Custodi dell'immortalità

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CUSTODI DELL’

CUSTODI DELL’

IMMORTALITA’ L’Impronta eterna dei nostri Creatori nei codici segreti dei suoi antichi Guardiani

IMMORTALITA’

Una straordinaria avventura nell’ignoto, il primo, indispensabile tassello per comprendere il percorso di ricerca inaugurato dall’autore con Il Segreto delle Ere.

http://pieroragone.blogspot.it/

Piero Ragone

Piero Ragone è un ricercatore storico-scientifico, laureato in filosofia ed esperto di esoterismo, occultismo e angelologia; nel 2011 è stato relatore all’International XCongress con A. Forgione, R. Bauval e A. Collins; nel 2013 ha pubblicato Il Segreto delle Ere con la Macro Edizioni, e nel 2014 ha partecipato ai convegni Il Nuovo Orizzonte, Firenze, con A. Gilbert e R. Schoch; Segreti nel Cielo, Eresie sulla Terra, Padova, con R. Bauval, S. Zicari e M. Biglino; Segni Celesti, Roma, con A. Gilbert. Ha inoltre firmato la prefazione del saggio Vibrare Altrove, di C. Dorofatti, e de La Pietra degli Alchimisti, di F. Giacovazzo. Collabora con la rivista Fenix di A. Forgione.

Dalla Torre del Tempo in Egitto alle Porte del Cielo, la riscoperta della Via degli Immortali nelle opere e nei codici dei suoi Custodi, Guardiani di un segreto senza età.

Custodi dell’Immortalità

Piero Ragone

Con prefazione di Robert Bauval

€ 15,00

Verdechiaro Edizioni

Nel 1603, il tedesco Johann Bayer, uno dei padri della scienza astronomica moderna, inventa un codice di catalogazione delle stelle, noto come Nomenclatura di Bayer, tutt’oggi utilizzato dall’Astronomia Mondiale. Ma commette alcuni errori, troppo evidenti per essere casuali e, nel designare le tre stelle della Cintura di Orione, ricorre alle lettere Z.E.D. Zed, il nome della gigantesca torre di granito che, secondo il ricercatore Mario Pincherle, è custodita nella Piramide di Cheope, una delle meraviglie dell’Antico Egitto che, con Chefren e Micerino, riproduce sulla Terra le tre stelle della famosa Cintura. Giza-Orione, il primo ed unico punto di ancoraggio visibile di uno straordinario, occulto disegno con il quale si intendeva riproporre il Cielo sulla Terra; qual era lo scopo del maestoso progetto? Scopriremo che le tre piramidi, lungi dall’essere semplici tombe, tracciano un percorso ascendente dalle Tenebre alla Luce, dalla morte alla rinascita e dalla Terra al Cielo, per ricondurre le anime nella loro dimora stellare; conosceremo la vera identità della costellazione di Orione, fino ad oggi erroneamente identificata con un personaggio di sesso maschile; vi mostreremo il vero aspetto della Sfinge; indagheremo sul progetto della duplice Guardiana e riscopriremo i segreti di uomini che, per millenni, hanno coltivato un sogno senza tempo. Antichi codici, mappe stellari, misteriosi rituali magici, l’impronta eterna dei nostri Creatori e l’ombra tangibile della Massoneria Universale rivelano l’esistenza di una conoscenza nascosta che, dall’alba dei tempi, è stata tramandata per mezzo delle monumentali vestigia del passato e criptata nelle opere di grandi iniziati come Bayer, Newton, Poussin. Postfazione di Maurizio Pincherle.


Proprietà letteraria riservata © 2015 in coedizione tra Verdechiaro Edizioni srl e NEXUS Edizioni srl www.verdechiaro.com - www.nexusedizioni.it

ISBN 978–88–6623–248-3

Nessuna parte di questa pubblicazione, inclusa l’immagine di copertina, può essere riprodotta in alcuna forma senza l’autorizzazione scritta dell’editore, ad eccezione di brevi citazioni destinate alle recensioni.


Piero Ragone

CUSTODI dell’

IMMORTALITÀ L’Impronta eterna dei nostri Creatori nei codici segreti dei suoi antichi Guardiani


Indice

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PREFAZIONE La Scienza dell’Immortalità di Robert Bauval

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PARTE PRIMA La Grande Avventura

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Il mondo segreto dei Custodi Saggio è chi sa di non sapere Tante prove, nessuna conferma Il punto di partenza Rivoluzioni nel Cielo e nell’Anima

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PARTE SECONDA Una Porta Verso il Cielo

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La Torre del Tempo Tre stelle nel Cielo, Tre Guardiane sulla Terra Frammenti di una Civiltà Scomparsa Sirio e Orione L’Occhio del Cane Maggiore La costellazione del Filo di Perle Il Codice Bayer L’Uomo che inventò l’Astronomia Le Piramidi delle Stelle Doppie


