La Gazzetta dello Sport

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lunedì 23 marzo 2015 anno 119 - numero 69 euro 1,40

ROMA-LAZIO INFINITO IL NAPOLI E’ FURIOSO: «CAMPIONATO FALSATO»

RISULTATI & CLASSIFICA 28a GIORNATA

Rafa Benitez, 54 anni, è stato espulso nel finale per proteste

La Fiorentina frena a Udine Il Toro passeggia a Parma JUVENTUS-GENOA 1-0 CESENA-ROMA 0-1 CHIEVO-PALERMO 1-0 EMPOLI-SASSUOLO 3-1 LAZIO-VERONA 2-0 MILAN-CAGLIARI 3-1 NAPOLI-ATALANTA 1-1 PARMA-TORINO 0-2 SAMPDORIA-INTER 1-0 UDINESE-FIORENTINA 2-2

Continua il duello romano per il secondo posto. Il gol dell’Atalanta viziato da un fallo di Pinilla fa esplodere Benitez e società: «Calvarese non è da A» BERARDINO, BERGONZINI, BIANCHI, CECCHINI, CIERI, DA RONCH, MALFITANO, G. MONTI, PUGLIESE, STOPPINI, TOSI DA PAG. 8 A 14

MIHAJLOVIC BEFFA MANCINI

JUVENTUS ROMA LAZIO SAMPDORIA NAPOLI FIORENTINA TORINO MILAN GENOA* INTER

67 53 52 48 47 46 39 38 37 37

PALERMO 35 UDINESE* 33 EMPOLI 33 SASSUOLO 32 CHIEVO 32 VERONA 32 ATALANTA 26 CAGLIARI 21 CESENA 21 PARMA** (-3) 9

*Una partita in meno **Due partite in meno

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EDER AZZURRO INTER NERA

DEGENKOLB VOLA E SBANCA SANREMO BRAVO BONIFAZIO

GHISALBERTI, GIALANELLA, PASTONESI DA PAGINA 36 A PAGINA 39, COMMENTO DI BETTINI A PAGINA 23

33

MOTOGP

Valentino a caccia del decimo «Il Mondiale, Linda, un figlio» FALSAPERLA A PAGINA 33

Decide l’oriundo di Conte Mancio a -9 dall’Europa, -30 dalla Juve e torna dietro al Milan. La Samp è quarta

CENITI, DALLA VITE, FROSIO, GRIMALDI, TAIDELLI, VERNAZZA DA PAG. 2 A PAG. 6

L’ANALISI di Luigi Garlando

STORIE E PERSONAGGI DA NON PERDERE

Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano

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UN DISTACCO SIBERIANO

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Colpo grosso di Cantù arriva Ron Artest grande ex della Nba

2

Alonso supera il test manca solo l’o.k. Fia per correre in Malesia

L'ARTICOLO A PAGINA 23

JUVE SEMPRE FANTATEVEZ

ORIANI A PAGINA 41

Col Genoa decide Carlitos che poi sbaglia un rigore. Allegri tranquillo a +14: «Bella prova di maturità»» ARCHETTI, DELLA VALLE, GRAZIANO, MAURO ALLE PAGINE 16-17

A PAGINA 32

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SUAREZ IMPLACABILE IL BARÇA A +4 SUL REAL

50 3 2 3>

BOCCI, RICCI ALLE PAGINE 24-25, COMMENTO DI DE CALO’ A PAGINA 23

Alle 22.05 «Senza Appello» con Albertini e il tecnico Beretta

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9 771120 506000

IL ROMPIPALLONE di GENE GNOCCHI Milano-Sanremo. Vince il tedesco Degenkolb. Sul traguardo ha battuto i rivali con un colpo di spread L’esultanza di Luis Suarez, autore del gol del 2-1 del Barça nel Clasico


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Serie A R 28a giornata

Eder e la Samp ricacciano una bella Inter dietro al Milan 1Una delle migliori prestazioni stagionali non è bastata alla squadra di Mancini per tornare alla vittoria che manca da un mese. Premiata la spietatezza dei blucerchiati che salgono al quarto posto SAMPDORIA

INTER

1 0

PRIMO TEMPO

INVIATO A GENOVA Twitter @GazzaVernazza

15’ Tocca a Shaqiri: controllo e cross per la testa di Podolski che viene anticipato da Icardi. Il tentativo è alto da ottima posizione.

cavalcato il Napoli, staccata la Fiorentina, quarto posto in solitudine: a questo punto la Sampdoria non ha più limiti, può e deve provarci per la terza piazza e forse per la seconda. Quarta vittoria di fila, evento che in casa blucerchiata non si verificava dal 2010, anno in cui non a caso arrivarono il quarto posto e l’accesso al preliminare di Champions. L’Inter esce battuta, ma non umiliata, da una delle squadre più su di giri del campionato. La sconfitta brucia perché costa il sorpasso in classifica da parte del Milan, ma non ha nulla a che vedere con talune recenti e imbarazzanti prestazioni. Gran bella partita, la serata in cui Sinisa Mihajlovic ha metaforicamente ucciso il suo padre calcistico, Roberto Mancini. D’ora in poi finiamola con la storia del maestro e dell’allievo. Mihajlovic è allenatore che sta al mondo di suo e che a giudicare da come gioca il suo Doria poco ha preso dal suo mentore: come stella polare ha la pratica, non l’estetica. La partita l’ha decisa Eder con una punizione terrificante da circa trenta metri. L’italo-brasi-

PRIMO TEMPO 0-0 MARCATORI Eder al 20’ del s.t.

19’ Un colpo a testa, come se fossero sul ring. Eder dalla distanza scivola mentre calcia, la traiettoria è pungente, Handanovic respinge.

SAMPDORIA (4-3-3) Viviano; De Silvestri, Silvestre, Romagnoli, Regini; Soriano (dal 36’ s.t. Duncan), Palombo, Acquah (dal 7’ s.t. Obiang); Eder, Muriel (dal 21’ s.t. Okaka), Eto’o. PANCHINA Romero, Frison, Mesbah, Correa, Bergessio, Coda, Djordjevic, Marchionni, Wszolek. ALL. Mihajlovic. CAMBI DI SISTEMA nessuno. BARICENTRO MOLTO BASSO 44,2 METRI. AMMONITI Soriano c.n.r., Romagnoli e Eder gioco scorretto.

23’ Ancora Eder, destro da posizione defilata, palla sul fondo.

INTER (4-3-1-2) Handanovic; D’Ambrosio, Ranocchia, Vidic, Juan Jesus; Guarin, Medel, Brozovic (dal 31’ s.t. Palacio); Shaqiri; Podolski (dal 42’ s.t. Camara), Icardi. PANCHINA Carrizo, Andreolli, Kovacic, Campagnaro, Obi, Felipe, Puscas, Hernanes, Di Marco, Bonazzoli. ALL. Mancini. CAMBI DI SISTEMA 4-2-3-1 dal 31’ s.t. BARICENTRO ALTO 54,4 METRI. AMMONITI Shaqiri, Vidic, Juan Jesus, D’Ambrosio, Medel, Icardi gioco scorretto. ARBITRO Valeri di Roma. NOTE paganti 4.804, incasso di 123.197 euro; abbonati 18.061, quota di 155.699,9 euro. Tiri in porta 3-5 (una traversa). Tiri fuori 6-8 In fuorigioco 2-0. Angoli 5-7. Recuperi: p.t. 0’, s.t. 5’.

Sebastiano Vernazza

11’ Samp e Inter impiegano un po’ di tempo prima di creare. Il primo scorcio di calcio è doriano. Eder lancia Muriel, controllo volante che comprende anche il dribbling su Ranocchia e sinistro alle stelle sparato dal dischetto.

35’ Può un uomo tirato per la maglia e con la palla andare più veloce di due uomini che lo inseguono senza palla? Sì, chiedete a Muriel che si porta a passeggio D’Ambrosio e Ranocchia per 60 metri. Ai due interisti va bene che il colombiano calci male una volta in area... 45’ Si mette in proprio Icardi che punta Romagnoli da fermo, rientra sul sinistro e prova la conclusione a giro. Palla alta.

SECONDO TEMPO 1’ Inizia la ripresa e sembra esser girata l’aria. Icardi dall’angolo dell’area pesca la traversa con un destro a giro. 4’ Guarin non pensa troppo quando vede quel pallone: destro di prima intenzione e Viviano costretto a scendere per deviare in corner. 10’ Palla a Shaqiri che questa volta non trova spazi per l’assist. Punta l’uomo, si accentra e con il destro a giro calcia largo. 12’ C’è solo l’Inter in campo. Guarin prende il fondo e il tempo per crossare, Icardi stacca prima di tutti, ma gira alto di testa. 20’ Quando la Samp riemerge, lo fa in grande stile. Guarin perde palla addormentandosi su un pallone in attacco, Soriano riparte e D’Ambrosio lo stende (ammonito). Si presenta Eder a battere: collo esterno violento carico di effetto, la palla s’abbassa, palo-gol. 25’ Stesso pianerottolo, Eder ci riprova ma cambia modo di calciare. Il destro a giro sul palo della barriera lascia Handanovic inchiodato a terra, ma la palla vola fuori.

S

liano festeggia così la convocazione in Nazionale. IN SENSO BUONO La Samp è una squadra di «bastardi senza gloria» e chi ha visto il film capolavoro di Quentin Tarantino sa che il riferimento è positivo. Questo Doria blandisce e ammalia l’avversario, si infiltra tra le sue pieghe, gli fa credere di essere forte e lo colpisce a tradimento, col più efficace e meno dispendioso dei metodi, il contropiede. L’Inter ha avuto il 69,6 per cento del possesso palla e i sostenitori della teoria che possedere di più il pallone non fa risultato e non conta nulla troveranno musica per le loro orecchie, ma l’indicatore è significativo, in questo caso ci dice che è stata la squadra di Mancini a muovere i fili della partita, soltanto che alla lunga la Samp i fili li ha spezzati. Dove si sarebbe andati a parare lo si è capito subito. L’Inter ha cominciato con un certo cipiglio, ma il Doria con Muriel ed Eder già nella prima parte di gara ha avuto le occasioni migliori, con ripartenze urticanti. Un chiaro segnale, ma non c’è niente da fare, in questo campionato ci casca chiunque. Tutti gli avversari del Doria a un dato momento della gara pressano alti, sollevano il proprio baricentro, hanno l’illusione di disporre del ring, sono convinti di

CINEMA

La Samp di Mihajlovic è una squadra di «bastardi senza gloria» come il film di Quentin Tarantino Shaqiri, stretto tra i due mediani avversari, si è normalizzato pungendo sempre meno essere padroni a casa d’altri, ma prima o poi scocca il momento in cui i «navy seals» di Sinisa li pugnalano alle spalle. E quel punto ciao, è più facile prendere la seconda rete in contropiede che riacciuffare il pari. L’Inter ha avuto il 59 per cento di predominio territoriale, ma sono numeri di magra consolazione. L’IMPORTANZA DI ETO’O Quando a gennaio Gabbiadini è stato ceduto al Napoli, tutti a dire che il Doria avrebbe pagato pegno, che Eto’o, il sostituto, sarebbe venuto a svernare in Riviera. Non è andata a così. A 34 anni il camerunese resta un fuori categoria, capace di spostare equilibri. Qui alla Samp si muove da regista offensivo. Contro l’Inter ha cominciato a destra, è stato spostato subito a sinistra e verso la fine del primo tempo è passato al centro, un po’ finto


LUNEDÌ 23 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

DELUSIONE Eder ha appena realizzato il gol che deciderà il match. L’Inter torna mestamente a testa bassa verso il centrocampo. BARONCINI

fIL PERSONAGGIO

EDER

Quel leader anomalo che parla con i fatti e ha conquistato Conte 1Nono gol stagionale per l’attaccante: «In tre anni di Sampdoria sono cresciuto tanto, fra un mese faremo i calcoli per l’Europa»

Filippo Grimaldi GENOVA

S

radica l’ultimo pallone dai piedi degli interisti, sotto i distinti che adesso sono una bolgia, spegnendo l’ultimo ardore di rimonta nerazzurra. E per lui la gente del Ferraris intona pure il coro più forte alla fine della contesa: «Eder portaci in Europa». Chi, se non lui? Perché nulla è per caso, Martin lo sa bene. Il gol all’Inter non è solo il nono sigillo stagionale, o il gioiello che spinge la Samp sempre più verso l’Europa. Rappresenta, soprattutto, il premio per un giocatore che molto ha fatto in tre anni centravanti un po’ trequartista. È stato lui a manovrare la Samp nei passaggi decisivi. Dall’altra parte l’uomo chiave era Shaqiri, tecnico e rapido tra le linee. Palombo ha vacillato, per mezz’ora è andato sotto, lo svizzero lo saltava a piacimento e costringeva Romagnoli o Silvestre a uscire dalla linea a quattro per tamponare. Poi però la Samp si è autoequilibrata, ha stretto i due mediani vicini al «vecio» capitano e Shaq si è normalizzato. DA UN LEGNO ALL’ALTRO Al principio della ripresa l’Inter è partita fortissima, Icardi ha scosso l’incrocio dei pali. Lo 0-1 aleggiava nell’aria. L’Inter si è illusa. È bastata una ripartenza, una delle tante: D’Ambrosio ha fatto fallo tattico su Soriano lanciato verso l’area. Punizione da circa 30 metri e «papagna» micidiale di Eder, con palla prima sul palo e poi carambolante in rete. Due sfumature di legno. All’Inter l’incrocio ha detto male, alla Samp sul palo è girata bene. A quel punto Mancini ha messo dentro Palacio, ha tentato quel che poteva col 4-2-3-1, ma su ogni attacco dell’Inter aleggiava lo spettro di un contropiede della Samp. Mancini l’ha creato e Mihajlovic l’ha distrutto. Il calcio non conosce riconoscenza ed è giusto così. © RIPRODUZIONE RISERVATA

LA MOVIOLA di FRANCESCO CENITI

DE SILVESTRI RISCHIA IL RIGORE

IO PARLO (CON I FATTI) Protagonista dentro e fuori dal campo. Leader anomalo, dicono di lui a

attere nono gol in questo campionato. Una perla su punizione per battere i nerazzurri e festeggiare la prima convocazione in azzurro

PASSAGGI POSITIVI

TOCCHI PER ZONA Il colore è più intenso nelle zone in cui ci sono stati più tocchi di palla 1

3

3

18

2 1 1

4

2

PALLE RECUPERATE 1

1

1

4

1

1

3

2

4

1

2

MINUTI GIOCATI

Occasioni create L’attaccante blucerchiato o ha cercato la porta con 4 conclusioni:i: 2 nello ul fondo specchio e 2 terminate sul

6 FALLI SUBITI

40

3

90’

Bogliasco. Perché Eder guida i compagni con l’esempio. Appena tornerà dalla convocazione con Conte, salirà alla Madonna della Guardia, il santuario caro ai genovesi, come aveva fatto la prima volta, tre anni fa. Lì si respira un’aria strana, in un silenzio irreale che ti avvolge. Eder è arrivato lassù con Ajazzone, un pezzo di storia di Samp, nel 2012, e ne è rimasto rapito. La città in lontananza, un luogo-simbolo per la città della Lanterna. La sua città. «Questi tre anni di Samp mi hanno fatto crescere tanto — racconta ancora incredulo dopo un successo che certifica una volta di più le ambizioni della squadra di Mihajlovic —. Sono felice, per-

1Eder, 28 anni, attaccante della Samp, ha siglato con l’Inter il suo

LA SUA GARA AI RAGGI X

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Valeri cerca di tenere in pugno la partita dall’inizio anche utilizzando molto il fischietto e mostrando il cartellino senza pensarci troppo. Il primo giallo è per Soriano: da regolamento, intercetta un pallone diretto a un avversario con la mano. Poi due ammonizioni nel giro di 120 secondi per Romagnoli e Shaqiri. Sempre nel primo tempo altri due gialli a carico di nerazzurri: prima tocca a Vidic e poi a Juan Jesus. Nella ripresa c’è il fallo che porta alla punizione-gol di Eder anche se nell’azione precedente si poteva punire un intervento su Guarin. Protesta l’Inter per una trattenuta in area di De Silvestri su Icardi: c’è con la palla lontana. Forte il rischio preso dal difensore.

per questa Sampdoria. È bello pensare che le porte della Nazionale, pronte ad aprirsi per questo debuttante di lusso, non siano solo una conseguenza della crisi degli attaccanti di casa nostra. Eder è arrivato qui tre anni fa, in un gelido pomeriggio di gennaio, la gente doriana se lo ricorda ancora. Samp di scena a Gubbio nel lungo purgatorio della B, e questo brasiliano perennemente felice perché in pace con se stesso che s’è preso subito i compagni sulle spalle e li ha portati verso la serie A.

CROSS

Palloni giocati Recupero

I PUNTI DA CUI HA CALCIATO IN PORTA Gol Parati Fuori

Sempre nel vivo, Eder è stata tata la punta più convolta nellaa manovra

4 GOL

1

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ché la squadra sta ottenendo risultati importanti, ma i meriti vanno divisi fra tutti, perché lavoriamo compatti, ed è questo che ci ha permesso di superare un avversario come l’Inter, con grandi valori nonostante le difficoltà del momento». IN ALTO I CUORI Di questa Samp, il brasiliano ha visto tutto, ha vissuto ogni momento, dal purgatorio alla resurrezione, con la coscienza del leader silenzioso. Di più: ai playoff per risalire in A era stato determinante. Mihajlovic se n’è accorto subito: Martin è un uomo speciale. Ecco spiegato il motivo per cui in una Samp cambiata, smontata e rivoluzionata più volte, Eder abbia sempre mantenuto il posto. Fondamentale. Insostituibile. «La verità è che con il 4-3-3 gli esterni devono sacrificarsi molto, ed è quello che cerchiamo sempre di fare noi. Ma non conta chi segna. L’unica cosa importante è il successo della squadra. Adesso penso alla Nazionale… Sarebbe bellissimo dare il mio contributo». Dal Criciuma all’Italia, preparando i passaporti per l’Europa. Eder profeta sampdoriano, Eder l’uomo che continua a predicare umiltà. «Aspettiamo di vedere dove saremo arrivati a quattro giornate dalla fine». Un passo alla volta. Ora sotto con la Bulgaria, prima dell’Inghilterra allo Juventus Stadium. Eder azzurro, aveva ragione lui. Serve fede nella vita. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Serie A R 28a giornata

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5

LE PAGELLE di MATTEO DALLA VITE SAMPDORIA

INTER

7

6,5

ETO’O DI CLASSE MURO ROMAGNOLI SORIANO LOTTA OBIANG SOFFRE IL TECNICO MIHAJLOVIC

7 Ha una squadra con ricambi sempre cingolati. Usa i raddoppi nell’avvio altrui, lo stratagemma negli angoli contro, lascia fare a Eto’o l’anarchico gentile e là davanti permette idee mortifere.

IL MIGLIORE EDER

7,5 Neo azzurro fulminante. Quando dall’altra parte vibra la traversa, ecco, lui fa tremare il palo con gol: punizione da film. E’ lo spacca-partita che, anche prima dell’1-0, aveva sparso fuochi d’artificio ● TIRI 4 ● SPONDE 0 ● DRIBBLING 0

IL PEGGIORE PALOMBO

5,5 Col mestiere riesce a stare sulla piastrella del «me la cavo comunque». Resta il fatto che, in una Samp che sbaglia quasi nulla, lui diventa matto quando ha a che fare con velocitàdoppia Shaqiri. ● TIRI 0 ● RECUPERI 3 ● PASSAGGI 23

6,5

VIVIANO Primo tempo: un rinvio bizzarro e zero tiri da accogliere. Ripresa: la traversa lo salva ma lui soffoca Shaq, Guarin più un’uscitona trés chic.

DE SILVESTRI Sostanza e grinta, contro chiunque gli arrivi da quelle parti, e sono in tanti: ha la forza e la molla giusta per spingersi in avanti con attenzione.

SILVESTRE Grande concentrazione, la sua ex squadra gli dà la forza per non strafare e non commettere errori. L’Inter in area ci va, lui regge.

ROMAGNOLI Due chiusurone, un tilt su giochetto di Icardi e una palla sporcata quanto basta per sfasare l’Inter. Poi, resistenza fino al trionfo finale.

● PARATE 2 ● RINVII 18 ● PRESE ALTE 2

● CONTRASTI 1 ● CROSS 2 ● PASSAGGI 18

● CONTRASTI 0 ● LANCI 0 ● PASSAGGI 11

● CONTRASTI 1 ● LANCI 2 ● PASSAGGI 11

6

6

6

6,5

REGINI Gli piomba addosso spessissimo Guarin, ma pure Icardi lo prende di mira: e sono dolori, quando i due interisti mettono il turbo.

SORIANO Interno destro, poi Mihajlovic lo sposta interno dall’altra parte per tenere basso Guarin: gara durissima, ma prende la punizione dell’1-0.

ACQUAH Non è piccolo, ma nei primi minuti soffre l’esuberanza di Guarin. Così, lo dirottano su Brozovic: va un po’ meglio fino a che non esce affaticato.

MURIEL Una vipera, infilata sempre nei cespugli dell’Inter: poi non conclude ma una sua volata coast-to-coast lascia applausi sparsi.

● CONTRASTI 1 ● CROSS 0 ● PASSAGGI 8

● TIRI 0 ● RECUPERI 7 ● PASSAGGI 24

● TIRI 0 ● RECUPERI 4 ● PASSAGGI 13

● TIRI 2 ● SPONDE 0 ● DRIBBLING 5

6,5

5,5

6

s.v.

ETO’O Gioca di tacco e di mestiere, parte a destra e poi Sinisa capisce che a sinistra c’è più possibilità. Finisce da «9»: anarchia con classe.

OBIANG A un certo punto ha la palla del 2-0, avanza solo in area ma esita: è a quel punto che Vidic fa l’intervento più bello spezzandogli l’incantesimo.

OKAKA Subito una palla rubata a Brozovic in fase di ripiegamento, poi tanta volontà di mettersi in mostra pur stando largo, sulla fascia destra.

DUNCAN Si mette a tagliare la legna nel momento più rabbioso dell’Inter.

● TIRI 0 ● SPONDE 0 ● DRIBBLING 7

● TIRI 0 ● RECUPERI 4 ● PASSAGGI 9

● TIRI 1 ● SPONDE 1 ● DRIBBLING 0

● TIRI 0 ● RECUPERI 0 ● PASSAGGI 2

6,5

6

ERCOLINO MEDEL SHAQIRI SGOMMA D’AMBROSIO GIÙ MALE PODOLSKI MANCINI

6 Stavolta gioca e non merita la sconfitta. Vedere i primi 20’ della ripresa per capire. Gli servono tempo e mezza rivoluzione in estate. Una pecca evidente: ritarda l’entrata di Palacio.

IL MIGLIORE SHAQIRI

6,5 Su uno scooter: per vie centrali fa impazzire soprattutto Palombo ma pure Soriano a tal punto che devono intervenire i centrali. Conclude ma, come tutta l’Inter, o c’è Viviano o prevale la mira scarsa. ● TIRI 3 ● SPONDE 2 ● DRIBBLING 3

PODOLSKI

5 Sponda-man, perché alla fine si tratta praticamente di quello. Sul perforare la verticalità ci sono solo timidi segnali, la porta tanto meno. Purtroppo, anche se nazionale, pare normalissimo. ● TIRI 1 ● SPONDE 5 ● DRIBBLING 0

BENITEZ-MAURO: CONTATTO «HAI CHIESTO SCUSA A ME?» unica partita pomeridiana è un colpo basso per i programmi sportivi della Rai e sancisce, definitivamente, l’inutilità del tutto. A«Stadio sprint» Enrico Varriale non si arrende e promette «Abbiamo comunque tante cose importanti da seguire» e infatti si collega col campo sportivo Ferrando di Genova per il campionato del Lavoratore e poi con l’oratorio di San Pietro di Roma per la Clericus Cup. La cosa lo prende talmente tanto, che quando sono disponibili per le interviste Gasperini e Tevez, li snobba un po’, perché lui si occupa del sociale: «Se facciamo in tempo riusciamo a farli parlare tutti e due». Il mister sì, l’argentino deve mettersi in coda. Prima di lui, c’è un giocatore della Clericus Cup... Marco Mazzocchi sceglie la mozione degli affetti e convoca in studio due vecchie bandiere di «Novantesimo minuto» , Cesare Castellotti e Luigi Necco, intanto fa vedere partite degli anni che furono, con i commenti di allora. A noi, veramente, ne interesserebbe solo una, e cioè l’unica che si è giocata la domenica pomeriggio. Ma è un premio da meritarsi e ce lo concedono soltanto alle 19.10, se siamo stati bravi bravi a

sorbirci un’ora di trasmissione. Crediamo di capire perché poi nel sondaggio i telespettatori abbiano votato per il calcio e per il «Novantesimo minuto» di una volta... Bruno Longhi (Mediaset Premium) «Il Milan non ha avuto quest’handicap di giocare le coppe europee». Chiamalo handicap. Benitez-Mauro, il contatto su Sky dopo due tentativi a vuoto. L’allenatore «Hai chiesto scusa a me per quello che avevi detto in trasmissione?». L’opinionista «E lei ha chiesto scusa a me?» Uno strepitoso Vittorio Munari. «Guarda che girovita che ha. Questo ha l’hula op incorporato» (Sei nazioni di rugby, D Max) Champions League, a Dortmund la Juve ha appena segnato il 2-0 e a «Canale 5» sale la temperatura. In tutti i sensi. La bordocampista Francesca Benvenuti «Allegri ha detto ai suoi di sfondare ancora, ancora, ancora!» Il telecronista Sandro Piccinini «Un’espressione a sfondo erotico, in effetti questa Juve fa godere!». Ignoriamo come, tra i due, sia finita la serata... © RIPRODUZIONE RISERVATA

6

6

D’AMBROSIO Patisce il tampinare ondivago di Eto’o e di Eder. Ma il voto si abbatte quando – a difesa non sguarnita – dà vita alla punizione dell’1-0.

RANOCCHIA Alla fine la Samp prende il jolly su palla inattiva, lui rischia molto forte su Muriel e ha qualche esitazione: ma il crollo non c’è.

VIDIC Tappo (decisivo) su Obiang, ed è una roba da repertorio suo. Anche dopo guerreggia, mentre prima non dispiace tranne che nei disimpegni.

● PARATE 1 ● RINVII 8 ● PRESE ALTE 1

● CONTRASTI 1 ● CROSS 3 ● PASSAGGI 33

● CONTRASTI 3 ● LANCI 3 ● PASSAGGI 55

● CONTRASTI 1 ● LANCI 4 ● PASSAGGI 69

6

6,5

6,5

6

JUAN JESUS Terzino sinistro, come quando era in Brasile: sbarella meno, è più attento, certo che fra Muriel ed Eder le antenne gli stanno dritte.

GUARIN Ha momenti di assoluta padronanza della situazione: perché sradica, avanza, ha lo sguardo periferico, conclude. Poi cala e pasticcia.

MEDEL Encomiabile per tutte le sgommate che fa per andare a chiudere dirimpettai ma anche attaccanti. Non sente fatica, un Ercolino.

BROZOVIC Meglio la (poca) ripresa del primo tempo: perché è nei primi 20’ che picchia sul gas, ruba palloni e guarda avanti con senso. Prima, così così.

● CONTRASTI 5 ● LANCI 5 ● PASSAGGI 45

● TIRI 2 ● RECUPERI 9 ● PASSAGGI 46

● TIRI 0 ● RECUPERI 14 ● PASSAGGI 90

● TIRI 0 ● RECUPERI 6 ● PASSAGGI 53

6

IL PEGGIORE

5,5

HANDANOVIC Eder lo chiama una prima volta nel Lato A: lui c’è. Esce con senso due volte, poi quando arriva la fucilata dell’1-0 resta di stucco.

IL TECNICO

VALERI .L’unico vero dubbio della sera è il contatto fra De Silvestri e Icardi: il blucerchiato inizia trattenendo, finisce mollando. Mah. Qualche «giallo» poteva essere risparmiato.

ZUPPING di VINCENZO CITO

L’

6

www.cesare-paciotti.com

5,5

6

5,5

s.v.

ICARDI Traversa al secondo tiro, prima l’aveva sfiorata. Sepolto dai fischi ma sempre emergente. Lotta come un drago, ammonito salta la prossima.

PALACIO Dovrebbe essere il talismano che sblocca l’Inter, lui che ultimamente di gol ne ha fatti: movimenti ne fa, ma sparacchia pure al cielo.

CAMARA Ragazzotto della Primavera buttato nella mischia: non fa a tempo a dire «ci sono anch’io».

● TIRI 5 ● SPONDE 4 ● DRIBBLING 0

● TIRI 1 ● SPONDE 0 ● DRIBBLING 2

● TIRI 0 ● RECUPERI 0 ● PASSAGGI 1

POSADO 6 MAZZALONI 5,5

GUIDA 6 GAVILLUCCI 6


6

Serie A R 28a giornata

LUNEDÌ 23 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

fAREA TECNICA

fAREA TECNICA

L’ALLENATORE DELL’INTER

L’ALLENATORE DELLA SAMPDORIA

per l’ultimo mese, ma meritavamo di perdere poche partite di quelle che abbiamo perso. Ci sono dei momenti in cui le cose vanno tutte storte e per uscirne dobbiamo essere forti».

MANCINI «ASSURDO PERDERE UNA GARA COSÌ, NON VA NEMMENO COMMENTATA» Luca Taidelli INVIATO A GENOVA

V

ia col vento. Alla quarta sconfitta nelle ultime sei gare, l’Inter vede l’obiettivo Europa sfumare con le folate che spazzano Marassi. Parlare di squadra rassegnata sarebbe ingiusto, perché i nerazzurri a inizio ripresa hanno avuto un sussulto, colpito con Icardi il 15° legno in campionato (record condiviso col Palermo) e avuto un 69% di possesso palla. Ma proprio nel momento migliore è arrivato l’ennesimo errore (pallone sanguinoso perso da Guarin) dopo il quale Ranocchia e

soci non hanno saputo reagire con lucidità. La sostanza è che questa squadra rischia davvero di abituarsi alla sconfitta e che al 14° incrocio da allenatore, Roberto Mancini perde l’imbattibilità contro la «sua» Sampdoria. PARTITA ASSURDA Il tecnico però analizza il match con il consueto mantra che a questo punto fa venire il dubbio che una sorta di rassegnazione parta dal manico: «Non ho niente da rimproverare ai ragazzi. Non è stato un grande mese, ma stasera (ieri sera, ndr.) meritavamo di vincere e invece abbiamo perso. Una partita assurda che non andrebbe nemmeno com-

SAMPDORIA INTER BARICENTRO MOLTO BASSO 44,2 metri

2 26

FREDY GUARIN CENTROCAMPISTA INTER

mentata, abbiamo dominato ma torniamo a casa senza punti. La classifica? Dobbiamo continuare a giocare come stavolta, sperando che la sorte giri dalla nostra parte. Mancano 10 partite, abbiamo l’obbligo di provarci sino alla fine. Non sono contento

116

29

30,4%

23

69,6%

Filippo Grimaldi GENOVA

N

on è folle il paragone che riaffiora a tratti fra questa Samp e il gruppo che 24 anni fa Vujadin Boskov, un secondo padre per Mihajlovic, portò al tricolore blucerchiato. Non per i singoli o il loro valore. Ma, per l’ambiente, questo sì. Squadra spavalda nel ’91 come oggi. Certe magie, certe alchimie a volte ritornano. Questa è la festa della Samp e di Ferrero, ma anche quella di questo allenatore capace di portare i blucerchiati oltre i loro limiti. E non finisce qui, anche se da Mihajlovic arriva inaspettata una frenata brusca: «Dobbiamo rimanere con piedi per terra, perché siamo riusciti a battere la migliore Inter della stagione, che a tratti è stata in grado di metterci in difficoltà. In occasione del gol, poi, siamo stati anche un po’ fortunati». Rimane lo stupore «per un quarto posto che nessuno si sarebbe mai aspettato», ammette Sinisa. «Lavoriamo e basta». Poi, di fronte all’ennesima do-

127

PASSAGGI EFFETTUATI

257

CHE DOMANI? E dopo? Parallelamente ai successi della squadra, resta apertissimo il discorso-futuro per Sinisa. Ieri sera Carlo Osti, d.s. sampdoriano, ma soprattutto coscienza della società (per indole, innanzitutto, oltre che per ruolo), ha ribadito come «l’importante alla fine sia che entrambe le parti vogliano andare avanti insieme». Un concetto che, di fronte alla realtà attuale, significa soltanto questo: il futuro prossimo è ancora tutto da scrivere. Sinisa è ambizioso, ma tutt’altro che impulsivo. Se dovesse andarsene, sarà solo dopo attente valutazioni. La Samp ha comunque le alternative in mente. Piacciono l’ex Iachini (che ha un credito grande così con il club di Corte Lambruschini) e Di Francesco. Alla prossima puntata. © RIPRODUZIONE RISERVATA

BARICENTRO

587

ALTO 54,4 metri 33 13

9 91 11

3 5 TIRI NELLO SPECCHIO

manda su un possibile futuro da tecnico con Mancini dirigente: «Non so se un giorno una cosa del genere potrà mai realizzarsi. Il Milan? Mi spiace per le difficoltà di Inzaghi. Io penso soltanto a finire nel miglior modo possibile la stagione».

PASSAGGI RIUSCITI

59 57

45 38

99 24

© RIPRODUZIONE RISERVATA

11 POSSESSO PALLA

21 17 30

MEGLIO DIETRO Così infine su singoli e difesa: «Dietro siamo andati meglio, abbiamo concesso poco tranne qualche contropiede nel finale. Se rimpiango di non aver schierato il Vidic di stasera? Vidic ha giocato bene stavolta come ha fatto altre volte, tenendo Jesus a sinistra eravamo molto più coperti. Con un terzino più offensivo è diverso. La panchina di Palacio? Podolski era più fresco, tutto qui».

OCCASIONI CREATE

9 19 5

C’ERA FALLO SU DI ME NELLA RIPARTENZA CHE HA PORTATO ALLA PUNIZIONE DEL GOL DI EDER

LUNGO PROGETTO Con tutti gli obiettivi che sembrano sfumati, ci sarà da fare pure un lavoro psicologico per tenere il gruppo sul pezzo, senza pensare alla prossima stagione. «Ripeto che deve cambiare la sorte - prosegue il tecnico, che non vuole commentare quel messo rigore su Icardi -. Sono l’allenatore e accetto tutte le critiche, ma i progetti durano più di qualche mese. In fondo l’Inter arrivava da un sesto posto. In Italia non siamo abituati a questo ma accettare le critiche fa parte del mio mestiere. Credo che la squadra sia migliorata molto anche se i risultati sono negativi. Tolta la Coppa, dove abbiamo incontrato una squadra più forte di noi e dove abbiamo fatto parecchi errori, la squadra ha fatto buone gare e va migliorando. Per questo non mi abbatto e sono contento così».

MIHAJLOVIC IL FUTURO È TUTTO DA SCRIVERE «MA PIEDI PER TERRA»

LANCI

PALLE RECUPERATE

PALLE PERSE

77%

87,9%

23 1

18 15

77 5

GAZZETTA DELLO SPORT - DATI OPTA

fLA PARTITA AI RAGGI X

Alex Frosio Twitter @alexfrosio

L’asse Medel-Shaqiri S fa girare l’Inter Ma Podolski dov’era? 1Per il tedesco zero occasioni create, il cileno e lo svizzero

combinano in verticale. Ma sono troppi gli errori: 127 palle perse LA MOSSA TATTICA MEDEL: passaggi positivi 90 SHAQIRI: dribbling positivi 3 GUARIN: cross 9 EDER: occasioni create 3 MEDEL GUARIN

BROZOVIC SHAQIRI PODOLSKI ICARDI

PASSAGGIO MOVIMENTO

Medel in mezzo può combinare con Brozovic oppure andare in verticale per Shaqiri, poco controllato da Palombo, mentre Guarin si allarga a destra e Icardi taglia dentro l’area: all’appello manca Podolski, sempre troppo largo e mai nel cuore dell’area per colpire GDS

undici. Podolski resta sempre troppo al largo dell’area (zero occasioni create sulle 11 di squadra), Guarin sbaglia spesso scelte (compresa la palla che gli ruba Soriano, poi atterrato da D’Ambrosio per la punizione-gol). Il Guaro ha una precisione del 79% nei passaggi, Icardi fa addirittura peggio non raggiungendo il 70%. Troppi errori, soprattutto nella zona in cui servirebbe precisione per creare pericoli. La Samp sbaglia anche di più - ha appena il 77% di precisione nei passaggi, contro l’87,9 complessivo dell’Inter - ma quando pensi quasi solo a distruggere conta meno.

ono serate così che inquinano le notti degli allenatori e gli impediscono di dormire. Roberto Mancini deve incassare un’altra sconfitta e stenta quasi a capire perché. La sua Inter fa (quasi) tutto molto bene per un’ora abbondante, poi per un siluro di Eder si ritrova sotto e a quel punto la Sampdoria non fa che accentuare l’atteggiamento che aveva tenuto fino lì: contenimento e se possibile ripartenze. Ma soprattutto contenimento. La squadra di Mihajlo- I CAMBI Le mosse di Mihajlovic contribuiscono vic concede volentieri il possesso ad aumentare la percentuale di erpalla all’Inter: i nerazzurri arrivarore dell’Inter, che finisce con 127 no quasi al 70%. E sa anche cosa IL NUMERO palle perse. Obiang va a raddopfarci, la squadra del Mancio. piare su Shaqiri e ha anche gamba Shaqiri si muove in due direzioni, per comandare le ripartenze, per in sincronia con quello che fa Pouna Samp che cerca spesso il ribaldolski. Se il tedesco si avvicina al tamento di gioco per cercare l’uno centrocampo per aumentare le opcontro uno di Muriel e Eder contro zioni di gioco, lo svizzero taglia È la percentuale D’Ambrosio e Juan Jesus, positivo verso gli esterni, soprattutto verso di possesso palla soltanto in avvio nella posizione di sinistra, alle spalle di De Silvestri. terzino sinistro (lì il Mancio voledell’Inter, con Se invece ad allargarsi è Poldi, va più protezione). Non convincol’87,9% di precisione Shaq si sistema in verticale a Meno invece le correzioni di Mancini del nella classica posizione di tre- nei passaggi una volta in svantaggio. L’uscita di quartista. Lì la Samp fatica parecBrozovic toglie geometrie e opziochio a contenerlo, perché Palombo non ha lo ni in avvio di azione al gioco dell’Inter, situaziostesso passo e gli concede sempre metri per rice- ne in cui Medel si conferma la sorgente principavere, mentre Brozovic contribuisce a togliere le (97 passaggi, con il 92,8% di precisione). Ma punti di riferimento muovendosi a supporto di con il 4-2-3-1 il Mancio praticamente svuota Medel in regia. Guarin è meno coinvolto, perché l’area avversaria: Palacio si sistema a sinistra, altende ad allargarsi verso sinistra, Icardi invece l’ala; Podolski va largo a destra, Shaqiri è il solito taglia dal centro verso la diagonale leggermente trequartista ma non ha né il fisico né le caratteriesterna ma sempre in direzione dell’area di rigo- stiche per attaccare l’area, così come Guarin, rire. Dove può ricevere i suggerimenti di Shaqiri. sistemato al fianco di Medel, si preoccupa troppo di tenere la posizione centrale e non si sgancia ERRORI Una logica alla sconfitta dell’Inter va co- più come quando a centrocampo si è in tre. E inmunque trovata, al di là degli errori sotto porta o fatti da lì in poi l’Inter finisce per costruire podel colpo vincente di Eder da fermo. E forse il chissimo. primo motivo è che l’Inter non riesce a giocare in © RIPRODUZIONE RISERVATA

69,6


LUNEDÌ 23 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

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Serie A R 28a giornata

Capitan Futuro torna dal passato La Roma a Cesena rialza la testa 1Il redivivo De Rossi riporta la squadra di Garcia

al successo dopo un mese e mezzo. Lazio respinta

Massimo Cecchini INVIATO A CESENA

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al punto di vista coreografico, a Cesena finisce come era cominciata: ovvero con i tifosi della Roma che gridano «Tifiamo solo la maglia». Ma stavolta è (quasi) solo apparenza, perché lo 0-1 finale firmato da capitan De Rossi può rappresentare il punto di svolta di questo malinconico finale di stagione giallorosso, e per una serie di motivi. Il primo è che impedisce il sorpasso della Lazio al 2° posto. Il secondo è che la Roma ritrova quel successo che mancava in campionato dall’8 febbraio (a Cagliari), allontanando nella corsa Champions Napoli e Fiorentina e interrompendo quella caduta libera che nel girone di ritorno ha portato lo stesso bottino di punti alla classifica delle due rivali: appena 12. L’inerzia dell’ansia, però, a questo punto re-

RIl tecnico francese si gioca alcune sorprese: da Doumbia a Ucan Segnali di vitalità

sta in casa romagnola che, dopo aver fermato Juve e Inter, torna a perdere in casa e vede ora la zona salvezza a 5 punti. SORPRESA DOUMBIA Nel pieno della bufera, Garcia prepara alcune sorprese: punta sul criticatissimo Doumbia («da riatletizzare») e lancia per la prima volta come titolare il talentuoso Ucan (che si era visto solo a novembre), sostituito poi dall’esordiente Pellegrini (classe ‘96), rispolverando anche il ritrovato Ibarbo. Il messaggio è duplice e chiaro: 1) ho questi in rosa, e questi giocano; 2) meglio qualche giovane vivace che

titolari alla frutta. Lo sparigliamento qualche risultato lo fa vedere perché in avvio il pallino del gioco è della Roma che, approfittando della difesa alta predisposta da Di Carlo, corre bene sulle fasce. Quella destra principalmente, soprattutto, con Florenzi e Ljajic sullo stesso binario. Detto che Doumbia dà qualche segnale di esistenza in vita, il baby turco - pur trascurando a volte la pressione su Mudingayi - sa muovere la palla, lasciando il lavoro sporco a Nainggolan, spesso straripante su Giorgi, e De Rossi, che in impostazione viene lasciato troppo libero da Carbonero, deputato a passeggiare sulle sue zolle. Ne risulta che nei primi 15’ i giallorossi tirano verso lo specchio della porta 6 volte - in questi tempi anemici, un record con Leali che deve intervenire in 3 occasioni su Ljajic, Ucan e Gervinho, ancora in panne. Insomma, la difesa bianconera deve soffrire, soprattutto a sini-

CESENA

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ROMA

PRIMO TEMPO 0-1 MARCATORE De Rossi al 41’ p.t. CESENA (4-3-1-2) Leali; Perico, Capelli, Lucchini, Krajnc; Giorgi (dal 40’ s.t. Pulzetti), Mudingayi, De Feudis (dal 23’ s.t. A Rodriguez); Carbonero; Djuric (dal 36’ s.t. Succi), Defrel. PANCHINA Agliardi, Bressan, Nica, Volta, Gaiola, Mordini, Cascione, Moncini. ALL. Di Carlo. CAMBI DI SISTEMA nessuno. BARICENTRO MEDIO 52,7 metri. ESPULSI nessuno. AMMONITI Capelli, Lucchini e Mudingayi per gioco scorretto.

