La Gazzetta dello Sport (07 - 01 - 2015)

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mercoledì 1 luglio 2015 anno 119 - numero 153 euro 1,50

LA CASA DELLA

COPA AMERICA IL COMMENTO di Umberto Zapelloni

INCHIESTA DI CREMONA PER LE VICENDE DELLA PARTITA ALBINOLEFFE-SIENA NA

Ora Conte diventa un caso Nazionale

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PERCHÉ DIPENDE TUTTO DA LUI Tra un rinvio a giudizio e una condanna c’è la stessa differenza che passa tra una bicicletta e una moto guidata da Valentino. Per questo Tavecchio e Malagò fanno benissimo a difendere Antonio Conte.

Il pm Di Martino chiederà il rinvio a giudizio del c.t. per frode sportiva Scandalo Pulvirenti: Lotito gli consigliò una maga, non c’entra con le combine ne CARUSO, CATAPANO, CENITI, CITO, PELUCCHI, VAIRA DA PAG 2 A PAG 7

Antonio Conte, c.t. dell’Italia dall’agosto scorso, chiederà il rito immediato diato

L'ARTICOLO A PAGINA 23

IL SUPERMERCATO DI THOHIR E’ SEMPRE APERTO

UN SUAREZ PER L’INTER

Mancini chiama Mario: il guerriero dell’Atletico è più vicino. Assalto a Jovetic Sbarca Miranda: «Siamo da Champions». Domani Montoya a Milano Mario Suarez, 28 anni, un altro colosso per l’Inter di Mancini: è alto 1,88

BREGA, DALLA VITE, FROSIO ALLE PAGINE 10-11

IL SAN SIRO NERAZZURRO UN SOGNO SENZA 3° ANELLO

VARGAS SHOW CILE IN FINALE CON UN PO’ DI... NAPOLI Doppietta al Perù, ma non basterà per restare in azzurro. L’ultimo atto sabato alle 22 su GazzettaTv CANTALUPI, DI FEO ALLE PAGINE 20-21 Edu Vargas è del Napoli dal 2012

LE INTERVISTE DELLA GAZZETTA 1

La risalita di Scala «Vi spiego il mio Parma: un calcio senza veleni»

PAGLIARA A PAGINA 12

SCHIANCHI A PAGINA 17

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L’ultimo Tour di Basso «Mi voleva Contador non potevo dire di no» GHISALBERTI A PAGINA 25

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Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano

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Basket, Sacchetti rilancia «Sassari, non finisce qui avanti con l’Eurolega» DI SCHIAVI A PAGINA 28

ROMA 2024 di Franco Arturi 13

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BERLUSCONI ACCONTENTATO L’ESERCITO DEGLI SVINCOLATI

Da Bertolacci al Faraone: il Milan è made in Italy

Pazzini, Aquilani, Pizarro & C: quante occasioni a costo zero

GOZZINI A PAGINA 13

RUSSO, VELLUZZI A PAGINA 9

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IL ROMPIPALLONE di Gene Gnocchi Giocatore di Serie A fermato a Gabicce Mare e subito rimpatriato a Formentera

LA CULTURA DEL NO È UNA RESA

La corsa a ostacoli continua. Nei giorni scorsi la candidatura di Roma all’Olimpiade del 2024 ha superato la prova insidiosa del voto del Consiglio comunale. Ma non sono rose e fiori nemmeno per l’avversaria più tosta, Parigi. L'ARTICOLO A PAGINA 23


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Primo piano R Lo scandalo 1° GIUGNO 2011 Gli arresti eccellenti Dalla procura di Cremona parte l’inchiesta «Last Bet» sul calcioscommesse: arrestati Signori, Bellavista e Micolucci; indagati Doni e Gervasoni. Sei mesi dopo finiscono in manette Doni, Sartor, Gervasoni, Carobbio e Zamperini.

LE TAPPE DELL’INCHIESTA

Francesco Ceniti

U

n elenco lungo come la formazione di 10 squadre di calcio, più l’allenatore. Potrebbero essere oltre 110 le richieste di rinvio a giudizio che il pm Roberto di Martino, titolare dell’inchiesta sul calcioscommesse iniziata nel giugno 2011, si appresta a depositare. E in questa lista dovrebbe esserci pure Antonio Conte. La cattiva notizia per il c.t. resterà tale anche se alla fine dovrà rispondere di una sola frode sportiva (l’accusa per la quale è stato iscritto nel registro degli indagati nel 2012, dopo le rivelazioni del pentito Filippo Carobbio), relativa ad AlbinoLeffe-Siena 1-0, ultima giornata della Serie B 2010-2011 con i toscani già promossi in A, Conte ai saluti (il giorno dopo sarebbe andato a Torino per iniziare l’avventura con la Juve), ma con i bergamaschi in precario equilibrio di classifica e a rischio retrocessione diretta (evitata grazie alla vittoria). Si andrebbe verso un’archiviazione, invece, per l’altra sfida presente nella chiusura di inchiesta di gennaio: Novara-Siena 2-2, primo maggio 2011. NON SOLO CONTE Il «rumore» più forte per le prossime scelte del pm lo farà il nome di Conte (anche perché poco meno di un mese fa i suoi avvocati non avevano escluso l’ipotesi dimissioni di fronte a uno scenario di processo aperto durante l’Europeo in Francia), ma la richiesta di rinvio a giudizio sta per arrivare a diversi big del calcio italiano. Il pm ha finito il suo lavoro la scorsa settimana, ma a oggi non esiste ancora il provvedimento cartaceo: ecco perché le comunicazioni da Cremona potrebbero arrivare a quasi tutti gli interessati entro il fine settimana, al massimo il prossimo lunedì (ma per una quindicina d’indagati ci vorrà di più). E nella lista ci sarebbe anche Colantuono, nuovo tecnico dell’Udinese. Sperava nell’archiviazione, ma se così fosse gli toccherà difendersi nell’udienza preliminare (davanti al Gup tra novembre e dicembre) dalla contestazione di frode sportiva per Crotone-Atalanta 2-2 del 2011. A metterlo nei guai è stata una chat di Cristiano Doni con l’amico portiere Nicola Santoni: il pm ha intravisto in quelle parole il tentativo di una combine e il riferimento di Doni al «mister» ha portato dritto a Colantuono. Ma le accuse più gravi sono in arrivo per Mauri (capitano della Lazio), Signori (ex bomber della Lazio e della Nazionale), Sartor (ex Roma, Inter e Nazionale), lo stesso Doni (ex Atalanta e anche lui ex Nazionale), Bressan (ex Fiorentina), Bettarini (ex Samp e Nazionale), Bellavista (ex capitano del Bari), Milanetto (ex capitano del Genoa), Zamperini (ex giovanili della Roma: andò a proporre la combine a Simone Farina che poi denunciò il fatto dando impulso alle indagini, ma questo gesto lo costrinse a chiudere in anticipo la carriera), Bertani (ex Samp) e molti altri giocatori di A e B: la richiesta sarebbe quella di associazione per delinquere finalizzata alla frode sportiva, aggravata dalla transnazionalità. Perché non bisogna dimenticare che proprio la presenza di bande criminali alla ricerca frenetica di risultati sicuri su cui scommettere ha portato a una serie di combine, messe in atto secondo gli inquirenti dai giocatori con la compiacenza di dirigenti e allenatori.

GLI INIZI DEL 2012 Altri calciatori in carcere A febbraio del 2012 viene arrestato il portiere del Piacenza Mario Cassano. A inizio aprile, l’inchiesta parallela della procura di Bari fa finire in carcere altri tre giocatori: tra questi c’è l’ex biancorosso Andrea Masiello, nel frattempo trasferitosi all’Atalanta.

28 MAGGIO 2012 Blitz a Coverciano e Mauri dentro La polizia irrompe a Coverciano per Criscito, che riceve un avviso di garanzia (e salterà l’Europeo in Polonia e Ucraina). In un diverso blitz viene arrestato il laziale Stefano Mauri assieme ad altri 18 giocatori, mentre Conte finisce nella lista degli indagati.

Conte a giudizio? Il pm: «Processatelo per frode sportiva» Tavecchio fa scudo: «Antonio resta c.t. come da contratto» 1Il tecnico dell’Italia

chiamato in causa per AlbinoLeffe-Siena. Spera nel rito immediato, ma l’eventuale processo non inizierà prima di febbraio, con l’Europeo in vista. Le richieste di Di Martino potrebbero coinvolgere almeno 110 tesserati

fatta da chi può tirare un sospiro di sollievo e mettere alle spalle questa storia. Già a gennaio Christian Vieri e Domenico Criscito erano usciti dal radar della Procura, ancora prima era toccato a Gattuso vedere archiviato il suo status di indagato. Dopo approfondimenti e uno studio accurato degli atti, anche il d.s. Zamagna dell’Atalanta sta per uscire di scena: per lui non dovrebbe esserci la richiesta di processo. Idem per Corvia (ex Lecce, ora al Brescia) messo in mezzo da Paoloni (lui sì nella lista nera) per un Inter-Lecce combinato solo nella fantasia del portiere. Buone notizie pure per Bonucci (indagato a Cremona): Di Martino aveva chiesto notizie alla Procura di Bari su Udinese-Bari, gara dalla quale il difensore della Juve era stato assolto dalla giustizia sportiva. Non sono mai arrivati i chiarimenti anche perché Bonucci non è stato mai iscritto nel registro degli indagati nel capoluogo pugliese. Adesso Cremona si tira indietro, girerà gli atti a Bari che provvederà in tempi brevi ad archiviare la posizione del centrale azzurro. CONTE E IL RITO IMMEDIATO L’archiviazione era l’obiettivo di Conte. E adesso cosa accadrà quando diventerà ufficiale la richiesta di processo? I legali Francesco Arata e Leonardo Cammarata metteranno in azione il piano B, già anticipato dai tre memoriali depositati a Cremona (uno scritto di proprio pugno dal c.t.) nelle scorse settimane:

BONUCCI ESCE DI SCENA Tra i nomi di calciatori ancora in attività, da segnalare Sergio Pellissier (capitano del Chievo) e Stefano Ferrario (ex Lecce, ora a Lanciano): pure loro dovrebbero essere nel lungo elenco. L’altra faccia della medaglia è

chiedere il rito immediato in modo da evitare i tempi lunghi di un processo con un numero d’imputati altissimo. Si può fare? Certo, lo prevede l’ordinamento penale. La richiesta dovrà essere vagliata dal Gip: in linea teorica la potrebbe anche respingere (ci sono già stati casi simili) per la complessità dell’inchiesta sul calcioscommesse, con tante posizioni incatenate tra loro. E’ più probabile che dia semaforo verde, ma a una condizione: Conte dovrà aspettare lo svolgimento dell’udienza preliminare che dovrebbe tenersi tra novembre e dicembre. Solo dopo questo passaggio (e non sarà breve), la strada di Conte potrà incanalarsi verso il rito abbreviato: se tutto filasse liscio (ma proprio liscio) il processo del c.t. inizierebbe tra fine febbraio e marzo 2016. Ancora in tempo per evitare le pericolosa e sgradevole situazione di arrivare all’Europeo nello status d’imputato: la sentenza (assoluzione o condanna di pochi mesi, perché è in vigore la vecchia legge non la nuova, applicata agli imputati delle inchieste di Catanzaro e Catania) sarà rapida. E ieri Tavecchio lo ha difeso: «In questo Paese – ha detto il n.1 della Figc – abbiamo le garanzie per tutti e ci sono anche per Conte. Il rinvio a giudizio non è una condanna. Dimissioni di Conte? Non ci sono novità: resta al suo posto rispettando il contratto». PERCHÉ SOLO UNA PARTITA Come scritto al c.t.

L’ALTRO FRONTE

E ora tocca alla giustizia sportiva: tremano ancora l’Atalanta e Mauri 1Il club nerazzurro ha già scontato 6 punti di penalizzazione, ma ora spunta un altro match:

rischia la A? La Lazio e il suo capitano, ora senza contratto, inguaiati da Ilievski: che dirà la Uefa?

Alessandro Catapano CRISTIANO DONI GIUSTIZIA ORDINARIA Starebbe per arrivare la richiesta di rinvio a giudizio per associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva, con l’aggravante della transnazionalità. GIUSTIZIA SPORTIVA Squalifica di 3 anni e 6 mesi per illecito, più patteggiamento di 2 anni per un altro illecito.

C’

è una probabile coda sportiva delle richieste di rinvio a giudizio che il pm Di Martino starebbe per firmare, e potrebbe fare parecchio rumore, arricchendo di un filone bollente (forse addirittura due) un’estate già caldissima. Che fin qui ha sconvolto soprattutto i campionati di B e Lega Pro, sfiorando appena la Serie A. Ma quanto durerà? La domanda è legittima, perché alla luce dei probabili rinvii a giudizio di Cremona, Cri-

stiano Doni e l’Atalanta tornano pesantemente in ballo. Il club nerazzurro ha già pagato a caro prezzo nel 2011 l’illecito sportivo del suo ex capitano: tre anni e mezzo di squalifica beccò lui per Atalanta-Piacenza del 19 marzo 2011, 6 punti di penalizzazione la squadra per responsabilità oggettiva. Un incubo che ora torna prepotentemente d’attualità, perché dalle carte del pm Di Martino è spuntata un’altra partita del 2011, Crotone-Atalanta, per cui Doni rischia di dover rispondere nuovamente del reato di frode sportiva. E, stavolta, non è solo. C’è una chat (con l’amico portiere Santoni) che tira in

ballo anche Stefano Colantuono, oggi tecnico dell’Udinese, pure lui probabilmente rinviato a giudizio per frode sportiva. L’allenatore romano si è sempre detto all’oscuro di quel tentativo di combine, ma la sua posizione (unitamente a quella dell’allora d.s. atalantino Zamagna, che Di Martino sembrerebbe aver risparmiato) è da mesi al vaglio della Procura federale. Palazzi l’ha tenuta in caldo, in attesa di avere tutti gli atti da Cremona. E sarebbe pronto a trarre le sue conclusioni. Su Doni, Colantuono e l’Atalanta, nuovamente costretta a fare i conti con la responsabilità oggettiva. Col rischio,


MERCOLEDÌ 1 LUGLIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

26 NOVEMBRE 2012 In Italia il capo degli «zingari» Almir Gegic, presunto capo della «banda degli zingari» e latitante dal 1° giugno 2011, si costituisce alla polizia e inizia a collaborare. Hristian Ilievski, considerato il duro della banda, resta ancora latitante: si costituirà soltanto nell’aprile 2015.

9 FEBBRAIO 2015 Con Conte c’è Colantuono La procura di Cremona mette la parola fine alle indagini durate quasi 4 anni. Sono chiamate in causa 130 persone, fra i quali a sorpresa Colantuono: Conte è accusato di frode sportiva, confermata l’associazione a delinquere per Signori, Mauri e Doni.

Il c.t. Antonio Conte, 45 anni, con il presidente della Figc Carlo Tavecchio, 71 anni EIDON

27 APRILE 2015 Ilievski si costituisce e parla Hristian Ilievski, ex agente speciale della polizia macedone, leader della banda degli Zingari, si consegna alla polizia italiana e nel primo interrogatorio con i pm di Cremona rivela: «Ho incontrato Mauri e Milanetto prima di Lazio-Genoa»

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27 MAGGIO 2015 Di Martino: «Conte come gli altri» I legali di Conte chiedono alla procura di Cremona di fare una «valutazione» preliminare sulla sostenibilità delle accuse di frode sportive. Ma il pm Di Martino dice: «Valuterò con lo stesso scrupolo e la massima trasparenza la posizione di tutti gli indagati».

fIL PERSONAGGIO

NELLA TESTA DEL C.T.

Niente dimissioni ma da febbraio è diventato un altro 1Il malessere di Conte è iniziato col no dei club agli stage E l’incertezza sui tempi della giustizia lo sta logorando Fabio Licari

N

on si dimetterà, prospettiva che al momento non lo sfiora, «protetto» anche dalle parole rassicuranti di Tavecchio, ma il morale è lo stesso sotto un camion. E non solo per l’ultima novità in arrivo dalla procura: Conte è giù di corda da tempo, da febbraio almeno, dalla controversa riunione di Lega che ufficializza il «no» allo stage e respinge molte richieste su un calendario amico prima dell’Europeo. dovrebbe essere contestata una sola frode sportiva: niente Novara-Siena. L’accusa si basava sulle rivelazioni di Carobbio («Il mister ci aveva informato durante la riunione tecnica dell’accordo tra le società per un pareggio»), ribaltate in sede di processo sportivo dalle indagini difensive svolte dall’avvocato Antonio De Rensis, con i compagni di Carobbio presenti alla riunione uniti nello smentire quella versione. In più le recenti dichiarazioni di Ilievski (il capo degli «zingari») avevano evidenziato delle contraddizioni nelle dichiarazioni di Carobbio: l’ex centrocampista aveva escluso una sua partecipazione alla presunta combine, cosa invece confermata dal macedone. Resterebbe, invece, AlbinoLeffe-Siena con l’accusa di frode sportiva ampliata nelle motivazioni. La gara è quella costata lo stop per omessa denuncia a Conte in sede sportiva (4 mesi) e ha visto in campo diversi protagonisti per un accordo che secondo l’accusa sarebbe incominciato dalla gara di andata. Coinvolto anche il vice di Conte, Cristian Stellini: ha patteggiato in sede sportiva una squalifica per alcuni illeciti. In questa vicenda, per gli inquirenti, avrebbe chiesto a Carobbio e Bombardini (sarebbe nella lista nera) di prendere contatto con gli avversari dopo il turbolento finale di partita, con rissa annessa. L’accordo prevedeva un vantaggio (la vittoria) alla squadra che si trovava in condizione di bisogno. Col Siena già pro-

mosso, alla vigilia della sfida un gruppetto di calciatori dell’AlbinoLeffe va ad incontrarsi con gli avversari per far rispettare il patto. E qui entra in scena il portiere Coppola: ha dichiarato al pm che al ritorno da quella «riunione all’aperto» avrebbe comunicato a Conte la necessità di regalare all’AlbinoLeffe la vittoria, come concordato all’andata. E l’allenatore ne avrebbe preso atto senza intervenire. I legali del c.t. nei memoriali presentati a Cremona hanno sostenuto: anche ammettendo questo ipotetico passaggio, il loro assistito non poteva far nulla, non avendo prove per intervenire. Insomma, una omessa denuncia, non un reato penale. Il pm nel preparare la richiesta avrebbe invece richiamato i doveri di quel ruolo, presenti e sottoscritti da tutti i «mister» nel contratto stilato dall’associazione allenatori (il presidente è Ulivieri). In un punto si fa proprio riferimento all’obbligo per un tecnico di bloccare e fermare qualunque situazione non conforme al codice sportivo, compresi accordi tesi ad alterare il risultato. Insomma, Conte secondo il pm avrebbe dovuto con forza dire di «no» all’ipotesi tarocco prospettata da Coppola e non limitarsi a prenderne atto perché impossibilitato a fermarlo. Così facendo si è reso complice, secondo Di Martino, della frode sportiva e per questa ragione dovrebbe chiedere il suo rinvio a giudizio. © RIPRODUZIONE RISERVATA

vedere fantasmi e nemici un po’ dovunque. Quello che teneva appassionate lezioni tattiche ai giornalisti a Coverciano per spiegare la sua «idea» di calcio, o partecipava alle partitelle, scompare all’improvviso. Sostituito da un sosia un po’ depresso che, invece di rispondere con un «adesso vi faccio vedere come alleno», imposta il programma su un «mi adeguo» che non gli appartiene. L’ALTRA ITALIA Che qualcosa si sia rotto si percepisce anche in campo, in questo 2015: il buon primo tempo con l’Inghilterra, e la prestazione di personalità in Croazia, si alternano agli er-

ALLENATORE O SELEZIONATORE Conte ha tutte le ragioni per incavolarsi, quel giorno: scelto per allenare la Nazionale come fosse la Juve, e per far ripartire un movimento in stato semicomatoso, con un contratto milionario da grande club, viene relegato a «semplice» selezionatore senza che la Figc possa opporsi allo strapotere delle squadre e dei loro (legittimi) interessi. Senza prospettive di cambiamento. LA REAZIONE Il problema però è la reazione. Il Conte giocatore sarebbe ripartito a testa bassa, mordendo erba e caviglie avversarie. Il Conte c.t. «parte seconda» la prende sul personale e comincia a

rori in Bulgaria e alla reazione disorganizzata con il Portogallo che costa la prima fascia al sorteggio mondiale. Per carità, assenti in quantità industriale e poco tempo, ma non è che le altre nazionali dispongano di ritiri-premio. Però l’Italia che in 10’ si sbarazza dell’Olanda, che impone tutta la sua superiorità in Norvegia, che risolve i guai con l’Azerbaigian come faceva la Juve, prepotente, aggressiva, sempre nella metà campo rivale, cede il passo a una squadra un po’ meno sicura di sé, con un’identità meno definita. CONTROCORRENTE MA... Conte è, comprensibilmente, meno sereno di prima. L’indagine addosso, la perquisizione in casa, la squalifica scontata alla Juve per omessa denuncia: quattro anni senza una risposta definitiva. Il fatto che succeda ben di peggio a cittadini meno «mediatici» non è una consolazione. Probabilmente quello che gli fa male è il silenzio sulla richiesta di un giudizio immediato, con tutti i rischi che porta, invece di attendere una prescrizione inevitabile anche per il pm che lo rinvia a giudizio. In un’Italia abituata, dai politici in giù, a usare tutte le armi e i codicilli possibili per allungare i tempi dei processi, non è un gesto da poco: perché una condanna lo obbligherebbe a dimettersi e complicherebbe la sua carriera. © RIPRODUZIONE RISERVATA

STEFANO COLANTUONO GIUSTIZIA ORDINARIA Starebbe per arrivare la richiesta di rinvio a giudizio per frode sportiva, relativa a Crotone-Atalanta 2-2 del 22 aprile 2011 (serie B) che secondo i pm è stata «taroccata».

STEFANO MAURI GIUSTIZIA ORDINARIA Starebbe per arrivare la richiesta di rinvio a giudizio per associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva, con l’aggravante della transnazionalità.

OMAR MILANETTO GIUSTIZIA ORDINARIA Starebbe per arrivare la richiesta di rinvio a giudizio per associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva, con l’aggravante della transnazionalità.

GIUSTIZIA SPORTIVA La presunta combine di CrotoneAtalanta non è stata ancora trattata dagli organi di giustizia domestica.

GIUSTIZIA SPORTIVA Squalifica di 6 mesi per omessa denuncia per Lecce-Lazio 2-4 del 22-5-2011 (Serie A). Palazzi aveva chiesto la condanna per illecito.

GIUSTIZIA SPORTIVA Assolto per Lazio-Genoa 4-2 del 14 maggio 2011 (Serie A). Palazzi aveva chiesto la squalifica di 3 anni e 6 mesi.

anche stavolta, di subire una penalizzazione di un certo rilievo. In quale campionato, più che l’esigenza di rendere afflittiva le pena, rischiano di stabilirlo i tempi. Strettissimi, e oltretutto schiacciati dalle altre pesanti inchieste sul tavolo di Palazzi. Catanzaro e Catania, dove ci sono in ballo responsabilità dirette, e Napoli, dov’è coinvolto uno dei massimi dirigenti del calcio italiano (Lotito). Casi anche politicamente molto delicati. Che potrebbero mettere l’Atalanta in secondo piano, a tutto vantaggio della permanenza in A del club nerazzurro, ottenuta con appena tre punti di vantaggio sul Cagliari, l’ultima

RNelle carte del pm di Cremona c’è Crotone-Atalanta del 2011: coinvolto pure Colantuono E per Lazio-Genoa rischia Milanetto, che venne assolto

delle retrocesse in B: cosa accadrebbe se Palazzi potesse giudicare ed eventualmente sanzionare l’Atalanta in tempi relativamente brevi? Comunque vada a finire, la vicenda sarà fonte di altre infinite polemiche. QUANTI DUBBI E altri strascichi potrebbe lasciare il caso della Lazio, che ha già pagato l’omessa denuncia del suo capitano Stefano Mauri con una semplice ammenda (che l’Uefa non ha ritenuto elemento sufficiente per negarle la licenza Uefa, ma se arrivasse una penalizzazione la valutazione

cambierebbe), ed ora viene ritirata in ballo, sempre nella scia di Mauri, dalle rivelazioni di Ilievski su Lazio-Genoa e Lazio-Lecce. Tanto pesanti da spingere Palazzi a istruire, dicono, un nuovo procedimento disciplinare, seppure per lo stesso match, ma in presenza di fatti diversi e più gravi. E lo stesso meccanismo potrebbe scattare per Omar Milanetto, assolto dalla giustizia sportiva ma ora prossimo al rinvio a giudizio. Può accadere qualcosa anche a lui e al Genoa? E con quali conseguenze sulla prossima Serie A? Insomma, un altro bel rebus. QUANTI© RIPRODUZIONE RISERVATA


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Primo piano R Lo scandalo

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I giocatori negano: «Essere interrogati è già una sconfitta» 1Sentiti tre del Trapani: Terlizzi, Pagliarulo e Daì

Il pm: «Non finisce qui, indagini anche fuori dalla Sicilia» Francesco Caruso Francesco Ceniti CATANIA

C

i sono le lacrime di Pulvirenti e il giorno in questura dei calciatori; le indagini da approfondire e un calendario fitto d’interrogatori; le carte dell’ordinanza che vanno da Catania in direzione Roma (giustizia sportiva) e la speranza dei tifosi rossazzurri di ripartire dalla Lega Pro (con penalizzazione). Cartoline dalle pendici dell’Etna, dove continua a filare l’inchiesta «i treni del gol» che ha portato la scorsa settimana ai domiciliari 7 persone (più altri 12 indagati) e scoperchiato un giro di 5 partite comprate (anche se gi avvocati del patron hanno ribadito che il loro assistito si è convinto leggendo gli atti di essere stato truffato) e pagate 100 mila euro l’una, come ha ribadito Giovanni Salvi, procuratore capo di Catania. IL PIANTO DEL PATRON Dopo ore passate a leggere le carte, Pulvirenti ha deciso di concerto con i suoi avvocati (Giovanni Grasso e Fabio Lattanzi) di ammettere le proprie colpe. Non è stata una scelta facile e durante l’interrogatorio dal gip Fabio Di Giacomo ci sono stati momenti complicati. Spesso il patron si è fermato, tra le lacrime. Ieri il suo umore era rasoterra. Anche per questa ragione, ma soprattutto per la collaborazione data agli inquirenti, i legali chiederanno la revoca dei domiciliari. A proposito della scelta fatta dal patron rossazzurro: sarà interessante capire che effetto avrà su

Fernando Arbotti, l’ultimo dei 7 fermati che stamani sarà sentito dal gip di Larino (agisce su delega). L’agente Fifa è l’intermediario che avrebbe corrotto i giocatori, ma ora Pulvirenti l’accusa di essere un truffatore. Una figura chiave, insomma. Come quella di Impellizzeri, considerato dagli inquirenti il finanziatore della combine attraverso le scommesse (negate da Pulvirenti). GIOCATORI DAL PM E ieri il sostituto Alessandro Sorrentino non ha perso tempo: al primo pomeriggio utile ha infilato tre interrogatori con altrettanti giocatori del Trapani. Il via con Cristian Terlizzi, in Sicilia da una vita: prima Palermo, poi Catania e da 2 anni Trapani. Il famoso numero 33 esce dalla questura dopo un’ora e mezza. Sorridente, si dice più che tranquillo, ma a prendere la parola è il suo avvocato, Paolo Rodella: «Interrogatorio molto sereno. Christian ha escluso non solo di aver preso parte alla combine Catania-Trapani, ma anche di avere avuto il minimo sentore che intorno alla gara vi fosse qualcosa di strano». E sulle telefonate avute con l’agente Fifa Arbotti, Rodella spiega: «Una chiacchierata fra persone che si conoscono da anni e per questioni che non avevano nulla a che vedere con il match». Terlizzi aggiunge: «Sono sempre rimasto tranquillo. Continuo ad allenarmi per recuperare dall’intervento di 2 mesi fa». Il secondo a vedere il pm è stato capitan Luca Pagliarulo, fresco di rinnovo contrattuale e prossimo sposo (ad attenderlo c’era la fidanzata Anna Maria, trapane-

fCOL TORINO NEL 2002

L’autogol di Terlizzi durante il derby perso dal Trapani col Catania ANSA

Il questore di Catania Marcello Cardona, 59, e il pm Giovanni Salvi, 63

Christian Terlizzi, 35 anni, difensore, da due stagioni al Trapani LAPRESSE

RGli avvocati

andare anche fuori dalla Sicilia per sentire altre persone».

di Pulvirenti chiederanno la revoca degli arresti domiciliari

se che lavora per la società granata). Intimidito e impacciato: «Per me è una sconfitta già il solo fatto di essere qui». Il resto lo lascia al suo avvocato, Giuseppina Ruggero Malagnini: «Abbiamo chiarito la nostra posizione in maniera molto serena e confi-

diamo nelle capacità investigative della Procura». Ultimo della lista Antonino Daì, col suo avvocato Filippo Triolo di Marsala: «Il mio cliente ha risposto a tutto dichiarandosi estraneo ai fatti. Daì non conosce nessuno degli inquisiti e ha tenuto a ribadire che se fosse stato avvicinato avrebbe immediatamente denunciato il tentativo di combine». Poco prima delle 20 a lasciare la questura è il pm Sorrentino: «Gli interrogatori sono andati come mi aspettavo. Di certo non finisce qui, per nessuno degli indagati. Non intendiamo tralasciare nulla. Non escludo di

ALTRE REAZIONI Il riferimento del pm è soprattutto agli altri calciatori indagati. C’è chi ha deciso di parlare pubblicamente, respingendo le accuse. «Non conosco alcuna delle persone che sarebbero coinvolte in questa scellerata vicenda e nessuno mi ha mai contattato per proposte del genere». E’ il succo di un comunicato letto da Marco Moscati, centrocampista del Livorno. Più o meno le stesse parole usate da Pasquale Fazio (non è indagato), della Ternana: «Sono

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Quando Galante disse a Delli Carri: «Fagli fare gol». E il Bologna segnò ro». Anche il Bologna aveva minimizzato l’accaduto: «Chiacchiere», rimarcando che «era stata partita vera e che il portiere Luca Bucci era stato il migliore in campo».

Daniele Vaira @danvaira

«S

ono trent’anni che faccio queste cose». L’ex d.s. del Catania Daniele Delli Carri si esprime così al telefono con l’ex presidente etneo Antonino Pulvirenti, in una delle intercettazioni in mano agli inquirenti che indagano su almeno cinque partite combinate. Che sia millanteria per guadagnarsi la fiducia del proprio datore di lavoro o la verità dei fatti lo accerteranno le indagini. Di certo queste dichiarazioni in qualche modo rischiano di dare una luce diversa ad un episodio caduto nel dimenticatoio (e su cui si è già espressa la giustizia) e che riguarda sempre Delli Carri, questa volta nelle vesti di giocatore del Torino. Di anni ne sono passati 13: è il 6 aprile 2002 e si gioca la partita di serie A Torino-Bologna. La squadra di Camolese è in vantaggio grazie a un gol di Scarchilli. La formazione di Guidolin attacca senza sosta e trova il pareggio al 5’ del secondo tempo. Nulla di strano se le telecamere non avessero inquadrato pochi istanti prima (18 secondi) il difensore granata Fabio Galante mentre diceva al compagno Delli Carri: «Fagli fare gol». La tempistica ha voluto che proprio nell’azione dopo il Bolo-

estraneo a qualunque combine». Il difensore in particolare nega «di essere mai stato avvicinato prima, durante o dopo una gara, da persone interessate a concordare l’esito della gara (Pulvirenti, secondo quanto detto in una intercettazione da Delli Carri, ndr)». E lo scandalo Catania arriva all’Uefa: «Siamo rammaricati nell’apprendere quanto sta succedendo. Rammaricati e preoccupati», ha sottolineato da Praga il segretario generale Gianni Infantino. Pulvirenti forse sognava di andare in Europa, ma non per questo motivo.

Fabio Galante, 41 anni e Daniele Delli Carri, 43 LAPRESSE

Galante (sinistra) con Delli Carri prima del gol di Cruz

gna pareggiasse da azione di calcio d’angolo. Rete di Cruz dimenticato proprio da Delli Carri. La difesa dei protagonisti era stata furente. «Ma che combine, ho detto di stare attento a non prendere gol, manca la prima parte della frase “Non fargli... fare gol”. Trarre conclusioni da quelle immagini è una cosa senza senso», aveva detto Galante. Il compagno era stato meno preciso: «Non mi ricordo neppure vagamente. Anzi

probabilmente non l’ho neppure sentito». Aveva però cercato di spiegare la dinamica del gol e il suo errore. «Non è vero che mi sono messo apposta dietro a Cruz, siamo saliti per tentare di mettere i nostri avversari in fuorigioco». A spazzare via tutte le polemiche, oltre alla società, per voce del presidente Attilio Romero, era intervenuto il capitano Diego De Ascentis: «Se avessi sentito Galante dire quella frase lo avrei appeso al mu-

LE INDAGINI Parole e rassicurazioni che, però, non avevano convinto tutti. L’ufficio della Procura federale aveva immediatamente aperto un’indagine attraverso il responsabile Italo Pappa. Il procedimento era stato chiuso in pochi giorni, dopo aver visionato i filmati e aver sentito diversi testimoni. Ma anche la Procura di Torino con un pool creato da Raffaele Guariniello aveva voluto vederci chiaro per verificare se ci fosse stato un caso di frode sportiva. Le indagini erano durate tre mesi. E sotto il mirino dei magistrati erano finite anche le quote Snai che davano il pari a 2.65. Erano stati chiesti i filmati anche alle emittenti locali. Alla Lega erano stati sollecitati, invece, i documenti relativi alla ripartizione dei diritti televisivi per le competizioni internazionali. Il Torino poteva ambire all’Intertoto, mentre il Bologna era in orbita Champions. Tutto fu archiviato. Archiviare certe frasi risulta un po’ più difficile. E ora, alla luce di tutto il quadro che sta emergendo, quei 18 secondi non possono non provocare un sussulto. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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IL VERTICE A ROMA

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fIL RETROSCENA

Inchieste lumaca: di chi è la colpa? Ormai è scontro tra Figc e Coni

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● 1 Il procuratore federale Stefano Palazzi, 54 anni, con il presidente della Figc Carlo Tavecchio, 71 ● 2 Il presidente della Lega Serie B Andrea Abodi, 55 ● 3 Il presidente del Coni Giovanni Malagò, 56 LAPRESSE/IPP

Enrico Cataldi, procuratore generale del Coni PROTO

Tavecchio bastone e forbici «Via i mercanti dal tempio»

1Il presidente federale fa ricorso all’articolo 33 e abbrevia i tempi delle indagini: «Giustizia in fretta». E Malagò avverte: «O si parte o commissario la Federcalcio» Alessandro Catapano ROMA

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on è tanto la citazione evangelica — «È ora di cacciare i mercanti dal tempio!» — a spiegare l’emergenza, quanto il ricorso ai poteri concessogli dall’articolo 33 (comma 11) del codice di giustizia sportiva, che attribuisce al presidente federale «la facoltà di stabilire modalità procedurali particolari e abbreviazione dei termini previsti (...), nei casi particolari in cui esigenze sportive e organizzative delle competizioni impongono una più sollecita conclusione dei procedimenti». L’esigenza di Carlo Tavecchio è assicurare la regolare partenza dei prossimi campionati professionistici, messa fortemente a rischio, almeno per quel che riguarda la Serie B e la Lega Pro, dai possibili sviluppi delle inchieste giudiziarie di Catanzaro, Cremona, Catania e Napoli (oltre che da mancate iscrizioni e ripescaggi). L’interrogativo che inquieta (non solo Tavecchio) è sempre lo stesso: quanto tempo impiegherà la Procura diretta da Stefano Palazzi (che ieri ha messo finalmente le mani sul materiale di Catania) a recepire gli atti della giustizia ordinaria e trasformarli in provvedimenti disciplinari? E quanto altro tempo ci vorrà per istruire e completare i processi sportivi, fino al terzo grado di giudizio? Ieri Palazzi non ha

usato giri di parole: «Ci aspetta un’altra corsa contro il tempo...». Sembra disperata, stavolta. Ed ecco perché Tavecchio ha estratto dal cilindro il ricorso all’articolo 33, che gli consente di accorciare i tempi di chiusura delle indagini — oggi fissati dal codice in 40 giorni più due proroghe di 80, per complessivi 120! — stabilendo un termine perentorio, che nelle prossime ore sarà quantificato, ed entro il quale le indagini andranno concluse, con buona pace dell’andamento a volte lento dell’accusa e dei giochini spesso stucchevoli delle difese. VIGILANZA «Vogliamo giustizia e la vogliamo in fretta». Tavecchio non lo ha negato: «Senza un’accelerazione i campionati non partono». E senza campionati, tornerebbe d’attualità lo spettro del commissariamento. E, quindi, sarebbe a rischio la Figc, a cui già potrebbe essere assegnato un commissario ad acta per la riforma dei campionati. Il presidente del Coni Giovanni Malagò, nell’ultimo anno sollecitato da più parti — compreso Palazzo Chigi — a intervenire sulla governance del calcio, mantiene alta l’attenzione. «La situazione è incandescente, dai Dilettanti alla B. Mi dispiace per Abodi, che è una vittima, ma è meglio che la federcalcio si sbrighi a fare i processi, non ci devono essere alibi in questo senso — le parole di Malagò a Sky —: il Coni non può accettare che la partenza dei campionati e l’iscrizione delle squadre siano a

rischio». In questo caso, precisa il numero uno del Coni, il commissariamento della Figc «sarebbe inevitabile», mentre quello della Lega Pro, alla luce del voto sul bilancio, «è più di un rischio». Viceversa, se volesse forzare la situazione, per sua stessa ammissione Malagò «finirebbe in fuorigioco». «Il sistema calcio perde credibilità ed io vengo tirato per la giacchetta, dall’opinione pubblica e da alcuni rappresentanti che sono schifati, inorriditi da quello che è successo — le parole del presidente del Coni —. Io ho le idee chiare, non ho problemi a prendere decisioni forti, ma non posso andare in fuorigioco, perché non mi va di passare il resto della mia vita in aule di tribunali». CORAGGIO Citato da Malagò, il presidente della Serie B Andrea Abodi si mette a disposizione: «Siamo pronti a confermare la data di partenza (21 agosto, ndr) come a rinviarla, vogliamo solo iniziare puliti. E Palazzi rappresenta per noi la massima garanzia». A proposito, lo scandalo Catania (su cui ieri si è pronunciato anche il segretario generale dell’Uefa Infantino: «I responsabili ora escano dal calcio») ha allungato la vita al procuratore federale, che Tavecchio voleva spedire alla nascente sezione Dilettanti. «Lui è e resterà il Procuratore federale». Del resto, chi altri avrebbe accettato di passare un’estate così?

