La Gazzetta dello Sport (03-19-2015)

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IL COMMENTO di Alessandro de Calò 23

AVANTI IN CHAMPIONS IL TABÙ È FINITO Non si giudica la stagione da una partita, ma se c’è un match che riassume la stagione della Juve - come la lucertola il coccodrillo - è questo di Dortmund, il 3-0 sul Borussia, l’esame di maturità di Allegri, la consacrazione continentale di Tevez. La Champions non è più un tabù, la strada può essere bella lunga. L'ARTICOLO A PAGINA 23

L’ANALISI di Sebastiano Vernazza 23

E ORA L’EUROPA LEAGUE NE VOGLIAMO ALMENO 3 Al massimo resteranno in quattro, come minimo ne rimarrà una, la via di mezzo potrebbe essere tre. Italiane in Europa League, stasera sapremo quanto ne entreranno ai quarti. Una tra Roma e Fiorentina è assicurata. Il Napoli a Mosca parte da un cospicuo vantaggio. Inter e Torino devono scalare due montagne.

giovedì 19 marzo 2015 anno 119 - numero 66 euro 1,40

DUE GOL E UN ASSIST: DISTRUTTO IL BORUSSIA (3-0)

TREVEZ! EUROJUVE DA SOGNO Capolavoro di Allegri a Dortmund nonostante il ko di Pogba dopo soli 26 minuti Bianconeri ai quarti, domani il sorteggio. Se pescano Atletico, Porto o Monaco... BOCCI, CENITI, CONDO’, DELLA VALLE, FROSIO, GRAZIANO, LICARI ALLE PAGINE 2-3-5-6-8-9

L'ARTICOLO A PAGINA 23

DA NON PERDERE 1 Klose, Destro, Perotti, più Conti, Abate & C. alla festa dei figli di papà BIANCHIN A PAGINA 21

2 Marquez: «Mi divertirò» Pedrosa: «Non vorrai vincerne dieci di fila?» RICCI A PAGINA 27

3 Giacon, boxe in Gazzetta «Mi manda Mayweather Così punto al Mondiale»

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Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano

ARCOBELLI A PAGINA 37

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IL ROMPIPALLONE di GENE GNOCCHI Situazione nerissima al Parma. Ieri i giocatori hanno fatto una colletta per comprare le arance per Manenti.

L’ALTRO OTTAVO: CITY ANCORA BATTUTO CON RAKITIC (1-0)

Messi dirige, il Barça va: Inghilterra addio LONGO, RICCI A PAGINA 10

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PARMA: MANENTI FINISCE IN CELLA PER RICICLAGGIO L’accusa è tentato reimpiego di capitali illeciti con carte di credito clonate. Oggi udienza di fallimento PICCIONI, SCHIANCHI PAG 18-19 Giampietro Manenti, 45 anni

LE MAGNIFICHE OTTO REAL MADRID MONACO ATLETICO MADRID PARIS SG

EUROPA LEAGUE, 5 IN CAMPO: WOLFSBURG E ZENIT DA RIMONTARE

Inter e Toro, serve l’impresa Roma-Fiorentina derby crudele. Il Napoli favorito a Mosca SERVIZI ALLE PAGINE 12-13-14-15

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DALLE 17.45

Lo speciale sulla Coppa Ospite Mazzola

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TENNIS

ALTRI MONDI

Una Pennetta da impazzire a Indian Wells Sharapova k.o.

Tunisi, terroristi fanno venti morti nel museo: quattro italiani

BERTOLUCCI, MARTUCCI A PAG 35

DELL’ARTI A PAGINA 41

JUVENTUS BARCELLONA PORTO BAYERN M.


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Champions R Ritorno ottavi LA JUVE IN CHAMPIONS LEAGUE NEGLI ULTIMI 10 ANNI

NUMERI COSI’ DIECI ANNI DI CHAMPIONS

CAMPIONE FINALE SEMIFINALE Non disputa QUARTI Coppe europee OTTAVI eliminata da GIRONI

IL BILANCIO TOTALE

15 le partecipazioni*

LEGENDA

Stagioni

Arsenal Chelsea

Gioca l’Europa League

Bayern

37

144

vittorie pareggi sconfitte

gare giocate 68

39 2005-06

2006-07

2007-08

2008-09

2009-10

2010-11

2011-12

2012-13

2013-14

2014-15

Tremendi! Juve, bella da impazzire Ora l’Europa è casa tua

1Immenso Tevez (2 gol, assist a Morata). Ma tutta la squadra, perfettamente guidata da Allegri, ha incantato e schiantato il Borussia. E adesso può sognare in grande Paolo Condò INVIATO A DORTMUND (GERMANIA) Twitter @PaoloCond

A

fine serata i vecchi di Dortmund, quelli che qui avevano già assistito alle prodezze di Baggino e Del Piero, hanno chiesto alla Juve di ritirare la maglia numero 10. Basta, non ne possono più. In questo che è lo stadio più «italiano» del mondo Carlos Tevez ha sfasciato il Borussia - peralLA PROFEZIA tro non da solo, ma alla testa di una Ieri avevamo squadra strepitosa - in un mix di poinvocato Tevez tenza ed eleganza che conferma codopo le magie di me la più nobile delle casacche bianconere vesta spalle più che degne anBaggio e Del Piero che in questa generazione. E prima di tornarsene in Argentina, l’uomo in quella maglia è consapevole di non aver ancora pagato per intero il suo debito. Fidatevi di chi l’ha visto ovunque, dal Boca ai due Manchester: Tevez non ha mai giocato a calcio così bene, Conte prima e Allegri poi ne hanno corretto i difetti e Carlos oggi è pronto ad attaccare il bersaglio grosso, la Champions che ha già vinto allo United, dove i leader erano però altri. Questa può essere la Stagione della sua carriera, esse maiuscola inclusa: anche perché Allegri ha ormai rovesciato i vecchi languori europei della Juve, trasformandola in una macchina capace di cancellare dal campo il Borussia Dortmund a casa sua. ALLEGRI INDOVINA TUTTO Se quella dell’andata era stata la Juve migliore dell’anno, questa del Westfalen sposta il limite parecchio più in là. La scelta coraggiosa di difendere a quattro ripaga Allegri immediatamente, perché lo scaldaba-

RIPRESA DOMINATA C’è soltanto la Juve in campo, nella ripresa, e dal 2-0 in poi soltanto un pubblico, quello bianconero, che canta «auf wiedersehen» a squarciagola. I tedeschi rischiano subito su due contropiede rifiniti da Tevez e Pereyra per Morata ma lo spagnolo, che ama pensare sempre alla cosa più difficile in ossequio alla sua educazione Real, esalta la reattività di Weidenfeller. Il Borussia cede progressivamente campo al palleggio dei bianconeri, che «riposano» gestendo la boccia mentre gli avversari si spolmonano senza quasi mai intercettare una linea di passaggio. Una sola volta Mkhitaryan riesce a catturare un pallone con la difesa italiana scoperta, e a involarsi verso Buffon, protetto dal solo Barzagli, che però - in un libro di mitologia - sarebbe il guardiano delle ● Le vittorie della Juve su 4 chiavi. Il tempismo col quale partite a Dortmund: nel 1993 prima pedala all’indietro e poi, (finale) e 1995 (semifinale) in improvvisamente, si ferma per Coppa Uefa, nel 1997 nella fase contrare la sfera all’armeno è a a gruppi di Champions. E ieri suo modo uno show.

gno che Tevez, da 25 metri e da fermo (!), infila all’incrocio dopo nemmeno tre minuti, è figlio del pressing alto consentito dal modulo. Il vantaggio arriva fra l’altro dopo una scelta sbagliata da Morata in cima a un contropiede già potenzialmente letale: lo spagnolo in fuga battezza l’argentino a destra, dove Hummels può recuperare, anziché Pogba a sinistra, che sarebbe libero. Poco male, perché l’acquisita mentalità europea fa sì che la Juve rimanga in attacco a contrastare la ripartenza tedesca, ed è esattamente questo il modo in cui ci si procurano le occasioni. La palla passa infatti dalle parti di Tevez, il resto lo sapete.

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SAPER RESISTERE Non poteva esserci inizio migliore, ovviamente. Ma perché il test serva davvero occorre superare un’avversità, come sa chiunque ami la buona narrazione: l’infortunio di Pogba finisce di creare il plot perfetto perché la decisione di Allegri di passare a tre immettendo Barzagli, per quanto scontata vista la penuria di centrocampisti, porta la Juve in mezzo a un quarto d’ora di pesante turbolenza. Nessun tiro contro Buffon, come già all’andata (nella quale Klopp aveva mostrato un calcio migliore), ma tanto Borussia nella metà campo juventina e grandi difficoltà a ripartire. Sono i momenti nei quali la tecnica passa in secondo piano, a vantaggio del tempismo, del coraggio, della solidarietà reciproca: e la Juve sopravvive al frullato giallonero - oltre tutto agitato sotto la sua famosa curva - concedendo soltanto qualche angolo. Quisquilie. Già nel finale di tempo la difesa è riassestata, grazie al fondamentale sostegno di Vidal, tornato lui, e di Marchisio. Tavola apparecchiata per un secondo tempo di puro miele.

LA SENTENZA Nemmeno il tempo di pensare che una Juve così ben disposta a scanso di equivoci dovrebbe chiudere il match, ed ecco i gol della sentenza. Il primo nasce da un’azionissima di Tevez, con omaggio a Morata davanti alla porta spalancata, il secondo è uno scatto dell’argentino in barba al fuorigioco su assist di Pereyra. Delikatessen una di seguito all’altra, roba da misurarsi la glicemia perché il trionfo di zuccheri è totale; e nel vigoroso abbraccio che Klopp dedica ad Allegri al fischio finale c’è tutta la sportiva ammirazione per una prestazione indimenticabile. Domani al sorteggio la Juve andrà serena e rilassata: potrà arrivare fino in fondo alla Champions oppure uscire, di certo non è più soltanto una cacciatrice di scudetti. © RIPRODUZIONE RISERVATA

LA MOVIOLA di FRANCESCO CENITI

REGOLARE IL 2-0 MAZIC AVARO DI CARTELLINI: SOLO UN GIALLO Il serbo Mazic, tagliato al Mondiale dopo ArgentinaIran 1-0 con protesta formale degli asiatici per un rigore negato, controlla il primo tempo facendo a meno dei cartellini. Buon per Vidal: lo avrebbe meritato in un paio di circostanze. Nella ripresa l’arbitro risparmia il giallo anche a Pereyra. Sotto pressione l’assistente numero due Djurdjević : prima non si accorge del fuorigioco di Morata (che spreca il 2-0), poi ferma lo spagnolo lanciato a rete per un offside che non c’era. Mazic continua a ignorare i cartellini, solo richiamo verbale per Papastathopoulos. Regolare il 2-0: sul lancio di Marchisio, non c’è fuorigioco di Tevez (c’è Blaszczykowski che non sale). Mazic inaugura i cartellini al 18’ dalla fine: giallo a Reus per proteste!


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GIOVEDÌ 19 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

con 6 passaggi di turno per le italiane

2006-07

2005-06

2007-08

2008-09

2009-10

2012-13

Schalke (Ger)

0-2 4-3

REAL MADRID (Spa)

Basilea (Svi)

1-1 0-4

PORTO (Por)

PARIS S.G. (Fra)

1-1 2-2

Chelsea (Eng)

Shakhtar Donetsk (Ucr)

0-0 0-7

BAYERN MONACO (Ger)

dts

dcr

ATLETICO MADRID (Spa)

1-0 2-4

2014-15

BORSINO RIVALI

CARLITOS BUM BUM

OTTAVI

2013-14

Juve

2011-12

Roma

2010-11

fIL PERSONAGGIO

IL TABELLONE

B. Leverkusen (Ger)

Stagioni

Juve Milan Napoli

11 le sfide ad eliminazione diretta

16

Juve Milan

*esclusa la vecchia Coppa dei Campioni

Inter Milan Napoli

27

Inter Milan Roma

72

gare giocate

Fiorentina

29

Juve Milan

SUBITI

Inter

Milan Roma

FATTI

CAMPIONE FINALE SEMIFINALE QUARTI OTTAVI GIRONI

Inter Lazio Milan Roma Fiorentina Inter Juve Roma

147

Inter

227

LE ITALIANE IN CHAMPIONS NELLE ULTIME 10 STAGIONI

vittorie squadre italiane pareggi vittorie squadre tedesche

Udinese

LE SFIDE ITALIA-GERMANIA IN CHAMPIONS

Inter Juve Milan

I GOL

Le rivali della Juve nel sorteggio dei quarti

C’era una volta un tabù Adesso la Champions è la riserva dell’Apache 1L’argentino arriva a quota sei reti in Coppa dei Campioni

Barcellona (Spa) Bayern (Ger) Real Madrid (Spa) Paris SG (Fra) Atletico M. (Spa) Monaco (Fra) Porto (Fra) Il sorteggio si svolgerà domani a Nyon alle ore 12

«Questa è la Juve: ora può lottare con le grandi d’Europa»

GDS

Arsenal (Ing)

e Carlitos ha ruggito spesso. È a quota sei in questa Champions, si fermò a quattro nell’anno del successo con il Manchester United, 2007-2008. Ma ora è tutta un’altra cosa.

MONACO (Fra)

1-3 2-0

Alessandra Bocci INVIATO A DORTMUND

Manchester City (Ing)

1-2 0-1

BARCELLONA (Spa)

JUVENTUS

2-1 3-0

Borussia Dortmund (Ger)

*in maiuscolo le qualificate

QUARTI A: 14-15 APRILE R: 21-22 APRILE

SEMIFINALI A: 5-6 MAGGIO R: 12-13 MAGGIO

FINALE 6 GIUGNO A BERLINO, OLYMPIASTADION GDS

BORUSSIA D.

0 3

JUVENTUS

PRIMO TEMPO 0-1 MARCATORI Tevez al 3’ p.t.; Morata al 25’, Tevez al 34’ s.t. (4-2-3-1) Weidenfeller; Papastathopoulos, Subotic, Hummels, Schmelzer (dal 1’ s.t. Kirch); Bender (dal 18’ s.t. Ramos), Gundogan; Kampl, Mkhitaryan (dal 18’ s.t. Blaszczykowski), Reus; Aubameyang. ALLENATORE Klopp PANCHINA Langerak, Kehl, Kagawa, Immobile CAMBI DI SISTEMA nessuno AMMONITI Reus per gioco scorretto

(4-3-1-2) Buffon; Lichtsteiner, Bonucci, Chiellini, Evra; Vidal, Marchisio, Pogba (dal 26’ p.t. Barzagli); Pereyra; Morata (dal 33’ s.t. Matri), Tevez (dal 36’ s.t. Pepe). ALLENATORE Allegri PANCHINA Storari, Ogbonna, Llorente, Padoin CAMBI DI SISTEMA dal 26’ primo tempo 3-5-2 ESPULSI nessuno AMMONITI nessuno

P

rima del popopo dei campioni del mondo era stato un altro canto a percorrere la Germania nel 2006: Sì Si Sì nos vamos a Berlin, creazione dei tifosi spagnoli infervorati dalla goleada contro l’Ucraina. Si sa come finì. La Spagna non era ancora pronta per vincere, l’Italia partì piano, passò da Dortmund e arrivò a Berlino dalla porta principale, battendo la nazionale di casa. Suggestioni tedesche che tornano.

FASI Ora è cresciuto, ora è il leader di una squadra che nella stagione passata, la sua prima a Torino, è uscita di scena subito, lasciando l’amaro in bocca a tanta gente, lui per primo. Tevez ha vissuto una lunga eclissi in Europa: cinque anni senza segnare in Champions, dall’aprile 2009 (Porto-Manchester United 2-2) al settembre 2014, a Torino contro il Malmoe. Oltre 1400 giorni e un ritornello che sovrastava la musichetta Uefa. «Ma Tevez quando segna?». E Tevez in questa stagione si è messo sulle spalle la Juve, ha tirato punizioni quando Pirlo non c’era, ha impostato contropiede, servito il passaggio vincente come ha fatto a Dortmund per Morata. Davanti a John Elkann, ieri allo stadio, ha corso, lottato, impressionato con i suoi tiri potenti e la sua precisione. All’inizio del mese a Roma aveva fatto il gol che ipotecava lo scudetto, ma il pareggio giallorosso aveva rovinato tutto e Carlitos aveva detto: «Sono molto incazzato». Carlitos è il classico tipo che non

RUGGITO Carlitos Tevez ieri all’Iduna Park ha sentito cantare, nell’ordine, la solita canzone della barra brava adattata alla Juve, l’inno di Mameli e il suo nome musicato su Can’t Take My Eyes off You. Pago di una tale compilation difficilmente canterà Vamos a Berlin, sede in questa stagione della finale Champions, anche se è nella sua lingua. Carlitos ha i piedi eleganti e lo spirito vorace. La concretezza dice che la Juve è nel G8 come voleva, per sognare la finale c’è tempo, ma già la partita di ieri è da sogno: Tevez l’ha presa e plasmata. Ci voleva un leone per spegnere sul nascere le ambizioni di rimonta del Borussia

vuole perdere nemmeno se gioca a freccette. PENSIERI Allegri lo aspettava da quando allenava il Milan, lo ha rimpianto nelle stagioni rossonere e ha fatto di tutto alla Juve per lasciarlo libero di correre, segnare e immaginare. «È straordinario per il carattere e per come sta in campo», ha detto Max alla fine. Tevez invece dopo la gara di sé parla poco: «Tutto merito dei compagni e di una grande Juve. Questa partita è la dimostrazione che possiamo lottare contro le grandi». Non sarà mai capocannoniere della Champions, non è quello il suo ruolo, ma sarà probabilmente fino a fine stagione l’uomo che segna i gol che sigillano i risultati. Con lo scudetto quasi in tasca e i quarti nel portafoglio, Tevez si avvierà dopo JuveGenoa negli Stati Uniti, dove l’aspettano due amichevoli con l’Argentina. È rimasto a lungo fuori dal giro della nazionale, ma alla fine Tata Martino non ha potuto fare a meno di lui. Con la Juve Carlitos vive gli anni del fulgore. È presto per sognare Berlino ma anche per tornare a casa e la Juve aspetta che ci ripensi e dica «Sì, resto ancora un anno». È quello il sì che serve. © RIPRODUZIONE RISERVATA

ARBITRO Mazic (Serbia) NOTE spettatori 65.851. Tiri in porta: 4-6. Tiri fuori: 3-1. Angoli: 4-4. In fuorigioco: 2-2. Recuperi: p.t. 1’, s.t. 1’.

PRIMO TEMPO Il bolide La Juve trova subito il gol: l’azione parte da Evra, poi il pallone arriva a Tevez che da circa 25 metri non ci pensa due volte e praticamente da fermo scarica un destro potentissimo che s’infila sotto l’incrocio Raggio laser Al 15’ Juventus vicina al raddoppio: Lichtsteiner tenta di copiare Tevez e lascia partite un bel destro dalla distanza destinato sotto la traversa, ma Weidenfeller si supera deviando in angolo

LA PARTITA DELLA PUNTA AI RAGGI X

da 1Carlos Tevez, 31 anni, seconda

stagione alla Juve: ha vinto uno o scudetto. È stato re d’Europa col Manchester hester United nel 2008

TOCCHI PER ZONA

PASSAGGI

Il colore è più intenso nelle zone in cui ci sono stati più tocchi di palla

POSITIVI

3 10%

PALLE RECUPERATE

1

PASSAGGI EFFETTUATI

SECONDO TEMPO

3 Giorgio Chiellini 1

4

14

6

9 Alvaro Morata

4

Morata sbaglia Ancora lo spagnolo ha il pallone del 2-0 sul lancio di Pereyra: non male il diagonale rasoterra, ma è respinto con i piedi dal portiere del Borussia

PALLE PERSE

CLASSIFICA TIRI

18

Juve subito pericolosa Tevez smarca Morata (partito in fuorigioco), ma allo spagnolo non riesce il tocco sotto a superare Weidenfeller

23

9

6

5

GOL

3

10 Carlos Tevez

2

17 P.E. Aubameyang

2

26 Stephan Lichtsteiner

2

Tris servito La Juve sul velluto, al 34’ arriva il 3-0: Pereyra per Tevez, l’argentino a segno con un forte destro che sorprende Weidenfeller

34’ ST 3’ PT

2

Fabio Licari

B

arcellona, Bayern e Real Madrid sono più forti, ma adesso anche la Juve fa paura all’Europa: da tanto non si assisteva a una partita da «grande», così esaltante, di un’italiana nelle coppe. Nel 2013 i bianconeri arrivarono ai quarti e finirono k.o. con il doppio 0-2 contro il Bayern: i tempi sembrano cambiati. La Champions è appena cominciata e domani a Nyon (ore 12) c’è il sorteggio dei quarti. Con il tabellone teoricamente spezzato in due. Teoricamente... CHI PRENDERE Da un lato le big: Bayern, Real Madrid e Barcellona. Nessuna ancora imbattuta nel torneo, però meglio evitarle. Dall’altro, una sfilata che comincia con il Psg (presumibilmente (pres senza Ibra in questo turno), passa per l’Atletico M Madrid (rognosissimo sempr sempre, ma un po’ meno ispirato) e finisce con Porto e Monac Monaco. Non c’è dubbio che mai come com in questo caso la strada d delle semifinali sia legata a do doppio filo all’accoppiamento di Nyon: la Juve può farcela far con tutte quelle di seconda s fascia, sì, anche con il Psg.

EUROLEAGUE La Juve non sarà l’unica italiana italia nei quarti. In Euroleague, sicura una tra Roma e Fioren Fiorentina, siamo in attesa di Napo Napoli (ben messo, ma occhio), Inter Int (può ancora farcela) e Torin Torino (impresa disperata). Punti Punt che servirebbero, eccome.

% REALIZZATIVA

100% Raddoppio Al 25’ la Juve mette la qualificazione in ghiaccio: Tevez evita il fuorigioco sul lancio di Marchisio, si presenta da solo davanti a Weidenfeller e poi scarica per Morata appostato a centro area, lo spagnolo deve solo appoggiare nella porta vuota

Sogni Porto e Monaco Ma anche l’Atletico...

RANKI RANKING Il successo sul Borussia Bor ha anche un risv risvolto ranking e non so solo per lo scontro diretto dir che porta coeffic coefficiente alla nostra cclassifica: adesso cc’è una tedesca in meno nella Cha Champions. Domina la Spagna con tre club, poi la sorprendente Francia con du due, quindi Italia, Germania e Portogallo. Po Addio Inghilterra. Cancellata Ca l’umiliazione della scorsa s stagione, con nessuna ita italiana ai quarti.

CONTRASTI

Formula 3 L’infortunio di Pogba costringe Allegri al cambio di modulo: dentro Barzagli per un 3-5-2 con Lichtsteiner ed Evra a centrocampo

Scossa Borussia Ci prova Subotic con un destro da fuori area, una deviazione spiazza Buffon e il pallone passa non lontano dal palo

32

90%

Paul k.o. Al 26’ scontro a centrocampo tra Sokratis e Pogba: il francese accusa problemi a una gamba. Sarà costretto a uscire

C’è pure il Borussia Primo, timido, tentativo del Borussia: destro dal limite di Aubameyang, ma il diagonale si perde distante dal palo

NEGATIVI

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VERSO IL SORTEGGIO

GDS

©R RIPRODUZIONE RISERVATA


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GIOVEDÌ 19 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT


Champions R Ritorno ottavi

GIOVEDÌ 19 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

fAREA TECNICA

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fAREA TECNICA

L’ALLENATORE BIANCONERO

L’ALLENATORE DEL BORUSSIA DORTMUND

KLOPP SENZA ALIBI «LORO PIÙ FORTI CI SERVIRÀ DA LEZIONE»

ALLEGRI E LA NOTTE PERFETTA «ORA SIAMO SULL’OTTOVOLANTE E NON VOGLIAMO SCENDERE» Fabiana Della Valle INVIATO A DORTMUND

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l leader è a bordo campo, con le mani in tasca e la solita bottiglietta d’acqua a poca distanza. Non esulta sul prato, a fine partita saluta Klopp e scappa via negli spogliatoi, come ha sempre fatto. Ha conquistato i consensi di tutti con la tenacia e il silenzio, con la pazienza di chi sa bene che il lavoro prima o poi paga. Massimiliano Allegri è sempre stato convinto che per essere un leader non serve alzare la voce. Un bravo tecnico sa farsi ascoltare anche senza trasformarsi un sergente di ferro. Quelli che a luglio si chiedevano se sarebbe stato in grado di non far rimpiangere Conte ieri hanno avuto la loro risposta. A Dortmund ha vinto la Juve ma soprattutto ha vinto Allegri. E’ stata una gara tatticamente perfetta e il merito non può che essere dell’allenatore. TECNICO DA EUROPA Max non ha dogmi e non ama fare proclami. Il suo segreto è la praticità. Si adatta agli uomini, sceglie i moduli in base alle caratteristiche degli avversari. Predilige la difesa a quattro, ma è tornato a tre nel momento del bisogno. In Germania però si è presentato con il suo vestito preferito: linea a quattro e trequartista, salvo poi cambiare dopo l’infortunio di Pogba. Saper utilizzare più moduli è una risorsa, Allegri lo ripete dal primo giorno. In quattro stagioni al Milan, Allegri non ha mai mancato la qualificazione agli ottavi e una volta è arrivato fino ai quarti. La Juve l’ha scelto anche per questo, per migliorare il rendimento europeo. Troppo dolorosa l’eliminazione nel girone della scorsa stagione, la bandiera bianca sventolata nella neve di Istanbul. Conte in tre anni di Juve ha vinto altrettanti scudetti, ma era entrato una sola volta nel G8 del calcio, Allegri ha centrato l’obiettivo subito. Voleva riportare il club bianconero tra le grandi e ha perseguito l’obiettivo fino in fondo. Le critiche, i mugugni, gli interrogativi se li è fatti scivolare addosso. Si è preso la sua rivincita nel modo migliore. La società ha sempre creduto in lui e Beppe Marotta ieri ha usato parole al miele: «Si diceva che Allegri aveva avuto coraggio a sedersi su questa panchina, invece ha avuto solo grandi meriti e non ci teniamo a sottolinearli. Conte ha vinto, è giusto ricordarlo, ma è altrettanto doveroso fare i compli-

menti a Max. Del contratto parleremo a tempo debito, ora siamo concentrati su altri traguardi. Siamo primi in Italia e ai quarti con merito e in Coppa Italia c’è voglia di rimontare». NOI CI CREDIAMO «I compimenti di Marotta fanno piacere ha risposto Allegri -, ma questo è il frutto del lavoro fatto tutti insieme. I ragazzi stasera (ieri, ndr) sul piano tattico e tecnico sono stati perfetti specie nella ripresa, non hanno concesso nulla e sono stati bravi a gestire la palla. E’ un successo importante per il calcio italiano: que-

sta squadra deve essere consapevole di ciò che può fare. Si può e si deve migliorare, ora aspettiamo il sorteggio: ai quarti ci giocheremo le nostre carte. Dobbiamo essere convinti di poter andare avanti: credo sempre in quello che faccio. Il primo giorno ho detto ai ragazzi che dopo 3 anni di grandi risultati avevano ancora margini di miglioramento». Il suo tweet nella notte certifica l’ottimismo: «Siamo sull’ottovolante e non vogliamo scendere». Il leader silenzioso sta portando la Juve al top pure in Europa. © RIPRODUZIONE RISERVATA

INVIATA A DORTMUND

H STOP POGBA INFORTUNIO E LACRIME ● Dura solo 26 minuti la partita di Pogba: il francese si fa male a una gamba dopo un contrasto a centrocampo con Sokratis. Inevitabile il cambio: il giocatore si accomoda in panchina con il ghiaccio sul muscolo. Lo sconforto dello juventino è evidente: Pogba non trattiene le lacrime per la rabbia. Stiramento?

a preparato un attacco heavy metal, come piace a lui. Jurgen Klopp ha motivato la squadra con il giusto mix di sorrisi e pressione, ma non c’è stato nulla da fare. Colpito a freddo da Carlos Tevez il Borussia ha fatto il possibile per rimettersi in carreggiata, senza mai essere abbandonato da tifosi veramente speciali. In campo però di speciale s’è visto poco e il Borussia esce di scena agli ottavi dopo aver raggiunto traguardi eccezionali in questi anni con Klopp. Con la Bundesliga fortemente compromessa, Jurgen Klopp dovrà inventarsi qualcosa per raddrizzare la stagione. La settima stagione a Dortmund, quella che gli ha assegnato il titolo di allenatore più longevo del club, si è messa nel peggiore dei modi. SENZA SCUSE Inutile dire che avrebbe preferito festeggiare il

record di permanenza in un altro modo: fedele al suo stile rilassato, il tecnico tedesco ha chiuso questa avventura in Champions con fairplay, abbracciando tutti i suoi e salutando i giocatori della Juve alla fine della partita. «Abbiamo meritato di uscire», ha dichiarato. «Come avevo detto prima della gara, la Juve è una grande squadra e per passare il turno in Europa avremmo dovuto dimostrare di poter far almeno una buona partita. Se non ne fossimo stati capaci sarebbe stato giusto andare a casa. Abbiamo perso contro una squadra molto più forte che ha iniziato la gara perfettamente. Abbiamo provato a rientrare in partita, ma non ci siamo riusciti. La Juve è stata perfetta e bisogna riconoscere i suoi meriti. Non attraversiamo il nostro momento, ma il calcio è fatto anche di queste difficoltà. Questa sconfitta ci servirà da lezione: si cresce anche così». al.bo. © RIPRODUZIONE RISERVATA

ATLETICO MADRID

Simeone record Sta per firmare fino al 2022 ● MADRID La firma è vicinissima. Diego Simeone ha la possibilità di convertirsi nell’allenatore che più a lungo è stato sulla panchina dell’Atletico: arrivato a Natale del 2011 il Cholo ha tra le mani un contratto che lo legherebbe al Calderon per altre 7 stagioni, fino al 2022. «Non ho firmato ancora nulla, pertanto non posso dire niente. Aspettiamo ancora un paio di giorni», ha detto Simeone dopo il sofferto passaggio ai quarti di martedì sera contro il Bayer Leverkusen (qualificazione arrivata ai rigori). La domanda era stata fatta perché sua sorella, l’avvocato Natalia Simeone, poco prima era apparsa euforica in televisione lanciando questo messaggio: «Sul rinnovo del contratto avremo delle novità nei prossimi giorni. La gente se n’è andata molto contenta dal Calderon, presto potrà essere felice anche in tema di rinnovo dell’allenatore». Ieri sembrava che la firma potesse concretizzarsi nel corso della giornata, ma non è arrivata. Nessun problema, né complicazioni: Simeone dopo aver riflettuto sull’opportunità di lasciare l’Atletico e andare da un’altra parte o prendersi un sabbatico in stile Guardiola, ha deciso di rimanere al Calderon. Per i tifosi colchoneros questa è sicuramente una notizia meravigliosa: l’arrivo del Cholo ha trasformato una squadra mediocre in una potenza europea che ha appena conquistato i quarti della Champions League per il secondo anno di fila. f.m.r.


Champions R Ritorno ottavi

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GIOVEDÌ 19 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

LE PAGELLE di MIRKO GRAZIANO JUVENTUS

BORUSSIA D.

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HUMMELS SI SALVA SUBOTIC AFFONDA IL TECNICO KLOPP

5,5

5

5,5

WEIDENFELLER E’ evidentemente ancora freddo quando Tevez spara il missile del vantaggio bianconero: palla all’incrocio per carità, gambe però non proprio reattive. Bene invece sul diagonale di Lichtsteiner, quindi ferma due volte Morata con uscite a valanga.

PAPASTATHOPOULOS Sostituisce Piszczek, che nella gara d’andata aveva alzato bandiera bianca già nel primo tempo. Non è il suo mestiere, lavora comunque con diligenza l’ex Milan: va di esperienza anche quando viene spostato a sinistra. Crolla nel finale.

SUBOTIC L’uomo dai mille passaporti, cresciuto negli Stati Uniti, legato alla Germania e serbo nel cuore e nella pelle sembra un po’ calato rispetto a un recente passato da grande della difesa. Soffre Morata nell’uno contro uno, si fa girare attorno come un pivellino.

SCHMELZER E’ un nome che ricorre eccome nelle cronache italiane di mercato. La Juve ci ha fatto un pensierino la scorsa estate, l’Inter ancora non ha mollato la pista. Ieri, a dire il vero, non si è fatto una bella pubblicità l’esterno tedesco. Pochi cross, e nemmeno precisi

● PARATE 3 ● RINVII 1 ● PRESE ALTE 0

● CONTRASTI 6 ● LANCI 1 ● PASSAGGI 48

● CONTRASTI 3 ● LANCI 10 ● PASSAGGI 50

● CONTRASTI 3 ● LANCI 0 ● PASSAGGI 26

8

VIDAL TORNA IL GUERRIERO MARCHISIO UN VERO PLAY IL TECNICO ALLEGRI

5 Uscito dalle sabbie mobili della retrocessione grazie a un inizio 2015 convincente, quella di ieri era la gara della vita per lui. Sconfitto nei numeri e nel gioco. Aveva ragione Klopp: «La Juve è squadra vera».

IL MIGLIORE HUMMELS

6 Il belloccio del Borussia è uno dei pochi di Klopp (l’altro è Reus) che il popolo bianconero vorrebbe a Torino. Il migliore là in mezzo: presenza fisica e piedi educati. Alla distanza deve arrendersi pure lui.

7,5

6,5

BONUCCI E’ la serata dell’anno, lui si esprime su livelli di eccellenza mondiale. Parecchio duro nelle chiusure, piede delicato nelle ripartenze. Prende possesso dell’area amica nel momento in cui iniziano a piovere cross da ogni posizione.

CHIELLINI Si esalta soprattutto quando esce Pogba e i tedeschi alzano ritmo e pressione. Spazza di tutto, con ogni parte del corpo. Grande l’opposizione sul destro di Reus. Ha un solo problema: non riesce a fare più di tre passaggi giusti in una gara.

● PARATE 2 ● RINVII 6 ● PRESE ALTE 5

● CONTRASTI 0 ● LANCI 3 ● PASSAGGI 35

● CONTRASTI 2 ● LANCI 3 ● PASSAGGI 33

● CONTRASTI 1 ● LANCI 3 ● PASSAGGI 43

5,5 BENDER Il grosso problema è che i dirimpettai bianconeri sono in giornata e concedono poco tempo per ragionare e per cercare la conclusione da fuori. Concorso di colpe proprio con Gundogan sul gol di Tevez: la zona da dove parte il tiro andava presidiata meglio ● TIRI 0 ● RECUPERI 5 ● PASSAGGI 45

5 GUNDOGAN E’ la stagione del rilancio per uno dei grandi protagonisti della cavalcata 2012-2013 in Champions League. Scambia spesso posizione con Bender, fatica pure lui a trovare i giusti tempi nella tonnara di metà campo, asfissiato dal pressing di Marchisio e compagnia ● TIRI 0 ● RECUPERI 8 ● PASSAGGI 86

6

5

KAMPL Doveva essere fra i titolari a Torino, poi un malore in aereo lo aveva messo fuori causa. Klopp lo ripesca nella serata senza ritorno di Champions e il 24enne sloveno si sbatte parecchio. E’ suo, dopo un’ora di gioco, il primo tiro verso la porta bianconera: para Buffon

REUS Cerca di svegliare i suoi dopo l’1-0, inizia a muoversi anche in orizzontale, sfonda al centro, ha il giusto spazio per sparare di destro: Chiellini lo stoppa con una scivolata da manuale. Cala vistosamente alla distanza e si becca pure un giallo di frustrazione

● TIRI 1 ● RECUPERI 3 ● PASSAGGI 39

● TIRI 0 ● DRIBBLING 0 ● SPONDE 0

Pressione mica da ridere su Max. Altro che ciliegina sulla torta dello scudetto: i tifosi gli avrebbero perdonato molto a fatica il mancato accesso nel G8. Lezione di gioco e solo briciole a Klopp.

IL MIGLIORE TEVEZ

9 Dopo Baggio e Del Piero, un altro dieci ammutolisce uno degli stadi più temuti d’Europa. Apre la gara con una sassata da 20 metri, poi lavora come un mediano, serve il 2-0 a Morata, mette il timbro sul 3-0.

7,5

7,5

6,5

VIDAL Eccola la prestazione dell’anno. El Guerrero cileno la tira fuori nella serata che conta. Giudizioso tatticamente, cattivo il giusto, leader nel momento in cui la squadra perde l’apporto di Pogba. C’è molto di Vidal in questa straordinaria impresa bianconera.

MARCHISIO Roba da stropicciarsi gli occhi. Il Principino sta per firmare fino al 2019 con la sua Juve e si regala una serata sontuosa: sporca tutti i palloni tedeschi e picchia senza perdere lucidità. Avvia l’azione del 2-0 con una verticalizzazione di seta pura.

POGBA Il problema muscolare al flessore che mette fuori uso il baby prodigio francese è l’unica nota stonata nella festa Juve. Ora Allegri spera di non perdere a lungo un giocatore che ha comunque lasciato il segno anche nella mezzoretta di ieri.

PEREYRA Inizia da trequartista, va sul centrodestra dopo il k.o. di Pogba. Cresce a vista d’occhio l’argentino, che in effetti dà il meglio da centrocampista puro. Impressionante cambio di passo e palla per Morata, che spreca. Assist dolce per il 3-0 di Tevez.

7

● TIRI 1 ● RECUPERI 8 ● PASSAGGI 49

● TIRI 0 ● RECUPERI 9 ● PASSAGGI 49

● TIRI 0 ● RECUPERI 2 ● PASSAGGI 8

● TIRI 0 ● RECUPERI 8 ● PASSAGGI 33

● TIRI 2 ● DRIBBLING 2 ● SPONDE 1

5 IL PEGGIORE MKHITARYAN

5 In dubbio fino all’ultimo, parte invece titolare. Il top della condizione fatica ad arrivare in una stagione piena di contrattempi fisici. Ci mette il cuore, trova anche il corridoio giusto, poi sbatte su Barzagli

7

7,5 LICHTSTEINER Un professore della fascia destra, sia a quattro sia come quinto di centrocampo. Inizia con una rapida discesa seguita da un destro violentissimo: para Weidenfeller. In generale prestazione autoritaria e tatticamente intelligente.

8

● CONTRASTI 5 ● LANCI 12 ● PASSAGGI 57

● TIRI 0 ● RECUPERI 2 ● PASSAGGI 20

6,5 BUFFON Lo ha urlato in faccia a tutti ai compagni il Capitano: «Il pubblico avversario non fa gol, mai». Lucido in uscita ad anticipare Reus, prima con le mani poi gestendo la palla coi piedi. Kampl gli fa il solletico di destro, Ramos invece lo stuzzica un po’ di più.

5

5,5

7

6

AUBAMEYANG Punta centrale con tre trequartisti alle spalle. Prende in pratica il posto che a Torino fu di Ciro Immobile. Di fatto, non entra mai in partita. A sua discolpa, va detto che di palle giocabili ne arrivano pochine in zona, anzi forse nessuna realmente gestibile.

KIRCH Era annunciato nella formazione iniziale, entra a inizio ripresa e quasi subito va a piazzarsi in mezzo al campo, accanto a Gundogan. Assiste impotente al dilagare bianconero, travolto anche da Tevez, che spesso rientra di qualche metro per prendere palla e ripartire

BLASZCZYKOWSKI Sistemato in difesa, a destra. Il Borussia alza il tasso tecnico e decide di spingere soprattutto sulla fascia di Evra. Niente da fare, arriva il 2-0 e a quel punto la gara non ha più nulla di veramente concreto da raccontare.

RAMOS È una delle mosse con cui Klopp tenta di dettare l’ultimo assalto dei suoi. Tutto vanificato dalla giocata Marchisio-TevezMorata che sbatte i tedeschi definitivamente fuori dall’Europa che conta. Ci prova di testa, Buffon controlla con qualche problemino.

● TIRI 0 ● DRIBBLING 0 ● SPONDE 4

● TIRI 0 ● DRIBBLING 0 ● SPONDE 0

● TIRI 0 ● DRIBBLING 0 ● SPONDE 4

● TIRI 1 ● RECUPERI 1 ● PASSAGGI 11

IL PEGGIORE EVRA

6,5 Ci scusi, «colpa» della grafica caro Evra: la sua è una serata solida. Concede il nulla sulla fascia, anche con il 3-5-2. Non avrà magari più la gamba dei tempi inglesi, siamo però in presenza di una garanzia. ● TIRI 0 ● RECUPERI 4 ● PASSAGGI 43

MAZIC Arbitro di gran livello, gestisce la gara in sicurezza anche nei momenti più caldi. Fa correre molto, usa poco i cartellini, eppure tiene sempre la situazione in pugno. Candidato serissimo alla finale Champions di Berlino.

6,5

s.v.

s.v.

MORATA Esame di laurea dopo il gol del 2-1 a Torino. Si presenta con una cavalcata di 50 metri e tocco a liberare Pereyra nei pressi di Weidenfeller. Il primo controllo è finalizzato sempre a puntare la porta avversaria. Si mangia il 2-0, ma poi chiude la gara.

BARZAGLI C’è tutta la classe del miglior difensore italiano nella scivolata che disinnesca la pericolosissima volata di Mkhitaryan con il risultato ancora sull’1-0. Sì, Barzaglione è tornato, per la gioia di Allegri e anche del c.t. azzurro Conte.

PEPE All’esterno romano tocca il compito di concedere la sacrosanta passerella a Carlitos Tevez. E comunque essere a referto in una gara simile farà parecchio piacere a uno dei giocatori più amati dal popolo juventino.

MATRI Un bel regalo quello di Allegri al pupillo dei tempi cagliaritani: qualche minuto in una serata che resterà nella storia del club italiano più prestigioso del momento. La stagione di Matri inizia ora, e soprattutto in campionato ci sarà spazio per divertirsi.

