La Gazzetta dello Sport (03-10-2015)

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martedì 10 marzo 2015 anno 119 - numero 58 euro 1,40

SI INFIAMMA LA LOTTA CHAMPIONS

su

Lazio, suonata alla Viola Preso il Napoli: è terza Battuta la Fiorentina (4-0): Pioli a quattro punti dalla Roma Miro Klose ha segnato una doppietta LAPRESSE

BERARDINO, BIANCHI, IMPARATO, LONGHI, PUGLIESE DA PAG. 8 A PAG. 11

LA JUVE VOLA VERSO LO SCUDETTO

+ 1 POGBA 1 SEGNA... E CHIUDE Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano

9 771120 506000

50 3 1 0>

L’abbraccio trionfante tra Agnelli, Marotta e Nedved, al fischio finale, dice chiaro che la Juve ha voluto fortemente questo +11 che blinda il quarto scudetto consecutivo in modo da potersi concentrare sulla primavera di Coppa. Però ci sono voluti 82’ per piegare il Sassuolo, in casa, con la formazione che per nove, dieci o anche undici undicesimi vedremo a Dortmund... L'ARTICOLO A PAGINA 23

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GOZZINI A PAGINA 15

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IL PERSONAGGIO

Cagliari, Zeman ci riprova «Sono ritornato per i tifosi» ELEFANTE, FRONGIA A PAGINA 19

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L’INFORTUNIO SHOCK

Mattiello:«Il mio dramma ha unito tutta la Serie A» SCHIRA A PAGINA 17

w

IL ROMPIPALLONE di Gene Gnocchi Emissari russi hanno spiato gli schemi di Sarri. Poi, per farsi due risate, hanno dato un’occhiata a quelli di Inzaghi.

CENITI, D’ANGELO, DELLA VALLE, GRAZIANO, LICARI, TOSI DA PAGINA 2 A PAGINA 7

LA GRANDE SFIDA DIETRO LA SIGNORA

BREGA, DALLA VITE ALLE PAGINE 12-13

Galliani dà alla squadra il nuovo obbiettivo «Settimo posto per arrivare in Europa»

CONTE PUNGE: «CON ME VANTAGGIO DI 20 PUNTI»

23

L’allenatore dell’Inter nostro ospite a «Senza Appello»: «La difesa balla troppo perché siamo un po’ naif»

MILAN, BERLUSCONI TELEFONA A INZAGHI E GLI ALLUNGA LA VITA

I bianconeri contro il Sassuolo soffrono. Poi una botta del francese all’83’ avvicina sempre più il 4° titolo di fila

L’ANALISI di Nicola Cecere

MANCINI: «ECCO PERCHÉ TOURÈ PUÒ ARRIVARE ICARDI? BENE»

RISULTATI & CLASSIFICA 26a GIORNATA

CESENA-PALERMO CHIEVO-ROMA EMPOLI-GENOA MILAN-VERONA NAPOLI-INTER PARMA-ATALANTA SAMPDORIA-CAGLIARI UDINESE-TORINO IERI LAZIO-FIORENTINA JUVE-SASSUOLO JUVENTUS ROMA LAZIO NAPOLI FIORENTINA SAMPDORIA GENOA* INTER TORINO MILAN

61 50 46 46 42 42 37 36 36 35

25 0-0 0-0 1-1 2-2 2-2 0-0 2-0 3-2 4-0 1-0

PALERMO UDINESE* EMPOLI SASSUOLO VERONA CHIEVO ATALANTA CAGLIARI CESENA PARMA** (-1)

*Una partita in meno **Due partite in meno

35 31 29 29 29 26 24 20 20 11

ANCELOTTI E LA «BBC» MISSIONE ANTICRISI Torna la Champions: contro lo Schalke il Real Madrid si affida a Bale-Benzema-CR7 C’è Porto-Basilea RICCI A PAGINA 25 Carlo Ancelotti, 55 anni AFP

DA NON PERDERE 1 Una tendenza di rigore: Toni, Icardi e i cucchiai azzardo lungo 11 metri VERNAZZA A PAGINA 14

2 Messi, Ronaldo, Iniesta Con ET alla scoperta degli assi imprenditori IANDIORIO ALL’INTERNO

3 F.1: sfogo di papà Bianchi «Jules ancora in coma E’ inumano vivere così» IANIERI A PAGINA 29


2

Serie A R Posticipi 26a giornata

Pogboom da scudetto Juventus, titolo vicino 1I bianconeri soffrono per 82 minuti,

poi una botta del francese risolve la questione Sassuolo e regala ad Allegri l’allungo decisivo sulla Roma. I giallorossi sono a -11 dalla capolista JUVENTUS

SASSUOLO

1 0

PRIMO TEMPO 0-0 MARCATORE Pogba al 38’ s.t. JUVENTUS (4-3-1-2) Storari; Lichtsteiner, Bonucci, Chiellini, Evra; Vidal, Marchisio, Pogba; Pereyra (dal 18’ s.t. Pepe); Morata (dal 18’ s.t. Llorente), Tevez (dal 42’ s.t. Barzagli) PANCHINA Rubinho, Audero, Ogbonna, De Ceglie, Padoin, Sturaro, Matri. ALLENATORE Allegri BARICENTRO MEDIO 53,6 M CAMBI DI SISTEMA 4-3-3 dal 18’ s.t.; 3-52 dal 42’ s.t. AMMONITI Tevez per gioco scorretto; Pogba per proteste. SASSUOLO (4-3-3) Consigli; Vrsaljko, Acerbi, Peluso, Longhi; Brighi (dal 33’ s.t. Chibsah), Magnanelli, Missiroli (dal 40’ s.t. Lazarevic); Berardi, Zaza, N. Sansone (dal 27’ s.t. Taider). PANCHINA Pomini, Polito, Bianco, Natali, Fontanesi, Biondini, Floccari, Floro Flores, Donis. ALLENATORE Di Francesco CAMBI DI SISTEMA nessuno BARIC. MOLTO BASSO 43,8 M AMMONITI Missiroli e Zaza per c.n.r.; Sansone e Magnanelli per gioco scorretto. ARBITRO Peruzzo di Schio. NOTE paganti 12.181, incasso di 393.275 euro; abbonati 25.325, quota di 924.867 euro. Tiri in porta 4-1. Tiri fuori 10-2. Angoli 12-1. Fuorigioco 1-0. Recuperi: p.t. 0, s.t. 4’

PRIMO TEMPO 20’ Prima occasione I 20 minuti iniziali sono soporiferi. Poi si sveglia Tevez che, servito da Pereyra, conclude di poco alto sopra la traversa. 24’ Berardi alle stelle Il Sassuolo cerca di allentare la blanda pressione juventina: Berardi ci prova da lontano ma il suo tiro finisce in curva. 29’ Solito Chiello Juve pericolosa alla mezzora: azione da calcio d’angolo e Chiellini di testa alza di poco sopra la traversa. 33’ Consigli c’è Destro da fuori di Tevez: tiro potente ma centrale, Consigli respinge con i pugni. 37’ Tevez anche in difesa L’argentino si traveste anche da difensore: fallo su Zaza lanciato verso Storari. Il giallo è giusto.

SECONDO TEMPO 7’ Miracolo di Consigli Gran tiro di Pogba dal limite dell’area, Consigli si salva in angolo. 13’ La Juve preme Tevez ci prova ancora da dentro l’area: la sua conclusione finisce fuori di poco. 28’ Bonucci da 30 metri La Juventus non riesce a sfondare e allora ci prova anche da lontano: gran tiro di Bonucci, Consigli devia ancora in angolo. 31’ Llorente spreca Buon assist di Tevez per lo spagnolo che controlla nell’area piccola e tira in girata ma troppo debolmente. In pratica è un passaggio a Consigli. 38’ Risolve Pogba Queste partite di solito si sbloccano solo con l’invenzione di un campione e Pogba appartiene alla categoria: gran destro dal limite, Consigli non può fare nulla. E la Juve va a +11 sulla Roma.

Fabio Licari INVIATO A TORINO

C

on Pogba la grande paura se ne va e, molto probabilmente, arriva lo scudetto, il quarto di fila, il primo dell’era Allegri. La Juve vola a +11, distacco che pare incolmabile per una Roma così malridotta e costretta a guardare il retrovisore, altro che inseguimento. Ma non è stato lo stesso un bello spettacolo, anche se dipende dai punti di vista: perché il Sassuolo il suo show dignitosissimo l’ha mostrato. Poi, al 38’ del secondo tempo, il francese s’è finalmente ricordato d’essere valutato quanto Van Gogh e, nel silenzio di una curva in sciopero (protesta contro la polizia…), ha scaraventato in rete di collo esterno, da fuori area, da tanti milioni insomma. Altrimenti sarebbe stata la maledizione del tre. Tre come i match-ball sprecati, dopo Udinese e Cesena. E tre come le gare senza successi, dopo Roma e Fiorentina (in coppa). Il senso è che da oggi si può pensare al Borussia e programmare un po’ di turnover, ma i cattivi pensieri non sono allontanati. Il contrario.

SOTTO RITMO Perché c’è alme-

no una domanda alla quale la Juve dovrà presto dare risposta: il ritmo basso, così basso come non si vedeva da tempo, è scelta tattica (per aprire il Sassuolo), tecnica (il gioco di Allegri è fatto di pazienza e ha meno «furore» di quello di Conte) o, cosa più preoccupante, fisica? Non è incoraggiante ritrovarsi sul tabellino un solo tiro in porta in 52’, naturalmente di Tevez. Naturalmente perché l’argentino è l’unico a lottare davvero, arrabbiarsi,

RI campioni d’Italia, apparsi sottotono, hanno sofferto il pressing alto della squadra emiliana

dribblare e inseguire i rivali al punto da beccare lui il primo «giallo» dei suoi. Come? Da non crederci: per fallo da dietro su Zaza, lanciato in rete, al limite dell’area bianconera. Ma anche in Tevez lucidità e precisione non sono all’altezza. D’altra parte tutta la manovra Juve fatica da morire: linee di passaggio più banali del solito, poco movimento in attacco con Morata che va a cercarsi palla ma non può aprire in mezzo, fasce dalle quali non parte un cross pericoloso e pal-

la che gira in orizzontale. CI VORREBBE UN «10» Messo già bene di suo, e con l’umiltà di non osare l’impossibile, il Sassuolo si trova alla grande in questa situazione: il sacrificio delle tre punte affolla la trequarti, dove gli infaticabili Missiroli e Brighi chiudono tutti gli spifferi. E quando la Juve aggredisce, si fa per dire, ecco comporsi due linee compatte, con un esterno che arretra e Zaza sempre in disturbo. Avesse un «10» vero la Juve, diciamo Vazquez o Pastore, potrebbe bastare un triangolo, o un dribbling riuscito, per creare superiorità e trovarsi sottorete. Pereyra è un «10» arrangiato, una mezzala con accelerazioni da trequartista, non i colpi: e quindi al centro il gioco sbatte sempre contro il «muro» e sui lati nessuno trova la diagonale giusta. Anzi c’è quasi da preoccuparsi, per Allegri, quando il Sassuolo prova a ripartire, perché Chiellini incappa in un’altra serata «scivolosa» e Vidal né affonda né copre: quello vero avrebbe sradicato mille palloni e tirato, questo soffre e neanche fa fallo. CAMBI DECISIVI Si rende conto anche Allegri che il match sta scivolando verso uno 0-0 e s’inventa qualcosa: fuori Pe-


MARTEDÌ 10 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

38’ S.T. La sassata di Paul Pogba, 21 anni, che ha deciso la partita. Per il francese è il settimo gol in campionato AFP

fIL PROTAGONISTA

CLASSIFICA SQUADRE

PT

JUVENTUS ROMA LAZIO NAPOLI FIORENTINA SAMPDORIA GENOA INTER TORINO MILAN PALERMO UDINESE EMPOLI SASSUOLO VERONA CHIEVO ATALANTA CAGLIARI CESENA PARMA (-1)

61 50 46 46 42 42 37 36 36 35 35 31 29 29 29 26 24 20 20 11

PARTITE

RETI

G

V

N

P

F

S

26 26 26 26 26 26 25 26 26 26 26 25 26 26 26 26 26 26 26 24

18 13 14 13 11 10 9 9 9 8 8 8 5 6 7 6 5 4 4 3

7 11 4 7 9 12 10 9 9 11 11 7 14 11 8 8 9 8 8 3

1 2 8 6 6 4 6 8 8 7 7 10 7 9 11 12 12 14 14 18

53 38 47 46 37 34 37 41 30 37 38 29 26 29 31 18 22 32 24 20

14 19 27 33 28 28 30 34 28 32 39 34 28 39 46 30 37 49 47 47

© RIPRODUZIONE RISERVATA

1Il francese: «Io l’uomo scudetto? No, sono un giovane. Ma dico la mia a chiunque, anche ai tifosi: devono starci vicino» Fabiana Della Valle

CHAMPIONS PRELIMINARI DI CHAMPIONS EUROPA LEAGUE RETROCESSIONI

INVIATA A TORINO

SABATO 14 MARZO PALERMO-JUVENTUS ore 18 CAGLIARI-EMPOLI ore 20.45 DOMENICA 15 MARZO, ore 15 ATALANTA-UDINESE GENOA-CHIEVO SASSUOLO-PARMA VERONA-NAPOLI INTER-CESENA ore 20.45 LUNEDÌ 16 MARZO FIORENTINA-MILAN ore 19 TORINO-LAZIO ore 19 ROMA-SAMPDORIA ore 21

PALERMO E BORUSSIA A Palermo Conte sorpassò il Milan vincendo di fatto il suo primo scudetto, a Palermo Allegri può gestire il vantaggio pensando a Dortmund: dove, con Pirlo o meno, forse un 3-5-2 potrebbe restituire naturalezza nei meccanismi e più responsabilità a Bonucci, al quale l’intelligente pressing alto di Di Francesco ha chiuso spesso l’impostazione. Poi, certo, hai Pogba e tutto fila liscio, ma il Sassuolo era reduce da 3 k.o. di fila e subiva gol da 13: qualcosa di più convincente andava fatto, su.

L’ultima invenzione di Paul «Era una palla per Tevez ma era buona, lo sentivo»

* 1 PUNTO DI PENALIZZAZIONE

I

PROSSIMO TURNO

reyra e Morata, dentro Pepe e Llorente, passaggio al 4-3-3. Detto in tutta sincerità: Morata, uno che «gioca» sempre, l’avremmo lasciato sulla fascia, a inventare dribbling, senza preoccuparsi poi di entrare in area dove un «centravantone» serviva, eccome, vista la serie di cross tutti buoni per Consigli. Ma alla fine ha ragione il tecnico perché la palla a Pogba arriva proprio da Pepe, ed è la prima volta che il Sassuolo si fa trovare scoperto concedendo una linea di tiro. Poi il francese ci mette il talento per il 7° gol in campionato, secondo marcatore dopo Tevez (15), e la difesa non prende gol dopo 4 partite (6 con Borussia e Fiorentina).

UN’ALTRA RETE PESANTE

(0-2) (4-0) (0-2) (2-1) (3-1) (2-6) (1-0) (1-1) (1-2) (0-0)

LA MOVIOLA di FRANCESCO CENITI

FURIA ZAZA PER IL GIALLO: OKAY PERUZZO Peruzzo porta a casa la sfida senza troppe sofferenze. Il veleno dopo il fischio finale con Zaza che cerca un confronto (esempio opposto di fair play) non proprio amichevole con l’arbitro: allontanato da Di Francesco e soprattutto da Bonucci. Il motivo? L’ammonizione data nel recupero all’attaccante per il controllo di braccio nell’area juventina: giallo da regolamento perché potenzialmente Zaza poteva trarre un vantaggio importante dalla irregolarità. Per il resto, timide proteste Juve quando nella ripresa Bonucci prova a sfondare nell’area avversaria: gomito di Acerbi involontario. Ok i gialli a Missiroli, Tevez, Sansone, Pogba (era diffidato, salterà Palermo) ed Evra.

l fischio finale viene accolto dallo Stadium come una liberazione. In tribuna Agnelli, Marotta e Nedved s’abbracciano come se stessero festeggiando lo scudetto. Paul Pogba invece resta in mezzo al campo, stringe le mani agli avversari e i suoi compagni, a uno a uno, corrono ad abbracciarlo. Il primo è Evra, francese come lui, poi tutti gli altri. È lui il re nella notte della festa anticipata, è lui l’eroe del quasi quarto scudetto bianconero consecutivo. Paul ha segnato la rete

del +11 sulla Roma, un vantaggio sufficientemente ampio per considerare chiuso il discorso tricolore (anche se Allegri non lo ammetterà mai). L’ha fatto quando mancavano solo 7 minuti alla fine della partita, quando il pareggio pareva il risultato più scontato. COLPI DA CAMPIONI Pogba è un fuoriclasse e a quelli come lui basta un guizzo, un’intuizione, per trasformare una squadra spenta in una vincente. Ha visto il pallone calciato forte da Pepe, ha capito che non era indirizzato a lui ma non ha esitato un secondo: stop bellissimo, forse ancora

più del tiro, di esterno destro, e gol di collo. Ha fatto reti più belle, ma meno preziose. L’anno scorso col Bologna segnò nella stessa porta e più o meno dalla stessa distanza, ma con un rasoterra. Fu una vittoria ancora più importante in chiave scudetto. A molti tifosi invece sarà tornata in mente JuveCatania 1-0 del 10 marzo 2013: assist di Paul e gol di Giaccherini. Anche quel giorno fu fuga per il titolo. Pogba non segnava dal 25 gennaio, quando con il Chievo aveva illuminato lo Stadium con una rete da urlo. È a quota sette in campionato, solo Tevez tra i bianconeri ne ha fatti più di lui.

3

Anche all’andata aveva fatto gol al Sassuolo, nell’1-1 di Reggio Emilia. Reti banali mai, il francese sa lasciare il segno quando serve. Per questo i tifosi lo adorano e gli perdonano anche il fatto di accendersi a intermittenza. INTUITO E PASSIONE Paul è andato da loro a fine partita, per regalare la maglia alla curva. Però non pensa di essere un eroe: «Non mi sento l’uomo scudetto - dice - l’importante è la squadra, oggi è stata dura e sappiamo tutti che è una vittoria importante per il tricolore. Il pallone di Pepe non era per me, era per Tevez, però io me la sentivo e l’ho preso. Non mi considero leader, tutti abbiamo bisogno di tutti ma, anche se sono giovane, se posso dire qualcosa a un mio compagno lo faccio. Dove voglio arrivare? Voglio essere un grande giocatore e fare sempre di più, in campo e in allenamento». Infine un appello ai tifosi: «Abbiamo bisogno della loro passione, anche quando giochiamo male. Ci devono trascinare perché si vince tutti insieme». Prima del gol Pogba aveva preso un giallo che gli costerà la squalifica contro il Palermo: mai ammonizione fu così gradita, perché il francese potrà riposarsi per la Champions. A Dortmund servirà la miglior Juve e soprattutto il miglior Paul, che con un’intuizione sa fare la differenza. © RIPRODUZIONE RISERVATA

ne alla 1Paul Pogba, 21 anni, centrocampista francese, terza stagione

SETTIMO GOL DEL FRANCESE

nato Juventus, ha eguagliato il record di gol dello scorso campionato arrivando a quota 7. Nella prima stagione furono 5

PALLE PERSE

TOCCHI PER ZONA

MINUTI GIOCATI

Il colore è più intenso nelle zone in cui ci sono stati più tocchi di palla

17

ATTACCO

1

1

2

4

2

5

1

1

1

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2

4

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7

3

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8

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1

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1

1

1

4

DRIBBLING POSITIVI 3

90’

1

PALLE RECUPERATE 9

1

Recupero 4’

1

LANCI POSITIVI 2 PASSAGGI POSITIVI

7

SPONDE 2

I suoi gol in campionato to 46 TIRI IN PORTA

Paul Pogba finora ha segnato ato 7 gol ppietta in campionato con una doppietta realizzata contro la Lazio

FALLI SUBITI 4 Gol

Tiro parato

DA DOVE HA TIRATO

Gol

Tiro parato

38’ ST 7’ ST

LA PARTITA AI RAGGI X

Berardi, sacrificio da big: 10 palle recuperate 1Il pressing delle punte di Di Francesco imbriglia a lungo la Juve. I bianconeri perdono 172 palloni: 11 Marchisio e 17 Pogba Vincenzo D’Angelo

N

essun catenaccio. Né tantomeno stoiche barricate. Il Sassuolo imbriglia la Juventus per 82 minuti grazie a un’ottima organizzazione tattica e la voglia — mista a coraggio — di aggredire alto l’avversario. Il colpo mortale — forse anche sul campionato — arriva con una magia da fuori di Pogba. Insomma, scena già vista e rivista. Il rammarico semmai per Di Francesco può essere il come è arrivato il gol: perdere allo Stadium ci sta, ma è diffici-

le digerire un gol preso in ripartenza in casa della Juve a sette minuti dal 90’, dopo esser riusciti a non concedere quasi nulla ai campioni d’Italia. SACRIFICIO Di Francesco ha un tridente che potrebbe ambire alla corsa per un posto in Europa per qualità, ma che ieri ha dimostrato di saper lottare e soffrire con l’umiltà che il copione impone a chi ha come obiettivo primario centrare la salvezza con meno patemi possibili. Berardi, Zaza e Sansone sono stati istruiti bene. Sono loro i primi a dover togliere fiato

alla manovra bianconera: si spiegano anche così le 172 palle perse dalla Juve, di cui 64 recuperate dal Sassuolo (addirittura 10 da Berardi), che intercetta 21 passaggi — contro i 19 dei bianconeri — e vince 5 contrasti in più (18-13). CHIAVE L’assenza di Pirlo probabilmente ha spinto Di Francesco a osare di più col pressing alto. Marchisio come direttore d’orchestra è stato tante volte impeccabile in questa stagione, ogni volta che Allegri gli ha affidato le chiavi della mediana non ha mai fatto rimpiangere

LA MOSSA JUVENTUS

SASSUOLO

LICHTSTEINER BONUCCI

CHIELLINI

EVRA

ZAZA SANSONE

BERARDI MARCHISIO

MISSIROLI

PASSAGGIO

MAGNANELLI

MOVIMENTO GDS

l’assenza del 21 bianconero. Ma le sue qualità sono piuttosto differenti da quelle di Pirlo, capace di trovare corridoi accessibili a pochi, e profondità dietro la linea difensiva con un solo tocco in verticale. Marchisio effettua appena 54 passaggi (pochi per il faro di centrocampo di una grande squadra), perdendo 11 palle in mezzo al campo: un’enormità, e Pogba e Morata riescono a fare peggio (17). Così il Sassuolo capisce presto che la chiave è nel recupero alto del pallone. Chiellini e Bonucci non trovano mai l’appoggio facile in profondità, limitandosi a un gi-

ro palla prevedibile e poco produttivo. Bonucci tocca quota 59 passaggi utili, ma anche 19 negativi. In più è spesso costretto al lancio (7) facilmente leggibile dagli avversari. In mediana, Magnanelli, Brighi e Missiroli raddoppiato su ogni zona del campo, aiutati sempre dal sacrificio delle punte. La Juve a fine partita conta 188 verticalizzazioni, ma solto un passaggio filtrante, che porta al gol di Pogba. Sì, con organizzazione e sacrificio l’impresa di uscire indenne dallo Stadium al Sassuolo poteva anche riuscire. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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MARTEDÌ 10 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT


Serie A R Posticipi 26a giornata

MARTEDÌ 10 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

5

LE PAGELLE di MIRKO GRAZIANO JUVENTUS

SASSUOLO

6

6

TEVEZ SI SBATTE VIDAL FA SOLO IL COMPITINO MARCHISIO STANCO IL TECNICO ALLEGRI

6 Squadra molle, addormentata e priva di idee. La speranza è che la prestazione sia figlia del pensiero-Champions e non di una condizione fisica in calando. Buona la doppia mossa Pepe-Llorente.

IL MIGLIORE POGBA

7 Inizia giochicchiando, lontano dalla porta. Il primo lampo lo regala al 7’ s.t.: bravo Consigli. Lo Stadium inizia a mugugnare, lui sale in cattedra e pesca la giocata che vale quasi certamente lo scudetto. ● TIRI 2 ● RECUPERI 9 ● PASSAGGI 46

PEREYRA

5,5 A livello di quantità il jolly argentino c’è sempre: lotta, picchia e insegue un po’ tutti. Il problema è che a ridosso degli attaccanti servirebbe ogni tanto la giocata di qualità pura, che però non arriva mai. ● TIRI 0● RECUPERI 2 ● PASSAGGI 28

6

5,5

STORARI Febbre alta: Buffon a casa. E allora Marco gioca la 2a gara in campionato. Controlla una punizione molle di Sansone, poi normale amministrazione.

LICHTSTEINER Spinge fin dall’inizio, punta e salta Longo, ma difetta in precisione in molte occasioni. Nuovo cambio di marcia nella ripresa, zero sofferenze dietro.

BONUCCI Lo stakanovista mette una pezza sul pericoloso contropiede lanciato e sprecato da Sansone, poi rimedia alla goffa scivolata di Chiellini.

CHIELLINI Altra scivolata che getta nel panico lo stadio e risveglia ricordi di Champions. Molte sbavature con la palla fra i piedi. Va su bene di testa: palla non troppo alta.

● PARATE 1 ● RINVII 5 ● PRESE ALTE 1

● CROSS 5 ● RECUPERI 8 ● PASSAGGI 29

● LANCI 7 ● RECUPERI 4 ● PASSAGGI 59

● LANCI 5 ● RECUPERI 13 ● PASSAGGI 60

6,5

5,5

6

6

EVRA Non si fa intimorire da Berardi. Magari non è troppo pericoloso coi cross, è però uno dei più presenti nel forcing finale.

VIDAL Allegri ha ragione, il cileno fisicamente dà buoni segnali, ma ora serve ben più di un compitino portato a termine senza strafalcioni.

MARCHISIO Proprio come Bonucci, fa gli straordinari da inizio stagione. Stanco, va fatto riposare. Ma la prestazione è abbastanza solida, utile, intelligente.

MORATA Servito poco e male, arretra spesso per cercare fortuna. Stop ai venti metri, violento scatto e sinistro di poco a lato. Non gli basta per evitare il cambio.

● CROSS 4 ● RECUPERI 4 ● PASSAGGI 29

● TIRI 1 ● RECUPERI 7 ● PASSAGGI 56

● TIRI 1 ● RECUPERI 9 ● PASSAGGI 54

● TIRI 2 ● DRIBBLING 2 ● SPONDE 2

6,5

IL PEGGIORE

6

6

6

6

s.v.

TEVEZ Tira tre volte. La Juve dorme, l’Apache no. Si sbatte in ogni zona, si becca pure un giallo per rincorrere Zaza fino all’area di Storari. Leader vero.

LLORENTE Si piazza nel cuore dell’area avversaria. Fa da boa in un paio di occasioni non sfruttate da Bonucci e Tevez. Pescato a due passi da Consigli, gira debolmente.

PEPE Col suo ingresso, la Juve passa al 4-3-3. Largo a destra, «Pepinho» sforna un cross dietro l’altro senza fortuna. Ha il merito di innescare Pogba-gol.

BARZAGLI Spazio nel finale, il popolo bianconero lo accoglie con un boato. Va portato al top al più presto, ma forse è tardi per vederlo titolare a Dortmund.

● TIRI 3 ● DRIBBLING 2 ● SPONDE 1

● TIRI 1 ● RECUPERI 2 ● PASSAGGI 7

● CROSS 5 ● RECUPERI 0 ● PASSAGGI 7

● LANCI 0 ● RECUPERI 0 ● PASSAGGI 2

6

6,5

VRSALJKO OK: E’ COME UN MURO ZAZA GLADIATORE ACERBI BENE IL TECNICO DI FRANCESCO

6,5 Ha la difesa a pezzi, è costretto a schierare Peluso centrale, ma non rinuncia alla qualità dei suoi attaccanti. Tiri pochi, ma addormenta a lungo la gara, e solo il lampo di Pogba manda all’aria ogni piano.

IL MIGLIORE CONSIGLI

6,5 Controlla coi pugni un forte destro di Tevez. Molto bene a inizio ripresa sulla rasoiata di Pogba, nulla da fare invece quando il gigante francese trova la mazzata che apre e chiude la gara. ● PARATE 3 ● RINVII 11 ● PRESE ALTE 1

IL PEGGIORE SANSONE

5,5 E’ suo l’unico tiro in porta del Sassuolo: troppo molle la punizione calciata da buona posizione. Era forse meglio lasciarla al dolce sinistro di Berardi. Senza palla garantisce invece un lavoro sufficiente. ● TIRI 1 ● RECUPERI 5 ● PASSAGGI 13

PERUZZO Pogba protesta in maniera vistosa: giusto il giallo che costerà al francese una giornata di squalifica (forse cercata). In generale, conduzione di gara sicura, senza sbavature negli episodi che contano.

6,5

6

6

VRSALJKO Abbottonatissimo, sconfina raramente in territorio nemico, ma in fase di copertura è un muro e non dà spazio a cross pericolosi. Gara in totale controllo.

ACERBI Prestazione giudiziosa, giocate semplici, zero fronzoli. Bene di testa, sempre piazzato, un po’ di apprensione quando Tevez tenta lo sfondamento.

PELUSO Fuori ruolo, ma solido. Un paio di buone chiusure in piena area, quindi un gran recupero su Pereyra. Contiene Llorente sotto misura.

LONGHI Dalla sua parte è più facile trovare la linea di fondo: ci riesce spesso Lichtsteiner, ci va pure Tevez, poi Pepe: per fortuna del Sassuolo c’è poca precisione.

● CROSS 2 ● RECUPERI 3 ● PASSAGGI 23

● LANCI 3 ● RECUPERI 2 ● PASSAGGI 18

● LANCI 0 ● RECUPERI 4 ● PASSAGGI 15

● CROSS 1 ● RECUPERI 8 ● PASSAGGI 25

6

6

6

6

BRIGHI E’ la metà di Pogba, e infatti nel corpo a corpo soffre. L’ex bianconero però regge e si rende utile a ridosso dell’area amica sporcando parecchi palloni.

MAGNANELLI Serata in cui serve la vanga. Un buon lavoro quello del capitano, poi però è nella sua zona che i bianconeri trovano il corridoio giusto.

MISSIROLI Chiude bene le linee di passaggio degli avversari e non sfigura nei confronti di un Vidal non certo arrembante, ma comunque non così giù sotto l’aspetto fisico.

BERARDI Piedi buoni, mente veloce, utile anche nella propria metà campo. Lavora tanto, riparte e pressa alto. Cerca poi Storari da fuori: palla alta.

● TIRI 0 ● RECUPERI 4 ● PASSAGGI 19

● TIRI 0 ● RECUPERI 6 ● PASSAGGI 38

● TIRI 0 ● DRIBBLING 1 ● PASSAGGI 17

● TIRI 1 ● DRIBBLING 0 ● SPONDE 0

6

5,5

s.v.

s.v.

ZAZA Un gladiatore là davanti. Fa a sportellate sia con Chiellini sia con Bonucci, e ne esce spesso vincitore. Mette ansia ai centrali di Allegri ma non trova la porta.

TAIDER Entra al posto di Sansone e va a piazzarsi a sua volta largo a sinistra. Poco propositivo in fase di ripartenza e la Juve prende ulteriore campo.

CHIBSAH Dentro quando la Juve produce l’ultimo sforzo. Non è l’unico colpevole, ma avrebbe dovuto dare un occhio particolare a Pogba in occasione del gol

LAZAREVIC Spiccioli di gara, e la Juve ha ormai trovato la via del vantaggio.

● TIRI 0 ● DRIBBLING 1 ● SPONDE 1

● TIRI 0 ● DRIBBLING 0 ● SPONDE 0

● TIRI 0 ● PALLE PERSE 2 ● PASSAGGI 4

● CROSS 0 ● RECUPERI 0 ● PASSAGGI 1

DI FIORE 6 POSADO 6

CALVARESE 6 GHERSINI 6

CAVIGLIA E SPALLA K.O.

IL TECNICO DEL SASSUOLO

Caceres operato Stagione finita

Di Francesco: «Zaza stia calmo ma alla fine troppi minuti persi...»

● TORINO (f.d.v.) Doppia operazione per Martin Caceres: il difensore ieri è stato sottoposto a osteosintesi della frattura del malleolo mediale e artroscopia della caviglia sinistra, in più è stata eseguita una capsuloplastica artroscopica per la stabilizzazione della spalla destra. L’uruguaiano si è infortunato alla caviglia nell’allenamento della vigilia, la spalla invece gli faceva male già da un po’, ma con un tutore riusciva a giocare lo stesso. Visto il lungo stop, si è deciso di procedere anche alla stabilizzazione. Stagione finita per lui: dovrà stare fermo per dieci settimane.

Eusebio Di Francesco, 45 anni

BERETTA: «OK PER LA FINALE»

Goal line technology Via in Coppa Italia ● E’ sempre più vicino l’esordio della «goal line technology»: «Cerchiamo di stringere i tempi, il nostro obiettivo sarà di debuttare nella finale di coppa Italia a Roma il 7 giugno». Lo ha annunciato il presidente della Lega di A, Maurizio Beretta, intervenuto a «La politica nel pallone» su Gr Parlamento. «Puntiamo a definire i dettagli con la tecnologia più rispondente alle nostre necessità, cioè quella dell’occhio di falco, utilizzata nel tennis, dalla Premier inglese, e dal prossimo anno anche dalla Bundesliga. Il problema del gol non gol dovrebbe essere così definitivamente risolto», ha sottolineato il numero uno di via Rosellini.

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● TORINO (a.to.) La quarta sconfitta di fila era la più prevedibile per il Sassuolo ma è anche la più beffarda. Per 82 minuti Di Francesco ha cullato la speranza di uscire imbattuto dallo Stadium ma la doccia fredda di Pogba lo ha gelato e adesso la crisi di risultati si fa sentire. «Sono contento per l’atteggiamento che ha mostrato la squadra — dice il tecnico — Abbiamo fatto un grande primo tempo sotto l’aspetto tattico, andando a prendere la Juve molto alti. Per un’ora siamo stati perfetti poi ci hanno sorpreso con una giocata in contropiede di un campione, siamo stati ingenui a non dare copertura sulla loro ripartenza dopo esserci sbilanciati troppo in avanti. Mi spiace ma sono contento della prova del Sassuolo, peccato che davanti non siamo stati concreti. Zaza? L’ho ripreso perché perdeva tempo a protestare anziché pensare a giocare. Però nel finale si perdeva solo tempo, è tipico del calcio italiano, io ai miei non chiedo mai di perdere tempo». © RIPRODUZIONE RISERVATA


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MARTEDÌ 10 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT


Serie A R Posticipi 26a giornata

MARTEDÌ 10 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Conte: «La Juve? Con me il vantaggio sarebbe di 20 punti» 1Il c.t. vince la terza Panchina d’oro consecutiva:

«Un onore, però vorrei più italiani nelle squadre di A»

Matteo Dalla Vite INVIATO A FIRENZE

I

l Triplete di Antonio Conte. Terza Panchina d’oro di fila, come Fabio Capello: «Ed è un onore» dice il c.t. della Nazionale. Conte ha un sorriso grande. Saluta tutti e sale sul palco ringraziando il proprio staff col quale, nel tardo pomeriggio, si riunisce a parlare di Italia nelle stanze di Coverciano e col presidente Figc Carlo Tavecchio come invitato più che speciale. «La Juventus? La classifica dice la verità». E se su quella panchina ci fossero ancora la grinta e la cattiveria di Conte? «Beh, figurarsi: se ci fossero quelle, allora avrebbe venti punti di vantaggio...». E qui Massimiliano Allegri sorriderà poco, ma trattasi più di battuta che no. Oppure no, chissà. «Rimpianti miei di Juve? No no...» fa il c.t. MACCHÈ DIAVOLO Antonio Conte prende 18 voti su 52 votanti. Dietro di lui Montella (8 voti) e Garcia (7). Panchina d’argento a Maurizio Sarri che

Antonio Conte (a destra) riceve da Renzo Ulivieri la Panchina d’oro ANSA

si prende il 70% dei voti e con la solita genuinità fa: «Un grazie ai miei giocatori, perché senza loro noi allenatori i premi ce li sogniamo e basta...». Il c.t. dell’Italia stringe molte mani. E nessun patto col Diavolo. «Se ho sentito Berlusconi per un futuro al Milan — riprende Conte —? È una bugia. Inzaghi? A Pippo faccio un grande in bocca al lupo e gli di-

co di tener duro perché da momenti così ci siamo passati tutti». Si torna alla Juventus. «La classifica dice la verità: la Juve sta meritando il primo posto per l’abitudine a lottare, la mentalità, l’atteggiamento tattico. Il campionato? Sinceramente mi aspettavo una Serie A più combattuta». SOGNO AZZURRO Si ferma a

parlare con tanti, Conte. «Il mio sogno? Fare bene con la Nazionale, costruire entusiasmo e passione da trasmettere al pubblico che ci segue. Quanto alle prestazioni sarà importante crescere per diventare competitivi e giocarcela alla pari con alcune nazionali che in questo momento ci sovrastano. Come ritroverò i ragazzi dopo 4 mesi che non li vedo? Spero non si siano dimenticati ciò su cui abbiamo lavorato l’ultima volta, le varie nozioni...». PIÙ ITALIANI La Nazionale giocherà il 28 marzo a Sofia contro la Bulgaria: sarà la ripartenza italiana di Conte. «Cosa mi manca facendo il tecnico della Nazionale? Il lavoro quotidiano: ci si deve accontentare degli spazi riservati alla Nazionale e dentro a quelli lavorare per poter costruire nel modo migliore ciò che ti sei prefissato. Quanto alle difficoltà del mio ruolo, beh, arrivano nel momento in cui ci sono da fare le selezioni: perché ci sono rose zeppe di stranieri e mi piacerebbe che il nostro calcio puntasse più sul vivaio e sui giocatori italiani». Detto che le altre Panchine sono state assegnate a Roberto Stellone (Frosinone, panca d’oro per la Lega Pro Prima divisione), Mario Petrone (Bassano, panca d’argento per la Lega Pro Seconda divisione) e a Milena Bertolini (tecnico del Brescia, panca d’oro femminile), eccoci ancora al vincitore. «Quella dei 102 punti è stata un’annata speciale, per cui ringrazio veramente tutti, calciatori compresi. La Juventus di oggi ha più di un qualcosa in... più degli altri: oggi come oggi in Italia non è facile trovarle avversari». E se avesse anche la sua grinta chissà. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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IL TECNICO BIANCONERO

Allegri è prudente «Scudetto in tasca? No, ci vuole calma» Andrea Tosi INVIATO A TORINO

M

ax Allegri si gode il +11 sulla Roma e non risponde a tono alla frecciata di Conte. Meglio concentrarsi sul quarto scudetto di fila in arrivo. «Conte? Non ho nulla da commentare. Parlo della Juve di quest’anno Fare paragoni non ha alcun senso. Ma non mi sento il titolo in tasca, perché ci sono ancora tante partite. Dobbiamo giocare una gara alla volta e puntare su tutti gli obiettivi». Non pronuncia il nome del ct glissando sulla risposta. «Guardo al presente, a questa Juve. Non mi piace fare paragoni col passato, non li ho mai fatti. Siamo in corsa su tutti i fronti, il campionato è il primo obiettivo, la Champions un sogno e poi c’è ancora la coppa Italia. Di quello che pensa la gente non mi preoccupo, per me contano solo i risultati. Sapevamo che col Sassuolo non sarebbe stato facile anche perché nel girone di ritorno tutte le partite sono più difficili». Gli chiedono se un ct non dovrebbe essere super partes. «Questo lo dovreste dire voi» replica Allegri chiamando in causa la stampa.

Massimiliano Allegri, 47 LAPRESSE

BRAVO PEPE «Nel primo tempo siamo stati troppo frettolosi e testardi ad attaccare troppo per via centrali. Poi con l’innesto di Pepe abbiamo aperto meglio il campo. Sono contento per la sua prova, può diventare una soluzione in più. Intanto si è rivisto Barzagli. Piano piano tornano tutti. Il risultato va bene, mi piace vincere 1-0, aiuta a mantenere la giusta tensione e ci allena a soffrire fino alla fine. Davanti abbiamo faticato perché Morata ha giocato sull’esterno attaccando poco l’area». La chiosa sulla condizione atletica. «Non mi pare che siamo stanchi come si dice. I nostri dati dicono che nell’ultimo quarto d’ora veniamo sempre fuori». Da segnalare che nel finale di gara i tifosi della curva Scirea hanno ritirato gli striscioni abbandonando la loro posizione per protesta contro la Digos che ha vietato di sporgersi dalle balaustre. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Serie A R Posticipi 26ª giornata

LE PAGELLE di FA.BI BASTA RITROVA LA FORMA SALAH STAVOLTA E’ INSUFFICIENTE LAZIO

8 IL MIGLIORE BIGLIA

8 Regista e giustiziere. Manovra da principe la squadra e da fuori area, sulle seconde palle, è un pericolo costante. Gol e deliziosa stangata sul palo. MARCHETTI 6 Mai avrebbe immaginato una serata così riposante. Si guadagna lo stipendio con due buone uscite. BASTA 6,5 Stantuffo dai piedi buoni, è tornato in forma. Delizioso taglio per Candreva. DE VRIJ 7 Guardiano dell’area, non sbaglia un intervento. MAURICIO 6,5 Ilicic gli fa un baffo. Esce per infortunio. NOVARETTI 6 Subito uno svarione in difesa. Ma si riprende. RADU 6,5 Blinda la fascia e sale col misurino. CATALDI 6,5 Lavoro oscuro per il baby talento. Copre le spalle a un formidabile Biglia. CANDREVA 7,5 Primo round devastante: sforna cross e palle velenose. Firma il rigore e va a riposarsi. Ma perché toglie la maglietta se è diffidato? KEITA 6,5 Irrompe nella sfida col suo sprint, mette lo zampino sul 4° gol. MAURI 6,5 Si alterna al centro dell’attacco con Klose. Conferma di esser prezioso (Onazi s.v.) FELIPE ANDERSON 7 Poco cattivo sotto porta nel primo round. Ma quando parte è devastante (vero Tomovic?). Procura il rigore sicurezza. KLOSE 7,5 Non solo la doppietta. Mole di lavoro impressionante. Da chiedersi cosa mangia per mantenersi così giovane. ALL. PIOLI 7,5 Azzecca tutto, modulo e uomini. Il terzo posto è il premio al suo lavoro.

FIORENTINA

4

IL MIGLIORE NETO

7 Conferma il super momento, tiene la Viola in partita nel primo round. Si supera quando devia sul palo la sassata di Biglia. Para ancora, ma la difesa lo tradisce. TOMOVIC 4 Asfaltato sulla fascia, causa uno sciagurato rigore a gara ancora, tutto sommato, aperta. SAVIC 4,5 Irriconoscibile: il centrocampo non copre ma lui fa acqua dappertutto. BASANTA 4,5 Idem come sopra. Klose è un bruttissimo cliente, lo soffre come il mal di denti. PASQUAL 5 Sale poco, molto poco, troppo impegnato a cercare di frenare l’orda avversaria. KURTIC 5 Un altro che sembra aver mandato il fratello scarso. Sovrastato. BADELJ 5,5 L’unico che prova a dare geometrie e a far interdizione (Joaquin s.v.) MATI FERNANDEZ 5 Disastroso in mezzo, un po’ meglio quando si sposta avanti. DIAMANTI 5,5 Impreciso, poco efficace. Ma almeno ci mette la corsa. Non l’avremmo cambiato. PIZARRO 5,5 Si piazza davanti alla difesa a dirigere. Ma c’è poco da dirigere. SALAH 5,5 Perde di brutto il confronto con Felipe Anderson. Ma prova a combinare qualcosa a differenza dei compagni. ILICIC 4,5 Appunto. Ritorno al passato. Svogliato e lento, non riesce mai a tenere palla. GILARDINO 5,5 Almeno lui è una presenza pesante davanti. ALL. MONTELLA 4,5 Al dunque, brutto passo indietro. Ci capisce poco sin dall’inizio. TAGLIAVENTO Il rigore è sacrosanto. I cartellini sono tutti o.k. In generale una buona gestione della partita, comunque non complicata. DI LUCA 6,5 – STEFANI 6,5 ORSATO 6 -GUIDA 6

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Lazio, poker da Champions Che lezione per Montella! 1Biglia, Candreva e due volte Klose: Fiorentina distrutta, i biancocelesti agganciano il Napoli al terzo posto

Fabio Bianchi ROMA @fabiowhites

L

o spettacolo annunciato c’è stato, ma in un sola direzione. Bastano pochi minuti per capire quale squadra confermerà l’estetica del successo. Lazio super, Fiorentina non pervenuta. Missione aggancio al 3° posto riuscita per Pioli. Nel pacchetto, anche la soddisfazione di sorpassare il Napoli nella classifica dei migliori attacchi del campionato: ora la Lazio davanti ha solo la Juve. Montella travolto dalla velocità dei rivali, dalla miglior precisione e cattiveria. La Lazio si conferma un rivale indigesto, ma era molto difficile ipotizzare una superiorità così schiacciante. L’aeroplanino ha forse l’alibi di avere una squadra che ha speso più della Lazio negli ultimi tempi. Ma è un piccolo alibi. La verità è che in questa sfida ci ha capito poco o nulla. La Lazio invece vola davvero e fossimo nel Napoli, ma anche nella Roma a questo punto, cominceremmo a preoccuparci. Meglio per il campionato: almeno la rincorsa Champions sarà elettrizzante fino alla fine. Se la Lazio tiene questo rit-

LAZIO

4

FIORENTINA

0

PRIMO TEMPO 1-0 MARCATORI Biglia al 6’ p.t.; Candreva su rigore al 20’, Klose al 30’ e al 40’ s.t. LAZIO (4-2-3-1) Marchetti; Basta, De Vrij, Mauricio (dal 1’ s.t. Novaretti), Radu; Biglia, Cataldi; Candreva (dal 31’ s.t. Keita), Mauri (dal 36’ s.t. Onazi), Felipe Anderson; Klose. PANCHINA Berisha, Strakosha, Cana, Ciani, Cavanda, Braahfeid, Ledesma, Ederson, Perea. ALL. Pioli ESPULSI nessuno AMMONITI Mauricio per g. scorretto, Candreva per cnr CAMBI DI SISTEMA 36’ s.t. 4-3-3 BARICENTRO Molto basso 44,8 m FIORENTINA (4-3-2-1) Neto; Tomovic, Savic, Basanta, Pasqual; Kurtic, Badelj (dal 32’ s.t. Joaquin), Mati Fernandez; Diamanti (dal 1’ s.t. Pizarro), Salah; Ilicic (dal 10’ s.t. Gilardino). PANCHINA Rosati, Lezzerini, Rodriguez, Richards, Alonso, Rosi, Lazzari, Borja Valero, Vargas.ALL. Montella ESPULSI nessuno AMMONITI Basanta, Kurtic, Tomovic per gioco scorretto CAMBI DI SISTEMA 32’ s.t. 4-1-4-1 BARICENTRO Medio 51,9 m. ARBITRO Tagliavento di Terni NOTE paganti 15.647, abb. 17.378, incasso e quota non comunicati. Tiri in porta 14 (con 1 palo)-1. Tiri fuori 33. In fuorigioco 4-3. Angoli 5-3. Rec. 0’ p.t., 0’ s.t.

mo e questo gioco, e l’impressione è che li terrà, avrà due match point nelle ultime due giornate: il derby e la sfida col Napoli al San Paolo. LA CHIAVE La Fiorentina ha ceduto centrocampo e fasce. Biglia è stato un marziano, Candreva e Felipe Anderson ai lati hanno asfaltato tutti. Gli uomini hanno fatto la differenza, ma anche la scelta di Pioli di tornare al 4-2-3-1. Repetita iuvant. Con questo sistema, utilizzato l’ultima volta in gennaio nel derby, aveva vinto a Firenze. All’Olimpico ha stravinto. Azzeccata la scelta di recuperare Mauri, che si alternava al centro dell’attacco con Klose. Klose che deve avere l’elisir dell’eterna giovinezza. Oltre alla doppietta, non ha mai smesso di correre, tener su la squadra e recuperare palloni. Il tedesco eterno è a quota 7 reti nel 2015, coppa Italia compresa. Ed è entrato nella top 10 dei cannonieri di tutti i tempi della Lazio in campionato. Chapeau. L’assenza di Gonzalo Rodriguez si è sentita ma non giustifica la pessima prestazione della difesa viola che può solo lamentarsi della scarsa copertura. TEMPESTA E IMPETO La sfida

fAREA TECNICA

Gaetano Imparato ROMA

G

ongola, abbraccia, saluta, stringe mani e mitraglia sorrisi: il presidente Lotito passa da una gioia all’alsa tra. Dalla Salernitana che - sabato - è schizzata in vetta in Lega Pro battendo l’ex capoli-sta (il Benevento) all’aggan-cio al Napoli al terzo posto. verGARA PERFETTA Pioli si divero di te un po’ quando gli parlano a sì, una gara perfetta. «Ottima ternon perfetta perché all’intervallo non saremmo arrivati solo 1-0». Già, effettivamente ha ragione, visto come nella pria è ma mezz’ora la Fiorentina dustata presa a pallonate. Modurate li, scelte, ballottaggi e virate tattiche vengono in ballo: ill 4tto. 2-3-1 sa tanto di scacco matto.

