La Gazzetta dello Sport (03-12-2015)

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giovedì 12 marzo 2015 anno 119 - numero 60 euro 1,40

CHAMPIONS: FRANCESI (2-2) E TEDESCHI (7-0 ALLO SHAKHTAR) VOLANO AI QUARTI

THIAGO SILVA FA FUORI MOU BAYERN, MACCHINA DA GOL Impresa Psg ai supplementari: in 10 per 89’ (espulso Ibra) elimina il Chelsea L’esultanza di Thiago Silva, 30 anni, autore del gol qualificazione del Psg REUTERS

EUROPA LEAGUE C’E’ L’ANDATA DEGLI OTTAVI LA PRIMA PAGINA La nostra prima pagina del 26 febbraio che ha portato fortuna

1Cinque italiane

ARCHETTI, BIANCHI, BOLDRINI, FROSIO, LONGO ALLE PAG. 12-13, COMMENTO DI DE CALO’ A PAG. 23

CALIAMO IL POKER!

Gabbiadini (Napoli), Shaqiri (Inter), Quagliarella (Torino), Salah (Fiorentina), Ljajic (Roma): chi brillerà di più stasera?

ra in campo stasera to 1Torino chiamato sa a un’altra impresa nit contro lo Zenit ia 1Inter in Germania le affronta il temibile st Wolfsburg di Dost 1Napoli favorito conn la Dinamo Moscaa by 1Poi il derby ma Fiorentina-Roma

JUVE, EVRA E’ DIVENTATO L’UOMO IN PIU’ DI ALLEGRI Un avvio difficile, ma poi il francese s’è rivelato un punto fermo del tecnico DELLA VALLE A PAGINA 15

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IL ROMPIPALLONE di GENE GNOCCHI Benitez: «Il Psg? Perché no? Parlo anche un po’ di francese so dire soufflé, vol au vent e brie».

A PAGINA 25 terrestre 59MANCINI del digitale

POSSIAMO SOGNARE UNA COPPA PER NOI La «manita» no, non si può, perché c’è un maledetto derby: almeno una tra Fiorentina e Roma non sopravviverà a questi ottavi di finale. Ma dopo il «cinque su cinque» nei sedicesimi si può sognare un’Europa League il più italiana possibile. Un fantastico poker nei quarti. Anche se il sorteggio non è stato amichevole. L'ARTICOLO ALLE PAGINE 2-3

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CICLISMO

Vettel chiama «Eva» la sua Ferrari e lancia la sfida alla Mercedes

Super Malori batte Cancellara La Tirreno-Adriatico parla italiano

DA NON PERDERE 1 Honda trequartista Inzaghi studia la mossa per rilanciare il Milan IARIA, OLIVERO A PAGINA 16

2 Da Ancelotti a Bale: così il Real Madrid sta andando in pezzi RICCI A PAGINA 14

CREMONESI, IANIERI, PERNA A PAGINA 21 E NELL’INSERTO AL CENTRO DEL GIORNALE

GHISALBERTI, GIALANELLA E COMMENTO DI BETTINI ALLE PAGINE 26-27

Rinnova in sicurezza, ti regaliamo l’ABS!

3 Gentile, aria di Nba: «Potrei arrivarci molto presto» DI SCHIAVI A PAGINA 29

ROTTAMA

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L’ANALISI di Fabio Licari

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Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano

Il c.t. Antonio Conte, 45 anni IPP

Il ct guarda con interesse agli oriundi della Serie A Nel mirino pure Vecino (Empoli) e De Maio (Genoa)

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A PAGINA 17

SERVIZI DA PAGINA 3 A PAGINA NA 11

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Primo piano R Sfida all’Europa

Italiane, un altro COPPE 2015-16 LE POSSIBILI COMBINAZIONI

(f.li.) Il quadro delle italiane partecipanti alle prossime coppe europee non è ancora chiaro, complice la bella novità che la vincente dell’Europa League si qualifica per la Champions. Qual è la situazione oggi (con la classifica della 26° giornata naturalmente). Con un paio di avvertenze: il 7° posto non serve a niente; al 3° posto, per ora, c’è la Lazio per differenza-reti, ma il criterio finale è quello dello scontro diretto (che vede in vantaggio il Napoli vincente nella partita del girone d’andata).

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CHAMPIONS LEAGUE JUVE ai gruppi; testa di serie (da campione) ROMA ai gruppi; probabile terza/quarta fascia LAZIO ai playoff

campionato). Il 6° posto dà l’accesso alle coppe in quanto la vincente della Coppa Italia (una tra Napoli, Fiorentina, Juve e Lazio) è tra le prime 5 del campionato

EUROPA LEAGUE NAPOLI ai gruppi (in quanto 4° in campionato o vincente di Coppa Italia) FIORENTINA ai gruppi (in quanto 5° in campionato o vincente di Coppa Italia) SAMPDORIA al 3° preliminare (in quanto 6° in

VINCENTE ITALIANA DI EUROPA LEAGUE Cinque italiane sono in corsa per l’Euroleague. Ma ci sono tanti scenari possibili. 1) se vince la Roma, già qualificata in Champions, non cambia nulla. Nelle prossime coppe vanno 6 italiane (3 CL+3 EL);

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2) se vince una tra Napoli e Fiorentina, questa va in Champions ma non aggiunge un posto per le italiane in EL (perché il posto in più è al club, non alla nazione). Quindi 6 italiane (4 CL+2 EL); 3) se vince una tra Inter e Torino, invece, qualcosa cambia: perché questa si qualifica alla Champions (nei playoff; andrebbe ai gruppi soltanto se la vincente della Champions in corso fosse già qualificata attraverso il campionato nazionale). E in Euroleague resterebbero 3 club italiani. Quindi in totale 7 club (4 CL+3 EL).

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● 1 Gonzalo Higuain, 27 anni, attaccante argentino del Napoli che ospita la Dinamo Mosca KOMUNICARE ● 2 Mauro Icardi, 22 anni, punta argentina dell’Inter, impegnata a Wolfsburg LAPRESSE ● 3 Kamil Glik, 27 anni, difensore polacco e capitano del Torino, che sfida in trasferta lo Zenit LAPRESSE ● 4 Gervinho, 27 anni, attaccante ivoriano della Roma, attesa dal derby italiano a Firenze RAMELLA ● 5 Neto, 25 anni, portiere brasiliano della Fiorentina IPP

Viola-Garcia da tripla Napoli, sei favorito Per Mancio e il Toro è una prima in salita 1Dal derby di Firenze a Benitez e i granata contro le due russe:

caccia al poker nei quarti di Europa League, che manca dal 2000 LA FINALE A VARSAVIA Il trofeo per chi vince l’Europa League: la finale è a Varsavia, in Polonia, il 27 maggio

FIORENTINA-ROMA Dal famoso k.o. con il City sono trascorse 16 partite: la Roma ne ha vinte appena 5, pareggiandone 10, perdendone soltanto una. a «manita» no, non si può, perché c’è un ma- Proprio quella con la Fiorentina, nei quarti di Copledetto derby (il 17° nelle coppe): almeno pa Italia, in gara secca all’Olimpico: un tremendo una tra Fiorentina e Roma non sopravviverà 0-2 con i giallorossi chiamati dalla curva a un gesto a questi ottavi di finale. Ma dopo il «cinque su cin- tribale, le scuse pubbliche. Fino a lunedì la percenque» nei sedicesimi, che ai nostalgici ha riportato tuale sarebbe stata 55%-45% per i viola, dal gioco alla mente gli anni 90, si può sognaincantevole e concreto negli ultimi re un’Europa League il più italiana due mesi (9 vittorie e 4 pareggi): poi LA CHIAVE possibile. Un fantastico poker nei la Lazio ha spiegato che dagli imquarti, come non accade dal ‘99- La Fiorentina ha provvisi cali di tensione neanche la 2000. Anche se il sorteggio non è nuova Fiorentina è immune. È dal stato amichevole. Con tutte le molte assenze. 2008 (semifinale di Europa League cautele del caso, soltanto il Napoli Roma mai oltre persa ai rigori contro i Rangers) che è favorito nella sfida con la Dinamo gli ottavi dal 2008 i viola non superano gli ottavi: l’anMosca. Tra Montella e Garcia equino scorso uscirono nel derby con la librio totale per mille motivi, anche Inter senza i quarti Juve. Dal 2008 (quarti di Chamse la condizione recente (0-4 con la pions persi con lo United) neanche dal 2011. Rafa deve Lazio escluso) e il precedente di la Roma supera gli ottavi in Europa. Coppa Italia lasciano pensare. Ha chiudere già i conti. Sfida da tripla, assenze più pesanti poco da sorridere l’Inter contro il Ventura da impresa per la Fiorentina. Wolfsburg (2° in Germania). E peggio ancora il Torino al cospetto dello Zenit capofila WOLFSBURG-INTER La classifica di Bundesliga è in Russia (e club esperto di coppe). Coraggio però: peggio di quella italiana: il Bayern è 11 sopra il Wolsuperato il turno, dalle altre quattro sfide, escluso fsburg e 20 avanti sul Borussia Moenchengladbach. il derby di Spagna, non dovrebbero arrivare rivali Per aumentare il carico, lo Schalke (che ha terrorizfuori portata. Insomma, riprendiamoci (ancora) zato il Real Madrid) ne ha 23 in meno: come si vede, le distanze contano fino a un certo punto. Non l’Europa.

Fabio Licari

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che i nomi dei tedeschi siano superiori, sulla carta, a quelli dell’Inter: solo che Dost (signor attaccante), Schurrle, De Bruyne, Luiz Gustavo, più Perisic (in panchina), danno l’impressione, al momento, di essere più squadra. Inoltre il Wolfsburg non perdeva da fine novembre (contro l’Everton), anzi era reduce da 8 successi e 2 pari, prima di cadere sabato con l’Augsburg. L’Inter non conquista i quarti dal 2011 (Champions, k.o. con un’altra tedesca, lo Schalke). Ritorno in Italia, da non sottovalutare, e 55% al Wolfsburg. Per ora. NAPOLI-DINAMO MOSCA Kokorin, la promessa della Russia di Capello, e Valbuena, l’infaticabile trequartista di Deschamps, sono i pericoli per Benitez, ma neanche la Dinamo Mosca dormirà sonni tranquilli pensando a Higuain, Gabbiadini e Hamsik. Sarebbe ipocrita non concedere un vantaggio, in teoria, al Napoli: benché nei sedicesimi il Trabzonspor fatto a pezzi non fosse all’altezza dell’Anderlecht eliminato da russi. Motivazione in più: la Champions diventata ormai a rischio, causa affondo della Lazio. Naturalmente c’è da chiudere il conto in anticipo, per non soffrire poi a Mosca. L’anno scorso Napoli out ai quarti con il Porto. Diamo a Benitez il 55% di chance. ZENIT-TORINO Questa è dura. Lo Zenit non è l’Athletic Bilbao, a cominciare dai nomi: Hulk, Witsel, Danny, per non dire quel Garay che era il centrale arretrato da prendere subito dopo il Mondiale. Lo Zenit è in testa al campionato russo con 7 punti sul Cska. Lo Zenit è alla quarta gara ufficiale dopo la sosta invernale: le altre tre le ha vinte tutte, compreso il doppio successo sul Psv nei sedicesimi. Ma il Torino segna da 14 partite consecutive, cosa importantissima nelle coppe, e ha perso soltanto 2 volte nelle ultime 17 occasioni. Ha dimostrato carattere (vedi Bilbao) e compattezza. Nel 2013 i russi sono usciti agli ottavi con il Basilea e, grazie a Spalletti, hanno memorizzato concetti calcistici italiani (e Criscito sarà in campo stasera). Gli diamo il 65%. Ventura lo sa, è dai sedicesimi che gli serve l’impresa.

IL TABELLONE OTTAVI DI FINALE

Andata (oggi) Ritorno (giovedì 19/3) Zenit (Rus)

65

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Ore 18 (Premium Calcio)

%

Wolfsburg (Ger)

55

Ore 19 (Premium Calcio 1)

%

FIORENTINA

Ore 21.05 (Rete 4, Premium Calcio)

%

NAPOLI

Dnipro (Ucr) Arbitro Bebek (Cro)

Arbitro Thomson (Sco) Villarreal (Spa) Arbitro Orsato (Italia) Everton (Ing) Arbitro Velasco Carballo (Spa)

50

Dinamo M. (Rus)

Arbitro Sidiropoulos (Gre)

55

45

ROMA

Arbitro Lahoz (Spa)

50

35

INTER

Arbitro Marciniak (Pol)

Bruges (Bel)

RANKING E COPPE 2015-16 Paradossi delle coppe: al sistema Italia nel suo complesso conviene che sollevino il trofeo a Varsavia o l’Inter o il Torino, al momento fuori dalla zone coppe. Soltanto così aumenterebbe a 7 squadre il nostro contingente nella prossima stagione (vedi in alto). L’altra strada per crescere è migliorare il ranking e recuperare la quarta squadra in Champions. La grande rincorsa comincia proprio dall’Europa League (dove un giorno iniziò la grande caduta).

TORINO

Arbitro Neves Moreira (Por)

Ore 21.05 (Premium Calcio 1)

%

45 Ajax (Ola) Ore 19 (Premium Calcio 3) Besiktas (Tur) Ore 19 (Premium Calcio 4) Siviglia (Spa) Ore 21.05 (Premium Calcio 4) Dinamo K. (Ucr) Ore 21.05 (Premium Calcio 3) GDS


GIOVEDÌ 12 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

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giovedì da leoni! fWOLFSBURG

fZENIT

MUSCOLI, GAS E FATTORE C LA STAR HULK È IL LEADER E FA PAURA A VENTURA Sebastiano Vernazza INVIATO A SAN PIETROBURGO Twitter @GazzaVernazza

C

i sarà, ci sarà. Purtroppo per il Toro, Hulk giocherà dall’inizio. Nei giorni scorsi era arrivata la notizia della forte influenza che l’aveva costretto a partire dalla panchina contro l’Ural, prima giornata del campionato russo dopo lo stop invernale. In questa vigilia pre Toro, però, tutti danno il brasiliano in formazione. Recuperato, pronto a far reparto con Rondon e Danny. Lo Zenit ha un attacco da Champions e in effetti i russi da lì vengono. Torino sfortunato: prima l’Athletic Bilbao, poi lo Zenit. Altro che Europa League, come avversarie soltanto squadre scivolate giù dalla competizione regina.

UOMO SIMBOLO Hulk ha appena rinnovato il contratto fino al 2019. Va per i 29 anni, è probabile che lo Zenit sia il suo ultimo club europeo prima del rientro in Brasile. Ha strappato un adeguamento economico da urlo, secondo i media russi guadagnerà 7 milioni netti a stagione, garantiti da Gazprom, colosso del gas che foraggia molte squadre e che è sponsor pesante della Champions stessa, alla faccia della crisi economica in cui è precipitata la Russia. Ingaggio da top player per Hulk, giocatore che nel 2012, al suo arrivo a San Pietroburgo, veniva guardato con diffidenza, anzi con ostilità. Non è un mistero, la curva dello Zenit è razzista e tempo

fDINAMO MOSCA

L’AVVERSARIA DELL’INTER

L’AVVERSARIA DEL TORINO

L’AVVERSARIA DEL NAPOLI

AL GIGANTE DOST BASTA UN TOCCO ED È GOL: MANCINI È AVVISATO addietro diffuse un comunicato in cui diceva no «ai calciatori di colore e gay». Hulk è stato pure insultato da un arbitro, ha vissuto mesi difficili, ma ce l’ha fatta. Oggi «parlicchia» il russo, è diventato l’uomo simbolo dello Zenit e un pezzo indispensabile sulla scacchiera di Villas Boas. È la torre che taglia in orizzontale e in verticale, l’uomo che lavora per due. Non segna moltissimo, questa l’accusa che più gli muovono da queste parti, anche se fin qui gli 8 gol in 17 giornate di campionato, oltre ai 3 in Champions e ai 2 rifilati al Psv nei sedicesimi di Europa League, possono bastare per zittire gli incontentabili. BUMBUM San Pietroburgo è un buon posto per smaltire la delusione del Mondiale. In Brasile è finito nel tritacarne, come tutti i suoi compagni di sventura della Seleçao. Resta uno dei calciatori preferiti dalle donne brasiliane, per via del suo corposo sedere, che in portoghese si dice «bumbum», ma questa è un’altra storia. Speriamo che oggi il fattore C privilegi il Toro. © RIPRODUZIONE RISERVATA

IL NUMERO

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I milioni di ingaggio stagionale di Hulk, garantiti da Gazprom: il brasiliano ha appena rinnovato fino al 2019

Elmar Bergonzini

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ne-touch-gol. Il calcio che gioca Bas Dost, a vedersi, è molto semplice, quasi elementare. Ma segna. Tanto. Gli basta toccare la palla una sola volta. È un animale d’area, che preoccupa l’Inter non poco. Nella storia del Wolfsburg solo Grafite, nell’anno del titolo (2008-09), ha segnato più di lui dopo 24 giornate di campionato: 13 ne ha fatti Dost (in 13 presenze), 17 ne fece Grafite (in 15 presenze). L’olandese è andato meglio di gente come Dzeko e Mandzukic. E pensare che a inizio anno finiva spesso in tribuna. Olic (ora all’Amburgo) era il titolare, Bendtner il panchinaro. LA STORIA Cosa è cambiato lo ha spiegato il leader della difesa del Wolfsburg Naldo: «In lui niente, abbiamo capito meglio noi come servirlo». La sua avventura in Germania non ha mai avuto mezze misure: è passato dalla frustrazione all’esaltazione. A inizio anno i tifosi erano stufi: un giocatore mediocre, che quando arrivò a Wolfsburg non era in grado di reggere gli allenamenti di Magath: prima del termine delle sedute era solito vomitare, sfinito dall’intensità. Per la sua corsa un po’ impacciata e per la sua struttura fisica (è alto 196 cm) veniva soprannominato Piedone lo Sbirro. A 15 anni aveva il 46 di piede (ora il 48). In estate, dopo due stagioni fallimentari e ricche di infortuni, aveva pensato di andarsene, ma è rimasto (su consiglio

RAFA, OCCHIO A VALBUENA È IL FOLLETTO GUERRIERO CHE SBANCÒ ANFIELD dell’amico e compagno di squadra Malanda, morto a gennaio in un incidente stradale) per trovare il riscatto. In carriera aveva vissuto un momento difficile anche a 19 anni, all’Emmen, nella seconda divisione olandese: aveva perfino pensato di andare in Finlandia, ma decise di restare in Olanda. Arrivò l’Heerenveen. Anche lì, nel 2010-11, non fece benissimo. L’Ajax, senza crederci troppo, provò a prenderlo per sostituire Suarez, ma alla fine restò e segnò 32 gol in 34 partite, capocannoniere della Eredivisie. Ora Hecking se lo coccola («È stato convocato dall’Olanda, sarà un problema tenerlo fuori», ha detto). Il compagno di squadra Schäfer lo descrive come uno emotivo: «Oggi potrebbe abbracciare tutto il mondo, fino a dicembre era depresso. Non giocava di certo a fare l’orsacchiotto felice». Altri tempi: nel 2015 ha segnato 13 gol in 10 partite ufficiali. E avrà toccato sì e no 13 palloni. One-touch-gol. © RIPRODUZIONE RISERVATA

IL NUMERO

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I gol segnati da Dost in 10 partite ufficiali nel 2015 tra Bundesliga ed Europa League

Alessandro Grandesso PARIGI Twitter @agrandesso

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a sua è la storia dell’atipico self made man. Quella del giocatore che si è fatto da solo, contro tutto e tutti. Contro chi non lo vedeva nel calcio che conta, e contro i pregiudizi sui suoi 167 centimetri. Un condensato di tecnica ed esplosività, con un debole per il tuffo in area, le mutande colorate e le auto di grossa cilindrata. Mathieu Valbuena è «il folletto», diventato un riferimento nella Francia di Deschamps. Il fantasista che nessuno si aspettava a certi livelli e che invece ogni allenatore vorrebbe avere in squadra. Beh, ora ce l'ha la Dinamo Mosca. GUERRIERO La Francia del calcio e Rafa Benitez lo scoprirono una sera di Champions del 2007, ad Anfield, con un gol che permise al Marsiglia contro ogni pronostico di sbancare Liverpool (0-1). Stoccata dal limite all’incrocio, con tanto di comico capitombolo. Primo capolavoro di un ragazzo arrivato l’anno prima da anonimo dalla terza divisione. Passando in poche ore da 700 a 18mila euro al mese ed entrando così in quel mondo professionistico che l’aveva bocciato nel 2003: troppo piccolo per il Bordeaux che l’aveva formato. Il ragazzo dallo spirito guerriero ripartì dalla quinta serie, senza mai rinunciare al suo sogno, come ricorda anche il titolo dell’autobiografia del 2012: «Il mio percorso da combattente».

MUTANDE Solo contro tutti, anche a Marsiglia dove agli inizi era la vittima degli scherzi di Ribery e di tackle assassini. Schivati con dribbling e giocate che gli hanno garantito rispetto e longevità al Velodrome: 8 stagioni, coronate con lo scudetto del 2010. Grazie a Deschamps con cui magari non c’era feeling, ma che l’ha trasformato in vero dieci, come ora in nazionale alle spalle di Benzema. Applaudito così anche dai tifosi che lo fischiavano per le simulazioni esasperanti, o lo prendevano in giro per il look atroce: mutande improbabili in bella mostra a fine gara e risvolti dei pantaloni da acqua alta. E poi le auto smisurate: fuoristrada americani e Lamborghini da 640 cavalli polverizzate sul guardrail, o protette come figlie dalle mani, sporche, dei tifosi. A Marsiglia lo chiamavano petit velo, biciclettina, che corre veloce a tutto campo. Tocca a Benitez, per vendetta, bucargli le gomme. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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I centimetri d’altezza di Valbuena, che a inizio carriera fu scartato dal Bordeaux proprio per la statura


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Europa League R Andata ottavi HO RICORDI BUONI CONTRO QUESTA SQUADRA. RITROVO MOLTI AMICI, MA NOI VOGLIAMO ANDARE AVANTI E FARE UN BUON RISULTATO, COME A GLASGOW CONTRO IL CELTIC. XHERDAN SHAQIRI TREQUARTISTA DELL’INTER

1 Lo svizzero ha vinto 5 volte su 5 contro i Verdi: «Fanno bel calcio, sono completi» INVIATO A WOLFSBURG (GERMANIA)

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l Genio della Lampada, contro i Verdi, di magie e numeri ne ha fatti. Anche Dieter Hecking fiuta i denti dello squalo Shaq. «Xherdan ci conosce bene. E ci ha fatto pure gol...» sorride non proprio divertito il tecnico del Wolfsburg. Piccoli incubi. Xherdan è Shaqiri, quello che esulta come il geniaccio di Aladino. Ci ha giocato 5 volte, l’ex Bayern, contro i Lupi della Bassa Sassonia: mai un k.o, solo vittorie. Ah, poi ne ha vista una sesta dalla panca: i verdi che perdono 2-0 ed ennesimo successo. Se arriva la Settima, qui mettono il cartello con scritto «Shaq, wanted». CONSIGLI E GLASGOW Insomma: Xherdan è il nostro Cavallo di Troia dentro alla tana tedesca. «Dare consigli a Mancini - fa lo svizzero Shaq -? Sa già benissimo lui come prepararci, poi se vuole chiedermi qualcosa circa i miei connazionali (Benaglio, Klose e Rodriguez, ndr) io ci sono...». Shaqiri sgambetta a metà campo: ha il sorriso, qui dentro solo esultanze e braccia levate in segno di vittoria. «È vero - continua Shaq -: ho ricordi buoni contro questa squadra e in questo stadio, ma è giusto tener conto che il Wolfsburg è squadra completa, fa bel calcio, si è rafforzata e vince. Ritrovo molti amici, ma noi vogliamo andare avanti e fare un buon risultato. Come a Glasgow contro il Cel-

COSÌ ALLA WOLFSBURG ARENA (ORE 19) WOLFSBURG 4-2-3-1 34 RODRIGUEZ

INTER 4-3-1-2

17 SCHURRLE

21 SANTON

22 LUIZ GUSTAVO

I denti di Shaq sul Wolfsburg «Adoro sfidare squadre forti» Matteo Dalla Vite

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tic». Missione: tenere vivo il ritorno facendo una grande andata. UN GOL E 3 ASSIST Xherdan, contro il Wolfsburg, è una storia che sta dritta, drittissima, ben in piedi. Cinque partite effettive totali più quella vissuta in panchina. Il conto è sberla, per i Verdi. Nella stagione 2012-13, Shaq vinse all’andata all’Allianz Arena 3-0 (con assist) e anche quel ritorno vissuto seduto. Nella Bundesliga successiva, ecco che vince in casa 1-0 e segna nel ritorno quando infila l’1-1 (dopo vantaggio di Naldo) dell’1-6 finale alla Wolfsburg Arena. Nell’attuale stagione, quella cominciata sempre con la maglia del Bayern, Shaq ha fatto in tempo a battere ancora una volta i Verdi il 22 agosto, Bayern-Wolfsburg 2-1, lui che

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● Le vittorie di Xherdan Shaqiri (23 anni, nella foto LIVERANI) contro il Wolfsburg su 5 incroci, tutti giocati con la maglia del Bayern Monaco.

8 PALACIO

13 GUARIN

31 KNOCHE

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QUI INTER

Modulo e fantasia Hernanes favorito su Kuzmanovic

23 RANOCCHIA 14 DE BRUYNE

1 BENAGLIO 25 NALDO

12 DOST

91 SHAQIRI

18 MEDEL

30 CARRIZO 5 JUAN JESUS

23 GUILAVOGUI 8 VIEIRINHA

7 CALIGIURI

ALLENATORE Hecking PANCHINA: 20 Grun, 4 Schafer, 5 Klose, 24 Jung, 9 Perisic, 15 Trasch, 3 Bendtner SQUALIFICATI: nessuno DIFFIDATI: Naldo, Perisic INDISPONIBILI: Drewes, Hunt, Arnold ALTRI: nessuno

9 ICARDI

88 HERNANES 33 D’AMBROSIO

ALLENATORE Mancini PANCHINA: 1 Handanovic, 15 Vidic, 6 Andreolli, 22 Dodò, 10 Kovacic, 17 Kuzmanovic, 28 Puscas SQUALIFICATI: nessuno DIFFIDATI: Hernanes, Juan Jesus, Guarin INDISPONIBILI: Nagatomo, Jonathan, Campagnaro, Obi ALTRI: Donkor, Berni

ARBITRO Marciniak (Pol) GUARDALINEE Sokolnicki-Listkiewicz (Pol) QUARTO UOMO Siejka (Pol) ARBITRI DI PORTA Raczkowski-Musial (Pol) TV Premium Calcio 1/HD2 INTERNET www.gazzetta.it CENTIMETRI

subentra per Gotze. Finita qui? Macché, perché il confronto avviene anche in Coppa di Germania. Il tabellino dice ancora una volta Bayern-Wolfsburg 6-1, gara di semifinale, 16 aprile 2013, Luiz Gustavo (oggi al Wolfsburg) è un suo compagno di squadra, lui segna il 3-1 e appoggia 2 assist. Buonanotte. FORTI E FORTISSIMI Qui dove ti schiaffeggia un vento deciso e stanno sedute 30.000 anime, ecco, qui Xherdan si sente un po’ a casa sua. A oggi, lo svizzero nato in Kosovo ha timbrato in ogni competizione da quando è iniziata la stagione: lo ha fatto in Bundesliga, lo ha fatto con la nazionale svizzera, si è ripetuto con l’Inter sia in campionato (gol a Bergamo, su rigore), in Coppa Italia (contro la Sampdoria) e in Europa League, proprio al Celtic Park, l’1-0 su suo tiro e tap-in diabolico. A differenza dell’altro grande acquisto di gennaio Lukas Podolski («Non mi sono pentito nemmeno per un secondo di essere venuto all’Inter» ha detto il tedesco alla Bild), Xherdan sa di mossa azzeccata. Da espertone dell’Europa, Shaq sa che stasera sarà serata infernale: resistere qui significa crescere in autostima. E possibilità. «Sono stato molto contento quando siamo stati sorteggiati contro il Wolfsburg - dice Shaq a “4-4-2”: ci piace poter competere contro squadre forti». Basta dimostrarsi fortissimi. © RIPRODUZIONE RISERVATA

INVIATO A WOLFSBURG (GER)

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embrano fondamentalmente due i dubbi di Roberto Mancini alla vigilia del Wolfsburg. Hernanes o Kuzmanovic al posto di Brozovic? Juan Jesus o Andreolli al fianco di Ranocchia? Favoriti di poco i due brasiliani, anche se ieri nella rifinitura è stato provato pure l’italiano. «Juan Jesus a Napoli non ha fatto una buona gara - concede Mancio -, ma la colpa se prendi gol è di tutti, a cominciare da me. E i giocatori sono i primi ad aver voglia di riscatto dopo una prova insufficiente». Hernanes rispetto a Kuzmanovic garantirebbe più fantasia e la possibilità di giocare anche a specchio con il 4-2-3-1 dei tedeschi. Per il resto, la formazione sembra scontata. Davanti a Carrizo, portiere di notte, ci saranno Santon e D’Ambrosio, con licenza di scambiarsi le fasce come a Napoli. Campagnaro infatti è rimasto a Milano per un affaticamento al flessore della coscia sinistra. In mezzo, Guarin e Medel sono intoccabili, così come Shaqiri sulla trequarti e la coppia Icardi-Palacio in attacco. Per i tedeschi, l’ex Samp (non convocato dal c.t. argentino Martino per le prossime amichevoli) è lo spauracchio principale. lu.tai. © RIPRODUZIONE RISERVATA

QUI WOLFSBURG

Audace Hecking «Segniamo qui e pure a Milano» INVIATO A WOLFSBURG (GER)

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l «calabrese» Caligiuri, milanista di famiglia, prenderà il posto di Perisic, appena recuperato dopo un lungo stop. Ci sarà lui largo a destra nel 4-2-3-1 del Wolfsburg di Dieter Hecking, allenatore con le sopracciglia da jolly joker che non nega di aver detto che l’Inter ha punti deboli, ma in pubblico mostra rispetto e spiega: «Dobbiamo vincere, anche prendendo gol. Tanto li segniamo pure in trasferta. Non cambierò certo quello che funziona da due anni solo perché arriva una squadra blasonata come l’Inter. Sarà una sfida simile a quella dei sedicesimi, contro lo Sporting Lisbona. Ma in uno stadio pieno che ci spingerà, malgrado i tanti italiani che vivono in zona. Occhio a Icardi, un super attaccante». GIOIELLINO Occhio anche alla Wolfsburg Arena, gioiellino da 30mila posti che potrebbe fare da riferimento per gli italici pruriti di stadio di proprietà. Nei sedicesimi contro lo Sporting Lisbona l’impianto registrava ampi vuoti. Stasera sarà invece traboccante, complici i tanti italiani emigrati in questa zona. lu.tai. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Europa League R Andata ottavi

GIOVEDÌ 12 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Mancini medita la punizione «Al sorteggio hanno esultato»

STADIO DEL FUTURO

Proprietà San Siro Il Comune dice ok al piano nerazzurro 1L’assessore

Bisconti: «Quando il Milan andrà via cederemo il diritto di superficie all’Inter»

1Il tecnico punta sull’orgoglio dell’Inter e dà fiducia: «I miei sanno bene cosa fare» Luca Taidelli INVIATO A WOLFSBURG

«S

ette anni esatti? Azz, allora tocchiamo legno». La reazione anglomediterranea (in Inghilterra si tocca appunto legno, non ferro) di Roberto Mancini fa scattare una risata quando gli si ricorda che proprio l’11 marzo 2008, dopo l’eliminazione ad opera del Liverpool negli ottavi di Champions League, aveva di fatto annunciato l’addio dall’Inter. PERFEZIONE «A giugno me ne vado, l’ho già detto ai giocatori», tuonò quella notte, sentendo odore di Mou nell’aria. Sette anni dopo, un Mancio diversissimo guida ben altra Inter in una notte che potrebbe rappresentare la svolta nel processo di trasformazione di un gruppo che «poi da settembre lotterà per alzare trofei». Mancini gasa la truppa, sa che l’atmosfera non potrà essere bollente come a Glasgow («Il Celtic Park non ha eguali»), ma anche che l’avversario è uno dei

peggiori che potesse capitare. «Il Wolfsburg non è soltanto Dost, che pure sta segnando a raffica (13 gol nelle ultime 10 gare, n.d.r.), ma un’ottima squadra che non a caso è seconda in Bundesliga». Dove in casa ha vinto 10 gare su 12, segnando 30 volte su 31 delle ultime uscite. «Servirà un’Inter perfetta, che ragioni sui 180’. Loro sono forti, ma sono convinto che abbiamo le qualità per eliminarli. Con conseguente iniezione di fiducia molto importante». LACUNE, MA NON SOLO Mancini è uomo di concretezza, non ha bisogno di sottigliezze psicologiche per caricare Ranocchia&co. «Ottavo di Coppa, in un grande stadio e contro un grande avversario - spiega il tecnico -. Ai giocatori non servirà ricordare che al momento del sorteggio i tedeschi hanno esultato all’idea di affrontarci. Il loro allenatore ha detto che abbiamo delle lacune? Vero, ma credo che a Wolfsburg fossero eccitati soprattutto perché l’Inter è una grande squadra. Chiaro che il blasone sta-

Mario Pagliara

L Roberto Mancini, 50 anni, ha preso il posto di Mazzarri a novembre ANDREOLI

volta non potrà pesare più di tanto, ma ho uomini con tanta esperienza nelle nazionali». PENSANTE E «COPETERA» La rimonta di Napoli potrebbe essere un buon viatico, ma Mancio allarga il concetto: «Non credo basti l’Inter di Napoli per fare bene qui. Ci vuole l’Inter di Napoli, di Cagliari e di tante altre sfide. Dovremo essere bravi a non concedere molto, a ragionare, attenti sul piano difensivo, attaccare con diversi giocatori e vincere se ci sarà l’occasione. Ma dovremo anche pensare che è una sfida che

si gioca sui 180’». Serve insomma un’Inter «copetera», come il mitico Boskov amava definire la sua Samp che con Mancini e Vialli nel 1992 arrivò in finale di Coppa dei Campioni. «Lo spero tanto - risponde divertito il tecnico -, anche se quella squadra sulle due gare era micidiale e questa deve ancora dimostrarlo. Il sorteggio ci ha dato uno degli avversari più difficili, toccherà a noi essere all’altezza. Stiamo ancora cercando la nostra strada e ci vorranno mesi. Ma in 180’ può succedere di tutto». © RIPRODUZIONE RISERVATA

a disponibilità della prima ora è diventata a mente fredda condivisione. Il piano dell’Inter per ottenere la proprietà dello stadio Meazza attraverso la cessione del diritto di superfice piace al Comune di Milano e da Palazzo Marino, per la prima volta, non se ne fa mistero. «Quando il Milan avrà costruito la propria casa, la cessione del diritto di superfice è la prima strada da percorrere per consegnare in esclusiva il nostro stadio all’Inter, proposta che accogliamo con molto entusiasmo — ci anticipa l’assessore allo Sport di Milano, Chiara Bisconti —. E’ la modalità che usiamo per lo sport a Milano, utilizzata per altri nostri impianti importanti come il Pavesi per la pallavolo: anche per il Meazza la via può essere questa». TRATTATIVE Comincia a delinearsi il percorso di una trattativa ai nastri di parten-

Lo stadio San Siro ANDREOLI

za, con orizzonte 2018-2020 quando il Milan lascerà San Siro, con un finale prenotato in consiglio comunale: «Qualsiasi sarà la scelta — sottolinea —, l’ultima parola spetterà al consiglio». Il diritto di superfice permetterà all’Inter di ottenere lo stadio per un certo periodo (99 anni), al termine del quale tornerà tra i beni del Comune. «Poniamo due condizioni: primo, la durata dell’accordo dovrà essere lunga e idonea affinché il club faccia gli investimenti per tutelare gli standard del Meazza. Secondo — conclude la Bisconti —, dovrà esserci l’obbligo a carico dell’Inter di realizzare investimenti ingenti con cifre che quantificheremo più in là. Le concessioni decadranno se gli investimenti non saranno portati avanti». © RIPRODUZIONE RISERVATA


GIOVEDÌ 12 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

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Europa League R Andata ottavi: il derby tra italiane

L’EGIZIANO AI RAGGI X CREA 2 OCCASIONI A GARA E SEGNA NEL 60% DEI CASI

Media a partita Media ruolo

60% 0,80

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TIRI NELLO SPECCHIO

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TIRI DA AREA

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OCCASIONI CREATE

PERCENTUALE UALE AL REALIZZATIVA

Dati stagionali

Salah sedotto e mollato Ora prepara la vendetta

1A gennaio era stato a un passo dai giallorossi: adesso vive vicino a Ponte Vecchio e colleziona gol. È lui il turbo della Fiorentina IL TECNICO VIOLA

Giovanni Sardelli

Montella: «Loro in crisi? Non mi fido»

S

Vincenzo Montella, 40 anni ANSA ● FIRENZE Rifinitura in mattinata e niente lista dei convocati. Montella ci tiene a nascondere la sua Fiorentina, del resto ad una Roma in crisi proprio non crede. «Non mi fido. Sono secondi in classifica, costruiti per vincere lo scudetto, pericolosi soprattutto in trasferta e animati da un grande spirito di rivalsa». Gomez, Savic, Tatarusanu e Bernardeschi non sono comunque recuperabili. I dubbi maggiori riguardano Babacar e Borja Valero. Il primo è reduce da un problema muscolare, l’allenamento odierno dirà se vale la pena rischiare anche se lo staff rimane dubbioso. Lo spagnolo ha ancora dolore alla caviglia ferita, ma proverà a stringere i denti. Saranno circa 30 mila a tifare sugli spalti. Gli stessi che, essendo muniti di biglietto per lo stadio, hanno il diritto (e così sarà anche nel ritorno a Roma) di entrare gratis nei musei fiorentini. E la Figc s’è adeguata: porte aperte al Museo del Calcio di Coverciano. g.sar. © RIPRODUZIONE RISERVATA

FIRENZE

i sono annusati, sfiorati, quasi abbracciati. E poi respinti proprio quando l’unione pareva la naturale logica soluzione. Salah e la Roma sono davvero stati ad un passo dal fondersi. Intorno al 20 gennaio scorso l’egiziano pensava a tutto, tranne che di poter avere un futuro a Firenze. Adesso gioca per la «Viola», vive vicino al Ponte Vecchio, e segna che è un piacere per la gioia di Montella. IMPATTO Mohamed il grande prova ad uscire dal suo personaggio, restando il più possibile lontano dai riflettori. Caratterialmente è entrato in punta di piedi nello spogliatoio anche se l’effetto che ha avuto sull’inverno gigliato ha del clamoroso. Otto partite totali, cinque delle quali dal primo minuto, sei gol segnati. Riuscendo peraltro a colpire nelle tre competizioni in cui la Fiorentina è ancora impegnata. Sassuolo, Torino e Inter in campionato, Tottenham in Europa League, Juventus (doppietta) in Coppa Italia. Un semi trionfo. E dire che proprio in Coppa Italia i viola puntano alla finale grazie anche al successo nei quarti all’Olimpico in gara secca contro la Roma. Finì due a zero, decise Mario Gomez. Salah era ufficialmente un giocatore della Fiorentina, ma non ancora in grado di scendere in campo (problemi burocratici). Se il trasferimento alla Roma si fosse invece concretizzato nello scorso mercato, l’ipotesi di un Salah avversario dei viola con la maglia giallorossa sulle spalle sarebbe stata altamente probabile. I tempi c’erano, la necessità anche. Poteva andare così, la realtà ha detto altro. E contro la Juventus in semifinale ci è finita la Fiorentina. THANK YOU JUAN La Roma è stata la più seria candidata nella corsa all’egiziano. Quando la trattativa è saltata, l’accordo era quasi totale. Scelte diverse, destini incrociati. Certo sul 74 viola (numero scelto in memoria delle vittime di Port Said) si erano posati un’infinità di occhi calcistici. Compreso quelli di Roberto Mancini che qualche giorno fa ha ammesso di aver tentato di portare a Milano il talentuoso ex Chelsea. Proprio la massima convinzione con cui lo stesso Chelsea è piombato su Cuadrado, sotto precisa disposizione di Mourinho, ha agevolato la mossa viola. Vista oggi l’operazione ha del clamoroso. Trentadue milioni più il prestito di Salah con ingaggio pagato dai londinesi. Prestito estendibile per altri 12 mesi con conguaglio di un milione. Riscatto già fissato ad una cifra variabile tra i 16 ed i 18 milioni a seconda dei bonus raggiunti. Tanta roba.

MAI SOLO «Salah sta vivendo uno dei momenti migliori della sua pur giovane carriera ed ha avuto un grande impatto con il calcio italiano risultando subito decisivo», ha sentenziato ieri Montella rispondendo a un giornalista egiziano. Del resto il «fenomeno Salah» parte da Firenze, ma si ripercuote in modo clamoroso sul proprio Paese d’origine. Idee più chiare dopo un mese e mezzo di allenamenti anche sul ruolo. «È una seconda punta o un esterno offensivo — chiude il tecnico — che si esprime meglio con un centravanti di riferimento accanto. L’idea sarebbe quella, e noi ne abbiamo tre in rosa. Anche se con la Roma posso contare su mezzo (Babacar, ndr)». Ma in ogni caso, la Fiorentina ha la sua freccia. La sfida con la Lazio pare non aver lasciato scorie: semmai qualche rimpianto. Salah, come i suoi compagni, non ha inciso. Spera di farlo contro l’altra parte di Roma. Quella che poteva essere sua. © RIPRODUZIONE RISERVATA

COSÌ AL FRANCHI, ORE 21.05 FIORENTINA 4-3-3 28 ALONSO

ROMA 4-3-3 35 TOROSIDIS

20 BORJA VALERO

74 SALAH

24 FLORENZI

15 PJANIC

7 PIZARRO

30 BABACAR

8 LJAJIC

16 DE ROSSI

19 BASANTA 1 NETO

44 MANOLAS

2 G.RODRIGUEZ

4 RICHARDS

28 SKORUPSKI 2 YANGA-MBIWA

10 AQUILANI

17 JOAQUIN

ALLENATORE Montella PANCHINA: 24 Lezzerini, 40 Tomovic, 23 Pasqual, 6 Vargas, 5 Badelj, 14 Mati Fernandez, 72 Ilicic SQUALIFICATI: nessuno DIFFIDATI: Savic, Basanta INDISPONIBILI: Savic, Gomez, Rossi, Tatarusanu, Bernardeschi

27 GERVINHO

4 NAINGGOLAN 25 HOLEBAS

ALLENATORE Garcia PANCHINA: 26 De Sanctis, 23 Astori, 20 Keita, 32 Paredes, 53 Verde, 88 Doumbia, 7 Iturbe SQUALIFICATI: nessuno DIFFIDATI: Maicon, Nainggolan, Yanga-Mbiwa, Torosidis INDISPONIBILI: Castan, Ibarbo, Totti

ARBITRO Lahoz (Spa) GUARDALINEE Devis-Perez del Palomar (Spa) ARBITRI DI PORTA Estrada-Hernandez (Spa) TV Retequattro e Premium Calcio INTERNET www.gazzetta.it CENTIMETRI

Mohamed Salah, 22 anni, ha già segnato 6 gol con la Fiorentina: 3 in campionato, 2 in Coppa Italia e uno in Europa League CANONIERO


GIOVEDÌ 12 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Dati stagionali

26%

17% 1,46

PERCENTUALE PERC REALIZZATIVA

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OCCASIONI CREATE

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TIRI DA AREA

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IL SERBO AI RAGGI X TRE TIRI SU QUATTRO CENTRANO LA PORTA

TIRI NELLO SPECCHIO

Ljajic, altro che nutellino Firenze adesso ha paura 1Dai rimproveri in viola per troppa cioccolata e pc all’attacco della

Roma sulle spalle: «Blocco psicologico? Macché, torneremo al top»

Andrea Pugliese Andre INVIAT INVIATO A FIRENZE

N

ut utella e playstation per distrarlo e provare ad ar arginarlo stasera, quando tornerà per la terza volta da ex a Firenze, la sua Firenze. Quello che è stato s un grido d’allarme per Mihajlovic, diventa goliardicamente go un’arma per Montella, che scherzan scherzandoci su ha individuato la chiave per fermare la vogl voglia e la fantasia di Adem Ljajic. Già, perché dopo che Sinisa fu chiaro ai tempi in cui il talento serbo era alla Fiorentina («La cioccolata lo fa ingrassare e il computer lo addormenta, deve smettere con en entrambi»), Montella prova a scherzarci su, lui che più pi avanti gli ha ridato dignità umana e calcistica, tr trasformandolo da brutto anatroccolo in cigno luccicante: lucci «Come si ferma Adem? Gli farò trovare in al albergo Nutella e playstation». «Ci conosciamo talmente talme bene, Vincenzo voleva scherzare» ri-

TOTTI, STOP MUSCOLARE MA REGALA LA FASCIA A UN TIFOSO MALATO

Adem Ljajic, 23 anni, è il capocannoniere stagionale della Roma: 8 gol in A, uno in Europa League LIVERANI

● Stasera non ci sarà per un risentimento muscolare ai flessori della coscia destra. Ma un gol Francesco Totti lo ha segnato lo stesso, fuori dal campo, regalando la sua fascia autografata (accompagnata da una lettera in inglese) ad un tifoso svedese della Roma, Alexander Lindahl, gravemente ferito in un incidente stradale e a rischio paralisi (nella foto). «Tutto si risolverà. A volte la vita pone degli ostacoli sulla nostra strada, è il momento in cui scopriamo la nostra vera forza. Non vedo l’ora di vederti all’Olimpico», le parole del capitano della Roma.

sponde il serbo, alla vigilia di quella che resta la sua partita. Tre anni e mezzo in viola, del resto, non si possono dimenticare. Troppo intensi, troppo diversi in ogni loro angolo di vita. QUANTI RICORDI La storia di Ljajic a Firenze si è divisa tra le carezze di Prandelli («Da fermo pochi calciano come lui»), i rimproveri di Mihajlovic (che salvò però dall’esonero in un Fiorentina-Brescia, 3-2 in rimonta con gol decisivo di Adem), i cazzotti di Delio Rossi (in casa contro il Novara) e l’empatia con Montella. È proprio con lui, infatti, che Ljajic è rinato, trascinando la Fiorentina fino alle soglie della Champions League. Una storia fatta di qualche bizza, molti vezzi, gol d’autore e quel soprannome, «nutellino», che gli venne affibbiato proprio dopo le parole di Mihajlovic. Un pezzo del cuore di Adem è rimasto da queste parti, all’ombra di Ponte Vecchio, e lui non lo ha mai nascosto. «Un giorno ci tornerò a vivere», ha detto più di una volta, considerando che a Firenze ha conservato anche casa. Per ora ci torna e regala dispiaceri, visto che nei due precedenti una volta (lo scorso anno) ha regalato l’assist decisivo a Nainggolan e a gennaio ha segnato il gol del pareggio giallorosso. Un modo come un altro per esaltarsi, ma sempre senza esultare. È una questione di amore, ma anche di rispetto.

