La Gazzetta dello Sport (03-13-2015)

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L’ANALISI di Luca Calamai 29

PERCHÉ RINUNCIARE AD HANDANOVIC? Stavolta il bicchiere è mezzo vuoto. Sorride lo scatenato Higuain, autore di una fantastica tripletta; conquista un piccolo ma prezioso vantaggio la Roma in un derby italiano ancora senza un padrone ma il resto sono lacrime. L'ARTICOLO A PAGINA 29

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AGNELLI DURO «IN ITALIA I PRESIDENTI SONO VECCHI»

venerdì 13 marzo 2015 anno 119 - numero 61 euro 1,40

LA MANCINTER FA UN DISASTRO HIGUAIN FA 3 GOL Palacio illude e spreca, lo sciagurato Carrizo apre la porta al Wolfsburg, i cambi del tecnico non convincono: brutto k.o. Buona la vittoria del Napoli sulla Dinamo: tripletta del Pipita ARCHETTI, BOZZA, BREGA, CECERE, DALLA VITE, MALFITANO, G. MONTI TAIDELLI ALLE PAGINE 2-3-5-6-12

WOLFSBURG-INTER 3-1

NAPOLI-DINAMO MOSCA 3-1

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FORMULA 1 AL VIA

Alba Rossa in Australia Vettel in agguato

Il ferrarista: «Se la Mercedes ha guai noi saremo pronti» Domenica alle 6 il GP IANIERI, PERNA ALLE PAGINE 30-31

SPORTWEEK

SPECIALE FORMULA 1 TUTTO SUI TEAM E I GP

Il numero uno Juve: «Lega debole, dirigenti di 60-70 anni. Guardate la Premier» DELLA VALLE, GRAZIANO A PAGINA 19

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NEL MILAN DI BEE C’E’ ANCHE UN FONDO

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DA NON PERDERE 1 Parma, Manenti accusa «Tavecchio e Pizzarotti vogliono il fallimento»

Nella cordata thailandese che vuole i rossoneri spunta l’uomo d’affari che guida Doyen

SCHIANCHI ALLE PAGINE 24-25

LAUDISA A PAGINA 21

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Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano

OLTRE AL BASKET

Calciomarket e poi Ancelotti a Confidential MANCINI A PAGINA 22

FIORENTINA-ROMA 1-1

ZENIT-TORINO 2-0

DERBY: KEITA RISPONDE A ILICIC PARI (1-1) D’ORO PER LA ROMA Il Toro vede rosso a San Pietroburgo: Benassi espulso. Lo Zenit vola ZENIT (RUS)-TORINO WOLFSBURG (GER)-INTER DNIPRO (UCR)-AJAX (OLA) BRUGES (BEL)-BESIKTAS (TUR)

2-0 3-1 1-0 2-1

FIORENTINA-ROMA VILLARREAL (SPA)-SIVIGLIA (SPA) NAPOLI-DINAMO MOSCA (RUS) EVERTON (ING)-DINAMO KIEV (UCR)

CHIABOTTI A PAGINA 37

3 Tirreno-Adriatico: paura Cav si blocca allo sprint e Viviani cade a 70 all’ora BETTINI, GIALANELLA, GHISALBERTI PAG. 34-35

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IL ROMPIPALLONE di GENE GNOCCHI

BRAMARDO, CECCHINI, CITO, D’URSO, FROSIO, LICARI, LONGHI, PUGLIESE, STOPPINI, VERNAZZA ALLE PAGINE 8-9-10-11-13

LA SFIDA SPAGNOLA VA AL SIVIGLIA AJAX STOP IN UCRAINA

2 Basket, Milano ritira la maglia di D’Antoni: «Dopo l’Nba solo l’Italia»

1-1 1-3 3-1 2-1

Formula 1. La squadra Manor rischia l’esclusione per motivi economici: «E’ tutto a posto» ha detto l’a.d. John Manente


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Europa League R Andata ottavi

Inter, come buttarsi via Segna poi regala di tutto

1Vantaggio-lampo di Palacio, un’amnesia su corner rialza il Wolfsburg che dilaga grazie a uno sciagurato Carrizo. Il Trenza si divora il 2-1. Non convincono i cambi di Mancini

Pierfrancesco Archetti INVIATO A WOLFSBURG (GERMANIA)

S

e si ragiona con una testa antica, questo risultato è difficile ma non impossibile: due gol a San Siro, con la spinta del pubblico (ehm ehm), il coraggio che aumenta in casa (altro dubbio) e tanti proclami per tenere alte le convinzioni e caricare l’ambiente. Ma sembrano pensieri del passato, quando nelle eurocoppe vigeva una regola non scritta ma spesso rispettata: leoni nel proprio cortile, gattini fuori. Adesso nei tornei continentali si vedono sempre meno rimontone e squadre che al ritorno, in qualsiasi stadio, si mettono dietro al famoso autobus parcheggiato davanti all’area: se succede, è più spesso all’andata. Poi quando ci si gioca tutto, le idee si modificano e tanti se la giocano: così ha intenzione di comportarsi il Wolfsburg tra una settimana, perché nel nord Europa vanno più spesso alla ricerca del gol, pur rischiando, pur sfoggiando una protezione robusta e il contropiede veloce. Roberto Mancini la pensa dunque come tanti tifosi interisti che hanno seguito questa gara, ma anche quella di Napoli o di Glasgow o di chissà dove. I suoi hanno la possibilità di segnare due volte, ma riusciranno a non prenderne? L’augurio è ovviamente un no, ma la serata tedesca mette ancora una volta in mostra i troppi errori di una squadra sempre poco coerente nelle sue azioni. I MOTIVI Perché sono gli sbagli difensivi, di Juan Jesus in particolare sul pareggio, di Carrizo e Vidic+Carrizo nelle altre due esultanze dei verdi, a portare l’Inter sotto 3-1 dopo il primo round. Ma è anche un difetto collettivo quello di aver lasciato aria sulle fasce al Wolfsburg, oppure di non aver capito che nella seconda parte Hecking, togliendo il più pagato (Schürrle) porta più pressione all’esterno. Pure Mancini è fra i colpevoli: il portiere di riserva, se viene trattato come tale, va

IL GOL DELL’1-1

IL RANKING FIFA

È il 28’ del primo tempo: Naldo ruba il tempo a Juan Jesus (che resta fermo) e pareggia il gol di Palacio.

Italia, riecco la top 10: scavalcata la Spagna Comanda la Germania (f.li.) Rientro nella «top 10» del ranking Fifa dopo nove mesi: era da giugno 2014, prima del Mondiale quindi, che l’Italia non era tra le prime dieci nazionali al mondo. Ed è anche il miglior piazzamento da c.t. di Conte che aveva oscillato finora tra l’11° e il 14° posto. A febbraio gli azzurri erano 12°: hanno superato la Spagna, scivolata all’11° piazza. In realtà si tratta di risultati per «sottrazione», perché nell’ultimo mese sono state giocate nel mondo soltanto 7 partite: è che la classifica comprende, «pesandoli», gli ultimi 48 mesi. Comunque non male, in vista dei prossimi impegni. Il bello, o il brutto, dipende, viene adesso contro Bulgaria (71°) e Inghilterra (17°): conta di più la qualificazione all’Euro 2016, ma con due successi l’Italia potrebbe ancora guadagnare qualcosa in classifica. E, infine, arrivando al 9° posto scatterebbe per Conte un bonus previsto dal contratto. SEMPRE GERMANIA Il resto della classifica non è cambiato, con la Germania sempre al comando e l’Argentina ancora all’inseguimento. Quindi Colombia, Belgio, Olanda, Brasile, Portogallo, Francia e Uruguay nei primi nove posti. Nel nostro gruppo la Croazia è 19° e la Norvegia 70°, un gradino avanti ai bulgari. Il miglior «salto» l’ha compiuto Israele: +70.

RLa mossa di

schierare Shaqiri largo a destra paga solo nella prima mezzora

RPer i nerazzurri

troppi sbagli in difesa e troppo spazio lasciato sulle fasce

bene magari a inizio stagione, non nelle battaglie a eliminazione diretta nell’unico trofeo che la sua squadra può ancora sbaciucchiare. E poi nella giravolta dei sistemi di gioco, da 43-3 a 5-3-2 a 4-3-1-2, diventa fatale proprio quella più protettiva, con la difesa a cinque rinforzata (in teoria) da Vidic al posto di Hernanes. Certo se il portiere manda in porta gli avversari cosa c’entra il sistema, si può dire, ma è il livello generale a calare. E’ Guarin che incespica troppo, è Icardi che viaggia sempre da solo, sono D’Ambrosio e Santon che non insabbiano più i loro avversari. E dall’altra parte De Bruyne (doppietta) non fallisce un colpo, anzi solo uno gli va male. Sarebbe stato il 4-1 a

pochi attimi dal termine e addio rimontona. Con il belga spadroneggiano anche Caligiuri, Vieirinha, pure Rodriguez; gente di lato, dove il Wolfsburg ha succhiato le vitamine del successo. COME PROVARCI Allora agli interisti non resta che analizzare la prima mezzora e capire se potrà essere protratta fino al 90’ tra una settimana. Una supremazia che nasce dalla sistemazione di Shaqiri a destra e non al centro come da atteso trequartista. Si sapeva che era una lotta di fascia e allargando Shaq il tecnico vuole attaccare nella loro metacampo gli esterni bassi dei verdi e non spostare troppo Guarin ed Hernanes dall’interno del cen-

trocampo. L’ampiezza del disegno nerazzurro è la chiave che determina il vantaggio immediato, in stile Glasgow, anche se Icardi si serve di un tocco sbagliato di Schürrle prima di porgere l’assist a Palacio. Come Shaq, anche Palacio dal lato opposto arriva in velocità e in diagonale in area, prendendo il fiato a Naldo e Knoche, che sono lunghi e padroni del cielo (e si vede nelle situazioni aeree, gol del pari compreso) ma piuttosto piantati nella circolazione a pelo d’erba. La prima colpa dell’Inter è quella di non azzannare i lupi subito dopo, in un paio di circostanze simili. La seconda è quella di non tenere più alta la tensione nella metacampo altrui e di farsi prendere alle spalle nei

giochi larghi della banda di Hecking. La terza di mancare anche nell’affanno della seconda parte un possibile colpo da k.o., sempre con Palacio. E poi quella di perdere la voglia di reagire, forse per la demoralizzazione dopo le frittate sulle reti dei tedeschi. A un certo punto l’Inter si può fotografare così: cinque difensori, due mediani, un trequartista e due punte. Posizioni troppo staccate per potere evitare la prima eurosconfitta e troppo rischiose di fronte alle corse dei verdi. Che continueranno a sprintare anche a San Siro e a lasciare il dubbio in tutti, da Mancini in giù. Riuscirà l’Inter a non pigliare gol, almeno per una notte? © RIPRODUZIONE RISERVATA


VENERDÌ 13 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

WOLFSBURG

3 1

INTER

IN NERAZZURRO DA DUE ANNI

1Juan Pablo Carrizo è nato a Santa Fe (in Argentina) il 6 maggio 1984. In

Italia ha giocato con Lazio (dove è arrivato nel 2007 dal River Plate, ma ha esordito per motivi burocratici solo nel 2008) e nel Catania (prestito dal gennaio al giugno 2012). E’ approdato all’Inter nel gennaio 2013

PRIMO TEMPO 1-1 MARCATORI Palacio (I) al 6’, Naldo (W) al 28’ p.t.; De Bruyne (W) 18’ e 31’ s.t. (4-2-3-1) Benaglio; Vieirinha (dal 43’ s.t. Perisic), Naldo, Knoche, Rodriguez; Guilavogui, Luiz Gustavo; Caligiuri, De Bruyne, Schürrle (dal 1’ s.t. Träsch); Dost (dal 25’ s.t. Bendtner). PANCHINA Grun, Schafer, Klose, Jung. ALLENATORE Hecking CAMBI DI SISTEMA nessuno BARICENTRO MEDIO 53,7 METRI ESPULSI nessuno AMMONITI Naldo per gioco scorretto

3

(4-3-3) Carrizo; D’Ambrosio, Ranocchia, Juan Jesus, Santon (dal 37’ s.t. Kuzmanovic); Guarin, Medel, Hernanes (dal 13’ s.t. Vidic); Shaqiri (dal 37’ s.t. Kovacic), Icardi, Palacio. PANCHINA Handanovic, Andreolli, Dodò, Puscas. ALLENATORE Mancini CAMBI DI SISTEMA dal 13’ s.t. 5-3-2, dal 37’ s.t. 4-3-1-2 BARICENTRO MOLTO BASSO 44,6 METRI AMMONITI Icardi, D’Ambrosio, Vidic per gioco scorretto

ARBITRO Marciniak (Pol) NOTE spettatori 25.374, incasso non comunicato Tiri in porta 10-2. Fuori 6-5. In fuorigioco 1-1. Angoli 6-4. Recuperi 1‘ p.t., 4’ s.t.

PRIMO TEMPO 5’ La pressione dell’Inter produce subito il massimo risultato. D’Ambrosio costringe Schurrle ad appoggiare male all’indietro, la palla finisce a Icardi che con un tocco geniale mette Palacio davanti a Benaglio: 1-0 Inter. 27’ Ci vuole un bel po’ prima che il Wolfsburg reagisca. Cross dalla sinistra di Rodriguez, sul secondo palo Caligiuri mangia in testa a Santon e schiaccia, Carrizo si salva due volte.

A sinistra il gol del 2-1 di De Bruyne favorito dal passaggio sbagliato di Carrizo. A destra sempre De Bruyne fa 3-1: punizione sul palo del portiere

DOVE HA SUBITO I GOL

MINUTI GIOCATI

28’ Dal corner seguente però la squadra di Mancini esce con le ossa rotte. Batte De Bruyne, Juan Jesus è un ombrellone piantato in area, Naldo gira di testa e i riflessi di Carizzo battono la fiacca. È 1-1.

TIRI SUBITI

16

FUORI

PARATI 6

31’ Parte il primo treno di destra, quello di Vieirinha, scambio con un compagno, rientra sul mancino e scarica a lato di poco.

3 45

43’ Seconda chiamata per Vieiriniha: destro respinto da Carrizo.

fSUL BANCO DEGLI IMPUTATI

4’ Il primo squillo è di Caligiuri: destro a giro largo di poco. 12’ Occasione pazzesca per Palacio: davanti a Benaglio, tutto solo seppure defilato, chiude troppo il destro e prende la rete. Quella esterna. 18’ Giro palla difensivo interista suicida. Carrizo regala palla a Vieirinha che prende il fondo, scarica alle spalle per De Bruyne che dal dischetto segna il 2-1. 31’ Calcio di punizione di De Bruyne dalla sinistra. Il giocatore del Wolfsburg calcia con l’interno destro, la palla batte per terra all’interno dell’area piccola e supera Carrizo sul suo palo: 3-1. 46’ Nel recupero i tedeschi hanno l’occasione per dilagare. De Bruyne va a chiudere un triangolo calciando di destro, ma il suo diagonale finisce fuori di poco.

Carrizo, portiere di notte e due errori da incubo Ora Mancio lo conferma? INVIATO A WOLFSBURG (GER)

SVISTA PESANTE SU ICARDI Ai tanti rammarichi dell’Inter per gli errori commessi (Palacio, Carrizo...), si aggiunge anche la svista dell’assistente Sokolnicki: nel primo tempo, con il punteggio sull’uno a uno, segnala un fuorigioco inesistente a Icardi sul lancio filtrante di Shaqiri. L’attaccante avrebbe avuto via libera verso la porta di Benaglio. Per il resto, sempre Sokolnicki aveva

IL VICE DI HANDANOVIC

Matteo Dalla Vite

LA MOVIOLA di FRANCESCO CENITI

ben valutato sul gol dell’Inter: sulla pressione di D’Ambrosio c’è il tocco all’indietro di Schurrle che smarca Icardi (sarebbe stato in fuorigioco se a servirlo fosse stato un compagno). Quattro i gialli mostrati dall’arbitro polacco Marciniak (sbavature su un paio di punizioni non date all’Inter), pesante quella a Naldo: niente San Siro.

5

PALLONI GIOCATI

7

GOL SUBITI

90’

35’ Recrimina l’Inter: Icardi era in posizione regolare sul lancio di Shaqiri. Mauro sarebbe volato in porta.

SECONDO TEMPO

TIRI BLOCCATI

H

a forato lui, Juan Pablo. Nella ter ra della Volkswagen pareva che l’usato sicuro andasse benone: Palacio infila l’1-0 anche se poi butta via il raddoppio; Juan Pablo Carrizo, invece, caccia via proprio tutto, deraglia, sbanda, buca non una ma due gomme e alla fine è un crollo totale. Catalessi. «Non sono contento, il mio passaggio sbagliato a Juan Jesus gli ha dato la scossa. Pensiamo positivo, è tutto aperto». Diciamo socchiuso, meglio. COLPITO, AFFONDATO?Hanno ammazzato Pablo, ma Pablo probabilmente rivivrà nella ga-

ra del ritorno. Molto probabilmente Mancini rimetterà Carrizo fra una settimana a San Siro: perché in linea di massima non butta a mare i suoi uomini e perché lo ritiene (virgolette ripetute) un bravo portiere. Pablo è stato colpito, l’Inter affondata. Ma il portiere di notte è lui: a meno di ripensamenti. Inter-Wolfsburg chi la giocherà: Handa? 8-3 PER CARRIZO Si chiama alternanza. E ieri sera è andata malissimo. Eppure, ma non da subito, Mancini aveva deciso che l’uomo estremo deve essere

lui, l’argentino che in questa arena è stato sbranato. La stagione (Mazzarri in panchina) era iniziata con Handanovic in porta: c’era lo sloveno contro lo Stjarnan, poi al ritorno (sicuro) è stato messo Carrizo. Nei Gironi, Handanovic aveva giocato in trasferta contro il Dnipro e poi c’è stato solo Carrizo che ne ha giocate tre di fila e che, per esempio, a Saint Etienne era stato il migliore in campo con una paratissima nel finale e salvando lo 0-0. Fu, quella, l’ultima partita con Mazzarri in panca. Mancini arrivò ed esordì a San Siro con Handanovic in

1L’argentino: «Che sbaglio, ma nulla è perso» Il tecnico verso la fiducia bis a San Siro

porta: Inter-Dnipro 2-1. E poi? La sterzata: nella trasferta di Baku contro il Qarabag gioca Carrizo, a Glasgow gioca ancora l’argentino che ne prende 3 ma salva, a San Siro c’è sempre lui e ieri sera pure. Solo che non è stata serata. No. «Succede di sbagliare scelta: stavolta è capitato a me» fa Carrizo a Interchannel. HANDA GIRA NERVOSO Poi è vero che se la palla regalata per il 2-1 è solare, beh, è anche vero che nel 3-1 c’è anche un errore all’origine: la punizione del 3-1 non va proprio creata (vero Vidic?) però l’argentino crolla goffamente inseguendo il rimbalzo con ritardo quasi come se la palla fosse un oggetto non identificato. «Pensavo di essere messo male dopo aver piazzato la barriera, ma quel tiro poi mi ha fregato» fa Juan Pablo. In tutto questo, alla fine della gara il capitano Andrea Ranocchia è andato a consolarlo. E lui? E’ uscito tranquillo, mentre Handanovic - solitamente pacatissimo - è uscito sacramentando dalla mixed zone perché pur senza dover parlare gli toccava (come a tutti gli altri) fare un giro no-sense di un’area recintata anziché prendere la scorciatoia. Magari era già teso per aver perso. Magari in campo, giovedì, ci va lui: anche se i buoi sono già sgommati via.

- SABATO 14 MARZO CAMPIONATO MASCHILE DIRETTA ALLE 19:30 PRO RECCO vs AN BRESCIA

FEMMINILE

MASCHILE

CAMPIONATO ITALIANO | A1PALLANUOTO

CLASSIFICA

* una partita da recuperare

DICIANNOVESIMA GIORNATA

SABATO 14 MARZO Como Piscina Olimpica Napoli Piscina Scandone Firenze Piscina Nannini Monza Piscina Pia Grande Roma Foro Italico Sori Piscina Comunale

15:00 18:00 18:00 18:00 18:00 19:30

COMO NUOTO CARPISA YAMAMAY ACQUACHIARA RN FLORENTIA BPM SPORT MANAGEMENT ROMA VIS NOVA PRO RECCO

SABATO 14 MARZO Firenze Piscina Nannini

15:00

PRATO

Padova

Piscina Plebiscito

15:00

PLEBISCITO PADOVA

DESPAR MESSINA

Bogliasco

Piscina Comunale

15:00

RN BOGLIASCO

MEDITERRANEA IMPERIA

Rapallo

Piscina Comunale

15:00

RAPALLO

FIRENZE

Cosenza

Piscina Campagnano

15:00

CITTÀ DI COSENZA

SIS ROMA

CN POSILLIPO RN BOGLIASCO CARISA SAVONA SS LAZIO CC NAPOLI AN BRESCIA

DICIASSETTESIMA GIORNATA ORIZZONTE CATANIA

WORLD LEAGUE | MASCHILE MARTEDÌ 17 MARZO  DIRETTA ALLE 20:00

SESTA GIORNATA Genova

Complesso Sciorba

© RIPRODUZIONE RISERVATA

20:00

ITALIA

MONTENEGRO

AN Brescia Pro Recco CarpisaYamamayAcquachiara BPM Sport Management Carisa Savona CN Posillipo CC Napoli Como Nuoto RN Bogliasco SS Lazio Roma Vis Nova RN Florentia

52 51 41 38 25 23 22 19 18 16 9 4

Plebiscito Padova Despar Messina Mediterranea Imperia* RN Bogliasco Prato Rapallo Orizzonte Catania* SIS Roma Città di Cosenza Firenze

43 41 35 27 22 22 20 7 7 4

Croazia Italia Montenegro Turchia Francia

15 11 7 3 0


4

VENERDÌ 13 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT


Europa League R Andata ottavi

VENERDÌ 13 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

LE PAGELLE di PIERFRANCESCO ARCHETTI INTER

WOLFSBURG

5

5

MEDEL RIESCE A RESTARE LUCIDO HERNANES PERDE TROPPI DUELLI IL TECNICO MANCINI

5 Studiata bene, la partita diventa una tortura per i tanti errori. Cambia tre sistemi senza riuscire a controbattere Hecking. Il portiere di riserva resta una scelta discutibile, a questo punto del torneo

IL MIGLIORE RANOCCHIA

6,5 L’unico che resta a un livello discreto dietro e anche il solo a non commettere errori gravi come tutta la sua compagnia. Dost non ha grandi possibilità di tiro, nonostante fosse annunciato in grande spolvero.

CARRIZO

4 A un certo punto si pensa che sia lui a dover salvare l’Inter, ma i disastri arrivano nella ripresa. Il passaggio errato sul 2-1, ma più grave è la posizione sbagliata sulla punizione del tris. ● PARATE 7 ● RINVII 11 ● PRESE ALTE 0

6

5

5

JUAN JESUS Troppo spazio a Naldo nel corner che ha portato al pareggio. Eppure non era un’azione a sorpresa. Perde palloni anche quando si butta in avanti.

SANTON A sinistra, ha di fronte Caligiuri e inizia con un gran recupero. Poi si sgonfia e nel secondo tempo non ferma quasi mai Vieirinha.

GUARIN Sembra non esserci nemmeno quando c’è l’Inter. Figurarsi dopo. Venti palle perse, dodici passaggi negativi e dei tiretti fiacchi.

● CONTRASTI 5 ● CROSS 1 ● PASSAGGI 27

● CONTRASTI 1 ● LANCI 3 ● PASSAGGI 43

● CONTRASTI 2 ● CROSS 1 ● PASSAGGI 34

● TIRI 2 ● RECUPERI 5 ● PASSAGGI 26

6

5

5,5

5

MEDEL Non perde la testa, arriva a quota dodici tra contrasti vinti e recuperi. Fa circolare spesso il Wolfsburg lontano dal centro del ring.

HERNANES La sua uscita sull’1-1 porta al cambio di sistema contestato, però ci sta. Va in affanno da subito, perde troppi duelli con Guilavogui.

SHAQIRI E’ la sorpresa dell’inizio e va detto che tiene indietro i verdi a destra. Poi però si nasconde troppo e riappare solo nel finale: è tardi e deve uscire.

ICARDI Il passaggio a Palacio per l’unica rete resta la scena migliore. Galleggia senza portare troppa pressione o sfruttare un tap in nel recupero.

● TIRI 0 ● RECUPERI 4 ● PASSAGGI 56

● TIRI 1 ● RECUPERI 6 ● PASSAGGI 23

● TIRI 0 ● DRIBBLING 3 ● SPONDE 0

● TIRI 1 ● DRIBBLING 0 ● SPONDE 0

● CONTRASTI 0 ● LANCI 3 ● PASSAGGI 40

IL PEGGIORE

5

D’AMBROSIO Partenza assatanata, costringe anche Schürrle al retropassaggio che fa nascere la rete nerazzurra. Poi perde troppo terreno come tutti gli altri.

6

5

s.v.

s.v.

PALACIO Quattro gol nelle ultime cinque partite, tutto compreso. Bravo nell’1-0, da criticare quando invece fallisce da buona posizione nella ripresa.

VIDIC Dentro per irrobustire la difesa, commette due errori nella stessa azione: perde palla e poi il fallo che porta al 3-1 e viene ammonito.

KUZMANOVIC L’opzione della disperazione, insieme a Kovacic, per rimodellare di nuovo il centrocampo e tentare la rimonta. Non può far molto.

KOVACIC Pure lui vede il campo quando è quasi finita: trequartista senza che possa lasciare grandi tracce.

● TIRI 2 ● DRIBBLING 3 ● SPONDE 0

● CONTRASTI 0 ● LANCI 0 ● PASSAGGI 13

● TIRI 0 ● RECUPERI 0 ● PASSAGGI 14

● TIRI 0 ● RECUPERI 1 ● PASSAGGI 9

MARCINIAK Quattro cartellini gialli corretti, l’assistente Sokolnicki però lo tradisce sbandierando un fuorigioco inesistente a Icardi lanciato verso la porta.

L’ALLENATORE DELL’INTER

MANCINI, DIFENDE IL PORTIERE «NOI AVEVAMO LA PALLA NON IL CORAGGIO DI GIOCARLA» INVIATO A WOLFSBURG (GERMANIA) Twitter @LucaTaidelli

C

ome ne «Il giorno della marmotta», con Bill Murray che si sveglia ogni mattina nello stesso giorno. Così Roberto Mancini dopo ogni partita dell’Inter si ritrova puntualmente a dar fondo alle riserve di pazienza per commentare i blackout di una squadra che sembra avere paura di diventa-

GUILAVOGUI SBAGLIA POCO CALIGIURI, CORSA E SUPERIORITÀ IL TECNICO HECKING

7 Capisce dove poter fare male all’Inter, dopo l’avvio incerto, e ridisegna il Wolfsburg nella ripresa mettendo più energia sulle fasce. Con Vieirinha più avanti e Schürrle fuori i suoi prendono il sopravvento.

IL MIGLIORE DE BRUYNE

7 Ha apparecchiato 39 palle gol in questo torneo, aggiunge il corner del pareggio e poi va in assolo, con le due reti che stendono l’Inter. Potrebbe chiudere la qualificazione, ma manca il 4-1 nel recupero. ● TIRI 4 ● RECUPERI 6 ● PASSAGGI 55

IL PEGGIORE SCHÜRRLE

5 Ha la scusa di essere arrivato da poco, ma ancora una volta viene sostituito. Il campione del mondo non è ancora entrato nei meccanismi dei verdi, nonostante cambi spesso postazione tra fascia e centro. ● TIRI 2 ● DRIBBLING 0 ● SPONDE 0

SOKOLNICKI 5 LISTKIEWIC 6

che il Wolfsburg sugli esterni è molto forte».

fAREA TECNICA

Luca Taidelli

7

re grande. Aggrappata ai propri errori come un bimbo a un ciuccio. La novità però è che stavolta sul banco degli imputati finisce anche il tecnico, che ha insistito sul portiere di riserva e che con l’ingresso di Vidic per Hernanes ha trasmesso il messaggio sbagliato: difendiamo l’1-1. Un’eresia, visto il credo del Mancio. PERCHÉ A TRE «Ma ancor prima dei due regali nel secondo tempo, dovevamo evitare di abbas-

sarci troppo nel primo - attacca l’analisi un Mancio che non muove un muscolo facciale -. Eravamo partiti bene e avremmo dovuto segnare anche il 2-0, poi invece abbiamo lasciato campo all’avversario e regalato un gol, perché uno non può colpire così libero al centro dell’area. Vero che poi ci hanno schiacciato ancora di più nella ripresa, quando sono passato alla difesa a tre. Mossa che ritenevo indispensabile per dare maggiore copertura ai terzini, visto

VIDIC, NON CARRIZO Quando il mirino va poi su Carrizo, Mancio piazza un dribbling dei suoi e, senza nominarlo, attacca Vidic: «Carrizo ha fatto interventi importanti, è un bravo portiere e in Coppa ha sempre giocato lui. Però l’abbiamo messo in difficoltà con troppi retropassaggi. I difensori devono avere il coraggio di giocare il pallone. Pablo avrà anche fatto due errori, ma sul 2-1 non dovevamo costringerlo a giocare il pallone con i piedi (retropassaggio di Vidic, appunto, ndr.) e sul 3-1 avevamo palla noi ma l’abbiamo data all’avversario (Vidic, ndr.), per poi commettere il fallo (Vidic, ndr.) da cui è nata la punizione. Avevamo la palla noi, non si può sempre buttarla a caz... Abbiamo fatto 3 regali e non lo accetto». Inutile dunque cercare di tornare sulla scelta di rinunciare a Handanovic. «Se nel ritorno giocherà ancora Carrizo?». Mancio non risponde ma fa un sorriso contratto che sa tanto di «ormai non posso più tirarmi indietro»... IL VERO PROBLEMA MancioMurray a caldo sembra scoraggiato, parla quasi come un ventriloquo ma non vuole (nè potrebbe) alzare bandiera bianca: «Loro sono un’ottima squadra. Se vogliamo qualificarci non dobbiamo ripetere l’errore di non sfruttare le occasioni e di chiuderci troppo.Gli errori continueranno a esserci, questo è normale, ma abbiamo la speranza di commetterne sempre di meno. A San Siro sarà diversa, non è finita, ci proveremo in ogni modo. Sono convinto che i gol possiamo farli. Il vero problema sarà non prenderli». Avessi detto poco... © RIPRODUZIONE RISERVATA

BENAGLIO 6 Il portiere della nazionale svizzera non deve troppo impegnarsi: un solo tiro parato. Più che altro servono alcune prese alte sicure sui corner del finale. Non troppo pulito l’inizio d’azione che porta al vantaggio interista. VIEIRINHA 7 Nel primo tempo non è nel suo ruolo naturale, poi si vede la sua vera natura di esterno offensivo e diventa il padrone del binario destro. Va sette volte al cross e in un paio di scene impegna il portiere interista. (Perisic s.v.). NALDO 6 Il lungo brasiliano arriva alla rete senza opposizione. Va in difficoltà sul breve e deve fermare Shaqiri con un fallo che gli costerà la squalifica al ritorno. KNOCHE 6 Dimostra alcune debolezze, non viene attaccato abbastanza per denudarlo del tutto. RODRIGUEZ 6 Avvio difficile contro l’amico Shaqiri, poi entra in partita e inizia a crossare. Otto lanci positivi, il massimo per i suoi, ma più determinante risulta una diagonale su Hernanes quando il Wolfsburg era ancora in svantaggio. GUILAVOGUI 7 Meno celebrato del compagno di reparto, il centrale di origine africana è invece più concreto e meno «falloso» di Luiz Gustavo: solo sei passaggi sbagliati su 68. Quando sente la fatica, nel finale, cresce il suo gemello brasiliano. LUIZ GUSTAVO 6 L’ex Bayern di solito ha il cartellino facile, stavolta riesce a contenersi ma spesso non ha in mano il centrocampo. Undici palle perse testimoniano le difficoltà, ma si fa sentire quando gli altri sono stanchi. CALIGIURI 7 Italiano di sangue paterno, pure milanista, forse poco determinato in zona gol. Ma grandi corse e superiorità costante, pur cambiando settore dopo la prima parte a destra. DOST 5 Con Schürrle è l’altra delusione della serata dei lupi, non riesce a mettere il piedone sui servizi in area. Cambiato. BENDTNER 6 Venti minuti al posto del centravanti olandese, qualche raccordo e un’occasione creata. TRASCH 6 Dentro nella ripresa al posto di Schürrle per mandare più avanti Vieirinha. Mossa riuscita, anche se balla una volta su Palacio.

5

HANNO DETTO

COMMETTIAMO ANCORA TROPPE INGENUITÀ. MA È TUTTO APERTO E NOI CI CREDIAMO ANDREA RANOCCHIA DIFENSORE DELL’INTER

ASSENZA DI PERSONALITÀ? NE ABBIAMO, PERÒ ORA CI SERVE LA GARA PERFETTA DAVIDE SANTON DIFENSORE DELL’INTER

NON È POSSIBILE CONCEDERE COSÌ TANTO, DOBBIAMO IMPARARE DA CERTI ERRORI XHERDAN SHAQIRI ATTACCANTE DELL’INTER

RACZKOWSKI 6 MUSIAL 6

fAREA TECNICA

L’ALLENATORE DEL WOLFSBURG

HECKING GIÀ A SAN SIRO: «NON SIAMO PROPRIO MALE GIOCANDO IN CONTROPIEDE» INVIATO A WOLFSBURG (GER)

«D

irei che la situazione è molto buona, e guardando già la gara di ritorno mi viene da dire che noi in contropiede non siamo affatto male...». Questa volta la faccia dello squalo ce l’ha Dieter Hecking: il suo Wolfsburg ha mezza qualificazione in tasca e lui un sorriso a trequarti. «Complimenti alla mia squadra, anche se nel primo tempo non siamo andati benissimo, soprattutto all’inizio. Poi, nella ripresa, siamo riusciti a trovare il giusto ritmo e a metterli in difficoltà soprattutto col gioco sugli esterni». ALI DETERMINANTI La mossa decisiva - oltre agli errori decisivissimi dell’Inter - è stata quella di spostare Vieirinha alto a destra dopo avergli fatto passare un tempo da laterale difensivo della difesa a quattro. «Se devo trovare un nostro difetto - racconta il tecnico del Wolfsburg -, dico che abbiamo perso troppi palloni banalmente. Però, poi, siamo riusciti a

prendere in mano la partita e a lavorare soprattutto sugli esterni, a sfruttare le ali. Migliorando, fino a riuscire a chiudere in crescendo». MERITATA La Bild on-line titola «Inter sconfitta da un De Bruyne in serata di Gala», mentre Daniel Caligiuri è chiarissimo. «Abbiamo meritato la vittoria - dice l’attaccante di origini italiane da parte paterna -: l’Inter è una grande squadra ma noi siamo sempre stati sicuri delle nostre possibilità e alla fine l’abbiamo vinta dando un bel segnale per il ritorno». E per la gara di San Siro non ci sarà il difensore centrale (e autore dell’1-1 momentaneo) Naldo. Ma lo scatenato De Bruyne sì. «Una grande sorpresa vederlo così decisivo nel secondo tempo - continua Hecking -. Nell’intervallo gli ho detto di stare tranquillo. Il lavoro da fare al ritorno sarà importante, ma noi siamo bravi in contropiede e dovremo aspettare il momento giusto per colpire». m.d.v. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Europa League R Andata ottavi

WOLFSBURG

VENERDÌ 13 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

INTER

6

34 31 1

146 136

ANGOLI

MEDIO 53,7 metri

BARICENTRO

4 POSSESSO PALLA

22 23

25

14

17

56,3%

10 9

TIRI NELLO SPECCHIO

33

PALLE RECUPERATE

PALLE PERSE

FALLI COMMESSI

91 13 9

2

43,7%

8

BARICENTRO MOLTO BASSO 44,6 metri

473 PASSAGGI RIUSCITI

10

12 7

PASSAGGI EFFETTUATI

601

49 53

85,4%

80,5%

18

88 8

21

23

30

5

INFOGRAFICA GDS-DATI OPTA

fLA PARTITA AI RAGGI X

Dall’insistere a sinistra, con oltre la metà dei palloni giocati su quel fronte, la squadra di Mancini ha deciso di provare anche al centro. E ome fare a tenere Davide Santon, Herna- così le cifre si sono equilibrate: 39,4% a sinistra, nes e Rodrigo Palacio lontani da casa pro- 38,5% al centro. Sarà anche per un certo calo pria? Alzando Vieirinha, facendolo uscire fisico degli esterni che hanno spinto nella prima dal vestito stretto del terzino destro e conceden- fase, fatto sta che la bilancia nerazzurra ha inidogli un abito lungo da sera. La coda del quale ziato a stare in equilibrio senza più pendere sulfinisce ben oltre la metà campo del Wolfsburg, la parte sinistra. Sugli esterni l’Inter ha sofferto sgorgando in quella interista. È anche così che sia nelle soluzioni di movimento, sia da calci la superiorità tedesca sulla fascia destra si è svi- d’angolo. Alla fine il Wolfsburg ha avuto a diluppata nel corso della ripresa. Non c’è solo la sposizione 27 cross tra palle in movimento e percezione visiva a testimoniarlo, ma anche corner, l’Inter 16. Una netta differenza che souna visione statistica che offrono i dati Opta. stiene la teoria delle difficoltà riscontrate dalla squadra di Mancini sugli esterni. DESTRA VINCENTE Tra il primo e Santon, per esempio, ha crossato IL NUMERO il secondo tempo il Wolfsburg ha soltanto una volta in tutta la parmantenuto equilibrata la distritita, Vieirinha 7, nettamente il mibuzione del gioco offensivo: circa gliore in questa specialità (d’alla metà (il 49,7% nei primi 45’ e il tronde ne ha confezionati un ter48,6% nei secondi 45’) è arrivata zo da solo di cross in movimento). da destra. Su quel lato la squadra Il problema in casa nerazzurra è di Dieter Hecking ha avuto Daniel I cross complessivi stato evidente. D’Ambrosio è riuCaligiuri e Vieirinha. Ma è stato del Wolfsburg tra scito solo una volta a crossare, soprattutto il portoghese quello proprio come Santon, solo Guaazioni e corner. che ha costretto l’Inter a rivedere i rin con 4 ha tenuto una media più suoi piani. I dati Opta infatti mo- I nerazzurri si sono vicina al portoghese. strano un chiaro cambio di rotta fermati a quota 16 in fase offensiva. La squadra di ESTERNI TREMENDI Ma il colomRoberto Mancini, nella prima frazione, ha at- biano non era un esterno, agiva da interno di taccato per il 51,8% a sinistra, ovvero contro centrocampo e non aveva certo il compito di anVieirinha che era inchiodato all’altezza della di- dare a procacciarsi il fondo o di allargarsi tropfesa. Santon spingeva, Hernanes portava palla e po. Insomma, gli esterni tanto reclamizzati del Palacio andava a punzecchiarlo. El Trenza ha Wolfsburg hanno fatto male. Che sia a destra o anche provato alcune soluzioni personali, pro- a sinistra, i tedeschi hanno sfondato: 14 cross vando a intestardirsi in qualche dribbling di tra Vieirinha, Trasch, Rodriguez e Caligiuri. E troppo che alla fine lo ha portato a una percen- nel computo non entrano i 5 di De Bruyne che tuale di successo sotto la sufficienza (43%, 4 ha girato per il campo alla ricerca della posiziosbagliati e 3 riusciti). ne migliore, dalla quale pungere di più. A furia di girarsi per vedere dove andavano, a qualche VIEIRINHA E SANTON Detto questo, nella ripre- interista sarà venuta anche una certa emicrasa, complice anche l’avanzamento di Vieirinha, nia... © RIPRODUZIONE RISERVATA l’Inter ha cambiato la distribuzione del gioco.

Matteo Brega

Basta il solo Vieirinha C a far cambiare idea alla sinistra radicale 1L’Inter spinge di più da quella parte nel primo tempo (51,8%)

Quando il portoghese si alza (7 cross alla fine), sposta gli equilibri LA DISTRIBUZIONE DEGLI ATTACCHI IN PERCENTUALE

24,3%

26,0%

49,7%

34,1%

17,3%

39,4%

38,5%

48,6%

INTER

51,8%

23,5%

24,7%

SECONDO TEMPO

PRIMO TEMPO

WOLFSBURG

22,1% INFOGRAFICA GDS-DATI OPTA

27


VENERDÌ 13 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

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Europa League R Andata ottavi

Senza Pizarro Viola appassita Così la Roma può rifiorire

IL GOL DELL’1-1 Il gol di Seydou Keita, 35 anni, che ha dato alla Roma il pareggio al Franchi: per il maliano, prima rete in Europa League GETTY IMAGES

1Avanti con Ilicic, al 44’ la Fiorentina perde

il cileno e i giallorossi, dopo un rigore di Ljajic parato da Neto, la riprendono con Keita FIORENTINA

ROMA

1 1

PRIMO TEMPO 1-0 MARCATORI Ilicic (F) al 17’ p.t.; Keita (R) al 32’ s.t. FIORENTINA (3-5-2) Neto; Tomovic, Go.Rodriguez, Basanta; Joaquin, Badelj, Pizarro (dal 46’ p.t. M. Fernandez), B.Valero (dal 27’ s.t. Aquilani), Alonso; Ilicic (dal 36’ s.t. Babacar), Salah. PANCHINA Lezzerini, Richards, Vargas, Pasqual. ALLENATORE Montella. CAMBI DI SISTEMA nessuno. BARICENTRO Medio 52,2 metri ESPULSI nessuno. AMMONITI Pizarro e Ilicic per comp. non regolamentare; Alonso, Neto e Badelj per gioco scorretto. ROMA (4-3-3) Skorupski; Torosidis, Manolas (dal 26’ p.t. Astori), Yanga-Mbiwa, Holebas; Keita, De Rossi (dal 23’ p.t. Pjanic), Nainggolan; Florenzi, Ljajic (dal 30’ s.t. Gervinho), Iturbe PANCHINA De Sanctis, Cole, Verde, Doumbia. ALLENATORE Garcia. BARICENTRO Molto basso 46,8 m. CAMBI DI SISTEMA dall’8’ p.t. 4-23-1; dall’11’ p.t 4-3-1-2.; dal 30’ s.t. 43-3. ESPULSI nessuno AMMONITI Nainggolan per gioco scorretto.

PRIMO TEMPO 2’ De Rossi ci prova Punizione e colpo di testa di De Rossi, che non riesce a centrare la porta di Neto. 13’ Provvidenziale Manolas Borja Valero al volo, Manolas si sacrifica e respinge il tiro, evitando un potenziale pericolo per Neto. 17’ Ilicic, che destro! Errore di De Rossi, contropiede del velocissimo Salah sulla sinistra, palla perfetta per il mancino Ilicic che, con un gran destro, batte Skorupski sul suo palo. 42’ Si sveglia la Roma Bello spunto di Ljajic che supera tre avversari, palla per Nainggolan, gran tiro: fuori.

Fabio Licari

43’ Brivido Florenzi Grande occasione per Florenzi si porta avanti col tacco, tira, bravo Neto a respingere. Rirende Ljajic che manda alto.

R

SECONDO TEMPO 6’ Ancora Ljajic Dribbling di Ljajic che salta Tomovic e mette in mezzo , Neto blocca 15’ Bravo Neto Contestato rigore per la Roma: Neto, che l’aveva provocato, intuisce l’angolo e nega il gol a Ljajic. 18’ Finezza di Borja Bello stop di Borja Valero che appoggia per Ilicic. La palla finisce direttamente sul fondo, alla sinistra di Skorupski. 32’ Ecco il pari Angolo dalla destra di Florenzi, perfetto stacco di testa di Keita. Il gesto tecnico del giallorosso è notevole, ma Alonso protesta per una spinta. 37’ Si rivede Iturbe Contropiede di Iturbe che si porta il pallone sul sinistro e calcia da fuori area. Palla alta sopra la traversa.

ARBITRO Lahoz (Spa) NOTE paganti 23.557, incasso euro 701.627. Angoli 6-4. In fuorigioco 22. Rec. p.t. 2’, s.t. 3’

Il contatto Neto-Iturbe che l’arbitro giudica da rigore LAPRESSE

INVIATO A FIRENZE

otto no, ma qualcosina s’è incrinato nel meccanismo della Fiorentina: si può dire che lo 0-4 con la Lazio non era stato un caso, ma un avvertimento. Qui è bastata l’uscita di Pizarro – in una squadra-orchestra nella quale i protagonisti di solito sono intercambiabili – per svoltare negativamente e cedere gioco, occasioni e gol a una Roma imbarazzante per oltre mezz’ora. Come nei filmacci in cui il cattivo ha la pistola puntata sul nemico ma comincia a parlare, parlare, parlare finché non si fa disarmare. Alla fine l’1-1 è giusto: addirittura per i giallorossi c’è un rigore contestato e sbagliato da Ljajic (ma si potrebbe dire anche parato da Neto, sempre più bravo e decisivo). E a proposito di mosse-partita: l’uscita di De Rossi è l’altra chiave, decisiva questa, per la Roma, che così può affidarsi alla regia di Keita senza avere due play a pestarsi i piedi, reagendo meglio al possesso e al movimento viola. Un pari che lascia intatte le percentuali di qualificazione, anche perché all’Olimpico la Roma da tempo non combina niente di buono. Certo che la caduta di gioco

della Fiorentina, dopo mezzora incantevole, qualche dubbio lo lascia. ILLUSIONE VIOLA E lo lascia perché non può bastare il k.o. del cileno, poco prima della pausa, per giustificare il pessimo secondo tempo. Memore del successo nei quarti di Coppa Italia, con un 3-5-2 che aveva schiantato i giallorossi, Montella abbandona la difesa

RQualcosa si è

inceppato nel gioco dei viola. La Roma male per 30’, poi si riprende

a 4 e s’impadronisce del centrocampo. Non si pensi che sia solo tattica: no, sono il gran movimento dei protagonisti, l’assenza di punti di riferimento e poi la velocità in attacco a impressionare. Ma il tecnico c’entra, quando vedi il modo in cui la Roma è messa al tappeto: mentre Garcia non sa cosa fare, la Fiorentina ha già piazzato una linea mobilissima (Joaquin, Ilicic, Valero e Alonso) dietro Salah che rientra oppure galleggia aspettando che un trequartista affondi.