ROMA (4-3-3) De Sanctis; Florenzi, Manolas, Astori, Holebas; Ucan (dal 21’ s.t. Pellegrini) De Rossi, Nainggolan; Ljajic (dal 33’ s.t. Yanga-Mbiwa), Doumbia, Gervinho (dal 41’ s.t. Ibarbo). PANCHINA Skorupski, Lobont, Cole, Torosidis, Spolli, Paredes, Verde, Iturbe. ALL. Garcia. CAMBI DI SISTEMA nessuno. BARICENTRO MOLTO BASSO 44,7 m ESPULSI nessuno. AMMONITI Ucan e De Rossi per gioco scorretto.

ARBITRO Damato di Barletta. NOTE spettatori 4.267 per un incasso di 105.905, abbonati 12.308 per un rateo di 113.872. Tiri in porta 1-4, tiri fuori 3-7, angoli 7-3, fuorigioco 1-1. Recuperi: 1’ p.t.; 3’ s.t.

stra, dove Krajnc - centrale adattato ad esterno - patisce più degli altri, e lo si vede anche in occasione del vantaggio romanista (41’), quando sul cross di Holebas non stoppato da Ucan, De Rossi lo brucia sotto misura. Il Cesena invece in avanti è poca cosa, vivendo soprattutto sulle spizzate di testa di Djuric per gli inserimenti di Defrel e Carbonero che stavolta però latitano quasi del tutto. Non è un caso perciò che nel primo tempo De Sanctis - ben protetto da Manolas e Astori non debba fare neppure una parata, anche se al 21’ Giorgi sfiora la traversa con un gran tiro dal limite.


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fIL PROTAGONISTA

DANIELE DE ROSSI

Gol scacciapolemiche Ma dai tifosi stavolta DDR evita di andarci

● 1 La corsa felice di Daniele De Rossi, inseguito dal compagno Uçan ANSA ● 2 Il piatto sinistro con cui il centrocampista ha realizzato il gol vittoria al 41’ del primo tempo AFP ● 3 Un primo piano di Rudi Garcia, tornato al successo in A dopo più di un mese ACTION 3

1La contestazione dell’Olimpico deve aver lasciato il segno Il messaggio di Totti: «Daniele è e sarà sempre la Roma» PASSAGGI POSITIVI PASSAGG

PALLONI INTERCETTATI

Florenzi

46 Mudingayi

36 DE ROSSI

35

DE ROSSI

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Carbonero

32 Ljajic

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TREMORI Lo svantaggio costringe i romagnoli ad alzare il baricentro, ma la prima vera conclusione arriva solo al 30’, quando lo spento Defrel conclude dal limite senza mordente. Per il resto solo in apertura e chiusura arrivano due occasioni non banali per i bianconeri: al 6’ è Djuric a tirare fuori di poco da buona posizione, mentre sempre al 30’ Florenzi stoppa una zampata di Rodriguez a due passi da De Sanctis. A limitare il Cesena, però, è la scarsa qualità dei cross dalle fasce, (pure ben 17), davvero poca cosa per innescare prima Djuric e poi Rodriguez. E la Roma? Detto che Ucan protesta per

ea un’ancata di De Feudis in area ie (12’), in altri tempi le praterie ro bianconere sarebbero state oro per le falcate di Gervinho, ma io stavolta fa di più e meglio ce Ljajic, che pure nel finale esce aperché Garcia blinda la squatdra spostando Florenzi in atatacco e piazzando (rischiosamente) Yanga-Mbiwa a fare il eterzino destro. D’altronde queesto non è giorno in cui privilegiare l’estetica, così la Roma ritrova il sorriso annegando le a. speranze salvezza del Cesena. nMa il giorno dei verdetti è lonotano: tutti i finali devono ancora essere scritti. © RIPRODUZIONE RISERVATA TA

Davide Stoppini INVIATO A CESENA

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uesto è un gol per tutti, anche per i «papponi», come lui definì gli autori di certe critiche. C’è Daniele De Rossi in fondo alla Roma. Presto per sapere se sia il fondo del tunnel, di sicuro era il finale di una settimana da horror, di un mese e mezzo senza vittorie in campionato, il possibile inizio di 15 giorni con lo spettro del sorpasso della Lazio e le immaginabili conseguenze su Trigoria. E allora ecco De Rossi, proprio per tutti. Per chi esulta, per chi no. Per una pan-

ROMA 23

china che schizza in campo in un abbraccio collettivo stile finale di Coppa, e pure per quei tifosi che alla fine urlano comunque «mercenari, la nostra fede non va tradita». A TUTTO CAMPO Scene da stadio Manuzzi, Cesena. Campo sintetico, finto per quanto è perfetto. Finta pure quella faccia calma di De Rossi, fascia al braccio, barba folta, voce urlante nei confronti di un arbitro che non vede un fallo in un’azione pericolosa del Cesena, e baracca salvata dal numero 16. L’azione si sposta dall’altra parte, un pallone in mezzo che sia di qua sia di là fanno a

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gara a non stoppare. Daniele sente aria di gol, sente l’aria giusta: gol, abbracci e tutto il resto è noia. Noia per il Cesena che sbatte sul suo muro, lui capitano di un gruppo rivoltato come un calzino da Rudi Garcia. «Voglio solo guerrieri», aveva detto il tecnico. Guerriero De Rossi. Alla fine i compagni gli fanno segno che sì, è il caso di andare sotto il settore dei tifosi della Roma. Ma lui tira dritto, meglio di no. E poi l’ultima volta — con la Fiorentina — dalle sue parti era arrivata un’asta di una bandiera, mica storie. SENTITE TOTTI Il Viminale vigila sui colloqui, De Rossi vigila sulla Roma. Gol numero 51 della sua vita giallorossa, il secondo in questo campionato. Il primo? Sempre al Cesena, gara d’andata. Una vita fa, la Roma ancora vinceva all’Olimpico, ora deve cambiare regione per ottenere tre punti. Questa rete è un cerchio che si chiude. Quella di fine ottobre era valsa l’aggancio alla Juventus. Questa qui sarà forse meno nobile, ma certamente più pesante. Perché porta punti, toglie ragnatele nell’anima e fa esultare su facebook pure il suo Ostiamare. «Sono orgoglioso dei miei compagni, ma un abbraccio speciale voglio darlo a Daniele — ha scritto sul suo blog Francesco Totti —: la sua rete ci ha permesso di vincere in un momento particolare per la squadra e per lui. Ha dimostrato ancora una volta di essere un grande uomo e un grande calciatore. Daniele De Rossi è e sarà sempre la Roma». Per ora però non è la Nazionale. Perché questo gol arriva pure a 24 ore dalla mancata convocazione di Conte: i due si sono parlati, oggi il c.t. chiarirà i motivi della scelta. Nei prossimi giorni Daniele resterà a Trigoria: vicino a lui più sorrisi, intorno meno urla. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Serie A R 28a giornata di ALESSIO DA RONCH

CARBONERO NON CONVINCE FLORENZI UTILE LJAJIC ISPIRATO

1Il portiere respinge le critiche per il colloquio sotto la curva nel post Europa League Andrea Tosi

5,5 IL MIGLIORE LUCCHINI

6 Tempista, in particolare in due salvataggi in situazioni difficili, abile nel gioco aereo. Positivo pure in fase di impostazione. È la guida sicura della difesa. LEALI 6 Nessuna parata da applausi ma esprime sicurezza. PERICO 5,5 A volte disattento, quando avanza mostra i suoi limiti. CAPELLI 6 Sicuro, determinato e neppure troppo duro. Tappa qualche falla aperta da Perico. KRAJNC 5 Dal suo lato parte Ljajic e spesso sono dolori. Resta in campo acciaccato e nel finale prova pure a gettarsi in avanti a sfornare cross. GIORGI 6 Generoso, lotta e riparte. Un suo tiro di poco alto è il maggior pericolo per De Sanctis nel primo tempo. (PULZETTI s.v.) MUDINGAYI 6 Spazza con energia davanti alla difesa e non trema quando deve impostare, giocando parecchi palloni con precisione, finché Nainggolan non arriva a soffocarlo. DE FEUDIS 5 Buono nel recupero palla, ma si accentra troppo e non riesce mai ad aiutare Krajnc preso in mezzo tra Ljajic e Florenzi. RODRIGUEZ 6 Entra caldo come sempre ed è subito pericoloso. CARBONERO 5 Un buon cross e poco altro. Contro la società padrona del suo cartellino forse voleva strafare. DJURIC 6 Di testa le prende tutte, ma sono solo sponde. (SUCCI s.v.) DEFREL 5 Meglio nel finale, quando arretra un po’. In avanti non guizza e non riesce a mettere a frutto la sua velocità. ALL. DI CARLO 6 Il suo Cesena ha un’anima e le certezze che servono per restare in lotta per la salvezza.

ROMA

6 IL MIGLIORE DE ROSSI

7 Riecco il De Rossi che serve alla Roma: abile nell’emergenza difensiva, prezioso in regia e letale nell’inserimento in attacco che porta il successo. DE SANCTIS 6 L’unico tiro, di Defrel, è una caramella da gustare con calma. Su Rodriguez lo aiuta Florenzi. FLORENZI 6,5 È il giocatore che tocca più palloni, giocando da terzino destro. Suo il salvataggio più prezioso su Rodriguez. Festeggia bene la 100a in A. MANOLAS 6 Si sfinisce nel corpo a corpo con Djuric, con risultati accettabili. ASTORI 6,5 Cerca di far partire la manovra da dietro e ci riesce. HOLEBAS 6 Il suo è il lato debole, ma i suoi cross lasciano il segno. UÇAN 6 Non giocava da novembre. Bravino nel tessere il gioco, un po’ pigro su Mudingayi. PELLEGRINI 6 All’esordio assoluto. Perde qualche palla, ma ci mette grinta. NAINGGOLAN 6,5 Viene fuori alla distanza, proprio quando alla Roma serve di più. Pressa e riparte. LJAJIC 6,5 Quando parte da destra è imprendibile e infatti non lo prende nessuno. YANGA-MBIWA 5 Entra e rischia di combinarla grossa, facendosi scherzare da Krajnc sul fondo. DOUMBIA 5 Tocca 32 palloni senza lasciare il benché minimo segno in zona gol. Un piccolo miglioramento c’è, ma piccolo... GERVINHO 5,5 Qualche buona idea, ma non incide. Dribbling a tratti, tiro mai (IBARBO s.v.) ALL. GARCIA 6 Sull’orlo del baratro non ha paura di prendere decisioni importanti con i giovani. DAMATO Non commette errori particolarmente gravi, ma lascia sempre una brutta impressione di insicurezza, così pure la gestione della gara alla fine ne risente. MELI 6-VUOTO 6 BANTI 6-NASCA 6.

5,5

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De Sanctis a piedi uniti sul Viminale

LE PAGELLE

CESENA

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INVIATO A CESENA

L

a Roma si rianima ma Morgan De Sanctis torna sull’episodio del colloquio coi tifosi sotto la curva dopo la sconfitta in Europa League contro la Fiorentina: «Le istituzioni non devono lamentarsi di quello che è successo. Erano presenti: se non volevano potevano dirci di non andare. Siamo andati anche per spegnere la veemenza dei tifosi, il nostro gesto ha alleggerito il lavoro delle istituzioni stesse. Io sono anche consigliere federale, di questo vorrei parlare con Tavecchio». SODDISFATTO Rudi Garcia sembra più contento per la prova d’orgoglio che per il risultato: «Abbiamo conquistato una vittoria importante su un cam-

po difficile dove altri club di alta classifica non sono passati o hanno fatto molta fatica - attacca l’allenatore giallorosso -. La squadra ha mostrato carattere e unità d’intenti. Il gol di De Rossi è un bel segnale e anche la sua esultanza con tutta la panchina dimostra che il gruppo è coeso. Abbiamo impostato la partita giocando palla a terra e dopo il vantaggio dovevamo gestire la reazione degli avversari anche se sul campo sintetico non è facile perchè i rimbalzi sono irregolari. Ci è bastato un tiro per vincere, finalmente la palla è entrata». Le scelte di Ucan e Doumbia hanno sorpreso. «Doumbia mi è piaciuto perchè ha giocato sempre col pensiero rivolto al collettivo. Ucan era da rivedere dopo l’infortunio e i problemi del centrocampo mi hanno indotto a riprovarlo. Sono contento per lui ed anche

per Lorenzo Pellegrini, che ha la stoffa per diventare un centrocampista importante».

E TOTTI VA AL DERBY DI CRISTIAN ● (zuc) Domenica a Trigoria per Francesco Totti: prima la fisioterapia, poi la partita del figlio Cristian, che con i Pulcini ha giocato il derby contro la Lazio, vincendolo per 3-1. Nessun gol ma un assist sotto lo sguardo del padre e della famiglia TEDESCHI

VIVA LA SOSTA Da parte sua Mimmo Di Carlo non si scoraggia: «Siamo stati in partita per tutti i 95’, ribattendo colpo su colpo le azioni della Roma, purtroppo ci è mancata negli ultimi 30 metri la qualità per andare in porta. La differenza è tutta qui. Per noi questo k.o. non cambia nulla in funzione della classifica, certo sarebbe stato meglio se il Napoli avesse battuto l’Atalanta. Per salvarci dobbiamo fare sempre quelle 4-5 vittorie come dico da mesi. Sono tranquillo perché ho visto un Cesena vivo e propositivo. Intanto ci godiamo la sosta che arriva nel momento giusto per recuperare diversi nostri infortunati, a cominciare da Brienza». © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Serie A R 28a giornata

La Lazio ingrana la sesta ma il sorpasso non riesce

LE PAGELLE di STEFANO CIERI

E’ UN PAROLO INESAURIBILE TONI ISOLATO LAZIO

7 IL MIGLIORE

1Il nono gol di Anderson e una punizione di Candreva schiantano

il Verona. Sesta vittoria consecutiva, Roma sempre avanti di un punto

FELIPE ANDERSON

7,5

Fabio Bianchi

Il nono gol in campionato è una novità assoluta: su colpo di testa. La traversa gli nega un gol da antologia. (Perea s.v.) MARCHETTI 6,5 Un solo intervento, ma fondamentale. Poco dopo l’1-0 salva su Moras con la collaborazione del palo. BASTA 6,5 Inizia la partita con l’assist (di sinistro) per l’1-0 di Anderson. Continua con il solito moto perpetuo. DE VRIJ 6,5 Elegante ed efficace. Non si fa intimorire da Toni. MAURICIO 6,5 Concentrato. Tiene a bada Toni con De Vrij. RADU 6,5 Preciso dietro, si fa vedere e bene anche in spinta. PAROLO 7 Non si ferma mai. Con uno così il 4-2-3-1 diventa più semplice da proporre senza correre rischi. BIGLIA 7 Regista sontuoso che macina chilometri e non perde mai la lucidità. CANDREVA 7 Primo tempo a cento all’ora, chiuso dal gol della sicurezza con una bomba su punizione. Più compassato, ma sempre efficace, nella ripresa. S. MAURI 6 Galleggia tra attacco e centrocampo, salvaguardando gli equilibri. LULIC 6 Una ventina di minuti per riprendere confidenza col campo. KLOSE 6 Lavora per la squadra. Sbaglia un gol fatto sull’1-0. B. KEITA 6 Vivace e propositivo. Gli manca il gol. ALL. PIOLI 7 Una Lazio quasi perfetta che alla consueta efficacia offensiva ha unito pure la solidità difensiva (4ª gara senza subire gol).

VERONA

5 IL MIGLIORE EMIL HALLFREDSSON

6 È l’unico che prova a combinare qualcosa e che non tira i remi in barca già a metà ripresa. BENUSSI 6 Sui gol può poco, evita che il passivo sia peggiore. MARTIC 5 Gli tocca incrociare Anderson. Lo patisce fin troppo. BRIVIO 5,5 Prova a dare più spinta di Martic, ma nessuno se ne accorge. MORAS 5,5 La cosa più bella la fa nell’area avversaria sfiorando l’1-1. Dietro, invece, fa acqua spesso e volentieri. RODRIGUEZ 5 Rischia il rosso su Candreva, naufraga nei momenti in cui la Lazio invade la metà campo veronese. PISANO 5 Candreva gli fa venire il mal di testa. OBBADI 5 Il progetto di farne la diga davanti alla difesa fallisce dopo appena cinque minuti. CHRISTODOULOPOULOS 5,5 L’idea sarebbe quella di farne una molla capace di difendere e attaccare. Ma il progetto resta lettera morta. IONITA 5,5 Primo tempo da incubo, nella ripresa prova a rialzare un po’ la testa, ma senza incidere. (CAMPANHARO S.V.) TACHTSIDIS 5 Dovrebbe contribuire a garantire una cerniera di centrocampo che, però, si sfalda subito. N. LOPEZ 5 Entra per tentare la rimonta. Non pervenuto. TONI 5,5 Troppo isolato, finisce nella morsa De Vrij-Mauricio. ALL. MANDORLINI 5 Il progetto di chiudere gli spazi alla Lazio col 4-14-1 fallisce prima ancora di iniziare. Perché non cambiare? MASSA Partita facile che dirige senza sbagliare nulla e con la giusta personalità. Un solo, piccolo neo: gli sfugge la manata di Ionita a Anderson. DI LIBERATORE 6 – DE PINTO 6 RIZZOLI 6 – ABBATTISTA 6

6,5

ROMA Twitter@fabiowhites

F

onti bene informate danno Claudio Lotito in pellegrinaggio a Brasilia, in preghiera davanti alla casa di Felipe Anderson. Già che c’è darà la sua solidarietà alla presidenta Dilma Roussef, visto che nel suo piccolo di contestazioni se ne intende. Gli consiglierà di prendere uno tipo Felipe nel governo per far tornare i consensi. Il magico Anderson rischia di essere l’affarone del secolo per lui. Non solo ha firmato fino al 2020, così avrà tutto il tempo per far lievitare il suo valore per la gioia della cassa presidenziale. Ma si sta trasformando anche in una sorta di capo popolo. Dopo il prolungamento ha detto: «Ora tutti allo stadio». Beh, più di 40 mila tifosi hanno riposto all’appello. Una cifra così, per una sfida non di cartello, all’Olimpico si era registrata un anno fa contro il Sassuolo. Ma i 41mila presenti erano accorsi per un solo motivo: insultare Lotito. Come cambiano le cose. Stavolta un solo coro contro, tanto per non perdere l’abitudine, ma poi sono stati tutti strameritati canti e applausi per la Lazio, che col Verona coglie la sesta vittoria

di fila in campionato. E la quarta senza prendere gol. De Vrij e Mauricio hanno blindato la difesa. SUBITO FELIPE È stata una pura formalità. La squadra di Pioli si conferma tra le più in forma del campionato. Il magico Anderson per l’occasione ha aggiunto un numero al suo repertorio: ha segnato il suo primo gol di testa. L’ha firmato dopo 4 minuti, grazie al cross di Basta e alla collaborazione di un incerto Benussi. E siamo a nove reti in campionato, che lo fanno diventare il capocannoniere delle aquile. Poi il dolce Felipe si è esibito nel repertorio classico. Un passaggio filtrato in un buco impossibile da pescare per i comuni mortali che ha creato l’occasione sprecata da Klose. Numeri d’arte varia di un uomo che fa innamorare di lui. E una galoppata di 60 metri nel secondo round conclusa con un tiro deviato da Benussi sulla traversa. Cose impensabili se pensiamo all’Anderson di un anno fa. Ma, appunto, le cose cambiano. Pioli l’ha tolto a una manciata dalla fine per regalargli il giusto tributo in solitaria. SOLO UNA SQUADRA Candreva, con una sassata su punizione sotto la traversa appena sfiorata da Mauri appostato in

A destra, il colpo di testa di Felipe Anderson che vale l’1-0; in alto, Stefano Pioli si complimenta con Candreva per il raddoppio ANSA

mezzo alla barriera, aveva già scritto le parole «The end» al tramonto del primo round. Il Verona è rimasto più che altro a guardare. Non c’è niente da capire. Troppa Lazio per questa Verona. Mandorlini ha provato a blindarsi cambiando il sistema con un 4-1-4-1, con Obbadi davanti alla difesa e il povero Toni orfanello nell’area avversaria. L’esperimento ha nuociuto all’offesa. E non è servito per fermare l’orchestra Pioli. Il tecnico è tornato al 4-3-3 dopo l’intervallo, quando ha inserito Nico Lopez per lo smarrito Tachtsidis a avanzato Christodoulopoulos ma non è cambiato molto. Un tiro per caso in porta

Pioli è proprio insaziabile: «Per crescere non bisogna avere pietà degli avversari» 1Lotito: «Solo la

Felipe Anderson, 21 anni, e Keita, 20, festeggiano sotto la curva ANSA

che ogni giorno facciamo». Una striscia di sei vittorie di fila in campionato a Roma, sponda biancoceleste, non si vedeva dal 2007: la Lazio di Delio Rossi da febbraio ad aprile di vittorie ne ottenne otto. Esulta anche il presidente Lotito: «I ragazzi e il mister Pioli stanno facendo un lavoro straordinario. Solo la Juve ha vinto più di noi, sono numeri da capogiro. Consolidiamo la nostra terza posizione in classifica, a un solo punto dalla seconda. Sogniamo in grande con i piedi ben piantati per terra». Un pensiero anche per i tifosi, presenti in massa all’Olimpico: «Sono successi splendidi, con il sostegno e la soddisfazione dei nostri sostenitori». QUI HELLAS Mandorlini è apparso sconsolato: «Mi aspettavo un Verona un po’ più vivo,

ma alla prima occasione abbiamo preso gol. Dal punto di vista nervoso la partita si è chiusa in occasione della punizione di Candreva. Subire rete nel recupero è pesante. Gli episodi sono girati a favore della squadra più forte, che ha vinto meritatamente». C’è rammarico quindi, anche se il valore dell’avversario attenua i rimpianti: «La Lazio è una squadra forte, gioca bene, ha entusiasmo: se non si è in serata, come non lo eravamo noi, si perde». Il pensiero però va già alla prossima gara di campionato: «Quella con il Cesena sarà una partita più che decisiva per la nostra classifica. Voglio vedere una squadra più grintosa di oggi». Un’altra prestazione così, contro una rivale diretta, Mandorlini non la accetterebbe proprio. © RIPRODUZIONE RISERVATA

NOTTE FELICE Già, la Champions. Non c’è il sorpasso sulla Roma, ma col pareggio del Napoli la Lazio ora ha 4 punti di vantaggio sulla quarta, che è diventata la sorprendente Samp di Mihajlovic. Anche la Fiorentina ha perso terreno. Pioli ha detto che vuole provare a vincerle tutte, senza guardare la classifica e le altre. Ma se le rivali si fanno male da sole beh, tanto meglio. Se poi il magico Anderson continua così, di notti felici ce ne saranno ancora parecchie. © RIPRODUZIONE RISERVATA

TACCUINO Oggi la Cassazione

IN CAMPO LA LAZIO HA GIOCATORI CHE SANNO TROVARE IL COMPAGNO E OCCUPARE LO SPAZIO

ROMA

Altro tassello prezioso per la corsa Champions.

CALCIOPOLI

ANDREA MANDORLINI ALLENATORE DEL VERONA

Elmar Bergonzini tefano Pioli ormai ci ha preso gusto. Lunedì, a Torino, aveva ottenuto per la prima volta cinque vittorie di fila in Serie A. Con il successo di ieri sul Verona, il record va subito aggiornato: «Il segreto della Lazio è racchiuso nel concetto di squadra: tutti si sacrificano, tutti corrono anche per i compagni, c’è grande disponibilità e con i giocatori di qualità che abbiamo diventa tutto più facile». Il periodo è felice, ma c’è ancora qualcosa da migliorare: «Dovevamo segnare di più. Dobbiamo essere più cinici. Non bisogna avere pietà degli avversari quando si sta bene, anche da qui passa la crescita di una squadra». Il segreto della Lazio secondo il tecnico è nel gruppo: «Stiamo bene, ma questo perché la squadra è umile e sa che passa tutto dall’allenamento. Se si lavora bene in settimana, poi i frutti si vedono anche la domenica. C’è però ancora tanta strada da fare. Il gruppo deve sapere che se il periodo è felice è per il lavoro

HANNO DETTO

MI ASPETTAVO UN VERONA PIÙ VIVO: LA PARTITA SI È CHIUSA GIÀ ALLA FINE DEL PRIMO TEMPO

Juve meglio di noi» Mandorlini: «La nostra sconfitta è meritata»

S

per i veneti, a opera di Moras, finito sul palo. E un angolo a tempo scaduto. Tutta qui la misera produzione. Frutto di un atteggiamento passivo e di zero grinta. Il solo Hallfredsson si è guadagnato la pagnotta dannandosi l’anima per tentare qualche straccio di ripartenza. La Lazio invece di gol poteva farne altri. C’è de registrare un’altra traversa, del sontuoso Biglia, un faraone a centrocampo coadiuvato dal moto perpetuo Parolo. E qualche errore sotto porta di un Klose al solito generoso ma impreciso. Per chiudere il telegiornale delle buone notizie, si è rivisto Lulic dopo due mesi e mezzo ai box.

STEFANO PIOLI ALLENATORE DELLA LAZIO

AVANTI SENZA PAURA: SOGNIAMO IN GRANDE CON I PIEDI BEN PIANTATI PER TERRA CLAUDIO LOTITO PRESIDENTE DELLA LAZIO

● Oggi, a meno di ulteriori rinvii, la Cassazione farà calare il sipario sul processo Calciopoli, a quasi nove anni di distanza dall’esplosione dello scandalo. I giudici che compongono la Quinta Sezione della Suprema Corte, presieduta da Aldo Fiale, dovranno esprimersi sulle sentenze d’Appello, sia per il rito ordinario (che ha condannato Moggi, tra gli altri, a 2 anni e 4 mesi per associazione a delinquere) sia per quello abbreviato (in cui l’unico condannato è Giraudo). Tutti i reati sono comunque prescritti (tranne per De Santis, Dattilo e Bertini, che hanno rinunciato alla prescrizione). L’udienza comincerà alle 10.

EUROPEO UNDER 19

Da giovedì Fase Elite ● La Nazionale Under 19 di Alessandro Pane partirà domani per Lindabrunn (Austria) dove giovedì contro la Croazia (ore 11) inizierà la Fase Elite di qualificazione all’Europeo di categoria. Sabato l’Italia giocherà con la Scozia, martedì 31 marzo ultimo impegno con l’Austria.

FASE ELITE EURO U17

Oggi Italia-Slovacchia ● Oggi alle 16 a Marburg (Ger) l’Under 17 di Bruno Tedino sfiderà la Slovacchia nella seconda gara della Fase Elite di qualificazione dell’Europeo. Gli azzurrini hanno vinto all’esordio con l’Ucraina (1-0). Ultimo impegno contro la Germania.


LUNEDÌ 23 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

fIL PERSONAGGIO

MAGICO ANDERSON

Felipao meravigliao, fa gol anche di testa «La storia inizia adesso» 1Il brasiliano, fresco di rinnovo al 2020, sfodera un’altra

magia: «Dedicata ai miei compagni. Arriviamo almeno terzi» TOCCHI PER ZONA

TIRI NELLO SPECCHIO

Il colore è più intenso nelle zone in cui ci sono stati più tocchi di palla

FELIPE ANDERSON

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LAZIO

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1 Keita

1 Parolo

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VERONA

PRIMO TEMPO 2-0 MARCATORI Felipe Anderson al 4’, Candreva al 47’ p.t. LAZIO (4-2-3-1) Marchetti; Basta, De Vrij, Mauricio, Radu; Parolo, Biglia; Candreva, Mauri (dal 28’ s.t. Lulic), F. Anderson (dal 41’ s.t. Perea); Klose (dal 34’ s.t. B. Keita). PANCHINA Strakosha, Cana, Novaretti, Cavanda, Braafheid, Ledesma, Onazi, Cataldi, Ederson. ALL. Pioli. ESPULSI nessuno. AMMONITI nessuno. CAMBI DI SISTEMA dal 28’ s.t. 4-3-3. BARICENTRO MEDIO 52,1 METRI

1

Candreva

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6

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3

VERONA (4-1-4-1) Benussi; Martic (dall’8’ s.t. Brivio), Moras, Gu.Rodriguez, Pisano; Obbadi; Christodoulopoulos, Ionita (dal 39’ s.t. Campanharo), Tachtsidis (dal 14’ s.t. Nico Lopez), Halfreddson; Toni. PANCHINA Gollini, Rafael, Marques, Agostini, Sorensen, Greco, Valoti, Fernandinho, Saviola. ALL. Mandorlini. AMMONITI Gu. Rodriguez per gioco scorretto CAMBI DI SISTEMA dal 14’ 4-3-3 BARIC. MOLTO BASSO 46.9 METRI

ARBITRO Massa. NOTE paganti 22.750, incasso n.c.;abbonati 17.369, quota n.c. Tiri in porta 7 (2 traverse)-1 (palo). Tiri fuori 7-1. Angoli 10-1. Rec.: p.t. 2’, s.t. 4’

Nicola Berardino ROMA

G

li mancava un gol di testa per far brillare ancor di più la sua collezione. Così, già al 4’, Felipe Anderson tira fuori la novità dal proprio cilindro. Basta sforna un cross invitante, il brasiliano si avvita su se stesso e la sua incornata picchia prima sul pallo e poi rotola in rete. Nono gol in campionato per Felipe che diventa il capocannoniere biancoceleste. L’Olimpico esplode, come in una gioia pre-

parata. Il colpo di Anderson era atteso, nella scia della doppietta di lunedì a Torino. La sua esultanza è un abbraccio con lo stadio. Un giorno dopo il prolungamento del suo contratto sino al 2020. «Una storia che comincia adesso», dirà il 21enne di Brasilia a fine partita: «Sono contento di esser riuscito a segnare e di aver aiutato la squadra». Ma anche dopo il gol la partita resta aperta al suo talento. Corre col passo felpato e l’Olimpico si stropiccia gli occhi: tutto diventa più bello con Felipe. Che poi innesca Biglia per un assist a Klose. Corre dappertutto. Sem-

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bra che non possa stare fermo. A metà primo tempo, va a fare il terzino destro, come si direbbe in una radiocronaca di Sandro Ciotti (cuore biancoceleste che avrebbe tanto apprezzato le giocate doc di Felipe). A un centro punto, si sgancia da centravanti perché la prima linea è una giostra da applausi. Tutti in movimento, come vuole Pioli: Klose arretra e Anderson si fionda lì davanti. «Il segreto della Lazio? Facciamo gioco, attacchiamo e soprattutto corriamo tutti, dando il 100%. Pioli dice che non c’è differenza tra attaccanti e difensori, bisogna dare tutto in ogni zona del campo e in attacco abbiamo molta qualità», spiega subito dopo aver ricevuto la standing ovation dell’Olimpico. Pioli lo sostituisce verso i titoli di coda ed è da raccontare anche il saluto col tecnico a bordo campo, tra rispetto e affetto. COLPI E PROGETTI Quando al 18’ della ripresa Felipe taglia il prato dell’Olimpico per 60 metri, lo stadio trattiene il fiato, il suo tiro timbra la traversa ma l’applauso è avvolgente. Sarebbe stato un gol da raccontare per anni. Conta una vittoria che poteva portare al secondo posto, però la Roma ha vinto a Cesena. Non c’è comunque spazio per il rammarico. Meglio guardare la propria strada. «Crediamo nel terzo posto finale, lo diciamo dall’inizio del campionato. Andiamo avanti partita per partita. La Roma? Dobbiamo pensare solo a noi e restare concentrati». E Anderson si sente sempre più parte integrante del progetto laziale. Il rinnovo del contratto gli ha aperto il cuore. «È stato bellissimo. A Roma sto bene, la Lazio ha creduto sin dall’inizio nelle mie potenzialità, anche la mia famiglia è contenta». E sorride perché ha trovato la favola della sua vita. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Serie A R 28a giornata

NAPOLI ATALANTA

1

LUNEDÌ 23 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

EMOZIONI E TENSIONI AL SAN PAOLO

LE PAGELLE 1

1

2

HENRIQUE DORME HAMSIK INCIDE SPORTIELLO BENE BIAVA LOTTATORE

PRIMO TEMPO 0-0 MARCATORI Pinilla (A) al 27’, Zapata (N) al 44’ s.t. NAPOLI (4-2-3-1) Andujar; Maggio, Henrique, Koulibaly, Britos; Lopez (dal 34 s.t. Zapata), Inler; Callejon (dal 20’ s.t. Mertens), Gabbiadini (dal 25’ s.t. Hamsik), De Guzman; Higuain. PANCHINA Colombo, Rafael, Mesto, Uvini, Zuniga, Jorginho, Insigne. ALL. Benitez. CAMBI DI SISTEMA nessuno. BARICENTRO MOLTO ALTO 58,4 M. ESP. Benitez al 48’ s.t. per proteste. AMM. Britos, Inler, Maggio per g.s., Higuain per proteste.

NAPOLI

ZAPATA

6,5 3

● 1 Duvan Zapata stacca di testa e segna il gol del pareggio che salva il Napoli dalla sconfitta beffa contro i nerazzurri; ● 2 Mauricio Pinilla si libera con un fallo di Henrique e si invola verso Andujar; ● 3 Pinilla calcia a rete e porta in vantaggio l’Atalanta, poi raggiunta nel finale ANSA/SKY

Beffa Pinilla, ira Napoli «Calvarese non da A, il campionato è falsato» 1L’arbitro non vede un netto fallo del cileno su Henrique e l’Atalanta va in vantaggio. Poi il pari di Zapata. E la furiosa reazione azzurra

Mimmo Malfitano NAPOLI

L

ontano dalla zona Champions League: il Napoli deve fare i conti con l’ennesima opportunità mancata. D’accordo, l’arbitraggio di Calvarese è stato penalizzante, il gol di Pinilla sarebbe stato da annullare per fallo dello stesso attaccante su Henrique. Ma è pur vero che la rete è arrivata con l’Atalanta in inferiorità numerica dal 10’ del secondo tempo, per l’espulsione di Gomez, e con un Napoli poco pratico negli ultimi 20 metri. Roma e Lazio, dunque, hanno allungato il passo: la prima è a più 6 e la seconda a più 5, mentre pure la Sampdoria ha effettuato il sorpasso raggiungendo il quarto posto. Insom-

ma, una domenica nera, per il Napoli, che in soli novanta minuti potrebbe aver visto svanire il sogno Champions, e per il suo allenatore, espulso nei minuti di recupero. Anche contro l’Atalanta, il collettivo di Rafa Benitez ha evidenziato i soliti problemi di continuità in campionato, dove non vince, ormai, da quattro partite: l’ultimo successo risale a un mese fa, contro il Sassuolo. E meno male che Zapata ha riequilibrato il risultato a pochi minuti dalla fine, altrimenti il danno sarebbe stato ancora più notevole. TENSIONE La rabbia del Napoli è esplosa a fine a partita. Sotto accusa i vertici della Federazione e della Lega per la designazione del signor Calvarese di Teramo per questa partita. Il club

affida la sua furia a due tweet: «È una vergogna! Tavecchio non può perdere in questo modo la sua credibilità. Un arbitraggio non da Serie A che falsa il campionato. In Inghilterra questo non sarebbe successo». Fermo restando l’errore del direttore di gara in occasione della rete di Pinilla, sarebbe ingeneroso voler giustificare il pareggio riversando le responsabilità sull’arbitro. Il quinto posto è soltanto l’epilogo di un momento in cui al Napoli riesce tutto bene in Europa, ma poco o nulla in campionato dove il suo calcio, ormai, è fin troppo conosciuto per trovare un avversario impreparato. FUORI HAMSIK La novità vera è rappresentata dall’esclusione di Hamsik dall’undici titolare. Alle spalle di Higuain c’è Gab-

Tweet

A pochi minuti dal fischio finale, sul profilo Twitter ufficiale del club la dura presa di posizione del Napoli nei confronti dell’arbitraggio di Calvarese

biadini, così come era stato già sperimentato a Mosca, nel ritorno di Europa League. L’intesa tra i due funziona discretamente, entrambi provano a trovarsi negli spazi stretti. Insomma, l’esperimento si può riproporre.

Il primo pericolo, in ogni modo, arriva da calcio d’angolo. Britos svetta più in alto di tutti sull’angolo di Gabbiadini (6’), ma sulla linea di porta trova l’ex Denis che salva in spaccata. Il giro palla del Napoli non sempre è preciso, talvolta è fin troppo insistito tanto da spazientire persino il pubblico. Il ritorno di Edy Reja al San Paolo, è sempre stato un evento, e lo sarà anche questa volta: la gente lo applaude, ma lui non ha voglia di concedere nulla, i sentimenti non contano in occasioni del genere, l’Atalanta ha bisogno di punti per la salvezza. Sportiello è attento, per niente impressionato dalla forza di Higuain al quale respinge con i pugni un bolide da fuori area (43’). INTRAPRENDENTE Molto meglio, il Napoli, nella ripresa, al di là della dormita di Henrique e del gol subito da Pinilla da pochi minuti subentrato a Denis. L’Atalanta resta schiacciata nella propria metà campo, a difesa del vantaggio, ma l’assedio è ben controllato. De Guzman colpisce il palo (16’), mentre Cigarini salva sulla linea un colpo di testa di Henrique (33’): sembra stregata la porta di Sportiello. E allora, Benitez manda dentro Zapata, l’uomo che spesso gli ha risolto i problemi nei minuti finali: l’intuizione viene premiata dal colpo di testa dell’attaccante colombiano che serve per aggiungere un misero punto a una classifica che peggiora di domenica in domenica. © RIPRODUZIONE RISERVATA

IL SARCASMO DI RAFA

Benitez: «Con sei arbitri, difficile vedere bene» 1A fine match lo staff del Napoli ha

assediato Calvarese. Pinilla: «Nessun fallo». E Reja: «Proteste esagerate» Gianluca Monti NAPOLI

P

olemiche vibranti al novantesimo ma anche dopo. Il tweet del club azzurro è stato durissimo nei confronti di arbitro e Figc, le parole di Benitez non potevano essere tenere. Calvarese ha scontentato De Laurentiis in tribuna e Rafa in campo. Lo spagnolo è stato espulso. Ma due punti nelle ultime quattro partite rappresen-

6 IL MIGLIORE

ATALANTA (4-2-3-1) Sportiello; Bellini, Biava, Stendardo, Dramé; Migliaccio, Cigarini; Zappacosta (dal 34’ s.t. D’Alessandro), Moralez (dal 21’ s.t. Baselli), Gomez; Denis (dal 25’ s.t. Pinilla). PANCHINA Avramov, Frezzolini, Del Grosso, Scaloni, Bianchi, Masiello, Boakye, Emanuelson, Cherubin. ALL. Reja. CAMBO DI SISTEMA dall’11’ s.t. 5-3-1. BARICENTRO MOLTO BASSO 44,6 M. ESP. Gomez al 10’ s.t. per doppia ammonizione. AMM. Denis, Zappacosta, Gomez, Pinilla per g.s. ; Sportiello per c.n.r.. ARBITRO Calvarese di Teramo. NOTE Spettatori 30.820 Tiri in porta: 11-3. Tiri fuori: 3-3. Angoli: 9-5. Fuorigioco: 1-2. Recupero: 1’ p.t., 4’ s.t.

di ANDREA PUGLIESE

tano un dato su cui riflettere. La direzione di gara non deve rappresentare un alibi: il momento del Napoli non è certo dei più felici. Il nervosismo è palpabile. A fine partita, il portiere Andujar, Bigon e altri componenti dello staff tecnico (ma non il preparatore dei portieri Xavi Valero, anche lui espulso) hanno assediato l’arbitro. Il recupero in pratica non si è giocato, ma non è solo questo il motivo della rabbia di Benitez (che ha continuato a polemizzare con

Massimo Mauro): «Pinilla ha fatto fallo su Henrique sia con i piedi che con le braccia – ha detto Rafa –. Sono convinto che l’arbitro non l’abbia visto, come non l’hanno visto l’arbitro di porta ed il guardalinee. Forse sei arbitri non bastano, ne servirebbero un altro paio. La mia espulsione? Pensavo che la partita fosse finita per quello sono entrato in campo. E’ la prima volta che mi capita in carriera, dopo oltre 600 partite. Un motivo ci sarà». Ma Pinilla a fine gara obietta: «Non ho fatto fallo, per me la giocata è pulita». VECCHIO SAGGIO Reja, accolto dal San Paolo con gli applausi che meritava, non è riuscito a

espugnare Fuorigrotta per la prima volta da ex: «Ogni volta che metto piede qui è una grande emozione. Almeno stavolta ho portato via un punto, altre volte era andata peggio. Gli episodi? Non volevo creare questo tumulto. Pinilla incespica su Henrique e il contatto c’è, così come l’espulsione di Gomez. Da quel momento in poi ci siamo dovuti soltanto difendere. Faccio i complimenti ai ragazzi, che hanno retto fino al novantesimo. Tifo sempre per il Napoli, giocare su tre fronti non è facile. Però non mi è piaciuto il nervosismo nel dopo partita, è stato davvero esagerato». Il vecchio saggio Edy ha sempre ragione. Benitez cacciato dal quarto uomo

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Manda Higuain a fare il trequartista e si prende l’area. Gol imperioso, un misto di atletismo, esplosività e cattiveria. Rapporto gol/minuti? E’ il migliore della A. ANDUJAR 6 A lungo inoperoso, non ha colpe sul gol subito. MAGGIO 5,5 Attacca male la fascia, dove Gomez offre scarse coperture. Venti palle perse. HENRIQUE 5 Pinilla sul gol lo colpisce, ma lui si addormenta. KOULIBALY 6 Gestisce la difesa, con forza e posizione. Poi cala. BRITOS 6 Sfiora il gol, si sovrappone e regala 8 cross, alcuni interessanti. DAVID LOPEZ 5,5 Gestisce male tanti palloni e non tiene compatta la squadra. INLER 6 Prova a dare intensità, ma dovrebbe essere il cuore delle transizioni. DE GUZMAN 5,5 Fumoso. Un palo, ma tanti palloni sbagliati. CALLEJON 5,5 Dovrebbe fare sfracelli, visti Dramè e Gomez. Non ci riesce. MERTENS 5 Deve cambiare volto al Napoli, si nota per la confusione. GABBIADINI 6 Trova subito la posizione, si muove tra le linee, poi nella ripresa cala. HAMSIK 6 La carta della disperazione, incide con l’assist e sfiora il gol del 2-1. HIGUAIN 6 Pochi palloni giocabili, si abbassa spesso, ma i movimenti sono giusti. ALL. BENITEZ 5,5 Il Napoli non vince più, nel finale non soluzioni per smagliare la difesa a 5 bergamasca.