Stefano Pioli, 49 anni, tecnico della Lazio

AI RIPARI Montella nel secondo round ha cercato di correre

Pullman di tifosi viola preso a sassate ● ROMA Lancio di sassi contro due pullman di tifosi viola vicino allo stadio Flaminio prima dell’inizio della partiti. Sono stati rotti un finestrino e un paraurti. Non ci sarebbero feriti. Sulla vicenda indaga la polizia. Si ipotizza che gli autori della sassaiola possano essere tifosi della Lazio.

ai ripari spendendo subito Pizarro, per mettere cerotti a centrocampo. Solo che ha tolto Diamanti, uno dei più attivi, per alzare sulla linea dei trequartisti Mati Fernandez, che a centrocampo non è mai riuscito a stoppare Candreva e proteggere Pasqual. Per qualche minuto però sembrava che la Viola potesse reggere l’urto e provare a rimettersi in carreggiata. Invece è stata un’illusione. Una delle tante buone notizie per questa Lazio è il fatto che, come gli accade spesso, non si siede nel secondo round. E’ stata meno ossessiva, ha lasciato un po’ di iniziativa per sfruttare la velocità nelle ripartenze. Ed è stata micidiale. Felipe Anderson si è procurato il rigore ai danni dello sciagurato Tomovic. Poi Klose ha approfittato degli svenimenti della difesa per affibbiare i colpi del k.o. Il povero Neto ha provato a respingere gli assalti ma non c’è mai stato un compagno ad aiutarlo nelle deviazioni sui tiri prima di Candreva e poi di Keita, entrato nella ripresa proprio per l’azzurro. Alla fine il conto dei tiri in porta è stato 14-1. Impressionante. Questa viola appassita non può essere vera. Di certo la Lazio è la squadra più in forma del momento. © RIPRODUZIONE RISERVATA

fAREA TECNICA

L’ALLENATORE DELLA LAZIO

PIOLI «DECISIVO IL 4-2-3-1 UNA GARA OTTIMA NON PERFETTA...»

poteva già essere messa in archivio dopo mezzora. La Lazio è stata subito tempesta e impeto. Ha trovato il gol col tiro da fuori di Biglia e non si è fermata, anzi ha accelerato. Ha preso a pallate la Fiorentina e poteva fare almeno altri tre gol. Candreva avrà sfornato almeno 5-6 cross e inviti velenosi. Soltanto la super forma di Neto e l’imprecisione degli attaccanti (Felipe morbido sotto porta) ha fatto sì che la Fiorentina fosse ancora in partita nella ripresa. Neto che si è superato quando con un dito ha sfiorato quel tanto che basta la seconda sassata di Biglia per mandarla sul palo.

L’ALLENATORE DELLA FIORENTINA

«Assetto già usato con Sassuolo, Palermo e nel derby, anche lì ci ha dato frutti. Ma non dipende da come ci si mette in campo, anche perché oggi mancavano due centrali di mediana importanti, bensì dalla capacità di lottare, sacrificarsi». Il 4-2-3-1 iniziale Pioli lo spiega così: «Non ho voluto concedere il possesso palla alla Fiorentina, cosa in cui eccelle, e fare più pressione alta, nella loro area. La posizione di Mauri, dietro Klose e comunque avanzata, serviva anche perché il capitano è bravo a fare le due fasi, cioè costruzione e finalizzazione. E’ stata una mossa che ci ha dato ottime rispost ste» AV AVANTI TORINO Si guarda la cl classifica, in casa Roma, i lam menti e balbettii dei giallorossi e la voglia di secondo posto sc scatta in un amen. «Io guarda dando alla classifica - dice Pioli -p penso che a Torino sarà dura. N ci sarà Candreva squalifiNon ca per l’ammonizione dopo il cato ri rigore: meglio sfilarsi la maglia ch correre sotto la curva e riche sc schiare di spaccarsi il ginocch come è successo contro il chio Pa Palermo....». © RIPRODUZIONE RISERVATA

MONTELLA «SIAMO STANCHI LORO NON HANNO L’EUROPA LEAGUE» ROMA

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l passivo più pesante da quando alleno, se non ricordo male». Vincenzo Montella fa buon viso a cattivo gioco: e pensare che ha innescato la debacle un argentino - Biglia - con nonni fiorentini e passaporto italiano. «La Lazio ha meritato di vincere, forse il passivo è troppo pesante, ma la loro vittoria ci sta tutta. Fisicamente e mentalmente ha mostrato più freschezza di noi ed hanno una rosa equilibrata oltre a non giocare in Europa. Uno scivolone, pesante, può capitare e poi non è detto che prendere qualche schiaffetto non possa che fare bene, in certe fasi dell’annata».

Vincenzo Montella, 40 anni, tecnico della Fiorentina

CALENDARIO Il primo tempo da dimenticare, l’assalto massiccio a Neto, la Fiorentina sulle corde. Montella riflette: «Se proprio una sfortuna dobbiamo riconoscerci è quella di avere trovato - dopo Tottenham, Inter e Juventus -, una squadra in palla come la Lazio. E noi abbiamo giocatori che sono state spremuti. Ha influito, contro un’altra squadra avremmo vinto». AVANTI ROMA Montella non si danna («Sono solo realista, non eravamo imbattibili ieri, non siamo brocchi oggi»), pesa la squadra di Pioli («Non credo siamo inferiori alla Lazio, hanno una buona rosa), e pensando al calendario che giovedì gli rifila la Roma in Euroleague, un po’ s’infastidisce. «Se fosse stato possibile avrei preferito riposare un po’, io e la squadra. Ma ai ragazzi non posso imputare nulla». I problemi in attacco restano («Cercheremo di risolverli, oggi Ilicic è stato un adattamento»). Resta un buon inizio di ripresa: «Stavamo crescendo». E resta il 4-0 della Lazio, come i suoi 4 gol che gli rifilò con la maglia della Roma. g.im. © RIPRODUZIONE RISERVATA


MARTEDÌ 10 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

L’abbraccio tra i giocatori laziali: per i biancocelesti è la quarta vittoria di fila FOTOPRESS

fIL PERSONAGGIO

KLOSE

Doppietta che conta C’è Miro nella top ten dei goleador laziali 1Un titolo in più per il primo bomber della storia dei Mondiali:

«Così si gioca al calcio». Dimenticate le panchine di inizio stagione

Nicola Berardino ROMA

C’ LA MOVIOLA di GUGLIELMO LONGHI

NETTO IL RIGORE SU ANDERSON Ritmo veloce, ma gara abbastanza facile da comandare per Tagliavento che lascia correre molto. La prima ammonizione (giusta) arriva al 28’: spinta di Basanta a Klose. Ineccepibile anche quella a Kurtic per un fallo da dietro su Biglia. Netto il rigore fischiato a favore

della Lazio: Tomovic, in evidente ritardo, butta giù Felipe Anderson entrato in area. Inevitabile il giallo a Tomovic e pochi secondi dopo anche a Candreva che si toglie la maglia dopo aver segnato: è diffidato, dovrà saltare la prossima partita in trasferta contro il Torino.

è sempre qualcosa oltre un gol di Miro Klose, figuriamoci dopo una doppietta. I due gol che infiocchettano il successo sulla Fiorentina spingono il bomber di Opole a quota 43, che vuol dire decimo posto nella graduatoria dei goleador della Lazio in A, al fianco di «Filò» Guarisi, il brasiliano campione del mondo con l’Italia di Pozzo nel 1934. Klose nella top ten degli attaccanti biancocelesti: un titolo in più per il bomber della storia dei Mondiali (16 reti in 4 edizioni). A TUTTO MIRO Nella serata che riporta la Lazio al terzo posto, i due gol di Klose sono immagini per i libri di storia. Non solo nei colpi che trafiggono Neto. Anche nel carattere e negli occhi che raccontano quanto sia bello far gol, anche o forse soprattutto a 36 anni che stanno per diventare 37 (il 9

giugno). C’è quel pallone che potrebbe dare subito il raddoppio se non finisse nei tentacoli di Neto. Klose diventa una maschera di rabbia. Poi, al 30’ della ripresa, il fiuto del goleador doc è in agguato sul pallone toccato da Neto dopo la frecciata di Candreva. Di testa, in tuffo: gol da rapinatore d’area. E dieci minuti dopo, ha la tenacia di chi deve raggiungere ancora tutto nella vita. Irrompe Keita, il pallone passa davanti al tedesco, bisogna insistere, credere nel rimpallo favorevole che arriva e l’Olimpico può esplodere. E sono 8 gol in campionato più 3 in Coppa Italia (ora capocannoniere della Lazio al fianco di Mauri). Ed un poker in 8 giorni: il gol col Sassuolo e poi quello al Napoli in Coppa Italia prima della doppietta alla Fiorentina. La pensione può attendere. Lo sguardo di Klose festeggiato dai compagni svela una domanda che forse si sta facendo in quegli attimi: perché mi dovevo perdere questa bella Lazio?

Miroslav Klose, 36 anni LAPRESSE

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AL TOP «Così si gioca al calcio» dice appena finita la partita contro la Fiorentina. Parole che svelano l’incanto di una serata fantastica. «Abbiamo veramente giocato benissimo. Non ho visto male la Fiorentina, ma la squadra che voleva di più la vittoria alla fine l’ha ottenuta». Alza lo sguardo verso la Roma a 4 punti. «Secondo posto? Guardiamo partita per partita, questo è l’importante». Una storia da prolungare col contratto ormai arrivato al rinnovo (manca solo il sì del tedesco). INIZIO FATICOSO «Futuro? dice ancora l’attaccante - Per me adesso conta finire bene la stagione. Se così sarà, la decisione verrà spontanea, ma ancora non lo so, non posso dirlo in questo momento». La sua stagione è stata in salita. L’arrivo di Djordjevic infatti lo aveva relegato al part-time. Ma era titolare contro il Milan (24 gennaio) quando il serbo si è infortunato. Poi ha preso tutto l’attacco sulle sue larghe spalle. Così quelle tante panchine sono state dimenticate in fretta. «Pioli non ha sbagliato perché ne abbiamo parlato molte volte e dopo il Mondiale mi sentivo stanco, non riuscivo ad allenarmi bene e a recuperare la forma migliore. Ora sono in forma, per questo devo ringraziare la squadra». Campione del mondo anche di schiettezza. E’ Miro Klose, cuore e gol per una Lazio da Champions © RIPRODUZIONE RISERVATA

● Le vittorie consecutive ottenute dalla Lazio: 1-0 all’Udinese, 2-1 al Palermo, 3-0 al Sassuolo, 4-0 ieri alla Fiorentina con 10 gol segnati e uno solo subito. I viola hanno invece interrotto la serie positiva arrivata a 8 partite: il bilancio è di 18 punti (5 vittorie e 3 pareggi). L’ultima sconfitta risaliva al 6 gennaio in casa del Parma


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MARTEDÌ 10 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT


Serie A R Posticipi 26a giornata LAZIO

FIORENTINA

ANGOLI

BARICENTRO molto basso 44,8 metri 26 33 22

20 3 8

3 7 32

118

5

136

57,2%

12 10 0

TIRI NELLO SPECCHIO

87

BARICENTRO

medio 51,9 metri

513 PASSAGGI RIUSCITI

13 42,8%

PASSAGGI EFFETTUATI

383

70 66

POSSESSO PALLA 6 11

11

MARTEDÌ 10 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

PALLE RECUPERATE

PALLE PERSE

FALLI COMMESSI

82%

85%

72 18 74 16 5 14

40 15 1 19

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fL’ANALISI TECNICA

dato ad infilare proprio Mauri. A quel punto lo stesso Biglia (52 passaggi positivi, 7 contrasti vinti, il 100% di dribbling positivi e tre lancia positivi) aveva a disposizione 3-4 soluzioni: o la palla alla corta e palla lunga, contromovimenti, corta su Klose, o quella dentro per l’inserimento spaziature, sponde e smarcamenti alle spal- di Mauri o l’apertura su uno dei due esterni, più le dell’avversario diretto. La fase offensiva facile quello di riferimento sulla fascia di compedella Lazio di ieri sera sembrava un manuale di tenza. Ecco perché alla fine la Lazio tocca 592 quelli che girano a Coverciano, dal corso Master a palloni contro i 710 della Fiorentina: la manovra scendere. Con una variabile, la posizione di capi- è risultata meno compassata e più diretta, fatta di tan Mauri che ha finito col marcare la differenza, verticalizzazioni e spunti personali. Con il movifacendo saltare ogni equilibrio in casa viola. Un mento di Klose ad abbassarsi, tra l’altro, Pioli di po’ attaccante e un po’ centrocampista, bravo ad fatto è passato dal 4 contro 4 al 3 contro 3, auandare dentro negli spazi creati da Klose e a crea- mentando la pericolosità di giocatori forti nell’uno contro uno come Candreva e re densità in fase difensiva in mezFelipe Anderson, che più campo zo al campo, Mauri paradossalhanno per giocare meglio è. E non mente è quello apparso di meno LA CIFRA è un caso che, paradossalmente, nell’arcobaleno biancoceleste, ma proprio il brasiliano (18 palle perla sua posizione ha fatto saltare il se) e l’azzurro (14) siano stati piano-partita di Montella. quelli più «fallosi», quando giochi in situazioni di parità numerica e CHIAVE OFFENSIVA In fase offensiva la Lazio ha giocato voluta- I cross di Candreva, vivi di accelerazioni e dribbling puoi anche incappare in numeri mente bassa, arretrando il bari- l’uomo della Lazio falsi (per l’andamento della gara). centro (44,8 metri) e creando quache ha messo più si sempre davanti situazioni di 4 palloni in mezzo DENSITÀ DIFENSIVA Ma Mauri contro 4, allargando molto in amnon è stato importante solo per piezza i due esterni (Candreva e all’area di rigore aprire la difesa viola e sfiancarla, Felipe Anderson) in modo da aumentare le spaziature nella difesa avversaria e ma anche per non permettere al centrocampo permettere a Klose e Mauri di giocare a campo della Fiorentina di prendere in mano il pallino libero su sponde ed inserimenti. Già, perché di del gioco. In fase difensiva, infatti, si è diviso tra fatto il capitano della Lazio ha fatto la seconda la pressione sui primi portatori di palla (più Savic punta, giocando in appoggio al centravanti tede- di Basanta) e la superiorità numerica che la Lazio sco, a volte anche in linea con lo stesso. Una posi- ha creato quando non era in possesso della palla, zione che Pioli gli aveva già disegnato addosso con Felipe Anderson e Candreva sulla linea di Caaltre volte, ma che ieri ha scardinato tutti i mec- taldi, Mauri a scalare e Biglia che «scivolava» canismi difensivi della Fiorentina. Klose, infatti, quasi davanti alla difesa. Di fatto, così la Lazio in si è abbassato spesso verso i centrocampisti cen- mezzo al campo ha giocato sempre 5 contro 3, trali in possesso di palla (Cataldi, ma soprattutto non permettendo a Montella di sviluppare gioco Biglia, che con 82 palloni giocati è stato il fulcro ed idee per innescare le folate di Salah. Quasi un del gioco biancoceleste), portando così fuori po- capolavoro tattico quello di Pioli. sizione Basanta e creando lo spazio in cui si è an© RIPRODUZIONE RISERVATA

Andrea Pugliese ROMA

È Mauri l’apriscatole P Finto centravanti e centrocampista in più 1Il capitano abile a sfruttare gli spazi creati da Klose e poi rientrare Lazio bassa per sfruttare le progressioni di Candreva e Anderson LA MOSSA TATTICA

4 CONTRO 4 BIGLIA: passaggi positivi 52% ANDERSON: tiri nello specchio 4 KLOSE: dribbling positivi 80%

BIGLIA

FELIPE ANDERSON CANDREVA

MAURI Tomovic KLOSE

PASSAGGIO MOVIMENTO

Savic

Basanta Pasqual

La posizione di Mauri permette alla Lazio di giocare in fase offensiva spesso e volentieri 4 contro 4. Pioli chiede a Klose di abbassarsi, portando fuori posizione Basanta e creando di fatto un 3 contro 3, con Biglia che può giocare la palla corta sul tedesco, la verticalizzazione per l’inserimento centrale di Mauri o lanciare sui tagli dei due esterni, Candreva a destra e Felipe Anderson a sinistra GDS

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Serie A R

Mancini apre le porte a Tourè «Vuole l’Italia, verrà da noi»

HA DETTO

ASPETTATECI, L’ANNO PROSSIMO CI SAREMO ANCHE NOI PER LO SCUDETTO ROBERTO MANCINI SUL FUTURO

NON HO RIMPIANTI O RIMORSI SE RIPENSO AL TRIPLETE CREDO NEL DESTINO

1Il tecnico dell’Inter nostro ospite a

«Senza Appello»: «Perin mi ricorda Zenga. La difesa balla troppo? Siamo un po’ naif» Matteo Brega Matteo Dalla Vite

«A IL TALK DEL LUNEDÌ Lo studio di «Senza Appello», il talk del lunedì sera di GazzettaTv: ieri, nella prima puntata, insieme a Mancini e Perin c’era anche Carlo Freccero, ex direttore di Rai 2 BOZZANI

spettateci, il prossimo anno ci saremo anche noi per lo scudetto». Roberto Mancini si diverte a immaginare la prima pagina della Gazzetta in diretta televisiva. A Torino la Juve ha appena battuto il Sassuolo aumentando il vantaggio sulla Roma a 11 punti. E lui, ospite di GazzettaTv guarda già oltre. «La squadra è progredita e stiamo gettando le basi su cui inserire nuovi giocatori che porteranno esperienza. Così lotteremo per lo scudetto». Grazie anche a Yaya Tourè.

ROBERTO MANCINI SUL PASSATO

AVRÒ CARTA BIANCA SUL MERCATO FUTURO? FORSE SI SONO DIMENTICATI LA PENNA ROBERTO MANCINI SUI PIANI DI MERCATO

YAYA? JA, JA «Ha giocato in tutti i campionati - spiega - e gli manca solo la Germania e l’Italia. Se, come sembra, vuole fare l’esperienza da noi, ci sarà la possibilità di vederlo qui. Non sarà semplice, vero, ma se verrà in Italia, verrà all’Inter. Yaya ha personalità e qualità tecniche incredibili». Obiettivo pesante. E in regime di Financial Fair Play bisognerà vendere, per comprare. Perin al posto di Handanovic? «Mattia mi ricorda Zenga» se la cava il Mancio. Toulalan (praticamente preso, costo zero dal Monaco)? «Può giocare con Medel, Guarin e anche Yaya» è una parziale ammissione del tecnico sullo stato di avanzamento della trattativa. E tra un nome sfumato («Ri-

IL TECNICO ARGENTINO

IL FORUM

Dai 28 moduli alla psicologia Le 50 sfumature... di Bielsa 1El Loco in cattedra

a Coverciano: un’ora e mezzo di «lezione» per spiegare i metodi di un calcio maniacale

INVIATO A FIRENZE

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estito con una tuta e una t-shirt: quando tutti, o quasi, hanno una giacca, magari anche una cravatta e insomma non sono esattamente in maglietta. Moglie e mamma in prima fila: perché è troppo bella, unica e intensa l’emozione di ricevere un premio dalla scuola calcio italiana. Il tutto perché lui è lui, Marcelo Bielsa, uno dei maestri del calcio moderno, uno che parla solo nelle conferenze e che se gli chiedi due chiacchiere ti guarda, sorride e fa: «No, grazie: del resto sono vent’anni che non faccio interviste...».

28 MODULI TOTALI In un’ora e mezza di lezione, El Loco racconta mille cose. Una su tutte, oltre alla due fasi di gioco, gli spostamenti sul campo, l’aggressione ragionata alle difese chiuse: nel calcio, dopo aver visto 50.000 partite di calcio, esistono 28 moduli diversi e non di più. Parola sua. È il calcio codificato: maniacalmente. E chissà, chissà, se lo vedremo (presto o tardi) in Italia. TRASCINANTE Il tecnico del Marsiglia era arrivato a Firenze

chards lo volevamo») e uno segnato per il futuro, il Mancio trova il tempo di scherzare sulle parole dell’a.d. Bolingbroke («Roberto avrà carta bianca sul mercato»). «Ah sì? Forse si sono dimenticati la penna - sorride divertito -. Se è veramente illimitato allora è un problema. Di sicuro cercheremo di fare una squadra competitiva, e il resto si vedrà in questi mesi restanti». Ma chi gliel’ha fatto fare di tornare all’Inter? «Affetto e riconoscenza» risponde. La difesa magari non lo lascia tranquillo però: «Siamo un po’ naif dietro, ma non è sempre e solo colpa dei 4 difensori». Qualche rimpianto o rimorso per essersene andato poco prima del Triplete? «No, credo nel destino. Do-

sabato sera in macchina: due ore dopo lo avevano raggiunto la mamma e la moglie fatte arrivare addirittura dall’Argentina e rigorosamente a sue spese. El Loco, in un’ora e passa di lezione, ha conquistato Coverciano. Tutti affascinati. Tutti ne parlano. Tutti vorrebbero il bis. «Se non fosse

ESISTE LA SCONFITTA CHE SERVE E LA VITTORIA CHE NON SERVE A NULLA MARCELO BIELSA ALLENATORE DEL MARSIGLIA

scaduto il tempo sarebbe andato avanti altre tre ore: trasmette una passione trascinante e un amore per il calcio pazzesco» ci dice un tecnico fra le linee della sala grande. «Ne ha dette due illuminanti, quelle sugli spostamenti dei giocatori...» chiacchierano altri due. «Si vede che ha passato la vita a studiare calcio», dice un altro. 50 VIDEO Questa lezione Marcelo l’ha preparata da mesi: inviando un programma e poi cambiandolo, assicurandosi che la traduzione fosse perfetta e soprattutto con allegate diapositive create proprio da lui che raccontavano la sua metodologia, i suoi studi di calcio. Perché stu-

Marcelo Bielsa, 59 anni, allenatore del Marsiglia, alle prese con la lezione di tattica di ieri a Coverciano GETTY

dioso, Bielsa, lo è da sempre: 50 video di esercitazione e di situazioni di gioco, uno via l’altro, girando per la sala, stando mai fermo e raccontando, spiegando, mostrando la gioia di un archeologo che ha scoperto il Sacro Graal. La traduttrice fatica a stargli dietro: esonda di informazioni, El Loco. La platea è entusiasta: quando El Loco riceve il premio con motivazione letta da Gianni Rivera, tutti gli allenatori si mettono ad applaudire con convinzione. Alzandosi in piedi. 50 SFUMATURE DI CALCIO Marcelo ha 50 fogli in mano: le sfumature del suo calcio. Ha espresso le proprie tematiche in ogni direzione e piega della tattica: la fase difensiva sull’anticipo dei centrali (fase fondamentale), ma soprattutto si è soffermato sul come attaccare, centralmente e sugli esterni, i movimenti, la profondità, lo sguardo verticale e tutto quanto fa offesa alla porta avversaria. Le sue squadre giocano all’attacco e si fiondano con otto uomini nella fase offensiva. Modulo preferito 4-3-3: da lì si parte per i 28 moduli differenti che aprono il ventaglio-calcio. Poi, si sofferma leggermente anche sul ruolo del tecnico, che deve capire prima se i giocatori hanno un problema. Psicologia. Poi dice: «Esiste la sconfitta che serve e la vittoria che non serve a nulla». E porta tutti a ragionare su questo. Pausa pranzo, due tartine al prosciutto e un amico con cui fa il terzo tempo: Rafa Benitez. «Ci conosciamo dai tempi in cui allenavo il Valencia - fa Rafa -. Di cosa abbiamo parlato? Di calcio: lui è veramente un grande studioso». E il Loco se ne va. Silenziosamente. Con mamma e moglie. E un’ondata tellurica-tattica dietro a sé. m.d.v. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Allarme Ulivieri: «Difensori italiani Scuola in crisi» Davide Stoppini INVIATO A FIRENZE

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hissà se Rafa Benitez, seduto in terza fila vicino a Fabio Pecchia, si sarà un po’ consolato nell’ascoltare che non è solo il Napoli ad avere problemi là dietro. Che «in tutta Italia non riusciamo più a trovare difensori bravi, la nostra scuola è in crisi»: parola di Renzo Ulivieri, che ha aperto così i 75’ di forum del pomeriggio riservato agli allenatori e a qualche orecchio indiscreto. Perché è andata così: la mattina ad ascoltare le lezioni di tattica offensiva di Marcelo Bielsa. Dopo pranzo, i tecnici si sono guardati le spalle: la scuola italica non si rinnega mica, figurarsi a Coverciano. «Dieci-quindici anni fa non avrei mai preso come esempio una linea difensiva straniera - ha spiegato ai colleghi dal palco l’allenatore dell’Empoli Maurizio Sarri -. Oggi, come minimo gli stranieri sono alla nostra altezza. In prima squadra arrivano ragazzi che hanno carenze tecnico-tattiche sulla marcatura. La colpa è anche di noi allenatori, che chiediamo di marcare in un caso a uomo e in un altro a zona: così possiamo sempre prendercela con i difensori se subiamo gol...». Risate. «DEFICIT COGNITIVO» Poi ecco Mimmo Di Carlo, con un’analisi video del suo Cesena: «Io preferisco la marcatura a uomo. Ma ho difensori con più di 150 partite in Serie A che fanno errori grossolani, così mi tocca tornare spesso a spiegare concetti base: mai gambe divaricate, mai le spalle all’attaccante...». Il c.t. Conte sarà d’accordo. Gian Piero Gasperini no: «Questi errori i difensori li hanno sempre fatti. La verità è che oggi c’è un deficit dal punto di vista cognitivo: manca la testa, la furbizia, i calciatori sono più bravi a fare altro. E poi le regole ora avvantaggiano gli attaccanti: i difensori vengono ammoniti quasi subito. E le simulazioni sono eccessive». Bielsa non c’era, in aula. Chissà cosa avrebbe pensato. © RIPRODUZIONE RISERVATA


MARTEDÌ 10 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

«Oggi e domani sì... - sorride -. Dopodomani non lo so».

Roberto Mancini e Mattia Perin negli studi di GazzettaTv BOZZANI

veva essere così». IL DOMANI Saranno decisive le prossime giornate. Come per Mancini stesso, forse. «Se resterò anche il prossimo anno e se dipende tutto dalla qualificazione alla prossima Europa racconta nei corridoi di Coverciano -? Non credo sia questo l’importante; penso piuttosto che si debba arrivare in Champions. Quanto al resto, beh, non ci sono problemi, c’è un contratto, ma nel calcio ne ho viste tante, di tutte, cose che cambiano da un minuto all’altro, quindi al momento pensiamo a crescere e migliorare, ci vuole tempo ma la strada è quella giusta». Pausa: ma allora, Mancini ci sarà anche... domani all’Inter?

FILOSOFIA E MILANO Roberto Mancini, nell’Aula gigantesca e luminosissima, siede al fianco di Sinisa Mihajlovic. I due pranzano anche insieme al buffet. Fratelli. Robi riceve tante strette di mano: il pareggio di Napoli lo fa sorridere ma anche sacramentare un po’. «Ho fatto i complimenti ai ragazzi perché hanno saputo interpretare bene la partita - dice -, ma al contempo sono solo parzialmente contento perché negli ultimi minuti avremmo potuto cercare di più la vittoria. La mia filosofia di gioco? Da quando sono arrivato, la squadra non aspetta, attacca, cerca di creare occasioni, anche nei momenti di difficoltà può lasciare sì spazio agli avversari ma cerca di fare gioco. E questo, per me, è fondamentale». Un punto sopra il Milan, che invece si interroga sulla panchina. «Dico solo che Milano deve tornare a guardare più in alto, quindi sia noi che il Milan». 4 DECISIVE Mancio, per la Panchina d’Oro, ha votato per Vincenzo Montella: «Mi piace il suo calcio». Per l’Europa del prossimo anno, sarà basilare il giudizio delle urne nelle 4 prossime votazioni. «Saranno decisive le prossime 4 gare in campionato» fa il Mancio. IL WOLFSBURG E L’1-1 Il Mancio giustifica la leadership-Juve («È la più forte, ma credevo che Roma e Napoli potessero lottare fino alla fine») ed è pronto a guardare in faccia il Wolfsburg. «Due gare molto difficili, la loro è una squadra compatta, brava tecnicamente, solida. Ci vorrà un’Inter di grande carattere». Il suo risultato perfetto sarebbe 1-1: gol fatto e danni limitati. © RIPRODUZIONE RISERVATA

CORAGGIOSO E SFRONTATO

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Icardi, campione contro che litiga con il mondo ma segna sempre e firma 1Rigore da killer e annuncio spiazza dirigenza: «Il rinnovo? Manca molto». Ma a giorni si chiude. Mancini: «Che crescita in due mesi!»

● MAURO E MAXI Icardi incrocia per la prima volta Maxi dopo la questione Wanda. Maxi rifiuta il saluto pre-gara.

● MAURO E OSVALDO A Torino, sull’1-1 con la Juve non passa palla a Osvaldo, meglio piazzato. I due vengono quasi alle mani.

● MAURO E I TIFOSI Primo febbraio 2015, l’Inter perde 3-1 a Reggio Emilia contro il Sassuolo. La curva contesta, lui la zittisce.

che perché qualcuno gli ha «toccato» la famiglia) sia che ci sia da zittire uno stadio contro. Quel «manca molto» sibilato a Napoli sul rinnovo ha spiazzato la dirigenza. La tavola è ormai apparecchiata per un prolungamento sino al 2019, con ingaggio triplicato. Si stanno però limando una miriade di dettagli e non è da escludere che l’annuncio arrivi entro la settimana.

Luca Taidelli

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oglietegli tutto, ma non la famiglia e uno stimolo per fare un gol. Mauro Icardi si conferma giorno dopo giorno personaggio fuori dagli schemi. A 22 anni, in superficie può sembrare un bambino che ama le «macchinine» (Hammer e Rolls comprese) i vestiti kitch - vedi le scarpe paillettate oro con cui domenica notte ha lasciato il San Paolo. Sotto però c’è un uomo che fa da padre a quattro figli. I tre maschi Wanda li ha avuti da Maxi Lopez, ma li cresce Icardi, impeccabile anche con la «sua» Francesca, nata il 19 gennaio. NUOVI COLPI Moderno e antico anche in campo, Maurito. Centravanti d’altri tempi che non ama uscire dalla tana, leggi area, segna però con entrambi i piedi e in tutti i modi: potenza, tecnica, opportunismo, i gol impossibili e quelli banali. Al repertorio adesso ha aggiunto il «cucchiaio zidanesco», con parabola a solleticare la traversa e a paralizzare il cuore dei tifosi. Come Zizou nella trionfale (per noi) finale di Germania 2006. MARTINO E MANCIO In quel gesto c’è la sensibilità e l’intelligenza del bomber vero. Che rischia di at-

Icardi disturbato dal laser a Napoli

tendere la chiamata dell’Argentina («Non mi piace il suo comportamento, vorrei si parlasse di lui solo per la cose calcistiche» ha detto ieri il c.t. Martino), ma sta conquistando Mancini: «Da due mesi si impegna in modo diverso, ha capito come lavorare anche fuori dall’area. E’ fondamentale, segna e segnerà sempre. Icardi come Vialli? Sono diversi, Vialli distruggeva fisicamente gli avversari». CONTRATTO E LIMA Se invece provi a distruggere Icardi, finisci malissimo. «Non me ne frega nulla» è il suo moto. Che questo ragazzo «contro» applica sia che si parli di contratto sia che ci sia da litigare con la propria Curva (a Reggio Emilia, embolo partito an-

BIG CONTRO LE BIG Così come, a prescindere dalla firma, resta da capire cosa succederà la prossima estate. La certezza è che più Mauro segna e più servirà una mega offerta per portarlo via da Milano. Perché lui ha dimostrato di non fare gol solo alle piccole. Anzi. In casa Juve ha bussato due volte e fatto tre centri, a Napoli hanno pure cercato di accecarlo col laser, mentre undici mesi fa a Marassi gli hanno urlato e fatto di tutto, osannando Maxi, che gli nega la mano nel pre gara. Risultato? Biondo non pervenuto (compreso un rigore fallito), Maurito che segna una doppietta e fa le orecchie agli ex tifosi. Tanto lui va per la sua strada. Anche se ha capito che avere incrociato il Mancio è una fortuna da non sprecare. Perché il mister con i giocatori parla poco, ma sa farsi capire fin troppo bene. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Serie A R Rigori col brivido

MARTEDÌ 10 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

FOCUS TECNICO

CONTENUTO PREMIUM

FOTOGALLERY TUTTO È INIZIATO QUASI QUARANT’ANNI FA

EUROPEO ‘76, L’INVENZIONE DI PANENKA Finale Cecoslovacchia-Germania Ovest: ai calci di rigore decide il ceco Panenka col cucchiaio

LO SBERLEFFO DI TOTTI ALL’OLANDA Europeo del 2000, semifinale Olanda-Italia: ai rigori Totti fa lo «scavo», gli azzurri in finale

PIRLO FA AMMATTIRE GLI INGLESI Europeo del 2012, Italia-Inghilterra a Kiev: Pirlo ai rigori batte Hart con un cucchiaio. Inglesi beffati

MAICOSUEL E I MILIONI SVANITI Udinese-Braga preliminare Champions 2012: Maicosuel sbaglia il cucchiaio, addio a 15 milioni

Cucchiai d’oro

TONI E ICARDI, IL RITORNO DELLO SCAVETTO: AZZARDO PURO IL RACCONTO di SEBASTIANO VERNAZZA @GazzaVernazza

E’

ritornato d’attualità il cucchiaio, o scavetto-scavino secondo altre accezioni. Il rigore calciato col colpo «sotto», a ingannare il portiere. Nell’ultima giornata hanno scucchiaiato Luca Toni e Mauro Icardi. Due scavetti un po’ «sporchi», non perfetti per esecuzione, ma efficaci. «Soltanto un pazzo o un genio può battere un rigore così», disse un giorno Pelé. Vero. Se il cucchiaio riesce, il tiratore viene celebrato come un artista d’avanguardia. Se il portiere non abbocca, il rigorista fa la figura del pirla, e non di Pirlo specialista del genere. Gloria o derisione, non c’è altra via di uscita. LE ORIGINI Il cucchiaio ha una data di nascita, 20 giugno 1976, la sera in cui Antonin Panenka, trequartista coi baffi dell’allora Cecoslovacchia, con un pallonetto dal dischetto mise a sedere Sepp Maier, mitico portiere dell’allora Germania Ovest. Mezzo mondo fece «ooohhh». Era la finale dell’Europeo nella ex Jugoslavia e i ceki s’imposero ai rigori proprio con lo «scavo» di Panenka. Gli storici dicono che quella fu la prima volta del cucchiaio, ma il calcio esiste da più di cent’anni e chi può sapere se prima, in qualche partita dimenticata, non sia stata eseguita una «cavadinha», così come è chiamato il gesto in

ALL’ULTIMO ISTANTE Di cucchiai è piena la storia. Zidane, ad esempio, nella finale del Mondiale 2006 superò Buffon con uno «scavo» fortunato, palla a colpire la traversa e a rimbalzare al di là della linea, ma qui vi parleremo dello sberleffo di Andrea Pirlo agli inglesi, nell’Europeo del 2012. «Io ho deciso all’ultimo - ha scritto Pirlo nella sua autobiografia «Penso quindi gioco» -, quando ho visto il portiere inglese Hart fare un sacco di sceneggiate sulla linea di porta. Ho preso la rincorsa e ancora non avevo ben chiaro come mi sarei comportato, lui si è mosso e quello è stato il momento della decisione». I compagni si complimentarono così: «Andrea, ma sei scemo?». Non tutti i cucchiaini luccicano. Pirlo stesso ne fallì uno, col Milan al trofeo Gamper di Barcellona nel 2010, errore accettabile perché in competizione amichevole.

ISTRUZIONI PER L’USO Il rigore a cucchiaio o a «scavetto» si calcia colpendo il pallone «sotto», con le dita del piede (ma c’è chi usa il collo)

La rincorsa è importante per ingannare il portiere: bisogna fingere la preparazione di un tiro forte e/o angolato

Brasile.Del resto, nelle stagioni precedenti, lo stesso Panenka di rigori così ne aveva calciati diversi in Cecoslovacchia col Bohemians, soltanto che all’epoca il mondo era diviso dalla cortina di ferro, e a Ovest non si conosceva quasi nulla di quel che accadeva a Est, calcio incluso. Nessuno a Occidente vedeva le immagini del campionato ceco, nessuno si era accorto dei cucchiai di quel tipo coi baffi . «Se avessi sbagliato quel rigore a Belgrado - ha raccontato Panenka -, il governo (all’epoca Praga e dintorni erano nell’orbita dell’Urss comunista, ndr) mi avrebbe rispedito nella fabbrica delle locomotive, dove avevo lavorato come operaio fresatore, prima di diventare calciatore a tempo pieno». «MO JE FACCIO...» In quel lontano 1976 stava per nascere Francesco Totti, che in un altro Europeo, l’edizione del Duemila in Olanda e Belgio, avrebbe tirato uno storico penalty alla Panenka. Amsterdam, 29 giugno 2000, semifinale OlandaItalia, si va ai rigori e Totti, nell’attesa, conversa coi compagni. Questa la ricostruzione passata agli atti. Di Biagio: «A Francé, io c’ho na paura». Totti: «A chi lo dici, hai visto quant’è grosso quello (con riferimento a Van der Sar, portiere dell’Olanda, ndr)?. Ma nun te preoccupà, mo je faccio er cucchiaio». Paolo Maldini è in ascolto e si inserisce nel dialogo: «Ma che? Sei pazzo? Siamo a una semifinale degli Europei!». Totti: «Se se, je faccio er cucchiaio». E cucchiaio fu, Italia in finale.

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«O MAGO... E IO PAGO!» Uno dei cucchiai più costosi è stato quello di Maicosuel, brasiliano estroso, conosciuto in patria come «o Mago». Udine, 28 agosto 2012, ritorno del preliminare di Champions tra Udinese Sporting Braga. Si va ai ai rigori e Maicosuel, oggi all’Atletico Mineiro, opta per lo «scavo», che non gli riesce: la palla plana con dolcezza tra le braccia del portiere Beto, rimasto immobile tra i pali. L’errore costa all’Udinese l’accesso alla Champions e patron Pozzo vede sfumare 15 milioni di euro, tanto avrebbe ricavato il club dalla partecipazione alla fase a gironi. «O Mago... E io pago!», viene da dire con una battuta alla Totò. L’allenatore Guidolin non la prende bene e per un po’ tiene fuori il reprobo, lo esclude dalla lista per l’Europa League. «Il mister mi ha messo in castigo - racconterà O Mago -, per un mese non mi ha fatto giocare, ma io tirerei ancora quel rigore allo stesso modo». E qui sta il punto. Il cucchiaio è azzardo puro e se cominci, ci sei dentro per sempre. Non c’è «cucchiaista» che non ci abbia riprovato. © RIPRODUZIONE RISERVATA

IN PRINCIPIO FU PANENKA, POI VENNERO TOTTI, ZIDANE, PIRLO E TANTI ALTRI, INCLUSO «O MAGO» MAICOSUEL...


Serie A R La lunga crisi

MARTEDÌ 10 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

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Silvio chiama, Pippo resta Milan: rivoluzione rinviata

1Berlusconi telefona a Inzaghi e gli conferma la fiducia. Galliani pranza col tecnico

e arringa la squadra: «Cancellate Verona, anche il settimo posto può darci l’Europa» dello sforzo e di rimuovere ogni paura, noi confermiamo la fiducia a Inzaghi. La mazzata c’è stata ma ora dobbiamo saper ripartire». Conclusa l’argomentazione Galliani ha lasciato Milanello qualche minuto dopo le quindici, senza seguire la ripresa degli allenamenti e senza concedere altre virgolette alla stampa e ai (pochi) tifosi in attesa fuori dai cancelli.

IL CLUB ORDINA

1

● COMPATTEZZA La società vuole il massimo sforzo. Aveva già fatto appello all’impegno della squadra ma ora più che mai il messaggio va recepito

2

● POSITIVITÀ Il club chiede ai giocatori di rimuovere definitivamente il gol subito nei secondi finali di Milan-Verona da Nico Lopez

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● FEDE Dai vertici arriva l’invito a continuare a credere all’Europa: anche il 7°posto potrebbe regalarla. Le ultime 12 gare saranno 12 scontri diretti

Silvio Berlusconi, 78 anni, in compagnia di Filippo Inzaghi, 41, in una delle recenti visite del presidente a Milanello BUZZI

Alessandra Gozzini

tori l’aveva invece subito ottenuta.

INVIATA A MILANELLO (VARESE)

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na telefonata gli ha allungato la vita rossonera, e dall’altro capo della cornetta non poteva che esserci Silvio Berlusconi: Pippo ha risposto e incassato parole di conforto nella mattinata di ieri, molto prima che si presentasse a Milanello in anticipo sugli altri di almeno un’ora e già in tuta da lavoro. Quando l’allenatore è entrato al centro sportivo del club erano le 11 e 50, un’ora prima dell’a.d. Galliani, due ore prima di qualche giocatore (il pranzo di gruppo non era obbligatorio) e tre ore prima dell’inizio programmato per la ripresa dei lavori. La voce del padrone, non avvertita nel day-after di MilanVerona, è arrivata ieri all’orecchio di Pippo con toni che esprimevano la vicinanza presidenziale (dopo il pari in extremis l’umore era completamente diverso). La solidarietà dei gioca-

DIMENTICARE Inzaghi ha pranzato a Milanello, banchetto condiviso con Galliani: è stato quello il momento in cui l’a.d. ha parlato a lungo e riservatamente con Pippo per esporgli i concetti poi ribaditi al gruppo, quando l’orologio segnava le 14 e 25 e la riunione si era spostata negli spogliatoi. La linea della società trasmessa all’allenatore e alla squadra (Montolivo, capitano infortunato, era comunque in prima linea) è nella sintesi delle parole del dirigente rossonero: «Pur senza un gioco brillante, sabato sera il Milan stava vincendo in rimonta contro il Verona, evento che avrebbe trascinato con sé una critica favorevole. Conseguenza che non si è poi verificata per gli ultimi quaranta secondi di partita. Fossero stati quattro e non cinque i minuti di recupero, eventualità che considerato quanto successo in campo pote-

va starci, le conclusioni sarebbero state differenti. E con quei due punti in più saremmo stati a 37, settimi e in corsa. Per questo vi chiedo di rimuovere completamente quegli ultimi secondi. Ora mancano dodici partite alla fine, dodici scontri diretti. L’obiettivo in ballo è il settimo posto, che può garantire un potenziale accesso all’Europa». In pratica: trionfasse una delle quattro italiane ora in corsa, la stessa che poi non riuscisse a centrare un piazzamento Champions in campionato ma arrivasse tra il quarto e il sesto posto (allo stato attuale: una tra Fiorentina, Inter e Torino), l’Europa League aprirebbe le porte anche alla settima in classifica. Premio che spetterebbe pure alla vincente della coppa Italia, non fosse che le quattro semifinaliste (Juve, Fiorentina, Lazio e Napoli) siano già quasi sicure del posto in Europa per piazzamento in graduatoria. Ancora Galliani: «Per questo la società vi chiede davvero il massimo

L’OPINIONE DELL’EX

ADRIANO GALLIANI A.D. MILAN

Vota il tifo: «Per noi si va avanti con Inzaghi» INVIATA A MILANELLO

P

ippo aveva lanciato l’appuntamento: «Ci vediamo lunedì a Milanello», ma non è che all’invito abbiano risposto numerosi. Ieri, fuori dai cancelli del centro sportivo rossonero, in un primo pomeriggio di sole, erano pochi i tifosi presenti. Chi c’era era diviso in due gruppi: gli under 25 e gli over 60. In mezzo anche un paio di sostenitori giapponesi, che con spirito samurai attendevano Honda per uno scatto ricordo.

FIDUCIA A TEMPO Altrimenti la modifica riguarderà direttamente il vertice dello staff tecnico, anche se al momento le alternative, con Brocchi in testa, non convincono a pieno. L’attuale allenatore della Primavera è si noto per il temperamento ma manca nello stesso tratto di Inzaghi: l’esperienza. Finora poi ha avuto ragione Pippo: nella notte di sabato, a chi nutriva fondatissimi dubbi sulla sua permanenza in rossonero, dava appuntamento al lunedì pomeriggio al centro sportivo. Ora però servono altri tipi di consenso, un seguito che sia basato su risultati, gioco, atteggiamento e gestione della squadra (a gara in corso e nelle scelte iniziali). La fiducia a Inzaghi sarà così confermata di scontro diretto in scontro diretto. O di telefonata in telefonata.

AVANTI CON PIPPO Rappresentanti del primo gruppo Fabio, Pietro e Veronica: «Pippo continua ad aver il nostro sostegno, quello non scadrà mai. Vero che quando è stato promosso allenatore della prima squadra non aspettavamo altro e che ora le cose siano cambiate, ma non è il responsabile, non l’unico almeno, e fosse per noi andremmo avanti con lui». Parola al secondo gruppo, che qui si manifesta con continuità e che ha, per motivi d’anagrafe, chiara l’immagine di un Milan passato e glorioso. Parlano Sergio e Giovanni: «Quello di oggi è un doloroso mistero. Ma non è tutta colpa di Inzaghi. Lui manca d’esperienza e le possibili alternative che si fanno pure. Quindi pure per noi avanti con Pippo, anche perché si cambierebbe per non cambiare niente». Che sia la saggezza di chi ne ha già viste tante? a.g,

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L’ESTERNO OK A FIRENZE?

Gattuso: «Galliani sa più di Berlusconi Comandi uno solo»

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Rino Gattuso, 37 anni LAPRESSE

«DIAMO TUTTI IL MASSIMO IN VISTA DEL FINALE DI CAMPIONATO. DIMENTICHIAMOCI DI NICO LOPEZ»

DOZZINA L’appello dell’a.d. al gruppo era infatti già completo di ogni elemento, tra le informazioni concesse e quelle ricavabili dall’interpretazione del pensiero. È, per esempio, definitivamente sparita una programmazione a lungo termine che coinvolga la guida attuale: lo sguardo arriva (al massimo) fino alle prossime dodici uscite, senza che l’orizzonte si estenda oltre. E pure la terminologia non sembra casuale: chi fallisce uno scontro diretto, di solito, viene eliminato. Non che su Pippo gravi la necessità di vincere la prossima dozzina di partite, certo (e già dal viaggio a Firenze di lunedì prossimo) sarà obbligatorio un atteggiamento solido e propositivo, unico mezzo per dare dimostrazione di un cambiamento in atto.

IERI A MILANELLO

ino Gattuso è uno della vecchia guarda rossonera che è sempre stato molto ascoltato, anche oggi che l’ex centrocampista e allenatore parla a Radio 24. Rino inizia dalla propria vicenda personale, con il suo nome avvicinato al calcioscommesse: «Certe volte volevo parlare con mia moglie in quei tre-quattro giorni, e uscivo fuori. Avevo paura che ci fossero delle spie, dei microfoni, anche in macchina. L’ho vissuta veramente male, di una roba che non sapevo nem-

meno io come mi ci sono trovato dentro». Poi Gattuso entra in tema Milan dando la sua opinione sul momento societario: «Chi ne capisce più di calcio tra Galliani e Berlusconi? Secondo me più Galliani. Lui e Barbara Berlusconi insieme? Io sono stato abituato che c’era sempre una testa che comandava. E in un’azienda ci vuole sempre una testa che comanda». Su altri temi, dal Palermo, club dal quale è stato esonerato come allenatore, fino alla Figc: «Zamparini è un uomo molto astuto, quando parla non dice fregnacce, dal lunedì al venerdì è una persona veramente perfetta, dal venerdì…Dottor Jekyll e Mr Hyde? Sì, diventa un mostro. In Federazione c’è stata la possibilità di cambiare, con gente nuova, fresca, come Albertini. Abbiamo perso una grande occasione».

Abate è pronto Poli squalificato, sos centrocampo MILANO

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Ignazio Abate, 28 GETTY IMAGES

a buona notizia di inizio settimana riguarda Ignazio Abate: il terzino non gioca dal 27 gennaio (MilanLazio 0-1, quarti di finale di Coppa Italia), è pienamente recuperato e lunedì prossimo a Firenze potrebbe riprendere il suo posto in campo. E’ ancora presto per pensare alla gara con la Fiorentina, ma Inzaghi nei prossimi giorni comincerà le prove tattiche soprattutto a

centrocampo, il reparto che già era in emergenza e che dovrà affrontare la pesante assenza dello squalificato Poli. Da verificare le condizioni di Essien, che contro il Verona non era andato nemmeno in panchina a causa di un’infiammazione al polpaccio. In attacco, invece, sembra che tutti stiano bene, quindi Inzaghi potrà scegliere liberamente. L’impressione è che il tecnico decida di affidarsi nuovamente a Destro. Menez dovrebbe essere confermato ed è probabile un ballottaggio tra Cerci e Honda, con il giapponese che oggi sembra leggermente favorito anche perché quella di Firenze sarà una gara molto tattica. Honda non segna da un girone intero e da troppo tempo è protagonista di prestazioni negative. Il Milan spera che il momento negativo sia finito. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Serie A R Il personaggio

MARTEDÌ 10 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Finalmente Marekiaro Il Napoli si consola

IL PROBLEMA DI RAFA

Troppe rimonte, già 13 gol presi nell’ultima mezzora 1 Paura di vincere,

limiti in difesa e certe scelte tattiche sbagliate: vanificato l’assalto al 2° posto

1 Gol e personalità: il recupero

Gianluca Monti

di Hamsik la nota lieta di Benitez Mimmo Malfitano NAPOLI

A

bocce ferme, prevale la delusione. Ritrovarsi senza il conforto del risultato, non è stato il massimo. Sul piano personale, però, potrà sentirsi soddisfatto Marek Hamsik, anche se gol e rendimento non sono bastati ad aggiungere tre punti alla classifica. Il rigore di Icardi a 2’ dalla fine ha coronato la rimonta dell’Inter e spento l’entusiasmo, non solo tra i tifosi, ma anche tra gli stessi giocatori del Napoli, convinti di aver già recuperato due punti alla Roma e di essere ad un passo dal secondo posto.