SOLTANTO DUE TIRI I pericoli arrivano soprattutto dalla fascia destra dove l’asse Ilicic-Joaquin, con la partecipazione speciale di Valero (che interpreta il ruolo di mezzala-trequartista come nessuno), fanno sfracelli. E poi c’è anche un secondo copione tattico, ancora più produttivo perché ne scaturisce l’1-0: chiudersi, approfittare degli inciampi della Roma, e ripartire nelle praterie con Salah e Ilicic. C’è però un problema: la Fiorentina fatica a segnare, anzi a trovare la porta. Alla fine i tiri su Skorupski saranno soltanto due: il gol di Ilicic, su azione di Salah innescato dall’erroraccio di De Rossi; e un tiro da fuori di Badelj. Insomma, la gran manovra, bella da vedersi, avrebbe avuto bisogno di Gomez, o Babacar, o al limite Gilardino. SVOLTA DE ROSSI Questo problema dà una bella mano alla Roma che era invece nelle condizioni ideali per ricevere il colpo del k.o.: intanto Garcia, confuso di suo, parte col 4-3-3, all’8’ passa al 4-2-3-1 per mettere Nainggolan su Pizarro ma impoverendo di più la difesa, e all’11’ si trasforma in 4-3-1-2, modulo più logico ma che costringe Ljajic, una punta, a sfiancarsi in marcatura sul cileno. Che senso ha tutto ciò? Poi:


VENERDÌ 13 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

LA MOVIOLA di GUGLIELMO LONGHI

NETO TOCCA LA GAMBA: RIGORE OK Primo tempo tranquillo, lo spagnolo Lahoz ha pochi problemi. Dopo la mezz’ora arrivano i cartellini gialli: giuste le ammonizioni per gioco scorretto a Nainggolan e ad Alonso. Rischia Tomovic per un intervento da dietro ai danni di Iturbe, ma l’arbitro lascia correre. Al 42’ la Roma va vicina al pareggio, ma l’azione andrebbe fermata perché Florenzi riceve il pallone in posizione di fuorigioco prima del tiro. Molto contestato dai viola il rigore sbagliato dalla Roma, ma Neto tocca prima la gamba di Iturbe e poi il pallone. La Fiorentina protesta anche per un fuorigioco di Lajic, all’inizio dell’azione: il giallorosso è però in posizione regolare. Sul gol di Keita, altre proteste per una spinta del giallorosso su Alonso che lo marcava.

le condizioni preoccupanti di De Rossi, autore di due errori che consegnano i contropiede alla Fiorentina. Infine dopo 26’ l’uscita per infortunio dello stesso De Rossi e Manolas. Pronti per il massacro? Invece no: la Roma si compatta su Keita, Pjanic aggiusta le geometrie e, poco dopo, esce Pizarro. Con la conseguenza che la Fiorentina non si ritrova più, Badelj play non è la stessa cosa, e per poco la Roma non vince. Spreca il primo pari con il rigore di Ljajic, poi lo aggancia su angolo di Florenzi e colpo di testa di Keita, i due migliori, proprio come con la Juve. SEMPRE IN EUROPA… Segna sempre la Fiorentina, 13 volte nelle ultime 14 partite di coppa, ma continua a non vincere nei derby: questo è il terzo pari, con due sconfitte. E anche la Roma conferma i suoi recenti indicatori: in Europa ha sempre subito gol nelle ultime 21 partite (42 centri), ed è all’undicesimo pari nelle ultime 17 gare post-City. Di più: sembra dimenticarsi del centro-sinistra dove lascia solo l’Holebas di turno, rischiando tantissimo. Una Fiorentina al massimo avrebbe continuato nell’aggressione e stravinto, questa può temere l’eliminazione. © RIPRODUZIONE RISERVATA

LE ALTRE SFIDE Un super Siviglia vince a Vila-Real: Vitolo da record ●

Nelle altre quattro partite dell’andata degli ottavi dell’Europa League senza italiane, il campo centrale era sicuramente lo stadio Mardigal di VilaReal, dove è andato in scena il derby spagnolo tra Villarreal e Siviglia. Grande vittoria esterna del campioni uscenti della manifestazione, che ha portato anche un record per la manifestazione. il gol del vantaggio segnato da Vitolo entra nella storia dell’Europa League come la rete più veloce: dopo 13 secondi e 21 centesimi. Vitolo non è riuscito però a far meglio del record di Champions, detenuto da Roy Makaay, che nel 2006-07 segnò dopo 10 secondi e 12 centesimi in Bayern-Real Madrid, ritorno degli ottavi di finale.

fIL PERSONAGGIO

IL NUOVO FARO

A un passo dall’abisso riecco ancora Keita È lui l’ultimo senatore 1Come contro la Juve, la Roma si salva con un gol del maliano:

«Possiamo qualificarci, dobbiamo sbloccarci psicologicamente»

INVIATO A FIRENZE

P

er chi fosse ammalato solo di calcio, persino la scenografia ricorda che poche centinaia di metri in linea d’aria c’è il Bello che strizza l’occhio al mondo. Così la Curva Fiesole espone di fila il Perseo di Cellini, il David di Michelangelo, Palazzo Vecchio e il Duomo, come a dire: noi siamo questo, e voi ragazzi in campo? Certo, lo spettacolo offerto da Fiorentina e Roma non è all’altezza di cotanto senno, ma forse — visto lo stato del

EVERTON-DINAMO KIEV 2-1 Marcatori Gusev 14’ (DK), Naismith (E) al 39’ p.t.; Lukaku (E) su rigore al 37’ s.t. VILLARREAL-SIVIGLIA 1-3 Marcatori Vitolo (S) al 1’, Mbia (S) al 26’ p.t.; Vietto (V) al 3’, Gameiro (S) al 5’ s.t.

L’ULTIMO SENATORE Il momento clou, ovviamente, c’è stato quando si ritrovano faccia a faccia Neto e Adem Ljajic. È un rigore avvelenato quello che l’attaccante serbo calcia; il portiere brasiliano infatti ha giocato per due stagioni e mezzo in viola con Ljajic e quindi — conoscendo il rivale — riesce a parare bene, esorcizzando il fantasma del gol dell’ex che già aleggia sul Franchi. Boato. Roma finita, Ro-

ma alle corde. Dove sono i senatori? Totti a casa infortunato, De Rossi uscito nel primo tempo dopo aver involontariamente spianato la strada al vantaggio viola. Quando Garcia si guarda intorno scopre che a non avere ancora abbassato lo sguardo resta solo lui, Seydou Keita. Al 32’, su angolo di Florenzi, si alza di testa e la mette dentro. È la rete del pari, quella della resurrezione. E allora, in un marzo calcisticamente impazzito sul fronte giallorosso, l’ex del Barcellona si cuce addosso l’etichetta dell’Uomo della Speranza. Il 2 marzo in fondo, in un Olimpico che sembrava diventato terra di conquista juventina dopo la punizione

LA SUA PARTITA AI RAGGI X TOCCHI PER ZONA Il colore è più intenso nelle zone in cui ci sono stati più tocchi di palla ATTACCO

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FALLI 3 FATTI

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90’

SUBITI

BRUGES-BESIKTAS 2-1 Marcatori Gökhan Töre (Be) al 1’, De Sutter (Br) al 17’, Refaelov (Br) su rigore al 34’ s.t. DNIPRO-AJAX 1-0 Marcatore Zozulya al 30’ p.t.

calcio italiano — pare persino difficile pretendere di meglio. Eppure le emozioni non mancano, soprattutto in un secondo tempo dai risvolti psicologici non banali.

Massimo Cecchini

49 IL GOL

NEGATIVI 7

DA DOVE A TIRATO

GOL

FUORI RI

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di Tevez, era stata proprio la premiata ditta Florenzi (che calcia) e Keita (che colpisce di testa) ad agguantare la Vecchia Signora. E stavolta come allora Keita finisce la gara sotto la curva giallorossa alzando i pugni al cielo, come a dire: io ci sono. RINNOVO E RAZZISMO Con queste premesse, nessuna sorpresa che James Pallotta, pronto a festeggiare oggi il suo 57° compleanno finalmente con un mezzo sorriso, aspetta solo che Seydou — l’uomo dei 16 trofei «veri» vinti — dia il via libera per l’annuncio che Garcia sta aspettando, ovvero il rinnovo fino al 2016. «Io a Roma sto bene», ha detto pochi giorni fa. A Firenze di sicuro meno, visto che all’uscita — secondo alcuni giallorossi — è bersaglio di insulti piovuti dalla Fiesole. «Mi sono beccato con alcuni tifosi viola che avevano rivolto frasi razziste a Keita», racconta Nainggolan. Se così fosse, la vergogna tingerebbe i titoli di coda di una sfida che non merita di andare in archivio anche con questi racconti. Più dolce pensare allora all’appuntamento tra sette giorni, quando non si potrà più sbagliare. «Il gol è importante, perché mantiene viva la qualificazione. Dobbiamo giocare con l’intensità della ripresa. La squadra ha bisogno solo di sbloccarsi psicologicamente». L’Ultimo Senatore, ne siamo certi, sta già preparando l’orazione vincente. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Europa League R Andata ottavi

VENERDÌ 13 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

LE PAGELLE di ALEX FROSIO FIORENTINA

ROMA

6,5

7

CONFERMA NETO ILICIC ATTIVO SALAH ALTRUISTA MATI DELUDENTE IL TECNICO MONTELLA

6,5 Si affida al 3-5-2 con cui aveva già incartato la Roma in Coppa Italia. Senza un vero centravanti, sfrutta palleggio e spazi, e il progetto regge finché Pizarro riesce a far girare la squadra e Borja ha polmoni.

IL MIGLIORE BORJA VALERO

7 Addetto alla cucitura e agli inserimenti senza palla, perfetto nel dialogo stretto e poi quando allunga la squadra alle spalle della difesa della Roma. Si muove tra le linee, non dà punti di riferimento.

MATI FERNANDEZ

5

Entra al posto di Pizarro e non si ricorda una giocata che sia una. Prima di lui, il centrocampo viola comandava. Con lui perde il controllo. Né contribuisce a rinforzare gli argini. ● TIRI 0 ● RECUPERI 4 ● PASSAGGI 18

5

5

TOMOVIC Ruvido, pure troppo, per contenere le fughe e i guizzi di Iturbe. Bravo invece quando ferma Ljajic in area. Con i minuti tende a perdere lucidità.

G. RODRIGUEZ Gioca quasi da libero vecchio stampo, si stacca per andare a coprire gli scatti di Iturbe e Florenzi. E ha anche un buon piede per il lancio lungo.

BASANTA E’ dalla sua parte che la Roma insiste di più. E’ a lui che Gonzalo deve dare più copertura. In seria difficoltà quando la Roma attacca lo spazio alle sue spalle.

● PARATE 3 ● RINVII 7 ● PRESE ALTE 1

● CONTRASTI 0 ● CROSS 1 ● PASSAGGI 25

● CONTRASTI 0 ● LANCI 7 ● PASSAGGI 28

● CONTRASTI 1 ● LANCI 3 ● PASSAGGI 33

6,5

6

7

5,5

JOAQUIN Un’ala dei bei tempi: si piazza a schiacciare la linea laterale e poi, palla al piede, punta, prende il fondo, crossa alto e basso. Si sacrifica in copertura.

BADELJ Nel centrocampo di palleggiatori è il più essenziale. Nella ripresa fatica a contenere la qualità romanista. Ma ci prova da fuori e sfiora il 2-1.

PIZARRO La sua importanza si percepisce ancora di più quando esce per infortunio. Senza i suoi ritmi la Fiorentina praticamente smette di girare.

ALONSO Fa match pari con Torosidis: aggiunge un paio di discese in più, condite da tiri poco precisi. Va giù con troppa facilità su “spintina” di Keita, che fa l’1-1.

● CONTRASTI 1 ● CROSS 5 ● PASSAGGI 20

● TIRI 2 ● RECUPERI 12 ● PASSAGGI 41

● TIRI 1 ● RECUPERI 6 ● PASSAGGI 16

● TIRI 1 ● SPONDE 0 ● DRIBBLING 1

6,5

5,5

7

s.v.

ILICIC Inizia con un movimento perfetto nello spazio, concluso dal tiro di destro: cioè il piede meno buono. Segno che la serata gira per il verso giusto.

SALAH Va a tutt’altra velocità e in più sa giocare a calcio, non è egoista: perfetta la palla per il gol di Ilicic, poi sponde intelligenti. Sparisce un po’ nella ripresa.

AQUILANI Entra e la prima giocata è un colpo di tacco sulla propria trequarti che avvia una ripartenza della Roma. Non un buonissimo impatto...

BABACAR Pochi minuti in campo, quando entra lui la Fiorentina ormai si è persa.

● TIRI 3 ● SPONDE 6 ● DRIBBLING 1

● TIRI 0 ● SPONDE 5 ● DRIBBLING 0

● TIRI 0 ● RECUPERI 0 ● PASSAGGI 4

● TIRI 0 ● SPONDE 0 ● DRIBBLING 0

6,5

6,5

FURIA FLORENZI PJANIC ILLUMINA NAINGGOLAN OK MALE HOLEBAS IL TECNICO GARCIA

6 Due cambi di sistema nei primi 12’, poi due sostituzioni obbligate. Ma la Roma ci guadagna: con un Pjanic in più si ritrovano geometrie, nella ripresa s’è vista una squadra. E stavolta il pari è da benedire.

IL MIGLIORE KEITA

7 L’esperienza di certe notti europee fa sempre la differenza. Uscito De Rossi, si piazza in mezzo a dirigere traffico e tempi, mette vocione e fisico, soprattutto colpisce in area per un gol pesantissimo.

DE ROSSI

4 Dispiace per Daniele, pure capitano per l’assenza di Totti, ma è lui a sbagliare il disimpegno che avvia l’1-0. Sbaglia, poi chiude su Joaquin e si fa male. Senza di lui, la Roma migliora. ● TIRI 0 ● RECUPERI 0 ● PASSAGGI 14

L’ALLENATORE DELLA FIORENTINA

MONTELLA «BISOGNAVA ESSERE PIÙ CINICI MA PASSEREMO» Giovanni Sardelli FIRENZE

a Fiorentina dura un tempo. In questo periodo l’intensità va centellinata e la viola concentra la benzina rimasta nel serbatoio nei primi 45’. Montella, che poco più di un mese fa era riuscito per la prima volta a battere la Roma da allenatore, sfiora il bis: ma deve accontentarsi di un pari. «Dispiace soprattutto aver subìto gol in casa — spiega —, la

Roma ha avuto un paio di occasioni ed una l’ha sfruttata. Per questo sono stati bravi. Nei primi 35’ meritavamo di fare più gol, dovevamo essere cinici». RAMMARICO Montella è infastidito. Dal gol preso, certo. Ma anche da una direzione di gara che gli è piaciuta proprio poco. Qualche episodio non è andato giù, in generale però è stata la gestione che non è stata gradita. «Dico solo che in Italia ci lamentiamo molto dei nostri arbitri e poi ci accorgiamo che

anche in Europa si sbaglia, eccome. Quindi teniamoci stretti i nostri. Il rigore? Non mi va di parlarne. In generale preferisco tenermi i nostri arbitri e non dire ciò che penso di questa direzione». La smorfia nel rivedere il gol subìto, con Alonso che cade a terra dopo un contatto con Keita, è palese. «L’amarezza è aver incassato gol. Se poi è così dubbio e così al limite, il rammarico aumenta». TUTTO APERTO Ora alla Viola serve una mezza impresa. «La qualificazione è ancora aperta — continua Montella — semmai la mia preoccupazione è quella di avere sempre meno giocatori a disposizione. Vediamo cosa si è fatto Pizarro, lui ci faceva respirare con il possesso palla e la sua uscita non ci ha agevolato. Tanti infortuni? Normale, la stagione è piena di impegni e si consumano energie psicofisiche. Ma di problemi muscolari ne abbiamo avuti pochi». Chiusura sul risultato. «Lo accettiamo, forse è giusto, anche se ci resta un po’ di amarezza», prima del sussulto d’orgoglio. «Non credo che la Roma ci abbia messo sotto, ma essendo forti possono avere delle occasioni. Le squadre si sono tutto sommato equivalse poi in termini assoluti non so se le due formazioni hanno lo stesso valore: e se abbiamo preso qualche contropiede di troppo è perché noi giochiamo così. È il nostro limite e la nostra virtù. Ci piace controllare la partita e tentare di tenerla in pugno». Al ritorno servirà questo. E forse anche tanto altro. Come ad esempio provare a recuperare qualche calciatore, da Gomez a Savic. Ma la Viola ci crede ancora. © RIPRODUZIONE RISERVATA

YANGA-MBIWA Quando riesce a chiudere è perché ci si butta di fisico, in maniera anche spericolata (vedi il “muro” su Ilicic nella ripresa). Tecnicamente imbarazzante.

● PARATE 1 ● RINVII 9 ● PRESE ALTE 2

● CONTRASTI 1 ● CROSS 3 ● PASSAGGI 34

● CONTRASTI 1 ● LANCI 0 ● PASSAGGI 4

● CONTRASTI 0 ● LANCI 4 ● PASSAGGI 37

5

6

tavolta, almeno, il pareggio non gli andrà di traverso, c’è da giurarci. E pazienza se è l’ennesimo della serie giallorossa, Rudi Garcia questo lo ha apprezzato eccome, anche se alla vittoria alla fine ci aveva preso gusto. Ma si andrà a giocare tutto giovedì prossimo, all’Olimpico, quando andrà a caccia della qualifi-

6

NAINGGOLAN Come al solito è il più dinamico del centrocampo giallorosso, e pure quello che con più continuità riesce ad avvicinarsi all’area viola per il tiro. Impreciso.

FLORENZI Il coltellino svizzero della Roma: esterno d’attacco, punta, mezzala. Il bello è che adatta il proprio gioco al ruolo ricoperto. È il primo a impegnare Neto.

ITURBE Tante corse, a volte senza molto senso, servono per sfiancare la difesa. Allunga la squadra, ci prova, si prende un rigore, non benissimo alla conclusione.

● CONTRASTI 2 ● CROSS 3 ● PASSAGGI 15

● TIRI 2● RECUPERI 8 ● PASSAGGI 25

● TIRI 1 ● SPONDE 2 ● DRIBBLING 0

● TIRI 2 ● SPONDE 0 ● DRIBBLING 4

6,5

6

6

LJAJIC Il più vivo da trequartista quando la Roma è mezza morta. Poi gli altri si svegliano e lui non resta a livello. Sbaglia quasi a porta vuota. E sbaglia il rigore.

PJANIC Il suo ingresso restituisce calcio alla Roma. Pur non essendo ancora il Pjanic dei bei tempi, riduce i tempi di gioco, cambia fronte con lanci di 40 metri.

ASTORI Aggiunge un pizzico di solidità alla difesa. Anche qui, niente di eccezionale, però mette attenzione in mezzo all’area.

GERVINHO Entra per l’ultimo quarto d’ora quando la sua velocità potrebbe essere un fattore. Non fa in tempo ad azionarsi.

● TIRI 2 ● SPONDE 2 ● DRIBBLING 2

● TIRI 0 ● RECUPERI 4 ● PASSAGGI 35

● CONTRASTI 0 ● LANCI 4 ● PASSAGGI 17

● TIRI 0 ● SPONDE 1 ● DRIBBLING 0

ESTRADA 6,5 HERNANDEZ 6

GARCIA «A RADJA DICO CHE GIOCHIAMO SEMPRE IN 11»

S

6,5

HOLEBAS Joaquin lo salta una volta, poi un’altra e un’altra ancora. Finché non arriva Nainggolan a dargli una mano. Allora potrebbe anche spingere e ci prova.

L’ALLENATORE DELLA ROMA

INVIATI A FIRENZE

5

MANOLAS Rimane in campo giusto il tempo di assaggiare il meglio della serata viola. Si immola per andare a coprire (invano) uno sganciamento di Alonso.

fL’AREA TECNICA

Andrea Pugliese Davide Stoppini

5,5

TOROSIDIS Compito meno complicato rispetto a Holebas, perché deve controllare il poco impetuoso Alonso. Un paio di diagonali difensive profonde.

5

IL PEGGIORE

6

SKORUPSKI Spesso aiutato dal muro di uomini davanti a sé, troppo ravvicinato il destro imprevedibile di Ilicic. Attento nella ripresa su Badelj e in uscita.

● TIRI 2 ● RECUPERI 6 ● PASSAGGI 49

MATEU LAHOZ Azzecca la decisione in occasione del rigore dato a Iturbe. A non convincere però è la gestione della partita. A un certo punto è stata netta la sensazione che ne avesse perso il controllo.

fL’AREA TECNICA

L

6

NETO Da ripudiato a eroe. Ferma Florenzi a fine primo tempo, poi ricorda i due anni passati a fianco di Ljajic in viola e vince il duello psicologico dal dischetto.

● TIRI 1 ● RECUPERI 4 ● PASSAGGI 19

IL PEGGIORE

5,5

cazione ai quarti di finale di Europa League. E magari potrà servire anche un altro pareggio, a patto che sia senza reti. RAMMARICO E ATTESA «Stavolta meritavamo la vittoria, abbiamo sofferto solo nei primi minuti, poi abbiamo mostrato un altro volto, anche se abbiamo perso qualche palla velenosa a centrocampo - dice alla fine il tecnico francese -. Ma sono soddisfatto, ho visto 70 minuti di vera Roma, una Roma ambiziosa che voleva se-

DEVIS 5,5 PEREZ DEL PALOMAR 5,5

gnare almeno un gol in trasferta». Segnali di ripresa, dunque, quelli che Garcia si aspettava, soprattutto dopo il confronto post-Chievo. «E’ per questo che non sono contento del risultato. Abbiamo giocato con la testa, soprattutto dopo i primi venti minuti - continua l’allenatore della Roma - Abbiamo pressato alti dall’inizio, poi ci siamo organizzati più bassi, visto che perdevamo palloni importanti portando troppo palla e regalando dei contropiede pericolosi. Ma non è ancora deciso niente per la qualificazione, è come se fossimo ancora all’intervallo. Il gol è pesante, ma dobbiamo vincere giovedì prossimo». DANIELE E RADJA La Roma è andata meglio senza De Rossi, anche se Garcia tende la mano al mediano giallorosso. «Non è che abbiamo giocato meglio senza di lui, è che prima perdevamo palle pericolose e la squadra era senza equilibrio. Per me sarebbe stato meglio andare avanti con Daniele, purtroppo non è stato possibile, speriamo non sia niente di grave». Come per Garcia non sono gravi neanche le frasi rilasciate da Radja Nainggolan: «Giochiamo sempre in 11, Radja voleva dire che tutti devono stare bene fisicamente. Ripeto, quello che mi piace è che stavolta ho visto una Roma uguale a quella di alcune uscite passate: ad esempio i primi minuti di Verona contro l’Hellas, o la partita vinta a Rotterdam. Abbiamo effettuato un gioco manovrato, una prestazione interessante. Da inquietante a interessante in tre giorni? È il calcio, ma quando hai le occasioni devi saperle sfruttare». E allora Garcia ora lavorerà su questo, dovesse tornare anche cinica, la Roma potrebbe anche ricominciare la risalita. © RIPRODUZIONE RISERVATA


Europa League R Andata ottavi fLA PARTITA AI RAGGI X

Ilicic e Salah incroci pericolosi Pjanic, la medicina per la Roma 1Efficaci gli interscambi dei due trequartisti viola: così sparigliano le carte di Garcia Poi tocca al bosniaco spingere su i giallorossi. L’importanza di Keita in cabina di regìa Alessio D’Urso

LA MOSSA TATTICA 3 GIOCATORI CHIAVE BORJA VALERO: palloni intercettati 4 ILICIC: dribbling riusciti 100% SALAH: occasioni create 4

I

licic e Salah, due monumenti. Borja Valero, il loro piedistallo. Sono loro le armi tattiche della serata al Franchi. E la Roma va nel pallone per un’interminabile mezz’ora del primo tempo. Il tecnico Montella aveva accarezzato alla vigilia la suggestione di una scena madre così. Il gol della Fiorentina: i due trequartisti eccellenti nel muoversi tra le linee e mettere in difficoltà i difensori della Roma col loro pressing alto, il centrocampista spagnolo perfetto negli inserimenti e nel dettare la ripartenza giusta. La dinamica dell’1-0 è da manuale del calcio. COMPLETO Lui, «Iliciclone», si era fatto conoscere proprio sul proscenio di Firenze, quando con un siluro di sinistro da 30 metri sorprese Frey quando vestiva la maglia del Palermo. Era il 3 ottobre 2010, quella volta i rosanero vinsero 1-2 volando sulle ali di uno strepitoso Pastore. Che cos’è cambiato nello sloveno? Molto, a rivedere quel destro vincente di ieri: l’altro piede finalmente usato non solo per camminare. E così nel suo colpo ad alta precisione la ripartenza orchestrata da Borja Valero e rifinita da Salah trova il suo

BORJA VALERO

SALAH

ILICIC

PASSAGGIO MOVIMENTO

Gli interscambi di Salah e Ilicic, due trequartisti dal dinamismo impressionante, hanno scombinato i piani dei difensori della Roma: così l’azione d’attacco della Fiorentina, rilanciata da Borja Valero, si è sviluppata rapidamente nei sedici metri della Roma. Uno schema che in qualche modo i giallorossi hanno cercato di replicare con l’ingresso in campo di Pjanic, schierato dietro a Ljajic e Iturbe. GDS

IL NUMERO

14

I gol tra campionato e coppe della Fiorentina da quando è arrivato Salah: nel 57% c’è stato il suo zampino (6 gol e 2 assist)

11

VENERDÌ 13 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

coronamento. Bravo, Josip: l’aria di Firenze ti ha fatto bene e i consigli di Montella lo hanno completato. La primavera dello sloveno è già arrivata. PROFESSORE La Fiorentina fa la Roma della scorsa stagione: possesso palla, controllo del gioco, velocità e rapidità d’azione con Salah e Ilicic (10 sponde in tutto per i due), appunto, splendidi interpreti del calcio moderno. A dirigere l’orchestra,

IL NUMERO

21

Le partite consecutive in Europa nelle quali la Roma ha sempre subito gol: 42 le reti in questo parziale

appunto, Borja Valero (19 passaggi positivi). Che, approfittando della confusione creata da De Rossi (che disorienta pure Keita), può dispiegare il suo gioco preferito: quello verticale. Accompagnando l’azione con Joaquin e Alonso con i tempi giusti da squadra compatta. RISCATTO Il pressing alto e l’intensità imposti da Montella sono la chiave del primo tempo, un monologo «spezzato» nell’ultimo quarto d’ora e che nella ripresa non c’è stato proprio, complice l’assenza del faro Pizarro uscito per infortunio. Il risveglio della Roma, i cui giocatori finalmente cominciano a correre di più senza palla, si registra nella ripresa quando Pjanic (35 passaggi ok) ripara i danni creati da De Rossi, giocando alla Borja Valero, con passaggi col contagiri per Ljajic e Iturbe. Davanti alla difesa Keita, in cabina di regìa, può così impostare e conferire alla squadra equilibrio (ben 49 i suoi passaggi azzeccati): un’interpretazione premiata col gol di testa, in quell’area peraltro abitata dai giganti viola, campioni sulle palle alte... Emblematici i due contropiede subìti dalla Fiorentina in vantaggio: il primo porta al rigore, il secondo sventato sul più bello da Neto. L’IMPORTANZA DI TOTTI Nella serata da incubo di Ljajic, alcune considerazioni: d’accordo venire a prendere il pallone a centrocampo, enfatizzare i movimenti di Totti (maestro nelle verticalizzazioni con uno, due tocchi al massimo), ma portar palla, come ha fatto anche Iturbe, non serve alla causa. Il miglior Adem, non quello di ieri, rende meglio in area di rigore o quando parte da esterno e si accentra con le sue consuete sterzate. © RIPRODUZIONE RISERVATA

FIORENTINA

ROMA

BARICENTRO FIORENTINA

MEDIO 52,2 metri 19

2

1

28

20 7 72

5 40

74

17

ANGOLI

6

4 POSSESSO PALLA

50,3%

49,7%

TIRI NELLO SPECCHIO

2

4 PALLE PERSE

123

138 FALLI COMMESSI

16

14 CONTRASTI

22

11 PASSAGGI EFFETTUATI

390

385 PASSAGGI RIUSCITI

79,2%

80%

BARICENTRO MOLTO BASSO 46,8 metri ROMA 35 24 7 8

2 44

20 4

16

28

25 GDS


12

Europa League R Andata ottavi

PAGELLE

di MIMMO MALFITANO

MERTENS SALE INLER COMANDA KOKORIN DOV’E’? NAPOLI

7 HIGUAIN

8 Che spettacolo! Tre gol: di testa, di destro e di sinistro: uno show completo che lo incorona re di Napoli. Per lui, prima tripletta europea. ANDUJAR 6 Serata tranquilla. HENRIQUE 6,5 Non solo fase difensiva, contrasta Dzsudzsak e si lancia in alcuni affondi. KOULIBALY s.v. Dopo 5’ toccato duro da Kuranyi deve uscire. ALBIOL 6 Avrebbe dovuto usufruire di un turno di riposo, ma deve sostituire Koulibaly nella marcatura di Kurnayi. BRITOS 6,5 Non ha punti di riferimento e si preoccupa di raddoppiare su Valbuena. GHOULAM 6,5 Il piccolo Valbuena prova ad impressionarlo, ma lui non abbocca. Suo il cross per il pareggio di Higuain. JORGINHO 6 Più reattivo, qualche buon suggerimento. INLER 6,5 E’ in netta ripresa, si sistema dinanzi alla difesa e comanda il gioco. CALLEJON 6,5 Solito movimento sulla fascia destra e tanta abilità nel saltare Zhirkov. ZUNIGA s.v. Rientra dopo quattro mesi e mezzo, per lui pochi minuti. DE GUZMAN 6 La fisicità di Zobnin gli crea qualche problema in avvio. Poi, prevale alla distanza. HAMSIK 6 Un quarto d’ora, si fa apprezzare per qualche finezza. MERTENS 7 Sta dimostrando che non è un giocatore da un tempo solo. Si procura il rigore. ALL.BENITEZ 7 Un successo netto, che gli serve per ipotecare il passaggio ai quarti di finale. La gara di ritorno dovrebbe essere una pura formalità.

5 IL MIGLIORE KURANYI

6 Il suo bel gol di testa su palla inattiva dopo appena un minuto e mezzo di gioco ha soltanto illuso la Dinamo Mosca. Si rende ancora pericoloso di testa. GABULOV 5 S’è dovuto arrangiare come ha potuto dinanzi alla potenza offensiva del Napoli. KOZLOV 5 Gli è toccato Mertens ed è andato subito in confusione: non l’ha mai preso. HUBOCAN 5 Dalle sue parti è stato semplice affondare, male nel raddoppio su Higuian. SAMBA 5 Ci ha provato anche di fisico a fermare Higuian, ma contro quel Pipita sarebbe stato difficile per chiunque. ZIRKOV 5,5 Ha corso parecchio per rincorrere Callejon, senza grandi risultati. VALBUENA 5 E’ lui che commette il fallo di rigore su Mertens. Per il resto, solo tanto movimento. IONOV 5,5 Entra quando il risultato è già compromesso. ZOBNIN 4,5 Un vero disastro, si fa ammonire e poi becca il rosso diretto per una brutta entrata. VAINQUEUR 5,5 Si limita a seguire Jorginho, fuori dal gioco. DZSUDZSAK 5,5 S’impegna quando prova a sfondare sulla sinistra, ma Henrique lo limita. (TASHAEV s.v.) KOKORIN 5,5 Del suo talento s’è visto davvero poco, non è mai stato pericoloso. BUTTNER 5 Ogni volta che ha provato l’accelerazione è stato anticipato da Albiol. ALL. CHERCHESOV 5 La sconfitta ha compromesso quasi del tutto la qualificazione, salvo un miracolo a Mosca. SIDIROPOULOS Dirige la partita con personalità, è giusto il rigore fischiato al Napoli, come pure l’espulsione diretta di Zobnin. EFTHIMIADIS 6 – KOSTARAS 6 KOUKOULAKIS 6 TRITSONIS 6

6,5

NAPOLI

3

D.MOSCA

1

IL TECNICO

LA MOVIOLA di G.D.S.

MARCATORI Kuranyi (D) al 2’, Higuain (N) al 25’ e, su rigore, al 31’ p.t.; Higuain (N) al 10’ s.t.

IL MIGLIORE

D.MOSCA

VENERDÌ 13 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Benitez: «Mi manca soltanto il quarto gol»

IL RIGORE C’E’ ROSSO A ZOBNIN INECCEPIBILE

NAPOLI (4-2-3-1) Andujar; Henrique, Koulibaly (dall ‘8’ p.t. Albiol), Britos, Ghoulam; Jorginho, Inler; Callejon (dal 37’ s.t. Zuniga), De Guzman (dal 25’ s.t. Hamsik), Mertens; Higuain. PANCHINA Rafael, Mesto, Lopez, Zapata. ALLENATORE Benitez ESPULSI nessuno AMMONITI Ghoulam per gioco scorretto DINAMO MOSCA (4-4-2) Gabulov; Kozlov, Samba, Hubocan, Zhirkov; Valbuena (dal 27’ s.t. Ionov), Zobnin, Vainqueur, Dzsudzsak (dal 46’ s.t. Tashaev); Kuranyi (dal 17’ s.t. Buttner), Kokorin. PANCHINA Shunin, Buttner, Rotenberg, Katrich. ALLENATORE Cherchesov ESPULSI Zobnin al 1’ s.t. per gioco scorretto (rosso diretto) AMMONITI Valbuena, Zobnin, Dzsudzsak, Hubocan, Samba per gioco scorretto ARBITRO Sidiropoulos (Grecia) NOTE Spettatori paganti . Tiri in porta 7-2. Tiri fuori 5-7. Angoli 3-3. In fuorigioco 1-2. Recuperi 1’ p.t., 2’ s.t.

Gonzalo Higuain 27 anni, seconda stagione al Napoli ACTION IMAGES

Dirige bene Sidiropulos con lo staff greco di guardalinee e addizionali. Prende sempre le decisioni giuste. L’unico dubbio quando Higuain, cercando di sfondare, viene fermato con le cattive. E’ fuori dall’area, ma la punizione ci starebbe. Per il resto, il greco vede tutto bene: giusto il giallo a Ghoulam per fallo su Valbuena. Ed è giusto assegnare il rigore al Napoli per fallo di Valbuena (anche per lui il giallo) che aggancia un po’ ingenuamente Mertens. Higuain trasforma dal dischetto. Il secondo giallo a Zobnin (giusto pure il primo), che entra molto duro sulla caviglia di Ghoulam, è doveroso. E’ un’entrataccia che viene giustamente punita e che fa pendere la partita decisamente dalla parte del Napoli che, a quel punto controlla agevolmente.

Bim, bum, bam: Higuain E il Napoli batte la paura

1Subito avanti la Dinamo Mosca, il Pipita la sprofonda con una

tripletta. Espulso Zobnin, russi in inferiorità numerica per un tempo Nicola Cecere INVIATO A NAPOLI

D

i testa, di destro e di sinistro. C’è l’ ABC del perfetto centravanti nella prima tripletta europea regalata al Napoli da Gonzalo Higuain. Una esibizione di alta classe, che ha incendiato il San Paolo, ancora più apprezzata dal popolo partenopeo perché ha via via addolcito l’amaro di una partenza ad handicap: il gigante della Dinamo, Kevin Kuranyi, alla prima azione del match, cioè dopo settantadue secondi, aveva sfruttato i suoi 190 cm per deviare in rete un calcio d’angolo. Difesa azzurra colpevole di assenza ingiustificata: si può lasciare solo soletto nel cuore della propria area la punta avversaria più famosa? Ma forse tra Britos e Koulibaly nessuno si ricordava di questo nazionale tedesco emigrato a Mosca nel 2010.

BASTERA’? Fra sette giorni bisognerà guardare Kuranyi con molta più attenzione: i russi non sono ancora spacciati. Sì, certo, questo 3-1 è una bella polizza di garanzia, però va sottolineato come ad agevolare il compito della squadra di Benitez siano intervenuti tre elementi accidentali: 1) Il rigore gentilmente omaggiato da Valbuena (che pure non è un pivellino) a Mertens appena 5’ dopo il pareggio ottenuto da Higuain di testa su cross radente di Ghoulam; 2) il raptus di follia pura che ha colto il centrocampista Zobnin al 1’ della ripresa: fallaccio a centrocampo, più stupido che inutile, e rosso diretto; 3) la discutibilissima scelta del tecnico ospite Cherchesov di non chiudersi immediatamente nel 4-4-1 di prassi in queste situazioni di svantaggio numerico. Lasciando il 4-3-2 ha aiutato il Napoli a trovare il varco giusto per armare di nuovo il

fIL PERSONAGGIO

GONZALO HIGUAIN

A segno in ogni modo Tutto il repertorio del vero centravanti 1Prima tripletta in Europa: fa gol di testa, di destro su rigore e di sinistro in girata

Gennaro Bozza INVIATO A NAPOLI

P

er elogiarlo si scomodò persino Diego Maradona con una descrizione che, nella sua semplicità, esprime l’essenza del calcio: «Avevo bisogno di uno come lui, è l’attaccante più completo che abbiamo». Parola dell’allora c.t.

suo scatenato bomber: stop di petto e giravolta in controbalzo col piede mancino. Higuain al proscenio e risultato al sicuro. IL CAMBIO Ecco, soltanto dopo aver preso la sberla, Cherchesov ha tolto la punta per inserire un uomo di movimento in mezzo al campo e la contesa si è un po’ riequilibrata. Intendiamoci, il Napoli l’ha controllata a piacimento come del resto aveva fatto nel primo tempo: sul piano tecnico non c’è confronto, gli azzurri sono nettamente superiori. Ma nonostante un paio di insidie create da Callejon e Jorginho, il risultato non si è arricchito di quel poker che avrebbe reso la trasferta di Mosca una gita di piacere sulla piazza più famosa dell’est europeo. Se Inler e compagni non si faranno attirare nella trappola dell’agonismo esasperato, ecco che porteranno a casa la qualificazione senza grandi patemi.

dell’Argentina, siamo nel 2010. E se lo dice Maradona, c’è qualcuno che possa metterlo in dubbio? Gonzalo Higuain contribuisce di suo a dargli ragione, non solo con la tecnica, ma anche col carattere. Gol a freddo dalla Dinamo, Napoli scioccato. Nessuna paura, ci pensa lui, con tutto il suo repertorio: il pareggio di testa; il 2-1 di destro su rigore; il piccolo capolavoro di tecnica del 3-1, con lo stop di petto e il tiro a volo di sinistro nell’angolo. Come aveva detto Diego? Il più completo. Appunto. Lui comunque va al sodo, alla qualificazione: «Partita difficile, ma l’importante era vincere e il risultato alla fine è buono, con due gol di differenza. A Mosca ci sarà da soffrire molto, ma il Napoli è una buona squadra, ha voglia di andare avanti e può portare a casa la qualificazione».

Insomma, nel quadro generale delle nostre squadre, il club di De Laurentiis avrà il compito meno arduo. Oltretutto giocando in contropiede, i brevilinei azzurri Mertens, Callejon, De Guzman e lo stesso Hamsik, in questa occasione risparmiato per più di un’ora, sapranno farsi valere. TURNOVER Qui Benitez ha fatti un turnover limitato. Gargano non convocato, Gabbiadini fuori per un risentimento muscolare. La partita di Koulibaly è durata pochi minuti e così Albiol non ha potuto riposare perché don Rafé, che in quel momento era in svantaggio, non se l’è sentita di inserire Mesto per spostare in mezzo Henrique. Come detto Hamsik è comparso sul terreno per i 20’ finali. Ma giovedì in Russia è consigliabile schierare dall’inizio i migliori, non si sa mai. © RIPRODUZIONE RISERVATA

HIGUAIN Passaggi positivi

24 Lanci positivi

3 Cross

4 Sponde

6 Dribbling positivi

1 Palle perse

18 TOCCHI PER ZONA ATTACCO

1

1

2

4

4

2

2

2

3

1

1

5

4

1

1

2

4

3

5

2

3

2 2

2

Gianluca Monti NAPOLI

L

a prima qualificazione ad un quarto di finale europeo nell’era De Laurentiis è davvero vicina. La Dinamo Mosca ha palesato tutti i suoi limiti al San Paolo al cospetto di un Napoli che ha soddisfatto Rafa Benitez per l’intensità nei novanta minuti e la capacità di reagire allo svantaggio iniziale. «Non era facile dopo aver subito il gol rialzarsi immediatamente. Però abbiamo mostrato grande spirito di squadra, ragion per cui sono molto contento – ha detto l’allenatore spagnolo –. Abbiamo messo la Dinamo sotto pressione, siamo riusciti a far girare bene il pallone. Ho spinto la squadra all’attacco, peccato non essere riusciti a segnare il quarto gol perché in undici contro dieci potevamo chiudere la pratica. Complimenti ad Higuain, sono contento per lui ma può ancora migliorare». Forse il miglior complimento in assoluto per il Pipita. PASSO IMPORTANTE Benitez conosce bene l’Europa League per averla vinta due volte, quindi sa che le sorprese sono sempre dietro l’angolo: «Abbiamo fatto un passo importante verso la qualificazione, ma ci sarà ancora da soffrire». Per il Napoli quella di ieri è stata la prima vittoria in assoluto contro una squadra russa, dopo tre pareggi ed una sconfitta. Dopo cinque gare europee senza prendere gol, sono tornati i soliti limiti difensivi specie sulle palle inattive (da valutare le condizioni di Koulibaly, uscito per infortunio alla caviglia). «Il gol subito? Kuranyi è stato più bravo dei nostri, ma personalmente credo fosse fallo», taglia corto Benitez. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Rafa Beneitez, 54 anni REUTERS

RECORD La vittoria viene celebrata anche con i record personali. Higuain non aveva mai segnato una tripletta in Europa, al massimo ne aveva fatti due, contro il Marsiglia la scorsa stagione. E con le marcature contro la Dinamo Mosca stabilisce anche il suo nuovo limite di gol europei: 7 (1 in Champions League , 6 in Europa League), contro i 5 della scorsa stagione (4+1). Lui non si accontenta proprio: «Possiamo fare meglio, molto meglio, mi sento bene, sto giocando bene. Ora andiamo a Verona per cercare di vincere». Gol e numeri, ma sono solo la cornice di un quadro che ha ben altri ingredienti: il coraggio, l’altruismo, la forza di non arrendersi mai, roba da far «sciogliere il sangue nelle vene», come le finte di Maradona. © RIPRODUZIONE RISERVATA


Europa League R Andata ottavi ZENIT

2

TORINO

0

VENERDÌ 13 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

1

ZENIT (4-2-3-1) Lodygin; Smolnikov, Neto, Garay, Criscito; Javi Garcia, Witsel (dal 45’ s.t. Tymoshchuk); Shatov (dal 36’ s.t. Ryazantsev), Danny, Hulk; Rondon. PANCHINA Baburin, Lombaerts, Mogilevets, Zuev, Sheydaev ALL. Villas Boas. ESPULSI nessuno. AMMONITI Javi Garcia, Smolnikov e Ryazantsev per gioco scorretto. BARICENTRO ALTO 55,1 M. CAMBI DI SISTEMA nessuno

ZENIT

WITSEL

7 Benassi abbocca al suo amo e si becca il secondo giallo. Poi Witsel è il più rapido a impossessarsi della respinta di Padelli e a metter dentro l’1-0. (Tymoshchuk s.v.).

2

3

4

● 1 La delusione di Ventura mentre i giocatori in panchina tentano di difendersi dal freddo 2 L’espulsione di Benassi che ha lasciato il Torino in dieci per un’ora 3 Padelli sconfortato dopo l’1-0 4 La gioia di Criscito , abbracciato dai compagni, per la rete del 2-0 ACTION IMAGES LAPRESSE

In Russia il Toro vede rosso Ora serve un’altra impresa

1Espulso Benassi sullo 0-0, i granata restano in dieci per oltre un’ora Lo Zenit segna con Witsel e Criscito, non c’è reazione: ritorno duro INVIATO A SAN PIETROBURGO @GazzaVernazza

È

andata male, ma poteva finire peggio, e al ritorno servirà la grande impresa. Torino sconfitto a San Pietroburgo e non poteva andare diversamente perché per oltre un’ora i granata hanno giocato in dieci per l’espulsione di Benassi. Un regalo che ha reso più netto il divario tra le due squadre e ha incanalato la partita su un binario unico: granata raccolti negli ultimi 40 metri a difendere il difendibile e russi come gli indiani a correre intorno all’accampamento. Non c’è stato lieto fine, prima il belga Witsel e poi il «nostro» Criscito hanno affondato.

ANCORA LUI Marco Benassi, nel derby contro la Juve, aveva

perso il fatale pallone da cui era originato il gol di Pirlo. Ieri sera il bis, sotto forma di doppio giallo e relativa espulsione. Due ammonizioni giuste in meno di mezz’ora, la prima per fallo su Hulk e la seconda per scorrettezza su Witsel. In entrambe le occasioni Benassi cercava di rimediare a errori nella gestione della palla. È del 1994, compirà 21 anni a settembre ed è evidente come ancora non regga la pressione dei grandi appuntamenti. Ventura puntava sulla sua freschezza, ma forse avrebbe fatto meglio affidarsi al più scafato Vives, subentrato a Martinez pochi minuti dopo il rosso per riequilibrare la mediana. Discorsi col senno di poi, anche se due indizi fanno una prova: Benassi rivedibile, anzi rimandato, e per compiti a casa suggeriamo un bel training sulla gestione delle emozioni. Errori di crescita, giriamola così.

fIL PERSONAGGIO

MARCO BENASSI

Recidivo e infelice Ventura lo difende «Ha fatto mea culpa» 1Il tecnico è

realista: «I giovani vanno fatti crescere. Ma ce la possiamo fare»

6,5 IL MIGLIORE

TORINO (3-5-2) Padelli; Maksimovic, Glik, Moretti; Darmian, Benassi, Gazzi, El Kaddouri, Molinaro; Quagliarella (dal 29’ s.t. Maxi Lopez), Martinez (dal 34’ p.t. Vives; dal 6’ s.t. Farnerud). PANCHINA Castellazzi, Bovo, Silva, Amauri. ALL. Ventura. ESPULSI Benassi al 27’ del p.t. per doppia ammonizione. AMMONITI Glik per gioco scorretto, Molinaro per proteste. BARICENTRO MOLTO BASSO 39,5 M. CAMBI DI SISTEMA 5-3-1 dal 28’.

Sebastiano Vernazza

LE PAGELLE di S.V. DARMIAN ABULICO MAKSIMOVIC REGGE

PRIMO TEMPO 1-0 MARCATORI Witsel al 38’ p.t.; Criscito all’8’ s.t.

ARBITRO De Sousa (Portogallo). NOTE Spettatori 20mila circa. Tiri in porta: 6 (un palo)-0. Tiri fuori:82 In fuorigioco: 1-2. Angoli: 5-1. Recuperi: p.t. 1’, s.t. 3’

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Francesco Bramardo INVIATO A SAN PIETROBURGO

R

ecidivo, irruento e poco fortunato, in tre parole Marco Benassi. Recidivo per l’approccio ad una gara importante, che lo vede spesso troppo falloso al punto da aver accumulato due stop per somma di ammonizioni, in cam-

CHE PECCATO Amarezza e rimpianti aumentano se si analizzano lo spezzone di gara in parità numerica. Nei primi 27 minuti la differenza tra Zenit e Toro non era per niente netta. Anzi. Si percepivano la superiorità tecnica di Danny e di Hulk, la forza di Rondon, la continuità di Shatov, ma il Toro teneva botta col metodo Ventura, poco concedeva ai russi e innaffiava la speranza del contropiede giusto. Come singoli più Zenit, come squadra più Toro. Tutto vanificato dallo sciagurato doppio fallo di Benassi. A quel punto è cominciato un altro match. Il Toro ha rinunciato ad attaccare, come dimostra il desolante zero finale alla casella tiri nello specchio. Lo Zenit è diventato signore e padrone e ha chiuso il discorso tra la fine di un tempo e l’inizio dell’altro. Prima Witsel ha infilato in porta una corta respinta di Padelli su tiro di

pionato ed in Europa League prima dello Zenit. Squalificato al San Mames per raggiunto limite di «gialli», al rientro contro i russi, il centrocampista modenese è finito sotto la doccia dopo meno di mezz’ora per troppa foga e due cartellini gialli che hanno mandato gambe all’aria tattica e risultato. Con un uomo in meno, il Torino ha inevitabilmente subito la pressione avversaria, fino a prendere due gol. Errori di gioventù e di crescita in un 2015 nel quale Benassi, dopo un infortunio, stava tornando protagonista.

