La Gazzetta dello Sport (03-05-2015)

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www.gazzetta.it / GazzettaTv canale 59

giovedì 5 marzo 2015 anno 119 - numero 54 euro 1,40

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L’INCHIESTA

BILANCI DELLA A I DEBITI VOLANO A 1.715 MILIONI I DEBITI NETTI SERIE A

dati in milioni di euro

1.715 1.630 1.550

1.572

VETTEL LA ROSSA NEGLI OCCHI TE

COPPA ITALIA

NON BASTA KLOSE GABBIADINI-GOL FRENA LA LAZIO

RVISTA

2009-10

2010-11

2011-12

2012-13

2013-14

Il dato riferito alla stagione 2013-14 Troppe società devono ricorrere al credito contro le crisi di liquidità IARIA ALLE PAGINE 6-7

8

ES

VA

IN

1.350

10

I CLUS

Manolo Gabbiadini, 23 anni, realizza la rete dell’1-1 PEGASO

Con un secondo tempo di grande personalità, il Napoli di Benitez impone l’1-1 nella prima semifinale BERARDINO, CIERI, FROSIO, MALFITANO, G. MONTI PAG. 10-11

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SANZIONE FAIR PLAY

STASERA JUVE-FIORENTINA

L’Inter deve vendere Così arriverà a Touré

Allegri punta al double e ripresenta Pogba Montella con Gomez

BREGA, DALLA VITE ALLE PAGINE 8-9

19

CASO PARMA

Ghirardi è indagato: bancarotta fraudolenta

Da sinistra Paul Pogba, 21 anni e Mario Gomez, 29 anni CECERE, DELLA VALLE, SARDELLI, TOSI ALLE PAGINE 12-13

CATAPANO, SCHIANCHI A PAGINA 19

L’ANALISI di Massimo Cecchini

STORIE E PERSONAGGI DA NON PERDERE 1

21

ROMA, MACCHE’ FALLIMENTO!

Colantuono esonerato e sarà sentito a Cremona L’Atalanta in mano a Reja

9 771120 506000

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Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano

CENITI, SPINI A PAGINA 16

2

Gomis sviene in campo nel match col Tottenham Paura, però si riprende BOLDRINI A PAGINA 23

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Marc Gasol oltre l’Nba E’ lui l’Europlayer 2014 «Ma non mi sento il n.1»

Il tedesco si confessa: «La Ferrari è un sogno, g Schumi me lo aveva detto. Convinto da una telefonata di Marchionne. Fosse rimasto Alonso? Sono contento che ci sia Raikkonen» INTERVISTA DI PINO ALLIEVI ALLE PAGINE 2-3

LOPES PEGNA A PAGINA 31

IL GP D’ITALIA A RISCHIO DAL 2017

Salvate la leggenda Monza La Regione Lombardia stoppata in Parlamento: «Vogliono il Mugello» di Andrea Cremonesi

Monza è come San Siro. Riuscite a immaginare un campionato di serie A senza partite nella Scala del calcio? Ecco questa Formula 1 che fatica a mettere insieme venti macchine, che soffre una costante emorragia di sponsor, rischia dal 2017 di rinunciare alla pista più antica tra quelle del calendario iridato. L'ARTICOLO A PAGINA 21 SERVIZI A PAGINA 5

COPPA DAVIS ALLE 14.15

Sottorete Il grande volley con la Cacciatori VELLUZZI A PAGINA 20

L’Italtennis in Kazakistan non può fallire Domani i primi singolari Un inserto di 4 pagine al centro del giornale COCCHI, CRIVELLI, MARIANANTONI, MARTUCCI E COMMENTO DI VALENTI

La natura insegna che conoscere il proprio habitat è il modo migliore per cercare di sopravvivere. Per questo non siamo rimasti sorpresi quando un dirigente della Roma rivelò a un nuovo acquisto: «Sappi che con questa maglia è come se giocassi con 50 chili addosso» L'ARTICOLO A PAGINA 21

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IL ROMPIPALLONE di Gene Gnocchi Formula 1. Marchionne annuncia tagli in bilancio alla Ferrari: «Il prossimo secondo pilota verrà da Uber»


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Formula 1 R Verso il primo GP

A TU PER TU CON...

Vettel

«LA FERRARI È UN SOGNO SCHUMI ME L’AVEVA DETTO» L’INTERVISTA di PINO ALLIEVI

L

Sebastian Vettel appoggiato alla monoposto discute col proprio tecnico di pista Riccardo Adami (sinistra) e il progettista Simone Resta

a sorpresa viene alla fine. Quando, dopo l’ultimo sorso di acqua minerale non gasata, Sebastian Vettel porge la mano e dice: «Grazie, ci vediamo presto» in un italiano perfetto, senza alcuna inflessione. Ma come, parla già la lingua? Sorride: «Capisco bene, però non abbastanza per rispondere nelle interviste». E’ il segno di come il quattro volte campione del mondo si sia immerso nell’avventura Ferrari con entusiasmo, umiltà, voglia di integrarsi subito. Lo ha fatto anche in altri modi. Leggendosi ad esempio libri e riviste riguardanti la leggenda di Maranello, perché Vettel ama la storia e si era comprato una Ferrari in anni non sospetti, prima che arrivasse la proposta d’ingaggio. Intelligente, curioso e anche genuinamente ironico e simpatico, Sebastian ha deciso di ricominciare da zero, con una rossa reduce da tante stagioni amare, come se i suoi quattro titoli mondiali appartenessero a un’altra vita. Malgrado non sia così, la

sua vera carriera parte in qualche modo dalla Ferrari. Proprio come – alla stessa età di 27 anni – decise di fare Michael Schumacher il quale, con due allori iridati sul petto, sposò la causa del Cavallino che non vinceva un titolo da 18 anni. Schumi si portò tutta la Benetton a Maranello, Vettel è arrivato da solo, decidendo in prima persona i dettagli dell’accordo economico, i limiti, le libertà, le clausole per restare o andare. Nel panorama surreale di una F.1 in cui i piloti viaggiano col manager appiccicato per farsi reggere la borsa e lucidare il casco, lui è l’eccezione felice. Non ha e non desidera affatto un agente: con Montezemolo e Marchionne ha parlato direttamente. Già questo lo definisce. Poi c’è tanto altro, ovviamente, perché 4 Mondiali con 39 vittorie non arrivano certo per caso. Ma invece di adagiarsi sul passato ha invece voluto rimettersi in discussione in un’avventura altamente rischiosa. Perché, poniamo caso, se Kimi Raikkonen che lo scorso anno venne surclassato da Fernando Alonso dovesse stargli davanti, sarebbe un colpo alla sua reputazione. Vettel non teme questa eventualità e invece pensa in grande: la Red Bull gli ha dato il riconoscimento sportivo, in Ferrari cerca la consacrazione nella storia. Quella che non ha avuto Alonso, perché la Ferrari esalta o distrugge senza alcuna via di mezzo.

L’APPROCCIO CON MARANELLO? TANTO TEMPO FA, AVEVO 13 ANNI! PRIMO CONTATTO CAVALLINO MON AMOUR

I CONTRATTI LI FACCIO DA SOLO. E NE DISCUTO CON LA FIDANZATA MANAGER, NO GRAZIE? PILOTA TUTTOFARE

FOSSE RIMASTO ALONSO? SONO CONTENTO CHE CI SIA RAIKKONEN I RAPPORTI CON FERNANDO E L’AMICIZIA CON KIMI

Sebastian, ci racconta i retroscena dei suoi contatti con la Ferrari? «E’ una vicenda che comincia da lontano. Avevo 13 anni, era il 2003, quando riuscii a entrare nel box della Ferrari al Nürburgring. Mi ritrovai lì perché correvo nella Formula Bmw. Non conoscevo nessuno salvo Michael. Poi, arrivato alla Toro Rosso ho cominciato a salutare Stefano Domenicali e i tecnici Ferrari che curavano il mio motore. Con Domenicali, a partire dal 2008 quando ero in Red Bull, ho discusso di tanto in tanto di quello che poteva essere un mio potenziale futuro in Ferrari. Nel 2010 un altro approccio, ma sempre senza cose per iscritto. Nell’inverno fra il 2012 e 2013 sono persino andato in segreto a Maranello a incontrare Montezemolo e conversare sullo stesso argomento». Finché? «Finché a metà dello scorso anno, quando Domenicali non c’era più e i contatti continuavano, ho incontrato Marco Mattiacci e ho di nuovo parlato con Montezemolo. Ma anche Montezemolo e Mattiacci a un certo punto sono usciti di scena. La trattativa è andata comunque avanti e ho chiesto un parere a Sabine Kehm, la manager di Schumacher. Purtroppo non ho potuto parlare con Michael…». Neppure in passato era riuscito a chiedergli qualcosa della Ferrari? «Oh, sì! Tempo fa gli raccontai della possibilità che mi offriva Stefano Domenicali. Gli dissi che mi sentivo onorato e lui commentò che se avessi accettato avrei trovato una bella atmosfera e un grande entusiasmo a Maranello. Mi sembrò un sogno. Oggi sono felice di essere dentro quel sogno». E con Marchionne? «Mi ha telefonato dicendomi che sarebbe stato felice se fossimo riusciti a far qualcosa insieme. Gli ho chiesto come si fosse procurato il mio numero di cellulare, si è messo a ridere. Il suo è stato un messaggio chiarissimo: la Ferrari mi voleva. Ed era il passo che alla fine desideravo anch’io». Lei ha detto che le sarebbe piaciuto conoscere Enzo Ferrari, perché? «Perché aveva una visione e l’ha concretizzata. Credo sia stato un uomo duro, formidabile nel creare un’azienda e un movimento di passione legato alle corse. Il che ne ha fatto un


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CONTENUTO PREMIUM se. Poi 4 anni fa ho traslocato». Che auto ci sono nel suo garage? «Ho una vecchia Fiat 500 rossa con le porte che si aprono a ventaglio, una Ferrari 430 acquistata anni fa e poi, da quando sono a Maranello, dispongo anche di una Maserati e una Jeep. Possiedo inoltre un pulmino Volkswagen d’epoca, una Corvette C1 del 1958, una moto Bmw R90…». La prima volta che è stato in Italia? «Ero un ragazzino. D’inverno, invece di sciare, venivo in Italia ad allenarmi col kart: Jesolo, Lonato, Desenzano, Tivoli». Come immaginava la Ferrari dal di fuori? «Rossa! Scherzo. Quando a novembre scorso ci sono stato per la prima volta in visita ho visto un team moderno con un grandissimo potenziale. Il modo di operare, rispetto alla Red Bull, è diverso, ma non di tanto, gli obbiettivi sono gli stessi: vincere».

IL TEDESCO SI CONFESSA: «FOLGORATO DAL MITO DI ENZO FERRARI: NON SAPEVO CHE MARCHIONNE FOSSE MIO VICINO DI CASA E IL TITOLO...» costruttore diverso dagli altri. Enzo Ferrari in Italia è cultura». Come ha imparato a fare il manager di se stesso? Da chi accetta i consigli? «Chiariamo: io discuto sempre da solo e fisso i termini, poi ho un legale che mette per iscritto le cose. Ho fatto così in tutte le squadre. Ma ovviamente discuto delle mie scelte con la persona che mi è più vicina, la mia fidanzata. Con lei ho parlato a lungo del passaggio in Ferrari. L’ho fatto pure con i miei genitori e con qualche amico intimo. Nella mia carriera, mio papà è stato fondamentale». Gli ha mai fatto un regalo? «Vuole chiedermi se gli ho regalato una Ferrari? Sì, gliel’ho regalata. Ma credo che il regalo più bello per i miei genitori sia il tempo che cerco di trascorrere con loro nonostante impegni, viaggi e tutto il resto». Sapeva che, quando abitava vicino a Zug, aveva un vicino di casa di nome Sergio Marchionne? «Mi avevano detto che c’era un dirigente della Fiat nei dintorni, non immaginavo chi fos-

AUSTRALIA IL 15 Il Mondiale inizia il 15 marzo con il GP Australia a Melbourne. Tutto in diretta su Sky, differite Rai. La Pirelli porterà mescole medie e soft. Questi gli orari italiani (-10 ore rispetto a Melbourne). VENERDÌ 13 MARZO Prime libere dalle 2.30 alle 4; seconde libere dalle 6.30 alle 8. SABATO 14 MARZO Terze libere dalle 4 alle 5; qualifiche alle 7. DOMENICA 15 MARZO Il via della gara è previsto alle 6. PROSSIME MESCOLE La Pirelli ha comunicato anche le mescole per i GP Malesia (medie e hard), Cina (medie e soft) e Bahrain (medie e soft).

Lei ha conquistato 4 titoli con le macchine progettate dal genio Newey. Che influenza ha avuto Adrian nella sua carriera? «Un uomo chiave. Dopo il 2008, con le nuove regole e la RB5, è arrivata la svolta e sono cominciati i Mondiali. Un ingegnere di intuizioni, un leader capace di mettere assieme la gente giusta dando la direzione».

no ha sbattuto con la Porsche mi sono subito preoccupato di mandargli un messaggio per sapere delle sue condizioni e lui mi ha risposto che stava bene nonostante il forte impatto. Potremmo persino pranzare insieme…». Non si fa che parlare del suo felice rapporto con Raikkonen: lo dice lei, lo ribadisce la Ferrari. Da che cosa nasce tanta armonia? «Ci siamo incontrati qualche volta in Svizzera dove viviamo entrambi. Mi ha colpito il fatto che mi abbia rispettato sin dal primo momento in cui ho messo piede in F.1 e non ero nessuno. Col tempo non è cambiato. Neppure con me parla molto, ma è uno che si esprime in modo diretto, come del resto faccio io. Se avremo dei problemi li affronteremo».

L'IDENTIKIT SEBASTIAN VETTEL NATO IL 3 LUGLIO 1987 A HEPPENHEIM (GER) RUOLO PILOTA DELLA FERRARI

Dopo le esperienze nei kart, in F.3, F.Bmw tedesca e F.Renault 3.5, debutta in F.1 nel 2007 su una Bmw, nel GP Usa a Indy, dove sostituisce l’infortunato Kubica, chiudendo 8°. GLORIA A MONZA Disputa gli ultimi 7 GP del 2007 con la Toro Rosso. A Monza 2008 fa la pole e vince il gran premio: a 21 anni e 73 giorni segna un record di precocità. POKER IRIDATO Nel 2009 passa alla Red Bull, con cui vince 4 Mondiali (2010, ‘11, ‘12 e ‘13) e 38 gare.

Le ha mai raccontato delle due concrete offerte, rifiutate, che ha avuto dalla Ferrari? «Stranamente no…». Perché Alonso e Hamilton l’hanno punzecchiata quando lei vinceva a raffica, quasi fossero gelosi? Alonso disse: voglio vedere Vettel quando avrà una vettura meno competitiva… «Davvero lo hanno fatto? Non lo sapevo. Non seguo molto quello che dicono su di me, non me ne curo. Come replica, posso dire che rispetto entrambi…». Con Mark Webber, per anni suo compagno di squadra, ha avuto un rapporto che si può definire difficile… «Non lo definirei proprio difficile. Ci siamo sempre rispettati e, come coppia, abbiamo portato risultati alla Red Bull, forti del fatto che entrambi siamo grandi lavoratori e abbiamo un modo simile di guidare. Dal lato personale è stato diverso: abbiamo avuto problemi in corsa tra noi, degli incidenti che non dovevano succedere e invece si sono verificati, come in Turchia 2010 e Malesia 2013. Episodi che non hanno aiutato. Oggi non sono il miglior amico di Mark e neppure lui lo è per me, ma ci parliamo. Quando lo scorso an-

Le sarebbe piaciuto essere il compagno di Alonso in Ferrari? «Mmmm! Sono molto felice di correre con Kimi…». E’ religioso? «Sì, protestante». E’ superstizioso? «Anche». Dopo 4 titoli mondiali c’è qualcosa delle corse che ancora non ha capito? «Esistono tante aree per me sulle quali migliorare. Sto sempre con gli occhi aperti: guardo, vedo, sono pronto ad adeguarmi». Chi vincerà secondo lei il primo gran premio del 2015 in Australia? «I favoriti sono due, i piloti della Mercedes: Hamilton e Rosberg». E per il Mondiale? «Cinquanta e cinquanta ancora loro. Lo scorso anno non mi aspettavo affatto un Nico Rosberg così forte, specialmente nelle qualifiche. In gara poi è stato quasi sempre vicinissimo a Lewis Hamilton. Restano sempre loro gli uomini da battere».

Immaginava una Ferrari così convincente nelle prove precampionato? «E’ difficile dire adesso quanto siamo forti noi. Bisogna avere pazienza. Ma la macchina va senz’altro bene, io e Kimi siamo contenti. La Ferrari è una squadra con tanta gente che se n’è andata e altrettanta che è subentrata. Serve tempo per amalgamarsi ma prima o poi arriveremo». Quanto tempo? «Spero il meno possibile. Se sarà quest’anno non ci tireremo affatto indietro dicendo che stavamo aspettando l’anno 2016!». Lei è sincero nelle interviste? «Io non sono uno abituato a dire bugie». © RIPRODUZIONE RISERVATA

Bianco con una striscia che ricorda i colori della bandiera tedesca e nella parte posteriore il Cavallino: ecco il nuovo casco di Seb


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Formula 1 R Il caso

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BEI TEMPI La partenza del GP d’Italia 2011: vincerà Sebastian Vettel AFP

Salva Monza: altro stop. Ora è allarme

1 La Regione Lombardia: «Renzi vuole il GP al Mugello?». La replica da Roma: «Il Governo si sta muovendo» Andrea Cremonesi

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cabile segnale a Ecclestone: dimostrare che il sistema Italia tiene davvero alla F.1. Anche se per contro mettere sul piatto risorse pubbliche rischia di scatenare l’appetito finanziario di Mister E che infatti ha già manifestato l’intenzione di voler eliminare i «privilegi» (leggi sconto rispetto agli altri GP europei) che aveva sinora concesso a Monza per la sua storicità.

n altro no. L’emendamento che avrebbe dovuto consentire alla Regione Lombardia di investire 20 milioni di euro nell’Autodromo Nazionale di Monza (ma anche nella gestione di Villa Reale e Parco) senza pagare le tasse è stato di nuovo affossato dalle commissioni parlamentari, dopo essere REAZIONI Ovmigrato dalla viamente si è suLegge di StabiliLA SITUAZIONE bito scatenata la tà, al decreto Emendamento polemica politiMille Proroghe ca. «Sono molto per approdare inammissibile: sarà deluso — ha alla fine nel De- più dura trattare commentato il creto sulle Ban- con Ecclestone presidente regioche Popolari, nale Roberto chiamato pure Sticchi Damiani (Aci) Maroni —, quanInvestiment to è accaduto è Compact. Stavol- «Rischiamo come la incomprensibile ta la luce rossa Germania di perdere e vanifica la ridella inammissi- il gran premio» qualif icazione bilità è stata acdel Parco. Tutto cesa dalla Commissione Finan- ciò fa pensare che qualcuno stia za e Attività produttive della lavorando per portare il GP al Camera. Un colpo a sorpresa, Mugello». L’assessore all’Expo dicono ambienti dell’Aci, per- Fabrizio Sala è stato pure più ché la norma, riscritta, aveva diretto: «Renzi dica chiaramenottenuto un consenso trasver- te qual è il problema: non vuole sale. più il GP d’Italia o semplicemente non lo vuole a Monza?». STOP Un brutto colpo per l’au- Alle accuse della giunta di centodromo alle prese con il rinno- trodestra, ha replicato il depuvo del contratto per mantenere tato del Pd Roberto Rampi auil GP di F.1 a Monza anche dopo tore di un emendamento che il 2016. Intendiamoci: i 20 mi- chiede «di azzerare l’imposta lioni, da dividere con Parco e immobiliare sui passaggi proVilla Reale, a fronte di un con- prietà a costo zero tra enti pubtratto quadriennale, che preve- blici che, nel caso di Monza, de un esborso complessivo 4 grazie all’ingresso nella provolte superiore, non risolve il prietà del Parco della Regione, problema di trovare la liquidità agevolerà iniziative e investinecessaria per pagare la Fom (e menti a sostegno del Parco e i team), ma il sì del Parlamento dell’Autodromo». «Ma quale avrebbe mandato un inequivo- bocciatura? Che cosa c’entra

MOTO3: PRESENTATO IL TEAM SKY VR46

Fenati da titolo, Migno da primi 10 E Cremonini canta per Valentino ● TAVULLIA (PU) — C’è tutto ciò che serve per puntare in alto: Romano Fenati è un pilota di talento ed esperto, Andrea Migno è veloce e ambizioso, la Ktm è una moto di assoluto livello, Pablo Nieto è un team manager apprezzato. «La squadra Sky VR46 — fa gli onori di casa il proprietario Valentino Rossi — è nata quasi per gioco, ma è un impegno importante. Nel 2014 ci aspettavamo di faticare all’inizio e migliorare alla fine, invece è successo il contrario. Romano deve trovare la costanza, mentre Andrea deve fare esperienza. Io cerco di dare una mano dal punto di vista tecnico. Seguire la gara Moto3 mi rilassa, ma anche serve a farmi entrare nel clima

MotoGP». Fenati non parla di titolo, ma è quello l’obiettivo, Migno sogna di fare come Rossi al debutto: «Finire nei primi 10 in generale». L’inno è di Cesare Cremonini: si chiama «46». Giovanni Zamagni © RIPRODUZIONE RISERVATA

Fenati, Nieto, Rossi e Migno

Renzi? — si domanda Rampi — La volontà politica del governo e della maggioranza a sostegno della proposta è chiara. Il governo si è speso e si sta spendendo ma esistono delle regole e gli interventi si fanno nel loro rispetto». Dunque l’ultima parola non è ancora detta e già oggi ci potrebbero essere piacevoli novità. RISCHIO Tanto più che a una cospirazione pro Mugello non crede Angelo Sticchi Damiani, presidente dell’Aci (titolare del GP) e tra i vice di Todt alla Fia. «Ho parlato con Renzi e l’impressione è che abbia a cuore il problema e non ci sia alcun progetto per il Mugello. Il ri-

IL TEMPIO DELLA VELOCITÀ Lesmo 1 Seconda variante

Giri 53

Lesmo 2

km 306,720

Serraglio

APPELLO «Non abbiamo più tempo, ora il governo deve fare la sua parte» è l’invocazione di Andrea Dell’Orto, presidente della Sias, la società che gestisce Monza: «Vorrei chiarezza su questa vicenda che dal 20 novembre ad oggi continua a rimandare il vero rinnovamento dell’autodromo». Ed è pronto a recarsi a Palazzo Chigi.

Curva grande Ascari Prima variante N

DATI CIRCUITO Lunghezza 5.793 m Curve 11

schio vero è un altro: quello di trovarsi in una situazione simile a quella della Germania». Che, malgrado la Mercedes iridata e un Vettel alla Ferrari, non sa ancora se potrà organizzare il GP di quest’anno per mancanza di fondi.

Parabolica

a destra a sinistra 7 4 Senso di marcia orario GDS

© RIPRODUZIONE RISERVATA


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Serie A R L’inchiesta

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A CONTI FATTI

ATALANTA

BOLOGNA

Equilibrio raggiunto Saputo ha sanato con le operazioni il crac e presto darà di calciomercato altri 20 milioni ● I conti tornano grazie alle operazioni di mercato: le plusvalenze di 5,7 milioni per Schelotto (Inter), di 4,6 per Peluso e di 2,5 per Barlocco (Juve) sono state decisive per chiudere il bilancio al 31 dicembre 2013 in utile di 10mila euro. La gestione caratteristica, altrimenti, sarebbe stata in perdita: 61 milioni di costi - di cui 34,2 per il personale - e 48,6 di ricavi. L’indebitamento lordo cresce di quasi 10 milioni (da 58,8 a 68,2). Nel corso del 2013 il patron Percassi ha dato ossigeno alla macchina nerazzurra: 2,2 milioni versati in capitale. Si legge nella relazione: «È ferma intenzione degli amministratori proseguire nel progetto industriale di profondo riequilibrio della gestione dell’azienda Atalanta».

● Il vecchio Bologna targato Guaraldi aveva chiuso con un rosso di 16 milioni, che si aggiungeva al -4 del 2012-13 e al -6,2 del 2011-12. Gli stipendi (39,1 milioni) si mangiavano quasi tutto il giro d’affari (45,9) con le plusvalenze da 19,5 milioni a cercare di tamponare le falle. Patrimonio netto negativo, retrocessione, corsa contro il tempo per iscriversi alla B facendosi anticipare il paracadute. Poi è arrivato l’italocanadese Saputo a salvare i rossoblù: 12 milioni di ricapitalizzazione per diventare socio di maggioranza. Il suo impegno non è terminato qui, visto che l’attuale esercizio sarà ancora in deficit: presto verrà convocata un’assemblea per un altro aumento di capitale, superiore ai 20 milioni.

29,7

30,1

4 6,2 8,7

4,1 6,2 5,5

CHIEVO

Le microplusvalenze Secondo utile di fila regalano profitti con le mega-cessioni C’è l’asset Bottagisio E adesso Cuadrado ● Cedere gioielli è diventata la specialità a Firenze. Dopo anni trascorsi a pompare denaro nelle casse (200 milioni in totale) per ripianare le perdite, i fratelli Della Valle sono riusciti a registrare utili per due esercizi di fila: +1,2 nel 2012 e +1,4 nel 2013, anche se nel bilancio chiuso il 31 dicembre 2013 figurano versamenti soci per 15,1 milioni. Sono state le ricche plusvalenze a rimettere in equilibrio i conti: 22,1 per Jovetic, 9,7 per Ljajic. Stipendi in crescita (da 52,4 a 60,5 milioni) e costi totali che sono inferiori solo alle big Juventus, Milan, Inter, Roma e Napoli. Il bilancio al 31 dicembre 2014 dovrebbe chiudersi in perdita, in assenza di cessioni eccellenti. Ma con Cuadrado a gennaio la Fiorentina è tornata a vendere.

27,9

54,8

1,8 5,3 7,3

9,8 13,1 10

JUVENTUS

LAZIO

campionato di Serie A 2013-14. Ecco perché trovate squadre nel frattempo retrocesse in B (Bologna, Catania e Livorno) e non le neopromosse (Cesena, Empoli e Palermo). Nelle schede di ciascuna società, in basso, sono riportati i valori dei ricavi, voce per voce, espressi in milioni di euro.

COMPOSIZIONE DEI RICAVI Dati in milioni di euro

DIRITTI TV compresi quelli delle coppe europee STADIO COMMERCIALE ALTRO

Crac Serie A

LA CASSA PIANGE E I DEBITI SALGONO DA 1,6 A 1,7 MILIARDI FATTURATO

twitter@marcoiaria1

RISULTATO NETTO

Dati in milioni di euro

1.500

1.421 1.219

1.575

1.494

1.772

1.754

-203

-186

12-13

13-14

1.628 1.640

1.277 1.064

1.000

500

0

-64 -176

-148

-198

-210

-193 -307

-292

10-11

11-12

-500 Stagioni

04-05 05-06 06-07

07-08 08-09

Gazzetta sui bilanci delle società del massimo campionato, relativi alla scorsa stagione.

L’ANALISI di MARCO IARIA

COSÌ NELL’ULTIMO DECENNIO

FIORENTINA

● Il piccolo Chievo resiste mostrando una certa dose di creatività sul mercato. I profitti di 316mila euro sono stati possibili grazie alle plusvalenze, gran parte delle quali di piccolo cabotaggio: 367mila per Anastasi alla Reggiana, 400mila per Carrotta alla Juve Stabia, 750mila per Paiolo al Vicenza, 600mila per Sarzi al Carpi, eccetera, per un totale di 7,7 milioni cui si aggiungono altri 7,9 milioni di proventi da comproprietà. C’è da dire che il monte-stipendi del Chievo è il più basso della Serie A edizione 2013-14: 23,3 milioni. Crescono i debiti con le banche, ma si tratta di debiti virtuosi: l’Istituto per il credito sportivo ha concesso un finanziamento di 3,8 milioni per il centro sportivo di Bottagisio, inaugurato a dicembre.

Come ogni anno, la Gazzetta pubblica uno studio sui bilanci societari delle squadre di Serie A. I bilanci vengono approvati e resi pubblici solo diversi mesi dopo la fine della stagione sportiva (e alcuni club, come il Milan, posticipa la chiusura dell’esercizio a fine anno solare). Pertanto quest’analisi offre una fotografia del

LA GUIDA

09-10

*Il fatturato degli anni precedenti al 2010/11 è stato ricalcolato sottraendo i costi della mutualitàinterna alla Serie A per rendere il confronto omogeneo. Con la vendita centralizzata dei diritti tv, infatti, i club non riconoscono più alle squadre ospiti una percentuale degli incassi GDS

N

on ci sono più soldi. Una contraddizione in termini per un’industria – questo pretende di essere la Serie A – che fattura 1,7 miliardi di euro e che, come tutto il calcio globale d’élite, è riuscita ad evitare la recessione che ha colpito altri pezzi dell’economia. Eppure non ci sono più soldi. Perché il livello dei costi, escludendo le plusvalenze spesso utilizzate come giochino contabile, rimane insostenibile e si comprime a fatica. Ed allora ecco che galoppano le passività. I debiti, al netto dei crediti, sono in costante crescita: 1.715 milioni di euro nel 2013-14, oltre un centinaio in più in dodici mesi (1572 milioni nel 2012-13) e un incremento del 27% in cinque anni (1.350 milioni nel 2009-10). È questo il dato più allarmante dell’inchiesta annuale della

TENSIONI LIQUIDE Il caso Parma è la punta di un iceberg. Non significa che le altre 19 squadre siano a un passo dal fallimento. Questo assolutamente no. Ma vuol dire che in tante, in troppe attraversano le cosiddette tensioni di liquidità che solamente col ricorso al credito si riescono ad arginare. Basti guardare anche al patrimonio netto aggregato della Serie A: 213 milioni, pochini rispetto alle dimensioni del business pallonaro. Le difficoltà di diverse aziende hanno ridotto i margini di intervento dei proprietari: tra versamenti in conto capitale e prestiti, nel 2013-14 i soci hanno immesso 222 milioni nelle casse dei club, 60 in meno dell’anno prima. L’azionista non interviene? Allora è pronta la banca, soprattutto l’istituto di factoring, ben contento di prestare denaro in cambio della cessione di contratti futuri per tv e

NEL 2013-14 FATTURATO E COSTI IN LEGGERO CALO, DEFICIT DI 186 MILIONI RISTAGNANO I RICAVI COMMERCIALI E DA STADIO, DIPENDENZA DALLE TV LIVORNO

MILAN

NAPOLI

PARMA

In crescita le spese Lotito torna all’utile Toccata e fuga in A per rafforzare la rosa Il club paga 9 milioni Spinelli rimette Exor presta 50 milioni alle società “sorelle” mano al portafogli

Non bastano i tagli Ottavo utile di fila Debiti fuori controllo Senza Champions e zero debiti bancari Il revisore non firma interviene Fininvest Al cda 5,5 milioni l’ultimo bilancio

● Da -95,4 a -48,7 a -15,9 a -6,7 milioni. La Juve si è risanata continuando a potenziare la rosa. Il record dei ricavi nel 2013-14 (280,4 milioni) potrebbe essere ritoccato in questa stagione spingendosi il più avanti possibile in Champions: al momento i proventi europei ammontano a 60 milioni contro i 50 dell’anno scorso. Ma le plusvalenze, in attesa delle comproprietà di giugno, sono calate: da 35 a 12 milioni. Insomma, può darsi che i conti 2014-15 peggiorino: dipenderà molto dal cammino in Champions. Di certo le spese sportive crescono ancora: +6% per gli stipendi e +18% per gli ammortamenti nel primo semestre. Exor ha concesso una linea di credito di 50 milioni utilizzabile fino al 31 dicembre.

● Negli ultimi due esercizi il Milan, a suon di spending review, era riuscito a ridurre drasticamente le perdite: -6,9 milioni nel 2012, -15,7 nel 2013. Stipendi tagliati del 27% tra il 2011 e il 2013, fine della grandeur. Ma l’assenza dalla Champions ha vanificato tutto. Il bilancio al 31 dicembre 2014, che sarà approvato ad aprile, vedrà un deficit attorno ai 50 milioni. Fininvest, dopo aver chiuso per un po’ i rubinetti, ha già dovuto correre ai ripari per ripianare il buco. E in soccorso sono arrivate pure le banche che durante il 2014 hanno concesso due linee di credito da 60 e 36,3 milioni, dopo che al 31 dicembre 2013 la posizione finanziaria netta risultava negativa per 256,4 milioni.

● Dopo la perdita di 5,9 milioni del 2012-13, la Lazio è tornata all’utile (+7) con il taglio degli stipendi (da 64,3 a 52,3) e il ricorso alle plusvalenze (23, di cui 20 per Hernanes all’Inter). Sotto controllo il debito: al 30 giugno 2014 la posizione finanziaria netta era negativa per 16,9 milioni. La Lazio va bene e foraggia addirittura le aziende della galassia Lotito: nel corso del 2013-14 sono stati registrati 8,9 milioni di costi per servizi di vigilanza, manutenzione, mensa, informatica forniti dalle cosiddette parti correlate. La semestrale di questa stagione, tuttavia, si è chiusa in rosso per 11,9 milioni: le spese rimangono stabili, mancano all’appello i proventi di Europa League e le plusvalenze.

151 41 68,5 19,9

56,3 7,3 12,7 8,2

● Il bilancio del Livorno al 31 dicembre 2013 copre solo la prima metà della stagione 201314 disputata in Serie A. Quanto basta per apprezzare il balzo dei ricavi col passaggio di categoria: da 8,3 a 20,5 milioni, grazie soprattutto ai diritti televisivi. Ma sono quasi raddoppiati gli stipendi (da 6,6 a 11,5) e l’esercizio risulta in rosso per 2,1 milioni, in peggioramento rispetto al deficit di 628 mila euro del 2012. In aumento i debiti verso i fornitori: da 0,6 a 4,3 milioni. Il Livorno non ha evitato la retrocessione in serie B e il presidente Spinelli, che nel corso del 2013 aveva prestato 1,5 milioni alla squadra, ha dovuto ricostituire il capitale sociale, visto il patrimonio netto negativo per 1,8 milioni. 11,3 1,8 1,8 5,6

● Aurelio De Laurentiis è abbonato all’utile: otto di fila e il record azzurro del +20,2 milioni nella scorsa stagione. Grazie agli incassi della Champions (40,2) e soprattutto alla plusvalenza di Cavani al Psg (64,4, in totale 69,4), il Napoli ha potuto alzare sensibilmente l’asticella dei costi per sostenere gli acquisti di Higuain e compagnia: gli stipendi sono passati da 66,9 a 89,2 milioni, gli ammortamenti da 39,5 a 63,3. Il Napoli è una macchina da soldi con un invidiabile patrimonio netto di 72,3 milioni, non vanta debiti con le banche e così De Laurentiis può permettersi di elargire ai membri del cda, da lui stesso presieduto, la bellezza di 5,5 milioni come compenso per il 2013-14.

128,7

104,9

28,7

21,6 78,3

18,9

● Gli ultimi fuochi della gestione Ghirardi sono raccontati dal bilancio al 30 giugno 2014, approvato in extremis a fine dicembre e non certificato dai revisori di Audirevi per i dubbi sulla continuità aziendale. L’esercizio 2013-14 si è chiuso con un rosso di 13,7 milioni. Dopo la cessione del marchio dell’anno prima, utile per rimandare l’ora della ricapitalizzazione, si è fatto ancora ricorso in misura sfrenata al calciomercato: ben 47,5 milioni di plusvalenze, di cui 8,1 per Crisetig. Equilibrio contabile fuori controllo con uscite (108,3) doppie rispetto alle entrate (55,6). E debiti galoppanti: quelli lordi sono schizzati dai 16,1 milioni del 2006-07 ai 197,4 del 2013-14, che diventano 96,5 al netto dei crediti.

32,5 8,6

37,2 4,1 6,9 7,4


GIOVEDÌ 5 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

7

CONTENUTO PREMIUM I BILANCI AI RAGGI X SERIE A 2013-14 Ricavi

Costi

Plus-minusvalenze

Atalanta Bologna Cagliari Catania Chievo Fiorentina Genoa Inter Juventus Lazio Livorno Milan Napoli Parma Roma Sampdoria Sassuolo Torino Udinese Verona

48,6 45,9 42,5 40,9 42,3 87,7 57,2 167,5 280,4 84,5 20,5 254,6 167,6 55,6 131,5 43,6 32,5 50,9 56 43,4

61 72,5 49,8 53,1 52,1 118,4 114,9 265,1 306,8 98,4 22,8 277,9 201,5 108,3 211,3 80,5 39,8 56,4 88,5 54

14,6 19,5 2,3 10,9 7 31,3 23 6,4 35,3 23 0,2 23,4 67,7 44,1 51,7 22,6 8,4 12,8 17,9 10,2

TOTALE

1.753,7

2.333,1

432,3

2012-13

Risultato netto +0,01 -16 -0,4 -0,01 +0,3 +1,4 +0,4 -102,4 -6,7 +7,1 -2,1 -15,7 +20,2 -13,7 -38,8 -13,4 -0,2 +1,1 -12,1 +5,3

Debiti Patrimonio netti netto

-2,2 44,4 -4 40,9 -1 27,2 +0,1 39,8 +1,5 48,3 +1,2 21,4 -14,8 127,8 -82,7 360,5 -15,9 238,3 -5,9 98,3 in B 9,9 -6,9 244,4 +8,1 36,9 -3,2 96,5 -40,1 158,8 -38,1 37,5 in B 29,2 -11 19,4 +32,3 21,7 in B 13,8

5 -6,7 19,1 29,1 3,3 92,2 2,3 3,2 42,6 15,7 -1,8 -66,9 72,3 9,6 -81,3 10 3,1 1,8 52,4 7,7

1.715

212,7

-185,7

Le cifre, espresse in milioni di euro, sono relative ai bilanci chiusi al 30 giugno 2014, tranne che per Atalanta, Fiorentina, Genoa, Livorno, Milan, Sampdoria, Sassuolo e Torino (chiusura al 31 dicembre 2013). I ricavi e i costi sono al netto delle plusvalenze e delle minusvalenze per la cessione dei calciatori. I costi di Juventus, Lazio e Roma sono ricalcolati con ammortamenti (relativi, per esempio, alla campagna acquisti), svalutazioni e accantonamenti, per uniformarli a quelli delle altre società. La voce plus-minusvalenze è il saldo tra le plusvalenze e le minusvalenze da cessione calciatori. I debiti netti sono la differenza tra debiti e crediti GDS

sponsorizzazioni: erano 977 i milioni di debiti bancari nel 2012-13, sono diventati 1056 nel 2013-14. Inter e Roma, per risanarsi, hanno internazionalizzato il debito creando società ad hoc contenenti tutti i beni pregiati e affidandosi a Goldman Sachs: 230 milioni ai nerazzurri (che stanno discutendo l’emissione di un bond), 175 per i giallorossi. Beninteso, la leva del debito non è deprecabile di per sé. La azionano tutte le aziende, anche quelle sane. Ma va rapportata ai flussi di cassa e deve servire per investimenti in grado di dare sviluppo dentro e fuori dal campo. VALORE ZERO Il passivo del calcio italiano è così elevato che, in alcuni casi, le società vengono messe in vendita ed acquistate a debito, con valutazione minima delle azioni in sé, di sicuro inferiore alle attese che una squadra, un brand suscitano: si pensi alla Roma che UniCredit ha ceduto a condizioni di certo non sfavorevoli a Pallotta e soci, si pensi all’In-

ter che la cordata di Thohir ha rilevato con un aumento di capitale di 75 milioni, si pensi alla Sampdoria che Ferrero ha ricevuto da Garrone a costo zero e con provvidenziali iniezioni dell’ex patron. SQUILIBRIO Le preoccupazioni sulla Serie A sono legate proprio alla capacità di ripagare i debiti con le risorse proprie, come dimostra il Parma. Anche perché la gestione economica, in generale, non migliora. Rispetto al 2012-13, i dati fondamentali non subiscono variazioni rilevanti. Il fatturato diminuisce leggermente (da 1.772 a 1.754 milioni) così come i costi (da 2.365 a 2.333 milioni), continuano a crescere le plusvalenze al netto delle minusvalenze (da 409 a 432 milioni) e il risultato netto aggregato è negativo per 186 milioni. Un po’ meglio rispetto al -203 dell’anno prima ma pur sempre in rosso. Dodici squadre su venti sono in deficit: le più profittevoli Napoli (+20,2 milioni), Lazio (+7,1) e Verona

LA CHIAVE

222 I milioni che i soci hanno immesso nelle casse dei club di A nel 2013-14, tra prestiti e versamenti in conto capitale

L’apporto dei proprietari è calato sensibilmente nell’ultimo anno (-60 milioni) anche a causa della crisi economica

(+5,3). La dinamica caratteristica di costi e ricavi, senza considerare operazioni di mercato e fatti straordinari (tipo cessioni del marchio), resta fortemente squilibrata: il deficit salirebbe a quasi 600 milioni. È sul costo del lavoro che bisogna agire. A parte le spending review eclatanti di Inter e Milan, in generale la Serie A sta faticando molto ad avviare un percorso virtuoso, come dimostra la rigidità delle spese per il personale: 1.186 milioni nel 2013-14, erano 1.156 nel 2010-11. Solo sei società hanno ridotto questa voce nell’ultima stagione. Il problema degli stipendi non è qualitativo ma quantitativo: troppi i tesserati, troppi i trasferimenti. L’introduzione del tetto alle rose imposta dalla Figc potrà servire a invertire la rotta. SCADENZE Tutti i club – a parte il Parma di questa stagione – rispettano con puntualità le scadenze trimestrali per il pagamento di buste paga con relativi contributi. Altrimenti scattano i punti di penalizzazione in classifica. L’effetto collaterale, però, è perverso: lasciare nel cassetto le fatture per giardiniere, catering, pullman. Così i debiti con i fornitori sono lievitati: dai 234 milioni del 200809 ai 391 della scorsa stagione. Il malvezzo è reso possibile dal fatto che difficilmente un fornitore porta in tribunale un club di calcio: è una questione di prestigio, di rapporti, di quieto vivere. Certo, è strano scoprire che dal 2011 il Parma non paga l’affitto dello stadio al Comune… DIRITTI E GUAI L’antico vizio della Serie A è quello di essere teledipendente (nel senso dei diritti tv del campionato ma anche della Champions). Il 58% del fatturato arriva da lì: 1.016 milioni. Poi c’è il commerciale, al 20% (349 milioni), e infine lo stadio, a un misero 11% (197). Il resto fa parte di altri ricavi (192). Nelle leghe di riferimento, Premier e Bundesliga, la diversificazione delle entrate è molto più equilibrata. Ma lì non litigano per un rigore, non si insultano a vicenda. Progettano il futuro. © RIPRODUZIONE RISERVATA

L’INDEBITAMENTO NETTO È CRESCIUTO DEL 27% NEGLI ULTIMI 5 ANNI SI RICORRE SEMPRE DI PIÙ ALLE BANCHE, RITARDI CON I FORNITORI ROMA

SAMPDORIA

SASSUOLO

TORINO

CAGLIARI

CATANIA

Cellino ha lasciato i conti in ordine Dividendo in tasca

Crollo retrocessione E il mutuo da pagare per il centro sportivo

● L’ultima stagione di Massimo Cellino alla guida del Cagliari si è chiusa in pareggio: 437mila euro di perdita, per la precisione. Ma se una mano al risultato d’esercizio l’ha data l’indennizzo di 6 milioni da Infront per il recesso del contratto da advisor commerciale, l’indice più importante è il rapporto tra stipendi e fatturato: 57%. Costi sotto controllo, insomma. Prima di andare via e di tentare l’infelice avventura in Inghilterra con il Leeds, Cellino si è regalato un dividendo di 9,5 milioni frutto degli utili accantonati in precedenza: il patrimonio netto è così sceso da 29 a 19,1 milioni. A giugno si è insediato Tommaso Giulini, che punta a una crescita sostenibile: la salvezza in A è cruciale per il piano di equilibrio contabile.

● Sette stagioni di fila in utile e l’impercettibile perdita di 9.553 euro nel 2013-14: il Catania di Serie A ha saputo coniugare performance sportive ed economiche, fino alla retrocessione dell’anno scorso che ora rischia di vanificare tutto, visti anche i chiari di luna di questo campionato di B. Il presidente Pulvirenti, tra l’altro, ha sul groppone il mutuo con l’Istituto per il credito sportivo concesso per il bellissimo centro Torre del Grifo Village: al 30 giugno 2014 restavano da pagare ancora 23,4 milioni. Richiamo dei revisori dei conti: l’Agenzia delle Entrate ha notificato avvisi di accertamento da 4,6 milioni per tasse sulle plusvalenze, ma la società è sicura che «da tali contenzioni non scaturiranno passività».