ATALANTA

6

IL MIGLIORE SPORTIELLO

6,5 Decisivo due volte su Gabbiadini e Hamsik, si esalta soprattutto sul tap-in ravvicinato del Pipita, salvando il risultato. Timoroso sul gol di Zapata, dove resta a metà. BELLINI 6 Partita di grande ordine, limita a lungo De Guzman. BIAVA 6 Nell’assalto a Fort Apache è il migliore. In più ben 5 intercetti. STENDARDO 6 Qualche sbavatura iniziale, ma poi si riprende aiutando eccome. DRAME’ 5,5 In difficoltà in fase difensiva, ma paga la mancata assistenza di Gomez. MIGLIACCIO 5,5 Lotta, corre, ma non è mai pulito nell’impostare (17 le palle perse). CIGARINI 6 Nella cerniera di mezzo si fa notare per semplicità. Sembra poco, non lo è. ZAPPACOSTA 6 Da trequartista non è a suo agio. Meglio quando scala a difensore. D’ALESSANDRO s.v. Per lui appena 11 minuti nella battaglia finale.. MORALEZ 5 Veloce com’è, dovrebbe sgusciare tra Henrique e Koulibaly.... BASELLI 6 Va dentro quando c’è da lottare e non si risparmia. GOMEZ 5 Si divora un gol, spreca una ripartenza, copre male. Chiude con il rosso. DENIS 5,5 Salva un gol in apertura, poi sparisce. Ma solo com’è lì davanti... PINILLA 6,5 Il Napoli gli porta fortuna, scaltro nell’azione del gol. Ma basta. ALL. REJA 6 Inizia con il 4-2-3-1, poi si chiude a 5 per l’espulsione di Gomez. E l’Atalanta regge. CALVARESE Indovina il rosso a Gomez, ma sbaglia sul gol di Pinilla e perde la partita di mano. Inverte l’ammonizione di Maggio e nel finale grazia prima Britos e poi Inler. STEFANI 5,5 - DI FIORE 6; ORSATO 6 -GHERSINI 5.

4,5


Serie A R 28a giornata UDINESE

2

FIORENTINA

2

LUNEDÌ 23 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

LE PAGELLE di L. CAL. WAGUE COME UN BOMBER, SCOSSA THEREAU NETO DECISIVO DUE VOLTE, MALE TOMOVIC

PRIMO TEMPO 1-0 MARCATORI Wague (U) al 15’ p.t.; Gomez (F) al 5’ e all’8’, Kone (U) al 17’ s.t.

UDINESE

UDINESE (3-5-1-1) Karnezis; Wague, Danilo, Piris; Widmer, Allan, Pinzi, Guilherme (dal 33’ s.t. Bruno Fernandes), Gabriel Silva (dall’11’ s.t. Thereau); Kone; Di Natale (dal 35’ s.t. Geijo). PANCHINA Scuffet, Meret, Bubnjic, Pasquale, Hallberg, Perica, Zapata, Aguirre. ALL. Stramaccioni. CAMBI SISTEMA dal 10’ p.t. 3-4-21; dall’11’ s.t. 3-4-3 BARICENTRO MOLTO BASSO 47.6M ESPULSI nessuno. AMMONITI Pinzi, Wague e Danilo per gioco scorretto.

Mario Gomez, 29 anni, ha segnato i due gol della Fiorentina a Udine arrivando a quota 4 in campionato GETTY

Mario è super, la difesa no Fiorentina, l’Europa fugge

1I viola rallentano nella corsa alla zona Champions: non basta il miglior Gomez, le incertezze di Tomovic e Rodriguez regalano 2 gol all’Udinese Luca Calamai INVIATO A UDINE

D

ue gol di Supermario Gomez valgono solo un punto. Per la Fiorentina il bicchiere è mezzo vuoto. Nella corsa alla zona Champions le romane scappano via e anche Samp e Napoli sono davanti. Finisce 2-2 e il risultato è giusto. La squadra di Montella paga un primo tempo che è poco più di un foglio bianco. Un calo di tensione quasi inevitabile dopo la grande impresa di giovedì contro la Roma all’Olimpico. Non è un caso che il migliore in campo sia stato Gomez che in Europa League era rimasto in panchina. L’ex stella del Bayern realizza una doppietta che illude la Fiorentina. Per Supermario sono i gol numero 3 e 4 in questo campionato. Montella recupera una pedina preziosa per un finale di stagione

6.5

che vede i viola ancora in lotta su tre fronti. Un passo indietro, invece, per il reparto difensivo. I gol di Wague e Kone sono frutto di gravi incertezze da parte di Tomovic e, in parte, anche di Gonzalo Rodriguez. Neto è stato formidabile nel neutralizzare nel finale le conclusioni di Widmar (palla deviata sulla traversa) e Geijco. E dire che la società viola tra pochi mesi perderà il brasiliano a zero euro. Una beffa dolorosa. MOSSA STRAMA La Fiorentina sbaglia l’approccio alla partita. Molto tiki-taka, poca profondità. Un possesso palla fine a se stesso che ottiene come unico risultato quello di soffocare gli spazi al rientrante Gomez. Di tiri in porta nemmeno l’ombra. Stramaccioni, invece, azzecca la mossa giusta dopo una decina di minuti. Alza Guilherme passando, dall’iniziale 3-5-1-1, al 3-4-2-1. E al 15’ l’Udinese va

in vantaggio. È proprio il brasiliano a servire di testa in area Wague che controlla e da pochi passi batte Neto. I padroni di casa giocano con grande attenzione. Squadra compatta, pressione in mezzo al campo. I bianconeri recuperano molti palloni ma non sempre riescono a far partire il contropiede. E la Fiorentina? Per 40’ la sua prova è una lavagna bianca. Poi, nel finale di tempo, arrivano in sequenza un destro da fuori area di Basanta, una conclusione centrale di Valero e un gol annullato per fuorigioco di Gomez. Niente di straordinario ma, almeno, un segno di vita. DOPPIETTA La Fiorentina cambia passo nella ripresa e in una manciata di minuti capovolge il risultato con una doppietta di Gomez. Supermario va a segno al 5’ deviando di testa una punizione di Ilicic e raddoppia all’8’ depositando il pallone in re-

te di destro sull’uscita di Karnezis (ancora assist di Ilicic). Stramaccioni risponde inserendo Thereau al posto di un modesto Gabriel Silva. L’Udinese ha l’occasione per rimettere subito in pari la sfida ma Guilherme, a porta vuota, conclude sul fondo. I friulani insistono e al 17’ arriva il pareggio. Una girata di Di Natale si trasforma in un assist al bacio per Kone che frutta lo sbandamento della difesa viola. L’Udinese arriva per due volte davanti a Neto: il diagonale di Thereau termina di poco a lato e il destro di Widmer viene deviato sulla traversa dal portiere. Montella vuole vincere e inserisce Salah al posto di un positivo Ilicic, lo sloveno chiude la sua prestazione con all’attivo due assist. ma finisce 2-2 ed è un risultato giusto. Montella esce dal campo deluso. La zona Champions si allontana. © RIPRODUZIONE RISERVATA

FIORENTINA

6,5

IL MIGLIORE

IL MIGLIORE

KONE

GOMEZ

7

FIORENTINA (3-5-1-1) Neto; Tomovic, G. Rodriguez, Basanta; Joaquin (dal 39’ s.t. Gilardino), Kurtic, Badelj, B. Valero (dal 16’ s.t. M. Fernandez), Pasqual; Ilicic (dal 24’ s.t. Salah); Gomez. PANCHINA Rosati, Richards, Alonso, Rosi, Vargas, Pizarro, Aquilani, Diamanti, Babacar. ALL. Montella. CAMBI SISTEMA dal 35’ s.t. 3-4-3 BARICENTRO MOLTO ALTO 57.7M ESPULSI nessuno. AMMONITI Gomez, Ilicic e Kurtic per g.s. ARBITRO Irrati di Pistoia. NOTE Spettatori 9.000 circa. Incasso non com.. Tiri in porta 5-4; tiri fuori 4-3; angoli 8-5; fuorigioco 6-1. Recuperi: pt 1’, st 3’

15

7

Segna il gol del pareggio con una zampata geniale. E per tutta la partita si muove con abilità tra le linee. Un talento in continua crescita.

Due gol da vecchio Supermario. Montella ritrova il suo bomber nel momento decisivo della stagione. Una buona notizia per la Fiorentina.

KARNEZIS 6 Incolpevole sui gol. Bravo nelle uscite alte. WAGUE 6,5 Va a segno dimostrando la freddezza del vero bomber. DANILO 6 Meno autorevole del solito. PIRIS 5,5 Sempre in affanno quando va a scontrarsi con il carrarmato Gomez. WIDMER 7 Una traversa e tanti chilometri macinati sulla sua corsia. Sarà un pezzo forte del prossimo calcio mercato. ALLAN 6 Fa legna in mezzo al campo. PINZI 5,5 Da una sua incertezza nasce il secondo gol di Gomez. GUILHERME 6 L’assist per Wague ma anche un gol sbagliato a porta vuota. BRUNO FERNANDES 5,5 Non entra in partita. GABRIEL SILVA 6 Più quantità che qualità. THEREAU 7 Il suo ingresso regala una scossa a tutta la squadra. Perché non proporlo dall’inizio? DI NATALE 6 L’assist per Kone vale la sufficienza. GEIJO 6 Neto gli nega la gioia del gol. ALL. STRAMACCIONI 6,5 Dopo pochi minuti cambia modulo e l’Udinese si compatta.

NETO 7 Decisive due parate su Widmar e Geijo. TOMOVIC 5 Si perde Kone nell’azione del gol del pareggio dell’Udinese. G. RODRIGUEZ 5,5 Sbanda davanti agli assalti dell’Udinese. BASANTA 6 Il migliore del reparto difensivo viola. JOAQUIN 6 Si spenge dopo un’ora positiva. GILARDINO s.v. Soltanto pochi minuti per partecipare all’assalto finale. KURTIC 5,5 Pasticcia in mezzo al campo. BADELJ 6 Fa partire l’azione che porta al secondo gol di Mario Gomez. Ma commette anche tanti piccoli errori. B. VALERO 5,5 Dov’è finito il vero Borja Valero? Lo spagnolo è stanco e con poche idee. MATI FERNANDEZ 6,5 Il suo ingresso regala qualità alla manovra viola. PASQUAL 6 Tanti cross. ILICIC 7 Due assist per Gomez. Un giocatore ritrovato. SALAH 6 Un gran numero in area dell’Udinese ma stavolta non incide. ALL. MONTELLA 6 La sua Fiorentina si smarrisce dopo essere passata in vantaggio.

IRRATI Nessun episodio nel mirino. Giuste le ammonizioni. Gestisce bene una partita che scivola via in un clima di grande correttezza. TONOLINI 6 LONGO 6 MAZZOLENI 6 PEZZUTO 6

6

Gomez: «Una grande squadra queste partite le deve vincere» ● UDINE Alla fine il più scontento è Stramaccioni. «Non riesco a essere soddisfatto al 100%, abbiamo pagato tanto quei tre minuti in cui abbiamo subito i due gol. L’Udinese però ha reagito benissimo e se c’era una squadra che doveva vincere era la nostra. Abbiamo fatto un passo avanti importante, il pubblico avrà gradito». MONTELLA Ha gradito Vincenzo Montella, lui sì soddisfatto: «Il risultato è giusto, prendiamo questo punto su un campo difficile contro una squadra in salute. Ho visto una gran voglia di vincere da parte di entrambe le squadre e c’è stato un grande agonismo oltre a

qualche errore». Stramaccioni concorda: «Errori? Le due squadre se la sono giocata, primo tempo più tattico con la Fiorentina che ha fatto la partita e non trovava spazi, mentre nella ripresa non abbiamo speculato sul pari. Una delle migliori dell’Udinese. Ora continuiamo con questa fame, anche se siamo usciti con l’amaro in bocca». GOMEZ Di fame ne aveva eccome Mario Gomez: «Il gol mi mancava. Nel primo tempo non abbiamo fatto bene, nella ripresa invece ci siamo presentati meglio, ma non si possono lasciare due punti: una grande squadra queste partite le deve vincere. Non siamo stanchi, ci vuole più voglia». Massimo Meroi


16

Serie A R 28a giornata

Juve senza stress Un fulmine di Tevez e il Genoa va k.o. 1Troppi uomini in fase no per i rossoblù, Allegri li batte col minimo sforzo e resta a +14. Carlitos segna e si fa parare un rigore, Llorente spreca, traversa di Chiellini LE PAGELLE di P.F.A.

Pierfrancesco Archetti

BARZAGLI TORNA SUPER, VIDAL IN CRESCITA BURDISSO EFFICACE, NIANG NON INCIDE JUVENTUS

6,5

GENOA

5,5

IL MIGLIORE

IL MIGLIORE

TEVEZ

LAMANNA

7

7

Voto abbassato per il rigore fallito, ma anche nelle giornate di stanca, lui scuote la Juve. Arriva a 24 gol stagionali in 36 gare, tutto compreso.

Dopo Ljajic ferma anche Tevez, entrando da riserva. Da tenere in considerazione per una squadra che frequenta le coppe: dentro lui al 119’ e vai con i rigori.

BUFFON 6 Un’uscita bassa su Lestienne è il balzo più rischioso. BARZAGLI 7 Toglie a Perotti una deviazione da pareggio, e non solo. BONUCCI 5,5 Si complica la vita: 15 passaggi negativi e un paio di regali potevano costare cari. CHIELLINI 6,5 Botte date e prese. Una traversa nell’altra area. LICHTSTEINER 6 Qualche errore, ma va 8 volte al cross e dal suo pressing nasce l’1-0. PEPE 5,5 Poco tempo, però non sfrutta due aperture a destra. PEREYRA 6 Consueta gara a intermittenza: piglia il rigore, calibra male un paio di assist. MARCHISIO 6 Rischia su Perotti, poi è pulito. A quota 11 come contrasti vinti e recuperi. VIDAL 6 Interno sinistro, in crescita di condizione (STURARO S.V.). PADOIN 6 Titolare per far riposare Evra, non ha difficoltà dietro. Manca però energia offensiva. LLORENTE 5,5 Tranne che un colpo di testa respinto, ha chance troppo lontane dalla porta e non le chiude. MATRI 6 Una deviazione parata, non gli arriva molto altro. ALL. ALLEGRI 6,5 Diciannove risultati utili consecutivi in campionato, cancella l’unica sconfitta anche con molte assenze.

PERIN 6 Impallinato da Tevez, un tuffo su Llorente e poi il crack. RONCAGLIA 5,5 Volontà e interventi anche lontano dalla difesa, ma rimane un rischio per le solite leggerezze. BURDISSO 6,5 Un rinvio sbagliato è l’unica pecca. Poco chic ma efficace. DE MAIO 6 Tevez lo piglia alle spalle, poi acquista concretezza. EDENILSON 5,5 Esterno destro che subisce il proprio destino senza indirizzarlo. Per sua fortuna non viene attaccato troppo. BERTOLACCI 6 Alla Juve segnò il primo gol in A. Non ha possibilità di replica però va di pressing e senso tattico. KUCKA 5 Regala alla Juve la palla che porta al gol. BERGDICH 5 Incrocia Lichtsteiner e trova difficoltà sia a difendere che ad attaccare. LESTIENNE 5 Preferito a Laxalt, non usa la velocità. LAXALT 6 Da metà ripresa, qualche corsa utile. PEROTTI 6 Inizio incoraggiante, fa più ruoli. Stanco nella ripresa. NIANG 5 Un tiro fuori, poi troppe fasi irrilevanti. Cambiato al 45’. BORRIELLO 5 Entra nella ripresa e fa a cazzotti con gli juventini. ALL. GASPERINI 6 Incolla il Genoa sugli avversari, ma non tutti lo seguono.

DI BELLO Troppe scene non convincono, oltre ai rigori dati o non dati. Con il mani non punito Bertolacci sarebbe stato espulso, sorvola su altri colpi al viso. DE LUCA 6 BARBIRATI 6; ROCCHI 6 MARESCA 6

5

INVIATO A TORINO

A

guardarsi intorno prima dell’inizio, dentro la pioggia splendono così tanti sorrisi che non sembra un serio impegno di campionato, ma il terzo tempo della partita di Dortmund. I giocatori sfilano accanto ai tifosi come mille altre volte, per il riscaldamento, ma stavolta la gente li ringrazia con i cori ancor prima di cominciare, nella convinzione che sarà l’Europa, e non il quarto scudetto di fila, a differenziare questa Juventus dalla sorella delle annate precedenti. Anche se il terzo tempo di stampo rugbistico di solito fa girare la testa, la banda di Allegri riesce però a restare sobria fino al termine, come aveva garantito il tecnico. E Carlos Tevez, il migliore anche se gli viene parato un rigore, non fa cambiare umore allo stadio.

BASTA UN GOL Per pigliare lo scudetto, la Juve non deve spendere troppo al ristorante, può restare anche sotto i dieci euro citati da Conte: bastano pure dei pranzi di lavoro a 8,50 caffè incluso, vedi gli ultimi successi su Palermo e Sassuolo, sempre per 1-0. Questo è il 42° risultato utile interno di fila, con 38 vittorie, ma soprattutto la gara numero 16 senza pigliare gol in campionato. E Buffon non deve nemmeno sporcarsi troppo. Davanti vede crescere le certezze di Barzagli e resta ben coperto anche da Chiellini, meno da Bonucci. Al Genoa rimane un solo tiro in porta, mentre la Juve, pur al risparmio dopo la gioiosa trasferta di Champions, arriva a cinque occasioni pulite, oltre alla stangata di Tevez: Chiellini piglia una tra-

versa, Llorente ne fallisce due per lentezza e una per un gran balzo di Perin che poi si rompe; il suo sostituto Lamanna, come fece con la Roma, para un penalty all’argentino. UNO CONTRO UNO Il Genoa è l’unica squadra che ha steso i campioni, in questo torneo: per mirare alla doppietta, Gasperini ha preparato un sistema uomo su uomo. Nel suo 34-3, con Perotti centrale d’attacco ma in realtà uomo verticale da un’area all’altra, viene spesso preferito il duello personale alla linea. Esempi: Roncaglia, difensore, che si stacca per tampinare Vidal, interno sinistro, di modo che Bertolacci possa intercettare Marchisio e Perotti resti su Bonucci. O ancora: De Maio che rimane solo e basso su Llorente, o Burdisso su Tevez. Vista la scarsa velocità della Juve, la pensata funziona se non si perdono duelli; procura affanno però se i rivali riescono a girarsi; allora hanno campo e tempo. Oltre alla naturale superiorità bianconera, nonostante manchino Pirlo, Pogba e Morata, non è la struttura a fregare Gasperini, bensì l’interpretazione di troppi personaggi. Da Niang a Lestienne, cambiati con il rissoso Borriello e il podista Laxalt; da Kucka a Roncaglia, che con i loro errori favoriscono la scioltezza juventina. Anche l’arbitro Di Bello sbaglia alcune decisioni: un mani di Bertolacci è più rigore di quello cercato e preso da Pereyra, una caduta in area di Perotti, sullo 0-0, viene punita con il giallo ma non vale la simulazione. La sensazione è però che l’esito non sarebbe cambiato: il terzo tempo di Dortmund si conclude anche con i 14 punti di vantaggio, difficile pretendere di più. R© RIPRODUZIONE RISERVATA

fIL PERSONAGGIO

CARLOS TEVEZ La Signora sedotta dal capo Apache «Io mai così forte» Mirko Graziano TORINO

C

hiellini lo elegge leader, Allegri lo esalta: l’Apache ringrazia e ammette che «sì, alla Juventus state vedendo il miglior Tevez di sempre». Altra gara, altro show: rete numero 24 in stagione, la nona nel

2015, «e peccato per il rigore sbagliato - dice Carlitos - ma la mia rabbia non è personale: se avessi segnato avrei infatti permesso alla squadra di soffrire meno». Giorgione Chiellini non ha dubbi: «E’ un leader, dentro e fuori dal campo. Lo è dal primo giorno in bianconero, non solo a parole. Quando c’è la partita si trasforma, è una belva, ci trascina tecnicamente e con gli

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LUNEDÌ 23 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

JUVENTUS GENOA

1 0

fAREA TECNICA

L’ALLENATORE DELLA JUVE

PRIMO TEMPO 1-0 MARCATORI Tevez (J) al 25’ p.t. JUVENTUS (3-5-2) Buffon; Barzagli, Bonucci, Chiellini; Lichtsteiner (dal 27’ s.t. Pepe), Pereyra, Marchisio, Vidal (dal 43’ s.t. Sturaro), Padoin; Llorente (dal 27’ s.t. Matri), Tevez. PANCHINA Storari, Rubinho, Ogbonna, Evra, Vitale, Coman. ALL. Allegri CAMBI DI SISTEMA nessuno. BARICENTRO MEDIO 52,6 METRI ESPULSI nessuno AMMONITI Bonucci gioco scorretto GENOA (3-4-3) Perin (dal 7’ s.t. Lamanna); Roncaglia, Burdisso, De Maio; Edenilson, Bertolacci, Kucka, Bergdich; Lestienne (dal 21’ s.t. Laxalt), Perotti, Niang (dal 1’ s.t. Borriello). PANCHINA Sommariva, Izzo, Tambè, Marchese, Pavoletti, Mandragora, T. Costa. ALLENATORE Gasperini CAMBI DI SISTEMA dal 21’ s.t. 3-5-2, dal 26’ s.t. 3-4-3 BARICENTRO MOLTO BASSO 46,8 METRI ESPULSI nessuno AMMONITI Bertolacci, Borriello, Roncaglia gioco scorretto, Perotti cnr ARBITRO Di Bello di Brindisi NOTE paganti 13.886, incasso 593.020 euro. Abbonati 26.033, quota 932.72 euro. Tiri in porta 7 (1 traversa)-1. Tiri fuori 5-6. In fuorigioco 3-2. Angoli 5-4. Recuperi 1’ p.t., 3’ s.t.

ALLEGRI: «PROVA DI MATURITÀ. ERA UNA DELLE TRE GARE DECISIVE» Fabiana Della Valle INVIATA A TORINO

I

Lamanna, 25 anni, respinge il rigore battuto da Tevez ANSA

l rito a fine partita è sempre lo stesso: un secondo dopo il fischio finale, Massimiliano Allegri scappa negli spogliatoi, dove può finalmente scaricare tutta la tensione accumulata durante i 90’. «Preferisco lasciare la scena ai ragazzi perché gran parte del merito è loro. È giusto che si prendano gli applausi dello Stadium». Allegri però merita altrettanti applausi per come ha saputo gestire finora la stagione della

Juve e perché riesce a tenere alta l’attenzione anche in campionato, dove tutto sembra già scritto. Da Genova al Genoa, il tecnico ha messo insieme 13 vittorie e 6 pareggi, accumulando un tesoretto prezioso che ormai significa scudetto. TUTTO PUÒ SUCCEDERE «I ragazzi hanno dimostrato responsabilità, avevo chiesto loro di affrontare il Genoa nel migliore dei modi perché era una delle tre gare decisive per lo scudetto. Tevez ha fatto un gol straordinario, abbiamo avuto la possibilità di chiudere la partita e non abbiamo concesso niente a parte l’oc-

casione di Perotti, su cui Barzagli è stato provvidenziale. Andrea è un recupero preziosissimo. La squadra ha dato dimostrazione di maturità. Se abbiamo questi punti di vantaggio sulla seconda ce li siamo meritati. Abbiamo un ottimo margine su chi ci insegue ma non abbiamo vinto niente, quindi non possiamo rilassarci. Cerchiamo di finire bene il campionato e di conquistare la semifinale di Champions, poi nel calcio non si sa mai. Il Monaco ha valori differenti dal Borussia, bisogna preparare per bene le due partite sapendo di avere ottime possibilità di passare il turno: non perché è il Monaco, perché è un quarto di finale». SENZA POGBA Adesso la Juve non vuole fermarsi più. La vittoria di Dortmund ha dato alla squadra una nuova consapevolezza della propria forza. Anche Gigi Buffon lo sottolinea, riconoscendo i grandi meriti dell’allenatore: «Lo sforzo maggiore è stato quello mentale, perché dopo la sbornia di mercoledì in Champions non era facile non commettere leggerezze. Abbiamo dimostrato grande abnegazione. A inizio stagione avevo parlato da inguaribile ottimista, però non ero sicuro che avremmo rivinto lo scudetto. Un percorso simile a 10 giornate dalla fine è qualcosa di impensabile. Allegri è stata una piacevole sorpresa, ha fatto la scelta più coraggiosa per un uomo di calcio. Rischiava tanto e lo sapeva, ma è riuscito a imporre la sua serenità e il suo modo di giocare. Tanto di cappello». Allegri è riuscito a vincere anche senza Pogba: Palermo, Dortmund e ora Genoa. «Una grande vince a prescindere dai giocatori», chiude Beppe Marotta, che aggiunge: «Con il Psg non c’è stato nessuno contatto per Pogba». © RIPRODUZIONE RISERVATA

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NAZIONALE

Fuori Perin Ritorna in azzurro Marchetti

N

iente Perin: torna in Nazionale, dopo un anno e mezzo, Federico Marchetti. Il genoano si infortuna contro la Juve e il c.t. offre allora una chance al portiere laziale, sempre considerato nella lista ampia ma alle spalle dei tre prescelti. Marchetti era assente in azzurro da novembre 2013. I convocati sono arrivati a Coverciano ieri notte dopo le partite di campionato. Tante facce nuove: Vazquez («Sogno di ripetere i successi di camoranesi»), Eder (un gol all’Inter), Valdifiori, più un rientro importante come Barzagli. E un taglio quale quello di De Rossi, reduce da infortunio e in condizioni fisiche non soddisfacenti (ma autore di una rete a Cesena). VERSO SOFIA Due gli impegni: Bulgaria-Italia sabato 28 a Sofia, per le qualificazioni a Euro 2016, e ItaliaInghilterra, amichevole di lusso, il 31 marzo allo Juve stadium di Torino. Previsti due allenamenti al giorno a Coverciano, fino a venerdì 27 quando la Nazionale partirà per Sofia. Se la difesa sembra fatta, sia a centrocampo sia in attacco Conte avrà qualche dubbio da sciogliere. Soprattutto sull’eventuale impiego di Verratti e Vazquez. f.li. © RIPRODUZIONE RISERVATA

atteggiamenti». Allegri se lo coccola: «Tevez è una sorpresa per ciò che sempre dà in partita e in allenamento». TESTA BASSA «Mi hanno fatto sentire subito a casa qui alla Juve - continua il fuoriclasse argentino - Sto dando il meglio di me: ho più esperienza rispetto al passato, sono definitivamente maturato, e quindi riesco a gestire meglio ogni situazione. Campionato finito? Non scherziamo! E’ vero, sento anche i nostri tifosi dare per scontato il titolo, ma non è così: noi di certo non molliamo niente, mi sentirò tranquillo solo con l’aritmetica certezza in tasca. Dobbiamo chiudere il discorso scudetto al più presto, per poi concentrarci totalmente su Coppa Italia e Champions». Una Juve che stupisce, che ha saputo di fatto ripetere, se non addirittura migliorare, la straordinaria scorsa stagione. Tanto orgoglio, vero

Tevez? «In effetti, quando è andato via Conte in noi è scattata una molla: volevamo dimostrare a tutti che potevamo vincere anche senza di lui. Questa è una squadra eccezionale, e vince non solo per la grande bravura dei tecnici che la guidano...». FUTURO E CHAMPIONS Si parla molto di Boca, «io però sono felice qui, e del mio futuro non parlo, l’ho già fatto», ribadendo più volte di voler onorare il contratto fino alla scadenza, giugno 2016. «Sfrutto il momento, che è unico». Un momento d’oro anche a livello di fortuna, il Monaco è avversario abbordabile nella corsa alle semifinali di Champions, Tevez si fa però serio: «Preferivo Real o Barcellona. Ci vedono già in semifinale, e non è così. Il Monaco è un rivale forte: se lo sottovalutiamo, usciamo». Appunto, parole da leader! © RIPRODUZIONE RISERVATA

LAMANNA, APPLAUSI DA BUFFON PEROTTI: «SU DI ME ERA RIGORE, ALLA JUVE NON LI FISCHIANO» Fabiana Della Valle Alberto Mauro TORINO

T

re presenze in A, due rigori parati. I numeri di Eugenio Lamanna, portiere del Genoa classe 1989, raccontano più delle parole. Le gambe non gli tremano: il 14 dicembre scorso, all’esordio in A, prende il posto dell’espulso Perin e para un penalty a Ljajic. Ieri ha ipnotizzato Tevez, non uno qualunque. «Cerco di pensare il meno possibile - racconta - lo Stadium mi dava sensazioni

positive. C’è amarezza per il risultato, nonostante la nostra prestazione all’altezza. Buffon è uno dei miei idoli, ricevere i suoi complimenti è stato bello». Tanta personalità ma anche grande umiltà: «Per noi Perin è importante, gli auguro di recuperare al più presto dalla sublussazione alla spalla, io intanto mi gioco le mie carte. Torno a Genova con la maglia di Rubinho, lo conosco da quando giocava da noi». RIGORE NON DATO Nessun accenno agli episodi da moviola, ci pensa Diego Perotti (vecchio pallino di Marotta) ad alzare i toni. «Il mio giallo per simula-

zione non c’era, Marchisio mi ha toccato. Forse è difficile fischiare un rigore contro la Juve in questo stadio... I bianconeri hanno risolto la partita con un gran gol del miglior giocatore della A. Siamo incavolati ma abbiamo avute le nostre occasioni. Sarebbe stato più giusto il pareggio». Gasperini ci ha provato: «Abbiamo fatto la partita che volevamo, con coraggio, alti e aggressivi. Il rigore della Juve? Dalla panchina non mi sembrava fallo, in un episodio del tutto simile Perotti ha preso un giallo per simulazione. Spiace per Perin, ne avrà per 2-3 settimane». © RIPRODUZIONE RISERVATA

PORTIERI Buffon (Juve), Sirigu (Paris Sg), Marchetti (Lazio) DIFENSORI Barzagli, Bonucci e Chiellini (Juve), Moretti (Torino), Ranocchia (Inter) CENTROCAMPISTI Antonelli e Cerci (Milan), Bertolacci (Genoa), Candreva e Parolo (Lazio), Darmian (Torino), Florenzi (Roma), Marchisio (Juve), Pasqual (Fiorentina), Soriano (Samp), Valdifiori (Empoli), Verratti (Paris Sg) ATTACCANTI Eder (Samp), Gabbiadini (Napoli), Immobile (Borussia Do.), Pellé (Southampton), Vazquez (Palermo), Zaza (Sassuolo)

Il c.t. Antonio Conte, 45 anni AP

L’ALLENAMENTO SI FA DURO? SU CON

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Serie A R 28a giornata

LUNEDÌ 23 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Maxi Toro vale un salto triplo Povero Parma, profondo rosso 1Lopez-Basha, granata dal 10° al 7° posto. Espulso Lucarelli, gli emiliani evaporano

L’argentino Maxi Lopez, 30 anni, segna il primo gol per il Torino ANSA

PARMA

0

TORINO

2

PRIMO TEMPO 0-1 MARCATORI Maxi Lopez (T) al 19’ p.t.; Basha (T) al 28’ s.t. PARMA (3-5-2) Iacobucci; Mendes, Lucarelli, Costa; Cassani, Lila (dal 32’ s.t. Palladino), Jorquera, Nocerino (dal 21’ s.t. Galloppa), Varela; Coda (dal 21’ s.t. Ghezzal), Belfodil. PANCHINA Bajza, Rossetto, Feddal, Prestia, Santacroce, Esposito, Mariga, Lodi, Broh. ALLENATORE Donadoni CAMBI DI SISTEMA 4-3-2 dal 37’ p.t.; 3-4-2 dal 1’ s.t. BARICENTRO BASSO 49,6 M ESPULSI Lucarelli per proteste al 37’ p.t. AMMONITI Lucarelli, Lila, Jorquera per gioco scorretto; Cassani per proteste. TORINO (3-5-2) Padelli; Bovo, Glik, Moretti; Bruno Peres (dal 20’ s.t. Darmian), Benassi (dal 20’ s.t. Basha), Gazzi (dal 32’ s.t. Gonzalez), El Kaddouri, Molinaro; Quagliarella, Maxi Lopez. PANCHINA Castellazzi, Ichazo, Martinez, Maksimovic, Silva, Amauri, Masiello. ALLENATORE Ventura CAMBI DI SISTEMA nessuno BARICENTRO MEDIO 51,4 M ESPULSI nessuno AMMONITI Benassi per g.s., El Kaddouri per proteste. ARBITRO Mariani di Aprilia. NOTE Paganti 565, incasso 13.039,72. Abbonati 9580, quota 140.052,72 euro. Tiri in porta 2 (1 palo)-5. Tiri fuori 11-7. In fuorigioco 10. Angoli 7-5. Recuperi 1’ p.t., 4’ s.t.

Andrea Schianchi INVIATO A PARMA

S

e anche Lucarelli perde la testa, si becca un giusto cartellino rosso e lascia i compagni in dieci quando non è ancora finito il primo tempo, che cosa volete che resti del Parma, già psicologicamente distrutto dalla sentenza di fallimento arrivata in settimana? La dignità, certo, ma poco altro. Il Torino non fatica a conquistare la vittoria, nonostante i suoi uomini più talentuosi, cioè El Kaddouri e Quagliarella, abbiano deciso di prendersi una giornata di riposo. Ci pensa Maxi Lopez a chiudere una pratica che, probabilmente, non è mai stata aperta: sfugge in velocità a Lucarelli e con un perfetto diagonale fulmina Iacobucci. Nella ripresa arriva il sigillo di Basha, che ringrazia Molinaro per il cross delizioso e Varela per il sonno profondo.

BELFODIL La partita, di fatto, dura fino all’espulsione di Lucarelli, minuto 37 del primo tempo. Dopo è soltanto un esercizio di possesso palla da parte del Torino che, a volte, è fin troppo disinvolto nell’amministrazione del risultato e rischia di farsi raggiungere: Belfodil, il più guizzante del Parma, colpisce il palo sullo 0-1 e dimostra che le energie, spesso, sono figlie della rabbia. La squadra di Donadoni non ha futuro, ha pochissima qualità, ma non molla, lotta su ogni pallone come testimoniano i cartellini gialli sventolati dall’arbitro Mariani e cerca di rendere il più regolare possibile una storia (un campionato) che regolare non sarà mai. CLIMA SURREALE Il clima, al Tardini, è surreale: i giocatori in campo a correre e a sudare, e i tifosi che chiedono a gran voce la sospensione della partita, «non giochiamo al loro gioco» recita uno striscione, e giù insulti contro la Lega e i suoi dirigenti. Nella ripresa, in curva nord, compare questa scritta: «Falso in bilancio, bancarotta, fallimento. Questo è il calcio del momento». Alla gente che protesta contro il sistema va ricordato che i soldi garantiti dal medesimo sistema (5 milioni di euro) serviranno a pagare gli stipendi dei dipendenti che da molti mesi non ricevono un euro. PROGETTO Con questa vittoria il Torino si porta in una zona che profuma d’Europa. L’eliminazione dall’Europa League è stata ben assorbita. Contro il Parma, schierata con il solito 3-5-2 cui Donadoni ho opposto il medesimo modulo, la squadra di Ventura dimostra di avere conoscenze ed esperienza: Gazzi detta i tempi, Glik agisce da libero vecchia maniera, Bovo e Moretti ringhiano, i centrocampisti stantuffano e Maxi Lopez è velenoso per gli avversari. La manovra scivola via, semplice e ordinata, e là dietro (a parte il palo colpito da Belfodil) non si rischia nulla. La macchina del Toro torna a macinare chilometri e, senza impegni durante la settimana, adesso c’è la possibilità di progettare un gran finale. © RIPRODUZIONE RISERVATA

LE PAGELLE di FRANCESCO BRAMARDO

COSTA POSITIVO VARELA IMPRECISO BRAVO MORETTI GAZZI RAGNATELA PARMA

5 IL MIGLIORE BELFODIL

6,5

Saponara show Empoli, sei da 8 Il Sassuolo dura un tempo 1Due gol, assist a Mchedlidze: trequartista da urlo. Sarri fa il record di gare senza k.o.

LE PAGELLE di A.D’U.

SEPE PUNTUALE AUTOGOL RUGANI CONSIGLI LOTTA ZAZA SI È SPENTO EMPOLI

7,5 IL MIGLIORE SAPONARA

8

Non è facile portare la croce in dieci. Prova a pungere ma quando deve calciare non è fortunato: colpisce il palo che potrebbe cambiare le sorti della partita

Giornata da circoletto rosso: l’1-0 è il suo primo gol da fuori area e il più veloce dal rientro dagli spogliatoi (25’’) in questa stagione. Due acuti e un assist: prodigioso.

IACOBUCCI 6 Beffato da Maxi Lopez e Basha senza colpe MENDES 5,5 Prende in consegna Maxi Lopez, non in grande serata LUCARELLI 4 Sceneggiata con il direttore di gara e rosso evitabile visto il ruolo di capitano. E si perde sul gol Maxi Lopez COSTA 6,5 Se la cava bene con un osso duro come Quagliarella CASSANI 5 Espulso il capitano veste i panni del difensore, fallo di frustrazione su Molinaro LILA 5,5 Gestisce male i cavalli del motore quando deve giocare di fino. PALLADINO 5,5 Va a pungere Bovo nella speranza di trovare un varco, inutile JORQUERA 5 Pasticcia fino a rischiare un assist per il Toro, brutto fallo su Benassi NOCERINO 5 Prova a mettere un po’ di sale a centrocampo, impreciso quando calcia a rete GALLOPPA 6 Si infila tra le linee del Torino, galoppa a centrocampo ma non trova la giocata VARELA 5,5 Si perde Basha sul gol e quando prova a ripartire è impreciso CODA 5,5 Impegna la difesa granata più per il gran movimento che per la precisione GHEZZAL 5,5 Meno di mezz’ora in campo, alti e bassi, 5 palle perse, sette passaggi positivi ALL. DONADONI 6 Fa legna con quello che ha. Se poi deve anche giocare con un uomo in meno…

SEPE 7 Partita coi piedi per terra, ma su Zaza apre le ali e si esalta. HYSAJ 5,5 Cento gare in azzurro, coincise con una prova al di sotto delle potenzialità. Difende con affanno, non spinge come al solito. RUGANI 6 Autogol sfortunato a parte, mostra la faccia cattiva a tutti i dirimpettai. Chiusure in quantità. BARBA 6,5 Suo l’assist per il primo gol di Saponara. Un pilastro. MARIO RUI 6,5 Avvia l’azione decisiva della partita. VECINO 6 Partita di sostanza, conferisce equilibrio in mezzo. VALDIFIORI 6,5 Sempre un piacere vederlo dirigere l’orchestra (58 passaggi positivi) con incredibile disinvoltura. CROCE 6,5 Sua l’intuizione giusta per il tris di Saponara. Si sposta sulla trequarti quando esce l’ex milanista. (Signorelli s.v.) ZIELINSKI 6 Il contachilometri sancisce che si è guadagnato la pagnotta. PUCCIARELLI 6 Lampi da rinnovo di contratto appena firmato. Crea due occasioni, si sbatte davanti. MACCARONE 6 Tiene su l’Empoli, sponde e lavoro sporco. Sarri lo risparmia per le prossime battaglie. MCHEDLIDZE 6,5 Speedy Levan ci mette il piedone per capovolgere la prospettiva. ALL. SARRI 7 L’Empoli va a mille, lui gestisce i 10 «nazionali» che ha (capofila Valdifiori) nel modo migliore.

