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mercoledì 18 marzo 2015 anno 119 - numero 65 euro 1,40
PANCHINA ROSSONERA: IL CAGLIARI E’ DECISIVO, PRONTO BROCCHI TRAGHETTATORE
Inzaghi via se non batte Zeman Milan: Sarri tra Conte e Montella In quattro al casting per la prossima stagione: c’è anche Spalletti GOZZINI, OLIVERO, PASOTTO ALLE PAGINE 18-19
Il c.t. Conte, il viola Montella, Sarri (Empoli) e Spalletti
DORTMUND, 20.45: OTTAVI CHAMPIONS
8
VAI JUVE! E’ LA SVOLTA BUONA
Pereyra trequartista dietro a Tevez e Morata. Allegri parte dal 2-1 dell’andata ma avvisa: «Non sarà 0-0, per passare serviranno gol» Arrivare ai quarti di finale vale 9 milioni
SIMEONE E TORRES AVANTI AI RIGORI BRIVIDI MONACO Leverkusen, 3 errori: festa Atletico L’Arsenal vince 2-0, ma non basta Oggi il Barça difende il 2-1 col City GRIMALDI, LONGHI, RICCI PAG. 8-9, COMMENTO LICARI PAG. 25
12
INTER, IN EUROPA ANCORA CARRIZO E SHAQ? CI PROVA
BOCCI, CONDO’, DELLA VALLE, GRAZIANO DA PAGINA 2 A PAGINA 5
IL COMMENTO di ARRIGO SACCHI 25
Juan Pablo Carrizo, 30 anni: è all’Inter dal gennaio 2013
9 771120 506000
50 3 1 8>
Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano
PERCHE’ IL BORUSSIA SI PUO’ ELIMINARE
Dopo gli errori di Wolfsburg, fiducia al 2° portiere. Si tenta il miracolo per lo svizzero. Mancini: «Fuori le palle»
La Juve inizia la settimana più importante come meglio non poteva. Vince a Palermo, ipoteca lo scudetto e cancella i dubbi sulla condizione fisica.
BREGA, DALLA VITE A PAGINA 12
16
L'ARTICOLO A PAGINA 25
DERBY PER IL 2° POSTO
La doppia faccia della capitale Roma, Champions o adieu Garcia Lazio, offerto il doppio ad Anderson
PRESSING SU DYBALA: AGNELLI ORA È IN POLE LAUDISA A PAGINA 5
Paulo Dybala, 21 anni, 12 gol in questo campionato
BERARDINO, CIERI, ODDI, STOPPINI ALLE PAGINE 16-17
30
TIRRENO-ADRIATICO QUESTA SERA
C’è il dopo-Juve e «Bomber» con Milito
Cancellara-Quintana festa per due Nibali: «Sanremo aperta anche a me»
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IL ROMPIPALLONE di GENE GNOCCHI Ferrero incontenibile. Dopo aver urlato «Sinisa ti amo» ora vuole anche un figlio da lui.
DA NON PERDERE 1 Serie B, a Livorno sbarca il debuttante Panucci Spinelli, 22° allenatore FORESI A PAGINA 27
2 Nba, Gallo a cresta alta «Sapevo che sarei ritornato come prima» CHINELLATO A PAGINA 32
GHISALBERTI, GIALANELLA ALLE PAGINE 30-31
3 MotoGP, la nostra griglia Sorpresona Ducati Honda davanti e Vale... FALSAPERLA A PAGINA 28
2
Champions R Ritorno ottavi
Juve, ora fa’ vedere chi sei L’Italia ti chiede l’Europa
1A Dortmund prova di maturità per i bianconeri, che da 4 anni dominano in Serie A Allegri sceglie la difesa a 4 e Pereyra per ridurre i rischi e attaccare con più uomini Paolo Condò
LA MOSSA OFFENSIVA
INVIATO A DORTMUND (GERMANIA)
Q
ualsiasi percorso diretto a Berlino che faccia tappa a Dortmund ha il potere di rallegrare il calcio italiano, e la ricca aneddotica che la stessa Juventus vanta sul campo del Borussia - dalle imprese di Roberto Baggio a quelle di Alessandro Del Piero - induce buone vibrazioni in questa tiepida serata di vigilia. Allegri scherza con l’unico ma non marginale dubbio di formazione, la difesa a tre con Barzagli o quella a quattro con Pereyra trequartista, sostiene di non aver ancora deciso il modulo e probabilmente è vero, ma le indicazioni dell’ultimo allenamento spingono verso la «quattro», e non saremo noi a lamentarcene.
POGBA
MORATA TEVEZ
PASSAGGIO
I PREGI DELLA «QUATTRO» Conte dava della «tre» un’interpretazione grintosa, frenetica e podistica, con i terzini a spolmonarsi da un’area all’altra per evitare che la squadra si facesse chiudere, e malgrado l’alto voltaggio in Europa finiva per pagare l’uomo in meno a centrocampo; Allegri è il profeta di un calcio diverso, meno fiammante ma più fluido, e la regola aurea del football (e non solo) è fare sempre ciò che si sa fare, ciò che si sente adatto alla propria natura. Una difesa a quattro protetta da Marchisio, che ovviamente non vale Pirlo in regia ma ha più gamba di lui in copertura, dovrebbe consentire alla Juve la partenza elastica dell’andata: ripiegata come un giunco nei momenti di bufera tedesca (mettetevi il cuore in pace, verLA JUVE SI QUALIFICA ranno), ma pronta a riversarsi ANCHE CON UN PARI con parecchi uomini nell’altra O SE PERDE 3-2, 4-3, 5-4... metà campo al primo pallone recuperato dal pressing di Pereyra, ● Si riparte dal 2-1 che si legge trequartista ma in redell’andata per la Juve, altà è il difensore zero nella caterisultato che lascia tranquilli na protettiva di Allegri. Questa fino a un certo punto. Se il per la Juve è una cruna dell’ago Borussia vincesse per 1-0, stretta ma accessibile, il tunnel passerebbero i tedeschi di passaggio verso l’aria aperta grazie al gol segnato in dei quarti di finale, e il 2-1 deltrasferta. In ogni caso la l’andata (risultato un po’ avaro, Juve può giocare per il un impossibile due e mezzo a pareggio, il Borussia no. uno avrebbe fotografato il match La squadra di Allegri può al bacio), così temuto per quel permettersi anche una gol subìto in casa, potrebbe infisconfitta, a patto di perdere ne rivelarsi una mano santa: se la con un gol di scarto e partita salta in aria, alla Juve barealizzare almeno due reti: sta rimanere in scia (2-3, per in3-2, 4-3, 5-4 e via così. tenderci) per venire promossa. Ovviamente in caso di 2-1 per LA GESTIONE DIVERSA DI ALi gialloneri si andrebbe ai LEGRI La quarta stagione da supplementari ed squadra migliore d’Italia, la prieventualmente ai rigori. ma di Allegri dopo i tre scudetti di Conte, sta viaggiando su frequenze diverse: meno punti in classifica dopo 27 giornate (64 contro i 72 dell’anno scorso), più punti di vantaggio sulla seconda (14 contro 11). La nostra lettura di questi dati, arbitraria ma - pensiamo - logica, è che la prospettiva di avanzare in Champions unita alla minore opposizione da parte Marco Reus, dei rivali (spentasi la Roma, la concorrenza in Ita25 anni, uno lia è stata davvero nulla) abbia consigliato ad Alledei maggiori gri una gestione delle risorse psicofisiche adatta pericoli del ad arrivare al top a primavera, e pazienza per qualBorussia che pareggino in campionato. Al contrario di ConDortmund te, che il giorno dopo l’inopinata uscita dalla AFP Champions dicembrina scelse il record di punti in Serie A come obiettivo stagionale, con buona pace di un’Europa League cui sarebbe stato necessario dedicare un po’ di turnover (e addio 102 punti).
MOVIMENTO
● Già a Torino la Juve colpì in contropiede. La situazione si ripeterà, probabilmente in modo ancora più accentuato, a Dortmund. E come due settimane fa il «triangolo delle Bermuda» formato da Pogba, Morata e Tevez può costituire l’arma migliore nelle mani di Allegri. Morata è un centravanti mobile e sa spostarsi a sinistra, dove può ricevere i suggerimenti oltre che i raddoppi di Pogba, la cui zona di azione è proprio da
Un triangolo per colpire in contropiede
situazione
JUVE PER TUTTI In una stagione in cui già a marzo nessuno legge più la targa della Juve, l’accesso ai quarti di Champions dei campioni d’Italia diventa fondamentale per tutti; se l’Europa respingesse ancora i bianconeri, decretandone uno spessore insufficiente per i piani alti, cosa diavolo dovremmo pensare degli altri nostri club? Meglio non provare nemmeno a immaginarlo, confidando che una squadra così dominante in patria sappia cavarsela anche in un’Europa di gerarchie più fluide e incerte rispetto a come le descrivevamo a settembre: il Chelsea è uscito agli ottavi, il Real Madrid quasi, e un sacco di altre formazioni non si sentono troppo bene. Il Westfalenstadion di Dortmund, con la sua curva meravigliosa (anche se a chi la considera la
quelle parti. Al movimento di Morata, corrisponde quello di Tevez (nella foto) verso il centro dell’area (ma vale anche l’inversione dei fattori: l’argentino che si sposta sull’esterno, lo spagnolo che si butta dentro), per andare a raccogliere il suggerimento del compagno di reparto. Allo Juve Stadium la mossa ha pagato abbondanti dividendi, in casa del Borussia potrebbe succedere lo stesso.
LA MOSSA DIFENSIVA POGBA
VIDAL PEREYRA
SAHIN
GUNDOGAN
MOVIMENTO
Il pressing alto di Pereyra, primo difensore
● Se come sembra Allegri sceglierà la difesa a quattro con un trequartista davanti ai tre di centrocampo, Pereyra rivestirà un ruolo doppiamente importante. L’argentino sarà il «difensore zero» nella catena protettiva della Juve: dovrà infatti occuparsi di andare in pressing su Sahin e Gundogan, cioè gli ideatori della manovra del Borussia Dortmund, aiutato dai raddoppi di Pogba (nella foto) e Vidal, impedendo così alla
migliore d’Europa ricordiamo sommessamente la Kop), è davvero la cruna dell’ago: ciò che si intravvede al di là è un orizzonte privo di barriere invalicabili. IL PESO DELLE STELLE Se il primo comandamento è evitare il più a lungo possibile di farsi chiudere nella propria area, e in questo senso il passaggio a una difesa a tre può essere la blindatura di un risultato ormai conseguito, è chiaro che serate come questa chiamano in causa le stelle, sia pure all’interno di un contesto che deve essere collettivo. All’andata il triangolo delle Bermude Tevez-PogbaMorata confezionò le due reti bianconere praticamente in contropiede, opportunità tattica che fatalmente si ripresenterà stasera. E’ a loro tre, oltre che al dispositivo Lichtsteiner-Bonucci destinato al temibile Reus, che Allegri chiede il colpo da quarti di finale. Sarebbero quarti di nobiltà: più che una destinazione, un destino. © RIPRODUZIONE RISERVATA
fonte i rifornimenti per i quattro d’attacco. Non solo: l’eventuale recupero alto del pallone permetterebbe alla Juve di riversarsi prontamente nella metà campo avversaria con molti uomini, perché a quel punto, oltre alle due punte, sarebbero già in zona anche i due interni. Poi, al quadro tattico difensivo dei bianconeri si aggiungerà la tenuta del dispositivo Lichtsteiner-Bonucci, che si occuperanno di Reus.
LA SUPREMAZIA NAZIONALE 2014-15* GOL FATTI SUBITI
*dopo 27 partite 54 14
64
54 18
2011-12* GOL FATTI SUBITI
SUL MILAN SULL’ INTER
29 27
SUL MILAN SULL’ INTER
28
VANTAGGI 63 19
72
SULLA 2ª
59
SULLA 2ª
2012-13* GOL FATTI SUBITI
14
punti
2013-14* GOL FATTI SUBITI
VANTAGGI SULLA 2ª
39 17
53
VANTAGGI 6
11
37
SUL MILAN SULL’ INTER
11 12
SUL MILAN SULL’ INTER
12
VANTAGGI A -5 DAL MILAN
GDS
3
MERCOLEDÌ 18 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
4-2-3-1
BORUSSIA D. WEIDENFELLER
KIRCH
SUBOTIC
34 anni
32 anni
26 anni
1
21
4
COSÌ IN CAMPO
ARBITRO: Mazic (Ser) GUARDALINEE: Ristic-Djurdjevic (Ser) GIUDICI DI PORTA: Grujic-Filipovic (Ser) QUARTO UOMO: Petrovic (Ser)
DORTMUND ore 20.45 STADIO Signal Iduna Park
36
5 -
Presenze Gol
Presenze Gol
HUMMELS
SCHMELZER
SAHIN
26 anni
27 anni
26 anni
15
29
25 -
15. HUMMELS
11. REUS
8. GUNDOGAN 4. SUBOTIC
18
LICHTSTEINER
BONUCCI
37 anni
31 anni
27 anni
1
26
19
Presenze
10. TEVEZ
23. KAMPL
18. SAHIN
21. KIRCH
BUFFON
29. SCHMELZER
1. WEIDENFELLER Presenze
4-3-1-2
JUVENTUS
17. AUBAMEYANG
90
25 -
Presenze Gol
23 1
Presenze Gol
CHIELLINI
EVRA
VIDAL
30 anni
33 anni
27 anni
3
33
23
23. VIDAL 16. BLASZCZYKOWSKI
26. LICHTSTEINER
37. PEREYRA 9. MORATA
Presenze Gol
26 2
Presenze Gol
28 1
Presenze Gol
GUNDOGAN
BLASZCZYKOWSKI
KAMPL
24 anni
29 anni
24 anni
8
16
23
8. MARCHISIO
18 -
6. POGBA 1. BUFFON
3. CHIELLINI
Presenze Gol
19 1
Presenze Gol
24 3
6 -
Presenze Gol
REUS
AUBAMEYANG
KLOPP
25 anni
25 anni
47 anni
11
17
ALLENATORE
Presenze Gol
25 12
Presenze Gol
16 4
33. EVRA
PANCHINA 22 Langerak, 5 Kehl, 25 Papastathopoulos, 6 S. Bender, 7 Kagawa, 9 Immobile, 10 Mkhitaryan SQUALIFICATI: nessuno DIFFIDATI: nessuno INDISPONIBILI: Grosskreutz, Piszczek, Durm
Al Borussia D. dal 2008/09
PANCHINA 30 Storari, 15 Barzagli, 20 Padoin, 7 Pepe, 14 Llorente, 32 Matri,11 Coman SQUALIFICATI: nessuno DIFFIDATI: Lichtsteiner, Pogba, Vidal, Pereyra, Morata INDISPONIBILI: De Ceglie, Sturaro, Pirlo, Caceres, Marrone
CL
11
CL
17
8 PARTITE
24 anni
8
6
37
28 2
Presenze Gol
2009-10 2010-11 2011-12 2012-13 2013-14
Vittorie Juventus
GOL FATTI
MORATA 22 anni
47 anni
10
9
ALLENATORE
40 10
Fabiana Della Valle INVIATA A DORTMUND
I
Claudio Marchisio, 29 anni, con Massimiliano Allegri, 47 LAPRESSE
SE VANNO AI QUARTI I BIANCONERI INCASSANO 9 MILIONI ● È una partita da 9 milioni per la Juventus. In caso di passaggio del turno, i bianconeri riceverebbero 3,9 milioni come bonus per i quarti e 2,2 milioni dal market pool. Va poi contato l’incasso in più al botteghino: col Borussia sono entrati 2.745.437 euro, record per lo Juventus Stadium.
Alla Juventus dal 2014/15
EL CL EL EL 2009-10 2010-11 2011-12 2012-13 2013-14
QUI BORUSSIA
Immobile va in panchina Dubbio Sahin-Bender
Il più utilizzato da Allegri (36 partite) ne ha già giocate 16 da play
clic
12 2
ASSENTE
1Toccherà al Principino bianconero la regia in assenza di Pirlo
TRA I MIGLIORI D’EUROPA Max l’avrebbe voluto al Milan, alla fine è stato il tecnico a trasferirsi a Torino. E’ stata intesa al primo sguardo: Marchisio è duttile e tatticamente intelligente, due qualità che ne fanno il giocatore ideale per Allegri. Con Pirlo subito infortunato (out le prime 7 giornate tra campionato e Champions), il tecnico ha consegnato al suo factotum le chiavi del centrocampo. Lo farà anche questa sera, visto che il regista titolare è rimasto a Torino per curarsi il polpaccio: Claudio sa interpretare bene il ruolo, con uno stile tutto suo. «Pirlo e Marchisio
Presenze Gol
ALLEGRI
METEO Poco nuvoloso, temperatura 10°
Meno fantasia, più corsa Marchisio pronto a girare n Germania la primavera è già scoppiata: cielo grigio, umidità e pioggia a Torino, sole e 15 gradi all’arrivo a Dortmund. I giocatori della Juventus scendono dal pullman quasi tutti in giacca, Claudio Marchisio no: cappotto sbottonato e mani in tasca, chiacchiera e cammina per l’Iduna Park senza perdere il suo stile. Il jolly di Massimiliano Allegri non rinuncia mai all’eleganza, un po’ come il suo allenatore. Sarà anche per questo che i due si sono sempre piaciuti, anche quando si osservavano da lontano.
8 -
Presenze Gol
TEVEZ
GOL FATTI
Dati riferiti alla Champions (preliminari compresi)
21 1
Presenze Gol
31 anni
5
ASSENTE
CL: Champions League - EL: Europa League
PEREYRA
21 anni
LE ULTIME 5 STAGIONI
1
2 EL
POGBA
CAMPIONE FINALE SEMIFINALE QUARTI OTTAVI GIRONI
Pareggi
CL
21 8
Presenze Gol
29 anni
I PRECEDENTI Vittorie Borussia
93 2
Presenze Gol
MARCHISIO
Presenze Gol
TV: Canale 5 INTERNET: www.gazzetta.it
LE ULTIME 5 STAGIONI CAMPIONE FINALE SEMIFINALE QUARTI OTTAVI GIRONI
38 2
Presenze Gol
19. BONUCCI
hanno caratteristiche diverse – dice Allegri –, Andrea ha la capacità di rallentare e alzare il ritmo, sa capire i momenti della partita. Inoltre è un’arma in più sui calci da fermo. Claudio sta facendo un’annata straordinaria, ma non è una sorpresa per me. E’ uno dei migliori centrocampisti d’Europa per capacità fisiche, tecniche e soprattutto tattiche, sta giocando molto bene e la Juve ne sta traendo grande beneficio». INSOSTITUIBILE NORMALITÀ Le parole di Allegri trovano conferma nei numeri della stagione in corso: Marchisio ha giocato 36 partite su 38, è il più presente della Juve insieme a
Bonucci. Il tecnico rinuncia a lui esclusivamente quando non può farne a meno: Claudio ha saltato solo Udine per squalifica (in campionato) e Atletico in casa (in Champions). Quasi la metà delle partite (16) le ha fatte da regista, al posto di Pirlo. Logico che Allegri non sia preoccupato del cambio al timone nella serata da dentro o fuori. Marchisio ha meno fantasia ma più corsa. Pirlo aspetta, alza la testa e detta la giocata, inventando traiettorie inimmaginabili per i comuni mortali; Marchisio è più diretto, si muove per vie orizzontali e semplifica le geometrie. Con lui meno lanci lunghi, ritmo più alto e passaggi in rapida sequenza. Inoltre Claudio aiuta molto in fase d’interdizione. Sa fare tutto e bene, forse l’unica cosa di cui sente un po’ di nostalgia è il gol: quest’anno ne ha segnati solo due in campionato, nessuno in Champions. Eppure due anni fa, nell’andata degli ottavi di finale (12 febbraio 2013), firmò il raddoppio nel 3-0 di Glasgow contro il Celtic. L’altra rete di Coppa la fece al Nordsjaelland il 7 novembre 2012, nella fase a gironi. Stasera nuovo ciak a Dortmund, con Marchisio in cabina di regia. Non è Pirlo, ma il suo stile piace e Allegri conta molto su di lui. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Ciro Immobile, 25 anni ● DORTMUND Zero speranze, almeno a dar retta alla stampa tedesca, per Ciro Immobile, che però veniva dato per sicuro panchinaro anche nella gara di andata a Torino, quando invece Klopp
lo schierò titolare. Questa volta però la formazione sembra senza misteri, con un ballottaggio: Sahin o Bender. «Abbiamo preparato questa partita come una gara di Bundesliga», dice il capitano Hummels per sottolineare forse che non ci sono pressioni speciali. «In attacco la Juve ha giocatori eccezionali come Tevez e Morata, e anche con i centrocampisti sono in grado di fare gol: avrò visto 25 video con i tiri di Pogba. Ma anche noi abbiamo le nostre soluzioni: dovremo però fare attenzione al contropiede Juve». Alessandra Bocci © RIPRODUZIONE RISERVATA
QUI JUVENTUS
Allegri prova il 4-3-1-2 ma è tentato da Barzagli
Andrea Barzagli, 33 anni ● DORTMUND (Germania) A tre dietro o col rombo? Massimiliano Allegri deciderà davvero solo nell’ultima rifinitura di questa mattina. È infatti forte la tentazione di schierare il muro azzurro là
dietro, con Andrea Barzagli in netta crescita fisica e reduce dai convincenti novanta minuti di Palermo. «Sta bene, sta molto bene, vedremo...», ha detto Max nella conferenza stampa della vigilia. Nella seduta di ieri mattina, però, il tecnico della Juventus ha provato soprattutto il 4-3-1-2, con Lichtsteiner ed Evra terzini, Bonucci-Chiellini coppia centrale davanti a Buffon, quindi Marchisio in regia, Vidal e Pogba interni, Pereyra alle spalle del tandem d’attacco formato da Morata e Tevez. L’inserimento di Barzagli spingerebbe in panchina l’argentino Pereyra. Mirko Graziano © RIPRODUZIONE RISERVATA
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MERCOLEDÌ 18 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Champions R Ritorno ottavi
MERCOLEDÌ 18 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Carlitos, ricordi Baggio e Del Piero? Dortmund è terra di grandi numeri 10
LE PRODEZZE DEL PASSATO
1La Juve ha sempre vinto nella Ruhr, con le
LA PUNIZIONE DI BAGGIO ● 18 APRILE 1995 Il «10» bianconero risolve la gara di ritorno delle semifinali di Coppa Uefa con una punizionecapolavoro
firme prestigiose di Roby (due volte) e Ale, che lì «brevettò» il gol col suo nome. Ora tocca a Tevez
IL GOL ALLA DEL PIERO ● 13 SETTEMBRE 1995 La Juve vince 3-1 a Dortmund al debutto in Champions: Del Piero segna con un destro a giro che diventa il suo marchio di fabbrica
Mirko Graziano INVIATO A DORTMUND
Carlos Tevez, 31 anni, gioca nella Juventus dall’estate 2013. In questa stagione ha segnato 21 gol: 15 in A, 4 in Champions, 2 in Supercoppa italiana
Q
uella Curva è la più grande d’Europa. Un Muro di passione che ha saputo «appesantire» le gambe di moltissime squadre. Dortmund è uno dei fortini più temuti del Vecchio Continente: qui è recentemente crollato il Real Madrid di Mourinho e ha tremato quello di Ancelotti, i Blancos della «Decima» per intenderci. Qui, però, la Juventus ha sempre spadroneggiato, lasciando in dono alcune tele pregiate. Le firme? Roberto Baggio detto Raffaello, quindi Alessandro Pinturicchio Del Piero.
LIVERANI
menigge (il fratellino del grande Kalle), pareggia Dino Baggio, poi si scatena Roberto Baggio, doppietta e Coppa in tasca. La Gazzetta gli dà 8 in pagella: «Due splendidi gol in una serata che conta – scrive Alberto Cerruti –. La Coppa porta soprattutto la sua firma. E come non bastassero i gol, i soliti guizzi da fuoriclasse. Per favore, non discutiamolo più». Due anni più tardi c’è Lippi in panchina. La Juve ha lo scudetto in pugno, è in finale di Coppa Italia e va a Dortmund a giocarsi la semifinale di ritorno di Coppa Uefa: all’andata, a Milano, è finita 2-2. L’impresa è datata 18 aprile 1995: 2-1 Juve; segna Porrini, Julio Cesar fa 1-1, decide Roberto Baggio con una punizione capolavoro. E’ ancora Cerruti a fare le pagelle: «Baggio 7,5. Conferma di
QUEI DIECI DA SOGNO... Tre su tre! Sì, la Juve ha sempre vinto in casa del Borussia Dortmund, avversario frequentissimo negli Anni 90, squadra che seppe comunque vendicarsi in campo neutro nel 1997, beffando i bianconeri in finale di Champions, sempre in Germania ma a Monaco di Baviera. Il primo incrocio in terra tedesca risale al maggio del 1993, finale (allora in 180’) di Coppa Uefa. L’andata si gioca in Germania, il 6 maggio: segna subito Rum-
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essere tornato ai suoi livelli migliori, o quasi. Serve a Porrini la palla del primo gol, firma personalmente il raddoppio con una punizione spettacolare, cerca in continuazione i compagni, rivelandosi l’uomo che fa la differenza. La sfida a Zola e al Parma (l’altra finalista di Uefa) è già lanciata». In quella stagione, la banda Lippi vincerà scudetto e Coppa Italia, mentre il Parma porterà a casa proprio la Coppa Uefa. Dunque, dopo tantissimi anni la Juventus torna nell’Europa che conta, e il 13 settembre 1995 fa il suo esordio nella fase a gironi di Champions, in casa del Borussia Dortmund. La «dieci» è indossata da Alessandro Del Piero, allora 20enne. Gialloneri ancora in vantaggio con Moeller, bianconeri che però dilagano con Padovano, appunto Del Piero e Conte. Ale segna con un magnifico destro a girare, nasce di fatto lì il suo marchio di fabbrica, quel «gol alla Del Piero» che aveva già rifilato circa due mesi prima ai tedeschi, in amichevole. Lo storico inviato della Gazzetta Lodovico Maradei è entusiasta: «Del
Piero 8. Il dominatore della scena, un uomo spettacolo, ma nello stesso tempo concretissimo. Al suo esordio in Coppa ha incantato le platee. Un gol da antologia e due assist perfetti. Ed è solo l’inizio». Molti anni dopo, luglio 2006, sempre a Dortmund Del Piero firmò di classe il 2-0 che stese la Germania e spalancò all’Italia di Lippi (ancora lui!) le porte della finale mondiale, poi vinta ai rigori con la Francia. ORA C’È CARLITOS Insomma, quella «dieci» bianconera è vissuta come una specie di incubo nel centro maggiore della regione della Ruhr, e oggi è sulle spalle di Carlitos Tevez, che in effetti ha già colpito i ragazzi di Klopp nella gara d’andata. Gol però inutile in caso di mancata qualificazione stasera. E allora l’opera va completata. Come abbiamo visto l’ispirazione non manca e anche gli dei del calcio guardano benevoli all’Apache in questa stagione. Numeri che pesano, gol praticamente in tutte le competizioni: 21 centri complessivi; 15 in campionato, 4 in Champions League, 2 in Supercoppa italiana. C’è lui in testa alla truppa. Pogba è l’uomo dai margini di crescita sconfinata, ma il leader è Carlitos l’Apache, «giocatore decisivo, indispensabile, sia tecnicamente sia caratterialmente». Parola di Massimiliano Allegri. © RIPRODUZIONE RISERVATA
I DUE TECNICI
Klopp e Allegri, fuori uno Lo juventino: «Non sarà 0-0 per passare servono gol» 1 Il tedesco:
«La Juve è una squadra intelligente ma non imbattibile» Alessandra Bocci INVIATA A DORTMUND (GERMANIA)
Q
uattordici punti e non sentirli. La Juve di Massimiliano Allegri sta dominando il campionato, il Borussia Dortmund di Jurgen Klopp a fatica sta risalendo dalla zona rossa in Bundesliga, eppure tutti e due sono al giorno decisivo. E’ un duello al primo sangue, uno dei due uscirà ferito per forza e il paradosso è che
una eliminazione in Champions League potrebbe forse fare più male al tecnico che domina in casa sua, ma sembra sempre dover dimostrare qualcosa agli scettici. FACHIRO Un continuo esercizio di stile al quale Allegri è abituato: gli anni da fachiro sulla panchina del Milan gli hanno lasciato una certa familiarità con i tappeti di chiodi, stesi spesso anche in Europa. Nel 2012 dopo aver stravinto contro l’Arsenal a San Siro rimase vittima al ritorno di una delle peggiori serate nella carriera di Thiago Silva, che ha concesso il bis soltanto al Mondiale brasiliano, e di Zlatan Ibrahimovic. A Londra portò in panchina due portieri e alla fine, a eliminazione sfiorata, lo svedese nello spogliatoio dell’Emirates si scagliò contro di lui
con la consueta irruenza. Allegri rispose calmo che forse il Milan avrebbe giocato meglio se Zlatan avesse giocato meglio, l’elettricità nell’aria rimase e il disastro sfiorato offuscò la bella gara di andata. Oggi Allegri dice serafico: «Avevamo ottenuto il risultato che volevamo, la qualificazione». Stessa musica un anno dopo a Barcellona: partita perfetta all’andata, sconfitta assordante al ritorno.«Abbiamo trovato un marziano, Messi. Con il Borussia sarà completamente diverso, sarà una gara in equilibrio fino alla fine». Perché la curva dei tifosi del Borussia sarà pure una curva marziana, ma di marziani in campo non ce ne sono. IN BILICO Serata decisiva, ricordi belli e brutti. Allegri li bypassa ricordando la diversità
Jurgen Klopp e Massimiliano Allegri si salutano nella gara d’andata ANSA
della situazione, Klopp ridimensionando l’importanza del passato. I tifosi non fanno gol, dice sempre Buffon, e nemmeno le vecchie glorie, risponde il tecnico tedesco. Ci sarà una sfilata di eroi stasera all’Iduna Park. Si parla della Champions League 1997 vinta dal Borussia
contro la Juve, l’unica nella storia del club, ma Klopp, che punteggia la conferenza stampa con le sue risate e i sorrisi, ricorda che per andare avanti in Europa servono cose speciali e le rievocazioni sono belle ma poi si gioca. Che poi ognuno ha i suoi, di ricordi, e a Klopp ancora brucia
la finale persa contro il Bayern Monaco due anni fa. «La Juve mi piace, gioca a calcio, ha esperienza e intelligenza, ma non è imbattibile. Dovremo restare calmi fino alla fine, all’andata abbiamo preso due gol in contropiede, questa volta dovremo fare meglio e ricordarci che anche se prendessimo un altro gol non sarebbe ancora finita per noi». Partita aperta fino alla fine, tutti d’accordo. «Purtroppo temo che non finirà 0-0. Per passare il turno dovremo fare dei gol», dice Allegri. Che è soddisfatto, perché Andrea Agnelli ha detto che una gara non determina una stagione. «Vuol dire che finora abbiamo lavorato bene, ma è ancora tutto da fare. Chiudere il campionato, provare a ribaltare la situazione in coppa Italia, soprattutto passare questo turno di Champions e poi vedere che succede». Klopp dice che i problemi di Bundesliga stasera non contano, Allegri conta i punti e dice che la Juve così male non sta. Ma i chiodi non finiscono mai e questa volta sono conficcati in un muro giallo. Schiodarsi dagli ottavi e da qualche delusione passata: questa per Allegri è molto più di una partita. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Champions R Ritorno ottavi
MERCOLEDÌ 18 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Juve in pole per Dybala: filo diretto con Zamparini
1Il Palermo chiede 40 milioni e tratta con l’appoggio del giocatore Convocato l’agente dell’argentino: nei prossimi giorni il vertice Carlo Laudisa twitter@carlolaudisa
U
na Joya per la Juve alla faccia della concorrenza inglese. I campioni d’Italia sono balzati in pole per Paulo Dybala e si preparano alla mossa decisiva. Negli ultimi giorni i contatti con il Palermo per l’italo-argentino si sono intensificati, al punto che anche il suo agente, Pierpaolo Triulzi, è stato convocato per la prossima settimana. È già in calendario, infatti, in Italia un importante summit con Beppe Marotta e Fabio Paratici. La trattativa per il centravanti sta entrando nel vivo. Il club siciliano chiede 40 milioni per il suo goleador che con 12 reti vede da vicino il capocanniere Tevez. Non a caso il management juventino sta affondando i colpi per un talento che in prospettiva può diventare l’erede dell’Apache. E’ ormai nota la scelta di Carlitos che nell’estate del 2016, a fine contratto, vuol tornare a casa: con più esattezza al Boca Juniors, il club che l’ha lanciato. Così la Juve vuol mettere le mani su questo ventiduenne che ora come ora ha un contratto di «soli» 700 mila euro a stagione ed è legato ai rosanero sino al
Paulo Dybala, 21 anni, è approdato a Palermo nell’estate del 2012 dall’Instituto de Cordoba GETTYIMAGES
2016. Nei piani di Marotta c’è l’idea di offrigli un aumento a 2 milioni più premi a stagione, un target relativamente basso per un trasferimento di questa rilevanza. E ciò fa capire bene come la carta Dybala possa valere a prescindere dalle trame per arrivare a Edinson Cavani.
IL FEELING In prima battuta resta sempre la candidatura dell’attaccante uruguaiano del Psg. In questo caso la Juve ha già preso contatto con i rappresentanti dell’ex napoletano che in Francia guadagna già 7,5 milioni all’anno con premi facili che gli permettono di arrivare a quota
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● In questo campionato Paulo Dybala ha messo a segno 12 reti in 26 partite. Complessivamente in carriera ha collezionato 15 gol in Serie A.
10. In attesa di conoscere le richieste dei campioni di Francia, è già chiaro che questa operazione comporterà un impegno finanziario rilevantissimo. Si capisce bene, allora, come a Torino si stiano premunendo con la soluzione italiana. LA STRATEGIA Sullo sfondo c’è ovviamente il destino di Paul Pogba, sempre più al centro del mercato internazionale con una quotazione ormai attestatasi sui 100 milioni di euro. Con una simile dote all’orizzonte il club di Andrea Agnelli punta al meglio. Non ha ancora formalizzato un’offerta a Maurizio Zamparini, ma è indicativo che il dialogo coinvolga anche l’agente del giocatore. Nei mesi scorsi i rapporti tra la società rosanero e l’entourage di Dybala sono stati tumultuosi. Anche per un vecchio credito vantato dal fondo che ha portato la Joya in Sicilia tre estati fa. Nelle ultime settimane, però, Zamparini ha stretto un patto con quella che ormai non è più una controparte. E la prova viene proprio dalla convocazione di Triulzi, chiamato a dire la sua sul più bello. IL DUELLO La Roma s’è fatta avanti per la punta palermitana, replicando il film visto la scorsa primavera per Iturbe (guarda caso gestito da Triulzi). In quell’occasione Walter Sabatini ebbe la meglio sulla Juve, ma stavolta il d.s. giallorosso non s’è mosso... Né gioca a suo favore la gestione dell’ex veronese di Garcia. Insomma, anche il fronte interno non appare agguerrito. Eppure Marotta gioca d’anticipo. © RIPRODUZIONE RISERVATA
TORNEO DI ARCO
Bianconeri in festa con Arras ● La Juventus centra il bis, confermandosi campione del Beppe Viola - Torneo di Arco dodici mesi dopo il suo sesto successo, che arrivò contro l’altra squadra di Verona, il Chievo. Decide l’incontro un gol di Arras a tre minuti dallo scadere, che piega un ottimo Verona. Senza Zanandrea, Bianchi e Kean (impegnati con le Under 16 e Under 15), la Juve di Tufano conquista un titolo importantissimo soprattutto per la società, che ha creato un gruppo competitivo anche in prospettiva futura. Per il Verona è un 2015 sfortunato, dopo il k.o. della Primavera in finale a Viareggio con l’Inter; ma è anche una conferma di come la società abbia lavorato bene sul vivaio in questi anni. Nel 2013 l’Hellas trionfò ad Arco e quello stesso gruppo ha sfiorato la vittoria del Viareggio. Se queste son le premesse... JUVENTUS-VERONA 1-0 MARCATORE Arras al 37’ s.t. JUVENTUS (4-3-3): Lubbia; Wang Wi, Ferrando (dal 20’ s.t. Melani), Curovic, Beruatto; Monteleone, Conti, Bove (dal 39’ s.t. Ndiaye); Morselli (dal 37’ s.t. Ciarmela), Manicone, Arras. All. Tufano. VERONA (4-2-3-1): Vencato; Pavan, Guglielmi, Dall’Agnola, Badan; Pellacani, Dentale; Pinton, Bollini Frigerio (dal 10’ s.t. Hoxha), Cerda; Belkheir. All. Vitali. ARBITRO Tommasi di Bassano del Grappa.
MERCOLEDÌ 18 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
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Champions R Ritorno ottavi MONACO
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ARSENAL
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MERCOLEDÌ 18 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
LA GIOIA DEL PRINCIPE, IL TIFO DEGLI U2 1
LE PAGELLE di FI.GRI 2
PRIMO TEMPO 0-1 MARCATORI Giroud al 36’ pt, Ramsey al 34’ st
MONACO
MONACO (4-2-3-1) Subasic; Fabinho, Wallace, Abdennour, Kurzawa; Toulalan, Kondogbia; Martial (dal 14’ st Ferreira-Carrasco), Moutinho, Dirar (dal 41’ st Elderson); Berbatov (dal 25’ st Bernardo Silva) PANCHINA Stekelenburg, Carvalho, Matheus Carvalho, Tourè ALLENATORE Jardim ESPULSI nessuno AMMONITI Kondogba per gioco scorretto
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● 1 Alexi Sanchez recupera il pallone dopo il gol del 2-0 segnato da Ramsey. 2 Il principe Alberto di Monaco soddisfatto per la qualificazione ai quarti di finale 3 Il gruppo degli U2 in tribuna
Arsenal che brividi Il Monaco rischia ma va ai quarti 1 Giroud gol, nel finale Ramsey raddoppia: Wenger
sfiora l’impresa, Jardim ringrazia il portiere Subasic Filippo Grimaldi INVIATO A MONTECARLO
M
onaco ai quarti dopo 11 anni di digiuno, ma se il fortino del Louis II, rimasto inespugnato in Europa per dieci, lunghi anni, ieri sera s’è arreso sotto i colpi di un Arsenal coraggioso ed a tratti micidiale, qualcosa vorrà pur dire. Così come gli applausi finali, tributati in egual misura a vincitori e vinti. Molto ha dato, il Monaco, a Wenger, quando lui non era ancora il tecnico affermato di oggi, ma altrettanto gli ha tolto ieri sera. In un’altra vita, caro Arsene, si dovranno ricordare di lei. CAPOVOLTA Nulla è per caso. E’ vero che i monegaschi avevano in cassaforte la dote pesantissima dell’andata all’Emirates, ma ieri l’Arsenal è anda-
5,5
ARSENAL
to a un soffio dal colpo clamoroso, che non sarebbe stato affatto immeritato. Aveva ragione l’ex tecnico della squadra del Principato: il calcio è un’ottima metafora della vita, e quasi sempre offre una seconda opportunità. Ma devi saperla cogliere in pieno, senza buttare via l’attimo che fugge. L’Arsenal, però, s’è trovato di fronte uno Subasic quasi insuperabile, che ha limitato il passivo nei momenti-chiave, e soprattutto nel finale, su una zuccata di Sanchez che sarebbe stata il simbolo della definitiva e completa riscossa inglese. E dire che in avvio gli ospiti erano apparsi poveri di idee, quasi timorosi, senza il fuoco addosso, per la mezz’ora iniziale quasi in balìa della squadra di Jardim. CHE BOTTA Dopo il vantaggio iniziale di Giroud, però (ed è
stata, questa, l’unica pecca nella prestazione dell’Arsenal), gli uomini di Wenger non hanno saputo aumentare la pressione e tirare fuori quel cinismo capace di minare le certezze improvvisamente venute meno nella squadra di Jardim. Che ha vacillato nei dieci minuti finali del primo tempo, quando all’improvviso una difesa sino a quel momento quasi perfetta ha sbandato, poco protetta da una mediana disattenta e, soprattutto da un reparto offensivo che non ha dato un gran contributo al collettivo, con Berbatov grande assente. Il Monaco aveva giocato la gara perfetta all’Emirates, ed al ritorno ha pensato forse troppo a capitalizzare la propria dote. O, forse, la paura che ha bloccato i monegaschi è stata semplicemente figlia di una responsabilità divenuta all’improvviso troppo grande. All’Ar-
senal il sacco del Principato non è riuscito per un soffio. I padroni di casa erano partiti forte colpendo sulla corsia di destra: lì Bellerin ha lasciato aperta la porta costringendo i compagni di reparto ad aiutarlo, creando un buco davanti a Ospina, di cui però il Monaco non ha approfittato. Di là, l’Arsenal ha vivacchiato a lungo. Qualche accelerazione, ma davanti a Subasic c’era la coppia Wallace-Abdennour, quasi un muro, nonostante qualche leggerezza di Kurzawa, l’anello debole della catena. LA SVOLTA Finché Welbeck s’è fatto perdonare la sciagurata prova dell’andata, crescendo alla distanza. Ha pescato Giroud, Subasic ci ha messo il corpo una volta, ma sulla ribattuta l’Arsenal è andato a segno. Il portierone dei monegaschi ha negato il raddoppio ad Ozil (punizione destinata all’angolino alto) ad inizio ripresa, ed il mancato bis inglese è stato una sorta di spartiacque fra un Monaco titubante ed uno più simile alla versione-Emirates. Ferreira-Carrasco, entrato al posto di Martial in riserva ha ridato slancio al gioco offensivo del Monaco, andato ancora sott’acqua nell’assedio ospite finale. IL palo di Walcott, l’erroraccio di Kurzawa, la botta di Ramsey. E lì è iniziata l’agonia del Monaco, sino alla fine, quando ha potuto iniziare la festa nel Principato. Ottavi fatali all’Arsenal, ancora una volta, da cinque anni. Ma Wenger, stavolta, torna a casa quasi da vincitore. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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IL MIGLIORE
IL MIGLIORE
SUBASIC
SANCHEZ
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7,5
ARSENAL (4-2-3-1) Ospina; Bellerin, Mertesacker, Koscielny, Monreal (dal 38’ st Gibbs); Coquelin (dal 18’ st Ramsey), Cazorla; Sanchez, Ozil, Welbeck (dal 27’ st Walcott); Giroud PANCHINA Szczesny, Gabriel, Flamini, Chambers ALLENATORE Wenger ESPULSI nessuno AMMONITI Sanchez per cnr ARBITRO Moen (Norvegia) NOTE paganti 17.500. Tiri in porta 1-7. Tiri fuori 2-5. In fuorigioco 3-2. Angoli 1-3. Recuperi: p.t. 1’, s.t. 5’.
BERBATOV SI ISOLA, TOULALAN NON È LUCIDO WELBECK E ÖZIL NON LI PRENDE NESSUNO
E’ acclamato come un eroe. Se per il Monaco finisce in gloria, grandi meriti sono suoi. Almeno tre parate decisive, ma quella su Sanchez che evita lo 0-3 è miracolosa.
Sale in cattedra nella ripresa, quando il Monaco si chiude e lui diventa imprendibile. Mobile e guizzante, sfiora il gol della qualificazione.