RIECCO MAREK L’analisi del giorno dopo apre ad alcune considerazioni. Una riguarda il ritorno di Marek. Al di là del gol che ha sbloccato la partita, lo slovacco ha avuto un rendimento continuo, è stato centrale nell’organizzazione del gioco e si sono rivisti sprazzi di quel talento dai più dimenticato. Dal suo destro sono state avviate quasi tutte le ripartenze e, specialmente nel primo tempo, ha provato ripetutamente la conclusione trovando l’opposizione di Handanovic. Un atteggiamento diverso il suo, in ogni modo. Probabilmente, gli ampi spazi concessi dall’Inter gli sono stati congeniali per muoversi in ogni direzione e ragionare su ogni pallone. Quella libertà che spesso gli è negata dal tatticismo di Benitez in quel mo-

NAPOLI

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a inizio campionato, sono tredici i gol subiti negli ultimi trenta minuti dal Napoli. Nessuna squadra ha fatto peggio. Probabilmente basterebbe questo dato per spiegare come la stagione in corso rischi di passare alla storia come l’annata delle occasioni perse da parte degli azzurri.

dulo (4-2-3-1) nel quale Hamsik si è sempre adattato, ma che non ha mai esaltato in pieno le sue qualità. INVOLUZIONE Non è un caso che con l’avvento del tecnico spagnolo l’involuzione del centrocampista è stata una costante. E i numeri sono lì a dimostrare il disagio degli ultimi due anni: nella passata stagione, la peggiore da quando Marekiaro è a Napoli, ha sommato 41 presenze e 7 reti, il minimo personale; in quella attuale è fermo a 8 gol in 35 presenze. L’aspetto tattico potrebbe essere un’attenuante valida, ma un giocatore della sua importanza, con delle potenzialità indiscusse, non può perdersi per un cambio di posizione in un modulo che, comunque, gli permette di agire alle spalle della prima punta, Higuain, e non da interno sinistro, dove ha sempre giocato. FINALE IN RIPRESA Chissà che non possa essere il gol di domenica sera ad averlo sbloccato del tutto. Da qui a fine stagione, infatti, il Napoli sarà impegnato su tre fronti e l’apporto dello slovacco potrebbe essere essenziale per centrare qualcuno degli obbiettivi a disposizione. Il secondo posto, ovviamente, e l’Europa League restano alla portata della squadra di Rafa Benitez, come la stessa Coppa Italia, mentre sul piano personale, il futuro napoletano di Hamsik non dovrebbe essere in discussione: qui vuole restarci per sempre. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Marek Hamsik, 27 anni, è al Napoli dalla stagione 2007-08 GETTY

IL VELENO DELL’EX

Cavani, schiaffo a De Laurentiis «Tornerei ma non finché c’è lui» ● NAPOLI (g.m.) Napoli nel cuore, ma un ritorno in azzurro fin quando ci sarà Aurelio De Laurentiis alla guida del club non è nei programmi di Edinson Cavani. L’attaccante uruguaiano entra duro sul suo ex presidente in una intervista all’emittente radiofonica Sport 890: «Non mi sono piaciute alcune delle cose che sono state dette sul mio addio, credevo di non meritarle. Sarò per sempre riconoscente al Napoli, il club che mi ha reso famoso. Ho

difeso i colori di quella squadra con tutto il mio cuore. I tifosi napoletani mi hanno dato tantissimo amore e io penso di aver ricambiato quel grande amore con 104 gol». Poi la stilettata finale: «Quando sono andato via, il Napoli ha guadagnato dei soldi. Mi piacerebbe tornare un giorno, ne ho parlato anche con la mia famiglia e non ci penserei due volte. Mai con l’attuale presidente, però. Per me questa è una condizione imprescindibile». © RIPRODUZIONE RISERVATA

MALEDETTA BILBAO Certo, non era plausibile tener fede ai programmi estivi di scudetto, dei quali per altro De Laurentiis si è scusato, ma con una migliore gestione dei finali di gara oggi il Napoli sarebbe davanti alla Roma ed all’inseguimento della Juve. E forse, sarebbe ancora in corsa in Champions visto che la prima rimonta stagionale risale a Bilbao quando il Napoli fino al quarto d’ora della ripresa era in vantaggio e con la qualificazione in tasca. Da allora, la squadra di Benitez è entrata in un lungo tunnel in virtù del quale nelle prime quattro gare di campionato ha racimolato appena quattro punti. Proprio alla quarta giornata è arrivata la prima clamorosa rimonta, opera del Palermo che sotto 2-0 e 3-2 è uscito imbattuto dal San Paolo. AMNESIE Troppo spesso al Napoli è venuto il «braccino» del tennista. Palacio ed Icardi nel finale di gara di domenica hanno approfittato, anche, della paura di vincere del Napoli, sommata ovviamente alle solite amnesie di-

Rafa Benitez, 54 anni ACTION IMAGES

fensive. Le stesse che avevano penalizzato gli azzurri all’andata a San Siro, ma anche con il Cagliari in casa. Altro pareggio, altri rimpianti. Le occasioni, però, le ha sciupate anche l’attacco: Higuain a Bergamo ha fallito il rigore della vittoria in pieno recupero. MENTALITÀ La sensazione è che il Napoli ogni volta che sta per spiccare il volo non riesce a dischiudere le ali. Per Benitez la mentalità «costa» nel senso che si acquista anche grazie a calciatori di livello internazionale. Però, il valore aggiunto dovrebbe essere rappresentato proprio dall’esperienza di Rafa. Invece, la gestione dei cambi da parte sua spesso non ha convinto. Contro l’Inter poteva servire un mediano in più (oppure Henrique a centrocampo con Mesto terzino), a Palermo e Torino gli ingressi di Gabbiadini e Zapata sono parsi tardivi. Con un pizzico di attenzione in più da parte di tutti, Benitez compreso, il Napoli poteva avere meno rimpianti e decisamente più punti. © RIPRODUZIONE RISERVATA

LA STRATEGIA

L’Europa viene prima di tutto Torino, i piani cambiano così 1Eliminare lo Zenit garantirebbe altri introiti, ecco perché ora il turnover si fa solo in A Ventura, intanto, scuote i granata: «Se giochiamo come a Udine nessuna speranza»

Francesco Bramardo TORINO

C

i sono 7,5 milioni di motivi (o di euro) per spiegare la trasformazione del Torino, dal debutto nei gironi di Europa League allo Zenit, passando per il campionato, per spiegare il turnover che a Udine non ha dato i frutti sperati. La sconfitta contro i friulani può essere letta come figlia dell’approccio sbagliato alla gara ma è anche figlia di una rosa risicata per gli obiettivi di stagione, di una coperta corta a centrocampo e con un paio di giocatori senza cambi, come Emiliano Moretti in difesa, o chiamati agli straordinari

come Molinaro e Darmian (con Bruno Peres fuori dalla lista Uefa), o Alessandro Gazzi, senza un clone nel ruolo. Dovendo scegliere, il Toro ha deciso di invertire il turnover rispetto all’inizio della stagione. Partito con le «riserve» contro il Bruges in Europa League e i titolari in campo in campionato, strada facendo è accaduto l’esatto contrario: in Serie A, nei 3-4 cambi programmati, gioca chi non è indispensabile in Europa. UN AFFARE Un esempio? Contro lo Zenit, giovedì a San Pietroburgo, scenderanno in campo solo sei giocatori degli undici di Bruges. Nonostante presidente e allenatore si af-

frettino a ricordare che la filosofia del club è quella di pensare a una gara dopo l’altra, tutte della stessa importanza, l’appetito vien mangiando, e l’Europa League oggi fa gola. E aiuta il bilancio. Ad oggi nelle casse del club granata sono entrati 7,5 milioni di euro tra contributi Uefa, biglietteria e bonus degli sponsor, più importanti di una posizione in

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● i punti che il Torino aveva alla 26a giornata dello scorso torneo: gli stessi di adesso. Uguale anche il piazzamento: nono posto in classifica

più o in meno campionato (anche perché non è facile entrare quest’anno nelle Coppe vista la concorrenza agguerrita). Meglio soldi freschi subito, da destinare al prossimo calcio mercato. Il presidente Urbano Cairo è oculato nei conti. Con un bilancio di gestione di 50 milioni di euro, portarne a casa una decina con l’approdo ai quarti vorrebbe dire ingaggiare per la nuova stagione 3 giocatori con le caratteristiche da fair play finanziario granata. EUROPA BIS Esiste anche un’altra faccia della medaglia: senza un posto in Europa, non sarà facile trattenere giocatori come Darmian (nel mirino del Napoli), Quagliarella (Udine-

Giampiero Ventura, 67 anni, al Torino dalla stagione 2011-12 PLPRESS

se), Bruno Peres (Roma) e attirare giocatori di qualità e con un allenatore all’ultimo anno di contratto. A proposito di Europa League, Giampiero Ventura da Coverciano lancia un messaggio ai suoi giocatori: «Se contro lo Zenit scenderà in campo il Toro di Udine meglio

che restiamo a casa, se sarà il Torino degli ultimi venti giorni nulla è precluso». Sul momento degli ex Immobile e Cerci. «Non basta avere le figurine in mano – dice –, conta chi hai alle spalle, società, staff, gruppo». © RIPRODUZIONE RISERVATA


Serie A R Il processo

MARTEDÌ 10 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Garcia si riprende la squadra «Io con voi, ma voglio di più»

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IL CASO

1Faccia a faccia tra il tecnico e i giallorossi perplessi su preparazione, tattica e mercato. «Niente alibi. Rimarrò a lungo e dalla crisi ne usciremo insieme» 1

Massimo Cecchini Davide Stoppini

Pruzzo in Roma-Dundee, Coppa Campioni 1984 2

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erità pubbliche, verità private ed entrambe, probabilmente, lontano da quella che potrebbe essere la cura della malattia Roma. Ieri era il giorno di Rudi Garcia, atteso dai tifosi come un angelo vendicatore dopo la prima, esplicita presa di posizione «contro» la squadra reduce dal modestissimo pari col Chievo. In realtà, poi, le cose non sono andate proprio in questo modo, ma lo si era già capito nel corso della mattinata quando – partecipando a Coverciano alla Panchina d’Oro – aveva un po’ ammorbidito le posizioni del giorno prima. SUL PODIO Detto che il 3° posto dietro Montella lo ha un po’ sorpreso, Garcia ha socializzato parecchio. Una chiacchierata con Bertelli – ex preparatore della Roma, ora in Nazionale con Conte –, poi un saluto con Benitez e un altro con Guidolin. Ma il confronto più lungo l’ha avuto con Marcelo Bielsa: risate e voce bassa. «Abbiamo parlato di calcio francese», ha raccontato Rudi. Ma ovviamente è la Roma a tenere banco. «Arrabbiato per domenica? No, più che altro deluso per la prestazione. Ma ora sono motivato e carico. Pretendo tanto dalla mia squadra. Devo essere esigente con i miei giocatori, non è vero che li ho accusati, ma so che la mia Roma può dare molto di più. Il nostro obiettivo primario è la difesa del 2° posto e il passaggio del turno in Europa League. Io voglio restare alla Roma, qui mi trovo bene. La mia idea è allenare la squadra nel nuovo stadio: credo che mi dovranno sopportare ancora a lungo, anche perché non credo che lo stadio sarà pronto già il prossimo anno...». LE RAGIONI DI GARCIA Una volta a Trigoria, poi, Garcia si è riunito per venti minuti col

Juve e Roma lasciano Infront e vanno da Sky 1Disdetti i contratti per i diritti

d’archivio in scadenza nel 2018 Firma vicina pure con Mediaset

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Marco Iaria twitter@marcoiaria1

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ella guerra infinita dei diritti tv questa puntata non passerà di certo inosservata: Juventus e Roma hanno disdetto il contratto con Infront per lo sfruttamento dell’archivio e stanno per firmare con Sky (anche Mediaset è interessata). Sarà solo un caso se bianconeri e giallorossi stanno all’opposizione in Lega e hanno spesso contestato i metodi adottati per la gestione dei diritti media? Sarà solo un caso se Infront e Sky, che pure fanno mestieri differenti, non si amano alla follia? Questi sono i retropensieri politici. Ma conta il grano e se Sky (con l’aggiunta di Mediaset) ha convinto i due club a cambiare maglia, evidentemente avrà offerto di più.

● 1 Rudi Garcia, 51 anni, alla seconda stagione in giallorosso ANSA

● 2 Paolo Rongoni (al centro), preparatore atletico della squadra, scelto per espressa volontà del tecnico ● 3 Walter Sabatini, direttore sportivo ANSA

gruppo, sottolineando alcuni concetti non nuovi, che riassumiamo così: «Sono deluso dal modo in cui avete interpretato le ultime partite. Pretendo di più. Non fate quello che proviamo, se continuiamo così buttiamo la stagione. Invece possiamo ancora andare avanti in Europa e soprattutto centrare l’accesso in Champions. Per farlo dobbiamo dare tutti di più. ne possiamo uscire solo tutti insieme». In generale, ciò che rimprovera è questo: 1) Poca concentrazione. Durante la settimana si provano delle soluzioni tattiche che i giocatori poi non mettono in pratica. 2) Poca personalità. Vero che la squadra ha perso dei leader come Benatia, Bradley e poi Castan e Balzaretti, però il resto del

gruppo – ad eccezione dei soliti De Sanctis, Totti, De Rossi e Keita – sembra non avere carattere nei momenti difficili. 3) Poco «mutuo soccorso» (copyright Sabatini). Quando sono in difficoltà i giallorossi non si aiutano come lo scorso anno e quindi tutto diventa fragile. LE RAGIONI DEL GRUPPO I giocatori, per parte loro, non hanno

RIl francese: «Non

sono arrabbiato, però deluso sì. Se continuiamo così buttiamo la stagione»

quasi parlato, ma le perplessità filtrano lo stesso, anche se a onor del vero le posizioni sono diversificate. 1) Preparazione sbagliata. La scelta di appesantire i carichi non ha pagato soprattutto in brillantezza. 2) Tatticamente monocordi. Nelle difficoltà non vengono studiate soluzioni nuove che aiutino la squadra, quando gli avversari prendono le misure. 3) Assenso ad un mercato invernale quanto meno discutibile. In realtà però l’adesione sarebbe pubblica, perché in realtà Garcia da Sabatini avrebbe voluto scelte differenti. Ma anche queste sono «verità» parziali. E soprattutto del giorno dopo. Quelle che forse non servono a (quasi) nulla.

COS’È L’ARCHIVIO? Nell’era della vendita centralizzata dei diritti tv della A, l’archivio è un asset pregiato rimasto nella disponibilità dei club. Le immagini sono d’archivio dopo 8 giorni dall’evento-partita. Presente e passato recente valgono di più perché sono le immagini più utilizzate, ma archivio è tutto ciò prodotto dal 1954. Infront gestiva l’archivio di 19 club su 20: tutti tranne il Sassuolo. E proprio il Sassuolo, oltre a Juve e Roma, ha appena trovato l’intesa con Sky. Pare che pure Atalanta e Fiorentina ci stiano facendo un pensierino. I contratti di Juve e Roma scatteranno da luglio: l’archivio della Juve vale circa 10 milioni annui, più o meno sul livello di Inter e Milan. La Roma sta attorno ai 3,5 milioni. Il club bianconero aveva firmato con Infront nel 2012: accordo fino al 30 giugno 2018 con «ricavi addizionali netti per circa 4,5 milioni all’anno». Stessa durata e stessa scadenza per i giallorossi, che con Infront avevano firmato pure un contratto di «media package» da 600mila euro a stagione. Agnelli e Pallotta hanno detto basta con tre anni di anticipo.

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DOPO LA FRATTURA

Carica Mattiello: «Il mio dramma ha unito l’Italia» 1Il difensore di Chievo e Juve: «Mi hanno scritto tifosi di tante squadre, è già un grande traguardo. Nainggolan? Si è scusato, tutto ok» Nicolò Schira

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ingrazio di cuore tutti per i pensieri che mi hanno rivolto. Rappresentano uno stimolo in più. Non capita spesso di unire i tifosi». Federico Mattiello è ancora dolorante, ma il grande affetto del mondo del pallone lo sta rincuorando in queste ore difficili. Il movimento della gamba destra che, nel contrasto con Nainggolan, gli ha causato la frattura esposta di tibia e perone ha sconvolto le tifoserie di tutta la penisola. Immagini da brividi che hanno fatto il giro d’Italia. Operato d’urgenza domenica sera, il difensore del Chievo, ma di proprietà della Juve, è bloccato sul letto all’Ospedale Sacro Cuore di Negrar, vicino a Verona. Il club bianconero ha inviato il medico sociale, Fabrizio Tencone, per seguire da vi-

cino il decorso operatorio del proprio gioiellino. «Mi sono stati vicini in moltissimi colleghi in queste ore – racconta Federico –. Per rispetto di tutti non posso scegliere un messaggio in particolare, sono stati speciali. Non mi va di dimenticare nessuno». LE SCUSE Un terribile scontro di gioco con il romanista Radja Nainggolan (senza cattiveria, come ribadito anche dal suo agente Andrea Pastorello, ndr) rischia di frenarne l’ascesa, ma le parole di Mattiello non sono polemiche: «Ho sentito le scuse di Radja – dice –. È tutto chiarito». Alla 19enne promessa del Chievo sono arrivati tantissimi messaggi di conforto. «Gli incoraggiamenti dei tanti tifosi ricevuti tramite i social network non possono che farmi piacere. Il loro sostegno mi infonde grande carica». La dottoressa che lo sta seguendo fa

Federico Mattiello, 19 anni, ha postato su twitter la foto dopo l’operazione per la frattura di domenica (a destra) IPP

irruzione nella stanza in cui Federico è ricoverato: «È ora di fare altri controlli». Adesso non c’è tempo da perdere. Inutile stare a rimuginare. Un crack che frena l’ascesa del difensore toscano, cresciuto nel settore giovanile del Foligno. Mattiello non vuole perdere istanti preziosi e punta a rientrare il prima possibile.

LA SOLIDARIETÀ DELLE PERSONE MI STA DANDO UNA GRANDE SPINTA. PORTO TUTTI I MESSAGGI NEL CUORE FEDERICO MATTIELLO DIFENSORE CHIEVO

DAL TENNIS AL CALCIO «Tempistiche? Non ci sono ancora certezze in merito. Vedremo...». Potrebbero servire seisette mesi per recuperare dalla doppia lesione. La Juventus crede molto nelle potenzialità del 19enne, nato nel piccolo comune lucchese di Borgo a Mozzano e arrivato in bianconero nel 2012. Quest’anno lo

sbarco in prima squadra dopo il brillante precampionato: con Allegri totalizza due presenze in Serie A nel girone d’andata e la dirigenza di Corso Galileo Ferraris decide, a fine gennaio, di dirottarlo in prestito in Veneto per farlo giocare con continuità. Impatto ottimale, tanto da imporlo immediatamente come un titolare nella squadra di Maran. Un talento precoce, che nel 2007, all’età di dodici anni, si laurea campione toscano di tennis, vince a livello internazionale e arriva anche alla maglia azzurra. Un campione anche con la racchetta, quindi, prima che la passione per il calcio prendesse, totalmente, il sopravvento. Ora c’è una nuova sfida da vincere: Federico è pronto a sfrecciare, come fa sulla fascia, dall’ospedale al rettangolo verde per riprendere la propria corsa verso l’Olimpo del calcio italiano. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Serie A R Il caso

MARTEDÌ 10 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

IL SINDACATO

Andrea Schianchi INVIATO A PARMA

Aic: «Nuove norme e controlli severi Basta casi Ghirardi»

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li ultimi giorni di notorietà Giampietro Manenti ha deciso di giocarseli alla grande. Si muove come se gli interessasse soltanto apparire. Di sostanza, cioè di soldi, nessuna traccia. Ieri mattina era a Milano, all’Hotel Principe di Savoia, in Piazza della Repubblica: salotti ovattati, camerieri ossequiosi, massima discrezione. Qui ha incontrato l’immobiliarista e finanziere Alessandro Proto che nei giorni scorsi aveva manifestato molto interesse per le vicende del Parma Football Club: «Abbiamo discusso di affari - ha dichiarato Manenti subito dopo - C’è una strategia per fare business attraverso la società di calcio». Manenti, che a Parma hanno soprannominato Mister Tomorrow (il Signor Domani) vista la sua capacità di dilazionare le promesse economiche, non ha i soldi per far fronte a una drammatica situazione debitoria (circa 200 milioni lordi di euro) e Proto ha tentato senza successo improbabili scalate a grandi gruppi industriali, ha patteggiato una condanna di 3 anni e 10 mesi e ha avuto una sanzione dalla Consob per 4,5 milioni per false informazioni e manipolazione del mercato. Viene da chiedersi: di che cosa stiamo parlando? Oppure: quali colpe devono espiare i tifosi del Parma? ALTRE PROMESSE Manenti ha tempo fino a giovedì 12 marzo per presentare al tribunale un credibile piano di risanamento finanziario. Altrimenti si arriverà all’udienza del 19 marzo per la richiesta di fallimento avanzata dalla Procura. «Stiamo ultimando i dettagli sotto il piano legale - ha spiegato - Ci avessero fatto lavorare con più calma le cose sarebbero andate diversamente. Il progetto verrà poi portato in tribunale che deve garantire la continuità. I soldi? Saprete da dove arriveranno. Pagheremo due mensilità arretrate ai dipendenti nei prossimi giorni. Non capisco l’atteggiamento dei tifosi nei miei confronti, è un mese che stiamo lavorando. Magari ripartire dalla Serie B sarà un vantaggio». L’uomo che lo ha aiutato nella scalata al Parma, cioè il manager bergamasco Fiorenzo Alborghetti, si è da tempo smarcato: «Se Manenti non porta i soldi è un personaggio da trattamento sanitario obbligatorio. Non si può prendere in giro una città civile come Parma. La mia impressione è che lui, i soldi, non li abbia e che chi lo poteva aiutare si sia tirato indietro per il clamore suscitato dalla vicenda». Nel frattempo il Parma di Donadoni perde un altro pezzo: Cristian «Cebolla» Rodriguez ha saluta-

1Riflettori su episodi «minori» di Lega Pro e sui 900 giocatori senza stipendio per vecchi fallimenti

Marco Iaria twitter@marcoiaria1

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La curva dei tifosi del Parma con gli striscioni contro Federcalcio, Lega di A e il presidente Manenti ANSA

Telenovela Parma tra Manenti e Usa Game over dai pm? 1Il presidente: «Presto i soldi». La Figc: «C’è un fondo americano». Ma prosegue l’inchiesta della Procura

RA Milano il numero

uno del club vede Proto, discusso immobiliarista: «Strategia comune»

RLa Finanza al

lavoro per capire i motivi del dissesto Non sono esclusi sviluppi clamorosi

to tutti, ha rescisso il contratto e se n’è andato in Brasile, al Gremio. E il Comune di Parma ha revocato l’uso dello stadio Tardini al Parma Football Club a fronte di un «protratto comportamento inadempiente». Si consentirà comunque di completare la stagione in campionato. SOLDI DAGLI USA? Ai tifosi del Parma, sballottati tra parole, promesse e pochi fatti, non resta che aggrapparsi al presidente della Federcalcio Carlo Tavecchio. Ieri, a Coverciano, ha dichiarato: «Non è facile traghettare una società blasonata come questa in Serie B. Con Manenti non ho parlato e non voglio parlarci. Ora vediamo se il Tribunale accoglierà il concordato che potrebbe permettere una gestione fino a fine stagione. Il futuro? Uno studio legale di Roma mi ha informato dell’interesse di un fondo ame-

ricano. Ma la strada è percorribile solo se si capisce la funzione sociale del club. Il Parma ha 50 milioni di euro di debiti federali: è necessaria una transazione, solo così il titolo sportivo potrebbe rimanere in vita. Poi starà a noi come federazione, a breve, ridiscutere le regole di iscrizione delle società nei vari campionati: se si dovessero rispettare le regole del 2007, oggi molti club sarebbero in difficoltà». Così, mentre l’ex presidente Ghirardi dà mandato ai suoi legali di smentire un eventuale «drenaggio» di soldi (ipotizzato dai magistrati) dal Parma alla società controllante (la Eventi Sportivi) e un suo legame con Giampietro Manenti, gli uomini della Guardia di Finanza e i pm sono al lavoro per capire quali strani meccanismi finanziari hanno portato all’attuale dissesto. L’impressione è che presto ci saranno sviluppi clamorosi. © RIPRODUZIONE RISERVATA

on c’è solo il Parma, caso eclatante e senza precedenti nella ricca Serie A. Ci sono il Monza, il Barletta, il Savoia, l’Aversa Normanna, in difficoltà più o meno grandi. E ci sono 900 giocatori di Lega Pro che, vittime dei fallimenti degli anni scorsi, ancora aspettano gli arretrati per un ammontare di 15 milioni. Insomma, c’è un calcio professionistico che spesso e volentieri vive al di sopra dei propri mezzi, si diletta in gestioni spregiudicate tradendo la fiducia di una comunità. Di tutto questo si è occupato il consiglio direttivo dell’Aic, tenutosi ieri a Milano e aperto alla presenza dei rappresentanti del Parma Lucarelli e Gobbi. CONTROLLI E NORME Il capitano gialloblù ha avvertito i colleghi: «Vigilate sulle vostre società, quelle che stanno bene si contano sulle

IL PRESIDENTE FIGC

Tavecchio: «Stranieri? Meglio meno» ● FIRENZE (stop) «Optì Poba? La mia vita è sempre stata per il terzo mondo»: parola di Carlo Tavecchio, a margine della giornata di Coverciano. «Ma resto dell’idea che il sistema calcio vada ringiovanito, così da limitare l’utilizzo devastante degli stranieri - ancora il presidente federale - Non è vero che il nostro calcio è di seconda linea: in Italia ci sono 15 milioni di appassionati. Se gli stranieri investono poco è perché noi siamo protettivi dei nostri sistemi fiscali». © RIPRODUZIONE RISERVATA

Damiano Tommasi, 40 anni IPP

dita di una mano». L’elementochiave per evitare altri casi Parma sta nelle norme e nei controlli: norme che dal 2007 sono state alleggerite nell’ambito delle valutazioni patrimoniali di una società, controlli che dovrebbero essere più severi e concreti per bollare certe pratiche spavalde. «Com’è stato possibile - si domanda Damiano Tommasi, presidente Aic - che al Parma si stato concesso di fare mercato a gennaio pur non pagando da mesi gli stipendi?». RICHIESTE Ma i «buchi» del sistema stanno soprattutto nelle fondamenta. Ed ecco l’elenco delle richieste del sindacato, che in consiglio federale siede all’opposizione: ripristinare i vecchi parametri sull’indebitamento, prevedere il blocco del mercato per le società con pendenze nei confronti dei tesserati, divieto di pagare dipendenti e acquisti facendosi anticipare gli introiti futuri dei diritti tv. «Si parla tanto di riforme - dice Tommasi - ma se si vuole riformare il sistema si deve farlo anche per favorire la stabilità economico-finanziaria dei club». L’Aic chiede inoltre l’attivazione del Fondo di solidarietà per la Serie A, con il prelievo dello 0,5% sugli stipendi come avviene da tre anni in Serie B e Lega Pro. «Se ci fosse stato pure in A - spiegano il vicepresidente Umberto Calcagno e il direttore generale Gianni Grazioli - in questi tre anni avremmo accantonato 12 milioni, che sarebbero potuti servire per esempio per il Parma». © RIPRODUZIONE RISERVATA

LA TRAGEDIA

Arbitra Spal-Prato: muore tornando a casa 1Incidente stradale a Torino per Luca Colosimo, 29 anni, dopo una partita di Lega Pro. Il designatore Rosetti: «Era un predestinato» Francesco Ceniti

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e nozze a giugno con la sua amata Stefania e come regalo di nozze la possibile (probabile) promozione in B. Speranze, progetti, paure, gioie e sogni (si continua a sognare pure a 29 anni, 30 da compiere il 5 aprile) cancellati in un assurdo incidente stradale alle porte di Torino, nella notte tra domenica e ieri. E’ morto così Luca Colosimo, professione fisioterapista (era laureato in Scienze motorie), passione della vita: fare l’arbitro. Il tragico impatto è avvenuto proprio di ritorno da quella

che resterà la sua ultima gara: Spal-Prato 0-0, Lega Pro girone B. PREDESTINATO Colosimo aveva lasciato lo stadio poco prima delle 21, in tasca i complimenti dell’osservatore Brighi (ex fischietto di A). Aveva deciso di rientrare a Torino, nonostante i 400 chilometri da percorrere con una Fiat Punto. Si prendeva cura della nonna: vivevano insieme e non voleva lasciarla da sola tutta la notte. E poi c’era il lavoro di fisioterapista, perdere una intera mattinata gli sembrava troppo. E’ la dura vita degli arbitri che ogni settimana permettono lo svolgimento di tutti i cam-

pionati. Sacrifici e impegno da professionisti, ma entrate da dilettanti: in Lega Pro il guadagno medio è meno di 400 euro netti al mese (più i rimborsi spese, pagati dopo 60 giorni). Colosimo era al debutto nella vecchia C,aveva diretto 12 gare con medie altissime, da primo della classe. Il designatore Roberto Rosetti non trattiene le lacrime per il «suo» ragazzo: «Luca? Un predestinato. Senza questo maledetto incidente avrebbe fatto grandi cose. Non riesco a crederci, si è allenato con me anche quando ero in ritiro con gli arbitri russi. Ora che ci penso, si allenava con me da oltre 15 anni...».

Luca Colosimo prima di SpalPrato, l’ultima gara diretta GALASSO

MINUTO DI SILENZIO La tragedia si è consumata sulla tangenziale Nord di Torino, tra gli svincoli di Borgaro e Venaria. Colosimo (originario di Catanzaro) era praticamente arrivato a casa quando, forse per un colpo di sonno, ha perso il controllo dell’auto che si è schiantata contro il guard-rail. Urto violentissimo (il motore si è staccato dalla carrozzeria finendo sull’asfalto e urtato da un’altra macchina: ferite non gravi per il conducente) e per l’arbitro, sbalzato fuori dalla Punto, ogni soccorso è stato vano. La notizia è stata come un cazzotto in faccia per il mondo del calcio. La Figc ha di-

sposto, accogliendo la richiesta dell’Aia, un minuto di silenzio nei match disputati in settimana. Ieri le squadre arbitrali scese in campo in A (Lazio-Fiorentina e Juve-Sassuolo) in B (Entella-Cittadella) e Lega Pro (L’Aquila-Reggiana) avevano il lutto al braccio. E tante lacrime nel cuore in nome di Luca. © RIPRODUZIONE RISERVATA

La Lega Pro con il Presidente Mario Macalli, i Vice Presidenti Archimede Pitrolo e Antonio Rizzo, il Direttore Renato Cipollini, il Consiglio Direttivo, il personale di Lega Pro, esprime il cordoglio per la prematura e improvvisa scomparsa di

Luca Colosimo La Lega Pro si stringe all immenso dolore della famiglia Colosimo. - Firenze, 10 marzo 2015.


Serie A R Il ritorno

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Provaci ancora Zeman «Cagliari, io qui per i tifosi»

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fQUELLI CHE RITORNANO

1A pranzo l’ufficialità: via Zola, riecco il boemo. Alle 10.30 guiderà il primo allenamento. Il club: «Per salvarci puntiamo su chi conosce la squadra»

Mario Frongia CAGLIARI

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denek Zeman, ciak si riparte. Il vate del 4-3-3 veste di nuovo il rossoblù. Era stato esonerato il 23 dicembre scorso: cinque giorni prima la squadra con un assetto inusuale si era inabissata in casa con la Juve. Acqua passata. Ieri il Cagliari ha rotto gli indugi e richiamato il tecnico che lo scorso giugno ha approvato il progetto e il restyling, dopo 22 anni di impero celliniano, firmato da Tommaso Giulini. Il boemo ha condiviso con la dirigenza gli obiettivi e ha contribuito alla creazione della squadra, mettendo nel conto anche forze e criticità di un’avventura che si è aperta con giocatori giovani, motivati ma digiuni di Serie A. Poi, le cose si sono ingarbugliate. Ma questa è storia vecchia. Adesso, si deve cambiare marcia. Zeman, da ieri notte in città, è stato onesto: «Sono ritornato per i tifosi – ha detto appena atterrato –. La campagna acquisti? Sì, qualcosa è stato fatto». Contattato fin dalle sconfitte con Inter e Verona, il boemo ha detto sì. Legato fino a giugno al club rossoblù da un contratto con opzione di rinnovo annuale unilaterale a favore del Cagliari in caso di salvezza e decimo posto, sa di non avere tempo per esperimenti, né integralismi da difendere. «Il bene primario è solo e comunque la difesa della categoria. Ci proviamo tutti assieme e con tutte le nostre forze affidandoci alla persona che meglio di qualsiasi altra conosce pregi e difetti della rosa» il sunto del pensiero che trapela dalla sede di viale La Playa. Zeman avrebbe espresso parere positivo sulle qualità dei nuovi. Ma anche questo è un capitolo che non può essere modificato.

Da sinistra Arrigo Sacchi, 68 anni, e Marcello Lippi, 66 ANSA/REUTERS

Lui, Sacchi, Lippi La stessa minestra ma da riscaldare Andrea Elefante

L’ Zdenek Zeman, 67 anni, era stato esonerato il 23 dicembre 2014 dopo il k.o. contro la Juve GETTY

IL NUMERO

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Zola è il sesto allenatore di Serie A esonerato in questa stagione dopo Corini, Mazzarri, Bisoli, Zeman e Colantuono

Gianfranco Zola, 48 anni ANSA

RETROSCENA Nel dopo Samp la crepa in casa Cagliari, con il Cesena che ha raggiunto i rossoblù a quota 20, diventa voragine. Da penultimi, con un punto nelle ultime sei gare a -5 dalla zona salvezza (l’Atalanta, a 24, è in vantaggio negli scontri diretti), la A è in bilico. La società si preoccupa. Si decide di voltare pagina e cercare la scossa risolutrice. Un primo sum-

mit a Marassi tra Giulini, il vice Filucchi e il d.s. Marroccu va a vuoto. Esonerare Zola non è roba da tutti i giorni. Si valutano varie ipotesi. Poi, il tavolo salta. Domenica, annullati i permessi, la squadra rientra a Cagliari da Milano. Ieri, l’accelerata. L’ex campione del Chelsea è in stand by. Le chiamate con Zeman si chiudono a metà matti-

no. Il congedo di Zola arriva alle 12.40. Il boemo torna con il «secondo» Cangelosi, il preparatore atletico Ferola e il collaboratore tecnico Modica. A breve si saprà del futuro di Facciolo, preparatore portieri, ed Erriu, assistente tecnico, nello staff da inizio stagione. Anche il preparatore Rapetti, voluto da Giulini e giunto dall’Inter da ex di Mou, è in altalena. Intanto, oggi alle 10.30 Zeman guiderà il primo allenamento. DA ZOLA A ZEMAN In casa Cagliari la rottura con Zola suona come una doppia sconfitta. E non solo per la stima e il reciproco rispetto tra Giulini e l’ex campione del Chelsea. Zeman torna dopo dieci partite. Ha lasciato i rossoblù terzultimi in classifica con 12 punti, frutto di due vittorie (in trasferta, con Inter ed Empoli) e sei pareggi. Nel bilancio anche sei sconfitte e il passaggio agli ottavi della Coppa Italia. Li ritrova un passettino indietro. Ma adesso, cinture allacciate per un percorso senza appello. «A Zeman e al suo gruppo di lavoro i migliori auspici - scrive il Cagliari sull’home page del proprio sito - per il raggiungimento degli obiettivi che Società e tifosi si aspettano». © RIPRODUZIONE RISERVATA

clic CACCIATO E RIPRESO COSÌ PAPÀ ZDENEK IMITA IL FIGLIO KAREL

● Papà Zdenek come il figlio Karel. Prima del «reintegro» di Zeman senior al Cagliari, la stessa sorte, a pochi chilometri di distanza, era toccata al figlio, allenatore del Selargius, in Serie D. Karel Zeman, infatti, era stato esonerato dal club della cittadina sarda (attaccata a Cagliari) a fine febbraio, dopo 5 sconfitte consecutive e una classifica deficitaria. La separazione, però, era durata appena tre giorni, con Karel richiamato in fretta e furia. Il Selargius oggi è terzultimo con 23 punti (con il Palestrina) e domenica ha perso in casa (0-2) contro il Cynthia.

esempio di Roberto Mancini può già fare giurisprudenza: più che di scaldare minestre, ormai si tratta di riscaldare cuori depressi di investitori, giocatori, tifosi. Oppure di non raffreddare troppo le casse societarie. Se Zamparini è una specie di cattedratico in materia, Zeman è l’allenatore più «riproposto» del calcio italiano: un mondo che non conosce porte sbattute così forte da non poter essere varcate di nuovo. Quella di Foggia il boemo la riaprì addirittura due volte, a distanza di due e poi di sedici anni. E poi Lecce, Roma, adesso Cagliari.

CARTELLI DA RILUCIDARE Tornare non è mai facile, soprattutto a stagione già iniziata. O a prescindere, se la sfida è rilucidare un’immagine che più che altro è un’icona, ma del tempo che fu: è dura mettere un cartello con la scritta Zemanlandia all’ingresso dello stesso paese per due volte; è dura far godere uno stadio come l’Olimpico nello stesso modo a distanza di tanti anni. Anche a Lecce non gli andò benissimo (esonero alla vigilia di Natale) e potremo capire Giulini se incrocerà le dita. Ma il suo è un rischio calcolato: è la storia a dire quanto può essere un azzardo il «ti esonero e poi ti richiamo». O il «ti richiamo» e basta. I BIG POCO BIG E’ successo a club più titolati del Cagliari,

anche a quello che sulla maglia portava la scritta «il più titolato al mondo»: il Capello bis arrivò proprio perché il Sacchi bis (al posto di Tabarez) non aveva funzionato, ma anche Don Fabio vide la sua media punti abbassarsi rispetto ai tempi dei quattro scudetti in cinque anni, il numero delle sconfitte in campionato impennarsi (12, erano state 16 in tutti le cinque stagioni precedenti) e il 10° posto in campionato certificò il fallimento dell’idea. Come quella di Trapattoni di tornare alla Juve: dai 13 trofei del decennio d’oro a una misera Coppa Uefa nel triennio post Inter. O come quelle di Ottavio Bianchi e Boskov, da uno scudetto «storico» con Napoli e Samp a subentri faticosi, chiusi all’11° e all’8° posto. Si potrebbe dire anche come quella di Lippi in Nazionale, dalla gloria di un Mondiale vinto alla frustrazione dell’uscita al primo turno in quello successivo; ma all’ex c.t. era già capitato di guardarsi alle spalle prima di scegliere di tornare e a lui la seconda volta con la Juve aveva detto bene (due scudetti e una finale di Champions persa solo ai rigori). L’ALLIEVO E IL MAESTRO Zeman non è tipo da fare certi calcoli, e figuriamoci da guardare in casa d’altri: in questi anni, chissà, l’avrà fatto forse una volta, la stagione scorsa, godendosi la rivincita di Di Francesco al Sassuolo. Dal 1998 al 2014, la regola dice che la squadra di allenatori cacciati e richiamati nella stessa stagione, 10 volte su 14 è comunque retrocessa: il suo allievo fu l’eccezione, vediamo cosa combina il maestro stavolta. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Magic +3 R Campionato

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Ecco Wague, l’uomo Molla lanciato da Stramaccioni 1Il gigante dell’Udinese ha segnato il primo gol italiano Il tecnico: «A settembre non valeva la A, il lavoro paga»

Guerriero Rincon Il «tuttocampista» che carica il Genoa Alessio Da Ronch GENOVA

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ggressività. E’ una parola magica per Tomas Rincon. E’ la prima cosa che Gasperini gli ha chiesto al suo arrivo a Genova, la più semplice per lui, che ne ha fatto una sorta di talismano, insieme a un altro vocabolo: sacrificio. In Germania, dove ha giocato con l’Amburgo, esaltò tutti con un salvataggio prodigioso, compiuto grazie alla voglia di non demordere mai: Tomas respinse un tiro a porta vuota di Kuranyi, attaccante dello Schalke, gettandosi in scivolata, toccò con il tacco e la coscia mandando la palla contro il palo, poi, mentre la sfera stava rotolando in porta, da sdraiato, contorcendosi all’indietro, riuscì a bloccarla sulla linea con la testa e a respingerla fuori. Una sorta di miracolo.

Francesco Velluzzi INVIATO A UDINE

L’

ennesima scommessa vinta dai Pozzo? È troppo presto per dirlo. Perché Molla Wague, difensore maliano che ha appena compiuto 24 anni, ha giocato soltanto quattro partite in Serie A, peraltro tutte da titolare. Ma lo stacco di testa imperioso col quale ha battuto Padelli salendo sopra Glik lo ha subito messo al centro dell’attenzione. E ogni giocatore straniero che spunta dall’Udinese fa un certo effetto. Perché subito si pensa al mercato. La vetrina bianconera viene cambiata in continuazione. E se entri nella boutique non c’è il rischio di trovare lo stesso pezzo a lungo. E, quindi, neppure in saldo con la scritta sales o rebajas. Tutti hanno un prezzo piuttosto alto e non si svendono.

SERBATOIO CAEN Molla Wague arriva dalla segnalazione del solito osservatore francese che ha portato in Friuli prima Benatia e poi Heurtaux. Wague, arrivato la scorsa estate, giocava proprio nel Caen, il club che ha consacrato Thomas che, col suo infortunio, ha regalato il gettone più importante a Molla. Nato a Vernon, nel nord della Francia, dopo due presenze nella Nazionale Under 19 ha deciso di giocare col Mali. Scelta per lui azzeccata perché nel 2013 ha vinto il bronzo in Coppa d’Africa, torneo che ha appena rigiocato, non con le stesse fortune. Da qualche settimana si è riconsegnato all’Udinese e allo staff di Andrea Stramaccioni, che sta compiendo un mezzo miracolo. Quando la scorsa estate giocò in Austria in amichevole contro la Dinamo Mosca, Wague non sembrava proprio un calciatore adatto alla Serie A. Lo conferma Stramaccioni: «In settembre Molla non poteva allenarsi con i primi 20 della prima squadra. E, invece, il lavoro paga. Wague è migliorato allenamento dopo al-

IL PROTAGONISTA

L’abbraccio tra Molla Wague, 24 anni e Andrea Stramaccioni, 39, dopo il gol del difensore al Torino: il franco-maliano è in Friuli dalla scorsa estate, acquistato dal Caen come l’altro bianconero Heurtaux ANSA

lenamento. Ha un fisico pazzesco (è alto 1,91) e tanta personalità. Il colpo di testa è la sua qualità migliore e mi sembra che si sia visto... Sia in difesa sia in attacco. Infatti con lui ho scelto di fare una cosa che facevo anche all’Inter con Ranocchia. Sul lancio dal fondo va a colpire e spizzare la palla». KILLER Domenica il difensore maliano è stato killer nell’area del Toro: prima Padelli con una vera prodezza ha tolto il suo colpo di testa dalla porta, poi è crollato nella ripresa subendo la rete del 3-1 che ha steso il Toro. Prima rete in serie A per Molla, che ha tenuto il basso profilo. «Sono molto felice perché fare gol in A non è cosa da poco. Se poi corri-

sponde a una vittoria è ancora meglio. Avevamo bisogno di punti e per fortuna li abbiamo fatti. Ci voleva». Il primo gol in A ha dato una nuova dimensione a Molla, che aveva debuttato a Genova contro la Samp prima di Natale (poi altri gettoni con Lazio e Cesena): Stramaccioni stupì tutti e quella fu una delle migliori partite in trasferta dell’Udinese. Wague ha scalzato Bubnijc nelle gerarchie della difesa. Ma la sua vita continua tranquilla. A Udine abita con la bellissima compagna e una bambina di due anni e mezzo. Ha legato soprattutto con Cyril Thereau che parla francese come lui. Anche perché Molla l’italiano non l’ha ancora imparato.

GUERRIERO GENTILUOMO Lui in Venezuela è «El general», dell’aggressività ha fatto un’arte. Qualche volta gli è costata cara, soprattutto in nazionale, visto che spesso con la «Vinotinto», (della quale è appena diventato il capitano), si è visto sventolare il cartellino rosso. Giocando nell’Amburgo, però, ha imparato a gestire la sua

irruenza e quest’anno, con il Genoa, è stato ammonito solo tre volte, su 17 gare ricche di contrasti e duelli infuocati. FLESSIBILITA’ Rincon, che ha da poco compiuto 27 anni, si è subito adattato al Genoa, al gioco di Gasperini, alla flessibilità tattica. Con i rossoblù ha giocato sempre a centrocampo, in una mediana a tre o a quattro, a volte per necessità sulla corsia di destra. Per lui fa poca differenza: in Germania ha giocato pure terzino destro, agli inizi della carriera, in Venezuela, era soprattutto un fantasista, ruolo che gli ha lasciato in eredità una finta di corpo letale. GOL Contro l’Empoli è stato il migliore in campo, portando la sua media voto a 6,11, sul podio ideale come rendimento tra i rossoblù più presenti tra i titolari. Proprio nella sfida di andata contro i toscani aveva subito un infortunio muscolare piuttosto grave, che gli ha fatto perdere sette partite e, soprattutto, lo ha costretto a inseguire la miglior forma fino qualche settimana fa. Rincon ha conquistato subito Gasperini e i compagni, poi, in fretta, pure i tifosi del Grifone. Ora non gli resta che infrangere un vero e proprio tabù: fare gol. In Europa ha giocato 128 sfide di campionato con l’Amburgo e 17 con il Genoa, senza mai andare a segno. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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● Le reti in campionati professionistici di Wague: uno in Ligue 1, tre in Ligue 2 e uno in Serie A. A questi si aggiunge un gol in Coppa di Lega francese

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● La media voto di Molla Wague nel primo campionato con l’Udinese. Il difensore ha giocato cinque partite, con un gol e un cartellino giallo

ETO’O RICEVE A LONDRA UN PREMIO CONTRO IL RAZZISMO ● Samuel Eto’o ha ricevuto a Londra la «Medal of tolerance», premio assegnato per la lotta al razzismo dal Consiglio europeo per la tolleranza (nella foto, il presidente Moshe Kantor con Eto’o). Nel 2011 il premio era andato a Re Juan Carlos di Spagna

© RIPRODUZIONE RISERVATA

TACCUINO ATALANTA

Addio all’ex Larsson ● (ma.sp.) L’Atalanta piange Lars Larsson. Lo svedese si è spento pochi giorni prima del 50o compleanno, per un male fulminante: punta dell’Atalanta nel 1984-85, Larsson (che sposò una bergamasca) in Italia giocò poco per un infortunio al ginocchio.

UNDER 17

Fase Elite con i prof ● Si avvicina la Fase Elite dell’Europeo per l’Under 17 (21-26 marzo in Germania). Giovedì raduno a Cecchini di Pasiano (PN) per i 24 convocati, aiutati da due professori per evitare che restino indietro nei programmi scolastici.

PRIMAVERA, FINAL 8

A giugno a Genova, Chiavari e Savona ● Saranno Chiavari, Genova e Savona a ospitare la Final 8 del

campionato Primavera a giugno.

CALCIO A 5

Nazionale a Genzano ● (m.cal.) Da oggi a Genzano raduno dell’Italia, impegnata dal 18 al 21 marzo a Krosno (Polonia) nel Main Round di qualificazione a Euro 2016 contro i padroni di casa, la Bielorussia e la Finlandia.

DONNE, CYPRUS CUP

Italia, primo stop Battuta dal Canada ● (m.cal.) In Cyprus Cup, dopo le vittorie con Sud Corea e Scozia, per la Nazionale femminile k.o. con il Canada a Nicosia (1-0).

UNDER 19 FEMMINILE

K.o. 2-1 con la Svizzera ● Terzo k.o. al «10 Nations Tournament» per la Nazionale Femminile U19, battuta 2-1 dalla Svizzera a La Manga (Spagna).


Calcio R L’iniziativa

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QUANDO SI GIOCA

Il 10 giugno la finale all’Olimpico a 24 squadre 3

● 1. Da sinistra Stephan El Shaarawy (Milan), George Puscas (Inter) e Daniele Baselli (Atalanta) ieri alla presentazione della settima edizione del torneo di calcio giovanile Gazzetta Cup con Ringo, che si è tenuta in via Solferino a Milano ● 2. Il direttore della Gazzetta dello Sport, Andrea Monti, in un momento della conferenza stampa ● 3. La sala Montanelli gremita: nelle prime file alcuni dei 40mila ragazzini che parteciperanno quest’anno al torneo rosa: in palio il Premio Ringo Fair Play e il Premio Ringo al Miglior giocatore BOZZANI

TORNA GAZZETTA CUP El Shaarawy: «Io al derby» 1Il milanista fissa la data del rientro alla presentazione del nostro torneo per ragazzi. C’era anche Baselli: «Il Milan? Mi sento pronto per una big»

blemi del Milan: responsabilità e colpe sono di tutti, ma il nostro è un gruppo di uomini veri che possono ancora salvare la stagione. L’Arsenal è interessato a me? La cosa è gratificante, ma il mio obiettivo è tornare a far bene nel Milan».