TORINO

6 IL MIGLIORE MAXI LOPEZ

7 Gol difficile e prezioso, seconda rete in A con il Toro dopo le tre in Europa League e tabù sfatato (1 solo gol con le ultime tre maglie, Catania, Sampdoria e Chievo). PADELLI 6 Un solo brivido, ma ci pensa il palo a metterci una pezza. BOVO 6 Al posto di Maksimovic fa il regista arretrato, 19 lanci positivi. GLIK 6 Non è brillante e imperioso come in Coppa ma basta. MORETTI 6,5 Festeggia la convocazione in azzurro con 95 passaggi positivi, miglior rendimento di squadra. PERES 5 Non è brillante come ad inizio stagione, due volte uccellato da Varela. DARMIAN 6 Entra al momento giusto per dare una mano. BENASSI 5,5 Non riesce a digerire lo Zenit. Ancora un fallo inutile su Nocerino, ammonito salterà l’Atalanta. BASHA 6,5 Secondo gol in A. Anche il primo lo aveva segnato al Parma nel 2012. GAZZI 6,5 Cuce il centrocampo, regge da solo l’urto avversario. GONZALEZ 6 Abile e arruolato dopo l’infortunio al menisco. EL KADDOURI 5 Danza sulle punte quando serve il fioretto. MOLINARO 6 Prende calci e tanti, tre imbeccate decisive. QUAGLIARELLA 6 Serve l’assist a Lopez, si incaponisce ma non trova il gol. ALL. VENTURA 6,5 Contavano i punti e la scossa dopo lo Zenit a tratti Toro troppo borghese MARIANI Giusta amministrazione del cartellini. Non è colpa sua e Lucarelli perde le staffe appena ammonito. Sempre vicino all’azione. RANGHETTI 6 BIANCHI 6 GERVASONI 6 RIPA 6

6,5

Riccardo Saponara, 23 anni, forlivese, realizza il gol del 3-1 NUCCI

EMPOLI

3

SASSUOLO

1

PRIMO TEMPO 0-0 MARCATORI Saponara (E) al 1’, aut. Rugani (E) al 4’, Mchedlidze (E) al 14’, Saponara (E) al 15’ s.t. EMPOLI (4-3-1-2) Sepe; Hysaj, Rugani, Barba, Mario Rui; Vecino, Valdifiori, Croce (dal 39’ s.t. Signorelli); Saponara (dal 25’ s.t. Zielinski); Pucciarelli, Maccarone (dal 13’ s.t. Mchedlidze). PANCHINA Pugliesi, Bassi, Laurini, Gemignani, Somma, Diousse, Verdi, Brillante, Tavano. ALLENATORE Sarri. CAMBIO DI SISTEMA nessuno. BARICENTRO MEDIO 50,7 METRI AMMONITI nessuno. SASSUOLO (4-3-3) Consigli; Gazzola, Acerbi, Peluso, Longhi (dal 39’ s.t. Lazarevic); Taider, Magnanelli (dal 25’ s.t. Floccari), Missiroli; Berardi, Zaza, Sansone (dal 30’ s.t. Floro Flores). PANCHINA Pomini, Polito, Bianco, Fontanesi, Natali, Biondini, Brighi, Donis, Benucci. ALL. Di Francesco. CAMBIO DI SISTEMA dal 25’ s.t. 4-2-4. BARICENTRO MEDIO 49,2 METRI AMMONITI Acerbi per gioco falloso, Magnanelli per proteste. ARBITRO Tommasi di Bassano del Grappa. NOTE paganti 1.502, incasso 13.960 euro, abbonati 6.201, quota 40.135,83. Tiri in porta 6-1. Tiri fuori 7-5. In fuorigioco 1-4. Angoli 10–4. Recuperi p.t. 1’, s.t. 3’.

Alessio D’Urso INVIATO A EMPOLI (FIRENZE)

S

i prega di non porre limiti. Empoli capitale dell’Europa in miniatura: qui si impartiscono lezioni, altrove si chiacchiera. Calcio d’alta scuola, non più ai confini dell’impero italico. Ma un po’ più al centro del villaggio. Il piccolo grande «scudetto» di provincia è degli azzurri, a passo di carica verso la salvezza: sullo speciale podio del match tra le due realtà più propositive della Serie A, si issano Saponara, mattatore della partita, e a seguire il tecnico Sarri, per meriti acquisiti nelle ultime 28 partite, capace di circondare tutto col copyright del suo gioco bello ed efficace. Sul fondo della scena, stavolta, l’altro tecnico in carriera Di Francesco e il Sassuolo «bifronte» del Castellani: arrembante nel primo tempo, inesistente nella ripresa e ingenuo nelle principa-

li scene della sfida. ECCELLENTI Foto di gruppo col sorriso: la palma d’oro della giornata va ai toscani. Sì, perché i campioni d’Italia del torneo delle cosiddette «piccole», quelle cioè con meno risorse finanziarie, si confermano gli umanissimi eroi di Sarri. Che aggiornano il loro record d’imbattibilità in A con 8 partite di fila senza k.o., scavalcano gli avversari in classifica e intravedono già la salvezza, lasciando il Sassuolo ai suoi sensi di colpa. Succede che tra i giocatori di Sarri, a parte il solito Valdifiori più «azzurro» che mai (appena convocato dal c.t. Conte: «Una vittoria mia, ma anche di tutto l’ambiente», dirà nel dopo gara il regista) ve ne sia uno in edizione straordinaria: quel Saponara, campione di sfortuna per via dei suoi recenti problemi fisici (varicella compresa), in grado di segnare la differenza con due gol di sinistro e un assist per Mchedlidze che è, al tirar delle somme, la vera chiave della gara. AFFONDATI Se all’Empoli vengono i 60’’, con un uno-due micidiale tra il 14’ e il 15’ della ripresa, al Sassuolo viene il mal di testa. E da candidato al ruolo di primattore si trasforma in uno sparring partner. Replay del 2-1 toscano: rimessa laterale rapida di Mario Rui, Saponara sorprende Missiroli, penetra in area e sul pallone servito all’indietro Mchedlidze, goleador entrato da appena 14’’ (record delle ultime 10 stagioni in A), scarica in rete dal centro dell’area piccola lasciata incustodita da Acerbi e compagni. Errori imperdonabili, non disgiunti da quelli di Magnanelli in copertura nelle azioni del primo e del terzo gol azzurri. Ecco perché i padroni di casa si mostrano superiori e solo in un’occasione magnanimi con Rugani (sua l’autorete dell’1-1 sul cross di Berardi): sono più cattivi, più presenti in azioni a prima vista innocue e hanno il cinismo per chiudere la partita, più di quanto non ne abbiano espresso insieme Berardi, Floccari, Zaza e Floro Flores, gettati nella mischia nel finale da Di Francesco nel solito canovaccio della disperazione. © RIPRODUZIONE RISERVATA

SASSUOLO

5,5

IL MIGLIORE CONSIGLI

6 Tiene in piedi il Sassuolo nel primo tempo, lasciato in balìa dell’Empoli nella ripresa. Decisivo su Pucciarelli, nulla può su Saponara. Tre parate importanti. GAZZOLA 5,5 Sostituisce Vrsaljko, irretito da Maccarrone e Vecino. Chiamata in correità sull’1-0. ACERBI 5 Responsabilità precise sul 2-1 dell’Empoli. Nervoso. PELUSO 5 Centrale adattato, corre troppi rischi. Incerto sul terzo gol. LONGHI 5 Fa il compitino, sovrapposizioni col contagocce. Schiacciato dietro da Pucciarelli e Saponara. (Lazarevic s.v.) TAIDER 6 Preferito a Brighi, si sacrifica sui raddoppi ed è l’unico a prodigarsi per cucire il gioco. MAGNANELLI 5 Perde Saponara e Croce nel momento clou. In ritardo: Di Francesco lo toglie per passare al 4-2-4. FLOCCARI 5 Non la struscia quasi mai, spazi intasati. MISSIROLI 5 Si addormenta davanti a Saponara in occasione del secondo gol. Promette e non mantiene. BERARDI 5 Sbaglia 17 passaggi e perde 29 palloni. Un solo pericolo creato nel primo tempo. Scintille con Mario Rui. ZAZA 5 Sepe gli dice no, non è più l’iradiddio d’inizio stagione. SANSONE 5,5 Involuto rispetto all’ultima prova col Parma. Qualche serpentina, ma la mira stavolta non è precisa. FLORO FLORES 6 Entra quando il Sassuolo è più confuso che altro. ALL. DI FRANCESCO 5,5 Il Sassuolo dura un tempo. Ripiomba nelle tenebre (4 k.o. di fila prima dell’acuto col Parma), ma ha l’alibi dei troppi errori individuali dei suoi. TOMMASI Direzione convincente. Non si mette mai in mostra, si fa rispettare anche nelle fasi più calde. Giusti i cartellini gialli. FAVERANI 6,5-CALIARI 6,5 LA PENNA 6,5-MINELLI 6,5

6,5


Serie A R Il personaggio

LUNEDÌ 23 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Je suis Jeremy Il nuovo Milan va dove lo porta il francese

19

RABBIA CAGLIARI

Quarto uomo Furia Giulini Ma Cariolato: «Lei chi è?»

1Pure con il Cagliari a illuminare i rossoneri

è stato Menez, che punta al trono dei bomber

Mentre Abate parla in tv, Danilo Avelar mostra dal cellulare il frame del rigore TWITTER

AI RAGGI X

G.B. Olivero MILANO

Francesco Velluzzi

TOCCHI PER ZONA

E’

N

Il colore è più intenso nelle zone in cui ci sono stati più tocchi di palla 4

9 18 39 46 79 92 62 23

4

5

1

4 20 31 83 62 59 42 15

1

7

17 26 54 36 56 16 6

1

16 26 30 53 65 35 26

3

5

2

17 40 39 96 88 48 47

22 15 42 48 29 23

DA DOVE SEGNA

Di destro

12

Di sinistro

3

Di testa

0

Totale

15

GLI ALTRI BOMBER ALLA 28ª 2005/2006 - Gilardino

15 2005/2006 - Shevchenko

16 2011/2012 - Ibrahimovic

20 2012/2013 - El Shaarawy

16 2014/2015 - Menez

15 GDS

l’uomo delle contraddizioni, il giocatore del tutto o niente, il principe del chiaroscuro. Jeremy Menez sembra bianco o nero, ma è nel grigio che bisogna cercare lui e le sue qualità. Perché in quel grigio lui vaga per gran parte della partita, sempre in bilico tra la prova splendida e la prestazione deludente. Menez croce e delizia, ma quest’anno e per la prima volta in carriera molto più delizia. Il suo peso nei risultati del Milan è elevatissimo e a chi fa notare che questi risultati non sono poi granché vista la situazione di classifica si può facilmente ribattere che senza il francese i rossoneri avrebbero preoccupazioni ben superiori al complicato raggiungimento dell’Europa League. DAPPERTUTTO Anche sabato sera contro il Cagliari Menez è stato il trascinatore. A modo suo. Nel primo quarto d’ora era assente, come tutto il Milan. Poi all’improvviso Jeremy ha attaccato la spina e acceso la luce: tiro a giro sul secondo palo, Brkic sorpreso e Milan in vantaggio. Da quel momento la sua gara è stato il classico girovagare per il campo in cerca di un’ispirazione, di un’idea, di una magia. Le cifre: 39 passaggi giusti, 9 negativi, 4 contrasti vinti, nessuno perso, 7 palle recuperate, 20 perse. Ma il dato più significativo, come spesso accade, è quello dei palloni giocati: 74, il secondo rossonero dopo Abate (77) e prima dei suoi centrocampisti (Poli 65, De Jong 63, Van Ginkel 54). Non è detto che sia necessariamente una cosa positiva, perché la sua anarchia rischia di creare degli scompensi tattici, ma è sicuramente il segnale di una grande generosità e della consapevolezza del suo ruolo di leader.

Jeremy Menez, 27 anni, è alla prima stagione con la maglia rossonera REUTERS

nel 1991-92), Shevchenko (21 nel 1999-2000, 20 nel 2000-01, 20 nel 2003-04 e 16 nel 200506), Inzaghi (15 nel 2002-03), Gilardino (15 nel 2005-06), Ibra (20 nel 2011-12) ed El Shaarawy (16 nel 2012-13). A parte il Faraone, tutti grandi attaccanti abituati a segnare. Menez ha imparato quest’anno, aiutandosi con l’infallibilità dal dischetto: già 8 centri su rigore, nei primi cinque campionati europei solo Cristiano Ronaldo ne ha trasformati di più (9). Da CR7 a JM7 il passo è lunghissimo, ma il peso nei risultati delle due squadre è simile. Anzi Menez incide di più perché Ronaldo è circondato da tanti campioni, mentre il francese deve spesso arrangiarsi. E lo fa a modo suo. Con un calcio pieno di corse e rincorse, di dribbling e invenzioni, di movimenti a sorpresa e di posizioni non rispettate. Un falso nove che parte da esterno, che ama giocare lontano dall’area ma che ha segnato tutti i gol negli ultimi sedici metri. E’ fatto così e non provate a cambiarlo. Non ci riuscirete. E comunque non ne varrebbe la pena. Solo così, essendo pienamente se stesso, JM7 può trascinare il Milan verso l’alto.

CHE MEDIA Con il rigore del 3-1 Menez ha fatto ancora un passetto in avanti nella classifica cannonieri che adesso diventa un obiettivo primario. Un milanista non vince il titolo dei bomber dal 2011-12, quando Ibrahimovic chiuse a quota 25. Nell’era Berlusconi è la dodicesima volta che un giocatore raggiunge almeno quota 15 gol nelle prime 28 giornate: era accaduto a Virdis (17 nel 1986-87), Van Basten (18 nel 1989-90 e 22

L’INGAGGIO DI MENEZ È STATO UNA MIA IDEA ASSOLUTA, MI SEMBRAVA UN GIOCATORE IMPORTANTE ADRIANO GALLIANI A.D. MILAN

© RIPRODUZIONE RISERVATA

on l’ha presa bene il Cagliari, non poteva prenderla bene. La sconfitta di San Siro col Milan non è andata giù allo staff rossoblù che, infatti, ha deciso di attuare il silenzio stampa dopo la partita. Solo Zeman e il dg Marroccu si sono presentati ai microfoni. Ma i cagliaritani hanno manifestato ugualmente il proprio disappunto, soprattutto per il rigore concesso ai rossoneri. L’esterno brasiliano Avelar, mentre Abate parlava alle tv, è passato mostrando l’immagine sul suo smartphone del fallo di Ceppitelli su Cerci avvenuto fuori dall’area. Ma chi si è maggiormente scatenato è stato il presidente del Cagliari Tommaso Giulini che, a pochi minuti dalla fine del match, è sceso nel tunnel che conduce al campo e non ha risparmiato il quarto uomo Cariolato. «Vergogna», gli ha urlato più volte mostrando tutta la sua arrabbiatura. Giulini, che ha un passato da dirigente interista, era ancor più infastidito per la sconfitta col Milan. Il quarto uomo, che forse inizialmente non lo aveva riconosciuto, gli ha detto un paio di volte «si identifichi». Poi ha capito che si trattava del massimo dirigente cagliaritano. Ma Giulini ha continuato a protestare e urlare. Ora rischia una inibizione. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Serie B R Il posticipo della 32a giornata (ore 20.30)

Varese e Frosinone Ora i punti scottano Brusa-Di Rienzo

S

erata piccante questa sera a Varese, con un posticipo che riguarda i poli opposti della classifica. Arriva il Frosinone, reduce dalla candissima partita con l’Entella che ha portato a pesanti sanzioni per il club, che cerca di avvicinare la promozione diretta. La squadra di Bettinelli però si deve salvare e se non perde lascia l’ultimo posto: è il debutto per il nuovo presidente Cassarà. VARESE Per risollevare l’ambiente dopo quattro sconfitte consecutive e festeggiare i 105 anni compiuti ieri, il Varese fa un regalo ai tifosi che hanno meno di 30 anni: chi si vestirà di biancorosso potrà entrare gratis nei distinti. Bettinelli sta ancora valutando il modulo,

che varierà a seconda della posizione di Barberis: il centrocampista dovrebbe fare il trequartista alle spalle di Miracoli nel 4-4-1-1 ma il tecnico potrebbe spostarlo davanti alla difesa, schierando la squadra col 4-1-4-1. L’unico ballottaggio è per il terzino sinistro: dovrebbe debuttare Jebbour, favorito su De Vito. Rossi, pur recuperato, va in tribuna. Oltre agli squalificati Fiamozzi e Osuji, mancano gli infortunati Neto Pereira e Lores. FROSINONE Stellone vara una difesa inedita per squalifiche e anche scelte tecniche. Dopo quattro mesi torna Bertoncini preferito a Russo. Gori non recupera, al suo posto a centrocampo gioca Sammarco. In panchina finisce a sorpresa Paganini, che difficilmente verrà impiegato. © RIPRODUZIONE RISERVATA

VARESE

(4-4-1-1)

FROSINONE

(4-4-2)

OGGI ore 20.30

ANDATA 1-1 1 PERUCCHINI

2 LUONI

5 BORGHESE

19 REA

27 JEBBOUR

24 ZECCHIN

6 BLASI

8 CORTI

30 CULINA

21 BARBERI 9 MIRACOLI 18 DIONISI 7 FRARA 30 PAMIC

9 D. CIOFANI

8 23 GUCHER SAMMARCO 21 BERTONCINI

15 COSIC

29 CARLINI 2 ZANON

1 ZAPPINO

VARESE PANCHINA 22 Birighitti, 25 Simic, 3 De Vito, 28 Capezzi, 23 Cristiano, 7 Falcone, 32 Jakimovski, 17 Kurtisi, 20 Forte. ALLENATORE Bettinelli. SQUALIFICATI Fiamozzi e Osuji. DIFFIDATI Falcone, De Vito, Neto Pereira e Capezzi. FROSINONE PANCHINA 22 Pigliacelli, 13 M. Ciofani, 4 Russo, 16 Fraiz, 28 Crescenzi, 24 Ranelli, 11 Santana, 17 Paganini, 19 Lupoli. ALL. Stellone. SQUALIFICATI Blanchard, Crivello, Soddimo. DIFF. M. Ciofani, Gori. ARBITRO Saia di Palermo. GUARDALINEE Segna-Alassio. TV Sky Calcio 1 HD. PREZZI 8-47 euro.

PANCHINE

Catania, avanti Marcolin Brescia, fiducia a Calori ● La retrocessione è sempre più vicina, così per Catania e Brescia è stata una domenica di profonda riflessione. CATANIA Avanti con Marcolin. Il Catania non cambia allenatore e affida al tecnico bresciano le ultime 10 partite che ha a disposizione per salvarsi, scartando le possibili alternative (il ritorno di Sannino o l’ingaggio di Colomba). La sconfitta di Chiavari dopo 4 pareggi di fila ha fatto ripiombare la squadra nella crisi più nera. Al punto che dopo la partita, annullato il giorno di riposo, la squadra è tornata in sede e ieri avrebbe dovuto iniziare un lungo ritiro a Torre del Grifo in attesa della gara casalinga di domenica contro l’Avellino. Nel pomeriggio i giocatori riuniti nello spogliatoio hanno incontrato il presidente Pulvirenti e l’amministratore

delegato, Cosentino. Il dirigente argentino ha fatto una disamina della situazione, inchiodando con toni anche abbastanza accesi i calciatori alle proprie responsabilità. Pulvirenti non ha parlato. Poi Cosentino ha spiegato che, per volontà di Marcolin, era stato annullato l’annunciato ritiro e i giocatori sono tornati a casa. Oggi la ripresa. BRESCIA La delusione è tanta, ma non paga un’altra volta l’allenatore. Calori ha un bilancio deficitario (4 punti in 6 partite): il suo ritorno al Brescia non ha sanato una situazione già preoccupante, però la nuova proprietà non intende dare ulteriori alibi a una squadra che ha reso al di sotto della attese. Caruso-Laffranchi © RIPRODUZIONE RISERVATA

LA SITUAZIONE Sabato tre anticipi di alta classifica Domenica otto gare ● Il programma della 33a giornata: SABATO 28 Ore 15 BOLOGNA-LIVORNO (2-3) SPEZIA-PESCARA (2-1) Ore 18 VICENZA-CARPI (0-1) DOMENICA 29 Ore 12.30 PERUGIA-CROTONE (1-2) Ore 15 BARI-PRO VERCELLI (0-3) CATANIA-AVELLINO (0-1) CITTADELLA-TERNANA (1-1) FROSINONE-LATINA (4-1) LANCIANO-ENTELLA (0-0) MODENA-VARESE (1-2) Ore 20.30 BRESCIA-TRAPANI (2-3)

CLASSIFICA ● La situazione dopo 32 giornate: Carpi p. 62; Bologna (-1) 53; Vicenza 52; Avellino e Spezia 49; Frosinone* 48; Pescara e Livorno 47; Perugia 46; Lanciano 43; Bari 41; Entella 40; Modena, Cittadella, Pro Vercelli e Trapani 38; Latina 37; Ternana 36; Crotone 35; Catania 32; Varese* (-4) e Brescia (-6) 27. (*una gara in meno).


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LUNEDÌ 23 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT


Magic +3 R Campionato

LUNEDÌ 23 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Chievo, è facile Meggiorini pensa, 13 Paloschi esegue

I NUMERI ● È il record di gol in un singolo campionato per Alberto Paloschi, che fino all’anno scorso non era mai andato in doppia cifra in A

1L’attaccante ex Milan ha firmato le ultime tre reti sempre su assist del compagno: e Maran gongola

28a

25

● I cartellini gialli di Riccardo Meggiorini in 161 gare in A. Sette di questi li ha rimediati quest’anno. I gol totali sono invece 13

3

GIORNATA

● Gli assist di Meggiorini in questo campionato, tutti effettuati nelle ultime due giornate e tutti trasformati in gol da Paloschi

Marco Guidi MILANO

L

a «Chievo connection» colpisce ancora. Meggiorini ispira, Paloschi colpisce. Gli ultimi tre gol dei veneti contro Genoa e Palermo si possono riassumere così: +3 per Meggiorini, grazie al bonus degli assist e +9 per Alberto. Anzi, +6, perché Paloschi si è poi divorato il rigore del 2-0 contro i siciliani, «rovinando» il suo Magic voto al fantacalcio. Pazienza, i suoi fantallenatori vedono il lato positivo: dopo dieci giornate di buio totale, l’attaccante bresciano si è sbloccato. Tre gol in due partite non sono un caso, anche se per fare una prova servirà il terzo indizio nel sabato di Pasqua col Sassuolo. I precedenti inducono però all’ottimismo. SVEGLIA Non è la prima volta che il Genoa dà una scossa a Paloschi. Nel 2012-13 la punta scuola Milan realizza una tripletta a Marassi e nelle successive cinque gare mette a referto altre tre reti. Lo scorso anno, dopo la doppietta ai liguri al Bentegodi, arrivarono altri sei centri nei sei successivi incontri. Per Alberto il Genoa è una sveglia, insomma. E da qui a fine stagione i fantallenatori hanno buoni motivi per sperare che non si fermi. A inizio anno in tanti sono stati attirati dai 13 gol dello scorso campionato, il primo in Serie A in doppia cifra per Paloschi. Ma sino a otto giorni fa, l’investimento non aveva dato i frutti sperati. Pochi gol, voti non all’altezza. Ora il 6,5 in pagella con il Palermo lo avvicina alla media voto del 6 tondo tondo. Altro segnale.

10 L’esultanza di Riccardo Meggiorini, 29 anni e Alberto Paloschi, 25 IPP

RAl fantacalcio la

turni che mancano alla fine del 2014-15 l’attaccante del Chievo confermi il trend.

coppia gialloblù ha accumulato 12 punti di bonus in due giornate

DIESEL Paloschi era noto per partire spesso a cento all’ora a inizio stagione e poi fermarsi di botto, quasi sempre per colpa dei guai fisici che lo hanno tormentato nei primi anni di carriera. Ora la tendenza si è invertita. Il suo meglio Paloschi lo dà nella seconda parte del campionato. Delle 13 reti dello scorso anno, ben nove le aveva messe a segno nel girone di ritorno e cinque di queste nelle ultime dieci giornate del torneo. In questo campionato per Paloschi sono arrivati sinora sette gol, quattro all’andata. Logico aspettarsi che nei dieci

Fa tutto Paloschi: Menez più Mexes prima segna l’1-0, Il Milan francese poi sbaglia un rigore stende il Cagliari CHIEVO

1

MILAN

3

PALERMO

0

CAGLIARI

1

MARCATORI Paloschi al 35’ p.t. CHIEVO (4-4-2) Bizzarri 6,5; Frey 6,5, Dainelli 6,5, Cesar 6,5, Zukanovic 6; Schelotto 6,5, Izco 6, Radovanovic 5,5, Birsa 6 (dal 14’ s.t. Botta 6,5); Paloschi 6,5 (dal 32’ s.t. Biraghi 6), Meggiorini 7 (dal 29’ s.t. Pellissier 6). (Bardi, Seculin, Gamberini, Sardo, Christiansen, Fetfatzidis, Cofie, Pozzi, Vajushi). All. Maran 7. PALERMO (4-3-2-1) Sorrentino 6,5; Vitiello 5 (dal 30’ s.t. Rispoli 6), Andelkovic 4, Terzi 5, Daprelà 5 (dal 24’ s.t. Lazaar 6); Rigoni 5,5, Maresca 5, E. Barreto 6,5; Quaison 5,5 (dall’8’ s.t. Belotti 5,5), Vazquez 6,5; Dybala 6. (Ujkani, Milanovic, Emerson, Bentivegna, Bolzoni, Della Rocca, Chochev, Jajalo, Joao Silva). All. Iachini 6. ARBITRO Giacomelli 7. NOTE Espulso Andelkovic (P) al 41’ s.t. Ammoniti Izco e Maresca.

MARCATORI Menez (M) al 21’ p.t.; Farias (C) al 2’, Mexes (M) al 4’, Menez (M) al 33’ s.t. MILAN (4-3-3) Diego Lopez 6; Abate 5,5, Paletta 5, Mexes 6,5, Antonelli 6; Poli 6,5, De Jong 6,5 (dal 43’ s.t. Essien s.v.), Van Ginkel 6; Honda 5 (dal 25’ s.t. Cerci 6), Destro 5 (dal 28’ s.t. Pazzini 5), Menez 7. (Abbiati, Gori, Muntari, Albertazzi, Suso, Bonera, Bocchetti, Alex, Mastalli). All. Inzaghi 6. CAGLIARI (4-3-3) Brkic 6,5; Ale. Gonzalez 4,5 (dal 1’ s.t. Joao Pedro 6,5), Ceppitelli 5,5, Diakite 5, Avelar 5,5; Donsah 5,5, Crisetig 5, Ekdal 6; Farias 6,5, Sau 6, Mpoku 5 (dal 21’ s.t. Cossu 5,5). (Colombi, Cragno, Murru, Conti, Longo, Pisano, Rossettini, Dessena, Husbauer, Cop). All. Zeman 6. ARBITRO Tagliavento 4. NOTE Ammoniti De Jong, Crisetig, Ale. Gonzalez, Ceppitelli e Farias.

BRAVO MEGGIO Un capitolo a parte merita Riccardo Meggiorini, spesso sottovalutato dal pubblico, più che dagli allenatori, che lo apprezzano perché dà sempre l’anima. Contro Genoa e Palermo ci ha messo però di più, il Meggio. I tre assist serviti a Paloschi sono tutto fuorché giocate banali di un lottatore: sponda volante col sinistro a Marassi per l’1-0, cross intelligente sul secondo palo per il 2-0 e contro i rosanero addirittura un geniale colpo di tacco. Forse al fantacalcio non saranno stati in molti a schierarlo, ma giusto per restare a Verona, i più celebrati Saviola e Juanito Gomez sono sotto di lui per Magic media. E allora, bravo Meggio. © RIPRODUZIONE RISERVATA

● Le giornate di fila in cui Paloschi è rimasto a secco prima di sbloccarsi nella vittoria 2-0 del Chievo in casa del Genoa

1

● Il rigore sbagliato da Paloschi in Serie A: prima dell’errore col Palermo, l’attaccante del Chievo ne aveva segnati sei consecutivi

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IN CRISI

Un mese senza gol Il Palermo resta fermo al palo 1A Verona

Vazquez ha colpito il quattordicesimo legno in stagione per i rosanero

Fabrizio Vitale PALERMO

F

ermo al palo. E’ proprio il caso di dirlo. Non soltanto perché il Palermo non riesce più a vincere, ma anche per il fatto che nell’anticipo col Chievo i rosanero hanno centrato il quattordicesimo legno della stagione. E lo hanno fatto ancora una volta con Franco Vazquez che sta diventando lo specialista del singolare record. Finora soltanto il Mudo ne ha colpiti 9, poi a seguire c’è Dybala con 4 e Morganella con 1. Con 9 gol in più rispetto ai 7 segnati, l’argentino sarebbe il miglior marcatore rosanero e in piena lotta per il titolo di capocannoniere. A SECCO Ma non c’è soltanto la congiura di pali e traverse nel momento no degli uomini di Iachini senza vittoria da cinque giornate. L’ultimo acuto è arrivato in casa col Napoli, poi tre sconfitte e due pareggi. Inoltre il Palermo non segna da quattro turni. L’ultima rete porta la firma di Dybala nella sconfitta con la Lazio all’Olimpico. Un fatto singolare per una squadra che tra il girone di andata e l’inizio di quello di ritorno si era trasformata in una macchina da gol, inanellando una serie di 13 partite consecutive in cui è andata sempre a segno, per un totale di 26 reti realizzate. Appena la coppia delle meraviglie argentina si è fermata, lo ha fatto anche il Palermo. Del resto, entrambi, finora, hanno saltato soltanto una partita a testa. Il momento di calo però è di tutta la squadra che da un po’ di tempo non riesce più a esprimere il calcio fatto vedere per larga parte della stagione.

Franco Vazquez, 26 anni al Palermo dal 2013 LAPRESSE

CAUSE I motivi sono diversi. Come per esempio i numerosi infortuni che hanno flagellato l’organico di Iachini. Il tecnico a fasi alterne ha dovuto rinunciare a uomini chiave: prima Maresca, poi Lazaar e Gonzalez e infine anche Morganella che a causa della rottura del crociato ha finito prima del tempo la sua stagione. Senza la spinta sulla fasce è venuto meno quello che era stato il marchio di fabbrica dei rosanero. Il marocchino ha fatto la sua prima apparizione, dopo uno stop di tre giornate, proprio a Verona sabato pomeriggio, anche se solo per uno spezzone di gara. Dopo la sosta, tornerà anche Gonzalez per ridare certezze al reparto difensivo. Inevitabile anche che il raggiungimento della salvezza virtuale con diverse giornate di anticipo possa avere portato a un appagamento inconscio in una squadra che all’inizio pensava di dover lottare fino alle ultime giornate del torneo. Le continue voci di mercato su Vazquez e Dybala poi hanno fatto il resto, creando inevitabili distrazioni. La sosta arriva al momento giusto per Iachini, il quale potrà recuperare a pieno regime pedine importanti e ricaricare la squadra per riscrivere il finale di stagione. © RIPRODUZIONE RISERVATA


22

Serie A R 28a giornata

LUNEDÌ 23 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

RISULTATI

CLASSIFICA

CESENA-ROMA 0-1 De Rossi (R) CHIEVO-PALERMO 1-0 Paloschi (C) EMPOLI-SASSUOLO 3-1 Saponara (E), Rugani (E) autorete, Mchedlidze (E), Saponara (E) JUVENTUS-GENOA 1-0 Tevez (J) LAZIO-VERONA 2-0 Felipe Anderson (L), Candreva (L) MILAN-CAGLIARI 3-1 Menez (M), Farias (C), Mexes (M), Menez (M) rigore NAPOLI-ATALANTA 1-1 Pinilla (A), Zapata (N) PARMA-TORINO 0-2 Maxi Lopez (T), Basha (T) SAMPDORIA-INTER 1-0 Eder (S) UDINESE-FIORENTINA 2-2 Wague (U), Gomez (F), Gomez (F), Kone (U)

SQUADRE

MARCATORI

PT

PARTITE IN CASA

JUVENTUS ROMA LAZIO SAMPDORIA NAPOLI FIORENTINA TORINO MILAN GENOA INTER PALERMO UDINESE EMPOLI SASSUOLO CHIEVO VERONA ATALANTA CAGLIARI CESENA PARMA (-3)

67 53 52 48 47 46 39 38 37 37 35 33 33 32 32 32 26 21 21 9

RETI

FUORI

TOTALE

IN CASA

FUORI

RIGORI TOTALE

G

V

N

P

G

V

N

P

G

V

N

P

F

S

F

S

F

14 14 14 14 14 13 14 15 13 13 14 14 15 13 15 13 13 14 15 14

12 7 10 7 7 5 5 7 4 5 7 5 5 4 3 5 3 2 3 2

2 6 0 7 5 6 6 4 5 4 5 5 6 6 6 3 5 4 6 2

0 1 4 0 2 2 3 4 4 4 2 4 4 3 6 5 5 8 6 10

14 14 14 14 14 15 14 13 14 15 14 13 13 15 13 15 15 14 13 12

8 7 6 5 6 7 5 2 5 4 1 3 1 3 5 3 2 2 1 1

5 5 4 5 3 4 3 7 5 6 6 4 9 5 2 5 6 5 3 1

1 2 4 4 5 4 6 4 4 5 7 6 3 7 6 7 7 7 9 10

28 28 28 28 28 28 28 28 27 28 28 27 28 28 28 28 28 28 28 26

20 14 16 12 13 12 10 9

7 11 4 12 8 10 9 11 10 10 11 9 15 11 8 8 11 9 9 3

1 3 8 4 7 6 9 8 8 9 9 10 7 10 12 12 12 15 15 20

34 24 29 20 31 18 15 23 17 25 21 21 17 17 11 17 14 15 15 12

7 10 13 10 20 12 11 14 16 16 14 18 14 15 15 18 20 26 24 23

21 15 22 17 16 23 17 18 20 17 17 10 13 17 10 16 9 19 10 9

7 11 14 18 16 19 19 21 17 20 27 18 16 28 15 30 18 27 25 30

55 39 51 37 47 41 32 41 37 42 38 31 30 34 21 33 23 34 25 21

9

9 8 8 6 7 8 8 5 4 4 3

FAVORE

CONTRO

DIFF. RETI

T.

R.

T.

R.

14 41 21 18 27 24 28 9 36 11 31 10 30 2 35 6 33 4 36 6 41 -3 36 -5 30 0 43 -9 30 -9 48 -15 38 -15 53 -19 49 -24 53 -32

6 4 3 2 5 3 5 9 5 5 4 0 3 6 1 4 2 7 5 1

4 3 2 2 3 0 2 9 3 4 3 0 3 5 0 3 1 4 4 1

2 3 4 5 1 3 5 2 6 4 4 8 2 3 3 5 5 2 8 5

1 3 4 4 1 3 4 1 2 1 3 7 1 2 1 4 3 2 5 4

S

PUNTI POSIZIONE '13-14 STAGIONE E DIFFERENZA 13-14

75 (-8) 64 (-11) 41 (+11) 34 (+14) 58 (-11) 48 (-2) 36 (+3) 35 (+3) 35 (+2) 47 (-10) in B 31 (+2) in B 21 (+11) 24 (+8) 40 (-8) 37 (-11) 29 (-8) in B 46 (-37)

1 2 7 13 3 4 10 11 12 5 in B 14 in B 19 16 8 9 15 in B 6

A parità di punti e di partite giocate, la classifica tiene conto di quest’ordine preferenziale: 1) punti e differenza reti negli scontri diretti se tutti giocati 2) differenza reti globale 3) gol segnati 4) ordine alfabetico Le ultime tre retrocedono in serie B. CHAMPIONS PRELIMINARI DI CHAMPIONS EUROPA LEAGUE RETROCESSIONI

PROSSIMO TURNO SABATO 4 APRILE, ore 15 ROMA-NAPOLI (ore 12.30) (0-2) ATALANTA-TORINO (0-0) CAGLIARI-LAZIO (2-4) GENOA-UDINESE (4-2) INTER-PARMA (0-2) PALERMO-MILAN (2-0) SASSUOLO-CHIEVO (0-0) VERONA-CESENA (1-1) FIORENTINA-SAMPDORIA (ore 18.30) (1-3) JUVENTUS-EMPOLI (ore 21) (2-0)

GAZZAWEB www.gazzetta.it

LA MOVIOLA di FRANCESCO CENITI FCENITI@GAZZETTA.IT

DA ANNULLARE IL GOL DELL’ATALANTA PINILLA SPINGE E SGAMBETTA HENRIQUE JUVENTUS, DATO IL RIGORE SBAGLIATO Fine settimana con bilancio negativo per la squadra arbitrale: pesano il rigore fuori area concesso al Milan e la rete dell’Atalanta a Napoli con l’irregolarità non vista di Pinilla.