● TIRI 4 ● DRIBBLING 4 ● SPONDE 1

● CONTRASTI 1 ● LANCI 2 ● PASSAGGI 29

● TIRI 0 ● DRIBBLING 0 ● SPONDE 2

● TIRI 0 ● DRIBBLING 0 ● SPONDE 1

RISTIC 7 DJURDJEVIC 6

GRUJIC 6 FILIPOVIC 6


GIOVEDÌ 19 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

7


8

Champions R Ritorno ottavi

BORUSSIA

JUVENTUS

BARICENTRO MOLTO ALTO 58,2metri BORUSSIA 29

GIOVEDÌ 19 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

149 141

ANGOLI

4

PASSAGGI EFFETTUATI

4

575

POSSESSO PALLA 15 1

10

60 65

11 17

8 4 25 6 23

55,7%

44,3%

4

PALLE PERSE

FALLI COMMESSI

BASSO 42,8 metri JUVENTUS

26

PASSAGGI RIUSCITI 37 8 23

9 10

7 10

6

TIRI NELLO SPECCHIO

BARICENTRO

466

PALLE RECUPERATE

86,3%

84,8%

6

19

1

3

33 GDS

fLA PARTITA AI RAGGI X

aveva portato in finale - sembra avere qualche effetto: i gialloneri hanno un atteggiamento di recupero palla molto alto (47,7 metri) ma non riescono mai a penetrare l’area bianconera. Gli juventini sono attentissimi a non dare la profondità, difendendo a ridosso della propria area e concedendo in tutta la partita appena 7 giocate utili nei 16 metri al Borussia. In questo contano anche gli aiuti degli attaccanti: Tevez chiude la sua partita mostruosa anche con 9 palloni recuperati, quanti Marchisio.

Alex Frosio Twitter @alexfrosio

Al via difesa a 4, poi a 3 C’ Juve sempre blindata con l’aiuto delle punte 1Non solo gol per Tevez: ben 9 recuperi. E con il cambio di

sistema Marchisio è libero di tagliare la difesa del Borussia LA MOSSA TATTICA

MARCHISIO: palloni intercettati 10 TEVEZ: palle recuperate 9 PEREYRA: passaggi positivi 33

BONUCCI

MARCHISIO

PEREYRA

MORATA TEVEZ

PASSAGGIO MOVIMENTO MOVIMENTO CON LA PALLA

Con i tre dietro, la Juve riesce a far girare palla e a eludere il pressing del Borussia, perché si aprono linee di passaggio verso gli interni e verso Tevez. Saltata la linea avanzata di pressione, Pereyra e Tevez hanno metri davanti da attaccare palla al piede, aprendosi soluzioni: al tiro o verso Morata GDS

è molto Allegri, un po’ di Conte ma in definitiva tanta tanta Juve - sì, al livello di quelle di Lippi che già due volte avevano demolito il muro giallonero del Westfalenstadion - nel prodigioso successo di Dortmund. La versione di Allegri è quella iniziale: il 4-3-1-2 è lo stampo che Max ha impresso sulla sua nuova Signora e con il quale ha voluto giocarsi, almeno all’inizio, l’accesso ai quarti. La partita comincia MARCHISIO SALE L’atteggiamento della Juve è proprio secondo le previsioni, aiutata persino dal insolito per quanto siamo abituati a vedere in Itagol immediato di Tevez, che per lia: tutta stretta dietro, pronta a ribellezza del gesto tecnico esula da partire. Ma proprio il 3-5-2 aiuta i qualsiasi discorso tattico. Pereyra IL NUMERO bianconeri a mettere fuori la testa trequartista è il primo a portare il e a prendere il comando definitivo pressing, mentre dall’altra parte il del pallone (51,2% di possesso suo omologo Reus, che come l’arnella ripresa) e della partita. I tre gentino bianconero sceglie una difensori fanno girare palla conposizione centrale come punto di trollati da tre attaccanti del Boruspartenza, rimane imbottigliato nel Le giocate utili del sia: questo apre linee di passaggio traffico centrale e nelle spire di Borussia nell’area verso gli interni, Pereyra e Vidal Marchisio dovendo dunque rinun(spostato a sinistra dopo l’uscita di della Juventus, che ciare alle proprio tipiche scorriPogba) e «libera» Marchisio, visto bande. Il Principino comincia nel- non ha mai concesso che Aubameyang non può andare l’ombra la sua partita, si dedica al la profondità a prenderlo come aveva fatto Imlavoro oscuro, anche perché il palmobile all’andato con Pirlo. L’8 lone ce l’hanno quasi sempre gli altri (36,7% di bianconero così può cominciare a dettare i ritmi, possesso bianconero nel primo tempo). Il Borus- smistare in gioco corto e dare ampiezza sul lungo sia tuttavia non crea mai pericoli. Il dispositivo (7 i lanci positivi, più di Bonucci che all’andata, difensivo della Juve si rafforza suo malgrado per i motivi di cui sopra, era quello con i numeri quando Pogba deve uscire, lasciando il posto a più alti in questo fondamentale). Con la sua tecBarzagli. E allora Allegri vira sul 3-5-2 (e sta qui nica - e quella di Pereyra - è stato facile bucare il po’ di Conte nella serata bianconera): alla vigi- l’altissima, e non troppo attenta nei movimenti, lia aveva provato entrambi i sistemi, beh li ha difesa del Borussia, già in difficoltà quando saltausati tutti e due sapendo che i suoi avrebbero co- va la seconda linea di pressing e abbandonata donosciuto i movimenti necessari per il clic da uno po il tutto per tutto tentato da Klopp con l’ingresall’altro. Certo, la Juve impiega qualche minuto a so di Blaszczykowski a terzino destro - è sempre sistemarsi e a trovare le misure, ed è il periodo stato un’ala offensiva - e Ramos per Bender, con minimo nel quale il pressing del Borussia - non Kirch spostato da destra al fianco di Gundogan. furioso come l’ultrapressing che due anni fa lo © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Champions R Ritorno ottavi

GIOVEDÌ 19 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Chiellini è con Max «Cambiare tecnico ci ha fatto bene» 1Il difensore elogia Allegri e ragiona sul sorteggio

«Real, Barça e Bayern sono un passo avanti. Però...»

Fabiana Della Valle INVIATA A DORTMUND (GERMANIA)

L

a faccia dice tutto e anche di più. Paul Pogba è uscito zoppicando da campo ed è andato a sedersi in panchina. Borsa del ghiaccio sulla gamba, l’espressione di chi aveva immaginato un’altra serata. Il francese sperava di essere protagonista, nella gara più importante della stagione, invece è stato costretto a uscire dopo neanche mezzora. Colpa di un brutto fallo di Papastathopoulos (Allegri lo ha avuto al Milan), che ha privato la Juve di uno dei suoi giocatori più importanti. E pensare che ieri i tedeschi avevano insistito molto sul gioco falloso dei bianconeri. Anche la Bild ha cavalcato l’argomento, mentre Klopp, nella conferenza della vigilia, aveva sminuito il tutto.

EMERGENZA Pogba si copre il viso con il giubbotto e continua a disperarsi. Ha dovuto cedere il posto a Barzagli ed è rimasto in panchina anche nel secondo tempo. Seduto, ha continuato a incitare gli altri. Oggi farà gli

Giorgio Chiellini , 30 anni, esulta dopo il successo sul Borussia GETTY

esami, ma probabilmente si tratta di un problema muscolare: si toccava il flessore della coscia destra. Salterà quasi certamente il Genoa, ma c’è il rischio che si tratti di uno stiramento e questo sarebbe un bel problema per la Juve, che a centrocampo ha gli uomini contati. Pirlo, out per un infortunio al polpaccio, è in via di guarigione ma difficil-

RMorata: «Sono

felice alla Juve». Marotta: «Lui è sia il nostro presente sia il futuro»

mente verrà rischiato. Magari rientrerà dopo la sosta. Sturaro è fermo ai box e tornerà tra una decina di giorni, senza contare i lungodegenti Asamoah e Romulo. ATTACCO E DIFESA Paul piange, Barzagli finalmente sorride. La lunga attesa è finita. Il difensore ha giocato titolare a Palermo, dimostrando che i nove mesi lontano dal campo non lo hanno arrugginito. È entrato con il compito di non far rimpiangere Pogba e non ha fallito. Con un paio di interventi ha confermato ad Allegri di essere preziosissimo. Chiellini gli è stato al fianco, come ai vecchi tempi, e alla fine ha ragionato sul sorteggio: «Penso che alcune squadre siano un passo davanti a tutti, come Real, Barcellona e Bayern. Però è importante provare ad arrivare fino in fondo». Da Chiellini parole importanti per Allegri: «Dopo tre anni di vittorie ci si poteva accontentare, il trambusto e il cambio ci hanno dato qualcosa in più. Si è vista una cattiveria che nei primi due anni di Conte non si era vista, siamo grati a Conte ma vogliamo dimostrare che siamo una grande squadra e il progetto non si è fermato. Oggi abbiamo fatto una partita lucida senza andare in affanno». L’altro valore aggiunto è Morata, che ribadisce: «Io sono felice alla Juventus e voglio crescere qui. Il sorteggio? Lo aspettiamo con energia, sappiamo che possiamo giocarcela contro qualunque squadra». Lui è l’ investimento più azzeccato. «È il presente e il futuro della Juve», ha detto Marotta, allontanando lo spettro Real. La Juve quindi, nonostante l’infortunio di Pogba, ha tanti motivi per sorridere. «Abbiamo fatto una grande gara — chiude Bonucci —, siamo venuti qui con la consapevolezza di essere più forti. Ora i quarti, non temiamo nessuno». © RIPRODUZIONE RISERVATA

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STRATEGIE

Pronti i rinnovi di Marchisio, Marotta e Paratici 1Il contratto del

Principino allungato al 2019. Conferme anche per il duo dell’area tecnica Mirko Graziano INVIATO A DORTMUND (GER)

A

ll’inizio della prossima settimana ci sarà il primo approccio ufficiale fra la Juventus e Claudio Marchisio per mettere nero su bianco a livello di rinnovo (e adeguamento) del contratto del Principino. L’attuale accordo scade nel 2016 e verrà portato al 2019 con uno stipendio da 3,5 milioni più bonus a stagione. Il 29enne centrocampista torinese è cresciuto nelle giovanili bianconere, è uno dei più amati in assoluto dal popolo juventino. MAROTTA PROLUNGA E nei prossimi giorni verrà ufficializzato il prolungamento dei contratti del d.s. Paratici e di tutti i componenti dell’area tecnica organizzata da Marotta: le firme di fatto ci sono già. A proposito di Marotta, d.g. a tempo indeterminato e a.d. con contratto in scadenza nel pros-

simo ottobre: ebbene, il più completo fra i dirigenti calcistici italiani resterà amministratore delegato della Juve almeno fino al 2018; l’annuncio ufficiale arriverà più avanti, ma ogni cosa sarebbe già a posto. VAZQUEZ E BABY COLPO Intanto, si sta preparando un affondo importante sul fronte Palermo: oltre alla trattativa Dybala, la Juve è sulle tracce di Vázquez, trequartista che piace moltissimo ad Allegri e potrebbe essere presto convocato da Conte. Non va escluso un incontro fra i dirigenti bianconeri e Zamparini dopo Pasqua. BABY COLPO Infine, va registrato un netto sorpasso dei campioni d’Italia nei confronti dell’Inter per Diawara Amadou, classe ‘97, forte centrocampista centrale che in questa stagione ha già debuttato nel San Marino. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Claudio Marchisio, 29 anni LAPRESSE


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Champions R Ritorno ottavi

BARCELLONA

1

MAN. CITY

0

GIOVEDÌ 19 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

DAL GOL DEL CROATO ALL’ERRORE DELL’ARGENTINO

LE PAGELLE di F.M.R.

1

2

PRIMO TEMPO 1-0 MARCATORE Rakitic (B) al 31’ p.t. BARCELLONA (4-3-3) Ter Stegen; Dani Alves (dal 46’ s.t. Adriano), Mathieu, Piqué, Jordi Alba; Rakitic (dal 39’ s.t. Rafinha), Mascherano, Iniesta; Messi, Suárez, Neymar. PANCHINA Bravo, Bartra, Sergi Roberto, Xavi, Pedro. ALLENATORE Luis Enrique AMMONITI Dani Alves per gioco scorretto ESPULSI nessuno

BARCELLONA

MESSI

8 3

ARBITRO Rocchi (Italia) NOTE spettatori 92.551 Tiri in porta 14-3, tiri fuori 10-3, angoli, 7-4, fuorigioco 3-0 Recuperi 0‘ p.t. e 2‘ s.t.

● 1 La rete di Ivan Rakitic, 27 anni, che ha deciso la partita a favore del Barcellona ● 2 La parata di Marc Andre ter Stegen, 22 anni, portiere tedesco del Barcellona ● 3 Pep Guardiola, allenatore del Bayern Monaco, in tribuna al Camp Nou con il fido Estiarte GETTY/AFP/AP

E’ tornato il vero Barça Messi, che spettacolo

1Leo a tutto campo, assist a Rakitic, due tunnel e aiuta in difesa City spazzato via e catalani nei quarti per l’ottava volta di fila mago che non smette di agitare la bacchetta.

INVIATO A BARCELLONA

P

ensiamo a Carlo Ancelotti, preoccupato davanti alla tv a Madrid. O a Manuel Pellegrini, annichilito sulla panchina del City. Vediamo Pep Guardiola estasiato dar di gomito a Manuel Estiarte per le giocate dei suoi ex pupilli, i due seduti in tribuna al Camp Nou nei loro posti di soci del club, lontano dai fari glamour del palco nel loro primo ritorno dal rimpianto addio del 2012. E immaginiamo Vicente Del Bosque, lui si al palco, felice per ciò che si godono i suoi occhi di amante del calcio, anche se di spagnoli in campo ce ne sono pochi. E ce la siamo goduta pure noi questa bella partita del Barcellona, col suo piccolo

TUTTO LEO Messi serve l’assist a Rakitic per l’unico gol della serata, Messi fa due tunnel (Fernandinho e Milner), Messi corre, Messi cade e si rialza, sordo ai colpi avversari, Messi torna a dare una mano in difesa, Messi mette i compagni davanti all’indemoniato Hart, Messi sbatte sullo stesso portiere inglese, Messi scalda il cuore al Camp Nou, che pensa al Madrid, atteso qui domenica sera. Con un giocatore così, tutto sembra facile. NON C’E’ STORIA Il Barcellona ha liquidato il City. Non nel punteggio, 1-0 dopo la vittoria per 2-1 a Manchester, contenuto dai pali di Neymar e Suarez e dalle innumerevoli parate di Hart, ma

nella tecnica, nella capacità di giocare a calcio, nella voglia debordante di far divertire la gente sempre e comunque. Anche se la partita non è chiusa e nella ripresa Ter Stegen deve parare un rigore ad Aguero per evitare il pari e un’eventuale (ancorché improbabile) fiammata inglese. Sono due anni che il City ha la sfortuna di beccare il Barça negli ottavi: 4 sconfitte e le eliminatorie mai in discussione. La differenza già evidente col ‘Tata’ Martino è diventata siderale con Luis Enrique. Che avrà pure il suo rigido idealismo ma che sa come si fa giocare una squadra: al Barça l’ex allenatore della Roma ha riconnesso i cavi del flipper tagliati dall’addio di Guardiola e dalla prematura scomparsa di Vilanova, ha riacceso gli special della voglia.

RLuis Enrique ha

rimesso le cose a posto dopo l’addio di Pep Guardiola ieri in tribuna

LIGA-PREMIER 3 A 0 A cominciare da Messi. I due non avranno il migliore dei rapporti, però evidentemente hanno trovato il modo di convivere e il Barça si gode la pace. I catalani conquistano i quarti di finale per l’ottava volta di fila (record in Champions League), il City dei milioni arabi non c’è mai arrivato. La Liga porta 3 squadre ai quarti, la Premier League intera si accomoda davanti alla tv: se ne scollerà in agosto, per il preliminare

di Champions. Pellegrni esce umiliato dal Camp Nou: aveva detto che voleva giocare in 11 contro 11 perché nelle altre 3 sfide col Barça aveva chiuso in 10: accontentato, nonostante i suoi abbiano randellato a piacere. Ma non è servito. La stagione del City prende una piega bruttissima (-6 dal Chelsea in campionato, con Mou che deve recuperare una partita) e vediamo cosa ne pensa lo sceicco. DOMINIO TOTALE Il Barça ha preso palla subito e non l’ha più mollata, accarezzandola con cura, trattandola come si merita e nascondendola ai bruti del City. Il gol è arrivato solo al 31’, recupero di Alba, scarico su Messi, lunga progressione verso destra dell’argentino e assist perfetto dall’altra parte del campo per Rakitic: petto, pallonetto e Camp Nou in estasi. Per Messi 21 assist stagionali (oltre ai 43 gol). Poi una decina di grandi occasioni blaugrana, sbagliate per problemi di mira, pali, fuorigioco millimetrici ed enormi interventi di Hart. Il City è cresciuto con l’ingresso di Jesus Navas per Nasri ma non ha combinato quasi nulla. E quando Aguero ha sbagliato il rigore si è spenta la luce. Quelle del Camp Nou restano accese: domenica arriva il Madrid. © RIPRODUZIONE RISERVATA

I PROTAGONISTI

Con Rakitic e Ter Stegen è la sera degli eroi inattesi Davide Longo

A

volte le cifre dicono tanto: 24 partite in Liga (su 27) di cui 18 da titolare, 7 (su 8) in Champions e 6 dal primo minuto. Più 6 partite di «contorno» in Coppa del Re. Sono i numeri di Ivan Rakitic, il carburante croato che Luis Enrique la scorsa estate ha inserito nel serbatoio del Barcellona. Dopo la cessione di Fabregas e il progressivo «disimpegno» di Xavi, che come un professore maturo sta centellinando le sue ultime lezioni, in mezzo al campo i blaugrana avevano bisogno di freschezza, di novità e il croato quel centrocampo è riuscito a prenderselo, realizzando la missione che nell’estate del 2011

7

IL MIGLIORE

MANCHESTER CITY (4-2-3-1) Hart; Sagna, Kompany, Demichelis, Kolarov; Fernandinho, Touré (dal 27’ s.t. Bony); Nasri (dal 1’ s.t. Jesus Navas), Silva, Milner (dal 41’ s.t. Lampard); Agüero. PANCHINA Caballero, Zabaleta, Fernando, Dzeko. ALLENATORE Pellegrini AMMONITI Fernandinho, Kolarov, Silva, Nasri, Demichelis per gioco scorretto ESPULSI nessuno

Filippo Maria Ricci

MESSI SCHERZA GLI AVVERSARI MASCHERANO ZITTISCE TUTTI

sembrava destinata a Fabregas, dopo il suo ritorno dall’Arsenal. TODOCAMPISTA Piedi buoni, visione di gioco, capacità di inserimento e di dettare i tempi dell’azione, verticalizzazioni. Il croato ai tempi del Siviglia è stato definito »todocampista», proprio per sottolineare la sua capacità in mezzo al campo di fare bene praticamente tutto. E ieri contro il City ne ha dato una dimostrazione con aperture, tagli, inserimenti: la cosa giusta al momento giusto. E in un primo tempo nel quale Suarez non girava proprio al massimo e gli altri due fenomeni hanno fatto doppietta, ma solo di ammonizioni procurate (Fernandinho e Nasri per Neymar, Kolarov e Silva per Messi), il croato si è pure

regalato il primo gol europeo in maglia blaugrana: meravigliosa apertura di Messi, taglio in «back door» alle spalle di Sagna stop di petto e pallonetto che prima bacia la parte inferiore della traversa e poi plana docilmente in rete. TOH, UN PORTIERE Tutto all’apparenza facile, se non che a un certo punto della partita, in mezzo a un oceano di occasioni sbagliate da Messi e compagni, capita l’azione che può incarognire la sfida: fallo di Pique e Aguero ha a disposizione il rigore che a un quarto d’ora scarso dalla fine può incredibilmente rimettere in corsa il City. Ma non è serata, almeno in fase realizzativa, per i grandi attaccanti al Camp Nou: è invece la serata di un altro acquisto arrivato al Barcellona quasi in sordina. Il 22enne Ter Stegen si stende sulla sua destra e va blindare risultato e qualificazione. Un portiere eroe del Camp Nou. Serata inconsueta.

Rakitic festeggia con Dani Alves AP

© RIPRODUZIONE RISERVATA

LA PARTITA DI RAKITIC GOL 1 PASSAGGI

44 OCCASIONI CREATE 2 LA SUA STAGIONE PRESENZE IN LIGA

24 GOL IN LIGA 4 PRESENZE IN CHAMPIONS 7 GOL IN CHAMPIONS 1

Scherza con gli avversari, lancia i compagni. L’assist a Rakitic è il 21° della sua stagione, Hart gli nega i gol per scavalcare Ronaldo nel Pichichi della Champions. TER STEGEN 7 La sua fotografia: pecca di «Neuerite» coi piedi rischiando di far segnare Aguero che vorrebbe dribblare, al quale poi para un rigore. DANI ALVES 7 Attento e pericoloso, ammonito e squalificato. (dal 46’ s.t. Adriano s.v.) PIQUE’ 6,5 Rischia di compromettere un’ottima serata col rigore su Aguero. MATHIEU 6 In una squadra di giocolieri il suo piede ruvido si nota. Limitato. JORDI ALBA 6 Tranquillo con Nasri, in ansia con Navas, brillante in fase offensiva. RAKITIC 7 Il gol è la cosa più vistosa della sua serata di gala. Accompagnato all’uscita da un lungo applauso. (dal 39’ s.t. Rafinha s.v.) MASCHERANO 7 A centrocampo, nel suo territorio preferito, zittisce Touré e Silva. No pasaran. INIESTA 6,5 Mette un po’ di colore a questa sua stagione dai toni poco brillanti. SUAREZ 5,5 Dopo una serie di ottime partite appare legnoso e sbatte contro Hart e il palo. NEYMAR 6,5 Ci prova e riprova, ma anche lui si scontra con Hart, con la sua scarsa mira e un altruismo a volte eccessivo. Momenti di funambolismo. ALL. LUIS ENRIQUE 7 Il Camp Nou canta il suo nome. Lui ringrazia facendo giocare la squadra in maniera brillante.

MAN. CITY

4

IL MIGLIORE HART

8 Aiutato dai pali, salva i suoi dall’umiliazione con una serie d’interventi straordinari: parate e uscite in serie su Neymar e Messi (più volte), Jordi Alba, Suarez… SAGNA 4,5 Schierato a destra al posto di Zabaleta, Neymar lo fa girar come una bambola. KOMPANY 4 Inizia con un errore che porta al palo di Neymar. Il «la» alla sua pessima serata. DEMICHELIS 4 Superato. Non abbiamo altro da dire. KOLAROV 5 Dalle sue parti si agita lo spauracchio Messi. Ha la nostra comprensione. FERNANDINHO 5 Subito ammonito, non può nemmeno picchiare. TOURÉ 5 Assente all’andata, al ritorno non si nota ed è il secondo ad uscire. BONY 5 Un tiro svirgolato nel suo inutile quarto d’ora abbondante. NASRI 4 La sua partita è racchiusa nel calcione gratuito a Neymar. Fuori nell’intervallo. JESUS NAVAS 6,5 Gioca la ripresa, crea lo spunto migliore dei suoi ed è spesso pericoloso. SILVA 5,5 Lui che il tiki-taka ce l’ha nel sangue, al Camp Nou è spettatore frustrato. MILNER 6 Non si arrende, la condizione della squadra non lo aiuta. (dal 41’ s.t. Lampard, s.v.) AGUERO 5 Lotta, si sbatte, ma sbaglia il rigore della speranza. In 7 apparizioni al Camp Nou 6 k.o. e un pari, un solo gol, nel 2006. ALL. PELLEGRINI 4 In due anni 4 sconfitte su 4 col Barça, 13 a un pari nelle ultime 14 sfide ai catalani. Colpito e probabilmente affondato. Dalla prestazione oltre che dall’eliminazione. ROCCHI Riesce a frenare l’esagerata durezza del City senza espellere nessuno. Serata senza errori, che fa il paio con quella di Rizzoli martedì al Calderon. DI LIBERATORE 7-CARIOLATO 7 TAGLIAVENTO 6-ORSATO 6

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Europa League R Ritorno ottavi

RIMONTA E QUALIFICAZIONE? LORO SANNO COME SI FA

INTER-LIVERPOOL 3-0 Coppa Campioni 1964-65: dopo il 3-1 subito all’andata, nel ritorno della semifinale segnano Corso, Peirò e Facchetti (nella foto)

INTER-GRONINGEN 5-1 Coppa Uefa 1983-84: ritorno 2° turno. Dopo il k.o. in trasferta (0-2), a segno Collovati, Altobelli, Serena (foto) con una doppietta e H. Muller

Icardi, azzanna la storia L’Inter aspetta la sua tigre

1Mauro non segna in questo torneo dal 2 ottobre con il Qarabag

e in casa dall’8 febbraio. Per la serata da romanzo servono i suoi gol Anche perché i numeri dicono una cosa sottovalutata. In Europa, cortile preferito dagli attaccanti che vogliono mettersi in mostra e farsi corteggiare, Icardi ha segnato solo un gol che ha inciso, contro il Qarabag il 2 ottobre scorso: 168 giorni fa.

Matteo Brega MILANO

I

l numero 9 manca sulla ruota di Milano dall’8 febbraio e su quella europea, molto più panoramica, dal 2 ottobre. Insomma, manca da un po’ quell’esultanza che pompa tanta adrenalina al popolo nerazzurro. Ecco perché questa sera, nel costruire una serata da romanzo di formazione, serve il timbro di Mauro Icardi. La stagione nerazzurra si è talmente arricciata su se stessa che alla fine sembra aver perso un po’ la magia del gol dell’argentino. Che deve tornare a essere la tigre interista che ruggisce agli avversari. DAI GOL AGLI ASSIST Perché si è impegnato, ha seguito i consigli di Mancini, pulendosi le spalle dall’anarchia del centravanti vecchio stampo e si è messo a fare le pulizie in giro per il campo. Gli assist per Palacio a Wolfsburg e domenica contro il Cesena sono la testimonianza. Oggi, però, il Mancio sarebbe ben lieto di rivedere quel Mauro da un-tiro-un-gol. E lo sarebbe anche il Meazza. Lo stadio con cui ha litigato e nel quale ha fatto pace non lo coccola per un gol dall’8 febbraio scorso. Doppietta contro il Palermo, la prima delle tre vittorie consecutive in campionato che avevano alimentato l’ottimismo del Mancio per un nuovo inizio. Da quella sera con-

Mauro Icardi, 22 anni, è stato acquistato dall’Inter nell’estate 2013 FORTE

tro i siciliani Icardi non ha più segnato in casa, lasciando le gioie lontano. AZIONE, DOVE SEI FINITA? Il gol di Cagliari del 23 febbraio è stato strepitoso, con quella sterzata e il sinistro a giro. L’ultimo pure questo di una serie speciale, ovvero di quelli su azione. Perché sull’isola ha lasciato l’istinto in movimento. A Napoli il cucchiaio su rigore è stata di qualità, eppure è arrivata dal dischetto. Icardi sembra essersi imbottigliato in se stesso, nella ricerca continua di un lavoro più corale. Forse questa sera è giunto il momento di mettere nello sgabuzzino questa versione ed estrarre quella più conosciuta.

situazione NERAZZURRI OK COL 2-0 O SE VINCONO CON ALMENO 3 GOL DI SCARTO ● L’Inter, dopo il k.o. in Germania (3-1), va ai quarti se vince 2-0 (grazie al gol fuori casa) o - se subisse reti - con almeno tre gol di scarto. In caso di 3-1, supplementari ed eventuali rigori. In caso di 42, 5-3, eccetera, avanti i tedeschi per il maggior numero di reti in trasferta.

EUROPA CHIAMA EUROPA A prima vista un’eternità, dopo un’attenta analisi possiamo definirlo «molto tempo». Un po’ perché non si gioca tutte le settimane, un po’ perché Icardi ha saltato un paio di match nella fase a gironi (a St. Etienne e a Baku). Ciò detto i 3 gol rifilati allo Stjarnan nel preliminare hanno un sapore che tende al sapido vista la qualità dell’avversario. L’ultima foto postata ieri sera sui social lo ritraeva intento ad allenarsi in palestra. Come sempre, d’altronde, ha preparato la gara di questa sera nei minimi dettagli. Lui per primo sa che una serata da raccontare ai figli e ai nipoti da qui a cinquant’anni lo renderebbe molto più sereno da qui alla fine della stagione. Un periodo non così breve come si possa pensare visto che oltre al campo ci sarà da firmare e annunciare il rinnovo del contratto. Attorno al quale si continua a lavorare per mettere in bolla tutta l’architettura. Un gol (crepi l’avarizia, anche di più) darebbe ossigeno a tutto il romanzo. Che da formazione potrebbe diventare d’esplosione. © RIPRODUZIONE RISERVATA

INTER-ASTON VILLA 3-0 Coppa Uefa 1990-91 , secondo turno: 0-2 in Inghilterra, nel ritorno a segno Klinsmann (nella foto), Berti e Bianchi. E l’Inter si qualifica.

COSÌ AL MEAZZA, ORE 21.05 (A. 1-3) INTER 4-2-3-1

WOLFSBURG 4-2-3-1

21 SANTON

15 TRASCH

8 VIEIRINHA

10 KOVACIC

23 GUILAVOGUI

18 MEDEL 5 JUAN JESUS

5 KLOSE 9 8 PALACIO ICARDI

30 CARRIZO 23 RANOCCHIA

12 DOST

14 DE BRUYNE

1 BENAGLIO 31 KNOCHE

22 LUIZ GUSTAVO

13 GUARIN 14 CAMPAGNARO

88 HERNANES

ALLENATORE Mancini PANCHINA: 1 Handanovic, 6 Andreolli, 15 Vidic, 33 D'Ambrosio, 17 Kuzmanovic, 91 Shaqiri, 28 Puscas SQUALIFICATI: nessuno DIFFIDATI: Juan Jesus, D'Ambrosio, Guarin, Hernanes INDISPONIBILI: Jonathan, Dodò, Nagatomo

7 CALIGIURI

34 RODRIGUEZ

ALLENATORE Hecking PANCHINA: 20 Grun, 4 Schafer, 24 Jung, 17 Schurrle, 9 Perisic, 3 Bendtner, 27 Arnold SQUALIFICATI: Naldo DIFFIDATI: Perisic INDISPONIBILI: Hunt, Drewes

ARBITRO Clattenburg (Ing) GUARDALINEE Beck (Ing) - Collin (Ing) QUARTO UOMO Burt (Ing) ADDIZIONALI Taylor (Ing) - Friend (Ing) TV Canale 5, Canale 5 HD e Premium Calcio 3 INTERNET www.gazzetta.it CENTIMETRI

LA GUIDA C’è un derby anche in Spagna Rischia l’Everton Il programma delle gare di ritorno degli ottavi di finale dell’Europa League. Dinamo Mosca (Rus)-NAPOLI (ore 18, andata 1-3) ROMA-FIORENTINA (ore 19, andata 1-1) Dinamo Kiev (Ucr)-Everton (Ing) (ore 19, andata 1-2) Ajax (Ola)-Dnipro (Ucr) (ore 21.05, andata 0-1) INTER-Wolfsburg (Ger) (ore 21.05, andata 1-3) TORINO- Zenit San Pietroburgo (Rus) (ore 21.05; andata 0-2)

Siviglia (Spa)-Villarreal (Spa) (ore 21.05, andata 3-1) Besiktas (Tur)-Bruges (Bel) (ore 21.05, andata 1-2) SORTEGGIO Il sorteggio per i quarti è in programma domani a Nyon. Le date: 16 e 23 aprile DETENTORE Il Siviglia è la squadra che detiene il trofeo. Nella finale di Torino 2014 ha battuto il Benfica ai rigori (0-0 al 120’) SUCCESSI ITALIANI Da quando la manifestazione si chiama così mai nessuna italiana l’ha vinta. L’ultimo successo in coppa Uefa risale al 1998-99 e lo ottenne il Parma

Il maggiolino domina ma ha bisogno dell’Europa 1La Volkswagen, padrona del Wolfsburg,

ha quote nel Bayern e nell’Ingolstadt, primi in Germania. Un potere che fa discutere

Pierfrancesco Archetti

P

er cercare di distanziarsi ancor più dalla seconda, il Bayern è andato in ritiro a Doha con i soldi della diretta inseguitrice. In Germania succede anche questo, a Dortmund si sono arrabbiati, ma la famiglia allargata non è una novità, semmai risalta ora che il Wolfsburg è in alto. La Volkswagen, proprietaria dei verdi, è anche socia nel Bayern. Così quando Guardiola e amici sono sbarcati in Qatar nello scorso gennaio, hanno scoperto che il loro

quartier generale si chiamava Volkswagen Camp. E’ come se James Pallotta avesse pagato il lavoro invernale della Juve, o se il Barcellona avesse sponsorizzato il ritiro del Real Madrid. MAMMA GENEROSA La casa automobilistica dai 12 marchi (tra cui Audi, Porsche, Lamborghini e Ducati) ha virato energicamente sul calcio da quando è diretta dall’a.d. Martin Winterkorn. «Perché non bisogna unire le passioni per auto e calcio, che io ho, in un matrimonio economico?» ha detto in un’ intervista a Stern. L’ex portiere dilettante, che ancor oggi si di-

verte fra i pali in alcune partite a scopo benefico, è presente a quasi tutte le gare dei verdi, ma siede pure nel consiglio di sorveglianza del Bayern: come Audi nel 2009 comprò per 90 milioni circa il 9% della società bavarese, oggi sceso all’8,33 per equilibrio con gli altri due partner (Allianz e Adidas). E’ come se Sergio Marchionne avesse una poltrona anche all’Inter o al Milan. Ma non è finita. Sempre con la marca dei quattro cerchi, Volkswagen possiede il 20% dell’Ingolstadt, club di seconda divisione della città dove ha sede l’Audi. E la quota si ingigantisce considerando sponsorizzazione e proprietà del nuovo stadio. VINCENTI Se finissero oggi i campionati in Germania, la «Vw» avrebbe un campione (Bayern), un vice (Wolfsburg)

Il Wolfsburg dell’andata con lo sponsor-proprietario in vista GETTY

e una promossa dalla B (l’Ingolstadt è primo). Ma gli analisti sostengono che l’Europa può fare rendere una volta e mezzo di più, e non basta che le «Frauen» del calcio femminile del Wolfsburg abbiano preso la seconda Champions a maggio, completando la doppietta con la Bundesliga. Ecco dunque

l’operazione Lupi, cioè portare i maschi in alto nella costellazione internazionale. Iniziato un decennio fa e giunto al culmine nel 2009, con la conquista dell’unico «scudetto», il progetto era stato vicino al fallimento nelle annate successive quando il Wolfsburg ha sfiorato la retrocessione (2011). Un nuovo

intervento economico, oltre ai cento milioni di mantenimento del club, ha portato a 120 milioni l’esborso per assicurarsi Luiz Gustavo (16), Kevin de Bruyne (22), Andre Schürrle (32) più molti altri protagonisti della squadra che all’andata ha schiantato l’Inter. La Uefa ha alzato le antenne per il fair paly finanziario (quietato con accordi di sponsorizzazione), ma che il calcio debba diventare «un modello affaristico che dà profitto» è il motto dei boss di un’azienda che ha fatturato 202 miliardi di euro nel 2014, con 13 miliardi di utili. La Volkswagen sponsorizza pure in diverse forme 16 delle 36 squadre professionistiche tedesche. Il maggiolino domina, tocca all’Inter sgonfiargli le ruote. Anche se magari sono Pirelli. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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MONDO ESECUTIVO FIFA

Qatar ’22: si decide la finale Blatter vuole il 18 dicembre

INTER-STRASBURGO 3-0 Coppa Uefa 1997-98, ritorno ottavi: dopo lo 0-2 incassato in Francia all’andata, a San Siro reti di Ronaldo, C. Zanetti e Simeone (nella foto)

BAYERN-INTER 2-3 L’impresa di Leonardo negli ottavi di Champions League 2010-11: dallo 0-1 a San Siro dell’andata al 3-2 di Monaco con reti di Eto’o, Sneijder e Pandev

Mancio, oggi e domani «Sarà la nostra notte E starò qui a lungo» 1Il tecnico: «Serve un 2-0, non un 4-0... Sono all’Inter per

costruire un ciclo». Shaqiri corre, andrà almeno in panchina

clic ARBITRA CLATTENBURG IL MANCIO CON LUI TRAVOLSE 6-1 FERGUSON

INVIATO A APPIANO GENTILE (CO)

A

un certo punto la sedia stile Formula1 scende da sé. Beh, che succede? In sala: è la panchina che scricchiola? Mancio ridacchia. «Noooo: io rimarrò qui per costruire una squadra che possa vincere per anni. Senza dubbio». Bene: il futuro è sistemato. Ora tocca al presente, e sull’agenda di Mancini c’è un concetto. «So-

NON SENTO PRESSIONE PER GLI ERRORI FATTI IN GERMANIA: SE UNO NON CREDE NELL’IMPRESA MEGLIO STARE A CASA

Sepp Blatter, 79 anni, presidente Fifa LAPRESSE ● Qatar 2022 a Natale? Non proprio: alla vigilia. Tra oggi e domani l’Esecutivo Fifa, riunito a Zurigo, deciderà le date della fase finale più discussa di sempre. E visto che Blatter vuole la finale il 18 dicembre, non il 23 (come preferisce l’Uefa), così si farà. Salvo sorprese clamorose. Il torneo comincerà il 19 novembre, durerà 28 giorni, con 4 gare al giorno, e la fase a gruppi dovrebbe durare 12 giorni. MILIONI AI CLUB Club e sindacato calciatori si oppongono, ma alla fine la resistenza sarà «piegata» aumentando la cosiddetta partecipazione agli utili del Mondiale. Per Brasile 2014 sono stati distribuiti 60 milioni, ma l’Uefa ne ha già stanziati 150 per Francia 2016: prevedibile quindi un forte aumento Fifa, anche se nei giorni scorsi il segretario Valcke aveva negato questa possibilità. Pretattica, naturalmente. QUANTE FINALISTE? Questi soldi vanno però... trovati. Una delle soluzioni, elettoralmente vantaggiosa, sarebbe aumentare il numero delle finaliste per far crescere i (già enormi) diritti tv. Non è un caso che nei programmi elettorali degli sfidanti europei di Blatter — cioè Figo e Van Praag — si parli proprio di allargamento della fase finale: 36, 40, o 48 nazionali. Il rischio è abbassare il livello tecnico, ma in fondo la cifra è sempre cresciuta e il Mondiale è a 32 squadre ormai da Francia 98. Prima del Qatar c’è comunque Russia 2018: nel fine settimana l’Uefa discuterà i criteri di qualificazione. MONDIALE 2026 Sarà il primo torneo assegnato dal Congresso (209 voti) e non dall’Esecutivo. Il continente da cui manca ormai da tempo, dal 1994, è il Nord America: gli Usa (che chiedono un indennizzo per lo «scippo» del 2022) e il Canada sono pronti. Fabio Licari

JUAN PABLO CARRIZO PORTIERE DELL’INTER

no molto ottimista, perché si possono fare cose straordinarie e perché in una gara può succedere di tutto». Punto. SHAQ C’E’ Nel frattempo, sui campi e in solitaria, Xherdan Shaqiri si allena per certificare il miracolo del recupero: lavora blandamente, il bicipite femorale non fa male, «valutiamo, valutiamo, ci sono ancora 24 ore» dice Mancio. Che lo convoca, con l’idea di rischiarlo giusto se la situazione sarà grigis-

sima. «Non sta male» aggiunge il tecnico. Shaq c’è. SE NON CI CREDI, STAI A CASA E c’è pure Juan Pablo Carrizo, appassionato di boxe che metterà i guantoni fra i 40.000 di San Siro. «Io - fa l’argentino non sento assolutamente la pressione per gli errori dell’andata. Dispiaciuto per ciò che è successo ma ora sono tranquillo, sereno: so che daremo una grande prova di maturità, dobbiamo tirare fuori ogni cosa.

Roberto Mancini, 50 anni, e Xherdan Shaqiri, 23 anni, parlano fitto: per stasera lo svizzero è a disposizione PEGASO

determinante». Pausa. Consigli: «Dobbiamo far la partita con la testa, essere forti, difendere bene e magari avere un po’ di fortuna. Dobbiamo vincere 2-0, un risultato possibile, non dobbiamo segnare 4 reti… Come squadra abbiamo bisogno di una serata importante che ci dia morale in vista delle ultime 11 gare di campionato. Loro sono una squadra fortissima, ma qualcosa concederanno». Meglio se più di qualcosa.

Ansia Vieirinha, botta e ghiaccio Hecking: «Occhio alla pressione» altre decisioni. Partiamo dal presupposto che giocherà. Può farlo basso come nel primo tempo dell’andata o alto sempre a destra. A quel punto con De Bruyne intoccabile ci sarebbe la corsa a una maglia tra Caligiuri, Schürrle e Perisic. Se invece il portoghese dovesse dare forfait, Träsch confermato terzino destro e davanti i tre in ballottaggio si spartiranno due maglie. Dost non sta benissimo, ma è favorito su Bendtner. «La partita contro il Cesena non è stata importante – ha detto Hecking -. Questa è la loro ultima chance per vincere qualcosa in stagione, dovremo essere bravi a gestire la pressione». m.b. © RIPRODUZIONE RISERVATA

A

d Appiano c’è la sua... inviata, l’assistente Susie Hatadji. Stasera sarà a San Siro: previsti sms con Erick Thohir. «Inter-Wolfsburg - dice il n° 1 su inter.it rivolgendosi ai giocatori - è una partita di quelle che vale la pena giocare, è un’emozione di quelle che vale la pena vivere. Credo in voi che scenderete in campo, per dare tutto, in nome di una notte che può regalare il sapore dell’impresa: so quanto sia difficile la sfida che ci attende ma so anche quanto amiate i colori che indossate, quanto ci teniate a dimostrarlo. I tifosi saranno a San Siro per supportarvi, fino all’ultimo istante. Io farò altrettanto insieme a milioni di altri

Egitto, il torneo riparte il 30 marzo a porte chiuse ● In Egitto il campionato di calcio potrà riprendere il 30 marzo, ma in stadi chiusi e senza pubblico. Le partite erano state sospese dopo gli incidenti dell’8 febbraio scorso tra tifosi dello Zamalek e polizia, che avevano causato 19 morti. Diverse vittime erano state soffocate dai lacrimogeni o schiacciate dalla calca mentre tentavano di entrare allo stadio.