Inevitabile l’espulsione che lascia il Torino in dieci per un’ora. Il primo giallo Benassi lo rimedia al 16’ dopo aver perso palla, Hulk gli sfugge e lui lo stende a 80 metri dalla porta. Spesa ancora peggio la seconda ammonizione perché il centrocampista granata al 29’ affronta in scivolata Witsel e lo colpisce alla tibia. Al 43’ del primo tempo, liberato da Witsel, segna Rondon, ma è in fuorigioco.

LA GRANDE DOMANDA Quante possibilità ha il Toro di ribaltare il 2-0 tra sei giorni all’Olimpico? Speriamo di sbagliarci, ma pensiamo che siano poche. Non tanto perché il Torino non abbia i mezzi per rifilare tre gol alla difesa dello Zenit, quanto perché temiamo che ne subirà almeno uno. Troppo elevato il potenziale offensivo della squadra di Villas Boas per pensare che Hulk e soci non lascino tracce giovedì in Italia. Era fondamentale fare gol in trasferta, però la missione è fallita e sarebbe ingeneroso scaricare tutte le colpe su Benassi. È questione di attitudine e abitudine alle Coppe. Lo Zenit in Europa è di casa in ogni stagione, il Torino no. E’ stata questa la macro-differenza percepita allo stadio Petrovski. Provaci ancora, Toro, ma senza farti illusioni...

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LA MOVIOLA di VINCENZO CITO

DOPPIO GIALLO IMPERDONABILE PER IL MEDIANO

giovane, sono esperienze che servono per maturare. O compri un giocatore già fatto o lo devi plasmare». L’episodio ha condizionato pesantemente la gara e forse la qualificazione. «Eravamo in partita, non ci avevano creato problemi fino ad allora, eravamo in grado di fare quello che volevamo. Dopo Bilbao nulla è impossibile anche se il 2-0 è un risultato decisamente negativo»

COSÌ IN DIECI

GAZZI VIVES (Farnerud)

EL KADDOURI

QUAGLIARELLA

BENASSI Passaggi positivi

6 Passaggi negativi

1

LA DIFESA Giampiero Ventura, dopo avergliene dette non poche all’uscita dal terreno di gioco, da buon padre di famiglia lo difende. «Cosa gli ho detto? Benassi si sta già dicendo un sacco di cose da solo, è

Smolnikov, poi Criscito ha messo in rete un pallone ribattuto dal palo su botta di Hulk. Due simili nella dinamica, due rimbalzi perduti, il che non depone a favore della reattività della difesa granata. Sul 2-0 fine delle trasmissioni. Lo Zenit ha dato l’impressione di accontentarsi, il Toro non ha avuto la forza di affacciarsi in avanti con credibilità. Un paio di brividi allo scadere. Una palla vagante in area Zenit, un tiro da lontano di Maxi Lopez. Innocue schegge.

Palle perse

6 Falli fatti

2 Cross

2

VIVES KO Contro i russi Ventura dovrà fare a meno di Benassi squalificato e anche di Vives, out per stiramento per almeno venti giorni. «L’emergenza si affronta con quello che rimane. Questa impresa sarà più difficile di quella di Bilbao per il risultato assai più negativo ma ce la giocheremo in 90’, e anche di più se saremo bravi» © RIPRODUZIONE RISERVATA

LODYGIN s.v. Zero parate, a suo modo emblematico della nullità offensiva dei granata. SMOLNIKOV 6,5 Capisce che Molinaro non è infrangibile e ci prova, si infila, si insinua. NETO 6 Meteora a Siena, titolare a San Pietroburgo. Cresciuto, affidabile. GARAY 6 Per più di un’ora in due contro un unico attaccante del Toro. Gli piace vincere facile (si scherza). CRISCITO 6,5 In 11 contro 11 è abbastanza ancorato, forse teme le ripartenze di Darmian. Via via si libera la mente ed è lesto a mandare in buca il pallone del 2-0. JAVI GARCIA 6,5 Davanti alla difesa, con acume e tempi giusti. Javi non è Xavi, però possiede il ruolo. SHATOV 6,5 Un bel martello, bravo a sdoppiarsi: lottatore in non possesso, primo arciere in offesa (Ryazantsev s.v.). DANNY 6,5 Dietro Hulk, con la solita creatività, I due cinguettano a piacere. Si cercano, si trovano, si incastrano. HULK 6,5 Gli manca il gol, ma per il resto è una forza della natura. RONDON 6,5 Altro bell’«animale». A tratti Rondon & Hulk sembrano due tir. ALL. VILLAS BOAS 6 Il gioco non è sembrato all’altezza delle notevoli qualità di tanti giocatori. Con quei quattro là davanti, e sopra di un uomo, si poteva andare oltre il 2-0.

TORINO

5 IL MIGLIORE GAZZI

6,5 Sacrificio allo stato puro, nella terra di nessuno tra centrocampo e linea difensiva a tre. Dalle sue parti si scaricano i colpi di Danny e a tratti l’irruenza di Hulk. PADELLI 5,5 Non bene sul primo gol: respinta centrale. Malissimo su un’uscita alta. La parata di piede su Hulk lo salva dal 5 pieno. MAKSIMOVIC 6 Il meno balbettante dei tre centrali. GLIK 5,5 Non il solito Glik. Non disastroso, ma neppure decisivo. MORETTI 5,5 Dal suo lato, all’inizio della ripresa, lo Zenit percuote e timore incute. DARMIAN 5 Lontano parente del Darmian di Bilbao e un po’ dormiente sul primo gol. BENASSI 4 Più «Malassi»che Benassi. La sua sciagurata espulsione indirizza la serata. EL KADDOURI 5 Troppo “gingillante”: in 10 bisognava remare, senza perdersi in tocchetti e tocchettini MOLINARO 5 Troppi errori in appoggio e nei rinvii. QUAGLIARELLA 5,5 Uno contro troppi. Isolato, emarginato. MARTINEZ 5,5 Poco più di mezz’ora in cui non lascia tracce. Sostituito per colmare il buco in mediana. VIVES s.v. Un’apparizione tra un tempo e l’altro. Ingiudicabile. Infortunato. FARNERUD 5,5 Più passivo che attivo, come tanti compagni. MAXI LOPEZ 6 Ha più fisico di «Quaglia». Guerreggia, sgomita, ci prova. ALL. VENTURA 5,5 Mezzo voto in meno perché alla fine attacca l’arbitro: ieri il Toro non ha perso per quel motivo. DE SOUSA Giusti i due gialli a Benassi con conseguente espulsione, corrette le altre ammonizioni, per cui non si capiscono le lamentele di Ventura. L’assistente Miranda vede bene sul gol di Rondon: fuorigioco. MIRANDA 6,5-MESQUITA 6

6,5


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Mondo R Spagna

VENERDÌ 13 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Perez difende Ancelotti «Resterà al Real Madrid in ogni caso: basta falsità»

DIETRO LE QUINTE

1Il presidente spegne le critiche e smentisce le voci su Mourinho

«Carlo è il miglior allenatore possibile, con noi fino a fine stagione» ha a lungo inseguito e rapidamente scaricato ha fatto un giro di 180 gradi: «Ancelotti è il miglior allenatore possibile per il Madrid. Nessuno nella nostra grande storia aveva mai vinto 4 titoli in un anno solare. Non ho alcuna intenzione di cacciarlo, anche in caso di sconfitta al Camp Nou o altrove resterà con noi fino a fine stagione». Abbiamo chiesto a Florentino del rinnovo, dato per certo a Natale: «I rinnovi si fanno a inizio o a fine stagione, a metà anno destabilizzano». Lo stesso Perez 3 anni fa rinnovò il contratto di Mourinho in piena stagione, ma fa lo stesso.

Filippo Maria Ricci CORRISPONDENTE DA MADRID

C

ronaca di una giornata di ordinaria schizofrenia nello strano mondo del Real Madrid. Club che incassa oltre mezzo miliardo di euro all’anno, che tremare il mondo fa ma che non riesce a scrollarsi di dosso quella patina di provinciale isteria. Forse a pensarci bene è proprio quest’aspetto a tenere la Casa Blanca coi piedi ancorati al territorio: questa sensazione di ansia quotidiana grazie alla quale Florentino Perez, presidente del Madrid ma anche di una delle imprese di costruzione più rilevanti al mondo, si permette il lusso di passare 40 minuti a rispondere a 24 domande dei giornalisti in una conferenza stampa organizzata in un’ora (email di convocazione alle 12.30, appuntamento alle 13.30) per smentire la prima pagina di Marca. LA BATTUTA In ballo non ci sono i destini del mondo, sul quotidiano sportivo hanno solo strillato quanto tutti qui si dicevano con tono di voce normale: «Se Ancelotti perde al Camp Nou perde il posto». Nervi presidenziali saltati, e un piccolo eccezionale dettaglio: tutto quanto pubblicato dal quotidiano sportivo madrileno e madridista, oltre alla minaccia di esonero anche un pezzo con informazioni di primissima mano sul malcontento di Perez per i metodi di allenamento di Carletto, porta la firma di un giornalista che è in intimi e continuati rapporti col presidente. «Florentino ha convocato la conferenza stampa per smentire se stesso» era la battuta che circolava nel palco d’onore del Bernabeu. CARLO NON SI TOCCA La settimana scorsa lo stesso Marca aveva detto, senza citare Florentino, che ai piani alti del Madrid non piaceva la conduzione morbida di Ancelotti, che dei fantomatici «dirigenti» ritene-

L’OMBRA DI MOU A Jose saranno fischiate le orecchie: perché l’eliminazione del suo Chelsea è stata citata due volte da Perez ieri: «Non tutti raggiungono i quarti, in passato squadre grandi sono cadute, l’ultima ieri sera». Confesso ammiratore del portoghese, Florentino deve aver vissuto con dolore l’addio del Chelsea, e la sua notte è stata agitata ulteriormente dalle parole di Pepe, che intervistato dalla radio Cope ha detto che con Ancelotti la squadra si allena molto di più che con Mou: smontata la teoria che Marca ha messo in bocca a Florentino sulla scarsezza del metodo ancelottiano.

Carlo Ancelotti e il presidente del Real Madrid Florentino Perez LAPRESSE

vano necessaria una mano molto più dura. Tutti vi avevano letto un messaggio presidenziale, e Carlo aveva risposto piccato: «Con questa mano moscia ho vinto 3 Champions». Ieri il tecnico ha assistito esterrefatto al teatrino montato attorno alla sua figura. Quello stesso presidente che non perde occasione per criticare un allenatore che

«NON HO ALCUNA INTENZIONE DI CACCIARLO, ANCHE SE PERDE AL CAMP NOU. SOLO UNITI SI VINCE» FLORENTINO PEREZ PRESIDENTE DEL REAL MADRID

STAMPA ANTIMADRIDISTA Difeso Ancelotti (e Gareth Bale…), Perez ha chiamato alla raccolta il madridismo irrequieto e fischiatore: «Solo uniti si vince. Il problema è che il pubblico è influenzato negativamente e indotto a comportamenti autodistruttivi da una stampa interessata. Che vuole male al Madrid o a me, o a entrambi». Florentino ha accusato dell’inquinamento dei pensieri dei madridisti, additato al pubblico ludibrio e bollato come mentitori compulsivi Marca, Radio Marca e As. E ha detto che potrebbe stilare una lista di giornalisti buoni e cattivi. © RIPRODUZIONE RISERVATA

IL TECNICO DEL CHELSEA

Mou, il grande sconfitto «Tradito» dai fedelissimi Stefano Boldrini CORRISPONDENTE DA LONDRA

S

tavolta non è servito neppure parcheggiare l’autobus con l’inserimento di Zouma per proteggere il risultato. I colpi di Luiz e Thiago Silva hanno abbattuto il Chelsea, eliminando l’unica squadra inglese con buone possibilità di arrivare ai quarti di Champions e mandando alla gogna Josè Mourinho. Il partito anti-Special One ha ripreso fiato. L’analisi di un flop in 5 punti. GIOCO Quando non riesci a superare un avversario in 10 dal 32’ al 120’ e vieni rimontato 2

volte, il primo imputato è il gioco. Mourinho non è mai stato un cultore dello spettacolo. Il suo calcio si esalta con aggressività, corsa e dedizione. Fiasco totale. Dal punto di vista atletico, i Blues sono in difficoltà da un mese. La dedizione alla causa, se non hai energie, va a farsi benedire. Quando Mou dice «abbiamo concesso due gol al Psg per mancanza di concentrazione», ha ragione. Quando sei stanco, perdi lucidità. E ti fai infilzare sui calci piazzati, come accaduto martedì. MOURINHO E’ il grande sconfitto. Ieri confronto tra l’allenatore e la squadra, ma occhio ad Abramovich. Non parla e non si

cuni giocatori e questo potrebbe portare a cessioni eccellenti. COSTA La prova del centravanti invita alla riflessione. I numeri, 508’ di Champions senza segnare, non sono l’unico capo d’accusa. Peggio il comportamento: vergognoso. Meritava il rosso. STRESS L’affondamento del calcio inglese ripropone la questione del calendario intasato, aggravato dai replay di FA Cup. I club di vertice possono giocare 10 gare in più rispetto al resto d’Europa. Oltremanica cambiare i format è però considerato un attentato alla tradizione.

Josè Mourinho, 52 anni GETTY IMAGES

vede mai, ma per lui l’Europa conta più di qualsiasi altra cosa. Mou ha ammesso i meriti del Psg: «Giusto che passino loro. In dieci hanno giocato meglio. Noi siamo stati stritolati dalla tensione». Mou è deluso da al-

FLOP Il calo di Fabregas ha spento la luce dei Blues. Costa non può essere accostato ai grandi bomber del calcio mondiale. Oscar sta deludendo. Solo Courtois e Hazard hanno fatto il loro dovere, ma non è bastato. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Paolo Condò con Carlo Ancelotti alla fine dell’intervista

Carletto sul 59: «CR7 mi diverte, segna sempre...» Paolo Condò INVIATO A MADRID

U

n po’ se la sentiva arrivare, la bufera. Carlo Ancelotti ci ha ricevuto a Valdebebas, per raccontare la sua carriera a GazzettaTv, a metà gennaio. Il Real era appena uscito nei quarti di Copa del Rey dall’Atletico, e una volta rimasti soli - certi argomenti a Madrid sono dinamite - gli era bastato uno sguardo per farsi capire: non gli dispiaceva affatto l’idea di risparmiare alla rosa, sfiancata dalla striscia record di vittorie culminata col Mondiale per Club, la doppia semifinale di Copa col Barcellona. Il Clasico è sempre la partita della fine del mondo, impossibile giocarlo al risparmio. Meglio riorganizzare le forze per ripartire a primavera, quando la stagione delle grandi entra nel vivo: filosofia intrisa di saggezza, peccato che la rosa non fosse stanca ma stremata, e che una serie di infortuni ne abbia denudato la sostanziale esiguità producendo notti da incubo come quella dello Schalke. IL FATTORE RONALDO Nell’intervista, che andrà in onda questa sera alle 21.35 sul nostro canale tv, Ancelotti parte dalla conquista della Decima la Champions più desiderata dal popolo madridista - per andare a ritroso nel tempo. «La mia prima grande vittoria è stata la Champions di Manchester del 2003. Prima avevo vinto un campionato di B a Reggio ed ero arrivato secondo in A col

Parma, ma gli altri due secondi posti, con la Juve, non erano stati molto gratificanti. Manchester fu la svolta, da lì in poi ho vinto spesso». Spesso non vuol dire sempre: nella carriera di Carlo ci sono due buchi neri, Perugia e Istanbul, e abbiamo pensato un po’ crudelmente di riportarlo lì, negli intervalli, per chiedergli se col senno di poi cambierebbe qualcosa delle sue scelte. Lui ci ha pensato su senza trovare il dettaglio assassino. «A Perugia non potevo cambiare nulla, il padrone era il maltempo. A Istanbul... ricordo di aver detto più volte ai giocatori di stare attenti perché non era finita, di cercare il colpo di grazia perché si sa come sono gli inglesi... E poi c’era il loro pubblico che ci credeva ancora, insomma, penso di aver detto le cose giuste perché eravamo preparati a quindici minuti iniziali di fuoco». Ancelotti ha allenato otto Palloni d’oro, record assoluto: in ordine alfabetico Cannavaro, Kakà, Nedved, Ronaldinho, i due Ronaldo, Shevchenko, Zidane. Il migliore? «Ho sempre detto Zidane per quanto mi divertiva in allenamento. Ma Cristiano mi diverte in partita, segna in tutte...». E senza le sue reti allo Schalke, chissà di cosa parleremmo in queste ore. © RIPRODUZIONE RISERVATA

STASERA ALLE 21.35 LA 3a PUNTATA DI «CONDÒ CONFIDENTIAL»

TACCUINO VIOLENZA IN GRECIA

LIBERTADORES

Invasione, sospesa Aek-Olympiakos

Doppietta di Osvaldo Il Boca vince 5-0

● ATENE (mer) Il calcio greco sembra fare un passo avanti e due indietro. Stavros Kondonis, ministro dello Sport, ha annunciato che le partite della prossima giornata di campionato, in programma nel fine settimana, si giocheranno a porte chiuse. Una decisione che arriva su suggerimento delle forze dell’ordine dopo quanto accaduto ieri, nel quarto di finale della Coppa di Grecia giocato ad Atene fra Aek e Olympiacos. All’89’ una ventina di tifosi della squadra di casa sono entrati in campo e hanno cominciato a lanciare oggetti contro calciatori e agenti. Gara sospesa e tutti di corsa negli spoagliatoi.

● BUENOS AIRES (seu) Osvaldo ancora protagonista in Coppa Libertadores. Segna una Doppietta nel 5-0 del Boca contro lo Zamora. Altra notte magica per l’ex nerazzurro, autore delle ultime due reti nel 5-0 del Boca contro i venezuelani dello Zamora. Osvaldo ha siglato il momentaneo 4-0 al 69’ con un destro a due passi dal portiere avversario, prima di fissare il risultato sul 5-0 all’82’ su rigore. L’attaccante è andato a segno anche una terza volta a una manciata di minuti dallo scadere, ma l’arbitro ha annullato per sospetto fuorigioco. Simpatico siparietto dopo il primo gol messo a segno da Osvaldo, celebrato con un selfie a bordo campo assieme a tutti i suoi compagni.


Calcio R Mondo

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DOPO L’IMPRESA

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CONTENUTO PREMIUM

L’équipe lumière COSTA, VALE E FA SOGNARE: ECCO IL PSG MADE IN BRASIL

DA THIAGO SILVA, RINATO DOPO LE LACRIME MONDIALI, A DAVID LUIZ L’ARRABBIATO: PARIGI VOLA CON LA DIFESA PROGETTATA DA LEONARDO DECISIVO E FELICE ● Thiago Silva, 30 anni, autore del gol che dato i quarti al Psg

LA STORIA di ALESSANDRO GRANDESSO PARIGI @agrandesso

C’

è il capitano, ridiventato «o mostro» al momento giusto, il ragazzino per bene ma molto ambizioso, l’intellettuale che ha vinto pure più di Ibra, e infine il burlone assetato di rivincite. A raccontarla fino a pochi mesi fa, la storia della difesa del Psg avrebbe fatto piangere soprattutto i parigini, tra gaffe in area e souvenir mondiali. Oggi a

versare lacrime di rabbia è rimasto soltanto Mourinho, sbattuto fuori dalla Champions da un Psg che si è vendicato pure degli sberleffi del portoghese, tra l’altro con uno specialista di linguacce. Quel David Luiz che in campo fa coppia con Thiago Silva, spalleggiati dai connazionali Marquinhos e Maxwell. Una linea verdeoro costata circa 125 milioni. Uno sproposito, viste le premesse estive. Dopo il trionfo londinese verrebbe da dire che sono soldi spesi bene. MENTE VERDEORO Il grosso dell’investimento tra l’altro l’ha pilotato un altro brasiliano, l’ex d.s. Leonardo, vero architetto del progetto Psg che vive ancora di rendita. E crescendo sulle fondamenta iniziate strappando al Milan Thiago Silva, capitano e molto di più. Tanto che il presidente Nasser Al Khelaifi lo considera un consulente da chiamare prima di ogni mossa di mercato. Privilegio di cui gode anche Ibrahimovic, stella però appannata dai vuoti nei momenti topici. Come mercoledì con quel rosso, magari esagerato, che però ha lasciato il palcoscenico al brasiliano, incoronato

dai media francesi come leader del trionfo. Non di certo scontato, visto che fino a Natale Thiago era l’ombra di sé stesso, criticato e in preda a dubbi, per sua stessa ammissione. L’ex rossonero è risorto pensando ai mesi passati in ospedale in Russia, nel 2005, per una broncopolmonite che avrebbe potuto ucciderlo. E al Mondiale fallito. La rinascita la deve anche a Blanc che, contrariamente al c.t. Dunga, l’ha mantenuto titolare anche quando non lo meritava. Così il centrale è tornato mostruoso, trascinatore, curando sempre ogni dettaglio. Tanto da mettersi in casa pure una tenda a ossigeno, uno scafandro in cui passa due ore al giorno. Manie di un protagonista rimpianto anche da Galliani che gli ha mandato un sms di complimenti a cui Silva ha risposto ricordandolo come un «grande amico». Il tutto messo nostalgicamente in mostra sul sito del Milan. RIMPIANTI E MILIONI Ma le mani se le morde pure Mou che su David Luiz aveva fatto lo spaccone in estate: «Non mi mancherà». Anche perché il Psg lo pagò ben 50 milioni, cifra che in tempi di fair play finanziario aveva fatto sorridere il mondo dei procuratori. Il sosia di Telespalla Bob, il riccioluto personaggio dei Simpson, non si è scomposto. Anzi, ha continuato a far linguacce e a chiamare «my friend» anche i giornalisti che lo massacravano per gli errori davanti a Sirigu. Come nel 3-1 del Bernabeu, a dicembre. Ma quando il sorteggio gli ha messo in agenda il Chelsea, Luiz è diventato spietato. All’andata senza sfigurare al posto di Motta, al ritorno da impeccabile centrale, riacciuffando i vecchi compagni, tenendo aperta la qualificazione. Poi sigillata da Silva. Esempi per un Marquinhos che ha fretta di imporsi. Nei mesi scorsi quando faceva panca erano tornate a galla voci di interesse da Barça e United. Ma Blanc gli ha affidato almeno la sponda destra della difesa, non fidandosi dell’altalenante Van Der Wiel. E il Psg lo considera incedibile, anche se dalla Spagna arrivano voci, smentite in Francia, di un accordo già fatto con Dani Alves, da 9 milioni a stagione, per tre anni. In ogni caso, l’ex giallorosso che Leo pagò oltre 30 milioni, può ispirarsi all’intramontabile Maxwell. L’ex interista che parla cinque lingue, va a musei appena può, adora sempre l’Italia e la rigida cultura olandese che scoprì sbarcando ad Amsterdam, all’Ajax nel 2001. Fu lì che sbocciò l’amicizia inossidabile con Ibra che gli invidia però il trofeo in più in bacheca (24). Il Psg prelevò Maxwell dal Barcellona per poco meno di 5 milioni. A Parigi lo soprannominano «lo svedese», ma per via della passione delle saune, e completa il clan brasiliano con Lucas e un po’ pure con Thiago Motta, azzurro di Sao Bernardo, vero garante della retroguardia che ha preso a schiaffi Mourinho.

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● i milioni spesi per la linea difensiva brasiliana: il più costoso è David Luiz (50 milioni)

IL PERSONAGGIO

Ibra e la Coppa Per una sera c’è il lieto fine 1Nell’eliminazione diretta è sempre nervoso e quasi mai incisivo: ma questa volta i compagni lo salvano Fabio Bianchi INVIATO A LONDRA twitter @fabiowhites

Q

uando il gioco si fa duro, il duro diventa tenero. O isterico. Zlatan Ibrahimovic e la coppa con le orecchie: una storia maledetta. Dove il fenomeno di Svezia però ci ha messo del (non) suo. Destino cinico e baro: le sue squadre la Champions la vincono. Ma quando lui se ne va. E’ successo all’Inter, è successo al Barcellona. Più che un sogno, la Champions via via è diventata un incubo. Ora ci sta provando col Psg e ha le stagioni contate, a sentir lui. Lo scorso agosto disse: «Un altro paio d’anni e vedrò il calcio in tv». Lo stesso giorno disse anche: «La Champions? Non è un’ossessione per me. Anche se chiudessi la carriera senza vincerla, sarei soddisfatto al 100% di quello che ho fatto. Comunque anche Ronaldo, quello vero, non l’ha vinta e si ricordano tutti di lui». Vero. Un po’ meno che non gli pesi questa assenza nella bacheca. Anche quest’anno se ne stava andando la speranza di vincere questa maledetta Champions. E un po’ per colpa sua: l’espulsione dopo mezzora nella sfida col Chelsea per il fallaccio su Oscar poteva rovinare tutto. Ibra: «Quando ho visto il rosso mi son detto: “Il ragazzo (l’arbitro Kuipers, ndr.) non sa cosa sta facendo”. Ma il peggio è stato quando ho visto i giocatori del Chelsea attorno: era come se avessi 11 bambini che piangevano davanti all’arbitro. Se Oscar ha fatto la recita non mi interessa, l’importante è che abbiamo vinto. I ragazzi sono stati grandi». Già, Ibra ringrazi la super partita dei compagni che hanno fatto a meno della sua leadership. Che in Champions viene spesso a mancare. Ibra è sempre micidiale con le piccole, ma quando affronta le grandi, stecca spesso. Ci sono i dati a confermarlo. Lo svedese ha segnato 43 gol in 106 partite di Champions con Ajax, Juve, Inter, Barcellona, Milan e Psg. Mica poche. Media di 0,4 gol a partita. Soltanto che quando il gioco si fa duro, dagli ottavi in poi, la media si dimezza: 7 reti in 35 gare. In più, in Champions Ibra è nervoso: 4 espulsioni. Per stare alla storia recente, col Psg Ibra è al solito determinante in campionato. Dentro la coppa con le orecchie un po’ meno. In 22 gare ha segnato 15 gol, compreso un poker contro l’Anderlecht, ma quasi tutti nella prima fase. Due stagioni fa il Psg venne eliminato dal Barcellona. All’andata a Parigi 2-2 con un gran Ibrahimovic: gol e assist. Al ritorno 1-1 e Ibra non pervenuto. L’anno scorso, ai quarti col Chelsea, il Psg vinse 3-1 ma non grazie a lui. Uscì per infortunio senza aver lasciato traccia. E al ritorno, perso 2-0, era ancora k.o. Non ci sarà nemmeno all’andata di questi quarti, per squalifica. Dovrà affidarsi ai compagni per coltivare il sogno. Poco male: hanno dimostrato di cavasela bene senza di lui. © RIPRODUZIONE RISERVATA

ARRABBIATO ● Zlatan Ibrahimovic, 33 anni, espulso a Londra


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Agnelli, stoccata all’Italia «Dirigenti troppo vecchi»

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IL RITORNO

1Il numero 1 della Juventus senza peli sulla lingua al settimanale Die Zeit

«La Lega è debole e i presidenti hanno 60-70 anni. Serve il modello Premier» HA DETTO

Mirko Graziano MILANO

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l prestigioso settimanale tedesco Die Zeit ha puntato i riflettori su Andrea Agnelli e la Juventus. Sono gli avversari del Borussia Dortmund nell’Europa che conta, sono anche uno dei pochi vanti di un calcio italiano in generale attualmente poco spendibile sotto vari punti di vista a livello internazionale. Agnelli parla di tutto, «picchia duro» politicamente, comunque coerente con quanto già esposto più volte, anche nelle sedi istituzionali. «Non sono il capo dell’opposizione, perché non esiste un governo - dice il presidente campione d’Italia -. Senza dubbio ci sono però delle differenze tra me e altri presidenti di club che si occupano del governo della Serie A. Secondo me la Serie A in Italia dovrebbe essere gestita come la Premier League, da persone che portano avanti l’intera Lega come prodotto. Con una strategia per lo sviluppo e l’esportazione del nostro calcio. Da noi non succede invece nulla senza l’assemblea dei club. La stessa Lega è debole, non ha nessuna autorità, né un proprio management. Questo porta a una situazione meno trasparente, come ad esempio nel caso dei diritti tv. Di essi e del marketing della Serie A si occupa Infront. Allo stesso tempo Infront si occupa anche dei diritti e del marketing di alcuni club di A e della Nazionale. Questo porta inevitabilmente a un conflitto di interesse». LARGO AI GIOVANI Domanda: quando questo vecchio sistema feudale del calcio italiano potrà essere superato? «Stiamo facendo dei passi in avanti - spiega Agnelli -. Sicuramente dobbiamo cambiare alcune idee e comportamenti. Con poche eccezioni i presidenti dei club e i principali funzionari hanno 6070 anni. Ci sono pochi quarantenni. Questo sta già cambiando in Italia. Il caso del Parma è solo la punta dell’iceberg. Negli ultimi quattro anni decine di società sono andate incontro al fallimento, ora il problema è peggiorato. Il fatto che un club possa arrivare fino a questo punto è frutto della cattiva ge-

Andrea Barzagli, 33, festeggiato dai compagni LAPRESSE

Barzagli-Palermo Il filo si riannoda nella città speciale 1Dopo i 4 minuti di Sassuolo,

E’ UN NOSTRO ALLEATO, ABBIAMO FILOSOFIE SIMILI SU COME GESTIRE UN CLUB IMPORTANTE SU JAMES PALLOTTA PRESIDENTE DELLA ROMA

PUNTIAMO A RAGGIUNGERE IL QUINTO POSTO IN EUROPA IN TRE O QUATTRO ANNI SUL DECIMO POSTO COME FATTURATO

Andrea Agnelli, 39 anni, presidente della Juventus dal 2010. Durante la sua gestione il club bianconero ha vinto tre scudetti ed è molto vicino al quarto ANSA

stione del calcio italiano. Qualcuno mi deve ancora spiegare come il Parma, al quale la Uefa aveva rifiutato la licenza per l’Europa League, potesse continuare a giocare così facilmente in Serie A...». AMICO PALLOTTA Agnelli garantisce che la Juve resterà italiana, saldamente nelle mani della famiglia, ma allo stesso tempo «non mi interessa se gli investimenti nel calcio italiano provengono dal Piemonte, dal Friuli o dall’Indonesia. Abbiamo bisogno di persone che vogliano realizzare progetti a lungo termine. In James Pallotta, presidente della Roma, abbiamo trovato un alleato. La sua squadra è nostra rivale nella lotta allo scudetto, ma Pallotta e noi abbiamo una filosofia molto simile su come gestire un importante club europeo». IN CIMA ALL’EUROPA L’attualità parla intanto di un difficile ritorno degli ottavi di Champions contro il Borussia: «Siamo la Juventus. Dobbiamo vincere ogni

partita». E in prospettiva si lavora per migliorare il decimo posto con un fatturato di 280 milioni. «In questo momento ci sono quattro squadre che non hanno concorrenti: Real, Manchester United, Bayern e Barcellona. Sono seguiti da Psg e Manchester City, che però operano un doping finanziario: qui non posso concorrere. Il Psg riceve 200 milioni ogni anno dall’ufficio del turismo del Qatar. E dietro il City c’è un gruppo di Abu Dhabi. Se tolgo questi due club la Juve sale all’ottavo posto. Il mio obiettivo è raggiungere il quinto in 3-4 anni». Capitolo Calciopoli: «Riabilitazione non è la parola giusta. Si è giunti molto velocemente alla sentenza sportiva, poi sono emerse nuove informazioni che non sono state prese in considerazione. La richiesta di risarcimento da 443 milioni? La cifra corrisponde al fatto che per 2 anni non ci siamo qualificati alla Champions. In più sono state inserite le perdite da biglietteria e diritti tv».

CHIEDIAMO UN RISARCIMENTO DI 443 MILIONI PER I 2 ANNI SENZA CHAMPIONS LEAGUE SUI DANNI DI CALCIOPOLI

E’ IL FRUTTO DELLA CATTIVA GESTIONE: SENZA LICENZA UEFA COME POTEVA GIOCARE IN SERIE A? SUL CASO PARMA CHE GRAVA SUL CAMPIONATO

spera in una maglia da titolare contro la sua ex squadra Fabiana Della Valle MILANO

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unedì, mentre attendeva a bordo campo, aveva un sorrisetto sulle labbra e gli occhi vagamente lucidi. Andrea Barzagli aspettava quel momento da troppo tempo: sono passati quasi nove mesi dall’ultima volta che ha toccato il campo, era il 24 giugno, ItaliaUruguay 0-1. Subito dopo il rientro dal Brasile, Barzagli è stato operato al calcagno del piede destro e la fase di recupero è stata ben più lunga del previsto. Con la Juve non giocava addirittura da 10 mesi: Roma-Juve 0-1, poi un calvario infinito. Per questo quei 4 minuti col Sassuolo sono stati una liberazione. «E’ stata una grandissima emozione e non me la sono goduta neanche tutta, perché ero un po’ nervoso — ha raccontato il difensore a Jtv —. Ho sentito l’applauso caloroso, ma poi ero così concentrato che non ho pensato ad altro». RITORNO A CASA Dopo il piccolo assaggio dello Stadium, domani a Palermo Barzagli potrebbe giocare la prima partita da titolare della stagione. Un filo che si riannoda in una città che significa molto per lui, perché lì esordì con la Juve 4 anni fa (2 febbraio 2011, 2-1 per i rosanero). E poi perché nel club di Zamparini ha giocato 4 stagioni (2004-08), prima di emigrare in Germania, al Wolfsburg. Ricominciare da Palermo per non fermarsi più: questo è il suo obiettivo. Anche perché solo facendogli giocare una partita intera Allegri potrà capire se è pronto. «Sarà una gara insidiosa, il Palermo è una delle squadre più in forma del campionato, in casa è molto difficile da battere». Poi ci sarà Dortmund, dove «l’ambiente sarà molto caloroso. Ma non dobbiamo aver paura. Andiamo lì per imporre il nostro gioco». Oltre a Barzagli, a Palermo potrebbero esserci altre novità: De Ceglie, Sturaro e Matri, tutte new entry di gennaio che si candidano per un posto da titolare. Anche Llorente dovrebbe giocare: ieri era scattato l’allarme per un affaticamento all’anca, ma gli esami hanno dato esito negativo. Oggi dovrebbe allenarsi regolarmente. Intanto Andrea Pirlo prosegue il suo programma di recupero per cercare di esserci a Dortmund. «Ho sempre saputo di essere più bravo degli altri — ha raccontato a Undici —. L’etichetta di predestinato non mi ha mai dato fastidio, anzi mi ha responsabilizzato. Le frasi di Lotito fanno perdere la voglia di giocare». © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Sorrentino, dna bianconero e una porta da blindare 1Il portiere palermitano ha giocato nelle giovanili Juve e poteva tornare, papà Roberto è stato nello staff bianconero. E fa il tifo per lo 0-0 Francesco Caruso

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ella famiglia Sorrentino scorre sangue bianconero: Stefano il portiere del Palermo, è cresciuto nelle giovanili della Juve e l’anno scorso fu in procinto di farvi ritorno, mentre il papà Roberto è stato preparatore dei portieri della Juve con Trapattoni all’inizio degli anni Novanta. Domani il Palermo affronta la Juve e per Stefano è l’occasione di togliersi un sassolino dalla scarpa «ma soprattutto di regalare un’altra gioia ai nostri tifosi. I bianconeri – ha detto ieri a Sky – troveranno un Palermo

diverso rispetto all’andata, con molta più convinzione ed entusiasmo, siamo consapevoli di incontrare i campioni d’Italia ormai prossimi a riconfermarsi, ma non ci tiriamo indietro». PAREGGIO E PARATE Papà Roberto, vedrà la gara in tv e auspica un pareggio: «Tengo a precisare che non sono tifoso del Palermo, ma di mio figlio Stefano. Non me ne vorranno i sostenitori rosanero, ma il mio cuore è rimasto rossazzurro sin dai tempi della promozione in A del 1982. Il mio pronostico per stasera è un pareggio, possibilmente senza reti che per mio figlio significherebbe non

Stefano Sorrentino, 35 anni, portiere del Palermo dal gennaio 2013 LAPRESSE

subire gol. Non lo dico perché immagino che l’impegno di Champions col Borussia possa frenare la Juve ma perché spero che i suoi portentosi attaccanti per una volta facciano cilecca. Quindi l’augurio è uno 0-0 con grandi parate di Stefano». Il quale è disposto a firmare per un’equa suddivisione della posta, che per il Palermo si tradurrebbe nel terzo 0-0 di fila, dopo quelli contro Empoli e Cesena: «E per me vorrebbe dire continuare a non incassare reti che è l’aspetto più importante, ma noi stavolta abbiamo dalla nostra la possibilità di giocarcela con la testa sgombra e senza assilli di classifica».

ROSANERO DENTRO Mentre sul recente mancato passaggio di Stefano in bianconero, papà Roberto ammette: «È vero che sarebbe stata la ciliegina sulla sua bella carriera, ma c’è anche da considerare che sarebbe andato a fare il “secondo” mentre in rosanero ha avuto la possibilità di continuare a essere protagonista. E anche adesso che riprendono a spuntare voci, come ogni fine stagione, su un suo possibile trasferimento, dico che Stefano sarebbe contento anche di rimanere a Palermo perché ormai quella città e quei colori gli sono entrati dentro». © RIPRODUZIONE RISERVATA


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VENERDÌ 13 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT


Serie A R La possibile svolta

VENERDÌ 13 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Milan, spunta pure il fondo: ecco Doyen insieme a Bee

fCOS’È DOYEN

RADAMEL FALCAO Centravanti colombiano, 29 anni, in estate è passato dal Monaco al Manchester United con un prestito oneroso da 12 milioni con riscatto fissato a 55. Per ora con Van Gaal poca fortuna: 20 partite e 4 gol

Lucas, uno dei re delle «terze parti» @carlolaudisa

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punta un nome noto nella (per ora) misteriosa compagnia che appoggia mister Bee Taechaubol nella scalata del Milan berlusconiano. Si chiama Nelio Lucas, il gestore del fondo d’investimenti Doyen Sports, il colosso che da anni è al centro del mercato, con il finanziamento di operazioni che hanno fatto la fortuna, in particolare di Porto e Benfica. Il manager portoghese già nell’estate del 2013 era stato accostato ai colori rossoneri: in quei caldi giorni di luglio fece notizia il summit di Taormina con Adriano Galliani, tutti ospiti del presidente del Catania Pulvirenti e del suo vice Cosentino. Seguirono altri

Ieri test e 11 gol Berlusconi non è atteso ● A Milanello si è disputato un test tra la squadra di Pippo Inzaghi e la Berretti di Stefano Nava. Il punteggio finale è stato di 11-0: tripletta per Destro e Honda, doppietta per il giovane Ronchi (che gioca in Primavera) e reti di Cerci, Poli, Bonaventura, Menez e Van Ginkel. Inzaghi ha schierato prevalentemente Van Ginkel, Essien e Bonaventura a centrocampo con Honda alle spalle di Destro e Menez. E’ stato provato anche Cerci nel ruolo di seconda punta. In difesa, invece, a Firenze dovrebbe giocare Abate, Mexes, Paletta e Antonelli. Oggi allenamento al mattino, Berlusconi non dovrebbe andare a Milanello, ma non si può escludere un cambio di programma.

Nelio Lucas in giro per Milano qualche mese fa

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faccia a faccia con l’a.d. rossonero a Forte dei Marmi e a Milano. E quei ripetuti incontri fecero pensare a un avvio di collaborazione che, in realtà, poi non è mai nato. I rapporti personali sono evidentemente buoni, ma il Milan ha sempre tenuto lontano ogni associazione come la Doyen, anche perché le norme italiane non ammettono il coinvolgimento dei fondi. DA MILANO A DUBAI Ma lo scenario attuale ha contorni nuovi, visto anche che il contesto in cui mister Bee sta gestendo la sua trattativa con i vertici di Fininvest ha le fondamenta all’estero. Con più precisione negli Emirati Arabi, a Dubai, porto franco per eccellenza del mondo arabo. E a quelle latitudini mister Bee può operare in tutta tranquillità nella selezione dei partner migliori per il finanziamento dell’ingresso in casa Milan. L’impressione è che il broker thailandese abbia raccolto importanti manifestazioni d’interesse, ma aspetti il momento giusto per calibrare il peso dei soci che verranno coinvolti strada facendo. Intanto la cordata rappresentata dal thailandese fa i conti con il patto di riservatezza stretto dopo l’intesa di massima che prevede un ingresso immediato con una quota intorno al 30% con un esborso immediato tra i 200 e i 250 milioni. Questo è il momento in cui tocca ai professionisti gestire la due diligence indispensabile per la disamina finale. È una fase delicatissima. Ciò nonostante è confermato che gli uomini di mister Bee abbiano preso contatto con Paolo Maldini per sondarne la disponibilità e valutare il suo ruolo nel nuovo corso. FRONTE CINESE Non è un caso, però, che quasi in contemporanea in questi giorni sia emersa

Una scuderia

Dalle miniere vere di talenti a quelle del calcio: sede a Malta, affari dappertutto

1Nella cordata del thailandese c’è Carlo Laudisa

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l fenomeno Doyen ha tentacoli dappertutto. E non a caso è leader mondiale nel ramo sportivo dei fondi d’investimento. Ma è bene sapere che la capo-gruppo nasce con interessi nel settore minerario ed energetico: ambiti ricchissimi, con utili record da reinvestire al meglio. Nasce così la costola della Doyen Sport Investiments che in appena un decennio scandaglia i vivai sudamericani e genera profitti considerevoli. Ora come ora le stelle di casa sono Falcao, Brahimi, Kondogbia, Rojo, Castaignos, Tadic, Mangala, Leandro Damiao e Ebecilio. Ma l’elenco si allungherebbe di molto, considerando i calciatori in procura, a cominciare da Morata.

la figura di mister Pink, il magnate cinese, accreditato di mire non meno ambiziose sul club di via Aldo Rossi. Sono in ogni caso momenti delicati. Da Fininvest ormai i contatti sono stati ammessi a denti stretti, sebbene sia stata netta la precisazione che Silvio Berlusconi non intende privarsi della maggioranza delle azioni. Un particolare significativo per leggere in anticipo le prossime mosse. Sin dal primo momento, infatti, dall’entourage di mister Bee è filtrata l’intenzione di programmare una graduale crescita della partecipazione azionaria. Con l’obiettivo di salire alla maggioranza (e più) in non più di un triennio. Ma tra Arcore e dintorni sino a che punto intendono soddisfare quest’aspettativa? Il fronte interno non è insensibile a questo tema. Per esempio Barbara Berlusconi è da mesi in prima linea per il progetto del nuovo stadio, tutto rossonero. Il nuovo alleato, chiunque esso sia, supporterà questo progetto?

In alto: Bee Taechaubol, 41 anni, thailandese, sta cercando di acquisire un pacchetto di quote del Milan. Sopra: Silvio Berlusconi, 78 anni, con la figlia Barbara, 30. La famiglia Berlusconi vorrebbe cedere circa il 30% delle quote, mantenendo quindi la maggioranza e continuando a gestire la società come accade dal 1986 ANSA

BUSINESS È ampia l’attività del fondo rappresentato da Nelio Lucas. Il core business è rappresentato dal controllo dei cartellini dei calciatori attraverso il riconoscimento di ricche percentuali nella rivendita. Ma è molto diffuso anche il soccorso ai club più indebitati con prestiti consistenti. Nel suo momento di maggior crisi proprio l’Atletico Madrid ha avviato il proprio risanamento grazie all’aiuto della Doyen. E in situazioni simili si sono ritrovati sia il Porto che il Benfica. E non è un caso che in Portogallo la società che ha sede legale a Malta ha piazzato i colpi migliori. Negli ultimi tempi la Doyen ha fatto capolino anche in Olanda e Francia, ma con risultati meno soddisfacenti. Di sicuro Lucas negli ultimi due anni ha pianificato lo sbarco anche in Italia, scontrandosi, però, con la rigidità delle nostre norme. FIFA CONTRO TOP Aggiungiamoci la recente crociata promossa dalla Fifa contro le Top, abbreviazione di Third Owner Part (proprietà di terze parti). La discesa in campo di Blatter segue l’ormai nota allergia ai fondi del suo rivale Michel Platini. Insomma, sono tempi duri per gli investitori che intendono agire ai margini dei club. Eppure il mondo del calcio resta diviso sull’argomento, nonostante le disavventure dei club sudamericani che negli anni hanno visto prosciugato il loro patrimonio tecnico. Il tourbillon di vendite, infatti, non è mai bastato a sanare i loro conti. Invece molti di quei trasferimenti hanno arricchito i loro finanziatori più o meno occulti. Ciò spiega l’offensiva concertata di Fifa e Uefa che temono l’egemonia dei temuti terzi incomodi. La questione è apertissima. Anche per questo Doyen (e non solo) va a caccia di nuove opportunità. Magari anche più sofisticate. c.lau

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YACINE BRAHIMI Fantasista franco-algerino, 25 anni, è l’astro nascente del Porto, che lo ha preso dopo un ottimo Mondiale con l’Algeria: finora 29 partite e 12 gol con i Dragoni, la Doyen detiene l’80% dei suoi diritti

GEOFFREY KONDOGBIA Mediano francese, 22 anni, formava con Pogba una coppia d’oro nelle nazionali giovanili dei Bleus. Passato due anni fa dal Siviglia al Monaco per 25 milioni, parte del suo cartellino appartiene a Doyen.