L

Oggi su Gazzetta.it tutti gli highlights della 28a giornata di Serie A e i gol dei maggiori campionati esteri. E poi articoli di approfondimento, gli spunti nei video di Gazza Offside, i voti e gli assist del fantacalcio nella sezione Fantanews, il report e le giocate della notte Nba e tutto sugli altri sport.

e proteste del Napoli sono state dirompenti («campionato falsato»): e pensare che stamani a Fiumicino (presente anche Carlo Tavecchio, numero uno della Federcalcio) ci sarà l’incontro tra il designatore Messina, il presidente Nicchi e tutta la squadra arbitrale con capitani, allenatori e dirigenti della A. E quindi ci sarà modo per spiegarsi a meno che il Napoli non deciderà di disertare la riunione proprio per marcare ancora di più il torto subito. CESENA-ROMA 0-1 Damato di Barletta Gara tutto sommato tranquilla: al 13’ la Roma protesta per un intervento di De Feudis su Ucan, servito in area da Lijajc. Spinta leggera, tutto regolare. EMPOLI-SASSUOLO 3-1 Tommasi di Bassano del Grappa Un solo episodio, ma molto dubbio:

poteva essere punito con il rigore l’intervento di Mario Rui su Berardi nel finale di primo tempo. JUVENTUS-GENOA 1-0 Di Bello di Brindisi Non convince molto l’arbitro: poco coerente nel giudicare due episodi abbastanza simili in area. In avvio punisce con un giallo per simulazione l’intervento di Marchisio su Perotti, ma il contatto c’è anche se poi il genoano non fa nulla per restare in piedi. Nella ripresa dato il rigore alla Juve per il contatto tra Pereyra e Roncaglia: tocco leggero ginocchio con ginocchio, ma è il bianconero

CONCORSI N. 24 DEL 22/03/2015

TOTOCALCIO - COLONNA VINCENTE 1-2-1-X-2-1-X-X-1-2-2-1-1-X

Il contatto (minimo) Roncaglia-Pereyra SKY

che cerca e trova l’impatto. Insomma, molto più coerente non condere nulla oppure assegnare due rigori. Rigore che c’era sul tocco di braccio di Bertolacci sul tiro-cross di Tevez: il centrocampista va a cercare il pallone allargando il braccio. LAZIO-VERONA 2-0 Massa di Imperia Poche contestazioni. Dopo due minuti, nell’area della Lazio, Christodoulopoulos è toccato leggermente da Radu: giusto lasciar correre. NAPOLI-ATALANTA 1-1 Calvarese di Teramo La gara delle polemiche. Irregolare il gol dell’Atalanta: Henrique è prima sgambettato e poi spinto da Pinilla. Calvarese non se ne accorge: poco aiuto anche da parte dei collaboratori. L’arbitro perde sicurezza dopo questo episodio e cerca di tenere la partita con le ammonizioni, ma sbaglia a fermare una azione d’attacco del Napoli per mostrare il giallo a Pinilla. Giusta, invece, l’espulsione di Gomez (sullo 0-0): la seconda ammonizione per un colpo da dietro su Callejon. PARMA-TORINO 0-2 Mariani di Aprilia Al 37’ espulso Lucarelli per doppia ammonizione, giusto. Il capitano del Parma prima rifila una manata a Quagliarella (giallo) e poi insulta Mariani (della Can B): rosso diretto e squalifica pesante in arrivo. UDINESE-FIORENTINA 2-2 Irrati di Pistoia Regolare il gol di Kone. Per il resto tutto tranquillo. SAMPDORIA-INTER A PAGINA 3 TOTOGOL - COLONNA VINCENTE 7 – 13 – 10 – 9 – 12 – 5 – 4

16 RETI Tevez (2, Juventus) 15 RETI Icardi (3, Inter); Menez (8, Milan) 13 RETI Higuain (2, Napoli); Toni (3, Verona) 12 RETI Dybala (2, Palermo) 10 RETI Gabbiadini (Napoli; 7 nella Sampdoria); Quagliarella (2, Torino); Di Natale (Udinese) 9 RETI Felipe Anderson (Lazio); Callejon (Napoli); Eder (1, Sampdoria) 8 RETI Klose e Mauri (Lazio); Ljajic (1, Roma); Berardi (4) e Zaza (1, Sassuolo); Thereau (Udinese) 7 RETI Paloschi (Chievo); Maccarone (1, Empoli); Babacar (Fiorentina); Matri (7 nel Genoa), Morata e Pogba (Juventus); Djordjevic (Lazio); Destro (Milan; 5 nella Roma); Vazquez (Palermo) 6 RETI Defrel (Cesena); Iago (1, Genoa); Vidal (2, Juventus); Candreva (2) e Parolo (Lazio); Honda (Milan); Zapata (Napoli); Glik (Torino) 5 RETI Moralez e Pinilla (Atalanta; 3 nel Genoa); Brienza (2, Cesena); Rodriguez (Fiorentina); Guarin, Kovacic, Osvaldo (ora è nel Boca J.) e Palacio (Inter); Llorente (Juventus); Hamsik (Napoli); Belotti (1) e Rigoni (Palermo); Cassano (1, Parma); Totti (2, Roma); Sansone (Sassuolo); Nico Lopez (Verona) 4 RETI Denis (1, Atalanta); Avelar (3), Ekdal, Farias, Joao Pedro e Sau (Cagliari); Rodriguez (1, Cesena); Tonelli (Empoli); Cuadrado (ora è nel Chelsea) e Gomez (Fiorentina); Antonelli (3 nel Genoa) e Bonaventura (Milan); Okaka (Sampdoria) 3 RETI Boakye e Zappacosta (Atalanta); Meggiorini e Pellissier (Chievo); Pucciarelli, Rugani e Saponara (1, Empoli); Salah (Fiorentina); Niang e Perotti (1, Genoa); De Ceglie (3 nel Parma), Lichtsteiner e Pirlo (Juventus); Lulic (Lazio); De Guzman (Napoli); Nainggolan e Pjanic (Roma); Muriel e Obiang (Sampdoria); Acerbi e Missiroli (Sassuolo); Maxi Lopez (Torino; 1 nel Chievo); Tachtsidis (Verona) 2 RETI Stendardo (Atalanta); Cossu (1), Donsah e Rossettini (Cagliari); Djuric (Cesena); Fetfatzidis (2 con 1 rigore nel Genoa), Izco e Zukanovic (Chievo); Barba, Tavano (1) e Vecino (Empoli); Basanta, Borja Valero, Fernandez, Joaquin, Pasqual e Savic (Fiorentina); Bertolacci (Genoa); Hernanes e Ranocchia (Inter); Bonucci e Marchisio (Juventus); Biglia (Lazio); De Jong e Muntari (Milan); Mertens (1, Napoli); Barreto e Quaison (Palermo); Coda e Palladino (Parma); De Rossi, Florenzi, Gervinho, Ibarbo (2 nel Cagliari) e Keita (Roma); De Silvestri e Gastaldello (Sampdoria; ora è nel Bologna); Floccari e Taider (Sassuolo); Benassi, Bruno Peres, El Kaddouri e Martinez (Torino); Danilo, Fernandes, Wague e Widmer (Udinese); Gomez e Ionita (Verona) 1 RETE 91 giocatori 1 AUTORETE 20 giocatori RETI SEGNATE in questo turno 22 (1 rigore, 1 autorete); RETI TOTALI 712 (56 rigori, 20 autoreti)


LUNEDÌ 23 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

OPINIONI La vignetta

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Il 2-1 di Luis Enrique nel Clasico

Il campionato

BARÇA E REAL GRANDI SQUADRE NORMALI IL COMMENTO di ALESSANDRO DE CALÒ

S

ono mesi che Carlo Ancelotti e Luis Enrique si inseguono scambiandosi le parti in commedia nella lunga rincorsa al vertice della Liga. Con Real e Barça salgono su piedistalli proiettati molto in alto, apparentemente stabili, ma poi c’è sempre qualcosa che li zavorra, richiamandoli verso il basso. Ogni incrocio è un giro di giostra, la fine di un percorso, l’inizio di una nuova traiettoria che da una parte accende la luce e dall’altra allunga le ombre. Sono decisamente lontani gli anni di Guardiola e Mourinho. Barcellona e Real Madrid non hanno più due filosofie tanto diverse, modi così antagonisti di interpretare il calcio. Giocano con moduli più o meno speculari (disegnati attorno al 4-33), vivono di contaminazioni reciproche e felici giocate individuali

dei loro campioni. Hanno perso anche i coriandoli di un’egemonia sul calcio mondiale che sembrava circoscritta ai confini della Spagna. Il Clasico di ieri al Camp Nou ci ha fatto vedere – in questo senso – due straordinarie squadre normali. Non ci sono più gli integralismi di una volta, il tiqui-taca di qua, difesona e contropiede di là; non ci sono supremazie assolute, rapporti di forza definitivi. Adesso, tutto può succedere e difatti succede. Viaggiando sul filo fragile di questo equilibrio, il match finisce con lo smentire quasi sempre quello che ti promette e che pare stia per accadere. Il Barça va in vantaggio con una zuccata di Mathieu, dopo che Ronaldo aveva centrato una traversa e quando il Real appare in totale controllo della situazione. I blancos di Ancelotti pareggiano con una fulminante ripartenza conclusa in gol da Ronaldo, sugli sviluppi di una grandiosa occasione sprecata da Neymar. L’1-1 esalta il Real e deprime il Barça finché a un passo dal baratro, quando sembrava che il

Madrid stesse per dilagare, Luis Suarez si è inventato un gol da fuoriclasse. Per un paio di stagioni, il Barcellona ha cercato di trovare un piano B: serviva per cavarsela contro avversari capaci di disinnescare il suo gioco. Eccolo il piano B: lancio a scavalcare il centrocampo per la punta centrale che, con un guizzo, inventa il colpo decisivo. Sembra un ritorno all’antico, il nuovo è fatto di cose già viste. Però la novità funziona e – in una partita che si gioca molto sui nervi – mette in crisi la squadra di Ancelotti. Il 2-1 cambia l’inerzia del confronto, il Barça chiude il match toreando, Messi diluisce con lo show finale l’amarezza del duello personale perso contro Cristiano Ronaldo. Adesso mezza Liga è nelle mani del Barça e di Luis Enrique. Quattro punti di margine sono tanti, ma visto come gioca il Real conviene non dare per spacciato Carletto: da sempre le sue squadre danno il meglio quando il traguardo si avvicina. C’è anche la Champions, oltre alla Liga. © RIPRODUZIONE RISERVATA

La Milano-Sanremo

UN PAOLINI MONUMENTALE. SE KRISTOFF... SCATTA IL BETTO di PAOLO BETTINI

V

edere Luca Paolini avvicinarsi a Kristoff in coda al gruppo sull’Aurelia, dopo la Cipressa, mi ha fatto tornare indietro nel tempo. Luca lo fece anche con me, nel 2003, sempre alla Sanremo. «Cosa ci fai qui dietro? Vedi che oggi si va a vincere!». E così fu. L’anno scorso era stato fondamentale per il successo del norvegese e c’è mancato davvero poco che la storia si ripetesse... Ma lo avete visto sul Poggio? Ha preso in giro il gruppo, ha fatto letteralmente quello che ha voluto. In quel frangente, gli attaccanti da grandi classiche che volevano vincere la Sanremo, alla Valverde, alla Gilbert, anche alla Van Avermaet, dovevano fare di più. E interrompere l’azione di Luca. Invece sul Poggio, alla

chiesetta, dove di solito si fanno le azioni, ancora Paolini ha rilanciato l’azione... Kristoff ha commesso poi un solo errore, era troppo davanti alla chicane. Nonostante questo, ha fatto una volata di 250 metri ed è stato rimontato da un solo corridore. In Via Roma lo sprint si vince di rimonta, non c’è niente da fare, e Degenkolb è un degnissimo nome nell’albo d’oro della Classicissima. Già a febbraio, vincendo la tappa dura del DubaiTour, aveva messo le carte sul tavolo. E’ un potenziale vincitore sia del Giro delle Fiandre, sia della Parigi-Roubaix. E’ stato perfetto. Di grandi successi ne otterrà altri. Forse la squadra più forte in assoluto è stata la Bmc, ma ha raccolto nulla. Da Gilbert mi aspettavo qualche cosa in più prima della caduta, perché a quel punto era chiaro che si andava verso la volata. Così come è stata forte Sky, ma ha mostrato un po’ di disordine, di disorganizzazione nell’interpretazione del percorso,

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come quando si sono ritrovati in 3 assieme allo scoperto. Thomas era in palla, avrebbero potuto ottenere qualche cosa di più. Il quinto posto di Bonifazio è un bel risultato, ma voglio sottolineare questo aspetto: non è la prima volta, negli ultimi anni, che un giovane italiano si mette in luce alla Milano-Sanremo: penso a Sacha Modolo, quarto nel 2010, o a Sonny Colbrelli, sesto l’anno scorso. Perché la Sanremo è così: se trovi una buona giornata, se stai bene, se risparmi le energie e hai nelle gambe la distanza, un buon piazzamento è alla portata. Bonifazio è uno dei talenti più importanti che il ciclismo italiano abbia, ma questo lo sapevamo già. Riparte adesso da un risultato molto buono, ma va fatto crescere senza pressioni. Non ha ancora 22 anni! E’ prematuro, per intenderci, chiedersi che cosa potrà fara in futuro, dove potrà arrivare. Non può saperlo neanche lui.

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INTER -30 DALLA JUVE DISTACCO SIBERIANO L’ANALISI ANDO di LUIGI GARLANDO

S

e hai Carlitos Tevez in squadra, puoi anche giocare una partita al giorno e quel diavolo trova il modo per fartela vincere comunque. Se non ce l’hai, le coppe possono pesare. Napoli e Fiorentina, reginette d’Europa League, frenano e pareggiano; Lazio e Samp, fresche come due rose, vincono ancora e salgono come palloncini. La Roma raschia dal barile dell’orgoglio le ultime razioni ed evita il sorpasso dei concittadini che invece subisce la sempre più depressa Inter di Mancini. Questo ha detto una notte non banale che ha lasciato un segno anche in coda: il punto strappato dall’Atalanta al San Paolo dilata ulteriormente il baratro che separa le ultime tre dal mondo dei salvi. Il Napoli ha subito un gol irregolare, Benitez è stato espulso con le guance rosse di rabbia, furibondo come non mai. La società ha sparato un tweet ufficiale contro Tavecchio e la credibilità del calcio un attimo dopo la fine del match. Se i calciatori di Rafa fossero stati così aggressivi e reattivi, la partita non si sarebbe trascinata sullo 0-0 fino a metà ripresa. Benitez rifletta sui suoi errori: in due anni non è riuscito a trasmettere alla squadra una continuità da campionato, la disponibilità al sacrificio e alla concentrazione settimanale. Il copetero Rafa ha modellato la creatura a sua somiglianza: bella e fatale solo in certe occasioni di gala, pur avendo a disposizione Higuain e tanta qualità. Per questo il Napoli è sprofondato al quinto posto, non per colpa degli arbitri. Che possono sbagliare, certo. Un campionato invece no, non è mai falsato, perché alla lunga impone sempre l’onesta verità del campo. Pioli e Mihajlovic, al contrario di Rafa, hanno il grande merito di aver trasmesso a Lazio e Samp il ritmo allegro della cavalcata, la virtù rara della tenuta nel tempo. Soprattutto la Lazio che di questi tempi lascia

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un’impressione unica: gioca, segna e vince con la naturalezza con cui respira. Sembra che non possa farne a meno. Sembra che Felipe Anderson e Candreva abbiano rotto i freni: corrono come nelle comiche e finiscono sempre in rete. Per una mezz’oretta abbondante ieri la Lazio si è ritrovata seconda. Poi De Rossi a Cesena ha rimesso le cose a posto, ma non ha ridimensionato l’incubo del sorpasso. La banda-Pioli che ha messo in fila 6 vittorie (14 gol fatti, uno subìto) oggi fa più paura di ieri. Ma la vittoria di Cesena è una pacca di coraggio sul cuore delle Roma. Garcia aveva chiesto guerrieri per la battaglia. Gli ha risposto De Rossi che per tutta la stagione è rimasto in difesa a pasticciare disimpegni e ieri invece ha aggredito l’area avversaria come faceva un tempo e ha segnato il gol-partita: un segnale di guerra. La Roma è disposta a morire per difendere il suo secondo posto. Il neo-azzurro Eder ha spinto la Samp oltre Fiorentina e Napoli con una punizione-capolavoro. Ragazzi, da oggi abbiamo in Nazionale un brasiliano che tira siluri del genere... L’Inter ha perso ancora celebrando anche nei numeri la sua poco aurea mediocrità: ora le sconfitte sono pari alle vittorie (9). Decima su venti squadre. La Juve è distante 30 punti. Fa impressione solo a dirlo: -30, temperatura siberiana. Il rischio del doppiaggio è più che reale. Il Milan di Inzaghi, che è stato dato trombato una dozzina di volte, sta un punto avanti. Ma non sono i numeri l’aspetto più inquietante. È un altro: l’Inter perde anche quando gioca bene, come ieri; prende gol nel suo momento migliore, quando mette all’angolo una delle squadre più in forma del torneo. È come se questa squadra ormai si fosse affezionata alla sconfitta, la ricercasse inconsciamente per sentirsi a suo agio. È come se non volesse smettere un vizio che in qualche modo l’appaga. Ecco, è qui che deve intervenire Mancini, prima ancora di insegnare tattica: sradicare il perverso autolesionismo e trapiantare all’Inter un nuovo spirito vincente. Può farlo solo cacciando i troppi mediocri che oggi accettano la sconfitta come un destino segnato, senza reagire.

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Mondo R Spagna

Barça, le mani sulla Liga Il Pistolero stende il Real

1I catalani vincono il Clasico e vanno a +4: Ronaldo risponde a Mathieu, gol annullato a Bale per un millimetrico fuorigioco di CR7. Madrid spreca, di Suarez il colpo letale BARCELLONA

2 1

REAL MADRID

PRIMO TEMPO 1-1 MARCATORI Mathieu (B) al 17’, C. Ronaldo (RM) al 31’ p.t.; Suarez (B) all’11’ s.t. BARCELLONA (4-3-3) C. Bravo; Dani Alves, Piquè, Mathieu, Jordi Alba; Rakitic (dal 31’ st Busquets), Mascherano, Iniesta (dal 35’ st Xavi); Messi, Suarez, Neymar (dal 39’ st Rafinha). PANCHINA Ter Stegen, Pedro, Bartra, Adriano. ALLENATORE Luis Enrique CAMBI DI SISTEMA nessuno ESPULSI nessuno AMMONITI Suarez, Mascherano, Dani Alves per gioco scorretto, Jordi Alba per proteste

REAL MADRID (4-3-3) Casillas; Carvajal, Pepe (dal 28’ st Varane), Sergio Ramos, Marcelo; Modric (dal 43’ st Lucas Silva), Kroos, Isco (dal 35’ st Jesé); Bale, Benzema, Ronaldo PANCHINA Navas, Hernandez, Arbeloa, Illarramendi ALLENATORE Ancelotti CAMBI DI SISTEMA nessuno ESPULSI nessuno AMMONITI Pepe, Modric, Sergio Ramos, Carvajal, Kroos e Isco per g.s., Cristiano Ronaldo per c.n.r.

ARBITRO Mateu Lahoz NOTE spettatori 98.760. Tiri in porta 5-5. Tiri fuori 8-5. In fuorigioco 3-1. Angoli 6-8. Recuperi: p.t. 0’, s.t. 4’

PRIMO TEMPO 12’ La promessa di Ronaldo La prima clamorosa occasione è per il Real: Marcelo apre per Benzema, cross del francese sul secondo palo, dove Ronaldo di piatto destro manda la palla contro la parte interna della traversa. 19’ Allungo Barça Punizione sulla trequarti per i blaugrana: Messi pennella in mezzo, Mathieu stacca più alto di tutti e insacca alla sinistra di Casillas. 31’ Cristiano risponde Splendida azione in velocità del Real: Modric verticalizza per Benzema, il francese di tacco smarca Ronaldo che in corsa dal dischetto fulmina Bravo.

L’uruguaiano Luis Suarez, 28 anni, segna il gol che decide il Clasico e consegna probabilmente la Liga al Barcellona GETTY IMAGES

Alessandra Bocci 43’ Marea blanca Sassata di Ronaldo da fuori area, Bravo ci arriva con la punta delle dita. Sugli sviluppi del corner, Bale mette fuori di sinistro dal limite dell’area piccola.

SECONDO TEMPO 10’ Il morso del Pistolero Un lancio di 40 metri di Dani Alves pesca il movimento di Suarez, sfuggito a Pepe: stop a seguire d’esterno e diagonale istintivo che si insacca fra palo e paletto. Capolavoro. 22’ Il viaggio di Ney Coast to coast di Neymar, che salta gli avversari in serie e conclude alto dal limite. Poteva servire Suarez, libero. 74’ Barça bollente Suarez per Messi e scarico su Neymar, tutto a cento all’ora: il brasiliano calcia in equilibrio precario, fuori. 32’ Karim graffia Destro da fuori area di Benzema. La deviazione di Piqué indirizza la palla nell’angolino, paratona di Bravo. 40’ Jordi e Leo Messi per Jordi Alba, che di punta centra Casillas. Due minuti dopo, scarico di J. Alba per Leo: sinistro, ancora Iker.

INVIATA A BARCELLONA

C’

era il mondo, nel vero senso della parola, e non è rimasto deluso. Pazienza se la città è imbottigliata, gli alberghi alzano i prezzi e i taxi si accatastano come formiche gialle intorno al Camp Nou. ll copione cinematografico del Clasico è stato rispettato: ci sono stati i numeri di alta scuola, ma anche la battaglia (ammoniti in doppia cifra), c’è stato il duello dei divi con il dovuto contorno di protagonisti inaspettati (il portiere Bravo, nomen omen, e il difensore Mathieu) che si guadagnano una nomination nella lista delle star. Soprattutto c’è stato quello che in Spagna, pa-

ese notevolmente dotato di pathos, si ama di più: la scena del riscatto, resurrezione, il cattivo della storia che si redime con un gol. Luis Suarez, noto l’estate scorsa per i morsi in libertà, ha azzannato il Clasico in senso buono. Ha rimesso in carreggiata il Barça che stava soffrendo la ragnatela intelligente del Real Madrid e le accelerate dell’ex gattone Benzema e si è inginocchiato davanti agli striscioni giallorossi e blaugrana stesi intorno al campo con un gesto da hidalgo che mette la spada al servizio di una bella donna. Il Barcellona allunga: non restituisce al Madrid il 3-1 dell’andata, ma si accomoda in testa alla Liga. VORACITÀ Suarez è l’uomo del giorno. Ha sofferto, ha raccon-

tato più volte, quando la figlia Delfina chiedeva come mai il babbo non giocasse più.. Si è preparato per riportarsi nella hit parade dei migliori e per dimostrare che i morsi non possono cancellare il talento. La rasoiata con la quale, lanciato da un Dani Alves fin lì latitante, punisce il Madrid che era stato capace di rimettersi in piedi dopo lo svantaggio iniziale, è un segno di indubbia bravura, anche se per la verità Pepe, Sergio Ramos e in misura minore Casillas non sono innocenti. Luis Suarez adesso racconterà che sognava un classico così, dopo aver debuttato proprio nella gara di andata al Bernabeu. Un girone dopo è tutta un’altra storia: Luis Enrique magari non prenderà mai il posto di Guardiola nel cuore dolo-

rante degli orfani di Pep, però ha costruito una squadra che segue un’armonia precisa e dove tutto si accomoda intorno al divo Messi nel migliore dei modi. Certo, Neymar deve ancora cambiare pelle e perdere le scorie di egoismo adolescenziale che ogni tanto inquinano il suo pensiero in zona gol, ma quello che a Roma sembrava utopia in Catalogna è diventato realtà. EQUILIBRIO Non si pensi però che Ancelotti sia rimasto immobile a godersi lo spettacolo del Camp Nou. La squadra che in Champions League contro lo Schalke ha fatto la figura di un gruppo di jazzisti riuniti per una jam session dopo qualche drink ha opposto una resistenza elastica al gioco dei catalani. Ha sofferto nei primi minuti, è

LE PAGELLE di FILIPPO MARIA RICCI BRAVO È DECISIVO, MASCHERANO CHIUDE TUTTO. BENZEMA SI MUOVE BENE, MODRIC INDISPENSABILE BARCELLONA 7,5 BRAVO 7 Salvato dalla traversa sulla conclusione di Ronaldo, oppone una mano durissima al bolide del portoghese da fuori area e salva due volte contro Benzema. DANI ALVES 6 Col City aveva difeso bene, ieri una serata a lungo in apnea. Si rifà con il gran lancio per Suarez che vale la vittoria. PIQUÉ 7 Copre i buchi di Alves e anche le lentezze di Mathieu, tirando i suoi gamboni un po’ ovunque. Il migliore della difesa. MATHIEU 6,5 Il Madrid deve ispirarlo parecchio: terzo gol nelle ultime quattro sfide ai blancos, tutti rigorosamente di testa. Inizia bene in difesa, poi cala. RAKITIC 6,5 Esce tra una grandinata di applausi, suggello alla sua ottima serata. Non è il nuovo Xavi, ma sa come si fa. BUSQUETS 6,5 Spegne le ultime velleità del Madrid.

6,5

MASCHERANO 7 Rimane a centrocampo per l’assenza di Busquets e fa da toppa ovunque ce ne sia bisogno. INIESTA 6 Prestazione in linea con la sua stagione grigia. Rispetto al Don Andrés di una volta, è molto più pallido. XAVI 6 Un quarto d’ora per il suo Clasico numero 42, come Gento e Sanchis: una storia iniziata oltre 15 anni fa, il 26 febbraio 2000. MESSI 7 Rispetto allo stratosferico primo tempo col City parte a fari spenti. Poi l’assist a Mathieu e nella ripresa vari spunti di gran livello. NEYMAR 6 Cresta fresca per il Clasico, ma il suo errore sottoporta è molto poco fashion: appoggia a Casillas la palla del 2-0 e sulla ripartenza il Madrid fa 1-1. Migliora nella ripresa ma sbaglia tre gol (dal 40’ s.t. Rafinha s.v.). ALL. LUIS ENRIQUE 7 All’andata aveva perso 3-1, qui, con un pizzico di fortuna, ha trovato il suo Barça: 18 vittorie nelle ultime 19 gare, le mani sulla Liga.

IL MIGLIORE LUIS SUAREZ

7,5 Perde 50’ a litigare con Pepe, appena gioca fa saltare il Camp Nou infilandosi tra Ramos e Pepe per il magnifico 2-1. Sei gol ultime 7 di Liga, il docile debutto nel Clasico di andata è un ricordo.

IL PEGGIORE JORDI ALBA

5,5 Inizia male, messo sotto pressione da Bale, ragion per cui fa mancare il suo apporto in fase offensiva. Poi il gallese cala e lui finalmente respira. Solo Casillas gli nega il gol nel finale.

MATEU LAHOZ Azzecca il fuorigioco di Cristiano sul gol di Bale. Lui considerato eccessivamente tollerante, sfodera cartellini come biglietti da visita in fiera: 11 in totale, 7-4 per il Madrid.

REAL MADRID 6,5 CASILLAS 6 Clasico numero 37, come Hierro e Raul: una bella uscita di testa in tuffo, poco felino sul gol di Suarez, due parate nel finale per tenere aperta la partita. CARVAJAL 5,5 Inizia controllando bene Neymar, ma finisce con il mal di testa. PEPE 5 Vedi Suarez: poca letteratura tra i due, al difensore va bene finché lo scontro è solo fisico: poi «Luisito» lo pianta per il 2-1 e per il Madrid è buio pesto. VARANE 6 Il tempo per due buone chiusure su Messi e Suarez. MARCELO 6,5 Davvero inarrestabile. Avanza continuamente e sempre a proposito. MODRIC 6,5 Equilibrio, pausa e intelligenza fondamentali per questa squadra. Avvia l’azione del gol. (dal 43’ s.t. Lucas Silva s.v.) KROOS 6 Si adatta a fare da

«pivote» difensivo, cosa che ne limita i movimenti offensivi. Attento. ISCO 6 Spinto nel triangolo delle Bermuda, Alves-Rakitic-Messi, ne esce vivo. Incide sul match finchè il Madrid non cala. JESÈ 6 Il primo cambio di Carlo, poco tempo, nessun effetto. BALE 5 Decisamente più solidale coi compagni, sbaglia un gol da 10 metri, col destro. E nella ripresa sparisce del tutto. RONALDO 6,5 Fischiatissimo perché temutissimo: anche in un momento di forma non eccelso Cristiano va a segno per la settima volta negli ultimi 8 viaggi al Camp Nou, 31 gol in Liga, 42 stagionali, 15 nel Clasico come Raul. ALL. ANCELOTTI 6 La nona sconfitta stagionale, sesta in Liga, rischia di portarsi via il campionato. Peccato perché quello del Camp Nou è stato il miglior Real degli ultimi tempi, almeno fino al gol di Suarez. CEBRIAN DEVIS 7

IL MIGLIORE BENZEMA

7 Ottimi movimenti, intelligenza al servizio della squadra e due assist a Cristiano: traversa e gol. Il secondo di tacco. Unica pecca: sbaglia il 2-1, poi Claudio Bravo gli nega il 2-2.

IL PEGGIORE SERGIO RAMOS

5 Al rientro dopo un mese e mezzo, si perde Mathieu sul gol e si dispera, lui uomo che non vuole perdere mai. Poi è scavalcato anche dal lancio di Alves sul 2-1.

NUNEZ FERNANDEZ 7


LUNEDĂŒ 23 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

stata colpita a freddo da Messi che su calcio piazzato ha depositato un pallone d’oro sulla testa del difensore Mathieu (non esattamente il protagonista piĂš atteso in zona gol), ha reagito. Ăˆ rimasto in partita grazie anche allo sciagurato Neymar che ha fallito il raddoppio a due passi dall’area piccola, mentre dentro Cristiano Ronaldo cominciava a fare effetto il cocktail di rabbia e desiderio di rimonta. Il portoghese è andato in crescendo e ha centrato il pareggio alla fine di un’azione ad alta velocitĂ impreziosita dal colpo di tacco in area di Benzema. Grazie a quel tacco e all’orgoglio del suo campione il Madrid ha rimesso la testa alla partita. Ancelotti aveva chiesto a Bale di aiutare di piĂš, e infatti il gallese se ne stava un po’ piĂš basso, trasformando il 4-3-3 in un 4-4-2 in fase difensiva. Il tiki taka faceva capolino di qua e di lĂ , ma nello spettacolo del primo tempo merita un posto anche la spinta continua di Marcelo, uno dei piĂš ispirati. La partita avrebbe potuto svoltare un paio di volte, ma non è accaduto. Alla fine del primo tempo il gol del marmoreo Bale viene annullato per un fuorigioco di

IL NUMERO

5000 le persone che per la prima volta hanno visto il Clasico in volo grazie a un accordo fra la Turkish Airlines e la Mediapro

In totale gli spettatori del match fra Barça e Real sono stati circa 400 milioni in tutto il mondo Ronaldo, che lo aveva servito colpendo di testa: regolare la posizione del gallese, ma non quella del portoghese, anche se il fischio ritardato dell’arbitro ha generato qualche malinteso. E all’inizio del secondo tempo è stato ancora il Barcellona a rischiare, quando dopo quattro minuti Benzema si è presentato in area a chiudere una splendida triangolazione con Cristiano. Il bravo Bravo ci ha messo la manona e il risultato è rimasto in equilibrio. Poi ecco Suarez libero nella prateria del Camp Nou, per il momento che sognava fin da piccolo (ovvio). Gol, lacrime, felicitĂ e Liga in banca. Ma dopo una partita cosĂŹ difficilmente i critici della casa bianca discuteranno Ancelotti. Š RIPRODUZIONE RISERVATA

fIL PERSONAGGIO

1Sconfitto nel

confronto con Leo, l’allenatore ha saputo anteporre il club all’orgoglio Filippo Maria Ricci INVIATO A BARCELLONA @filippomricci

C

riticato, attaccato, anche ridicolizzato. Per quel suo carattere un po’ cosĂŹ. Per quella sua rigiditĂ spirituale piĂš che tattica. Luis Enrique ha incassato. Senza protestare, senza far polemiche. Ha tirato dritto, petto in fuori e lingua dentro, come quando si diverte con i triathlon e le maratone nel deserto. E ora che ha vinto il suo primo Clasico può godersi una squadra che sa ciò che vuole ed è in corsa per il ÂŤtripleteÂť: prima in Liga con 4 punti di vantaggio sul Madrid, finale di Copa del Rey con l’Athletic Bilbao, quarti di Champions col Psg.

PASSO INDIETRO Luis Enrique, ragazzo abituato a pensare agli altri prima che a se stesso, ha sbattuto il muso contro una situazione prevedibile (il potere di Messi noto e indiscutibile), giĂ vissuta da illustri predecessori (Guardiola aveva gettato la spugna

M

In alto Carlo Ancelotti e Luis Enrique. Sotto, la posizione di Cristiano Ronaldo sul gol annullato a Bale FOX SPORTS

anche per l’esaurimento della voglia di lottare con il carattere della Pulce), ma non si è lamentato per la botta e ha fatto un passo indietro. Leo sempre titolare e mai sostituito, Leo quasi sempre decisivo, Leo celestiale. Il miglior Messi dall’addio di Pep e Luis Enrique contento. Altro capitolo: qui gli orfani di Guardiola lo attaccano perchĂŠ il Barça fa meno possesso palla, e ogni tanto si azzarda a sparare una palla lunga. Insomma quel gioco diretto che non fa parte del Dna blaugrana e fa impazzire i tanti puristi catalani. Ieri il gol della vittoria è arrivato cosĂŹ: palla recuperata, lancio di Dani Alves e pugnalata di Luis Suarez. Dedicato allo snobismo da tiki-taka. RISCATTO IN CHAMPIONS Dall’altra parte il buongustaio

Ancelotti conferma che i campionati non sono il suo piatto preferito: in vent’anni abbondanti Carlo ha vinto lo stesso numero di ÂŤscudettiÂť e di Champions: tre. Un motivo ci sarĂ . Ora sarĂ difficile mettere le mani sulla sua prima Liga, ma 4 punti non sono un abisso e la squadra ieri ha mostrato una faccia migliore. Florentino Perez aveva dichiarato che anche in caso di sconfitta la panchina di Ancelotti non era in pericolo, e ci mancherebbe. Ora, piĂš che della rincorsa in Liga, Carlo si deve occupare della Champions, dell’Atletico e dei derby numero 7 e 8 di questa stagione: non ha mai vinto nei primi sei, deve cambiare strada per continuare a sognare la quarta Champions: solo la Undecima lo salverĂ . Š RIPRODUZIONE RISERVATA

tro lo United entra al 66’ per Moreno: non giocava in Premier da oltre 40 giorni, ma si fa ammonire dopo un minuto e rischia il doppio giallo al 79’: troppo nervoso. Un plauso in Championship (seconda serie) per Antenucci al 10° gol col Leeds, ieri al Blackpool per il pari. Il 30enne di Termoli è il bomber dei suoi. In Ger mania Di Matteo (Schalke, 5) perde lo scontro diretto per la Champions in casa col Leverkusen e va a -6 dal 4° posto. In Spagna, detto sopra di Ancelotti (Real Madrid, 6), Piovaccari (Eibar, 5,5) disputa 25 minuti per Mikel Arruabarrena, abbastanza impalpabile. Nel successo a Mosca sulla Dinamo, bene Criscito (Zenit,

6,5) in fascia non si lascia intimidire da Kozlov e dal francese Valbuena. In Grecia Napoleoni (Atromitos, 5,5) perde con lo Xanthi 1-0: per lui 6 passaggi e poca sostanza. Male in Scozia il Kilmarnock di Pascali (5,5) che è sconfitto 2-1 dal Ross County: sul primo gol il capitano si perde l’assist man; poi va vicino al gol in attacco. Primo stop in campionato per Cannavaro (Guanghzou, 6) che pareggia in casa con lo Changchun Yatai 1-1: scala al 3° posto dopo 3 giornate. E in Svizzera Zambrotta (Chiasso, 7) riassapora la vittoria da dicembre, mentre Simone (4, Losanna) perde 0-4 con la Sciaffusa: la sua avventura sembra al capolinea. Š RIPRODUZIONE RISERVATA

Sale Kane Passetto di Ronaldo â—? 1) Messi (Barcellona/Spa) 64 punti, 32 gol; 2) Cristiano Ronaldo (Real Madrid/Spa) 62, 31 gol; 3) Meier (Eintracht/Ger), Costa (Chelsea/Ing), Kane (Tottenham/Ing) 38, 19 gol; 6) Kabaev (Kalev/Est), 36, 36 gol; 6) Lacazette (Lione), 34,5 23 gol.

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CHAMPIONS PRELIMINARI DI CHAMPIONS EUROPA LEAGUE RETROCESSIONI

TOP 11 ACHAHBAR BATTE IL PSV 8 8,5 8

KANE Tottenham

RAFFAEL Borussia M.

ACHAHBAR Feyenoord

7,5

8 GRADEL St. Etienne

8 7,5

GEIS Mainz

MOUTINHO Monaco

7,5 OTAMENDI Valencia

Harry Kane, 23 anni LAPRESSE

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SCARPA D’ORO

Allons Psg, rivince Zambro Antenucci sfonda a Leeds eno male che c’è il Psg a tenere alto l’onore dell’... Italia. Col Lorient (3-1) i ÂŤnostriÂť brillano e salgono al 1° posto in Ligue 1. Verratti (6,5) studia sempre piĂš proficuamente da Pirlo e lancia Ibra per il 3° gol; Sirigu (6,5) è incolpevole su quello del Lorient e Motta (6,5) fa pure il centrale, col valore di sempre. In Inghilterra, in Premier, PellĂŠ (Southampton, 5,5) ha due grandi occasioni: su una rimedia Long dietro di lui; è dal 20 dicembre che l’ex azzurro non segna. Ha bisogno di fiducia, e un po’ di sorte. Come Balotelli (Liverpool, 5,5) che con-

Luis Enrique, la rivincita dell’integralista costretto a mediare

ITALIANI ALL’ESTERO

Iacopo Iandiorio

LE CLASSIFICHE

IL TECNICO BLAUGRANA

GRANDE RECUPERO Il 12 dicembre il Barça aveva 4 punti in meno del Madrid: in tre mesi ne ha presi otto ai rivali. E dire che il rientro dopo Capodanno era stato tremendo: lite con Messi in allenamento, sconfitta a San Sebastian con Leo e Neymar in panchina, Messi che salta il bagno di folla coi tifosi nella sessione aperta al pubblico d’inizio d’anno, voci incontrollate di un ultimatum ÂŤO lui o ioÂť del reuccio argentino al presidente.

25

MATA Man. United

7,5

7,5 SMOLNIKOV Zenit

KANA BIYIK Tolosa SERGIO RICO Siviglia

7,5

CENTIMETRI


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Mondo R Inghilterra

Il Liverpool a nervi tesi: paga Gerrard, lo United vola 1Il capitano espulso dopo 48’’ dall’ingresso, anche Balotelli rischia. Decide Mata, 2 gol

Balotelli trattenuto da un tifoso dopo uno scontro con Smalling AP

Stefano Boldrini CORRISPONDENTE DA LONDRA

S

e Steven Gerrard vede rosso e viene espulso 48 secondi dopo l’ingresso in campo, lasciando il Liverpool in dieci per tutta la ripresa, questo significa due cose: spianare la strada al Manchester United nel derby d’Inghilterra e riuscire a fare peggio di Balotelli. Anche Mario rischia grosso 2’ dopo il suo inserimento, quando colpisce Jones con il pallone lontano: l’attaccante italiano si ferma al cartellino giallo. I nervi tesi dei Reds, che sbagliano

l’approccio al match, rendono tutto facile allo United dove in panchina, accanto a Falcao, si accomoda Di Maria, pagato 75 milioni. MATA Stavolta brilla un’altra luce nella squadra di Louis Van Gaal ed è quella del redivivo Mata, uno che deve avere un conto personale con il Liverpool visto che ha già segnato nell’andata, 14 dicembre 2014, giorno dell’ultimo k.o. in Premier dei Reds. Dalle ceneri di quello 0-3, Rodgers fece partire la rimontona che ha portato il Liverpool in quota Champions, con l’occasione di scavalcare l’odiato ne-

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mico nello scontro diretto. Mata gioca con la leggerezza dei talenti e dopo 14’ porta avanti i suoi. Lallana divora l’1-1 e nell’intervallo lascia il posto a Gerrard. Il vecchio capitano, alla sua ultima sfida contro lo United prima di sbarcare negli Usa, non è lucido e l’entrataccia su Herrera costringe l’arbitro Atkinson a prendere la decisione giusta: rosso diretto e bye bye Gerrard dopo 48 secondi. L’Anfield è stordito. A fine gara, l’ammissione che fa onore a Gerrard: «Ho sbagliato. Ho meritato l’espulsione. Chiedo scusa a tutti: allenatore, squadra e pubblico». L’ingresso di Di Maria dà una carica in più allo United. L’argentino cucina l’assist per Mata e lo spagnolo in rovesciata, trova il 2-0. Rodgers offre un’ulteriore opportunità a Balotelli, ma per poco Mario non fa la fine di Gerrard. L’italiano ha però il merito di entrare nell’azione che porta alla rete di Sturridge. Gli ultimi venti minuti sono un tuffo al cuore, ma è un altro tuffo, quello di Blind pressato da Can, a consegnare il rigore allo United. Rooney, stremato, si fa parare il tiro da Mignolet. Van Gaal esulta lo stesso: «Uno dei successi più importanti della mia carriera». © RIPRODUZIONE RISERVATA

LIVERPOOL-MAN. UTD 1-2 MARCATORI Mata (MU) al 14’ p.t. e al 15’ s.t., Sturridge (L) al 34’ s.t. LIVERPOOL (3-4-2-1) Mignolet 7; Can 6, Skrtel 6, Sakho 5; Lallana 5 (dal 1’ st Gerrard 4), Henderson 6,5, Allen 5, Moreno 5 (dal 21’ s.t. Balotelli 5,5); Sterling 5,5, Coutinho 6,5; Sturridge 6,5. All. Rodgers 5,5. MAN. UNITED (4-3-3) De Gea 7; Valencia 6,5, Jones 6, Smalling 6,5, Blind 7 (dal 49’ s.t. Rojo sv); Carrick 6,5, Herrera 7 (dal 38’ s.t. Falcao sv), Fellaini 6,5; Mata 8, Rooney 5,5, Young 5,5 (dal 10’ s.t. Di Maria 6,5). All. Van Gaal 7 ARBITRO Atkinson. NOTE spettatori 44.405. Espulso Gerrard (L) al 1’ s.t. Ammoniti Allen (L), Balotelli (L), Jones (MU) e Herrera (MU).

LA CAPOLISTA

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TACCUINO

L’Hull fa tremare il Chelsea, poi risolve Remy INVIATO A HULL (INGHILTERRA)

N

el Chelsea mai una cosa normale: anche una trasferta sul campo dell’Hull, in lotta per non retrocedere, ha qualcosa di romanzesco. Ecco allora che il 3-2 dei Blues è una corsa alla Indiana Jones, tra ascese, cadute e resurrezioni. Al termine della giostra, come nei film americani, c’è il lieto fine e il Chelsea conquista tre punti che potrebbero rivelarsi decisivi nella volata per il titolo. Il vantaggio sul City resta a più 6 e con una gara in meno i Blues possono sorridere al futuro. PARTENZA In questa terra dove comincia il Nord-Est dell’Inghilterra, con vista sul mare del Nord, il Chelsea dimostra che giocare conoscendo il risultato delle avversarie è un vantaggio innegabile. I Blues partono a razzo e in nove minuti si trovano sul 2-0. Hazard porta avanti la banda con un sinistro spietato, poi tocca a Costa, scavalcato da Kane nella classifica dei cannonieri, piazzare la stoccata del 2-0. L’Hull ha il carattere della sua gente e la paratona di Courtois su Hernandez è un avvertimento. La squadra di Bruce in 74 secondi gela Mourinho. La cavalcata di Robertson regala a Elmohamady il pallone dell’1-2. Un pasticcio tra Courtois e Ivanovic viene sfruttato al meglio da Hernandez: 2-2, tutto da rifare come diceva qualcuno. REMY Il Chelsea sa che si gioca un pezzo di titolo e nella ripresa parte all’assalto. La tattica è però sbagliata: giocare per linee orizzontali aiuta l’Hull a fare muro. Fabregas divora il 3-2, ma è Courtois con tre parate in cinque secondi, sui tiri di Elmohamady, Livermore e Ramirez, a tenere in vita i Blues. Costa si fa male e al suo posto entra Remy. Il francese, su azione avviata da Fabregas, trova dopo appena due minuti il tiro del 3-2: la parata goffa di McGregor completa la frittata. Mou gode: «Bene così». © RIPRODUZIONE RISERVATA

GERMANIA

Bayern e Robben, doppio k.o. Il Wolfsburg pareggia a Magonza ● (e. ber.) Inciampa il Wolfsburg, scivola il Bayern. ● Il prossimo avversario europeo del Napoli non va oltre l’1-1 col Mainz. Risultato dovuto anche al massiccio turn-over di Hecking: fuori 6 titolari fra cui Dost. Il solo De Bruyne questa volta non basta: con tante riserve in campo gli ingranaggi sono macchinosi. Deludono Schürrle e Bendtner. Guai però ad aspettarsi un Wolfsburg così in Europa. Perde invece casa il Bayern con il Moenchengladbach: Raffael sfrutta due incertezze di Neuer. Non succedeva dal 2011-12 che una squadra mantenesse la porta inviolata sia all’andata che al ritorno coi bavaresi che, grazie al k.o. dello Schalke sono in Champions matematicamente. Intanto Arjen Robben, uscito per infortunio a metà del primo tempo, dovrà star fuori «diverse settimane» per uno stiramento ai muscoli dell’addome.

FRANCIA

Il Monaco batte il Lens e va - 6 dal Psg REIMS (a.g.) I fasti di Champions fanno bene anche al Monaco. L’avversaria europea della Juventus, reduce dalla qualificazione-exploit contro l’Arsenal, raccoglie tre punti a Reims, rimanendo così in gioco per il podio. Anche se il Marsiglia di Bielsa è sempre a +4, dopo il 4-0 sul Lens, costruito nella ripresa con una splendida doppietta di Batshuayi, (al 1’ e al 48’), e dai gol di Romao (23’) e Ayew (28’).

IN IRAN

Queiroz prigioniero, ha debiti col fisco TEHERAN Il ct della nazionale iraniana Carlos Queiroz è stato bloccato all’aeroporto Imam Khomeini di Teheran mentre si accingeva a partire con la delegazione della sua squadra, «Queiroz non è potuto partire per problemi fiscali: non ha pagato le tasse». Qualcuno ipotizza una forma di ritorsione perché di recente il tecnico, che avrebbe voluto andarsene già subito dopo i Mondiali in Brasile, ha ottenuto la rescissione del contratto e quelle con Cile e Svezia sarebbero state le sue ultime due partite alla guida del team persiano.


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Siamo in onda! R

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Gazzetta Tv mette in campo Albertini

1L’ex milanista stasera a Senza Appello con Mario Beretta. Nel pomeriggio tocca a Extra Time e Offside protagonisti: Sampdoria-Inter. Alle 15.05 Explorers segue le imprese degli avventurieri più esperti del mondo, poi Campioni a Confronto fa il paragone tra i calciator i Schweinsteiger e Khedira e tra Kompany e Vertonghen. Sempre nel pomeriggio, Sport Science continua il suo viaggio.

Gabriella Mancini

L

unedì ricco di gol ed emozioni per rivivere il weekend di calcio, ma anche per commentare gli episodi più discussi con la sentenza di Senza Appello. Vedrete tutto su GazzettaTv, canale 59.

IBRACADABRA Ma procediamo con ordine. Dopo le news, le avventure più coraggiose e la rubrica dedicata ai motori, il pomeriggio si apre con Extra Time: tutte le informazioni e le curiosità sui campionati esteri a partire dalle 14. In particolare, Andrea Berton e Stefano Cantalupi tratteranno vari argomenti: la vittoria del Paris Saint Germain sul Lorient, con la tripletta di Ibrahimovic, la sconfitta del Liverpool contro il Manchester United trascinato dalla doppietta di Mata, Hull City-Chelsea, che per i ragazzi di Mourinho non è stata una passeggiata, l’Arsenal tornato alla vittoria dopo la delusione di Champions League, il Manchester City che ha rifilato u n a t r i p l e t t a a l We s t Bromwich, e il Clasico, la partitissima Barcellona-Real Ma-

IN PIÙ: NEWS AVVENTURA E MOTORI

ALBERTINI Gran finale con Senza Appello, in onda alle 22.05. Viviana Guglielmi e la firma della Gazzetta dello Sport Luigi Garlando commentano il campionato. I lettori di Gazzetta.it possono partecipare al dibattito rispondendo a domande e sondaggi, sulle quali Garlando chiuderà con la posizione della rosea. Ospiti in studio Demetrio Albertini, ex Milan e ex vicepresidente della Figc, e l’allenatore Mario Beretta. Calciopoli, Tavecchio, Nazionale, Milan alcuni dei temi in ballo. Luigi Garlando, Viviana Guglielmi, Roberto Mancini e Mattia Perin

MATTINA 7 Gazzetta News 7.15 Gazzetta News 7.30 Gazzetta News 7.45 Gazzetta News 8 Gazzetta News 8.15 Gazzetta News 8.30 Gazzetta News 8.45 Gazzetta News

drid con tutte le suggestioni che si porta dietro. Una bella scorpacciata per chi ama il calcio internazionale. Mezz’ora dopo, e in replica alle 18.30, prosegue l’appuntamento con la rubrica settimanale Offside,

che dal sito Gazzetta.it passa in televisione: i giornalisti della rosea Nino Morici e Luigi Garlando raccontano tutti i retroscena della 28a giornata, a partire dalla sfida più sentita visti gli incroci e le storie dei

9.05 Campioni a confronto 9.30 Explorers 10.05 Sport Science 11.05 Condò Confidential 11.30 Campioni a confronto 12.05 The SpeedGang 13 Gazzetta News 13.30 Gazzetta News 14 Gazzetta

POMERIGGIO 14.30 Offside 15.05 Explorers 15.30 Campioni a confronto 16.05 Sport science 17.05 The SpeedGang 18.05 Explorers 18.30 Offside 19 Gazzetta News

© RIPRODUZIONE RISERVATA

clic COME RISINTONIZZARE I VOSTRI TELEVISORI E VEDERE IL CANALE 59 ● Eseguire le seguenti procedure. Se possiedi Tv o Decoder Digitale Terrestre 1. Premere il tasto MENU sul telecomando 2 Selezionare Impostazioni/Avanzate 3. Posizionarsi sulla voce relativa alla Sintonizzazione automatica dei canali e premere il tasto OK, accedi alla configurazione dei canali 4. Impostare Modalità di sintonia dei canali su DTV 5. Posizionarsi sul pulsante Avvia scansione e premere il tasto OK per avviare la ricerca. Soluzione dei problemi Se avete già provveduto alla risintonizzazione senza esito e il vostro televisore è collegato ad un sistema con antenna centralizzata, fate verificare dal vostro antennista che sia presente nella centralina dell’antenna stessa il modulo (o filtro) necessario per la ricezione dei segnali tv del canale/mux 55 (frequenza 746 MHz), quello che supporta anche il canale 59 di Gazzetta Tv. Se il modulo manca, fatelo inserire: è un’operazione molto semplice. Se possiedi una Sky Digital Key 1. Premere il tasto Menu del telecomando SKY e premere OK per accedere al digitale terrestre 2. Premere il tasto rosso (Ricerca) e lasciare inviata la configurazione 3. Premere due volte il tasto rosso (Avvia ricerca) 4. Attendere il completamento dei canali e quindi premere OK

19.30 Gazzetta News SERA 20 Gazzetta News 20.30 Gazzetta News 21.05 Campioni a confronto 21.30 Campioni a confronto 22.05 Senza Appello 0.05 Offside

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Lega Pro R 31a giornata

GIRONE A

Alessandria: la salvezza è Mezavilla Bene l’Arezzo AREZZO

1

ALESSANDRIA

1

MARCATORI Guidi (Ar) al 17’, Mezavilla (Al) al 32’ s.t. AREZZO (3-5-1-1) Benassi 6; Villagatti 6,5, Panariello 6,5, Guidi 7; Franchino 6 (dal 38’ s.t. Brumat s.v.), Carcione 6,5, Gambadori 6,5, Cucciniello 6 (dal 40’ s.t. Coppola s.v.), Sabatino 6; Yaisien 6,5 (dal 35’ s.t. Erpen s.v.); Montini 6. (Rosti, De Martino, Crescenzi, Testardi). All. Capuano 6,5. ALESSANDRIA (3-5-2) Nordi 6,5; Sosa 6, Morero 6,5, Sirri 6; Spighi 6 (dal 18’ s.t. Iunco s.v.), Vitofrancesco 6, Obodo 6, Mezavilla 6,5, Mora 6,5; Marconi 5 (dal 7’ s.t. Germinale 5,5), Rantier 6,5 (dal 48’ s.t. Valentini s.v.). (Poluzzi, Terigi, Nicolao, Sabato). All. D’Angelo 6. ARBITRO Caso di Verona 5,5. NOTE paganti 823, abbonati 963, incasso non comunicato. Ammoniti Sabatino, Panariello, Sosa ed Erpen. Angoli 5-5. ● AREZZO Anche l’Alessandria deve sudare le classiche sette camicie per tornare a casa da Arezzo con un punto che alla fine, forse, lascia l’amaro in bocca più a Capuano che a D’Angelo, costretto adesso insieme al Pavia a inseguire il Novara capolista dopo il successo di sabato. Sia chiaro, i piemontesi si confermano squadra di assoluto livello, ma l’Arezzo solo nella prima parte ha concesso possesso palla e una sola vera occasione che l’impalpabile Marconi ha sprecato di testa. Tutt’altro ritmo nel secondo tempo con la squadra di Capuano che è salita in cattedra, palesando anche un’ottima condizione atletica.

LA PARTITA Al 13’ azione travolgente di Yaisien che si è portato a spasso tre avversari e ha scodellato per Montini, che però ha sprecato l’occasione calciando male; sulla ribattuta si è avventato Carcione che ha lasciato partire un bolide sul quale Nordi ha compiuto un intervento prodigioso. Al 17’ il vantaggio aretino con Guidi, un gigante di testa sull’angolo teso di Carcione e gol sotto la sua curva. D’Angelo è corso ai ripari mettendo Iunco, ma sulle ali dell’entusiasmo Sabatino ha sfiorato il 2-0. E proprio nel momento più bello dell’Arezzo è arrivato il pari di Mezavilla al 32’ che ha sfruttato una palla sporca vagante nell’area avversaria e ha appoggiato in rete. Sull’1-1 le due squadre si sono accontentate e adesso l’Alessandria (col Pavia) rincorre il Novara. Stefano Brandini Dini

Il Pavia pressa La Torres regge e invoca il rigore TORRES

0

PAVIA

0

TORRES (3-5-2) Testa 6,5; Aya 6,5, Marchetti 6, Migliaccio 6; Cafiero 6 (dal 46’ p.t. Marinaro 5,5), Imparato 6,5, Cerone 7, Petermann 5,5 (dal 24’ s.t. Baraye 6), Ligorio 5,5; Scotto 5 (dal 30’ s.t. Barbuti s.v.), Maiorino 6,5. (Costantino, Minarini, Bottone, Colombi). All. Bucchi 6,5. PAVIA (3-4-1-2) Facchin 6; Cristini 6, Biasi 6, Malomo 5 (dal 1’ s.t. Pederzoli 6); Ghiringhelli 6,5 (dal 29’ s.t. Cardin s.v.), Rosso 6,5, Cesarini 6,5, Sereni 6; Soncin 6,5 (dal 22’ s.t. Cogliati 5,5); Grbac 6, Marchi 6. (Fiory, Sabato, Romanini, Carotti). All. Maspero 6. ARBITRO Di Martino di Teramo 6. NOTE spettatori 500 circa; abbonati 200, paganti e incasso non comunicati. Ammoniti Ghiringhelli, Malomo, Marchetti, Cerone e Rosso. Angoli 3-7. ● SASSARI Il Pavia sbatte contro il muro della Torres e cede il primato al Novara. La formazione di Maspero ha un atteggiamento propositivo ma concede troppo ai sardi, che si difendono con ordine e ripartono a tutto gas con Imparato e Maiorino. In alcune circostanze i ragazzi di Bucchi non capitalizzano la superiorità numerica, mentre il Pavia nella ripresa crea diverse occasioni: quella più clamorosa è però per la Torres, con trattenuta in area di Cristini a Barbuti, ma per l’arbitro non era da rigore. Gian Mario Sias

CLASSIFICA SQUADRE

PT

NOVARA ALESSANDRIA PAVIA (-1) BASSANO COMO FERALPI SALO' REAL VICENZA AREZZO SUDTIROL VENEZIA MANTOVA (-3) RENATE TORRES MONZA CREMONESE GIANA LUMEZZANE ALBINOLEFFE PRO PATRIA (-1) PORDENONE

60 59 59 58 54 47 46 43 42 42 40 39 37 36 36 35 29 27 24 21

PARTITE

RETI

G

V

N

P

F

S

31 31 31 31 31 31 31 31 31 31 31 31 31 31 31 31 31 31 31 31

17 16 17 16 16 12 11 11 11 12 12 10 9 9 8 9 7 6 5 5

9 11 9 10 6 11 13 10 9 6 7 9 10 9 12 8 8 9 10 6

5 4 5 5 9 8 7 10 11 13 12 12 12 13 11 14 16 16 16 20

50 45 50 46 39 39 40 29 35 37 31 32 29 32 35 25 27 20 33 23

28 25 34 30 28 37 32 27 32 34 25 42 33 33 39 30 43 41 55 49

PROMOSSE PLAYOFF PLAYOUT RETROCESSA

RISULTATI ALBINOLEFFE-SUDTIROL AREZZO-ALESSANDRIA BASSANO-PRO PATRIA CREMONESE-REAL VICENZA FERALPI SALO'-MANTOVA GIANA-VENEZIA LUMEZZANE-MONZA NOVARA-RENATE PORDENONE-COMO TORRES-PAVIA

2-1 1-1 3-2 1-1 0-0 0-0 0-0 2-0 2-5 0-0

PROSSIMO TURNO SABATO 28 MARZO LUMEZZANE-SUDTIROL (ore 14.30) (0-2) BASSANO-ALESSANDRIA (ore 15) (0-0) CREMONESE-COMO (ore 15) (3-1) AREZZO-PRO PATRIA (ore 16) (2-1) GIANA-PAVIA (ore 17) (0-3) ALBINOLEFFE-VENEZIA (ore 19.30) (0-2) DOMENICA 29 MARZO PORDENONE-MANTOVA (ore 11) (0-1) TORRES-MONZA (ore 12.30) (0-3) FERALPI SALO’-RENATE (ore 16) (2-1) NOVARA-REAL VICENZA (ore 18) (0-3)

MARCATORI 16 RETI Bruno (4, Real Vicenza). 13 RETI Momente’ (3, AlbinoLeffe); Ferretti (Pavia). 12 RETI Gonzalez (Novara); Fischnaller (1, Sudtirol); Maiorino (2, Torres). 11 RETI Pietribiasi (Bassano); Corazza e Evacuo (3, Novara). 10 RETI Ganz (Como); Brighenti (1, Cremonese); Cesarini (3, Pavia). 9 RETI Marconi (1, Alessandria); Nole’ (4, Bassano); Le Noci (1, Como); Soncin (4, Pavia). 8 RETI Rantier (1, Alessandria); Vita (2, Monza; ora è nel Vicenza); Candido e Serafini (4, Pro Patria); Bellazzini (6) e Raimondi (1, Venezia). 7 RETI Mezavilla (Alessandria); Iocolano (1, Bassano); Jadid (1, Cremonese); Ranellucci (Feralpi Salo’); Cocuzza (Renate); Magnaghi (Venezia). 6 RETI Guazzo (Alessandria); Erpen (2, Arezzo); Romero (Feralpi Salo’); Cristini (Real Vicenza).

L'ANALISI di NICOLA BINDA

CAMBIA TUTTO PER LA B E NIENTE E’ SCONTATO

C

ome una partita a dadi. La mescolata di questo turno regala una nuova combinazione sul tavolo. Perché in questa Lega Pro non c’è nulla di monotono e scontato. Rispetto a una settimana fa - con il turno infrasettimanale del girone B in mezzo - sono

● Ecco il regolamento della nuova Lega Pro unica, che prevede quattro promozioni in Serie B (con una nuova formula dei playoff) e nove retrocessioni in Serie D.

PROMOZIONI Salgono in Serie B le prime di ciascun girone. Le seconde e le terze più le due migliori quarte (si guardano i punti conquistati, poi la differenza reti, o il maggior numero di reti segnate, ecc...) accedono ai playoff, nei quali (il primo turno sarà a gara unica) la miglior seconda riceve la peggior quarta, la seconda miglior seconda riceve l’altra quarta, la peggior seconda riceve la peggior terza, la miglior terza riceve la seconda delle terze. In caso di parità si va a supplementari e poi eventualmente ai calci di rigore. Poi ci sono le semifinali e le finali con andata (in casa delle peggio classificate) e ritorno: anche qui in caso di parità supplementari e rigori. RETROCESSIONI Scendono in Serie D le ultime classificate di ogni girone. Ai playout vanno 16a, 17a, 18a e 19a di ogni girone con la seguente formula: 19a contro 16a, 18a contro 17a. Sono partite di andata e ritorno: in caso di parità di punteggio si salva la squadra meglio classificata in campionato.

Mario Petrone, 42 anni LAPRESSE

Leonardo Menichini, 61 anni DAPRESS

cambiate due capolista su tre ed è stata riscritta quasi completamente la griglia dei playoff. Se il campionato finisse oggi, la promozione diretta andrebbe a Novara (che però è in attesa di una penalizzazione, e per la regolarità del campionato sarebbe meglio sbrigarsi), Teramo (scavalcato l’Ascoli,

in attesa di riceverlo poi all’ultima) e Salernitana (la sola confermata rispetto a una settimana fa). Alzi la mano chi è sicuro che sarà questo trio a festeggiare alla fine... La griglia dei playoff, quali migliori seconde, vede nell’ordine Benevento (netto vantaggio), Ascoli e Alessandria (stessi punti,

differenza reti +22 a +20); le migliori terze sono Pavia, Juve Stabia e Reggiana (una gara in meno); le due migliori quarte sono Bassano e Casertana, con esclusione del Pisa. Quindi il primo turno dei playoff sarebbe BeneventoCasertana (derby caldo), Ascoli-Bassano (brivido

GIRONE B

Teramo, la svolta Sorpasso riuscito: ora inizia una fuga 1A segno Scipioni e il solito Donnarumma

San Marino battuto, c’è il primato solitario

Ascoli, terza X E la Reggiana sfiora il colpo

L’Aquila piazza un bel ribaltone Carrarese male

ASCOLI

1

CARRARESE

1

REGGIANA

1

L’AQUILA

2

MARCATORI Mignanelli (R) al 4’, Altinier (A) al 28’ p.t. ASCOLI (4-2-3-1) Lanni 7; Avogadri 5,5 (dal 9’ s.t. Chiricò 5,5), Cinaglia 7, Mengoni 6,5, Dell’Orco 6; Addae 5, Grassi 7; Nardini 6, Berrettoni 6 (dal 35’ s.t. Carpani s.v.), Tripoli 5,5; Altinier 6,5. (Ragni, Mori, Barison, Gualdi, Minnozzi). All. Petrone 6,5. REGGIANA (4-4-2) Feola 6; Andreoni 6, Spanò 6, De Giosa 6,5, Mignanelli 6; Parola 7, Vacca 6,5, Angiulli 6,5, Siega 7; Ruopolo 5,5 (dal 32’ s.t. Petkovic 6), Tremolada 6 (dal 13’ s.t. Maltese 6). (Messina, De Biasi, Sabotic, Messetti, Alessi). All. Colombo 6,5. ARBITRO Fiore di Barletta 6,5. NOTE paganti 2.711, abbonati 2.442, incasso di 45.313,14 euro. Ammoniti Siega, Grassi, De Giosa, Avogadri, Tremolada, Vacca e Nardini. Angoli 6-7.

MARCATORI Merini (C) al 15’ p.t.; Perna (L) al 34’, Pozzebon (L) al 36’ s.t. CARRARESE (4-4-2) Zanotti 5; Berra 6, Sbraga 5,5, Massoni 5, Lancini 5; Belcastro 6,5 (dal 29’ s.t. Beltrame 5), Galli 4,5, Gnahoré 5, Gherardi 6 (dal 39’ s.t. Di Nardo s.v.); Merini 6,5 (dal 42’ s.t. Ademi s.v.), Cellini 5,5. (Anedda, Battistini, Maccabruni, Brondi). All. Remondina 5,5. L’AQUILA (4-2-3-1) Zandrini 6,5; Scrugli 7, Carini 6, Zaffagnini 5, Pedrelli 6; De Francesco 7, Perpetuini 5,5 (dal 9’ s.t. Corapi 6,5); Triarico 6,5 (dal 29’ s.t. Pozzebon 6,5), Sandomenico 5, Vella 6 (dal 14’ s.t. Pacilli 6,5); Perna 7. (Cacchioli, Karkalis, Gotti, Del Pinto). All. Zavettieri 7. ARBITRO Fiorini di Frosinone 5. NOTE paganti 394, abbonati 380, incasso di 2.884 euro. Espulso Galli al 48’ s.t.; ammoniti Sbraga, Gnahoré e Vella. Angoli 4-7.

TERAMO C’è una nuova capolista solitaria in vetta al girone B: è il

Teramo di Vincenzo Vivarini. Gli abruzzesi, grazie al 2-0 rifilato al San Marino (21 risultati utili di fila), hanno staccato l’Ascoli. La nona vittoria in casa è stata però più dura del previsto. Il San Marino, malgrado l’infortunio di Sensi a metà primo tempo, ha giocato una gara gagliarda (traversa di Musetti sull’1-0) ma, alla distanza, ha dovuto cedere il passo alla pressione dei padroni di casa. A sbloccare l’incontro, nella ripresa, è stato l’esterno Stefano Scipioni, autore di una semi-rovesciata da applausi dopo un assist di Di Paolantonio. Lo stesso Scipioni è entrato nell’azione del raddoppio regalando a Donnarumma (18 reti, nessuno come lui in Lega Pro) un comodo appoggio a porta vuota. Al termine il presidente Luciano Campitelli si è lasciato andare all’emozione: «Stiamo facendo un vero capolavoro, ma è meglio non guardare la classifica per evitare di giocare sotto pressione, a partire da sabato a Reggio Emilia». Gaetano Lombardino

● ASCOLI PICENO L’1-1 fra Ascoli e Reggiana fa felice il Teramo. Ospiti in vantaggio con un sinistro al volo di Mignanelli. L’Ascoli, al terzo pari consecutivo, soffre nonostante il solito grande Grassi schierato in posizione arretrata. Il pari arriva con Altinier di testa, poi è più pericolosa la Reggiana: Siega al 35’ coglie il palo e al 40’ l’incrocio. Nel finale di tempo miracolo di Feola su Altinier, poi Lanni dice no due volte ad Angiulli e a Parola. Peppe Ercoli

● CARRARA Successo in recupero per L’Aquila che rivede i playoff. Era passata in vantaggio la Carrarese con una girata di Merini. Ma dopo un’occasione per Perna (Massoni ha salvato sulla linea dopo uscita errata di Zanotti), nella ripresa la squadra di Zavettieri ha segnato con Perna in anticipo su Sbraga e tocco su Zanotti e poi con Pozzebon dopo errore di Lancini. Luca Santoni

Il Santarcangelo ringrazia Bisoli L’Ancona sciupa

Pistoiese avanti Esposito cambia e il Prato vince

Super Finotto E’ troppa Spal per questa Pro

Magico Loviso Il Gubbio risale Forlì, che rabbia

TERAMO

2

SAN MARINO

0

MARCATORI Scipioni al 15’, Donnarumma al 41’ s.t. TERAMO (5-3-2) Tonti 7; Scipioni 8, Caidi 6, Speranza 7, Perrotta 6, Masullo 6 (dal 20’ s.t. Di Matteo 6); Di Paolantonio 7, Amadio 6,5, Cenciarelli 7 (dal 47’ s.t. Milicevic s.v.); Lapadula 7, Donnarumma 6,5 (dal 43’ s.t. Petrella s.v.). (Narduzzo, Diakite, Brugaletta, Bucchi). All. Vivarini 7,5. SAN MARINO (4-3-1-2) Secco 7,5; Bregliano 6, Benassi 5,5, Ferrero 5,5, Cruz 5; Magnanelli 6,5 (18’ s.t. Cuffa 6), Diawara 6,5, Soligo 5,5 (dal 32’ s.t. Baldazzi s.v.); Sensi s.v. (22’ p.t. Varone 5,5); Musetti 6,5, La Mantia 6. (Vivan, Palazzi, Bationo, Bangal). All. Tazzioli 6. ARBITRO Fourneau di Roma 5. NOTE paganti 2.550, abbonati 342, incasso di 13.000 euro. Ammoniti Ferrero, Magnanelli, Benassi, Speranza e Lapadula. Angoli 6-3. ●

REGOLAMENTO SALGONO IN 4: UNA AI PLAYOFF SCENDONO IN 9: SEI AI PLAYOUT

Domenico Toscano, 43 anni LAPRESSE

SANTARCANGELO

1

PRATO

2

SPAL

4

GUBBIO

2

ANCONA

0

PISTOIESE

1

PRO PIACENZA

0

FORLÌ

1

MARCATORE Bisoli al 15’ s.t. SANTARCANGELO (4-3-1-2) Nardi 7,5; Traoré 6, Cola 6,5, Capitanio 6, Rossi 6; Bisoli 7, Taugourdeau 6,5, Garufi 5,5 (dal 38’ s.t. Adorni s.v.); Ridolfi 6,5 (dal 18’ s.t. Possenti 6,5); Falconieri 5,5, De Respinis 7 (dal 47’ s.t. Graziani s.v.). (Lombardi, Argeri, Pedrabissi, Radoi). All. Cuttone 7. ANCONA (4-3-1-2) Lori 6,5; Parodi 6,5, Dierna 5,5, Mallus 5,5, D’Orazio 5,5 (dal 9’ s.t. Lisai 6); Camillucci 5,5, Sampietro 6,5 (dal 29’ s.t. Cognigni 6), Paoli 6; Bondi 6,5 (dal 9’ s.t. Tavares 5,5); Tulli 5, Paponi 5. (Aprea, Cangi, Bambozzi, Morbidelli). All. Cornacchini 5,5. ARBITRO Sassoli di Arezzo 5. NOTE paganti 178, abbonati 252, incasso di 4.990 euro. Espulso Falconieri al 36’ s.t.; ammoniti Cola, Bisoli, De Respinis, Ridolfi e Mallus. Angoli 8-6. ● SANTARCANGELO (Rn) Un colpo di testa di Bisoli decide una gara nervosa e vissuta in equilibrio fino alla fine. Nel primo tempo l’Ancona manca il vantaggio quando Tulli si fa respingere il rigore da Nardi (spinta di Traoré su Bondi al 34’), mentre nella ripresa sale di tono Bisoli e tutto il Santarcangelo. Al 3’ Lori respinge sul mediano figlio d’arte, al 15’ non può nulla sul gol. L’Ancona spinge ma crea poco. L’ultima occasione arriva con Tulli al 50’, ma il tiro è deviato. Loriano Zannoni

MARCATORI Calvano (Pi) al 33’ p.t.; Fanucchi (Pr) al 22’, Bocalon (Pr) al 31’ s.t. PRATO (4-3-2-1) Gazzoli 6,5; Grifoni 6, Dametto 6, Rinaldi 6, De Agostini 5; Coccolo 5 (dal 1’ s.t. Bandini 6), Urso 6, Cavagna 6; Santini 5,5 (dal 17’ s.t. Gabbianelli 6,5), Fanucchi 6,5 (47’ s.t. Rubino s.v.); Bocalon 7. (Ivusic, Rickler, Romanò,Tassi). All. Esposito 6,5. PISTOIESE (4-3-3) M. Ricci I; Golubovic 5, Di Bari 5,5, L. Ricci 5,5, Falasco 5,5; Calvano 6,5, Pacciardi 5,5 (dal 23’ s.t. Piana 5,5), Vassallo 6 (dal 17’ s.t. Mungo 5,5); Falzerano 6, Romeo 6, Martignago 5,5 (dal 26’ s.t. Coulibaly 5). (Olczak, Celento, M. Ricci II, Anastasi). All. Sottili 5. ARBITRO Rossi di Rovigo 6,5. NOTE paganti 1.152, abbonamenti non validi, incasso n.c.. Ammoniti Pacciardi, Cavagna, Golubovic, Urso, De Agostini. Piana, Di Bari e Calvano. Angoli 7-7. ●

PRATO Dopo un’ora il Prato era nel baratro della classifica e di una gara senza luci. Poi ha risollevato la schiena, dopo le modifiche di Esposito (ingresso di Gabbianelli e avanzamento di Grifoni). La Pistoiese, avanti con un tiro non irresistibile di Calvano, non sa reagire dopo le reti di Fanucchi in mischia e Bocalon su angolo; poi Fanucchi si farà parare un rigore. Piero Ceccatelli

MARCATORI Finotto al 28’ p.t.; Zigoni al 20’, Cottafava al 28’, Finotto al 44’ s.t. SPAL (5-3-2) Menegatti 6; Lazzari 7, Gasparetto 6,5, Cottafava 7, Silvestri 6,5, Nava 6,5 (dal 20’ s.t. Giani 6,5); Gentile 7, Capece 7, Di Quinzio 7 (dal 25’ s.t. Togni 6,5); Zigoni 7 (dal 39’ s.t. Rovini 6,5), Finotto 7,5. (Albertoni, Aldrovandi, Fioretti, Gerbaudo). All. Semplici 7. PRO PIACENZA (4-3-3) Alfonso 5; Castellana 5,5, Sall 5 (dal 19’ s.t. Schiavini 5,5), Bini 5, Sanè 5; Barba 5,5, Silva 5, Bacher 5,5 (dal 34’ s.t. Marmiroli s.v.); Matteassi 6, Speziale 5 (dal 26’ s.t. Caboni 5,5), Alessandro 5,5. (Iali, Mascolo, Mella, Giovio). All. Franzini 5. ARBITRO Perotti di Legnano 7. NOTE paganti 790, abbonati 1.737, incasso non comunicato. Ammoniti Silvestri, Sall, Bini e Lazzari. Angoli 10-1.

MARCATORI Loviso (G) al 9’, Drudi (F) al 26’, Loviso (G) su rigore al 32’ s.t. GUBBIO (4-3-3) Iannarilli 5,5; D’Anna 6, Rosato 6,5, Luciani 6,5, Caldore 6; Esposito 6 (dal 41’ s.t. Guerri 6), Loviso 7,5, Casiraghi 7 (dal 40’ s.t. Domini s.v.); Mancosu 5,5, Regolanti 6, Tutino 6 (dal 27’ s.t. Cais s.v.). (Citti, Bentoglio, Castelletto, Vettraino). All. Acori 6. FORLI’ (4-3-3) Scotti 6; T. Arrigoni 5,5, Catacchini 6,5, Drudi 6,5, Pastore 6; Pettarin 5,5, Cejas 6 (dal 42’ s.t. Morga s.v.), Bisoli 6,5 (dal 30’ s.t. Capellini s.v.); Castellani 5,5 (dal 25’ s.t. Rosafio 6), Docente 5,5, Melandri 5,5. (Casadei, Bevitori, L. Arrigoni, Gliozzi). All. Firicano 6. ARBITRO Rasia di Bassano 5,5. NOTE paganti 326, abbonati 721, incasso di 6.725 euro. Espulso Mancosu al 46’ s.t.; ammoniti Bisoli e Mancosu. Angoli 8-3.

● FERRARA La Spal conquista la terza vittoria consecutiva senza subire gol rifilando un poker alla Pro Piacenza. Risultato sbloccato al 28’ da una rovesciata in area di Finotto. Raddoppio nella ripresa, quando gli ospiti tentavano di reagire, al 20’ con Zigoni che ha beffato una difesa statica. Al 28’ Cottafava, tutto solo, ha fatto il tris di testa su angolo di Togni. Ha chiuso Finotto, abile a sfuttare una verticalizzazione di Rovini. Alessandro Sovrani

GUBBIO (Pg) Dopo 113 giorni di digiuno in casa (ultima vittoria il 30 novembre col San Marino), il Gubbio batte il Forlì e allontana i playout. Il successo porta la firma di Massimo Loviso che realizza due gol (il primo su punizione, il secondo su rigore) e sale a quota 11 reti. Il Forlì, che era riuscito a pareggiare con Drudi al 26’, alla fine reclama per un presunto fallo di Iannarilli su Docente, smentito però dalle immagini televisive. Euro Grilli


31

LUNEDÌ 23 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Petrone), AlessandriaReggiana (un classico) e Pavia-Juve Stabia (un inedito). Anche qui, c’è da giurare che qualcosa cambierà. Ed è proprio impossibile cercare di capire come andrà a finire. Nelle ultime 7 giornate ci sono diversi scontri diretti, sfide insidiose con squadre che ancora ambiscono ai playoff e contro altre che si devono salvare. E poi ci sono quelle con squadre fuori dai giochi: ora sono poche, ma sono destinate ad aumentare, ovvio. Se ne riparlerà dopo il doppio turno ravvicinato prepasquale, ma il messaggio è chiaro sin da adesso: vietato tirare i remi in barca. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Gioia Tuttocuoio Serrotti decide Pontedera k.o. PONTEDERA

0

TUTTOCUOIO

1

MARCATORE Serrotti al 34’ s.t. PONTEDERA (3-5-2) Anacoura 5,5; Madrigali 5,5, Vettori 5, Redolfi 6 (dal 1’ s.t. Disanto 5); Galli 5 (dal 35’ s.t. Videtta s.v.), Luperini 5,5 (dal 40’ s.t. Lombardo s.v.), Bartolomei 7, Ceciarini 5,5, Gasbarro 5,5; De Cenco 5, Cesaretti 5. (Cardelli, Bennati, Romiti, Segoni). All. Indiani 5,5. TUTTOCUOIO (3-5-2) Bacci 6; Balde 6,5, Falivena 6,5, Colombini 6,5; Mulas 6 (dal 10’ s.t. Pacini 6), Deiola 6, Gargiulo 6, Serrotti 7 (dal 40’ s.t. Dramane 5), Zanchi 6,5; Tempesti 5,5 (dal 20’ s.t. Gioè 6), Colombo 5. (Morandi, Ingrosso, Mancini, Civilleri). All. Alvini 6,5. ARBITRO Schirru di Nichelino 6. NOTE paganti 655, abbonati 167, incasso di 6.677 euro. Espulsi Colombo al 22’ p.t., Vettori al 37’ s.t. e Dramane al 49’ s.t.; amm. De Cenco, Balde e Bacci. Angoli 3-4. ● PONTEDERA (Pi) Impresa del Tuttocuoio, che con l’uomo in meno (rosso a Colombo dopo 22’) infligge nel derby la quarta sconfitta interna al Pontedera. Nel primo tempo Bartolomei salva sulla linea un’inzuccata dell’ex Falivena, mentre nella ripresa ci sono un palo di Cesaretti e una mischia nell’area del Tuttocuoio con la palla che danza sulla linea. Il gol dopo una grave incertezza sull’asse Madrigali-Vettori che libera Serrotti, lesto a infilare Anacoura. Stefano Lemmi

Savona, assalti senza la rete Baiocco è super SAVONA

0

GROSSETO

0

SAVONA (4-3-1-2) Rossini 6,5; Antonelli 6,5, Galimberti 6, Marconi 6,5, Cabeccia 7; Giorgione 6, Taddei 6,5, Carta 6; D’Amico 7 (dal 42’ s.t. Frugoli s.v.); Scappini 6,5, Giovinco 6,5 (dal 33’ s.t. Demartis 6,5). (Addario, Tonon, Bramati, Morosini, Munarini). All. Riolfo 6,5. GROSSETO (3-5-2) Baiocco 7; Monaco 6, Ferraro 6, Legittimo 6,5; Formiconi 6, Okosun 6,5 (dal 30’ s.t. Onescu 6), Della Latta 6, Volpe 6,5 (dal 12’ s.t. Lugo 6), Paparusso 6,5; Fofana 6 (dal 36’ s.t. Pichlmann 6), Torromino 6. (Mangiapelo, Burzigotti, Albertini, Gambino). All. Silva 6. ARBITRO Rapuano di Rimini 5,5. NOTE paganti 632, abbonati 272, incasso di 2.374 euro. Ammoniti Cabeccia, Della Latta, Okosun e Monaco. Angoli 10-3. ●

SAVONA Più Savona che Grosseto in una gara disturbata dal vento, nella quale ai liguri è mancato solo il gol. Dopo un primo tempo equilibrato, nel quale si registra soltanto una grande intervento di Rossini su punizione di Volpe, la squadra di Riolfo nella ripresa sale in cattedra e, con il vento alle spalle, costringe Baiocco agli straordinari: il portiere è decisivo su Giovinco, Scappini, D’Amico e Demartis. Il pareggio soddisfa di più il Grosseto, che resta in zona sicura. Riccardo Fabri

CLASSIFICA SQUADRE

PT

TERAMO ASCOLI REGGIANA PISA L'AQUILA ANCONA PONTEDERA SPAL TUTTOCUOIO LUCCHESE GUBBIO CARRARESE GROSSETO (-1) SANTARCANGELO PRATO PISTOIESE SAVONA FORLI' PRO PIACENZA (-8) SAN MARINO

61 59 53 47 45 45 44 43 41 41 39 38 35 34 34 33 32 30 28 26

PARTITE

RETI

G

V

N

P

F

S

31 31 30 30 30 30 31 31 30 31 31 31 31 30 31 29 31 31 31 31

17 16 15 13 11 11 11 12 10 10 9 7 8 8 7 9 8 7 10 6

10 11 8 8 12 12 11 7 11 11 12 17 12 10 13 6 8 9 6 8

4 4 7 9 7 7 9 12 9 10 10 7 11 12 11 14 15 15 15 17

49 49 42 33 33 36 36 31 36 33 40 39 35 26 36 32 30 28 27 31

26 27 24 23 26 30 30 28 46 33 39 34 34 30 44 48 47 45 43 45

PROMOSSE PLAYOFF PLAYOUT RETROCESSA

RISULTATI ASCOLI-REGGIANA CARRARESE-L'AQUILA GUBBIO-FORLI' LUCCHESE-PISA PONTEDERA-TUTTOCUOIO PRATO-PISTOIESE SANTARCANGELO-ANCONA SAVONA-GROSSETO SPAL-PRO PIACENZA TERAMO-SAN MARINO

1-1 1-2 2-1 2-1 0-1 2-1 1-0 0-0 4-0 2-0

PROSSIMO TURNO VENERDÌ 27 MARZO PISA-PRATO (ore 20.45) (1-0) SABATO 28 MARZO SAN MARINO-SAVONA (ore 15) (1-4) GROSSETO-PONTEDERA (ore 17) (1-2) REGGIANA-TERAMO (ore 19.30) (0-1) DOMENICA 29 MARZO L’AQUILA-SANTARCANGELO (ore 12.30) (1-0) ANCONA-SPAL (ore 14.30) (0-0) PISTOIESE-LUCCHESE (ore 14.30) (2-1) FORLI’-ASCOLI (ore 16) (0-4) PRO PIACENZA-CARRARESE (ore 18) (0-4) TUTTOCUOIO-GUBBIO (ore 18) (0-4)

MARCATORI 18 RETI Donnarumma (4, Teramo). 15 RETI Cellini (5, Carrarese); Arma (5, Pisa); Lapadula (1, Teramo). 14 RETI Bocalon (2, Prato). 13 RETI Altinier (3, Ascoli). 12 RETI Ruopolo (Reggiana). 11 RETI Torromino (1, Grosseto); Loviso (4, Gubbio). 10 RETI Grassi (8 con 1 rigore nel Pontedera) e Perez (2, Ascoli); Forte (2, Lucchese; 2 nel Forli’). 9 RETI Merini (Carrarese); Sandomenico (L’Aquila); Fanucchi (1, Prato); Colombo (2, Tuttocuoio). 8 RETI Pichlmann (1, Grosseto); Regolanti (Gubbio); Lo Sicco (Lucchese); Scappini (2, Savona); Fioretti (3, Spal). 7 RETI Tavares (2, Ancona); Docente (1) e Melandri (Forli’); Alessandro (3, Pro Piacenza); Guidone (Santarcangelo). 6 RETI Tulli (Ancona); Pacilli (1, L’Aquila); Matteassi (Pro Piacenza); La Mantia (1, San Marino); Graziani (Santarcangelo).

SERIE D COLPO DEL CUNEO IL SIENA SCATTA FIDELIS ANDRIA: ALLUNGO DECISIVO ● (r.c.) Il Cuneo deve recuperare una gara, nel frattempo grazie al solito brasiliano França (23 reti) passa a Settimo Torinese nello scontro diretto e torna in vetta con la Caronnese, che sbaglia un rigore al 94’ e fa 1-1. Il Castiglione (B) torna alla vittoria e tiene a bada (-2) il Seregno che mercoledì affronta il Lecco, ora a -5 ma che ha già riposato. Vince il Siena (E) nello scontro diretto col Rieti e fa pari il Poggibonsi, ora a -2. Recupera 2 punti il Fano (F, comunque a -6) nei confronti di una Maceratese sempre imbattuta. Negli altri gironi pochi dubbi al comando: Padova (C) a +8 sull’Altovicentino, Rimini (D) a +9 sulla Correggese come la Fidelis Andria (H), visto il k.o. del Potenza; sale a +7 il vantaggio dell’Akragas (I) sul Torrecuso, preso dall’Agropoli; in questo girone rinviata per la nebbia Leonfortese-Roccella. Il maggior vantaggio è della Lupa Castelli (G), +11 sulla Viterbese che però ha il miglior attacco assoluto (69 gol). Tripletta di Domenico Zampaglione (Gioiese). La Nuova Zelanda ha convocato Nicholas Del Moro dell’Acqui per uno stage in vista dei Mondiali Under 20 di giugno. Mercoledì in campo i gironi A, B e D. ● I risultati e le classifiche della Serie D li potete trovare sul nostro sito www.gazzetta.it.

IL PERSONAGGIO di LORENZO VITTO

DI MICHELE E’ INFINITO «LA REGGINA CREDE IN ME»

D

avid Di Michele, 39 anni, fa parte di quella minuscola categoria di calciatori che le cose non le manda a dire. Come sta accadendo in questa tribolata stagione non solo per la Reggina, ma soprattutto per lui. Dalla lesione muscolare, all’intervento al menisco

David Di Michele, 39 anni

che l’hanno lasciato fuori per circa 2 mesi, fino a diventare uno indesiderato per la società che l’ha messo fuori rosa. Che momento: quando camminava per strada, c’era anche chi lo chiamava traditore... A inizio febbraio ha spiegato: «Foti voleva giocare con i

GIRONE C

Salernitana prima Cristea segna al 95’ Catanzaro piegato 1Vantaggio di Negro, poi il pareggio di Razzitti

In extremis il rumeno porta tre punti per la fuga CATANZARO

1

SALERNITANA

2

MARCATORI Negro (S) al 20’, Razzitti (C) al 38’, Cristea (S) al 50’ s.t. CATANZARO (4-4-2) Bindi 6; Calvarese 6 (dal 44’ s.t. Daffara s.v.), Rigione 5, Ghosheh 5, Squillace 6; Giampà 5,5 (dal 7’ s.t. Mounard 6,5), Giandonato 6,5, Zappacosta 6,5, Mancuso 6,5 (dal 26’ s.t. Bernardo 6); Russotto 6,5, Razzitti 7. (Migani, Orchi, Badara, Ilari). All. Sanderra 6. SALERNITANA (4-3-3) Gori 7; Tuia 6, Lanzaro 6,5, Trevisan 6,5, Franco 6,5; Moro 6, Pestrin 5 (dal 42’ s.t. Perrulli s.v.), Bovo 5; Gabionetta 6, Mendicino 5 (dal 15’ s.t. Cristea 7,5), Negro 7 (dal 32’ s.t. Bocchetti 6,5). (Russo, Grillo, Tagliavacche, Favasuli). All. Menichini 6,5. ARBITRO Baroni di Firenze 6. NOTE paganti 928, abbonati 1.760, incasso di 27.106 euro. Espulso Lanzaro al 31’ s.t.; ammoniti Lanzaro, Franco, Tuia, Russotto, Squillace, Negro e Cristea. Angoli 8-3.

Gaetano Imparato INVIATO A CATANZARO

D

i nuovo in vetta, di nuovo prima. All’ora di pranzo la Salernitana non digiuna e vince al 95’, come al 95’ la beffò il Matera, lunedì. L’ultimo assalto: dopo il gol vittoria la gara non riprende più. Tutti a casa. Punizione di Bovo, spizzica Bocchetti, Cristea al volo - in spaccata - raddoppia, neanche fosse in un balletto del Bolschoi e non in un Ceravolo avvolto dalla nebbia. Smentito chi presagiva un Catanzaro divorato in un boccone, solo i miracoli di Gori tengono gli ospiti in gara: tre paratone nel primo tempo (testata e tiraccio di Russotto, poi incursione di Mancuso, palla deviata su palo e fuori), replicate nella ripresa (35’ su Squillace dopo un salvataggio anti autogol di Pestrin). Gori, però, ha responsabilità sul pari calabrese: tiro di Mounard parato, ma pallone perso permettendo a Razzitti di appoggiare in gol. Giocata che pareggiava la rete di Negro (girata spalle alla porta su assist di Cristea, beffando Ghosheh). IN NOME DEL PADRE E pensare che la Salernitana ha giocato dal 31’ della ripresa in 10, vista l’espulsione di Lanzaro, in campo nonostante la morte del padre in nottata: «Prima del ritiro

L’esultanza dei giocatori della Salernitana dopo il 2-1 IANUALE

sapevo si sarebbe spento ma mi aveva chiesto di giocare ricordando di quando mi accompagnava alla scuola calcio. Mi ha detto vinci per me...». Il blitz di Catanzaro matura tutto nella ripresa, quando la Salernitana fa la Salernitana e il Catanzaro a commettere l’errore di arretrare il baricentro. Sembra una trappola per stanare i granata, l’ingresso di Cristea stravolge gli equilibri: l’attacco di Menichini inizia a graffiare, lascia lividi. Proprio lui induce all’errore Ghoshe sullo 0-1, poi se lo beve nel raddoppio con una giocata fulminea. RIMEDI Sanderra non si scompone. Sotto di un gol inserisce Bernardo dietro Russotto e Razzitti (4-3-1-2), poi la Salernitana si perde Lanzaro. Dentro Bocchetti e 4-4-1 (solo Contrea avanti, gli altri dietro a far legna). La linea mediana di Menichini, imbarazzante nel primo tempo per l’incapacità a filtrare, pressare, rubar palloni e difendere la difesa, capisce finalmente che c’è da lottare e non solo distribuire palloni spesso inutili. Sanderra cambia, difesa a 3 per un 3-4-1-2 che porta al pareggio, tutto sommato giusto visto lo score e le azioni da gol (5-1, palo compreso), più un’incursione di Razzitti e compagni fermata per fuorigioco un secondo prima del raddoppio. © RIPRODUZIONE RISERVATA

giovani e per me non c’era più posto. Ma ho evitato sempre la rescissione del contratto che avevo prolungato fino al 2017». Finito l’incubo, dopo 11 giornate viene reintegrato alla vigilia del derby di Cosenza, ma la Reggina continua a soffrire e arriva a 4 sconfitte di fila. Di Michele non si arrende e con la Lupa Roma segna il suo primo, e inutile, gol. Poi sabato la gioia della rete all’ultimo minuto col Melfi: «Lo dedico a me stesso, perché vale tre punti e dopo tanto tempo credo di meritarmelo. Sabato, da ex, affronterò la Salernitana: sarà una trasferta complicata, ma non ci fasceremo la testa prima di giocare. Crediamo nella salvezza». © RIPRODUZIONE RISERVATA

Una Juve Stabia con poche idee L’Ischia ringrazia JUVE STABIA

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ISCHIA

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MARCATORI Bombagi (JS) al 43’ p.t.; Bulevardi (I) al 15’ s.t. JUVE STABIA (4-4-2) Pisseri 6; Cancelotti 6, Polak 6, Migliorini 6,5, Contessa 5,5; Gammone 5,5 (dal 10’ s.t. Maiorano 6), Bombagi 6,5 (dal 31’ s.t. Caserta 5,5), Burrai 6, Carrozza 5,5 (dal 19’ s.t. Lepiller 5,5); Di Carmine 6,5, Ripa 6. (Santurro, Romeo, Liotti, Nicastro). All. Savini 5,5. ISCHIA (4-3-3) Mennella 6 (dal 23’ p.t. Giordano 6); Finizio 6, Bruno 6, Formato 6, Impagliazzo 7; Bulevardi 6,5, Chiavazzo 5,5 (dal 16’ s.t. Massimo 6), Armeno 6; Millesi 6, Ciotola 6,5 (dal 25’ s.t. Alvino 5,5), Infantino 5,5. (Caso, Gerevini, Verachi, Bassini). All. Maurizi 6. ARBITRO Capone di Palermo 5,5. NOTE paganti 512, abbonati 378, incasso di 8.821 euro. Ammoniti Bruno, Gammone, Burrai, Chiavazzo, Finizio, Contessa e Giordano. Angoli 8-3. ● CASTELLAMMARE DI STABIA(Na) Una Juve Stabia abulica pareggia con l’Ischia sprecando l’opportunità di allungare sulla Casertana. I gialloblù passano in vantaggio in chiusura di un primo tempo senza emozioni, a parte una traversa di Migliorini: Bombagi beffa su punizione un insicuro Giordano, subentrato a Mennella uscito per una frattura al setto nasale dopo uno scontro con Di Carmine. Nella ripresa i locali concedono spazio all’Ischia che pareggia con Bulevardi, dopo un’iniziativa dell’ex Ciotola. Gianpaolo Esposito

La Lupa è beffata Iemmello al 93’ salva il Foggia LUPA ROMA

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FOGGIA

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MARCATORI Capodaglio (LR) al 26’ p.t.; Iemmello (F) al 48’ s.t. LUPA ROMA (4-5-1) Rossi 6; Frabotta 6, Conson 6,5, Cascone 6,5, Pasqualoni 7; Bariti 6,5, Cerrai 6 (dal 42’ s.t. Prevete s.v.), Capodaglio 6,5 (dal 37’ s.t. Curcio s.v.), Raffaello 6,5, Tajarol 5; Tulli 6 (dal 30’ s.t. Del Sorbo 6). (Di Mario, Martorelli, Margarita, Scibilia). All. Cucciari 6,5. FOGGIA (4-3-3) Narciso 5,5; Loiacono 6, Potenza 6,5, Gigliotti 6 (dal 15’ s.t. Maza 6), Bencivenga 6; Agnelli 6,5, Quinto 5,5, D’Allocco 5,5 (dal 1’ s.t. Minotti 6); Sarno 6,5, Iemmello 6,5, Cavallaro 6 (dal 29’ s.t. Leonetti). (Addario, D’Angelo, Agostinone, Barraco). All. De Zerbi 6. ARBITRO Piccinini di Forlì 6. NOTE spettatori 650 circa; abbonati 100, paganti e incasso non comunicati. Espulso Tajarol al 6’ s.t.; ammoniti Pasqualoni, Cascone, Quinto, Conson e Leonetti. Angoli 3-12. ● APRILIA (Lt) E’ un gol di Iemmello al 93’ a regalare il pari al Foggia ed a spegnere l’entusiasmo della Lupa Roma (che in settimana ha divorziato dal d.s. Bifulco). Partita equilibrata e divertente nel primo tempo, con la Lupa Roma a sbloccare il risultato al 26’ con Capodaglio su assist di Tajarol, poi espulso per doppio giallo. Il Foggia ha premuto e, dopo una traversa di Sarno, ha segnato con Iemmello su cross di Agnelli, con la complicità di una non perfetta uscita di Rossi. Fabio Gradasso

CLASSIFICA SQUADRE

PT

SALERNITANA BENEVENTO JUVE STABIA CASERTANA LECCE MATERA FOGGIA (-1) CATANZARO VIGOR LAMEZIA BARLETTA COSENZA MARTINA LUPA ROMA PAGANESE MELFI (-2) SAVOIA MESSINA AVERSA NORMANNA ISCHIA REGGINA (-1)

67 65 56 56 54 54 50 44 40 39 37 35 34 34 32 27 26 25 25 25

PARTITE

RETI

G

V

N

P

F

S

31 31 31 31 31 31 31 31 31 30 31 30 31 31 31 31 31 31 31 31

20 18 15 16 16 15 13 12 9 10 8 9 8 8 7 6 5 5 5 6

7 11 11 8 6 9 12 8 13 9 13 8 10 10 13 9 11 10 10 8

4 2 5 7 9 7 6 11 9 11 10 13 13 13 11 16 15 16 16 17

43 45 44 45 41 45 49 37 34 28 32 33 34 28 30 29 30 29 24 23

22 24 28 26 27 30 30 35 35 28 33 34 49 36 37 44 48 44 47 46

PROMOSSE PLAYOFF PLAYOUT RETROCESSA

RISULTATI CASERTANA-BENEVENTO 0-0 CATANZARO-SALERNITANA 1-2 JUVE STABIA-ISCHIA 1-1 LECCE-AVERSA NORMANNA 3-0 LUPA ROMA-FOGGIA 1-1 MARTINA-BARLETTA oggi, ore 20.45 MATERA-VIGOR LAMEZIA 0-0 MESSINA-COSENZA 0-0 PAGANESE-SAVOIA 2-2 REGGINA-MELFI 2-1

PROSSIMO TURNO VENERDÌ 27 MARZO BENEVENTO-PAGANESE (ore 19.30) (2-2) SABATO 28 MARZO AVERSA NORMANNA-MESSINA (ore 14.30) (1-1) ISCHIA-LUPA ROMA (ore 14.30) (0-1) SAVOIA-MATERA (ore 14.30) (0-2) CATANZARO-LECCE (ore 16) (2-2) SALERNITANA-REGGINA (ore 16) (1-0) MELFI-BARLETTA (ore 17) (0-0) DOMENICA 29 MARZO FOGGIA-JUVE STABIA (ore 14.30) (2-2) MARTINA-CASERTANA (ore 14.30) (1-2) VIGOR LAMEZIA-COSENZA (ore 16) (0-3)

MARCATORI 17 RETI Eusepi (4, Benevento). 14 RETI Di Carmine (3, Juve Stabia); Moscardelli (2, Lecce); Caetano (4, Salernitana). 13 RETI Iemmello (Foggia). 12 RETI Caturano (5, Melfi). 10 RETI De Vena (5, Aversa Normanna); Cisse (2, Casertana); Montalto (4, Martina); Iannini e Madonia (1, Matera). 9 RETI Cavallaro (5) e Sarno (1, Foggia); Arcidiacono (3, Martina); Corona (1, Messina); Del Sante (1, Vigor Lamezia). 8 RETI Marotta (Benevento); Calderini (3, Cosenza); Ciotola (3, Ischia); Carretta (Matera; 3 nel Martina); Scarpa (5, Savoia); Montella (Vigor Lamezia). 7 RETI Fall (Barletta); Raffaello (1, Lupa Roma); Insigne (Reggina).

IL POSTICIPO DERBY DI PUGLIA QUESTA SERA TRA IL MARTINA E IL BARLETTA ● Il programma della giornata viene completato questa sera dal derby pugliese tra Martina e Barletta, due squadre di centroclassifica impegnate a tenere a debita distanza la zona-playout. Così in campo questa sera (inizio alle ore 20.45): MARTINA (4-3-3) Bleve; De Giorgi, Fabiano, Patti, Memolla; De Lucia, Bucolo, Tomi; Pepe, Montalto, Arcidiacono. (Modesti, Kalombo, Samnick, Diop, Calvetti, Caruso, Pivkovski). All. Ciullo. BARLETTA (4-3-3) Liverani; Meola, Stendardo, Radi, Cortellini; De Rose, Quadri, Legras; Fall, Ingretolli, Turchetta. (De Martino, Zammuto, Guarco, Sokoli, Kiakis, Palazzolo, Rizzitelli). All. Corda. ARBITRO Baldicchi di Città di Castello (Mangino-Squarcia). (andata 1-2)

TROPHY CHALLENGE L’Italia Lega Pro in semifinali Mercoledì la sfida alla Turchia ● L’Under 21 di Lega Pro è arrivata alle semifinali dell’International Trophy Challenge e mercoledì a Caserta sfida la Turchia (inizio alle ore 15, diretta su Raisport) in una gara unica che vale la conquista della finale. Arbitra il tedesco Siebert. Oggi il raduno della squadra allenata da Bertotto.


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Superbike R GP Thailandia

LUNEDÌ 23 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Doppietta di Rea ma Haslam tiene Troy, stop e giallo

LA GUIDA Leon per 2 volte 2° Guintoli disperso Boom di Wilairot

1Il nordirlandese (Kawasaki) infiamma 83mila tifosi

A fine gara Bayliss annuncia il ritiro. Spinto da Ducati? Paolo Gozzi BURIRAM (THAILANDIA)

J

onathan Rea inarrestabile fa bottino pieno nella storica “prima” Superbike in Thailandia (83.739 spettatori!) volando in fuga nel Mondiale. Dopo appena due GP con la Kawasaki il 28enne nordirlandese ha distrutto l’autostima del compagno di squadra Tom Sykes, sorpassato l’Aprilia (due volte 2a col generoso Leon Haslam) e complicato la stagione Ducati, affondata da Chaz Davies due volte a terra e doppiato in classifica. E adesso che nonno Troy Bayliss (9° e 11°) ha detto basta per sempre, c’è pure il problema di trovare un altro sostituito per l’infortunato Davide Giugliano, almeno per il prossimo round di Aragon (12 aprile). SI CHIUDE «E’ stato bello riprovare le stesse sensazioni dei vecchi tempi, ma a 46 anni basta così» è stata la laconica dichiarazione nel dopo gara dei misteri. Sulla griglia di parten-

za, in diretta tv con un’espressione colorita aveva detto: «Parto per fregarne più che posso». Ha cambiato idea constatando che non ha più il passo dei tempi d’oro o è stato gentilmente “convinto” della Du-

HO PROVATO LE SENSAZIONI DEI VECCHI TEMPI, MA BASTA COSÌ TROY BAYLISS TRE VOLTE IRIDATO SBK

cati? In serata Michele Pirro si è fatto avanti per la seconda volta e in un Mondiale dove il solo italiano all’arrivo è stato Matteo Baiocco 8° e 10°, il 28enne pugliese tester MotoGP è la scelta più sensata. Tra

l’altro conosce benissimo la Panigale con cui correrà nell’italiano. NOALE Nelle due sfide in fotocopia l’Aprilia sembrava avere il potenziale per giocarsela, ma Rea è scattato a razzo dalla pole, ha guadagnato subito un paio di secondi e per Leon Haslam è stata notte fonda. Troppo forte il 28nne nordirlandese, 18° trionfo e 3a doppietta in carriera, che su questo circuito piatto ma velocissimo ha messo le ali a una Kawasaki che sembrava sui binari. Non quella del compagno Tom Sykes, iridato nel 2013 (e mai peggio di 2° in campionato nelle ultime tre stagioni) affondato in 3a e 5a posizione a distanza siderale dal compagno. L’Aprilia porta a casa anche i due quarti posti del debuttante spagnolo Jordi Torres, che dopo un finale di gara-1 arrendevole («Sykes frenava fortissimo, non sono pronto per attaccare campioni come lui»), ha sfoderato gli artigli sbarazzandosi del britannico in disarmo.

col terzo tempo, Chaz Davies è finito due volte nella polvere rovinando la domenica della Ducati a digiuno da due anni. Col nuovo regolamento la bicilindrica avrebbe dovuto dominare. Ma recuperato il divario in velocità massima, «adesso ci manca accelerazione e per tenere testa alle quattro cilindri bisogna esagerare in frenata, col risultato che avete visto» si è difeso il 28enne gallese. Ma c’è anche un problema pilota: Davies ha girato soltanto 2-3 decimi più forte del vecchio Bayliss.

ROSSA Scattato in prima fila

ANALISI La supremazia di Rea

Jonathan Rea, 28 anni, ha già vinto 3 manche nel 2015 ALEX PHOTO

ha ucciso lo spettacolo, ma al pubblico (e al promoter Dorna...) è bastata l’impresa in Supersport del 26enne Rattaphark Wilairot, 26 anni, primo thailandese a vincere una gara del Mondiale, con tanto di primato in classifica. L’ex pilota del Motomondiale (8 stagioni tra classe 250 e Moto2), scampato per miracolo a un gravissimo incidente stradale, ha approfittato dell’uscita di scena della MV Agusta (cedimento di una valvola) che ha fermato il volo del francese Jules Cluzel. Sesto posto per Roberto Rolfo (Honda). © RIPRODUZIONE RISERVATA

Risultati GP Thailandia (m. 4.554). Gara-1 (20 giri, km. 91,080): 1. Rea (GB-Kawasaki) in 31’33”852 media 173,133 km/h; 2. Haslam (GB-Aprilia) a 6”329; 3. Sykes (GB-Kawasaki) a 8”183; 4. Torres (Spa-Aprilia) a 8”513; 5. Guintoli (Fra-Honda) a 20”502; 6. Baiocco (Ita-Ducati) a 26”118; 7. Lowes (GB-Suzuki) a 26”149; 8. Salom (SpaKawasaki) a 27”925; 9. Bayliss (AusDucati) a 28”174; 10. Mercado (ArgDucati) a 32”174; 11. Davies (GB-Ducati) a 37”330; 12. Terol (Spa-Ducati) a 37”902; 13. De Puniet (Fra-Suzuki) a 37”902; 14. Barrier (Fra-Bmw) a 50”099; 15. Ramos (Spa-Kawasaki) a 59”457; 16. Gildenhuis (Rsa-Kawasaki) a 1’20”519; 17. Barragan (Spa-Kawasaki) a 1’20”931; 18. Toth (Ung-Bmw) -1 giro; 19. Sikora (Pol-Bmw). Gara-2 (20 giri): 1. Rea in 31’31”173 media 173,378 km/h; 2. Haslam a 4”946; 3. Lowes A. a 8”701; 4. Torres a 10”628; 5. Sykes a 14”326; 6. Guintoli a 21”060; 7. van der Mark a 21”246; 8. Baiocco a 23”868; 9. Salom a 25”744; 10. Mercado a 29”692; 11. Bayliss a 34”533; 12. Terol a 38”323; 13. Barrier a 45”834; 14. Ramos a 45”955; 15. Davies; 16. Guildenhuis; 17. Nakcharroensi (Tha-Honda); 18. Toth; 19. Sikora; 20. Chumjai. Classifica Sbk: 1. Rea p. 95; 2. Haslam 85; 3. Sykes 50; 4. Guintoli 41; 5. Torres 39; 6. Davies 38; 7. Lowes 32; 8. Baiocco 30; 9. Terol 26; 10. Mercado 21; 11. Vd Mark 20; 12. Salom e Bayliss 15; 14. Camier 14; 15. De Puniet 12; 16. Barrier 10; 17. Ramos 9; 18. Barragan 3; 19. Pegram e Metcher 2; 21. Ponsson 1. Costruttori: 1. Kawasaki p. 95; 2. Aprilia 85; 3. Ducati 50; 4. Honda 43; 5. Suzuki 41; 6. MV Agusta 14; 7. Bmw 10; 8. Ebr 2. Supersport (17 giri): 1. Wilairot (ThaHonda) in 27’57”523 media 166,141 km/h; 2. Sofuoglu (Tur-Kawasaki) a 1”828; 3. Jacobsen (Usa-Kawasaki) a 1”860; 6. Rolfo (Kawasaki) a 13”559; 7. Faccani (Kawasaki) a 14”025; 9. Baldolini (MV Agusta) a 21”690. Classifica: 1. Wilairot p. 36; 2. Sofuoglu 30; 3. Cluzel (MV Agusta) 25. Costruttori: Honda p. 41; 2. MV 32; 3. Kawasaki 30; 4. Yamaha 8. Prossimo round: 12/4 Aragon (Spa).

FORMULA 1

Alonso supera gli esami, ora manca solo l’idoneità Fia 1Memoria e riflessi ok per i medici

inglesi, ma il test finale sarà in Malesia Si farà chiarezza sull’incidente?

F

ernando Alonso è pronto al rientro. Ieri, a Cambridge, ha superato la prima parte degli esami medici a cui deve sottoporsi per tornare al volante domenica nel GP di Malesia. Lo spagnolo ha affrontato sia controlli sulla memoria a breve e lungo termine sia prove di riflessi. Test necessari, dopo l’incidente del 22 febbraio sul circuito del Montmelò, quando la sua McLaren uscì di strada con una dinami-

ca stranissima, andando a picchiare contro il muro alla curva 3. Alonso perse conoscenza e al risveglio in ospedale manifestò amnesie retrograde, al punto (sembra) di non ricordare alcune persone e fatti della sua vita. Da qui, la necessità di controlli approfonditi, effettuati ieri presso la clinica universitaria inglese. ULTIMO PASSO Ora allo spagnolo, per ottenere l’idoneità,

Fernando Alonso, 34 anni, è al primo anno con la McLaren CANONIERO

manca solo il via libera dei dottori della Federazione internazionale, che lo visiteranno giovedì a Sepang. Ma il suo manager ha affermato che dovrebbe trattarsi di una formalità. Alonso nei giorni scorsi è stato a Woking, nella sede della McLaren, per allenarsi al simulatore in vista del ritorno. In Malesia troverà condizioni climatiche estreme, che esigeranno condizioni fisiche ottimali, dopo lo stop di un mese ordinato dai medici. Una quarantena lunghissima, se paragonata ad incidenti anche molto più gravi che hanno coinvolto altri piloti, al punto da costare ad Alonso la rinuncia al GP d’apertura

del Mondiale in Australia. Il pericolo di un altro urto, a meno di tre settimane da quello del Montmelò, sarebbe stato alla base del divieto dei medici. Restano però molti punti oscuri sulla vicenda. La macchina di Alonso, infatti, aveva rallentato seguendo una traiettoria del tutto inusuale, come confermato da varie fonti, e questo ha generato il sospetto che lo spagnolo possa aver perso conoscenza prima dell’urto, per un malore o una scarica elettrica dalla vettura. Vedremo se i chiarimenti della Fia, che ha condotto un’inchiesta, saranno convincenti. © RIPRODUZIONE RISERVATA


Motomondiale R Verso il GP Qatar

LUNEDÌ 23 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

A TU PER TU

CONTENUTO PREMIUM

Valentino

titolo e poi ci sposiamo…”. Per questo non sono ancora arrivate le nozze? Sorride. «Con Linda va tutto bene, ma non abbiamo parlato di matrimonio».

«LINDA ASPETTAMI, VINCO IL TITOLO E ... CONTINUO A CORRERE» ti. Siamo pronti. E curiosi».

L’INTERVISTA di FILIPPO FALSAPERLA

Avesse 20 anni sarebbe preoccupato di avere a che fare con Marquez o penserebbe di poterlo battere? «Sarei preoccupato. E non sarei sicuro di poterlo battere. Mi sarebbe decisamente piaciuto confrontarmi con lui avendo la sua stessa età! Anche se, sinceramente, ora mi sento in forma come lo sono stato poche volte in carriera».

M

oto. Sempre moto. Solamente moto. A qualcuno potrebbe sembrare un’ossessione, ma per Valentino Rossi è semplicemente… la vita. La cosa, forse l’unica, che gli piace veramente. Sole o pioggia. Se potesse, tutti i giorni, feste comandate comprese, sarebbe in sella. A guidare, soprattutto a sfidare se stesso o l’avversario di turno. Forse proprio per questo i suoi avversari ben più giovani – a 36 anni è il «nonno» della griglia, Marc Marquez aveva solo 3 anni quando Vale vinse la prima gara nel 1996 – lo rispettano e invidiano. «Non so se sarei come lui alla sua età», dicono quando si pone loro il paragone. Difficile. Forse impossibile vedere tanta passione a questa età, con il suo conto in banca e la possibilità di fare qualsiasi cosa voglia. Ma Vale è così, scanzonato ma non quando si parla di corse. Lì non c’è barriera che tenga. La 19a stagione che va a iniziare nella notte di domenica in Qatar lo vede in forma, concentrato, sempre più «incarognito» verso l’obiettivo del 10° Mondiale che sembrava impossibile e che invece ora è diventato «soltanto» difficile. E alla vigilia si apre. Corse e non solo. Come sempre. Valentino, dopo la stagione dei test finalmente si fa sul serio: tre giorni e si inizia a giocare per il Mondiale. Che bilancio si può fare dell’inverno? «Abbiamo fatto test decisamente positivi. Siamo stati abbastanza veloci a Sepang come in Qatar, sul giro secco e sul passo. La M1 è migliorata, è la cosa più importante. Sarà una stagione molto “stretta”, con tanti piloti capaci di essere veloci». Vede un favorito netto? «Da quel che dicono i test, i primi 10 saranno molto vicini. Quindi per stare davanti bisognerà essere al 100%: sotto su tutti i punti di vista».

Aveva detto che le sarebbe piaciuto correre e battere suo fratello. Sembrava un’esagerazione invece quella generazione è in pista e lei è in piena forma: cosa le dà questa voglia e questa volontà? «È un’idea molto stimolante quella di correre davvero contro mio fratello! Anche perché vorrebbe dire che Luca avrebbe dimostrato di meritare la MotoGP. Io ho ancora tanta voglia, mi sento in forma, mi diverto e spero di correre ancora per tanti anni. Magari contro di lui…».

Valentino Rossi, 36 anni, in sella alla sua Yamaha M1 con un passeggero speciale: Linda Morselli, da 3 anni la sua fidanzata MILAGRO

Ha due anni di contratto, ma se dovesse vincere il titolo si ritirerebbe da campione o metterebbe tutto sul tavolo per dare la rivincita ai ragazzini? «C’è il contratto e soprattutto tanta voglia di correre. Al momento non guardo più lontano di questi due anni. Nel 2016, poi, cambieranno tante cose: regolamento, gomme, elettronica. Sarà interessante vedere cosa succederà. Anche per questo non faccio programmi».

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MI SAREBBE PIACIUTO LOTTARE CON MARC ALLA STESSA ETÀ SU MARQUEZ «IL MIO RIVALE»

È STIMOLANTE ALLENARSI CON I RAGAZZINI. MI FA SENTIRE GIOVANE SULL’ACADEMY «PROGETTO CHE SENTO MIO»

Confessi: ha detto alla sua fidanzata Linda “vinco il

NON PARLO DI MATRIMONIO, NEI PROSSIMI 10 ANNI VORREI UN FIGLIO

Inizia a diventare “vecchio”. Ancora nessuna idea per un Valentino junior? «Diciamo che nei prossimi 10 anni vorrò un figlio…». Guadagna più da pilota o proprietario della Vr46? «Non son sicuro, ma penso ancora come pilota». Sarà una stagione intensa: un decimo titolo in cui credere e progetti molto importanti come il team in Moto3 e i piloti dell’Academy che corrono nei vari campionati. Come vive questi nuovi impegni? «La cosa più importante è che bisognerà cercare di essere competitivo in ogni circuito, essere forte, veloce, arrivare davanti. Il resto è bello, perché abbiamo un sacco di progetti interessanti con la VR46, soprattutto l’Academy e il team». Queste «distrazioni» sono anche uno stimolo? «Sicuramente sono progetti molto entusiasmanti. L’Academy, poi, è qualcosa che sentiamo davvero nostra. È un progetto bello, perché stiamo cercando di aiutare un po’ di piloti italiani a correre nei team giusti. Vogliamo aiutarli nel loro percorso e tra questi c’è anche mio fratello, che corre nel Cev, il campionato spagnolo, Moto2. Per me è molto stimolante, ci alleniamo insieme, andiamo in palestra, in moto. È bello stare con questi ragazzini. Aiuta ad avere un bel clima quando sei a casa e a sentirsi più giovani». Vede all’orizzonte il suo erede italiano? Chi è? «Nell’Academy abbiamo piloti molto forti, sono tutti potenziali miei eredi. Anzi spero proprio che il mio erede sia fra loro». Lorenzo sembra molto in forma. Il fatto che possa essere subito veloce, può aiutare per l’obiettivo comune, battere Marquez? «Non credo. Nel senso che Jorge è un pilota fortissimo e rimane un avversario da battere. Devo dire, però, che è interessante sviluppare la moto con lui, perché sa dare indicazioni interessanti». Adesso riuscite anche a lavorare insieme? «Sicuramente parliamo, ci confrontiamo. C’è sempre da imparare, anche da questa situazione. È bello vedere come spesso diciamo le stesse cose, arrivando da ragionamenti diversi. Ogni pilota, quando guida, fa più attenzione a certe sensazioni che ad altre. Sono due punti di vista interessanti, diversi ma alla fine coincidenti». La cosa più bella che vorrebbe da questa stagione, titolo a parte? «Vincere delle belle gare, più del 2014». E l’errore che non vuole assolutamente fare? «Buttare via punti». © RIPRODUZIONE RISERVATA

La grande novità della Yamaha 2015 è il «seamless» (cambio veloce) anche in staccata. Accolta positivamente sia da Lorenzo, sia da lei. Avendolo provato su due piste differenti, può dire quanto è cambiata la M1 con questo nuovo sistema? «Il seamless ci aiuterà. Funziona bene e in staccata aiuta a fermare la moto più facilmente. Non porta un vantaggio enorme, ma è un miglioramento. Soprattutto è un vantaggio gratuito, non perdi nulla, non ha la controparte negativa». Che sensazioni ha a pochi giorni dal via? «Il clima in Yamaha è sempre positivo. Siamo molto carichi. Silvano, Matteo (Galbusera e Flamigni, rispettivamente capotecnico ed elettronico, n.d.r.), tutti i ragazzi del team sono molto in forma, motiva-

9 ● I Mondiali di Rossi: 1 in 125 (1997), 1 in 250 (1999) su Aprilia, 1 in 500 (2001) su Honda e 6 in MotoGP: 200203 su Honda, 2004-05 e 2008-09 su Yamaha

SUL FUTURO «LA MIA FAMIGLIA»

SOTTO I FARI DI LOSAIL, DOMENICA INIZIA LA STAGIONE. ROSSI A 36 ANNI PROVA A PRENDERSI LA DECIMA. E LA PENSA COSÌ


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LUNEDÌ 23 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT


Motori R Speciale CAMPIONATO ITALIANO

LUNEDÌ 23 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

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IN VETRINA

RALLY

TROFEO CLIO R3T PRODUZIONE

Ferrarotti perde tempo Andolfi domina e vince

IN COLLABORAZIONE CON

ACI

La Clio di Fabrizio Jr. Andolfi e Paolo Rocca 2

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● Dopo una fugace apparizione la passata stagione, quest’anno il testimone di protagonista del trofeo è passato alla Clio R3T: a siglare la prima vittoria sono Fabrizio Jr. Andolfi e Paolo Rocca della RS Sport. Un primato maturato sin dalle prime battute, quando il diretto concorrente Ivan Ferrarotti, navigato da Manuel Fenoli, ha perso 25’ per una uscita, mentre Luca Rossetti non è andato oltre la PS2. Da Sanremo (l’11 aprile) saranno cinque le R3T, con Scattolon e lo sloveno Humar.

TROFEO TWINGO R2 TOP ● 1. Alessandro Perico e Mauro Turati vincono il 38° Rally Il Ciocco e Valle del Serchio su Peugeot 208 T16 R5, gommata Pirelli ● 2. Il pilota dell’Aci Team Italia, Giuseppe Testa e Emanuele Inglesi, sono primi nel tricolore rally Junior su Peugeot 208 R2 ● 3. A bordo di una Ford Fiesta R5 gommata Hankook, Nicola Caldani #NC3 e Sauro Farnocchia sono secondi assoluti al rally toscano PHOTO4

Sette al via: Bernardi hurrà Buon recupero di Panzani

Ciocco, l’inizio è col botto E Perico si prende la scena 1Emozioni e imprevisti: è una giornata da dimenticare per i big Va alla Peugeot 208 T16 la prima del Campionato italiano Rally Luca Bartolini

O

na la Citroën Ds3 R5 della scuderia Procar ad un meritato piazzamento di assoluto rilievo. Al terzo posto ha invece chiuso Nicola Caldani, un ex giovane talento del rallismo tricolore, rallentato nella sua ascesa da budget sempre limitati e spesso assenti, che con la sua Ford Fiesta R5 ha ottenuto costantemente tempi di assoluto rilievo. Il versiliese ha così portato la vettura gommata Hankook, subito alle spalle della prime due gommate Pirelli. Bravi i primi tre, come bravo anche Stefano Albertini che con la sua Peugeot 208 T16 R5 si è piazzato alla fine. Dal bresciano, pilota giovane ma ormai di una certa esperienza, data la sfortuna che ha colpito

sservi il podio della prima gara del CIR, con le facce sorridenti di Alessandro Perico, Rudy Michelini, Nicola Caldani, i primi tre del 38° Rally del Ciocco e Valle del Serchio (organizzato dalla Organization Sport Events), ed hai un attimo di smarrimento, mentre con lo sguardo cerchi invano i volti dei soliti noti, Andreucci, Basso, Scandola. Ma poi comprendi, leggendo nei loro occhi la gioia immensa che cancella completamente i segni della fatica per la lunga corsa appena finita, che questi sono i rally, che questa è la vera magia di un sport, l’unico al mondo, in cui la forza degli squadroni ufficiali dai budget illimitati, spesso, non è sempre sufficiente.

LE CLASSIFICHE

PODIO A SORPRESA Vincono la freschezza, la determinazione, la passione. Perdono le polemiche, i sospetti; trionfa lo sport. Domani tutto questo sicuramente cambierà, ma, oggi, fateci gustare questo attimo. Vincono Alessandro Perico e Mauro Turati, Peugeot 208 T16 R5, con il bergamasco veloce fin dal via, spesso più veloce di tutti gli altri anche nelle prime fasi di gara. Lui, riassapora il successo nel Campionato Italiano Rally dopo quasi due anni, non vinceva dal 1000 Miglia del 2013, e si conferma comunque pilota veloce ed ora anche affidabile. Alle sue spalle il lucchese Rudy Michelini, in gara spot nel Cir, che porta insieme al suo navigatore Michele Per-

38° RALLY IL CIOCCO E VALLE DEL SERCHIO 1. Perico-Turati (Peugeot T16 R5) in 1h54’32”3; 2. MicheliniPerna(Citroen DS3 R5) a 35”5; 3. #NC3-Farnocchia (Ford Fiesta R5) a 45”; 4. Albertini-Fappani (Peugeot 208 R5) a 56.9; 5. Andreucci- Andreussi (Peugeot T16 R5) a 2’25”8; 6. BaccegaOttaviani (Ford Fiesta R5) a 3’59”9. Classifica CIR Assoluto 1. Perico 15 punti; 2. Caldani 12; 3. Albertini 10; 4. Andreucci 8; 5.Baccega 6; 6.Ciava 5; 7.Tassone 4. CIR Produzione 1. Scattolon 15; 2. Andolfi 12; 3. Ferrarotti 10. CIR Junior 1. Testa 15; 2. Tassone 12; 3. Marchioro 10. CIR Costruttori 1. Peugeot 19; 2. Ford 15; 3. Renault 3. Costruttori Produzione Renault 15. Trofeo Clio R3T 1. Andolfi 62; 2. Ferrarotti 53. Trofeo Twingo R2 Top 1. Bernardi 64; 2. Panzani 46. Classifica di gara Trofeo Suzuki Rally Trophi/Trofeo ACI R1: 1. Gubertini in 2h15’04”7; 2.Uliana a 58”; 3. Amorisco a 2’17”5; 4.Saresera a 3’48”4; 5.Denaro a 3’50”8, 6. Strabello a 7’21”6.

a ripetizione i big, ci si aspettava forse una gara più grintosa ed un piazzamento migliore. Dicevamo dei big: alla fine il bilancio è veramente pesante con il solo Paolo Andreucci, Peugeot 208 T16 R5, che raccoglie qualche punto, mentre Giandomenico Basso, Ford Fiesta R5 alimentata a gpl, e Umberto Scandola, Skoda Fabia Super 2000, non hanno nemmeno visto il traguardo, il primo per una toccata ed il secondo per un guasto meccanico. GIOVANI PROMESSE Ma il Rally del Ciocco ha soprattutto detto molto sulla salute e la qualità del movimento rallistico tricolore, in particolare su i giovani piloti, molti dei quali già selezionati per l’Aci Team Italia. La battaglia nello junior tra Giuseppe Testa, Michele Tassone, entrambi su Peugeot 208 R2, e Luca Panzani, Renault Twingo, è stata straordinaria. Straordinari i tempi fatti registrare dai ragazzi terribili del rallismo tricolore, ma anche altri sono stati veramente bravi. Un nome per il futuro, segnatelo: è quello di Damiano De Tommaso, 19 anni e veramente un gran bel piede. Sempre tra i giovani che vanno fortissimo c’è anche il vincitore tra i partecipanti al Campionato Italiano Produzione: Giacomo Scattolon che lo scorso anno ha dominato lo Junior, ha infatti festeggiato il passaggio alla serie superiore con la vittoria ottenuta, con la Renault R3C, davanti a Fabrizio Andolfi Junior, secondo con la Renault R3T. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Cos’è successo a Basso,Scandola e Andreucci?

La Twingo di Giorgio Bernardi e Paolo Zanini ● Sette le Twingo R2 al via del trofeo loro dedicato, con Giorgio Bernardi e Paolo Zanini che ottengono il primo centro al Ciocco precedendo Luca Panzani e Sara Baldacci, attardati da problemi nel corso della prima tappa e rientrati in gara grazie al lavoro della Gima Autosport nel corso della notte. Alle loro spalle chiudono il podio del Trofeo Twingo R2 Top Federico Bottoni e Daiana Ramacciotti, mentre la classifica del trofeo vede in quarta posizione il duo rosa Federighi-Spinetta.

SUZUKI RALLY TROPHY/ TROFEO ACI R1

La Peugeot di Andreucci a fuoco ● (l.b.) Gara da dimenticare praticamente per tutti i favoriti per la vittoria nel tricolore rally. Il migliore alla fine è stato Paolo Andreucci, con la Peugeot 208 T16 R5 ufficiale. Partito con il passo del dominatore, il toscano si è ritrovato con una pinza dei freni a fuoco nella seconda prova. Una boccetta di un integratore, era finita sotto il pedale del freno, mandando in tilt per quattro lunghe prove l’impianto frenante. Per Basso invece, Ford Fiesta R5, una scivolata sul viscido con susseguente toccata è stata la causa del ritiro quando il trevigiano sembrava già imprendibile. Sulla Skoda di Umberto Scandola si è rotto invece qualcosa quando il veronese era in terza posizione. Una posizione più che buona considerando che Scandola era l’unico dei big a correre ancora con una Super 2000.

È una bella sfida La spunta Gubertini

Claudio Gubertini e Alberto Ialungo ● Al Rally del Ciocco un bel lotto partenti per il Suzuki Rally Trophy, alla sua seconda edizione e valido anche per il Trofeo Aci R1, riservato alle vetture di Gruppo R1. 13 SWIFT Sport 1.6 Gruppo R1 che sono scese insieme ai concorrenti del CIR. Una bella sfida che ha visto il trionfo di Claudio Gubertini insieme a Alberto Ialungo, migliore in ben 8 prove. Dietro all’emiliano si sono classificati il pilota della TRT La Scuderia, Alessandro Uliana e il cuneense Paolo Amorisco. Quarto assoluto il lombardo Saresera seguito dal siciliano Sergio Denaro della Messina Racing Team.


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Ciclismo R La 106a edizione della Classicissima

BRAVI&CATTIVI di LUCA GIALANELLA JOHN DEGENKOLB GIANT-ALPECIN 26 ANNI

LUCA PAOLINI

NICCOLÒ BONIFAZIO

MICHAEL MATTHEWS

KATUSHA 38 ANNI

LAMPRE-MERIDA 21 ANNI

ORICA-GREENEDGE 24 ANNI

9

10

8,5

8

Il migliore Quattro Sanremo: 5° nel 2012, 18° nel 2013, foratura ai piedi del Poggio nel 2014, 1° ieri, nella giornata perfetta. Di Zabel disse: «Ricordo le Sanremo che perse». Capito? Ci aveva impressionato al Dubai Tour, quando ha vinto di forza su uno strappo. Può centrare Fiandre e Roubaix ANSA

Ma dove lo troviamo un altro così? Gregario? Riduttivo. Ha 38 anni, ma con l’esperienza e l’astuzia si è portato a spasso il gruppo sul Poggio. La Nazionale non può perderlo BETTINI

È uno spirito libero, ha un carattere tutto suo. Ma il ligure della Lampre, 21 anni, alla prima Milano-Sanremo si è confermato velocissimo e di grande qualità SIROTTI

L’australiano dell’Orica, già maglia rosa al Giro 2014, era in gran forma: tappa alla Parigi-Nizza. Ma ha commesso un errore: perdere la ruota di Bonifazio da Degenkolb ANSA

Herr Sanremo è Degenkolb L’Italia scopre Bonifazio: 5° 1In Via Roma il tedesco nega il bis a Kristoff Sagan è solo 4°. Il ligure, 21 anni, fa sognare

Luca Gialanella INVIATO A SANREMO (IMPERIA)

V

i aspettavate un tedesco vecchia maniera? «Ja», «Nein», al quale tirare fuori risposte scontate in stile Germania orientale? Beh, scordatevelo. John Degenkolb è uno di noi. Uno latino, anche se arriva da Gera, vicino a Lipsia. Perché è cresciuto in Baviera sin da piccolino. Divertente a parole, regala battute una dietro l’altra. E in bici non è per niente scontato. A 26 anni, Degenkolb centra la Milano-Sanremo della svolta. Per la Germania e l’Italia. NUOVO CICLO Sì, il libro della storia gira pagina. Dopo la vittoria di Ciolek nel 2013 (Classicissima dimezzata per neve), si entra definitivamente nella nuova era della Germania, che può vantare ruote velocissime come loro due e Kittel. Ma se quest’ultimo si sta specializzando nelle tappe dei grandi giri e basta, Degenkolb è in rampa di lancio per diventare un vero signore delle classiche. Dopo il quarto posto al Mondiale 2012, le vittorie ad Amburgo 2013 e Gand-Wevelgem 2014, ecco la classica più affascinante. Il salotto buono dello sprint, con il ritorno in via Roma dopo otto anni. E come ai tempi di Merckx o De Vlaeminck o Saronni, ecco quell’accelerazione bruciante di De-

Il trionfo in via Roma di John Degenkolb su Alexander Kristoff (a sinistra) BETTINI

genkolb che soffia il bis al norvegese Kristoff negli ultimi cinquanta metri. Via Roma, lacrime di gioia e di disperazione. Terzo l’australiano Matthews, che perde la corsa ai 150 metri quando Degenkolb lo toglie dalla ruota di Bonifazio. Cinque dei primi sei arrivano dalla Parigi-Nizza. Sagan, quarto, dalla Tirreno-Adriatico. Piazzato un’altra volta.