CHAMPIONS LEAGUE ASIA

Thohir: «Sì, credo nell’impresa» Ausilio al Camp Nou vede Touré INVIATO AD APPIANO GENTILE

DOPO LA STRAGE DI FEBBRAIO

© RIPRODUZIONE RISERVATA

SOCIETA’ E MERCATO

QUI WOLFSBURG

● MILANO L’ultima immagine della rifinitura del Wolfsburg è preoccupante: la borsa del ghiaccio sulla caviglia sinistra di Vieirinha che esce scalzo. Un’immagine possibile grazie al fatto che l’allenamento è rimasto aperto al pubblico per tutta la sua durata. Il club tedesco ha buttato giù i paletti del cerimoniale con il sorriso sulle labbra offrendo la possibilità ai tifosi (circa 30) e ai giornalisti di seguire la seduta di Dieter Hecking. Tensione zero, intensità mille. Così si è svolto l’allenamento tra torelli misti e partitella. Non sono stati provati i rigori e l’impressione è che l’allenatore abbia già le idee chiare. Dall’esterno invece sopravvivono alcuni dubbi, tutti sugli esterni. Vieirinha verrà valutato questa mattina al risveglio e attorno a lui ruotano

I RAGAZZI MERITEREBBERO I motivi per crederci sono tre. «Perché tutte le coppe vinte dall’Inter sono state vinte con delle rimonte clamorose, con Trapattoni e Simoni. Perché credo che una serata senza errori prima o poi possa capitare anche a noi. Perché tutti i giocatori vogliono questo e se lo meritano. Come sto dopo il pari contro il Cesena? Avevo gli occhi rossi, ma per il vento e perché ero dispiaciuto per i giocatori: la crescita è un lavoro lungo che passa anche da alcune delusioni, e quella sera abbiamo perso una buona occasione. Niente è chiuso, ma credo che, in assoluto, avremmo meritato 5-6 punti in più in classifica». MATEO Chi deve meritare applausi è Kovacic (annunciato titolare). «Se avrà spazio - fa Mancini -, spero possa essere

● L’arbitro Mark Clattenburg porta bene a Roberto Mancini. L’arbitro di questa sera è lo stesso che diresse United-City, il derby di Manchester vinto dal Mancio 6-1 il 23 ottobre 2011. Identico anche uno dei guardalinee, Simon Beck, che oggi sarà il primo assistente.

Matteo Dalla Vite

Credo nell’impresa, perché se non hai fiducia è meglio se stai a casa; e perché gli ostacoli, nella vita, vanno superati».

Il presidente indonesiano Erick Thohir, 44 anni ANSA

fan in tutto il mondo. Crediamo in voi! Forza ragazzi, forza Inter!». CONTATTI CITY Intanto ieri — dopo aver assistito martedì ad Atletico Madrid-Leverkusen — il dt Piero Ausilio era a Barcellona: altri contatti con il City per Touré ma anche Milner (in scadenza), il tutto mentre Jovetic avrebbe detto, circa un futuro all’Inter, «non si sa mai». Che all’Inter piaccia è noto, ma se Manuel Pellegrini lascerà il City (cosa probabile) lui resterà dov’è. Un ex Citizens è Micah Richards, ora in viola e in scadenza a giugno: «Dovevo andare all’Inter a gennaio, so che Mancini vorrà fare una grande squadra l’anno prossimo». E se lo sa... m.d.v. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Come corre Cannavaro Guangzhou, 3a vittoria ● Terza partita e terza vittoria nel girone H della Champions Asia per il Guangzhou di Fabio Cannavaro, ormai a un passo dalla qualificazione. La squadra guidata dall’ex capitano azzurro supera i giapponesi del Kashima per 4-3: avanti con Goulart, il Guangzhou subisce la rimonta ma fra il 58’ e il 61’ ribalta con Elkeson e ancora Goulart. Nel recupero, quarto gol di Zhao Xuri.

RUSSIA

Insulti razzisti a Hulk Torpedo, 2 gare senza tifo ● La Torpedo Mosca giocherà due partite del campionato russo a porte chiuse: la squalifica è arrivata dopo i cori razzisti nei confronti dell’attaccante dello Zenit, il brasiliano Hulk, durante la gara giocata a Mosca e terminata con il punteggio di 1-1. È la terza volta che la Federcalcio russa sanziona la Torpedo per episodi di razzismo.


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Europa League R Ritorno ottavi

GIOVEDÌ 19 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Mai più senza Higuain No Champions, no Pipita

1A Mosca riecco l’argentino: Napoli favorito grazie alla sua tripletta nell’andata, ma la punta resterà solo se giocherà la coppa più ricca

COSÌ ALL’ARENA KHIMKI, ORE 18 (A. 1-3) DINAMO MOSCA 4-2-3-1 18 ZHIRKOV

NAPOLI 4-2-3-1

7 DZSUDZSAK 6 VAINQUEUR

88 INLER

15 HUBOCAN

33 ALBIOL 14 9 9 17 VALBUENA KOKORIN HIGUAIN HAMSIK

30 GABULOV 4 SAMBA

Mimmo Malfitano INVIATO A MOSCA

5 BRITOS

25 KOZLOV

S

45 ANDUJAR

8 JORGINHO

8 YUSUPOV

i riparte dalla sua tripletta, dallo show che ha esaltato la notte del San Paolo, appena una settimana fa. Stasera Gonzalo Higuain ci sarà: stavolta non ci saranno sorprese, Rafa Benitez sa bene che nessuno gli perdonerebbe un’esclusione del Pipita in una partita così importante. Nella gara d’andata, il Napoli ha ipotecato la qualificazione ai quarti proprio per merito dell’attaccante argentino, che ha mostrato il meglio del suo repertorio realizzativo. Ed è su questo vantaggio che l’allenatore spagnolo organizzerà il suo collettivo: in pratica, ci saranno tutti i titolari, a parte gli infortunati Gargano e Koulibaly, rimasti a Castelvolturno a curarsi.

11 MAGGIO

23 GABBIADINI

11 IONOV

6 DE GUZMAN

ALLENATORE Cherchesov

31 GHOULAM

ALLENATORE Benitez

PANCHINA: 21 Berezovski, 3 Buttner, 5 Douglas, 13 Granat, 23 Manolev, 28 Rotenberg, 22 Kuranyi SQUALIFICATI: Zobnin DIFFIDATI: Kozlov, Denisov, Vainqueur, Buttner, Douglas INDISPONIBILI: Denisov

PANCHINA: 1 Rafael, 16 Mesto, 4 Henrique, 18 Zuniga, 19 Lopez, 14 Mertens, 7 Callejon, 91 Zapata SQUALIFICATI: nessuno DIFFIDATI: Ghoulam INDISPONIBILI: Michu, Gargano, Koulibaly

ARBITRO Nijhuis (Ola) GUARDALINEE van de Ven (Ola) -Schaap (Ola) QUARTO UOMO van Dongen (Ola) ADDIZIONALI Blom-Janssen (Ola) TV Premium Calcio 1, Premium Calcio 2 HD

Gonzalo Higuain, 27 anni, 5 gol in Europa League (tripletta alla Dinamo) e 23 in tutta la stagione LAPRESSE

situazione

GOL PESANTI Si riparte dal Pipita, dunque, dopo il disastro di Verona. Una vera e propria lezione impartita a Benitez che, colpevolmente, ha sottovalutato l’impegno di campionato, schierando le seconde linee e lasciando in panchina Gabbiadini e Higuain, colui che in Europa League, finora, ha realizzato 5 reti e che è il capocannoniere in assoluto del Napoli con 23 gol stagionali.

NAPOLI AVANTI PURE PERDENDO DI UN GOL OPPURE PER 4-2, 5-3... ● Il 3-1 dell’andata consente al Napoli di passare ai quarti anche perdendo di un gol (1-0, 2-1...) o di due segnandone almeno due (4-2, 5-3...). Con il 3-1 per i russi, supplementari ed eventuali rigori.

Insomma, i progetti del club non possono prescindere dalla presenza dell’argentino, il cui futuro napoletano è legato proprio alla partecipazione alla prossima Champions League, senza la quale difficilmente resterà. E sono due le strade che il Napoli ha a disposizione per accedervi: arrivare secondo o terzo in campionato, oppure vincere l’Europa League. Il sorpasso in classifica della Lazio ha creato preoccupazione nell’ambiente, si fa fatica a pensare positivo. Ma la presenza di Higuain è garanzia: tutto som-

mato, a lui Napoli piace, probabilmente ci resterebbe pure volentieri. I suoi progetti, tuttavia, hanno ben altre mire: lui vuole vincere, e non certo la coppa Italia. OTTIMISMO BENITEZ Ha le idee ben chiare anche Rafa Benitez sull’esito della sfida con la Dinamo Mosca: «Vogliamo la qualificazione, perché abbiamo le qualità per ottenerla», ha osservato l’allenatore spagnolo. Che ha chiarito pure il senso del messaggio lanciato dal presidente ai giocatori. «Rispetto a

CENTIMETRI

De Laurentiis, io ho il vantaggio di viverli tutti i giorni, ne conosco gli umori e la rabbia. Tutti hanno una gran voglia di rivalsa dopo la sconfitta di Verona. Sono arrivato qui per aiutare la società a crescere a livello internazionale e, finora, abbiamo vinto due coppe, seppur nazionali. Al momento, però, siamo ancora in corsa per tutti gli obiettivi che ci siamo prefissati. Dunque, i conti facciamoli a fine stagione». BASTA NAZIONALE Cristian Maggio, al termine della confe-

renza pre gara, ha comunicato il suo addio alla maglia azzurra. «Ne parlerò con Conte e gli comunicherò la mia decisione. In questi anni sono stato molto impegnato e ho trascurato la famiglia. Ora ho voglia di recuperare il tempo che le ho sottratto», ha spiegato il difensore napoletano, che in questi giorni sta discutendo il rinnovo del contratto in scadenza a giugno prossimo. Lui vorrebbe due anni, il Napoli gliene ha offerto soltanto uno. Le parti stanno riflettendo. © RIPRODUZIONE RISERVATA

SOGNANDO LA RIMONTA

Toro, anche stavolta non puoi sbagliare una mossa 1Serve un’impresa come a Bilbao. Ventura ci crede: «Ho le stesse sensazioni di quella notte». E se il re Quaglia, la torre Darmian e l’alfiere Glik attaccano bene la scacchiera...

COSÌ ALL’OLIMPICO, ORE 21.05 (A. 0-2) TORINO 3-5-2

ZENIT 4-2-3-1 19 SMOLNIKOV

3 MOLINARO 24 MORETTI

30 PADELLI

25 GLIK

19 MAKSIMOVIC

7 HULK

7 EL KADDOURI 14 GAZZI 8 FARNERUD

5 RYAZANTSEV

27 QUAGLIARELLA

13 NETO

23 35 RONDON DANNY 11 MAXI LOPEZ

36 DARMIAN

ALLENATORE Ventura PANCHINA: 13 Castellazzi, 18 Jansson, 21 Gaston Silva, 5 Bovo, 22 Amauri, 17 Martinez, 32 Masiello SQUALIFICATI: Benassi DIFFIDATI: El Kaddouri, Molinaro, Gazzi, Darmian INDISPONIBILI: Vives

1 LODYGIN 28 WITSEL

24 GARAY

17 SHATOV 4 CRISCITO

ALLENATORE Villas-Boas PANCHINA: 71 Baburin, 6 Lombaerts, 8 Mogilevets, 90 Sheydaev, 33 Rodic, 58 Zuev, 44 Tymoshchuk SQUALIFICATI: Javi Garcia DIFFIDATI: Criscito, Garay, Smolnikov, Ryazantsev, Shatov, Fayzulin, Danny, Hulk INDISPONIBILI: Fayzulin, Arshavin, Malafeev, Anyukov

ARBITRO Jug (Slo) GUARDALINEE Zunic (Slo)-Bojan Ul (Slo) QUARTO UOMO Rojko (Slo) GIUDICI DI PORTA Zganec (Slo) Balazic (Slo) TV Premium Calcio 1, calcio 1 HD CENTIMETRI

Francesco Bramardo TORINO

S

tasera non sarà sufficiente vincere per passare il turno. Contro lo Zenit il Toro dovrà fare la partita perfetta oltre ai gol, e tanti, non meno di tre senza subirne alcuno. Contro l’Athletic Bilbao c’è riuscito, lontano da casa, ma subendo comunque due reti. Al contrario lo Zenit nel girone di Champions, prima di essere eliminato, ha perso fuori casa al massimo per 2-0 contro Monaco e Bayer. Giampiero Ventura alla luce della mezz’ora dell’andata prima dell’espulsione di Benassi è ottimista: «Ho le stesse sensazioni della vigilia di Bilbao. Quando siamo partiti quattro anni fa non c’era più il Toro, ma solo macerie. Stasera va in campo il Toro ricostruito, che vuole giocare e vincere da Toro». Villas-Boas tecnico dello Zenit mette pressione ai suoi: «Si riparte dallo 0-0 contro un Toro ferito, abbiamo il 50% di probabilità di passare i l turno. Dobbiamo cercare di fare subito un gol per chiudere il discorso». Ma ecco come il Torino in cinque mosse può dare scacco matto allo Zenit. IL RE Ovvero Fabio Quagliarella. La prima mossa, e più importante, sarà la sua. E’ il pezzo fondamentale, perderlo significa automaticamente essere sconfitti. Ha segnato 10 gol in campionato e 4 in Europa e una sua rete eliminò lo Zenit quando era all’Udinese. C’è bisogno dei suoi gol per passare il turno, ma anche quelli di Maxi Lopez: se i granata sono negli ottavi è

COSÌ I GRANATA VOGLIONO DARE SCACCO ALLO ZENIT LA REGINA Lo stadio esaurito per la carica emotiva

QUAGLIARELLA DARMIAN

EL KADDOURI GLIK

MOLINARO LE TORRI Darmian e Molinaro per la spinta sulle fasce

MORETTI

GLI ALFIERI Moretti e Glik si inseriscono per trovare i gol dalla difesa

I L CAVALLO El Kaddouri per la qualità e gli assist I L RE Quagliarella per il tocco finale: il gol GAZZETTA DELLO SPORT

grazie alle tre reti dell’argentino contro l’Athletic Bilbao. LE TORRI Nello scacchiere granata Darmian e Molinaro sono le torri in grado di muoversi in verticale su tutto il binario: i primi a dare una mano in difesa, i più veloci a imbastire un contropiede, la giocata vincente per le punte. Contro i baschi hanno fatto la differenza sia all’andata che al ritorno. PEDONI-ALFIERI Movimenti diversi e compiti precisi per gli stessi giocatori, i difensori. Blindare la porta di Padelli significherebbe vincere mezza partita, dare un contributo in zona gol come in campionato può essere decisivo. In Europa capitan Glik (6 reti in A, un re-

cord), è ancora a secco. Invece Darmian è a quota tre, Molinaro e Gaston Silva a uno. CAVALLO Con un centrocampo ridotto all’osso, Gazzi e Farnerud impegnati ad ingabbiare il belga Witsel, la chiave tattica è nelle mani di Omar El Kaddouri. Finora si è espresso a sprazzi: ha colpi, manca di continuità, ma in Coppa si esalta. Dalle sue giocate dipende il rifornimento per le punte. LA REGINA L’ultima mossa, non meno decisiva, spetta alla tifoseria granata. Stadio Olimpico esaurito, come per l’Athletic Bilbao: un segno di affetto e di sostegno a quella che sulla carta è una vera e propria impresa. © RIPRODUZIONE RISERVATA

situazione IL TORO SI QUALIFICA SE VINCE CON ALMENO TRE GOL DI SCARTO ● Il Torino, dopo il 2-0 per lo Zenit a San Pietroburgo (Witsel e Criscito), si qualificherà per i quarti di Europa League vincendo con almeno tre gol di scarto. Con due gol di vantaggio ma subendo reti, sarebbe eliminato per i gol «doppi» dello Zenit fuori casa. In caso di 2-0 granata, supplementari ed eventuali rigori.


Europa League R Ritorno ottavi

GIOVEDÌ 19 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

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Garcia-Montella, sfida sul futuro 1Il tecnico della Roma: «Io via se non sarò più un valore». E la Fiorentina sogna il colpo HANNO DETTO JUVENTUS-ROMA MI HA FATTO CAPIRE CHE SIAMO PIÙ FORTI. SONO CERTO CHE VINCEREMO NOI LO SCUDETTO RUDI GARCIA ALLENATORE ROMA - 17/10/14

ROMA È LA PIAZZA PIÙ DIFFICILE DEL MONDO. SE CAPIRÒ DI NON ESSERE PIÙ UN VALORE MI FARÒ DA PARTE RUDI GARCIA ALLENATORE ROMA - 18/3/15

TEMO L’ORGOGLIO DEI GIALLOROSSI, LA LORO VOGLIA. BABACAR? È PRONTO. E COME LUI ANCHE GOMEZ VINCENZO MONTELLA ALLENATORE FIORENTINA

Andrea Pugliese ROMA

«D

opo la pioggia c’è sempre il sole». Già, ed infatti Garcia punta a mettersi alle spalle la tempesta già da stasera, cercando il pass per i quarti di Europa League. Anche se poi è curioso vedere come tra lui e Montella i destini negli ultimi mesi si siano quasi capovolti, con il tecnico viola che dalla tempesta è uscito già da un po’ e la pioggia se l’è lasciata alla spalle e lo stesso Garcia che proprio mentre il collega cercava riparo si godeva un sole che oggi non c’è più.

doria abbiamo giocato meglio di altre gare dove avevamo pareggiato. Avessimo avuto 5-6 punti in più come potevamo avere, sarebbe stato tutto diverso». FUTURO RUDI Già, come diverso può essere il suo destino, a seconda della piega che prenderà la stagione, dopo che il 17 ottobre si era detto sicuro di vincere lo scudetto. «Ripeto, non sarò mai un peso per questo club — continua Garcia — Sono venuto qui per vincere dei trofei, nonostante Roma sia la piazza più difficile del mondo. E

BABA & GOMEZ Come ad un certo punto ha lottato Montella, per uscire da una situazione di empasse in cui si era infilata la sua Fiorentina. Lui che Roma la conosce bene eccome. «Non posso sapere cosa succederà, ma so che i tifosi giallorossi sono sempre stati vicini alla squadra, anche nei momenti difficili. La Roma ha grandi calciatori, temo il loro orgoglio, la loro voglia di fare una grande gara». È per questo che Montella («Totti? Non l’ho sentito, ma neanche all’andata») rilancerà Babacar dal via, tenendosi come carta di riserva Gomez. Due recuperi doc. «Babacar sta bene, è pronto. Mario ha superato i test ed è convinto di poterci essere». Si affiderà anche a loro per segnare almeno quel gol che è la dote minima di cui ha bisogno. E che potrebbe allungare quel sole che a Firenze è tornato a splendere da un po’.

NESSUNA DEPRESSIONE Un pezzo del futuro di Garcia passa dalla sfida di questa sera. Un po’ perché l’Europa resta un obiettivo (ma la priorità è il 2° posto in campionato), un po’ perché un’eventuale eliminazione creerebbe una depressione ancora più forte nell’ambiente da cui sarebbe dura guarire. «Io non mi esaltavo quando le cose andavano bene e non mi abbatto ora — dice il francese — Sembra quasi che si stia lottando per la salvezza, che siamo fuori da tutto. Vogliamo la qualificazione, la differenza di solito la fa se la palla entra o no. Paradossalmente con la Samp-

1Il capitano in questa stagione non ha mai segnato all’Olimpico nei match europei. E in casa è a secco dal derby Massimo Cecchini ROMA

L

● le reti stagionali messe a segno finora da Francesco Totti: due (Manchester City e Cska Mosca) in Champions League e cinque in campionato

ROMA 4-3-3 25 HOLEBAS

FIORENTINA 3-5-2 17 JOAQUIN 24 FLORENZI

27 GERVINHO 74 SALAH

2 YANGA-MBIWA 28 SKORUPSKI 44 MANOLAS

35 TOROSIDIS

10 TOTTI

16 DE ROSSI

20 KEITA

8 LJAJIC

ALLENATORE Garcia PANCHINA: 26 De Sanctis, 15 Pjanic, 23 Astori, 32 Paredes, 53 Verde, 7 Iturbe, 88 Doumbia SQUALIFICATI: Nainggolan (1) DIFFIDATI: Yanga-Mbiwa, Maicon, Torosidis INDISPONIBILI: Castan, Maicon

15 SAVIC

5 BADELJ

2 14 1 MATI FERNANDEZ G. RODRIGUEZ NETO 30 BABACAR 20 BORJA VALERO

40 TOMOVIC

28 ALONSO

ALLENATORE Montella PANCHINA: 24 Lezzerini, 4 Richards, 19 Basanta, 23 Pasqual, 33 Gomez, 10 Aquilani, 72 Ilicic SQUALIFICATI: nessuno DIFFIDATI: Savic, Basanta, Badelj INDISPONIBILI: Rossi, Tatarusanu, Bernardeschi, Pizarro

ARBITRO Cakir (Turchia) GUARDALINEE Duran-Ongun (Turchia) QUARTO UOMO Satman (Turchia) ARBITRI DI PORTA Ozkahya-Abay (Turchia) TV Premium Calcio INTERNET www.gazzetta.it CENTIMETRI

LA PROMESSA

Totti a caccia del gol perduto La fine della crisi dipende da lui

7

COSÌ ALL’OLIMPICO, ORE 19 (A. 1-1)

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IL SENATORE

Francesco Totti, 38 anni LAPRESSE

quando capirò di non essere più un valore aggiunto per riuscire a farlo, mi farò da parte». Come dire, aspetto i conti («Che si fanno sempre alla fine, succederà anche quest’anno»), anche se poi Garcia ci torna su, puntualizzando le difficoltà di una piazza a volte isterica, ma sicuramente meno difficile di altre. E che, dopo un 1-7 casalingo contro il Bayern, l’ha difeso e coccolato. «Ne parleremo meglio a fine stagione. Anzi, all’inizio della prossima. Perché io fino all’ultimo minuto dell’ultima partita ci sarò. E sarò il primo a lottare, sempre».

a forbice, in effetti, è davvero ampia. Pensateci. Esattamente 11 giorni dopo che Khouma El Babacar era nato (il 17 marzo 1993), Francesco Totti esordiva in Serie A. Il ragazzino giallorosso aveva 16 anni e quel giorno di marzo non si aspettava divenisse così particolare. In qualche modo, 22 anni più tardi, anche questo marzo comincia ad assumere l’aspetto di un momento di svolta per il capitano della Roma. L’Europa, per lui, è un giardino che nelle ultime stagione gli era mancato. Per questo, dopo averlo ritrovato, non vorrebbe perderlo di nuovo, e soprattutto per mano di quella Fiorentina che già qualche settimana fa gli aveva rubato la possibilità di correre per la decima Coppa Italia. STELLA UEFA Tra l’altro, proprio pochi giorni fa Totti è stato omaggiato dalla Uefa con un video celebrativo dei suoi gol continentali più belli. Di sicuro

quelli segnati nella attuale Champions, prima della eliminazione, non sono stati banali. Al Manchester City in contropiede e al Cska Mosca su punizione sono state due realizzazioni che hanno aperto il cuore alla speranza del passaggio del turno, prima che la realtà facesse ripiegare la squadra di Garcia sul gradino inferiore. Stavolta, però, il numero dieci giallorosso cerca il primo gol europeo casalingo della stagione, e mai momento sembra essere più propizio, visto la crisi che azzanna l’attacco della Roma. ANEMIA I numeri infatti sono chiari: in questo scorcio di 2015 i giallorossi hanno realizzato 15 reti in 16 partite disputate. Di questo magro bottino, due sono stati firmati proprio da Totti, e non una partita come le altre, visto che si trattava del derby. Da quel momento, però, il capitano giallorosso non ha più segnato all’Olimpico, e il digiuno adesso ha superato i due mesi. Insomma, un motivo in più per riprendere la marcia, senza contare come in fondo alla strada ci sia per lui una eterna sfida con se stesso. Il motivo è noto: tra poco più di 15 mesi scadrà il suo contratto e non è un mistero che la volontà del giocatore sia quella di prolungarla ulteriormente per avvicinarsi a quota 40 anni. Dal punto di vista del marketing e del merchandising sarebbe senz’altro un affare, sotto l’aspetto tecnico l’ultima parola spetterà alla dirigenza o all’allenatore del momento (ancora Garcia?). Totti vorrebbe che, quando si siederanno a tavolino, a parlare per lui, più che l’affetto dei tifosi, fossero i numeri. E basta. Perciò l’esito della attuale Europa League non sarà una tappa senza importanza all’interno di questo percorso. La Fiorentina è avvisata. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Olimpico speciale Babacar prepara un’altra notte da incorniciare 1In coppia con Salah, nello stadio

dove ha esordito in A. E dove ha già beffato la Roma, con la Primavera Davide Stoppini ROMA

K

Khouma Babacar, 22 anni LAPRESSE

8

● le reti stagionali di Babacar: 7 in campionato e 1 in Europa League. È il capocannoniere della squadra di Montella

houma e l’Olimpico è una storia cominciata un inverno di cinque anni fa. Sì, cinque: il bambino Babacar venne buttato dentro da Cesare Prandelli in un LazioFiorentina, debutto in Serie A a neppure 17 anni, il 27 febbraio 2010. La patente non sapeva neppure cosa fosse. Oddio, neppure adesso, se è vero che giusto un mese fa il senegalese è stato fermato alla guida di una Porsche senza licenza automobilistica, appunto, documento che non avrebbe mai preso. Eppure ora l’età ce l’ha tutta. Ce l’ha anche per conquistare definitivamente la Fiorentina. «Non è più così tanto giovane ormai, deve capire cosa fare del suo grande talento», ha detto di lui pochi giorni fa Vincenzo Montella. Uno che di talento e attaccanti se ne intende. Uno che stasera butta dentro Babacar, per far male alla Roma al punto da eliminarla dalla seconda coppa stagionale. «Khouma sta bene, è recu-

perato, può giocare», ha detto ieri l’allenatore viola. E può segnare, come fatto — sempre all’Olimpico — nel 2011, nella Supercoppa Primavera tra Roma e Fiorentina. QUASI EX Che poi un gol stasera sarebbe il modo migliore per festeggiare i 22 anni compiuti martedì. E chissà, forse pure l’apripista per un rinnovo di contratto (l’attuale scade nel 2016) che a Firenze aspettano con ansia. Qui le previsioni segnalano bel tempo, dopo le nuvole iniziali dettate da una richiesta di un accordo da 1,5 milioni di euro. Ora il senegalese pare aver abbassato le pretese, di sicuro la società viola non vuole farsi sfuggire un giocatore visto crescere giorno dopo giorno, tutto casa e stadio: non è un modo di dire, se è vero che a Firenze Babacar vive proprio nei dintorni del Franchi. Cresciuto a pane e pallone, l’Europa League ora passa dai suoi piedi. Strana storia, perché questa partita Khouma avrebbe potuto giocarla a maglie invertite. È roba dell’estate scorsa, non è un mistero che per lui il d.s. giallorosso straveda ormai da anni. Così il progetto di Trigoria prevedeva la cessione di Destro e l’arrivo in giallorosso di Jovetic e Babacar. Chissà come sarebbe cambiata la musica della Roma. Chissà come sarebbe stata la stagione di Khouma, che ora l’Olimpico lo ritrova da avversario. Lui che con 8 gol è il capocannoniere stagionale della Fiorentina. A dispetto dei pochi minuti giocati. A dispetto di quell’indolenza che lo accompagna negli allenamenti e in partita. In fondo era così anche nel 2010. Ma il ragazzino è cresciuto, l’Olimpico stasera sembrerà meno grande. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Serie A R La rivelazione

GIOVEDÌ 19 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Lazio grandi numeri Pioli si prende l’oscar

1E’ il tecnico biancoceleste che ha fatto più punti da quando la Serie A è tornata a 20 squadre. Ma a lui interessa solo portarla in Champions IL CONFRONTO LA LAZIO DOPO 27 TURNI (DA QUANDO LA SERIE A E’ TORNATA A 20 SQUADRE) PIOLI 49 PUNTI

2014-2015

REJA 48

2011-12

REJA 48

2010-11

PETKOVIC 47 D.ROSSI 46*

2012-13 2006-07

MANCINI 44

2003-04

D. ROSSI 41

2008-09

PETKOVIC-REJA 38 D. ROSSI 38

2013-14 2005-06

D. ROSSI 33

2007-08

CASO-PAPADOPULO 33

2004-05

BALLARDINI-REJA 26

2009-10

*N.B. I PUNTI IN CLASSIFICA ERANO 43 MA QUELLI EFFETTIVAMENTE CONQUISTATI FURONO 46, COMPRESI I TRE DI PENALIZZAZIONE

Stefano Cieri ROMA

T

erzo posto solitario, secondo posto a un passo. Ma c’è una classifica in cui la Lazio di Pioli è addirittura prima. E’ quella del rendimento avuto - a questo punto del campionato - dalla squadra biancoceleste negli ultimi dodici anni. Da quando cioé la Serie A è tornata a 20 squadre. Ebbene, dal-

Stefano Pioli, 49 anni, con i suoi giocatori. E’ arrivato alla Lazio dopo tre stagioni a Bologna ANSA

la stagione 2003-04 (prima annata col torneo a 20) mai la Lazio dopo 27 giornate aveva totalizzato 49 punti, quanti ne ha invece conquistati quest’anno con Pioli. Il record, fino a lunedì sera, lo deteneva Edy Reja, che per due stagioni consecutive (2010-11 e 2011-12) era arrivato a quota 48 dopo 27 gare di campionato. Petkovic, nell’anno poi concluso con la vittoria ion Coppa Italia sulla Roma, si era invece fermato a 47. Più

indietro Delio Rossi che nella stagione 2006-07 aveva preso 46 punti dopo le prime 27 gare (in classifica ne aveva 43 perché quell’anno la Lazio era partita da meno 3). Due punti in meno, 44, per Mancini nella stagione 2003-04. Il Mancio, l’anno prima, e poi Eriksson e Zoff avevano punteggi più alti dopo 27 giornate, ma quelli erano campionati a 18 squadre, il raffronto quindi non è omogeneo. E poi, tecnicamente ed

RL’allenatore è

anche a 5 vittorie consecutive. Il record di Eriksson (9) però è lontano

economicamente, quelle erano altre Lazio. Con fior di campioni e budget illimitati. PUNTI E SPETTACOLO La PioLazio svetta invece nella graduatoria delle Lazio normali, quelle del post-Cragnotti, anzi del post-fallimento (sfiorato). E infatti le dodici stagioni prese in esame coincidono quasi per intero con l’epoca Lotito, iniziata nella stagione 2004-05, quindi un anno dopo il passaggio della A da 18 a 20 squadre. Per Pioli, che non si stanca mai di ripetere che la sua squadra non ha ancora fatto nulla, potersi vantare del titolo di miglior tecnico degli ultimi dodici anni di Lazio non significherà molto. Ma, pur trattandosi di un traguardo intermedio e platonico, è comunque un altro segnale di quanto stia lavorando bene e di quanto la sua Lazio faccia sul serio. Una macchina da punti che produce anche un gioco che fa innamorare. Ed è per questo che, pur essendo minime le differenze di punti con Reja e Petkovic, nella percezione della tifoseria biancoceleste il divario è più ampio. A favore di Pioli.

UNDER 21

Entra Verde Sportiello c’è Verdi in dubbio

MISSIONE CHAMPIONS Che, a proposito di numeri, insegue anche un altro primato, questo però molto più difficile da raggiungere. Col 2-0 sul Toro la sua striscia di vittorie consecutive è arrivata a cinque. Il record (9) lo detiene la Lazio di Eriksson (stagione 1998-99), il traguardo è lontano dunque, ma si comincia a intravedere. Chiaro, poi, che al di là di punti e vittorie consecutive, l’unico obiettivo che davvero conta è la qualificazione in Champions. Alla Lazio manca dalla stagione 2006-07, con Delio Rossi allenatore. Pioli ha i numeri per interrompere il digiuno.

● Verde più Verdi… e non vale parlare di «linea verde». In giornata il c.t. Di Biagio comunicherà i convocati per Germania-Italia di venerdì 27 e Italia-Serbia di lunedì 30, le ultime due partite dell’Italia Under 21 prima dell’Europeo di giugno. Verde della Roma è la novità principale: ha 18 anni ma si è guadagnato un posto. Simone Verdi ha quattro anni in più e ha contribuito alla stagione XL dell’Empoli. Di Biagio ha pre-convocato anche lui, perfetto come trequartista da 4-2-3-1, ma è (molto) a rischio: ha un problema al polpaccio. Stesso discorso per Rizzo della Samp: preconvocato ma infortunato. Non ci sarà Bonazzoli, rimasto con l’U19. L’attacco cambia, la porta di più. Forse. Cragno andrà con l’Under 20 e in lista ci sarà Sportiello, confermatissimo. Curioso capire chi giocherà: il titolare Bardi riserva al Chievo, il 12 Leali titolare col Cesena o proprio Sportiello? Il resto è logica di assenze: Di Biagio non avrà per infortunio Antei, Sturaro e Bernardeschi, probabilmente rinuncerà a Dezi. La possibile lista. Portieri: Bardi, Leali, Sportiello. Difensori: Barba, Bianchetti, Biraghi, Goldaniga, Murru, Romagnoli, Rugani, Sabelli. Centrocampisti: Baselli, Battocchio, Benassi, Cataldi, Crisetig, Molina, Verre, Viviani. Attaccanti: Belotti, Berardi, Longo, Trotta, Verde. Luca Bianchin Vincenzo D’Angelo

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Serie A R Dentro la crisi rossonera

GIOVEDÌ 19 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

IL TECNICO DELL’EMPOLI

PUNTI SCIUPATI Partite in cui è stato rimontato

Sarri: «Dite che non sono da grande? Pregiudizi»

Le vittorie finali

9

17

8 Le partite in cui il Milan è andato in vantaggio

17 Rimonte a causa delle quali i rossoneri hanno subito un pareggio

Occasioni in cui hanno poi perso la partita

6

3

Se le gare di campionato fossero terminate con la prima rete segnata in ogni confronto, i rossoneri si sarebbero trovati al 2° posto con 50 punti in classifica

Questa l’ipotetica classifica della serie A con il «golden gol» Juventus

65 Sassuolo

37

Milan

50 Chievo

35

Palermo

47 Verona

35

Lazio

46 Cesena

34

Napoli

45 Torino

34

Sampdoria

44 Empoli

32

Roma

43 Inter

32

Fiorentina

42 Udinese

32

Genoa

40 Cagliari

31

Atalanta

39 Parma

15

L’esultanza di Mattia Destro, 23 anni, dopo il gol dell’iniziale vantaggio a Firenze: il Milan verrà poi rimontato dalla Fiorentina PEGASO NEWS

Maurizio Sarri, 56 GETTY IMAGES

Milan, quanti rimpianti Hai buttato la Champions

T

1Se avesse vinto le gare in cui è andata in vantaggio, la squadra di Inzaghi sarebbe seconda: gravi limiti tecnici e caratteriali G.B. Olivero INVIATO A MILANELLO (VA)

P

oteva andare diversamente. Lo dice la logica, perché il Milan non è una grande squadra ma nemmeno una formazione da metà classifica. E lo dicono anche i numeri, perché 21 punti lasciati per strada dopo essere stati in vantaggio dimostrano come, più che la tecnica o la tattica, siano mancate molto spesso la concentrazione, la voglia di vincere, la cattiveria agonistica. Anche se adesso è difficile accorgersene, il campionato del Milan è costellato da una lunga serie di occasioni perse. Ripensando a quello che è accaduto solo nel 2015, ad esempio, i rossoneri sono andati in vantaggio inutilmente contro Sassuolo (0 punti al 90’), Torino (1 punto), Lazio (0 punti), Empoli (1 punto), Verona (1 punto). Se già quattro di queste cinque partite (escludiamo quella con la Lazio) si fossero concluse con una vittoria, avrebbero dato un colore diverso alla stagione rossonera: con nove punti in più Inzaghi coltiverebbe addirittura sogni di Champions. NOVE RIMONTE Insomma, le lacune ci sono e la squadra andrà

pesantemente rinforzata sul mercato. Ma resterà comunque il rimpianto per quello che sarebbe potuto essere e non è stato. In campionato il Milan ha subito complessivamente 9 rimonte: queste possibili vittorie si sono trasformate in 6 pareggi e 3 sconfitte. Nell’elenco c’è anche la trasferta sul campo della Sampdoria, in cui i rossoneri sono stati prima in vantaggio per 1-0 e poi in svantaggio per 2-1: finì 2-2. Situazione uguale e contraria nella gara casalinga con il Verona: da 0-1 a 2-1 fino al conclusivo 2-2. Ben più raramente i rossoneri hanno saputo recuperare una situazione di svantaggio: è accaduto a Empoli, Cesena e Cagliari (a parte i già citati casi particolari con Sampdoria e Verona). GOLDEN MILAN Volendo giocare un po’ con i numeri, c’è un altro dato che deve far riflettere. Se le partite di calcio fossero simili a una gara di velocità premiando con la vittoria chi passa in vantaggio, il Milan sarebbe addirittura secondo in classifica. Ricordate il vecchio golden gol? Sì, quell’invenzione che ci fece piangere all’Europeo 2000 (ahi, Trezeguet) e che ci regalò il titolo continentale Under 21 nel 1994 (prodezza di Orlandini). Ecco, il golden gol e la sua

versione light (silver gol) furono cancellati nel 2004. Ma se fosse in vigore in campionato i rossoneri sarebbero lanciati verso la qualificazione diretta alla Champions. Con il golden gol la Juve resterebbe padrona con 65 punti davanti a Milan (50), Palermo (47), Lazio (46). In questa particolare classifica l’Inter sarebbe in piena zona retrocessione a quota 32 insieme a Empoli e Udinese: più in basso ci sarebbero solo Cagliari (31) e Parma (15). E’ ovviamente un gioco, ma soprattutto lo spunto per una riflessione. Anche perché molte rimonte si sono concretizzate nell’ultima mezz’ora: la Fiorentina all’andata ha raggiunto il Milan al 64’, l’Inter al 61’, il Sassuolo ha effettuato il sorpasso al 67’, il Toro ha impattato all’81’, l’Empoli al 68’, il Verona al 95’, la Fiorentina al ritorno ha ribaltato la gara tra l’83’ e l’89’. Scarsa tenuta fisica? Forse, ma l’impressione è che si sia trattato più spesso di paura di vincere, di gravi limiti caratteriali, di una chiara difficoltà a congelare partita e pallone. Tutto è perduto fuorché l’onore, disse Francesco I di Francia. Il Milan è più o meno nella stessa situazione. Ma adesso che non ci sono più obiettivi e pressioni, giocare forse sarà più semplice. © RIPRODUZIONE RISERVATA

L’OLANDESE AL RIENTRO

De Jong: «Sono deluso Futuro? Tutto da vedere» Alessandra Gozzini MILANO

D

e Jong ha le idee chiare per il week-end, un po’ meno su quello che farà dopo. Per il sabato sera l’appuntamento è a San Siro e non è un evento da sottovalutare considerato che l’olandese è fuori per infortunio da fine febbraio. Il centrocampo rossonero, sguarnito a Firenze, si ripopola: con Poli, di nuovo arruolabile dopo la squalifica, riecco anche De Jong, per caratteristiche uno da prima li-

nea. «Sto bene e sono già rientrato con il gruppo. Sono pronto per sabato», che poi è il giorno dell’anticipo contro il Cagliari. Se per la settimana il programma è definito, allargando l’orizzonte la vista è sfumata: «Ultime partite con la maglia del Milan? Ho parlato col nostro direttore e l’ha fatto pure il mio manager. Vediamo come va. Sono ancora un giocatore del Milan, il prossimo anno non lo so». Con il contratto in scadenza in estate non erano possibili maggiori certezze ma la perplessità ribadita in pubblico non è indizio di

Nigel De Jong, 30 anni ANSA

grande ottimismo sul rinnovo. In ogni caso, seguiranno aggiornamenti. OBIETTIVO EUROPA In mezzo c’è da portare a termine una stagione, e Nigel argomenta al Casa Milan Store: «Questo momento non è difficile solo per noi, ma anche per società e tifosi. Dobbiamo crescere, io sono deluso perché voglio vincere sempre. Inzaghi è responsabile come lo siamo noi come giocatori. Abbiamo visto che in ogni partita qualcosa ci manca ma in questo periodo è complicato trovare continuità, ogni settimana abbiamo qualche infortunio. Con il Cagliari sono importanti i tre punti, come ottenerli non importa. Ci servono per la zona Europa, perché noi ci crediamo ancora, anche in questo momento difficile». © RIPRODUZIONE RISERVATA

Balotelli si sfoga «Mi conoscete? Allora state zitti» ● Mario Balotelli è tornato a sfogarsi sui social network. Stavolta l’attaccante del Liverpool ha affidato a Instagram il suo video in risposta alla critiche che gli sono piovute addosso. «Mi conoscete personalmente? Sapete cosa ho passato nella mia vita? Mi avete visto solo giocare. Quindi state zitti! Shut up». Oltre al video in cui Mario compare in primo piano rivolgendosi direttamente ai critici, anche una didascalia per ribadire il messaggio diretto a tutti «coloro che giudicano gli altri senza conoscerli».