30,1

30,2

0,9 4,9 6,6

3 5,2 2,5

GENOA

INTER

Stop al supermarket Spese insostenibili In questa stagione con queste entrate 15 milioni da Preziosi La sfida di Thohir ● Il Genoa aveva esagerato sul mercato: plusvalenze (e minusvalenze) da capogiro, ingaggi alle stelle, rosa extralarge e i costi a doppiare i ricavi. Un quadro insostenibile al quale Enrico Preziosi ha iniziato a porre rimedio, anche perché la Fingiochi ha dovuto fare i conti con la crisi. I primi frutti della spending review si sono notati nel secondo semestre 2013 con una riduzione del 20% delle spese per il personale e sono proseguiti nel 2014. L’utile del 2013 è stato condizionato dalla plusvalenza di 27,5 milioni per la cessione del marchio. Il processo di risanamento è stato avviato ma ci vuole ancora tempo, tant’è che il patron rossoblù in questa stagione ha versato 15 milioni per assicurare la continuità aziendale.

● Il rosso da 102,4 milioni nella stagione del trapasso epocale – da Moratti e Thohir – rende l’idea di quale montagna debba scalare l’Inter sulla via del risanamento. L’imprenditore indonesiano ha predisposto un piano quinquennale gettando le basi per una rivoluzione manageriale e una internazionalizzazione del brand, ma il ritorno in Champions risulta imprescindibile per poter avviare un circolo virtuoso. Il bilancio nerazzurro, infatti, presenta uscite insostenibili in rapporto alle entrate: 265,1 milioni le prime, 167,5 le seconde. In assenza di un balzo dei proventi, solo le cessioni di una o più stelle (nel 2013-14 le plusvalenze nette erano appena 6,4 milioni) potrebbero mitigare il deficit.

29,6

83,6

3,9 6,5

21,6 43,5 17,2

18,8

UDINESE

VERONA

Costi in aumento ma la Champions ridurrà il rosso

Quanti soldi spesi da Garrone prima di cedere a Ferrero

Squinzi il mecenate: Cairo ha trovato Meno plusvalenze nel 2014 ha staccato la formula giusta e comproprietà: assegni da 14,5 milioni Nel 2014 altri profitti così si va in perdita

Ritorno in Serie A con +5,3 milioni Iturbe dà nuove gioie

● Le ambizioni hanno un costo. Lo sa bene la Roma che, in attesa dei quattrini della Champions, ha chiuso il bilancio 2013-14 con un disavanzo di 38,8 milioni, nonostante i 51,7 milioni di plusvalenze al netto delle minusvalenze (27,5 per Marquinhos, 15,3 per Lamela). Gli stipendi sono cresciuti del 14%: ormai, con 107,6 milioni, sono quasi al livello dell’Inter (117,3). E anche nel semestre di questa stagione il costo del personale è aumentato di un ulteriore 18%. Ma sono stati conteggiati i 49,2 milioni della Champions e i 25,1 delle plusvalenze chiudendo i primi sei mesi in attivo di 8,6 milioni. L’esercizio al 30 giugno 2015 è previsto ancora in rosso, ma con un «sostanziale miglioramento» sul 2013-14.

● Ci si chiede perché Garrone abbia ceduto a condizioni estremamente favorevoli la Sampdoria a Ferrero. La risposta sta nei deficit di bilancio accumulati dai blucerchiati. Dopo i 38,1 milioni persi a causa della retrocessione in B, l’esercizio al 31 dicembre 2013 si è chiuso ancora in rosso, seppur inferiore: 13,4 milioni. Praticamente la cifra versata in conto capitale (13,7 milioni) dall’ex controllante San Quirico nel corso del 2013. La famiglia Garrone ha garantito la continuità aziendale fino alla fine iniettando ulteriore denaro nelle casse della squadra prima della girata delle azioni a Ferrero nel giugno 2014. Nel 2013 il costo del personale (47 milioni) è stato addirittura superiore al fatturato (43,6).

● Nell’era del tramonto del mecenatismo milanese resiste quello di provincia. Il Sassuolo è una piccola ma ha le spalle coperte da Giorgio Squinzi. Nell’esercizio al 31 dicembre 2013 la controllante Mapei ha staccato un assegno di 15,5 milioni per la sponsorizzazione delle maglie e dello stadio. E non è finita qui. La semestrale 2014 chiusa in rosso di 12,6 milioni ha spinto l’azionista a versare 9,5 milioni per il ripianamento delle perdite e a ricostituire il capitale sociale a 5 milioni: in tutto 14,5 milioni. D’altronde, gli investimenti per potenziare la rosa non si sono fatti mancare, con il conseguente raddoppio alle voci stipendi e ammortamenti già nel 2013 e un ulteriore carico nel bilancio 2014 ancora da approvare.

● Il ritorno in Serie A è stato celebrato anche fuori dal campo, grazie ai 5,3 milioni di profitti, determinati dalla cessione del marchio (16 milioni) e dalle plusvalenze (10,2, di cui 9 per Jorginho). Gestione oculata, quella del Verona, con gli stipendi al 67% del fatturato e la continua valorizzazione di talenti. Negli ultimi mesi dello scorso esercizio la controllante HV7 ha erogato un’anticipazione finanziaria di 14 milioni per riscattare Iturbe (dal Porto) cedendolo poi alla Roma con una plusvalenza che permetterà di chiudere in equilibrio anche il bilancio relativo al 2014-15: in estate le operazioni di mercato hanno fatto registrare cessioni per 34,6 milioni e acquisti per 13,3.

68,7 23,4 21,5 17,9

32,9 4,2 3,6 2,9

● Nel 2013 Urbano Cairo, dopo aver versato 60 milioni dal suo insediamento a Torino, ha festeggiato il primo bilancio in utile nel calcio: +1 milioni contro il -11 di dodici mesi prima. La svolta positiva è arrivata con le plusvalenze, in una gestione in cui gli stipendi restano sotto il livello di guardia (59% del fatturato). La cessione di Ogbonna alla Juventus per 13 milioni ha aperto le danze, la scorsa estate è stata la volta dei gioielli Immobile e Cerci. Ulteriori guadagni che hanno consentito di far quadrare i conti anche nell’esercizio 2014, che deve ancora essere approvato e che quasi sicuramente chiuderà in attivo. L’equilibrio contabile si è sposato con i risultati, come dimostrano le imprese in Europa League.

10,5 1,6 17,5 2,9

● Dopo tre utili di fila l’Udinese rivede il rosso. Il 2013-14 si è chiuso in perdita di 12,1 milioni. La regina del trading di calciatori questa volta ha dovuto fare i conti con la risoluzione anticipata delle comproprietà (c’è tempo fino a giugno) che hanno comportato oneri per 15,5 milioni e con il netto calo delle plusvalenze (27,9 milioni, erano 87,2 nel 2012-13). La gestione caratteristica è in linea col passato: sono diminuiti i ricavi di 10 milioni per la mancata partecipazione alle coppe europee, sono calati allo stesso tempo i costi per i minori ammortamenti. Una curiosità tra le spese: 8,9 milioni a favore del Watford. Il patrimonio netto resta consistente (52,4 milioni) in virtù dei profitti accantonati in questi anni.

34,9 5,2 6,6 4,2

36,6 3,5 5 10,9

27 5,3 3,6 7,5


Serie A R

8

Effetto Fair Play Handanovic 12 milioni

Kuzmanovic 4 milioni

Nagatomo

Babacar

Darmian

4 milioni

13 milioni

20 milioni

Vidic

Toulalan

1 milione

Costo 0

TOTALE INCASSI 80 milioni

TOTALE SPESE 80 milioni

Icardi

Hernanes

Touré

Gignac

40 milioni

13 milioni

16 milioni

Costo 0

Palacio

Lavezzi

Perin

6 milioni

15 milioni

16 milioni

Roberto Mancini, 50 anni, allena l’Inter da novembre. Ha firmato un contratto fino al 2017

Inter, spendi solo se vendi Via Icardi per avere Touré?

1La sanzione Uefa marchierà il mercato dei nerazzurri. Proviamo a calcolare

i sacrifici necessari per arrivare agli obiettivi di Mancini: Darmian, Lavezzi, Babacar...

Matteo Dalla Vite MILANO

L

a multa (6-7 milioni), la riduzione della Lista Uefa (da 25 a 21 o al massimo 23 unità) e soprattutto un mercato light. L’Inter attende e pianifica, perché sa già come dovrà comportarsi nel momento in cui il massimo organo calcistico continentale ufficializzerà la sanzione da seguire, la retta via per il Financial Fair Play.

DALLA LIBERA SCELTA ALL’OBBLIGO La situazione di deficit è tosta (180 milioni), gli occhi dell’Inter sono attenti ma non impauriti. «Se siamo preoccupati circa la sentenza Uefa - dice il dg Marco Fassone presente in FIGC -? Non particolarmente, attendiamo comunicazioni e poi valuteremo. Non mischierei le situazioni di Inter e Roma con lo stato del calcio in generale. Siamo sotto la lente dell’Uefa per i bilanci degli ultimi tre anni». Nel prossimo mercato, l’Inter potrà investire una cifra pari alla somma delle cessioni, quindi potrà comprare con tot soldi a patto che quel tot entri nelle casse. Non un centesimo di più. La stessa linea dell’ultima Inter, è vero, ma se fino a ieri era una libera scelta d’ora in avanti potrebbe diventare un obbligo-Uefa.

MURILLO E IL TESORETTO PER CUI TIFARE Intanto, va ricordato ciò che a giugno potrebbe concretizzarsi in fatto di entrate: detto che Murillo è già stato acquistato (8 milioni) con la copertura finanziaria della cessioni di Bonazzoli (7 milioni) e Duncan (il diritto di riscatto sarà di 4 milioni), eccoci ad altri allegati che (se tutto andrà bene) porteranno soldi nelle casse dell’Inter: se il Sunderland si salverà in Premier, nelle casse interiste arriveranno 11 milioni per la cessione definitiva di Alvarez; se il Bologna salirà in A, ecco 3 milioni per Mbaye; se Schelotto si salverà col Chievo e raggiungerà le 25 presenze, eccone altri 3; l’Estudiantes, poi, avrà l’obbligo di riscatto di Alvaro Pereira per 5 milioni. Totale, 22 milioni. Cifra alla quale, però, dovranno essere sottratti i famosi pagherò, tipo le rate (in 3 anni) di Shaqiri, di Dodò, Brozovic, Santon, Hernanes e anche Medel. Morale: serve vendere per fare una squadra da scudetto, l’obiettivo di Mancini.

180

● i milioni di deficit accumulati dall’Inter ai fini del fair play finanziario sommando gli esercizi delle stagioni 2011-12, 2012-13, 2013-14

+9,6

● la chiusura del mercato di gennaio dell’Inter fra le operazioni in uscita e in entrata. Poi, a giugno, cominceranno i pagherò dei prestiti con obbligo.

RIVOLUZIONE? Ed eccoci al particolare, schematizzato nel grafico in alto. Il Mancio ha la giusta fissa di Yaya Touré, che il City vorrebbe blindare: compirà 32 anni a maggio, valore ragionevole 15 milioni. Poi, Darmian: Cairo ne chiede 20, in mezzo potrebbe infilarsi l’altra metà di Benassi (valutata circa 3-3,5 milioni). Poi, due parametri zero:

I

n mattinata le visite mediche e in serata la firma con l’Inter. Il mercoledì di Thilo Kehrer è stato frizzante. Il giovanotto in questione è un difensore del 1996 che l’Inter ha acquistato praticamente ieri dallo Schalke 04. Si tratta di un colpo in prospettiva e di qualità. Di partenza è un centrale, ma può giocare anche

ANDREOLI

I RIVALI IN EUROPA LEAGUE

Visite e firme, Kehrer c’è Ecco il difensore del futuro Schalke, è nel giro delle nazionali giovanili tedesche. Interista da luglio

L’indonesiano Erick Thohir, 44 anni, presidente dell’Inter

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TRATTATIVE FUTURE

1Arriva dallo

Gignac e Toulalan (il secondo più vicino). A seguire, ecco il mirino su Babacar (detto che Dybala costa troppo e vuole la Champions, come Dzeko): il senegalese della Fiorentina (21 anni) è in scadenza nel 2016, a 13 milioni si può fare a patto che non rinnovi il contratto. Lavezzi è nel mirino da due anni, e per sostituire Handanovic l’indiziato è Perin: 16 milioni la valutazione. Mettiamo che l’Inter, in entrata, faccia questa rivoluzione: come poterla sostenere? Ovvio che in prima fila per le cessioni ci sia Icardi: davanti a 40 milioni (Chelsea in pole) l’Inter potrebbe crollare. Handanovic vuole la Champions e se arriva una squadra con 12 milioni potrebbe andare. In più, Nagatomo potrebbe salutare come Vidic, Kuzmanovic e l’ottimo Palacio (ma solo se la caviglia darà noie). Occhio a Hernanes: acquistato a 20, considerando l’ammortamento non dovrebbe andarsene a meno di 13. Poi, sia chiaro, non è detto che questi siano i prescelti. Per dire: e se per Guarin (riattivatissimo da Mancini) arrivasse un’offertona? Oppure per Juan Jesus (pur se apprezzato dal tecnico)? Perché magari Icardi resta davvero. E qui il puzzle avrebbe altre tessere: con costi minori e, su timbro-Uefa, movimenti ridotti o magari solo diversi.

esterno destro o all’occorrenza davanti alla difesa viste le buone capacità di lettura della manovra avversaria. Un metro e 86 centimetri, piede destro, padre tesco e madre del Burundi, Kehrer è nato a Tubingen, dove poi ha iniziato a giocare. Quindi è arrivato il Reutlingen prima dello Stoccarda che lo ha svezzato. CRESCITA Dopo un anno però è arrivato lo Schalke 04 e se lo è portato via. Gli scout hanno intravisto in lui potenzialità enormi e anche se non l’hanno mai fatto esordire in prima squadra hanno tentato invano di fargli rinnovare il contratto che sarebbe scaduto il 30 giu-

gno 2016. L’Inter, grazie alla rete di osservatori e alla lungimiranza, lo ha seguito costantemente sia nel campionato tedesco dedicato agli Under 19 sia nella Youth League (la Champions dei giovani). L’operazione è costata relativamente poco, visto il contratto che sarebbe andato a scadenza tra poco più di un anno. L’Inter ha corrisposto un conguaglio allo Schalke per la formazione del ragazzo. Su cui il club nerazzurro sta già pensando come lavorare dalla prossima estate. LA NAZIONALE Kehrer è stabilmente nel giro delle nazionali giovanili. Dopo l’Under 16 (una presenza e un gol), adesso è nell’Under 17 con cui punta all’Europeo di categoria in Bulgaria a maggio. Prima però, dovrà aiutare la Germania a qualificarsi. Sulla strada anche l’Italia, il 26 marzo a Wetzlar. m.b.

Il difensore Thilo Kehrer, 18 anni

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Il Wolfsburg non si ferma più Battuto anche il Lipsia in Coppa ● Tutto come da copione a Lipsia, dove il Wolfsburg soffre nei primi 20’ ma poi la qualità dei singoli fa la differenza. Caligiuri azionato da un ottimo De Bruyne esplode un gran destro in corsa e poi nel secondo tempo si conferma la solita pericolosità dei difensori sui calci piazzati (questa volta è Klose ad andare a segno). Alla fine la vittoria è meritata e anche contro una squadra di seconda divisione gli avversari dell’Inter in Europa League evidenziano luci ed ombre. Difesa allegra con i centrali macchinosi e i terzini che sono due ali aggiunte, ma sulle ripartenze palla al piede sono dolori per chiunque. Dost non segna e fa notizia. Gianluca Spessot

RB LIPSIA-WOLFSBURG 0-2 MARCATORI Caligiuri al 20’ p.t.; Klose al 12’ s.t. RED BULL LIPSIA (4-1-3-2) Coltorti; Klostermann, Sebastian (dal 42’p.t. Heidinger), Rodnei, A. Jung; Demme (dal 21’s.t. Reyna); Kaiser, Kimmich, Forsberg; Poulsen, Damari (dal 1’s.t. Rebic). ALL. Beierlorzer. WOLFSBURG (4-2-3-1) Benaglio; S. Jung, Naldo, Klose, Schäfer; Guilavogui (dal 41’s.t. Träsch), Luiz Gustavo; Caligiuri, De Bruyne (al 44’s.t. Seguin), Schürrle; Dost (dal 38’s.t. Bendtner). PANCHINA Grün, Knoche, Rodriguez, Vieirinha. ALLENATORE Hecking. ARBITRO Kinhöfer ● COPPA DI GERMANIA, OTTAVI RB Lipsia-Wolfsburg 0-2; Bielefeld-Werder 3-1; OffenbachBorussia Moenc. 0-2; BayernBraunschweig 2-0.


GIOVEDÌ 5 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Samir e il dubbio rinnovo Il sì legato alla Champions

1L’Inter ha già proposto al portiere l’adeguamento e l’allungamento

del contratto fino al 2018: lui esita, vuole l’Europa top. E la Roma osserva Matteo Brega

è quello di Marco Sportiello (classe 1992) dell’Atalanta, che ha appena rinnovato fino al 2019 con i bergamaschi. La prima stagione da titolare in Serie A sembra aver convinto la dirigenza nerazzurra. Uno sguardo però va gettato anche oltre confine. Pepe Reina (Bayern Monaco, ex Napoli) è la strada del nome di primo livello, del portiere di sicuro rendimento con la giusta esperienza. Senza dimenticare Steve Mandanda, francese del Marsiglia che ha una situazione contrattuale simile a quella di Handanovic.

INVIATO AD APPIANO GENTILE (CO)

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innovo fino al 2018 con aumento dell’ingaggio. La mossa dell’Inter è lì, formalizzata. Seduto di fronte c’è Samir Handanovic, il portiere sloveno che va a scadenza nel 2016 e percepisce attualmente 2 milioni netti all’anno. Il club di corso Vittorio Emanuele attende la risposta di Samir. Lui e il suo agente hanno preso tempo, non mostrano di avere fretta. Perché nonostante l’offerta interista porterebbe lo sloveno a vestire il nerazzurro fino a 34 anni incassando di più dei 2 milioni attuali, c’è un ostacolo molto più consistente. Handanovic intende giocare la Champions League, con l’Inter o altrove. VOGLIA DI CHAMPIONS Il suo surplace di fronte all’offerta ruota per gran parte intorno a questo motivo focale. Aspettare può aiutarlo a osservare l’andamento della stagione, tra una rincorsa (ora a dir poco folle) al terzo posto in campionato e una all’Europa League (sicuramente più razionale). Nel caso scegliesse di salutare il mondo nerazzurro, ci sarebbero Roma e Barcellona (lo dicono in Spagna) pronte ad an-

Samir Handanovic, 30 anni, è arrivato all’Inter nell’estate del 2012 dopo 5 stagioni all’Udinese FORTE

dare incontro ai suoi desiderata. I quali, sia chiaro, dovranno collimare con quelli dell’Inter. Perché Handanovic scadrà nel 2016 ed Erick Thohir non intende cedere il suo portiere per meno di 12 milioni portando a casa così una plusvalenza di un milione. Difficile che un’offerta inferiore alla doppia cifra possa essere presa in conside-

razione. Insomma, lo sloveno deve portare una squadra con le credenziali esatte. PERIN SU TUTTI Poi l’Inter accelererà per trovare il sostituto. In cima alla lista c’è Mattia Perin, titolare del Genoa con un contratto fino al 2017. Ma il d.s. Piero Ausilio non si ferma a Perin. Altro nome che solletica

RSullo sloveno,

secondo i media spagnoli, ci sarebbe pure il Barcellona

I PORTIERI IN CASA L’Inter però può (e deve) guardarsi anche in casa. Perché oltre a Handanovic ci sono Juan Pablo Carrizo e Tommaso Berni. Questi ultimi due hanno il contratto in scadenza anche prima dello sloveno, il prossimo 30 giugno. I loro rinnovi non dovrebbero creare problemi, semmai devono essere pianificati per tempo. Ci deve essere una strategia per la loro conferma. Discorso diverso per i due giovani in giro a giocare. Francesco Bardi era partito bene, titolare nel Chievo di Eugenio Corini. In quello di Rolando Maran invece gioca Albano Bizzarri. E così Bardi non vede il campo dal 29 ottobre (Palermo-Chievo 1-0). Una frenata sulla crescita del ragazzo che a questo punto dovrà rimandare il sogno di diventare il titolare dell’Inter. Altro giovane in giro in prestito per giocare è Raffaele Di Gennaro. Titolare 15 volte in questa stagione tribolata del Latina, sta dimostrando di poter gestire con continuità una porta professionistica. Vero è però che necessiterebbe di una stagione completa in A prima di affidargli una maglia «pesante». © RIPRODUZIONE RISERVATA

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ALLA PINETINA

La testa già a Napoli Si lavora sulla difesa INVIATO AD APPIANO GENTILE

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eri la squadra è tornata ad allenarsi dopo due giorni di riposo concessi da Roberto Mancini. È iniziata così la preparazione della trasferta di Napoli. Tutti presenti alla Pinetina per una seduta corposa improntata sulla parte atletica, esercizi di possesso palla e calcio-tennis. Mancini al San Paolo dovrebbe tornare a puntare su Ranocchia in difesa e su Shaqiri sulla trequarti. Sarà proprio la difesa il tassello su cui lavorare di più questa settimana sgombra da impegni. TATTICA E FELIPE Il punto di partenza rimane l’allineamento a quattro. Visto il pieno recupero di D’Ambrosio a sinistra, il sacrificato potrebbe essere Campagnaro, il cui posto verrebbe preso da Santon a destra. E i centrali sarebbero Ranocchia e Juan Jesus. Su questa impronta però Mancini potrebbe anche valutare un impianto a cinque, con l’inserimento di Vidic tra il capitano e il brasiliano in maniera tale da offrire più copertura. Oggi doppia seduta. Prime parole da interista per Felipe: «Questa opportunità è arrivata all’improvviso, voglio mettere in difficoltà Mancini». m.b. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Coppa Italia R Andata semifinali

LE PAGELLE di STEFANO CIERI

BERISHA SICURO CHE MERTENS: È DAPPERTUTTO LAZIO

6,5 IL MIGLIORE ANDERSON

7 Illumina la scena per tutto il primo tempo. L’azione dell’1-0 è una perla assoluta. Si spegne un po’ nella ripresa. BERISHA 7 Si supera a inizio ripresa su Gabbiadini, poi deve arrendersi all’ex Sampdoria senza avere colpe. Bravo nel finale su Inler. BASTA 6 Macina chilometri senza trascurare la fase difensiva. Cala un po’ alla distanza. DE VRIJ 6,5 Pulito ed elegante nelle uscite dall’area. Non sbaglia un colpo. MAURICIO 6 Efficace. Ma è fuori posizione sull’1-1. RADU 6 Partita di contenimento. Potrebbe fare qualcosa in più in fase di spinta. CATALDI 6 Si fa un mazzo così in mezzo al campo, sbaglia qualche appoggio, ma è presenza utilissima. BIGLIA 6 Ci mette un po’ a carburare, poi dà il solito contributo di ritmo e geometrie. PAROLO 6,5 Mette in moto Anderson nell’azione dell’1-0. Non si ferma mai, va pure vicino al gol. CANDREVA 5 Qualche accelerazione interessante, ma il vero Candreva è un altro. KEITA 5,5 Non gli riesce di spaccare la partita nel finale. KLOSE 6,5 Scatto e movimento da ventenne sul gol dell’1-0. Potrebbe farne un altro, ma la palla gli resta sotto. (Pera s.v.) ALL. PIOLI 6,5 Partita preparata e gestita bene. Se i suoi avessero capitalizzato tutte le palle gol l’avrebbe vinta.

NAPOLI

6,5 IL MIGLIORE MERTENS

7 E’ dappertutto e con il suo movimento contribuisce non poco a tenere in partita il Napoli anche nei momenti più difficili di una serata comunque positiva. ANDUJAR 6,5 Esce benissimo su Klose e salva il 2-0. Attento anche nella ripresa. Sull’1-0 può nulla. MESTO 6 Gli toccano alternativamente Candreva e Anderson. Soffre il brasiliano, se la cava col mestiere. ALBIOL 5,5 Si addormenta in qualche situazione. Molto falloso. BRITOS 6 Ha il merito di salvare il 2-0 su Anderson prima del riposo. Usa le maniere forti su Klose. KOULIBALY 6 Nei minuti finali c’è. GHOULAM 5,5 Non riesce mai a prendere le misure ad Anderson. Va un po’ meglio su Candreva. INLER 7 Il motore inesauribile del centrocampo. Sale in cattedra dopo l’intervallo, sfiora il 2-1. DAVID LOPEZ 5 Prende la traversa a inizio ripresa. Ma è l’unico acuto di una prova incolore. Brutta sceneggiata nel finale. DE GUZMAN 5,5 Si sacrifica nel raccordo tra centrocampo e attacco. Ma ne resta invischiato. (Hamsik s.v.) GABBIADINI 6,5 Comincia centrale, va sulla fascia. Latitante nel primo tempo, è al posto giusto al momento giusto sull’1-1. CALLEJON 6 Un paio di spunti interessanti per ravvivare il finale. HIGUAIN 6,5 Stavolta la sua vittima preferita è una bestia nera: sbaglia tre gol, ma propizia quello di Gabbiadini. E non molla mai. ALL. BENITEZ 6,5 Il risultato premia la tattica mai rinunciataria. A differenza di quanto fece (vincendo) in campionato.

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DAMATO Cartellini giusti al momento giusto. Prestazione impeccabile. Compresa la valutazione della posizione di Higuain sul gol dell’1-1. NICOLETTI 6 PADOVAN 6

LAZIO

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NAPOLI

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LA MOVIOLA di FRANCESCO CENITI

PRIMO TEMPO 1-0 MARCATORI Klose (L) al 33’ p.t.; Gabbiadini (N) al 13’ s.t.

ALBIOL E KLOSE: STORIE TESE E DUE GIALLI MESTO OUT

LAZIO (4-3-3) Berisha; Basta, De Vrij, Mauricio, Radu; Cataldi, Biglia, Parolo; Candreva (dal 28’ s.t. Keita), Klose (dal 36’ s.t. Perea), Felipe Anderson. PANCHINA Marchetti, Strakosha, Novaretti, Braafheid, Cavanda, Ledesma, Onazi, Ederson, Oikonomidis. ALLENATORE Pioli. BARICENTRO MEDIO 50,9 M AMMONITI Basta, Klose, Keita per gioco scorretto. NAPOLI (4-2-3-1) Andujar; Mesto, Albiol, Britos (dal 32’ s.t. Koulibaly), Ghoulam; Inler, David Lopez; De Guzman (dal 36’ s.t. Hamsik), Gabbiadini (dal 28’ s.t. Callejon), Mertens; Higuain. PANCHINA Rafael, Colombo, Henrique, Strinic, Jorginho, Zapata. ALLENATORE Benitez. BARICENTRO BASSO 49,5 M AMMONITI Britos, Mesto, Gabbiadini, Albiol, Inler per gioco scorretto. ARBITRO Damato di Barletta. NOTE spettatori 27 mila circa. Tiri in porta 6 (con un palo)-10 (con una traversa). Tiri fuori 5-1. In fuorigioco 0-0. Angoli 8-6. Recuperi: p.t. 1’, s.t. 4’.

Miro Klose, 36 anni, batte Andujar e porta in vantaggio la Lazio. Nella ripresa, il pareggio di Gabbiadini D’ANNIBALE

Gara nervosa e complicata per Damato, specie nella ripresa quando la temperatura sul campo è salita nonostante la forte pioggia. Arbitro non aiutato dai giocatori, protagonisti di entrate decise, ma sempre pronti a professare la loro innocenza. Damato è riuscito a tenere in pugno la sfida anche grazie agli 8 gialli (7 nei secondi 45’ compreso il diffidato Mesto). Quasi rissa al 63’, dopo una entrata di Albiol (ammonito) su Klose, a causa di Lopez che sfila il pallone a Candreva, deciso a non continuare il gioco dopo il vantaggio dato dall’arbitro. Poco dopo «vendetta» di Klose su Albiol: altro giallo.

Klose porta avanti la Lazio Gabbiadini rialza il Napoli 1Combattuto pareggio sotto la pioggia che rimanda tutto al San Paolo.

Assist di Felipe Anderson e Higuain. Palo di Klose, traversa di David Lopez Alex Frosio ROMA

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i si rivede tra un mese al San Paolo. Il Napoli mette fine alla striscia di 15 vittorie di fila in Coppa Italia della Lazio (comprese due ai rigori...) si prende un leggero vantaggio per rimettere piede all’Olimpico per la finale. Intanto la sfida proseguirà in campionato: per il terzo posto e, chissà, magari anche per provare l’assalto al secondo. Sullo stesso prato della sfida ad andamento lento tra le prime due, a 48 ore di distanza Pioli e Benitez se le danno di corsa e di tattica: le loro squadre stanno bene e si vede.

VORTICE LAZIO Certo, il Napoli sembra partire con i postumi del cazzottone di Glik a Torino. Mai come stavolta il 4-2-3-1 di Benitez assomiglia a un 4-4-2, soprattutto in partenza, perché Gabbia-

dini parte molto vicino a Higuain e in non possesso disturba solo marginalmente Biglia. Un palo esterno di Klose da angolo e soprattutto un’incursione centrale di Parolo – stop tra le linee e destro appena alto – dopo un sinistro del Gabbia in mischia e una mancata deviazione di Higuain convincono Rafa a spostare in mezzo De Guzman. Perché lì la Lazio è in costante superiorità: Klose si abbassa e fa da sponda, Candreva e Felipe Anderson si accentrano, Parolo si inserisce e Cataldi assiste Biglia in regia. Il Gabbia a destra sparisce, De Guzman non aiuta e David Lopez si fa attrarre troppo spesso dai movimenti di Candreva: al centro si apre una voragine. Da lì, Parolo fa ripartire Felipe Anderson: quaranta metri palla al piede e poi FA7 la tocca con la misura giusta, il tempo giusto e la velocità giusta – insomma tutto perfetto – per Klose. Pioli dice che FA7 è giovane e deve ancora miglio-

rare nelle scelte. Questa la fa da campione fatto e finito. Le sofferenze centrali si propagano all’esterno: a destra Gabbiadini non si vede mai, così il Napoli sollecita troppo a sinistra Mertens (abbiamo contato 4 sprint di fila in un minuto) e il belga poi fatica a rientrare. Così nel finale la Lazio potrebbe raddoppiare su cambio gioco di Candreva per Klose, murato da Andujar come subito dopo Felipe Anderson a porta vuota da Britos. CORREZIONI BENITEZ Nell’intervallo Benitez corregge. Di nuovo, non un vero e proprio cambio di sistema ma semplicemente una lieve variazione che cambia il tema della partita. Mertens non fa più l’ala ma mette i piedi leggermente dentro il campo. Questo riduce certe libertà di Candreva e Cataldi e permette al folletto belga di «vedere» gli spazi verso la porta avversaria. Gabbiadini riportato al centro rientra

in partita. E dopo una traversa di Lopez da calcio d’angolo e una paratona di Berisha sull’ex doriano ecco il gol del pari: verticalizzazione di Mertens per Higuain, Berisha saltato e il Gabbia dà la benedizione su un tiro del Pipita che diventa assist. SOLO NAPOLI Il Napoli è salito di tono – Inler in mezzo si smazza il lavoro anche di David Lopez –, mentre scende inevitabilmente la Lazio: il gioco di Pioli è dispendioso, e più passano i minuti me-

La partita di ritorno mercoledì 8 aprile ● La semifinale di ritorno tra Napoli e Lazio si giocherà al San Paolo mercoledì 8 aprile, alle 20.45. Il giorno prima, sempre alle 20.45, Fiorentina-Juve, ritorno dell’altra semifinale. La finale è a Roma il 7 giugno.

no è facile accorciare i reparti. Di fatto, la Lazio non arriva quasi più dalle parti di Andujar, se non quando un’ennesima palla persa da David Lopez manda al tiro Klose, impegnato da lì in avanti solo in un botta e risposta (nel senso di botte) con Albiol. Le occasioni migliori arrivano dall’altra parte: Mertens lavora da mezzo sinistro e poi si allarga sulla fascia e manda in difficoltà Basta aiutato anche dalle proiezioni di Ghoulam (Mauricio spazza un suo sinistro), mentre alla mezzora è Radu a salvare su De Guzman innescato dal solito Mertens. L’ultimo sussulto è della Lazio – poco rinfrescata dagli ingressi di Keita e Perea – ma solo di volontà, mentre Inler costringe Berisha all’ultimo sforzo nel recupero. Non è finita: né qui né in campionato. Dovrebbero invece finirla quelli della curva Nord che inneggiano al Vesuvio. Loro di certo hanno perso. © RIPRODUZIONE RISERVATA

IL CASO BIGLIETTI

Napoli-Inter senza curva A? Sì, anzi meglio di no 1Il Comitato per la sicurezza consiglia

di riservare il settore ai soli tesserati, ma il Prefetto congela il provvedimento

Gianluca Monti NAPOLI

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n’indicazione da parte del Casms, il Comitato per la sicurezza delle manifestazioni sportive, ha generato ieri grande caos nella vendita dei biglietti per NapoliInter, in programma domenica sera al San Paolo. In seguito agli incidenti avvenuti all’esterno dello stadio prima e dopo Napoli-Trabzonspor di Europa

League (turchi e poliziotti aggrediti), il Casms ha consigliato di riservare la Curva A ai soli possessori della Tessera del tifoso, la stessa misura presa recentemente con Roma e Lazio. Un’indicazione che, però, non è stata recepita dal prefetto di Napoli, Gerarda Pantalone, che dopo lunghe riflessioni ha congelato il provvedimento. Il motivo? Il fatto che il Napoli avesse già venduto 17.500 biglietti, troppi secondo il Prefetto per scongiurare problemi di ordine

pubblico in caso di chiusura del settore ai non tesserati. Perciò, presumibilmente da oggi, il Napoli, che l’aveva temporaneamente sospesa, riprenderà la regolare vendita dei tagliandi per la sfida con l’Inter. CURVA INAGIBILE Tra l’altro, oggi è in programma al circolo Canottieri un pranzo cui dovrebbero partecipare il sindaco di Napoli, De Magistris, il presidente del Napoli, De Laurentiis, e quello del Coni, Malagò. Argomento di discussione il San Paolo. Nel vecchio impianto di Fuorigrotta, da tempo l’anello inferiore della Curva A è inagibile a causa di un’infiltrazione d’acqua, un motivo in

più, almeno secondo le autorità di polizia, per prendere presto provvedimenti. In Curva A è assente da tempo Gennaro De Tommaso, per tutti Genny ‘a carogna. Il processo nel quale è coinvolto, dopo quanto accaduto a Roma il 3 maggio 2014, si svolgerà con il rito abbreviato. La prima udienza, però, è stata aggiornata al 15 aprile poiché il tribunale non ha ancora acquisito tutti gli atti prodotti dalla difesa, compresi i filmati televisivi che mostrerebbero le forze dell’ordine invitare Genny a discutere con loro superando la ringhiera che divide le tribune dell’Olimpico dalla pista. Aurelio De Laurentiis, 65 anni LAPRESSE

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fIL PERSONAGGIO/1

L’ATTACCANTE DELLA LAZIO

cresciuto con Neymar. Come domenica nella trasferta col Sassuolo. Quelle parole di ogni allenamento martellano il brasiliano. Klose è appena subentrato. Felipe gli scodella subito due cross, limpidi e netti. Miro incoccia il pallone, ma in entrambe le occasioni non fa cen-

fIL PERSONAGGIO/2 L’ATTACCANTE DEL NAPOLI

Nicola Berardino ROMA

Q

uella frase gli torna spesso in mente. «Passami la palla, così vado a segnare». Un urlo che Klose indirizza a Felipe Anderson mentre cerca il suo miglior ricamo col pallone. Quelle parole, come uno spot, rimbombano nella mente del talento brasiliano quando al 33’ del primo tempo scatta da metà campo come calamitato dalla porta del Napoli. Vede il bomber, suo maestro d’attacco a Formello. Coglie l’attimo e lo lancia. Miro Klose

sfreccia e infila Andujar in uscita. La Lazio è in vantaggio. E a 36 anni, il bomber della storia dei Mondiali può gustarsi anche una sua prima volta. Mai aveva segnato al Napoli. O meglio una rete l’aveva realizzata nel 2012 al San Paolo ma confessò il suo fallo di mani e l’arbitro Banti annullò. La gara era sullo 0-0, poi arrivarono i tre gol del Napoli. BIS DI DOMENICA Storia vecchia, però quel gol gli mancava. Lo cerca già dall’alba della sfida dell’Olimpico: un colpo di testa a timbrare il palo al 9’. Poi, ci pensa Felipe, il folletto

po su colpo alle iniziative della Lazio e ha anche sfiorato il raddoppio prima con Manolo e poi con De Guzman. «La mia rete è stata importante, il pareggio è un risultato d’oro in previsione della gara di ritorno», ha detto l’ex attaccante della Sampdoria, il cui rendimento non può più essere trascurato da Beni-

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tro. Si rammarica il bomber, la sua faccia fa autocritica. Anderson insiste. Come una sfida del giovane al veterano: «Vediamo, se segni…». Klose sul terzo pallone fa centro ed esulta con un volto fanciullesco. Gioia pura. Come quella che il 36enne di origini polacche sfodera al suo primo gol al Napoli, il terzo sigillo in questa stagione di Coppa Italia. Potrebbe anche raddoppiare prima dell’intervallo ma perde l’attimo propizio e Andujar rimedia. Ci riproverà anche nella ripresa. Con Felipe Anderson che continua a cercare il colpo per far saltare il banco. Quindici anni di differenza, il loro presente ha spinte diverse, ma la sintonia di coppia c’è: «Su di lui avrei scommesso a occhi chiusi anche l’anno scorso» dice il tedesco, per poi estendere la fiducia alla squadra: «Possiamo vincere a Napoli anche perché tornano Lulic e gli altri.Nelle due partite giocate quest’anno abbiamo dimostrato di non essere inferiori».

tez: questo Napoli non può fare a meno di Gabbiadini. Con lui in campo, anche Higuain ha maggiori possibilità di scambiare il pallone e di arrivare alla conclusione. «Abbiamo sofferto parecchio nel primo tempo – ha ammesso l’autore del gol napoletano –. La Lazio è forte, ma noi siamo usciti dallo spogliatoio con uno spirito diverso». Ci penserà su più di una volta, l’allenatore, prima di riportare Gabbiadini in panchina. Domenica, il Napoli dovrà scontrarsi con la rabbia dell’Inter. «Sarà difficile, lo sappiamo, giocare una gara ogni tre giorni non è il massimo. Di certo avremo le motivazioni necessarie. Per continuare a inseguire il secondo posto, non possiamo prescindere dal battere l’Inter», ha concluso il giovane attaccante.

● i tiri di Klose, record per la partita dell’Olimpico. La punta ha segnato il 5° gol del 2015 in 11 gare. Per lui anche 5 falli: è il più cattivo dei suoi

CERTEZZA MIRO «NOI NON INFERIORI SI PUÒ VINCERE A CASA LORO»

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● i gol stagionali di Gabbiadini, tra Samp e Napoli. L’azzurro ha tirato 3 volte nello specchio, creato 2 occasioni e perso 9 palloni in 73 minuti

SEGNA SEMPRE MANOLO: «GRANDE SPIRITO NELLA RIPRESA» Mimmo Malfitano ROMA

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a notte di coppa ha avuto il suo protagonista. Gli è bastato un tocco ravvicinato per mantenere inalterate le probabilità di disputare la finale. Cinque gol in 12 partite: segna quasi sempre lui, Manolo Gabbiadini, l’ultimo arrivato. La sua rete ha avuto poco di spettacolare, ha dovuto soltanto spingere in rete un tiro sporco di Higuain. Nessuna prodezza, insomma, ma la qualità può passare in secondo piano, in questo caso. Il gol di Klose ave-

va riproposto l’incubo di una nuova sconfitta, il Napoli sembrava prigioniero dei suoi errori, di quelle incertezze che già l’hanno penalizzato abbastanza, quest’anno. Ma l’idea di nuove critiche e altrettanti processi, non è piaciuta alla squadra. E allora, il Pipita ha tirato fuori l’orgoglio, ha cominciato a partire lungo, con accelerazioni continue, fino a quando non ha trovato il diagonale sul quale s’è lanciato Gabbiadini. UNA LIBERAZIONE Rimesso a posto il risultato, il Napoli s’è sentito liberato dall’ossessione della sconfitta, ha ribattuto col-

SODDISFAZIONE RAFA Persino lui ha ritrovato il sorriso dopo la rabbia di Torino. «Sono soddisfatto dell’atteggiamento della squadra, abbiamo creato almeno 5-6 palle gol. Siamo una squadra forte che diventerà fortissima negli anni», ha detto il tecnico spagnolo. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Coppa Italia R La seconda semifinale

GIOVEDÌ 5 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Paul Pogba, 21 anni, alla Juventus dal 2012, assieme al suo allenatore Massimiliano Allegri PEGASO

COSÌ IN CAMPO A TORINO, ORE 20.45 JUVENTUS 4-3-3

FIRENZE 4-3-3

20 PADOIN

4 RICHARDS 6 POGBA

11 COMAN

17 JOAQUIN

10 AQUILANI

5 OGBONNA

2 G. RODRIGUEZ 8 MARCHISIO

30 STORARI

14 LLORENTE

33 M.GOMEZ

19 BONUCCI

1 NETO

5 BADELJ

7 PEPE

4 CACERES

ALLENATORE Allegri PANCHINA: 1 Buffon, 34 Rubinho, 3 Chiellini, 26 Lichtsteiner, 17 De Ceglie, 15 Barzagli, 33 Evra, 27 Sturaro, 37 Pereyra, 10 Tevez, 9 Morata, 32 Matri SQUALIFICATI: nessuno DIFFIDATI: nessuno INDISPONIBILI: Pirlo, Asamoah e Romulo

74 SALAH

14 M. FERNANDEZ 28 ALONSO

ALLENATORE Montella PANCHINA: 31 Rosati, 24 Lezzerini, 35 Bagadur, 23 Pasqual, 6 Vargas, 32 Lazzari, 38 Rosi, 16 Kurtic, 20 Borja Valero, 72 Ilicic, 18 Diamanti, 9 Gilardino SQUALIFICATI: nessuno DIFFIDATI: Borja Valero, Badelj INDISPONIBILI: Rossi, Bernardeschi, Babacar, Tatarusanu, Savic, Tomovic, Pizarro

ARBITRO Valeri di Roma GUARDALINEE Giallatini-Dobosz QUARTO UOMO Mazzoleni TV TV RAI 1 e RAI HD GDS

Max cerca la Decima Non rinuncia a Pogba 1«Farò più turnover col Sassuolo», promette Allegri che

vuole regalare alla Juve la Coppa Italia della stella d’argento

Fabiana Della Valle INVIATA A VINOVO (TORINO)

L

a fame è quella tipica della casa bianconera. Massimiliano Allegri ha assimilato in fretta la mentalità della Signora: vincere sempre, a prescindere dalla competizione. Se c’è un trofeo in palio bisogna cercare di metterlo in bacheca. Sfuggita ai rigori la Supercoppa, Allegri non vuole correre lo stesso rischio con quella che in Italia viene generalmente considerata una coppetta. Max ci tiene a essere l’allenatore della decima (la Juve è ferma da vent’anni a quota 9, ma da tempo insegue la stella d’argento) e a fare l’accoppiata scudettoCoppa Italia. Per questo il tec-

nico non vuole sentir parlare di turnover (parola che non ama), anche se nei fatti rispetto a Roma cambia 7 giocatori nell’undici iniziale. Ma la Juve fa sul serio e per togliere ogni dubbio Allegri chiarisce subito che Pogba ci sarà: «Paul sta bene e giocherà titolare, Sturaro invece andrà in panchina. In una semifinale deve giocare la formazione migliore. La Fiorentina è una delle squadre più in forma in questo momento. Magari in Coppa Italia giocheranno quelli con più presenze e con il Sassuolo invece farò più cambi. Noi abbiamo il dovere di provare ad arrivare fino in fondo in tutte e tre le competizioni e questo è il momento topico della stagione. Il campionato si deciderà più avanti e co-

munque solo la matematica ci darà la certezza di averlo conquistato. Vincere il quarto titolo di fila sarebbe una cosa straordinaria, che poche squadre al mondo hanno fatto. La Champions è un sogno e in Coppa Italia bisogna andare in finale e provare a vincerla: è troppo tempo che la Juve non porta a casa questo trofeo». Più chiaro di così...