FABINHO 5,5 Quando inizia a sbandare, Welbeck e Özil fanno danni e la difesa si apre. WALLACE 5 Pesa la macchia della mancata chiusura sul gol inglese. ABDENNOUR 5,5 Avvio brillante, poi vacilla insieme a tutto il reparto. KURZAWA 5 Il gol del 2-0 è tutta colpa sua. Rinvio scellerato. TOULALAN 5 Un po’ troppo frenetico e poco lucido. Perde parecchi palloni. KONDOGBIA 6 Condizionato dal giallo in avvio di ripresa, scompare MARTIAL 5 In avvio sale spesso e cerca di colpire. Poco aiutato, però, cede nella ripesa. FERREIRA CARRASCO 6,5 Sfrontato, ma è quel che serviva in quel momento della gara a un attacco in profonda crisi di identità. Vicino al gol dell’uno a uno. MOUTINHO 5,5 Ci sono momenti della gara in cui è avulso dal gioco. DIRAR 6 Discreto, ma va a tratti. Non cade nella trappola di Sanchez (ELDERSON S.V.). BERBATOV 5 Se non arrivano palloni, dovrebbe cercarseli. Invece si isola. Non pervenuto. BERNARDO SILVA 6 Lotta e cerca di tenere palla per frenare l’ardore degli inglesi. ALL. JARDIM 5,5 Due gol in una partita, qualcosa non ha funzionato. Nessuno nega i suoi meriti, però…
OSPINA 6 Non una serata di superlavoro. L’ordinario, o poco più. BELLERIN 5,5 Meglio dopo il primo gol, quando ritrova fiducia. Prima il bilancio è in rosso, Wenger s’infuria. MERTESACKER 6 Riscatta la prova dell’andata. Nel gioco aereo domina. KOSCIELNY 6 Prova a colpire. Coglie una traversa, ma è in posizione irregolare. Efficace. MONREAL 6,5 Ripresa brillante e intelligente, piazza in area il pallone da cui nasce il raddoppio ospite. GIBBS s.v. Dodici minuti a perdifiato. Ci ha provato, almeno. COQUELIN 6 Vede bene il gioco. Un solo errore nella ripresa, che per poco non gli costa caro. RAMSEY 7 Un gol pesantissimo, tiene in vita le speranze dell’Arsenal sino alla fine. CAZORLA 6 Gli capita un’occasione d’oro, ma Abdennour lo mura. ÖZIL 6,5 Solo Subasic gli nega un gol meritato. I suoi inserimenti fanno impazzire il Monaco. WELBECK 6,5 Quando trova la chiave per sfondare sulla sinistra, diventa imprendibile. Corre e lotta. WALCOTT 6,5 Pronto, via all’arrembaggio. Lui è in prima linea. GIROUD 7 Fischiatissimo all’andata, si riscatta. Il gol e molto altro. ALL. WENGER 7 Sfiora la clamorosa rimonta, ma il suo Arsenal stavolta è un capolavoro.
MOEN Tiene in pugno una gara dura, ma mai cattiva. Ben piazzato sul rigore reclamato da Sanchez: Dirar non commette fallo. Nel finale si fida del giudice di porta: Subasic respinge quando il pallone è ancora in campo. HAGLUND 6,5-ANDAS 6; JOHNSEN 6-EDVARTSEN 6.
6,5
LA MOVIOLA DI CHAMPIONS di GUGLIELMO LONGHI
QUANTI PROBLEMI, RIZZOLI OK NON C’E’ RIGORE SU SANCHEZ Gli episodi da moviola delle due partite di Champions. ● ATLETICO-BAYER L. Arbitra Rizzoli. Partita spezzettata e molto nervosa, Rizzoli gestisce i cartellini gialli in modo equilibrato con una sola eccezione: giusta per esempio l’ammonizione a Spahic (Bayer), autore di diversi falli mentre è graziato l’altro difensore Hilbert. Rizzoli non punisce una gomitata di Kiessling a Raul Garcia.
● MONACO-ARSENAL Arbitra il norvegese Moen. Al 23’ Moutinho colpisce la traversa, ma il gioco è fermo perché il centrocampista è in offside quando riceve il pallone. Al 35’ contatto in area del Monaco tra Sanchez e Dirar: l’attaccante viene ammonito per simulazione, l’impressione è che si lasci cadere. Brivido nel finale: testa di Sanchez, Subasic respinge con i piedi dentro la porta, il pallone non entra tutto: non è gol.
Champions R Ritorno ottavi
MERCOLEDÌ 18 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Simeone si tiene stretta l’Europa
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1L’Atletico non brilla ma avanza. Rete di Suarez, si va ai rigori: il Leverkusen ne sbaglia tre e saluta ATLETICO M.
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Filippo Maria Ricci CORRISPONDENTE DA MADRID
LEVERKUSEN
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(AI RIGORI) P.T. 1-0; S.T. 1-0; D.T.S. 1-0 MARCATORI Mario Suarez al 27’ p.t. RIGORI Raul Garcia (A) alto, Chalanoglu (L) parato, Griezmann (A) gol, Rolfes (L) gol, M. Suarez (A) gol, Toblak (L) alto, Koke (A) parato, Castro (L) gol, Torres (A) gol, Kiessling (L) alto ATLETICO MADRID (4-4-2) Moyà s.v. (dal 23’ p.t. Oblak 6); Juanfran 6,5, Miranda 6,5, Gimenez 6,5, Jesus Gamez 6; Cani 5 (dal 1’ s.t. Raul Garcia 6,5), Koke 7, Mario Suarez 6,5, Arda Turan 7; Mandzukic 5 (dal 38’ s.t. Torres 5), Griezmann 6. PANCHINA Ansaldi, Lucas Hernandez, Gabi, Jimenez. ALL. Simeone 6,5 ESPULSI nessuno. AMMONITI Gimenez, Jesus Gamez, Mario Suarez per gioco scorretto BAYER LEVERKUSEN (4-2-3-1) Leno 7; Hilbert 6,5, Omer Toprak 6, Spahic 6,5, Wendell 6,5; Castro 6, Bender 6 (dal 14’ p.t.s. Papadopoulos 6); Bellarabi 6, Hakan Calhanoglu 6,5, Son Heung Min 5 (dal 32’ s.t. Rolfes 6,5); Drmic 5 (dal 24’ s.t. Kiessling 5,5). PANCHINA Kresic, Reinartz, Boenisch, Brandt. ALLENATORE Schmidt 6 AMMONITI Spahic, Omer Toprak, Hakan Calhanoglu, Wendell, Kiessling per gioco scorretto ARBITRO Rizzoli (Ita) 7 NOTE 49.000 spettatori circa. Tiri in porta 4-5, tiri fuori 6-3, angoli 11-2, fuorigioco 4-1. Rec. 2’ p.t. e 4’ s.t.; 1’ p.t.s., 1’ s.t.s.
L’
Atletico non aveva mai vinto ai rigori in Europa. La storica prima volta regala una sofferta e meritata qualificazione ai quarti di finale. Sopravvissuta miracolosamente all’andata, la squadra di Simeone ha restituito l’1-0 al Bayer Leverkusen e dopo una serie di tiri dal dischetto, nervosa e piena di errori, ha salvato una stagione che rischiava di chiudersi prematuramente. Ai tedeschi la colpa di non aver chiuso all’andata e di aver rinunciato troppo a lungo nel ritorno. L’Atletico barcolla, ma non molla l’Europa. PALCO PIENO Serata tagliata dal vento e arricchita dalla presenza di varia celebre umanità nel palco: il pilota Marc Marquez, Pep Guardiola (che stasera torna al Camp Nou in missione di scouting) accompagnato dall’agente Branchini, il tecnico del Porto Lopetegui, il duo del Tottenham Pochettino-Baldini. Hanno preso tanto freddo e non è che si siano goduti un serata spettacolare: la preoccupazione ha avuto la meglio sulla creatività. ATLETICO OFFENSIVO Simeone ha provato una carta a sorpresa: Cani al posto del capitano Gabi. Mossa offensiva e inattesa, visto che l’ex Villarreal da quando è arrivato in gennaio non è mai stato titolare, è sceso in campo 2 volte senza raggiun-
gere l’ora di gioco complessiva. L’inserimento di Cani e l’arretramento di Koke accanto a Mario Suarez ha dato all’Atletico un’immagine offensiva che in campo si è vista fino a un certo punto: l’Atletico aveva la palla ma non creava, confermando il momento di sterilità dei suoi attaccanti. Per l’Atletico parecchio rumore, come sulle tribune seguendo la precisa richiesta del ‘Cholo’, però nessun tiro. Il Bayer con pazienza controllava, frenava e ripartiva: i tedeschi si capaci di rendersi pericolosi con Bellarabi e Calhanoglu. Mandzukic, lento e prevedibile davanti, almeno ha avuto il merito di fermare a un passo dalla porta un tiro di Son, che poi ha sprecato un’altra occasione brillante. MEZZO TIRO, UN GOL L’Atletico ha perso il portiere Moya al 20’ per un problema muscolare e ha trovato un gol casuale al 27’: il tiro senza speranze di Mario Suarez è stato deviato alle spalle di Leno da Toprak. Primo gol europeo per Mario (36 partite), prima rete incassata dal tedesco dopo 506’. L’Atletico ha avuto subito una grande occasione su un lancio di Arda per l’imbolsito Mandzukic, che sulla chiusura di Wendell ha tardato un’eternità prima di tirare fuori, poi si è rilassato. Il Bayer non ha alzato il ritmo, rendendosi pericoloso solo vicino all’intervallo. Nel quale Simeone ha cambiato l’invisibile Cani col solido Raul Garcia. L’Atletico ha dominato ma il secondo tiro nello specchio è arrivato solo all’80’, para-
Arda Turan, al centro, urla la sua gioia dopo la vittoria tra Mario suarez (sinistra) e Miranda EPA
ta di Leno su Turan, a conferma delle difficoltà di manovra citate in precedenza. Il ‘Cholo’ si è giocato anche la carta Torres, l’Atletico ha accumulato angoli, un tempo sua arma letale, senza esito, il Bayer è progressivamente sparito dalla gara chiudendo bene ma senza ripartire, i supplementari sono diventati inevitabili. Nulla da segnalare nel primo, due parate di Leno su Raul Garcia e Torres e un bolide alto di Rolfes nel secondo. Poi i rigori, con gli errori di Raul Garcia e Koke da una parte, e quelli decisivi di Calhanoglu, Toprak e Kiessling dall’altra. © RIPRODUZIONE RISERVATA
IL MIGLIORE
IL PEGGIORE
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● ARDA TURAN
● MANDZUKIC
Prende per mano i suoi e non li molla più. E’ stanco, ma le sue idee non muoiono mai.
Preso per sostituire Diego Costa, lo fa rimpiangere continuamente
CENTROCAMPISTA ATLETICO
ATTACCANTE ATLETICO
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MERCOLEDÌ 18 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Missione Pellegrini: Barça o panchina
1Al tecnico del City serve l’impresa al Camp Nou: «Ma non è un anno disastroso, se il Chelsea perde 6 punti...» BARCELLONA (4-3-3) MAN. CITY (4-2-3-1) OGGI Ore 20.45 - ANDATA 2-1 1 TER STEGEN 3 24 18 PIQUÉ MATHIEU JORDI ALBA
22 DANI ALVES 4 RAKITIC
14 MASCHERANO
8 INIESTA
10 MESSI
9 SUAREZ
11 NEYMAR
16 AGUERO 7 MILNER 42 YAYA TOURÉ 11 KOLAROV
21 SILVA
15 NAVAS
25 FERNANDINHO
26 4 5 DEMICHELIS KOMPANY ZABALETA 1 HART
BARCELLONA PANCHINA 13 Bravo, 6 Adriano, 15 Bartra, 20 Sergi Roberto, 12 Rafinha, 6 Xavi, 7 Pedro. ALLENATORE Luis Enrique. SQUALIFICATI nessuno. DIFFIDATI Dani Alves. INDISPONIBILI Vermaelen, Busquets. MANCHESTER CITY PANCHINA 13 Caballero, 3 Sagna, 20 Mangala, 6 Fernando, 8 Nasri, 14 Bony, 10 Dzeko. ALLENATORE Pellegrini. SQUALIFICATI Clichy. DIFFIDATI Agüero, Dzeko, Fernando, Zabaleta. INDISPONIBILI nessuno. ARBITRO Rocchi (Ita). TV Sky Sport 1, Plus, Calcio 1 HD.
Filippo Maria Ricci
IL TABELLONE
CORRISPONDENTE DA MADRID
H
a un bel dire Manuel Pellegrini. L’Ingegnere insiste che la sua panchina non è in pericolo, che anche a «zero tituli» non sarà mandato via, che non sente nessuna pressione, che non ha alcun timore. L’ha ripetuto e argomentato in una lunga intervista al Guardian, nella quale ha persino rievocato il licenziamento di Mancini per portare acqua al suo mulino: «Roberto non è stato mandato via perché in una stagione non aveva vinto nulla. Qui non è che perdi e sei fuori». Può darsi, certo è che se ci si mette nei panni dello sceicco che pompa denaro nel City a getto continuo qualche pretesa in termini di successo la si può accampare. E, come fu nel caso di Mancini, una Premier in due anni non pare sufficiente per la riconferma. Roberto in Champions non passò i gironi: una volta finì in Europa League e deragliò rapidamente anche lì, l’anno dopo non ci fu nemmeno quella consolazione. Pellegrini ha fatto appena meglio: lo scorso anno passò agli ottavi, prima volta del City, ma perse senza appello col Barça che con Martino in panchina non era certo una macchina da guerra. Quest’anno, stessa faticosa sorte: 2 punti nelle prime 4 gare del girone, miracolosa rimonta propiziata dal suicidio della Roma, ottavi e di nuovo il Barça. Che ora si è affamato e brillante: 16 vittorie e una sconfitta nelle ultime 17, compreso il 2-1 all’andata a Manchester, e un
OTTAVI Schalke (Ger)
0-2 4-3
REAL MADRID (Spa)
Basilea (Svi)
1-1 0-4
PORTO (Por)
dts
PARIS S.G. (Fra)
1-1 2-2
Chelsea (Eng)
Shakhtar Donetsk (Ucr)
0-0 0-7
BAYERN MONACO (Ger)
dcr
B. Leverkusen (Ger) Arsenal (Ing)
1-0 2-4
ATLETICO MADRID (Spa)
1-3 2-0
MONACO (Fra)
RITORNO Oggi Manchester City (Ing)
1-2
Barcellona (Spa)
Juventus
2-1
Borussia Dortmund (Ger)
*in maiuscolo le qualificate
QUARTI A sinistra, Luis Enrique, 44 anni, da questa stagione alla guida del Barcellona. A destra Manuel Pellegrini, 61 anni, al City dal 2013 ANSA/EPA
Messi in forma stellare, 43 gol stagionali contro i 40 dell’intero 13-14. Il City è agli ottavi per la seconda volta e non è mai andato ai quarti, il Barcellona agli ottavi ci arriva da 11 anni di fila e ai quarti da 7. E Pellegrini con i catalani è in enorme difficoltà: non vince da 7 anni: 9 marzo 2008, quando era al Villarreal e il ciclo blaugrana di Rijkaard era agli sgoccioli. Una data che ha segnato uno spartiacque tremendo per il cileno col Barça: fino li 4 vittorie in 12 incontri, dopo 12 sconfitte e un pareggio in 13. Pellegrini deve interrompere la striscia
negativa e trovare una vittoria, altrimenti sono guai: le coppe inglesi già andate, il City è a 6 punti dal Chelsea in Premier e Mou ha anche una gara da recuperare. LA DIFESA DELL’INGEGNERE Però… «Questo non è un anno disastroso – ha detto il tecnico del City –. Il Chelsea può perdere 6 punti per strada. E la Champions non può essere un elemento distorsivo: lo United in tanti anni con Ferguson ne ha vinte solo 2, il Madrid è rimasto 32 anni senza vincerla. È importante andare avanti ma non puoi pensare che
A: 14-15 APRILE R: 21-22 APRILE
SEMIFINALI A: 5-6 MAGGIO R: 12-13 MAGGIO
FINALE 6 GIUGNO A BERLINO, OLYMPIASTADION GDS
non esserci equivalga a un disastro. Anche se con una squadra così non puoi permetterti di uscire nella fase a gironi. Siamo stati sfortunati nel sorteggio ma non possiamo lasciare che la sfortuna cambi la nostra visione». Sembrano le basi per il discorso post eliminazione da fare allo sceicco. LA SETTIMANA DI LUIS Pellegrini cerca la conferma in ogni caso, Luis Enrique cerca conferme: questa per lui, in bilico solo due mesi fa, è la settimana di tante verità. Perché dopo il City al Camp Nou domenica arriva il
Madrid ferito ma non affondato di Ancelotti. Il Barça ha un piede nei quarti ed è in testa alla Liga. In pochi giorni può far male al City e mandare il Madrid a -4. «Chiaro che firmo per un pareggio – ha detto ieri Andres Iniesta – Il City è un rivale pericoloso. E i nostri pensieri non vanno oltre la serata europea. Poi ci occuperemo della domenica. Il ‘triplete’? Non è che ci vediamo e cominciamo a parlare della possibilità di vincere tre trofei. Conosciamo il nostro valore, se lavoriamo bene avremo le nostre chance». © RIPRODUZIONE RISERVATA
PREMIER
Maestro Advocaat per la salvezza del Sunderland 1L’olandese ha vinto
il ballotaggio con Allardyce: se mantiene la Premier, può restare altre due stagioni
Stefano Boldrini CORRISPONDENTE DA LONDRA
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n piccolo generale alla guida del Sunderland. La crisi tecnica dei Black Cats è stata risolta in meno di 24 ore: il successore di Gustavo Poyet è l’olandese Richard «Dick» Advocaat, 67 anni, giramondo della panchina, ultima esperienza non proprio memorabile con la Serbia. Advocaat ha firmato un contratto fino al termine della stagione. Guadagnerà 700 mila euro e se riuscirà nell’impresa di salvare il Sunderland, 17° in Premier, potrebbe essere confermato per altre due stagioni.
nato, una Supercoppa russa, una Coppa Uefa e una Supercoppa europea - e nel suo Paese – con il Psv Eindhoven, un campionato nazionale, tre supercoppe e una Coppa d’Olanda -, mentre con le nazionali – Olanda, Emirati Arabi, Belgio, Russia e Serbia – il curriculum è meno scintillante. MACERIE «Non vedo l’ora di mettermi al lavoro. La mia priorità è partire bene, cercando subito il risultato con il West Ham», le prime parole. Advocaat ha vinto il ballottaggio per la panchina proprio con l’allenatore del West Ham, Sam Allardyce. Decisivo il parere di Lee Congerton, d.s. dei Black Cats. Advocaat lavorerà sulle macerie ereditate da Poyet. L’uruguaiano ha salvato il Sunderland una stagione fa, grazie a una squadra costruita dal manager italiano Roberto De Fanti. Poyet ha rivoluzionato la rosa. Il risultato è il disastro attuale © RIPRODUZIONE RISERVATA
CURRICULUM Il piccolo generale, così soprannominato quando era assistente di Michels, è il terzo olandese che sbarca nel giro di pochi mesi in Inghilterra, dopo Louis Van Gaal e Ronald Koeman. Dal 1998 al 2002, Dick allenò i Rangers di Glasgow, conquistando due titoli nazionali, due coppe di Scozia e una Coppa di Lega. Advocaat ha trionfato anche in Russia – con lo Zenit di San Pietroburgo, un campio-
Dirk Advocaat, 65 anni AFP
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Domani Europa League R Il personaggio
MERCOLEDÌ 18 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Juan Pablo Carrizo, 30 anni. Il portiere argentino è all’Inter dal gennaio 2013
4 DOMANDE A... GIANLUCA PAGLIUCA
GETTY IMAGES
EX PORTIERE DELL’INTER
«Va confermato, con la panca lo massacri Un gol sul suo palo non lo prenderà più» ● Pagliuca, come giudica gli errori di Carrizo a Wolfsburg? «Sul primo è stato anche sfortunato, perché se non fosse arrivato il gol nessuno si ricorderebbe di quel passaggio sbagliato. Il secondo è più grave, ha cercato di anticipare l’intervento». ● Un portiere come prepara una gara così delicata dopo gli episodi dell’andata? «Carrizo ha esperienza, farà tesoro degli errori. Sono sicuro che non prenderà più un gol sul suo palo». ● Crede che in queste situazioni sia più importante rimanere calmi o caricarsi a pallettoni? «Ognuno ha la sua psicologia,
ma certamente Juan Pablo avrà una grande voglia di rivincita. Vorrà dimostrare che quello di Wolfsburg è stato soltanto un episodio».
(elongazione del bicipite femorale) un filo di speranza In 40.000 a S.Siro
● Se lei fosse Mancini, lo confermerebbe tra i pali in una gara tanto importante malgrado il portiere titolare resti Handanovic? «Sicuramente sì. Mandarlo in panchina ora significherebbe massacrarlo. In fondo non esiste un portiere infallibile e Carrizo prima aveva sempre fatto bene. Poi dovranno dargli una mano anche i compagni, facendogli sentire la giusta fiducia. E mi risulta che nello spogliatoio lui abbia un ottimo rapporto con tutti». Luca Taidelli
Matteo Brega INVIATO AD APPIANO GENTILE
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© RIPRODUZIONE RISERVATA
1Tifoso di boxe, il vice Handanovic si rimette i guantoni e torna in porta
dopo gli errori di Wolfsburg: a S. Siro non prende gol dal dicembre 2013 MILANO
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olpito. Mica affondato. «Già il giorno dopo era tranquillo e reattivissimo: è uno che ha carattere, Juan Pablo», dicono alla Pinetina. Juan Pablo è Carrizo, il San Sebastiano di Wolfsburg: frecce da ogni dove, due gol acuminati sulla schiena, critiche feroci e una confessione finale: «Mi dispiace molto, ho sbagliato ma sono cose che possono capitare a un portiere». È capitato. E Mancio non lo cambia. SI PRESENTA Oggi il vice Handanovic (e titolare di Europa League) si presenterà al fianco di Mancini. Conferenza per chi deve esserci assieme a chi potrebbe anche non esserci: Carrizo si presenta, è assunzione di responsabilità e anche notizia in una vigilia di fuoco in vista di una gara infernale.
IL RING DI SAN SIRO Chi cono- e i guantoni, in fondo, fanno sce bene Juan Pablo Carrizo di- anche parte del suo lavoro. ce: non ha paura di nulla. E domani sera dovrà averne meno L’UNICO GOL? AD HANDA La di sempre. In fondo, JP è uno sostanza è che l’Inter non deve che ama i combattimenti. È ap- prendere gol, consuetudine più passionato di boxe e tifoso di facile da mantenere che no viManny Pacsto l’andazzo fiquiao, pugile fino a oggi. Però LA CHIAVE lippino: ne parla chissà: di certo spesso con Gary c’è una statistica Medel e Rodrigo che farà forza alPalacio, altri apl’Inter, e cioé che passionati di punelle gare casagilato, e pure col linghe di Europa team manager gol subito dall’Inter League è entrato Andrea Romeo, a San Siro (dal un solo pallone, altro fan della quello del Dniboxe. Bene, rac- Dnipro) nelle 5 gare pro: in porta contano che Car- in Europa League. In c’era Samir Hanrizo non veda porta, Handanovic danovic. Juan l’ora di assistere Pablo, a San siro, al mega incontro di Pacquiao ha tenuto botta contro lo Stjarcon Floyd Mayweather jr. in ca- nan (battuto 6-0), il Qarabag, Il lendario il 2 maggio a Las Ve- Saint Etienne e il Celtic. Perché gas, pesi welter. Ma prima, do- delle 11 gare vissute (prelimimani, Carrizo avrà da affronta- nari compresi), Carrizo ne ha re Dost e De Bruyne, Schürrle, giocate 8 in totale e HandanoCaligiuri e chi con loro. I pugni vic 3. Altro puro dato statistico
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Mancini ordina: «Fuori le palle» Shaqiri? Oggi si tenta il miracolo 1Per lo svizzero
Carrizo nel ring di San Siro Inter ancora nelle sue mani Matteo Dalla Vite
APPIANO GENTILE
(considerando il ridotto utilizzo): Carrizo non prende gol a San Siro dal 4 dicembre 2013, quando l’Inter battè col fiatone il Trapani in Coppa Italia. RINNOVO IN VISTA Detto questo, comincia la Grande Vigilia. E comincia anche la sua corsa la corsa di Carrizo - al rinnovo del contratto. Il portiere argentino è in scadenza nel prossimo giugno e l’Inter avrebbe già avanzato una proposta di rinnovo annuale. Tanto, forse, passerà anche da questa notte contro il Wolfsburg e, sicuramente, anche dal se ci sarà o meno l’Europa l’anno prossimo e se quindi lui avrà la possibilità di giocare a prescindere dal fatto che Handanovic resti o che ne arrivi un altro. Carrizo sarebbe disposto a restare, anche se prima o poi vorrà tornare in Argentina, al suo River Plate. Intanto, domani, boxa lui. © RIPRODUZIONE RISERVATA
n Roberto Mancini in versione Al Pacino per far sì che diventi benedetto questo giovedì. Depurato dalla finzione cinematografica, il discorso steso ieri mattina alla squadra richiama fortemente lo spirito di Tony D’Amato in «Ogni maledetta domenica». «Ogni maledetta domenica si vince o si perde, resta da vedere se si vince o si perde da uomini» – diceva il protagonista davanti agli occhi sgranati della sua squadra di football americano. Più o meno invece ieri Mancini ha detto così: «Giovedì potremo anche essere eliminati, ma voglio vedervi tirar fuori le palle contro il Wolfsburg. Ne va del nostro futuro, anche a livello professionale». Non è dato sapere se avesse ancora gli occhi rossi come domenica dopo il Cesena. È dato immaginare invece che ormai resta l’aspetto caratteriale a soccorrere la squadra. Sul tasto ha premuto forte il Mancio ieri. Tono duro, voce ferma, il tecnico si è tirato dentro in questo discorso, perché la qualificazione è importante, ma lo spirito in campo ancora di più. E anche Erick Thohir abbraccia l’idea, ne condivide l’anima perché si aspetta una reazione profonda.
SHAQ, STOP&GO? E KOVA... Ieri il Mancio ha iniziato la seduta con la notizia dell’infortunio di Shaqiri: elongazione del bicipite femorale della coscia sinistra. Niente Wolfsburg e Samp, difficile la Svizzera, recita il referto. «Ma non è una cosa grave» - ha precisato il dottor Volpi. Così il Mancio, oggi pomeriggio, proverà a testarlo ancora per un recupero in extremis, miracoloso, ma-
Roberto Mancini, 50 anni IPP
gari anche solo per la panchina. Intanto pensa al resto. Davanti a Carrizo, Ranocchia, Juan Jesus e Santon, dubbio tra D’Ambrosio e Campagnaro. Poi si entra nel vortice. Se Kovacic (che domenica sera ha «discusso» platealmente col Mancio) va in panchina, mediana con Guarin, Medel e Kuzmanovic, tridente con Hernanes, Palacio e Icardi. Se Mateo gioca, Hernanes scala per Kuz e il croato si allinea agli attaccanti. Oggi allenamento alle 17 (probabile il test per i rigoristi), poi ritiro alla Pinetina. I 40 MILA DEL MEAZZA Serve il grande pubblico per una grande impresa. A ieri sera si andava verso i 40 mila spettatori. Da Wolfsburg (la squadra atterra all’ora di pranzo) sono attesi tra i mille e i 1.500 tifosi. «Dobbiamo essere ottimisti, speriamo loro siano rilassati. Giocheremo davanti ai nostri tifosi che potranno darci una spinta in più» ha detto Ranocchia. INTER LAUREATA Inter Forever diventa una tesi di laurea: «Le Legends: una nuova opportunità per le strategie di marketing e comunicazione delle società di calcio, l’esempio di Inter Forever». È il titolo dello studio presentato come tesi al «Master in Strategia e pianificazione delle organizzazioni, degli eventi e degli impianti sportivi» delle Università di San Marino e Parma. Un progetto nato e sviluppato con l’Inter di Thohir, di cui va molto fiero, e che coinvolge più aree del club. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Domani Europa League R Verso Dinamo-Napoli
Napoli, aggrappati alla Champions Lo dice anche ADL 1De Laurentiis sprona i suoi: con il terzo posto perso, anche da Mosca passa la via per l’Europa che conta Mimmo Malfitano INVIATO A MOSCA
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a voluto che ci fossero tutti, allenatore e giocatori, per trasmettere il suo messaggio. Una call conference voluta da Aurelio De Laurentiis perché tutti ascoltassero la sua voce, l’incoraggiamento alla vigilia di una gara importante, che potrebbe permettere al Napoli di qualificarsi per i quarti di finale di Europa League. «Ragazzi, avete delle qualità importanti, dimostratele. Io credo in voi tutti, e voi dovete credere nel mio progetto». Questo il senso dell’intervento del presidente che non verrà a Mosca: seguirà in tv il ritorno contro la Dinamo. Fuori dalla zona Champions: è la conseguenza della sciagurata prova di Verona. Adesso, il Napoli è quarto, staccato di 3 punti dalla Lazio. Una condizione che, evidentemente, preoccupa più di ogni altra cosa, De Laurentiis. AGGRAPPATI ALLA COPPA L’incubo di restare fuori dalla prossima Champions League po-
Aurelio De Laurentiis, 65 anni, presidente del Napoli dal 2004 ANSA
trebbe materializzarsi nel giro di qualche settimana se la squadra non dovesse dare segnali di ripresa, almeno per quanto riguarda il rendimento in campionato. Perché quello europeo è di tutt’altro spessore, il Napoli è imbattuto da 6 partite ed ha subito una sola rete. Insomma,
RIl presidente:
«Credo in voi, ma voi dovete credere in me. Dimostrate le vostre qualità»
MERCOLEDÌ 18 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
a Castelvolturno si guarda all’Europa League come a una strada secondaria per accedere alla massima competizione europea. Sicuramente più complicata dell’accesso diretto. Ma in gioco c’è un intero progetto che non potrà prescindere dalla partecipazione alla Champions, perché senza di essa sarà difficile poter trattenere Gonzalo Higuain. Lui a Napoli sta bene, lo ha detto più volte, ma difficilmente resterebbe senza potersi confrontare con i grandi club europei. Il suo talento è un bene prezioso per il club, ma senza Champions l’addio sarebbe certo. PERDERE HIGUAIN D’accordo, c’è un contratto in essere che scadrà nel 2017, ma sarebbe controproducente trattenerlo con la forza, impedendogli di perfezionare la sua crescita professionale. Lo sa bene De Laurentiis. E proprio per non mandare all’aria tutto il lavoro fatto in questi anni che è intervenuto personalmente per spronare Benitez e la squadra. L’allenatore vive un momento particolare della sua carriera, la critica gli sta risparmiando poco o nulla in quest’ultimo periodo. Se il Napoli è precipitato al quarto posto, qualche responsabilità ce l’avrà pure lui. Da Mosca, dunque, il club si aspetta il visto per continuare l’avventura in Europa League. Il 3-1 maturato nella gara d’andata dovrebbe essere sufficiente per evitare brutte sorprese. Benitez schiererà la migliore formazione, con Higuain e Gabbiadini dall’inizio. É su loro due che il tecnico punterà per eliminare la Dinamo. Proprio dalla Russia potrebbe arrivare La spinta emotiva che potrebbe far ripartire il Napoli in campionato: l’idea di non essere in zona Champions, dopo 2 mesi di permanenza, ha generato l’ansia in tutto l’ambiente. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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A MOSCA 25 ANNI FA
Quando Maradona si prese persino la piazza Rossa 1Spartak-Napoli
nel 1990: i soldati acclamarono Diego, il tecnico della Dinamo eliminò gli azzurri
Gianluca Monti NAPOLI
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eri il calcio italiano ha celebrato l’anniversario dell’ultima partita in A di Diego Maradona (NapoliBari, 17 marzo 1991). Di lì a poco il Pibe de oro avrebbe lasciato il nostro Paese inseguito dallo scandalo doping. Pochi mesi prima c’erano state delle avvisaglie: era il 6 novembre 1990 e gli azzurri il giorno dopo avrebbero giocato a Mosca contro lo Spartak il ritorno del secondo turno di coppa Campioni (0-0 all’andata). Sull’aereo che condusse la squadra di Bigon in Russia mancava proprio lui, Maradona. Senza avvertire nessuno, era rimasto a letto coi soliti diplomatici problemi alla schiena. Poi Diego si alzò e raggiunse i compagni con volo privato. PIAZZA ROSSA Carlo Iuliano, storico addetto stampa del Napoli che non c’è più, raccontava che Moggi chiese a tutti di accoglierlo con
Maradona nella piazza Rossa EPA
freddezza, ma lui non riuscì a trattenersi e gli andò incontro chiedendogli l’ennesimo miracolo. Maradona arrivò a Mosca impellicciato e andò a visitare la città. La piazza Rossa era chiusa: l’indomani ci sarebbe stata una manifestazione politica, ma una guardia riconobbe Maradona e le barriere ed il filo spinato magicamente scomparvero. Diego entrò, da solo, nella piazza Rossa firmando autografi ai militari sovietici. Il giorno dopo entrò in campo troppo tardi (al 63’ al posto di Zola). Nella lotteria dei rigori trasformò il suo con sicurezza. Baroni, invece, se lo fece parare da Cherchesov. Proprio lui, l’attuale tecnico della Dinamo buttò fuori gli azzurri: 25 anni dopo il Napoli vuole vendicare Maradona. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Domani Europa League R
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Joaquin, solo gol di classe La Fiorentina ha l’anti-big
1L’esterno segna poco, ma infila le grandi: 4 reti in 2 anni, tra le vittime Juve, Milan e Napoli. Segreti? Corsa e pata negra. E adesso c’è la Roma 1
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IL PROGRAMMA Per il derby italiano c’è il turco Cakir L’Inter a Clattenburg Così domani nel ritorno degli ottavi di finale di Europa League. Dinamo Mosca (Rus)-NAPOLI, and.1-3, ore 18. Tv: Premium. Arb. Nijhuis (Ola). ROMA-FIORENTINA (and. 1-1), ore 19. Tv: Premium. Arbitro: Cakir (Tur). Dinamo Kiev (Ucr)-Everton (Ing), andata 1-2, ore 19. Ajax (Ola)-Dnipro (Ucr), andata 0-1, ore 21.05. TORINO-Zenit (Rus), and. 0-2, ore 21.05. Tv: Premium. Arbitro: Jug (Slo). INTER-Wolfsburg (Ger), and. 1-3. Tv: Canale 5. 21.05. Arb. Clattenburg (Ing) Siviglia (Spa)-Villarreal (Spa), and. 3-1, ore 21.05. Besiktas (Tur)-Bruges (Bel), and. 1-2, ore 21.05.
Duccio Zoccolini FIRENZE
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ol alla Juventus? Ce l’ho. Contro il Napoli? Ce l’ho. Al Milan? Ora ce l’ho». Joaquin Sanchez Rodriguez sfoglia il personale album di reti italiane. Solo quattro in campionato in quasi due anni, ma quasi tutte decisive e contro le grandi della Serie A. L’ultima caduta sotto i colpi dello spagnolo è il Mi-
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● 1 La gioia di Joaquin, 33 anni, dopo il gol vittoria contro il Milan lunedì sera 2 Il gol realizzato nella scorsa stagione contro la Juventus 3 Il gol decisivo di Joaquin a Napoli il 23 marzo del 2014 ANSA-LAPRESSE
lan di Inzaghi, ferito prima con un assist per Gonzalo Rodriguez e poi matato al 90’ con un colpo di testa decisivo. Segna solo gol pesanti, El Pisha. Per questo è uno dei giocatori più amati dai tifosi della Fiorentina, entrato definitivamente nel cuore della gente il 20 ottobre 2013, con un destro preciso che si è infilato alla sinistra di Buffon. Un calciatore che a detta di tanti avrebbe meritato di più in carriera e che ora corre, segna ed esulta come un to-
rero sotto la Fiesole. Tutto per la maglia viola. Sempre decisivo, quando gioca dall’inizio e quando entra dalla panchina. IL RISCATTO Proprio com’è successo lunedì sera, quando Montella durante l’intervallo gli ha chiesto di fare quello che ha sempre fatto. Con le maglie di Valencia, Betis, Malaga e Spagna. Tappe di un percorso finito a Firenze, dove l’esterno andaluso ha portato una tecnica da campione e la gioia di
giocare a calcio, sempre con il sorriso. Capolinea? E pensare che in autunno sembrava destinato a lasciare la Fiorentina. Era infatti finito ai margini della squadra ma lui non capiva il perché. Spesso si allenava con gli esuberi, tanto che Montella, oltre ad averlo escluso dalla lista di Europa League, non lo riteneva più un’arma utile. Ma lui non si è arreso, nemmeno quando il giorno prima delle gare invece della partitella giocava a calcio-tennis. Troppo in-
telligente per non capire che per lui, solo due coppe di Spagna vinte in carriera, questa poteva essere l’ultima opportunità per vincere qualcos’altro. CORSA E PROSCIUTTO Ha iniziato a correre più degli altri in allenamento, aiutato anche dal prosciutto Pata Negra, fedele compagno alimentare. Montella ha visto l’orgoglio del campione ferito, quello che pur di scendere in campo gioca anche terzino e dalla trasferta di Verona del 23 novembre non lo ha più tolto. Esterno destro nel 3-5-2 o attaccante nel tridente Joaquin è sempre stato uno dei migliori in campo. In campionato e in coppa. Già, perché era impossibile tenerlo fuori ancora dalla lista di Europa League, in un momento in cui la Fiorentina è ancora in corsa su tre fronti. Ora «si allena come un ventenne» (ha detto Montella) e si gode Firenze, anche se tornerà a casa per chiudere la carriera (il contratto scade nel giugno 2016) nella sua squadra, il Betis Siviglia. Guarda le finestre di Ponte Vecchio dall’alto, precisamente da un attico sui Lungarni che in passato è stato di Cecchi Gori e di Ambrosini e che lo spagnolo ha soffiato in estate proprio al suo attuale allenatore, incantato da quell’appartamento. A Firenze sta benissimo ma ora vuole vincere qualcosa. Anche per questo domani sera sarà titolare accanto a Salah e Babacar. «Gioacchino», come lo chiamano per le vie del centro, ha ancora una figurina mancante. Quella della Roma. E spera di completare l’album proprio domani sera, nel ritorno degli ottavi di finale di Europa League. Un partita da campione. Una partita da Joaquin Sanchez Rodriguez. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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QUI TORINO
Stadio pieno: in arrivo 2 mila russi ● TORINO Tutto pronto o quasi per la partita della stagione che al Toro aspettano dal 1994 quando i granata furono eliminati ai quarti della Coppa Coppe dall’Arsenal. Arrivare ai quarti di Europa League partendo dai preliminari passerebbe alla storia visto il risultato di 2-0 dell’andata per lo Zenit. L’eliminazione dei russi di San Pietroburgo chiuderebbe una ferita aperta dalla Dinamo Mosca 23 anni fa con la sconfitta del Toro di Mondonico al Delle Alpi per 2-1, negato l’approdo agli ottavi di Uefa. Con un gol, Quagliarella eliminò lo Zenit nel 2009 con l’Udinese, sconfitti e poi eliminati i russi dalla Champions nella stessa stagione (2008-’09) nello stesso Olimpico di domani sera, ma dai cugini bianconeri con una punizione di Del Piero. Non mancherà il pubblico: Olimpico esaurito e superato il record di 25824 spettatori per Torino-Inter (25725 paganti per l’Athletic). VIVES? Per tentare l’impresa, la maggior parte dei titolari che hanno rifiatato contro la Lazio sono scesi in campo ieri alla Sisport sotto la pioggia. Recuperati Molinaro e Masiello, in extremis potrebbe tornare pure Vives infortunatosi all’andata. Allertate le forze dell’ordine: in arrivo oltre 2 mila ultras dello Zenit f.bra © RIPRODUZIONE RISERVATA
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PURA LUCE, PURA ENERGIA.
Serie A R Una città due stati d’animo
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FA7: una stella, tanti padrini
1Ronaldo e Messi, ma anche Kakà, Cruijff e la ruleta di Zizou: Felipe Anderson ha qualcosa di tanti big. E la Lazio vuole blindarlo fino al 2019: rinnovo pronto, stipendio raddoppiato Stefano Cieri ROMA
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Stefano Pioli, 49 anni: è stato lui a lanciare FA7 (LAPRESSE)
na specie di Frankenstein, che però - a differenza del mostro creato dalla penna di Mary Shelley non fa paura a nessuno. Anzi, è una gioia assoluta. Per gli occhi dei suoi tifosi, anzitutto, ma anche per quelli neutrali. Eh sì, perché Felipe Anderson è uno di quei talenti puri che mette d’accordo tutti. Che è facile ammirare anche se ha appena punito la tua squadra del cuore. La Lazio se lo tiene stretto, la Serie A (in perenne deficit di grandi campioni) pure. Se continua così tanto il club di Lotito quanto il nostro campionato sono destinati a perderlo. Ma intanto il genio arrivato da Brasilia incanta le platee italiane. E fa sognare i tifosi laziali come non accadeva da tempo. MIX MICIDIALE Una specie di Frankenstein, si diceva. Perché nell’eterno e inevitabile gioco che scatta quando nasce una stella (a chi somiglia? quale fuoriclasse ricorda?) la risposta chiama in causa tanti grandi del passato e i due geni del presente, Cristiano Ronaldo e Leo Messi. Per un mosaico quanto mai variegato. Con il portoghese del Real (che è il giocatore cui viene più di frequente accostato) il laziale ha in effetti molte caratteristiche in comune.
Innanzitutto la capacità di calciare con eguale efficacia con entrambi i piedi. Dote rara in molti fuoriclasse, basti pensare a Maradona, che a un sinistro da dio accoppiava un destro che - parole sue - gli serviva solo per scendere le scale. Ma di CR7 Anderson ha pure la capacità di cambiare più ruoli, di giostare indifferentemente sulla fascia o al centro. Del madridista non ha (ancora) la potenza, il colpo di testa, la concentrazione feroce, l’intensità. E Messi? Con l’argentino le analogie sono più labili. Però la facilità di dribbling, la capacità di saltare gli avversari come birilli lo avvicinano in qualche modo pure all’asso del Barcellona. RITORNO AL PASSATO Ronaldo, Messi. Va bene, ci mancherebbe. Ma per un brasiliano non è mai bello essere paragonato a giocatori non brasiliani, per quanto grandi. E infatti a chi gli chiede a quale fuoriclasse si senta più vicino FA7 risponde - sottovoce e con lo sguardo basso, perché gli sembra comunque troppo - che il suo modello è Kakà. La progressione palla al piede del laziale ricorda in effetti quelle dell’ex milanista; come la capacità di sfondare per vie centrali e poi andare al tiro. Di Kakà Anderson ha anche altro: lo stesso carattere d’oro, che lo fa amare dal resto dello spogliatoio, e l’identica professionalità. Volendo, si può aggiungere che anche Felipe, proprio come il Ricky rossonero, ha un rapporto speciale con la Fede, quella
FELIPE ANDERSON 21 anni, arrivato alla Lazio nell’estate 2013 dal Santos
con la F maiuscola. Tecnica e velocità: come Kakà, ma anche come un altro grandissimo del passato, Johan Cruijff, uno che - palla al piede - riusciva ad avere la stessa velocità di quando correva senza palla. Felipe non è a quei livelli, ma poco ci manca. Nello scatto breve ricorda invece Robi Baggio, mentre certi numeri da giocoliere portano dritti a Zidane: la ruleta di Zizou è infatti tornata a rivivere proprio grazie a FA7.
INTELLIGENZA TATTICA:
Cruijff
FANTASIA:
Zidane
RINNOVO E TENTAZIONI Ma i numeri importanti sono altri: 8 gol e 7 assist in 21 partite di campionato, dodici delle quali da titolare. L’unico neo (per la Lazio) è che le sue imprese stanno facendo il giro del mondo. Nel natio Brasile già si chiedono polemicamente perché mai il c.t. Dunga continui ad ignorarlo (lo ha fatto anche nelle ultime convocazioni). Nella ricca Europa, invece, i grandi club si muovono per ipotecare il suo futuro. Ultimamente all’Olimpico sono arrivati osservatori dei due Manchester, del Chelsea, del Liverpool, del Real e dell’Atletico. E Lotito? L’attuale contratto (a 600 mila euro a stagione) scade nel 2018. Ma il rinnovo con adeguamento è già pronto: prolungamento di un anno (al 2019) e raddoppio dello stipendio: 1,2 milioni più bonus. La firma è attesa a breve. La Lazio lo blinderà, insomma. Ben consapevole, però, che se FA7 continua così sarà difficile trattenerlo a lungo.