IL TECNICO GIALLOROSSO

Garcia: «Voglio la squadra di Rotterdam»

Rudi Garcia, 51 anni ANSA

LE COCCOLE DI RUDI E allora, assist o gol, l’importante è che la Roma si sblocchi. E Ljajic per questo è fondamentale, non a caso ieri Garcia se lo coccolava come un figlio. «Nel calcio ci sono momenti in cui le cose non vanno bene, ma dobbiamo tornare sul nostro livello — continua Adem —. Se lo faremo andrà bene, vogliamo passare il turno e uscire a testa alta da questo momento, tornando a giocare come prima. E non credo alla storia che questa squadra sia bloccata psicologicamente». La risposta la darà il Franchi. Del resto, lì Ljajic si sente ancora come a casa.

● «Voglio la Roma di Rotterdam, quella del finale con la Juve e del primo tempo col Verona: queste partite sono recenti, vuol dire che sappiamo giocare bene, sono fiducioso. Anche perché fare meglio rispetto al match col Chievo non sarà difficile». Proprio vero. Ma chissà se basterà, per Rudi Garcia, che qualche dubbio di formazione se lo porta dietro: senza Totti, in avanti potrebbe tornare Florenzi con Iturbe in panchina. In porta riecco Skorupski. A centrocampo, invece, a pagare dovrebbe essere Keita, con il rientro di De Rossi. «Noi senza Totti? Faremo altre scelte. A Genova cambiammo atteggiamento, può essere una soluzione interessante. Vogliamo passare, la Champions non faceva per noi. La squadra ha talmente tante energie che in partitella per poco non perdevo due uomini (YangaMbiwa e Pjanic, ndr) per foga nei contrasti. Ma dopo queste due gare l’obiettivo principale sarà la qualificazione alla Champions». stop

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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NIENTE SONNI Stasera, però, Garcia ha bisogno soprattutto di lui per ritrovare la sua Roma. «Adem ha un talento enorme, ora sa che può essere devastante — dice il francese —. È un esempio per tutti, ma non si deve addormentare». Ci risiamo, ancora con la storia del sonno, della bambola, un po’ come Mihajlovic, quasi come gli studenti che hanno talento ma non si applicano. E invece Ljajic quest’anno si applica eccome, visti i 9 gol (8 in campionato e uno in Europa League). Dovesse segnare anche stasera, tra l’altro, stabilirebbe il record personale di marcature con una maglia (16), proprio come con la Fiorentina (al Partizan si fermò invece a 11). «Mihajlovic mi diceva sempre di essere più egoista — dice il serbo —. Gli attaccanti devono esserlo, ma se vedo un compagno libero preferisco un assist al gol».


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Europa League R Andata ottavi

GIOVEDÌ 12 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Napoli, è una notte d’assalto Gabbiadini convince Benitez

LO SPAGNOLO

1Risparmiato in campionato, Manolo è l’arma in più dell’attacco azzurro

contro la Dinamo Mosca: segna con continuità, l’occasione è troppo ghiotta Mimmo Malfitano INVIATO A CASTELVOLTURNO (CE)

I

Manolo Gabbiadini, 23 anni, attaccante, è arrivato a gennaio dalla Sampdoria LAPRESSE

Rafa non ha dubbi «Li aggrediremo Noi preoccupati? Lo sono loro...»

mento, segnano col contagocce e l’unico che sta dimostrando continuità in fase realizzativa è proprio la punta napoletana, che non sempre gode della considerazione del proprio allenatore. Non gli è bastato segnare, infatti, per giocare due partite di seguito: Benitez lo alterna sistematicamente con Callejon o Mertens e stasera dovrebbe sostituire proprio lo spagnolo sulla fascia destra.

l giochino gli piace troppo, sembra quasi come se aspettasse le domande sulla formazione per rispondere con le solite battute. Quella del cuscino suggeritore notturno, per esempio, ha caratterizzato i suoi primi mesi napoletani. Adesso, garantisce che, al 100 per 100, saranno in 11 in campo. Insomma, il solito Rafa PROFUMO D’EUROPA L’interBenitez che lascia dubbi ad mezzo europeo gli mancava: ogni sollecitazione, salvo poi prima dell’esordio di Trebisonsorprendere per le sue scelte da del 19 febbraio scorso, conche non sempre si dimostrano tro il Trabzonspor, Gabbiadini indovinate. La questione si è ri- non aveva partecipato a nessuproposta anche alla vigilia del- na delle due maggiori manifela sfida con la Dinamo Mosca, stazioni continentali. Una priin programma stasera al San ma volta, quella vissuta in TurPaolo. Nonostante tutto, do- chia, caratterizzata anche dal vrebbe essere suo primo gol scontata la preeuropeo, il terzo LA CHIAVE senza di Manolo dei quattro coi Gabbiadini in L’ex Samp in grande quali il Napoli ha questa andata chiuso la gara degli ottavi di fi- forma, mentre d’andata dei senale di Europa Callejon continua a dicesimi di finaLeague. Tra gli litigare con la porta le. La suggestioattaccanti, è ne potrà viverla quello più fre- Lo stadio sarà pieno di nuovo stasera, sco, l’allenatore Manolo. Probaspagnolo lo ha a metà: l’alternanza bilmente, in un di risultati non tenuto fuori conSan Paolo pieno tro l’Inter, per ha convinto i tifosi soltanto a metà. averlo nel pieL’alternanza di no delle sue forze, stasera, risultati che sta caratterizzancontro i russi. L’opportunità è do la stagione del Napoli, introppo importante per pensa- fatti, ha un po’ spento l’enture di non utilizzarlo, lui siasmo nei tifosi azzurri, sorche fin qui ha dimostrato presi dall’aggancio della Lazio una continuità impres- al terzo posto che ha cancellasionante sotto rete, dopo to la certezza dell’ambiente l’esordio in maglia azzur- napoletano di giocare quantora al San Paolo, contro la meno il preliminare di ChamJuventus, l’11 gennaio pions League. E allora, per eviscorso. tare spiacevoli sorprese in campionato, il club di Aurelio IN CRESCITA In questi De Laurentiis vuole puntare primi due mesi napoleta- tutto sull’Europa League che, a ni, l’ex attaccante della questo punto, potrebbe divenSampdoria ha messo insie- tare il primo obbiettivo stagiome 13 presenze e 5 reti, di cui nale. Vincendola, il Napoli si 2 da subentrato. Un rendimen- assicurerebbe la partecipazioto che ha incuriosito anche An- ne ai preliminari di Champions tonio Conte in previsione delle League. Un’eventualità che prossime convocazioni. Il c.t. piace a pochi, soprattutto doitaliano lo sta facendo seguire po l’eliminazione patita nella con attenzione, considerata scorsa estate, al termine del l’evidente crisi degli attaccanti doppio confronto contro l’Athitaliani. Zaza, Destro e gli altri letic Bilbao. © RIPRODUZIONE RISERVATA non attraversano un buon mo-

1Il tecnico sul futuro: «In aprile dirò tutto, magari dopo il 16, il giorno del mio compleanno» Gianluca Monti NAPOLI

B Gabbiadini festeggiato da De Guzman dopo il gol al Trabzonspor ACTION

COSÌ AL SAN PAOLO, ORE 21.05 NAPOLI 4-2-3-1 31 GHOULAM

DINAMO MOSCA 4-2-3-1 6 DE GUZMAN

8 JORGINHO 33 ALBIOL

4 SAMBA 9 14 17 9 HAMSIK HIGUAIN KOKORIN VALBUENA

45 ANDUJAR 26 KOULIBALY

6 VAINQUEUR

88 INLER 16 MESTO

DAL NOSTRO INVIATO

V

uole stringere i tempi, il Napoli, e provare a chiudere in tutta fretta la trattativa per l’acquisto di Mirko Valdifiori, 28enne centrocampista dell’Empoli. Nel pomeriggio di ieri le due società hanno raggiunto un’intesa di massima dopo un incontro che si è svolto a Roma tra Aurelio De Laurentiis, accompagnato

dal dirigente Andrea Chiavelli, e il presidente toscano, Corsi, e il direttore sportivo. Il d.s. napoletano, Riccardo Bigon, invece era assente. Le parti hanno raggiunto l’accordo per una cifra che si aggira intorno ai 6,5 milioni. Da qualche giorno i rapporti tra le due società si

Mirko Valdifiori, 28 anni, gioca nell’Empoli dal 2008-09 LAPRESSE

30 GABULOV 15 HUBOCAN

23 GABBIADINI

ALLENATORE Benitez PANCHINA: 1 Rafael, 18 Zuniga, 4 Henrique, 5 Britos, 19 Lopez, 14 Mertens, 7 Callejon, 91 Zapata SQUALIFICATI: nessuno DIFFIDATI: nessuno INDISPONIBILI: Michu, Gargano

7 DZSUDZSAK

18 ZHIRKOV

enitez ha dubbi e certezze, di sicuro invece l’Europa League non attira grande pubblico al San Paolo. Non ci sarà il pienone stasera a Fuorigrotta, nonostante l’importanza della partita per il Napoli che, superando il turno, per la prima volta potrebbe accedere ai quarti di finale di una manifestazione internazionale nell’era De Laurentiis. Rafa sembrava quasi Mourinho ieri in conferenza, voleva scacciare il «rumore dei nemici» («Le parole di Mauro? Se debbo fare interviste le faccio. Non ho problemi», ha detto con tono fermo). Lo spagnolo ha ribadito concetti tutto sommato condivisibili: «Vogliamo aggredire la Dinamo come abbiamo fatto con la Lazio e con l’Inter, due delle squadre più in forma del campionato. Sono soddisfatto di come sta andando la stagione su tutti i fronti e del livello che si è visto per settanta minuti contro i nerazzurri. Sarei preoccupato se fossi nelle nostre rivali perché nonostante tante gare disputate vedo un Napoli in condizioni ottimali». Il futuro è adesso, ma Benitez lo rimanda ancora: «Ne parlerò dopo il mio compleanno (16 aprile ndr). Dovrò parlare con la gente e lo farò. A oggi non ho nessuna offerta e penso solo alla partita con la Dinamo Mosca, che sarà difficile perché loro hanno giocatori di livello altissimo come Kokorin, Valbuena e Samba».

ALLENATORE Cherchesov PANCHINA: 21 Berezovsky, 13 Buttner, 5 Douglas, 13 Granat, 23 Manolev, 28 Rotenberg, 22 Kuranyi SQUALIFICATI: Yusupov DIFFIDATI: Kozlov, Denisov, Vainqueur, Douglas INDISPONIBILI: nessuno

ARBITRO Sidiropulos (Gre) GUARDALINEE Efthimiadis-Kostaras QUARTO UOMO Akrivos ADDIZIONALI Koukoulakis-Tritsonis TV diretta Premium Calcio 1 INTERNET www.gazzetta.it

FIDUCIA ALBIOL Non convocato Maggio, la corsia difensiva di destra toccherà a Mesto. Ghoulam andrà a sinistra mentre Koulibaly e Britos sono in ballottaggio per affiancare Albiol. Quest’ultimo ieri è apparso fiducioso «Siamo ancora in corsa su tutti i fronti, possiamo vincere sia la coppa Italia che l’Europa League. L’unica cosa che conta contro la Dinamo è vincere, vogliamo andare in Russia con un buon vantaggio». Nuovo e accorato appello ieri del Napoli ai propri tifosi per evitare che vengano introdotti fumogeni e petardi nel San Paolo che è diffidato.

CENTIMETRI

erano intensificati, perché sulle tracce del giocatore s’era messo pure lo Schalke 04, di Di Matteo. I tedeschi sarebbero stati pronti a sborsare i 6,5 milioni richiesti da Corsi, ma la volontà del giocatore di venire a Napoli ha prevalso su tutto. D’altra parte, il centrocampista è assistito da Mario Giuffredi, napoletano, che s’era già detto contento se il giocatore fosse arrivato alle dipendenze di Aurelio De Laurentiis.

tra il presidente e il collega Corsi: l’offerta Schalke è stata battuta

25 KOZLOV

11 IONOV 27 DENISOV

Valdifiori sì: intesa con l’Empoli De Laurentiis chiude a 6,5 milioni 1Decisivo il vertice

Rafa Benitez, 54 anni, al Napoli dal 2013 ANSA

MEDIANA DA RIFARE Valdifiori, dunque, può considerarsi il primo rinforzo per il centrocampo che potrebbe essere ribaltato nella prossima stagione. Molto dipenderà dalla permanenza di Benitez: se dovesse restare, occorrerebbero due mediani incontristi, oltre al

metodista, perché è scontata la partenza di Inler e Gargano, mentre David Lopez dovrebbe essere confermato insieme con Jorginho. Quest’ultimo resta un enigma. Nella passata stagione era stato ingaggiato per garantire quella qualità a centrocampo che è sempre mancata. Ma, col passar delle domeniche, ha dimostrato di non essere ancora pronto per giocare in un club che punta a traguardi prestigiosi. Caratteristiche che Bigon ha riscontrato in Valdifiori, che non è più un ragazzino ma è piaciuto alla società.

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DINAMO MOSCA

«Maradona giocò qui?» Kokorin ci fa o ci è...

REGISTA MATURO È uno dei tanti talenti che sta capitalizzando il grande lavoro di Sarri, all’Empoli. Valdifiori è un regista moderno, che ha impressionato Benitez e Bigon nella gara d’andata, al San Paolo, finita 3-3. Quel pomeriggio, il centrocampista empolese impressionò per la personalità e la precisione. Da allora, il d.s. napoletano non l’ha più mollato. mi.mal.

● NAPOLI (g.m.) Bloccati nel traffico ed estasiati dal lungomare, i giocatori della Dinamo Mosca sembravano dei turisti qualsiasi ieri al loro arrivo a Napoli. Stasera, però, non vorranno recitare da comparse. Lo dice chiaramente il tecnico Cherchesov, che era tra i pali dello Spartak che nel 1990 eliminò il Napoli di Maradona dalla coppa dei Campioni: «Erano altri tempi, ma il San Paolo è rimasto uguale - ha detto in conferenza stampa Speriamo di segnare almeno una rete visto che la gara è in trasferta, non facciamo calcoli di alcun tipo. Siamo pronti anche dal punto di vista fisico, abbiamo studiato il Napoli ma non vi dirò quali punti deboli ho individuato». Valbuena e Kokorin sono i maggiori pericoli per gli azzurri. Il centravanti della Russia ha stupito tutti, forse anche per via di una traduzione non proprio accurata: «Non sapevo che Maradona avesse giocato nel Napoli - ha affermato tra la sorpresa generale - e neppure che avesse giocato contro il mio attuale allenatore, io so soltanto che voglio fare gol e che sono molto onorato della stima di Benitez». Laconico e temibile.

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Europa League R Andata ottavi

GIOVEDÌ 12 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Toro rompighiaccio Metodo Quagliarella per bruciare lo Zenit

11

COSÌ AL PETROVSKI, ORE 18 ZENIT 4-3-3 4 CRISCITO

TORINO 3-5-2

17 SHATOV

35 DANNY

28 WITSEL

23 RONDON

21 JAVI GARCIA

7 HULK

6 LOMBAERTS 1 LLODYGIN LO O

Criscito: «Attento Fabio, in difesa niente sconti»

19 SMOLNIKOV

19

17 MARTINEZ

24 GARAY

1L’attaccante ha già eliminato i russi nel 2009

36 DARMIAN

27 QUAGLIARELLA

94 MAKSIMOVIC BENASSI 25 30 GLIK PADELLI

14 GAZZI 8 FARNERUD

24 MORETTI

3 MOLINARO

ALLENATORE Villas-Boas A

ALLENATORE Ventura

Francesco Bramardo INVIATO A SAN PIETROBURGO (RUS)

PAN PANCHINA: 71 Baburin, 13 Neto, Ryazantsev, 8 Mogilevets, 33 Rodic, 5 Ry 90 S Sheydaev, 11 Kerzhakov SQU SQUALIFICATI: nessuno DIFF DIFFIDATI: Criscito, Garay, Shatov, Fayzulin, Garcia, Danny, Hulk Fayz INDISPONIBILI: Fayzulin, Arshavin, IND Malafeev, Anyukov M Mala

S

e lo Zenit ha l’incredibile Hulk il Toro ha Fabio Quagliarella, che farà meno scena, farà meno paura dell’uomo verde, ma la squadra in riva alla Neva l’ha già eliminata nel 2008-09 con la maglia dell’Udinese. Fabio sa come si fa, e questa sera toccherà a lui trovare la zampata vincente che renderebbe più dolce il ritorno all’Olimpico tra sette giorni. Incroci sulla Neva, che stringe nella morsa di ghiaccio lo stadio Petrovski dalla forma di una nave incagliata sull’isola dal 1925. Sei anni fa si giocavano gli ottavi di Coppa Uefa e i friulani, fatto storico, si qualificarono ai quarti grazie al 2-0 dell’andata (gol di Quagliarella e Di Natale su rigore), sconfitta dolce per 1-0 in Russia. Questa volta i granata da trasferta dovranno tentare la via del gol per evitare brutte sorprese al ritorno, ad esempio fare la fine dell’Athletic Bilbao incornato dal Toro nello stadio amico.

PANCHINA: 13 Castellazzi, 18 Jansson, 5 Bovo, 20 Vives, 7 El Kaddouri, 22 Amauri, 11 Maxi Lopez SQUALIFICATI: nessuno DIFFIDATI: El Kaddouri, Gazzi, Darmian INDISPONIBILI: Masiello

ARBITRO De Sousa (Por) GUARDALINEE Miranda (Por), Mesquita (Por) QUARTO UOMO Tavares (Por) GIUDICI DI PORTA Dias (Por) , Xistra (Por) TV Premium Calcio HD

Il gol di Quagliarella in Udinese-Zenit, 12 marzo 2009, ottavi di Uefa IPP

SU DI GIRI Nonostante la sconfitta in campionato, il Torino ha il motore caldo e Quagliarella in particolare è su di giri. Il gol e il palo al Friuli hanno rimesso in moto l’attaccante napoletano che non andava a segno su azione da un mese (2 rigori prima di Udine) arrivando in doppia cifra, dieci reti in serie A, a meno tre dal record personale delle stagioni 200607 (Samp) e 2008-09 (Udinese). E’ ancora nella mente dei giocatori la trasferta di Bilbao, una piccola impresa che sareb-

QUI ZENIT

QUI TORO

Villas Boas: «Penalizzati dal ritorno»

Ventura svela: «Sì, ho sentito pure Spalletti»

● SAN PIETROBURGO Il miniMourinho, come è soprannominato Villas-Boas da queste parti, non si fida del Toro, definito «outsider per la vittoria finale dell’Europa League» ma rifugge consigli da chi il nostro calcio lo conosce bene, come l’ex Zenit Luciano Spalletti. «Di lui non ho neppure il numero di telefono, e non è mio costume chiedere consigli ad altri». Il tecnico portoghese Mourinho lo cita ricordando di aver studiato, quando era suo secondo, il calcio di Ventura e il Bari: «Io comunque non arriverò a 67 anni, a 45 smetto», sorride. Del Toro di Udine visto dal vivo non si fida: «Hanno preso due gol su palla inattiva, la difesa non è sotto accusa, contano di più i 12 risultati utili consecutivi in campionato». Il passaggio del turno è tappa obbligata anche se non priva di insidie. «Giocheremo il nostro calcio, piuttosto non capisco – polemizza il tecnico - l’orario del ritorno alle 21, che per noi corrispondono alle 23, con il rientro il giorno dopo alla vigilia di campionato». f.bra.

● SAN PIETROBURGO Il Toro arriva verso sera, in ritardo sull’orario previsto per la conferenza Uefa. «Un viaggio con vicissitudini e perizie», dice Ventura. In realtà il Torino se l’è presa comoda, si è allenato a casa propria e nel pomeriggio è salito sul charter. Matteo Darmian dà la ricetta anti-Zenit: «Servono rabbia e cuore per sopperire alla differenza di qualità». Ventura dice che non bisogna spaventarsi: «Se un giocatore del Toro fosse intimorito, non sarebbe pronto. Però nessuno dei miei prova paura. Siamo tutti eccitati dalla prospettiva di una verifica con un avversario così forte». L’allenatore granata fa una confidenza su Luciano Spalletti, ex tecnico dello Zenit ed ex centrocampista di Ventura nell’Entella e nello Spezia degli anni Ottanta: «Luciano l’ho sentito prima del sorteggio. Poi non l’ho più chiamato, vuoi per non metterlo in imbarazzo e vuoi perché Luciano è all’estero e ha staccato la spina, e quando uno stacca la spina bisogna lasciargliela staccare». s.v.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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be un peccato gettare nel fiume con un approccio sbagliato questa sera. Vero che a San Pietroburgo il Toro sarà orfano dei tremila tifosi di Bilbao (non più di 100, compresi il presidente Cairo e familiari al seguito, complici i problemi burocratici per il visto e gli alti costi per la trasferta), ma al ritorno l’Olimpico sarà tutto esaurito. «Noi abbiamo Hulk ma loro hanno Quagliarella, un attaccante di grande tecnica e che sta attraversando un buon momento

CENTIMETRI

di forma», il commento di Villas Boas che lo ha visionato di persona a Udine. Domenico Criscito qualche consiglio lo ha invece dato a Garay, su come imbrigliare Fabio. «Quagliarella è un amico e compagno in nazionale, ha fatto la scelta giusta in estate, sta facendo un’ottima stagione, questa sera però sarà dura perché i nostri difensori non sono teneri. Un consiglio? Coprirsi bene perché qui fa davvero freddo».

Fabio Quagliarella, 32 anni ANSA

EQUILIBRI La scelta su chi dei tre attaccanti giocherà dal primo minuto dipenderà dalle condizioni del terreno e dal tipo di gara che vuole fare il Torino. Quagliarella ha dalla sua fame e tradizione, Martinez può essere la zanzara fastidiosa per rompere gli equilibri, Maxi Lopez porta muscoli e gioco aereo ma quando ha militato dal 2006 al 2008 con la maglia del FK Mosca ha giocato due partite contro lo Zenit perdendole entrambe. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Champions R Ritorno ottavi

12

IL TABELLONE OTTAVI Schalke (Ger)

0-2 4-3

REAL MADRID (Spa)

Basilea (Svi)

1-1 0-4

PORTO (Por)

Chelsea (Eng)

1-1 2-2 dts

Shakhtar Donetsk (Ucr)

BAYERN MONACO (Ger)

0-0 0-7

RITORNO 18 marzo Manchester City (Ing)

1-2

Barcellona (Spa)

Juventus

2-1

Borussia Dortmund (Ger)

RITORNO 17 marzo B. Leverkusen (Ger)

1-0

Atletico Madrid (Spa)

Arsenal (Ing)

1-3

Monaco (Fra)

QUARTI

SEMIFINALI

A: 14-15 APRILE A: 5-6 MAGGIO R: 21-22 APRILE R: 12-13 MAGGIO *in maiuscolo le qualificate

2

CHE INCORNATA

PSG

2

La super incornata di Thiago Silva, che sale in cielo, batte il rivale Terry e spedisce la palla alle spalle di Courtois AP

DOPO TEMPI SUPPLEMENTARI PRIMO TEMPO 0-0; AL 90’ 1-1 MARCATORI Cahill (C) al 36’, David Luiz (P) al 42’ s.t.; Hazard (C) su rigore al 6’ p.t.s; Thiago Silva (P) al 9’ s.t.s.

RITORNO ieri PARIS S.G. (Fra)

CHELSEA

FINALE

6 GIUGNO A BERLINO, OLYMPIASTADION GDS

CHELSEA (4-2-3-1) Courtois; Ivanovic, Cahill, Terry, Azpilicueta; Matic (dal 39’ s.t. Zouma), Fabregas; Ramires (dal 45’ s.t. Drogba), Oscar (dal 1’ s.t. Willian), Hazard; Diego Costa. PANCHINA Cech, Felipe Luis, Remy, Cuadrado. ALLENATORE Mourinho. AMMONITI Oscar, Ramires, Diego Costa per gioco scorretto. CAMBI DI SISTEMA dal 45’ st 4-4-2. PSG (4-3-3) Sirigu; Marquinhos, Thiago Silva, David Luiz, Maxwell; Verratti (dal 36’ s.t. Rabiot), Thiago Motta, Matuidi (dal 36’ s.t. Lavezzi); Cavani, Ibrahimovic, Pastore (dal 4’ s.t.s. Van der Wiel). PANCHINA Douchez, Camara, Bahebeck, Digne. ALLENATORE Blanc. ESPULSI Ibrahimovic al 32’ p.t. per fallo su Oscar. AMMONITI Thiago Motta per comportamento non regolamentare, Matuidi, David Luiz, Verratti per gioco scorretto. CAMBI DI SISTEMA dal 32’ p.t. 4-4-1. ARBITRO Kuipers (Ola). NOTE Spettatori 50 mila circa. Tiri in porta 5-7 (1 palo). Tiri fuori 1-3. In fuorigioco 2-4. Angoli 7-11. Recuperi: 2’ p.t.; 3’ s.t.

È la notte magica di Thiago Silva Mano, testa, cuore: Mou è fuori 1L’ex Milan causa un rigore sciagurato al 5’

del primo supplementare, poi segna e porta ai quarti il Psg in 10 (rosso a Ibra): Chelsea flop

Fabio Bianchi INVIATO A LONDRA @fabiowhites

B

eh, è per partite come queste che si ama il calcio. Magari non perfette, ma piene di emozioni, di campioni, di colpi fatati, di colpi di scena. Di cattiveria e di errori anche. È il calcio bellezza. Passa ai quarti il Psg che sembrava già pronto a fare da vittima sacrificale dopo trenta minuti di partita. Fuori il Chelsea delle stelle, fuori il Chelsea che forse era l’ultimo baluardo inglese in Champions dopo le débacle nelle gare d’andata di Arsenal e Manchester City. Un verdetto strameritato. CORAGGIO PSG Quando sei nel bel mezzo di una missione pericolosa, in territorio ostile, e l’uomo al quale tutto il gruppo si dovrebbe affidare, il fratello grande, quello che in teoria ha più esperienza e attributi ti tradisce beh, allora hai due strade: o ti fai prendere dallo sconforto, oppure reagisci. Dici:

chissenefrega del grande uomo, andiamo avanti noi, uniti. Il Paris Saint Germain ha scelto la seconda opzione. Tradito da Ibrahomivic per un fallo stupido e più plateale che cattivo su Oscar, è rimasto in dieci dalla mezzora del primo round. Ma ha resistito al Chelsea. Anzi ha giocato meglio, è stato più pericoloso, ha colpito un clamoroso palo sullo 0-0 con Cavani. Poi ha preso gol da Cahill su una mezza mischia da corner al tramonto della sfida ma non ha alzato bandiera bianca. Ha trovato il pari all’ultimo respiro con una sassata di testa del velenoso ex David Luiz (che non ha risparmiato un insulto alla sua ex panchina). Si è arreso solo ai supplementari, esausto, per un rigore causato da un mani di Thiago Silva e firmato da Hazard. E dopo che per poco David Luiz su punizione non aveva rimesso ancora le cose in parità, ecco che spunta la zuccata di Thiago Silva alle spalle di Courtois, come a farsi perdonare. Beh, chapeu Paris Saint Germain. Esce dalla missione trionfante, senza il suo uomo migliore, nella notte in cui ha già praticamente aggiunto alla sua rosa anche Dani Alves (in scadenza al Barça).

CHE BATTAGLIA Chelsea-Psg è stata un gran partita, di uomini più che di tattica, e una gran battaglia insieme. Rovinata da un arbitro pessimo, l’olandese Kujpert. Il fallo di Ibra è stato spettacolare, l’urlo di Oscar di più, ma era da arancione. Lui ha deciso per il rosso e poi non ci ha capito più nulla. Non ha dato un rigore che c’era al Chelsea, ha concesso quello che sembrava meno evidente. Ha espulso Ibra ma poi quando un Diego Costa irritantissimo ha fatto più o meno lo stesso fallo, gli ha dato solo il giallo. E via di seguito. La cosa incredibile è che non è riuscito a rovinare del tutto la partita, anzi. Inutile nasconderlo: il grande sconfitto, assieme a Ibrahimovic, è Mourinho, che ha pensato a stare acquattato lasciando il peso dell’attacco a un Hazard imprendibile, che però col passare del tempo è un po’ sparito di scena. E una volta andato in vantaggio non ha dato la carica ai suoi per il colpo del ko. Anzi, con l’uomo in più, sull’1-0 ha tolto Matic per inserire un centrale: Zouma. Non un buon segno per la squadra. Sei minuti dopo ha subito l’1-1. Il Psg era partito subito bene, spinto da Verratti e Pastore. Per due volte Terry ha salvato la situazione con anticipi da signore della difesa. Ma anche rimasto in 10, il Psg non si è mai scomposto. Thiago Motta è stato il congelatore della paura, Matuidi (sostituito poi da Lavezzi) ci ha messo anche i polmoni che mancavano. Ma alla fine il trascinatore è stato David Luiz. E Blanc dopo tante critiche, finalmente, gode. © RIPRODUZIONE RISERVATA

LA MOVIOLA di DAVIDE LONGO

ZLATAN, ROSSO SEVERO BAYERN: IL RIGORE È OK ● CHELSEA-PSG Pesa come un macigno la decisione di Kuipers di espellere Ibrahimovic al 31’ per un fallo su Oscar. Il giallo sarebbe stato più giusto. Legittime le proteste del Chelsea per un intervento di Cavani su Diego Costa al 41’: era rigore. Kuipers cambia metro di giudizio nella ripresa graziando Diego Costa autore di un brutto fallo su Thiago Silva. Netto, invece, il rigore concesso per fallo di mano del brasiliano. ● BAYERN-SHAKHTAR A Monaco un solo episodio discusso, ma decisivo: il rigore concesso dopo 3 minuti al Bayern dallo scozzese Collum con l’espulsione di Kucher. La doppia sanzione ci sta: il difensore dello Shakhtar in scivolata colpisce Götze senza toccare la palla. La posizione del tedesco, solo davanti al portiere, giustifica il rosso.

LE PAGELLE di STEFANO BOLDRINI COURTOIS, PRIMA DEL K.O. DUE PARATE MOSTRUOSE. VERRATTI ECCEZIONALE, DAVID LUIZ DA INCORNICIARE CHELSEA

5

COURTOIS 7 Le parate su Luiz e Thiago Silva sono mostruose. Tradito dalla difesa. IVANOVIC 5 Perde Luiz nell’azione dell’1-1 del Psg: errore grave. CAHILL 5,5 Il gol è da bomber vero, ma nelle due reti dei francesi ha precise responsabilità. TERRY 6,5 Due interventi determinanti su Cavani. Ma nel finale vacilla anche lui. AZPILICUETA 6 La sua velocità rade il prato. Quando parte è una scheggia. Salvataggio importante su Cavani. FABREGAS 5 Non è ancora lui dopo l’infortunio e il Chelsea gioca spesso al buio. MATIC 6 Uno dei più lucidi in assoluto. Niente colpi di genio, ma

4

molta sostanza. ZOUMA 5,5 Stavolta l’uomo che dovrebbe proteggere la difesa gira a vuoto. RAMIRES 5 Esterno a sorpresa, commette errori, qualcuno anche grave. DROGBA 5 Compleanno amaro: il suo inserimento è inutile e non incide sul match. OSCAR 5,5 La cosa migliore della sua partita è provocare l’espulsione di Ibrahimovic. Il bello è che poi perde la testa e rischia anche lui di essere cacciato. WILLIAM 5,5 Non sfrutta bene con i difensori francesi la sua dote migliore: la rapidità. ALL. MOURINHO 5 Sbaglia la gestione di una gara difficile. Non convince la formazione e la squadra sembra sulle gambe. Alla fine certifica: «Il Psg ha meritato la qualificazione».

IL MIGLIORE HAZARD

7 Sembra facile segnare i rigori, ma la storia dimostra il contrario. Oltre al gol, il solito talento sorretto dal buon senso. Lui non merita l’eliminazione.

IL PEGGIORE COSTA

4 Boxe, lotta greco-romana, kung fu e sceneggiate, ma niente calcio. Oltraggia il vecchio football.

KUIPERS Disastroso. L’espulsione di Ibra, severa, gli fa perdere il controllo della gara. Grazia Costa che commette un fallo della medesima portata e nega il rigore al Chelsea quando Cavani affonda lo stesso Costa.

PSG

7

SIRIGU 6,5 Tiene in vita il Psg con una parata da urlo su Ramires. Poi bravo a non perdere la testa. MARQUINHOS 6,5 Parte male bruciato dagli scatti di Hazard, ma si riprende e costringe il belga a cambiare spesso corsia. THIAGO SILVA 7 La sua partita racconta il calcio: il fallo da rigore e poi il gol-qualificazione. Prima, durante e dopo, il solito superdifensore. MAXWELL 6 Dovrebbe essere l’anello debole del Psg, invece mostra grande dignità e tiene botta a sinistra. VERRATTI 7 Calcio allo stato puro. Il talento sul quale costruire l’Italia, deve però controllare i nervi: brutto il fallo su Hazard.

LAVEZZI 6 Dà la scossa giusta al momento giusto: importante. THIAGO MOTTA 6 Il solito senso della posizione, ma anche molta legna. MATUIDI 5,5 Prestazione inutile. Grande assente del match. RABIOT 6 Entra nel momento peggiore e aiuta la squadra a risalire. PASTORE 6,5 Un giocatore psichedelico: tanti palloni giocati, alterna colpi da fenomeno come l’assist per Cavani nell’azione del palo e anche qualche momento di black out. VAN DER WIEL s.v. CAVANI 5,5 Il palo è il suo peccato mortale, ma almeno lotta. ALL. BLANC 7 Ha il grande merito di restare lucido e gestire bene una situazione delicata. Perfetto anche nella gestione dei cambi. VAN ROEKEL 5 ZEINSTRA 6

IL MIGLIORE DAVID LUIZ

7 Gioca sul filo dei nervi, tra la sindrome dell’ex e la lotta con Costa, ma il gol è la rivincita più bella. Migliore dei francesi insieme con Silva

IL PEGGIORE IBRAHIMOVIC

4 Il fallo che lo butta fuori dalla gara dopo 31’ è più stupido che cattivo. Meriterebbe l’arancio. Lo Stamford per lui è una maledizione. VAN BOEKEL 6 LIESVELD 5


GIOVEDÌ 12 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

BAYERN

7

SHAKHTAR

0

PRIMO TEMPO 2-0 MARCATORI Müller su rigore al 4’, Boateng al 34’ p.t.; Ribery al 4’, Müller al 7’, Badstuber al 18’, Lewandowski al 30’, Götze al 43’ s.t.

13

LA SVOLTA La partita prende subito una direzione chiara: fallo di Kucher su Götze: rosso per il difensore e rigore, che Müller realizza

BAYERN (4-3-1-2) Neuer s.v.; Rafinha 6,5, J. Boateng 7, Badstuber 7,5 (dal 22’ s.t. Dante 6), Alaba 6,5; Robben 7 (dal 19’ p.t. Rode 6,5), Schweinsteiger 7, Ribery 7,5 (dal 15’ s.t. Bernat 7); Götze 7,5; Müller 7, Lewandowski 7. PANCHINA Reina, Benatia, Pizarro, Lahm. ALLENATORE Guardiola 7. AMMONITI Badstuber per gioco scorretto, Boateng per c.n.r. SHAKHTAR (4-2-3-1) Pyatov 4,5; Srna 4,5, Kucher 4, Rakitskiy 4,5, Shevchuk 4,5; Fred 5, Stepanenko 4,5; D. Costa 4,5 (dal 34’ s.t. Wellington s.v), Alex Texeira 4,5 (dal 25’ s.t. Ilsinho 5), Taison s.v. (dal 9’ p.t. Kryvtsov 4,5); Luiz Adriano 4,5. PANCHINA Kanibolotskiy, Fernando, Dentinho, Gladkiy. ALLENATORE Lucescu 5. ESPULSI Kucher al 3’ p.t. per gioco scorretto su chiara occasione da gol. AMMONITI Douglas Costa per c.n.r. ARBITRO Collum 6,5 (Sco) NOTE spettatori 70 mila, incasso non comunicato. Tiri in porta 13-0. Tiri fuori 10-2. In fuorigioco 2-2. Angoli 8-4. Recuperi p.t. 2’, s.t. 3’.

fLA PARTITA AI RAGGI X

Pierfrancesco Archetti INVIATO A MONACO (GERMANIA)

Verratti, Pastore È e quel triangolo di pura qualità 1Javier vira al centro: Psg con più passaggi, i dribbling di Hazard non bastano ai Blues

T. MOTTA

MATUIDI

PASTORE

VERRATTI

CAVANI Passaggio Movimento

Alex Frosio @alexfrosio

L

etta su Twitter: «Verratti è piccolino ma picchia come uno grande». Si capisce quando dopo aver preso l’ammonizione per un’entrata dura su Hazard il talentino italiano va a brutto muso su Terry che osava protestare per il suo intervento: Marco 165 centimetri, JT 187 e 30 chili in più. Si capisce anche dai numeri della partita di Verrattino: 5 falli commessi, 5 contrasti vinti. E ha aggiunto anche 80 passaggi positivi su 87. D’altra parte, al di là degli errori individuali e degli aspetti epici che sono stati la vera cifra di una partita da ricordare, è a centrocampo che il Psg è riuscito ad amministrare senza nemmeno troppi patemi l’inferiorità numerica dopo l’espulsione di un Ibrahimovic comunque poco presente fino al suo rosso (16 tocchi in 31 minuti, tutti lontano dall’area). IL PALLONE NON SUDA In dieci, Blanc punta sulla qualità del palleggio invece che sulla corsa forsennata: alla fine di due ore di battaglia, emerge che il Psg ha percorso in media più chilometri del Chelsea (10,4 km a giocatore contro 10) ma soprattutto pur concedendo un

leggero vantaggio ai Blues sul possesso palla (51-49), ha tentato e completato più passaggi (529 riusciti su 599 per i francesi, 511 su 574 per gli inglesi). La ricetta è semplice: con uno in meno, meglio far correre il pallone che le gambe. Pochi lo sanno far bene come Thiago Motta, lento sì ma capace di imporre il ritmo che vuole alla partita (95 passaggi positivi), Verratti e Pastore. Il Flaco è stato una delle chiavi: è andato a formare un triangolo stretto di qualità con i due compagni più dotati tecnicamente. I numeri di Pastore sono pazzeschi: 126 tocchi, più di tutti quelli in campo, 13 dribbling tentati (con 7 positivi), 11 palle recuperate (anche qui, più di tutti). In questo quadro il muscolare Matuidi si occupava degli inserimenti senza palla e del sacrificio maggiore per andare a raddoppiare sui trequarti avversari. Per la verità non ce n’è stato neppure troppo bisogno. Marquinhos, piazzato intelligentemente terzino destro, ha arginato quanto ha potuto uno scatenato Hazard (8 dribbling positivi su 9!) mentre dall’altra parte è stato più Ramires a dover coprire su Maxwell. Poi, se Thiago Silva tira fuori un attributo in più, la serata diventa magica. © RIPRODUZIONE RISERVATA

in corso di allestimento una settimana bavarese a Berlino. Da sabato 30 maggio a quello successivo si terranno nella capitale due finali di coppa: una nazionale, l’altra europea, e il Bayern resta in corsa per parteciparvi. Si sa come vanno queste cose: prima si prenota, meno si paga e visto che Pep Guardiola ha messo piede nei quarti di Champions dopo aver raggiunto quelli del torneo di casa, ci sono già dei tifosi che hanno bloccato le stanze, così almeno hanno detto in tv subito dopo il 7-0 sullo Shakhtar. Se volevano risparmiare qualche spicciolo, potevano già cercare su Internet al 3’, quando la tensione per il risultato era già sparita: fallo di Kucher su Götze, rigore con espulsione (la più veloce nella storia della Champions), più l’1-0 di Müller. Il duello si conclude qui, dopo viene soltanto certificato il quarto pieno consecutivo interno, e sempre senza prendere gol (13-0). Guardiola era timoroso, non si fidava del saggio Lucescu, dopo lo 0-0 dell’andata. Ma il romeno non fa nemmeno in tempo a togliere nervo e iniziativa al Bayern, come ben gli riuscì nel primo match. Non gli rimane che levare un esterno d’attacco come Taison per un difensore (Kryvtsov), oscillare tra 4-4-1 e 4-3-2 per tentare di evitare l’umiliazione. I tedeschi però non hanno pietà, secondo storica tradizione. CHE CINQUINA E CHE INTERNI Se la sentenza anticipata irrita pure Franz Beckenbauer («Sarà il regolamento ma dopo quel cartellino i tifosi potevano già andare a casa»), la superiorità immediata porta anche qualche fastidio (piccolo, chiaro, conta prima la promozione) a Guardiola perché non gli permette di testare contro un muro più solido le scelte che ha ideato per sorprendere. Di solito Pep si tiene un cambio forte in panchina, nell’esagerata disponibilità della sua rosa. All’andata era rimasto fuori Lewandowski, stavolta in-

Il Bayern vola in 3’ e non si ferma più Shakhtar distrutto 1Subito rigore ed espulsione di Kucher: è tutto

facile per Guardiola, che ne fa 7 al povero Lucescu IL MIGLIORE

7,5 ● GÖTZE Oltre all’astuzia tattica, il Mario mondiale ha il merito di sbloccare la gara prendendo il penalty. Alla fine trova anche lui il gol. Franck Ribery, 31 anni, ha segnato il suo 3° gol nella Champions ACTION IMAGES

IL FILOTTO

4

le vittorie interne consecutive del Bayern in Champions League: senza subire gol, ma realizzandone 13 vece accatasta tutti i suoi uomini d’attacco. Già dal via, Robben-Müller-Götze-Riber yLewandowski, ma non è soltanto il coraggio che conta, bensì saper dare indicazioni a ciascuno affinché non «mangi» il pallone dei compagni. Quindi il catalano tiene Ribery e Robben interni, ai lati di Schweinsteiger più spostato verso la difesa. E davanti il trequartista/centravanti è Götze, non Lewa, spostato a sinistra (vecchia pensata di Guardiola: ci aveva

provato anche con Mandzukic) con Müller dall’altra parte. ROBBEN E MÜLLER K.O. Oltre alla resa obbligata e prematura dello Shakhtar, la nuova situazione non viene collaudata in pieno perché Robben si fa male dopo 20’ (flessore sinistro) e viene cambiato con Rode, un mediano. Ribery allora torna a galleggiare anche sull’esterno, da dove prendono forma il suo tris e l’assist per il 4-0 di Müller, poi pure lui k.o. Gol da allenamento, come li chiama il Kaiser, come il raddoppio di Boateng dopo un flipper in area. Non è dunque questa gara a definire la forza del Bayern, ma un altro paio di buone notizie emergono. La rete di Badstuber, che ha passato oltre 2 anni infernali causa ginocchia sbiellate, e il ritorno fra i convocati di Lahm, fuori da novembre. Anche lui non vorrebbe perdersi la settimana bavarese a Berlino. © RIPRODUZIONE RISERVATA

IL PEGGIORE

4 ● KUCHER Peccato capitale quando butta giù Götze in area dopo tre minuti. Rigore e rosso. La partita per i suoi non sembra neanche iniziata ed è già finita.