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Il Pilastro del dio dell’Oltretomba Il Tumulo Divino Il destino di un dio Interpretazione del mito La Dimora dell’Occhio Orione e Iside Un dio sulla Terra, una dea nel Cielo Il Lingam La Sovrana delle Piramidi Il Grembo del Cielo

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PARTE TERZA Il Vero Volto della Sfinge

77 79 81 82 83 84 85 86 88 91

Il Padre del Terrore L’enigma del corpo della Sfinge Tracce di erosione, tracce del Diluvio Tunnel all’interno della Sfinge Impronte di un Antico Sapere Il Sogno del Re Il Guardiano dell’Occhio di Horus Horus all’Orizzonte Il dio Horus e la stella Sirio La Sfinge non è un leone


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Il Signore degli Occidentali Anubi non è uno sciacallo Una seconda Sfinge

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PARTE QUARTA La Ricerca dell’Immortalità

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Diventare una stella I Campi del Terzo Cielo La Guida per rinascere alla Luce del Giorno Il Duat La mummificazione Dalla Terra di Sokar al Porto della Rinascita La Duplice Natura dell’Anima Le piramidi delle due Anime Un Percorso Ascendente La struttura “aperta” di Cheope Vasche, non Sarcofagi Basalto e granito Un doppio Rituale Il luogo in cui si trattiene lo Spirito Divino L’anima dell’Osiride La dimora dello Zed Una Festa misteriosa La Casa del Ka di Ptah Il sacrificio del Re Come Osiride


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La vera identità di Saturno Il Sole diventa Sirio L’ingresso nel Regno Sotterraneo e l’uscita nell’Abbraccio della Luce La Sala del Giudizio A caccia di conferme: I. Johann Bayer II. Randall Stevens e la Piramide Nera III. Ermete Trismegisto IV. Il Libro degli Incantesimi V. L’Architetto di Osiride

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PARTE QUINTA Un Quadro Più Grande

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Sulle Spalle dei Giganti Il sogno dell’immortalità Scienza e Religione Custodi dell’Era Nascente

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POSTFAZIONE L’Eredità di Mario Pincherle di Maurizio Pincherle

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«If I have seen a little further It’s by standing on the shoulders of Giants. Se ho potuto guardare più lontano degli altri è perché stavo seduto sulle spalle dei Giganti.» (Isaac Newton) A mio padre, il mio Gigante



La Scienza dell’Immortalità di Robert Bauval

Ho incontrato per la prima volta Piero Ragone nell’agosto del 2011, a Pescara, in una conferenza organizzata da Adriano Forgione, e a Padova, nel novembre del 2014, nel corso del convegno Segreti nel Cielo, Eresie sulla Terra organizzato da Nexus Eventi. Apprendere che il suo viaggio nel mondo della ricerca è cominciato proprio nel 1994 con la lettura del mio libro, Il Mistero di Orione, è stato per me fonte di orgoglio e soddisfazione, ed è un onore essere stato chiamato per contribuire al progetto Custodi dell’Immortalità con questa prefazione. La mia teoria, nota come La teoria della Correlazione di Orione (The Orion Correlation Theory, abbreviato oct), è nata nel 1983, mentre lavoravo come ingegnere in Arabia Saudita. Ero appena tornato da un viaggio in Egitto, mio paese natio, ed ero alle prese con uno spigoloso quanto affascinante interrogativo che occupava i miei pensieri sin da quando avevo avuto modo di studiare alcune foto aeree della Piramide di Giza, scattate dall’Aeronautica Militare egiziana nel 1952. La domanda concerneva l’intero progetto della Piana di Giza e delle tre piramidi attribuite a tre faraoni della IV Dinastia, Khufu, Khafre e Menkaure (Cheope, Chefren e Micerino); mi chiedevo per quale ragione la più piccola delle tre, quella di Menkaure, fosse leggermente spostata verso est e non allineata con l’asse che passa per l’apice delle altre due piramidi più grandi. Avevo letto da poco alcuni passaggi dei 13