MARCOS ROJO Esterno sinistro argentino, 24 anni, dopo i Mondiali da titolare con l’Albiceleste il Manchester United l’ha comprato dallo Sporting per 20 milioni: Doyen ha lottato con il club portoghese per la spartizione del pagamento

IN CORSA PER L’EUROPA

Lazio: due registi per un film da Champions 1Cataldi si aggiunge a Biglia in costruzione e la squadra vola. Il 7 maggio tutto il club prenderà parte all’udienza col Papa Stefano Cieri INVIATO A FORMELLO (ROMA)

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ora per la Lazio-rivelazione di Stefano Pioli arriva anche la benedizione del Papa. La squadra biancoceleste, al gran completo, sarà in Vaticano il 7 maggio per prendere parte all’udienza generale di Papa Francesco. Come Lazio non ci saranno solo Pioli e i suoi ragazzi, ma l’intera Polisportiva biancoceleste, una famiglia composta da oltre cinquanta sezioni di diverse discipline sportive, la più grande

d’Europa. L’ultima volta che la Lazio (anche allora insieme con la Polisportiva) fu ospite di un’udienza generale del Papa (c’era Giovanni Paolo II) era l’Anno Santo del 2000. Santo per tutti i fedeli della Chiesa Romana, ma - molto più prosaicamente - santo anche per i tifosi laziali, visto che quell’anno (pochi mesi dopo l’udienza papale) arrivò il secondo scudetto del club. I DUE REGISTI Quindici anni dopo un altro scudetto non è possibile, ma una qualificazione in Champions sì, impresa

che - per questa Lazio - equivarrebbe ad uno scudetto. Dopo gli ultimi risultati e dopo l’aggancio al Napoli al terzo posto la banda di Pioli ci crede sempre di più. Un sogno, che ora è diventato un obiettivo, costruito un mattone alla volta. Attraverso scelte difficili e coraggiose. Come quella del doppio regista, con cui la squadra sta giocando da un po’ di tempo a questa parte. Già, perché oltre a quello «ufficiale», Lucas Biglia, da due mesi a questo parte c’è anche l’«aiuto regista» Danilo Cataldi. Sempre più spesso (in particolare quando

la squadra si dispone col 4-23-1) Cataldi si alterna all’argentino nei compiti di costruzione del gioco. Volendo, la situazione può essere anche letta come un lento e graduale passaggio di consegne tra i due. Sì, perché a fine stagione Biglia (corteggiato dai maggiori club europei, Real Madrid e Psg su tutti) potrebbe decidere di lasciare la Lazio. E a quel punto, la prossima stagione, Cataldi diventerebbe il play maker unico della squadra. Un regista nel senso pieno del termone, come del resto accadeva quando era il capitano della Primavera.

E IL REGISTA DI RISERVA Una ricchezza di registi, insomma, che potrebbe venir meno l’anno prossimo, ma che intanto Pioli si gode. Anche perché dietro al giovane italiano e all’esperto argentino c’è un altro regista di assoluto valore, metà italiano e metà argentino: Cristian Ledesma. All’occorrenza c’è anche lui. E nella volatona finale per la Champions ci sarà sicuramente bisogno di tutti. E, magari, farà anche comodo una benedizione del Papa. Che, peraltro, è argentino. Proprio come Biglia e Ledesma. Lucas Biglia, 29 anni LAPRESSE

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Siamo in onda! R

VENERDÌ 13 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Atletica+basket+calciomercato = 59

1 La marciatrice Giorgi a pranzo su GazzettaTv , Peterson celebra D’Antoni, poi Preziosi a Calciomarket 1

clic

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LA GUIDA Le notizie dalle 7 Gli Autogol-show e i campioni

COME RISINTONIZZARE I VOSTRI TELEVISORI E VEDERE IL CANALE 59 ● Se non vedi GazzettaTv sul canale 59 puoi eseguire le seguenti procedure Se possiedi un Tv o un Decoder Digitale Terrestre 1. Premere il tasto MENU sul telecomando 2. Selezionare Impostazioni/Avanzate 3. Posizionarsi sulla voce relativa alla Sintonizzazione automatica dei canali e premere il tasto OK per accedere alla configurazione dei canali 4. Impostare la Modalità di sintonia dei canali su DTV 5. Posizionarsi sul pulsante Avvia scansione e premere il tasto OK per avviare la ricerca dei canali Se possiedi una Sky Digital Key 1. Premere il tasto Menu del telecomando SKY e premere OK per accedere al digitale terrestre 2. Premere il tasto rosso (Ricerca) e lasciar inviata la configurazione 3. Premere due volte il tasto rosso (Avvia ricerca) 4. Attendere il completamento dei canali e quindi premere OK

3

● 1 Il nostro esperto di basket Luca Chiabotti nello studio di Gazzetta Tv con l’allenatore Franco Casalini 2 Dan Peterson, opinionista di «Sottocanestro» 3 La marciatrice Eleonora Giorgi, terza italiana di sempre sui 20 chilometri, parteciperà al notiziario delle 13 PHOTOPRESS EPA

Gabriella Mancini

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rima l’atletica, poi la pallacanestro di scena su GazzettaTv, canale 59. La marciatrice Eleonora Giorgi sarà protagonista nell’edizione di Gazzetta News delle 13, poi linea al basket. Oggi nella rubrica Sottocanestro c’è Dan Peterson che ricorderà i bei tempi vissuti all’Olimpia Milano con Mike D’Antoni. Proprio questa sera il mitico play andrà al Forum dove sarà ritirata la sua maglia numero 8. In studio Michele Gazzetti e il giornalista della Gazzetta dello Sport Luca Chiabotti. Sarà l’occasione per commentare anche i momenti più emozionanti del campionato. L’appuntamento è per le 14.15.

GLI AUTOGOL Alle 14.45 linea al trio comico Gli Autogol, con le loro imitazioni divertenti, sempre attivi anche sui social: protagonista della puntata il serafico Zdenek Zeman, tornato a Cagliari dopo l’esonero di Gianfranco Zola. Alle 15.05 un altro appuntamento con le avventure più avvincenti del mondo, poi la rubrica Campioni a confronto che paragona i grandi nomi dello sport. Oggi è la volta del duello tra gli olandesi Johan Cruijff e Arjen Robben e tra gli italiani Andrea Pirlo e Daniele De Rossi. Alle 16.05 Sport Science continua il suo viaggio nei segreti dello sport dal punto di vista scientifico. Verso sera largo al Fantacalcio: alle 18.30 +3 Fantanews racconterà i trucchi del gioco che appassiona sei

L’ORARIO

14.15 Scatta la rubrica «Sottocanestro» con Mike D’Antoni e Dan Peterson negli studi di Gazzetta Tv

milioni di italiani: Deborah Schirru, l’esperto Francesco Letizia e la firma della Gazzetta dello Sport Luca Bianchin forniranno preziosi consigli. Tema del giorno, gli schieramenti migliori in vista del weekend. MERCATO Non manca l’appuntamento con Calciomarket, il settimanale condotto dall’esperto di mercato Carlo Laudisa e da Federica Migliavacca. Anteprime, retroscena, rumours, l’ospite di questa sera è il presidente del Genoa Enrico Preziosi. L’appuntamento da non perdere è per le 19 con replica alle 23. E in prima serata, un altro programma da non perdere: Condò Confidential con Carlo Ancelotti. © RIPRODUZIONE RISERVATA

MATTINA News, sport e scienza Marcia nel Tg delle 13 7 Gazzetta News 7.15 Gazzetta News 7.45 Gazzetta News 8 Gazzetta News 8.15 Gazzetta News 8.45 Gazzetta News 9 Gazzetta News 9.05 Sport Science 10.05 Pazzi per i derby 11.05 The SpeedGang 12.05 Sport Science 13 Gazzetta News 13.30 Gazzetta News POMERIGGIO A tutto basket, calcio e battute Fantacalcio e Calciomarket 14 Gazzetta News 14.15 G. News - Sottocanestro 14.45 Gli Autogol 15.05 Explorers 15.30 Campioni a confronto 16.05 Sport Science 17.05 Bomber 18.05 Explorers 18.30 +3 Fantanews 19 Gazzetta News Calciomarket 19.30 Gazzetta News SERA Le storie dei campioni e Condò Confidential 20 Gazzetta News 20.30 Gazzetta News 20.45 Gli Autogol 21 Campioni a confronto 21.35 Condò Confidential 22.05 Sport Science 23 Gazzetta News Calciomarket 23.30 Gazzetta News


Serie A R La guida DOMANI Ore 18 Stadio Barbera Andata 0-2

OCCHI PUNTATI SU...

27a

1 4.75 33. DAPRELÀ

Juve attesa domani a Palermo In Sicilia il pari manca dal 1969

70. SORRENTINO

20. VAZQUEZ

28. JAJALO

2. VITIELLO

ai campioni d’Italia che hanno vinto 11 sfide contro le 6 dei rosanero Anche il conto dei gol e gli ultimi 2 incroci sono per i bianconeri

14. LLORENTE

9. DYBALA

27. RIGONI

21. QUAISON

JUVENTUS

CLASSIFICA SQUADRE

PT

JUVENTUS ROMA LAZIO NAPOLI FIORENTINA SAMPDORIA GENOA INTER TORINO MILAN PALERMO UDINESE EMPOLI SASSUOLO VERONA CHIEVO ATALANTA CAGLIARI CESENA PARMA (-1)

61 50 46 46 42 42 37 36 36 35 35 31 29 29 29 26 24 20 20 11

32. MATRI

20. PADOIN

RETI

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26 26 26 26 26 26 25 26 26 26 26 25 26 26 26 26 26 26 26 24

18 13 14 13 11 10 9 9 9 8 8 8 5 6 7 6 5 4 4 3

7 11 4 7 9 12 10 9 9 11 11 7 14 11 8 8 9 8 8 3

1 2 8 6 6 4 6 8 8 7 7 10 7 9 11 12 12 14 14 18

53 38 47 46 37 34 37 41 30 37 38 29 26 29 31 18 22 32 24 20

14 19 27 33 28 28 30 34 28 32 39 34 28 39 46 30 37 49 47 47

* 1 PUNTO DI PENALIZZAZIONE

CHAMPIONS PRELIMINARI DI CHAMPIONS EUROPA LEAGUE RETROCESSIONI

Girone unico Vittorie Palermo Vittorie Juventus

6

MARCATORI 15 RETI Icardi (3, Inter); Tevez (2, Juventus). 13 RETI Menez (7, Milan); Higuain (2, Napoli). 12 RETI Dybala (2, Palermo). 11 RETI Toni (3, Verona). 10 RETI Gabbiadini (Napoli; 7 nella Sampdoria); Quagliarella (2, Torino); Di Natale (Udinese). 9 RETI Callejon (Napoli). 8 RETI Klose e Mauri (Lazio); Ljajic (1, Roma); Eder (1, Sampdoria); Zaza (1, Sassuolo); Thereau (Udinese). 7 RETI Maccarone (1, Empoli); Babacar (Fiorentina); Matri (7 nel Genoa) e Pogba (Juventus); Djordjevic (Lazio); Vazquez (Palermo); Berardi (3, Sassuolo). 6 RETI Iago Falque’ (1, Genoa); Morata e Vidal (2, Juventus); Felipe Anderson e Parolo (Lazio); Destro (5 nella Roma) e Honda (Milan); Glik (Torino).

GAZZAWEB www.gazzetta.it

Pareggi

8

Ultimo pareggio in casa: 9/2/1969 Palermo-Juventus 1-1 Ultima vittoria Juventus al Barbera: 9/12/2012 Palermo-Juventus 0-1

PUNTI Nelle ultime 5 giornate

Palermo

19

5

Palermo Juventus

Juventus

11

31 CAGLIARI

(4-3-3)

EMPOLI

(4-3-1-2)

DOMANI Ore 20.45

ANDATA 4-0

21 BALZANO

32 CEPPITELLI

16 DESSENA

5 SAPONARA

88 VECINO 23 HYSAJ

37 DIAKITÈ

25 SAU

10 TAVANO

3 MURRU

GENOA

(3-4-3)

SASSUOLO

(4-3-3)

VERONA

CHIEVO

(4-4-2)

PARMA

(4-3-3)

NAPOLI

DOMENICA Ore 15

ANDATA 0-2

DOMENICA Ore 15

13 2 33 93 A. MASIELLO STENDARDO CHERUBIN DRAMÈ 21 CIGARINI

11 MORALEZ

10 GOMEZ

88 91 RINCON BERTOLACCI 24 IAGO

29 19 66 6 27 PASQUALE GUILHERME PINZI ALLAN WIDMER

56 HETEMAJ

12 CESAR

11 VRSALJKO

21 EDENILSON

ANDATA 3-1

11 NIANG

13 IZCO

3 DAINELLI

31 PELUSO

33 BRIGHI

23 BIRSA 24 SCHELOTTO

18 GOBBI

15 ACERBI

10 ZAZA

3 LONGHI

17 SANSONE

10 BELFODIL

88 CODA

26 VARELA

23 NOCERINO

31 MARIGA

8 MAURI

6 LUCARELLI

15 COSTA

2 CASSANI

83 MIRANTE

PANCHINA 1 Colombi, 14 Pisano, 2 Gonzalez, 15 Rossettini, 30 Donsah, 5 Conti, 18 Barella, 10 Joao Pedro, 90 Cop, 9 Longo. ALLENATORE Zeman. BALLOTTAGGI Ceppitelli-Rossettini 6040%; Murru-Pisano 60-40%; Crisetig-Conti 60-40%; Husbauer-Joao Pedro 60-40%. SQUALIFICATI Avelar (1), Cossu (1). DIFFIDATI Balzano, Ceppitelli, Longo. INDISP. Capuano (7 giorni), Ekdal (5). ALTRI Cragno, Carboni, Muroni, Caio Rangel.

PANCHINA 1 Avramov, 29 Benalouane, 20 Biava, 6 Bellini, 5 Scaloni, 3 Del Grosso, 8 Migliaccio, 95 Grassi, 16 Baselli, 99 Boakye, 9 Bianchi, 19 Denis. ALL. Reja. BALL. Cherubin-Benalouane 65-35%, Emanuelson-Scaloni 70-30%, Pinilla-Denis 55-45%. SQUAL. D’Alessandro (1). DIFF. Boakye, Denis, Moralez. INDISP. Estigarribia (2 mesi), Raimondi (2 mesi), Zappacosta (7 giorni). ALTRI Frezzolini, Rosseti, Kresic.

PANCHINA 23 Lamanna, 39 Sommariva, 5 Izzo, 2 Tambè, 15 Marchese, 18 Bergdich, 38 Mandragora, 16 Lestienne, 93 Laxalt, 19 Pavoletti, 22 Borriello. ALLENATORE Gasperini. BALLOTTAGGI Burdisso-Izzo 60-40%. SQUALIFICATI nessuno. DIFFIDATI Burdisso, Iago, Rincon, Kucka. INDISP. Tino Costa (30 giorni). ALTRI Ariaudo, Prisco, Franchetti, Ghiglione, Parente, Falou, Soprano, Panico, Antonini.

PANCHINA 1 Pomini, 16 Polito, 20 Bianco, 21 Fontanesi, 32 Natali, 6 Chibsah, 8 Biondini, 19 Taider, 14 Donis, 30 Lazarevic, 83 Floro Flores, 99 Floccari ALL. Di Francesco. BALL. Vrsaljko-Gazzola 60-40%, Brighi-Taider 60-40%. SQUAL. nessuno. DIFF. Brighi, Missiroli. INDISP. Terranova (stag. finita), Antei (stag. finita), Pegolo (2 mesi), Cannavaro (1 mese). ALTRI Celeste, Sereni, Lodesani.

1 2.40

X 3.10

1 2.35

2 3.00

X 3.00

2 3.20

1 1.85

X 3.25

PANCHINA 22 Iacobucci, 91 Bajza, 4 Mendes, 27 Santacroce, 28 Feddal, 13 Prestia, 14 Galloppa, 21 Lodi, 3 Lila, 5 Ghezzal, 80 Jorquera, 17 Palladino. ALLENATORE Donadoni. BALL. Mariga-Galloppa (55-45%), BelfodilPalladino (55-45%), Costa-Santacroce (5545%). SQUAL. Rodriguez (4). DIFF. Mirante, Lodi, Mendes, Gobbi, Costa e Mauri. INDISP. Haraslin e Biabiany (da valutare). ALTRI Broh e Esposito.

2 4.50

1 1.60

X 3.60

(4-3-1-2)

FIORENTINA

(4-3-2-1)

TORINO

(3-5-2)

ROMA

(4-3-3)

CESENA

(4-3-1-2)

MILAN

(4-3-1-2)

LAZIO

(4-3-3)

SAMPDORIA

(4-3-3)

ANDATA 1-0

LUNEDÌ Ore 19

ANDATA 1-1

1 HANDANOVIC 23 6 22 RANOCCHIA ANDREOLLI DODÒ

13 GUARIN

18 MEDEL 10 KOVACIC

9 ICARDI 18 DJURIC

11 BRIENZA 56 26 PULZETTI MUDINGAYI 17 MAGNUSSON

77 BROZOVIC

20 5 BORJA VALERO BADELJ 74 SALAH

5 BOVO

5 GIORGI

28 15 BONAVENTURA ESSIEN 24 PERICO

31 ANTONELLI

10 HONDA

29 PALETTA

21 VAN GINKEL 5 MEXES

PANCHINA 30 Agliardi, 81 Bressan, 2 Nica, 6 Lucchini, 14 Volta, 7 Carbonero, 8 De Feudis, 34 Cascione, 9 Rodriguez, 19 Succi, 32 Moncini. ALLENATORE Di Carlo. BALLOTTAGGI Pulzetti-De Feudis 75-25%, Perico-Nica 75-25%. SQUALIFICATI nessuno. DIFFIDATI Carbonero, Renzetti e Rodriguez. INDISPONIBILI Marilungo (10 giorni), Tabanelli (15), Cazzola (10), Yabre (50), Valzania (25), Renzetti (5). 2 9.00

25 GLIK

27 QUAGLIARELLA

9 DESTRO

20 ABATE

23 DIEGO LOPEZ

PANCHINA 30 Carrizo, 46 Berni, 15 Vidic, 21 Santon, 26 Felipe, 54 Donkor, 17 Kuzmanovic, 88 Hernanes, 8 Palacio, 28 Puscas, 91 Shaqiri, 97 Bonazzoli. ALLENATORE Mancini. SQUALIFICATI Juan Jesus (1). DIFFIDATI Brozovic, Campagnaro, Dodò, Guarin, Icardi, Vidic. INDISPONIBILI Jonathan (stagione finita), Nagatomo (10 giorni), Campagnaro (da val.), Obi (da val.).

LUNEDÌ Ore 21

24 MORETTI

26 RADU

20 KEITA

16 DE ROSSI

15 PJANIC

27 GERVINHO

8 LJAJIC

7 ITURBE

99 ETO’O

24 MURIEL

17 PALOMBO

14 OBIANG

6 S. MAURI

11 KLOSE

7 F. ANDERSON

23 EDER

16 PAROLO

20 BIGLIA

32 CATALDI

21 SORIANO

33 MAURICIO

3 DE VRIJ

8 BASTA

19 5 26 29 REGINI ROMAGNOLI SILVESTRE DE SILVESTRI

22 MARCHETTI

2 VIVIANO

PANCHINA 31 Rosati, 24 Lezzerini, 35 Bagadur, 28 Alonso, 6 Vargas, 7 Pizarro, 38 Rosi, 16 Kurtic, 14 Mati Fernandez, 17 Joaquin, 72 Ilicic, 9 Gilardino. ALLENATORE Montella. BALL. nessuno. SQUAL. Tomovic (1). DIFF. Basanta. INDISP. Rossi (30 giorni), Bernardeschi (7), Gomez (7), Tatarusanu (5), Savic (3). ALTRI Lazzari, Lupatelli, Octavio, El Hamdaoui.

PANCHINA 13 Castellazzi, 1 Ichazo, 19 Maksimovic, 18 Jansson, 21 Silva, 3 Molinaro, 4 Basha, 20 Vives, 8 Farnerud, 17 Martinez, 22 Amauri. ALLENATORE Ventura. BALLOTTAGGI Bovo-Maksimovic 60-40%, Quagliarella-Martinez 60-40%. SQUALIFICATI nessuno. DIFF. Benassi, Quagliarella. INDISP. Gonzalez (15 giorni), S. Masiello (15). ALTRI Barreto.

PANCHINA 32 Abbiati, 66 Gori, 25 Bonera, 19 Bocchetti, 33 Alex, 14 Albertazzi, 4 Muntari, 8 Suso, 22 Cerci, 11 Pazzini. ALLENATORE Inzaghi. BALL. Honda-Cerci 70-30%, Menez-Cerci 70-30%. SQUAL. Poli. DIFF. Bonaventura, Alex. INDISP. Agazzi (stagione finita), De Sciglio (14 giorni), Rami (7), Zaccardo (7), Armero (7), Zapata (7), De Jong (20), Montolivo (10), El Shaarawy (30), Mastour (35).

PANCHINA 1 Berisha, 77 Strakosha, 85 Novaretti, 27 Cana, 5 Braafheid, 39 Cavanda, 23 Onazi, 24 Ledesma, 19 Lulic, 10 Ederson, 14 B. Keita, 34 Perea. ALLENATORE Pioli. BALLOTTAGGI Klose-B. Keita 80-20%. SQUALIFICATI Candreva (1). DIFFIDATI Cavanda, De Vrij, Mauricio, Onazi. INDISPONIBILI Djordjevic (50 giorni), Gentiletti (20), Konko (7), Pereirinha (7), Tounkara (7). ALTRI Ciani, Sculli.

PANCHINA 28 Skorupski, 23 Astori, 33 Spolli, 3 Cole, 35 Torosidis, 32 Paredes, 48 Ucan, 53 Verde, 96 Sanabria, 88 Doumbia, 10 Totti. ALLENATORE Garcia. BALLOTTAGGI Florenzi-Torosidis 60-40%, Holebas-Cole 60-40%, De Rossi-Paredes 60-40%, Keita-Paredes 60-40%. SQUAL. Nainggolan. DIFF. Maicon, Manolas, Torosidis, Pjanic e Torosidis INDISP. Strootman (stagione finita), Balzaretti e Castan (da val.), Maicon (7 giorni), Ibarbo (10). ALTRI Curci.

1 1.90

X 3.40

2 4.00

1 3.00

X 3.00

2 2.45

33 AGOSTINI

21 J. GOMEZ

9 TONI

11 JANKOVIC

17 HAMSIK

31 GHOULAM

7 CALLEJON

19 LOPEZ

26 33 KOULIBALY ALBIOL 45 ANDUJAR

16 MESTO

PANCHINA 95 Gollini, 1 Rafael, 71 Martic, 28 Brivio, 2 Gu. Rodriguez, 19 Greco, 8 Obbadi, 30 Campanharo, 20 Christodoulopoulos, 70 Fernandinho, 7 Saviola, 17 Nico Lopez. ALL. Mandorlini. BALL. Sorensen-Gu. Rodriguez 60-40%, Hallfredsson-Obbadi 80-20%, JankovicChristodoulopoulos 60-40%. SQUAL. Ionita (1). DIFF. Martic, Valoti, Nico Lopez, Gomez. INDISP. Marquez (da val.), Marques (da val.), Valoti (da val.). ALTRI Campanharo, Cappelluzzo, Fares. PANCHINA 1 Rafael, 15 Colombo, 4 Henrique, 5 Britos, 3 Strinic, 8 Jorginho, 6 De Guzman, 91 Zapata. ALL. Benitez BALL. Higuain-Zapata 60-40%, Hamsik-De Guzman 60-40%, Inler-Jorginho 60-40% SQUAL. nessuno. DIFF. Ghoulam, Lopez, Inler, Albiol. INDISP. Michu (40 giorni), Maggio (da val.), Gabbiadini (da val.), Gargano (15 giorni). ALTRI Uvini, Insigne. 1 4.20

X 3.50

2 1.83

TACCUINO FIGC

24 44 2 25 FLORENZI MANOLAS YANGA-MBIWA HOLEBAS

11 MAXI LOPEZ

18 MORAS

77 10 TACHTSIDIS HALLFREDSSON

ANDATA 0-0 26 DE SANCTIS

33 94 14 7 36 PERES BENASSI GAZZI EL KADDOURI DARMIAN

30 BABACAR

92 DEFREL

X 4.50

10 AQUILANI

18 DIAMANTI

7 MENEZ

ANDATA 1-2 30 PADELLI

4 2 19 23 RICHARDS G. RODRIGUEZ BASANTA PASQUAL

11 PODOLSKI

15 25 KRAJNC CAPELLI 1 LEALI

1 1.35

LUNEDÌ Ore 19

1 NETO

5 SORENSEN

26 SALA

2 5.75

INTER

DOMENICA Ore 20.45

3 PISANO

88 INLER

1 BIZZARRI

PANCHINA 25 Bardi, 90 Seculin, 20 Sardo, 5 Gamberini, 21 Frey, 34 Biraghi, 10 Christiansen, 14 Cofie, 18 Feftatzidis, 19 Botta, 43 Paloschi, 9 Pozzi. ALLENATORE Maran. BALLOTTAGGI Birsa-Frey 6040%, Pellissier-Paloschi 60-40%, CesarGamberini 65-35%. SQUALIFICATI nessuno. DIFFIDATI Meggiorini, Hetemaj. INDISPONIBILI Mattiello (campionato finito). ALTRI Puggioni, Anderson, Vajushi.

ANDATA 2-6

9 HIGUAIN

31 KARNEZIS

PANCHINA 22 Scuffet, 97 Meret, 18 Bubnjic, 34 Gabriel Silva, 21 Hallberg, 7 Badu, 8 Bruno Fernandes, 94 Aguirre, 77 Thereau, 82 Geijo, 9 Perica. ALL. Stramaccioni. BALL. Guilherme-Badu 70-30%, Pasquale-Gabriel Silva 60-40% Di Natale-Therea 70-30%. SQUAL. nessuno. DIFF. Badu, Danilo, Bruno Fernandes, Heurtaux, Kone, Piris, Thereau. INDISP. Domizzi (7 giorni) Heurtaux (da val.), Evangelista (10). ALTRI Jadson, Zapata

DOMENICA Ore 18

14 MERTENS

33 SEPE

PANCHINA 1 Pugliesi, 28 Bassi, 50 Somma, 2 Laurini, 15 Piu, 4 Diousse, 25 Brillante, 18 Verdi, 27 Zielinski, 9 Mchelidze. ALLENATORE Sarri. BALLOTTAGGI Barba-Tonelli 70-30%. SQUALIFICATI Valdifiori (1). DIFFIDATI Maccarone, Tonelli. INDISPONIBILI Guarente (da val.), Tonelli (da val.). ALTRI Pucciarelli, Biggeri.

(4-3-3) (4-2-3-1) 22 BENUSSI

4 7 MAGNANELLI MISSIROLI

25 BERARDI

31 PELLISSIER

8 RADOVANOVIC

87 ZUKANOVIC

2 WAGUE

4 DE MAIO

33 KUCKA

10 PEROTTI

69 MEGGIORINI

10 DI NATALE

5 DANILO

DOMENICA Ore 15 47 CONSIGLI

14 8 RONCAGLIA BURDISSO

33 KONE

89 PIRIS

ANDATA 2-1

1 PERIN

51 PINILLA

21 MARIO RUI

PANCHINA 30 Storari, 34 Rubinho, 3 Chiellini, 19 Bonucci, 26 Lichtsteiner, 33 Evra, 7 Pepe, 9 Morata, 11 Coman, 10 Tevez. ALLENATORE Allegri. BALLOTTAGGI Matri-Coman 60-40%, Barzagli-Bonucci 70-30%, Marchisio-Coman 70-30%. SQUALIFICATI Pogba (1). DIFFIDATI De Ceglie, Morata, Ogbonna, Vidal. INDISPONIBILI Romulo (20 giorni), Asamoah (60), Caceres (70), Pirlo (da valutare), Marrone (da valutare).

(3-5-1-1)

7 MACCARONE

19 BARBA

JUVENTUS (4-3-1-2)

17. DE CEGLIE

PANCHINA 1 Ujkani, 5 Milanovic, 3 Rispoli, 22 Ortiz, 7 Lazaar, 13 Emerson, 25 Maresca, 15 Bolzoni, 14 Della Rocca, 18 Chochev 10 Joao Silva, 99 Belotti. ALLENATORE Iachini. BALLOTTAGGI Vitiello-Rispoli 60-40%, Jajalo-Maresca 60-40%. SQUALIFICATI nessuno. DIFFIDATI Daprelà, Bolzoni, Morganella. INDISPONIBILI Gonzalez (7 giorni), Morganella (stagione finita). ALTRI Fulignati, Bentivegna Makienok.

(4-2-3-1)

28 EMANUELSON

11 CROCE

1. BUFFON

UDINESE

17 CARMONA

40 M’POKU

8 SIGNORELLI

24 RUGANI

5. OGBONNA

PALERMO (4-3-2-1)

57 SPORTIELLO

4 22 CRISETIG HUSBAUER

17 FARIAS

27. STURARO

ATALANTA

44 BRKIC

33 D’AMBROSIO

Se vuoi restare aggiornato sulle formazioni, conoscere i consigli dei nostri esperti, consultare le statistiche di ogni giocatore (nella foto Toni) e scoprire i segreti per vincere al fantacalcio, da quest’anno la Gazzetta mette a disposizione degli appassionati, gratis sul proprio sito, un’intera sezione dedicata. Su Fantanews i voti il giorno dopo l’ultima partita di campionato, gli assist ufficiali al termine di tutte le gare, articoli esclusivi e la trasmissione +3 di presentazione della Magic di giornata. E se vuoi consultare i nostri esperti per decidere chi schierare al momento di fare la formazione c’è anche un blog, Magic Blog, con tutte le dritte del caso.

15. BARZAGLI

Ultima vittoria Palermo in casa: 2/2/2011 Palermo-Juventus 2-1

RETI FATTE

PROSSIMO TURNO SABATO 21 MARZO CHIEVO-PALERMO ore 18 (0-1) MILAN-CAGLIARI ore 20.45 (1-1) DOMENICA 22 MARZO, ore 20.45 EMPOLI-SASSUOLO ore 12.30 (1-3) JUVENTUS-GENOA ore 15 (0-1) CESENA-ROMA (0-2) LAZIO-VERONA (1-1) NAPOLI-ATALANTA (1-1) PARMA-TORINO (0-1) SAMPDORIA-INTER (0-1) UDINESE-FIORENTINA (0-3)

11

25

8. MARCHISIO

LE ULTIME VOLTE

PRECEDENTI IN SERIE A

PARTITE

2 1.80

23. VIDAL 37. PEREYRA

PALERMO

X 3.30

ARBITRO Guida. ASSISTENTI Cariolato-De Pinto. IV Tonolini ADD. Damato-Mariani. TV Sky SuperCalcio HD, Sky Calcio 1 HD; Premium Calcio, Calcio HD. PREZZI da 40 a 275 euro.

4. ANDELKOVIC 8. BARRETO

19. TERZI

1 Il bilancio dei precedenti nel girone unico di Serie A è favorevole

GIORNATA

23

VENERDÌ 13 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

PANCHINA 88 Frison, 33 Romero, 25 A. Coda, 6 Duncan, 8 Correa, 77 Wszolek, 32 Marchionni, 9 Okaka, 18 Bergessio. ALLENATORE Mihajlovic. BALLOTTAGGI nessuno. SQUAL. Acquah (1). DIFF. Regini, De Silvestri, Duncan. INDISP. De Vitis (3 mesi), Cacciatore (7 giorni), Mesbah (7), Munoz (20), Rizzo (7). ALTRI Ivan, Massolo, L. Djordjevic, Lulic. 1 1.60

X 3.60

2 6.00

Si insedia il Direttivo del Settore Giovanile Si è svolta ieri la prima riunione del nuovo Direttivo del Settore Giovanile e Scolastico della Figc alla presenza del presidente federale Tavecchio: «La crescita del sistema Calcio passa attraverso il mondo giovanile», ha detto Tavecchio nel suo saluto ai presenti che poi hanno iniziato i lavori sotto la guida del neo presidente Vito Tisci. Tra le altre cose, sono stati approvati i regolamenti delle finali giovanili professionisti e dilettanti, ratificate le scuole calcio qualificate per la stagione 2013-2014.

UNDER 17 DONNE

Turchia battuta 6-0 ● La Nazionale Under 17 femminile ha battuto ieri la Turchia 6-0 in un’amichevole disputata a Istanbul. Azzurrine in vantaggio al 16’ con Serturini. Nella ripresa a segno Peressotti, Del Stabile, Marinelli e Caruso. A tre minuti dalla fine Serturini ha poi messo a segno la sua personale doppietta.


24

Serie A R L’intervista

Parma, senti Manenti «Tavecchio e Pizzarotti vogliono il fallimento Ora chiedo garanzie» 1«Quei 2 sembrano Totò e Nino Taranto con la Fontana di Trevi... Pago il 20, se il 19 non fanno fallire la società»

Andrea Schianchi INVIATO A PARMA

T

utta la verità di Giampietro Manenti. Che, considerato il personaggio e le tante promesse non mantenute, non è detto che sia quella definitiva. Ma è il protagonista del momento, anche se Parma si sente presa in giro e umiliata da quest’uomo che il 9 febbraio è diventato presidente del club e ora lo tiene in ostaggio senza garantire i necessari investimenti. Presidente, perché non ha ancora pagato? «C’è la Procura che sta lavorando e io devo avere garanzie: non posso buttare via i soldi di altre persone. Se il 19 viene dichiarato il fallimento, il mio investimento finisce nella pattumiera». E allora perché ha continuato a promettere che avrebbe tirato fuori il denaro? «Perché il denaro c’era. E c’è ancora. Ma servono garanzie». Il 16 febbraio, però, lei non ha saldato gli stipendi dei tesserati. «Il 16 febbraio alle otto di sera i bonifici sui conti correnti dei tesserati erano stati fatti attraverso la banca

I SOLDI? NON POSSO BUTTARE QUELLI DI ALTRE PERSONE FINCHÉ LA PROCURA STA ANCORA LAVORANDO L’ASSEDIO DEI TIFOSI ERA PILOTATO: MA NON SI RENDONO CONTO CHE NON SONO IO IL RESPONSABILE? DICONO CHE DORMO IN AUTO PERCHÉ NON HO I SOLDI PER L’HOTEL, MA UN LETTO ME LO POSSO ANCORA PERMETTERE GIAMPIETRO MANENTI PRESIDENTE DEL PARMA

IL PROCESSO

Sei anni per il Bocia Pugno duro del pm in aula a Bergamo 1Richieste pesanti

per gli ultrà di Atalanta e Catania. Il magistrato: «Stop alle connivenze»

Claudio Galimberti FOTOGRAMMA

Matteo Spini BERGAMO

S

ei anni per Claudio “Bocia” Galimberti, 166 anni e 4 mesi in totale per le 143 persone coinvolte: sono queste le richieste formulate ieri dal pm Carmen Pugliese nell’ambito del processo agli ultrà, in aula al Tribunale di Bergamo. La giornata di ieri è stata quella delle richieste dell’accusa, che vanno dai sei anni senza attenuanti di Galimberti fino ai nove mesi di altri, in un procedimento che comprende ottantasette tifosi dell’Atalanta e cinquantasei del Catania. Addirittura una trentina i capi d’imputazione nei confronti del Bocia,

che variano da risse a violazioni di Daspo, fino all’aggressione a un giornalista e all’adunata sediziosa e danneggiamenti: il reato più grave a lui imputato è il concorso in rapina. QUEL SMS DI CONTE In aula, ieri, il pm Carmen Pugliese ha preso una posizione dura sull’argomento dei rapporti privilegiati degli ultrà con dirigenti, allenatori e giocatori: in particolare, ha fatto riferimento al famoso sms inviato da Antonio Conte a Galimberti, nel quale l’attuale ct della Nazionale (nel periodo successivo alla parentesi sulla panchina dell’Atalanta) esprimeva la propria solidarietà al capo degli ultrà, che era stato condannato per violazione di Daspo. «Mancava solo che lo chiamasse il presidente della Repubblica», ha ironizzato il pm, che ha parlato di «cose disgustose», riferendosi alla solidarietà agli ultrà violenti e alle visite di giocatori e dirigenti. «Un processo complesso per il numero di imputati coinvolti e di reati commessi –ha sottolineato Carmen Pugliese-: un grande merito va all’ex questore Turillo e alla Digos, che stavano antipatici a molti ultrà, ma hanno dato un segnale forte in un momento in cui serviva una sterzata per ristabilire i rapporti tra forze dell’ordine e tifoseria, anche con la repressione». © RIPRODUZIONE RISERVATA

Monte Paschi. Il martedì mattina i bonifici sono stati annullati». Che idea si è fatto di questo strano passaggio? «Nessuna idea. Ho telefonato alla sede centrale di Siena, a Bologna, all’Ufficio Estero, ma nessuno mi ha dato spiegazioni». Ma lei ha fornito ai giocatori un codice di riferimento bancario che risultava inutilizzabile. «Il codice era stato generato nel momento in cui erano stati accettati i bonifici... Poi vorrei capire come mai un istituto di credito va a parlare con i clienti e non con l’interessato, cioè io, che ha ordinato l’operazione». Lei sostiene che il denaro non arriva perché ci sono problemi tecnici: di quali problemi si tratta? E’ più di un mese che siamo in attesa... «Presto ci sarà il passaggio finale, ma consideri che alla Camera di Commercio il Parma risulta ancora di proprietà della Dastraso. Serve tempo perché siano formalizzate certe operazioni». Pur non avendo immesso denaro nelle casse sociali per saldare tutte le pendenze, poteva tuttavia garantire qualche mensilità ai dipendenti, non le pare? Soldi di tasca sua, intendiamo.

Giampietro Manenti, 45 anni, è presidente del Parma dal 9 febbraio ANSA

«Abbiamo ripristinato tutti i servizi, dalla mensa alla lavanderia. Abbiamo rifatto il campo del Tardini. E avevamo la disponibilità finanziaria per la gara contro l’Udinese, poi rinviata, per la successiva trasferta di Genova e per la partita di domenica scorsa contro l’Atalanta». Dalle sue tasche, però, non è uscito un euro. «Garantisco che metteremo qualcosa per i dipendenti prima del 19 marzo. È già nel piano di risanamento». Siamo sempre alle promesse. Perché la gente dovrebbe crederle? «Perché ci sono i fatti». Quali fatti, ci scusi?


VENERDÌ 13 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

«Ho un piano di risanamento che sarà difficile smontare anche da parte della Procura. E quel piano sarà la salvezza del Parma. A meno che i miei soci occulti non vogliano il fallimento...».

occulti».

Chi sono i suoi soci occulti? «Il presidente Tavecchio e il sindaco Pizzarotti. Si comportano come se facessero parte della società, allora tirino fuori i soldi. Tavecchio ha garantito che c’è un fondo americano disposto a investire nel Parma e ha detto che non intende parlare con me. Bene, ma il Parma è mio. E lui e Pizzarotti, al momento, stanno facendo come Totò e Nino Taranto che volevano vendere la Fontana di Trevi a un turista americano. Il club non è loro, che trattative vogliono intavolare?».

E’ un po’ vago, non le pare? Non è che ci sia il rischio di riciclaggio? «Nessun rischio. I soldi sono tracciati correttamente e non esiste neppure l’ostacolo dell’embargo dell’Unione Europea verso i capitali provenienti dalla Russia. Sono denari presenti già sul suolo italiano».

Ieri in tribunale 3 anni di bilanci Oggi nuovo Cda

E quanti soldi sono? «Vanno a copertura dell’intero debito netto».

1All’asta macchinari e panchine

Curiosità: perché ha comprato il Parma che si sapeva essere gravato da tantissimi debiti? «Era una situazione gestibile, poi il clamore mediatico ha fatto saltare il banco». Tutta colpa di giornali e tv, insomma. «Diciamo che è successo il finimondo e che dal 9 febbraio io non sono mai riuscito a lavorare». Però è andato in Slovenia, a spese del Parma, e ha chiuso il conto corrente della Mapi Group presso la Raiffeissen Bank di Nova Gorica. Vero? Se sì, perché? «Verissimo, ho chiuso il conto perché avevo problemi con la polizia. Molti giornalisti erano andati nella sede della banca a chiedere informazioni e in Slovenia pretendono la massima riservatezza».

97

● i milioni a cui ammonterebbe l’intero debito del Parma. I debiti da pagare per salvare il titolo sportivo sarebbero pari a circa 50 milioni di euro.

25

E il viaggio a spese del Parma che non aveva nemmeno gli occhi per piangere? «La fattura di 1.600 euro è intestata alla Eventi Sportivi (società controllante del Parma Football Club, ndr). Dovevo far stimare il marchio della società e il centro sportivo: in Italia mi avevano chiesto 65 mila euro per questo lavoro. Ne ho risparmiati 63.400». Ci racconti come ha comprato il Parma. «Contatto Pietro Leonardi domenica 1 febbraio 2015. Mi dice che la società non è in vendita. Il giorno dopo mi chiama lui e mi mette in contatto con Pietro Doca, l’amministratore della Dastraso. In poche ore sistemiamo tutto». Dopo aver visto la montagna di debiti perché non ha deciso di portare i libri in tribunale? «Oggi (ieri, ndr) sono stati consegnati alla cancelleria fallimentare i bilanci degli ultimi tre anni e lo stato patrimoniale del club a tutto febbraio 2015. Ma io credo nel salvataggio, a differenza dei miei due soci

ASPETTANDO IL 19

Scusi l’insistenza: da dove arriverebbero i soldi? «Dall’Italia e dall’estero».

Tommaso Ghirardi, 39 anni, non è più presidente da dicembre PEGASO

Quindi 100 milioni di euro. «Lo ha detto lei...». Lo dice il bilancio. Comunque la domanda delle domande è: quando arriveranno? «Il 20 marzo pagheremo». L’asticella si sposta in avanti, una volta diceva sempre «domani»... «Vediamo che cosa succede il 19 marzo con l’udienza pre-fallimentare. Se il tribunale dichiarasse il Parma fallito, avrebbe ragione il mio socio Tavecchio. Ma io non credo che vada così». La accusano di essere un mitomane... «Io sono arrivato e ho rotto le uova nel paniere. Se fosse rimasto della Dastraso, il Parma sarebbe fallito in poco tempo. Forse quello era il disegno. Ma con il fallimento i dipendenti vanno tutti a casa. Lo sanno Tavecchio e Pizzarotti?».

degli spogliatoi: con 6.000 euro li ricomprano il medico e 3 tifosi INVIATO A PARMA

C

onsegnati alla cancelleria fallimentare del tribunale i bilanci del Parma Football Club degli ultimi tre anni. E’ stato anche depositato un documento sullo stato patrimoniale della società. A portare il faldone è stato il direttore finanziario Preti. Il 19 marzo resta fissata l’udienza per la richiesta di fallimento avanzata dalla Procura. Nei giorni immediatamente precedenti Manenti potrebbe presentare il piano di risanamento. Oggi pomeriggio è convocata l’Assemblea dei soci che nominerà il nuovo Cda.

Altra cattiveria sul suo conto: Manenti dormiva in macchina perché non aveva i soldi per l’albergo. «Ho sentito anche questa. Guardi, a Collecchio ho la mia stanzetta. Per risparmiare non uso la televisione e ho staccato il frigo bar. Ma un letto me lo posso ancora permettere».

6000 EURO DALL’ASTA Continuano a muoversi il presidente Tavecchio e il sindaco Pizzarotti alla ricerca di investitori per il futuro del Parma. Dietro il fondo americano, cui il numero uno della Figc ha fatto riferimento nei giorni scorsi, potrebbe esserci il manager Giuseppe Corrado, presidente e a.d. di The Space Cinema, con un passato da dirigente sia alla Barilla sia alla Fininvest. Corrado, che vive a Parma, sarebbe stato contattato da un gruppo di professionisti vicini a Tavecchio. Il fondo americano, tuttavia, è disposto a mettere sul piatto 25 milioni di euro, mentre i debiti sportivi ammontano a 50 e per salvare il titolo sportivo è necessario pagarli tutti. Ecco perché si deve arrivare a una transazione, che spetterebbe al curatore fallimentare. Ieri, intanto, sono stati piazzati all’asta giudiziaria i macchinari della palestra e le panchine degli spogliatoi del Tardini. Li hanno acquistati il medico del Parma Andrea D’Alessandro e tre ragazzi veneti, tifosissimi dei gialloblù. Tutti hanno poi restituito gli oggetti al Parma. Il ricavato dell’asta è di circa 6000 euro. a.s.

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In città, quando è andato a incontrare il sindaco, ha rischiato il linciaggio dei tifosi. «Mi sono vergognato per loro. Ma si rendono conto che se il Parma è in queste condizioni non sono io il responsabile? Comunque quell’assedio era stato organizzato e pilotato. Anche se non so da chi». Dicono che dietro di lei ci sia ancora Ghirardi. «Non conosco Ghirardi. E se fosse dietro di me, in questa situazione sarei un pirla».

HELLAS, IN 1.500 ALL’ALLENAMENTO ● VERONA (m.f.) Entusiasmo a Verona in vista della partita dell’Hellas con il Napoli. Ieri allenamento al Bentegodi, a porte aperte: oltre 1500 i tifosi gialloblù presenti sugli spalti (foto GRIGOLINI) per caricare la squadra in vista di una sfida importante per tradizione e classifica. Il Verona ha raccolto 5 punti nelle ultime 3 gare e ha allungato a +9 il vantaggio sulle terz’ultime.

TACCUINO LEGA SERIE A

Record su Facebook MILANO La Lega Serie A ha raggiunto i tre milioni di fan sulla sua pagina Facebook: traguardo storico. Per festeggiare ha chiesto ai tifosi di inviare un selfie, che testimoni l’esultanza dopo un gol, condividendolo sui social utilizzando l’hashtag diventato slogan: #IlCalcioèDiChiLoAma.

UNDER 17

In ritiro a Pordenone PORDENONE (a.fr.) Da oggi a mercoledì l’U.17 è in raduno a Pordenone per le sfide di fine marzo con Ucraina, Slovacchia e Germania in vista della fase élite dell’Europeo

UNDER 19

Europeo: i convocati Da domenica l’Under 19 in

raduno a Roma per la fase élite di qualificazione all’Europeo in programma dal 26 in Austria. Affronterà Scozia, Croazia e Austria. Ecco i 27 convocati. Portieri: Montipo (Novara), Scuffet (Udinese), Zaccagno (Torino). Difensori: Calabresi (Roma), Calabria (Milan), Capradossi (Roma), Coppolaro (Udinese), Dimarco (Inter), Gemignani (Empoli), Lo Porto (Perugia), Luperto (Napoli), Sciacca (Inter), Troiani (Torino). Centrocampisti: Bentivegna (Palermo), Di Molfetta (Milan), Mandragora (Genoa), Minelli (Fiorentina), Murgia (Lazio), Palazzi (Inter), Parigini (Perugia), Pellegrini (Roma), Pugliese (Carpi), Sbrissa (Vicenza). Attaccanti: Bonazzoli (Inter), Cerri (Virtus Lanciano), Panico (Genoa), Vido (Milan).


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Serie B R L’anticipo di oggi

VENERDÌ 13 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Spezia e Livorno, serve una svolta da promozione 1Città blindata per il sentito derby ligure-toscano Le squadre cercano la continuità che può valere la A

SPEZIA

(4-2-3-1)

LIVORNO

(3-5-2)

ORE 20.30

25 MILOS

ANDATA 1-0

1 CHICHIZOLA 20 5 DATKOVIC BIANCHETTI

30 8 BREZOVEC JUANDE 32 10 KVRZIC CATELLANI

17 MIGLIORE

18 SITUM

21 NENÈ 24 VANTAGGIATO

26 SILIGARDI

11 28 2 10 23 LAMBRUGHI DJOKOVIC STRASSER LUCI MAICON 4 5 17 BERNARDINI EMERSON CECCHERINI

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IL PERSONAGGIO

Birre, slang e show per la curva: Avellino e i tiri mancini di Zito 1A sinistra gli irpini

hanno un talento tutto allegria e cross: a Lanciano che sfida con Mammarella

1 MAZZONI

SPEZIA Terza tribuna di fila per Gagliardini e Stevanovic, Kvrzic dovrebbe partire dall’inizio. Ritorno alla difesa a 4. Rientra Nenè dopo l’infortunio. PANCHINA 22 Nocchi, 2 Madonna, 11 Luna, 26 Valentini, 7 De las Cuevas, 27 Canadjija, 29 Bakic, 9 Giannetti, 14 Cisotti. ALLENATORE Bjelica. SQUALIFICATI Piccolo. DIFFIDATI Canadija, Datkovic, De Col e Milos.

Foresi-Magi

L

a sfida di stasera tra Spezia e Livorno, oltre a essere sentita dalle tifoserie, è anche uno scontro tra squadre ancora troppo discontinue, ancora alla ricerca di una convincente marcia-promozione. QUI SPEZIA I tifosi di Spezia e Livorno, uniti dalla comune antipatia per quelli di Pisa, furono persino gemellati per un decennio. Erano gli anni Ottanta, tempi ormai lontanissimi. Adesso invece, quando nella città ligure arrivano i livornesi, sono decine i divieti di transito disposti nelle strade limitrofe allo stadio Picco e persino le piste ciclabili non possono essere utilizzate, per garantire maggiore sicurezza nell’ordine pubblico. È un derby atipico, così lo vivono gli spezzini ed è per questo che, giusto per far comprendere ai nuovi calciatori che non è una gara come le altre, oltre un centinaio di supporter ha raggiunto ieri pomeriggio lo stadio di allenamento di Follo per una visita alla squadra, lanciando pure qualche petardo e promettendo una speciale coreografia che occuperà tutta la Curva Ferrovia. È uno strano Spezia quello degli ultimi quattro turni: sempre in svantaggio i ragazzi di Nenad Bjelica, ma per tre volte bravi a rimontare, riuscendo anche a vincere in due occasioni. È un dato concreto che il team bianco soffra gli avvii: non va in vantaggio addirittura dall’ultima giornata del girone di andata, quando vinse 3-0 a Bari. «Non siamo abbastanza solidi nella fase difensiva – ammette Bjelica –. Non mi fa certo piacere subire due gol a partita, ma se riusciremo a dare gran-

LIVORNO Niente da fare per Applet e Biagianti, a centrocampo potrebbe debuttare Strasser come centrale. Da decidere gli esterni: a destra Maicon o Moscati, a sinistra Lambrughi o Gemiti. PANCHINA 39 Bastianoni, 9 Rivas, 16 Galabinov. 3 Gemiti, 18 Jefferson, 8 Moscati, 21 Gonnelli, 20 Jelenic, 7 Belingheri. ALLENATORE Gelain. SQUALIFICATI nessuno. DIFFIDATI Jelenic, Mazzoni, Moscati, Siligardi e Vantaggiato. ARBITRO Maresca di Napoli. GUARDALINEE Avellano-Bellutti. TV Sky Sport 1 HD, Calcio 1 HD e MP. PREZZI 1-45 euro.

Andrea Catellani, 26 anni LAPRESSE

Luca Siligardi, 27 anni LAPRESSE

de intensità fin dall’inizio, porterò la squadra ad un livello molto alto». Poi, ripensa al 25 ottobre scorso. «Il successo dell’andata ci diede grande forza. Ripetersi al Picco porterebbe una forte ventata di ottimismo e un nuovo slancio. Il pubblico sarà determinante».

una grande prestazione da parte di tutti». Anche per il tecnico Ezio Gelain quella di oggi può rappresentare la partita della svolta: «Dobbiamo dare una certa continuità di prestazioni prima che di risultati, in questo periodo sono stati altalenanti (nel ritorno 5 vittorie, un pareggio e tre sconfitte, ndr). Affrontiamo la squadra più talentuosa di tutta la B, guidata da un tecnico di grande qualità e molto capace a cambiare in corsa. Per fare risultato sarà fondamentale l’atteggiamento iniziale». Quella di oggi al Picco non sarà certamente una sfida banale e la tifoseria si è mobilitata per essere presente in Liguria. Cinque i pullman organizzati, ma molti tifosi useranno il treno e anche in questo caso la Digos ha predisposto un piano. Poi ci saranno quelli che raggiungeranno La Spezia in ordine sparso: si prevede che saranno circa 600 i tifosi amaranto presenti al Picco per la sfida del mare nel segno della continuità.

QUI LIVORNO Continuità. È questa la parola d’ordine del Livorno, una squadra che in questo campionato ha un diagramma caratterizzato da alti e bassi. Capace nel ritorno di vincere a Carpi, ma anche di perdere a Crotone e Latina. Ora è arrivato il momento della svolta e La Spezia rappresenta una sorta di esame per capire a cosa vorrà fare «da grande» questa squadra. Il presidente Spinelli vorrebbe festeggiare il Centenario con la promozione e alla squadra ha chiesto dieci vittorie nelle ultime dodici giornate. «Con 77 punti credo che sarebbe garantita la Serie A. Intanto pensiamo alla gara con lo Spezia, sarà una battaglia – ha detto il patron genovese –, mi aspetto

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Domani il Carpi ospita il Pescara: arbitra Pezzuto ● Il programma della 31a e gli arbitri. Domani (ore 15): BariVarese (1-2, Chiffi di Padova), Brescia-Latina (1-1, La Penna di Roma), Carpi-Pescara (5-0, Pezzuto di Lecce), CittadellaCrotone (2-2, Pinzani di Empoli), Frosinone-Entella (0-1, Aureliano di Bologna), Lanciano-Avellino (1-1, Minelli di Varese), Perugia-Pro Vercelli (0-0, Ghersini di Genova), Trapani-Ternana (2-1, Ripa di Nocera Inferiore); domenica (ore 15): Bologna-Modena (0-0, Nasca di Bari); lunedì (ore 20.30): Vicenza-Catania (1-3, Gavillucci di Latina). La classifica: Carpi p. 59; Bologna (-1) 51; Avellino 49; Vicenza 48; Frosinone e Livorno 47; Spezia e Pescara 43; Lanciano e Perugia 40; Bari e Modena 37; Entella e Ternana 36; Pro Vercelli 35; Cittadella, Latina e Trapani 34; Brescia 33; Catania e Crotone 31; Varese (-3) 28.

Gaetano Imparato

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hi conosce bene Zito ha scommesso: alla ripresa degli allenamenti avrà chiesto a D’Angelo la … «restituzione» del gol che - statistiche e tabellini gli assegnano (giustamente) da sabato. Gara contro il Bari: punizione di Zito, ribattuta (forse) oltre la linea, D’Angelo di testa manda in rete. Antonio Zito da Napoli: più d’uno tra i compagni sussurra: «Antò devi andare a “Made in sud”, sfondi sicuro». Allegria contagiosa, esuberante, noto per lo slang partenopeo in sala stampa: come non poteva finire nella bagarre degli sfottò nel dopo Avellino-Bari con la sua imitazione del gallo, simbolo pugliese? Le sue gioie non passano inosservate: quando col Sorrento salì in C2 (2005-06) segnò il gol del 6-0 alla Scillese: si girò verso la sua curva e si abbassò i pantaloncini restando in slip, a dire «in mutande per voi». S’era annerito il volto, era uno dei «fratelli neri» di quel Sorrento: con altri compagni sbeffeggiarono i razzisti da stadio.

Antonio Zito, 28 anni LAPRESSE

SFIDA A MAMMARELLA Anche sabato sera, con Castaldo, la loro scaramanzia: dopo ogni vittoria una birra insieme. Agli amici ha spiegato come il filmato che apparve sul sito del Bari, dopo l’ andata al San Nicola (negli spogliatoi il tabellone dei cambi col 4-2 finale, selfie e qualche parolaccia agli sconfitti) sia stata la molla di tutto. A Lanciano? Rastelli è bravo, astuto, imprevedibile: Zito giocherà domani? Più sì che no, sarà intrigante vederlo sulla sinistra rivaleggiare con Mammarella (sogno irpino questa estate) dopo che il suo innesto nel 4-3-1-2 col Bari è stato determinate. «Non sono Ibrahimovic che deve cambiare le sorti di una partita – ha sempre detto –, ho i miei compiti e do una mano». La sciatalgia gli ha condizionato l’annata, se Rastelli optasse per il 3-5-2 potrebbe essere l’intermedio di centrocampo per innescare le punte. Zito: spettacolo garantito? © RIPRODUZIONE RISERVATA

Bologna, c’è Saputo per il Cda Con il Modena 3.600 bambini ● BOLOGNA (a.to.) Oggi torna in città il chairman Saputo per partecipare a un Cda che deve deliberare l’aumento di capitale fino a 20 milioni. Domani sarà il turno del presidente Tacopina. Intanto il Bologna lancia l’iniziativa #BFCModena il derby delle

famiglie regalando 3.600 biglietti a bambini e loro accompagnatori per il settore distinti laterali. L’iniziativa s’inserisce nell’ambito del Panini Tour che domenica mattina arriverà in Piazza della Pace, antistante lo stadio Dall’Ara, dove si svolgeranno numerose attività sportive.

Lega Pro R Gli anticipi del girone A

Novara, duro test a Bolzano Il Pavia «gioca» nei tribunali S i giocano oggi due anticipi nel girone A: il Novara cerca un altro colpo esterno per salire – almeno per una notte – da solo in vetta, mentre il Real Vicenza sogna l’aggancio all’ultimo posto playoff. Ma accanto al calcio giocato c’è sempre il calcio dei tribunali. Il Novara non può permettersi passi falsi perché ha sulla testa la spada di Damocle di una possibile penalizzazione (da 2 a 4 punti) che potrebbe estrometterlo dalla promozione diretta. E adesso bisogna fare i conti anche con i ricorsi. Il Pavia ha confermato di aver chiesto la ripetizione della gara di Arezzo, terminata 1-1. Secondo il club lombardo, l’arbitro Cifelli di Campobasso ha ammonito due volte Carcione, ma senza espellerlo dal campo. Nel referto la prima ammonizione è stata assegnata a Pa-

nariello. Ma le immagini televisive lasciano poco spazio agli equivoci: «Dimostrano chiaramente che l’arbitro ha ammonito due volte Carcione – ha sottolineato il d.g. Massimo Londrosi –. E’ un errore che ci ha penalizzato: per questo abbiamo presentato il ricorso. Ma la nostra azione rischia di essere vanificata se l’arbitro non dovesse ammettere il suo errore. Ci auguriamo che il signor Cifelli, che a parte questo episodio domenica scorsa ha arbitrato bene, riconosca di avere sbagliato: sarebbe una dimostrazione di grande maturità da parte sua e dell’intero mondo arbitrale». In caso di non accoglimento del ricorso, il Pavia è pronto anche a rivolgersi «alla giustizia ordinaria per presentare una denuncia con l’ipotesi di reato di falso in atto pubblico».

ORE 19.30 REAL VICENZA (3-5-2) Tomei; Carlini, Polverini, Piccinni; Lavagnoli, Pavan, Dalla Bona, Malagò, Vannucci; Bruno, Bardelloni. (Bonato, Solini, Beccaro, Chiarello, Caporali, Margiotta, Gomes). All. Marcolini. GIANA (4-4-1-1) Paleari; Perico, Bonalumi, Montesano, Augello; Rossini, Marotta, Biraghi, Pinto; Crotti; Sinigaglia. (Ghislanzoni, Sosio, Solerio, Di Lauri, Gasbarroni, Spiranelli, Perna). All. Albé. ARBITRO Boggi di Salerno (MokhtarLarotonda). (andata 1-1) ORE 20.45 SÜDTIROL (4-3-3) Miori; Tait, Kiem, Mladen, Martin; Mazzitelli, Bertoni, Branca; Marras, Novothny, Fischnaller. (Melgrati, Allegra, Peverelli, Zullo, Cia, Campo, Shekiladze). All. Sormani. NOVARA (3-5-2) Tozzo; Vicari, Gavazzi, Bergamelli; Garufo, Bianchi, Buzzegoli, Pesce, Foglio; Corazza, Della Rocca. (Montipò, Dickmann, Garofalo, Miglietta, Faragò, Gonzalez, Evacuo). All. Toscano. ARBITRO Fiore di Barletta (BresmesFusco). (0-1) TV diretta Rai Sport 1.

PANCHINE E SITUAZIONE Lumezzane: Nicolato al posto di Braghin Sesia via da Barletta, è in arrivo Corda A Lumezzane, come previsto, Nicolato prende il posto di Braghin. E oggi il Barletta esonererà Sesia: in arrivo Ninni Corda, l’anno scorso al Savona. COSÌ SABATO Ore 14.30 Lucchese-Forlì (0-1), Savona-Pro Piacenza (1-0) e TeramoPistoiese (B, 1-4). Ore 15 Prato-Pontedera (3-4) e Santarcangelo-Carrarese (B, 2-2); Ischia-Casertana (1-3) e SavoiaCatanzaro (C, 1-1). Ore 16 Alessandria-AlbinoLeffe (0-2) e Pavia-Pordenone (A, 1-0). Ore 17 Venezia-Cremonese (A, 1-2); Gubbio-Ascoli (2-2) e Spal-Grosseto (B, 3-2). Ore 19.30 Monza-Mantova (A, 0-0); Ancona-San Marino (B, 1-0). COSÌ DOMENICA Ore 11 Melfi-Martina (C, 0-0). Ore 12.30 Cosenza-Lecce (0-1) e Vigor Lamezia-Benevento (C, 1-3). Ore 14 Feralpi Salò-Arezzo (A, 0-0). Ore 14.30 Torres-Bassano (A, 0-0); Pisa-L’Aquila (B, 4-1); Foggia-Messina (10) e Lupa Roma-Juve Stabia (C, 0-2). Ore 16 Renate-Como (A, 0-0); Tuttocuoio-Reggiana (B, 0-2); Aversa

Normanna-Reggina (C, 1-1). Ore 18 Pro Patria-Lumezzane (A, 2-2); Barletta-Paganese (C, 1-2). COSÌ LUNEDÌ Ore 20.45 Salernitana-Matera (C, 2-1). LE CLASSIFICHE GIRONE A Alessandria p. 57; Novara 56; Pavia (-1) 55; Bassano 52; Como 48; Feralpi Salò e Real Vicenza 45; Arezzo e Südtirol 41; Renate 39; Venezia 38; Mantova (-3) e Torres 36; Monza e Cremonese 35; Giana 31; Lumezzane 28; AlbinoLeffe 23; Pro Patria (-1) e Pordenone 21. GIRONE B Ascoli p. 56; Teramo 52; Reggiana* 48; Pisa* 47; Pontedera 40; L’Aquila* e Ancona 39; Tuttocuoio* 37; Carrarese 36; Gubbio 35; Lucchese e Spal 34; Pistoiese* e Grosseto (-1) 33; Prato e Santarcangelo 30; Forlì 29; Pro Piacenza (-8) 28; Savona 27; San Marino 23. (* una partita in meno). GIRONE C Salernitana p. 64; Benevento 61; Casertana 54; Juve Stabia 52; Lecce 51; Matera 50; Foggia (-1) 46; Catanzaro 44; Vigor Lamezia 39; Barletta 36; Martina 34; Lupa Roma, Paganese e Cosenza 33; Melfi (-2) 31; Aversa Normanna e Messina 25; Ischia e Savoia 23; Reggina (-1) 19.

Minuto di silenzio con insulti alla terna Reggina multata ● FIRENZE Diecimila euro di ammenda alla Reggina: durante il minuto di raccoglimento per la morte dell’arbitro Luca Colosimo, un gruppo di tifosi reggini ha «indirizzato alla terna arbitrale frasi offensive e oltraggiose» mentre altri sostenitori lanciavano una pietra verso un assistente. Due giornate di squalifica a Stefani (Messina); una a Belotti (Lumezzane), Despucches (Aversa), Alfageme e Kanoute (Benevento), Cane, Ciciretti e Silvestri (Messina), De Martino (Barletta), Gigliotti (Foggia), Di Noia (Matera), Di Filippo e Gallo (Melfi), Mancino (Casertana), Caso (Ischia), Madonia (Matera), Tartaglia (Paganese), Gabionetta (Salernitana). Dirigenti: inibito fino al 24 marzo Ferrigno (Messina).


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OPINIONI La vignetta

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DANIELE MOLMENTI Olimpionico di canoa ● Alessia Trost cambia sport: si da al kayak. Ma Molmenti non ci sta! Quindi...si salta @DanieleMolmenti

FEB Federbasket spagnola ● Jorge Garbajosa: «Vogliamo trasformare i progetti in realtà» @baloncestofeb

MARTIN CASTRO Azzurro di rugby ● Rugby e solidarietà 15 marzo dalle 9 Acquacetosa (Roma) @AssociazOlivia @castrito81

Europa League

Lettere alla Gazzetta

LE COLPE DI MANCIO, IL SORRISO DI HIGUAIN L’ANALISI AII di LUCA CALAMAI

S

tavolta il bicchiere è mezzo vuoto. Sorride lo scatenato Higuain, autore di una fantastica tripletta; conquista un piccolo ma prezioso vantaggio la Roma in un derby italiano ancora senza un padrone ma il resto sono lacrime. Volevamo diventare il campionato di riferimento in Europa League invece ci troviamo alle prese con problemi vecchi e nuovi. Calare il poker sarà molto complicato, così come risalire posizioni nella classifica Uefa. Le basi più solide per il passaggio ai quarti le mette il Napoli. El Pipita è una macchina da gol e il 3 a 1 del San Paolo è un prezioso scudo per la gara di ritorno. Finalmente una «ics» che vale una vittoria, invece, per Garcia. Derby velenoso ma intenso. Con diverse valutazioni arbitrali oggetto di dibattito. La Roma ancora non ha rimesso la chiesa al centro del

paese ma, intanto, ha ritrovato l’idea di squadra. La sensazione è che i giallorossi siano usciti dal tunnel. La Fiorentina si è aggrappata a Ilicic e Neto. Il primo a gennaio ha rifiutato il trasferimento al Bologna e il secondo era finito fuori squadra per essersi promesso alla Juve. Favole del pallone. Ma l’1 a 1 finale ha ben poco di romantico in chiave viola. Montella, per recuperare il piccolo svantaggio, ha bisogno di avere tra sette giorni il vero Gomez. Quello che, proprio all’Olimpico, ha messo in ginocchio la Roma nei quarti di Coppa Italia. La grande delusione è firmata Inter. C’è una domanda che aleggia sul doloroso passo falso nerazzurro: perché Mancini ha lasciato in panchina Handanovic, uno dei portieri più forti del mondo? E’ vero che Carrizo era sempre stato titolare in Europa League e non aveva sfigurato. Ma quando il gioco si fa duro anche i sentimenti devono lasciare il posto alla ragion di stato. La Coppa è l’unico obiettivo dei nerazzurri, rinunciare a un

fuoriclasse come Samir è stato un suicidio che Mancini ha pagato a caro prezzo. Per carità, Carrizo non è l’unico colpevole. Tutta la difesa dell’Inter è lontana anni luce dal progetto scudetto che il tecnico ha in mente per la prossima stagione. Il 3 a 1 a favore del Wolfsburg non chiude la sfida. Anche i tedeschi hanno limiti evidenti nel reparto difensivo e a San Siro non avranno Naldo, squalificato. L’Inter può segnare tanti gol nella gara di ritorno. E capovolgere il risultato. Servirà un’impresa, infine, al vecchio Toro per ribaltare lo 0 a 2 di San Pietroburgo. La squadra di Villas Boas è una delle favorite per la vittoria finale in Europa League ma resta il rimpianto per l’espulsione di Benassi che ha lasciato i granata con un uomo in meno per quasi un’ora. Prima di quel cartellino rosso lo Zenit non era andato oltre un banale possesso palla. Quagliarella e compagni non hanno più del 15% di possibilità di approdare ai quarti. Ma con il Toro mai dire mai. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Il caso Real

MA CARLETTO ORA PUÒ STARE TRANQUILLO? MARCA LA DIFFERENZA RENZA di SANTIAGO SEGUROLA

I

eri Carlo Ancelotti ha ricevuto pubblicamente l’appoggio di cui aveva disperato bisogno per migliorare la situazione, critica, che sta vivendo in questi giorni al Real Madrid. Il presidente Florentino Pérez ha rassicurato, confermandolo, il tecnico italiano. Il suo destino, ha detto il presidente, non è legato ai risultati delle prossime partite e, soprattutto, non dipenderà dall’esito della sfida contro il Barça, in programma tra 10 giorni. Nel corso di una improvvisa conferenza stampa Florentino Pérez ha duramente attaccato il quotidiano sportivo Marca, reo di aver pubblicato in prima pagina la notizia di un presunto ultimatum dato dallo stesso presidente ad Ancelotti in caso di fallimento al Camp Nou. Le informazioni di Marca corrispondono

a quelle in possesso della stampa di Madrid, e in particolare a quelle dei giornalisti più vicini a Florentino Pérez. Dalla sconfitta con l’Atletico di Madrid, si è diffusa la voce che la situazione di Ancelotti fosse quasi disperata. Il pareggio con il Villarreal e le sconfitte contro Athletic di Bilbao e Schalke 04 hanno moltiplicato le critiche lanciate dai settori più nostalgici di Mourinho. La sorprendente eliminazione del Chelsea contro il Psg ha favorito l’appoggio pubblico di Florentino Pérez a Carlo Ancelotti. Ha sfruttato alla perfezione il giorno ideale. I sostenitori di Mourinho, una parte considerevole del madridismo che odia Ancelotti erano in lutto. Malgrado le molte difficoltà che sta attraversando, il Real occupa il secondo posto nella Liga, a un punto dal Barcellona, e si è qualificato per i quarti di Champions. Come spesso succede nel calcio, i discorsi pubblici divergono da quelli privati. È nota la distanza che separa Florentino Pérez da Ancelotti, però questa volta ha prevalso la realpolitik. A partire

CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DIRETTORE RESPONSABILE ANDREA MONTI andrea.monti@gazzetta.it VICEDIRETTORE VICARIO Gianni Valenti gvalenti@gazzetta.it VICEDIRETTORI Pier Bergonzi pbergonzi@gazzetta.it Stefano Cazzetta scazzetta@gazzetta.it Andrea Di Caro adicaro@gazzetta.it Umberto Zapelloni uzapelloni@gazzetta.it Testata di proprietà de “La Gazzetta dello Sport s.r.l.” - A. Bonacossa © 2015

PRESIDENTE Angelo Provasoli VICE PRESIDENTE Roland Berger AMMINISTRATORE DELEGATO Pietro Scott Jovane CONSIGLIERI Fulvio Conti, Teresa Cremisi, Luca Garavoglia, Attilio Guarneri, Piergaetano Marchetti, Laura Mengoni DIRETTORE GENERALE DIVISIONE MEDIA Alessandro Bompieri

dall’addio di Mourinho, è Florentino Pérez il principale e vero responsabile della campagna acquisti del Real. Ancelotti, uno straordinario aziendalista, ha dovuto lavorare per due anni in una situazione assai delicata, gestendo una rosa costruita senza il suo consenso. L’allenatore italiano ha saputo rispondere prendendo decisioni rischiose, ma geniali. Tutti i suoi centrocampisti Kroos, Modric, Isco e James nascono come mezze punte. Ora si ritrovano a dover lottare contro la propria natura, devono assolvere compiti, soprattutto difensivi. E lo fanno ottenendo buonissimi risultati. Sono bastati tre k.o. a montare una polemica alimentata dai settori più vicini al presidente, il quale si è sentito obbligato a cambiare direzione e a smentire i suoi giornalisti preferiti. La sensatezza ha avuto la meglio sull’impulsività. Sebbene il suo appoggio ad Ancelotti sembri più politico che realmente sincero, la posizione dell’allenatore sembra ora più tranquilla.

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ANCELOTTI E MOU DESTINI INCROCIATI PORTO FRANCO O TURI di FRANCO ARTURI email: farturi@gazzetta.it tta.it twitter: @arturifra

Ancora tanti amici a cui rispondere. Partiamo. Mi spieghi un po’: Ancelotti e Mourinho hanno perso il senso della ragione calcistica? Ma non erano dei re Mida del pallone fino a qualche settimana fa?

Certo che no. Ma è indicativo della difficoltà con cui una seria politica antidoping può pedalare dentro al gruppo. Stavo guardando l’altro giorno Napoli-Inter. Su 22 giocatori in campo c’era un solo italiano. Con l’esperienza che si fanno i nostri giocatori, ci meravigliamo se negli ultimi due mondiali le qualificazioni sono risultate insormontabili? Facciamocene una ragione. Almeno avessimo squadre di club che brillano in Europa...

Carlo Bianchini Sul Real Madrid ha fatto una disamina esauriente Filippo Maria Ricci sulla Gazzetta di ieri. Posso dirle di mio che Bale non vale la metà della folle cifra che è costato e può anche essere in qualche circostanza una palla al piede. Poi senza Modric, James Rodriguez e Sergio Ramos è calata la notte. Ancelotti, assunto nel Pantheon delle divinità iberiche fino al gennaio scorso, fa i conti col destino: conta anche quello nel calcio. A maggior ragione per Mourinho, la cui bella carriera è stata contrassegnata anche da discrete botte di fortuna. Il suo gioco è poco generoso e troppo «italiano». Il resto lo fa il caso , facciamocene una ragione. Gentile Franco Arturi, le scrivo per esprimere, sia da studioso della materia sportiva (nella mia carriera universitaria ho sostenuto l’esame di «Diritto dello sport») che da appassionato, la mia tristezza ed incredulità nel leggere le parole riportate dalla Gazzetta dell’11 Marzo dette da Nibali («Non so niente, non sono informato, quindi non ho nulla da dire») e Cancellara («Non ho quei fogli e adesso non avrei neppure tempo di leggerli. Forse a fine stagione...») in merito alla rapporto della Commissione indipendente di riforma del ciclismo. Penso che il lavoro svolto dai membri di tale organismo non meriti di essere liquidato, da due dei massimi atleti a livello mondiale, con dichiarazioni di quel tenore.

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Armando Sorbi Sempre meglio continuare a sottolinearlo. Io spero soprattutto che voi tifosi vi stanchiate e diate segnali precisi ai vostri club. Ma mi permetta di contarci pochino. L’altra sera, vedendo JuveFiorentina ho pensato (e forse anche sentito dai commentatori) che Salah è un giocatore di un’altra categoria. Poi ripensandoci mi sono detto: sì, ma di quale categoria? Chiedo a lei un aiuto. Categoria A: giocatore di sicuro talento che però non riesce a rientrare negli schemi dell’ allenatore (Mourinho). Categoria B: giocatore di sicuro talento, che però non essendo apprezzato dal suo allenatore (Mourinho) non fa molto per conquistare la sua fiducia, sapendo che prima poi verrà ceduto ad un’altra squadra. Categoria C (e qui non c’entra Salah): il campionato italiano è di una categoria così bassa che un giocatore che fino ad un mese fa era in panchina (se andava bene) riesce a fare la differenza? Questo discorso vale anche per Shaqiri. Corrado Mozzi Starei sulla risposta B. Lo sport è pieno di giocatori anche di grande valore non immediatamente percepiti come tali. Questo ragazzo ha un bene preziosissimo nel calcio d’oggi, la velocità, unita a una tecnica di prim’ordine.

Cesare Tamborini

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La tiratura di giovedì 12 marzo è stata di 261.521 copie

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Formula 1 R GP Australia

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PRONTI, VIA! I 20 PILOTI A MELBOURNE ● I piloti al via a Melbourne. In alto Hamilton, Rosberg, Ricciardo, Kvyat, Massa, Bottas, Vettel, Raikkonen, Magnussen (al posto di Alonso) e Button. In basso Hülkenberg, Perez, Verstappen, Sainz Jr, Grosjean, Maldonado, Ericsson, Nasr, Stevens e Merhi REUTERS

1L’australiano

è maturato e punta al podio: «Non mi sono montato la testa». Al 17enne Verstappen dice: «Divertiti» Paolo Ianieri

Incognita Van der Garde: ha vinto l’appello contro Sauber AFP

Ricciardo tra i big «Ma che vergogna se su un cartellone vedo la mia faccia»

INVIATO A MELBOURNE (AUS)

«I

mbarazzante». Daniel Ricciardo ricorre più volte a questa parola, quando l’argomento tocca la Ricciardomania esplosa in Australia. «So che è la legge del territorio, ma ne farei volentieri a meno — ridacchia la punta della Red Bull —, soprattutto quando per strada spunta un cartellone pubblicitario con la mia faccia. Mi vien voglia di cacciare la testa sotto il volante e nascondermi, aspettando che passi».

Questo lo si vede. Ma ci saranno momenti in cui smette di farlo. «Non mi piace perdere, e quello è un momento. L’altro, invece, è quando mi viene fame, allora divento parecchio pericoloso. In quei momenti meglio farmi trovare pronti i miei snack». La pressione sembra girarle lontano. «Alla fine tutto ruota sempre attorno a me e alla mia macchina, anche se lo scenario è cambiato e mi trovo a lavorare in un ambiente con decine di persone intorno. Però il fondamentale è sempre lo stesso, guidare, è questo che mi diverte. Con i ragazzi del team, poi, l’atmosfera è rilassata anche perché loro si fanno in quattro per mettermi nelle condizioni migliori e io provo a togliere loro un po’ di pressione dalle spalle. Ma i meccanici sanno che quando mi siedo nell’abitacolo e allaccio le cinture, il tempo per scherzare è finito».

La prevendita va a gonfie vele, per la gara si aspetta il pienone. «Credo che la metà dei biglietti sia stata acquistata dalla mia famiglia. La verità è che qui tutti amano sempre più la Formula 1».

Dia un consiglio a Max Verstappen, che a 17 anni è il più giovane di sempre a debuttare in F.1.

Più che altro amano lei. «Sì, me ne sono accorto. Per entrare nel paddock ho impiegato un’ora, tra autografi, fotografie e pacche sulle spalle. Tanta attenzione è perfino imbarazzante». Tutti si ricordano di un anno fa al debutto con la Red Bull, 2° e sul podio prima della squalifica per il caso flussometro. «Quella gara ha dato il via a qualcosa di grande per me, da quel momento tutto è stato un crescendo. Adesso sono un pilota che ha acquisito un suo posto in questo mondo, ed è bello vedere tutti questi tifosi che fanno il tifo per me».

Come è cambiato Daniel Ricciardo in questo anno? «Ho capito molto più di me stesso. Questo mi dà più fiducia e avere più esperienza ha contribuito. Sicuramente sono più preparato. Ma per il resto sono lo stesso Daniel, diverso solo perché un po’ più vecchio, ma di certo il successo non mi dà alla testa né cambia il mio modo di essere. E continuo a sorridere».

Domenica all’Albert Park di Melbourne (5.303 m) è in programma il GP Australia, prima prova (su 20) del Mondiale 2015. Previsti 58 giri, per 307,574 km. Tutto in diretta su Sky Sport F1 HD. Questi gli orari italiani (-10 ore rispetto a Melbourne). OGGI LE LIBERE Differita alle 8.30 e 11.05 Nella notte si sono svolte le prime libere. Seconde libere dalle 6.30 alle 8. Differite rispettivamente alle 8.30 e alle 11.05 su Rai Sport 1. DOMANI LE QUALIFICHE Diretta su Sky alle 7 Terze libere dalle 4 alle 5; differita alle 8.30 su Rai Sport 1. Qualifiche alle 7

Daniel Ricciardo, 25 anni, 3 vittorie in F.1 GETTY

tedesca accanto a Mick Schumacher nel team olandese Van Amersfoort, continua a essere molto presente al box Red Bull. Ai test invernali come pure qui a Melbourne. Dove boccia il partner Renault. «L’auto è migliorata il problema è il motore Renault. Non ci sono stati grossi progressi».

INVIATO A MELBOURNE

M

eno male che Adrian Newey avrebbe dovuto dileguarsi gradualmente dalla F.1. Invece il d.t. inglese, che ha appena piazzato il figlio 16enne Harrison in F.4

Lo scorso anno la Red Bull veniva da un inverno terribile, poi lei qui fu subito 2° e fu l’unico a insidiare nella stagione la Mercedes. Ora cosa si aspetta? «Siamo in una situazione sicuramente migliore, anche se i tempi fatti nei test non lo mostrano. Siamo qui con molta più fiducia e soprattutto affidabilità, per domenica abbiamo un piano, mentre un anno fa speravamo semplicemente di vedere la bandiera a scacchi. La squadra è cresciuta e anche io sento di avere fatto strada, di avere un impatto maggiore sul team. Abbiamo tutto, si tratta solo di sfruttarlo». L’obiettivo per domenica? «Voglio salire sul podio e innaffiare i tifosi con lo champagne. La Mercedes è la favorita, ma non si sa mai. E c’è la lotta per il terzo posto. Ce la giocheremo con Ferrari e Williams». A proposito di Ferrari, come vede il suo ex compagno Vettel? «Mi sembra stia bene in rosso. L’unico problema di Seb potrebbe essere il non sapere cucinare bene un piatto di pasta. Ha preparato i ravioli? Allora con gli italiani non avrà problemi». © RIPRODUZIONE RISERVATA

con differita alle 13.55 su Rai 2. DOMENICA LA GARA Diretta alle 6, differita alle 14 Gara alle 6; differita su Rai 1 alle 14. GAZZETTA.IT Tempo reale, notizie, foto e curiosità sul nostro sito.

LA PROPOSTA

Monza per tenere il GP cede pubblicità alla Fom

Newey: «Il nostro guaio è la Renault» pista: «La Red Bull è cresciuta, il motore no». Whitmarsh all’America’s Cup

«Divertiti. Guarda le telecamere che ti circondano, sono parecchio amichevoli, non aver paura. E quando sei al volante ricordati che è la ragione maggiore per la quale sei arrivato fin qui. Tutto il resto arriverà di conseguenza».

LA GUIDA

LA POLEMICA

1Il d.t. ancora in

● Gli esordienti assoluti: sono Max Verstappen e Carlos Sainz Jr (compagni alla Toro Rosso), Felipe Nasr (Sauber) e Roberto Merhi (Manor). Will Stevens, l’altro pilota Manor, ha all’attivo soltanto un gran premio, Abu Dhabi dell’anno scorso, disputato con la Caterham.

ILIEN Neanche la consulenza tecnica di Mario Ilien da parte dei francesi sembra avere dato soluzioni. «Ricorrere a Mario è stata una buona decisione della Renault, ma poi non gli hanno dato accesso a tutti i dati. Quin-

di a che cosa è servito?».

Adrian Newey, 56 anni, ha firmato 9 vetture iridate tra Williams, McLaren e Red Bull COLOMBO

SEPARAZIONE Il divorzio tra Red Bull e Renault è sempre più vicino e la squadra anglo-austriaca potrebbe decidere di realizzare la propria power unit. Ipotesi che Newey non smentisce: «Dovesse succedere, tornerei a essere più coinvolto nel progetto. Senza però rinunciare al progetto della America’s Cup». Dove incontrerà Martin Whitmarsh; l’ex McLaren è diventato capo esecutivo del consorzio inglese di Ben Ainslie. p.i. © RIPRODUZIONE RISERVATA

SW SI FA ROSSO ● Domani SportWeek esce in rosso Ferrari. La «Red issue» del magazine Gazzetta è dedicata al Mondiale di F.1.

● MELBOURNE — (lu.pe.) La prossima scadenza è il 24 maggio, al GP di Montecarlo. Sarà allora che i vertici dell’autodromo di Monza presenteranno a Bernie Ecclestone una proposta di accordo per garantire il futuro della gara italiana. Il contatto attuale, che scade a fine 2016, deve essere rinnovato per altri 4 anni, fino al 2020. La richiesta del patron però è cambiata: Monza non avrà più un trattamento di favore in quanto gara «storica», ma dovrà allinearsi alle cifre investite dagli altri organizzatori. Il presidente dell’Ac Milano, Ivan Capelli, spera si possa trovare una mediazione, cedendo una fetta importante degli spazi pubblicitari alla Fom. In attesa degli aiuti fiscali del Governo: il premier Matteo Renzi pare voglia essere presente quest’anno alla premiazione per manifestare il proprio appoggio.


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I PRECEDENTI MICHAEL FLOP ALONSO E KIMI OK

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● 1. Il 10 marzo 1996 Michael Schumacher debutta con la Ferrari a Melbourne: k.o. per guai ai freni ● 2. Prima col botto per Kimi Raikkonen con la rossa: vince a Melbourne 2007 ● 3. Fernando Alonso al debutto in Ferrari trionfa nel GP Bahrain 2010 COLOMBO-OMEGA-EPA

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Luigi Perna INVIATO A MELBOURNE

Fernando in palestra «Torno presto»

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a prima volta non si scorda mai. Che sia con una donna o al volante di una vettura da corsa. Se poi la prima volta è un trionfo, allora i ricordi diventano ancora più dolci. Kimi Raikkonen vinse al debutto con la Ferrari proprio qui sul circuito dell’Albert Park, coronando poi quella stagione con il titolo mondiale. Fernando Alonso fece lo stesso, salendo sul gradino più alto del podio all’esordio con la rossa in Bahrain. E se capitasse anche a Sebastian Vettel? Il diretto interessato sorride e sta al gioco: «Non direi certo di no! L’occasione è lì, se succede qualcosa agli altri (le Mercedes; n.d.r.) bisogna essere pronti ad approfittarne». AMBIZIONE L’entusiasmo con cui si apre un nuovo capitolo della storia del Cavallino trapela dalle parole di Seb, alla vigilia del Mondiale. Il quattro volte iridato, pur tenendo i piedi per terra, non ha perso la sua indole vincente. I precedenti di Raikkonen (2007) e Alonso (2010) lo fanno sognare. E per una volta il paragone non è con il suo idolo Michael Schumacher, che invece al debutto a Melbourne sulla Ferrari (1996) si ritirò per un guasto ai freni, dopo essere partito in seconda fila dietro al compagno Eddie Irvine. «Siamo ambiziosi. Sappiamo che c’è ancora molto lavoro da fare per arrivare dove vogliamo — confessa Vettel —. Ci siamo posti un obiettivo molto grande: inseguire la Mercedes non solo per raggiungerla, ma per batterla. Essere aggressivi è la chiave per riuscirci». CARBONARA Il tedesco non nasconde di essere «emozionato» per questo debutto sulla Ferrari. Ma assicura: «Nessuna paura». Nemmeno riguardo alla sicurezza, messa in dubbio dall’incidente di Fernando Alonso nei test del 22 febbraio al Montmelò e dai sospetti su una possibile scarica elettrica che avrebbe tramortito il pilota. «Penso che nessuno voglia mandarci in pista se non è certo che sia tutto a

Sebastian Vettel, 27 anni GETTY Fernando Alonso, 33 anni

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Vettel alla prima in rosso «Se la Mercedes ha guai dobbiamo essere pronti» 1Schumi al debutto con la Ferrari qui si ritirò, ma Raikkonen vinse e lo spagnolo trionfò in Bahrain: «Vincere subito? Non direi di no» IL MIO INGEGNERE DI PISTA SI CHIAMA ADAMI, ECCO PERCHÉ HO CHIAMATO EVA LA MIA MACCHINA SO CHE DEVO DIMOSTRARE MOLTO, MA HO IMPARATO DALLE DIFFICOLTÀ DELL’ANNO SCORSO SEBASTIAN VETTEL QUATTRO VOLTE IRIDATO

posto sulla vettura. Se la squadra stabilisce che non c’è pericolo, allora siamo sicuri di poter correre». L’unica preoccupazione per Vettel, a detta dell’ex compagno Daniel Ricciardo, potrebbe essere non saper cucinare la pasta. Ma Seb ribatte pronto: «L’ho già fatto stamattina (ieri a un evento promozionale; n.d.r.) cucinando i ravioli. La mia specialità però è la carbonara». EVA Per essere di fronte alla sfida della vita, il biondino arrivato dalla Red Bull sembra tutt’altro che angosciato: «So

IL PRESIDENTE

FOTO La sua serenità sembra aver contagiato anche Kimi

Raikkonen, mai così sorridente e di buonumore come adesso. Bastava guardarlo, mentre mostrava felice alcune foto dal telefonino a Vettel, con il tedesco ancora seduto in macchina durante i preparativi del GP. Lo specchio di un’atmosfera distesa all’interno della Ferrari. «È bello che Seb ora sia qui — dice Raikkonen —. Lotteremo, come è normale fra piloti, ma fuori sarà tutto ok. Speriamo insieme di poter portare la Ferrari dove dovrebbe essere». Qualcosa è cambiato nell’aria. Speriamo accada anche in pista.

PROSPETTIVE Intanto il suo sostituto Kevin Magnussen ha ammesso che nei test «non sono riuscito a fare tutti i giri che avrei voluto ma mi sento pronto». Il danese non si illude: «Le aspettative per questo fine settimana non sono alte. Abbiamo problemi di affidabilità. Ma per la McLaren questo è un nuovo inizio, e ci vuole tempo ma credo che si sia imboccata la giusta direzione».

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Cerruti via dal team Trulli A Miami correrà Liuzzi: «Ma devo trovare una tuta!»

bocca al lupo” per il resto della stagione».

FORMULA E

Marchionne tifoso a distanza: «Spero in segnali incoraggianti, i ragazzi lavorano come dannati»

N Sergio Marchionne, 62 anni, amministratore delegato Fca e presidente Ferrari AP

che devo dimostrare molto, ma ho imparato dalle difficoltà dell’anno scorso e sono pronto». La Bild ha scherzato sul nome che ha dato alla sua rossa, paragonandolo a quello della pornostar italiana Eva Ferrari. Ma Seb, che ora comincia a pronunciare qualche frase per intero nella nostra lingua, ha un’altra spiegazione, altrettanto simpatica: «Avendo un ingegnere di pista che si chiama Adami, il nome della macchina non poteva essere che Eva».

he cosa è davvero successo a Fernando Alonso in quella strana uscita di pista domenica 22 febbraio? Per ora il quesito resta senza risposta: da Melbourne, Charlie Whiting fa sapere che l’inchiesta condotta dalla Fia non è ancora conclusa. E’ stato creato un gruppo di lavoro che oltre alla Federazione vede coinvolti la McLaren e i medici che seguono il pilota spagnolo. Intanto l’ex ferrarista ieri ha postato su twitter una immagine che lo ritrae impegnato in palestra a Dubai, dove si è rifugiato nel momento in cui ha dovuto rinunciare alla prima gara dell’anno. «Mi sto preparando senza sosta. Ripresa la normale routine, torno presto in ufficio». Un proclama che sembrerebbe confermare l’intenzione del pilota McLaren di essere al via del GP di Malesia, in programma il 29.

on sarà a Melbourne per la «prima» da presidente del Cavallino: Sergio Marchionne dovrà volare a Detroit per seguire gli affari del gruppo Fca, ma la sua testa sarà in Australia. «Mi aspetto segnali incoraggianti dal primo gran premio, che stabiliscano la base per una stagione esaltante. I ragazzi stanno lavorando come dannati», ha detto il manager italo-canadese al termine dell’assemblea di Sgs a Ginevra.

VERSO LA BORSA Al di là della gestione sportiva, Marchionne è proiettato nella futura quotazione in borsa di Ferrari. A chi gli chiedeva del valore reale della società, ha detto: «Mi aspetto un valore ben oltre i 7 miliardi, non ci faccio niente con quella cifra. Non abbiamo ancora deciso quanto quotare di Ferrari, se andare oltre il 10%». Parlando invece di Fca, Marchionne ha sottolineato che «il primo trimestre del 2015 è in linea con quello che ci aspettavamo. Mancano due settimane ancora importanti». Dal punto di vista delle alleanze, l’a.d. di Fca ha definito «tecnicamente possibile» un’alleanza con Gm o Ford. © RIPRODUZIONE RISERVATA

L’ Tonio Liuzzi, 34 anni, in F.1 con Red Bull, Toro Rosso, Force India e Hrt EPA

esperienza di Michela Cerruti in Formula E si è conclusa. La milanese lascia la categoria elettrica alla vigilia della tappa di Miami: «Mi spiace comunicarlo così tardi e a ridosso della gara — ha spiegato con un post sulla propria pagina Facebook —, ma purtroppo per diversi motivi, tra cui alcuni avvenimenti degli ultimi giorni, non ci sono più le condizioni per andare avanti. Ringrazio comunque il Team Trulli e faccio loro un “in

SOSTITUTO La Cerruti è stata sostituita per l’appuntamento americano da Vitantonio Liuzzi, che è abruzzese come Trulli: «Sono contento — ha detto l’ex pilota di F.1 — perché da testimonial ho seguito questo campionato sin dall’inizio. Ma non ho mai provato la macchina e dovrò adattarmi in fretta. La prima cosa che devo fare è trovate una tuta, non sorprendetevi se userò uno dei caschi di Jarno. Il futuro? Vedremo. Io ho un impegno con la McLaren Gta ma sono flessibile». La Cerruti invece correrà in Europa con la Bmw Motorsport. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Mondomotori R Moto

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IL NOSTRO GIUDIZIO

Sì Prestazioni Nessuna come lei: potenza e coppia raggiungono picchi impensabili. Tecnologia In questo momento fa scalpore, ma la sovralimentazione arriverà presto anche su altri modelli.

● 1. La Kawasaki H2 stradale e (a destra) la H2R ● 2. Lo scarico 4 in 1 della H2R ● 3. Il compressore volumetrico che equipaggia le due moto 3

No Risposta al gas Brusca nella prima parte della corsa dell’acceleratore. Solo per uno Emozionante ma da «single»: la H2 nasce monoposto.

H2 e H2R, potenza senza limiti 1In Qatar abbiamo provato le due Kawasaki Ninja col turbo: niente sarà più come prima! Stefano Cordara

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a natura umana ci porta o a cercare di superare i nostri limiti. Quando si pensa di averli raggiunti, arriva sempre qualcosa che li sposta ancora più in alto. Abbiamo la fortuna di poter guidare moto sportive fantastiche con motori ed elettronica evolutissimi. Ma dopo la Kawasaki H2 niente potrà essere come prima. PROVA DI FORZA Kawasaki ha voluto dare una dimostrazione sul campo della potenza tecnologica di un gruppo industriale tra i più grandi del mondo. Un gruppo industriale che costruisce anche treni, navi, robot, aerei, missili. Per realizzare la Ninja H2 sono stati chiamati a rapporto i migliori tecnici del gruppo, perché potessero occuparsi di motore, telaio, turbine e aerodinamica. Sì, anche turbina, perché la Kawasaki Ninja H2 (in vendita a 25.000 euro) e la ancor più incredibile H2R (che costa 50.000 euro) sono sovralimentate con un compressore volumetrico capace di raggiungere il regime di 130.000 giri e di portarla a toccare potenze mai viste prima su

La H2 stradale in azione. A destra, il tachimetro: 321 km/h!

una moto di serie (anche se la H2R non è omologata). I 326 cavalli raggiunti con l’airbox in pressione è lo stupefacente dato che racconta di che cosa è capace questa moto nella sua versione più spinta. Una potenza superiore a quella di una MotoGP. Prestazioni mostruose, solo calmierate nella versione stradale che si ferma a 200 Cv. COMPONENTI È una moto esclusiva a dir poco, la H2, non solo per le prestazioni, ma anche per come è fatta. Ogni particolare, anche il più insignificante è stato realizzato apposta per lei e per essere funzionale all’obbiettivo, perfino la colorazione è ottenuta con tanti strati composti da una vernice a ioni d’argento che creano un effetto «metallo liquido». Telaio a traliccio, sospensione monobraccio posteriore, freni Brembo con dischi da 330 mm e pinze monoblocco racing completano il quadro di una moto che di normale non ha proprio niente. IN SELLA Anche se Kawasaki la inserisce tra le supersport, la H2 in realtà è una moto stradale, velocissima e con una grandissima accelerazione perché pesi e dimensioni fanno sì che la pista non sia il suo habitat ideale, anche se è il luogo più sicuro per sfruttarla. È

comoda quasi come la ZZR1400 ma si guida quasi come la Ninja 1000, anche se non è una racer autentica. Il motore è qualcosa che non ti aspetti, la risposta al gas (fin troppo brusca alle primissime aperture) è così immediata possente ai medi regimi da consigliare l’utilizzo di marce alte per sfruttarne l’esuberante coppia motrice, gestita a fatica dall’elettronica. Ma la H2 vuole essere una moto «pura», che demanda al pilota la gestione della sua esuberanza. Ma se di esuberanza vogliamo parlare, impossibile non citare la H2R, moto capace di ridefinire le parole «potenza» e «accelerazione». Esagerata, offre un livello di prestazioni inimmaginabile se non per una MotoGP. A conti fatti è anche molto più efficace e divertente della H2 perché non ha solo 100 Cv in più ma soprattutto è più leggera di 22 kg. Veloce oltre ogni immaginazione (a Losail ha sfiorato i 320 km/h effettivi), ma anche più agile, reattiva, capace di tenere la linea impostata e di fermarsi in meno spazio. È questo il futuro? Kawasaki ne è convinta, la H2 è al momento una vera e propria bandiera tecnologica, ma la tecnologia della sovralimentazione secondo gli ingegneri giapponesi arriverà ben presto anche su moto più piccole. La linea è tracciata. Kawasaki ha avuto coraggio, ora tocca agli altri. © RIPRODUZIONE RISERVATA

LA SCHEDA KAWASAKI NINJA H2

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MOTORE QUATTRO CILINDRI IN LINEA, 998 CMC ALIMENTAZIONE INIEZIONE ELETTRONICA CON COMPRESSORE CENTRIFUGO E RIDE BY WIRE POTENZA MAX 200 CV A 11.000 GIRI (310 CV A 14.000 GIRI) COPPIA MAX 133,5 NM A 10.500 GIRI (166,5 NM A 12.500 GIRI) TELAIO TRALICCIO IN ACCIAIO PESO 238 KG (214 KG) IN ORDINE DI MARCIA INTERASSE 1.450 MM ALTEZZA SELLA 830 MM SOSPENSIONE ANTERIORE FORCELLA ROVESCIATA SOSPENSIONE POSTERIORE MONOBRACCIO CON MONO AMMORTIZZATORE PREZZO 25.000 EURO (50.000 EURO) DATA DI LANCIO GIÀ IN VENDITA

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NOTA: TRA PARENTESI I DATI DELLA H2R


Mondomotori R Auto

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Le Lamborghini Huracan e Aventador (gialla, in secondo piano) sulle nevi di Livigno

Quella pazza scuola guida Una Lambo sul ghiaccio testa, riflessi e... incoscienza 1Alla Winter Accademia di Livigno si inizia con la Huracan LP 610-4, poi si passa all’Aventador LP 700-4 e a fine giornata c’è il diploma Edoardo Margiotta

L’

unica tappa europea di un tour decisamente esclusivo, che ha toccato l’olimpica Nagano in Giappone e la lussuosa Aspen negli Stati Uniti, ha portato le auto italiane sul ghiaccio di Livigno, per quella che non può certo essere considerata una normale scuola di guida. Già, perché a sfrecciare sul ghiaccio vivo sono due modelli amatissimi dagli appassionati come la Huracan LP 610-4 e l’Aventador LP 700-4. Entrambi a trazione integrale, montano pneumatici Pirelli Sottozero 3 chiodati. LA LEZIONE Ma facciamo un passo indietro: l’Accademia Lamborghini, che offre anche corsi di guida in pista, vede nel Corso Intensivo il programma più emozionante. In una sola giornata, infatti, i partecipanti apprendono i primi rudimenti

Le auto pronte per le lezioni: prima slalom, birilli e drifting sulla Huracan, poi «hot laps» con la Aventador

3.500 ● Il costo base, in euro, per le lezioni della Lamborghini Accademia. La prossima estate la scuola sarà a Barcellona, a Austin in Texas e a Dubai.

della guida sul ghiaccio a bordo delle supercar di Sant’Agata Bolognese. Gli istruttori, giovanissimi, sono tutti in attività e questa scelta tecnica dà l’idea dell’approccio richiesto a chi si iscrive, sborsando 3.500 euro più Iva. Non è una giornata di relax, quella da vi-

vere alla Winter Accademia. C’è tanto da imparare. SENZA SOSTA La guida inizia a bordo della Huracan LP 610-4, assaporando l’esuberanza del V10 di 5.204 cmc. Sotto una insistente nevicata ecco la prima prova, lo slalom

tra i birilli. L’unico modo per evitare gli ostacoli è indirizzare l’auto con lo sterzo e poi gestire la curva tramite l’acceleratore. Sterzo per impostare, gas per girare. Non è facile: nonostante le «dritte» l’adattamento richiede prontezza di riflessi e un po’ di incoscienza, per vincere le abitudini consolidate dalla guida di tutti i giorni. E senza farsi distrarre dal fascino dell’abitacolo, dai pulsanti disposti sulla consolle, dal rombo del motore che fa vibrare l’aria. LE PROVE Si passa al drifting per imparare a gestire l’auto: anche ora non si deve usare lo sterzo per curvare, ma piuttosto si spinge a fondo sull’acceleratore. Il selettore Anima nella parte inferiore del volante sportivo è impostato su Corsa, il livello estremo che prevede l’esclusione di tutti i controlli elettronici tranne l’Abs. L’auto è nelle mani del pilota. AL MASSIMO Nel pomeriggio, dopo aver preso un minimo di confidenza con la Huracan, viene il momento della Aventador LP 700-4 e del suo V12 di 60° e 6.498 cmc. 700 Cv e 690 Nm di coppia, abbinati alla trazione integrale e al cambio a sette marce ISR con frizione a secco. Il maggior passo dell’Aventador, comunque, non influisce sulle sensazioni di guida, esaltanti persino in un contesto ad aderenza critica. Poi arriva il momento degli «Hot Laps», alcuni giri da passeggero e gli istruttori al volante, che portano al limite le auto: pura emozione. Poi la consegna dei diplomi, al termine di una giornata unica.

LA SCHEDA LAMBORGHINI AVENTADOR LP700-4

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MOTORE 12 CILINDRI A V-EURO 6 CILINDRATA 6.498 CMC POTENZA MAX 700 CV A 8.250 GIRI COPPIA MAX 690 NM A 5.500 GIRI VELOCITÀ MAX 350 KM/H ACCELERAZIONE 0-100 KM/H 2,9” CAMBIO ROBOTIZZATO 7 MARCE DIMENSIONI (LUNG/LARG/ALT) 4.780/2.265/1.136 MM PESO A SECCO 1.575 KG FRENI ANT. 400X38 MM A 6 PISTONCINI FRENI POST. 380 X 38 MM A 4 PISTONCINI

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TECNOLOGIA

Le pinze freno delle monoposto? Un’opera d’arte firmata Brembo 1Alla scoperta dei

IL TEAM ITALIA COMPIE TRENT’ANNI ● Un’altra stagione all’insegna dei giovani. È la sfida del Team Italia, che spegne 30 candeline. Quest’anno, supportato ancora dalla San Carlo, metterà in pista tre squadre: nel Mondiale Moto3, nell’Europeo Superstock 600 e nel Mondiale Supersport. In Moto3, su Mahindra, ci sono il riconfermato Matteo Ferrari e l’esordiente Stefano Manzi. Nella Superstock, su Kawasaki, corrono Andrea Tucci (3° classificato nell’Europeo 2014) e Michael Ruben Rinaldi. Nella Supersport, infine, una Kawasaki è affidata a Marco Faccani.

segreti dell’azienda bergamasca che produce i sistemi che rallentano le F.1

Giovanni Cortinovis

L’

artigianalità italiana vince anche in F.1. Lo dimostrano i risultati di Brembo i cui impianti frenanti hanno equipaggiato le ultime 5 scuderie iridate e 12 delle ultime 13 vincitrici del titolo. Una serie

destinata ad allungarsi perché l’azienda bergamasca fornisce Mercedes, Red Bull e Ferrari. Abbiamo visitato la struttura di Curno dedicata al Racing dove lavorano una settantina di persone. Qui arrivano le billette (sorta di parallelepipedi) di alluminio da 16 kg che vengono scaldate attraverso macchinari capaci di raggiungere i 25-30 mila giri: il risultato, dopo un processo di sottrazione di 15 ore, è la pinza di F.1. O meglio, la pinza grezza perché poi entra in scena l’uomo: prima la sbavatura

IL FRENO... A PEZZI Le componenti della pinza freno Brembo dedicata alle Formula 1

manuale, poi con il montaggio dei singoli elementi. Particolare attenzione viene riservata al controllo qualità, effettuato con 2 telecamere e un proiettore a led: in mezz’ora permette di verificare la pinza con un margine di precisione di 0,02 millimetri. In genere una pinza dura 10 mila km ma dopo 2.500 km o dopo ogni GP viene rimandata in Brembo: viene smontata, controllata e rimontata, dopo aver sostituito la parte in gomma. Per il 2015 l’azienda fornisce ad ogni monoposto 20 pinze, 100 dischi e 200 pastiglie. Singolare anche la lavorazione del disco, sul quale vengono praticati 1.200 forellini, a fronte dei 200 dei dischi di 5 anni fa: i buchi del diametro di 2,5 mm vengono eseguiti uno ad uno. La precisione è tutto e gli scarti sono ai minimi termini. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Ciclismo R La 50aedizione della corsa Gazzetta: 2a tappa 1

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● 1-2-3-4 La sequenza della caduta di Elia Viviani (nel circolino arancione) dopo aver urtato la ruota posteriore della bici di Mark Cavendish FOTO IPP DALLA TV. 5 Il veronese a terra esanime: per lui escoriazioni multiple ma nulla di rotto, così come per Sacha Modolo FOTO IPP DALLA TV. 6 La bici di Cavendish: subito dopo il traguardo: si nota la catena uscita dalla corona DE WAELE. 7 Viviani soccorso dopo l’arrivo: oggi il veronese del Team Sky dovrebbe partire regolarmente BETTINI 5 6

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Cav-Viviani, paura a 70 orari

1Tirreno-Adriatico In volata a Mark salta la catena, la bici si blocca, Elia lo tocca

e cade. Giù anche Modolo. La causa un problema alla corona? Vince Debusschere ruota gli si blocca tanto che arriva al traguardo spingendo la bici come fosse su un monopattino. Per Viviani, alla sua ruota, è impossibile evitare l’impatto. Si innesca la carambola. «Mi è sparita la bici», spiega Elia. «Mi spiace per Viviani», si scusa Cav. «Su twitter lo stanno massacrando, ma non è giusto. Non ha colpe», conferma il velocista di Sky.

Luca Gialanella Claudio Ghisalberti INVIATI A CASCINA (PISA)

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na maglia nera a terra. Il volto verso l’asfalto. Non si muove. È Elia Viviani, volato giù a 70 all’ora a 200 metri dall’arrivo. Era a ruota di Mark Cavendish, ma l’inglese scarta verso destra, perde una pedalata e succede il finimondo. Alle sue spalle si vivono lunghi istanti di paura. Elia e Mark sono animali da pista, fenomeni sui velodromi. Occhi e guizzi di gatto. Il loro duello è l’attrazione della 2a tappa della Tirreno-Adriatico. C’è tanto nervosismo in gruppo. Qui, qualsiasi tappa conta, eccome. Al primo passaggio sul traguardo finiscono a terra Cancellara e Pozzato, ai 11 km Pelucchi (che qui vinse l’anno scorso), Tuft, Roelandts, Purito Rodriguez. Viviani e Cavendish, prevedono i pericoli, ma stavolta è un guaio meccanico che innesca il capitombolo dell’azzurro di Sky. Viviani a terra, a centro strada, ha una grande fortuna. Non lo centra nessuno, e dietro c’era tutto un gruppo imbizzarrito. La sua bici diventa un ostacolo insormontabile per il tedesco Arndt, che si abbatte verso le transenne. E Sacha Modolo non può fare nulla, un salto in avanti, e ricade violentemente contro il terreno e le barriere. Piano piano, intanto, Viviani si muove. Si alza, si rimette il casco. Gli spettatori applaudono, il veronese si rialza tutto malconcio sul fianco sinistro. Il body nero strappato e macchiato di sangue, lo sguardo terreo per lo spavento e il dolore. Daniela, la fisio-

Il vincitore Jens Debusschere, 25 anni BETTINI

terapista di Sky, lo aiuta a salire sull’ammiraglia che lo porta in albergo. «È andata bene – spiegherà un paio d’ore dopo – ho temuto di essermi rotto il bacino. Quando sono caduto ho sentito una “bottona”. Incerottato, ma riparto». Anche per Sacha Modolo, che ha picchiato violentemente il polso destro, escluse fratture. Oggi sarà al via con un tutore. LA DINAMICA Ma che cosa è successo ai 200 metri? Perché si è innescata la caduta? Nel momento in cui Cavendish, a ruota di Renshaw, si lancia, la catena gli esce dalla corona verso l’esterno. Mark perde una mezza pedalata ed è con un gesto istintivo che sgancia il pedale destro e resta in piedi. La

sulla quale, al traguardo, proprio nel punto opposto alla pedivella, pare evidenziarsi un segno simile a una incrinatura.

FINALE Fuori gioco Cav e Viviani, la tappa va al giovane belga Jens Debusschere, 25 anni, campione nazionale. Pro’ dal 2011, il corridore della Lotto-Soudal batte Sagan e Bennett: il bresciano NiLE CAUSE Il punto ora è capire come mai Cav ab- cola Ruffoni, 8°, miglior italiano. «È la mia vittoria bia «scatenato», tenendo anche più bella — spiega Debusschere —. conto che un incidente simile è già E spero che un giorno questa veloLA CHIAVE successo quest’anno al suo compacità allo sprint mi aiuti a conquistagno Boonen in Qatar (ma con ma- I materiali e una re una bella classica». Adriano Materiali leggermente diversi, dice il lori conserva la maglia azzurra di esasperata ricerca team). Da escludere l’errore umaleader: stesso tempo con Peter Sano (catena giù in tiro sull’11), mol- della leggerezza gan, ma la discriminante dei centeto difficile si sia trattato di un pro- possono avere influito simi del prologo (790 contro 970) blema a cambio o deragliatore pulo premia. Oggi si arriva nel centro re legato a un’errata regolazione Allo sprint sorpresa storico di Arezzo, finale al 5%. Qui (il corridore se ne sarebbe accorto lo slovacco vinse nel 2014. Ma Saprima). L’ipotesi più probabile è del campione gan è ancora lo stesso corridore nazionale belga. che il problema sia legato alla coesplosivo o qualcosa in lui si è inrona. In passato, è capitato per Sagan è secondo ceppato? Vero che l’anno scorso ha esempio anche a Cipollini: a causa vinto la maglia verde al Tour, ma è di un’esasperata ricerca della leggerezza, si sono dal 29 giugno 2014, campionato nazionale, che verificate delle deformazioni nel momento di non alza le braccia. Tinkov l’ha ingaggiato e l’ha massimo carico, soprattutto nel punto opposto al- coperto di soldi. Finora gli ha dato fiducia e lo ha la pedivella, (sul pedale viene applicata in modo assecondato. Adesso comincia il momento del repentino una forza tra i 160 e i 180 kg) che han- raccolto. Servono risultati pesanti, una classica no provocato delle cadute esterne di catena. Ieri monumento, per dimostrare di essere un fenome«Cav» era in gara non con la classica corona, quel- no che fa la differenza. Intanto una tappa qui dala a razze in alluminio, ma con una a disco in car- rebbe almeno serenità all’ambiente. © RIPRODUZIONE RISERVATA bonio. Una corona aerodinamica da cronometro


VENERDÌ 13 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

IL RETROSCENA

fTEMA CALDO

LA GUIDA Ruffoni è ottavo Malori leader Oggi ad Arezzo

La mini telecamera montata sotto la sella di Vincenzo Nibali: il siciliano mercoledì è stato punto da una vespa sull’orecchio sinistro BETTINI

E Nibali aspetta ancora i premi del Tour vinto: 539.630 euro 1La federazione francese

SCATTA IL BETTO di PAOLO BETTINI

ha bloccato i 3 milioni in palio nelle gare transalpine del 2014

IN QUESTI FINALI ADRENALINICI IL DESTINO È IN UN ATTIMO

I

l gruppo è un insieme di particelle che vivono in equilibrio precario. Il gruppo è come un atomo, fatto di nucleo ed elettroni, che resta in equilibrio finché qualche cosa, con una forza esterna, lo rompe. Tutto dipende da quanto la lucidità e l’adrenalina della singola particella contrastino questa forza. Questo è il significato di quanto è avvenuto in volata. C’è sempre il solito tam-tam, strade strette, tanti corridori, etc: ma l’occasione era troppo ghiotta per i velocisti, i corridori erano tutti freschi perché cinque chilometri di prologo non mettono le gambe in croce, e queste cose capitano quando c’è voglia di vincere: la Tirreno è una corsa molto importante. Ma voglio tornare alla caduta. In questi finali si vive di adrenalina. Questi attimi sono tanto di gambe quanto di adrenalina. A livello psicologico e di percezione dei rischi e

della tua reazione, non hai il tempo. Non c’è un atleta che ragiona «devo fare così e così», è una reazione di adrenalina, di istinto. O ce l’hai, o non ce l’hai. A volta sei così al limite che la sbandata la percepisci dallo spostamento dell’aria. Oppure, come mi capitò nella maxi-caduta di Pinerolo al Giro 2007, sei già nella caduta che pensi solo a metterti nella posizione fetale, ranicchiato, per prendere meno colpi possibile. Alla fine, sono caduti solo in tre: Viviani, Arndt e Modolo. Quasi un miracolo se si pensa che si era lanciati in volata a 70 all’ora con tutto il gruppo dietro. Ma è l’adrenalina che ognuno ha che ti permette di fare la differenza: basta un millisecondo per percepire la caduta e la eviti. Tanto che nessuno ha investito Viviani. Mentre a volte capita che ti investa chi sta nella parte finale del gruppo ed è più distratto, cioè ha meno adrenalina. © RIPRODUZIONE RISERVATA

DALL’INVIATO A CASCINA

«G

uarda qua! Più che un orecchio sembra una bistecca...». Vincenzo Nibali sorride mentre mostra l’orecchio sinistro grande il doppio del destro. «Mi ha punto una vespa prima della crono di Lido di Camaiore». C’è un precedente: ricordate il suo occhio sinistro gonfio alla Vuelta 2013, sempre per colpa di una vespa? Lo Squalo ha la grandissima capacità di sdrammatizzare tutto e lo trasmette ai suoi uomini di fiducia. Nibali corre e si diverte. Gli piace così tanto quello che fa da volere tenersi pure dei ricordi personali. Per questo ha montato una Nilox, una piccola telecamera, sotto la sella: «Le immagini me le tengo io, mi piace rivedere quello che succede». Ha ricevuto l’ok dagli organizzatori. RITARDO C’è però un aspetto, non piacevole, che si è saputo ieri: Nibali deve ancora ricevere i premi per la vittoria del Tour 2014. Sono esattamente 539.630 euro, e comprendono il premio-vittoria (450 mila euro), quelli per le 4 tappe (32.000) e i 19 giorni in giallo (6650). Soldi ancora congelati dalla federazione francese, alla quale sono stati girati da Aso, la società organizzatrice del Tour. In tutto, la federciclo transalpina tiene bloccati 3 milioni di euro, tutti i premi delle corse francesi 2014. Dalla Parigi-Nizza a oggi. Motivo? Essere sicura che i controlli antidoping di tutte le gare fossero negativi. Ma i test del Tour si sono chiusi in estate, il 2 settembre c’è stato anche il comunicato Uci sui 719 test sangue-urine effettuati durante la gara. Per il ritardo, team e corridori hanno chiesto un incontro urgente con il presidente Uci, Cookson. c. ghis. © RIPRODUZIONE RISERVATA

ARRIVO: 1. Jens DEBUSSCHERE (Bel, Lotto-Soudal) 153 km in 3.30’18”, abbuono. 10”; 2. Peter Sagan (Slk, Tinkoff-Saxo), abbuono 6”; 3. Sam Bennett (Irl, Bora Argon 18), abbuono 4”; 4. Porsev (Rus); 5. Farrar (Usa); 6. Nielsen (Dan); 7. Kluge (Ger); 8. Ruffoni; 9. Dempster (Aus); 10. Renshaw (Aus); 11. Navardauskas (Lit); 12. Goss (Aus); 13. Sbaragli; 14. Cavendish (Gb); 15. Le Bon (Fra); 23. Bennati; 26. Contador; 41. Oss; 45. Pinot (Fra); 48. Nibali; 49. Uran (Col); 57. Malori; 60. Quintana (Col), 61. Scarponi; 66. Formolo; 77. Quinziato; 79. Santaromita; 83. De Marchi; 85. Pozzato; 100. Colbrelli; 104. Rodriguez (Spa); 107. Visconti; 110. Battaglin; 144. Basso; 145. Moser; 161. Modolo; 162. Viviani; 175. Pelucci a 10’44”. Partiti 175, arrivati 175. CLASSIFICA GENERALE: 1. Adriano MALORI (Movistar) 184,5 km in 3.36’22”, media 51,163; 2. Peter Sagan (Slk); 3. Fabian Cancellara (Svi, Trek) a 1”; 4. Van Avermaet (Bel) a 2”; 5. Brandle (Aut); 6. Bodnar (Pol); 7. Oss a 4”; 8. Navardauskas (Lit) a 5”; 9. Cummings (Gb) a 6”; 10. Kieizer (Ola) a 7”; 11. Debusschere (Bel); 12. Le Bon (Fra) a 8”; 13. Castroviejo (Spa); 14. Boasson Hagen (Nor); 15. Terpstra (Ola); 16. Kluge (Ger); 17. Gaudin (Fra) a 9”; 18. Grivko (Ucr); 19. Geschke (Ger) a 10”; 20. Irizar (Spa); 21. Uran (Col); 22. Hepburn (Aus) a 11”; 23. Nibali; 24. Poels (Ola); 25. Morabito (Svi); 26. Amador (C. Rica); 27. Westra (Ola); 28. Herrada (Spa); 42. Kreuziger (Cec) a 14”; 52. Moser a 16”; 57. Pozzato a 18”; 61. Contador (Spa) a 19”; 71. Basso a 21”; 74. Quintana; 84. Hesjedal (Can) a 23”; 101. Formolo a 27”; 114. D. Martin (Irl) a 30”; 115. Rodriguez (Spa) a 31”; 146. G. Caruso a 48”; 175. Pelucchi a 11’21”. LE ALTRE MAGLIE Rossa (a punti): Jens Debuscchere (Bel, Lotto); bianca (giovani): Peter Sagan (Slk, Tinkoff-Saxo); verde (montagna): Danilo Wyss (Svi, Bmc). COSì OGGI Terza tappa, CascinaArezzo, 203 km. Ritrovo in Corso Matteotti alle 9.45, il via alle 11.15. Il finale è in circuito: l’ultimo rettilineo tira al 5 per cento. Abbuoni: 3”, 2”, 1” ai traguardi intermedi; 10”, 6” e 4” all’arrivo. TV: Eurosport 14.30, RaiSport 1 14.40, Rai3 15.10.

Prime salite, s’esalta Porte Aru è 8°: «Contento così» R ichie Porte ha fatto sapere di non essere mai stato più magro di adesso. «Peso 59 chili». E’ da inizio anno in verità — titolo nazionale a crono, 2° posto al Down Under — che il tasmaniano di Sky sta facendo vedere di essere un altro rispetto al disgraziato 2014, sulla strada del Giro d’Italia che vuole affrontare da protagonista. E ieri, sulla Croix de Chaubouret, arrivo in salita della quarta tappa della Parigi-Nizza, ha messo il sigillo su una giornata che il team ha dominato. Alle spalle di Porte, infatti, si è piazzato il compagno gallese

Geraint Thomas, dopo uno scatto comune a circa 800 metri dalla fine. A 8” è arrivato l’iridato polacco Michal Kwiatkowski, che si è consolato con la riconquista della maglia gialla (già sua dopo la vittoria nel cronoprologo iniziale). A 8” anche il danese Fuglsang, a 17” l’americano Van Garderen, a 24” il portoghese Rui Costa: una concorrenza qualificata che Sky però ha costretto alla resa. «Avere due carte da giocare è il massimo», ha sorriso Porte, a 1” da Kwiatkowski (Thomas è a 3”): Richie conosce benissimo il Col d’Eze dove domenica si dispute-

Richie Porte e Geraint Thomas AFP

Bugno: «Dico sì ai test antidoping anche di notte per chi è sospetto» DALL’INVIATO A CASCINA

«I

controlli antidoping notturni? Ma certo, è un bene che si facciano, se ci sono casi dubbi o sospetti. E si possono fare già adesso, non è una novità». Gianni Bugno, rieletto presidente mondiale dei corridori, è alla Tirreno-Adriatico per spiegare le nuove iniziative del Cpa, il sindacato internazionale, in caso di corse con meteo estremo: a ogni gara WorldTour ci sarà un delegato del Cpa per aiutare organizzatori e giuria. Ma colpiscono soprattutto le sue parole su un tema così sensibile. Parole forti, che danno il senso del nuovo corso che attraversa il gruppo. DUBBI «Io difendo i corridori che fanno le cose per bene, non quelli che le fanno male — continua Bugno, 51 anni —. Il controllo durante la notte non lo fanno a tutti, lo fanno al corridore sul quale possono avere dei dubbi, vanno direttamente sul pezzo. Chi non ha nulla da temere, può stare tranquillo». E’ proprio questo il punto: chi non bara e corre in modo pulito, non deve temere nulla, nessuno lo LA CHIAVE sveglierà alle 3 Il leader del di notte. Mentre, come è già suc- sindacato mondiale cesso, in caso di corridori favorevole e l e v a t i s s i m a all’iniziativa dell’Uci probabilità di doping, la Cadf Froome si schiera (fondazione antidoping del- via tweet: «Se può l’Uci, presieduta aiutare a far pulizia, d a l l ’ i t a l i a n a facciamoli pure» Francesca Rossi, che per statuto è indipendente) si attiva per controlli notturni. Mirati, a colpo sicuro. E ieri su questo aspetto si è espresso anche Chris Froome, con un tweet: «Do il benvenuto ai controlli sulle 24 ore. Potrebbe essere un inconveniente, ma se può aiutare a pulire lo sport che amo, facciamolo». NECESSITÀ La Commissione indipendente di riforma del ciclismo (Circ) aveva indicato la necessità dei controlli notturni tra la dozzina di proposte per migliorare questo sport. I tre esperti (Marty, Nicholson e Haas) ritengono che la finestra dalle 23 alle 5 sia troppo ampia per combattere le microdosi di Epo e sangue (da effettuare il più vicino possibile alla competizione). Ecco le parole: «La Cadf dovrebbe fare più uso dell’eccezione contenuta nell’articolo 5.2 delle regole antidoping: “Un sospetto serio e specifico che il corridore possa far uso di doping”». Attualmente, i controlli sono possibili dalle 5 alle 23, ma anche di notte in caso di forti sospetti. Da quest’anno, poi, la Wada ha deciso di inserire anche i valori di cortisolemia (cortisone) nel passaporto biologico: il cortisone ha un ritmo circadiano, cioè un metabolismo, notturno, e le eventuali variazioni sono verificabili di notte. l. gial.

Il leader Adriano Malori ANSA

PARIGI-NIZZA rà la decisiva cronoscalata di chiusura. CONTENTO E Fabio Aru? Si è piazzato ottavo a 24” e la sua prova va considerata buona. Il 24enne dell’Astana infatti è al debutto stagionale: «Nel finale mi è mancato il ritmo — ha ammesso il sardo —, rispetto a chi ha già corso. Sono comunque contento delle mie sensazioni e della prova del team, oltre a Fuglsang è andato bene pure Tiralongo (che aveva attaccato a 8 km dalla fine, ndr). Si sapeva che quelli di Sky andavano forte, hanno cominciato a correre a gennaio. Va bene così, io sono contento del lavoro che ho fatto quest’inverno e vado avanti per la mia strada. Mi servono solo un po’ di giorni di corsa per trovare il ritmo giusto». ci. sco. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Bronzini sprint in Olanda Scandolara 2a

Le maglie iridate saranno Santini per altri 2 anni

● Il ghiaccio l’aveva già rotto a gennaio, con due successi in Australia. Ieri Giorgia Bronzini ha messo la terza: la 31enne piacentina della Wiggle Honda ha vinto la Molecaten Acht van Westerveld, in Olanda, competizione che ha anticipato di due giorni la Ronde Van Drenthe, prima prova di Coppa del Mondo che si disputerà sempre in Olanda. È stata doppietta azzurra perché al secondo posto si è piazzata Valentina Scandolara, veronese dell’Oris Ais. Infine da segnalare il buon 8° posto della giovanissima ciclocrossista brianzola Alice Arzuffi, 20 anni.

● È una collaborazione che va avanti dal ‘94 e proseguirà almeno per le prossime due stagioni: l’Uci, la federazione internazionale, e il Maglificio Sportivo Santini hanno deciso di proseguire assieme e quindi sarà ancora l’azienda bergamasca a fornire le maglie iridate per tutte le specialità e tutte le categorie. Proprio nel 2015 Santini festeggia i 50 anni di attività. LUTTO È morto a 62 anni Franco Farronato, storico meccanico veronese che lavorava anche con la Nazionale, riferimento di tanti pro', soprattutto di Viviani, che lo considerava il proprio maestro, e Guardini.


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Basket R Il tema

LE TAPPE DELLA VICENDA

VENERDÌ 13 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

26 settembre 2014 La Fip delibera unilateralmente La Fip conferma la Convenzione scaduta da 2 anni ad esclusione dei temi economici. La Lega decide di non controfirmare fino a quando non viene fatta chiarezza sui diritti tv

19 dicembre 2014 Saltano i premi sugli italiani? Senza la firma sulla Convenzione, la Fip minaccia, con una lettera firmata dal segretario generale Maurizio Bertea, di congelare i premi relativi all’utilizzo degli italiani

12 marzo 2015 Arriva la firma tra le parti Dopo alcuni incontri tra le parti, Fip e Lega stabiliscono che la gestione delle trattative per i diritti tv appartenga all’assemblea dei proprietari. Sciolto il nodo, ieri sono arrivate le firme

EUROLEGA

Nizhny piega Vitoria Milano con Malaga può ancora sperare 1Ore 20.45 su Fox Sports 2. I russi riaprono i giochi

N A sinistra: Fernando Marino (Legabasket) e Gianni Petrucci (Fip) alla firma della Convenzione. Sopra: Federico Mussini e Joe Ragland CIAMILLO

Vincenzo Di Schiavi MILANO

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abemus Convenzione», esordisce con ilarità Fernando Marino presidente della Legabasket. Al suo fianco il numero uno della Fip, Gianni Petrucci, sorride soddisfatto. In un albergo milanese, la magna carta che regola i rapporti tra le due istituzioni che governano la pallacanestro italiana, scaduta da due anni, viene ratificata davanti alle telecamere e ad Alessandro Dalla Salda, a.d. di Reggio Emilia, unica società presente (sic!). Novità sostanziali non ve ne sono: flash e sorrisi per codificare quello che si sapeva già, ovvero la paternità della gestione dei diritti tv spetta alla Lega che, dal prossimo giugno, alla scadenza degli accordi attuali, sarà libera di trattare il rinnovo con i (tanti) competitor televisivi. ARBITRI E NEWS Le novità più rilevanti sono invece racchiuse in un allegato, la cui discussione comincerà dal 30 marzo in poi: eleggibilità e premialità, i due poli di uno scenario che dovrebbe trasformare il nostro basket sul medio e lungo periodo. Dal tavolo delle trattative, invece, scivola via il tema dell’organizzazione e gestione della classe arbitrale. La Lega aveva tentato il blitz, Petrucci rispedisce tutto al mittente con parole inequivocabili: «L’attività della classe arbitrale è di pertinenza della Fip e non potrebbe essere altrimenti. Accettiamo consigli su eventuali migliorie, ma la gestione rimane

Il piano Fip-Lega Meno stranieri e più soldi ai vivai 1C’è la Convenzione, nell’allegato i temi da trattare Indennità per chi fornisce giocatori alla Nazionale SENTO TROPPE CRITICHE SUGLI ARBITRI CHE ANDREBBERO AIUTATI SBAGLIANO COME TUTTI: GIOCATORI E COACH GIANNI PETRUCCI PRESIDENTE FIP

PRONTI AD ABBASSARE LA SOGLIA DEGLI STRANIERI IN CAMBIO DI UN PROGETTO CHE INCENTIVI I VIVAI FERNANDO MARINO PRESIDENTE LEGA BASKET

a noi». Il numero uno della federazione inoltre apre l’ombrello sui fischietti, a suo dire troppo criticati: «I nostri arbitri vanno aiutati. In questa stagione registro troppe polemiche sterili e dannose. Un tempo gli arbitri si criticavano dopo la partita, adesso anche prima dei sorteggi...». E allora ecco la provocazione, tra il serio e il faceto: «Quando un giocatore o un allenatore criticherà un arbitro mi prenderò l’impegno di rinfacciargli quello che ha sbagliato lui: un tiro, un blocco, un cambio o una rotazione». Marino incassa e incalza: «Abbiamo istituito uno strumento come l’instant replay (quando funziona, ndr) per aiutare gli arbitri, chiedo aiuto a te Gianni, per sollecitarne l’utilizzo da parte della classe arbitrale». STRANIERI E PREMI Frecciatine in un clima comunque più disteso rispetto al passato e uti-

le a disegnare un futuro migliore. La Lega, per esempio, apre al taglio degli stranieri, invocato da Petrucci: «Siamo disposti ad abbassare la soglia — riflette Marino—, a tagliare i visti ma solo sulla base di un progetto che incentivi e valorizzi il lavoro che i club fanno sugli italiani». Una premialità più ricca e ampia dunque, su cui Petrucci non si tira indietro: «Studieremo delle soluzioni che premino non solo chi fa giocare gli italiani ma anche chi investe in vivai produttivi. Peraltro voglio fare un plauso alle società per la fattiva collaborazione mostrata nei confronti delle essigenze della Nazionale, non ultima quella della Sperimentale. In futuro non escludo l’introduzione di un indennizzo per i club che offrono giocatori per la causa azzurra, come si fa nel calcio. Ovviamente, con le dovute proporzioni». © RIPRODUZIONE RISERVATA

on solo nostalgia, anche speranza. Perché la sfida con Malaga di questa sera al Forum serve per celebrare un grande del passato come Mike D’Antoni e pure per provare a riaprire un discorso, quello dei playoff, che pareva chiuso a doppia mandata. Perché il successo del Nizhny su Vitoria, davanti per 30’ e caduta in un inopinato ultimo quarto da 32-20 di parziale, pompa qualche speranza in più. Per capirci: la vittoria rilancia soprattutto i russi ma è anche un assist per Milano. Battendo l’Uncaja la squadra di Banchi si potrebbe trovare, domani sera, appaiata al Nizhny e a 1 vittoria di distanza dalla coppia che occupa il quarto posto: Vitoria e l’Efes, se sconfitto oggi nel proibitivo campo del Cska. Sarebbero quattro squadre quasi appaiate, a quattro giornate dalla fine, con un solo posto a disposizione. Arduo, certo, forse proibitivo per l’EA7 a cui non basta andare a braccetto con le altre ma le deve scavalcare a causa della pessima differenza canestri. Il che signifi-

ca che pure tre vittorie su quattro potrebbero non bastare, visto che il pallino ce l’hanno in mano gli altri. Ma l’Efes, che pareva lanciata, ne ha perse tre di fila e anche i baschi stanno rallentando. Insomma, non è il momento di arrendersi posto che, per guadagnarsi la mission impossible, bisogna cominciare col far fuori Malaga. GIRONE E Ieri: Galatasaray IstanbulStella Rossa Belgrado 68-91 (Pocius 13, Erceg 11; Balzic 19, Jenkins e Marjanovic 14); Barcellona-Maccabi Tel Aviv 89-71 (Tomic 16, Doellman 13; Alexander 16, Schortsanitis 15); Real MadridAlba Berlino 93-62 (Carroll 13, Llull 12; Redding 14, King 10). Oggi: Zalgiris Kaunas-Panathinaikos. Classifica: Real Madrid 9 vinte-1 persa; Barcellona 7-3; Maccabi 6-4; Panathinaikos 5-4; Alba Berlino 4-6; Zalgiris Kaunas 3-6; Stella Rossa 3-7; Galatasaray 2-8. GIRONE F Ieri: Nizhny Novgord-Vitoria 89-85 (Thompkins 22, Mekel 20; Bertans 21, Causeur 13). Oggi: Cska Mosca-Efes Istanbul; Milano-Malaga (20.45, diretta Fox Sports 2); Olympiacos Pireo-Fenerbahce Istanbul. Classifica: Olympiacos 8-1; Fenerbahce, Cska 7-2; Efes 4-5; Vitoria 4-6; Novgorod 3-7; Milano, Malaga 2-7.

EUROCHALLENGE Brindisi saluta l’Europa perdendo gara-2 (72-77) dei quarti di finale in casa contro Nanterre. L’Enel rimonta da -12 (35-47 al 24’), ma si blocca incredibilmente sul +5 (72-67) a 57” dalla fine quando incassa un parziale di 10-0. © RIPRODUZIONE RISERVATA

NBA

Super Gallinari: 23 in 24’ Datome: solo 10’ ma vince ● Danilo Gallinari realizza 23 punti, 18 nel primo tempo, in soli 24’ con 4/5 da tre e Denver batte la n.1 dell’Est, Atlanta. Per i Nuggets è il quarto successo su 6 gare, col nuovo allenatore Hunt. Per Gallo è la seconda

Danilo Gallinari, 26 anni REUTERS

prestazione stagionale. Gigi Datome non ripete le buone prestazioni delle ultime due gare, ma gioca 10’ anche in momenti cruciali nel successo dei Celtics su Memphis (per lui, 2 punti e buona difesa). Chris Paul, 33 punti, interrompe la striscia di vittorie di Oklahoma City a 7: Westbrook si «ferma» a 24 punti, 9 rimbalzi, 7 assist. RISULTATI: CharlotteSacramento 106-113, BostonMemphis 95-92, PhiladelphiaChicago 95-104 (ts); MiamiBrooklin 104-98, MilwaukeeOrlando 97-91, Oklahoma City-LA Clippers 108-120, Denver-Atlanta 115-102, Phoenix-Minnesota 10697, Golden State-Detroit 105-98, Portland-Houston 105-100.


Basket R Oggi la festa di un campione

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FACCIA A FACCIA

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CONTENUTO PREMIUM

In alto, Mike D’Antoni in Galleria a Milano con Flavio Portaluppi, suo ex giocatore oggi presidente dell’Olimpia. Sotto, all’allenamento con Alessandro Gentile e, a destra, con la moglie Laurel conosciuta a Milano CIAM-CAST

D’Antoni «L’ALTERNATIVA ALLA NBA E’ SOLO ALLENARE IN ITALIA» INTERVISTA di LUCA CHIABOTTI

M

ike D’Antoni oggi vive a Manhattan Beach, a Los Angeles, si gode quotidiani tramonti mozzafiato sull’Oceano Pacifico, gioca a golf. Suo figlio ormai è grande, va al college, non seguirà le orme del padre nel basket ma ha un futuro assicurato. Eppure... «Voglio allenare, anche perché è l’unico lavoro che so fare — dice —. E’ solo una questione solo di passione, di piacere che ancora provo quando vado in palestra. Non lo faccio per i soldi, né perché mi sento di dover dimostrare ancora qualcosa». Mike è in Italia con la famiglia, è stato dai suoi amici di Treviso, stasera l’Olimpia Milano lo onorerà ritirando la sua maglia n.8 durante la sfida di Eurolega contro Malaga. E’ il tributo a un’epopea leggendaria e a una vera storia d’amore. Anzi, tante storie d’amore: a Milano, Mike ha conosciuto la moglie Laurel, è nato il figlio Michael, ha giocato in un gruppo straordinario firmando un’epopea vincente, è diventato allenatore. Tutto è partito dove oggi ritorna. Con la stessa semplicità di 28 anni fa: «Sono abbastanza intelligente per sapere che non viene ritirata la mia maglia ma quella di un gruppo di giocatori fantastico senza il quale non avrei ottenuto nulla — dice Mike —. Ero il playmaker, avevo la palla in mano e quindi ero sotto i riflettori più degli altri. Ma senza Dino, Bob e tutti quelli che giocavano con me, cosa avrei fatto?». Siete diventati dei miti. «Eravamo amici, facevamo gruppo anche fuori dal campo, stavamo assieme sempre: abbiamo festeggiato insieme e perso insieme senza che i nostri rapporti cambiassero, ma anzi sentendoci ancora più uniti. Ho calcolato che avremo fatto almeno 500 cene al Torchietto tra di noi, con i dirigenti, le famiglie, le fidanzate, gli amici, i giornalisti, ogni tanto anche qualche avversario. Bob McAdoo dice che i 4 anni a Milano sono stati il periodo più bello della sua vita, lo sono stati anche per me, qui è nato tutto, ho conosciuto mia moglie, è nato mio figlio».

L'IDENTIKIT MIKE D’ANTONI NATO A: MULLENS (USA) IL: 8 MAGGIO 1951 RUOLO DA GIOCATORE: PLAY PROFESSIONE: ALLENATORE NBA

squadre per essere vincenti devono giocare con l’anima, sputare sangue come diceva Peterson». Quanto deve la sua carriera all’esperienza milanese? E a coach Peterson? Sulla Gazzetta ha ricordato i trasferimenti da e per il Palalido assieme, parlando non solo di basket «Tutto. Quando sono arrivato in Italia non sapevo niente, qui sono maturato come giocatore e come uomo, Dan mi ha insegnato ad avere fiducia nei miei mezzi. Lui mi deve molti soldi spesi in benzina, io gli devo moltissimo per tutto il resto. Oggi leggo ancora cosa scrive: è contro il tiro da tre punti, contro le schiacciate, contro il pick and roll. Praticamente io non posso più allenare...».

Mike D’Antoni negli anni 80

Ha smesso i calzoncini 25 anni fa. Spieghi a uno di oggi come giocava D’Antoni, le sue magie. «Impossibile, non si possono fare paragoni con noi. I giocatori oggi sono più potenti, veloci, il gioco è in continua evoluzione. Per carità, che nessuno riguardi le immagini di quando giocavo, ero di una lentezza esasperante».

Mike D’Antoni prima di allenare nella Nba (coach of the year nel 2005) a Denver, Phoenix, New York e Los Angeles è stato una leggenda del basket italiano GIOCATORE in 13 stagioni, dal 1977 al 1990, con Milano ha vinto 5 scudetti, 2 Coppe dei Campioni, 1 Korac, un Intercontinentale, 2 coppe Italia ALLENATORE Dal 1990 al 1995 ha guidato Milano vincendo 1 Korac (1 finale scudetto, 1 Final Four di Eurolega). Dal 1995 al 1997 e nel 2001-2002, a Treviso, ha vinto due scudetti, 1 coppa Europa, 1 Coppa Italia, 1 Supercoppa con una Final Four di Eurolega.

A Milano ha cominciato ad allenare. «Devo ringraziare GianMario Gabetti che nell’estate del 1990 mi ha dato l’opportunità di passare subito dal campo alla panchina: non succede quasi mai. Avremmo dovuto chiudere la storia del nostro gruppo dopo lo scudetto del 1989, tutto deve finire, già dopo il grande slam del 1987 cominciavamo a essere vecchi e a sentirci stanchi. Senza quella chiamata non so cosa avrei fatto: probabilmente accettato di giocare ancora in un’altra squadra e avrei chiuso la carriera a 40 anni facendo schifo, invece Milano mi ha dato una seconda vita. Ho solo il rammarico di non aver vinto uno scudetto come poi a Treviso. Ci siamo andati vicino il primo anno, nel 1993 sono convinto che senza l’infortunio di Antonio Davis alla vigilia dei playoff ce l’avremmo fatta. Abbia-

Ha mai più incontrato un gruppo simile nella sua carriera anche Nba? «No, mai più visto nulla di paragonabile. Non so neanche spiegare cosa fosse scattato tra di persone ognuna così diversa ma tanto unite. L’unica cosa che ho potuto confrontare è che tutte le

OGGI AL FORUM, L’OLIMPIA RITIRA LA MAGLIA DEL GRANDE MIKE: «A MILANO I MIEI ANNI PIU’ BELLI»

mo vinto una coppa Korac, una coppetta». Anche il suo stile di allenatore, offensivo, con quintetti piccoli è nato a Milano. «Più che una scelta è stata una necessità. Avevamo perso sei partite di fila 4 di 1 o 2 punti... Ho messo Pittis che era capace di far tutto ala forte, inserito un tiratore in più in quintetto, Ambrassa. E c’era Djordjevic, un regista straordinario». E’ ancora convinto che sia la filosofia giusta per vincere? «Sempre di più». Quando hanno licenziato Shaw a Denver, il primo nome fatto per la panchina dei Nuggets di Gallinari è stato il suo. Prenderebbe in considerazione di allenare ancora in Europa? «Siamo molto lontano da un qualsiasi contratto, vediamo cosa succederà. Non ho mai chiuso la porta a nulla, non lo faccio adesso. Ma l’unico posto dove posso pensare di allenare al di fuori della Nba è l’Italia. Io sono italiano, l’Italia è il posto dove amo vivere e non andrei altrove. Questo non vuol dire che tornerò ad allenare qui, però...».

«PER CARITA’, NON RIGUARDATE LE IMMAGINI DI QUANDO GIOCAVO: ERO DI UNA LENTEZZA ESASPERANTE» «A MILANO ERAVAMO UN GRUPPO DI AMICI

Peccato che ai Knicks, con GalSEMPRE ASSIEME: linari sia finita così. AVREMO FATTO 500 «Sono molto contento che oggi Gallo stia tornando ad alto liCENE AL TORCHIETTO» vello dopo l’infortunio. Ai Knicks ho sperato di poter ricreare MIKE D’ANTONI un gruppo giovane che potesse LEGGENDA OLIMPIA MILANO in qualche modo assomigliare a quello di Milano, Danilo era il capo, stavamo migliorando ogni anno fino ad arrivare ai playoff. Poi è arrivato lo scambio con Carmelo Anthony e quel progetto s’è interrotto». L’ultima esperienza ai Lakers è stata molto difficile. «Mi sono sottoposto a molte terapie, quindi adesso sono in grado di parlarne... Non è stato molto bello. E’ andata malissimo dall’inizio alla fine, una situazione difficile, sono arrivato nel momento sbagliato e non ho fatto delle valutazioni corrette prima di tuffarmi in questa avventura. E’ andata così, si va avanti». © RIPRODUZIONE RISERVATA

Mike D’Antoni ieri nella sede Olimpia con alcuni dei trofei che ha vinto in 17 anni a Milano dal 1977 al 1994 CIAM


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Nuoto R Il debutto stagionale in vasca lunga

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SCI ALPINO

LA GUIDA

Gigante femminile stasera ad Are

Dirette Rai Sport oggi e domani alle 17 Occhio a Paltrinieri Il 5° trofeo Città di Milano in vasca lunga alla piscina Samuele di via Mecenate vedrà in gara i campioni oggi (dir. Rai Sport 1 alle 17.30) e domani (dir. Rai Sport 2 ore 17). Oltre alla Pellegrini, ci saranno Gregorio Paltrinieri, Filippo Magnini, Marco Orsi, Arianna Castiglioni, Ranomi Kromowidjojo, Femke Heemskerk (Ola), George Bovell (Tri), Zsusanna Jakabos, Evelyn Verraszto e Daniel Gyurta (Ung), che si confronterà con Paltrinieri e Detti. Così le gare. Uomini e donne. Oggi dalle 15: 200 sl, 200 farf., 200 dorso, 200 rana, 800 sl D, 1500 sl U. Domani ore 9.30: 50 farf., 100 dorso, 50 rana, 100 sl, 400 mx. Ore 15.30: 400 sl, 100 farf., 50 dorso, 100 rana, 50 sl, 200 mx. SCOZZOLI SCOZZESE (al.f.) Da domani a domenica, Fabio Scozzoli sarà in gara a Edimburgo (Sco): iscritto in 50-100 rana, sfiderà Peaty, Jamieson e Perez Dortona. Al via anche Ervin, Coughlin (Usa), Halsall, Miley e O’Connor.

N

Federica Pellegrini, 26 anni, allenata da Matteo Giunta, olimpionica, 4 ori mondiali, 11 record mondiali (ora in carica solo nei 200 sl) LAPRESSE

C’è tanta Fede subito a Milano «Sarà un anno davvero veloce»

1Torna la Pellegrini contro le forti olandesi: oggi nei 200 sl, domani nei 400 e 100

«Verso i Mondiali penserò solo a me stessa: a Kazan tempi più rapidi che ai Giochi»

Stefano Arcobelli

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anta Fede a Milano. Tre gare per il debutto stagionale in vasca lunga. Per rompere il ghiaccio (della stagione mondiale) tra oggi e domani. Federica Pellegrini sarà impegnata subito per gli amatissimi 200 stile libero, domani si tufferà due volte: doppia razione tra 400 e 100 sl, contro le olandesi volanti, la biolimpionica Ranomi Kromowidjojo e Femke Heemskerk.Che oggi stuzzicherà non poco in acqua la primatista mondiale e campionessa europea in carica. In arrivo da Milano col suo gruppo guidato da Matteo Giunta e comprendente Filippo Magnini e Gianluca Maglia, la Pellegrini ripensa a quando viveva da milanese, ogni giorno sulla tangenziale, dieci anni fa e perdeva tante ore nel traffico per andare ad allenarsi nella piscina di via Mecenate, dove si disputa il 5° trofeo di Milano. Dieci anni dopo il mondo è ribaltato, meno lei: la solita Fede che sente le gare, si cala nella parte, vive scaramanti-

Niente dorso a Milano e neanche a Riccione? «Matteo vuole vedere a che punto siamo sullo stile libero, ma ai trials i 200 dorso li farò. I 400? Qui sì, a Riccione vedremo».

camente la vigilia di un meeting di fine settimana come se fosse una finale europea. Perché non ha mai improvvisato niente, e pretende sempre il massimo da se stessa. Di ritorno dall’esperienza americana, tra l’altura di Flagstaff e l’adattamento a bassa quota di Fort Lauderdale, ancora sotto emozione per la morte di Camille Muffat a causa della quale non avrà a fianco l’altra francese Charlotte Bonnet, rimasta addolorata a Nizza, Fede racconta le prime sensazioni di questo esordio sotto carico di lavoro, in rotta verso i Mondiali di inizio agosto a Kazan. Dove compirà 27 anni, il 5 agosto, il giorno dei 200 stile libero, la specialità in cui è stata bicampionessa iridata ed è argento in carica: «Anni che si cominciano a sentire...».

«SONO ANCORA ARRABBIATA PER LA MORTE DELLA MUFFAT, NON SI PUO’ FINIRE COSI’ A 25 ANNI»

Federica, che notizie ci porta dall’esperienza americana? «E’ stata molto dura rispetto anche all’anno scorso: 3 settimane piene ai 200 metri, una in più del solito, e poi finalmente il sole. Nessuno scoop, se non il record di categoria nei 200 dorso in yards (1’56”8”)...».

«IL DORSO? HO FATTO UN RECORD IN AMERICA NELLE YARDS... E LO NUOTERO’ ALLE SELEZIONI MONDIALI»

L’anno della velocità o l’anno della verità: è pronta? «I Mondiali spesso offrono grandi crono, più importanti degli stessi Giochi olimpici. Sarà un anno di studio, anche se le altre avversarie non le guarderò durante la stagione: me ne occuperò solo quando arriverà in finale, io e le sette rivali. Non mi sono mai fatta condizionare dai ranking». Il primo pensiero nel giorno del primo tuffo in gara? «A Camille Muffat, sono ancora sotto shock per quanto ho visto: mi fa ancora arrabbiare che sia successo tutto questo. Aveva appena cominciato la sua vita normale: no, non si può finire così». Il secondo? «Un po’ di tensione c’è sempre quando si comincia, ci metto anche un po’ di paura ma sono fatta così: mi arrabbio con me stessa

perché pretendo sempre il massimo da me stessa. Ho tanta voglia di gareggiare da 50 metri, di partire dala vasca lunga, dopo i Mondiali da 25 metri di Doha conclusi non bebe, per me è una virata radicale. Tra dicembre e gennaio è stata un’altra vita». Un test impegnativo soprattutto nei 200 e 100. «Con la Heemskerk sarà una bella sfida, nei 100 mi “asfalteranno” di brutto...ma sarà divertente gareggiare a loro fianco nella gara regina. Sarà dura che possa batterle». La nuova gestione prevede più test all’estero, confronti internazionali di alto livello anche sotto carico. S’è convinta a fare più gare? Dopo Milano ci saranno gli Open spagnoli di Malaga con Belmonte e Mizzau. Ci andrete? «Non dipende da noi, non siamo stati a Marsiglia essendo negli Usa: sì effettivamente abbiamo bisogno di gareggiare più spesso ai massimi livelli, speriamo che la federazione accolga le nostre richieste». © RIPRODUZIONE RISERVATA

Tennis R Sul cemento di Indian Wells

Vinci regina del deserto Stop Schiavone e Knapp I l primo torneo Masters 1000 dell’anno, sul cemento di Indian Wells (Usa, 5milioni di euro, cemento) si apre con una vittoria e due sconfitte per l’Italia, che schiera d’acchito tre donne, delle sei in tabellone (più tre uomini). Roberta Vinci (n. 40) sfata il tabù contro la bestia nera, l’australiana naturalizzata Jarmila Gajdosova (n.48), con la quale aveva perso 4 volte su 5. Stavolta, la 32enne tarantina, ancora con problemi alla spalla per i quali ha disertato il doppio con Sara Errani, reagisce dopo il primo set e insiste, mantenendo il break iniziale fino al termine e qualificandosi

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così al secondo turno contro Sabine Lisicki (bilancio 1-0 per la potente tedesca). Sperando che questo successo contro un’avversaria solitamente ostica le restituisca un po’ di fiducia dopo i primi cinque tornei dell’anno, nei quali solo una volta è arrivata al terzo turno. Non si scuote invece Karin Knapp (n. 56) che cede troppo nettamente il primo set alla potente Yanina Wickmayer (n. 93), sempre mezzo infortunata, poi torna finalmente a lottare, ma incassa comunque il k.o. in due set. Per l’altoatesina è la quinta eliminazione d’acchito in questo suo difficilissimo inizio di stagione. La 34enne

Formato Davis Nadal e Federer contestano la Itf

Francesca Schiavone (n. 70 Wta) crolla ancora alla distanza: dopo un primo set dominato per 6-0 in 22 minuti, la milanese subisce il ritorno della 21enne cinese Lin Zhu, 119 della classifica, promossa dalle qualificazioni. Protagonista di un doppio rimbalzo sul set point del secondo parziale. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Primo turno, uomini: Pospisil (Can) b. Kukushkin (Kaz) 6-4 4-2, rit; Smyczek (Usa) b. Becker (Ger) 6-3 7-6(4); donne: Wickmayer (Bel) b. KNAPP 6-1 7-5; Lin Zhu b. SCHIAVONE 0-6 6-3 6-3; VINCI b.Gajdosova (Aus) 4-6 6-1 6-2; Jabeur (Tun) b. Kanepi (Est) 7-5 6-2; Stephens (Usa) Scheepers (S.Af) 7-5 7-5.

Roberta Vinci, n. 40 del mondo

● Roger Federer e Rafael Nadal attaccano la Itf, la Federazione Internazionale per il formato della coppa Davis. «Quello che fa la Itf non è positivo per il nostro sport. Inganna i tifosi e il mondo. L’anno scorso è stato fantastico perché Federer ha vinto? Ma io, Djokovic e molti giocatori importanti non abbiamo giocato», ha detto il 9 volte campione del Roland Garros, ad Indian Wells. «Ovviamente le cose non stanno funzionando», ha detto da parte sua il re di 17 Slam che ha disertato il 1° turno 2015 costringendo la Svizzera agli spareggiretrocessione. «Per la Itf sta bene così e non si cambia».

on c’è un clima strano solo in Italia, ma anche nel nord Europa. Ad Are, (Sve) dove oggi è in programma il penultimo appuntamento della Coppa del Mondo femminile, fa caldo e neppure di notte si va sottozero. Così ieri le atlete non hanno potuto provare la pista dove oggi pomeriggio (manche ore 16 e 19) è in programma l’ultimo gigante prima delle finali di Meribel. Con la slovena Tina Maze e l’austriaca Anna Fenninger divise in classifica generale da soli 44 punti, la lotta si preannuncia appassionante. La Fenninger, leader della classifica di specialità, andrà all’attacco e la Maze tenterà di difendersi in attesa dello slalom di domani. L’Italia sarà in gara con Brignone, che su questa pista ha raccolto alcuni tra i suoi migliori risultati, Nadia e Sabina Fanchini, Marsaglia, Elena ed Irene Curtoni, Moelgg e Agnelli. Il lavoro di questi due giorni della squadra azzurra diretta da Magoni (che traccerà la prima manche) è stato soprattutto nel cercare di trovare il setup migliore degli sci su questa neve molle che non risponde. Coppa del Mondo (26 prove): 1. Maze (Slo) p. 1285; 2. Fenninger (Aut) 1241; 3. Vonn (Usa) 842; 16. N. Fanchini 324. Coppa gigante (6 prove): 1. Fenninger (Aut) p. 342; 2. Brem (Aut) 296; 3. Shiffrin (Usa) 271; 7. Brignone 192 PROGRAMMA Oggi gigante donne ad Are (Sve, manche ore 16/19). Domani: gigante maschile a Kranjska Gora (Slo, 9.39/12.30) e slalom donne ad Are (10.30/13.30). Domenica slalom maschile a Kranjska Gora (9.30/12.30). TV Diretta RaiSport 1 ed Eurosport.

MARIO MATT A 35 ANNI CHIUDE LA CARRIERA (c.r.)L’austriaco Mario Matt, 35 anni, campione olimpico in carica dello slalom, ha an-

Mario Matt, 35 anni EPA

nunciato ieri a St. Anton il ritiro dall’attività agonistica dopo 15 stagioni. Prima dello slalom di domenica a Kranjska Gora, Matt è 27° nella classifica di specialità e quindi al momento escluso dalle finali in programma la prossima settimana a Meribel (Fra) Nel suo palmares anche due titoli mondiali sempre in slalom (St. Anton 2001, e Are 2007 dove vinse anche il titolo a squadre e 15 vittorie in Coppa del Mondo. LA PUTZER SI LAUREA IN GIURISPRUDENZA l’ex azzurra Karen Putzer, che ora ha 36 anni, mercoledì si è laureata in Giurisprudenza presso l’Università di Trento con la tesi «Responsabilità penale nel distacco di valanga». L’ex azzurra è stata la prima a laurearsi con il programma TopSport che assiste gli atleti di alto livello. La Putzer, che è anche giornalista pubblicista, ha già frequentato il master in Management dello sport.


Pallavolo R Champions League: quarti di finale

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Busto Arsizio è andata fino in fondo

1Impresa a Mosca, la Final Four è conquistata. Parisi: «Bravissime tutte, risultato straordinario»

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● Squadre italiane all’atto conclusivo della Champions, solo Busto, nessuna nel maschile. Nel 2014, per la prima volta dopo 30 anni, eravamo rimasti a zero

ma soprattutto l’onore di difendere e rinverdire la tradizione del volley italiano nella massima competizione continentale, dopo l’annus horribilis 2014, senza alcuna portabandiera né in campo femminile, né maschile: «E’ sempre stato motivo di grande orgoglio e soddisfazione poter rappresentare il nostro Paese al di fuori dai confini nazionali - dice il tecnico Carlo Parisi - ma l’emozione stavolta è davvero forte ed intensa, per certi versi difficile da descrivere. Sapere che quest’anno toccherà a noi portare sulle spalle e difendere

DIOUF E HAVELKOVA Un traguardo meritato, giunto al termine di una prestazione praticamente perfetta, in cui Marcon e compagne, superiori alle russe in tutti i fondamentali, hanno approcciato la gara alla perfezione, sbrigando la pratica in appena 52’, quanto cioè le farfalle – trascinate in prima linea da Diouf e Havelkova hanno impiegato per conquistare i due set necessari per strappare il pass per volare Polonia. «Conquistare il primo parziale, peraltro dopo una gran rimonta, ha sicuramente cambiato le carte in tavola, dando a noi ancora più fiducia e consapevolezza di potercela fare, mentre alle russe ancora più pressioni. Pressioni che, di fronte al nostro ottimo avvio di secondo set, sono aumentate esponenzialmente, finendo per giocare loro un brutto scherzo». PARISI FIERO I demeriti della Dinamo, letteralmente spentasi alla distanza, finiscono però dove iniziano i meriti, e sono davvero tanti (dal servizio, all’attacco, senza dimenticare la ricezione), della Unendo Yamamay, in grado di non dare il benché minimo spazio ad una possibile rimonta russa: «E’ giusto davvero, e ci tengo a

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LA GUIDA Vincerà di sicuro un tecnico italiano

Il giro tondo delle ragazze di Busto Arsizio: è la seconda Final Four dopo quella conquistata nel 2013 CEV

sottolinearlo, fare i complimenti alle mie ragazze. Fin dal via sono state capaci di interpretare alla perfezione la gara, con attenzione, concentrazione, determinazione e qualità. E non hanno mai perso il controllo, evitando di dare alle avversarie la minima possibilità per rimettersi in carreggiata». SECONDA VOLTA Per Carlo Parisi, che non più tardi di domenica scorsa aveva festeggiato amaramente il compleanno (55 candeline) perdendo il derby lombardo con Bergamo, si tratta di un regalo a scoppio ritardato che fra l’altro equiva-

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le alla seconda partecipazione alla Final Four di Champions, dopo il terzo posto del 2013 a Istanbul. «Essere riusciti a centrare per la seconda volta l’accesso alla Final Four, quest’anno in maniera assolutamente inaspettata, è esaltante. Un risultato eccezionale che premia il lavoro di tutti. Essere ancora fra le prime quattro della Champions è straordinario». Alle 19.05 di stasera, data la vicinanza, all’arrivo della truppa, è facile immaginare che all’aeroporto di Malpensa ci sia un bagno di folla. Pienamente meritato. © RIPRODUZIONE RISERVATA

D. MOSCA

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BUSTO A.

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(23-25, 19-25, 26-28) DINAMO MOSCA: Markova 8, Moroz 1, Obmochaeva 12, Shcherban 11, Morozova 5, Kosianenko; Malova (l); Perepel-kina 2, Vetrova 4, Fateeva 3, Tretyakova, Lazareva 6. All. Podkopaev. UNENDO BUSTO A.: Wolosz 2, Havelkova 11, Pisani 6, Diouf 14, Marcon 5, Lyubushkina 4; Leonardi (l). Degradi 4, Rania 2, Michel 2, Perry 8, Camera. All. Parisi. ARBITRI Szabo (Ung) Michilic (Pol) NOTE Spett. 1200. D.s. 26’, 26’, 29’; tot 81’. Dinamo: b.s. 8, v. 6, m. 9, 2° l. 4, er. 14. Unendo: b.s. 6, v. 7, m. 6, 2a l. 8, er. 12.

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Macerata nei guai Baranowicz è out (m.g.) Per Michele Baranowicz stagione finita? Una tegola imprevista e pesantissima si abbatte sulla Lube nella fase decisiva dell’annata. E’ risultato più grave del previsto infatti l’infortunio occorso al palleggiatore dei campioni d’Italia che, nel corso dell’allenamento in uno scontro di gioco con Sabbi, cadendo a terra ha riportato la frattura della base del quinto metacarpo della mano destra. Uno stop che mette seriamente a rischio la partecipazione non solo alle prossime gare della stagione regolare ma anche ai playoff scudetto che partiranno ad aprile. A questo punto appare inevitabile un ritorno sul mercato della Lube per coprire il vuoto che lascia Baranowicz.

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Una nuova vetrina: ASPETTANDO EXPO MILANO 2015

EXPO 2015

(a.a.) C’è una cosa che si può già dire: la Champions sarà vinta da un allenatore italiano. Oltre all’Unendo Yamamay Busto Arsizio che se la vedrà con le padrone di casa del Police di Giuseppe Cuccarini, si qualificano alla Final Four di Champions femminile l’Eczacibasi Istanbul di Giovanni Caprara (Rosini preparatore) e il Vakinfbank Istanbul di Giovanni Guidetti (Bracceschi preparatore) e Carolina Costagrande che ha eliminato il Fenerbahce di Marcello Abbondanza (Fanni 2°, Bragagni prep.), Leo Lo Bianco e Lucia Bosetti. DONNE (ritorno quarti): Fenerbahce Istanbul (Tur)-Vakifbank Istanbul (Tur) 3-2 (25-20, 25-20, 21-25, 15-25, 15-12; and.1-3), Zurigo (Sui)-Eczacibasi Istanbul (Tur) 3-1 (25-23, 24-26, 29-27, 25-19; gs 12-15; and.0-3), Dinamo Mosca (Rus)-Busto 0-3 (0-3). Final Four a Stettino (POL), 4-5 aprile: Vakifbank-Eczacibasi, Police-Busto.

PUNTO D'ORO

B&B

Interpreti e traduttori

M

issione compiuta, pardon impresa compiuta! Bissando la straordinaria vittoria ottenuta all’andata in casa, Busto si impone, nuovamente in tre set, anche nel return match di Mosca contro la Dinamo, strappando così la qualificazione alla Final Four di Champions League, in programma il 4 e il 5 aprile a Stettino, in Polonia. Un risultato di assoluto prestigio per le bustocche di coach Carlo Parisi, cui spetterà dunque l’onere,

il buon nome del nostro movimento ci gratifica enormemente, ma al contempo ci carica di responsabilità, anche se, in fin dei conti, sarà un peso estremamente piacevole da sopportare».

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Ghiaccio R Mondiali di short track a Mosca

Fontana d’attacco «Allenarmi coi maschi mi carica» 1L’azzurra arriva da una Coppa del Mondo

trionfale: «Sono pronta, voglio una medaglia»

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E’ l’obiettivo? «Sì, non mi nascondo. I risultati di Coppa mi hanno dato fiducia e serenità. Per far bene in classifica generale, occorrerà far bene in tutte le singole distanze. E’ quanto ho dimostrato di poter fare nelle scorse settimane, vincendo anche l’unico 1000 disputato e i 1500». Come si presenta il cast? «Temibile come sempre, con sudcoreane, cinesi e canadesi in testa». Quali le avversarie più pericolose? «La sudcoreana Shim Suk-Hee, campionessa uscente, fortissima in particolare nelle prove più lunghe e la cinese Fan Kexin, irresistibile nei 500. Ma anche le loro

tribune fisse lungo un lato e mobili lungo l’altro». Data la particolarità della sua stagione, volutamente ridimensionata negli impegni, negli ultimi tempi ha effettuato una preparazione specifica? «Non diversa dal passato. In tutto ho aggiunto qualche sessione supplementare lavorando con gli uomini della Nazionale». E’ al massimo della condizione? «Direi di sì, la scorsa settimana ho dovuto rallentare un paio di giorni per una lieve infiammazione al ginocchio sinistro, intorno al menisco. Ho superato tutto in fretta, ma non dimentichiamo che le Nazionali più forti saranno in tre

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Andrea Buongiovanni tto gare di Coppa del Mondo in poco più di tre mesi, sette volte sul podio con quattro primi, un secondo e due terzi posti su tutte le distanze: è il biglietto da visita di Arianna Fontana ai Mondiali di Mosca al via oggi, che chiudono la stagione post-olimpica, quella dei tre squilli di Sochi. Per la 24enne valtellinese, date le premesse, tornare a medaglia al Krylatskoe Center, dopo il doppio bronzo di Sheffield 2011 e Shanghai 2012, appare possibile.

VENERDÌ 13 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

E’ favorevole alla nuova formula, ereditata da quelle delle tappe di Coppa, con qualificazioni alla prima giornata e finali alla seconda e terza? «Poco, non c’è il tempo di finire una gara decisiva che subito devi pensare a un’altra altrettante importante». E Mosca le piace? «Per alcune cose sì, per altre meno, come la sua gente. Lunedì e martedì, insieme alle mie compagne, sono stata in piazza Rossa nel tentativo di visitare il mausoleo di Lenin: era chiuso in entrambe le occasioni. E la seconda senza alcuna ragione apparente...».

Cosa c’è per lei nelle prossime settimane prima di riprendere la preparazione? «In maggio, con mio marito Anthony, una vacanza al mare, al caldo della sua Florida. Ho voglia di abbronzarmi. Continueremo anche nella ricerca di una casa da acquistare da quelle parti, ma senza urgenza e, a inizio giugno, siamo invitati al matrimonio di una sua cugina. E poi, come ambasciatrice di We Women, sarò coinvolta in Expo 2015. Il tema dell’alimentazione mi è molto caro: influenza me e chi mi sta vicino».

due connazionali, la canadese StGelais, l’inglese Christie e, giocando in casa, la coppia russa». Come sono le condizioni ambientali? «All’esterno non fa freddo e il ghiaccio è un po’ molle, non particolarmente filante, quindi sulla carta adatto alle mie caratteristiche. La pista, sulla quale gareggiamo per la prima volta, è curiosamente posizionata in un angolo di un anello da 400 metri, con

e noi in due».

Vada come vada il Mondiale, il mirino è già puntato sull’Olimpiade 2018? «Una volta deciso di continuare per un nuovo quadriennio, meglio affrontare una stagione alla volta. Ma è chiaro che l’obiettivo ultimo è quello. Con la speranza che il nostro staff tecnico venga rinforzato: il c.t. Kenan Gouadec, in questa stagione, ha dovuto fare quasi tutto da solo».

Le medaglie conquistate da Arianna Fontana ai Mondiali: i bronzi delle edizioni di Sheffield 2011 e Shanghai 2012. Si sommano alle 5 medaglie olimpiche e alle 8 europee allround

Arianna Fontana, 24 anni, valtellinese di Polaggia, gareggia per le Fiamme Gialle ed è allenata da Gouadec

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E il progetto di girare un documentario sul dietro le quinte dello short track? «Per ora l’Isu non ci ha dato il permesso di fare riprese durante le gare ufficiali. Ma non ci arrendiamo. Anche perché la finalità è solo promozionale». © RIPRODUZIONE RISERVATA

IL PROGRAMMA

Domani finali di 500 e 1500 Il regolamento

Yuri Confortola, 28 anni LAPRESSE ● Mosca ospita i Mondiali per la prima volta: in gara 126 atleti di 29 Paesi. L’Italia, oltre ad Arianna Fontana, a Montreal 2014 nona dopo i trionfi olimpici, schiera anche Elena Viviani, Yuri Confortola, Tommaso Dotti (Davide Viscardi riserva) e, per la staffetta, Lucia Peretti ed Arianna Valcepina (più Federica Tombolato). Con otto squadre ammesse, quella maschile, non s’è qualificata (prima fra le escluse). Le classifiche individuali saranno stilate in base alla somma dei punti ottenuti nelle tre gare in programma (500, 1000, 1500) più i 3000 finali. Il programma prevede oggi le qualificazioni, domani le finali di 500 e 1500 e le semifinali delle staffette (Italdonne contro Sud Corea, Russia e Ungheria) e domenica le finali dei 1000, i 3000 conclusivi e le finali delle staffette. Campioni uscenti il russo Victor An e la sudcoreana Shim Suk-Hee, entrambi presenti. L’Italia, nella storia della rassegna (cominciata nel 1976), oltre al doppio bronzo di Arianna, vanta un bronzo di Orazio Fagone (L’Aia 1996) e un argento e due bronzi di Fabio Carta (Vienna 1998, Sofia 1999 e Montreal 2002).

Rugby R Sei Nazioni

«Come sono indisciplinati questi Galletti» 1Parla Mitrea, arbitro italiano assistente in Francia-Galles «I francesi sono stati spesso ingenui, gli azzurri potranno approfittarne. I gallesi sono compatti e molto esperti»

Simone Battaggia

C

om’è Thierry Dusautoir in campo? «È l’emblema del giocatore corretto. È onesto, non protesta e non fa polemica con gli avversari. Sui calci contro, mentre gli altri si lamentano, lui va dietro ai pali e sprona i compagni. Mi impressiona come riesca a essere sempre tranquillo e lucido, pur partecipando a tutti i punti d’incontro». E il giocatore più carismatico del Galles? «Dan Biggar. Sì, lo so che sembra strano, di solito un mediano d’apertura non è il più ascoltato della squadra. Però a Parigi si è trasformato. Placcava come un avanti, andava in penetrazione e faceva metri. Quando la Francia ha tentato la trasformazione della meta, si è fatto sentire più del capitano. Ero dietro i pali, l’ho sentito. È stato lui a riprendere chi aveva sbagliato. Un vero leader». L’ESORDIO Sabato 28 febbraio, mentre l’Italia ovale si ubriacava di gioia per la vittoria degli azzurri in Scozia, un arbitro italiano viveva il momento più emozionante della sua carriera. Marius Mitrea, 32enne nato in Ro-

Marius Mitrea, 32 anni, assiste alla meta decisiva del gallese Biggar

mania ma formato come arbitro a Paese — arrivò nella Marca dopo le scuole superiori —, stava per esordire nel Sei Nazioni. Era allo Stade de France, designato come guardalinee di FranciaGalles. Anzi, come «assistente arbitrale» del fischietto designato, il sudafricano Jaco Peyper, perché «i compiti sono cambiati. Siamo collegati con l’arbitro via radio e ci viene chiesto di segnalargli i falli. Dopotutto siamo arbitri anche noi. In due casi

Peyper ha fischiato dei falli che gli avevo indicato io». Da bordocampo, Mitrea ha potuto vedere le prossime due avversarie dell’Italia. «Sapevamo che la mischia chiusa e i breakdown sarebbero state le aree più critiche. Francia e Galles sono due squadre molto fisiche. Venerdì Peyper aveva incontrato gli staff, aveva spiegato ciò che voleva e non voleva vedere. Per il resto, lui è un arbitro dell’emisfero Sud, molto fiscale nei punti d’in-

contro. Sono stato colpito dalla mancanza di disciplina dei francesi nel secondo tempo. Hanno concesso un sacco di calci sciocchi. Credo che domenica l’Italia dovrà essere soprattutto disciplinata, sarà il fattore che farà la differenza. Se cadranno ancora nell’errore, gli azzurri potranno essere agevolati». E il Galles? «Più disciplinato. Sono esperti, scaltri, si vede che giocano da tanto insieme. Si trovano a memoria, difendono benissimo, senza sbavature, non concedono buchi. Non fanno cose eccelse, ma ciò che fanno lo fanno bene». EMOZIONI Prima dei fischi, però, ci sono le emozioni. «Il massimo è stato al momento degli inni. Sentire i gallesi cantare fa venire i brividi. E poi la Marsigliese cantata da 80.000 persone. Sono cose che ti rimangono addosso. Altro che restare freddi: quando inizia la partita e sei stracarico, come se fossi un giocatore». Ma perché nessun italiano ha mai arbitrato nel Sei Nazioni? «È un percorso lungo. Prima bisogna arbitrare partite importanti di Champions e test match. Io sono sulla buona strada, l’ingresso nel Pro 12 ha aiutato anche noi arbitri, ora siamo conosciuti e accettati dalle Union più importanti. Al Mondiale spero di essere tra i 5-6 assistenti. Per i prossimi Sei Nazioni, si vedrà dopo la Coppa del Mondo». © RIPRODUZIONE RISERVATA

Guai in mediana, ecco Orquera Rivoluzione Francia: 8 cambi ROMA

● Sorpresa in casa Italia: ieri Brunel ha convocato Luciano Orquera in vista del match con la Francia (domenica diretta ore 16 su DMax). Il mediano delle Zebre ha raggiunto Roma in serata. Una mossa necessaria per l'improvvisa emergenza all'apertura: dopo la distorsione a una caviglia di Allan (ieri per lui fisioterapia e ulteriori accertamenti), mercoledì sera in allenamento s'è fermato Kelly Haimona, colpito da una pallonata ai genitali, tanto forte da metterlo malamente k.o. Così l'Italia è corsa ai ripari chiamando colui che fu uomo del match in ItaliaFrancia 2013, quando gli

Luciano Orquera, 33 anni ANSA

azzurri all'Olimpico vinsero 23-18. Oggi l'annuncio del XV azzurro. Alla partita, per rendere omaggio a Muffat, Arthaud e Vastine il Coni ha invitato tre medagliati olimpici degli stessi sport: Rosollino, Sensini e Cammarelle. IL XV FRANCESE Intanto un preoccupato Philippe Saint-Andrè ne cambia otto per l'Italia, con due esordienti, rispetto alla Francia battuta dal Galles. Cambi per i tanti infortuni ma anche per scelte tecniche: torna estremo Scott Spedding, coppia di centri formata da Maxime Mermoz e Gaël Fickou al posto degli infortunati Lamerat e Fofana. All'alla debutta Noa Nakaitaci, al posto dell'altro infortunato Guitoune. In terza linea prima volta al numero 8 per Loann Goujon. Tillous-Borde col 9 al posto dell'infortunato Parra. In prima linea rientra l'esperto Nicolas Mas, Atonio nemmeno in panchina. La formazione: Spedding; Houget, Fickou, Mermoz, Nakaitaci; Lopez, TillousBorde; Goujon, Le Roux, Dusatoir (cap.); Maestri, Flanquart; Mas, Guirado, Ben Arous. A disp.: Kayser, Slimani, Debaty, Taofefinua, Chouly, Kockott, Plisson, Bastareaud.


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Evento Gazzetta R Presentazione a Milano

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ISTRUZIONI PER L’USO

E’ una festa da vivere con gli amici 1Lo dice il regolamento: l’aiuto solo dagli altri concorrenti Ecco come ci si iscrive

La corsa in salita nel fango: un passaggio fondamentale della gara dove si esalta la solidarietà LAPRESSE

Alcune immagini dell’ultima edizione disputata lo scorso settembre a Rovereto (Tn), dalla partenza ad alcuni degli ostacoli che bisogna superare LAPRESSE

La corsa a ostacoli adesso si fa in tre

1Strongmanrun: la tappa classica di Rovereto (19 settembre)

anticipata da Bibione (9 maggio) e San Vittore Olona (6 giugno)

Manlio Gasparotto twitter @manliogas

E’

una corsa o no? Decisamente no. E’ la Strongmanrun, che è qualcosa di più di una corsa. E’ un piacevole divertimento a ostacoli. Certo, si corre. Ma si salta anche. E si nuota, a volte si striscia. Magari nel fango. Le difficoltà non mancano, ma esaltano un elemento chiave: il piacere di stare insieme. Una filosofia che ha colto immediatamente anche Clemente Russo, pugile campione del mondo ma soprattutto due volte argento olimpico (a Pechino e Londra) che ha un sogno che lo anima in questi mesi: qualificarsi per l’Olimpiade di Rio. «E vincerla, perché dopo due argenti io ci voglio andare per conquistare l’oro» dichiara con orgoglio e sicurezza prima di accomodarsi a parlare di corsa.

AMICIZIA «Questa è una gara speciale – dice Clemente – perché ho visto tante foto e video, dove la gente si aiuta a superare gli ostacoli. Chi corre non pensa ad arrivare prima o davanti a qualcuno, ma a divertirsi e nel caso aiutare. E questo mi piace, mi fa venire in mente anche qualche mio combattimento. Mi è successo una volta di avere un vantaggio così netto su un giovane rivale che ho deciso di gestire e portarlo ai punti, senza infierire. Lo sport è anche questo, è rispetto». E passione, quella che unisce chi sceglie di partecipare alla Fisherman’s Friend Strongmanrun con gli amici e magari di travestirsi per farsi notare. Perché a Rovereto 8dove si torna il 19 settembre) l’ultima volta non c’erano solo 7.000 runner ma anche 40.000 persone arrivate in città solo per gustarsi lo spettacolo di questi matti pronti a tutto per dare sfogo alla corsa col sorriso.

IL PUGILE RUSSO «ORA CORRO ANCH’IO» ● Il doppio argento olimpico della boxe Clemente Russo, ospite alla presentazione della manifestazione, ha promesso che sarà in gara a settembre a Rovereto.

GEMMAZIONE Un successo così grande, quello dei primi tre anni della FFSR italiana, che alla quarta stagione si moltiplica. E se Rovereto resta la tappa principale, The Original, le si aggiungono due percorsi sprint. Più brevi (una decina di chilometri divisi su due giri da 5) ma altrettanto promettenti. Si correrà il 9 maggio a Bibione e poi – il 6 giugno – a San Vittore Olona, località «sacra» che dal 1933 anni ospita la Cinque Mulini. Così a Milano, oltre a Franco Frisinghelli (assessore allo sport di Rovereto) sono arrivati Gianni Carrer (vicesindaco di Bibione) e Marilena Vercesi (sindaco di San Vittore Olona). LA PROMESSA E LA SFIDA Alla fine Clemente Russo è «caduto» nel tranello della promessa: «Correrò a Rovereto l’ultima tappa, a quel punto avrò chiuso i miei impegni stagionali e potrò divertirmi con una corsa che mi affascina. Anche se sarà dura: 20 chilometri non sono mai uno scherzo e vanno preparati…». E al suo fianco, Ringo, dj di Virgin Radio che da emittente ufficiale della FFSR sarà presente in ogni tappa, ha raccolto e rilanciato: «Allora corro anche io: facciamo una squadra e andiamo a divertirci insieme… Mi sembra una corsa molto rock, ho in mente una playlist… roba da Ramones e Black Sabbath… Ci sarà da divertirsi». © RIPRODUZIONE RISERVATA

La corsa nella schiuma, una delle difficoltà LAPRESSE

Lino Garbellini

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a Strongmanrun è una festa, una corsa molto poco convenzionale, e come tale va vissuta, meglio se in compagnia degli amici. Alla fine vi ritroverete sporchi, stanchi, ma con la medaglia al collo. A caratterizzare l’evento ci sono gli ostacoli, se non li superate sarete bollati come «failed» (bocciati). Per evitare la bocciatura l’unico aiuto tollerato è quello degli altri partecipanti. Ogni ostacolo avrà degli «angeli custodi», dei responsabili di percorso che oltre a controllare il regolare svolgimento della corsa, lavoreranno per evitare ingorghi. Ostacoli a parte, se vi sentite forti abbastanza per la Strongmanrun, allora sappiate che «chi prima arriva, meglio alloggia». Il vecchio detto vale per l’iscrizione, la quota aumenta in relazione ai partecipanti già in lista. Per la tappa di Rovereto (19 settembre, 20 km) il costo è di 56 euro fino ai 3.500 iscritti, 61 euro a seguire fino ai 4.500 runner e 66 euro per i successivi. Per le altre tappe da 10 km (9 maggio 2015 a Bibione e 6 giugno a San Vittore Olona), la quota è di 37 euro fino ai 500 iscritti, 40 euro entro i mille, che diventano 43 fino ai 2.000 e poi 46 euro. L’ISCRIZIONE L’iscrizione è possibile solamente sul Web (www.strongmanrun.it), è necessario essere maggiorenni e soprattutto, è obbligatorio un certificano d’idoneità sportiva non agonistica da spedire via e-mail (ffsr@tds-live.com) una volta terminata la procedura sul sito. Il proprio nome sul pettorale è stampato gratuitamente anche per questa edizione, tutti potranno tifare per voi, come nelle grandi maratone internazionali, mentre il travestimento è caldamente consigliato, a patto di muoversi comodamente anche da sudati o bagnati. Nonostante il fango, lo sterrato e l’acqua, bastano le scarpe tradizionali da running, il vostro paio migliore. © RIPRODUZIONE RISERVATA+


VENERDÌ 13 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

TUTTENOTIZIE

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1 REALITY TRAGICO Bernard, Candeloro, la Longo e Marxer, i 4 sportivi sopravvissuti alla strage degli

elicotteri scontratisi in volo nel reality in Argentina (10 morti tra cui l’olimpionica Muffat, la velista Arthaud e il pugile bronzo olimpico Vastine) potranno tornare domani in Francia dopo l’interrogatorio dei giudici.

EQUITAZIONE

COMBINATA NORDICA

Guerra a Sheikh Mohammed Pittin terzo a Trondheim Gli Emirati fuori dalla Fei «E’ un’altra conferma» 2016 sono previsti a Dubai. E la moglie di Sheikh Mohammed, la principessa Haya di Giordania, è stata presidentessa Fei dal 2006 al 2014. E qui sorgono dubbi: è stata toccata una federazione dal peso politico gigantesco.

Nicola Melillo

C

lamoroso. Il Bureau della Fei ha sospeso a tempo indeterminato la Federazione Equestre degli Emirati Arabi: niente gare internazionali di endurance e nessun evento nel Paese, coi cavalieri di sport equestri diversi dall'endurance in gara solo sotto la bandiera Fei. Il motivo? «Troppi casi di maltrattamenti di animali in gare di endurance negli Emirati. Non avevamo altre opzioni. La situazione era inaccettabile». Così Ingmar De Vos, da dicembre presidente Fei.

INCREDIBILE Una decisione incredibile che colpisce lo sport nazionale degli Emirati, che di fatto finanzia, supporta, sponsorizza a livello mondiale la disciplina equestre più dura e spettacolare, ma anche che più tutela la salute dei cavalli. Sheikh Mohammed bin Rashid alMaktoum, Primo Ministro e vicepresidente degli Emirati, è un atleta di spicco, oro mondiale nel 2012. Sono gli Emirati ad organizzare i principali eventi: i Mondiali

TUFFI

Sheikh Mohammed e la principessa Haya in gara

IPPICA Cheltenham chiude con la Gold Cup Ieri A Cheltenham le vittorie di Uxizandre (Mc Coy) nel Ryanair Chase (steeple m 4600) e di Cole Harden (Sheehan) nel World Hurdle (siepi-m 4800). Oggi la gran chiusura con la Gold Cup (steeple m 5100) che vede tra i 18 al via Bobs Worth e Lord Windermere, i vincitori delle ultime due edizioni. Il secondo tenta un doppio consecutivo che manca dal 2005, quando il mitico Best Mate (morto in corsa per infarto nel novembre 2005) chiuse addirittura un triplo a seguire.

ALPINISMO

REAZIONI A due mesi dall'insediamento di De Vos, c'è sconcerto a Dubai, come testimonia Gianluca Laliscia, uomo di punta dell’endurance italiano e molto vicino a Sheikh Mohammed: «Sua Altezza ha fatto diventare reato penale il doping, ama i cavalli ed è durissimo contro ogni maltrattamento. I casi che ci sono stati non giustificano una presa di posizione così forte e unilaterale, senza contraddittorio. Sheikh Mohammed non vuole iniziare un braccio di ferro, cerca una soluzione». Una via d’uscita ci sarebbe: la sospensione verrà interrotta quando gli Emirati «sottoscriveranno un documento nel quale la Fei stabilirà i provvedimenti necessari per garantire che il benessere e la sicurezza dei cavalli siano salvaguardati». Non era sufficiente minacciare sanzioni e avere quella firma prima di mettere, di fatto, l’endurance mondiale all’angolo? © RIPRODUZIONE RISERVATA

1Dopo l’argento

mondiale il podio dal grande trampolino. E con uno sci rotto...

Stefano Arcobelli

L’

ultimo podio di Alessandro Pittin ha un valore psicologico non indifferente: perché il terzo posto di Trondheim dietro il norvegese Magnuss Moan e il tedesco Fabian Riessle e dopo aver concluso la 10 km con uno sci rotto, consente al friulano di rimuovere quei dubbi nella testa che da anni lo arrovellano per via dei vecchi incidenti. Riuscire a saltare decentemente dal grande trampolino e partite al di sotto del minuto di distacco s’è rivelata una piccola grande impresa per il fresco vicecampione del mondo di combinata nordica (piccolo trampolino) e dunque l’11° gemma in carriera di Coppa del Mondo (3 vittorie) aprono spiragli nuovi nella prospettiva futura di Pitbull. Capace di partire 21° a 53” e di chiudere

ATLETICA

Nanga Parbat: il trio di Nardi a 7200 metri

Mondiali d’oro per M.Fourcade De Lorenzo 12°

Tania Cagnotto, 29 anni LAPRESSE

● Alex Txikon, Ali «Sadpara» e Daniele Nardi dopo oltre 7 ore hanno raggiunto i 7200 metri dove hanno posizionato il campo 4. Sette ore per salire dal campo 3. «Siamo stanchi, ma stiamo bene» fanno sapere i 3 alpinisti che hanno davanti condizioni climatiche «abbastanza» buone. Vento sui 25/30 kmh e una temperatura ai -35°. Potrebbe essere iniziata nella notte l’assalto al Nanga Parbat (8125 metri), una delle vette himalayane mai scalate in inverno. «Siamo andati piano a salire perché abbiamo deciso di tenere un po’ di energie per la vetta. Ci ha rallentato il peso che ci portiamo, circa 25 kg a testa».

● L’olimpionico francese Martin Fourcade (4 ori in carriera) vince la 20 km ai Mondiali di biathlon di Kontiolaht (Fin), argento a 20” per il norvegese Svendsen, 3° il ceco Moravec; 12° Christian De Lorenzi. Oggi (17.15, Eurosport) la staffetta donne con al lancio Lisa Vittozzi, seguita da Karin Oberhofer, Nicole Gontier e Dorothea Wierer. Uomini, 20 km: 1. M. Fourcade (Fra) 47’29”4 (1); 2. Svendsen (Nor) a 20”9 (0); 3. Moravec (R.Cec) a 40”5 (1); 4. S.Fourcade (Fra) a 45”7 (0); 6. Bjoerndalen (Nor) a 1’12”1 (1); 12. DE LORENZI a 1’55”3 (1); 50. L.HOFER a 5’25”5 (5), 83. BORMOLINI a 7’35”4 (4); 91. D.WINDISCH a 8’41”9 (7).

● (al.f.) Dalla Cina alla Russia. Parte oggi da Pechino la classica avventura stagionale di Tania Cagnotto nelle World Series, ovvero il banco di prova più interessante nell’anno mondiale che porta a Kazan. Al primo confronto con un parterre internazionale al completo, la campionessa bolzanina, che ha già saltato in coppa Rio in casa ed al Gp di Rostock (Ger), gareggerà dai 3 metri presentando il doppio e mezzo indietro (difficoltà 3.0), il doppio e mezzo avanti con avvitamento (3.0), il triplo e mezzo avanti (3.1), il doppio e mezzo rovesciato (3.0) e il doppio e mezzo ritornato (3.0). Già fissati i prossimi appuntamenti della stagione che culmina con la rassegna iridata di Russia: dal 19 al 21 marzo, la Cagnotto gareggerà nuovamente a Dubai prima di rientrare in Italia per prepararsi ai successivi appuntamenti della World Series: tornerà sul trampolino a Kazan (24-26 aprile) e Londra (1-3 maggio), tappe a cui prenderà parte anche la sua compagna di sincro Francesca Dallapè.

CONDIZIONE «La mia competitività è rimasta alta nonostante siamo a fine stagione e la forma sta scemando — dice l’ex bronzo olimpico —. Sono riuscito a mantenere uno standard accettabile sul trampolino e così è stato più facile impostare la gara nel fondo. Purtroppo nel primo giro mi si è rotta la punta di uno sci contro un paletto che delimita la pista, per cui ho fatto fatica a tenere il ritmo di Riessle nella seconda parte di gara ●

BIATHLON

La Cagnotto a Pechino per le World Series

Alessandro Pittin, 24, bronzo olimpico, 2° ai Mondiali, 11 podi in Coppa GETTY

3° a 18” dal vincitore in attesa di passare da 11° alla top ten stagionale di Coppa se ad Holmenkollen sabato saprà raccogliere un buon risultato.

● USA INDOOR (si.g.) Ultimo atto della stagione indoor oggi e domani coi campionati Ncaa a Fayetteville. Negli 800 in gara il trevigiano Jacopo Lahbi. Ad Albuquerque. Uomini. 60: Skeen (Giam) 6”57. 600: Dennison 1’16”22; Livingston 1’16”53. ● MISTERO AMOS (si.g.) Nijel Amos, vicecampione olimpico degli 800, ha saltato un controllo antidoping a metà febbraio: secondo la federazione del Botwsana sarebbe la seconda o terza volta che succede, e in quest’ultimo caso scatterebbe la squalifica.

BASEBALL ● FUORICAMPO RODRIGUEZ Il terza base dei NY Yankees, Alex Rodriguez, dopo la lunga squalifica per doping, mercoledì ha battuto a tampa un fuoricampo contro Boston.

ITALIA (m.l.) ll Val Pusteria espugna Collalbo e pareggia la serie col Renon. L’Asiago passa all’Agorà e si porta sul 2-0. Così ieri, gara-2 (su 7) delle semifinali scudetto. Risultati: Milano-Asiago 1-4 (1-0, 0-1, 0-3) serie 0-2; Renon-Val Pusteria 3-4 (0-2, 12, 2-0) serie 1-1.

IPPICA ●

IERI 15-14-13-1-10 A NAPOLI (m 1600): 1 Nilson Starlight (G. D’Alessandro jr) 1.14.3; 2 Olimpo Wf; 3 Onni Lest; 4 Ransom; 5 Right Story Lf; Tot.: 6,14; 2,12, 1,89, 3,46 (25,73) Quinté non vinto. Quarté euro 864,50. Tris 115,86. ● OGGI ROMA QUINTE’ (ore 18.30, inizio ore 15) Solo 12 purosangue sui 1600 metri. Indichiamo Country Format (4), Bedanville (7), Pachito (2), Matrioska (5), Old West (6), Fresh Pepper (12). ● ANCHE Tr.: Firenze (14.55), Foggia (15.10), Montegiorgio (15.25).

NUOTO ●

BOXE ●

FOCOSI COSFIDANTE (r.g.) Stasera al Palasport di Falconara Marittima (An) per la Loreni Boxe, il locale Michele Focosi (19-3-2) affronta sui 12 round Bence Molnar (Ung. 11-4) per la vacante cintura leggeri IBF del Mediterraneo. In programma. Welter: Ricardo Silva (7) c. Laszlo Szekeres (Ung. 11-29-4); Michele Esposito (7-1) c. Pompeo Mellone (1-4-1); supergallo: Vittorio Parrinello (3) c. Antonio Horvaric (Cro 6-13), massimi leggeri: Simone Federici (4) c. Marco Colic (Bsh. 1-1), 6 round. Sportitalia si collega dalle 21.00.