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ra, travolta dalle inchieste, sollecitata dal presidente Tavecchio a spingere sull’acceleratore per garantire la partenza dei campionati, la Procura federale improvvisamente ha una fretta del diavolo. Disposta persino a restringere i tempi delle indagini pur di consegnare processi finiti entro l’estate. Eppure, prima che esplodesse lo scandalo Catania, da quello stesso ufficio – sollecitato come le altre Procure federali a inviare proposte di modifica del codice di giustizia sportiva – erano partite in direzione Coni richieste contrarie, su tutte proprio la necessità di allungare i tempi delle indagini, dai 40 giorni attuali (prorogabili con due richieste per complessivi 80 giorni) ai 90 auspicati. Più del doppio. SCONTRO Ecco perché al Coni hanno provato stupore nell’apprendere quel passaggio, quando il procuratore ha fatto intendere che il Comitato olimpico ha le sue belle responsabilità se la giustizia sportiva col nuovo codice è diventata così lenta. «È innegabile – ha detto Palazzi – che in certi casi abbia prodotto rallentamenti». La procedura imposta per i patteggiamenti lo ha fatto: quell’andirivieni di pratiche tra Palazzi e il super procuratore Cataldi aumenta i tempi, ma è pur vero che il Coni rimanda indietro le pratiche in pochi giorni, mentre a volte la Figc chiude le indagini dopo mesi. È quasi scontro istituzionale. A fine luglio il Coni deciderà se e come emendare il codice. L’idea è concedere a Palazzi 20 giorni in più per chiudere le indagini (da 40 a 60), ma altrettanti in meno di proroga (da 80 a 60). L’IPOTESI PECORARO L’impressione è che i rapporti con Cataldi resteranno tesissimi («Abbiamo solo divergenze giuridiche», giura). Non è un caso che il Coni spingesse con Tavecchio per la sostituzione di Palazzi con l’ex Prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro. Un avvicendamento che il caso Catania ha congelato. Se non addirittura bruciato. a.cat.

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DOPO L’ASSEMBLEA

Lega Pro, bocciato il bilancio Decadenza o commissario? 1Finita l’era Macalli La Figc spinge per nuove elezioni Coni e politica per l’intervento esterno

Alessandro Catapano Roberto Pelucchi

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opo le accuse reciproche, gli stracci volati da una parte all’altra, dopo mesi di deliri ieri l’assemblea di Lega Pro ha sancito la fine dell’era Macalli, 18 anni di potere quasi incontrastato, con alcune cose assai discutibili, ultima l’inibizione di 4 mesi, che si infrangono su un

bilancio, bocciato due volte in sei mesi, decisamente troppo perché il suo Consiglio direttivo possa restare in carica. Il presidente del Coni Malagò e parte della politica (certamente il Pd) ne invocano il commissariamento, ma Tavecchio sta studiando la formula giusta (al riparo da possibili ricorsi) per dichiararlo decaduto e indire al più presto nuove elezioni, in cui potrebbero scontrarsi Antonio Rizzo (fronte Macalli) e Pasquale Gravina (opposizione). Fatica che il Consiglio gli risparmierebbe se stamattina, riunito per valutare le domande di ammissione al campionato, si dimettesse in blocco. Non è un’ipotesi peregrina, soprattutto se la conta di amici e nemici dopo il voto dovesse confermare la perdita della maggioranza. Ieri, al-

meno per gli uomini di Macalli, non era ancora chiaro: dei 38 voti espressi contro il bilancio, secondo il governo, solo 17 erano riconducibili a società che parteciperanno effettivamente alla prossima Lega Pro. Si fa fatica a dar retta a questi conti. A questo punto ha più logica quanto sostiene il presidente del Prato Paolo Toccafondi, una delle anime dei dissidenti: «Abbiamo bisogno di una nuova governance, nuova mission e nuove regole. Ma il sistema ci aiuti altrimenti anche a 36 squadre la Lega Pro morirà». ISCRIZIONI E infatti già la Lega Pro deve fare i conti con tre squadre sparite, una in agonia e undici che nella migliore delle ipotesi partiranno con una penalizza-

Mario Macalli, 78 anni, è il presidente della Lega Pro ANSA

zione. Ieri scadeva il termine per presentare le domande di ammissione. Il quadro è sconfortante, la crisi profondissima. Oltre al Monza, fallito, spariscono dal calcio professionistico il Grosseto (dopo 13 anni, il patron Camilli non è riuscito a trovare un acquirente) e il Castiglione (appena promosso), mentre il Barletta in extremis ha presentato la do-

RIscrizioni: Grosseto e Castiglione fuori dai professionisti, sono a rischio altre 12 società

manda, prolungando l’agonia: non ha la fidejussione, non ha le liberatorie dei calciatori, non ha pagato stipendi e contributi e non ha neppure uno stadio in cui giocare. Altre undici società hanno presentato una domanda incompleta, senza fideiussione, e adesso avranno due settimane per mettersi in regola. Si tratta di Ischia, Lupa Castelli (farà la fusione con il Rieti e andrà a giocare là), Martina, Paganese, Pisa, Real Vicenza, Reggina, Savona, Varese, Venezia e Vigor Lamezia. Per loro scatterà la penalizzazione. Adesso la Covisoc controllerà le documentazioni ed entro il 10 luglio darà il proprio parere. I club esclusi avranno tempo fino al 14 per i ricorsi, poi il 17 il Consiglio federale comunicherà l’elenco delle ammesse. Con 2/3 squadre ripescate in B e le 3 non iscritte, ci saranno almeno 5-6 ripescaggi (probabile 7-8) dalla Serie D, ma con i 500 mila euro a fondo perduto da versare, sarà dura trovarle. Difficilmente la nuova Lega Pro avrà 60 squadre. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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L’asso di Lotito: maga Stefania 1Il patron della Lazio non c’entra con le combine: consigliò a Pulvirenti una «esorcista» 1

Francesco Ceniti

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INVIATO A CATANIA

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laudio Lotito non finisce mai di stupire, ne sa una più del diavolo: anzi, se c’è il diavolo di mezzo, sa come metterlo in saccoccia. Dal cilindro infinito delle sue risorse, fa uscire una new entry ancora più decisiva di Felipe Anderson, un talento non del pallone, ma dei riti esorcisti. Una maga, detta in modo volgare, ma si finirebbe per fare confusione. Come scambiare un difensore per attaccante. Riassunto delle puntate precedenti: in fondo all’ordinanza del gip che ha disposto gli arresti domiciliari di Antonino Pulvirenti con l’accusa di aver comprato 5 partite di Serie B, spunta il nome del presidente laziale. Come mai? Per i contatti plurimi e ravvicinati alla sfida tra i siciliani e l’Avellino. Per il pm la gara è combinata e una frase del gip (che esclude ogni ipotesi di reato) infittisce il mistero: l’a.d. rossazzurro Pablo Cosentino (pure lui finito ai domiciliari) in una intercettazione dà il merito del successo sugli irpini proprio a Lotito: «ha influenzato il risultato». Gli inquirenti ascoltano e sobbalzano. L’AIUTINO Ci sono poi le telefonate intercettate dei giorni precedenti, quando Pulvirenti si rammarica con l’amico Lotito (lo sponsorizzò in modo vincente per farlo eleggere consigliere federale in quota Serie A) per la situazione di classifica precaria del Catania, a rischio retrocessione. E qui il patron laziale gioca l’asso: «So chi ti può aiutare». Pulvirenti e Cosentino drizzano le orecchie. Il consiglio non è sul nuovo Messi, ma una dottoressa in chirurgia: Stefania. Potremmo chiamarla, maga Stefania. Ma per il patron laziale sarebbe una bestemmia: il suo ruolo naturale è fare esorcismi, scacciare via le presenze negative e indirizzarle altrove. Insomma, energia positiva. Proprio quello che ci vuole per il Catania. Lotito rassicura l’amico: «Stefania è persona fidata, l’ho co-

1 Claudio Lotito, presidente della Lazio, mentre festeggia una vittoria della sua squadra 2 Uno dei gol di Felipe Anderson al Torino nella partita del 16 marzo vinta 2-0, quando la maga già lavorava per il club 3 La disperazione di Higuain dopo il rigore sbagliato in Napoli-Lazio. La partita finì 2-4 col club di Lotito qualificato ai preliminari Champions ANSA 3

RGli investigatori

credevano a un linguaggio in codice. Invece era tutto vero

RIl presidente

del Catania fece anche «bonificare» il Cibali prima di una partita

nosciuta tramite un prete». COINCIDENZE Non solo, la frequentazione con Stefania ha portato, magari solo per una coincidenza, risultati incredibili alla squadra biancoceleste. Quando Pulvirenti chiama abbacchiato per la classifica pericolosa del Catania, la Lazio è reduce da 6 vittorie di fila. Vola verso il secondo posto e il sorpasso alla Roma. Frutto anche di macumbe contro Totti e sedute esoteriche per scacciare da Formello gli spiriti maligni? Forse. Sarà superstizione, sarà quel che sarà, ma Lotito suggerisce al Catania di consultare la dottoressa Stefania, esperta in esorcismi. C’è un problema: vive e opera nella Capitale. Problema superabile: viene individuata un’altra esorcista locale, dimora nelle zone dell’Etna. Ma non è Stefania... Il patron siciliano si mostra dubbioso, incontra e «rifiuta» la

riserva. E allora vola a Roma per ingaggiare la titolare. Scocca la scintilla: Pulvirenti e Cosentino sono entusiasti del nuovo acquisto tanto da far fare alla dottoressa Stefania un rito propiziatorio persino all’interno del Cibali, che serve ad eliminare dal campo le forze negative. Arriva la partita: i rossazzurri vincono. Merito della squadra? No, secondo Cosentino è stato Lotito più Stefania, l’esorcista. Il consiglio economico motivo originario della telefonata (legato a come sbrigare una pratica di un pagamento per un giocatore straniero, forse Monzon) e menzionato nel comunicato di Lotito per confutare i rischi di un deferimento sportivo in merito per le conversazioni con Pulvirenti, passa in secondo piano. L’EQUIVOCO GIUDIZIARIO Le fasi che portano una esorcista

nella rosa del Catania, sono monitorate dagli inquirenti siciliani: hanno i telefoni di Pulvirenti e Cosentino sotto controllo. Il patron del Catania ha denunciato le minacce ai suoi danni (busta con proiettili e due foto). Quando chiama Lotito non è ancora sotto inchiesta, ma quelle strane conversazioni dove si nominano esorcisti in grado di condizionare partite attirano l’attenzione degli investigatori. Anche perché subito dopo Pulvirenti decide che Stefania è brava, ma forse per vincere ancora c’è un sistema migliore: comprare i match. TUTTO VERO Il resto è storia recente, con Catania-Avellino in un limbo. Il pm la ritiene alterata per motivi tenuti coperti, nel frattempo fa le sue verifiche su Stefania. E scopre che non si trattava di un codice segreto per nascondere combi-

ne. No, tutto vero. Stefania esiste. E quindi da questo fronte (a differenza di quello aperto dalla Procura di Napoli) il patron laziale, mai neppure indagato, non avrà problemi. E neppure con la giustizia sportiva: andare da una esorcista, infatti, non è reato. Certo, Stefania potrebbe anche essere caduta in bassa fortuna visto il finale di stagione della Lazio e quello accaduto a Pulvirenti. O forse è vero proprio il contrario: in fondo il terzo posto dei biancocelesti è un risultato strepitoso, ottenuto non a caso all’ultima giornata di campionato dopo un rigore mandato alle stelle da Higuain sul 2-2 nella partita decisiva della stagione, contro il Napoli allo stadio San Paolo. Il presidente siciliano che a Stefania ha preferito Delli Carri, Arbotti e Impellizzeri, invece, è finito agli arresti domiciliari... © RIPRODUZIONE RISERVATA

LA CURIOSITA’

Da Oronzo a HH, tra stregoni veri e inventati 1 Pugliese ed Herrera i primi a essere chiamati così, Liedholm si affidava a un «mago» di fiducia: Graziani gli rifilò uno schiaffo Vincenzo Cito

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rattandosi di maghi, non si sa più dove sia il trucco, colpa di un film diventato must «L’allenatore nel pallone». Ebbe tanta popolarità, specie negli anni successivi, che finì col cancellare il personaggio che lo aveva ispirato. Oronzo Canà, che rubava il pallone a Zico per sottoporlo a un sortilegio, non è mai esistito, anche se vivrà per sempre nei nostri cuori. Lino Banfi, nell’interpretarlo, voleva rendere omaggio a un altro Oronzo, di nome e di fatto Pugliese, allenatore degli anni Sessanta. Lui, il titolo, se lo conquistò sul campo, per la capacità che aveva di salvare squadre ormai condannate, a furia di 0-0, catenaccioni, trucchi e gherminelle. Le grandi lo snobbavano

ma quando qualcuna di loro finì nei bassifondi della classifica - come Bologna e Fiorentina non esitò nell’affidarsi a lui per uscire dalle sabbie mobili. Sorvegliava i calciatori nei ritiri, ne controllava i tacchetti sul campo, per incitarli li inseguiva lungo la fascia laterale (allora si poteva fare). Personaggio in campo e fuori. Quando nacque il primo figlio, pretese dai medici rassicurazioni che fosse maschio.

Helenio Herrera, mago dell’Inter

Nils Liedholm: allenò Roma e Milan

LE ORIGINI Eppure anche lui non è stato il primo. Anzi, se divenne mago, lo ha dovuto a quello vero, il primo in assoluto, l’indimenticabile Helenio Herrera, l’uomo degli scudetti e delle Coppe dei Campioni con Angelo Moratti. Proprio dopo averlo battuto in un Foggia-Inter , Pugliese divenne il mago di Turi, per contrapporlo a

quello o che aveva sconfitto. Tra i due nacque una spiccata rivalità tanto che, quando passò alla Roma, Herrera - in una partita contro Pugliese - spostò apposta una panchina in direzione del sole per impedire all’avversario di vedere la partita. Herrera era quello delle scritte negli spogliatoi e degli slogan - un Mourinho ante lit-

teram - ed ebbe il merito - riconosciutogli poi da molti colleghi - di dare valore a una professione prima di lui misconosciuta. Dopo Herrera, aumentarono gli stipendi per chiunque facesse l’allenatore in serie A. Fu quella la vera magia. STREGONERIE Poi ci sono quelli che ci credono davvero, come

Lotito. Al di là del suo aplomb tutto nordico, uno fissato era l’insospettabile svedese Nils Liedholm, un signore sul campo e nella vita, mai un giudizio fuori posto, estremo rispetto per i giocatori e gli avversari. Eppure poi, per fare la formazione, chiedeva consigli a un certo Mario Maggi. Si fidava talmente di lui che quando la squadra giocava in trasferta al nord, il ritiro era sempre fissato a Busto Arsizio, dove viveva il suo personalissimo consigliere. Una volta, al seguito della Roma, il «mago» Maggi sentenziò. «Mi sento che Graziani può non essere di aiuto alla squadra». Ciccio, che aveva ascoltato il consiglio, gli rifilò allora da dietro una pacca sulla faccia, dicendogli. «Questo però non te lo sentivi». Con sghignazzata generale di tutti i giocatori della Roma. I veri esperti, in mate-

ria, restano gli africani, valga la frase del calciatore ghanese Anthony Baffoe «Ogni squadra europea ha un centro massaggi, ogni africana uno stregone». E non c’è partita di coppa d’Africa che non veda in panchina improbabili «santoni» considerati più importanti dei tecnici. Ci è cascato persino Thomas N’Kono, portiere mito degli anni Novanta, diventato poi allenatore in seconda del Camerun. Nell’edizione del 2002 fu ammanettato in campo, con l’accusa di aver gettato sull’erba un oggetto colpito da fattura. Fra magie, stregonerie e riti propiziatori, guai però prendersi troppo sul serio. Memorabile lo striscione dedicato dai tifosi della Fiorentina all’allenatore Ranieri, durante un periodo di crisi della squadra «Fai l’ultima magia. Sparisci». © RIPRODUZIONE RISERVATA


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IN VETRINA I PRIMI COLPI DELL’ESTATE ● Da Bacca a Bertolacci, da Mandzukic a Dybala, da Iago Falque a Valdifiori e il francese Kondogbia: oggi c’è il via ufficiale alle trattative ma il mercato è già iniziato con tanti colpi soprattutto delle big

Carlos Bacca, attaccante colombiano, 28 anni, è il grande colpo del Milan. Lo ha preso dal Siviglia, dove ha vinto due Europa League, per 30 milioni REUTERS

Andrea Bertolacci, 24 anni, centrocampista. Altra intuizione del Milan che lo ha acquistato dalla Roma per 20 milioni. Ultimo campionato al Genoa LAPRESSE

Mario Mandzukic, 29 anni, attaccante croato, è stato acquistato dalla Juventus per 19 milioni dall’Atletico Madrid dove ha giocato l’ultimo torneo AFP

Rose a 25, giovani ed extracomunitari Ciclone sul mercato

IL TAPPO Con questi presupposti le mosse in entrata e in uscita dovranno fare i conti con gli evidenti limiti prospettati dal nuovo corso. Anche perché all’orizzonte ci sono pure gli interessi dei calciatori in uscita. Se qualcuno di loro puntasse i piedi e rifiutasse un eventuale trasferimento? L’ipotesi va messa nel conto. L’evidente condizionamento dei piani societari porterebbe a delle fatali contrapposizioni. E in quel caso la società in questione continuando a pagare il proprio tesserato, come giustificherebbe l’esclusione tecnica? L’ombra degli esuberi s’allunga sulla serie A, considerando una limatura di almeno 300 posti di lavoro. Se non di più. E comunque è difficile prevedere il passaggio in serie minori. Con la riduzione dei campionati ormai in vista è dura che nascano opportunità alternative.

con le nuove norme ci sono nodi da sciogliere

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poco più di un terzo del cammino il calciomercato ci porta ufficialmente nella nuova stagione. Quella delle riforme. E, per ora, delle grandi spese. Il 1’ luglio è il tradizionale crocevia, la data in cui possono essere depositati i contratti per la stagione entrante. Poi, il 31 agosto il sipario calerà sulle contrattazioni a campionato ormai iniziato. E dire che dal 30 maggio in poi (ultima giornata della A) i colpi non sono mancati. La Juve ha aperto le danze aggiudicandosi l’asta per Dybala (32 milioni più 8 di bonus) ed ha completato l’opera con gli ingaggi di Mandzukic e Khedira. Le vere scintille, però, sono arrivate dal derby milanese. Per l’Inter Kondogbia (37 milioni

più 3 di bonus) è il trofeo della sfida vinta con il Milan che, poi, ha ripiegato su Bertolacci (20 milioni). Duelli costosi, prova di una città che nel calcio ha fretta di rialzare la testa. LE NOVITÀ Questa è stata anche l’ultima estate delle comproprietà. Con l’addio alle buste il calcio italiano fa un deciso passo avanti verso l’integrazione nell’Europa che conta. Ma è lecito attendersi anche altri mutamenti, alla luce delle norme varate dalla gestione-Tavecchio. Dalla stagione 2015-16 anche le società di serie A avranno un tetto alle loro rose, sulla falsariga di quanto già avviene nelle competizioni europee. Soprattutto i grandi club devono convivere con almeno una trentina di professionisti in prima squadra, ma d’ora in avanti ne potranno utilizzare al massimo

Mirko Valdifiori, 29 anni, centrocampista, è il rinforzo voluto da Sarri al Napoli dopo l’ottima annata all’Empoli. Il costo 5 milioni e mezzo LAPRESSE

25. E comunque a disposizione dovranno esserci 4 calciatori cresciuti nel vivaio del club e altrettanti di formazione italiana.

1Via ufficiale alle trattative: già tanti botti ma Carlo Laudisa

Iago Falque, 25 anni, esterno d’attacco, spagnolo, è il colpo della Roma che lo ha preso dal Genoa dopo un bel campionato per 8 milioni ANSA

Paulo Dybala, 22 anni, attaccante argentino. Si di lui ha investito la Juventus che lo ha acquistato dal Palermo, dove ha segnato 13 gol nell’ultimo campionato, per 32 milioni di euro RAMELLA

STRANIERI Intanto continuano ad arrivare sempre più stranieri. Un fenomeno che danneggia i nostri vivai, ma che permette di risparmiare un bel po’ di denari. I talenti di casa nostra, infatti, costano sempre tanto. Possibile ci siano anche altri motivi, ma il tema finanziario è sempre preminente. L’osservazione riguarda di riflesso le scommesse sui giovani extracomunitari. Anche su questo punto la Figc ha provato a battere nuove strade. Va ricordato che ogni club può far entrare due nuovi extra-Ue a patto che ne vadano via altrettanti: la novità è che uno dei due deve avere un curriculum certificato. Un modo per tenere aperti i mercati, provando a salvaguardare la bontà tecnica dei nuovi investimenti. Non è un compito da poco, né sarà facile mantenere promesse. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Geoffrey Kondogbia, 22 anni, centrocampista francese, all’Inter dal Monaco: 30 milioni LA PRESSE


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Felipe che ha una buona offerta dalla Dinamo Zagabria, ma è stimato da Mancini e potrebbe trovare un altro anno all’Inter.

fI SENZA CONTRATTO

OCCASIONI A COSTO ZERO

Da Aquilani a Pazzini: c’è un esercito di svincolati

1Anche Bonera, Campagnaro e Pizarro nel lungo elenco. E occhio agli

ex Parma. Il brasiliano Neto invece ha già trovato squadra: la Juventus

David Pizarro, 35 anni, cileno, ha chiuso con la Fiorentina. Torna a casa? LAPRESSE

Alessandro Russo Francesco Velluzzi

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a un certo effetto: Aquilani, Bonera, Campagnaro, Pazzini, Pizarro, Ledesma, Morganella, Pepe, Conti, Cossu da oggi sono ufficialmente senza squadra. Inseguono ancora sogni milionari, ma è più facile che debbano accontentarsi di continuare a giocare. La crisi impone sacrifici e sforbiciate. Ma c’è chi punta sull’estero pensando di strappare ingaggi in stile Giovinco. Svincolati in cerca di nuova occupazione e nuova squadra. Club e operatori di mercato devono tenerne conto. Alcuni sono affaroni, altri hanno fatto il loro tempo. Semplicemente perché l’età avanza. Nomi altisonanti e gregari capaci di dare quantità. Tutti iscritti alla giostra delle opportunità e delle soluzioni che possano aprire nuove opportunità e nuovi cicli. Una lunga serie anche di potenziali disoccupati.

Daniele Bonera, 34 anni, difensore bresciano, al Milan dall’estate del 2006, non è stato riconfermato dopo la scadenza del contratto a giugno FORTE

Alberto Aquilani, 31 anni, centrocampista romano, ha chiuso dopo due anni la sua parentesi alla Fiorentina. Da oggi è libero. Vuole l’America LAPRESSE

Hugo Campagnaro, 35 anni, centrale difensivo argentino, saluta l’Inter dopo due stagioni. Lo volle Mazzarri, ora deve trovare lui qualcuno che lo vuole

CIAO MILAN Chi saluta con ambizioni importanti è Giampaolo Pazzini, utilizzato poco da Inzaghi al Milan. Il Pazzo ambisce a dimostrare di avere ancora colpi in canna e gol da mettere negli annali. Il contatto con il Verona dove potrebbe ricongiungersi con Luca Toni è più di un’idea. Daniele Bonera ha tanti estimatori (Verona compreso), perché il difensore lo cercano in molti. Basta trattare sui soldi, perché tutto è lì.

Alberto Aquilani e la Fiorentina si sono detti addio. Lui, in vacanza a Formentera, si è affidato ad Andrea D’Amico. Sogna l’America o una bella Italia. I piedi di velluto di Pizarro non disegneranno l’erbetta del Franchi e la rotta del ritorno in Cile è un’opportunità concreta. I Santiago Wanderers propongono un biennale, ma l’accordo va ancora definito nei dettagli. E se ci pensasse pure l’Udinese dove arrivò ragazzino? Da Firenze si è già accasato il portiere Neto e che casa: la Juventus.

PEPE E CAMPAGNARO A volte succede che le strade si riannodino. E’ il caso di Simone Pepe che, risolto positivamente il calvario di un lungo infortunio, dopo un finale positivo con la Juventus, si è offerto all’Udinese. Contatti avviati in attesa della fumata bianca. Ci sono pure gli interisti in cerca di collocazione. E’ il caso di Hugo Campagnaro, cercato da Verona e Palermo e stuzzicato da un’avventura americana nell’MLS. Dopo la riabilitazione alla Pinetina, c’è Jonathan in carca di una nuova maglia, come

LA PATTUGLIA VIOLA Dopo vari colloqui con i vertici viola

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S.O.S PARMA Dal fallimento del Parma è partito un Sos, ma anche un jolly importante per tanti club. Partendo da chi una squadra potenzialmente l’ha trovata. E’ il caso del talentino argentino Jose Mauri già bloccato dal Milan, passando ai 194 centimetri di potenza del bomber Alberto Cerri oramai scritturato dalla Juventus che lo girerà in prestito (Carpi in pole). Ci sono poi i casi di Raffaele Palladino, dell’emergente Lapadula e di Massimo Coda. Dal retrocesso Cagliari sono in cerca di un posto al sole il capitano Daniele Conti (vuole l’estero), il fantasista Cossu e il difensore Pisano. Ma anche lui potrebbe lasciare l’Italia. Dove può, invece, restare il fantasista ex Cesena Brienza: gli ha fatto un’offerta il Frosinone. MUNOZ-LEDESMA E GLI ALTRI Il difensore argentino Munoz, dopo una buona stagione alla Sampdoria, ha avuto un contatto con l’Atalanta (senza accordo). Proprio a Bergamo ipotesi dirigenziale per il capitano Bellini, dopo 18 anni sul campo. Alla Lazio saluta Ledesma ci sarebbe una chance con Bologna e Atalanta e una proposta dagli Usa. Mauri dovrebbe rinnovare alla Lazio, ma c’è qualche perplessità legata all’età: 35 anni. Ciani dalla Lazio verso il Panathinaikos. Quale sarà il destino di Borriello? Balzaretti ha parlato col Chievo, ma intanto ha creato una scuola calcio a Roma. Da Roma attende news pure il portiere Curci, da Bergamo sogna un riscatto l’ex viola Andrea Lazzari. Da oggi si salvi chi può. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Giampaolo Pazzini, 31 anni, punta, saluta il Milan. Sta trattando col Verona FORTE


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Serie A R Mercato

Un altro Suarez Mancini chiama Mario guerriero dell’Atletico per guidare la sua Inter 1Svanito Imbula, adesso è lo spagnolo il favorito per la mediana

nerazzurra. Costa 10-15 milioni. La fidanzata modella vuole Milano

Matteo Brega Matteo Dalla Vite

U

n altro Suarez interista, chissà. Imparagonabili, Luisito e Marietto, però questo tipo piace un sacco a Roberto Mancini. Perché Mario Suarez, 29 anni, spagnolo, è così: di lotta ma pure di governo, piede non ruvido ma anche «ferrato»; ed è per lui che adesso il tecnico dell’Inter telefona. Di quelle chiamate convincenti. QUEL MEZZO SÌ’, MELO E ALLAN Con Imbula che ha scelto (senza lasciare lacrimoni a Milano) di legarsi al Porto spalleggiato dalla Doyen semitinta di rossonero, ecco che l’Inter ha messo dentro al calderone una serie di alternative. Partiamo dai «subordinati»: di Lucas Leiva, al momento, non ci sono novità né contatti da gennaio, quando lui rifiutò il treno-Inter che pare non poter più passare. L’unica

strada sarebbe dentro un’affarone con Kovacic al Liverpool, ma delle due l’Inter vorrebbe soldoni (perché servono) e niente più. Poi c’è Felipe Melo che sta ancora attendendo un cenno, ben sapendo che tornare col Mancio sarebbe cosa graditissima e gioiosa. Obi Mikel è un vecchio pallino, come Sandro che non ha convinto sempre al cento per cento. Si è vociferato di un ritorno di fiamma su Allan (Udinese): è sempre avanti il Napoli. Altra voce: Iturraspe (Bilbao) ma ha una clausola di 45 milioni di euro. In tutto questo, la verità ha baciato un Prescelto, uno soltanto: Mario Suarez appunto, che a gennaio era stato avvicinato da Inter e Napoli e che già allora si era sbilanciato sulla possibilità milanese. Poi, sei mesi fa, non se ne fece nulla perché il Cholo Simeone decise di non poter fare a meno di lui, mentre oggi i due sarebbero quasi ai ferri corti e all’Atletico sarebbero in entrata Thiago Motta e forse Kranevitter. Storia cambiata, per questo una storia possibile.

PRENDIBILE E AMMORTIZZABILE? Ed è una storia possibile per il semplice fatto che lo stesso Mancini ha comunicato alla società che il suo regista ideale sarebbe proprio lui, Mario, un altro Suarez. Lui che non è affatto imprendibile, anche economicamente. Il «colchonero» è valutato fra i 10 e i 15 milioni di euro, più 10 che quindici andando verso la trentina (di età): guadagna 1,7 milioni di euro, una cifra tutt’altro che aggredibile da parte dell’Inter che fra l’altro ha appena ceduto Kuzmanovic che guadagnava anche un bel po’ di più. Il giocatore, assistito da Manuel Garcia Quillon (quello di Rafa Benitez), gradirebbe un contratto quadriennale. L’Inter sta ascoltando e sarebbe orientata a fare un 3+1 a circa 2,3 milioni di euro a salire. Nelle ultime ore si è ipotizzato anche l’inserimento di un interista nell’operazione: tutto dipenderà da se l’Atletico accetterà la formula del prestito col «pagherò». E C’E’ LEI CHE «SPINGE» In tutto questo non va sot-

ENTRATE E USCITE

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GLI ATTACCANTI

Miranda: «Da Champions» Stasera arriva Montoya E Thohir atterra domani 1Il brasiliano

firma fino al 2019. Lo spagnolo atteso dalle visite mediche. Ranocchia rinnova

nuncio: Ranocchia allunga fino al 2019. Juan Pablo Carrizo, il vice-Handa, fino al 2017. Passi avanti anche per Biabiany che nei prossimi giorni farà ulteriori visite mediche. Venerdì ouverture con conferenza stampa di Mancini ad Appiano (ore 17): per l’occasione, sarà a Milano anche Thohir. Il presidente arriva domani in città e si tratterrà un paio di giorni. Giusto il tempo di arrivare, caricare la squadra per la nuova stagione e ripartire. La volta successiva in cui incontrerà il gruppo sarà in Cina a fine luglio. Nel viaggio di domani invece ci sarà l’occasione per aggiornarsi sul mercato e ribadire la soddisfazione per quanto fatto da tutti finora. CIAO KUZ È tempo anche di uscite, appunto: Kuzmanovic va al Basilea: 5 anni di contratto e 2 milioni più bonus (raggiungibili i 4 milioni). L’Everton ha messo nel mirino Shaqiri che però non vuole lasciare l’Inter: con 18 milioni ogni porta può aprirsi. «Il mio rapporto con Mancini è molto buono – ha detto lo svizzero –, è un grande allenatore con tanta esperienza. Poi ha uno stile di gioco che a me piace. Credo che nella prossima stagione faremo grandi cose, per vincere lo scudetto e per entrare in Champions».

MILANO

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ra, magari, manca solo il compagno Mario. Mario Suarez. Eh Joao? Risata senza virgolette. Joao Miranda allarga il sorrisone bianco sotto la sede quando gli arriva in spagnolo l’ipotesi di un ricongiungimento con l’altro colchonero. Intanto siamo a 5 colpi messi quasi in cassaforte: Murillo, Kondogbia, Zukanovic (manca pochissimo), Montoya (in arrivo domani) e appunto Miranda che ieri ha svolto le visite mediche nelle ore in cui Giannelli Imbula le svolgeva a Oporto. Ma Imbula è un capitolo chiuso, mentre le entrate vanno a colpi di giorno in giorno. «Se è un’Inter da Champions – dice Miranda fuori dall’hotel dopo un pranzo con la dirigenza nerazzurra –? Sì, lo è. Sono felice di essere qui, è il club che volevo. E sono contento di lavorare con un allenatore come Mancini». Miranda arriva con la seguente formula: prestito biennale (2

tovalutata la volontà di chi accompagna il regista dell’Atletico. Lei si chiama Malena ed è la fidanzata del regista: sono stati fotografati anche in vacanza e lei, modella, gradirebbe non poco la soluzione Inter proprio perché Milano e moda sono perfettamente sintonizzati. Ecco, allora, che se Toulalan non è arrivato all’Inter perché la moglie (in attesa del quarto figlio) ha preferito restare in Francia, viceversa Mario Suarez potrebbe arrivare in nerazzurro anche perché incoraggiato dalla fidanzata modella. In Spagna, gossip a parte, raccontano che nel rifiuto obbligato di gennaio sia stato inserito un «riparliamone» grande così per giugno. L’ora potrebbe essere arrivata e Mancini vorrebbe averlo in pochissimi giorni: non potendo lavorare subito su Murillo e Miranda (per via della Copa America), il tecnico comincerebbe a dettare in direzione Kondogbia, Suarez e Montoya. Non male come inizio.

João Miranda, 30 anni GETTY

Martin Montoya, 24 anni GETTY

milioni) con obbligo di riscatto a 12, contratto fino al 2018 con opzione di rinnovo fino al 2019. Reduce dalla Copa America, si aggregherà per la tournée in Cina. «Ho parlato con Simeone: mi ha detto che è un grande club. Perché l’Inter? Il mio obiettivo era cercare una nuova sfida, l’Inter è una grande squadra e anche una grande sfida. Se sarà una grande stagione? Sì, credo di sì».

DOMANI, MONTOYA Sarà poi la volta di Martin Montoya in uscita dal Barça. Arriva a Milano nella serata di oggi, domani le visite mediche: per lui, prestito biennale (1+1 di bonus) e riscatto a 8 milioni. E possibile bagno di folla come per Geoffrey Kondogbia. CAPITANO, CARRIZO, BIABIA Dopo avere, venerdì scorso, depositato il contratto, ecco l’an-

TRONCHETTI Ieri pomeriggio a margine della presentazione libro di Carlo Bellavite Pellegrini «Pirelli. Innovazione e passione 1872-2015», il presidente Pirelli Marco Tronchetti Provera ha commentato: «Sta nascendo un’Inter che sta facendo le giuste operazioni. È presto per parlare di scudetto. I tifosi vivono soprattutto di risultati. speriamo siano migliori degli ultimi due anni». m.b.-m.d.v. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Salah, oggi la verità Assalto a Jovetic: la pista è caldissima 1L’incontro fra egiziano e Fiorentina slitta a stamattina. Anche Cuadrado nel mirino

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l tormentone-Salah continua. Almeno – forse – fino a stamattina. L’offerta «da manicomio» della Fiorentina potrebbe avere uno svolgimento nella prima parte della giornata di oggi: perché il summit fra l’entourage e la Fiorentina da ieri è slittato ad oggi, 1° luglio. nessun panico, comunque Mohamed Salah è sotto contratto col Chelsea. MIRINO JO-JO Siccome da parte viola cresce l’ottimismo di poterlo riavere un altro anno (anche esercitando subito l’acquisto totale), ecco che l’Inter si è cautelata con altre piste: ieri è arrivato a Milano il manager di Stevan Jovetic, Ramadani. Ed è lui la pista più bollente. Manager e Inter si sono visti nell’hotel ormai diventato sede di affari, il «Me», in Piazza della Repubblica, quello in

Mohamed Salah, 23 anni LAPRESSE

cui forse sarà presentato al pubblico interista Montoya come successe per Kondogbia. Ebbene, la pista che porta al montenegrino è attivatissima e non è mai stata spenta per i costanti contatti fra la parte-mercato nerazzurra e il manager del giocatore: certamente Jo-Jo se ne andrà dal Manchester City per la conferma di Manuel Pellegrini, ma è anche vero che su di lui si sono fiondate anche la Roma e la Juve. In tutto questo bisognerà capire con quale formula il City vorrà cedere il giocatore. CUADRADO, VALBUENA, KEITA Non va sottovalutata, però, anche l’ipotesi legata a Cuadrado: Quante volte si è detto che il Piano-B di Salah sarebbe stato proprio il colombiano; e la storia non è cambiata. Da Londra arrivano notizie contrastanti ma il club nerazzurro ha parlato anche recentemente con il Chelsea proprio per sondare una strada e l’altra. Detto del sondaggino per Dries Mertens (respinto) e della proposta Valbuena (Dinamo Mosca), ecco l’altro nome che sta viaggiando a fari spenti, ovvero quel Keita per il quale Lotito chiede la luna. Ancora nel mirino Perisic ed Eder, ma da qualche ora l’opzione Jovetic è diventata la prima del (possibile) dopo-Salah. m.b.-m.d.v. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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fIL PERSONAGGIO

LO SPAGNOLO

Il geometra essenziale I nerazzurri accolgono un fedelissimo del Cholo 1L’uomo perfetto per il calcio organizzato di Simeone, Suarez

all’Atletico era utile anche sui palloni alti. Ma occhio ai cartellini Alex Frosio @alexfrosio

Il centrocampista spagnolo Mario Suarez, 28 anni, è alto 1.88 IPP

ECCO MANCINI AL TELEFONO CON SUAREZ? Ultimi giorni di vacanze per Roberto Mancini a Portonovo, nelle Marche. Il tecnico si sta godendo il mare prima di tornare al lavoro. Appuntamento a venerdì per il raduno: come si vede nella foto (VIDEOCARRETTA), il Mancio si tiene vicino il cellulare per il mercato: sarà stato al telefono con Suarez?