DRIBBLING:
Messi
SCATTO:
Baggio PROGRESSIONE:
Kakà
DESTRO/ SINISTRO:
C. Ronaldo
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L’ANDAMENTO DELLE ROMANE IN QUESTO CAMPIONATO Punti 50
ROMA LAZIO DISTACCO
40 30
25 18
20 10
3 0 Giornata
0
1ª
6 3 2ª
9
3 3ª
12
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8ª
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28
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22 19
19
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11ª
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15ª
16ª
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17ª
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20ª
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7ª
14ª
23ª
24ª
25ª
26ª
27ª
GAZZETTA DELLO SPORT
fA CONFRONTO
DENTRO LA VOLATA
ui dove tutto funziona, lì dove tutto pare nero. Lazio e Roma si trovano nel mezzo di una volata impensata a inizio stagione. E ora reale, perché frutto di un 2015 di segno opposto. Ecco un viaggio tra i sorrisi di Formello e le preoccupazioni di Trigoria.
si: l’ultima esultanza ha pure questa il sapore del derby, perché dal selfie di Totti sotto la Curva Sud in poi la Roma non è più riuscita a riscaldare l’Olimpico. Il clima ora è questo: stadio che è arrivato a gridare «mercenari», radio private che diffondono audio rubati di un calciatore che accusa i compagni di non correre, calciatori fermati per strada — è accaduto ieri mattina a Pjanic, prima di un incontro con gli studenti di una scuola — con energiche richieste di spiegazioni sul momento Roma.
AMBIENTE LAZIO Una stagione nata nel segno della fiducia verso il nuovo corso di Pioli, anche se si avvertivano ancora gli strascichi della contestazione a Lotito. Un macigno la mancata qualificazione in Europa League. E poi quel derby incastrato alla penultima giornata che, con i progetti-scudetto della Roma, faceva paventare un faccia a faccia con i cugini in odor di tricolore in una data 24 maggio, troppo beffardamente vicina al 26 maggio della Coppa Italia vinta proprio contro i giallorossi nel 2013. La squadra di Pioli ha saputo conquistarsi simpatia e calore subito col bel gioco e la mentalità offensiva. Il crescendo in classifica sta donando alla Roma biancoceleste una stagione emozionante anche nel confronto con la Roma per quel secondo posto ad appena un punto. ROMA Il mondo giallorosso si è invece via via avvitato su stesso. La squadra viene regolarmente fischiata all’Olimpico ormai da due me-
RIVELAZIONI/DELUSIONI LAZIO Nel campionato scorso si era dibattuto tra problemi fisici e di ambientamento. Giunto in Serie A dopo sette stagioni in Belgio con l’Anderlecht, Lucas Biglia è rinato in estate. Al Mondiale, era partito tra rincalzi per poi diventare titolare, anche nella finale persa dall’Argentina con la Germania. Così la Lazio si è ritrovata un elemento di spessore internazionale. E soprattutto Pioli ha scovato in Biglia il play giusto per il suo gioco a trazione anteriore. Dinamismo e senso tattico le doti migliori. A 29 anni si sta riscoprendo da un uomo-guida ed è nel mirino dei top club europei. ROMA A Trigoria ora si fa fatica a riconoscere i calciatori. Almeno quelli rimasti, perché di Maicon, Castan e Strootman si sono perse le tracce per infortuni vari. Ma due nomi su tutti sono simbolici per tratteggiare il momento giallorosso: Gervinho e Pjanic. L’ivoriano ha segnato solo due reti in campionato. Il suo rap-
Nicola Berardino Davide Stoppini ROMA
Formello in estasi Q con i vecchietti A Trigoria ormai Gervinho è un caso 1Mauri e Klose guidano con i gol l’assalto di Pioli al
secondo posto. La gestione dell’attaccante ivoriano fa discutere. Le situazioni opposte di Cataldi e Iturbe
MERCOLEDÌ 18 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Spunta una scure sul capo di Garcia: Champions o adieu 1La Roma non è più contenta del suo tecnico. E ieri
la squadra ha tracciato la tabella di marcia senza di lui Davide Stoppini ROMA
S
ic transit gloria mundi, adesso succede pure che in tribuna Tevere due tifosi si prendano a pugni e vengano fermati dalla Polizia perché divisi su Rudi Garcia, l’uomo che aveva unito l’universo Roma e ora ha rimesso la guida tecnica al centro di ogni discussione. In fondo a queste latitudini è pratica abbastanza diffusa: successe con Luis Enrique, poi con Zeman, adesso tocca al francese. Che di certo ci ha messo del suo, passando in soli sette giorni dal tombale «voglio allenare nel nuovo stadio, mi dovrete sopportare a lungo» al sibillino «non sarò mai un peso per questo club, alla fine faremo i conti». SCENARI I conti, in verità, a Trigoria hanno già cominciato a farli da un po’. Con il risultato di una proprietà, nella persona di James Pallotta, scontento per l’andamento della squadra al punto di far passare il messaggio che i prossimi mesi saranno decisivi per chiunque. Anche per un allenatore sulla cui permanenza nella prossima stagione non è più giusto scommettere ad occhi chiusi. Anzi: se la
Rudi Garcia, 51 anni, seconda stagione sulla panchina della Roma ANSA
Roma dovesse uscire presto dall’Europa League e non conquistare l’accesso alla Champions, l’addio di Garcia sarebbe scontato, a dispetto del contratto fino al 2018. È presto per immaginare eventuali sostituti. Si può giusto segnalare che Mihajlovic si sarebbe offerto e
che Di Francesco è un nome da non perdere di vista. WALTER: DIMISSIONI? E Garcia? Le parole del post Samp hanno fatto pensare a un tecnico pronto a lasciare lui la baracca, a fine stagione. Magari con qualche proposta in tasca da
Francia o Spagna. Di sicuro sfiancato dalla scarsa protezione che avrebbe avvertito nell’ultimo periodo. Il mercato di gennaio è uno dei nodi: con Sabatini c’è distanza di vedute. Tanto che si racconta di un d.s. pronto a rimettere il proprio mandato nelle mani di Pallotta (l’ha già fatto più volte, in carriera). Ma il mercato è solo una delle frizioni Garcia-società: nel frullatore pure la gestione dei giovani, la preparazione atletica, la comunicazione. E al tecnico c’è anche chi rimprovera la scarsa presenza sul campo: gli allenamenti spesso vengono diretti per buona parte dai vice Bompard e Fichaux, alla tattica sarebbe riservato pochissimo tempo, su scala settimanale. CONFRONTO? NO, TABELLA Di tutto questo, però, non si è parlato ieri a Trigoria. In una giornata comunque piena, per Garcia, che ha incontrato il d.s. Sabatini e il d.g. Mauro Baldissoni: i tre hanno pranzato insieme e hanno analizzato la sconfitta la Samp. Nel pomeriggio il tecnico è poi andato a Latina, dove ha assistito (con Baldissoni e Nainggolan) alla vittoria della Primavera. In mattinata, invece, a Trigoria aveva parlato alla squadra a fine allenamento: «Non mollo ora, possiamo ancora tirarci fuori da questa situazione», il discorso del francese, apparso molto più sereno ieri che nel post partita. Nessun confronto, dunque, come filtrato nel pomeriggio di ieri: nessun giocatore ha preso la parola di fronte al monologo dell’allenatore. Poi, una volta uscito dallo spogliatoio Garcia, i giocatori hanno parlato tra di loro, stilando una sorta di tabella per il secondo posto: «Ci siamo messi noi nei guai, facciamo 1820 punti e restiamo secondi», il senso della chiacchierata a più voci. Ma il difficile viene adesso. È passare dalle parole ai fatti. Già da domani, in Europa League. Pure per evitare altre scazzottate in giro per l’Olimpico. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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YOUTH LEAGUE
Primavera avanti Battuto il City, ora c’e il Chelsea
L’esultanza della Roma dopo il 2-0
Francesco Oddi
«U
n grande risultato, meritato: sono fiero di loro». Rudi Garcia, dopo la serataccia di lunedì all’Olimpico, è venuto a vedere la Primavera in Youth League, ed ha assistito a un’impresa di cui un club che ha sempre puntato sui giovani potrà vantarsi: 2-1 al Manchester City di Vieira, forse la squadra giovanile più forte d’Europa e Final four conquistata. A decidere, al Francioni di Latina, due ragazzi che Garcia ha già portato in panchina in A, e che ci sono arrivati seguendo due percorsi ben diversi: lo slovacco Vestenicky, subentrato all’infortunato Sanabria a fine primo tempo, autore dell’1-0, è stato preso nel gennaio 2014 in prestito dal Nitra. Un colpo alla Sabatini, che quest’anno ha segnato in tutte le manifestazioni: 14 centri col gol di ieri. Pellegrini, centrando l’incrocio dei pali da
trequarti, è arrivato a quota 6, solo che di ruolo fa il centrocampista. Lui invece è un colpo alla Bruno Conti, che lo prese a 10 anni nell’Almas Roma, dove crebbe ai tempi Giannini: faceva il centravanti, Montella nei Giovanissimi lo mise davanti alla difesa, il gusto per il gol gli è rimasto. «Loro e l’Ajax erano le due squadre più forti e le abbiamo eliminate». Ora tocca al Chelsea, che lo scorso anno eliminò il Milan di Inzaghi: erano gli ottavi però, la Roma è in semifinale. La Youth League è ancora giovane come manifestazione, ma nessuna italiana era mai andata così avanti. © RIPRODUZIONE RISERVATA
ROMA-MANCHESTER CITY 2-1 MARCATORI Vestenicky (R) al 16’, Pellegrini (R) al 41’ s.t., Ambrose (MC) su rigore al 46’ s.t. ROMA (4-3-3) Marchegiani; Paolelli, Capradossi, Calabresi, Anocic; D’Urso, Machin (dal 36’ s.t. Adamo), Pellegrini; Di Livio (dal 47’ p.t. Ndoj), Sanabria (dal 47’ p.t. Vestenicky), Di Mariano. (Pop, Adamo, Marchizza, Belvisi, Soleri). All. De Rossi MANCHESTER CITY (4-3-3) Gunn; Humpries (dal 21’ s.t. Nemane), Maffeo, Adarabioyo, Tasende; Byrne, Bryan, Ntcham; Ambrose, Pozo (dal 16’ s.t. Kongolo), Celina (dal 33’ s.t. Garcia). (Haug, Tattum, Oliver, Buckley-Ricketts). All. Vieira ARBITRO Raczowski (POL) ESPULSI Bryan (MC) al 14’ s.t., Byrne (MC) al 39’ s.t., Capradossi al (R) 43’ s.t. AMMONITI Ndoj, Pellegrini, Ambrose, Maffeo. IL PROGRAMMA Ieri: Benfica-Shakhtar 5-6 (d.c.r.) Oggi Anderlecht-Porto FASE FINALE A NYON SEMIFINALI (10 aprile) ROMA-CHELSEA SHAKHTAR-ANDERLECHT/PORTO FINALE (13 aprile)
LA VOLATA DI FINE STAGIONE GIORNATA
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CESENA
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Atalanta
INTER
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JUVENTUS
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Inter
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DIFFICOLTÀ:
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In MAIUSCOLO le gare in trasferta GAZZETTA DELLO SPORT
porto stretto con Garcia è diventato uno dei punti in discussione nello spogliatoio, con molti compagni toccati dal pensiero che il trattamento non sia uguale per tutti, nelle scelte di formazione. Pjanic è l’altro big che sta mancando nelle prestazioni, l’altro a cui il tecnico faceva riferimento nel post Sampdoria: continuamente alle prese con acciacchi fisici di varia natura, il bosniaco è l’indiziato numero uno — l’altro è Ljajic — a partire in caso di mancato accesso diretto alla Champions IL NUMERO League.
35 anni, è la bussola della manovra. Un jolly tra centrocampo e attacco (8 reti in campionato). Fa perdere riferimenti agli avversari. Un capitano che sa guidare la rotta del gioco. ROMA I vecchietti della Roma, o comunque i giocatori di maggiore esperienza, sono finiti sul banco degli imputati. Il rendimento di De Rossi è calato, gli errori di Firenze hanno spaccato ancor di più un ambiente che si divide tra le critiche per uno stipendio non in linea con le
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Il primo dei due gol di Francesco Totti nell’ultimo derby MANCINI
I VECCHI LAZIO Pioli ha trovato il sostegno dei veterani. Miro Klose e le reti di Gervinho in Stefano Mauri, i questo campionato: nomi più appariscenti. A 36 il 30 agosto alla anni, il tedesco Fiorentina e il 30 reduce d a l novembre all’Inter trionfo in Coppa del Mondo e dal titolo di miglior marcatore all time della manifestazione, ha rispolverato il passo per dare il suo apporto non soltanto con i gol (8 in campionato e 3 in Coppa Italia). Un avvio in salita: tanto part time causa Djordjevic titolare. Poi, l’infortunio del serbo (24 gennaio, frattura del malleolo) e il suo rilancio nel momento della svolta laziale. Stefano Mauri,
Gervinho a terra: il suo calo è tra i mali della Roma GETTY
prestazioni e l’amore incondizionato dimostrato dallo striscione esposto dalla Curva Sud prima della Samp. Totti ancora non divide, ma certo non unisce come una volta: il mancato arrivo di un centravanti all’altezza — unito alla frettolosa cessione di Destro — è uno dei nodi principali delle difficoltà offensive della Roma.
I GIOVANI LAZIO A parte Felipe Anderson, stanno emergendo anche De Vrij e Cataldi. Il centrale è arrivato dal Feyenoord a fine luglio, pochi giorni dopo la beffa Astori. Considerato uno dei migliori difensore del Mondiale, l’olandese ha scelto la A per crescere. Ora ringhia e gioca a testa alta. Poi Danilo Cataldi, 20 anni, romano, cresciuto nel vivaio, reduce da una stagione di B a Crotone. Uno stiramento bissato gli ha rinviato l’esordio a gennaio: subito titolare. Centrocampista completo, è sul taccuino azzurro di Conte. Keita doveva esser l’astro nascente. Tra infortuni e disavventure, si era eclissato. A 20 anni l’ex Barcellona, sotto la guida di Pioli, punta a rilanciarsi. ROMA Parlando dei giovani di Trigoria, forse è bene limitarsi a quelli che ieri hanno battuto il Manchester City nella Youth League. Perché in prima squadra le uniche due facce felici sono quelle di Ljajic, capocannoniere stagionale (e pensare che la scorsa estate è rimasto a Trigoria anche per mancanza di acquirenti), e Verde, protagonista a sorpresa dell’inverno giallorosso. Sanabria e Uçan sono due meteore, Paredes viene regolarmente escluso. Ma il vero flop è targato Iturbe. Doveva essere l’uomo scudetto, in campionato ha segnato una sola rete, il rendimento è stato quasi sempre al di sotto della sufficienza. «La ruota girerà», ha scritto ieri su Twitter. Il guaio è che neppure in allenamento dà mai la sensazione di essere in fase di decollo. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Serie A R La crisi rossonera
Inzaghi in bilico: deve battere Zeman Ma il Milan può provare a ripartire
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1Se non vince sabato pronto Brocchi traghettatore A Firenze, però, la squadra è apparsa in crescita: Destro, Van Ginkel e Paletta buone notizie per Pippo Alessandra Gozzini Marco Pasotto MILANO
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ntonelli-Van Ginkel-Antonelli-Honda, minuto 12: conclusione parata da Neto, ma forse questo scambio a fine campionato potrà essere ricordato come la scintilla che ha riacceso il Milan. Un’azione vera, a pelo d’erba, rapida e incisiva, come nessuno era ormai più abituato a vedere. La mezzora in cui «ho ritrovato la mia squadra», come ha raccontato Inzaghi a fine partita, è nata in quel frangente. Ecco, la «sua» squadra. Sua sì, ma fino a quando? La reazione di Firenze a Pippo è servita per tenersi agganciato al posto di lavoro nonostante la sconfitta. E – è cosa nota – la società auspica fortemente che il tecnico da qui alla fine offra i «pretesti» migliori per chiudere la stagione senza essere rimosso. Ma Inzaghi resta comunque un allenatore sotto stretta osservazione. Perché se perdere a Firenze poteva far parte delle ipotesi, sabato in casa col Cagliari non sono ammessi passi falsi. Pareggi compresi. Senza i tre punti contro i sardi, per Pippo sarebbe quasi certamente il capolinea e la squadra verrebbe conse-
gnata a Brocchi sino a fine maggio. Occorre allora ripartire dai miglioramenti del Franchi. Se in quella mezzora il Milan ha dato l’impressione di essere tornato a giocare a pallone, è perché è riuscito a sgombrare la testa. I rossoneri hanno affrontato un avversario complicato, in uno stadio ancora più complicato, con spirito propositivo e atteggiamento consapevole. Inzaghi in questi giorni dovrà essere abile nel mantenere questo approccio nonostante l’ustione della sconfitta. E poi, ovviamente, affidarsi a qualche singolo in grado di trovare la giocata vincente. ARMA Destro, per esempio. Sin qui ha fatto gol solo alle toscane, da sabato dovrà provare a estendere i confini: il Cagliari, avversario del sabato sera, ha la difesa più perforata della Serie A. Se con il gol di lunedì Mattia ha mantenuto alta la media (un centro ogni 172’) insieme ha anche interrotto una statistica favorevole: per la prima volta in questo campionato il gol è stata una fatica inutile, nel senso che è arrivato in coppia con una sconfitta. Destro resta l’arma principale a cui Inzaghi si affida per fronteggiare i prossimi nemici e tenere alta la guardia intorno alla panchina. Altri numeri (3 palloni recuperati, 6 sponde) testimoniano il processo di
integrazione in atto: oltre a finalizzare, l’attaccante partecipa al tentativo di manovra. FUORI DAL GUSCIO Altre positività su cui ricostruire si trovano tra centrocampo e difesa: se Van Ginkel è stato a lungo un progetto di interno, al Franchi ha dato segnali di concretezza. Ha corso e provato a giocare in verticale, evento che al Milan non è così scontato. E’ stato spesso nel vivo del gioco e, dopo i numerosi guai fisici che gli hanno marchiato la stagione, è sembrato avere una buona gamba. Trovare un’alternativa credibile ai soliti Poli, Montolivo e Bonaventura in queste ultime undici partite sarebbe un successo. Poi c’è Paletta, miglior rossonero della trasferta, che ha dato altri segnali di solidità: lui e Van Ginkel condividono il primato dei contrasti vinti, tre, dettaglio che, almeno per loro, certifica un animo da battaglia. Ovviamente conteranno molto anche i rientri dagli infortuni (a Firenze gli indisponibili erano dieci), non solo numericamente ma anche caratterialmente. Come De Jong, che sembrava destinato a tornare dopo la sosta e invece ha buone possibilità di giocare col Cagliari. È l’ultima nota lieta, il resto dovrà aggiungerlo Pippo nel weekend.
● 1 Mattia Destro, 23 anni, arrivato al Milan nel mercato di gennaio dalla Roma 2 Gabriel Paletta, 29, altro rinforzo d’inverno: è stato prelevato dal Parma 3 Marco Van Ginkel, 22, in prestito dall’estate dal Chelsea PEGASO/ANSA/AP
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QUI MILANELLO
BULGARIA E INGHILTERRA
De Jong si allena Mexes: «Europa obbligatoria»
Nazionale Sabato sera i convocati
● Se per il viaggio a Firenze Inzaghi era partito con un ristrettissimo gruppo di centrocampisti, per la prossima uscita casalinga contro il Cagliari Pippo potrà magari recuperarne un paio: di certo rientrerà dalla squalifica un elemento fondamentale per gli equilibri in mezzo al campo come Poli. Ma pure De Jong è prossimo al ritorno: ieri ha partecipato all’allenamento della squadra, aumentando le possibilità di vederlo pronto per il Cagliari. Non è ancora certo, ma la speranza c’è: l’olandese è fuori da fine febbraio, il rientro in gruppo a inizio settimana è però indizio di ottimismo. Sensazioni opposte per Montolivo, ancora ai box. Il recupero di pedine in mezzo permetterebbe a Inzaghi di variare la posizione di Bonaventura, a Firenze utilizzato da interno: tornassero altri titolari del ruolo, Jack potrebbe essere di nuovo spostato in avanti. Dietro invece si segnalano più che altro le parole di Mexes a Milan Channel: «Contro i viola la paura di riprendere gol all’ultimo minuto ci ha fatto abbassare troppo ma c’è stata comunque una mancanza di fiducia. Il nostro primo obiettivo resta l’Europa, il Milan non può starne fuori. Dobbiamo rialzare la testa, mancano 33 punti e ce li prendiamo, dobbiamo cercare di vincere da sabato in poi. Subire quattro gol in due partite può far pensare che siamo in difficoltà, ma non è la sensazione che abbiamo in campo, in alcune situazioni manca un po’ di forza e grinta».
● I nomi arrivano di sabato. La lista dei convocati di Conte per Bulgaria-Italia (qualificazioni a Euro 2016) e Italia-Inghilterra (amichevole) è prevista per sabato sera. Poi domenica entro mezzanotte raduno a Coverciano. Allenamenti al Centro Tecnico fino a venerdì mattina, quindi partenza per Sofia dove si gioca sabato alle 21.45 (20.45 ora italiana). Rientro nella notte a Torino, dove martedì 31 è in programma l’amichevole con l’Inghilterra allo Juve Stadium (20.45, arbitra il tedesco Brych).
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INTERVISTA Ieri sul settimanale «Chi» è apparsa un’intervista al c.t. Conte che ha ammesso: «Non è che mi manca il club. Ma a me piace lavorare e mi sono accorto che in questa veste è più difficile farlo con una certa continuità; questo mi ha, fra virgolette, un po’ “deluso”». Però la Nazionale è una scelta di cuore: «Da quando sono c.t. faccio qualcosa di diverso rispetto al passato: prima avevo un contatto quotidiano con i giocatori e con il profumo dell’erba, ma ho deciso con il cuore e ho scelto la Nazionale in un momento non semplice. Mi auguro che sia la cosa giusta». Il sogno? «Continuare a insegnare calcio, oltre a vincere. Adesso sono in Nazionale, poi deciderò se cimentarmi all’estero o magari sposare qualche bel progetto in Italia».
Serie A R Il toto-panchina
MERCOLEDÌ 18 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Berlusconi sceglie P l’uomo della rinascita Sarri stretto tra Conte e Montella
A CURA di G.B. OLIVERO
1Si avvicina il momento della decisione sul tecnico del futuro. Tra i candidati c’è anche Spalletti. Si pensa pure a Klopp, Prandelli e Donadoni fLA TENTAZIONE
fIL SOGNO
Antonio numero 1 Vincenzo costa ma è l’ideale Ma la Nazionale lo blocca. Forse... per ricostruire
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ippo c’è, ma non si sa fino a quando. Il tecnico è concentrato sul lavoro e spera di restare sulla panchina rossonera anche nella prossima stagione. Ma le possibilità sono pochissime. Quasi nessuna. Ci vorrebbe un miracolo sportivo, una striscia di risultati utili talmente convincente da cambiare il finale della storia, che ormai sembra scritto. Il Milan, nel frattempo, si sta guardando intorno. A metà marzo dovrebbe già essere chiaro il nome dell’allenatore per poter programmare bene il mercato e la nuova stagione. Ma chiaro, attualmente, questo nome non è. Ci sono quattro candidature forti, che analizziamo qui sotto: Antonio Conte è il grande sogno, Vincenzo Montella una forte tentazione, Maurizio Sarri l’intrigante scommessa, Luciano
Spalletti una garanzia di rendimento. E poi ci sono altri tecnici che ciclicamente vengono avvicinati al Milan. Jurgen Klopp, per esempio, intriga per il calcio offensivo e veloce del suo Borussia Dortmund oltre che per la grinta che trasmette. Cesare Prandelli ha gusto per il gioco e modi eleganti. Roberto Donadoni avrebbe il passato rossonero che tanto piace ai dirigenti, ma anche l’esperienza necessaria per gestire una situazione non semplice. Ma a prescindere dal prossimo allenatore è fondamentale che la società faccia chiarezza su due punti, strettamente collegati: la competitività della squadra e gli obiettivi da raggiungere. Un Milan che punti all’Europa deve intervenire pesantemente sulla rosa. Perché sia chiaro: Inzaghi probabilmente pagherà per tutti, ma le colpe sono da dividere con la società e con i giocatori.
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IL BORSINO Conte
20% Altri
Montella
20%
20%
Sarri
Inzaghi
5%
20% Spalletti
15% CENTIMETRI
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fLA SCOMMESSA
fL’USATO SICURO
Bravo coi giovani e poche pretese Perplessi i tifosi
Potrebbe essere la volta buona Ma il carattere...
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S
iciamolo subito: Antonio Conte è il grande sogno del Milan, il numero uno della lista, anzi è addirittura fuori lista. Il più bravo, l’unico allenatore che sposta 10-15 punti a campionato e quindi renderebbe competitiva anche una rosa non particolarmente forte. Non è un mistero, ormai, che nella scorsa primavera Berlusconi e Galliani avessero deciso di affidare a lui la panchina del Milan appena si accorsero dei suoi problemi con la Juve. Ma la società bianconera fu brava a capire la situazione e a bloccare il tecnico, che poi, una volta chiuso il rapporto con la Signora, è finito in Nazionale. Il vero problema (l’unico) è proprio il ruolo di c.t. di Conte, che non lascerà l’incarico prima dell’Europeo: un altro anno sulla panchina azzurra, quindi. Il Milan sarebbe disposto a condividere l’allenatore con l’Italia. Il doppio incarico, però, è una pista quasi impraticabile: le polemiche sarebbero enormi e ci sarebbero tanti tasselli da mettere a posto. Insomma, quasi impossibile. A meno che qualcosa non si muova, magari sotto traccia. Ad Antonio manca il lavoro quotidiano sul campo, e naturalmente lo intrigherebbe un’avventura così clamorosa. Rifare grande il Milan e guidare allo stesso tempo l’Italia all’Europeo sarebbe un’impresa paragonabile a quella compiuta con la Juve. Poi, dal 2016, Conte sarebbe tutto rossonero. Il sogno di Berlusconi, già. Ma solo un sogno?
opo due scommesse come Seedorf e Inzaghi, Berlusconi ha deciso di andare sul sicuro. Il presidente vorrebbe affidare il Milan a un tecnico giovane ma già esperto, con la mentalità offensiva e la voglia di arrivare ai risultati attraverso il gioco. Vincenzo Montella risponde perfettamente all’identikit. È vero che il tecnico della Fiorentina sembra molto coinvolto nel progetto della società viola e che comunque portarlo via da Firenze costerebbe 5 milioni al Milan. Però Berlusconi e Galliani sono stati conquistati dai metodi di Montella: piace, per esempio, la capacità di adattare il modulo ai calciatori che volta per volta fa scendere in campo. Vincenzo gioca con o senza centravanti, con la difesa a quattro o a tre, con gli esterni che spingono o che aspettano, con i palleggiatori in mezzo al campo. E soprattutto Montella costruisce: proprio quello di cui ha bisogno il Milan. Difficilmente i rossoneri potranno lottare subito per lo scudetto, ma con un tecnico come Vincenzo è plausibile la nascita di un progetto triennale che riporti per gradi il Milan lassù. La società si stringerebbe attorno al tecnico, cercherebbe di accontentarlo sul mercato e soprattutto di alzare la qualità della rosa. E Montella farebbe di tutto per centrare il terzo posto e garantire così al Milan il ritorno in Champions.
on c’è nulla di male nel sottolineare che il nome di Maurizio Sarri non esalta i tifosi. Non basta ricordare la storia di Sacchi per riscaldare il cuore della gente. Non è sufficiente mettere in luce l’ottimo lavoro dell’allenatore dell’Empoli. Sarri, in questo momento, viene visto come una scelta di ripiego da tifosi che negli ultimi due anni hanno sofferto moltissimo. Però Sarri è nella lista di Berlusconi e Galliani: non al primo posto, ma c’è. Intanto è sicuramente più semplice arrivare a lui che a Conte o a Montella. E poi il tecnico dell’Empoli è abituato a lavorare con ciò che gli mettono a disposizione. Quindi le sue richieste sul mercato sarebbero più moderate rispetto a quelle di Conte e Montella. Sicuramente il Milan cercherebbe di acquistare Valdifiori, il regista dell’Empoli. Sarri ha molta esperienza perché allena da anni, ma guidare una grande squadra necessita di un tipo di esperienza diversa. E quindi è lecito qualche dubbio sulla sua capacità di calarsi in uno spogliatoio complicato come quello rossonero. Punto a favore: la disponibilità a puntare sui giovani. Il nuovo Milan, ripete sempre Galliani, sarà sempre più giovane e italiano. In tal senso Sarri si troverebbe a suo agio. Insomma, è in corsa anche lui. E non essere il primo nome della lista può non essere uno svantaggio: non sempre vince il favorito. Anzi, quasi mai.
palletti e il Milan: una storia che ogni tanto torna a galla. Finora nulla di concreto: qualche abboccamento, la reciproca sensazione di piacersi e stop. Non c’è mai stata l’occasione propizia, probabilmente. Quando Spalletti era libero o pronto a liberarsi, il Milan era occupato. Quando il Milan avrebbe voluto affidargli la panchina, Spalletti era già comodamente seduto su un’altra. Adesso, in teoria, le componenti ci sono tutte: la società rossonera cerca un tecnico che, tra le varie qualità, abbia anche quel tocco geniale in grado di trasformare un po’ la squadra ampliandone le potenzialità. Luciano ha avuto in passato le intuizioni giuste e si è guadagnato nel tempo la stima di Berlusconi e Galliani. E a giugno sarà libero da contratti. Il grande dubbio è legato al carattere. I dirigenti del Milan temono che una personalità forte come quella di Spalletti possa incontrare qualche difficoltà nello spogliatoio, soprattutto se a inizio stagione le cose non dovessero funzionare. E’ anche vero, però, che per ricostruire serve un allenatore molto forte dal punto di vista caratteriale, perché dovrà prendere decisioni difficili e gestire il gruppo con minore morbidezza rispetto a quanto fatto da Inzaghi. Spalletti guadagna tanto, ma non è solo per questo che non è in pole position. La fine poco gloriosa della sua avventura allo Zenit non lo aiuta.
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Serie A R La lotta in coda
MERCOLEDÌ 18 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
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LA VOLATA SALVEZZA GIORNATA ATALANTA PT. 25
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Milan
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CESENA
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SAMPDORIA
GENOA
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FIORENTINA
Sassuolo
NAPOLI
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Torino
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PARMA*
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BAROMETRO STATO DI FORMA:
scarso
buono
ottimo
DIFFICOLTÀ:
facile
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In MAIUSCOLO le gare in trasferta
*due gare in meno GDS
di lasciare l’Argentina e il Sudamerica avevo tre campionati in testa: la Serie A, la Liga e la Premier. Ma il campionato italiano per me è sempre il più affascinante perché c’è grande equilibrio. In Italia può succedere che un piccolo club come il Cesena pareggi a San Siro, in altri Paesi le grandi di solito vincono con punteggi molto larghi contro le squadre provinciali. A Cesena ho trovato l’ambiente che cercavo per migliorare e crescere».
fL’UOMO DEL MOMENTO
CARBONERO Carlos Carbonero, 24 anni, è arrivato al Cesena nell’agosto 2014 FORTE
La Colombia ha fatto conoscere una nuova generazione di calciatori. Il futuro parla per voi? «Giocatori come Cuadrado, Rodriguez, Martinez, senza dimenticare Falcao, erano già conosciuti nel circuito internazionale. Questo gruppo è nell’età giusta per arrivare al prossimo
LA ROMA? GESTISCE IL MIO CARTELLINO, MA PENSO AL PRESENTE E CONTRO DI LORO NON FINIRÀ IN PARITÀ CARBONERO CENTROCAMPISTA CESENA
«Sogno Asprilla, il Cesena salvo e un altro Mondiale» 1Il colombiano: «La Serie A è affascinante, soltanto qui
una piccola fa punti in casa di una big, come noi a San Siro»
Andrea Tosi INVIATO A CESENA
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ulla via della salvezza, il Cesena ha trovato un giocatore che può aiutarlo a centrare il traguardo stagionale. Fino a qualche tempo fa Carlos Carbonero sembrava una meteora sul cielo di Romagna ma adesso dopo la bella prova di San Siro il 24enne centrocampista colombiano è pronto a diventare un protagonista nella lunga volata per rimanere in serie A. «All’inizio ho faticato ad inserirmi perché sono arrivato dopo la preparazione estiva - dice nel suo spagnolo molto chiuso -. Un po’ alla volta mi sono ritagliato il mio spazio lavorando forte in allenamento. Anche la squadra è cresciuta e gli ultimi risultati positivi hanno portato fiducia e positività. Contro l’Inter meritavamo di vincere». Il suo ruolino è già molto intenso: 7 squadre e tre campionati diversi in 6 stagioni. Come lo spiega? «Sono nato e cresciuto a Bogotà dove ho cominciato a giocare in una piccola scuola calcio spinto dalla passione di mio padre Jair,
ex calciatore dilettante. A 15 anni sono passato all’Academia, in B, lì ho fatto vivaio e prima squadra fino ad arrivare in serie A all’Atletico Huila e poi all’Once Caldas col quale mi sono messo in mostra nella Coppa Libertadores. L’ambizione di un calciatore colombiano è di giocare all’estero in campionati più competitivi e più visibili. Così sono passato in Argentina, all’Estudiantes, ma è durato poco perché l’allenatore subentrato non mi vedeva. Quindi il passaggio all’Arsenal Sarandì, con buoni numeri, fino al River Plate di Ramon Diaz, il club col quale ho vinto il campionato di Clausura battendo in finale il San Lorenzo, ovvero la squadra di Papa Francisco. Il 2014 è stato un anno importante perché, dopo quel successo, sono stato convocato in Nazionale per il Mondiale in Brasile». Come ha vissuto l’approdo in Italia? «Era quello che sognavo fin da ragazzino, quando mi ispiravo a Tino Asprilla. Anche di recente sintonizzavo sempre il satellite della mia tv per seguire le partite di Cuadrado e Muriel. Prima
QUI PARMA
A rischio la sfida con il Torino Domani l’udienza ● PARMA In attesa dell’udienza in Tribunale di domani quando si discuterà dell’ipotesi di fallimento, l’ex presidente del Frosinone, Alfredo Scaccia, ha presentato una manifestazione di interesse per il Parma al sindaco Pizzarotti. Una lettera, con allegata la visura camerale che indica in 600 milioni il capitale sociale a disposizione, in cui l’imprenditore sottolinea la disponibilità ad aiutare il club emiliano. Intanto Parma-Torino, in programma domenica sera alle 20.45 al Tardini, è sempre a rischio: oggi il Parma farà richiesta al Comune per avere lo stadio (Pizzarotti ha tolto al club la disponibilità del Tardini) ma difficilmente l’amministrazione comunale concederà l’impianto visti i rapporti praticamente inesistenti con Manenti. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Mondiale in Russia con l’ambizione di realizzare un risultato importante. Per questo motivo nel nostro Paese ci sono grandi aspettative e sono cresciute le nostre responsabilità ma siamo pronti ad affrontarle». A proposito di Cuadrado, lei è stato dipinto come un suo sosia calcistico. Commenti? «Siamo due giocatori dalle caratteristiche completamente diverse. In comune abbiamo velocità e potenza atletica. Come ruolo, Juan è nato difensore esterno mentre io sono sempre stato una mezzala dentro ad un sistema di 4-3-1-2. Quello che facevo al River e adesso nel Cesena». Quale è la sua ricetta per salvarsi? «Ce la giochiamo con Cagliari, Atalanta e Chievo che affronteremo tutte in casa nelle prossime giornate. Per noi sarà decisivo vincere questi scontri diretti». Intanto il prossimo avversario sarà la Roma che gestisce il suo prestito col River Plate. Ha un motivo in più per fare bene e convincere il club giallorosso a riscattarla. E’ così? «Non penso alla Roma come la mia prossima squadra. Oggi voglio pensare solo a fare bene nel Cesena poi vedremo a giugno quale sarà il mio futuro. La Roma rimane fortissima anche se ultimamente ha avuto risultati negativi. A maggiore ragione, giocherà alla morte per difendere il suo secondo posto mentre noi faremo lo stesso per rincorrere la salvezza. A entrambe serve solo la vittoria». Carbonero, oggi qual è il giocatore più forte nel suo ruolo? «Pogba è il numero uno e dopo di lui c’è Felipe Anderson. Sono fortissimi, e fanno anche tanti gol». © RIPRODUZIONE RISERVATA
QUI ATALANTA
Gomez scalda Reja: la freccia è tornata Nel mirino il Napoli Paolo Vavassori
P
apu Gomez finalmente su di giri. Dribbling, accelerazioni, qualche magia: è mancato solo il gol. Contro l’Udinese, l’argentino acquistato tempo fa per dare estro, fantasia e imprevedibilità alla legnosa manovra dell’Atalanta, ha lanciato vistosi lampi di ripresa. Sicuramente è stato il migliore del tridente d’attacco proposto dal tecnico Reja (Moralez sull’altra fascia e Denis punta centrale a completare la front line nerazzurra) e l’unico con verve e ispirazione nei piedi. A referto anche un destro, un po’ troppo centrale, che avrebbe potuto avere destino migliore. Lo stesso Stramaccioni, allenatore dell’Udinese, a fine gara ha ammesso di aver sofferto molto la brillantezza di Gomez nel primo tempo prima che lo spostamento in marcatura di Piris ne arginasse le discese. Alejandro Gomez, ora, sta affilando gli artigli in vista della partita del San
Paolo (a proposito ieri è tornato a lavorare col gruppo pure Zappacosta, e, contro il Napoli, ci sarà). LA MOSSA Potrebbe essere il «Papu» la freccia nerazzurra più acuminata da infilare nelle maglie spesso troppo larghe delle retrovie partenopee. Il 34-3 di Edy Reja, sembra fatto apposta per esaltare le qualità dell’argentino che in maglia nerazzurra non ha ancora segnato. Lui sente il gol vicino. A Bergamo se lo augurano tutti. Il primo sigillo con l’Atalanta in uno stadio come il San Paolo, sarebbe la storia perfetta. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Papu Gomez, 27 anni ANSA
QUI CAGLIARI
Il nuovo Joao Pedro è la bussola di Zeman «Ora sono maturo» Marco Guidi
«L’
ho pagato uno sproposito, ma mi dicono sia una via di mezzo tra Kakà e Ronaldinho», disse di lui Zamparini nel 2010, quando lo portò a Palermo. Ma Joao Pedro in Sicilia non lasciò alcun segno. Una sola presenza in campionato, proprio in quella Cagliari che avrebbe rappresentato, oltre quattro anni dopo, la sua seconda chance. In mezzo i gol al Penarol e all’Estoril che hanno convinto Zeman in persona a chiederlo al presidente Giulini nell’ultimo giorno di mercato a settembre. «Ora sono maturato», ha subito dichiarato il brasiliano al ritorno in Italia. Le quattro reti in 19 presenze con il boemo e Zola sembrano dargli ragione. IL CAMBIO Joao Pedro a inizio carriera era un attaccante. Fu Luxemburgo a trasformarlo in centrocampista,
precisamente mezz’ala, ruolo in cui lo impiega oggi Zeman a Cagliari. Con Zola giocava leggermente più avanzato, da mezzapunta a ridosso del centravanti. «Ma io mi sento un centrocampista puro», ha precisato più volte il diretto interessato. Un bene, perché il suo eclettismo permette a Zeman di schierare più giocatori offensivi insieme nel suo 4-3-3. Il fiuto del gol però gli è rimasto e non è un caso che il brasiliano sia stato l’autore della prima rete del secondo Cagliari targato Zeman, contro l’Empoli. Che sia lui l’uomo salvezza dei sardi? © RIPRODUZIONE RISERVATA
Joao Pedro, 23 anni LAPRESSE
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Magic +3 R Campionato
L'ANALISI di MARCO GUIDI
MERCOLEDÌ 18 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Samp, una notte da eroi costruita dai gregari
1Squadra accolta dai tifosi in aeroporto dopo il trionfo di Roma.
Viviano era riserva, Muriel a Udine non giocava: ora sono decisivi Alessio Da Ronch GENOVA
Nicola Sansone, 23 anni
PALOSCHI, SANSONE E LA LOGICA DEGLI EX
V
i abbiamo sempre suggerito di tenere d’occhio statistiche e andamenti prima di schierare la vostra formazione al fantacalcio. Ma come in tutti i giochi, l’imprevedibile resta sempre dietro l’angolo. In questa 27a giornata Alberto Paloschi e Nicola Sansone sono stati i migliori (14 Magic punti, come Felipe Anderson della Lazio) e in pochi li avranno schierati. Paloschi non segnava da 10 gare, periodo nel quale solo per quattro volte (una grazie al 6 politico di ParmaChievo) era stato sufficiente. Nessun bonus, mai oltre la soglia del 6. Sansone, invece, non portava bonus ai suoi fantallenatori dalla 21° giornata. E nelle cinque partite successive era sceso in campo in tre occasioni, risultando sempre insufficiente. Cosa li ha fatti svegliare all’improvviso? Una vecchia regola che spesso si ripete nel calcio. Paloschi affrontava il Genoa, Sansone il Parma. Entrambi avevano un passato nelle squadre che avevano di fronte. Risultato? Una doppietta ciascuno. Così la legge dell’ex ha battuto logica e studio 4-0. A quando la rivincita?
N
otte da eroi. All’atterraggio all’aeroporto di Genova, avvenuto alle 3 di notte, la Sampdoria è stata sorpresa. Ad accoglierla infatti c’era un nutrito gruppetto di tifosi, esaltati da Muriel ed entusiasmati da Viviano, i loro nuovi idoli. Non solo Eto’o, insomma. La conquista dei cuori blucerchiati si allarga alle manone del portiere e ai piedi dolci e alle gambe superveloci dell’attaccante colombiano, autore della rete del 2 a 0, quella che ha messo k.o. la Roma e lanciato la Samp addirittura nella corsa al secondo posto. ESEMPIO Emiliano Viviano è arrivato a Genova in estate, in prestito con diritto di riscatto, dal Palermo ed è stato capace di superare un infortunio e pure la concorrenza di Romero, il titolare dell’Argentina vicecampione del Mondo. Sicuro, sempre deciso nelle sue dichiarazioni, autoritario in campo e bravo anche a dirigere la difesa, ha saputo conquistare Sinisa Mihajlovic e, subito dopo, anche i tifosi blucerchiati. A Roma ha stupito per l’uscita su Gervinho, sullo 0 a 0 e la capacità di ribattere il suo tiro ravvicinato di esterno, ma anche per le risposte su Verde e Pjanic, che hanno blindato il risultato. Il momento chiave della sua stagione, però, lo ha vissuto nel derby. Una parata, assolutamente istintiva, su una conclusione ravvicinata di Bertolacci, lo ha esaltato, trasformandolo da protagonista apprezzato in vero e proprio beniamino del pubblico. Un ruolo importante all’interno dello spogliatoio, invece, se lo è ritagliato grazie al suo atteggiamento. Viviano infatti è già un punto di riferimento per tutti i compagni single. Lui non ha ancora trasferito la famiglia da Brescia, così nel tempo libero si è messo a disposizione dei più giovani, li guida, li ascolta, ne è divenuto un vero esempio.