PHELPS IN BRASILE (al.f.) Toccata e fuga in Brasile per Michael Phelps che aspetta il perdono mondiale dalla federazione americana. In 12 ore, il 18 volte oro olimpico ha visitato il centro sportivo Nar di San Paolo, ha presenziato all’inaugurazione di un negozio e ha svolto un allenamento blando. Mezza giornata per iniziare ad assaporare il clima olimpico di Rio 2016. ● FONDISTI AD ABU DHABI (al.f.) Oggi ad Abu Dhabi si disputa la seconda tappa di coppa del Mondo 10 km con montepremi triplicato rispetto allo standard (60.000 dollari): in gara gli azzurri Bolzonello, Furlan, Bruni e Franco.

PALLAMANO ●

GOLF

MAYWEATHER E PACQUIAO PUGILI? NO, DUE DAMERINI ● Più che sulle parole a Los Angeles nella presentazione del Mondiale dei welter del 2 maggio a Las Vegas, Floyd Mayweather e Manny Pacquiao hanno puntato sul look: visti i guadagni hanno preferito presentarsi come damerini REUTERS.

● ITALIANI Edoardo Molinari, nono con 66 (-4) colpi, e Marco Crespi, 19° con 67 (-3), nello Tshwane Open, 6° e ultimo appuntamento in Sudafrica per l’European Tour A Pretoria(par 70). Renato Paratore, 119° con 73 (+3), Matteo Manassero, 144° con 75 (+5). Al comando con 63 Orum Madsen (Dan) e Horsey (Ing).

SENZA AZZURRE (an.gal.) Eurodonne 2016 (in Svezia dal 4 al 18/12): l’Italia salterà le prequalificazioni. Il 9/4 a Kriantstadt (Sve) il sorteggio dei gironi. Azzurre inserite nella 4^ urna con Slovenia, Portogallo, Svizzera, Lituania e le due vincenti delle prequalificazioni (tra Finlandia, Azerbaijan, Israele, Bulgaria, Far Oer e Kosovo). Si gioca in ottobre 2015, marzo e giugno 2016. Passano le prime 2 e la migliore terza. ● PLAYOFF (an.gal.) Nell’anticipo della 2a dei playoff, Siracusa-Ancona 30-23 (15-11). Classifica girone C: Fasano 12; Siracusa* 9; Fondi 6; Ancona* 0. (*1 in più).

HOCKEY GHIACCIO ●

EBEL (m.l.) Per Il Bolzano (ore 19.45) gara-4 (su 7) dei quarti con il Linz, in vantaggio 2-1 nella serie. Altre: VillachSalisburgo (serie 1-2); Klagenfurt-Znojmo (serie 2-1); Vienna-Fehervar (serie 1-2).

PALLANUOTO ●

SETTEBELLO Da domenica, 16 azzurri a Genova per preparare la sfida di martedì col Montenegro. Il c.t. Campagna ha

perché mi mancava stabilità. Sono contento di come stanno andando le cose, sono a ridosso dei primi 10 e voglio finire bene a Oslo per fare il pieno di fiducia per la prossima Coppa del Mondo. Comincio a sentire buone sensazioni anche dal trampolino grande». Appunto. Hs114+10 km: 1. Moan (Nor) 24’22”9 (10); 2. Riessle (Ger) a 13”3 (8); 3. PITTIN a 18”2 (21); 4. Rydzek (Ger) a 22”6 (9); 5. Klemetsen (Nor) a 23”4 (3); 6. Braud (Fra) a 26”8 (14); 8. Gruber (Aut) a 37”5 (6); 21. COSTA a 1’27”5 (27); 22. L.RUNGGALDIER a 1’28”9 (42). CdM. 1. Frenzel (Ger) 895; 2. Riessle (Ger) 700; 3. A.Watabe (Gia) 667; 11. PITTIN 318.

convocato Tempesti, Del Lungo, Bruni, Velotto, Gallo, Renzuto, S.Luongo, Busilacchi, Aicardi, F.Di Fulvio, A.Fondelli, Giorgetti, Giacoppo, N.Gitto, Coppoli e Bini. ● SETTEROSA Da lunedì, per una settimana, collegiale tra Italia e Usa a Roma (Ostia), con amichevole al Foro Italico sabato 21. Il c.t. Conti ha convocato Gorlero, Teani, Queirolo, A.Millo, Aiello, Radicchi, Garibotti, Cotti, Avegno, Ioannou, Frassinetti, Motta, Emmolo, Pomeri, C.Tabani, Galardi, Picozzi, Di Mario, Palmieri e Bianconi.

PALLAVOLO ● PER RUSSIA E GIAPPONE (r.r.) Russia e Giappone chiedono i giocatori e le giocatrici cubane dalla prossima stagione: a febbraio l’allenatore russo Nikolai Karpol è stato a L’Avana a trattare, mentre oggi si concluderà la visita di un dirigente nipponico. Intanto si continua a discutere in seno alla federazione della prospettiva che giocatori cubani all’estero come Juantorena, Simon, Leal, Calderon e Carrillo possano essere autorizzati a tornare in nazionale.

SPORT INVERNALI ● BIS SCHNARF (s.f.) Johanna Schnarf ha vinto ieri anche il 2° superG Fis di Stoos (Svi) davanti all’elvetica Fabienne Suter. ● BRESADOLA Davide Bresadola è 31° con 91.2 dal grande trampolino di Trondheim per la Coppa di salto. Per Freund 7a vittoria. Hs-114: 1. Freund (Ger) 265.3; 2. Prevc (Slo) 255.1; 3. Velta (Nor) 247.2. CdM: 1. freund (Ger) 1443, 2. Prevc (Slo) 1397; 3. Kraft (Aut) 1397.

VELA ●

VOLVO OCEAN RACE (r.ra.) Rimandata la partenza della 5° tappa della Volvo Ocean Race (Auckland – Itajai ) prevista per domenica. Il ciclone denominato Pam, potrebbe colpire l’area della Nuova Zelanda con venti che possono superare i 200 chilometri orari. Gli organizzatori hanno deciso per ragioni di sicurezza di posticipare la partenza di almeno 24 ore. Lo start non avverrà prima delle 14 ora locale (le 2 in Italia) di lunedì 16 marzo, data comunque ancora da confermare. Prenderà il via regolarmente, la In Port Race Auckland in programma domani alle 14 locali (le 2 italiane).


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VENERDÌ 13 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

IL FATTO DEL GIORNO LA SCUOLA CHE CAMBIA

A sinistra, la protesta degli studenti per le vie di Roma; a Milano ci sono stati lanci di uova e sassi; sopra, la vignetta di Charlie Brown sul tema della scuola che ieri il premier Matteo Renzi ha mostrato in conferenza stampa ANSA

corsettino alla maestra — ma far sì che si possa richiedere un inglese assolutamente perfetto». Così come anche «l’educazione motoria non può essere il giocattolino in attesa di fare altre cose, non può essere l’ora di svago. È una straordinaria opportunità per formare il carattere e uno stile di vita. Ma anche un elemento di grande investimento sulla sanità e uno strepitoso strumento di valorizzazione delle specialità delle persone con le varie disabilità». Il piano del governo riguarda anche l’edilizia scolastica: Renzi annuncia «940 milioni di euro dalla Banca europea per gli investimenti». Mentre il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini ricorda «l’alternanza scuolalavoro, 400 ore nei tecnici e professionali e 200 ore nell’ultimo triennio dei licei».

Dopo questa riforma il preside 4 sarà una sorta di “allenatore”? 1Il Consiglio dei ministri vara il disegno di legge: il capo istituto potrà scegliere

i prof da un albo, 200 milioni per premiare i meritevoli, un bonus per aggiornarsi

di GIORGIO DELL’ARTI gda@gazzetta.it

Ci si aspettava un Consiglio dei ministri esplosivo, che varasse la riforma della Rai (ampiamente anticipata dai giornali e confermata ieri nelle linee guida dalla conferenza stampa di Matteo Renzi). Invece il premier-segretario ha preferito procedere con maggiore prudenza: il disegno di legge sulla tv di Stato è stato discusso, studiato, ma non ancora varato (e ne parliamo nel pezzo al piede della pagina). È invece pronto per la discussione in Parlamento il disegno di legge di riforma della scuola.

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I precari saranno finalmente assunti? Sì, tuttavia il punto politico di maggior rilievo è l’autonomia degli istituti e dei presidi, che diventeranno “allenatori”, potranno chiamare a insegnare docenti di loro scelta, pescati all’interno di un Albo contenente i curricu-

la di ciascuno (messi, tra l’altro, online). Ha detto Renzi: «Ogni scuola vive la propria autonomia. È come se dicessimo che la scuola deve essere il cuore e il motore di un territorio, ma ogni scuola è diversa. Ora la palla passa al Parlamento, il testo è realizzabile abbastanza rapidamente se Camera e Senato lavoreranno con il senso dell’urgenza». Ogni preside avrà a sua disposizione un certo numero di docenti, sia per le singole cattedre, sia per specifici progetti. Gli obiettivi sono anche non avere più classi con oltre 25 alunni ed eliminare le supplenze: sostituire, per esempio, una prof in dolce attesa, non con un collega dalla graduatoria provinciale ma con uno all’interno dell’organico funzionale (ovvero, lo staff di insegnati scelto dal preside). La riforma punta anche alla progressione di carriera dei docenti, con gli scatti fondati sull’anzianità, ma anche con compensi in denaro al merito. Per quest’ultima voce verranno stanziati 200 milioni di euro a

partire dal 2016, che saranno a disposizione dei capi d’istituto. Saranno loro a decidere a chi darli. Poi: 500 euro annuali per ogni docente che dovrebbero servire all’aggiornamento culturale, un rimborso spese per andare a teatro o sentire un concerto. Restano anche: la detrazione fiscale per coloro che manderanno i figli nelle scuole paritarie (solo elementari e medie, però), accanto ad altri strumenti fiscali come il cinque per mille e lo “school

LA CHIAVE

Saranno assunti 100 mila precari tra chi fa parte delle graduatorie ad esaurimento Intanto i ragazzi protestano in piazza e chiedono finanziamenti per il diritto allo studio

bonus”, ossia speciali detrazioni per chi investe sulla scuola. E parliamo di cittadini, associazioni, fondazioni, imprese.

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Dicevamo dei precari... Ne saranno assunti centomila. Renzi spiega: «Tutti coloro che sono nelle graduatorie a esaurimento e i vincitori di concorso 2012 saranno assunti e dunque inseriti nell’organico funzionale. Ma gli idonei che stanno dentro le graduatorie di istituto, no: loro dovranno fare un concorso». Da questo discorso sono tuttavia escluse le scuole materne.

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Che altro? Il disegno di legge prevede un rafforzamento dell’insegnamento di musica, arte, lingue (anche l’italiano per gli stranieri), educazione motoria. Renzi ha insistito sull’inglese: «Ci sarà particolare attenzione, dalla scuola primaria, alla assoluta professionalità di chi insegna l’inglese, per dare insegnamenti non appiccicaticci — per cui si fa fare un

Mentre Renzi presiedeva il Consiglio dei ministri, migliaia di studenti manifestavano contro la riforma in 40 città. Perché? Chiedono, tra le altre cose, l’abrogazione delle bocciatura, punto che viene definito «diritto allo studio». Nei giorni scorsi gli studenti avevano presentato alla Camera «L’Altra Scuola», una riforma alternativa che prevede, ad esempio, finanziamenti di sostegno («il 40% delle famiglie quest’anno non è riuscito a sostenere le spese dei libri», dicono), valutazione della didattica da parte degli studenti, scuola secondaria superiore in un biennio unitario e un triennio specializzante. È certa una guerra a Renzi anche sulla scuola, ma il premier ha fatto capire che se si metteranno in campo ostruzionismi o tattiche dilatorie passerà anche qui al decreto. Presidente Mattarella permettendo. Da notare anche le prime critiche dei sindacati («Per puntare sul merito non c’è che una strada da seguire: la contrattazione», dice la Uil) e Forza Italia («Renzi sta facendo assunzioni elettorali»).

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E della Rai quando parleremo? Renzi ha detto che se ne occuperà un nuovo Consiglio dei ministri. Ma noi torneremo sull’argomento. © RIPRODUZIONE RISERVATA

AI MINIMI DAL 2008

Effetto Draghi Lo spread tocca i livelli pre-crisi E l’euro crolla

Il presidente della Bce Mario Draghi

S

pread ai minimi dal 2008. Il programma di Quantitative easing della Bce, che sta pompando nell’economia dell’Eurozona 60 miliardi di euro al mese stampando moneta fresca e investendola in bond, mostra i suoi effetti. Gli acquisti di titoli di Stato effettuati da Francoforte ieri hanno portato il differenziale di rendimento tra Btp decennali e omologhi tedeschi sotto gli 85 punti base, tornando sui livelli di settembre 2008, cioè a prima della crisi, per poi chiudere a 88 punti base. Il rendimento dei bond decennali italiani ha nel frattempo toccato un nuovo minimo storico all’1,05%, anche sull’onda di un’altra asta del Tesoro conclusasi con successo: ieri sono stati collocati 2,5 miliardi di euro di Btp a tre anni con un tasso in discesa dallo 0,44%, a un nuovo minimo record dello 0,15%. L’euro, nel frattempo, ha aggiornato il proprio minimo da 12 anni a 1,0494 dollari, avvicinandosi ogni giorno di più alla parità col biglietto verde. «Ora l’euro è a un giusto livello sul dollaro», ha commentato il presidente francese Hollande che, come gli altri leader europei, spera che l’indebolimento della moneta comune favorisca le imprese esportatrici. Il Quantitative easing è «partito senza intoppi», assicura il componente francese dell’esecutivo dell’Eurotower, Benoît Cœuré. Il coro europeo, però, non è unanime e Berlino continua a non fare mistero delle sue riserve: «Non credo che le politiche monetarie e fiscali espansive siano un buon modo di affrontare la stagnazione», ha tuonato il ministro delle Finanze Schaeuble.

L’ALTRA PARTITA

Renzi rinvia il ribaltone ma conferma: «Nuova Rai» 1Il premier spiega: «Avviato l’esame». Una rete sarà senza pubblicità, all’a.d. molti più poteri e il Cda avrà sette consiglieri

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ltre alla scuola, l’altro dossier sul tavolo del Consiglio dei ministri di ieri era la riforma della Rai, uno dei temi più delicati per questo governo. Ma, dopo aver esposto le novità in tema di istruzione, Matteo Renzi ha annunciato che i ministri «hanno avviato l’esame» della riforma della tv pubblica, rimandando però tutto a un nuovo consiglio. Nulla di fatto, cioè. Eppure il premier qualche indicazione l’ha offerta. A cominciare dal rapporto fra Rai e politica. «Occorre innanzitutto che non vi sia contiguità con partiti e forze politiche che porti tutti i giorni a dover discutere e valutare, sentendo membri della commissione di vigilanza e di partito — ha spiegato — Questo non significa che le forze politiche non possano avere il compito di vigilare e di indicare le persone, ma significa che quando hai scelto chi controlla e guida, non è che per nominare un caporedattore

devi entrare nella discussione». Insomma, una gestione più snella, per la quale, secondo Renzi, bisogna intervenire “dalla testa”. «Immaginiamo un Cda più ristretto, la cui maggioranza sia eletta dal Parlamento in seduta comune e con un membro espressione dei dipendenti Rai». L’idea del governo è

RIl capo azienda,

nel progetto, sarà individuato dal ministro dell’Economia

RI dipendenti

della tv di Stato avranno un loro rappresentante in consiglio

che i consiglieri (che oggi sono nove e diventerebbero sette) siano scelti in base a precise specializzazioni, dall’informazione all’intrattenimento. «Il governo crediamo abbia il dovere più che il diritto di individuare il capo azienda che deve passare dal voto di conferma del Cda. E serve un chiaro progetto culturale e politico, il governo offrirà valutazioni ma il Parlamento sarà decisivo». L’idea che Renzi ha in mente sembra già abbastanza definita e le linee principali sono già state ampiamente anticipate dalla stampa. Il fulcro sembra essere proprio la forte differenziazione dei tre canali televisivi: la prima rete (Rai1) manterrebbe la sua natura generalista, la terza sarebbe privata della pubblicità e verrebbe dedicata esclusivamente a trasmissioni culturali. La seconda avrebbe una vocazione sperimentale, definizione che al momento rimane oscura. Come detto, il capo azienda, cioè l’am-

ministratore delegato, verrebbe scelto dal ministro dell’Economia, in pratica dal governo e avrebbe molto più potere dell’attuale direttore generale, facendo parte del Cda, il consiglio d’amministrazione, mentre oggi il direttore generale ne è fuori e si divide le competenze con il presidente. Dei sette consiglieri, oltre all’a.d., due verrebbero nominati dal ministro dell’Economia. Mentre la vera novità sarebbe il consigliere espressione dei dipendenti Rai. La commissione parlamentare di vigilanza funzionerebbe solo come organo di controllo. Infine, una chiosa in risposta alle critiche piovute sul progetto Renzi: «Non è vero che vogliamo mettere le mani nella Rai. Se volessimo davvero farlo ci basterebbe aspettare la decadenza dell’attuale governance: la legge Gasparri ci consentirebbe di fare tutto quello che vogliamo». f.riz. Il premier Matteo Renzi durante la conferenza stampa di ieri sera ANSA

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VENERDÌ 13 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

DOPO LA CASSAZIONE

La Cei contro Berlusconi «Immorale»

Il ristorante «Er Faciolaro», nel cuore di Roma: in manette il proprietario, un calabrese di 47 anni ANSA

Blitz al Pantheon Chiusi due locali in mano alle cosche 1A Roma in manette un imprenditore calabrese

Gioia Tauro: sigilli a un maxi centro commerciale Francesco Rizzo

«T

rattoria tipica romana nata nella prima metà del 1900», recita il sito del Faciolaro che, insieme a La rotonda, è uno dei due ristoranti sequestrati ieri a Roma, in zona Pantheon. Perché dietro a «una delle più antiche trattorie romane» e al locale «dove vi prenderemo per la gola con gusto e passione» c’era la ‘ndrangheta. E così, la Dia ha arrestato il proprietario, Salvatore Lania, 47 anni, calabrese, accusato di intestazione fittizia di beni per un valore di 10 milioni di euro. Le indagini hanno messo in luce gli investimenti di Lania, che non erano compatibili rispetto ai modesti redditi dichiarati, oltre a due società di comodo, intestate a parenti o dipendenti, uno schermo dietro cui l’uomo nascondeva le sue attività. Nel-

l’inchiesta sono coinvolte altre otto persone e, oltre ai ristoranti, è stato sequestrato un negozio di souvenir, sempre nel cuore della Capitale. Divampano le reazioni: secondo la Coldiretti, in Italia sarebbero almeno 5 mila i ristoranti nelle mani delle cosche, mentre il Comune di Roma lavora a una mappatura delle attività commerciali «anomale» ovvero quelle che si segnalano per «frequenti cambi di licenza e vorticosi cambi di società che gestiscono gli immobili», spiega l’assessore alla Legalità di Roma, Alfonso Sabella. Che aggiunge: «Il problema è che, dati i costi esorbitanti degli affitti in centro, ben pochi si possono permettere di investire e le mafie, invece, ne hanno bisogno». Per riciclare i proventi illeciti, ovvio. Ma Lania non è un nome nuovo: era già stato coinvolto nel clamoroso sequestro del Café de Paris, lo-

NOTIZIE TASCABILI AUGURI DA TUTTO IL MONDO PER BERGOGLIO

cale simbolo della Dolce Vita, in un’inchiesta del 2009 sulle infiltrazioni nella Capitale della cosca Alvaro di Sinopoli (Reggio Calabria). L’uomo era legato a trafficanti di merce contraffatta, dalla Cina alla Repubblica Ceca, via Gioia Tauro. AMBULANTE E proprio a Gioia Tauro, la Finanza ha sequestrato ieri l’Annunziata, un maxi centro commerciale parte del “tesoro” da 210 milioni di euro del clan Piromalli. Annunziata come Alfonso Annunziata, campano, ex-ambulante nei mercatini rionali diventato titolare del centro commerciale, in stretta collaborazione con la ‘ndrangheta. In manette, oltre a lui, dieci persone; sequestrate le quote di dodici società: tra le fonti di guadagno anche la vendita di abbigliamento o accessori con marchi falsi. © RIPRODUZIONE RISERVATA

● Il giorno dopo della gioia per l’assoluzione in terzo grado di Silvio Berlusconi per la vicenda Ruby, arriva la doccia fredda inaspettata, dal più inaspettato dei critici: il segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana, monsignor Nunzio Galantino. «La legge arriva fino a un certo punto ma il discorso morale è un altro», ha detto il rappresentante dei vescovi. Dando man forte, così, alla presa di posizione dell’“Avvenire”, il quotidiano della Cei che, affiancato anche da “Famiglia Cristiana”, si chiede: «La disciplina e l’onore sono compatibili con determinate frequentazioni private? (...) Lo sono con la menzogna reiterata delle cene eleganti rivelatesi un sistema di prostituzione conclamata?». Insomma, il variegato mondo cattolico non assolve moralmente il leader di Forza Italia. Ma a criticare Berlusconi arriva anche il presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Rodolfo Sabelli: «Chi invoca la responsabilità civile» in relazione all’assoluzione di Silvio Berlusconi dal processo Ruby «è veramente fuori strada. Non vorrei che si utilizzasse questa assoluzione in chiave di attacco alla magistratura». Una presa di posizione che è una evidente difesa dei pm di Milano. Alla quale si affianca anche il presidente dell’Autorità nazionale Anticorruzione Raffaele Cantone: «Non credo affatto che sia stato un errore fare il processo e non credo che abbia sbagliato la procura di Milano».

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SVOLTA STORICA

Nozze gay, via libera dall’Europarlamento: «Sono un diritto umano»

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er il Parlamento europeo è un “sì” a larga maggioranza (390 favorevoli, 151 no e 97 astensioni): le unioni civili e il matrimonio tra persone dello stesso sesso sono un diritto umano. È l’esito del voto sulla «Relazione annuale sui diritti umani e la democrazia nel mondo», curata dall’europarlamentare del Pd Pier Antonio Panzeri. Ma proprio i rappresentanti del Pd si sono divisi su un documento che, tra l’altro, incoraggia «governi e istituzioni a contribuire alla riflessione sul riconoscimento di queste unioni», ma anche a garantire «il diritto di accedere a una pianificazione familiare volontaria e a un aborto sicuro e legale». In particolare, sul paragrafo che riguarda la promozione delle unioni civili, approvato dall’aula, ci sono stati due “no” (Luigi Morgano e Damiano Zoffoli), un non voto (Silvia Costa) e due astenuti (la capodelegazione Patrizia Toia e Caterina Chinnici). «Le decisioni su queste materie de-

Una coppia sposata in Portogallo EPA

licatissime sono proprie degli Stati membri e non delle Istituzioni europee», spiega, per esempio, Morgano. Attacca, invece, Nichi Vendola, presidente di Sinistra Ecologia Libertà: «Qualcuno informi Renzi e Alfano della decisione della Ue». IMPEGNO Su 28 Paesi dell’Unione Europea, l’Italia è una dei nove che non prevedono alcun tipo di tutela per le coppie omosessuali. Ma in un documento che il governo presenterà al Consiglio dei Diritti Umani che terminerà il 27 marzo, l’Italia si è impegnata con le Nazioni Unite a riconoscere le unioni e il matrimonio tra persone dello stesso sesso.

ISIS, BOMBE AL CLORO IN IRAQ ● L’accusa arriva da un video della Bbc (foto Ansa): a Tikrit, dove è in corso l’offensiva dell’esercito dell’Iraq, l’Isis starebbe usando bombe al cloro, che diffondono un fumo arancione. Inalato in grandi quantità, il cloro brucia i polmoni. Silvio Berlusconi, 78 anni LAPRESSE

CINQUEMILA EURO L’UNO

IN CASSA INTEGRAZIONE LAVORAVANO ALL’ESTERO

Utili da record E Volkswagen premia gli operai

Alitalia, pignorati i piloti truffatori Sequestrati conti correnti e case

● La Volkswagen registra un rialzo dell’utile dell’8,8% nel 2014 (13 miliardi e fatturato di 202 miliardi) grazie al mercato cinese e festeggia con un premio di 5 mila euro per ogni dipendente. Resta, però, il piano di tagli annunciato a luglio. Si risparmierà soprattutto sulla produzione di auto: addio alla Polo 3 porte.

Sono 42 i piloti Alitalia coinvolti ANSA

● Percepivano la cassa integrazione (tra i 3 mila e gli 11 mila euro mensili) benché lavorassero all’estero per altre compagnie, con uno stipendio tra i 13 e i 15 mila euro. E così, 42 piloti dell’Alitalia hanno subito il blocco dell’indennità, il congelamento del Tfr maturato nel periodo di Cigs e mobilità, sequestri di case e conti correnti. Secondo la Finanza, il danno all’erario ammonta a 7,6 milioni. L’inchiesta prosegue, con un migliaio di posizioni al vaglio. Ma intanto, a Ferrara, un pilota assunto da un’altra compagnia e che non aveva informato l’Inps, è stato assolto: aveva utilizzato il periodo nella nuova società per ripristinare i brevetti «soggetti a stringenti controlli di operatività professionale», scrive il giudice. Altrimenti, «visti i tempi lunghissimi della crisi di Alitalia», avrebbe rischiato di perdere la licenza.

IN FUGA PER AMORE

VICENDA LUNGA 3 ANNI

CONTRO L’ASSOLUZIONE

I due anni di Papa Francesco tra piccole e grandi rivoluzioni

Va da Imperia a Genova in bici Ha solo 14 anni

Processo marò, ennesimo rinvio: udienza il 1°luglio

Cucchi, la famiglia presenta ricorso in Cassazione

● Sono passati due anni da quella sera in cui Papa Francesco si affacciò sorridente alla finestra di San Pietro. Due anni di piccole e grandi rivoluzioni, con una visione della Chiesa che possa concretamente aiutare il prossimo, che si tratti del senzatetto che ha bisogno di una doccia sotto il porticato del Bernini, come delle tragedie di interi Paesi in guerra, dal Medio Oriente all’Ucraina, per cui Bergoglio si è mosso attivamente come mediatore nella diplomazia internazionale. Un Papa attento ai social (su Twitter ha oltre 19 milioni di follower) sta ricevendo da ieri migliaia di auguri da tutto il mondo e oggi saranno diverse le celebrazioni (in Chiesa come in tv) per festeggiare questi primi due anni di pontificato dedicato alla gente.

● A 14 anni fa 130 chilometri in bicicletta da Imperia a Genova per amore. Da qui avrebbe dovuto proseguire per Milano, in treno, per raggiungere la fidanzatina, ma il suo viaggio tenero e avventuroso è finito ieri all’alba a Genova, dove alcuni agenti insospettiti dal ragazzino solo per strada lo hanno identificato e ricondotto a casa.

● Ancora un rinvio. L’ennesimo. Il tribunale speciale di New Delhi ha fatto slittare l’udienza dei due marò «al primo luglio, in attesa di una pronuncia della Corte Suprema che sta esaminando il caso». Una nuova verifica dunque di quanto accaduto nel 2012 nell’incidente in cui morirono due pescatori indiani. Inevitabili le polemiche e la

L’incontro in Vaticano voluto dal Papa tra Shimon Peres e Abu Mazen ANSA

I due marò Latorre e Girone LAPRESSE rabbia in Italia, Salvini e La Russa in testa, ma anche deputati Pd. Il ministro degli Esteri Gentiloni ha detto: «Prendiamo atto del rinvio, ma noi lavoriamo per una soluzione basata sull’intesa politica tra i due governi».

● Lo avevano annunciato subito dopo l’assoluzione e così è stato. La famiglia di Stefano Cucchi e la procura generale hanno fatto ricorso in Cassazione per la mancata condanna di tutti gli imputati (sei medici, tre infermieri e tre agenti della polizia penitenziaria) accusati dell’omicidio del 31enne romano morto dopo il suo arresto nel 2009.


AltriMondi R

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VENERDĂŒ 13 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Altro che “Soliti Idioti� Sono diventati intelligenti

1In arrivo La Solita Commedia, nuovo film di Biggio e Mandelli

ÂŤRidiamo dei piccoli mostri che si nascondono in ognuno di noiÂť Elisabetta Esposito

SOYUZ A TERRA CON 3 ASTRONAUTI

ROMA

â—? Tre astronauti hanno lasciato la Stazione spaziale internazionale dopo quasi sei mesi in orbita, per rientrare con un’astronave Soyuz atterrata nella steppa del Kazakistan. Il rientro si è svolto secondo i piani: hanno toccato terra il comandante Barry ÂŤButchÂť Wilmore, della Nasa, e gli ingegneri aeronautici Alexander Samokutyaev e Elena Serova, dell’agenzia spaziale russa Roscosmos (la foto rilasciata dalla Nasa mostra i tre dopo l’uscita dalla navicella). Sulla Stazione spaziale restano tre persone, tra le quali la nostra Samantha Cristoforetti. Presto saranno raggiunte da altri tre colleghi, che decolleranno il 27 marzo.

L’

idea c’è e funziona pure molto bene. Biggio e Mandelli allontanano i Soliti Idioti grazie a Dante. Mica male. Nel loro nuovo film, La Solita Commedia - Inferno (al cinema dal 19 marzo con Wildside e Warner in 400 copie), il Sommo Poeta viene infatti catapultato da un Dio imbottito di whisky ed ansiolitici sulla Terra per classificare i peccati dell’era moderna, incomprensibili per il povero Minosse (ÂŤDove lo metto l’hacker? E lo

CARTONE CULT

Frozen ha incassato una valanga di dollari Disney farĂ il sequel

PRENDIAMO IN GIRO ANCHE PADRE PIO. RISCHIOSO? NON Câ€™Ăˆ OFFESA SE LA BATTUTA HA UN SENSO BIGGIO E MANDELLI ATTORI E REGISTI

Francesco Mandelli, 35 anni e Fabrizio Biggio, 40, protagonisti di ÂŤLa Solita Commedia-InfernoÂť

stalker??Âť). Il risultato della loro prima opera da registi, insieme all’amico Martino Ferro, è pungente e divertente. E quello che si sente dire al termine della presentazione alla stampa è piĂš o meno questo: ÂŤMa sono diventati intelligenti?Âť. Loro ci ridono su: ÂŤGuardate che è la stessa roba! Nei Soliti Idioti si arrivava al “Dai Ca...â€? di Ruggero perchĂŠ l’estrema volgaritĂ era il suo mezzo comico, qui abbiamo puntato su altro. Cercavamo una cosa diversa, abbiamo voluto rischiare perchĂŠ con i Soliti Idioti non ci divertivamo piĂš. Ma siamo sempre noi e continuiamo a rappresentare quello che vediamo. Solo che al posto degli idioti ci sono i peccatoriÂť. E si va dal tecnoincontinente drogato di Smartphone (con gentile omaggio a Trainspotting) al maniaco della pulizia, dal molestatore di chi

ha fretta al covatore di rabbia: con Dante (Francesco Mandelli) che compone nuove terzine (tra l’altro ben scritte!) mentre un trentenne e disincantato Virgilio (Fabrizio Biggio) gli fa attraversare i gironi del “Bar alle 8 di mattinaâ€?, “Traffico nell’ora di puntaâ€?, “Supermercatoâ€? e cosĂŹ via fino al termine di una giornata d’inferno... CONTRO TUTTI Di sicuro Biggio e Mandelli non hanno smesso di essere liberi e spregiudicati. Altrimenti non avrebbero mostrato una riunione di santi con Padre Pio accusato di essere ÂŤcommerciale, arrivato in Paradiso solo perchĂŠ vendi le maglietteÂť... ÂŤUn bel rischio! Padre Pio ha un fan club molto agguerrito — raccontano — ma quello che conta per noi è non fare comicitĂ gratuita: quella sĂŹ che potrebbe essere offensiva.

Questo tipo di battuta ha un senso: non viviamo in un Paese in cui Padre Pio serve al Vaticano anche per accaparrarsi clienti?Âť. Ecco appunto. ÂŤĂˆ un film libero, in un momento importante per la libertĂ di espressione come questoÂť. Un film in cui appare anche un Ministero della Bruttezza: ÂŤIl brutto che avanza è uno dei peggiori peccati di oggi. Chi vedremmo a capo di quel dicastero? Gasparri, Alfano, Salvini...Âť. Ridono ancora. Qualcuno li ha giĂ definiti “i nuovi Mostriâ€? e loro gongolano. ÂŤQuel film per noi è un modello. Abbiamo cercato di avere lo stesso spirito per raccontare l’Italia e gli italiani, i piccoli mostri che covano dentro di noiÂť, dice Biggio. E Mandelli: ÂŤPerchĂŠ in fondo c’è un po’ di noi e di voi in ognuno di quei peccatori...Âť. Š RIPRODUZIONE RISERVATA

OROSCOPO LE PAGELLE di ANTONIO CAPITANI 21/4 - 20/5 TORO

21/5 - 21/6 GEMELLI

22/6 - 22/7 CANCRO

23/7 - 23/8 LEONE

24/8 - 22/9 VERGINE

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Le paranoie agitano. E fanno perder tempo. Evitatele. E occhio a come spendete i soldi. La fortuna latita un cicinĂŹn, come la fornicazione.

Possibile malumore. E rapporti sociali tesi. Siate tenaci, ma senza fare i matti, nĂŠ gli sfigati. Sudombelico competitivo, inutilmente.

I rituali della quotidianità vi rasserenano. Ma non polverizzerete gli zebedei altrui con le vostre lagne d’amor. Marte paventa modestie suine.

Luna sfavillante, per un venerdĂŹ che vi vede motivati, creativi, premiati nel lavoro e nella ricerca dello stesso. Ormoni bombatissimi e impazienti. Uau.

Le cose vanno meglio di quanto crediate. Ergo: non sprecate energie reagendo da sclerati. Nel caso, studiate un piano B. Fornicazione moscetta.

23/9 - 22/10 BILANCIA

23/10 - 22/11 SCORPIONE

23/11 - 21/12 SAGITTARIO

22/12 - 20/1 CAPRICORNO

21/1 - 19/2 ACQUARIO

20/2 - 20/3 PESCI

7+

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7+

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6+

Siete briosi, croccanti, vitali: potete dunque conseguire ogni soddisfazione. La solita vostra glacialitĂ cala, la duttilitĂ cresce. E quanto fate i suini!

Siete tutto sommato di umore accettabile, forse perchĂŠ è venerdĂŹ. Il pragmatismo vi premia, i soldi vi confortano. StaticitĂ a sud dell’ombelico.

La Luna chez vous, per quanto utile a varare, non gradisce eccessi di emotivitĂ : ricordatevelo prima di reagire da matti. Slancio suino ingovernabile.

Stanchezza e imprevisti vi fan scendere gli zebedei fin nel Lesotho. Fate quel che potete. Fornicazione (quasi) assente. O bizzarra.

â—? Eros Ramazzotti sceglie Facebook per annunciare l’uscita del nuovo album di inediti: ÂŤQuando si finisce un lavoro, un progetto o qualsiasi altra cosa, la si guarda, le si dĂ l’ultimo ritocco... e poi si dice: “Perfettoâ€?. Ecco, il mio disco l’ho voluto chiamare cosĂŹ, un’espressione usata in tutto il mondo e riconoscibilissima! Ci sono 14 nuove canzoni ed usciranno tra due mesi esatti: il 12 maggio! #perfettoÂť. E saranno poi ben 23 gli appuntamenti live in Italia e in Europa per l’Eros World Tour: primo concerto il 12 settembre a Rimini, chiusura il 7 novembre a Torino.

CONSIGLI

21/3 - 20/4 ARIETE La Luna spiana la strada al successo. Con il contributo di grinta, fascino, intuito & colpo di glutei. Prestazioni fisiche super, anche sudombelicali.

Torna Ramazzotti Il 12 maggio esce l’album Perfetto

Belli, freschi, adulati e ricercati, vi apprestate a vivere un venerdÏ 13 fortunato e senza scongiuri. L’apice suino viene raggiunto e voi gongolate mucho.

La Luna storta l’avete. CosÏ reagite a sproposito pure di fronte alla minima contrarietà . Fate la tara ai problemi, siate furbi e fornicate.

A

vete amato Frozen, la storia delle sorelle Elsa e Anna nel regno di ghiaccio di Arendelle e del pupazzo di neve Olaf (nella foto)? Ci sono buone notizie: la Disney ha annunciato un sequel. Scelta che non sorprende: quinto incasso mondiale di tutti i tempi, il cartone uscito nel 2013 ha guadagnato oltre 1,2 miliardi di dollari. Proprio in questi giorni, nelle sale italiane in cui viene proiettato Cenerentola, il film viene preceduto dal cortometraggio d’animazione Frozen Fever. Penso che sia tutto quello che possiamo fare. Fino a quando non troveremo la nostra strada per quello che verrà dopo‌, aveva ammesso Jennifer Lee, uno dei due registi di Frozen. La stessa Lee sta curando l’adatta-

NEL SALOTTO DI PIERINO SI FA FESTA Talk show irriverente secondo lo stile del suo conduttore, Grand Hotel Chiambretti torna con nuovi ospiti e lo stile che caratterizza il programma: musica vintage, ambientazione da varietà , tentativi di incalzare l’ospite (un pochino piÚ) che altrove. Lo showman torinese debuttava sulle reti Mediaset poco piÚ di 30 anni fa con Quo Vadiz?. DA VEDERE STASERA SU CANALE 5 ALLE 23.15

STAR WARS Intanto si scopre che mancano ancora nove mesi all’arrivo dell’attesissimo Star Wars VII - Il risveglio della Forza di J.J. Abrams (negli Stati Uniti dal 18 dicembre, da noi dal 5 gennaio), ma per i fan di Luke Skywalker e Ian Solo da ieri ci sono altre due date da segnare. La Disney ha infatti annunciato che il primo spin-off di Star Wars, diretto da Gareth Edwards, si intitolerà Rogue One e arriverà nei cinema statunitensi il 16 dicembre 2016 e che Star Wars: Episodio VII, scritto e diretto da Rian Johnson, sarà nelle sale il 26 maggio 2017, 40 anni dopo il primo Star Wars di Lucas.

LO SPORT IN TV

ÂŤGRAND HOTEL CHIAMBRETTIÂť

mento per Broadway. Ora, però, si parla di un nuovo film, ancora ispirato a La regina delle nevi, fiaba del danese Hans Christian Andersen.

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VENERDÌ 13 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

GAZZA GOLOSA

1La complessità in cucina può essere vantaggiosa, la complicazione

CHE PULIZIA, IL LUGANA DI COLLINA DEI CILIEGI

Wicky Priyan, 42 anni, arriva dallo Sri Lanka, ha studiato criminologia, si è formato come cuoco in Giappone, ha avuto successo a Milano. Si è appena trasferito con «Wicky’s» in corso Italia 6. Nei suoi piatti si ritrovano Asia e Mediterraneo.

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L’ambrosia degli dei rinasce in Sicilia 1Un liquore di miele che veniva distillato solo in famiglia per la prima volta finisce in bottiglia Francesca Ciancio

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armelo Musumeci vive con le api. Vive di api. Quelle dei Monti Iblei. Il quartier generale del miele, soprattutto di timo, è Sortino, comune del Siracusano. Le arnie costruite da Carmelo seguono una tradizione millenaria, addirittura avanti Cristo. Si chiamano fascetri, costruite con legno di ferula, hanno la forma di un parallelepipedo all’interno del quale vengono messi i favi. I costruttori si chiamavano fascitrari ed era un’arte tramandata per via maschile. L’ultimo dei fascitrari è lui, Carmelo Musumeci. L’essenza di questo lavoro è raccolto in un distillato di miele, l’antica ambrosia dell’Olimpo, chiamato «Lo Spirito dei Fascitrari». Al progetto hanno lavorato, oltre a Musumeci, Sebastiano Saccuzzo, apicoltore e produttore di miele e la distilleria Giovi. Per il resto è tutta tradizione

MILLENNIUM «L’estrazione del miele - spiega Saccuzzo - avveniva per torchiatura dei favi. Per recuperare la cera (considerata più preziosa del miele), i favi, impregnati di miele, propoli e pollini, venivano messi nell’acqua calda. La cera, una volta raffreddata, veniva tolta, mentre l’acqua di risulta, carica di zuccheri, iniziava a fermentare. Da qui l’idea della distillazione e la nascita di una bevanda unica, a cui veniva aggiunto un decotto di miele». E (a scelta) mandorle, bucce di agrumi, carruba. L’avventura dei tre porta il nome di «Millennium» con lo Spirito de’ Fascitrari, fatto con miele di timo, propoli e pollini e Il Segreto, di miele millefiori ibleo. Nel primo caso la materia prima deriva solo dalle arnie più che secolari che Carmelo Musumeci ha rimesso in sesto. Tremila bottiglie (da un fascetro si ricavano 3/5 chili di miele) presentate per la prima volta allo scorso Salone del Gusto di Torino.

XUTO Storia simile per Xuto, l’azienda di 4 sortinesi, tra cui Orazio Mezzio, che, da sindaco del paese e imprenditore edile, ha voluto dedicarsi al nettare degli dei. A cominciare dal brand che pesca dalla mitologia. Xuto è il fratello di Eolo che, cacciato dalla Tessaglia, si rifugia sugli Iblei e, in segno di gratitudine per l’ospitalità, insegna ai sortinesi la ricetta del liquore di miele. Hyblon, il nome del distillato, è invece il re del popolo delle api. Questa è la zona di Pantalica, patrimonio dell’Unesco, la più grande necropoli d’Europa, realizzata sforacchiando le pareti calcaree a picco sul greto del fiume Anapo. Xuto ha scelto una distillazione più moderna per garantire colore chiaro e piena florealità del naso. Così è per Hyblon, nel quale viene aggiunto il decotto di miele – il «gileppo» -, e per Anima, privo di aggiunta, che risulta molto più simile a una grappa. «Dalle nostre parti è sempre stato usato come digestivo – racconta Mezzio –. Si sposa bene con gli amaretti ma personalmente la amo come bevanda meditativa, è un distillato che ti fa compagnia». © RIPRODUZIONE RISERVATA

E’ uno dei momenti più attesi per tecnici e appassionati. Luca Gardini, il nostro guru dei vini, sceglie i migliori 100 vini del mondo e ne fa un librettino che oggi troverete in omaggio con Sport Week. Il vincitore del 2015? Un bianco francese che vi stupirà. Come sempre tante etichette italiane e francesi, ma anche molte sorprese da Paesi nei quali la cultura del vino è in grande crescita.

100 BEST WINE SU SPORT WEEK

l dashi è la base della cucina giapponese. Io dico che è il cuore e la schiena! Un brodo di pesce indispensabile per realizzare i piatti più importanti. L’ingrediente principale è il katsuobushi, il filetto di bonito essiccato, fermentato, affumicato e ridotto a fiocchi. La preparazione del dashi è stata codificata 1300 anni fa, ma le prime tracce risalgono addirittura a duemila anni fa. Io ho imparato a farlo in Giappone. Era una scuola molto dura: preparavamo il brodo alle 4 di mattina. Il maestro entrava nella cucina, annusava e diceva: «Va bene» oppure «Buttate via tutto e ricominciate da capo». Oggi anche io sono in grado dall’odore di capire se il dashi è stato fatto bene. Ci vuole disciplina, rispetto e responsabilità per cucinare. Nulla è lasciato al caso. Ci sono due livelli di brodo. Nel primo si mette a scaldare un litro di acqua minerale, si aggiunge l’alga kombu che va tolta dopo un minuto. A quel punto si va con 50 grammi di katsuobushi, si spegne il fuoco, si lascia per due minuti e si filtra. Con i fiocchi già utilizzati si prepara un dashi di secondo livello: mezzo litro di acqua e ad esempio una mezza testa di dentice che unita a sake, miri e soia regala un altro brodo incredibile.

IL LUGANA, Collina dei Ciliegi, Loc. Erbin, Grezzano (VR). UVE: Trebbiano di Lugana. PREZZO: circa 12 euro IL VOTO

87/100 RAPPORTO QUALITÀ PREZZO MOLTO INTERESSANTE ★★★★★ SI ABBINA ALLA GRANDE CON GAMBERI ROSSI CON INDIVIA GRIGLIATA DEGUSTARE ASCOLTANDO CHIARA: «STRAORDINARIO»

Il consiglio

B

onito è un termine generico che comprende diversi tipi di tonno. In Giappone per fare il katsuobushi usano il tonnetto striato (skipjack tuna). Che si tratti di questo o di un parente prossimo l’importante è comprarlo freschissimo. In caso di dubbi toccate l’occhio. Se il dito si attacca va bene. Per un antipasto buonissimo mettete un filetto di bonito a marinare in frigo per 3 ore con sale, pepe e un cucchiaio di soia. Cuocete al vapore a 80° per 7 minuti, spezzettate il pesce, aggiungete maionese, cipolla rossa, due uova sode a pezzettini fino a farne una crema da spalmare sul pane.

FOCACCIA VENETA FRACCARO 8 EURO (750 GR) NEI SUPERMERCATI FAMILA

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● Lievito madre, uova e un po’ di burro. Gli aromi Spumadoro con oli essenziali di agrumi e una punta di rhum. La ricetta della focaccia veneta è semplice. E’ il pezzo forte della pasticceria Fraccaro, una storia nata a Castelfranco Veneto con un forno nel centro. La focaccia è la colazione dei veneti, sopra ha una glassa di mandorle e zucchero. Si può inzuppare nel latte o farcire con creme. Francesco Velluzzi ● www.fraccarodolciaria.it

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La focaccia veneta da inzuppare nel latte

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Di luminosa trasparenza, Il Lugana ha profumi netti e vivi che richiamano la pesca, le erbe aromatiche e i fiori bianchi. Al gusto è delicato e fresco con ritorno di agrumi e tocchi minerali di piacevole persistenza.

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uella di Massimo Gianolli è una storia classica. Manager di successo nel mondo finanziario (è amministratore delegato del GruppoGeneral) ad un certo punto della sua vita sente il richiamo forte delle radici. Il cuore lo riporta sulle colline della Valpantena (Verona) e in pochi anni dà vita e forza alla Collina dei Ciliegi, azienda nota per l’Amarone, il Ripasso e la Valpolicella. A noi però piace parlarvi del Lugana 2014, un vino da rivalutare, che vi incanterà per pulizia, freschezza ed eleganza.

IL DOLCE

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SORSEGGIANDO di LUCA GARDINI

IL DASHI È LA FORZA DEI PIATTI GIAPPONESI

La spettacolare necropoli di Pantalica e dall’alto le due bottiglie: Hyblon e lo Spirito dei Fascitrari

orale, consumo che veniva fatto dalle famiglie della zona, ciascuna con la sua ricetta segreta. Veniva spesso usato come «merce di scambio» da donare ai notabili del paese. Mai messo in commercio per questioni legali legate al metodo artigianale di distillazione.

Pagina a cura di Pier Bergonzi e Daniele Miccione

mai. (da «10 lezioni di cucina») Niko Romito (1974, tre stelle del Reale)

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VENERDÌ 13 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT


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