Marco Pasotto MILANO

T «L’ARSENAL? PENSO AL MILAN: È FATTO DI UOMINI VERI CHE POSSONO ANCORA SALVARE LA STAGIONE» STEPHAN EL SHAARAWY ATTACCANTE DEL MILAN

re modi di essere ragazzi di talento. C’è quello che ormai è il guru dei baby-prodigio, emblema perfetto della qualità made in Italy che il Milan esibisce con orgoglio: Stephan El Shaarawy. Poi c’è il giovane in rampa di lancio, destinato a lasciare l’Atalanta per vestire una maglia prestigiosa: Daniele Baselli. E infine c’è il piccolo già grande, che a 18 anni (ne farà 19 fra un mese) può raccontare di aver giocato la prima da titolare nell’Inter in un quarto di Coppa Italia al San Paolo di Napoli: George Puscas. Milan, Atalanta e Inter li hanno prestati volentieri per un pomeriggio alla Gazzetta, perché Gazzetta Cup è rivolta ai giovani e loro sono personaggi perfetti per raccontare il calcio – il loro calcio – a una platea di cento ragazzini adoranti fra gli 8 e 12 anni. UOMINI VERI Il più popolare ovviamente è El Shaarawy: quando entra lui si spengono le chiacchiere e si accendono le fotocamere dei cellulari. Stephan ha la gamba destra fasciata dal tutore, ma non ha più le stampelle già da diversi giorni. Il recupero procede bene: «Mercoledì (domani, ndr) ho una visita di controllo: se andrà bene giovedì vedrò il professor Van Dijk e lo toglierò. Quando potrei tornare? Il mio obiettivo è il derby del 19 aprile. Mi spiace osservare da fuori i pro-

«SONO FELICE CHE MANCINI MI DIA FIDUCIA. LAVORO PER POTER GIOCARE SEMPRE DI PIÙ» GEORGE PUSCAS ATTACCANTE DELL’INTER

NIENTE MAGLIA Poi ElSha sale sul palco con Baselli e Puscas, e la giovanissima platea si scatena con le domande. «A chi vuole fare questo mestiere consiglio umiltà e determinazione – dice Stephan –. Non mollare mai, e io ne so qualcosa. Il mio sogno è diventare un top mondiale». Anche Puscas, che è romeno, parla di «grandi sacrifici» per arrivare ad alti livelli e Baselli consiglia di «non fare come me a scuola, non sono un grande esempio». Risate. Poi la domanda immancabile: i vostri modelli? El Shaarawy nomina Kakà, Baselli cita Pirlo e Puscas racconta divertito: «Il mio idolo è Ibra. Una volta gli ho chiesto la maglia ma non me l’ha data perché l’aveva già promessa a un altro. Ci sono rimasto male». C’è spazio per sorridere, e anche per questioni più serie. Baselli ad esempio racconta che «col Milan non c’è stato nessun contatto, ma il loro interesse mi ha fatto un piacere enorme. A giugno vedremo. Comunque il progetto di una squadra giovane e italiana mi piace molto, per me sarebbe un vantaggio... Se sono pronto per una big? Mi manca continuità, ma sono cresciuto molto: credo di sì». Già, crescere: proprio ciò che si chiede a un ragazzo. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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iamo partiti nel 2009 con 7000 partecipanti, siamo arrivati a 40 mila! La settima edizione di Gazzetta Cup con Ringo è già da record. Il più grande torneo di calcio d’Italia, per ragazzi dagli 8 ai 12 anni, ha numeri importanti: 3.800 squadre iscritte, 7.300 partite da disputare, 1.800 palloni Macron da prendere a calci, 80 i comitati Csi che partecipano al progetto, 80 anche le città coinvolte solo nelle Fasi Interne, 20 invece le regioni: praticamente si gioca in tutta Italia. E si parte il 3 maggio con le fasi cittadine, da Cagliari e Milano. Si chiude alla grande, mercoledì 10 giugno all’Olimpico di Roma, con la finale nazionale a 24 squadre (ovvero le prime 12 delle Fasi cittadine nelle due categorie). Sì, perché il Torneo è strutturato in due categorie: Junior (nati nel 2005-2006) e Young (20032004). E in tre fasi: Interne (in 500 sedi di gioco), Cittadine (in 12 città che sono Bari, Bolzano, Cagliari, Catania, Como, Macerata, Milano, Napoli, Padova, Reggio Emilia, Roma e Torino) e la Finale Nazionale. Ah, la partecipazione è gratuita! © RIPRODUZIONE RISERVATA

I NUMERI

3800

● le squadre iscritte a questa edizione della Gazzetta Cup con Ringo, nel 2009 erano appena 700, nel 2014 erano 3.400

40

● mila i ragazzi che parteciperanno quest’anno al torneo rosa. Sono 142mila quelli coinvolti sinora, dal 2009 al 2014

240

● i completi da gara già pronti per chi arriverà a giocare la Fase Finale; 1800 i palloni per le 7.300 partite da disputare


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Siamo in onda! R

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GazzettaTv, è tempo di calciomercato

1Sul canale 59 spazio alla crisi del Milan, ai numeri e alle curiosità della Serie A con «Fantanews» 1

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IL PALINSESTO Le emozioni dei gol Poi Fantacalcio e novità sugli affari

COME RISINTONIZZARE I VOSTRI TELEVISORI E VEDERE IL CANALE 59 ● Se non vedi Gazzetta Tv sul canale 59 puoi eseguire le seguenti procedure Se possiedi un Tv o un Decoder Digitale Terrestre 1. Premere il tasto MENU sul telecomando 2. Selezionare Impostazioni/Avanzate 3. Posizionarsi sulla voce relativa alla Sintonizzazione automatica dei canali e premere il tasto OK per accedere alla configurazione dei canali 4. Impostare la Modalità di sintonia dei canali su DTV 5. Posizionarsi sul pulsante Avvia scansione e premere il tasto OK per avviare la ricerca dei canali Se possiedi una Sky Digital Key 1. Premere il tasto Menu del telecomando SKY e premere OK per accedere al digitale terrestre 2. Premere il tasto rosso (Ricerca) e lasciar inviata la configurazione 3. Premere due volte il tasto rosso (Avvia ricerca) 4. Attendere il completamento dei canali e quindi premere OK

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● 1 Lo studio di Calciomarket con Carlo Laudisa, Federica Migliavacca e il direttore generale della Juventus ospite della scorsa puntata 2 Oscar Damiani, ospite a Calciomarket 3 Clarence Seedorf è il bersaglio del trio Autogol e protagonista di Campioni a confronto BOZZANI OMEGA ANSA

Gabriella Mancini

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na settimana ricca di appuntamenti su GazzettaTv, sul Canale 59. Oggi, a Calciomarket spazio alla panchina bollente di Pippo Inzaghi con il procuratore Oscar Damiani, domani la rubrica Bomber sarà con Luca Toni, già a quota 11 gol, giovedì Rachele Giuliano sarà la regina della rubrica del volley, e venerdì, oltre all’appuntamento con il basket, il tecnico del Real Carlo Ancelotti si confesserà a Condò Confidential. Weekend a tutta diretta con basket e volley: sabato alle 20 la A con Pistoia-Venezia, e domenica il debutto del campionato di pallavolo femminile con LiuJo ModenaImoco Conegliano alle 19.

EMOZIONI Ma veniamo ai programmi di oggi. Nel pomeriggio, alle 14.15, le grandi emozioni dei gol della 26esima giornata. Sempre all’interno del Tg di GazzettaTv, alle 14.45 e alle 20.45 calcio e ironia con il trio comico Autogol che si scatena nelle imitazioni dei personaggi: oggi è la volta di Clarence Seedorf che sdottorerà sulla crisi del Milan, e di Aurelio De Laurentiis che commenterà la rimonta dell’Inter contro il Napoli. Alle 15.05 pomeriggio all’insegna dell’avventura con Explorers, alle 15.30 la rubrica Campioni a confronto con i duelli tra gli spagnoli Raul e David Villa e tra gli olandesi Clarence Seedorf e Wesley Sneijder mentre la squadra sotto la lente d’ingrandimento sarà l’Inghilterra.

L’ORARIO

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Stasera, Calciomarket punta l’obiettivo sulla panchina di Filippo Inzaghi, con Oscar Damiani ospite in studio

Alle 16.05 Sport Science, la scienza nello sport, e alle 18.30 largo a +3 Fantanews, che svela i trucchi del fantacalcio con Deborah Schirru, Francesco Letizia e il nostro G.B. Olivero, che commenterà le pagelle della sfida di sabato sera tra Milan-Verona. MERCATO Alle 19, come detto, Calciomarket, con aggiornamenti di calciomercato di Carlo Laudisa e Federica Migliavacca: l’ospite di oggi è Oscar Damiani, concentrato sul futuro della panchina del Milan. Poi i motori con Coulthard in primo piano e alle 23 Gazzetta News focalizzato su Champions League ed Europa League, partendo da Real-Schalke 04 e Porto-Basilea. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Questa è la programmazione di GazzettaTv per la giornata di oggi MATTINA Le notizie con il caffè il primo tg è alle 7 7. Gazzetta News 7.15 Gazzetta News 7.30Gazzetta News 7.45 Gazzetta News 8 Gazzetta News 8.45 Gazzetta News 9.05 Sport Science 10.05 Condò Confidential 10.30 Campioni a confronto 11.05 The Speedgang 13.00 Gazzetta News 13.30 Gazzetta News POMERIGGIO In compagnia con i Campioni Fantanews e Calciomarket 14.Gazzetta News 14.15 Tuttogol 14.45 Gli autogol 15.05 Explores 15.30 Campioni a confronto 16.05 Sport Science 18.30 +Fantanews 19 Calciomarket 20.00 Gazzetta news 20.30 Gazzetta News SERA Serata con Gazzetta News sulle coppe europee 21.05 The SpeedGang 23 Gazzetta News


MARTEDÌ 10 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

OPINIONI

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il campionato

JUVE, VOLO SCUDETTO DIETRO UNA CORSA MERAVIGLIOSA IL COMMENTO TO ECERE di NICOLA CECERE email: ncecere@rcs.it cs.it twitter: @niceceree

L’

abbraccio trionfante tra Agnelli, Marotta e Nedved, colto dalle telecamere dello Stadium al fischio finale, dice chiaro che la Juve ha voluto fortemente questo +11 che per il momento blinda il quarto scudetto consecutivo in modo da potersi concentrare sulla primavera di coppa. Però ci sono voluti ottantadue minuti per piegare il Sassuolo, in casa, con la formazione che per nove, dieci o anche undici undicesimi vedremo in campo a Dortmund... Non si può certo parlare di una Juve stratosferica. Quella si spera di poterla ammirare in Champions. Era solo un allenamento? No, si è giocato sul serio e la squadra ha onorato l’impegno assecondando la profezia del suo allenatore: «Mi basta l’1-0». Accontentato con un secondo tempo in rialzo. Però la testa dei titolari di Allegri era già al Borussia lo si è capito chiaro in quei 60 e più minuti di vuoto agonistico. La Roma? Beh, quella è la rivale di ieri, giusto e inevitabile concentrarsi sull’immediato futuro. E il ritorno di Paul Pogba nei panni del gran protagonista è un fatto che rincuora il popolo bianconero. Alle spalle della Juve ormai tricolore, la Lazio agganciando il Napoli a spese della Fiorentina ha ufficializzato che la corsa al secondo e terzo posto Champions non ha un pronostico. E bisogna fare i complimenti al computer della Figc che magari istruito da un Alfred Hitchcock assai competente di calcio ha preparato il seguente finale di campionato: penultima giornata, derby di Roma più Juve-Napoli; ultima giornata con lo scontro

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diretto Napoli-Lazio possibilissimo spareggio per il secondo/terzo posto utile. Se la Roma non si sfascia. Già perché da qui a Pasqua (4 aprile) i giallorossi devono risolvere la loro conclamata crisi vedendosela con una formazione granitica qual è la Sampdoria di Mihajlovic nel contesto di un lunedì che prevede anche Fiorentina-Milan e Torino-Lazio: affascinante programmino notturno. Dopo di che la Roma andrà a trovare il sempre combattivo Cesena e quindi riceverà il Napoli in un faccia a faccia che speriamo tutti non travalichi il campo da gioco. Garcia deve riuscire in fretta a spazzare i veleni dallo spogliatoio ricompattando i suoi uomini attorno alle idee, ai movimenti e alle soluzioni che nella prima parte del torneo gli avevano permesso di staccare la muta di cani Champions e di pressare la capolista. Chiaro che lo sfogo a caldo nel dopo Chievo non è stato dettato dalla delusione contingente, la serie nerissima affonda le sue radici in quel pari casalingo col Parma in contemporanea col 2-2 della Juve a Cesena. Certo, si parla tanto di fatal Verona per il Milan ma se consideriamo che lo 0-0 di domenica fa il paio con l’1-1 contro l’Hellas, ecco che il Bentegodi non può essere considerato uno stadio amico dei romanisti. Per giunta, la Lazio vista ieri sera fa impressione: è una oliatissima macchina da gol, ormai. Il primo tempo si sarebbe potuto chiudere sul 6-0 senza i piccoli errori di mira (Felipe Anderson, lo spettacolare bis di Biglia con parata sul palo di Neto) e maggiore determinazione (Klose) una volta giunti davanti a Neto. La prestazione fa ancora più scalpore e diventa un sinistro sms per la Roma, che ha visto il suo margine sui cugini ridursi di otto lunghezze in appena quattro turni. La Lazio alla 22a era sesta a quota 34, col Napoli a 42! Applausi.

La vignetta di Stefano Frosini

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Le nostre squadre protagoniste

IN EUROPA LEAGUE MANITA ITALIANA CON POCHI ITALIANI TEMPI SUPPLEMENTARII RUTI di ALBERTO CERRUTI email: acerruti@rcs.it

FEDERICA PELLEGRINI Olimpionica di nuoto ● La prima PASTA con la P maiuscola da un mese e mezzo a questa parte!!! #verona @mafaldina88

Caro Cerruti, finalmente ci presentiamo in Europa League con cinque squadre e in Champions la Juventus potrebbe mettere la ciliegina sulla torta. Il ranking Uefa ci premia. Questo potrebbe essere l’inizio per un nuovo ciclo? Fabio Giacomo Cobianchi, Pieve Porto Morone (Pavia)

MAX BIAGGI Ex pilota MotoGP ● Arrivo a @Vallelunga e in albergo mi danno la stanza 58... Ciao Sic! @maxbiaggi

KELIA MONIZ Campionessa di surf ● Tenersi per mano, ti fa sentire molto meglio @keliamoniz

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Vorrei rispondere subito sì a questa domanda, ma siamo soltanto alla vigilia degli ottavi di Europa League e quindi preferisco aspettare le semifinali, quando emergeranno i veri valori delle squadre, a cominciare dalle nostre. In attesa di sapere che cosa succederà da giovedì in avanti, è bello però sottolineare il record di cinque italiane negli ottavi, perché a questo punto della competizione al massimo ne avevamo presentato 4, in ben quattro edizioni, quando l’Europa League si chiamava coppa Uefa. Già, la vecchia coppa Uefa che fa ammalare tutti di nostalgia, in particolare il triste Parma di questi giorni perché proprio il Parma guidato da Malesani, con i futuri campioni del mondo Buffon e Cannavaro in campo, è stata l’ultima squadra italiana a vincere la coppa Uefa, sotto la neve di Mosca, battendo 3-0 il Marsiglia nel 1999. Cose dell’altro secolo, appunto, quando era normale, non eccezionale, dominare in Europa e le finali tra italiane in coppa Uefa furono quattro, con i successi della Juventus sulla Fiorentina nel 1990, dell’Inter sulla Roma nel 1991, del Parma sulla Juventus nel 1995 e dell’Inter sulla Lazio nel 1998. Rivedere una finale italiana non è impossibile, ma la strada è lunga. Prima bisogna pensare di portare quattro squadre ai quarti, perché una purtroppo salterà nella

doppia sfida Roma-Fiorentina. E al di là di questo derby bisogna fare attenzione al livello degli avversari. Il Wolfsburg, che affronterà l’Inter, non è il Celtic, perché ha ottimi giocatori non soltanto in attacco ma anche in difesa, come l’esterno sinistro Rodriguez della nazionale svizzera. La Dinamo Mosca impegnerà il Napoli, non come i morbidi turchi del Trabzonspor. E soprattutto lo Zenit San Pietroburgo, molto più abituato alle coppe del Torino grazie alla sua esperienza in Champions, sarà uno scoglio durissimo. Per questi motivi, presentare quattro squadre ai quarti sarebbe un successo clamoroso, ma se si vuole ragionare in grande bisogna pensare alla finale perché l’anno scorso la Juventus, che sembrava favoritissima, si arrese al Benfica, poi battuto dal Siviglia a Torino. E visto che parliamo di Juventus, in assoluto proprio la sua impresa, martedì prossimo a Dortmund, è la più difficile, sia per il valore dei tedeschi, sia perché il 2-1 dell’andata è un cuscino insufficiente per dormire sonni tranquilli. Ma anche nel caso di una sua beneaugurante qualificazione, è quantomeno improbabile sognare il ritorno della Juventus in finale, 12 anni dopo l’ultima sfida persa ai rigori col Milan. Meglio puntare allora sul quintetto italiano in Europa League, competizione che tra l’altro produce più punti per il ranking Uefa e garantisce alla vincitrice il rientro in Champions. Con un’avvertenza finale da non sottovalutare. Non si confonda il calcio italiano con le squadre italiane, perché Fiorentina, Inter, Napoli, Roma e Torino si sono meritatamente qualificate agli ottavi con altrettanti successi al ritorno segnando 9 gol, soltanto 2 dei quali però (Quagliarella su rigore e Darmian) con giocatori italiani. Discorso da allargare alle due reti straniere della Juve col Borussia. Per la serie: ecco perché Conte ha poco da festeggiare. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Protagonisti Maestri e Egger

IL PASTICCIACCIO DELLA SCALATA DEL 1959 SUL CERRO TORRE L’AVVENTUROSO di REINHOLD MESSNER

I

n Patagonia e anche sul Cerro Torre le nuove generazioni stanno compiendo imprese a ripetizione. Ma continua a far discutere quel che sulla famosa montagna

avvenne o non avvenne 56 anni fa. È una storia importante. Non può essere racchiusa qui in una sola volta. Vi chiedo quindi pazienza. Rolando Garibotti è un forte alpinista e un grande esperto del Cerro Torre. Mi ha scritto, e lo ringrazio, per spiegarmi perché ritiene di avere trovato la prova definitiva che la più famosa delle bellissime montagne della Patagonia non fu salita per la prima volta nel 1959 da Cesare Maestri e da Toni Egger, poi morto nella discesa. Ne ho già

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scritto sulla Gazzetta. Rolando ha fatto una grande indagine partendo da una foto che compare nel libro «Arrampicare è il mio mestiere» dello stesso Maestri. Ha dimostrato che la didascalia è sbagliata: la parte di montagna inquadrata non appartiene al Cerro Torre, come indicato, e soprattutto è sul versante Ovest, dove mai Maestri ha detto d’essere stato. Rolando però accetta che l’alpinista ripreso sia proprio Egger, come indicato nella didascalia sbagliata.

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Maestri ha confermato alla Gazzetta il grave errore contenuto nella didascalia e ha dichiarato che la foto è della spedizione dell’anno prima. Ma, come sottolinea Garibotti, nella accurata relazione di colui che era il capo di quella prima spedizione al Cerro Torre, Bruno Detassis, non c’è un giorno in cui qualche cordata sia andata fino al Colle Standhardt, da dove la foto è stata scattata. Maestri dice che ci andò in una non significativa uscita con Luciano Eccher. Sul versante Ovest del Torre in quei giorni c’erano Walter Bonatti e Carlo Mauri.

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MARTEDÌ 10 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT


Champions R Ritorno ottavi

MARTEDÌ 10 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Ancelotti se la ride «Toglietemi tutto ma non la Bbc» 1Real Madrid-Schalke per spegnere le critiche «Bale, Benzema e Cristiano? Sempre insieme»

L’ALTRA GARA

Paulo Sousa sfida il Porto con il Basilea ● (a.v.) Paulo Sousa torna in Portogallo alla guida del Basilea per tentare l’impresa dopo l’1-1 in Svizzera. «Potremo fare meglio dell’andata, abbiamo ottimismo e speranza», ha detto l’ex giocatore di Juve e Inter. Il Porto di Lopetegui sta facendo però una Champions molto interessante. Non ha ancora perso, è una delle realtà più efficaci e presenta una proposta di gioco difficile da contrastare. All’allenatore spagnolo stasera mancherà il capitano Jackson Martinez, infortunatosi la settimana scorsa e che dovrà restare fuori per circa un mese. Al suo posto ci sarà Aboubakar, attaccante del Camerun che nel dicembre scorso ha impressionato contro lo Shakhtar.

Carlo Ancelotti, 55 anni, con il capellino parla con Ronaldo e Bale A.IM

Filippo Maria Ricci CORRISPONDENTE DA MADRID

S

arà perché sono entrambi italiani. O perché vedono il calcio in maniera simile. O perché vengono da famiglie che hanno insegnato loro ad apprezzare le cose buone e valorizzare il denaro. Certo è che Carlo Ancelotti e Roberto Di Matteo sono d’accordo: la Bbc non si spegne. BBC STONATA Bale, Benzema e

Cristiano Ronaldo non attraversano un gran momento di forma. Il gallese non segna da 8 partite, i 3 insieme nelle 14 gare del nuovo anno hanno fatto 15 gol quando Messi da solo è già a 18, e con gli amici Neymar e Suarez arriva a 40. «Però io non cambio idea, né filosofia, né sistema: se Bale, Benzema e Ronaldo stanno bene giocano. Sempre. E sempre nella stessa posizione, perché così rendono di più e così abbiamo vinto 4 trofei in un anno», dice Ancelotti. Sinceramente è una costosa

pena vedere il gallese contorcersi per crossare con l’esterno sinistro da destra, o provare senza grande esito col piede meno buono. Però Ronaldo non molla la fascia sinistra, ed evidentemente non gradisce nemmeno l’idea di andare a fare il 9 con relativo cambio di sistema: un 4-4-2 che stampa e tifosi qui a Madrid chiedono a gran voce. BBC INARRESTABILE «Io non vedo in crisi il Madrid, e nemmeno la Bbc – dice Di Matteo – sinceramente considero quei tre inarrestabili». Roberto è al debutto al Bernabeu («Sono stato qui una sola volta, da spettatore, per la finale di Champions Inter-Bayern del 2010») e non sembra credere granché nemmeno nella remontada: «Spero che i giornalisti abbiano ragione ma io non vedo il Madrid in difficoltà. E poi Carlo è un allenatore al top, uno che ha allenato grandi campioni e vinto: al mondo non ce ne sono molti al suo livello». Eppure Carlo è sulla graticola: «In questi giorni complessi si è sentito appoggiato dal club e dal presidente?», Ancelotti ha sorriso a lungo… «In questi giorni ho ricevuto tante telefonate dal presidente, c’è grande affetto». E tutti a ridere con lui. A rasserenare l’animo di Carlo la notizia che Modric stasera tornerà in campo dopo quasi 4 mesi e che Ramos lo farà domenica. In questo momento di appannamento del Madrid si è parlato poco delle grandi assenze: il Real sta recuperando pezzi fondamentali, e occhio: all’andata dei quarti di Champions mancano addirittura 5 settimane. Il Madrid recupererà anche James Rodriguez, e l’assalto alla «Undécima» potrà continuare. A meno che stasera lo Schalke non faccia il miracolo e rovesci lo 0-2 di Gelsenkirchen. In quel caso, per Ancelotti saranno guai seri. © RIPRODUZIONE RISERVATA

DOMANI IN CAMPO

Costa e David Luiz: paure inglesi Quanti grattacapi per Mourinho 1Il centravanti del Chelsea non ha ancora segnato in Champions, il brasiliano

torna a Stamford Bridge con il Psg dopo aver attaccato il tecnico: «Non è speciale»

IL TABELLONE RITORNO domani Paris S.G. (Fra)

1-1

Chelsea (Eng)

Shakhtar Donetsk (Ucr)

0-0

Bayern Monaco (Ger)

RITORNO oggi Schalke (Ger)

0-2

Real Madrid (Spa)

Basilea (Svi)

1-1

Porto (Por)

RITORNO 18 marzo Manchester City (Ing)

1-2

Barcellona (Spa)

JUVENTUS

2-1

Borussia Dortmund (Ger)

RITORNO 17 marzo B. Leverkusen (Ger)

1-0

Atletico Madrid (Spa)

Arsenal (Ing)

1-3

Monaco (Fra)

QUARTI

SEMIFINALI

A: 14-15 APRILE R: 21-22 APRILE

CORRISPONDENTE DA LONDRA

A

due giorni dalla sfida Chelsea-Psg, tra i media inglesi tiene banco il ritorno di David Luiz allo Stamford Bridge: è la prima volta che il brasiliano si presenta da avversario e una frase pronunciata sul conto di Mourinho («non è speciale per me») basta e avanza per fare del giocatore venduto a peso d’oro la scorsa estate il personaggio da spolpare. Che Luiz non sia un adoratore dell’allenatore portoghese rientra nella logica delle cose e che l’ex Chelsea non si inchini di fronte alla sua grandezza appare persino scontato. La questione-Luiz riesce ad oscurare il ritorno di Matic dopo la squalifica – ma il serbo non sta benissimo perché si è fatto male, pur non giocando, durante i festeggiamenti di Wembley dopo la conquista della Coppa di Lega – e gli ultimi aggiornamenti sul nuovo contratto di Ivanovic, ad un passo dalla firma. Il difensore serbo dovrebbe strappare poco meno di 100 mila sterline lorde la settimana. Salute. COSTA A DIGIUNO L’1-1 del Parco dei Principi impone però altre riflessioni. E’ un risultato che dà un leggero vantaggio al

Chelsea, ma giustamente Mourinho tiene sulla corda l’ambiente: «Per ora, abbiamo superato solo il primo tempo. Mi aspetto una gara difficile, in cui sarà importante non sbagliare le occasioni che riusciremo a creare». Il discorso chiama in causa il bomber principe dei Blues: Diego Costa. Ha segnato 17 gol in campionato e zero in Champions: un contrasto troppo netto. Il confronto con Cavani – 6 reti – e Ibrahimovic – 2 – è impietoso. Il vecchio Drogba – l’ivoriano festeggia proprio do-

mani i 37 anni, auguri - è a quota 2. Persino Remy ha infilato il pallone in porta. ATTESE Lo spagnolo ha orgoglio – talvolta anche troppo – e mezzi tecnici per reggere il palcoscenico nel giorno in cui allo Stamford si esibiranno Ibrahimovic – il campione mai avuto – e Cavani – il sogno che potrebbe tornare d’attualità -. Mourinho, che ha speso non poche parole per difendere il suo bomber a gennaio durante la fase calda dei cosiddetti Costa’s crime - le

COMPAGNI MANCATI IN NAZIONALE ● David Luiz, a sinistra, ha disputato il Mondiale con il Brasile. Il suo connazionale Diego Costa, a destra, lo ha giocato invece con la Spagna, naturalizzato dopo una gara con la Seleçao

famose accuse di essere un picchiatore - , si aspetta ora di essere ricambiato. Il portoghese dà sempre qualcosa di speciale ai suoi calciatori, ma è esigente anche al contrario. Del resto, non pretende nulla di straordinario dal centravanti: fare il suo dovere, quindi segnare. ESAME La prestazione con il West Ham non appare troppo rassicurante: Costa ha fallito un paio di occasioni, mostrando una lentezza insolita. Un calo di forma ci può stare, soprattutto in una stagione logorante come quella inglese, ma i campioni devono essere grandi anche in questo: superare in fretta i momenti di appannamento e riuscire ad essere decisivi nelle gare che contano. Questo Chelsea-Psg appartiene alla categoria dei match importanti. Con l’Arsenal praticamente eliminato e il Manchester City quasi fuori, toccherà ai Blues sventolare ancora la bandiera inglese in Champions. Uscire agli ottavi rappresenterebbe un colpo basso, nonostante Mourinho abbia la Premier in pugno. Lo Special One conosce bene le regole di questo mondo «volatile», come dicono da queste parti: ecco perché sta preparando la sfida con i francesi come se fosse una finale. © RIPRODUZIONE RISERVATA

FINALE

A: 5-6 MAGGIO R: 12-13 MAGGIO

6 GIUGNO A BERLINO, OLYMPIASTADION GDS

REAL MADRID (4-3-3) SCHALKE

(3-5-2)

OGGI Ore 20.45

PORTO

(4-3-3)

BASILEA

1 CASILLAS 17 ARBELOA

3 PEPE

2 VARANE

16 LUCAS SILVA 11 BALE

8 KROOS

12 MARCELO

23 ISCO

9 7 BENZEMA CRISTIANO RONALDO

13 CHOUPO MOTING 15 AOGO

23 FUCHS

31 NASTASIC

(4-2-3-1)

OGGI Ore 20.45

12 HOGER

2 DANILO

12 FABIANO 5 26 MARCANO ALEX SANDRO

4 MAICON

6 CASEMIRO

16 HERRERA

15 EVANDRO

11 TELLO

8 BRAHIMI

99 ABOUBAKAR

9 STRELLER

25 HUNTELAAR

8 GORETZKA

22 UCHIDA

32 4 MATIP HOWEDES 40 WELLENREUTHER

7 ZUFFI

11 GASHI 20 FREI

19 SAFARI

25 GONZÁLEZ 33 ELNENY

6 SAMUEL

16 SCHAR

34 XHAKA

1 VACLIK

REAL MADRID PANCHINA 13 Keylor Navas, 15 Carvajal, 24 Illarramendi, 19 Modric, 6 Khedira, 20 Jesé, 14 Hernandez. ALLENATORE Ancelotti SQUALIFICATI nessuno DIFFIDATI Marcelo, Kroos INDISPONIBILI James Rodriguez, Sergio Ramos, Coentrao

PORTO PANCHINA 1 Helton, 3 Martins Indi, 36 Rúben Neves, 30 Óliver, 7 Quaresma, 10 Quintero, 39 Paciência ALLENATORE Lopetegui SQUALIFICATI nessuno DIFFIDATI Marcano, Maicon, Danilo Alex Sandro, Torres, INDISPONIBILI Martinez

SCHALKE PANCHINA 28 Wetko, 27 Barnetta, 24 Kaan Ayhan, 33 Neustädter, 3 Kirchhoff, 7 Meyer, 33 Platte. ALLENATORE Di Matteo SQUALIFICATI K.P. Boateng DIFFIDATI Hoger, Huntelaar INDISPONIBILI Obasi, Draxler, Farfán, Fährmann, Giefer

BASILEA PANCHINA 18 Vailati, 4 Degen, 5 Ajeti, 39 Callà, 24 Hamoudi, 14 Kakitani, 36 Embolo ALLENATORE P. Sousa SQUALIFICATI Suchy DIFFIDATI Gonzalez, Xhaka, Elneny, Samuel, Frei INDISPONIBILI Delgado, Ivanov

ARBITRO Skomina (Slv) TV Sky Sport 1, Calcio 1,

ARBITRO Eriksson (Sve) TV Sky Sport Plus, Calcio 2

BAYERN Stefano Boldrini

25

(4-2-3-1)

SHAKHTAR

(4-4-2)

DOMANI Ore 20.45

31 SCHWEINSTEIGER 10 ROBBEN

27 ALABA

25 MULLER

(4-3-3) 13 COURTOIS 24 26 CAHILL TERRY

2 IVANOVIC

19 MATIC

7 RIBERY

22 WILLIAN

9 LEWANDOWSKI 9 L. ADRIANO 28 TAISON

77 ILSINHO

(4-2-3-1)

PSG DOMANI Ore 20.45

1 NEUER 17 28 18 J.BOATENG BADSTUBER BERNAT

13 RAFINHA

CHELSEA

29 A. TEXEIRA 8 FRED

11 OSCAR

10 HAZARD

19 COSTA 27 10 9 PASTORE IBRAHIMOVIC CAVANI

20 D. COSTA

13 6 5 SHEVCHUK STEPANENKO KUCHER 30 PYATOV

28 AZPILICUETA

4 FABREGAS

33 SRNA

14 MATUIDI

8 MOTTA

24 VERRATTI

17 2 32 5 MAXWELL THIAGO SILVA DAVID LUIZ MARQUINHOS 30 SIRIGU

BAYERN PANCHINA 23 Reina, 4 Dante, 5 Benatia, 30 Weiser, 20 Rode, 19 Götze, 14 Pizarro ALLENATORE Guardiola SQUALIFICATI X. Alonso DIFFIDATI nessuno INDISPONIBILI J.Martinez, T. Alcantara, Lahm

CHELSEA PANCHINA 1 Cech, 5 Zouma, 6 Aké, 7 Ramires, 23 Cuadrado, 18 Remy, 11 Drogba. ALLENATORE Mourinho. SQUALIFICATI nessuno. DIFFIDATI Ivanovic, Filipe Luis, Fabregas. INDISPONIBILI Mikel.

SHAKHTAR PANCHINA 32 Kanibolotskiy, 44 Rakitskiy, 18 Ordets, 17 Fernando, 32 Kryvtsov, 11 Marlos, 21 Gladkiy ALLENATORE Lucescu SQUALIFICATI nessuno DIFFIDATI Srna INDISPONIBILI Bernard

PSG PANCHINA 1 Douchez, 6 Camara, 21 Digne, 23 Van Der Wiel, 4 Cabaye, 25 Rabiot, 22 Lavezzi. ALLENATORE Blanc SQUALIFICATI nessuno DIFFIDATI Van Der Wiel, Verratti. INDISPONIBILI Aurier, Lucas.

ARBITRO Collum (Sco) TV Sky Sport 1, Plus, Calcio 1

ARBITRO Kuipers (Ola) TV Italia 1, Sport Mediaset


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MARTEDÌ 10 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT


Serie B R Il recupero della 25a giornata (ore 18.30)

MARTEDÌ 10 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Il Modena nel destino L’atteso ex Marcolin ora si gioca il Catania 1L’esonero due anni fa, poi un k.o. fatale con il Padova

In tre trasferte di fila gli serve la prima vittoria esterna MODENA CATANIA

OGGI ore 18.30

(4-3-3)

Francesco Caruso

(3-5-2)

CATANIA

ANDATA 0-0

1 MANFREDINI 2 CALAPAI

13 GOZZI

15 CIONEK

33 RUBIN

26 SIGNORI

20 SALIFU

39 FEDATO

9 38 FERRARI GARRITANO

7 MANIERO 43 MAZZOTTA

ROSINA 10

15 SAURO

8 NIZZETTO

19 CASTRO

21 RINAUDO

SCIAUDONE 44

18 DEL PRETE

45 5 CECCARELLI SCHIAVI 1 GILLET

MODENA Modena a caccia della terza vittoria consecutiva. Mancherà Granoche per un problema fisico, sarà sostituito da Ferrari. Non recuperano Schiavone e il portiere Pinsoglio. Rispetto a sabato Nizzetto al posto di Martinelli, con Salifu spostato al centro. PANCHINA 22 Chiriac, 28 Zoboli, 6 Marzorati, 16 Zucchini, 11 Sakaj, 7 Acosty, 24 Marsura, 19 Beltrame, 37 Guidiala. ALLENATORI Melotti-Pavan. SQUALIFICATI Martinelli. DIFFIDATI Calapai, Fedato, Nizzetto e Signori. CATANIA Castro al posto dello squalificato Calaiò, Sciaudone in mediana torna titolare al posto di Escalante. Il Catania ripresenta Sauro nella difesa a tre per Capuano (acciaccato) e punta al primo successo esterno della stagione. PANCHINA 22 Terracciano, 24 Capuano, 28 Parisi, 8 Escalante, 27 Jankovic, 20 Chrapek, 39 Odjer, 14 Barisic, 34 Rossetti. ALLENATORE Marcolin. SQUALIFICATI Calaiò. DIFFIDATI Del Prete, Gyomber, Odjer, Rinaudo, Rosina e Sciaudone. ARBITRO Chiffi di Padova. GUARDALINEE Di Vuolo-De Meo. TV Sky Calcio 3 HD. PREZZI 12-75 euro. GIUDICE SPORTIVO Il giudice ha preso provvedimenti soltanto su Catania-Spezia e Modena-Frosinone in virtù del recupero di oggi: una giornata a Calaiò (Catania), Martinelli (Modena) e Piccolo (Spezia).

U

n mese fa nevicava e la partita fu rinviata, oggi il meteo promette sereno, ma a fine gara potrebbero esserci lampi e tuoni nello spogliatoio del Catania in caso di sconfitta. La gara di Modena dovrebbe segnare uno spartiacque per la squadra siciliana che non vince da più di un mese (31 gennaio, 2-0 contro il Perugia). Strani incroci quelli fra la squadra emiliana e Dario Marcolin. Il 44enne bresciano è un ex e in quella città ci ha rimesso le penne già due volte. Marcolin arrivò sulla panchina gialloblù dopo un paio di esperienze da vice di Mihajlovic, la prima proprio a Catania dove il tecnico serbo subentrò ad Atzori nel 2009-10 e portò con sé Marcolin che aveva fatto l’assistente di Mancini (grande amico di Sinisa) all’Inter. IN PROPRIO Dopo la salvezza ottenuta quasi miracolosamente, il duo si spostò in Toscana per allenare la Fiorentina, ma quando Mihajlovic nel campionato successivo venne esonerato, andò via pure Marcolin, era il novembre del 2011. Là finisce il sodalizio dei due tecnici. L’anno seguente Marcolin accetta di allenare in B il Modena, chiamato dalla nuova proprietà che fa capo a Caliendo. La partenza è buona e i canarini concludono il girone d’andata con la bella cifra di 32 punti. Qualcosa s’inceppa però nel ritorno: dopo la lunga sosta invernale e un ritiro a Ischia, la squadra non riesce a ritrovare il ritmo della pri-

Dario Marcolin, 44 anni, in otto partite con il Catania ha conquistato solo 9 punti, frutto di 2 vittorie, 3 pareggi e 3 sconfitte GETTY IMAGES

ma parte del torneo e dopo 2 sconfitte di fila contro Grosseto ed Empoli (3 in realtà in 4 partite compresa quella di Brescia) salta Marcolin. Al suo posto arriva Novellino. FATAL MODENA In estate l’ex d.g. del Modena, Alessio Secco si trasferisce a Padova e chiama l’allenatore bresciano. Ma il connubio non è fortunato e la panchina salta quasi subito. Appena un punto nelle prime 6 giornate: fatale l’ultima rimediata proprio a Modena (3-1). Oggi Marcolin, per la prima volta dopo quel brutto pomeriggio, torna al Braglia. Ci arriva col Catania in crisi di risultati e di classifica. La scelta di allontanare il preparatore Ventrone una decina di giorni addietro, doverosa ancorché tardiva, non ha ancora prodotto gli effetti sperati. In 8 gare il tecnico che ha sostituito Sannino ha centrato solo 2 vittorie, nel doppio turno casalingo contro Pro Vercelli e Perugia, accompagnate da 3 pareggi e altrettante sconfitte. Il Catania e Marcolin aprono a Modena uno «chemin de fer» che potrebbe risultare decisivo per entrambi. Dopo l’Emilia ci saranno altre 2 gare esterne contro Vicenza ed Entella. I siciliani in questa stagione non hanno ancora vinto in trasferta, c’erano andati vicini una settimana fa a Bari, raggiunti nel finale (11). Ora hanno 3 tentativi di fila per colmare la lacuna, partendo proprio dal Braglia, da quella fatal Modena che Marcolin spera ci cancellare con il primo successo esterno. © RIPRODUZIONE RISERVATA

IL POSTICIPO DELLA 30a

CLASSIFICA SQUADRE

PT

CARPI BOLOGNA (-1) AVELLINO VICENZA LIVORNO FROSINONE PESCARA SPEZIA LANCIANO PERUGIA BARI MODENA TERNANA ENTELLA PRO VERCELLI CITTADELLA LATINA TRAPANI BRESCIA CROTONE CATANIA VARESE (-3)

59 51 49 48 47 47 43 43 40 40 37 36 36 36 35 34 34 34 33 31 30 28

27

PARTITE

RETI

G

V

N

P

F

S

30 30 30 30 30 30 30 30 30 30 30 29 30 30 30 30 30 30 30 30 29 30

16 14 13 13 13 13 11 11 8 9 10 8 9 8 9 7 7 8 8 8 7 7

11 10 10 9 8 8 10 10 16 13 7 12 9 12 8 13 13 10 9 7 9 10

3 6 7 8 9 9 9 9 6 8 13 9 12 10 13 10 10 12 13 15 13 13

46 39 31 34 47 42 51 39 43 32 32 26 26 28 31 39 24 39 34 30 42 33

21 26 26 28 33 36 40 32 37 34 39 25 36 40 41 42 27 52 41 40 46 46

SERIE A PLAYOFF PLAYOUT RETROCESSIONI

PROSSIMO TURNO VENERDÌ 13 MARZO (ore 20.30) SPEZIA-LIVORNO SABATO 14 MARZO (ore 15) BARI-VARESE BRESCIA-LATINA CARPI-PESCARA CITTADELLA-CROTONE FROSINONE-ENTELLA LANCIANO-AVELLINO PERUGIA-PRO VERCELLI (0-0) TRAPANI-TERNANA DOMENICA 15 MARZO (ore 15) BOLOGNA-MODENA LUNEDÌ 16 MARZO (ore 15) VICENZA-CATANIA

(1-0) (1-2) (1-1) (5-0) (2-2) (0-1) (1-1) (2-1) (0-0) (1-3)

PANCHINE

Trapani valuta: arriva Bergodi? Varese cambia ● Il Varese ha cambiato, il Trapani forse. A rischio la panchina di Boscaglia? Dopo il k.o. di Crotone il tecnico è in discussione: il d.s. Faggiano smentisce, ma circola il nome di Bergodi, visto che la squadra non vince da 10 giornate (6 sconfitte e 4 pari). Invece a Varese è tornato Bettinelli dopo l’esonero di 9 giorni fa e le due sconfitte con Dionigi, che paga soltanto la difficile situazione ambientale; intanto torna il d.s. Ambrosetti, licenziato a ottobre, e il team manager Silvio Papini diventa vicepresidente al posto del dimissionario Ninni Imborgia, mentre Claudio Milanese, ex presidente dal 1988 al 2002, non è convinto del progetto di ristrutturazione finanziaria presentato dal club al sindaco, che sta cercando di coinvolgere altri imprenditori.

Entella, tre punti per il sorpasso Cade il Cittadella 1Staiti realizza il primo gol in B

Il raddoppio è di Costa Ferreira Coralli non basta: playout vicini Italo Vallebella CHIAVARI (GENOVA)

M

odi differenti di interpretare una partita. Ma la riflessione finale è che nel calcio ha sempre ragione chi la butta dentro più volte. Al Cittadella non basta tenere il pallino del gioco per la maggior parte del tempo. Perché l’Entella lascia l’iniziativa agli avversari, ma nei momenti giusti è chirurgica a colpire. Lo fa Staiti con il suo primo gol in B nel primo tempo (mezza dormita della difesa veneta), lo imita Costa Ferreira, opportunamente mandato in campo nel finale. In mezzo molto Cittadella. Ma alla squadra veneta manca lo spunto importante e non gli basta Sgrigna che, finché non viene relegato largo a sinistra, mette in difficoltà più volte la difesa avversaria. A volte la mira è imprecisa, a volte ci pensa Paroni a sventare le minacce. Decisive le parate su Sgrigna su punizione nel primo tempo e Stanco a inizio ripresa, ma anche quella su Gerardi subito dopo il 2-0 di Costa Ferreira. Il gol, comunque, il Cittadella riesce a segnarlo con il solito Coralli (ma che errore Paroni). I simboli dell’incontro diventano, per i modi di interpretare il match, i centrali di centrocampo. Rigoni da una parte smista palloni cercando di dare ordine alla squadra, Di Tacchio dall’altra si erge a muro davanti alla difesa. Meglio la concretezza dell’Entella alle geometrie del Cittadella, insomma. Sorpasso e tre punti pesanti per l’Entella: la doppia vittoria all’andata e al ritorno potrebbe avere un peso in una classifica ingarbugliata nella parte calda. © RIPRODUZIONE RISERVATA

ENTELLA-CITTADELLA 2-1 PRIMO TEMPO 1-0 MARCATORI Staiti (E) al 20’ p.t.; Costa Ferreira (E) al 35’, Coralli (C) al 42’ s.t. ENTELLA (4-3-3) Paroni 6,5; Belli 6 (dal 38’ s.t. Russo s.v.), Cesar 7, Ligi 6,5, Iacoponi 5,5; Staiti 6 (dal 15’ s.t. Botta 6), Di Tacchio 7, Volpe 6; Cutolo 6 (dal 29’ s.t. Costa Ferreira 7), Sforzini 6, Masucci 6,5. (Ayoub, Troiano, Mazzarani, E. Lanini, Lewandowski, Battocchio). All. Prina 6,5. CITTADELLA (4-4-2) Pierobon 6,5; Cappelletti 6, Scaglia 6, Camigliano 6,5, Barreca 6; Kupisz 6,5, Rigoni 7, Busellato 6, Minesso 6 (dal 13’ s.t. Gerardi 6); Stanco 5 (dal 31’ Coralli 6,5), Sgrigna 7 (dal 39’ s.t. Schenetti s.v.). (Valentini, Pecorini, De Leidi, Benedetti, Donazzan, Bazzoffia). All. Foscarini 5,5. ARBITRO Mariani di Aprilia 6,5. GUARDALINEE Carbone 6,5-Pentangelo 6,5. AMMONITI Masucci (E), Gerardi (C) e Kupisz (C) per gioco scorretto; Di Tacchio (E) e Rigoni (C) per proteste. NOTE paganti 582, incasso di 9.815,90 euro; abbonati 1.120, quota di 9.166,74 euro. Tiri in porta 4-8. Tiri fuori 3-5. In fuorigioco 1-1. Angoli 1-6. Recuperi: p.t. 0’, s.t. 4’.

Lega Pro R IL CASO Macalli, altri guai C’è il deferimento per il Pergocrema ●

MILANO (ni.bin) In questi mesi di alta tensione attorno a Mario Macalli, torna a galla il caso Pergocrema, per il quale il presidente della Lega Pro ieri è stato deferito alla Disciplinare. La questione risale a tre anni fa, quando Macalli registrò a suo nome i marchi Us Pergocrema, Us Pergocrema 1932, Us Pergolettese e Us Pergolettese 1932. Sembrava un gesto d’affetto verso la squadra della sua città, della quale è stato dirigente per tanti anni, invece a Macalli ha portato soltanto guai; la vicenda è anche finita in Tribunale a Firenze e si è conclusa con il proscioglimento. Tuttavia la Procura Figc ha ritenuto adesso di deferire Macalli perché avrebbe violato l’articolo 1, quello dei principi di lealtà, correttezza e probità. Oltre alla registrazione dei marchi, a Macalli viene imputata anche la cessione a titolo gratuito di uno di questi al Pizzighettone, che con il nuovo nome si è poi trasferito a Crema. In questo modo Macalli, in quanto presidente della Lega Pro e vice-presidente federale, è venuto meno «al suo ruolo di imparzialità e in conflitto d’interessi».

IL POSTICIPO Ma non solo. Macalli è stato deferito (sempre per l’art.1 del Codice di giustizia sportiva) anche per aver bloccato un bonifico di circa 257mila euro al Pergocrema (cifra spettante dai diritti tv) senza giustificazione giuridica, con ciò aggravando la crisi economica del club che infatti poche settimane dopo è fallito. E da quel fallimento ha preso vita la nuova società con il marchio di Macalli. LA CRISI Monza, oggi c’è il fallimento? MONZA (m.del) Si deciderà oggi il futuro del Monza. Nel pomeriggio il Collegio giudicante del Tribunale fallimentare cittadino dovrebbe infatti emettere la propria sentenza sul futuro del club. L’attuale governance, rappresentata dall’amministratore unico Pietro Montaquila, è ottimista sulla possibilità di evitare il fallimento: sarebbero state consegnate le desistenze dei creditori che hanno presentato istanza e, per convincere la Procura della Repubblica, sarebbe già pronto un piano di ristrutturazione dei debiti. In caso contrario si va verso il fallimento, undici anni dopo quello del 2004, con l’ipotesi più probabile dell’esercizio provvisorio, garantito da uno o più curatori, così da poter eventualmente salvare, in caso di successiva aggiudicazione all’asta, il titolo sportivo.