CLASSIFICA SQUADRE
PT
JUVENTUS ROMA LAZIO NAPOLI FIORENTINA SAMPDORIA GENOA INTER TORINO MILAN PALERMO UDINESE SASSUOLO VERONA EMPOLI CHIEVO ATALANTA CAGLIARI CESENA PARMA (-3)
64 50 49 46 45 45 37 37 36 35 35 32 32 32 30 29 25 21 21 9
PARTITE
RETI
G
V
N
P
F
S
27 27 27 27 27 27 26 27 27 27 27 26 27 27 27 27 27 27 27 25
19 13 15 13 12 11 9 9 9 8 8 8 7 8 5 7 5 4 4 3
7 11 4 7 9 12 10 10 9 11 11 8 11 8 15 8 10 9 9 3
1 3 8 7 6 4 7 8 9 8 8 10 9 11 7 12 12 14 14 19
54 38 49 46 39 36 37 42 30 38 38 29 33 33 27 20 22 33 25 21
14 21 27 35 29 28 32 35 30 34 40 34 40 46 29 30 37 50 48 51
* 3 PUNTI DI PENALIZZAZIONE
CHAMPIONS PRELIMINARI DI CHAMPIONS EUROPA LEAGUE RETROCESSIONI
PROSSIMO TURNO SABATO 21 MARZO CHIEVO-PALERMO ore 18 (0-1) MILAN-CAGLIARI ore 20.45 (1-1) DOMENICA 22 MARZO, ore 20.45 EMPOLI-SASSUOLO ore 12.30 (1-3) JUVENTUS-GENOA ore 15 (0-1) CESENA-ROMA (0-2) LAZIO-VERONA (1-1) NAPOLI-ATALANTA (1-1) PARMA-TORINO (0-1) SAMPDORIA-INTER (0-1) UDINESE-FIORENTINA (0-3)
MARCATORI
Il portiere Emiliano Viviano, 29 anni FOTOPRESS
Tweet
Sotto il tweet di Mario Balotelli che ieri pomeriggio ha applaudito la vittoria della Samp a Roma. L’attaccante ha avuto Mihajlovic come viceallenatore ai tempi dell’Inter
Il colombiano Luis Muriel, 23 anni ANSA
FENOMENO Il gruppo è una delle forze trainanti di una squadra che ha sorpreso il campionato. A dimostrarlo una volta di più è il sorriso di Luis Muriel. Il colombiano, che a Udine appariva come un sopportato, a Bogliasco è stato capace di conquistare tutti, come dimostra l’abbraccio ricevuto dopo il gol del 2 a 0 alla Roma, con i compagni riuniti intorno a lui a scimiottare un balletto sul ritmo della sua canzone preferita, quella che spesso piazza come colonna sonora nelle sedute in palestra. I numeri, poi, descrivono alla perfezione la sua trasformazione. A Udine in questo campionato è sceso in campo 11 volte, senza realizzare neppure un gol e regalando un solo assist, alla prima giornata, contro l’Empoli. In blucerchiato, pur reduce da un lungo infortunio, ha cambiato passo: cinque presenze, solo due da titolare, per
un bottino di tre gol, tutti in trasferta, e un assist. Uno score che diventa straordinario se si rapporta ai minuti giocati: 215. Insomma, una rete ogni 72 minuti. A innescarlo praticamente tutti i compagni di reparto: Eto’o a Verona contro il Chievo, Okaka a Bergamo contro l’Atalanta, Eder lunedì sera a Roma. A proposito di cambio di passo. All’Olimpico ha impressionato tutti per come ha iniziato l’azione vincente: una progressione infinita, con perfetto controllo del pallone, talmente veloce da staccare di 4 o 5 metri Yanga-Mbiwa che lo inseguiva affannato. Ecco giustificato il paragone con Ronaldo fatto da Mihajlovic. Un gol, arrivato al termine di un’azione rocambolesca, ma iniziata da Fenomeno, che ha fatto correre i tifosi all’aeroporto, pregustando un futuro straordinario. © RIPRODUZIONE RISERVATA
15 RETI Icardi (3, Inter); Tevez (2, Juventus). 13 RETI Menez (7, Milan); Higuain (2, Napoli); Toni (3, Verona). 12 RETI Dybala (2, Palermo). 10 RETI Gabbiadini (Napoli; 7 nella Sampdoria); Quagliarella (2, Torino); Di Natale (Udinese). 9 RETI Callejon (Napoli). 8 RETI Felipe Anderson, Klose e Mauri (Lazio); Ljajic (1, Roma); Eder (1, Sampdoria); Berardi (4) e Zaza (1, Sassuolo); Thereau (Udinese). 7 RETI Maccarone (1, Empoli); Babacar (Fiorentina); Matri (7 nel Genoa), Morata e Pogba (Juventus); Djordjevic (Lazio); Destro (Milan; 5 nella Roma); Vazquez (Palermo). 6 RETI Defrel (Cesena); Paloschi (Chievo); Iago Falque’ (1, Genoa); Vidal (2, Juventus); Parolo (Lazio); Honda (Milan); Glik (Torino).
Mauro Icardi, 22 anni, capocannoniere con Tevez ANSA
TACCUINO GIUDICE SPORTIVO
Keita, un turno per l’applauso ironico ● Se l’è cavata con un turno di squalifica il giallorosso Keita espulso al 36’ s.t. di Roma-Sampdoria per un applauso ironico dopo essere stato ammonito dall’arbitro Calvarese. Un turno agli altri tre espulsi: Carmona (Atalanta), Mirante (Parma) e Sala (Verona). Fermati per una giornata anche Iago e Rincon (Genoa), Badu (Udinese), Albiol e Ghoulam (Napoli), Balzano (Cagliari), Gobbi (Parma), Gomez (Verona), Hetemaj (Chievo), Mauri (Parma), Morata (Juventus), Pjanic (Roma).
EUROPEI CALCIO A 5
Qualificazioni: c’è Italia-Finlandia ● (m.cal.) Alle 16.30 (diretta
tv su RaiSport 1) a Krosno (Polonia), l’Italia affronta la Finlandia nella gara d’esordio del Main Round di qualificazione a Euro 2016. Del girone di qualificazione fanno parte anche Bielorussia (secondo avversario, domani) e Polonia (sabato la terza sfida).
SERIE A DONNE
Mozzanica ok Oggi il Brescia ● (m.cal.) Nel recupero della 15a giornata della Serie A femminile, il Mozzanica batte 2-0 il San Zaccaria ed è terzo da solo, a -4 dal secondo posto. Oggi un altro recupero di campionato: alle 15 si gioca Riviera di RomagnaBrescia, con le campionesse d’Italia che possono riavvicinarsi al Verona primo in classifica. La situazione (prime posizioni): Verona 49, Brescia* 45, Mozzanica 41, Firenze 38. (*una partita in meno).
Magic +3 R Campionato
27
a
GIORNATA
CLASSIFICA SETTIMANALE POS. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20
NOME PARTECIPANTE BACHI RATCLIFF BIGELLI DANIELE CESARE PASQUALE TOSCANO ETTORE RUSSO FRANCESCO VARALDO VALERIO D'APRUZZO ANTONIO CENNI ANGELO ALBINO ALESSANDRO TURTURICI ANTONIO MARCONE EMANUELE BACHI RATCLIFF CHIAVEGATO ALBERTO BEFEZZI GIUSEPPE PICCIOLO GIACOMO COPPA GIANCARLO
PROV. LI PU NA MI PT NA SV BS OT LE CT MI TA MI LI LC LT IM ME SO
SQUADRA EE2 CONNI 5 NAPOLI273 DANCINEL 20 RGD TUTTI PER BORGONOVO 18 VES 44 TONIDELBUKO16 RAZZOLI BENNY05 CHERIE 7 CLOE FOREVER !!! ANTOFRASABY 80 DANKO FOREVER !!! XX21 BOTOLO ELISA1M WEARETHEBEFFE FORMENTERA 14 CIELO STELLATO 94
PUNTI 96,5 95,0 92,0 91,5 91,5 91,5 91,0 90,5 90,0 89,5 89,5 89,5 89,5 89,5 89,0 88,5 88,5 88,5 88,5 88,5
CLASSIFICA GENERALE POS. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20
NOME PARTECIPANTE PAUSELLI LUCA RUSSO FRANCESCO REMIGI BRUNO RUSSO GIUSEPPE PRATICI FRANCESCO RECCHI STEFANO RUSSO SALVATORE PAUSELLI LUCA SPIONE FLAVIO RUSSO GIUSEPPE ROSSI ROBERTO DELAIDINI DUILIO SPIONE FLAVIO TRAVAGLINI ANDREA GIAMBINI VITTORIO CESARE PASQUALE RABBIA MARCO PEDRINI DAVIDE TONELLO CLAUDIO PAOLO ACQUAROLI WALTER SVANOSIO
PROV. PG NA PG CL MS PG CE PG RM CL BS BS RM BO MI NA TO VA CN SO
SQUADRA BLIBLI S1 I PEZZETTONI 11 WHISKY183 TEX DEL LAF GEN 24 GAVEDO 4 STEFCIN 57 BOB8 BLIBLI U COACHFLA34 FRAGIUROS UNITED 75 BEAND14 DODO'S BROTEHERS COACHFLA212 TEROLDEGO 2 FLASH 16 NAPOLI501 ATLETICO DAN.ANN.ALI G & D TEAM 28E LGASM04 MARE&MONTI88
MAGIC PUNTI 0 0 0 3 0 0 0 0 6,5 0 0 0 7 0 3,5 6 0 0 0 0 0 5 0 3,5 3,5 0 0 0 0 5 3,5 0 6,5 0 5,5 0 0 7 0 0 3 5 4,5 0 4 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 5 0 0 5 6 0 0 0 0 7,5
MEDIA 5,12 0 4,83 4,62 0 6 5,25 3,25 4,5 4,79 0 0 5,44 0 4,45 5,98 0 4 0 2,67 0 4,7 3,82 5,38 4,89 0 0 0 4,75 5,29 4,43 0 5,15 6,17 4,34 0 0 5,05 0 6 4,23 5,29 5,1 0 5,48 0 5,5 6 0 4,57 4,38 5,4 0 0 6 6 5,24 4,25 6 4,72 5,2 5,5 0 4,56 0 5,42
QUOT. 5 2 4 1 1 1 4 4 7 6 1 1 13 1 7 25 1 1 1 1 1 15 4 20 14 1 1 1 1 20 1 1 16 1 12 1 1 18 1 1 14 13 12 4 20 1 4 3 1 13 6 4 1 1 3 1 17 1 1 16 16 1 1 7 1 13
MAGIC PUNTI 5,5 5,5 0 0 4,5 0 0 5 5,5 0
MEDIA QUOT. 6,2 6 6,4 12 5,27 3 0 3 5,46 8 5,38 8 5,47 4 5,52 6 5,83 4 5,79 4
PUNTI 2006,0 1995,0 1992,5 1992,0 1991,5 1991,0 1990,5 1990,5 1989,5 1989,0 1988,5 1988,5 1987,0 1986,5 1985,5 1985,0 1985,0 1985,0 1985,0 1984,5
PORTIERI CODICE GIOCATORE 101 ABBIATI (MIL) 102 AGAZZI (MIL) 103 AGLIARDI (CES) 104 ANDUJAR (NAP) 105 AVRAMOV (ATA) 175 BAJZA (PAR) 106 BARDI (CHI) 107 BASSI (EMP) 109 BENUSSI (VER) 110 BERISHA (LAZ) 111 BERNI (INT) 112 BIGGERI (EMP) 113 BIZZARRI (CHI) 114 BRESSAN (CES) 115 BRKIC (CAG) 116 BUFFON (JUV) 117 CARBONI (CAG) 118 CARRIZO (INT) 171 CASTELLAZZI (TOR) 119 COLOMBI (CAG) 120 COLOMBO (NAP) 121 CONSIGLI (SAS) 122 CRAGNO (CAG) 124 DE SANCTIS (ROM) 168 DIEGO LOPEZ (MIL) 126 FREZZOLINI (ATA) 176 FRISON (SAM) 127 FULIGNATI (PAL) 130 GOLLINI (VER) 131 HANDANOVIC (INT) 132 IACOBUCCI (PAR) 177 ICHAZO (TOR) 166 KARNEZIS (UDI) 134 LAMANNA (GEN) 135 LEALI (CES) 136 LOBONT (ROM) 137 LUPATELLI (FIO) 138 MARCHETTI (LAZ) 165 MASSOLO (SAM) 170 MERET (UDI) 140 MIRANTE (PAR) 141 NETO (FIO) 143 PADELLI (TOR) 144 PEGOLO (SAS) 145 PERIN (GEN) 146 POLITO (SAS) 147 POMINI (SAS) 148 PUGGIONI (CHI) 174 PUGLIESI (EMP) 149 RAFAEL C.B. (NAP) 150 RAFAEL D.A. (VER) 172 ROMERO S. (SAM) 151 ROSATI (FIO) 152 RUBINHO (JUV) 153 SCUFFET (UDI) 154 SECULIN (CHI) 155 SEPE (EMP) 156 SKORUPSKI (ROM) 173 SOMMARIVA (GEN) 157 SORRENTINO (PAL) 158 SPORTIELLO (ATA) 160 STORARI (JUV) 161 STRAKOSHA (LAZ) 162 TATARUSANU (FIO) 164 UJKANI (PAL) 167 VIVIANO (SAM)
CAMPIONATO MEDIA P. V. G. VOTO 9 -7 6 0 0 0 3 -4 6,17 4 5 -5 5,88 0 0 0 0 0 0 9 -15 6,17 4 -10 5,75 12 6,5 -17 5,96 7 -8 5,93 0 0 0 0 0 0 18 7 -15 6,31 0 0 0 10 4,5 -16 6,05 25 0 -13 6,41 0 0 0 1 -1 7 0 0 0 3 -8 5,5 0 0 0 25 6 -37 6,12 14 -26 5,68 25 5,5 -18 6,1 19 6 -27 6,28 0 0 0 0 0 0 0 0 0 2 -4 6,75 26 6 -34 6,27 5,25 4 5,5 -8 0 0 0 26 6,5 -34 6,33 2 -3 6,25 25 6,5 -44 5,92 0 0 0 0 0 0 21 7 -19 6,07 0 0 0 0 0 0 22 6 -43 5,98 19 6 -18 6,29 15 6,5 -16 6,03 0 0 0 25 6 -29 6,54 0 0 0 3 -3 6,5 0 0 0 0 0 0 23 -30 5,87 13 -25 6,08 10 -12 6,35 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 23 6 -19 6,15 2 -3 5,75 0 0 0 27 6 -40 6,22 27 6 -37 6,4 2 -1 6 0 0 0 8 -11 6,19 0 0 0 18 7,5 -16 6,38
R. 0 0 0 0 0 0 2 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 1 0 0 1 0 0 0 0 3 0 0 1 1 2 0 0 0 0 0 1 0 1 0 1 0 0 0 0 0 1 1 0 0 0 0 0 0 0 0 2 0 0 0 0 0
ESPAMM 0/0 0/0 0/0 0/0 0/0 0/0 0/0 0/0 0/1 0/0 0/0 0/0 0/1 0/0 0/0 0/0 0/0 0/0 0/0 0/1 0/0 1/1 0/0 0/0 1/2 0/0 0/0 0/0 0/0 0/1 0/0 0/0 0/1 0/0 1/1 0/0 0/0 1/5 0/0 0/0 1/3 0/2 0/2 0/0 1/0 0/0 0/0 0/0 0/0 0/0 0/0 0/1 0/0 0/0 0/0 0/0 0/0 0/0 0/0 0/1 0/2 0/0 0/0 0/0 0/0 0/2
CAMPIONATO P. V. G. 15 5,5 0 21 6 3 15 0 0 0 0 0 25 5 0 16 0 0 19 0 0 24 5,5 0 6 5,5 0 8 0 0
R. 3 0 0 0 1 0 2 0 0 0
ESPAMM 0/1 1/5 0/4 0/0 0/7 0/3 0/4 0/5 0/0 0/2
DIFENSORI CODICE GIOCATORE 201 ABATE (MIL) 202 ACERBI (SAS) 203 AGOSTINI (VER) 204 ALBERTAZZI (MIL) 205 ALBIOL (NAP) 206 ALEX (MIL) 207 ALONSO (FIO) 208 ANDELKOVIC (PAL) 209 ANDREOLLI (INT) 210 ANTEI (SAS)
MEDIA VOTO 6,03 6,14 5,53 0 5,56 5,65 5,47 5,62 5,83 5,93
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MERCOLEDÌ 18 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
211 ANTONINI (GEN) 212 ARIAUDO (GEN) 213 ASTORI (ROM) 214 AVELAR (CAG) 424 BAGADUR (FIO) 215 BALZANO (CAG) 216 BALZARETTI (ROM) 217 BARBA (EMP) 218 BARZAGLI (JUV) 219 BASANTA (FIO) 220 BASTA (LAZ) 221 BELLINI (ATA) 223 BENALOUANE (ATA) 227 BIANCO (SAS) 228 BIAVA (ATA) 229 BIRAGHI (CHI) 429 BOCCHETTI (MIL) 410 BOCHNIEWICZ (UDI) 230 BONERA (MIL) 231 BONUCCI (JUV) 232 BOVO (TOR) 398 BRAAFHEID (LAZ) 233 BRITOS (NAP) 234 BRIVIO (VER) 235 BUBNJIC (UDI) 236 BURDISSO (GEN) 237 CACCIATORE (SAM) 238 CACERES (JUV) 239 CAMPAGNARO (INT) 241 CANA (LAZ) 243 CANNAVARO (SAS) 244 CAPELLI (CES) 402 CAPUANO (CAG) 245 CASSANI (PAR) 246 CASTAN (ROM) 247 CAVANDA (LAZ) 248 CEPPITELLI (CAG) 249 CESAR (CHI) 250 CHERUBIN (ATA) 251 CHIELLINI (JUV) 253 CIANI (LAZ) 254 CODA (SAM) 255 COLE (ROM) 258 COSTA (PAR) 259 DAINELLI (CHI) 260 D'AMBROSIO (INT) 261 DANILO (UDI) 262 DAPRELA' (PAL) 263 DARMIAN (TOR) 264 DE CEGLIE (JUV) 265 DE MAIO (GEN) 266 DE SCIGLIO (MIL) 267 DE SILVESTRI (SAM) 268 DE VRIJ (LAZ) 403 DEL GROSSO (ATA) 433 DIAKITE (CAG) 271 DODO' (INT) 272 DOMIZZI (UDI) 405 DONKOR (INT) 274 DRAME' (ATA) 275 EDENILSON (GEN) 278 EMANUELSON (ATA) 414 EMERSON (PAL) 279 EVRA (JUV) 281 FEDDAL (PAR) 282 FELIPE (INT) 285 FREY (CHI) 286 GABRIEL SILVA (UDI) 287 GAMBERINI (CHI) 289 GASTON SILVA (TOR) 290 GAZZOLA (SAS) 411 GENTILETTI (LAZ) 291 GHOULAM (NAP) 292 GLIK (TOR) 293 GOBBI (PAR) 294 GONZALEZ ALE. (CAG) 417 GONZALEZ G. (PAL) 296 HENRIQUE (NAP) 297 HEURTAUX (UDI) 419 HOLEBAS (ROM) 298 HYSAJ (EMP) 300 IZZO (GEN) 301 JANSSON (TOR) 302 JONATHAN (INT) 303 JUAN JESUS (INT) 304 KONKO (LAZ) 305 KOULIBALY (NAP) 306 KRAJNC (CES) 307 LAURINI (EMP) 308 LAZAAR (PAL) 309 LICHTSTEINER (JUV) 310 LONGHI (SAS) 311 LUCARELLI (PAR) 312 LUCCHINI (CES) 313 MAGGIO (NAP) 314 MAGNUSSON (CES) 315 MAICON (ROM) 316 MAKSIMOVIC (TOR) 413 MANOLAS (ROM) 319 MARCHESE (GEN) 320 MARIO RUI (EMP) 321 MARQUES (VER) 399 MARQUEZ (VER) 322 MARTIC (VER) 324 MASIELLO (TOR) 426 MASIELLO A. (ATA) 428 MAURICIO (LAZ) 326 MESBAH (SAM) 327 MESTO (NAP) 328 MEXES (MIL) 329 MILANOVIC MILAN (PAL) 330 MOLINARO (TOR) 406 MONTELEONE (PAL) 331 MORAS (VER) 332 MORETTI (TOR) 333 MORGANELLA (PAL) 335 MUNOZ (SAM) 336 MURRU (CAG) 338 NAGATOMO (INT) 436 NATALI (SAS) 340 NICA (CES) 341 NOVARETTI (LAZ) 342 OGBONNA (JUV) 430 ORTIZ (PAL) 343 PALETTA (MIL) 404 PARENTE (GEN) 345 PASQUAL (FIO) 346 PASQUALE (UDI) 347 PEDRO MENDES (PAR) 348 PELUSO (SAS) 420 PERES (TOR) 349 PERICO (CES) 400 PIRIS (UDI) 352 PISANO E. (VER) 351 PISANO F. (CAG) 354 RADU (LAZ) 355 RAIMONDI (ATA) 356 RAMI (MIL) 357 RANOCCHIA (INT) 358 REGINI (SAM) 359 RENZETTI (CES) 421 RICHARDS (FIO) 360 RISPOLI (PAL) 362 RODRIGUEZ GON. (FIO) 363 RODRIGUEZ GUI. (VER) 364 ROMAGNOLI (SAM) 365 RONCAGLIA (GEN) 366 ROSI (FIO) 367 ROSSETTINI (CAG) 368 RUGANI (EMP) 371 SANTACROCE (PAR) 432 SANTON (INT) 372 SARDO (CHI) 373 SAVIC (FIO) 374 SCALONI (ATA) 375 SILVESTRE (SAM) 418 SOMMA (EMP) 376 SORENSEN (VER) 434 SPOLLI (ROM) 377 STENDARDO (ATA) 427 STRINIC (NAP) 431 TAMBE (GEN) 380 TERRANOVA (SAS) 381 TERZI (PAL)
0 0 5 0 0 5 0 6 5,5 6 5,5 0 0 0 5 0 0 0 0 6 6 0 4,5 0 0 5,5 0 0 0 0 0 6 0 5,5 0 0 6,5 6 5,5 6 0 0 0 0 5 5 6,5 5 6,5 5 5,5 0 10 6,5 0 6,5 5,5 0 0 5 6,5 6 0 0 0 0 5,5 0 6 6 6 0 4 0 5,5 0 0 0 0 5 6 0 6 0 0 0 0 5,5 0 0 5,5 5,5 6 0 0 6 0 5 0 0 7 0 0 0 0 5,5 6 0 4 4,5 0 0 0 6,5 0 0 0 5 0 0 0 0 0 0 7 0 6 5,5 6 5,5 5,5 5,5 6 6 0 5,5 0 0 5 6 0 6 6 9,5 7 6,5 4,5 5,5 0 6 3,5 6 0 0 6 6 0 0 0 6 0 0 0 5
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382 TOMOVIC (FIO) 383 TONELLI (EMP) 384 TOROSIDIS (ROM) 435 UVINI (NAP) 386 VIDIC (INT) 388 VITIELLO (PAL) 389 VOLTA (CES) 390 VRSALJKO (SAS) 391 WAGUE (UDI) 422 YANGA MBIWA (ROM) 392 ZACCARDO (MIL) 394 ZAPATA C. (MIL) 395 ZAPPACOSTA (ATA) 396 ZUKANOVIC (CHI) 397 ZUNIGA (NAP)
0 0 6 0 0 6 0 0 6 5 0 0 0 6 0
5,85 6,45 5,88 0 5,47 6,21 5,44 6,15 6,5 5,66 7,5 5,59 6,4 6,02 5,75
8 12 6 2 7 5 4 10 6 6 4 4 11 10 4
17 22 13 0 15 8 18 18 5 19 2 11 21 22 6
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MEDIA VOTO 5,69 6,08 6,06 5,89 5,25 5,92 5,5 5,88 0 6,18 5,93 6 5,88 5,75 6,19 5,5 6,31 5,83 5,92 5,83 6,18 6 6,22 5,81 4,5 6,17 5,88 5,95 6,34 5,33 5,83 5,94 5,94 0 6 5,86 6 6 5,93 5,77 6,38 5,72 5 5,97 5,5 5,83 6,21 5,79 5,78 5,86 5,65 5,86 5,81 0 5,75 5,9 6 6,33 5,93 5,75 6,22 5,89 5,35 5,83 5,25 6 6,53 5,82 6,32 6,17 6,04 5,54 6,17 6,02 5,76 5,83 5,8 6 5,8 0 6,07 5,69 5,83 5,95 5,68 5,91 5,98 5,7 0 6,1 5,8 5,67 6,07 5,94 0 5,83 5,75 5,68 6,31 5,46 5,86 6,28 5,68 5,83 5,93 5,53 5,71 5,8 5,94 0 5,43 5,82 6 5,42 6,16 5,9 7 5,5 6,44 6 5,58 0 0 6,33 5,98 6,28 5,94 6 5,79 5,95 6 5,33 6,1 6,17 6 5,38 0 6,43 5,62 6,2 5,62
R. 0 3 1 0 1 0 0 1 0 3 2 0 1 0 1 0 1 0 1 0 1 2 2 0 0 0 0 0 7 2 0 0 1 0 0 0 0 4 2 0 1 0 0 1 0 0 0 0 1 0 1 0 0 0 0 1 0 1 0 0 0 2 0 0 0 5 5 1 3 0 3 1 1 0 0 1 0 0 1 0 6 0 0 5 4 1 0 2 0 2 0 0 0 1 0 0 0 2 3 0 1 0 3 1 0 0 1 0 1 0 0 2 0 1 2 1 0 0 3 0 0 0 0 0 0 0 0 1 2 0 1 0 1 0 0 0 0 1 0 0 0
ESPAMM 1/8 0/6 0/6 0/4 1/1 0/1 0/1 0/4 0/0 2/2 0/5 0/0 0/7 0/0 0/7 0/0 0/4 0/2 0/3 0/3 0/3 0/6 0/1 0/3 0/0 0/3 0/0 0/4 0/4 0/3 1/8 0/6 0/2 0/0 0/0 0/2 0/0 0/3 1/7 0/1 0/0 1/8 0/0 0/4 0/1 0/5 0/4 0/4 0/3 0/5 0/1 0/8 1/5 0/0 0/1 0/2 0/2 0/1 0/3 0/1 0/4 1/6 1/1 0/1 0/0 0/1 0/4 0/3 0/1 0/0 0/5 1/5 0/6 0/8 0/8 0/0 0/1 0/0 0/6 0/0 0/3 0/2 0/1 1/6 0/0 0/2 0/8 0/1 0/0 0/4 0/3 0/3 0/4 0/2 0/0 0/2 0/1 0/4 0/1 0/5 0/1 1/2 1/7 1/2 0/3 0/2 0/0 0/2 0/1 0/0 0/2 0/2 0/0 0/3 0/6 0/9 0/0 0/0 0/6 0/1 0/2 0/0 0/0 0/0 0/4 0/4 1/6 0/3 1/4 0/4 0/3 0/1 0/3 0/1 0/2 0/5 0/0 0/8 0/1 0/2 0/1
CENTROCAMPISTI CODICE MAGIC GIOCATORE PUNTI MEDIA QUOT. 501 ACQUAH (SAM) 0 5,42 5 504 ALLAN (UDI) 6 6,19 14 506 ANTONELLI (MIL) 5,5 6,46 15 507 AQUILANI (FIO) 5 5,79 11 508 ARMERO (MIL) 0 5,19 3 509 ASAMOAH (JUV) 0 5,83 4 743 BADELJ (FIO) 6 5,45 5 510 BADU (UDI) 0 5,85 8 725 BARELLA (CAG) 0 0 1 512 BARRETO E. (PAL) 5,5 6,45 13 513 BASELLI (ATA) 0 5,9 7 514 BASHA (TOR) 6 6 4 517 BENASSI (TOR) 6 6,09 10 763 BERGDICH (GEN) 5,5 5,8 6 519 BERTOLACCI (GEN) 5,5 6,32 13 0 5,88 4 520 BIABIANY (PAR) 521 BIGLIA (LAZ) 6,5 6,55 14 522 BIONDINI (SAS) 6 5,77 7 523 BIRSA (CHI) 5,5 5,9 10 524 BOLZONI (PAL) 0 5,73 6 525 BONAVENTURA (MIL) 6 6,64 19 526 BORJA VALERO (FIO) 5 6,25 15 0 7,05 17 527 BRIENZA (CES) 528 BRIGHI (SAS) 0 5,69 8 529 BRILLANTE (EMP) 0 4,5 3 759 BROZOVIC (INT) 0 5,92 9 532 CAIO RANGEL (CAG) 0 5,88 4 736 CAMPANHARO (VER) 0 5,77 4 534 CANDREVA (LAZ) 0 7,11 23 738 CARBONERO (CES) 8 5,38 5 536 CARMONA (ATA) 4,5 5,62 8 0 5,67 6 537 CASCIONE (CES) 538 CATALDI (LAZ) 6 5,69 5 539 CAZZOLA (CES) 0 0 4 540 CHIBSAH (SAS) 0 6 4 541 CHOCHEV (PAL) 0 5,71 4 755 CHRISTIANSEN (CHI) 6 6 4 542 CHRISTODOULOPOULOS (VER) 5,5 6,31 11 543 CIGARINI (ATA) 5 5,83 10 544 COFIE (CHI) 0 5,75 4 545 COMAN (JUV) 0 6,62 4 546 CONTI (CAG) 0 5,59 7 751 CORREA (SAM) 0 5 4 548 COSSU (CAG) 0 6,08 9 749 COSTA T. (GEN) 0 5,5 6 549 CRISETIG (CAG) 6 5,71 6 5,5 6,25 12 551 CROCE (EMP) 553 D'ALESSANDRO (ATA) 0 5,68 6 740 DAVID LOPEZ (NAP) 4,5 5,76 7 554 DE FEUDIS (CES) 6 5,72 6 731 DE GUZMAN (NAP) 5 6,12 10 555 DE JONG (MIL) 0 5,97 10 556 DE ROSSI (ROM) 0 5,78 9 557 DE VITIS (SAM) 0 0 1 558 DELLA ROCCA (PAL) 0 5,5 3 559 DESSENA (CAG) 6 6,05 10 754 DIAMANTI (FIO) 0 6,33 16 563 DONSAH (CAG) 0 6,88 10 564 DUNCAN (SAM) 6 5,83 7 566 EDERSON (LAZ) 0 7 4 567 EKDAL (CAG) 0 6,65 14 568 EL KADDOURI (TOR) 5,5 5,93 13 5,5 5,2 3 571 ESSIEN (MIL) 572 ESTIGARRIBIA (ATA) 0 6,25 4 737 EVANGELISTA (UDI) 0 5,4 4 573 FARNERUD (TOR) 0 6,5 11 574 FELIPE ANDERSON (LAZ) 14 7,95 24 575 FERNANDES (UDI) 5 6,07 13 576 FERNANDEZ M. (FIO) 0 6,76 15 577 FETFATZIDIS (CHI) 0 7 8 6,3 15 578 FLORENZI (ROM) 6 580 GALLOPPA (PAR) 5 5,56 5 581 GARGANO (NAP) 0 6,03 8 583 GAZZI (TOR) 0 5,82 7 584 GIORGI (CES) 6 5,57 7 745 GOMEZ (ATA) 6,5 5,92 10 585 GONZALEZ ALV. (TOR) 0 5,8 4 586 GRASSI (ATA) 0 6 1 587 GRECO (VER) 6 5,67 7 590 GUARENTE (EMP) 0 0 4 591 GUARIN (INT) 6 7 19 592 GUILHERME (UDI) 6,5 5,66 7 722 HALLBERG (UDI) 0 5,75 4 593 HALLFREDSSON (VER) 8,5 6,15 13 594 HAMSIK (NAP) 4,5 6,44 19 595 HERNANES (INT) 0 6,28 13 5,8 9 596 HETEMAJ (CHI) 5,5 597 HONDA (MIL) 4,5 6,59 11 753 HUSBAUER (CAG) 0 0 4 715 IAGO (GEN) 5 6,95 17 598 ILICIC (FIO) 5,5 5,9 8 600 INLER (NAP) 6 5,77 8 601 IONITA (VER) 0 6,33 7 712 IZCO (CHI) 0 6,29 9 603 JADSON (UDI) 0 6 2 760 JAJALO (PAL) 6 5,67 5 605 JANKOVIC B. (VER) 7 6 6 744 JOAO PEDRO (CAG) 10 6,21 10 606 JOAQUIN (FIO) 11 6,84 16 607 JORGINHO (NAP) 0 5,29 8 608 JORQUERA (PAR) 0 5,95 4 609 KEITA S. (ROM) 3,5 6,5 12 8 723 KONE (UDI) 0 5,61 610 KOVACIC (INT) 5 6,42 15 613 KUCKA (GEN) 6 6 11 615 KURTIC (FIO) 5 5,67 7 616 KUZMANOVIC (INT) 5,5 5,79 6 618 LAXALT (GEN) 0 5,67 4 619 LAZAREVIC (SAS) 0 6,33 6 620 LAZZARI (FIO) 0 0 4 0 5,29 4 621 LEDESMA (LAZ) 741 LESTIENNE (GEN) 0 5,96 9 750 LILA (PAR) 9 6,75 6 734 LODI (PAR) 0 5,62 9 622 LULIC (LAZ) 0 6,66 8 623 MAGNANELLI (SAS) 6 5,76 8 747 MANDRAGORA (GEN) 0 6,5 1 626 MARCHIONNI (SAM) 0 5,5 4 6,68 19 627 MARCHISIO (JUV) 6,5 628 MARESCA (PAL) 5 5,96 6 746 MARIGA (PAR) 0 5,56 4 629 MARRONE (JUV) 0 0 4 632 MASTOUR (MIL) 0 0 2 748 MATTIELLO (CHI) 0 6,25 1 634 MAURI J. (PAR) 6,5 6,02 8 633 MAURI S. (LAZ) 6 7,38 21 5,78 10 720 MEDEL (INT) 6,5 635 MENEZ (MIL) 5 7,43 26 636 MERTENS (NAP) 5,5 6,02 17 637 MIGLIACCIO (ATA) 6 6,05 6 639 MISSIROLI (SAS) 10 6,37 14 642 MONTOLIVO (MIL) 0 5,28 3 643 MORALEZ (ATA) 5,5 6,82 18 761 MPOKU (CAG) 6 6,58 11 765 MUDINGAYI (CES) 6,5 5,75 6 646 MUNTARI (MIL) 0 5,65 6 724 MURONI (CAG) 0 0 1 649 NAINGGOLAN (ROM) 0 6,7 16 652 NOCERINO (PAR) 5,5 5,93 8 653 OBBADI (VER) 6,5 6,1 5 654 OBI (INT) 0 5,94 4
CAMPIONATO P. V. G. 18 0 0 25 6 1 25 5,5 4 20 5 0 8 0 0 6 0 0 11 6 0 0 0 18 0 0 0 22 5,5 2 17 0 0 2 6 0 17 6 2 4 5,5 0 24 6 2 1 0 0 21 6,5 2 18 6 0 26 6 0 19 0 0 25 6 4 20 5 2 20 0 5 16 0 0 3 0 0 6 0 0 6 0 0 11 0 0 23 0 5 14 7 0 25 5,5 0 20 0 1 9 6 0 2 0 0 5 0 0 9 0 0 2 6 0 19 6 1 23 5,5 0 14 0 0 10 0 0 16 0 1 2 0 0 19 0 2 2 0 0 21 6 0 26 5,5 1 17 0 0 23 4,5 0 19 6 0 21 5 3 18 0 2 16 0 1 0 0 0 2 0 0 21 6 1 6 0 1 16 0 2 18 6 0 3 0 1 23 0 4 23 6 2 12 5,5 0 6 0 1 4 0 0 17 0 1 21 8 8 24 5 2 20 0 2 7 0 2 25 6 2 15 5,5 0 17 0 0 21 0 0 21 6 0 14 6,5 0 6 0 0 1 0 0 16 6 0 1 0 0 21 6 5 24 6,5 0 3 0 0 21 7,5 1 25 4,5 5 17 0 2 25 6 0 22 4,5 6 2 0 0 21 5,5 6 16 6 1 15 6 1 17 0 2 17 0 2 0 0 0 7 6 0 10 7 1 19 7 4 18 7 2 17 0 0 7 0 0 21 4,5 2 19 0 0 25 5 5 23 6 1 17 5 1 14 5,5 0 5 0 0 12 0 1 0 0 0 9 0 0 13 0 0 2 6 1 19 0 1 16 0 3 25 6 0 2 0 0 1 0 0 26 6,5 2 13 5 0 6 0 0 0 0 0 0 0 0 4 0 0 22 7 1 20 6 8 25 6,5 0 27 5,5 13 22 5,5 2 12 6 1 24 7 3 10 0 0 20 5,5 5 6 6 1 4 6,5 0 16 0 2 0 0 0 24 0 3 12 5,5 1 12 7 0 1 10 0
655 OBIANG (SAM) 656 OCTAVIO (FIO) 657 ONAZI (LAZ) 658 PADOIN (JUV) 659 PALOMBO (SAM) 660 PAREDES (ROM) 661 PAROLO (LAZ) 662 PEPE (JUV) 663 PEREIRINHA (LAZ) 664 PEREYRA (JUV) 666 PEROTTI (GEN) 667 PINZI (UDI) 669 PIRLO (JUV) 670 PIZARRO (FIO) 671 PJANIC (ROM) 672 POGBA (JUV) 673 POLI (MIL) 674 PUCCIARELLI (EMP) 733 PULZETTI (CES) 675 QUAISON (PAL) 677 RADOVANOVIC (CHI) 681 RIGONI (PAL) 714 RINCON (GEN) 682 RIZZO (SAM) 683 ROMULO (JUV) 684 SALA (VER) 762 SALAH (FIO) 686 SAPONARA (EMP) 688 SCHELOTTO (CHI) 752 SHAQIRI (INT) 690 SIGNORELLI (EMP) 691 SORIANO (SAM) 693 STROOTMAN (ROM) 694 STURARO (JUV) 756 SUSO (MIL) 695 TABANELLI (CES) 696 TACHTSIDIS (VER) 697 TAIDER (SAS) 698 UCAN (ROM) 764 VAJUSHI (CHI) 699 VALDIFIORI (EMP) 700 VALOTI (VER) 726 VALZANIA (CES) 742 VAN GINKEL (MIL) 758 VARELA (PAR) 701 VARGAS J. (FIO) 702 VAZQUEZ (PAL) 703 VECINO (EMP) 704 VERDI (EMP) 705 VIDAL (JUV) 706 VIVES (TOR) 707 WIDMER (UDI) 709 WSZOLEK (SAM) 727 YABRE (CES) 713 ZAPATA A. (UDI) 710 ZE' EDUARDO (CES) 711 ZIELINSKI (EMP)
5,5 0 6 0 6 0 7 0 0 5,5 6 6 0 0 4 0 0 6 6 0 6,5 6 5,5 0 0 5 0 6 6 5,5 6 6,5 0 5,5 0 0 6 7,5 0 0 0 0 0 6 6 0 5,5 9 6 6 0 6,5 0 0 0 0 5,5
6,4 0 5,65 5,71 6,12 6,38 6,62 6 5,25 6,4 6,75 5,68 6,9 6,18 6,29 7,45 6,05 6,38 6,43 7,33 5,9 6,61 6,05 6,18 7 6,43 8,4 6,14 5,63 6,5 6,33 6,07 6 5,73 0 5,25 6,13 6,44 0 6 6,48 8 5,25 5,2 5,75 6,25 7,15 6,34 6,05 6,84 5,79 6,16 4,75 0 6 5,67 5,93
14 3 5 4 12 5 19 4 4 14 16 5 17 12 16 26 11 11 7 8 8 16 8 4 4 7 18 6 7 20 6 12 6 6 4 4 11 10 4 5 14 2 1 3 9 10 22 14 10 20 8 12 3 1 4 5 8
MAGIC PUNTI 0 6 5,5 0 6 0 0 9,5 0 0 0 0 0 6 0 5 0 5,5 6,5 0 9,5 5 9 5,5 0 0 5,5 4,5 5 6,5 0 0 7 0 5,5 0 6 6 5,5 0 5 0 4,5 0 6,5 0 5,5 0 7,5 0 4,5 0 4,5 8 5 4,5 0 6 0 0 5 0 5,5 5 9,5 0 0 9,5 10 5,5 0 5,5 10 0 14 0 5,5 0 0 0 0 0 6,5 0 0 0 0 0 0 0 14 6 0 0 0 0 6,5 6 13,5 5,5 0 5 5 5,5
MEDIA 5,75 6,03 7,17 0 5,28 6,76 0 7,16 6,05 5,9 5,5 5,91 5,75 6 5,59 6,91 0 5,71 6,73 6,17 6,76 5,73 6,97 7,61 7,08 0 6,05 4,5 8,02 7,24 7,5 6,43 7 0 6,03 6 6,23 5,94 7,7 6,62 6,5 5,61 5,8 5,67 6,33 6 7,46 6,65 7,84 6,35 6,09 5 5,75 7,21 7,07 6,41 5,53 7,06 5 6,62 6,07 7,22 6,08 5,67 6,33 5,5 0 7,24 6,85 7,2 6,78 6,54 6,36 5,97 6,67 6 6,1 5,7 6,88 5,5 6 6,28 5,33 5,75 6 7,48 6,61 0 0 6 6,58 6,69 6,36 0 6,75 5,93 8,46 6,82 7,57 6,92 0 6,5 7,5 6,86
QUOT. 4 13 18 4 7 20 1 27 13 4 5 10 3 5 5 22 1 19 5 12 18 15 23 30 15 4 10 18 30 27 4 13 24 1 10 8 13 12 26 4 15 3 18 13 12 1 33 7 33 4 15 4 11 26 21 21 10 22 3 4 10 12 13 6 15 3 1 24 13 12 15 18 23 9 21 1 9 13 14 6 7 14 14 4 1 29 12 4 4 4 20 14 11 2 4 13 40 20 34 22 4 3 17 20
24 0 14 14 26 7 25 5 3 24 21 10 15 20 25 22 25 23 7 11 21 22 18 13 2 8 5 7 19 8 9 22 6 14 0 3 26 20 1 0 25 5 2 6 6 13 26 25 22 21 20 24 3 0 1 9 18
6 0 6 0 6,5 0 7 0 0 6 6 6,5 0 0 4,5 0 0 6 6 0 6,5 6 6 0 0 6 0 6 6 5,5 6 6,5 0 5,5 0 0 6,5 6,5 0 0 0 0 0 6,5 6 0 6 6 6 6 0 6,5 0 0 0 0 6
3 0 0 0 1 1 6 0 0 1 3 0 3 0 3 7 1 3 1 2 1 5 0 1 0 1 3 1 0 1 1 1 0 0 0 0 3 2 0 0 0 1 0 0 0 1 7 2 1 6 1 2 0 0 0 1 0
6,17 0 5,8 5,83 6,08 5,75 6,06 6 5,25 6,21 6,36 5,95 6,1 6,18 6 6,5 6 5,98 6 6,25 5,92 6,11 6,11 6 7 6,21 6,6 5,93 5,66 6,06 5,83 6,02 5,7 6 0 5,25 5,98 6 0 0 6,36 6,5 5,5 5,4 5,67 5,88 6,35 6,12 5,95 6,18 5,68 5,88 4,75 0 0 5,33 6,03
1 0 0 1 1 0 0 0 0 2 2 0 3 2 2 2 0 0 0 1 0 0 1 0 0 0 0 0 0 1 0 2 2 0 0 0 1 3 0 0 6 1 0 0 0 0 6 2 0 1 1 3 0 0 0 1 0
0/9 0/0 0/3 1/2 0/6 0/1 0/8 0/0 0/0 0/2 0/4 0/6 0/0 0/4 0/8 0/4 0/4 0/1 0/0 0/1 1/5 0/8 0/4 0/2 0/0 1/1 0/0 1/1 0/1 0/1 0/0 0/8 0/1 1/5 0/0 0/0 0/8 0/5 0/0 0/0 1/4 0/3 0/1 0/2 0/1 0/0 0/6 0/5 0/2 0/7 0/4 0/4 0/0 0/0 0/0 0/2 0/3
MEDIA VOTO 5,5 5,9 6,17 0 5,25 6,02 0 6,27 5,77 5,8 5,54 5,5 5,75 6 5,82 5,89 0 5,43 6,3 5,75 6,02 5,44 5,92 6,27 5,95 0 5,71 4,5 6,5 6,26 6 6,07 6,42 0 5,68 6 5,83 5,84 6,22 5,83 6,08 5,42 5,6 5,53 6 6 6,1 6,27 6,02 5,85 5,88 5,5 5,82 5,98 6,09 5,73 5,62 6,08 5 6,25 5,64 5,97 5,74 5,71 5,98 5,67 0 6,33 6 6,33 5,88 6,1 5,67 5,5 5,92 0 5,83 5,4 6,08 5,5 0 5,86 5,33 5,5 6 6,35 5,86 0 0 6 5,98 6,03 5,79 0 5,5 5,62 6,62 6 6,2 6,03 0 6,1 6,14 5,9
R. 0 0 1 0 0 1 0 4 0 1 0 0 0 0 0 1 0 2 1 0 2 0 0 3 1 0 1 0 5 2 0 3 1 0 0 0 0 0 2 0 2 0 1 0 2 0 4 2 2 2 1 0 0 3 2 0 0 4 0 0 0 3 1 0 2 0 0 1 2 1 1 2 3 1 1 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 1 0 0 0 0 2 1 1 0 0 1 3 0 2 4 0 2 1 1
ESPAMM 0/0 0/2 0/2 0/0 0/2 0/1 0/0 1/9 0/0 0/1 0/1 1/2 0/1 0/0 1/3 0/1 0/0 0/0 0/1 0/1 0/6 0/3 0/4 0/4 0/1 0/0 0/1 0/0 0/3 0/3 0/1 0/2 0/1 0/0 0/5 0/0 0/0 0/4 0/5 0/0 0/1 0/0 0/0 0/2 0/4 0/0 0/3 1/4 0/3 0/0 0/1 0/1 0/2 0/2 0/1 0/0 0/3 0/3 0/0 0/0 0/0 0/2 0/1 0/2 0/7 0/1 0/0 1/4 0/1 0/2 0/3 0/5 0/1 0/1 0/2 0/0 0/1 0/0 0/0 0/0 0/1 0/5 0/0 0/0 0/0 0/3 0/3 0/0 0/0 0/0 1/2 0/2 0/1 0/0 0/1 0/1 0/4 0/3 0/2 0/4 0/0 0/0 0/2 0/10
ATTACCANTI CODICE GIOCATORE 801 AGUIRRE (UDI) 803 AMAURI (TOR) 805 BABACAR (FIO) 807 BARRETO P. (TOR) 809 BELFODIL (PAR) 810 BELOTTI (PAL) 912 BENTIVEGNA (PAL) 812 BERARDI (SAS) 905 BERGESSIO (SAM) 813 BERNARDESCHI (FIO) 907 BIANCHI (ATA) 814 BOAKYE (ATA) 919 BONAZZOLI (INT) 815 BORRIELLO (GEN) 816 BOTTA (CHI) 817 CALLEJON (NAP) 916 CAPPELLUZZO (VER) 819 CERCI (MIL) 917 CODA M. (PAR) 928 COP (CAG) 823 DEFREL (CES) 824 DENIS (ATA) 825 DESTRO (MIL) 826 DI NATALE (UDI) 827 DJORDJEVIC (LAZ) 922 DJORDJEVIC L. (SAM) 828 DJURIC (CES) 935 DOUMBIA (ROM) 829 DYBALA (PAL) 830 EDER (SAM) 923 EL HAMDAOUI (FIO) 831 EL SHAARAWY (MIL) 932 ETO'O (SAM) 915 FARES (VER) 908 FARIAS (CAG) 929 FERNANDINHO (VER) 833 FLOCCARI (SAS) 834 FLORO FLORES (SAS) 835 GABBIADINI (NAP) 925 GEIJO (UDI) 837 GERVINHO (ROM) 838 GHEZZAL (PAR) 931 GILARDINO (FIO) 841 GOMEZ M. (FIO) 842 GOMEZ T. (VER) 934 HARASLIN (PAR) 844 HIGUAIN (NAP) 846 IBARBO (ROM) 847 ICARDI (INT) 848 INSIGNE (NAP) 849 ITURBE (ROM) 924 JOAO SILVA (PAL) 850 KEITA B. (LAZ) 851 KLOSE (LAZ) 853 LJAJIC (ROM) 854 LLORENTE (JUV) 855 LONGO (CAG) 856 MACCARONE (EMP) 914 MAKIENOK (PAL) 857 MARILUNGO (CES) 858 MARTINEZ (TOR) 859 MATRI (JUV) 860 MAXI LOPEZ (TOR) 861 MCHEDLIDZE (EMP) 862 MEGGIORINI (CHI) 863 MICHU (NAP) 911 MONCINI (CES) 864 MORATA (JUV) 865 MURIEL (SAM) 867 NIANG (GEN) 868 NICO LOPEZ (VER) 869 OKAKA (SAM) 870 PALACIO (INT) 871 PALLADINO (PAR) 872 PALOSCHI (CHI) 918 PANICO (GEN) 874 PAVOLETTI (GEN) 875 PAZZINI (MIL) 876 PELLISSIER (CHI) 877 PEREA (LAZ) 936 PERICA (UDI) 878 PINILLA (ATA) 927 PODOLSKI (INT) 880 POZZI (CHI) 933 PUSCAS (INT) 881 QUAGLIARELLA (TOR) 886 RODRIGUEZ (CES) 910 ROSSETI (ATA) 887 ROSSI (FIO) 890 SANABRIA (ROM) 892 SANSONE N. (SAS) 893 SAU (CAG) 921 SAVIOLA (VER) 920 SERENI (SAS) 895 SUCCI (CES) 896 TAVANO (EMP) 897 TEVEZ (JUV) 898 THEREAU (UDI) 899 TONI (VER) 900 TOTTI (ROM) 901 TOUNKARA (LAZ) 930 VERDE (ROM) 903 ZAPATA D. (NAP) 904 ZAZA (SAS)
CAMPIONATO P. V. G. 3 0 0 18 6,5 1 19 5,5 7 1 0 0 15 6 0 27 0 5 1 0 0 22 7 8 17 0 1 5 0 0 15 0 0 18 0 3 3 0 0 3 6 0 12 0 0 27 5 9 0 0 0 10 5,5 0 11 6,5 2 8 0 1 23 7 6 27 5 4 22 6 7 23 5,5 10 20 0 7 1 0 0 20 5,5 2 3 4,5 0 26 5,5 12 25 6,5 8 3 0 1 15 0 1 7 7 1 1 0 0 19 6 3 2 0 0 19 6 2 19 6 1 22 6 10 6 0 1 19 5 2 7 0 0 5 4,5 0 15 0 2 19 7 2 1 0 0 26 5,5 13 13 0 2 26 6,5 15 11 0 1 17 4,5 1 1 0 0 16 4,5 0 24 7 8 25 5 8 23 4,5 5 20 0 0 24 6 7 4 0 0 8 0 1 17 5 2 16 0 7 21 5,5 2 19 5 0 21 7,5 3 3 0 0 0 0 0 22 7 7 16 7 3 12 5,5 3 18 0 5 26 5,5 4 24 7 5 15 0 2 26 8 6 0 0 0 12 5,5 1 16 0 1 17 0 3 2 0 0 2 0 0 20 0 4 9 6,5 0 3 0 0 2 0 0 26 0 10 17 0 4 0 0 0 0 0 0 2 0 0 25 8 5 18 6 4 10 0 1 0 0 0 3 0 1 23 0 2 25 6,5 15 25 6 8 27 8 13 21 5,5 5 0 0 0 7 5 0 15 5 5 21 5,5 8
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Siamo in onda! R
MERCOLEDÌ 18 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
GazzettaTv, un formato Champions
1 In prima serata con Milito e il Triplete, dalle 23 i gol e i commenti sulla Juventus di Dortmund 1
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● 1 Lo studio di Gazzetta News con il conduttore Nino Morici e il direttore della Gazzetta dello Sport Andrea Monti 2 L’attaccante argentino Diego Milito ricorda la mitica stagione 2009-2010, quella del Triplete, in una lunga intervista con tante testimonianze, da Zanetti a Stankovic FORTE
Gabriella Mancini
U
n’altra serata in compagnia della Champions League su GazzettaTv, canale 59. Alle 23 c’è lo speciale all’interno di Gazzetta News. I gol, i commenti dei nostri giornalisti, tutte le ultime notizie e il punto della situazione, a cominciare dalla Juventus, impegnata nel difficile duello contro il Borussia Dortmund. E’ la ciliegina finale di una giornata densa di appuntamenti.