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ell’Inter tutta muscoli che sta nascendo nelle idee di Roberto Mancini e nelle manovre di Piero Ausilio, Mario Suarez si troverà perfettamente a proprio agio. Non fosse per il fisicaccio asciutto distribuito su quasi un metro e novanta, tuttavia, lo spagnolo non è esattamente quel tipo di centrocampista che incanta le pupille o illumina con giocate geniali. Ma era l’uomo perfetto per il calcio militarmente organizzato dell’Atletico Madrid: un soldato fedele agli ordini del Cholo Simeone, che si piazza in mezzo al campo e smazza tutto lo smazzabile, in terra e in aria. Aiutato dalla stazza, Mario Suarez è utilissimo nelle respinte di testa (sia sui rilanci a metà campo, sia sulle situazioni da palla inattiva nella propria area). Meno sugli inserimenti nei sedici metri avversari: da lui, non aspettatevi gol. Mario è infatti prima di tutto un media-

Suarez contrasta Cristiano Ronaldo nel derby del 19 agosto 2014 AP

no di rottura: essendo il calcio del Cholo soprattutto un dispositivo (quasi) perfetto in fase di non possesso, si capisce come il nuovo interista fosse particolarmente utile, in particolare nel periodo iniziale di costruzione del nuovo Atletico di Simeone.

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● le presenze di Mario Suarez nell’ultima stagione con l’Atletico Madrid: 20 in campionato, 8 in Champions, 6 in Coppa del Re e una in Supercoppa spagnola

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DODICESIMO Poi, però, non sempre titolare, anzi. Ricambio utile sì, indispensabile no, considerato come nel sistema con il «doble pivote» di Simeone (fosse 4-4-2 o 4-2-3-1, i più utilizzati dal Cholo), la coppia centrale è stata composta in maggioranza dall’irrinunciabile Gabi e da Tiago. Suarez è stato utilizzato praticamente da «dodicesimo» (motivo per cui sono nati i dissapori che hanno portato all’addio): 11 partite da titolare su 20 presenze in Liga nella stagione, ma anche ben 6 volte nella formazione di partenza su 8 presenze in Champions (compreso il ritorno nella partita dei gironi contro la Juventus, finita 0-0), segno che comunque quando le partite contano il Cholo non rinunciava alla sua sostanza. OCCHIO AI CARTELLINI Quanto alla costruzione, è senz’altro più geometra che architetto. Nell’Atletico, Suarez si è sempre limitato – per sue stesse caratteristiche – all’essenzialità, recupero e distribuzione rapida, anche se non disdegna il break palla al piede sfruttando progressione e fisicità (e comunque di solito condotti solo con il destro). Se dovessimo spendere un paragone, lo potremmo fare con Busquets, l’uomo dell’equilibrio nel Barcellona dei fenomeni (e è infatti in quel ruolo che Mario Suarez è entrato nel giro della nazionale spagnola). Si parlava della fedeltà alla causa cholista, che predica l’aggressione agonistica come cifra di gioco. Sarà anche per questo che il «4» dell’Atletico ha un’eccessiva familiarità con i cartellini (nove ammonizioni in 20 partite di campionato lo dimostrano). È probabilmente su questo aspetto che il Mancio dovrà limare di più. Per il resto, Mario Suarez è pronto ai nuovi ordini. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Serie A R Piano condiviso

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SAN SIRO L'Inter immagina un nuovo San Siro con una capienza ridotta a 60mila spettatori grazie alla cancellazione del 3° anello e al successivo abbassamento del tetto. Resteranno le 4 torri e la tribuna rossa sarà pensata con una nuova zona «business». Uno degli obiettivi è far risaltare la sua linea retrò

PORTELLO Il sogno del Milan è lo stadio al Portello di fronte a Casa Milan: ha la forma di un isolato urbano, contiene 48mila spettatori spalmati su 2 anelli senza barriere. Chiusura mobile, ecosostenibile, con un albergo, un liceo sportivo, un percorso nel verde sul tetto e spazi a disposizione del quartiere

Inter-Milan, patto di ferro Su Portello e Meazza 2.0

1Sulle politiche da stadio si ritrova la collaborazione dopo i dispetti del mercato

Club pronti a investire 500 milioni se Fondazione Fiera Milano darà l'ok al progetto Mario Pagliara

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on tutto si è disperso tra le cene di Montecarlo o è stato minato dai successivi «dispettucci» di mercato. Inter e Milan hanno deciso di correre compatti e uniti verso quel futuro per il quale l’agguerrita concorrenza internazionale e nazionale (la Juve) non consente più di restare in sala d’attesa. L’orizzonte è lo stadio di proprietà, una prerogativa ormai inserita in cima agli obiettivi dei rispettivi management nel piano industriale di entrambi i club per il prossimo quinquennio: è su questa base che nasce un patto di ferro; una forte alleanza, una naturale conseguenza di una convivenza che al Meazza va avanti con risultati eccellenti e ottimi rapporti dal 2000, l’anno della concessione in gestione dello stadio alle due società da parte del proprietario, il Comune di Milano, con la firma di un’apposita convenzione. Così, quando martedì scorso i vertici di Inter e Milan hanno presentato all’assessora allo Sport di Milano, Chiara Bisconti, il loro patto e illustrato come immaginano il futuro, tutto è sembrato più chiaro. Il Milan vuole costruirsi la propria arena al Portello, l’Inter intende sviluppare il nuovo San Siro: due visioni certo differenti di impianti di proprietà da un punto di vista stilistico, con i rossoneri che scelgono di percorrere la

strada del nuovo mentre i nerazzurri viaggiano nel segno della tradizione. Sembrano due unità distinte, invece no, perché sono due facce di uno stesso piano. Con una premessa indispensabile dalla quale non si scappa: senza il Portello rossonero, non ci sarà un Meazza esclusivo nerazzurro. E viceversa: il patto è d’acciaio in una città che punta ancora più in alto, per lungimiranza e orgoglio. Due stadi, un unico progetto.

vra porterà in grembo innegabili vantaggi per la città di Milano: riqualificherà due zone-chiave, il cuore del quartiere San Siro e il Portello che cerca la sua vocazione dopo un passato industriale. E poi ci sono le ricadute in termini d’investimenti: costruire un nuovo stadio e ristrutturare il Meazza si traduce in un gettito d’investimenti globali a carico dei club che si aggira sui 500 milioni, prefigurandosi come la più grande occasione di sviluppo per Milano dopo MILANO la cavalcata dell’Expo con tutto ciò che ne deriverà con la creazione di nuovi posti di lavoro (mille Portello solo per la costruzione e altri 600 St. P.ta Garibaldi per la gestione al Portello). 3,2

VICINI DI CASA

CHE CHANCE Insomma, Inter e Milan pianeti sì diversi, ma sullo stadio perfettamente allineati. Hanno scelto di condividere una visione unica su una sfida rispetkm to alla quale non possono più perdere il passo dei grandi d’Europa. San Siro Quando le due società hanno pensato al Portello rossonero e al Meazza nerazzurro (la «Black&Blue house») hanno individuato il cammino che permettesse ad entrambi di compiere quel salto di qualità necessario sul piano delle strutture per tornare competitivi ai massimi livelli, ma hanno anche pensato che questa doppia mano-

MATCH POINT Il progetto del Portello e quello del Meazza 2.0 sono stati già depositati in Comune. Inter e Milan sognano la casa MILANO Duomo del futuro partendo da una filosoGDS fia comune: saranno sì stadi-salotti, con un comfort altissimo e super tecnologici, ma anche due stadi-bolge, con capienze ridotte. 48mila il Portello, scenderà a 60mila San Siro attraverso l’abbassamento del tet-

to e la cancellazione del 3° anello. Innovazione nel solco della tradizione. Non solo: saranno, di fatto, due stadi urbani, lontani in linea d’area poco più di 3 km e questo disegnerà un’immaginaria linea di continuità rispetto alla grande storia dei club. Entrambi porranno al centro una rivoluzione culturale nel modo di concepire l’esperienza del tifoso allo stadio, con da una parte «l’effetto wow» (il catino) e dall’altra la «fun experience», ovvero il piacere di godersi la partita in maniera più consapevole e che passi anche attraverso il rinnovamento urbanistico. Il futuro può ripartire da qui, da un piano condiviso che, se dovesse andare a dama per la stagione 2019-2020, cancellerebbe il rischio di ritrovarsi nel futuro un Meazza abbandonato, senza nessuno dei 2 club. In questo gioco d’incastri emerge la variabile-tempo: usciti allo scoperto, Inter e Milan attendono risposte in un periodo ragionevolmente breve. Molto dipenderà da quello che accadrà lunedì alle 14.30 nel Comitato esecutivo di Fondazione Fiera Milano, proprietaria dei suoli al Portello per il quale il Milan corre contro la Milano Alta per la riqualificazione: non è una partita dal risultato scontato, Fondazione non si sbilancia, probabile che il vincitore arriverà al fotofinish. Lunedì, così, palla al centro: i due club hanno fretta di entrare in una nuova era e chiedono il pass a Fondazione. © RIPRODUZIONE RISERVATA

IL RESTYLING

Stadio all’inglese per l’Atalanta: via le barriere dalle tribune 1Iniziati i lavori

di rinnovamento a Bergamo. E Percassi pensa all’acquisto

Paolo Vavassori BERGAMO

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l conto alla rovescia è finito da un pezzo. Il restyling del vecchio Comunale è in divenire e ieri il piano di uno stadio con le tribune all’inglese, anche a Bergamo, è stato presentato nei dettagli, dalla

Ecco come si presenterà il Comunale di Bergamo dopo i lavori di restyling: avrà una capienza di 22 mila posti

società e dal Comune. D’impatto il commento d’esordio del presidente Antonio Percassi, già molto in forma sul piano dialettico: «Se mi piace il progetto? E’ una figata incredibile... Bellissimo, stiamo già lavorando duramente e sarà un miracolo rispettare i tempi stabiliti, ma è stato fatto il primo passo di un obiettivo più am-

pio, per rendere il nostro Comunale sempre più accogliente e funzionale». FUTURO Per la prima volta anche l’amministrazione di Bergamo ha cominciato a parlare di vendita come di una possibile opzione per il futuro. A Percassi brillano gli occhi, ma ancora non si sbottona: «Faccia-

mo un passo alla volta, per il momento pensiamo a realizzare bene questo progetto, poi si vedrà...e in ogni caso, dipende dalla cifra che chiederà il Comune». Il restyling riguarda sostanzialmente le due tribune con l’eliminazione delle barriere, la riqualificazione del parterre della Creberg e della tribuna d’onore che avrà anche

nuovi skybox. Una visibilità nuova, più a ridosso del campo, a contatto con i rumori e le sensazioni del gioco e dei suoi protagonisti: «Abbiamo preso spunto da altri modelli – ha rivelato Percassi – per esempio dallo stadio di Firenze. Ma ci sono anche nostre idee e il risultato sarà originale e speciale». Lo stadio perderà 2300 posti di capienza (22.000 dopo l’intervento) e il restyling costerà all’incirca tre milioni e mezzo di euro (1 milione e 100 a carico del Comune, il resto dell’Atalanta). L’ultima battuta del presidente è sul mercato e in particolare sull’arrivo di Jasmin Kurtic: «Da tre anni lo seguivamo e finalmente siamo riusciti a portarlo a Bergamo», ha detto Percassi. «Sono convinto che sia un grande acquisto per l’Atalanta». © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Berlusconi accontentato Ora il Milan è più italiano

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LE TRATTATIVE

1Con l’arrivo di Bertolacci aumenta il numero di giocatori nel giro della Nazionale: mediana con l’ex genoano, Poli, Montolivo e Bonaventura Alessandra Gozzini MILANO

L’

arrivo di Mr Bee, thailandese di origini cinesi, non deve confondere le idee: se anche la società diventerà internazionale, l’idea resta quella di mandare in campo il più alto numero di italiani possibile. La mediana può già sventolare il tricolore: con Montolivo, Poli e Bertolacci è possibile una linea completamente azzurra. Ed è già stato identificato anche il trequartista del nuovo 4-3-1-2 rossonero: sarà il marchigiano Bonaventura. E come seconda punta si candida El Shaarawy, il Faraone di Savona. Oppure Cerci. L’orgoglio nazionale può poi essere esteso alla difesa, da Abate a De Sciglio a Paletta e Antonelli, ultimi acquisti di gennaio. Del resto la volontà di puntare sul prodotto locale era chiara già da questo inverno, dettata pubblicamente dal presidente Berlusconi: «Vogliamo creare un forte nucleo di giocatori italiani, giovani e possibilmente della Nazionale. Mi piacerebbe anche che provenissero dal nostro settore giovanile ma per quello servirà molta pazienza». Magari nemmeno più di tanta: il sedicenne Donnarumma, portiere dell’Under 17, è già stato convocato in prima squadra. Se l’Inter per sua stessa natura tende a internazionalizzarsi, il Milan tenderebbe piuttosto a chiudere le frontiere: ammesse solo poche eccezioni, come i gol colombiani di Bacca. Il made in Italy si afferma anche tra gli obiettivi per il futuro: Romagnoli, Baselli, José Mauri. DIECI A OTTO Esclusi gli estremi, portiere e centravanti (Die-

L’11 AZZURRO DONNARUMMA (Under 17) ABATE

PALETTA POLI

ANTONELLI DE SCIGLIO

MONTOLIVO BERTOLACCI BONAVENTURA

CERCI

EL SHAARWY GDS

go Lopez e Bacca), in mezzo possono parlarsi in italiano: nell’ultimo elenco azzurro di Conte c’era in realtà anche Matri, di ritorno a Milano ma fino a 24 ore fa sotto contratto con la Juventus. Compreso l’attaccante i milanisti nel giro della Nazionale sono addirittura una squadra, undici: Abate, Antonelli, Bonaventura, Cerci, De Sciglio, El Shaarawy, Montolivo, Paletta, Poli, più Bertolacci e appunto Matri (nella gestione Conte mai ne sono stati convocati insieme più di tre). Per dire, nel giro ci sono più rossonerazzurri rispetto anche ai campioni d’Italia: Buffon, Chiellini, Barzagli, Bonucci, Marchisio, Pirlo (ormai all’addio bianconero), Ogbonna (di recente chiamato da Conte proprio al posto dell’infortunato Paletta) e Sturaro (ma in Under21). BLOCCO E che l’azzurro sia diventato più intenso nell’ultimo periodo è testimoniato pure da un altro numero. In tutto erano stati quindici i milanisti nel giro della Nazionale di Prandelli, che però aveva sommato quattro anni di convocazioni. Allora erano stati Antonini, Borriello, Cassano, Pirlo, Montolivo, Zambrotta, Pazzini, Aquilani, Balotelli, Nocerino, Aba+te, Poli, El Shaarawy, De Sciglio, Acerbi (tra questi non hanno mai giocato Antonini e Acerbi). Cinque erano i milanisti in campo il 26 marzo 2013 in MaltaItalia 0-2: Abate, De Sciglio, Montolivo, Balotelli ed El Shaarawy; gli stessi replicarono a Salvador de Bahia il 22 giugno 2013 in Brasile-Italia 4-2 della Confederations Cup. Tra gli obiettivi rossoneri per la prossima stagione anche quello di allargare il blocco milanista a disposizione del c.t. COMUNICAZIONE Ampliando il concetto di Berlusconi si scopre infatti che nella volontà del presidente c’era già quella di creare «una sorta di Nazionale italiana in un campionato come il nostro dove davvero si è ecceduto con gli stranieri, basti pensare che il nostro commissario tecnico azzurro, per fare un attacco competitivo, ha dovuto convocare giocatori oriundi». Il Milan, nel frattempo, è invece dovuto volare fino in Colombia. © RIPRODUZIONE RISERVATA

QUANTE FACCE PER CONTE

Carlos Bacca, 28 anni, arriva dopo due stagioni a Siviglia REUTERS

Bacca, visite e firma Muntari divorzia e Abbiati rinnova 1Oggi in Colombia

ABATE Ventidue presenze e un gol in maglia azzurra

ANTONELLI Nove gettoni e nessun gol per il terzino rossonero

il blitz dalla punta Niang prolunga Galliani: «Contratto a vita per Christian» MILANO

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BERTOLACCI Già un gol all’attivo in sole 3 presenze in maglia azzurra

BONAVENTURA Due gettoni senza segnare per l’ex atalantino

CERCI Deve ancora trovare il gol in Nazionale: le presenze sono 14

DE SCIGLIO Già 18 presenze (senza reti) in Nazionale maggiore

EL SHAARAWY Il Faraone ha segnato un gol in tredici uscite azzurre

MONTOLIVO Per il capitano rossonero 58 presenze e 2 gol in azzurro

PALETTA Tre presenze (sei le convocazioni) e nessun gol

POLI Il centrocampista è andato a segno una volta in 5 presenze

ompletato ieri lo scambio della documentazione con il Siviglia, il Milan invierà oggi in Colombia il medico sociale Mazzoni e il d.s. Maiorino: il primo dovrà sottoporre Bacca alle visite mediche, il secondo sottoporre a Bacca il contratto da autografare. Nelle prossime ore potrà così arrivare l’ufficialità del trasferimento. Le basi dell’accordo sono infatti definite già da giorni: trenta milioni di euro al club spagnolo, cifra equivalente alla clausola rescissoria del centravanti, e contratto quadriennale a tre milioni e mezzo di euro netti al giocatore. Bacca non sarà esibito venerdì al raduno della squadra, visto che dopo la Copa America giocata con la Colombia sarà autorizzato a proseguire le vacanze: il suo nome potrà però già comparire tra gli acquisti ufficiali, unito a quello di Bertolacci. ABBIATI A VITA Potrà essere considerato nuovo per via del rinnovo di contratto ma in realtà è una colonna del recente (glorioso) passato: oggi Abbiati firmerà il contratto che lo legherà al Milan ancora per un anno, da giocatore. Poi potrà decidere se continuare con le parate o dedicarsi per esempio ad allenare i più giovani. Di certo, fin quando vorrà troverà aperte le porte di Milanello. L’a.d. Galliani usa l’arte della riconoscenza: «Con la parata di polpaccio su Kallon nei minuti finali della semifinale Champions 2003 si è guadagnato il

contratto a vita. L’Inter fu eliminata a noi vincemmo il trofeo». MUNTARI ADDIO Al raduno non si presenterà invece Muntari, ex rossonero dall’ora di pranzo di ieri. Il Milan lo ha annunciato con una nota sul sito ufficiale del club: «AC Milan e Sulley Muntari comunicano di aver consensualmente risolto il contratto di lavoro sportivo che li legava. AC Milan desidera ringraziare Muntari per l’impegno, l’attaccamento e la professionalità sempre dimostrati nell’indossare la maglia del Milan». Nel saluto non c’è spazio per i ricordi meno dolci, come l’ultimo e mese e mezzo del campionato appena concluso, quando Muntari aveva chiesto di essere escluso dalla lista dei convocati già a dieci partite dalla fine della stagione. Dopo ottantatré partite, con tredici gol e mezzo (sua la più celebre delle reti fantasma in Milan-Juve) le strade si dividono. Ufficiale anche il prolungamento del contratto di Niang: sarà rossonero fino al 2019. MAURI E ROMAGNOLI Liberato un armadietto, il Milan potrà aprire le porte dello spogliatoio a un nuovo centrocampista: più José Mauri, con cui da tempo c’è un’intesa di massima per un contratto fino al 2019, che Baselli, per cui ci sono stati contatti anche ieri (ma la Fiorentina è in agguato). Solita condizione per la difesa: quando uscirà Rami (Lione o Siviglia) si penserà a dargli il cambio. Oltre a Mexes, in ogni caso vicino al rinnovo, i candidati formano un terzetto. Sul primo gradino del podio delle preferenze c’è Romagnoli, pupillo di Sinisa. Rientrato a Roma il giocatore ha chiesto qualche giorno di permesso in più dopo l’Europeo finito male con l’Under 21 (non accordato) e pure un po’ più di soldi in busta paga. Non è incedibile ma la richiesta (ora) è altissima. Alternative Laporte e Hector Moreno. a.g. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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LA TRATTATIVA

Pronti 80 milioni per Pogba Oggi l’incontro Marotta-Barça 1I dirigenti

catalani Soler e Braida in Italia. Ma City e Chelsea restano in lizza

Alessandro Russo

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Marcello Lippi, 67 anni, alla Juve dal ‘94 al ‘99 e dal 2001 al ‘04. Massimiliano Allegri, 47 anni, alla Juve dal 2014 ANSA

Un super tridente La Juve di Allegri come quella di Lippi 1 Dybala-Mandzukic-Morata in un 4-3-3 che ricorda

quello mitico, e vincente, con Ravanelli-Vialli-Del Piero Fabio Licari

N

on sarà facile per Allegri gestire l’attacco della nuova Juve. Nell’ultima stagione, dopo un veloce assestamento, nessuno ha messo in discussione le gerarchie: Tevez insostituibile, Morata al fianco, Llorente primo cambio (non c’è uno che faccia squadra così, senza mai polemiche), Coman a contare gli spiccioli, Giovinco in Canada. Ma ora? Settore rivoluzionato e, in teoria, nessun punto fermo ma tanti uguali o quasi: Morata il superstite, più i nuovi Dybala, Mandzukic e Zaza, in attesa di capire il futuro di Llorente e Coman. Il turnover sarà utile, ma non è che Allegri ne conceda tanto a chi giudica necessario, da Bonucci a Tevez appunto. L’arrivo di un «10» può addirittura complicare la storia.

UN «10» VERO? Questo «10», poi, dovrà essere un trequartista di ruolo: se l’obiettivo è uno alla Jovetic, della categoria che Platini definisce «9 e mezzo», allora la casa è già piena. Irraggiungibile Pastore, che sarebbe perfetto, messo da parte forse in fretta Vazquez, non c’è dubbio che Isco – visto sacrificarsi come un mediano per James e Bale – sarebbe la miglior scelta, una volta restituito al suo ruolo (che non è la mezzala del Real). E di sicuro con ben altri attributi rispetto a Oscar, per ricordare un candidato. Ad Allegri il trequartista piace: il 4-31-2 sarebbe la sua scelta ideale. Ma se il «10» non arriva? Dovrebbe essere tridente: 4-3-3 o, dipende da posizione e compiti in campo, 4-3-2-1. Tornano alla mente suggestioni di un grande passato. «Mi rivedo in Allegri per concretezza e voglia di modernizzare la squadra», ha det-

A CONFRONTO JUVENTUS 1995-96 PERUZZI FERRARA TORRICELLI CONTE

VIERCHOWOD PESSOTTO

P. SOUSA

DESCHAMPS

DEL PIERO RAVANELLI

VIALLI

JUVENTUS 2015-16 BUFFON BONUCCI LICHTSTEINER VIDAL (KHEDIRA)

CHIELLINI

MARCHISIO

EVRA POGBA

DYBALA MANDZUKIC

MORATA GDS

to Lippi alla Gazzetta. Lippi che alla prima stagione di Juve arrivò in finale di Coppa Uefa (persa con il Parma) e nella seconda, ‘95-96, conquistò la Champions. Il punto di forza era il tridente composto da Ravanelli (a destra), Vialli (in mezzo) e Del Piero (leggermente arretrato) a sinistra, preferito a Baggio spesso infortunato. Un trio che ricorda Dybala-MandzukicMorata. Vent’anni dopo. CHE PARALLELO Protetto da un centrocampo potente, aggressivo, geometrico e veloce (Conte/Di Livio, Paulo Sousa e Deschamps), l’attacco di Lippi si sacrificava in un enorme doppio lavoro: copertura delle fasce e rientro a sostegno della difesa (quello che dieci anni dopo avrebbe fatto, esagerando, Rooney), pressing, quindi all’attacco con veloci ripartenze. Marchisio play è più vicino a Sousa che a Pirlo; Vidal è Conte; Pogba dà meno geometrie di Deschamps ma più peso offensivo (come il portoghese). E così davanti potrebbero coesistere Dybala, che farebbe il Del Piero (fino all’infortunio del ‘98 gli somigliava per velocità e dribbling); Morata il Ravanelli, imprendibile in progressione, meno potente ma più tecnico; e Mandzukic il centravantone alla Vialli. I due esterni potrebbero anche scambiarsi le fasce. E Zaza? Dei quattro, per quanto visto in Nazionale, è quello che più si avvicina a un teorico «10» per come arretra e lancia gli altri. Avrà spazio anche lui. Questione di equilibri, nei quali Allegri sembra maestro. © RIPRODUZIONE RISERVATA

ppuntamento JuveBarcellona per Paul Pogba. Il club blaugrana, dopo un anno di successi, alle prese col conto alla rovescia per le consultazioni presidenziali che vedrà contrapposti Bartomeu e Laporte, muove le sue pedine per il campione francese. La diplomazia dei due contendenti alla presidenza del Barcellona è già partita, con mosse preliminari, contatti e sondaggi sulla disponibilità del «polpo» a trasferirsi in Spagna. Ma, evidentemente, proprio nel giorno dell’apertura ufficiale del calciomercato italiano, è tempo di rompere gli indugi sulla base di una proposta utile a portare Pogba alla corte di Messi nel 2016. IN VOLO VERSO L’ITALIA In questo senso, dopo i contatti ripetuti tra Ariedo Braida,

Paul Pogba, 22 anni, francese, tre stagioni alla Juventus FORTE

L’ADDIO DOPO 5 STAGIONI

splendidi alla Juve Sogno l’Udinese» Nicolò Schira

«C

onserverò un ricordo bellissimo dell’esperienza alla Juve. Anni stupendi e un feeling incredibile con compagni e tifosi che non si cancellerà mai. Ho dato l’anima per i colori bianconeri. Tutti mi hanno voluto bene: il loro affetto ha cancellato le sofferenze legate agli infortuni che mi hanno fatto

LA PREMIER NON MOLLA Sullo sfondo, oltre alle contromosse possibili dell’ala catalana di Laporta, resta sempre valida l’opzione della Premier, dove Manchester City e Chelsea sono candidate non certo secondarie per il futuro di Paul. I due top club, è bene ricordarlo, sono capaci di rilanciare per il francese, mettendo anche la freccia rispetto al facoltoso Barcellona fresco di Triplete. In questo scenario ancora in evoluzione va ricordato che Pogba e il suo agente Raiola, in queste settimane, hanno agito in un clima condiviso con la Juve, un particolare valutato positivamente dal presidente Andrea Agnelli che segue la vicenda con attenzione. Con Barcellona, City e Chelsea in lizza per Pogba, non sono esclusi rilanci sulla quotazione del calciatore. Soldi che la Juve potrebbe poi reinvestire sul mercato per il numero 10 richiesto da Massimo Allegri. Isco e Oscar su tutti. VADALÀ IN ARRIVO Intanto il talentino argentino Guido Vadalà, preso dalla Juve nell’affare Tevez al Boca, è atteso domani a Torino: «Mi ispiro a Riquelme – ha detto a Calciomercato.com – la Juventus per me è un sogno». © RIPRODUZIONE RISERVATA

IERI 6 PARTITE

Pepe lascia il 7 a Dybala: «Un campionissimo» 1L’esterno: «Anni

l’uomo di Bartomeu per il mercato del Barcellona, e il d.g. bianconero Beppe Marotta, ultimo atto andato in scena a cena domenica sera a Milano, il calendario dell’affare segna un momento importante. Anche dal punto di vista formale. Oggi infatti, arriva in Italia il dirigente del Barcellona Alberto Soler che, insieme all’esperta mano di Braida, incontrerà nuovamente Marotta per presentare alla Juventus una bozza d’offerta sulla base di 80 milioni di euro. Un viaggio, quello di Soler, che rappresenta un evidente salto di qualità nel rituale della trattativa. Il dirigente del Barcellona, secondo programmi, partirà dall’aeroporto della città catalana alle 10.30 di questa mattina per raggiungere l’Italia e incontrare la Juventus. Un tavolo a tre Marotta-Soler-Braida che, quindi, si preannuncia un bivio importante per il futuro dell’asso francese.

perdere due anni». Cinque stagioni bianconere. Ma Simone Pepe da oggi fa parte della lista degli svincolati. IL FRIULI Dopo una vita alla Juve, con quattro scudetti vinti, l’esterno romano, 32 anni il 30 agosto, potrebbe tornare a vestire la maglia dell’Udinese: «Ho ricevuto diverse richieste, ma i friulani sono la prima scelta. Udine è casa mia. Ho già parlato con Gino Pozzo e mi piacerebbe tornare. I contatti sono stati positivi e aspetto la loro decisione. Intanto mi sto già allenando in palestra per essere pronto. Voglio tornare protagonista».

Simone Pepe, 31 anni, cinque stagioni con la Juventus LAPRESSE

LO SCUDETTO L’album dei ricordi si riavvolge e riporta al maggio 2012: «Il momento più bello è coinciso con la vittoria del primo scudetto. L’ho vissuto da titolare. È stato stupendo e ha rappresentato la rinascita della Juve dopo alcuni anni difficili. Rimarrà sempre nel mio cuore». Pepe è stato una figura preziosa nello spogliatoio: «Andavo a Vinovo per incitare i compagni e strappar loro un sorriso nei momenti di difficoltà. Con i miei scherzi ho bersagliato tutti i compagni. Sono estroverso e riesco a far parlare tutti, pure Krasic che il primo anno con noi non spiccicava una parola d’italiano. Ce l’ho

fatta a gesti (risata, ndr)». Il suo numero 7 finirà sulle spalle di Dybala: «È fortissimo. A Palermo ha fatto cose incredibili e darà un contributo importantissimo alla Juve, ha tutto per diventare un campionissimo». Una Juve che continuerà a primeggiare in Italia e in Europa: «L’ambiente ha una mentalità vincente che viene trasmessa a tutti i calciatori e gli allenatori che arrivano. Nello spogliatoio ci sono grandi uomini come Buffon, Barzagli, Chiellini, Bonucci e Padoin. Loro sono un esempio per il gruppo e trascinano la squadra nei momenti difficili. Vinceranno ancora». © RIPRODUZIONE RISERVATA

Champions e EuroLeague, primi risultati ● Con il primo turno di qualificazione hanno preso il via ieri Champions League ed Europa League. Ecco i risultati della Champions: Pyunik-Folgore 2-1, Lincoln Red Imps-Santa Coloma 00, Crusaders-Levadia Tallin 0-0. Oggi B36 ThorshvanTns. Il 7 luglio si giocheranno le partite di ritorno. Per l’Europa League si sono giocate tre partite: BalzanZeljeznicar 0-2, Progres Niedercorn-Shamrock Rovers 0-0, Renova-Dacia Chisinau 0-1. Domani tutte le altre partite del primo turno di qualificazione.


Serie A R Mercato

MERCOLEDÌ 1 LUGLIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Ciao Destro, Roma sbloccata Avanti su Dzeko e Wijnaldum

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LA SENTENZA SHOCK

1Per l’attaccante c’è l’accordo col Monaco: 11 milioni più bonus. Holebas

al Watford. Oltre al centravanti del City piace l’olandese, capitano del Psv 1

Massimo Cecchini Davide Stoppini

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ROMA

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iciamo la verità, basta pronunciare la parola Polinesia e subito si galleggia in un’atmosfera di sogno. Più o meno è quanto sta accadendo alla Roma, visto che il sospirato «sì» di Mattia Destro dalle isole dell’Oceano Pacifico in qualche modo apre la fase due del mercato, quello teoricamente di alto profilo, che dovrebbe portare alla corte di Garcia un attaccante, un centrocampista e un difensore di fascia sinistra. Ecco, non che Destro sia rapidissimo ad autografare l’accordo tra la Roma e il Monaco, che porterà nelle casse giallorosse 11 milioni più bonus in un’unica tranche, molto più del prestito proposto in extremis dal West Ham. Ma almeno così il d.s. Walter Sabatini può muoversi più agevolmente (e un po’ più in fretta) sul mercato in entrata. Il bilancio annuale chiuso ieri, peraltro, dovrebbe avere un passivo di una ventina di milioni circa, in miglioramento rispetto alla scorsa stagione. HOLEBAS E WIDMER A corroborare le buone notizie finanziarie, poi, c’è anche la imminente cessione per 2,5 milioni di Holebas al Watford della famiglia Pozzo, con la quale i giallorossi hanno fatto un sondaggio per il terzino destro dell’Udinese Widmer, sentendosi rispondere: costa 11 milioni. Più di Van der Wiel (Psg), nome da sempre nel mirino, e Santon (Inter). Ma la vera emergenza della Roma è per la fascia sinistra, dove continuano a piacere Adriano (Barcellona) e Baba (Augsburg).

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Da Ronch-Grimaldi SANTUARIO N.S. GUARDIA (GE)

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on dite che è uno strano modo di iniziare un ritiro estivo, visto che di raduno non si è trattato. Ed evitate pure facili commistioni fra calcio e fede, perché il luogo scelto ieri dalla Samp per salutare Genova prima di un maxiperiodo in quota – 27 giorni – con vista sul debutto in Europa League, è da tempo il rifugio spirituale del d.s. Osti (che ha letto il Salmo) e di un simbolo blucerchiato come Eder. Il quale, quassù, nel Santuario dedicato alla Madonna della Guardia e ormai un simbolo per i genovesi, viene ogni settimana sin dalla stagione in cui anche grazie ai suoi gol la Samp ritro-

la patria potestà all’ex portiere: «I miei figli sanno la verità»

Francesco Velluzzi

L’ Cole picchiato da una modella di Playboy ● Una modella di Playboy per un labbro rotto: chissà se il gioco valeva la candela per Ashley Cole, che — racconta il Sun — alle 5 di martedì mattina in una discoteca di Londra sarebbe stato picchiato da Carla Howe, gemella della Melissa con cui lo stesso Cole aveva avuto una storia anni fa. «Mi aveva scambiato per lei - ha detto Carla -, voleva farmi buttare fuori dal locale perché aveva sentito parlare della loro relazione. Così mi ha trascinato nella zona Vip, si è messo faccia a faccia. È a quel punto che l’ho preso a pugni per 3 volte, con la mia mano destra nella quale indossavo anche un anello». Nessuna reazione ufficiale da parte della Roma.

LAWAL E WIJNALDUM Passando al centrocampo, rinnovato di un anno il contratto a Keita, le esigenze non si placano. Vero che ci sono ancora da piazzare Paredes e Uçan per vedere di farli crescere, ma qualcosa si muove. Smentite secche da Trigoria sul nigeriano Lawal (Eskisehirspor), che dalla Turchia danno come prossimo all’approdo in giallorosso. Di ben altro spessore, invece, è Wijnaldum, capitano del Psv: la Roma ha sondato il terreno, ma non costa meno di 15 milioni. DZEKO & CO. Istruzioni per l’uso: la priorità del mercato in questo momento riguarda l’attacco, anche se il reparto nel suo complesso è piuttosto affollato (Totti, Doumbia, Ljajic, Ibarbo, Iturbe, Gervinho e Iago Falque). I contatti con Dzeko continuano, ma a Trigoria non sono affatto convinti di accettare le richieste del giocatore, che

vorrebbe un quinquennale da 4,5 milioni a stagione. Come dire, più o meno 45 milioni (più il cartellino) stanziati per un attaccante 29enne, a cui peraltro non manca il talento. Per questo continuano le grandi manovre in tutta Europa. Detto che non tramontano mai le voci su Ibrahimovic e Higuain – ma da Trigoria smentiscono la possibilità di avere giocatori così costosi – si tornano a sondare Luis Adriano (Shakhtar), Lukaku (Everton), Benteke (Aston Villa) e Lacazette (Lione). In ogni caso, a quattro giorni dal raduno il mercato giallorosso è pronto ad entrare nel vivo, anche perché Garcia e il nuovo preparatore Norman avrebbero piacere di poter lavorare in ritiro col maggior numero di giocatori possibile. L’impressione però è che il cartello «lavori in corso» resterà appeso ancora per settimane.