IL NUMERO

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gli anni dall’ultima coppa Italia vinta dalla Juve: la conquistò assieme allo scudetto, nella stagione 1994-95

FIORENTINA INDIGESTA Pogba a Roma è andato in panchina, Allegri l’ha risparmiato perché pochi giorni prima si era fermato per un affaticamento muscolare. «Meglio non correre rischi», aveva detto prima della sfida dell’Olimpico. Adesso il francese sta bene e Max non ha intenzione di rinuncia-

re alla sua stella. Paul appartiene alla ristretta categoria di giocatori in grado di decidere da soli una partita. Quest’anno l’ha fatto diverse volte, gennaio è stato il suo mese migliore (ha realizzato 4 degli 8 gol della stagione, di cui uno in Coppa Italia), poi si è un po’ seduto. Da lui tutti si aspettano reti belle e decisive. Pogba alla Fiorentina ha segnato una sola volta, nello sciagurato 4-2 del Franchi della scorsa stagione. Un gol inutile e una partita da dimenticare. Oggi in Coppa Italia potrà prendersi la rivincita. FORMAZIONE DA DECIDERE Il centrocampista è a secco da un mese e mezzo: era il 25 gennaio e gli spettatori dello Juventus Stadium (che stasera sarà al gran completo: tutto esaurito) hanno ancora negli occhi la straordinaria bellezza del gol rifilato al Chievo. È ora che il Van Gogh di Francia torni a incantare. Pogba ci sarà, Tevez quasi certamente no. L’importanza della partita si misura anche in base alle dichiarazioni di Allegri, che ieri si è sbottonato poco. «Il modulo? Devo decidere. Carlitos? Devo valutare, abbiamo giocato solo tre giorni fa e servono forze fresche». L’ipotesi più probabile è il 4-3-3 già usato in Coppa Italia, con il tridente Pepe-Llorente-Coman. Barzagli potrebbe trovare spazio a gara in corso. © RIPRODUZIONE RISERVATA

I RIVALI IN CAMPIONATO

1Lunedì la punta sfida la Juve, il suo futuro: «Se segno mi rado... e sarà contenta mia mamma. Ora la testa è solo al Sassuolo»

INVIATO A SASSUOLO (MO)

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cinque giorni dall’incontro con la Juve, di cui è promesso sposo, Simone Zaza si toglie subito il dente: «E va bene — sorride il bomber del Sassuolo —, se segno un gol che porta punti mi taglierò la barba, così farò felice anche mamma Caterina». Detto che all’andata ha infilato Buffon nel pareggio per 1-1, facendo il bis dell’anno prima, senza passare dal barbiere, si capisce che stavolta la partita contro i bianconeri assume per Zaza un valore più im-

è un concorrente in più per Edinson Cavani: l’Atletico Madrid. La Juve da settimane s’e fatta avanti per l’attaccante del Psg e ha trovato confortanti riscontri dall’uruguaiano. La pratica è nelle mani di Marotta e Paratici, anche se tutto è legato al futuro di Paul Pogba. Ma su di lui da tempo hanno fatto passi importanti anche il Manchester United e altri club di punta della Premier League. Ieri, però, l’Equipe ha svelato gli approcci dell’Atletico Madrid per l’ex goleador del Napoli. Secondo il quotidiano francese a fare da gancio è stato il connazionale Godin. A seguire, la chiamata di Diego Simeone. Ovviamente la strategia del club madrileno poggia sulla possibile cessione di Mandzukic in Inghilterra, ma questa avance deve fare i conti con le ambizioni di Cavani e con il suo ricco stipendio di 10 milioni netti all’anno. È il motivo per cui in casa bianconera questo ingresso in scena preoccupa relativamente. Nel mirino del club di Agnelli ci sono anche Falcao e Van Persie, tuttavia Cavani appare il primo della lista. DIALOGO MARCHISIO Intanto proseguono i lavori per i rinnovi di contratto. Avviato il dialogo con Marchisio, vanno registrati anche i primi passi per il prolungamento (e adeguamento) di Leonardo Bonucci, ora legato sino al 2017. Tra l’altro il difensore, dopo aver vagliato varie candidature eccellenti, ha scelto il suo nuovo agente: Alessandro Lucci. c.lau. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Leonardo Bonucci, 27 anni ANSA

VERSO LA CHAMPIONS

Zaza: «Un gol decisivo e taglierò la barba!» Andrea Tosi

Atletico su Cavani: Juve serena Bonucci vede il rinnovo

C’

19 BASANTA 23 VIDAL

MERCATO

portante. «La Juve sul mercato di gennaio ha mostrato grande interesse nei miei confronti, mi ha fatto piacere, ma io sono rimasto sulle mie posizioni e cioè restare almeno un altro anno a Sassuolo perché mi piace il progetto del club e soprattutto non mi piace lasciare un lavoro a metà. Lunedì avrò molti occhi addosso, non ho paura, anzi mi piace mettermi in gioco contro la difesa più forte d’Italia, ma non voglio fare passare il messaggio che questa sfida riguardi solo me. Sarebbe scorretto nei confronti del Sassuolo e di tutti i miei compagni, senza i quali non avrei potuto fare quello che

ho fatto in questi due anni». CRISETTA Peraltro, la gara con la capolista arriva in un momento delicato per la squadra neroverde, reduce da tre k.o. di fila che hanno acceso la spia di una «crisetta». «È un periodo che ci gira storto — analizza l’attaccante lucano —. Non cerco alibi, siamo ancora troppo discontinui: prima tutti ci consideravano una sorpresa che poteva puntare in alto mentre adesso ci vedono come una provinciale qualsiasi. Non è così che funziona, dobbiamo trovare un equilibrio. Però una scusante c’è: negli ultimi tempi abbiamo perso molti giocatori per infortunio e altri hanno dovuto sacrificarsi giocando fuori ruolo. La Juve non è certo l’avversario ideale per provare a rialzarci ma potrebbe diventarlo.

Anche all’andata, prima di affrontare i bianconeri, venivamo da alcuni risultati negativi e con il pareggio ottenuto in casa abbiamo dato una svolta alla nostra stagione».

Simone Zaza, 23 anni LAPRESSE

Solo una botta Il Borussia recupera Reus

TESTA LIBERA Il discorso sul suo futuro cade inevitabile. «Adesso sono concentrato soltanto sul Sassuolo. Lo stesso vale per Berardi, visto che tutti ci vedono insieme alla Juventus. Io e Domenico siamo molto simili. Entrambi abbiamo la testa libera da questi pensieri, il calcio per noi è un divertimento. Io penso alla salvezza, a segnare 15 gol (ne mancano 7, ndr) e a rimanere nel giro della Nazionale. Fino a giugno saranno questi i miei obiettivi». Marotta e Allegri possono attendere ancora un po’.

● Le immagini di Marco Reus, costretto alla mezz’ora a uscire dal campo zoppicante e sorretto dagli uomini dello staff medico, avevano fatto temere il peggio. Ma già vedere il giocatore seduto in panchina nel secondo tempo, ed esultare al gol di Immobile contro il Dresda (ottavi della Coppa di Germania), aveva fatto capire che non era nulla di grave. Gli esami di ieri hanno confermato la prima diagnosi: la brutta botta ha causato solo un ematoma alla coscia poco sopra il ginocchio sinistro. Sabato il giocatore dovrebbe saltare la partita con l’Amburgo ma contro la Juve sarà quasi sicuramente in campo. Gianluca Spessot

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Coppa Italia R La seconda semifinale

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AMBIZIONI VIOLA

E Montella freme «È il momento di alzare un trofeo» Neto, 25 anni, brasiliano, portiere della Fiorentina dal 2011. Viene dall’Atletico Paranaense ANDREOLI

1L’allenatore:

«Non ci sono mai stati problemi, resterò qui: avanti insieme» FIRENZE

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Neto para il futuro in bianco e nero C’è solo la Fiorentina 1Il portiere s’è promesso per luglio alla Juventus, che oggi dovrà fermare, impermeabile alle emozioni Giovanni Sardelli FIRENZE

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ifendere il presente sfidando il futuro. Cercando di far gioire tifosi che non ti amano più: provocando contemporaneamente dolori a coloro che speri, un giorno, di conquistare. Il mondo di Neto è un frullato di emozioni in salsa brasiliana. Nello shaker, talento e carattere come ingredienti principali. Del resto la vita sportiva dei portieri è spesso diversa da quella degli altri compagni. La solitudine dei numeri uno diventa normalità. Se non altro, pensa Montella, Neto è abituato a lottare contro i pregiudizi. Basti pensare a quanto ci ha messo per farsi amare a Firenze. PROMESSO SPOSO La storia è nota, vale la pena riviverne gli ultimi passaggi. Neto decide di

Uno striscione polemico dei tifosi viola scritto a gennaio contro Neto

non rinnovare il contratto in scadenza il prossimo giugno, vuole nuove sfide: e decide che la Juventus sarà il suo futuro. Parallelamente la Fiorentina annuncia al mondo l’imminente divorzio. Per questo lo scorso 6 gennaio a Parma la porta va a Tatarusanu: «Scelta dettata esclusivamente da ragioni psi-

cologiche», ha ribadito anche ieri Montella. Prima gli insulti (allo stadio e per strada), poi Neto scivola via nei ricordi dei tifosi mentre Tata va che è un piacere. Fino a quando la schiena blocca il romeno. Nella sfida decisiva con il Tottenham, l’Aeroplanino torna al passato e affida a Neto la maglia da titolare.

Firenze capisce il momento e non lo fischia. Lui fa il resto. Sguardo di ghiaccio, nervi d’acciaio, pelle impermeabile. E personalità da vendere. Insieme ai compagni trascina la Viola agli ottavi di Europa League. Prima para, poi prega. Lo fa sempre. Stavolta però, con più trasporto del solito. RIVINCITA Pochi giorni dopo, la prova del 9. A San Siro tocca ancora a lui. Blocca su Shaqiri, sventa su Vidic, vola su Palacio: non sbaglia una mossa. Il 7,5 in pagella è una logica conseguenza. Zero gol subiti nelle due sfide post «riabilitazione» tra Tottenham e Inter. In stagione i numeri sono eccellenti. Diciotto gare disputate tra campionato e Coppa, soltanto 13 le reti incassate. «Abbiamo due ottimi portieri che possono alternarsi come stanno facendo adesso — ha detto ieri Montella incalzato sull’argomento —. È un problema bellissimo avere due così forti. Ho la stessa sicurezza a prescindere da chi gioca. Come ho visto Neto? Sereno, poi non so se andrà davvero alla Juventus (sorride, ndr), ma a prescindere è sempre stato tranquillo in questi giorni». Sì, alla Juve ci andrà davvero. Qualche tifoso viola ammette di sperare in un ripensamento: ma rimarrà deluso. La scelta è stata ponderata ed il 30 giugno si consumerà il divorzio. Stasera però conta solo il presente. Superare il turno e fare meglio di Buffon, futuro compagno di squadra. Per vedere il mondo in bianco e nero c’è ancora tempo. Qualche mese, per la precisione. © RIPRODUZIONE RISERVATA

mania di vincere, non di andarsene. La vigilia di Juve-Fiorentina è filata via tra una serie di bollettini medici, incastri di formazione e dichiarazioni. Partendo dalle ultime, l’accento si posa sulla voglia fortissima di infilare finalmente una Coppa nella bacheca della famiglia Della Valle. Impresa più volte sfiorata e mai centrata. «La proprietà smania di alzare un trofeo, se lo merita per quanto fatto in questi anni – attacca Montella – Anche io da allenatore non ho vinto ancora nulla e vincere è il sogno di ognuno di noi. Viviamo di sogni e questo è uno di quelli». Sul rapporto tra il tecnico e la società si è scritto abbastanza e detto molto. Stavolta a parlare è il diretto interessato. «C’è sempre stata chiarezza e grande rispetto da entrambe le parti. Non è cambiato nulla in questi mesi se non i risultati. Ci sono tutte le condizioni per andare avanti insieme, non vedo perché cambiare». CEROTTI Blindato il suo futuro, ora testa alla Juve. «Tengono alla Coppa quanto noi – prosegue Montella –, questo ci darà maggiori stimoli. Loro sono i migliori in Italia, ci aspetta una gara di sacrificio, andremo là senza timori». Ma la Fiorentina a Torino va anche senza molti giocatori. L’ultimo dei «caduti» è Pizarro, affaticato e nemmeno convocato (per il quale, nel frattempo, sono iniziati i contatti per il rinnovo). Se l’attacco, escluso Babacar, scoppia di salute (anche Gomez è re-

LE CONDIZIONI DI BASANTA? LA SUA PRESENZA RESTA UN GRANDE PUNTO INTERROGATIVO VINCENZO MONTELLA ALLENATORE FIORENTINA

cuperato e sta bene) gli altri reparti sono in affanno. Soprattutto la difesa. Tomovic e Savic sono rimasti a Firenze, il recupero di Basanta è prioritario. Ieri l’argentino si è allenato, Montella prova a frenare («La sua presenza resta un grandissimo punto interrogativo»): ma salvo sorprese lo butterà nella mischia accanto a Gonzalo Rodriguez. Altri centrali, escluso il giovane Bagadur, non ce ne sono. «Borja Valero ha ancora molto dolore alla caviglia – chiude l’Aeroplanino -. Mati Fernandez può giocare? Nì. Quello che sta meglio di tutti sono io (ride, ndr)». FACCIAMO TREDICI Se nei singoli è acciaccata, globalmente la Fiorentina scoppia di salute. I 12 risultati utili di fila lo testimoniano. «Merito della mentalità e del coraggio». E magari anche del mercato. Salah torna titolare, ha già segnato 4 gol tra A ed Europa League. Manca il timbro in Coppa Italia: i quasi 2 mila tifosi al seguito andranno là anche per questo. g.s. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Di Livio: «Non togliete la mia stella allo Stadium» 1L’ex di Juve e Fiorentina coinvolto

in una polemica: «Io romanista? Sono rispettoso e orgoglioso del mio passato» Nicola Cecere

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el mondo dei social dichiaratamente juventini, si è scatenata per qualche ora una polemica su un giudizio pre Roma-Juve di Angelo Di Livio. Al punto che qualcuno, particolarmente stizzito, vorrebbe che allo stadio venisse tolta la stella col nome del Soldatino. «Una tempesta in un bicchiere d’acqua perché io non ho mai detto “possiamo battere la Juve e riaprire il campionato”, questa è stata la domanda del conduttore di un forum al quale partecipavo come ospite. Al che io ho

risposto che se la Roma avesse superato la Juve il campionato si sarebbe riaperto. Tutto qua. Sono legatissimo al mio periodo bianconero e orgoglioso di far parte dei cinquanta giocatori scelti dai tifosi e immortalati allo Stadium. Io da romano tengo alla Roma, mai nascosto, ma non ho mai parlato male della Juve, come potrei? Ad ogni modo, il problema non esiste, c’è la registrazione. Riportata male su un sito». SEI PER DUE Fra i molti giocatori che hanno vestito sia la maglia bianconera che quella viola, Di Livio si distingue per aver equamente distribuito il

periodo delle due esperienze: sei anni alla Juve (1993-1999) e poi sei anni alla Fiorentina (1999-2005). E così è rimasto legato nella stessa misura ai due club. «Certo, la Juve del mio periodo vinse tutto e la notte della Champions resta chiaramente il punto più alto della mia carriera... Sul piano dei successi raccolti c’è una chiara differenza fra le due esperienze, non sul piano del coinvolgimento emotivo, però. La stagione della C2 con la Fiorentina mi ha regalato sensazio ni indimenticabili. Vedevamo spuntare i tifosi dappertutto, eravamo circondati di amore e di orgoglio, ci fu una identificazione totale fra la squadra e la città. Amare la maglia non era un modo di dire. Quanto ai risultati, bè la notte in cui battemmo l’Arsenal a Wembley con gol di Batistuta rappresenta l’apice di quella avventura».

RIMONTE «Fra i ricordi indelebili degli scontri fra bianconeri e viola in casa Juve ci sono due rimonte. Alla prima, quella del 1994, culminata nel fantastico gol al volo di Del Piero, io partecipai da tifoso sugli spalti, perché infortunato. Ero invece in campo in maglia viola quando nel 2001 la Fiorentina fissò sul 3-3, con una punizione di Chiesa, una sfida che ci aveva visti in vantaggio 2-0 e poi sotto 3-2, per i gol di tali Conte e Inzaghi...». Già, due che diventeranno allenatori... Come se la giocheranno stasera Allegri e Montella? «Con molta serietà. Alla Juve vale solo vincere, ti trasmettono il concetto appena arrivi... Mentre la Viola ha la consapevolezza di essere ancora in corsa per tutti gli obbiettivi. Un pronostico? Lo considero un derby, quindi...» In maglia Juve: dal 1993 al 1999

Con la Fiorentina: dal 1999 al 2005

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Serie A R

GIOVEDÌ 5 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Task force Milan Dopo la sfuriata Galliani coccola e sostiene Inzaghi

CLASSIFICA

1Ancora colloqui dell’a.d. con lo staff a Milanello La speranza è un convincente finale di stagione

SQUADRE

PT

JUVENTUS ROMA NAPOLI LAZIO FIORENTINA SAMPDORIA GENOA TORINO INTER MILAN PALERMO SASSUOLO UDINESE EMPOLI VERONA CHIEVO ATALANTA CAGLIARI CESENA PARMA (-1)

58 49 45 43 42 39 36 36 35 34 34 29 28 28 28 25 23 20 19 10

PARTITE

RETI

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17 13 13 13 11 9 9 9 9 8 8 6 7 5 7 6 5 4 4 3

7 10 6 4 9 12 9 9 8 10 10 11 7 13 7 7 8 8 7 2

1 2 6 8 5 4 6 7 8 7 7 8 10 7 11 12 12 13 14 18

52 38 44 43 37 32 36 28 39 35 38 29 26 25 29 18 22 32 24 20

14 19 31 27 24 28 29 25 32 30 39 38 32 27 44 30 37 47 47 47

* 1 PUNTO DI PENALIZZAZIONE

G.B. Olivero INVIATO A MILANELLO (VA)

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arola d’ordine: compattarsi. Ieri Adriano Galliani è tornato a Milanello per un’altra serie di colloqui con le stesse persone che aveva incontrato martedì: Inzaghi, Tassotti, il preparatore Tognaccini, l’osteopata Cesarini, i dottori Tavana e Meersseman. Prima c’è stata una riunione collettiva, poi Galliani ha parlato separatamente con i due allenatori, con i responsabili della preparazione atletica e della prevenzione degli infortuni e con i medici. I colloqui dell’a.d. rossonero sono durati quattro ore e mezza e sono l’ennesima dimostrazione della vicinanza del club alla squadra, ma anche della particolare situazione in cui si trova il Milan.

sera 2-0 a San Siro) e che poi il crollo è coinciso con l’enorme numero di infortuni verificatisi dopo il 6 gennaio e dopo un 2014 che, anche nei mesi di gestione Seedorf, non aveva evidenziato problemi fisici particolari. L’INCORAGGIAMENTO Nei colloqui di ieri i toni sono stati più distesi, Galliani ha sottolineato l’importanza di un’istantanea

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● i punti conquistati dal Milan di Inzaghi nelle nove partite di campionato giocate nel 2015. La media di un punto a incontro ha deluso Silvio Berlusconi Adriano Galliani, 70 anni, a.d. dell’area tecnica del Milan GETTY

IL PROBLEMA INFORTUNI Ieri Galliani aveva messo alle strette tutti i membri dello staff chiedendo risposte a domande logiche e messe pure per iscritto qualche giorno prima sotto forma di lettere private. Il discorso degli infortuni è quello centrale perché a Milanello sono tutti concordi nell’analisi: senza quella serie lunghissima di problemi fisici le cose sarebbero andate diversamente. Galliani sa che la rosa attuale non può ambire a posizioni di vertice, ma è (giustamente) convinto che una decina di punti in più si sarebbero potuti conquistare. Ieri l’a.d. ha ribadito che nell’intervallo della partita con la Fiorentina (26 ottobre, rossoneri in vantaggio 1-0, poi finì 1-1) il Milan era terzo, che il 14 dicembre aveva gli stessi punti del Napoli (battuto quella

uscita dalla crisi. L’esonero di Inzaghi (immediato o a fine stagione) sarebbe un altro fallimento per la società, che dovrebbe pagare tre allenatori (Seedorf è ancora a libro paga) in un momento difficile dal punto di vista economico. Galliani ha incoraggiato Pippo, spiegandogli che non deve preoccuparsi della posizione in classifica e di un’ipotetica tabella per rincorrere l’Europa League perché quello che più preme a Berlusconi e a lui stesso è di rivedere un Milan propositivo, equilibrato, aggressivo e convinto delle proprie possibilità. La sfida interna di sabato sera con il Verona dovrà dare questo tipo di risposte al di là del risultato che tra Arcore e Casa Milan tutti si aspettano naturalmente positivo. L’ipotesi di un esonero anticipato di Inzaghi viene allontanato con forza da Galliani, che spera ancora in un finale di campionato talmente buono da far rivalutare il lavoro di Pippo e la scelta societaria di affidargli la panchina l’estate scorsa. I risultati restano il primo e più importante metro di giudizio per un allenatore, ma in questo momento un ottimo risultato sarebbe quello di mostrare un Milan in linea con le potenzialità (non eccelse ma nemmeno disastrose) della rosa a disposizione del tecnico. In pratica un Milan che batta senza problemi le squadre più deboli, che se la giochi con quelle dello stesso livello e che dia fastidio a quelle più forti. Un Milan che mostri un volto coraggioso e orgoglioso. Un Milan che non perda più uno o due giocatori a partita e che viaggi compatto fino all’ultima giornata di questo complicato campionato. Un Milan con uno spirito diverso e con un gioco diverso. © RIPRODUZIONE RISERVATA

CHAMPIONS PRELIMINARI DI CHAMPIONS EUROPA LEAGUE RETROCESSIONI

PROSSIMO TURNO SABATO 7 MARZO SAMPDORIA-CAGLIARI ore 18 MILAN-VERONA ore 20.45 DOMENICA 8 MARZO, ore 15 CESENA-PALERMO ore 12.30 CHIEVO-ROMA EMPOLI-GENOA PARMA-ATALANTA UDINESE-TORINO NAPOLI-INTER ore 20.45 LUNEDÌ 9 MARZO LAZIO-FIORENTINA ore 19 JUVENTUS-SASSUOLO ore 21

(2-2) (3-1) (1-2) (0-3) (1-1) (0-1) (0-1) (2-2) (2-0) (1-1)

TACCUINO Pippo Inzaghi, 41 anni, prima stagione sulla panchina del Milan ANSA

VERSO L’ANTICIPO DI SABATO

Poli recupera per il Verona Due ipotesi: 4-3-1-2 e 4-3-3 ● (gb.o.) Ieri a Milanello si era sparso un po’ di allarme a proposito di Poli, ma Andrea ha recuperato da un leggero affaticamento, sta molto meglio e oggi si allenerà con i compagni. Inzaghi dovrebbe provare la formazione della quale non faranno parte gli infortunati De Jong e Montolivo. Sono due le ipotesi principali per lo schieramento che dovrebbe affrontare il Verona sabato sera a San Siro. La prima prevede un 4-3-1-2 con Poli, Essien e Van Ginkel a centrocampo, Bonaventura trequartista alle spalle di Destro e Menez. La seconda ipotesi prevede invece un 4-33 con Bonaventura arretrato al posto di Van Ginkel e il tridente composto da Menez, Destro e Cerci. In difesa conferma per Bonera e Antonelli sulle fasce e forse

anche per Alex e Bocchetti in mezzo. Intanto ieri Antonelli ha incontrato i tifosi al Milan Store: «Quando rientreranno gli infortunati torneremo il vero Milan. Noi remiamo tutti dalla parte di Inzaghi, perché il mister è molto preparato e sappiamo che ci farà superare questo momento difficile. Ai tifosi posso dire solo che daremo tutti il 100% e usciremo da questa crisi. Cercheremo di fare più punti possibili per tornare in Europa. Noi ci prepariamo al meglio in allenamento cercando di ripetere anche in partita le situazioni di gioco che proviamo a Milanello. Non sempre è possibile perché c’è anche l’avversario, ma sono convinto che ci toglieremo delle soddisfazioni. La Nazionale? Non ci penso per il momento. Spero che facendo bene con il Milan venga di conseguenza». © RIPRODUZIONE RISERVATA

PALERMO

Gonzalez è out Vitiello 2017 ● PALERMO (f.v.) Out Gonzalez per 2 settimane. Il difensore Vitiello, a scadenza a giugno, ha allungato al 2017.

CHAMPIONS DONNE

Presentata la finale di Reggio Emilia

● (m.cal.) A Reggio Emilia presentata la finale di Champions donne del 26 maggio 2016 al Mapei Stadium. Intanto alla Cyprus Cup l’Italia di Cabrini ha battuto 2-1 la Corea del Sud.

UNDER 18

Travolta l’Ungheria: doppietta di Vido

● A Telki, l’U.18 ha sconfitto 40 l’Ungheria: gol di Bifulco, Favilli e doppietta di Vido.

CASO RACITI

Lo Stato chiede 305 mila euro

● L’Avvocatura dello Stato ha chiesto 305 mila euro di danni a Daniele Micale e Antonino Speziale, condannati per la morte dell’ispettore capo Filippo Raciti.

Arbitri R La riunione tecnica

La A pensa al raddoppio: tecnologia e addizionali 1Collina, Rizzoli e Messina convincono Lotito, Fassone, Marotta, Gandini e Baldissoni sui giudici di porta: l’ultimo ostacolo sono i soldi

Francesco Ceniti

L

a Serie A non lascia, ma raddoppia. Il futuro in tema di arbitri potrebbe essere la goal-line technology (anti reti fantasma) più gli addizionali. Sì, proprio i giudici di porta finiti nella bufera in questo campionato per alcune situazioni controverse (su tutte il gol dato alla Roma a Udine, con l’arbitro Guida che sconfessò il

collega Maresca) e che Federcalcio e Lega sembravano intenzionate a «pensionare» dal prossimo giugno anche per i tagli al bilancio dovuti alla riduzione dei contributi Coni. E invece ieri a Roma c’è stato il cambio di prospettiva durante una riunione tecnica. Da una parte c’erano i rappresentanti dei club di A (Baldissoni per la Roma, Fassone per l’Inter, Gandini per il Milan, Lotito per la Lazio, Marotta per la Juve) accompa-

gnati da Carlo Tavecchio (numero uno Figc), dall’altra i vertici arbitrali di casa nostra, vale a dire il presidente Aia, Marcello Nicchi, i designatori Messina (A), Farina (B) e Rosetti (Lega Pro), il «leader» dei fischietti Nicola Rizzoli e il capo degli arbitri Uefa, Pierluigi Collina. SPIEGAZIONI Ed è stato proprio Collina (da solo) ad aprire la riunione. Il designatore Uefa ha spiegato il progetto e illustrato il lavoro (spesso oscuro e di prevenzione) degli addizionali. Si è poi soffermato sul concetto di squadra allargata e sui vantaggi («notevoli») correlati. Analisi ribadita da Rizzoli e da

Il gol dato alla Roma a Udine: arbitro e addizionale avevano idee diverse

Messina, che si è soffermato sui metodi di scelta, spiegando i meccanismi che portano ad abbinare fischietti esperti con altri provenienti dalla B.Una esposizione ampia che ha «sorpreso» i dirigenti dei club. «Abbiamo capito come siano importanti i giudici di porta: diminuiscono la possibilità di errore. Proprio quello che vogliamo» è stato il commento unanime dei rappresentanti della Lega di A. Insomma, c’è la volontà tecnica di mantenere gli addizionali anche perché con l’avvento della tecnologia saranno sgravati da un compito delicato e potranno aiutare ancora di più l’arbitro centrale. Resta da superare il

problema economico (poco più di un milione): sarà necessario un passaggio in assemblea dove verrà illustrata la relazione favorevole agli addizionali. I tempi sono stretti: entro marzo bisogna avviare l’asta per avere la tecnologia nella prossima stagione; tempi poco più lunghi anche per la conferma dei giudici di porta. L’Aia deve definire gli organici e la decisione sugli addizionali ha il suo peso. Un doppio «sì» sembra possibile, come ammette Nicchi: «Credo ci siano buone possibilità. La Lega farà le sue valutazioni, ma ci è sembrato di capire che siamo tutti d’accordo». © RIPRODUZIONE RISERVATA


Serie A R Il personaggio

GIOVEDÌ 5 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

A TU PER TU CON... IL FRANCESE DEL GENOA: «AL MILAN IN CERTI CASI NON HO AVUTO FORTUNA. IL PALO A BARCELLONA? DIO DECISE COSÌ. ORA STO CRESCENDO SOTTO TUTTI I PUNTI DI VISTA»

Niang «MI SENTO PUNTA ADORO LE SFIDE E RINGRAZIO GASP» DUE GOL M’Baye Niang, 20 anni, francese, 2 gol con la maglia del Genoa in Serie A ANSA

L’INTERVISTA di ALESSIO DA RONCH-FILIPPO GRIMALDI GENOVA

«I

o sono sempre qui, sto ancora aspettando Perin (Niang sorride, ndr). Eppure, sotto casa mia ancora non si è visto. Evidentemente ha impegni più importanti. Ho comprato il tavolo da ping pong. Mattia dice di essere forte, ma pure io sono convinto di vincere. E se dovesse andarmi male, vorrà dire che quel giorno non sarò stato in forma...Io adoro le sfide, sono cresciuto alla scuola dello sport, giocavo a tennis, correvo i cento metri». Talenti genoani crescono. M’Baye Niang e il suo avvenire dietro le spalle. Grande e ingombrante. Finché è sbucato il Genoa. Avvio boom, titoloni sulla stampa francese: «Encore decisif», dedicato a lui dopo il derby. «Dal primo giorno ho trovato un grande spirito di squadra. Per me era quasi un obbligo dare su-

bito il massimo. Sto crescendo, ma c’è ancora tanta strada per arrivare dove voglio io. Punto al massimo, a giocare in un grandissima squadra e a vivere in campo le sfide più importanti». Lei è cresciuto con la consapevolezza di poter diventare un numero uno. Nelle giovanili del Caen non hanno mai visto uno così forte prima di lei. «Non mi lascio distrarre da questi discorsi. Lavoro per diventare un campione. Il mio sogno è conquistare il Pallone d’oro. Farò di tutto per riuscirci e se mi fermerò a metà strada, ci avrò comunque provato». È stato il più giovane debuttante in Ligue 1 e il secondo a segnare in campionato. Sarebbe stato più facile crescere a fari spenti? «All’inizio non mi conosceva nessuno, dopo sono arrivati i problemi. Dovevo confermarmi su certi livelli. Poi è arrivata la possibilità di venire al Milan e l’ho colta al volo. Volevo crescere». Bella sfida, la Serie A non è un campionato per

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CONTENUTO PREMIUM giovani. «Mi piacquero le idee dei rossoneri. E poi ho avuto fortuna, Allegri mi ha fatto giocare in mezzo a grandi campioni».

L’IDENTIKIT

Da quando è al Genoa, due gol e due assist. quattro partite da titolare, nessuna sconfitta. L’impressione è che lei si sia calato alla perfezione negli schemi rossoblù. «Qui i risultati arrivavano già prima. Toccava a me dimostrare di poter giocare. Con Gasperini c’è stata sintonia immediata, sapevo che sarebbe andata così. Ti fa crescere sotto tutti i punti di vista. Lavoro tanto, non ci sono altri segreti».

NATO IL 19 DICEMBRE 1994 NAZIONALITÀ FRANCESE RUOLO ATTACCANTE ALTEZZA 184 CM PESO 75 KG

Del Niang milanista si diceva che fosse una grande promessa, ma poco freddo sotto porta. Qui sembra più sereno. «Cercavo di far gol anche al Milan, in certe occasioni non ho avuto fortuna. Qui è andata meglio e spero di continuare così. Anche a Montpellier ero partito forte, poi ero calato, ma lì fu solo per colpa mia». Lei ha pagato cari certi errori di gioventù, come l’esclusione dalle nazionali di Francia. «Vero, ma mi hanno fatto crescere. Oggi sono più responsabile e sicuro che non mi succederà mai più. Forse avevo bisogno di sbagliare per comprenderlo. In campo si vede che sono cresciuto. So che la nazionale francese ha ripreso a seguirmi, anche se la priorità va al mio club». Ha avuto ottimi maestri. «Li ho ancora: ci sono Perotti e Iago e c’è Burdisso che ha avuto una carriera importante. Da loro sento grande fiducia e li ringrazio». Si sente più centravanti o esterno? «Centravanti. Nel Milan giocavo a destra, qui a sinistra, a me va bene tutto. Ho segnato la mia doppietta da centravanti, ma imparare più ruoli non mi fa certo male». Però le manca il fisico alla Borriello... «Marco è un grande centravanti, il mister mi sta insegnando a giocare d’appoggio. Se a vent’anni sapessi già fare tutto...» Quel famoso palo contro il Barcellona, due anni fa, avrebbe potuto cambiarle la vita. È un incubo che ritorna? «No. La vita non si ferma a un colpo sfortunato. Magari riprovo, prendo il palo e poi la palla va in rete. A 18 anni fu un gran piacere affrontare il Barcellona. Sarebbe stato meglio segnare, ma Dio ha deciso diversamente. Succede, talvolta». In Italia ha subìto episodi di razzismo? «Sì, ma se tiri diritto la gente smette. Il mondo è fatto dagli intelligenti e dagli stupidi. Ma non succede solo qui, pensate al Feyenoord. Bravo Gervinho, che ha continuato a giocare». In Serie A debuttò a Genova con la Samp. «Al Ferraris ho sempre giocato grandi partite, anche con il Genoa. Ora è casa mia». Saponara è esploso a Empoli, Silvestre brilla nella Samp. Il Milan mette pressione? «Saponara tornerà e sarà un grande. Per vestire il rossonero devi essere convinto dentro. È una sfida, come piace a me». Di lei hanno detto: «Sarà il nuovo Henry». «Facciamo così: vi richiamo io a fine carriera per dirvi se avrò fatto bene come lui...». © RIPRODUZIONE RISERVATA

M’BAYE NIANG

Vent’anni, di origini senegalesi, è cresciuto non lontano da Parigi e ha frequentato il liceo sportivo, dove eccelleva in calcio, atletica (100 metri e staffetta) e pingpong. Il suo primo club è stato il Caen: da 15enne è stato convocato nella selezione U19. IN ITALIA Nel 2012 è passato al Milan, quindi ha giocato nel Montpellier dal dicembre 2013 alla fine della stagione scorsa. Tornato al Milan, a gennaio è andato in prestito secco per sei mesi al Genoa di Preziosi. LE SUE SQUADRE CAEN 2010-2011 CAEN 2011-2012 MILAN 2012-2013 MILAN 2013-dicembre 2013 MONTPELLIER dicembre 2013-2014 MILAN 2014-gennaio 2015 GENOA da gennaio 2015


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GIOVEDÌ 5 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

L’alba del ribaltone in casa Atalanta: salta Colantuono, la panchina a Reja 1Il club cambia: l’annuncio alle 8.50. Sostituzione agevolata dal possibile rinvio della gara di Parma

clic CON EDY IN SERIE A TORNA IN PANCHINA IL DECANO DEI TECNICI ● L’ultimo arrivato è anche il più longevo. A 69 anni compiuti lo scorso 10 ottobre, infatti, Edy Reja è anche il tecnico più vecchio tra i 20 che attualmente siedono sulle panchine della Serie A. Un primato che l’allenatore friulano strappa al granata Ventura, secondo in questa graduatoria con 67 anni. A seguire, troviamo Gasperini (57, Genoa), Sarri (56, Empoli) e, alla pari, Mandorlini (Verona) e Benitez (Napoli) con 54. Il più giovane è Andrea Stramaccioni che il 9 gennaio ha compiuto 39 anni, uno in meno di Montella (Fiorentina) e 2 di Inzaghi (Milan).

Matteo Spini BERGAMO

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aramente le fredde righe di un comunicato stampa raccontano emozioni, storie, motivi. L’Atalanta ha annunciato l’esonero di Stefano Colantuono ieri mattina alle 8.50, attraverso il suo sito internet, comunicando l’ingaggio di Edy Reja. Un colpo di scena che ha sorpreso tutti, almeno per la tempistica: l’allenatore romano non sembrava in discussione nemmeno dopo il quarto k.o. consecutivo, specie per via del momento di un campionato che sta per entrare nel rush finale. Nel dopopartita di domenica c’era stato un lungo confronto tra il tecnico e la proprietà, ma si credeva che la fiducia fosse stata rinnovata, almeno fino alla partita di Parma: probabilmente, i dubbi sulla disputa della prossima gara hanno favorito l’accelerata. E’ anche circolata (senza conferme)la voce di un battibecco tra l’allenatore e il d.g. Marino a margine dell’allena-

EX NAPOLI E LAZIO Edoardo Reja, 69, dirige il primo allenamento dell’Atalanta. Ha già lavorato a Napoli con Marino. L’ultima panchina in A quella della Lazio da gennaio a giugno 2014 MAGNI

mento di martedì, ma - prima del terremoto consumato tra l’altra sera e ieri mattina- in effetti nessuno immaginava niente del genere. Evidentemente, la società, spaventata dallo spettro della B, ha creduto che fosse il momento della svolta: nel Percassi-bis, si tratta del secondo allenatore in assoluto e del primo cambio in corsa. GIOIE E DOLORI Un divorzio che non può passare in secon-

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do piano: perché il 5° cambio stagionale in A riguarda il tecnico che da più tempo sedeva sulla stessa panchina. Oltretutto, il club nerazzurro si separa dall’allenatore con più presenze in campionato nella propria storia: proprio in questa stagione, Colantuono (fermatosi a 261 gettoni) aveva superato Mondonico, al quale resta il primato assoluto di presenze. Chiaro che la decisione partorita ieri sia la somma di una serie di indizi disseminati in una stagione vissuta tra mille angosce: dall’euforia estiva da parte di un ambiente che sognava l’Europa si è passati in breve tempo alle insidie di un calendario complicato, alle sconfitte in serie, agli infortuni pesanti (Estigarribia e Raimondi hanno chiuso la loro stagione già in autunno) e all’involuzione di un Denis mai entrato in forma. Tutti motivi che hanno complicato la stagione dell’uomo di Anzio. Gli ultimi tasselli sono stati il coinvolgimento nell’inchiesta Last Bet, che aveva destabilizzato non poco il tecnico (prima del match con l’Inter, non aveva nascosto le difficoltà dal punto di vista emotivo) e alcune scelte non convincenti, come lo spostamento di Baselli sulla trequarti e l’insistenza su un Denis apparso sempre più opaco. REJA GIA’ AL LAVORO Edy Reja – che a Napoli ha già lavorato con Marino - è arrivato a Zingonia ieri alle 11: ha parlato con Percassi, con la squadra e, alle 15, ha diretto il primo allenamento, sotto gli occhi della dirigenza e di un centinaio di tifosi che l’ha accolto con ottimismo, ma anche degli ultrà della curva che si è rivolta alla squadra parlando di «giorno triste» e di «responsabilità dei giocatori». Con Colantuono, out anche il suo staff: il nuovo vice allenatore sarà Sergio Porrini, promosso dalla squadra Allievi, il preparatore dei portieri Massimo Biffi, altra soluzione interna, il preparatore atletico Gigi Febbrari, fedelissimo di Reja. Che sarà presentato oggi e che ha firmato un contratto di un anno e mezzo, fino al termine della prossima stagione, cancellando di fatto (almeno per il momento) le ipotesi estive Donadoni e Delneri. Il nuovo capitolo atalantino è iniziato ieri, con le idi di marzo anticipate di Stefano Colantuono. © RIPRODUZIONE RISERVATA

● i tecnici esonerati in Serie A quest’anno: prima di Colantuono, sono stati sostituiti dopo la 7ª giornata Corini (Chievo), dopo l’11ª Mazzarri (Inter), dopo la 14ª Bisoli (Cesena) e dopo la 16ª Zeman (Cagliari)

CALCIOSCOMMESSE

Dall’esonero al pm Cola sentito il 19 E Doni inguaia anche la società

Stefano Colantuono, 52 anni, allenava l’Atalanta dal giugno 2010

1L’ex allenatore

è indagato per la chat tra l’ex capitano e Santoni Atalanta: rischio -1 Francesco Ceniti

«A

llenatore e ds volevano fare X». E’ questa la frase che ha portato Stefano Colantuono sul registro degli indagati nell’inchiesta sul calcioscommesse condotta a Cremona. Parole scritte da Cristiano Doni, capitano dell’Atalanta, a Nicola Santoni in una chat del 21 aprile 2011: meno di 24 ore prima di Crotone-Atalanta 2-2, gara combinata seconda la Procura anche grazie all’assenso di Colantuono.

RISCHIO ATALANTA La chat è giudicata dagli inquirenti «lampante» anche perché il «garante» è Doni, uno che nello spogliatoio aveva un peso specifico. L’ex capitano spiega a Santoni di aver parlato con allenatore e ds: «Robi glielo ha detto e pure io ho fatto capire che sarebbe meglio vincere». E alla domanda di Santoni («ma lo sanno ora?») risponde: «Lo sa solo il mr». Non solo, Doni rassicura l’ex portiere: «La gestisco io». Una gestione dettagliata: «L’unica cosa è che se non siamo avanti a 20 dalla fine dobbiamo andare a Parigi». Parola criptata che secondo la Procura vuol dire pareggio (il ri-

sultato poi del campo con over per i 4 gol segnati). Una interpretazione avallata dalla successiva preoccupazione di Santoni: Chi gioca dietro da voi? Bisogna dirglielo (riferito ai difensori Troest, Peluso, Bellini e Ferri elencati da Doni, ndr). Se chiedono poi Parigi finisce lì». Il capitano dell’Atalanta conclude con una frase riferita al portiere del Crotone: «Tranquillo, ho fatto come prima di Modena. Dopo vado da Concetti e lo minaccio. Poi vado in Abruzzo con la Lamborghini e li inc...». In Calabria sarà proprio Doni a realizzare nel secondo tempo il 2-2 con una punizione. Questi atti saranno anche vagliati dal procuratore sportivo Stefano Palazzi: essendo una partita nuova, sembrerebbe scontato il deferimento di Doni e quindi dell’Atalanta a prescindere dalla situazione del suo ex tecnico del d.s. Gabriele Zamagna. Se Doni dovesse patteggiare (come sembra probabile dalle carte) il nuovo illecito, la squadra nerazzurra rischia un -1 in classifica. Che potrebbe scontare anche in questo campionato se il processo sportivo si svolgerà in estate. COLA E VIVES DAL PM Colantuono si è dichiarato estraneo alle contestazioni. Ieri il suo avvocato, Marco De Luca, ha spiegato che le accuse della Procura sono «frutto evidentemente di un equivoco». Per questo motivo l’ex tecnico dell’Atalanta ha chiesto e ottenuto di essere interrogato dal pm Roberto di Martino: sarò a Cremona giovedì 19 marzo. E sarà sentito dalla polizia giudiziaria su delega del pm anche Giuseppe Vives, centrocampista del Torino, indagato per Lecce-Lazio 2-4, gara considerata alterata dagli inquirenti.


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QUI ROTTERDAM

Il Feyenoord: «Le banane? È solo goliardia» 1Bizzarra difesa degli olandesi

dopo il gesto razzista a Gervinho Per Ljajic un avvertimento Uefa

Garcia torna sergente «Lottiamo sino alla fine»

1Faccia a faccia tra l’allenatore e la squadra. Intanto la Roma pensa al futuro: si tenta Milner (City) e si tratta per il rinnovo di Nainggolan

Il classico incontro fra tecnico e squadra a centrocampo. Questo è il faccia a faccia di Rotterdam, dove Garcia ha caricato la squadra ottenendo un successo MANCINI

Massimo Cecchini ROMA

C

i sono notti che sembrano non finire mai. Pur con qualche sprazzo di luce, così sembra quello che sta accadendo alla Roma, che vede ormai allontanarsi il sogno dello scudetto. Se Rudi Garcia, doverosamente, parla alla squadra per invitarla a non mollare fino a fine stagione, la dirigenza invece guarda avanti cercando di costruire una squadra meno fragile in vista della prossima annata. FACCIA A FACCIA È il presente, comunque, che va tutelato per prima cosa e così – alla ripresa degli allenamenti – l’allenatore francese ieri ha parlato con i giocatori, evidenziando concetti non nuovi, ma che in questo clima cupo che si respira in città dal punto di vista mediatico, forse andavano sottolineati. «Non perdiamo di concentrazione – è questo il senso del sereno discorso di Garcia – perché questa stagione ha ancora molto da dire. Abbiamo il campionato da onorare fino in fondo e l’Europa League per cui lottare. Guai a mollare adesso». Difficile dare torto all’allenatore, che in effetti continua ad avere una fiducia piena nel suo gruppo. CRISI DEL GOL I numeri, però, raccontano come sul fronte offensivo le cose non quadrino. Infatti, nelle 35 partite finora disputate, i giallorossi abbiano segnato «solo» 49 gol, con una

media di 1,4 reti a partita, la più bassa dalla stagione 2004-2005 (1,33), quando la Roma sfiorò addirittura la retrocessione. Nessuna sorpresa, quindi, che occorra porre rimedio alla situazione, sperando magari nel recupero di Doumbia e Ibarbo. IDEA MILNER Se Garcia si concentra sull’attualità, a pensare al futuro tocca alla società. E allora filtra come una decina di giorni fa il d.s. Walter Sabatini abbia fatto un blitz in Inghilterra per aggiudicarsi James Milner, centrocampista di fascia del Manchester City, in scadenza di contratto a giugno. La concorrenza però è formidabile, e si chiama soprattutto Liverpool. Il club inglese vorrebbe fare di Milner addirittura l’erede di Gerrard. Informalmente, pare che il giocatore preferisca restare in Premier League, ma la Roma non ha intenzione di mollare la pista, anche perché da qui a giugno le vie del mercato sono senz’altro infinite. CASO NAINGGOLAN Altro fronte aperto, poi, è quello relativo al rinnovo di contratto e al relativo riscatto di Nainggolan. Ieri è andato in scena a Trigoria l’incontro fra Sabatini e il manager del giocatore, Beltrami. Le voci che filtrano parlano di un’intesa non semplice, anche se c’è tutta l’intenzione della dirigenza di arrivare a una conclusione positiva. Come sempre, è una questione di soldi. Il centrocampista vorrebbe arrivare a guadagnare circa 2,5 milioni a stagione più bonus, anche per-

Rudi Garcia, 51 anni, seconda stagione alla Roma. Nella prima è arrivato secondo, la stessa posizione attuale ACTIVA

La banana lanciata al De Kuip di Rotterdam EPA

ALLA CONSOLLE

Andrea Pugliese

Dalla Francia del futuro nuovi consigli

L

ché – pure qui – il Liverpool preme per cercare di sedurre il giallorosso, forte del fatto che la Roma deve ancora riscattarlo, e il Cagliari, che detiene metà del cartellino, non chiede meno di dieci milioni, anche se tra le due società italiane ballano anche i possibili riscatti di Astori e Ibarbo. Intanto a farsi sentire per il momento è Nainggolan, che ieri ha twittato così: «Troppa gente parla e giudica senza mai sapere la verità o la persona. Chi capisce, capisce!!!!». La vulgata fa interpretare queste parole in relazione alle prime indiscrezioni che sono uscite sul suo contratto: non ci meraviglieremmo. In ogni caso, a Trigoria in questi giorni si respira già aria di futuro.