14

Mondo R

GIOVEDÌ 12 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

IL FOCUS

FRA GIOCATORI INTOCCABILI E I CAPRICCI DEL PRESIDENTE, IL PATTO DI FERRO TRA TECNICO E SQUADRA SI STA USURANDO L’ANALISI di FILIPPO MARIA RICCI CORRISPONDENTE DA MADRID

V

enerdì scorso il Madrid ha compiuto 113 anni. Una storia immensa, un passato glorioso cui fanno da contraltare un presente depresso e un futuro incerto. In questo secolo abbondante di storia la Casa Blanca ha sempre vissuto di eccessi, di alti e bassi vertiginosi, di euforica grandezza alternata a isterica fragilità e non è un caso che il simbolo del Bernabeu, l’unico giocatore che viene ricordato ogni santa partita giocata in casa, sia Juanito: un po’ di genio e vagonate di sregolatezza. Uno che ha camminato sulla faccia di Matthäus, sputato a Stielike e aggredito l’arbitro Prokov. Il Madrid ha vinto le prime 5 Coppe dei Campioni e poi tra la sesta e la settima è stato a secco 32 anni. In questo secolo ha conquistato altre tre Champions ma per sei anni di fila è uscito agli ottavi. Rappresentazione di un’instabilità storica e caratteriale sempre attuale. CINQUE SCONFITTE Nella sua celebrata epopea il Madrid non aveva mai vinto quattro trofei in un anno solare, dato di per sé indicativo: c’è riuscito con Ancelotti nel 2014, anno meraviglioso chiuso con la striscia di 22 vittorie. Tempo di stappare lo champagne ed ecco il crack: via al 2015 con due sconfitte e in 11 settimane la Casa Blanca scossa dalle fondamenta: in 15 partite 5 rovesci, 2 pareggi e 8 vittorie, l’eliminazione dalla Coppa del Re con l’Atletico, la perdita del primo posto in Liga e botte tremende come il 4-0 con l’Atletico (derby tabù, 6 volte senza vincerlo) e il 4-3 con lo Schalke che ha scatenato l’ira del Bernabeu, coi tifosi che hanno crocifisso pubblicamente Casillas (strascichi del rogo mourinhano) e insultato i giocatori che andavano via in macchina. Real senza vittorie da 3 partite: era successo anche nel maggio scorso, 2 pareggi e una sconfitta in Liga che avevano chiuso il campionato del Real. Però poi era arrivato l’incredibile balsamo della «Decima» Champions. IL GATTO Anche nella scorsa primavera Ancelotti era stato in bilico più volte, tanto che i dirigenti del Madrid gli avevano affibbiato il soprannome di «gatto», per le varie vite che si era speso respingendo con vittorie la spada dell’instabile Perez. Presidente che rappresenta alla perfezione il pubblico del Bernabeu, che incarna l’essenza volubile del madridista. Florentino ha inseguito a lungo Carletto, poi però si è stancato presto di lui: capriccioso e persino geloso del successo del suo allenatore. Lo scorso anno Carlo si era appoggiato ai suoi uomini, e con lo spogliatoio aveva murato fuori polemiche varie e umori presidenziali. Oggi le cose sono un po’ diverse. Il Madrid soffre su vari piani: mentale, fisico e tattico. L’insofferenza di Ronaldo nei confronti delle sciocche e premature critiche dello stadio (fischi prima dell’inizio e poi già dal 12’) a una squadra FISCHI E FIASCHI Nella foto grande Casillas ferma un infuriato Ronaldo, che stava uscendo dal campo, per non farlo sottrarre al tradizionale saluto al Bernabeu. In basso le facce preoccupate di Ancelotti, Bale e Benzema AFP, EPA E GETTY

Madrid brucia DA ANCELOTTI NEL MIRINO AL CASO BALE: COSI’ IL REAL VA A PEZZI

CONTENUTO PREMIUM che in evidente difficoltà aveva solo bisogno di appoggio rivela la fragilità della rosa campione d’Europa e del mondo. «Non parlo più fino a fine stagione», ha detto il portoghese. Il Real è sull’orlo di una crisi di nervi. Con lo Schalke ha fatto 4 falli, ha corso oltre 9 chilometri meno dell’avversario, che ha tirato 19 volte verso Casillas. Intensità sparita, l’equilibrio che Carlo aveva cercato e trovato con fatica e intelligenza lo scorso anno, oggi non esiste: Xabi Alonso è stato sostituito da Kroos, abituato a fare un altro mestiere e anche a un mese di rigenerante pausa invernale. Il tedesco al Bayern aveva le spalle coperte da Schweinsteiger, Javi Martinez, Lahm. Qui è solo, non riposa mai, ma i panni del Makelele bianco non gli stanno bene. ROTTURE DELICATE L’infortunio di Modric, 16 novembre, è stato la chiave, quelli di James Rodriguez e Sergio Ramos, 4 febbraio, la botta finale: senza di loro (e col croato in campo solo nell’ultima mezz’ora di martedì) in 7 partite per il Real 3 sconfitte, un pari e 3 vittorie. Kroos si è trasformato in un re nudo, con a destra partner occasionali di scarsa qualità (Khedira, Illarramendi, Lucas Silva), dimostrazione di una rosa che davvero Galactica non è (ma non ditelo a Perez), e a sinistra un ragazzo, Isco, capace di grandi giocate ma privo di dinamismo e troppo innamorato del pallone, cosa che rallenta la manovra del Madrid. Il Bernabeu con la consueta instabilità emotiva l’ha eletto nuovo Zidane, il ragazzo che a Malaga era conosciuto come il culon per corsa e baricentro, ha alzato la cresta. L’ESTRANEO Poi c’è la BBC, il tridente Bale-Benzema-Cristiano che Carlo considera intoccabile. I tre non aiutano e su Bale si con- SU MARCA centrano diversi La cover del giornale sportivo di fulmini: il galle- Madrid: Que espanto!. «Che paura», se nato terzino si in gergo anche «Che schifo» è imborghesito rimirando il suo cartellino da 100 milioni, specchio ingannatore. Nello spogliatoio è un corpo estraneo: frequenta solo Modric e non considera più una priorità l’apprendimento del castigliano. E lo stesso succede in campo: il gallese aspetta palloni lunghi che non gli arrivano anche perché se ne sta rintanato sempre più su, dove la sua vera dote, la corsa, non può essere sfruttata. E, lui splendido decatleta cresciuto in un Paese dove a scuola s’insegna un calcio primordiale, non si degna di correre all’indietro a dare una mano a compagni in difficoltà. E si ostina a crossare da destra con l’esterno sinistro, e quando lo fa col destro fatica. Bale non segna da nove partite e non dà un assist da otto, però Carlo non lo toglie mai. Mai. Perché sa che il suo datore di lavoro non gradirebbe e non vuole problemi. In questo modo però lo spogliatoio, da sempre vicinissimo all’allenatore e distante dal presidente, accumula frustrazione e guarda a Carlo con faccia interrogativa. Ora il Madrid aspetta il Levante nell’irrequieto Bernabeu, domenica. Poi va al Camp Nou dal Barça, temibilmente lanciato. Due vittorie restituirebbero al Madrid il primo posto in Liga e farebbero cambiare volto e umore al madridismo, oggi votato al pessimismo. Una tragedia a Barcellona potrebbe far precipitare Carlo nell’abisso, con Zidane o Hierro come possibili sostituti d’emergenza. Per la Champions c’è molto tempo: fino al 14 aprile. Nella storia della Coppa dei Campioni mai una squadra che al ritorno ha preso 4 gol in casa aveva passato il turno. Il «gatto» Ancelotti si è giocato un’altra vita, e ora tutto è possibile. Nel bene e nel male. © RIPRODUZIONE RISERVATA


Serie A R Il personaggio

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L’ESORDIO IN C1 COL MARSALA POI MANCHESTER

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L'IDENTIKIT PATRICE EVRA

● 1. 8 novembre 1998: Patrice Evra, allora 17enne, fa il suo esordio in Italia, nel campionato di C1, in Marsala-Palermo 1-1. Rimase in Sicilia una sola stagione ● 2. Evra con la maglia del Manchester United: ha giocato in Inghilterra dal 2006 al 2014, vincendo una Champions (2008) AFP

NATO IL 15 MAGGIO 1981 A DAKAR (SENEGAL) RUOLO DIFENSORE ALTEZZA 173 CM PESO 72 KG

Evra siciliano d’Europa La freccia di Allegri torna dove è partita

1998-2000 IN ITALIA Dopo gli inizi in Francia, a 17 anni firma il primo contratto da professionista col Marsala, in C1. L’anno dopo è al Monza in B, ma gioca poco. 2006-2014 LA CHAMPIONS INGLESE Dopo Nizza e Monaco sbarca in Inghilterra, al Manchester United, dove vince anche una Champions League (2007-08) e 5 campionati. Nell’estate 2014 firma con la Juventus un contratto biennale.

1Il francese per la Juve è stato un’iniezione d’esperienza,

ma a 17 anni era a Marsala ed esordiva proprio col Palermo giocare nel 3-5-2, e a Evra non è mai piaciuto fare il comprimario. Così ha cominciato a riflettere sulla possibilità di tornare in Premier a gennaio. Allegri però lo ha convinto a restare, rassicurandolo sull’imminente passaggio di modulo: a sinistra nel 4-3-1-2 Patrice si trova molto più a suo agio. Il grave infortunio di Asamoah ha fatto il resto: senza di lui il francese ha cominciato a giocare con più continuità, diventando sempre più convincente e incisivo. Così quello che all’inizio a qualcuno era sembrato un flop, con un po’ di pazienza si è trasformato in un acquisto azzeccato.

Fabiana Della Valle MILANO

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orino evidentemente era nel suo destino, anche se ha fatto il giro bello largo per arrivarci. La carriera di Patrice Evra è iniziata in Italia, al Marsala, quasi 17 anni fa, ma prima di firmare il suo primo contratto da professionista aveva fatto un provino con il Torino. Quella volta non se ne fece nulla, ma quando la Juventus ha bussato alla sua porta il finale è stato diverso. Evra è entrato nella scuderia della Signora l’estate ESPERIENZA DA COPPA Evra scorsa. Un innesto mirato, voluha vinto una Champions League to da Antonio Conte per portare a Manchester, sa come si affronesperienza soprattutto in ChamSolo 7 presenze tano partite delicate come quelpions League. Gli 8 anni e meznei primi 3 mesi, la di Dortmund e potrà aiutare i zo passati al Manchester United compagni più giovani. Per avevano permesso all’esterno di poi con il nuovo esempio Pogba, che lo considera accumulare fin lì 89 presenze modulo ha una specie di fratello maggiore. nella massima competizione euFrancesi tutti e due, si frequenropea. I primi mesi però sono cambiato marcia tano assiduamente. Pogba abita stati al di sotto delle aspettative: vicino allo stadio Olimpico, Evra Evra, nonostante conoscesse già invece vive in centro e spesso Patrice nello la lingua, ha faticato a inserirsi, Paul si ferma da lui. Patrice, che tanto che prima della riapertura spogliatoio si fa è a Torino con la moglie Sandra del mercato si era parlato addisentire, per Pogba e i figli (il fratello fa avanti e inrittura di un suo ritorno a Mandietro di frequente dalla Franchester. Poi, complice il cambio è diventato un cia) esce spesso anche con i sudi modulo e l’infortunio di Asafratello maggiore damericani. moah, qualcosa è cambiato. Evra è diventato un punto fermo SICILIA, BEI RICORDI Sabato a della Juve di Allegri e le sue prestazioni sono cresciute partita dopo partita. Ades- Palermo Evra sarà assalito dai ricordi: a Marsala so è un uomo di peso anche nello spogliatoio: no- esordì contro i rosanero, subentrando al 16’ s.t. nostante sia uno degli ultimi arrivati, non si fa Curiosità: in quel Palermo giocava anche l’attuale problemi a dire la sua. Normale per un giocatore d.s. della Juve, Fabio Paratici (che però rimase in di personalità, caratteristica sempre molto ap- panchina). In Sicilia si è sempre sentito a casa sua, tanto che nell’ottobre scorso il comune di Marsala prezzata in casa bianconera. ha iniziato l’iter per conferirgli la cittadinanza LA SVOLTA Il momento critico di Patrice è stato a onoraria. Anche se non sarà titolare (Allegri lo fine ottobre, quando si è reso conto che le cose vuole fresco per la Champions League e potrebbe non stavano andando come voleva lui: solo 7 pre- dargli un turno di riposo) per lui sarà comunque senze nei primi tre mesi in bianconero, parecchie una giornata speciale. © RIPRODUZIONE RISERVATA critiche. Il titolare era Asamoah, più abituato a

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● le partite giocate da Evra con la maglia della Juve, tutte da titolare: 17 in A, 4 in Champions e una in Supercoppa; un solo gol segnato (alla Sampdoria)

Floro Flores: «Arrestarono il mio tecnico per pedofilia» Andrea Tosi

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a fatto il giro del web e delle agenzie, suscitando clamore, la lunga intervista che Antonio Floro Flores ha rilasciato al magazine «Il Calciatore», l’house organ dell’AIC, nella quale l’attaccante del Sassuolo, ripercorrendo i passi più importanti della sua carriera, cita l’episodio di un allenatore pedofilo che frequentava l’Atletico Toledo, una squadretta del rione napoletano dove Floro è cresciuto. A distanza di qualche ora dai primi

lanci, l’ex genoano ha voluto precisare il contenuto di alcune sue affermazioni. «Io volevo trasmettere un messaggio positivo e invece leggo di confessione shock — ha spiegato Floro —. La mia intervista è stata travisata. Intanto, non è vero che ho subìto un trauma per l’episodio dell’allenatore pedofilo, quell’uomo non mi ha mai toccato. La scena del suo arresto al campo, quando avevo 11 anni, la ricordo bene perché mi colpì emotivamente ma posso dire di essere cresciuto nel calcio senza subire violenze né costrizioni».

Antonio Floro Flores, 31 LAPRESSE

SCUOLA OK Ma il fatto che non va giù a Floro è il suo presunto rigetto del valore della scuola. «Ho detto che da ragazzino, siccome andavo male negli studi, mi sono concentrato molto sul pallone come fanno ancora oggi molti ragazzini per avere successo nella vita. Ma è un errore in assoluto. Ho avuto fortuna di sfondare col pallone, ma tanti restano delusi. Figurarsi se io, padre di 4 figli di cui tre in età scolare, posso pensare che la scuola sia inutile. Sarei un pazzo. Il mio è uno sprone a non abbandonare i libri, io stesso sto cercando di rimediare e ho ripreso a studiare. Infine la questione delle sparatorie dentro i rioni. Erano episodi di 20 anni fa, adesso la vita è cambiata. I miei vivono ancora lì e nessuno si sente più in pericolo». © RIPRODUZIONE RISERVATA

LE ULTIME

Buffon ok Coman forse Romulo vola in Brasile TORINO

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erano anche Agnelli e Paratici ieri a Vinovo ad assistere all’allenamento della Juventus. Assente invece Paul Pogba, squalificato per la gara di Palermo, che ha beneficiato di un giorno in più di riposo e ne ha approfittato per raggiungere la sua famiglia in Francia. Mancava anche Romulo, volato in Brasile per una visita di controllo (il centrocampista è stato operato a livello pubico-adduttorio destro lo scorso dicembre). Buffon, che ha saltato l’ultima partita con il Sassuolo perché influenzato, ieri si è allenato in palestra ma a Palermo ci sarà. Da verificare invece le condizioni di Coman, in campo con i compagni ma ancora non al top dopo la contusione alla tibia destra rimediata in Coppa Italia con la Fiorentina. Se sarà pronto per Palermo, Allegri potrebbe schierarlo trequartista o in coppia con Llorente. Lo spagnolo è quasi certo del posto da titolare, accanto a lui potrebbe giocare Matri, ancora zero minuti con la Juve in questa stagione. A centrocampo la novità potrebbe essere Sturaro, in difesa potrebbe esserci spazio per Barzagli (per lui sarebbe la prima da titolare) in coppia con Ogbonna, con Padoin e De Ceglie sulle fasce.

OBIETTIVO COPPA In attacco potrebbe trovare un po’ di gloria anche Pepe in caso di 4-3-3. Ieri Simone ha parlato a Sky Sport della Champions e del suo rinnovo di contratto: « Io continuo a lavorare fino a giugno, poi la società farà le sue scelte e io di conseguenza, mi guarderò intorno se c’è bisogno o altrimenti resterò qui. Però adesso vinciamo il quarto scudetto e continuiamo con il nostro sogno Champions. La cosa fondamentale sono i due anni in più d’esperienza in Coppa. Per molti di noi due anni fa era la prima volta negli ottavi, adesso possiamo gestirla diversamente. Il gol contro il Sassuolo di Pogba? La palla volevo darla a Tevez. Pogba non l’avevo neanche visto».

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A «IL CALCIATORE»

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TACCUINO PRIMAVERA

ARCO DI TRENTO

Roma forza quattro Pari fra Toro e Samp

Oggi il via con la Juve

● La Roma sorride per il successo sul Frosinone (4-0) nell’anticipo. Protagonista Sanabria, autore di una tripletta (poi Pellegrini). Nel recupero del girone A, è finita 1-1 tra Torino e Samp.

GENOA

Premiato Perin ● (f.g.) Doppia gioia per il numero uno del Genoa, Mattia Perin, e per il preparatore dei portieri rossoblù, Gianluca Spinelli, che verranno premiati domenica al Ferraris come i migliori d’Italia nelle categorie portieri e preparatori per la passata stagione.

● (f.o.) Partirà alle 15 con la gara tra i detentori della Juve e il Napoli l’edizione 2015 del torneo «Beppe Viola», ad Arco di Trento. Edizione condizionata dalle convocazioni dell’Under 17, che oggi inizia la preparazione per le qualificazioni all’Europeo: la Roma ha rinunciato, il Milan giocherà senza cinque titolari. Inter e Torino le favorite.

DONNE, CYPRUS CUP

L’Italia chiude quarta ● (m.cal.) L’Italia chiude al 4° posto la Cyprus Cup: nella finale per il bronzo, la squadra di Cabrini è stata sconfitta 3-2 dal Messico (gol di Cernoia e Guagni).


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fL’ANALISI

Sos Honda: trequartista per superare la lunga crisi

In Italia stenta ma a Oriente il rossonero resta di moda Marco Iaria twitter@marcoiaria1

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1Inzaghi pensa di cambiare ruolo al giapponese: vuole rilanciarlo e il centrocampo è in emergenza

Keisuke Honda, 28 anni, è arrivato al Milan nel gennaio 2014 FORTE

G.B. Olivero INVIATO A MILANELLO (VA)

Filippo Inzaghi, 41 anni, prima stagione sulla panchina del Milan AFP

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catti in salita. Il lavoro personalizzato scelto ieri per Keisuke Honda è in linea con il periodo del giocatore giapponese: in salita, appunto. Un cammino pieno di ostacoli, di insidie, di trappole. Honda non è in forma, ma non si può nemmeno ridurre tutto a una mera questione fisica anche perché il suo rendimento è scarso da cinque mesi circa, un periodo sufficiente per superare la flessione e tornare in condizioni accettabili. Purtroppo per il Milan, invece, questo non è accaduto: da novembre Honda gioca male, a volte addirittura malissimo. E il problema del gol che non arriva da ottobre è perfino relativo di fronte alla crisi di un giocatore che a inizio stagione sembrava ritrovato e poi invece si è perso. SCARSA BRILLANTEZZA A complicare le cose c’è stata anche la Coppa d’Asia, ma è passato molto tempo dal ritorno dall’Australia di Honda che è finito ai margini della squadra. Nel girone d’andata Inzaghi non avrebbe mai rinunciato a lui, nel ritorno invece le scelte sono state spesso diverse. Keisuke ha completamente perso la brillantezza di inizio stagione. La brillantezza non è una

qualità naturale di Honda, che invece ha ottime capacità aerobiche: corre tanto, anche adesso, ma lo spunto per saltare l’avversario deve allenarlo di continuo perché non fa parte del suo bagaglio atletico. Tra novembre e dicembre Honda era stanco e allora non si potevano pretendere prestazioni particolarmente brillanti. Adesso, però, stupiscono le difficoltà del giapponese che non riesce a riprendersi. TREQUARTISTA E allora Inzaghi sta anche pensando a una posizione diversa per rivitalizzarlo. A Firenze il giapponese potrebbe giocare da trequartista, ossia il ruolo che sente più suo. Al Milan, in realtà, non è

El Shaarawy, okay il primo controllo De Sciglio: è quasi ora ● Il recupero di El Shaarawy procede senza intoppi. Ieri Stephan ha effettuato una visita di controllo al piede destro a Milano, dall’esito positivo. A questo punto il prossimo passo è il controllo col professor Van Dijk (è lui ad averlo operato) ad Amsterdam, in programma domani. Se arriverà anche il suo okay, ElSha potrà togliere il tutore e iniziare la vera fase di rientro. Buone notizie per De Sciglio, che ieri ha fatto una parte di allenamento in gruppo. Si sono riaggregati ai compagni anche Alex e Essien.

mai stato schierato in quella posizione. Qualche settimana fa a Torino contro la Juve c’è stato un tentativo, ma Honda aveva più il compito di controllare Pirlo che quello di creare occasioni. Contro la Fiorentina, invece, Keisuke potrebbe essere lasciato più libero di seguire l’istinto e le inclinazioni. La formazione con cui il Milan scenderà in campo lunedì sarà per forza di cose un azzardo. Il centrocampo ha molte assenze e l’emergenza al centro condiziona altre scelte. In attacco è presumibile il rientro di Destro in coppia con Menez. Il trequartista dovrebbe essere appunto Honda, perché Bonaventura dovrà per forza fare l’interno a causa delle assenze di Poli, De Jong e Montolivo. Il 4-3-1-2 di partenza potrebbe rapidamente diventare un 4-3-2-1 con Honda e Menez alle spalle di Destro. Il giapponese dovrà mettere il suo senso tattico e la capacità aerobica al servizio dei compagni in una partita molto delicata per Inzaghi. C’è chi pensa che nella fase finale della carriera Honda arretrerà il suo raggio d’azione e sfrutterà le doti tecniche e fisiche per giocare da regista davanti alla difesa. Per adesso cercherà di ritrovare una condizione accettabile in un ruolo che conosce benissimo. E che gli consente di vedere la porta e provare il tiro all’improvviso. E’ passato un girone dall’ultimo gol di Keisuke. Non è mai stato un cannoniere, ma è il momento di ricominciare a segnare.

I NUMERI 2014-15 TOCCHI PER ZONA Il colore è più intenso nelle zone in cui ci sono stati più tocchi di palla ATTACCO

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2 20 28 55 55 96 97 45 16 PASSAGGI POSITIVI 465 Media a partita 22,14 Media ruolo 13,69 OCCASIONI CREATE 21 Media a partita 1 Media ruolo 0,83 TIRI NELLO SPECCHIO 13 Media a partita 0,62 Media ruolo 0,66

TIFOSI E SPONSOR Proprio in Giappone il Milan ha una delle più importanti «fan base». E negli ultimi tempi un’accelerazione l’ha data Honda. Da quando, nel gennaio 2014, il tre- Bee Taechaubol, 41 quartista giapponese anni, thailandese ANSA è sbarcato a Milanello, la società rossonera ha firmato i contratti con gli sponsor Fujitsu e Toyo (quest’ultimo versa 3 milioni fino al 2016) ed è stata sottoscritta una collaborazione con l’agenzia pubblicitaria Dentsu. Il Milan, anche in tempi di crisi, resta leader in campo commerciale in Italia registrando ricavi per circa 80 milioni a stagione. La strategia, adesso, è quella di allacciare intese con sponsor regionali e in Asia c’è tanta fame di visibilità. A ciò si aggiunga il progetto di Barbara Berlusconi di esportare Casa Milan, la sede-ristorante-museo inaugurata dieci mesi fa: di recente 25 imprenditori giapponesi vi hanno fatto visita, nei piani c’è la riproduzione del modello in Cina. OPZIONE Già la Cina. Prima di Thohir, Moratti aveva fatto un accordo con China Railway Construction: la cessione del 15% dell’Inter per 55 milioni in cambio dello sfruttamento del business del nuovo stadio. L’intesa sfumò ma lo stesso schema potrebbe profilarsi con il Milan, che aspetta proprio in queste settimane l’ok per l’impianto al Portello, e Wanda, l’azionista di Infront interessata agli affari immobiliari a metà strada tra l’entertainment e lo sport.

VERTICALIZZAZIONI 159 Media a partita 7,57 Media ruolo 4,63

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hailandia, Singapore, Cina. Da qualunque angolatura si osservi l’ingarbugliata vicenda societaria del Milan – il mandato a Lazard di trovare investitori, le trattative smentite da Fininvest, l’intraprendenza di Bee Taechaubol, il giallo del selfie con Mr Pink, eccetera eccetera – un dato di fatto pare acquisito: il rossonero è un abbinamento che piace, e parecchio, a Oriente. In questo momento, nel mondo dell’economia, i soldi sono in America e in Asia. Liquidità a go go. Ma le attenzioni per la società di Berlusconi si concentrano in una macro-area a Est che ingloba una serie di Paesi emergenti, grandi e piccoli. E uno dei motivi sta nell’appeal del Milan, che le recenti delusioni sul campo hanno indebolito ma di certo non cancellato. Perché le radici sono solide e risalgono alla favolosa era a cavallo tra gli Ottanta e i Novanta quando i rossoneri conquistarono il mondo e si presentarono a Tokyo per ben quattro volte nel giro di pochi anni per giocare la Coppa Intercontinentale.

GDS

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L’AMMAZZA-MILANESI

Nico Lopez eroe di scorta: «Difese stanche? Io mi ci ficco» 1L’uruguaiano del Verona ha segnato 4 gol

dal Meazza, è più spietato di un unno: «Ho segnato anche quando ero all’Udinese. Non so quale sia il mistero, ma di certo quello è un campo che mi porta fortuna», sorride lui. E si gode, pure, un record singolare: nessuno, in questa A, ha fatto gol con la stessa frequenza partendo dalla panchina. C’è riuscito con l’Inter e, per due volte (aveva «timbrato» anche nella sconfitta per 3-1 dell’andata), col Milan. E poi con il Napoli.

partendo dalla panchina, record della A Oggi allenamento con i tifosi al Bentegodi Matteo Fontana VERONA

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a sua storia la racconterebbe con gusto Eduardo Galeano, che viene da Montevideo come lui e che il calcio l’ha trasformato in poesia. Nico Lopez corre veloce, il Conejo che entra e segna. Ha salvato la panchina Inzaghi, che ha schivato l’esonero andato in sorte, a novembre, a Mazzarri. Ricordate? Il Verona per-

de per 2-1 con l’Inter, entra Nico e segna il 2-2 allo scadere. Passano pochi giorni e WM salta, cacciato per far posto a Roberto Mancini. Sabato, a San Siro, la scena si ripete. Ancora Hellas sotto per 2-1, ancora Lopez che entra, ancora gol per il pareggio che mette a soqquadro il Diavolo. FORTUNA Adriano Galliani stoppa il siluro ad Inzaghi, ma restano i numeri che dicono che il Coniglio, quando passa

Nico Lopez, 21 anni, esulta dopo il gol del pari in Milan-Verona ANSA

TITOLARE L’unica rete che ha firmato da titolare è quella con la Fiorentina: «Quando vengo inserito nel finale sfrutto al meglio le mie caratteristiche, di fronte ad avversari che sono

più stanchi. Chiaro che mi piacerebbe avere spazio da titolare, ma intanto incido così e va bene a me al Verona», fa Lopez, gli occhi che brillano quando parla dei grandi uruguaiani d’attacco. Come Luis Suarez: «Il suo morso a Chiellini al Mondiale? Non so perché l’abbia fatto, ma vi assicuro che è una grande persona». Una scommessa forte, Nico, di Sean Sogliano, il d.s. che l’ha cercato fin da quando era alla Roma e che, dopo un lungo inseguimento, l’ha portato, in prestito con diritto – elevato – di riscatto, all’Hellas, dall’Udinese. Del doman non v’è certezza, suggerisce il Poeta, se non per il futuro prossimo, che si chiama

Napoli: «Ci abbiamo perso male, l’ultima volta: un 6-2 che non dimentichiamo. E sappiamo che è una gara speciale. La vogliamo vincere, possiamo farcela. Stiamo bene, ci siamo risollevati dopo tempi difficili. Siamo a +9 sulle terz’ultime, ma non dobbiamo mollare». ALLENAMENTO Il Verona, per caricare l’ambiente in vista della sfida al Napoli, ha deciso di allenarsi in città, cosa più unica che rara, dal 2009 in avanti. Oggi tutti al Bentegodi, a porte aperte: «La spinta del pubblico – dice Lopez – può essere decisiva. I tre punti di domenica ce li vogliamo prendere per loro». © RIPRODUZIONE RISERVATA


Nazionale R Le scelte

Dopo Vazquez anche Eder Italia, sempre più oriundi

1Il palermitano ha già detto «sì» a Conte. Dopo il «no» di Dybala, ecco il sampdoriano: potrebbe esserci in Bulgaria con Gabbiadini e Santon Fabio Licari

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on solo Franco Vazquez. La Nazionale può arricchirsi presto di «stranieri», pardon oriundi. Il più prossimo, se ne parla da giorni, è il sampdoriano Eder: anche per lui tutte le pratiche burocratiche sono state sbrigate, non è escluso che entri nella lista per Bulgaria e Inghilterra visto che in attacco non c’è abbondanza. Nei radar di Conte altri nomi, quali Vecino (mezzala dell’Empoli) e De Maio (difensore del Genoa), ma i tempi sarebbero più lunghi. E in ogni caso il c.t. non vuole inflazionare la Nazionale di oriundi, soprattutto se non giocano nel nostro campionato.

Franco Vazquez, 26 anni, argentino del Palermo, ed Eder, 28 anni, brasiliano della Sampdoria ANSA

VAZQUEZ-EDER A questa campagna acquisti Conte lavora da mesi. I primi obiettivi erano Vazquez e Dybala: il trequartista ha detto subito «sì», l’attaccante preferisce giocarsi le sue chance con l’Argentina (che anche stavolta l’ha lasciato a casa), così come Icardi. Eder non ha speranze con la Seleçao: è un attaccante velocissimo, segna, può trascinare i contropiede. E in più arriva in un mo-

mento difficile per l’attacco: Zaza è a secco, Immobile e Pellè soffrono tra Borussia e Southampton, Destro non incanta, Okaka è scomparso, Giovinco resterà in Canada, Balotelli non gioca quasi, El Shaarawy è di nuovo out, Osvaldo è al Boca... Senza dimenticare però che Vazquez, come nel Palermo, può giocare da seconda punta. L’argentino e il brasiliano sarebbero il 41° e il 42° oriundo della

storia azzurra. Difficilmente saranno gli ultimi.

7 DICEMBRE 2014 Ghirardi lascia il Parma Tommaso Ghirardi cede il Parma. Mistero sulla nuova proprietà: russi, ciprioti, albanese. Poi si scopre che il Parma è passato alla Dastraso, riconducibile all’albanese Taçi.

9 FEBBRAIO 2015 Il club passa a Manenti Giampietro Manenti, titolare della Mapi Group (capitale di 7.500 euro) diventa presidente e annuncia: «Salvo il Parma». Ma i bonifici per pagare il pregresso non arrivano.

LE TAPPE DELLA VICENDA

ETICA E REGOLAMENTI Escluso al momento chi gioca all’estero (vedi il «tedesco» Contento oggi al Bordeaux), ci sarebbero altri oriundi: Vecino, De Maio, Jorginho, Avelar, Keita, Romulo, Danilo, e appartengono già alla «rosa» Osvaldo, Paletta, Motta. Siamo tutti d’accordo che, in un mondo ideale, questi avrebbero

Parma, Manenti sparito Oggi scade l’ultimatum poi la palla al Tribunale 1Non si fa vedere da domenica: altro che piano di risanamento Il Comune fa un esposto contro il club: «Passaggi da chiarire» Andrea Schianchi INVIATO A PARMA

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iampietro Manenti è sparito dai radar. Non si fa vedere, né sentire dai dirigenti e dai dipendenti del Parma dal pomeriggio di domenica. E anche il suo commercialista, incaricato di scrivere il piano di risanamento finanziario da presentare questa mattina ai magistrati, non ha dato alcun segnale. Che cosa significa tutto ciò? Quasi sicuramente che Manenti non ha pronto alcun progetto, che non ha trovato i soldi promessi in tante occasioni e che non è riuscito a coinvolgere quei famosi finanziatori stranieri di cui spesso ha parlato. Gli impiegati della cancelleria fallimentare del tribunale di Parma restano in attesa dei libri contabili degli ultimi tre anni. Manenti assicura che li porterà, altrimenti saranno i giudici ad andarli a ritirare, anche perché la vicenda Parma è destinata a durare a lungo e l’udienza pre-fallimentare del 19 marzo sarà soltanto il primo capitolo della storia.

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GIOVEDÌ 12 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

NUOVA INIZIATIVA Il Comune persona giuridica mentre la redi Parma ha fatto un esposto- sponsabilità penale è individenuncia alla Procura contro la duale, è facile prevedere che gli società emiliana per truffa ed è amministratori della società quindi stato aperto un nuovo gialloblù, cioè l’ex presidente fascicolo. L’assessore al Bilan- Ghirardi e l’ex a.d. Leonardi, cio Marco Ferretti ha spiegato: vengano chiamati a rispondere «Abbiamo presentato alcuni at- anche per questi fatti dopo esti dai risvolti sere già stati penali su cui i indagati per nostri avvocabancarotta ti ci hanno fraudolenta e chiesto per concorso nel ora di tenere medesimo reil massimo riato. serbo. Sono comunque atATTENZIONE ti particolarSU... A Parma mente forti si pensa a perché crequello che acdiamo c he cadrà dopo il sulla vicenda 19 marzo. C’è Parma ci siaanche il filone no passaggi che riguarda che debbono la Guardia di essere chiari- Il presidente Giampietro Manenti Finanza e l’inti». Il Comudagine aperta ne, attraverso tre società parte- nei confronti degli ufficiali Alcipate, è creditore del club per banese e Petrucelli che, al mouna cifra superiore a un milio- mento, pur non essendo stati ne: somma accumulata dal sospesi, sono in attesa di essere 2011 al 2014. Poiché il Parma destinati ad altro incarico. E, Football Club, verso il quale è soprattutto, ci sono da chiarire stato presentato l’esposto, è i rapporti tra l’ex ergastolano

il diritto/dovere di lottare per la maglia del Paese cui sentono di appartenere. Ma non è più così e, dall’atletica al rugby alla pallavolo, non soltanto nel calcio. A Brasile 2014 gli oriundi erano l’11% dei convocati (83 su 736). Diciamo che da Prandelli in poi ci stiamo adeguando (anche Lippi tentò, invano, di italianizzare Amauri). CONTE PREMIATO Ieri Conte

non ha pensato a oriundi, bulgari e inglesi e s’è concesso una serata a Siena, inviato dal «Siena Club fedelissimi» per ricevere il premio Robur e poi cenare assieme ai tifosi, senza stampa nè telecamere. Qui Conte ha trascorso due anni in due periodi diversi, uno da vice De Canio, l’altro da «boss» conquistando la promozione prima di passare alla Juve.

LISTA PROBABILE Ecco la probabile lista dei selezionati per il doppio impegno. PORTIERI Buffon, Sirigu, Perin. DIFENSORI Bonucci, Chiellini, Ranocchia, Rugani, Moretti. CENTROCAMPISTI Darmian, Santon, Cerci, Pasqual, Pirlo, De Rossi, Verratti, Marchisio, Vazquez, Candreva, Soriano, Bertolacci, Parolo, Florenzi. ATTACCANTI Zaza, Pellè, Immobile, Destro, Gabbiadini, Eder. In lista d’attesa Maggio, De Silvestri, Antonelli, Poli, Bonaventura e Aquilani. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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BULGARIA Da oggi il c.t. tornerà a pensare all’Italia. La lunga sosta, cominciata il 19 novembre all’indomani di Italia-Albania 1-0, sta per concludersi senza essere stato interrotta dallo stage. Domenica 22 comunicherà i convocati per il doppio impegno: il 28 marzo, a Sofia, per le qualificazioni a Euro 2016; il 31 allo Juve stadium per l’amichevole con l’Inghilterra (arbitro il tedesco Brych). Sarà la solita lista ampia, 27/28 giocatori, anche se per la Bulgaria, gara ufficiale, dovranno essere comunicati alla Fifa in anticipo 23 nomi. Novità? Vazquez sicuro, Eder molto probabile e, con lui, probabili Gabbiadini e Santon. In ritiro a Coverciano dal 23 marzo.

CONVEGNO A ROMA

Eugenio De Paolini Del Vecchio, da qualche anno libero cittadino, e alcuni dirigenti del Parma, nonché il coinvolgimento dello stesso De Paolini nelle vicende societarie nel periodo della gestione di Taçi. Nessuno lo dice e tutti fanno finta di non saperne nulla, ma nelle stanze del potere della città si discute (e non poco) di questo clamoroso crac.

● (v.p.) Sulla tecnologia anti gol-fantasma l’accordo c’è, per il resto dirigenti e arbitri del calcio sembrano ancora filosoficamente lontani. È la sensazione provata ieri all’università di Roma Foro Italico nel convegno la «tecnologia entra in campo» organizzato con la regia del rettore Fabio Pigozzi. Alla presenza del presidente Tavecchio, Marcello Nicchi, il capo dell’Aia, ha detto sì all’introduzione dell’«occhio di falco» – il d.g. della Figc Michele Uva ha fatto il punto su storia, modalità e costi della novità, a carico della Lega – augurandosi che siano mantenuti gli arbitri di area, «che possono coesistere con la tecnologia dedicandosi ad altre situazioni di gioco».

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Lega e Tim fino al 2018 per 48 milioni ● (m.iar.) La Lega Serie A e Tim rinnovano la partnership per altri tre anni, fino al 2018 quando verrà celebrato il ventennale. La società di telefonia mobile del gruppo Telecom continuerà a essere il title sponsor del campionato e delle altre competizioni organizzate dalla Lega (Coppa Italia, Supercoppa, Primavera). Un accordo di sponsorizzazione che nel corso del tempo si è ampliato fino a includere iniziative a favore del movimento di base come la Junior Tim Cup (il torneo degli oratori) e a sfruttare tutte le potenzialità dell’area digitale e social, come testimoniano i quasi 3 milioni di «like» su Facebook per la pagina del massimo campionato. Il valore economico del rinnovo è in linea con il ciclo attuale. Vale a dire circa 16 milioni di euro a stagione: nel triennio 201518 entreranno nelle casse della Lega 48 milioni. Insomma, una difesa del valore del prodottocampionato, nonostante lo scadimento della qualità tecnica, gli scandali e le polemiche che avvolgono il calcio italiano. E anche tenendo conto dei contratti sottoscritti individualmente dai club con Telecom: gli spazi commerciali non sono infiniti...

6 MARZO 2015 C’è un piano di salvataggio La Lega stanzia 5 milioni per aiutare il Parma a finire la stagione. La squadra torna in campo dopo i due rinvii. Si aspetta l’udienza fallimentare del 19 sperando nell’esercizio provvisorio.

AL LAVORO Alessandro Lucarelli, il capitano diventato simbolo della protesta, prosegue (tra un allenamento e l’altro) nella sua attività di sindacalista. Ieri, a Collecchio, ha partecipato a una riunione con i dipendenti del Parma e i rappresentanti della Cgil, e ha garantito ciò che va dicendo da giorni: fino a che ci sarà un minimo di speranza, i giocatori faranno tutto il possibile per salvare il titolo sportivo e garantire la ripartenza dalla B. Ciò significherebbe dare una possibilità ad almeno duecento famiglie. Con il Parma in Serie D tutti i dipendenti resterebbero senza lavoro, e questo diventerebbe un vero e proprio problema sociale per il territorio, tanto che anche il sindaco Pizzarotti sta lavorando assieme al presidente Tavecchio per trovare una soluzione. Tra pochi giorni, se tutto andrà come deve andare, il fascicolo Parma passerà nelle mani del curatore fallimentare e toccherà a lui gestire la quotidianità. Innanzitutto dovrà tentare una mediazione con i tanti creditori e risolvere la grana delle 32 richieste di messa in mora avanzate dai giocatori. Lavoro complesso, come complessa e intricata è la storia del Parma.