Mario Balotelli, 24 ACTION IMAGES

PT

JUVENTUS ROMA LAZIO NAPOLI FIORENTINA SAMPDORIA GENOA INTER TORINO MILAN PALERMO UDINESE SASSUOLO VERONA EMPOLI CHIEVO ATALANTA CAGLIARI CESENA PARMA (-3)

64 50 49 46 45 45 37 37 36 35 35 32 32 32 30 29 25 21 21 9

PREGIUDIZI Ragione che dopo Milan-Empoli aveva attratto anche Berlusconi e l’a.d. milanista Galliani: a San Siro, ai massimi livelli del professionismo Sarri aveva aggiunto anche il bel gioco. Obiettivo raggiunto dopo una vita di lavoro in provincia, tanto da renderlo debuttante in Serie A a 55 anni. «Può darsi che su di me ci siano dei forti pregiudizi e che diranno sempre che sono un tecnico che può allenare solamente a Empoli o in società simili a questa. Però il nostro sforzo deve essere sempre quello di dimostrare il contrario, anche se ripeto io a Empoli sto benissimo e potrei rimanere tutta la vita». a.g. © RIPRODUZIONE RISERVATA

PROSSIMO TURNO

CLASSIFICA SQUADRE

ra vantaggi, la capacità di allestire un gioco d’attacco e insieme quella di far emergere giovani talenti, e controindicazioni, il nome che non scalda il tifo e la mancanza d’esperienza ai vertici, il nome di Sarri continua a essere abbinato al Milan. L’attuale allenatore dell’Empoli è uno dei candidati al trasloco sulla panchina rossonera, anche se dopo aver concesso un’apertura («nessun contatto, se mi vogliono devono prima parlare con il mio club») ora Sarri sembra chiudere: «A Empoli posso rimanere tutta la vita perché ci sto davvero benissimo». A Sansepolcro l’allenatore ha ricevuto il premio «La Clessidra d’oro» perché, come spiega la motivazione, «partendo dai dilettanti, è riuscito a distinguersi ai massimi livelli del professionismo».

PARTITE

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54 38 49 46 39 36 37 42 30 38 38 29 33 33 27 20 22 33 25 21

14 21 27 35 29 28 32 35 30 34 40 34 40 46 29 30 37 50 48 51

* 3 PUNTI DI PENALIZZAZIONE

CHAMPIONS PRELIMINARI DI CHAMPIONS EUROPA LEAGUE RETROCESSIONI

SABATO 21 MARZO CHIEVO-PALERMO ore 18 MILAN-CAGLIARI ore 20.45 DOMENICA 22 MARZO, ore 20.45 EMPOLI-SASSUOLO ore 12.30 JUVENTUS-GENOA ore 15 CESENA-ROMA LAZIO-VERONA NAPOLI-ATALANTA PARMA-TORINO SAMPDORIA-INTER UDINESE-FIORENTINA

(0-1) (1-1) (1-3) (0-1) (0-2) (1-1) (1-1) (0-1) (0-1) (0-3)

MARCATORI 15 RETI Icardi (3, Inter); Tevez (2, Juventus). 13 RETI Menez (7, Milan); Higuain (2, Napoli); Toni (3, Verona). 12 RETI Dybala (2, Palermo). 10 RETI Gabbiadini (Napoli; 7 nella Sampdoria); Quagliarella (2, Torino); Di Natale (Udinese). 9 RETI Callejon (Napoli). 8 RETI Felipe Anderson, Klose e Mauri (Lazio); Ljajic (1, Roma); Eder (1, Sampdoria); Berardi (4) e Zaza (1, Sassuolo); Thereau (Udinese). 7 RETI Maccarone (1, Empoli); Babacar (Fiorentina); Matri (7 nel Genoa), Morata e Pogba (Juventus); Djordjevic (Lazio); Destro (Milan; 5 nella Roma); Vazquez (Palermo).


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Serie A R Il caso

Parma caos, arrestato Manenti

1L’accusa è «tentato reimpiego» di 4,5 milioni illeciti: carte di credito clonate per finte operazioni di sponsorizzazione e acquisto di biglietti a favore della società 24 milioni di euro del ministero dell’Economia per «straordinarie esigenze di ordine pubblico della città di Palermo»; in questo filone, è stato arrestato anche il presidente del collegio dei sindaci della Coni Servizi, Domenico Mastroianni. Il secondo è la collezione di frodi informatiche, da «spendere» anche a Parma.

Il Procuratore aggiunto della Repubblica di Roma Nello Rossi (secondo da sinistra) e il Comandante del Nucleo della Guardia di finanza di Roma, colonnello Cosimo Di Gesù (terzo da sinistra) ANSA

E’ UNA BRUTTA STORIA CHE NON DEVE PIU’ ACCADERE, TROPPO FACILE DIRE CHE NON E’ COLPA DI NESSUNO GIOVANNI MALAGO’ PRESIDENTE CONI

NESSUN SPAZIO PER I DISONESTI. NESSUN SCIACALLO TOCCHI I PARMIGIANI, LA CITTÀ E LA SQUADRA FEDERICO PIZZAROTTI SINDACO DI PARMA

Valerio Piccioni

I

l caso Parma finisce in carcere. Il presidente Giampietro Manenti è stato arrestato ieri nella sua casa di Limbiate, in provincia di Monza, ed è ora detenuto a Opera. É accusato di «tentato reimpiego di capitali illeciti». Secondo l’ordinanza del Gip di Roma, Cinzia Parasmoro, il Parma sarebbe stato uno dei terminali per reimpiegare il denaro «rubato» per via informatica e riciclato con clonaggio di carte credito e trasferimenti bancari illegali. Con Manenti, sono state arrestate anche altre 22 persone nell’inchiesta GFB-OCULUS, che ha portato a 65 perquisizioni, divise in due rami. Il primo è l’opaca gestione di un fondo da

ASSEDIO E FONDAZIONI Il disegno - «siamo intervenuti con velocità per evitare che si portasse a compimento», hanno detto ieri i finanzieri dell’Ufficio Operazioni del comando provinciale di Roma, con i procuratori aggiunti Michele Prestipino e Nello Rossi, che hanno coordinato l’indagine - partiva da un vero e proprio «assedio» informatico a istituti di credito (stranieri). L’obiettivo era sottrarre soldi per poi «pulirli» versandoli in Fondazioni all’estero. Che trattenevano una percentuale e restituivano il resto. ACQUISTI SIMULATI C’è un momento chiave dell’inchiesta sul versante Manenti (gli inquirenti hanno rintracciato diversi precedenti penali per il presidente del Parma). É il giorno dei soldi. Che non arrivano. «Il 16 febbraio, alle otto di sera i bonifici sui conti correnti dei tesserati erano stati fatti attraverso la banca Monte Paschi. Il martedì mattina i bonifici sono

stati annullati», aveva detto Manenti alla Gazzetta sei giorni fa. La ricostruzione dell’ordinanza è diversa. Alle 10 di quel lunedì, Manenti va in banca. E avverte via sms Angelo Augelli, milanese, titolare di un’agenzia investigativa, un altro degli arrestati: «Tutte ok meno Diners e Amex». I messaggini proseguono. «Fallo mangiare», dice Augelli a Manenti con riferimento a una persona da corrompere. Il «milanese» decide di andare a Parma per un «test», allo stadio Tardini, per un acquisto «simulato» di biglietti. Ma l’operazione s’inceppa: «Transazione negata». L’obiettivo era «scaricare» ingenti somme di denaro, provenienti da frodi informatiche, nelle casse delle società. Simulando acquisti di biglietti, merchandising o a titolo di «apparente» sponsorizzazione. In tutto, 4,5 milioni. La metà con il biglietto di ritorno già pronto.

GIAMPIETRO MANENTI, 45 anni, ha assunto la presidenza del Parma lo scorso 9 febbraio IPP

presentata dalla Procura al Tribunale. UN POSTO IN CONSIGLIO Ma quando Manenti ha «conosciuto» l’associazione? Di certo, al primo giorno di intercettazione della sua utenza, il 10 febbraio, Augelli gli manda questo sms che esprime soddisfazione all’idea di mettere le mani sul pallone: «Ho terminato ora appuntamento con finanziatori, ok tieni un posto nel consiglio di amministrazione». E il giorno dopo: «Avrei un cliente pronto a sponsorizzare con carta di credito da farsi anche in banca (tot 4500000). Il tutto ovviamente quando il Parma sarà di tua proprietà». Cosa che avviene il giorno dopo. Così il 14 febbraio, Augelli dice a Manenti: «La banca è di Dubai». E il Parma «strumento» dell’illecito. «Ottimo dai - dice Augelli al telefono con il socio Angelo Zangrandi - praticamente ce lo ricompriamo noi il Parma».

STRADE ALTERNATIVE Ma l’operazione non si arresta. Augelli chiede a un certo Mario altre carte di credito: «Portane tante», gli dice. Mentre Manenti va in Slovenia, e «comunica anche ad Augelli di aver trovato due “fondazioni” e che gli avrebbe il giorno dopo girato i dati». Qualche giorno prima, Augelli aveva anche scritto di 50 milioni di euro di «garanzia bancaria». I contatti si fermano con la richiesta di fallimento

BASTA SCIACALLI Fra i primi a commentare a Parma l’arresto di Manenti, c’è stato il sindaco Federico Pizzarotti. Che ha scritto in un tweet: «Lo dissi da subito: a Parma nessuno spazio per i disonesti. Nessuno sciacallo tocchi i parmigiani, la città e la nostra squadra». Il minimo che si possa dire è che qualcuno ha provato a farlo. © RIPRODUZIONE RISERVATA

PATRON IN MANETTE

FELICE COLOMBO (MILAN) Nel 1980 scoppia il primo scandalo del calcioscommesse. Il presidente del Milan Felice Colombo finisce a Regina Coeli: radiato e Milan retrocesso in B

GIUSEPPE CIARRAPICO (ROMA) Giuseppe Ciarrapico, n.1 della Roma, va in carcere il 18 marzo 1993: bancarotta fraudolenta nel caso Safim-Italsanità. Venderà il club a Mezzaroma e Sensi.

GIORGIO CORBELLI (NAPOLI) Il presidente del Napoli Giorgio Corbelli finisce in manette il 13 marzo 2002 nell’ambito di un’inchiesta sulla vendita in tv di opere d’arte false

CALISTO TANZI (PARMA) Il 27 dicembre 2003 Calisto Tanzi viene arrestato per il crac Parmalat. Buco da 14 miliardi che porta al fallimento anche il Parma, di cui è proprietario.

MASSIMO CELLINO (CAGLIARI) Il 14 febbraio 2013 Massimo Cellino, presidente del Cagliari, viene arrestato nell’ambito dell’inchiesta sui lavori di costruzione dello stadio Is Arenas.

MANENTI STORY

Ritratto di un millantatore tra vitigni, cartiere e Brescia 1Per la Camera

di Commercio il Parma è ancora di proprietà della Dastraso di Cipro

Sebastiano Vernazza @GazzaVernazza

I

l calcio italiano è senza anticorpi, non è possibile che uno come Giampietro Manenti sia diventato presidente di una squadra di Serie A. Non ne aveva e non ne ha lo spessore. Come si è capito subito, nel momento in cui il suo nome è venuto fuori, agli inizi di feb-

braio. E’ bastato interrogare le banche dati delle camere di commercio, scandagliare il suo passato di imprenditore «barlafüs», come dicono a Milano (il «nostro eroe» è nato a Bollate, nel Milanese). DITTE In Italia risulta titolare di due ditte, la «Manenti Giampietro», impresa individuale, e la Medical Manenti Srl, con sede in Galleria Buenos Aires a Milano. Due aziende microscopiche. In Slovenia la punta di diamante, la famosa «Mapi Grup», grup scritto proprio così, senza la o che ci vorrebbe in inglese, con 7500 euro di capitale sociale e con sede in una villetta alla periferia di Nova Gorica, appena al di là del confine italiano. Più che una società, un refuso.

All’inizio del 2014, quando Manenti voleva comprare il Brescia, un giornalista del Corriere andò a verificare di persona. La «Mapi» aveva (ha) sede nella casa di una coppia di commercialisti sloveni nella zona industriale di Nova Gorica: «Noi raccontarono i due - l’abbiamo conosciuto grazie a un signore di Palmanova (in Friuli, ndr). Al dottore (Manenti, ndr) serviva una sede legale per la sua azienda». Per quale genere di attività? «Vini, vigne, viticultura. Il dottore ha previsto 100 dipendenti. Il primo passo è stato incontrare i dirigenti della filiale di Nova Gorica della Raiffeisen Bank». Un’etichetta plastificata con la scritta Mapi sulla cassetta della posta, un contatto con la locale agenzia di una

Uno degli arrestati di ieri ANSA

grossa banca. Nessuna traccia di Gazprom, colosso russo dell’energia, presunto finanziatore occulto della Mapi. Millantato credito. Fiorenzo Alborghetti, il professionista che doveva rimettere a posto i conti del Parma, ieri ha così tratteggiato il profilo economico di Manenti: «La moglie fa la badante, vivono con la pensione della madre». E poi, col cinismo tipico dei manager: «Però meglio così, ce lo siamo tolti di mezzo». C’è da chiedersi perché Alborghetti si sia prestato alla sceneggiata Parma. TENTATIVI Alborghetti lavora per la Cartiere Pigna, che Manenti aveva cercato di acquistare. Il «nostro» disse di aver pronti 19 milioni presso un notaio, promise nuovi posti di lavoro. Nulla. A vuoto anche i tentativi per comprare la Pro Vercelli e il Brescia. Millantatore seriale. A Brescia era diventato ospite fisso delle tv locali. Si presentava in tuta, con la barba sfatta, annunciava megainvestimenti. Firmò in diretta

un «contratto coi bresciani» (per caso, vi ricorda qualcuno?). «Voleva tirarmi un bidone, ma non ci è riuscito - disse di lui Gino Corioni, ex presidente del Brescia -. E’ molto bravo a inventare storie finte». Un tifoso-cantante folk gli dedicò una canzoncina, la versione riveduta di «Sei un mito» degli 883, col ritornello corretto in «sei un mitomane»: la trovate in rete, il testo mette insieme pezzi di vita «manentiana». DUBBI Sorvoliamo sulle auto, la Skoda scalcinata esibita a Brescia o la Citroen sottoposta a fermo amministrativo: non è la macchina che fa il monaco. Più interessante osservare che, a distanza di oltre un mese, la Dastraso di Cipro, riconducibile a Taçi, risulta ancora essere proprietaria del Parma, tramite la società Eventi Sportivi: questo dice il database delle Camere di Commercio. Forse un ritardo di comunicazione o forse no. Almeno una cosa è chiara: Manenti è l’effetto, non la causa. © RIPRODUZIONE RISERVATA


GIOVEDÌ 19 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

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Oggi l’udienza per il fallimento Verso l’ok col Toro 1Il Tribunale potrebbe nominare subito il curatore

e dare l’esercizio provvisorio in tempo per domenica

Andrea Schianchi INVIATO A PARMA

I

l giorno più lungo del Parma Football Club comincia oggi alle ore 10.30. Non si gioca in campo, ma in tribunale. I giudici dovranno decidere sulla richiesta di fallimento della società gialloblù avanzata dalla Procura di Parma. Sarà un collegio di tre magistrati a doversi pronunciare e non è detto che la sentenza arrivi immediatamente: potrebbe slittare di ventiquattr’ore, o addirittura essere emessa lunedì. L’impressione, tuttavia, è che il giudice delegato Pietro Rogato e i suoi colleghi cercheranno, nel rispetto di tutti i passaggi formali, di accelerare la pratica. L’arresto ieri mattina di Giampietro Manenti, presidente del Parma, ha di fatto eliminato la possibilità che si proceda con un concordato preventivo o un concordato in bianco: in questi casi sarebbe necessario avere un piano di risanamento e ristrutturazione aziendale del quale, stando agli ultimi eventi, non sembra esserci

nemmeno l’ombra. LA RABBIA Davanti al centro sportivo di Collecchio, ieri, compariva questo striscione: «Ghirardi, Leonardi, Manenti 3 delinquenti». La situazione è davvero insopportabile e il capitano Alessandro Lucarelli racconta il momento: «Che scenario intravedo? Può darsi anche che domani (oggi, ndr) chiudiamo bottega, c’è un fallimento e se non ci sarà un esercizio provvisorio che non è scontato... Io penso solo al Parma, a quello che stiamo subendo da mesi ed è qualcosa di ridicolo, non c’è fine alla vergogna. E tutti quelli che ruotano attorno al Parma stanno subendo delle umiliazioni che non meritano. Contro il Torino si rischia di non giocare? E’ possibile, se falliamo qui si chiude bottega e chiudono tutto. Se sarà aperto l’esercizio provvisorio, vedremo chi pagherà i soldi per aprire lo stadio, ma ora è tutto in alto mare». Proprio così, «tutto in alto mare», anche se qualcosa, in distanza, s’intravvede. Il tribunale, accertato lo stato d’insolvenza

Norme più rigide La Figc lavora a un testo unico ● La domanda è come evitare in futuro nuovi casi Parma. Nel Consiglio federale del 27 febbraio, Tavecchio era stato chiaro: «Mai più club comprati a un euro». In realtà, la faccenda è complicata. Nuove norme per l’acquisizione dei club e criteri di iscrizione ai campionati più restrittivi, le due direzioni imposte da Tavecchio, dovranno fare i conti con il codice civile. Per questo il presidente federale, che ieri ha riunito in un incontro informale i rappresentanti di leghe, componenti e Covisoc (in cui si è accennato anche alla riforma dei campionati), vuole arrivare al Consiglio federale di giovedì prossimo con un unico documento da sottoporre al voto, che contenga i concetti di onorabilità finanziaria per chiunque acquisisca almeno il 10% di un club professionistico e di equilibrio tra ricavi e debiti per tutte le società.

I giocatori del Parma, con capitan Lucarelli, delusi dopo la sconfitta nell’ultima gara col Sassuolo ANSA

della società, potrebbe dichiarare il fallimento e nominare il curatore, al quale spetterebbe la richiesta per l’esercizio provvisorio. La Lega ha messo a disposizione 5 milioni di euro per il caso Parma: questi soldi, stanziati con apposita delibera il 6 marzo, possono essere utilizzati immediatamente. E ciò consentirebbe al Parma, che non ha un euro in cassa per pagare gli steward, il servizio di pulizie e l’energia elettrica, di organizzare la partita di domenica sera contro il Torino. Se il tribunale schiaccerà il piede sull’acceleratore, questo piano potrebbe essere applicato. L’ALTERNATIVA Esiste, in ogni caso, un’ipotesi B. La Lega, che ieri ha stabilito i recuperi delle partite che il Parma deve di-

IO PENSO SOLO A QUELLO CHE STIAMO SUBENDO DA MESI, E’ RIDICOLO, NON C’E’ FINE ALLA VERGOGNA ALESSANDRO LUCARELLI CAPITANO DEL PARMA

sputare contro l’Udinese (8 aprile) e contro il Genoa (15 aprile), sta monitorando con attenzione tutta la faccenda. Oggi il Parma sarà rappresentato in tribunale dal collegio sindacale: toccherà a Osvaldo Riccobene ed Enrico Siciliano gestire l’ordinaria amministrazione. E saranno loro, come referenti del Parma FC, a chiedere al Comune l’apertura dello

stadio Tardini. Per le spese di organizzazione della gara contro il Torino interverrebbero, come già accaduto in occasione della sfida contro l’Atalanta, alcuni sponsor: servono circa 35 mila euro. Il sindaco Pizzarotti e l’assessore allo sport Marani, ora che Manenti non è più della partita, sono disponibili a concedere la struttura. In questo caso, soltanto in un secondo tempo, se il tribunale ritarderà la formulazione della sentenza, interverrà il curatore fallimentare. Tutte le istituzioni, insomma, stanno lavorando per garantire il proseguimento della stagione. Al resto penserà il curatore, una volta entrato in possesso della lunga lista dei creditori e dei soldi stanziati dalla Lega. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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GIOVEDÌ 19 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT


Calcio R

GIOVEDÌ 19 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

SPECIALE 19 MARZO

CONTENUTO PREMIUM

Mattia Destro

Miroslav Klose

Milan, attaccante Papà: Flavio difensore, ex Ascoli

Lazio, attaccante Papà: Jozef attaccante, ex Auxerre

Gonzalo Higuain Napoli, attaccante Papà: Jorge difensore, ex Boca e River Plate

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Dna Ignazio Abate Milan, difensore esterno Papà: Beniamino portiere, ex Interr

Daniele Conti onti Cagliari, centrocampista ampista difensivo Papà: Bruno ala, ex Roma

Diego Perotti Genoa, esterno offensivo Papà: Hugo esterno offensivo, ex Boca Juniors

da campione Rodrigo Palacio

CODICE GENETICO IDENTICO (nello stesso ruolo di papà) MUTAZIONE DEL CODICE GENETICO (un altro ruolo rispetto a papà)

Inter, attaccante Papà: Jose Ramon attaccante, ex Olimpo di Bahia Blanca

DI PADRE IN FIGLIO IL CALCIO NEL SANGUE 1

2

4

3

● 1 Bruno Conti con i figli Andrea (a sinistra) e Daniele, nato nel ‘79 e oggi capitano del Cagliari ● 2 Il Pipita e il Pipa. Gonzalo Higuain da giovane con papà Nicolas, difensore fisico e forte di testa, alla Materazzi ● 3 Stefano Sorrentino, portiere del Palermo, da bambino tra i genitori. Papà Roberto è stato portiere di Catania, Cagliari e non solo ● 4 Mattia Destro con papà Flavio, ex difensore. Con l’Ascoli segnò due gol nella stessa stagione al Milan, la squadra attuale di Mattia

LA STORIA di LUCA BIANCHIN @lucabianchin7

A

uguri, papà. Il 19 marzo è la festa consumistica con meno regali d’Italia - lui non se la prende - ma con più legami calcistici. Il papà è il primo che ti fa giocare in cortile, passaggi davanti al garage oppure due contro uno: tu e un amico insieme, lui da solo. Il papà è il primo che ti porta allo stadio, e se può permetterselo anche in panchina. A Conti, Klose, Higuain, Palacio, Destro è successo: genitore calciatore, erede calciatore. Tutti ad alto livello. GLI OMOLOGHI: STESSO RUOLO Il rapporto papàfiglio, quando c’è di mezzo il pallone, spesso si complica. Beram Kayal, ex Celtic, ha scelto per il figlio il nome «Pirlo» - non Andrea, «Pirlo» e basta - e il bambino dovrà spiegare il motivo per una vita intera. Meglio del quarantenne inglese chiamato Graham Alex Jimmy Stewart Gerry Brian

Martin Steve Sammy Stuart Lou Gordon David Tommy Matt, cioè con tutti i nomi di battesimo dello United del 1976. Neanche la squadra più forte del mondo: vinse una Fa Cup e poi nulla, zero tituli per sei anni. A Perotti, Palacio e Klose è andata meglio: un nome normale e l’intero patrimonio ereditario in successione. Pensano soprattutto a fare gol come papà e a volte ricevono un soprannome in omaggio. Perotti è «Monito», «la piccola scimmia», perché papà era «El Mono» (e giocava con un altro Diego, Maradona), un po’ come Veron è «La Brujita», «la streghetta», perché

Juan Ramon Veron era «La Bruja». A Diego questa storia della scimmia non piace, ma in fondo conta poco. Conta l’eredità, come per Sorrentino: portiere in Serie A come papà Roberto, però senza baffi. GLI INCOMPARABILI Se pensate di costruire su queste basi una solida fama di genetista, frenate: alcuni casi sono meno spiegabili. Jordi Cruijff non valeva una finta di papà e Pjanic, alla rovescia, è tre volte più forte di babbo Fahrudin. In Serie A, succede anche con Mchedlidze - il padre

FESTA DEL PAPÀ IN CHIAVE CALCISTICA CRUIJFF, CONTI, GUDJOHNSEN, HIGUAIN MILLE STORIE, UN SOLO LAVORO IL PEGGIORE? EDINHO, EREDE DI PELÉ

ha vinto una Coppa delle Coppe con la Dinamo Tbilisi -, con Alessandro De Vitis, ancora inferiore a papà Totò, e Mattia Valoti, che deve crescere per vivere una carriera all’altezza di papà Aladino. Altri hanno avuto più tempo per raggiungere il genitore. Se Dustin Hoffman non sbagliava un film (come diceva Luca Carboni nel primo album), «Dustin» Antonelli non ha sbagliato l’educazione di Luca, che come lui ha giocato per Genoa e Milan. A febbraio ha incontrato in sette giorni il Cesena di Cascione, figlio di Armando, e il Chievo di Frey, figlio di Raymond e fratello di Seba, un futuro portiere della nazionale che nelle partitelle da bambino non voleva mai andare in porta. Valoti racconta per tutti: «Da papà ho imparato ad arrivare per primo all’allenamento e ad andare via per ultimo. Abbiamo fatto un sacco di porta-contro-porta in un campetto sotto casa. All’inizio mi faceva vincere, poi ho cominciato a farcela da solo... e lui rosicava». I COMPAGNI I Gudjohnsen hanno scelto un campetto un po’ più grande: Estonia-Islanda a Tallinn nel ‘96, mitico caso di figlio che entra al posto del padre in nazionale. Paolo e Cesare Maldini, 11 scudetti e 6 Coppe Campioni in due, hanno fatto qualcosa di simile: capitano e c.t. dell’Italia al Mondiale. Giocatore e allenatore, come Daniele e Alberto De Rossi, che ha appena rinnovato per tre anni con la Roma. Meglio di tutti, i Forlan: nonno Juan Carlos Corazzo, papà Pablo e figlio Diego hanno vinto (almeno) una Coppa America ciascuno. Tripletta, come nella famiglia di Marcos Alonso, esterno della Fiorentina: nonno Marquitos vinse 5 Coppe Campioni in fila col Real, papà Marcos Alonso Peña giocò per Barça e Atletico. GLI ALTERNATIVI: ALTRO RUOLO Tra una generazione e l’altra, i Forlan hanno cambiato ruolo come gli Higuain, i Destro, gli Abate, i Conti (stesso nome, ma era più nobile il calcio di Bruno), come Pelé e il figlio Edinho. Che poi, sono strani questi brasiliani. Pelé ed Edinho sono parenti, ma Ze, Zezé, Zico, Zito, Zinho, Zizinho e Zozimo non vengono dalla stessa famiglia. Edinho in compenso è finito male, prima in carcere e poi legato a una brutta storia di droga. Colpa di papà? Bah. Diceva Lorenzo Varnavà, (indimenticato) psicologo dello sport: «Avere un papà genio di solito è una gran rottura. I genitori dovrebbero evitare di lasciar vincere i figli, scegliere giochi in cui anche il bambino può essere competitivo e andare a vedere le loro partite solo qualche volta». Tutti i papà che non sanno fare 20 palleggi prendano appunti ma evitino di fare come quella famiglia di Bournemouth, che andò a vedere la partita dell’erede. Lasciarono lo stadio a dieci dalla fine, con il figliolo ancora in panchina. Lui entrò e segnò ai minuti 85, 86 e 88. Non sai mai quando maturano, i ragazzi. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Siamo in onda! R

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GazzettaTv spinge le italiane in Europa

1Dalle 17.45, con Mazzola, news in diretta per le nostre cinque squadre in coppa. A Sottorete c’è la Cacciatori 1

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2

LA GUIDA

COME RISINTONIZZARE I VOSTRI TELEVISORI E VEDERE IL CANALE 59

Notizie anche in piena notte Alle 13.30 motori

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MATTINA 7 Gazzetta News 7.15 Gazzetta News 7.30 Gazzetta News 7.45 Gazzetta News 8 Gazzetta News 8.15 Gazzetta News 8.30 Gazzetta News 9.05 Campioni a confronto 9.30 Explorers 10.05 Gli autogol 10.20 Tuttogol 10.35 Magazine Sci Freestyle 11.05 Condò Confidential 11.30 Campioni a confronto 12.05 Sport Science 13 Gazzetta News 13.30 Gazzetta News-Motori 14 Gazzetta News

Se possiedi un Tv o un Decoder Digitale Terrestre 1. Premere il tasto MENU sul telecomando 2 Selezionare Impostazioni/Avanzate 3. Posizionarsi sulla voce relativa alla Sintonizzazione automatica dei canali e premere il tasto OK per accedere alla configurazione dei canali 4. Impostare la Modalità di sintonia dei canali su DTV 5. Posizionarsi sul pulsante Avvia scansione e premere il tasto OK per avviare la ricerca dei canali Se possiedi una Sky Digital Key 1. Premere il tasto Menu del telecomando SKY e premere OK per accedere al digitale terrestre 2. Premere il tasto rosso (Ricerca) e lasciar inviata la configurazione 3. Premere due volte il tasto rosso (Avvia ricerca) 4. Attendere il completamento dei canali e quindi premere OK

● 1 Maurizia Cacciatori, 41 anni, ex palleggiatrice della Nazionale e vincitrice di quattro scudetti, oggi alle 14.15 torna negli studi di GazzettaTv, ospite di Sottorete 2 Sandro Mazzola, 72 anni, bandiera interista, sarà invece in studio dalle 17.45 per la diretta legata all’Europa League BOZZANI

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erata a tutto calcio a GazzettaTv. Gazzetta News, dalle 17.45 e sino alle 21, seguirà le partite di ritorno degli ottavi di Europa League con le cinque italiane protagoniste, commentando in diretta gli incontri tra Dinamo Mosca-Napoli (gli azzurri partono dal 3-1 dell’andata), Dinamo Kiev-Everton, l’attesissimo derby dell’Olimpico Roma-Fiorentina (1-1 all’andata) e accompagnando i telespettatori verso le partite della sera: Ajax-Dnipro, Besiktas-Bruges, Siviglia-Villarreal, Torino-Zenit (i granata, in casa, vanno a caccia della grande rimonta, partendo dallo 0-2 rimediato all’andata) e Inter-Wolfsburg, con i nerazzurri di Roberto Mancini impegnati in un match difficilissimo e partendo dall’1-3 della settimana scorsa. Proprio a quest’ultima sfida

presterà particolari attenzioni Sandro Mazzola, leggendaria bandiera del club milanese, in studio insieme a Nino Morici e a Francesca Baraghini. SOTTORETE Novara che ha vinto la stagione regolare nel femminile. Il big match in programma sabato tra Modena e Trento che probabilmente deciderà quelle del maschile. E poi i colpi di mercato di Macerata, che ha preso Ricardinho e di Perugia, che si è assicurata lo statunitense Anderson. Sono alcuni dei temi di cui si parlerà oggi in «Sottorete«, la rubrica di pallavolo in onda alle 14.15, condotta da Sarah Castellana, con in studio Maurizia Cacciatori e i nostri Gian Luca Pasini e Mario Salvini. Oltre ai punti sui campionati, anche immagini e interviste con i protagonisti in

L’ORARIO

15.30 In Campioni a confronto duello tra i calciatori spagnoli Alonso e Busquets e tra i portieri Cech e Courtois

questa volata di stagione regolare. E verso la telecronaca di A-1 femminile in programma domenica: Busto Arsizio-Modena. MONDO MOTORI Poco prima, alle 13.30, in Speciale Motori-Il Sorpasso interviste al campione del mondo di Moto GP Marc Marquez, a Daniel Pedrosa, suo compagno di squadra e ad Alex Zanardi. BASKET E SCHERMA E domani due grandi appuntamenti: a Sottocanestro, alle 14.15, sarà ospite il presidente della Federbasket Gianni Petrucci, mentre alle 21.35, a Condò Confidential si uscirà per la prima volta dai confini del calcio con un’intervista a Elisa Di Francisca, campionessa olimpica del fioretto in carica. © RIPRODUZIONE RISERVATA

POMERIGGIO 14.15 Sottorete 14.45 Autogol News 15.05 Explorers 15.30 Campioni a confronto 16.05 Sport Science 17.05 Condò Confidential 17.30 Autogol 17.45 Europa League - Diretta SERA 21.05 Sport Scienze 22.05 Bomber 23 Gazzetta News 23.30 Gazzetta News 0.05 Autogol News 0.05 Autogol News 0.30 Gazzetta News 1 Gazzetta News 1.30 Gazzetta News 2 Gazzetta News


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OPINIONI La vignetta

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L’impresa della Juve a Dortmund

Una categoria, tante sfumature

AVANTI IN CHAMPIONS, TABÙ FINITO IL COMMENTO di ALESSANDRO DE CALÒ

N

on si giudica una stagione da una partita, ma se c’è un match che riassume la stagione della Juve - come la lucertola il coccodrillo - è questo di Dortmund, il 3-0 sul Borussia, l’esame di maturità di Allegri, la consacrazione continentale di Tevez. La Champions non è più un tabù, la strada può essere bella lunga. Domani, nel sorteggio di Nyon i bianconeri sapranno chi sarà l’avversario nei quarti. Un destino benevolo potrebbe portare la Juve all’incrocio con Monaco, Porto o Atletico Madrid, squadre di grande livello ma a portata di tiro dei campioni d’Italia. Diverso, naturalmente, sarebbe dover fare subito i conti con una big, tipo il Psg ma soprattutto il Real Madrid, il Barça o lo scatenato Bayern di Pep Guardiola. Una di queste quattro converrebbe trovarla in semifinale, anche se bisogna tenere conto di una tendenza, emersa dal primo turno a

eliminazione diretta. Il gap tra le grandi e la classe media si è ridotto, in questo momento non c’è - per quanto fenomenale - una squadra priva di difetti e punti deboli. Max Allegri sembra essere un mago nell’individuare il tallone d’Achille degli avversari e colpire al momento giusto. L’allenatore - che di sicuro il Milan adesso rimpiange - è riuscito in questi mesi a intervenire con molta eleganza sul vecchio impianto di Antonio Conte e a cambiare profilo e prospettive della Juve. Ieri, nella bolgia di Dortmund, ha trattato il Borussia come una squadra di mediabassa classifica del campionato italiano. Anche a Udine, a Parma, a Roma e a Palermo - le ultime trasferte di serie A - i bianconeri non si erano esposti, non avevano mai lasciato spazio agli avversari. Il capolavoro del Westfalenstadion è stato quello di farci sembrare normale un’impresa straordinaria, una vera e propria lezione di calcio. Il gioco, la tattica, lo spirito di gruppo, la forza mentale, la freschezza atletica, l’organizzazione sono fondamentali. Ma in Champions non vai molto lontano se non hai qualche fuoriclasse capace di fare la differenza. La forza della Juve è stata

quella di andare a prendere un Carlos Tevez che sembrava aver già dato il meglio della sua classe e di farlo crescere deliziosamente. Prima piano, nel campionato italiano, poi abbastanza di colpo, in Europa. Il salto di qualità dei bianconeri in Champions coincide - non per caso con la piena maturità raggiunta dall’argentino. Nella squadra di Allegri, Tevez pesa come Cristiano Ronaldo nel Real o Messi nel Barça. Un anno fa Tevez faceva il gradasso in serie A e rimaneva spento una volta attraversati i confini. Adesso non c’è più nessun ostacolo. I due gol e l’assist di ieri ci spingono ad azzardare paragoni con Roberto Baggio e Ale Del Piero, sullo sfondo di Dortmund. Nel frattempo le inglesi sono sparite dalla scena. Torneranno presto protagoniste con i miliardi dei diritti tivù della Premier. Ieri il City (ex club di Tevez) è stato costretto ad assistere allo show di Messi restituito allo splendore di qualche anno fa. Se l’argentino gioca così rischiano di rimanere liberi solo posti in piedi. Domenica ci sarà da divertirsi al Camp Nou, per il clasico. Ma i sogni della Juve, in una notte come questa, sono sogni a colori e restano vivi. © RIPRODUZIONE RISERVATA

La nostra Coppa

EUROPA LEAGUE, RESTIAMO ALMENO IN TRE L’ANALISI di SEBASTIANO VERNAZZA twitter: @GazzaVernazza

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l massimo resteranno in quattro, come minimo ne rimarrà una, la buona via di mezzo potrebbe essere tre. Squadre italiane in Europa League, stasera sapremo quanto ne entreranno ai quarti, ma la splendida cinquina degli ottavi è destinata ad assottigliarsi. Una qualificata tra Roma e Fiorentina è assicurata, ovvio. Il Napoli a Mosca parte da cospicuo vantaggio e se lo dilapidasse commetterebbe un crimine. Inter e Toro devono scalare due montagne aspre ed è difficile immaginare che tutte e due arrivino in cima. Roma o Fiorentina, Napoli e una tra Inter e Torino: se finisse così, potremmo essere soddisfatti.

Roma-Fiorentina è molto più aperta di quanto lasci intendere l’1-1 dell’andata al Franchi. Ad agosto i viola hanno perso all’Olimpico in campionato, ma ci hanno vinto un mese e mezzo fa in Coppa Italia. Tutto è possibile, tanto più nel momento di difficoltà che attraversa la Roma. Se i giallorossi bucassero l’euro-qualificazione, lo stato di crisi diventerebbe ufficiale con prevedibili ricadute sulla corsa al secondo posto in campionato. Questo Fiorentina-Roma ha i contorni dell’ultima chiamata per Rudi Garcia. Un’eliminazione oggi, davanti al pubblico di casa, guasterebbe del tutto il biennio romano dell’allenatore francese. Sul Napoli si può sorvolare, in Russia ricomincia dal 3-1 del San Paolo, non è accettabile altro risultato che il passaggio dei quarti. Se ciò non avvenisse, Benitez finirebbe rosolato come Garcia.

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Inter e Torino sono obbligate alla grande impresa. L’Inter ha bisogno di un 2-0 contro i tedeschi del Wolfsburg, il Toro di un 3-0 contro i russi dello Zenit: la sottile, ma importante differenza di un gol. L’una e l’altra riaffrontano avversari con attaccanti di valore e qui sta il punto: Inter e Toro posseggono mezzi e gioco per segnare le reti di cui hanno bisogno, però hanno pure dei difetti congeniti e dei buchi in formazione causa assenze, così riesce difficile immaginare che stasera tutte e due mantengano inviolate le rispettive porte. Il Toro ha il vantaggio dello stadio esaurito, la spinta della gente granata può rivelarsi l’additivo giusto. Attorno all’Inter attuale si avverte più freddezza. In ogni caso una cosa si è capita: non è più come prima, ora le italiane prendono sul serio l’Europa League. Un bel passo in avanti.

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ULTRA O ULTRÀ NON È LO STESSO TA LA ROVESCIATA di ROBERTO BECCANTINI www.beckisback.it

U

ltra, in latino, significa oltre, al di là. Con l’accento sulla a, oscilla pericolosamente tra il peso del sostantivo e l’ambiguità dell’aggettivo. A volte, come sinonimo, usiamo in maniera troppo sbrigativa il termine hooligan. Non è corretto. Non sempre, almeno. Roberto Stracca, giornalista del «Corriere della Sera» scomparso a 40 anni, scriveva: «Per combattere la metastasi hanno deciso di spazzare via anche la parte sana [degli ultràs, delle curve]». Ma non è il sostantivo, oggi, che mi preme esplorare. È l’aggettivo. Immaginate che un estremista del tifo ce l’abbia a morte con una città. Non la Ferrara dei Finzi Contini di Giorgio Bassani, e neppure la Parma dei finti contini di Tommaso Ghirardi e Giampietro Manenti. Un nome a caso: Carpi. Ma avrei potuto dire, sempre a caso, Frosinone o Latina. Carpi, dunque. L’ultrà accende il televisore e sente un tale che considera un incubo, addirittura, l’eventuale promozione. Un sociologo di strada? Macché: Claudio Lotito in persona, il caudillo che dichiarò guerra agli Irriducibili laziali e sa scegliere la gente che deve scegliere, come documenta la scoperta di Felipe Anderson. Sconsolato, il rancoroso si butta sulla diretta della squadra che odia proprio nel momento in cui la squadra che odia realizza un gol sul filo del filo del fuorigioco. Ladri. Bastardi. Alza il volume, nel rispetto della pluralità delle opinioni, e coglie come un’eco: ladri, bastardi. Per errore aveva pigiato il tasto della telecronaca «tifosa». E la rissa sfiorata tra due giornalisti della Rai agli sgoccioli di Fiorentina-Milan? Scintilla, la rimonta viola. Se al cuore non si comanda, figuriamoci alla pancia. L’ultrà così come lo raccontavano, nel 1994, «I furiosi» di Nanni

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Balestrini («Ma tanto noi poi ci si aiuta tutti insieme l’avvocato eccetera non è che li paghi tu li paga il club...») è a forte rischio di contaminazione. Non ancora violenza fisica che sale dal basso, ma vandalismo dialettico che scende dall’alto e agita l’opinione pubblica, la quale non aspetta altro che un pretesto per correre da una parte o dall’altra, purché sia una parte. Prendete lo scandalo Parma. Dove, se non in un Paese molto ultra e molto al di là come il nostro, l’applicazione della regola porterebbe a un torneo irregolare? Alludo all’articolo 53 delle Noif, acronimo che sta per Norme organizzative interne federali: «Qualora una squadra si ritiri dal campionato o ne venga esclusa per qualsiasi motivo durante il girone di ritorno, tutte le gare ancora da disputare saranno considerate perdute con il punteggio di 0-3». Ciò premesso, i danni non dovremmo chiederli agli ultràs: dovrebbero chiederli gli ultràs. E sul fronte caldo del razzismo, se mai a un fanatico venisse voglia di affrontare l’argomento in maniera legittima ma rozza, e gli scappasse un «mangiabanane», detto soggetto si troverebbe spiazzato o superato niente meno che dal presidente federale, Carlo Tavecchio. A conferma che, nel dubbio, è consigliabile dirne di «tutti i colori». Non si sa mai. I giocatori ultràs, dalle partite alle scommesse sulle partite, sono all’ordine (e al disordine) del giorno. Il problema è la scomparsa progressiva dei confini tra «violenza etica» e «teppismo creativo». Ultrà, nel Ventunesimo secolo, è diventato un distintivo che troppi occhielli si contendono. La prima volta che il lemma venne abbinato al calcio risale al 1971, narra Stefano Pozzoni in «Dove sono gli Ultrà?». Scaramucce tra tifosi e forze dell’ordine avevano segnato l’epilogo di Torino-Lanerossi Vicenza: un giornalista chiamò «ultràs» quei balordi. Da quell’intuizione nacque un’epoca, se non proprio un’epopea. Senza esclusione di colpi, di colpe, di ruoli.