● (pug) La squadra delle leggende e la Francia del futuro. Chissà, magari presto Rudi Garcia le userà entrambi, giocando alla playstation. Il tecnico francese è stato infatti scelto dalla EA Sport come testimonial per la nuova edizione del gioco di calcio più diffuso al mondo. E, divertendosi, ha stilato la Francia del futuro, un undici dove magari la Roma può anche pescare qualche gioiellino per il futuro. Squadra ultraoffensiva, schierata con il 3-4-1-2 piuttosto che con il suo 4-3-3: in porta Areola (Bastia), in difesa Zouma (Chelsea), Laporte (Athletic Bilbao) e Umtiti (Lione), a centrocampo in mezzo Ferri (Lione) e Veretout (Nantes) e sugli esterni N’Koudou (Nantes) e Ntep (Rennes). Infine Fekir (Lione) come trequartista, le due punte Coman (Juventus) e Beauvue (Guingamp). Poi Garcia ha disegnato anche il suo undici leggendario, sempre con il 3-4-1-2: Schmeichel; Cannavaro, Beckenbauer, Maldini; Figo, Vieira, Gullit, Roberto Carlos; Pires; Basten, Pelè. Una squadra stellare, dove spicca però un’assenza doc: un certo Maradona, non proprio l’ultimo arrivato.

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ROMA

e banane gonfiabili? Altro che razzismo, solo folklore. Anzi, estremizzando quasi un fattore culturale. È la difesa (bizzarra) del Feyenoord per non andare incontro a sanzioni pesanti (squalifica del campo?) dopo i fatti di Rotterdam nel ritorno di Europa League con la Roma. Dove, appunto, dalla tribuna dei tifosi biancorossi è stata lanciata una banana gonfiabile nei confronti di Gervinho. LA DIFESA OLANDESE A parlare per gli olandesi è stato il d.g. Eric Gudde, con un comunicato ufficiale sul sito del club. «Le banane gonfiabili fanno parte dell’attività del tifo del Feyenoord per creare una buona atmosfera nello stadio, lo abbiamo mostrato all’Uefa con foto e video — dice il d.g. —. Dagli anni Ottanta si sono viste spesso sulle tribuna del De Kuip, è inopportuno associare il Feyenoord al razzismo per colpa delle banane gonfiabili. Noi siamo un club multiculturale, cosa che è visibile dalla prima squadra al settore giovanile». Vero, come però è vero che la banana è stata lanciata verso Gervinho con il chiaro intento del gesto razzista. Lo stesso Gervinho nei giorni scorsi ci è tornato su così: «Non me ne ero neanche accorto, poi me l’hanno fatto notare i compagni e l’arbitro. Un gesto offensivo per me e la mia famiglia, mi aspetto delle sanzioni». Succederà il 19 marzo, quando a Nyon si riunirà l’Uefa Control, Ethics and Disciplinary Body per discutere dei tre capi d’accusa pendenti sul Feyenoord: comportamento razzista, lancio di oggetti e materiale pirotecnico in campo, inadeguatezza organizzativa. WARNING ADEM Nessuna sanzione (qualcuno temeva la squalifica di un turno) invece per Adem Ljajic, solo un warning, un avvertimento per l’esultanza provocatoria dopo il gol del vantaggio sotto lo spicchio dei tifosi del Feyenoord. Multa di 10mila euro invece alla Roma per aver ritardato il calcio d’inizio. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Serie A R Il caso

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Ecco lo sponsor Un «piano Parma» modello Conte 1La Erreà fornirà i soldi per giocare 2 partite

Poi, dopo il Tribunale, ci dovrà pensare la Lega

HANNO DETTO

«NOI VOGLIAMO GIOCARE, MA SERVONO LE NOSTRE CONDIZIONI CHE SONO CHIARE» ALESSANDRO LUCARELLI DIFENSORE PARMA

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Alessandro Catapano Andrea Schianchi

«LA PROSSIMA SETTIMANA CI PRESENTEREMO IN PROCURA CON DEI PAGAMENTI FATTI»

U

n piano in due fasi per salvare il Parma e, di conseguenza, tutto il campionato. La prima per consentirgli di scendere in campo contro Atalanta e Sassuolo. La seconda per arrivare al traguardo finale della stagione. Una strada ancora piena di trappole, in cui è vietato essere ottimisti, ma almeno il tentativo di sbloccare la situazione c’è. Il presidente Carlo Tavecchio, il sindaco Federico Pizzarotti e il d.g. della Lega di A Marco Brunelli si sono riuniti negli uffici della Federcalcio. Un incontro preparato dal lavoro dei legali e da un confronto, ancora in corso, con i maggiori club di A, che Tavecchio ha consultato telefonicamente. Il sindaco Pizzarotti si è affidato alla Figc. «Noi stiamo facendo il massimo per salvare il nome della città — ha dichiarato —. Penso che sarebbe anche un bel segnale il fatto che, se una società va male, fallisce e si riparte dalle regole condivise, ma stiamo cercando di tutelare l’immagine della città». «Abbiamo predisposto un piano per far sì che domenica si possa giocare definitivamente — ha chiarito Tavecchio —: questo piano sarà sottoposto all’assemblea di A di venerdì (domani, ndr). Poi nel pomeriggio mi recherò a Parma per illustrarlo ai calciatori sperando che venga accolto». FASE 1 La prima tappa del piano deve traghettare il Parma fino al 19 marzo, giorno in cui è fissata l’udienza per la richiesta di fallimento avanzata dalla Procura. Alle gare con Atalanta e Sassuolo interverrà uno sponsor trovato da Tavecchio. Si tratta dell’Erreà, azienda di abbigliamento sportivo, già sponsor tecnico del Parma e della Lega Nazionale Dilettanti: ecco il motivo per cui Tavecchio si è messo direttamente in contatto

fIL RETROSCENA

Catapano-Piccioni

L

a prossima puntata della fiction Parma sul canale sempre agitato del calcio italiano — «specialista nel cercarsi guai», direbbe Malagò — deve essere ancora scritta. Tavecchio ha indicato la strada, condividendola con il vertice della Lega e le big del campionato. Prima l’intervento dello sponsor: centomila euro per scendere in campo contro Atalanta e Sassuolo. Poi, il contributo della Lega. Almeno cinque-sei milioni di euro: ecco la cifra che dovrebbe consentire di evitare il peggio. Dove il peggio si chiama richiesta di risarcimento (tra 25 e 30 milioni di euro) di Sky e Mediaset (per la Lega) e il rischio commissaria-

GIAMPIETRO MANENTI PRESIDENTE PARMA 2

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«ABBIAMO PREDISPOSTO UN PIANO PER FAR SI’ CHE DOMENICA SI POSSA GIOCARE»

● 1 Il sindaco di Parma, Federico Pizzarotti 2 Il presidente della Federcalcio, Carlo Tavecchio 3 Il presidente del Coni, Giovanni Malagò

con Angelo Gandolfi, il presidente dell’Erreà. Servono circa 100 mila euro. Trovati i soldi, andrà concordato con il Comune in quale veicolo farli transitare per coprire le spese dello stadio e degli steward. Questo è solo il primo passo per arrivare al 19 marzo, poi ne serve un altro, fondamentale: presentare al curatore, qualora il tribunale sentenziasse il fallimento, un piano che lo convinca a concedere l’esercizio provvisorio, che va predisposto già da domani. FASE 2 Ecco la tappa successiva: ottenere il massimo contributo possibile dalle società — almeno cinque-sei milioni dei 10 necessari a coprire tutte le spese — e con l’impegno a garantire quel tesoretto convincere i giocatori a rinunciare a parte degli stipendi fino al termine della stagione. Una strategia della quale Tavecchio ha parlato a lungo con il sindaco Pizzarotti e con i dirigenti della Lega. Nell’assemblea di domani il «caso Parma» è all’ordine del giorno. L’opzione più semplice sarebbe

quella dell’autotassazione: in pratica tutte le società di A sborsano almeno 200-300mila euro a testa da consegnare al curatore fallimentare per permettere ai gialloblù di arrivare alla fine del campionato. Non tutte le società, tuttavia, sono d’accordo. E in questi casi è fortemente auspicabile l’unanimità. Domani vedremo se e quale verdetto uscirà. Il presidente Tavecchio conosce le divergenze che esistono all’interno della Lega, ma non può prescindere dal ruolo di garante del campionato che gli affida lo statuto: per questo, scartata almeno per il momento l’idea di fondo gestito dalla Federcalcio, non gli resta che far ragionare le società. «I colleghi di questo fantascientifico personaggio (Manenti, ndr) trovino il modo di salvaguardare la regolarità del campionato», tuona il presidente del Coni Malagò. Le lettere ufficiali spedite da Sky e Mediaset che minacciano azioni legali potrebbero rivelarsi la migliore arma di persuasione.

CARLO TAVECCHIO PRESIDENTE FIGC

«POSSIBILITA’ CHE SI GIOCHI? TORNIAMO AL 50% , MA NON DIPENDE SOLTANTO DA ME» FEDERICO PIZZAROTTI SINDACO DI PARMA

«ERO VENUTO PER PREPARARMI ALLA COPPA AMERICA ORA L’UNICA OPZIONE È ANDARMENE» CRISTIAN RODRIGUEZ CENTROCAMPISTA PARMA

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Domani Tavecchio in Lega E incombe il caso paracadute mento (per la Federcalcio). Dunque, il Parma bisogna salvarlo per la forza.

lano per l’assemblea di Lega, si sposti a Parma dove i giocatori andranno a pranzo con Tommasi e incontreranno poi il presidente federale. Che a quel punto gli illustrerà i dettagli del piano in 2 fasi: si convinceranno?

DUE TAPPE La prima servirà per arrivare al pronunciamento del tribunale del 19 marzo, che poLA CHIAVE trebbe costringere Manenti alla Risarcimento PARACADUTE E resa. La seconda, a quel punto, satutta a cura della e commissariamento rà tutto a posto? Lega, dovrebbe «incubi» da evitare Non del tutto. Il costituire la vera per Lega e Figc guastatore della operazione «solisituazione si darietà» per arri- Ma sugli anticipi chiama «paracavare a fine stadute». Ma sì, i faper le retrocesse gione. Dopo aver mosi i soldi che convinto le so- può esserci servono per aiucietà riottose, ci battaglia fra i club tare le retrocesse vuole il sì dei gioa ripartire dalla catori. La tabella di marcia pre- B senza che la mazzata del tavede che domani Tavecchio, glio di risorse per i diritti le trasubito dopo la mattinata a Mi- mortisca. Questo paracadute

deve aprirsi quando si ricomincia a giocare (in B) e invece sarebbe stato già «scontato», almeno in parte, non soltanto dal Parma, ma anche da altri club. Nonostante le smentite ufficiali accorse a togliere dal palcoscenico una parola antipatica. Su cui le società potrebbero tornare a dividersi, se non altro fra quelle che hanno potuto giovarsi del paracadute, quelle che non l’hanno fatto, e quelle che vorrebbero chiedere alla governance della Lega spiegazioni non facilissime, chiedendole conto di chi e come ha garantito perché il Parma ottenesse parte del paracadute. Un bel guazzabuglio pure questo, non proprio una bella premessa per aprire tutti insieme il portafogli. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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IN CITTÀ

Indagato Ghirardi per bancarotta fraudolenta E Leonardi lascia 1L’ex presidente

verrà ascoltato nei prossimi giorni. Manenti fa altre promesse INVIATO A PARMA

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ossa della Procura della Repubblica di Parma: l’ex presidente Tommaso Ghirardi è stato indagato per bancarotta fraudolenta dai tre pm che si occupano del caso Parma. Ghirardi, che si trova nella sua casa di Carpenedolo (Brescia), verrà ascoltato nei prossimi giorni dagli inquirenti. Il dissesto della società gialloblù, sul quale la Procura lavora da tempo, ha evidenziato uno stato finanziario preoccupante. I magistrati stanno cercando di far luce sul bilancio presentato il 27 dicembre 2014, quando il club era già stato ceduto alla Dastraso Holding, il cui uomo di riferimento era il petroliere albanese Rezart Taçi. È nelle pieghe di questo bilancio che si nascondono le ombre sulle quali indagano i pm. Inoltre, risalendo alle gestioni degli anni precedenti, sarebbero venuti a galla altri «numeri» che non convincono. In mezzo a questa tempesta, ora i giocatori del Parma cosa risponderanno quando avranno davanti il piano di salvataggio studiato da Figc e Lega? Alessandro Lucarelli, il capitano, non si sbilancia: «Vogliamo giocare, questo deve essere chiaro. Ma servono le condizioni, e le nostre condizioni sono state spiegate negli ultimi giorni». In soldoni: chiedono di poter finire il campionato, quindi che vengano garantite le risorse finanziarie. E’ necessario dunque che Federcalcio e Lega si facciano carico di questa domanda e mettano

in cantiere la riforme delle regole di iscrizione al campionato e di controllo delle finanze dei club. DIMISSIONI Il presidente Manenti continua a promettere di presentare alla Procura un piano di risanamento della società (deve farlo entro il 12 marzo, altrimenti si andrà diretti all’udienza del 19 marzo quando si discuterà del fallimento): «La prossima settimana ci presenteremo in Procura con dei pagamenti fatti. Di chi sono i soldi? Sponsor che credono nel sistema calcio». Discorsi e poca sostanza. Infine una battuta, che forse non è una battuta: «Volete sapere se sono un bluff? Probabilmente sì, probabilmente no. Lo vedremo». E ieri sera sono arrivate le dimissioni di Pietro Leonardi dalla carica di d.g.: «Le mie condizioni di salute, peggiorate negli ultimi tempi, e la situazione ambientale che si è venuta a creare, non mi consentono di svolgere il lavoro proficuamente, non volendo risultare d’impaccio ala proprietà». E dallo spogliatoio escono le parole del «Cebolla» Rodriguez, nazionale uruguaiano arrivato a gennaio. «Sono venuto con l’idea di giocare per prepararmi alla Coppa America: potevo andare altrove ma ho scelto io il Parma. E ora non ho altra opzione che andarmene via». a.s. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Tommaso Ghirardi, 39 anni LAPRESSE

INCONTRO A PALAZZO CHIGI ED ESPOSTO AL CONI

Delrio-Agnelli: sintonia sull’esigenza di cambiare Iodice denuncia Lotito ● (a.cat.) Dall’incontro tra Delrio e Agnelli alla presentazione dell’esposto firmato da Pino Iodice. Il nome di Lotito ha tenuto banco anche ieri. Inevitabile che il nome del consigliere federale sia riecheggiato nella mezz’ora trascorsa a Palazzo Chigi tra il sottosegretario vigilante sullo sport e il n. 1 della Juve: chiacchierata cordiale intorno ai destini del calcio, soprattutto sulla necessità (condivisa) di cambiarne la governance. Come, però, è ancora da vedere: certamente, il governo vigilerà sul destino delle riforme e su quale ruolo avrà Lotito in una partita così delicata. In serata, poi, il d.g. dell’Ischia ha presentato in Procura federale e a quella

Generale del Coni un esposto in cui chiede che si indaghi sulle «singolarità che hanno accompagnato la presunta concessione della deroga a Lotito, che fanno sorgere dubbi sulla ritualità e la genuinità della procedura adottata» (nelle prossime ore anche il Frosinone presenterà in Procura federale e al Coni un esposto sulla vicenda Lotito). Dubbi che la Figc avrebbe chiarito al Coni: Tavecchio avrebbe ricevuto la delega a decidere sulle deroghe dal Consiglio federale del 12 settembre (in virtù dell’art. 27, comma 5 dello Statuto) e l’«obbligatorietà» a concedere la deroga per reati come la calunnia troverebbe conferma in una sentenza della Corte federale degli Anni 90. Al Coni basterà?


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Siamo in onda! R

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Con la Cacciatori il 59 è ancora più rosa

1L’icona del volley è a «Sottorete». Nel tg delle 13 ospite il mito Gimondi. Alle 23 lo speciale su Juve-Fiorentina 1

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IL PALINSESTO

COME RISINTONIZZARE I VOSTRI TELEVISORI E VEDERE IL CANALE 59

Il Tg scatta dalle 7 Dopo pranzo tocca alla pallavolo Questa la programmazione di oggi di GazzettaTv. MATTINA 7 Gazzetta News 7.30 Gazzetta News 8 Gazzetta News 8.30 Gazzetta News 9.05 Sport Science 10.05 Tuttogol 10.30 Magazine Sci Freestyle 11.05 Condò Confidential 11.30 Campioni a confronto 12.05 Sport Science 13 Gazzetta News 13.30 Gazzetta News 14 Gazzetta News POMERIGGIO 14.15 Sottorete 14.45 Gli Autogol 15.05 Explorers: Avventure pericolose 15.30 Campioni a confronto 16.05 Sport Science 17.05 The Speedgang 18.05 Explorers: Avventure pericolose 18.30 Sottorete 19 Gazzetta News 19.30 Gazzetta News 20 Gazzetta News 20.30 Gazzetta News SERA 20.45 Gli Autogol 21.05 Sport Science 22.05 Bomber - Totti 23 GazzettaNews-speciale Coppa Italia 23.30 Gazzetta News 0 11x90 0.05 Condò Confidential - Mourinho Ogni ora il notiziario 11x90

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● 1 Maurizia Cacciatori, 42 anni, oggi su GazzettaTv alle 14.15 2 Felice Gimondi, 72 anni, qui con Nibali, ha vinto Giro, Tour e Vuelta DELMATI/LAPRESSE

Francesco Velluzzi

È

il giorno del volley. La grande abbuffata questo pomeriggio su GazzettaTv alle 14.15. Torna Sottorete, la rubrica condotta da Sarah Castellana con Gianluca Pasini. L’ospite in studio è Maurizia Cacciatori, icona incontrastata del movimento femminile per anni e oggi mamma di due bambini. La puntata comincia con la Champions League, in cui sono impegnate Perugia (maschile) e Busto Arsizio (femminile). Quindi spazio al campionato maschile con un focus su Verona, la squadra del momento. Poi ancora donne, facendo un salto all’indietro alle finali di Coppa Italia del weekend scorso nelle quali ha

trionfato la Igor Novara, la squadra del focoso presidente Leonardi che punta a vincere anche il campionato, forte di una squadra ricca di stelle italiane e straniere. OSPITE SPECIALE Il programma di volley sarà preceduto da un’edizione speciale di Gazzetta News. Perché l’ospite in studio nel telegiornale delle 13 sarà Felice Gimondi, il mito, la leggenda del ciclismo. Gimondi parlerà della stagione prima di andare alla presentazione del team Bianchi di Mountain Bike proprio nello spazio Bianchi di Milano. In serata, invece, alle 23, all’interno delle news rosa ci sarà un approfondimento su Juventus-Fiorentina, la seconda semifinale di andata della Coppa Italia.

IL NUMERO

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Gli spazi dedicati ai tg giornalieri: al mattino dalle 7 alle 9, dalle 13 alle 14.45. Poi dalle 19 alle 21 e la tarda serata dalle 23

ALTRE RUBRICHE Domani pomeriggio l’attenzione si sposta sul basket con Sottocanestro condotta in studio da Michele Gazzetti con Luca Chiabotti. L’ospite è Marco Crespi, che ha allenato l’ultima Siena prima della scomparsa del club. Sabato il basket vivrà il suo clou con la diretta (ore 20.30) dell’anticipo del campionato di Serie A Brindisi-Cremona. NON PERDETE VIDAL Il prime time del venerdì è invece dedicato alle confessioni del campione. Dopo Josè Mourinho sarà Arturo Vidal, guerriero della Juve, a raccontarsi a Paolo Condò nella seconda puntata di Condò Confidential. Appuntamento domani alle 21.35 con il centrocampista cileno. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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GIOVEDÌ 5 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

OPINIONI La vignetta

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ANA IVANOVIC Stella del tennis ● Bella vittoria oggi. Ma l’orso non vuole parlare con la stampa... @AnaIvanovic

di Valerio Marini

CHRIS FROOME Stella del ciclismo ● #WCW flashback to #2013 #TDF #floating @chrisfroome

NICOLA MARCONI Tuffatore azzurro ● Prime prove tecniche! @NicolaMarconi

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NEYMAR JR Fenomeno del Barcellona ● «Gustate e vedete quanto è buono il Signore; beato l’uomo che in lui si rifugia». @neymarjr

Critiche e zavorre

Uno sport che sorprende sempre

ROMA: FALLIMENTO? C’E’ UN GRANDE FUTURO L’ANALISI HINI di MASSIMO CECCHINI email: mcecchini@rcs.it twitter: @maxcek

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a natura insegna che conoscere il proprio habitat, in fondo, è il modo migliore per cercare di sopravvivere. Per questo non siamo rimasti sorpresi quando venimmo a conoscenza che una volta un dirigente della Roma, accogliendo un nuovo acquisto, gli rivelò questa «verità». «Sappi che con questa maglia giallorossa è come se giocassi con cinquanta chili in più addosso». Il riferimento era all’ambiente, alla pressione, all’informazione spesso drogata (sia quella pro che quella contro) con cui ogni membro dello spogliatoio si deve inevitabilmente confrontare. Come dire, il vecchio motto «la Roma non si discute, si ama», sembra davvero diventato un reperto di modernariato che fa persino tenerezza rispolverare. Ecco, per oltre un anno e mezzo Rudi Garcia ha creduto di essere al riparo

da questa realtà ansiogena (anche in senso bello) che a volte ha consumato le migliori energie di allenatori pur molto esperti. Ricordiamo infatti quando, il 2 gennaio scorso, in una conferenza dedicata solo alla carta stampata, il tecnico ci disse come lui di quella «pressione» non si fosse mai davvero accorto. Probabilmente gli dei hanno preso questa affermazione come un peccato di superbia, perché da quel momento i problemi in casa giallorossa si sono affastellati così in fretta da non farlo neppure rendere conto della valanga di critiche piovutegli addosso negli ultimi due mesi, e che hanno finito per travolgere anche due totem come Totti e De Rossi. A chi lo conosce bene comunque Garcia, un po’ stupito, ripete questa che ci pare qualcosa di più di una semplice difesa d’ufficio: «Sotto la mia guida la Roma non è mai scesa sotto la seconda posizione». Tutto vero. Non è un caso che la sua media punti sia al livello del gotha tecnico dei tempi moderni. Certo, la Roma era partita con l’obiettivo di vincere lo scudetto,

e ritrovarsi a 9 punti dal vertice e fuori dalla Coppa Italia ha senz’altro evidenziato degli errori da parte di chi traccia la rotta che non abbiamo mai evitato di sottolineare. Ma se il criterio di «fallimento» fosse quello di cui molti a Roma parlano, giudicando in un’ottica complessiva, come dovremmo valutare finora la stagione di Milan, Inter o dello stesso Napoli? Viene perciò da pensare che quei cinquanta chili di surplus esistano davvero e che quindi, da adesso in poi, la zavorra mediatica possa far persino correre il rischio di far deragliare un treno tutto sommato in corsa verso un gran futuro. Per chi avrà pazienza, all’orizzonte si stagliano stagioni di concorrenza limitata, un nuovo stadio e ricavi internazionali che la proprietà Usa sembra in grado di canalizzare. Considerare un fallimento un secondo posto (da blindare), significherebbe in fondo andare contro il senso stesso dello sport. E questo rappresenterebbe davvero la sconfitta peggiore possibile. Per tutti. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Un caso in Formula 1

MONZA È UN MONUMENTO: VA SALVATO a Imola. Nemmeno Montecarlo può vantare un simile palmares.

IL COMMENTO TO di ANDREA CREMONESI

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onza è come San Siro. Riuscite ad immaginare un campionato di Serie A senza partite nella Scala del calcio? Ecco questa Formula 1 che fatica a mettere insieme venti macchine, che soffre una costante emorragia di sponsor e pubblico e non sa esattamente quale sia la ricetta giusta per rilanciarsi, rischia dal 2017, dopo la scadenza dell’attuale contratto con Ecclestone, di rinunciare a Monza. Ovvero alla pista più antica tra quelle del calendario iridato (è nata nel ‘22, al mondo solo Indianapolis può vantare una storia più antica, la posa della prima pietra risale al 1909). Il Mondiale, da quando è stato istituito nel 1950, ha sempre fatto tappa qui ad eccezione del 1980, quando il gran premio emigrò

Ad accrescere il fascino, la sua caratteristica di pista ultra veloce (la media oraria di Hamilton, primo l’anno scorso, è stata di 232 km/h) e le vecchie sopraelevate, veri reperti di archeologia industriale. Insomma Monza è leggenda. Ma questo non basta a salvarla dai colpi di piccone delle regole del mercato: domanda e offerta. Perché, anche se in crisi, la F.1 resta un bel biglietto da visita per Paesi che vogliono conquistarsi una vetrina mondiale e dunque i pretendenti non mancano mai alla porta di Ecclestone. Comprensibile che Bernie la apra, pressato da team sempre più bisognosi di risorse. Così come è logico che, ricevendo offerte stratosferiche, giochi al rialzo con le piste storiche, considerato che più di 20-22 gare in calendario non ci possono stare. Lo ha fatto anche con Monza che presa alla sprovvista, dopo l’uscita di scena della vecchia dirigenza

CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DIRETTORE RESPONSABILE ANDREA MONTI andrea.monti@gazzetta.it VICEDIRETTORE VICARIO Gianni Valenti gvalenti@gazzetta.it VICEDIRETTORI Pier Bergonzi pbergonzi@gazzetta.it Stefano Cazzetta scazzetta@gazzetta.it Andrea Di Caro adicaro@gazzetta.it Umberto Zapelloni uzapelloni@gazzetta.it Testata di proprietà de “La Gazzetta dello Sport s.r.l.” - A. Bonacossa © 2015

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spazzata via dalle inchieste giudiziarie, si è spaventata ed è corsa a chiedere soccorso alle istituzioni, legando però così il proprio destino ai giochini e alle ripicche di un mondo politico che pare in permanente campagna elettorale e dove la necessità di fare sistema viene sempre posposta ai propri interessi di parte. La vicenda dell’emendamento che consentirebbe alla Regione Lombardia di investire sull’autodromo senza oneri fiscali ne è un esempio: sono ormai due mesi che il provvedimento è finito nella palude delle commissioni parlamentari con scambi di accuse tra la giunta regionale a trazione leghista e la maggioranza parlamentare targata Pd. Per fortuna di Monza, Ecclestone sa bene che se il suo prodotto ha ancora uno straccio di appeal è merito, oltre che della Ferrari, anche di piste leggendarie e alla fine una soluzione la troverà.

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A CHI VEDE IL CALCIO COME SCIENZA ESATTA LA ROVESCIATA ATA di ROBERTO BECCANTINII

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epilogo di Roma-Juventus è stato un inno alla relatività del calcio. La squadra dominante, in vantaggio di un gol e di un uomo, si è fatta raggiungere dalla squadra dominata. Un anno fa l’Inter aveva già ceduto Fredy Guarin alla Juventus, in cambio di Mirko Vucinic. I tifosi si opposero. Oggi, il colombiano è il simbolo della svolta manciniana. Philippe Coutinho, viceversa, non venne fermato dalla curva quando Massimo Moratti lo girò al Liverpool per fare cassa. Chi ha visto Liverpool-Manchester City, risolta proprio dal brasiliano, è ancora lì che ne parla. In compenso, i testimoni dell’Olimpico sono ancora lì che sbadigliano. Eppure il Liverpool di Coutinho (e Mario Balotelli) è uscito dall’Europa League per mano dei turchi del Besiktas, mentre l’Italia dello scandalo Parma, l’Italia con le pezze nel sedere, ha portato la bellezza di 5 squadre, massimo storico, negli ottavi. E allora? Studiamolo, il calcio, ma non facciamone la scienza esatta che, talvolta, ci farebbe comodo che fosse. Il trasloco da Antonio Conte a Massimiliano Allegri non ha prodotto cesure. Anzi. Ciò premesso, quella dell’Olimpico è la quarta rimonta che la Juventus ha patito in campionato, dopo Sampdoria, Inter (da 1-0 a 1-1) e Cesena (da 2-1 a 2-2). Si chiamano cali di tensione. Nel suo caso, fanno più notizia delle partite ribaltate (con la Roma all’andata, da 1-2 a 32, e con l’Atalanta, da 0-1 a 2-1). Voce di popolo: altra musica, con Conte. Se prendiamo la stagione dei 102 punti, in effetti le rimonte complete furono cinque a fronte delle due subite, clamorose: a Firenze (da 2-0 a 2-4) e a Verona (da 2-0 a 2-2). Gli anni passano e il logorio si accumula. Può essere una chiave di lettura. C’è poi la madre di tutte le domande. Riguarda Rudi Garcia e i cambi di lunedì sera. Fior di stratega, perché

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ha corretto e rianimato la Roma in 10, o fior di babbeo perché fino al rosso di Vasilis Torosidis aveva giocato in 9, regalando Daniele De Rossi e Francesco Totti? Il dibattito è aperto. Quando si dice il destino. L’esplosione di Felipe Anderson si deve all’infortunio di Antonio Candreva. Stefano Pioli sdoganò il brasiliano, ex Santos, ricavandone una straordinaria gamma di soluzioni balistiche: sei gol, distribuiti tra Parma, Inter (doppietta), Sampdoria, derby, Sassuolo, e sei assist. Un singolare incidente aveva allontanato Pietro Anastasi dalla spedizione messicana del 1970. Al suo posto Ferruccio Valcareggi ne precettò due, addirittura: Roberto Boninsegna e Pierino Prati. E dal momento che doveva scartarne uno, per forza, fece sloggiare Giovanni Lodetti. «Bonimba», lui, lasciò tracce memorabili: la prima rete e il passaggio a Gianni Rivera nel leggendario 4-3 alla Germania Ovest, l’effimero pareggio con il Brasile. Infortunati e buoi dei paesi tuoi: non sempre. Stagione 1988-89. L’Inter recluta Rabah Madjer, il tacco di Allah. Problemi a una coscia sabotano l’affare. Giovanni Trapattoni ripiega su Ramon Diaz. Saranno scudetto e record di punti. Avanti pure. Champions League 2012-13, andata dei quarti: BayernJuventus (2-0). Un quarto d’ora, e si acciacca Tony Kroos. Jupp Heynckes si rivolge all’amletico Arjen Robben. Il batavo, mai più rimosso, firmerà Champions e molto altro, con buona pace al perdente di successo. In materia di relatività, non posso non citare l’egiziano Mohamed Salah, classe 1992, arrivato a Firenze nell’ambito dell’operazione Cuadrado. Riserva al Chelsea, con Vincenzo Montella segna al ritmo di Gabriel Batistuta. Ricorda l’impatto di Gervinho, scarto all’Arsenal e Attila a Roma. Per Fabio Capello, siamo «poco allenanti». L’eccezione rimane Lukas Podolski. A naso, le gerarchie di Arsène Wenger non erano poi così faziose.

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GIOVEDÌ 5 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Swansea, che paura Gomis crolla a terra

po quanto accaduto ieri sul campo del Tottenham, la federazione inglese e lo stesso Swansea vorranno vederci più chiaro, anche se il club gallese fa sapere: «Siamo a conoscenza dei suoi problemi. Ha svolto esami cardiaci approfonditi». Gomis è stato acquistato dallo Swansea la scorsa estate. Ha firmato due gol finora: ad Arsenal e Manchester United.

1L’attaccante francese sviene sul campo del Tottenham

NON CAMBIA In vetta alla Premier, tutto come prima. Anche stavolta José Mourinho parcheggia Zouma per proteggere la difesa e la mossa funziona, come domenica scorsa con il Tottenham: il Chelsea vince il derby in casa del West Ham, con un gol di testa di Hazard (22’, assist di Ramires), mantenendo il vantaggio di 5 punti sul Manchester City. La squadra di Pellegrini supera 2-0 il Leicester (Silva al 46’ e Milner all’88’), il capitano Company in panchina), ma l’impresa dei Blues ha un valore superiore, anche perché il West Ham nel quarto d’ora iniziale della ripresa mette alle corde la banda di Mourinho. Superata la bufera, il Chelsea colpisce un palo con Ramires e un tiro di Willian è respinto sulla linea. Courtois, tornato titolare dopo la panchina nella finale di Coppa di Lega, è determinante sui tiri di Sakho e Valencia, ma anche il collega Adrian è straordinario su una zuccata di Ramires.

però si riprende subito. Il precedente di Muamba del 2012 Così in Premier: l’Arsenal vince il derby col Qpr

Bafetimbi Gomis, 29 anni, attaccante dello Swansea, viene portato fuori dopo lo svenimento REUTERS

Stefano Boldrini CORRISPONDENTE DA LONDRA

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l Tottenham ha appena segnato l’1-0 con Chadli, i tifosi degli Spurs stanno festeggiando e proprio in questi secondi, tra il 6’ e il 7’, Bafetimbi Gomis, centravanti francese dello Swansea, 29 anni, crolla a terra. Non ci sono giocatori attorno a lui. Gomis è caduto di faccia. Il viso affonda nell’erba del prato. Cala subito il silenzio al White Hart Lane, lo stadio dove il 17 marzo 2012 Fabrice

Muamba, centrocampista del Bolton, ebbe un infarto in campo e fu miracolosamente salvato dai medici, compreso un cardiologo che stava assistendo alla gara, dopo 78 minuti con il cuore fermo. Stavolta per fortuna la situazione è meno grave, anche se i calciatori sono preoccupati e Bentaleb si nasconde la testa tra le mani. Gomis, intubato con la maschera ad ossigeno, riprende i sensi. Quando esce in barella, dopo cinque minuti di cure, muove gli occhi e parla. Lo portano nell’infermeria dello stadio,

dove viene visitato a fondo, ma dopo un’ora è già in piedi e segue il secondo tempo del match. Il Tottenham vincerà 3-2. I PRECEDENTI Non è la prima volta che Gomis sviene in campo. Gli è già capitato tre volte nel 2009, anno del passaggio dal Saint-Etienne al Lione. Un episodio si verificò nell’allenamento con la nazionale francese, prima di una gara con le Far Oer. Negli esami medici del 2009, emerse un problema vagale, che gli fa perdere i sensi per qualche secondo. Ora, do-

● La situazione in Premier dopo le partite che si sono giocate ieri: Manchester City-Leicester 2-0, Newcastle-Manchester United 0-1, Queens Park RangerArsenal 1-2, Stoke-Everton 2-0, Tottenham-Swansea 3-2, West Ham-Chelsea 0-1, LiverpoolBurnley 2-0. Ecco la classifica dopo la 28ª giornata: Chelsea p. 63; Manchester City 58; Arsenal 54; Manchester United 53; Liverpool 51; Southampton 49; Tottenham 47; Stoke 42; Swansea 40; West Ham 39; Newcastle 35; Crystal Palace e, West Bormwich 30; Everton 28; Hull 27; Sunderland 26; Aston Villa 25; Qpr e Burnley 22, Leicester 18.

RIl Chelsea salta il

West Ham: gol di Hazard. Ma vola pure il City. Balo ancora in panchina

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Copa del Rey: il Barça va Ma in finale non sarà derby 1I catalani senza problemi con il Villarreal, Espanyol k.o. in casa col Bilbao

Filippo Maria Ricci CORRISPONDENTE DA MADRID @filippomricci

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l sogno dell’Espanyol e della finale-derby non è durato nemmeno un tempo: l’Athletic Bilbao è passato nei primi 45’ con Aduriz ed Etxeita, dopo l’1-1 di San Mames ha vinto 2-0 in trasferta conquistando la finale di Copa del Rey del 30 maggio. Se la vedrà col Barcellona, replay dell’ultimo atto del 2012. Per entrambe le squadre si tratta della 37ª finale, il Barça ha 26 successi contro i 23 dell’Athletic che non vince il torneo dal 1984 e ha perso le sue ultime due finali, 2009 e 2012, proprio contro i blaugrana. BARÇA RE DI COPPE Il Barcellona ha ripetuto al Madrigal il 3-1 dell’andata, conquistando la quinta finale degli ultimi 7

anni con un percorso immacolato: 8 vittorie in 8 partite, 31-5 il parziale. Il Villarreal non ha sfatato il tabù: quattro semifinali tra Spagna ed Europa, tutte perse. E anche col Barça quest’anno non c’è storia: 4 scontri diretti tra Liga e Copa del Rey, 4 sconfitte. Ieri sera la squadra di Marcelino, che in casa veniva da 10 vittorie di fila ed era imbattuta da 12, è partita forte ma è inciampata subito: prima che si chiudesse il terzo minuto Messi si è inventato un taglio

magnifico che Neymar ha colpito al volo scavalcando Asenjo. Per il brasiliano gol numero 25 (10 su assist di Messi). Il Villarreal ha avuto il merito di non mollare ma ha sprecato troppo. PAURA PER BUSQUETS Netta la superiorità del Sottomarino Giallo a centrocampo, come già dimostrato al Bernabeu domenica sera: Iniesta fuori giri, Rafinha disperso, Busquets costretto a inseguire e messo fuo-

ANCELOTTI Il compito del City era più facile, ma le voci sul futuro della panchina dei campioni d’Inghilterra hanno segnato la vigilia del match con il Leicester. Secondo il Mirror, è Carlo Ancelotti l’alternativa a Pep Guardiola, che si è chiamato fuori dalla corsa – anche se non poteva fare diversamente – due giorni fa, ribadendo la volontà di restare al Bayern. Un sondaggio dello stesso Mirror ha fornito un risultato interessante: la maggior parte dei tifosi del City vuole proprio Ancelotti per il dopo-Pellegrini. Ok Arsenal e Manchester, mentre il Liverpool con il 2-0 al Burnley – Balotelli in panchina – resta quinto.

L’esultanza di Luis Suarez, 28 anni, attaccante uruguaiano, autore del secondo gol del Barcellona al Villarreal REUTERS

ri causa da un’entrata di Pina tanto fortuita quanto dura nell’azione del pareggio. L’ex canterano blaugrana Jonathan dos Santos, solissimo, ha colpito di controbalzo un bel cross da sinistra di Jaume Costa, Busquets è uscito in barella. Le immagini della sua caviglia piegata sotto il peso della scarpa di Pina hanno fatto temere il peggio, il primo bollettino medico del Barça è abbastanza tranquillizzante: in attesa degli esami esclusa la rottura, anche se c’è un possibile danno al legamento. Il Villarreal ha pareggiato al 39’ e appena dopo l’intervallo Vietto ha avuto un’altra grande occasione. Errore costoso, così come la pessima entrata di Pina a Neymar, con rosso al centrocampista. NEYMAR E SUAREZ Fine della festa per il Villarreal, e reti di Suarez e Neymar. L’uruguayano ha superato di potenza l’ex napoletano Victor Ruiz segnando il quinto gol nelle ultime 5 partite, il brasiliano ha raccolto di testa un cross perfetto di Xavi, subentrato a Rafinha. Neymar aveva fatto una rete nelle ultime 5 uscite, ieri si è sbloccato anche se ha peccato di egoismo in almeno altre due occasioni. Il presidente balugrana Bartomeu a fine gara ha chiesto che la finale sia giocata al Bernabeu: sarà polemica, perché il Madrid già tre anni fa si rifiutò di concedere lo stadio per la finale tra Barcellona e Athletic dicendo che doveva rinnovare i bagni dello stadio. j© RIPRODUZIONE RISERVATA

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TACCUINO USA

Minaccia di sciopero: partenza a rischio ● I giocatori della Mls sono pronti allo sciopero alla vigilia dell’inizio del campionato previsto per domani dopo che sono falliti i colloqui per il nuovo contratto collettivo. Il sindacato dei giocatori, i rappresentanti dei club e della Lega americana si sono riuniti negli uffici del Federal Mediation and Conciliation Service a Washington, ma nessun accordo è stato raggiunto. Oggi le parti proveranno a raggiungere una intesa per un nuovo contratto quinquennale, il precedente è scaduto il 31 gennaio. La ventesima stagione dovrebbe iniziare domani con i detentori del titolo Los Angeles Galaxy ospiti dei Chicago Fire. Al via anche i Toronto di Sebastian Giovinco.

CHAMPIONS ASIATICA

Cannavaro, 2 vittorie con il Guangzhou ● I campioni in carica del Western Sydney Wanderers si inchinano al Guangzhou Evergrande di Fabio Cannavaro. I cinesi vincono 32 in Australia nella seconda giornata del girone H della Champions League asiatica e, dopo aver vinto all’esordio per 1-0 contro il Seul, guidano con sei punti la classifica.

COPPA DI FRANCIA

Il Psg in semifinale Quarti di finale: Psg-Monaco 2-0. Oggi: Brest-Auxerre (ore 19), Concernau-Guingamp (ore 21)

COPPA DI GERMANIA

Vince il Bayern Ottavi di finale: BielefeldWerder 1-3, OffenbachBorussia M. 0-2; BayernBruanschweig 2-0

IL CASO

Rebus sanzione Quanti punti ha l’Almeria?

Q

uanti punti ha l’Almeria? Ventuno, secondo quanto si legge nella classifica del sito ufficiale della federcalcio spagnola, o 24, la cifra che appare nel sito ufficiale della Liga? Differenza non da poco, visto che per la Rfef l’Almeria oggi è 18°, quindi in zona retrocessione, mentre per la Lfp è 16°, salvo. I 24 punti sono quelli che la squadra andalusa ha fatto sin qui in campionato. Per la federazione sono 3 in meno dopo la deduzione imposta dalla Fifa e ratificata dalla Rfef per un’irregolarità finanziaria: l’Almeria ha un debito da 58.000 euro con i danesi dell’Aalborg accumulato nel 2012 in materia di diritti di formazione nell’ambito della cessione del difensore Michael Jakobsen al Copenaghen. La federazione ha comunicato la sentenza e la sanzione all’Almeria venerdì scorso, e considera il discorso chiuso almeno a livello sportivo. RICORSO Però l’Almeria ha già fatto ricorso al Tas contro la sentenza della Fifa e sostiene che la sentenza della Fifa non sia né definitiva né di applicazione immediata. E ha ricevuto l’appoggio della Liga, da tempo in guerra apertissima con la Rfef su vari temi. L’articolo 74 dello statuto Fifa permette al governo del calcio internazionale d’imporre sanzioni numeriche e non solo economiche ai club delle singole federazioni, però non si ricordano episodi simili, e viene da pensare che questo dell’Almeria potrebbe creare un precedente rivoluzionario nel calcio indebitato di oggi. f.m.r. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Serie B R Il personaggio

GIOVEDÌ 5 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

BOLOGNA

L'IDENTIKIT

Lopez, ultima chance E la dirigenza vuole il cambio del modulo

KEVIN LASAGNA NATO IL 10 AGOSTO 1992 A SUZZARA (MANTOVA) RUOLO ATTACCANTE ALTEZZA 1,85 METRI PESO 82 KG

Questa è la sua prima stagione tra i professionisti: il primo gol lo ha segnato contro il Cittadella il 15 novembre. Ha cominciato nella Governolese in Promozione, poi nel 2012-2013 è passato al Cerea, in Serie D, dove ha segnato 7 gol in 35 partite. La stagione scorsa era all’Este, sempre in Serie D, dove ha fatto 21 gol in 33 partite: a quel punto lo ha preso il Carpi.