LA SPONSORIZZAZIONE

Tecnologia ok ma Nicchi dice «Basta tagli»

SICUREZZA Parole che comunque hanno incontrato le rassicurazioni di Tavecchio: «Nessuno ha mai pensato di toglierli». Andrea Abodi, il presidente della Lega di B, ha parlato dell’intenzione di battezzare una tecnologia «flessibile» per i playoff. Ma la Lega B è anche impegnata a studiare altri modelli sperimentali: per esempio, grazie a un’iniziativa del Lanciano, l’introduzione dei cosiddetti «assistenti di tribuna». «Bisogna andare incontro al futuro», dice Abodi. Ma Nicchi sottolinea altre priorità: «Apprezzo che si trovino i soldi per il gol non gol, ma se si taglia, se non si danno risorse alla formazione non ci sarà più crescita del settore. Per arbitrare bisogna studiare il calcio, conoscere gli schemi, non ci si può improvvisare». © RIPRODUZIONE RISERVATA

CLASSIFICA SQUADRE

JUVENTUS ROMA LAZIO NAPOLI FIORENTINA SAMPDORIA GENOA INTER TORINO MILAN PALERMO UDINESE EMPOLI SASSUOLO VERONA CHIEVO ATALANTA CAGLIARI CESENA PARMA (-1)

PT

61 50 46 46 42 42 37 36 36 35 35 31 29 29 29 26 24 20 20 11

PARTITE

RETI

G

V

N

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26 26 26 26 26 26 25 26 26 26 26 25 26 26 26 26 26 26 26 24

18 13 14 13 11 10 9 9 9 8 8 8 5 6 7 6 5 4 4 3

7 11 4 7 9 12 10 9 9 11 11 7 14 11 8 8 9 8 8 3

1 2 8 6 6 4 6 8 8 7 7 10 7 9 11 12 12 14 14 18

53 38 47 46 37 34 37 41 30 37 38 29 26 29 31 18 22 32 24 20

14 19 27 33 28 28 30 34 28 32 39 34 28 39 46 30 37 49 47 47

* 1 PUNTO DI PENALIZZAZIONE

CHAMPIONS PRELIMINARI DI CHAMPIONS EUROPA LEAGUE RETROCESSIONI

PROSSIMO TURNO SABATO 14 MARZO PALERMO-JUVENTUS ore 18 CAGLIARI-EMPOLI ore 20.45 DOMENICA 15 MARZO, ore 15 ATALANTA-UDINESE GENOA-CHIEVO SASSUOLO-PARMA VERONA-NAPOLI ore 18 INTER-CESENA ore 20.45 LUNEDÌ 16 MARZO FIORENTINA-MILAN ore 19 TORINO-LAZIO ore 19 ROMA-SAMPDORIA ore 21

(0-2) (4-0) (0-2) (2-1) (3-1) (2-6) (1-0) (1-1) (1-2) (0-0)

MARCATORI 15 RETI Icardi (3, Inter); Tevez (2, Juventus). 13 RETI Menez (7, Milan); Higuain (2, Napoli). 12 RETI Dybala (2, Palermo). 11 RETI Toni (3, Verona). 10 RETI Gabbiadini (Napoli; 7 nella Sampdoria); Quagliarella (2, Torino); Di Natale (Udinese). 9 RETI Callejon (Napoli). 8 RETI Klose e Mauri (Lazio); Ljajic (1, Roma); Eder (1, Sampdoria); Zaza (1, Sassuolo); Thereau (Udinese). 7 RETI Maccarone (1, Empoli); Babacar (Fiorentina); Matri (7 nel Genoa) e Pogba (Juventus); Djordjevic (Lazio); Vazquez (Palermo); Berardi (3, Sassuolo). 6 RETI Iago Falque’ (1, Genoa); Morata e Vidal (2, Juventus); Felipe Anderson e Parolo (Lazio); Destro (5 nella Roma) e Honda (Milan); Glik (Torino).


Serie B R Il protagonista

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Zuculini, musica maestro Bologna ha un nuovo idolo

1Il centrocampista argentino è il vero trascinatore della squadra Suona diversi strumenti per passione e i tifosi stravedono per lui

E con l’Entella nasce un’amicizia per gli alluvionati

IL TANGO CON OSVALDO Franco Zuculini, 24 anni, con l’amico-sosia Pablo Daniel Osvaldo (a destra). I due amano la musica e insieme hanno anche suonato il tango

Andrea Tosi BOLOGNA

M

entre a Bologna i tifosi continuano a dividersi su Diego Lopez, c’è un giocatore che ha messo d’accordo tutti. È Franco Zuculini, il jolly argentino tornato titolare a furore di popolo dopo diversi passaggi in panchina che hanno alimentato le critiche nei confronti dell’allenatore. Zucu non ha voluto cavalcare la polemica aspettando gli eventi e sabato a

Varese - con le sue accelerazioni e un assist - ha spinto la squadra al successo che ha scacciato la crisi venendo premiato come migliore in campo. Dopo una lunga trafila di prestiti , Zuculini ha trovato a Bologna l’ambiente giusto per esprimere il suo carattere e la sua passione per la musica e l’arte. CABEZONA Cresciuto nel Racing de Avellaneda col fratello minore Bruno (oggi al Cordoba ma di proprietà del Manchester City) e battezzato in nazionale

a 18 anni da Diego Maradona, allora c.t. dell’Argentina, il nuovo idolo del Dall’Ara non ha avuto una carriera facile. Sbarcato in Europa a 19 anni nell’Hoffenheim, non è riuscito a stabilizzarsi ad alto livello. Di lui si parlava soprattutto per la «cabezona», un pericoloso tackle di testa che eseguiva gettandosi tra i piedi dell’avversario. Zuculini, prima di Bologna, vantava già una breve esperienza italiana nel Genoa, ma dopo poche partite era già tornato in Germania e poi di nuovo in Ar-

● La bellezza dei piccoli gesti. E di un calcio vissuto come deve essere, con passione e solidarietà. I tifosi di Bologna e Entella si sono stretti in un bel gemellaggio, partito con la raccolta fondi del Centro Bologna Clubs (coordinamento del tifo organizzato rossoblù) che portò tre mila euro lo scorso novembre nelle casse dell’Anffas di Chiavari, gravemente danneggiata dall’alluvione, fino ad arrivare alla festa di martedì sera del club dei tifosi rossoblù «The Good 40016», tra i promotori di quella raccolta fodni, nella quale Laribi e il giovane Masina hanno posato con la maglia dell’Entella, proprio per sottolineare l’amicizia tra le due tifoserie. Nel mezzo, sono stati i tifosi dell’Entella ad ospitare a Chiavari i sostenitori rossoblù alla vigilia della sfida di campionato dello scorso gennaio: alla Colmata di Chiavari, sede del settore giovanile dell’Entella, le due tifoserie diedero vita a un gemellaggio gastronomico, ideato dai liguri in segno di riconoscenza per la solidarietà degli emiliani.

gentina e quindi al Real Saragozza dove nel 2012-13 la rottura di un legamento gli è costata l’addio alla Spagna. La scorsa estate, l’ex d.s. Fusco lo ha prelevato dall’Arsenal de Sarandì, dove si era riciclato per ritrovare la condizione fisica. TANGO E BLUES Durante i tempi morti dell’infortunio, Zucu ha sviluppato la sua passione per la musica. Oggi si cimenta con diversi strumenti: pianoforte, sassofono, chitarra, banjo. A novembre ha suonato la tastiera all’inaugurazione di un liceo musicale di Bologna davanti a tanti studenti. Con lui si diverte l’amico Osvaldo, una specie di gemello come gusti e fisionomia; insieme intonano il tango e la musica d’autore. Zucu ha preso un appartamento nel centro di Bologna abbastanza grande per ospitare il pianoforte a coda. E quando deve giocare, per caricarsi ascolta i Doors, il suo brano preferito è «Roadhouse blues», una scarica di adrenalina dentro la voce di Jim Morrison. In campo è un centrocampista che strappa la gara, vede bene la porta (finora 3 gol); fuori dagli stadi ha l’anima di un artista con un look da bohemien perché gli piace vestire senza seguire le mode. GATTUSO O MASCHERANO? Il presidente Tacopina stravede per lui, lo chiama il «mio piccolo Gattuso» anche se Zuculini preferisce ispirarsi al primo Mascherano. Zucu ama anche l’arte, disegna e adora la pittura di Dalì, non abusa dell’automobile , anzi si muove molto in bicicletta per scoprire i tesori antichi della Dotta e ha giocato a basket in carrozzina con ragazzi disabili. Andare in Serie A con uno così sarebbe il massimo. E Bologna lo sa bene. © RIPRODUZIONE RISERVATA

TACCUINO IL GIUDICE SPORTIVO

Modena, stop per due ● MILANO Dopo il recupero tra Modena e Catania, stop di una giornata per Rinaudo (Catania), Cionek e Calapai (Modena).

L’INIZIATIVA

I club per la città ● MILANO La Serie B incontra la propria città per promuovere l’integrazione sociale, con il confronto fra culture per chi vive ai margini di una comunità. A loro viene dedicato il quinto e ultimo appuntamento di «Un Giorno per la Nostra città» nel quale atleti e tecnici dei 22 club passano una giornata insieme al proprio territorio.

LA SITUAZIONE

C’è Spezia-Livorno ● Il programma della 31a giornata. Domani (ore 20.30): Spezia-Livorno (1-0); sabato (ore 15): Bari-Varese (1-2), Brescia-Latina (1-1), CarpiPescara (5-0), CittadellaCrotone (2-2), FrosinoneEntella (0-1), Lanciano-Avellino (1-1), Perugia-Pro Vercelli (00), Trapani-Ternana (2-1); domenica (ore 15): BolognaModena (0-0); lunedì (ore 20.30): Vicenza-Catania (1-3). La classifica: Carpi p. 59; Bologna (-1) 51; Avellino 49; Vicenza 48; Frosinone e Livorno 47; Spezia e Pescara 43; Lanciano e Perugia 40; Bari e Modena 37; Entella e Ternana 36; Pro Vercelli 35; Cittadella, Latina e Trapani 34; Brescia 33; Catania e Crotone 31; Varese (-3) 28.

PURA LUCE, PURA ENERGIA.

www.citizen.it

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Lega Pro R Girone C: 29a giornata

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La Salernitana in volo con Colombo

1Una rete del difensore decide la sfida di Lecce e adesso è fuga: il Benevento si fa bloccare in casa Giuseppe Calvi LECCE

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ate largo, passa la capolista. La Salernitana si aggiudica la sfida al Via del Mare, allunga a 3 punti il vantaggio sul Benevento, secondo, e spinge il Lecce addirittura al quinto posto (staccato da Casertana e Juve Stabia). La squadra di Bollini va meglio nel primo tempo, colpisce una traversa con Gustavo e protesta per due episodi in area avversaria. Ma nella ripresa salgono in cattedra Pestrin e compagni, passano in vantaggio e poi quasi nascondono la palla ai giallorossi. A SPECCHIO Bollini e Menichini si guardano… allo specchio, proponendo entrambi il 4-3-3. Assente lo squalificato Moscardelli, nel Lecce è Miccoli il terminale offensivo, supportato dagli esterni Mannini e Gustavo; i granata hanno Mendicino come riferimento più avanzato, Gabionetta e Caetano gli girano intorno. A centrocampo, il

duello più avvincente è tra Papini e Pestrin; anche le frecce difensive, Diniz e Di Chiara e Colombo e Franco garantiscono accelerazioni e sovrapposizioni. Il Lecce conquista subito il pallino del gioco, il più vivace è l’ex Gustavo, che al 3’ reclama un rigore per fallo di mano di Trevisan, poi impegna Gori da fuori area e al 34’ fa tremare ancora il portiere, bravo a deviare il tiro contro la traversa. La Salernitana risponde con rapide ripartenze, imperniate sull’estro di Gabionetta, che da 20 metri conclude di poco a lato e al 42’ è anticipato in angolo da una decisiva chiusura di Vinetot. La formazione campana sfiora il bersaglio con un’incornata di Colombo, mentre i giallorossi invocano un altro rigore, per un intervento di Pestrin su Miccoli. COLPO GRANATA Nella ripresa la Salernitana alza il baricentro e cambia passo, costringendo gli avversari sulla linea difensiva. Al 14’ la svolta: su calcio d’angolo battuto da Favasuli, Colombo anticipa Lepore e bat-

te Caglioni con un colpo di testa. Per il terzino è la terza rete firmata in questo campionato. Il Lecce si abbatte, la reazione è disordinata e gli attacchi risultano sterili. Solo nel finale, i salentini arrivano in area ma Embalo spreca clamorosamente, indugiando troppo davanti a Gori. E per la Salernitana è la decima vittoria in trasferta. © RIPRODUZIONE RISERVATA

LECCE-SALERNITANA 0-1 MARCATORE Colombo al 14’ s.t. LECCE (4-3-3) Caglioni 6; Diniz 6,5, Vinetot 6, Abruzzese 6, Di Chiara 6; Lepore 5 (dal 16’ s.t. Herrera 5,5), Papini 6 (dal 35’ s.t. Doumbia s.v.), Salvi 6; Mannini 5,5, Miccoli 5,5 (dal 16’ s.t. Embalo 4,5), Gustavo 6,5. (Scuffia, Beduschi, Filipe, Manconi). All. Bollini 6. SALERNITANA (4-3-3) Gori 6,5; Colombo 7, Lanzaro 6,5, Trevisan 6, Franco 6; Moro 6,5, Pestrin 6,5, Favasuli 6 (dal 38’ s.t. Bovo s.v.); Gabionetta 6 (dal 17’ s.t. Negro 5), Mendicino 5,5 (dal 21’ s.t. Nalini 5,5), Caetano 6. (Russo, Tuia, Bocchetti, Cristea). All. Menichini 7. ARBITRO Rapuano di Rimini 5,5. NOTE paganti 4.059, abbonati 2.228, incasso di 38.463,32 euro. Ammoniti Pestrin, Gabionetta, Vinetot e Colombo. Angoli 4-5.

CLASSIFICA SQUADRE

PT

PARTITE

RETI

● BENEVENTO Qualche gol sprecato, un paio di occasioni sbagliate un po’ per la bravura di Lagomarsini e molto per errori di mira. Solo un pareggio in casa per il Benevento, che dopo la vittoria della Salernitana arrivata in

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29 29 29 29 29 29 29 29 29 29 29 29 29 29 29 29 29 29 29 29

19 17 16 14 15 14 12 12 9 9 9 8 8 7 7 5 5 5 5 4

7 10 6 10 6 8 11 8 12 9 7 9 9 12 12 10 10 8 8 8

3 2 7 5 8 7 6 9 8 11 13 12 12 10 10 14 14 16 16 17

41 44 44 40 38 44 46 35 34 26 33 33 25 31 29 29 30 22 23 20

20 24 25 27 26 30 29 29 34 27 34 45 32 33 35 40 46 45 41 45

PROMOSSE PLAYOFF PLAYOUT RETROCESSA

JUVE STABIA

1

MATERA

2

CATANZARO

3

2

COSENZA

1

BARLETTA

1

FOGGIA

0

CASERTA La Casertana vince e si porta al terzo posto, ma che fatica. Vantaggio al 9’ con Cisse, lesto a mandare in rete la respinta di Rossi su Mancino. Raddoppio di Mancosu che ruba palla a Frabotta e supera Rossi. La Lupa accorcia con Tulli di testa, poi nella ripresa gli ospiti pareggiano ancora con un colpo di testa di Tulli. Terzo gol della Casertana ancora con Cisse che vince un contrasto al limite dell’area e batte ancora Rossi. Lucio Bernardo

● CASTELLAMMARE DI STABIA (Na) Pari e fischi per la Juve Stabia, in chiara involuzione di gioco, contro un Cosenza pimpante che ha sfiorato il colpaccio. Dopo un primo tempo concluso tra i fischi, i locali vanno in svantaggio ad inizio ripresa causa una incertezza difensiva punita da Cesca, al primo sigillo stagionale. Di Carmine rimette le cose a posto con una gran girata in area e si divora il raddoppio a metà tempo. Nel finale, con la Juve Stabia sfilacciata, gli ospiti sfiorano il successo con De Angelis e Calderini. Gianpaolo Esposito

● MATERA Un doppio rigore regala al Matera i tre punti col Barletta. Venitucci sblocca con un piatto destro su servizio di Meola. Il Matera reagisce confusamente, ma Carretta al 29’ trova l’incursione giusta e termina a terra in area dopo il tocco di Radi: è rigore, che Madonia trasforma. Nella ripresa il forcing biancazzurro produce pochi effetti, se non sporadiche conclusioni poco pericolose. Ma nell’ultimo minuto di recupero Albadoro viene atterrato in area e l’arbitro assegna il secondo rigore, che Coletti trasforma. Franco Toritto

MARCATORI Rigione al 28’, Russotto al 39’ p.t.; Bernardo al 41’ s.t. CATANZARO (4-4-2) Bindi 6; Daffara 6, Rigione 7,5, Ghosheh 6,5, Squillace 6; Mancuso 6, Zappacosta 6,5 (dal 43’ s.t. Orchi s.v.), Sarr 6,5, Mounard 6,5 (dal 29’ s.t. Giampà 6); Russotto 7,5 (dal 36’ s.t. Bernardo 6,5), Razzitti 6,5. (Migani, D’Orsi, Calvarese, Caputa). All. Sanderra 7. FOGGIA (4-3-3) Narciso 6; Bencivenga 5,5, Gigliotti 6, Potenza 5,5, Agostinone 5; Agnelli 6, Quinto 6, Sicurella 5,5 (dal 1’ s.t. Sarno 6); Barraco 5,5 (dall’11’ s.t. Maza 5), Iemmello 5, Cavallaro 5 (dal 38’ s.t. Bollino s.v.). (Micale, D’Angelo, Loiacono, D’Allocco). All. De Zerbi 5,5. ARBITRO Di Martino di Teramo 6. NOTE paganti 546, abbonati 1.760, incasso di 22.088 euro. Ammoniti Razzitti, Russotto, Sarr, Gigliotti, Maza, Iemmello e Agostinone. Angoli 1-11. ●

CATANZARO Il Catanzaro strapazza il Foggia e ritrova il successo. Sanderra schiera la trazione più offensiva che può e la scelta paga. Dopo un incrocio dell’ex Mounard (10’), Rigione di testa rompe gli equilibri. Il Foggia tiene palla ma l’unico pericolo arriva da un corner di Gigliotti che finisce sul palo (38’). Poi Russotto raddoppia a modo suo: ruba palla a Bencivenga, fa 50 metri di corsa inarrestabile e batte Narciso in uscita. Nella ripresa c’è tempo per vedere un altro palo di Rigione (13’) e il tris firmato Bernardo nel finale. Da oggi Foggia in ritiro a Serino. Ivan Montesano

REGGINA

0

MESSINA

1

MARTINA

3

PAGANESE

4

VIGOR LAMEZIA

2

MELFI

2

SAVOIA

1

ISCHIA

0

MARCATORI Montella all’11’ p.t.; Del Sante al 23’ s.t. REGGINA (3-5-2) Kovacsik 6; Ungaro 4, Cirillo 4, Aronica 4 (dal 9’ s.t. Insigne 6); Di Lorenzo 4,5, Armellino 4, Salandria 5,5 (dal 22’ s.t. Gallozzi 5,5), Maimone 4,5, Benedetti 6; Di Michele 5 (dal 36’ s.t. Gjuci s.v.), Masini 5. (Cetrangolo, Ammirati, Karagounis, Velardi). All. Alberti 4. VIGOR LAMEZIA (4-3-3) Forte 6; Kostadinovic 6, Rapisarda 6,5, Gattari 6,5, Malerba 6,5; Papa 6,5, Battaglia 6,5 (dal 14’ s.t. Di Marco 6), Scarsella 6; Improta 6,5, Del Sante 7 (dal 34’ s.t. Voltasio s.v.), Montella 6,5 (dal 29’ s.t. De Giorgi 6). (Piacenti, Di Bella, Rossini, Catalano). All. Erra 7. ARBITRO Illuzzi di Molfetta 6,5. NOTE spettatori 2.000 circa; paganti, abbonati e incasso n.c. Amm. Cirillo, Battaglia e Kostadinovic. Angoli 5-4. ● REGGIO CALABRIA Il derby con la Reggina se lo aggiudica come all’andata la Vigor Lamezia. La squadra di Erra non ha faticato più di tanto, segnando con Montella in mischia e poi nella ripresa con un eurogol di Del Sante. Pessimo poi il dopo partita con il presidente Foti che si è presentato in sala stampa con Belardi, Aronica, Cirillo, Di Michele e Armellino lanciando accuse ai giornalisti. Lorenzo Vitto

MARCATORI Ciciretti (Mes) al 6’ p.t.; Fella (Mel) al 6’, Caturano (Mel) su rigore al 21’ s.t. MESSINA (4-3-1-2) Berardi 5; Cane 4, Altobello 4,5, Stefani 4, Silvestri 5 (dal 19’ s.t. Donnarumma 5); Izzillo 5 (dal 9’ s.t. Spiridonovic 5), Damonte 5,5, Bortoli 5,5; Ciciretti 6; Corona 5,5, De Paula 5,5 (dal 36’ s.t. Rullo s.v.). (Scardino, Sciotto, Sciliberto, Bonanno). All. Grassadonia 5. MELFI (4-3-1-2) Perina 7; Annoni 6, Dermaku 6,5, Di Filippo 6,5, Pinna 6; Agnello 7, Spezzani 6,5, Gallo 6 (dal 19’ s.t. Giacomarro 6); Tortori 6,5 (dal 44’ s.t. Tundo s.v.); Caturano 7,5 (34’ s.t. Falomi s.v.), Fella 6,5. (Gagliardini, Luparini, Nappello, Cicerelli). All. Bitetto 6. ARBITRO Piccinini di Forlì 6. NOTE spettatori 1.000 circa; abbonati 1.779, paganti e incasso non comunicati. Espulsi Cane al 33’ s.t. e Stefani al 45’ s.t.; ammoniti Di Filippo, Silvestri, Gallo, Altobello, Caturano e Donnarumma. Angoli 4-6. ● MESSINA Quinto k.o. consecutivo per il Messina (e Grassadonia ora rischia), mentre con la vittoria il Melfi si porta a +6 dai playout. Messina subito avanti con Ciciretti (6’), poi nelle ripresa la rimonta Melfi nel segno di Caturano: prima l’assist per il pari di Fella, poi il rigore per il 2-1 finale. Orazio Raffa

MARCATORI Patti (M) al 4’ p.t.; Arcidiacono (M) al 29’, Cremaschi (S) al 32’, Montalto (M) al 47’ s.t. MARTINA (4-3-3) Bleve 7; De Giorgi 6, Fabiano 6,5, Patti 6,5, Tomi 6,5; Pepe 6 (dal 40’ s.t. Samnick s.v.), Bucolo 6, De Lucia 6,5 (dal 45’ s.t. Kalombo s.v.); Arcidiacono 6,5, Montalto 6,5, Caruso 6 (13’ s.t. De Risio 6). (Modesti, Diop, Pivkovski, Memolla). All. Ciullo 6,5. SAVOIA (3-4-3) Gragnaniello 6; Verruschi 6 (dal 32’ s.t. Leonetti s.v.), Checcucci 6, Mercadante 6; Cremaschi 6,5, Boilini 6,5, Riccio 6, Pizzutelli 5,5 (dal 42’ p.t. Saric 6); Partipilo 6, D’Appolonia 6 (19’ s.t. Di Piazza 6), Scarpa 6,5. (Volturo, Sirigu, Vosnakidis, Giordani). All. Papagni 6. ARBITRO Pagliardini di Arezzo 6,5. NOTE paganti 327, abbonati 840, incasso di circa 3.200 euro. Ammoniti Verruschi, Pepe, Arcidiacono e Mercadante. Angoli 6-6. ●

MARTINA FRANCA (Ta) Vittoria sofferta sino all’ultimo istante per il Martina, col 3-1 arrivato in pieno recupero grazie a Montalto. Una contesa che il Savoia, dopo essere andata sul doppio svantaggio, era riuscita a mettere in discussione grazie al gol di testa di Cremaschi, che aveva risposto alle reti di Patti e Arcidiacono. Tonio Messia

0

SABATO 14 MARZO ISCHIA-CASERTANA (ore 15) (1-3); SAVOIACATANZARO (ore 16) (1-1) DOMENICA 15 MARZO MELFI-MARTINA (ore 11) (0-0); COSENZA-LECCE (ore 12.30) (0-1); VIGOR LAMEZIABENEVENTO (ore 12.30) (1-3); FOGGIA-MESSINA (ore 14.30) (1-0); LUPA ROMA-JUVE STABIA (ore 14.30) (0-2); AVERSA NORMANNAREGGINA (ore 16) (1-1); BARLETTA-PAGANESE (ore 18) (1-2) LUNEDÌ 16 MARZO SALERNITANA-MATERA (ore 20.45) (2-1)

64 61 54 52 51 50 46 44 39 36 34 33 33 33 31 25 25 23 23 19

N

3

MARCATORI Venitucci (B) al 19’, Madonia (M) su rigore al 29’ p.t.; Coletti (M) su rigore al 50’ s.t. MATERA (3-4-3) Bifulco 6; Flores 6, Faisca 6,5, D’Aiello 6; Mazzarani 6 (40’ s.t. Diop s.v.), Iannini 6,5, Coletti 6,5, Di Noia 5,5 (25’ s.t. Ferretti s.v.); Letizia 6,5, Madonia 5,5, Carretta 7 (33’ s.t. Albadoro s.v.). (Russo, De Franco, Bernardi, Ashong). All. Auteri 6,5. BARLETTA (5-3-2) Liverani 7,5; Meola 6,5, Zammuto 6, Stendardo 6,5, Radi 6,5, Guarco 6 (dal 40’ s.t. Sokoli s.v.); Legras 6, De Rose 6, Venitucci 6,5; Ingretolli 5,5 (dal 44’ s.t. Fall s.v.), Danti s.v. (dal 10’ p.t. Branzani 6,5). (De Martino, Kiakis, Giannarelli, Turchetta). All. Sesia 6. ARBITRO Di Ruberto di Nocera 5,5. NOTE spettatori 3.000 circa; paganti, abbonati e incasso non comunicati. Ammoniti Madonia, Ingretolli, De Rose e Mazzarani. Angoli 6-2.

AVERSA NORMANNA

PROSSIMO TURNO

SALERNITANA BENEVENTO CASERTANA JUVE STABIA LECCE MATERA FOGGIA (-1) CATANZARO VIGOR LAMEZIA BARLETTA MARTINA LUPA ROMA PAGANESE COSENZA MELFI (-2) AVERSA NORMANNA MESSINA ISCHIA SAVOIA REGGINA (-1)

V

LUPA ROMA

MARCATORI Cesca (C) al 2’, Di Carmine (JS) al 6’ s.t. JUVE STABIA (4-3-3) Pisseri 7; Cancellotti 5,5, Polak 6, Migliorini 6, Contessa 6,5; La Camera 5,5, Caserta 5,5 (dal 1’ s.t. Burrai 5,5), Jidayi 6; Carrozza 5,5 (dal 26’ s.t. Bombagi 5,5), Di Carmine 6,5, Lepiller 5 (dal 15’ s.t. Gammone 5,5). (Santurro, Romeo, Ioio, Gomez). All. Pancaro 5,5. COSENZA (4-4-2) Ravaglia 6,5; Corsi 6,5, Tedeschi 6,5, Carrieri 6 (dal 12’ s.t. Serpieri 6), Ciancio 6; Fornito 6 (dal 39’ s.t. Criaco s.v.), Arrigoni 5,5, Caccetta 6, Tortolano 6,5; Cesca 6,5 (dal 30’ s.t. Calderini 6), De Angelis 6,5. (Saracco, Zanini, Statella, Chidichimo). All. Roselli 6,5. ARBITRO Piscopo di Imperia 5,5. NOTE paganti 526, abbonati 378, incasso di 8.486 euro. Ammoniti La Camera, Di Carmine, Burrai e De Angelis. Angoli 7-5.

0

BENEVENTO (4-3-1-2) Pane 6; Pezzi 6, Lucioni 6, Scognamiglio 5,5, Som 5,5; Agyei 6 (dal 46’ p.t. Vitiello 5,5), D’Agostino 5,5 (dal 27’ s.t. Alfageme 5), Campagnacci 5,5; Mazzeo 5,5; Eusepi 6 (dal 29’ s.t. Kanoute 4), Marotta 5. (Piscitelli, Padella, Celjak, D’Angelo). All. Brini 5,5. AVERSA NORMANNA (4-3-3) Lagomarsini 7; Scognamillo 6,5, Cossentino 6 (dal 26’ p.t. Petricciuolo 6), Esposito 6, Amelio 6; Catinali 6, Geroni 6,5, Giannattasio 6 (dal 42’ s.t. Castellano s.v.); Sassano 6,5, Mosciaro 6 (dal 18’ s.t. De Luca 5,5), Mangiacasale 6,5. (Despucches, Giannusa, Viglietti, Personè). All. Marra 6,5. ARBITRO Vesprini di Macerata 6. NOTE paganti 1.230, abbonati 1.770, incasso non comunicato. Espulsi Kanoute e Despucches (dalla panchina) al 47’ s.t.; ammoniti Lagomarsini, Giannattasio, Scognamiglio, Sassano, Alfageme e Geroni. Angoli 9-2.

G

CASERTANA

MARCATORI Cisse (C) al 9’, Mancosu (C) al 22’, Tulli (LR) al 39’ p.t.; Tulli (LR) al 26’, Cisse (C) al 41’ s.t. CASERTANA (4-3-3) Fumagalli 6,5; Idda 6,5, D’Alterio 5,5, Mattera 5,5, Bianco 6; Marano 6, Rajcic 6,5, Mancosu 6,5 (dal 23’ s.t. Tito 6); Caccavallo 6 (dal 32’ s.t. Cunzi 6), Cisse 7, Mancino 6 (dal 18’ s.t. Kolawole 6). (D’Agostino, Antonazzo, Carrus, Ricciardo). All. Campilongo 6. LUPA ROMA (4-3-1-2) Rossi 6; Frabotta 5,5 (dal 42’ p.t. Tajarol 5,5), Pasqualoni 5,5, Conson 5,5, Celli 6; Bariti 5,5, Capodaglio 6, Raffaello 6; Margarita 6 (dal 25’ s.t. Cerrai 6); Del Sorbo 5,5, Tulli 6,5. (Santi, Curcio, Martorelli, Santarelli, Mastropietro) All. Cucciari 6. ARBITRO Catona di Reggio Calabria 6. NOTE spettatori 2.500 circa; paganti, abbonati e incasso non comunicati. Ammoniti Celli, Mancino, Cerrai, Rossi e Kolawole. Angoli 3-3.

BENEVENTO

MARCATORI Bergamini al 4’ p.t.; Vinci al 20’, Russini al 36’, Girardi su rigore al 47’ s.t. PAGANESE (4-3-2-1) Casadei 6; Tartaglia 6, Perna 6,5, Moracci 6,5, Bolzan 5,5 (dal 34’ p.t. Donida 6); Vinci 6,5, Bergamini 7, Malaccari 6; Deli 6,5 (dal 23’ s.t. Longo 6), Aurelio 6 (dal 30’ s.t. Russini 6,5); Girardi 6. (Novelli, Galoppo, Franco, Biasci). All. Sottil 7. ISCHIA (3-5-2) Mennella 6; Impagliazzo 6 (dal 17’ s.t. Alvino 5), Caso 5,5, Sirignano 6; Bruno 5,5, Finizio 5,5 (dal 30’ s.t. Fumana 5,5), Gerevini 5 (dal 17’ s.t. Verachi 5), Millesi 6, Armeno 5,5; Ciotola 5,5, Infantino 5,5. (Giordano, Bassini, Chiavazzo, Bulevardi). All. Maurizi 5. ARBITRO Colarossi di Roma 6,5. NOTE spettatori 800 circa; abbonati 257, paganti e incasso nc. Amm. Caso, Finizio, Tartaglia e Girardi. Angoli 3-6. ●

PAGANI (Sa) Dopo 87 giorni di astinenza, la Paganese brinda alla vittoria. I locali partono a razzo ed al 4’ vanno in vantaggio con Bergamini su suggerimenti di Deli. L’Ischia reagisce ed al 13’ si fa vedere con Ciotola il cui tiro dal limite impegna Casadei. Ripresa tutta della Paganese: Vinci raddoppia dopo una bella giocata di Deli, terzo gol di Russini su servizio di Malaccari, Chiude Girardi su rigore. Antonio Campitiello

serata adesso vede la vetta lontana 3 punti. Il Benevento, brutto come raramente era stato visto prima, deve innanzitutto prendersela con se stesso per il secondo pareggio consecutivo subito in casa. E poi deve ringraziare l’Aversa Normanna, che nella ripresa con Mosciaro (10’) a porta sguarnita non è riuscita a centrare la porta, mentre dopo 14’ è stata la volta di Sassano a sprecare l’ottima opportunità lasciandosi ipnotizzare da Pane, prima di colpire alla mezzora un palo clamoroso che poteva far prendere alla partita ben altra piega. Il Benevento lo si è visto solo nel primo tempo con Scognamiglio che di testa ha scheggiato la traversa (5’), e con Marotta (32’) che solo davanti al portiere si è fatto respingere il tiro. IL TECNICO Fabio Brini dopo la gara era deluso: «Se non arrivano i gol è perché la condizione mentale non è ottimale. La squadra ha avuto le sue occasioni, ma non è riuscita a sfruttarle. Non può essere questo il Benevento, le idee le avevamo, però non riusciamo a metterle in pratica». Il difensore Lucioni ha rincarato la dose: «C’è un calo psicofisico, ma nulla è perduto, il momento è delicato e bisogna superarlo sfruttando ogni occasione. Dobbiamo ricaricare le pile e voltare pagina perché si può ancora scrivere un cammino importante». Antonio Buratto

GIRONE A - IL RECUPERO E’ colpaccio Arezzo grazie a Montini Lumezzane in crisi: ritorna Nicolato? LUMEZZANE-AREZZO 1-2 MARCATORI Varas (L) al 39’, Dettori (A) rig. al 44’ p.t.; Montini (A) al 46’ s.t. LUMEZZANE (4-3-1-2) Bason 6; Mogos 5,5, Belotti 6, Nossa 5,5, Pantano 6; Franchini 5,5, Genevier 6, Alimi 6; Varas 7 (dal 33’ s.t. Bagnai s.v.); Sarao 6, Potenza 6,5 (dal 24’ s.t. Ekuban 6). (Furlan, Pippa, Biondi, Meduri, Cruz). All. Braghin 5. AREZZO (3-5-1-1) Benassi 5; Villagatti 6, Guidi 6, Crescenzi 6; Brumat 6,5, Gambadori 6, Carcione 6 (dal 31’ s.t. Coppola 6), Dettori 6,5 (dal 35’ s.t. Padulano s.v.), Franchino 6; Yaisien 6; Bonvissuto 7 (dal 7’ s.t. Montini 7). (Rosti, De Martino, Panariello, Barusso). All. Capuano 6,5. ARBITRO Candeo di Este 5. NOTE spettatori 200 circa; paganti, abbonati e incasso non comunicati. Espulso Belotti al 33’ s.t.; ammoniti Crescenzi, Sarao, Belotti, Bonvissuto, Nossa e Villagatti. Angoli 6-2. ● LUMEZZANE (Bs) Quasi allo scadere, al termine di una gara non certo entusiasmante, l’Arezzo beffa il Lumezzane con un gol di Montini, mettendo a serio rischio la panchina di Braghin, al secondo tonfo casalingo in 4 giorni: oggi dovrebbe tornare

Nicolato. Eppure il Lume era andato in vantaggio con un colpo di testa del piccolo Varas (uscita difettosa di Benassi). Il pareggio è stato su rigore di Dettori (fallo di Nossa su Bonvissuto) e poi al 91’ il gol partita di Montini. Sergio Cassamali ● RINVIO MONZA Bisogna aspettare la fine del campionato per conoscere il futuro del Monza. Il Tribunale ha rinviato la decisione sul fallimento al 26 maggio, in attesa che la proprietà, consegnate le dichiarazioni di desistenza dei vari creditori, proceda con la ricapitalizzazione. ● Questo il programma del girone A nel weekend per la 30a giornata: COSÌ DOMANI Ore 19.30 Real Vicenza-Giana (1-1). Ore 20.45 Südtirol-Novara (0-1; diretta su Raisport 1). COSÌ SABATO Ore 16 Alessandria-AlbinoLeffe (0-2) e Pavia-Pordenone (1-0). Ore 17 Venezia-Cremonese (1-2). Ore 19.30 Monza-Mantova (0-0). COSÌ DOMENICA Ore 14 Feralpi Salò-Arezzo (0-0). Ore 14.30 Torres-Bassano (0-0). Ore 16 Renate-Como (0-0). Ore 18 Pro Patria-Lumezzane (2-2). CLASSIFICA Alessandria p. 57; Novara 56; Pavia (-1) 55; Bassano 52; Como 48; Feralpi Salò e Real Vicenza 45; Arezzo e Südtirol 41; Renate 39; Venezia 38; Mantova (-3) e Torres 36; Monza e Cremonese 35; Giana 31; Lumezzane 28; AlbinoLeffe 23; Pro Patria (-1) e Pordenone 21.

GIRONE B - LA STORIA L’Aquila non vince? Tutti a riflettere nei vicoli distrutti dopo il terremoto ●

L’AQUILA Dopo la decisione del Pontedera di spedire l’ indisciplinato centrocampista Galli ai servizi sociali per le offese rivolte al pubblico di L’Aquila dopo il gol, è proprio da L’Aquila che giunge una nuova iniziativa da parte di una società di Lega Pro per responsabilizzare i propri tesserati. Questa volta diretta non a un singolo, ma a tutta la rosa. La squadra di Zavettieri è una lontana parente di quella che, poco più di un mese fa, aveva battuto l’ Ascoli portandosi a due punti dalla vetta. E così, dopo la sconfitta di lunedì con la Reggiana, il presidente Chiodi ha raccolto squadra e staff tecnico e li ha condotti in una passeggiata per le piazze e i vicoli del centro storico della città, nelle zone più colpite dal terremoto del 2009. «I ragazzi devono capire per cosa stanno giocando – ha detto Chiodi tra le rovine e i cantieri di una città ancora alla ricerca della propria identità perduta – vorrei che facessero proprio il senso di appartenenza degli aquilani in modo da ritrovare l’orgoglio e le motivazioni

per cancellare i deludenti risultati delle ultime partite». E la squadra, in silenzio, ha sfilato per i luoghi che, tra polvere e abbandono, ancora trasudano dolore. A pochi giorni dal sesto anniversario del terribile sisma del 6 aprile 2009, si spera che la squadra capisca e torni a correre. Perché a L’Aquila, in fondo, non è solo questione di calcio. Alessandro Fallocco ● Questo il programma del girone B nel prossimo weekend, quando si gioca la 29a giornata: COSÌ SABATO Ore 14.30 Lucchese-Forlì (0-1), Savona-Pro Piacenza (1-0) e TeramoPistoiese (1-4). Ore 15 Prato-Pontedera (3-4) e Santarcangelo-Carrarese (2-2). Ore 17 Gubbio-Ascoli (2-2) e SpalGrosseto (3-2). Ore 19.30 Ancona-San Marino (1-0). COSÌ DOMENICA Ore 14.30 Pisa-L’Aquila (4-1). Ore 16 Tuttocuoio-Reggiana (0-2). CLASSIFICA Ascoli p. 56; Teramo 52; Reggiana* 48; Pisa* 47; Pontedera 40; L’Aquila* e Ancona* 39; Tuttocuoio* 37; Carrarese 36; Gubbio 35; Lucchese e Spal 34; Pistoiese* e Grosseto (-1) 33; Prato e Santarcangelo 30; Forlì 29; Pro Piacenza (-8) 28; Savona 27; San Marino 23. (* una partita in meno).


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Formula 1 R GP Australia

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A TU PER TU

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CONTENUTO PREMIUM

Fiorio CAMBIO VITA: DALLE CORSE ALLA MASSERIA Cesare Fiorio, 75 anni, a bordo di un trattore nella sua masseria in Puglia, nei pressi di Ostuni. Qui sopra, l’ex direttore sportivo e responsabile corse di Lancia e Fiat nel buen retiro: nel palmares figurano 18 titoli (tra piloti e costruttori) nei rally tra il 1972 e il 1982. In basso, Fiorio con Alain Prost ai tempi della Ferrari: tra il 1989 e il 1991 è stato d.s. del Cavallino, dove ottenne 25 podi e 9 vittorie su 36 GP COLOMBO

«VETTEL OK, MA ALONSO SU UNA BUONA ROSSA...» L’INTERVISTA di ANDREA CREMONESI

L’

uomo che guidava Fiat e Lancia alla conquista del mondo nei rally e che a Maranello ha sfiorato il Mondiale con Prost, oggi si diverte a guidare il trattore nella sua masseria pugliese tra Ceglie Messapica e Ostuni. «Ho cominciato a... piccole dosi e poi 7-8 anni fa ho deciso di trasferirmi qui. Coltivo grano, ortaggi, frutta». Ma, siccome l’amore per le corse, ti si appicca addosso e non si stacca più, Cesare Fiorio continua ad essere un attento osservatore delle cose della F.1. Fiorio, la Ferrari si presenta all’avvio del campionato con un nuovo presidente, un nuovo manager al muretto e un nuovo pilota: che ne pensa? «Che stiamo assistendo alla più grande rivoluzione dai tempi di Todt. Da Melbourne in poi vedremo gli effetti anche se io sono prudente: in due soli mesi non si può ribaltare tutto». Però quest’inverno la Ferrari sembra essere andata forte. «Mah, a giudicare i risultati dei test invernali spesso si prendono degli abbagli. Ricordate la Red Bull l’anno scorso? Disastrosa in inverno, poi ha vinto tre gare». Ammetterà che Vettel ha portato entusiasmo.