AUTOGOL Nel pomeriggio, alle 14.45 (replica alle 20.45) è il trio comico Autogol a raccontare l’attualità sportiva attraverso esilaranti imitazioni. Oggi il personaggio preso di mira è Federico Buffa, una parodia affiancata da un collegamento con lo strava-
gante sosia di Carlos Tevez. Poco più tardi linea a Explorers, gli avventurieri più esperti del mondo, poi l’appuntamento con Campioni a confronto alle 15.30. Oggi è la volta del paragone tra Edinson Cavani e Radamel Falcao, tra David Trezeguet e Olivier Giroud e tra Dante e Thiago Silva. Alle 16.05 Sport Science svela i segreti dello sport attraverso l’indagine scientifica. BOMBER In prima serata, giusto per scaldarsi prima della notte di Champions, imperdibile appuntamento con Bomber: la puntata è dedicata all’attaccante argentino Diego Milito che rivivrà una stagione davvero indimenticabile, quella del Triplete, 2009-2010. Quando Ibrahimovic lasciò l’Inter, nessuno immaginava che l’attuale capitano del Racing Avella-
L’ORARIO
23.00 Scatta Gazzetta News con lo Speciale Champions League: ultime notizie, gol e commenti delle partite
neda potesse essere alla sua altezza. Invece Milito trascinò i suoi al mitico traguardo a suon di gol. Nel programma, oltre all’intervista al bomber, ci sono anche gli interventi di Javier Zanetti, Ivan Ramiro Cordoba, Dejan Savicevic, Gabriele Oriali e del giornalista della Gazzetta dello Sport Andrea Elefante. EUROPA LEAGUE E domani non dimenticate l’appuntamento con Sottorete, il programma di volley con Maurizia Cacciatori, e la serata in compagnia dell’Europa League a partire dalle 17.45 con i commenti in diretta delle prime due sfide, le anticipazioni delle altre due e gli highlights. Venerdì line a Sottocanestro con il presidente della Federbasket Gianni Petrucci. © RIPRODUZIONE RISERVATA
POMERIGGIO 14 Gazzetta News 14.15 Magazine Sci Alpino 14.45 Autogol News 15.05 Explorers 15.30 Campioni a confronto 16.05 Sport Science 17.05 Campioni a confronto 17.30 Condò Confidential 18.05.00 Explorers 18.30 Le nuove forze del calcio 18.45 Tuttogol 19 Gazzetta News 19.30 Gazzetta News SERA 20 Gazzetta News 20.30 Gazzetta News 20.45 Autogol News 21.05 Bomber 22.05 The SpeedGang 23 Gazzetta News - Speciale Champions
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OPINIONI La vignetta
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TUTTE LE NOTIZIE SUL NOSTRO SITO
NOVAK DJOKOVIC Campione di tennis ● Sapevate che qualche volta le conferenze stampa post match sono in strada? @DjokerNole
di Valerio Marini
MARC MARQUEZ Campione MotoGP ● Arrivati a casa stamattina, ma in partenza per Madrid @marcmarquez93
CAROLINE WOZNIACKI Campionessa di tennis ● Non tutti i giorni possono essere buoni, ma c’è del buono in ogni giorno @CaroWozniacki
LUIGI MASTRANGELO Grande del volley ● Riuscito a finirla? @gigi1mastro
GIGI DATOME Giocatore Nba ● Mi son divertito stasera a giocare una bella pallacanestro con i miei compagni in un TD garden bello carico !!! Continuiamo a macinare!!! @GigiDatome
Champions: la nostra sfida
Lettere alla Gazzetta
JUVE, PERCHÉ IL BORUSSIA SI PUÒ ELIMINARE SOPRA LA PANCA ANCA di ARRIGO SACCHI
L
a Juventus inizia la settimana più importante come meglio non poteva. Vince a Palermo, ipoteca lo scudetto e cancella i dubbi sulla condizione fisica. Ora c’è l’esame Dortmund che le consentirebbe di divenire finalmente squadra di livello internazionale. I bianconeri in questi 4 anni hanno dominato la Serie A ma non si sono confermati nelle coppe europee. Conte, che con l’ausilio della società è stato l’artefice della rinascita bianconera, non è riuscito a farne una realtà internazionale. Questa opportunità ora si presenta ad Allegri. D’altronde la storia juventina è quasi sempre stata esaltante in patria assai meno nel mondo. Anche le grandi Juve del passato, quella di Charles, Sivori e Boniperti o quella di Trapattoni, Platini, Boniek, Rossi, Bettega, Zoff, Scirea, non hanno lasciato un segno importante. Meglio ha fatto Lippi che pur non
disponendo delle individualità delle altre è riuscito con il collettivo a conquistare una coppa dei Campioni. In Europa e nel mondo si vince con la squadra e un calcio offensivo più che con le individualità e un calcio difensivo che invece sono la regola per il nostro campionato dove trionfa chi incassa meno gol. A Palermo gli uomini di Allegri hanno dimostrato, come sempre, personalità supportati da un pressing asfissiante che ha impedito al Palermo di esprimersi. I bianconeri hanno giocato con un sistema 5-3-2 analogo al Palermo. Questo sistema potrebbe essere un handicap a livello internazionale anche contro un Borussia Dortmund sbiadito. L’atteggiamento troppo prudente potrebbe resuscitare i tedeschi che stanno vivendo il momento peggiore dell’era Klopp, come dimostra la classifica e la pessima esibizione di sabato contro il Colonia. I gialloneri hanno perso la voglia di stupire, sono meno collettivo e non giocano con la velocità e i ritmi impressionanti del passato. I sincronismi offensivi, i tempi delle giocate e gli smarcamenti così come il movimento continuo e l’organizzazione offensiva sono un
ricordo. Hanno perso entusiasmo e brillantezza, sono involuti e prevedibili. A livello individuale non hanno una punta forte fisicamente e abile nel gioco aereo, il nostro Immobile sembra un navigante senza bussola. Reus è l’ombra del giocatore che si conosceva. La squadra che attraverso il collettivo e il gioco migliorava i singoli e metteva in difficoltà avversari più famosi (e costosi) ora non c’è più. La Juve dovrà vincere la propria sindrome internazionale, credere nel proprio gioco e non subire dall’avversario, concedendogli spazi e tempi. Se giocherà all’italiana vecchia maniera, lasciando gioco e iniziativa al rivale, asserragliata al limite dell’aerea, potrebbe perfino resuscitare un Borussia in chiara difficoltà. Ma Allegri è un allenatore esperto e capace, punterà su organizzazione e gioco. Non lascerà il comando agli avversari e cercherà di ribattere colpo su colpo. Credo che i bianconeri giocheranno da protagonisti, convinti che il miglior propellente per vincere è praticare il proprio gioco senza paura. Coraggio si può fare. In bocca al lupo. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Champions: il motivo
SOLO IL CITY TRA L’INGHILTERRA E IL FLOP L’ANALISI di FABIO LICARI twitter: @fabiolicarigaz
D
io salvi l’Inghilterra: nelle coppe sembra la brutta copia della Premier. Se il City non fa un miracolo a Barcellona, e le ultime uscite non autorizzano uno sfrenato ottimismo, il campionato più bello e ricco del mondo abbandonerà la Champions al tramonto degli ottavi (con l’Everton a rischio in Europa League contro la Dinamo Kiev). Out il Chelsea di Mourinho che, personalmente, non perdeva agli ottavi dal 2009. Out l’Arsenal che s’era suicidato con lo 0-3 di Londra e ha fallito l’impresa di Monaco. Out da tempo, fase a gruppi, il Liverpool. Incredibile? Neanche troppo, perché accadde lo stesso nel 2013. Tre
successi inglesi nelle ultime 15 edizioni, e tutti ai rigori (Liverpool 2005, United 2008, Chelsea 2012), non rendono giustizia al valore di un torneo straordinario che ha qualificato ben 32 squadre ai quarti della Champions «allargata», dal ‘99-2000 (l’Italia 18 o 19, dipende dalla Juve). E da Sky sta per arrivare un contratto da Paperone, 7 miliardi per tre anni, che consentirà a quasi tutti i club un mercato inarrivabile per il resto del mondo (Real, Barça, Bayern e Psg escluse). Eppure... Sarebbe facile dire che il potere dei soldi nel pallone merita qualche riflessione in più. Poi la sorprendente Francia porta avanti due squadre, una nelle mani di sceicchi qatarioti (Psg), l’altra di oligarchi russi anche se un po’ in smobilitazione (Monaco), e il messaggio della Champions si fa contraddittorio: d’altra parte non c’è sport imprevedibile come il calcio
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(basti pensare allo Schalke che ha terrorizzato il Real Madrid). Chi esulta è la Spagna che, con il Barça, può certificare l’esclusione degli inglesi, mentre Real e Atletico (ma quanti brividi ai rigori) hanno già staccato il biglietto. Real e Atletico sono le finaliste 2014: l’accoppiata forse non si ripeterà, però la Liga conferma la sua attitudine ai tornei a eliminazione diretta. Poi il Porto è sempre lì. Il Bayern sembra fatto di marziani, anche se ogni tanto non respira l’atmosfera terrestre. E infine, a rendere più democratico il torneo, cioè con più campionati possibili, servirebbe l’Italia, cioè la Juve: anche per evitare l’umiliazione del secondo anno di fila senza di noi (come nel 2001-2002). Sarebbe un peccato, visti Porto, Monaco e lo stesso Atletico: perché il sorteggio potrebbe dare una bella mano.
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IL NUOVO MILAN DEVE NASCERE LONTANO DA QUESTO PORTOFRANCO O di FRANCO ARTURI URI email: farturi@gazzetta.it tta.it twitter: @arturifra
Sono un tifoso milanista e un grande fan di Superpippo Inzaghi. L’ho sempre ammirato perché, pur non avendo i colpi del fuoriclasse come Maradona o Van Basten, ha sempre colmato le sue lacune con il lavoro. Sono triste perché questa situazione non se la merita ma mettendo da parte i sentimenti per i nostri colori credo che invece di attaccarlo sia giusto capire. Pippo sa benissimo di non avere una squadra scarsa, ci crede ancora. Purtroppo però non ha più il pubblico dalla sua e lo deve riconquistare. In balia di questa tempesta ha cercato di mantenere la barra a dritta con la logica, inserendo un difensore per una punta, per proteggere il risultato ma non ha pagato. E allora, Pippo: ricordati del numero 9. 4-3-3 o 4-3-1-2 poco importa. L’unico consiglio che posso osare di suggeriti è di far entrare a gara in corso Menez... Matteo Ghion
I
nfierire sulla situazione deprimente di oggi è un brutto esercizio. Molti, con la gelida bilancia della Giustizia in mano, si chiedono perché Inzaghi sia ancora lì, ricordando i tagli, molto più spicciativi, di Allegri e soprattutto Seedorf. Ma anche l’aspetto sentimentale ha un suo peso: Inzaghi dispone di un patrimonio affettivo da spendere in questo momento nero. Se l’è guadagnato con anni rossoneri d’impegno allo spasimo. Mi sembra comprensibile tanta indulgenza nei suoi confronti. L’altra faccia della medaglia è la compassione umana per un viso scavato, per l’evidente, e quasi fisica, incapacità di sostenere il
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peso della delusione. Tutti quasi si preoccupano della salute di Pippo. Le carezze umane, tutte strameritate, non hanno alcun potere sul colore della verità. Il Milan è sempre stato senza gioco, fin dall’avvio di questo campionato, anche quando le cose andavano un poco meglio. Qualche buon risultato non poteva oscurare ad occhi disincantati il doppio vuoto progettuale: a quello dello staff dirigenziale, che non è riuscito a trasformare in punti e gol il monte stipendi tuttora molto elevato in rapporto alla concorrenza, si è accompagnato quello tecnico. Più in là di un ingenuo e antistorico catenaccio in salsa rossonera (perché questo si è sempre visto) non si è mai andati. La pressione sulla palla è rimasta lettera morta. Dal fondo non crossa quasi mai nessuno, men che meno i mancini schiaffati a destra e i destri messi a sinistra. Il valzer dei centravanti, quasi unico nel suo genere, vedi Menez-TorresPazzini-Destro, non poteva modificare nulla e nulla ha modificato. I centrocampisti sono una popolazione di giocatori spremuti e incapaci di sostenere l’attacco e di proteggere la difesa. Questa squadra ha sempre corso poco e male e non ha la capacità di produrre il numero necessario di scatti brevi a cadenze massimali necessari al calcio di oggi, soprattutto quando la palla l’hanno gli avversari. Perché, ci si chiede, Simeone può far giocare l’Atletico (170 milioni di fatturato, ma erano 120 l’anno scorso) in modo da suonare spesso il Real mentre il Milan, che viaggia ancora sui 200 milioni di fatturato, non può nemmeno porsi il programma settimanale di «dominare l’Empoli» in una singola partita? Una risposta onesta e approfondita consentirà la nascita di un nuovo Milan, che dall’attuale può ereditare quasi zero.
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COLLATERALI * con The Walking Dead N. 1 6,39 - con Disney e i Nostri Amici Animali N. 3 9,39 - con Mimì N. 3 7,39 - con DVD Lucio Dalla N. 3 12,39 - con TopoStory N. 4 8,39 - con Beast Quest N. 4 7,30 - con Alpinismo N. 4 12,39 - con Rocky Joe N. 6 11,39 - con Magazine Violetta N. 8 3,90 con Campionato Io ti amo 2015 N. 8 11,39 - con Disney English N. 10 11,39 - con Español da Zero N. 11 12,39 - con Jeeg Robot d’Acciaio N. 11 11,39 - con Asterix N. 12 7,39 con Maserati Collection N. 8 14,39 - con The Beatles Collection N. 17 11,30 - con Speciali Go Nagai Robot N. 6 21,39 - con Il Cane N. 18 11,39 - con Il Teatro di Eduardo N. 20 12,39 - con DVD Poirot N. 21 11,39 - con I grandi del Tennis ai raggi X N. 22 6,39 - con Blueberry N. 30 5,39 con Diabolik Nero su Nero N. 35 8,39 - con Robot Collection N. 60 14,39 - con Ferrari Build Up 11,39 - con Passione Rally N. 100 14,39 ARRETRATI Richiedeteli al vostro edicolante oppure a Corena S.r.l e-mail info@servizi360.it - fax 02.91089309 - iban IT 45 A 03069 33521 600100330455. Il costo di un arretrato è pari al doppio del prezzo di copertina per l’Italia; il triplo per l’estero.
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Serie B R Colpo di scena
MERCOLEDÌ 18 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Entella sotto shock Il presidente Gozzi arrestato in Belgio 1C’è un’accusa di corruzione in Congo nel 2009 La moglie: «Mai stato lì». E la squadra lo aspetta L'IDENTIKIT ANTONIO GOZZI NATO A CHIAVARI (GENOVA) IL 15 APRILE 1954 ATTIVITÀ IMPRENDITORE
Antonio Gozzi, 60 anni, è il presidente dell’Entella dal 2007 PEGASO
Alessio Da Ronch GENOVA
«I
mpossibile». Una parola sola per tutti i cittadini di Chiavari, sorpresi dalla notizia dell’arresto di Antonio Gozzi, presidente dell’Entella, ma anche amministratore delegato della Duferco e presidente di Federacciai. La vicenda giudiziaria, esplosa lunedì sera a Bruxelles, appare difficile da credere a chiunque conosca l’uomo che ha portato in Serie B l’Entella per la prima volta nella sua storia.
FERMO Gozzi si è recato a Bruxelles spontaneamente, insieme al suo collega Massimo Croci, per fare incontrare il giudice istruttore Clasie e fare chiarezza su un caso risalente al 2009. Un’indagine sulla corruzione nel mondo del gioco d’azzardo, che riguarda l’ex primo ministro congolese, Muzito e il sindaco di Waterloo, Kubla. Doveva trattarsi di una sorta di formalità, ma c’è stato subito lo stato di fermo, per consentire altre 24 ore di tempo alla giustizia belga, quindi un prolungamento di 5 giorni, l’equivalente dell’arresto secondo le leggi italiane. Motiva-
Antonio Gozzi è laureato in Economia e professore di Economia e Gestione delle imprese di trasporto all’Università di Genova. Gozzi è amministratore delegato di Duferco Group, realtà internazionale nel settore della produzione e del commercio dei prodotti e delle materie prime siderurgiche, nonché consigliere di altre società del gruppo nelle mani dello zio Bruno Bolfo. Dal 2012 è anche presidente di Federacciai. IL CALCIO Ha preso l’Entella nel 2007, quando la squadra era in Eccellenza. In soli sette anni l’ha portata alla storica promozione in Serie B (prima volta per il club), arrivata a maggio 2014.
zione: rischio di inquinamento delle prove. Gozzi è stato costretto a restare nella camera di sicurezza del tribunale di Bruxelles, poi è stato trasferito in carcere. «Sono scioccata - ha affermato l’avvocato Michelle Hirsch alla televisione belga -. non c’era motivo per un arresto. Gozzi ha risposto a tutte le domande, dichiarandosi estraneo alla corruzione. Non c’era motivo per arrestarlo. Amanettandolo e togliendogli gli occhiali, lo hanno trattato come un criminale». PREOCCUPAZIONE «Io - spiega la moglie Sabina Croce - gli ho parlato prima che vedesse il giudice, era tranquillo, anche perché sicuro di non aver nulla a che fare con quel caso. Dopo ho avuto contatti soltanto con l’avvocato. Sono amareggiata e stupita per il trattamento subito da mio marito, una persona conosciutissima per il suo grande rigore morale. Dall’altro lato sono molto fiduciosa perché non esiste alcun rischio che possa essere coinvolto in quella vicenda. Lui non è mai stato in Congo (vi ha fatto solo alcuni investimenti, ndr) e non ha mai avuto a che fare con quelle persone. Ci vorrà solo un po’ di tempo perché venga fatta chiarezza e io mi auguro che tutto accada in fretta». ATTESA L’azienda svizzera Duferco ha messo in evidenza con un comunicato come la giustizia belga utilizzi lo stato di fermo come metodo di pressione. «Cosa inammissibile». I dirigenti dell’Entella hanno ricevuto la notizia di prima mattina e si sono subito mobilitati per regalare il massimo appoggio al presidente. La squadra è stata avvisata mentre era riunita per l’iniziativa della Lega serie B «Facciamo la formazione». Per voce del capitano Volpe i giocatori hanno dichiarato: «Aspettiamo il presidente allo stadio per la sfida di sabato contro il Catania. Avremo una motivazione in più per regalargli un sorriso».
Stangata al Frosinone: mezzo stadio chiuso e raffica di squalifiche 1Inibito il presidente
fino al 30 giugno, 4 turni a Soddimo e multa di 30mila euro per i fatti con l’Entella
MILANO
S
everi provvedimenti del giudice sportivo ai danni del Frosinone dopo l’infuocata sfida con l’Entella. La società è stata multata di 30mila euro con l’obbligo di disputare due gare con la tribuna centrale e i distinti senza spettatori per insulti, sputi e lancio di oggetti alla terna (anche con macabri riferimenti all’arbitro Colosimo, recentemente scomparso), che dopo la gara doveva uscire scortata dopo un’ora di attesa; inibito fino al 30 giugno il presidente Maurizio Stirpe che negli spogliatoi ha cercato di aggredire l’arbitro insultandolo (le forze dell’ordine hanno impedito l’aggressione); inibito fino al 31 marzo il d.s. Marco
clic
Giannitti; quattro giornate a Soddimo, espulso per una gomitata (era anche in diffida), due a Crivello che ha offeso l’arbitro dopo l’espulsione) e una a Blanchard. LA REAZIONE Stirpe ha commentato: «Sono deluso, dopo quello che ho dato al calcio, ma non mollerò. A fermarmi non saranno un arbitro o il giudice sportivo. Mi tutelerò in tutte le sedi possibili. In questo momento faccio un appello ai tifosi perché mantengano la calma». ALTRI PROVVEDIMENTI Una giornata a Casarini (Bologna), Benali (Brescia), Pasciuti e Struna (Carpi), Odjer (Catania), Sforzini (Entella), Vastola (Lanciano), Crimi (Latina), Signori (Modena), Fossati (Perugia), Gessa, Politano e Zampano (Pescara), Datkovic (Spezia), Terlizzi (Trapani), Fiamozzi e Osuji (Varese). Una giornata anche al d.s. Taibi (Modena). Società: 4.000 euro al Modena, 1.500 a Ternana e Lanciano, 1.000 al Vicenza. © RIPRODUZIONE RISERVATA
LA SITUAZIONE
E UN BOOKMAKER PAGHERÀ LA VITTORIA DEL FROSINONE ● E’ finita 3-3, ma Paddy Power (per la prima volta) pagherà le scommesse sulla vittoria per 3-2 del Frosinone sull’Entella. Partita in cui c’è stato il giallo del pizzino: un vigile del fuoco ha trovato in campo un biglietto con la scritta «Segniamo su rigore». E’ finita proprio così.
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● Questo il programma della 32ª giornata in Serie B. Venerdì (ore 20.30) Pescara-Bari (1-1). Sabato (ore 15) Avellino-Perugia (0-0); Crotone-Brescia (1-2); Entella-Catania (1-5); Latina-Spezia (1-1); LivornoCittadella (1-1); Modena-Vicenza (2-0); Pro Vercelli-Lanciano (0-2); TernanaCarpi (1-3); Trapani-Bologna (1-2). Lunedì (ore 20.30) Varese-Frosinone (1-1). La classifica Carpi p. 59; Bologna (-1) 52; Avellino e Vicenza 49; Frosinone 48; Livorno 47; Pescara e Spezia 46; Lanciano e Perugia 43; Bari 40; Modena 38; Latina, Trapani e Entella 37; Ternana 36; Cittadella e Pro Vercelli 35; Brescia 33; Crotone e Catania 32; Varese (-3) 28.
Lega Pro R Girone B: la 30a giornata
Ascoli, la grande notte di Grassi E il Pisa ricomincia con Pillon D opo i turni infrasettimanali dei gironi A e C, stasera tocca al B che dunque arriva alla 30a giornata. Diversi i motivi di interesse, a cominciare dal duello al vertice tra l’Ascoli e il Teramo; particolarmente atteso nella capolista è il trequartista Grassi, che torna a Pontedera a sfidare il club che l’ha lanciato. Altro motivo è il debutto di Bepi Pillon sulla panchina del Pisa: il tecnico veneto lunedì ha preso il posto di Braglia. Ecco il programma.
ARBITRO Morreale di Roma (Cassarà-Rossi). (1-1)
ORE 19 L’AQUILA (3-4-3) Zandrini; Pomante, Maccarrone, Zaffagnini; Scrugli, Corapi, Del Pinto, Pedrelli; Pacilli, Virdis, Sandomenico. (Cacchioli, Carini, Karkalis, Djuric, Perpetuini, Triarico, Perna). All. Zavettieri. SPAL (5-3-2) Menegatti; Lazzari, Gasparetto, Cottafava, Silvestri, Nava; Gentile, Capece, Di Quinzio; Zigoni, Finotto. (Albertoni, Aldrovandi, Bellemo, Gerbaudo, Landi, Rovini, Fioretti). All. Semplici. ARBITRO Zanonato di Vicenza (Scarica-Sbrescia). (3-0)
ORE 15 FORLI’ (4-3-1-2) Scotti; Catacchini, Drudi, Fantini, Turi; Casini, Pettarin, Hamlili; Rosafio; Melandri, Docente. (Casadei, Reato, T. Arrigoni, Fantoni, Gliozzi, Morga, Castellani). All. Firicano. PRATO (3-5-1-1) Gazzoli; Dametto, Rinaldi, Sorbo; Grifoni, Coccolo, Urso, Cavagna, De Agostini; Fanucchi; Bocalon. (Ivusic, Rickler, Bandini, Santini, Tassi, Romanò, Rubino). All. Esposito. ARBITRO Marinelli di Tivoli (Menicacci-Grieco). (andata 1-3)
ORE 20.30 ANCONA (3-4-3) Lori; Dierna, Paoli, Cangi; Parodi, Sampietro, Di Ceglie, D’Orazio; Bondi, Tavares, Tulli. (Aprea, Bambozzi, Camillucci, Morbidelli, Lisai, Cognigni, Paponi). All. Cornacchini. TUTTOCUOIO (3-5-2) Bacci; Falivena, Pratali, Balde; Pacini, Deiola, Serrotti, Dramane, Zanchi; Colombo, Tempesti. (Morandi, Ingrosso, Civilleri, Gioè, Mulas, Pane, Vitale). All. Alvini. ARBITRO Capraro di Cassino (Fabbro-De Filippis). (2-0)
ORE 18 PRO PIACENZA (4-3-3) Alfonso; Rieti, Silva, Bini, Castellana; Barba, Bacher, Schiavini; Matteassi, Speziale, Alessandro. (Iali, Ignico, Sane, Marmiroli, Mascolo, Giovio, Caboni). All. Franzini. TERAMO (5-3-2) Tonti; Scipioni, Caidi, Speranza, Perrotta, Masullo; Di Paolantonio, Amadio, Cenciarelli; Lapadula, Donnarumma. (Cappa, Brugaletta, Diakite, Di Matteo, Milicevic, Petrella, Bucchi). All. Vivarini.
PONTEDERA (3-5-2) Anacoura; Madrigali, Vettori, Redolfi; Videtta, Luperini, Bartolomei, Settembrini, Gasbarro; Cesaretti, De Cenco. (Cardelli, Polvani, Lombardo, Romiti, Ceciarini, Libertazzi, Disanto). All. Indiani. ASCOLI (4-2-3-1) Lanni; Nardini, Mengoni, Cinaglia, Dell’Orco; Addae, Carpani; Chiricò, Grassi, Tripoli; Altinier. (Ragni, Avogadri, Mori, Gualdi, Pirrone, Berrettoni, Mustacchio). All. Petrone.
ARBITRO Melidoni di Frattamaggiore (Pagnotta-Abagnara). (0-1) REGGIANA (4-3-3) Feola; Andreoni, Spanò, Sabotic, Mignanelli; Maltese, Vacca, Messetti; Giannone, Ruopolo, Siega. (Messina, De Giosa, Gueye, Alessi, Ricci, Vernocchi, Petkovic). All. Colombo. GUBBIO (4-3-3) Iannarilli; Luciani, Manganelli, Lasicki, D’Anna; Guerri, Domini, Casiraghi; Mancosu, Cais, Tutino. (Citti, Caldore, Castelletto, Loviso, Esposito, Regolanti, Vettraino). All. Acori. ARBITRO Mastrodonato di Molfetta (Vitiello-Sangiorgio). (1-3) SAN MARINO (4-3-1-2) Secco; Bregliano, Fogacci, Cammaroto, Cruz; Cuffa, Diawara, Magnanelli; Sensi; La Mantia, Musetti. (Viva n, Bangoura, Farina, Soligo, Bationo, Baldazzi,
Bepi Pillon, 59 anni, debutta stasera nel Pisa. In carriera ha ottenuto due promozioni in B con il Treviso nel 1997 e con l’Ascoli nel 2002, poi ha sempre allenato in A (Chievo e Reggina) e B LAPRESSE
Bangal). All. Tazzioli. PISA (4-3-3) Pelagotti; Pellegrini, Lisuzzo, Paci, Costa; Morrone, Iori, Misuraca; Arrighini, Arma, Floriano. (Moschin, Sini, Mandorlini, Misuraca, Beretta, Napoli, Frediani). All. Pillon. ARBITRO Piscopo di Imperia (MutoDella Vecchia). (0-1) ORE 20.45 CARRARESE (4-3-1-2) Zanotti; Berra, Sbraga, Teso, Lancini; Brondi, Castagnetti, Galli; Gherardi; Cellini, Di Nardo. (Anedda, Massoni, Gnahoré, Beltrame, Belcastro, Merini, Ademi). All. Remondina. SAVONA (4-4-2) Rossini; Marchetti, Antonelli, Cabeccia, Carta; Eguelfi, Taddei, D’Amico, Demartis; Scappini, Giovinco. (Addario, Galimberti, Bianconi, Biondo, Morosini, Munarini, Frugoli). All. Riolfo. ARBITRO Ranaldi di Tivoli (A. Cordeschi-S. Cordeschi). (0-1) GROSSETO (3-4-1-2) Baiocco; Monaco, Biraschi, Legittimo; Formiconi, Verna, Della Latta, Paparusso; Volpe; Fofana, Torromino. (Mangiapelo, Burzigotti, Boron, Onescu, Gambino, Lugo, De Feo). All. Silva. LUCCHESE (4-2-3-1) Di Masi; Risaliti, Espeche, Cazè, Calcagni; Mingazzini, Pizza; Ferretti, Lo Sicco, Pagano; Raicevic. (Pazzagli, Bianchi, Degeri, Benedetti, Santeramo, Scapinello, Strizzolo). All. Galderisi. ARBITRO Balice di Termoli (Campitelli-Giuliani). (1-2) TV Diretta su Raisport 2. IL RINVIO Pistoiese-Santarcangelo è stata rinviata a mercoledì 15 aprile perché lo stadio di Pistoia è ancora inagibile a causa dei danni causati dal maltempo che hanno già fatto saltare la partita con l’Ancona. CLASSIFICA Ascoli p. 57; Teramo 55; Reggiana* 49; Pisa* 47; Pontedera 43; Ancona* e L’Aquila* 42; Tuttocuoio* 38; Spal, Lucchese e Carrarese 37; Gubbio 36; Pistoiese* e Grosseto (-1) 33; Santarcangelo 31; Prato e Savona 30; Forlì 29; Pro Piacenza (-8) 28; San Marino 23. (* una partita in meno).
IL GIUDICE SPORTIVO Pavia, respinto il ricorso e omologato il pari di Arezzo Matera, squalificati in tre ●
FIRENZE Il giudice sportivo ha omologato ArezzoPavia (1-1) dell’8 marzo, dopo che il Pavia ha fatto ricorso per un presunto errore tecnico dell’arbitro Cifelli, che però nel supplemento di referto ha confermato di aver ammonito prima Panariello e poi Carcione dell’Arezzo, quando le immagini tv mostravano due gialli a Carcione, senza però l’espulsione; lo stesso Pavia ha annunciato un nuovo ricorso alla Corte di Giustizia. Invece dopo il posticipo Salernitana-Matera una giornata a D’Aiello, Diop e Mucciante (Matera) e Colombo (Salernitana); ammenda di 1.500 euro alla Salernitana.
● Questo il programma nel fine settimana per i gironi A e C, che sono arrivati alla 31a giornata: VENERDI Ore 19.30 Feralpi Salò-Mantova (girone A, 0-1). Ore 20.45 Casertana-Benevento (C, 0-1, su Raisport). SABATO Ore 14.30 Messina-Cosenza (0-0) e Paganese-Savoia (C, 1-0). Ore 15 Lumezzane-Monza (0-3) e PordenoneComo (A, 1-3); Matera-Vigor Lamezia (C, 0-1). Ore 16 AlbinoLeffe-Südtirol (A, 1-1); Lecce-Aversa Normanna (1-0) e Reggina-Melfi (C, 0-2). Ore 17 Bassano-Pro Patria (2-2) e Cremonese-Real Vicenza (A, 1-1). Ore 19.30 Giana-Venezia (1-2) e Novara-Renate (A, 3-1). DOMENICA Ore 11 Arezzo-Alessandria (A, 0-1). Ore 12.30 Catanzaro-Salernitana (1-2) e Lupa Roma-Foggia (C, 0-1). Ore 14 Juve Stabia-Ischia (C, 2-1). Ore 14.30 Torres-Pavia (A, 1-1). LUNEDI’ Ore 20.45 Martina-Barletta (C, 1-2). LE CLASSIFICHE GIRONE A Alessandria e Pavia (-1) p. 58; Novara 57; Bassano 55; Como 51; Feralpi Salò 46; Real Vicenza 45; Südtirol e Arezzo 42; Venezia 41; Renate e Mantova (-3) 39; Torres 36; Monza e Cremonese 35; Giana 34; Lumezzane 28; AlbinoLeffe e Pro Patria (-1) 24; Pordenone 21. GIRONE C Salernitana e Benevento p. 64; Juve Stabia e Casertana 55; Matera 53; Lecce 51; Foggia (-1) 49; Catanzaro 44; Barletta e Vigor Lamezia 39; Cosenza 36; Martina 35; Lupa Roma e Paganese 33; Melfi (-2) 32; Savoia 26; Aversa Normanna e Messina 25; Ischia 24; Reggina (-1) 22.
Serie B R La svolta
MERCOLEDÌ 18 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Il Livorno va a Panucci «La squadra che volevo»
1Esonerato anche Gelain, l’ex difensore è al debutto in panchina
E’ il tecnico n. 22 di Spinelli, che come secondo ha chiamato Eranio Francesco Foresi LIVORNO
«I
l Livorno è la squadra che volevo: ha una rosa che mi piace e spero di dare una gioia al presidente Spinelli e alla città». E’ un Christian Panucci carico quello che ieri sera dopo una giornata frenetica è arrivato a Livorno dove oggi prende le redini della squadra. Questa è stata l’ultima mossa di Spinelli per tentare di centrare la promozione in serie A in 16 anni, una mossa che era nell’aria dopo la pesante sconfitta di venerdì a la Spe-
I CAMBI
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Le panchine saltate: tre al Catania, due a Brescia, Latina, Livorno e Varese, e una a Bari, Modena, Trapani e Vicenza zia. Una sconfitta che ha palesato, oltre ad evidenti errori tecnici, l’incapacità della squadra di reagire. Il presidente punta proprio sul carattere di Panucci, che ha avuto come calciatore al Genoa nel 1990. Ieri Panucci dopo aver incontrato Spinelli a Genova è sceso a Roma per passare qualche ora con il figlio, fare la valigia e salire a Livorno. NUMERO 22 Per Spinelli si tratta dell’allenatore numero 22 al
VARESE
Ecco Cassarà: «Ho ascoltato il grido d’aiuto» ● VARESE (f.b.) Un mese dopo le dimissioni di Nicola Laurenza, che continua comunque ad avere l’83% delle azioni, il Varese ha trovato il nuovo presidente: è Pierpaolo Cassarà, che lunedì ha garantito 170 mila euro per pagare l’Irpef di novembre e dicembre (gli altri 8 mila per saldare la somma sono stati versati dal club). «Non sono un Paperone – ha detto – ma un uomo che ha ascoltato un grido di aiuto». La squadra di Bettinelli, ultima e già in attesa di un nuovo punto di penalizzazione, ha evitato dunque un altro -2 grazie all’ex avvocato (è stato radiato dall’ordine nel 2010). Intanto la società vara un’iniziativa: lunedì con il Frosinone tutti i tifosi sotto i 30 anni che si vestiranno di biancorosso entreranno gratis nei distinti.
Pierpaolo Cassarà, 47 VARESE1910
Livorno. Una scelta che arriva dopo 10 gare con Gelain, con 5 successi, un pareggio e 4 sconfitte. Il tecnico veneto, che ieri ha diretto l’ultimo allenamento prima di essere esonerato, lascia la squadra al sesto posto così come l’aveva presa a gennaio da Carmine Gautieri, che aveva chiuso l’andata con 31 punti. Se Gautieri veniva accusato di troppa intransigenza tattica, a Gelain l’accusa mossa è quella di non essere stato in grado di dare una scossa alla squadra (oltre ad alcune scelte di venerdì, vedi Strasser titolare). Insomma, di essere troppo tenero con i calciatori.