Andrea Tosi BOLOGNA

«D

LE SUE SQUADRE CEREA (SERIE D) ESTE (SERIE D) CARPI (SERIE B)

2012-2013 2013-2014 DAL 2014

Kevin Lasagna, 22 anni, attaccante del Carpi, finora ha segnato due gol: contro il Cittadella e l’Avellino IPP

Lasagna al sugo di gol Ma il Carpi non è sazio

1L’attaccante a segno contro l’Avellino è l’emblema della capolista

«Giocavo nei dilettanti e nei tornei notturni: adesso voglio San Siro»

Davide Setti CARPI (MODENA)

D

a un po’ di tempo a questa parte a Carpi la lasagna non è più solo una prelibatezza della cucina locale. Ci ha pensato un ragazzo di 22 anni, che fa Kevin di nome («Piaceva a mamma e papà, mia sorella si chiama Sharon, però nessun riferimento ad attori americani») e per tutti ormai è KL15, a mettere d’accordo golosi e tifosi. Kevin Lasagna è il sogno nel sogno, l’uomo che meglio incarna lo spirito garibaldino del Carpi «castorizzato», che da 20 giornate domina la Serie B. Martedì l’attaccante mantovano (è di Suzzara) ha firmato il 2-0 sull’Avellino con una galoppata da quattrocentista, dribblando l’avanzato Gomis e poi depositando in rete sul fischio finale di Gavillucci. E’ il suo secondo gol in 17 gare (4 da titolare), alla prima stagione da professionista, arrivato nella notte del nuovo allungo da parte della capolista. «Ogni tanto mi chiedo se sto ancora sognando o se è tutto vero» ripeteva in sala stampa

ai cronisti. Ma la domanda è un po’ quella che da mesi si fa anche il Carpi. Basta andare indietro nel 2010 per capirci: i biancorossi stavano risalendo faticosamente dalla D alla C2 (tramite i playoff) dopo 10 anni di assenza fra i «pro»; il 18enne Lasagna era ancora più in basso, al primo anno di Promozione coi Pirati del Mincio, il soprannome della squadra mantovana della Governolese. Il suo sinistro faceva già male ai portieri della zona, tanto che il primo ad accorgersene fu Davide Nicola, allora al debutto col Lumezzane, che dopo un provino diede l’ok per l’arrivo di Lasagna. «Poi però non se ne fece nulla – racconta l’attaccante che la scorsa estate ha firmato per 5 anni col Carpi – perché arrivarono alcuni giocatori dalla Primavera della Lazio e il mio trasferimento saltò». TORNEI NOTTURNI Il destino lo avrebbe però risarcito più avanti, dopo aver masticato ancora il calcio di periferia. Un anno a Cerea (7 reti in 35 gare) e poi il boom di Este, sempre in D, con i 21 centri in 33 presenze che la scorsa esta-

LA MIA VITA È CAMBIATA IN UN ATTIMO: QUANDO ENTRO IN CERTI STADI LE GAMBE MI TREMANO KEVIN LASAGNA ATTACCANTE

te hanno fatto accendere le antenne del d.s. carpigiano Cristiano Giuntoli. Gol per tutte le stagioni quelle di Lasagna, letale da settembre a maggio in campionato e immarcabile nei tornei estivi fra Mantova e Brescia, dove fino a un paio di anni fa era uno degli attaccanti più corteggiati. «Avevo qualche offerta dalla Lega Pro – prosegue Lasagna, l’unico della rosa di Castori che non abita a Carpi ma fa il pendolare in auto tutti i giorni con Portiolo di San Benedetto Po, dove vive la famiglia – ma quando il mio procuratore (l’ex juventino Briaschi, ndr) mi ha parlato del Carpi non ho avuto dubbi. La mia vita è cambiata in un attimo, lo capisco quando entro in certi stadi e un

po’ le gambe ancora tremano. I tornei estivi? Li facevo fino a due anni fa per divertirmi, però cerco di affrontare la B con lo stesso spirito, senza pensare troppo a quello che mi sta succedendo». IDOLO Da subito sui social network e sugli spalti del Cabassi gli hanno appiccicato l’acronimo di KL15, un omaggio al suo idolo Cristiano Ronaldo, dopo essersi presentato lo scorso agosto segnando l’1-1 nell’amichevole con il Parma. «Mi ha fatto piacere l’affetto dei tifosi, probabilmente perché mi vedono come un ragazzo che sta vivendo un sogno, come lo sta vivendo la città. Devo dire grazie a Castori, che mi ha dato fiducia senza però farmi mai sentire il peso della responsabilità. In attacco il titolare è Mbakogu, da cui ho ancora tanto da imparare, soprattutto come restare più freddo sotto porta: l’anno scorso a Este non sbagliavo mai, quest’anno invece ho colpito molti portieri... La Serie A? Giocare a San Siro contro la mia Inter sarebbe fantastico. Ma la strada è ancora lunga». © RIPRODUZIONE RISERVATA

iego Lopez è il nostro allenatore e lo sarà anche in futuro». Con questa frase nel dopopartita di BolognaLatina, l’a.d. rossoblù Claudio Fenucci ha puntato a spazzare via le voci sul possibile esonero del tecnico uruguagio che nelle ultime 4 gare interne ha raccolto tre punti e zero gol, ma i dubbi e le ombre sulla sua panchina rimangono. Peraltro il club difende Lopez dagli agenti esterni ma dentro a Casteldebole l’operato dell’ex cagliaritano è oggetto di riflessione e revisione. Infatti ieri lo stesso Fenucci e il d.t. Corvino hanno voluto parlare con Lopez chiedendo al loro allenatore un cambio di sistema mentre Tacopina, in volo verso New York, attendeva l’esito del meeting. DIFFICOLTÀ Il 4-3-1-2 al quale è ancorato il Bologna sta mostrando la corda. Il gioco è lento e orizzontale, le punte non vengono assi-

Diego Lopez, 40 anni LAPRESSE

stite a dovere, se non si accende Laribi è notte. Preoccupa la sterilità offensiva e anche il difficile assemblaggio tra Cacia e Mancosu. La linea dirigenziale è di provare col 4-3-3 usando il vero tridente con Sansone oppure Laribi come «falso nueve» allargando le punte. Il Bologna si aspetta che Lopez cambi già nella prossima trasferta di Varese dove dovrà reinventare la mediana per le assenze di Krsticic (infortunato, out 45 giorni) e degli squalificati Laribi e Matuzalem. Altrimenti, se i risultati dovessero andare male, sarà il Bologna a cambiare Lopez. Lo scudo delle parole di Fenucci lo ha già difeso due volte ma non potrà salvarlo sempre. © RIPRODUZIONE RISERVATA

TACCUINO GIUDICE SPORTIVO

Manata ad avversario 3 giornate a Cosenza ● Squalificato per tre turni Cosenza (Pro Vercelli) per avere colpito un avversario con una violenta manata al volto. Altri 18 giocatori sono stati fermati per una giornata: Bjarnason e Memushaj (Pescara), Arcari e Corvia (Brescia), Fabiano (Vercelli), Fazio e Popescu (Ternana), Mammarella e Aquilanti (Lanciano), Manfredini (Vicenza), Porcari (Carpi), Castro (Catania), Chiosa (Avellino), Matuzalem e Laribi (Bologna), Dezi e Maiello (Crotone) e Dokovic (Livorno). Nessuno provvedimento contro Soddimo (Frosinone) con la prova tv: la manata rifilata a Faraoni (Perugia) non è stata considerata intervento violento. Ammende: 5.000 euro al Bari, 2.000 al Carpi, 1.500 a Bologna e

Latina. Tecnici: una giornata di stop a Fusco, responsabile del settore giovanile dello Spezia.

LA SITUAZIONE

L’Avellino cercherà il riscatto col Bari ● Il programma della 30a giornata. Sabato, ore 15: CataniaSpezia (0-3); Crotone-Trapani (13); Latina-Carpi (1-2); LivornoTernana (4-0); Modena-Frosinone (0-2); Perugia-Lanciano (1-1); Pescara-Vicenza (1-2); Pro Vercelli-Brescia (1-2); VareseBologna (0-3). Ore 18: AvellinoBari (2-4). Lunedì, ore 20.30: Entella-Cittadella (1-0). La classifica dopo 29 giornate: Carpi p. 56; Bologna (-1) 48; Frosinone e Vicenza 47; Avellino 46; Livorno 44; Spezia e Pescara 42; Lanciano e Perugia 39; Bari 37; Ternana 36; Cittadella, Latina, Pro Vercelli e Trapani 34; Modena* ed Entella 33; Brescia 32; Catania* 29; Varese (-3) e Crotone 28. (* una gara in meno).


Lega Pro R Girone A: la 28a giornata

GIOVEDÌ 5 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

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Il Como stoppa la corsa del Novara

1Pavia e Alessandria frenano in casa, ma restano in vetta da soli. Colpi esterni di Bassano e Feralpi COMO

1

NOVARA

0

MARCATORE Giosa al 28’ p.t. COMO (3-5-2) Crispino 7; Lebran 7, Giosa 7,5, Cassetti 7; Casoli 6,5, Castiglia 6,5 (dal 36’ s.t. Cristiani s.v.), Berardocco 6,5, Fietta 7, Fautario 6,5 (dal 30’ s.t. Marconi s.v.); Ganz 6,5 (dal 23’ s.t. Defendi s.v.), Le Noci 6,5. (Falcone, Scapuzzi, Ambrosini, De Sousa). All. Sabatini 7. NOVARA (3-5-2) Tozzo 6; Freddi 6, Vicari 5,5, Bergamelli 5,5; Garufo 6, Faragò 6 (dal 36’ s.t. Miglietta s.v.), Buzzegoli 6,5, Bianchi 6 (dal 16’ s.t. Foglio 6), Garofalo 6,5 (dal 25’ s.t. Della Rocca 6); Corazza 6, Gonzalez 6,5. (Montipò, Martinelli, Migliavacca, Schiavi). All. Toscano 6. ARBITRO Piccinini di Forlì 6,5. ● COMO Un Como solido, un Novara rabbioso. Una partita con poche occasioni, ma con una voglia di vincere estrema da entrambe le parti. Il Como è stato decisamente al di sopra del suo rendimento negli ultimi mesi. La scelta di Sabatini di riproporre il 3-5-2 modulo che il nuovo tecnico aveva modificato - ha dato alla squadra la possibilità di non perdere solidità ed equilibrio e di gestire ottimamente il suo vantaggio. Grande prova del trio

ALESSANDRIA

1

TORRES

1

MARCATORI Cerone (T) su rigore al 6’, Iunco (A) al 17’ p.t. ALESSANDRIA (3-5-2) Nordi 6; Sosa 6, Morero 6, Sabato 6; Vitofrancesco 7, Valentini 6, Obodo 6,5, Mezavilla 6, Nicolao 6 (dal 34’ s.t. Terigi s.v. ); Iunco 6,5 (dal 22’ s.t. Picone s.v.), Marconi s.v. (dal 21’ p.t. Germinale 6). (Poluzzi, Gentile, Casula, Zarmanian). All. D’Angelo 6. TORRES (3-5-2) Testa 6,5; Marchetti 6, Migliaccio 6, Aya 6; Imparato 6, Marinaro 5,5 (dal 37’ s.t. Bottone s.v.), Cerone 6,5, Petermann 6, Ligorio 6 (dal 10’ s.t. Foglia 6 ); Scotto 6,5 (dal 24’ s.t. Maiorino s.v.), Baraye 6. (Costantino, Schiavino, Buonaiuto, Colombi). All. Bucchi 6. ARBITRO Pelagatti di Arezzo 5,5. NOTE paganti 1.530, abbonati 764, incasso non comunicato. Ammoniti Nordi, Obodo, Iunco, Germinale, Picone e Cerone. Angoli 4-3. ●

ALESSANDRIA L’Alessandria non riesce ad avere la meglio sulla Torres, ma la sconfitta del Novara e il pareggio del Pavia gli permettono di rimanere in testa. A nulla è valso il predominio territoriale dei padroni di casa, che hanno risentito delle molte

assenze. I sardi non hanno demeritato ribattendo colpo su colpo agli attacchi dei grigi. Alessandria subito all’arrembaggio, ma la Torres risponde con lunghi lanci alla ricerca dell’ex Scotto, in bella evidenza. E proprio su un assist di quest’ultimo per Baraye, Nordi interviene malamente atterrandolo. Il rigore è trasformato da Cerone. I padroni di casa, dopo un attimo di smarrimento, trovano però quasi subito il pareggio con Iunco che, dalla distanza, mette alle spalle di Testa. Come se non bastasse, oltre gli infortunati Sirri, Taddei, Cavalli, Mora e Spighi, e allo squalificato Rantier, al 21’ si fa male pure Marconi, abbassando il potenziale offensivo dell’Alessandria. Nella ripresa sono sempre i padroni di casa a cercare la rete della vittoria. Valentini in tre circostanze si mette in evidenza: prima si fa respingere la conclusione da Testa (19’), poi sfiora il palo (34’), quindi non arriva alla deviazione solo davanti al portiere (36’). Nel frattempo l’Alessandria deve fare a meno anche di Iunco uscito per crampi, lasciando solo Germinale in attacco. L’ultimo brivido lo corre la Torres al 46’ con Cerone che fa gridare all’autorete ma la palla termina appena sopra la traversa. Nicola Pilotti

MANTOVA

1

SÜDTIROL

0

REAL VICENZA

2

RENATE

1

BASSANO

2

FERALPI SALÒ

1

ALBINOLEFFE

0

GIANA

0

MARCATORI Cattaneo (B) all’8’, Davì (B) al 13’, Trainotti (M) al 25’s.t. MANTOVA (3-4-3) Zima 6; Trainotti 6,5, Siniscalchi 5,5 (dal 17’ s.t. Gyasi 6), Scrosta 6; Tavanti 5, Raggio Garibaldi 6 (dal 32’ Di Santantonio 6), Paro 6,5, Blaze 6; Said 6, Beleck 5,5 (dal 38’ s.t. Sartore s.v.), Boniperti 5,5. (Festa, Todisco, Zammarini, Zanetti). All. Juric 6. BASSANO (4-3-3) Rossi 5,5; Toninelli 5,5, Priola 6, Zanella 6, Stevanin 6; Cenetti 6, Davì 6,5, Proietti 6,5; Cattaneo 7 (dal 39’ s.t. Cortesi s.v.), Pietribiasi 5,5 (dal 20’ s.t. Spadafora 5,5), Iocolano 6. (Grandi, Semenzato, Casarini, Ingegneri, Trento). All. Asta 6,5. ARBITRO Guccini di Albano Laziale 6. NOTE paganti 453, abbonati 1.215, incasso di 13.221 euro. Ammoniti Proietti, Tavanti, Gyasi, Beleck e Iocolano. Angoli 6-2. ●

MANTOVA Dal nubifragio emerge il Bassano, che passa al Martelli e rimette nel mirino il trio di testa. L’acquazzone annulla schemi e tatticismi e il secondo tempo, con un gioco pur condizionato dalla pioggia, regala emozioni. Due traverse per il Mantova nella prima frazione, di Boniperti e Said. Cattaneo rompe gli equilibri, sfrutta un buco di Tavanti e trafigge Zima all’8’ della ripresa. Al 13’ Davì di testa gira in rete il cross di Proietti. Trainotti riapre con la girata vincente (al 25’) sulla punizione di Paro. Matteo Bursi

MARCATORE Bracaletti al 40’ s.t. SÜDTIROL (4-3-3) Miori 6; Peverelli 6 (dal 43’ s.t. Campo s.v.), Mladen 6, Kiem 6, Martin 6; Tait 5,5, Bertoni 6, Mazzitelli 5,5 (dal 35’ s.t. Cia s.v.); Marras 6, Novothny 6, Fischnaller 6. (Melgrati, Brugger, Allegra, Ientile, Shekiladze). All. Sormani 5,5. FERALPISALO (4-3-3) Branduani 6; Carboni 6, Leonarduzzi 5,5, Ranellucci 6, Tantardini 6,5; Bracaletti 7, Palma 6 (dal 13’ s.t. Cavion 6), Fabris 6; Galuppini 7 (dal 31’ s.t. Juan Antonio s.v.), Romero 6,5, Broli 6,5. (Proietti, Codromaz, Di Benedetto, Lonardi, Zamparo). All. Scienza 7. ARBITRO Dei Giudici di Latina 6,5. NOTE spettatori 300 circa, abbonati 182, paganti e incasso n.c. Ammoniti Bertoni, Martin, Mladen, Bracaletti, Peverelli e Tantardini. Angoli 4-10. ● BOLZANO Colpo playoff della Feralpi Salò. I bresciani espugnano il Druso con un’incornata di Bracaletti nel finale e si lanciano all’inseguimento del quarto posto. Per il Südtirol prosegue la crisi (è arrivata la quarta sconfitta consecutiva). Ai biancorossi non basta un buon primo tempo, nel quale Fischnaller e Novothny sbagliano più volte sottoporta. La ripresa è, invece, un dominio degli ospiti, con il passare dei minuti sempre più pericolosi con Galuppini e Bracaletti: quest’ultimo, su azione di calcio d’angolo, mette dentro in tuffo il pallone che vale i tre punti e la rincorsa di un sogno. Francesco Bertagnolli

MARCATORI Dalla Bona al 24’ p.t.; Margiotta al 48’ s.t. REAL VICENZA (3-5-2) Tomei 6,5; Carlini 6,5, Polverini 6,5, Piccinni 6; Lavagnoli 6, Cristini 6 (dal 38’ s.t. Pavan 6), Dalla Bona 7,5, Malagò 6,5, Vannucci 6; Bruno 6 (dal 43’ s.t. Gomes s.v.), Bardelloni 6,5 (dal 31’ s.t. Margiotta 7). (Bonato, Solini, Beccaro, Chiarello). All. Marcolini 7. ALBINOLEFFE (4-3-1-2) Amadori 6; Salvi 5,5 (dal 36’ p.t. Cortinovis 5,5), Moi 5,5, Allievi 5,5, Anghileri 6; Bentley 5 (dal 10’ s.t. Gazo 5,5), Spinelli 5,5, Maietti 5,5; Vorobjovs 5; Silva Reis 6,5, Bradaschia 5,5 (dal 25’ s.t. Momentè 5,5). (Prandini, Ondei, Nichetti, Corradi). All. Mangone 5. ARBITRO Schirru di Nichelino 6. NOTE paganti 24, abbonati 93, incasso di 188 euro. Ammonito Momentè. Angoli 12-6.

MARCATORE Iovine al 12’ s.t. RENATE (3-5-2) Cincilla 6; Adobati 6, Malgrati 6, Riva 6; Bonfanti 5,5 (dal 1’ s.t. Mantovani 6,5), Muchetti 6, Perini 6,5, Scaccabarozzi 6 (dal 41’ s.t. Chimenti s.v.), Iovine 7; Odogwu 6 (dal 30’ s.t. Spampatti 6), Cocuzza 6. (Vannucchi, Di Gennaro, Morotti, Radrezza). All. Boldini 6,5. GIANA (4-4-1-1) Paleari 6; Perico 6, Bonalumi 6, Polenghi 6, Solerio 6; Rossini 5,5 (dal 21’ s.t. Perna 5), Marotta 5,5, Biraghi 5,5, Augello 5,5 (dal 21’ s.t. Pinto 5,5); Gasbarroni 5,5 (dal 30’ s.t. Recino 5,5); Sinigaglia 5,5. (Ghislanzoni, Di Lauri, Crotti, Spiranelli). All. Albè 5,5. ARBITRO Rasia di Bassano 5. NOTE spettatori 250 circa, abbonati 60, paganti e incasso n.c. Ammoniti Gasbarroni, Malgrati, Adobati e Cocuzza. Angoli 6-4.

● VICENZA Torna Marcolini in panchina e il Real Vicenza vince e convince. Due reti all’AlbinoLeffe e i vicentini ripartono dopo l’esonero di Favaretto e la scelta di richiamare il tecnico savonese che aveva condotto il Real ai primi posti nel girone di andata. Al 24’ il Real passa: la punizione di Dalla Bona è magistrale e si infila alle spalle di Amadori. Ci vuole un ottimo Tomei per deviare il sinistro velenoso di Silva Reis. Così nel momento migliore dell’AlbinoLeffe arriva il raddoppio vicentino, con Margiotta (48’) che finalizza un rapido contropiede. Marta Benedetti

VENEZIA

0

MONZA

1

PRO PATRIA

0

AREZZO

0

CREMONESE

1

PORDENONE

0

VENEZIA (4-3-1-2) Fortunato 6; Sales 6, Capogrosso 6, Peccarisi 6, Giuliatto 6; Zaccagni 6,5, Giorico 6,5, Espinal 6 (dal 38’ s.t. Varano s.v.); Bellazzini 6; Magnaghi 5,5 (dal 17’ s.t. Raimondi 5,5), Guerra 6 (dal 26’ s.t. Greco 5,5). (D’Arsié, Dell’Andrea, Scialpi, Scanferlato). All. Serena 6. AREZZO (3-5-2) Benassi 6; Villagatti 6, Panariello 6, Crescenzi 6; Franchino 5,5, Gambadori 6 (dal 33’ s.t. Barusso 5,5), Carcione 6, Cucciniello 5,5 (dal 7’ s.t. Coppola 5,5), Sabatino 5,5; Bonvissuto 5,5, Testardi 5 (dal 10’ s.t. Yaisien 5,5). (Rosti, De Martino, Brumat, Montini). All. Capuano 5,5. ARBITRO Maggioni di Lecco 5. NOTE paganti 289, abbonati 571, incasso di 4.993 euro. Ammoniti Sales, Espinal, Giorico, Cucciniello, Gambadori e Bonvissuto. Angoli 3-1. ●

difensivo comasco, suggellata dalla bella rete di Giosa, al suo rientro in campionato dopo una lunga assenza. Il Novara di suo ha sfoderato certamente una maggiore pressione di squadra verso l’area avversaria. Partenza forte degli ospiti, ma non situazioni pericolosissime per Crispino. E così il Como ha assestato il suo colpo appena ha potuto. Un calcio d’angolo battuto da Le Noci, un’uscita non perfetta del portiere, palla ben recuperata da Fietta e messa in mezzo. Bravissimo Giosa a calciare al volo al momento giusto. Como in vantaggio al 28’. Novara un po’ disorientato che si riprende poco prima dell’intervallo con un gran tiro di Buzzegoli che trova pronto il giovane portiere Crispino. Ripresa con il Novara che prova in tutti i modi a entrare in area. Ma il Como non perde la calma. Limita al minimo, la squadra di casa, le sue incursioni verso l’area avversaria, ma lo specchio della porta è ottimamente coperto. Si vede un po’ di agonismo in più, pur restando una partita corretta. Il Novara aumenta la quota dei suoi corner, non riesce però a scalfire la sicurezza del portiere avversario. E non si vedono azioni pulitissime. Il Como prova a infilarsi in avanti un altro paio di volte nel finale, ma non vuole rischiare. E per il Novara la strada è chiusa. Lilliana Cavatorta

VENEZIA L’Arezzo neutralizza il Venezia e porta in Toscana un punto prezioso dopo il k.o. di Pordenone. Arancioneroverdi sempre all’attacco, tanta buona volontà, ma poche idee; toscani arroccati in difesa, preoccupati più a difendersi che a offendere. Pomeriggio senza sussulti, Venezia vicinissimo al gol dopo 10’ con Benassi abile a respingere il tiro ravvicinato di Bellazzini. Arezzo al tiro al 31’ con Cucciniello, l’unico in 90’, poi al 44’ gol annullato a Guerra per fuorigioco su passaggio di Zaccagni. Ripresa con i portieri inoperosi. Michele Contessa

MARCATORI Conti (M) al 12’, Crialese (C) al 25’ p.t. MONZA (4-3-1-2) De Lucia 6; El Hasni 6, Giorgi 6 (dal 33’ s.t. De Bode s.v.), Martinez 6,5, Pugliese 5; Toskic 5, Asante 5,5 (dal 1’ s.t. Pessina 6), Uliano 6; Conti 6,5; Valencic 5,5 (dal 1’ s.t. De Vita 5), Torri 6. (Chimini, Cojocnean, Grandi, Bernasconi). All. Pea 5,5. CREMONESE (3-5-2) Galli 6,5; Zieleniecki 6,5, Castellini 6, Bassoli 5; Marchi 6,5, Moroni 5,5 (dal 33’ s.t. Finazzi s.v.), Jadid 6, Crialese 6,5, Favalli 6; Pasi 5 (dal 46’ s.t. Di Francesco s.v.), Manaj 5,5. (Battaiola, Baschirotto, Campagna, Haouhache, Ciccone). All. Micarelli 6 (Giampaolo squalificato). ARBITRO Candeo di Este 6. NOTE paganti 121, abbonati 1.100, incasso di 1.774,00 euro. Ammoniti Asante, Crialese, Giorgi, De Vita, De Bode. Angoli 4-3. ●

MONZA Il Monza non riesce a battere neppure una Cremonese falcidiata da infortuni e squalifiche. I biancorossi, che non vincono da metà dicembre, proseguono il loro digiuno, in attesa della decisione del Tribunale sul futuro del club. Alla squadra di Pea, che rischia il posto, non basta il vantaggio in mischia di Conti. La Cremonese pareggia con una sassata dal limite di Crialese e al 40’ sfiora il bis su punizione di Jadid che colpisce la traversa. Intanto, il Monza ha preso il centrocampista romeno Cojocnean. Matteo Delbue

PRO PATRIA (3-4-3) Melillo 6; Zaro 6,5, Pisani 6, Lamorte 6; Arati 5,5, Calzi 5,5, Giorno 6 (dal 37’ s.t. Bovi s.v.), Panizzi 5,5 (dal 33’ s.t. Casolla s.v.); D’Errico 5,5, Serafini 5,5, Baclet 5,5. (Perilli, Romeo, Candido, Terrani, Brunori). All. Montanari 6. PORDENONE (3-5-2) Careri 6; Placido 6, Fissore 6,5, Salvatori 6; Panzeri 5,5 (dal 5’ s.t. Rosania 6), Mattielig 6,5, A. Migliorini 6, Maracchi 5,5, Bertolucci 6; Ravasi 5,5 (dal 19’ s.t. Simoncelli 5,5), Franchini 6 (dal 45’ s.t. Gatto s.v.). (Bazzichetto, Fortunato, Ghinassi, Buratto). All. Rossitto 6. ARBITRO Melidoni di Frattamaggiore 6. NOTE paganti 349, abbonati 474, incasso di 2.433 euro. Ammoniti Maracchi, Panzeri, D’Errico, Pisani e Rosania. Angoli 3-2. ●

BUSTO ARSIZIO (Va) Il derby delle ultime si conclude con un pari tutto sommato giusto. A uscirne meglio è il Pordenone che mantiene i 3 punti di vantaggio sulla Pro Patria, che ha cercato di fare la partita, ma che non è mai riuscita a essere pericolosa. Così, nel primo tempo non si registrano tiri in porta. In avvio di ripresa a essere più pericolosa è la squadra di Rossitto che va vicina al vantaggio al 14’ con Ravasi (traversa). Nel finale è la Pro Patria che mantiene l’iniziativa, ma il Pordenone non corre pericoli. Aldo Restelli

MEDA (Mb) Con una prodezza di Iovine (sesta rete in campionato), il Renate vince il derby con la Giana e capitalizza una vittoria importante, la terza di fila sul proprio campo. Oltre alla rete che ha deciso la partita, Iovine con i compagni di reparto, ha eretto una barriera insormontabile contro la quale si sono infrante le iniziative degli ospiti. Il Renate, sceso in campo per cancellare la pesante sconfitta dell’andata, ha tenuto saldamente in mano la partita, impegnando più volte Paleari. Da aggiungere, al 6’ del secondo tempo, il palo di Adobati. Franco Cantù

CLASSIFICA SQUADRE

ALESSANDRIA PAVIA (-1) NOVARA BASSANO COMO FERALPI SALO' REAL VICENZA SUDTIROL VENEZIA RENATE AREZZO TORRES MONZA MANTOVA (-3) CREMONESE GIANA LUMEZZANE ALBINOLEFFE PORDENONE PRO PATRIA (-1)

PT

54 54 53 49 47 45 44 40 38 38 37 36 34 33 32 31 28 22 21 18

PAVIA

0

LUMEZZANE

0

PAVIA (4-2-1-3) Facchin 6,5; Ghiringhelli 6, Cristini 6, Marino 6, Malomo 6,5; Rosso 6, Carraro 5,5; Cesarini 5; Romanini 5 (dal 4’ s.t. Marchi 5,5), Ferretti 5, Grbac 6 (dal 22’ s.t. Soncin 5,5). (Fiory, Sabato, Cogliati, Sereni, Cardin). All. Maspero 5,5. LUMEZZANE (4-3-1-2) Bason 6,5; Mogos 6, Belotti 6,5, Nossa 6, Pantano 6; Baldassin 5,5, Genevier 6, Alimi 5,5 (dal 26’ s.t. Franchini 5,5); Varas 5,5 (dal 39’ s.t. Monticone s.v.); Potenza 5,5 (dall’11’ s.t. Ekuban 5), Sarao 5,5. (Furlan, Bagnai, Meduri, Cruz). All. Braghin 6. ARBITRO Massimi di Termoli 5. NOTE paganti 682, abbonati 322, incasso di 4.900 euro. Espulsi Cesarini al 38’ s.t. e Romanini dalla panchina al 43’ s.t.; ammoniti Marino, Potenza, Sarao, Bason. Angoli 6-1. ● PAVIA «Una giornata no, ma eravamo cotti»: così Maspero commenta il mezzo passo falso del suo Pavia. Azzurri appannati e con poche idee contro un Lumezzane tutto concretezza che pensa soprattutto a difendersi. Una gara nervosa, mai spettacolare e non

gestita al meglio dalla terna arbitrale. I padroni di casa tentano di fare la partita, ma si trovano spesso bloccati dalla buona difesa degli uomini di Braghin e pagano un po’ l’assenza del regista Pederzoli e la brutta giornata del bomber Ferretti. La prima conclusione è degli ospiti con un rasoterra di Potenza che impegna Facchin. Poi ci prova al 9’ il Pavia con Grbac con un diagonale che esce di poco. Al 12’ Carraro prova di potenza, il suo tiro è ribattuto e Cesarini tenta di precisione, ma la conclusione è fuori di un soffio. Al 16’ prodezza di Bason che in tuffo salva su Grbac. Nella ripresa le squadre appaiono più appesantite e il gioco è frammentato. Al 38’ Cesarini già ammonito, cade al limite dopo un bello slalom, l’arbitro estrae il secondo giallo. Decisione molto dubbia. Viene allontanato pure Romanini per proteste dalla panchina. «L’espulsione? – aggiunge Maspero –. Un errore, Cesarini è uscito dal campo con una ferita al piede. Doveva essere punizione dal limite. E’ stata una giornata storta per gli arbitri, capita. Noi abbiamo pagato il poco riposo dopo una gara intensa come quella contro il Mantova. Siamo partiti bene e poi siamo calati. Un punto l’abbiamo fatto. Non era possibile pensare di vincere tutte le partite». Guido Mariani

IL RECUPERO DEL GIRONE B L’Aquila non guarisce Pontedera, Galli segna e poi si fa espellere L’AQUILA-PONTEDERA 1-1 MARCATORI Pacilli (L) al 10’, Galli (P) al 19’ s.t. L’AQUILA (3-4-3) Zandrini 5,5; Zaffagnini 6, Pomante 6, Carini 6 (dal 23’ s.t. Djuric 6); Scrugli 5,5, Corapi 5,5, Del Pinto 6,5, Pedrelli 5,5; Pacilli 6,5 (dal 30’ s.t. Pozzebon s.v.), Perna 6 (dal 30’ s.t. Virdis s.v.), Sandomenico 5,5. (Cacchioli, Karkalis, Triarico, De Francesco). All. Zavettieri 5,5. PONTEDERA (3-5-2) Anacoura 6,5; Polvani 6, Redolfi 6, Gasbarro 6; Videtta 6, Ceciarini 6 (dal 15’ s.t. Lombardo 6), Bartolomei 6, Settembrini 6, Galli 5; De Cenco 6, Libertazzi 5,5 (dal 7’ s.t. Disanto 6, dal 43’ s.t. Romiti s.v.). (Cardelli, Bennati, Francesa, Segoni). All. Indiani 6,5. ARBITRO Ranaldi di Tivoli 7. NOTE paganti 280, abbonati 340, incasso non comunicato. Espulso Galli al 19’ s.t.; ammoniti Ceciarini, Scrugli, Redolfi, Videtta, Anacoura e Lombardo. Angoli 5-4. ●

L’AQUILA L’Aquila non va oltre il pari con il Pontedera e sciupa l’ occasione di scuotere ambiente e classifica. I toscani, in dieci per l’ingenua espulsione di Galli, gioiscono per il

punto e la quinta posizione solitaria. L’Aquila, nonostante si sforzi di cogliere segnali di ripresa, non sembra ancora fuori dall’ ultimo periodo involutivo. In apertura di ripresa Perna coglie il palo, poi Pacilli al 10’ pennella nel sette su punizione. Poco dopo Galli scocca un destro che, deviato, beffa Zandrini: esultanza polemica con la tribuna e cartellino rosso. Corapi ci prova su punizione, nel recupero Settembrini sciupa il contropiede per il colpaccio. Alessandro Fallocco CLASSIFICA Ascoli p. 53; Teramo 49; Reggiana* 45; Pisa* 44; Pontedera* 40; L’Aquila* e Ancona 39; Carrarese 36; Tuttocuoio* e Lucchese 34; Grosseto (-1), Spal e Pistoiese 33; Gubbio 32; Prato e Forlì 29; Savona e Santarcangelo 27; Pro Piacenza (-8) 25; San Marino 23. (*una in meno). PROSSIMO TURNO COSI’ SABATO Ore 14.30 Pistoiese-Ancona (andata 0-0). Ore 16 Carrarese-Teramo (1-2). Ore 17 Forlì-Tuttocuoio (2-3), Pro Piacenza-San Marino (0-3) e Santarcangelo-Savona (0-2). Ore 19.30 Grosseto-Pisa (B, 2-1). COSI’ DOMENICA Ore 16 Pontedera-Gubbio (1-0). Ore 18 Ascoli-Lucchese (2-0) e SpalPrato (0-1). COSI’ LUNEDI’ Ore 20.45 L’Aquila-Reggiana (1-1).

GIRONE C

PARTITE

RETI

G

V

N

P

F

S

28 28 28 28 28 28 28 28 28 28 27 28 28 28 28 28 27 28 28 28

15 16 15 13 14 12 11 11 11 10 10 9 9 10 7 8 7 5 5 3

9 7 8 10 5 9 11 7 5 8 7 9 7 6 11 7 7 7 6 10

4 5 5 5 9 7 6 10 12 10 10 10 12 12 10 13 13 16 17 15

42 48 44 41 33 37 37 32 34 32 25 29 32 28 31 21 26 17 21 28

23 33 27 28 26 34 27 28 31 39 24 30 32 25 33 27 39 39 42 51

PROMOSSE PLAYOFF PLAYOUT RETROCESSA

PROSSIMO TURNO SABATO 7 MARZO COMO-MONZA (ore 15) SUDTIROL-REAL VICENZA (ore 15) DOMENICA 8 MARZO LUMEZZANE-BASSANO (ore 11) CREMONESE-FERALPI SALO’ (ore 12.30) NOVARA-VENEZIA (ore 12.30) MANTOVA-TORRES (ore 14.30) PORDENONE-ALESSANDRIA (ore 14.30) ALBINOLEFFE-RENATE (ore 16) AREZZO-PAVIA (ore 16) GIANA-PRO PATRIA (ore 18)

(1-2) (1-1) (1-3) (0-1) (2-1) (1-1) (0-3) (0-1) (0-2) (0-0)

Per Salernitana-Benevento già 13.500 biglietti venduti

Fabio Brini, 57 anni LAPRESSE

Leonardo Menichini, 61 anni LAPRESSE

● Sale la febbre per SalernitanaBenevento: già venduti 13.500 biglietti, circa 1.600 per il settore ospiti. Curva Sud esaurita. COSI’ VENERDI Ore 19.30 Aversa Normanna-Martina (andata 1-3). Ore 20.45 Lecce-Juve Stabia (1-1, su Raisport 1). COSI’ SABATO Ore 14.30 IschiaCatanzaro (1-2) e Savoia-Foggia (0-1). Ore 15 SalernitanaBenevento (0-0). Ore 16 Cosenza-Matera (3-2) e MelfiPaganese (2-2). Ore 19.30 Barletta-Casertana (1-2). COSI’ DOMENICA Ore 14.30 Lupa Roma-Reggina (1-1) e Vigor

Lamezia-Messina (0-1). CLASSIFICA Benevento p. 60; Salernitana 58; Juve Stabia 51; Lecce e Casertana 48; Matera 47; Foggia (-1) 46; Catanzaro 40; Barletta 36; Vigor Lamezia 33; Martina 31; Paganese e Lupa Roma 30; Cosenza 29; Melfi (-2) e Messina 25; Ischia 22; Aversa Normanna 21; Savoia 20; Reggina (-1) 19. SERIE D Succi (Anziolavinio) squalificato per 10 giornate per un insulto razzista a Emmanuel (Olbia). Il tribunale di Spoleto ha dichiarato il fallimento del Foligno.


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LA CORSA GAZZETTA

Fabian Cancellara, 33 anni, 1° alle Strade Bianche nel 2008 e 2012 BETTINI

Alexander Vinokourov, al centro, alla presentazione dell’Astana un mese fa a Dubai. A destra con la fascia tricolore il capitano Vincenzo Nibali BETTINI

Astana, e se la soluzione fosse l’uscita di «Vino»?

1I kazaki e il rischio licenza: per salvare la squadra di Nibali

c’è anche l’ipotesi di un passo indietro del suo team manager

U

am rivale dei kazaki per far fuori un avversario pericoloso dal Tour. Fatto sta che Vinokourov e soci entro venerdì 20 marzo devono fornire alla Commissione il dossier difensivo.

GIOCO SPORCO La seconda, ma questa non è una novità, è che ci sarebbero membri dell’Astana implicati nell’inchiesta di Padova, quella che ruota attorno al dottor Michele Ferrari. Però qualcuno sussurra che dietro a questa azione ci sarebbe un gioco sporco, cioè la mano di un te-

IPOTESI E poi che cosa succederà? Ci sono tre ipotesi. La prima, però la meno probabile, è che tutto resti invariato. Cookson potrebbe ribadire di avere fatto il massimo, ma che le scelte della Commissione sono indipendenti. La seconda è che all’Astana venga tolta la licenza e che la squadra sparisca (eticamente come potrebbe essere accreditata tra le Professional?). Ma questa, a stagione in corso, sarebbe una sconfitta anche per l’Uci che si deve scontrare con la realtà. Una realtà in cui si evidenzia che il WorldTour, a causa dei costi enormi, non è così appetito dai team. Comunque, nel caso all’Astana venisse tolta la licenza, ci sarebbe (i kazaki lo hanno già preannunciato) il ricorso al Tas. Nel frattempo Nibali e compagni proseguirebbero l’attività sub-judice. L’Uci, però, di fronte al Tas non può permettersi un altro passo falso come quello di due anni fa, quando il Tribunale di Losanna

Claudio Ghisalberti n silenzio quasi irreale. Nessuno parla (ad alta voce), nessuno si espone. Pare quasi che non sia successo nulla. Eppure ormai è guerra tra l’Astana — la più ricca delle formazioni World Tour (20 milioni di euro ufficiali all’anno fino al 2020) — e l’Uci. Brian Cookson, l’uomo che governa ad Aigle, nei giorni scorsi ha chiesto all’apposita Commissione che venga tolta la licenza ai kazaki. Due le motivazioni ufficiali. La prima è che il rapporto dell’Istituto di Scienza dello Sport della Università di Losanna, a cui l’Uci si era rivolta per un parere super partes sulla lotta al doping all’interno del team, avrebbe evidenziato un distacco fra le dichiarazioni ufficiali e la realtà dei fatti.

RS’allungano i tempi: i termini per presentare il dossier difensivo scadono il 20 marzo riammise la Katusha. Proprio per questo, quindi, cioè per avere nella manica l’asso di un autorevole parere terzo, l’Uci si sarebbe rivolta all’Istituto di scienza dello sport svizzero. Nel corso dell’indagine, a gennaio sono stati chiamati davanti a tre esperti una ventina di membri dell’Astana, tra corridori e uomini dello staff. Ad altri, invece, è stato inviato un questionario. Tra i corridori ascoltati (ma non Nibali e Aru), molti ex. E forse qualcuno di questi ha rivelato particolari ritenuti importanti. RIECCOLO Quello che sicuramente è saltata all’occhio è la posizione di Dimitri Sedun. Dopo gli scandali doping, il kazako era stato cacciato dal gruppo, nel quale ricopriva due cariche: diesse nella squadra WorldTour e team manager della formazione Continental. Ma a febbraio a

Dubai (con la licenza in tasca), Sedun con un colpo di magia è uscito dal cilindro tra gli applausi. Ora figura a tutti gli effetti tra i diesse Astana e hai voglia a sostenere che si occupa solo di materiali. IMMAGINE Infine la terza ipotesi, forse la più plausibile, quella del «patteggiamento». Vinokourov, in cambio della conferma della licenza, verrebbe costretto a fare un passo indietro e lasciare la squadra. L’ex colonnello è un duro e farà di tutto per non cedere. Lui, che è pure vicepresidente della federciclo kazaka, ha già rinunciato ad essere l’immagine della candidatura olimpica di Almaty per i Giochi invernali 2022. Ma al tempo stesso non può permettersi di tornare in Kazakistan con la squadra annientata. Viceversa, cioè facendo un passo indietro, potrebbe tornare in patria da martire, come colui che ha dovuto immolarsi per il bene comune. Soluzione che sarebbe graditissima all’Uci, pronta a quel punto a collaborare per aiutare il team a trovare un nuovo management. Gradito ad Aigle. © RIPRODUZIONE RISERVATA

«Strade Bianche» Non sarà solo Cancellara-Sagan 1Sabato sugli

sterrati senesi anche Terpstra, Valverde, Boom, Nibali e Moser Paolo Marabini

F

abian Cancellara versus Peter Sagan. Lo svizzero per il tris, lo slovacco per la prima, dopo due secondi posti di fila. Ma ridurre a un duello, peraltro fra due giganti in questo genere di competizioni, la nona edizione della «Strade Bianche», da ieri diventata «Strade Bianche Eroica Pro» in omaggio alla denominazione d’origine, sarebbe fare un torto agli altri, fra i quali figurano fior di specialisti da classiche del Nord. Perché sì, la corsa Gazzetta, in programma sabato sugli sterrati della provincia di Siena — 200 chilometri da San Gimignano a Piazza del Campo, di cui 45,4 sulle caratteristiche strade in ghiaia che pennellano le Crete senesi — assomiglia tanto alle classiche che fanno impazzire i belgi, dove l’imprevisto è sempre dietro l’angolo, ma raramente si vince per caso. PARTERRE Qualche nome, a parte «Spartacus», primo nel 2008 e nel 2012, e «Peter Pan», secondo nelle ultime due edizioni? Ieri Rcs Sport ha ufficializzato i 158 corridori iscritti, tra i quali — ma lo si sapeva da tempo

— non figura il vincitore 2014, il polacco Michal Kwiatkowski, oggi fasciato della maglia di campione del mondo. E allora ecco avanzare aspettative gente importante come Terpstra, il re dell’ultima Parigi-Roubaix, o il suo compagno Stybar; e poi Boom, Vanmarcke, Stannard, Tjallingii, Van Avermaet, Valverde, Gerrans, Kiryenka, Uran e Betancur. E poi l’armata italiana, guidata dal re del Tour, Vincenzo Nibali, ma in chiave risultato forte soprattutto di Pozzato, Gatto, Colbrelli, Nocentini, Bennati, Quinziato, Viviani, Malacarne e soprattutto Moreno Moser, l’unico corridore di casa nostra entrato nell’albo d’oro, due anni fa, quando s’impose davanti all’allora compagno di squadra Sagan. BIKER & DONNE Venti squadre al via, 13 di World Tour. E tra le elette c’è pure una selezione azzurra (anche se di soli 6 uomini, invece degli 8 schierati dalle altre), con la presenza — non solo puramente suggestiva — di tre dei nostri migliori specialisti della mountain bike: il bronzo olimpico e mondiale Marco Aurelio Fontana, il campione italiano Luca Braidot e Nicholas Pettinà. A proposito di suggestioni: da non perdere la prima edizione femminile, che farà da aperitivo alla gara pro’ con tanta curiosità da parte soprattutto delle protagoniste stesse, chiamate a un impegno di 103 chilometri di cui 18,4 su sterrati, suddivisi in cinque tratti. Sono annunciate temperature rigide, tra i 4 e gli 8 gradi. Ma almeno ci sarà il sole. Spettacolo garantito. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Mondomotori R Il Salone

L'ANALISI di UMBERTO ZAPELLONI

IL MERCATO RIPARTE ANCHE CON I SOGNI

È

arrivato il momento di ricominciare a sognare. Il Salone di Ginevra riapre la porta alla fantasia e spuntano auto che sono molto super e un po’ meno car. Sono le supercar di oggi, progettate e costruite per far sognare, ma anche per essere guidate da chi può permettersi di spendere certe cifre. Si sogna con la Ferrari (488 GTB), ma anche con Audi (R8) Mercedes (Amg GT3), Porsche (Cayman GT4 e 911 GT3 Rs), Honda (Nsx), Ford (Gt), McLaren (675 LT), Aston Martin (Vulcan). Sono sogni. Sono il fanciullo che c’è in ogni appassionato di motori. E danno l’idea che il mercato, da poco in crescita dopo anni di stagnazione, possa davvero ripartire. Perché dietro alle Supercar c’è un mondo concreto. E romantico come la 500 Vintage ‘57 proposta da Fiat sempre più orgogliosa della sua 500 X. Avveniristico come la Bmw Grand Tourer, premium da 7 posti. Solido come il prototipo Volkswagen (Sport Coupe Gte). Accattivante come la Renault Kadjar, che entra in un segmento ricco ma affollatissimo. Sbarazzino come la Peugeot 208, rivista e non stravolta. Elegante come la DS5, primo modello della Casa a camminare da solo. Morbido e ben disegnato come la Tucson di Hyundai. Aggressivo come la Sway di Nissan. Senza scordare Mazda che sembra non fermarsi più, Opel che lancia la piccola ma grande Karl, Citroën che rivisita Berlingo, Toyota che rinnova Auris e Avensis, Skoda che si fa Suberba, Suzuki che lancia un iM-4 originale come la Tivoli di SsangYong, Kia che fa di una familiare una sportiva... Sogni e concretezza. A Ginevra 2015 c’è spazio per tutto. E i sorrisi non sono più forzati come un anno fa. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Gioielleria svizzera La Ferrari 488 GTB è il gioiello del Salone di Ginevra: ha un motore da 3.9 litri che eroga 670 Cv mentre la velocità massima è di 330 km/h BOZZANI

Brilla la 488 GTB, D a Ginevra trionfo delle supercar E quanti Suv...