● 1 Mattia Destro, 24 anni, attaccante LAPRESSE

● 2 Edin Dzeko, 29 anni, centravanti bosniaco EPA ● 3 Georginio Wijnaldum, 24 anni, mezzala olandese AFP

vò la A. «È stato il team manager Ajazzone a farmi scoprire questo luogo particolare. È bello essere qui». IL GRUPPO Alle 11 in punto, (quasi) tutti pronti per una Messa con un’omelia ad hoc da parte del rettore, monsignor Granara, che aiuta a comprendere ancora meglio il cambio di rotta che porta la nuova Samp dalla monarchia di Mihajlovic alla democrazia condivisa di Zenga. «Non c’è nulla di strano nel rendere grazie alla Madonna», la puntualizzazione di Coach Z, alla fine di un rito in cui la predica ha toccato uno dei punti-cardine della nuova Samp figlia dell’ex Uomo Ragno. «Dovete lasciare il segno come giocatori e come professionisti, ma non basta fare gol per essere grandi uomini». Il rettore è andato diritto al cuore dei giocatori, e tutti – ad eccezione di Okaka e del musulmano Mesbah, che non hanno preso parte al rito – hanno ascoltato in silenzio. E’ il primo postulato di Zenga: prima uomini, che campioni. «Siamo venuti qui a rendere grazie, non a

chiedere qualcosa. Il nostro compito sarà solo quello di lavorare», Da lì, poi, nasceranno i frutti del gioco, che per necessità, con l’andata del terzo preliminare in calendario per il 30 luglio, dovranno essere rapidi. IN BILICO Certo, il mosaico non è ancora completo. L’assenza del presidente Ferrero alla partenza della squadra per Ponte di Legno è stato dovuto proprio a ragioni di mercato, con la complessa trattativa per Fernando da chiudere in tempi brevi. Ma pure fra chi è rimasto

avevamo sentito la scorsa settimana. Era tornato in campo al torneo di Porto Cervo. Ieri la mazzata: Matteo Sereni, ex portiere di Samp e Toro, condannato a tre anni e mezzo di reclusione per abusi sui figli. E gli è stata tolta la patria potestà. Il dispositivo è stato emesso ieri dal tribunale di Tempio Pausania (con rito abbreviato) dove nel 2009 sono scattate le indagini. Ci sono volute 22 ore di discussione per giungere alla decisione. La sentenza verrà motivata entro 90 giorni. Alla base di questa storia c’è la lunga battaglia tra il portiere e l’ex moglie Silvia Cantoro diventata sua procuratrice ai tempi del Toro e con la quale era iniziata una relazione nel 1994. Sono nati due figli. Ora Sereni vive in Sardegna con la nuova compagna, Silvia a Sori in Liguria con i ragazzi. Ieri Matteo ha subito un durissimo colpo: «Sono sconvolto. Ho perso ogni fiducia nella giustizia. L’unica cosa che mi mantiene vivo è sapere che i miei figli conoscono la verità. Delle due perizie fatte sul minore una non è stata ritenuta credibile, nell’altra, davanti a un altro perito, ha ritrattato dicendo che le accuse non sono vere». I legali di Sereni, Michele Galasso e Giacomo Francini, non si arrendono: «Ricorreremo in appello, puntiamo all’assoluzione». Sereni non andrà in carcere, non esistono esigenze cautelari per la reiterazione del reato o pericolo di fuga. Il difensore della Cantoro, Daniele Galoppa (che seguì Michele Misseri) dice: «La tesi dell’accusa è stata accolta, i danni ci sono e quando verrà fuori la motivazione tutto sarà più chiaro».

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Messa portafortuna e montagne Samp al lavoro con vista Europa aprono i ritiri: Zenga guarda già al 3° preliminare della Coppa

Sereni colpevole: 3 anni e mezzo per abusi su minori 1Il tribunale di Tempio toglie

LA PRIMA IN SERIE A

1 I blucerchiati

Matteo Sereni, 40 anni, con la compagna GETTY

La Sampdoria e Monsignor Granara al Santuario Mariano della Guardia per la messa ANSA

qualcosa potrebbe cambiare. Il convalescente Eder è stato abbastanza criptico sul suo futuro: «In Brasile ho pensato solo a curarmi, non ai discorsi di mercato, di cui nulla so. Devo parlare con il presidente, decideremo insieme. Di sicuro alla Sampdoria sto benissimo». Non ci sta male pure Okaka, determinato a ribadire anche ai tifosi il suo desiderio di restare in blucerchiato. Fabrizio Cacciatore invece non è stato convocato per il ritiro essendo comunque in partenza, con possibile destinazione Chievo. Nella lista dei convocati di Zenga è stato confermato il difensore Andrea Coda. CHE ATMOSFERA Il primo ad arrivare è stato il medico Amedeo Baldari, che ha preceduto il pullman: Ajazzone ha guidato tutti verso la chiesa, con Viviano che ha voluto visitare il caratteristico presepe, di fronte a un centinaio di tifosi. L’atmosfera ideale per iniziare con entusiasmo una stagione fondamentale. Da stamane si lavora a Ponte di Legno. Esordio ufficiale il 5 luglio contro una selezione locale. Sudore e sacrificio, l’ha ricordato anche il rettore: «Il Santuario non è una bottega, e la Madonna non fa la commerciante, nè ti protegge in base al numero delle tue preghiere». © RIPRODUZIONE RISERVATA

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IN BREVE ARBITRI

Can A con 22 arbitri: Fabbri, Gavilucci e Mariani ● Oggi a Roma è in agenda la riunione del Comitato Nazionale dell’Aia (Associazione Italiana Arbitri) per la definizione dei nuovi organici per la stagione 2015-2016. A seguire, alle ore 15, presso la sala del Consiglio Federale della Figc in Via Allegri a Roma alla presenza del presidente Aia, Marcello Nicchi, si terrà la conferenza stampa per ufficializzare la Can di A con 22 arbitri, uno in più della scorsa stagione. Promossi Fabbri, Gavilucci e Mariani. Escono, invece Peruzzo e Tommasi.

L’APPUNTAMENTO

«Festival del Calcio» da domani a Perugia ● Si apre domani a Perugia il primo Festival del Calcio, rassegna di incontri, conferenze e letture dedicate allo sport più popolare e alle diverse maniere di raccontarlo. La manifestazione, inedita in Italia, durerà sino a domenica occupando corso Vannucci e altre zone della città. Gli incontri – tutti lunghi 90 minuti – prevedono la presenza di ex giocatori e allenatori, giornalisti delle principali testate (La Gazzetta dello Sport sarà rappresentata da Paolo Condò e Valerio Piccioni), figure dello spettacolo e della tv appassionate di calcio come Valerio Mastandrea e Carlo Freccero.


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Serie A R Le trattative

MERCOLEDÌ 1 LUGLIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

IL BLOG MERCATO

Le date

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Oggi il via ufficiale

● le presenze stagionali di Benussi in campionato con la maglia del Verona

● i gol segnati da Nico Lopezz in Serie A quest’anno: per luii 23 presenze con l’Hellas

● Da oggi si apre ufficialmente la sessione estiva del calciomercato: le trattative potranno andare avanti fino alle ore 23 del 31 agosto.

1C’è l’intesa con il trequartista, contratto quadriennale. Ora

ha chiesto notizie a proposito del greco Marios Oikonomou, 22enne, difensore centrale suggerito da Maurizio Sarri: con tre milioni l’acquisto potrebbe concludersi.

De Laurentiis deve chiudere con il presidente del Genoa che chiede 12 milioni. Vicino Oikonomou, difensore del Bologna

Napoli, ecco la fantasia Accordo con Perotti Ma va convinto Preziosi Mimmo Malfitano NAPOLI

T

rattare a oltranza: è quanto ha chiesto Aurelio De Laurentiis al suo direttore sportivo. E ieri Cristiano Giuntoli ha avuto una lunga serie di incontri per provare a definire alcune operazioni che, ormai, sono in piedi da un paio di settimane. A Milano, s’è intrattenuto col procuratore di Diego Perotti, il fantasista del Genoa, sul quale il presidente del Napoli ha virato, dopo il no dell’Empoli alla cessione di Riccardo Saponara. Con Alvaro Torres, il d.s. napo-

letano ha raggiunto l’accordo su queste basi: 1,5 milioni all’anno per le prossime quattro stagioni. Adesso, Giuntoli dovrà chiudere con Enrico Preziosi che ha chiesto 12 milioni di euro, cifra che De Laurentiis vorrebbe abbattere almeno di un paio di milioni. Insomma, a 10 milioni, il passaggio di Perotti al Napoli potrebbe essere cosa fatta. SEMPRE DARMIAN Data per scontata la chiusura dell’operazione Vrsaljko con il Sassuolo, il presidente del Napoli è in attesa di una riposta da parte di Urbano Cairo per Matteo Darmian. Una trattativa estenuante, che va avanti da giorni. Le difficoltà sono

legate alle condizioni poste dal presidente granata: oltre al contante, 12 milioni di euro, vorrebbe anche il prestito con diritto di riscatto di Jorginho, tutto El Kaddouri e Duvan Zapata a titolo definitivo. Ed è sull’attaccante colombiano che De Laurentiis non vuole cedere, convinto com’è che il ragazzo non abbia ancora dimostrato del tutto il proprio valore e preferisce la soluzione prestito al Sassuolo. Nella serata di ieri la proposta definitiva del Napoli: 14 milioni più il prestito di Jorginho. Prendere o lasciare. Nello stesso pomeriggio di ieri, Giuntoli ha incontrato anche Pantaleo Corvino, d.s. del Bologna, al quale

Diego Perotti, 26 anni, 4 gol in 27 partite la scorsa stagione col Genoa LAPRESSE

RUltima offerta al

Torino per avere Darmian: 14 milioni più il prestito del mediano Jorginho

1I gialloblù soffiano il regista

Matteo Fontana Fabrizio Vitale

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l Verona piazza il colpo di mercato. E lo fa in contropiede, soffiando allo sprint Federico Viviani al Palermo. In arrivo dalla Roma, per l’intero cartellino di Viviani, regista della Nazionale Under 21, l’Hellas verserà al club giallorosso 4 milioni di euro. Riccardo Bigon, d.s. gialloblù, seguiva da alcuni giorni gli sviluppi della trattativa tra il Palermo e il giocatore, data per conclusa, fino al clamoroso dietrofront che ha mandato su tutte le furie Maurizio Zamparini. Pronto l’inserimento del Verona, con i contatti subito avviati, nella notte tra lunedì e martedì, dopo la rottura con la società rosanero e ieri sono arrivate firma e ufficialità. Il dietro-front di Viviani ad affare praticamente concluso ha fatto arrabbiare il presidente Zamparini. Prima un comunicato del Palermo in cui viene spiegato che il rifiuto è avvenuto a documenti già firmati, poi le parole di fuoco del presidente: «Sono felice che Viviani non sia venuto, al Palermo voglio uomini non quaquaraquà – spiega -. Siamo stati molto fortunati a non prendere il calciatore. Voglio solo uomini e quando una persona tiene questo atteggiamento e non mantiene la

parola, dimostra di non conoscere il significato del termine etica. Con Viviani ho avuto un aiuto divino, che mi ha permesso di eliminare la scelta sbagliata. Siamo coperti con Jajalo, ma abbiamo due alternative individuate. Un giocatore con questo carattere fa bene a non venire a Palermo. Adesso sto chiudendo per la punta. Calleri? Ci stiamo lavorando». ALTRI AFFARI Intanto nelle ultime ore l’Hellas ha anche ottenuto la conferma di Juanito Gomez fino al 2018 con rinnovo triennale: la formalizzazione al rientro dell’attaccante dalle vacanze in Argentina. Tutto fatto anche per la firma (fino al 2017) di Bosko Jankovic. Per la difesa piacciono sempre Luca Caldirola e Hugo Campagnaro e intanto è ufficiale l’arrivo dal Digione del difensore francese Samuel Souprayen (‘89). Oggi, infine, la presentazione della seconda e della terza maglia del Verona. © RIPRODUZIONE RISERVATA

La firma di Federico Viviani, 23 anni

Sarri è pronto: «Scetticismo su di me? Ormai ci sono abituato»

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ALTRI AFFARI

ai rosanero. L’Hellas prende anche Souprayen e Gomez allunga al 2018

Viviani a Verona Furia Zamparini «Non è un uomo»

RIl nuovo tecnico

SERIE B E LEGA PRO

Doppio Chievo: Hernandez e Nico Lopez 1In gialloblù anche Cacciatore. Duvan Zapata, 24 anni, attaccante colombiano LAPRESSE

1In neroverde due

innesti dalla Roma: Pellegrini e Politano

Sassuolo, sprint con la Sampdoria per Zapata Luca Pessina

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l Sassuolo ha lanciato la volata per Duvan Zapata. Da settimane l’attaccante del Napoli ha ricevuto richieste importanti da Torino, Udinese, Betis, B. Leverkusen e Amburgo, ma nelle ultime ore la Sampdoria è diventata l’avversaria più pericolosa nella corsa al colombiano. Il Napoli ha, infatti, deciso di cedere Zapata solo in prestito, formula messa sul piatto dai neroverdi (oltre che dalla Samp). Dettaglio che favorisce i due club rispetto alle altre pretendenti, che vorrebbero la punta a titolo definitivo. Il Sassuolo si è poi portato avanti trovando un’intesa di massima con l’attaccante. L’offerta economica, al momento, è superiore alle concorrenti e soddisfa l’ex Estudiantes, disposto a dire sì agli emiliani. I blucerchiati, però, non si arrendono.

PARLA SARRI A margine del «Perlamora festival», evento che l’ha visto tra i premiati, Maurizio Sarri ha parlato del suo momento e dell’importanza di allenare in una grande piazza come Napoli. «Adesso mi renderò pure conto se sono in grado o meno di allenare giocatori con stipendi così alti», ha detto il neo allenatore napoletano, che ha poi raccontato l’emozione della firma. «La settimana di trattativa con De Laurentiis è stata snervante, ma alla fine ci siamo trovati su tutto. Lo scetticismo? Ormai mi sono abituato, anche quando allenavo in Lega Pro e in B ho vissuto questi momenti. Vediamo se il mio modo di allenare sarà idoneo per questa squadra», ha concluso, dando appuntamento alla prossima settimana, quando ci sarà il raduno e la partenza per il ritiro di Dimaro, fissata per il giorno 11, tra due sabati.

Lazio: idea Heurtaux. Carpi: arriva Benussi. Il Frosinone su Kone

Pessina-A.Russo

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a Lazio cerca un centrocampista. Piace Sergei Milinkovic-Savic, serbo classe ‘95 del Genk . Rispunta Fernandez del Celta Vigo. In avanti c’è un tiepido interessamento per Afellay, in scadenza col Barcellona, dopo la stagione all’Olympiacos. Per la difesa il nome nuovo è Heurtaux (Udinese). A Bologna firma Mirante (triennale). Intesa di massima sui 7 milioni per Ilicic (Fiorentina), ma manca l’ok. Per l’attacco piace Puscas (Inter, c’è pure il Sassuolo). Ufficiale Rizzo dalla Samp. DOPPIO COLPO CHIEVO Il Chievo è scatenato. Preso Cacciatore (Samp), l’obiettivo è confermare Mattiello (Juventus). Si tenta il doppio colpo con Hernandez (Hull) e Nico Lopez (Udinese). Per il primo si cercherà di abbassare a 500mila euro il prestito oneroso, con riscatto sui 10 milioni (ci sono anche Toro e Bologna). Capitolo Lopez: l’Udinese può dire sì al prestito con diritto di riscatto sui 9 milioni. Le altre idee portano a Frison (Catania) e Giorgi (Atalanta, c’è anche il Carpi).

Colpo Como: c’è Petagna Catanzaro: ecco Sirigu jr ● Il Livorno lavora a un doppio colpo dalla Samp: in arrivo Tozzo e Fedato, poi Ricci (Empoli). Il Como è vicino a Petagna (Milan, era a Vicenza), Madonna (Spezia) e al rinnovo di Ambrosini. Trapani: preso Sparacello (Tiger Brolo), rinnova Ciaramitaro. Il Cesena all’assalto di Ciano (Crotone). Il Bari su Risvanis (Panathinaikos). A Pescara può tornare Zanon (Frosinone), seguito anche Crecco (Lazio, era a Terni). Il Crotone pensa a Festa (Mantova). Il Novara chiude per Signori (Modena): biennale. Anticipato il Latina che vira su Minala (Lazio, era a Bari). Modena: panchina a Crespo.

ARRIVA PELLEGRINI È tutto fatto per l’approdo a Sassuolo del centrocampista, classe ’96, Lorenzo Pellegrini dalla Roma. Operazione da un 1,35 milioni, con l’inserimento di un diritto di riacquisto in favore dei giallorossi. Accordo in arrivo anche per il giovane attaccante Matteo Politano, che rinnoverà il suo contratto con la Roma prima di trasferirsi, già nelle prossime ore, alla corte di Di Francesco. Prime mosse per il Sassuolo del futuro.

ALTRI AFFARI L’Atalanta cerca un centrale, occhi su Britos (Napoli) e Gastaldello (Bologna). Il Carpi punta Gabriel e Verdi in prestito dal Milan. Per la porta chiude anche per Benussi (Verona), in alternativa Pinsoglio (Juve, era a Modena), Sogliano chiude per Munari (Parma) e Cerri (Juventus). Il Genoa accelera per Obi (Inter) e Mpoku (Cagliari). Il Palermo, perso Viviani (Verona), punta Crisetig (Cagliari) e Brugman (Pescara). Intanto il Benfica si inserisce su Calleri (Boca). Il Torino insiste per Cigarini (Atalanta, piace allo Swansea), mentre su Benassi c’è sempre il Southampton. Feddal (Parma) si allontana dall’Udinese (c’è il Levante), i friulani vanno su Costa (Parma, pressing anche del Palermo) e vogliono confermare Piris (D. Maldonado). Frosinone su Kone (Udinese).

LEGA PRO Mantova scatenato: nel mirino Boccanegra (Atalanta, era a Castiglione), Anastasi (Pistoiese) e Sereni (Pavia). L’Arezzo corteggia Momentè (Albinoleffe). L’Alessandria annuncia Branca (Sudtirol). Il Foggia a un passo da Viola (Reggina). Leonarduzzi rinnova con la Feralpi. Il Santarcangelo su Melgrati e Capellini del Cesena, ha chiesto Cavion alla Juve. Il Catanzaro ingaggia Sirigu (Savoia), e punta Maritato (Vicenza). Al Siena piace Madonia (Matera). La Pistoiese ha chiesto Marchegiani (Roma). Capitolo portieri: il Pisa vicino a Bacci (Fiorentina, era a Tuttocuoio), a Cittadella il 45enne Pierobon dice addio al calcio. Panchine: a Lecce avanza Asta; il Benevento è vicino a Braglia. Reggiana: il nuovo presidente è Compagni. Bursi-Schira

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Calcio R Il personaggio

MERCOLEDÌ 1 LUGLIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

A TU PER TU CON...

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CONTENUTO PREMIUM

Scala

«AMO PARMA IL NUOVO CLUB FARA’ CALCIO SENZA VELENI» L’EX TECNICO DIVENTA PRESIDENTE GIALLOBLÙ: «LA D NON MI SPAVENTA DOVREMO EDUCARE GIOCATORI E TIFOSI» L’INTERVISTA di ANDREA SCHIANCHI INVIATO A PARMA

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evio Scala scende dal trattore e torna in campo. Meglio: dietro la scrivania. Sarà il presidente del nuovo Parma Calcio 1913, la società che ieri mattina è stata costituita davanti al notaio Almansi e che aspetta il via libera della Federcalcio per potersi iscrivere alla Serie D. Non sarà un presidente onorario, ma a tempo pieno: lavorerà, come ripete più volte nel corso della chiacchierata, «giorno e notte per far rinascere il calcio a Parma dopo il disastro dell’ultima stagione, il fallimento e le inevitabili conseguenze». A 68 anni è pronto per mettere il suo notevole bagaglio di esperienze al servizio della causa. Scala, qui a Parma, è una specie di Giuseppe Garibaldi: ha riunito il popolo sotto una sola bandie-

«Non mi spaventa. Anzi: credo che questa sia l’occasione buona per dare una svolta e fare qualcosa di nuovo». Ci può spiegare qualcosa? «L’idea è quella di fare un calcio sano e sostenibile. In pratica, se nelle casse sociali abbiamo cento euro, dovremo spenderne ottanta. Il concetto mi sembra chiaro, no? Il nostro deve essere un calcio biologico, e con biologico intendo senza veleni,

senza antiparassitari, senza nulla che non sia naturale. Lo so che ci scontreremo con alcune realtà, ma sono pronto. Se non ci proviamo adesso che siamo in Serie D, quando possiamo provarci?». Da dove si riparte? «Dal settore giovanile, dai ragazzi, dai bambini. Loro saranno la spina dorsale del nuovo Parma. E io sarò il procuratore di tutti questi ragazzini».

Nevio Scala, 67 anni, da allenatore del Parma ha vinto 4 trofei: qui è con la Coppa delle Coppe ANSA

Cioè? «Significa che il mondo del calcio, da troppo tempo, è in mano a gente che non fa dell’etica e dell’onestà i primi valori. Noi vogliamo riportare queste idee al centro del campo. Lavoreremo con i procuratori, ci mancherebbe altro, ma non ci saranno invasioni di ruoli: ognuno al suo posto e tutti felici. A me interessa educare: i calciatori della Serie D, i ragazzi, i bambini, i tifosi. Ci provo, è una

sfida che mi affascina». Intanto, però, le giovanili del vecchio Parma ormai fallito si stanno sciogliendo e gli atleti se ne vanno. «A loro, a tutti loro, dico forte e chiaro: “Non scappate da Parma. Qui c’è bisogno di voi. Non fatevi illudere dalle promesse di questo o di quello. Noi siamo appena nati, ma possiamo rendervi felici”. Mi auguro che il messaggio venga recepito».

AVVISO A PAGAMENTO

Dopo il progetto, le promesse. «Nessuna. L’unica cosa che mi sento di dire è che giocheremo per vincere, ci mancherebbe altro, ma che vogliamo vincere alla nostra maniera. Cioè, senza scorciatoie. E questo concetto deve entrare nella testa di tutti quelli che lavorano con noi». L’allenatore della Serie D? «È l’ultimo dei miei problemi. Voglio un educatore, uno che condivida i nostri valori. Il fallimento del Parma di Ghirardi è il fallimento di un modello, quello del presidente mecenate che spende e spande. Noi vogliamo fare qualcosa di diverso, e per farlo ci siamo dati regole che rimandano più alla filosofia che alla tattica. Commetteremo errori, ne sono sicuro, ma saranno sempre in buona fede. E alla gente chiedo tempo: non si può avere tutto e subito». © RIPRODUZIONE RISERVATA

L’IDENTIKIT NEVIO SCALA IL FALLIMENTO DEL PARMA DI GHIRARDI È QUELLO DEL PRESIDENTE MECENATE CHE SPENDE E SPANDE NEVIO SCALA SUL FALLIMENTO DEL PARMA

ra ed è partito alla conquista della gloria. Presidente Scala, come si trova nel nuovo ruolo? «Devo abituarmi e, soprattutto, devo imparare. Ma, quando gli amici che mi hanno coinvolto mi hanno fatto questa proposta, non ho avuto dubbi e ho detto subito sì. Chi investe in questo progetto è serio, e a me questo basta». Che cosa l’ha spinta? «L’amore. Un innamorato fa cose incredibili. E io, di Parma e della sua gente, sono davvero innamorato». Si ripartirà, se la Federcalcio darà parere favorevole, dalla Serie D: un bel salto indietro.

NATO IL 22 NOVEMBRE 1947 A LOZZO ATESTINO (PADOVA) RUOLO PRESIDENTE PARMA

DA CALCIATORE In carriera, da centrocampista, veste le maglie di Milan (con cui vince uno scudetto, una Coppa delle Coppe e una Coppa dei Campioni), Roma, Lanerossi Vicenza, Fiorentina, Inter, Foggia, Monza e Adriese. DA ALLENATORE Da allenatore del Parma Scala vince una Coppa Italia (1992), una Coppa delle Coppe (1993), una Supercoppa Uefa (1994) e una Coppa Uefa (1995). Ha chiuso in panchina a Mosca, con lo Spartak, nel 2004. CARRIERA IN PANCHINA REGGINA 1987-1989 PARMA 1989-1996 PERUGIA gen.-giu.1997 BORUSSIA DORTMUND 1997-1998 BESIKTAS 2000-mar. 2001 SHAKHTAR gen.-set. 2002 SPARTAK MOSCA dic. 2003-set. 2004


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Europeo Under 21 R La finale SVEZIA

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PORTOGALLO

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LE PAGELLE di L.B. THELIN E GUIDETTI, CHE BELLA COPPIA JOSE’ SA’ PARA TUTTO, J. MARIO NON C’E’

DOPO I CALCI DI RIGORE 0-0 AL 120’ SEQUENZA RIGORI Guidetti (S) gol, Paciencia (P) gol, Thelin (S) gol, Tozé (P) gol, Augustinsson (S) gol, Esgaio (P) parato, Khalili (S) parato, J. Mario (P) gol, Lindelof (S) gol, W. Carvalho (P) parato.

SVEZIA

SVEZIA (4-4-2) Carlgren; Lindelof, Milosevic, Helander (dal 1’ s.t. Baffo), Augustinsson; Tibbling (dal 20’ s.t. Quaison), Hiljemark, Lewicki, Khalili; Guidetti, Thelin. PANCHINA Rinne, Linde, Holmen, Pa Konate, Zeneli, Olsson, Larsson, Gustafson, Hrgota, Ishak. C.T. Ericson.

La festa dei giocatori della Svezia, campione d’Europa dopo il rigore parato da Carlgren a Carvalho REUTERS

L’eroe è Carlgren La Svezia fa festa solo dopo i rigori 1Il portiere para i tiri di Ricardo Esgaio

e William Carvalho, Bernardo Silva non ci prova Luca Bianchin INVIATO A PRAGA (REP. CECA) @lucabianchin7

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l rettangolo di Ericson è il cubo di Rubik moderno. Ci sono due linee di quattro giocatori più due attaccanti e lo scopo del gioco è mettere la palla oltre le due linee. Poi, possibilmente, segnare. All’Europeo Under 21 non ci è riuscito quasi nessuno e ieri il Portogallo si è spaccato la testa per 120’. Niente. Il cubo di Rubik si risolve in 20 mosse, Rui Jorge ne ha provate mille e venti ma non ne è venuto a capo: la Svezia era la squadra del destino e la Svezia ha vinto il suo primo Europeo Under 21. Ovviamente, nel modo preferito dalla sua fantastica curva – Praga è provincia di Stoccolma –, cioè ai rigori dopo uno 0-0 di lotta. Hanno sbagliato Ricardo Esgaio e William Carvalho, ma è come se avesse calciato fuori anche Bernardo Silva: il miglior

7,5

giocatore del Portogallo ha scelto di non tirare. I RIGORI Carlgren, il portiere eroe della serata, è un ragazzo col ciuffo biondo. Su Instagram ha postato una foto con la scritta: «Circòndati di persone che hanno la tua stessa missione». È la frase dell’Europeo perché spiega tutto. La Svezia ha giocato ancora una volta da squadra in missione: undici lottatori con un leader (Guidetti) e un pubblico che canta dall’inizio alla fine. In nove mesi ha battuto tutte le più forti d’Europa, dalla Turchia all’Italia passando per la Francia. Lo ha fatto segnando sempre tra il minuto 85 e il recupero, perché altrimenti non si diverte. Questa volta ha esagerato, aspettando i rigori. Ha tradito solo Khalili, che ha calciato malissimo, ma nessuno glielo rimprovererà. LA CURVA Il Portogallo ha messo sul segnapunti il primo tiro della partita, il primo pericolo, il

Azzurri ancora al comando con 5 successi ● Con 5 titoli l’Italia è l’Under 21 più vincente d’Europa. 1978 Jugoslavia 1980 Urss 1982 Inghilterra 1984 Inghilterra 1986 Spagna 1988 Francia 1990 Urss 1992 ITALIA 1994 ITALIA 1996 ITALIA 1998 Spagna 2000 ITALIA 2002 Repubblica Ceca 2004 ITALIA 2006 Olanda 2007 Olanda 2009 Germania 2011 Spagna 2013 Spagna 2015 Svezia

primo calcio d’angolo. Non è servito perché si è capito subito che sarebbe stata una partita da Svezia, equilibrata come nel girone, quando l’Italia sospettava il biscotto. Ricardo Pereira è andato vicino al gol dopo 2’, dopo altri cinque Sergio Oliveira ha preso una traversa su punizione. La Svezia è rimasta in piedi dopo i primi due pugni e i 2.500 della curva gialla hanno cominciato a cantare più forte. Capivano che lo scorrere del tempo spostava la sabbia della clessidra verso Stoccolma. Il Portogallo dopo un tempo si è messo a pensare – come segniamo a questi svedesi? -, dopo 90 minuti ha finito anche le energie. Nei supplementari non è stato mai pericoloso e le occasioni migliori sono rimaste quelle dell’inizio più un sinistro di Iuri Medeiros largo di qualche millimetro. Rui Jorge, il miglior c.t. dell’Euro per proposta di gioco, ha dimenticato di salire l’ultimo scalino. Il Portogallo, dopo il 5-0 alla Germania, è tornato alla tradizione: una squadra senza punte. LO SVINCOLATO Ericson ovviamente ha fatto molto di più. La Svezia tecnicamente è sotto la media, non ha un attaccante rapido e Guidetti, il suo miglior giocatore, è diventato uno svincolato durante i festeggiamenti: a mezzanotte il suo contratto è scaduto e sì, questa è ufficialmente una storia da film. Per John però non c’è da preoccuparsi. Finirà da qualche parte in Europa, segnerà ancora ma non sarà mai felice come ieri sera, quando con una parrucca in testa baciava un pezzo di metallo davanti a 2.500 persone vestite di giallo. © RIPRODUZIONE RISERVATA

PORTOGALLO

5,5

IL MIGLIORE

IL MIGLIORE

CARLGREN

JOSÈ SÀ

7,5

PORTOGALLO (4-3-1-2) José Sa; R. Esgaio, P. Oliveira, Tiago Ilori, R. Guerreiro; João Mario, W. Carvalho, Sergio Oliveira (dal 9’ s.t. Tozé); Bernardo Silva; R. Pereira (dal 25’ s.t. G. Paciencia), Cavaleiro (dal 16’ s.t. Medeiros). PANCHINA Fernandes, Varela, Cancelo, Figueiredo, Venancio, R. Silva, R. Neves, Mané, Horta. C.T. Rui Jorge. ARBITRO Marciniak (Polonia) AMMONITI Baffo, Lindelof per g.s. NOTE spettatori 18.867. Tiri in porta 3-4. Tiri fuori 8-11. In fuorigioco 0-5. Angoli 26. Rec: p.t. 0’; s.t. 2’; p.t.s. 0’, s.t.s. 1’.

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7

Portiere, deejay con la curva per i cori della festa, baby face da schiaffi. Para due rigori, migliore in campo della Uefa.

Super su Guidetti nel secondo tempo e spesso in uscita. Para anche un rigore… e che cosa gli volete chiedere di più?

LINDELOF 6 Terzino destro difensivo, ha una palla d’oro all’ala sinistra. Preso da labirintite, spreca. MILOSEVIC 7 La costante: entra Baffo per Helander, lui resta. Perfetto. HELANDER 6,5 Guerreiro gioca con gli altri ma anche lui sa combattere. AUGUSTINSSON 6,5 Ex giocatore di hockey, pattina a sinistra come sempre. Un quasi-assist. TIBBLING 6 Brolin spiegato ai moderni: un mezzo clone. Un tiro, tanta corsa. HILJEMARK 6,5 Il capitano merita il sollevamento coppa: play grintoso. LEWICKI 7 Hanno scritto che è la «donna delle pulizie» perché pulisce gli errori dei compagni. Inelegante ma rende l’idea. KHALILI 6,5 Non ha fatto il Ramadan e non si astiene neanche ai rigori, ma calcia malissimo. GUIDETTI 6,5 Il coro «John John» è la colonna sonora. Un tiro fuori di nulla, una gran parata di Sà, un rigore all’incrocio. THELIN 6,5 Il re delle sponde: grande «testata» per Guidetti. BAFFO 6 Non stava bene e un paio di volte sbaglia. QUAISON 5,5 In fascia come sempre, non convince. C.T. ERICSON 7 L’incartatore. Con quel materiale a disposizione, è un fenomeno.

RICARDO ESGAIO 5 Gara a scacchi e lui è una torre: avanti dritto a destra. Sbaglia il rigore della vita. PAULO OLIVEIRA 6,5 Il capitano (acquisito) sbaglia una sola volta. TIAGO ILORI 6,5 La sua partita in un’azione: mura Guidetti in area. RAPHAEL GUERREIRO 6 Soffre? No. Crea grossi pericoli? Nemmeno. J. MARIO 5 Una grande apertura, ma sotto il livello del suo Europeo. WILLIAM CARVALHO 5 Bene da schermo, male sulla trequarti: come i cellulari, se va fuori zona non prende. Poi quel rigore… SERGIO OLIVEIRA 6 La partita in un suono: sdong. Punizione sulla traversa, poi evapora. BERNARDO SILVA 5 Domenica lo hanno fotografato addormentato. Non sveglissimo anche ieri: male in campo, non tira il rigore. RICARDO PEREIRA 5 Largo come sempre, poco pericoloso. IVAN CAVALEIRO 5 Il Cavaliere inesistente: bocciato. TOZÉ 6 Entra e tira subito, che non è una brutta idea. Centrale. IURI MEDEIROS 6 La miglior giocata della partita: sterzata da destra e tiro mancino. GONÇALO PACIENCIA 6 Il vero 9 del Portogallo, fatica come le imitazioni. C.T. RUI JORGE 5,5 Il piano partita riesce a metà, ma l’Euro è di livello.

MARCINIAK La decisione più difficile della partita: il rigore di Tozé è dentro? Risposta: sì. Per il resto, gestisce bene. SOKOLNICKI 6 - LISTKIEWICZ 6 RACZKOWSKI 6 - MUSIAŁ 6

6,5

Italia, slitta la scelta del c.t. Di Biagio rimane il favorito ● (v.d’a.) Da oggi la panchina dell’Under 21 italiana è ufficialmente libera. Il contratto di Gigi Di Biagio, infatti, scadeva il 30 giugno 2015 e al momento non è stata ancora presa una decisione dalla federazione su chi sarà la guida tecnica dell’Under nel prossimo biennio. Il presidente Carlo Tavecchio ha più volte ribadito nei giorni scorsi che la decisione finale verrà presa in assoluta sintonia con il c.t. della Nazionale maggiore Antonio Conte, ma l’incontro tra presidente e c.t. in programma in questa settimana è slittato alla prossima, visti gli sviluppi del caso Catania e la richiesta di

rinvio a giudizio della Procura di Cremona proprio ai danni di Conte. Insomma, in federazione sono giorni caldi e la partita da giocare è su più tavoli. La delusione per la mancata qualificazione all’Olimpiade di Rio sta lentamente scemando, resta il rammarico per l’occasione persa, anche alla luce della qualità della nostra Nazionale e delle due finaliste. Di Biagio (che dopo l’Europeo ha lasciato il futuro in sospeso) è ancora il favorito nella corsa alla panchina, dal momento che lo stesso Conte è rimasto comunque soddisfatto dalle due partite viste in Repubblica Ceca. Cabrini (c.t. della Nazionale femminile) resta un’alternativa. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Mondo R Mercato rà sconti sul centravanti belga Benteke e guarda all’Olanda: piace il capitano dell’Ajax, l’esterno mancino danese Nicolai Boilesen, 23 anni. Il francese Cabaye, 29 anni, è ad un passo dal Crystal Palace. Idea Edu Vargas per l’Arsenal: il cileno di proprietà del Napoli, grande protagonista in Copa America, lo scorso anno era al QPR.

Il Chelsea amplia Stamford Bridge e punta Arda Turan. Siviglia su Fer Stefano Boldrini CORRISPONDENTE DA LONDRA

S

tadio e mercato, il Chelsea batte due colpi. Il progetto dello Stamford Bridge rinnovato e ampliato – 60 mila posti – sarà visibile per tre giorni negli uffici dell’impianto dei Blues da domani a sabato, mentre nelle ultime ore i dirigenti hanno avviato una serie di trattative per rinforzare la squadra. Ceduto Cech all’Arsenal, è a buon punto l’affare-Begovic per rimpiazzarlo. Lo Sto-

ke City vuole 14 milioni di euro, mentre la prima offerta del Chelsea è stata di 8,5. Ieri pomeriggio i Blues hanno aggiunto qualcosa, raggiungendo quota 11. Il grande nome delle ultime ore è però quello di Arda Turan. Il giocatore turco sarebbe disposto a lasciare l’Atletico Madrid e i Blues possono mettere sul piatto 40 milioni. Altro nome nella lista della spesa del Chelsea è quello del difensore Stones dell’Everton. Mourinho ha ordinato anche di avviare la trattativa per il nuovo contratto di Ivanovic. Bisogna fare in fret-

ta: il difensore serbo, 31 anni, il prossimo gennaio potrebbe accordarsi con un club straniero. FABINHO Il Manchester City è in vetrina da diversi giorni per le questioni riguardanti Dzeko e Jovetic, ma Pellegrini pensa anche ad acquistare. L’alternativa a Ramos, che ha fatto sapere di preferire lo United, è Fabinho, brasiliano del Monaco, valutato 15 milioni di euro. BADU Un raggio d’Italia negli ultimi rumors: lo Stoke vuole Badu dell’Udinese. Il procura-

tore del giocatore ghanese, Papa Agyemang, è stato avvistato due giorni fa negli uffici dei Potters. Anche l’Everton guarda all’Italia: piace l’interista Shaqiri. AUSTIN Ma il campo centrale resta però l’Inghilterra, dove il WBA sarebbe pronto a offrire una cifra importante al QPR per arruolare il centravanti Charlie Austin e l’esterno Matt Phillips: la cifra si aggira sui 28 milioni di euro. Un altro QPR, Leroy Fer, piace al Siviglia. L’Aston Villa ha annunciato che non fa-

VARIE In Francia, bel colpo del Monaco che ha ufficializzato l’acquisto di Fares Bahlouli: il trequartista del Lione si è legato al club del Principato con contratto fino al 30 giugno 2020. Sempre in Francia, ufficiale anche il passaggio di Assou-Ekotto al Saint-Etienne. Infine Elia Boari (Pro Piacenza) lascia l’Italia: va alla Dinamo Bucarest. Arda Turan, 28 anni LAPRESSE

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Calcio R Le semifinali

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e 9. Valencia: 25 e 5. Qpr, ultima tappa: 22 e 3 con retrocessione in Championship.