LO STAFF Ora si volta pagina e la patata bollente passa a Panucci, che avrà come secondo un altro ex genoano come Stefano Eranio (oggi si saprà il nome del nuovo preparatore atletico). Panucci dopo una splendida carriera da calciatore ha partecipato nel 2011 al programma televisivo «Ballando sotto le stelle», diventando poi opinionista Sky interrotto solo dalla breve esperienza nel 2012 come responsabile dell’aria tecnica del Palermo (una parentesi durata appena un mese) e poi è entrato a far parte dello staff di Fabio Capello, c.t. della Russia, fino a pochi
mesi fa. Ora questa avventura a Livorno dove ha firmato un contratto fino al 2016. LE MOSSE Per Spinelli si tratta dell’ennesima scommessa: sul piatto c’è la grande carica di Panucci, entusiasta di allenare il Livorno, e soprattutto il carattere e la grinta che potrà trasmettere alla squadra. Resta l’incognita di essere un debuttante, al primo approccio con uno spogliatoio da primo allenatore; bisognerà capire come si calerà nello spogliatoio e saprà adeguare la squadra al suo modo di intendere il calcio. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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L'IDENTIKIT CHRISTIAN PANUCCI NATO IL 12 APRILE 1973 A SAVONA RUOLO ALLENATORE
Difensore polivalente, cresce nelle giovanili del Genoa ed esordisce in Serie A con la maglia rossoblù il 24 maggio 1992 in Napoli-Genoa 1-0. Nella stagione 1993-1994 va al Milan: vince 2 scudetti e una Champions League. Dal gennaio 1997 è al Real Madrid dove conquista una Champions, un’Intercontinentale e una Liga. Poi gioca con Inter (1999-2000), Chelsea (2000-gennaio 2001), Monaco (gennaio 2001-agosto 2001), Roma (2001-2009) e Parma (2009-2010). In Nazionale ha segnato 4 gol in 57 presenze dal 1994 al 2008. Ha chiuso la carriera nel 2010 a 37 anni. Poi ha lavorato un mese per il Palermo, ha fatto l’opinionista tv ed è stato vice di Fabio Capello nella Russia.
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Motomondiale R Verso il GP Qatar
MERCOLEDÌ 18 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
GAZZA PREVISIONE 1ª FILA
I VALORI di f.f.
3ª FILA
4ª FILA
5ª FILA
6ª FILA
7ª FILA
CRUTCHLOW
SMITH
REDDING
PETRUCCI
DI MEGLIO
Spa-Honda
Spa-Honda
GB-Honda
GB-Yamaha
GB-Honda
Ita-Ducati
Fra-Ducati
Spa-Aprilia
Ita-Aprilia
10
13
16
19
22
25
4
7
93
26
35
38
45
9
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A. ESPARGARO
M. VIÑALES
HERNANDEZ
ABRAHAM
Spa-Suzuki
Spa-Suzuki
Col-Ducati
R.Cec-Honda
Aus-Honda
Fra-Yamaha Forward
8
11
14
17
20
23
5
99
29
41
25
68
MILLER
33
Ita-Ducati
17
76
DOVIZIOSO
V. ROSSI
P. ESPARGARO
BRADL
HAYDEN
BARBERA
E. LAVERTY
Ita-Ducati
Ita-Yamaha
Spa-Yamaha
Ger-Yamaha Forward
Usa-Honda
Spa-Ducati
Irl-Honda
Rsm-Art
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L’ANALISI di FILIPPO FALSAPERLA
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ancano 11 giorni al via del Mondiale (29 marzo in Qatar), e l’incertezza e la curiosità ha raggiunto i massimi livelli. I test invernali della MotoGP, infatti, si sono chiusi lasciando le domande più interessanti sulla punta della lingua. Perché se la Malesia, incredibilmente, aveva salvato le prime due sessioni (6 giorni asciutti, in un periodo dove di solito piove sempre...), il Qatar ha regalato l’imprevisto. E come nel 2009, quando venne rinviata la gara, l’ultimo, importantissimo giorno di rifinitura è stato annullato per uno scroscio violento che ha reso l’asfalto, illuminato a giorno dai proiettori, uno specchio dove è impossibile guidare. Così siamo rimasti con tanti interrogativi che solo le prime prove — giovedì 26: in Qatar si prova tre giorni — potranno tramutare in certezze. O, quanto meno, in dati di fatto. L’inverno è stato piuttosto interessante, perché la sensazione è che la situazione sia più equilibrata e, quindi, più intrigante. Marquez è sempre più fenomeno, ma la Yamaha ha ricaricato le batterie, la Ducati ha stupito e la Suzuki non sembra Ceneren-
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DE ANGELIS
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cap si è amplificato. La «colpa», per Iwata, è della condizione di scarso grip, che manda la M1 in crisi. Al GP, con tre classi in pista, l’asfalto sarà molto più pulito e la situazione potrebbe ribaltarsi. La situazione piloti vede i due ufficiali in altalena: quando va forte uno, l’altro è in difficoltà. Dicono che non ci sia relazione, ma… In generale Lorenzo è sembrato più a posto e rimane il pretendente più serio al ruolo di anti-Marquez, ma Valentino non è lontano, anche se sempre con qualche problema di messa a punto in più. I satelliti, rispetto a quelli Honda, sono più vicini ai primi. Infine la Forward (Open): è sempre competitiva, ma forse rimpiangerà la grinta di Aleix Espargaro. DUCATI La grande sorpresa. Non perché non si sapeva che sarebbe potuta arrivare una buona moto, ma per la velocità mostrata nel crescere a livello delle migliori già in 4-5 giorni di prove. Iannone è l’ariete, Dovizioso l’uomo di posizione. E la GP15 inizia a spaventare. Ma non è una questione di gomme morbide. I due in Qatar hanno assicurato di non averle usate e in Malesia la differenza è stata di soli 3 decimi. Del resto, quest’anno le gomme saranno vicine come mescole: in prova la differenza sarà minima, in gara tutti useranno la stessa. I piloti satellite, su Desmosedici più datate, sono a centro gruppo.
HONDA DAVANTI, MA È PIÙ MARQUEZ-DIPENDENTE SUBITO DIETRO LORENZO E LE GP15 DI DOVI E IANNONE ROSSI CRESCERÀ DI SICURO, SUZUKI OK, CRISI APRILIA tola. Nota dolente l’Aprilia, al momento in cerca di un’identità tecnica. Vediamo nel dettaglio la situazione.
SUZUKI I disastri di Valencia 2014 (gara e test) sono dimenticati. La Suzuki ha risolto i problemi di motore (rotture a raffica) che si erano presentati. La GSX-RR deve recuperare velocità sul dritto (in Qatar farà fatica), ma permette ai suoi piloti di guidare velocemente, grazie ad una ciclistica molto equilibrata. Soprattutto Aleix Espargaro, che non ha perso tempo a indossare perfettamente i panni di «faro», è sembrato in palla. Ad Hamamatsu sono contenti anche di Maverick Viñales, che impara molto velocemente, anche se in Qatar è caduto due volte in una serata...
HONDA La Casa dell’Ala è sempre una corazzata, ma la sensazione è che il suo vero punto di forza sia il fenomeno Marquez, che copre con il talento eventuali magagne (già, anche i colossi qualche volta toppano). Marc ha spopolato in Malesia e in Qatar si è difeso egregiamente. Professa ottimismo e lo dimostra col cronometro. Più in difficoltà (ma lui il meglio lo dà in gara) sembra Pedrosa, che però nel primissimo test a Sepang era stato fenomenale sul passo gara. Le moto satellite sono indietro: Redding non sembra più il fenomeno della Moto2 e nemmeno il discreto esordiente nella Open; Crutchlow potrebbe aver imboccato la strada per la risalita, ma i primi sono ancora lontanissimi. Infine le Open: sembravano dover spopolare, invece non hanno fatto il salto di qualità a livello di risultati. Colpa dei piloti? Valentino Rossi, 36 anni, nove Mondiali EPA
YAMAHA L’ottimismo della Malesia ha lasciato il campo ai dubbi. A Sepang le distanze erano state contenute su una pista sfavorevole. Si aspettava l’amica Losail per il pieno riscatto. Invece l’handi-
APRILIA Imparare sul campo va bene, ma farlo con un solo pilota sembra davvero un po’ presuntuoso. Errori tecnici a parte, che nel momento in cui ci si scontra con una realtà nuova (e difficilissima) ci possono stare, non si può pensare che il solo Bautista possa far crescere il nuovo progetto di Noale. Melandri non c’è e, soprattutto, non vuole esserci, ma si continua a cantare messa con lui. Andava trovata una soluzione, non la si è neppure cercata. Così sarà un anno di sofferenza. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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IANNONE
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SORPRESA DUCATI VALE SI NASCONDE
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MELANDRI
Spa-Yamaha
Rosso acceso
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BAUTISTA
LORENZO
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9ª FILA
PEDROSA
on abbiamo provato a immaginare la griglia di partenza di Losail, il 29 marzo, ma uno schieramento in base ai valori espressi dai 9 giorni di prove invernali. La gomma più morbida delle Ducati potrebbe incidere, ma la sostanza non dovrebbe cambiare di molto.
Il bicampione in carica Marc Marquez, 22 IPP
8ª FILA
M. MARQUEZ
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TEST: MARC È IN POLE
2ª FILA
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MERCOLEDÌ 18 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
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ECCLESTONE SHOCK
Alonso sempre contromano con la McLaren È già finita?
Bernie: «Mercedes aiutata dalla Fia» E Nico invita Vettel
1Fernando sarà in Malesia,
ma dopo l’incidente non si sente tutelato dal team. E se Hamilton non rinnova...
Hamilton spettatore dello spassoso siparietto tra Rosberg e Vettel AP
«C
Luigi Perna
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e non fosse che c’è in ballo la salute, si potrebbe quasi dire che Fernando Alonso ci abbia guadagnato a non volare a Melbourne. Si è risparmiato l’umiliazione di ritrovarsi ultimo, con una McLaren-Honda imbarazzante, mentre il suo sostituto Sebastian Vettel riportava la Ferrari sul podio al debutto in rosso. Lo spagnolo è atteso al rientro in pista il 29 marzo in Malesia. La sua nuova fiamma Lara Alvarez l’ha confermato in tv: «Fernando ci sarà». E anche lui sembra convinto, visto che da giorni fa il conto alla rovescia su Twitter. Le vere cause dell’incidente del 22 febbraio nei test al Montmelò (malore suo o scossa elettrica) restano un giallo e forse neanche il pilota e il suo entourage hanno capito che cosa sia successo. Lo dovrà spiegare la Fia, in particolare i dottori chiamati a dargli l’idoneità. SCOMMESSE Sia Alonso sia Vettel hanno fatto una grande scommessa quest’anno. E finora il tedesco è l’unico che ci ha guadagnato, risorgendo da una stagione con la Red Bull in cui era stato ridimensionato da Daniel Fernando Alonso, 33 anni, alla guida della MP4-30. Lo spagnolo è tornato alla McLaren dopo averci già corso nel 2007 EPA
Ricciardo. Il quattro volte campione del mondo ha capito che il suo ciclo con il team di Adrian Newey si era concluso. E ha cercato una nuova sfida nella squadra che sognava da ragazzo, grazie ai trionfi di Schumacher. Vettel ha sposato il piano di rilancio che Alonso aveva bocciato, giudicando che non ci fossero gli uomini e le idee giusti. L’addio alla Ferrari fa parte delle tante scelte controcorrente del due volte iridato spagnolo, che alla fine (anche per questo) ha raccolto molto meno di ciò che avrebbe meritato in F.1. Troncò con la McLaren dopo una sola stagione, accettando il purgatorio Renault, perché non sopportava che Ron Dennis appoggiasse Lewis Hamilton, senza riconoscere il suo status. Ha rotto con la Ferrari perché voleva che il suo talento in pista, certamente superiore alle vetture che guidava, fosse valutato di più sul piano economico. GRAN RIFIUTO La scuderia di Maranello non aveva alcun interesse a privarsene, essendoci ancora due anni di contratto. Anzi, era disposta a prolungare di altri tre. Ma di fronte alla richiesta dello spagno-
OGGI GUIDERÀ AL SIMULATORE ● In alto, Alonso ieri con il responsabile della McLaren Eric Boullier a Woking. Oggi lo spagnolo sarà al simulatore. Qui sopra, allo stabilimento Sparco di Volpiano (To) si lavora alla tuta dello spagnolo AFP
lo di 15 milioni di euro in più a stagione (da 20 a 35), i vertici della Fca hanno detto «no», contro il parere dello stesso Luca di Montezemolo. Alonso, allora, deve aver capito che l’aria era cambiata a Maranello. Il malcontento per non avere un’auto da Mondiale è stato un aspetto secondario. Tanto che, fallito in estate l’assalto al sedile della Mercedes, il Samurai è finito su una McLaren-Honda peggiore perfino della rossa che aveva lasciato. Fernando conosceva i parametri di potenza e coppia della power unit. Certi dati sono noti ai piloti. Ma a quel punto non c’era alternativa, visto che la Ferrari nel frattempo era andata a cercare con successo Vettel. TENSIONI L’incidente del Montmelò ha fatto riemergere i tormenti dello spagnolo, che non ha gradito la maniera in cui Dennis lo ha «scaricato», proteggendo gli interessi del team. Anche per questo, Fernando non si è affrettato a rientrare. Lasciando che fosse l’assicurazione (che potrebbe rivalersi sulla squadra in caso di responsabilità) a pagare circa 1,8 milioni di euro di ingaggio per la gara persa. Ma i rapporti sembrano già rovinati. E Alonso sta alla finestra. Aspettando che Hamilton (anch’egli tentato dalla Ferrari) e la Mercedes si decidano a prolungare il contratto. Perché altrimenti… © RIPRODUZIONE RISERVATA
aro Seb, questo è un invito ufficiale a unirti alla nostra riunione tecnica dopo le prove libere del venerdì a Sepang. Ci vediamo alle 16 e non dimenticare il tuo taccuino». Nico Rosberg ha risposto su Twitter alla provocazione lanciata da Vettel al GP d’Australia, quando i due si punzecchiarono. Seb aveva preso in giro Nico, che si augurava una Ferrari più vicina alle Mercedes. «Sei serio?», aveva ironizzato Seb. «Se non ti dispiace, allora, invitami nel vostro garage per sbirciare». Detto e fatto. Rosberg se l’era legata al dito. «Ho chiesto a Paddy Lowe e Toto Wolff, sono stati d’accordo senza problemi». Vedremo se Vettel raccoglierà davvero la proposta. SEGRETO Intanto Bernie Ecclestone svela un segreto dei formidabili motori Mercedes. «I loro tecnici sapevano di più della power unit per-
ché erano a stretto contatto con la Federazione internazionale per definire il concetto di questo nuovo propulsore — spiega il patron della F.1 —. Perciò sono partiti così forte nel 2014 e ora sono ancora davanti. Potevi azzeccare il progetto o sbagliarlo, perché gli uomini della Renault, che tanto hanno spinto per questa rivoluzione, hanno fallito». Già, i francesi sono in crisi con la Red Bull, mentre la Ferrari ha migliorato. Ma resta il problema generale dei costi, se è vero che proprio i maggiori investimenti resi necessari dalle nuove power unit (oltre alla mancanza di sponsor) hanno messo in ginocchio Lotus, Force India e Sauber. Emblematico poi il caso della Honda, a 4” dalla Mercedes nonostante centinaia di milioni spesi: i motori ibridi sono complessi persino per un colosso. Non certo lo spot ideale per incoraggiare l’ingesso di altre grandi Case come Audi, Toyota e Bmw. lu.pe. © RIPRODUZIONE RISERVATA
TACCUINO MAXI RISARCIMENTO
ADDIO GP GERMANIA
Van der Garde avrà Anche Hockenheim 15 milioni dalla Sauber getta la spugna ● Quindici milioni di euro per rinunciare a guidare la Sauber nel 2015. Tanto pare che incasserà l’olandese Giedo van der Garde per porre fine all’azione legale nei confronti della scuderia svizzera. ZANARDI Alex Zanardi correrà la 24 Ore di Spa (2526 luglio) con una Bmw.
● Anche Hockenheim, dopo il Nürburgring, getta la spugna. E adesso il GP Germania (19 luglio) è davvero a un passo dalla cancellazione. «Il tempo è scaduto», ha ammesso il capo del circuito di Hockenheim Georg Sailer. TEST MOTO2 E 3 A Jerez (Spa), davanti Julian Simon (Moto2) e Niccolò Antonelli (Moto3).
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Ciclismo R Si è chiusa la 50a edizione della Tirreno-Adriatico
MALORI 2° A 4” MOLLEMA CHIUDE A 18” DA NAIRO
CRONO: 1. Fabian CANCELLARA (Svi, Trek) 10 km in 11’23”, media 52,709; 2. Adriano Malori (Movistar) a 4”; 3. Vasil Kiryienka (Bie, Sky) a 9”; 4. Castroviejo (Spa) a 12”; 5. Bodnar (Pol) a 16”; 6. Hepburn (Aus); 7. Navardauskas (Lit) a 17”; 8. Cummings (Gb) a 23”; 9. Amador (C. Rica) a 25”; 10. Boasson Hagen (Nor) a 26”; 16. Conta-
dor (Spa) a 31”; 17. Nibali a 32”; 18. Sergent (N. Zel); 19. Pinot (Fra) a 33”; 20. Oss; 21. D. Caruso a 34”; 22. Mollema (Ola); 23. Konig (Cec) a 36”; 24. Moser a 37”; 25. Poels (Ola) a 38”; 26. Uran (Col); 39. Pozzovivo a 48”. CLASSIFICA FINALE: 1. Nairo QUINTANA (Col, Movistar) 1006,4 km
in 25.11’16”, media 39,951; 2. Bauke Mollema (Ola, Trek) a 18”; 3. Rigoberto Uran (Col, Etixx-Quick Step) a 31”; 4. Pinot (Fra) a 35”; 5. Contador (Spa) a 39”; 6. Cummings (Gb) a 40”; 7. Poels (Ola) a 56”; 8. Pozzovivo a 59”; 9. A. Yates (Gb) a 1’02”; 10. Kreuziger (Cec) a 1’11”; 11. Van den Broeck (Bel) a 1’16”; 12. Niemiec (Pol) a 1’23”; 13. Rodriguez
(Spa) a 1’24”; 14. D. Caruso a 1’26”; 15. Castroviejo (Spa) a 1’29”; 16. Nibali a 2’; 17. Nieve (Spa) a 2’02”; 20. Brambilla a 3’02”; 23. Scarponi a 3’47”; 24. Santaromita a 4’03”; 26. Visconti a 4’37”; 27. Formolo a 6’39”.
(giovani): Nairo Quintana. Verde (montagna): Carlos Quintero (Col, Colombia).
ALTRE MAGLIE Rossa (a punti): Peter Sagan (Slk, Tinkoff-Saxo). Bianca
ALBO D’ORO (recente): 2008 Cancellara (Svi), 2009 Scarponi, 2010 Garzelli, 2011 Evans (Aus), 2012 e 2013 Nibali, 2014 Contador (Spa), 2015 Quintana (Col).
La corsa dei due giganti L'ANALISI dell’inviato LUCA GIALANELLA
ORMAI È UN GIOIELLO PER GRANDI NOMI
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a Corsa dei Due Mari diventa la Corsa dei Giganti. Cronometro a Fabian Cancellara, classifica a Nairo Quintana. Il meglio delle grandi classiche e del tictac, il fenomeno dei grandi giri. La TirrenoAdriatico festeggia così con un vestito di gala il 50° compleanno. Dall’idea rivoluzionaria di Franco Mealli nel 1966 (tre tappe), alla concretezza del suo allievo Mauro Vegni, che ha trasformato una gara italiana nella prova di una settimana più prestigiosa al mondo.
DESTINO Cancellara torna padrone di una crono dopo 9 mesi: proprio come il grande rivale Peter Sagan, che lunedì aveva chiuso a Porto Sant’Elpidio un digiuno di 260 giorni. Domenica c’è la 106a MilanoSanremo, e Spartacus replica a Hulk alla sua maniera: di forza. Niente impennate sul traguardo, no: domina i 10 km con 4” su Malori, che l’aveva beffato per 34/100 nel prologo. Bel regalo per il 34° compleanno, oggi. E che strano destino, davvero, unisce due tra i favoriti per la Classicissima. Vincitore nel 2008, lo svizzero è arrivato tre volte secondo e una volta terzo nelle ultime quattro edizioni; Sagan buttò via il trionfo nel 2013, beffato da Ciolek, e ieri è arrivato ultimo, a 2’59” da Cancellara: ancora 1” e sarebbe finito fuori tempo massimo! La Sanremo torna dopo otto anni in via Roma: sì, la strada più famosa del ciclismo per la resa dei conti tra fenomeni. ORGOGLIO E a proposito di fenomeni, Quintana ha aggiunto la maglia azzurra alla rosa del Giro 2014. Sul Terminillo, tra la neve, ha piazzato domenica una botta che Contador e Nibali ricorderanno a lungo. Negli ultimi cinque anni, questa corsa è stata vinta da Evans (2011), Nibali (2012 e 2013), Contador (2014) e ora il colombiano. Quale altra prova vale così tanto? Dobbiamo esserne orgogliosi. Buon compleanno. © RIPRODUZIONE RISERVATA
CANCELLARA RE DELLA CRONO: «IO VOGLIO VINCERE SEMPRE. SENNÒ STAREI A CASA» Claudio Ghisalberti INVIATO A SAN BENEDETTO DEL TRONTO (ASCOLI PICENO)
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a sconfitta nel prologo non gli era proprio andata giù. Fabian Cancellara però non si era fatto sconti, non aveva cercato scuse, anzi si era addossato tutte le colpe. «Meglio non entrare troppo nei particolari, non ci voglio tornare a pensare. Però il fatto di essermi alzato sui pedali per la volata finale quando mancavano ancora 500 metri è stato grave». Per questo Spartacus aveva voglia di riscatto, anzi ne sentiva proprio la necessità. «Volevo farmi anche un regalo visto che era l’ultimo giorno a 33 anni — sorride —. Ora sono felice perché ci sono riuscito». CAVALLO Ieri, visto da dietro mentre era impegnato nella cronometro, sembrava un trottatore. Le sue gambe stantuffavano come le zampe di un cavallo da gran premio. Sotto il body s’intuiva una muscolatura tirata nel massimo sforzo. Uno spettacolo di agilità e potenza. Visto di lato, invece, Fabian sembrava leggermente corto sulla bici. «Per stare nei regolamenti ho dovuto fare delle modifiche al manubrio. Poi, il giorno prima, sono passato dal cambio manuale all’elettronico. Questione di millimetri, però ad alto livello sono i dettagli che fanno la differenza. Con questo non voglio dire che ho perso per quello. Non sappiamo come sarebbe andata a finire». ABBONATO AL PODIO La splendida vittoria nella frazione conclusiva di questa Tirreno conferma che Cancellara, vincitore nel 2008 e sempre sul podio nelle ultime quattro edizioni della Classicissima, sarà il faro della corsa. «Io vado per vincere. Sempre. Se non fosse così starei a casa a tagliare l’erba in giardino e a fare legna per il caminetto. Però con questo non
sto dicendo che sono il più forte. Qui sono andato bene, ma erano solo 10 km. La Sanremo sono 300. Un po’ diverso…. Van Avermaet, per esempio, in questa corsa, nelle tappe più simili alla Sanremo, ha fatto vedere di stare benissimo. Poi tutto il gruppo va molto forte, anzi si va sempre più forte. Anche per il tempo è stata una Tirreno molto dura e io stamattina (ieri, ndr) ero così stanco che ho dormito un’ora e mezzo in più del previsto». SAGAN Sotto il podio delle premiazioni incrocia Peter Sagan con la maglia rossa della classifica a punti, che ieri ha conservato per miracolo. Lo slovacco infatti ha rischiato di finire fuori tempo massimo e si è salvato per… un secondo. «Un giorno si vince, un giorno si perde. Poi era tutto calcolato», butta lì come battuta Peter. Fabian gli sorride e gli mette il braccio sinistro attorno alla spalla. «Lui è un grande – afferma deciso Spartacus – vedrete che vincerà corse molto importanti. E basta dire che io e lui siamo nemici e non ci sopportiamo. Siamo rivali. È differente». OSTEOPATA Oggi Cancellara festeggerà 33 anni in hotel con la squadra, in zona Malpensa. «Senza fare grandi cose perché non è il momento». Domani, poi, sarà ad Arona per correre il Gp Nobili «dove spero ci sia bel tempo». Da venerdì, luci spente. Due giorni nei quali Gianluca Carretta, il suo osteopata, manipolando muscoli e articolazioni cercherà di portarlo al massimo del relax. Poi, quando domenica mattina arriverà all’Arco della Pace, Spartacus si prenderà tutta la scena. I tifosi che lo adorano lo guarderanno ammirati, gli avversari cercheranno di capire dal suo sguardo quale sarà il momento della verità. © RIPRODUZIONE RISERVATA
QUINTANA RE DELLA CLASSIFICA: «RIPENSO AL TERMINILLO E MI VENGONO I BRIVIDI» Luca Gialanella INVIATO A SAN BENEDETTO DEL TRONTO
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Fabian Cancellara compie oggi 34 anni: domani sarà al Gp Nobili ANSA/BETTINI
tifosi colombiani si infilano dovunque. Nairo risponde pacato a tutti, poi si concede all’abbraccio sotto una grande bandiera nazionale. Lui, ambasciatore del Paese sudamericano, già insignito dopo il trionfo al Giro 2014 della massima onorificenza dal presidente della Repubblica. «Vincere la Tirreno-Adriatico non è da tutti i giorni, questa è la gara di una settimana più importante del mondo». Nairo il Condor è molto italiano. Quando era ancora Quintana e non il Condor, il 6 ottobre 2012 cominciò la storia d’amore con l’Italia sul Colle di San Luca, sopra Bologna: 1° al Giro dell’Emilia. E in Italia tornerà nel 2016, l’annuncio c’è già: «Tornerò al Giro, sì, questa nazione mi piace moltissimo». Tanto da aggiungere: «E un giorno vorrei correre anche la Sanremo. Perché no? Sarebbe una sfida, sicuramente». CHE FOTO Il Terminillo, la neve, Contador schiantato sulla strada. «Ho vinto di testa e di gambe. È stata una vittoria spettacolare, una di quelle che mi hanno incantato di più. Battere tutti quei rivali, in un giorno così, nel freddo, e poi avere la neve nella fotografia mi fa venire ancora di più o brividi. Sì, la foto del mio successo nella neve era stupenda... anche se devo dire che abbiamo sofferto molto. Volevo vincere la Tirreno-Adriatico già lo scorso anno (2° dietro a Contador, ndr). Avevo bisogno di questa vittoria, anche mentalmente, per far vedere che io ci sono ancora. Dopo il trionfo al Giro sono andato alla Vuelta, sono caduto, poi di nuovo una caduta al cam-
pionato colombiano. Non avevo dato quello che volevo. Venir qui e vincere mi ha dato grandi emozioni. Peccato solo che non c’era Froome, sarebbe stato bello sfidare anche lui». LA NEVE E se Nibali è sempre inseguito dalle domande «hai vinto il Tour perché Contador e Froome si sono ritirati», per Quintana il totem è l’attacco nella discesa dello Stelvio al Giro, sotto la neve: «Quel giorno ho vinto di gambe, non è stata una casualità. Io non ho sfruttato gli errori degli altri, tutti possono testimoniare se ho fatto qualcosa di sbagliato. Non ho preso una moto, non sono salito su un’auto, non mi sono aggrappato. Sono stato solo un po’ più rapido degli altri...». IL PAVÈ La settimana prossima Quintana sarà già sul pavé, corso di studio per prepararsi alla quarta tappa del Tour: SeraingCambrai, 7 settori di pietre per 13,3 chilometri. Correrà mercoledì l’Attraverso le Fiandre, venerdì 27 il Gp Harelbeke: «Non ho paura del pavé. Voglio provarlo e vedere le sensazioni che mi dà. Tutti me ne hanno parlato e spiegato, ma andarci è diverso. E non credo che andrò male». Poi Paesi Baschi, Freccia Vallone, Liegi-Bastogne-Liegi, forse Romandia, forse Delfinato o Svizzera a giugno. Di sicuro farà il sopralluogo s u l l ’A l p e d’Huez, salita decisiva del Tour al penultimo giorno. Nell’84 lassù sventolò la bandiera della Colombia con Lucho Herrera, il mito dei colombiani, che fece scoprire al mondo questa nazione. E quel giorno, il 25 luglio, Nairo il Condor vuole aprire le ali e infilare gli artigli nella maglia gialla. Dopo quelle rosa e azzurra, i colori dell’Italia. l.gial. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Nairo Quintana 25 anni: 1° colombiano a vincere la «Tirreno» BETTINI
MERCOLEDÌ 18 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
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Nibali «HO ANCORA
corsa mi passò una cosa, pensavo fossero tic-tac, invece era grappa e ho buttato giù. La seconda al Giro di Svizzera di qualche anno fa dove veniva giù grandine a pallettoni. Facci, mio compagno di squadra, per ripararsi tirò fuori un cane da una cuccia e vi ci si infilò lui». Torniamo alla Sanremo. Che corsa si aspetta tatticamente domenica? «Van Avermaet sta bene e non può aspettare la volata, si deve muovere prima. Cancellara è un altro che magari in volata se la gioca ma non si può fidare. Però lui è “Cance”, potrebbe partire da lontano, che problemi ha? Avete visto come pedala?». E Nibali? «Ah beh, mi devo muovere pure io. Però non sono il solo che deve fare esplodere la corsa».
ZAVORRA LA TOLGO E MI VEDRETE VOLARE»
Buttiamo lì un nome a sorpresa: Cimolai «Mhhh, bel nome. Cimolai sta bene, va davvero forte. Ho visto come ha vinto in Francia. Lo conosco bene perché siamo anche stati compagni di squadra alla Liquigas. Bravo ragazzo e come corridore è cresciuto bene. Il problema per lui potrebbe essere la grande pressione con cui si confronterà per la prima volta. Anche noi abbiamo un uomo giusto: Guardini». Il problema è che il più pericoloso avversario è un suo compagno di squadra e si chiama Nibali. Se lei fa la corsa dura mette in crisi Andrea. Sorride. «Vediamo. Però in Malesia è andato forte. Vero che la Sanremo sono 300 km…. Però ha iniziato la stagione alla grande».
TIRRENO-ADRIATICO NON ESALTANTE, MA VINCENZO RESTA OTTIMISTA: «SONO AL 9% DI MASSA GRASSA, ARRIVERÒ AL 6%. E LA SANREMO È APERTA ANCHE A ME» Vincenzo Nibali, 30: solo Bartali e Merckx primi a Sanremo da re del Tour in carica BETTINI
di CLAUDIO GHISALBERTI INVIATO A SAN BENEDETTO DEL TRONTO
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on sono stato super in questa Tirreno-Adriatico, ma sono contento lo stesso». Vincenzo Nibali è rilassato. Parla seduto sul divano in attesa di prepararsi per la crono finale. Attorno a lui, rispetto alla vigilia, il clima in casa Astana è più sereno. Nibali perché è contento? «Perché in corsa ho fatto un ottimo blocco di lavoro che sono certo mi tornerà utile. Mai sono venuto a questa gara con così pochi giorni di gara nelle gambe. La mia condizione è buona, ma non sufficiente per vincere. Sono al 9 per cento di massa grassa e sono sicuro che quelli che mi sono arrivati davanti sono più tirati. Posso arrivare al 6. Capito perché sono contento? Perché quando tolgo la zavorra…». Contador aveva messo la Tirreno nel mirino. Che opinione s’è fatto dello spagnolo? «M’aspettavo qualcosa di più. Al contrario, Quintana è andato proprio forte».
Domenica alla Sanremo lei avrà gli occhi addosso. Che cosa significa per lei questa corsa? «È la Classicissima! Una corsa che sembra facile, ma è complicata, difficilissima. Per un corridore dalle mie caratteristiche, vincere è davvero un’impresa: 300 chilometri non si fanno in nessun’altra occasione. Poi c’è la variabile meteo». Col maltempo, la neve nello specifico, lei due anni fa passò forse la peggiore giornata della carriera. «Vero. L’ultimo chilometro a Ovada prima di ritirarmi fu un incubo. Il peggiore della mia vita. Ero sfinito. E impaurito». Di meteo e di condizioni estreme in questi giorni si parla molto. Lei che opinione ha? «Sotto i 3 gradi, con pioggia e neve, è dura correre. I rischi diventano troppo elevati. Poi dipende anche dal percorso. È stato peggio lunedì per 210 chilometri sotto la pioggia con salite e discese che la neve in salita domenica al Terminillo. I guanti anche in neoprene dopo un po’ non servono più e non riesci più a guidare. Momenti che mi hanno fatto venire alla mente situazioni già vissute un altro paio di volte». Quali? «La prima da junior in Abruzzo. Il meccanico in
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IL PIAZZAMENTO
3°
il miglior risultato di Nibali alla Sanremo: lo ottenne nel 2012 alle spalle di Gerrans e Cancellara La prima partecipazione del siciliano alla Classicissima nel 2006: 70°. Poi l’ha corsa altre 6 volte, dal 2009 al 2014
Paolini prevede un Poggio pirotecnico «Luca credo che correrà per Kristoff, che è uno dei grandissimi favoriti. Però ha ragione, sul Poggio saranno fiammate. Anche se senza le Mànie sono convinto che la Cipressa potrebbe diventare più importante. Magari decisiva». La discesa del Poggio può esserlo a sua volta? «Non molto perché non è velocissima. A ogni curva bisogna frenare a fondo poi rilanciare. Le traiettorie sono obbligate». Sulla Cipressa lei lo scorso anno ha già provato a far saltare il banco «E ho capito che da soli è impossibile andare al traguardo perché da lì al Poggio c’è troppa strada. Arrivi sotto il Poggio morto, finito. Ti vengono a prendere come vogliono». Quindi? «Si dovrebbe portar via un gruppetto di 4-5 corridori che collaborano. I nomi che ho fatto potrebbero essere interessati a un’azione così. Un altro che, da ciò che ha fatto vedere alla Parigi-Nizza, è in grande forma e ha interesse a muoversi così è Gallopin. Non è detto che si arrivi in volata». Le alleanze si trovano casualmente o si costruiscono in corsa e alla vigilia? «Entrambe le cose. Io ero d’accordo con Sagan, ma al momento buono Peter non aveva gambe. O magari sarà stato fermato dalla squadra, non so». Perché, un campione durante una corsa come la Sanremo ascolta le direttive dall’ammiraglia? «Sì e no. Io ascolto poi decido in base alle mie sensazioni». Si torna al classico traguardo in via Roma: che cosa cambia? «Arrivo più veloce ma cambia poco». © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Basket R La rinascita dell’azzurro
MERCOLEDÌ 18 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
FACCIA A FACCIA
CONTENUTO PREMIUM
INTERVISTA di DAVIDE CHINELLATO
L'IDENTIKIT
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DANILO GALLINARI
l telecronista dei Nuggets ha cominciato a chiamarlo “La barba”, in italiano, convinto dal suo nuovo look meno ordinato del solito. Ma quello che si è visto in campo nelle ultime gare di Denver assomiglia tanto al vecchio Danilo Gallinari, quello che prima del 4 aprile 2013, il giorno in cui si è rotto il crociato del ginocchio sinistro, stava giocando il miglior basket della sua carriera.«Sapevo che sarei tornato ai livelli di prima» racconta il Gallo, che oltre ai punti (12 gare delle ultime 13 con almeno 10 punti a referto, dopo averne messe insieme appena 12 nelle prime 35 partite stagionali) è il leader della nuova Denver affidata a Melvin Hunt. Da quando, 9 partite fa, i Nuggets hanno detto addio a Brian Shaw l’azzurro ha cambiato marcia: 17,5 punti (in stagione sono 10,4 di media), 5 rimbalzi, il 43,7% dal campo e il 42% da tre. Numeri da vero Gallo, appunto. Con prestazioni da leader come quella tutta grinta del doppio supplementare a New Orleans, l’ultima partita giocata prima della gara di riposo concessagli da Hunt
NATO A: S.ANGELO LODIGIANO IL: 8 AGOSTO 1988 ALTEZZA: 2.09 SQUADRA: DENVER NUGGETS
Danilo Gallinari è alla sesta stagione Nba per 334 partite e 14 punti di media. Ha perso l’intera stagione 2013-14 per un grave infortuni al ginocchio
Gallinari
NBA Ha debuttato nei New York Knicks nel 2008 dove ha giocato due stagioni e mezza: nel 2011 è stato ceduto ai Denver Nuggets. Il suo contratto scade nel 2016: quest’anno ha guadagnato 10 milioni e 854 mila dollari
Danilo Gallinari ha un massimo stagionale di 26 punti contro Milwaukee. Il suo record Nba è di 39 nel 2012 REUTERS
ITALIA Cresciuto a Casalpusterlengo, è arrivato a Milano nel 2005 dove ha giocato fino al 2008 (con piccola parentesi a Pavia). Ha solo 28 presenze in Nazionale (Europeo del 2011) per i tanti infortuni. ANNO 08-09 09-10 10-11 11-12 12-13 14-15
«STO BENE, GIOCO, SONO CONTENTO. SENT0 LA FIDUCIA DEL COACH» «SHAW? CON LUI LA SQUADRA VIVEVA UNA SITUAZIONE DIFFICILE» lunedì contro Memphis. «Adesso voglio finire il meglio possibile, sia a livello individuale che di squadra — dice —. Penso sia importante dare dei segnali, anche in previsione della prossima stagione». Numeri che fanno sorridere anche in chiave azzurra, visto che in estate Gallinari sarà tra quelli che dovranno guidare l’Italia all’Europeo. Danilo, cosa è cambiato nelle ultime partite? «Mi sento bene, gioco tanti minuti e sono contento, anche se non abbiamo più obiettivi visto che ai playoff non ci possiamo più andare. Adesso sto giocando con la fiducia dell’allenatore: è la situazione migliore, mi aiuta tantissimo. Il mio rientro è stato un lungo processo, ma prima di questa stagione non mi era mai capitato di partire dalla panchina e giocare 5’, poi magari 10 quella successiva, dovendo entrare subito in ritmo. Non ero abituato a quel tipo di ruolo, ma adesso sto facendo quello che ho sempre fatto: essere leader e giocare minuti importanti». Rifarebbe qualcosa in modo diverso? «No, non ho rimpianti, nonostante tutto. Sapevo di dover essere paziente con me stesso, perché serve tempo per recuperare quando resti fuori per quasi due anni. Ma sapevo anche che sarei tornato ai livelli di prima. Ho sempre cercato di dare il meglio. Purtroppo ci sono sta-
SQUADRA NEW YORK NEW YORK NY-DENVER DENVER DENVER DENVER
G. 28 81 62 43 61 49
P.TI 6.1 15.1 14.4 14.6 16.2 10.8
Gallinari col new look barbuto AP
«SAPEVO CHE SAREI TORNATO COME PRIMA» L’ALA DI DENVER, DOPO IL LUNGO INFORTUNIO, COL TECNICO SUBENTRATO HA RITROVATO NUMERI E LEADERSHIP DI SEMPRE. E UNA BARBA NUOVA ti tanti problemi e le cose non sono andate come mi aspettavo». Si aspettava l’esonero di Brian Shaw? «Di solito queste cose succedono prima dell’All Star Game, quindi non mi aspettavo questo cambiamento. Con lui però ci sono stati problemi fin dall’inizio: non tanto con me, ma con
altri compagni. Io sono abituato a stare zitto e a fare il mio lavoro in qualsiasi situazione. Anche se quella in cui ero non ha funzionato. Nell’ultimo periodo comunque stavo giocando di più e le cose andavano meglio, anche dopo che ci siamo parlati».
«Probabilmente sì, perché stavamo vivendo una situazione difficile, tutti i giorni. Non si può dire se stiamo andando bene perché non c’è più lui o se le cose sarebbero comunque migliorate nel finale di stagione, ma probabilmente è stata la scossa che ci serviva».
Cambiare allenatore era quello che serviva?
Com’è il suo rapporto con Melvin Hunt?
«Io e Melvin (lo chiama così, col nome di battesimo, n.d.r.) ci conosciamo da quando sono arrivato a Denver. E conosco molto bene la sua famiglia. E’ stato spesso in Italia, a lavorare con me d’estate. Per come affronto io la pallacanestro, quando hai la fiducia di un allenatore arriva tutto di conseguenza». A proposito di Italia, se mai ci
tornerà da giocatore non potrà più indossare la numero 8 di Milano, che l’Olimpia ha ritirato in onore di Mike D’Antoni. «Sono onorato di aver fatto in tempo ad indossarla. Sono contento che Milano abbia fatto questo bellissimo tributo a Mike, perché lui se lo merita. La società gli ha dedicato una bellissima cerimonia». D’Antoni potrebbe essere il suo allenatore a Denver il prossimo anno… «Con lui mi sono trovato bene ai tempi di New York e abbiamo un ottimo rapporto. Ma mi trovo molto bene anche con Melvin: se finissimo bene la stagione, non mi sorprenderebbe se lo confermassero per la prossima stagione». Prima però c’è l’estate con la Nazionale. «Sono gasato, sto già pensando all’Europeo: è un appuntamento importante. Non solo per me, ma per la squadra e individualmente anche per molti altri giocatori, per il momento delle nostre carriere in cui ci troviamo. Le responsabilità è giusto che ci siano: senza vorrebbe dire che non siamo capaci di giocare a pallacanestro. Quando lo sai fare arrivano momenti importanti come questo. Non vedo l’ora». Il presidente Petrucci vi chiede Rio. «Preferiamo concentrarci su un obiettivo alla volta. Ma per andare alle Olimpiadi bisognerà fare un ottimo Europeo. L’Olimpiade di Rio è nella nostra testa, sicuramente è un obiettivo, ma prima bisogna passare per l’Europeo». © RIPRODUZIONE RISERVATA
Basket R Serie A NBA
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Vincenzo Di Schiavi
Cori per Datome Anche Boston scopre l’azzurro
Gigi Datome, 27: 10 punti in 20’ coi Sixers AFP
E’
venuto anche per Gigi Datome il momento che mai si sarebbe aspettato dopo due anni così tosti e difficili nella Nba. I tifosi del TD Garden di Boston hanno cominciato a fare dei cori col suo nome nella gara vinta con Philadelphia: «E’ una cosa che mi ha sorpreso e assolutamente nuova qui per me» ha risposto l’azzurro che ha realizzato 10 punti in 20’ con 2 assist e 3 stoppate. Soprattutto all’inizio, quando la partita era già in mano ai Celtics ma ancora lunga, ha realizzato due triple consecutive, con una stoppata nel mezzo, che hanno portato al massimo vantaggio, 41-18. Ci piacerebbe raccontarvi di una partita eccezionale, ma Phila è stata inqualificabile e tutto deve essere tarato verso il basso. PLAYOFF Chi va verso l’alto sono i Celtics, che hanno vinto 5 partite consecutive, sono appaiati al settimo posto dell’Est a Indiana Pacers e Miami Heat con un bilancio di 30 vinte-36 perse, con Charlotte che incalza a quota 29. La lotta per i playoff sta diventando interessante. Celtics e Pacers hanno vinto 7 delle ultime 10 partite, le migliori, con Atlanta, della Conference. Il problema è che Boston ora ha un doppio impegno a Oklahoma City e San Antonio, apparentemente proibitivo. Danilo Gallinari è stato fatto riposare contro Memphis mentre Westbrook si è «fermato» a 24 punti, 12 assist, 8 rimbalzi: l’eroe di Dallas contro i Thunder è Chandler Parsons autore di 31 punti. ● RISULTATI: Indiana-Toronto 98-117; Washington-Portland 105-97; Boston-Philadelphia 108-89; Memphis-Denver 92-81; Minnesota-Brooklyn 106-122; Miami-Cleveland 106-92; Dallas-Oklahoma C. 119-115; Utah-Charlotte 94-66; Sacramento-Atlanta 103-110; GoldenSt.-LA Lakers 108-105 ● IBAKA L’ala dei Thunder Serge Ibaka resterà fuori 4-6 settimane dopo l’intervento di ieri al ginocchio destro.