«Sì, d’accordo ma non dimentichiamo che viene da un anno di sofferenza. E se Raikkonen dovesse andare quanto lui ci si potrebbe porre il dubbio se Alonso non sia più veloce del tedesco». Pare di capire che secondo lei nella staffetta tra Alonso e Vettel, la Ferrari ci ha un po’ perso. «Sono due grandi campioni. Ma uno ha avuto la fortuna di avere una super macchina e quindi di vincere molto, l’altro no». Che idea si è fatto dell’incidente di Alonso? «Fernando è stato vittima di un angolo di impatto sfavorevole. Sulle cause invece è tutto molto strano». Crede che Fernando tornerà forte come prima? «Dopo un trauma cranico ci sta che un pilota ci metta un po’ a tornare ai livelli di prima. Piquet, quando picchiò al Tamburello di Imola (1987), faticò per qualche tempo. C’è poi l’aspetto psicologico: se Fernando dovesse riprendere senza brillare, si comincerebbe a dire che non va più e lui potrebbe soffrirne, la mente dei piloti è fragile». Un ulteriore guaio per questa McLaren-Honda afflitta da guai di affidabilità. «Un momento! Nell’89, al mio primo anno alla Ferrari, nei test non riuscivamo a percorrere più di tre o cinque giri e, quando ci presentammo in

L’EX CAPO FERRARI «SEB HA SOLO AVUTO AUTO MIGLIORI. A FERNANDO SERVE TEMPO PER TORNARE IN FORMA. IL TITOLO LO RIVINCE HAMILTON» Brasile, nei 20’ del warm-up si guastò pure il muletto. Quel gran premio l’abbiamo vinto. Se la macchina è buona, l’affidabilità si trova in fretta, se invece è lenta non ne esci». Tutto fa pensare che sarà un Mondiale targato Mercedes: Rosberg può battere Hamilton? «Nico è un po’ sottovalutato, va forte in qualifica e mise spesso in difficoltà Schumacher quando era suo compagno. Ma Hamilton appartiene a un’altra categoria. Per me rivince lui». Chi vede dietro la Mercedes? «Ancora la Williams anche se il loro punto debole

è rappresentato dai piloti, non sono due fermi ma non valgono la coppia Mercedes e Ferrari». E la Red Bull? «Forse ha un po’ esagerato nella politica dei giovani tanto che la Fia è dovuta intervenire altrimenti li promuovevano direttamente dai kart! Ricciardo non si discute, ha messo in croce Vettel l’anno scorso! E, attenzione, col passare del tempo le prestazioni dei motori si livelleranno e la bontà dell’aerodinamica tornerà ad essere preponderante, ovvero l’area dove la Red Bull è fortissima». La possibile sorpresa dell’anno? «Grosjean è un altro pilota sottovalutato, me lo aspetto tra i protagonisti. La Lotus non è male». Torniamo alla Ferrari: si aspettano almeno due vittorie. Obiettivo realistico? «Sì, ma bisogna farsi trovare pronti ad approfittare della defaillance della Mercedes. Tutto deve funzionare perfettamente: macchina, pilota e squadra». Consigli a Maurizio Arrivabene? «È un bravo manager ma per la prima volta si trova alle prese con la gestione di un team, gli suggerisco di affidarsi a persone di qualità. Ma può contare su Marchionne al quale va dato merito di averci messo la faccia quando le cose non andavano bene: a lui di sicuro non piace arrivare dietro e di conseguenza fornirà alla Ferrari tutti i mezzi necessari per fare bene». Rispetto a lei, Arrivabene è più fortunato: Vettel e Raikkonen sono amici, altro che Prost e Mansell! «Io preferisco sempre avere due piloti che non vanno d’accordo ma che possono vincere ogni domenica, piuttosto che un vincente e uno di cui non mi faccio nulla… Insomma aspetto che Raikkonen si sia davvero risvegliato». © RIPRODUZIONE RISERVATA


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OPINIONI La vignetta

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STEVE HESS Assistente coach Denver ● Danilo @gallinari8888 è tornato a lavorare con gli altri ragazzi!!! @SteveHess1

di Stefano Frosini

MARIA SHARAPOVA Campionessa di tennis ● Sochi, sto tornando!! (con i miei attrezzi da tennis questa volta) #FedCup @MariaSharapova

NEYMAR JR Calciatore del Barcellona ● Ogni anno più bella. Buon compleanno amore mio! Farei qualsiasi follia per te. @neymarjr

MAX BIAGGI Pilota di Moto ● Mai avuto tutte queste telecamere a bordo! Vallelunga @ApriliaOfficial @maxbiaggi

CARLO MOLFETTA Olimpionico di taekwondo ● Vi ha fatto vincere la #decima, e ora #Ancelotti Dimision? Fate pena!!! @Molfettatkd

Champions e cartellini rossi

Tecnici e Serie A

L’IMPRESA DEL PSG E IL DESTINO DI MOU IL COMMENTO O di ALESSANDRO DE CALÒ

G

uardiamo l’Europa e sembra di essere in Italia. Da noi si gioca peggio, okay, ma il meccanismo è lo stesso. Due cartellini rossi condizionano pesantemente la seconda tranche degli ottavi di Champions. Magari Guardiola sarebbe andato avanti lo stesso, ma nessuno può negare che per il Bayern sia stato un gioco da ragazzi palleggiare per 90 minuti con un uomo in più contro Lucescu (7-0) e per il Chelsea un sogno a occhi aperti vedere espulso Ibra dopo mezz’ora. Nonostante l’assist arbitrale, Mou non ce l’ha fatta a battere Blanc. Dopo questa impresa il Psg diventa la mina vagante della Champions. Martedì abbiamo visto barcollare il Real ora va a picco Mourinho: tira aria da caduta degli dei. Siamo qui a considerare sciagurate o eccessive alcune decisioni degli arbitri ed è facile dedurre che

per una notte non ci sono confini tra la nostra ossessione per la moviola e il calcio degli altri: complicato – davanti a queste cose – descrivere solo gesti tecnici, schemi, azioni sontuose. Succede quando i rapporti di forza sono più equilibrati e soprattutto quando si sa che il perdente finirà nel baratro. Già, baratro. Forse annusando aria di sconfitta, Mourinho aveva cominciato il lavoro ai fianchi alla vigilia, accusando il Psg di giocare con esagerata aggressività. Vecchi trucchi, sempre buoni da spendere, per accattivarsi qualche indulgenza. Solo le squadre di B e C inglesi – aveva insistito Mou – riescono a essere altrettanto aggressive. Di sicuro sarà un caso che l’arbitro olandese Kuipers abbia diretto la finale di Europa League vinta dal Chelsea nel 2013 (21) e che sia la stessa persona ad aver vidimato, nello stesso anno, l’eliminazione del Psg nei quarti a Barcellona (1-1). Ma la coincidenza è tornata in mente quando al minuto 32 del match di Stamford Bridge, Kuipers ha calato il sipario sulla serata di Ibrahimovic. Solita maledizione per lo svedese che ha segnato soltanto 7 gol

nelle 35 partite a eliminazione diretta giocate in Champions. Come a Parigi, anche a Londra la squadra di Laurent Blanc ha giocato meglio in un confronto molto tattico, spigoloso e relativamente equilibrato. Nonostante il macigno dell’inferiorità numerica, la prima vera occasione l’ha avuta Cavani, sprecandola contro un palo. A 10 minuti dal novantesimo il solito difensore di Mou (in questo caso Cahill) ha rotto il ghiaccio. Sembrava fatta, era solo l’inizio di un finale avvincente. Pari di David Luiz il brasiliano ripudiato da Mourinho. E in fondo ai supplementari, l’ex milanista Thiago Silva firma il 2-2 pareggiando il conto con se stesso e col destino che l’aveva spinto a concedere un rigore ai Blues (il 2-1 di Hazard) con un colpo da volley. Ricorda il Rivera del 4-3 a Città del Messico. C’è gloria anche per l’azzurro Verratti nella notte di Londra. Non si vince per caso giocando in 10 contro 11 per un’ora e mezza. A Mou era successo cinque anni fa col Barça: il destino gli ha presentato il conto. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Il ritorno a Cagliari

ZEMAN, SE LO SCEGLI NON LO MANDI VIA L’OPINIONE di MARCO MARSULLO twitter: @MarsullOfficial

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denek Zeman non si può esonerare. Per questo, a Cagliari hanno imparato che è meglio l’imprevedibile virtù della follia rispetto alla sorpresa che c’è nelle magic box. Lo hanno richiamato per salvare un’isola dall’affondamento, e lui è tornato, Napoleone al contrario. Zeman non si può esonerare, è scritto nei libri di algebra, nelle formule matematiche che si imparano da ragazzi a scuola. Lui è l’equazione senza risultato perché il procedimento è viziato dalla fantasia. E allora è tutto a piacere, la dinamica, la modalità di esecuzione, i calcoli; tutto figlio delle clessidre nelle quali il tempo non scorre mai all’ingiù, i granelli di sabbia risalgono, come i salmoni nei fiumi gelati della

Norvegia. Se lo scegli in estate per la stagione imminente non lo fai per vincere le partite, lo sappiamo tutti. Lo scegli per avere uno status symbol dalla tua, un vezzo, un colore, una marca per far sì che tutti gli altri ti guardino in piazzetta. «Ah, quello lì ha uno Zeman, guardalo, che matto». E un po’ ti invidiano, specie i tifosi avversari, anche se possono sfoggiare un Allegri, un Benitez, un Garcia, gente che gli garantisce più punti sicuri, più carisma internazionale. Ma che non gli fa avere quel brivido. La sua storia è la storia di tutti quelli che vanno controcorrente. Giovanna D’Arco, Steve Jobs, Martin Lutero. Si fondano religioni con Zeman, si finisce sul rogo, si inventano multinazionali dello spettacolo a marchio garantito. Come quando sul fischio d’inizio i suoi calciatori si tendono come frecce sulla linea del centrocampo, pronti a scoccare i loro desideri verso l’area avversaria. Il primo istante di una partita di Zeman sono i cento

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metri alle Olimpiadi, roba che servono i cronografi e il fotofinish se non hai l’occhio allenato. Per questo, non puoi esonerarlo. Non si può esonerare il tempo, sollevarlo dall’incarico di cadere inesorabile e rosicchiare vita. Sarebbe bello, altrimenti. Non moriremmo mai, non invecchieremmo, non cambierebbe mai nulla, cose belle e brutte. Zeman è lì per ricordarci dove possiamo spingere il sogno dell’essere diversi. E se lo lasci accomodare sulla tua panchina, con lui, devi andare fino in fondo. Fossero le fiamme dell’inferno dantesco o le cime dei monti con Messner che fa gli spot dell’acqua purissima. Non importa quanto corri, ma dove corri e perché corri. Lo diceva lui, la Z di Zeman. Che corre sempre per un motivo preciso: non farsi prendere. Mai. Fosse anche l’ultima panchina dell’umanità su cui insegnare ancora a dei ragazzi come sfuggire alla sentenza del tempo.

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SCUOLA ITALIANA E VOGLIA DI SCHALKE LA ROVESCIATA ATA di ROBERTO BECCANTINII

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ipassiamo insieme la lezione. Il calcio di Vincenzo Montella è dolce come la nutella. Roberto Mancini sarà anche un frullatore di idee, ma sogna «banalmente» Yaya Touré. Il manuale di Massimiliano Allegri offre suggestive scorciatoie da area ad area: anche troppe, a volte. Bruno Peres e Mohamed Salah vi spiegheranno perché. Devo essermi distratto: Rudi Garcia, per la somma di stili, non era un genio? Le montagne russe di Rafa Benitez illustrano il Luna park del Napoli più e meglio di ogni corsivo sull’argomento: palla al piede, da scudetto; palla agli altri, da retrocessione. Sinisa Mihajlovic ha forgiato la Sampdoria sul modello macho dell’Atletico di Diego Simeone. Gian Piero Gasperini ha soffiato nel Genoa l’anima inglese dei padri fondatori: pensate al piglio, martellante, non solo al cricket o ai baffoni a manubrio delle foto d’epoca. Il cuore della Lazio di Stefano Pioli pulsa al ritmo di Felipe Anderson e Antonio Candreva, evoluzione tattica delle ali del Novecento, quando il gesso delle linee laterali fissava un inizio e non la fine. Attenzione al fattore Europa. Senza, la Lazio del 4-0 alla «sinfonia» viola mi ha ricordato la prima Juventus di Antonio Conte: impronte diverse, stesso timbro. Nel Toro, la dottrina di Giampiero Ventura rifugge dai dogmi e privilegia i sapori della bottega, con un occhio di riguardo al contropiede. Eusebio Di Francesco è uno zemaniano che ha sciacquato i panni nell’Arno della moderazione. Il suo Sassuolo ne incarna una ruspante sintesi: tridente, sì, ma anche equilibri meno fragili degli eccessi cari al maestro. Nell’Empoli di Maurizio Sarri ho colto la mano

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dell’artigiano che cura i dettagli senza trascurare il respiro del sogno, come documentano la manovra verticale e l’allegria della pedalata. Non trascuro il Palermo di Beppe Iachini, il mediano che sussurrava ai polpacci. Ha plasmato un collettivo ad assetto variabile, agile nel distendersi attorno alle raffinate frecce di Paulo Dybala e ai tocchi pigri ma saggi di Franco Vazquez. Mimmo Di Carlo ha corretto il Cesena: al diavolo i tappeti di rose, largo alle barricate e ai cecchini sui tetti. Rolando Maran ha trasformato il Chievo, da quel barboncino che era, in una sorta di pastore tedesco, poco pastore e molto tedesco. Roberto Donadoni, a Parma, ha ben altro per la testa, mentre Filippo Inzaghi non è ancora riuscito a dare un senso alla sua missione e un segno alla squadra. Naviga a vista, prigioniero di un mestiere troppo grande, forse. Ciro Ferrara alla Juventus, Andrea Stramaccioni all’Inter, Clarence Seedorf e Inzaghi al Milan: il guardiolismo esasperato ha ridotto la gavetta a fastidioso corredo. Ci sono cascati in molti. A Verona hanno cambiato tutto, hanno cambiato troppo, e così Andrea Mandorlini ha smarrito la formula che, la scorsa stagione, fece dell’Hellas una mina vagante e graffiante. L’Udinese di Stramaccioni si regge sul compromesso, pratico, fra la pentola del 3-5-2 e i coperchi della curiosità. Totò Di Natale comincia a sentire il peso degli anni, non certo della carabina. A Cagliari, Zdenek Zeman ha sostituito Gianfranco Zola, il suo sostituto: è la legge del labirinto. Edy Reja porterà in soccorso alla crisi dell’Atalanta la sua normalità scaltra, non lontana dalle lavagne di Stefano Colantuono. Ricapitolando: se la scuola italiana, salvo piccole eccezioni, è così viva e creativa, e dal momento che secondo alcuni luminari la manodopera conta poco, perché siamo così lenti, perché non sappiamo più difendere, perché mi è venuta una voglia così folle di Schalke?

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GIOVEDÌ 12 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT


Siamo in onda! R

GIOVEDÌ 12 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

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Con GazzettaTv la Coppa non ha segreti

1Oggi lo speciale «Europa League»: analisi e commenti sulle 5 italiane. Ospite l’ex interista Cordoba 1

clic

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LA GUIDA Alle 13.30 al via «Il Sorpasso» speciale motori

COME RISINTONIZZARE I VOSTRI TELEVISORI E VEDERE IL CANALE 59 ● Se non vedi Gazzetta Tv sul canale 59 puoi eseguire le seguenti procedure Se possiedi un Tv o un Decoder Digitale Terrestre 1. Premere il tasto MENU sul telecomando 2. Selezionare Impostazioni/Avanzate 3. Posizionarsi sulla voce relativa alla Sintonizzazione automatica dei canali e premere il tasto OK per accedere alla configurazione dei canali 4. Impostare la Modalità di sintonia dei canali su DTV 5. Posizionarsi sul pulsante Avvia scansione e premere il tasto OK per avviare la ricerca dei canali Se possiedi una Sky Digital Key 1. Premere il tasto Menu del telecomando SKY e premere OK per accedere al digitale terrestre 2. Premere il tasto rosso (Ricerca) e lasciar inviata la configurazione 3. Premere due volte il tasto rosso (Avvia ricerca) 4. Attendere il completamento dei canali e quindi premere OK

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● 1 Francesca Baraghini e Nino Morici conducono «Europa League» dalle 17.45: in serata vedremo gli highlights di tutte le partite 2 Ivan Ramiro Cordoba, ex difensore dell’Inter 3 Roberto Mancini e Mattia Perin lunedì sera a «Senza Appello» con i giornalisti della Gazzetta BOZZANI/LAPRESSE

Gabriella Mancini

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rande serata di Europa League, tutta da vivere su GazzettaTv con cinque squadre italiane impegnate nell’ andata degli ottavi di finale. Alle 17.45 scatta Gazzetta News speciale Europa League con i commenti in diretta delle prime due sfide, poi le anticipazioni sulle due partite che cominceranno alle 21. Si parte quindi alle 18 con il Torino, che vuole continuare a sognare a San Pietroburgo contro lo Zenit e si prosegue a tutta diretta alle 19, con l’Inter impegnata nella difficile trasferta contro il Wolfsburg. Infine tutte le ultime notizie sugli incontri della altre formazioni italiane: FiorentinaRoma, con i viola in cerca del ri-

scatto dopo la doccia fredda contro la Lazio, e la Roma che punta a uno scatto d’orgoglio per superare un periodo complicato, e l’attesa Napoli-Dinamo Mosca. Naturalmente si parlerà anche degli altri match e in questa serata speciale non mancheranno gli highlights con i gol e le fasi più significative degli incontri di Europa League. In studio Nino Morici e Francesca Baraghini, ospite l’ex interista Ivan Ramiro Cordoba. MOTORI E VOLLEY Nel pomeriggio, alle 13.30, via a Speciale Motori - Il Sorpasso, dedicato alla Formula 1 e al Motomondiale con Andrea Berton e Umberto Zapelloni. Poi, all’interno di Gazzetta News, Sarah Castellana conduce la rubrica di pallavolo Sottorete con il giornalista della

L’ORARIO

17.45 E’ l’orario d’inizio di «Europa League», all’interno di Gazzetta News con gli highlights delle partite

Gazzetta dello Sport Gianluca Pasini e l’ex pallavolista Rachele Sangiuliano. Mezz’ora dopo il trio Gli Autogol si scatena nelle parodie dei vari personaggi: il finto c.t. Antonio Conte continua a far polemica con Allegri e il presidente della Samp è il protagonista dell’esilarante rubrica Al cinema con Ferrero. Alle 15.05 linea ad Explorers con le avventure più avvincenti, poco dopo Campioni a confronto punta sul duello tra gli svedesi Larsson e Ibrahimovic e tra i francesi Viera e Nasri mentre la squadra sotto la lente d’ingrandimento è la Danimarca. Alle 16.05 c’è Sport Science, il mondo dello sport attraverso il prisma della scienza, poi via alla seratona di Europa League. Una pacchia per gli appassionati. © RIPRODUZIONE RISERVATA

MATTINA Le news, Condò Confidential e motori tra F.1 e Motomondiale 7 Gazzetta News 7.15 Gazzetta News 7.30 Gazzetta News 7.45 Gazzetta News 8 Gazzetta News 8.15 Gazzetta News 8.30 Gazzetta News 8.45 Gazzetta News 9 Gazzetta News 10.05 Tuttogol 10.35 Magazine Freestyle 11.05 Condò Confidential 11.30 Campioni a confronto 12.05 Sport Science 13 Gazzetta News 13.30 Speciale Motori - Il sorpasso POMERIGGIO Le parodie degli Autogol pallavolo, campioni e avventura 14 Gazzetta News 14.15 Sottorete 14.45 Gli Autogol 15.05 Explorers 15.30 Campioni a confronto 16.05 Condò Confidential 17.30 Gli autogol SERA I gol dell’Europa League e notizie per tutta la notte 17.45 G.News - Europa League 21 Sport Science 22.05 Bomber 23 Gazzetta News 23.30 Gazzetta News 0.35 Gli Autogol 1.45 Gli Autogol 2 Gazzetta News


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«Ciclismo R La 50a edizione della corsa Gazzetta

L'ANALISI dell’inviato LUCA GIALANELLA

NEGLI ULTIMI 2400 METRI È ANDATO A 59,5 ALL’ORA!

Adriano Malori aveva vinto pure l’ultima tappa della Tirreno 2014 BETTINI

C

i sono momenti in cui si fa la storia. Ieri è stato uno di questi. Perché Adriano Malori aveva un conto in sospeso con il ciclismo dal giorno del Mondiale under 23 di Varese 2008. A 20 anni aveva conquistato tutto da dilettante, era il principino della cronometro. Adesso, a 27 anni, può gonfiare il petto anche tra i big. Vincere la crono d’apertura della Tirreno-Adriatico, che come qualità rivaleggia al mondo solo con il Tour de France, vuol dire tanto. Prendiamo i numeri: ha lasciato Cancellara a 32/100, che alla media di 53,406 orari significano 4,75 metri. Impressionante il suo secondo tratto, quello di ritorno con il vento che spingeva di lato: 59,586 di media per fare 2400 metri. RISERVATO Sulla sua strada, Cancellara ha incontrato uno dei ragazzi più educati del gruppo, che quando sale in bici si trasforma. Ha un carattere molto suo, riservato. Mai una parola fuori posto. Nel 2012 si era appuntato al petto una piccola medaglia: unica maglia rosa italiana al Giro, tappa di Porto Sant’Elpidio. Per un giorno. Poi la crescita, di risultati e come persona, e allora il professionismo ha ritrovato quel corazziere che spingeva sempre di rapporto: anche troppo. Quest’anno Malori ha disputato tre crono: a San Luis (17,4 km), in Argentina, ha battuto Kwiatkowski (iridato in linea); a Lido di Camaiore, in un prologo di 5400 metri, ha piegato Cancellara di 32/100; lo stesso distacco che, in Algarve, il mese scorso, gli aveva inflitto Tony Martin

(tre mondiali) ma su una distanza tripla (19 km). Da professionista, 12 vittorie, delle quali 10 sono crono. ORGOGLIO Giustamente, il parmense della Movistar l’ha considerata la vittoria più bella della carriera. L’anno scorso, aveva messo in fila Cancellara, Wiggins, Martin e Dumoulin a San Benedetto, giorno di chiusura della TirrenoAdriatico; si era ripetuto nella crono finale della Vuelta. Ma la prima di questa corsa è come la «prima» della Scala. Unica. E poi 5400 metri sono una distanza che aveva sempre sofferto, lui che ha bisogno di spazio per lanciarsi. Adesso è entrato nell’élite di quelli che vivono con la sveglia in testa. Peccato solo che a giugno Wiggins «allungherà» troppo il record dell’Ora: ci piacerebbe che Adriano si applicasse in pista per tornare a vedere un italiano padrone del primato. SORPRESA Malori, il ragazzo della porta accanto, con la maglia azzurra di leader della corsa Gazzetta. Si riparte così per la seconda tappa a Cascina, per velocisti. Merita un plauso Sagan, a 6” nella crono. Non male Cavendish, in recupero dai malesseri del Sudafrica: a 12” come Viviani. E i big? Nibali ci ha sorpreso, sì. Ha dato 8” a Contador sottotono, troppo agile di rapporto e costretto spesso ad alzarsi per rilanciare la velocità, e 10” a Quintana, alla prima gara europea. Vincenzo molto meglio nella seconda parte della crono. Si vede che ha bisogno di correre e risentire il gusto della sfida. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Super Malori «Me la godo È un gran salto di qualità» 1La Tirreno-Adriatico

parte con il botto: Adriano brucia Cancellara nella crono per 32/100: «Sogno poco. Ma quel poco ci tengo che si avveri. La maglia gialla, per esempio...»

Claudio Ghisalberti INVIATO A LIDO DI CAMAIORE (LU)

«È

del mondo della specialità tra gli under 23 a Varese, nel 2008.

la vittoria più bella Malori, sembra molto felice. della mia carriera». Perché? Adriano Malori si ap- «Sapevo di stare abbastanza plaude al termine della prima bene, ma non mi aspettavo di tappa della Tirreno-Adriatico. vincere. Ero convinto che CanHa ragione, ha fatto un capola- cellara su questo percorso fosvoro. Nel suo palmares, da se imbattibile. Io non sono quando è passato pro’ nel molto tecnico, non sono un 2010, ci sono dodici successi e grande guidatore. Fabian, inben dieci di questi li ha conqui- vece, da questo punto di vista è stati nelle prove contro il tem- un fenomeno, di sicuro molto po. Eppure più bravo di quello di ieri me. Alla fine ho sfruttato le in Versilia, ar«I CONTROLLI mie doti nei rivato per un ANTIDOPING ANCHE DI rettilinei lunsecondo di NOTTE? A UN PERIODO ghi. Adesso vantaggio (32 DI RIPOSO ABBIAMO mi voglio gocentesimi, per PUR DIRITTO» dere questa la precisione) maglia azzursu Cancellara, ra di leader in sembra avere una delle corqualcosa di ADRIANO MALORI se più belle e speciale. For- PARMENSE DELLA MOVISTAR importanti al se perché, da passistone puro, Adriano sem- mondo dopo i tre grandi giri. brava più adatto alle lunghe di- Una corsa che a me piace tanstanze. E infatti mai aveva vin- tissimo. Essere in cima alla lito una prova tanto breve. Così, sta per un giorno è tanta roba. a caldo, la sensazione è che Poi tornerò a lavorare per questa vittoria possa regalargli Quintana». una nuova dimensione a livello mondiale. Perché Adriano i A proposito di grandi giri, lei nel mezzi atletici li ha, basta vede- 2010, al primo anno da pro’, arre quelle gambe potenti da ca- rivò ultimo al Tour a oltre quatvallo da corsa, altrimenti non tro ore e mezzo dalla maglia sarebbe diventato campione gialla. È vero che ora ha un «so-

Adriano Malori in azione: 12 vittorie in carriera, di cui 10 a cronometro. Quest’anno aveva già vinto quella del Tour de San Luis BETTINI

gno giallo»? «Sì. Sogno poco, ma quel poco ci tengo che si avveri. I miei due sogni sono la maglia gialla nel prologo di Utrecht (il 4 luglio, ndr) e una medaglia olimpica a Rio». Ora si sente il re dei prologhi? «No, no, no. Al limite mi piacerebbe diventare re delle crono lunghe». Metta in fila i migliori. «Primo Martin, poi Wiggins. Per il terzo gradino del podio siamo in tre: io, Cancellara e Dumoulin». Nelle ultime due stagioni, da quando cioè è alla Movistar, la sua traiettoria è in progressione. Che lavoro c’è dietro? «Il lavoro di persone molto competenti, sia in fase di preparazione, sia durante la gara. Alla Movistar c’è un gruppo di cinque allenatori coordinati da Mikel Zabala. Sono specialisti in biomeccanica e rendimento sportivo dell’università di Granada. Io lavoro a stretto contatto con uno di loro, Manu Mateo. Siamo anche stati nella galleria del vento, a Silverstone. E ci sono direttori sportivi bravi che mi sanno guidare in corsa anche nei miei momenti di poca lucidità».

IL NUMERO

4,75

Malori ha lasciato Cancellara a 32/100, che alla media di 53,406 orari equivalgono a un distacco di 4,75 metri

Negli anni scorsi pedalava anche diversamente. «Legnoso? Lo so. Ora ho alzato la cadenza. Cercavo di farlo anche prima, ma non ero in grado». Adriano Malori, 27 anni BETTINI

Come è cambiata la sua posizione dopo i test in galleria? «Non lo posso dire altrimenti mi copiano (sorride, ndr). Diciamo che sono più comodo e più aerodinamico. Ho alzato la parte anteriore e allargato un po’ gli appoggi». Il record dell’Ora, negli ultimi mesi è tornato d’attualità. Sabato ci proverà anche lo svedese Gustav Larsson. Come mai lei

non ci ha pensato? «È complicato, richiede una tecnica su pista che io al momento non ho. E la tecnica è più importante di quello che possa sembrare. Mi ci vorrebbero almeno due mesi di allenamenti specifici. Magari nei prossimi anni ci farò un pensiero». I grandi cronoman spesso sono


GIOVEDÌ 12 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

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Primo round a Nibali Contador perde 8” e ammette: «Giorno-no» 1Slongo, l’allenatore del siciliano: «Sapevo che era in linea, è una conferma». Quintana cede 10” ma dice: «Bene così» mo di essere in linea con i programmi, questa è un’ulteriore conferma». Anche il c.t. Davide Cassani promuove lo Squalo: «Bella prova. Vincenzo ha dimostrato di avere il fuorigiri e questo è importante. Magari potrà pagare su una salita lunga come il Terminillo rispetto a quei corridori che puntano alla Tirreno, ma la preparazione è giusta».

Vincenzo Nibali, 30 anni, ha chiuso 21° a 11” da Malori BETTINI

anche ottimi corridori da classiche. Il suo palmares, invece, da questo punto di vista è carente. Non ha ambizioni di questo genere? «Sì, le ho. Lo scorso anno avrei dovuto fare la campagna del Nord, ma un problema al ginocchio mi ha messo k.o.. Quest’anno dovrei assaggiarle: dopo la Sanremo, Waregem, Harelbeke, Gand e Roubaix con un punto interrogativo sul Fiandre». Lei alla Movistar è compagno di squadra di Nairo Quintana. Che tipo è il colombiano? «Oltre che un leader, è un amico. Una persona semplicissima, all amano. Ciò ci spinge a dare il cento per cento». La Commissione indipendente per la riforma del ciclismo varata dall’Uci vorrebbe i controlli antidoping anche di notte. Che ne pensa? «Siamo disponibili per i controlli dalle 5 alle 23. Credo ci voglia anche rispetto della persona e dei lavoratori, che ci venga garantito un periodo di riposo. Poi, con rispetto, chiedete a un calciatore che cosa penserebbe se gli bussassero alla porta alle 3 del mattino e magari alla vigilia di una partita importante». © RIPRODUZIONE RISERVATA

1”

SCATTA IL BETTO di PAOLO BETTINI

ADRIANO ORA È FORTE SEMPRE

M

alori mi ha smentito con molto piacere, e sono contento che in due anni abbia fatto un cambio radicale nell’interpretazione della cronometro. Negli anni in cui ero c.t., era molto forte a livello di potenza fisica, ma acerbo nell’approccio alla disciplina. E la mia decisione di affiancargli Pinotti serviva proprio per trasmettergli quell’esperienza scientifica che gli mancava. Faccio un esempio: Mondiali di Valkenburg 2012, lo seguiva Balducci e ricordo la faccia di Gabriele. Mi disse: «Adriano si è presentato al via senza computer e cardiofrequenzimetro, perché si influenza. Ma come fa a gestire una crono così lunga se non ha riferimenti?». Malori era così allora, i numeri gli

davano fastidio. Gli mancava la cura del dettaglio. Ma adesso, dopo due anni, devo dire che è stato un bene che sbagliasse. E forse la vicinanza di Pinotti, gli incontri con il Centro Studi della Federazione parlando di disciplina e di preparazione delle crono, sono serviti. Ricordate quando pensavo a Pinotti come maestro dei giovani, come c.t. specifico per la crono? Certo, occorre tempo per costruire l’atleta di domani. Tre anni fa dicevamo che l’Italia non aveva un cronoman, Adriano era il domani. Ora è l’oggi. È forte sempre. Si avvicina ai grandi appuntamenti come alle piccole corse con la disinvoltura del ragazzo semplice e umano, e questo colpisce. Lui è così, nella vita e sulla bici. © RIPRODUZIONE RISERVATA

● Il distacco tra Rigoberto Uran (19° a 10” da Malori) e Vincenzo Nibali (21° a 11”), i migliori tra i favoriti per il successo finale DALL’INVIATO A LIDO DI CAMAIORE

A

ria elettrica. Nervosismo. La Commissione licenze deciderà a giorni il futuro dell’Astana, e i vertici del team kazako non riescono a dissimulare la loro tensione, forse paura. Neanche la buonissima prestazione di Vincenzo Nibali regala loro, se non felicità, almeno un po’ di serenità. Attorno al re del Tour, per fortuna, il clima è diverso, seppure certo non dei migliori. L’aspetto sportivo ha il sopravvento e ieri, dalla strada, sono arrivati segnali incoraggianti. «Bene, è andata bene — attacca Paolo Slongo, il preparatore del team, che prima del via aveva previsto con esattezza il tempo del suo pupillo: 6’15”, 21° posto —. L’inizio di Vincenzo è buono. Avevamo visto che chi nel prologo partiva troppo forte accusava nella parte centrale e finale. La nostra scelta è stata quindi quella di aprire il gas dopo il tratto delle curve. Sapeva-

SEGNALE Se in Astana c’è nervosismo, non che i rivali della Tinkoff-Saxo, che schierano al via Kreuziger in attesa del giudizio del Tas (anomalie nel passaporto biologico), se la passino molto più in allegria. Un segnale? Copiando la discutibile moda inglese, si riscaldano voltando le spalle alla gente. Non sia mai che, guardando un corridore in faccia, la concentrazione scappi. Eppure i risultati non sono stati quelli sperati. Alberto Contador non è contento del 67° posto a 19 secondi da Malori e, con onestà, non lo nasconde. «Mi sarebbe piaciuto fare meglio, però non tutti i giorni sono uguali. In alcuni la gamba è buona, in altri no». Poi lo spagnolo approfondisce l’analisi: «Dal primo momento non sono riuscito a prendere il ritmo, però è stata una tappa di soli 5 chilometri. Anche se ho perso tempo dai miei rivali, soprattutto Uran e Nibali, spero di potere recuperare». Per lui Vincenzo, che ha guadagnato 8 secondi, non è una sorpresa. «Tutti sappiamo che è un gran corridore. Sta crescendo di forma e sono sicuro che sarà uno dei massimi aspiranti alla vittoria finale. In una corsa come la Parigi-Nizza o la Tirreno-Adriatico sono 8 secondi molto importanti. Non so se avrò terreno sufficiente per recuperare. Spero che il Terminillo possa cambiare lo scenario della corsa, però a domenica manca molto». FELICE Nairo Quintana, invece, non si smentisce ed è molto tranquillo: «Sono abbastanza contento. Avevo qualche dubbio sulla mia condizione perché sono arrivato in Europa dalla Colombia giusto una settimana fa. Questo prologo (81° a 21”, ndr) me li ha tolti: sto bene». c. ghis. © RIPRODUZIONE RISERVATA

PARIGI-NIZZA

Matthews, che volata Cimolai e Nizzolo battuti 1L’australiano vince

la 3a tappa e sfila la maglia a Kwiatkowski. Oggi arrivo in salita: scocca l’ora di Aru

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ue italiani sul podio alla Parigi-Nizza, ma davanti a Davide Cimolai e Giacomo Nizzolo sorride Michael Matthews, il 24enne australiano dell’Orica GreenEdge che lo scorso anno al Giro vestì la maglia rosa per sei giorni. La 3a tappa della corsa francese, 179 km da Saint Amand Montrond

a Saint Pourçain sur Sioule, finisce come da pronostico, con l’ultimo tentativo — firmato da Jan Bakelants, Romain Bardet e Paolo Tiralongo — stoppato a 2 km dall’arrivo: volata doveva essere e volata è stata, col norvegese Alexander Kristoff, grande favorito, stretto nella morsa del treno Orica, capace di pilotare alla perfezione Matthews nel concitato finale. Per il re della Sanremo 2014, 4° posto dietro alla coppia tricolore. Grazie agli abbuoni, Matthews ha preso anche la maglia di leader, sfilandola al campione del mondo Michal Kwiatkowski per 1”.

Fabio Aru, 24 anni, molto atteso oggi sul primo arrivo in salita BETTINI

PRIMO ESAME Oggi si entra nel vivo, con la Varenne sur Allier-Croix de Chauboret (204 km) che mette sul piatto le prime salite importanti. Il menu propone infatti la bellezza di 8 gran premi della montagna: 5 di terza categoria, 2 di seconda e l’ultimo, all’arrivo, di prima. Una salita, quella finale, di 16,5 km, con una pendenza media al 6,7% e 670 metri di dislivello. Il terreno ideale per il primo vero test di Fabio Aru, che qui è al debutto stagionale e, in chiave Giro d’Italia, vorrà saggiare la gamba contro rivali del calibro di Porte, Van Garderen (il migliore dei big in classifica: 12° a 15” da Matthews), Talansky, Kelderman e Rui Costa. In classifica, il sardo dell’Astana è 62° a 34” dalla testa: niente di più facile vederlo stasera in tutt’altra posizione. © RIPRODUZIONE RISERVATA

LA GUIDA Brilla Oss: 6° a 4” Oggi a Cascina tocca ai velocisti CLASSIFICA CRONOMETRO E GENERALE: 1. Adriano MALORI (Movistar) 5,4 km in 6’04”, media 53,406; 2. Fabian Cancellara (Svi, Trek) a 1” (32 centesimi); 3. Greg Van Avermaet (Bel, Bmc) a 2”; 4. Bodnar (Pol); 5. Brandle (Aut); 6. Oss a 4”; 7. Navardauskas (Lit) a 5”; 8. Cummings (Gb) a 6”; 9. Sagan (Slk); 10. Le Bon (Fra) a 8”; 11. Castroviejo (Spa); 12. Boasson Hagen (Nor); 13. Terpstra (Ola); 14. Kluge (Ger); 15. Gaudin (Fra) a 9”; 16. Grivko (Ucr); 17. Geschke (Ger) a 10”; 18. Irizar (Spa); 19. Uran (Col); 20. Hepburn (Aus) a 11”; 21. Nibali; 22. Poels (Ola); 23. Sergent (N. Zel.); 24. Morabito (Svi); 25. Amador (C. Rica); 26. Westra (Ola); 27. Herrada (Spa); 28. Keizer (Ola); 29. Quinziato; 30. Cavendish (Gb) a 12”; 31. Arndt (Ger); 32. Saramotins (Let); 33. Viviani; 34. Vanmarcke (Bel) a 13”; 35. Farrar (Usa); 36. Devolder (Bel); 37. Clement (Ola); 38. Pinot (Fra); 39. Kiryienka (Bie) a 14”: 43. Stybar (Cec); 45. Kreuziger (Cec); 47. Nibali a 15”; 52. D. Caruso a 16”; 55. Moser; 63. Pozzato a 18”; 66. Puccio; 67. Contador a 19”; 76. Nocentini a 20”; 77. Visconti; 78. Basso; 81. Quintana (Col) a 21”; 85. Scarponi a 22”; 91. Pozzovivo; 95. Villella a 23”; 114. Formolo a 27”;119. Colbrelli a 28”; 121. Santaromita a 29”; 123. Modolo; 129. Paolini a 30”; 131. Sabatini; 132. Rodriguez (Spa) a 31”; 136. Mori; 138. Salerno a 32”; 140. Montaguti; 143. Vanotti a 34”; 145. Barbin; 149. Pirazzi a 35”; 150. Sbaragli a 36”; 172. Betancur (Col) a 48”; 174. Battaglin a 49”; 175. Pedraza (Col) a 1’. COSÌ OGGI: seconda tappa, 153 km da Camaiore a Cascina. Frazione mossa nella prima parte (2 Gpm) e pianeggiante nella seconda. Al primo passaggio da Cascina inizia il circuito finale di 20,6 km da ripetere due volte. Arrivo per velocisti. In palio gli abbuoni: 3”, 2” e 1” ai due sprint intermedi, 10”, 6” e 4” al traguardo. REGOLAMENTO Per la generale, in caso di pari tempo, valgono i centesimi della crono. Così, se per esempio Sagan dovesse avere lo stesso tempo di Malori, la maglia rimarrebbe all’italiano: 970 i centesimi di Peter, a cui dunque il secondo posto non basterebbe senza abbuoni precedenti, 790 quelli di Adriano. TV: Diretta RaiSport 1 alle 14.10; Raitre 15.20; Eurosport dalle 14.45.

Qui Malesia: Guardini-tris Mareczko è 2°

CUNEGO INTERVISTATO DAI BAMBINI A VERONA ● Giornata speciale ieri per Damiano Cunego: il 33enne veronese della Nippo-Fantini è stato «intervistato» da due quarte elementari dell’Istituto «Scuole alle Stimate» di Verona. Tra gli allievi, anche la sua primogenita Ludovica. Il servizio completo su Gazzetta.it.

● Al Tour de Langkawi, in Malesia, continua l’ottimo momento di Andrea Guardini: dopo i successi nelle prime due tappe, «Flash» è andato a segno anche nella quarta frazione. A Kuala Bengar, dopo 165 km, il 25enne velocista veronese dell’Astana ha preceduto Jakub Mareczko, il neopro’ bresciano della Southeast, e il leader della corsa Caleb Ewan, ventenne australiano dell’Orica. Per Guardini è il quarto centro del 2015 (plurivittorioso italiano), il 17° in carriera in Malesia su 31 complessivi: il Langkawi si concluderà domenica, poi Andrea è atteso dalla MilanoSanremo (22 marzo).


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LA TRAGEDIA R Il giorno dopo

GIOVEDÌ 12 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

L’ESPERTO

L’analisi di Bugno «Quei due elicotteri erano troppo vicini» 1L’ex iridato di ciclismo è pilota da 17 anni: «Il vento? No, avrebbe colpito entrambi»

Luca Gialanella

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Le immagini di Florence Arthaud, Alexis Vastine e Camille Muffat al centro della cerimonia funebre di ieri all’Insep di Vincennes (Parigi) AFP

Francia in lutto Ora sotto accusa finiscono i reality 1L’olimpionico Leveaux attacca: «Format che esaltano gli imbecilli e uccidono le star». In tempi brevi i funerali Alessandro Grandesso PARIGI @agrandesso

D

opo le lacrime, i dubbi e le polemiche. Perché se il dramma sul set del reality «Dropped», in Argentina, ha provocato un’ondata di commozione nazionale in Francia, ha cominciato anche a sollevare interrogativi su quello scontro fatale e incomprensibile tra elicotteri, costato la vita a Camille Muffat, Alexis Vastine e Florence Arthaud. Rimettendo così in discussione la natura stessa di certi programmi televisivi e le misure di sicurezza delle riprese. In ogni caso, le prime indagini sono state affidate alla polizia locale, affiancata poi dagli esperti inviati da Parigi dove è stata aperta d’ufficio l’inchiesta per omicidio colposo.

La commemorazione delle vittime presso l’l’Istituto dello Sport AFP

SOCCORSI I primi elementi hanno fatto emergere l’unica differenza tra il set francese e quello invece organizzato ad ottobre dagli svedesi, inventori del format. In autunno, gli elicotteri utilizzati dagli scandinavi per trasportare staff e protagonisti erano stati noleggiati a una società privata. Stavolta invece li aveva prestati direttamente il governatore locale, nell’ambito di un accordo di pro-

mozione turistica con i francesi. D’altronde, se i soccorsi sono arrivati in tempi più lunghi è proprio per via dell’assenza dei due velivoli di solito riservati a operazioni di soccorso e di urgenze sanitarie. La traiettoria degli elicotteri, ripresa da un video amatoriale, chiama in causa non solo la folata di vento improvvisa, ma anche l’errore umano. Entrambi i piloti però avevano oltre diecimila ore

di volo in curriculum. Oggi comunque saranno ascoltati tutti i testimoni dell’incidente. POLEMICHE Le salme, trasportate in un obitorio de La Rioja, a 300 km dal punto dell’incidente, sono state esaminate dagli inquirenti e poi saranno rimpatriate e affidate ai familiari per i funerali che si celebreranno nei prossimi giorni. Ma in Francia si polemizza sui reality. Ad attaccare i format che garantiscono importanti introiti pubblicitari alle reti che li trasmettono è stato Amaury Levaux. Il campione olimpico di nuoto infatti aveva rifiutato per ben due volte l’invito degli organizzatori di «Dropped» che alla fine avevano convinto proprio la Muffat, a cui sarà dedicata la piscina dove si allenò per anni a Nizza. «Questi programmi – ha dichiarato Leveaux – trasformano in star degli imbecilli e poi uccidono gente famosa». Analisi non condivisa dall’ex collega Alain Bernard, membro della squadra rimasta a terra, in attesa del volo successivo: «Certi reality promuovono un voyeurismo che non apprezzo, ma non bisogna per questo censurare tutto, altrimenti non si dovrebbe neanche più uscire di casa. Su Dropped mi sembrava fossero rispettate tutte le condizioni di sicurezza». Ieri intanto il mondo dello sport ha reso omaggio alle vittime con una cerimonia commovente all’Insep, il centro nazionale dello sport. La rete Tf1 che avrebbe dovuto trasmettere «Dropped», ha deciso di rinviare di qualche settimana l’annuncio di martedì della diffusione dell’altro reality estremo Koh Lanta. © RIPRODUZIONE RISERVATA

on conosco la situazione che è avvenuta in Argentina, e non posso entrare in giudizi specifici, ma guardando le immagini mi viene da dire subito che i due elicotteri si sono toccati perché volavano troppo vicini. Casualità o disattenzione, queste sono le cause. Non si sono visti». Gianni Bugno non è soltanto il corridore che ha entusiasmato il ciclismo mondiale negli Anni 90: da 17 anni ha un nuovo lavoro: pilota elicotteri. «Faccio base tra Ancona e Ravenna, lavoro per l’Eni, porto il personale sulle piattaforme di estrazione del gas in Adriatico».

Argentina? «Si resta turbati di fronte a una tragedia di questo tipo. Perché non doveva succedere. L’attenzione in volo deve essere sempre al massimo. Gli elicotteri hanno la possibilità di vedersi e non di scontrarsi, questo è chiaro. Abbiamo anche una specie di oblò sul pavimento per vedere giù, verso il terreno, quando atterriamo, quindi l’unica spiegazione è la disattenzione». Si è parlato del vento come possibile concausa. «Il vento no, non credo proprio che abbia influito, i due elicotteri erano vicini a terra (100150 metri, ndr) e vicini tra loro, se ci fosse stata una raffica avrebbe colpito entrambi. No, la corrente ascensionale non c’entra niente. Il problema è

Senza entrare in spiegazioni troppo tecniche, si può dire che il pilotaggio dell’elicottero è molt o p i ù complesso di quello di un aereo? «L’elicottero vola perché è Gianni Bugno, 51 anni, ora fa il pilota di elicotteri un compromesso: di suo, non sarebbe che bisogna stare attenti in vouna macchina volante. E’ il lo. Quando si vola molto vicini, motore che gli consente di il volo cambia: si passa da un alzarsi, gestendo la velocità volo semplice a uno in formae l’inclinazione delle pale e zione, che è completamente diquindi la portanza, cioè la verso. Ma non era questo il caforza che lo porta in aria. Ha so dei due elicotteri argentini». sicuramente una gestione complessa, ma come in tutte Le è mai capitata una situazione le cose servono preparazio- simile? ne ed esperienza. La pala «Quando guardi quelle immadell’elicottero è un’ala come gini ci pensi sempre, perché quella dell’aereo. Però men- sull’elicottero ci sei anche tu, è tre l’aereo-aliante esiste, il mio lavoro. Io volo da 17 ancioè in caso di un motore ni. Mi è sempre piaciuto volare, fuori uso l’aereo può plana- ero sempre con la testa in aria. re per un tratto più o meno Si frequenta la scuola, il corso lungo in funzione della quo- teorico che dura un anno e ta che ha, l’elicottero-aliante mezzo, ma poi conta soprattutnon è stato inventato. Se to la pratica, l’esperienza. Pilo“pianta” il motore, l’elicotte- tare l’elicottero è complesso, ro è in emergenza, perché ma è una macchina che vola, e viene meno ciò che assicura bene. Ripeto: serve attenzione, il suo volo». sempre, non sottovalutare mai niente e concentrarsi su quello Bugno, che cosa possiamo di- che si fa». © RIPRODUZIONE RISERVATA re ancora sull’incidente in


Basket R L’intervista

GIOVEDÌ 12 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

BANCHI? RAPPORTO COMPLICATO. ABBIAMO VINTO ANTEPONENDO IL BENE DEL GRUPPO

«Nba, sfida affascinante E potrebbe arrivare molto presto»

ALESSANDRO GENTILE SUL COACH EA7

abbiamo proprio sbagliate». Perché? «Siamo ancora in evoluzione, le gerarchie non sono chiarissime, non c’è tuttora una logica di squadra ben definita e questo non aiuta il singolo. Sta a noi giocatori mandare segnali lavorando per il gruppo e allo staff tecnico metterci nelle condizioni per rendere al meglio». Domani arriva Malaga, nella serata in cui si celebra un grande del passato come Mike D’Antoni. E certi incastri potrebbero anche rimettervi in gioco. «Finché la matematica non ci condanna, dobbiamo giocarci le nostre chance, senza stare troppo a guardare quello che fanno gli altri. Sarebbe importante mandare un segnale».