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Serie B R La presentazione

GIOVEDÌ 19 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

La carica di Panucci «Livorno, fidati di me»

3 DOMANDE A... ALESSANDRO COSTACURTA OPINIONISTA TV

1«Bello il confronto con Spinelli Tante lezioni da Lippi e Capello»

Paolo Biagioni LIVORNO

S

e potesse, sabato contro il Cittadella scenderebbe in campo lui. Christian Panucci sbarca a Livorno carico e determinato, pronto a dare la spinta necessaria per trascinare gli amaranto verso la Serie A e giocarsi la sua prima occasione da tecnico partendo a mille all’ora. Gli ingredienti? Fame, coraggio e intensità. «Sono due giorni che non mangio dall’adrenalina che ho dentro» ha confessato a denti stretti l’ex difensore di Roma e Real Madrid a pochi minuti dalla fine del primo allenamento all’ombra dei Quattro Mori. DECIDE IL CAMPO Testa bassa e pedalare dunque, perché «chi non lavora, non gioca». Il gruppo viene prima di tutto per chi, come lui, ha avuto ma-

estri d’eccezione sul campo a indicargli la via. Fabio Capello su tutti, di cui è stato secondo nella Russia, ma anche Lippi e Spalletti. «È la mia prima esperienza come capo allenatore, è vero, ma in Russia non mangiavo certo caviale e guardavo belle donne — ha chiarito — lavoravo duro sul campo, preparavo le sedute. A Capello sono molto riconoscente, mi ha insegnato tanto e l’ho seguito con attenzione, a lui come a Italo Galbiati. Ho avuto anche Lippi, grandissimo tecnico. Poi capita che nella vita non si vada d’accordo, ma se da tutti questi grandi allenatori avessi preso anche solo qualcosina, sarebbe una cosa ottima». IL CERCHIO SI CHIUDE L’occasione di allenare il Livorno per Panucci, dopo un paio di flirt poco decisi tra luglio e gennaio scorso, si è ripresentata lunedì. Squilla il telefono, dall’altra parte Oscar Damiani: «Spinelli

Christian Panucci , 41 anni, e Stefano Eranio, 48, al primo allenamento di ieri al centro Coni di Tirrenia

NON SONO ANDATO IN RUSSIA PER MANGIARE CAVIALE E VEDERE LE DONNE I FISCHI FANNO PARTE DEL GIOCO: ORA I GIOCATORI DEVONO REAGIRE CHRISTIAN PANUCCI ALLENATORE DEL LIVORNO

ti vuole parlare». «Mi trovavo a Milano, appena Oscar me l’ha detto mi sono sentito felicissimo — ha spiegato l’ex rossonero — e lo sono stato ancora di più quando sono andato a Genova e ho incontrato Spinelli di persona, mi ha messo nelle condizioni di poter lavorare con tranquillità. Sono stato chiaro fin da subito con lui. Ho iniziato da giocatore nel Genoa e cominciare da allenatore a Livorno con Spinelli è motivo di grande soddisfazione». Non esistono per lui condizionamenti di alcun tipo: «Mi ha lasciato libertà su tutto, poi naturalmente ci confronteremo, perché il presidente conosce molto bene il calcio. Ma le scelte, alla fine, le faccio io». MATRIMONIO LUNGO A blindare il percorso in riva al Tirreno un contratto fino al 2017: «È quello che gli ho chiesto, ed era anche ciò che voleva il presidente. Ora mi auguro di esse-

re all’altezza, arrivo qui con molta umiltà, ma con la convinzione di avere a disposizione una squadra forte». Un gruppo che per Panucci non è certo sconosciuto. Il Livorno naviga a cinque punti dalla seconda della classe, il Bologna, e l’obiettivo, con undici gare da giocare, è quello di rientrare prepotentemente in corsa per un posto tra le prime due: «Nello spogliatoio ho detto ai ragazzi che nella carriera di ogni calciatore non ci sono solo applausi, arriva anche il momento dei fischi e bisogna saper reagire. La squadra è forte, il Livorno l’ho visto molto in televisione, mi è sempre piaciuto e l’ho sempre apprezzato. Possiamo sistemare le cose, ma dovremo mostrare coraggio e pedalare, perché altrimenti il resto non conterà nulla. C’è un gruppo che vale più di ogni altra cosa. Giocherà chi merita, senza figli nè figliastri». © RIPRODUZIONE RISERVATA

«Caro Christian se ti criticano devi sempre contare fino a 10» ● Costacurta, lei debuttò in panchina in B, a Mantova. Come Panucci a Livorno. Che ne pensa di questa sua esperienza? «Gli ho detto “in bocca al lupo”, è una bellissima avventura in una piazza molto ambiziosa e quindi c’è grande attesa su di lui». ● Quale errore non deve commettere? «Non deve dare troppo retta a quello che dicono gli altri e deve usare la sua testa il più possibile. E poi deve lavorare, lavorare e lavorare tanto». ● Lei che lo conosce da anni, quale consiglio si sente di dargli? «Deve cercare di contare fino a 10 se riceve qualche critica. Se gli si chiude la vena poi è dura...». Nicola Binda

IL CASO

Gozzi è stato rilasciato E sabato vedrà l’Entella 1Il presidente,

arrestato lunedì, è rientrato in Italia nella notte. I tifosi già lo aspettano Alessio Da Ronch GENOVA

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opo due notti in carcere, Antonio Gozzi (molto provato, ma altrettanto furioso per ciò che è avvenuto in Belgio) è stato rilasciato ieri sera a Bruxelles rientrando a Chiavari nella notte a bordo di un volo privato della Duferco e atterrato a Genova. Sabato sarà allo stadio a seguire la sua Entella che, per l’occasione, avrà un seguito straordinario. Già prima della notizia del rilascio la società si era mossa, chiamando a raccolta tutti i sostenitori. Mediante l’iniziativa

«Restiamo uniti», infatti, erano stati dimezzati i prezzi dei biglietti (concedendo il rimborso a chi lo aveva già acquistato). Nei giorni scorsi invece erano state lanciate le campagne «Papà ti porto allo stadio» e «Allo stadio gratis», con ingresso gratuito ai baby tifosi. CONFRONTO La notizia più bella, per l’Entella, è arrivata però dal Belgio intorno alle 19, quando il giudice istruttore Clasie ha annullato il provvedimento restrittivo nei confronti di Antonio Gozzi e dell’altro dirigente della Duferco, Massimo Croci, in stato di fermo a Bruxelles da lunedì per il sospetto coinvolgimento in un caso di corruzione avvenuto in Congo nel 2009. Gozzi, che si era sempre dichiarato innocente, ieri ha sostenuto il confronto con il principale accusato, Serge Kubla, convincendo il giudice. Tanto che, subito dopo, è stato rimesso in libertà. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Primo -2 in arrivo per il Brescia E il Varese spera in un rinvio ● È una giornata campale per il Brescia. Due i procedimenti in arrivo dalla Covisoc. Il primo, relativo alla gestione Corioni e più volte rinviato, dovrebbe portare tra stasera e domani 2 punti di penalizzazione, perché riguarda i deferimenti per i mancati pagamenti di stipendi e contributi fino ad aprile 2014.

L’altro è relativo ai deferimenti del club e di Luigi Ragazzoni per i mancamenti pagamenti da luglio a ottobre. Se la difesa chiederà il patteggiamento, la pratica sarà rinviata al Coni. Stessa sorte per il Varese deferito per maggio e giugno 2014. In calendario anche i deferimenti di Barletta, Savoia, Reggina e del laziale Onazi.

TACCUINO L’INIZIATIVA

B Solidale sostiene gli anziani di Milano ● MILANO La Lega di B sostiene la campagna Arrivo a 100! di Sociosfera Onlus. E’ una raccolta fondi per offrire servizi di sostegno agli anziani soli di Milano e provincia, realizzata insieme a B Solidale: capitani e arbitri nelle prossime partite entreranno in campo con la maglia dell’associazione.

LA SITUAZIONE

Domani Pescara-Bari Lunedì il Frosinone ● Così la 32a giornata. Domani (ore 20.30): PescaraBari (1-1). Sabato (ore 15): Avellino-Perugia (0-0); Crotone-Brescia (1-2); EntellaCatania (1-5); Latina-Spezia (1-1); Livorno-Cittadella (1-1); Modena-Vicenza (2-0); Pro Vercelli-Lanciano (0-2); Ternana-Carpi (1-3); TrapaniBologna (1-2). Lunedì (ore 20.30): Varese-Frosinone (1-1). La classifica: Carpi p. 59; Bologna (-1) 52; Avellino e Vicenza 49; Frosinone 48; Livorno 47; Pescara e Spezia 46; Lanciano e Perugia 43; Bari 40; Modena 38; Latina, Trapani e Entella 37; Ternana 36; Cittadella e Pro Vercelli 35; Brescia 33; Crotone e Catania 32; Varese (-3) 28.


Lega Pro R Girone B: la 30a giornata

GIOVEDÌ 19 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Donnarumma+Lapadula: 32 gol CLASSIFICA Teramo travolgente a Piacenza 1Masullo e poi

mincia a menare fendenti alla sinistra e va a un passo del gol del bandiera: Caidi respinge sula linea con Tonti superato. E’ l’ennesimo segnale di resa di una serata infelice. Il Teramo torna invece a casa con nuove consapevolezze in più: la terza rete, a tempo quasi scaduto, è solo la ciliegina su una torta già ampiamente addolcita.

la miglior coppia d’Italia: riuscito l’aggancio in vetta

Paolo Gentilotti PIACENZA

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l Teramo è una macchina perfetta e lo dimostra anche a Piacenza: ventesimo risultato utile di fila, una superiorità mai in discussione, ma ingigantita dalle ingenuità dei padroni di casa. E dopo il pari dell’Ascoli, c’è l’aggancio in vetta con scontro diretto all’ultima giornata in Abruzzo. I tre gol sono da segnare con la matita blu. Il primo: punizione per la Pro, tutti in area e parte un contropiedone gigantesco (6 contro 2) che esalta Masullo. Il secondo: Castellana perde un comodo pallone e il Teramo manda in gol Donnarumma (capocannoniere a quota 17). Il terzo: Sane sbaglia la

La gioia dei giocatori del Teramo: per loro 20 risultati utili di fila RASTELLI

misura del passaggio e innesca questa volta Lapadula (centro numero 15). La miglior coppia gol d’Italia sale a 32 centri. LA PARTITA In mezzo c’è tanto Teramo, che gioca a memoria e sulla carica di un entusiasmo crescente, con una qualità generale da primato. Perrotta e Di Paolantonio sono incontenibili sulle fasce, il pressing è sempre portato alto e le ripar-

tenze sono assai consistenti. I padroni di casa pagano due assenze pesanti (Porcino e Sall), alle quali si aggiunge in corso d’opera l’infortunio di Rieti: troppo per un complesso inferiore e che già sabato a Savona aveva dimostrato di avere perso buona parte della spinta con la quale era riuscito a colmare il pesante handicap di 8 punti. C’è qualche piccolo fuoco nel finale, con Alessandro che co-

Ascoli, secondo pareggio di fila Lanni salva il punto a Pontedera 1Il portiere sventa gli assalti toscani. Troppi assenti per Petrone. Fischiato l’atteso ex Grassi

Stefano Lemmi PONTEDERA (PI)

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opo 136 giorni di corsa solitaria in vetta (conquistata proprio dopo il successo casalingo dell’andata sul Pontedera) l’Ascoli deve accogliere sul gradino più alto del podio anche il Teramo: i marchigiani (al secondo pari esterno in quattro giorni) non vanno oltre lo 0-0 sul terreno del Pontedera lasciando ai toscani un punto meritato. LA PARTITA I bianconeri sono scesi in campo sapendo del successo del Teramo a Piacen-

za, ma non sono riusciti a rispondere. Senza tifosi al seguito (trasferta vietata per i fatti di Pisa), all’Ascoli è mancato anche Mustacchio (febbre), out come Perez, Cristiano Rossi, Altobelli e Pelagatti. Petrone ha scelto un 4-2-3-1 con cinque novità rispetto a Gubbio. L’ex Grassi, fischiatissimo dai sostenitori di casa fin dal riscaldamento, ha giocato al centro dietro ad Altinier (i due al 21’ hanno confezionato la prima e unica vera opportunità del primo tempo) mentre nel 3-5-2 del Pontedera (assenti Galli e Libertazzi) i sogni di gloria erano affidati al tandem Cesaretti-De Cenco. E sono stati proprio i padroni di casa a destare le migliori impressioni, chiamando Lanni a un paio di interventi importanti nel primo tempo su Bartolomei e Settembrini. Nella ripresa i ritmi sono calati e Petrone ha provato ben presto a infondere nuova linfa inserendo prima Car-

pani e poi Chiricò, ma il Pontedera non s’è scomposto e ha provato a piazzare il colpo con Bartolomei (34’, destro a lato) e Settembrini (39’), ma Lanni ha salvato il pareggio. © RIPRODUZIONE RISERVATA

PONTEDERA-ASCOLI

0-0

PONTEDERA (3-5-2) Anacoura 6; Madrigali 6,5, Vettori 6,5, Redolfi 6,5; Videtta 6,5 (dal 45’ s.t. Polvani s.v.), Luperini 6, Bartolomei 6,5, Settembrini 6, Gasbarro 6; Cesaretti 6 (dal 45’ s.t. Disanto s.v.), De Cenco 6. (Cardelli, Ceciarini, Lombardo, Romiti, Tazzari). All. Indiani 6,5. ASCOLI (4-2-3-1) Lanni 7; Avogadri 5,5, Cinaglia 6, Mengoni 6, Dell’Orco 5,5; Pirrone 6 (dal 15’ s.t. Carpani 5,5), Addae 5,5; Nardini 6 (dal 30’ s.t. Tripoli s.v.), Grassi 6, Berrettoni 5,5 (19’ s.t. Chiricò 6); Altinier 5,5. (Ragni, Barison, Gualdi, Minnozzi). All. Petrone 6. ARBITRO Melidoni di Frattamaggiore 5,5. NOTE paganti 585 abbonati 167, incasso di 4.533 euro. Ammoniti Vettori, Dell’Orco, Gasbarro, Settembrini, Pirrone, Luperini, Videtta e Cinaglia. Angoli 8-4.

PRO PIACENZA-TERAMO 0-3 MARCATORI Masullo al 28’ p.t.; Donnarumma al 16’, Lapadula al 45’ s.t. PRO PIACENZA (4-3-3) Alfonso 7; Rieti 6 (dal 35’ p.t. Sane 5), Silva 6,5, Bini 6, Castellana 5; Schiavini 5 (34’ s.t. Mascolo s.v.), Bacher 5,5, Barba 6; Matteassi 6,5, Giovio 5,5 (17’ s.t. Speziale 5,5), Alessandro 6. (Iali, Marmiroli, Caboni, Mella). All. Franzini 5,5. TERAMO (3-5-2) Tonti 6; Caidi 6, Speranza 6, Perrotta 6,5; Scipioni 6, Di Paolantonio 7, Amadio 6,5, Cenciarelli 6,5 (dal 10’ s.t. Di Matteo 6), Masullo 7 (dal 43’ s.t. Petrella s.v.); Donnarumma 6,5 (dal 38’ s.t. Bucchi s.v.), Lapadula 6,5. (Cappa, Diakite, Brugaletta, Milicevic). All. Vivarini 6,5. ARBITRO Morreale di Roma 6. NOTE spettatori 400 circa; abbonati 154, paganti e incasso non comunicati. Ammoniti Caidi e Tonti. Angoli 3-10.

SQUADRE

PT

ASCOLI TERAMO REGGIANA PISA ANCONA PONTEDERA L'AQUILA SPAL TUTTOCUOIO LUCCHESE CARRARESE GUBBIO GROSSETO (-1) PISTOIESE SANTARCANGELO PRATO SAVONA FORLI' PRO PIACENZA (-8) SAN MARINO

58 58 52 47 45 44 42 40 38 38 38 36 34 33 31 31 31 30 28 26

PARTITE

RETI

G

V

N

P

F

S

30 30 29 29 29 30 29 30 29 30 30 30 30 28 29 30 30 30 30 30

16 16 15 13 11 11 10 11 9 9 7 8 8 9 7 6 8 7 10 6

10 10 7 8 12 11 12 7 11 11 17 12 11 6 10 13 7 9 6 8

4 4 7 8 6 8 7 12 9 10 6 10 11 13 12 11 15 14 14 16

48 47 41 32 36 36 31 27 35 31 38 38 35 31 25 34 30 27 27 31

26 26 23 21 29 29 25 28 46 32 32 38 34 46 30 43 47 43 39 43

PROMOSSE PLAYOFF PLAYOUT RETROCESSA

PROSSIMO TURNO SABATO 21 MARZO LUCCHESE-PISA (ore 14.30) DOMENICA 22 MARZO GUBBIO-FORLI’ (ore 14.30) PRATO-PISTOIESE (ore 14.30) SPAL-PRO PIACENZA (ore 14.30) ASCOLI-REGGIANA (ore 16) CARRARESE-L’AQUILA (ore 16) PONTEDERA-TUTTOCUOIO (ore 16) SANTARCANGELO-ANCONA (ore 18) SAVONA-GROSSETO (ore 18) TERAMO-SAN MARINO (ore 18)

(0-0) (1-2) (1-2) (1-0) (2-0) (0-1) (1-2) (0-0) (0-3) (2-1)

Ruopolo, gran tris E così la Reggiana ribalta il Gubbio REGGIANA

3

GUBBIO

1

MARCATORI Casiraghi (G) al 10’ p.t.; Ruopolo (R) al 5’, al 18’ e al 30’ s.t. REGGIANA (4-3-3) Messina 6; Andreoni 6, Spanò 6,5, Sabotic 6, Mignanelli 7; Siega 7, Vacca 6,5, Maltese 6,5; Giannone 6 (dal 37’ p.t. Petkovic 6,5), Ruopolo 8 (dal 44’ s.t. Ceccarelli s.v.), Messetti 6 (dal 15’ s.t. Alessi 6,5). (Feola, De Giosa, De Biasi, Ricci). All. Colombo 7. GUBBIO (4-2-3-1) Iannarilli 6; Luciani 5, Manganelli 5, Lasicki 4, D’Anna 5,5; Guerri 6, Loviso 6; Mancosu 5 (dal 1’ s.t. Caldore 5,5), Casiraghi 6,5, Tutino 6 (dal 19’ s.t. Domini 5,5); Regolanti 5,5 (dal 33’ s.t. Cais s.v.).(Citti, Esposito, Castelletto, Vettraino). All. Acori 5,5. ARBITRO Mastrodonato di Molfetta 6. NOTE paganti 1.117, abbonati 1.176, incasso non comunicato. Espulso Lasicki al 43’ p.t.; ammoniti Luciani, Manganelli e Ceccarelli; Angoli 6-3. ● REGGIO EMILIA Una tripletta di Francesco Ruopolo ribalta l’inerzia del match e rilancia le ambizioni della Reggiana che sembra così aver trovato la carta vincente per la volata finale. L’attaccante, arrivato a quota 12 gol in questa stagione, ha cambiato completamente la storia della partita

Francesco Ruopolo, 32 anni LAPRESSE dopo che il Gubbio si era portato in vantaggio grazie a Casiraghi, ma si era poi complicato la vita con l’espulsione di Lasicki sul finire del primo tempo (ingenuo doppio giallo in appena 2’), chiudendo comunque il primo tempo in vantaggio. LO SHOW Nella ripresa è iniziato lo show del bomber dei padroni di casa che ha sfoggiato tutto il repertorio e mandato in tilt la retroguardia di Acori. Il pareggio è arrivato al 5’ con un preciso diagonale dopo un assist di tacco di Petkovic, al 18’ il raddoppio con un poderoso colpo di testa su assist di Alessi e poi al 30’ il tris con un tiro di potenza dal limite dell’area piccola. Poco prima della fine Colombo ha deciso di sostituire Ruopolo lper concedergli una meritata standing ovation da parte del pubblico del Mapei Stadium. Francesco Pioppi

2

L’AQUILA

0

GROSSETO

1

FORLI

2

CARRARESE

2

1

SPAL

1

LUCCHESE

1

PRATO

2

SAVONA

2

MARCATORI Fofana (G) al 26’ p.t.; Cazè (L) al 29’ s.t. GROSSETO (3-4-1-2) Baiocco 6; Monaco 6, Biraschi 7, Legittimo 6,5; Formiconi 6, Onescu 6 (dal 45’ s.t. Verna s.v.), Della Latta 6,5, Paparusso 6,5 (dal 36’ s.t. Boron s.v.); Volpe 6 (dal 31’ s.t. Lugo s.v.); Fofana 6,5, Torromino 6,5. (Mangiapelo, Burzigotti, Okosun, Gambino). All. Silva 6. LUCCHESE (4-2-3-1) Di Masi 6; Calcagni 6, Espeche 6, Cazé 6,5 (dal 39’ s.t. Santeramo s.v.), Risaliti 6; Mingazzini 6,5 (dal 25’ s.t. Strizzolo 6,5), Degeri 6; Pagano 6,5, Lo Sicco 6,5, Scapinello 6,5 (dal 36’ s.t. Pizza s.v.); Raicevic 5,5. (Pazzagli, Bianchi, Ferretti, Benedetti). All. Galderisi 7. ARBITRO Balice di Termoli 6. NOTE paganti 171, abbonati 462, incasso di 5.281 euro. Ammoniti Raicevic e Onescu. Angoli 8-3.

● ANCONA Uno strepitoso gol di D’Orazio manda in orbita l’Ancona: il suo sinistro sotto l’incrocio stende un Tuttocuoio troppo rinunciatario. In precedenza aveva fatto tutto Parodi: il 19enne scuola Torino a inizio ripresa sblocca con un gran destro, poi regala con un tocco di mano il rigore del pari a Colombo. D’Orazio all’inizio aveva già colpito da quasi 40 metri: gol annullato per un presunto fallo sul portiere. Stefano Rispoli

● L’AQUILA Passa anche la Spal al Fattori. Ad avvicinare Semplici alla salvezza è ancora Zigoni, di nuovo decisivo dal dischetto, come a Grosseto. Sembra partire bene L’Aquila, poi il fulmine a ciel sereno al 45’: Corapi tocca Gentile in area e l’arbitro indica il dischetto, da dove Zigoni non sbaglia. Zavettieri prova a scuotere i suoi con i cambi, ma l’ordine della Spal avrà gioco facile. Alessandro Fallocco

● GROSSETO Silva, tornato a Grosseto dopo un intero girone dalla sconfitta a Lucca che causò il suo esonero, fallisce nuovamente l’appuntamento con la prima vittoria casalinga della sua stagione. I maremmani hanno dominato il primo tempo trovando il vantaggio con Fofana, che ha raccolto in tuffo un cross di Torromino, ma nella ripresa hanno subito la Lucchese, che ha recuperato con Cazè. Maurizio Caldarelli

MARCATORI Fanucchi (P) al 13’, Docente (F) al 45’ p.t.; Fantoni (F) al 6’, Fanucchi (P) su rigore al 36’ s.t. FORLI’ (4-3-1-2) Scotti 6; Catacchini 6, Fantini 5,5, Drudi 5,5, Turi 5; Casini 6, Hamlili 5,5, Fantoni 6,5 (dal 28’ s.t. Capellini 6); Rosafio 5 (dal 21’ s.t. Pettarin 5); Melandri 5, Docente 6,5 (dal 36’ s.t. Morga s.v.). (Casadei, Reato, Gliozzi, Castellani). All. Firicano 6,5. PRATO (4-3-2-1) Gazzoli 6; Bandini 5,5 (dal 30’ s.t. Grifoni 6), Rinaldi 5,5, Dametto 5,5, De Agostini 6; Cavagna 6,5, Urso 5 (dall’11’ s.t. Tassi 6), Coccolo 5,5; Santini 6,5, Fanucchi 7; Bocalon 6 (dal 45’ s.t. Romanò s.v.). (Ivusic, Rickler, Pasa, Rubino). All. Esposito 6,5. ARBITRO Marinelli di Tivoli 5. NOTE spettatori 900 circa; paganti e abbonati non comunicati, incasso di 2.938 euro. Ammoniti Casini, Catacchini, Fanucchi, Drudi, Santini, Fantoni, Turi e Fantini. Angoli 4-4. ●

FORLI’ Un pareggio che non risolve i guai di nessuno tra Forlì e Prato. Buon avvio dei toscani che passano al 13’ con un diagonale di Fanucchi. I romagnoli faticano, ma trovano il pari con Docente che di destro batte Gazzoli. Sorpasso dei padroni di casa in avvio di ripresa con Fantoni (tiro dal limite di sinistro), ma al 36’ Fantini stende Bocalon: rigore segnato da Fanucchi. Gavino Cau

SAN MARINO

1

PISA

0

MARCATORE La Mantia al 41’ s.t. SAN MARINO (4-2-3-1) Secco 6,5; Bregliano 6, Fogacci 6, Cammaroto 6 (dal 29’ s.t. Ferrero 6), Cruz 6,5; Diawara 6,5, Soligo 6; Magnanelli 5,5, Sensi 6, Baldazzi 5,5 (dall’11’ s.t. La Mantia 7); Musetti 5,5 (45’ s.t. Varone s.v.). (Vivan, Palazzi, Bationo, Demontis). All. Tazzioli 6,5. PISA (4-3-3) Pelagotti 5,5; Mandorlini 6, Paci 6,5, Lisuzzo 6, Costa 5,5; Morrone 6 (dal 39’ s.t. Caponi s.v.), Iori 6,5, Misuraca 6,5; Frediani 5 (dal 16’ s.t. Arma 5,5), Arrighini 5, Floriano 6 (dal 32’ s.t. Napoli s.v.). (Moschin, Sini, Pellegrini, Beretta). All. Pillon 5,5. ARBITRO Piscopo di Imperia 6,5. NOTE spettatori 200 circa; paganti, abbonati e incasso non comunicati. Ammoniti Cammaroto, Costa, Iori, Caponi e Fogacci. Angoli 2-4. ● SAN MARINO Un pallonetto di La Mantia, lanciato in verticale da Diawara a una manciata di minuti dal gong, premia il San Marino. Al Pisa il rammarico di una gara condotta a ritmi troppo bassi, con tante iniziative personali ma nessuna realmente pericolosa ad eccezione di quella costruita al 12’, quando Secco nega la rete prima alla conclusione di Floriano poi, sulla ribattuta, al tiro ravvicinato di Misuraca. Nella ripresa il Pisa spinge ma non punge e il San Marino arriva sino alla fine senza rischiare. I toscani finiscono tra i fischi del loro pubblico: per Pillon un esordio da dimenticare. Giorgia Bertozzi

Monza: Di Stanislao diventa presidente Tra i nuovi soci anche un iraniano?

TUTTOCUOIO

MARCATORE Zigoni su rigore al 46’ p.t. L’AQUILA (4-2-3-1) Zandrini 5,5; Scrugli 5, Pomante 6 (dall’ 11’ s.t. Carini 6), Zaffagnini 6, Pedrelli 5,5; Del Pinto 6, De Francesco 5 (dal 14’ s.t. Perna 5); Pacilli 5,5, Corapi 5, Vella 5 (dal 24’ s.t. Sandomenico 6); Virdis 5,5. (Cacchioli, Gotti, Perpetuini, Triarico). All. Zavettieri 5. SPAL (3-5-2) Menegatti 6,5; Gasparetto 6,5, Cottafava 6,5, Silvestri 6; Lazzari 6 (dal 47’ s.t. Giani s.v.), Gentile 6, Capece 6,5, Di Quinzio 6 (dal 31’ s.t. Landi s.v.), Nava 6; Zigoni 6,5, Finotto 6 (dal 38’ s.t. Fioretti s.v.). (Albertoni, Aldrovandi, Gerbaudo, Rovini). All. Semplici 6,5. ARBITRO Zanonato di Vicenza 6. NOTE paganti 805, abbonati 340, incasso non comunicato. Ammoniti Pomante, Virdis e Gentili. Angoli 8-2.

Il debutto di Pillon non sveglia il Pisa Vince il San Marino

GLI ALTRI GIRONI

ANCONA

MARCATORI Parodi (A) al 1’, Colombo (T) su rigore al 15’, D’Orazio (A) al 32’ s.t. ANCONA (3-4-3) Lori 6; Dierna 6, Paoli 6, Cangi 6,5; Parodi 6, Sampietro 6, Di Ceglie 6, D’Orazio 7,5; Bondi 6 (dal 20’ s.t. Paponi 5,5), Tavares 6 (dal 30’ s.t. Cognigni s.v.), Tulli 7 (dal 34’ s.t. Camillucci s.v.). (Aprea, Lisai, Bambozzi, Morbidelli). All. Cornacchini 7. TUTTOCUOIO (3-5-2) Morandi 5,5; Falivena 6, Pratali 5,5, Ingrosso 6,5; Pacini 5,5, Dramane 6, Pane 5,5 (dal 20’ s.t. Serrotti 5,5), Vitale 5,5 (dal 7’ s.t. Colombo 6,5), Agrifogli 6 (dal 30’ s.t. Zanchi s.v.); Civilleri 5,5, Gioè 5,5. (Bacci, Mancini, Deiola, Tempesti). All. Alvini 5,5. ARBITRO Capraro di Cassino 5,5. NOTE paganti 435, abbonati 678, incasso non comunicato. Amm. Pratali, Tavares, Pane e Parodi. Angoli 7-2.

25

MARCATORI Cabeccia (S) al 14’ p.t.; Belcastro (C) al 14’, Merini (C) al 24’, Scappini (S) al 38’ s.t. CARRARESE (4-3-1-2) Zanotti 5,5; Berra 6,5, Sbraga 7, Teso 5, Lancini 6; Gnahoré 6,5, Castagnetti 7, Galli 7 (dal 36’ s.t. Brondi s.v.); Belcastro 6,5 (dal 16’ s.t. Massoni 7); Di Nardo 5,5 (dal 25’ s.t. Cellini 6), Merini 7. (Anedda, Beltrame, Gherardi, Ademi). All. Remondina 6,5. SAVONA (4-3-1-2) Rossini 6; Antonelli 6, Galimberti 6 (dal 36’ s.t. Frugoli s.v.), Cabeccia 6,5, Eguelfi 7; Marchetti 6,5, Taddei 6, Carta 6; Demartis 6,5 (dal 25’ s.t. D’Amico 5); Giovinco 5,5 (dal 43’ s.t. Morosini s.v.), Scappini 6,5. (Addario, Tonon, Biondo, Munarini). All. Riolfo 6,5. ARBITRO Ranaldi di Teramo 5,5. NOTE paganti 325, abbonati 380, incasso di circa 1.800 euro. Espulsi Teso al 13’ s.t., il tecnico Remondina al 31’ s.t. ed Eguelfi al 42’ s.t.; ammoniti Marchetti, Carta, Di Nardo, Belcastro, Cabeccia, Gnahoré e Castagnetti. Angoli 3-3. ● CARRARA Tra Carrarese e Savona finisce pari dopo una vera battaglia. Liguri in vantaggio al 14’ (colpo di testa di Cabeccia), pari dei toscani con Belcastro. Dopo l’espulsione di Teso la Carrarese riesce lo stesso a passare con Merini. Poi il 2-2 di Scappini. Luca Santoni

● MONZA E’ stato presentato a Monza il nuovo organigramma del club, in attesa che il 26 maggio il tribunale si pronunci sul fallimento. Paolo Di Stanislao, chiacchierato dirigente ai tempi di Lanciano (poi fallito) e Casale, è il nuovo presidente, mentre Pietro Montaquila resta come amministratore unico; confermati Alfredo Pasini responsabile dell’area tecnica e Gianni Califano direttore sportivo. Di Stanislao ha rinnovato la fiducia all’allenatore Fulvio Pea. La ricapitalizzazione è stata effettuata tramite obbligazioni della JP Morgan: tra i soci ci sarebbe un iraniano. ● Questo il programma nel fine settimana per i gironi A e C, che sono arrivati alla 31a giornata avendo già disputato nelle scorse settimane il loro turno infrasettimanale:

DOMANI Ore 19.30 Feralpi Salò-Mantova (girone A, andata 0-1). Ore 20.45 Casertana-Benevento (C, 0-1, diretta su Raisport 1). SABATO Ore 14.30 Messina-Cosenza (0-0) e Paganese-Savoia (C, 1-0). Ore 15 Lumezzane-Monza (0-3) e Pordenone-Como (A, 1-3); MateraVigor Lamezia (C, 0-1). Ore 16 AlbinoLeffe-Südtirol (A, 1-1); Lecce-Aversa Normanna (1-0) e Reggina-Melfi (C, 0-2). Ore 17 Bassano-Pro Patria (2-2) e Cremonese-Real Vicenza (A, 1-1). Ore 19.30 Giana-Venezia (1-2) e Novara-Renate (A, 3-1). DOMENICA Ore 11 Arezzo-Alessandria (A, 0-1). Ore 12.30 Catanzaro-Salernitana (1-2) e Lupa Roma-Foggia (C, 0-1). Ore 14 Juve Stabia-Ischia (C, 2-1). Ore 14.30 Torres-Pavia (A, 1-1). LUNEDI’ Ore 20.45 Martina-Barletta (C, 1-2). LE CLASSIFICHE ● Questa la situazione nei gironi A e C dopo 30 giornate: GIRONE A Alessandria e Pavia (-1) p. 58; Novara 57; Bassano 55; Como 51; Feralpi Salò 46; Real Vicenza 45; Südtirol e Arezzo 42; Venezia 41; Renate e Mantova (-3) 39; Torres 36; Monza e Cremonese 35; Giana 34; Lumezzane 28; AlbinoLeffe e Pro Patria (-1) 24; Pordenone 21. GIRONE C Salernitana e Benevento p. 64; Juve Stabia e Casertana 55; Matera 53; Lecce 51; Foggia (-1) 49; Catanzaro 44; Barletta e Vigor Lamezia 39; Cosenza 36; Martina 35; Lupa Roma e Paganese 33; Melfi (-2) 32; Savoia 26; Aversa Normanna e Messina 25; Ischia 24; Reggina (-1) 22.


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GIOVEDÌ 19 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT


MotoGP R Verso il GP Qatar

GIOVEDÌ 19 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

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Dani spinge Marc al triplete

1 Pedrosa: «È sempre lui il favorito, ma spero che non vinca le prime 10 gare» 1Marquez: «Sì, ho meno pressione e voglio divertirmi. Se poi userò pure la testa...»

Marc Marquez (sin.) e Dani Pedrosa sui simulatori disegnati dall’ex iridato della 500 Alex Criville. L’anno scorso i due piloti ufficiali Honda hanno vinto 14 delle 18 gare MotoGP: 13 Marquez, 1 Pedrosa

Filippo Maria Ricci CORRISPONDENTE DA MADRID

C

ordialità, distensione, buonumore, disponibilità. E una gran voglia di cominciare a fare sul serio. Questo segna il barometro della Honda, che abbiamo verificato di persona grazie all’evento organizzato ieri nella sede Repsol di Madrid. Marc Marquez e Dani Pedrosa a fare da istruttori, due simulatori fenomenali disegnati da Alex Criville, gomiti e ginocchia a terra senza la possibilità di tirarsi su, grandi risate e le ultime riflessioni sulla stagione 2015, al via tra 10 giorni in Qatar. La contagiosa simpatia di Marc, tanto simile a quella del suo ex idolo e oggi rivale Valentino Rossi, è nota e allora colpisce di più l’ottima predisposizione di Dani, uno con un carattere meno aperto. Rispetto a un anno fa, abbiamo trovato Pedrosa molto più rilassato: «Può essere, sì. Nuova stagione, nuovi stimoli, ma soprattutto un nuovo team. Le sensazioni sono ottime e non vedo l’ora d’iniziare a correre, la cosa che mi piace fare. Sto bene, la moto va, ci sono ragioni per essere positivi». E Marc, cosa si aspetta? Cominciare ancora con 10 vittorie di fila? «No, l’obiettivo non è quello d’iniziare ma di finire come l’anno scorso. La cosa importante è il finale, il titolo, quello è l’obiettivo». Ha vinto 2 Mondiali di fila, più pressione per il sogno del triplete o meno perché può prendersi un anno di «pausa»? Marc: «Onestamente l’anno scorso avvertivo più pressione. Quest’anno la sento, la gente si aspetta tanto da me perché sono campione, ma io guardo alla stagione e vedo un anno divertente, sono più rilassato». Dani: «Per me avrà Marc più pressione, la gente si aspetta il triplete». E per lei, Pedrosa? Negli ultimi 3 anni ha chiuso

secondo, terzo e quarto. «I cambiamenti sono stati positivi, spero si riflettano anche in pista. Quello del Qatar non è tra i miei circuiti preferiti ma spero di lottare con gli altri per la vittoria».

Pare che lì davanti siate più vicini. Marc: «Sì, mi aspetto uno scenario simile a quello della seconda parte del Mondiale 2014, perché la prima parte non è stata normale. Sarà una stagione divertente, spettacolare per gli apIO TALENT SCOUT COME passionati. Valentino va sempre ROSSI? NO, GRAZIE: più forte: ogni anno gli osservaNON VORREI CHE POI tori pensano che andrà più piaIL MIO PILOTA no e invece no, lui va sempre MI RUBASSE IL POSTO... meglio. Valentino, rallenta, per favore! E poi c’è Lorenzo: uno come lui dopo una stagione come quella che ha avuto tornerà MARC MARQUEZ in pista più forte, con ancora più DUE VOLTE IRIDATO MOTOGP voglia e determinazione. Poi Dani, che è sempre lì, e quindi le Ducati». IL FUTURO È OGGI. Dani: «È difficile dirlo oggi, i PENSO GARA PER GARA. test invernali non sono mai tropNON MI SPINGO PIÙ po indicativi. Vediamo in gara, IN LÀ PERCHÉ di certo mi aspetto un campioNON SI SA MAI nato bello e combattuto, l’importante è iniziare forte, e spero che Marc non vinca le prime 10 gare come un anno fa... Yamaha DANI PEDROSA e Honda sono lì, la Ducati va, UN TITOLO IN 125 E 2 IN 250 potrà esserci grande lotta». E tra i giovani? Marc: «Vedo bene Maverick Viñales, la Suzuki ha un buon telaio e lui sta andando bene. E meno bene Miller: il passaggio da Moto3 a MotoGP è complesso». Cosa vi piace della moto? E cosa va migliorato? Marc: «Nella parte anteriore abbiamo fatto ottimi progressi. Soprattutto nelle curve veloci siamo

NOTIZIE TASCABILI IN VISTA DEL GP MALESIA

TEST MOTO2 E 3 A JEREZ

Nel weekend Alonso Alzamora gongola verrà visitato con Navarro dai medici della Fia Bastianini quinto ● Dopo aver cenato a Londra martedì con Briatore e Garcia Abad, Fernando Alonso ieri ha girato al simulatore a Woking. La McLaren ha twittato: «È stata buona giornata, Fernando si è concentrato sulle procedure per qualifica e gara». Nel weekend lo spagnolo, reduce dall’incidente di un mese fa ai test di Montmelò e assente in Australia, dovrebbe sottoporsi ai test medici Fia, passaggio obbligato per correre a Sepang (29 marzo). Intanto Valtteri Bottas, costretto per il mal di schiena a saltare il GP d’Australia, sta facendo fisioterapia in Indonesia per cercare di recuperare per il GP Malesia.

più stabili. Dietro dobbiamo cercare più grip. Stiamo lavorando, una moto da corsa non si sviluppa in 24 ore. Quando sono salito su quella del 2015 non ero contento, preferivo la 2014. Ora va molto meglio». Dani: «Totalmente d’accordo. Però la nostra moto ha una grandissima qualità: si guida bene su tutti i circuiti. È un aspetto importantissimo. Diciamo che con un po’ più di grip sarebbe bellissima».

● Il team di Emilio Alzamora sugli scudi nella seconda giornata di test Moto3, disturbati dalla pioggia: Jorge Navarro (foto) è primo, Fabio Quartararo terzo. In mezzo Danny Kent, sempre su Honda. Enea Bastianini è il migliore degli italiani (5°). Nono posto (con caduta) per Romano Fenati. Moto2: comanda Sam Lowes, 11° Morbidelli. Oggi ultimo giorno di collaudi.

Dani, quest’anno compirà 30 anni. Che futuro pensa per lei? «Il futuro è oggi. Io penso alla prima gara, poi alla seconda, quindi alla terza. Non guardo più lontano perché non si sa mai. Però penso che se lavori duro il futuro sarà più bello».

SIMULATORE HONDA, CI HA PROVATO ANCHE LA GAZZETTA... ● L’evento targato Repsol di ieri a Madrid ha permesso al nostro corrispondente dalla Spagna Filippo Maria Ricci non solo di chiacchierare con i due piloti Honda, ma anche di provare l’ebbrezza delle pieghe sul simulatore MotoGP ideato da Alex Criville. Insegnanti d’eccezione sia Marc Marquez che Dani Pedrosa. Per il gomito a terra c’è da lavorare, visto che l’esperienza motociclistica del collega è iniziata col Garelli e si è fermata a un Boxer Piaggio.

E lei Marc? Non pensa di creare una cantera di piloti, come ha fatto Valentino? «No, sono troppo giovane. A 22 anni cosa faccio, tiro su un pilota che possa prendere il mio posto? Ora è presto, all’età di Valentino magari ci penserò». Dani, Marc è sempre il favorito? «Sì, è il campione in carica, ha dimostrato grande forza fisica e mentale, nei test è andato bene...».

Marc, quale sarà la chiave per il titolo? «La continuità. E l’intelligenza di capire che se non puoi vincere, va bene anche arrivare secondo, terzo o quarto. Una cosa che faccio fatica a comprendere. Voglio sempre finire davanti e invece magari il titolo arriva grazie a quel punto che hai rimediato con fatica in un giorno che ti era parso negativo». © RIPRODUZIONE RISERVATA

DEBUTTO COMPLICATO

MOTO IN SPAGNA

Il capo Manor: «Giriamo a Sepang già dal venerdì»

Lo Jr Team VR46 sbarca nel Cev con Bulega

● La Manor, presente in Australia solo da spettatrice, farà il suo esordio in Malesia. Così almeno ha assicurato il team principal John Booth ai microfoni di Sky Sports: «I nostri piloti (Will Stevens e Roberto Merhi; n.d.r.) saranno in pista a Sepang già venerdì 27 marzo, per i primi due turni di prove libere. Ci troviamo in una situazione completamente diversa rispetto all’inizio della scorsa settimana. I progressi sono stati enormi. Da lunedì saremo in Malesia, dal giorno dopo cominceremo a sistemarci sul circuito e sicuramente saremo pronti per correre il venerdì». Sarà vero?