I
l sequel dello splendido playoff contro Milano. Suggestioni sussurrate, ma la Pistoia di Paolo Moretti può puntare ancora al carro delle magnifiche 8, magari chiudendo la griglia, sciroppandosi così un incrocio che l’anno passato ha regalato emozioni forti e mai sopite. La volata è alle porte e la Tesi Group c’è, ben conscia che, il recupero di questa sera contro Trento, può già tracciare il giusto pertugio verso l’agognata postseason. L’anno scorso, alla 7a di ritorno, Pistoia era 11a con 18 punti, gli stessi che possiede ora con una gara in meno. Moretti medita sornione: «I sogni danno sapore alla vita. E poi — ridacchia —, l’idea del sequel non è male...». Dopo 22 giornate, che Pistoia si ritrova tra le mani? «Il nostro è stato un campionato strano. Siamo ripartiti dopo una stagione eccellente sotto il profilo della qualità e dei risultati. Sapevamo che i paragoni si sarebbero sprecati ma, in mezzo a tanti imprevisti, abbiamo creato un gruppo positivo anche con gli aggiustamenti che abbiamo fatto a Natale sul settore dei lunghi. La salvezza l’abbiamo in tasca, siamo sempre rimasti a distanza dalla zona calda, ora guardiamo verso l’alto. Siamo in corsa e correremo, anche se il calendario è complicato. Raggiungere l’8° posto sarebbe un risultato ancor più straordinario rispetto a un anno fa». Ecco perchè la sfida con Trento di questa sera pesa e non poco. «E’ decisiva. Se non vinciamo, la volata diventa quasi utopica». Trento è un po’ la Pistoia dell’anno scorso? «Se non si offendono, direi di sì. Anche perchè hanno sposato la stessa formula confermando l’allenatore e il blocco della promozione, avendo avuto peraltro potenzialità superiori alle nostre nella costruzione della squadra».
PER LA MIA SQUADRA MI PIACCIONO TERMINI COME PLATOON SYSTEM O DEMOCRAZIA CESTISTICA PER 2-3 ANNI BISOGNA DIMINUIRE GLI STRANIERI O ABOLIRE LA RETROCESSIONE E VEDRETE TANTI ITALIANI PAOLO MORETTI COACH GIORGIO TESI GROUP C.J. Williams, 25 anni, contro Tomas Ress (34). In alto: Paolo Moretti (44) CIAMILLO
Moretti: «Il sequel con Milano? Chissà...»
1Il coach di Pistoia si prepara alla volata verso i playoff:
«Raggiungere l’8° posto sarebbe un risultato straordinario» Pregi e difetti di Pistoia. «Pregi: mi piace pensare che termini come Platoon System o democrazia cestistica si addicano alla mia squadra. Sappiamo distribuire la pericolosità in egual misura su 8 giocatori. Ed è per questo che abbiamo vinto in campi come Cantù, Varese e Caserta. Difetti: siamo troppo scostanti». Si fregia del titolo di miglior allenatore. Se non arrivasse il bis a chi passerebbe il testimone? «A Recalcati o Sacchetti. E se devo fare un nome nuovo, dico Buscaglia». Pistoia, per questioni di budget, non può prescidere da stranieri low cost. Cosa pensa del dibattito sugli italiani? «In questo sistema noi viviamo
di idee, di un metodo e non di passaporti. Tanto i nostri, italiani o stranieri, se fanno bene non li possiamo confermare. E allora dico: per 2-3 anni abbassiamo il numero di stranieri oppure aboliamo la retrocessione. Così vedrete tanti italiani in campo». Moretti-Pistoia: insieme fino a quando? «Qui ho creato il giusto feeling per lavorare bene. Certo, al momento, non ci sono grandi margini di crescita, visto che da 4 anni andiamo sempre oltre le aspettative. Ma non sarà sempre così e io, ogni maledetta estate, mi domando se rimettermi in gioco. Poi penso che a Pistoia sto bene e poi, per lasciare, servono altre opportunità». © RIPRODUZIONE RISERVATA
LA SITUAZIONE
Stasera Pistoia-Trento Milano guida la Serie A ● (f.l.-c.t.) Stasera alle 20.30, recupero della 6a di ritorno tra Pistoia e Trento (arb. Begnis, Baldini, Calbucci). Moretti ha il problema Milbourne in forte dubbio, non s’è allenato dalla gara con Venezia. Trento al completo. La classifica dopo la settima di ritorno: Milano* 38; Venezia 34; Sassari 32; Reggio Emilia 30; Brindisi, Trento* 24; Cremona, Bologna (pen. -2), Cantù* 20; Pistoia* 18; Avellino, Capo d’Orlando, Roma 16; Varese, Pesaro 14; Caserta (pen. -1) 7. * una gara in meno. ● CASO EBI (canf) Problemi con i pagamenti in casa Acea: Ndudi Ebi, attraverso la sua agenzia, fa sapere che attende soldi dal club e minaccia di andare via. La replica della società non si è fatta attendere: «Si tratta di un semplice disguido sui bonifici: verrà pagato».
Tennis R A Indian Wells
Australia, tre talenti per ripartire 1Alti, potenti, ambiziosi e figli di emigranti: con il 18enne Kokkinakis, il 19enne Kyrgios e il 22enne Tomic gli Aussie sognano una nuova epopea al vertice
Vincenzo Martucci @VinceMartucci
T
omic che supera Ferrer colpisce soprattutto perché vince in soli due set. Kyrgios che s’arrende alla storta alla caviglia, più che a Dimitrov, non meraviglia più di tanto. Ma Kokkinakis che, da wild card, doma il redivivo Juan Monaco e si qualifica agli ottavi del primo Masters 1000 dell’anno, sul cemento di Indian Wells, sorprende di più. Anche se «Baffo», John Newcombe, l’aveva predetto, a maggio, a Roma, col famoso sorriso che conquista: «Dei nostri giovani preferisco Kokkinakis, mi piacerebbe allenarlo». Perché il 18enne Thanasi è il meno noto e il meno appariscente dei magnifici tre giovani australiani, sicuri protagonisti di domani: meno esplosivo del 19enne Nick Kyrgios (n. 37 del mondo), meno tecnico del 22enne Bernard Tomic (n. 35), e meno quotato in classifica (n. 124), sembra però
Kokkinakis è il più giovane agli ottavi nei Masters 1000 da Tomic nel 2012 (in alto) che incrocia a Indian Wells. Sotto, Kyrgios AFP/AP/REUTERS
più concreto, completo e affidabile. E «Newk», l’ultimo dei mitici aussie campioni negli anni 50 e 60, vedeva già «Kokk» che scalava 450 posti nel computer e finiva il 2014 fra i primi 150. Nel poker di super-teenagers più forti dei muscoli e dell’esperienza. FREDDEZZA Thanasi è alto (1.96) e magro e serve forte ed è bravo
nella transizione difesa-attacco come Kyrgios (1.93) e Tomic (1.96). E’ anche figlio di immigrati come i «fratellini»: lui ha papà e mamma greci, Nick ha papà greco e mamma malese, Bernard ha padre croato e madre bosniacac. Ma sembra il più freddo, anche se idolizzava Marat Safin e sognava si diventare una star dell’Nba. «Per quella la vita stra-
ordinaria che fanno», come recita la bibbia dei tennisti. Sbandierando tre minacce: «Voglio vincere la coppa Davis, diventare numero 1 e conquistare più Slam possibile». Del resto, Mister Serietà dai 7 anni ha lo stesso allenatore, Todd Langman, ha già sconfitto due fratture da stress alla schiena (a 15 anni e nel 2013) e, contro Monaco, l’amico del cuore di Nadal, ha salvato 10 palle-break su 15: primo teenager ad arrivare così lontano in un Masters 1000, dopo Tomic a Cincinnati 2012. Proprio quello che incrocia nel derby degli ottavi. CICALA Tomic dal tira e molla da incantatore di serpenti, il figlio di John che rompe il naso a gli sparring partner (ricordate la testata a Druet?). Tomic la cicala che fa a cazzotti sui tetti dei palazzi, che scatena una guerra da Rambo per le multe alla sua Bmw arancio, che posa abbracciato a due ballerine al night ed è indagato per possesso di cocaina, ma che quest’anno è arrivato almeno ai quarti in cinque tornei su sei, mettendo la quarta firma in carriera contro i «top ten». Aspettando «Bum Bum» Kyrgios che l'anno scorso ha picchiato Nadal a Wimbledon e quest’anno ha riportato un «canguro» ai quarti a Melbourne dal 2005. Attenti a quei tre: A-Tomic e «Special Ks. © RIPRODUZIONE RISERVATA
LA GUIDA Errani battuta dalla Lisicki come l’amica Vinci Il primo Masters 1000 dell’anno a Indian Wells (Usa, 5 milioni di euro, cemento), viene proposto con doppia diretta tv: il torneo maschile su SkySport2 (oggi dalle 19), quello femminile su SuperTennis (dalle 21). Gli altri risultati su www.gazzetta.it Terzo turno, donne: Lisicki (Ger) b. ERRANI 6-4 6-2; PENNETTA b. Stosur (AUS) 6-4 6-2; Sharapova (Rus) b. Azarenka (Bie) 6-4 6-3; Bencic (Svi) b. Wozniacki (Dan) 6-4 6-4; Garcia (Fra) b. Ivanovic (Ser) 6-2 5-7 6-2; uomini: Djokovic (Ser) b. Ramos-Vinolas (Spa) 7-5 6-3; Murray (Gbr) b. Kohlschreiber (Ger) 6-1 3-6 6-1; Nishikori (Gia) b. Verdasco (Spa) 6-7(6) 6-1 6-4; Tomic (Aus) b. Ferrer (Spa) 7-5 64; Kokkinakis (Aus) b. Monaco (Arg) 6-2 5-7 7-6(5); Rosol (Cec) b. Haase (Ola) 6-4 6-7 (4) 7-6 (3); Berdych (Cec) b. Johnson (Usa) 64 6-2. ANCHE GENE «Gene Gnocchi è solo il più famoso e simpatico degli oltre 5mila tesserati che si stanno iscrivendo alle pre-qualificazioni agli Internazionali d’Italia». Così dice il presidente della Fit, Angelo Binaghi, lanciando i tornei open verso gli Internazionali al Foro Italico di Roma. Per gareggiare basta la tessera Fit e possono iscriversi anche i non classificati.
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Sci R Le finali di Coppa a Meribel UOMINI Le Coppe in palio Oggi discesa ore 9.30 in tv Nelle finali di Coppa del Mondo sono ancora in palio 400 punti per la classifica generale e 100 per quelle di specialità, ma il punteggio, anziché ai 30, va solo ai primi 15 classificati.
GENERALE 1. MARCEL HIRSCHER AUSTRIA
2. KJETIL JANSRUD NORVEGIA
NORVEGIA
2. HANNES REICHELT AUSTRIA
1248 1084
505 485
ITALIANI (OGGI ORE 9.30 RAISPORT 1 ED EUROSPORT): Paris, Heel, Fill e Battilani
SUPERG (domani) 1. KJETIL JANSRUD NORVEGIA
476
ITALIANI IN SUPERG (DOMANI ORE 9.30): Fill, Marsaglia, Paris, Innerhofer
GIGANTE (sabato) 1. MARCEL HIRSCHER AUSTRIA
640
ITALIANI IN GIGANTE (SABATO ORE 10 E 12.30): Nani, Eisath, Simoncelli, Borsotti
SLALOM (domenica) 1. FELIX NEUREUTHER GERMANIA
2. MARCEL HIRSCHER AUSTRIA
Fenninger contro Maze Il bello all’ultima curva
1Che duello per la classifica assoluta: l’austriaca guida con soli 30 punti di vantaggio. Uomini: Hirscher quasi sicuro, Jansrud spera
589 514
GLI ITALIANI IN SLALOM (DOMENICA ORE 9 E 11.30): Gross, Razzoli, Thaler
DUELLO DI FUOCO Ma la sfida più appassionante è senza dubbio quello della classifica generale femminile fra Anna Fenninger e Tina Maze. Sono divise da 30 piccoli punti. Opposte le loro stagioni. La slovena, 31 anni, ha iniziato malissimo nel gigante di Soelden (22a) vinto dalla Fenninger, ma poi si è imposta in slalom a Levi, in discesa a Lake Louise e in gigante ad Are. Pareva volare, mentre l’austriaca, 25 anni, continuava a piazzarsi (7 secondi posti e un terzo) senza riuscire a vincere. La «strambata» per ambedue è arrivata ai Mondiali di Beaver Creek, la prima parte dominata dalla Maze e la seconda dalla Fenninger fino a concludere l’avventura iridata con lo stesso bottino, due ori e
DONNE Discesa alle 11 In gara anche quattro azzurre Partecipano i primi 25 della classifica di ogni specialità, chi ha più di 600 punti e gli iridati jr. (per noi Battilani in discesa e la Sosio in superG). L’Italia ha 35 posti con 27 atleti (13 uomini e 14 donne, ma Innerhofer ha rinunciato).
1. ANNA FENNINGER
P
ochissime altre volte la Coppa del Mondo si è presentata alle finali con tanta incertezza. Su 10 titoli da assegnare solo due in campo maschile, superG (Jansrud) e gigante (Hirscher) sono già aritmeticamente conquistati. Il resto è tutto da giocare sulla sulla pista di Meribel da oggi a domenica. Nella graduatoria generale maschile Hirscher ha 164 punti di vantaggio su Jansrud, tanti, ma nello sci nulla è mai scontato sino al traguardo. Basti ricordare l’ultimo esempo: lo scorso anno la tedesca Riesch si presentò in vantaggio alle finali di Lenzerheide, ma cadde in discesa, si infortunò e lasciò campo libero alla Fenninger. Oggi la coppa della discesa maschile se la giocheranno Jansrud e Reichelt, divisi per ora da 20 punti: vincerà chi stamane arriverà davanti. Bella lotta anche nello slalom dove Hirscher deve recuperare 55 punti al tedesco Felix Neureuther.
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GENERALE
Pierangelo Molinaro
DISCESA (oggi) 1. KJETIL JANSRUD
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AUSTRIA
2. TINA MAZE SLOVENIA
1341 1311
DISCESA (oggi) 1. LINDSEY VONN
402 367 306
STATI UNITI
2. ANNA FENNINGER AUSTRIA
3. TINA MAZE SLOVENIA
LE ITALIANE IN DISCESA (11, RAISPORT 1 E EUROSPORT): E. e N. Fanchini, Merighetti, Schnarf
Anna Fenninger, 24 anni, impegnata nel gigante di Are: l’austriaca ha vinto la Coppa assoluta nel 2014 EPA
un argento. Ma al ritorno in essere per la Fenninger la finaEuropa è stata la Fenninger a le del gigante e per la Shiffrin fare la parte del leone con 4 vit- quella dello slalom. torie a Maribor (gigante), Bansko (combinata e superG) e GLI ITALIANI E’ uno squadroAre (gigante). Stati di forma ne quello che l’Italia presenta a diversi? Segni di stanchezza? Meribel, ben 35 posti gara conForse no, il gap quistati con 27 potrebbe essere atleti. Il record è solo mentale a LA CHIAVE rappresent ato favore dell’au- Solo le coppette dal superG femstriaca. Il loro minile dove saduello comince- di superG e gigante ranno ben 7 (su rà stamane in di- uomini sono già 26 al via) le azscesa, dove am- state assegnate zurre in gara. Ai bedue sono an25 atleti qualificora in corsa per L’Italia punta alle cati si sono agla coppetta alle giunti Henri Batvittorie di tappa con spalle della tilani, campione Vonn, a cui co- Paris e il ritrovato mondiale juniomunque dovreb- Razzoli in slalom res di discesa e be bastare un ieri ottimo nono piazzamento nelle prime 5 per in prova, e Federica Sosio che fare suo il trofeo. Altra musica ha conquistato il titolo giovanidomani in superG, dove la sta- le di superG. Mancheranno tunitense e l’austriaca sono di- purtroppo Christof Innerhofer, vise da soli 8 punti. Una pura qualificato in superG, ma che formalità invece dovrebbero ancora soffre al ginocchio de-
stro per il colpo subito nella combinata dei Mondiali, e Daniela Merighetti (discesa e superG) che si è fratturata la caviglia nelle prove della discesa di Garmisch. Nessun azzurro è in corsa per una coppa ma si può puntare alle vittorie. Prima fra tutte nello slalom di domenica dove saremo in pista con un Giuliano Razzoli in grande forma e Stefano Gross, se avrà recuperato l’infortunio all’anca accusato con l’inforcata ai Mondiali. In questi primi due giorni invece speriamo in Dominik Paris, che dopo l’eccellente prima parte di stagione, ha perso un po’ di fiducia con le controprestazioni ai Mondiali ed ha faticato a riprendersi. Ma l’altoatesino, come ha dimostrato nel superG di Garmisch ed in quello di Kvitfjell, è tornato ad attaccare e quando scia con convinzione nessun risultato gli è precluso. © RIPRODUZIONE RISERVATA
SUPERG (domani) 1. LINDSEY VONN STATI UNITI
2. ANNA FENNINGER AUSTRIA
440 432
LE ITALIANE IN SUPERG (11): E. e N. Fanchini, E. Curtoni, Marsaglia, Merighetti, Stuffer, Brignone, Sosio
GIGANTE (domenica) 1. ANNA FENNINGER AUSTRIA
2. EVA MARIA BREM AUSTRIA
442 356
ITALIANE IN GIGANTE (DOMENICA 10 E 12.30): Brignone, N. Fanchini, I. Curtoni, Moelgg, Bassino
SLALOM (sabato) 1. MIKAELA SHIFFRIN STATI UNITI
2. FRIDA HANSDOTTER SVEZIA
579 489
LE ITALIANE IN SLALOM (SABATO ORE 9 E 11.30): Costazza, Moelgg
Football R L’annuncio choc
Borland si ritira a 24 anni: «Basta botte in testa» 1Promessa dei San Francisco 49ers, è preoccupato per la salute: «Ho letto molti studi, non voglio che traumi cranici mi rovinino la vita» Massimo Lopes Pegna CORRISPONDENTE A NEW YORK
C
iò che ha fatto ieri Chris Borland non ha precedenti: nonostante le aspettative di una luminosa carriera nella Nfl con i San Francisco 49ers, il linebacker ha annunciato il ritiro dal football ad appena 24 anni. Nessuno prima di lui, con la sua classe, se n’era andato così giovane chiudendosi alle spalle una porta dorata: un futuro assicurato di fama e soldi. PAURA Ma sono le ragioni dell’autopensionamento che hanno provocato il grande frastuono. Borland lascia perché preoccupato per la salute, rinuncia per la paura di fare la fine di tanti suoi colleghi, o meglio ex colleghi, colpiti da malattie neurologiche: «Mi sono consultato con specialisti, amici, familiari, compagni di squadra e
ho fatto ricerche sugli studi che hanno trovato una relazione fra traumi cranici e violenza nel nostro sport. Sono arrivato alla conclusione che rischiare così tanto non valga la pena», ha detto il difensore che nella passata stagione era stato uno dei migliori esordienti della Lega. Le ricerche a cui fa riferimento Borland sono quelle pubblicate un paio di anni fa dalla dottoressa Ann McKee della Boston University che hanno destabilizzato il football. Il suo lavoro, svolto insieme a un equipe di altri scienziati, sta dimostrando la relazione fra traumi cranici negli atleti e la Cte, acronimo per Chronic Traumatic Encephalopathy (Encefalopatia Cronica da Trauma): la patologia i cui sintomi sono frequentissimi soprattutto fra gli ex del football, appunto, e spesso confusi con quelli della Sla. Sono gli studi che hanno permesso a 4500 ex giocatori affetti da malattie
neurologiche di farsi riconoscere da un tribunale 765 milioni di dollari come compenso per i danni subiti. «Sono preoccupato dal fatto che se aspetti di avvertire i primi sintomi è troppo tardi. E io voglio condurre una vita sana e non fare la fine di Mike Webster, Dave Duerson e Ray Easterling», ha chiarito Borland alla trasmissione «Outside the lines». Sono i nomi di vecchie glorie del suo sport, ma mica così vecchie, decedute (Duerson e Easterling si sono suicidati) poco più che sessantenni fra il 2011 e 2012, nei cui cervelli inviati post mortem alla McKee è stata scoperta la Cte. PROMESSA A RISCHIO Borland era una grande promessa: 14 presenze, otto da titolare con 107 tackle e un sack. Nella partita contro i New
York Giants aveva intercettato due palloni, guadagnandosi i galloni di miglior difensore della settimana. Ma dopo la quarta giornata gli erano già venuti dei dubbi, anticipati ai genitori: «Vedrete la mia sarà una carriera breve», aveva scritto loro. Perché scartabellando nelle ricerche della dottoressa McKee si era reso conto di essere un soggetto a forte rischio. Si era ricordato di aver subito in passato un paio di
Chris Borland, 24 anni, linebacker dei 49ers REUTERS
traumi cranici. Uno importante già in terza media giocando a calcio. Un altro quando era andato k.o. al college con il football. Ora il ragazzone di appena un metro e ottanta per oltre un quintale ha scelto di rinunciare al mezzo milione di dollari l’anno che prendeva dai 49ers: «Ho pensato al mio futuro e so che non avrò rimpianti», ha ribadito. In questa ultima settimana, altri tre giocatori hanno deciso di attaccare casco e armatura al chiodo. Il 27enne linebacker dei Pittsburgh Steelers, Jason Worilds, ha detto di volersi dedicare ad altri interessi. Mentre il 26enne quarterback dei Tennessee Titans, Jake Locker, ha giustificato la scelta perché non più motivato a fare questo lavoro. Se fosse un nuovo trend, la Nfl potrebbe avere dei problemi. Anche perché molti ragazzini ormai preferiscono dedicarsi ad altri sport con meno rischi. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Pallavolo R Il gran ritorno
Pallanuoto R
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Francesca Ferretti, 31 anni, ha vinto 5 scudetti, 3 con Pesaro, 2 con Piacenza, da due settimane è a Modena TARANTINI
Andrea Fondelli, 21 anni, in attacco contro il Montenegro: il recchese è stato tra i migliori BORSARELLI
di problemi economici e io ho cercato altre soluzioni».
Il Settebello dà spettacolo Il Montenegro è travolto
delli, sempre più astro nascente della pallanuoto di casa nostra, che prima, spalle alla porta, lo spazio riesce a trovarselo da solo e a segnare il gol del 5-3, prima di offrire al compagno Busilacchi la rete del 6-3. Proprio qui ha inizio la cavalcata vincente degli azzurri che a metà gara si trovano avanti 8-3 anche grazie alla difesa che con continui cambi toglie il respiro al Montenegro (e quando c’è da intervenire, Tempesti non si fa pregare).
1Vicecampioni del mondo battuti
APPLAUSI Davanti a 1.500 persone, molti bambini delle scuole di pallanuoto della Liguria e pure i campioni mondiali del 1978 di Berlino (tra cui Fondelli senior, Mamo) ci si aspetterebbe la reazione slava. Invece l’Italia gioca con attenzione in difesa e con grande autorità in fase offensiva. E così il bel Settebello aumenta ancora il suo vantaggio. Alla fine segneranno addirittura10 giocatori di movimento, con la bellezza di 12 reti a uomini pari. Non avevamo mai battuto il Montenegro con uno scarto così vistoso: a Pescara nel 2009 finì 14-7.
L’anno pazzo della Ferretti «Novara non è così lontana» 1La regista azzurra ha iniziato
la stagione a Baku, con lei Modena ha accelerato: «Adesso viene il bello» Baranowicz: intervento riuscito ● (m.g.) Perfettamente riuscito l’intervento chirurgico cui si è sottoposto ieri il palleggiatore della Lube Michele Baranowicz per la riduzione della frattura del quinto metacarpo della mano destra rimediata una settimana fa in allenamento. «Bara» dovrà portare per un mese un tutore, dopodiché potrà cominciare la rieducazione. ANDERSON CONFERMA (an.me.) Prima dell’ufficializzazione di Perugia (stasera alle 19 in amichevole a Siena contro chiusi), lo schiacciatore statunitense Matthew Anderson (28 anni), ora al Kazan, ha confermato l’arrivo a Perugia attraverso il proprio sito. «La trattativa è conclusa – ha detto – volevo fare l’annuncio dopo le finali Champions, ma la notizia è trapelata ed andrò a Perugia per i play-off, ma non ho ancora parlato per la prossima stagione e quanto si dice in proposito sono solo voci».
Matteo Marchetti PIACENZA
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sordienti a 31 anni. Strano dirlo quando si parla di Francesca Ferretti, una che ha vinto 5 scudetti, un Europeo e una Coppa del Mondo. Eppure per lei questo è l’anno delle prime volte. Non era mai stata all’estero, e per l’esordio fuori dall’Italia non ha scelto una soluzione appena dietro l’angolo; ha mostrato il passaporto per gli oltre 3mila chilometri che separano la sua Reggio Emilia da Baku, in Azerbaigian. Ma la trasferta è durata pochi mesi così Francesca si è presentata a Modena e, altro aspetto mai successo in carriera, ha vestito due maglie diverse nella stessa stagione. Adesso difende il secondo posto dall’assalto di Casalmaggiore e per farlo andrà a caccia di punti domenica in casa di Busto Arsizio. «Complessivamente – fa un passo indietro Francesca - l’esperienza a Baku è stata positiva anche se si è chiusa in modo traumatico. Il campionato azero conta solamente cinque formazioni e il Rabita puntava tutto sulla Champions. Dopo l’eliminazione al primo turno la società ha iniziato a parlare
Al di là dell’esperienza sportiva come è stata la prima volta da italiana all’estero? «La nostalgia l’avevo io come tutte le mie compagne di squadra, anche se Baku è una città internazionale dove trovi qualunque cosa. Il problema sono i costi: poco shopping e rarissime cene fuori, tutto costa il doppio rispetto all’Italia». A queste nuove frontiere che offrono contratti inimmaginabili per i club italiani corrisponde un campionato adeguato? «L’organizzazione può migliorare parecchio. Magari inizi la settimana pensando di giocare la domenica e quando sei pronto è tutto rinviato». Poi il ribaltone, con la chiamata di Modena e l’esordio in Final four di Coppa Italia. «Inserire una palleggiatrice durante l’anno non è semplice: ho trovato una società sana e una squadra molto competitiva». Visto anche da migliaia di chilometri di distanza, pensi si potesse sfruttare meglio il traino del Mondiale? «Secondo me le risposte sono state positive. Prima il movimento era legato esclusivamente alla Piccinini, adesso i nomi di Diouf o Chirichella iniziano a essere noti a tutti». Francesca Ferretti e la nazionale, il matrimonio proseguirà? «Non lo so, da quando ho iniziato la stagione con il club non ho più sentito nessuno». Campionato: Novara favorita e Modena prima inseguitrice? «Non vedo differenze abissali, anche se Novara ha un attacco strepitoso. Noi possiamo creare problemi a tutti, ma i distacchi in campionato sono minimi. Casalmaggiore è la sorpresa, Busto ha dimostrato grandi qualità: nulla è scontato». © RIPRODUZIONE RISERVATA
nella sfida di World League a Genova Campagna applaude: «Che progressi»
La Croazia vince ed è già alle finali con gli azzurri ● Nell’altra sfida del girone C (7a giornata) la Croazia batte la Francia 15-9 ed è aritmeticamente qualificata. Class.: Croazia 18 (giocate 6); Italia 14 (6); Montenegro 7 (5); Turchia 3 (5); Francia 0 (6). Pr. turno (venerdì): FranciaTurchia,Montenegro-Croazia. LA FORMULA Alla Final Eight di Bergamo (23-28/6, un pass per i Giochi di Rio) avanza la prima di ogni gruppo europeo oltre alle quattro provenienti dagli altri continenti. L’Italia è qualificata di diritto. RIUNIONE A Genova si è svolto l’incontro tra i club di A-1 (che cercano di rilanciare la Lega), la Fin e i direttori di gara. Si è discusso tra l’altro di calendari e di interpretazioni arbitrali e il c.t. Campagna ha commentato alcuni filmati. COPPA LEN DONNE Definite le semifinali (Final Four il 1011/4 in sede da stabilire): Padova-Vouliagmeni (Gre) e Imperia-Szentes (Ung).
Italo Vallebella GENOVA
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età partita per stendere il Montenegro, non l’ultima arrivata. Brilla il Settebello alla Sciorba che riabbraccia gli azzurri dopo sei anni. La festa per il ritorno della Nazionale fa il pari con quella per un successo rotondo e meritato. «Ho visto il gioco veloce che chiedo, sono progressi che mi confortano» dice Campagna. I vicecampioni del mondo, di fatto, resistono un tempo. MONOLOGO «Leka» Ivovic (che gioca nella Pro Recco) tiene in partita gli ospiti con due gol che si infilano in quelli di Gitto, Luongo e Renzuto. Ma fin da subito l’Italia offre buoni segnali di un’ottima serata. E così il secondo tempo è il parziale che dà la sterzata alla partita. La vasca da 25 metri non aiuta certo a giocare negli spazi, ma l’Italia è brava a trovarli e anche a procurarseli. Chiedere per conferma, ad esempio, ad Andrea Fon-
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ITALIA-MONTENEGRO 16-8 (3-2, 5-1, 5-2, 3-3) MARCATORI: 0’27” Gitto, 2’14” A. Ivovic s.n., 3’13” S.Luongo s.n., 6’06” Renzuto, 6’46” A.Ivovic; 9’58” S.Luongo, 10’31” Dr.Brguljan s.n., 11’35” A.Fondelli, 12’34” Busilacchi, 14’02” Aicardi, 14’57” F.Di Fulvio; 17’16” A.Fondelli, 17’55” Jokic s.n., 18’18” Radovic, 19’01” Giorgetti, 20’08” Giacoppo, 22’40” Giorgetti rig., 23’55” Renzuto; 27’29” Radovic, 27’50” Velotto, 29’05” Da.Brugulijan s.n., 29’31” Velotto, 29’49” Radovic, 30’44” S.Luongo. ITALIA: Tempesti, F.Di Fulvio, Giorgetti, A.Fondelli, Gallo, N.Gitto, Aicardi; Giacoppo, S.Luongo, Velotto, Renzuto, Busilacchi. N.e. Del Lungo. All. Campagna. MONTENEGRO: Lazovic, Dr.Brguljan, Da.Brguljan, Saric, A.Ivovic, Klikovac, Jokic; Murisic, Durdic, Radovic, Savelijc, Ukropina. N.e. Kandic. All. Perovic. ARBITRI: Teixido (Spa) e Bender (Ger). NOTE: sup. num. Italia 7 (3 gol), Montenegro 18 (5). Usc. 3 f. Giorgetti 26’38”. Spett. 1.500.
Scherma R Il presidente della Federazione mondiale
Usmanov dona mezzo milione di euro a Roma 1E’ il terzo uomo più ricco di Russia: i soldi serviranno per restauri artistici
Riccardo Crivelli
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sempre una questione di prospettiva. Se hai un patrimonio stimato in 13 miliardi, 500.000 euro possono sembrare bruscolini. Però rimane il gesto, signorile e di gran classe: il russo Alisher Usmanov, presidente della Federazione internazionale di scherma, ha donato quella cifra al Comune di Roma in occasione dell’ultimo congresso della Fie tenutosi nella
capitale. Lo ha rivelato il sindaco, Ignazio Marino, in occasione della presentazione degli Internazionali d’Italia presentati ieri alla Sala delle Bandiere in Campidoglio, comunicando anche che saranno destinati al restauro dell’arredo ligneo e del soffitto della sala degli Orazi e Curiazi del Palazzo dei Conservatori e della Fontana di Piazza del Quirinale. Marino in conferenza stampa ha voluto ringraziarlo: «Il presidente Usmanov è stato di recente a Roma e la donazione personale
messa a disposizione della città per il restauro di alcune opere d’arte del Comune di Roma, ha inteso legare ancora di più la disciplina della scherma con la nostra città». RICCHISSIMO Secondo le stime di Forbes Usmanov, 61 anni, nato in Uzbekistan ma cittadino moscovita, è il terzo uomo più ricco di Russia e il 71° al mondo. Classifico self made man capace di costruirsi una fortuna sulle macerie dell’ex impero comunista, ha iniziato con le miniere di ferro e l’acciaio ed oggi è a capo del colosso Metalloinvest. Tra le sue partecipazioni azionarie, però, ci sono anche MegaFon, la seconda com-
Alisher Usmanov, 61 anni, a una serata di gala con la moglie AFP
pagnia russa di telefonia mobile e il Kommersant, il principale quotidiano economico del paese. Tra l’altro, fu tra i primi ad acquistare azioni di Facebook non appena venne quotata in borsa, per poi venderle nel 2013 per entrare, con il ricavato, nella cinese Alibaba, la più grande compagnia di ecommerce nel mondo. Usmanov, che possiede anche azioni dell’Arsenal, si è sempre distinto per la filantropia: nel 2007 acquistò la collezione d’arte del violoncellista Rostropovich e la donò alla stato, così come una preziosa raccolta di fumetti di epoca sovietica; a dicembre, invece, ha comprato all’asta per oltre 4 milioni e l’ha restituita al vincitore la medaglia del Nobel della medicina James Watson, che l’aveva venduta per finanziarsi le ricerche. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Vela R In equipaggio
MERCOLEDÌ 18 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
IL GIRO DEL MONDO
CONTENUTO PREMIUM
Nel Pacifico meridionale le depressioni viaggiano talmente veloci da aver un impatto importate sullo stato del mare. Il moto ondoso spesso non ha direzione precisa, e i team corrono perciò grossi rischi di rottura, non potendo stabilire una rotta ideale. Le temperature sono gelide, sia in coperta che sottocoperta (a bordo dei Volvo Ocean 65 non ci sono sistemi di riscaldamento) e l'umidità relativa è prossima al 100%, tanto che ogni cosa a bordo è bagnata e virtualmente impossibile da asciugare Nel tratto di avvicinamento al Brasile è possibile che la flotta debba fare i conti con dei forti temporali BRASILE
Forti venti
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NUOVA ZELANDA
Una volta doppiato il mitico Horn, la flotta ritorna a poter elaborare strategie tattiche a corto e medio raggio. Nella maggior parte dei casi i team optano per rimanere il più a lungo possibile nel flusso di vento da Ovest navigando vicino alla costa
Itajai
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Auckland Forte moto ondoso La partenza da Auckland può diventare pericolosa qualora i team dovessero incontrare un sistema tropicale che può a sua volta generare un potente sistema di bassa pressione con forti venti settentrionali. Una delle aree potenzialmente più a rischio è quella in cui è probabile la presenza di ghiacci, iceberg per cui l'unica via d'uscita è navigare a Nord dei 40°. Tuttavia, mantenendosi al di sopra di questa latitudine, è possibile incontrare altri sistemi meteo di origine tropicale
Forti temporali
Iceberg Un altro fattore rilevante è la strategia di approccio a Capo Horn. Ci sono circa 500 miglia fra il Capo e la punta settentrionale dell'Antartide e nel peggiore dei casi i team possono incontrare dei forti venti da Nord-Ovest che vengono ulteriormente potenziati e accelerati dalla presenza della catena delle Ande
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La tappa più dura VOLVO RACE TRA ONDE E LEGGENDA C’È CAPO HORN I sei team della Volvo Ocean Race hanno lasciato ieri Auckland in Nuova Zelanda direzione Itajaì, in Brasile. Si tratta della frazione più lunga del giro del mondo in equipaggio: 6776 miglia attraverso il mitico capo a 56 gradi di latitudine Sud, meno di 800 chilometri dall’Antartide. La partenza, che in un primo tempo era stata posticipata a causa del ciclone Pam, è stata anticipata a ieri. L’arrivo in Brasile è previsto tra l’1 e il 5 aprile. Dopo quattro tappe guidano la classifica con 8 punti i team Abu Dhabi e Dongfeng Racing. californiana. Prima che il Canale di Panama cambiasse la storia della navigazione, era talmente complicato questo passaggio - soprattutto controvento (di bolina) - che i capitani delle navi guadagnavano il titolo di Cap Horniers, mentre i marinai erano soprannominati i Mallyhawk, una specie di gabbiano che vive da queste parti. Il passaggio di Horn era un «evento» che molti festeggiavano con un orecchino a forma di anello al lobo destro. Un evento, perché passare non era scontato. Anzi. In queste acque si calcola che siano affondate negli anni non meno di 800 vascelli con una perdita di 10 mila uomini… Quanto una guerra.
Gian Luca Pasini
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oorn è una cittadina olandese, 70 mila abitanti e una lunga tradizione marinara. Antica capitale della Frisia, deve molto della sua espansione ai traffici marittimi nel XVII secolo e, proprio in quell’epoca, questa città è rimasta impressa in maniera indelebile nella storia della navigazione. Il nome terribile e minaccioso di Kaap Hoorn (Capo Horn) proviene proprio dall’Olanda e venne scelto in onore della città che aveva dato i natali a Willem Schouten, uno dei due comandanti della LA CHIAVE spedizione che scoprì il capo il 26 gennaio 1616.
ANDE Oltre i 40 gradi di latitudine, infatti, i venti possono correre indisturbati da Ovest a La successiva storpiatura deriva Est fino proprio a Capo Horn. Il dalla confusione con il termine Passaggio di Drake diventa così spagnolo horno (forno), che un imbuto che ha come «pareti» con questa terra c’entra pochis- A Capo Horn le onde le Ande da una parte e la penisimo, ma che qui è di casa per possono arrivare fino a sola antartica dall’altra. Lo stesvia di Cile ed Argentina. È la so accade con le onde, che si 30 metri di altezza, quasi propaggine più a Sud del contiscatenano in pieno Oceano Pala stessa di un palazzo di nente americano ed esame di cifico e, spinte dai venti, possomaturità dei velisti, una volta nove piani no rovesciarsi senza tregua finmarinai. Il punto forse più teché incontrano questa lingua muto di tutta la Volvo Ocean Race: la quinta tap- del Sud America (non la più estrema del Contipa ha lasciato oggi Auckland (Nuova Zelanda) nente, in realtà, che è Capo Froward, nella penidirezione Brasile, attraverso – appunto – il miti- sola di Brunswick). In questo punto, in poche mico capo a 56 gradi di latitudine Sud, meno di 800 glia, da 4 mila metri di profondità si passa a un chilometri dall’Antartide. In queste acque, sulla centinaio. Un gradino impressionante che provorotta inversa, dall’Atlantico al Pacifico, a metà ca onde epocali, alte fino a 30 metri: quasi come dell’800 si costruì la leggenda della corsa all’oro un palazzo di nove piani. E anche se la Volvo
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La flotta al via della tappa ieri a Auckland, i cinesi di Dongfeng sono passati subito in testa seguiti da Team Brunel
dalla nebbia. Per cui il passaggio avviene o troppo lontano da costa o con il massiccio sperone di roccia scura nascosto. Agli uomini della Volvo non resta che affidarsi agli strumenti per capire che inizia la risalita verso l’Atlantico, di solito festeggiata da una bevuta (per questa tappa, a bordo, non manca mai una bottiglia di liquore, nonostante le paranoie del peso) e un buon sigaro da fumare nelle immancabili foto-video ricordo.
Capo Horn spesso è avvolto da una fitta nebbia
Ocean Race (e quasi tutte le altre regate intorno al mondo) passano da queste parti in piena estate, la temperatura dell’aria non supera i 12 gradi, mentre quella dell’acqua non è mai tanto lontana dallo zero. Acqua gelata sotto e in faccia per le prossime settimane, cercando di evitare con cura le zone degli iceberg. E dopo tanta fatica, tanto freddo e tanto sale che cola giù dalle cerate, alla fine il leggendario Capo - e con esso un faro, con relativo guardiano e famiglia - i velisti non lo possono neppure vedere. Il tasso di umidità nell’aria, in questa zona, oscilla costantemente fra il 70 e il 95%, quindi il Capo è molto spesso avvolto
BEVUTA & FUMATA Perché passare di qua è qualcosa che si ricorda per tutta la vita: anche se l’obiettivo principale dei velisti impegnati in questa regata non è il passaggio, ma la vittoria. Non c’è tempo per le poesie: mare che ruggisce, tempeste che urlano, montagne che rotolano, maledetti campi di battaglia fumanti. Nella nebbia salata, nascosto, c’è lo sperone di roccia nera, peggio del peggio, il terribile capo, Capo Horn. Questi i versi che ha scritto Jure Sterk, velista solitario, dopo averlo passato. Prima di scomparire negli abissi e, secondo la leggenda dei marinai, trasformarsi in un albatros, l’uccello dalle grandi ali che avvisa i marinai di essere arrivati negli Oceani del Sud. Una delle tante leggende nate fra queste onde e passate alla storia… © RIPRODUZIONE RISERVATA
IN QUESTE ACQUE SI DICE SIANO AFFONDATI CIRCA 800 VASCELLI CON UNA PERDITA DI 10 MILA UOMINI
MERCOLEDÌ 18 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
TUTTENOTIZIE ATLETICA
Alluce fratturato Meucci almeno 15 giorni di stop Salta Palo Alto ● Una doppia ecografia ha confermato la distorsione all’alluce del piede destro di Daniele Meucci che sabato, in allenamento, è inciampato in una radice. Il campione d’Europa di maratona, scongiurato il rischio di una frattura, soffre di un ematoma e di un lieve stiramento. La prossima settimana una risonanza verificherà la situazione ma, dati almeno 15 giorni di stop, il toscano salterà il previsto stage in altura negli Stati Uniti e il conseguente 10.000 del 2 maggio a Palo Alto, California. Non è da escludere a questo punto una partecipazione ai 10.000 di Coppa Europa del 6 giugno a Chia (Ca). BEKELE K.O. (si.g.) Niente maratona di Londra, a fine aprile, per Kenenisa Bekele: il campione etiope è fermo per un problema serio al tendine d’Achille destro.
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Europeo a NY tra Branco e Malignaggi?
Paul Malignaggi, 34 anni BOZZANI ● (r.g.) Il manager Christian Cherchi è in fase di avanzata trattativa per la difesa di Gianluca Branco (49-3-1), 44 anni, attuale campione europeo dei welter, contro l’ex iridato superleggeri e welter Paulie Malignaggi (33-6), figlio di italiani, che vive a New York (per l’esattezza a Brooklyn) ma ha doppio passaporto e che da tempo sognava una chance continentale. Cherchi jr. conferma: «L’Ebu ha concesso una deroga, per cui non Paul deve sostenere alcun match in Europa prima di questo confronto continentale. Siamo pronti ad affiliarlo con la nostra federazione. Il confronto si svolgerà a New York, dove c’è interesse televisivo e quindi l’opportunità di buone borse per entrambi». La prevista difesa di Branco a Milano a fine maggio contro l’ex tricolore Gianfranco Frezza (22-2-2) è stata perciò annullata. La OPI2000 nel caso di conclusione positiva, terrà a Milano una conferenza stampa ai primi di aprile. Probabile la diretta su un’emittente italiana.
Tania Cagnotto, iscritta alla gara dei 3 metri, deve riscattare la controprestazione di Pechino in cui era stata eliminata in semifinale.
Dubbio Parisse, si decide domani Il Galles ha scelto 1Terapie per l’alluce infortunato con la Francia Riecco Castrogiovanni: «Sereno e rilassato»
Sergio Parisse, 31 anni, capitano azzurro: 112 caps in Nazionale AFP
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Daniele Meucci, 29 anni EPA
1TUFFi: TANIA A DUBAI (al.f.) Domani a Dubai inizia la seconda tappa delle World Series:
RUGBY
Roberto Parretta ergio Parisse rimarrà in dubbio per l’Italia fino a domani mattina, quando il c.t. Jacques Brunel annuncerà il XV con il quale l’Italia affronterà il Galles sabato all’Olimpico (ore 13.30), nel match che aprirà la quinta e ultima giornata del Sei Nazioni. La lesione distrattiva del fles-
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Morte in Australia Ora le polemiche «Sport da abolire» ● La morte del 23enne peso piuma australiano Braydon Smith ha sconvolto l’Australia, dove hanno cominciato a levarsi anche opinioni forti nei confronti della boxe: «La morte di Smith dimostra perché il pugilato dovrebbe essere abolito dalle leggi dello Stato - ha detto Shaun Ruud, presidente dell’associazione medica del Queensland -. È qualcosa di barbaro un sedicente sport in cui per vincere due persone devono colpirsi più volte possibile alla testa, l’organo più importante del corpo». Smith aveva regolarmente concluso l’incontro per il titolo asiatico pesi piuma, perso ai punti dopo 10 riprese contro il filippino John Moralde. Era la sua prima sconfitta in 13 match. Un’ora e mezzo dopo il match si è sentito male negli spogliatoi e subito ricoverato in stato di coma indotto, fino al decesso di lunedì. Quattro anni fa un altro giovane australiano, il 18enne Alex Slade, era morto una settimana dopo essere caduto esanime sul ring durante un match.