1Gentile tra Milano e il futuro

A proposito di staff tecnico, ha letto le riflessioni di Banchi su di lei? «Ovviamente. Ha detto che devo migliorare in tanti aspetti. Avrà notato che contro Reggio Emilia e Olympiacos ho fatto diversi canestri con la mano debole e che tre assist di media a partita non sono pochi per un’ala piccola che comunque deve migliorare sul piano delle letture del gioco».

«I Rockets mi fanno già sentire uno di famiglia, lo scudetto è l’obiettivo ma non peserà sulle scelte che farò»

Vincenzo Di Schiavi Alessandro Gentile, 22 anni, capitano Olimpia CIAMILLO

MILANO

N

Tra lei è Banchi ci sono problemi? «Il rapporto è un po’ complicato, abbiamo caratteri particolari e molto diversi, ma questo non ci ha precluso la possibilità di vincere uno scudetto assieme, anteponendo il bene del gruppo alle questioni personali».

secche partendo da queste premesse non è semplice. Contro Avellino nessuno ha brillato, poi sono state fatte scelte precise su chi affidarsi per provare a vincere. Io non ero in condizione e mi sono ritrovato in un ruolo diverso rispetto a quello abituale: non sono riuscito ad esprimermi come avrei voluto».

ell’allegro frastuono dell’elegante autosalone di uno storico sponsor dell’Olimpia, mentre frotte di ragazzini con la maglia numero 5 gli sciamano attorno a caccia di una foto, un sorriso o un bufLa sua stagione è più sofferta di fetto, Alessandro Gentile borquanto la immaginava? deggia e soppesa con calcolata «Ho dovuto convivere con gli ALTI E BASSI? precisione volti, momenti, infortuni, cercando di giocare LE GERARCHIE NON umori di una stagione strana e anche quando mi sentivo a SONO ANCORA DEFINITE oltremodo avara. Avrebbe pezzi. Per due mesi ho sofferto E IN EUROPA ABBIAMO dovuto essere, lo scudetatroci dolori alla schiena ma SBAGLIATO APPROCCIO to 2014, l’atto fondante mi sono fermato solo quando di una nuova dinastia, non se ne poteva fare a meno. ornata da fasti e trofei Dal punto di vista statistico ho i da lucidare davanti a numeri migliori in carriera ma LA CONTESTAZIONE sudditi rassegnati. E io quelli non li guardo. In alcuDI UNA PARTE DELLA invece il presente riene gare so di aver avuto un atTIFOSERIA DIMOSTRA cheggia, finora, certe teggiamento sbagliato, di non CHE LA RICONOSCENZA paturnie del recente pasaver prodotto quanto potevo, NON ESISTE sato. La sindrome della di poter fare molto di più». Coppa Italia, gli striscioni velenosi, le lacerazioni interne Come giudica la stagione di Mivere o presunte, l’amletico fu- ALESSANDRO GENTILE lano? turo. E una Eurolega vissuta in SU SQUADRA E AMBIENTE «Alti e bassi. In campionato tono minore. Su tutto, il capitastiamo andando bene, mentre no dell’Olimpia, ha deciso di dire la sua. Hic et in Europa qualcosa manca rispetto all’anno nunc. scorso. Forse la gente si aspettava che raggiungessimo la Final Four senza batter ciglio, invece Gentile, partiamo dalla Coppa Italia, dove la squa- l’Eurolega è un altro mondo dove faticano anche dra ha fallito e lei non ha brillato. squadroni come Efes. Rispetto alla passata sta«Sicuramente un periodo brutto, duro. Ero ap- gione però, in alcune gare, ci ha fatto difetto l’atpena rientrato da un infortunio, non ero in con- teggiamento. Io non voglio mai cercare scuse: dizioni psicofisiche ottimali e giocare partite alcune partite, tipo quella col Nizhny in casa, le

COCKTAIL EA7 CON 600 TIFOSI A CASA BMW ● Martedì scorso, oltre 600 tifosi hanno incontrato dirigenti e giocatori dell’Olimpia a un cocktail organizzato da Bmw, al suo terzo anno di partnership con l’EA7, nella sede di via dei Missaglia a Milano. «Siamo orgogliosi di aver rinnovato l’accordo di sponsorizzazione con la EA7 – ha dichiarato Maurizio Ambrosino, a.d. di BMW Milano - perché esistono fortissime affinità tra i due brand. Il gusto per la sfida e la volontà di migliorarsi, fanno parte del dna delle due aziende».

EUROCUP

Roma e Cantù salutano I quarti senza le italiane Mario Canfora

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ulla da fare: si conclude agli ottavi di finale l’avventura delle italiane in Eurocup. Nel pomeriggio, aveva salutato Cantù con una prova gagliarda a Kazan, restando in partita e con la speranza della qualificazione praticamente fino al 39’. Sconfitta all’andata per 70-64, la squadra di Sacripanti si è arresa 75-72 con 17 punti di Buva (miglior realizzatore della serata con 7/11 da due punti) davanti a Feldeine con 15 e Shermadini con 11.

Avanti con una tripla di Feldeine al 14’ (24-23), Cantù non ha mai sbracato, anche quando sul -12 (40-28) la gara sembra mettersi sul binario sbagliato. Buva e il solito Feldeine (4/7 da tre) centrano la parità sul 58 al 33’. Poi Kazan gestisce quei 3-4 punti di vantaggio che le consentono di chiudere senza affanni (Kaimakoglou 14, Kaima, Langford e Fischer 13 a testa). ILLUSIONE Nella seconda gara Roma (senza due stranieri, il fuggiasco Triche e Freeman, non tesserabile per l’Europa) batte il Banvit Bandirma 66-56

e chiude col contentino dell’imbattibilità casalinga (9 vittorie). Aveva un fardello difficilissimo da recuperare (16 punti: 71-55), ma minuto dopo minuto comincia ad accarezzare la grande impresa nella 3a frazione. Tutto accade perché dopo 2’ gli arbitri fischiano l’impossibile (saranno 19 falli nella frazione), danno 2 tecnici di fila ai turchi e così le squadre sono già in bonus. Si sbagliano una quantità industriale di liberi e tiri da 3, ma una tripla di Jones vale il primo vantaggio in doppia cifra (28’: 45-35), lo stesso Jones poco dopo sbaglia la tri-

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pla del +15 (50-35), ma un 1/2 di Simmons dalla lunetta e un incredibile canestro da tre di Stipcevic (autore alla fine di 23 punti, miglior realizzatore del match) portano comunque il +14 (50-36). Il Banvit rosicchia qualcosa nel finale di tempo, chiuso 51-40 per Roma, poi nella 4a frazione sul 58-45 (+13) al 35’ punisce Roma con 2 triple di fila di Mejia (21 punti con 4/5 da tre ma 0/7 da due) che sul 58-51 blinda la qualificazione. © RIPRODUZIONE RISERVATA

OTTAVI DI FINALE: Lokomotiv KubanBamberg 70-53; Kazan-Cantù 75-72; Khimki-Zenit San Pietroburgo 89-70; Pinar Karsiyaka-Lietuvos Rytas 97-81; Turow-Parigi Levallois 78-87; Bayern Monaco-Valencia 60-94; Roma-Banvit 6656; Gran Canaria-Cedevita Zagabria 7572. Quarti: Kazan-Lokomotiv Kuban; Gran Canaria-Pinar Karsiyaka; BanvitParigi Levallois; Khimki-Valencia.

L’ha ferita quello striscione accusatorio esposto da una parte della tifoseria? «Mi è dispiaciuto. Io sono arrivato all’Olimpia da ragazzino e ho mangiato tanta m… mettendoci sempre la faccia, prima di riuscire a regalare al club, insieme ai miei compagni, la gioia dello scudetto. Un successo che mancava da 18 anni e, tra l’altro, l’ho vinto da capitano, a 21 anni, guadagnandomi il titolo di mvp. Qualcosa di buono, per questi colori, penso di averlo combinato anch’io... Mi hanno ferito molto di più gli insulti a Livio Proli che non veniva al Forum da tanto tempo. Evidentemente c’è chi dimentica in fretta e non conosce il significato della parola riconoscenza». Intanto Houston le manda segnali sempre più insistenti… «Sono orgoglioso delle parole che il signor Pascucci ha speso su di me. Non ho ancora messo piede in America e i Rockets mi fanno già sentire uno di famiglia. Sono venuti a vedermi anche a Pistoia e i contatti sono frequenti. L’Nba è una sfida che mi affascina sempre più e che potrebbe arrivare molto presto». La sua permanenza a Milano dipenderà dalla vittoria dello scudetto bis? «Al momento sono concentrato solo su questo obiettivo, ma la vittoria o meno dello scudetto non influenzerà le mie scelte future». © RIPRODUZIONE RISERVATA

MERCATO

NBA

Bologna: Ray per altri due anni Avellino, c’è Green

Belinelli vince la 6a di fila Bargnani 20

● (l.a.-m.r.) Dopo il biennale Giorgio Valli, in casa Virtus arriva anche il rinnovo del capitano Allan Ray, rigenerato in questa esperienza bolognese (16,2 punti di media). Anche la guardia del Bronx ha firmato per le prossime 2 stagioni, senza uscite. Un accordo è vicino pure con il play Gaddy. E’ molto vicino il 3°ritorno ad Avellino di Marques Green. Il 33enne play, con passaporto macedone, ha chiuso in anticipo la sua esperienza col Ted Ankara. Il club irpino starebbe sistemando le pendenze presso la Fiba per avere il via libera. Cadougan in uscita.

Gli Spurs vanno di corsa: i campioni vincono la 6a gara di fila con Toronto con 24 punti e 11 rimbalzi di Leonard. Belinelli è perfetto: 4/4 al tiro per 10 punti in 21’. Bargnani produce 20 punti nello Utah ma i Knicks perdono. LeBron James diventa il primo assistman della storia dei Cavs ma sono i suoi 27 punti a stendere Dallas. Lakers ormai fuori dai playoff: non era mai accaduto così presto da quando nel 1960-61 sono a Los Angeles. Risultati: Dallas-Cleveland 94127; San Antonio-Toronto 117107; Utah-New York 87-82; Brooklyn-New Orleans 91-111; Indiana-Orlando 118-86; LA Lakers-Detroit 93-85


Rugby R Sei Nazioni

Francia nel caos Morisi: «Vietato pensare alla gioia scozzese» 1Scintille e forfeit a Parigi, Parisse è ok. Il centro: «Sarà battaglia: restano favoriti»

Luca Morisi, 24 anni, centro del Benetton Treviso, 12 caps azzurri FAMA

Nicola Melillo ROMA

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uò avere timore la Francia? Può. In questo momento a Marcoussis, quartier generale dei transalpini, la sfida con l'Italia di domenica a Roma (ore 16, diretta DMax) preoccupa: la sconfitta col Galles ha fatto infuriare il

Gli annunci si ricevono tutti i giorni su:

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c.t. Saint-André, che ha accusato i suoi di essere «starlette», lo spogliatoio perde i pezzi: ieri si è infortunato alla coscia Guitoune, il cui forfeit si aggiunge a quelli di Parra, Fofana e Lamerat e allo squalificato Pape. In più le ultime due volte a Roma l'Italia ha vinto. Bastareaud ha confessato, in un clima triste per la tragedia argentina (la Muffat era di casa: era stata te-

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Biathlon R Mondiali stimonial di match di Top 14): «Siamo bloccati dalla paura nel tentare di fare le cose, abbiamo paura di far cadere la palla». E l'Italia ha dimostrato di poter vincere in casa. PARISSE OK A Roma, tutto questo non è preso in considerazione. La vittoria in Scozia non ha fatto scemare la concentrazione. La Francia resta una big. Si lavora per arrivare al top in un Olimpico da 60mila tifosi. Parisse e Sarto hanno recuperato e lavorato col gruppo, mentre Favaro e Bisegni sono a forte rischio (distorsioni a un ginocchio). Ballottaggio Vunisa-Bergamasco come flanker. MORISI Chi di sicuro ha messo da parte la vittoria di Murrayfield è Luca Morisi, rientrato alla grande dopo un anno di stop per la perdita della milza e autore di due mete a Twickenham: «Sto leggendo l'autobiografia di Agassi, c'è una frase che sto ripetendo a me stesso come un mantra: "Per quanto possa essere bella una vittoria, non ti brucia e non ti rimane dentro come un k.o". Penso all'Irlanda, non alla Scozia e voglio rifarmi. Con Bacchin centro mi trovo a meraviglia: lui è un leader, un vero bomber. L'Italia ha tante scelte per il futuro. Siamo sereni e ci aspettiamo una battaglia, i francesi sono favoriti e vorranno riscattarsi: arriveranno come bombe, sarà un match intenso e molto fisico. Bello così. La vittoria di Murrayfield la metto fra le top 3 della mia carriera, col primo cap e il rientro in campo dopo un anno di stop. All'uscita c'erano tifosi impazziti, mascherati da topo, da giraffa: è stato bello condividere con loro un'emozione: dargli tanta gioia ti ripaga immensamente. E ora? Abbiamo il killer instinct e l'umiltà di ripartire sempre da zero. Sotto con la Francia». © RIPRODUZIONE RISERVATA

1Dorothea quarta e a 1”6 dall’argento: a sorpresa oro della 15 km alla Yurlova

Dorothea Wierer, 24 anni, alla stagione della consacrazione REUTERS

Riccardo Crivelli

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uattro decimi. O un secondo e sei. Comunque la si giri, una beffa atroce. Perché non basterà a consolare Dorothea Wierer l’aver disputato la miglior 15 km di sempre in carriera dopo un Mondiale in chiaroscuro:

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arrivare quarta a un battito di ciglia dal bronzo e dall’argento alla fine di 42 minuti di una gara tiratissima rimane un boccone amaro difficile da digerire. Il suo commento a caldo, del resto, non si presta a troppe interpretazioni: «Fa male perdere una medaglia così, ma lo sport è questo». SORPRESA La ferita brucia di REFERENZIATISSIMO funzionario trasferendomi teuporaneamente per triennio a Milano cerco in locazione due/tre locali. Pregasi contattare mio agente Francesco Coda 345.29.26.595.

più perché a lungo l’altoatesina di gran fascino (che ha detto no a Playboy, intanto) è rimasta salda sul podio, fino all’impresa sinceramente impronosticabile a questi livelli della russa Yekaterina Yurlova, trent’anni compiuti a febbraio e mai un podio in Coppa, anzi con un allontanamento dalla nazionale per indegnità causa scarsissimi piazzamenti. Infallibile al poligono, la ragazza di San Pietroburgo partita con uno degli ultimi pettorali ha così messo d’accordo il resto del mondo, con Soukalova seconda, Makarainen (strepitoso ultimo giro sugli sci con un recupero di 30”) terza a 1”2 dalla ceca e Dorothea (19/20 al tiro) quarta a 1”6 dal secondo posto. L’11° posto della Sanfilippo, all’esordio in questo Mondiale e di gran lunga al miglior risultato in carriera e il 17° della Oberhofer nonostante 4 errori al poligono illuminano la staffetta in programma domani: «Sono comunque contenta della prestazione — ammette la Wierer — sono tornata ad andare forte sugli sci e non era scontato in questa fase della stagione e dopo tutte queste gare. Ora spero che le cose girino per il verso giusto con il quartetto». Oggi in programma la 20 km individuale maschile, con il dominatore di stagione Martin Fourcade ancora alla ricerca di una medaglia individuale. Per l’Italia in gara Lukas Hofer, Dominik Windisch, Thomas Bormolini e Christian De Lorenzi, diretta su Eurosport dalla 17.15. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Donne, 15 km individuale: 1. Yurlova (Rus) 41’32”2 (0); 2. Soukalova (Cec) a 23”2 (1); 3. Makarainen (Fin) a 24”4 (2); 4. WIERER a 24”8 (1); 11. SANFILIPPO a 2’37”5 (1); 17. OBERHOFER a 3’05”9 (4); 35. GONTIER a 4’41”7 (4). Coppa: 1. Domracheva (Bie) 914; 2. Makarainen (Fin) 910; 6. WIERER 618.

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Pallavolo R Quarti Champions League

GIOVEDÌ 12 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Antonello Menconi

L

a Sir Safety Perugia lascia la Champions League con il rimpianto per aver gettato al vento una grande opportunità per scrivere una pagina importante della storia della pallavolo italiana, che per il secondo anno consecutivo non avrà alcuna rappresentante nelle final four e adesso aspetta le ragazze di Busto per non essere completamente tagliata fuori dall’Europa che conta. La qualificazione degli umbri alle final four è sfumata proprio quando sembrava poter essere più vicina sino all’ace di Marechal che ha regalato il punto finale e ha fatto esplodere la festa polacca. Partendo infatti dal vantaggio di 3-2 dell’andata al PalaEvangelisti ed avendo dominato in quel modo

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PERUGIA

1

PGE SKRA BELCHATOW: Lisinac 7, Uriarte 3, Conte 17, Klos 9, Wlazly 14, Marechal 5; Tille (L), Winiarski 9, Wlodarczyk 1, Wrona, Brdjovic, Piechocki (L). All. Falasca SIR SAFETY PERUGIA: Vujevic 4, Buti 8, Atanasijevic 18, Fromm 8, Beretta 5, De Cecco 3; Giovi (L), Sunder 5, Paolucci, Barone 5, Tzioumakas 1, Fanuli (L). All. Grbic ARBITRI Cambre (Belgio) e Altiparmak (Turchia). NOTE Spettatori 13 mila. Durata set 27’, 31’, 33’, 27’; totale 118’. Pge Skra Belchatow: battute sbagliate 15, vincenti 5, muri 11, 2a linea 2, errori 25. Sir Safety Perugia: battute sbagliate 19, vincenti 3, muri 11, 2a linea 1, errori. 24. Cartellino rosso per proteste ad Atanasijevic sul 18-19 del 3° set. ANDATA Perugia-Belchatow 3-2

set: ma abbiamo fatto paura a uno squadrone come il Belchatow...»

LA GUIDA E oggi Busto ci prova a Mosca Il muro del Belchatow riesce a fermare l’attacco di Goran Vujevic nell’arena di Lodz. Sotto un Simone Buti sconsolato TARANTINI

I polacchi si qualificano alla final four del 28 e 29 marzo di Berlino con merito? «Dobbiamo essere onesti nel ritenere che la loro qualificazione è meritata. Per il fatto che noi non gli abbiamo regalato niente e loro hanno dimostrato di essere fortissimi, con un Winiarski che nella fase decisiva della partita ha fatto la differenza. Ma lori hanno tanti giocatori fortissimi e li abbiamo visti. Sono certamente soddisfatto della prestazione offerta dalla squadra, anche se è pur vero che nella pallavolo

BELCHATOW 16-25, 25-22, 25-23, 25-18)

R«Peccato per quel

il primo set, non solo quei 19 tifosi perugini presenti all’Atlas Arena di Lodz, ma anche il presidente Gino Sirci aveva iniziato a crederci più di quanto non avesse potuto fare alla vigilia. «Ovvio che ci abbiamo creduto tutti, ma non dobbiamo essere delusi perché abbiamo preso parte alla più importante competizione continentale con onore e siamo usciti contro la squadra che è la favorita per vincere la Champions. Questo ci deve fare essere orgogliosi per aver dimostrato che il volley italiano può competere ai massimi livelli europei – ha detto il presidente – ed anche se torneremo a casa con un comprensibile rammarico, ci rimane anche quella bella immagine di esser riusciti ad ammutolire a lungo un palazzetto gremito da 13mila tifosi».

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Perugia Europa addio «Ma siamo orgogliosi»

1La squadra umbra spreca moltissimo nel terzo set, però il

presidente Sirci l’assolve. «Siamo stati alla pari con i migliori»

vince sempre chi sbaglia di meno ed i nostri giocatori di errori ne hanno commessi». Peccato soprattutto per come Perugia ha perso il 3° set: lì il match è girato. «Certo, eravamo in vantaggio 15-8 ed in quel momento abbiamo creduto di potercela fare almeno ad arrivare al golden set. Poi è accaduto che noi abbiamo iniziato a sbagliare in battuta e in contemporanea loro sono cresciuti, anche se poi ci eravamo ripresi, portandoci nuovamente in vantaggio sul 16-19. Il cartellino rosso ad Atanasijevic è stato pesante per il morale di tutti». Una qualificazione persa al-

l’andata o al ritorno? «Certamente in questa gara di ritorno, anche se a Perugia avevamo perso in maniera rocambolesca un set ed avremmo potuto venire a giocarcela in Polonia con un 3-1. Certamente in questo caso sarebbe stato diverso sia per noi ed anche per loro. Ma il rammarico rispetto alla gara della scorsa settimana è più grande per il terzo set di questa seconda partita».

lo sappiamo, anche se questa doppia sfida con una squadra come Belchatow ci ha fatto crescere perché ha dato ai nostri giocatori e all’ambiente la consapevolezza di potersela giocare con tutti sia in questa parte che rimane della regular season e poi anche nei playoff. Per noi il fatto di essere arrivati a questo punto in Champions è stato un bel risultato che non dimenticheremo, anche se questo non vuol dire che non cercheremo di arrivare sino in fondo in campionato». © RIPRODUZIONE RISERVATA

Persa la finale di Coppa Italia, fuori dalle final four di Champions League ora Perugia punterà tutto sul campionato… «Vincere lo scudetto sarà molto difficile e

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● Dal 1981 al 2015 è accaduto soltanto 4 volte che l’Italia non qualificasse almeno una squadra alle final four: nel 2004, 2005, 2014 e quest’anno (a.a.)

clic A BERLIN0 3 ITALIANI, DE MARCHI SCHIACCIA PER IL CLUB TEDESC0 ● (a.a.) Per la seconda volta consecutiva non ci saranno squadre italiane nella finale di Champions League (in programma il 28 e 29 marzo a Berlino). Ma la nostra pallavolo sarà in qualche modo ugualmente rappresentata. A iniziare dal bomber Francesco De Marchi che in questa stagione gioca nel Berlino. E poi due tecnici: Tommaso Totolo secondo allenatore sulla panchina di Kazan e Fabio Storti secondo su quella del Belchatow.

(a.a.) Le speranze dell’Italia restano quindi tutte attaccate al solo Busto Arsizio, che oggi pomeriggio a Mosca cerca la qualificazione alla final four femminile contro la Dinamo, forte del 3-0 dell’andata. Oltre al Belchatow, accedono alla final four maschile di Berlino (28-29 marzo) i connazionali del Resovia e il Kazan, che ha eliminato l’Halkbank Ankara di Lorenzo Bernardi (Caponeri 2°, Contrario stat., Giolito prep.). UOMINI (ritorno quarti): Resovia (Pol)-Novosibirsk (Rus) 2-3 (20-25, 25-19, 25-22, 19-25, 15-17; and.3-1), Belchatow (Pol)-Sir Safety Perugia 3-1 (and.2-3), Halkbank Ankara (Tur)-Kazan (Rus) 3-2 (25-23, 17-25, 25-18, 23-25, 16-14; and.0-3). Final Four a Berlino (Ger), 28-29 marzo: Resovia-Belchatow e Berlino-Kazan. DONNE (ritorno quarti) tutte oggi: 17.30 Fenerbahce Istanbul (Tur)Vakifbank Istanbul (Tur) (and.1-3), 20 Zurigo (Sui)-Eczacibasi Istanbul (Tur) (and.0-3), 16.30 Dinamo Mosca (Rus)-Unendo Yamamay Busto Arsizio (0-3). Final Four a Stettino (POL), 4-5 aprile TRENTO OK IN CEV (a.a.) La Energy T.I. Trentino conquista le semifinali di Coppa Cev espugnando al tie-break la casa dei belgi del Knack Roeselare 2-3 (1625, 25-17, 25-19, 20-25, 6-15). In semifinale sfida ai polacchi dello Zaksa Kedzyerzin-Kozle. RAVENNA BENE (s.cam). La Cmc Ravenna battendo a Forlì per 3-0 (25-22, 25-23, 25-21) i serbi della Stella Rossa Belgrado, che avevano vinto 3-2 all’andata, va in semifinale di Challenge Cup ed affronta il Benfica Lisbona (Por). SAVANI IN QATAR (a.a.) Dopo lo scudetto e il titolo di mvp in Cina con lo Shanghai, per il secondo anno di fila Cristian Savani va in Qatar, all’Al-Rayyan di Daniele Bagnoli.

Tennis R In California

Brindisi-Indian Wells, amore di Pennetta 1 Flavia, che porterà la Fed Cup nella sua città, torna nel torneo dove ha fatto il botto e ha scoperto ... Fognini! Federer: «A Rio misto con Hingis» ● Dopo il trionfo Davis, a Roger Federer mancherebbe solo l’oro olimpico in singolare (il doppio l’ha vinto a Pechino 2008 insieme a Wawrinka). All’esibizione al Madison di New York contro Dimitrov, il re di 17 Slam ha rivelato che, come già ai Giochi di Londra, quando rifiutò, ha ricevuto l’offerta di Martina Hingis di giocare il misto insieme. «Ci penserò, ho molto rispetto per lei, ma non so come potrei giocare singolare, doppio e misto, 15 match in 8 giorni».

Vincenzo Martucci @VinceMartucci

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apà, mamma, casa, Brindisi. Fra 5 settimane, Flavia Pennetta porterà la Fed Cup nella sua città, per evitare la retrocessione dalla serie A contro gli Usa delle sorelle Williams. Intanto, rivive le formidabili emozioni di un anno fa, quand’ha vinto il titolo più importante della carriera, a Indian Wells. E si illumina nei suoi famosi sorrisi, immaginando gli amatissimi genitori che soffrivano in tandem, in Italia, mentre lei batteva la numero 1 del tabellone, Li Na e la 2, Agnieszka Radwanska. Mamma Conchita, la seguiva incol-

lata all’ipad, al piano di sopra, perché non può guardare la figlia alla tv, mentre papà Oronzo viveva attimo dopo attimo, ipnotizzato dal mega schermo, in salotto. «Si sono incontrati a metà strada, quand’ho vinto la finale. Ogni volta che ci penso è come se li vedessi mentre gridano e si abbracciano. E questo mi fa ridere». SVOLTA Flavia chiamò casa, un attimo dopo. E, avvertendo la voce rotta dall’emozione del simpaticissimo Oronzo — che le ha messo la racchetta in mano, da appassionato, ed è il suo primo tifoso —, si preoccupò e gli suggerì di respirare profondo. «Erano così contenti, nessuno se l’aspettava. Io di sicuro

non mi immaginavo mai una cosa così. E’ stato fantastico. Che gran momento per vincere qualcosa di così grande. Da persona matura lo senti anche di più». Non era il primo titolo Wta, ma il decimo. E non era la prima impresa, perché Flavia era entrata nella storia del tennis italiano come prima nelle «top ten», nel 2009, ed ha contribuito a 4 titoli di Fed Cup, diventando la prima azzurra numero 1 del mondo di doppio nel 2011, dopo aver firmato gli Australian Open con Gisela Dulko. Ma, prima di Wimbledon 2013 e dopo la seconda operazione al polso, stava meditando il ritiro ed abbozzava già qualche idea da dirigente Fit, e invece, col nuovo coach spagnolo, Salva

Anche Bjorkman nel clan Murray ● Lo svedese Jonas Bjorkman, ex n. 4 del mondo di singolare e specialista del doppio, con 9 titoli Slam, si è detto «super-eccitato» di entrare come esperto di servizi, volée e risposta nello staff di Andy Murray. Il capo tecnico resta Amelie Mauresmo, selezionata per entrare nella Hall of Fame. KAZAKI IN ERBA Come prevedibile, l’Australia ha scelto l’erba, a Darwin, per ospitare il Kazakistan — che ha castigato dell’Italia — per i quarti Davis del 17-19 luglio.

Navarra, ha dato un’altra svolta alla carriera con le semifinali agli Us Open, chiudendo l’anno al numero 29. E trovando quindi nuove motivazioni per un indimenticabile 2014, culminato col primo successo in un Premier Mandatory, i tornei secondi solo agli Slam. E risalendo al numero 12 del mondo. NOVE ITALIANI Oggi, da 16, Flavia è una delle tre italiane teste di serie, esentate dal 1° turno, come Camila Giorgi e Sara Errani (che ha rinunciato al doppio per i guai alla spalla della Vinci), mentre rischiano subito proprio Roberta, contro Gajdosova e Knapp con Wickmayer. Più facile dovrebbe essere l’esordio della Schiavone con una qualificata. Anche Fognini e Seppi, da teste di serie, vanno direttamente al 2° turno, e Bolelli affronta Bellucci. Già, Fognini, 12 mesi fa a Indian Wells, Flavia Pennetta ha vinto anche il suo amore. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Atletica R SuisseGas Marathon

GIOVEDÌ 12 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Milano stavolta fa centro

1Count down per la maratona, da quest’anno da correre tutta nel cuore della città,

tra Duomo, Scala e Castello. E in più il 12 aprile tante novità tecnologiche ed ecologiche

-1 mese Lino Garbellini

U

n mese esatto alla SuisseGas Milano Marathon. Ormai anche il tempo per l’ultimo allenamento lungo è agli sgoccioli, ma i ritardatati qualche giorno per decidere d’iscriversi ce l’hanno ancora, fino alla mezzanotte del 5 aprile, sia per la staffetta sia per la 42k (66 euro fino al 15 marzo, poi 73 euro).

STAFFETTA Novità anche per la staffetta (quattro runner) che l’anno scorso ha sfiorato le 2.400 squadre. Gli spostamenti sono facilitati, partenza e zone cambio in prossimità della linea rossa M1 della metropolitana (Porta Venezia, Pagano o Conciliazione, Lotto Fiera e Uruguay). La lunghezza delle varie frazioni è stata livellata (11,2km / km 11,6 / km 9,7 / km 9,9), addio alla più corta: ora i partecipanti dovranno avere la gamba almeno sui 10k. Iscrizioni tramite una delle 65 Organizzazioni No Profit aderenti al Charity Program o con quota fissa prevista dagli organizzatori (160 euro fino al 15 marzo, poi 175 euro). Le Onlus coinvolte hanno attivato una serie d’iniziative e coinvolto testimonial. Dal 2010, anno di nascita del Charity Program, raccolti circa 2.200.000 euro. Chiunque può impegnarsi come ambasciatore e avviare una colletta tramite Rete del Dono (www.retedeldono.it).

HI-RUN E #RUNGREEN La SuisseGas Milano Marathon edizione 2015 si avvicina ancora di più al grande pubblico grazie all’hitech e a due app per smartphoIMPRONTA DA RECORD La no- ne. La prima è la più diffusa: vità principale della quindicesi- Runtastic. Il percorso della gara è già disponibile ma edizione è il sulla piattaforpercorso. Elimima, è possibile LA CHIAVE nata la partenza approfondirlo ed in periferia, giu- Scoprite curiosità esaminarlo nel sto in tempo per e percorso su dettaglio, previl’Expo. Ora si costo per gli utenti mincia e si arriva Runtastic e in centro, in Cor- MilanoMarathonApp Runtastic anche un codice promoso Venezia, seguendo un tragit- Come sempre ci sarà zionale per l’iscrizione. L’altra, la to ad anello in MilanoMarathogrado d’accon- la staffetta: ma con frazioni (lunghe) più nApp (gratuita, tentare i runner e disponibile a parle esigenze dei omogenee tire da fine mese, cittadini. «Disegnato con il contributo di Haile Android e iOs) contiene tutte le Gebrselassie, il tracciato si è im- info del sito www.milanomarapreziosito anche dal punto di vi- thon.it. Per il 2015 la competista agonistico - spiega Andrea zione vuole compiere un ulterioTrabuio (direttore della Marato- re passo in avanti anche nella dina) - consentendo di ammirare rezione dell’ecosostenibilità. gli scorci più belli e i monumenti L’obiettivo è lavorare con IMQ più importanti: dal Duomo, al per ottenere la ReSport CertifiTeatro alla Scala e dall’Arco del- cation «Gold». In questo senso, la Pace al Castello Sforzesco». La sforzi sono stati fatti per ottenenuova veste della gara ha l’im- re iscrizioni totalmente on-line, pronta del campione etiope (il la presenza di bidoni per la racgiorno dell’evento ci sarà): «Ge- colta differenziata, la consegna brselassie ha studiato il traccia- di un’unica sacca, il recupero to dal punto di vista tecnico- dell’arredamento dell’evento, il agonistico e ha proposto diverse riciclo degli indumenti usati e la opzioni per renderlo più scorre- donazione degli alimenti non vole e competitivo» conclude consumati. © RIPRODUZIONE RISERVATA Trabuio.

I PARTNER

Consigli, aiuti e stand al Villaggio ● (l.g.) Come altre imprese sportive la 42k milanese si basa anche quest’anno su una serie di partner che hanno previsto contenuti mirati e speciali. Enervit offre una serie di consigli e spunti utili per l’allenamento (su milanomarathon.it/nutritiontips), oltre al programma radiofonico domenicale DeeJay Training Center con Linus, Stefano Baldini e Davide Cassani. Europe Assistance fornirà assistenza sanitaria. GLS corriere espresso avrà il compito di fornire supporto logistico. Adidas è sponsor tecnico per il secondo anno consecutivo Virgin Active sarà disponibile allo stand all’interno del Marathon Village. UNA Hotels & Resorts è l’hospitality partner ufficiale per organizzazione e maratoneti.

GLI OSPITI

Quanti campioni E la Chiabotto sarà in corsa ● Principali Onlus e Testimonial coinvolti NUTRI Aid Onlus con Cristina Chiabotto che parteciperà alla gara. X RUN for EMERGENCY con Giovanni Storti che parteciperà alla gara. Fondazione Laureus con Aldo Montano e Filippo Magnini; Lilt con Fiona May per LILT Italia. Acra con Seamen (football americano). Associazione Dianova Onlus con Jury Chechi. Caf Onlus con Alessandro Onnis (vincitore Pechino Express). CBM Italia Onlus con Omar Fantini (conduttore TV), Ilenia Lazzarin (attrice) e Patrizio Rispo (attore). Youlable Onlus con Gianluca Impastato (comico Colorado Cafè).


Il film R Un caso sempre di attualità

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STORIE AMERICANE

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CONTENUTO PREMIUM

Sopra, John Du Pont. Qui a fianco, David Schultz, con la barba, all’Olimpiade di Los Angeles 1984. A destra, in alto, con il fratello Mark e sotto una scena tratta dal film: da sinistra, Steve Carell nei panni di Du Pont e Mark Ruffalo in quelli di David LAPRESSE, GETTY IMAGES

Lotta di classe FRATELLI D’OLIMPIA LA FAVOLA SPEZZATA

LA DOPPIETTA D’ORO DEGLI SCHULTZ DEL 1984 E LA PAZZIA DEL MAGNATE DU PONT: È DRAMMA FINALE IL FILM, PALMA D’ORO A CANNES 2014 DA OGGI NELLE SALE ITALIANE Esce oggi nelle sale italiane il film «Foxcatcher, una storia americana», diretto da Bennett Miller, palma d’oro per la miglior regia a Cannes 2014. La produzione statunitense (129’) racconta della debolezza dell’uomo tramite la drammatica vicenda dei fratelli David e Mark Schultz, campioni olimpici nella lotta libera a Los Angeles 1984 e della loro strana relazione con il magnate John Du Pont. Nel cast anche Mark Ruffalo (David), Channing Tatum (Mark) e Steve Carell (John) STORIA OLIMPICA di ANDREA BUONGIOVANNI

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ieci agosto 1984: David Schultz, 25enne californiano, all’Olimpiade di Los Angeles, vince l’oro dei pesi welter (74 kg) della lotta libera. A causa del noto boicottaggio, nella specialità è il solo campione del mondo in carica in gara. Per arrivare al titolo si è aggiudicato un incontro per superiorità tecnica e gli altri cinque per un totale combinato di 42-2. Trascorrono

ventiquattro ore: Mark, fratello minore di sedici mesi, conquista l’oro della categoria superiore, quella dei pesi medi (82 kg). Il favorito è il turco Resit Karabacek: i due si sfidano al primo turno. Il match dura 30”: Karabacek ci rimette il gomito sinistro, fratturato. Mentre a terra si dispera per il dolore, Schultz, incurante, esulta intorno a lui. La federazione turca fa ricorso, perché la mossa decisiva sarebbe stata irregolare. Lo vince, ma lo ha presentato oltre i 30’ concessi dal regolamento. Mark evita la squalifica, dopo quattro altri successi arriva a imitare il fratello. I due, oro a cinque

IN ITALIA DA FEBBRAIO

La pellicola tratta dal libro scritto da Mark

La copertina del libro «Foxcatcher», ed. Sperling & Kupfer. Pag. 288. Euro 16,90

● Il film da oggi nelle sale italiane trae spunto dal libro, che porta lo stesso titolo («Foxcatcher»), scritto da Mark Schultz, fratello minore di David, insieme al giornalista sportivo texano David Thomas, autore e coautore di altri sette bestseller sullo sport statunitense. In Italia, edito da Sperling & Kupfer con la traduzione di Paolo Lucca e il sottotitolo «Una storia vera di sport, sangue e follia», è uscito il 18 febbraio. Un estratto è disponibile nell’edizione di Gazzetta Gold.

cerchi al collo, diventano celebrità. La lotta, negli Stati Uniti, è sport di grande richiamo, soprattutto perché molto radicato a livello di college. Gli Schultz, così, riscattano un’infanzia difficile. LA TRAGEDIA La loro storia, seppur già così da copertina, diventa quasi insignificante per quanto accade in seguito. Da quando, cioè, nella loro vita entra la figura di John Du Pont, eccentrico miliardario, filantropo con manie di grandezza, magnate, patriota e appassionato di armi, erede di una famiglia ricchissima sin da inizio Ottocento, grazie all’industria chimica. Du Pont, atleta fallito, paranoico e schizofrenico, decide di finanziare una propria squadra di lotta con l’obiettivo di portare il maggior numero possibile ai Giochi di Seul 1988. Ed è chiaro che i pezzi più pregiati del puzzle non possono che essere gli Schultz. Ma mentre David nel 1987 si ritira, Mark si fa lusingare dalle promesse di compensi esagerati e di grandi mezzi per la preparazione. Il campione olimpico, così, si trasferisce a «Foxcatcher» – da qui il titolo del film da oggi nella sale italiane che ripercorre l’intera vicenda – fattoria di proprietà, dove Du Pont, accusato di essere omosessuale, esercita un controllo ferreo a suon di minacce. Mark, in Sud Corea, non farà meglio che sesto e rimarrà nel team come allenatore. David, di contro, nel 1993 torna alle gare, entra in contatto con Du Pont e la sua squadra e due anni più tardi è già quinto ai Mondiali. All’inizio del 1996, con l’Olimpiade di Atlanta nel mirino, è al primo posto del ranking nazionale. Ma il 26 gennaio, il dramma: muore ammazzato nel cortile della casa: Du Pont, nel frattempo diventato uno dei maggiori sponsor della Nazionale statunitense, lo avvicina e gli spara a bruciapelo, mente lui sta facendo manovra con la sua auto. SENZA ERGASTOLO L’assassino, dopo l’omicidio, vittima della sua stessa pazzia, si chiude nella grande villa padronale e per due giorni tiene l’America col fiato sospeso, quasi in scacco, rifiutandosi di arrendersi. Le cause del suo folle gesto non verranno mai del tutto chiarite. Una giuria della Pennsylvania, mesi dopo, accetta la sua tesi difensiva, dichiarandolo colpevole di omicidio ma anche incapace di intendere e di volere e quindi non punibile con l’ergastolo. Morirà in carcere, a 72 anni, nel 2010, per malattia. Dei tre oggi l’unico sopravvissuto è Mark Schultz. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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TUTTENOTIZIE PALLANUOTO

Derby di Napoli all’Acquachiara Ora lo scontro Recco-Brescia

1MONDIALI NUOTO: BUDAPEST 2017 Sarà Budapest, già organizzatrice per il 2021, ad ospitare i

Mondiali 2017: prende il posto di Guadalajara, che ha rinunciato. Gare intorno al Danubio, sede degli Euro 2006-2010. Nel 2017 pure i Mondiali jrs. Prossima edizione: Kazan (Rus, dal 24-7) nel 2019 Gwangju (S.Cor)

BASEBALL

L’Europa vince a Tokyo: che spot per tornare ai Giochi 1Giapponesi battuti 6-2: fuoricampo da 3 di

Caster, Chiarini (doppio) e Vaglio da applausi

Stefano Luongo, 25 anni AFP

N

ella 7a di ritorno, Brescia e Pro Recco vincono i rispettivi derby. E sabato c’è il big match.