L’Aquila fa un regalo e Ruopolo lo sfrutta Colpo della Reggiana L’AQUILA-REGGIANA 0-1 MARCATORE Ruopolo al 10’ p.t. L’AQUILA (3-4-3) Zandrini 6; Pomante 5,5 (dal 4’ s.t. De Francesco 5), Maccarrone 5,5, Zaffagnini 5,5; Pedrelli 4,5, Djuric 5 (dal 4’ s.t. Corapi 5), Del Pinto 5,5, Karkalis 5; Pacilli 5,5, Perna 5,5, Sandomenico 5 (dal 18’ s.t. Gotti 5). (Cacchioli, Carini, Pozzebon, Virdis). All. Zavettieri 5. REGGIANA (4-3-3) Feola 6; Andreoni 6, Spanò 6,5, De Giosa 6, Mignanelli 6; Parola 6, Vacca 6,5, Angiulli 6; Giannone 6 (dal 40’ s.t. Rampi s.v.), Ruopolo 6,5 (35’ s.t. Petkovic), Siega 6. (Messina, Bianciardi, Tremolada, Sabotic, Messetti). All. Colombo 6,5. ARBITRO Morreale di Roma 6. NOTE paganti 939, abbonati 340, incasso non comunicato. Espulso Karkalis al 17’ s.t.; ammoniti Djuric, Mignanelli, Karkalis, Vacca, Andreoni e Maccarrone. Angoli 7-2. ● L’AQUILA La Reggiana sbanca L’Aquila col minimo sforzo e si riporta solitaria in terza posizione. Decisivo al 10’ il regalo che Pedrelli confeziona per Ruopolo, bravo a sfruttarlo con freddezza. Per il resto, il tema diventa

IL GIUDICE SPORTIVO quasi banale, con i granata che controllano fin troppo agevolmente senza mai affondare il colpo. L’Aquila non reagisce neanche dopo i cambi con i quali Zavettieri (adesso tornato in bilico) prova a dare un senso alla serata e, anzi, si scioglie come neve al sole all’ espulsione di Karkalis. I fischi finali salutano la squadra di casa, che è sempre più lontana dai playoff. Alessandro Fallocco CLASSIFICA Questa la situazione nel girone B dopo 28 giornate: Ascoli p. 56; Teramo 52; Reggiana* 48; Pisa* 47; Pontedera 40; L’Aquila* e Ancona* 39; Tuttocuoio* 37; Carrarese 36; Gubbio 35; Lucchese e Spal 34; Pistoiese* e Grosseto (-1) 33; Prato e Santarcangelo 30; Forlì 29; Pro Piacenza (-8) 28; Savona 27; San Marino 23. (* una partita in meno). PANCHINE Forlì, è in arrivo Firicano Il Forlì, dopo l’esonero di Vanigli, ha scelto il terzo tecnico stagionale (aveva iniziato Roberto Rossi): si tratta di Aldo Firicano, che oggi firma fino a giugno dopo aver vinto il ballottaggio con Osio (s’è anche parlato di un ritorno di Rossi). Il Grosseto ha valutato la posizione di Stringara e ha deciso di dargli fiducia, mentre la Reggina decide domani, dopo la gara con la Vigor Lamezia, su Alberti. ●

Il Pavia fa reclamo: gara non omologata Messina, stop per 3 ●

FIRENZE Il giudice ha squalificato 41 giocatori. Non omologata ArezzoPavia (1-1) per reclamo del Pavia dopo la presunta doppia ammonizione a Carcione (Arezzo) senza espulsione. Giocatori espulsi: tre giornate a Pichlmann (Grosseto) per gravi offese a un guardalinee; una a Vivan (San Marino), Pepe (Messina), Guglielmotti (Pro Patria), Priola (Bassano), Recino (Giana) e Simoncelli (Pordenone). Non espulsi: una giornata a Moscardelli e Lopez (Lecce), Silva (Piacenza), Cortellini (Barletta), Catacchini e Docente (Forlì), Marchi (Cremonese), Luciani (Gubbio), Cascone (Lupa), Pederzoli (Pavia), Lisuzzo (Pisa), Cavagna (Prato), Balde (Tuttocuoio), Nigro e Orlando (Messina), Baclet (Pro Patria), Magliocchetti (Aversa), Cassetti (Como), Massoni (Carrarese), De Marco (Casertana), Ilari (Catanzaro), Minotti (Foggia), Polenghi (Giana), Ripa (Juve Stabia), Baldassin (Lumezzane), Blaze e Paro (Mantova), Freddi (Novara), Viola (Reggina), Foglia (Torres), Cruz (San Marino), Rossi (Santarcangelo), Carta e Demartis (Savona). Ammende: 2.000 euro Lecce.

GIRONE C Domani il clou è Lecce-Salernitana Questa settimana è il girone C a fare il turno infrasettimanale: ecco le partite di domani (29a giornata): Ore 14.30 Messina-Melfi (andata 0-0) e Reggina-Vigor Lamezia (0-4). Ore 15 Benevento-Aversa Normanna (20), Catanzaro-Foggia (1-1) e Juve Stabia-Cosenza (1-0). Ore 20.30 Casertana-Lupa Roma (1-1), LecceSalernitana (3-1), Martina-Savoia (2-1) e Paganese-Ischia (2-0). Ore 20.45 Matera-Barletta (1-0, su Raisport 1). ● Il prossimo turno dei gironi A e B: VENERDì Ore 19.30 Real Vicenza-Giana (A, 1-1). Ore 20.45 Sudtirol-Novara (A, 0-1; diretta su Raisport 1). SABATO Ore 14.30 Lucchese-Forlì (0-1), Savona-Pro Piacenza (1-0) e TeramoPistoiese (B, 1-4). Ore 15 Prato-Pontedera (3-4) e Santarcangelo-Carrarese (B, 2-2). Ore 16 Alessandria-AlbinoL. (0-2) e Pavia-Pordenone (A, 1-0). Ore 17 Venezia-Cremonese (A, 1-2); Gubbio-Ascoli (2-2) e Spal-Grosseto (B, 3-2). Ore 19.30 Monza-Mantova (A, 0-0); Ancona-San Marino (B, 1-0). DOMENICA Ore 14 F. Salò-Arezzo (A, 0-0). Ore 14.30 Torres-Bassano (A, 0-0); PisaL’Aquila (B, 4-1). Ore 16 Renate-Como (A, 0-0); Tuttocuoio-Reggiana (B, 0-2). Ore 18 Pro Patria-Lumezzane (A, 2-2). ●


Formula 1 R Domenica il via a Melbourne

MARTEDÌ 10 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

guasto: «Bisogna vedere se è un problema allo sterzo». Perché «quello che è successo è una cosa strana e Ron Dennis non l’ha chiarita. C’è una indagine Fia. Se ci fosse un problema elettrico, bisogna dirlo perché può succedere ad altri piloti».

Fernando Alonso e Flavio Briatore festeggiano la vittoria nel GP di Cina 2005 e la conquista del titolo ANSA

«Alonso? Botto strano La McLaren spieghi» 1Briatore: «Io alla Ferrari avrei preso Ricciardo non Vettel»

Montezemolo: «Se Fernando ha dimenticato il 2014 è...meglio»

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diale in Australia. «Con la macchina che abbiamo, se la perdiamo non è che sia una grande tragedia», scherza. Anche Montezemolo parla di Fernando: «Mai nelle corse è successo una cosa così strana. Speriamo che la Fia, che giustamente ha aperto una inchiesta, o la McLaren quando avrà tutti i dati ci dia una risposta. Lo conosco, Alonso sarà al massimo in Malesia e se posso fare una battuta, beh se ha dimenticato il 2014 non è male, lo vorrei fare anch’io». Fernando, per Montezemolo, «tornerà presto in forma. E’ fisicamente tra i più forti, su questo mi ricorda Schumi, ed è il migliore in circolazione per

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come interpreta le gare». Montezemolo ha definito «tragica» invece la situazione di Michael, i cui progressi sono «lenti». CONDIZIONI Fernando, conferma Flavio, sta bene. «È rimasto due giorni in più in ospedale perché volevamo degli accertamenti specifici, se Fernando avesse avuto un problema al cuore, un piccolo ictus, un embolo. Può capire anche a un grande sportivo. Ma tutte le analisi sono risultate negative». Briatore ammette che c’è stato un momento in cui «lo spagnolo ha perso un po’ di memoria, ma è durato 2-3 giorni con una botta così!» e rilancia l’ipotesi del

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● (g.f.) Essere i migliori degli altri. È l’obiettivo 2015 fissato dal presidente Giovanni Cuzari del Team Forward Racing, presentato ieri sera a Milano tra sponsor e amici (tra i quali Loris Capirossi). Si punta ad aggiudicarsi ancora il titolo Open in MotoGP (Stefan Bradl e Loris Baz i piloti, sostenuti da Yamaha) e finire tra i primi 5 in Moto2 dove corrono Simone Corsi (di nuovo in forma dopo i 6 mesi di inattività) e Lorenzo Baldassarri il giovane della VR46 Academy. Nella foto Bradl, il d.g. Marco Curioni, Baz, Cuzari, Corsi e Baldassarri

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Una nuova vetrina: ASPETTANDO EXPO MILANO 2015

EXPO 2015

Paesi e ha tra i suoi marchi Virgin Media. Discovery è la prima pay tv mondiale con circa tre miliardi di abbonati e oltre 220 Paesi e controlla il canale Eurosport: tutte e due le società sono quotate al Nasdaq, la borsa di New York dedicata alle aziende high tech. «E’ un significato passo avanti per la Formula E — ha commentato Agag — ottenere il sostegno di due aziende leader mondiali del settore dei global media».

FORWARD (RI)PUNTA ALLA OPEN

FAVORITO Il suo candidato al titolo? «Hamilton. «Quest’anno è maturato parecchio, tutti dicevano che il campionato era di Rosberg e io continuavo a dire che avrebbe vinto Lewis perché era superiore. A parità di macchina, questo conta». r.m.

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● Colpo grosso per la Formula E, alla vigilia della gara di Miami (Stati Uniti): Liberty Global e Discovery Communications, che già avevano tentato la scalata alla F.1, hanno deciso di investire nella nuova serie ecologica gestita dallo spagnolo Alejandro Agag, diventandone azionisti. Per capirci Liberty è la principale azienda mondiale del cavo, si occupa di servizi di telefonia mobile e internet, opera in 14

FERRARI Alonso ha fatto bene a lasciare Maranello? «Credo sia stato un bene per tutti e due con Fernando che diventava un po’ ingombrante e veniva criticato». La rivoluzione? «Io avrei fatto la stessa cosa. C’erano troppe sovrapposizioni, molto confusione. La F.1 è una cosa semplice, è come un esercito, ci vuole un comandante e gli altri devono eseguire». Ma Briatore ricorda anche come la SF15-T «non è che l’abbiano fatta ieri» e se fosse una buona F.1, il merito andrebbe pure a «Montezemolo e Domenicali». Vettel? «Un bravo pilota» ma «quando aveva le macchine che andavano molto bene, era imbattibile e quando si è trovato un “carciofo” è andato in difficoltà». Per questo Flavio non se la sente di paragonarlo a «Schumacher (ogni volta che lo vedo mi viene la pelle d’oca, preferisco ricordarlo com’era) e Senna». E che se fosse stato lui al timone della rossa, più che Vettel avrebbe preso Ricciardo «perché credo che ora abbia qualcosa in più degli altri». Sul fatto che la Ferrari possa essere la seconda forza, è molto prudente: «Lo spero. Una Ferrari che finisce seconda sarebbe super competitiva, bisogna vedere con quale divario».

Alloggi

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ono stati autori di duelli verbali quando Ferrari e Renault lottavano per il Mondiale, poi alleati durante il regno di Alonso a Maranello e ieri a distanza di poche ore sono stati protagonisti in tv: Flavio Briatore con una intervista a Sky, Luca di Montezemolo grazie a un intervento a «Porta a Porta», il programma di Rai1. Dalla sua casa di Montecarlo, dove ad un certo punto compare davanti alle telecamere pure il figlio Nathan Falco, Briatore affronta i temi caldi della stagione. Campo centrale ovviamente l’incidente del «suo» Fernando Alonso, che sarà costretto a disertare la prima del Mon-

Liberty e Discovery nuovi azionisti della F.E

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Formula 1 R A 5 mesi da Suzuka

MARTEDÌ 10 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

I DRAMMI DELLO SPORT

CONTENUTO PREMIUM di casa dopo le lunghe settimane trascorse in Giappone, Philippe ha provato a ricominciare: «Vado di nuovo alle gare di kart con due giovani piloti di cui mi occupo, ma emozionalmente è davvero molto difficile. Quelle sono le piste dove andavo sempre con Jules, in testa mi si presentano sempre mille ricordi. E poi c’è tanta gente che viene sempre a trovarmi, a chiedermi di come sta lui, di come sto io…».

Bianchi GP del Giappone, 5 ottobre 2014: Jules Bianchi viene soccorso dopo essersi schiantato al 43° giro contro una gru che stava spostando la Sauber di Adrian Sutil (a sinistra) COLOMBO

«JULES ANCORA IN COMA VIVERE COSÌ È INUMANO» IL COLLOQUIO di PAOLO IANIERI INVIATO A MELBOURNE (AUSTRALIA)

L'IDENTIKIT

L

JULES BIANCHI

a sabbia nella clessidra del Mondiale numero 66 è giunta agli ultimi granelli. Tempo tre giorni e le monoposto si accenderanno nel paddock dell’Albert Park di Melbourne per le prime prove libere. Altri due e tutti capiremo se il vantaggio grazie al quale la Mercedes lo scorso anno ha travolto le avversarie è stato mantenuto, diminuito, oppure se, come molti temono, è addirittura cresciuto. Rispetto allo scorso Mondiale, sulla griglia manca la Caterham, travolta dal dissesto finanziario, mentre all’ultimo istante si è iscritta la Marussia, che ha cambiato il nome in Manor e della quale, finora, si conosce soltanto il nome di un pilota, Will Stevens. Chissà se scenderà in pista in questo weekend? Ma, soprattutto, sulla griglia manca anche un pilota che dopo una lunga trafila, quest’anno era atteso da tutti nell’ambiente al salto di qualità: Jules Bianchi, passaporto francese e cuore italiano, la cui carriera si è maledettamente interrotta cinque mesi fa contro un trattore al calar di una domenica di pioggia sulla pista di Suzuka.

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CINQUE MESI Da quella domenica del 5 ottobre 2014, Jules dorme di un sonno profondo, benché dalla metà di novembre, poco prima di essere trasferito dall’ospedale giapponese di Yokkaichi al centro ospedaliero universitario di Nizza, non sia più in coma farmacologico. «Serve pazienza, tanta pazienza. Ci sono piccoli progressi, ma Jules resta sempre in co-

NATO IL 3 AGOSTO 1989 DOVE: NIZZA (FRANCIA) PILOTA FERRARI DRIVER ACADEMY HA CORSO PER LA MARUSSIA

2004 Nipote di Lucien e Mauro Bianchi, debutta nei kart 2004. Nel 2006 il titolo nazionale. I BIANCHI PAPÀ PHILIPPE, IL FRATELLO TOM, MAMMA CHRISTINE E LA SORELLA MELANIE AFP

ma. E finché non lui si sveglierà, l’unica cosa che noi possiamo fare è aspettare». A parlare così è papà Philippe, la cui vita ormai da mesi ruota attorno al letto di Jules, nella speranza che possa succedere un miracolo: «I dottori non si pronunciano, finché resta in questo stato non possono dire niente. Potrebbe svegliarsi oppure non farlo mai, di sicuro Jules sta combattendo, il suo fisico è sempre buono e molto forte. Lui non molla, e neppure noi lo facciamo, proviamo a essere duri come lui. Però non è certo facile. Per me, per Christine, la mia ex moglie, per Tom e Mélanie, i suoi fratelli. Vivere così è inumano, non sapere come andranno a finire le cose è davvero difficile, sapere che in ogni momento può arrivare una spiacevolissima chiamata dall’ospedale... Ma dobbiamo essere forti per Jules, bisogna farlo per lui». GIORNO PER GIORNO Tornato alla realtà

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2009 Dopo essere diventato campione di Francia di F. Renault 2.0, vince la F3 Euro Series con la Art. 2013 Dopo la GP2 debutta in F.1 con la Marussia, a Monaco ‘14 chiude 9°, conquistando i primi punti iridati. E’ in coma dal 5 ottobre.

DIMENTICATO? I tifosi non si sono affatto dimenticati di Jules. Come non se ne sono dimenticati diversi piloti o qualche squadra, mentre lo stesso non si può dire per gran parte dell’ambiente della Formula 1. Fernando Alonso di sicuro, nonostante la sua recente amnesia dovuta all’incidente nei test al Montmelò, non si mai è scordato di quello che era molto più di un compagno quando vestiva il rosso Ferrari della Academy e proprio in questi giorni ha twittato diverse volte il suo nome. «Anche Felipe (Massa; n.d.r.) è uno sempre molto presente, così come Raffaele Marciello, il piccolo Antonio Fuoco è venuto a trovarlo e Jean Eric Vergne si fa sentire spesso, ma dopo… Del resto, come si dice? The show must go on, bisogna accettarlo. La vita è così». Quella normale, sicuramente, non quella di una famiglia che in pochi minuti ha visto stravolta la sua per un incidente assurdo, incomprensibile, idiota per la sua dinamica, con quel trattore che, nonostante l’inchiesta e le mille assoluzioni arrivate in seguito dalla Federazione internazionale, non avrebbe in nessun modo dovuto trovarsi in quella via di fuga a gara ancora in corso. CARTE BOLLATE? «Io ho deciso una cosa — continua Philippe —: il mio compito al momento resta soltanto quello di occuparmi di Jules. Per quello che è successo in Giappone, invece, mi sono preso un ottimo avvocato: è lui che sta studiando tutto quello che è successo quel giorno e, fino a quando il mio legale non sarà arrivato a una conclusione, io non posso e non voglio dire niente. Non so ancora che strada prenderemo, cosa succederà in futuro, di sicuro quello che è accaduto a Suzuka non è stata una situazione normale di gara. L’inchiesta ha detto che in pista non è successo niente di sbagliato, però poi hanno cambiato tutto. Ripeto, in questo momento non mi voglio mettere in mezzo, penso solo a Jules. Io penso che si sveglierà, non è rimasto con noi tutto questo tempo per niente, sta facendo sicuramente la gara più bella della sua vita e sono sicuro che alla fine lui la vincerà. Basta vedere quello che sta succedendo con Michael (Schumacher; n.d.r.): sono passati 14 mesi dall’incidente sulla pista di sci e i suoi progressi non sono grandi. Dalla parte di Jules c’è soprattutto l’età. Speriamo che qualcosa accada». Solo allora, lo sguardo di Philippe Bianchi potrà cambiare obiettivo. Perché, dietro la voce pacata e gentile di quest’uomo disperato c’è una determinazione davvero di ferro: «Se c’è qualcuno che ha avuto delle responsabilità in quanto accaduto, dovrà senz’altro pagare». © RIPRODUZIONE RISERVATA

PAPÀ PHILIPPE: «SPERO ACCADA QUALCOSA. LA F.1 DIMENTICA, A PARTE ALONSO, MASSA E... I GIOVANI. HO UN LEGALE: QUALCUNO PAGHERÀ» Yamaha Xenter. Il bello di arrivare prima. Scopri Yamaha Xenter 125cc e 150cc, spostati facilmente nel traffico con la sua inimitabile agilità e arriva a destinazione prima degli altri. Grazie alla pedana piatta di grandi dimensioni e al monoammortizzatore posteriore potrai spostarti con il massimo del confort, mentre la sua maneggevolezza ti permette di muoverti nel traffico cittadino con grande facilità. Da oggi scegliere Xenter è ancora più conveniente, con il finanziamento a tasso zero (TAEG 6,07%)**. E per finire una grande novità: da oggi puoi estendere fino a 5 anni*** la garanzia sulla tua Yamaha.

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Basket R Serie A: il personaggio

MARTEDÌ 10 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Basile: «Il mio segreto? La pesca» 1A 40 anni verso la salvezza con Capo d’Orlando: «Il mare mi aiuta. E vorrei continuare...» Mario Canfora

T

rentaquattro minuti sul parquet Gianluca Basile non li faceva dalla stagione 2007-08, quando giocava in Spagna a Barcellona. Domenica sera, dopo il successo della sua Capo d’Orlando a Caserta che ha praticamente significato la salvezza per i siciliani, in sala stampa gliel’hanno fatto notare. «Dai, non me lo ricordate altrimenti svengo...». Trentaquattro minuti, dicevamo, con 3/4 nelle triple e ben sette assist. Se sommiamo anche la precedente gara (anche questa vinta), in trasferta ad Avellino, fanno 6/7 sempre dai 6,75. Non male, per uno che il 24 gennaio ha compiuto 40 anni. «Se gli togliete le trasferte in treno rende ancora di più», scherza il tecnico dell’Upea, Giulio Griccioli. TRASFERTE Già, il treno. Uscita dal Palamaggiò, la squadra si è diretta alla stazione di Napoli Centrale, dove alle 23.53 l’aspettava un bell’Intercitynotte che sarebbe arrivato a Capo d’Orlando alle 7.39. Che tradotto meglio significa quasi otto ore di viaggio. «Sono arrivato troppo stanco — racconta il Baso — purtroppo con le trasferte è sempre così, se siamo lontano da tutto non ci possiamo far nulla. Sarei uscito a pesca, era la giornata ideale». La pesca, la sua passione. Qui non sbaglia un colpo, tipo come quando si esibisce coi tiri ignoranti il cui significato viene perfino spiegato da Wikipedia nella sua scheda («con tale termine si identifica un particolare tiro da tre punti della pallacanestro preso in situazioni di emergenza, estremamente forzato, in precario equilibro e con più avversari addosso. O, più generalmente, un tiro “senza coscienza”»). Sentitelo come è acculturato. «Mi diverto come un pazzo a pescare — spiega —, col mio gommone vado alla grande. Il 21 gennaio ho tirato su due lampu-

La classifica di A Comanda Milano Sassari resta terza

Gianluca Basile, 40 anni, è all’Upea per la seconda stagione di fila LAPRESSE

● Il PalaCarrara di Pistoia, danneggiato dal forte vento, è tornato agibile e potrà ospitare l’anticipo di sabato contro Venezia in diretta su Gazzetta Tv (e Gazzetta.it). Classifica (6a ritorno): Milano* 36; Venezia 32; Sassari, Reggio Emilia 30; Brindisi 24; Trento* 22; Cremona, Bologna (pen. -2) 20; Pistoia*, Cantù* 18; Avellino, Capo d’Orlando 16; Roma, Varese 14; Pesaro 12; Caserta (pen. -1) 7. * una gara in meno

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● I minuti giocati domenica contro Caserta: non gli accadeva dalla stagione 2007-2008, quando era in Spagna, a Barcellona

LE ULTIME GARE MI HANNO RIVITALIZZATO: PRIMA MI PESAVA ALLA MIA ETÀ PER RESTARE AL PASSO DEVE VIAGGIARE SOLO LA MENTE GIANLUCA BASILE GUARDIA CAPO D’ORLANDO

ghe, una di 5 chili e l’altra di 4: che soddisfazione. Il mare di Capo d’Orlando è fantastico, i totani si prendono tutto l’anno, per i calamari bisogna spingersi un po’ oltre. A inizio maggio invece è il turno dei tonni, anche se c’è il divieto. Dopo l’ultima esperienza di Milano mi sono detto: “Basta, ora vivo come dico io”, e qui a Capo d’Orlando è un sogno. È la mia seconda stagione in Sicilia, la famiglia mi ha seguito: mia moglie Nunzia, e le tre figlie Alessia, Federica e Manuela, di 15, 11 e 9 anni». In città in effetti è un re, il sindaco Enzo Sindoni è anche il proprietario-presidente della squadra. E si sussurra che dopo aver trovato casa in centro, a 50 metri dal mare, il Baso si sia lamentato (a mò di battuta) perché la fermata del bus per accompagnare le

figlie a scuola alla mattina si trovava abbastanza distante. Detto, fatto e la fermata è stata magicamente spostata sotto casa. ANGOLINO L’inizio di questa stagione, però, non è stato dei migliori. «Sì, l’avevo presa male, il basket che si giocava non mi piaceva proprio più, troppi americani che ti condizionano e gestirli non è affatto facile. Hanno una diversa mentalità, capire il gioco europeo è complesso e alla fine loro se ne approfittano. Così, mi capitava di trovarmi in un angolino del campo in attesa di un pallone che non arrivava mai. Freeman è un talento incredibile, ma giocava solo uno contro uno. Andato via lui, sarà un caso ma abbiamo trovato subito due successi, oggi siamo tutti dei punti di riferimento. E

io posso tornare a divertirmi e offrire quella conoscenza del basket che ho acquisito nella mia carriera. Alla mia età non posso competere con gli altri fisicamente, devo far viaggiare la mente. Comunque, la salvezza se arriverà sarà un capolavoro: tutti ci davano spacciati». FARE IL TECNICO? MAI Prima dell’inizio di questo campionato, Basile proprio alla Gazzetta aveva detto che per i suoi 40 anni si sarebbe aspettato «La conferma che sono bollito e che è ora di andare in pensione». Dopo sei mesi, sembra proprio che nessuna delle due si siano verificate. E quindi? Un altro pensierino per andare avanti lo facciamo? «Avrei voluto smettere sul serio — ride — ora quest’ultimo mese mi ha rivitalizzato. Sì, mi

● (a.r.) Operazione riuscita per Marco Cusin, sotto i ferri ieri mattina per la riduzione della frattura del secondo metacarpo della mano destra. Per il pivot di Cremona si parla di uno stop di almeno quaranta giorni. ● Quarti di finale di Eurochallenge. Stasera gara-1 Nanterre-Brindisi. Giovedì gara2 a Brindisi; martedì 17 eventuale gara-3 a Nanterre

piacerebbe continuare un altro anno, però non posso imporre nulla alla società. Se si potrà fare compatibilmente con le loro idee, bene. Altrimenti me ne farò una ragione. Di sicuro, non farò mai l’allenatore. Troppo stress, troppi incasinamenti. Avete visto Pozzecco? Magari resto qui solo per pescare, o me ne torno in Sardegna o nella mia Puglia». Per chiudere, due parole sulla Nazionale: è stato tra i protagonisti dell’ultima medaglia azzurra, l’argento all’Olimpiade di Atene 2004. «Se all’Europeo vengono tutti e quattro gli Nba sarà una grande squadra — conclude —. E su Datome credo proprio che lo vedremo tornare in Europa, lui non è tipo da giocare così poco: scommettiamo?». © RIPRODUZIONE RISERVATA

IL POSTICIPO

Sassari, errori e vittoria Pesaro alla pari per 39’ PESARO

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SASSARI

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Camilla Cataldo PESARO

(19-18, 30-36; 49-52) CONSULTINVEST PESARO: Wright 18 (7/18, 0/1), Myles 17 (3/10, 3/5), Ross 9 (2/6, 0/3), Lorant 4 (2/3, 0/2), Judge 19 (9/11); Musso 2 (0/3, 0/3), Basile (0/1), Raspino 2 (1/1). N.e. Crow, Tortù. All.: Paolini. BANCO DI SARDEGNA SASSARI: Dyson 17 (5/12, 1/5), Logan 6 (1/4, 1/5), Sanders 11 (2/4, 2/6), Brooks 8 (1/3, 0/1), Lawal 23 (10/12); Sacchetti (0/2 da 3), Sosa 4 (0/4, 1/4) Devecchi (0/1 da 3), Formenti (0/1), Mbodji 6 (2/5). N.e. Chessa, Vanuzzo . All.: R.Sacchetti. ARBITRI: Martolini, Rossi, Weidmann. NOTE - T.l.: Pes 14/18, Sas 18/28. Rim.: Pes 42 (Judge 13), Sas 40 (Lawal 16). Ass.: Pes 9 (Musso e Wright 3), Sas 7 (Logan 3). Progr.: 5’ 9-8, 15’ 24-23, 25’ 41-45, 35’ 5959. F. tec.: Myles 27’30” (44-50). Usc. 5f.: Lorant 35’31” (60-59), Musso 39’ 34” (69-71). Spett. 4010 per 30.353 euro.

I

l Banco di Sardegna punta più sulla difesa che sull’attacco per avere ragione di una Consultinvest mai doma. Sassari torna a vincere in trasferta dopo due mesi, ma lo fa combattendo fino al 40’ con un Lawal stratosferico e un Logan – insufficiente per 38’ – che trova la tripla decisiva. Pesaro cercava la terza vittoria consecutiva e per poco non ha compiuto l’impresa. Si decide sugli episodi in un’ultima frazione in cui i ritmi si alzano e i cecchini ospiti ritrovano la mira. «Per come si era messa, è una bella vittoria – ha tirato un sospiro di sollievo il coach sassarese Meo Sacchetti –. Nessuno segnava dalla lunghissima, ma nell’ultimo quarto ci siamo messi a fare a canestro e abbiamo difeso bene, recuperando qualche pallone. Pesaro è un’altra squadra rispetto a quella dell’ andata». La partita è stata all’insegna dell’equili-

Shane Lawal, 28 anni: top stagionale i 23 p. con 16 rimbalzi, 10/12 da 2 CIAM

brio, con piccoli strappi sempre ricuciti. MAI CANESTRO Lawal ha infilato 12 punti nei primi 10’ dando vita a un confronto di alto livello con un Judge dominante. Al 21’ è 30-38, mentre non si segna mai da tre punti (0/16 complessivo all’intervallo lungo). La prima tripla dell’incontro la firma Myles al 22’ (3538). Gli esterni delle due squadre crescono con l’avanzare dei minuti, il migliore resta Wright. Al 34’ è 59-54; Ross conduce avanti la Vuelle: 69-68 a 1’38” dalla fine, poi ci pensa Logan a firmare il trepunti più importante con Dyson che completa dalla lunetta: 69-73 a 26” dalla fine. Ross perde palla e la Consultinvest saluta una gara dalla tensione altissima. «Dobbiamo essere ancora più aggressivi a partire dalla testa, perché atleticamente non ci manca niente. Sassari non è solo forte in attacco, ha anche una grande organizzazione difensiva», riconosce l’allenatore di casa Riccardo Paolini, ex di turno. Pesaro ha giocato con carattere, ma ha perso 19 palloni e in alcuni momenti chiave ha concesso troppo a rimbalzo offensivo. Il Banco di Sardegna vince con il 21% nelle conclusioni pesanti (però 4/6 negli ultimi 10’). © RIPRODUZIONE RISERVATA

NBA: BRAVO DATOME, 10 PUNTI IN 10’ ● Gigi Datome ha finalmente vissuto i primi 10’ minuti da vero Celtic. Nella gara vinta da Orlando, ha segnato 10 punti con 4/5 al tiro e 2 stoppate. Gigi è entrato a 2’20” dalla fine del terzo quarto sul 66-61 per i Magic e con una stoppata e una tripla ha subito ribaltato l’inerzia della gara. Quando al 42’ è

uscito, aveva collezionato 8 punti con Boston avanti 80-77. Alla sua uscita, Orlando ha piazzato il 13-4 decisivo. Risultati: Oklahoma CityToronto 108-104 (Westbrook 7a tripla doppia: 30 punti, 17 assist, 11 rimbalzi); LA LakersDallas 93-100; Brooklyn- Utah 88-95; Detroit-Charlotte 101108; Orlando-Boston 103-98.


Ciclismo R Da domani la 50a edizione

MARTEDÌ 10 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Nibali, ma come stai? Più ore e chilometri, il Terminillo per capire 2

(+21,3%). In termini di ore, il r a p p o r t o è 2 6 9 a 18 4 (+31,6%)». «Abbiamo voluto — continua Slongo — costruire una buona base, puntando sul lavoro aerobico, senza per esempio già andare in altura come hanno fatto tanti. Senza cercare il risultato. Il programma è essere al massimo per il Tour».

1Arriva alla Tirreno-Adriatico con il 30% di allenamento

in più, però mai nei primi 10. Contador invece è già da Tour

MALTEMPO IN VERSILIA, CAMBIA LA PRIMA TAPPA NIENTE CRONOSQUADRE: PROLOGO DI 5,4 KM La 50a Tirreno-Adriatico non scatterà più con la cronosquadre di 22,7 km a Lido di Camaiore. Durante la riunione alla Questura di Lucca, il comune di Pietrasanta ha negato il transito per mantenere libero il lungomare e agevolare le operazioni di ripristino del territorio, flagellato dal maltempo. Domani si partirà quindi con una crono individuale di 5,4 km (5 curve), sempre con partenza e arrivo a Lido di Camaiore. Il primo ciclista salirà in pedana intorno alle 13

7 GIORNI, FINALE A SAN BENEDETTO PARTENZA Lido di Camaiore Camaiore

EMILIA ROMAGNA Mar Adriatico MARCHE

Arezzo

Cascina

Castelraimondo Indicatore (Arezzo)

Esanatoglia

Porto Sant’Elpidio

TOSCANA UMBRIA

San Benedetto del Tronto

Rieti

Data

Tappa Partenza/Arrivo ROMA

Domani 12/3 13/3 14/3 15/3 16/3 17/3 Totale

1ª 2ª 3ª 4ª 5ª 6ª 7ª

cscognamiglio@gazzetta.it @cirogazzetta

N

el 2012 vinse. Nel 2013 pure. Nel 2014 non c’era, «dirottato» su una ParigiNizza che non gli diede molta gloria. E adesso? Che Vincenzo Nibali vedremo alla TirrenoAdriatico? Che risultati sarà capace di raggiungere? Ecco il nostro punto, in tre aspetti fondamentali, sull’ultimo re del Tour de France.

1

Terminillo

LAZIO

Ciro Scognamiglio

ABRUZZO

km

M O L I S5,4 E Lido di Camaiore (crono individuale) 153 Camaiore-Cascina 203 Cascina-Arezzo 226 Indicatore (Arezzo)-Castelraimondo 197 Esanatoglia-Terminillo CAM 210 Rieti-Porto Sant’Elpidio 10 San Benedetto del Tronto (crono individuale) Napo 1.004,4 GDS

LA CONDIZIONE Nibali ha corso 11 giorni nel 2015: 4 Dubai, 6 in Oman (1 tappa annullata), 1 Strade Bianche. Un po’ meno del solito: rispetto al 2014, per esempio, mancano i 7 giorni del San Luis. Non ha ottenuto piazzamenti nei 10 e questo non gli era mai successo, a questo punto della stagione, da quando è professionista. I dati che l’allenatore Paolo Slongo rivela alla Gazzetta evidenziano come «facendo il paragone con il 2014, Nibali abbia pedalato in tutto per 8.521 chilometri contro 6.712

Due volte re In alto, gli alberi della Versilia in mezzo alla strada. Sotto Vincenzo Nibali, 30 anni: ha vinto la TirrenoAdriatico nel 2012 e 2013 BETTINI

LA CORSA Per la Tirreno-Adriatico, Vincenzo non parte favorito. Alla Strade Bianche è finito 40° a 7’35”. «Ma anche nel 2012, arrivai a 4 minuti e poi vinsi la Tirreno», ha fatto notare il siciliano. «Il riferimento sarà Contador — spiega Slongo —, mentre Quintana è una incognita. Alla Ruta del Sol, lo spagnolo ha mostrato già condizione e valori da Tour. Non so quanto possa migliorare ulteriormente. Il nostro approccio è diverso, non dico che sia migliore, intendiamoci, ma vogliamo crescere gradualmente. Più che un obiettivo, la Tirreno diventa un banco di prova importante per farci capire a che punto siamo. Se mancherà qualcosa, niente drammi. Io sono contento del lavoro fatto finora».

3

LE PROSPETTIVE Detto che la questione licenza dell’Astana è «congelata» (tempo fino al 20 per la memoria difensiva, giudizio a inizio aprile), il programma di Nibali del dopo Tirreno è confermato. Sanremo, ritiro al Teide dal 28 marzo all’11 aprile, Classiche delle Ardenne (fino alla Liegi del 26/4), punto di domanda sul Romandia, altura, Delfinato e Tricolore prima del Tour. Si vanno definendo anche i gruppi di compagni sia per lui che per Aru: più «italiano» quello di Fabio per il Giro (Malacarne, Rosa, Vanotti, Cataldo, Tiralongo...), più «internazionale» quello di Nibali al Tour (Fuglsang, Westra, Boom, Taaramae, Gruzdev... più Scarponi, che farà solo il Tour, mentre Vanotti per ora non è sicuro). Ma ora c’è una Tirreno-Adriatico da affrontare: la prima corsa a tappe che Nibali disputa in Italia dal vittorioso Giro 2013. Brutte figure non sono ammesse. Contador, re dell'ultima edizione, è già arrivato in zona: «Non conosco il Terminillo, non so se sarà duro a sufficienza per fare grandi differenze». Appuntamento a domenica: è il giorno a cui anche Vincenzo Nibali chiede delle risposte.

Armstrong, Uci, Contador: tutto vero, tutto già noto 1Nessuna nuova confessione. Cookson chiede a Verbruggen di farsi da parte

Luca Gialanella

I

l medico Ferrari si serve di intermediari per parlare con i corridori? Tra «se, ma e forse» Eufemiano Fuentes (Operacion Puerto) è in Sudamerica? Armstrong ha avuto un trattamento privilegiato dall’Uci di Verbruggen? Contador ha incontrato i dirigenti dell’Uci per discutere il caso clenbuterolo? I corridori fanno microdosi di sangue ed Epo? Il passaporto biologico ha messo un freno decisivo al doping? Non erano queste, sinceramente, le verità che ci aspettavamo dalla Commissione di riforma del ciclismo (Circ), voluta dal-

l’Uci e dalla Wada per far luce sugli anni più bui. Perché le premesse erano altre. I tre membri scelti per guidare la Circ meritavano ben altro, perché abituati a indagare e portare a casa risultati di grande prestigio. Il presidente Marty, ticinese, ha messo sotto inchiesta i voli segreti della Cia (sì, il servizio segreto americano) in Europa e il traffico di organi in Kosovo; il generale australiano Nicholson ha indagato sul genocidio di Srebrenica, in Bosnia-Erzegovina; il tedesco Haas è stato uno degli autori del codice mondiale antidoping Wada. Eravamo presenti all’insediamento della commissione a Ginevra: poteri speciali,

unici, poteri di inchiesta, «poteri straordinari per un tempo straordinario, un po’ come avvenuto in Italia con la legge sui pentiti. Chi ha a cuore il ciclismo venga da noi. Deve veramente venir fuori tutta la verità, chi non parlerà adesso non avrà più alcun beneficio in futuro», ci disse il presidente Marty. VERMI Ma non ci sono state confessioni o ammissioni di nuovo doping. Brian Cookson, presidente Uci, aveva avvisato: «Sarà un vaso di vermi, però non mi aspetto rivelazioni straordinarie». Le 227 pagine del rapporto sono un romanzo noir sugli anni bui, ma queste pagine le avevamo già lette. E poi le giudichiamo con gli occhi dell’uomo della strada o da esperti? Siamo al certificato retrodatato di Armstrong al Tour 1999, che l’Uci accettò per coprire una

I CASI: OUT PURE KITTEL

Froome malato, quarta rinuncia «last minute» 1«Infezione polmonare»: quanti precedenti dal Lombardia 2013 Vegni protesta con Brailsford

Chris Froome, 29 anni, si rilassa a casa col gatto

U

na rinuncia dell'ultima ora. Esattamente come lo scorso anno. Niente TirrenoAdriatico per Chris Froome, che alla Corsa dei Due Mari fu 2° nel 2013 alle spalle di Nibali: l’anno scorso non fu al via per un’infiammazione nella zona lombare. Stavolta si è trattato di una «chest infection», la cui traduzione letterale — «infezione polmonare» — fa sembrare il problema più serio in realtà di quello che dovrebbe essere, visto che lo stesso Froome ha per ora confermato la partecipazione alla Volta Catalunya (23-29/3). «È frustrante, sono stato malato alcuni giorni e non ho avuto tempo per recuperare. Così con i medici abbiamo deciso per questa misura precauzionale», ha spiegato Froome. Non è la prima volta che il britannico di Sky, 29 anni, rinuncia all'ultima ora ad appuntamenti importanti a causa di problemi fisici: oltre alla Tirreno-Adriatico 2014, ricordata sopra, successe anche al Lombardia 2013 e alla Liegi-Bastogne-Liegi 2014. «Ho scritto a Dave Brailsford, il team manager di Sky — spiega Mauro Vegni, direttore ciclismo di Rcs Sport —. Non mi è piaciuto aver appreso della rinuncia di Froome dai siti. Almeno una telefonata poteva farmela. Verso Sky abbiamo sicuramente mostrato in questi anni più considerazione rispetto a quella che loro mostrano nei nostri confronti. Purtroppo il nostro rapporto non è in linea con quanto pensavo». VIRUS Anche il tedesco Marcel Kittel (GiantAlpecin), a sorpresa, non prenderà il via. «Non ho ancora recuperato da un virus contratto dopo il Down Under», ha spiegato Kittel, che però a febbraio aveva disputato regolarmente il Tour of Qatar. In Italia non corre dalla Tirreno 2014: al Giro dello scorso anno infatti vinse due tappe in Irlanda ma si ritirò improvvisamente per febbre appena la corsa rosa sbarcò a Bari. ci. sco.

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L’INCHIESTA DOPING positività ai corticosteroidi? E che cosa disse la massaggiatrice del texano, O’Reilly, all’Usada tre anni fa? E’ un esempio. Il rapporto Armstrong-Uci è stata una pagina nera, lo spregio delle regole uguali per tutti Lo sapevamo. L’Uci di Verbruggen scelse il texano per il salto di qualità. Ed è giusto che Cookson chieda all’olandese di farsi da parte, lui che è presidente onorario. Ma nel rapporto mancano le prove della corruzione che tutti chiedevano, per esempio. Importanti, invece, le raccomandazioni per il futuro: i test notturni, che toglieranno l’ultima privacy ai ciclisti, i primi a compilare un sistema di reperibilità che altri (come Nadal) hanno ferocemente criticato; gli esami a tappeto, con nuove metodologie, sulle provette conservate da anni. Onestamente, ci preoccupa di più la presenza di pseudo-allenatori/preparatori che salgono anche in ammiraglia e orientano i ciclisti. Senza patentino, senza preparazione. Ecco, su questo bisogna indagare. E colpire. Per un futuro diverso. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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PARIGI-NIZZA

INCHIESTA DI RIMINI

Kristoff-sprint Nizzolo è quinto Boonen k.o.

Pantani, sarà archiviazione? Verità in 2 mesi

● Ha ribadito una volta di più di essere il favorito per la Milano-Sanremo, già sua nel 2014. Il norvegese Alexander Kristoff (Katusha) ha vinto allo sprint a Contres la 1a tappa della Parigi-Nizza: 5° centro 2015 sui francesi Bouhanni e Coquard, 5° Nizzolo, 8° Bonifazio, Aru in gruppo. Da segnalare la caduta (a 17 km dalla fine) e il ritiro di Tom Boonen: per il 34enne belga della EtixxQuick Step 3-6 settimane di stop e niente Classiche.

● La (seconda) verità sulla morte di Marco Pantani, avvenuta il 14 febbraio 2004, non arriverà prima di 2 mesi. Lunedì scorso, è stata depositata alla Procura di Rimini la perizia del professor Tagliaro, secondo il quale la morte sarebbe stata provocata non da overdose di cocaina, ma da «un’overdose di psicofarmaci. Viene ridimensionata la questione cocaina, che rimane concausa». Un lavoro che alimenta i dubbi sulla prima indagine. La perizia era stata anticipata dalla Gazzetta il 14 febbraio: «Pantani è stato ucciso dagli antidepressivi, presi sotto la prescrizione di un dottore che conosceva bene le abitudini del paziente. Letale sarebbe stata l’interazione con la cocaina». Il pm Giovagnoli si prenderà un mese di tempo per scrivere la richiesta di archiviazione. Poi la palla passerà al Gip.

Alexander Kristoff, 27 BETTINI


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Sci nordico R Il fenomeno

MARTEDÌ 10 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

GRESSONEY E’ LA CAPITALE LE 31 VITTORIE AZZURRE MASCHILI DIVISE PER REGIONI

Da qui provengono i quattro sciatori

12 Veneto

Gressoney Courmayeur Aosta

Brusson

VALLE D’AOSTA

Abitanti: 128.412

Cogne

Superficie: 3.260,9 km2

4 Lombardia

Pietro Piller Cottrer Silvio Fauner Fulvio Valbusa Maurilio De Zolt Federico Pellegrino 24 anni

Francesco De Fabiani 21 anni

Francesca Baudin 21 anni

Greta Laurent 22 anni

Bronzo mondiale a coppie (con Noeckler, anche un podio in Coppa)

Domenica a Lahti è diventato il più giovane azzurro del fondo a vincere in Coppa del Mondo

Campionessa mondiale under 23 della sprint tc, la più giovane della spedizione azzurra ai Mondiali assoluti

Sprinter già presente ai Giochi di Sochi e ai Mondiali 2011 e 2013, sesta ai Mondiali u.23 di Almaty

3 vittorie in stagione nella sprint di Coppa del Mondo

In stagione anche 2 settimi posti, in gara ai Mondiali e ai Giochi

Qualificata nei quarti della sprint, ha gareggiato anche in staffetta e nella 30 km

In Coppa del Mondo ha già un 11° e un 17° posto

6 3 2 1

7 Trentino/Alto Adige Cristian Zorzi 5 Freddy Schwienbacher 1 1 Roland Clara

Fabjo Maj Renato Pasini

2 2

1 Friuli Venezia Giulia Giorgio Di Centa

1

1 Lazio Valerio Checchi

1

6 Val D’Aosta Federico Pellegrino 3 Marco Albarello 2 Francesco De Fabiani 1

La Valle d’oro del fondo

1Val d’Aosta al potere: dal podio mondiale di Pellegrino al successo in Coppa di De Fabiani, una piccola regione rilancia lo sci della fatica. E una nuova generazione fa grande l’Italia

Stefano Arcobelli

IN VALLE BOOM GIOVANILE

L

C’è un talento di origini thailandesi

a nostra Norvegia è in Val d’Aosta. La nuova miniera del fondo, l’avamposto della riscossa. L’orgoglio di chi scia sui binari, o pattina con gli sci. Quattro vittorie su quattro in Coppa del Mondo, un oro mondiale giovanile, un bronzo mondiale assoluto (condiviso con l’altoatesino Noeckler): la new generation evocata a Falun dal medagliato Federico Pellegrino, dopo essersi lanciata, non intende fermarsi più sulla neve. Dai piccoli numeri di una regione stanno uscendo grandi storie. Da molta fantasia e pochi mezzi sta nascendo il nuovo miracolo (vero, effettivo) dello sport d’inverno azzurro. Abnegazione fa rima con organizzazione. Passione. Un comitato gestito come una nazionale. TALENTI PRECOCI Non arriva a 25 anni Pellegrino, a 22 Francesco De Fabiani, reduce dal trionfo di domenica a Lahti nella 15 km classica, la specialità dei norvegesi padroni del fondo, i moschettieri della nuova silenziosa rivoluzione in una disciplina che già prima della seconda guerra mondiale ebbe pionieri come Vincenzo Perruchon e Innocenzo Chatrian capaci di battere gli scandinavi nella mitica Coppa Kurikkala, e negli anni di Franco Nones (oro a Grenoble ‘68) campioni come Attilio Lombard ed Elviro Blanc, che furono i predecessori di una precedente ricostruzione quando negli anni 90 arrivarono Albarello, Filippa, Godioz. Il testimone di ieri e di

Francesco De Fabiani, 21 anni di Gressoney, domenica a Lahti ha trionfato nella 15 km a tecnica classica AFP

oggi è Marco Brocard, zio dell’azzurra Elisa, che nel centro di Gressan tra Aosta e Pila, ha ereditato il timone ed insieme ad Andrè Fragno e agli altri tecnici dei centro fondo segue da vicino l’attività dei 22 sci club. «E’ un’attività che parte 18 anni fa — racconta Brocard —. Nel comitato valdostano troviamo i talenti e facciamo da tramite per le squadre nazionali giovanili. Il nostro lavoro avviene a fondo valle, da giugno a fine marzo nelle piste tra Gressoney, Brusson, Courmayeur e Cogne». Come si trova un De Fabiani che

persino la Norvegia ci invidia? «Trovare un talento assoluto non è facile a livello di allievi, perché c’è tutta una scala tra diventare bravi e vincere in Coppa del Mondo. Nel caso di Francesco, lo vedemmo nella squadra aggregati a 14 anni: sciava con quelli di 19, ad un certo punto della camminata tirò dritto e salutò tutti. Questo ragazzo ha un gran motore, è il più dotato per le gare distance, così come Pellegrino è dotatissimo per le sprint». SEGRETO Selezionare, forgiare,

lanciare potenziali campioni: un lavoro cruciale che «senza l’aiuto delle famiglie non sarebbe possibile, sì bisogna saper fare anche i genitori, e quelli di de Fabiani, Pellegrino e Baudin lo sanno fare. Senza una gestione intelligente nelle squadre giovanili non sarebbe possibile. Non abbiamo altri segreti, se non che questo è un momento d’oro e ci fa piacere, a questo punto basta non fare danni dopo averli aiutati a crescere». Oggi in nazionale l’assistente di Sepp Chenetti è Paolo Riva, valdostano; fino a un anno fa c’era Steo Saracco,

● (g.v.) In questa stagione, uno dei protagonisti del fondo valdostano è Mark Chanloung (Monte Rosa), talento di origini thailandesi a podio nel tricolore, protagonista anche ai Mondiali di Almaty e avviato al fondo, assieme alla sorella Karen, dal papà Boonchan, fisioterapista con la passione della cucina. Da registrare anche i titoli italiani di Jeanluc Perron (Valtournenche, aspiranti) e di Mikael Abram (Gran Paradiso, juniores) uno dei talenti più importanti e attesi, seguito da Nicolas Berard e Katia Cavagnet. E nel prossimo fine settimana, tra Sappada (Bl) e Forni Avoltri (Ud), l’Asiva cercherà il bottino allievi col terzetto rosa di Cogne: Jeantet, Glarey e Borettaz.