Corrado Canali GINEVRA (SVIZZERA)

ieci ore, come quelle che ogni giorno gli organizzatori offrono ai visitatori, basteranno per toccare con mano le 130 novità annunciare al Salone dell’auto di Ginevra (515 marzo), la rassegna più glamour del mondo? Probabilmente no, ma almeno provateci! Ecco, allora, l’elenco delle più attese elencate in ordine alfabetico, per non favorire nessuno secondo lo stile adottato dalla rassegna svizzera: dare spazio a tutti, mettendo a fianco dei marchi più blasonati al mondo, anche il più sconosciuto dei preparatori.

1Da Porsche ad Audi fino a Ford, tantissimi

cavalli dentro ai motori. Esordio della nuova Bmw Serie 1, debutto europeo per l’Alfa Romeo 4C

Audi punta sulla nuova R8, la supercar del brand dei «quattro anelli» che passa dal V8 al V10 disponibile in due varianti da 540 o 610 Cv, oltre a proporre la «showcar» Prologue che anticipa lo stile delle future Audi, anche in versione Avant. Bmw oltre alla nuova Serie 1 «ristilizzata» e coi motori a tre cilindri, benzina e diesel, espone anche la Serie 2 Gran Tourer variante a sette posti del primo monovolume Bmw. Citroën festeggia a Ginevra il lancio del brand DS col restyling della DS5 che diventa così l’ammiraglia del nuovo marchio, mentre Ford conferma la vocazione sportiva con la Focus RS per la prima volta equipaggiata con la trazione integrale. Grande ritorno in casa Hyundai con la Tucson che sostituisce la ix35, ma si presenta con tutto un altro stile. Mentre Honda nell’anno delle


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AUDI R8 V 10 PLUS ● Con motore Lamborghini La R8 monta il motore 5.2 V10 aspirato (condiviso con Lamborghini) da 610 Cv e 560 Nm AP

BMW 120D XDRIVE ● Tre nuovi propulsori Debuttano i motori tre cilindri 1.5 da 109 Cv, e due quattro cilindri 1.6 da 177 Cv e 2.0 da 218 Cv REUTERS

MAYBACH S600 PULLMAN ● Un transatlantico su quattro ruote Un’ammiraglia lussuosa da 6 metri e mezzo di lunghezza, con motore V12 da 6 litri GETTY

DS5 ● La prima auto «senza» Citroën La DS5 è la prima vettura del marchio di lusso a non portare il logo del «double chevron» REUTERS

FORD FOCUS RS ● Ha i cavalli di una sportiva La due volumi stupisce per la potenza del suo motore Ecoboost da 2.3 litri: 320 cavalli!

HYUNDAI TUCSON ● La «sostituta» della ix35 Il crossover della casa coreana, nonostante il nome già noto, è una vettura totalmente nuova REUTERS

RENAULT KADJAR ● Il crossover di mezzo Posizionata tra la Captur e la Koleos, ha un motore diesel 1.5 da 110 Cv e un benzina 1.6 da 130 AFP

SUZUKI IM-4 ● Il fuoristrada del futuro Sulla base della concept iM-4 nascerà il fuoristrada che sostituirà il Suzuki Jimmy LAPRESSE

TOYOTA AURIS ● La station wagon si rinnova La station wagon nata nel 2012 si rifà il look e rivede la gamma motori che affianca la versione ibrida AP

ABARTH 595 COMPETIZIONE ● La 500 diventa una bomba Abarth propone la versione «da gara» della 595 con livrea aggressiva e motore da 180 cavalli REUTERS

PEUGEOT 208 ● C’è un frontale tutto nuovo Nuove linee e due nuove motorizzazioni (1.2 benzina e 1.6 diesel) per il best seller Peugeot GETTY

PORSCHE 911 GT3 RS ● Un siluro da pista L’ultima nata in casa Porsche: ha un boxer 6 cilindri da 4 litri per 500 Cv: punta massima di 322 km/h AP

tante novità in arrivo espone a Ginevra tre mo- nuove Cayman GT4 e 911 GT3 RS, mentre delli: le nuove Jazz, Civic Type-R e il crosso- Renault debutta nel settore degli sport utility ver HR-V. Ed ecco il primo dei tanti concept da medi con la Kadjar. Skoda, invece, rilancia tenere d’occhio alla rassegna svizzera: Infiniti, l’ammiraglia Superb e Ssangyong espone il infatti, espone la QX30 che anticipa l’arrivo di crossover Tivoli, mentre Suzuki mette in moun crossover di lusso, mentre Kia, che punta a stra ben due concept, una compatta 4x4, la smarcarsi dal rango di generalista, espone una IM-4 e una berlina a 5 porte, la iK2. Doppio showcar sportiva davvero intrigante, la Sport- restyling, invece, per Toyota con le nuove Auspace che anticipa una futura sportwagon, ol- ris e Avensis berlina e station. E, infine, i moltre a lanciare la caratterizzazione più perfor- ti debutti di Volkswagen alle prese col nuovo mante, GT Line, per la media Cee’d. A Ginevra stile del brand anticipato dall’intrigante Sport debutta anche la rinnovata Range Evoque, Coupè Concept GTE, la base della futura CC a non un modello qualunque, dopo oltre cui si aggiungono, poi, le ristilizzate Touran e 400.000 unità vendute e un successo planeta- Sharan. rio: pochi i ritocchi estetici, Led compresi, ma sotto pelle ci sono i IN MOSTRA nuovi motori Ingenium portati al debutto dalla berlina XE. Mer- Passat Alltrack, Golf cedes pensa sempre più in grande con due modelli davvero uni- GTD Variant e la nuova ci, le super Classe G e S Pull- Touran: Volkswagen man by Maybach. Mitsubishi, cala il suo tris invece, presenta un crossover dalle linee esasperate oltre ad es- Arriva la prima DS sere ibrido plug-in e ancora la nuova generazione, la quinta, del senza marchio Citroën. E la prima pick-up L 200.

E veniamo ai sogni che sono da sempre il fiore all’occhiello di Ginevra. Su tutti svetta la nuova Ferrari 488 GTB, un saggio di aerodinamica ed efficienza tecnologica, con l’inedito motore V8 Turbo 3900 da 670 Cv per una velocità massima di 330 km l’ora. Ma anche la versione SV, cioè Superveloce della Aventador che anima lo stand Lamborghini. I muscoli, però, vanno ormai a braccetto con l’ecologia, una convivenza che sponsorizza un futuro di eccellenza sostenibile.

esclusiva garantita dal Salone di Ginevra. Con il marchio Alfa Romeo, in attesa della Giulia attesa a giugno, ecco la 4C Spider al debutto europeo con prezzi a partire da 60.403 euro più Iva. La Giulietta si offrirà anche nell’allestimento Collezione, la MiTo nella variante Racer che sposa le tendenze. Fiat punta sulla famiglia 500X, anche nella nuova versione col 1400 cmc Multiair da 140 Cv abbinato al cambio automatico a doppia frizione. Affiancata dall’inedita 500X Black Tie, la showcar nata dalla collaborazione tra Fiat e Garage Italia Customs, il nuovo progetto di personalizzazione ideato da Lapo Elkann. Sempre nello stand Fiat c’è anche la Panda K-Way, con 20 combinazioni cromatiche e la 500 Vintage ’57 con carrozzeria azzurro pastello e tetto bianco, un omaggio all’icona di 58 anni fa. Freemont mostra un look rinnovato, Doblò la variante Trekking con Traction+ di serie.

E infine il made in Italy di cui il Gruppo Fca è un emblema. Tanti i modelli esposti nella vetrina

Lancia celebra la sempreverde Ypsilon coi suoi 2,7 milioni di esemplari venduti con la serie speciale 30th Anniversary, mentre Jeep riparte da Ginevra sulla scia del successo di oltre un milione di unità vendute l’anno scorso con l’ennesima versione della Renegade, la 1400 cmc Multiair da 170 Cv, a trazione integrale e col cambio automatico a 9 rapporti, oltre agli allestimenti firmati Mopar Hard Steel e Wrangler Rocks realizzati grazie al contributo di Mopar, l’antenna tecnologica che nel Gruppo Fca si occupa di personalizzazioni anche le più strane. Il tour è finito, ma tranquilli, a Ginevra si pensa già all’anno prossimo.

500 customizzata

Doppio debutto in casa Opel per la Karl, la sorellina a cinque porte della Adam e per la più performante delle Corsa, la OPC. A proposito di piccole, Peugeot presenta a Ginevra la nuova 208, il modello di maggior successo della Casa del Leone, mentre Nissan anticipa, forse, la futura Micra con la Concept Sway. Doppio lancio anche per Porsche con le

L’a.d. Volkswagen, Martin Winterkorn, posa con la Passat, «Auto dell’anno 2015» AFP

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IN FIERA A BARCELLONA

Ford e il trasporto intelligente Auto più bici: sceglie una app Filippo Conticello INVIATO A BARCELLONA (SPAGNA)

D

alle quattro alle due e poi ancora alle quattro. Ruote, ovviamente, perché Ford da Barcellona cerca il modo migliore per semplificare la vita nelle città piene fino a scoppiare. Qui al Mobile World Congress, la gigantesca fiera che svela le ultime ingegnose trovate telefoniche, il colosso americano dell’auto vuole farci sopravvivere al traffico. È il loro Smart Mobility Plan, nuovo curioso esperimento di tra-

sporto: ecco allora i prototipi di due e-bike, la MoDe:Me per i privati e la MoDe:Pro per uso commerciale, che si integrano con l’auto e comunicano con lo smartphone. In tempo reale un’app suggerisce fin dove andare in macchina e da dove spostarsi con le bici elettriche, pensate per ripiegarsi comodamente nel bagagliaio. VIA SMARTPHONE Di auto, tra questi stand assaliti da curiosi ed esperti, ne luccicano parecchie. E anche sul campo dell’interattività si procede spediti: Accenture, ad esempio, ha an-

La e-bike MoDe:Me che si integra con l’auto

nunciato nuovi servizi Internet dentro ai veicoli Fca per aiutare i conducenti a restare concentrati. Ford, invece, col suo piano ambizioso, alza lo sguardo al mondo. Nel campo della Smart Mobility ha seminato 25 sperimentazioni in tutti i continenti, ma ancora nessuna traccia in Italia: «Non preoccupatevi, potremmo pensare anche a voi, vogliamo migliorare la qualità della vita e ridurre lo stress cittadino», ha rassicurato Erica Klampfl, la manager che ha le chiavi della nuova mobilità Ford. E che a Barcellona ha mostrato anche la nuova Focus Electric. Il modello va a braccetto con l’app MyFord Mobile, sviluppata per gestire in remoto alcune funzioni: ovunque, via smartphone, si attiva o interrompe la ricarica, si riscalda o rinfresca l’abitacolo. © RIPRODUZIONE RISERVATA

HONDA SH300I ABS È IL PRIMO EURO4 ● (e.m.) Il nuovo SH300i ABS 2015 arriverà a fine maggio nelle concessionarie Honda: è il primo due ruote omologato Euro4. L’ABS è di serie, il motore di 279 cmc monocilindrico a 4 valvole e iniezione elettronica ha consumi ridotti. Nuovo telaio in acciaio, vano sotto la sella per un casco integrale e smartkey al posto della chiave. Prezzo circa 5 mila euro.


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Basket R Eurocup, andata ottavi

GIOVEDÌ 5 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Kazan rovina la festa di Cantù In Russia da -6 1 Sacripanti: «Dovevamo pensare su 80’ invece

di forzare per vincere». Celebrata la Korac del ‘91

L’ALTRA ITALIANA

Roma crolla nel finale dopo aver resistito 30’ 1Banvit più fresco

e Virtus che in 10’ fa 4 punti (ai liberi) Tegola Gibson: stagione finita BANVIT-ROMA 71-55 (22-18, 40-36; 52-51)

Massimo Oriani

BANVIT BANDIRMA: Rowland 13 (4/10, 1/2), Simmons 11 (1/2, 3/7), Mejia 18 (2/3, 2/5), Davis 10 (5/8), Veremeenko 8 (1/2, 1/1); Baron (0/2), Dragicevic 6 (3/8), Edge (0/1), Mutaf 5 (1/1), Candian. N.e.: Gecim, Altunbey. All.: Ernak. VIRTUS ROMA: Stipcevic 8 (1/3, 0/6), Ejim 16 (3/5, 2/2), Jones 4 (2/2, 0/3), De Zeeuw 4 (2/4), Ebi 13 (5/9, 1/3); Morgan 4 (2/4), Sandri (0/1 da tre), D’Ercole 6 (2/5 da tre). N.e.: Kushchev, Reali. All.: Dalmonte. ARBITRI: Bulto (Spa), Perea (Spa), Radojkovic (Cro). NOTE - T.l.: Ban 13/13, Rom 10/10. Rimb.: Ban 30 (Mejia 9), Rom 24 (Ejim, Ebi 5). Ass.: Ban 14 (Rowland 5), Rom 9 (Stipcevic 6). Progr.: 5’ 1111, 15’ 30-23, 25’ 45-40, 35’ 63-51. Spett. 2.850.

INVIATO A CANTU’ (CO)

N

on basta il romanticismo del passato, i ricordi di quando al Pianella si alzavano le coppe per sollevare una Cantù che però almeno stavolta lotta e dà l’anima, a differenza di sabato a Sassari. Col Kazan perde solo nel finale, dopo aver messo la testa avanti al 26’, prima di un blackout offensivo di 8’ (solo 3 liberi senza canestri su azione) che ha scavato il solco decisivo. Dopo la festa per la Korac vinta nel ‘91 col ritorno di Pace Mannion, affiancato da Rambo Gianolla, Pessina, Lupo Rossini, Bosa, Gilardi, Zorzolo e coach Frates, la realtà dell’impatto sulla gara contro i russi è stata un brusco risveglio. MOLLI «Ancora una volta siamo partiti molli — dice coach Sacripanti — difendendo male, cosa che ci capita un po’ troppo spesso. Ci battevano sistematicamente nell’uno contro uno, arrivando facilmente al ferro». Ecco spiegati i 27 punti concessi nel 1° quarto e il -10 (9-19) dopo 6’20”. Poi la reazione, sempre a strappi, senza grande continuità offensiva. Merito anche del muro alzato da coach Pashutin, che ha chiuso l’area con la sua batteria di lunghi. Cantù con Gentile, Williams e Buva si riportava sotto, prima di superare con un paio di lampi di Johnson Odom (52-49 al 26’). «Dal 2° quarto in poi abbiamo ritrovato vitalità e brio e ci abbiamo creduto — prosegue Sacripanti — ma non abbiamo gestito bene il finale». L’errore è stato quello di inseguire a tutti i costi una vittoria che in fondo sarebbe servita a poco. DIFFERENZA «Perdere di uno o vincere di uno non faceva gran differenza in vista del ritorno — spiega il tecnico —. Dovevamo interpretare la partita pensando agli 80’ invece di forzare qualche conclusione». Se dall’altra parte hai poi vecchi marpioni come Keith Langford, finisci col pagare. L’ex milanese con

Mario Canfora

T

Darius Johnson-Odom, 25, sfugge a Keith Langford, ex Milano CIAMILLO

CANTU’

64

KAZAN

70

(19-27, 38-39; 55-60) FOXTOWN CANTU’: Johnson Odom 15 (2/6, 3/5), Gentile 7 (3/5, 0/1), Jones 3 (0/3, 0/2), Buva 5 (1/5, 0/2), Williams 10 (5/7); Feldeine 12 (1/3, 2/6), Abass 8 (1/2, 1/4), Laganà, Shermadini 4 (2/2), Hollis (0/2 da 3). N.e.: Bloise, Maspero. All.: Sacripanti. UNICS KAZAN: Bykov 14 (6/7, 0/2), Langford 14 (4/11, 1/2), White 9 (3/5, 1/3), Antipov 2 (1/1, 0/1), Fischer 11 (5/10); Likhodey 2 (1/1, 0/1), Gubanov (0/1), Sokolov 4 (1/1), Kaimakoglou 3 (0/1, 1/7), Jerrells 8 (2/6, 1/4), Panin 3 (1/3 da 3). All.: Pashutin. ARBITRI: Ankarali (Tur), Mantyla (Fin), Collin (Fra). NOTE - T.l.: Can 16/23, Kaz 9/11. Rimb.: Can 36 (Williams 7), Kaz 37 (Fischer 11). Ass.: Can 10 (2 con 2) 2), Kaz 9 (3 con 2). Progr.: 5’ 6-13, 15’ 30-33, 25’ 50-49, 35’ 58-65. Tec.: Langford 24’08” (46-47). Sp. 2602.

5 punti negli ultimi 65” scavava il solco finale. Ma non è stato lui l’mvp della partita, quanto un delizioso Bykov, il John Stockton russo, play tutto fosforo che non spreca un pallone. STIMOLO «Sono una grandissima squadra — dice Sacripanti Hanno vinto qui e hanno buone chance di passare. Ma abbiamo il dovere di crederci, sono solo 6 punti. E’ un grande stimolo, la dobbiamo prendere come una sfida senza accontentarci di essere arrivati sin qui». Quanto meno Cantù ha dimostrato di essere viva (a parte Hollis, che ha fatto su e giù per il campo senza costrutto per 12’, sporcando il suo tabellino solo con 2 errori oltre l’arco). E il Pianella è tornato a vivere per una sera un’atmosfera da «notti di coppe dei campioni» come cantava Venditti. Questo passa oggi il convento. E non solo in Brianza. © RIPRODUZIONE RISERVATA

renta minuti alla pari, i restanti dieci «scoppiata» nella testa e nelle gambe: nella città turca di Banderma, Roma nell’andata degli ottavi ne prende 16 (71-55) e si complica la vita ai fini del passaggio del turno. Peccato, perché con la formazione al completo la sfida sarebbe stata davvero equilibrata. Invece, la squadra di Dalmonte si è presentata senza esterni: il fuggiasco Triche (e col sostituto Freeman che non può giocare perché i tesseramenti in Eurocup sono chiusi) e l’infortunato Gibson. In queste condizioni, chiudere la terza frazione sul -1 (52-51, dopo essere passata pure in vantaggio sul 51-49) è stato un mezzo miracolo, verificatosi solo con la grande prova di Ejim e una difesa molto attenta. Negli ultimi 10’, il crollo. La Virtus segna solo 4 punti (ai liberi), quindi senza fare nemmeno un canestro su azione. Potrebbe essere un record, come il 100% nei liberi delle due squadre. E visto che i guai non vengono mai da soli, c’è la tegola Gibson (out per un problema muscolare alla coscia): la sua stagione è finita, Roma è alla ricerca di un sostituto. © RIPRODUZIONE RISERVATA

MONDO NBA Danilo Gallinari, 26: 26 punti coi Bucks sono il massimo stagionale REUTERS

Gallinari splende nel dopo-Shaw D’Antoni in pista 1I Nuggets vincono col nuovo coach, più

vicino all’azzurro. Mike ha già fatto sapere di voler tornare ad allenare nella Nba

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a mattina hanno saputo che coach Brian Shaw era stato licenziato, sostituito fino alla fine della stagione dal vice, Melvin Hunt. La sera, i Denver Nuggets hanno interrotto la striscia di 10 sconfitte consecutive in casa battendo i Milwaukee Bucks in quella che è risultata essere per le statistiche la miglior partita di Danilo Gallinari quest’anno: 26 punti con 8/16 al tiro (4/9 da 3) e 7 rimbalzi in 36’. Sembra il più classico dei due più due: Shaw, causa anche gli infortuni dell’azzurro e il faticoso rientro dopo un anno di stop, non considerava Gallo una delle punte della squadra e Gallo non ha mai nascosto di non trovarsi bene con e nel sistema di Shaw. Melvin Hunt, uno dei reduci della gestione Karl, è molto più vicino a Gallinari ed è venuto anche in Italia a lavorare individualmente con lui. Quindi... SVOLTA Non è così semplice. La partita contro Milwaukee, alla terza sconfitta consecutiva, non può rappresentare un test della rinascita dei Nuggets, o della «svolta» dopo il cambio di allenatore, visto il basso livello della parti-

ta. Di certo Gallinari, che ha segnato i primi 8 punti della gara, ha voluto dare un segnale forte, ma è da 7 partite, seguenti la sosta dell’All Star Game che l’azzurro anche con Shaw è tornato in quintetto e top scorer dei Nuggets a 18.2 punti di media. Molto più interessante è capire chi prenderà il posto di Shaw l’anno prossimo. D’ANTONI Tra i nomi è subito balenato quello di Mike D’Antoni, che proprio ai Nuggets iniziò la sua carriera Nba da head coach nel 1999 e che ha già manifestato il suo assoluto desiderio di tornare ad allenare nella Nba. Mike, che lo ha portato a New York, sarebbe perfetto per Gallinari e Denver sarebbe perfetta per D’Antoni. La concorrenza è varia e multiforme (tra coach esperti, è spuntato anche l’esordiente Jay Larranaga, assistente dei Celtics). In realtà, sembra che dopo aver cacciato inopinatamente Karl e bucato con Shaw, Denver non abbia ancora idea non solo dell’allenatore ma in quale direzione ripartire. chiabo ● RISULTATI Charlotte-LA Lakers 104103, Cleveland-Boston 110-79, New York -Sacramento 86-124 (Bargnani solo 3 punti in 18’) Atlanta-Houston 104-96, Chicago-Washington 97-92, Memphis-Utah 82-93, Denver-Milwaukee 106-95.


Basket R Europlayer Gazzetta 2014

GIOVEDÌ 5 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

FACCIA A FACCIA

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CONTENUTO PREMIUM

L'IDENTIKIT MARC GASOL NATO A: BARCELLONA IL: 29 GENNAIO 1985 ALTEZZA/RUOLO: 2.16/PIVOT SQUADRA: MEMPHIS GRIZZLIES

Marc Gasol, pivot dei Grizzlies, a sinistra con la Spagna contro la Francia e all’All Star game col fratello Pau. Sotto, riceve il premio dall’inviato della Gazzetta EPA-REUTERS-MURPHY

Marc Gasol, fratello del più celebre Pau, lo ha seguito a Memphis nel 2001, giocando al liceo Lausanne Collegiate. Il ritorno Nel 2003 torna a Barcellona, nel 2006 va a Girona dove nel 2008 è eletto miglior giocatore della lega spagnola. La Nba Viene scelto dai Lakers al n.48 del draft 2007, Memphis acquista i suoi diritti nel 2008 nella trattativa che porta Pau a Los Angeles. Debutta con i Grizzlies nel 2008: è stato eletto difensore dell’anno nel 2013, per due volte ha giocato l’All Star Game La Nazionale Con la Spagna ha vinto due argenti olimpici (2008, 2012), un oro mondiale (2006), due ori (2009-2011), un argento (2007) e un bronzo (2007) europei.

Marc Gasol «E’ UN ONORE MA NON MI SENTO IL N.1» L’INTERVISTA di MASSIMO LOPES PEGNA INVIATO A MEMPHIS (USA)

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ietro le quinte Marc Gasol ti racconta che Morata è ottimo negli ultimi venti minuti perché è quando può risolvere le partite. Intende il centravanti della Juve non il centro di una franchigia Nba. Anche se di centri è un esperto, perché in questo momento, in quella posizione, è ormai considerato il numero uno. Non soltanto il miglior difensore della Lega (2012/13), ma pure arma letale in attacco. «Se c’è qualcuno che mi mette in difficoltà? Dipende da come sto. Se sono in buona serata non importa chi ho di fronte», dice sicuro di sé ma senza arroganza. Poi, paga rispetto a chi ritiene il suo più grande avversario: «Tim Duncan, perché sai che sarà un duello leale e che giochi contro uno dei migliori di sempre. Ma ci sono dei ragazzi che stanno venendo su bene: Rudy Gobert, Steven Adams, Jusuf Nurkic, Hassan Whiteside, Alex Len. Hanno tanta energia, sfoggiano nuovi stili, belli da vedere». Perché Marc è un vero appassionato e si diverte anche a guardarlo il basket. Quale squadra? «San Antonio. Per la filosofia, per la continuità, per la disciplina. Li ammiro moltissimo». EUROPLAYER Si accomoda su una poltrona, e mentre lo nominiamo miglior giocatore europeo del 2014 (la consegna ufficiale della targa avverrà davanti al suo pubblico che lo adora), sembra uno di quegli scienziati un po’ schivi che vorrebbero evitare la gloria. Dice: «E’ un grande onore. Però non credo di aver fatto nulla di straordinario nel 2014. Siamo usciti troppo presto con la Nazionale al Mondiale: dura digerire quella sconfitta con la Francia. Non ho mai pensato di essere il più bravo in Europa. Ma forse è la conseguenza naturale di chi gioca in un team vincente». Memphis per ora non ha vinto niente. Si infiamma: «Ma io al titolo credo. Siamo più maturi rispetto all’anno passato. Pensiamo davvero di essere bravi e di avere una chance. Lo sappiamo e vogliamo giocarcela. Dobbiamo proseguire nella cura dei dettagli».

LA GAZZETTA HA PREMIATO IL PIVOT DEI GRIZZLIES E DELLA SPAGNA COME MIGLIOR EUROPEO 2014. LA DINASTIA INIZIATA DAL FRATELLO PAU CONTINUA...

Anche se a Ovest comanda Golden State. «E’ vero, segna tanti punti e pare predestinata. Ma il basket è una questione di accoppiamenti, come giochi contro certe squadre. Essere in testa è relativo, perché nei playoff puoi capitare contro qualcuno che ti mette in difficoltà e sono guai. Ve bene, le faccio il pronostico: finale a Ovest, Memphis-San Antonio e ad Est, ChicagoCleveland». Potrebbe trovare Pau in finale, i due centri titolari... Noi europei siamo apprezzati in questo ruolo. «Sì. Forse perché abbiamo insegnanti migliori che ci spiegano fin da piccoli di non pensare solo a schiacciare e stoppare, ma che c’è molto di più. Come palleggiare a testa alta, guardare sempre il campo, capire il gioco». Che cosa invidia a Pau, a parte i due titoli? Ride. «Sul parquet è talmente unico che non è imitabile... considero certe sue finezze come ascoltare musica classica. Vorrei avere la pazienza di Pau: è sempre calmo, niente sembra infastidirlo. Io, se qualcosa mi disturba, parto subito». Ci racconti della vostra infanzia. «Quattro anni e mezzo è una differenza di età importante quando si è bambini. Ma siamo cresciuti molto attaccati l’uno all’altro. Pau era il fratello intelligente che stava a casa a studiare. Io ero quello che andava fuori a far casino. Ricordo le vacanze in campeggio: giocavamo per 26 ore al giorno. Bocce, tennis, ping pong, pallavolo, calcio. Competitivi a livelli assurdi». E il fratellino Adrià, lo vedremo presto in Nba? «Difficile. Vede io da bambino andavo da casa mia a quella di mia nonna palleggiando. Il pallone è stato il mio giocattolo più prezioso. Quando lo avevo in mano ero felice. Per lui non è così. Non ha la mia stessa passione né quella di Pau». Da ragazzino chi era il suo idolo? «Larry Bird. All’Olimpiade di Barcellona ’92 avevo sette anni e purtroppo non riuscii a vederlo. Mio padre non trovò i biglietti e dovemmo accontentarci della Lituania».

Mamma si arrabbiò quando decise di tornare in Spagna dopo il liceo a Memphis. «Non capiva che andavo nel Barcellona di Pesic insieme a fenomeni come Bodiroga, Fucka e Navarro. Nessun college poteva offrirmi un’occasione simile. Se sono stato titolare di un All Star è grazie a quel cammino intrapreso a 18 anni». Che cosa non le piace della Nba? «Spesso c’è poco tempo per allenarsi, per ripassare i fondamentali. Sarebbe il modo migliore fra una partita e l’altra per analizzare ciò che non ha funzionato. Al contrario, non hai tempo per rimuginare dopo una brutta partita perché hai l’opportunità di rifarti immediatamente». A fine stagione diventerà free-agent. Che cosa peserà più sulla sua decisione? «Il progetto. Ma non ci penso: sono troppo concentrato sul presente. E non sono nervoso. So che questo sarà l’ultimo grosso contratto che potrò ottenere, ma sarò io a scegliere e non sbaglierò». E’ vero che mangia solo la verdura che coltiva? «Sì, pomodori buonissimi, cavolo, broccoli. Tutto dentro a una serra, perché il clima di Memphis è molto variabile. Però in Spagna ho più roba. Niente pasta e carne. Ho una dieta a base di pesce e verdure e un po’ di pane a colazione». E’ così che ha perso, qualcuno dice, 50 chili? Ride. «Dipende da quando. Rispetto ai miei anni da junior sì. Negli ultimi dodici mesi direi 15. E’ una decisione che ho preso per migliorarmi. Soprattutto per prevenire infortuni». Si è fantasticato molto sulla sfida fra lei e Pau all’All Star Game: primi fratelli in quintetto e avversari. «Nelle tante partite contro Pau l’ho sempre considerato solo il rivale da battere. Invece a New York mi sono accorto per la prima volta di qualcosa di diverso. Eravamo lì, io e lui. Tutti e due al Garden, titolari di questa partita così importante. Avevamo i genitori e le nostre famiglie in tribuna. Sembrava il perfetto copione di un film. Ammetto di aver sentito una forte emozione». © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Pallavolo R Quarti Champions League

GIOVEDÌ 5 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Perugia, un sogno chiamato finale

1«La mia squadra è eccezionale»: esulta Grbic dopo aver superato i polacchi del Belchatow 3-2 PERUGIA

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BELCAHTOW

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(25-17, 20-25, 25-23, 23-25, 16-14) SIR SAFETY PERUGIA: Vujevic 5, Buti 5, Atanasijevic 32, Fromm 24, Beretta 7, De Cecco 4; Giovi (L), Sunder, Paolucci. N.e. Barone, Maruotti, Fanuli (L). All. Grbic PGE BELCHATOW: Lisinac 11, Uriarte 16, Conte 8, Klos 7, Wlazly 23, Marechal 4; Tille (L), Wlodarczyk, Wrona 5, Brdjovic. N.e. Piechocki (L). All. Falasca ARBITRI Van Gompel (Ola) e Gril (Slo). NOTE Spettatori 3518. Durata set 26’, 27’, 32’, 30’, 20’ ; tot. 135’. Sir Safety: b.s. 23, v. 10, m. 6, 2a l. 3, e. 35. Pge Skra: b.s. 22, b.v. 5, m. 12, s.l. 3, e. 32. Giallo per Falasca (sul 5-2 del secondo set).

Antonello Menconi PERUGIA

U

n’emozione così grande che Perugia non potrà mai dimenticare. Con una città che dopo la magnifica impresa della Sir Safety contro Belchatow (sei coppe di Polonia e otto scudetti negli ultimi 10 anni), non vuol svegliarsi da quel sogno che guarda alla final four di Champions a Berlino. A crederci non ci sono tuttavia solo i 4mila del PalaEvangelisti, ma anche la squadra e, soprattutto, Grbic. «Siamo stati eccezionali – ha detto il tecnico – anche se questa vittoria mi lascia il rammarico per come abbiamo perso il quarto set, che ci fa capire adesso quanto sarà diverso andarci a giocare la gara di ritorno con un 3-2 invece che con un 3-1, come sarebbe potuto essere. Soprattutto per loro sarà una gara molto

diversa, ma questo non vuol dire che non stiamo sognando e anzi, questo successo ci ha dato dei brividi che è stato bellissimo poter condividere con un pubblico eccezionale come questo».

giocare, con il delegato ufficiale della Cev che ha imposto a Falasca di sostituire Facundo Conte, per il quale si pensava potesse passare inosservato il fatto di giocare con una maglia con un numero diverso sulle spalle, avendo dimenticato in AL VENTO Gribic ha aggiunto Polonia la sua con il numero 7. che «pur avendo gettato al ven- Dopo averne «riadattata» to una vittoria più netta, sono un’altra, l’argentino è potuto stracontento di come la squa- tornare in campo solo sul 14-7 dra ha interpretato la partita in favore della Sir Safety, con il dall’inizio alla fine, con quella set già compromesso. La reavoglia e quella determinazione zione del Belchatow (senza che io vorrei sempre vedere. l’infortunato Winiaski) si è Indipendenteavuta nella semente da come conda frazione, LE FRASI andrà a finire grazie soprattutquesta competi- Il tecnico: «Questa to alla crescita di zione, siamo coWlazly (62% in vittoria ci dà grande munque consaattacco nel set), forza in vista della pevoli che nella che ha messo a gara di ritorno gara di ritorno» terra anche il servirà un’altra punto decisivo. grandissima pre- «Peccato non Nel terzo che gli stazione, ma viumbri hanno sto che questa portare con noi un compiuto il caera l’ultima gara successo più netto», polavoro, quandella stagione di dice Fromm do i polacchi nel Champions a Pefinale hanno rirugia ci tenevamo tutti a vince- baltato lo svantaggio i 20-17 sire per lasciare un grande ricor- no al 20-21, per poi cedere ad do e ringraziare questa gente, uno scatenato Atanasijevc (a che ci garantisce ogni volta una Belchatow dal 2011 al 2013), spinta incredibile». Dello stes- spettacolare nell’attacco che so parere anche Fromm (68% ha regalato il punto finale. Anin attacco con 5 ace), ancora cora Atanasijevic protagonista tra i grandi protagonisti della nel quarto (la Sir era avanti 22serata insieme ad Atanasijevic. 20) con un’invasione di piede «Per come è andata la gara è un che ha lanciato i polacchi sul peccato andare a giocare in Po- 22-24 e verso il tie-break. Un lonia con il 3-2 – ha detto il quinto con la Sir Safety capace bomber tedesco – anche se la di rimontare (con Atanasijevivittoria ci dà una grande carica cv in battuta) dall’1-3 al 5-3, e siamo consapevoli da una la- per poi portarsi sul 12-9 ed anto delle difficoltà che ci aspet- dare poi a vincere con l’ace di tano, ma dall’altro anche delle Fromm che ha scatenato l’enpossibilità che abbiamo di po- tusiasmo del palasport . I ritortercela giocare alla pari con lo- no si giocherà mercoledì a Loro». Il primo colpo di scena si è dz, dove sono già andati esauavuto ancor prima di iniziare a riti i 13 mila biglietti.

LA GUIDA Stasera Busto contro la Dinamo

Alexsandar Atanasiejvic è stato il migliore marcatore del match BENDA

(a.a.) Il Kazan di Totolo (2°) trascinato da Leon (20, 64%, 6 ace) si aggiudica la prima sfida con Ankara di Bernardi con l’infortunato Juantorena out. Oggi in campo il femminile con l’Unendo Yamamay Busto che ospita alle 20.30 la Dinamo Mosca. In campo anche il derby di Istanbul tra il Vakifbank Guidetti e Costagrande e il Fenerbahce di Abbondanza, Lo Bianco e Bosetti e l’altra formazione turca, l’Eczacibasi di Caprara che attende le svizzere dello Zurigo. Maschile (andata quarti): Novosibirsk (Rus)-Resovia (Pol) 1-3 (25-20, 21-25, 27-29, 17-25), Sir Safety Perugia-Belchatow (Pol) 3-2, Kazan (Rus)-Halkbank Ankara (Tur) 3-0 (2519, 25-18, 25-17). Final Four a Berlino (GER), 28-29 marzo Femminile (andata quarti): (19.30) Vakifbank Istanbul-Fenerbahce Istanbul, (16.30) Eczacibasi IstanbulZurigo (Svi), (20.30) Unendo Yamamay Busto-Dinamo Mosca (Rus). Final Four a Stettino (POL), 4-5 aprile Coppa Cev Maschile: Lennik (Bel)Anversa (Bel) 3-0, Dinamo MoscaFenerbahce Istanbul 3-0, Energy TI Diatec Trento-Roeselare (Bel), Kedzierzyn Kozle (Pol)-Teruel 3-0. Coppa Cev Femminile: Krasnodar (Rus)-Nantes (Fra), Beziers (Fra)Rabita Baku (Aze) 1-3, Omsk (Rus)Galatasaray Istanbul (Tur) 3-0, Bacau (Rom)-Sopot (Pol) 0-3. Challenge Cup Maschile: BelgradoCmc Ravenna 3-2, Lisbona (Por)Alexandropolis 3-0, Galatasaray Istanbul-Novi Sad (Ser) 3-1, Mmp Ankara-Nizhniy Novgorod (Rus) 3-0. Challenge Cup Femminile: Vilsbiburg (Ger)-Bursa (Tur) 0-3, Igor Gorgonzola Novara-Schweriner (Ger) 1-3, Steinkjer (Nor)-Yuzhny (Ucr) 0-3, Ekaterinburg (Rus)-Naxos (Gre) 0-3. MEONI (m.mar) Non sarà (almeno ufficialmente) il secondo di Camperi, nuovo tecnico di Piacenza, e nemmeno un giocatore-allenatore, “promosso” dopo l’esonero di Radici.

Nuoto R Dal 2 al 9 agosto a Kazan

Gli Usa hanno bisogno di Phelps Pronto lo sconto per i Mondiali I SUOI NUMERI

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● le gare in cui Phelps s’era qualificato: 100 sl (48”45/16° del 2014), 100 farfalla (51”17/1° del 2014) e 200 misti (1’56”03/3° del 2014)

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● i mesi di condanna (con la condizionale) dal tribunale di Baltimore a dicembre per guida in stato di ubriachezza ed eccesso di velocità

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● i mesi di squalifica inflitti dalla federazione Usa dopo la condanna giudiziaria di Phelps più l’esclusione dal roster per i Mondiali di Kazan

Stefano Arcobelli

I

l nuoto senza Phelps è un altro nuoto. Si può lasciare a casa uno come Michael, il più decorato ella storia (ogni sport) ancorché condannato a 18 mesi con la condizionale per guida ad alta velocità in stato di ubriachezza (recidivo)? La federazione Usa, dopo la sentenza di dicembre, aveva voluto aggiungere sei mesi di squalifica, escludendo Phelps dalla nazionale per i Mondiali e dare un segnale morale forte. Chi sgarra paga e non si guarda in faccia neanche al più grande. E aveva promosso Tim Phillips al posto del leggendario campione. Ieri il direttore esecutivo Chuck Wielguis ha riaperto il caso a tre mesi dalla conclusione della sospensione, in vista del rientro agonistico di Phelps, a Mesa. «E’ complicato ma potrebbe accadere che Phelps possa esserci a Kazan: c’è un percorso per cui il provvedimento potrebbe essere riconsiderato. La decisione finale spetterebbe comunque al direttore tecnico della nazionale e dovrebbe essere convalidata dal comitato esecutivo federale». SOSTEGNO Curiosamente, per

Michael Phelps, 29 anni, 22 medaglie olimpiche conquistate LAPRESSE

il perdono-ripescaggio di Michael, che presto sposerà Nicole Johnson, si sono espressi favorevolmente i big della nazionale come Tyler Clary, olimpionco dei 200 dorso, e Natalie Coughlin, 12 podi olimpici: «La sospensione di 6 mesi è sufficiente per far capi-

R«Possono essere

riconsiderati» i sei mesi di sospensione aggiuntiva per aver guidato da ubriaco

re che la Federazione non perdona taluni comportamenti. I Mondiali però non rientrano nel periodo di sospensione prevista e l’esclusione di Michael potrebbe avere ripercussioni negative per tutta la squadra». Aggiunge Natalie: «Escludere Phelps da Kazan è una punizione anche per i suoi compagni, in particolare quelli che potrebbero condividere un posto con lui in staffetta. Noi vogliamo avere sempre i migliori in gara e lui ha sempre dimostrato di esserlo». TIMORI AMERICANI Ad esempio nei 100 farfalla, Phelps ha chiuso la scorsa stagione in testa al ranking mondiale: senza di lui gli Usa potrebbero rischiare di perdere non solo la staffetta mista, ma anche la staffetta veloce e la 4x200. Michael s’è qualificato ai primi 2 posti dei campionati Usa 2014 di Irvine validi come trials mondiali, nei 100 sl, nei 200 misti e nei 100 farfalla, specialità in cui lo attende il sudafricano Chad Le Clos, che lo battè nei 200 farfalla a Londra perdendo poi nei 100. E nei 100 delfino e 200 misti, Phelps sta lavorando per diventare a Rio 2016 il primo della storia olimpica a conquistare 4 ori consecutivi nella stessa specialità. Gli Usa hanno bisogno di Phelps, Phelps ha bisogno dei Mondiali come test, i Mondiali hanno bisogno dell’attrazione Phelps. Che altrimenti sarà di scena in Coppa del Mondo da 25 metri a ferragosto a Chartres, in Francia: ma a chi interesserebbe? © RIPRODUZIONE RISERVATA

LE TAPPE

Ad aprile torna in Arizona Piano B: i Trials ● Michael Phelps compirà 30 anni il 30 giugno. Allenato da Bob Bowman a Baltimore, vanta 22 medaglie olimpiche (18 ori), 26 ori (6 argenti e 1 bronzo) ai Mondiali e 36 record mondiali (29 individuali). Le sue prime gare stagionali, con il club North Baltimore Aquatic club, sono previste nel GP Pro Series di Mesa, in Arizona, dal 15 al 18 aprile. Gli altri due meeting importanti negli Usa sono in programma il 14-17 maggio a Charlotte e il 18-21 giugno a Santa Clara. Senza Mondiali di fine luglio, Phelps aveva programmato di gareggiare in Coppa del Mondo a ferragosto a Chartres (Fra) in vasca corta, cioè alla fine dei Mondiali di Kazan, le cui gare in corsia sono previste dal 2 al 9 agosto. Nel caso di un rientro in nazionale, Phelps si allenerà a Colorado Springs ma non dovrebbe cambiare programma se non puntare alle gare iridate e sacrificare qualche meeting in favore di un allenamento più intenso. L’ultima volta ai Mondiali di Phelps è stato a Shanghai nel 2011. Se non dovesse passare per i Mondiali, il suo grande ritorno saranno i Trials olimpici per Rio in programma ad Omaha dal 26 giugno al 3 luglio 2016.


Atletica R Europei indoor a Praga

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L’Italia è ancora Trost «Cambio tutto per toccare il cielo»

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Biathlon R In Finlandia

Fatica, sconfitte e gelosie da film Fourcade, la saga dei fratelli coltelli 1«A casa non si può parlare delle vittorie di Martin se c’è Simon» Da oggi protagonisti ai Mondiali

1Con 1.96 ha la quarta misura

stagionale: «Fatico per la nuova rincorsa, ma penso in grande»

Martin a sinistra, 26 anni, e Simon a destra, 30AP GETTY

Alessandro Grandesso

Mosca 2013: in un ambiente ostile, saltò con le unghie smaltate coi colori dell’arcobaleno a difesa dei diritti dei gay. A volte serve anche ostentare».