BRESCIA-COMO 13-5 (3-1, 3-1, 5-1, 2-2) Brescia: Del Lungo; Bruni 2, C.Presciutti 3, Pagani, Molina 2, Rizzo 3 (1 rig.), Giorgi, Nora, N.Presciutti, Bodegas, D.Fiorentini, Napolitano 3, Dian. All. Oliva. Como: Foti, Krizman, Susak, Busilacchi 2, Ferraris 1, Milakovic, Jelaca, Pellegatta, E.Pagani, Gaffuri 2, Cesini, Garancini. All. Stritof. Arbitri: Ercoli e Pascucci. Note: s.n. Brescia 6 (2 gol), Como 8 (1). (f.pe.) SAVONA-PRO RECCO 7-13 (2-2, 3-4, 0-3, 2-4) Carisa Savona: Antona, Alesiani 1, Damonte, Colombo 1, L.Bianco 1, Ghibaudo, Mistrangelo 2, Fulcheris, G. Bianco, Tomasic 1, Agostini, G.Fiorentini 1. N.e. Zerilli. All. Angelini. Pro Recco: Tempesti, D.Pijetlovic 2, Prlainovic 2 (1 rig.), Giorgetti 4, Felugo, Giacoppo 1, D.Di Fulvio, Figari 1, A.Fondelli 3, Aicardi, N.Gitto. N.e. Pastorino. All. Milanovic. Arbitri: Calabrò e Fusco. Note: s.n. Savona 11 (5), Recco 8 (3). (f.si.). POSILLIPO-ACQUACHIARA 7-8 (3-1, 0-0, 2-5, 2-2) Posillipo: Negri, Dolce, Briganti, Foglio, Klikovac 1, Radovic, Renzuto 1, Gallo 4 (1 rig.), E. Russo, Bertoli, Mandolini, Saccoia 1. N.e. Caruso. All. Occhiello. Carpisa Yamamay Acquachiara: Caprani, Perez, Rossi 1, Paskvalin 1, Scotti Galletta 1, Petkovic 2 (1 rig.), Lanzoni 1, Marziali, S.Luongo 1, Valentino, Astarita 1, M. Gitto. N.e. Lamoglia. All. Brancaccio. Arbitri: Castagnola e L.Bianco. Note: s.n. Posillipo 10 (4), Acquachiara 14 (5). (f.nap.) BOGLIASCO-SPORT M. 5-6 (0-2, 2-2, 1-2, 2-0) Bogliasco: Prian, De Trane 1, A.Di Somma, Ravina 1, Boero, Guidaldi, Deserti; E.Di Somma 2, Loomis, Monari, Gavazzi 1, Dainese, Pellegrini. All. Bettini. Bpm Sport Management: Volarevic, M.Luongo 2, D.Filipovic 1, B.Ivovic, Bini, Razzi 2, Sadovyy 1; M.Lapenna, Binchi, A.Di Fulvio, Zimonjic, C.Di Fulvio, Conti. All. Averaimo. Arbitri: Navarra e Severo. Note: s.n. Bogliasco 9 (2), Sport Management 11 (4). (a.fe.) CAN.NAPOLI-FLORENTIA 8-4 (1-0, 2-3, 3-0, 2-1) Canottieri Napoli: Vassallo, Buonocore, Di Costanzo 1, Migliaccio 1, Da.Brguljan 4 (1 rig.), Borrelli, Ronga, Campopiano, G.Mattiello 2, Velotto, Baraldi, Esposito. N.e. Turiello. All. Zizza. Florentia: Mugelli, Gambacorta 1, Generini, Coppoli 2, Panerai, Dani, Brancatello, Liang Nianxiang 1, Gragnani, Gobbi, E.Calcaterra, Tan Feihu. All. Vannini. Arbitri: Petronilli e Pinato. Note: s. Can. 6 (2), Flo. 5 (1). f.nap.) LAZIO-ROMA VIS NOVA 9-10 (2-3, 2-3, 3-2, 2-2) Lazio: Vespa, Samuels 3, Di Rocco, Africano 1, Gianni, Colosimo, Sacco, Vittorioso 3, Leporale 1, A.Calcaterra 1, Maddaluno, Mele, Correggia. All. Cianfriglia. Roma Vis Nova: Bonito, Pappacena 1, Murro, C.Mirarchi 2, Banovac, Parisi 1, Innocenzi, Vitola, Rigo, Reynolds 1, Cuccovillo 5, Nicosia. All. Ciocchetti. Arbitri: D.Bianco e Gomez. Note: s.n. Lazio 10 (6), Roma 12 (5). (g.sc.) Class.: Brescia 52; Pro Recco 51; Acquachiara 41; Sport M.38; Savona 25; Posillipo 23; Can.Napoli 22; Como 19; Bogliasco 18; Lazio 16; Roma Vis Nova 9; Florentia 4. EUROLEGA DONNE Il ritorno dei quarti: Ujpest* (Ung)-Padova 9-7, and. 13-7; Sabadell* (Spa)-Imperia 13-5, and. 8-8; Kirishi* (Rus)-Vouliagmeni (Gre) 8-6, and. 10-9; Szentes (Ung)-Olympiacos* (Gre) 10-15, and. 6-10. (*alla Final Four)

L’azzurro Alessandro Vaglio elimina in seconda Yoshitomo Tsutsugo AP

A

I c.t. azzurro Marco Mazzieri aveva definito i Global Games una «grossissima opportunità per il baseball continentale di mostrare tutte le sue potenzialità» e l’Europa l’ha sfruttata nel migliore dei modi, prima cedendo ad appena 6 out dalla fine 4-3, poi piegando i giapponesi a suon di doppi e fuoricampo, per un 6-2 nettissimo. Un successo dal sapore storico quello ottenu-

to dalla selezione guidata dal manager dell’Olanda, Janssen, che ha avuto la meglio sui pro’ del Giappone nel giorno in cui è stato commemorato il quarto anniversario del terremoto. «Volevamo vincere, ci tenevamo tantissimo, ma complimenti ai nostri avversari», commenta dispiaciuto il manager asiatico Kokubo. Ma c’è il rovescio della medaglia: la vittoria di ieri apre nuovi scenari, anche in prospettiva di un ritorno del baseball ai

IPPICA

Giochi 2020 di Tokyo. Il paese organizzatore ha la facoltà di aggiungere discipline nel calendario olimpico ed esibizioni come queste, con oltre 45.000 presenze al Tokyo Dome, non possono che aiutare il Cio a prendere la decisione di reinserire il baseball. Senza contare che Giappone e Taiwan ospiteranno in novembre il nuovo torneo pro’ con le migliori 12 nazioni del ranking mondiale. Il primo applauso ai vincitori è tra l’altro arrivato dal commissioner della Npb e dal presidente mondiale Riccardo Fraccari. «Sono orgoglioso di tutti voi», ha invece detto Janssen ai ragazzi, che hanno accolto con soddisfazione la vittoria. «Spero solo – dice l’olandese De Caster, autore del fuoricampo dal 3 punti al 3° che ha steso i Samurai - che questa selezione abbia altre possibilità». AZZURRI Protagonisti anche gli azzurri: «Sono andato in battuta aggressivo – commenta capitan Mario Chiarini, che ha realizzato il primo doppio – ed ho avuto fortuna: Matsuba ha sbagliato un lancio». Alessandro Vaglio, in gara-1, ha sfiorato con il guanto le due battute decisive del Giappone, ma ieri ha chiuso i conti con un doppio che gli ha poi permesso di segnare il 6° punto: «Sopra di 3 punti non pensi tanto alla battuta, quanto ai 3 out che devi ancora fare. Sono andato nel box rilassato, pensando solo a colpire bene». Il successo dell’All Euro è maturato nel 2° e 3° inning, con 5 punti. Il Giappone si è riavvicinato al 6°, ma Stuifbergen e Vaglio l’hanno rispedito lontano per dare il via alla festa. Maurizio Caldarelli

SCI DI FONDO / SPRINT

Il nuovo re dei salti inglesi è stato allevato da Dettori

Vince Brandsdal Coppa a Krogh Pellegrino è 3°

La vittoria di Dodging Bullets (Twiston Davies) nel Queen Mother REUTERS

Brandsal, Krogh e Pellegrino

● (m.f.) I salti di Dodging Bullets infiammano il Festival inglese di Cheltenham e in questa nuova favola irrompe Lanfranco Dettori, il miglior fantino del mondo ma delle corse in piano. Dettori è infatti l’allevatore del vincitore del Queen Mother Chase (gr. 1, m 3200) che ha bocciato Sprinter Sacre (fermato) e Sire de Grugy (4°), gli ultimi 2 vincitori della corsa. E Frankie ieri era a Cheltenham a godersi lo spettacolo e a esultare come un bambino: «E’ stata una giornata fantastica esclama al telefono -. Ragazzi, Dodging adesso è il miglior saltatore d’Inghilterra! Peccato - continua ridendo mi abbia fatto perdere una vittoria a Kempton. Per vederlo correre mi sono

● E’ sul podio finale ma non sul gradino più alto come sperava: comunque un passo avanti rispetto alla scorsa stagione. Federico Pellegrino, bronzo mondiale, chiude 3° in Coppa del Mondo sprint dopo il 21° posto nella decima e decisiva gara stagionale a Drammen (Nor), vinta da Brandsdal. La Coppa va a Krogh; 22° Rastelli, un anno fa 3°, 25a Baudin. Sprint tc. Uomini: 1. Brandsdal (Nor); 2. Krogh (Nor), 3. Hattestad (Nor); 4. Fossli (Nor); 5. ustiugov (Rus), 6. Kriukov (Rus); 21. Pellegrino; 22. Rastelli; Cdm: 1. Sundby (Nor) 1244; 2. Northug (Nor) 954; 3. Cologna 921; 4. Krogh (Nor) 855; 13. Pellegrino 376. Coppa sprint (finale): 1. Krogh (Nor) 479; 2. Brandsdal (Nor) 442; 3. Pellegrino 376. Donne: 1. Falla (Nor); 2. Weng (Nor); 3. Bjoergen (Nor); 4. Oestberg (Nor); 5. Nilsson (Sve); 25. Baudin; 40. Vuerich CdM: 1. Bjoergen (Nor) 2028; 2. Weng (Nor) 1261; 3. Johaug (Nor) 1248; 52. Debertolis 108. Coppa sprint (finale): 1. Bjoergen (Nor) 610; 2. Oestberg (Nor) 560; 3. Falla (Nor) 512; 29. Vuerich 74. Sabato e domenica: Holmekollen, 50-30 km tc U e D.

Dettori, 44, ieri a Cheltenham

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attardato e non sono riuscito ad arrivare in tempo per montare un cavallo che poi ha dominato». Un cavallo allevato quasi per caso, figlio di Dubawi ex campione di Godolhpin con il quale Dettori vinse Ghinee Irlandesi e Jacques Le Marois 2005: «Avevo una sola fattrice, la mamma di Dodging appunto. Ma i suoi figli erano tutti “storti”, compreso Dodging che ho venduto per sole 8.000 sterline. La scelta di dirottarlo sulle corse in ostacoli, che si disputano su terreni più morbidi, è stata perfetta». Oggi terza giornata con il World Hurdle (siepi-m 4800) al centro del programma. ● IERI 13-10-7-8-14 Ad Aversa (m 1660): 1 Naval Vessel (V.P. Dell’Annunziata jr) 1.14.9; 2 Ologramma; 3 Preziosa Caf; 4 Porthos Tommy; 5 Odillax; Tot.: 7,28; 3,22, 3,62, 2,49 (193,06). Quinté: n.v. Quarté: 4.025,76. Tris: 612,97. ● OGGI QUINTÉ A NAPOLI Ad Agnano (inizio convegno alle ) scegliamo Orsa Jet (8), Nilson Starlight (15), Igor d’Asolo (3), Rivale d’Amore (12), Olmer Breed (4) e Millionaire Rum (7). ● ANCHE Tr.: Bologna (14.35) e Palermo (14.55). Gal.: Pisa (15).

ATLETICA ● CINA INDOOR (si.g.) A Xianlin, record asiatico di Li Ling nell’asta donne con 4.51. Uomini. Lungo: Huang Changzhou 8.14; Gao Xinglong 8.09. Donne. 60: Wei Yongli 7”19 (r.n.=). Triplo: Li Yanmei 14.21. ● TRAGEDIA USA (si.g.) Una 21enne velocista, Sabrina Cammock, 24”56 indoor nei 200 quest’anno, è stata trovata morta in un hotel a New York. Nessun segno di violenze o presenza di droga: sarà ora l’autopsia a far luce sulla triste vicenda.

BOXE BLANDAMURA PER L’EUROPEO (r.g.) L’Ebu , dopo la decisione di Joe Saunders (Gb) di lasciare vacante l’Europeo medi per puntare al mondiale Wbo, indica Emy Blandamura (23-1), cosfidante di Michel Soro (Fra, 25-1-1). OPI2000 per l’asta, buste il 26 marzo. ● SIGNANI PRECISA Attraverso il suo avvocato, Matteo Signani precisa che la sospensione da parte del Tna gli è stata inflitta non per possesso di «medicinali non consentiti» ma per «metodo vietato» riferito alla presenza nella sua abitazione di una penna omnitrope, accusa che si riserva di contestare perché il dispositivo era integro e quindi mai utilizzato. ● AL PRINCIPE (r.g.) Completata la riunione del 21 marzo al Teatro Principe di Milano (Opi2000) imperniata sulla vacante cintura Wbc Silver superleggeri tra Luca Giacon (26-1) e Steve Jamoye (Bel, 16-0-1) e l’Europeo donne leggeri tra Anita Torti (93-1) e Maiva Hamadouche (Fra, 6). Medi: Paraschiveanu (Rom) c. Milenkovic (Ser, 76); massimi leggeri: Rondena (2) c. Petrovic (Ser, 0-3); mosca donne: La Notte (d) c. Barudzic (Ser, 1-4) 4 t. ● SAVON ELETTO (r.r.) Il massimo cubano Erislandy Savon, 24 anni, è stato nominato miglior pugile 2014 dalla confederazione americana. E’ imbattuto in otto match nelle World Series.

HOCKEY GHIACCIO ●

SEMIFINALI (m.l.) Oggi a Milano (Agorà) e a Collalbo (Bz) gara-2 (su 7) delle semifinali scudetto. Ore 20.30: MilanoAsiago (diretta RaiSport 2, serie 0-1); Renon-Val Pusteria (serie 1-0).

MOTONAUTICA VENEZIA-MONTECARLO PONTE FRA DUE EXPO Fiorella de Septis, presidente del comitato organizzatore della Venezia-Montecarlo, la grande classica che torna a luglio, ha annunciato che il raid avrà il patrocinio di Expo. «Siamo uno dei primi eventi, vista la collaborazione con vari ministeri, che coinvolgeranno il sistema paese. E rappresenteremo anche un ponte con Expo 2020 che si terrà a Dubai data la presenza nel nostro comitato interistituzionale del l’ambasciatore degli Emirati Abdulaziz Nasser al-Shamsi». Dubai è diventato la patria della motonautica d’altura, è addirittura sponsor del premio mondiale per la sicurezza nautica che sabato è stato consegnato a Montecarlo dal principe Alberto, dal presidente Uim Raffaele Chiulli e dal presidente della Wppa Seif al-Ketbi, a Ivan Capelli.

NUOTO ●

SUPER RAFA (pe.m.) Rafa Munoz, spagnolo primatrista mondiale dei 50

CONVEGNO A ROMA

farfalla in 22”43, timbra a Sabadell il 2° crono del 2015 in 22”37 dopo il 23”28 di Cielo (Bra). ● TORINESI (al.f.) A Torino (25 m). Uomini: 50-100 sl/fa Bartolo 22”57, 49”06 (Miressi, ‘98, 22”65-49”64), 24”32; 100 ra Facchini 1’03”82; 100 fa Pancari 1’59”46. Donne: 50 sl Alesci 25”77; 400 sl Tettamanzi 4’16”12; 50 do Paul (’98) 28”84; 50-100 ra Bat (Mol, ‘98) 31”96-1’10”42. ● RANA ROMANA (al.f.) A Roma (25 m). Uomini: 50 sl, 100 do Milli 22”51, 52”11; 100 sl Benatti 49”14; 200 sl Di Giorgio 1’46”71; 200 do Ciccarese 1’54”24; 50-100-200 ra Bizzarri 28”16, 1’01”12-2’10”61; 100 fa Giordano 52”02; 200 fa Pelizzari 1’56”03. Donne: 50-100 sl, 50 do Ferraioli 24”13, 53”65, 27”44; 200 sl Galizi 1’59”59; 400800 sl Caramignoli 4’07”94 (Quadarella, ‘98, 4’11”55), 8’24”33; 100 do Gemo 58”83; 100-200 ra Scarcella 1’06”95, 2’25”14; 50100 fa Di Pietro 26”10, 58”46.

OLIMPIADI ●

BARRA AL CIO L’italiana Monica Barra, dopo diverse esperienze dirigenziali internazionali nel mondo dell’atletica, entra al Cio come manager del planning e delle operazioni della divisione produzioni televisive per le edizioni estive e invernali.

PALLAMANO ●

PLAYOFF (an.gal.) Oggi alle 18 (streaming raisport.rai.it; dif. Rai Sport 2 ore 23) Siracusa-Ancona, anticipo della 2a.

SCHERMA ● COPPA DI FIORETTO (r.r.) Da oggi a L’Avana, Coppa del Mondo di fioretto a punteggio maggiorato e in contemporanea con uomini e donne. Niente pedane cubane per Arianna Errigo e Martina Batini a causa di un’infezione virale e di un infortunio muscolare. Rientra Elisa Di Francisca, e ci sarà Valentina Vezzali. Altre azzurre: Erba,Volpi, Cini, Cipriani, De Costanzo, Teo, Mancini, Monaco e Palumbo. Azzurri: Cassarà e Avola, Aspromonte, Baldini, Biondo, Foconi,D.Garozzo, Lari, Luperi, Nista, Paroli, Schiavone.

SPORT INVERNALI COMBINATA NORDICA DONNE OGGI PRIMO ESPERIMENTO Oggi alle 13.45 su Eurosport, un evento destinato a creare le basi per il futuro della combinata nordica spinta dalla Fis per aprire la disciplina alle donne come nel salto speciale: si gareggia a Trondheim a livello femminile, con una gara children per le quindicenni e sedicenni che salteranno dal trampolino di 60 metri. Toccherà anche agli uomini con Pittin, L.Runggaldier, Bauer e Costa. ● MONDIALINI(s.f.) Ai Mondiali jrs di Hafjell-Kvitfjell (Nor): Henri Battilani 6° a 15/100 dal bronzo nel superG maschile vinto dallo sloveno Hrobat. In supercombinata, oro allo svizzero Meillard con Buzzi 7°. ● SCHNARF OK (s.f.) Johanna Schnarf vince il superG Fis di Stoos (Svi).

VELA ●

BARCELLONA (r.ra) Bernard Stamm e Jean Le Cam su Cheminées Poujoulat hanno passato nuovamente l’Equatore e si trovano nell’emisfero nord. I leader della Barcelona World Race dopo 70 giorni di regata sono a 2.700 miglia dal traguardo. Secondo con un ritardo di 1.340 miglia, Neutrogena di Altadill-Munoz

MOTORI

Pescante torna Aci Team Italia a rilanciare la per allevare tregua olimpica i talenti da F.1 ● (v.p.) Guardando i telegiornali, si fa una fatica terribile a discutere di «tregua olimpica», ma Mario Pescante prova a rilanciare. Il dirigente italiano, rappresentante del Cio alle Nazioni Unite, ne ha parlato in un convegno al Coni: «Non possiamo aver paura di invocare la parola pace». Ogni due anni, viene proclamata la «tregua olimpica» e il convegno di ieri ha dato il via a una serie di conferenze in tutti i cinque continenti. Pescante ha parlato dei tanti momenti in cui lo sport ha saputo rompere barriere, dall’amicizia nata sulla pedana del lungo di Berlino ‘36 fra il tedesco Long e l’americano nero Owens, fino alla diplomazia del ping pong fra Cina e Stati Uniti.

● «Cosa c’entra l’Automobile Club nel Coni e nel Consiglio nazionale. Ecco la risposta: l’Aci possiede anche una sua struttura sportiva pronta a lanciare i piloti che ha allevato e preparato». Lo spiega il presidente del Coni Giovanni Malagò, ospite alla presentazione dell’Aci Team Italia che si sviluppa su due fronti: il settore pista ed il rally. Anche le quattro ruote avranno, quindi, la loro nazionale che vestirà l’ideale maglia azzurra. Presente anche il presidente Aci Angelo Sticchi Damiani: «Porteremo i giovani talenti dai kart fino ai campionati propedeutici alla F.1». Parla del Team Trident e del Ferrari Squadra Corse. g.l.g. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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GIOVEDÌ 12 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

IL FATTO DEL GIORNO L’ULTIMA SENTENZA RUBY

Silvio Berlusconi saluta i sostenitori davanti a Palazzo Grazioli, a Roma, il giorno dopo l’assoluzione LAPRESSE

Il Berlusconi assolto potrà tornare regista della politica italiana? 1L’ex Cavaliere esulta e potrebbe di nuovo far asse con Renzi Eppure i suoi guai con la magistratura non sono affatto finiti

di GIORGIO DELL’ARTI gda@gazzetta.it

A casa Berlusconi si festeggia la sentenza della Corte di Cassazione con la quale è stato confermato il verdetto d’assoluzione emesso dai giudici dell’Appello in merito al processo Ruby, quello delle cosiddette cene eleganti. In concreto l’esultanza di Berlusconi si traduce in tre idee: essere risarcito in qualche modo per i patimenti sofferti dal 2011 in qua; superare la legge Severino; quindi, riacquisire un titolo pieno a ridiscendere politicamente in campo.

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Idee realistiche? Mah. Il risarcimento mi pare più un’idea propagandistica delle prime ore, senza sviluppi possibili. Qualunque cosa si pensi della Boccassini, l’iniziativa è stata presa con un quadro normativo diverso da quello in vigore al momento dell’Appello e della Cassazione. L’assoluzione è stata poi frutto di una discussione finale lunghissima (quasi dieci ore), ricca di sottigliezze giuridiche, come sapremo meglio tra 90 giorni, quando potremo leggere le motivazioni. Il superamento della legge Severino, che vieta ai condannati già in primo grado di occupare

NOTIZIE TASCABILI IL LEADER GRECO MINACCIA LA GERMANIA

Carri allegorici al carnevale di Dusseldorf: Tsipras con fionda contro la Merkel

cariche istituzionali, potrebbe invece realizzarsi: Renzi ha da gestire in Campania il caso De Luca, sindaco di Salerno, condannato ma vincitore delle primarie del Pd per la carica di governatore regionale. Allo stato attuale, se corresse e vincesse, non potrebbe insediarsi. È possibile che un accordo RenziBerlusconi sulla Severino riporti in auge il Patto del Nazareno, anche se finora Renzi s’è tenuto alla larga dalla questione. Quanto al ritorno in campo temo che l’uomo di Arcore si faccia troppe illusioni: il partito è a pezzi e privo di linea, il conflitto di interessi opera all’incontrario, passate le regio-

nali Berlusconi dovrà di nuovo sottomettersi al premiersegretario. Più che il ritorno in campo vedo una trasformazione profonda del centro-destra, come esito finale però di una esplosione-frantumazione, che produrrà nuovi leader, nuove sigle e nessuna chance di andare al governo per un pezzo. In questo scenario, non c’è posto per il signore di Arcore.

tola per «induzione a rendere dichiarazioni mendaci all’autorità giudiziaria». L’accusa è collegata alle escort che gli venivano portate nelle sue residenze nelle estati 2008 e 2009. Infine è in corso a Napoli il processo per la compravendita dei senatori al tempo del governo Prodi (tre milioni versati a De Gregorio per indurlo a cambiare campo, ecc.)

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Tra l’altro i guai con la magistratura non sono finiti. No. Incombe prima di tutto il processo Ruby ter: la Procura di Milano sostiene che Berlusconi ha pagato i testimoni del processo Ruby per persuaderli a deposizioni a lui favorevoli o almeno non compromettenti. Secondo l’accusa i pagamenti sarebbero avvenuti attraverso conti esteri e con intermediari. Si tratta di molte decine di migliaia di euro. Chiusura dell’inchiesta tra la fine di aprile e i primi di maggio. Entro quella data, però, i giudici del Tribunale di Sorveglianza, quelli che hanno tenuto sotto osservazione Berlusconi durante la pena di Cesano Boscone, dovranno dichiarare che l’imputato si è effettivamente riabilitato, e questa dichiarazione, che sancirebbe l’estinzione della pena, potrebbe essere messa in forse proprio dalle conclusioni dell’inchiesta Ruby ter: se Berlusconi non fosse riabilitato, dovrebbe scontare un anno di pena ai domiciliari. Il 10 aprile, poi, a Bari, udienza preliminare del processo in cui Berlusconi è imputato con Lavi-

LA CHIAVE

Silvio dopo la decisione della Cassazione pensa di chiedere i danni per i torti che avrebbe subito Il centro-destra va verso una frantumazione, sarà difficile rimanerne il leader indiscusso

Eppure, se andiamo a vedere, nel match con il suo avversario principale, cioè la Procura di Milano, Berlusconi è in vantaggio… Molto in vantaggio. Dal 1995 a oggi la Procura di Milano gli ha intentato 20 processi. Berlusconi è sgusciato via 19 volte: sette prescrizioni, due proscioglimenti per intervenuta amnistia, 10 assoluzioni. Una sola condanna: quella per il processo Mediatrade che lo ha sgombrato dal Senato e dalla vita politica costringendolo alla rieducazione di Cesano Boscone.

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Come ha fatto a uscire vivo anche da questa storia di Ruby? Perché l’avvocato Coppi, abbandonata ogni tentazione di trasferire il processo sul piano politico l’ha tenuto strettamente sul piano del diritto. E sul piano del diritto l’accusa avrebbe dovuto dimostrare il cosiddetto «ultimo gradino»: anche riconoscendo che Berlusconi pagava le ragazze, anche ammettendo che i funzionari di polizia fossero felici di fare un piacere al presidente del Consiglio, non è stato dimostrato né che Berlusconi sapesse dell’età minore di Ruby né che abbia pressato in qualche modo, con minacce o lusinghe, i poliziotti a cui aveva raccontato che la ragazza da consegnare alla Minetti era la nipote di Mubarak. In assenza di queste prove capitali, la condanna non era possibile. Così hanno detto i giudici dell’Appello e così hanno confermato quelli della Cassazione.

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Era un processo che non andava cominciato? È un fatto che le supposte vittime del supposto reato – Ruby e i funzionari della Questura – non hanno suffragato le tesi dell’accusa.

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LO SCONTRO IN VENETO

Lega nel caos Affondo di Tosi «Salvini sleale Un dittatore»

L’ex leghista Flavio Tosi, 45 anni ANSA

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l giorno dopo dell’espulsione di Flavio Tosi dalla Lega, volano gli stracci. Il sindaco di Verona convoca una conferenza stampa e attacca il segretario Salvini: «Visto che le decisioni le ha prese il segretario federale, la delusione sui comportamenti anche umani è nei confronti del segretario federale, cioè di Matteo Salvini». Tosi ha un’idea ben precisa del perché sia avvenuta la frattura: «Resto convinto che il motivo fosse altro. Secondo me Salvini voleva il controllo dittatoriale della Lega Nord, e di questo si assume la responsabilità». Ma, al tempo, stesso ammette di aver accusato il colpo e parla di « 25 anni di impegno e di passione». Mentre, più tardi, al Tg2 dice: «Ora penserò al mio futuro. Questa è una brutta botta, anche psicologicamente». I dissidi con Salvini sulla gestione del partito e sulla ricandidatura di Zaia alle Regionali, alla dine sono risultati insanabili. Il segretario leghista non ha voluto ritirare il commissariamento della Liga Veneta e ieri non ha risposto alle accuse di Tosi: «Non rispondo a chi insulta», per poi aggiungere «Non stiamo a piangerci addosso». SI CANDIDA? Adesso Tosi varerà una sua lista per correre alle Regionali? Mentre i suoi fedelissimi lasciano la Lega per iscriversi alla sua fondazione, Il Faro, il sindaco veronese prende tempo: «Mi prendo due giorni». Ma le sirene centriste si fanno sentire. «Se Tosi si candida è una chance che tutti dovremo valutare con grande attenzione» dice Angelino Alfano, leader di Ncd.

DOPO LE RIFORME

ARRESTATO A NAPOLI GRAZIE A INDAGINI SUL WEB

Draghi è sicuro «Giusta direzione» Borse Ue in festa

Tremendo! Violenta il figlio di 11 anni e lo «mette in vendita» via Internet

● La crescita nell’Eurozona «ha invertito la rotta» e il Qe «contribuirà» a far risalire l’inflazione. Nella sua prima uscita dopo il maxi piano d’acquisto di Bond, il presidente Bce parla di «evoluzione nella giusta direzione», mentre l’euro ai minimi da 12 anni scende a 1,06 dollari e le borse europee volano.

Ancora un caso di violenza sui minori

GIÙ ANCHE ITUNES

ALL’UDIENZA GENERALE

Danni di guerra, Tsipras a Berlino «Pagate o vi confischiamo i beni»

Lungo blackout L’Osservatorio per l’Apple Store Giovani-Editori Panico sul web in visita al Papa

● Atene insiste e gioca la carta del nazismo con la Germania. Il governo di Alexis Tsipras ritiene che sia «un dovere morale» dei tedeschi pagare le riparazioni di guerra, e il suo ministro della Giustizia, Nikos Paraskevopoulos, afferma di valutare perfino l’opzione di una confisca dei beni alemanni in Grecia. Minacce che il governo di Angela Merkel lascia cadere nel vuoto: per Berlino «la questione è chiusa sia giuridicamente che politicamente», spiega ancora una volta il portavoce della cancelliera, Steffen Seibert. A sua volta, il premier Tsipras si è detto a favore della riconvocazione della Commissione parlamentare sui danni di guerra, sottolineando che la soluzione del problema dei risarcimenti tedeschi è un dovere storico.

● Lamentele da parte di mezzo mondo, calo dei titoli in Borsa e gli hashtag #itunesdown e #appstoredown di tendenza su Twitter. Sono gli effetti del blackout di ieri dei due popolarissimi servizi Apple, iTunes e Apple Store appunto, down per moltissime ore per un problema di server: «La causa è un errore interno Dns» hanno scritto.

● Avanti !” con queste parole Papa Francesco ha invitato Andrea Ceccherini, presidente dell’Osservatorio Permanente Giovani-Editori, a continuare l’opera intrapresa a favore dei giovani e della loro formazione. L’Osservatorio ha incontrato il Papa al termine dell’Udienza Generale, per un saluto, in occasione dell’apertura dei

● Quando la polizia lo ha arrestato, il padre ha subito confessato. Il figlio, invece, nel tentativo di proteggere il genitore, non voleva raccontare nulla. Poi si è liberato di tutto. È finito così l’incubo di un bimbo di 11 anni di Napoli, il cui padre lo violentava e, attraverso Internet, lo proponeva in “vendita” ad eventuali “acquirenti”, anche mostrando foto in pose oscene. Gli agenti sono risaliti a lui proprio monitorando il web e incrociando tutti i siti in cui l’uomo compariva con il suo soprannome: hanno creato dei profili fasulli e hanno finto di essere interessati ad un rapporto con quel bambino. Ma, all’appuntamento, si sono presentati con le manette. Ora si indaga per verificare l’esistenza di una rete di pedofili. Per evitare un ulteriore choc, il ragazzino resterà comunque con la sua famiglia.

ACCUSA DI MAXI FRODE

Evasi 300 milioni È nei guai il “re” del poker online Andrea Ceccherini e il Papa festeggiamenti per i 15 anni dell’Organizzazione che porta avanti il progetto “Il Quotidiano in Classe”. In quest’anno scolastico vi prendono parta 2.082.504 studenti delle scuole secondarie superiori di tutto il Paese.

● La Guardia di Finanza di Roma ha scoperto una maxi frode fiscale da 300 milioni di euro in quattro anni da parte del colosso del poker online Pokerstars. Denunciato l’a.d. del gruppo che in una nota ha ribadito di aver «operato nel pieno rispetto delle leggi locali». Pokerstars dovrà ora affrontare gli accertamenti dell’Agenzia delle Entrate.


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Gli jihadisti d’Italia nascono in carcere «Massima allerta» 1Allarme dell’Antiterrorismo sui «foreign fighters» Intanto l’Isis mostra le prime crepe e arretra a Tikrit Elisabetta Esposito

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vero, la propaganda web dell’Isis fa paura. Messaggi diretti e indiretti attraversano il mondo senza controllo, richiami alla Jihad in grado di trovare in qualche lupo solitario una drammatica sponda per un attacco. Ma in Italia il rischio di radicalizzazione arriva da un terreno molto più concreto: le carceri. È qui che secondo il direttore del nostro Antiterrorismo, Mario Papa, vengono reclutati i nuovi militanti pronti a tutto. «Più del jihadismo da tastiera, il pericolo è nelle prigioni», dice chiaro riprendendo un allarme lanciato giorni fa anche dal ministro della Giustizia Orlando. Sono circa diecimila i musulmani tra i 54 mila detenuti in Italia. In un ambiente come quello carcerario, in cui si vivono da tempo situazioni al di sotto dell’umana sopportazione per sovraffollamento e non solo, è chiaro che un carismatico estremista potrebbe senza troppa fatica fare proseliti sui detenuti più deboli e emarginati. I numeri da noi al momento non sono eccessivi, ma la preoccupazione resta. Tolti i lupi solitari, che non sono calcolabili fino a che non decidono di entrare in azione, sono 65 i foreign fighters legati all’Italia: molto pochi rispetto ai 1500 della Francia, gli 800-1000 della Gran Bretagna o i 650 della Germania. «I numeri sono esigui — sottolinea Papa — ma occorre stare attenti al momento del rientro, visto pure che i raid della coalizione e le crisi interne al movimento, che mettono in luce le prime crepe, potrebbero accelerare il processo di ritorno. L’attenzione deve restare

L’Isis ha distrutto un altro sito archeologico: un tempio Sufi in Libia ANSA

RÈ francese il bimbo che uccide un prigioniero nell’ultimo video del Califfato

altissima: quest’organizzazione sa sviluppare una politica di welfare in grado di parlare alla mente e alla pancia della gente, qualcosa che ricorda la camorra». A confermare il momento di flessione dello Stato Islamico è intervenuto anche il segretario di Stato Usa, John Kerry: «Il Califfato perde slancio, mostra i primi segni di spaccatura». L’AVANZATA L’Isis sta arretrando anche a Tikrit, incalzata dall’esercito iracheno che ha ripreso il controllo dei palazzi presi-

denziali della città di Saddam Hussein. Ma continuano gli attacchi ai siti archeologici: ieri è toccato a un tempio Sufi in Libia, distrutto con bulldozer e martelli. IL BOIA BAMBINO In Francia Hollande prolunga le misure di sicurezza eccezionali del post Charlie Hebdo fino all’estate. Ma a far parlare è il bambino immortalato nell’ultimo video dell’Isis mentre uccide un ostaggio con un colpo alla testa. Sembra sia di nazionalità francese (anche se i controlli sono ancora in corso), così come l’uomo che gli sta accanto, identificato come Sabri Essid, già noto agli 007 perché legato a Mohammed Merah, l’uomo che tre anni fa uccise sette persone, tra cui tre bimbi ebrei, tra Tolosa e Montauban. © RIPRODUZIONE RISERVATA

L’APPUNTAMENTO

Dopo Rai e Pirellone alle Giornate Fai anche Palazzo Chigi

Alcune aree del Palazzo Ducale di Sassuolo saranno aperte per la prima volta

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l Grattacielo Pirelli o l’archivio storico Ricordi (con i manoscritti di Puccini e Verdi) a Milano, la Cattedrale di Matera chiusa da 15 anni per restauro, stanze del Palazzo Ducale di Sassuolo mai aperte al pubblico, il Salone d’Onore del Coni a Roma, l’Accademia dell’Agricoltura di Torino, il Torrione Sant’Angelo di Bisceglie visibile per la prima volta

in assoluto e le cinque storiche sedi Rai dal Piemonte alla Sicilia. Ecco solo una manciata delle tantissime meraviglie italiane che si potranno scoprire nella 23a edizione delle Giornate Fai di Primavera, in programma sabato 21 e domenica 22 marzo. Dalle chiese alle caserme, dai giardini agli studi televisivi, dai mulini alle distillerie, sono ben 780 le visite a

contributo libero che si potranno fare in 340 località nel weekend dedicato ai Beni Culturali, che si lega anche a una raccolta fondi in tutela del nostro patrimonio (sms o telefonata al 45507). SALVARE L’ITALIA Tra le novità di quest’anno ce n’è una che rende particolarmente orgogliosi gli organizzatori: «Stavolta anche Matteo Renzi ha aperto le porte al Fai», ha detto Andrea Carandini, presidente del Fondo Ambiente Italiano presentando l’iniziativa a Palazzo Chigi. E sarà proprio la sede del Governo una delle più importanti attrazioni delle Giornate: il palazzo secentesco, in assoluto uno dei più belli della Capitale, aprirà infatti alcune delle sue sale più nobili come quella delle Scienze o quella dei Mappamondi. «In 22 anni — ha raccontato ancora Carandini — abbiamo mostrato 8.500 beni a quasi 8 milioni di persone, ora attendiamo un altro mezzo milione di visitatori. Ogni anno raccogliamo circa 20 milioni di euro, quest’anno si punta ai 21». Tutte le informazioni su visite e prenotazioni si possono trovare sul sito www.giornatefai.it.

IL GIALLO IN RUSSIA

Caso Nemtsov Il ceceno ritratta «Io, innocente»

LOTTA ALLE DROGHE

Shock in Irlanda L’ecstasy è legale Poi il dietrofront 1Una sentenza

Zaur Dadayev, il ceceno in cella ● Sempre più debole il movente islamista dietro l’assassinio dell’oppositore del Cremlino. Zaur Dadayev, uno dei cinque sospettati per l’omicidio di Boris Nemtsov, ha smentito di aver confessato il delitto avvenuto il 27 febbraio scorso. Lo scrive il tabloid «Moskovski Komsomolets» riferendo di una visita, nel carcere Lefortovo di Mosca, a lui e ai suoi cugini Anzor e Shagid Gubashev (anche loro indagati) da parte della commissione di controllo dei diritti umani dei detenuti, di cui fa parte un giornalista del quotidiano. Zaur avrebbe confessato sotto tortura. Il cugino Shagid ha raccontato che chi lo ha catturato lo avrebbe picchiato e intimato di dichiararsi colpevole. «Continuavano a gridare: “hai ucciso tu Nemtsov? Io dicevo loro di no”» ha detto l’ex vice comandante di un battaglione ceceno, dopo aver fatto vedere i segni delle manette ai polsi e di un presunto incatenamento ai piedi, e denunciando di essere stato «incappucciato» dopo la cattura. Inoltre, gli avrebbero detto che se avesse confessato lo avrebbero lasciato andare. Intanto ci sarebbero altre novità sul fronte investigativo. Il giornale «Novaia Gazeta», dove lavorava la reporter assassinata Anna Politkovskaya, sostiene che l’organizzatore del delitto è un certo Ruslan, ex del battaglione ceceno Sever e imparentato con due pezzi grossi del mondo politico russo vicini al leader ceceno Ramzan Kadyrov, fedelissimo di Putin.

svela un “buco” legislativo: corsa nella notte per rimediare all’errore

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i credeva che le “droghe” più popolari in Irlanda fossero la Guinness e il rugby. Macché. Per una notte, sull’isola verde, è diventato legale assumere ben altro: ecstasy, funghi magici, droghe sintetiche e prodotti come la ketamina (un anestetico usato nella chirurgia infantile e veterinaria, che in dosi elevate causa effetti allucinogeni molto simili a quelli dell’LSD) o un potente stimolante come la metanfetamina. Il via libera è stato dato solo al consumo di questi stupefacenti, non alla loro vendita o cessione, che sono rimasti reati. Cambia poco, la notizia ha fatto in un lampo il giro d’Europa. Tutta colpa di un clamoroso cortocircuito legislativo: una sentenza della Corte Costituzionale ha infatti cancellato all’unanimità la legge del 1977 sull’abuso di droghe, sulla base del fatto che l’aggiunta del mefedrone (il «meow-meow», una droga sintetica venduta online che ha fatto vittime nei rave party) all’elenco delle sostanze illecite, è avvenuto senza preventiva consultazione dell’Oireachtas, il parlamento irlandese. IRONIE E così, in piena notte, il ministro della Sanità di Dublino, Leo Varadkar, ha dovuto firmare un decreto d’urgenza per esorcizzare il vuoto legislativo che avrebbe reso autorizzate queste sostanze. Poi la Camera Bassa del Parlamento ha approvato d’urgenza il divieto di consumo dei prodotti liberalizzati. Il testo è ora in viag-

Alcune pastiglie di ecstasy SESTINI

gio verso il Senato, per poi planare sulla scrivania del presidente, una corsa contro il tempo per rimediare al pasticcio. Che ha suscitato anche molte ironie: non è comune che un ministero della Sanità emetta un comunicato in cui si legge che «tutte le sostanze controllate sulla base di provvedimenti del governo basati sul testo di legge cessano di esser controllate con effetto immediato e il loro possesso cessa di essere un reato». Sembra il tormentone di una commedia. IN ITALIA Secondo i dati diffusi in febbraio dal Centro di monitoraggio europeo sull’uso di droghe, ogni anno più di 6 mila tossicodipendenti muoiono di overdose nell’Unione europea. Sempre nella Ue (dati 2013), il 4% dei decessi fra i giovani tra i 15 e i 39 anni è causato da abuso di stupefacenti e proprio l’Irlanda è uno dei Paesi in cui questa percentuale si eleva fino al 12%, dietro all’Estonia (21%) e alla Norvegia (14%). In Italia il Dipartimento Politiche Antidroga segnalava, a metà 2014, come il 21% della popolazione scolastica avesse fumato cannabis almeno una volta nella vita (il 3% cocaina, il 2% eroina, quinto posto in Europa). f.riz. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Conti Rcs, perdite ridotte della metà Ricavi in crescita ● Rcs MediaGroup chiude l’esercizio 2014 con perdite per 110,8 milioni, dimezzate rispetto al rosso di 218,5 milioni del 2013. I ricavi consolidati sono pari a 1.279,4 milioni in calo del 2,6%. È quanto è emerso ieri durante il Cda del gruppo per l’approvazione dei conti. A fine anno l’indebitamento netto del gruppo è di 482,5 milioni e in calo di 36 milioni rispetto a fine giugno. Rcs MediaGroup prevede tuttavia per il 2015 «il ritorno ad un ebit positivo a livello consolidato, tale da poter sostanzialmente pareggiare il carico degli oneri finanziari, necessaria premessa per un prossimo ritorno all’utile consolidato». Con i proventi della cessione della controllata Libri — ha spiegato l’a.d. Pietro Scott Jovane — Rcs punta a realizzare «primariamente, ma non esclusivamente» acquisizioni. Sono le news, a cominciare dai quotidiani in Italia e Spagna, e lo sport le aree in cui Rcs — come ha ribadito Jovane in conference call con gli analisti — vede delle «opportunità strategiche».

PRIMA LO SVAGO: È LINKEDIN ITALIA ● Otto milioni di iscritti e festa nei nuovi uffici milanesi per Linkedin Italia, inaugurato a Porta Garibaldi. Il servizio web gratuito per lo sviluppo di contatti professionali è arrivato da noi nel 2011, «e in ufficio eravamo in quattro — racconta Marcello Albergoni, country manager per l’Italia — adesso siamo in 25 e il network è in pieno sviluppo». Si vede anche dagli uffici, che fanno tanto California, con il lavoratore messo a suo agio tra un’amaca e un giardinetto, il ping pong, il calcio balilla e la playstation, le chitarre e le biciclette, la cucina e addirittura una stanza-cantina con poltrone in pelle e bottiglie di vino. L’obiettivo di crescita per i prossimi dieci anni del sociale network è quello di «rivolgerci a tutti i settori produttivi e non soltanto ai cosiddetti white collar».


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GIOVEDĂŒ 12 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Brachetti: Chi crede alle illusioni vive di piڝ

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LA TENDENZA

Da cartone a film Burton dirige il nuovo Dumbo

1Il “reâ€? dei trasformisti in tournĂŠe

ÂŤNon basta il trucco, devi raccontareÂť Francesco Rizzo

DIVENTARE GRANDI Ăˆ COME PASSARE UN NUOVO LIVELLO QUANDO SI GIOCA CON UN VIDEOGAME

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diava il calcio. E in seminario l’unica alternativa alle partite sotto la pioggia era il covo di un salesiano illusionista. E lĂŹ si rifugiava a 11 anni Arturo Brachetti, che oggi, a 57, è il principe dei trasformisti. Ma sa che crescere è fare i conti con il passato e lo racconta nel suo nuovo show, Brachetti che sorpresa!, oggi nella sua Torino, da martedĂŹ a Milano, in aprile a Roma. Uno show che nasce da una valigia. PerchĂŠ? ÂŤPerchĂŠ immagino che dentro una valigia ciascuno di noi possa trasportare tutte le parti di

ARTURO BRACHETTI ATTORE

sĂŠ: l’infanzia, l’adolescenza, l’etĂ adulta. Sono come i livelli di un videogioco. Diventare grandi è salire di livello ma senza dimenticare ciò che siamo stati: non posso vivere sempre da Peter Pan ma senza il mio Peter Pan non inventerei nullaÂť.

Arturo Brachetti, 57 anni, ha debuttato quando era appena quindicenne

L’elefantino Dumbo (film del 1941) e il regista Tim Burton ANSA

Ăˆ arrivato a interpretare cento personaggi in una serata: quanto si allena? ÂŤDurante le prove anche 17 ore al giorno, in tournĂŠe venti minuti e poi ginnastica prima di dormire. Quando ho cominciato ero l’unico, poi è arrivata la concorrenza e qualche segreto è stato rubato: non ci sono libri per imparare il trasformismo. Ma nessuno mi ha portato via il software: inserire la magia in un racconto. In questo show uso anche il laser però l’emozione nasce dai sentimentiÂť.

L’

Ma lo sa che “trasformistaâ€?, per esempio in politica, non è proprio un complimento?

ÂŤEssere trasformisti richiede l’intelligenza di saper cambiare. Purtroppo, ultimamente, non sono cambiamenti in meglio. Ma la magia — come la religione e la superstizione — è indispensabile, perchĂŠ noi uomini abbiamo bisogno di credere di poter manipolare la natura ed essere padroni della nostra stessa esistenza. Cosa che non è. Ma sa qual è il bello?Âť. Dica... ÂŤSolo in scena divento il sogno di me stesso, un eterno giovane che può essere tutto. Come diceva Fellini, a furia di raccontarle, le balle diventano realtĂ Âť. Š RIPRODUZIONE RISERVATA

DA OGGI AL CINEMA

1Esce la pellicola presentata alla Berlinale

La protagonista: ÂŤHo passato 7 mesi in piscinaÂť Erika Riggi

ÂŤS

opra il filo dell’acqua, l’armonia, la bellezza. Sotto, il caos, un mulinare di braccia e gambe, la fatica. Ecco il nuoto sincronizzato: metafora perfetta della vita, su cui Lamberto Sanfelice ha costruito Cloro. Opera prima prodotta da Ginevra Elkann, selezionata al Sundance Film Festival e alla Berlinale, nelle sale da oggi, il film si

Una scena del film ÂŤCloroÂť, diretto da Lamberto Sanfelice

regge sulle spalle strette di Sara Serraiocco, ex ballerina, già Chiara nella miniserie Francesco della Cavani. Interpreta la diciassettenne Jenny, aspirante campionessa di nuoto sincronizzato costretta a trasferirsi da Ostia alle aspre montagne della Maiella, in Abruzzo, col padre malato e il fratellino. La piscina dell’albergo dove lavora come cameriera diventa il luogo segreto dei suoi allenamenti notturni. Scene oniriche, in cui si riflette il sogno di un’adolescenza indomita, che non vuol cedere il passo all’età adulta. Per prepararmi ho trascorso sette mesi molto duri tra le ragazze del Foro Italico, a Roma — racconta l’attrice,

OROSCOPO LE PAGELLE di ANTONIO CAPITANI 21/4 - 20/5 TORO

21/5 - 21/6 GEMELLI

22/6 - 22/7 CANCRO

23/7 - 23/8 LEONE

24/8 - 22/9 VERGINE

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6-

6-

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La fortuna, vi palpeggia. CosĂŹ realizzate, ottenete, seminate bene a tutto campo. Ottimo! L’ormone è un cicinin sauvage, facile all’accensione.