RBrocard racconta:

«Scoviamo gli atleti e li cresciamo con l’aiuto delle famiglie De Fabiani era un asso già a 14 anni»

mentore di Pellegrino e di Greta Laurent, altra talentuosa di Gressoney, cresciuta dietro Arianna Follis. E tra le donne, Francesca Baudin è l’unica medagliata mondiale giovanile (con Debora Agreiter e Giulia Stuerz): Buba era la più piccola della spedizione mondiale di Falun, ed ha voluto esserci anche nella durissima 30 km ,lei che è una sprinter. Fa fondo, segue la fattoria di famiglia. E’ tenace. NUOVA CONSAPEVOLEZZA De Fabiani l’aveva promesso dopo le 3 vittorie in Coppa del Mondo di Pellegrino: «Federico ci ha fatto capire che non dobbiamo accontentarci, che possiamo competere con il resto del mondo. Ora non abbiamo più paura». DeFa non ha solo tempo di coltivare la passione per l’informatica: nel suo futuro ci sarà l’ingegneria elettronica «ma in questo momento il fondo mi assorbe totalmente». Abbiamo trovato un Northug a Gressoney? Intanto domani in Norvegia, a Drammen, il vicino di casa Pellegrino va all’assalto del norvegese Krogh per contendergli la Coppa del Mondo sprint: ci sono 33 punti di differenze tra Federico ed il vichingo, tra il neo medagliato mondiale che ha ridato l’orgoglio ad un ambiente uscito mortificato da anni senza raccolto e che adesso torna a fare concorrenza ai padroni del fondo. Si gareggia in classico, la specialità di De Fabiani che ora vuole crescere per vincere a tecnica libera. Val d’Aosta: la locomotiva di un’Italia ritrovata. © RIPRODUZIONE RISERVATA


Atletica R Le medagliate agli Euroindoor di Praga

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I FENOMENI

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CONTENUTO PREMIUM

Ragazze terribili L'IDENTIKIT

L'IDENTIKIT

ALESSIA TROST

FEDERICA DEL BUONO

NATA A: PORDENONE IL: 8/3/1993 SPECIALITÀ: ALTO ALTEZZA: 1.88 PESO: 68

NATA A: VICENZA IL: 12/12/1994 SPECIALITÀ: 800/1500 ALTEZZA: 1.64 PESO: 48

FRIULI VENEZIA GIULIA

Pordenone TO

VENETO

Vicenza

T

zia Un personale di 2.00 indoor e di 1.98 all’aperto (2013), è stata campionessa del mondo allieve (Bressanone 2009) e junior (Barcellona 2012). Nella categoria assoluta vanta un 7° posto mondiale e un 9° europeo e al coperto un 4° e, adesso, un 2° continentale COLOMBO

TROST E DEL BUONO LE GEMELLE DIVERSE RILANCIANO L’ITALIA LA STORIA di ANDREA BUONGIOVANNI

A

dividerle ci sono 21 mesi di età e 24 centimetri di altezza. Ad accomunarle un talento sconfinato, la provenienza dal Nord Est d’Italia e l’entusiasmo col quale affrontano lo sport e la vita. La pordenonese Alessia Trost e la vicentina Federica Del Buono sono il presente e il futuro dell’atletica azzurra. Ventidue anni festeggiati domenica la prima, venti compiuti in dicembre la seconda. Spilungona di 188 centimetri la saltatrice, scricciola di 164 la mezzofondista. Se l’Italia, agli Europei indoor di Praga, ha centrato un bottino superiore alle attese, è grazie a loro (argento nell’alto e bronzo nei 1500) e a Silvano Chesani, stessa medaglia e stessa specialità di Alessia. Ma mentre il trentino, a 26 anni, può considerarsi un atleta consolidato, la strada di Trost e Del Buono è per certi versi tutta da delinearsi. LA FAMIGLIA Entrambe arrivano da una famiglia di sportivi. Alessia, prima di passare sotto le cure di Gianfranco Chessa, è stata allenata da papà Rudi, podista amatoriale (e mamma Susy è la prima tifosa). Federica è super figlia d’arte (di mezzofondisti): papà Gianni è stato

azzurro tra il 1963 e il 1973 (44 anni fa, agli Euroindoor di Sofia 1971, esattamente come lei, fu bronzo nei 1500...), mamma Rossella Gramola, sua coach, lo è stata tra il 1976 e il 1984.

nuoto, al basket e alla danza moderna, hip hop in primis») e prima del 2014 aveva combinato poco. Per dirne una: ai Mondiali junior 2012, dove Alessia volava al titolo, lei con un modesto 4’28”66, veniva mestaPRECOCE La carriera delle due, mente eliminata nella batteria peraltro, si è sviluppata in mo- dei 1500. All’epoca si allenava do diverso. Su Alessia («Sono una volta al giorno e non semnell’atletica da sempre con una pre... Poi, l’improvvisa escalaparentesi di un paio d’anni nel tion. L’anno scorso, all’aperto, biathlon»), si scommette da ha corso cinque volte gli 800 e lungo tempo. Federica è esplo- dodici i 1500: nel primo caso ha sa solo la stagione scorsa. Miss migliorato il personale in quatTrost, nelle catetro occasioni, gorie giovanili, portandolo da IL NUMERO ha vinto tutto. 2’07”23 a Nel 2009, per 2’00”58, nel seesempio, a 16 ancondo in sei, ni, i Mondiali alscendendo da lievi di Bressano4 ’ 19 ” 61 a ne, il Festival 4’05”32. Nemolimpico della Le medaglie azzurre meno Gabriella gioventù euro- a Praga: con quelle Dorio, alla sua pea di Tampere e età, andava così di Trost e Del Buono, la Gymnasiade di forte. CuriosaDoha, per poi nel l’argento di Silvano mente sia Trost 2010 arrivare al- Chesani nell’alto sia Del Buono, l’argento ai Trials nonostante la europei di Mosca e all’Olimpia- giovane età, hanno già vissuto de giovanile di Singapore, nel una stagione difficile: il 2014 la 2012 all’oro dei Mondiali junio- prima, il 2013 la seconda. res di Barcellona e nel 2013, dopo il due metri al coperto di Tri- IN PARALLELO Entrambe hannec (come in Italia solo Sara Si- no fatto il liceo scientifico, enmeoni e Antonietta Di Marti- trambe sono studentesse unino), a quello degli Europei versitarie. Alessia, che parla e scrive in inglese, tedesco e spaunder 23, ancora a Tampere. gnolo. è al secondo anno di linTARDIVA Miss Del Buono, inve- gue a Udine («Quest’inverno ho ce, ha preso a correre solo nel dato tre esami, l’ultimo in storia 2011 («dopo essermi data al d’Europa e a maggio spero di

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Vanta personali di 2’00”58 negli 800 e di 4’05”32 nei 1500 (2014). Figlia d’arte, papà Gianni e mamma Rossella Gramola sono stati entrambi mezzofondisti azzurri. Arrivata ad alti livelli solo la scorsa stagione, prima del bronzo di domenica a Praga, sempre sui 1500, era stata quinta agli Europei all’aperto di Zurigo dell’agosto scorso. Quest’inverno ha centrato le migliori prestazioni italiane under 23 indoor di 1500 (4’08”87) e 3000 (9’01”19) oltre un 2’05”64 negli 800 COLOMBO

proseguire»). Federica ha appena cambiato facoltà («Ripartendo da zero, sono passata da scienze della comunicazione a Verona, a scienze motorie a Roma, così è più facile conciliare»). Entrambe, gestite dal medesimo manager, il bresciano Federico Rosa, gareggiano per un gruppo sportivo militare: le Fiamme Gialle (dal 2011) e la Forestale (dal 2013). La friulana ha in Anna Chicherova un modello tecnico, la veneta ammira l’etiope Genzebe Dibaba e, guardando al passato, lo statunitense Steve Profontaine, non a caso due che in gara vanno o andavano all’attacco come lei. Ad accomunarle la passione per il sushi e i social network. Alessia è fidanzata con Alberto Gasparin, coetaneo da 2.15 in alto tre anni fa, Federica è single. LA STORIA L’Italia, nella storia degli Europei indoor, nelle rispettive specialità al femminile, aveva già vinto. Nell’alto la Simeoni è stata quattro volte d’oro (1977, 1978, 1980, 1981) e la Di Martino una volta d’oro (2011) e una volta d’argento (2007). Nei 1500 si conta un trionfo di Agnese Possamai (1981) e uno della stessa Dorio (1982). Sono precedenti pesanti. A cui guardare con fiducia. © RIPRODUZIONE RISERVATA

DUE TALENTI PURI SBOCCIATI IN TEMPI DIVERSI, UNITI DAL NORD EST, DAL MANAGER E DALLA PASSIONE PER IL... SUSHI, DIVISE DA 24 CM D’ALTEZZA


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Golf R Il personaggio

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La rinascita di Dustin «Dipendo solo da mia figlia»

DA GIOVEDÌ A PRETORIA

Manassero riparte Binaghi: «Tornerà con più motivazioni»

«B

atterie ricaricate, è il momento di tornare a essere competitivi». Matteo Manassero affida a Twitter i suoi propositi di riscatto per questo 2015 cominciato malissimo. Il veronese, vincitore di quattro titoli sullo European Tour, compreso il Pga a Wentworth, è partito per questa nuova stagione col piede sbagliato collezionando quattro tagli in altrettante presenze. Matteo si è preso un mesetto per staccare la spina e da giovedì sarà in campo a Pretoria per lo Tshwane Open, ultimo degli appuntamenti del circuito europeo in Sudafrica. Insieme a lui altri tre italiani: Edoardo Molinari, Maro Crespi e il giovanissimo Renato Paratore.

1Johnson vince a Miami e cancella il caso cocaina: «Affari personali» Federica Cocchi

L

a miglior riscossa possibile dopo mesi di «si dice», di pettegolezzi sulla sua vita privata e insinuazioni sulla dipendenza da cocaina. Il Dustin Johnson che ha trionfato ieri al Trump National Doral di Miami, dove si è giocato il Cadillac Championship, primo Wgc della stagione, è un altro. Ora è padre felice della piccola Tatum, avuta appena sette settimane fa dalla compagna Paulina Gretzky, figlia del grande Wayne, leggenda dell’hockey ghiaccio. STOP Ad agosto dell’anno scorso, il giocatore aveva annunciato il forfeit nella Ryder Cup perché si sarebbe fermato sei mesi «per affrontare una sfida personale». A quell’epoca i risultati di Dustin Johnson erano più spesso immortalati su In-

● Il piazzamento di Dustin Johnson nel ranking mondiale dopo Miami: prima era 16°. Il leader è Rory McIlroy, il miglior azzurro Francesco Molinari, 65°

stagram che sul campo: feste e divertimenti con la sua amata Paulina, la più conosciuta wag del golf lo avevano distolto dal lavoro sui green e DJ appariva sempre più ombroso. Così, una volta annunciato lo stop, il collegamento con una sospensione per doping era stato immediato. Siti specializzati Usa avevano raccontato che Dustin era stato fermato per aver fallito due volte consecutivamente un test antidroga, per la precisione sarebbe risultato positivo alla cocaina. LA GARA Johnson era partito per l’ultimo giro con cinque

colpi di distacco da J.B. Holmes, e aveva un colpo di vantaggio quando si è presentato sul tee della 18. È stato impeccabile col driver per tutta la settimana, non ha mai fatto peggio di un bogey, mai fatto tre putt. «Se ha vinto nove titoli — è stato il commento dello sconfitto Holmes, secondo con -8 — vuol dire che se la cava bene…». Una brutta giornata quella di Holmes, ma classe ed esperienza degli avversari hanno fatto la differenza. Bubba Watson è finito al terzo posto (281, -7) mentre l’australiano Adam Scott e lo svedese Henrik Stenson hanno chiuso quarti. Con questa vittoria Johnson raggiunge quota nove successi in carriera. Grazie all’assegno di 1.570.000 dollari papà Dustin è anche tornato nella top ten mondiale, al numero sette. RISERVATO Il vincitore al Doral non vuole più tornare sulla storia della sua sospensione: «Perché è una questione personale — spiega dopo la gara — e soprattutto perché non deve essere affare di nessun altro…». E alla domanda, diretta, se avesse mai fallito un test antidroga, la risposta è stata altrettanto secca e diretta «No. Grazie». Oggi, per Dustin Johnson è un nuovo inizio, in questi mesi ha avuto accanto la sua Paulina e la piccola Tatum. «Sapere che mi aspettavano dopo la gara è stata sicuramente la parte migliore della giornata. Ho cercato di vivere la gravidanza insieme a Paulina, giorno dopo giorno. L’ho aiutata per quanto fosse possibile, e le sono stato vicino fino alla nascita di Tatum». E adesso il suo gioco e la sua vita sono migliorati: «Il mio gioco è in ottima forma, mi sento sicuro del mio swing am anche del putt e del gioco corto. Adesso non voglio fermarmi…». Prossima fermata, Augusta. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Dustin Johnson, 30 anni: vanta 9 vittorie nei tornei del Pga Tour AFP

TECNICA Secondo l’antica tradizione italica dei coach da divano, i commenti sulla crisi del giovane campione sono molteplici, ma l’unico che lo conosce bene è il suo tecnico Alberto Binaghi, che lo allena fin da bambino. «Il nostro obiettivo ora è tornare competitivi, riprendere un buon ritmo e presentarci al momento clou della stagione e al British al meglio della forma». Binaghi non vuole parlare di questioni tecniche: «A volte sento parlare

Matteo Manassero, 21 anni EPA

persone che nemmeno mai hanno frequentato il Tour dare giudizi insensati. Dicono che dovrebbe andare in America: io ci sono stato, ho studiato e mi sono perfezionato e non ho visto cose straordinariamente diverse da qui. Matteo ha avuto una crisi più personale che tecnica». Fin da ragazzino in giro per il mondo con risultati importanti e tanta pressione su di se: «Non è facile, a 18 anni fare la vita da professionista di alto livello con tutti gli impegni e le responsabilità che ne conseguono. Prima o poi il conto arriva, ma ho fiducia che tornerà più motivato». Il problema non sono i risultati: «No, ho bisogno rivedere gli occhi del vecchio Matteo, non credo che in Sudafrica farà un grande risultato ma ho fiducia che il suo atteggiamento sia più positivo, ammetto che ero un po’ preoccupato a vederlo così abbattuto». Si riparte: a noi gli occhi, Matteo. f.co. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Donne, Park vince scommessa e torneo: papà le paga 7500 $

TRUMP RENDE IL FERRO A MCILROY ● Rory McIlroy nel secondo giro del Cadillac, dopo un approccio sbagliato ha scagliato il ferro 3 nel laghetto della buca 8. Donald Trump, padrone del Doral, ha fatto immergere un sommozzatore. Il bastone è stato ritrovato e riconsegnato dallo stesso Trump

● Inbee Park è tornata. La sudcoreana numero 2 al mondo ha concluso con 273 colpi (66 69 68 70, -15) l’HSBC Women’s Champions e ha portato a tredici, compresi ben cinque Major, i titoli conquistati sul tour femminile americano. Sul percorso del Sentosa Golf Club (Serapong Course, par 72) a Singapore, dove nel field non c’erano giocatrici italiane, la 27enne in un giro finale di altissimo livello ha battuto il nuovo fenomeno del golf femminile, la neozelandese Lydia Ko, leader del Rolex Ranking, seconda classificata con 275 (68 79 67 70, -13), e di Stacy Lewis, numero tre, in terza posizione con 277 (69 69 67

72, -11). Malgrado la vittoria, la Park non è riuscita a risalire sul trono mondiale che era suo fino a gennaio scorso, ma si è avvicinata alla Ko per una lotta al vertice che si prevede molto serrata. La Park ha avuto anche un ottimo stimolo per giocare al meglio. Lei, che non ama molto il Serapong Course ha fatto una scommessa col padre: «Se faccio bogey ti devo pagare 1000 dollari per ognuno, se invece segno un birdie allora me ne paghi 500 tu». E’ andata male a papà Park che grazie allo score senza bogey della figlioletta non ha incassato il becco di un quattrino, in compenso grazie al -15 consegnato domenica ha dovuto sborsare 7500 dollari.


Tennis R Azzurri in crisi

MARTEDÌ 10 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Italia, quanti dubbi Ma Barazzutti «Io non mollo»

LA GUIDA Nishikori super ma passa il Canada L’Argentina c’è L’Italia giocherà i play off per restare nel World Group e lo farà da testa di serie (12-14 settembre). Per conoscere l’avversaria si dovrà attendere metà luglio (17-19), quando si completeranno i tabelloni della varie zone mondiali del Gruppo I. Intanto Canada e Argentina (singolare decisivo rinviato per oscurità) sono le ultime qualificate. A Vancouver (veloce indoor) Canada-Giappone 3-2: Nishikori (Giap) b. Raonic (Can) 3-6 63 6-4 2-6 6-4; Pospisil (Can) b. Soeda (Giap) 7-5 6-3 6-4; a Buenos Aires (terra) Argentina-Brasile 3-2: Delbonis (Arg) b. Bellucci (Bra) 6-3 3-6 6-2 7-5 CLASSIFICHE Uomini: 1. Djokovic (Ser) 13.205; 2. Federer (Svi) 9.205; 3. Nadal (Spa) 5.675; 4. (5) Murray (Gb) 5.425; 5. (4) Nishikori (Giap) 5.415; 6. Raonic (Can) 4980; 7. Wawrinka (Svi) 4595; 8. Ferrer (Spa) 4535; 9. Berdych (Cec) 4340; 10. Cilic (Cro) 3450. Gli italiani: 22. Fognini 1540; 33. (35) Seppi 1185; 49. Bolelli 919; 79. Lorenzi 632. Donne: 1. S.Williams (Usa) 9.592; 2. Sharapova (Rus) 8.215; 3. Halep (Rom) 6.571; 4. Kvitova (Cec) 6.395; 5. Wozniacki (Dan) 4730; 6. Ivanovic (Ser) 4425; 7. Bouchard (Can) 4306; 8. A. Radwanska (Pol) 4065; 9. Makarova (Rus) 3420; 10. Petkovic (Ger) 3190. Le italiane: 12. Errani 2750; 16. Pennetta 2560; 33. Giorgi 1485; 40. (39) Vinci 1226; 56. (55) Knapp 900; 70. Schiavone 787.

1 Dopo i k.o. in Davis e Fed Cup, il c.t ha la fiducia

della squadra. Nargiso o Pennetta dopo Rio 2016?

Vincenzo Martucci @VinceMartucci

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Purtroppo succede, ma ha dato tutto se stesso su un campo violato una sola volta in 8 partite (nel 2013 dai cechi). Memorandum: l’ultima vittoria dell’Italia fuori casa nel quinto e decisivo match risale al Seul 1987, con l’eroico Paolo Cané.

ue batoste in un mese. E da favoriti. Le due nazionali maggiori del tennis, quella di Fed Cup, 4 volte campione (in 5 finali) I capitani di Francia e Kazakistan hanno dal 2006, e quella di Davis, semifinalista uscentrovato il jolly, perché Corrado Barazzutti te, deludono gli appassionati, dopo averli innon ne ha tirato fuori qualcuno anche lui? fiammati con spirito battagliero e vincente. Sta- «Barazza» non è un attaccante alla Adriano Pavolta azzurre ed azzurri hanno perso contro no- natta, non lo era da atleta e non lo è nella vita. mi non altisonanti, facendosi rimontare e finen- Attenzione, sembra dimesso e anonimo, ma ha do tutt’e due agli spareggi per non retrocedere personalità ed è uomo onesto e stimato dai radalla serie A. L’accoppiata non si verificava dal gazzi. Come capitano, di Davis dal 2001 e di Fed 2008 (donne k.o. a Napoli con la Spagna, uomi- Cup dal 2006, ha esperienza specifica in un ruoni in Croazia), anche se i playoff in sé non sono lo delicato ed agognato. E’ stato accusato di fare un disonore, se pensiamo che le azzurre sfidano la formazione seguendo solo la classifica mongli Stati Uniti delle sorelle Williams (vincitrici diale, ma nel caso specifico non aveva alternatidel Gruppo II) e che gli azzurri si ve. Anche col senno di poi, a Geritrovano con nazioni come la nova, come poteva sostituire, sulSpagna. Del resto, queste due la terra, la Errani, finalista del RoLA CHIAVE sconfitte, in casa con la Francia e Abbiamo pagato i land Garros 2012 e già numero 5 in Kazakistan, stridono col discredel mondo? Come rinunciare al limiti tecnico-tattici to inizio di stagione, soprattutto doppio numero 1 del mondo e e caratteriali di degli uomini, nei tornei. campione di tutti gli Slam? Come escludere la Giorgi per lanciare Seppi e Bolelli Azzurre ed azzurri hanno una Knapp oggi opaca? E, ad perso per demeriti propri o Le ragazze avevano Astana, con Fognini che è arrivato per meriti degli avversari? dalla terra sudamericana al ceSara Errani non era in un gran problemi fisici, ma mento solo mercoledì (per la visimomento di forma, la «gemella», il k.o. in doppio ta medica annuale), ha fatto bene Roberta Vinci, ha problemi alla resta sconcertante ad allenarlo un po’, evitandogli il spalla, Camila Giorgi è in crescita, primo singolare a favore di chi tecnico-tattica e alterna fiammate clamorose a aveva appena battuto Raonic (Bolelli), affidancali eclatanti, e Karin Knapp sta stentando. Così dogli il doppio e quindi il singolare decisivo, sul sono state travolte dalle giovani ed atletiche 2-2. Non ha avuto la freddezza di mascherare le francesi, Garcia e Mladenovic, facendosi riman- carte e far riscaldare anche Bolelli - titolare sulla giare il 2-0 e subendo lo sconvolgente cappotto carta -, ha svelato subito le sue mosse, ma le delle «Cichi» in nemmeno un’ora. I ragazzi era- scelte sono incontestabili. no in condizioni molto migliori, soprattutto Andreas Seppi e Simone Bolelli, ma hanno denunMagari Barazzutti non trasmette, o non traciato limiti tecnico-tattici-caratteriali contro smette più, quella carica extra, che Amelie Mikhail Kukushin, cagnaccio che batti solo se lo Mauresmo ha dato a Garcia e Mladenovic. attacchi. Mentre Fabio Fognini, non ha chiuso il Corrado non è un istrione. Ma - non dimentimatch all’inizio del quarto set contro il picchia- chiamolo -, come persona seria, posata, silentore «Sasha» Nedovyesov. Ed è stato travolto. ziosa, affidabile e non appariscente -, insieme a

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Corrado Barazzutti, 62 anni: è capitano della squadra di Davis dal 2001 e di quella di Fed Cup dal 2006 ITALY PHOTO PRESS

Renzo Furlan, ha accompagnato Francesca Schiavone alla conquista del primo Slam del tennis donne italiano al Roland Garros 2010, ed ha aiutato l’altro purosangue, Fabio Fognini, l’anno scorso, in delicatissime tappe di Davis. Come domenica ad Astana davanti a una quindicina di chiamate sbagliate - ad arte? - dei giudici di linea. Ha esaurito tutta la carica e anche un po’ del carisma? E’ l’ora di tecnici più giovani e moderni? Forse Diego Nargiso e Flavia Pennetta sono già pronti. Ma Barazzutti non ha perso l’affetto e la stima del gruppo. Come gli ha pubblicamente detto Fognini.

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Eppure Barazzutti è sembrato stanco e sconsolato: si dimette? Conoscendolo da tanto, sapevamo già la risposta. «Dopo giornate così sono certamente stanco, ma noi sportivi perdiamo, e siamo subito di nuovo pronti alla prossima sfida. E’ la nostra mentalità. Io in particolare se perdo non scappo di sicuro, sono stato così tutta la vita. Anzi, mi rimetto subito al lavoro con più forza ed attenzione, per la prossima battaglia, il 18-19 aprile a Brindisi. Alle dimissioni ci penseremo quando scade il contratto, dopo l’Olimpiade di Rio 2016». © RIPRODUZIONE RISERVATA

«I grandi ai raggi x» In edicola trovate Schiavone e Pennetta

● Il 21° volume della collana «I grandi del tennis ai raggi X» da ieri in edicola ha come protagoniste Francesca Schiavone, la prima italiana a vincere uno Slam in singolare, e Flavia Pennetta. Il prezzo del volume è di 4,99 euro più il prezzo del giornale.

Pallavolo R La squadra del momento

Dottoressa Tirozzi, la cura di Casalmaggiore 1Sfrontatezza e tanta fantasia (in attacco), così le cremonesi sognano il secondo posto: «Sappiamo solo aggredire» Giovanni Gardani CASALMAGGIORE (CREMONA)

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pendersi fino in fondo per agganciare il secondo posto, oppure gestire le forze con il podio già in cassaforte e sparare tutto nei playoff? Per informazioni chiedere alla dottoressa Valentina Tirozzi. «La ricetta è semplice – spiega la numero 16 del Casalmaggiore – e sta proprio nel non risparmiarsi: se infatti vinciamo le partite quando vanno chiuse, come accaduto contro Urbino, e senza tirarla per le lunghe, allora possiamo tenere risorse per le gare a venire. Nel nostro caso pigiare sull’acceleratore è il modo migliore per non consumare benzina». Se lo dice Valentina, una laurea in Economia a settembre alla Partenope di Napoli – raro caso di convivenza tra sport professionistico e studi accademici – allora coach Mazzanti farà bene a fidarsi. «Del resto siamo sempre rimaste noi stesse: siamo una squadra che aggredisce ogni gara perché non sa, non può fare diversamente. Siamo

state brave, se escludiamo un paio di occasioni, a dare continuità al nostro piano partita: abbiamo un marchio di fabbrica, che abbiamo sempre inseguito. Aggredire sin dalla battuta e variare molto il gioco, sorprendendo anche con attacchi dalla seconda linea e con fast delle centrali. Una manovra che coinvolge tutti, grazie a Skorupa, l’alzatrice ideale». DOPPIA CIFRA Non a caso la Pomì Casalmaggiore ha mandato in doppia cifra quattro giocatrici in ben otto occasioni su diciannove, col record di cinque atlete sopra i 9 punti raggiunto contro Firenze e Busto all’andata. «Anche questo è un modo per distribuire compiti e forze – spiega Valentina – e un sistema per non dare punti di riferimento. In questo caso mi sento un po’ privilegiata: ho già giocato con Skorupa a Urbino e conoscere determinati meccanismi ti aiuta a entrare subito nell’ottica giusta. Lo stesso discorso vale per Imma Sirressi: a Casalmaggiore non ho dovuto perdere tempo con l’ambientamento».

Valentina Tirozzi, 28 anni: con 27 ace è la migliore battitrice della A-1 TARANTINI

Laurea e campo, due imprese. Anche se il vero alloro sportivo sarebbe il secondo posto. «Non so dire quale sia il compito più difficile. Per il successo accademico devo dire grazie a mamma Franca e papà Vincenzo, che spesso mi procuravano i libri di testo, essendo io una non frequentante. Mi sono laureata in Management delle Imprese Internazionali. Una semifinale

scudetto sarebbe un’impresa ancora più grande per Casalmaggiore, club in crescita anche se con poca tradizione». CASA DOLCE CASA A tal proposito, il secondo posto peserebbe molto di più. «Considerando il nostro cammino interno – specifica Valentina – poter giocare quarti ed eventuale semifinale in casa sarebbe un vantaggio

importante, che però possiamo dare per certo solo col secondo posto. Certo, al contempo vogliamo arrivare al top per i playoff: ecco perché, come già s’è visto contro Urbino, anche la panchina, per quanto corta (la Pomì conta solo undici giocatrici, ndr), avrà un ruolo di rilievo». Il tabellino del capitano Pomì, intanto, è quello di un rullo compressore. Sempre in doppia cifra, ad eccezione di Conegliano all’andata e Novara al ritorno, col picco di 24 punti a Firenze. «E’ merito di una squadra che gioca sempre allo stesso modo. Ci siamo perse solo in Coppa Italia, ed è un vero peccato, a Novara e nel primo set contro Forlì, quando però il crollo del palazzetto di Viadana ci aveva destabilizzate. Cremona ci ha accolte benissimo: e se parliamo di cifre, i 3mila spettatori del PalaRadi sono stati la spinta giusta con Conegliano e Urbino. Sarà così anche per le prossime sfide interne». Prima però c’è Scandicci, un «forno»: guai a risparmiarsi, garantisce la dottoressa Tirozzi. © RIPRODUZIONE RISERVATA

DOMANI ORE 9.30

Su GazzettaTv prima cronaca ● Domani mattina (ore 9.30) viene trasmessa in differita la prima telecronaca del volley femminile su GazzettaTv, Pomì Casalmaggiore contro Zeta System Urbino. ● NOVARA (a.a.) L’Igor Novara è impegnata (19) a Schweriner (Ger) dove deve riscattare la sconfitta dell’andata (1-3) in Challenge Cup. ● POLACCHI (an.me.) La Sir Safety ha raggiunto la Polonia dalla Lombardia dopo aver giocato a Desio. Al seguito anche una ventina di tifosi che partiranno oggi da Perugia. ● CONFERMATO (al. fr.) Vincenzo Nacci confermato sulla panchina del Venezuela. ● TROFEO GAZZETTA Uomini (22) 82: Atanasijevic, 75: Lanza, 69: Bruno, 66: Starovic, 64: Petric, 60: Kaziyski, 59: Sander. Donne (19) 81: Fabris, 78: Barun, 73: Ozsoy, 64: Van Ecke, 60: Nikolova, 59: Tomsia, Tirozzi, 56: Klinemann, 51: Plak, 49: Diouf.


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TUTTENOTIZIE BASEBALL / 6 AZZURRI

L’Europa a Tokyo e in Tv sfida le stelle giapponesi ● (m.c.) Si disputano oggi alle 10 italiane (diretta su Eurosport 2) e domani le storiche sfide tra Giappone e All Star Europa, guidata dal manager Steve Janssen e dal bench coach Marco Mazzieri. Nel primo duello al Tokyo Dome i pro’ nipponici (19 di loro hanno già piegato le stelle di Major league) proporranno sul monte di lancio Daichi Osera di Hiroshima, mentre l’Europa si affida al veterano olandese Rob Cordemans, 40 anni. Tra i rilievi Alessandro Maestri, in Giappone con Orix Buffaloes. Nel roster dei 28 altri 5 azzurri: il lanciatore Josè Escalona (Rimini); gli interni del Bologna Alessandro Vaglio e J.C.Infante; gli esterni Mario Chiarini (S.Marino) e Stefano Desimoni (Rimini). Le selezione europea. Lanciatori: Sommer, Stoecklin (Ger), Markwell, Cordemans, Stuifbergen, Martis, Van Mil, Bolsenbroek, Yintema, Heijstek (Ola), Escalona, Maestri (Italia), Ozanich (Fra), Nacar (Spa). Ricevitori: Ochoa (Spa), Daschenko, Boekhoudt (Ola). Interni: C. Smith (Ola), Vaglio, Infante (Ita), Angulo (Spa), Duursma (Ola, Sladek (R.Cec). Esterni: Desimoni, Chiarini (Ita), F.Martinez (Spa), Sams (Ola). Utility: De Caster (Ola).

IPPICA

Cheltenham Parte il festival con Hurricane

L’«italiano» Hurricane Fly ● Da oggi a venerdì il festival dei salti di Cheltenham, uno degli eventi più attesi dagli inglesi, con 27 corse, l’equivalente di 5,4 milioni di premi in pista, e tantissima gente: nei quattro giorni attesi almeno 230.000 spettatori. Anche per le scommesse previsioni gigantesche: più o meno sul festival verranno giocate circa 600 milioni sterline, pari a oltre 800 milioni di euro. E oggi nella prima giornata uno spicchio italiano nel Champion Hurdle (ore 16.20, siepi, 3300), con il fenomenale Hurricane Fly (P. Townend), allevato da Giovanni Caiani, che cerca la terza vittoria in questa corsa già disputata cinque volte: 1° nel 2011, 3° nel 2012, 1° nel 2013 e 4° nel 2014, tutte in coppia con Ruby Walsh che però oggi salirà sul favorito (11/10) Faugheen, compagno di allenamento (Willie Mullins) di Hurricane Fly che è a 8/1. L’evento clou sarà la Gold Cup (siepi, m 5300) di venerdì, quando l’ultima corsa sarà intitolata a Tony McCoy, uno dei migliori fantini d’ostacoli di sempre all’ultima partecipazione al festival: a fine anno chiuderà la carriera.

1 GHIACCIO-Pista lunga, Kramer 7° oro iridato Ai Mondiali allround in pista lunga di Calgary(Can)

trionfo di Sven Kramer (Ola) 7° titolo in 9 anni. Uomini. 10.000: 1.Kramer (Ola) 12’56”69. Finale: 1. Kramer (Ola) 146.509; 2.Yuskov (Rus) 146.934; 3. Lunde Pedersen (Nor) 147.182; 15. Giovannini 110.858.

BOXE: IN INGHILTERRA

Gemelli, non rivali E i Birkenhead non si affrontano 1Patrick accusa finti problemi di peso e così Paul va in finale: «Una promessa a mamma»

Patrick (sin.) e Paul Birkenhead, 15 anni, sono gemelli monozigoti

Riccardo Crivelli

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emelli, sempre. Nemici, mai. Così, quando il sorteggio delle semifinali del torneo dilettanti di Kirkdale, nella zona di Liverpool, li ha messi di fronte, Patrick e Paul Birkenhead, monozigoti nati 15 anni fa a un minuto di distanza l’uno dall’altro, si sono comportati come hanno sempre fatto fin da

bambini: non si combatte tra fratelli, lo abbiamo promesso a mamma Alice e papà Paul sr. Così Patrick, formalmente il più giovane, ha rinunciato per presunti problemi di peso (la categoria è quella dei 66 kg) lasciando strada libera a Paul per la finale. PRECEDENTI La storia dunque si ripete: proprio in Gran Bretagna, negli anni 50, George ed Henry Cooper (questi sfidò pure Ali, da professionista), gemelli pure lo-

DOPO IL RICORSO DELLA PROCURA CONI

ro, si accordarono per non affrontarsi mai. Più di recente, Jermall e Jermell Charlo, monozigoti come i Birkenhead, sceglievano di volta in volta chi di loro dovesse vincere e l’altro si rimpinzava d’acqua minerale fino a fallire il peso. Il caso più famoso è ovviamente quello degli ucraini Klitschko, divisi da cinque anni ma campioni del mondo dei massimi in contemporanea e mai rivali sul ring per non scontentare la madre. LA SCELTA Patrick, che è mancino, ha giustificato la scelta dicendo che in fondo lui non appartiene naturalmente alla categoria e che dunque Paul avrebbe vinto facilmente, «perché è un pugile migliore». Ma Paul, che invece combatte in guardia normale, ha replicato piuttosto seccato: «Dice così solo per il record: entrambi abbiamo 20 incontri alla spalle, e io ne ho vinto uno di più, 13 a 12. Sarebbe stata una sfida al 50 per cento. Il fatto è che non siamo solo fratelli, ma grandi amici. Non possiamo affrontarci, tutto qui». I Birkenhead si allenano quattro volte alla settimana al Rotunda Club, una delle palestre più rinomate della regione di Liverpool e quelle pareti sono ormai parte integrante della loro vita e della loro famiglia, visto che la sorella maggiore Daisy, 16 anni, lì fa il coach e la sorella minore Peggy, 9 anni, è già una piccola promessa con i guantoni. Sognano il professionismo, pur con modelli diversi: «Il mio idolo è Pacquiao», confessa Patrick. Paul, invece, ammira Saul Alvarez: «Che guerriero! E poi, soprattutto, ha i capelli rossi come i miei...». © RIPRODUZIONE RISERVATA

RUGBY

Kostner, ora pure la Wada al Tas per chiedere più mesi di squalifica Scelto l’«arbitro» del caso Valverde

Italia, De Carli: «Castro? Nulla di disciplinare»

● Anche la Wada scende in campo per chiedere una squalifica più severa per Carolina Kostner. Ieri è arrivata infatti la notizia della costituzione dell’Agenzia Mondiale Antidoping presso il Tas, il Tribunale Arbitrale dello Sport di Losanna. Una decisione che era stata preceduta dall’intervento della procura antidoping del Coni, che aveva deciso di ricorrere in appello giudicando non sufficientemente dura la squalifica di un anno e quattro mesi decisa dal Tribunale Nazionale Antidoping lo scorso 16 gennaio. Ancora prima, naturalmente per ragioni opposte, c’era stato il ricorso di Carolina. Che non ci sta, non vuole che la sua storia sportiva sia macchiata da una condanna che sente profondamente ingiusta. Ricordiamo la vicenda: nella sentenza, i giudici sportivi scelsero di applicare l’articolo 2.9 delle Norme Sportive Antidoping che puniscono una sorta di complicità di secondo livello, con un minimo di 2 anni. Era la sanzione per la famosa bugia di Carolina, il «non c’è» pronunciato all’ispettore antidoping che voleva controllare il suo fidanzato di allora, Alex Schwazer, il 30 luglio del 2012 (in serata il controllo fu invece effettuato svelando l’assunzione di eritropoietina). C’era stato però anche lo sconto perché la complicità non era stata giudicata frutto di «colpa o

● (ro.pa.) C’è una piccola incertezza sulle condizioni del capitano Sergio Parisse in vista di Italia-Francia di domenica, quarta giornata del Sei Nazioni. Il numero 8 azzurro ha saltato la partita del Top 14 francese di sabato (vinto dal suo Stade Francais per 23-22 a Bordeaux) per un problema al polpaccio destro e ieri, nella prima giornata all’Acqua Acetosa (Roma), si è allenato a parte. Lo staff azzurro non vuole rischiare e solo domani scioglierà i dubbi. È sotto controllo la situazione di Francesco Minto (coscia) e Edoardo Gori (polpaccio). Il coach degli avanti Giampiero De Carli è tornato sull’esclusione di Martin Castrogiovanni, che aveva saltato la sfida con la Scozia per il morso del cane e i 14 punti rimediati al viso, al cui posto è stato confermato Lorenzo Cittadini: «Non c’è nulla di disciplinare, sarebbe folle solo pensarlo. Si è scelto di confermare i 23 di Murrayfield. Comprendiamo che per lui può essere stato difficile accettarla. E per fortuna che non è contento di non giocare».

Carolina Kostner, 28 anni EPA negligenza significativa» (articolo 4.5.2.1), senza però arrivare il massimo della riduzione. Insomma, un anno e quattro mesi di squalifica e non un anno e basta (che avrebbe permesso a Carolina di rientrare già a inizio 2016 e non il 15 maggio del prossimo anno). Almeno su una cosa, però, le tre parti sono d’accordo. Hanno infatti scelto lo stesso «arbitro» (in genere il collegio ne prevede tre, ma stavolta potrebbe dunque bastarne uno solo) presso il Tas: l’avvocato anglobelga Romano Subiotto, che aveva firmato una delle decisioni più celebri del Tas, la conferma della condanna del ciclista spagnolo Alejandro Valverde pronunciata dal Tribunale del Coni. Subiotto parla cinque lingue, fra queste l’italiano, che potrebbe essere dunque la lingua della discussione dei ricorsi. Valerio Piccioni

ATLETICA MARCIA: RUBINO NONO (si.g.) Nono posto (miglior europeo), in 1h24’45”, di Giorgio Rubino nella 20 km di marcia su strada di Chihuahua (Mes), 2a tappa Challenge Iaaf. Uomini. 20 km: Sanchez 1h23’00”; Barrondo (Gua) 1h23’01”; Palma 1h23’11”. ● CADETTI RECORD (si.g.) Elisabetta Vandi, figlia d’arte, ha migliorato la sua miglior prestazione italiana cadette indoor 200 ad Ancona con 25”09. Altri primati u16 i 600 1’34”51 Abel Campeol e la 4x200 1’36”91 del Lazio maschile. ● CHE PERKOVIC (si.g.) A Spalato (Cro), esordio stagionale super di Sandra Perkovic: 70.08 nel disco. ● MEZZA PRIMATO (d.m.) Al keniano Stanley Biwott la mezza de L’Aia (Ola) in 59’20”, m.p.m. 2014. Uomini: 1. Biwott (Ken) 59’20”; 2. Kotut (Ken) 59’28”; 3. E. Kiptoo (Ken) 59’35”; 4. E. Tarus (Ken) 1h00’04”; 5. Kimani (Ken) 1h00’05”. Donne: 1.Neuenschwander (Svi) 1h11’04” ● YANIT ALLUNGA (si.g.) La Iaaf ha vinto il ricorso alla Corte d’arbitrato per il caso doping della turca Nevin Yanit, campionessa europea 2010 e 2012 dei 100 hs: la squalifica passa da due a tre anni e si concluderà il 6 marzo 2016.

NUOTO ● FARFALLA CIELO (al.f.) Cesar Cielo, che ha rinunciato alla trasferta marsigliese con la nazionale, sigla la migliore prestazione mondiale dell’anno dei 50 farfalla a Belo Horizonte (Bra), 23”28, e vince i 50 sl in 22”07. ● DOPPIETTA FISSNEIDER (al.f.) Al debutto nelle gare in vasca da 25 yard, Lisa Fissneider vince 100-200 rana a Grensboro (Usa) in 1’00”88 e 2’09”32. ● ESIBIZIONE PHELPS (al.f.) Michael Phelps nei 200 misti fuori classifica ai campionati americani in vasca da 25 yard di Austin fa 1’40”84,7aperformance Usa all-time. Nei 100 fa chiude con il personale di 44”91, nei 100 sl fa 42”17. ● HACKETT (al.f.) Grant Hackett torna alle gare il 14-15 marzo a Brisbane(Aus) al via di 100, 200 e 400 sl. Il 16enne australiano Kyle Chalmers migliora il primato nazionale di categoria in 49”40.

PALLANUOTO ●

BOXE ● ITALIANI (r.g.) Il superleggero Bovi (10-1-1) a Zurigo batte Ivkovic (Bos, 1-3) ko 6. A Roma, il medio Lecca (11-1-1) si impone su Haaz (Ung, 9-16-1) kot 4. A Vittoria (Rg) il leggero Invernizio (6-2-1) b. Pastarini (3-6) p. 6. A Madrid (Spa), Giuseppe Laganà (25-11-1), ex tricolore (2002), 44 anni, fermo dal 2012, perde p. 6 da Olteanu (Rom, 14-7-1). ● BLANDAMURA (r.g.) Joe Saunders (Ing. 21) ha lasciato vacante l’Europeo medi per puntare il Mondiale Wbo.L’Ebu deve indicare il cosfidante del francese Michel Soro (25-1-1), in lizza Bursak (Ucr, 30-3) ed Emy Blandamura (23-1). ● DONNE GIOVANI (m.moro.) A Calambrone (Pi) torneo nazionale femminile junior/youth con 17 match in finale (5 junior e 12 youth). Risultati: Junior 46 Cavallo b. Di Marco 3-0; 50 Marchese b Chaarabi 2-1; 66 De Carlo b. Sprecacenere 3-0; Youth 48 Bonatti b. Ferlick 2-1; 51 Gioia b. Rovetto 2-0; 54 Pierri b. Baruzzi 3-0; 57/A Marchese b. Esposito 3-0, 57/B Secci b. Casella 3-0; 64 Albini b. Nosenzo 2-1; 69/A Carini b. Salerno 2-0, 69/B Mazzucca b. Zaimi Tko-I r3; 81 Paoletti b. Dal Sie WO. ● RUSSO E VALENTINO (i.m.) L’Aiba annuncia le date del ciclo di Apb che qualificherà il 2° pugile all’Olimpiade: 29-30 maggio e 5-6 giugno 1° match; 10-11 e 17-18 luglio 2°match (valido per la qualificazione); 11-12 e 18-19 settembre finali. Per l’Italia in lizza Clemente Russo (91) e Domenico Valentino (60).

HOCKEY GHIACCIO SEMIFINALI PLAYOFF AL VIA (m.l.) Oggi ad Asiago (Vi) e Brunico (Bz) si gioca gara-1 (su 7) delle semifinali scudetto del campionato di serie A numero 81. Programma. Ore 20.30: Asiago-Milano; Val Pusteria-Renon. ● BOLZANO (m.l.) Il Bolzano gioca oggi a Linz gara-3 (su 7) dei quarti con la serie in parità 1-1. Altre: SalisburgoVillach (serie 1-1); Znojmo-Klagenfurt (serie 1-1); Fehervar-Vienna (serie 2-0).

HOCKEY PISTA ●

FORTE RINVIA (m.nan) Il maltempo della scorsa settimana sulla Versilia ha reso inagibile il palasport di Forte dei Marmi: rinviato a data da destinarsi il big match di A-1 di oggi con Breganze. Alle 20,45 Valdagno-Trissino, posticipo della 21a giornata. Classifica: Forte dei Marmi* 54, Breganze* 47, Cgc Viareggio 44, Valdagno* 43, Bassano 38, Trissino* 36, Follonica 27, Lodi 26, Pieve 25, Matera 23, Giovinazzo 21, Sarzana 19, Prato 8, Correggio 6. (*= una in meno)

HOCKEY PRATO ● PARI AZZURRO (g.l.g.) Gli azzurri chiudono la 2a fase della World League a San Diego (Usa) pareggiando 1-1 col Cile, poi sconfitti agli shoot out (0-3): finiscono così sesti la competizione. Rete italiana di Tommy Keenan (35’) e risposta cilena di Nicolas Renz (41’), entrambe su corto. Torneo onorevole, ma addio alla qualificazione olimpica.

IPPICA ●

Giampiero De Carli, 44 anni FAMA

Brenta (9), Ramira Cof (10), Pitter Starlight (5), Runa Horse (11) e Ollowin Rl (4). ● ANCHE Trotto: Albenga (15.50) e San Giovanni T.(15.15).Galoppo: Roma(14.30).

IERI 11-3-9-10-6 A Follonica (m 2200): 1 Lex Wise (E. Moni) 1.15.4; 2 Luster Sf; 3 Ruben Grif; 4 Rampichino Jet; 5 No Tiengo Miedo; Tot.: 5,63; 2,68, 7,37, 2,34 (115,98). Quinté: 5.499,64. Quarté: 2.871,78. Tris: 355,56. ● OGGI QUINTÉ A TRIESTE Al Montebello (inizio convegno alle 15.25) scegliamo Pipino Baggins (12), Rain del

ARBITRI A Roma ieri incontro tra rappresentanti federali, arbitrali e tecnici di A-1 dopo le recenti polemiche sulle direzioni di gara. Gli allenatori (Bovo, Bettini e Posterivo; De Crescenzo ha rinunciato) hanno chiesto maggiore uniformità di giudizio. Seguiranno altre riunioni in previsione dei playoff. ● EUROPEI Barcellona, sede anche quest’anno della Final Six di Champions League (per le successive due edizioni possibile Budapest), ospiterà gli Europei 2018. Nel 2016 saranno a Belgrado.

SCHERMA ● COPPA A UDINE Nell’ultima di Coppa del Mondo under 20 ad Udine, l’Italia è 2a nella spada donne con Roberta Marzani, Nicol Foietta, Eleonora De Marchi ed Alice Clerici, k.o. 30-25 con l’Ungheria 30-25, e nella spada uomini con Davide Amodio Maisto, Federico Vismara, Enrico Bergamini e Cosimo Martini, battuta dalla Svizzera 45-34.

SPORT INVERNALI ●

VASALOPPET (g.v.) La 91a Vasaloppet (15.800 partecipanti, 2000 le donne nel giorno della loro festa), la «gara» di fondo, 90 km a tc da Salen a Mora (Swe), è stata l’edizione degli esordienti: successi di Petter Eliassen (Nor) sul connazionale Aukland e Rezack (RCeca) e di Justyna Kowalczyk (Pol) su Johansson Norgren (Sve) e Boner (Svi). Italiani: Riccardo Mich (32°) e Simone Bosin (33°) e Giorgio Di Centa (49°). ● SALTO DI COPPA Stefan Kraft vince dal grande trampolino di Lahti (Fin) in 284.5: battuti Freund (Ger) 273.2 e Fannemel (Nor) 268. L’austriaco, che ama l’Italia e Predazzo, ora è a 7 punti dal leader di Coppa, lo sloveno Prevc (1315). Oggi si gareggia a Kuopio. A squadre: 1. Norvegia 1069.1; 2. Germania 1040.2; 3. Giappone 1031.7.

TIRO A VOLO ●

RHODE SUPER Mentre nel maschile, dopo 4 serie Valerio Luchini era ancora «pieno» con 100/100, con Hancock(Usa) e Lodde che ha chiuso a 123, Kimberly Rhode è qualificata per la 6a Olimpiade (già 5 medaglie, 3 ori, tra skeet e double trap) vincendo lo skeet alla Coppa del Mondo di Acapulco. Italiane fuori dalla semifinale: Skeet: 1. Rhode (Usa) 72/75 –16/16–15/16; 2.Connor (Usa) 72 – 14 (+2) – 13; 3.Meng Wei (Cina) 71 – 13(+14); 16; 10.Bacosi 69; 11. Cainero 68;17.Spada 67.

Addio a Lazzari Già voce da Bologna per la Gazzetta ● Si è spento a Bologna dopo una breve malattia, il collega Michael John Lazzari. Esperto di calcio inglese, tennis e motori, tra le tante attività Lazzari era stato anche collaboratore della Gazzetta dello Sport. Apprezzato scrittore, aveva pubblicato libri sul Bologna calcio (finalista al premio Bancarella Sport) e sull’automobilismo, l’ultimo in uscita s’intitola «Donne da corsa». Aveva 44 anni. Alla famiglia di Michael, la Gazzetta porge le più sentite condoglianze.


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non capirebbero». Secondo calcoli non so quanto esatti, Verdini disporrebbe di una pattuglia autonoma di deputati e senatori, 28 a Montecitorio e 15 a Palazzo Madama, pronti al limite a costituirsi in gruppo a sé («Responsabili» o «Nuovi Responsabili»). Sarebbe sulle posizioni di Verdini anche Gianfranco Rotondi.