Testi delle Piramidi, risalenti alla V e VI Dinastia, riguardo al destino stellare dell’anima dei re defunti che, dopo la morte, raggiungeva la costellazione di Orione identificata, secondo la tradizione, con il dio della resurrezione, Osiride. Nel novembre del 1983 ero accampato nel deserto arabo con un amico, abile navigatore e notevole esperto di geografia stellare; mi indicò le tre stelle che compongono la Cintura di Orione e mi fece notare che Mintaka, la più piccola e meno luminosa delle tre, era spostata verso est rispetto alla linea immaginaria che congiunge le altre due stelle più brillanti, Alnitak e Alnilam. In quel momento compresi che le tre piramidi di Giza riproducevano sulla Terra le tre stelle della Cintura di Orione. Notai anche che l’allineamento delle tre piramidi e la loro distanza dal fiume Nilo corrispondevano perfettamente alla disposizione e alla distanza della Cintura di Orione rispetto alla Via Lattea. L’oct fu proposto in forma privata a varie personalità del mondo dell’Egittologia, e tra questi incluso sir Iorwerth Eiddon Stephen Edwards, uno dei più noti ed eminenti esperti delle piramidi egizie. Nel 1989, sir Edwards mi incoraggiò a pubblicare l’oct sul giornale Discussion In Egyptology (de) e, solo in seguito, nel febbraio del 1994, La teoria della Correlazione di Orione fu resa nota al pubblico di tutto il mondo con il libro Il Mistero di Orione e con il documentario prodotto dalla bbc e intitolato La Grande Piramide: Una Porta verso le Stelle (in inglese The Great Pyramid: Gateway to the Stars). Ora che sono trascorsi 32 anni da quando ho scoperto ed elaborato The Orion Correlation Theory, sono felice di apprendere che giovani ricercatori come Piero Ragone hanno tratto ispirazione dal mio lavoro per proseguire la ricerca e portare alla luce nuove verità sul Culto della Rinascita degli antichi Egizi e sui costruttori delle piramidi di Giza. L’idea che ho maturato negli anni è che gli Egizi della IV 14


Dinastia fossero solo i custodi di un potente, indecifrabile sistema di iniziazione che, in mancanza di termini più appropriati, definisco Scienza dell’Immortalità. Dalla liturgia descritta nei Testi delle Piramidi e in altri antichi testi religiosi dell’Antico Egitto si evince che gli abitanti della Terra del Nilo credevano che la vita dell’anima dopo la morte terrena proseguisse nel Regno di Osiride, un luogo ubicato tra le stelle che chiamavano Duat. È mia opinione che la necropoli di Giza fosse la controparte terrestre della 5a ora del Duat, nota con il nome Rostau, e sono convinto che i monumenti della necropoli di Giza, soprattutto la Grande Piramide, fossero sede di un elaborato Culto della Rinascita che aveva lo scopo di convertire la salma mummificata dei re in un’anima stellare, pronta per raggiungere il Duat astrale del dio Osiride. C’è ancora molto da scoprire su questa strana e misteriosa Scienza dell’Immortalità e Piero Ragone ha coraggiosamente raccolto la sfida, elaborando una teoria che pone in evidenza la componente femminile nei rituali di Rinascita, con l’identificazione della dea Iside con le Nebulose di Orione, che gli astronomi considerano i “vivai cosmici”, i luoghi dell’Universo in cui le stelle nascono e si formano. È una scoperta innovativa e interessante, che aggiunge importanti elementi alla conoscenza cosmologica dell’Egitto, coerente con l’idea che gli antichi Egizi avevano del Cielo, identificato con la dea Nut, la “Madre delle Stelle”. Piero ha analizzato con attenzione il significato del Pilastro Zed, associato ad Osiride, e ha dimostrato come questo fosse coinvolto nel Rituale della Rinascita e fosse parte integrante della Scienza dell’Immortalità. In questo libro, Piero dimostra che l’antico Rituale è solo uno degli innumerevoli segreti che i Grandi Iniziati, da lui chiamati Custodi dell’Immortalità, si trasmettono attraverso i secoli, celando accuratamente degli indizi di questo sapere nelle loro 15


produzioni letterarie, nelle opere architettoniche e nelle mappe stellari, solo a beneficio di coloro che dimostrano di meritare l’accesso a queste conoscenze nascoste. Anche se non potremo mai essere sicuri al di sopra di ogni dubbio, quello che è certo è che molte grandi menti di ogni tempo hanno cercato questa “verità”, e ritengo sia possibile che abbiano deciso di celarla nei loro lavori sotto forma di codici criptati per coloro che dimostreranno di possedere l’abilità per decifrarli. Allo stesso modo in cui, negli anni ’80, io sono stato incoraggiato da sir Edwards a perseverare nella mia ricerca ed approfondire le mie idee, mi sento in dovere di incoraggiare Piero a continuare nel suo lavoro e a proseguire nella strada che ha intrapreso. Nessuno sa con certezza se i costruttori del complesso di Giza intendevano la loro Scienza dell’Immortalità come una possibilità concreta di trasmigrazione dell’anima o semplicemente come un concetto astratto, un viaggio metafisico di natura religiosa che non aveva nessuna traduzione nel reale. La disposizione ascendente dei monumenti, da ovest verso est, depone a favore della prima ipotesi; tutti percepiamo che la necropoli di Giza nasconde qualcosa di immenso valore che dobbiamo ancora comprendere, e Piero Ragone ha contribuito in modo decisivo alla nostra ricerca. Robert Bauval Spagna, 14 aprile 2015