Antonio Fuoco, 18 anni, cosentino

EUROPEO F.3 E GP3

Giovinazzi-Fuoco sono i più veloci nei test collettivi ● (an.gat.) Giovani italiani sulla breccia. Antonio Fuoco, calabrese della Ferrari Driver Academy, è stato il più veloce nei test GP3 a Estoril con Carlin. Il pugliese Antonio Giovinazzi, con lo stesso team, ha ottenuto il miglior tempo nei test dell’Euro F3 a Valencia, 11° Alessio Lorandi.

● C’è una nuova squadra nel Cev 2015: è lo Junior Team VR46 Riders Academy (JTVR46), la squadra voluta da Valentino Rossi. In sella alla Ktm, con il numero 46, Nicolò Bulega, classe 1999, riminese. Bulega avrà il supporto di un team con a capo Alessio Salucci, responsabile della VR46 Riders Academy, team manager sarà Luca Brivio. Pronto Bulega: «Sono felice che la VR46 mi abbia scelto per questa scommessa. Darò il massimo in questa stagione». CAPONORD - Aprilia dedica alla nuova Aprilia Caponord 1200 Rally un «porte aperte» nel prossimo weekend (21 e 22 marzo) in tutte le concessionarie.


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Amg C 63 S, la coppia... scoppia 1La Mercedes di lusso è mostruosa: 700 Nm. Giù la cilindrata e i consumi. A 91.000 euro SOTTO AL COFANO GALOPPANO 510 CAVALLI

Alessandro Giudice

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a station wagon, che secondo i gusti degli italiani dovrebbe essere quella più gettonata, arriverà in aprile. Chi invece ha deciso di farsi affascinare dal suo V8 biturbo il prima possibile, dovrà scegliere la versione berlina, ordinabile da subito e in consegna da giugno a 91.090 euro. Parliamo della recente e grintosa evoluzione del modello Amg più venduto da quando esiste il marchio di Affalterbach: la Mercedes-Amg C 63 S. È una tre volumi muscolosa e grintosa con a disposizione una marea di cavalli (510) sviluppati dall’8 cilindri a V, che perde in cilindrata passando dai 6,3 litri del precedente aspirato (la cubatura indicata dalla cifra 63 e, inspiegabilmente, mantenuta anche sul nuovo modello) ai 4 dell’attuale biturbo, stretto parente di quello che equipaggia la sportiva top di gamma Amg-Gt. PROVA Una riduzione che impatta sui consumi (addirittura -32%) ma non sul piacere che la berlina tedesca regala a piene mani. Merito della coppia mostruosa di 700 Nm, che la rende incredibilmente reattiva a qualsiasi regime di rotazione già a partire da 1.750 giri/min, con una progressione rapida e gestibile, anche grazie a un’elettronica settata in modo da lasciare ampi margini di divertimento in tutta sicurezza. Soprattutto su strada, sui tratti misto-veloci con abbondanza di curve e controcurve, dove lasciarsi prendere la mano diventa la tentazione più difficile da ignorare. Qui la Amg onora il suo blasone: i passaggi di carico tra le curve sono gestiti con decisione e senza particolari rollii, l’inserimento è preciso ed efficace, pagando qualche sbavatura solo quando si chiude lo sterzo con troppa veemenza. Normale, per una quattro porte che misura 4,756 metri e pesa 17 quintali, capace comunque di passare da 0 a 100 km/h in 4” e di una velocità massima autolimitata di 250 orari, che con l’Amg Driver’s Package può arrivare a 290. OPZIONI Per offrire una modalità di guida tarata sulle esigenze personali, la Mercedes-Amg C 63 S offre 5 diverse opzioni, selezionabili con un tasto posto sulla console centrale: Individual, per settare l’auto come un abito su misura, Comfort,

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● 1. Il motore V8 sovralimentato biturbo che equipaggia la nuova Mercedes-Amg C 63 S: ha una cilindrata di 4,0 litri e sviluppa 510 Cv; 2. La plancia di comando: con un tasto posto sulla console centrale si può selezionare una delle 5 diverse opzioni di guida: Individual, Comfort, Sport, Sport+ e Race; 3. Il frontale non abbandona il classico design

LA SCHEDA MERCEDES-AMG C 63 S

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MOTORE V8 SOVRALIMENTATO BITURBO CILINDRATA 3.982 CMC POTENZA MASSIMA 510 CV COPPIA MASSIMA 700 NM DA 1.750 A 4.500 GIRI/MIN CAMBIO SPORTIVO A 7 MARCE TRAZIONE POSTERIORE PESO A VUOTO 1.655 KG LUNG./LARG./ALT. 4.756/1.839/ 1.426 MM CONSUMO MEDIO 8,4 L/100 KM VELOCITÀ MASSIMA 250 KM/H (AUTOLIMITATA) ACCELERAZIONE 0-100 KM/H 4” PREZZO 91.090 EURO

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Sport, Sport+ e Race, perfetta per la pista, che trasforma la berlina in un missile a suo agio tra cordoli, chicane e curvoni in contropendenza. In tutta questa varietà di assetti, dove gli instancabili freni carboceramici garantiscono un’efficienza senza indecisioni e il cambio sportivo a 7 marce notevole rapidità di innesto a salire e doppiette esaltanti a scalare (il sound motore elevato alla massima libidine è un marchio di fabbrica Amg), la C 63 S non fa dimenticare di essere una berlina. Con 4 posti spaziosi, comodi anche per i passeggeri seduti dietro, un bagagliaio capiente e la possibilità di viaggiare in «sailing», il veleggio che si verifica quando, in modalità Comfort e rilasciando il gas a velocità tra 60 e 160 km/h, il motore viene disaccoppiato dalla trasmissione, gira al minimo e l’auto procede sfruttando l’inerzia. © RIPRODUZIONE RISERVATA

IL NOSTRO GIUDIZIO

Sì Sedili Comodissimi ed efficaci nella guida sportiva. Motore Coppia mostruosa: non finisce mai di salire.

No Rombo del motore Bello e coinvolgente, ma con l’aspirato era meglio. Cambio Sportivo e veloce, ma non abbastanza. Per gestire un motore così reattivo, dovrebbe essere ancora più pronto.

PRIMA EDIZIONE A GIUGNO

Si presenta «Parco Valentino» A Torino torna un gran Salone Gianluca Scarlata ROMA

● Un salone dell’auto, in una delle cornici più belle e affascinanti, nel cuore di Torino. La capitale italiana dell’auto è pronta a ospitare dall’11 al 14 giugno la prima edizione di “Parco Valentino – Salone & Gran Premio”. Ci sarà un’area statica con l’esposizione delle novità delle più importanti case automobilistiche nel bel parco lungo il fiume Po e un’altra dinamica con la parata delle automobili più rappresentative di ciascun marchio, 18 km dal centro di

Torino a Venaria Reale. «La nostra mission – afferma Andrea Levy, ideatore e presidente del Comitato Organizzatore – è far riavvicinare la gente al mondo dell’auto, risvegliare la passione verso questo mondo. Al momento sono 20 le case presenti, ma contiamo di arrivare a 30». Nell’area salone all’aperto 100 pedane (ogni casa ne avrà massimo 4) con anteprime mondiali, première nazionali e prototipi. Il box n°1 sarà un tributo ad Ayrton Senna con l’esposizione della sua Lotus F.1 e dei kart. Sono stimate al parco, aperto dalle 10 alle 24 con ingresso gratuito, 300mila persone. © RIPRODUZIONE RISERVATA

SPECIALE VELOCITÀ LAA GUIDA AI CAMPIONATI MOTOGP, MOTO2, MOTO3 E SBK

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SUPERCATTIVA

La Suzuki Vitara di quarta generazione è lunga 417 cm e ha una capacità di bagagliaio che varia da 375 a 1.120 litri. Emissioni di Co2: 111 grammi/km

La R1 è potentissima ma «facile»: fa dell’agilità uno dei suoi punti di forza

Asfalto o terra la Suzuki Vitara è sempre Allgrip

Nuova Yamaha R1 MotoGP da strada Garantisce Rossi

1Il sistema sulla versione integrale consente

4 modalità di guida. Motori 1.6 benzina e diesel Alessandro Bolzoni

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ascais, «dove la terra finisce e il mare comincia», fa da scenario alla prova della quarta generazione della Suzuki Vitara. A bordo della nuova 1.6 diesel con trazione integrale Allgrip e cambio manuale a 6 rapporti, percorriamo la strada costiera e le prime impressioni di guida sono positive. Comoda la seduta, volante morbido e preciso, con la sensazione di veicolo leggero ma saldamente piantato per terra. Vuoi per un eccellente telaio, vuoi per la trazione Allgrip che dispone di quattro modalità di guida: Auto, Sport, Snow, Lock, che si possono scegliere attraverso un selettore posto sulla consolle che permette di adattare le prestazioni alle diverse condizioni del fondo stradale, alle esigenze del conducente nelle diverse condizioni climatiche, garantendo al contempo il contenimento dei livelli di consumo di carburante e di emissioni inquinanti. STERRATO Lasciata la costa, ci siamo addentrati all’interno,

percorrendo una vera e propria foresta per raggiungere un mini circuito sterrato e molto mosso, che serve per provare a fondo il sistema Allgrip. DOTI La nuova Vitara piace per le forme robuste e la possibilità di poterla personalizzare grazie alle molteplici combinazioni dei colori della carrozzeria e dei dettagli stilistici. Internamente l’abitacolo è comodo e spazioso, curati i dettagli e le rifiniture delle sedute e degli allestimenti come il tetto panoramico con un’apertura tra le più grandi della categoria. Connettività smartphone secondo gli standard più diffusi al mondo. Equipaggiamento di

sicurezza attiva di tutto rispetto, come il Radar Brake System, che interviene automaticamente sui freni, quando si guida a bassa velocità, evitando la possibilità di collisione. PROPULSORI Due le motorizzazioni: un diesel e un benzina. Ambedue 1.6 e 120 Cv/88 kW di potenza. Motori concepiti per offrire prestazioni esaltanti (che confermiamo) e bassi consumi di carburante con emissioni di Co2 tra le più basse dei Suv compatti. Per il motore a benzina il cambio è manuale a 5 rapporti o automatico a 6 che, in modalità manuale e utilizzando le palette al volante, permette una guida più brillante e divertente, mentre la diesel è equipaggiata col solo manuale a sei rapporti. Due gli allestimenti: V- Cool e V- Top.

LA SCHEDA SUZUKI VITARA 1.6 DIESEL

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MOTORE 4 CILINDRI IN LINEA 16 VALVOLE, DA 1598 CMC. START&STOP EURO6 POTENZA MASSIMA 120 CV E 88 KW A 3700 GIRI CAMBIO MANUALE A 6 MARCE VELOCITÀ MASSIMA 180 KM/H TRAZIONE 2WD COPPIA MASSIMA 320NM A 1.750 GIRI DIMENSIONI LUNG 417 CM, LARG 177 ALT 161 CONSUMO MEDIO 4 LITRI X 100 KM PESO 1.295 KG PREZZO 22.400 EURO DATA LANCIO GIÀ IN VENDITA

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IL NOSTRO GIUDIZIO

Sì Tecnologia Il Sistema Allgrip a quattro modalità di guida risulta molto efficace. Prestazioni I motori garantiscono prestazioni brillante e consumi contenuti.

No Equipaggiamenti Il sistema Allgrip, che caratterizza questa quarta versione, e il navigatore sono di serie soltanto al top di gamma.

PREZZI Quelli del benzina vanno dai 19.900 euro, della 2WD allestimento V-Cool, ai 26.100 euro della 4WD, Allgrip, allestimento V-Top. I diesel invece sono compresi tra 22.400 e 27.100euro. Il volante della Suzuki Vitara

© RIPRODUZIONE RISERVATA

ANIMA FUORISTRADISTA

Una bella X-Perience questa Leon arrivare a 100. Anche il 1.6 TDI da 110 Cv, che abbiamo provato, può contare su una discreta grinta: raggiunge i 187 km/h e ha un’accelerazione da 0 a 100 in 11”6. Bene anche i consumi, che si attestano sui 4,7 l/100 km, con emissioni pari a 122 g/ km di Co2 nel combinato.

Luca Sordelli

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all’aspetto cattivo, ma senza esagerare, la X-Perience è la versione offroad della Leon ST, la station wagon della media Seat. A distinguerla sono le variazioni estetiche, che la rendono più muscolosa, e la maggiore altezza da terra (172 mm, 27 in più della normale) in linea con quella che ci aspetta da una vettura da tutti i giorni ma con un’anima da fuoristradista. La gestione elettronica della trazione (in condizioni standard sull’anteriore) può trasferire la coppia all’asse posteriore e anche fra le singole ruote: me-

La X-Perience ha un disegno più muscoloso e ruote da 17 pollici

diante l’uso dei freni come se ci fosse un differenziale bloccabile. La ruota in difficoltà viene pinzata dal disco. MOTORI Tre e tutti turbodiesel. Il 2.0 TDI da 184 Cv (con cam-

bio automatico di serie) promette un’accelerazione da 0 a 100 in 7”1, una velocità massima di 224 km/h e consumi di 4,9 l/100 km per 129 g/km di Co2. Il 2.0 da 150 Cv raggiunge i 208 orari e ci mette 8”7 per

PROVA Nel complesso la guida è piacevole e non risente della maggiore altezza da terra, anche provando e mettere sotto torchio la X-Perience in un percorso misto piuttosto stretto. Pure in fuoristrada se l’è cavata bene, tirandosi fuori da situazioni complicate. Prezzo a partire da 28.000 euro. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Stefano Cordara

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a Yamaha con la nuova R1 torna di prepotenza nel segmento delle Superbike. Tanta potenza e tecnologia derivata dalla MotoGP ne fanno una temibile avversaria per le europee più veloci. In versione M è quasi una GP omologata. TESTER Dopo qualche anno di riflessione, Yamaha è ripartita con una energia incredibile. Mancava però la bandiera tecnologica, la moto che non deve solo vendere ma vincere in pista e dimostrare le capacità di una azienda. Falla tappata con questa R1. È la moto di serie più vicina a una MotoGP mai prodotta, dichiarano gli uomini di Iwata perché il progetto ha chiamato in causa le migliori menti dell’R&D e persino Valentino Rossi coinvolto in prima persona nello sviluppo. CERVELLO Tanti i punti di contatto con la M1, a partire da 4 cilindri in linea a scoppi irregolari CP4 con albero motore definito crossplane. Scelta tecnica che di fatto simula l’ordine degli scoppi di un V4, migliorando erogazione e coppia ai bassi regimi. Ducento i cavalli, gestiti da una elettronica mai così evoluta: tre giroscopi e tre accelerometri che leggono a una frequenza di 125 volte al secondo, la posizione del-

LA SCHEDA YAMAHA R1

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MOTORE QUATTRO CILINDRI IN LINEA CILINDRATA 998 CMC ALIMENTAZIONE INIEZIONE ELETTRONICA POTENZA MAX 200 CV A 13.500 GIRI/MIN COPPIA MAX 112,4 NM A 11.500 GIRI/MIN TELAIO DOPPIO TRAVE IN ALLUMINIO PESO 199 KG IN ORDINE DI MARCIA INTERASSE 1.405 MM ALTEZZA SELLA 855 MM SOSPENSIONI ANTERIORE A FORCELLA ROVESCIATA; POSTERIORE A FORCELLONE CON MONOAMMORTIZZATORE PREZZO 18.490 EURO

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la moto nello spazio. Così la centralina riesce a gestire al meglio i controlli di trazione, dell’impennata, dell’imbardata (novità assoluta) oltre che il launch control e l’Abs-Ubs che ripartisce la frenata automaticamente secondo l’angolo di piega. PESO Pure i materiali sono da racer pura. Titanio, ergal, magnesio (usato per la prima volta in assoluto per i cerchi di una moto di grande serie) consentono di fermare l’ago della bilancia a 199 kg in ordine di marcia, quasi un record per una moto 4 cilindri. PROVA Il motore a scoppi irregolari suona come quello della MotoGP e ha una cattiveria notevole, spingendo con rabbia ogni volta che si prende in mano l’acceleratore. Compatta come una 600, è dotata di una ciclistica rigida che trasmette autentiche sensazioni racing. La R1 è potentissima ma facile (per chi ha le giuste doti di guida), rapidissima a inserirsi in curva e nei cambi di direzione e ha un motore potente e cattivo. L’elettronica si può regolare a proprio piacimento fino a trovare il livello che non castra le prestazioni ma le esalta aiutando il pilota a tirare fuori il meglio. Tutto questo per 18.490 euro per la R1, diventano 22.290 per la R1M che, oltre alle sospensioni elettroniche, ha anche la carenatura in carbonio e la possibilità di settare la moto attraverso un tablet. © RIPRODUZIONE RISERVATA

IL NOSTRO GIUDIZIO

Sì Tecnologia È una delle moto più vicine a una MotoGP mai costruite. Prestazioni Motore a scoppi irregolari e 200 Cv. È al top.

No Manubri Un po’ troppo stretti, ci piacerebbero più larghi. Leva freno Anche nella posizione più vicina resta sempre un po’ lontana.


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GIOVEDÌ 19 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT


Ciclismo R Verso la Classicissima DOMENICA L’EDIZIONE NUMERO 106

La Milano-Sanremo numero 106, in programma domenica, è il primo «Monumento» della stagione e resta la corsa più lunga dell’anno anche se con il ritorno del traguardo in via Roma «perde» un chilometro: ora sono 293 (esclusi i 9 di trasferimento cittadino in partenza). Il percorso è quello classico: Turchino, i Capi (Mele, Cervo, Berta), Cipressa e Poggio. IL PROGRAMMA Per la punzonatura, appuntamento a Milano dalle 14.30 di sabato alla Scuola Nazionale di cinema (ex Manifattura Tabacchi), in viale Fulvio Testi 121. Domenica il ritrovo è in

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Piazza Sempione-Arco della Pace dalle 8.10. Alle 9.45 incolonnamento e sfilata cittadina, la partenza ufficiale ossa. alle 10.10 da Via della Chiesa Rossa. Arrivo a Sanremo in Via Roma tra 16.50 e le 17.30. LE SQUADRE Al via 25 team di 8 corridori. I 17 del World Tour 2r (Fra), partecipano di diritto: sono Ag2r Quick Astana (Kaz), Bmc (Usa), Etixx-Quick ampreStep (Bel), Fdj (Fra), Iam (Svi), LampreMerida (Ita), Lotto-Soudal (Bel),, Movistar (Spa), Orica (Aus), ntCannondale-Garmin (Usa), Giant-

A Alpecin (Ger), Katusha (Rus), Lo Lotto Nl-Jumbo (Ola), Sky (Gb), Tin Tinkoff-Saxo (Rus), Trek (Usa). Le 8 invitate sono: Androni-Sidermec (Ita), Ba Bardiani-Csf (Ita), Bora-Argon 18 (Ger), C CCC Sprandi (Pol), Colombia (Col), N Nippo-Vini Fantini (Ita), Southe Southeast (Ita), Unitedhealthcare (Usa)

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IL CASO

I MIGL MIGLIORI Sono sei i corridori attesi al via cche hanno già vinto la Sanremo: Filippo Pozzato (2006), Fabian Cancel Cancellara (2008), Mark Cavendish (2009) (2009), Matthew Goss (2011), Gerald Ciolek ((2013) e il norvegese Alexander Kristof Kristoff (2014, foto BETTINI)

Lance Armstrong, texano, 43 anni AP

Cancellara o Sagan, l’Italia, via Roma: 5 chiavi per Sanremo 1Il duello d’oro, i velocisti Kristoff-Cavendish, i giovani

Cimolai e Bonifazio, la pioggia, l’arrivo storico: da sogno

Luca Gialanella

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l dislivello è di appena 1600 metri su 293 chilometri: 550 m sul Turchino, 250 sulla Cipressa e 150 sulla collinetta del Poggio. Da fine discesa sono 2,3 km per arrivare in via Roma. E’ il mistero della Milano-Sanremo. Domenica 106a edizione, e dopo 8 anni il traguardo torna in via Roma. La prima volta nel 1949: Coppi. L’ultima nel 2007: Freire. In mezzo, il mito. In 5 punti le chiavi della gara.

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I VELOCISTI: KRISTOFF, CAVENDISH, DEGENKOLB Il norvegese Kristoff, primo nel 2014, è in gran forma e verrà pilotato in squadra da Luca Paolini, che consegnò la Sanremo a Bettini nel 2003. Mark Cavendish è un’incognita

L’ITALIA: NIBALI, POZZATO, CIMOLAI, BONIFAZIO Con la Sanremo inizia il ciclo di classiche più difficile per noi. Qui non vinciamo dal 2006 (Pozzato); il Fiandre dal 2007 (Ballan) e la Roubaix dal 1999 (Tafi). Nibali è una garanzia, terzo nel 2012, ma certo vincere... Pozzato è in crescita, il quarto posto ad Arezzo lo conforta molto. A 33 anni l’esperienza non gli manca, e queste gambe non le ha mai avute negli ultimi due anni. In ritardo Colbrelli (febbre), così così Battaglin, un mistero Modolo, l’Italia va all’attacco con due giovani della Lampre-Merida (come Pozzato). Davide Cimolai, pordenonese di 25 anni, cresciuto in pista, velocissimo: nel 2014 è scollinato 8° sul Poggio. Dopo il Laigueglia, ha vinto una tappa di 192 km alla Parigi-Nizza. E Bonifazio, a 21 anni, è il giovane emergente: veloce, primo all’Agostoni e a Lugano, è di San Lorenzo al Mare, ai piedi della Cipressa. Diamo una chance anche a Giacomo Nizzolo (Trek), che però corre con Cancellara.

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IL DUELLO: CANCELLARA CONTRO SAGAN Hanno segnato le ultime 4 edizioni. Fabian sempre sul podio, Peter sempre rimpianti. Da quando Sagan è pro’ nel 2010, il testa a testa con Cancellara è a suo favore: 164 sfide, 107-57 per Sagan. Ma la qualità nelle classiche non si discute: lo svizzero, 34 anni, ha vinto 3 Fiandre e 3 Roubaix; lo slovacco, 25 anni, solo la Gand-Wevelgem. Così a Sanremo: 2011, 2° Cancellara, 17° Sagan; 2012, 2° e 4°; 2013, 3° e 2°; 2014, 2° e 10°. Arrivano con il conforto, dopo 9 mesi, di una vittoria alla Tirreno-Adriatico.

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● Giuseppe Saronni ultimo iridato: trionfa in via Roma nel 1983. Da allora nessuno ha più vinto la Sanremo in maglia di campione del mondo. Questo arrivo ha fatto la storia della Classicissima. Si è ripetuto per 36 anni dal 1949 (1° Fausto Coppi) al 1985 e per 14 anni dal 1994 al 2007 (ultimo vincitore Oscar Freire) BETTINI

L’ARRIVO IN VIA ROMA Dalla Fontana dello Zampillo sono 500 metri per giungere al traguardo: strada all’1-2%. Ci vuole la gamba «piena». La Classicissima si è conclusa dal 1907 al 1948 in corso Cavallotti; dal 1949 al 1985 in via Roma; dal 1986 al 1993 in corso Cavallotti; dal 1994 al 2007 in via Roma. E poi 7 volte in lungomare Calvino. Ma tra quei palazzi che profumano di storia, è un’altra cosa. La Sanremo è nata qui. La strada più famosa della storia del ciclismo. E i corridori non restano indifferenti al fascino.

Così Armstrong tornerà in bici: per il triathlon 1Incontro a Denver con Tygart (Usada), l’accusatore: è vicina una riduzione della squalifica

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a bici l’ha messa da parte. È da qualche mese che Lance Armstrong non sta pedalando, si dedica fondamentalmente a golf e corsa a piedi. Ma se tutto andrà come il texano spera, in sella potrà risalirci. Perché in caso di riduzione della squalifica a vita che ora è dentro in pieno al suo curriculum, nei suoi piani ci sarebbe l’Ironman della Hawaii. Nel 2016 o nel 2017. Anche alla Gazzetta infatti, come a diversi media americani, risulta che l’uomo di Austin abbia di recente incontrato in segreto Travis Tygart: cioè il suo grande accusatore, il capo dell’Usada (agenzia antidoping americana) che l’ha inchiodato con il famoso dossier, costringendolo ad ammettere il doping e privandolo dei sette Tour. Ma di che cosa si è parlato in questo incontro? Il riserbo è estremo, ma che Armstrong punti a una riduzione dello stop è pacifico. Ma su quali basi? Sembrerebbe in base a una interpretazione del regolamento Wada: quando il texano fu sanzionato, fine 2012, la squalifica avrebbe dovuto essere «totale» per quanto riguarda il ciclismo, mentre sarebbe stata meno invasiva riguardo ad altre discipline (come il triathlon), almeno dopo i primi 4 anni di squalifica. Adesso il regolamento è stato modificato ed è più severo, ma si punterebbe a tornare alla «vecchia» interpretazione in vigore al tempo dello stop. E allora Armstrong punterebbe all’Ironman delle Hawaii (3,8 km a nuoto, 180 in bici, la maratona a piedi), a Kona, per terminarlo nelle prime posizioni. Ma perché farlo? Per dimostrare, a quanto trapela, che il talento resta fuori dal comune. Nonostante un passato ormai impossibile da cancellare. ci. sco. © RIPRODUZIONE RISERVATA

perché non gli abbiamo visto fare una volata da tre settimane ed è un po’ sovrappeso; il tedesco John Degenkolb si è tirato a puntino alla Parigi-Nizza. Occhio all’australiano Matthews, a Ciolek (1° nel 2013) e a Swift, 3° nel 2014. Poi Greipel, Demare e Bouhanni. Contro di loro, una muta di attaccanti: Van Avermaet, Stybar, l’iridato Kwiatkowski, Gallopin, Valverde, Rui Costa, Boasson Hagen, Gilbert, Oss.

Oggi 18° Gp Nobili a Stresa Test Cancellara e Valverde ● Prove tecniche di Sanremo per Cancellara e Valverde oggi in Piemonte nel 18° Gp Nobili da Suno a Stresa: 187,5 km, al via (alle 11) 22 squadre di cui 7 World Tour. Tra gli altri nomi di spicco: Paolini, Betancur, Visconti, Felline, Nizzolo, Pellizotti, Gatto, Cunego, Santaromita e Gavazzi. In gara anche la Nazionale di Cassani con Gasparotto, Canola, Colbrelli, Ratto, Puccio e i dilettanti Ganna, Consonni e Pacinotti. Differita RaiSport 2 dalle 18.

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PIOGGIA E TANTO VENTO Cancellara dice che «il tempo è l’aspetto più importante della Sanremo. Guardo prima le previsioni, poi penso». Domenica pomeriggio? Pioggia debole, 13°, vento forte, raffiche a 44 km/h da estnordest. Vuol dire a favore sull’Aurelia e poi anche contrario lungo i tornanti del Poggio, dove la strada è esposta. Aspetto decisivo: col vento contro, non si attacca e non si fa differenza. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Giro Rosa dal 3 al 12 luglio Si parte dalla Slovenia ● Un cronoprologo, 8 tappe e una crono individuale; il via da Lubiana, in Slovenia, il 3 luglio, chiusura a San Domenico di Varzo il 12. È in sintesi il 26° Giro Rosa, presentato ieri a Genova alla presenza delle azzurre Elena Cecchini, campionessa italiana, e Valentina Scandolara. Un’edizione molto impegnativa, che attirerà come sempre le migliori al mondo. Nel 2014 vinse l’olandese Vos. Il servizio su Gazzetta.it.

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Basket R Il personaggio

Massimo Lopes Pegna CORRISPONDENTE A NEW YORK

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nche a New York, Gregg Popovich ha invitato tutto il suo staff in un bel ristorante: tradizione che si ripete a ogni trasferta. «Una sessantina di cene. Sono i momenti, che lui considera sacri, in cui si sta tutti assieme e dove si parla pochissimo di pallacanestro» dice Ettore Messina, assistente di riferimento a cui Pop in due occasioni ha affidato i suoi Spurs. Un privilegio raro. «Roba grossa, perché un conto è fare il copilota, un’altra è quando ti fanno accomodare sulla Ferrari e ti dicono: “Adesso vai in pista da solo”. Un’opportunità mi ha aiutato a inserirmi più rapidamente nel club che era la principale preoccupazione».

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Messina e il futuro da capo allenatore Nba «Ci penso seriamente» 1«Dire che non mi interessa sarebbe una bugia. Ma agli Spurs

sto bene: magari tra 2 anni finisco qui e torno serenamente a casa»

Qualcosa che vorrebbe suggerire a Bargnani, che lei ha allenato a Treviso. «Migliorare le pubbliche relazioni, perché spesso viene frainteso. Ho per lui grande stima, ma per la sua riservatezza passa per uno che sembra disinteressato e che non è duro abbastanza. Mi auguro che resti a New York, perché è uomo da triangolo: intelligente, sa tirare in sospensione e passare la palla».

Quando era ai Lakers tre anni fa disse che per una panchina Nba era ormai troppo tardi. E’ cambiato qualcosa? «E’ cambiato che Popovich mi

LA CHIAVE

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ha chiesto di venire a fare il suo assistente. In un sistema che conoscevo e che racchiude un’idea di fare pallacanestro che ho sempre ammirato e provato a portare nelle mie squadre. Anche se loro lo fanno ad alto livello, sul campo e fuori. Sto imparando tanto ed è molto stimolante». Sta pensando a una panchina da capoallenatore? «Direi una bugia se non ammettessi che mi interessa. Ci penso seriamente, ma prima chiederei un consiglio a Pop e Buford. Allo stesso tempo mi trovo bene qui, però vivo alla giornata. Ho

PISTOIA

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TRENTO

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(26-17, 36-29; 58-47) GIORGIO TESI PISTOIA: Hall 8 (1/3, 2/5), Cinciarini 13 (2/5, 2/4), Brown 11 (2/4, 1/2), Amoroso 18 (4/5, 3/5), Easley 9 (4/6); Filloy 11 (1/1, 3/7), Magro 4 (1/6), Williams 12 (3/6, 2/4), D. Moretti. N.e.: Severini, Bianchi, Mastellari. All.: P. Moretti. DOLOMITI ENERGIA TRENTO: Forray 10 (3/6), Sanders 12 (2/4, 2/3), Mitchell 5 (1/8, 1/5), Pascolo 10 (3/8, 0/1), Owen 6 (3/10); Spanghero 4 (1/2, 0/1), Grant 6 (0/3, 2/3), Baldi Rossi 16 (3/6, 3/4), Armwood, Flaccadori (0/2, 0/1). All.: Buscaglia. ARBITRI: Begnis, Baldini, Calbucci. NOTE - T.l.: Pis 11/14, Tre 13/19. Rimb.: Pis 44 (Magro 10), Tre 33 (Pascolo 7). Ass.: Pis 24 (Hall 8), Tre 14 (Pacolo, Forray, Baldi Rossi 3). Progr.: 5’ 10-9, 15’ 31-21, 25’ 5133, 35’ 71-51. Usc. 5 f.: Forray 38’ 58” (79-61). Spett. 3500 circa.

Non deve essere facile per chi è considerato uno dei più vincenti in Europa, calarsi in un ruolo secondario. «Ma è come per un cardiochirurgo fare l’aiuto a uno come Barnard. Allenare mi manca, ma molto meno di quello che temevo. Sto ancora imparando. Esempi? La qualità delle uscite dai time-out, fondamentale non solo per il risultato ma per la tua credibilità di tecnico». Tre anni fa disse: Belinelli prende tiri da nove metri che mi fanno arrabbiare. Lo ammiro perché per lui sarebbe più semplice rientrare in Europa e invece rimane. «Belinelli è cresciuto molto. Nella selezione delle conclusioni, nel gioco senza palla. Si sta impegnando per diventare un miglior difensore, fondamentale per trovare spazio in questa squadra nei playoff. Spero che possa rimanere con noi a fine stagione: sarebbe un passo in avanti per la sua carriera».

Come si è guadagnato il rispetto di Pop? «Si va indietro 12 anni, ai tempi in cui il gm R.C. Buford veniva a seguire Ginobili a Bologna. Da allora ci siamo sentiti con frequenza. Dopo Madrid, passai un po’ di settimane con loro: allenamenti, partite, viaggiavo con la squadra. Diciamo che mi sono sentito apprezzato. Per lui, invece ho sempre avuto una venerazione. Non pensavo che si potesse arrivare a un rapporto di lavoro, mi hanno cercato quando ero ancora legato al Cska. L’anno dopo mi hanno richiamato: mi ha fatto molto piacere».

Titoli vinti da Messina in Europa, tra coppe europee, titoli e coppe nazionali. Tredici col Cska, 10 a Bologna

che sappia come fare fallo. Nella Nba, la continuità del movimento è valutata diversamente che in Europa, rischi di mandare in lunetta uno con tre liberi. Ovvio, l’argomento è fonte di discussione».

Ettore Messina, 55, con il suo giocatore ideale: Manu Ginobili AP

San Antonio k.o. ● Martedì notte, i San Antonio Spurs hanno inaspettatamente perso ai supplementari a New York. Bargnani ha vinto il derby con Belinelli: per il Mago, doppia doppia (16+10) con 3 stoppate, Beli ha risposto con 12 punti in 30’. Risultati: Detroit-Memphis 105-95, New York-San Antonio 104-100, HoustonOrlando 107-94, New Orleans-Milwaukee 85-84, LA Clippers-Charlotte 99-92.

un contratto di altri due anni. Magari finisco e torno serenamente a casa».

mune che vincere in Europa sia più facile. Ma a San Antonio c’è un’apertura mentale diversa».

Quanto è stato vicino ad allenare Atlanta? «Ho fatto tutti i colloqui, il g.m. Danny Ferry mi aveva dimostrato un forte interesse. Poi, però, giustamente, ha preso Budenholzer che viene dalla scuola Spurs».

Com’è Pop? «Uno a cui piace anche incoraggiare il dissenso. Provoca il dibattito per evitare il “group thinking”: ritiene controproducente che tutti la pensino allo stesso modo».

C’è sempre diffidenza per chi arriva da fuori. «E’ vero, lo sa anche Blatt, pur essendo americano. C’è poca conoscenza per il mondo sportivo europeo. E’ convinzione co-

Lei non sarà d’accordo con lui quando a pochi secondi dalla fine siete avanti di tre e gli Spurs non fanno fallo. Ride. «Abbiamo background differenti. Concordo con lui che bisogna avere in campo gente

SERIE A: RECUPERO

Pistoia vola con gli italiani Trento: Mitchell malissimo Filippo Laico PISTOIA

V

ittoria limpida e differenza canestri ribaltata, Pistoia esulta e i playoff è una concreta possibilità. Con un Tony Mitchell irriconoscibile, alla sua peggior prestazione dell’anno, primo canestro dopo 25’, gli ospiti non potevano sperare di raccogliere i due punti. Buscaglia a 4’ dalla fine ha richiamato il capo cannoniere del campionato dalla panchina ma ha declinato l’invito. «Non sta bene, mali di stagione» mini-

mizza il coach. Sono gli italiani che hanno sospinto Pistoia: Amoroso-Filloy-Cinciarini hanno avuto feeling costante con il canestro, Magro ha difeso i tabelloni e catturato 10 rimbalzi. Nessuno si è accordo dell’assenza di Milbourne, in dubbio anche per domenica a Roma. ANIMA Il gruppo italiano è l’anima di questa squadra e sono sempre importanti, al di là delle cifre — sottolinea coach Moretti che per la prima volta batte un’avversaria della fascia alta —. Partita solida, finalmente il giusto atteggiamento

difensivo. In attacco distribuzione di tiri ottima. Non dimentichiamo da dove arriviamo, siamo un miracolo sportivo». Pistoia avanti nel punteggio sino dalla prima azione, il divario ha raggiunto proporzioni consistenti ad inizio terzo quarto (48-31) con un break di 12-2. Sconsolato Buscaglia al termine: «Facile da commentare, loro bene e noi male. Non ci hanno fatto fare una bella partita, non sono riuscito a trasmettere energia. E’ mancata tutta la squadra Spero ci serva di lezione per il futuro». © RIPRODUZIONE RISERVATA

«POPOVICH ALIMENTA IL DISSENSO: RITIENE CONTROPRODUCENTE CHE TUTTI LA PENSINO ALLO STESSO MODO» «DATOME E BELINELLI SI SONO FATTI IL CULO QUI INVECE DI TORNARE IN EUROPA: UN ESEMPIO PER CHI GIOCA IN ITALIA» ETTORE MESSINA VICE ALLENATORE SPURS

A parte Milano, tutte le italiane sono fuori dalle coppe: il declino del basket italiano sembra inesorabile, si dice che sia la conseguenza della crisi economica. «Non sono d’accordo. Meno risorse non può significare la fine di tutto. Bisogna essere creativi. Sarà poi importante il risultato della Nazionale in estate: politicamente e come spinta. Per il discorso stranieri io sono per la possibilità di libera concorrenza senza quote protette: stimolerebbe di più gli italiani. Dobbiamo prendere come esempio i casi di Belinelli e Datome che hanno continuato a farsi il culo qui, quando potevano benissimo tornare in Europa. La relazioni, poi, fra Fiba ed Eurolega è dove ci giochiamo il futuro. In una guerra che sta nascendo fra queste due istituzioni alla fine potrebbe trionfare un organismo come la Nba che è nettamente più avanti». Chi è il suo giocatore ideale? «Manu Ginobili, con dodici anni di meno». © RIPRODUZIONE RISERVATA

TACCUINO ● CLASSIFICA SERIE A Dopo la settima di ritorno: Milano* 38; Venezia 34; Sassari 32; Reggio Emilia 30; Brindisi, Trento 24; Bologna (pen. -2) 22;, Cremona, Cantù*, Pistoia 20; Avellino, Capo d’Orlando, Roma 16; Varese, Pesaro 14; Caserta (pen. -1) 7. * una gara in meno. ● APPELLO RESPINTO La corte sportiva di appello della Fip ha respinto il ricorso dell’Upea Capo d’Orlando confermando le due giornate di squalifica al campo di gioco. ● GAZZETTA TV Scelti tre anticipi (sabato alle 20.30) di Gazzetta Tv di aprile: 11 TrentoPesaro, 18 Venezia-Trento, 25 Cremona-Venezia. ● CERVI OUT (f.p.) Riccardo Cervi fuori un mese. Gli esami strumentali a cui si è sottoposto il pivot di Reggio Emilia hanno

evidenziato una lesione al polpaccio sinistro. ● EUROLEGA Stasera e domani l’11a delle Top 16. Girone E: oggi Stella Rossa Belgrado-Barcellona, Maccabi Tel Aviv-Zalgiris Kaunas, Alba Berlino-Galatasaray. Domani: Panathinaikos-Real Madrid. Classifica: Real Madrid 9 vinte-1 persa; Barcellona 7-3; Maccabi 6-4; Panathinaikos 55; Alba Berlino, Zalgiris Kaunas 4-6; Stella Rossa 3-7; Galatasaray 2-8. Girone F: oggi Efes IstanbulNizhny Nov., Unicaja MalagaCska Mosca. Domani: Fenerbahce-Milano, VitoriaOlympiacos. Classifica: Olympiacos, Fenerbahce, Cska 8-2; Efes, Vitoria 4-6; Novgorod, Milano 3-7; Malaga 2-8. * passano le prime 4


Basket R Parte il torneo universitario

GIOVEDÌ 19 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

AMERICA AMERICA

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CONTENUTO PREMIUM Andrew Harrison, 20 anni, guardia di Kentucky

1976

AFP

● Anno dell’ultima squadra campione senza k.o. Gli Indiana Hoosiers di Scott May, Kent Benson e coach Bobby Knight chiusero 32-0

NCAA: LE 4 FAVORITE 1 KENTUCKY WILDCATS Bilancio stagionale 34-0 Titoli 8 (ultimo nel 2012) Stella Willie Cauley-Stein

2 WISCONSIN BADGERS Bilancio stagionale 31-3 Titoli 1 (1941) Stella Frank Kaminsky

3 VILLANOVA WILDCATS Bilancio stagionale 32-2 Titoli 1 (1985) Stella Josh Hart

4 DUKE BLUE DEVILS Bilancio stagionale 29-4 Titoli 4 (ultimo nel 2010) Stella Jahlil Okafor CENTIMETRI

Lyles, Devin Booker e Dakari Johnson).

Imbattibili?