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IL FATTO DEL GIORNO IL CAMPO MINATO Gianni Cuperlo, 53 anni, esponente della minoranza Dem, con il segretario Pd e premier, Matteo Renzi, 40 ANSA

Come mai Berlusconi ha deciso di votare contro? È un tentativo di rendere possibile un’intesa con la Lega che porti un centrodestra unito alle Regionali. Ma è una strada tutta in salita: Salvini fa di testa sua, ha scelto i candidati senza consultarsi con gli ipotetici alleati, non vuole sentir parlare di intese con Ncd, insomma forse potrebbe accettare un’alleanza con Berlusconi ma alle condizioni sue. Quindi è improbabile che quando si adopera la parola «centrodestra» si possa includere a questo punto la Lega (che oltre tutto, essendosi messa con Casa Pound, ha ben poco di «centro»). Il centrodestra, in realtà, è frantumato come non mai: anche guardando il gruppo che oggi voterà contro la riforma, si dovrà ammettere che tra i seguaci di Fitto e i forzisti puri e duri passa un abisso.

Dopo il no di Berlusconi che cosa rischia Renzi 3 se continua ad avere la sinistra Pd contro? 1Oggi la resa dei conti in Aula per la legge sul Senato: la minoranza

dem vota sì ma lo scontro è solo rinviato. Centrodestra frantumato

di GIORGIO DELL’ARTI gda@gazzetta.it

Oggi la Camera vota la riforma costituzionale (in pratica: la riforma del Senato) e, plasticamente, si potrebbero rappresentare gli schieramenti dividendoli nei seguenti blocchi (da destra verso sinistra): leghisti che votano contro, forzisti che votano contro, forzisti che non votano contro, grillini che abbandonano l’aula, ex

grillini che aprono al governo, centristi che votano a favore (Ncd), democratici che votano a favore, democratici e affini che votano contro.

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La legge passa o non passa? La legge passa, perché Renzi alla Camera ha troppi numeri a suo favore. C’è poi il lavoro fatto da Verdini negli ultimi giorni: ha avvicinato i suoi e mostrato che, se per un’ipotesi remota la riforma

del Senato non dovesse essere approvata, Renzi porterebbe tutti a votare e quanti degli attuali onorevoli sarebbero nuovamente candidati? Il ragionamento ha spinto molti berlusconiani o ex berlusconiani a optare per la disobbedienza. Oggi questi voteranno sì alla riforma del Senato, con la giustificazione, abbastanza forte, che finora Forza Italia ha approvato e ha anzi contribuito a scrivere la legge così com’è. Dunque «gli elettori

IL VERTICE A BRUXELLES

Il ministro greco Yanis Varoufakis

LA CHIAVE

La scelta di Forza Italia è un tentativo di rendere possibile un’intesa con la Lega alle Regionali Mentre l’M5S annuncia che lascerà l’Aula, dagli ex grillini arriva un’apertura al governo

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Nonostante la forza del Pd a Montecitorio, mi pare che il premier-segretario cammini su un campo di mine. La tattica prossima ventura del premier è stata raccontata in un passaggio dell’intervista che Renzi ha dato all’Espresso: «Un partito che punta al premio di lista — dice — deve essere meno leggero di quanto io immaginassi in origine. Serve una strada nuova rispetto al vecchio modello di partito ormai superato, ma anche rispetto al partito all’americana che era il mio sogno iniziale. Un partito che non sia solo un comitato elettorale. Se nel Pd si vuole discutere di questo sono pronto. Anche se so che una parte dice di no a tutto per principio». Lettura di questa frase: se voi, sinistra del Pd, bersaniani e quant’altro, non vi mettete di traverso su legge elettorale e nuovo Senato, io riorganizzerò il partito in modo da darvi più voce in capitolo nelle scelte-chiave e soprattutto nelle scelte che riguardano la formazione delle liste elettorali. Uno degli spauracchi dell’opposizione a Renzi, infatti, è di contare troppo poco per imporre al premier la ricandidatura dei suoi. Parliamoci chiaro: la maggior parte degli oppositori interni di Renzi rischia seriamente di non essere più candidato. Renzi lo sa e mostra una via d’uscita. D’altra parte il premier — che ieri ha deciso di spostare al Cdm di giovedì il via libera alla riforma della scuola annunciato per oggi — non potrebbe fare altrimenti: tramontato il Patto del Nazareno con Berlusconi, rischia, se ha contro anche quell’angolo del Pd. © RIPRODUZIONE RISERVATA

DISCORSO AL QUIRINALE

Mattarella ai nuovi giudici «La riforma va valutata»

Sergio Mattarella, 73 anni ANSA

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oraggio e umiltà. Sono le due parole che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha usato per incitare al Quirinale i 346 magistrati in tirocinio nominati con decreto ministeriale del 20 febbraio 2014. «L’impegno che vi aspetta è vasto e arduo. Professionalità, dedizione, credibilità, autorevolezza, senso di responsabilità, sono le doti che i cittadini si aspettano di trovare nei magistrati — ha proseguito il capo dello Stato, che ha chiesto anche un impegno per lotta a corruzione che «porta alterazione grave a Paese». Il discorso di Mattarella ha riguardato anche la nuova legge sulla responsabilità civile delle toghe: «Andranno valutati gli effetti concreti, ma non abbiate paura». Il capo dello Stato ha poi aggiunto che il Consiglio superiore della magistratura è «organo di garanzia dell’autonomia e dell’indipendenza della funzione giudiziaria» e che lui, «nella duplice veste di presidente della Repubblica e di presidente del Csm, sarà sempre attento custode di questi valori». I cittadini chiedono alla magistratura «di rendere concreto, in tempi rapidi, il fondamentale diritto costituzionale alla giustizia, ossia al riconoscimento dei propri diritti», ha sottolineato Mattarella. A intervenire è stato anche il vice presidente del Csm, Giovanni Legnin: «Serve una nuova cultura della giurisdizione che va affermata coltivando sensibilità verso l’apertura culturale e mediante il dialogo, scevro da rigidità anche con scienze diverse da quella giuridica».

QUANTITATIVE EASING

L’Ue striglia Atene «Adesso basta perdere tempo» 1Promesse greche all’esame europeo: «N «Sono troppo vaghe». E domani si torna a trattare

Quanto può durare la faccia feroce di Berlusconi, visti gli interessi delle sue aziende? Fino alle elezioni. Poi comincerà il riavvicinamento. Come dimostra la tranquillità con cui è stata accolta la notizia di tutta quella dissidenza. Ieri Giovanni Toti ha annunciato il «no» di Forza Italia, aggiungendo però: «Dopo, se c’è qualche sensibilità diversa nei gruppi parlamentari, è legittimo un voto diverso».

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E la sinistra del Pd? La sinistra del Pd fa questo ragionamento (lo ha ribadito ieri Miguel Gotor in un’intervista al Corriere della Sera): combinando insieme il nuovo Senato o, meglio, il nuovo sistema monocamerale con una legge elettorale come l’Italicum, che manderà alla Camera soprattutto dei nominati, si imbocca la strada di una democrazia dimezzata, con la creazione di un grande centro pigliatutto e due ali rumorose e ininfluenti, a destra e a sinistra. Quindi, se oggi la riforma del Senato passa così com’è, noi voteremo contro l’Italicum.

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ei negoziati con la Grecia si sono perse due settimane in discussioni sostanzialmente inutili». Le parole decise del presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, indicano che la pazienza sta finendo dalle parti di Bruxelles. Ieri, infatti, sono proseguite a oltranza le trattative, con la possibilità che Atene debba davvero tornare sotto la supervisione della ex Troika (Ue, Bce e Fmi). Stavolta, però, vigilerebbe da Bruxelles. In ogni caso, è attesa la ripresa dei negoziati per domani e dal governo di Tsipras pare filtrare la disponibilità a rivedere le riforme: dopo la presentazione del piano in sette punti, giudicato troppo «vago» in Europa, il leader di Syriza dovrà specificare meglio le sue intenzioni. E sull’attuazione del programma di sostegno finanziario

alla Grecia ha parlato anche il ministro dell’Economia italiano, Pier Carlo Padoan, al termine della riunione dell’Eurogruppo: «Siamo sulla strada giusta, ma bisogna iniziare a correre perché il tempo è poco». DI FUOCO L’ennesima giornata di fuoco per la Grecia e l’Europa ha resto nervosi i listini del Vecchio continente, con la Borsa di Atene a farne le spese maggiori (ieri un -4,2% finale). Tra l’altro, si sono riuniti anche i ministri delle Finanze dell’Eurozona per ascoltare i dettagli dei sette punti inviati dal ministro greco, Yanis Varoufakis, ma per il momento non c’è traccia della tranche di liquidità di salvataggio per Atene. «La nostra politica è che la Grecia resti nell’Eurozona. Ma una cosa è la solidarietà, un’altra la determinazione a spingere sulle riforme; se la via è questa c’è ancora molta strada da fare», ha fatto sapere Angela Merkel. E la cancelliera tedesca ha pure ricevuto una bizzarra minaccia dal ministro della Difesa greco: «Se ci abbandoneranno, i migranti riceveranno i documenti e andranno a Berlino. E se fra loro ci saranno jihadisti, l’Europa sarà responsabile», ha detto Panos Kammenos, il populista di destra alleato di Tsipras.

La Bce acquista titoli italiani per 150 miliardi 1Al via il piano Draghi. Frenano È le Borse, solo Milano ai massimi da quattro anni

Mario Draghi, presidente Bce

partito ufficialmente il piano Quantitative Easing voluto dalla Banca centrale europea di Mario Draghi. Francoforte ha iniziato ieri a rastrellare titoli di Stato, partendo dalla Germania, passando dalla Francia, fino ad arrivare in Italia (mentre per quelli greci dovrà attendere l’accordo). Continuerà a farlo al ritmo di 60 miliardi di euro al mese almeno fino a settembre 2016 per far risalire l’inflazione nell’Eurozona al 2%. Per l’Italia, l’attuazione del piano si tradurrà in acquisti di titoli per 150 miliardi di euro: di questi 130 miliardi arriveranno direttamente da Bankitalia e gli altri 20 dalla Bce. Nell’operazione saranno inclusi anche Abs e covered bonds. Mario Draghi ha comunque sempre avvertito dell’esistenza di rischi, a partire

dalle mancate riforme da parte dei diversi governi coinvolti. Come dire, la Bce ce la metterà tutta ma da sola non può bastare, ognuno dovrà metterci del suo. Da qui le proteste arrivate anche ieri dal M5S: «Il Quantitative Easing non fa altro che mantenere in vita un morto che cammina: l’euro. Draghi — ha detto il capogruppo al Senato Andrea Cioffi — prosegue sulla via della liquidità alle banche, quando servirebbero investimenti nell’economia reale. La manovra non solo non raggiungerà gli obiettivi dichiarati, ma rischia di rappresentare per l’Italia una vera fregatura, visto che la Banca d’Italia su mandato della Bce potrà comprare titoli di stato italiani anche dalle banche estere». I MERCATI Intanto la reazione delle Borse europee all’avvio del QE è stata piuttosto cauta, complici anche le nuove tensioni tra Bruxelles e Atene. Londra, Parigi e Madrid hanno chiuso in calo di mezzo punto e Francoforte e Milano sopra la parità. In particolare Piazza Affari ha concluso la giornata in rialzo, con il Ftse Mib che tocca la soglia dei 22.564 punti, ai massimi da quattro anni.


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SENZA PAURA LA MALATTIA CI FA VEDERE TERRE IGNOTE

Parla il Monsignore «Mai visto Moro nel covo delle Br»

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1Depone Don Mennini, contattato dai terroristi nel ‘78

DIVERSAMENTE AFFABILE di FIAMMA SATTA

a Sclerosi Multipla Secondariamente Progressiva è una brutta bestia. L’ho accettata, l’affronto, la contrasto ma non c’è niente da fare, la paura che dorme dentro di me ogni tanto esce fuori a prendere una boccata d’aria. Conviene confrontarsi con lei. Che fare? Il celebre neurologo scienziato Oliver Sacks è stato colpito da un tumore e recentemente ha affermato: «Non riesco a fingere di non avere paura, ma il sentimento predominante è gratitudine: sono stato un essere senziente su questo splendido pianeta, e ciò è stato un privilegio e un’avventura». Bevo a garganella le sue parole che gettano luce sul buio. E “luce”, per esempio, è considerare che da quando ho perso definitivamente la salute ci “vedo” meglio poiché ogni malattia è strumento di conoscenza e la sua progressione una buona palestra per riuscire ad apprezzare ogni singolo momento di questo viaggio nella bellissima, appassionante e sia pur breve vita, in barba a paura, solitudini, ignoranza e abilioni. Sacks stesso aveva definito i malati “viaggiatori diretti verso terre inimmaginabili, terre di cui altrimenti non avremmo idea, che non potremmo raffigurarci”. Comprenderete bene, quindi, la voglia matta che ho di abbracciarlo e ringraziarlo. BLOG segui Fiamma anche su diversamenteaffabile.gazzetta.it

«Paolo VI voleva pagare dieci miliardi per il riscatto»

NOTIZIE TASCABILI ARRESTI IN GAMBIA

Peschereccio sequestrato: un italiano libero ● Uno è stato liberato ieri, l’altro potrebbe esserlo a breve, appena l’armatore del peschereccio salderà l’ammenda. Dovrebbe così avviarsi alla conclusione la vicenda dei due pescatori italiani della «Idra Q», arrestati in Gambia il 2 marzo scorso dopo 10 giorni di sequestro della loro imbarcazione con l’accusa di uso di reti da pesca con maglie non conformi alla

IL TAR DEL LAZIO

Massimo Liberati è stato scarcerato regolamentazione del paese africano. La Farnesina ha annunciato la scarcerazione di Massimo Liberati, il direttore di macchina dell’imbarcazione dopo l’impegno dell’armatore a pagare l’ammenda. Ora si attende lo stesso lieto fine anche per il comandante Sandro De Simone.

AVEVA 86 ANNI

Matrimoni gay È morto Fumagalli «Decidono Mister Candy solo i tribunali» inventò la lavatrice

Il Nunzio Apostolico nel Regno Unito Antonio Mennini nell’audizione di ieri in commissione d’inchiesta ANSA

Elisabetta Esposito

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i brigatisti comunque ci sono stati: «Il 20 aprile ricevetti una telefonata in cui mi si chiedeva di prendere un plico e di consegnarlo alla signora Moro: fu il mio primo contatto con loro (nella persona del professor Nicolai, ndr)». Seguirono altre tre chiamate: nell’ultima, il 5 maggio, si parlava anche di un «canale di ritorno» tra famiglia e brigatisti, la più «importante novità emersa dall’audizione» secondo il presidente della commissione Giuseppe Fioroni.

ualcosa di più sui drammatici giorni del rapimento Moro adesso si sa. Soprattutto si conosce il ruolo che ha avuto il Vaticano e in particolare Paolo VI. Monsignor Antonio Mennini, nunzio apostolico in Gran Bretagna, è stato ascoltato ieri per poco meno di tre ore dalla commissione parlamentare d’inchiesta sul caso del SE FOSSI ENTRATO RISCATTO Ma non è la sola. «Paleader della Democrazia CriIN QUELLA PRIGIONE pa Paolo VI voleva che Moro fosstiana, rapito dalle Br il 16 marse liberato, che si trattasse, ma il zo 1978. Era stato Papa FranceAVREI CHIESTO clima non era favorevole: c’erasco a invitare Mennini a parlare, DI PRENDERE IL POSTO no adunanze dei sindacati per per fare chiarezza su uno dei più DEL PRESIDENTE non cedere, le trasmissioni ratragici omicidi politici del secodio di Selva sbilanciate per il lo scorso. In ballo soprattutto la “no”, La Malfa che parlava di pepresenza del prete nel rifugio ANTONIO MENNINI na di morte, il governo e il Pci del Br, per confessare per l’ultiNUNZIO APOSTOLICO ma volta Moro: «Non è mai acattestati sulla linea della fermezza. Che avrebbe potuto fare caduto, non sono mai stato in quella prigione», ha detto ieri. «Purtroppo non il povero Papa? Venni a sapere due o tre anni doho avuto questa possibilità, ma sarei stato molto po che Paolo VI aveva chiesto di mettere a dispocontento di farlo. Non avrei difficoltà ad ammet- sizione 10 miliardi di lire perché non so quale tere di essere andato nel covo delle Br. Ma se fonte aveva fatto balenare le possibilità che le Br avessi avuto un’opportunità del genere credete potessero accontentarsi di un riscatto. Certo, io che non avrei tentato di fare niente? Mi sarei of- avrei trattato, ma non contavo: si sarebbe potuto ferto di prendere il suo posto, avrei provato a in- convocare le Camere, prendere tempo... Perché tavolare un discorso o ricordare il tragitto fatto. si è detto no a tutto? Se Fanfani avesse detto “tratSe qualcuno lo ha confessato, come sembra, sarà tiamo” si sarebbero fermati». stato un prete amico dei terroristi». I contatti con © RIPRODUZIONE RISERVATA

● «L’annullamento delle trascrizioni di nozze gay celebrate all’estero può arrivare solo dal tribunale civile». Lo ha deciso il Tar del Lazio. I giudici hanno accolto il ricorso di alcune coppie contro l’annullamento disposto dal prefetto della trascrizione della loro unione contratta all’estero nel registro dell’Unioni Civili di Roma.

● È morto, a 86 anni, Peppino Fumagalli, il fondatore del gruppo Candy, con sede a Brugherio, provincia di Monza e della Brianza. L’imprenditore è stato l’inventore nel 1946 della prima lavabiancheria italiana insieme al padre Eden e ai fratelli Niso ed Enzo. Ha lasciato alla guida dell’azienda i figli Beppe e Aldo. Il gruppo ha 5.300 addetti e un fatturato pari a 860 milioni.

AVEVA DATO LA SUA FORTUNA IN BENEFICENZA

Il creatore dei Simpson Sam Simon è morto a Los Angeles a 59 anni AP

Los Angeles, addio a Simon Uno dei papà dei Simpson ● È morto ieri nella sua casa di Los Angeles Sam Simon, l’uomo che nel 1989, assieme a Matt Groening e James L. Brooks, ha dato vita a una delle più importanti, amate e longeve saghe familiari della tv: quella dei «Simpson». Simon, vincitore di 9 Emmy, si è spento a soli 59 anni per un cancro al colon che lo affligeva da tempo. Animalista e filantropo, una volta saputo della malattia aveva donato tutte le sue ricchezze in beneficenza.

LA NOVITÀ PIÙ ATTESA

Apple Watch: bello e costoso Al polso porteremo un iPhone 1Arriva

il 24 aprile, ma non in Italia. Tante funzioni e un neo: serve un melafonino per funzionare

Massimo Arcidiacono

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osterà tanto, dai 349 dollari della versione base ai 1100 del modello top e sarà venduto dal 24 aprile, ma non in Italia (dove arriverà dopo). Eppure si stima che la casa della Mela il primo anno potrebbe venderne 15 milioni. L’Apple Watch è stato presentato ieri a San Francisco. L’a.d. Tim Cook ha esordito illustran-

do le funzioni “orologio”. Sì, perché l’Apple Watch è soprattutto un orologio, ma in quanti lo compreranno per questo? È il «dispositivo più personale che abbiamo mai creato. Non è solo con te ma su di te». Enfasi dovuta, quella di Cook, anche se i

primi commenti non danno l’idea di qualcosa di così sorprendente. Sarà offerto in due taglie e tre varianti di design. Lo schermo è Retina come quello dell’iPhone, in cristallo zaffiro e con la cassa in alluminio, acciaio o persino in leghe d’oro

a seconda del costo. Può tracciare i nostri movimenti giornalieri, analizzare le attività sportive, e avvisare se stiamo seduti da troppo. Dispone di microfono e altoparlante integrati dai quali fare e ricevere telefonate. Si potranno leggere le email, aggiungere note all’agenda, guardare le foto. A fare la differenza ancora una volta potrebbero essere le tante app a disposizione (su cui gli sviluppatori lavorano da mesi) e la forza del design Apple, mentre l’innovazione più tosta sembra essere la Corona Digitale, grazie alla quale scorrere o zoomare senza coprire il quadrante con le dita. Apple Watch potrà essere usato al posto della credit card o per aprire la porta del garage o come carta d’imbarco sull’aereo. Restano le criticità: per molte funzioni avrà bisogno di un iPhone in sincrono e la batteria durerà “solo” 18 ore. Potrebbe essere un cult o un tonfo. Ma Apple non sbaglia quasi mai. © RIPRODUZIONE RISERVATA

AEREO SOLARE, PRIMA TAPPA OK FARÀ IL GIRO DEL MONDO IN 5 MESI ● Arriverà anche sopra le nostre teste il «Solar Impulse 2» (foto Getty Image), decollato ieri da Abu Dhabi e atterrato a Mascate, in Oman, per la prima tappa del giro del mondo che compirà in cinque mesi: percorrerà 35.000 chilometri facendo 11 soste. La cosa particolare è che si tratta di un aereo alimentato esclusivamente ad energia solare e che viaggia appena tra i 50 e i 100 chilometri orari. «Vogliamo condividere la nostra visione di un futuro pulito», ha detto Bertrand Piccard, uno dei due piloti.


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MARTEDĂŒ 10 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Da sin. la conduttrice Vanessa Incontrada e i giudici, Claudio Bisio, Nina Zilli, Frank Matano e Luciana Littizzetto

IL SUPERCAST I CINQUE ASSI

E NINA Ăˆ HOT NEL SUO VIDEO

L’ASTRO NASCENTE

Fenomeno Smith ÂŤHo il coraggio di essere tristeÂť 1Il cantante inglese

ha vinto 4 Grammy e venduto milioni di dischi. Il segreto: la voce e la malinconia

� Non solo giudice, Nina Zilli fa parlare di sÊ anche per il video ufficiale del singolo Solo (foto). LÏ inizia a spogliarsi e a toccarsi: carezze e sospiri per celebrare l’autoerotismo.

Daniele Vaira MILANO @danvaira

ÂŤC

Sky va a caccia di talenti ÂŤĂˆ un racconto del PaeseÂť

1GiovedĂŹ parte un nuovo Italia’s Got Talent: Bisio-Zilli-Matano-Littizzetto sono i giudici. E la conduttrice Incontrada: ÂŤCon noi la gente può sognareÂť Filippo Conticello MILANO

C

he fegato ha lo strambo fachiro capace di ÂŤlimonareÂť col suo iguana: è piĂš coraggioso delle ragazze che ballano appese a testa in giĂš. Due baby rapper calabresi sfidano in rima i pregiudizi, poi ecco l’addestratrice slovacca di cane ceco: sul palco quasi un inno alla riunificazione. In questo spettacolo di arte varia c’è ogni sfumatura di talento, dal piĂš bislacco e cialtrone a quello vero e raffinato, ma la novità è tutto il contorno: la nuova edizione di Italia’s Got Talent, show che Sky ha strappato a Canale 5 e cucito su misura al suo giovedĂŹ sera, ha tagliato il cordone ombelicale con la vecchia cara Corrida. Nel bancone della giuria troneggiano Claudio Bisio, Luciana Littizzetto, Frank Mata-

no e Nina Zilli, conduce Vanessa Incontrada e, alla fine, il programma sembra nuovo di zecca. Ăˆ lontano dagli strepiti del passato anche davanti a certi concorrenti grossolani. Nella lunga anteprima data in pasto alla stampa ieri, il talent è diventato ÂŤun raccontoÂť: ÂŤUna storia fatta di storie per mostrare l’ItaliaÂť, secondo il produttore Lorenzo Mieli. Obiettivo dichiarato è toccare al cuore le famiglie, raggiungere un pubblico piĂš largo dei soliti affezionati Sky, ma con ÂŤtaglio innovativo e contemporaneoÂť. DI TUTTO DI PIĂ™ Sette puntate registrate durante le audizioni in giro per l’Italia, prima dei tre live finali a Milano, e uno schema che si ripete: montaggio serrato per raccontare l’umanitĂ prima e dopo l’esibizione, scrittura azzeccata per scavare nei personaggi e, poi, palla ai giudici che

mai si prendono sul serio. A partire da quel mattacchione di Matano, che ha un vantaggio rispetto al resto della brigata: ÂŤVenendo da Internet sono a mio agio, dietro al bancone mi sento come sul divano di casaÂť. In centinaia di ore di girato, la Zilli ha esaminato di tutto e di piĂš: acrobati, danzatori, trampolieri, imitatori. E poi ancora comici, addestratori di animali, atleti, contorsionisti, prestigiatori, attori, musicisti: ÂŤAvevano cento secondi per convincerci e passare alla fase successiva — racconta la cantante –. Per questo è un varietĂ Ogm, geneticamente modificato: sono i concorrenti a far spettacoloÂť. Si parte dopodomani, nel giorno prediletto che fu di X Factor e MasterChef, e Bisio si abituerĂ presto a dar le spalle al pubblico: ÂŤAvere la gente dietro alla pelata è una novitĂ ed è strano non sta-

OROSCOPO LE PAGELLE di ANTONIO CAPITANI 21/4 - 20/5 TORO

21/5 - 21/6 GEMELLI

22/6 - 22/7 CANCRO

23/7 - 23/8 LEONE

24/8 - 22/9 VERGINE

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6-

7+

Qualche incaglio c’è. E i rapporti con gli altri sono tesi, pesi e scoscesi. Mediate, senza strangolare nessuno, possibly. Lavoro ni, ormone pressante.

Rigoree e volontà vi fan creare capolavori. Anche se incidete un po’ troppo gli zebedei altrui col punteruolo della pedanteria. Sudombelico ipercinetico.

Nel lavoro trionfate, la fortuna vi fa regaloni, anche amorosi e finanziari. C’è pure una bella fornicazione nostrana e creativa a farvi piĂš contenti.

Potreste rendere poco. Ma non necessariamente per colpa vostra, bensÏ per causa dei familiari e dei colleghi. La fornicazione è comunque riconciliatoria.

La Luna vi ricarica e promette sia news, sia risultati felici a ogni livello. L’amore è (quasi) un’opera d’arte, brillantezze suine confortano enough.

23/9 - 22/10 BILANCIA

23/10 - 22/11 SCORPIONE

23/11 - 21/12 SAGITTARIO

22/12 - 20/1 CAPRICORNO

21/1 - 19/2 ACQUARIO

20/2 - 20/3 PESCI

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7,5

5,5

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5,5

7,5

LuciditĂ e pragmatismo vi fanno gioco. Anche sul fronte economico. Niente pigrizie prolungate, però. Reazioni scarse o scomposte a sud dell’ombelico.

Luna intuitiva e creativa che vi aiuta nel lavoro e pacifica la vita intima. Start up e debutti riescono bene, ma l’ormone è stranamente per i mezzi toni.

Lavoro e persone potrebbero causarvi prurito alle mani e licantropia. Occorrerà che sfoderiate autonomia e un certo distacco. L’attività suina aiuta.

Il morale sale, il lavoro di squadra produce bene. Ma la fornicazione vi rammenta che one rondin doesn’t do spring. E che non prelude al grande amore.

Š RIPRODUZIONE RISERVATA

CONSIGLI

21/3 - 20/4 ARIETE Siete forse piacevoli come una foruncolosi doppia sugli zebedei, oggi. Nel lavoro e in amore. Non siate cupi! Anche perchĂŠ le fortune suine aleggiano.

re accanto a VanessaÂť, dice. La coppia vorrebbe rilucidare i fasti di Zelig, ma qui la Incontrada dirige il traffico, è un Caronte che raccoglie le emozioni e le traghetta sul palco: ÂŤParlando coi concorrenti, ho imparato qualcosa di me, di quanto sia importante custodire i sogniÂť. A stupirla, pure la Littizzetto, assente alla presentazione perchĂŠ l’influenza pare averla ridotta a un comodo ÂŤstraccetto da benzinaioÂť: ÂŤVedrete una Luciana diversa. Fa meno battute ed è protettiva nei confronti delle personeÂť. Ecco: pescando il talento di cui l’Italia è (o pensa di essere) piena, il cast vuole far vincere proprio la gente. Autentica, determinata, a volte pure qualcosa in piĂš: una settimana fa un caporale dell’esercito si è beccato cinque mesi perchĂŠ nel 2012 si era finto malato pur di imitare gli uccelli in tv.

Lavoro e obblighi potrebbero rendere faticosa la giornata e indurvi a cibarvi delle carni di capi e colleghi. Desistete, amate voi stessi, fate i suini.

Lavoro, affetti e forma psicofisica traggono vantaggio dalla bella Luna odierna E la fortuna vi gira intorno fino a toccarvi. Pure sul sudombelico. Uau.

on la voce d’angelo che ti ritrovi non hai bisogno di nessun consiglio, sei perfettoÂť. Se la frase arriva da Lady Gaga vuol dire che il cantante britannico Sam Smith deve essere speciale. E in effetti, un ragazzone che a 22 anni, ha vinto quattro Grammy Awards, riempie i concerti anche nelle Filippine e in Giappone e che, con il singolo Stay with me ha venduto 4,3 milioni di tracce, potrebbe esserlo. Poi lo ascolti parlare e te ne convinci. E se lo ascolti cantare non hai piĂš dubbi. Il pubblico italiano lo potrĂ seguire il 20 giugno ad Assago (Milano) e il 21 giugno a Rock in Roma. Ăˆ, invece, saltato il concerto di ieri all’Alcaltraz di Milano per un’infezione ai polmoni. Definisca la sua musica ÂŤTriste. Sono un ragazzo che fa musica triste e per gente

DUE SUPEREROI INCROCIANO I LORO DESTINI Su Italia 1 l’episodio speciale della prima stagione di ÂŤThe FlashÂť, dal titolo ÂŤFlash vs ArrowÂť. Ăˆ molto atteso dagli amanti del genere perchĂŠ in questa ottava puntata ecco il ÂŤcrossoverÂť tra fortunate serie-tv. I due supereroi si incrociano e combattono fianco a fianco: hanno uno stile completamente diverso e i nodi verranno al pettine con conseguenze davvero imprevedibili... DA VEDERE STASERA SU ITALIA 1 ALLE 21.10

triste. Perfino la mia casa discografica mi aveva sconsigliato di titolare l’album ln the lonely hour (Nell’ora di solitudine). Alla fine credo che l’importante sia dare delle emozioni. La mia musica è anche onesta e coraggiosaÂť. Coraggiosa? ÂŤĂˆ piĂš facile vivere come un personaggio. Ed essere te stesso solo quando sei a casa. Ci vuole del coraggio, invece, ad accettare di vedere la tua faccia associata in tutto il mondo alla parola “solitudineâ€?. Io voglio crescere, ma rimanere lo stesso ragazzo della scuola, che a 11 ha scoperto di essere gay e lo ha raccontatoÂť. Lei è stato definito la versione maschile di Adele. ÂŤEssere paragonato a una delle piĂš grandi cantanti mondiali è un onore, ma ho dimostrato di poter essere Sam SmithÂť. Ora duetterĂ con John Legend ÂŤRegistreremo una nuova versione di Lay me down . I proventi saranno devoluti all’associazione Comic ReliefÂť. Sta lavorando al nuovo album? ÂŤHo scritto due canzoni. Saranno ancora piĂš deprimenti (ride, ndr). Manterrò il mio sguardo crudo. Non mi piace quando dopo il successo di una popstar si sente che sono arrivati i soldiÂť. Š RIPRODUZIONE RISERVATA

Sam Smith, 22 anni. Ha svoltato con l’album In the lonely hour

LO SPORT IN TV

LA SERIE THE FLASH

39

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MARTEDÌ 10 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT


EXTRA TIME SPAGNA

Suarez adesso si è preso il Barcellona

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GERMANIA

Il meccanico del Mainz ha fatto strada

INGHILTERRA L’ex Welbeck fa fuori lo United in FA Cup

5 4

Settimanale di calcio internazionale Extratime@gazzetta.it - @etgazzetta Martedì 10 Marzo 2015 Numero - 169

PORTOGALLO

VENEZUELA

6

7

Al Porto è l’ora di Cristian Tello Lo manda il Pep

Il governatore scende in campo Ma davvero

Nell’illustrazione di Denis Medri da sinistra: Cristiano Ronaldo in versione muratore, Iniesta agricoltore, Robin Van Persie re dei computer e Gerard Piqué, macellaio.

CALCIATORI IN AFFARI

Gli imprenditori 1In principio fu Iniesta e i suoi vigneti. Poi Messi, Ronaldo e tanti altri si sono buttati sul mattone 1Ma c’è pure chi ha scelto la ristorazione, come Dani Alves, e chi il commercio di carni, come Piqué 1 Poi c’è l’ala tecnologica: quelli, come Van Persie che investono su computer, app e telefonia. Ecco come i giocatori si sono trasformati nei nuovi capitani d’industria


2

EXTRATIME

PRIMO PIANO

Leo, CR7 & co dove e come investono i loro soldi?

I 10 PIU‘ RICCHI IN ASSOLUTO Cristiano Ronaldo 1 Lionel Messi 2 Neymar 3 Ibrahimovic 4 Rooney 5 Kakà 6 Eto'o 7 Raul 8 Ronaldinho 9 Lampard 10

dati in milioni di euro

210

105 103 96 87 85 83 80

201

136

Fonte: Goal.com

IL FRANCESE PIU’ PAGATO PLATINI NEL 1980

152.000

16

euro VOLTE circa 1 mln di franchi Il reddito medio francese (9.500 euro)

ILREDDITO MEDIO DEI CALCIATORI RISPETTO aI loro concIttadInI 1.000 concittadini

PORTOGALLO

CRISTIANO RONALDO 2.370

BRASILE

NEYMAR 1.030 ECUADOR

ANTONIO VALENCIA 1.160

1C’è chi finanzia resort di lusso in patria. E chi crea aziende vinicole 1Chi si butta nel commercio delle carni e chi in quello delle fisarmoniche 1I calciatori di oggi hanno diversificato le loro attività. E non si limitano più solo a gestioni finanziarie 1Lo fanno per riconoscenza verso il loro paese natio e perché credono nel futuro

URUGUAY

LUIS SUAREZ 810 ARGENTINA

LIONEL MESSI 5.000

Iacopo Iandiorio

«C

IMPRENDITORI IN CARRIERA

Andrés Iniesta, agricoltura

Cristiano Ronaldo, edilizia e telefonia

Robin Van Persie, tecnologie

● Il 30enne centrocampista del Barcellona 10 anni fa circa comprò i primi 10 ettari (ora sono 120…) nelle campagne limitrofe a Fuentealbilla, vicino ad Albacete, sua città natale. Ma solo da 3 stagioni produce e commercializza ottimi vini e da poco ha investito altri 5 milioni di euro per la produzione dell’olio d’oliva. La Bodega Iniesta da poco offre ai clienti la possibilità di pernottare all’interno della struttura.

● Il portoghese, 30 anni, nella su Funchal, isola di Madeira, ha inaugurato da poco più di un anno un Museo a lui dedicato, gestito dal fratello Hugo. Sull’isola di Porto Santo, 50 km di fronte, invece vuole costruire un resort di lusso da decine di milioni di euro, per 500 persone. Intanto ha comprato quote della Mobitto, un app per telefonia mobile creata con imprenditori portoghesi.

● L’attaccante olandese del Manchester United con altri due ex compagni dell’Arsenal quali Thierry Henry e Cesc Fabregas, adesso al Chelsea, oltre al cestista Tony Parker, ha investito circa 2 milioni di euro nella Grabyo, una start-up londinese che consente ad emittenti, titolari di diritti e terzi la condivisione social di video in diretta. I quattro sportivi raccolgono circa il 10% delle azioni.

ome vanno le tue vigne?«. «Bene. E la tua impresa di hamburger?». «Non mi lamento, pur se i videogame fruttano di più». «Ah, sì, ma mai quanto gli immobili…». Dialogo immaginario in uno spogliatoio di uno dei top club d’Europa. Ma, scommettiamo, non si allontana tanto da uno vero. Perché oggi i calciatori hanno imparato a investire i loro ricchi patrimoni. E non si fidano più solo di speculazioni finanziarie: hanno costruito il futuro su qualcosa di solido. Se infatti c’è ancora chi, come Luis Suarez del Barça, Cazorla e Arteta dell’Arsenal e Leiva del Liverpool, crea fondi (Capital & Centric Investments) per acquistare e costruire edifici a Manchester, Birmingham e Liverpool, i più diversificano le attività.

Leo, Rosario e il Paranà Molti investono nella terra natia: perché conoscono meglio come funzionano le cose a casa e un po’ per arricchire e dar lavoro alla propria gente. I settori merceologici sono i più vari, ma prevalgono l’immobiliare e la ristorazione. Gli ultimi due Palloni d’oro vanno sicuri sul mattone. Leo Messi è tornato nella sua Rosario per acquisire con la Limecu 2010 SA (capitale sociale di famiglia sui 10 milioni di euro) appartamenti di lusso nella Torre Aqualina, grattacielo da 125 metri e 40 piani, costruito nel 2009. Ha investito pure molti milioni (si parla di 20, in società col vice governatore della provincia di Santa Fe Marcelo Muniagurria) nella costruzione dell’Azahares del Paraná, comune di Fighiera, 80 ettari di residenze esclusive in mezzo al verde, con eliporto, piscine, 600 metri di spiagge sul fiume, sale massaggi e campi da golf. Anche il suo rivale nel Pallone d’oro, Cristiano

Ronaldo, ha puntato sull’immobiliare di lusso. Al di là della linea CR7, di intimo, vestiti e calzature, infatti, il portoghese è tornato nelle sue Madeira, sull’isoletta di Porto Santo, 50 km di fronte alla natia Funchal, dove ha in mente di costruire un resort di lusso da decine di milioni di euro, per 500 persone. Fra i soci il suo manager Jorge Mendes e il presidente del Braga, Antonio Salvador: hanno già comprato i 10 ettari necessari. Poi ha speso 1,5 milioni per il museo a lui dedicato, gestito dal fratello Hugo, e ha comprato quote della Mobitto, un app per telefonia mobile creata con imprenditori portoghesi. Sempre nell’immobile investono i brasiliani ex milanisti Robinho e Kakà (Ricky soprattutto a Natal, nel Rio Grande do Norte, e a New York), l’ex udinese Alexis Sanchez e il tedesco Per Mertesacker.

cietà, al quale Casillas ha liquidato circa il 40% del valore (5 milioni di euro) per tornare a gestire in prima persona la Ikerca. Dicevamo che l’altro settore merceologico più sfruttato dai calciatori è la ristorazione e dintorni. Nota la Bodega Iniesta, a Fuentealbilla, Albacete, città natale di don Andrés nella Mancia: 10 anni fa Iniesta comprò i primi 10 ettari (ora sono 120) ma solo da 3 stagioni produce e commercializza ottimi vini e da poco ha investito altri 5 milioni per la produzione dell’olio d’oliva. Dà lavoro a oltre una ventina di persone e pensa ad espandersi. La Bodega è entrata a far parte della rete Airbnb, offrendo la possibilità di pernottare nella struttura, che dispone di servizi di ristorazione. Anche Messi ha messo qualche soldino nei vini: con la Bodega Valentin Bianchi ha creato i vini «Leo, esencia creador».

Iker ora fa da sè

Piqué il macellaio

Ricorda il colosso svedese dei mobili ma in Spagna l’acronimo Ikerca sta per Iker Casillas. Il portierone del Real ha creato un’azienda che acquista, gestisce e affitta terreni, appartamenti, garage nella provincia madrilena, con un patrimonio di 13 milioni di euro (dati El Pais). Poi si è occupata anche d’altro, come i diritti d’immagine di Iker. E nell’ottobre 2013 è finita nelle cronache per il divorzio economico fra Iker e suo padre, allora gestore della so-

Un altro compagno blaugrana, Gerard Piqué, ha investito invece nel campo del commercio di carne: comprando il 27% della Bas Alimentaria di Puig Pardines, Catalogna, che produce e vende hamburger per Carrefour. Nel frattempo Piqué ha fondato anche una compagnia di videogame, sua grande passione, la Kerad Games, alla quale ha versato 2 milioni per partire. Investimenti diffusi (e gestiti dalla ex moglie Dinorah) anche per il brasiliano Dani Alves: ha attività immobiliari, nella moda (come il negozio DM3 in calle Casals a Barcellona) e nella ristorazione. Alquimia Fogo, società di catering, che offre cene brasiliane a domicilio, preparate dai due soci chef del blaugrana, il brasiliano Joao Alcantara e il catalano Alejandro Punet. Previsti anche corsi di alta cucina. Anche l’altro terzino brasiliano del Barça, Adriano, ha un negozio di moda: è per bambini, lo gestisce sua moglie ed è di fronte a quello di Dani Alves. Il madridista James Rodriguez punta invece a far concorrenza a Red Bull. Il boom della Colombia al Mon-

20 ● i milioni di euro investiti da Messi in Argentina ad Azahares del Paraná, residenze esclusive sul fiume, col vice governatore della provincia di Santa Fe


MARTEDÌ 10 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

I TOP 10 REDDITI ANNUALI Messi 1 Ronaldo 2 Neymar 3 Rooney 4 Ibrahimovic 5 Falcao 6 Agüero 7 Thiago Silva 8 Hazard 9 Ribery 10

41

24 23,5 21,2 19,7

29

Compresi stipendi, premi e contratti pubblicitari

39,5

17 16,8 16,5

Fonte France Football, dati 2013

MATUIDI NEL 2014

12.900.000 euro

Quelli che ci hanno rimesso i risparmi

3

DECATREND

di Alessandro de Calò

402 volte

Il reddito medio francese (32.050 euro)

Iacopo Iandiorio

BOSNIA ERZEGOVINA

EDIZ DZEKO 1.640 GHANA

MEZ

KEVIN P. BOATENG 2.200 NIGERIA

JOHN OBI MIKEL 2.600

Victoria e David Beckham

LA SVOLTA DEI BECKHAM VENDITORI DI SOGNI

CAMERUN

SAMUEL ETO’O 5.130

COSTA D’AVORIO

Sono giovani, belli, ricchi, famosi, devono stare attenti a non buttarsi via. I calciatori top hanno in mano un capitale, conviene trovare il modo di farlo rendere. In sostanza, si tratta di costruire qualcosa di concreto facendo leva sulla propria celebrità, che magari è enorme, o lo è stata. Sembra semplice, un giochetto da due soldi, ma pochi ci riescono. Servono testa, applicazione, serietà, talento. Ultimamente, Victoria Beckham, già Spice Girl e poi semplice moglie di David, è diventata una tycoon della moda. Nell’ultimo quinquennio il fatturato della sua azienda è cresciuto da un milione a 30 milioni di sterline (quasi 42 milioni di euro), mentre i dipendenti sono passati da tre a più di un centinaio. Fenomenale.

YAYA TOURE’ 14.750 L’irlandese Robbie Keane, 34 anni, ex Inter, ora in Mls (AFP)

diale l’ha spinto al business energetico con «10 Gold», a base di guaranà, taurina e caffeina. Ma a prezzi popolari, però. Il portiere messicano Guillermo Ochoa, al Malaga, ha invece trasformato un vecchio ristorante dello zio, il Don Polo, fondato nel 1956, in una catena di catering e take away, la Tortas Don Polo.

Il domani è il web C’è poi chi crede nel futuro tecnologico. Specie in Inghilterra. Tutti insieme appassionati Titi Henry (ex Arsenal), Van Persie, Cesc Fabregas e il cestista Tony Parker hanno messo i loro capitali nella Grabyo, start-up londinese che consente a emittenti, titolari di diritti e terzi la condivisione social di video in diretta. Ci hanno messo circa 2 milioni di euro, Parker ha confidato che i 4 raccolgono il 10% delle azioni. Anche Juan Mata, spagnolo del Manchester United, ha creduto ai prodotti per il web: ha fondato Perso.na, sorta di Flipboard, aggregatore di social quali Facebook e Twitter e di siti di notizie. Ma dopo 2 anni ha mollato il web per creare Depormata 88 SL, società di prestazione di servizi per sport, spettacolo, tv e arte. Questo delle società di servizi è un altro campo in voga. Neymar ha fondato quasi 10 anni fa, intestata al padre, la NR Sports che ha iniziato curando i suoi interessi e diritti d’immagine per far poi lo stesso con altri protagonisti, specie sportivi e cantanti. Come ha fatto Ronaldo il Fenomeno con la sua 9ine. O il brasiliano Brandão, ora al Bastia, che in patria fa l’agente di musicisti, come Henrique Lemes, star emergente verdeoro nel 2011.

I più originali, i francesi I francesi sono sempre i più originali. Laurent Koscielny, difensore dell’Arsenal, un anno fa ha rilevato la Maugein, nella natia Tulle, nel Limousin, sull’orlo del fallimento, azienda che fabbrica fisarmoniche, la più antica di Francia, salvando il posto di lavoro a 11 operai. Mathieu Debuchy, compagno

nei Gunners, ha acquisito il 50% della Billards Toulet, fabbrica di biliardi e calciobalilla. L’ex Marsiglia Mathieu Valbuena, ora alla Dinamo Mosca, era partito con una fabbrica di calzini (la Kahmo Sutra) nel 2010 per finire 2 anni dopo a finanziare un camping, a Pyla, Arcachon, sull’Atlantico, gestito da sua sorella Aurélie. Il difensore del Siviglia Benoit Trémoulinas ha aperto nel 2012 una pasticceria, Madison, a Bordeaux (dove ha giocato a lungo): è specializzata in «pie», torte made in Usa. Sull’avenue Tourny, in centro, ha fatto faville. I cavalli piacciono a Thomas Muller del Bayern e signora. I due hanno un allevamento. Co-

5

● i milioni di euro versati da Iker Casillas al padre nel 2013 per separarsi dalla gestione economica della Ikerca, un’azienda che acquista, gestisce e affitta terreni, appartamenti, garage nella provincia madrilena (dati El Pais)

me i peruviani Paolo Guerrero (ex Bayern ora al Corinthians) e Claudio Pizarro (ancora a Monaco), che ne possiedono anche da corsa. «Ne ho venduti a Hong Kong e quasi per cento mila euro», ha detto Pizarro. Il brasiliano Nilmar dell’Internacional (ex Villarreal) ha aperto coi suoi risparmi un’officina e una decina di stazioni di benzina. Recoba, oltre all’edilizia, ha messo su un’impresa di taxi. Anche Drogba del Chelsea ha avuto un’idea originale: investire in una miniera d’oro in Costa d’Avorio. E che dire dei preservativi di Tino Asprilla? hanno collaborato Adriano Seu ed Elmar Bergonzini © RIPRODUZIONE RISERVATA

M

Michael McIndoe fino a qualche mese fa aveva una suite al Mayfair Hotel (5 stelle) e un appartamento a Belgravia, quartiere chic di Londra, da 150 mila euro di affitto all’anno. Ex centrocampista di Bristol e Wolverhampton, anche 2 presenze nella Scozia B, si era buttato in investimenti e speculazioni finanziarie, coinvolgendo circa 300 persone fra cui tanti suoi ex colleghi calciatori. Prometteva benefici del 20%, ha accumulato oltre 40 milioni di euro dagli sprovveduti investitori, poi alla fine del 2014 è finito in bancarotta coinvolgendo in perdite milionarie Jimmy Bullard, ex Fulham, e Robbie Keane, l’ex interista finito ora a Los Angeles in Mls.

Quei maledetti film È solo l’ultimo degli scandali finanziari che spesso coinvolgono ex calciatori. Per uno studio tedesco della Schips Finanz del 2013 quasi la metà dei giocatori a fine carriera finisce in rovina. Per l’associazione britannica Xpro sarebbero addirittura il 60% quelli a ritrovarsi in difficoltà dopo soli 5 anni dal ritiro. In Inghilterra, per esempio, molti si sono fatti male investendo nei finanziamenti per il cinema. Siccome, ha raccontato il Financial Times, questo è un settore che gode di agevolazioni fiscali in tanti, come l’ex Aston Villa Lee Hendrie o Celestine Babayaro (Newcastle) e Djemba-Djemba (Manchester

United), vi hanno riversato i loro risparmi. Senza certezze. In primis perché non tutti i film fanno attivo e poi perché in molti non sapevano che comunque delle tasse andavano pagate. L’ex nazionale David James, portiere di City e West Ham ha dilapidato circa 20 milioni di guadagni e a 44 anni è finito a giocare in India per sopravvivere. L’ex romanista norvegese John Arne Riise e l’ex Chelsea Chris Sutton hanno perso qualche centinaio di migliaia di euro in speculazioni balzane. Di recente si è parlato di Andreas Brehme: l’ex interista si è dovuto ipotecare la casa per tasse non versate al fisco. In Francia si ricordano i casi di José Touré e Bruno Bellone, al Monaco negli anni 80, che dilapidarono i guadagni.

Robi e la miniera E in passato da George Best a Garrincha, da Gascoigne a Bobo Vieri e Brocchi sono tanti i calciatori che hanno sprecato o male investito. Famosa la truffa ai danni di Robi Baggio, Alessandro Costacurta, Massimo Carrera, Sebastiano Rossi e altri che misero miliardi di vecchie lire nella Imisa, società che aveva acquistato i diritti per l’estrazione del marmo nero in una fantomatica miniera di Los Dos Paisanos, in Perù. Non andò meglio a Roberto Mancini, che perse parecchi milioni di lire nel crac della Cofiri, finanziaria di Tarquinia che un giorno si dissolse. Come la Safimi, la finanziaria che soffiò fra i 300 e i 500 milioni ai rossoneri Tassotti, Donadoni e Giovanni Galli. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Fine carriera

1Secondo vari studi europei sono almeno

la metà i calciatori che dopo 5 anni dal ritiro perdono tutto 1 A causa di cattivi consiglieri, speculazioni sbagliate e una vita dissoluta

Sotto, il portiere David James, 44 anni, è finito in India a giocare (AFP)

I Beckham sono un punto di svolta nel rapporto tra calcio, vecchi e nuovi media, show biz, imprenditoria, sfruttamento in termini economici del proprio essere glamour. David, ex capitano della nazionale inglese e centrocampista di Manchester United, Real Madrid, Milan, Psg e Galaxy è stato per anni, all’inizio del nuovo millennio, il calciatore più popolare al mondo – in sostanza il numero uno – senza essere il più bravo. Non era mai successo prima: bravura e notorietà coincidevano necessariamente determinando la gerarchia. Pensiamo a Pelé, a Maradona, al Ronaldo brasiliano, finché non s’è rotto. Era così. Poi è arrivato Beckham, bello, bravo, terribilmente trendy, oggetto di desideri da raccontare anche al cinema e tutto è cambiato. I Cristiano Ronaldo, i Messi e le altre star entrate in scena dopo di lui hanno fatto i conti con la nuova situazione. È successo anche in Italia, con le debite proporzioni. Nonostante la crisi, la gente ha bisogno di sognare e sappiamo che c’è sempre qualcuno disposto a trasformare i sogni in affari. È l’ora che i calciatori imparino davvero a farlo da soli.


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EXTRATIME

MARTEDÌ 10 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

INGHILTERRA

Wel (come) beck 1L’ex centravanti del Manchester United castiga la squadra di Van Gaal che l’aveva mandato via in estate 1L’Arsenal di Wenger, in vantaggio con Monreal e raggiunto da Rooney, merita la semifinale 1In gran spolvero Cazorla e Oxlade-

Chamberlain, Di Maria espulso per 2 gialli in un minuto in difficoltà. Ora i Gunners aspettano il replay di Reading-Bradford Stefano Boldrini Inviato a Manchester

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1

e le rivincite sono un piatto freddo, quella di Wenger e dell’intero Arsenal è una cena gelata: il 2-1 sul campo del Manchester United arriva a 9 anni di distanza dall’ultimo successo dei Gunners all’Old Trafford - 1-0 firmato da Adebayor - e chiude ai quarti l’avventura dei Red Devils in Coppa d’Inghilterra. Con 11 FA a testa in bacheca, chi salutava il torneo era una vittima eccellente: l’eliminazione condanna giustamente la squadra di Van Gaal. Il santone olandese si avvia a timbrare la prima stagione Oltremanica senza trofei e per uno abituato a sentirsi tre spanne sopra il resto del mondo è una brutta botta. «Andare in Champions è più importante che vincere la FA Cup», aveva detto alla vigilia. L’Arsenal gli ha fatto la festa e lo United deve ringraziare De Gea se è uscito dal campo evitando una batosta pesante. La banda di Wenger va in semifinale perché gioca meglio e non ha i problemi ambientali dello United. L’ennesima panchina di Falcao può essere considerata l’ultima spinta all’addio del colombiano. A dare torto al mercato di Van Gaal c’è anche la firma di Welbeck sul 2-1 dell’Arsenal: per il centravanti inglese, liquidato come una scarpa vecchia dallo United, la migliore delle rivincite.

Atmosfera e grande pubblico Liverpool a parte, questa è una finale anticipata. L’atmosfera da grande evento è nella cornice del pubblico - i soliti 75 mila dell’Old Trafford - e nel gigantesco tappeto rosso che accoglie i giocatori all’ingresso in campo. Gara vera dal primo minuto ed è subito evidente la strategia delle due squadre. Il Manchester United cerca d’imporre il pressing e la maggiore forza fisica. Van Gaal ordina il modulo 4-2-3-1, con Fellaini trequartista centrale. L’Arsenal cerca di sfruttare le ripartenze e la

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● 1) Il gol del 2-1 di Welbeck su retropassaggio di Jones 2) Monreal dell’Arsenal, autore dell’1-0 3) Rooney in gol per lo United, 1-1 (Getty, Ap, Reuters)

velocità della coppia OxladeChamberlain e Sanchez. L’inglese e l’esterno mettono a nudo i limiti del duo Shaw-Valencia: nel primo tempo i Gunners mandano più volte in tilt i Red Devils aggredendoli ai fianchi, MANCHESTER con Oxlade-Chamberlain protagonista di un paio di slalom da applausi. Uno spettacolo.

ING

4

● i gol di Welbeck in carriera in FA Cup con quello di ieri sera in 15 gare. Col Manchester United ne ha fatti 3: al Derby e al Southampton nel 2009, al Manchester City nel 2012

Botta e risposta Il più a disagio è Valencia e infatti l’1-0 nasce dalle sue parti. Ozil avvia l’azione, Oxlade-Chamberlain la rifinisce e Monreal, nella zona che dovrebbe essere protetta dall’ecuadoriano, infila De Gea. Lo United reagisce con il solito carattere e Di Maria illumina la testa di Rooney con un cross perfetto: zuccata del centravanti, 1-1 e grappolo di giocatori ad abbracciare l’argentino, finito negli ultimi tempi nel tritacarne dei media inglesi. Paragonano il suo rendimento a quello fallimentare, da queste parti, di un altro argentino: Veron. Considerazione a margine del gol di Rooney: dormita colossale della coppia difensiva Koscielny – soprattutto – e Mertesacker. Le parate di Szczesny su Di Maria e di De Gea su Cazorla dimostrano che l’1-1 del primo tempo è giusto. Van Gaal capisce che deve intervenire e piazza due cambi nell’intervallo: dentro Jones e Carrick, fuori Shaw e Herrera. Jones si accomoda al centro per aiutare Valencia, mentre Rojo scala a sinistra. La contromossa si rivela inutile perché Valencia vanifica il sostegno con un retropassaggio

MANCHESTER UNITED

1

ARSENAL

2

MARCATORI Monreal (A) al 25’, Rooney (MU) al 29’ p.t.; Welbeck (A) 16’ s.t. MANCHESTER UNITED (4-2-3-1) De Gea 7,5; Valencia 4, Smalling 5,5 , Rojo 6 (dal 28’ s.t. Januzaj 5), Shaw 5 (dal 1’ s.t. Jones 6); Herrera 5,5 (dal 1’ s.t. Carrick 5,5), Blind 6; Di Maria 5, Fellaini 5, Young 5; Rooney 6 PANCHINA Valdés, Rafael, Mata, Falcao ALLENATORE Van Gaal 4 ARSENAL (4-2-3-1) Szczesny 6,5; Bellerin 5,5 (dal 21’ s.t. Chambers 5,5), Mertesacker 6, Koscielny 5,5, Monreal 6,5; Coquelin 6,5, Oxlade-Chamberlain 7 (dal 6’ s.t. Ramsey 6); Sanchez 6, Özil 5,5, Cazorla 7; Welbeck 7 (dal 29’ s.t. Giroud 6) PANCHINA Martinez, Gibbs, Walcott, Akpom ALLENATORE Wenger 7 ARBITRO Oliver 6,5 AMMONITI Bellerin e Ramsey (A), Herrera, Fellaini, Rojo, Young, Januzaj (MU) ESPULSI Di Maria (MU) NOTE Spettatori 74.285. Tiri in porta 5-8. Tiri fuori 5-2. Fuorigioco 2-1. Angoli 3-3. Recuperi 2’ p.t.; 5’ s.t.

sciagurato: l’ex Welbeck si avventa sul pallone, scarta De Gea e affonda il suo vecchio United. Il centravanti inglese esulta: ci risparmia l’ipocrisia di non festeggiare il gol contro la vecchia squadra.

Trenta secondi di follia L’argentino Rojo divora il 2-2 liberato davanti a Szczesny da un tacco di Carrick, ma il gesto tecnico più bello della serata è la parata di De Gea sulla capocciata di Cazorla. Al 76’, i trenta secondi di follia di Di Maria. Cade a terra, simulando un fallo inesistente e quando Oliver estrae il cartellino giallo, l’argentino strattona l’arbitro. Seconda ammonizione, cartellino rosso, doccia anticipata, United in ginocchio. L’Arsenal gestisce e De Gea evita il 3-1 al 93’. Ma ormai è finita, lo United saluta la FA Cup. I Red Devils contestano l’arbitro, mentre Wenger gode: «Vittoria meritata. Sono contento per Welbeck: è felice per il gol». Programma: 18-19 aprile, semifinali Reading/ Bradford (il 16-3)-Arsenal, Aston Villa-Blackburn/Liverpool (il 7 aprile)

Watford italiano

Troy Deeney, 26 anni, punta del Watford, 16 gol in stagione (AFP)

Bold da Londra

a pari punti in vetta alla Championship: Bournemouth, Derby, il Watford dei Pozzo e il Middlesbrough 1 Messe in fila solo dalla differenza reti

U

na lotta all’ultimo gol. Nella vetta della Championship, la B inglese, sgomitano infatti quattro squadre, tutte a quota 66 dopo 36 gare e messe in fila solo in virtù della differenza reti, decisiva per i piazzamenti Oltremanica. Nell’ordine: Bournemouth (+35), Derby

(+29), Watford (+28) e Middlesbrough (+28, ma meno reti segnate). Oggi salirebbero Bournemouth e Derby, Watford e Middlesbrough andrebbero ai playoff, dal 3° al 6° posto, con Norwich (65 punti) e Brentford (62).

Bournemouth russo È il parente povero della corsa: non ha mai giocato nella massima serie, ha uno stadio da 10.700 posti e 6 anni fa rischiò il fallimento. L’imprenditore russo Maxim De-

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Le parole di Wenger «Una vittoria meritata. Sono contento per Welbeck: è felice per il gol, ne aveva proprio bisogno»

L’obiettivo Premier si insegue a suon di gol 1Quattro squadre

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min è la chiave dell’ascesa: si è innamorato di questa città sul mare, 150 km a Sud-Ovest di Londra. Nel 2013 il salto in Championship, ora il sogno Premier. L’allenatore è l’inglese Eddie Howe, 37 anni. Il bomber è Callum Wilson: 15 gol. In porta il polacco Boruc, ex Fiorentina. Le maglie rossonere sono ispirate a quelle del Milan: colori e taglio furono adottati nel 1972.

Il nobile Derby È la più nobile della compagnia: 2

titoli inglesi, 1 F.A. Cup e 1 Community Shield. La città, di origine romana, decollò con la rivoluzione industriale: qui nacque nel 1906 la Rolls Royce. Lo stadio è da 33.500 posti. Retrocesso nel 2008, il Derby ha perso nel 2014 la finale playoff con il QPR. L’allenatore è Steve McClaren, 53 anni, ex c.t., mentre il proprietario è lo statunitense Andrew Appleby, imprenditore sportivo, ex campione di wrestling. Il bomber è lo scozzese Chris Martin: 16 gol.

Il club dei Pozzo salutò la Premier nel 2007 e, sfiorato il ritorno nel 2013, ha trovato il passo giusto col serbo Slavisa Jokanovic, 46 anni, 4° tecnico della stagione. La colonia italiana è rappresentata da Motta, Forestieri, Munari e Angella. Il responsabile tecnico è Filippo Giraldi. Il punto di forza è l’attacco, con il nigeriano Odion Ighalo a quota 17 gol e il capitano Troy Deeney a 16.

Il Boro dell’ex vice Mou Nella bacheca della ex squadra di Ravanelli e Maccarone, c’è la Coppa di Lega 2004. La città si affaccia sul Mare del Nord: le rive del fiume Tees ospitano una colonia di foche. L’allenatore è Aitor Karanka, spagnolo, ex assistente di Mourinho al Real Madrid. Il proprietario è l’inglese Steve Gibson, politico laburista. Il bomber è il centrocampista Leadbitter: 12 gol. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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SPAGNA

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GERMANIA

Sorrisi e tranquillità E Suarez s’è preso il Barça

Il meccanico di Mainz fa strada 1In officina nella Dtm, poi tecnico delle giovanili 1Adesso al debutto in Bundesliga: è Martin Schmidt, modi focosi e una compagna modella

Gianluca Spessot da Monaco di Baviera

1L’amicizia di Messi ha aiutato il Pistolero a scrollarsi di dosso la fama di cattivo e la pressione del gol a tutti i costi 1Sono già 10 in 15 partite (con 7 assist) nel 2015 e ben 6 reti nelle ultime 4 gare Filippo Maria Ricci corrispondente da Madrid

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Martin Schmidt, 47 anni, svizzero, tecnico del Mainz (DPA)

uis Enrique ne era certo, e se lo sentiva anche il Camp Nou: prima o poi Luis Suarez si sarebbe messo in moto e da quel momento sarebbe diventato inarrestabile. Quattro mesi senza una partita vera, squalificato per il morso a Chiellini al Mondiale brasiliano, poi una sola rete (all’Apoel Nicosia in Champions League) nelle prime 8 apparizioni col Barça. Ruggine fisica e mentale, cattivi pensieri e tossine da vendere. Il «Pistolero» ha passato l’estate e l’autunno ad asciugare polveri allagate da lacrime e sudore. Gli hanno dato del criminale, poi del ciccione, e quindi hanno messo in dubbio le sue capacità balistiche. Lui si è tenuto tutto dentro, ma intanto tra il Camp Nou e il centro tecnico di San Joan Despì succedevano diverse cose. I compagni scoprivano un bravo ragazzo, simpatico e generoso. Messi trovava qualcosa di più di un compagno con cui bere il mate: Leo e Luis hanno iniziato un’amicizia che non sarà profonda e famigliare come quella ● I gol in stagione di Luis che c’era tra Messi, Fabregas e Suarez col Barcellona in 26 gare: 7 in Liga, 2 in coppa del re le rispettive compagne, ma è autentica e si sta facendo proe 4 in Champions. Nelle ultime fonda. Luis Enrique covava, 6 partite soltanto con il Malaga nutriva e alimentava la sua fi(il 21 febbraio) non è andato a ducia in Luis con sensazioni segno; a doppietta col Rayo e molto positive. E il Camp Nou contro il Manchester City. perdonava a Suarez i ripetuti grossolani errori sotto porta.

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Un 2015 esplosivo Lui studiava, si applicava, osservava il mondo blaugrana, calcisticamente un pianeta a parte. Suarez sinora ha giocato 26 partite col Barça: 13 gol e 13 assist. I numeri si trasformano da buoni a eccezionali se si guarda al 2015: 15 partite, 10 reti e 7 assist. Nelle ultime 4 gare, contro City, Granada, Villarreal e Rayo Vallecano, Luis ha segnato sempre, 6 reti in tutto. E la doppietta all’Etihad in Champions è pesantissima. «La chimica tra Messi e Suarez è in continua crescita, e col Rayo abbiamo visto cosa que-

A SPA BARCELLONA

st’unione può portare alla squadra». Doppietta di Suarez, tripletta di Messi, e Luis che due volte con altruismo quasi sfacciato ha cercato disperatamente di offrire un assist al reuccio argentino quando avrebbe fatto meglio a concludere lui.

Luis Suarez, 28 anni, in gol (2 volte) contro il Rayo domenica (AFP)

Libero da pressioni Perché il Barça sta scoprendo un nuovo Suarez, e Luis sembra godere della sua nuova posizione: non parliamo di tattica, ma di psicologia. L’uruguayano è cresciuto giocando nel ruolo di «risolvi-problemi»: la pressione del gol e del successo generale era quasi sempre solo sulle sue (larghe ma fragili) spalle. Ha raccontato molto bene nella sua autobiografia che i tre morsi che hanno segnato la sua carriera (all’Ajax, al Liverpool e in nazionale) sono sempre arrivati quando la pressione è diventata incontrollabile. Il Liverpool giocava per Suarez e a lui era aggrappato (un anno fa i Reds dopo 28 giornate avevano 8 punti in più e Luis aveva fatto 24 gol, oggi i migliori cannonieri del Liverpool sono Gerrard e Sterling con 6). Nel Barça Luis gioca per Messi e per la squadra. Non è la primadonna, non deve fare tutto lui, attorno ha un manipolo di campioni dai quali si esige quanto o più di ciò che si chiede a lui. Una situazione nuova che Luis sembra apprezzare: gli garantisce tranquillità, sicurezza, e non gli ha tolto l’abituale aggressività né il senso del gol. Leggero di testa, Suarez non perdona. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Magonza amano i tipi focosi, alla Jürgen Klopp e alla Thomas Tuchel. Allenatori che mettono l’anima in allenamento e a bordo campo, dove potrebbero mangiarsi il quarto uomo per una qualche banale svista dell’arbitro. Il nuovo vate del Mainz si chiama Martin Schmidt, ha 47 anni, svizzero di Naters, e si è trovato catapultato in Bundesliga dalla terza divisione dove ha allenato la seconda squadra del Mainz (penultima in classifica), con la quale aveva conquistato la promozione l’anno prima. Come Klopp e Tuchel (che ha lasciato a maggio al settimo posto e con una qualificazione all’Europa League) non ha una grande carriera alle spalle. Anzi, a rovistare nel suo curriculum, si scoprono aneddoti MAINZ bizzarri. Da ragazzo si guadagnava la paghetta portando al pascolo pecore e mucche sulle montagne del suo Cantone Vallese. La passione per il calcio lo ha portato fino alla serie B del campionato svizzero nel 1995 ma ben sette lesioni ai legamenti crociati gli impedirono di diventare pro.

ha fondato una ditta di tuning (modifica veicoli) e fino a 33 anni è stato meccanico nel Campionato tedesco turismo (Dtm). Poi ha costituito un’azienda tessile che realizza, fra gli altri, le uniformi dei dipendenti della funivia del Cervino. Quando gli affari iniziarono a girare, decise di cedere l’attività a due delle 5 sorelle e a una cognata. Eppure ha trovato il tempo di fare l’allenatore. Prima al Raron, fra i dilettanti, dove posò nudo mostrando il lato B su un calendario fatto per aiutare ragazzi disabili. E dove conquistò anche una promozione.

Jana taglie forti Poi la panchina delle giovanili del Thun con cui batté i pari quota del Mainz, allenati da Tuchel, che rimase folgorato dal suo calcio offensivo e lo volle a tutti i costi in Germania. Nel luglio 2010 inizia così l’avventura che lo porterà al posto che fu di Klopp e dello stesso Tuchel. Ai primi allenamenti ha urlato talmente tanto da perdere la voce (infiammazione alle corde vocali) ma è servito, perché all’esordio, due settimane fa, il Mainz ha sconfitto l’Eintracht. In tribuna c’erano la fidanzata Jana Azizi (una studentessa 25enne che si finanzia gli studi lavorando da modella taglie forti) e la famiglia munita di campanacci. C’era anche papà Beat, un 82enne che guida ancora la macchina e va sugli sci. Era la sua prima volta allo stadio ed alla fine c’è stato un lungo abbraccio col figlio. A Magonza storie così sono di casa.

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Calendari lato B Anche nello sci non andò meglio: si fratturò due vertebre cervicali arrivando in ospedale con sintomi di paralisi ma, come ricorda lo stesso protagonista: «Guarisco da infortuni come altri dai raffreddori». Un tipo tosto, instancabile che

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NOTIZIE DALL’EUROPA

SPAGNA CORDOBA

Il Getafe vince nel recupero in rimonta: 2-1

● Nel posticipo del 26° turno di Liga il Getafe vince in rimonta 2-1 a Cordoba. Prima in vantaggio i padroni di casa col romeno Andone, al terzo gol in Liga, al 32° del secondo tempo. Dieci minuti dopo il club madrileno ha pareggiato con un’autorete di Vico su una sfortunata carambola. E poi al 2° minuto di recupero Juan Rodriguez. In campo solo 8 minuti Fausto Rossi. In classifica Cordoba ultimo a 18 punti, Getafe a 29.

SCOZIA EDIMBURGO

No a un team britannico per Rio 2016

● (n.s.) Dopo il Galles anche la Scozia ha ribadito il suo no alla creazione di una squadra di calcio unica della Gran Bretagna in vista delle Olimpiadi 2016. La British Olympic Association (Boa) ha annunciato l’intenzione della FA inglese di inviare una squadra unica in Brasile come era avvenuto nel 2012 per Londra, dove la Gran Bretagna aveva preso parte al torneo di calcio con una unica formazione per la prima volta dopo 52 anni.

ROMANIA PLOIESTI

Lo Iasi di Napoli batte il Petrolul, secondo, fuori casa

● (g.safta) Terza vittoria consecutiva per Nicolò Napoli sulla panchina del Csms Iasi: ieri ha vinto 2-0 a Ploiesti contro il Petrolul, secondo in classifica (non perdeva in casa da settembre), con gol di Ciucur e del brasiliano Fábio Braga. Ora lo Iasi ha 21 punti in classifica, è undicesimo e a più 2 dalla retrocessione (sestultimo posto), un miracolo fino all’arrivo di Napoli, nell’ottobre 2014, che ha portato a casa il suo 5° successo.


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PORTOGALLO

AUSTRIA

Addio Martin prima punta con la protesi 1Sabato scorso è morto per un tumore Hofbauer a soli 22 anni1Il primo giocatore a scendere in campo in una gara ufficiale con un arto artificiale

Christian Reichel

Cristian Tello, 23 anni, attaccante di Sabadell, vivaio Barcellona, da quest’anno al Porto di Lopetegui: già 6 reti in campionato (IPP)

Al Porto è l’ora di Tello Lo manda Guardiola 1L’ala di Sabadell, cresciuto

nel Barça, ha risolto le ultime gare dei Dragoni 1Merito pure del tecnico Lopetegui, che l’ha avuto nell’Under 21 André Viana da Porto

Q uando, a maggio scorso, il nuovo tecnico del Porto lo ha chiamato per proporgli il trasferimento in Portogallo, Cristian Tello, 23 anni, è rimasto a lungo in dubbio. Era chiaro che fosse il momento giusto per lasciare Barcellona dopo anni all’ombra di Messi, Villa, Pedro, Neymar e presto anche di Luis Suarez. Ma perché proprio Porto, visto che il suo agente (Josep Maria Orobitg, amico di Pep Guardiola) aveva già parlato con Everton, Valencia e Milan e le trattative sembravano a buon punto? Perché scommettere tutto in un campionato meno noto come il portoghese? La risposta ha un nome e cognome: Julen Lopetegui, il tecnico del Porto, appunto, 48 anni, spagnolo, ex c.t. delle giovanili della Roja e in particolare dell’Under 21, campione d’Europa nel 2013 in Israele in finale contro l’Italia di Mangia, quella di Immobile, Verratti, Insigne e Borini. Ebbene Tello era nel tridente offensivo iberico con lo juventino Morata e il madrileno Isco, preferito a Muniain e Rodrigo. Lopetegui, quando è stato nominato allenatore del Porto, ha iniziato a utilizzare l’elenco dei contatti. Ha chiamato i suoi ragazzi: prima Oliver Torres, prodigio dell’Atletico Madrid (ex Under 20 col c.t. assieme a Deulofeu e Jesé ai Mondiali di categoria 2013), che gli ha dato un «sì» immediato. Poi ha sentito Tello, che a sua volta si è con-

sultato con Oliver e si è convinto che il passo indietro apparente avrebbe potuto significare un salto in avanti.

Solo 8 milioni per il riscatto E ha fatto bene. Perché l’ala di Sabadell (città catalana, nota anche per la banca cui Guardiola fa da testimonial) nell’ultima settimana ha deciso con 4 gol due gare fondamentali per il Porto, le sfide contro lo Sporting e il Braga, che permettono ai Dragões di restare a 4 punti dal Benfica capolista. Certo, Tello ha vissuto momenti, specie all’inizio, difficili. Lui, che due stagioni fa nel Barça di Vilanova aveva firmato 7 reti in Liga e una in Champions League con i grandi, e nel Barça B vinceva per scommessa sempre pranzi gratis su chi fosse il più veloce, non ha trovato subito più spazio. Sì, era sempre lo spinter, il più veloce. Ma a Porto, nonostante Lopetegui, è partito all’ombra dell’algerino Brahimi (che veniva dal Granada) e di Quaresma, il favorito dei tifosi. Arrivando poi lui dalla cantera del Barça ci si aspettava di più, e quindi si è beccato i fischi più forti. Ma ha reagito bene: «Voglio essere un giocatore fondamentale, novanta minuti in campo e non soltanto 20», ha detto a ottobre Tello. Ed ecco dopo oltre quattro mesi la tripletta di una settimana fa allo Sporting (erano PORTO 37 anni che un portista non ne faceva una ai biancoverdi di Lisbona), per non passare inosservato, lui che pure finora è stato il miglior assist man del club del Dragão. Poi nel weekend scorso ecco il gol nella vittoria sul Braga (quarto in classifica) e il suo zampino negli ultimi sei centri del Porto. «Sono stato trattato bene qui fin dal primo giorno - ha detto Cristian che vanta anche una gara con la Spagna, nell’agosto 2013 -, spero di finire anche meglio la stagione e stare qui a lungo». Preso in prestito per due anni, il Porto ha l’opzione di acquisto per 8 milioni di euro e sta già pensando di usarla. Ha già sentito il manager Orobitg. Da lontano, ma neanche tanto, visto che il Porto vuole andare avanti in Champions, Guardiola è tornato a riconoscere il ragazzo che ha lanciato nel 2012 a Barcellona.

IDENTIKIT

Venti gol, 3 titoli in blaugrana 7 reti col Porto ● Cristian Tello è nato a Sabadell (Spagna) l’11-8-1991. A 11 anni è nel vivaio del Barça, ma a 17 va all’Espanyol. Nel 2010 torna al Barça con cui esordisce in Liga il 28-1-2012 (0-0 con il Villarreal). Fino al maggio 2014 disputa 59 gare di Liga (11 gol), 16 (5 reti) in coppa del Re, 9 in Champions (4 gol). Ha vinto 1 Liga, 1 coppa e 1 supercoppa di Spagna. Al Porto 22 gare (6 reti) in campionato, 7 (1) in Europa.

Martin Hofbauer qui nell’aprile 2013, a 20 anni, con la protesi (EPA)

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veva vinto la gara per giocare, ma ha perso la lotta contro il cancro. È morto nel weekend, all’età di 22 anni, Martin Hofbauer, il primo giocatore in campo con una protesi. Il suo destino ha commosso tutto il mondo calcistico e ha disposto anche la FIFA a cambiare le sue regole. Il 18 maggio 2013 Martin Hofbauer è stato il primo giocatore a poter disputare una partita di campionato con una protesi. Un passo gigantesco per il 22enne che così ha anche aperto il campo ai compagni di sventura colpiti da un destino simile. Per più di tre anni Hofbauer, attaccante del UFC Miesenbach (società stiriana nella penulti- VIENNA ma lega locale), ha lottato contro il cancro. Il fine settimana scorso ha perso questa terribile e drammatica battaglia.

meccanico ha indossato la sua prima protesi scherzando. «Ho anche avuto un po’ di fortuna, perché sono mancino. Con la protesi destra posso stoppare, passare o alzare il pallone. Ma non tirare in porta». Nel novembre 2011 è tornato in campo per un’amichevole del suo club. Ma non gli è bastato: «Vorrei essere il primo giocatore con una protesi in un torneo ufficiale», ha detto a ExtraTime.

Quel gol di speranza Il 18 maggio 2013 il suo sogno è diventato realtà grazie all’okay della FIFA. Hofbauer è entrato in campo contro il Naintsch al 15’ del secondo tempo; tre settimane dopo è andato a segno per la prima volta contro l’Hirnsdorf. Era la sua terza partita, e anche l’ultima. Perché il cancro è tornato. Il maledetto nemico lo ha costretto ad altri interventi, prima ai polmoni, poi si è esteso su tutto il corpo. «Martin non si è mai rassegnato, ha sempre creduto in un lieto fine. La sua morte ci ha scosso profondamente, anche se non è arrivata in modo inaspettato», ha raccontato Karl Maderbacher, funzionario della società del Miesenbach. Tre settimane fa Martin si è fatto vedere per l’ultima volta, ha assistito a un’amichevole dei compagni di squadra: «Ci siamo parlati, era di buon umore ma anche segnato dalla malattia». Sabato scorso, a soli 22 anni, Hofbauer ha chiuso gli occhi per sempre. I funerali avranno luogo questa mattina nella sua natia Birkfeld. Il mondo del calcio saluta un lottatore.

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13 centimetri di tumore Nel novembre 2011 i medici gli avevano diagnosticato un tumore maligno di 13 centimetri alla pianta del piede destro. Quattro cicli di chemioterapia non sono bastati a eliminarlo, i 5 centimetri restanti hanno costretto i medici a togliere a Hofbauer la gamba destra. «Certo l’amputazione ha stravolto la mia vita, ma d’altra parte i dolori erano così insopportabili che l’ho sentita quasi come una liberazione», ha raccontato l’attaccante dopo l´intervento. Due mesi dopo l’apprendista

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NOTIZIE DALL’EUROPA

BIELORUSSIA MINSK

Partite fantasma Bookies pagano Aperta indagine

● (falcini) È terminata 2-1 la sfida mai disputata tra Slutsk e Shakhtyor Soligorsk. Il match della Premier bielorussa rappresenta il 4° caso di «Ghost game» certificato negli ultimi anni. Le agenzie di scommesse internazionali, ricevuta comunicazione ufficiale del risultato, hanno provveduto al pagamento delle quote, salvo poi scoprire l’inganno. Ora sulla vicenda è stata aperta un’indagine dalla polizia locale, i due club e la federazione negano ogni tipo di coinvolgimento.

ROMANIA GIURGIU

All’Astra arriva Munteanu e vince al debutto

● L’Astra ha un nuovo allenatore: Dorinel Munteanu, 46 anni, 134 gare in nazionale (16 gol), ex tecnico di Kuban Krasnodar, Dinamo e Steaua Bucarest, Cfr e Universitatea Cluj, Otelul. Prende il posto di Oleg Protasov, 51 anni, ucraino, che era 5° in classifica, in carica solo 4 mesi e mezzo, e che ha chiuso in 9 gare in campionato con 2 successi e 7 pari, ma con l’eliminazione in Europa League e in coppa di Lega dove all’andata ha perso 3-0 dalla Steaua (ritorno domani). Munteanu ha esordito col 2-0 a Botosani.

IRLANDA DUBLINO

Ok tornei al via Salvi ora 3 club tra cui il Bray

● (falcini) Il torneo irlandese è iniziato: il Bray Wanderers, tra i club più popolari della Premier, ha ricevuto dalla federazione l’ok per l’iscrizione al campionato. Semaforo verde anche per Athlone Town e Cobh Ramblers di First Division. Le garanzie economiche dei tre club sono state incerte fino all’ultimo, ma i vertici del pallone hanno deciso di fidarsi. Il calcio in Irlanda vive da tempo una feroce crisi, la federazione vaglia la possibilità di ridurre i formati delle prime due leghe, ora a 12 e 8 squadre.


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MONDO

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Deputato Psuv a soli 32 anni, per 4 ministro ● Tareck El Aissami è nato a El Vigia il 12 novembre 1974. Deputato del Psuv di Hugo Chavez dal 2006, vice ministro nel 2007-08 e ministro degli Interni dal 2008 al 2012, governatore dello Stato di Aragua da fine 2012 (e in quanto tale sponsor dell’Aragua Fc di Maracay), vice presidente del partito Psuv per le regioni centro-occidentali dal 2013.

Un sorriso a Kabul «Per i giovani» 1Skeledzic, ex tecnico delle giovanili all’Eintracht, è il nuovo c.t.: «Voglio portare questa nazionale fra le prime 10 d’Asia»1«Il Mondiale? Un sogno»

Emanuele Giulianelli

Tareck El Aissami, 40 anni, governatore dello Stato di Aragua dal 2012 ed ex ministro degli Interni

Il governatore scende in campo 1 La squadra di Maracay

ha tesserato il presidente della Regione di Aragua 1 Politico controverso, e i «colleghi» si ribellano Adriano Seu

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Interessi politici ed economici, sospette relazioni internazionali, oscuri legami con il fondamentalismo e il terrorismo islamico e, da buon sudamericano, un’immancabile passione per il calcio. Sono questi i molteplici ingredienti che condiscono la strana storia del venezuelano Tareck El-Aissami, attuale governatore dello Stato di Aragua e nuovo «rinforzo» dell’omonimo club che milita in prima divisione. Un ingaggio, quello del 40enne politico senza la minima esperienza da calciatore, che ha fatto gridare allo scandalo i tifosi e i suoi futuri «colleghi», rilanciando l’offensiva della stampa indipendente e dell’opposizione anti-chavista. Proprio nei giorni in cui il governo Maduro è tornato nell’occhio del ciclone per l’arresto del sindaco di Caracas con l’accusa di ordire un colpo di Stato.

L’ascesa del Caudillo Figlio di emigrati siriani, Tareck iniziò prestissimo a interessarsi di politica. Sin da quando, studente di Giurisprudenza e criminologia all’Universidad de Los Andes, divenne amico di Adán Chavez, fratello del futuro presidente Hugo. Una volta terminati gli studi, le strade della rivoluzione bolivariana gli aprirono le porte di una fulgida carriera politica: prima a capo dell’Ufficio Immigrazione (quando secondo il Dipartimento di Stato statunitense circa 200 islamici ricercati per terrorismo e traffico di droga ottennero rifu-

gio in Venezuela), poi vice ministro alla Sicurezza Pubblica a soli 33 anni e, dodici mesi dopo, addirittura alla guida del ministero degli Interni. Quindi, nel dicembre del 2012, l’allora presidente Hugo Chavez lo fece candidato e quindi governatore dello Stato di Aragua, dove oggi Tareck muove i fili di ogni interesse socio-economico.

In passato fan di Bin Laden I servizi segreti statunitensi sostengono che Tareck sia il responsabile dell’infiltrazione di centinaia di Hezbollah in territorio venezuelano, oltre che della costituzione di un esteso sistema legato al narcotraffico e al riciclaggio di denaro. La stampa indipendente sostiene inoltre che ElAissami sia addirittura a capo di una ramificata organizzazione che fornisce rifugio e addestramento militare a esuli iracheni affiliati ad Al-Qaeda. D’altra parte le origini di Tareck parlano chiaro: il padre Carlos fu a capo della sezione venezuelana del partito Baath, mentre lo zio Shibli fu una figura di spicco del regime di Saddam Hussein. Non a caso, prima dell’invasione irachena Tareck si dichiarò «Talebano», esprimendo «ammirazione e fedeltà al grande Mujaheddin Osama Bin Laden». Secondo il presidente Nicolas Maduro si tratta solo di «menzogne volte a screditare la sua immagine», ma Tareck preferisce tacere sul proprio passato anziché prenderne le distanze. Nel frattempo, dopo aver annunciato la costruzione di un moderno cenMARACAY tro sportivo e aver promesso un «nuovo, imponente stadio Metropolitano per l’Aragua FC», Tareck si è fatto ingaggiare dal club, con la promessa di poter collezionare almeno una presenza simbolica prima della fine del campionato. «Una vergogna», secondo tanti tifosi venezuelani. Addirittura «un’umiliazione per l’intera categoria», ha tuonato qualche giocatore avversario. Ma Tareck fa spallucce e, tra comizi e atti ufficiali, partecipa agli allenamenti con il sorriso sulle labbra. In fin dei conti, lui si diverte e nessun compagno ha osato battere ciglio.

31 El Aissami punta giallorossa

● I punti conquistati dall’Aragua nell’Apertura 2014 in 17 turni: a dicembre è arrivato 3°, alla pari col Caracas, miglior punteggio e piazzamento (nei tornei corti) della sua giovane storia. Il club di Maracay, infatti, è stato fondato solo nel 2002, in prima divisione dal 2005-06, ha vinto la coppa nazionale del 2007.

Slaven Skeledzic, 43 anni, bosniaco-tedesco, nuovo c.t.

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i primi di febbraio Slaven Skeledzic da Vares, Bosnia, cresciuto in Germania, a Francoforte, 43 anni, è diventato c.t. dell’Afghanistan, al n.144 del ranking Fifa. Mai qualificato a una coppa d’Asia, ma l’anno scorso ha dato segni di risveglio: una semifinale di Challenge Cup, la seconda manifestazione continentale, per Paesi emergenti, e nel 2013 la vittoria nella Saff Cup, per le nazionali del sud dell’Asia.

«Ho scoperto Marin» «La Federazione mi ha contattato perché conoscevano - dice a ET - la mia storia di allenatore in Germania con i giovani a Francoforte, all’Hansa Rostock e all’Hannover; molti poi son finiti in Bundes o in B in 10 anni; una set- KABUL tantina, per un valore di circa 80 milioni di euro. Fra cui Kirchhoff dello Schalke e Marin (ex viola, ndr) del Chelsea. La Federazione ha guardato alla mia filosofia di gioco, alle metodologie di allenamento, all’esperienza coi giovani». Di materia prima ce n’è tanta a Kabul e dintorni: su 31 milioni di abitanti i due terzi sono sotto i 25 anni (di cui 10 milioni di maschi) e sotto i 15 anni sono 6,8 i milioni di ragazzini. Ma dopo 35 anni di guerre (non ancora concluse) è dura finanche organizzare un campionato: ora è a 8 squadre. «Mi piacerebbe avere l’occasione di sviluppare tutto il potenziale che c’è nel calcio

afghano. Voglio portare la nazionale ai più alti livelli, almeno tra le prime 10 nazionali d’Asia (ora è al 23° posto, ndr), voglio essere in grado di qualificarci per i più importanti tornei». A giugno si parte con le gare per Russia 2018. «È un obiettivo alto, ma mai smettere di sognare. Voglio portare la filosofia europea sul piano dell’allenamento, del gioco e dell’organizzazione. Amo il gioco di squadra e spero che tutti mi supportino: sviluppare il calcio qui non riguarda solo lo sport ma ha effetti anche sulla società. Ma non voglio influenzare la loro cultura. Voglio che ogni aspetto però sia professionale, in campo e fuori: costruire strutture e fare buoni allenamenti, con un’idea di base e un progetto». Gli toccherà anche girare per il mondo in cerca di afghani da nazionale, col vice Ali Askar Lali, 25 gare in nazionale negli anni 70 e oltre 30 anni vissuti in Germania, che gli farà da interprete: «Per me l’obiettivo è solo vincere, sempre. Nell’Eintracht ho cresciuto Milad Salem ora all’Osnabruck (in C), Abassin Alikhil e Zamir Daudi del Viktoria Aschaffenburg (quinta serie). Sono contento di ritrovarli. Devo conoscere gli altri e costruire una strategia e un gioco». Paura della situazione nel Paese? «Non sono spaventato: sono stato a Kabul qualche giorno, la gente è stata calda e affettuosa, tutti felici di incontrarmi. L’atmosfera era la stessa che avrei potuto trovare in Germania. Voglio restituire il sorriso a questa gente». In bocca al lupo allora Slaven, ne avrà bisogno.

AFG

VEN

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NOTIZIE DAL MONDO

OR DE EM M

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BRASILE BRASILIA

Il Corinthians passa ancora a San Paolo

● (m.c.) Continua a vincere il Santos nel paulista anche senza Robinho, col tecnico a interim Marcelo Fernandes, dopo che è stato fatto fuori Moreira: 3-0 al Botafogo SP con doppietta di un altro ex milanista Ricardo Oliveira. Il San Paolo di Pato (non in campo) ha perso il derby col Corinthians 1-0 con gol di Danilo. Rogeri Ceni si è fatto parare un rigore dal collega Cassio e il San Paolo non vince in casa col Timao dal 2007. Nel Carioca vittorie di Flamengo, Fluminense (3-1 sul Botafogo) e Vasco.

ARGENTINA BUENOS AIRES

Ruben dà il primato al Rosario Central Rallenta il Boca

● (seu) Una tripletta di Marco Ruben, 28 anni, ex Dinamo Kiev e Villarreal, porta il Rosario Central in testa alla classifica dopo 4 turni da solo: 3-1 all’Olimpo. Rallenta il Boca, 1-1 col Colon e 10 punti, e anche il River che si fa rimontare dal 2-0 al 2-2 dall’Union Santa Fe: ora i Millonarios hanno 8 punti. Maxi Rodriguez con una doppietta firma il successo del Newell’s sul Crucero, e il Racing di Milito (non in campo) si blocca 1-1 con l’Atletico Rafaela. Stanotte hanno giocato Estudiantes-San Lorenzo.

USA ORLANDO

Kakà in gol al 90’ al debutto davanti a 62 mila persone

● Kakà al 90’ salva Orlando e bagna col gol il debutto in Mls: fa pari con i NY City con una punizione deviata dalla barriera, davanti a 62.510 spettatori, il secondo dato di sempre per una partita inaugurale della Major League. Buono il debutto anche per Giovinco a Toronto che manda in gol Altidore (autore poi di una doppietta) nel 3-1 ai Vancouver Whitecaps nel derby canadese. Altra doppietta, quella di Clint Dempsey dei Seattle Sounders che con Oba Martins ha siglato il 3-0 a New England.


EXTRA FUN EXTRATIME

GERMANIA BUNDESLIGA Paderborn, la Fischer come premio salvezza

André Breitenreiter, 41 anni, è un suo grande fan e ha dichiarato: «Helene sarebbe un premio sensazionale per tutti noi». Unico problema: costa almeno 300 mila euro per un concerto-festa, troppi per il club della Renania Settentrionale che ha speso appena 2 milioni di euro sul mercato. Il direttore sportivo Michael Born, 47 anni, ha ammesso: «Abbiamo bisogno dell’aiuto di uno sponsor...».

Helene Fischer, 30 anni (AFP)

André Breitenreiter, 41 anni

Kluivert: no Curaçao

R. Carlos col Leixoes

5 feriti in Nigeria

● (sm) Di Maria cambia casa: dopo la rapina, ha deciso di lasciare la villa del Cheshire e di trasferirsi nell’appartamento di Phil Neville al 45° piano in città.

● (seu) Dopo la gavetta al Twente Nec e nell’Olanda con Van Gaal, Patrick Kluivert accetta la carica di consulente ma rifiuta di fare il c.t. di Curaçao, nelle Antille.

● (sm) L’ex interista Roberto Carlos è nella cordata che ha rilevato il club Leixoes, seconda divisione portoghese; farà pure da ambasciatore e testimonial.

● (sm) 5 calciatori dei Kano Pillars, campioni nigeriani, sono stati feriti con colpi da arma da fuoco giovedì scorso da ladri che poi li hanno pure derubati.

ROXANNE LA MISS DELLA SETTIMANA

O RD

In 2 mesi sono già 53 i tecnici cacciati 9 nel Pernambuco

OGGI E DOMANI REAL E CHELSEA IN CHAMPIONS Per il ritorno degli ottavi oggi: Real Madrid-Schalke (Sky Sport 1 HD, 20.45) e Porto-Basilea (SS Plus HD). Domani Bayern M.-Shakhtar (Sky Sport 1) e Chelsea-Psg (Italia 1, 20.45)

mese. Così il governo locale ha pensato di utilizzare almeno il largo parcheggio intorno al Garrincha per gli autobus di linea cittadini, risparmiando sui costi dei garage. Circa ben 400 mezzi vengono quindi depositati ogni sera introno allo stadio. E inoltre sempre le autorità cittadine hanno pensato bene di utilizzare gli uffici e le sale riunioni e convegni interni allo stadio per le sue necessità amministrative. Che dirà il governo? E il parlamento? Dove intanto l’ex stella della Seleção Romario, oggi senatore, è stato eletto come nuovo presidente della Commissione educazione, cultura e sport per il 2015-16. Lui ha dichiarato i suoi obiettivi subito: il recupero «morale» dello sport, l’imposizione di una maggiore «disciplina» finanziaria ai club di calcio e la diminuzione dei poteri della Federcalcio.

VENERDì 13 E SABATO 14 MARZO IL BARÇA DI POMERIGGIO, IL CITY A CHIUDERE Venerdì 13: Valencia-Deportivo (Fox Sports 1, 20.45) e in differita Monaco-Bastia (FS, 22.45), sabato EibarBarcellona (FS 2, 18) e in differita Espanyol-Atletico M. (FS, 21). In Premier sabato: Crystal P.-Qpr (FS, 13.45), ArsenalWest Ham (FS, 16) e Burnley-Manchester City (FS, 18.30).

Supplemento di calcio internazionale di Iacopo Iandiorio, progetto grafico di Domenico Coppola

INGHILTERRA LIVERPOOL

Il Gesù di Anfield porta bene: 13 risultati utili ● (sm) Scrivono sul Telegraph che da quando questo «simil Gesù» è apparso ad Anfield, inneggiando al tecnico Brendan Rodgers, il Liverpool non perda più. E ha infilato una serie positiva in casa di ben 13 gare DOMENICA 15 MARZO FINALE DI COPPA IN SCOZIA Liga: Real M.-Levante (FS, 21). Premier: Chelsea-Southampton (FS, 14.30), Man. United-Tottenham (FS, 17). Ligue 1: Marsiglia-Lione (FS 2, 21); finale c. di Lega Dundee United-Celtic (FS 2, 16).

UA

BRASILE BRASILIA Lo stadio Garrincha deposito per bus

● È costato quasi 500 milioni di euro ma al massimo lo utilizzano come deposito improvvisato di autobus cittadini. Succede allo stadio Mané Garrincha di Brasilia, la capitale federale del Paese, che soltanto a giugno scorso ha ospitato alcune partite del Mondiale brasiliano, fra cui una della Seleção (quella contro il Camerun) e della Colombia, Svizzera, Portogallo, Francia, Argentina fino al match per il terzo posto (vinto dall’Olanda). Con i suoi costi (per 72 mila spettatori di capienza) è il secondo stadio più caro al mondo dopo quello rifatto di Wembley. Ma non avendo Brasilia squadre da prima divisione ha ospitato finora e solo saltuariamente partite minori con al massimo circa 10 mila spettatori. Però ci sono i costi di manutenzione che si aggirano sui 180 mila euro al

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● (falcini) Si definisce «lo spazio ideale per interagire con amici, fanatici e protagonisti del calcio» o solo il nuovo Facebook del pallone. È stata lanciata in 8 lingue la piattaforma hinch.as, non manca la versione italiana. Il progetto nasce in Argentina e si pone l’obiettivo di ridurre la distanza tra gli appassionati di calcio e i loro idoli. Su hinch.as è possibile condividere immagini e commenti, sondaggi o opinioni. Testimonial: Iniesta, Pato e Forlan,

L C A

Nasce hinch.as, il FB del pallone Lo lancia Iniesta

● (seu) Nei primi due mesi del 2015 e dopo nemmeno un mese dall’inizio dei tornei statali, sono addirittura 53 i tecnici già esonerati. Secondo Globoesporte, solo in 9 campionati (su un totale di 27) non si sono ancora registrati esoneri. A guidare la classifica è il torneo Pernambucano (lo Stato di Recife), dove sono già stati licenziati ben 9 allenatori con sole 12 squadre iscritte al torneo. Segue il campionato del Mato Grosso con cinque esoneri.

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WEB

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BRASILE RECIFE

IN 8 LINGUE

● Povero Fellaini. Perché il centrocampista coi capelli alla Napo Orso Capo in campo non se la cava poi così male (20 partite, 4 gol e tanta legna nelle partit vorticose vortico di Van Gaal), ma i tifosi dello United continueranno per sempre a indicarlo come il simbolo simb del flop dell’era Moyes, cioè qu quello che lo fece comprare dall’Everton per 33 milioni l’ultimo giorno di mercato. E i l’ult gossipari non gliene perdonano gossi l’ultima è che la sua fiamma una: l’u Roxanne Jeffers, presentatrice Roxa in un canale tv per adulti, lo avrebbe mollato. «Adoro i suoi avre capelli», diceva tempo fa. Ora cap invece su Facebook figurerebbe single...

TV

Jerome Boateng difensore del Bayern Monaco

Di Maria cambia casa

Fellaini, Red Devils per capello: bye bye Jeffers

EXTRATIME

La frase della settimana «Oggi non c’è bisogno di andare dal Bayern al Barcellona se si vuole vincere la Champions League»

RE

SMS

● (el.ber) Per il Paderborn, quest’anno per la prima volta in Bundesliga (è terzultimo) e per distacco il club più povero del campionato, sarebbe un’impresa salvarsi. Per questo vogliono ingaggiare Helene Fischer e la sua band per un concerto privato. Helene, 30 anni, nata a Krasnoyarsk, in Russia, è una delle star più famose in Germania, ha venduto oltre 10 milioni di dischi. L’allenatore,

MARTEDÌ 10 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

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PARAGUAY ASUNCION

Ex difensore Baez ora capo ultrà: denuncia per rissa ● (seu) L’ex difensore paraguaiano Carlos Baez pare sia uno dei «cacique», dei capi, della barrabrava del Cerro Porteño. Il 32enne, ex anche dell’Independiente argentino, dell’Arsenal Sarandi (in prestito) e del Cucuta Deportivo colombiano, ritiratosi nel luglio 2011 all’O’Higgins cileno, è stato denunciato la settimana scorsa per la terza volta: accusato di aggressione e incitamento alla violenza per i disordini provocati durante una rissa tra gli ultrà del Cerro Porteño (dei quali fa parte da quando si è ritirato) e quelli dell’Olimpia. In passato Baez, soprannominato Aquiles (Achille) si era già beccato una denuncia per minacce sempre contro tifosi dell’Olimpia e un’altra per aggressione a un tifoso del Nacional, anche se Baez sostenne in quell’occasione che si trattava soltanto di «legittima difesa»,

NEL WEEKEND BUNDES: VENERDÌ STOCCARDA Venerdì: Stoccarda-Hertha (Sky Sport 1 HD, 20.30); sabato HannoverBayern (SS Plus, 15.30), Mainz-Borussia M. (SSP, 18.30). Domenica Paderborn-B. Leverkusen (SS Plus, 17.30).


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