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Parte Prima

La Grande Avventura «Non finiremo mai di esplorare, la fine del nostro lungo giocare sarà quando saremo giunti là dove eravamo partiti ma sarà come raggiungere quel luogo per la prima volta.» - Il Segreto del Sahara

Il mondo segreto dei Custodi Con l’elaborazione della teoria dell’inconscio, nel 1915, lo psicanalista Sigmund Freud1 aveva rivelato al mondo l’esistenza di una regione della psiche che sfugge alla consapevolezza umana e che, tuttavia, è in grado di sviluppare pensieri, emozioni ed immagini tali da costruirsi una personalità con pulsioni indipendenti e, a volte, contrari al sentire e all’agire conscio.2 Carl Gustav Jung,3 brillante allievo dello studioso austriaco, distinse l’inconscio personale, proprio di ogni singolo uomo, dall’inconscio collettivo, la cui natura è antica, innata, universale e composta da Archetipi che controllano e guidano la psiche dell’Umanità: simboli, rituali, leggende, esperienze oniriche 1  Sigmund Freud (6 maggio 1856 – 23 settembre 1939), neurologo e psicoanalista austriaco, fondatore della psicoanalisi. 2 http://www.treccani.it/vocabolario/inconscio/ 3  Carl Gustav Jung (26 luglio 1875 – 6 giugno 1961), psichiatra, psicoanalista e antropologo svizzero. 19


sono le sporadiche manifestazioni di un patrimonio celato nei recessi dell’anima che, silenziosamente, orchestra le dinamiche planetarie.4 Nel nostro campo di ricerca, la Storia rivelata è la coscienza dell’Umanità; la Storia mai raccontata è l’inconscio collettivo. C’è una realtà sfuggente di cui percepiamo l’esistenza, della quale avvertiamo il lontano brusio, un mondo di ombre senza volto che ha vita propria ed agisce indipendentemente dall’ordinario incedere e che, sin dagli albori, scrive un’altra Storia, vergata nell’alfabeto della sabbia e che non racconta le vicende degli Uomini, ma i tumulti dell’anima, le guerre spirituali che hanno segnato la nostra evoluzione e che solo i Maestri del tempo hanno il compito di raccogliere, narrare, tramandare. Da quando l’Uomo esiste, i Custodi esistono; depositari di un sapere immemore proveniente dall’Altrove, vivono nei recessi della coscienza storica e, al momento opportuno, rivelano frammenti di un’antica sapienza. La maggior parte degli uomini può solo scalfirne la superficie, guardare attraverso lo specchio il Paese delle Meraviglie a cui non si accede perché ne siamo attratti, ma solo se il nostro inconscio individuale è accordato sulla stessa linea armonica dell’inconscio collettivo. L’Archetipo di Platone è l’Iperuranio;5 l’Archetipo di Jung è un mondo di simboli e tradizioni ancestrali; l’Archetipo dei Custodi è l’Immortalità. Secondo Jung, l’Alchimia è la manifestazione conscia del desiderio dell’Uomo di sublimare l’Io, perché la legge fondamentale dell’evoluzione è una trasmutazione costante: se l’Universo smettesse di implodere e ricrearsi, tutto soffocherebbe in una palude cosmica senza futuro e senza vita. 4 http://www.geagea.com/32indi/32_08.htm 5  Secondo Platone, l’Iperuranio è una zona al di là del Cielo dove risiedono le Idee, immutabili e perfette, un mondo eterno ubicato oltre il firmamento e raggiungibile solo dall’Intelletto. 20


Se, per Nietzsche, il privilegio dei morti era quello di non morire più,6 il privilegio dei Custodi è la consapevolezza di poter tornare, e di saper tornare, poiché l’essenza dell’Immortalità non consiste nel non morire mai, ma nel padroneggiare la via per la Rinascita. In questa o in un’altra dimensione. Ai Custodi è dato sapere, a noi è dato intravedere; i Custodi detengono, noi carpiamo; per i Custodi, l’Immortalità è un pensiero conscio, per noi è una reminiscenza che riaffiora da un antro remoto dell’anima. Alessandro Magno chiedeva ai tre saggi brahmani: «Come può un uomo diventare un dio?» Risposta: «Facendo ciò che nessun uomo può fare».7 È il nostro proposito: scandagliare i fondali dell’inconscio storico per vedere ciò che nessuno ha visto.

Saggio è chi sa di non sapere8 Un tempo l’Umanità era convinta che il nostro pianeta fosse il centro dell’Universo e che il Sole girasse attorno ad esso; credevamo che la Terra fosse piatta, che l’Uomo non potesse volare, che la razza umana discendesse dalla scimmia, che i pensieri risiedessero nel cuore. 6  Friedrich Nietzsche, La Gaia Scienza, Grandi Tascabili Economici Newton, 1996, pp. 159–160, aforisma n. 262. 7 Plutarco, Vite parallele, Alessandro e Cesare, Grandi Tascabili Economici Newton, 2005, p. 155. 8  Dal dialogo Carmide di Platone; Socrate sostiene che la saggezza è la conoscenza di se stessi, mentre la consapevolezza della propria ignoranza è uno stimolo per l’incessante ricerca della Verità. 21


Eravamo certi che l’atomo non si potesse scomporre, che il DNA non fosse duplicabile, che la velocità della luce non fosse eguagliabile. Secondo stime approssimative, sarebbero circa trenta milioni le specie animali che vivono sulla Terra, quelle note sono due milioni, mentre sarebbero circa dieci milioni le specie nascoste nei recessi più oscuri degli oceani.9 Sono circa cinquanta i luoghi inesplorati del pianeta; più di cento, disseminate nel mondo, le tribù primitive mai venute a contatto con l’Uomo occidentale.10 Le sonde spaziali hanno raggiunto i confini del Sistema solare ma non sappiamo con certezza se ci sono altri pianeti oltre l’orbita di Plutone; pur avendo individuato dieci sistemi planetari con caratteristiche identiche al nostro, non siamo in grado di stabilire se ospitano forme di vita simili a quella terrestre.11 La conoscenza della Storia dell’Uomo non si spinge oltre i 4000–5000 anni prima di Cristo; il Neolitico e la Preistoria sono al centro di supposizioni non ancora suffragate; del tutto sconosciuti sono i 5 miliardi di anni di vita che ha la Terra e i 10 miliardi di anni dell’Universo. La vastità del cosmo, l’ignoto nel quale siamo immersi, l’enigma di ciò che era prima e di ciò che sarà dopo fanno sentire l’Uomo sperduto, solo. Dinanzi all’inquietante oscurità che avviluppa la nostra vita nello Spazio, la certezza di avere una risposta a tutto, di conoscere la genesi, lo sviluppo e il destino della razza umana è una pretesa vana, ma è a partire da questa consapevolezza che nasce il bisogno di comprendere chi siamo stati e cosa siamo destinati ad essere. 9 http://www.fondazionesystemanaturae.org 10 http://www.scienze.tv/node/3982 11  “I dieci sistemi ‘abitati’ dagli Alieni”, di Francesco Tortora, http://www. corriere.it/ 22


L’interesse per il passato è figlio di questa necessità, conoscere il punto di partenza di un percorso che ci ha reso la specie animale dominante, capace di compiere imprese straordinarie, ma anche in grado di produrre armi dal potenziale devastante per la sopravvivenza della vita sulla Terra. In questo vortice di contraddizioni e opposte tendenze che contraddistingue l’homo cogitans, la scoperta di quello che eravamo attraverso quanto abbiamo realizzato può rispondere a interrogativi che non riguardano solo l’Archeologia, la Storia, la Scienza, ma che attengono alla comprensione del nostro ruolo nel disegno evolutivo che abbraccia l’Universo. Le Piramidi di Giza, Nazca, Chichén Itzá, Angkor e altri innumerevoli luoghi ricchi di fascino e mistero sono le imponenti, indecifrabili tracce lasciate da chi, in passato, intendeva rendere partecipe i posteri di una sibillina verità: noi sappiamo ciò che voi potreste sapere. Tutti i monumenti dell’antichità parlano; la loro immutabile maestosità, che seduce e atterrisce da millenni, bisbiglia qualcosa che attende di essere colto e decifrato. In essi c’è la speranza di chi riteneva che il tempo fosse un’incognita da carpire e dominare attraverso l’arte della conoscenza, la chiave dello scrigno che preserva l’occultum lapidem; che il nome di quest’arte sia Scienza o Magia, non ha alcuna rilevanza. Comprendere per dominare: l’Uomo del passato era consapevole di partecipare alla costruzione e alla salvaguardia del Creato eppure, la disparità tra l’infinito del cosmo e la caducità della vita terrena doveva apparire come una condanna troppo severa. Sin dalle origini, l’essere umano non si è mai rassegnato al suo destino mortale e ha cercato di dare un senso al suo essere ad imaginem et similitudinem Dei, adoperandosi per garantire il ritorno dell’anima nella sua dimora celeste e, allo stesso tempo, per trattenere una scintilla di divinità sul nostro pianeta. Il cielo stellato è il luogo in cui l’Uomo partecipa al dono supremo; gli astri, immuni al destino perituro degli esseri della 23


Terra, hanno rappresentato un modello con il quale raffrontarsi: diventare come stelle è il sogno più antico che abbia rapito i popoli. Per soddisfare questa aspirazione, le civiltà antiche hanno trasformato il pianeta in uno specchio votivo del firmamento riproducendo sulla Terra le costellazioni più sacre, un’arte nella quale gli antichi Egizi erano maestri indiscussi.

Tante prove, nessuna conferma L’Egitto è l’ideale luogo d’incontro tra il pensiero occidentale e quello mediorientale; a partire dal 3100 a.C. (data che segna la fine della preistoria egizia e l’inizio dell’era dinastica con il leggendario re Menes), la terra del Nilo ha conosciuto un sorprendente crescendo culturale che ha raggiunto il culmine con la realizzazione del complesso di Giza, dove tutto il sapere religioso, astronomico e ingegneristico ha trovato la sua espressione più compiuta. Un progetto grandioso, ineguagliato e, per molti aspetti, inspiegabile: sebbene i libri di Storia non hanno dubbi nell’attribuire la loro costruzione ai più importanti faraoni della IV Dinastia, Cheope, Chefren e Micerino, e a collocare la loro costruzione tra il 2575 a.C. e il 2465 a.C., le domande sulla paternità, sulla datazione e, soprattutto, sul loro scopo sono sempre più pressanti. L’inviolabile connubio piramidi–tombe, un tempo ritenuto certo, è messo irreversibilmente in discussione da scoperte e studi che rendono sempre più concreta la possibilità che siano state costruite per adempiere ad uno scopo differente e di gran lunga più rilevante.

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Il punto di partenza Prima di andare in pensione, voglio trovare la tomba di Cheope.12 Non è lo slogan roboante di un fantarcheologo (come vengono denominati i reietti dell’Archeologia ufficiale) a caccia di improbabili scoop, ma una dichiarazione rilasciata da una delle personalità più influenti dell’Egittologia degli ultimi 30 anni, l’ex Segretario Generale del Consiglio Supremo delle Antichità Egizie, Zahi Hawass.13 Un’affermazione che dimostra come anche l’Ultimo faraone, uno dei più arcigni difensori della teoria ufficiale, nutra dubbi sul dogma che intende le Piramidi di Giza come sepolture regali. È tanto vero che le piramidi sono tombe quanto lo è il contrario e, finché non avremo la prova inconfutabile che sia giusta un’affermazione piuttosto che l’altra, esplorare nuovi sentieri rientra nei doveri della ricerca; non è un’eresia affermare che quanto ancora c’è da scoprire sul nostro passato affascina più di quello che già sappiamo. Come ogni enigma dell’Antichità, le piramidi preservano tracce di un’origine che sa celarsi sapientemente agli occhi della mera curiosità, esigendo una fame di vero sapere e che ci cattura come nessun mistero al mondo; è il desiderio di portare alla luce le vestigia di una memoria perduta che ci spinge ad intraprendere questo viaggio. Sarà una caccia agli indizi appassionante e piena di sorprese, un’indagine che porterà alla scoperta di un segreto rimasto tale per millenni e che finalmente potrà essere svelato. Gli strumenti sono l’Archeologia, l’Astronomia, l’Etimologia; la meta è l’Immortalità. 12  Dichiarazione tratta da un’intervista rilasciata nell’ambito della trasmissione Voyager – Ai Confini della Conoscenza, condotta da Roberto Giacobbo. 13  Zahi Hawass (28 maggio 1947), ex Segretario Generale del Consiglio Supremo delle Antichità Egizie, Ministro delle Antichità nella prima metà del 2011. 25


Rivoluzioni nel Cielo e nell’Anima Se la scoperta (o riscoperta) dell’America, registrata il 12 ottobre 1492, aveva esteso lo spazio fisico esplorabile, l’affissione delle 95 Tesi14 sulla porta della Chiesa di Wittenberg, in Germania, avvenuta il 31 ottobre 1517, aveva aperto nuove frontiere mistiche nel rapporto tra l’Uomo e il Divino, negando il valore delle opere materiali come strumento privilegiato per guadagnare la salvezza e la necessità di intermediari (la Chiesa e le sue gerarchie) nel cammino che riavvicina l’anima a Dio.15 Dopo aver scomunicato (il 3 gennaio 1521) il giovane teologo tedesco Martin Lutero,16 autore del coraggioso gesto, il mondo cattolico reagì alla minaccia protestante convocando un Concilio nella città di Trento, che ebbe inizio nel dicembre 1545 e si concluse diciannove anni dopo; con la bolla Benedictus Deus, promulgata il 30 giugno 1564 da papa Pio IV, il Concilio tridentino negava la validità del pensiero luterano opponendo un nuovo severo approccio alla gestione della religio che gli storici chiamano Controriforma. Assumendo le funzioni amministrative della vecchia Inquisizione ed ereditandone il minaccioso modus operandi (come la tortura sine morte), la Congregazione per la Dottrina della Fede (in latino Congregatio pro doctrina fidei), istituita nel 1542 da papa Paolo III, doveva vigilare sull’integrità dei princìpi fondanti della Chiesa cattolica, combattere ed estirpare le eresie. Nel 1571, papa Pio V creò la Congregazione per la riforma dell’Indice dei Libri Proibiti (o Sant’Uffizio), il cui compito 14  Il titolo del testo che raccoglie le 95 tesi è Discussione sulla dichiarazione del potere delle indulgenze, in latino Disputatio pro declaratione virtutis indulgentiarum. 15 http://www.luthergrewp.it/ewp/wp-content/uploads/2009/04/95-tesisulle-indulgenze.pdf 16  Martin Luther, in italiano Martin Lutero (10 novembre 1483 –18 febbraio 1546), teologo tedesco, promotore della Riforma Protestante. 26


era stilare un elenco dei libri che propugnavano idee in contrasto con la dottrina vaticana. Il 30 dicembre 1558, dopo l’elezione di papa Paolo IV (avvenuta il 30 aprile del 1555), la commissione cardinalizia rese pubblico il primo Index Librorum Prohibitorum (“Indice dei Libri Proibiti”), chiamato anche Indice Paolino, che prescriveva la scomunica sia degli autori sia dei divulgatori delle opere segnalate. Tra le centinaia di letterati e titoli colpiti da censura, Dante Alighieri (De Monarchia), Niccolò Machiavelli (Opera omnia), Giovanni Boccaccio (Decamerone), Ludovico Ariosto, Arnaldo da Brescia ed Erasmo da Rotterdam. Il Decreto dell’Inquisizione condannava anche quarantacinque edizioni non autorizzate della Bibbia e tutte le sue traduzioni in lingua volgare (compresa l’opera di Lutero). Il Sant’Uffizio non condannava soltanto opere d’ingegno, trattati filosofici e saggi, ma qualunque espressione artistica sospettata di diffondere un messaggio eretico, in particolare i testi di Astrologia e di Magia. Lo studio delle stelle era tra le scienze seguite dagli Inquisitori con maggiore sospetto. Con la pubblicazione del De revolutionibus orbium coelestium (“Sulle rivoluzioni dei corpi celesti”), dato alle stampe a Norimberga il 24 maggio del 1543, il giorno stesso in cui il suo autore passò a miglior vita, lo studioso Niccolò Copernico17 aveva trasformato una teoria scientifica in un campo di battaglia decisivo per le sorti del Cristianesimo: se il suo sistema eliocentrico (il Sole è al centro e i pianeti, compresa la Terra, ruotano attorno ad esso) fosse stato corretto, il testo biblico utilizzato per suffragare la visione tolemaica18 (la Terra è al centro, il Sole e gli altri pianeti ruotano attorno ad essa) 17  Mikołaj Kopernik, in italiano Niccolò Copernico (19 febbraio 1473 – 24 maggio 1543), astronomo polacco reso celebre dalla sua teoria eliocentrica. 18  Giosuè 10,12: “Allora Giosuè parlò al Signore, quando il Signore diede gli Amorrei in mano ai figli d’Israele, e disse in presenza d’Israele: ‘Sole, fermati su Gabaon […]’.”. 27


avrebbe di conseguenza affermato il falso; ma, se Copernico avesse avuto ragione, sarebbe crollata l’infallibilità delle Sacre Scritture: come avrebbe potuto Dio rivelare il falso agli Uomini? Giordano Bruno,19 sostenitore della teoria copernicana, fu arso vivo a Roma il 17 febbraio 1600; il De revolutionibus di Copernico fu posto all’Indice nel 1616; la Lettera sopra l’Opinione de’ Pittagorici e del Copernico, del 1615, scritta dallo scienziato italiano Paolo Antonio Foscarini,20 fu inserita tra i Libri Proibiti nel 1616, stesso anno del decesso del suo autore; dopo cinque processi per eresia, il filosofo Tommaso Campanella21 fu arrestato nel 1599 e detenuto a Napoli per 27 anni; nel 1633, Galileo Galilei22 fu condannato per le sue idee filocopernicane e costretto all’abiura, mentre l’Indice dei libri Proibiti si arricchì del suo Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo. Nel 1605 si trasferì a Roma lo scultore e architetto napoletano Gian Lorenzo Bernini, nel marzo del 1624 giunse Nicolas Poussin, brillante pittore francese, seguito dalla regina Cristina di Svezia, nel 1625, e dall’erudito gesuita tedesco Athanasius Kircher, nel 1633, protagonisti della storia dell’arte e della scienza moderna destinati a scrivere pagine importanti del revival esoterico di cui la Città Eterna fu indiscussa capitale. Ed è in tale contesto che un anonimo giurista della Baviera, il trentenne Johann Bayer, pubblica un lavoro che cambierà per sempre le regole dello studio delle stelle. 19  Giordano Bruno (1548 –17 febbraio 1600), filosofo, scrittore e frate domenicano italiano. 20  Paolo Antonio Foscarini (1565 – 10 giugno 1616), scienziato e religioso italiano, sostenitore della teoria eliocentrica di Copernico. 21  Tommaso Campanella (5 settembre 1568 – 21 maggio 1639), filosofo, teologo, poeta, frate domenicano italiano. 22  Galileo Galilei (15 febbraio 1564 – 8 gennaio 1642), fisico, filosofo, astronomo e matematico italiano, è il padre della Scienza moderna. 28