La strada verso il successo è dritta, non tortuosa o irta di cocci di vetro come credete. Il lavoro chiede tanto, ma premia. E il sudombelico espleta.

Aleggiano tensioni di vario genere, specie nei rapporti. Conservate la luciditĂ di giudizio, anche nella scelta degli alleati. Fornicazione solo immaginata.

Niente manie di precisione: ricavereste risultati pessimi e troppo stress. C’è un cicinĂŹn di understatment suino, ma la qualitĂ del sex si eleverĂ .

Le buone chance arrivano all’improvviso: afferratele, tirando quanta piĂš acqua potete al vostro mulino. Ampia e gustosa è la scelta suina.

La Luna è storta. E voi fate presto ad abbattervi o a sclerare nel lavoro e nel privato. Urgono autocontrollo e obiettività . Pure fornicando.

23/9 - 22/10 BILANCIA

23/10 - 22/11 SCORPIONE

23/11 - 21/12 SAGITTARIO

22/12 - 20/1 CAPRICORNO

21/1 - 19/2 ACQUARIO

20/2 - 20/3 PESCI

7+

7

7+

6

7+

5,5

Segnali incoraggianterrimi toccano il lavoro. Se invece siete a spasso, potreste ricevere good news. Meno incoraggianti le prospettive suine.

I risultati nel lavoro si profilano concreti. Vi giungono pure conforti finanziari e stima da piÚ persone. La fornicazione è minimal, però.

Fiuto e carisma vi fanno arrivare dove e a chi volete, grazie anche a un opportuno colpo di glutei. Si delineano espletamenti suini con vigor giovanile. Godeteveli.

Ok, gli altri non capiranno pure a beat cipp. Ma cooperate, per favore. Anche nelle suine intimitĂ . Senza ire da serial killer nĂŠ sfigosolitudo inutili.

La tabella di marcia viene rispettata da tutti voi perchĂŠ create un clima di cooperazione compatto e proficuo. Fornicazione cavernicolina.

La Luna s’incaglia e gli impicci, forse, si sommano su piÚ fronti. Non strozzate nessuno, siate metodici. E ravvivate un po’ la fornicazione, smortina.

24 anni — . Nelle atlete ho rivisto la passione e la disciplina che avevo anch’io e la spensieratezza di un’etĂ che per me è finita: l’odore del cloro mi è entrato nelle narici, come quello della pece quando vivevo di danza, e a un certo punto non ho potuto piĂš farne a menoÂť. Sanfelice, che in principio aveva ipotizzato di scegliere un’atleta vera come protagonista, ha cercato di restituire lo spirito dello sport anche grazie al supporto del tecnico Laura De Renzis e della nuotatrice Chiara Romano. Con lei la protagonista si è allenata, ha fatto propria la lezione dell’acqua, per imparare a rimanere a galla. Š RIPRODUZIONE RISERVATA

CONSIGLI

21/3 - 20/4 ARIETE

una giovane donna piĂš consapevole. E mentre è in preparazione La bella e la bestia, con l’ex-Hermione di Harry Potter Emma Watson che interpreta Bella, Sofia Coppola lavora a una nuova La sirenetta. L’impatto di esperimenti precedenti, come la fiaba dark Maleficent o incassi come il 1 miliardo di dollari abbondante di Alice in Wonderland (regia proprio di Burton, che ora produce il sequel) incoraggiano, anche se gli esperti di Hollywood avvertono: per staccare tanti biglietti i personaggi devono saper colpire spettatori di etĂ diverse. Il cartone deve diventare “vivoâ€?. Š RIPRODUZIONE RISERVATA

CLARKSON NEI GUAI: PETIZIONE WEB PER FARLO TORNARE

Cloro, il nuoto sincronizzato è una metafora

ultimo annuncio riguarda Dumbo diretto da Tim Burton: ovvero, il classicissimo cartone del 1941, miglior successo della Disney negli anni di guerra, diventerĂ un film con attori in carne e ossa. Non stupisce: il regista di Edward mani di forbice ama le storie di outsider come l’elefantino dalle grandi orecchie. Ma la tendenza è evidente, sempre piĂš cartoni diventano film veri e propri. Oggi esce Cenerentola, con Cate Blanchett nel ruolo della matrigna, in cui il regista Kenneth Branagh fa evolvere la ragazzina trepidante in

Sospeso il conduttore di Top Gear Ha preso a pugni un produttore â—? Jeremy Clarkson è il conduttore di punta di ÂŤTop GearÂť, uno dei programmi televisivi sui motori piĂš famosi al mondo. E Jeremy Clarkson (nella foto), 54 anni e oltre 4 milioni e mezzo di follower su Twitter, è stato sospeso dalla Bbc per aver dato un pugno a uno dei produttori della trasmissione. ÂŤL’episodio previsto per domenica prossima — si legge nella nota rilasciata sul sito dell’emittente britannica — non verrĂ trasmesso e su Clarkson è stata

LO SPORT IN TV

ÂŤMAJOR CRIMESÂť

SE IL CAPO DELLA POLIZIA Ăˆ UNA DONNA Il potere è donna ma non è cosĂŹ facile esercitarlo, soprattutto in un mondo di uomini: lo sa bene Sharon Raydor (l’attrice Mary McDonnell, Alzata Con Pugno di ÂŤBalla coi lupiÂť), capo della divisione Major Crimes della polizia di Los Angeles. In prima tv su Rete 4, la seconda stagione della serie “proceduralâ€? nata come spin off di ÂŤThe CloserÂť. Il “papĂ â€? della serie è lo stesso, James Duff. DA VEDERE STASERA SU RETE 4 ALLE 00.30

aperta una procedura di indagineÂť. Situazione difficile, in cui il pungente inglese era finito anche lo scorso maggio, quando venne accusato di aver utilizzato un termine razzista. All’epoca gli venne detto che non sarebbero stati tollerati altri eccessi. E in effetti un pugno a un produttore un po’ eccessivo è... In bilico c’è tutta la trasmissione e l’unica speranza a questo punto sembrano essere i fan che in poche ore hanno raccolto oltre 450 mila firme per fare restare Clarkson.

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GIOVEDÌ 12 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT


III

EVA

Giovedì 12 marzo 2015

AUTO, PILOTI, TV: LA GUIDA COMPLETA ALLA STAGIONE CHE PARTE

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VI

COPPIA CIFRE

SEB BATTEZZA LEWIS E NICO. ALBO D’ORO, LA SUA SF15-T «LA W06 RESTA NUMERI E GETTA LA SFIDA IMBATTIBILE» E RECORD

Vettel e Ferrari Forza, è l’ora del riscatto

1COMINCIA DA MELBOURNE LA CACCIA AL TITOLO

MERCEDES STRAFAVORITA. ALONSO GRANDE ASSENTE

L'ANALISI di ANDREA CREMONESI

LA ROSSA NON HA OBBLIGHI PUÒ ESSERE UN VANTAGGIO

I

l digiuno dura da 669 giorni. Fa impressione solo a scrivere quanto tempo è passato dall’ultimo successo della Ferrari in una gara iridata. Era il 12 maggio 2013, giorno del GP di Spagna. A Maranello comandava Luca di Montezemolo, a dirigere il box del Cavallino c’era Stefano Domenicali; mentre a salire sul gradino più alto del podio, davanti ai propri tifosi ebbri di gioia, Fernando Alonso che, avendo già vinto poco meno di un mese prima (il 12 aprile) in Cina, cominciava coltivare il sogno di poter lottare per campionato con una vettura progettata da Nikolas Tombazis e gestita da Pat Fry. Nessuno di loro è più a Maranello perché da quel GP di Spagna sono seguite solo delusioni, culminate in un 2014 che è stata tra le stagioni peggiori che si ricordino. La Ferrari, giunta impreparata all’avvento dell’ibrido, ha colto solo due podi, scatenando la reazione di Sergio Marchionne, autore della più grande rivoluzione che si sia mai vista nell’azienda modenese. Perché è vero che a fine ‘61 il Grande Vecchio decapitò il vertice aziendale, ma c’era sempre lui a costituire un elemento di continuità. Marchionne ha assunto in prima persona la responsabilità del Cavallino e con una buona dose di coraggio ha affidato la direzione della

Gestione Sportiva a Maurizio Arrivabene, che sino a 5 mesi fa curava gli interessi del maggior sponsor della scuderia e non ha esperienza diretta nella gestione di un team. Al posto di Alonso, è stato ingaggiato Sebastian Vettel, la cui stella è stata offuscata dal 3-0 inflittogli un anno fa da Ricciardo, primo appunto in tre occasioni mentre Seb è rimasto a bocca asciutta, ed è stato confermato un Kimi Raikkonen, uscito «stracciato» dal confronto con Fernando e dunque giudicato al capolinea. Tanto coraggio è stato premiato perché in pochi mesi il quadro è cambiato: Vettel è arrivato a Maranello con una umiltà che ha piacevolmente sorpreso tutti e si è calato nel ruolo di uomo con una pignoleria che ricorda quella di Schumacher, Raikkonen ha ritrovato fiducia in una SF15 T che è nata bene. Insomma le basi per una buona stagione ci sono, anche se sarà durissima lottare con le Mercedes. Certo per la prima volta la Ferrari si schiera al via senza velleità iridate e questo stride con la sua storia, le sue risorse e la competenza dei suoi uomini. Ma non porsi degli obiettivi se non minimi, vincere due gran premi, può anche togliere quella pressione che spesso ha frenato creatività e voglia di osare. Ora, invece, si può. Anzi Marchionne lo esige. © RIPRODUZIONE RISERVATA


II

Motori R GP Australia

FORMULA 1 MONDIALE 2015

GIOVEDÌ 12 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

AUSTRALIA

MALESIA

CINA

BAHRAIN

SPAGNA

MELBOURNE 15 MARZO

SEPANG 29 MARZO

SHANGHAI 12 APRILE

SAKHIR 19 APRILE

MONTMELÒ 10 MAGGIO

LUNGHEZZA PISTA: 5.303 m GIRI: 58 DISTANZA: 307,574 km

LUNGHEZZA PISTA: 5.543 m GIRI: 56 DISTANZA: 310,408 km

LUNGHEZZA PISTA: 5.451 m GIRI: 56 DISTANZA: 305,066 km

LUNGHEZZA PISTA: 5.412 m GIRI: 57 DISTANZA: 308,238 km

LUNGHEZZA PISTA: 4.655 m GIRI: 66 DISTANZA: 307,104 km

SI PARTE

Formula noia? Macché, ecco dieci motivi per alzarsi alle 6 PINO ALLIEVI Ancora poco e avremo il primo responso della pista di Melbourne. Il Mondiale 2015 comincia con un Gran Premio-lotteria, perché non è così indicativo tecnicamente. Per questo è più divertente e apre il pronostico a tanti nomi. Dal GP di Malesia e soprattutto da quello cinese avremo un’idea più chiara dei valori in campo. Nel frattempo si vive l’attesa di un campionato che non sembra scontato come quello precedente. Tanti i motivi per seguirlo e altrettanti gli interrogativi. Vediamo quindi i 10 elementi che ci spingono a guardare con occhio diverso il Mondiale 2015.

3

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8

● La Renault si guarda attorno per ricostituire un suo team, nel quale fabbricarsi la macchina intera. Reazione alle critiche aspre di Red Bull. Per ora c’è stato un approccio per vedere se la squadra da comprare possa essere la Toro Rosso, ma c’è stata anche curiosità con Lotus e Sauber, senza però reciproca soddisfazione. Questione poco tempo e lo sapremo.

● Marchionne ha rinnovato il team: poca gente nuova di grido e tagli nei doppioni. E ha scelto Arrivabene a capo della Ges. Ora, senza Montezemolo, deve dimostrare che il cambio funziona. Poi c’è Arrivabene, da sempre vicino alla F.1, ma che non ha mai gestito mille persone destinate a diventare una forza come ai tempi di Schumi-Todt-Brawn. Buone premesse, ma c’è fretta.

● Regazzoni portò Lauda in Ferrari e poi ci litigò. Rosberg ed Hamilton ora parlano il minimo possibile: reggerà l’amicizia tra Vettel e Raikkonen, pubblicizzata (forse troppo) dai due e dal team? Alla Ferrari interessa poco che i piloti si amino o si detestino, basta che generino vittorie. Beh, se dovessero finire il Mondiale in armonia (e vincenti!) sarebbe qualcosa di bello e raro.

● La notizia più bella della F.1 2015 è il ritorno di una grande industria come la Honda. Ma al primo appuntamento le mancherà l’uomo-chiave, Alonso. Se tornerà in Malesia il caso sarà chiuso o quasi, se posticiperà il rientro si entrerà in un tunnel in cui ogni futuro sarà possibile. Fernando sostiene di star bene e questo fa sperare: la F.1, i tifosi, la Honda e la McLaren hanno bisogno di lui.

● Inverno di discussioni sul futuro dei motori, con divagazioni su uno stop all’ibrido per tornare agli aspirati, al massimo col kers. Il tutto da parte di chi aveva votato la grande svolta. Ma, poniamo caso, se dovesse emergere che Alonso ha preso la scossa, ci sarebbero subito i falchi a reclamare lo stop a questa F.1 alternativa, costosa e pericolosa. Il 2015 sarà un bel banco di prova.

● Tra Ferrari e Mercedes – lo ha rivelato Marchionne – si è creato una specie di Patto del Nazareno per decidere il futuro della F.1, ovvero il dopo-Ecclestone. Da qui tante manovre politiche su una gestione marketing-immagine che non c’è e sulle entrate che, ristrette le audience e pagamenti dei diritti tv, sono destinate a diminuire. Ci sarà un’inversione di tendenza? Mah!

Renault-Red Bull binomio a rischio?

Marchionne sarà l’uomo del rilancio?

Tra Seb e Kimi amicizia a tempo?

Fernando ci sarà al secondo GP?

I propulsori ibridi batteranno i critici?

I team creeranno il post Ecclestone?

SOLO QUATTRO LE POWER UNIT I RAPPORTI DEL CAMBIO SONO FISSI ● MELBOURNE – (p.i.) Parte la stagione ed entrano in scena anche nuove regole tecniche e sportive. POWER UNIT La più importante è legata alle power unit a disposizione di ogni pilota: non più 5 ma 4 (e quest’anno c’è pure una gara in più). Mercedes, Renault e Ferrari hanno a disposizione 32 gettoni di sviluppo durante la stagione, Honda un numero pari a quelli non usati dalle altre gare. La sostituzione completa non comporterà più una penalità, ma le sanzioni saranno applicate per i cambi delle componenti. All’utilizzo del quinto scattano le sanzioni: 5 o 10 posti di retrocessione in griglia o, come nel caso di cumulo, penalità di tempo in gara. CAMBIO Quest’anno i cambi

devono durare per 6 GP, altrimenti c’è una penalizzazione in griglia di 5 posizioni e i suoi rapporti devono essere omologati a inizio anno e non saranno più modificabili. VSC Sull’esperienza dell’incidente di Bianchi, introdotta a Safety Car virtuale: se sul cruscotto e i pannelli luminosi appare la scritta «VSC», i piloti dovranno procedere ad andatura moderata in un settore della pista, come se fossero dietro alla Safety Car, senza sorpassare né prendere rischi, pena sanzioni. PENALITÀ Fissati 10” di Stop&Go nel caso di unsafe release (uscita non sicura dal box) e aggiunta una nuova sanzione da 10” (oltre a quella di 5” che resta) da scontare in pit lane per infrazioni più gravi.

MERCEDES

44 LEWIS HAMILTON Gran Bretagna 30 anni Esordio Aus 2007 Mondiali 2 GP disputati 148 GP vinti 33 Podi totali 70 Pole 38 Giri veloci 20 Giri in testa 1.837 Punti 1.486

RED BULL-RENAULT

6 NICO ROSBERG Germania 29 anni Esordio Bah 2006 Mondiali 0 GP disputati 166 GP vinti 8 Podi totali 26 Pole 15 Giri veloci 9 Giri in testa 69 Punti 887,5

3 DANIEL RICCIARDO Australia 25 anni Esordio GB 2011 Mondiali 0 GP disputati 69 GP vinti 3 Podi totali 8 Pole 0 Giri veloci 1 Giri in testa 72 Punti 268

WILLIAMS-MERCEDES

26 DANIIL KVYAT Russia 20 anni Esordio Aus 2014 Mondiali 0 GP disputati 19 GP vinti 0 Podi totali 0 Pole 0 Giri veloci 0 Giri in testa 0 Punti 8

19 FELIPE MASSA Brasile 33 anni Esordio Aus 2002 Mondiali 0 GP disputati 210 GP vinti 11 Podi totali 39 Pole 16 Giri veloci 15 Giri in testa 917 Punti 950

FERRARI

77 VALTTERI BOTTAS Finlandia 25 anni Esordio Aus 2013 Mondiali 0 GP disputati 38 GP vinti 0 Podi totali 6 Pole 0 Giri veloci 1 Giri in testa 4 Punti 190

5 SEBASTIAN VETTEL Germania 27 anni Esordio Usa 2007 Mondiali 4 GP disputati 139 GP vinti 39 Podi totali 66 Pole 45 Giri veloci 24 Giri in testa 2.438 Punti 1.618

7 KIMI RAIKKONEN Finlandia 35 anni Esordio Aus 2001 Mondiali 1 GP disputati 212 GP vinti 20 Podi totali 77 Pole 16 Giri veloci 40 Giri in testa 1.156 Punti 1.024


III

GIOVEDÌ 12 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

MONACO

CANADA

AUSTRIA

GRAN BRETAGNA

GERMANIA

UNGHERIA

MONTECARLO 24 MAGGIO

MONTREAL 7 GIUGNO

ZELTWEG 21 GIUGNO

SILVERSTONE 5 LUGLIO

NÜRBURGRING 19 LUGLIO (IN DUBBIO)

BUDAPEST 26 LUGLIO

LUNGHEZZA PISTA: 3.340 m GIRI: 78 DISTANZA: 260,520 km

LUNGHEZZA PISTA: 4.361 m GIRI: 70 DISTANZA: 307,146 km

LUNGHEZZA PISTA: 4.326 m GIRI: 71 DISTANZA: 307,146 km

LUNGHEZZA PISTA: 5.891 m GIRI: 52 DISTANZA: 306,198 km

LUNGHEZZA PISTA: 5.148 m GIRI: 60 DISTANZA: 308,623 km

LUNGHEZZA PISTA: 4.381 m GIRI: 70 DISTANZA: 306,630 km

Un Seb tentatore «Vi presento Eva, la mia Ferrari»

lota, era una relazione ormai logora.

1

Frecce d’argento ancora imbattibili?

● «Noi ultra-favoriti? Sì, ma molto meno di un anno fa. Non sarà più una passeggiata, ci sono almeno un paio di piloti pronti a metterci i bastoni tra le ruote, alternandosi: da Vettel a Ricciardo, a Raikkonen, Massa, Bottas». Niki Lauda, n°1 della Mercedes sulle piste, è curioso di capire quali gerarchie si stabiliranno, pur riconoscendo una cosa: «Noi abbiamo la macchina da battere, non ho dubbi su questo conoscendo il lavoro che abbiamo fatto, però gli altri sono più vicini. Hamilton e Rosberg sono preparatissimi, Nico ha voglia di riscatto, Lewis ha voglia di confermarsi campione. I rapporti tra i due? Restano rivali, ma si parlano…».

1Vettel «battezza» la SF15-T con tutto il team in un ristorante. E stavolta il nome è italiano

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Il Cavallino sarà l’outsider? ● Ferrari jolly del campionato? Sarebbe bellissimo se solo pensiamo che un anno fa gli uomini della rossa avevano già un’aria da funerale perché conoscevano i limiti della macchina. Invece adesso la squadra, completamente rinnovata, ha realizzato una SF15-T che è andata bene nei test, mostrando potenza e progressi di telaio e aerodinamica.

AMMIRAZIONE Sembra che gli uomini in rosso abbiano cominciato ad apprezzare Vettel quando lo videro tornare ai box spingendo l’auto guasta nelle prove a Singapore. «L’ultimo che lo aveva fatto era stato Michael», si sussurrò nel garage, ricordando Schumacher. Hanno imparato a conoscerne l’impegno e la disciplina fin dal primo test di dicembre a Fiorano. Il quattro volte iridato, così riservato nella vita privata da non farsi fotografare mai in pista con la fidanzata Hanna, conosciuta a scuola, e da non far trapelare quasi nulla della sua vita di padre di una bambina da poco più di un anno, è attento a proteggere quest’atmosfera speciale in Ferrari. Di recente, in un incontro a Monchengladbach, ha chiesto a un giornalista tedesco che leggeva l’intervista a Marchionne sulla Gazzetta cosa volesse dire quel «non emotivo» riferito a lui, temendo che significasse «uno che lascia indifferenti». BADMINTON In realtà, Seb finora non ha lasciato indifferente nessuno. Neppure il distaccato Kimi Raikkonen, che sembra rigenerato dalla sua presenza e da una vettura che finalmente gli dà fiducia e pos-

RIl tedesco svolta anche nella... pettinatura. E pure Raikkonen pare rigenerato

Sebastian Vettel, 27 anni, firma autografi a tifosi...particolari. Il tedesco ha vinto 4 Mondiali LIVERANI

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● Parla come un adulto, è stato allevato coi manuali di marketing, è bravo, ma alla fine Max Verstappen ha soli 17 anni ed è il più giovane della storia a correre in F.1. Non accadrà più, dal 2016 si cambia, però è un’eccezione che incuriosisce. Verstappen è il nuovo fenomeno o la dimostrazione che anche un ragazzo pratico di piste ma immaturo nella vita può correre nei GP, grazie a monoposto troppo facili da guidare?

● A giudicare da quanto hanno detto Grosjean e Maldonado dopo i test a Barcellona, quest’anno ci sarà anche la Lotus-Mercedes tra le protagoniste. Un pochino di tempo per la messa a punto e poi…Se consideriamo che due anni fa la Lotus-Renault di Raikkonen è stata in corsa per il titolo sino alla fine, c’è solo da augurarsi che il marchio di Enstone sia pronto alla risalita.

Verstappen un asso o è aiutato dalle auto?

MCLAREN-HONDA

14 FERNANDO ALONSO Spagna 33 anni Esordio Aus 2001 Mondiali 2 GP disputati 235 GP vinti 32 Podi totali 97 Pole 22 Giri veloci 21 Giri in testa 1.767 Punti 1.767

Luigi Perna INVIATO A MELBOURNE (AUS)

La Lotus tornerà tra le protagoniste?

FORCE INDIA-MERCEDES

22 JENSON BUTTON Gran Bretagna 35 anni Esordio Aus 2000 Mondiali 1 GP disputati 266 GP vinti 15 Podi totali 50 Pole 8 Giri veloci 8 Giri in testa 762 Punti 1.198

11

27

NICO HÜLKENBERG Germania 27 anni Esordio Bah 2010 Mondiali 0 GP disputati 76 GP vinti 0 Podi totali 0 Pole 1 Giri veloci 1 Giri in testa 43 Punti 232

SERGIO PEREZ Messico 25 anni Esordio Aus 2011 Mondiali 0 GP disputati 74 GP vinti 0 Podi totali 4 Pole 0 Giri veloci 3 Giri in testa 23 Punti 188

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e sue macchine hanno nomi di donna. Dalla prima Toro Rosso, ribattezzata Jule, con cui vinse a Monza 2008, all’ultima Red Bull, chiamata Suzie. A Sebastian Vettel piace personificare la passione. Come se le forme della carrozzeria fossero un corpo sinuoso e l’anima nascosta nel motore quella di una creatura in carne ed ossa. E così, nell’«agendina» del tedesco, ci sono state la «lasciva» Luscious Liz, la Hungry

TORO ROSSO-RENAULT

33 MAX VERSTAPPEN Olanda 17 anni Esordio Aus 2015 Mondiali GP disputati GP vinti Podi totali Pole Giri veloci Giri in testa Punti -

55 CARLOS SAINZ JR Spagna 20 anni Esordio Aus 2015 Mondiali GP disputati GP vinti Podi totali Pole Giri veloci Giri in testa Punti -

Heidi «affamata» di vittorie. Ora Eva, la sua prima Ferrari, bella come la prima donna e irresistibile come il peccato originale. La SF15-T non poteva restare con quella fredda sigla da ingegneri. Così Seb mercoledì notte ha ripetuto a cena il rito dei tempi Red Bull, radunando la squadra alla Steakhouse Vlado’s di Melbourne e scegliendo il nome (ovviamente italiano), assieme ai meccanici. CAPELLI Sarà vero amore? Vettel, che taglia col passato anche nel look, sfoggiando capelli rasati ai lati e spettinati al centro, ci crede. E con lui tanti

altri a Maranello. Non è facile voltare pagina, dopo una relazione profonda e burrascosa lunga cinque anni con Fernando Alonso, ma l’ex rivale in pochi mesi è riuscito a conquistare il team proprio in virtù delle differenze con lo spagnolo. Il presidente Sergio Marchionne dice che in Vettel convivono «pace e saggezza, due doti difficili da trovare in un giovane». E forse Seb, calmo e capace di motivare la squadra senza creare pressioni, è proprio l’uomo che serviva al Cavallino, dopo anni di rapporti tempestosi e amare delusioni. Quella con l’istintivo Alonso, senza nulla togliere alla grandezza del pi-

sibilità di esprimersi. Alla Ferrari quest’inverno hanno trovato più cavalli e carico aerodinamico di quanto si aspettassero. Così la voglia di riscatto di Seb, di Kimi e del team, dopo un 2014 disastroso, è molto forte. Fra l’altro Vettel e Raikkonen condividono anche la paternità da quando il finlandese ha avuto il primogenito Robin dalla compagna Minttu: «La sensazione più bella del mondo». L’importante è che Kimi non sconfigga di nuovo Seb a badminton, come già è successo. Tantomeno in pista. Perché Vettel, anche se gioca, è uno che non sopporta perdere.

LOTUS-MERCEDES

MANOR-FERRARI

SAUBER-FERRARI

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ROMAIN GROSJEAN Francia 28 anni Esordio Eu 2009 Mondiali 0 GP disputati 64 GP vinti 0 Podi totali 9 Pole 0 Giri veloci 1 Giri in testa 40 Punti 236

PASTOR MALDONADO Colombia 30 anni Esordio Aus 2011 Mondiali 0 GP disputati 76 GP vinti 1 Podi totali 1 Pole 1 Giri veloci 0 Giri in testa 37 Punti 49

28 WILL STEVENS Gran Bretagna 23 anni Esordio Abu 2014 Mondiali 0 GP disputati 1 GP vinti 0 Podi totali 0 Pole 0 Giri veloci 0 Giri in testa 0 Punti 0

98 ROBERTO MERHI Spagna 23 anni Esordio Aus 2015 Mondiali GP disputati GP vinti Podi totali Pole Giri veloci Giri in testa Punti -

© RIPRODUZIONE RISERVATA

9 MARCUS ERICSSON Svezia 24 anni Esordio Aus 2014 Mondiali 0 GP disputati 16 GP vinti 0 Podi totali 0 Pole 0 Giri veloci 0 Giri in testa 0 Punti 0

12 FELIPE NASR Brasile 22 anni Esordio Aus 2015 Mondiali GP disputati GP vinti Podi totali Pole Giri veloci Giri in testa Punti -


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GIOVEDĂŒ 12 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

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Motori R GP Australia

FORMULA 1 MONDIALE 2015

GIOVEDÌ 12 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

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BELGIO

ITALIA

SINGAPORE

GIAPPONE

RUSSIA

SPA 23 AGOSTO

MONZA 6 SETTEMBRE

MARINA BAY 20 SETTEMBRE

SUZUKA 27 SETTEMBRE

SOCHI 11 OTTOBRE

LUNGHEZZA PISTA: 7.004 m GIRI: 44 DISTANZA: 308,052 km

LUNGHEZZA PISTA: 5.793 m GIRI: 53 DISTANZA: 306,720 km

LUNGHEZZA PISTA: 5.065 m GIRI: 61 DISTANZA: 308,828 km

LUNGHEZZA PISTA: 5.065 m GIRI: 61 DISTANZA: 308,828 km

LUNGHEZZA PISTA: 5.848 m GIRI: 52 DISTANZA: 305,344 km

IL GRANDE ASSENTE Nico Rosberg, 29, e Lewis Hamilton, 30 GETTY

Alonso si allena, ma sarà pronto per il GP Malesia?

Il box di Kevin Magnussen: sostituisce Alonso a Melbourne COLOMBO

«I rivali sono più vicini ma questa Mercedes resta l’auto da battere» 1Rosberg: «Abbiamo la gente migliore in ogni dipartimento» Hamilton e l’arrivo da star a bordo del suo jet da 30 milioni

Paolo Ianieri INVIATO A MELBOURNE (AUS)

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odi diversi di presentarsi al gran ballo. Lewis Hamilton, il campione, lo ha fatto da star, scendendo dalla scaletta del suo Bombardier CL-600 rosso, il jet privato da quasi 30 milioni di euro che lo ha catapultato dall’altra parte del mondo per l’apertura del 66° Mondiale. Poi si è nascosto agli occhi del pubblico. IN TRAM Nico Rosberg, lo sfidante, lo ha invece fatto «guidando» per qualche centinaio di metri un tram di Melbourne, dal quale è poi sceso reggendo in mano il trofeo conquistato all’Albert Park un anno fa: «E

ho tutta l’intenzione di ripetermi. Questa è una gara unica, la pista in un parco nel mezzo della città, l’entusiasmo dei tifosi, l’atmosfera incredibile. È uno degli appuntamenti più belli dell’anno, il migliore per scrollarsi di dosso la ruggine dell’inverno». RIVALE Regala qualche sprazzo di gloria a Daniel Ricciardo, «Big smile», come Rosberg lo ha soprannominato per quel suo sorriso che spunta dai cartelloni pubblicitari distribuiti un po’ ovunque per la città. «È bellissimo per l’Australia avere un pilota fantastico come lui. Spero che possa ripetere la gara dell’anno scorso e tornare sul podio. Ovviamente alle mie spalle». Ma non è Ricciardo, non è Sebastian Vettel («Bello

per i tifosi che sia passato alla Ferrari»), il rivale sul quale ha puntato il mirino. Perché Nico sa che tra sé e la strada per la gloria l’unico ostacolo è l’ex amico Hamilton. «A volte ridiamo ancora assieme», è l’unica concessione a un rapporto normale che Rosberg concede. CREATIVITÀ Del resto, anche Toto Wolff lo ha predetto: nella lotta interna al titolo tra Lewis e Nico tutto sarà più intenso ed estremo. «Perché, l’anno scorso è stato estremo?», butta lì con una risata il futuro papà. Che per farsi trovare pronto alla rivincita è andato alla ricerca della perfezione. «Posso allenarmi sempre meglio, in maniera più efficiente. Con i regolamenti attuali, noi piloti

guidiamo poco e quindi bisogna diventare creativi, inventarci cose diverse su reazioni e coordinazione per farsi sempre trovare al top». SUPERIORITÀ È la macchina umana, le sue reazioni, la sua emotività, lo sparring partner che si trova a combattere per fare il salto di qualità necessario a mettere Hamilton nell’angolo. Perché Nico sa di avere a disposizione con la W06 il massimo al quale un pilota potrebbe aspirare. «Io sono in questa squadra dal primo giorno e so benissimo perché noi oggi siamo i più forti, a livello generale ma anche nei singoli settori. Siamo i migliori individui, abbiamo i migliori dipartimenti. Un anno fa di questi tempi avevamo un vantaggio impressionante, ora credo che tutti si siano un po’ avvicinati, ma restiamo noi quelli da battere». ALONSO In mezzo a tante certezze, un solo dubbio, legato all’assenza di Fernando Alonso. «Quello che è successo e sta succedendo mi sembra comico. E strano. Qui manca un pilota e nessuno sa perché. Però dal punto di vista della sicurezza non sono preoccupato, se ci fosse stato qualcosa ce lo avrebbero detto. O almeno lo spero». © RIPRODUZIONE RISERVATA

IL CASO

dell’olandese che ha un contratto per il 2015. Il team ha fatto appello

INVIATO A MELBOURNE

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hi correrà il GP d’Australia per la Sauber? È la domanda da qualche milione di dollari (quelli delle sponsorizzazioni portate dai piloti),

dopo che il giudice Clyde Croft, della Suprema Corte di giustizia ha dato ragione a Giedo van der Garde, imponendo al team di mettere in macchina l’olandese, «non solo qui ma per tutto il 2015», in virtù del contratto stipulato lo scorso anno. Evidentemente Monisha Kaltenborn, team principal Sauber ma anche avvocato, non sapeva bene quello che diceva a novembre quando dopo avere annunciato Marcus Ericsson e Felipe Nasr, le veniva rinfacciato di avere 4 piloti (l’altro è Adrian Sutil, pure lui in causa col team) sotto contratto per il 2015.

«Sappiamo bene cosa facciamo» fu la sua risposta. La Sauber è ricorsa d’urgenza alla Corte d’appello dello Stato di Victoria e oggi si capirà se Van der Garde guiderà, nonostante la squadra ribadisca che si tratta di un problema di sicurezza, non avendo l’olandese mai girato con la C34. MARUSSIA I meccanici stanno allestendo la monoposto (del 2014 modificata) ma il dubbio che non percorra neppure un metro è piuttosto fondato. p.i. © RIPRODUZIONE RISERVATA

incrinato il rapporto con la McLaren. Dennis: «Se parlo io...» Luigi Perna INVIATO A MELBOURNE

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on si fa altro che parlare di lui. Anche se non c’è. Anzi, proprio perché non c’è. L’assenza di Fernando Alonso rende il via del Mondiale uno spettacolo a cui manca una delle tre grandi stelle, accanto a Hamilton e Vettel. La McLaren cerca di andare oltre, Ron Dennis torna a fare contorsioni verbali per dare un senso a una storia che un senso (per ora) non ce l’ha. L’unica certezza è che i motori si accendono a Melbourne mentre Alonso si trova a Dubai, impegnato in un recupero che sa di convalescenza, dopo l’incidente nei test del 22 febbraio al Montmelò dalle cause ancora misteriose. DUBBI Esilio forzato o volontario? Ragioni di salute o un’astuta strategia legale? In queste settimane se ne sono dette e scritte di ogni colore. Complici i lati oscuri della vi-

cenda su cui né il pilota né la squadra hanno fatto chiarezza. Alonso ha ripreso ad allenarsi, tornando a macinare corsa, nuoto e palestra, a ritmi ancora inferiori a quelli abituali. Nelle due settimane di allenamento in altura prima dell’incidente aveva scalato dislivelli impressionanti con gli sci. L’obiettivo è tornare nei GP il più presto possibile, già a fine mese in Malesia. «Il conto alla rovescia è partito», assicura Alonso. Eppure molti nell’ambiente ne dubitano. Interrogandosi sulla natura del presunto malore che avrebbe provocato l’uscita di pista, la perdita di conoscenza e le amnesie successive. Dovranno essere i dottori della commissione Fia a sciogliere i dubbi, pronunciandosi sull’idoneità al due volte iridato. E la Federazione dovrà fare luce, attraverso i filmati, le testimonianze, le relazioni dei medici e la scatola nera sulla McLaren. Di certo Alonso, che secondo una ricerca resta il pilota con più attrattività commerciale al mondo per gli sponsor, è già in crisi con la nuova squadra. Questione di fiducia. Lui non ricorda l’incidente e vuole spiegazioni, sospettando un’avaria meccanica o elettrica, il team esclude qualsiasi problema alla vettura e riconduce tutto al pilota. «Se parlo faccio disastri», ha esclamato ieri Dennis. Sembra un film già visto. © RIPRODUZIONE RISERVATA

In diretta su Sky Sport F1 HD Si comincia domani alle 2.30

Il tribunale alla Sauber «Guida Van der Garde» 1Accolto il ricorso

1L’incidente ha

Giedo van der Garde, 29 anni, all’uscita dal tribunale di Melbourne: è sotto contratto con la Sauber per tutto il 2015 AFP

● Domenica sul circuito cittadino di Albert Park a Melbourne (5.303 m) c’è il GP Australia, prima prova (su 20) del Mondiale 2015. Previsti 58 giri, per 307,574 km. Tutto in diretta su Sky Sport F1 HD. Questi gli orari italiani (-10 ore rispetto a Melbourne). Domani Prime libere dalle 2.30 alle 4. Seconde libere dalle 6.30 alle 8. Differite rispettivamente alle 8.30 e alle 11.05 su Rai Sport 1. Sabato Terze libere dalle 4 alle 5; differita alle 8.30 su Rai Sport 1. Qualifiche alle 7; differita alle 13.55 su Rai 2. Domenica Gara alle 6; differita Rai 1 alle 14.

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FORMULA 1 MONDIALE 2015

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STATI UNITI

MESSICO

BRASILE

ABU DHABI

AUSTIN 25 OTTOBRE

CITTÀ DEL MESSICO 1 NOVEMBRE

SAN PAOLO 15 NOVEMBRE

YAS MARINA 29 NOVEMBRE

LUNGHEZZA PISTA: 5.513 km GIRI: 59 DISTANZA: 322,73 km

LUNGHEZZA PISTA: 4.421 m GIRI E DISTANZA: da stabilire

LUNGHEZZA PISTA: 4.309 m GIRI: 71 DISTANZA: 305,939 km

20 ● Le gare in programma nel 2015, compresa la novità Messico: eguagliato il record del 2012

LUNGHEZZA PISTA: 5.554 m GIRI: 55 DISTANZA: 305,355 km

ALBO D’ORO - LA STORIA AI RAGGI X

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UFFICIO INFOGRAFICO GAZZETTA DELLO SPORT

O RD EM E PRO GRESSO

GRAN BRETAGNA

ITALIA

GERMANIA

BRASILE

AUSTRIA

FRANCIA

ARGENTINA

1950 1951 1952 1953 1954 1955 1956 1957 1958* 1959 1960 1961 1962 1963 1964 1965 1966 1967 1968 1969 1970 1971 1972 1973* 1974 1975 1976* 1977 1978 1979 1980 1981* 1982* 1983* 1984 1985 1986* 1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994* 1995 1996 1997 1998 1999* 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008* 2009 2010 2011 2012 2013 2014

Michael SCHUMACHER (Ger) 7 Juan Manuel FANGIO (Arg) 5 Alain PROST (Fra) 4 Sebastian VETTEL (Ger) 4 Jack BRABHAM (Aus) 3 Jackie STEWART (GB) 3 Niki LAUDA (Aut) 3 Nelson PIQUET (Bra) 3 Ayrton SENNA (Bra) 3 Alberto ASCARI (Ita) 2 Graham HILL (GB) 2 Jim CLARK (GB) 2 Emerson FITTIPALDI (Bra) 2 Mika HAKKINEN (Fin) 2 Fernando ALONSO (Spa) 2 Lewis HAMILTON (GB) 2 Nino FARINA (Ita) 1 Mike HAWTHORN (GB)

1

Phill HILL (Usa)

1

John SURTEES (GB)

1

Denny HULME (N.Zel)

1

Jochen RINDT (Aut)

1

James HUNT (GB)

1

Mario ANDRETTI (Usa)

1

Jody SCHECKTER (S. Af)

1

Alan JONES (Aus)

1

Keke ROSBERG (Fin)

1

Nigel MANSELL (GB)

1

Damon HILL (GB)

1

Jacques VILLENEUVE (Can)

1

Kimi RAIKKONEN (Fin)

1

Jenson BUTTON (GB)

1

I PILOTI CON PIÙ MONDIALI

7

Michael SCHUMACHER (Ger)

AUSTRALIA

Anno e GP disputati

Campione del mondo piloti

7 8 8 9 9 7 8 8 11 9 10 8 9 10 10 10 9 11 12 11 13 11 12 15 15 14 16 17 16 15 14 15 16 15 16 16 16 16 16 16 16 16 16 16 16 17 16 17 16 16 17 17 17 16 18 19 18 17 18 17 19 19 20 19 19

FINLANDIA

SPAGNA

STATI UNITI

CANADA

N. ZELANDA

SUDAFRICA

Costruttore Alfa Romeo (Ita) Alfa Romeo (Ita) Ferrari (Ita) Ferrari (Ita) Maserati (Ita) e Mercedes-Benz (Ger) Mercedes-Benz (Ger) Ferrari (Ita) Maserati (Ita)

*Anni nei quali il pilota campione del mondo ha guidato una vettura diversa da quella vincente nel campionato costruttori (1958 Ferrari, 1973 Tyrrell, 1976 McLaren, 1981 Brabham, 1982 Williams, 1983 Brabham, 1986 McLaren, 1994 Benetton, 1999 McLaren, 2008 McLaren) (campionato del mondo costruttori istituito nel 1958) Campione del mondo costruttori 16 FERRARI (Ita)

9 WILLIAMS (GB)

8 McLAREN (GB)

7 LOTUS (GB)

4 RED BULL (Aut)

2 COOPER (GB)

2 BRABHAM (GB)

2 RENAULT (Fra)

1 VANWALL (GB)

1 BRM (GB)

1 MATRA (Fra)

1 TYRRELL (GB)

1 BENETTON (Ita)

1 BRAWN (GB)

1 MERCEDES (Ger)

I PILOTI CON PIÙ VITTORIE

5

Juan Manuel FANGIO (Arg)

4

Alain PROST (Fra)

4

Sebastian VETTEL (Ger)

91

Michael SCHUMACHER (Ger)

Alain

51 PROST (Fra)

Ayrton

41 SENNA (Bra)

Sebastian

39 VETTEL (Ger)

GLI PNEUMATICI

Pirelli supersoft cambia la mescola 1L’evoluzione

delle gomme: nuova struttura posteriore e una migliore impronta a terra

L’

esigenza? Accontentare monoposto che rispetto al 2014 hanno subìto un’evoluzione nelle prestazioni. Le vetture che parteciperanno al Mondiale potrebbero, infatti, essere fino a due secondi al giro più veloci rispetto a un anno fa, grazie alle ultime power unit

Le gomme 2015: da sinistra, le dure (spalla arancio), le medie (bianca), le soft (gialla), le supersoft (rossa), le intermedie (verdi) e le wet (blu)

ibride che forniscono velocità medie più elevate. La risposta arriva da Pirelli, fornitore unico del campionato per il quinto anno consecutivo, con una gamma pneumatici che fa registrare piccoli ma fondamentali ritocchi. L’intera fornitura Pirelli P Zero e Cinturato (che sarà svelata oggi

alle 10.30 e sarà visibile in diretta streaming su www.pirelli.com/melbourne2015motorsport) presenta una nuova costruzione al posteriore, progettata per distribuire in modo più uniforme il calore e le forze. Una delle evoluzioni chiave che riguarda tutti gli pneumatici è

l’ottimizzazione dell’area di impronta e della distribuzione della temperatura. Cinque gomme su sei non fanno registrare novità nelle mescole. Cambia però la composizione della supersoft, totalmente nuova rispetto a quella del 2014. La gomma è stata riprogettata per prevenire

la formazione di blistering (la creazione di piccole bolle d’aria all’interno dello pneumatico che causano un distaccamento della gomma) e graining (l’abrasione della superficie dello pneumatico). mar.ge. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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