Braydon Smith aveva 23 anni
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sore breve del primo dito del piede destro, che lo aveva costretto a lasciare in stampelle l’Olimpico dopo la sfida con la Francia di domenica, è oggetto dei trattamenti dello staff medico azzurro, che oggi proverà a rimetterlo in campo, ma solo nell’allenamento di domani mattina si saprà se il capitano azzurro sarà disponibile. Tornato in gruppo dopo avere saltato Scozia e Francia, Martin Castrogiovanni è invece «sere-
HOCKEY GHIACCIO
Cappotto Asiago e no al ricorso Milano eliminata
Alex Caffi, 24 anni SCACCINI ● (m.l.) La prima eliminata delle semifinali playoff è Milano, sconfitta 5-2 in gara-4 all’Agorà da Asiago, che dunque stacca il biglietto per la finale scudetto. In giornata il giudice sportivo aveva rigettato il ricorso di Milano sull’omologazione del risultato di gara-3, finita 3-2 per Asiago. Oggetto del ricorso era una penalità differita a Daniel Sullivan non conforme al regolamento secondo Milano. Milano-Asiago 2-5 (0-1, 2-3, 0-1). Reti: p.t. 15’19” Marchetti (A), s.t. 1’14” Sullivan (A), 1’36” Nigro (A), 3’30” Lutz (M), 8’23” Miglioranzi (A),11’37” Vallorani (M), t.t. 9’04” Marchetti (A). Serie chiusa 40 per Asiago. ● BOLZANO SOPRAVVIVE (m.l.) Il Bolzano porta il Linz alla «bella». Ieri al Palaonda (3.600 spettatori) in gara-6 (su 7) dei quarti di finale i biancorossi padroni di casa si sono imposti 2-1 pareggiando la serie (3-3). A decidere il passaggio alle semifinali sarà la sfida in programma venerdì in Austria. BolzanoLinz 2-1 (1-0, 1-0, 0-1). Reti Bolzano: p.t. 12’30” M. Insam (1-0); s.t. 3’24” Nesbitt (2-0).
no e rilassato», come dice l’assistant coach Giampiero De Carli: «E’ un giocatore di cui è difficile fare a meno. Ora la cosa importante è che sia qui e che stia bene». AVVERSARI Il c.t. gallese Warren Gatland ha intanto già annunciato il suo XV, con due novità: i piloni Aaron Jarvis e Rob Evans a rimpiazzare gli infortunati Samson Lee e Gethin Jenkins. Questo il Galles per Roma: 15 Leigh Halfpenny; 14 George North, 13 Jonathan Davies, 12 Jamie Roberts, 11 Liam Williams; 10 Dan Biggar, 9 Rhys Webb; 8 Taulupe Faletau, 7 Sam Warburton (capitano), 6 Dan Lydiate; 5 AlunWyn Jones, 4 Luke Charteris; 3 Aaron Jarvis, 2 Scott Baldwin, 1 Rob Evans. A disposizione: 16 Ken Owens, 17 Rhys Gill, 18 Scott Andrews, 19 Jake Ball, 20 Justin Tipuric, 21 Gareth Davies, 22 Rhys Priestland, 23 Scott Williams. ZANNI, ALTRI 3 ANNI A TREVISO (e.sp.) Treviso e Zanni, un matrimonio che proseguirà per altri tre anni. Ad annunciarlo la società veneta che mette, di fatto, il primo tassello per la squadra della prossima stagione. Dopo la partenze già annunciate di Favaro e Campagnaro, arriva una conferma: quella del 31enne terza linea udinese, attualmente al sesto anno con il Benetton. Una stagione purtroppo già terminata con l’infortunio al ginocchio destro nella prima gara del Sei Nazioni contro l’Irlanda e la ricostruzione del legamento crociato. «Tutti conosciamo il valore di Alessandro e quanto possa dare alla squadra - ha commentato il presidente trevigiano Zatta - si è contraddistinto come uno dei leader naturali del gruppo e la sua riconferma farà felice i nostri tifosi». © RIPRODUZIONE RISERVATA
IPPICA
Via i sospetti Niente doping per Black Caviar ● Il galoppo australiano in questi mesi è stato scosso da decine di casi di probabile «doping naturale» praticato attraverso la somministrazione ai cavalli di notevoli dosi di cloruro di cobalto (un sale) che stimola la produzione di globuli rossi. Una sorta di alternativa all’Epo, insomma. Tra i cavalli pescati con soglia di «cobalt» superiore al consentito anche diversi tra quelli allenati da Peter Moody, cioè il trainer di Black Caviar, la fuoriclasse dalla carriera immacolata (dal 2010 al 2013 25 corse e altrettante vittorie, 15 delle quali in gr. 1). Ebbene, proprio per salvaguardare la reputazione di Black Caviar (che intanto è diventata mamma lo scorso anno per la prima volta) è stato testato nuovamente il campione della sua 12ª vittoria, fortunatamente senza il riscontro di alcuna anomalia. ● ONEGHIN A ROMA Dopo il sequestro lampo di tre settimane fa, oggi ritorna in pista Oneghin del Ronco che sfida quattro avversari (fra cui Papandreu e Pace del Rio) sul miglio.
Black Caviar, 25 corse e 0 k.o.
ATLETICA DOPING RUSSO: 30 MESI Il marciatore russo Andrei Ruzavin (1h17’47” nella 20 km nel 2012) è stato sospeso per 30 mesi a partire dal 9 ottobre 2014 per anomalie nel passaporto biologico. Cancellati tutti i risultati che ha fra il 18 dicembre 2010 e il 18 febbraio 2012 e fra il 13 settembre 2013 e il 13 novembre del 2013. ● ASTA CADETTE (si.g.) A Roma, nei campionati regionali cadetti indoor, 3.45 nell’asta della 15enne italoromena Maria Roberta Gherca: il risultato eguaglia la mpi u.16 della Semeraro ma non è omologabile per la cittadinanza. ● USA INDOOR (si.g.) Completamento risultati di Fayetteville. Uomini. 60: 2. Teeters 6”54; 3. Miller 6”57 (b 6”54). 400: 3. Glass 45”77. Alto: Duffield 2.29; Adkins 2.29. Asta: 2. Blankeship 5.80. Peso: 2. Crouser 20.93. Eptathlon: Wieland (Svi) 6070. Donne. 200. I: 2. Prandini 22”74. II: Bryant 22”86. 400. I: 2. Ellis-Watson 51”52. II: A. Spencer 51”85. 800: Goule (Giam) 2’01”64. 60 hs: 2. Owens 7”88. Alto: Kallenou (Cip) 1.94. Asta: Morris 4.60. Lungo: Prandini 6.65. Peso: Saunders 18.62. Pentathlon: Williams (j) 4678. ● MARATONE ESTERE (d.m.) A Seul. Uomini: 1. Loyanae (Ken) 2h06’11”; 2. F. Kipchirchir Kiprotich (Ken) 2h06’59”; 3. Ja. Kibet (Ken) 2h07’47”. Donne: 1. Shone (Eti) 2h26’22”. A Los Angeles. Uomini: 1. D. Limo (Ken) 2h10’36”.
BASEBALL ●
AZZURRI IN USA (m.c.) L’azzurro Chris Colabello ha iniziato la sua avventura a Toronto (nel 2014 era a Minnesota) con una media di 250, 1hr e 3pbc nelle prime otto uscite nello spring training. Rizzo con i Cubs è solo a 158 in sette gare. Grande partenza invece per Zunino (429, 10bv) con Seattle. Alex Liddi, negli Omaha, triplo A di Kansas City, invece ha iniziato con 2 valide su 20 turni, 100 di media. ● OLIVERA RECORD (r.r.) Anaheim offre il contratto più alto della storia per un freeagent, il fuggiasco cubano Hector Olivera, seconda base: 77 milioni.
Giovanni Menichetti (Follonica). Giocatori di movimento: Davide Motaran e Alessandro Verona (Forte dei Marmi), Domenico Illuzzi e Andrea Malagoli (Lodi), Alberto Bertoldi (Valdagno), Federico Ambrosio (Pieve San Giacomo), Marco e Federico Pagnini (Follonica), Mattia e Giulio Cocco (Breganze), Samuele Muglia (Cgc Viareggio).
IPPICA ●
IERI 5-7-10-12-11 A Southwell: 1 Colourbearer (Curtis); 2 Black Dave; 3 Spowarticus; 4 Pull the Pin; 5 Cadeaux Pearl; Tot.: 9,52; 2,51, 2,67, 1,54 (71,28). Quinté: 1.434,40. Quarté: 400,23. Tris: 93,34. ● OGGI QUINTÉ AD AVERSA Al Cirigliano (inizio convegno alle 15.05) scegliamo Running Allmar (12), Larice Jet (13), Meadow Effe (15), Nightmare d’Ete (6), Langlo Mn (14) e Nemesi Rab (8). ● OGGI SI CORRE ANCHE Trotto: Roma (14.30). Galoppo: Grosseto (15.25).
NUOTO ●
BRITANNICI AL TOP (al.f.) A Edinburgo (Gb). Uomini: 50 sl Proud 22”34, 3. Ervin (Usa) 23”26; 200 ra Willis 2’12”22, Peaty 2’12”68. Donne: 50 sl Turner 25”92, Coughlin (Usa) 25”97; 200 sl Carlin 1’58”04; 200 do Simmonds 2’08”32 (1° t. 2015); 100 ra Taylor 1’07”88; 200 mx O’Connor 2’10”12 (1° t. 2015). ● UDIENZA PARK (al.f.) La Fina ascolterà Park Tae Hwan a Losanna il 23 marzo: il coreano, che non ha ancora ripreso ad allenarsi, dovrà chiarire la sua posizione sulla positività al testosterone riscontrata a settembre 2014. ● NUOVO ROLLASON (al.f.) L’ex ct danese Shannon Rollanson prenderà le redini dell’avvenieristico Gungahlin Leisure Centre, a pochi chilometri da Canberra in Australia. Presto sarà raggiunto da Jeanette Ottesen che vuole preparare i Mondiali lontano dalla Danimarca.
PALLAMANO ●
BOXE ●
ZHILEI (r.g.) A Jersey City (Usa) il massimo cinese Zhang Zhilei (3), 31 anni, argento nel 2008 a Pechino, battuto in finale da Roberto Cammarelle, ha battuto Eric George (Usa 2-9) sui sei round. ● IN EUROPA (r.g.) A CharlevilleMezieres (Fra) il russo Igor Mikhalkin (16-1) resta Europeo leggeri battendo il locale Hakim Chioui (30-4-1) kot 9. A Cegled (Ung), il locale Imre Szello (5) ex Thunder Italia, mantiene la cintura nazionale open, battendo Shalva Jomardashvili (Geo, 40-12-2) kot 3. ● MAIETTA (i.m.) Secondo posto di Francesco Maietta al torneo «Gee Bee» di Helsinki (Fin). Risultati: 56 Walker (Irl) b. Di Savino 3-0; 60 Maietta b. Bates (Irl) 2-1, Askeyron (Rus) b. Maietta 2-1; 81 Karlson (Est) b. Rosciglione 3-0.
GHIACCIO ●
SINCRO Così a Zagabria (Cro) ai Mondiali jr di sincro. Finale: 1. (2.1.) Finlandia I 172.98; 12. (12.11) Italia (Hot Shivers) 123.90.
ANTICIPO (an.gal.) Oggi a Ferrara, alle ore 19 (diretta su Rai Sport 2) Estense-Ambra, anticipo della 3a giornata playoff.
PARALIMPICI ●
TRICOLORI MEZZA MARATONA (a.fr.) A Palermo assegnati i tricolori di mezza maratona: titoli a Cappanna (categoria T11) con la guida Giunchi (1h29’23”), Morandi (T12) con Ferrari, (1h31’07), Mirabile (T44), Mannino (T46); tra le carrozzine a Mestroni (T53).
SCI NAUTICO ●
WAKEBOARD (m.l.) Il 19enne azzurro di Sala Comacina (Co) Massimiliano Piffaretti tre volte campione d’Europa Open (Ucraina 2012, Polonia 2013 e Portogallo 2014) ha centrato il 3° posto (86.78) alla tappa della Coppa del Mondo di wakeboard disputata a Mandurah (Aus) alle spalle dei padroni di casa australiani Cory Teunissen (92.67) e Harley Clifford (91.56).
HOCKEY IN LINE ●
SERIE A-1 (m.l.) La 17a e penultima di stagione regolare: Cus Verona-Roma 9-5; Padova-P. Trieste 4-3; AsiagoMilano 3-11; Monleale-Vicenza 3-3; Pol. Molinese-Cittadella 3-5. Classifica: Milano 46; Cittadella, Verona 36; Vicenza 27; Padova 24; Asiago 23; Monleale 22; Molinese 18; Trieste 9; Roma 3.
HOCKEY PISTA ● ANTICIPI (m.nan.) Si sono disputati ieri quattro anticipi della 23a giornata di serie A-1. Risultati. ValdagnoBassano 6-5, Follonica-Giovinazzo 6-3, Forte dei Marmi-Matera 10-5, Breganze-Trissino 2-1. Classifica: Forte dei Marmi 57, Breganze 50, Valdagno 49, Cgc Viareggio 47, Bassano 41, Trissino 39, Follonica 33, Lodi 29, Pieve 28, Giovinazzo 24, Matera 23, Sarzana 19, Prato 8, Correggio 6. ● AZZURRI PER MONTREUX (m.nan.) Questi gli azzurri convocati dal c.t. Massimo Mariotti per il Torneo di Montreux (1-5 aprile). Portieri: Leonardo Barozzi (Cgc Viareggio) e
NUOTO: SINCRO SUL PODIO ● (al.f.) Linda Cerruti e Costanza Ferro hanno conquistato il duo libero (88.187) e hanno chiuso al terzo posto il duo tecnico (84.106) agli Open di Francia di Parigi. La Cerruti ha chiuso il solo al 3° posto (82.599) dietro a Voloshyna (Ucr) e Gimoneau, stesso posto per la squadra (84.827 dietro a Ucraina e Spagna).
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sinistra ferroviaria). È andato in pensione lo scorso gennaio. E i politici, come il ministro Lupi sembra, che con leggine apposite gli avevano allungato la permanenza al ministero, erano pronti a prolungarlo ancora.
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Vediamo. I giornali hanno pubblicato delle intercettazioni. Che cosa capiamo dalla lettura di questi testi? Poco. È certo che intercorressero stretti rapporti di colleganza tra tutti i personaggi coinvolti, questo Incalza, l’imprenditore Perotti e proprio Lupi. Dalle telefonate è trasparente il giro di corruzioni e di tangenti? Direi di no, e mi auguro che sul punto i magistrati abbiano altre pezze d’appoggio. C’è forte odore di potere e odore di favoritismi, però.
IL FATTO DEL GIORNO LE NUOVE TANGENTI
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Maurizio Lupi, 55 anni, è stato vicepresidente della Camera dei deputati fra il 2008 e il 2013 ANSA
Lupi era troppo vicino al burocrate Incalza: adesso non rischia di doversi dimettere? 1Il ministro non cede, ma Sel e grillini hanno già presentato
una mozione di sfiducia e pure il premier è pronto a mollarlo
di GIORGIO DELL’ARTI gda@gazzetta.it
C’è altra gente nei guai per questioni legate a corruzione, tangenti e malavita.
1
Chi? Un Raffaele Cilindro impegnato negli appalti per la ricostruzione dell’Aquila e vicino al boss camorrista Zagaria (di cui parliamo meglio qui sotto). Poi Antonio Gozzi, che
è presidente dell’Entella (serie B) ed è accusato dalla magistratura belga di aver pagato tangenti in Congo (di cui parliamo a pagina 27). Nuove rivelazioni sull’inchiesta di Firenze (ne abbiamo trattato ieri) mostrano che il giro di corruzione, se hanno ragione i magistrati, riguarda praticamente tutte le grandi opere pubbliche: i cantieri dell’Expo, l’autostrada Salerno-Reggio Calabria, la Fiera di Roma, l’Alta Velocità Milano-Verona, il
terminal di Olbia, l’hub portuale di Trieste, il completamento della Livorno-Civitavecchia, il Metro 5 e la City Life di Milano, oltre alla Tav propriamente detta, quella piemontese, da cui è partita tutta l’inchiesta. Al centro del giro corruttivo, questo Ercole Incalza settantunenne, pugliese di Brindisi, inamovibile da capo della Struttura tecnica di missione dei Lavori Pubblici, a suo tempo seguace del Signorile ministro dei Trasporti (la
ALTA TENSIONE
Il presidente Anm Rodolfo Sabelli
LA CHIAVE
Il boiardo aveva in mano i Lavori Pubblici: emerge un giro di corruzione su tutte le grandi opere I suoi rapporti con Lupi stupiscono, fu varata una leggina per non farlo andare in pensione
LA LETTERA DEL 2013
Berlusconi alle Olgettine «Vi voglio bene ma stop soldi»
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Che cosa ha detto? Invitando a non trarre conclusioni affrettate (quindi: piano con i processi sulla pubblica piazza e i relativi linciaggi), Zanda ha però aggiunto: «Il ministro Lupi ricorda che l’ingegner Incalza è stato il padre della “legge obiettivo”. Proprio da quella legge negli ultimi vent’anni è nata gran parte dei guai degli appalti per le grandi opere pubbliche». Zanda mette sotto accusa il punto centrale della norma. «È un grave errore aver affidato alle imprese appaltatrici anche progettazione delle opere e direzione dei lavori. Con questa gigantesca concentrazione di poteri — conclude Zanda —, non c’è da stupirsi se nei grandi appalti i contenuti progettuali e il controllo dell’andamento dei lavori possono essere piegati a interessi economico-industriali».
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Secondo me, la questione centrale è la permanenza troppo lunga degli stessi super-burocrati nello stesso posto. Sono d’accordo: gli basta compromettere un minimo il ministro di turno, per tenerlo in pugno a vita. Devono avere gli armadi pieni di dossier (Incalza, andandosene a gennaio, li ha naturalmente svuotati). E però, se ci pensa, non è neanche semplice ruotarli, come si fa con i vigili urbani o con i direttori delle filiali bancarie. Il super-burocrate o grand commis, è anche un concentrato di esperienze, e adopero la parola “esperienze” in tutti i sensi, competenze giuridiche e finanziarie, conoscenza degli uffici, sempre più labirintici, e anche semplici conoscenze umane, perché è pure illusorio che tutto si svolga in un vuoto sterilizzato di ogni odore, passione e interesse. Non si deve avere fretta, non si deve linciare la gente sulla base dell’antipatia, e però, con saggezza, a questo punto, bisogna anche fare piazza pulita.
Silvio Berlusconi, 78 anni ANSA
«S
ono sicuro che tu sei consapevole di quale attacco mi è stato inflitto da una magistratura militante, che fa un uso politico della giustizia per eliminare l’unico ostacolo che si oppone alla definitiva presa del potere della sinistra». Lo scriveva nel dicembre 2013 Silvio Berlusconi alle cosiddette «Olgettine» in una lettera ora agli atti dell’inchiesta Ruby Ter, che ipotizza i reati di corruzione in atti giudiziari e falsa testimonianza. La missiva-fotocopia, in cui l’ex premier comunicava alle giovani ospiti delle serate ad Arcore che dal mese successivo, gennaio 2014, avrebbe sospeso lo «stipendio» mensile di 2.500 euro ciascuna, è stata redatta al computer, mentre il nome della destinataria, l’ultima frase («ti voglio bene») e la firma sono state scritti a mano. Secondo la procura, l’ex Cav (che per il primo filone dell’inchiesta sulle cene eleganti, il cosiddetto caso Ruby, è appena stato assolto in Cassazione) avrebbe elargito in totale circa due milioni in quattro anni. E, più nel dettaglio della lettera, della quale alcuni passaggi erano già stati resi noti, si continua a leggere: «L’aiuto che io ho continuato a dare a te e alle altre ospiti per lenire gli effetti della devastazione che questi processi hanno causato alla vostra vita, rischia di essere incredibilmente strumentalizzato ipotizzando addirittura dei possibili reati... A questo punto legali mi invitano a non continuare con il sostegno economico mensile». Così, fino alla fine a effetto: «Mi spiace, mi spiace tanto. Spero, a processo finito, di poterti rivedere e riabbracciare. Ti voglio bene. Silvio».
CAMORRA E APPALTI
Duello Anm-Renzi «Dai schiaffi ai pm» «Falso e ingiusto» 1Duro il presidente Sabelli: «Il governo M accarezza i corrotti» Palazzo Chigi furioso «Con noi si fa pulizia»
E quindi? E quindi ha il suo peso anche il sentimento generale che è di convinzione assoluta della vocazione di tutti a farsi gli affari propri, cioè del marcio generale. Prendiamo, come termometro di questo sentimento, il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, molto sensibile al vento che tira: è freddissimo, a quanto riferiscono, ed è pronto a mollare Lupi. Il quale Lupi dovrà andare in Senato a riferire, e dopo il suo discorso, sottoporsi al voto dei senatori sulla mozione di sfiducia congiunta presentata da Sel e Movimento 5 Stelle. Il ministro rischia grosso e il premier-segretario sembra pronto a rimpiazzarlo. Il fedele sottosegretario Del Rio dichiara: «Dimissioni? Lupi ci pensa». ma il ministro resiste. La decisione di convocarlo al Senato, d’altronde, è stata presa dai capigruppo all’unanimità, cioè col voto favorevole anche del Pd. E tra le prese di posizione
di ieri, va registrata con grande attenzione anche quella di Luigi Zanda, non solo perché si tratta del capogruppo dei democratici, ma anche perché fino al 1995 è stato a capo del Consorzio Venezia Nuova e ha strenuamente avversato il progetto Mose, altro pozzo senza fondo di mazzette.
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atteo Renzi e i magistrati, storia lunga ormai. Già in polemica sulla riforma che introduce la responsabilità civile delle toghe, ieri ecco un altro scontro ad alta tensione. Nel day after della nuova inchiesta sulle tangenti per le grandi opere della Procura di Firenze (e nel pieno delle polemiche sul ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi), il presidente Anm, Rodolfo Sabelli, ha parlato a Unomattina di un Paese in cui «i magistrati sono stati virtualmente schiaffeggiati e i corrotti accarezzati». E ancora: «Uno Stato che funzioni dovrebbe prendere a schiaffi i corrotti e accarezzare chi esercita il controllo di legalità». Più, in generale, il riferimento di Sabelli era a una serie di interventi legislativi che avrebbero favorito i corrotti, da
Tangentopoli in poi, per giungere nel 2002 «alla depenalizzazione del falso in bilancio e nel 2005 alla riduzione della prescrizione»: «Chi semina vento raccoglie tempesta», la chiusa andata di traverso a Renzi. PULIZIA Durante l’inaugurazione dell’anno accademico della Scuola superiore di polizia, la replica del premier sotto forma di secco rimprovero: «“Lo stato accarezza i corrotti” è una frase ingiusta e triste, che fa male. Si può contestare un singolo fatto ma dire quelle cose lì, avendo una responsabilità, è triste». Il presidente del Consiglio ha garantito piuttosto che «questo governo intende combattere perché non si formi uno Stato di polizia, ma di pulizia»: «L’autorità anticorruzione l’abbiamo messa in campo perché casa per casa, appalto per appalto, si possa far pulito — la sua aggiunta —. Le pene sulla corruzione devono essere aumentate. Pensare che si possa prescriverla è inaccettabile, per questo stiamo intervenendo». Allargando lo sguardo alla situazione del Paese, Renzi ha poi ribadito che «abbiamo affrontato una fase emergenziale, ma ormai ne siamo fuori».
L’Aquila, manette all’imprenditore amico di Zagaria 1Fedele al boss dei Casalesi, era C impegnato nella ricostruzione post terremoto
Raffaele Cilindro, 51 anni ANSA
orruzione e camorra arrivano anche sui resti di una città distrutta come L’Aquila. Ieri l’imprenditore Raffaele Cilindro, 51enne originario di San Cipriano d’Aversa (Caserta), impegnato nella ricostruzione della città dopo il terremoto del 2009, è stato arrestato dai Ros nell’ambito di una inchiesta della Dda di Napoli perché avrebbe favorito la latitanza di Michele Zagaria, ex boss del clan dei Casalesi. I carabinieri gli hanno sequestrato anche beni per un valore di un milione e mezzo di euro. LA MANOVRA Dalla misura cautelare emessa dal gip di Napoli Egle Pilla emerge la figura di un uomo in grado di entrare in affare praticamente con chiunque abbia molti soldi da spendere, rimanendo costante-
mente legato al clan camorrista. Cilindro faceva parte del “cerchio magico” degli intimi del boss Zagaria e versava ai Casalesi il 5% degli appalti di lavori anche pubblici che prendeva, a partire da quelli per la ricostruzione dell’Aquila. Manteneva inoltre i rapporti del capoclan, che aveva anche ospitato durante la latitanza, e dei suoi fratelli con altri imprenditori vicini alla cosca. Aveva infine una forte passione per il gioco: al casinò di Venezia riciclava denaro sporco. COMMISSIONE Cilindro compariva già in un capitolo dell’ordinanza di custodia cautelare che a giugno aveva portato all’arresto di alcuni imprenditori che operavano all’Aquila per presunte infiltrazioni camorristiche. «A questo punto è necessario istituire una commissione di inchiesta che avrebbe il potere non solo di approfondire come sono stati utilizzati i fondi pubblici per la ricostruzione dell’Aquila, ma anche di rendere conto all’opinione pubblica su come si vigila sull’uso del denaro pubblico, anche allo scopo di prevenire azioni criminali», ha dichiarato il deputato abruzzese Gianni Melilla (Sel).
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PRIMO OK AL SENATO
«Molti cinque corpi di polizia» Addio forestali?
I sostenitori di Benjamin Netanyahu festeggiano a Tel Aviv l’inatteso risultato delle elezioni di ieri ANSA
Israele diviso in due È un testa a testa Netanyahu-Herzog 1Exit poll a sorpresa: Likud e centrosinistra alla pari
Ma il premier, che ribalta i sondaggi, esulta: «Vittoria» Filippo Conticello @filippocont
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ra paura e speranze, ieri il popolo di Israele ha fatto la fila e ai seggi ha scoperto di essere spaccato a metà: secondo i primi exit poll, le elezioni più attese del pianeta in questo inizio 2015 sarebbero finite con un testa a testa. Di qui il Likud, centrodestra del premier uscente Benjamin “Bibi” Netanyahu, di là la coalizione di centrosinistra guidata dal leader laburista, Isaac Herzog, e dalla centrista, Tzipi Livni, alleati nel cartello «Unione Sionista». La tv pubblica Canale 1 ha subito assegnato 27 seggi ciascuno nella Knesset, e secondo Canale 2 sarebbero perfino in testa i conservatori: 28 contro i 27. In ogni caso, una sorpresa autentica: i sondaggi raccontavano l’avanzata di Herzog verso la premiership e la faticosa rincorsa di Netanyahu, con una campagna isterica e annunci anti-arabi. Pare, però, che la tattica di “Bibi” abbia pagato e così il premier, il più accreditato a ricevere il nuovo mandato, ha alzato le braccia sul traguardo: «Una grande vittoria contro le previsioni», l’annuncio su Facebook. In ogni caso, il gioco complesso delle alleanze tra le forze sopravvissute allo
sbarramento condizionerà le prossime ore a Tel Aviv. E se la sorpresa per tutti sono i 13 seggi della Lista araba unita, terza forza del Paese, gli occhi degli osservatori si stringono sul partito Kulanu, la destra sociale di Moshe Kahlon: lui, transfuga del Likud, è il possibile arbitro del prossimo governo e ha già fatto sapere che non vuole troppi arabi tra i piedi. In mezzo alla contesa, però, sono piovute le parole di buon senso del presidente, Reuven Rivlin:
Urla «Jihad, jihad!» su un aereo in volo Paura a Washington ● Terrore su un volo della United Airlines in servizio fra Washington e Denver: un uomo si è lanciato verso la cabina di pilotaggio urlando «jihad, jihad!». A bordo tutti hanno subito pensato alla tragedia dell’11 settembre, ma tre passeggeri hanno bloccato lo squilibrato, che ha subito vistose escoriazioni al volto. Il pilota non ha perso la calma e ha ottenuto di far rientrare il jet a Washington, per consegnare il passeggero alla polizia. L’uomo è sotto osservazione per verificare la sua salute mentale.
«Solo con un governo di unità nazionale si impedirà la disintegrazione della democrazia e nuove elezioni molto presto». CRESCENDO Chiunque comanderà, avrà un tavolo pieno zeppo di dossier. Dai rapporti con palestinesi e Iran a quelli con Usa e Ue, oltre a tensioni sociali striscianti: visti i temi in ballo, la giornata di ieri non poteva che essere intensa. Partecipata (affluenza finale al 71,8%), ma pure velenosa: al centro della bufera sempre lui, Netanyahu, che ha lanciato continui allarmi mentre la gente votava ancora. «Gli arabi vengono ai seggi in quantità immense. La sinistra li porta con gli autobus ai seggi», ha scritto su Facebook, chiamando il Likud alla mobilitazione. Immediata la replica di Herzog, che già pregustava il successo: «Il panico di Netanyahu è imbarazzante e antidemocratico». «Nessuno ci chiuderà la bocca», il contrattacco di “Bibi” dopo che la commissione centrale elettorale aveva vietato la diffusione sui media di una conferenza stampa a urne aperte. Non bastasse, pure l’ultima denuncia di finanziamenti stranieri, sempre ai votanti arabi. Un crescendo efficace, almeno per ribaltare i pronostici. © RIPRODUZIONE RISERVATA
● Alla cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico 2015 della Scuola superiore di polizia, Matteo Renzi ha portato nuove per tutti: «Dopo la fine della riforma della Pubblica amministrazione è difficile che siano ancora cinque le forze di polizia. Stiamo lavorando a un pezzo di riforma che riguarda anche voi». Nel Paese delle divise intoccabili, praticamente un evento epocale. E il corpo candidato a sparire lo si scorge nel ddl all’esame del Senato: sono i Forestali, come ha ribadito ieri lo stesso ministro Marianna Madia. Il tema accorpamenti era, comunque, tornato di moda già con la vecchia cara spending review: l’ex commissario Carlo Cottarelli, nel suo piano, aveva auspicato «sinergie e razionalizzazioni» per risparmiare risorse. Poi, ieri, le nuove parole di Renzi alla presenza del ministro dell’Interno, Angelino Alfano, e del capo della polizia, Alessandro Pansa: «Siamo tutti d’accordo per una sempre migliore integrazione tra le forze di polizia». Così, ieri, ecco l’ok della commissione Affari costituzionali del Senato proprio alla riorganizzazione del corpo e al suo eventuale assorbimento. Un passaggio importante, nonostante le critiche dell’opposizione: per il governatore lombardo, Roberto Maroni, ex ministro dell’Interno, il progetto sarebbe solo «una fusione a freddo». Al contrario, Pansa ha aperto ad una riforma complessiva del sistema di sicurezza che punti ad una «revisione, razionalizzazione e modernizzazione». Al contrario, invece, ieri è arrivato lo stop alla confluenza dei corpi di polizia provinciali nelle altre forze: progetto troppo costoso. In ogni caso, però, se l’iter del provvedimento si concluderà senza intoppi potrebbe finire così una storia, quella del Corpo forestale, iniziata nel lontanissimo 1872.
Un ufficiale della Forestale
NOTIZIE TASCABILI IL GRANDE SCRITTORE
Resti del corpo di Cervantes trovati a Madrid ● Sarebbero dello scrittore Miguel de Cervantes, autore del capolavoro “Don Chisciotte della Mancia”, le ceneri trovate dentro una bara in legno scoperta nel gennaio scorso nel convento delle Trinitarie, a Madrid. Secondo l’antropologo Francisco Etxebarria, «non possiamo garantirlo al di là di ogni dubbio ma sono molte le coincidenze e poche le discrepanze». Cervantes è morto nel 1616, a 68
anni: una delle casse dei 15 feretri scoperti a Madrid riporta le iniziali “M.C.”, realizzate con chiodi in ferro. Tra le ossa trovate all’interno della bara, un ampia porzione della mandibola e alcuni frammenti degli arti. Sarebbero stati trovati anche resti della moglie di Cervantes.
IN SECONDO GRADO
VIAGGIO A WASHINGTON
I ricercatori al lavoro a Madrid AFP
Caso Grinzane Renzi in America Soria condannato Sarà il 17 aprile a 8 anni e 3 mesi la visita da Obama ● Pena quasi dimezzata in secondo grado per Giuliano Soria, l’ex patron del premio letterario Grinzane Cavour, accusato tra l’altro di peculato e violenza sessuale: 8 anni e 3 mesi di carcere, dopo i 14 anni e mezzo in primo grado. Soria ha chiesto di poter scontare la pena ai servizi sociali. Lo psichiatra Alessandro Meluzzi ha accettato di farlo lavorare nella sua comunità.
● Il premier Matteo Renzi sarà in visita alla Casa Bianca il 17 aprile. In agenda, «questioni di interesse reciproco», spiega Washington. Che precisa: «L’Italia è un valido alleato nella Nato e partner su un’ampia serie di sfide globali». Fra i temi che verranno trattati, la Libia (qui l’Italia intende giocare un ruolo di leadership), l’Ucraina, la lotta all’Isis e la crisi economica.
E LA SIRIA SGANCIA «BOMBE AL CLORO» SUI CIVILI
Il funerale di un militare iracheno caduto nella battaglia di Tikrit AFP
Tikrit, interrotto l’attacco «Ci sono troppe vittime» ● L’esercito iracheno ha «temporaneamente sospeso» l’offensiva per riconquistare Tikrit, la città di Saddam Hussein ancora nelle mani dello Stato Islamico. L’interruzione dopo due settimane di cruenta battaglia sembra sia dovuta all’enorme numero di morti. Secondo il ministro dell’Interno Mohammed al-Ghabban, nel cimitero sciita di Najaf, il più grande del mondo, arrivano circa 60 cadaveri al giorno. Ma notizie importanti provengono anche dalla Siria, dove l’aviazione del regime di Assad ha sganciato «bombe al cloro» su zone abitate da civili, uccidendo almeno sei persone, tra cui un’intera famiglia. Non solo, la difesa aerea siriana ha reso noto di aver abbattuto un drone americano che sorvolava la zona costiera di Latakia.
AltriMondi R
MERCOLEDĂŒ 18 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
fMAURIZIO BATTISTA
In 30 anni da barista ho capito che le bugie sono piÚ veloci di noi 1Il comico giunto al successo dopo una vita passata a servire caffè
sarĂ al cinema con Uno, anzi due: primo suo film da protagonista ÂŤInterpreto un uomo pieno di debiti che tace per difendere il padreÂť
tutti mi dicevano che mi mancava qualcosa. E allora ecco una storia quasi autobiografica: pure mio padre è morto, tra le mie braccia, lasciando debiti. Fra sentimento e tanta ironia racconto un figlio che difende la dignitĂ del papĂ , solo che le bugie sono come i millepiedi, arrivano di corsa. Anni fa criticavo mio padre per i suoi errori: oggi capisco che non sono migliore di lui. Sia chiaro, è una commedia, si ride, non è un film per Zichichi: io vengo dal bar...Âť. In che senso? ÂŤHo studiato poco, ho fatto il barista per 30 anni: il barista è come l’attore, il cliente è lo spettatore, anche se a me non mancava la malinconia. Rubo idee alla vita, la gente è merce da mettere sul palco. Se parlo di fallimenti, divorzi e debiti, sono credibile perchĂŠ li ho conosciuti di persona. Nel frattempo ho incontrato un mago: portavo la cassa dei trucchi e lui mi faceva raccontare barzellette durante i suoi spettacoli. Ho cominciato cosĂŹÂť. Ăˆ per questo che nel cast, fra Claudia Pandolfi e Ninetto Davoli, c’è Silvan che fa il prete? ÂŤSilvan è il simbolo di un’Italia antica e pulita e poi è uno che a 79 anni ha ancora il gusto del lavoro ben fatto. Ăˆ con me anche a teatro e il teatro è il mio grande amore: sei senza rete, il pubblico cambia e devi farlo ridere, non si scherza. Al cinema o in tv, dopo quaranta ciak, sono bravi tutti a fare i comiciÂť.
DAL PALCO ALLO SCHERMO � Maurizio Battista, 57 anni, fa teatro dal 1978 ed è l’ultimo di una fila di comici passati dal palco e dalla tv al cinema. Il re degli incassi è Zalone, sbocciato a Zelig, che ha lanciato anche Ficarra e Picone; ma ci sono pure Aldo, Giovanni e Giacomo (da Mai Dire Gol) o Alessandro Siani, fattosi conoscere nelle esibizioni dal vivo e su Rai 2.
Francesco Rizzo
M
aurizio Battista, romano di San Giovanni, 57 anni, in tv da 26, due figli, quattro cani. Dice che fra Bergamo e Trastevere le risate non cambiano, se fai battute come questa: Parli nel sonno perchÊ è l’unico momento che tua moglie dorme e du’ chiacchiere da solo te le poi fa’. Ha interpretato film per Veronesi e Pieraccioni ma il 9 aprile torna con Uno, anzi due, storia di un tale che, alla morte del padre, ne eredita i debiti e non dice nulla in famiglia. Tenterà di suicidarsi a Ponte Milvio. Un momento: Ponte Milvio, il posto dei lucchetti degli innamorati?SÏ,
perchÊ è un angolo suggestivo, ma guardi che io sono stato sposato tre volte, ho le catene, altro che i lucchetti. Un po’ di ottimismo, è il suo primo film da protagonista... Lei apre un file terribile. Non è che se non lo avessi fatto sarebbe esplosa una sommossa, ma
RIDO DEI FALLIMENTI PERCHÉ LI CONOSCO
OROSCOPO LE PAGELLE di ANTONIO CAPITANI 21/4 - 20/5 TORO
21/5 - 21/6 GEMELLI
22/6 - 22/7 CANCRO
23/7 - 23/8 LEONE
24/8 - 22/9 VERGINE
7
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6,5
7
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6,5
Il lavoro d’Êquipe, stamane, vi fa vincere. E procura anche guadagni, se non di soldi, d’immagine. Forma fisica rinforzata, serata moscetta, suinally too.
Gli amici e i clienti vi sostengono, palestra e spa vi ristorano, il sudombelico esonda. Ma la mattina è una palla, decisamente meglio la sera.
Lavoro e mondo privato vi appagano. Ma la Luna, nel pomeriggio, potrebbe ridurvi in macedonia gli zebedei. A pezzi fini fini. Però forse si fornica.
I problemi s’aggiustano, tanquilli. E le vostre consulenze (anche suine) sono muy richieste: quanta stima! Pomeriggio distensivo, risarcitorio, social.
La Luna della mattina vi omogeneizza gli zebedei. Ci vorranno volontĂ e pazienza, non solo nel lavoro. Il pomeriggio ha una virata tonico-fetish.
Potete liberarvi di parecchi impicci, con la Luna di oggi. Anche di tipo burocratico, volendo. Lavoro ben svolto, tempo libero ad alta temperatura suina.
23/9 - 22/10 BILANCIA
23/10 - 22/11 SCORPIONE
23/11 - 21/12 SAGITTARIO
22/12 - 20/1 CAPRICORNO
21/1 - 19/2 ACQUARIO
20/2 - 20/3 PESCI
7
6
6,5
7,5
7
6
Giornata creativa, nel lavoro soprattutto, settore in grande spolvero. O quasi. Pomeriggio e sera organizzati, premianti e col sudombelico estatico.
La mattinata forse sfianca e il pomeriggio sembra volervi esfoliare a strappo gli zebedei. In serata svagatevi, senza azzardi. L’ormone esercita a mano.
Il lavoro spacca, lo sport giova, le Pr sono capolavori. Stasera potreste incupire un epitaffio funebre. E non rendere suinamente. Change, please.
Stamane darete forma a lavori, progetti, idee di successo. Pomeriggio utile a Pr, organizzazione di viaggi e alla cura del corpo (vostro), muy appealing.
C’è incertezza fra i consigli dell’esperienza e l’impulso dell’istinto. Molto piÚ conveniente mixare. Pomeriggio disteso, OK per fornicare.
Diffidate di chi si vanta tanto e poi non sa trovarsi gli zebedei manco consultando un manuale di anatomia. PerchĂŠ non li ha. Serata e pomeriggio OK.
DA DOMANI IN SALA
Arriva “Fino a qui tutto beneâ€? Sorpresa italiana low cost da quando ho iniziato ad ascoltare gli studenti dell’Ateneo di Pisa (che gli aveva chiesto un documentario, ndr), cosĂŹ pieni di determinazione e desiderio nonostante la crisi, a quanto è accaduto sul set: pur essendo una troupe piccola e garibaldina, una decina di giovani professionisti in tutto, ogni cosa andava alla grandeÂť. Il regista Roan Johnson, 40 anni
Elisabetta Esposito
D
omani al cinema arriva Fino a qui tutto bene, delizioso film low cost (giĂ Premio del Pubblico al Festival di Roma) che, mischiando leggerezza e profonditĂ , può davvero piacere a tutti. Ah, una cosa importante: è un film italiano. Un film ben scritto e ben girato, divertente e con delle idee, di quelli che se sono stranieri pensiamo: ÂŤDa noi una cosa cosĂŹ, mai...Âť. Il regista è nato a Londra e cresciuto a Pisa e nei titoli di testa si definisce “un incredulo Roan Johnsonâ€?. ÂŤQuesto film mi ha sorpreso tante volte,
Ognuno ha messo del suo a livello produttivo. ÂŤĂˆ vero e credo che il vero valore di questo film sia quello di aver dimostrato che da un azzardo arrivano cose belle, che i limiti possono davvero diventare opportunitĂ Âť. PerchĂŠ questa storia di cinque studenti che stanno per lasciare l’appartamento dell’universitĂ piace cosĂŹ tanto? ÂŤOgnuno si rivede in quel periodo, quel momento in cui ancora puoi sbagliare, in cui non hai un’identitĂ forte perchĂŠ non lavori. Ăˆ un film sull’amicizia pura, che abbina un’ironia a tratti irriverente a uno sguardo d’amore verso i personaggi, con un pelo di nostalgiaÂť. Š RIPRODUZIONE RISERVATA
Ma pure al cinema manca la rete, gli incassi sono una sentenza. Infatti lavoro già a un secondo film, però il regista lo farò io e da dittatore. Solo un comico capisce i tempi di un comico. Il suo spettacolo teatrale, adesso a Roma, si intitola Ero felice e non lo sapevo: cosa significa? Che ho sprecato tanti momenti degni di essere vissuti e non rimpianti. Ma sono sempre felice quando sono sul palco. Š RIPRODUZIONE RISERVATA
LA FELICITĂ€ Ăˆ A TEATRO, SOLO LĂŒ SEI SENZA RETE
CONSIGLI
21/3 - 20/4 ARIETE
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BATTIATO, CADUTA E FRATTURA � Chinato in avanti, stringeva mani e salutava durante il brano conclusivo del live. LunedÏ sera al Petruzzelli di Bari, alla fine dell’ultimo concerto del suo tour, Franco Battiato (70 anni lunedÏ) è inciampato fratturandosi il femore (foto). Subito ricoverato, domani sarà dimesso: Sta bene, ma ha bisogno di bastone e girello, ha detto il primario del Policlinico che l’ha operato.
LO SPORT IN TV
LEONARD COHEN NIGHT
UNA VOCE UNICA PER UNA NOTTE DI GRAN MUSICA Ottanta anni suonati, sessanta di successi. A pochi mesi dall’uscita del 13° album di Leonard Cohen, Popular Problems, Sky Arte (canale 120) dedica al grande artista canadese un’intera serata: la #LeonardCohenNight inizia alle 22.05 col concerto del 2013 all’Arena di Dublino. A seguire, 23.35, Leonard Cohen: I’m Your Man, il film diretto da Lian Lunson nel 2005. DA VEDERE STASERA SU SKY ARTE DALLE 22.05
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MERCOLEDÌ 18 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT