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FEBBRAIO 2019
Insonnia
Vi sveliamo qualche semplice accorgimento per un sonno sereno e senza risvegli
Fitness
Gli esercizi da fare a casa per avere una schiena dritta e tonica
Denti sani Bastano pochi gesti per avere un sorriso sano e luminoso
Allergie di stagione:
curale cosĂŹ!
Bentornata primavera, benvenuto benessere!
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Sommario Sommario Febbraio 20
Febbraio 2019
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Dolori mus colari, riab dopo un lilitazio o dopo intervento chiru ne rgico a molti la rottura di un bisogno nella vita capi arto: ta di aver che però di un fisiotera va scelt pista o con crit erio
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Chi si ferma è perduto!
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Quel dannato male d’inverno
Compagno sgradito della stagione fredda, il virus influenzale spesso ci costringe a letto. Ecco come riconoscerlo e quando decidere di vaccinarsi 2
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olo dal 14 al 20 gennaio, l’ultima settimana di cui sono disponibili i dati raccolti sul territorio, sono stati stimati in Italia circa 570mila casi di influenza. Come ci ricorda il Ministero della Salute, si tratta di una malattia provocata dai virus del genere Orthomixovirus, che infettano le vie aeree (naso, gola, polmoni). È molto contagiosa, perché si trasmette facilmente attraverso goccioline di muco e di saliva, con tosse e starnuti, ma anche semplicemente parlando vicino a un’altra persona, o per via indiretta, attraverso il contatto con mani contaminate dalle secrezioni respiratorie.
Epidemie annuali in gennaio e febbraio L’influenza rappresenta un serio problema di sanità pubblica e una rilevante fonte di costi diretti e indiretti per l’attuazione delle misure di controllo e la gestione dei casi e delle complicanze della malattia ed è tra le poche malattie infettive che, di fatto, ogni uomo sperimenta più volte, nel corso della propria esistenza, indipendentemente dallo stile di vita, dall’età e dal luogo in cui vive. In Italia, come nel resto d’Europa, l’influenza si presenta con epidemie annuali durante la stagione invernale. Casi sporadici possono verificarsi anche al di fuori delle normali stagioni influenzali, anche se nei mesi estivi l’incidenza è trascura-
bile. Le epidemie influenzali annuali sono associate a morbosità e mortalità elevate. L’influenza colpisce ogni anno in media l’8% della popolazione italiana, mantenendo un livello intermedio rispetto a quello osservato nella stagione 2005-2006, in cui è stato registrato il minimo storico di attività influenzale (4%), e quello osservato nella stagione 2004-2005, in cui l’incidenza ha raggiunto il massimo livello (12%) dall’avvio della sorveglianza nel 1999. In base ai dati relativi alle diverse stagioni influenzali, la curva epidemica generalmente raggiunge il picco all’inizio del mese di febbraio, colpendo soprattutto la popolazione in età pediatrica (0-4 e 5-14 anni), con un’incidenza cumulativa che decresce all’aumentare dell’età (sino a raggiungere il valore minimo negli ultra 64enni). I casi severi e le complicanze dell’influenza sono, tuttavia, più frequenti nei soggetti al di sopra dei 65 anni di età e con condizioni di rischio (abbiamo scritto “e”, fate attenzione, non basta l’età!), come, ad esempio, il diabete, le malattie immunitarie o cardiovascolari e respiratorie croniche. Alcuni studi hanno messo in evidenza un aumentato rischio di malattia grave nei bambini molto piccoli e nelle donne incinte. Tuttavia, casi gravi di influenza si possono verificare anche in persone sane, che non rientrano in alcuna delle categorie citate.
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di Carla Santini
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Influenza A chi è vivamente i criqasdcfv raccomandato dfvb tà il VACCINO?
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a vaccinazione è il mezzo più efficace e sicuro per prevenire l’influenza e ridurne le complicanze. Poiché i virus dell’influenza cambiano spesso, la vaccinazione va ripetuta ogni anno. In inverno, però, circolano anche altri virus che provocano febbre e raffreddore, spesso scambiati per influenza. Contro questi virus il vaccino non è efficace, perché protegge solo da quelli influenzali.
Esistono categorie a rischio Sulla base dei ceppi virali circolanti e sull’andamento delle sindromi similinfluenzali (ILI) nel mondo, il Global Influenza Surveillance Network dell’OMS, in collaborazione con i National Influenza Centres (NIC), aggiorna ogni anno la composizione del vaccino antinfluenzale. La vaccinazione è offerta in modo gratuito alle persone che rientrano nelle categorie a rischio di complicanze. Il vaccino antinfluenzale è comunque indicato per tutti i soggetti che desiderino evitare la malattia influenzale e che non abbiano specifiche controindicazioni, sentito il parere del proprio medico. A seconda
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dei casi, ci si può vaccinare: presso il proprio medico di famiglia o pediatra di libera scelta, presso strutture sanitarie o ambulatori vaccinali e di prevenzione, in alcuni casi presso la sede di lavoro dal medico del lavoro. Tra le categorie a rischio, troviamo, ad esempio: donne che all’inizio della stagione epidemica si trovano nel secondo e terzo trimestre di gravidanza. Soggetti dai 6 mesi ai 65 anni di età affetti da patologie che aumentano il rischio di complicanze da influenza, malattie croniche a carico dell’apparato respiratorio (inclusa l’asma grave, la displasia broncopolmonare, la fibrosi cistica e la broncopatia cronico ostruttiva), malattie dell’apparato cardio-circolatorio, comprese le cardiopatie congenite e acquisite; diabete mellito e altre malattie metaboliche insufficienza renale/surrenale cronica; malattie degli organi emopoietici ed emoglobinopatie; tumori, malattie congenite o acquisite che comportino carente produzione di anticorpi, immunosoppressione indotta da farmaci o da HIV, malattie infiammatorie croniche e sindromi da malassorbimento intestinale.
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Rinite, asma
Ereditarietà a parte, numerosi studi provano che un’alimentazione corretta e un’ambiente privo di sostanze tossiche ci proteggono dai più comuni mali allergici
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on il colore dei capelli e degli occhi, la forma del naso o la costituzione ossea, da mamma e papà ereditiamo anche la predisposizione alle allergie. Oltre ai fattori genetici, in fatto di allergie sin dalla gravidanza contano anche quelli ambientali e quelli legati allo stile di vita. Le molteplici cause del crescente numero di persone colpite da allergie sono oggetto di intense ricerche, che hanno già consentito di capire un po’ meglio il fenomeno e di trovare accorgimenti preventivi.
Fin da piccolissimi è importante alimentarsi in modo sano L’alimentazione sana ed equilibrata, ad esempio, è importante per la futura mamma e il nascituro. Chi non soffre di allergie o intolleranze non deve seguire un regime alimentare specifico. Rinunciare a determinati alimenti non influisce in alcun modo sulle allergie che potrebbe sviluppare il bambino. Per almeno i primi quattro mesi, il bambino dovrebbe essere esclusivamente allattato al seno. Quando l’allattamento non è possibile, potete garantire al vostro bambino un’alimentazione adeguata ai suoi fabbisogni anche con il biberon. Sono disponibili in commercio, con la denominazione di alimento ipoallergenico (alimento HA), anche alimenti specifici per lattanti a rischio di aller-
gia, cioè lattanti i cui genitori o i cui fratelli o sorelle sono allergici, benché non sia chiaro fino a che punto questo alimento possa ridurre il rischio di sviluppare l’allergia.
Aspettate un figlio e volete proteggerlo? Stop al tabacco! Il latte di mucca, di altri mammiferi o le bevande vegetali (per esempio a base di soia) non sono consigliati come alternativa per il latte materno o per il latte per lattanti nel primo anno di vita. Dopo il quinto mese di vita, le raccomandazioni alimentari sono le stesse per bambini con o senza rischio di allergie. Evitare determinati alimenti non ha alcun effetto preventivo sullo sviluppo di un’allergia. Sembra anzi che, nei primi dodici mesi, diversificare adeguatamente l’alimentazione man mano che il bambino cresce sia benefico. È importante introdurre i nuovi alimenti a distanza di alcuni giorni fino a una settimana l’uno dall’altro. Se la mamma fuma o è esposta al fumo passivo durante la gravidanza, il rischio di sviluppare un’allergia per il nascituro aumenta. Esso aumenta ulteriormente se il bambino è esposto al fumo passivo anche dopo la nascita. Per queste ragioni, durante e dopo la gravidanza, la mamma e il papà dovrebbero rinunciare al tabacco.
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Allergie Che cosa EVITARE con cura e cosa invece è innocuo
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on è chiara l’influenza degli animali domestici sull’insorgere di allergie. Probabilmente, per i bambini e gli adolescenti che non corrono un rischio elevato di allergie non c’è motivo di rinunciarvi. Sembra, invece, che gli inquinanti degli ambienti interni, come la formaldeide o i composti organici volatili (i cosiddetti COV), possano aumentare il rischio di sviluppare malattie allergiche e soprattutto l’asma. Altro agente allergizzante è la muffa. Si raccomanda pertanto di utilizzare prodotti a base di sostanze povere di inquinanti. Per evitare un’eccessiva umidità e, di conseguenza, il rischio di muffa, è importante arieggiare regolarmente e correttamente i locali abitativi e di lavoro, ossia creando corrente per cinque-dieci minuti due-tre volte al giorno. D’inverno, l’umidità relativa dell’aria non dovrebbe superare il 45 per cento. Sfatiamo, invece, una delle più abusate fake news: numerosi studi dimostrano che i vaccini non aumentano il rischio di allergie. Si raccomanda quindi di far somministrare i vaccini di base secondo il calendario vaccinale anche ai bambini con una predisposizione o che già soffrono di allergie. Veniamo, invece, al peso corporeo: recenti scoperte scientifiche rivelano che un peso corporeo sano riduce il rischio di asma, e nello stesso tempo riduce la gravità dell’asma. Per questo motivo, è importante evitare il sovrappeso già nel lattante e nel bambino piccolo. Al momento di scegliere una professione, è importante che i giovani con allergie o con una sensibilizzazione nota tengano presente che non tutti i mestieri sono
adatti. L’asma professionale è la patologia allergica respiratoria professionale più nota, e si stima che costituisca circa il 10-15% di tutte le asme. Si stima poi che circa il 25% dei soggetti con asma causata da altri fattori (ad esempio da pollini) abbia riacutizzazioni in ambiente di lavoro. È quindi una condizione di frequente riscontro nella pratica clinica, e poiché è causa di disabilità e di costi individuali e sociali è importante riconoscerla e gestirla correttamente. All’asma è molto spesso associata la rinite professionale, che aggrava la sintomatologia. I mestieri a rischio? Pasticceri, lavoratori nell’industria alimentare, falegnami, addetti alle pulizie, carrozzieri, veterinari, chimici, farmaceutici.
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Alimentazione
Mangiare
a prova di gelo
Se volete una primavera e un’estate in piena forma fisica, pensateci ora. Nei mesi piÚ rigidi, infatti, possiamo preparare il nostro corpo al meglio e con gli alimenti giusti lottare anche contro i malanni di stagione
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Alimentazione
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urante l’inverno è più facile avvertire il bisogno di mangiare quantità maggiori di cibo e, soprattutto, di cibi più grassi. Questo perché le basse temperature ambientali obbligano il nostro organismo a un maggior dispendio energetico per garantire la temperatura corporea costante.
Nella stagione fredda si tende a desiderare cibi più calorici: state attenti! Gli alimenti più calorici sono i grassi e forse proprio per questo l’organismo tende a cercarli. Oltre alla necessità oggettiva di consumare più calorie, intervengono anche delle motivazioni psicologiche e comportamentali che inducono ad aumentare i consumi. Le giornate più corte sono un fattore importante perché portano a passare più tempo in casa e questo facilita il consumo del cibo. Il freddo diventa un fattore aggregante, per cui si tende ad incontrarsi al bar per prendere un tè o una cioccolata calda, a differenza di quanto accade d’estate, quando gli incontri sociali si svolgono di più all’aria aperta o sono legati allo svolgimento di attività sportive. Il periodo perfetto per mettersi a dieta, invece, è proprio l’inverno: non solo per compensare e limitare la naturale tendenza ad un maggiore apporto calorico, ma perché se si vuole essere
in forma per l’estate, bisogna pensarci d’inverno e non fare le diete drastiche “last minute”. Per un’ottimale “dieta d’inverno”, ecco quali cibi portare in tavola: è importante, ad esempio, integrare frutta e verdura. A differenza di quanto capita d’estate, in inverno non si è invogliati a cercare alimenti freschi e dissetanti come la frutta (anche perché d’inverno è meno abbondante) e di conseguenza la nostre psiche si orienta verso alimenti caldi e più calorici. Altro consiglio è quello di fare attenzione ad integrare, con una giusta alimentazione, le vitamine necessarie.Tra le più importanti, la vitamina D (contenuta in latte, uova, formaggi, pesce), perché il poco sole non riesce ad attivare la vitamina D attraverso la cute. Anche la vitamina C è essenziale per il ruolo trofico (di nutrimento) sulle mucose, sul collagene e sul corretto funzionamento del sistema immunitario (messo a dura prova dall’attacco dei vari virus influenzali). La vitamina A è anti-stress, anti-infettiva e, secondo alcuni studi, svolge anche un’azione preventiva anticancro. La quantità giornaliera raccomandata dall’Unione Europea è di 800mg. È importante però ricordare che una dose base di tutte le vitamine rimane necessaria e quindi è sempre valido il consiglio di mangiare frutta e verdura di vario tipo in abbondanza.
IL TUO FRUTTIVENDOLO DI QUARTIERE Piccole “dritte” sui piatti ideali per bruciare i grassi FRUTTA E VERDURA BIOLOGICA STAGIONE La colazione ideale d’inverno? Un bicchiere DI zo, insieme a legumi come fagioli cannellini, d’acqua tiepida con succo di limone (drenanborlotti, ceci e lenticchie, senza dimenticare ALIMENTAZIONE NATURALE te e disintossicante) e 1-3 cucchiaini di miele, le verdure. Arricchire i piatti con spezie riscalBIOLOGICA che aiuta a proteggere da raffreddore e mal di danti. Abbondare pure con il brodo di ossa di ERBORISTERIA COSMETICA gola. Preparare quindi un porridgeOGGETTISTICA con il latte pollo o di manzo, è ricco di gelatina (collagene) di mandorle eCIfiocchi d’avena, ricchi di beta che è antinvecchiamento e disintossicante. SIAMO TRASFERITI in via Dante 28 a Erba. glucano ed avenantramide, che facilitaUn negozio tutto nuovo,fibre più grande e con tantissime NOVITÀ. no il transito intestinale dolcemente. Inoltre Vuoi sapere quali? Vienici a trovare! l’avena richiede un dispendio energetico magPARCHEGGIO RISERVATO ALLA CLIENTELA giore per essere digerita, dunque “si brucia” di più. A pranzo cena via libera a zuppe QiBio odiaColombo Monica • Tel. 031 64 22 38 riscaldanti diqibio@libero.it cereali e pseudo come -ilVia Dante, 28 • cereali ERBA (CO) riso, il miglio, il farro, il sorgo, la quinoa, l’orORARI: da LUNEDÌ a SABATO 9.00 - 13.00 | 15.00 - 20.00
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a Food and Drug Administration, l’ente americano preposto al vaglio dei farmaci, ha ordinato ai produttori di alcuni integratori di ritirare i loro prodotti dopo che gli scienziati hanno trovato tracce di molecole illegali e potenzialmente pericolose nella loro composizione. Questo significa forse che gli integratori fanno male? Niente affatto. Ce ne sono di inutili, ma ce ne sono altri che contengono componenti che non riusciamo ad assumere in quantità sufficiente semplicemente seguendo una dieta sana. Lo zinco, ad esempio, sembra interferire con il replicarsi dei rhinovirus, i bacilli che causano il raffreddore comune. In uno studio del 2011 che esaminava ricerche su persone che si erano ammalate di recente, i ricercatori hanno comparato quelli che avevano iniziato a prendere zinco con quelli che avevano preso solo un placebo. Quelli con lo zinco avevano raffreddori più brevi e sintomi meno gravi. Tutti produciamo naturali basse quantità di creatina, un composto che aiuta i nostri muscoli a rilasciare energia. Gli studi dimostrano che ne produciamo di più quando mangiamo carne regolarmente. La ricerca suggerisce che
l’assunzione di integratori di creatina potrebbe avere benefici moderati su specifici tipi di allenamento di breve intensità. Sembra aiutare i muscoli a produrre più adenosina trifosfato (ATP), un trasportatore chimico-energetico. Diversi studi riportano che la caffeina può aiutare a stimolare il metabolismo e a favorire, a breve termine, una moderata combustione dei grassi. Ma non esistono studi a lungo termine che dimostrano che la caffeina favorisca una perdita di peso duratura. Il nostro corpo usa l’acido folico per produrre nuove cellule. Il National Institutes of Health raccomanda che le donne che sono al momento in stato di gravidanza o che vogliono rimanere incinte prendano 400 microgrammi di acido folico al giorno, dal momento che i loro corpi richiedono una dose maggiore di questa sostanza nutriente mentre portano in grembo un feto in crescita. Diversi studi hanno collegato anche l’assunzione di acido folico prima e durante la gravidanza ad una diminuzione del tasso di difetti del tubo neurale, che sono difetti gravi e potenzialmente letali del cervello, della colonna vertebrale o del midollo spinale del bambino.
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AttivitĂ fisica
Chi si ferma
Mens sana in corpore sano, dicevano gli anitchi romani. Avevano ragione: restare in forma e fare movimento giova alla salute del corpo e dello spirito
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organismo umano non è nato per l’inattività: il movimento gli è connaturato e una regolare attività fisica, anche di intensità moderata, contribuisce a migliorare tutti gli aspetti della qualità della vita. Al contrario, la scarsa attività fisica è implicata nell’insorgenza di alcuni tra i disturbi e le malattie oggi più frequenti: diabete di tipo 2, malattie cardiocircolatorie (infarto, ictus, insufficienza cardiaca), tumori.
Utilissimo sia da anziani che da bambini In Italia il 30% degli adulti tra 18 e 69 anni svolge, nella vita quotidiana, meno attività fisica di quanto è raccomandato e può essere definito sedentario. In particolare, il rischio di sedentarietà aumenta con il progredire dell’età, ed è maggiore tra le persone con basso livello d’istruzione e difficoltà economiche. La situazione è migliore nelle regioni del nord Italia, ma peggiora nelle regioni meridionali (Rapporto PASSI 2011). Secondo i dati ISTAT, nel 2010 in Italia il 38% delle persone da 3 anni in su ha dichiarato di non praticare, nella vita quotidiana, né sport né altre forme di attività fisica. Come in altri paesi europei, l’attività motoria della popolazione in Italia è diminuita di pari passo con i grandi cambiamenti del lavoro e dell’organizzazione delle città. Inoltre, purtroppo, si sono
sempre più ristretti gli spazi per il gioco libero dei bambini e per i giochi e gli sport spontanei e di squadra. Ma muoversi quotidianamente produce effetti positivi sulla salute fisica e psichica della persona e risulta assolutamente indispensabile per garantirsi una buona qualità della vita. Gli studi scientifici che ne confermano gli effetti benefici sono ormai innumerevoli e mettono in luce che l’attività fisica migliora la tolleranza al glucosio e riduce il rischio di ammalarsi di diabete di tipo 2, previene l’ipercolesterolemia e l’ipertensione e riduce i livelli della pressione arteriosa e del colesterolo, diminuisce il rischio di sviluppo di malattie cardiache e di diversi tumori, come quelli del colon e del seno, e riduce il rischio di morte prematura, in particolare quella causata da infarto e altre malattie cardiache. Inoltre, fare attività fisica previene e riduce l’osteoporosi e il rischio di fratture, ma anche i disturbi muscolo-scheletrici (per esempio il mal di schiena), e riduce i sintomi di ansia, stress e depressione. Previene, specialmente tra i bambini e i ragazzi più giovani, i comportamenti a rischio come l’uso di tabacco, alcol, droghe e gli atteggiamenti violenti. Lo sport, infatti, favorisce il benessere psicologico attraverso lo sviluppo dell’autostima, dell’autonomia, facilita la gestione dell’ansia e delle situazioni stressanti e aiuta a stare insieme in manira positiva e armonica.
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Attività fisica Vademecum sullo sport PIÙ ADATTO ai nostri figli
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tletica leggera: si può iniziare a 6-8 anni, ma solo sotto forma di gioco, perché il bambino non tollera carichi e sforzi prolungati. L’atletica leggera richiede sia capacità di coordinazione neuro-muscolare sia capacità metaboliche, che prima di una certa età non sono ancora sviluppate. Nell’organismo dei bambini infatti manca un enzima, chiamato PFK, che serve per metabolizzare gli zuccheri atti a fornire pronta energia per attività di elevata intensità. Metabolicamente insomma il suo organismo non è preparato a sostenere un certo ritmo e una certa intensità: ecco perché, se figlio e papà fanno una corsa insieme, dopo un po’ il bambino si ferma perché non ce la fa più a star dietro al padre. Fino all’adolescenza, pertanto, si può parlare solo di pre-atletica, che è ottima per arricchire il bagaglio di esperienze motorie, ma deve essere condotta con tempi e sforzi commisurati all’età del bambino. Bicicletta: il più delle volte si impara ad andare in bici durante un pomeriggio al parco insieme a mamma e papà, e da quel momento può essere un modo piacevole per trascorrere una domenica all’aperto tutti insieme. In genere si incomincia a muoversi senza rotelle intorno ai 4-5 anni. Intesa come pedalata con i genitori o gli amici naturalmente non può essere considerata un’attività sportiva vera a propria. Calcio: si intraprende verso i 7-8 anni, prima di allora è di solito definito “minicalcio”, si pratica in un campo ridotto e con porte più piccole. Anche il numero dei bambini in squadra è inferiore e soprattutto non ci sono ruoli, che il bambi-
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no non sarebbe in grado di ricoprire. Più che altro si fa ginnastica, o esercizi propedeutici al calcio. Un allenamento strutturato come il calcio prima dei 12 anni non è pensabile: il bambino non è pronto né dal punto di vista della coordinazione neuro-muscolare, né dal punto di vista delle capacità condizionali (forza, velocità, resistenza). Danza: è l’attività preferita delle bambine, ma sono sempre più numerosi i maschietti che si avvicinano con passione alla danza. I primi corsi partono dai 5 anni. Abitua a una postura corretta, regala grazia ai movimenti e insegna il senso del ritmo. Inoltre, conoscere e sviluppare la musicalità è utile per far emergere qualcosa che è innato in noi, base per apprendimenti futuri.
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tonica Soffri di dolori alla colonna vertebrale? Ecco un tipo di ginnastica da eseguire a scopo preventivo, per acquisire un idoneo controllo posturale e mantenere le strutture vertebrali più elastiche. E si può fare a casa!
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urtroppo, non sempre possiamo scegliere di praticare la disciplina sportiva preferita senza prima fare un’attenta e sincera analisi del nostro corpo e dei suoi punti deboli. Chi soffre di mal di schiena, ad esempio, dovrebbe scegliere soprattutto attività fisiche atraumatiche, come il pilates o il nuoto, in quest’ulimo caso evitando però di cimentarsi con alcuni stili, tipo la rana, che per essere eseguito correttamente mette inevitabilmente in gioco proprio la zona dorsale. Se dunque siete tra i molti che malauguratamente hanno male alla schiena, vi offriamo in queste pagine la possibilità di apprendere alcuni esercizi che potete eseguire anche a scopo preventivo. Oltretutto, alla semplicità dei movimenti si abbina la comodità di poterli fare a casa propria, senza spendere cifre folli per abbonamenti in palestra. Basteranno una stanza con uno spazio sgombro da mobili e qualche oggetto di uso domestico, come il bastone della scopa, una sedia, una cintura, una sciarpa o un piccolo asciugamano. L’importante, ricordatevelo sempre, è non affidarsi mai all’improvvisazione e dedicarsi esclusivamente a esercizi proposti da esperti in materia. Proprio come quelli che vedete in queste pagine, ideati specificamente per i muscoli lombari ed eseguiti dalla nostra bellissima modella, Chiara Gardoni (Ag. Sophie Models di Milano; abbigliamento: Everlast) con la consulenza di Ernesto Di Pietro, osteopata.
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Fitness 1 CON UN ASCIUGAMANO O UNA SCIARPA In piedi, portate l’asciugamano arrotolato sotto a un ginocchio, alzando la gamba corrispondente. Quindi, tiratelo il più possibile verso il busto, sempre mantenendo l’equilibrio; ruotate verso l’esterno la gamba piegata e rimanete nella stessa posizione. Tornate alla posizione di partenza e ripetete con l’altra gamba. Ripetizioni: 3 volte per gamba.
2 Con il bastone In piedi, una gamba indietro tesa e l’altra in avanti, posizionate il bastone dietro la nuca, ad altezza spalle e tenetelo alle estremità con le mani. Piegate la gamba avanti, tenendo sempre l’altra tesa e soprattutto la schiena e la testa in posizione eretta. Ripetizioni: 3 volte per gamba.
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Fitness
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3 Con la sedia
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In piedi, mani lungo i fianchi, mettete una gamba sulla sedia. Piegatela estendendo quella dietro e mantenete la posizione, poi tornate alla posizione di partenza e ripetete con l’altra gamba. Ripetizioni: eseguire 3-4 volte per arto.
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Fitness 4 Con il bastone In piedi a gambe divaricate, posizionate il bastone dietro la schiena tenendolo in mano aiutandovi con i polsi. A questo punto, ruotate il bacino prima verso destra e poi verso sinistra. Ripetizioni: eseguitelo 10 volte per lato.
5 Con la cintura Distesi a terra in posizione supina, posizionate la cintura su un tallone, poi sollevate la gamba tesa allungando il piede; infine riportatelo a terra e a questo punto continuate con l’altra gamba. Ripetizioni: 10 volte per gamba.
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Ortopedia
Attenti a
Spesso si tende a non dare importanza a cadute e botte che ci si procura per caso sia importante un pronto intervento, con tutori e medicamenti adeguati e
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e articolazioni più colpite da traumi distorsivi sono il ginocchio, la caviglia e le articolazioni delle dita della mano e il piede. Ciascuna di queste presenta caratteristiche diverse e vari livelli di gravità, cui sono associate differenti tecniche di trattamento.
Nei casi più gravi è obbligatoria la chirurgia ricostruttiva Alcune lesioni interessano legamenti che sicuramente possono guarire con cure più semplici, in altri casi, per esempio nella rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio e del legamento collaterale ulnare del pollice, solo la chirurgia ricostruttiva potrà eliminare il rischio di una condizione invalidante di instabilità e conseguente pesante limitazione funzionale. Talvolta sarà l’entità della
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lesione a determinare la scelta di ricorrere o meno a un trattamento chirurgico, per esempio distorsione del ginocchio con concomitante presenza di lesioni legamentose e di un menisco. In seguito a una distorsione compare un dolore immediato, di intensità variabile e proporzionale all’intensità del trauma ricevuto, ma non sempre in rapporto diretto con la gravità dei danni subiti. Al momento della distorsione il soggetto può anche avvertire una sensazione di stiramento come pure uno schiocco o uno scroscio a livello dell’articolazione interessata: se questo accade, bisogna stare molto attenti e riferirlo al medico, il quale potrà meglio orientare i suoi sospetti su ciò che è avvenuto e sul possibile danno riportato. Nei traumi di lieve entità l’articolazione può risultare moderatamente dolente, senza arrossamento o gonfiore particolari. In quelli più
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Ortopedia
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o facendo sport. Nel tempo, ci si rende conto di quanto soprattutto con il consiglio mirato dell’ortopedico di fiducia importanti, oltre all’intensità e all’immediatezza del dolore, può comparire gonfiore dell’articolazione interessata, che può denunciare anche la presenza di liquido all’interno dell’articolazione; inoltre ogni manovra che coinvolga l’articolazione comporta l’insorgenza di un vivo dolore anche per minimi movimenti articolari o, come capita nel caso di interessamento della caviglia o del ginocchio, ai tentativi di stare in piedi o di camminare.
Non sottovalutate la distorsione, rivolgetevi sempre a un medico esperto Quando sono coinvolte tali articolazioni, capita anche che il soggetto avverta una sensazione di instabilità, ovvero di anomalo spostamento di una parte ossea rispetto all’altra, con conseguente cedimento improvviso e doloroso. Il versamento articolare, ossia la formazione di una
raccolta di liquido all’interno della capsula articolare, può essere causato anche da una semplice reazione infiammatoria della membrana sinoviale situata all’interno della capsula, spesso non immediata ma insorgente gradualmente nelle ore successive, e in questo caso è costituito da liquido sieroso (idrartro). Nei traumi distorsivi più consistenti si verifica anche la lesione di vasi sanguigni, per la lacerazione della capsula stessa e più precisamente della membrana sinoviale posta al suo interno, e si forma più o meno rapidamente un versamento di liquido francamente ematico (emartro). La complessità delle lesioni che possono accompagnarsi a una semplice distorsione impone sempre una prudente valutazione del danno subito e richiede, nel caso di sintomi intensi o persistenti, una valutazione da parte di un medico, con carattere d’urgenza nel caso di traumi particolarmente intensi.
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FISIOPRO è un’associazione di fisioterapisti libero professionisti, nata per offrire le dovute garanzie ai cittadini che chiedono di essere curati con serietà, competenza e professionalità. Fondata sul finire del secolo scorso, da 20 anni si adopera per creare la figura di un fisioterapista “di vicinato”, la persona a cui rivolgersi per trovare risposta ai propri dubbi, alle proprie perplessità, alle proprie necessità di cura, che intervenga attivamente nella vita del territorio anche in attività di prevenzione, cura e riabilitazione volte a migliorare la qualità della vita degli abitanti. Fisiopro garantisce che i propri associati siano in possesso dei titoli abilitanti
alla professione e ottemperino alle disposizioni ministeriali in materia di formazione. Si adopera allo scopo di mantenere costantemente aggiornati i propri iscritti sulle normative in materia di sicurezza, privacy, manutenzione dei locali di lavoro e dei macchinari. Stimola la crescita professionale degli aderenti e dei fisioterapisti in generale organizzando convegni e corsi di formazione, fornendo occasioni di confronto tra i professionisti e con specialisti di altri settori. Grazie alla rete di professionisti così creatasi è in grado di stipulare convenzioni con enti e aziende offrendo prestazioni a tariffe agevolate in modo capillare e continuativo.
PREVENZIONE Attraverso corsi e conferenze pubbliche nelle associazioni di pensionati e/o nelle scuole si adopera per sensibilizzare e informare il maggior numero di persone sulle problematiche di salute legate al movimento e alla postura (ad esempio rischio cadute e danni causati dall’inattività). CURA E RIABILITAZIONE Attraverso il coinvolgimento attivo del paziente nel processo di cura e riabilitazione, le necessità e aspettative del paziente incontrano le competenze e la capacità di ascolto del terapista. Maggiori le competenze e più adeguati gli strumenti a disposizione, migliori saranno i risultati. ❚ MADMOUN KARIMA ❚ MALACRIDA LIALA ❚ BONGIOVANNI PAOLA c/o Centro Fisioterapico, Via Premoli, 7 c/o Studio FTM, Via Monviso, 10 Corso Milano, 30 CARNATE GIUSSANO MONZA Tel. 3404634810 Tel. 3496451911 studiofisioterapicomanuale@gmail.com Tel. 039324359 mliala@yahoo.it info@centrofisioterapicomonza.it ❚ FERRARIO CLARA ❚ RABOSIO GIULIO Studio di Osteopatia, Via Manara, 31 Via S. Francesco, 11 CONCOREZZO MONZA Tel. 3479627641 Tel. 3479185644 PROVINCIA di COMO clara.maria.ferrario@gmail.com rabosiogiulio@gmail.com ❚ WOLFF GUNTER ❚ BIANCHI MARIA PIA ❚ ARRIGONI VITTORIO Via Longoni, 34 Via 5 Giornate,7/b c/o Unimedica, Via Wagner, 169 BARLASSINA CERNOBBIO SEREGNO Tel. 3356008788 Tel. 3387570192 Tel. 0362330181 wolffgunter@hotmail.it bianchimp@alice.it info@unimedica.it
❚ DEVIZZI ROBERTA Corso XXV Aprile, 135 ERBA Tel. 031641193 roberta.devizzi@gmail.com ❚ PIZZAGALLI ALBERTO Via per Mellia, 7 DONGO Tel. 034480500 fisiopizzagalli@gmail.com ❚ ROTTIGNI MARIO Via Como, 5 CANTU’ Tel. 031704040 info@fisioesteticarottigni.it
PROVINCIA di LECCO ❚ BARUTTA LAURA Corso Matteotti, 9/b LECCO Tel. 3387337496 info@studiobarutta.com ❚ PACCAGNELLA MARCO Via Visconti, 46 LECCO Tel. 3355284927 marcopaccagnella.mp@gmail.com ❚ CONSONNI SIMONE Via E. Bianchi, 40 MERATE Tel. 3331419638 fisioterapiaconsonni@outlook.it ❚ VENTURINI MAURIZIO c/0 Centro Comm. Ellisse, Via Spluga, 49 CERNUSCO LOMBARDONE Tel. 3393527385 PROVINCIA di VARESE ❚ CURTONI MASSIMO Via Carlo Noè, 7 GALLARATE Tel. 3474135818 massimocurtoni@libero.it ❚ PLATI MATTIA Via Fermi, 3 LONATE POZZOLO Tel. 3476047468 mp5ilfisio@gmail.com ❚ FERLONI ANGELO MARIO Via Vittorio Veneto, 5 LUINO Tel. 0332510085 fisioterapia.ferloni@gmail.com PROVINCIA di PAVIA ❚ SPAIRANI LORENZO Studio SpairanI, Via Dell’Industria, 2 TORRE D’ISOLA Tel. 0382930758 lorenzo.spairani@unipv.it PROVINCIA di TRENTO ❚ BONENTI ALFREDO Via Dante Alighieri, 22 SELLA GIUDICARIE (Fraz. BONDO) Tel. 3392868255 bonnytfr@bonnytdr.com
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Ortopedia Quando intervenire da SOLI e quando chiamare un MEDICO
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ell’immediatezza di un trauma distorsivo è necessario applicare ghiaccio (ricordarsi sempre di interporre un panno tra ghiaccio e pelle) e porre a riposo l’articolazione colpita; successivamente, il grado di dolore e di limitazione della funzionalità della zona colpita determineranno l’eventuale ricorso a cure mediche più o meno immediate. La distorsione semplice (dolore limitato, minimo gonfiore dell’articolazione e assente o lieve limitazione funzionale) non necessita di cure particolari: saranno sufficienti il riposo e un’eventuale terapia antidolorifica o antinfiammatoria.
L’intervento dell’ortopedico Tutti i traumi articolari devono essere valutati con la giusta attenzione, considerando che cure non adeguate possono causare postumi anche seri a distanza, e non soltanto a carico delle articolazioni maggiori. Infatti è noto come le distorsioni delle articolazioni delle dita della mano, in particolare se non trattate o trattate in modo scorretto, risultino dolenti a lungo e spesso con postumi di limitazione funzionale. In presenza di lesione di uno o più legamenti sarà necessario un trattamento che comporta l’immobilizzazione dell’articolazione colpita, con modalità e durata variabili. In questi casi è possibile utilizzare stecche metalliche, bendaggi funzionali (confezionati con apposite bende adesive e particolari tipi di cerotto), tutori, bendaggi in resina o apparecchi gessati. La durata del trattamento è variabile in funzione del tipo di articolazione e del legamento interessato:
in genere si tende a limitare il più possibile l’immobilizzazione completa, privilegiando un graduale passaggio alla mobilizzazione dell’articolazione, meglio se in modo assistito dal fisioterapista, secondo le valutazioni e le indicazioni date dal medico. Questo permette il precoce recupero della funzionalità, pur nel rispetto dei tempi necessari alla guarigione “biologica”, ovvero alla cicatrizzazione delle lesioni riportate dall’articolazione. Non bisogna riprendere subito la normale attività fisica. È necessario un periodo di rieducazione funzionale e di recupero della forza muscolare, fino al ritorno al pieno controllo neuromuscolare dell’articolazione.
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I segreti per Dormire bene
conquistare Morfeo
Contare inutilmente le pecore per addormentarvi non servirĂ piĂš. Vi sveliamo qualche semplice accorgimento per un sonno sereno
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Dormire bene
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hi soffre di insonnia lo sa bene: essere svegli come grilli mentre il mondo intorno riposa è una sensazione frustrante, oltre che negativa per la giornata a venire, che chiama a molti impegni. Molto spesso, però, la difficoltà ad addormentarsi nasce da una serie di abitudini sbagliate, la prima delle quali rigarda l’alimentazione.
No alle cene abbondanti e con alcolici, sì alla giusta temperatura in camera da letto Dormire bene, infatti, significa anche cenare in maniera equilibrata. No ai cibi troppo pesanti, perché di notte la digestione è difficoltosa e provoca frequenti risvegli. Ma anche i digiuni serali o le diete troppo drastiche sono sconsigliate: la fame, o il calo glicemico, metteranno a repentaglio il vostro riposo. Altro consiglio importante: dormire durante il giorno solo se necessario e, in quel caso, mai più di 20 minuti e possibilmente in mezzo alla giornata, per esempio fra le 13 e le 14. Soprattutto alla sera, cioè nelle ore che precedono il riposo notturno, è importante limitare l’esposizione alla luce che è il nostro principale sincronizzatore del ritmo sonno-veglia. Evitate i molti led accesi di apparecchi elettronici e l’utilizzo, crescente e prolungato, di tablet e smartphone a letto. Questi disposi-
tivi sono nemici del sonno, usateli lontano dal vostro letto. Il fumo fa male, anche al sonno. Non dimentichiamo mai che la nicotina è una sostanza eccitante. Stesso discorso vale per l’alcol, che induce frequenti risvegli e aumenta la percentuale di sonno leggero. Inoltre, in presenza di patologie del sonno, come quelle legate ai disturbi respiratori, l’alcol ha l’effetto di aggravamento delle malattie stesse e dei sintomi a esse correlati. La caffeina è notoriamente uno stimolante del sistema nervoso, i cui effetti eccitanti possono protrarsi a lungo, anche alcune ore. È quindi buona norma, anche in questo caso, evitare la tazzina serale. La temperatura ottimale della camera da letto è intorno ai 18°C. Una troppo alta (maggiore di 24°C) provoca movimenti continui del corpo durante il sonno e numerosi risvegli. Viceversa, una temperatura troppo bassa (minore di 12°C) rende difficile l’avvio del sonno, e provoca sogni spiacevoli. Svolgere una regolare attività fisica è buona cosa, la sera, però, è meglio evitarne una troppo intensa. Lo sforzo fisico potrebbe rendere difficoltoso il vostro addormentamento. Abituatevi, infine, ad andare a dormire e ad alzarvi alla stessa ora: è la premessa per il buon sonno. Il nostro ritmo sonno-veglia è infatti regolato da un orologio biologico interno, sincronizzato con l’alternarsi della luce e del buio.
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Dormire bene L’importanza del MATERASSO e del cuscino giusti
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er dormire bene è importante organizzare con attenzione il luogo in cui si trascorreranno le ore della notte. Di grande importanza è il materasso che, come il cuscino, dovrà essere progettato in modo da non trattenere l’elettricità statica, un aspetto spesso sottovalutato e sconosciuto. I cuscini e i materassi in materiale sintetico, trattenendo l’elettricità, risultano infatti poco igienici ed impediscono un totale rilassamento. Il famoso materasso di lana di una volta può risultare rischioso perché nella lana vivono e si riproducono gli acari che si formano nella polvere che penetra facilmente in questa fibra. Il moderno materasso a molle è consigliabile, ma dovrà essere valutata con attenzione la composizione delle fibre dei rivestimenti esterni e dovrà essere scelto tra quelli di ottima qualità perché in caso contrario con il tempo si deformerebbe. È importante che rete e materasso si adattino bene alla forma del corpo rispettando la curvatura della colonna vertebrale ed impedendo che si verifichino compressioni del corpo in alcune zone. Sono consigliabili
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le fibre naturali anche per le lenzuola e le coperte. Sono adatti: coperte di lana, piumini leggerissimi, lenzuola in cotone, lino, seta. Tra materasso e lenzuolo, durante i mesi invernali, si può inserire una fodera in lana. Il cuscino, in materiali naturali traspiranti, non dovrà essere troppo alto per permettere alla colonna vertebrale di rimanere in una posizione corretta quando si è coricati. Dormendo con cuscini troppo alti infatti, e anche dormendo senza cuscino, si possono creare tensioni muscolari e lo schiacciamento dei dischi intervertebrali. Oggi troviamo in commercio materassi di diversi tipi, anche in schiuma di lattice, un prodotto naturale derivato dalla gomma, rigido e indeformabile, anallergico e batteriostatico, ciò significa che qualora vi si formassero degli acari, non riuscirebbero a riprodurvisi. La schiuma di lattice è posta nella parte centrale del materasso e, a seconda dello spessore e della composizione chimica, permette diverse densità. Con il lattice si possono perciò produrre materassi di diversi livelli di rigidità. Troviamo anche materassi ad acqua, oggi di alto livello: il liquido è infatti suddiviso in sacchetti indipendenti, anti fuoriuscita.
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Denti bianchi e sani: un sogno che diventa realtĂ se impariamo a prenderci cura della nostra bocca sia con gli strumenti che abbiamo in casa che rivolgendosi ai professionisti in materia 30
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irca 19 milioni di italiani, praticamente uno su quattro tra i 40 e i 75 anni, hanno perso almeno otto denti. Le cause sono diverse, ma certamente le principali sono due: la carie, ovvero una progressiva decalcificazione dei tessuti duri del dente, e la malattia parodontale, che compromette in modo irreversibile la salute dell’osso e delle gengive. Una scarsa manutenzione del cavo orale facilita enormemente questi processi degenerativi che compromettono non solamente l’estetica del nostro sorriso, ma anche la funzionalità della masticazione.
Spazzolino e dentifricio sono i primi alleati contro la carie Ovviamente, spazzolino e dentifricio sono i primi alleati contro la carie, ma l’importante è usarli bene: evitiamo, ad esempio, uno spazzolamento troppo energico. L’eccessiva pressione, infatti, provoca abrasioni alla superficie dei denti e danni alla gengiva. Non è la pressione il fattore chiave, quanto il tempo dedicato: uno spazzolamento veloce non rimuove la placca responsabile di carie e problemi gengivali. In base alla tipologia di dentatura, il dentista o l’igienista dentale ci possono suggerire la tecnica più adatta al nostro cavo orale.
L’importanza di una regolare pulizia dentale effettuata presso uno studio medico Con il solo ausilio dei nostri comuni strumenti di pulizia non riusciamo a pulire ogni angolo della bocca, il che porta inevitabilmente alla formazione di tartaro, che con il normale dentifricio non è possibile rimuovere. Perciò effettuare una pulizia dei denti presso uno studio dentistico professionale contribuisce alla rimozione di placca e batteri, riducendo il rischio di patologie quali la gengivite, la parodontite e altre malattie del cavo orale che portano alla perdita dei denti. Solitamente, si consiglia di effettuarla ogni sei mesi, per un totale di due sedute all’anno; diverso il caso di coloro che presentano patologie infiammatorie, per i quali si consiglia di effettuare sedute a cadenza trimestrale. Ma in che cosa consiste questa pratica? La pulizia non è dolorosa, eccezion fatta per alcune zone in cui il tartaro è particolarmente radicato, e si compone di semplici operazioni: rimozione ad ultrasuoni del tartaro tra gli interstizi dentali e tra il colletto gengivale e il dente, mediante strumentazione apposita; rimozione delle macchie con un prodotto professionale da applicare sui denti per lo sbiancamento; lucidatura e spazzolatura delle arcate, applicazione eventuale di maschere al fluoro per ridurre le infiammazioni.
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uando si pensa all’apparecchio ai denti, è molto comune associarlo ai bambini o agli adolescenti perché, oggigiorno, sussiste ancora la convinzione che, da adulti, ormai ci sia poco o niente da fare per la propria dentatura. Niente di più sbagliato, anzi, i trattamenti ortodontici in età adulta non solo sono possibili, ma garantiscono anche ottimi risultati, dato che i denti si possono spostare ortodonticamente sempre, sia da grandi che da bambini. Non è tutto: l’ortodonzia, soprattutto quando è mirata agli adulti, viene definita “estetica” in quanto rispetta molto bene le necessità sociali e personali di questo tipo di età, proponendo soluzioni alternative ai classici attacchi in metallo, e con colori molto più chiari e quasi impercettibili.
Gli apparecchi per adulti oggi rispettano l’estetica e si “mimetizzano” Anni fa, personaggi noti dello show business come Madonna lanciarono la moda dell’apparecchio per i denti a vista. Ma di solito, il classico apparecchio con i brackets metallici risulta poco apprezzato dai pazienti che desiderano ottenere un sorriso armonico senza rinunciare, durante il trattamento ortodontico, all’estetica del proprio sorriso. Una prima alternativa è rappresentata dall’utiliz-
zo di “brackets estetici” che sono applicati sulla superficie esterna dei denti e sono costruiti con materiali di colore bianco, ad esempio in resina composita, o trasparenti come quelli in ceramica o in cristallo di zaffiro.
Le mascherine di allineamento: in plastica, avvolgono la superficie dei denti In questo caso è inoltre possibile applicare un arco ortodontico (ovvero struttura filiforme che viene posta sopra i brackets e a essi fissata) di colore bianco, in modo che esso si mimetizzi perfettamente con il colore dei denti, risultando poco visibile. Una seconda possibilità di apparecchiatura ortodontica estetica è costituita dai “brackets linguali”, che sono incollati sulla superficie interna dei denti. L’arco ortodontico è anch’esso metallico. Non essendoci strutture applicate sulla superficie esterna dei denti, l’apparecchio linguale risulta nascosto dai denti stessi e pertanto è poco visibile. Poi, ci sono le “mascherine di allineamento”: strutture in materiale plastico, costruite a partire dalle impronte dentarie del paziente, che avvolgono la superficie esterna, masticante e interna delle arcate dentarie e imprimono, grazie alla loro specifica conformazione, un movimento ai denti.
Come VINCERE la paura del trapano
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ceglietene uno che vi ispira dal punto di vista professionale. Se lo cercate in Rete, oggi avete la possbilità di conoscere il suo viso e quello dei suoi collaboratori, cosa che di solito rassicura. Andate a conoscerlo prima dell’intervento, confidategli senza vergogna le vostre paure, il timore di sentire dolore, il rumore del trapano, le siringhe e gli aghi che si trovano in uno studio dentistico o l’odore del disinfettante. In
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base al tipo di intervento che dovete fare chiedetegli di illustrarvi la pianificazione, come si dovrà procedere e quanto tempo dovrete rimanere seduto in poltrona. Sappiate che un dentista è preparato ad affronatare i timori dei pazienti e non li sottovaluta mai. Non rifiuterà mai una richiesta d’aiuto. Informatevi sempre sui metodi di anestesia utilizzati: il dolore si può e si deve sempre evitare, quando possibile.
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