Napoli, guarda che Vargas Ma il cileno sarà ceduto 1Dalle delusioni del San Paolo ai gol in Copa: una metamorfosi che non basterà per la riconferma

Edu Vargas, 25 anni, è stato acquistato dal Napoli nel 2012 per 12 milioni. Dopo un anno, i prestiti a Gremio, Valencia e Qpr EPA

Giulio Di Feo INVIATO A CONCEPCION (CILE) Twitter @fantedipicche

A

qualcuno verrà in mente quel film in cui un prestigiatore mette in scena uno spettacolo di teletrasporto, nessuno riesce a capire come faccia e poi si scopre che ha un gemello. Il teletrasporto di Edu Vargas parte dai fischi di Fuorigrotta dopo un gol mangiato o uno scatto a vuoto e arriva al Nacional di Santiago dove lo portano in trionfo come il Santo Patrono in processione. Con due gol, di cui il secondo ma-

gnifico, Edu risolve la spinosa gara con il Perù e riporta il Cile in finale di Copa America dopo 28 anni. A Napoli al massimo risolveva con l’Aik in Europa League: allora ne fece 3, unico picco di un’avventura strana, fatta di prestiti e incomprensioni. MODESTIA Edu a fine partita ride, come se quella sberla da 25 metri sia roba da poco: «È un tiro che in allenamento provo spesso, ma più che per il gol sono contento perché è servito a portare la mia squadra in finale. E perché è segno che il Cile si fida di me». E come fai a non fidarti di uno che in maglia Roja

ha segnato 22 gol in 47 partite? Sta alla base di tutto, la fiducia. Sampaoli sa come prenderlo: alla U de Chile lo sgrezzò, gli tolse i dubbi sul ruolo (al Cobreloa pensavano di farne un mediano) e lo trasformò in una gioiosa macchina da guerra sudamericana, capace di arrivare secondo dopo Neymar al Pallone d’oro sudamericano del 2011. I 12 milioni scuciti da De Laurentiis, insomma, erano un prezzo congruo al blasone. Il resto è nei numeri. Napoli: 28 gare di cui 7 da titolare e 3 gol, quelli all’Aik («Visto che erano soldi ben spesi?», chiosò il presidente del Napoli). Gremio: 37

IL NUMERO

3

I gol segnati da Vargas in 28 partite con la maglia del Napoli: una tripletta in Europa League contro l’Aik Stoccolma

CAMPO E LINGUA La scatola nera va cercata a Napoli. Primo problema: collocazione tattica. Questo Cile dalla cintola in su ha un trequartista (Valdivia) che inventa e due attaccanti larghissimi (lui e Sanchez) che si accentrano palla al piede e/o sfruttano gli inserimenti. Un calcio senza punta centrale che in Europa vedi poco, e non a caso nei periodi non cileni qualche lampo Edu l’ha dato solo al Gremio. Mazzarri voleva impostarlo da vice Cavani, i tifosi spendevano il paragone con Lavezzi e lui con Pato, ma Vargas il cambio non lo digeriva. Poi arrivò Benitez, che in due settimane di ritiro non lo giudicò adatto al suo 4-2-3-1. Secondo, corollario del primo: la fiducia di cui sopra. A Napoli lo presero a gennaio, per dargli 6 mesi di apprendistato, ma forse fu così che cominciò a intristirsi: subito troppa panchina, pochi spiccioli di gara, l’ansia da prestazione. Terzo: non è che a Napoli non si fosse ambientato, aveva preso confidenza con la città ed era pure stato visto giocare a scopone, però la lingua proprio non la imparava. «Non parlo italiano», ride in zona mista. Magari scherza, magari no. SCENARI Vargas è ancora del Napoli, ultimo anno di contratto, ma il club pare escludere un ritorno. Con Edu si può fare cassa, non tanta visto che tra 6 mesi va a scadenza, ma con la Copa che sta giocando non dovrebbe faticare a trovare ammiratori. Per ora sono arrivati un paio di sondaggi da Premier e Bundesliga, ma affrettare la decisione a Edu non conviene: e se trovasse un club in prestito fra un mese salvo poi diventare uno dei free agent pregiati? Intanto Napoli riflette sul suo gioiello che brilla altrove, e di luce roja. © RIPRODUZIONE RISERVATA

IL GOL DELL’1-0 TAP IN DOPO IL PALO DI SANCHEZ

Il primo dei due gol realizzati da Vargas nella semifinale contro il Perù: un tocco «sporco» per mandare in porta il pallone respinto dal palo su tiro cross di Alexis Sanchez REUTERS

IL DIFENSORE ESPULSO

La «guerra» di Zambrano finita in 20 minuti 1Il centrale del Perù tradito dai nervi in una partita che sentiva troppo. Nel 2009 aveva detto: «Contro il Cile giocherei con il coltello» Stefano Cantalupi INVIATO A CONCEPCION (CILE) Twitter @cantalupi

M

eglio che i tedeschi cambino canale, la visione di questa Copa è sconsigliata a un pubblico di dirigenti di Bundesliga. Quelli del Mainz tifavano per Jara e dopo il match con l’Uruguay, disgustati, hanno messo sul mercato il difensore cileno dal dito inquisitore. Carlos Zambrano, invece, nella lista dei trasferibili c’era già, perché il suo contratto con l’Eintracht è in scadenza:

da Francoforte, prima di CilePerù, gli era arrivato un incoraggiamento via twitter, ma il centrale della Blanquirroja non ha trovato di meglio che farsi espellere al Nacional, con una pedata ad Aranguiz che al Perù è costata l’eliminazione. Del resto, Carlos ha sempre vissuto il «Derby del Pacifico» nel modo sbagliato. Sentite cosa diceva nel 2009, al Monumental di Lima, prima di una partita con la Roja nel 2009: «Fosse per me, contro il Cile scenderei in campo con il coltello. È da quando sono bambino che covo questa rabbia, per me è una guerra».

Carlos Zambrano, 25 anni, gioca nell’Eintracht, in Bundesliga EPA

PAPÀ LINGUALUNGA All’epoca non aveva ancora vent’anni, era un promettente difensore scuola Schalke che ricordava Lucio nelle movenze. Una frase infelice, a quell’età, può essere censurata, riveduta e corretta. Magari da qualcuno che non faccia parte del suo nucleo familiare, visto che il padre Marco, alla vigilia del match di Santiago, si era prodotto in un orgoglioso «vai e ammazzali, figliolo, come sai fare tu». Frase che il giovanotto deve aver preso troppo alla lettera. Nemmeno il tempo di sventolare in tribuna la tarjeta verde durante gli inni (campagna dell’Unicef per il rispetto tra Paesi) ed eccolo a muso duro con Vidal, vecchie ruggini di confronti tedeschi o sudamericani. Un altro quarto d’ora e il peruviano, già ammonito, la-

scia in dieci i compagni Incas, con cui si scuserà attraverso un messaggio dispiaciuto su Instagram, il mattino seguente. PERDONO «Tutti sbagliano, ho capito il mio errore», assicura il cattivo di giornata. «Adesso non crocefiggetelo», si legge nei commenti al suo post. Fin qui, peraltro, Carlos rientrava tra le rivelazioni del torneo e tra i nomi caldi del mercato: nelle scorse sessioni ci avevano fatto un pensierino le milanesi e la Lazio, mentre il Liverpool capeggiava la lista dei top team europei interessati. Chi lo prenderà, eccessi di nazionalismo a parte, farà un buon affare. Soprattutto se papà, prima delle partite più tese, preparerà una bella camomilla per tutta la famiglia. © RIPRODUZIONE RISERVATA

ICA!

AhS,UDAMER BRASILE

Zico attacca Dunga e Gilmar ● RIO (m.can.) Zico, in un’intervista al quotidiano «Extra», ha detto che Dunga, c.t. della Seleção, doveva prepararsi meglio anziché nutrire vecchi rancori. L’ex fuoriclasse dell’Udinese ha anche lanciato sospetti sulle attività di Gilmar, coordinatore tecnico della nazionale, perché prima faceva il procuratore di giocatori: «La Seleção non è un banco d’affari».

RONALDO

«Nessuna sintonia tra c.t. e giocatori» ● RIO «La sensazione che ho avuto è che non ci fosse molta sintonia, o quasi nessuna sintonia tra i giocatori e l’allenatore. Scarso comando del gioco, pochissimi momenti in cui sembrava una squadra: il gol al Paraguay è stato frutto di una bella giocata, ma per la nazionale brasiliana è troppo poco». Al programma «Bem, amigos» di SporTV, Ronaldo attacca Dunga e la Seleçao.

MERCATO

Anche Robinho nel mirino del Guangzhou ● RIO Dopo Paulinho altro rinforzo brasiliano in arrivo per il Guangzhou Evergrande di Felipe Scolari: si tratta di Robinho, l’ex milanista infatti - scrive il portale «Terra» - sta per chiudere la sua esperienza al Santos per approdare nella squadra che Marcello Lippi negli anni scorsi ha condotto per la prima volta al trionfo nella Champions League asiatica.

Tra le due reti del numero 11 l’autogol di Medel CILE

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PERÙ

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PRIMO TEMPO 1-0 MARCATORI Vargas (C) al 42’ p.t.; aut. Medel (C) al 15’, Vargas (C) al 20’ s.t. CILE (4-3-1-2) Bravo 6,5; Isla 6, Medel 6, Rojas 6, Albornoz 5,5 (1’ s.t. Mena 6); Aranguiz 6, Diaz 5,5 (1’ s.t. D. Pizarro 6,5), Vidal 6; Valdivia 6,5 (40’ s.t. Gutierrez s.v.); Sanchez 6, Vargas 7,5. (Garces, Herrera, Silva, Fuenzalida, Pinilla, M. Fernandez, Beausejour, Henriquez). All. Sampaoli. PERU’ (4-4-1-1) Gallese 6,5; Advincula 6,5, Zambrano 4, Ascues 5, Vargas 6; Carrillo 6,5 (28’ s.t. C. Pizarro 6), Ballon 5,5, Lobaton 6 (28’ s.t. Yotun 6), Cueva 6 (26’ Ramos 6); Farfan 6; Guerrero 6,5. (Penny, Libman, Cespedes, Riojas, Requena, Hurtado, Reyna, Retamoso, J. Sanchez). All. Gareca. ARBITRO Argote (Ven) 4. NOTE Spettatori 45.651. Espulso Zambrano (P) al 20’ p.t. per doppia ammonizione. Ammonito Cueva (P). Tiri in porta 8-5. Tiri fuori 8-4. Angoli 5-4. In fuorigioco 4-2. Recuperi: 1’ p.t.; 3’ s.t.


Calcio R La guida

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Tutti d’accordo, è la «Copa del mate»

1La bevanda tipica sudamericana protagonista al torneo. E una volta Gargano la offrì a papa Francesco... Giulio Di Feo INVIATO A CONCEPCION (CILE)

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taliani e sudamericani sono popoli simili con riti diversi. Se per noi bere un caffè sottintende molto più che il consumo della bevanda, in Sudamerica c’è il mate. Argentini e uruguaiani, ma anche paraguaiani e certi brasiliani, non si sottrae nessuno. Alla Copa America non fa distinzioni di classe: calciatori, giornalisti, dirigenti, inservienti, tutti col recipiente. COS’È? Molti fanno il paragone con il tè, ma l’unico tratto in comune è che si tratta di un’infuso, di erba mate appunto. Dicono faccia bene al cuore, per evitare l’invecchiamento, per dare energia. Qui finisce il minimo comun denominatore, e co-

GRUPPO A CILE MESSICO ECUADOR BOLIVIA

GRUPPO B ARGENTINA URUGUAY PARAGUAY GIAMAICA

GRUPPO C BRASILE COLOMBIA PERÙ VENEZUELA

PARTITE Cile-Ecuador Messico-Bolivia Ecuador-Bolivia Cile-Messico Messico-Ecuador Cile-Bolivia

minciano le scuole di pensiero. La prima, fondamentale: con palo o sin palo, cioè con o senza gli steli della foglia. Cambia il sapore (amaro o dolce) e, sostengono i puristi, anche le proprietà nutritive. I fanatici del mate amaro sostengono che quello dolce non sia mate. Dalla fermata del bus alla tribuna stampa, chi lo beve si concede tutto il tempo per la preparazione. C’è il recipiente, di zucca o metallo, e la bombilla, una cannuccia di metallo con la punta piatta che fa da filtro. Lì infilare l’erba, bagnarla con poche gocce, mescolare e riempire d’acqua calda. E poi «compartir», perché il mate serve a socializzare. Se ci si scambia il mate vuol dire che si è tra amici, si parla, si ride. Gli argentini hanno recipienti piccoli, a volte colorati, anche griffati con gli stemmi delle squadre, gli uruguaiani ne usano più spesso e hanno tazze ben più grandi, spesso ricoperte di pelle.

Altra differenza: un argentino si ferma a bere, un uruguaiano sorseggia anche a passeggio. E capisci che è vero quando vedi camminare la Celeste dallo spogliatoio al bus. Chiedi se qualche calciatore si è distinto nell’utilizzo, e ti parlano di Gargano. Un giorno col Parma andò in udienza in Vaticano e si portò tutta l’attrezzatura. Papa Francesco lo vide e gli fece: «Sei uruguaiano, vero? Solo un uruguaiano si presenta così. Anche il tuo presidente Mujica venne da me così…», e gli prese la coppa per due sorsi. Qualche problema a La Serena: ai tifosi non lo lasciavano portare sugli spalti, per non rischiare che tazze e bombillas potessero diventare oggetti contundenti. «Forse in Cile non lo sanno, in Uruguay lo portiamo allo stadio», fa uno. «Ce ne faremo uno amaro prima di salire in curva», risponde quello accanto.

MATTINA 7, 7.15, 7.30, 7.45 Gazzetta News 8, 8.30, 8.45 Gazzetta News - Copa America 9 Argentina-Paraguay 11.05 Perfection: momenti di gloria 11.30 Campioni a confronto 12.05 Bomber - Di Natale 13 Gazzetta News 13.30 Gazzetta News

POMERIGGIO 14 Gazzetta News 14.30 Diario cileno - Dentro la Copa America 15 Argentina-Paraguay 17.05 Bomber - Totti 18 Perfection: momenti di gloria 18.30 Campioni a confronto 19 Calcio Mercato 19.30, 20 Gazzetta News

(ora italiana)

CLASSIFICA PT G V N P GF GS

2-0 0-0 2-3 3-3 1-2 5-0

PARTITE Uruguay-Giamaica Argentina-Paraguay Paraguay-Giamaica Argentina-Uruguay Uruguay-Paraguay Argentina-Giamaica

1-0 2-2 1-0 1-0 1-1 1-0

PARTITE Colombia-Venezuela Brasile-Perù Brasile-Colombia Perù-Venezuela Colombia-Perù Brasile-Venezuela

0-1 2-1 0-1 1-0 0-0 2-1

CILE

7 3 2 1 0 10 3

BOLIVIA

4 3 1 1 1 3

7

ECUADOR

3 3 1 0 2 4

6

MESSICO

2 3 0 2 1 4

5

CILE

1

URUGUAY

0

CILE

2

1

PERÙ

1

SEMIFINALI Santiago BOLIVIA

7 3 2 1 0 4

2

PERÙ

PARAGUAY

5 3 1 2 0 4

3

Temuco ARGENTINA

4 3 1 1 1 2

2

0 3 0 0 3 0

3

CLASSIFICA PT G V N P GF GS BRASILE

6 3 2 0 1 4

3

PERU'

4 3 1 1 1 2

2

COLOMBIA

4 3 1 1 1

1

1

VENEZUELA

3 3 1 0 2 2

3

FINALE

Santiago

ARGENTINA

GIAMAICA

SERA 20.30 Diario cileno - Dentro la Copa America 21 Argentina-Paraguay 23 Gazza Summer Show Anteprima 23.30 Calcio Mercato 24 Fuori Campo - Prima Tv 0.30, 1 Calcio Mercato 1.30 Cile-Perù 3.30 Calcio Mercato

QUARTI DI FINALE

CLASSIFICA PT G V N P GF GS

URUGUAY

Walter Gargano offre a papa Francesco il mate durante l’udienza del pontefice al Parma il 1 febbraio 2014

© RIPRODUZIONE RISERVATA

3

CILE

5

-

d.c.r.

COLOMBIA

4

Viña del Mar BRASILE PARAGUAY Concepción

-

4/7 ore 22 -

Santiago ARGENTINA

-

FINALE 3° posto

Nella notte 4

PARAGUAY

d.c.r.

Concepción

-

PERÙ

-

4/7 ore 1.30

5

Concepción

-

Quarti e semifinali (e finalina per il 3° posto) non hanno i supplementari ma subito i rigori; in finale, invece, si disputano prima i supplementari come sempre.

L’ALBO D’ORO 1916 1917 1919 1920 1921 1922 1923 1924 1925 1926 1927 1929 1935 1937 1939

URUGUAY URUGUAY BRASILE URUGUAY ARGENTINA BRASILE URUGUAY URUGUAY ARGENTINA URUGUAY ARGENTINA ARGENTINA URUGUAY ARGENTINA PERU

1941 1942 1945 1946 1947 1949 1953 1955 1956 1957 1959 1959 1963 1967 1975

clic

I MARCATORI ARGENTINA URUGUAY ARGENTINA ARGENTINA ARGENTINA BRASILE PARAGUAY ARGENTINA URUGUAY ARGENTINA ARGENTINA URUGUAY BOLIVIA URUGUAY PERU’

1979 1983 1987 1989 1991 1993 1995 1997 1999 2001 2004 2007 2011

PARAGUAY URUGUAY URUGUAY BRASILE ARGENTINA ARGENTINA URUGUAY BRASILE BRASILE COLOMBIA BRASILE BRASILE URUGUAY

Il duello è tra cileni Vidal sorpassato dal compagno Vargas 4 gol (Vargas, Cile), 3 gol Vidal (2 rig, Cile), Guerrero (Perù) 2 gol Aguero (Arg), Aranguiz (Cile), Vuoso (Mes), Barrios (Par), Moreno (2 rig, Bol), Bolanos, Valencia (Ecu), Jimenez (Mes) 1 gol Messi (1 rig), Higuain (Arg); Neymar, D. Costa, T. Silva, Firmino e Robinho (Bra), Valdez, Benitez e D. Gonzalez (Par), Cueva, Pizarro (Perù), Rodriguez (Uru), Miku, Rondon (Ven), Raldes, Smedberg (Bol); Murillo (Col); Isla, Sanchez, Medel (Cile); Gimenez (Uru) 2 autoret1 Raldes (Bol), Medel (Cile)

COME SINTONIZZARE IL VOSTRO TELEVISORE E VEDERE IL CANALE 59

Arturo Vidal, 28 anni AP

● SEGUIRE LE SEGUENTI PROCEDURE Se possiedi Tv o Decoder Digitale Terrestre 1. Premere il tasto MENU sul telecomando 2. Selezionare Impostazioni/Avanzate 3. Posizionarsi sulla Sintonizzazione automatica 4. Impostare modalità di sintonia dei canali su DTV 5. Posizionarsi sul pulsante Avvia scansione e premere il tasto OK per avviare la ricerca Se possiedi una Sky Digital Key 1. Premere il tasto MENU del telecomando Sky e premere OK per accedere al digitale terrestre 2. Premere il tasto rosso (Ricerca) e lasciare invariata la configurazione 3. Premere due volte il tasto rosso (Avvia ricerca)

IL CASO

Errori su errori, arbitri nella bufera 1Il peruviano Guerrero accusa: «Contro il

Cile cose strane. Con quanto successo alla Fifa sarebbero situazioni da analizzare»

Stefano Cantalupi INVIATO A CONCEPCION (CILE)

«L

a più grossa banalità che sia mai stata detta nel calcio è che l’arbitro bravo è quello che non si nota», ripeteva Pierluigi Collina. Che per look e personalità, in effetti, non era proprio l’uomo invisibile. I fischietti della Copa America non devono pensarla in maniera mol-

to diversa a giudicare da quante attenzioni sono piovute sul loro operato dall’inizio del torneo. Ma Collina voleva solo mettere l’accento sulla centralità della figura, non certo invitare tutti a manie di protagonismo e decisioni bizzarre. Messaggio che qui, forse, non è passato. AVANTI CILE Iniziamo dalle partite dei padroni di casa. L’ospitalità è la solita: quando una nazio-

Paolo Guerrero, 31 anni ACTION IMAGES

nale gioca davanti alla sua gente, le rivali hanno sempre il sospetto che venga trattata con un occhio di riguardo. Dal rigore generoso trasformato da Vidal nel match d’esordio alla non-ammonizione dello juventino per la manata a Zambrano, dal gol in fuorigioco di Vargas col Perù alla gestione folle del quarto con l’Uruguay. «Ho visto cose curiose: un gol in fuorigioco, un rigore che non ci è stato concesso. Con il Cile che gioca in casa abbiamo avuto molti imprevisti e con tutto quello che succede nella Fifa, ci sarebbero molte cose da analizzare», diceva ieri con rabbia Paolo Guerrero. Tre espulsioni sulle 7 del torneo

hanno colpito le squadre opposte a quella di Sampaoli (a cui però, va detto, sono stati annullati i gol regolari di Sanchez col Messico e Vargas col Perù). RICCI La designazione del venezuelano Argote al posto del più solido Orozco per la semifinale del Nacional non ha convinto nessuno, sebbene il messicano fosse l’uomo del «esto es America» rivolto ad Aguero, che protestava per il gioco duro colombiano. E delle ammonizioni-diffida al Kun, a Messi e a Mascherano. Argentini che hanno accolto malissimo anche la scelta del brasiliano Ricci per la sfida di Concepciòn col Paraguay, visti i disastri del caso Jara-Cavani. Ogni Ricci un capriccio, ma stavolta qualche motivo per lamentarsi c’era davvero. © RIPRODUZIONE RISERVATA

M

PASSAGGIO D’AUTORE di Filippo Conticello

PUBBLICO E COMPAGNI NON LO CAPIVANO, MA HO SEMPRE TROVATO PIÙ INTERESSANTE L’AUTOGOL. IL GOL È VOLGARE, SCORTESE. L’AUTOGOL È UN GESTO DI INDIPENDENZA ROBERTO BOLAÑO SCRITTORE CILENO


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MERCOLEDÌ 1 LUGLIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT


MERCOLEDÌ 1 LUGLIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

OPINIONI La vignetta

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di Stefano Frosini

CLEMENTE RUSSO Pugile azzurro ● Perdiamo un grande luminare della nutrizione. Ci mancherai Prof. @ClementeRusso (sulla scomparsa di Arcelli)

FEDERICA BRIGNONE Sciatrice azzurra ● Allenamento con @manuelamoelgg @chiaracostazza @BassinoMarta #forzagambe @FedeBrignone

M’BAYE NIANG Attaccante del Milan ● Rossonero ancora per due anni, sono molto contento grazie @acmilan per la fiducia, è un orgoglio @MBaye9Niang

La richiesta di rinvio a giudizio

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T

ra un rinvio a giudizio e una condanna c’è la stessa differenza che passa tra una bicicletta e una moto guidata da Valentino. Per questo Tavecchio e Malagò fanno benissimo a difendere Antonio Conte. Il problema piuttosto è un altro: il c.t. ha ancora voglia di combattere contro le ombre di Scommessopoli che non lo abbandonano, stando seduto sulla panchina azzurra? Soprattutto il c.t. avrà la serenità necessaria per guidare l’Italia agli Europei se poi all’inizio dell’anno prossimo la situazione dovesse esplodere? I mercanti da cacciare dal tempio sono altri. Non certo il c.t. che è così convinto della sua innocenza da aver ripetutamente chiesto il giudizio immediato. Conte ha

cercato con ogni mezzo a sua disposizione di uscire dall’inchiesta per potersi dedicare soltanto alla nazionale. Non cerca una via di fuga, ma una via che gli cancelli finalmente ogni peso. I suoi legali gli hanno più volte fatto capire che, con i tempi della giustizia italiana, il suo caso finirebbe con ogni probabilità con una prescrizione. Ma lui rinuncerebbe a tutto pur di fare in fretta e chiudere per sempre con un passato che continua ad inseguirlo. Adesso tocca a lui e soltanto a lui dire se ha ancora la serenità necessaria per affrontare un Europeo sulla panchina azzurra dopo che l’archiviazione a cui puntava non si è verificata. Il Conte della Juventus era riuscito nell’impresa. Aveva affrontato il processo sportivo, incassata la squalifica per omessa denuncia, ma non aveva perso per strada la grinta e la determinazione con cui ha costruito una Juventus imbattibile. Anzi, aveva trasformato la rabbia accumulata, in energia positiva.

Oggi la vicenda assume contorni diversi. Conte si sente perseguitato, vede fantasmi dietro ogni angolo. Sa di avere alle spalle la Federazione e pure il Coni, ma potrebbe non bastargli per riacquistare la serenità necessaria per occupare una posizione delicata come quella di commissario tecnico azzurro. In questo caso però il suo futuro non dipende da un gup, un gip o un tribunale. Dipende soltanto da se stesso e da quello che ha nella sua testa, nei suoi pensieri. Soltanto lui può dare le risposte giuste alle domande di queste ore. Non ci sono avvocati che tengano. Non ci sono memoriali che servano. Soltanto Conte sa che Conte andrà in panchina all’Europeo con un’ombra seduta accanto a lui. Se solo avesse un minimo dubbio, non dovrebbe fare altro che alzarsi e salutare. Togliersi i sassolini dalle scarpe e mandare a quel paese chi crede. Perché un c.t., prima di tutto, deve avere a cuore l’Italia e non se stesso. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Tifosi per caso

PENSIERI E PAROLE DELLE STAR DEL PALLONE LO SPUNTO A BOCCI di ALESSANDRA email: abocci@rcs.it twitter: @picobocci

F

edele alla linea, Antonio Cassano esagerò. «Più del Milan c’è solo il cielo». Passato all’Inter, se la cavò con una licenza poetica: «Dopo il cielo c’è l’Inter». Poveri calciatori. Stressati da domande spesso uguali, non hanno il coraggio di dichiarare che loro da piccoli tifavano solo per la Stella Rossa, il Den Bosch o il Kaiserslautern, il West Ham o l’Heart of Midlothian, che suona molto chic. E neppure possono uniformarsi all’ovvietà di nominare le squadre più potenti del mondo: Real Madrid, Barça, Manchester United. A Roma devono sempre dire che non vedevano l’ora di giocare con Totti, a Milano che sono cresciuti con i filmati del Milan degli olandesi o con la grande Inter (su questa definizione bisogna fare chiarezza, è

improbabile che Kondogbia da bambino seguisse Armando Picchi). Per i francesi capitati alla Juve funzionano sempre Platini e Zidane: vanno su tutto, come il grigio. Idem per i brasiliani ingaggiati dalla Roma: alzi la mano chi fra loro non ha indugiato su Falcao e Cerezo. Però, diventato bianconero, Emerson confessò il disagio: «Non so perché la prima domanda che ti fanno a Roma è sempre su Totti». Una volta emigrati si può alzare il tiro. Ma non è facile sfuggire alla morsa del tifo diplomatico. Javier Zanetti arrivò all’Inter 22enne dal Banfield e raccontò di andare pazzo per l’Inter per via di Angelillo. Scelta azzeccata per non farsi azzannare, come capitò a Ruud Gullit che, portato nella sala dell’argenteria di casa Milan, se ne uscì con un candido «Rivera chi?». Per andare sul sicuro meglio il classico «non vedevo l’ora di arrivare, da bambino seguivo sempre le partite di...» riempite voi i puntini, come nei quesiti della Settimana

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Roma e la candidatura olimpica

CONTE, PERCHE’ DIPENDE TUTTO DA LUI IL COMMENTO ELLONI di UMBERTO ZAPELLONI

23

Enigmistica: Juve, Inter, Milan, Napoli, Roma eccetera. L’importante è non esagerare. Bakaye Traorè arrivato a Milanello giurò di aver giocato alla playstation soltanto con il Milan, «mi piacevano Kakà, Sheva, Seedorf». Ci può stare. Finì sopra le righe Klaus Berggreen che in anni lontani assicurò di aver sempre sognato di giocare nel Pisa. Per andare sul sicuro con il galateo delle dichiarazioni si consiglia di giocare sui colori: Mandzukic ha raccontato che la sua prima squadra, il Marsonia, aveva maglie originali della Juve. Viva il bianconero, insomma. Il tifo interista non ha impedito a Ibrahimovic di giocare con Juve prima e Milan dopo, ma è questione di personalità: con quel fisico, Ibra può dire quello che vuole. In fondo il più onesto è stato Balotelli, tanto tifoso del Milan da cantare l’inno nello spogliatoio dell’Inter. La fine è nota. Forse è meglio non dire la verità.

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LA CULTURA DEL NO È COME UNA RESA PORTO FRANCO CO RTURII di FRANCO ARTURI email:farturi@gazzetta.it etta.it twitter: @arturifra

L

a corsa a ostacoli continua. Nei giorni scorsi la candidatura di Roma all’Olimpiade del 2024 ha superato la prova insidiosa del voto del Consiglio comunale. Ma non sono rose e fiori nemmeno per l’avversaria più tosta, Parigi. Ne fanno fede le dichiarazioni di Philippe Villemus, ex direttore marketing del Mondiale di calcio ‘98, il quale ritiene che il successo potrebbe venire solo attraverso «intrallazzi e corruzione». Restiamo a casa nostra. Il fronte del no è in pieno movimento: la prima pagina del Corriere della Sera di ieri ha ospitato un editoriale di Ernesto Galli della Loggia nella sostanza contrario alla candidatura romana per l’Olimpiade 2024. Il tempo s’è fermato. Era l’estate del 1997, infatti, quando l’autore scriveva dalla stessa postazione contro la candidatura di Roma ai Giochi del 2004. Rilievi pesanti, a partire dal «fortissimo blocco di interessi» e dallo «stretto rapporto fra politica e affari». Un mese dopo Galli rincarava la dose in un secondo intervento di quella che fu una vera e propria campagna anti Roma olimpica: scese in campo anche Sua Maestà Indro Montanelli, che sparse calce viva sull’iniziativa, secondo il suo stile indimenticabile. Oggi il noto editorialista impiega toni più soft. Perfino qualche riga iniziale possibilista con questa conclusione «…ogni entusiasmo, ogni speranza, ogni promessa, poggiano su solidissime fondamenta». Ma si tratta di un artificio retorico, visto che il resto dell’articolo argomenta lungamente il pollice verso: previsioni di costi incerti, inesistenti benefici sui posti di lavoro e sull’afflusso turistico, avidità del Cio, eredità pesanti di infrastrutture. Solo le buone intenzioni non vengono messe in dubbio. Gli anni non passano invano: nel 1997 non erano state citate. Del resto, credo che se si

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facesse un sondaggio, l’opinione di Galli sarebbe maggioritaria nel Paese. Con un’altra motivazione più spicciativa, però: ruberebbero tutti, specie a Roma. Ma essere in minoranza ci spaventa poco. Il primo problema è culturale: che lo si voglia ammettere o no, in questo Paese c’è una forte diffidenza, a volte una vera e propria animosità, da parte degli intellettuali nei confronti dello sport, schiacciato dentro confini antistorici di «circences, oppio dei popoli» e simili rappresentazioni di tempi lontani. Indagarne i motivi ci porterebbe fuori strada. Il secondo piano è quello di considerare i Giochi e la loro organizzazione forzatamente «di qualcuno»: dell’istituzione sportiva, di un blocco affaristico e di potere, eccetera. E quindi contro «qualcun altro», cioè i cittadini onesti. Mai si considerano i cinque cerchi come un’impresa orgogliosa di un Paese intero e un’aspirazione ad essere grande e pulito. Intendiamoci: c’è una parte d’Italia che è la migliore alleata della cultura del no. È quella del malaffare, della speculazione, della corruzione. Patologie che si manifestano anche nello sport. Se parliamo di organizzazione di grandi eventi, per esempio, non si può non riflettere sullo sperpero di denaro pubblico per il Mondiale Italia 90 e su tutti gli scandali e l’esplosione di costi degli impianti relativi. Ma la risposta può essere unicamente il soffocamento della voglia di combattere questo cartello della negatività? Dobbiamo stare immobili a guardare per sempre le Olimpiadi degli altri perché noi non potremmo mai farcela in trasparenza? È una condanna a vita? Noi, azzerando l’enfasi, chiediamo una via d’uscita da questo tunnel. Il Paese deve poter sfidare se stesso e le sue arretratezze morali pensando di uscirne e dichiarando come. È proprio una questione agonistica: allenarci e lavorare duro per farcela. E alla fine smentire rispettosamente chi non ci credeva e voleva fermarci prima ancora di partire. Noi ci meritiamo un futuro.

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Formula 1 R Il personaggio

MERCOLEDÌ 1 LUGLIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

A Silverstone Hamilton vuole fare i numeri

L’INGLESE TRA I GRANDI DI TUTTI I TEMPI Dalle tabelle sottostanti si evince come Lewis Hamilton si collochi tra le stelle della Formula 1 all time. Sebastian Vettel, eguagliato nelle pole position, gli stà ancora davanti per numero di vittorie.

1Può staccare Stewart e diventare il pilota

VITTORIE 1 2 3 4 5

M. SCHUMACHER A. PROST A. SENNA S. VETTEL L. HAMILTON

leader per più GP consecutivi: basta un giro

91 51 41 40 37

Giovanni Cortinovis

U

na folla record per una gara che potrebbe sancire un nuovo record: a Silverstone, questo fine settimana, sono attesi 350 mila spettatori per il 9° appuntamento del Mondiale di F.1. Tra di loro anche Jackie Stewart che rischia di perdere un primato custodito da 45 anni. Potrebbe strapparglielo Lewis Hamilton, deciso a riscattare nella gara di casa il deludente GP Austria. Negli ultimi giorni Hamilton ha affidato i suoi pensieri al web. Prima ha fatto gli auguri di compleanno all’ex fidanzata Nicole Scherzinger su Instagram in cui la definisce «Cara amica». Poi sul sito Mercedes ha scaldato la tifoseria: «Silverstone è differente: non posso descrivere le sensazioni provate l’anno scorso. Vincere nel tuo Paese è qualcosa di diverso».

POLE 1 2 3 3 5 5

M. SCHUMACHER A. SENNA L. HAMILTON S. VETTEL J. CLARK A. PROST

68 65 45 45 33 33

PODI 1 2 3 4 5 5

M. SCHUMACHER A. PROST F. ALONSO A. SENNA K. RAIKKONEN L. HAMILTON

155 106 97 80 78 78

PODI DI FILA 1 2 3 4 5

M. SCHUMACHER USA 01–GIA 02 L. HAMILTON ITA 14–AUT 15 F. ALONSO TUR 05–CAN 06 S. VETTEL BRA 10–GB 11 S. VETTEL GER 13–BRA 14

45 ANNI Se lo augura anche Stewart, non più detentore solitario del primato di GP consecutivi con almeno un giro in testa: prima con la Matra e poi con la March, lo scozzese si trovò in testa di tutte le gare del Mondiale comprese tra il GP Usa 1968 (che vinse) e il GP Belgio 1970 (al comando solo al 2° giro), cioè 17 GP di fila: «Sono sorpreso che Schumacher non mi abbia battuto. Quando Prost ha superato il mio record di vittorie abbiamo festeggiato a champagne. Sarò felice di ripetermi con Lewis a Silverstone». Con i 3 giri in testa a Spielberg (Austria), grazie alla sosta anticipata di Nico Rosberg, anche Hamilton è arrivato a 17 GP consecutivi. A Silverstone gli basterà un solo giro al comando per diventare detentore solitario.

19 15 15 11 11

GARE IN TESTA* 1 2 3 4 5 *

L. HAMILTON UNG 14–AUT 15 17 J. STEWART USA 68–BEL 70 17 M. SCHUMACHER AUS 04–ITA 04 15 S. VETTEL GIA 10–GB 13 15 S. VETTEL CAN 13–BRA 13 13 CONSECUTIVE, ALMENO PER UN GIRO

A sinistra (foto grande) Lewis Hamilton, 30 anni, in azione durante il GP Austria vinto dal compagno Nico Rosberg: In basso, durante la parata in Canada. A destra, il pubblico di Silverstone festeggia la sua vittoria 2014 AFP-AP

SCHUMI ARRIVO Quinto al mondo nella classifica di SportsPro degli sportivi più com-

CONTRATTO 2016

1Mese decisivo: a Raikkonen servono risultati o addio Ferrari. Si tratta già con Williams

O

rmai il futuro di Kimi Raikkonen sembra segnato. Solo una svolta clamorosa può evitare il suo addio alla rossa. Per capirci, il finlandese di colpo dovrebbe fare tanti e tali risultati (magari una vittoria) da «obbligare» il Cavallino a tenerlo anche nel 2016. Uno scenario alquanto improbabile, considerando come le sue prestazioni si siano involute, dopo un inizio di stagione promettente culminato nel secondo posto in Bahrain. STRIGLIATA L’unico che confermerebbe Kimi a scatola chiusa è il compagno di squadra Sebastian Vettel, con cui la sinto-

UN BIS RARO Un podio, il suo 79° nel Mondiale (Ayrton Senna si fermò a 80), non sazierebbe comunque la fame di Hamilton che deve vedersela anche con la cabala: dal 2000, infatti, nessuno è riuscito a vincere a Silverstone 2 edizioni di fila. Ci riuscisse salirebbe a 38 trionfi in carriera, a 2 lunghezze da Sebastien Vettel e a 3 da Senna. Prima però Lewis punterà la pole, con cui staccherebbe il tedesco della Ferrari: con 45 a testa hanno davanti solo Senna e Schumacher. Sempre che gli convenga perché nelle ultime 5 edizioni del GP Gran Bretagna chi partiva in pole non ha mai vinto. Per di più, l’ultimo britannico a infilare l’accoppiata pole-vittoria nella gara di casa è stato Damon Hill nel 1994. © RIPRODUZIONE RISERVATA

MotoGP: Bradl operato allo scafoide

Kimi, ultima chiamata: c’è Bottas Luigi Perna

mercializzabili, Hamilton prosegue anche l’inseguimento a un altro primato: con la Ferrari dal GP Usa 2001 al GP Giappone 2002 Schumacher collezionò 19 podi consecutivi (12 vittorie, 6 secondi e 1 terzo). Hamilton è arrivato a 15 podi di fila, eguagliando Fernando Alonso che realizzò questa striscia con la Renault dal GP Turchia 2005 al GP Canada 2006. L’ultima volta in cui Lewis ha mancato il podio è stato al GP Belgio di 10 mesi fa quando si ritirò dopo aver patito un contatto nelle battute iniziali.

nia è totale. Ma, per quanto conti, non sarà il parere del tedesco quello decisivo. Come ha sottolineato Maurizio Arrivabene a Zeltweg, dopo il botto fra Raikkonen e Alonso, la scelta non sarà basata solo sulle prestazioni, ma anche sull’intesa fra Kimi e la squadra. E certe incomprensioni fra il pilota e gli ingegneri, sfociate quest’anno in critiche pubbliche, non hanno giovano nella valutazione del finlandese. Quella in Austria, dopo l’errore nelle qualifiche, sembra sia costata a Raikkonen anche una bella ramanzina da parte del team principal. MANOVRE La gara di domenica a Silverstone sembra così avere per Kimi già i contorni dell’ulti-

ma spiaggia. La decisione dovrebbe essere presa entro fine mese, anche se sarà ufficializzata a cavallo dei GP di Spa e Monza. Arrivabene non ha né la voglia né l’interesse ad anticipare i tempi, visto che manca più di mezza stagione e la Ferrari si ritroverebbe con un Raikkonen totalmente demotivato. Di certo, però, la scuderia di Maranello si è mossa per sondare le alternative. La più probabile sembra portare all’altro finlandese Valtteri Bottas, in scadenza di contratto con la Williams. La Ferrari avrebbe spinto perché il team inglese non rinnovi l’opzione con il pilota. Bottas, per inciso, guadagna circa 3 milioni di euro all’anno contro i 12 di Raikkonen. E all’operazione potrebbe esse-

re favorevole anche Toto Wolff, team principal Mercedes e azionista Williams, in quanto manager dello stesso Bottas. Per Valtteri, che ha 25 anni contro i 35 di Kimi, è infatti il momento di fare il salto di qualità, dopo i podi 2014, e l’ipotesi di restare alla Williams per un anno, in attesa che si liberi in Mercedes il posto di Nico Rosberg, appare remota, soprattutto se il tedesco conquistasse il Mondiale. In quanto a Nico Hulkenberg, che si è rilanciato con il trionfo alla 24 Ore di Le Mans, non entusiasma l’idea di avere un team tutto tedesco a Maranello. Mentre Daniel Ricciardo è blindato fino al 2018 con Red Bull, nonostante sogni di guidare la rossa. E poi, che direbbe Vettel? © RIPRODUZIONE RISERVATA

● Il tedesco Stefan Bradl, caduto sabato in MotoGP ad Assen, è stato operato per la frattura dello scafoide destro. A forte rischio la partecipazione al

GP di Germania (12 luglio). STOP CWM (mau.bru.) Dal GP di Silverstone la CWM non sarà più title sponsor del team Lcr di Lucio Cecchinello.

Il Direttore e le redazioni de La Gazzetta dello Sport, partecipano al dolore della famiglia per la perdita di

La direzione, le redazioni e le segreterie de La Gazzetta dello Sport, Gazzetta.it, Sportweek e GazzettaTv partecipano con grande affetto al dolore di Gianluca per la scomparsa dell adorato papà

Enrico Arcelli pioniere della medicina e della dietologia sportiva, storico collaboratore della Gazzetta. - Milano, 30 giugno 2015. Maurizia, Alberto con Marina, Pino con Gilda Sorbini partecipano al profondo dolore della moglie Angela e dei figli Francesca e Marco, per l improvvisa scomparsa del

Prof. Enrico Arcelli grande amico, grande maestro di vita e grande scienziato. - Milano, 30 giugno 2015. Partecipa al lutto: La Fondazione Paolo Sorbini. I fratelli Sorbini, insieme a tutti i colleghi di Enervit e di Equipe Enervit piangono l improvvisa scomparsa del

Prof. Enrico Arcelli grande innovatore, grande uomo di sport e grande esempio per tutti. - Milano, 30 giugno 2015. Partecipano al lutto: Il Consiglio di Amministrazione e il Collegio Sindacale di Enervit SpA. Il Presidente della FIDAL, Alfio Giomi, a nome di tutta l atletica italiana, esprime profondo cordoglio per la scomparsa del

Prof. Enrico Arcelli indimenticabile figura di uomo che ha dedicato una parte molto importante della sua vita all atletica con un fondamentale contributo nell ambito della ricerca.- Un eredità preziosa per il nostro sport. - Roma, 30 giugno 2015.

Federico Gasparini e sono vicini a tutti i familiari. - Milano, 30 giugno 2015. Gli amici di SportWeek sono vicini a Gianluca per la perdita del caro papà

Federico - Milano, 30 giugno 2015. Caro Gianluca, ti stringiamo forte nel giorno in cui saluti il tuo amato papà

Federico vicini con tutto il nostro bene anche a Irene e Andrea.- Enrico e Silvia. - Milano, 30 giugno 2015. Gli amici di ViviMilano sono vicini con affetto a Gianluca, Irene e Andrea nel dolore per la perdita di

Federico - Milano, 30 giugno 2015. Il Presidente del CONI, Giovanni Malagò, il Segretario Generale, Roberto Fabbricini, i membri di Giunta e Consiglio Nazionale, sono vicini al dolore di Oreste Perri per la scomparsa dell adorata mamma

Anna Braghieri - Roma, 30 giugno 2015.


Ciclismo R Sabato la partenza da Utrecht, in Olanda 1

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4-26 LUGLIO

IL PERCORSO 21 TAPPE E 3360 KM, DUE PROVE CONTRO IL TEMPO ● Il 102° Tour partirà sabato 4 luglio da Utrecht, in Olanda, per terminare il 26 a Parigi dopo 21 tappe e 3360 km. Al via ci saranno 22 team e 198 corridori. La partenza, la sesta olandese nella storia della Boucle, sarà data con una crono individuale di 13,8 km. Nella quarta tappa previsti sette settori in pavé (13,3 km), sei inseriti nella Roubaix; nella nona, cronosquadre a Plumelec (28 km). Due i giorni di pausa, 13 e 21 luglio. Alpe d’Huez alla 20ª, prima dell’arrivo ai Campi Elisi.

MERCOLEDÌ 1 LUGLIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

CINQUE ARRIVI IN SALITA DOPO 2 ANNI TORNA L’ALPE D’HUEZ ● Oltre al Muro di Huy, 3ª tappa, e Mur de Bretagne, 8ª, il gruppo arriverà in salita a La Pierre Saint Martin (HC) alla 10ª, Plateau de Beille (HC) alla 12ª (primo Pantani nel 1998), Pra-Loup (2ª cat.) alla 17ª, La Toussuire (1ª cat) alla 19ª e sulla mitica Alpe d’Huez (HC) alla 20ª e penultima tappa

Basso, l’ultimo Tour «Mi vuole Contador non potevo dire no» 1Dopo il Giro il varesino farà pure la Grande Boucle

«Mi ritaglierò un ruolo nuovo. A Parigi tirerò una riga»

Claudio Ghisalberti

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van Basso è stato in bilico fino all’ultimo, ma sabato a Utrecht, quando l’edizione numero 102 del Tour de France prenderà il via, ci sarà anche lui. Forse la Tinkoff-Saxo ne avrebbe pure fatto a meno, conquistata dalle prestazioni del danese Juul Jensen, ma al momento del dunque ha pesato di più la volontà del capitano. Alberto Contador ha parlato con Basso, gli ha detto che lui ci teneva e gli ha chiesto se se la sentiva di esserci: ottenuto il sì, ha imposto la sua volontà al team. Del resto, nonostante il varesino abbia vinto due Giri e non abbia mai vestito, neppure per un giorno, la maglia gialla, si è sempre considerato un uomo da Tour. Basso, da dove ricominciamo? «Da due cose. La prima è l’emozione particolare di provare ad aiutare un fuoriclasse come Alberto a fare doppietta. La seconda è che mi rimetto in gioco sicuro che posso ancora fare un certo tipo di lavoro». Beh, vedendo il Giro... «Vero, non ho sempre portato a termine il compito. Al Tour però avrò un ruolo diverso e che potrò svolgere al meglio, più di fatica che di rifinitura. In salita ci penseranno Majka e Kreuziger ad aiutare Alberto».

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● Gli italiani al Tour: Nibali, Scarponi, Cimolai, Bono, Pozzato, Trentin, Malori, D. Caruso, Oss, Quinziato, Guarnieri, G. Caruso, Paolini, Bennati, Tosatto e Basso.

te dal primo all’ultimo metro. Appena parti, senti quello dietro che ti appoggia le leve dei freni nelle natiche, se non sei più che portato ti finisci in un secondo». Il primo ricordo? «La mia prima tappa nel 2001: Leblanc che abbassa la bandiera del via e si scatena l’inferno per oltre un’ora. Poi ho capito perché, l’importanza del Tour».

Il giorno in cui s’è sentito più forte? «Nel 2004, quando ho vinto a La Mongie. Sapevo che mia madre sarebbe morta pochi giorni dopo. Avevo una motivazione super».

Il favorito per questa edizione? «Alberto. Ha vinto la Vuelta 2014, il Giro, la Route du Sud...». Nibali? «Un grande. L’ho visto benissimo al Tricolore. Ha maturato la capacità di preparare al meglio i grandi appuntamenti. Lo metto sullo stesso piano di Quintana e Froome». Provi a metterli in fila «Impossibile fino alla cronosquadre. Quella tappa sarà lo spartiacque perché le prime otto tappe non saranno banali con le volate finali. Ci saranno vento, strappi, pavé....Si spenderà molto».

R«Al Tour la testa

può fare la differenza più delle gambe: c'è uno stress travolgente»

Che squadra sarà la Tinkoff? «Ben bilanciata tra esperienza e forza atletica. Bennati sarà importantissimo, lui è una garanzia totale». Sagan si dovrà arrangiare da solo in volata «Peter è un fuoriclasse e un cor-

CLASSICHE DI OTTOBRE

ridore leale, nei ventagli lavora per cinque. Poi per le volate... prima arriviamoci». Contador ci teneva che lei ci fosse «Sì. Al Tour la testa può fare la differenza più delle gambe. È una corsa dallo stress travolgen-

Appunto. E la giornata di Cambrai? «Andiamo domani (oggi, ndr) a fare il sopralluogo. Quella tappa è più rischiosa, nella cronosquadre servono più gambe. Le forze si misureranno lì». Decimo Tour. Anche l’ultimo? «A Parigi io e la squadra tireremo una riga e decideremo cosa è meglio per il futuro». © RIPRODUZIONE RISERVATA

È morto Arcelli Col record dell’ora cambiò il ciclismo

1La corsa più antica

1Aveva 75 anni, fu

Eugenio D’Alessio

U

no, due e quattro ottobre: Milano-Torino, Gran Piemonte e Lombardia. Aprite le agende e segnate questi appuntamenti. Rcs Sport/ Gazzetta hanno reso noto il programma del trittico delle classiche d’autunno, che dopo il Mondiale di Richmond — dal

DOPING

Non c'è fine: Appollonio positivo all'Epo

Davide Appollonio, 26, di Isernia

D

avide Appollonio positivo all’eritropoietina. Il 26enne molisano, pro’ dal 2010 quando debuttò con la Cervelo per poi passare a Sky e Ag2R prima di approdare all’Androni in questa stagione, 3 vittorie in carriera (nessuna nel 2015, dove s’è piazzato 3 volte nei primi 10 al Giro), è stato pizzicato il 14 giugno in un controllo a sorpresa dell'Uci. La notizia lo ha raggiunto mentre si stava imbarcando da Roma per la Romania, dove doveva disputare il Tour di Sibiu. E la positività ha scatenato l’ira di Gianni Savio. «Ho appena saputo la cosa e ne ho immediatamente parlato con l’avvocato Napoleone. Con il corridore ho preferito non parlare perché sono furioso. Se le controanalisi, che ha chiesto, confermeranno la positività, noi saremo durissimi, inflessibili e spietati. Il doping è un crimine, quindi chi si dopa è un criminale. Stupido aggiungo. Voglio anche ricordare una cosa: tutti i nostri corridori hanno firmato, davanti a un notaio di Viareggio, un regolamento sanitario interno. Chi viola le leggi antidoping deve pagare una penale di 100mila euro, oltre agli eventuali risarcimenti danni». c. ghis.

LUTTO

Il Trittico Gazzetta: Milano-Torino, Piemonte, Lombardia (1876) sarà di nuovo organizzata da Rcs Sport. Poi Gran Gala ad Abu Dhabi

DOPPIETTA GIRO-TOUR LA FANNO IN 24: HANSEN RECORD ● I 24 corridori della doppietta GiroTour: Kangert, König, Porte, Contador, Basso, Kreuziger, Rogers, Tosatto, D. Caruso, Bak, Greipel, Adam Hansen (12° grande giro consecutivo: record), Henderson, Geschke, Paolini, Gerrans, Durbridge, Matthews, Weening, Uran, Kruijswijk, Hesjedal, Chavanel, Clement

Nel 2001 ha sfiorato la maglia bianca. «Settima tappa, Strasburgo-Colmar: ero in fuga con Jalabert. Caduto all’ultima curva dell’ultima discesa. Frattura della clavicola. La maglia bianca l’ho vinta l’anno dopo».

Il posto più bello? «I Campi Elisi. Non senti più la fatica, solo la grande bolgia dei tifosi. Eccezionale».

Milano, 31 maggio: Ivan Basso, 37 anni, accompagna Alberto Contador in trionfo a Milano BETTINI

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20 al 27 settembre, Usa — avvierà gli appassionati verso la grande chiusura di stagione. LE DATE Si parte giovedì 1 ottobre con la Milano-Torino, la classica più antica (prima edizione 1876). Dopo tre anni di organizzazione esterna, la 96ª edizione tornerà a Rcs Sport. Nell’albo d’oro ci sono, tra gli altri, Girardengo (5 centri, suo il record), Magni, Saronni, Moser, ma anche Contador, re nel 2012. Venerdì 2, invece, torna il Gran Piemonte, ultima edizione nel 2012. Rcs Sport serve il tris domenica 4 con una chiusura d’eccellenza, il Giro di Lombardia: attesi sul percorso da Bergamo a Como i corridori top

Il Lombardia a Daniel Martin BETTINI

del panorama mondiale, inclusa la nuova maglia iridata. Il giorno dopo, presentazione del 99° Giro d’Italia, al via il 6 maggio 2016 da Apeldoorn, in Olanda, dove resterà per tre tappe. Basta così? No: dall’8 all’11 si volerà in Asia per la 1ª edizione dell’Abu Dhabi Tour, Gran Gala della stagione firmato Gazzetta. © RIPRODUZIONE RISERVATA

nello staff di Moser Nel calcio introdusse la figura del preparatore atletico

U

n infarto: a 75 anni è morto così Enrico Arcelli. Laureato in medicina (aveva tre specializzazioni: medicina dello sport; medicina del lavoro; scienza dell’alimentazione e dietologia), Arcelli è stato, attraverso libri e giornali, anche un grande divulgatore della scienza applicata allo sport. Ha fatto di parte di quella

straordinaria équipe che ha cambiato i metodi di allenamento nel ciclismo e non solo, quella che ha portato al record dell’ora di Francesco Moser nel 1984, sulla pista di Città del Messico. Con lui c’erano il professor Giovanni Tredici, Alberto e Paolo Sorbini, il compianto Aldo Sassi, oltre al professor Francesco Conconi, il biomeccanico Antonio Dal Monte e Virgilio Ferruccio Ferrari, inventore del frequenzimetro. «Sono addolorato per la perdita di un amico e una grande persona, un professionista serio e scrupoloso, che ha portato lo sport in una dimensione di eccellenza», ha detto il campione trentino. Ma l’impegno di Arcelli non si è

Enrico Arcelli e la bici di Moser MOSNA

limitato al ciclismo, ma ha riguardato anche sci, tennis e basket (ha collaborato ai tempi della grande Ignis), atletica e calcio. Proprio in questo sport ha in pratica introdotto la figura del preparatore atletico. Per 24 anni ha messo il suo sapere a servizio di varie squadre tra le quali Juventus, Chelsea e Milan. Attualmente era dietologo dell’Inter. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Tennis R Wimbledon tocchi delicati a rete. Un pomeriggio con il sorriso in bocca e racchiuso in una semplice parola: «Serenità, finalmente. Adesso sono sereno, il lavoro che sto portando avanti comincia a dare i suoi frutti, spero da qui alla fine della stagione di tornare ai livelli di febbraio, di giocare tornei da protagonista».

FRAGOLE & PANNA Rafa: «Erba asciutta. Più facile muoversi» Luca Marianantoni

I

l Centre Court ha accolto con un lungo applauso l’esordio di Roger Federer che ha iniziato il suo 17° Wimbledon con un netto successo sul bosniaco Damir Dzumhur, battuto dallo svizzero anche al recente Roland Garros. «E’ sempre eccitante giocare su questo campo, un privilegio riservato a pochi di cui ho beneficiato un sacco di volte; non so nemmeno quante, ma sono tantissime». Federer non ha concesso palle break ed è stato abile a fare in fretta per evitare di sciogliersi al caldo. «In passato non sarei stato così spietato; con l’età che avanza è meglio rimanere concentrati e arrivare al traguardo il prima possibile». Lo svizzero è atteso dal bombardiere Sam Querrey che ha sparato 30 ace all’olandese Igor Sijsling in appena 3 set. NADAL E MURRAY Oltre a Federer, c’è stato spazio anche per Rafael Nadal e Andy Murray. Lo spagnolo ha impiegato quasi il doppio del

Fabio Fognini, 28 anni, nel 2014 è arrivato al 3° turno a Wimbledon. Quest’anno ha conquistato l’Australian Open in doppio con Bolelli

Fognini è già caldo «Ora sono sereno» 1Fabio passeggia nei 30 gradi di Londra: «Il riposo

dopo Parigi mi ha fatto bene». Anche Giorgi e Seppi ok

Riccardo Crivelli INVIATO A LONDRA

F

Rafa Nadal, 29 anni AFP

tempo dello svizzero per domare il brasiliano Thomaz Bellucci che è riuscito in due occasioni a strappare la battuta al maiorchino: «Devo ancora migliorare il mio rendimento al servizio, ma sono sulla strada giusta. Il caldo rende l’erba molto asciutta, è più facile muoversi e si rischiano meno infortuni». Andy Murray invece ha giocato tre set con il kazako Mikhail Kukushkin che lo ha impegnato a fondo dal primo all’ultimo punto. HALEP E BOUCHARD OUT Già fuori Simona Halep, numero 3 del mondo. La rumena, lontanissima dalla miglior condizione fisica, si è fatta rimontare dalla slovacca Jana Cepelova, numero 106 del mondo. A casa anche Eugenie Bouchard, impallinata dalla cinese Ying Ying Duan. La canadese, che lo scorso anno aveva raggiunto la finale, perde un sacco di posizioni rischiando di uscire dalle prime 25 del mondo. FUORI GLI ALTRI AZZURRI Paolo Lorenzi ha perso in tre set da Jiri Vesely dopo aver mancato tre set point nel primo set, Luca Vanni è stato battuto in quattro set da James Ward e Karin Knapp si è ritirata contro Magdalena Rybarikova dopo aver sprecato un set point con un doppio fallo. © RIPRODUZIONE RISERVATA

a caldo. Molto caldo. Così caldo che sembra di stare a Melbourne a gennaio e non a Londra a fine giugno. Tanto che la direzione del torneo è costretta a tirar fuori dai cassetti impolverati le «heat rules», le regole sul clima che consentono di prendere un timeout di 10’ tra il secondo e il terzo set quando la temperatura supera i 30.1 gradi (e ieri eravamo a 29 e rotti). I bookmakers, che da

questi parti sono legge, hanno già scommesso che in settimana si batterà il primato della giornata più torrida sotto il cielo di Wimbledon, risalente al primo giovedì del 1976, quando si arrivò a 34.6. E se Serena Williams fa sapere su Twitter di aver trascorso un po’ del pomeriggio immersa in una vasca ghiacciata dopo l’allenamento e di essersi ritirata dal doppio con Venus per evitare insolazioni, la Kvitova utilizza i metodi spicci per sfuggire ai 40 gradi che si percepiscono sul Centrale, battendo la povera Bertens in 35

minuti. Non è record, la famosa finale tra Graf e Zvereva di Parigi ‘88 durò un minuto di meno, ma certo impressionano i 29 punti su 30 ottenuti con il servizio dalla campionessa in carica. SERENITA’ Insomma, è un mondo che cambia. Deve essere davvero così, se Fognini motteggia scherzoso con l’arbitro Ramos dopo un punto contestato e non molla mai la racchetta di mano, dopo che l’anno scorso ne aveva rotte un paio e si era preso 27.000 dollari di multa per oscenità varie, uscendo dal

Club con la fama di demonio. Fermo dalla sconfitta con Paire al Roland Garros, Fabio scavalla in poco più di un’ora e mezza il primo ostacolo erbivoro della stagione, il piccoletto del Wisconsin e coetaneo Tim Smyczek, che in Australia aveva portato al quinto Nadal. Non inganni la prospettiva del saldo negativo errori-vincenti (3034), perché la statistica non racconta di un match nel quale è il numero 28 del mondo a dettare tempi e ritmi, a pungere con il dritto da fondo, a trovare angoli mirabili di rovescio, a ricamare

RESPIRO Forse aveva solo bisogno di vacanze, e allora sia benedetta la settimana di stop che si è preso dopo Parigi. Forse doveva approcciare l’erba con divertimento e senza pressioni, e così si spiega la scelta di giocare solo un’esibizione per prepararsi ai prati di Church Road. Coach José Perlas ne ha assecondato gli umori: «Lo abbiamo deciso di comune accordo dopo aver prodotto il massimo sforzo fisico e mentale fino al Roland Garros. Abbiamo giocato tutti i tornei sulla terra, quindi meglio respirare per qualche giorno». Borg ha vinto 5 Wimbledon senza mai giocare una partita ufficiale sull’erba prima di Londra, Djokovic dal 2011 passa direttamente dalla terra a questi campi e senza scomodarli con la grandezza delle loro carriere, Fabio guarda ai prossimi passi con ottimismo: «Questo è un torneo molto particolare, devi adattarti a una superficie che affronti per un mese soltanto. L’anno scorso feci la stessa scelta e arrivai al terzo turno». Dalla sua parte di tabellone occhieggia Nadal, per un possibile ottavo assai stimolante: «Non ci penso, voglio solo concentrarmi sul secondo turno contro Pospisil. Sull’erba le partite ti possono sfuggire in un niente, ma se servi bene te la puoi giocare con tutti». ALTRA DIMENSIONE Lo sa bene la Giorgi, che con una battuta vincente annulla il secondo set point sul 6-5 del primo set alla brasiliana Pereira e poi si invola verso il secondo turno (come anche Seppi, facile sul tenero inglese Klein) con la forza di un destino che gli scommettitori londinesi giudicano già di possibile gloria, da 19a favorita, lei che in tabellone è la testa di serie numero 31. Certo, aver vinto il primo torneo in carriera proprio sull’erba, una settimana fa in Olanda, conta e non poco: «Mi ha portato in un’altra dimensione, soprattutto per me stessa. Questa è la superficie dove posso esprimere meglio il mio gioco». Tirare e non pensare: attente a Camila. © RIPRODUZIONE RISERVATA

LA CURIOSITÀ

Donne che allenano gli uomini. E vincono 1Murray ha scelto la Mauresmo ed è cresciuto, Kukushkin ha sposato la sua coach. Istomin agli ordini di mamma LONDRA

C

herchez la femme. Non è difficile, stavolta. Basta dare un’occhiata lassù, ai box dei giocatori. Sguardi, gesti, sorrisi. Nulla di proibito, sia chiaro, nulla per cui il Centrale frema per lo scandalo: il rischio che corrono Murray e Kukushkin, infatti, è semplicemente quello di sbagliare coach quando cercano consigli con un breve cenno d’intesa. Perché entrambi hanno scelto di farsi guidare da una donna, i soli tra i top 100 insieme a Istomin, che è seguito da mamma Klaudiya. E se lo scozzese, con la Mauresmo, ha un rapporto esclusivamente lavorativo, il kazako (nato in Russia) l’allenatrice, la signora Anastasia, se l’è addirittura sposata.

SCELTA CONTROCORRENTE Alla fine, lo strano derby degli angoli tecnici al femminile lo vince

Murray, solido al servizio (14 ace) e aggressivo da fondo, nonché veloce con la lingua come suo solito: «Essere il marito di chi ti allena? No, non credo funzionerebbe con Kim (Sears, sua moglie da aprile, peraltro figlia di un maestro di tennis, ndr): lei mi sta insegnando tante cose, però non del mio sport». Quando Andy, giusto un anno fa appena prima di Wimbledon, scelse Amelie, a qualche migliaio di chilometri di distanza Kukushkin si sentì finalmente meno solo: «L’ho ammirato molto, credo che alla fine per essere un buon allenatore e capire le dinamiche di chi ti sta a fianco il sesso non conta. Ma sono sicuro che se facciamo un sondaggio tra i giocatori, la grandissima maggioranza continuerebbe a ritenerla una sciocchezza». RUOLI SEPARATI Eppure, senza la sua Anastasia, Mikhail oggi sarebbe un uomo e un giocatore diverso, o forse non sarebbe più

Amelie Mauresmo, ex n.1 al mondo e coach di Andy Murray. A destra in alto Kukushikin con la moglie-coach Anastasia. Sopra: Istomin con la mamma

neppure un tennista: «L’ho conosciuta alla scuola dello Spartak, io giocavo e lei studiava per diventare coach. Nel 2009 ero attorno al 250° posto mondiale, non vedevo un futuro e Anastasia ha cominciato a darmi consigli tecnici, sulla preparazione, sui movimenti da fare in cam-

RAndy: «Quando ho

voluto Amelie mi hanno dato del pazzo, ora vedono i risultati e stanno zitti»

po. Al torneo di Mosca sono arrivato in semifinale partendo dalle qualificazioni e ho capito di aver trovato la mia strada con lei». Si sono sposati due anni dopo e la signora Kukushkina continua ad aver ben chiara la separazione dei ruoli: «Molti pensano non sia professionale mischiare lavoro e vita privata, ma è sufficiente tenerli distinti: quando siamo in campo, sono l’allenatrice e quando siamo a casa, sono la moglie. E poi, diciamo che so come motivarlo». Se c’è uno che non scherza sull’argomento, è appunto Murray: «Ricordo i commenti di un anno fa, sulla follia della mia scelta. E adesso che gioco meglio di prima, che ho vinto sulla terra quando non ci ero mai riuscito, improvvisamente il silenzio. Non conta se hai un allenatore uomo o donna, ma quanto sei disposto a condividere con lui». E così sia. ri.cr © RIPRODUZIONE RISERVATA


Atletica R Diamond League VOLÉE DI ROVESCIO di PAOLO BERTOLUCCI

ESORDIO SENZA FATICA PER FEDERER E DJOKOVIC IL BELLO DEVE ANCORA VENIRE

MERCOLEDÌ 1 LUGLIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Bolt: «Dolori a una gamba Salto Parigi e Losanna»

1Il giamaicano dà forfeit ai prossimi due meeting: «Mi fa male dai 200

a New York, due giorni di cure e riparto». Pechino sempre più in dubbio

Simone Battaggia

Antigua: il 20enne Francis 19”76 sui 200 Ma manca il video

I Roger Federer, 7 titoli a Londra AP

Novak Djokovic, n.1 al mondo AFP

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bosniaco Dzumhur troppo acerbo e limitato tecnicamente. Lo svizzero ha dominato la partita in lungo e in largo pescando a piene mani per la gioia degli spettatori nel suo infinito repertorio. Durante queste partite i big cercano di limare le imperfezioni di trovare il giusto feeling con la palla di prendere confidenza con il morbido tappeto e di sperimentare nuove soluzioni. Per loro l’importante sarà farsi trovare pronti per la seconda settimana quando gli ostacoli si faranno più complicati, gli avversari chiederanno il massimo sforzo e tutto dovrà funzionare alla perfezione

er i primi due favoriti del singolare maschile, Novak Djokovic e Roger Federer, l’ingresso nel torneo di Wimbledon non poteva rivelarsi più comodo e confortevole. Il serbo pur avendo saltato le prove di avvicinamento ha accusato solo qualche incertezza nelle fasi iniziali. Cercava gli appoggi trovava alcuni angoli e diversi tagli. Appena sentito di avere in mano la partita è tornato a muoversi con la consueta abilità e con la solita destrezza scavando un solco importante e mettendo alle corde il povero Kohlschreiber. Ancor più agevole si è dimostrata la sfida per Roger. Alle prese con il

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GAZZETTA.IT TUTTI PAZZI PER LE FRAGOLE Sul nostro sito tutti i giorni cronache e tempo reale dei match sull'erba di Church Road. E poi video, interviste, highlights e fotogallery dei momenti curiosi. Questo spettatore fa il pieno delle mitiche fragole di Wimbledon

l mistero attorno a Usain Bolt si infittisce. Ieri, con un comunicato, il giamaicano ha annunciato il forfeit ai prossimi due meeting di Diamond League. Quello di sabato a Parigi, dove avrebbe dovuto correre sui 100, e quello di giovedì 9 luglio a Losanna, nel quale invece sarebbe stato atteso sui 200. La comunicazione era accompagnata da una diagnosi precisa. Dopo una visita al dottor MüllerWohlfahrt, è emerso un «blocco dell’articolazione sacro-iliaca» che pregiudica la funzionalità della gamba sinistra, restringendone il movimento e mettendo pressione a ginocchio e caviglia. Un fastidio — si scrive — che risale all’ultima sua gara, cioè ai 200 corsi il 13 giugno a New York e vinti, tra mille fatiche, in un 20”29 che stride con la storia dei sei volte olimpionico. Il comunicato del management sottolinea che oggi e domani Bolt resterà a Monaco per essere sottoposto alle cure del medico, per poter poi riprendere gli allenamenti e «poter difendere i suoi titoli ai Mondiali di fine agosto a Pechino». «Mi dispiace di non essere in grado di competere a Parigi e a Losanna — è il pensiero di Bolt —. Mi piace correre in quei meeting, ma al momento non sono in grado di competere al cento per cento. Non vedo l’ora di tornare ad allenarmi». APPANNATO Appena giovedì, l’uomo che detiene i primati del mondo dei 100 — 9”58 — e dei 200 — 19”19 — aveva rinunciato ai Trials giamaicani. Quel giorno il manager, Ricky Simms, ha

● (si.g.) Dai Trials di Antigua e Barbuda, a St. John’s, spunta un risultato incredibile: 19”76 nei 200 del 20enne Miguel Francis, con vento contro (-1.1). Sarebbe il secondo tempo al mondo quest’anno. Di lui si sa poco, aveva 20”31 di pb in maggio alle isole Cayman, si allena con Glen Mills (Bolt e Blake) da un anno e l’unico piazzamento è il terzo posto nei 200 ai campionati centroamericani juniores 2014. Del filmato non c’è traccia, solo una foto dell’atleta davanti al tabellone luminoso col tempo ottenuto.

Usain Bolt, 28, nella sua ultima gara, i 200 del 13 giugno a New York AFP

gettato acqua sul fuoco spiegando che Bolt era stato iscritto per un test sui 100 contro Blake, Powell e Carter, e che una volta constatato che non ce ne sarebbe stato bisogno, l’iscrizione era stata ritirata. Nessun cenno, quindi, all’infortunio venuto a galla ieri e che ora viene riferito ai 200 di New York. In quell’occasione, Bolt aveva ammesso di aver corso «molto male» e di aver effettuato «forse la peggiore curva della mia carriera». La stagione non era iniziata molto meglio. Nelle sue quattro uscite in gare

individuali — esclusi quindi i Mondiali di staffette —, Bolt ha timbrato un 10”12 sui 100 in un’esibizione a Rio de Janeiro e, sui tre 200 corsi, non è andato al di là del 20”13 del 26 maggio a Ostrava. Per trovare una stagione durante la quale non è sceso sotto i 10” sui 100 o sotto i 20” sui 200, bisogna tornare a ritroso fino al 2003, quando compì 17 anni. FISICO E TESTA Quest’anno invece Bolt va per i 29 e i dubbi sulla sua presenza in Cina aumentano. Soffre da sempre di

problemi alla schiena, e da sempre sa quanto sia difficile rimettersi in moto e recuperare una condizione accettabile. Riuscirà, nei due mesi scarsi che mancano ai Mondiali, a far ripartire il corpo e la testa? Di sicuro, difficilmente si accontenterà di una condizione mediocre, nella stagione in cui Justin Gatlin sta piazzando delle enormi mine sotto al suo regno. Il 19”57 corso domenica ai Trials statunitensi è stato solo l’ultimo segnale lanciato dall’iridato dei 100 ad Atene 2004. Quest’anno lo statunitense è già sceso quattro volte sotto i 20 secondi nei 200, e sui 100 vanta un 9”74 e un 9”75. La rivalità tra i due è forte, anche se negli ultimi tempi hanno preferito ignorarsi, lasciando che fossero gli entourage a scannarsi con le polemiche, anche sulle delicate questioni della sfera doping. Per uno come il giamaicano, che ha sempre dato maggiore peso alle vittorie rispetto ai record, lo scontro diretto di Pechino si annuncia comunque durissimo, anche in condizioni perfette. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Golf R Il caso

LA GUIDA Fuori Lorenzi, Vanni e Knapp. Oggi la Errani Risultati del primo turno a Wimbledon (Gb, 37.028.000 euro, erba). UOMINI Vesely (R. Cec) b. LORENZI 76(7) 7-6(6) 6-4; Ward (Gb) b. VANNI 67(4) 6-2 6-4 6-3; Bedene (Gb) b. Stepanek (R. Cec) 7-5 1-6 4-6 6-3 6-4; Mannarino (Fra) b. Berrer (Ger) 6-7(4) 6-0 6-4 6-1; Mahut (Fra) b. Krajinovic (Ser) 7-6(4) 6-4 3-6 7-5; Monfils (Fra) b. Carreno (Spa) 6-4 6-4 7-5; Andujar (Spa) b. Garcia-Lopez (Spa) 3-6 6-4 36 7-5 6-4; Coric (Cro) b. Stakhovsky (Ucr) 4-6 7-6(5) 6-2 1-6 9-7; Haase (Ola) b. Falla (Col) 6-2 3-6 6-4 6-2; Simon (Fra) b. Almagro (Spa) 6-4 6-4 7-5; Rosol (R.Cec) b. Gulbis (Let) 7-6(2) 6-3 7-6(4); Murray (Gb) b. Kukushkin (Kaz) 6-4 7-6(3) 6-4; Pospisil (Can) b. Millot (Fra) 7-6(2) 3-6 6-7(4) 7-6(4) 6-3; Kavcic (Slo) b. Sugita (Japan) 7-6(3) 63 7-6(5); Lopez (Spa) b. Darcis (Bel) 6-2 7-6(4) 6-4; Nadal (Spa) b. Bellucci (Bra) 6-4 6-2 6-4; Tsonga (Fra) b. Muller (Lus) 7-6(8) 6-7(3) 6-4 3-6 6-2; Querrey (Usa) b. Sijsling (Ola) 7-5 6-3 6-4; Troicki (Ser) b. Nedovyesov (Kaz) 6-1 6-4 3-6 6-3; Ramos (Spa) b. Istomin (Uzb) 6-2 6-2 3-2 rit.; Federer (Svi) b. Dzumhur (Bos) 6-1 6-3 6-3; Groth (Aus) b. Sock (Usa) 6-3 3-6 6-3 6-3; FOGNINI b. Smyczek (Usa) 6-4 6-3 62; Basilashvili (Geo) b. Bagnis (Arg) 6-4 7-6(3) 6-2; Duckworth (Aus) b. Jaziri (Tun) 7-6(2) 6-2 3-6 3-6 7-5; Karlovic (Cro) b. Ymer (Sve) 6-7(2) 6-2 6-4 76(2); SEPPI b. Klein (Gb) 6-3 6-2 6-2; Brown (Ger) b. Yen-Hsun (Tai) 3-6 6-3 7-5 6-4; Dolgopolov (Ucr) b. Edmund (Gb) 7-6(4) 6-1 6-2; Bautista (Spa) b.

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Bemelmans (Bel) 6-1 6-3 7-6(6); Paire (Fra) b. Youzhny (Rus) 6-4 6-4 6-3; DONNE Rybarikova (Slk) b. KNAPP 7-6 (6) 3-0 rit; Arruabarrena (Spa) b. Parmentier (Fra) 6-4 6-2; Cornet (Fra) b. Konjuh (Cro) 6-2 6-2; Soler (Spa) b. Karatantcheva (Bul) 2-6 6-2 7-5; Bacsinszky (Svi) b. Goerges (Ger) 6-2 7-5; GIORGI b. Pereira (Bra) 7-6(4) 6-3; Govortsova (Bie) b. Mitu (Rom) 6-1 6-1; Kuznetsova (Rus) b. Siegemund (Ger) 6-3 6-4; Jankovic (Ser) b. Vesnina (Rus) 6-4 3-6 10-8; Cepelova (Slk) b. Halep (Rom) 5-7 6-4 6-3; Pliskova (R.Cec) b. Smitkova (R.Cec) 3-6 7-5 7-5; Radwanska (Pol) b. Hradecka (R.Cec) 6-3 6-2; Yingying (Cina) b. Bouchard (Can) 7-6(3) 6-4; Niculescu (Rom) b. Puig (P.Rico) 5-7 6-3 6-1; Tomljanovic (Cro) b. Koukalova (R. Cec) 6-3 6-4; Watson (Gb) b. Garcia (Fra) 1-6 6-3 86; Rodina (Rus) b. Robson (Gb) 6-4 6-4; Nara (Giap) b. Linette (Pol) 3-6 6-3 4-3 rit. ; Lucic (Cro) b. Shvedova (Kaz) 7-5 6-7(5) 7-5; Pavlyuchenkova (Rus) b. Barthel (Ger) 6-7(3) 7-6(4) 6-2; Kvitova (R.Cec) b. Bertens (Ola) 6-1 6-0; Svitolina (Ucr) b. Doi (Giap) 3-6 6-3 62; Muguruza (Spa) b. Lepchenko (Usa) 6-4 6-1. OGGI Centre Court (ore 13): Djokovic (Ser) c. Nieminen (Fin), Nishikori (Giap) c. Giraldo (Col), Serena Williams (Usa) c. Babos (Ung). Campo 12 (ore 11:30) Stosur (Aus) c. Urszula Radwanska (Pol), ERRANI (Ita) c. Krunic (Ser). TV Diretta Sky Sport 2 dalle 13.

«Scommesse proibite» Nei guai Mickelson, il buono 1Esempio spesso

opposto a Tiger, avrebbe puntato clandestinamente milioni di dollari

Phil Mickelson, 45 anni, per tre volte vincitore del Masters ma mai trionfatore allo Us Open EPA

Massimo Lopes Pegna CORRISPONDENTE DA NEW YORK

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uando Phil Mickelson vinse il Masters nel 2010, meno di cinque mesi dopo lo scandalo di sesso che aveva travolto Tiger Woods, il Los Angeles Times scrisse: «Non ce l’abbiamo con Tiger, ma forse c’era bisogno di un altro tipo d’eroe». Lui: Phil. Il ragazzone che invece delle amanti ha una moglie ammalata di cancro (poi guarita) che bacia e stritola con un abbraccio subito dopo quel trionfo. Il buon padre di famiglia con il sorriso sempre stampato sul faccione da americano medio. LUMINARE Quello era il dottor Mickelson, luminare del golf che ha vinto cinque Major (il primo però solo nel 2004), ma detiene il record negativo di sei secondi posti allo U.S. Open

senza un trionfo. Campione, ma tanto simile all’uomo comune. Adesso si scopre che quel volto simpatico e pacioso ha anche un lato oscuro che lo trasforma in Mr. Hyde. Emergono brutte faccende di scommesse proibite. L’altro ieri, Gregory Silveira di 56 anni ha patteggiato di fronte a un giudice federale per un reato di riciclaggio di denaro sporco (2.75 milioni di dollari) che potrebbe mandarlo in prigione per 60 anni. Sono i soldi inviatigli da uno scommettitore clandestino che non viene identificato perché non indagato, ma che in un documento viene indicato con le iniziali PM. Per il programma investigativo Outside the Lines della Espn si tratterebbe di Phil Mickelson, per il momento non legalmente incriminabile. Ma quell’ombra scura dietro il suo aspetto solare era già affiorata l’anno scorso, quando il suo nome era stato fatto nel corso di

un’indagine, sempre dell’Fbi, per aggiotaggio, insomma per informazioni segrete su operazioni di titoli (della Clorox) in cui erano coinvolti il miliardario Carl Icahn e il giocatore d’azzardo Billy Walters. Alla fine ne era uscito pulito e il suo unico commento sulla vicenda fu: «Non ho mai fatto niente di male». Nell’ambiente si sa che Phil è un incallito scommettitore, un problema che forse gli sta sfuggendo di mano. Non c’è pace sui green: dopo Tiger ora tocca anche al buono delle favole. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Molinari qualificato per il British Open Da domani è a Parigi ● Giornata di tregenda per Francesco Molinari, bloccato sull’Eurostar a Calais sulla via per Parigi dove da domani gioca l’Open di Francia. Dopo diverse ore di attesa è tornato a Londra. Il più giovane dei fratelli del golf italiano si sarà consolato con la raggiunta qualificazione per l’Open Championship, terzo major stagionale in programma a St.Andrews dal 16 al 19 luglio.


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Basket R Serie A

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A TU PER TU CON...

CONTENUTO PREMIUM

TUTTO MERCATO Carambola di playmaker De Nicolao a Reggio

Andrea De Nicolao, 23 anni

Pioppi-Rossi Meo Sacchetti, 61 anni, sulla panchina della Dinamo Sassari dal 2009. Da giocatore ha vinto l’oro all’Europeo di Nantes ‘83 e l’argento ai Giochi di Mosca ‘80 CIAMILLO

Sacchetti

«IO, SASSARI, LO SCUDETTO E NON E’ FINITA» IL COACH CAMPIONE D’ITALIA GUARDA AL FUTURO: «STESSA FILOSOFIA, ANCHE IN EUROLEGA» L’INTERVISTA di VINCENZO DI SCHIAVI

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mpegni istituzionali, comparsate televisive, bagni di folla. L’agenda post scudetto di Meo Sacchetti ci rimanda l’immagine di un uomo sulla cresta dell’onda, il profeta di una nuova frontiera con la sua pallacanestro anticonformista e vincente. «Siamo in tour in tutta la Sardegna — racconta felice —. Ed è giusto così perché un trasporto del genere nessuno se lo aspettava. Tutta l’isola ci ha sorretto, ha tifato per noi ed è giusto condividere il trionfo tutti insieme». Insomma va automaticamente all’incasso Meo il grande, che personaggio lo è a prescindere per certi suoi anticorpi che lo preservano dalla banalità. Sacchetti, comincia, col passare dei giorni, a realizzare che incredibile stagione avete regalato a voi stessi e ai tifosi? «Non ancora. A bocce ferme, quando sarò in vacanza, sicuramente succederà. Al momento affiorano dei flash: le sfide con Trento, la serie con Milano, il tiro di Cinciarini e la tripla di Logan in gara-6. Abbiamo dovuto sempre ribaltare il fattore campo, viaggiando in salita. A volte hanno deciso gli episodi e quindi la fortuna ci ha aiutato, ma abbiamo avuto il merito di arrivarci. Ripenso spesso a gara-7 contro Milano: il tiro libero lo abbiamo sbagliato di proposito per andare a rimbalzo e ne abbiamo presi due. Significa che avevamo fame, che ci abbiamo creduto e che per noi la partita non era ancora finita. Ecco, penso che questo sia stato il nostro

grande merito: una durezza mentale incredibile che ci ha permesso di rimettere in piedi partite che sembravano finite». Visto che è sulla bocca di tutti, ci spieghi la sua pallacanestro in due concetti. «Parto da una domanda: se fossi uno spettatore che basket vorrei vedere? L’idea è quella di offrire un prodotto che piaccia alla gente e se diventa vincente tanto meglio. Io penso che il pubblico ami una pallacanestro in cui si esaltano le caratteristiche fisiche e tecniche del singolo, capace di creare sfide entusiasmanti e mai scontate, a discapito di certi equilibri o dettami tattici che, giocando in questo modo, non sono facili da preservare. I riscontri televisivi non sono mancati: questo basket piace. Secondo punto: penso sia meglio avere un tiro in transizione con ottimi tiratori su cui poter contare, che una palla fatta girare di mano in mano per poi trovare una conclusione negli ultimi secondi. Non cerco il possesso perfetto, ma giocatori forti fisicamente, di grande tecnica, anche se magari non sono impeccabili nelle letture». Si è parlato a lungo di attriti tra lei e il presidente Sardara. «Ci siamo immusoniti, a un certo punto della stagione, in situazioni in cui non ci siamo parlati direttamente ma arrovellandoci su parole che ci sono state riportate. Ci siamo sempre detti le cose in faccia, ma quest’anno non lo abbiamo sempre fatto. Meglio scontrarsi ma essere chiari, altrimenti

spuntano pettegolezzi di ogni tipo. Ciarameddi li chiamano a Sassari». Lawal e Logan sembrano in uscita. Si parla di Eyenga come nuovo acquisto. Sarà ancora rifondazione? «Il g.m. Pasquini ha una lista di nomi su cui lavorare. Abbiamo giocatori che ormai sono fuori budget e non possiamo permetterci di aspettare che ci dicano di no. Lawal, anche se non ce lo ha ancora detto formalmente, ha la porta aperta per andare via, su Logan non lo so anche se leggo di interessamenti nei suoi confronti. Eyenga è un’ipotesi abbastanza concreta, è un giocatore molto atletico. Pasquini sa bene quali sono gli elementi che fanno al caso mio». Dopo una stagione del genere difficile non alzare l’asticella. Con che spirito ripartirete? «Dopo un’annata del genere il rischio è che l’asticella passi dal salto in alto al salto con l’asta. Ribadiamo quindi alcuni concetti: la nostra struttura tecnico-manageriale è valida, ha costruito una squadra dalla mentalità vincente che quest’anno ha toccato l’apice. Quindi l’idea è quella di rimanere competitivi, giocacela su tutti i fronti, ben sapendo che non siamo il Real Madrid o il Barcellona. Inoltre, discorsi triti e ritriti del tipo: “Sassari è da scudetto” oppure “Milano questo titolo non lo può perdere”, in questo momento in cui le squadre sono tutte da costruire, non hanno proprio senso».

E l’Eurolega? «Sono curioso. La prima volta è stata vissuta con entusiasmo, anche se il livello fisico ci ha spiazzato. Quella è un’altra dimenHA DETTO sione. Non costruiremo la squadra in quell’ottica ma un roster un po’ più fi«Io e Sardara? Ci sico per poter competere degnamente eravamo immusoniti dovremo allestirlo».

per colpa del chiacchiericcio»

«Basta dogmi, nuovi impianti e la Nazionale: così il basket crescere»

Lei ha rivelato: «Varese è stata molto vicina a riportarmi a casa» «Vero. Succede da un paio d’anni, poi non se ne fa nulla. Meglio non pensarci più. Anche perché vorrebbe dire che un ciclo si è chiuso e invece il mio ciclo a Sassari è tutt’altro che chiuso».

Tre aspetti che la nostra pallacanestro dovrebbe migliorare. «Da punto di vista tecnico dobbiamo smettere di ragionare per categorie. Non esiste un solo modo per giocare a basket nè uno vincente rispetto agli altri. Punto secondo: per fare un passo avanti servono nuovi impianti. Il prodotto diventa godibile se ha una location adeguata. La finale scudetto ha dimostrato che dobbiamo migliorare molto in questo senso. Il terzo punto riguarda la Nazionale: possiamo fare un buon Europeo con l’obiettivo di qualificarci all’Olimpiade. E’ uno snodo fondamentale: avere una Nazionale competitiva è imprescindibile per la crescita del movimento». © RIPRODUZIONE RISERVATA

È

un possibile giro di playmaker ad animare il mercato di A. Milano, che ha riportato Flavio Portaluppi nel ruolo di gm e riaccolto Alberto Rossini come team manager, nei prossimi giorni incontrerà l’agente di Andrea Cinciarini, che ha tempo fino al 10 luglio per decidere di uscire dal proprio contratto con Reggio Emilia. Nel frattempo gli emiliani hanno esteso fino al 2017 l’accordo con il direttore sportivo Andrea Frosini ed hanno liberato Drake Diener. E poi, ieri sera, hanno ingaggiato De Nicolao che è uscito dal contratto con Verona e prenderà il posto di Mussini. In caso di partenza di Cinciarini, uno degli obiettivi potrebbe essere Luca Vitali, nel fine settimana atteso a Cremona per un incontro con il presidente Aldo Vanoli, che gli ha prospettato un ruolo centrale all’interno del nuovo progetto. Se i lombardi dovessero perdere il capitano, valuterebbero Giuseppe Poeta come regista titolare. Ufficiale il biennale a Marco Cusin e l’ingaggio di Elston Turner, piace Michele Antonutti. Brindisi-Bucchi: aria di divorzio, con Avellino pronta a rilevare il contratto. Cambio al vertice della Reyer: dopo 9 anni, il presidente (e neo sindaco) Luigi Brugnaro cede la carica a Federico Casarin, pur rimanendo proprietario. Confermato anche Michele Ruzzier. Andrea Zerini è ai dettagli con Pistoia. EUROPA E USA Pero Antic lascia Atlanta e firma un biennale con opzione per un terzo anno con il Fenerbahce Istanbul. Ufficiale l’arrivo di Sasha Djordjevic sulla panchina del Panathinaikos. Come vice avrà Sani Becirovic. Sasha Kaun lascia il Cska e firma con i Brooklyn Nets. Qualora i Chicago Bulls non riuscissero a confermare Mike Dunleavy Jr. (che piace ai Cavs), potrebbero puntare sul ritorno di Marco Belinelli. Denver sta per firmare un triennale garantito con Nikola Jokic, 20enne serbo di 2.11, mvp dell’ultima Lega Adriatica col Mega Leks Belgrado, scelto dai Nuggets col 41 al draft 2014. MONDIALE U19 Gli azzurrini di Capobianco chiudono la 1a fase con un k.o. contro il Canada 78-54 (Flaccadori 13), terminando al 2° posto nel girone. Oggi gli ottavi contro la Repubblica Dominicana.


Pallavolo R Presentati i documenti

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Superlega a 12 squadre Ma Piacenza è in dubbio

1Il presidente Molinaroli: «Ci siamo iscritti, ma se non troviamo

soci e soldi, ci ritiriamo a metà luglio». Corsa in extremis a Latina

Matteo Marchetti

IL MERCATO

I

n extremis il puzzle della Superlega sistema i suoi pezzi. Almeno per ora, perché non è detto che quando verranno stilati i calendari a fine luglio le 12 iscritte siano ancora presenti. I tasselli da sistemare prima del termine fissato per ieri erano due: Latina e Piacenza. Gli emiliani consegnano la fidejussione e le liberatorie dei giocatori dopo una nottata insonne del presidente Molinaroli e dei procuratori, i laziali si presentano ai blocchi di partenza dopo «uno sforzo enorme, in cui la passione è stata più forte di altre logiche» spiegano i dirigenti. DUE RINUNCE Così sul traguardo non si ingrossa il gruppo di chi, pur avendo conquistato il diritto sul campo, rinuncia alla massima serie e che comprende la neopromossa Potenza Picena (resta in A-2) e Altotevere Città di Castello. Dunque Superlega a 12, almeno fino a questo momento perché in un affollato incontro convocato nel pomeriggio lo stesso Molinaroli è chiaro: «Ci siamo iscritti, ma non è detto che parteciperemo al campionato». I dirigenti piacentini hanno da tempo intavolato trattative alla ricerca di aiuti economici per coprire il budget della prossima stagione, ma per ora nessuna si è concretizzata. «Presentando i documenti ci siamo garantiti ancora 10-15 giorni di tempo». Il termine per prendere una decisione definitiva è fissato intorno a metà luglio, oltre ovviamente non si può andare visto che, in caso di esito positivo, Piacenza deve anche costruire buona parte della squadra. «Di certo – dice Molinaroli – non ripeteremo la stagione scorsa. Se partiamo lo facciamo con un progetto serio, creando una formazione in grado di puntare al quinto-se-

Verona è belga ingaggiato Lecat

Guido Molinaroli, il presidente di Piacenza, viene lanciato in aria a Bologna: il Copra festeggia l’ultimo trofeo, la Coppa Italia 2014 TARANTINI

sto posto per poi crescere l’anno successivo». Nel caso non dovessero andare a buon fine le riunioni previste in questi giorni, oltre a perdere i 100mila euro di fidejussione si ripartirebbe dal settore giovanile e da una categoria inferiore (la B o meno) per un anno definito «sabbatico» cercando i fondi per ripresentarsi in Superlega nel 2017. «Oggi il problema minore è trovare una squadra che ti venda il titolo. Città di Castello e Potenza Picena non si sono iscritte e nessuno si è fatto avanti per rilevare la categoria». Ma quali sono

le opzioni in mano a Molinaroli per salvare la squadra? «Un avvocato piacentino sta facendo da tramite con la Bolton, multinazionale italiana e proseguono le trattative con un imprenditore locale e due realtà straniere». Però il tempo è sempre meno. ISCRITTE ALLA SUPERLEGA Latina, Civitanova, Modena, Molfetta, Monza, Milano, Padova, Perugia, Piacenza, Ravenna, Trento e Verona. ALLA A-2 Alessano (Le), Brescia, Cantù (Co), Castellana (Ba), Chiusi (Si), Castellana (Vt), Mondovì (Cn), Ortona (Ch), Potenza Picena (Mc), Reggio Emilia, Sora (Fr), Tuscania (Vt), Vibo Valentia e Club Italia

(r.p.) La Calzedonia Verona firma un biennale lo schiacciatore belga Francois Lecat, 22 anni, nelle ultime due stagioni al Noliko Maaseik (Belgio). QUI TRENTO (niba) La Trentino conferma Daniele Mazzone come terzo centrale, il posto-3 piemontese ha firmato un contratto biennale. Trento è vicina anche all’ingaggio dello schiacciatore Oleg Antonov, terzo dietro a Lanza e Urnaut. QUI MOLFETTA (fv) Il centrale Davide Candelalro e il regista cubano Raydel Hierrezuelo hanno prolungato di un anno il contratto con Molfetta. A SIENA (an.me.) La Emma Villas Siena (A2) ha ingaggiato Giacomo Raffaelli, 20 anni, reduce dall’esperienza con la nazionale azzurra agli European Games di Baku. Lo schiacciatore (ex Piacenza) è reduce dalle ultime tre stagioni nel Club Italia. QUI POTENZA (f.c.) Potenza Picena ha prolungato col 22enne palleggiatore, scuola Lube, Partenio. QUI MONZA (giu.ma.) Il Saugella Monza ingaggia Giulia Visintini per il ruolo di opposto. Friulana, classe 1995, Visintini arriva dalla Coveme San Lazzaro di Savena. QUI PESARO (cam.ca.) Pesaro ingaggia Joelle M’Bra, opposto classe ‘96 dal Rovigo Volley. QUI SOVERATO (f.s.c.) Dopo l’opposto Fresco e le due centrali Nardini e Travaglini, Soverato ha ufficializzato l’ingaggio del libero: Alessia Mastrilli. IN VENDITA A circa 4 mesi dagli Europei maschili che si svolgeranno dal 9 al 18 ottobre a Busto Arsizio, Torino, Varna e Sofia è partita la vendita dei biglietti: on line sul circuito Ticketone www.ticketone.it. VORONKOV DIMESSO Il tecnico della Russia campione olimpico nel 2012, Andrei Voronkov, si è dimesso dopo che la sua Nazionale ha perso finora tutte le partite della World League in questa stagione. Circola voce che sulla panchina russa possa tornare il tecnico che ha vinto l’oro olimpico a Londra, Alekno, da anni guida tecnica del Kazan.

BEACH VOLLEY

Menegatti-Orsi Toth dopo la tripletta Sfida verità con le ceche: «Si può fare» Mario Salvini INVIATO A ROTTERDAM (OLANDA)

T

re vittorie su tre, prime nel girone, testa di serie nei sedicesimi, certe di restare a Rotterdam, sul campo in cui hanno sempre giocato fin qui, evitando trasferimenti e soprattutto di dover sperimentare condizioni di vento (qui non scherza), mai provate. Davvero non si poteva chiedere di più a Marta Menegatti e Viki Orsi Toth. Le azzurre hanno vinto l’ultima sfida della prima fase con le cinesi Wang Fan-Yue Yuan, uno spareggio per il primo posto e per tutti i privilegi di cui sopra. Vittoria in rimonta (18-21, 21-14, 15-12). Incontrando difficoltà inaspettate, innescate soprattutto dalla scelta delle cinesi di battere su Marta. Sorprendendola troppo. Ma se alla fine le nostre hanno vinto è perché hanno saputo reagire alle difficoltà, tro-

Viktoria Orsi Toth e Marta Menegatti finora sono imbattute GALBIATI

vare contromisure e vie alternative (innanzitutto col servizio). Tanto da far dire al c.t. Lissandro: «Sono molto soddisfatto». CECHE Solo che in teoria il primo posto avrebbe potuto garantire un buon incrocio nei se-

dicesimi. E invece, almeno stando al ranking, non è stato così. A Marta e Viki oggi a mezzogiorno toccano le ceche Kristyna Kolocova e Marketa Slukova, coppia n. 5 del tabellone, sorprendentemente seconda nel girone, battuta ieri dalle meno quotate polacche

Kolosinska-Brzostek. Proprio le polacche o le statunitensi Fendrick-Sweat sarebbero poi le potenziali avversarie delle nostre negli ottavi di domani. Ma è meglio non pensarci. «Avrebbe potuto anche andar peggio», osserva Lissandro. Vero: tra le seconde c’erano Juliana-Antonelli (Bra) e PavanBansely (Can). Marta, quasi come in una premonizione, ieri si è vista tutta Polonia-Rep.Ceca sulla SS Rotterdam, la nave che fa da quartier generale. «E’ una coppia esperta, che non regala nulla. L’anno scorso ci ha battute (nel 2013 a San Paolo invece vinsero, ndr), ma quello era stato il loro picco di forma. E poi non conta, il passato è passato. Credo che dovremo aggredirle, perché le vedo in difficoltà: durante i timeout non comunicavano. Secondo me noi abbiamo qualcosa di più mentalmente». I MASCHI Lupo-Nicolai nei sedicesimi: Semenov-Krasilnikov all’Aia

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a cura di RCS MediaGroup Communication Solutions

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Motonautica R Oggi la partenza

MERCOLEDÌ 1 LUGLIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

PARTENZA

ARRIVO MIGLIA NAUTICHE PERCORSE IN TOTALE 1415 (2620 km)

Miglia

85 VENEZIA

127

Oggi

187 PESCARA

RIMINI

2 luglio

145 BRINDISI

3 luglio

202 PISTICCI

4 luglio

TERMOLI

184 REGGIO CALABRIA 6 luglio - Sosta

5 luglio CROTONE

81 SALERNO FORMIA 8 luglio - Sosta

7 luglio

9 luglio

108

161

CIVITAVECCHIA

10 luglio

135 VIAREGGIO

11 luglio

MONTECARLO 12 luglio

VIBO VALENTIA

9

● Le barche in gara in questa Venezia-Montecarlo: in rappresentanza di Australia, Belgio, Germania, Gran Bretagna, Malta e Italia

Via alla Dakar del mare

p 17 anni la Venezia-Montecarlo. L’organizzatrice g Fiorella de Septis: p 1 Torna dopo

«L’abbiamo riproposta per dare un segnale e rimettere in moto il sistema Paese»

Daniele Redaelli VENEZIA

C

i vuole indubbiamente del coraggio a riproporre oggi un raid di 1415 miglia nautiche come la VeneziaMontecarlo. Eppure Fiorella de Septis, che 20 anni fa ha rilevato l’organizzazione della gara, di coraggio ne ha da vendere, così ieri, nella cornice del Circolo Ufficiali della Marina all’Arsenale, è stata presentata quella che Renato Pozzetto, protagonista delle prime edizioni, definì «la Dakar del mare». Scatterà oggi, 10 le tappe. «Abbiamo voluto riproporre dopo 17 anni la manifestazione per dare un segnale positivo – ha detto la de Septis -, con l’ambizione di rimettere in moto il sistema-Paese: non più solo una gara di motonautica, ma una vetrina per i cantieri, per le marine che toccheremo, per le eccellenze alimentari dei territori, per la cultura». Il contrammiraglio Marcello Bernard, nel suo benvenuto, aveva sottolineato come «la Marina sia sempre in prima file per so-

stenere attività di questo genere perché è anche da qui che passa la strada per aprire l’Arsenale al pubblico». IL GOVERNO Pier Paolo Baretta, sottosegretario all’economia e finanze, è sulla stessa lunghezza d’onda: «Il governo ha scelto di accompagnare la Venezia-Montecarlo perché lo ritiene, grazie alla tenacia di Fiorella de Septis, una testimonianza significativa della rinascita italiana in un momento tanto delicato».

IL GOVERNO È VICINO A QUESTA GARA PERCHÉ È LA TESTIMONIANZA DELLA RINASCITA DELL’ITALIA PIER PAOLO BARETTA SOTTOSEGRETARIO ECONOMIA

IL SINDACO Arriva Luigi Brugnaro, neosindaco di Venezia, e si prende la scena, tra applausi e sorrisi, con una battuta: «Degli amici correvano la Venezia-Montecarlo e mi spingevano a iscrivermi. L’anno che finalmente ero pronto… la Venezia-Montecarlo non si è fatta più! Sono felice di questa nuova vita perché è uno stimolo anche per rilanciare il diporto nautico in Laguna. Abbiamo chiuso tutto, dobbiamo riaprire, col dovuto rispetto ambientale, perché la nautica è una risorsa, anche economica. Vorrei trovare un’area adatta per ospitare pure una gara di Formula 1 motonautica». Anna Licia Balzan Moretto Polegato, da 15 anni console del Principato a Venezia, racconta gli speciali legami di partenza e traguardo. «Le iniziative legate alla Venezia-Montecarlo sono esattamente nel filo dello spirito del principe Alberto che ama Venezia, tanto da venire qui a presentare la sua Fondazione che si occupa di tutela ambientale. Inoltre proprio il 12 luglio, il giorno dell’arrivo, saranno i 10 anni dal suo insedia-

mento. E non dimentichiamo che il principe la vinse nel 1997». INIZIATIVE Fra le iniziative collaterali il mondiale di classe V1 nella Venezia-Rimini e nella Salerno-Formia, il mondiale di F2 inshore a Brindisi, il mondiale di classe 1 a Salerno. Poi è previsto un concorso di streetart sul tema Mare elemento di vita (già 60 iscritti con asta finale delle opere pro Telethon); il grande concerto della banda della Marina Militare a Civita-

vecchia; una vip lounge seguirà il raid proponendo eccellenze enogastronomiche e infine un’iniziativa dell’unione europea dei giornalisti sportivi sul tema Il mare e chi lo racconta. Tra le barche in acqua quella affidata all’australiano Darren Nicholson è un prototipo costruito da Power Marine «con l’obiettivo – come ha spiegato Oscar Corbelli – di varare in un paio di edizioni una flotta Italia di barche uguali per affrontare questa sfida». © RIPRODUZIONE RISERVATA

Il Power Marine, prototipo delle future barche stock , in arrivo a Venezia. E’ lungo m 9.10 e monta due Mercury da 250 hp l’uno

TACCUINO QUANTI DIPLOMATICI IN SCENA AL DANIELI Nel galà al Danieli, accanto alla presidente del comitato organizzatore Fiorella de Septis e al sottosegretario del Ministero delle Finanze Pier Paolo Baretta, c’erano i consoli del Principato di Monaco Anna Licia Balzan Moretto Polegato, degli Emirati Arabi Marwan Ahmed al Naqbi, di Spagna Antonio Simionato e di Malta Lorenzo Favero. ALBO D’ORO L’albo d’oro vede dominare il monegasco Gianfranco Rossi vincitore nel 1990 (con Darai, Carrain e Vianello), 1991 e 1992 (con Della Valle e Renato Pozzetto), 1997 (col principe Alberto) e 1998 (con Foresti e Peythev). Nel 1993 successo argentino di Daniel Scioli, oggi governatore dello stato di Buenos Aires, con Nicolini e Taylor e nel 1996 vittoria di Boni-Ventura-Vitobello.


MERCOLEDÌ 1 LUGLIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

TUTTENOTIZIE

1Hockey ghiaccio: Ebel, Bolzano slitta (m.l.) Slitta di qualche giorno la decisione del

Bolzano sulla partecipazione all’Ebel 2015/16, ma l’iscrizione non dovrebbe essere a rischio. Intanto il club perde il 28enne attaccante statunitense Phil DeSimone passato al Graz.

SCHERMA

LA GUIDA

L’Italia per Mosca Giovane, in famiglia e senza Baldini

Gli azzurri in gara: sono 25 i convocati Il via lunedì 13

1Scelti gli azzurri per i Mondiali: ci sono i fratelli Garozzo, fuori (nell’individuale) l’olimpionico Stefano Arcobelli

A

ncora in Russia, ancora per dominare il mondo: l’Italia per Mosca, ripartirà lunedì 13 per contendere il primo posto nel medagliere allo squadrone di casa con cui, un anno fa a Kazan, ha condiviso il bottino sino all’ultimo colore dell’ultimo metallo: 3 ori, 1 argento 4 bronzi. Operazione che stavolta sarà resa più complicata dall’effetto qualificazione olimpica: il punteggio maggiorato nel coefficiente (2.5) rispetto alla Coppa del Mondo, accentuerà l’interesse oltre le medaglie e renderà pertanto più incandescenti le pedane.

LE SCELTE Andrea Cipressa, il grande manovratore del

IPPICA

fioretto, non torna indietro nelle scelte: e per la prova individuale lascia fuori, come agli Europei di giugno a Montreux Andrea Baldini e Valerio Aspromonte (assente anche in Svizzera). Fiducia ai deb, Edoardo Luperi (di bronzo al debutto europeo) e Daniele Garozzo, argento continentale sconfitto in finale da Andrea Cassarà. Una bocciatura per l’olimpionico livornese? Solo a metà: Cippo sa che avrà bisogno di Baldo per la prova a squadre, nella quale l’Italia deve farsi perdonare la bocciatura elvetica. Cipressa resta sulla linea pre-Montreux e rende già l’idea dell’atmosfera moscovita: «Sarà un Mondiale carico di tensione, per la sede e perché ci si gioca una buona fetta di qualificazione olimpica, anche a squadre». A Montreaux Cippo chiedeva campioni che fanno una squa-

BOXE

dra, e la chiamata «alle armi» per Baldini ha questo significato: serve il contributo dei big per portare il fioretto maschile ai Giochi. «Bisogna trasformare la tensione in energia positiva. Ogni umore, sia rabbia, voglia di vincere, ansia di riscatto o di dimostrare il proprio valore, va sfruttato nel migliore dei modi e non permettere che blocchi o annebbi il potenziale di ciascuno. Ci stiamo lavorando». La questione riguarda anche le fiorettiste: Arianna Errigo tenterà il tris d’oro individuale, la Di Francisca è lanciata da una stagione al top, la Vezzali che sa di giocarsi parecchio delle speranze olimpiche nel suo Mondiale d’addio (il 18°, Ilaria Bianchi è a 16, Aldo Montano a 10 come Bianca Del Carretto).

I Garozzo: Enrico (26) è bronzo mondiale, Daniele (22) argento europeo BIZZI

RMa il livornese ci

sarà nella prova a squadre. Cipressa: «La tensione diventi energia positiva»

IN FAMIGLIA Curioso che nel quartetto di esordienti ai Mon-

NUOTO ATLETICA

Premi non pagati e blocco corse Oggi soluzione?

Il galoppo non si è fermato ● (lu. migl.) È previsto per oggi alle 10 l’incontro al Mipaaf tra le categorie, il Sott. Castiglione e il dirigente Gatto: si cercherà di sbloccare la situazione del comparto, in agitazione da una settimana. In ballo le questioni relative ai premi non pagati degli ultimi due mesi del 2012 e al possibile proseguimento senza tagli dell’attività fino a fine 2015. Per ottenere questo al Mipaaf mancherebbero circa 25 milioni che però, secondo quanto si apprende da fonti non ufficiali, potrebbero essere recuperati entro i primi di settembre grazie a dei rimborsi Iva per i quali il Mef non si sarebbe opposto. L’ipotesi di lavoro che potrebbe scaturire dall’incontro è quella del pagamento entro pochi giorni del residuo relativo al 2012 (i premi di marzo 2015 sarebbero già in pagamento) e la prosecuzione dell’attività senza tagli con un calendario fino al 31 ottobre. Se così sarà la ripresa dell’attività potrebbe avvenire già da domani. Al contrario una rottura potrebbe portare a un blocco totale.

Un film sulla vita di Rocky Marciano Stasera il Premio ● (r.g.) Questa sera a Ripa Teatina, la cittadina abruzzese dove sono nati i genitori del grande campione dei massimi, si assegnano i riconoscimenti dell’11a edizione del Premio Rocky Marciano, presenti il figlio Rocky Marciano jr. e il produttore Gianni Marcellino, che l’anno prossimo girerà il film sulla vita dell’imbattuto re dei massimi degli anni ‘50, per la prima volta autorizzato dalla famiglia Marciano, che ne seguirà la lavorazione. La giuria premia Simona Galassi per l’eccezionale carriera, Gabriele Marchesani, che ha creato una squadra ciclistica abruzzese di livello internazionale, il Pescara Calcio a 5 campione italiano, il Teramo calcio promosso in B e il suo allenatore Vincenzo Vivarini, «Rocky Marciano The King» di Giuliano Orlando come libro sportivo dell’anno. Ospite d’onore, il ciclista Stefano Garzelli, vincitore del Giro d’Italia 2000. Presenti Alex Duran già campione d’Europa, Rocky Mattioli già campione del mondo e Alessia Ganga di Rai International.

Rocky Marciano, re dei massimi

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Bailar: a Harvard il 1° transgender della Ncaa

Schuyler Bailar ha 19 anni ● Schuyler Bailar ha compiuto una scelta di vita che ne ha rivoluzionato anche la carriera agonistica. Studentessa alla Harvard University e punta di diamante del team femminile (erano alla sua portata titoli e record universitari), a 19 anni ha deciso di cambiare sesso: «Voglio essere un ragazzo, non posso vivere ancora nel mezzo», ha detto il primo nuotatore transgender della Ncaa. Mentre si sta abituando a frequentare gli spogliatoi pieni di ragazzi e a indossare un costume da uomo, con serenità ha comunicato la notizia sulla sua pagina Facebook: «Chi mi segue avrà notato sicuramente alcuni cambiamenti riguardo il mio aspetto, la mia espressione, i vestiti che indosso. Non sono più donna, ora il mio petto è piatto, e voglio confermare i vostri sospetti: sono transgender. Significa che il genere nella mia mente non corrispondeva al mio sesso biologico. Ora non sto cambiando la mia personalità, sto solo facendo in modo che il mio corpo corrisponda ai miei sentimenti».

YANIT, STOP CONFERMATO: BORSI ARGENTO A GOTEBORG Confermata dalla Iaaf la squalifica per l’ostacolista turca Nevin Yanit: oltre all’oro sui 100 hs agli Europei di Helsinki 2012, perde anche quello sui 60 hs ai continentali indoor di Goteborg 2013, con Veronica Borsi «promossa» da bronzo ad argento. ● PISTA EUROPA (si.g.) Oggi i meeting di Nancy a Tomblaine (Fra) con English Gardner (Usa) nei 100 e di Velenje (Slo) con Sandra Perkovic (Cro) nel disco. Iscritti qui Deimichei (100), Gloria Hooper (200) e Sara Jemai (giavellotto). A Plzen (R. Cec). Uomini. Asta: Kudlicka 5.73. Donne. 400 hs: Rosolova 55”26. Asta: Ptacnikova 4.63. A Ratingen (Ger). Uomini. Decathlon: Schrader 8419; Coertzen (Saf) 8341. Donne. Eptathlon: Vetter (Ola) 6387; Oesere 6306. A Watford (Gb). Donne. 1500: Chepkwemei (Ken) 4’03”09. A Mannheim (Ger). Donne Asta: Boyd (Aus) 4.65. A Belgrado (Ser) Uomini. Peso: Kolasinac 21.58 ● A NEMBRO Molti azzurri stasera al meeting di Nembro (Bg): tra gli uomini, Bonvecchio, Bertolini e Fent si sfidano nel giavellotto, Tumi e Riparelli sui 100 e Cappellin e Valentini sui 400, con Fofana impegnato sui 110 hs, Lemmi, Nicola Ciottie Bettinelli. Tra le donne, Bonfanti, Milani e Chigbolu sui 400, Aniballi e Bordignon nel disco. A Colonia (Ger), Gianmarco Tamberi impegnato nell’alto.

FIORETTO Uomini: Andrea Cassarà, Giorgio Avola, Daniele Garozzo, Edoardo Luperi (indiv.), Andrea Baldini (squadre). Riserva ind. Baldini (prova individuale). Donne: Elisa Di Francisca, Arianna Errigo (iridata), Valentina Vezzali, Martina Batini. Riserva: Alice Volpi. SPADA Uomini: Enrico Garozzo, Paolo Pizzo, Marco Fichera, Andrea Santarelli. Riserva: Gabriele Cimini. Donne: Rossella Fiamingo (iridata), Bianca Del Carretto, Mara Navarria, Francesca Boscarelli. Riserva: Francesca Quondamcarlo. SCIABOLA Uomini: Aldo Montano, Diego Occhiuzzi, Enrico Berrè, Luca Curatoli. Riserva: Luigi Samele. Donne: Irene Vecchi, Ilaria Bianco, Rossella Gregorio, Loreta Gulotta. Riserva: Martina Petraglia. LE GARE Lunedi 13 (a gironi) e Martedì 14: sciabola D e U. Mercoledi 15: spada D e U, fioretto D e U (gironi). Giovedi 16: fioretto D e U; sciabola D e U squadre (elim.). Venerdì 17: sciabola D e U squadre, spada D e U squadre (elim). Sabato 18: spada D e U a squadre, fioretto squadre D e U (elim.). Domenica 19: fioretto D e U squadre.

diali ci siano due coppie di fratelli: coi 22enni Luperi e Andrea Santarelli anche Daniele Garozzo, 23 anni (li compirà il 4 agosto), e il ventunenne sciabolatore Luca Curatoli. Garozzo è fratello dello spadista Enrico, bronzo uscente; Curatoli è fratello di Leonardo Caserta, suo maestro e che, fino allo scorso anno, ha allenato Diego Occhiuzzi, oggi seguito da Gigi Tarantino. I Garozzo, partiti da Acireale, stessa zona di Rossella Fiamingo, in verità vivono

un’improbabile concorrenza: perché gareggiano in armi differenti e si allenano in due città diverse (Daniele a Frascati con la Errigo, Enrico a Milano). Curatoli è stato preferito come agli Europei dal c.t. Sirovich al foggiano Gigi Samele, altro medagliato di Londra rimasto escluso. C’è insomma fermento, nella scherma che produce sempre raccolti prestigiosi. E si festeggia pure in famiglia.

(2008) e ai mondiali di Chicago (2007). L’imbattuto Matteo Modugno (16) si proporrà come sfidante a fine anno. ● PIUME UNITE (r.g.) L’ucraino Vasyl Lomachenko (4-1) attuale titolare Wbo piuma, ha chiesto alla Top Rank di Bob Arum di allestire il prossimo incontro previsto a novembre a Dubai negli Emirati Arabi Uniti, di venire opposto ad un campione di sigla per riunificare i titoli. Che al momento sono Lee Selby (Gal. 21-2) Ibf, Jesus Cuellar (Arg. 27-1) Wba e Gary Russell Jr. (Usa 26-1) Wbc, già battuto un anno addietro.

Donne: 100-200 do Walsh 1’01”39, 2’12”49; 200 ra 1’11”80, 2’34”99. A Minneapolis. Donne: 100-200 do Smith 1’02”54, 2’14”69.

HOCKEY PRATO

© RIPRODUZIONE RISERVATA

PALLANUOTO ●

SETTEBELLO Da oggi, 16 azzurri in collegiale a Roma (Ostia) prima di partecipare alla Vodafone Cup di Budapest (dal 9 all’11). Il c.t. Campagna ha convocato Tempesti, Del Lungo, Giacoppo, N.Presciutti, N.Gitto, Velotto, Gallo, Bini, Figlioli, A.Fondelli, Giorgetti, S.Luongo, F.Di Fulvio, Renzuto, Aicardi e Baraldi.

GIOCHI SFUMATI (g.l.g.) L’Australia batte l’Italia 2-0 nel quarto decisivo per l’immediata qualificazione ai Giochi di Rio 2016, e va alle finali della Hockey World League di Rosario (Round 4) dI dicembre. Le azzurre lottano, sfiorano anche il pari in avvio di 3° quarto. Su corto le due reti australiane, Kenny al 21’ e Flanagan al 40’, che in semifinale affronteranno la vincente di OlandaIndia. Chi perde giocherà con l’Italia per l’accesso alla finale del 5°-6° posto di sabato, per i ripescaggi olimpici.

PENTATHLON ●

STAFFETTA (glg) Camilla Lontano e Francesca Gandolfo hanno chiuso al 9° posto (1362 punti) la staffetta femminile al mondiale di Berlino. In testa dopo 3 prove, hanno perso poi nella combinata tiro-corsa ott posizioni. Oggi qualificazione uomini alla finale di venerdì che dà tre carte olimpiche. Per l’Italia: Auro Franceschini, Riccardo De Luca, Pierpaolo Petroni (Carabinieri) e Fabio Poddighe (Full Time Sassari).

IPPICA ●

MORTO KAUTO E’ morto a 15 anni, per le fratture riportate in un incidente in paddock, il leggendario saltatore inglese Kauto Star, vincitore di 16 corse di gruppo 1. Le perle sono le due Cheltenham Gold Cup nel 2007 e nel 2009. Allenato da Paul Nicholls, è stato grande protagonista dei vari meeting in ostacoli nel tempio di Chelthenham. In suo onore gli è stato eretto un monumento a Haydock Park.

RUGBY ●

PAULO CONTRO ALL BLACKS (i.m.) Il 2. linea del Benetton Filo Paulo è tra i convocati di Samoa per lo storico primo test in casa contro gli All Blacks l’8 luglio ad Apia. ● GALON A MOGLIANO (i.m.) Ezio Galon è il nuovo head coach del Mogliano al posto di Franco Properzi che diventa assistant.

BOXE RUSSO-PINCHUK A EXPO (r.g.) L’11 luglio, per la prima volta, il pugilato verrà ospitato all’interno dell’Expo, nell’Arena Technogym: Clemente Russo, doppio campione del mondo e argento olimpico, dopo aver battuto l’ucraino Roman Golovashchenko il 5 giugno, affronta nel 2° turno del Cycle 1, il torneo Apd dell’Aiba, il kazako Anton Pinchuk sulle otto riprese. Il vincitore si qualifica per i Giochi di Rio. Diretta dalle 23 su Deejay Tv. ● EUROMASSIMI (r.g.) Si disputa il 17 luglio a Ludwigsburg (Ger), il vacante europeo massimi, tra il locale Erkan Teper (14) di origine turca e l’inglese David Price (19-2) battuto da Cammarelle a Pechino

NUOTO ● RANA (al.f.) Doppietta azzurra nei 50 rana a Gyor, agli Open ungheresi: Francesco Di Lecce vince in 27”86 su Ossola (27”98). Negli 800 sl record egiziano per Ahmed Akram, campione olimpico giovanile, il suo 7’52”46 è 6° stagionale. Uomini: 100 sl Takacs 49”84, 4. Coggi 50”34 (s.); 800 sl Akram (Egi) 7’52”46, Bernek 7’56”21, Pizzetti 8’03”63 200 fa Kenderesi 1’54”79 (2° 2015), Cseh 1’54”90; 200 mx Cseh 2’02”34, Sorriso 2’02”64, 4. Cova 2’03”50. Donne: 200 sl Kapas 2’00”10, Musso 2’00”29, Kesely (14) 2’01”58. ● PRODIGI USA (al.f.) Tredicenni americane in evidenza. A Nashville.

TUFFI ●

TANIA A BOLZANO (al.f.) Dopo Madrid, il Grand Prix Fina approda a Bolzano. Da venerdì a domenica, Tania Cagnotto torna sul trampolino di casa per il penultimo test prima di Kazan. C’è anche Maria Marconi.

VELA ●

ORC (r.ra.) Al mondiale ORC di Barcellona dopo 4 prove Enfant Terrible di Alberto Rossi e Xio di Marco Serafini 1a e 2a posizione in classe A, Giumat 2 di Trusendi è in testa in classe B. 3° Low Noise II di Giuseppe Giuffrè in classe C.


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oppure nei giorni feriali presso l’agenzia:

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Che cosa offrirebbero i greci in cambio di questo? Per quanto se ne sa, niente. E il bello è che, da statuto, qualunque accordo con l’Esm impone l’accettazione di una serie di clausole severissime, senza le quali i fondi non potrebbero essere erogati. Ma forse siamo già in mare aperto: Juncker, che dovrebbe essere neutrale, ha fatto campagna elettorale per la vittoria del sì, e con lui altri austeri personaggi dell’europolitica; il presidente del Consiglio, Donald Tusk, anche lui obbligato alla neutralità dalla sua carica, s’è messo apertamente l’altro giorno dalla parte dei Paesi dell’Est che non vogliono i migranti. Eccetera eccetera. Forse l’Europa sta saltando sul serio per aria.

IL FATTO DEL GIORNO UN CONTINENTE IN BILICO

Non è ancora finita la trattativa sulla Grecia L’Europa eviterà in extremis il disastro? 1Negoziato a oltranza: l’Ue incalza Tsipras, gelo della Merkel

Ma, in attesa del referendum di domenica, Atene sta per fallire

gda@gazzetta.it

Juncker e Tsipras avrebbero riaperto la trattativa a poche ore dalla scadenza fatale del 30 giugno, e a conferma della luce improvvisamente riaccesasi ci sarebbe questo Eurogruppo convocato per le 19 di ieri sera (in teleconferenza) e chiamato a dare il via libera all’accordo dell’ultimo minuto. Si tratta a oltranza: aggiornamento a oggi aspettando una nuova proposta che Atene si sarebbe impegnata a inviare. Peccato che la Merkel, fermo restando lo sforzo dichiarato perché la Grecia non se ne vada, abbia precisato, molto freddamente, che a questo punto non si riprende nessun tavolo negoziale su un terzo pacchetto di aiuti fino a che i greci non si saranno espressi con il referendum. E poi il duo Juncker-Tsipras fa finta di non sapere che qualunque intesa, per diventare operativa, deve passare per l’approvazione di cinque parlamenti più quello greco, dove la sinistra di Syriza sembra decisa ad andare al voto e che vinca il no. Tra l’altro, Juncker ha posto come condi-

zione preliminare all’accordo che Tsipras faccia campagna elettorale a favore del «sì», cioè cambi completamente fronte. Varoufakis ha completato la strana giornata di ieri (in cui le Borse hanno continuato a perdere, ma con calma) annunciando l’intenzione (forse) di denunciare la Ue alla Corte europea, imputandole l’uscita della Grecia dall’euro e, suppongo, obbligandola a pagare i danni, dato che «la nostra appartenenza alla Ue non è negoziabile».

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In che consiste questa ipotetica intesa dell’ultimo minuto? Il pressing non è ad una sola direzione perché dagli Usa Obama pressa per continuare la trattativa. Mentre in Europa Juncker sembra quello più in

NON TAGLIEREMO I FILI DEL DIALOGO, NEMMENO DOPO MEZZANOTTE, O NON SAREMMO L’UE ANGELA MERKEL CANCELLIERA TEDESCA

ansia per l’eventuale uscita della Grecia dall’euro. Subito dopo una conferenza stampa drammatica, lunedì sera, in cui ha difeso l’Europa dalle accuse di Tsipras-Varoufakis, il presidente della Commissione ha telefonato al premier greco prospettandogli un tesoretto a disposizione di Atene da 35 miliardi, l’intenzione di non insistere con la super-Iva sugli alberghi e la disponibilità a prolungare il programma di aiuti che è scaduto ieri notte a mezzanotte. Le agenzie fecero sapere che Tsipras aveva dato una risposta dura, «il tavolo si riapre solo dopo il referendum», e dunque l’idea di Juncker aveva subito assunto la coloritura patetica della bella speranza. Senonché ieri Tsipras ci ha ripensato e ha scritto una lettera con nuove proposte, che, se accettate, avrebbero posto fine ai patemi di queste ore: accordo di due anni con l’Esm (cioè lo European Stability Mechanism , un’altra delle istituzioni finanziarie europee) con versamento nelle casse greche di 30 miliardi con i quali far fronte alle prossime scadenze (cioè Tsipras è deciso a pagare i debiti con i debiti).

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Che cosa si sa del referendum? È una mezza buffonata anche il referendum. Si chiede ai greci di votare sì o no alla proposta dei creditori. Però la proposta dei creditori che si propina agli elettori è quella di venerdì scorso, poi modificata (in meglio per i greci) nelle ore successive, fino all’ultima offerta addirittura di ieri. Questo conferma che il referendum è in realtà sull’euro, «euro contro dracma» ha detto Renzi che ieri ha telefonato al premier greco e ci tiene moltissimo a farlo sapere.

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Forse il referendum è sullo stesso Tsipras? Lui, infatti, mentre fa campagna per il «no» ha voluto far sapere di non essere «un uomo per tutte le stagioni», frase che capiamo nel modo classico, e cioè se il «no» perde si dimette. I furbi Tsipras e Varoufakis hanno voluto che sulla scheda il «no» («Oxi») sia stampato prima del «sì» («Nai»). I sondaggi danno ancora in vantaggio il «sì».

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Com’è la situazione in Grecia? Diciassettemila persone hanno sfilato in difesa del «no», mentre Standard and Poor’s tagliava il rating di Alpha Bank, Eurobank, National Bank of Greece e Piraeus, le quattro banche greche che sono sotto il controllo diretto della Bce. Poiché la Bce, dopo l’insolvenza di Atene, non potrà più sostenerle, il loro fallimento è sicuro. A ruota seguirà una valutazione di Standard and Poor’s sul Paese, mentre Fitch ha già tagliato il rating a CC. Altra stretta: i prelievi dai bancomat ammessi non saranno più di 60 euro, ma appena di 20. Non so se la concessione di andar gratis sul bus sia un valido contrappeso. Tra l’altro, a quanto pare, già prima di questa liberalità, il biglietto sull’autobus lo pagava un greco su dieci.

RIPRESA DIFFICILE

1Per l’Istat il tasso è invariato a maggio

purtroppo dall’aumento degli inattivi dopo 4 mesi in calo.

ma in calo per i giovani e per le donne L’inflazione è stabile a giugno allo 0,1%

maggio pare tutto immobile, ma è solo un’apparenza. A leggere tra la solita pioggia di dati Istat si scopre che il tasso di disoccupazione è rimasto fermo al 12,4%, stesso livello di aprile, ma sono parecchie le differenze rispetto al mese precedente. Sembra, infatti, arrestarsi la spinta che aveva portato in soli 30 giorni a quasi 160 mila occupati in più.

ATTIVITÀ SOSPESA NEL GORIZIANO

Fincantieri, sequestrate quattro aree a Monfalcone ● I carabinieri del Noe di Udine, eseguendo un’ordinanza del tribunale di Gorizia, hanno effettuato il sequestro preventivo di quattro aree strategiche per la produzione dello stabilimento Fincantieri di Monfalcone. L’attività, con 5000 lavoratori, è stata dunque sospesa e sette persone, tra cui il direttore dello stabilimento Carlo De Marco, sono state denunciate in stato di libertà con l’accusa di gestione illecita di rifiuti. Inizialmente la richiesta di sequestro era stata respinta dal Gip del Tribunale di Gorizia, nonché da quest’ultimo Tribunale in sede di appello, ma è stato poi accolto il ricorso presentato in Cassazione. Immediata e durissima la reazione del presidente di Confindustria Squinzi: «All’assemblea del 28 maggio parlai di “manina anti-impresa”, adesso sono stato superato dalla realtà, dai magistrati che hanno fermato la Fincantieri di Monfalcone. Per me si tratta di un altro caso Ilva, sembra che in questo Paese non si voglia che le imprese operino. È una cosa particolarmente grave, una vicenda all’italiana, se necessario ci faremo sentire anche con il governo».

EVASI 3,75 MILIONI

Frode fiscale, la Nannini ha patteggiato ● Gianna Nannini, accusata di una maxi frode al Fisco da 3 milioni e 750mila euro, ha patteggiato un anno e due mesi di reclusione, con la sospensione condizionale della pena e la non menzione nel casellario giudiziale. Sul piano fiscale ha raggiunto un accordo con l’Agenzia delle entrate per 4,8 milioni. «Ha

Ora le persone che hanno un lavoro tornano a diminuire (-63 mila da aprile) ed è un calo che pesa, ma non brucia del tutto lo sprint di aprile. Del resto, la situazione appare migliore rispetto a un anno fa, con 59 mila disoccupati in meno. In più, sono in discesa il tasso di disoccupazione dei giovani al 41,5% e quello delle donne al 12,7%. Piccoli progressi, compensati

Istat segnala che a maggio ci sono stati 63 mila occupati in meno ANSA

DRAGHI NON BASTA Secondo altre stime preliminari dell’Istat, a giugno si conferma la mini-inflazione di maggio: 0,1%. A conti fatti, siamo al terzo mese fuori dalla deflazione, ma ancora il tasso non torna su livelli di sicurezza, nonostante gli sforzi della Bce per portarlo vicino al 2%. Nell’Eurozona, Eurostat indica un’inflazione addirittura in frenata allo 0,2% dallo 0,3% di maggio nonostante le immissioni di liquidità da 60 miliardi al mese di Draghi.

I cantieri navali di Monfalcone voluto così mettere fine ad un doloroso capitolo giudiziario, la sua condotta è stata trasparente, al contrario di quelle dei soggetti terzi in cui aveva malriposto la sua sconfinata fiducia», ha detto il suo legale Giulia Bongiorno.

LA VITTIMA HA SOLTANTO 16 ANNI

Roma, stuprata davanti al tribunale L’aggressore si è finto un poliziotto ● Si è finto un poliziotto, ha avvicinato tre ragazze che aspettavano il bus lunedì notte e, con il pretesto di un controllo dei documenti, si è allontanato con una di loro, per poi violentarla. A denunciare l’abuso, subito in un prato davanti a piazzale Clodio, a due passi dalla cittadella giudiziaria di Roma, una ragazza di 16 anni. L’aggressore è italiano, la vittima è nella Capitale per turismo: l’allarme è stato lanciato dalle amiche della giovane, che tornavano con lei da uno spettacolo. Immediate le polemiche: «Chiediamo per queste bestie certezza della pena», dice Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia; le opposizioni in Comune parlano di «emergenza sicurezza».

IL GIALLO A TORINO

La disoccupazione si ferma al 12,4%

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NOTIZIE TASCABILI

Il cantiere navale di Fincantieri a Monfalcone (Gorizia) ANSA

Migliaia di greci sono scesi in piazza ieri ad Atene per sostenere il sì al referendum e rimanere nell’Ue REUTERS

di GIORGIO DELL’ARTI

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SINDACO DELLA CAPITALE

Killer “tradito” Marino ricoverato da un romanzo per una colica prende 25 anni Dimesso in serata ● La sentenza di Appello ribalta l’assoluzione del primo grado: Daniele Ughetto Piampaschet è stato condannato a 25 anni e 6 mesi per l’omicidio della prostituta nigeriana Anthonia Egbuna, trovata cadavere nel febbraio 2012 a Torino, ma uccisa 4 mesi prima. L’uomo aveva scritto un romanzo che raccontava di un italiano che ama e tuttavia uccide una nigeriana. I magistrati hanno indagato anche fra le 1900 telefonate tra Piampaschet e la Egbuna nel 2011.

● Ignazio Marino è stato ricoverato nella notte tra lunedì e martedì al Policlinico Gemelli per una colica renale. Molto dolore ma fortunatamente nulla di grave per il sindaco di Roma che nell’ultimo periodo ha avuto davvero tante preoccupazioni. È stato lui stesso ad annunciare ieri sera le sue imminenti dimissioni con un tweet: «Da stasera fuori dall’ospedale dopo un lieve malore. Pronto a rimettermi al lavoro per Roma. Grazie a tutti per i messaggi di sostegno».


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I pm: «Berlusconi ha pagato il silenzio delle Olgettine»

ASSESSORE ALLA SANITÀ

Caos in Sicilia La Borsellino lascia Crocetta

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mputato per concussione e prostituzione minorile, Silvio Berlusconi era stato assolto dal processo Ruby solo nel marzo scorso. Ma l’ex Cav rischia di tornare alla sbarra perché, secondo i pm di Milano, avrebbe pagato il silenzio di una ventina di ragazze che hanno testimoniato nei processi Ruby e Ruby bis. La Procura ha chiuso l’inchiesta e Berlusconi è accusato di corruzione giudiziaria: avrebbe versato 5 milioni alla giovane marocchina (più 2 investiti a Dubai e 800 mila euro cash per spese personali) e 3 alle “Olgettine” (destinatarie, per i pm, anche dell’uso di appartamenti nel centro di Milano, auto, falsi contratti di lavoro). Ma tra i beneficiari risultano pure Mariano Apicella e Danilo Mariani, cantante e pianista delle cene di Arcore. PAZZA Nel 2013, per alcuni mesi, Berlusconi ha versato 2500 euro al mese alle ragazze interessate da questa inchiesta (la Ruby ter) «per lenire — come scriveva l’ex premier — gli effetti della devastazione che questi processi vi hanno causato». Ma, nel gennaio 2014, interrompe i versamenti. I magistrati hanno tuttavia indagato fra 2010 e 2014, convinti che 40 faldoni di atti, «intercettazioni, documenti contabili, filmati coi telefonini, contratti di lavoro» smontino la tesi difensiva, quella della generosità verso le amiche. Coinvolte 34 persone: tra loro il numero uno di Medusa Carlo Rossella, soubrette come Barbara Faggioli e Francesca Cipriani e la poliziotta Giorgia Iafrate, in questura la notte in

Silvio Berlusconi, 78 anni, tre volte premier fra il 1994 e il 2011 LAPRESSE

RE Silvio si difende:

«Già mi hanno assolto per le stesse vicende con formula piena»

cui Ruby venne affidata alla Minetti. E anche Luca Giuliante, ex legale di Ruby, che avrebbe aiutato la marocchina a investire il denaro. In cambio, scrive la Procura, la ragazza «falsamente negava di aver mai avuto rapporti sessuali con Silvio Berlusconi» e «di aver accettato la promessa di Berlusconi di ricevere ingentissime somme di denaro per “passare per pazza”», ricordando una nota intercettazione («L’importante è che nascondi tutto», le parole dell’ex Cav che Ruby riferiva a un ami-

co). Insomma, la marocchina mentiva ai giudici. I pm ritengono che Berlusconi abbia anche versato «320 mila euro per finanziare il trasferimento in Messico» della ragazza e di Luca Risso, all’epoca suo marito, nel giugno 2013. Risso avrebbe tra l’altro spostato laggiù 2 milioni «facendoli apparire come propri»: scatta così, a suo carico, l’ipotesi di riciclaggio. In marzo la Procura aveva avviato una rogatoria verso il Messico per capire l’origine degli investimenti di Ruby in quelle zone, tra cui il “Restaurante Casa Sofia”, un pastificio, alloggi per dipendenti e un appartamento. «Un altro tentativo della Procura di Milano di costruire contro di me delle accuse basate sul nulla. Già mi hanno assolto per le stesse vicende con formula piena», replica Berlusconi. © RIPRODUZIONE RISERVATA

DECAPITATE DUE DONNE

L’Isis perde un leader Ucciso «il Ceceno» Ma ancora violenze

Abu Ibrahim al-Shishani: «il Ceceno» sarebbe stato ucciso in Iraq

«N

essuno Stato è ora al sicuro da un attacco terroristico dell’Isis.» A dichiararlo è stato il presidente tunisino Beji Caid Essebsi su Europe 1. Il politico ha ammesso, ieri, le falle della sicurezza che hanno permesso

l’attentato di Sousse costato la vita a 38 persone. «Siamo stati colti di sorpresa, il sistema di protezione sarebbe dovuto partire dal primo luglio». Lo Stato Islamico avrebbe, però, subìto un’importante perdita in Iraq: sarebbe stato ucciso in battaglia

Abu Ibrahim al-Shishani (“il Ceceno”), aiutante di al-Baghdadi. Ma i jihadisti proseguono la loro avanzata nelle coscienze e nell’immaginario, l’essere temuti è una vittoria e la paura si cementa con la violenza che si propaga in Occidente. In Siria, per la prima volta, sono state decapitate 2 donne (con i mariti) perché accusate di stregoneria, mentre 5 uomini sono stati crocifissi per aver interrotto il digiuno durante il Ramadan. LE RISPOSTE L’Europa, intanto cerca di reagire alla minaccia dell’Isis. Il Regno Unito teme un nuovo grande attentato sul modello di quello del 7 luglio 2005 a Londra. Per questo ha creato un’unità speciale anti-terrorismo (Ctsfo) formata da 130 agenti. Questi «super-poliziotti» sono stati addestrati come le teste di cuoio dell’esercito britannico, (Sas). In Francia, invece, si continua a indagare su Yassin Salhi che venerdì ha decapitato il suo capo e ha tentato di far saltare in aria un impianto di gas a Lione. «Ha un movente terroristico e legami con l’Isis in Siria», dice il capo della procura di Parigi, Franços Molins. dan. va. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Accordo nella Ue Da giugno 2017 abolito il roaming 1Stop alle spese

aggiuntive all’estero per chi usa il cellulare Si pagherà di meno già da aprile 2016

1Dieci milioni a Ruby e le altre per tacere in tribunale Ora l’ex-Cav rischia il processo: coinvolte 34 persone Francesco Rizzo

ASCOLTATI I CITTADINI

● La Regione Sicilia e la giunta guidata da Rosario Crocetta sono nel caos: ieri ha annunciato le dimissioni l’assessore alla Salute, Lucia Borsellino (nella foto), figlia di Paolo e simbolo della rivoluzione annunciata dal governatore al momento della sua elezione tre anni fa. Inutile il pressing di Crocetta per farle cambiare idea: «Soffro nel vederla soffrire, in molti non vogliono che rimanga al suo posto per far spazio ai malfattori», ha detto. La scelta delle dimissioni arriva all’indomani dell’arresto del primario dell’unità di Chirurgia plastica e maxillo facciale dell’ospedale Villa Sofia di Palermo, Matteo Tutino, accusato di peculato e truffa perché, tra l’altro, avrebbe eseguito interventi di chirurgia estetica non previsti e quindi esclusi dalle strutture pubbliche. Tutino, soprattutto, è il medico personale di Crocetta. Già lunedì la Borsellino aveva fatto trasparire l’intenzione di uscire dalla giunta: «Non vedo più i motivi per restare». In ogni caso, si tratta di un ulteriore colpo a un governo allo sbando: è il terzo assessore a gettare la spugna nell’arco di pochi giorni. Hanno rassegnato le dimissioni anche Ettore Leotta e Nino Caleca, in polemica con la scelta di Crocetta d’indicare nella squadra di governo il segretario dell’Udc, Giovanni Pistorio. L’ex capogruppo del Pd, Antonello Cracolici, ha così commentato amaro: «È evidente che si stanno spegnendo le luci nella Regione siciliana».

Filippo Conticello @filippocont

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scoltati i cittadini, per una volta almeno. Adesso i consumatori sparsi per l’Europa possono tenere in frigo una bottiglia: l’Ue ha raggiunto un’intesa preliminare per chiudere dal 15 giugno del 2017 la lunga era del roaming, quel sovrapprezzo imposto quando si telefona in un Paese diverso dal proprio, quello che spesso e volentieri manda di traverso le telefonate all’estero. L’annuncio atteso lo ha dato la presidenza di turno lettone al termine di una maratona negoziale con il Parlamento europeo visto che la fine era stata inizialmente prevista per il 2018. NOVITÀ L’intesa sull’abolizione dei sovraccosti e la tutela dell’accesso aperto alla Rete è stata strappata di notte, a fatica, dopo un anno e mezzo di blocco. E dopo un’ultima sessione di negoziati durata ben oltre 12 ore. Dentro all’accordo, ecco anche una clausola di «uso equo» del roaming per prevenire eventuali abusi da parte chi all’estero fa il furbo e usa il numero per motivi diversi da quelli del viaggio: ci saranno «clausole di salvaguardia» che consentiranno agli operatori telefonici di recuperare i costi. Senza aspettare l’abolizione completa dei costi in più, che scatterà dal 30 giugno 2017, ci si può accontentare di un primo taglio alle spese il 30 aprile dell’anno venturo:

Tra due anni niente sovraccosti ANSA

quel giorno gli odiosi tetti che adesso sono in vigore quando si passa la frontiera saranno rimpiazzati da un sovraccosto massimo di 0,05 euro al minuto per le chiamate, 0,02 per gli sms e 0,05 per megabyte per i dati. Protetto anche l’internet «aperto» e la «neutralità della Rete» che, tradotto, significa: gli operatori dovranno trattare in modo equo tutto il traffico sul web, consentendo il rallentamento solo in casi limitati come per esempio un cyber-attacco. Più nel complesso, l’Europa ha in mente per il 2016 una revisione piuttosto ambiziosa delle regole dentro al mondo convulso delle telecomunicazioni, ma già adesso non mancano le novità all’orizzonte: tra le altre, saranno consentiti accordi per certi servizi specializzati che hanno bisogno di una determinata qualità di connessione (per esempio auto connesse o e-medicina). In realtà, qualche associazione di consumatori sente comunque puzza di bruciato e quelli del Beuc vedono addirittura «il demonio» «nel dettaglio». L’abolizione dei prezzi del roaming entro il 2017 dipende, infatti, dal «completamento della revisione del mercato all’ingrosso». Secondo quest’associazione «sarà un duro compito». © RIPRODUZIONE RISERVATA

Il killer di Sousse e quelli del Bardo insieme in Libia ● Saif Rezgui (foto Epa), il killer della spiaggia di Sousse, potrebbe essere stato addestrato in Libia dai jihadisti, nel gennaio scorso, insieme ai due attentatori del museo del Bardo a Tunisi. Ieri la polizia ha arrestato un giovane di 24 anni accusato di far parte delle rete di collaboratori di Rezgui. Inoltre sono state chiuse le circa 80 moschee non ancora sotto il controllo statale. E intanto, proprio nella vicina Libia, secondo l’Onu, il caos politico ha raddoppiato il numero degli sfollati interni: dai circa 230 mila registrati nel settembre 2014 fino ai 434mila di oggi.

INDONESIA, ALMENO 113 MORTI AEREO PRECIPITA TRA I PALAZZI Il decollo, un problema improvviso al motore, lo schianto su un’area residenziale: almeno 113 persone sono morte ieri quando un aereo militare indonesiano è precipitato a Medan, la terza città del Paese, a due minuti dalla partenza. L’Hercules C-130 del 1964, partito a mezzogiorno di ieri da una vicina base militare con la missione di portare rifornimenti a un’isola nel Mar cinese meridionale, ha terminato la sua corsa contro un palazzo. Nell’area invasa da un denso fumo nero si sono precipitati i soccorritori. Nel 2005, un volo commerciale era precipitato su un popoloso sobborgo della zona, uccidendo 143 persone.


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TANTA VOGLIA DI RIDERE... E NON SOLO

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I GUADAGNI DELLE STELLE

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ÂŤPaperonaÂť Perry Per lei 135 milioni

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1 Checco Zalone torna in sala il 1° gennaio con Quo Vado?; 2 il 17 dicembre arriva il cinepanettone di Parenti con Ghini e De Sica; 3 Jeremy Irons e Olga Kurylenko in La Corrispondenza; 4 Rodrigo de la Serna sarà Bergoglio in Chiamatemi Francesco; 5 Tarantino e Samuel L. Jackson

Zalone prepara i botti La commedia resta star

1Ecco i film della prossima stagione: il comico pugliese a Capodanno, tornano il cinepanettone... ma anche Bellocchio, Tornatore e Ozpetek

Elisabetta Esposito

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orridete esercenti, sta per tornare Checco Zalone. L’uomo capace di riportare soldi a palate nel cinema italiano è pronto a invadere le sale dal primo gennaio 2016, quando uscirĂ Quo vado? (e fa ridere parecchio giĂ il titolo), ancora con Nunziante alla regia: un film che si muove tra la sua Puglia, la Sardegna e la Norvegia, in cui Checco è un impiegato in mobilitĂ che pur di non rinunciare al posto fisso si trasferisce nel profondo Nord. Alla presentazione dei listini Medusa non hanno fatto mistero che sia il film piĂš desiderato dell’anno, basta considerare i quasi 52 milioni di incassi di Sole a Catinelle, miglior risultato di sempre in Italia dopo Avatar, che ha però fatto meno spettatori. Soldi capaci da soli di rilanciare gli investimenti soprattutto sul nostro cinema, che ringrazia. La prossima stagione sarĂ dunque ancora ricca di commedie italiane:

Genovese sfodera un super cast (Smutniak, Mastandrea, Giallini, Leo, Foglietta, Fresi) per Perfetti Sconosciuti, raccontando cosa accadrebbe se i cellulari iniziassero a svelare i nostri segreti; Brizzi punta sui Forever Young, ovvero quelli che non si arrendono al tempo che passa; Pieraccioni torna con Il professor Cenerentolo; Chiesa ha ingaggiato un Abatantuono in stato di grazia per Belli di Papà e Fabio De Luigi esordisce alla regia con TiramisÚ. Ma questo sarà anche l’anno del ritorno ufficiale del cinepanettone: il 17 dicembre esce Vacanze di Natale ai Caraibi, con Neri Parenti alla regia, De Sica e Ghini nel cast insieme ad un inedito Luca Argentero. E dopo il successo delle loro opere prime, sono attesissimi Sydney Sibilia (Smetto quando voglio 2) e Pif (In guerra per amore). Occhio poi a quelli dello Zoo di Radio 105 che sbarcano al cinema con On Air, mentre dal web arrivano i The Pills e star nazionali dei videogiochi come Favij per Game

Therapy. Nella seconda parte del 2016 arriveranno anche i nuovi film di Siani, Albanese (entrambi con 01 Distribution), Aldo, Giovanni e Giacomo a Natale e Ficarra e Picone a Capodanno (con Medusa). MAESTRI La nuova stagione vedrà il ritorno del cinema d’autore italiano: Marco Bellocchio (Sangue del mio Sangue), Luca Guadagnino (A bigger splash con Tilda Swinton) e Piero Messina (L’attesa con Juliette Binoche) sono tutti in odore di Festival di Venezia. Ma presto ammireremo anche i nuovi Tornatore (La Corrispondenza con Jeremy Irons e Olga Kurylenko), Ozpetek (Rosso Istan-

RFaranno discutere Suburra su Mafia Capitale, la storia gay Ferilli-Buy e quella sul Papa

21/4 - 20/5 TORO

21/5 - 21/6 GEMELLI

22/6 - 22/7 CANCRO

23/7 - 23/8 LEONE

24/8 - 22/9 VERGINE

6

7-

6-

5,5

6+

6+

Giornata di possibili attriti e di zebedei un cicinĂŹn inversi, anche per motivi di soldi. State su, nulla di grave incombe. Sudombelico muy resistente.

Fra noie, spese e Marte chez vous, il lavoro e i rapporti diventano convulsi: evitate gli stress. Anche quelli fornicatori, se non avete voglia di...

Produttiva la mattina nel lavoro e altrove. Dopo le 11, però, lo zebedeo potrebbe cominciare la discesa verso il Gabon. Per rogne varie. State su.

Le cose stentano, stamane, perchĂŠ siete inversi. Pomeriggio ok, con soddisfazioni plurime e sfighe in dissolvimento. MordacitĂ suina, da soddisfare.

23/9 - 22/10 BILANCIA

23/10 - 22/11 SCORPIONE

23/11 - 21/12 SAGITTARIO

22/12 - 20/1 CAPRICORNO

21/1 - 19/2 ACQUARIO

20/2 - 20/3 PESCI

6+

8

7

6,5

6

6

Marte stressa: don’t litig, amatevi, non esponetevi ai piccoli traumi accidentali. Non siete sfigaterrimi, solo temporaneamente ostacolati. Suinally too.

La Luna è garante della riuscita della giornata. Con furbizie economiche e suine muy efficaci. Trattative, “prâ€? e colloqui proficui da metĂ giornata.

La mattinata è piena di idee vincenti e di affermazioni confortanti. Dalle 11 ritmi placidi e sollievi economici. Ma c’è mucho brio fornicatorio.

Fino alle 11 la Luna sarà storta, poi rifiorirete e spaccherete. Le vostre prodezze suine sono intanto piÚ chiacchierate dell’ideologia del Gender. Grandi.

su Youtube in 24 ore. Solo decimo il calciatore Cristiano Ronaldo, mentre Lionel Messi è tredicesimo con 74 milioni di dollari. Tiene banco pure Justine Timberlake con 63 milioni e 500 mila, mentre Lady Gaga è appena 25esima, seguita da una band leggendaria come i Rolling Stones. Kim Kardashian, infine, è 33esima con un patrimonio annuo di 52 milioni e 500mila. Incredibile ma vero, Brad Pitt e Angelina Jolie sono fuori dalla classifica.

bul), Comencini (Non ti avevo visto bene con Paola Cortellesi), Andò (Le confessioni con Toni Servillo), VirzÏ (La pazza gioia) e Muccino (Padri e Figlie con Russell Crowe). DISCUSSI Ci sono film poi che stanno facendo discutere ancor prima di essere visti, tutti per motivi molto diversi: è attesissimo Suburra di Stefano Sollima che, partendo dal libro di Bonini e De Cataldo, mostra gli angoli piÚ oscuri di Mafia Capitale con Germano, Favino e Amendola; Maria Sole Tognazzi ha diretto Io e Lei, storia omosessuale con Margherita Buy e Sabrina Ferilli; rischiosissimo anche Chiamatemi Francesco, in cui Daniele Luchetti racconta la storia di Papa Bergoglio. I BIG USA Molti investimenti anche sugli stranieri. Tre nomi su tutti: Quentin Tarantino (The Hateful Eight), Martin Scorsese (Silence) e Steven Spielberg (Big Friendly Giant).

CONSIGLI

21/3 - 20/4 ARIETE

Potreste ricevere news economiche ansiogene, oggi: calma! PerchĂŠ siete comunque motivati e abili a risolvere. Oltre che con energie, pure suine, ottime.

Katy Perry, la cantante piĂš ricca AFP

BIONDO E SMILZO: IL NUOVO ROURKE Biondo, dimagrito, palestrato e sorridente. Praticamente irriconoscibile, per l’ennesima volta... Mickey Rourke, 62 anni, è stato avvistato mentre passeggiava fiero per le strade di Los Angeles (foto LaPresse). Il bisturi si vede ma, rispetto al “mutanteâ€? di ÂŤThe WrestlerÂť, Mickey ha fatto enormi passi avanti!

Š RIPRODUZIONE RISERVATA

OROSCOPO LE PAGELLE di ANTONIO CAPITANI

Mattinata ok per lavoro, viaggi, sport. Dalle 11 una rogna potrebbe ingrigire l’umore, abbattere gli zebedei e annacquar l’ormon. Don’t lagn, reagite.

eritĂ quanto mai banale. Una star è tale, oltre che per la fama, anche e soprattutto per il suo conto in banca. Che sia uno sportivo, un attore o un cantante la classifica stilata da Forbes sulle celebritĂ mondiali che intascano di piĂš lascia, però, davvero a bocca aperta. Non solo per le cifre da capogiro ma anche per i personaggi inseriti nella Top 50. Al primo posto c’è Floyd Mayweather, pugile, con 300 milioni di dollari. Al secondo posto il rivale Manny Pacquiao con 160 milioni. I due si sono sfidati ultimamente sul ring e anche in questo caso ha vinto lo statunitense. Terza Katy Perry, cantante da 135 milioni di dollari l’anno. Fuori dal podio, ma per poco, gli One Direction con 130 milioni. Il primo attore in lista, a sorpresa, è Robert Downey Jr., ottavo con 80 milioni. Segue a pari cifra Taylor Swift, che detiene anche il primato di visualizzazioni

L’Êquipe di lavoro e gli amici vi aiutano molto. Ma dalle 11 dovrete farvi forse un sedere canottiforme, per la fatica. Profferte suine inaffidabili.

Battaglieri e incacchiosini, fino alle 11 circa avrete voglia di affettare tanta gente come un melone. Calma. Pomeriggio piĂš fattivo. E forse pure suino.

SERIE TV ÂŤCEDAR CODEÂť

LE BATTAGLIE E GLI AMORI DI UN GIUDICE Olivia Lockhart (Andie MacDowell) — giudice e madre divorziata — cerca di risollevare la sua vita dopo la drammatica perdita del figlio. L’arrivo in cittĂ di Jack Griffith, giornalista ambizioso, potrebbe cambiare le cose. Vita privata e professionale si mescolano agli intrighi di provincia in una serie nata da uno dei romanzi di Debbie Macomber. In Nord America è alla stagione 3. DA VEDERE STASERA SU RAI 1 ALLE 21.20

LO SPORT IN TV

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MERCOLEDÌ 1 LUGLIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT


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