GLI ATLETI DI VERTICE HANNO ANCHE UN RUOLO SOCIALE: CON I NOSTRI RISULTATI VEICOLIAMO MESSAGGI ALESSIA TROST SALTATRICE IN ALTO

Andrea Buongiovanni

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e spetta l’ingrato ruolo di «salvatrice della patria»: Alessia Trost è l’unica concreta speranza di podio azzurro agli Europei indoor di Praga oggi al via. La 21enne pordenonese, in una squadra falcidiata dagli infortuni (il solo Tumi, tra i cinque medagliati di Göteborg 2013, sarà in gara), con 1.96 si presenterà in pedana con la quarta prestazione stagionale del lotto delle iscritte. Domani la qualificazione, sabato l’eventuale finale. Su di lei le speranze di tutto il movimento. Alessia, con quali aspettative? «Cerco buone sensazioni e misure importanti, ma non mi carico di inutili fardelli. L’atletica è e deve restare divertimento: una professione, ma anche uno strumento sociale». Cosa intende? «Noi atleti di vertice veicoliamo messaggi, l’attività sarebbe fine a se stessa se così non fosse». Si riferisce a qualcosa? «Ricordo per esempio con piacere Emma Green ai Mondiali di

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in da ragazzo sognava di diventare il più forte al mondo, nel biathlon. Mai avrebbe immaginato che lo scettro sarebbe andato a suo fratello, più giovane. E magari senza altrettanto impegno. E’ la storia dei francesi Fourcade, Simon e Martin, che lo sport invece di unire ha separato: sfocerà anche sul grande schermo.

Lei lo avrebbe fatto? «Forse no, questione di coraggio. Al di là dell’episodio, intendo però dire che, concentrati come siamo sui risultati, a volte ci dimentichiamo che abbiamo, o che avremmo, anche altre responsabilità». Certo le medaglie regalano popolarità e con la popolarità anche il personaggio sociale diventa più facile da recitare... «Non fatemi fare promesse a vuoto: diciamo che sono pronta a migliorare lo stagionale». Basterà per salire sul podio? «Dipende, nel caso, di quanto riuscirò a migliorarlo». Ha superato i problemi tecnici che hanno in parte condizionato la sua stagione in sala? «La nuova rincorsa, da sette a otto passi, mi fa partire con l’altro piede. Funzionava, poi ho inserito elementi in realtà superflui. Non devo esagerare con la velocità d’ingresso allo stacco e calibrare il salto al meglio». Perché questa novità? «Con coach Gianfranco Chessa ho fatto un programma che arriverà ai Giochi di Rio 2016. Per stabilizzarmi occorreva muoversi per tempo». Niente stage all’estero, com’era stato ventilato? «Avevamo messo nel mirino un periodo a Doha, a casa Barshim. Ma poi, per date non coincidenti, s’è fatto niente. Sono più che favorevole a confronti e scambi, purché non si dimentichi che la scuola italiana ha un passato e un presente da invidiare».

Alessia Trost, 21 anni, è allenata da Gianfranco Chessa e gareggia per le Fiamme Gialle. Personale di 2.00, è stata iridata junior a Barcellona 2012 COLOMBO

Cos’è cambiato rispetto alla negativa stagione scorsa? «Infortuni superati a parte, ho liberato la testa». Poi ci sono le avversarie... «E qui si presentano molto competitive. Anche se, oltre a Chicherova e Vlasic, mancheranno Johnson-Thompson, Simic e Gordeeva». Nell’ordine: la polacca Licwinko, iridata indoor in carica, nell’ultimo mese è volata tre volte oltre due metri con un 2.02... «Tecnicamente è molto pulita e in sala è sempre fortissima». La russa Kuchina, sua rivale storica, ha un 1.99 e un 1.98. «Ma è incostante». Poi la lituana Palsyte, due 1.98. «Emotivamente vive molto le gare: è un’incognita». Al suo pari c’è l’inossidabile spagnola Beitia, oro uscente, un cm più sotto la russa Shkolina, iridata

all’aperto uscente. «Attenzione alla Beitia: è una campionissima e con la sua esperienza può fare grandi cose. La Shkolina, invece, potrebbe anche rinunciare: è malata».

Cosa c’è nel suo dopo-Praga? «Un po’ di riposo e altri esami in lingue all’università di Udine: ne ho dati tre quest’inverno, l’ultimo, neanche a farlo apposta, in storia d’Europa...».

AMORE-ODIO Un rapporto, quello con Martin, seguito e aiutato fin dagli esordi, diventato sempre più complicato. Con le feste in famiglia cariche di tensione. Ricorda Brice, il più giovane dei Fourcade, maestro di sci: «C’erano momenti in cui bisognava evitare assolutamente il discorso delle vittorie di Martin, in presenza di Simon». Finché lo stesso Simon ha ammesso l’inferiorità, allenandosi meno, vivendo di più, rinunciando anche alla pratica religiosa. Guadagnandone anche a livello sportivo, vedi i due argenti ai Mondiali 2012. Nonostante l’ombra del fratello-star Martin: «Di recente – racconta Simon – un articolo dell’Equipe titolava “Francia terza senza Fourcade”. Io c’ero, ma non mio fratello che sembra il solo a poter essere riconosciuto con il nostro cognome. Mi piacerebbe fossimo più vicini, nella vittoria e nella sconfitta. E mi piacerebbe capire meglio cosa funzioni davvero nei suoi allenamenti». Martin replica: «Strano, non me ne ha mai parlato. Ma è fatto così, è un impulsivo». Per finire sul grande schermo, alla loro storia di amore e odio fraterno Manca solo in gran finale. Magari un agognato oro per Simon ai mondiali di biathlon che iniziano oggi in Finlandia.

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Avrà tifosi al seguito? «Si son mossi tardi: sono rimasti biglietti solo per domenica pomeriggio. Verranno al Golden Gala: quest’anno farò tante tappe di Diamond League». Ricorda Göteborg 2013? «Avevo appena saltato 2.00: capitan Collio mi fece la matricola per l’esordio in Nazionale e gareggiai con un pettorale blu, diverso da quello delle altre, perché leader stagionale. Che emozione: fui 4a con 1.92. Ho memorie contrastanti».

LA GUIDA Oggi qualificazioni del peso con la Rosa L’Italia in 23 con il dubbio Del Buono L’edizione n. 33 degli Europei indoor scatta oggi alla O2 Arena di Praga per concludersi domenica: attesi 643 atleti di 49 Paesi (363 uomini, 280 donne). Tra gli affiliati alla Eaa, manca solo il Liechtenstein. Si tratta di due «record» di partecipazione: a Göteborg 2013 furono 47 le nazioni rappresentate e 587 gli atleti coinvolti a Birmingham 2007. Le gare con più iscritti sono gli maschili (40) e i 60 femminili (39), quelle con meno il triplo (23) e i 1500 (14). A quest’ultima prova (sabato la finale diretta) dovrebbe partecipare anche Federica Del Buono, altra possibile punta della squadra italiana. Ma la 20enne vicentina, alle prese con una lesione al flessore di un alluce e a riposo da dieci giorni, deciderà solo

domani se essere dalla partita. Saranno 23 gli azzurri in gara (11 uomini, 12 donne), complice le tante assenze per infortunio, un dato decisamente in controtendenza rispetto ai 44 di due anni fa in Svezia. Tra i possibili protagonisti (obiettivo finale), Matteo Galvan (400), Silvani Chesani (alto), Fabrizio Schembri (triplo), Giulia Viola (3000) e Chiara Rosa (peso). Quest’ultima, al pari di Daniele Secci, esordirà già oggi nella qualificazione del peso. Tante le stelle attese: dal ceco Pavel Maslak nei 400, al francese Ranuad Lavillenie nell’asta, dal tedesco David Storl nel peso alle olandesi Dafne Schippers nei 60 e Sifan Hassan nei 1500/3000, per finire con la ceca Zusana Hejnova, iridata dei 400 hs,

sosterranno un test sui 25-30 km verso gli impegni programmati rispettivamente a Milano e a Rotterdam del 12 aprile.

impegnata in un inedito 800. Stasera, al termine della gare, nel corso della cerimonia di apertura, prevista una celebrazione multimediale dell’atletica con ricordi della gloriosa storia ceca della disciplina. Oggi - Ore 16.30: peso D (q): Rosa. 17: lungo (q). 18: peso (q): Secci. In tv: diretta RaiSport 2, ore 16.15-18.45 (replica ore 0.30-2:45); Eurosport 2: diretta ore 16:30-19. MARATONA: INCERTI A NAGOYA PERTILE CORRERÀ A ROMA L’ex campionessa europea Anna Incerti, reduce da uno stage in altura a Potchefstroom, in Sudafrica, domenica sarà al via della maratona solo femminile di Nagoya (Giap). Ruggero Pertile, dopo un mese e più in Kenya, come Deborah Toniolo punta invece a quella di Roma di domenica 22, dove Ahmed El Mazoury e Andrea Lalli

Chiara Rosa, 32 anni COLOMBO

INVIDIA Seguendo innanzitutto i passi di Simon, 30 anni, che in carriera ha raccolto titoli vari, ma quasi sempre di squadra, sul podio ma mai sul gradino più alto. Nonostante allenamenti feroci, sette giorni su sette, dall’alba al tramonto, alla ricerca della perfezione, anche con l’aiuto dell’islam: si convertì 14enne, sfidando il freddo con lo sci nordico, nei giorni del ramadan e programmando un’ascesa costante ai vertici del biathlon. Percorso interrotto però a Vancouver 2010: non andò oltre il 14° posto, mentre la medaglia d’argento finiva a sorpresa al collo di Martin, il fratello 4 anni più giovane. Alla premiazione Simon pianse, ma di delusione e invidia, racconta oggi all’Equipe: «Volevo essere il migliore: è stato mio fratello a farcela, senza neppure volerlo».

CONFERENCE USA: BURCHELL OK (si.g.) A Lexington, 7”08 nei 60 della giamaicana Remona Burchell. Uomini. 60: Miller 6”56. 200: Ernest 20”69 (b 20”67). 400: Glass 45”37; Taplin (Gren) 45”52; Norwood 45”68. 60 hs: McLeod (Giam) 7”49. Donne 200: Jefferson 23”02; Bryant 23”02. 400: Little 51”37. 60 hs: K. Harrison 7”92. Asta: Morris 4.66. A Mt. Pleasant. Uomini. Asta: Barber (Can) 5.80. A Blacksburg. Uomini. 60: K. Williams 6”56; Hester 6”56. A Ames. Uomini. 200: Broell 20”71. Peso: Crouser 21.14. Donne. 200: White 22”98. 400: Baisden 51”90. A Geneva. Uomini. 200/400: Zahn 20”75/45”63. A New York. Donne. 5000: Sisson 15’12”22. A Boston. Donne. 400: McCorory 51”70.

Apre la staffetta mista L’Italia è bronzo olimpico ● Oggi a Kontiolahti, in Finlandia, scattano i Mondiali di biathlon con la staffetta mista, specialità nella quale l’Italia vanta il bronzo olimpico a Sochi con la stessa formazione che verrà schierata dal c.t. Curtaz (e mai proposta quest’anno per infortuni e scelte alternative): Wierer, Oberhofer, Dominik Windisch e Hofer. Per il resto, nel Mondiale di Fourcade contro tutti e del duello Domracheva-Makarainen, Italia ambiziosa soprattutto con le donne, a podio individualmente in stagione con Wierer e Oberhofer e poi con la staffetta. IL PROGRAMMA. Oggi (17.15), staffetta mista. Sabato (13 e 16.15), sprint U e D; domenica (13.15 e 16.15), inseguimento U e D; mercoledì 11 (17.15), individuale D; giovedì 12 (17.15), individuale U; venerdì 13 (17.15), staffetta D; sabato 14 (16.30), staffetta U; domenica 15 (13.30 e 16.15), mass start U e D. In tv: dirette su Eurosport ed Eurosport 2.


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GIOVEDÌ 5 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT


GIOVEDÌ 5 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

TUTTENOTIZIE

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1Hockey prato - Coppa del Mondo (g.l.g.) Italia sconfitta 2-0 dall’Irlanda nell’ultimo match a gironi del

Round 2 di World League a San Diego. L’Italia chiude 3a con 3 punti. Le altre: Irlanda 9, Austria 6, Cile 0. Nell’altro girone: Russia 9, Canada 6, Usa 3, Trinidad 0. Oggi alle 19.45 italiane quarti di finale Italia-Canada

BOXE

PALLANUOTO

BASEBALL

Champions: Recco vola col poker di Ivovic È dura per il Brescia

Mayweather vincente: il rapper 50 cent scommette 1.4 milioni detto — perché l’ho incontrato di recente al concerto di Chris Brown a New York e l’ho visto molto concentrato. Ho l’impressione che questa sfida sia stata pompata per niente».

BRESCIA-PRO RECCO 5-6 (1-2, 0-1, 3-0, 1-3) Brescia: Del Lungo, Bruni, C.Presciutti 1, Pagani, Molina, Rizzo 1, Giorgi, Nora 1, N.Presciutti 1, Bodegas 1, D.Fiorentini, Napolitano, Dian. All. Bovo. Pro Recco: Tempesti, D.Pjetlovic 1, Jokovic, Prlainovic, Giorgetti, F.Di Fulvio, A.Fondelli, Filipovic 1, A.Ivovic 4, N.Gitto, Pastorino. All. Milanovic. Arbitri: Margeta (Slo) e Naumov (Rus). Note: s.n. Brescia 10 (4 gol), Pro Recco 9 (2). Gir. A: Eger (Ung)-Radnicki Kragujevac (Ser) 7-6, Barceloneta (Spa)-Olympiacos (Gre) 12-8. Class.: Pro Recco 18; Eger 10; Barceloneta 8; Radnicki 6; Brescia 5; Olympiacos 4.

Aleksandar Ivovic BORSARELLI

I

vovic annienta la resistenza del Brescia. Nella 6a giornata dei preliminari di Champions League, il poker del montenegrino è uno schiaffo pesante: gettare il cuore oltre l’ostacolo e oltre le polemiche, alla squadra di Bovo non è bastato. Così come in Coppa Italia, a gioire sono i liguri, nonostante il parziale di 3-0 nel terzo quarto a favore dei lombardi. Pro Recco sempre più saldamente al comando del girone, Final Six a un passo. Al Brescia, invece, ora serve un’impresa. f.pe.

TIRO A VOLO

Fossa, Fabbrizi vince: suo il pass per Rio 2016

Massimo Fabbrizi, 37 anni ANSA ● Vincendo la prima prova di coppa del mondo, Massimo Fabbrizi conquista la seconda e ultima carta olimpica della fossa maschile italiano. L’altra era andata a Giovanni Pellielo, grazie al bronzo iridato di Granada. Si tratta del sedicesimo pass per i Giochi di Rio 2016 già portato a casa dall’Italia. Ad Acapulco, in Messico, il carabiniere marchigiano - argento ai Giochi di Londra 2012 - aveva chiuso il primo giorno di gara con un perfetto 50 su 50. Ma sempre martedì aveva rischiato di uscire con un 22 su 25, salvo infilare altri due 25 su 25. Un +3 nello shoot-in è valso un posto in semifinale, dove è partito male, con due errori nei primi cinque piattelli: sono stati i suoi unici due errori, per poi chiudere 13 su 15 e andare a giocarsi il medal match per l’oro con l’australiano Michael Diamond, regolato 12 a 11 per il successo finale. «Ho lavorato tanto per questo risultato - ha commentato Fabbrizi -, non potevo permettere che un momento di blackout rovinasse tutto: sono molto contento di come ho reagito».

POSILLIPO E ACQUACHIARA IN FINALE DI EURO CUP (f.nap.) Derby napoletano tra Posillipo e Acquachiara in finale di Euro Cup (andata 28 marzo, ritorno 11 aprile)). Dopo l’8-6 di Bucarest, il Posillipo batte 8-5 i romeni della Steaua alla Scandone (3 reti di Saccoia), tornando a disputare una finale europea dopo 10 anni (Supercoppa 2005). Prima storica finale internazionale, invece, per l’Acquachiara, che dopo il 15-11 di Napoli pareggia 7-7 in Croazia, in casa del Mornar Spalato, con doppietta di Luongo. DONNE La 7a di ritorno: Despar Messina-Cosenza 18-7, Sis Roma-Rapallo 3-10, Orizzonte-Mediterranea Imperia 14-10, Bogliasco-Padova 6-9, FirenzePrato 6-13. Class.: Padova 43; Messina 41; Imperia* 35; Bogliasco 27; Prato, Rapallo 22; Orizzonte* 20; Roma, Cosenza 7; Firenze 4. (*una partita in meno)

IPPICA

Il rapito Oneghin in pista a Padova domenica 15 ● Tornerà in pista quasi certamente il 15 marzo Oneghin del Ronco, il trottatore protagonista di un mancato rapimento il 26 febbraio 2014 (al suo posto venne preso e subito rilasciato Skyline Dany) e di un rapimento senza errori il 26 febbraio scorso con rilascio in 48 ore dopo probabile pagamento di un riscatto. La corsa è il GP padovanelle (m 1640) sulla pista da mezzo miglio del Breda. Il sauro da Love You si avvierà dalla prima fila (ha pescato il n. 6), ma al suo interno è posizionata la pericolosissima Radiofreccia Fi, fresca vincitrice del Ponte Vecchio a Firenze. Da parte sua Oneghin del Ronco ha vinto gli ultimi due GP disputati (entrambi a Torino): l’Encat e il Locatelli. ● IN COSTA AZZURRA Stamattina saranno dichiarati i partenti (e subito dopo i numeri di avvio) del Criterium de Vitesse (m 1609) di domenica a Cagnes-sur-Mer, vicino Nizza. Sono quattro gli italiani rimasti iscritti dopo il forfait di ieri: Osasco di Ruggi, Owen Cr, Linda di Casei e Pascià Lest.

Oneghin del Ronco PERRUCCI

Floyd Mayweather e 50 cent

A

ltro che 50 cent... Mancano due mesi all’«incontro del secolo» tra Floyd Mayweather e Manny Pacquiao, che a Las Vegas metterà in palio il titolo dei welter Wba, Wbc e Wbo, e c’è già chi ha cominciato a giocare il carico. È il rapper americano 50 cent, al secolo Curtis Jackson, che ha annunciato ieri di aver scommesso 1.4 milioni di euro sulla vittoria di Floyd Mayweather: in caso di vittoria incasserebbe poco più di due milioni di euro. «Punto sul campione, farà fuori facilmente Pacquiao — ha

ALPINISMO

Valanga sfiora Moro-Lunger via dal Manaslu

Simone Moro, 47 anni TARANTINI ● Una valanga ha rovinato la spedizione sul Manaslu (8163 metri) di Simone Moro e Tamara Lunger, costretti ieri a essere tratti in salvo in elicottero insieme ai loro due sherpa dopo essere stati sfiorati mentre erano bloccati da una settimana al campo base per una nevicata record di sei metri che aveva coperto le loro tende. All’arrivo della valanga i due hanno deciso di chiedere via radio l’intervento dell’elicottero che li ha portati a Samagaon, dove era in programma il trasferimento nella valle dell’Everest. «In 13 spedizioni alpinistiche invernali non ricordo di avere mai visto nulla di simile - ha detto Moro -. Quando una valanga è arrivata al campo base abbiamo capito che neppure lì eravamo più sicuri, e scendere a piedi sarebbe stato un suicidio». Moro e Lunger erano saliti sull’ottava montagna più alta del mondo, sul massiccio dell’Himalaya, con l’obiettivo di ripetere la prima scalata invernale, fatta nel 1984 dai polacchi Berbeka e Gajeski, e tentare la salita in successione delle due vette del Manaslu, come Kukuczka e Hajzer nel 1986.

EX SOCI Mayweather e 50 cent erano soci in affari fino al 2012, quando il rapper ha preferito andare per conto proprio. L’anno scorso 50 cent promise 750mila dollari in beneficienza se Mayweather fosse stato in grado di leggere ad alta voce una pagina di un libro di Harry Potter. Il campione in risposta twittò una foto con due assegni a suo nome da 70 milioni: «Sarei perfetto a leggere se fosse il modo con cui dover dare da mangiare alla mia famiglia». Mayweather, 38 anni, è imbattuto in carriera con 47 vittorie, 26 per k.o.: l’ultimo a Las Vegas a settembre con l’argentino Marcos Maidana per la conferma del titolo Wba e Wbc. Manny Pacquiao, 36 anni, ha all’attivo 57 vittorie su 64 incontri, di cui 38 per k.o.: a novembre a Macao ha difeso il titolo Wbo da Chris Algieri. Dopo anni di trattative, il match si farà sulla base di una divisione della borsa col 60 per cento allo statunitense e il 40 per cento al filippino. © RIPRODUZIONE RISERVATA

SCI

Tibia e perone: il tecnico azzurro Rulfi k.o. 6 mesi ● Il responsabile della velocità azzurra Gianluca Rulfi, 51 anni, si è fratturato tibia e perone in una caduta a Kvitfjell, in Norvegia, dove sabato è in programma la penultima discesa stagionale maschile: Rulfi dovrà stare fermo per circa sei mesi. Subito rientrato in Italia con il primo volo e ricoverato a Milano all’ospedale Galeazzi grazie all’equipe della Commissione Medica Fisi, dopo i necessari esami sarà operato oggi dal professor Herbert Schoenhuber e dal dottor Andrea Panzeri. REBENSBURG KO Stagione finita per la leader della squadra femminile tedesca Viktoria Rebensburg. La 25enne sciatrice argento in gigante ai Mondiali americani di Vail ha riportato lo stiramento del legamento mediale del ginocchio sinistro in allenamento a Bad Wiessee, in Baviera. Non servirà l’intervento, ma l’infortunio impone uno stop di un paio di settimane prima di cominciare il recupero. Salterà dunque le gare di casa di Garmisch nel prossimo fine settimana.

CAMBIO ROSTER (m.c.) La selezione europea che il 10 e l’11 marzo sfiderà i Samurai del Giappone al Tokyo Dome perde due pedine, gli olandesi Andruw Jones, che ha deciso di rimanere a casa, e Rick van den Hurk, infortunatosi nella prima gara di spring training. I coach Janssen e Mazzieri hanno chiamato Mike Bolsenbroek (Ola) e Jakub Sladek (R.Cec). Sei gli italiani nel roster dei 28: Maestri, Escalona, Chiarini, Desimoni, Infante e Vaglio.

MAMMA FILIPPI ● La nuotatrice Alessia Filippi (FOTO ANSA),argento olimpico a Pechino e bronzo mondiale a Roma negli 800 sl e iridata sempre a Roma nei 1500, è diventata mamma di Giulia.

GHIACCIO ●

FIGURA A Tallinn (Est) cominciati i Mondiali junior. Donne. Corto: 1. Medvedeva (Rus) 68.48; 14. Tagliapietra 49.78. Coppie. Corto: 1. Xiaoyu Yu-Yang Jin (Cina) 62.56; 13. Manacorda-Macii 40.07.

GOLF ● WGC CADILLAC Da oggi al Doral di Miami parte il Wgc con il Cadillac Championship, primo dei quattro tornei del World Golf Championships il mini tour mondiale i cui eventi fanno parte del calendario di tutti i circuiti più importanti, immediatamente dietro ai major per importanza e a cui prendono parte quasi tutti i migliori giocatori del mondo. Difende il titolo Patrick Reed. In gara i migliori al mondo a partire dal numero 1 del ranking Rory McIlroy. ● ITALIANI IN AFRICA Da oggi l’Africa Open (European Tour) a East London (Saf). Alla partenza tre azzurri: Edoardo Molinari, Marco Crespi e Renato Paratore.Montepremi di 1.100.000 euro

HOCKEY GHIACCIO MILANO E VAL PUSTERIA ALLE SEMIFINALI PLAYOFF (m.l.) Dopo la promozione in semifinale del Milano (prima volta dopo 7 anni) e del Val Pusteria, che sfiderà il Renon nella replica dell’ultima finale (da martedì), stasera l’Asiago ha il primo match-point. Quarti. Gara-6 (al meglio delle 7), oggi (ore 20.30, dir. RaiSport 2): Appiano-Asiago (serie 2-3). Gara-5 (martedì): Val Pusteria-Vipiteno 4-1 (1-1, 2-0, 1-0), serie 4-1; Asiago-Appiano 6-2 (1-1, 0-1, 5-0), serie 3-2; Milano-Valpellice 3-2 t.s. (1-0, 1-0, 0-2; 1-0), serie 4-1. EBEL, QUARTI BOLZANO-LINZ (m.l.) Il Bolzano, già ai quarti di Ebel, martedì ha chiuso il qualification round battendo in casa 5-2 (2-0, 1-2, 2-0) l’Innsbruck. Reti di Schofield, Pance, Nesbitt (2) e A. Bernard. Scelte le avversarie. Quarti. Gara-1 (domani): Salisburgo-Villach; Linz-Bolzano; Znojmo-Klagenfurt; Fehervar-Vienna. Classifiche. Pick Round: Salisburgo 20; Linz 17; Znojmo 14; Fehervar 12; Vienna 8; Villach 6. Qualification (prime due ai playoff): Bolzano 19; Klagenfurt 17; Graz 16; Dornbirn 13; Innsbruck 8; Lubiana 2

HOCKEY PISTA ●

CERS (m.nan)Nell’anticipo dell’andata dei quarti di coppa Cers, Igualada (Spa)-Follonica 4-2 (p.t. 1-2; 2 Molas, 2 Pla; 2 M. Pagnini). Ritorno il 21 marzo.

IPPICA ● IERI 14-10-13-6-3 A Torino (m 1600): 1 Soumillon (G. Casillo) 1.12.9; 2 Solcio Zlt; 3 Showmar; 4 Star di Girifalco; 5 Sandy Roc; Tot.: 2,11; 1,34, 1,84, 1,66(9,78). Quinté: 312,87. Quarté: 44,76. Tris: 25,58. ● QUINTÉ A BOLOGNA All’Arcoveggio scegliamo Sassy Nord Fro (10), Shaghy (8), Sky Girl (11), Sil Down Slid Sm (12), Shadow Gar (13) e Selvaggia Jet (9). ● ANCHE Trotto: Napoli (15.15) e Taranto (14.55). Galoppo: Pisa (15).

NUOTO ●

INSOLITA DI LIDDO (al.f.) A Modugno (Ba, 25 m), Elena Di Liddo vince 50-200 sl in 25”52 e 1’59”99. ● MCKEON E MAGNUSSEN (al.f.) Emma McKeon nuota il miglior crono mondiale dell’anno dei 100 farfalla a Sydney (Aus): 57”76. Uomini: 50 sl Magnussen 22”34; 200 sl Guy (Gb) 1’46”97. Donne: 200 sl E. Mc Keon 1’56”41; 400 sl Ashwood 4’05”30; 50100 do Seebohm 27”64 (1° t. 2015), 59”90; 50 ra Johansson (Sve) 31”04 (1° t. 2015); 200 ra/mx K. Watanabe (Giap) 2’23”03 (1° t. 2015), 2’10”76 (2° t. 2015).

PALLAMANO ●

Gianluca Rulfi, 51 anni

fNUOTO

POULE PLAYOFF (an.gal.) L’anticipo Trieste-Pressano apre alle ore 19 (dir. streaming su Raisport.it; diff. tv alle 23) la poule-playoff di A maschile: 3 gironi da 4 squadre (gir. A: Bolzano, Pressano, Trieste, Cassano Magnago; B: Romagna, Carpi, Ambra, Estense; C: Fasano,

Siracusa, Fondi, Ancona) che partono con bonus di 9, 6, 3, 0 punti secondo il piazzamento di regular season. In final four le prime e la miglior 2a.

SCHERMA UN ARGENTO E UN BRONZO AGLI EUROPEI GIOVANI Salgono a 15 le medaglie conquistate dall’Italia agli Europei cadetti e giovani di Maribor, arrivati oggi all’ultima giornata di gare. Medaglia d’argento per il fioretto a squadre maschile giovani, col quartetto composto dal campione europeo individuale damiano Rosatelli, Francesco Ingargiola, Lorenzo Francella e Tommaso Ciuti: dopo aver superato Olanda (45-30), Polonia (4530) e Germania (45-36), si sono dovuti piegare 45-39 in finale con la Russia. Medaglia di bronzo invece per la sciabola a squadre femminile, con Chiara Mormile, Sofia Ciaraglia, Rebecca Gargano ed Eloisa Passaro: battuta la Germania 45-33, si sono dovute arrendere 45-44 alla Francia in semifinale, per poi battere 45-43 l’Ungheria per il terzo posto. La spada maschile è uscita 45-44 con la Gran Bretagna nel tabellone dei 16.

SPORT INVERNALI ●

CONVOCATI AZZURRI Sette azzurre convocate per la discesa di sabato (ore 10.45) a Garmisch Partenkirchen (Ger): Elena e Nadia Fanchini, Johanna Schnarf, Verena Stuffer, Daniela Merighetti, Elena Curtoni e Francesca Marsaglia. Al superG di domenica (ore 12.15) oltre a loro sette prenderà parte anche Federica Brignone. Nove invece i convocati azzurri per l’ultima discesa di stagione, sabato (ore 12) a Kvitfjell (Nor): Peter Fill, Werner Heel, Siegmar Klotz, Dominik Paris, Silvano Varettoni, Matteo Marsaglia, Mattia Casse, Emanuele Buzzi e Henri Battilani. Ancora fuori Christof Innerhofer, che prosegue le terapie al legamento infortunato: obiettivo esserci alle finali.

TENNIS ERRANI E SCHIAVONE AVANTI A MONTERREY Sara Errani (11 game consecutivi prima di perdere il primo), numero 12 Wta e 2a testa di serie, e Francesca Schiavone, numero 70, wild card, al 2° turno a Monterrey (Mes, 451.000 , cem.) dove affrontano Babos e Garcia, che ha battuto Knapp. Primo turno: Ivanovic (Ser) b.Vaidisova (Cec) 6-1 7-6 (4); Parmentier (Fra) b. Krunic (Ser) 3-6 6-4 6-1; Mladenovic (Fra) b. Smitkova (R.Cec) 6-4 6-4; Zvonareva (Rus) b. Riske (Usa) 6-4 6-0; Garcia (Fra) b. KNAPP 7-5 7-6 (5); SCHIAVONE b. Mattek-Sands (Usa) 3-6 7-6 (3) 6-4; Hercog (Slo) b. Sanchez (Mes) 6-2 6-3; Rybarikova (Slk) b. Jaksic (Ser) 6-3 3-6 7-5; Hantuchova (Slk) b. Puig (P.Ric.) 7-6 (1) 3-6 7-5;U.Radwanska (Pol) b. Teresa Torro (Spa) 7-6 (0) 7-6 (3); Tsurenko (Ucr) b. Rogers (Usa) 6-2 6-0; Bacsinszky (Svi) b. Wickmayer (Bel) 7-6 (8) 3-6 6-4; Pavlyuchenkova (Rus) b. Schmiedlova (Slk) 4-6 6-3 6-0; Larsson (Sve) b. Bertens (Ola) 6-3 6-2; Babos (Ung) b. Soler (Spa) 6-4 6-3; ERRANI b. Davis (Usa) 6-0 6-3.

VARIE ● COLOR RUN (f.t.) Dopo il sold out dello scorso anno, si riaccendono a Torino i riflettori sulla Color Run. È per sabato 16 maggio l’appuntamento con la corsa organizzata da Rcs; intanto la 5km più divertente e colorata del pianeta è pronta a ripetere il boom di un anno fa, quando contò oltre 9mila partecipanti; ieri, in meno di 24 ore, ha già fatto registrare oltre mille adesioni.


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GIOVEDÌ 5 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT


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GIOVEDÌ 5 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

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IL FATTO DEL GIORNO IL RUOLO DA MEDIATORE

LA CHIAVE

Il presidente del Consiglio porterà avanti la linea Merkel-Hollande, appoggiata dagli Usa Oggi depositerà un fiore nel luogo in cui, venerdì, è stato assassinato l’oppositore Nemtsov Merkel-Hollande, si parlerà anche d’altro.

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Il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha incontrato il presidente ucraino Petro Poroshenko a Kiev AFP

Per esempio? I russi hanno l’ambizione segreta di pattugliare con le loro navi la costa libica. È una fantasia, ma certo sono seduti in consiglio di sicurezza all’Onu e possono bloccare, se vogliono, qualunque iniziativa occidentale verso Tripoli. Noi siamo sotto minaccia di emigranti e sotto minaccia Isis. Mosca ha un ruolo decisivo in Medio Oriente. E poi ci sono i discorsi relativi alla cooperazione economica, il loro ministro degli Esteri, Lavrov (un grand’uomo), ieri ha detto che tutti e due i paesi sono d’accordo nel dire che la situazione attuale non va bene.

Renzi tra due fuochi a Kiev e poi a Mosca: qual è il vero obiettivo 4 di questa missione?

È vero che Renzi oggi depositerà un mazzo di fiori sul lungofiume Jauza, dove venerdì scorso è stato assassinato Nemtsov? Sì, è vero.

1Colloqui con Poroshenko e oggi con Putin: al centro c’è la tregua

ma con la Russia il premier cerca la strada che risolva il caos libico di GIORGIO DELL’ARTI gda@gazzetta.it

Renzi ha chiesto di incontrare Poroshenko e subito dopo Putin. Ucraina e Russia hanno risposto immediatamente di sì. L’incontro col presidente ucraino è avvenuto ieri, quello col presidente russo e col primo ministro Medvedev è in calendario oggi. Il nostro presidente del Consiglio tornerà in Italia già stasera. A Kiev, del resto, è rimasto poche ore.

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Si può ancora parlare con Putin? Non c’è una specie di fatwa occidentale su di lui, dopo l’Ucraina, le sanzioni e il resto? Ieri Martin Dempsey, capo di stato maggiore della Difesa Usa, ha detto: «Penso che dovremmo assolutamente fornire aiuti letali (armi) a Kiev nel contesto Nato». Notiamo che l’Ucraina non fa parte della Nato, e la provocazione

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è dunque doppia: dare le armi e intervenire a nome dei 27 paesi dell’Alleanza atlantica. L’obiettivo di isolare Putin è molto americano, ma la Merkel ci tiene meno, anche se ieri ha ribadito che altre sanzioni saranno irrogate se nell’Ucraina orientale non cesseranno i combattimenti. Renzi è il più prudente di tutti quanti, non a caso è stato tenuto fuori dai vari incontri delle ultime settimane (guidati da Merkel-Hollande), e alla vigilia di questa visita è stato costretto a una videoconferenza con Obama, Merkel, Hollande, Cameron e il polacco Tusk, in cui si è evidentemente concordata una linea che non si discostasse da quella tenuta ferma fino ad ora, e cioè che il confine tra Russia e Ucraina dovrà prima o poi essere riconsegnato agli stessi ucraini e che i combattimenti devono cessare. L’Italia soffre molto la freddezza occidentale verso la Russia: nel 2014 abbiamo perso 5,3 miliar-

di nell’interscambio con loro (-17%), specialmente nel tessile, flessione tanto più dolorosa perché nel periodo 2000-2013 l’export italiano verso la Russia era cresciuto del 327%.

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Quindi? Non è che l’Italia da sola… Certo che no. Ieri, dopo l’incontro con Poroshenko, infatti, Renzi ha ribadito la linea Merkel-Hollande, che ha pure esplicitamente ringraziato per il lavoro svolto. Grandi dichiarazioni anche da parte ucraina, promesse di cooperazione economica nel settore delle privatizzazioni, belle parole, intendiamoci, perché Kiev è allo stremo e — altro che sviluppo — avrebbe bisogno di un’iniezione da 50 miliardi solo per stare in piedi. E però c’è un dettaglio: i giornalisti sono stati avvertiti che dopo l’incontro di oggi con Putin non sarà permesso fare domande a Renzi, il che significa che, ribadita ufficialmente la linea

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E questo non gli creerà un qualche problema con Putin? Parrebbe di no. Putin, proprio ieri, ha tenuto un vertice con la sua struttura del ministero dell’Interno. Ha detto: «Bisogna liberare la Russia dalla vergogna di delitti che hanno una grande risonanza, compresi quelli a sfondo politico come l’omicidio sfacciato di Boris Nemtsov proprio nel centro della capitale». Ha quindi invitato il ministero degli interni russo a operare «una svolta nella qualità delle indagini sui delitti con motivazioni politiche, sia quelli recenti, sia quelli compiuti negli anni passati. Ci serve una svolta, una nuova qualità di lavoro da parte del ministero e di tutto il sistema delle forze dell’ordine». Tra le molte piste seguite per l’assassinio di Nemtsov quella più probabile sembra adesso quella dei nazionalisti russi che non vogliono farla finita con la guerra in Ucraina. Putin deve assolutamente riprenderne il controllo se vuole riaprire un minimo di dialogo con l’Occidente.

NOTIZIE TASCABILI ALLA REGIONE VENETO

Tosi «strappa» Nasce un gruppo fuori dalla Lega ● «La deriva a destra di Salvini non mi piace». Così il presidente della Liga Veneta Luca Baggio ha spiegato la scelta - sua e di altri due consiglieri regionali veneti di lasciare la Lega e di fondare un nuovo gruppo, «Impegno veneto». Una novità nel braccio di ferro tra Flavio Tosi, sindaco di Verona, e il governatore Luca Zaia, ricandidato alla guida della Regione. Entro lunedì chi fa parte della Fondazione di Tosi deve

Il leghista Flavio Tosi, 45 anni ANSA uscirne o lasciare la Lega. Magari confluendo in «Impegno veneto». Salvini lancia segnali distensivi ma chiari («per Tosi, al fianco di Zaia, c’è futuro nella Lega»): oggi c’è il consiglio della Liga Veneta ma Tosi, con il sostegno di Alfano, sarebbe già pronto a correre da solo. L’annuncio entro lunedì.

FERITO A MANO E VOLTO IL CASO NEL LODIGIANO

Ambasciatore Usa Perse la memoria aggredito a Seul di 12 anni: medico con una lametta torna al lavoro ● Mark Lippert, l’ambasciatore Usa in Sud Corea, è stato ferito a Seul alla mano sinistra e al volto da un uomo armato con una lametta di rasoio. Lippert non è grave. L’aggressore - che urlava «Le due Coree devono essere unite» - è già stato fermato. Nel 2010 aveva subito una condanna per aver lanciato un pezzo di cemento contro l’ambasciatore giapponese a Seul.

● Un medico dell’ospedale di Codogno, nel Lodigiano, è tornato a lavorare come primario del pronto soccorso due anni dopo un incidente che gli aveva fatto perdere la memoria degli ultimi 12 anni. Più dell’arrivo dell’euro, dei suoi capelli bianchi e delle rughe della moglie, era preoccupato per il lavoro. Ma ha studiato e colmato il gap. «La mia è una storia di riscatto».

L’ACCUSA: COSTI PER IL RESTAURO GONFIATI

Il Teatro Grande di Pompei: il restauro è avvenuto nel 2010 ANSA

Pompei: sequestrati 6 milioni all’ex commissario degli scavi ● Al centro dell’inchiesta ci sono i lavori realizzati nel 2010 per la fornitura di attrezzature per spettacolo e per l’allestimento scenico del Teatro Grande di Pompei. Opere costate 8 milioni anziché i 450mila euro previsti, assegnate senza gara: il Commissario straordinario, all’epoca Marcello Fiori, avrebbe dovuto occuparsi solo della messa in sicurezza e consentire la piena fruizione ai visitatori. E così, ieri, lo stesso Fiori, coordinatore nazionale dei club Forza Italia, ha subito un sequestro conservativo di beni, fino a 5.7 milioni di euro. Coinvolti anche nove dirigenti del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo nonché della Regione Campania. «Provvedimento abnorme e accuse infamanti», si difende Fiori, già rinviato a giudizio nel 2014.

LA GIUSTIZIA DIVIDE

Prescrizione, la maggioranza è spaccata 1C’è l’ok sull’allungamento dei termini

me del ddl e, soprattutto, dove ci si è fermati sull’emendamento per il falso in bilancio che in tanti, dalle imprese alla politica, non sembrano volere fino in fondo. Da qui, lo stallo e il rimando dell’esame, che da tempo era previsto per oggi, alla settimana dal 17 al 19 marzo.

per i reati di corruzione: Ncd non ci sta Il ddl slitta. La Boschi: «Ci sarà intesa»

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aggioranza spaccata, alla Camera, sul ddl sulla prescrizione. E maggioranza divisa e ferma, al Senato, sulla corruzione. Il testo di riforma della prescrizione, ieri esaminato in Commissione giustizia, che allunga della metà i termini per i reati di corruzione, fino ad arrivare a 18 anni, non è piaciuto ad Alleanza popolare, (Udc ed Ncd). Sono tempi «inammissibili per un paese civile», la linea di Ap, e così, con Forza Ita-

lia, volta le spalle e vota contro. Per nulla soddisfatti anche i grillini che si dicono «indignati». I loro emendamenti sono stati tutti bocciati «dal Pd che ha fatto vincere FI e Ncd». Ammettono, i M5S, che l’allungamento «è un passo in avanti», ma vogliono «ben altro, leggi più severe». E così anche loro voltano le spalle se pur scegliendo la strada dell’astensione. Una spaccatura che, per la maggioranza, si registra anche al Senato, dove slitta l’esa-

Il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi, 34 anni ANSA

LA MEDIAZIONE Il ministro della Giustizia prova a tranquillizzare Ap. «L’esame del provvedimento è solo all’inizio, ma va salvaguardata una specificità dei termini di prescrizione per i reati di corruzione», avverte il Guardasigilli Andrea Orlando. Ma, intanto, la frattura c’è. E non è un caso

se al termine della Commissione, il viceministro della Giustizia, Enrico Costa, Ncd, dica che «il testo in Aula avrà dei correttivi». «L’aumento della prescrizione si allunga fino a due anni dal primo al secondo grado e di un anno dal secondo grado fino alla Cassazione, insomma si può allungare fino a tre anni. Non ditemi che non è una conquista», quasi sbotta la relatrice Sofia Ammoddio (Pd) al termine della Commissione quando chiaro e tondo dice che «gli emendamenti del governo sono passati con la riformulazione» e che semplicemente «FI e Ap non hanno voluto l’aumento per la corruzione». Il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi media ed esprime fiducia su un possibile accordo: «La maggioranza ha già individuato un’ipotesi di accordo, ci lavoreremo».


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UCCISA DAL BRANCO

LA STORICA AZIENDA

Borsalino nei guai Il marchio di cappelli rischia il fallimento

Vietato il doc sullo stupro di Nyrbhaya: caos in India

È

diventato un caso politico in India il documentario della regista Leslee Udwin che la Bbc trasmetterà il prossimo 8 marzo. Si chiama India’s Daughter e racconta dello stupro di gruppo e il conseguente omicidio avvenuto il 16 dicembre 2012 a bordo di un autobus in movimento a New Delhi sulla studentessa 21enne Nirbhaya. La regista è riuscita ad intervistare uno dei violentatori, Mukesh Sing, non pentito e condannato a morte, e le anticipazioni delle sue parole diffuse hanno mandato su tutte le furie governo, giudici e polizia, tanto che un tribunale ha già vietato la diffusione del documentario in India e il ministero dell’Interno ha avvertito che i trasgressori saranno pesantemente sanzionati. «Il film contiene i commenti di un condannato, altamente denigratori e affronto alla dignità delle donne», ha detto il ministro Singh. Commenti come questi: «Se fosse rimasta calma si sarebbe salvata», «una ragazza per bene non dovrebbe andare in giro alle nove di sera», «quando c’è uno stupro la donna è sempre più colpevole dell’uomo». Ma la regista insiste e lancia un appello al premier indiano, Narendra Modi: «Dovreste abbracciare questo film, non bloccarlo. Era un’occasione per l’India per mostrare al mondo quanto è cambiata. Il divieto è una mossa controproducente».

Mukesh Singh non s’è mai pentito

1 In crisi da un paio Uno degli ultimi salvataggi nel Canale di Sicilia. Dall’inizio dell’anno sono arrivati 8923 migranti ANSA

Un altro naufragio: dieci morti in Sicilia L’Europa accelera 1Si rovescia un gommone nel Canale. Un superstite:

«Trenta dispersi». Bruxelles: «Si tratti con le dittature» Andrea Luchetta INVIATO AD AUGUSTA (SR)

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tanno seduti in silenzio, gambe piegate e braccia conserte, avvolti nelle coperte termiche malgrado il tepore della sera siciliana. Un ragazzo mediorientale, imbozzolato sotto coperta e cappuccio, trema come una foglia: facile che fosse insieme agli altri 120 recuperati ieri dalla Guardia Costiera nel Canale di Sicilia, dopo che il barcone su cui erano ammassati si è rovesciato. Dieci le bare sbarcate sulla banchina del porto di Augusta, e con le prime testimonianze il bilancio sembra destinato ad aggravarsi. Un uomo di Damasco, fra i primissimi a toccare terra assieme ai suoi tre bambini, racconta di aver perso il figlio di due anni nel momento in cui il barcone scuffiava. Sarebbero almeno 30 i dispersi: «Erano agganciati a un mercantile per farsi soccorrere» ci racconta la ragazza che ha fatto da interprete all’uomo. «Quando il

cavo si è rotto, le persone a bordo si sono ammassate su un fianco per prepararsi al trasbordo. Così però hanno sbilanciato il barcone, che si è capovolto». CONTINUI ARRIVI Solo ad Augusta sono scesi in 439, salvati tutti dalla nave Dattilo della Guardia Costiera. La provenienza sembra la più varia, dal Bangladesh all’Africa subsahariana. Qualcuno ride, quattro ragazzi dall’aria smarrita si tengono per mano mentre marciano verso i tendoni che li ospiteranno nella prima notte italiana. 941 le persone sbarcate in Sicilia nel giro di 12 ore. Nell’isola li aspettavano col fatalismo con cui si attende un’onda: dopo giorni di maltempo, era questione di minuti prima che i barconi riprendessero a sfidare il Mediterraneo. Ieri sera è giunta notizia di un nuovo intervento della Guardia Costiera al largo di Lampedusa. Da inizio anno il totale degli sbarchi ha raggiunto quota 8.923, contro i 4.548 dello stesso periodo nel 2014.