KENTUCKY PADRONA MA MARZO E’ FOLLE... I WILDCATS DEL CONTROVERSO COACH CALIPARI A CACCIA DELLA STAGIONE PERFETTA. FINAL FOUR A INDIANAPOLIS IL 4 E 6 APRILE

LA STORIA di MASSIMO ORIANI

«P

artiamo tutti 0-0». Pinocchio Calipari sembra uno degli allenatori delle nostre big (scegliete voi lo sport) che alla vigilia della sfida con l’ultima in classifica dicono «E’ il momento peggiore per incontrarla». I Kentucky Wildcats del tecnico che ha portato alle Final Four universitarie, il culmine della Follia di Marzo, 3 squadre diverse (Massachusetts, Memphis e la stessa Kentucky, con cui ha vinto l’unico titolo nel 2012), in realtà partono con metri di vantaggio. Faranno corsa con la storia, non tanto con gli avversari, che hanno poche chance di fermarli. Secondo i bookmaker di Las Vegas, Wisconsin è la più quotata per l’upset, ma non va oltre il 10.9%. E al-

lora, cautela di John Calipari a parte, ecco che il metro di paragone diventano gli Indiana Hoosiers di Bobby Knight, ultimi a chiudere la stagione imbattuti, nel 1976. La stella era Scott May, poi passato anche dalle nostre parti (lo si ricorda soprattutto nella Berloni Torino del Professor Guerrieri), con lui altri futuri «italiani» come Tom Abernathy (Brescia), Kent Benson (Cantù), e futuri campioni Nba (Quinn Buckner, coi Celtics nell’84). In finale sconfissero Michigan 86-68. In preseason avevano battuto persino l’Urss dei due Belov. I ragazzini di coach Cal – il quintetto ha un’età media di 19.8 anni – sono incappati in qualche serata storta, riuscendo però sempre a rimediare grazie allo smisurato talento, al punto che potrebbero essere 5 i giocatori scelti al 1° giro del draft Nba (Karl Anthony Towns e Willy Cauley Stein tra i primi 5, poi Tray

DUKE I Wildcats stanno anche riuscendo in un’altra impresa, superare Duke come squadra più odiata d’America. Perché se i Blue Devils di Coach Krzyzewski sono gli insopportabili «perfettini», gli allievi di Calipari pagano la reputazione non cristallina del loro allenatore. Due apparizioni alle Final 4 con Massachusetts (‘96) e Memphis (2008) sono state poi cancellate dall’albo d’oro. Marcus Camby accettò 40.000 dollari da un agente, Derrick Rose barò su test scolastici, irregolarità mai direttamente ricollegabili a Calipari, ma sufficienti per creargli attorno un alone di personaggio che viaggia ai limiti del regolamento, se non oltre. Oggi l’antipatia è più che altro attribuibile al sistema che ha creato a Lexington, dove arrivano regolarmente i migliori liceali degli Usa, fermandosi solo un anno (i famosi «one and done») prima di passare nella Nba. Epidemia che ha nei Wildcats il paziente zero, ma che si è estesa alla maggioranza delle università, facendo crollare il livello del gioco e regalando ai pro’ un prodotto tutt’altro che finito. ARCIDIACONO Tutto questo non ha per nulla intaccato la popolarità della March Madness. Che anche quest’anno regala chicche. Come la presenza del 74enne Larry Brown, che porta la sua 3a squadra al torneo, Southern Metodist, 35 anni dopo la 1a apparizione alla guida della Ucla di Kiki Vandeweghe e James Wilkes, che arrivò sino alla finale, e a 27 dal titolo con la Kansas di Danny Manning. O il ritorno di Harvard, capace di battere la storica rivale Yale nello spareggio per il titolo della Ivy League (quella dei secchioni, per intenderci...). I Crimson sono allenati da Tommy Amaker, ex guardia di Duke, e al 1° turno sfidano North Carolina, eterna nemica dei Blue Devils. Nel tabellone a 64 c’è anche Georgia State, per la 1a volta dal 2001. I Panthers si presentano alla gara con Baylor con un infortunato. Per loro fortuna si tratta del coach, Ron Hunter, che nelle celebrazioni dopo la vittoria nella finale di conference, si è rotto il tendine d’Achille. Non mancano le storie strappalacrime: Albany è entrata al torneo con una tripla allo scadere di Peter Hooley, che aveva perso la madre un mese prima. Tra le candidate per dar fastidio a Kentucky, c’è anche la Villanova di Ryan Arcidiacono, 3° miglior realizzatore dei suoi, già visto in estate con la Sperimentale di coach Caja. Alla fine però, sarà ancora coach Cal a tagliare la retina. Forse. Perché il bello della March Madness è che è sempre fedele al suo nome. Folle. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Sci R Finali Coppa del Mondo

GIOVEDÌ 19 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

I discesisti protestano, cambia il tecnico

1Il presidente Roda fa fuori Rulfi, arriva Carca. Coppe a Jansrud e Vonn: Maze a -12 dalla Fenninger ro. Anche in altri gruppi di lavoro c’è maretta, di tecnici che non si sentono adeguatamente sostenuti e atleti che respirano il clima di incertezza. Il rischio è di ricadere nella causa principale del fallimento mondiale: l’eccessiva protezione degli atleti leva potere ai tecnici.

Pierangelo Molinaro

N

on è stata una bella giornata per i colori azzurri quella che ha aperto ieri a Meribel (Fra) le finali di Coppa del Mondo. Una sola atleta a punti, Elena Fanchini, nelle finali della discesa e soprattutto le preoccupanti voci circa i futuri quadri tecnici delle squadre azzurre. Il presidente federale Flavio Roda, dopo aver parlato con gli atleti, sarebbe giunto a due decisioni. La prima è di esonerare Gianluca Rulfi dalla responsabilità del gruppo maschile di velocità, la seconda di affidare il ruolo di capo allenatore, una sorta di direttore sportivo, all’alessandrino Max Carca, che sino a due anni fa si è occupato dei polivalenti nel gruppo di velocità, ed ora responsabile della squadra maschile canadese.

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Milano Via Solferino, 36 tel.02/6282.7555 - 7422, fax 02/6552.436 Si precisa che ai sensi dell’Art. 1, Legge 903 del 9/12/1977 le inserzioni di ricerca di personale devono sempre intendersi rivolte ad entrambi i sessi ed in osservanza della Legge sulla privacy (L.196/03).

poste ma di sicuro qualcosa va cambiato». Certo, va cambiato quello che non ha funzionato, come ai Mondiali dove gli atleti hanno confessato di sentirsi impotenti in certe condizioni di neve, quella nuova ad esempio, situazioni che, nonostante il richiamo all’impegno dei tecnici

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avrebbero chiesto un cambiamento, pure Paris sarebbe favorevole

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Alloggi

L’INTERESSATO Rulfi, a casa a Genova dopo la frattura di tibia e perone a Kvitfjell non ne sa nulla. «Nessuno mi ha detto niente a proposito – afferma –. Ma si sono create situazioni di malessere anche dove abbiamo cercato di fare tutto il possibile». I vecchi, Heel e Fill avrebbero chiesto un cambiamento. Ma pure Paris pare ne sia favorevole. «Domme l’abbiamo appoggiato in tutto, ma deve lavorare duro per crescere ancora per non commettere gli errori di questa stagione». Il presidente Roda dice invece che nulla è ancora deciso. «Non so neppure se Carca accetterà le nostre pro-

LE GARE Le finali della discesa di ieri hanno confermato due campioni. Prima il norvegese Kjetil Jansrud ha vinto e, dopo quella di superG ha conquistato anche la coppa della velocità pura dimostrandosi il migliore della stagione. Neppure un punto per gli azzurri, il migliore, Fill, si è piazzato 17°, solo 22° Paris che sulla neve addolcita dal sole di Meribel, come a Beaver Creek, non è riuscito a sciare come sa. In campo femminile Lindsey Vonn con la sua 66a vittoria ha conquistato la settima coppa della discesa respingendo l’attacco della Fenninger. L’austriaca, piazzatasi ottava, ha anche perso 18 punti da Tina Maze, ieri al quarto posto, ed ora ha solo 12 lunghezze di vantaggio sulla slovena nella classifica generale. Un duello, il loro, ogni giorno più appassionante. Brava Elena Fanchini che si è piazzata quinta a 40/100 dalla Vonn, mentre ha sbagliato tutto la sorella Nadia, impressionata anche dalla caduta della Schnarf partita 4 minuti prima di lei. Oggi finali di superG, giochi fatti fra gli uomini ma soli 8 punti fra Vonn e Fenninger fra le donne nella corsa alla coppetta.

LA GUIDA

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Tennis R A Indian Wells I RECORD DELL’AZZURRA

L'ANALISI di PAOLO BERTOLUCCI

TOP SPIN E SERVIZIO SOLUZIONI INEDITE

A

Flavia Pennetta piace stupire. Conoscevamo le tante qualità, le mille virtù e la capacità di supportare in prima persona il tennis femminile. Abbiamo constatato con i nostri occhi, al rientro dopo gli infortuni, il coraggio di ricomporre il suo gioco mantenendo la stessa determinazione nel perseguire l’obbiettivo. Alla solidità dei colpi di rimbalzo, alla consistenza del servizio, alla sicurezza nelle fasi volanti, alla qualità della risposta e alla lucidità tattica ha aggiunto nuove soluzioni. Sarà la vicinanza del deserto, sarà l’aria della California o la fama delle avversarie ma Flavia a Indian Wells ha scritto, ancora una volta, una pagina importante per il nostro movimento superando la n. 2 del mondo Maria Sharapova. La brindisina ha apportato modifiche poco appariscenti ma sostanziali. Ha anestetizzato la potenza della russa con esecuzioni arcuate costringendola ad agire lontano dalla riga di fondo campo sporcando la palla con il top spin. Non contenta, si è divertita anche a pizzicarla con la battuta slice da destra ottenendone indubbi vantaggi nel proseguo dello scambio. Una grande vittoria in rimonta, arrivata dopo una lenta partenza dai blocchi, che se non spiana del tutto la strada verso la riconferma la rende più percorribile e meno tortuosa.

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NEGLI ULTIMI 18 MESI Flavia Pennetta ha vinto Indian Wells 2014, ha perso la finale al Masters B di Sofia, ha raggiunto le semifinali agli Us Open 2013, i quarti ad Australian Open, Dubai ed US Open 2014, quindi ancora a Dubai e ora ad Indian Wells 2015.

GIOVEDÌ 19 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

NELL’ESTATE DEL 2009 Flavia è diventata la prima italiana della storia a entrare tra le «top 10». L’impresa fu possibile grazie alla semifinale di Bastad, alla vittoria di Palermo e Los Angeles e alla semifinale di Cincinnati.

FLAVIA HA BATTUTO 2 NUMERO 1 Ha superato Jankovic a Zurigo 2008 e Wozniacki a Pechino 2011, tre volte la numero 2 (Zvonareva a Sydney 2011, Li a Indian Wells 2014 e Sharapova a Indian Wells 2015) e tre volte la 3 (Venus Williams e 2 volte Radwanska)

CONTRO MASHA E’ 3-2 Cinque i testa a testa fra Sharapova e Pennetta. La russa ha vinto a Indian Wells 2004 (da n. 24) e Wimbledon 2006 (n. 4). Flavia l’ha battuta a Los Angeles 2009 (n. 61), US Open 2011 (n. 4) e Indian Wells 2014 (n. 2).

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QUANTI RISCHI IN CLASSIFICA! Flavia difende a Indian Wells i 1000 punti conquistati con la vittoria dello scorso anno. Raggiungendo i quarti, passa dal numero 16 al 28 del mondo. Se batterà la Lisicki tornerà n° 23, se tornerà in finale sarà 17 (lu.mar).

Pennetta doppio sprint Su Sharapova e... Flavia! 1Dopo la crisi del 1° set e tante titubanze del passato, la brindisina rimonta la n. 2 del mondo: «Quante aspettative dopo il successo di un anno fa» Vincenzo Martucci @VinceMartucci

F

lavia Pennetta ha rimontato Maria Sharapova, ed è nei quarti di Indian Wells contro la più abbordabile Sabine Lisicki. Ha ripetuto il miracolo dell’anno scorso contro un’altra numero 2, Li Na, che poi bissò superando in finale anche la numero 3, Aga Radwanska. Ma stavolta, ha già fatto di più: Flavia ha battuto Flavia. Martedì, dopo un set perso contro la divina Masha, ha detto addio alla ragazzina che finiva all’ospedale perché si faceva soffocare dalla tensione e, insieme, alla ragazza che praticamente non giocava partite importantissime negli Slam. Flavia è ormai donna. Aldilà dei 33 anni, si era già risollevata da due operazioni al polso e da una frattura d’amore, oltre che dalla tragica

LA CHIAVE

4/5

La percentuale delle palle break racconta la partita: la Pennetta ne ha concretizzate 4 su 5, la Sharapova 2 su 11!

Maria Sharapova, 27 anni, n. 2 Wta

scomparsa di un grande amico. Ma in una bella serata nel deserto della California, che invitava al tennis dopo il caldo del giorno, è scappata nel sottoscala di uno stadio serrando le mascelle e piangendo di frustrazione: doveva nascondere al mondo la sua umanissima vulnerabilità, ma coi pochi minuti a disposizione s’è sfogata urlando alla luna e ha deciso che stavolta non si sarebbe perdonata il rimpianto. Non a 33 anni, non così vicina a quel ritiro che, a luglio di due anni fa, scesa al numero 166 del mondo (a Wimbledon), sembrava imminente, e che a settembre, con le semifinali agli Us Open era già tramontato. Un ritiro che s’è trasformato in ripartenza stellare al torneo di Indian Wells di 12 mesi fa, quand’è risalita al numero 12, a un passo dalle «top ten» che aveva toccato nel 2009, prima italiana di sempre. Ed è ridiventare attuale in questo 2015 preludio dell’Olimpiade di Rio, capolinea di tanti ass, da Federer a Nadal. TATTICA Così Flavia ha preso a trattare Maria come va trattata: l’ha tenuta alla larga dal campo, e dal comando del gioco, ha servito e risposto alla grande, ha giocato profondo cambiando ritmo, angoli ed effetti. Ha portato l’algida incontrista russa all’esasperazione, all’errore, ai soliti doppi falli, a scappare, lei, negli spogliatoi, per spezzare l’incantesimo contro l’italiana che dura ormai da tre match. Tutto inutile. Dall’1-1, Flavia ha dominato prendendosi cinque games di fila. Eureka: la Pennetta non è più la giocatrice ideale per mettere in palla le avversarie. DIFESA? «Un successo sofferto, cercato, voluto», racconta. «Nel secondo set ho cercato di

«ANCHE LA LISICKI È UN’AVVERSARIA CHE TIRA FORTE DA FONDO. DOVRÒ ESSERE AGGRESSIVA. E CORRERE» FLAVIA PENNETTA PRESENTA I QUARTI

essere più aggressiva ed il servizio mi ha aiutato tanto, come la risposta: così le ho creato problemi nei suoi turni di battuta. Quanti doppi falli ha fatto?» (11). La paura è passata: «Era molto importante fare bene in questo torneo in cui avevo tanto da perdere dopo la vittoria di un anno fa. Soprattutto volevo far bene sul centrale, contro Maria: c’erano molte aspettative e credo di averle gestite bene. E’stato importante ritrovare la calma e alla fine ci sono riuscita molto bene». Il suo credo? «Non puoi scappare, è meglio rimanere in campo e fare del tuo meglio. Non importa se vinci o perdi, l’importante è provarci». Domani è già oggi, la notte italiana: «Devo continuare a pensare solo al prossimo match e restare concentrata: la Lisicki è un’altra avversaria che spinge da fondo, devo essere aggressiva io. E correre ancora tanto». Flavia ha battuto Flavia. E ora? © RIPRODUZIONE RISERVATA

GUIDA Murray ai quarti Feliciano Lopez fa fuori Nishikori Roger Federer vendica la sconfitta nel terzo turno degli Australian Open patita da Andreas Seppi — la prima con l’italiano dopo 10 vittorie su 10 — , battendolo nel terzo turno del primo Masters 1000 del 2015 (Usa, 6 milioni di euro, cemento). Oggi l’ultimo rappresentante italiano in gara nel combined event, Flavia Pennetta (n. 16 del mondo), affronta negli inediti quarti Sabine Lisicki (n. 30), finalista a Wimbledon 2013, che ha eliminato Vinci ed Errani. Indian Wells ha doppia diretta tv: gli uomini su SkySport 2 (oggi alle 21 e alle 3), le donne su SuperTennis (alle 19 e alle 3). Gli altri risultati su www.gazzetta.it Principali singolari 3° turno, donne: S. Williams (Usa) b. Stephens (Usa) 6-7(3) 6-2 6-2; PENNETTA b. Sharapova (Rus) 3-6 6-3 6-2; Lisicki (Ger) b. Garcia (Fra) 6-4 6-4; uomini, ottavi: Murray (Gbr) b. Mannarino (Fra) 6-3 6-3; F. Lopez (Spa) b. Nishikori (Gia) 6-4 7-6(2); terzo turno: Federer (Svi) b. SEPPI 6-3 6-4; Nadal (Spa) b. Young (Usa) 6-4 62; Raonic (Can) b. Dolgopolov (Ucr) 7-6(2) 6-4; Robredo (Spa) b. Dimitrov (Bul) 6-4 1-6 7-5. DOPING: ODESNIK PUNITO CON 15 ANNI DI SQUALIFICA! Lo statunitense Wayne Odesnik subisce la squalifica-record di 15 anni per aver violato per la seconda volta le norme antidoping (steroidi), dopo una prima condanna di 2 anni nel 2010 per aver assunto ormone della crescita. La pesante e clamorosa sentenza contro un giocatore recidivo all’antidoping colpisce per la spettacolarità e la durezza dell’ammenda contro un atleta di 29 anni, sceso al numero 267 del mondo, ormai lontano dal tennis vero. Speriamo che i dirigenti dell’Itf siano altrettanto finalmente inflessibili con protagonisti, di nome, del movimento.


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L’iniziativa R Presentazione Gazzetta

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TESTIMONIAL

Ecco Fiona May madrina rosa: «Più eventi così» 1L'ex campionessa del lungo

è il volto dell'edizione 2015 «Finalmente spazio alle donne»

Fiona May, 45 anni, madrina di Color Run

Come cresce l’onda colorata A Torino già 10.000 iscritti

1Pronta a partire la terza edizione italiana di The Color Run by Asus

Cinque km di felicità per otto capoluoghi: «In Italia meglio degli Usa»

Lino Garbellini

U

na corsa non competitiva su un percorso da 5 km? Non solo, The Color Run by Asus è un evento, o meglio ancora una festa in cui correre è l’ultima preoccupazione dei partecipanti e a farla da padrone sono il divertimento ed il piacere di stare insieme. «The Color Run nasce negli States nel 2012 ispirata alla festa indiana dei colori Holi. L’intento è promuovere il benessere, fisico e non solo», spiega Andrea Trabuio (responsabile Mass Event - Rcs Sport), «la Color ha fatto correre milioni di persone in tutto il mondo. È una scommessa vinta per noi che l’abbiamo portata qui due anni fa, più che una corsa è un’esperienza da condividere con gli amici. Il 70% dei partecipanti sono donne, ne siamo molto contenti, negli Usa arrivano al 65%, noi abbiamo fatto meglio». In Italia la formula piace molto, forse perché spicca in un calendario di appuntamenti running caratterizzato da lunghe distanze e uno spirito molto competitivo. Al momento la Color si svolge in 30 stati, per un totale di 320 eventi e 1,9 milioni di partecipanti nel 2014, di cui 60.00 nella nostra penisola. LE TAPPE DIVENTANO OTTO A partire da maggio arriva la terza Color Run italiana (evento RCS Sport - RCS Active Team in media partnership con La Gazzetta dello Sport), all’inizio erano tre tappe, sono raddoppiate nel 2014 e ora arrivano

L’entusiasmo per la Color Run by Asus 2015

a otto. Le iscrizioni alle prime due corse sono già state aperte, per Torino si è già superata la soglia dei 10.000, ci si avvicina al tutto esaurito del 2014. «Sono felice di essere madrina e ambassador, già l’anno scorso pensavo di partecipare», dichiara un’emozionata Fiona May durante la presentazione, «una manifestazione come questa è perfetta per me che ora corro poco, ma faccio delle belle e lunghe camminate con mia figlia. Sarà una bellissima giornata di divertimento, una scusa per stare insieme all’aria aperta. Gli organizzatori hanno fatto bene ad accettare questa sfida,

serve a dare un messaggio importante, siamo tutti uguali, ci sono persone tristi nella vita di tutti giorni, è bene dare loro la possibilità di dimenticare i propri problemi, almeno per un momento ed essere come gli altri». La Color Run si rivolge a tutti: uomini e donne, adulti e bambini, soprattutto a chi corre poco o nulla, non c’è cronometraggio ufficiale, solo i colori (i pigmenti da tirare addosso agli altri partecipanti), musica e divertimento. Alla partenza è obbligatorio indossare la maglietta bianca del pacco gara che, «esattamente come la tela bianca di un quadro», racconta Trabuio, con il passare dei chilometri assomiglierà sempre più ad un arcobaleno. Nelle tappe colore posizionate ad ogni km gli addetti provvederanno a cospargere i partecipanti di polveri colorate (100% da prodotti naturali), il tema per il 2015 è Shine (splendente), arriva una nuova tinta luccicante, il tocco di fashion che mancava. TAKE IT EASY Il successo di The Color Run e di altre iniziative da affrontare in gruppo, per esempio la staffetta della SuisseGas Milano Marathon, fa capire la voglia delle persone di vivere lo sport in compagnia con iniziative accessibili anche ai meno allenati. Di fianco ad un popolo di runner italiani attenti al cronometro, impossibile non registrare e non apprezzare la crescita della massa di persone che vivono la corsa soprattutto come un momento di svago e senza la paura di mettersi in gioco su distanze brevi. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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adrina della The Color Run by Asus è la campionessa mondiale di salto in lungo Fiona May.

È una manifestazione trasversale, adatta a tutti. Le piace questo aspetto? «È molto importante includere tutti: donne, uomini, bambini e anziani. Bisogna cambiare mentalità, convincere a fare sport anche chi non pensa di poter farcela. The Color Run è anche un momento per muoversi e conoscere altre persone». Ci sono molte donne, quasi tre quarti dei partecipanti, cosa ne pensa? «Lo trovo un aspetto molto positivo, finalmente le donne hanno uno spazio per loro, molte corrono con regolarità, ma non hanno il coraggio di farlo durante un evento perché spaventate dalla competizione. Noi non siamo aggressive come i maschi, ma è giusto che ci siano spazi per divertirsi con le amiche. Le mamme possono portare i loro figli perché c'è un’atmosfera molto friendly». Manifestazione come queste fanno bene allo sport? «Penso sia una cosa importante, vanno fatti più eventi su 5 o 10 km, ambiti in cui le persone si possano esprimere. Bisogna provare a declinare il running in modo più adatto al grande pubblico. Il concetto è partecipare, non vincere, dobbiamo cambiare la nostra mentalità molto competitiva». l. g. © RIPRODUZIONE RISERVATA

The Color Run Tour 2015 La new entry è Bari ● Il The Color Run Tour 2015 presentato ieri esordisce a Torino il 16 maggio, poi sarà la volta di Firenze il 23 dello stesso mese. Il 6 giugno si riparte da Trento, per passare a Trieste il 20 e a Genova il 27. La new entry Bari, sempre più capitale del running nel sud Italia, ospiterà la corsa a luglio per poi dare il testimone a Rimini l'1 agosto, con gran finale a Milano a settembre. Info ed iscrizioni su: www.thecolorrun.it.


Boxe R Il talento italo-spagnolo in Gazzetta

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«Io nella palestra di Mayweather per il grande sogno»

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LA CONSEGNA

La cintura Wbc alla Gazzetta con i più grandi

1 Giacon tra Ruanda, Panama e l’assalto iridato: «Vinco a Milano e poi conquisterò l’America» Stefano Arcobelli

I

l Mondiale silver dei superleggeri di sabato è cominciato ieri sera per Luca Giacon nella redazione della Gazzetta. Lo accompagnava il suo staff, Salvatore ed Alessandro Cherchi. Che lo hanno scoperto nel 2009 e lo stanno affiancando in una scalata iridata che sabato sera al Principe di Milano vivrà il momento cruciale: a contendere il titolo vacante Wbc a «Black Mamba» sarà l’imbattuto Steve Jamoye, che è belga. Anche Giacon ha qualche reminiscenza belga: la madre ruandese infatti è emigrata in Belgio dopo aver conosciuto papà Franco che è di Quincineto. Una famiglia che ha poi scelto l’andalusa cittadina di Mjhas, tra Malaga e Marbella, per vivere. Qui comincia la storia sportiva di Luca, un mezzofondista che ha scoperto la boxe per caso, anzi a causa di un incidente stradale in moto in cui si fratturò le gambe: «Una volta a settimana ci facevano fare un altro sport per la riabilitazione, e così mi appassionai al pugilato, sport che ti prende giorno dopo giorno». MEZZOFONDO A quindici anni, Luca faceva parte della nazionale giovanile spagnola e correva i 600 metri in 1’24” e i 1000 in 2’35”: prometteva in pista. Da dilettante (12 vittorie) le com-

plicazioni dei tesseramenti lo indussero, però, ad emigrare a Panama, dove «combattevo ogni settimana, ed ero più famoso che in Spagna. Mi fermavano ovunque, in taxi». Si sbarazzò anche di Pinilla con una boxe veloce e pungente. Sino al ritorno in Spagna, sino all’offerta italiana, sino alla scalata europea contro Encarnacion, ed un solo no-contest (discusso). Sino ad una sconfitta con Emanuele Marsili «ma solo perché sbagliai tutto, ebbi problemi col peso. Ora sono tranquillo, concentrato e determinato, pronto a sfidare il belga che sulle corde è più pericoloso che al centro del ring. Tutte le esperienze dei precedenti match le sfrutterò. Anche per questa preparazione ho

«NON HO L’IMMAGINE DEL PUGILE CATTIVO, IO SONO CONCRETO» LUCA GIACON COSFIDANTE AL TITOLO SILVER

cambiato e migliorato alcune cose». Ha imparato il mestiere e fatto vedere il suo talento tre anni fa anche nella palestra di Floyd Mayweather: «Ho lavorato col suo angolo e apprezzavano il mio talento». A proposito, come vede l’incontro più atteso? «Vincerà Mayweather perchè si adatta di più a Pacquiao, ma nessuno vorrà rischiare. E’ un Mondiale per il pubblico. Anche io a Milano voglio regalare una grande match per far divertire gli italiani: dimostrerò di essere il più forte e poi conquisterò l’America, ma un passo alla volta. Non mi piace fare proclami». Luca s’ispira a Pernill Whitaker, ha sempre avuto Giovanni Parisi come riferimento tecnico, si confronta con Gianluca Branco, intende imporre «uno stile Giacon» ma non dà mai nulla per scontato «nel ring bisogna essere sempre prudenti, non sbruffoni». E’ partito per la prima volta solo un po’ triste per aver lasciato a casa la figlia nata cinque mesi fa, Ciara, avuta da Melissa: la dedica è pronta. Giacon si porta dentro la vita di ragazzo che rappresenta anche le sofferenze del paese di origine della madre: «Non sono mai stato in Ruanda per motivi di sicurezza, ma ci andrò presto e sento la questione razziale, lì c’è una parte di me e il soprannome del serpente rapido preso dal film Kill Bill di Tarantino. Ma mi sen-

● Sopra la consegna della cintura Wbc di Salvatore Cherchi al direttore Andrea Monti. Sotto lo stemma personalizzato BOZZANI

Luca Giacon 26 anni, superleggero, 26 vittorie, 1 sconfitta, 1 no contest BOZZANI

to italiano e spagnolo». DESTINO Come sarebbe stata la sua vita senza quell’incidente in moto? «La vita è fatta di tanti giri del destino, non so se sarei diventato campione mondiale nell’atletica, di sicuro lo sarò sul ring». Giacon non rappresenta il pugile dalle maniere cattive. Anche stavolta s’è isolato nella campagna di Siviglia, ha fatto i guanti con pesi leggeri e pesanti, la sera fa tesoro dell’atletica e oggi conoscerà Jamoye. «Lo demolirò come Ville Piispanen (una delle 23 vittorie su 26 per k.o.)». Riprovaci, Giacon. © RIPRODUZIONE RISERVATA

LA GUIDA Sabato al Principe nel Mondiale Silver La riunione di sabato al Principe di viale Bligny 52, a Milano, inizierà alle ore 19.30. Il clou è il match tra Luca Giacon (26-1-1 NC) e l’imbattuto belga Steve Jamoye (16-0-1) per il titolo Silver dei superleggeri Wbc. Sottoclou l’Europeo donne dei leggeri tra Anita Torti (9-3-1) e la francese Maiva Hamadouche (6). Biglietti A 40 euro (sedia) e 25 euro (balconata) presso la OPI Gym (C.so P.ta Romana 116/A) e i negozi Leone: via Crema 11 e Corso Buenos Aires 53. In tv differita Italia 1 all’1.15.

● Nella visita alla Gazzetta di metà febbraio il presidente del Wbc Mauricio Sulaiman aveva promesso al direttore Andrea Monti che gli avrebbe regalato una cintura ufficiale di campione del mondo personalizzata ed è stato di parola. Qualche giorno fa il simbolo della corona che ha anche un consistente valore economico, è stato recapitato negli uffici della Opi 2000. Ieri, approfittando della presenza di Giacon, la consegna al nostro direttore. Sulla corona, sui lati del simbolo del Wbc, il contorno riservato alle foto dei campioni storici dell’ente. Accanto a Muhammad Ali e all’ex presidente Josè Sulaiman è stato personalizzato con gli italiani Nino Benvenuti e Duilio Loi.

Pallavolo R Il grande ritorno

Ricardinho! E Macerata si alza «Voglio stordire gli avversari» 1La Lube si affida al quasi 40enne due volte iridato: «Sfido Modena e Bruno»

Mauricio Cannone CORRISPONDENTE A RIO (BRA)

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iecco Ricardinho. L’ex palleggiatore di Modena e Treviso è in piena attività dentro e fuori campo a quasi 40 anni, che compierà il 19 novembre. Domani arriva a a Macerata per la fine stagione e poi tornerà nel suo Brasile per continuare a fare il presidente-giocatore del Ziober Maringá Vôlei, squadra appena eliminata dal Sesi di Marcelinho, Murilo, Lucão, Serginho alla terza gara dei quarti finali del campionato brasiliano. Allora, pronto per giocare subito in Italia? «Sì. Arrivo questo venerdì e domenica sono a disposizione per scendere in campo. La società sta sistemando gli ultimi dettagli del tesseramento». Segue il campionato italiano? «Mancano tre giornate alla fine della stagione regolare e siamo in grado di conquistare lo scudetto e qualificarci alla

Champions League. Le cose si sono decise da un giorno all’altro, non ho avuto tempo di parlare con Alberto Giuliani, ma so come lavora. È una persona tranquilla, lo vedo ai time out. Ho seguito un paio di partite del Macerata in tv. Ho visto anche gare del Modena, del Perugia, del Trento su Band Sports. So che la Lube è una squadra che ha una battuta pesante, organizzata tatticamente. So che Giuliani esige che la squadra commetta il minor numero di errori per non regalare palla all’avversario. I miei sei anni di esperienza in Italia certamente conteranno molto. Troverò qualcuno della mia prima epoca in A-1 e altri magari di dieci anni più giovani di me. Le cose sono cambiate. I centrali sono diversi, mi devo studiare i nuovi sistemi di muro per provare a stordire gli avversari». Lei vinse l’oro olimpico nel 2004 per il Brasile proprio contro l’Italia nella finale ad Atene ... «Li abbiamo battuti all’Olimpiade e alla World League. L’Italia ha uno dei miglior campio-

Ricardo Garcia (39), Modena dal 2004 al 2008, Treviso fino al 2010 TARANTINI

nati al mondo e gli stranieri delle varie nazionali aiutano certamente a rendere il livello ancor più alto. Nella mia prima volta in Italia ho fatto una semifinale di playoff (con Treviso , ndr) e una di Coppa Italia. Adesso vorrei qualcosa di più» Cosa proverà a ritrovare proprio Modena, la sua ex squadra, alla fine della regular season?

«Il palasport sarà strapieno. Certamente, una grande emozione. Sarà meraviglioso ritrovare i tifosi di Modena, dove ho vissuto momenti bellissimi». E ritroverà anche Bruninho. Ci sono state tante polemiche sulla stampa brasiliana quando eravate insieme alla nazionale, visto che lui è figlio del ct ... «È una persona perbene. Il no-

stro è sempre stato un ottimo rapporto. La gente ha detto tante cose, ma tra noi due si è consolidata un’amicizia. Dal 2007 lui ha preso il posto che era stato mio in nazionale. Ma poi siamo stati anche insieme all’Olimpiade 2012. Siamo spesso in contatto su Instagram. Bruno è il miglior palleggiatore brasiliano, capitano della Seleção e uno dei migliori al mondo in grado di diventare sempre più forte. Appena arrivo in Italia lo contatto, sicuro». Com’è fare simultaneamente il presidente e il giocatore del Maringá? «Nel primo anno è stato abbastanza difficile. Abbiamo dovuto partire da zero. Troppo lavoro fuori campo. Alla seconda stagione abbiamo diviso meglio le competenze, quindi, ho avuto più tempo per allenarmi, per curare la forma atletica. Fuori dal campo, avevo quasi soltanto il ruolo di firmare dei documenti, rimanevo poco tempo in ufficio. Al secondo anno sono stato più giocatore che dirigente. Ho già sistemato le cose col mio staff per rendere tutto pronto per la prossima stagione in Brasile dopo che sarò tornato dall’Italia. Il mio progetto col Maringá continuerà». Ha quasi 40 anni, quindi pensa ancora di giocare? «Certo, non mi pongo ancora una scadenza. Mi faccio assistere da un nutrizionista, è fondamentale per la parte fisica». © RIPRODUZIONE RISERVATA

E intanto il suo compagno Gustavo lascia ● (m.can.-m.g.) E mentre Ricardo arriva in Italia (a Macerata avrà la maglia n. 15) un altro grande della nazionale brasiliana lascia. Gustavo, dopo che il suo Canoas è stato eliminato dai quarti dei playoff dal Taubaté ha annunciato il ritiro. Anche lui ha vinto 2 Mondiali e l’oro Olimpico ad Atene (argento a Pechino). Ha giocato 8 campionati in Italia, 2 a Ferrara, uno a Latina e 5 a Treviso (2 scudetti, una Champions) e con soli 8 tornei è il quarto miglior muratore (con 786) dell’era rally point, dietro solo a Mastrangelo, Tencati e Fei. Farà il dirigente al Canoas A BUSTO APRONO Il PALAZZETTO DI LEGO (m.b.l.) Domenica prima di Busto-Modena sarà mostrato al pubblico, nel foyer del PalaYamamay, un modello dello stesso palazzetto fatto di Lego (con 50.000 mattoncini!), da un’idea di Gabriele Alemani e Giorgio Ferrario. Per progettarlo e realizzarlo sono serviti nove mesi di lavoro. Domenica i tifosi potranno portare un omino di Lego, in pratica il loro alter ego e piazzarlo in tribuna. Le prime immagini domenica nel prepartita della telecronaca su Gazzetta Tv


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GIOVEDÌ 19 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT


GIOVEDÌ 19 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

TUTTENOTIZIE VARIE

«Dropped», le salme attese in Francia nel weekend È atteso per il fine settimana il rimpatrio delle salme degli otto francesi — tra i quali la nuotatrice olimpionica Camille Muffat, la velista Florence Arthaud e il pugile Alexis Vastine — morti il 9 marzo in Argentina, nello scontro tra due elicotteri della produzione del reality «Dropped». La madre di Lucie Mei-Dalby, una delle vittime, ha chiesto invano di poter accompagnare il viaggio della figlia. «Mi hanno detto che è troppo tardi, che è troppo difficile da organizzare - ha detto la donna -. Sono furiosa, non si può essere così insensibili». «Capiamo questo desiderio, ma non possiamo rischiare di far aspettare troppo chi è in Francia» hanno detto i responsabili della società produttrice del programma. Ieri le salme hanno lasciato la camera mortuaria di La Rioja per Buenos Aires.

IPPICA

Dopo 23 anni la Forst lascia il GP di Merano

Il secondo Merano di Alpha Two ● (e.lan.) Era il 27 settembre 1992, quando Miocamen vinse il secondo GP di Merano della carriera, il primo targato Forst, dopo anni di sponsorizzazione Audi. Quello vinto per la seconda volta consecutiva il 28 settembre 2014 da Alpha Two resterà invece l’ultimo sotto la griffe dello storico birrificio di Lagundo, comune altoatesino a pochissimi chilometri da Maia. Lo ha deciso la stessa azienda guidata da Margherita Fuchs Von Mannstein, che, dopo 23 anni di proficua partnership, ha interrotto il rapporto di sponsorizzazione con l’ippodromo ed il GP. Viene così meno una cospicua entrata per la società di corse presieduta da Gianni Martone, che è già al lavoro per trovare nuove intese con altre realtà economiche del territorio e che, sulla scorta del grande successo di pubblico ottenuto negli ultimi due anni, punta ad un ulteriore rilancio nella stagione 2015, al via il 16 maggio. ● FEBBRE ONEGHIN (lu. migl.) Ieri a Roma, ritirato per febbre Oneghin del Ronco, il cavallo rapito il 26 febbraio e rilasciato dopo due giorni.

intitolati a David Raggi, il ragazzo ucciso giovedì con una bottiglia in piazzetta dell’Olmo. Lo hanno deciso il presidente della federazione Sabatino Aracu e il sindaco Leo De Girolamo.

Uisp, mobilitazione per lo sport di base «Aiutate anche noi» 1L’iniziativa a sostegno di chi non fa agonismo Il presidente Manco: «Defiscalizzare l’attività»

Alcuni ragazzi partecipano a uno degli eventi organizzati dall’Uisp

C Camille Muffat aveva 25 anni AFP

1ROTELLE: DEDICA TRICOLORI I Tricolori di corsa su strada, a Terni dal 1° al 4 luglio, saranno

VARIE

Valerio Piccioni orroPer un’altra idea di sport. Con questo slogan, l’Uisp (Unione Italiana Sport per Tutti), uno degli enti di promozione riconosciuti dal Coni, lancia stamattina una mobilitazione dentro e fuori dal Parlamento. «L’obiettivo è rilanciare il grido di allarme che viene dalle società sportive

BIATHLON

Finali di Coppa in Russia con le azzurre al top Dopo i Mondiali di Konthiolati (Fin) in cui l’Italia ha raccolto le medaglie in staffetta donna e di Karin Oberhofer, ultima tappa di Coppa del mondo di biathlon a Khanty Mansiysk, in Russia con le finali. Oggi sprint uomini alle ore 13.45 italiane, domani sprint donne alle ore 14, sabato inseguimento (ore 10.30 e 14) e domenica mass start (ore 10.00 e 12.00). Dirette Eurosport. Sono sei gli azzurri di Fabrizio Curtaz: Lukas Hofer, Dominik Windisch, Thomas Bormolini, Dorothea Wierer, Karin Oberhofer e Nicole Gontier. C’è grande attesa soprattutto per le prestazioni di Wierer e Oberhofer, che occupano rispettivamente la settima e nona posizione nella classifica generale e hanno la possibilità di consolidare una grande stagione. ● SALTO A PLANICA Oggi alle 11 (Eurosport) qualificazioni di Coppa del Mondo di salto (hs 200) a Planica (Slo): è gran finale per la sfera di cristallo. In classifica comanda il tedesco Freund 1643 sullo sloveno Prevc 1549 (52° Bresadola 48).

Wierer, Gontier e Oberhofer AP

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di base», spiega il presidente Vincenzo Manco, che ha ricevuto anche un messaggio di incoraggiamento del presidente del Coni, Giovanni Malagò. DUE PESI...Le parole chiave sono diverse: certificati, defiscalizzazione, volontariato, trasparenza. «Se un’associazione è dentro il sistema sportivo, ha l’obbligo di chiedere i certificati ai partecipanti, se è fuori il vincolo non vale più. Ma la tutela

DOPING

Il Cio: «Altri test sulle provette di Pechino 2008»

Provette pronte per i test EPA ● Il Comitato Olimpico Internazionale condurrà dei nuovi test su centinaia di campioni prelevati ai Giochi di Pechino 2008, per andare alla caccia di eventuali positività all’antidoping. Lo ha annunciato il direttore medico del Cio, Richard Budgett. «Anche se sono passati cinque o dieci anni dalle gare, è una cosa che bisogna fare», ha detto il medico. L’idea è di sfruttare i passi in avanti nella ricerca antidoping per scovare l’utilizzo di sostanze che allora erano proibite, ma che non vennero rilevate. I regolamenti del Cio permettono di analizzare i campioni entro 10 anni dall’evento (prima dell’approvazione del nuovo codice antidoping erano 8): in caso di positività, gli atleti medagliati possono quindi perdere i loro risultati anche dopo anni di distanza. Il Cio ha iniziato a conservare le provette dal 2004. Secondo Budgett, sono già state svolte le nuove analisi su alcuni campioni riferiti a Pechino 2008, Vancouver 2010 e Londra 2012.

sanitaria non è un diritto di tutti?», si chiede Manco. «Attività a basso impatto cardiovascolare, pensiamo ai gruppi di cammino per esempio, hanno moltissimi benefici e pochissimi rischi. Molti di più sono quelli legati alla sedentarietà», spiega da Rovigo Massimo Gasparetto, della Uisp solidarietà, preoccupato che lo «scoglio» certificato scoraggi gli anziani a muoversi. PER LA LEGGE La mobilitazione è anche una spinta al disegno di legge sulla «funzione sociale dello sport» presentato in Parlamento, che ha come primo firmatario proprio l’ex presidente dell’Uisp, Filippo Fossati. «Perché lo Stato aiuta lo sport di prestazione e non fa lo stesso con chi aiuta ragazzi in stato di disagio a fare attività?», spiega Federico Calvino, che gestisce con la Nantes Club Vomero una piscina a Scampia, a Napoli. Manco sottolinea due richieste: «L’attività sportiva deve essere defiscalizzata. E il volontariato sportivo deve godere delle possibilità degli altri tipi di volontariato». TRASPARENZA «Nell’impiego di risorse pubbliche per lo sport, l’Uisp chiede trasparenza, rendicontabilità, tracciabilità», chiede ancora il manifesto. Proprio gli enti di promozione sono accusati da sempre di autocertificarsi. «Il nuovo regolamento degli Enti di promozione sportiva è lo strumento adatto perché il Coni si assuma la responsabilità di dire che gli Enti di promozione non sono tutti uguali e di valutare l’attività di ognuno». © RIPRODUZIONE RISERVATA

CRICKET

Sri Lanka k.o. Il Sudafrica alla semifinale iridata Il Sudafrica è la prima semifinalista della Coppa del Mondo di cricket, in corso in Australia e Nuova Zelanda: nei quarti, a Sydney ha battuto lo Sri Lanka 134/1 a 133, per nove wicket. I sudafricani, alla prima vittoria in una sfida dei playoff di un Mondiale, giocheranno la loro semifinale martedì ad Auckland, contro la vincente di Nuova Zelanda-Indie Occidentali. Per lo Sri Lanka la delusione è cocente, dopo la vittoria del 1996 e i secondi posti conquistati nelle ultime due edizioni, nel 2007 e nel 2011. Il risultato segna anche l’addio a due dei più grandi giocatori di sempre, Kumar Sangakkara e Mahela Jayawardene, che si ritirano senza aver mai vinto un titolo mondial.e Nella notte a Melbourne si è giocato India-Bangladesh, mentre stanotte ad Adelaide si disputa Australia-Pakistan (ore 4.30 italiane) e domani a Wellington Nuova ZelandaIndie Occidentali. Le partite sono trasmette in dirette da Fox Sports 2. La finale è in programma il 29 marzo a Melbourne.

ATLETICA DOPING MONTSHO DUE ANNI DI STOP Amantle Montsho, 31enne portacolori del Botswana ex iridata dei 400 (vinse a Daegu 2011), è stata squalificata due in anni in seguito alla positività ai Giochi del Commonwealth di Glasgow del luglio scorso (allo stimolante methylhexaneamine), dove fu quarta. Verrà probabilmente presentato ricorso (l’atleta ha tempo fino a giovedì 26). ● CRIPPA MONDIALE L’Italia parteciperà ai Mondiali di cross di Guiyang (Cina) di domenica 28 con la sola squadra junior maschile campione d’Europa grazie al titolo conquistato in Bulgaria in dicembre. Guidati da Yeman Crippa e Said Ettaqy, oro e bronzo nell’occasione, anche Yohanes Chiappinelli, Alessandro Giacobazzi, Yassin Bouih e Simone Colombini. ● PISTA MONDO (si.g.) L’oriundo italo argentino German Chiaraviglio ha saltato 5.65 nell’asta a Santa Fe (Arg): erano 8 anni che non volava così in alto. A Pretoria (Saf). Uomini. 100 (+2.6)/200 (+2.1): Simbine 10”06/20”35. A Stellenbosch (Saf). Donne. Martello: Heidler (Ger) 73.25. A Cuenca (Ecu). Donne. 100 (+0.8): Tenorio (’96) 11”09 (r. Sudamerica u. 20). A Kingston (Giam). Uomini. 200: Hughes (Angu) 20”45. A Sydney (Aus). Uomini. 1500: Gregson 3’36”51. 110 hs (+1.5): Hough 13”55. Donne. 5000: Masai (Ken) 15’10”46. Alto: Patterson (’96) 1.96. ● CUORE BARRONDO (si.g.) Erick Barrondo, argento olimpico 2012 dei 20 km di marcia, ha messo in vendita alcune medaglie e trofei per aiutare il team di marcia del Guatemala: col ricavato spera di comprare un nuovo pulmino, visto che la federazione non ce la fa.

BASEBALL ●

BEANE (m.c.) Il direttore generale degli Oakland Athletics Billy Beane, reso celebre dal film «Moneyball» interpretato da Brad Pitt, è stato ingaggiato dalla squadra di calcio olandese AZ Alkmaar come consulente speciale. A consigliarlo è stato Robert Eenhoorn, ex manager della nazionale di baseball, che è entrato nel mondo del pallone. «Sono eccitato dalla proposta che mi è stata fatta, anche perché amo il calcio», sono le prime parole di Beane. ● A GODO (s.cam). Cambio in corsa per i Godo Knights, a nove giorni dall’inizio del campionato. Ramon Castro è diventato coach nelle Minors per Kansas City ritirandosi così dal baseball giocato. A Godo lo sostituirà Adolfo Gomez, interno ex Rimini.

NUOTO ●

GIOVANILI A RICCIONE (al.f.) Domani cominciano i Criteria giovanili invernali a Riccione in vasca corta. Allo stadio del nuoto scenderanno in vasca 1089 uomini (gare da lunedì a mercoledì) e 903 donne (da venerdì a domenica) nati tra il ‘95 e il 2002.

PALLAMANO ●

FERRARA OK (an.gal.) Nell’anticipo della 3a giornata dei playoff maschili Estense Ferrara-Ambra Poggio a Caiano 24-23 (13-13). Classifica girone B: Romagna 15; Carpi 12; Estense*, Ambra* 3. (*1 in più).

PALLANUOTO ●

WORLD LEAGUE La quinta giornata nel girone A: Romania-Ungheria 5-14, Grecia-Slovacchia 11-6. Classifica: Ungheria 15; Grecia 12; Romania 2; Slovacchia 1. Girone B: SerbiaGermania 14-8, Russia-Spagna 9-8. Class.: Serbia 15; Russia 12; Spagna 3; Germania 0.

RUGBY ●

GALLESI SOTTO CONTRATTO I gallesi Alun Wyn Jones, Dan Biggar e Scott Williams, tutti attesi sabato a Roma per la sfida con l’Italia (ore 13.30, dir. DMax) per l’ultimo turno del Sei Nazioni, hanno firmato un contratto che li lega alle franchigie gallesi. Con loro anche Gareth Anscombe, 23enne apertura di Cardiff ed ex Baby Blacks, figlio dell’allenatore dell’Ulster Mark. I quattro raggiungono, tra gli altri, Warburton e Lydiate. Tramite questi contratti, la federazione gallese tenta di fermare l’emorragia dei migliori talenti verso i campionati di Inghilterra e Francia. ● STOP A PANICO (i.m.) Sette settimane di squalifica (fino al 5 maggio) per il pilone del Calvisano Sami Panico reo di una testata a Ferro del Rovigo, che ha fatto ricorso con immagini tv anche per due presunti episodi di gioco violento di Luigi Ferraro ai danni di Ruffolo, Van Niekerk e non sanzionati. Il giudice ha sospeso l’omologazione del risultato di Mogliano-Petrarca 21-15 per il ricorso dei padovani sulle mischia no contest con cui si è concluso il match dopo il giallo a Gega.

SCHERMA BOXE ● MANGIACAPRE VERSO RIO (i.m.) Vincenzo Mangiacapre a un passo dalla qualificazione ai Giochi di Rio. Con l’ultimo successo con gli Italia Thunder l’ha portato in vetta alla classifica individuale Wsb dei 64 kg. Vincendo i prossimi due match centrerà il pass. Valentino Manfredonia secondo negli 81 kg è nella stessa situazione. ● DIFESA BALLISAI (r.g.) Definita il 4 aprile ad Avellino per la Loreni Boxe, la difesa tricolore leggeri di Max Ballisai (18-2) contro Vincenzo Finiello (10-0-2) e il vacante Intercontinentale piuma WBA, tra Carmine Tommasone (13) e Cristian Palma (20-8-1) sui 12 round.

GHIACCIO ●

FIGURA Così nella quarta Coupe du Printemps di figura a Kockelscheuer (Lux). Uomini: 1. Murakami (Giap) 216.73; 6. Mau. Zandron 169.06. Donne: 1. J. Helgesson (Sve) 147.66; 5. Bressanutti 121.78.

ECCO I MONDIALI GIOVANILI C’È LA NUOVA PROVA MISTA Varata l’Italia che parteciperà dal primo al 9 aprile ai Mondiali cadetti e giovani di Tashkent, in Uzbekistan. La rassegna quest’anno presenterà una novità: introdotta, in via sperimentale, la gara a squadre miste cadetti. Ogni Paese compone una squadra formata da un atleta per ciascuna specialità. Al via anche le figlie d’arte Claudia Borella ed Erica Cipressa. Fioretto cadetti: Bicego, Dal Santo, Funaro, Bicego, Rossini, Tangherlini. Sciabola cadetti: Arpino, Neri, Tricarico, Dalla Vecchia, Ferrari, Lucarini. Spada under 17: Cuomo, Marenco, Preziosi, Bozza, De Marchi, Isola (Mola e Cagnin solo prova squadre miste). Fioretto under 20: Ciuti, Ingargiola, Rosatelli, Bianchin, Borella, Cipressa, Francella, Rivano. Spada: Bergamini, Amodio Maisto, Vismara, Clerici, Foietta, Marzani, Martini, De Marchi. Sciabola: Bonsanto, Cavaliere, Rinaldi, Ciaraglia, Gargano, Passaro, Castello, Mormile.

SPORT INVERNALI HOCKEY GHIACCIO ●

SEMIFINALI PLAYOFF Con l’Asiago già in finale, oggi (ore 20.30, diretta RaiSport 2) a Brunico (Bz) gara-5 (al meglio delle 7) della semifinale Val Pusteria-Renon (serie 2-2). Gara-4 ( martedi): Renon-Val Pusteria 3-2 t.s. (0-0, 0-1, 2-1; 1-0).

IPPICA ●

La festa dei sudafricani AFP

scegliamo Rapport Joyeuse (13), Pol de Leon Allez (12), Rally Regal (14), Right Story Lf (11), Pireus Caf (9) e Preziosa Caf (5). ● SI CORRE ANCHE Trotto: Bologna (14.30). Galoppo: Pisa (15).

IERI 12-15-8-9-13 Ad Aversa (m 2060): 1 Running Allmar (M. Minopoli jr) 1.15; 2 Meadow Effe; 3 Nemesi Rab; 4 Runaway Stars; 5 Larice Jet; Tot.: 2,12; 1,55, 2,84, 3,02 (19,61). Quinté: 1.428,75. Quarté: 388,68. Tris: 97,97. ● OGGI QUINTÉ A NAPOLI Ad Agnano (inizio convegno alle 15.05)

FINALI COPPA EUROPA (s.f.) Da oggi a Soldeu (And) le finali di velocità della coppa Europa con Tonetti leader nella generale maschile e vari azzurri in lizza per il podio di specialità tra cui l’iridata jr di superG Federica Sosio, a caccia del posto fisso in coppa del Mondo in discesa e superG. ● NANI 2° (s.f.) Roberto Nani 2° ieri nello slalom Fis di Vagrisenche (Ao) a 29/100 dallo svizzero Marc Gini. ● PICCOLO FAUNER (g.v.) Valle d’Aosta mattatrice ai tricolori allievi di Sappada/Forni Avoltri con le vittorie nelle staffette e con Noemi Glarey (oltre ad altre tre medaglie individuali). Titolo uomini a Daniele Fauner (Camosci) , figlio dell’olimpionico e iridato Silvio. Titoli gimkana a Virginia Palazzi (Sc 13 Clusone) e Stefano Dellagiacoma (Cermis).


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GIOVEDÌ 19 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT


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GIOVEDÌ 19 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

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IL FATTO DEL GIORNO L’ATTACCO ISLAMISTA ● 1 Le forze speciali della polizia tunisina arrestano uno dei presunti terroristi fuori dal Museo Nazionale del Bardo: si tratta di uno studente di 22 anni LAPRESSE ● 2-3 Uomini, donne e bambini: sono i turisti bloccati in ostaggio dai terroristi all’interno del museo della capitale tunisina ANSA

Tunisi, assalto al museo: uccisi quattro italiani Ancora la furia dell’Isis? 1Commando tenta di entrare nel Parlamento poi fa fuoco sui turisti e ne prende in ostaggio duecento. Venti morti, i feriti sono decine

di GIORGIO DELL’ARTI gda@gazzetta.it

Le notizie sono ancora molto confuse, in questo momento sembra che gli italiani morti siano quattro e 13 i feriti non gravi, secondo quanto comunicato dalla Farnesina ieri in tarda serata, ma su una pagina Facebook qualcuno che si trovava laggiù fino a poco tempo prima ha scritto che sarebbero stati addirittura otto… (Dei nostri connazionali, comunque, parliamo ancora più diffusamente nel pezzo qui sotto).

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Stiamo parlando di Tunisi... Sì, l’attacco, ieri mattina, di un commando formato da quattro o cinque terroristi. I morti alla fine sarebbero 20 o 22, i feriti cinquanta, i sequestrati per tre ore dentro il Museo del Bardo duecento. La contabilità dei

morti dice che due terroristi protagonisti dell’azione, con i kalashnikov in pugno, sono stati ammazzati. Sappiamo i loro nomi: Jabeur Khachnaoui, originario della città di Kasserine e Yassine Laâbidi, di Ibn Khald. Khachnaoui era sparito da un pezzo, tre mesi fa s’era fatto vivo con i suoi a casa utilizzando una scheda irachena. Un’altra vittima è un inserviente del Parlamento. Molti dicono che l’attacco è cominciato con l’assalto a un pullman di turisti parcheggiato davanti al museo. Ma c’è una versione più convincente, secondo la quale due o forse tre terroristi, prima, avrebbero cercato di entrare in Parlamento.

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Chi lo dice? Un deputato tunisino che si chiama Osama al Saghir, che si trovava fuori dalla Camera e ha parlato per tutto il tempo con i suoi colleghi asserragliati dentro. La racconta

così: «Mi trovavo nelle vicinanze, ho sentito degli spari, poi il suono delle sirene. Allora mi sono attaccato al telefono per chiamare i miei colleghi. Mi hanno raccontato che due uomini armati hanno fatto irruzione nel Parlamento. Uno dal tetto, uno dalla porta principale. Poi sono intervenute le forze di sicurezza e allora si sono spostati nel museo che è adiacente al Parlamento. Erano in abiti civili. Per questo motivo sono riusciti a entrare indisturbati. L’uomo che ha usato l’ingresso principale ha iniziato a sparare quasi subito. Anche l’altro dal tetto ha aperto il fuoco. Poi sono stati bloccati dalle forze di sicurezza». Altri testimoni dicono che gli assalitori erano in divisa.

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Che cosa è successo dopo il tentativo di entrare alla Camera? A questo punto sarebbe stato dato l’assalto al pullman parcheggiato lì davanti, con an-

LA MAPPA

Parlamento

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TUNISIA LIBIA

GDS

cora tanti turisti a bordo. Questa sparatoria avrebbe provocato 9 o forse 11 morti. Queste vittime inermi sono di nazionalità italiana, polacca, tedesca, spagnola. Dopo aver assaltato il pullman, i terroristi sono entrati nel Museo del Bardo, celebre per la più ricca

IL CONTESTO

Colpito il Paese dove sbocciò la Primavera del mondo arabo

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È un atto insensato, di terrorismo allo stato puro, o può esserci qualche ragione specifica? La Camera stava discutendo una legge antiterrorismo, alla presenza di molti generali. Può essere una causa immediata. Un jihadista tunisino, Ahmed Rouissi, esponente di spicco del movimento Ansar al Sharia, molto noto laggiù, è stato ucciso pochi giorni fa a 70 chilometri da Sirte durante gli scontri con la Brigata 166, milizia fedele al governo di Tripoli. Può essere un’altra ragione. Il nesso tra la guerra civile libica e i fuochi terroristici dell’Africa sahariana è molto stretto. Guardi una cartina geografica: la Tunisia, che si vorrebbe Paese moderato, l’unico dove la Primavera Araba avrebbe dato qualche esito non infelice per noi, è schiacciato tra l’immensa Libia e l’enorme Algeria. La vastità del commercio clandestino di armi che investe queste zone del mondo dovrebbe bastare da sola a tenerci nell’angoscia più profonda. Parlo delle piccole armi, non mi fermo nemmeno sui resti dell’arsenale di Gheddafi finiti in mano di chissà chi. Su 500 milioni di armi leggere che circolano nel mondo, cento milioni sono trafficate qui. L’Isis si è comunque congratulato con il commando protagonista dell’azione.

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Museo Bardo

ell’I Via d

e splendida collezione di mosaici romani del mondo. Qui hanno tenuto in ostaggio duecento persone. Le teste di cuoio sono intervenute dopo tre ore. Nella fase dell’irruzione, oltre a due terroristi, sarebbero morti altri turisti tra cui francesi, australiani, giapponesi e colombiani.

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Gli italiani? C’erano molti italiani, dicevamo, tutti in vacanza. Due navi - la Costa Fascinosa e la Msc Splendida erano ormeggiate in porto. Arrivate ieri mattina dopo due notti e un giorno di viaggio. La Fascinosa da Savona, la Splendida da Roma-Palermo. Sulla Fascinosa c’erano molti torinesi e 24 valdostani. La sosta è prevista in tutt’e due le crociere, per visitare siti storici e fare shopping. Le solite cose. Un gruppo di studenti l’ha scampata bella perché ha deciso di non andare a Museo. Ma Francesco Caldara, pensionato di Novara è morto e per altre tre persone, tutte torinesi, Carolina Bottari, Antonella Sesino e un uomo di cui non si sa ancora il nome, si teme purtroppo il peggio.

Il premier tunisino Habib Essid AFP

N

on è un Paese qualsiasi la Tunisia colpita ieri dal terrorismo. In questo Stato dove il 97% della popolazione è musulmana, nel dicembre 2010 il fruttivendolo Mohamed Bouazizi si lascia avvolgere dalle fiamme per protestare contro la corruzione del governo e la povertà diffusa. Diventa l’icona della “rivoluzione dei gelsomini”, primo atto della Primavera Araba, l’ondata di proteste popolari contro i tiranni che ha attraversato anche Egitto, Libia e Siria. Dopo la morte di Bouazizi, la piazza impone al presidente Ben Ali di lasciare il Paese: nel dicembre scorso il laico Beji Caid Essebsi viene eletto presidente battendo Moncef Marzouki, sostenuto dagli islamici, mentre la nuova costituzione (almeno nelle intenzioni) riconosce l’uguaglianza tra uomo e donna. Ma non c’è vera discontinuità col potere passato e la disoccupazione cresce (dal 13% al 16% fra 2010 e 2013). IN PIAZZA La Tunisia, del resto, è lo stesso Paese che si calcola abbia dato all’Isis tra i 2.400 e i 3 mila uomini. Spesso persone con una buona formazione scolastica, reclutate via web, giovani delusi dalla rivoluzione che l’estremismo seduce più facilmente. Secondo Lina Ben Mhenni, attivista e blogger tunisina, l’attentato di ieri è una risposta al tentativo del Paese (a suo giudizio, comunque, fallito) di diventare più moderno: «Quando i tunisini hanno votato per il partito laico Nidaa Tounes (quello di Essebsi, ndr), lo hanno fatto per dire no all’estremismo. Ora i terroristi rispondono attaccando la nostra idea di democrazia». Un’idea che ieri, comunque, ha spinto Essebsi a dire che «il terrorismo è un animale ferito», mentre centinaia di cittadini sono scesi in piazza per difendere la libertà. f.riz. © RIPRODUZIONE RISERVATA

TRAGICA VACANZA

UN PAKISTANO DI 30 ANNI

Legami via web con estremisti Fermo a Brescia

Una crociera da sogno finita tra spari e sangue 1Le vittime erano

tutte a bordo della Costa Fascinosa: tra loro un torinese e un novarese 64enne

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uando fai una crociera non passi molto tempo in una città. Devi fare scelte ben precise, su cosa vedere e cosa no. Ieri un numeroso gruppo di italiani della Costa Fascinosa, partita domenica da Savona, ha scelto il Museo del

Bardo. E qui ha trovato l’orrore, in quattro la morte. Molti dei turisti coinvolti nell’attentato facevano parte del circolo ricreativo dei dipendenti del Comune di Torino. Come Carolina Bottari, impiegata presso l’ufficio Patrimonio dell’amministrazione. È stata lei a chiamare durante l’assalto e lanciare l’allarme: «Stanno sparando a tutti, vi prego aiutateci». Di Carolina da allora non si sa più nulla, così come di Antonella Sesino e di altri due torinesi: erano tra i sei ostaggi italiani del commando jihadista. Soltanto due sono riusciti a scappare e avvisare le

famiglie. «Di quattro persone non abbiamo notizie, ma sappiamo che un torinese è morto», ha detto il sindaco Fassino. Notizie ancora confuse. È certo, però, che non ce l’abbia fatta Francesco Caldara, 64 anni, pensionato di Novara, in crociera con la compagna Sonia Riddi. È stato colpito mentre si trovava sul pullman fuori dal museo ed è morto dopo il trasporto all’ospedale, mentre la donna, ferita a un braccio, è stata operata ed è fuori pericolo. SULLA NAVE Sulla Costa Fascinosa i turisti sono rientrati poco

Le forze speciali proteggono i turisti in fuga dal museo del Bardo ANSA

per volta. Alcuni, leggermente feriti o in stato di shock, sono arrivati al porto direttamente con l’ambulanza. Sarebbero dovuti ripartire in serata, ma si muoveranno da Tunisi soltanto oggi. A bordo, tra passeggeri incollati al telefono, gente che

piange e altri che ringraziano per il pericolo scampato, ci sono trenta studenti dell’alberghiero di Maiori e Antonello Tonna, il pianista. La sua è una storia strana: era anche sulla Costa Concordia la notte del naufragio: «Tragico destino il mio».

● I carabinieri hanno fermato a Brescia un pakistano di 30 anni, Ahmed Riaz, accusato di aver intrattenuto frequenti contatti sui social network, condividendo foto, video e altro materiale di ispirazione jihadista con estremisti antioccidentali. Tra loro un kosovaro 23enne espulso in gennaio che era pronto a combattere in Siria. Riaz verrà ricondotto in Pakistan. Intanto il Viminale studia un “albo degli imam” (la guida della preghiera collettiva dei musulmani), secondo una proposta avanzata dalle stesse rappresentanze dei musulmani in Italia.


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LA SVOLTA NEL GIALLO

La vittima Trifone Ragone ANSA

Coppia uccisa a Pordenone «C’è un killer» ● Sembrava un omicidiosuicidio, anche perché il sangue rappreso aveva coperto due dei tre fori causati dai proiettili nella testa dell’uomo. E invece c’è la fredda, programmata azione di un killer dietro l’omicidio di Trifone Ragone, 29 anni, originario di Monopoli (Bari), sottufficiale dell’Esercito e Teresa Costanza, 30 anni, originaria di Agrigento, bocconiana che lavorava come assicuratrice. Un giallo che inquieta Pordenone: la coppia è stata uccisa lunedì sera, in una zona non coperta da videocamere, dentro il parcheggio del Palazzetto dello Sport. Dove Ragone si allenava come pesista. Gli inquirenti hanno ascoltato colleghi di lavoro, atleti, dirigenti della squadra di pesistica e amici ma non ci sarebbero ancora elementi per fare luce sul doppio omicidio: la pista privilegiata è quella del movente passionale, dopo che pure il mancato ritrovamento dell’arma ha portato gli inquirenti ad abbandonare la pista del suicidio-omicidio. Secondo la ricostruzione degli investigatori si è trattato di una vera e propria esecuzione: cinque i colpi sparati, tutti da una pistola calibro 7,65. Una prima tac cranica, in attesa dell’autopsia su entrambi i corpi prevista per domani, ha fornito i primi riscontri balistici: il killer avrebbe aperto la portiera dal lato passeggero, dove si trovava Ragone, puntandogli l’arma alla tempia, a bruciapelo. Subito dopo l’avrebbe rivolta anche contro la fidanzata, freddandola da distanza ravvicinata e mandando anche in frantumi il finestrino dell’utilitaria. La casa di via Chioggia è stata posta sotto sequestro, mentre sono al vaglio tabulati telefonici, email e social network. E il giallo, intanto, si infittisce.

GIOVEDÌ 19 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Vince Netanyahu Israele vota a destra «Ora più sicurezza»

IL CASO GRANDI OPERE

1Conferma a sorpresa, battuto il centrosinistra Gelo degli Usa. L’Olp: «Stop al processo di pace»

noi, una vera sicurezza e un welfare socioeconomico». L’analisi del voto mostra come la maggior parte degli elettori nelle colonie ebraiche in Cisgiordania abbia premiato il Likud, mentre nelle comunità a ridosso di Gaza la scelta sia stata a favore del centrosinistra.

Benyamin Netanyahu, 65 anni, ieri al Muro del Pianto a Gerusalemme AP

Francesco Rizzo

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l primo atto di Benjamin Netanyahu dopo aver vinto le elezioni è stato andare a pregare al Muro del Pianto. «Sono venuto in questo posto millenario — ha detto — conscio della responsabilità affidatami dal popolo ebraico». E, forse, anche di una vittoria che ha rovesciato i sondaggi: quattro giorni prima del voto di lunedì, il centrosinistra dell’Unione Sionista era avanti di quattro seggi. E invece ha vinto il Likud, 30 seggi contro i 24 dei rivali guidati da Isaac Herzog e i 14 della Lista araba unita, altra sorpresa. Netanyahu, l’ex mili-

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● Benyamin Netanyahu e il suo Likud hanno conquistato 30 seggi (23,26%) contro i 24 (18,73%) dell’Unione Sionista di Isaac Herzog e Tzipi Livni

tare che ha studiato ad Harvard e ama la storia romana, a 65 anni comincia così il quarto mandato. «Ho parlato con tutti i leader dei partiti del campo nazionale (religiosi e filo-coloni, ma anche i moderati del Kulanu ndr) — ha detto il premier — formeremo un governo entro due o tre settimane» per migliorare «le cose più importanti per

PRESSIONI Qual è il segreto della vittoria di Netanyahu? Secondo il Jerusalem Post, «la maggior parte degli elettori può non amarlo ma è d’accordo con il suo messaggio principale: la regione è pericolosa, l’Iran è una minaccia, i palestinesi non sono davvero interessati alla pace, Israele ha bisogno di un capo che mantenga questa posizione». Al leader del centrosinistra Herzog non è restato che promettere «un’opposizione combattiva», ma c’è chi lo accusa di aver puntato troppo sulla critica a Netanyahu, il premier contrario alla formazione di uno Stato palestinese e che ha promesso nuove case per i coloni. Ieri, non a caso, il capo negoziatore palestinese Saeb Erekat è stato chiaro: «Il voto affossa il processo di pace, faremo pressioni perché la denuncia contro Israele per crimini di guerra alla Corte Penale dell’Aja faccia il suo corso». Fredda Washington, che chiede un governo di coalizione e vorrebbe uno Stato palestinese: Obama non ha ancora telefonato al vincitore. RIPRODUZIONE RISERVATA

● Cosa ci fa George Osborne, Cancelliere dello scacchiere britannico, con il suo staff e una valigetta rossa fuori da Downing Street? Si prepara a presentare il bilancio del Regno Unito, contenuto in quella valigetta. Ma il deficit inglese è ”meno rosso” delle stime (foto LaPresse).

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RABBIA ANTAGONISTA IN GERMANIA

Nuova sede Bce Scontri e 90 feriti a Francoforte ● Sette auto della polizia date alle fiamme, novanta ufficiali feriti da sassi e liquidi non identificati e circa 350 persone arrestate: è il bilancio degli scontri guidati dagli attivisti di «Blockupy» per l’inaugurazione della nuova sede della Bce a Francoforte, blindata da barricate e filo spinato. I dimostranti, circa diecimila, tra cui figuravano parecchie minoranze violente, si sono scontrati con gli agenti in centro città fin dalle prime ore del mattino, quando sono stati lanciati lacrimogeni e usati idranti per disperdere la folla. La rabbia dei manifestanti punta il dito contro la Troika e le

Una delle auto incendiate dai manifestanti LAPRESSE misure di austerity, ma si contesta anche il costo del palazzo (1,3 miliardi di euro). «Ingiusto incolpare la Bce, ma come Banca centrale dell’Eurozona, dobbiamo ascoltare attentamente tutti i cittadini, che sappiamo vivono momenti difficili», è stato il commento del governatore della Bce Mario Draghi.

Lupi non se ne va: «Sono tranquillo Governo con me» 1Il ministro

rigetta le accuse: «Mai pressioni» Proteste del M5S Alfano: «È onesto»

Davide Marostica

N

essun passo indietro. Si è detto tranquillo e sicuro di essere appoggiato dal governo il ministro Maurizio Lupi, coinvolto (ma non indagato) nell’inchiesta sulle Grandi Opere avviata dalla Procura di Firenze. «Non ho fatto nessun gesto sbagliato o irresponsabile. Se fosse dimostrato il contrario mi dimetterò» ha affermato Lupi ieri mattina all’inaugurazione della Fiera Made Expo di Milano, prima di ribadire la sua estraneità alla vicenda anche alla Camera, nel pomeriggio, durante il question time. LE CARTE «Mai fatto pressioni per chiedere l’assunzione di mio figlio: non potrà dunque esserci alcuna intercettazione su questo, anche perché Luca non ne aveva bisogno». Le dichiarazioni di ieri di Maurizio Lupi si scontrano però con quanto emerge dalle carte dell’inchiesta. «Allorché il ministro Lupi chiede ad Incalza di ricevere il figlio Luca, all’evidente fine di reperire una soluzione lavorativa in favore di quest’ultimo, lo stesso Incalza immediatamente si rivolge al Perotti, il quale subito si

NELLA VALIGIA IL BILANCIO DEGLI INGLESI

NOTIZIE TASCABILI

Maurizio Lupi, 55 anni, a Milano all’inaugurazione di Made Expo ANSA

attiva», hanno scritto i magistrati di Firenze nella richiesta di custodia cautelare per Incalza. E non solo. Dalle intercettazioni emergono «contatti ed incontri, anche conviviali, nonché l’organizzazione di una cena volta a reperire fondi nell’interesse del Ministro, la fornitura di abiti sartoriali in favore del Ministro Lupi, di suo figlio Luca e dei suoi segretari e l’acquisto di regali natalizi in favore dello stesso Ministro e del suo entourage», scrivono i pm di Firenze parlando di Francesco Cavallo, indicato da Giulio Burchi come l’«uomo di Lupi». REAZIONI Rivelazioni che hanno alimentato ancora di più la rabbia dell’opposizione. Rigettate le richieste di dimissioni, Sel e Movimento Cinque Stelle hanno presentato alla Camera una mozione di sfiducia nei confronti del ministro, mentre in aula alcuni grillini hanno mostrato un orologio con esplicito riferimento al Rolex del valore di oltre diecimila euro regalato al figlio di Lupi, Luca, dall’imprenditore edile Stefano Perotti, arrestato e indagato come personaggio chiave, insieme a Incalza, del presunto sistema per la spartizione degli appalti pubblici. Ncd intanto fa quadrato intorno al ministro: «Abbiamo piena fiducia in Maurizio Lupi», ha spiegato Alfano. Ancora silenzio invece da Renzi, mentre da Regina Coeli Ettore Incalza, arrestato lunedì, ha risposto ieri al Gip durante l’interrogatorio di garanzia respingendo le accuse e difendendo il ministro delle Infrastrutture: «Con lui solo rapporti istituzionali». © RIPRODUZIONE RISERVATA

IL PIL CRESCE DELLO 0,6%

LARGA MAGGIORANZA

L’Ocse migliora le stime dell’Italia «Bene le riforme»

Ok del Senato al divorzio breve: 6 mesi per l’addio

● L’Ocse ha rivisto al rialzo le stime di crescita dell’Italia. Rispetto alle previsioni di novembre, l’Organizzazione internazionale vede il Pil in crescita dello 0,6% nel 2015, (+0,4%) e dell’1,3% nel 2016, (+0,3%). Per l’Eurozona, l’Ocse stima un +1,4% quest’anno e un +2% nel 2016. Il nostro Paese è favorito dai bassi prezzi del petrolio e dagli effetti del Quantitative Easing, ma il capo economista dell’Ocse, Catherine Mann, ha spiegato anche: «L’Italia è passata da uno stallo sulle riforme a un passo ottimale, per questo siamo più positivi sulle prospettive future. Ci sono grandi opportunità».

L’eclissi domani inizierà alle 9,20 AP

ITALIA SARÀ PARZIALE

Domani mattina tutti a naso in su per l’eclissi di sole ● Domattina anche in Italia tutti con il naso all’insù per l’eclissi di sole. L’eccezionale evento astronomico, visibile in tutta Europa, inizierà intorno alle 9.20, ma raggiungerà il suo punto massimo alle 10.30, per finire un’ora dopo. Da noi sarà purtroppo soltanto parziale.

● Dopo lo stralcio del divorzio immediato di martedì, il Senato ha approvato ieri il ddl sul divorzio breve: 228 favorevoli, 11 contrari e 11 astenuti. Il testo passerà ora in terza lettura alla Camera ed è dunque a un passo dal diventare legge. Se non subirà nuove modifiche il divorzio potrà quindi essere richiesto dopo 6 mesi dalla separazione in caso di consensuale e dopo un anno se con ricorso al giudice (e non più tre anni), anche se restano i due gradi di giudizio. Novità anche per la divisione dei beni: la comunione infatti verrà meno nel momento in cui il giudice autorizzerà i coniugi a vivere separati.


AltriMondi R

GIOVEDĂŒ 19 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

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SHOWBIZ

SONO FELICE DI AVER LAVORATO CON JAMES, ERA UNA PERSONA MERAVIGLIOSA. AMAVA SCHERZARE

L’EX LEADER DEGLI OASIS DOPO L’OSPITATA

NOOMI RAPACE SU JAMES GANDOLFINI

Fabio Fazio e Noel Gallagher durante la trasmissione di domenica Noomi Rapace, 35 anni, in una scena del film Chi è senza colpa con Matthias Schoenaerts, 37

La Rapace va oltre Lisbeth ÂŤNon ho neanche TwitterÂť

1L’attrice è diventata una star nei panni dell’hacker di Millennium

Ora è un’immigrata in Chi è senza colpa, l’ultimo film con Gandolfini Alessandro De Simone LONDRA

I

l pubblico ha iniziato ad amarla nei panni punk di Lisbeth Lasander, la hacker sociopatica della fortunata serie Millennium creata da Stieg Larsson. Dopo, un’ascesa irresistibile, lavorando con registi come Guy Ritchie, Brian De Palma e Ridley Scott. Nelle sale italiane esce oggi Chi è senza colpa (titolo originale The Drop), in cui Noomi Rapace lavora al fianco di Tom Hardy e di James Gandolfini, qui alla sua ultima interpretazione prima della morte, nel giugno 2013. Il film è tratto dal racconto di Dennis Lehane Animal Rescue ed è la storia di due cugini, proprietari di un bar a Brooklyn che viene utilizzato come punto di raccolta del denaro sporco da parte della mafia cecena. Noomi interpreta Nadia, una ragazza con un passato di abusi di cui si innamora Tom Hardy. Per i due una prova generale per il film successivo in cui hanno nuovamente lavorato insieme, Bambino 44, presto anche sui nostri schermi. Abbiamo incontrato Noomi Rapace a Londra.

Miss Rapace, la sua carriera è sempre piĂš proiettata verso gli Stati Uniti. Non le manca l’Europa? ÂŤNo, perchĂŠ non c’è differenza tra una piccola produzione indipendente o il film di uno studio hollywoodiano. Ciò che conta è dare vita al personaggio, posso farlo sia in un camper superaccessoriato, sia in una scalcinata camera d’albergo. Il cinema è fatto da persone: regista, sceneggiatore, gli attori che lavorano con te. Fare del tuo meglio è la maniera migliore per rispettare loro e il pubblicoÂť. Si preoccupa dei giudizi che danno sul suo lavoro? ÂŤNo, non leggo molto di quello che dicono su di me. Non vado sui social, non ho un profilo Twitter nĂŠ Facebook. Sono fuori da queste dinamicheÂť. Non ha mai paura a mettersi in gioco, viste le sue scelte. ÂŤMi piacciono le sfide, sto lavorando molto e cerco sempre qualcosa di diverso. Ho appena accettato un film in cui interpreterò sette donne diverse. Non credo sia mai successo primaÂť.

ÂŤThe DropÂť è stato girato a Brooklyn. L’ha aiutata vivere realmente la cittĂ di New York? ÂŤMoltissimo, adoro girare su location reali, lavorare in mezzo alla gente, ascoltarla, osservarla, entrare nel loro ritmo. Ti senti come un agente segreto che scava nelle vite delle persone e questo ti aiuta a confonderti ed entrare nella parte. In questo film sono Nadia, un’immigrata a Brooklyn: molti chiedevano alla troupe se fossi davvero un’attriceÂť. Volevamo concludere chiedendole un ricordo di James Gandolfini. ÂŤEra una persona meravigliosa, un attore che prendeva il lavoro come fosse sempre la prima volta. Era timido, gentile e molto divertente, amava scherzare con i ragazzi della troupe. Una delle magie del cinema è il poter restare in qualche modo eterni per quello che si è fatto nella vita. Quando ho visto per la prima volta il film c’erano dei giornalisti con noi e alcuni hanno pianto nelle scene di James. Io ero felice, ci aveva regalato un’ultima grande interpretazioneÂť. Š RIPRODUZIONE RISERVATA

OROSCOPO LE PAGELLE di ANTONIO CAPITANI 21/4 - 20/5 TORO

21/5 - 21/6 GEMELLI

22/6 - 22/7 CANCRO

23/7 - 23/8 LEONE

24/8 - 22/9 VERGINE

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6

Sembra girare a vuoto, questo giorno un cicinĂŹn sfigopendulo. PerchĂŠ forse siete stanchi. State su: certe cose si concludono bene! Solitudo suina.

Potete produrre bene, oggi, anche perchĂŠ avete l’umore in bolla. Gli amici aderiscono alle vostre iniziative, ma a sud dell’ombelico c’è immobilismo.

Potreste avvertire stanchezza e scontentezza. Oltre che il desiderio di isolarvi insieme ai vostri zebedei che fumano. Un guizzo suino, forse, vi risolleva.

Potete mettere la freccia e sorpassare molti competitor, oggi. Viaggi, trasferte, colloqui, lavoro riescono, ogni semina darà frutti. L’ormon si cheta.

L’umore sfigocupo è ottima calamita per ogni rogna: tenetelo presente e state su! E amministrate i soldi con zelo. La fornicazione vi fa ripigliare, però.

Intuizioni e scorrettezze (altrui) potrebbero mostrarvi com’è in realtĂ certa gente. Regolatevi. Compenetrazioni carnali fantasiose, però, confortano.

23/9 - 22/10 BILANCIA

23/10 - 22/11 SCORPIONE

23/11 - 21/12 SAGITTARIO

22/12 - 20/1 CAPRICORNO

21/1 - 19/2 ACQUARIO

20/2 - 20/3 PESCI

6-

7+

6-

7+

7

8

Avete l’autoironia di un varano con la dermatite. PerchĂŠ rogne e persone vi stressano. Però siete bravi a dipanare e sgrossare. E a fornicare.

La Luna vi fa realizzare i programmi senza perdite di tempo. E accresce il fiuto di tutti voi. Ma l’amor è una pallissima, come la fornicazion.

Non fatevi prendere dal malumore, men che meno in casa, terreno un cicinĂŹn minato, oggi. Vigore fisico tutto sommato accettabile.

Potete viaggiare, lavorare, svagarvi e emergere nel lavoro, meglio se sfoderando un’adeguata faccia di glutei. Fornicazione insipidina.

La Luna vi dĂ svacco matto: via i doveri, via i pensieri, viva i ritmi pacati e comodi. CosĂŹ, produrrete e starete bene. Beatitudine suine, intanto, aleggiano.

Con finezza di ragionamento e un cicinĂŹn di intelligente sarcasmo, potete quagliare tutto con successo. E il sudombelico is very gagliard.

Willis, 60 anni tra cazzotti e tante figlie... � Buon compleanno Bruce Willis. L’attore di Die Hard, tutto humour, fascino e muscoli, compie oggi 60 anni, portati alla grande. Grazie anche alle sue cinque figlie femmine (tre da Demi Moore), l’ultima arrivata meno di un anno fa: Avere un bambino ti ringiovanisce dentro, sostiene lui. Willis, nato in Germania da madre tedesca e padre americano, ha alle spalle oltre cento film. Oltre ai tantissimi action, nella sua carriera, trainata dalla saga di Duro a morire, non si possono dimenticare Il Sesto Senso, Pulp Fiction, L’esercito delle 12 scimmie o Armageddon. E quest’anno ne arriveranno altri cinque, piÚ la versione teatrale di Misery di Stephen King.

CONSIGLI

21/3 - 20/4 ARIETE

IL COMPLEANNO

Gallagher contro Fazio ÂŤChe strazio il tuo show!Âť â—? La tv italiana non è piaciuta a Noel Gallagher. L’ex frontman degli Oasis, ospite domenica a ÂŤChe tempo che faÂť di Fabio Fazio, ha cosĂŹ commentato la sua partecipazione: ÂŤQuesta trasmissione televisiva italiana un vero strazio. E non parlo del playback, ma dell’intervista. Hai una persona in carne e ossa davanti a te che ti fa delle domande in italiano, e un fantasma nell’orecchio che te le traduce in inglese. Ăˆ una cosa piuttosto goffa e complicata...Âť. Secca la risposta di Fazio su Twitter: ÂŤAveva esagerato la sera prima...Âť.

ALL’UNIVERSITÀ

� Pino Daniele diventa bene culturale. Il rettore dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, Lucio D’Alessandro, ha annunciato infatti la nascita di un percorso accademico dedicato all’analisi del lavoro del cantautore, come un bene culturale, per mettere in luce i suoi aspetti storici, antropologici e sociologici.

LE AVVENTURE DEL POLITICO ÂŤQUALUNQUEÂť L’imprenditore Cetto La Qualunque rientra in Calabria e, per difendere i suoi interessi, si lancia in politica a colpi di slogan come ÂŤPorteremo barche di pilu, navi cariche di piluÂť. Torna in tv Antonio Albanese con la commedia di Giulia Manfredonia “Qualunquementeâ€?, 16 milioni incassati al box office nel 2011. Nel cast anche Sergio Rubini e Lorenza Indovina. DA VEDERE STASERA SU RAI 3 ALLE 21.05

� Arriverà quest’estate in 190 Paesi e 111 lingue l’atteso Windows 10, l’aggiornamento del sistema operativo di Microsoft. Tra le novità , la sostituzione delle password con le impronte digitali e il riconoscimento dei volti. L’aggiornamento sarà gratis per un anno dal lancio per gli utenti delle precedenti versioni del sistema e, strano a dirsi, anche per quelle pirata.

IL TITOLO VOLA ALLA BORSA DI TOKYO

La Nintendo cede agli smartphone SuperMario sarĂ presto una app â—? Super Mario arriverĂ sugli smartphone. Oltre a una nuova console (la NX), Nintendo ha annunciato che presto tutti i suoi videogiochi approderanno come app sui telefonini. La notizia ha fatto volare il titolo in Borsa con un+21%. Intanto, domani esce in Italia Mario Party 10 per Wii U, con la possibilitĂ di giocare in 5 simultaneamente e con gli amiibo, le statuine interattive.

LO SPORT IN TV

LA COMMEDIA CON ALBANESE

L’AGGIORNAMENTO

Pino Daniele Arriva in estate diventerĂ Windows 10: ÂŤbene culturaleÂť addio password

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GIOVEDÌ 19 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT


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