Un appassionato studioso di stelle che fissa le regole di catalogazione degli astri, ideando un codice rigorosamente scientifico ma pratico e di semplice applicazione, che è stato adottato come linguaggio mondiale dell’Astronomia moderna. Nel II secolo d.C., Claudio Tolomeo aveva raccolto il sapere greco nel suo Almagesto, denominando le costellazioni secondo criteri mitologici e trasformando l’osservazione in studio; Bayer stabilì le regole che segnarono il passaggio dallo studio alla Scienza. Eppure, le sue pretese di metodicità sono adombrate da una sospetta sequela di errori nell’applicazione delle regole da lui stesso stabilite, sviste e inesattezze tutt’altro che casuali. Perché Bayer, come tra poco scopriremo, sapeva di sbagliare.

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Verdechiaro e Nexus, due realtà presenti da numerosi anni nel mercato italiano dell’editoria, entrambe contraddistinte dalla pubblicazione di materiale utile ad un’evoluzione positiva a livello individuale e collettivo, uniscono le proprie forze allo scopo di proseguire insieme in un cammino comune e di contribuire all’espansione di una consapevolezza più profonda.

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CUSTODI DELL’

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Una straordinaria avventura nell’ignoto, il primo, indispensabile tassello per comprendere il percorso di ricerca inaugurato dall’autore con Il Segreto delle Ere.

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Piero Ragone

Piero Ragone è un ricercatore storico-scientifico, laureato in filosofia ed esperto di esoterismo, occultismo e angelologia; nel 2011 è stato relatore all’International XCongress con A. Forgione, R. Bauval e A. Collins; nel 2013 ha pubblicato Il Segreto delle Ere con la Macro Edizioni, e nel 2014 ha partecipato ai convegni Il Nuovo Orizzonte, Firenze, con A. Gilbert e R. Schoch; Segreti nel Cielo, Eresie sulla Terra, Padova, con R. Bauval, S. Zicari e M. Biglino; Segni Celesti, Roma, con A. Gilbert. Ha inoltre firmato la prefazione del saggio Vibrare Altrove, di C. Dorofatti, e de La Pietra degli Alchimisti, di F. Giacovazzo. Collabora con la rivista Fenix di A. Forgione.

Dalla Torre del Tempo in Egitto alle Porte del Cielo, la riscoperta della Via degli Immortali nelle opere e nei codici dei suoi Custodi, Guardiani di un segreto senza età.

Custodi dell’Immortalità

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Nel 1603, il tedesco Johann Bayer, uno dei padri della scienza astronomica moderna, inventa un codice di catalogazione delle stelle, noto come Nomenclatura di Bayer, tutt’oggi utilizzato dall’Astronomia Mondiale. Ma commette alcuni errori, troppo evidenti per essere casuali e, nel designare le tre stelle della Cintura di Orione, ricorre alle lettere Z.E.D. Zed, il nome della gigantesca torre di granito che, secondo il ricercatore Mario Pincherle, è custodita nella Piramide di Cheope, una delle meraviglie dell’Antico Egitto che, con Chefren e Micerino, riproduce sulla Terra le tre stelle della famosa Cintura. Giza-Orione, il primo ed unico punto di ancoraggio visibile di uno straordinario, occulto disegno con il quale si intendeva riproporre il Cielo sulla Terra; qual era lo scopo del maestoso progetto? Scopriremo che le tre piramidi, lungi dall’essere semplici tombe, tracciano un percorso ascendente dalle Tenebre alla Luce, dalla morte alla rinascita e dalla Terra al Cielo, per ricondurre le anime nella loro dimora stellare; conosceremo la vera identità della costellazione di Orione, fino ad oggi erroneamente identificata con un personaggio di sesso maschile; vi mostreremo il vero aspetto della Sfinge; indagheremo sul progetto della duplice Guardiana e riscopriremo i segreti di uomini che, per millenni, hanno coltivato un sogno senza tempo. Antichi codici, mappe stellari, misteriosi rituali magici, l’impronta eterna dei nostri Creatori e l’ombra tangibile della Massoneria Universale rivelano l’esistenza di una conoscenza nascosta che, dall’alba dei tempi, è stata tramandata per mezzo delle monumentali vestigia del passato e criptata nelle opere di grandi iniziati come Bayer, Newton, Poussin. Postfazione di Maurizio Pincherle.


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