POLEMICHE Giusi Nicolini, sindaco di Lampedusa, è furibonda per la fine di Mare Nostrum, l’operazione di salvataggio della Marina italiana lanciata dopo la tragedia del 3 ottobre 2013 (366 persone morte a pochi passi dalle spiagge lampedusane): «Siamo tornati al punto di partenza e questo perché l’Ue non si vuole far carico degli interventi». Bruxelles ieri ha annunciato l’intenzione di anticipare da luglio a maggio i lavori sull’Agenda europea delle migrazioni. Burocratese, di tutt’altro tono rispetto alla proposta del commissario europeo agli Affari interni, Dimitris Avramoupols, secondo cui l’Ue deve essere pronta a collaborare anche coi regimi dittatoriali per combattere il traffico degli esseri umani. Un’ipotesi che certo non scalda Giusi Nicolini: «Ai nostalgici di Gheddafi ricordo che è stato il Colonnello a lanciare due missili su Lampedusa». © RIPRODUZIONE RISERVATA

d’anni, nonostante le vendite boom «Lavoriamo per proseguire l’attività»

E

ra il 4 aprile 1857 quando ad Alessandria Giuseppe Borsalino iniziò a produrre cappelli in feltro. Adesso, 158 anni dopo, il marchio Borsalino rischia di fallire. Diventato grande grazie anche alle teste di gente come Bogart, Delon e Belmondo, ma anche Al Capone e Fellini, Mitterand e Johnny Depp, quel cappello è un altro storico simbolo della genialità italiana che sembra destinato a salutare il nostro Paese. Perché è evidente che se fallisse, sarebbero in tanti a

Alain Delon in «Borsalino»

lanciarsi su una preda tanto ghiotta. Si era parlato di libri già in tribunale, così ieri pomeriggio l’a.d. di Borsalino Marco Moccia è intervenuto nel tentativo di fare chiarezza: «Il consiglio di amministrazione sta valutando diverse ipotesi per far fronte alle difficoltà finanziarie e per mettere l’azienda nelle condizioni di proseguire l’attività. Nessuna decisione è stata assunta. Stiamo lavorando». LA CRISI Ma perché una società tanto prestigiosa è in crisi? Borsalino è reduce da due anni particolarmente difficili, legati principalmente al finanziere Marco Marenco, socio di maggioranza dell’azienda di Alessandria attraverso la Fisi e la Finind (commissariata per bancarotta) e latitante all’estero da giugno dell’anno scorso per un crac da 3 milioni di euro dopo gli ordini di cattura emessi dai tribunali di Asti e Alessandria. E tra le quote che gli sono state sequestrate c’è anche il 50,45 della Borsalino in possesso della Fisi. Il cda finora ha fatto tutto il possibile per pagare i 130 dipendenti della società e i fornitori, ma la situazione sembra diventata insostenibile. La speranza a questo punto è ovviamente che l’azienda si salvi o che almeno rimanga ancora italiana.

IL CAPO DELLA CAMERA DI COMMERCIO ARRESTATO

Tangente a Palermo, il pasticcere: «Denunciare Helg? Mai avuto dubbi» ● La procura di Palermo ha chiesto ieri mattina la convalida dell’arresto di Roberto Helg, l’ex presidente della Camera di commercio di Palermo finito in manette martedì per una tangente di 100 mila euro. È accusato di estorsione aggravata. Oggi dovrebbe essere sentito dal gip per l’udienza di convalida. A denunciarlo il pasticcere Santi Palazzolo, che in una

nota a nome della sua famiglia e del suo staff scrive: «Mai avuto alcun dubbio sulla strada da percorrere; mai un’esitazione nel denunciare chi, finora, aveva invitato alla denuncia e non dimenticheremo mai il senso di libertà provato nel farlo; non abbiamo mai smesso di avere fiducia nello Stato. Questa terra merita di più di ciò che ha e per migliorarla serve il contributo di tutti. Noi abbiamo dato il nostro».

INIZIATIVA DI DON CIOTTI

Libera lotta per i disoccupati «Difendiamo i soldi della Ue» 1Da oggi è online

una petizione per non sprecare il miliardo e mezzo di Garanzia Giovani

Elisabetta Esposito

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ell’Italia dell’ordinaria corruzione, dove anche chi sbandiera legalità viene beccato con la mazzetta in tasca (vedi Helg), è inevitabile che si diffonda il timore che qualunque iniziativa che muova denaro possa essere gestita nel peggiore dei modi. Per questo “Riparte il futuro”, la campagna contro la corruzione voluta dall’associazione Libera e dal Gruppo Abele fondati da Don Ciotti, ha deciso di mobilitarsi. Da oggi sul sito www.riparteilfuturo.it/garanziagiova-

“Garanzia Giovani” è un progetto di Ue e governo partito nel maggio 2014 EPA

ni si potrà firmare una petizione che ha l’obiettivo di tutelare “Garanzia Giovani”, il fondo da un miliardo e mezzo di euro che l’Unione Europea e il governo italiano hanno stanziato per combattere la disoccupazione giovanile (www.garanziagiovani.gov.it). Si tratta di nuove linee guida da inviare al governo «per correggere la rotta prima che sia troppo tardi». Il re-

sponsabile nazionale di Libera settori Università e politiche giovanili, Carlo Andorlini, spiega perché è necessario partecipare a questa petizione: «Firmare è fondamentale perché c’è in gioco un pezzo importante di fiducia dei giovani nei confronti delle Istituzioni che ora più che mai rischia di interrompersi. Firmiamo perché il tema del futuro, che tra l’altro è alla base

del pensiero della “Garanzia Giovani”, ha bisogno di massima cura ed efficienza e oggi tutto questo stenta ad esserci. C’è assoluta necessità di centri per l’impiego che riescano a stare nei tempi di proposte che siano corrispondenti alle richieste». I TIMORI Dalla pagina web della petizione emerge chiara la paura che questo miliardo e mezzo possa diventare «l’ennesimo spreco all’italiana» o magari un modo «per continuare a finanziare pochi privilegiati». Da quando è partito “Garanzia Giovani”, nel maggio 2014, circa 430 mila ragazzi hanno aderito al progetto, ma meno della metà sono stati contattati per un primo colloquio. Sul sito gestito dal governo sono stati resi disponibili poco più di 50 mila posti, pari al 3% dei giovani senza lavoro (1.723.000 persone). La raccolta firme infatti mira non solo a fare chiarezza sull’utilizzo dei soldi, ma anche a far conoscere l’iniziativa a disoccupati e aziende. «Ad oggi — si legge — l’intera operazione sembra avviata a un amaro fallimento, degno del Paese più corrotto d’Europa. Dobbiamo intervenire subito». © RIPRODUZIONE RISERVATA

L’EXPO ADESSO HA IL SUO ALBERO ● Adesso l’Albero della Vita, icona del Padiglione Italia, ha la sua chioma. Ieri, sulla struttura alta 35 metri che permette di vedere l’Expo di Milano anche da lontano, è stata montata la parte che rappresenta i rami, che ha un diametro di 45 metri. È l’edificio più alto di tutta l’esposizione e sarà ancora più visibile quando saranno allestiti e accesi tutti gli effetti speciali che lo animeranno: ventagli come fiori che si schiudono, luci, musica, nebulizzazione dell’acqua, fumi e giochi pirotecnici.


AltriMondi R

GIOVEDĂŒ 5 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

AL PAC FINO A GIUGNO

INVIDIE E RIPICCHE LASCIAMOLE FUORI LASCIATECI DIVERTIRE, PLEASE

Caro divo, sorridi A Milano in mostra i ritratti di Bailey

CARLO CRACCO CHEF

IL SIG. NICOLĂ’ NON HA MAI LAVORATO PER ME, Ăˆ UNA FANTASIA

Francesco Rizzo MILANO

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CLAUDIO SADLER CHEF

Cina batte Usa: 650 milioni al botteghino â—? Per la prima volta la Cina batte gli Stati Uniti al botteghino. Nel mese di febbraio — riporta la Cnn, citando i dati della societĂ di ricerca EntGroup — gli incassi cinematografici cinesi hanno superato quelli americani, con 650 milioni di dollari contro 640 milioni. I film che hanno portato il Paese asiatico a superare per la prima volta gli Usa non sono blockbuster hollywoodiani: al primo posto c’è ÂŤThe Man from Macau IIÂť, seguito da ÂŤDragon BladeÂť. Peraltro, le pellicole devono affrontare la mano pesante della censura governativa, che taglia tutto ciò che il Partito Comunista considera sovversivo. I magnati cinesi stanno però effettuando investimenti significativi nello spettacolo.

Un’immagine di Mick Jagger esposta nella mostra Stardust sul fotografo David Bailey al Pac di Milano; sopra, da sinistra, i ritratti di Jack Nicholson, Bob Dylan e Kate Moss AFP

I tre finalisti del cooking show MasterChef 4: Nicolò Prati (a sinistra), Amelia Falco e Stefano Callegaro

1ÂŤStrisciaÂť svela il vincitore della finale di stasera e scoppia il caso

I produttori minacciano una causa e su Twitter spopola #nospoiler

Daniele Vaira @danvaira

I

l piatto piĂš indigesto lo ha preparato e servito Striscia la Notizia. Il programma satirico lo aveva promesso con spot e anticipazioni sui social e ha rispettato il menĂš: martedĂŹ sera ha svelato in anteprima il nome del vincitore di MasterChef. La finale (registrata in estate) andrĂ in onda solo stasera. E cosĂŹ, ieri, il caso è scoppiato, insieme all’indignazione dei telespettatori che giĂ pregustavano di seguire l’ultima puntata e di tifare per il proprio beniamino. Lo scoop, però, sarebbe dovuto essere un altro. L’inviato Max Laudadio ha accusato, infatti, di irregolaritĂ il talent show dedicato ad aspiranti cuochi e guidato da Bruno Barbieri, Carlo Cracco e Joe Bastianich: il concorrente Nicolò Prati (tra i tre finalisti e ora dipendente di Cracco), prima di andare in tv, avrebbe lavorato nella cucina del ristorante Sadler di Milano nonostante in base alle regole i concorrenti debbano essere dilettanti. Polverone sollevato e polemiche.

LE REAZIONI Le risposte sono arrivate subito. Lo stesso chef Claudio Sadler ha definito la voce, ÂŤun’invenzione fantasiosaÂť. E su Facebook ha puntualizzato: ÂŤRipeto con fermezza e senza possibilitĂ di smentita che il sig. Nicolò non è stato da me a svolgere nessuna attivitĂ Âť. Scoppia il caso, e con il caso la guerra tra Mediaset e Sky che, con Magnolia, la societĂ che produce la trasmissione, ÂŤvaluterĂ se procedere per vie legali per tutelare chi ha lavorato al programma e gli spettatoriÂť. Escludendo ÂŤogni irregolaritĂ Âť, la nota si è spinta piĂš in lĂ : ÂŤBisogna evidenziare come quanto fatto da Striscia rischia di aprire una porta sino ad oggi tenuta chiusa dagli operatori dei media. Se fosse la normalitĂ , sarebbe infatti impossibile, organizzare anteprime di film, presentazioni di fiction, di libri, di spettacoliÂť. INCREDULITĂ€ I fruitori del talent sono rimasti delusi, increduli e arrabbiati, ma anche gli spettatori del tg satirico non hanno capito la necessitĂ di svelare il vincitore. Il parere è stato sintetizzato in centinaia di twe-

et piuttosto coloriti apparsi sull’account di Striscia la Notizia, che tra l’altro con un fermo immagine ha deciso di riproporre la classifica finale. La domanda piĂš ricorrente è stata: ÂŤSe c’erano delle irregolaritĂ era giusto segnalarle, ma perchĂŠ svelare il finale, facendo spoiler?Âť. Per piĂš di 13 ore l’hashtag #striscianospoiler è risultato primo nella classifica di Twitter. E proprio sul social, dopo l’annuncio, è arrivata l’indignazione dei tre giudici del programma. Per Cracco ÂŤil rispetto per i telespettatori deve venire prima di tutto. Invidie e ripicche lasciamole fuori please. #lasciatecidivertire #MasterChefItÂť. Sconvolto Barbieri: ÂŤIl popolo di #masterchefit e tutti noi siamo sconcertati per il gesto irrispettoso da parte di #striscia la notizia #striscianospoilerÂť. In inglese è, invece, arrivato il commento di Bastianich che ha chiesto ai suoi follower di non credere a nulla di quello che hanno visto e sentito. Il tg satirico non ha rilasciato dichiarazioni. Max Laudadio ha, invece deciso di ritwittare anche gli insulti ricevuti dai follower. Š RIPRODUZIONE RISERVATA

OROSCOPO LE PAGELLE di ANTONIO CAPITANI 21/4 - 20/5 TORO

21/5 - 21/6 GEMELLI

22/6 - 22/7 CANCRO

23/7 - 23/8 LEONE

24/8 - 22/9 VERGINE

6-

7,5

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7

7

7,5

La Luna è in orbita sfigopendulina. E la giornata non è che vi entusiasmi granchĂŠ. NĂŠ nel lavoro nĂŠ in amore. C’è pure penuria suina. State su, passerĂ .

La Luna tifa per voi. CosĂŹ, potete recuperare nel lavoro, intuire giusto e mettervi in evidenza. L’economia è cosĂŹ cosĂŹ, il sudombelico fa il prezioso.

Il vostro umore dimostra che cosa vuol dire avere Luna e Saturno contro. Ma non ci sono tragedie in the air, solo qualche impiccetto. suino too. State su.

Il cielo vi lancia palle vincenti: mettetele nelle porte che volete, lavoro in primis, muy favorito nella giornata odierna. Amore KO, fornicazione scarsa.

I ritmi sono sostenibili, probabili news di soldi vi rinfrancano. Siete belli e odorosi di suino, cuccate, quagliate, vi rilassate. E gli altri can schiatt.

Luna chez vous, ottima per il lavoro, per partire, per seminare, per anticipare. Finanze a forma di glutei, simbolo di fortuna, sudombelico statico.

23/9 - 22/10 BILANCIA

23/10 - 22/11 SCORPIONE

23/11 - 21/12 SAGITTARIO

22/12 - 20/1 CAPRICORNO

21/1 - 19/2 ACQUARIO

20/2 - 20/3 PESCI

6-

7+

6-

8

7

5,5

L’imprevisto sembra aleggiar. O dovrete vedere luoghi e persone entusiasmanti come un purgante. Siate anche cauti in viaggio e during the fornication.

Il cielo si schiarisce, amici e clienti v’aiutano, il lavoro d’Êquipe rende. Ma marte indebolisce il sudombelico, un cicinÏn less ingrifed di sempre.

GiĂ c’è la Luna in orbita sfigogrigia, se poi ci si mette il lavoro che stressa e la gente che rompe, rischiate di sclerare. Occhio. E ci sono pure nebulositĂ suine.

Tutto brilla, tutto spicca. Dalla forma fisica all’amore, dallo charme al lavoro. E in fatto di slancio sudombelicale dimostrate impeto e abilità . Uau.

Stanno ormai giungendo a cottura cose belle, buone e giuste. Ergo: niente paranoie, please. La fornicazione vi tonifica, vi beatifica, vi suinifica.

Tutto vi sgretola gli zebedei nel lavoro e nei rapporti privati dove sembran pullulare i fallocefali. Calmatevi e organizzatevi bene. Sudombelico vorace

Ăˆ LA PRIMA VOLTA

CONSIGLI

21/3 - 20/4 ARIETE

l’uomo che ha rivoluzionato la tecnica dei ritratti, riuscendo a dare un impressione di naturalezza, di confidenza con la persona, spesso il divo, oltre l’obiettivo. E cosÏ, al Pac, sfilano Warhol, Yves Saint Laurent e DalÏ, ma anche Mick Jagger, ragazzino diabolico, adulto azzimato, rocker sfatto. E gente della moda, anche se Bailey non si considera un fotografo del settore, preferisco ritrarre le donne piuttosto che i loro vestiti.

on umorismo british, David Bailey disse una volta che per scattare un buon ritratto bisogna innamorarsi del soggetto, anche solo per i pochi minuti necessari. E di amore in amore, in oltre mezzo secolo ha fotografato Jack Nicholson e Kate Moss, Johnny Depp e Meryl Streep e poi artisti e persino colleghi, alcuni con gli occhi chiusi, altri letteralmente in mutande, altri ancora con un gioco fra bianco e nero che esalta le rughe e i segni della vita. Ma persino gente comune, giovane, anziana, disposta a farsi ritrarre, nuda, cosÏ che sia se stessa. Bailey, il fotografo cresciuto nella Londra del dopoguerra in cui andavo al cinema ogni sera perchÊ era meno costoso del riscaldamento ed impostosi nel mondo della moda, è il protagonista della mostra al Pac di Milano, Stardust, 300 immagini per raccontare

MasterChef, beffa servita Esplode la rabbia sui social

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COSĂŒ HANKS SOPRAVVIVE DA NAUFRAGO Torna ÂŤCast awayÂť, il film di Robert Zemeckis con Tom Hanks, datato 2000. Naufrago su un’isola deserta, dopo che l’aereo su cui viaggiava è precipitato, Chuck Noland dovrĂ sopravvivere alla fame e alla solitudine. Suo compagno di avventure sarĂ un pallone, trovato tra i detriti recuperati in mare. Hanks ottenne una nomination agli Oscar, come migliore attore protagonista. DA VEDERE STASERA ALLE 21.15 SU RETE 4

Š RIPRODUZIONE RISERVATA

LO SPORT IN TV

IL FILM ÂŤCAST AWAYÂť

TESCHI Ma la mostra milanese (ingresso 8 euro, promossa dal Comune e Tod’s), curata dallo stesso artista, è un viaggio completo nella sua carriera. Dalla morte all’opera in Sudan alla New York dei lavoratori notturni passando per il suo stesso East Ham londinese d’altri tempi. E non è solo questione di luoghi: Bailey sperimenta con tutto, dalla camera oscura allo smartphone. E ha un debole per i teschi: ne abbiamo tutti uno, quindi ÂŤfiniremo per essere tutti un’opera d’arteÂť. C’è tempo, naturalmente. Anche per la mostra, che chiude il 2 giugno.

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GIOVEDÌ 5 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT


6-8 MARZO

Bolelli

IL COMMENTO di GIANNI VALENTI

ITALTENNIS FAVORITA MA QUANTE INSIDIE

«ITALIA RIECCOMI! PER VINCERE»

F

avoriti, siamo favoriti. Per i valori tecnici superiori che possiamo mettere in campo, l’abitudine alla Coppa Davis dove abbiamo debuttato nel lontano 1922 e il cuore che i nostri ragazzi spesso riescono a tirar fuori quando indossano la maglia della Nazionale. Ma attenti al Kazakistan che l’anno scorso è riuscito a spaventare la Svizzera di Federer e Wawrinka. Una squadra le cui punte di diamante sono Kukushkin e Golubev, due russi naturalizzati kazaki per mancanza di talenti indigeni. L’altra insidia sembra poter essere il cemento del National tennis center di Astana dove da domani andrà in scena la sfida. Giocare sul veloce indoor è sempre stato indigesto per azzurri se è vero che abbiamo perso in quattordici delle venti trasferte disputate su superfici simili. Detto questo, l’Italia di Corrado Barazzutti arriva lanciata all’appuntamento. Da anni il nostro tennis maschile non godeva di tanta salute. L’inizio della stagione ci ha regalato emozioni forti: dalla vittoria di Seppi su Federer a quella di Fognini su Nadal; senza dimenticare la scoperta di Vanni finalista a San Paolo o il guizzo di Bolelli che ha messo sotto Raonic, numero 6 del mondo. E, naturalmente, il trionfo nello Slam di Melbourne della coppia FogniniBolelli. La Davis è un altro esame di maturità per consolidare la crescita. Vietato fallire.

Vincenzo Martucci INVIATO AD ASTANA (KAZ)

L

a vendetta è un piatto che va servito freddo, gelido come il Kazakistan. La vendetta di Simone Bolelli è contro il destino che l’ha stoppato due volte per infortunio e, tante, troppe, altre ancora, sugli ostacoli della maturità di uomo, e di tennista. L’occasione si chiama Coppa Davis, da domani a domenica sul cemento indoor di Astana, nel primo turno del gruppo mondiale. «Simo», «Il Bole», si candida da protagonista, in singolare e doppio, come pilastro del solido Andreas Seppi e del volatile Fabio Fognini. Bolelli, in che momento arriva questa Davis? «In un momento buono, sto giocando bene, ho cominciato l’anno come non mai prima, e ho battuto finalmente anche un top ten, Raonic a Marsiglia». E’ il miglior Bolelli di sempre? «Credo proprio di sì. C’è il fattore umano, perché sono cresciuto e c’è quello tennistico, perché ho lavorato molto su spostamenti, risposta e servizio. Da sole le cose non vengono, per migliorarsi bisogna volerlo, e provare, provare, provare. Soprattutto in questo tennis sempre più fisico ed aggressivo, di livello sempre più alto». Sei anni fa, Bolelli era il numero 36 del mondo , l’anno scorso è scivolato al 438, ora è risalito al numero 49: è il suo reale livello o può continuare la scalata? «Credo di poter esprime una classifica almeno da top 20 e poi provare il colpaccio. Di sicuro non mi accontento. Voglio crescere in tutti gli

Simone Bolelli, 29 anni, è numero 49 del mondo, in Davis ha un record di 14 vittorie a 10

aspetti: colpi, difesa, risposta, tattica e comprensione del mio gioco». Qual è stato il momento più difficile del suo inferno? «A cavallo fra il 2010 e il 2011, quando ho fatto 10/12 uscite al primo turno, non riuscivo a venirne fuori, mi stava mancando anche la voglia, ma c’è stato qualcuno, Eduardo Infantino, che mi ha dato la fiducia per ricostruire il mio tennis, malgrado avessi chiuso un paio d’anni fuori dai primi 100 del mondo. Gli ho chiesto disperatamente una mano e da lì, da fine 2012, sono ripartito. Anche se poi nel 2013 mi sono operato per la seconda volta al polso e ora ho un nuovo gruppo: coach Umberto Rianna si occupa degli over 18 per la Fit anche se mi segue sempre, da lontano, ma mi alleno con Giancarlo Petrazzuolo e il preparatore atletico, Carlo Ragalzi».

mo quanto conti il doppio, ci riproveremo». Con Seppi e Fognini questa è una delle nazionali più forti di sempre, dopo Panatta e compagni. «Ne stiamo prendendo coscienza, ci sentiamo forti su tutte le superfici, in singolare e in doppio, crediamo sempre di più in noi. Qui in Kazakistan siamo leggermente favoriti, 55% a 45%, ma loro in Davis sono fortissimi: guarda il successo su Federer e Wawrinka in doppio». Però l’Italia ha Bolelli... «L’Italia ha una grande squadra, il cemento indoor va molto bene per Andreas, va bene per Fabio che ha vinto ovunque, ed è la mia superficie preferita, perché le condizioni sono sempre quelle e non c’è il caldo che ha stroncato tutti in Sud America. Con Golubev e Kukuskin non ci ho mai giocato: uno tira, servizio e dritto, l’altro vuole scambiare di più da dietro. Ma io non ho paura, sono pronto». L’attesa è finita. © RIPRODUZIONE RISERVATA

A gennaio ha vinto uno storico Slam, in doppio, agli Australian Open, insieme a Fabio Fognini, un amico, che ritrova in Kazakistan. «Sì, Fabio è un amico, ed un tennista molto forte. Sono sicuro che sia il doppio che abbiamo vinto a Melbourne sia la finale di Rio gli hanno ridato fiducia. Il doppio che abbiamo vinto insieme a Mar del Plata, in Argentina, l’anno scorso, resterà indimenticabile, come emozione e come fiducia, il più bello, finora, per me, in Davis. Sappia-

OGGI IL SORTEGGIO KAZAKISTAN-ITALIA Oggi alle 7, ora italiana, sorteggio del primo turno di Coppa Davis in programma da domani a domenica. Il c.t. Barazzutti ha convocato Fognini, Seppi, Bolelli e Lorenzi, avversari con Kukushkin, Golubev, Nedovyesov e Popko. Precedenti: 0-0.

E’ RINATO E IL SUCCESSO IN DOPPIO CON FOGNINI IN AUSTRALIA E’ UN MESSAGGIO A TUTTI: «UNA NAZIONALE FORTISSIMA»


II

Tennis R Speciale Coppa Davis

Golubev, attenti all’«italiano»

1Nel Kazakistan tre convocati su quattro sono nati all’estero, Andrey è russo ma

è diventato giocatore a Bra e tifa per la Juventus: «Solo da voi potevo migliorarmi» ANDREY GOLUBEV NUMERO 91 Andrey Golubev, 27 anni, a sinistra, numero 91 del mondo, russo di Volzhskij, 16-6 in singolare in Coppa.

KUKUSHKIN A VICENZA

L’anima azzurra di «Kuk»

MIKHAIL KUKUSHKIN NUMERO 58 Mikhail Kukushkin, sopra a destra, 27 anni, russo di Volgograd, numero 58 del mondo, 13-9 in singolare in coppia. Sotto, a destra.

C’

è un’anima italiana nell’avversario di questo primo turno di Coppa Davis. E non soltanto per i trascorsi braidesi di Golubev. I muscoli della squadra ospite sono trattati da un fisioterapista italiano, Pierpaolo Longo, e anche Mikhail Kukushkin da Volgograd, poi tramutato in kazako, ha avuto un importante passato italiano.

ALEXANDR NEDOVYESOV NUMERO 130 Alexandr Nedovyesov, sotto a destra, 28 anni, numero 130 del mondo in singolare e 170 in doppio, anche se in quest’ultima specialità l’anno scorso ha battuto la Svizzera con Federer EPA/AP

Riccardo Crivelli

S

i fa presto a dire Kazakistan. Capitan Doskarayev, chiamando il giovane Popko e non Korolev, ha almeno innervato di sangue patrio il 25% della squadra che affronta l’Italia al primo turno. Perché Golubev e Kukushkin sono nati in Russia e Nedovyesov in Ucraina. NEMICO IN CASA Si potrebbero scrivere trattati sull’opportunità di consentire cambi di nazionalità così sfacciati, ma così va il mondo. E poi, malgrado le radici forestiere dei suoi guerrieri, soprattutto in casa il Kazakistan è una squadra vera, solida, unita, che trae linfa dal tifo della gente. Non bisognerà fidarsi, ad esempio, della classifica di Andrey Golubev (91) e di un suo inizio 2015 con una sola vittoria ufficiale. Sul velo-

ce, in Davis, vanta un perentorio 11-1 (e ha perso solo con Federer) e vittime del calibro di Wawrinka e Berdych. Non solo: lui ci conosce bene, in pratica ci siamo costruiti il nemico in casa. Perché, per 10 anni, Golubev si è allenato a Bra con coach Massimo Puci, ha imparato ad apprezzare il nostro cibo, ad amare la Juventus e a parlare fluentemente la nostra lingua. SECONDA PATRIA In Piemonte, ci arrivò a 15 anni, su invito dell’amico Igor Eremin e dopo che il padre Alexander, medico, aveva inviato un videotape proprio a Puci per chiedergli se quel ragazzino potesse interessargli. Aveva preso in mano la racchetta a sei anni, perché gli piacevano gli sport all’aperto e odiava il basket e la pallavolo che invece la scuola avrebbe voluto imporgli. Ma nella Grande Madre Russia non è sempre facile farsi largo: «A

Mosca — ricorda — d’inverno finivo per giocare sullo stesso campo con altre cinque ragazzi e su una superficie che sembrava un marciapiede: in quelle condizioni, non avrei mai potuto migliorare. Per questo decisi di emigrare in Italia». Che diventa una seconda patria, grazie al lavoro in profondità di Puci fino ai 18 anni, quando Andrey attraversa una pericolosa crisi di crescita: «Perdeva un sacco di tempo inutilmente — dice oggi il coach che l’ha seguito fino al 2012 — e nel club molti persero fiducia in lui. Papà Alexander, allora, lo richia-

RCoach Puci lo ha

seguito fino al 2012: «Ha un potenziale da primi 20 del mondo»

ma all’ordine, imponendogli di tornare agli studi. APPARTAMENTO E’ Puci, ancora una volta, a prendersi carico della situazione: «Parlai con i genitori e dissi loro che se non volevano più supportare economicamente il figlio, lo avrei fatto io, vendendo casa mia. Abitavo in un piccolo appartamento, sarebbe stata una decisione sanguinosa per me, per fortuna accettarono, anche se mi fecero capire che non ci sarebbe stata un’altra occasione». E’ bastata quella, cominciando da un cambio radicale: «Giocava il rovescio a due mani, lo impostai con il rovescio tradizionale. Lui era contento, anche il suo idolo Sampras aveva il rovescio a una mano. E poi ho aggiunto spinta al servizio e al dritto». Nel 2010 Golubev vince il torneo di Amburgo, raggiunge il numero 33 in classifica, quello che resta il suo

best ranking di sempre e vince il premio di Rivelazione dell’anno. Forse non ha dato seguito alle speranze di chi lo vedeva top ten, ma rimane comunque un giocatore concreto, capace di esaltarsi nelle giornate in cui il suo braccio scorre fluido e senza assilli. Forse paga un’attitudine al lavoro non da superstar, come in più occasioni ha rimarcato Puci: «E’ un ragazzo di straordinaria educazione, forse gli piace di più la partita dell’allenamento e non è un grandissimo corridore in campo, ma anche se non lo seguo più continuo a pensare che potenzialmente valga i primi 20». Quando fece il botto in classifica, Andrey confessò che, tra le varie opzioni, non aveva scartato quella di diventare italiano, almeno per la Davis. Da domani ce lo ritroveremo contro, sperando di non rimpiangere quella mancata scelta. © RIPRODUZIONE RISERVATA

MAESTRO Il primo maestro di Kukushkin è stato, come spesso succede il padre che lo ha seguito però fino ai 17 anni quando il talento di Mikhail cominciava a essere troppo interessante per essere coltivato ancora a Volgograd. Kukushkin ha viaggiato molto fin da quando era juniores : «tanti tornei nel vostro paese, così ho conosciuto diversi giocatori. Conosco Fognini, Bolelli e Seppi. Bravi ragazzi e sopratutto molto forti», ha detto. Kukushkin, che adesso è allenato dalla moglie, ha avuto in passato un coach italiano. Si chiama Stefano Orso ed è di Vicenza, insieme a lui il «kazako» di Volgograd ha anche imparato l’italiano e a Vicenza il numero 58 al mondo ha anche avuto la sua base di allenamento tra il 2007 e il 2009. TALENTO Il tecnico vicentino aveva subito riconosciuto il talento di Mikhail: «Ricordo bene Kuk - ha raccontato Orso -. Andai io a prenderlo all’aeroporto di Verona dopo aver pagato il biglietto per farlo venire in Italia. Aveva solo un paio di scarpe da veloce e una borsetta. Gli comprai tutto il necessario e andammo a fare 12 tornei Future. Ci sentiamo ancora, è un amico». f.co. © RIPRODUZIONE RISERVATA

PRECEDENTI sempre; non ci sono Sampras e Agassi, così Andrea Gaudenzi e un ispiratissimo Davide Sanguinetti domano Jan-Michael Gambill e Todd Martin. E sabato Nargiso-Gaudenzi firmano il doppio che vale la finale superando in cinque set Gimelstob-Martin.

Tanti guai sul veloce indoor Ce la caviamo solo in casa 1In trasferta la

superficie non ci agevola: 6 successi e 14 sconfitte. In Italia 4 vittorie su 4 Luca Marianantoni

L’

Italia di Coppa Davis non ha un grande feeling quando gioca fuori casa sul veloce indoor. E’ una situazione quasi sempre complicata, che gli azzurri si trovano ora ad

affrontare per la 21esima volta con un bilancio piuttosto negativo di appena 6 vittorie e 14 sconfitte: 4 vittorie su 4 invece quando siamo stati noi a scegliere questa soluzione in casa. SAN FRANCISCO La prima trasferta dell’Italia sul veloce indoor coincide con la finale di San Francisco del 1979 che Panatta, Barazzutti, Bertolucci e Zugarelli perdono 5-0 contro gli invincibili Stati Uniti dei ribelli newyorkesi John McEnroe e Vitas Gerulaitis. Passano 12 mesi e a Praga l’Italia gioca la quarta finale negli ultimi cinque anni cedendo 4-1 alla Cecoslovac-

chia di Ivan Lendl. Nel marzo del 1981, alla Conference Center di Brighton, la Gran Bretagna ci supera 3-2 grazie alla vittoria nell’ultimo singolare di Buster Mottam su Corrado Barazzutti. DEBUTTO A Telford nel 1984 l’Italia vendica la sconfitta con la Gran Bretagna ottenendo la prima vittoria fuori casa sul veloce indoor nella storia della Coppa Davis. Adriano Panatta è al debutto come capitano non giocatore; suo fratello Claudio è in campo nel doppio, assieme a Gianni Ocleppo. Gli azzurri vanno sotto 1-2, ma nella terza

Fognini e Bolelli a Ginevra 2014 nel doppio contro Wawrinka-Chiudinelli AFP

giornata Gianni Ocleppo batte in quattro set John Lloyd e Corrado Barazzutti firma l’impresa piegando Colin Dowdeswell. Ancora 2 sconfitte, a Belgrado nel 1988 contro la Yugoslavia e a Malmo nel 1989 contro la Svezia, poi seconda vittoria fuori casa ad Aarhus contro la mode-

sta Danimarca. Gli azzurri sfiorano la vittoria a Dortmund nel 1991 (3-2 per la Germania) e a Nantes nel 1996 (3-2 per la Francia da 2-0 Italia). Dopo la batosta di Norrkoping 1997 (4-1 per la Svezia), nel 1998 gli azzurri centrano a Milwaukee la vittoria indoor più prestigiosa di

ROGER Nel 1999 a Neuchatel l’Italia perde conto la Svizzera del debuttante Roger Federer, poi arrivano i successi di Helsinki 2001 e Lussemburgo 2005. A Dubrovnick 2008 la Croazia ci castiga 3-2, a Zoetermeer invece siamo noi a battere l’Olanda 4-1 nella sesta e ultima vittoriosa trasferta sul veloce indoor. Da allora l’Italia ha perso altre 4 volte: Lindkoping 2010 contro la Svezia, Ostrava 2012 contro la R. Ceca, Vancouver 2013 contro il Canada e Ginevra 2 014 c o n t r o Fe d e r e r e Wawrinka. © RIPRODUZIONE RISERVATA


GIOVEDÌ 5 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

III

I CINQUE COLPI DEGLI AZZURRI 1

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SEPPI BATTE FEDERER AUSTRALIAN OPEN Il 23 gennaio a Melbourne (Australia), al 3° turno degli Australian Open, Andreas Seppi (foto sotto) firma un capolavoro e batte lo svizzero Roger Federer 6-4 7-6 4-6 7-6. L’altoatesino 31enne è il primo italiano a battere re Federer, ora numero 2 al mondo, in un torneo dello Slam.

BOLELLI SUPERA RAONIC TORNEO DI MARSIGLIA Il 19 febbraio a Marsiglia (Francia) negli ottavi di finale del torneo Atp nella città francese Simone Bolelli b. Milos Raonic 64 3-6 7-6. Dopo 35 sconfitte consecutive contro i top 10 della classifica mondiale, Bolelli batte finalmente Raonic (n° 6).

FOGNINI BATTE NADAL A RIO DE JANEIRO Il 21 febbraio a Rio de Janeiro (Bra), nella semifinale del torneo brasiliano, Fabio Fognini fa il colpaccio e batte l’attuale numero 3 al mondo Rafael Nadal 1-6 6-2 7-5. Il ligure diventa così il primo italiano a battere Rafa Nadal sulla terra battuta in un torneo Atp.

VANNI FINALISTA A SAN PAOLO Il 15 febbraio a San Paolo (Brasile) Luca Vanni disputa la finale del torneo Atp di San Paolo contro l’uruguaiano Pablo Cuevas che lo batte però 6-4 3-6 7-6. A 29 anni e 8 mesi (numero 149 della classifica mondiale), il toscano gioca la prima finale della carriera.

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Il 2015 con quattro perle e un doppio da Slam «L’amicizia fa vincere»

Simone Bolelli e Fabio Fognini con il trofeo del doppio agli Australian Open, dove hanno battuto HerbertMahut 6-4 6-4

1Dal trionfo di Fognini-Bolelli a Melbourne all’impresa di Seppi contro Federer e l’exploit di Vanni, quinto uomo: una nuova luce sugli azzurri Federica Cocchi

E

ssere favoriti non sempre porta bene, vedi la sorte delle ragazze battute dalla Francia in Fed Cup a Genova, ma per la boy band di Barazzutti ad Astana il discorso potrebbe essere diverso. PIEDE GIUSTO Il 2015 dell’Italtennis si è aperto sotto i migliori auspici con il successo agli Australian Open del doppio Fognini-Bolelli contro Hebert-Mahut seconda vittoria Slam della storia dopo Pietrangeli-Sirola, campioni al Roland Garros 1959. «Siamo amici anche fuori dal campo, ci conosciamo bene e questo si vede anche in partita», recitano all’unisono dopo la premiazione. Un doppio affiatato, una freccia avvelenata nella faretra del capitano che non è detto utilizzi Fognini come singolarista. Il ligure va sul-

l’altalena alternando momenti di eccellenza, come la finale di Rio persa contro Ferrer e preceduta dal successo contro Nadal, primo azzurro a riuscirci sulla terra rossa, a frenate brusche come il k.o con Berloq la settimana successiva a Buenos Aires. Contro Nadal Fabio ha messo in campo la versione Fognasupereroe ammettendo, dopo il match vittorioso che: «Contro Rafa è stata la partita più bella della mia vita. Da cinque mesi giocavo male e non trovavo le giuste sensazioni, ora si ricomincia». C’è dunque da augurarsi che lo stop argentino sia stato solo un momento di affaticamento. COSTANZA Se il trionfo dell’amicizia ha portato il duo Fognini-Bolelli a sollevare un trofeo Slam, quello dell’amore ha rilanciato Andreas Seppi. L’altoatesino ha ritirato l’Oscar alla perseveranza proprio a Mel-

bourne dove al terzo turno degli Australian Open ha battuto sua maestà Roger Federer dopo dieci k.o su altrettanti incontri. E il tutto nonostante «una preparazione invernale piena di piccoli intoppi», come ha ammesso lo stesso altoatesino. E dire che già poco tempo prima, in Qatar, aveva dato dimostrazione di rinnovata fiducia e di un tennis più efficace che lo avevano condotto fino alla semifinale di Doha. La finale di Zagabria a inizio febbraio è stata l’ennesima dimostrazione di un 2015 a tinte forti per l’allievo di Max Sartori che era scivoltato oltre il 50° posto del ranking mondiale e che si presenta all’impegno di Davis come numero

GUIDA AL PRIMO TURNO

Svizzera campione senza big Djokovic guida la Serbia L’

Italia è impegnata in Kazakistan dopo aver perso il sorteggio, in quanto non c’erano precedenti tra le due nazionali. Si gioca sul veloce indoor del National Tennis Centre di Astana: domani i singolari dalle 7 del mattino italiane (il fuso è di 5 ore), sabato il doppio dalle 9 italiane, domenica gli ultimi due singolari dalle 9 italiane. Il c.t. Corrado Barazzutti ha convocato Fabio Fognini, 27 anni, numero 22 del mondo, alla 14 a chiamata; Andreas Seppi, 31 anni, numero 35 del mondo, alla 21 convocazione; Simone Bolelli, 29 anni, numero 49 del mondo, alla 15a convocazione;

Paolo Lorenzi, 33 anni, numero 79 del mondo, alla 6a convocazione.

LE ALTRE La vincente della sfida di Astana troverà nel secondo turno di luglio la vincente del match di Ostrava (veloce indoor) tra Repubblica Ceca e Australia. I padroni di casa, campioni nel 2012 e 2013, sono senza Berdych e Stepanek, mentre l’Australia non ha Kyrgios infortunato e si affida al vecchio leone Hewitt con Tomic e Kokkinakis. Dall’alto al basso, il tabellone prevede Germania-Francia a Francoforte (veloce indoor) senza Gasquet; Gran Bretagna-Stati Uniti a Gla-

sgow (veloce indoor) per sfruttare il tifo per i Murray (con Isner, gli Usa schierano Young); il derby caldissimo Argentina-Brasile (Buenos Aires, terra); SerbiaCroazia a Kraljievo (veloce indoor), con Djokovic all’inseguimento della seconda Davis, uno degli obiettivi stagionali, ma senza Cilic da avversario (è ancora infortunato); Canada-Giappone a Vancouver (veloce indoor) con la sfida tra le nuove stelle Raonic e Nishikori; Belgio-Svizzera a Liegi (veloce indoor) con i campioni in carica senza Federer e Wawrinka. Vinta una volta, vinta per sempre... © RIPRODUZIONE RISERVATA

GAZZAWEB www.gazzetta.it Anche questo turno di Coppa Davis tra Kazakistan e Italia sarà seguito minuto per minuto dal nostro sito Gazzetta.it Potrete trovare i servizi del nostro inviato, gli highlights delle partite e le interviste ai protagonisti degli incontri. Come sempre sarà attivo il live score degli incontri e dopo ogni partita leggerete la cronaca e il commento dei match azzurri.

35. «La vittoria contro Federer è stato un momento straordinario - ha detto Andreas in Australia -, ma se dovessi scegliere tra un’altra giornata così è un giorno con la mia fidanzata, scelgo Michela». Potere dell’amore, che nel caso fa la psicologa e ha dato a Seppi la marcia in più per ritrovare una seconda giovinezza a 31 anni compiuti. «Non ho mai avuto un inizio di stagione così buono come quest’anno - racconta -. Vincendo tante partite, qualcuna anche soffrendo, acquisti fiducia». TABÙ Se Seppi ha battuto il tabù dei 10 k.o. contro Roger federer, Bolelli ha infrato il muro dei 35, ovvero delle trentacinque sconfitte su altrettanti match contro un giocatore tra i primi 10 al mondo. Il bolognese, numero 52 al mondo,ha battuto Milos Raonic al secondo turno nel torneo di Marsiglia dimostrando di aver raggiunto la

IL TABELLONE DELLA DAVIS Francia GERMANIA

Usa

(in maiuscolo le squadre che giocano in casa)

G.BRETAGNA

Australia

ARGENTINA

Croazia SERBIA

REP. CECA

Giappone OTTAVI 6-8 marzo 2015

QUINTO UOMO Ma tra i successi eccellenti di Fognini, Bolelli e Seppi c’è spazio anche per l’exploit di Luca Vanni che Corrado Barazzutti ha convocato come quinto uomo ad Astana. L’aretino, che un annetto fa navigava oltre il numero 700 al mondo, ha raggiunto la finale contro l’uruguaiano Cuevas nel torneo di San Paolo. Ha anche servito per il match, ma il lieto fine l’ha solo sfiorato e il titolo è andato a Cuevas. La classifica ora dice 108 e Luca di questa convocazione come quinto va orgoglioso: «Un onore troppo grande, alla maglia azzurra non si dice mai di no, è il premio per il mio lavoro». Suona bene la boy band di Barazzutti. © RIPRODUZIONE RISERVATA

IN TV DA DOMANI Brasile

FINALE

maturità a 29 anni e dopo una serie di infortuni tra cui un’operazione al polso che aveva messo il freno a mano a una carriera interessante.

CANADA

QUARTI 17-19 luglio 2015 Italia

SEMIFINALI 18-20 settembre 2015

BELGIO

KAZAKISTAN

FINALE 27-29 novembre

Svizzera RCS

Su SuperTennis la diretta di tutti i match ● Da domani a domenica in esclusiva su SuperTennis potrete seguire il turno di Coppa Davis tra Kazakistan e Italia e la sfida tra Gran Bretagna e Stati Uniti. Previsto anche uno studio con commenti e servizi sul weekend di Davis. Questa la programmazione. Domani: diretta dalle 7 Kazakistan-Italia (singolari); dalle ore 14 diretta di Gran Bretagna-Usa (singolari). Sabato: dalle 9 diretta Kazakistan-Italia (doppio); dalle 14 diretta Gran Bretagna-Usa (doppio). Domenica: dalle 9 diretta Kazakistan-Italia (singolari); dalle 14 diretta Gb-Usa (sing.).


IV

GIOVEDÌ 5 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT


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