autostradale, CAMERA

Partito

Stipendio netto al mese

Bertolini Isabella

Pdl

14.045

Redditi 2009 154.687

Biancofiore Michaela

Pdl

14.260 (segr. Comm. Affari esteri)

130.022

Bianconi Maurizio

Pdl

14.045

207.895

Biasotti Sandro

Pdl

14.045

128.191

Biava Francesco

Pdl

14.045

203.214

Bindi Rosy

Pd

16.860 (vicepres. della Camera)

183.312

Binetti Paola

Udc

14.045

124.714

Bitonci Massimo

Ln

14.548 (vicepres. Comm.Vigilanza sulla Cdp)

150.397

Bobba Luigi

Pd

14.548 (vicepres. Comm. Lavoro)

125.670

Bocchino Italo

Fli

14.045

119.761

Bocci Gianpiero

Pd

16.059 (segr. della Presidenza della Camera)

164.960

Boccia Francesco

Pd

14.045

125.687

Bocciardo Mariella

Pdl

14.045

135.393

Boccuzzi Antonio

Pd

14.045

121.572

Boffa Costantino

Pd

14.045

124.786

Bonavitacola Fulvio

Pd

14.045

173.621

Bonciani Alessio

Pdl

14.045

135.994

Bongiorno Giulia

Fli

16.059 (pres. Comm. Giustizia)

Bonino Guido

Ln

14.045

153.589

Boniver Margherita

Pdl

16.059 (pres. Comm. attuazione acc. Schengen)

163.923

Bordo Michele

Pd

14.045

121.999

Borghesi Antonio

Idv

14.045

146.512

Bosi Francesco

Udc

14.045

140.243

20

2.048.397


Sugli scranni di Montecitorio

ferroviaria, marittima ed aerea per i trasferimenti sul territorio nazionale. E hanno pure il rimborso spese per i trasferimenti da casa all’aeroporto più vicino e tra l’aeroporto di Roma-Fiumicino e Montecitorio: 3.323 euro trimestrali (1.107 al mese), per il deputato che deve percorrere fino a 100 km per raggiungere l’aeroporto più vicino a casa, e 3.995 euro (1.331 al mese) se la distanza da percorrere è superiore a 100 km. Quindi, calcolatrice alla mano, ogni deputato si mette in tasca dai CAMERA

Partito

Stipendio netto al mese

Bossa Luisa

Pd

14.045

Redditi 2009 121.835

Botta Marco

Pdl

14.045

124.522

Braga Chiara

Pd

14.045

124.714

Bragantini Matteo

Ln

14.045

124.680

Brancher Aldo

Pdl

14.045

340.101

Brandolini Sandro

Pd

14.045

151.179

Bratti Alessandro

Pd

14.045

129.865

Bressa Gianclaudio

Pd

14.045

166.020

Briguglio Carmelo

Fli

14.045

126.308

Brugger Siegfried

Misto

16.059 (capogruppo del gruppo Misto)

264.618

Bruno Donato

Pdl

16.059 (pres. Comm. Affari costituzionali)

570.356

Bucchino Gino

Pd

14.045

125.848

Buonanno Gianluca

Ln

14.260 (segr. Comm.Trasporti)

130.304

Buonfiglio Antonio

Fli

14.045

36.458

Burtone Gio. M. Salvino

Pd

14.045

130.379

Buttiglione Rocco

Udc

16.860 (vicepres. della Camera)

255.476

Calabria Annagrazia

Pdl

14.045

124.714

Calderisi Giuseppe

Pdl

14.045

124.921

Calearo Ciman Massimo

Resp

14.045

234.386

Calgaro Marco

Misto

14.260 (segr. Comm. per l’infanzia)

119.789

Callegari Corrado

Ln

14.045

138.467

Calvisi Giulio

Pd

14.045

124.684

Cambursano Renato

Idv

14.045

168.273

21


e io pago!

14.045 ai 14.269 euro (netti) al mese, a seconda che abiti entro o oltre 100 km dall’aeroporto più vicino. Comitati e Commissioni Le indicazioni del sito web della Camera si fermano qui. Invece, ulteriori “integrazioni” allo stipendio non mancano. Lo sanno bene i deputati che fanno a gara per ricoprire qualche incarico particolare, di Commissione o all’interno del proprio gruppo politico. Infatti, ai presidenti di Commissione spettano altri 2.014 euro (netti), ai vicepresiCAMERA

Partito

Stipendio netto al mese

Redditi 2009

Capano Cinzia

Pd

14.045

171.084

Caparini Davide

Ln

16.059 (pres. Comm. per le questioni regionali)

170.682

Capitanio Santolini Luisa

Udc

14.045

122.096

Capodicasa Angelo

Pd

14.045

242.255

Cardinale Daniela

Pd

14.045

124.663

Carella Renzo

Pd

14.045

118.831

Carlucci Gabriella

Pdl

14.548 (vicepres. Comm. per l’infanzia)

187.329

Carra Enzo

Udc

14.260 (segr. Comm. vigilanza Rai)

199.608

Carra Marco

Pd

14.045

124.714

Casini Pier Ferdinando

Udc

14.045

106.063

Cassinelli Roberto

Pdl

14.045

667.524

Castagnetti Pierluigi

Pd

16.059 (pres. Giunta per le autorizzazioni)

223.433

Castellani Carla

Pdl

14.045

190.899

Castiello Giuseppina

Pdl

14.260 (segr. Comm. Politiche UE)

130.016

Catanoso Genoese Francesco Pdl

14.045

125.018

Catone Giampiero

14.045

136.117

Resp

Causi Marco

Pd

14.548 (vicepres. Comm. federalismo fiscale)

139.791

Cavallaro Mario

Pd

14.045

140.261

Cavallotto Davide

Ln

14.045

Cazzola Giuliano

Pdl

14.548 (vicepres. Comm. Lavoro)

269.003

39.534

Ceccacci Rubino Fiorella

Pdl

14.045

123.679

Ceccuzzi Franco

Pd

14.045

121.659

22


Cop. Libro Io pago

28-04-2011 10:22

Pagina 1

Giuseppe Pozzi

Palazzo Madama, 21 settembre 2010

e io pago!

«Nell’opinione pubblica è radicato un giudizio semplice che credo dobbiamo tentare di correggere, ed il giudizio è che siamo troppi, che lavoriamo poco e male e perciò siamo pagati troppo». Paolo Giaretta, Pd

I conti in tasca alla casta

Giuseppe Pozzi è caporedattore di (iN) Europa. Da anni in DMedia Group, redattore al Giornale di Merate, Giornale di Monza e caporedattore a Bloomberg Investimenti.

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