300 metri per vincere. Dopo 293 km e quasi 7 ore, sotto pioggia, vento e sole, a Bonifazio non possiamo rimproverare nulla. Anzi. Lotta sulla bici, si contorce, si alza e si siede, spinge. Quinto. E se riapriamo i libri di storia, le cifre ci dicono che era dal 1978 che un italiano così giovane non entrava nei primi cinque della Classicissima: si chiamava Beppe Saronni, aveva 20 anni, e a Sanremo arrivò seconLA CHIAVE do alle spalle di De Vlaeminck. Bonifazio ha 21 anni, Cimolai 25. Sette posizioni

TRICOLORE Ma la svolta è anche italiana, eccome. Niccolò Bonifazio è nato il 29 ottobre 1993, è di Diano Marina, ai piedi di Capo rimontate negli FATICA È stata una Sanremo di Berta. A cinque pedalate dall’arri- ultimi 300 metri: grande fatica. La pioggia per due vo è ancora secondo, nella scia di John ha vinto così terzi di gara indurisce le gambe. E Kristoff. Al debutto nella Classicispoi le cadute, soprattutto quella a sima, a 21 anni. Il ligure della Lam- Bonifazio era metà della discesa del Poggio: a 50 pre-Merida è all’esame di maturità all’ora, Gilbert vola verso il materasso in uscita da una curva a dee, dopo i successi nella Coppa Ago- al debutto: nessuno stra, gli franano sopra l’iridato stoni e a Lugano, sale sul palcosce- così giovane nei 5 nico. Certo, nella fotografia del- da Saronni 2° nel ‘78 Kwiatkowski, Stybar e Ciolek. Il campione del mondo, in particolal’arrivo lui è quinto e il compagno Davide Cimolai ottavo, e quando due della stessa re, era quello che pedalava meglio. Pochi minuti squadra finiscono così qualcosa non ha funziona- prima, aveva risalito il gruppo mentre si aggiuto. Bonifazio doveva tirare la volata a Cimolai, stava i calzini. Non aveva attaccato sul Poggio, è giusto? Ma nella «esse» agli 800 metri, prima del- vero, le energie erano giuste giuste, sul falsopiala Fontana, si perdono. Bonifazio davanti, a ruo- no dopo il Santuario il vento era laterale, e Paolita di Kristoff, e Cimolai dietro: in mezzo c’è De- ni aveva giocato di astuzia in testa. In ogni caso, genkolb, che rimonta sette posizioni negli ultimi Kwiatkowski lo sottolinea: «Indossate sempre il

casco, a me ha salvato la vita». E così nel finale mancano Cancellara, dopo un gran lavoro di squadra; Van Avermaet, con Oss sugli scudi tra Cipressa e Poggio; e Nibali. Ci dispiace vederlo così remissivo, è stata la peggior Sanremo del siciliano negli ultimi anni: ultimo del gruppetto sul Poggio, con la sua maglia tricolore. Qui non è soltanto forma fisica. È evidente che il siciliano qualche pensiero ce l’ha, altrimenti, soltanto per il suo orgoglio, un segnale sulla strada verso Sanremo l’avrebbe lasciato. Il ritiro sul Teide gli servirà per isolarsi e ritrovare quella pedalata che, alle Ardenne, speriamo, torni a far sognare. ESEMPLARE Ma accanto a Degenkolb c’è un altro vincitore. È Luca Paolini, 38 anni: ci ha ricordato quanto fece Perini con Bugno in Nazionale al Mondiale di Benidorm 1992. È andato a prendere Kristoff, ultimo del gruppo sull’Aurelia tra Cipressa e Poggio, ha tirato salita e discesa del Poggio. Con l’astuzia ha rilanciato nel tratto prima dello scollinamento per rubare ancora qualche centinaio di metri agli attaccanti, e ha lasciato il norvegese, primo nel 2014, davanti al traguardo ai 250 metri. Come Petacchi nel 2004. Ma Kristoff ha sbagliato un calcio di rigore a porta vuota: e l’errore è stato suo. In Via Roma una volata così lunga si paga. © RIPRODUZIONE RISERVATA


LUNEDÌ 23 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

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ALEXANDER KRISTOFF

GREG VAN AVERMAET

VINCENZO NIBALI

PETER SAGAN

FABIAN CANCELLARA

MARK CAVENDISH

KATUSHA 27 ANNI

BMC 29 ANNI

ASTANA 30 ANNI

TINKOFF-SAXO 25 ANNI

TREK 34 ANNI

ETIXX-QUICK STEP 29 ANNI

7

Primo nel 2014, 2° nel 2015. Solo Zabel ha fatto meglio dal Duemila: 1° nel 2000 e 2001. Ma il norvegese doveva essere più oculato nella gestione della volata, di testa quasi 300 metri... ANSA

5,5

La sua Bmc è stata una delle più attive negli ultimi 80 km: bene le mezzepunte come Oss (voto 7), sono mancati i leader. Quelle del belga sono state punzecchiature BETTINI

5

Sulla Cipressa non è successo niente e neanche lui si è mosso. Lo aspettavamo sul Poggio, ma si è staccato: era ultimo, al fianco di Greipel. Non lo merita GETTY IMAGES

5

Se avesse avuto Paolini come gregario, avrebbe vinto. Ai 150 metri ancora non si vede, alla fine è 4°. E il compagno Breschel, 12°? Non ci è parso lucido negli ultimi 2 km BETTINI

5

Sempre sul podio negli ultimi quattro anni, stavolta arriva 7° ma non combatte mai. Eppure la gara è stata molto dura. Ottimi i gregari Nizzolo e Felline (voto 7 a entrambi) SIROTTI

JOHN DEGENKOLB

L’ex poliziotto in lacrime «Mi è riuscita una magia» 1«L’arrivo pura emozione: a 50 metri dalla linea non credevo di battere Kristoff, poi le forze si sono capovolte. E io sono risorto»

ALTIG, ZABEL E CIOLEK I TEDESCHI GIÀ PRIMI ALLA SANREMO

● John Degenkolb (nella foto AFP, sul podio tra Alexander Kristoff, a sinistra, e Michael Matthews) è il quarto tedesco a vincere la Sanremo: prima di lui ci erano riusciti Rudi Altig (1968), Erik Zabel (1997, 1998, 2000 e 2001) e Gerald Ciolek (2013). Con 7 vittorie la Germania è quarta dopo Italia (50), Belgio (20) e Francia (12)

Marco Pastonesi INVIATO A SANREMO (IMPERIA)

L

a corsa perfetta. Quella dei sogni e delle strategie, quella dei sincronismi e delle coincidenze. Ma anche quella che rincorri da tutte le corse, come se tutte fossero state indicazioni, prove, test, studi, elaborazioni, perfezionamenti.

LA SPADA John Degenkolb fa la corsa perfetta. In tedesco, «Degen» significa spada, «Kolben» calcio o stantuffo o pistone. Nel suo ciclismo – che non è solo forza e potenza al quadrato – c’è tutto questo: lo stantuffo, per rullare, spianare, coprire, e poi la spada, per trafiggere. Ventisei anni. Nato a Gera, per 10 mesi ancora Germania dell’Est. A due anni la famiglia si trasferisce in Baviera, Germania dell’Ovest, e del Sud: John, oltre alla faccia mediterranea, guadagna anche il sorriso latino. A ot-

to anni John guarda in tv la vittoria al Tour de France di Jan Ullrich — tedesco dell’Est —, salta su una bici e partecipa alla prima gara, 2 chilometri, sufficienti perché il papà, ex corridore, intuisca le doti atletiche del figlio. Ma da buon papà, perdipiù tedesco dell’Est, fra l’incertezza del ciclismo professionistico e la certezza di un posto statale, spinge il figlio a una scuola di polizia. John si fa quattro anni di teoria, più due di pratica, diventa poliziotto (e ringrazia il papà di averlo convinto). Perché la scuola di polizia è una buona base anche per la scuola di ciclismo. E i risultati sono qui. LA CORSA La corsa perfetta rende l’uomo felice: «Non posso crederci, così tante emozioni, vincere in via Roma è incredibile. Sapevo esattamente com’era via Roma, l’avevo provata tante volte, e questa era la mia quarta Milano-Sanremo, qui vince chi

Sulla Cipressa ha avuto un ennesimo guaio meccanico al cambio: gli è caduta la catena. Ha dovuto inseguire e si è spento, ha consumato troppe energie. Vuoto nel finale BETTINI

le magia, perché questa corsa è magica, si comincia a Milano, un altro mondo, dove tutti sono nervosi, c’è chi cade anche nel tratto di trasferimento dalla partenza ufficiosa a quella ufficiale. Bisogna pensare soltanto a salvare le gambe, almeno fino all’Aurelia. È come se ci fossero due corse, la prima non competitiva, la seconda vera, autentica, crudele. In questa corsa bisogna trovare l’equilibrio giusto, né troppo avanti né troppo indietro. E poi seguire l’istinto. I velocisti sono killer». E hanno la licenza di uccidere. Gli avversari. «L’arrivo è stato pura emozione. Cinquanta metri prima della linea non pensavo di poter superare Kristoff. Poi le forze si sono rovesciate. Io sono risorto, lui è morto sul traguardo».

f IL VINCITORE

clic

4,5

ha esperienza, e si cresce anno dopo anno, anche attraverso delusioni e sacrifici. È stata una corsa molto dura, ma per me le corse dure sono ideali. Io sono un corridore con un grande motore perfetto per sopravvivere alle classiche e se, alla fine, in fondo, c’è uno sprint, è anche meglio. Freddo, acqua, stress: queste condizioni per me sono ideali, meglio così che con il caldo e il sole. Oggi tutti abbiamo sofferto, e la sofferenza è stata la chiave per la mia vittoria».

«LA SOFFERENZA È STATA LA CHIAVE DEL SUCCESSO. VIA ROMA? MITICA» JOHN DEGENKOLB (FOTO ANSA)

MOMENTO Non la sola chiave: «Non essere stato considerato tra i maggiori favoriti non è stato uno svantaggio. Mi sono preparato molto bene in inverno e sono entrato in forma al momento giusto. Una vittoria al Dubai Tour, poi non sono diventato matto perché non ho vinto tappe alla Parigi-Nizza. E oggi (ieri, ndr) sono stato invisibile sino a via Roma, e questa è stata la mia magia. Ci vuo-

IL CUORE Ma Degenkolb non è solo spada e stantuffo, è anche cuore e anima. E sul podio non si trattiene, e piange: «Un’emozione forte, fortissima. L’anno scorso erano lacrime di delusione, perché avevo le gambe per vincere, stavolta sono lacrime di gioia, una gioia incredibile e indescrivibile». Corridore, però sempre uomo. «Il 2 gennaio sono diventato papà, la mia vita è diventata completa, è bello avere una vera famiglia a casa. Ho chiamato Laura, mia moglie, e mi ha detto che Leo Robert, nostro figlio, stava dormendo mentre io vincevo. Forse non gli è andata poi così male». Magari si sveglierà le prossime corse. «Ho quattro settimane davvero dure davanti a me, ma questa vittoria mi rende mentalmente più pronto per i prossimi appuntamenti. E faremo di tutto, di gara in gara, per conquistare i migliori risultati». LA VITA Ecco Degenkolb il tedesco mediterraneo, il poliziotto a pedali, il papà volante, il vincitore del ciclofestival di Sanremo. «La vita è una cosa meravigliosa. La mia di più». © RIPRODUZIONE RISERVATA

BLITZ NEL DOPO-GARA

E la caccia ai «motorini» la fanno i carabinieri 1Fari su Trek e Specialized: si è mossa la Procura di Imperia, su segnalazione Uci, per il reato di frode sportiva. Controlli ok

Claudio Ghisalberti INVIATO A SANREMO

U

n altro blitz a Sanremo, 14 anni dopo. Meno clamoroso e meno devastante di quello che, al Giro 2001, rischiò di fermare il Giro e forse il ciclismo. Comunque importante. John Degenkolb vince e attira tutte le attenzioni su di

sé. Ma pochi secondi dopo il suo trionfo, e a pochi metri da lui, si scatena un’altra bagarre. Via Roma è intasata di telecamere, giornalisti, massaggiatori, fotografi, tifosi, imbucati… Insomma, il solito marasma. Stavolta, annunciati pure da radio corsa, ci sono anche gli ispettori dell’Uci che devono controllare le bici. Il loro compito, ufficialmente, è di verificare pesi e geo-

Tra i team controllati anche la Etixx dell’iridato Kwiatkowski BETTINI

metrie. In realtà l’obiettivo è vedere se da qualche parte c’è il trucco. Se dal cilindro esce il coniglio, ovvero il motorino. INTERDETTI Così gli ispettori si buttano in mezzo alla strada e cominciano a rincorrere alcuni corridori che, stravolti dalla fatica, li guardano quasi interdetti. Non capiscono cosa stia succedendo. Attorno al tubo orizzontale i commissari mettono una fascetta bianca prima di lasciare ripartire gli atleti verso il bus. Poi anche loro partono decisi verso i parcheggi. Per ritirare le bici segnalate, ma non solo. Quando vedono le ammiraglie, sembrano invasati. Vogliono anche le bici di scorta, quelle sulle vetture. Sulla forma si potrebbe discutere, ma nella sostanza hanno ragione: il regolamento permette questi controlli. La tensione però comincia a

salire anche perché non tutti hanno sentito il comunicato via radio. Il culmine lo si raggiunge quando due ispettori, un uomo e una donna (tra l’altro senza nessun mezzo di riconoscimento), vorrebbero anche le bici sui furgoni della Tinkoff-Saxo. I toni si scaldano. Quelli sono mezzi «fuori corsa» e lì potrebbe esserci qualsiasi tipo di bici, regolamentari o no. Persino di altre marche. Ma li, stando al regolamento, gli ispettori non si possono spingere. Infatti si beccano un rifiuto secco nei denti. MAGISTRATO Controlli sulle bici erano stati fatti anche alla Parigi-Nizza nelle ultime due tappe, ma in maniera differente, cioè due bici di sei squadre. Stavolta, invece, a finire sotto esame sono i mezzi, da gara e di scorta di Trek, Astana, TinkoffSaxo e Etixx-Quick Step. Oltre

alla Trek, quindi, tutte e solo le Specialized. Una scelta mirata. Trentasette bici, tra quella da gara e quelle di scorta, vengono portate in un box chiuso nei pressi del podio. A presidiare le operazioni, e questo è clamoroso, il magistrato di turno e sei carabinieri su mandato dalla Procura di Imperia che si è mossa su segnalazione dell’Uci. Il grande obiettivo era, nel caso fossero riscontrate irregolarità, di ipotizzare il reato di frode sportiva. Buco nell’acqua. CACCIA Che non si sia trattato di controlli di routine è evidente anche da quello che trapela dal box chiuso, ovvero che dalle bici siano state smontate selle e movimenti centrali per vedere cosa c’è dentro il telaio. Le batterie dei cambi elettronici. Caccia ai motorini… o alle streghe? © RIPRODUZIONE RISERVATA


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LUNEDÌ 23 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT


Ciclismo R La 106a Milano-Sanremo

LUNEDÌ 23 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Bonifazio, il nome nuovo «Sì, assomiglio a Saronni»

1Il ligure: «Forse ho perso un’occasione, ma so che in futuro

ne avrò altre». E Beppe: «Mi rivedo in lui, almeno a inizio carriera»

Marco Pastonesi INVIATO A SANREMO (IMPERIA)

A

i 300 era secondo. Ai 200 era ancora secondo. Ai 100 era sempre secondo. Ai 50 era terzo. Poi quarto. Poi quinto. Ma c’è quinto e quinto. Questo è un quinto importante: conquistato a 21 anni e alla prima Milano-Sanremo. PICCOLO Niccolò Bonifazio abita a un chilometro dal chilometro 247 della Milano-Sanremo, a 46 sulla tabella di gara, a una trentina in linea d’aria. A Diano Marina, dove l’Aurelia tira diritto – tra curve e capi – verso la gloria, bisogna girare a destra e salire su un poggio, una specie di Poggio, un balcone sul Mar Ligure: Diano Gorleri. La sua Sanremo parte da molto più lontano di Milano. Quando Niccolò era piccolo, il nonno Goffredo lo faceva salire in macchina, e insieme andavano sul Capo Berta. E lì, fra i busti di Costante Girardengo e Fausto Coppi, i due Campionissimi, e soprattutto fra gli amici del nonno, antichi e stradali, e sempre fra i pini e il mare, mobili eppure immobili, nonno e nipote aspettavano. Per ore. Finché, annunciati da macchine strombazzanti e da altoparlanti gracchianti, arrivavano i

Niccolò Bonifazio, 21 anni, a sinistra, nel momento clou dello sprint: quest’anno aveva vinto a Lugano ANSA

corridori. Un lampo, un fulmine, forse un’illusione, o un miraggio.

«DOVEVO TIRARE LA VOLATA A CIMOLAI, MA POI CI SIAMO PERSI» NICCOLÒ BONIFAZIO 6 SUCCESSI DA PRO’

IERI IL RE DEL TOUR HA CHIUSO 45° A 23”

Nibali, Sanremo anonima E un vecchio guaio col fisco ● SANREMO - (c. ghis.) «Che Vincenzo sia deluso è normale, lui vorrebbe vincere sempre. Ma il suo obiettivo è il Tour e non si può stravolgere la preparazione per la Sanremo». Alexandre Vinokourov spegne sul nascere un possibile «caso Nibali». Il manager kazako tutto sommato ha ragione. Vincenzo non va di certo forte, ma cercare un primo picco di forma per una gara poco adatta alle sue caratteristiche non avrebbe grande senso. Lo Squalo del resto è abbastanza sereno: «È stata una giornata così e la condizione non può certo trasformarsi in quattro giorni. Alla Tirreno-Adriatico s’è visto il mio livello attuale, un po’ migliore rispetto a quello dello scorso anno, un po’ peggiore rispetto al 2013. Qui se le cose si fossero messe in un certo modo

si poteva fare un’azione per Scarponi, ma non è stato possibile». Poi c’è un concetto che Vincenzo ci tiene a sottolineare: «Nervosismo? No, al limite quello me lo fate venire voi (sorride, ndr). Forse vi ho abituato troppo bene con i risultati. Dalla squadra non ho nessun tipo di pressione. Mi pare di avere dimostrato che so programmare gli appuntamenti. Non si può avere un picco di forma che dura una stagione intera». Nessun commento invece riguardo alla notizia uscita ieri che parla di un reato di evasione fiscale. Secondo l’Adnkronos il siciliano avrebbe dimenticato di indicare nel 2010 e 2011 un’imponibile di 772.000 euro, per un’imposta evasa di 290.000 euro. «Vincenzo ha patteggiato pagando 45.000 euro di multa a fine 2013», dice il suo manager.

BOUHANNI 6°, GALLOPIN 9° ARRIVO: 1. John DEGENKOLB (Ger, Giant-Alpecin) 293 km in 6.46’16”, media 43,272; 2. Alexander Kristoff (Nor, Katusha); 3. Michael Matthews (Aus, Orica-GreenEdge); 4. Sagan (Slk); 5. Bonifazio; 6. Bouhanni (Fra); 7. Cancellara (Svi); 8. Cimolai; 9. Gallopin (Fra); 10. Boasson Hagen (Nor); 11. Roelandts (Bel); 12. Breschel (Dan); 13. Swift (Gb); 14. Langeveld (Ola); 15. Wellens (Bel); 16. Bole (Slo); 17. Martens (Bel); 18. Colbrelli; 19. Van Avermaet (Bel); 20. Valverde (Spa); 21. Scarponi; 22. Paterski (Pol); 23. Sy. Chavanel (Fra); 24. I. Izagirre (Spa); 25. T. Dumoulin (Fra); 26. Felline; 27. Nocentini a 6”; 28. Haas (Aus); 29. Kreuziger (Cec) a 9”; 30. Paolini a 11”; 31. Thomas (Gb) a 12”; 32. Ladagnous (Fra) a 23”; 33. Pichon (Fra); 34. Offredo (Fra); 35. Impey (Saf); 36. Van Rensburg (Saf); 37. S. Yates (Gb); 38. Dillier (Svi); 41. Pozzato; 42. Quinziato; 43. Gatto; 45. Nibali; 46. Cavendish

(Gb); 47. Greipel (Ger); 48. Montaguti a 51”; 50. Oss a 1’18”; 53. Pellizotti a 2’38”; 55. Gilbert (Bel) a 3’; 56. Stybar (Cec); 59. Ciolek (Ger) a 3’38”; 66. De Marchi a 4’41”; 67. Kwiatkowski (Pol) a 4’56”; 71. Sbaragli a 4’59”; 72. Visconti; 79. Goss (Aus); 80. Haussler (Aus); 82. Mori; 83. Bandiera; 84. Nizzolo; 85. Lobato (Spa); 89. Salerno; 90. Malori; 92. Guarnieri; 96. Battaglin; 103. Chirico a 7’08”; 112. Bono a 8’57”; 117. Stortoni; 119. Zardini a 11’30”; 122. Sabatini; 123. Boaro; 124. Benedetti; 137. Moser a 11’37”; 139. Guardini a 14’58”; 141. Simion; 142. Delle Stelle; 148. Tosatto. Partiti 199, arrivati 160. CIPRESSA&POGGIO Finale lento quest’anno: 10’16” il tempo dei migliori sulla Cipressa, 6’28” sul Poggio (lontano dai record, di 9’36” e 5’46”). IN SPAGNA Da oggi a domenica si corre la Volta Catalunya con Froome, Contador, Valverde e Aru.

APERTO «Ho sofferto freddo e acqua, ma ho stretto i denti. Un solo imperativo: risparmiare. Ma quando il cielo si è aperto, e so com’è il cielo dalle mie parti, mi sono scaldato e svestito. Cipressa e Poggio fatti con i primi. Giù dal Poggio io e Cimolai ci siamo parlati. E si è deciso che io avrei tirato la volata a lui». Ma le volate sono attimi che volano e che, spesso, fuggono. «All’ultimo chilometro ho preso la ruota di Kristoff. Ma

entrati forte in una curva a sinistra, io e Cimolai ci siamo persi. Me ne sono accorto dopo la curva, Davide era 5-6 posizioni dietro, ma l’andatura era troppo alta, non potevo sfilarmi e andare a riprenderlo, così ho cercato soltanto di tenere la ruota di Kristoff». Le volate sembrano sempre uguali, ma sono sempre diverse. «Kristoff è partito lunghissimo, ai 300 metri. Una progressione pazzesca. Prima da seduto, e lì pensavo di poterlo anticipare. Poi in piedi, e lì non sono più riuscito a uscire dalla sua scia. Avevo buone gambe, ma non sono ba-

state. Neanche per resistere al ritorno di Degenkolb, Matthews e Sagan. Quinto. Contento. Contento comunque». STRADE Queste sono le strade di Bonifazio: «Il Poggio, in corsa, una sola volta: il traguardo in cima, quinto, anche lì, da allievo. Ma il Poggio, in allenamento, quasi sempre: dietro gli amatori, a fare ritmo, a provare il motore». E questa rischia di essere la corsa di Bonifazio: «Ho il sospetto di avere sprecato un’occasione. Ma ho la fiducia di poter contare su altre occasioni». Le prossime, altrove, subito: «Campagna del Nord, tra Belgio e Francia. Harelbeke, Gand-Wevelgem, Giro delle Fiandre e Parigi-Roubaix. Già fatte un anno fa, ma non sono andato bene, al Fiandre e alla Roubaix mi sono dovuto ritirare. Stavolta ci torno con un anno in più nelle gambe e nella testa». TALENTUOSO Pippo Pozzato, suo compagno, sostiene che «Niccolò è il corridore italiano giovane più talentuoso». Beppe Saronni, ora direttore commerciale del suo team, la LampreMerida, dice che «mi rivedo in lui, almeno all’inizio della mia carriera. Non solo fisicamente, ma soprattutto nell’incoscienza, nella decisione, nella sicurezza in se stesso». Bonifazio ammette che «abbiamo caratteristiche simili. Ma forse non sono così come gli altri mi vedono: mi sento sempre teso a studiare avversari e salite. L’importante, per me, è non avere rimpianti. Meglio un quinto sapendo di avere fatto e dato tutto quello che avevo, che secondo o terzo ma con riserve o dubbi». Un buon quinto, anche a ripensarci. «Sono sulla strada giusta». Queste sono strade benedette dal ciclismo. © RIPRODUZIONE RISERVATA

39

DICONO

«HO COMINCIATO LA VOLATA TROPPO PRESTO, AVREI DOVUTO ASPETTARE ALTRI 50 METRI» ALEXANDER KRISTOFF SECONDO

«È COLPA MIA. HO SBAGLIATO LO SPRINT, L’HO PRESO TROPPO DA DIETRO» PETER SAGAN QUARTO

«DAVANTI A ME CI SONO SEI VELOCISTI PURI. E IO ERO CHIUSO. ADESSO GUARDO AL BELGIO» FABIAN CANCELLARA SETTIMO

«NON STAVO BENE. A 1,5 KM DALLA CIPRESSA, POI, HO AVUTO UN GUAIO MECCANICO» MARK CAVENDISH 46° A 23”


40

Basket R Serie A: 8a di ritorno

Magia di Turner al 45’ Brindisi riprende la corsa

PACE E BENE Metta World Peace, 35 anni, in maglia Lakers nella finale Nba vinta nel 2010 AFP

1 Denmon porta Cantù all’overtime, il compagno decide la gara

Sacripanti: «Canestro da campione, senza il tempo per fare fallo»

Giuseppe Mazzone

BRINDISI

76

CANTU’

75

BRINDISI

S

ono state necessarie due magie (una di Denmon, l’altra di Turner a fil di sirena nell’overtime) per consegnare a Brindisi una vittoria importantissima sia chiave playoff e sia per il morale, contro una Cantù mai doma. «Era una partita da vincere — ha spiegato il coach Piero Bucchi —. Cantù è una buona squadra, ha difeso con grande intensità mettendoci in difficoltà. Non abbiamo giocato una gara brillante ma alla fine è venuto fuori il carattere del gruppo che aveva la necessità di ritrovarsi. La vittoria resta la migliore medicina per lavorare e pensare al futuro con maggiore serenità». RITMO La Vitasnella è partita con buon ritmo, senza strafare e non permettendo mai a Brindisi di correre. I padroni di casa hanno patito tirando malissimo dall’arco 3/16 dopo 20’(6/30 alla fine della gara). Ecco spiegato il +11 degli uomini di Sacripanti al 13’ (1122) uno strappo dopo il quale la gara è volata via sul filo dell’equilibrio. A 30’’ secondi dalla sirena del 40’ ci ha pensato Denmon (fino a quel momento impalpabile), a impattare con una tripla a quota 67. OVERTIME Nel supplementare, poi, si è giocato grande agonismo e lo stesso identico motivo conduttore: tanta difesa e attacchi appannati. Cantù ha avuto il merito di crederci, costruendo e realizzando con Johnson-Odom (a 6’’ dal quarantacinquesimo) il canestro del momentaneo +1 (74-75). Il resto lo ha fatto Turner con un jump in allontanamento sul difensore Buva, che ha gelato definitivamente le speranze della formazione brianzola.

D.T.S. (11-18, 30-30, 48-51, 67-67) ENEL BRINDISI: Pullen 16 (4/8, 1/7), Denmon 13 (2/6, 2/8), Turner 12 (4/8, 1/4), James 9 (3/5, 1/3), Mays 19 (8/12, 0/3); Eric 2 (1/3), Cournooh (0/2), Harper (0/1), Zerini, Bulleri 5 (1/1, 1/3). N.e.: Morciano, Protopapa. All. Bucchi. ACQUA VITASNELLA CANTU’: Johnson-Odom 19 (3/6, 2/7), Jones 19 (6/9, 0/1), Feldeine 11 (3/7, 1/3), Buva 19 (7/11, 1/2), Shermadini 2 (1/4, 2/3); Gentile (0/3, 0/2), Abass 5 (1/1, 1/3), Williams 12 (5/9), Laganà, Maspero. N.e.: Bloise. All. Sacripanti. ARBITRI: Martolini, Rossi, Ranaudo. NOTE - T.l.: Bri 12/15, Can 13/23. Rimb.: Bri 46 (James 15), Can 41 (Buva 12). Ass.: Bri 12 (Demon 4), Can 7 (Johnson-Odom 4). Usc. 5 f.: Williams 43’07’’ (71-72), James 43’24’’ (72-72). Progr.: 5’ 7-10, 15’ 18-26, 25’38-38, 35’ 72-58, 40’ 6767.

Il canestro vincente allo scadere di Elston Turner, 24 anni CIAMILLO

RBucchi: «Non una

gara brillante ma è uscito il carattere del gruppo che doveva ritrovarsi»

RIl coach di Cantù:

«Alla fine forse meritavamo più noi, al di là dei meriti di Brindisi»

SACRIPANTI «Quando si perde una partita in questo modo, non è facile pensare a com’è andata la gara o cosa avresti potuto fare di più — ha detto con rammarico il coach di cantù, Sacripanti — forse alla fine meritavamo più noi, al di la dei meriti di Brindisi. Nell’occasione del pareggio, Denmon ha realizzato un canestro da grande campione: non abbiamo avuto il tempo materiale per commettere fallo. Abbiamo dato tutto quello che potevamo. Adesso dobbiamo andare a vincere a Pistoia. L’arrivo di Ron Artest? E’ uno dei giocatori che stiamo seguendo, ma non il solo. Molto presto annunceremo chi sostituirà Hollis. Sono dispiaciuto: avrei voluto che restasse con noi fine alla fine». © RIPRODUZIONE RISERVATA

I MIGLIORI DELLA SETTIMANA PUNTI

15

1. Tony Mitchell

1. Delroy James

TRENTO

CREMONA

3. Christian Eyenga VARESE

4. Ivan Buva CANTU’

4. Adrian Banks AVELLINO

25 23 19 19

2. Johndre Jefferson VARESE

3. Ivan Buva CANTU’

4. James Mays BRINDISI

5. Dominique Archie C. D’ORLANDO

13 12 11 10

VALUTAZIONE

9

29

1. Ronald Moore

1. Johndre Jefferson

CASERTA

VARESE

Playmaker 26 anni C. D’ORLANDO

3. Luca Vitali CREMONA

3. Eric Maynor VARESE

5. Drake Diener REGGIO EMILIA

OPENJOBMETIS VARESE VANOLI CREMONA

ENEL BRINDISI DTS 76 ACQUA VITASNELLA CANTU' 75

BANCO DI SARDEGNA SASSARI 70 UPEA CAPO D'ORLANDO 68

ACEA ROMA 70 GIORGIO TESI GROUP PISTOIA 63

PASTA REGGIA CASERTA UMANA VENEZIA

DOLOMITI ENERGIA TRENTO SIDIGAS AVELLINO

CONSULTINVEST PESARO EMPORIO ARMANI MILANO (OGGI, 20)

92 85

86 82

84 73

Ala 27 anni

ASSIST

2. Sek Henry

NBA

GRISSIN BON REGGIO EMILIA 66 GRANAROLO BOLOGNA 56

BRINDISI

Ala 25 anni 2. Kenny Hayes

● (cam.ca.) Stasera il posticipo dell’ottava giornata di ritorno tra Pesaro e Milano. Si gioca alle 20, diretta su Rai Sport 1 (arbitri: Lanzarini, Vicino, Filippini). Consultinvest senza Raspino (broncopolmonite), Myles rientra dopo due giorni di febbre. «Cercheremo di mettere qualche granellino nei loro ingranaggi. Dopo la vittoria con Capo d’Orlando c’è grande euforia» dice il tecnico pesarese Paolini. Milano cerca la 17a vittoria consecutiva in campionato e si presenterà al gran completo.

RISULTATI

RIMBALZI

27

Pesaro-Milano Stasera ore 20 su Rai Sport 1

Pivot 26 anni

8 7 7 6

1. Davide Pascolo TRENTO

3. Kenny Hayes CREMONA

4. James Mays BRINDISI

5. Luca Vitali CREMONA

29 25 24 23

CLASSIFICA SQUADRA EMPORIO ARMANI MILANO BANCO DI SARDEGNA SASSARI UMANA VENEZIA GRISSIN BON REGGIO EMILIA ENEL BRINDISI DOLOMITI ENERGIA TRENTO GRANAROLO BOLOGNA (-2) ACQUA VITASNELLA CANTU' GIORGIO TESI GROUP PISTOIA VANOLI CREMONA ACEA ROMA OPENJOBMETIS VARESE SIDIGAS AVELLINO UPEA CAPO D'ORLANDO CONSULTINVEST PESARO PASTA REGGIA CASERTA (-1)

PT 38 34 34 32 26 26 22 20 20 20 18 16 16 16 14 9

G 21 23 23 23 23 23 23 22 23 23 23 23 23 23 22 23

V 19 17 17 16 13 13 12 10 10 10 9 8 8 8 7 5

P 2 6 6 7 10 10 11 12 13 13 14 15 15 15 15 18

F 1843 1974 1809 1804 1758 1872 1738 1744 1731 1741 1632 1846 1748 1616 1583 1716

S 1531 1832 1692 1715 1707 1881 1786 1742 1742 1771 1682 1912 1812 1696 1801 1853

PLAYOFF RETROCESSIONE

PROSSIMO TURNO DOMENICA 29/3, ORE 18.15 VARESE-BRINDISI (28/3, 20.30, GAZZETTA TV) CAPO D'ORLANDO-REGGIO EMILIA (28/3, 20.30) VENEZIA-PESARO AVELLINO-BOLOGNA

TRENTO-CASERTA CREMONA-ROMA MILANO-SASSARI (20.30) PISTOIA-CANTU' (30/3, 20)

San Antonio travolge la n.1 a Est Atlanta ne prende 19 in casa Westbrook, 10a tripla doppia Difficile pronosticare gli Spurs di nuovo in finale Nba. Altrettanto dura scommetergli contro dopo aver visto lo show messo in scena domenica ad Atlanta, in casa della n.1 a Est. Partita stradominata, con uno Splitter da 23 punti (10/14) e 8 rimbalzi e un Leonard da 20, 10 e 7 assist. Positivo anche Belinelli, che in 24’ ha chiuso con 13 punti, 5 rimbalzi e 2 assist. Con le posizione dal 3° al 7° posto a Ovest racchiuse in un fazzoletto, i campioni (44-25) sono ora a due sole vittorie di distacco dai Rockets (46-23). Altra tripla doppia (12 punti, 10 rimbalzi, 17 assist) di Russell Westbrook, 10a stagionale (il resto della lega ne ha 27...) con i Thunder che consolidano l’ottavo posto travolgendo Miami. Super partita del turco Enas Kanter, 27 punti con 12/20 al tiro e 12 rimbalzi, al rientro da una distorsione a una caviglia. Ieri: Milwaukee-Cleveland 90-108; Oklahoma City-Miami 9375; Atlanta-San Antonio 95-114: Clippers-New Orleans 107100. Sabato: Indiana-Brooklyn 111-123; Detroit-Chicago 107-91; Houston-Phoenix 102-117; Memphis-Portland 97-86; Golden State-Utah 106-91. A-2 GOLD La 26a giornata, ore 18: Torino-Agrigento 67-55; Mantova-Barcellona PdG 80-73; Jesi-Verona 82-86; NapoliTrapani 58-82; Casalpusterlengo-Trieste 89-84; BiellaCasale Monferrato 79-61. Classifica: Verona 38 (19 vinte-4 perse); Brescia 34 (17-5); Torino 28 (14-9); Biella, Casale 26 (13-10); Ferentino 24 (12-10); Agrigento 22 (11-11); Trieste 22 (11-12); Mantova 20 (10-13); Casalpusterlengo, Trapani 16 (913); Barcellona PdG 16 (8-14); Napoli 12 (6-16); Jesi 10 (5-17). DONNE La 24a giornata, ore 18: Battipaglia-Cagliari 76-69; Vigarano-San Martino di Lupari 72-75; Schio-Umbertide 6730; Lucca-Napoli 56-58; Parma-Orvieto 64-55; RagusaVenezia 49-56. Classifica: Ragusa*, Schio 38; San Martino 32; Venezia 30; Umbertide 28; Napoli, Lucca 26; Battipaglia* 18; Vigarano, Cagliari 14; Parma 12; Orvieto 10; Triestina 2. * una gara in più.


LUNEDÌ 23 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

CARRIERA DALLA MEGA SQUALIFICA ALLA CINA PASSANDO PER HOLLYWOOD 1

2

3

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L'ANALISI di LUCA CHIABOTTI

GIA’ DECISE LE PRIME 4 ORA CONTANO I PASSI FALSI

C ● 1. Il punto più basso della carriera di Artest: 19 novembre 2004, Detroit-Indiana. Si scatena una rissa e Ron finisce a picchiarsi coi tifosi sugli spalti. 2. In versione attore nel film per la tv The Eleventh Victim 3. In difesa contro Jianlian in Cina con la maglia dei Sichuan Blue Whales AFP

fCLAMOROSO AFFARE DI MERCATO

L’EX RON ARTEST

Cantù, il colpo del secolo Arriva Metta World Peace

1Manca solo l’ufficialità ma c’è l’accordo con il campione Nba 2010

E’ stato lui stesso ad esprimere il desiderio di venire a giocare in Italia Massimo Oriani

U

n tweet, una parola: «Cantu». Manca l’accento, ma il messaggio è chiaro. Ribadito in serata con giochi di parole che trasformavano il nome del paese brianzolo in Can Too («Anch’io posso»). Metta World Peace, 35 anni, all’anagrafe Ron Artest sino al settembre 2011, dovrebbe essere il nuovo americano dell’Acqua Vitasnella. La società aspettava solo che l’ex stella Nba gli ritornasse il contratto firmato via fax da Los Angeles ma, salvo clamorosi colpi di scena (pur sempre da tenere in conto visto il personaggio), il nostro campionato si arricchisce di un nome che mancava forse dai tempi di Dominque Wilkins, per non andare indietro sino a Bob McAdoo.

931

● Le partite Nba disputate da Ron Artest/Metta World Peace in 15 stagioni, con una media punti di 13.8, 85 quelle giocate nei playoff, con 13.9 punti a gara

PASSATO L’impatto mediatico sarà persino superiore, il nome di Cantù varcherà l’Oceano, perché negli Usa l’interesse che ancora oggi suscita un elemento del suo calibro è tale da aspettarci un inviato del New York Times al Pianella prima di fine stagione. E’ quello che mancava alla serie A, che, con tutto il rispetto per il talento in-

dubbiamente superiore vista l’età, è «costretta» ad esaltarsi per un ex Nba come MarShon Brooks (e lo citiamo proprio perché lo consideriamo l’unico vero big in Italia per gli standard di oggi), sintomo di come siano cambiati i tempi. Una volta dalle nostri parti arrivavano Artis Gilmore (Fortitudo ‘8889) e George Gervin (Roma ‘86-87), prime scelte come Brian Shaw e Danny Ferry (al Messaggero di Gardini nell’8990). L’idea è nata dallo stesso Metta, che ha deciso di voler venire in Italia a giocare. TITOLO Stiamo parlando di un veterano di 15 stagioni Nba, con Chicago, Indiana, Sacramento, Houston, Lakers e Knicks, con un anello vinto nel 2010 coi gialloviola proprio grazie a un suo canestro in gara-7, quello che affossò definitivamente Boston a 1’ dalla fine. Per anni è stato considerato il miglior difensore della lega (premiato nel 2004 come defensive player of the year), ma anche in attacco ha sempre fatto la sua parte (nel 2004-05 coi Pacers chiuse a 24.6 punti a gara). Oltre al talento indiscusso, Ron ha però sempre messo sul tavolo anche un carattere impossibile. Gestirlo in gioventù

RPotrebbe arrivare

in Italia già giovedì, prenderà il posto di Hollis, che ha firmato in Grecia

RPersonaggio

controverso: nel suo passato la famosa rissa del 2004 a Detroit

ha fatto venire i capelli bianchi a chiunque ci abbia provato. Il culmine della sua follia arrivò con «The Malice at the Palace», la rissa tra Pacers e Pistons del 2004 durante la quale Artest salì sugli spalti e si picchiò con dei tifosi, venendo poi sospeso per 86 partite. Nel suo anno da rookie coi Bulls nel ‘99, per sua stessa ammissione, beveva cognac all’intervallo delle partite in spogliatoio. Sempre a Chicago, fece domanda d’assunzione a una catena di negozi di elettronica (Circuit City) in modo da poter ottenere lo sconto dipendenti, citando come referenza Jerry Krause, gm dei Bul-

ls... Nel 2004 venne sospeso per due gare dai Pacers per aver chiesto, nel mezzo della stagione, un mese di vacanza per registrare un disco R&B per la sua casa discografica. Dopo aver vinto il titolo coi Lakers, ringraziò pubblicamente il suo psicologo, riconoscendo di fatto d’aver lottato sin da bambino con problemi mentali. Nei mesi successivi si dedicò alla raccolta di fondi per associazioni che si occupano di giovani con psicopatie, arrivando a mettere all’asta l’anello di campione per 500.000 dollari. CINA Metta è reduce da mezza stagione in Cina con i Sichuan Blue Whales, dove ha chiuso con 19 punti, 6 rimbalzi e 2.3 recuperi, prima di fermarsi per problemi a un ginocchio. Cosa potrà dare a Cantù in campo? Per il livello del nostro campionato, con una squadra che lotta per entrare nei playoff, quel che basta per fare un balzo in avanti tra le prime otto. In roster prenderà il posto di Damien Hollis, che andrà in Grecia all’Agor Aegean. Dovrebbe arrivare giovedì, sempre che stamattina non si svegli e decida di voler andare a giocare in Norvegia perché ha voglia di salmone... © RIPRODUZIONE RISERVATA

on tempismo e senso del marketing, Sassari raggiunge il secondo posto in classifica, in virtù dello scontro diretto favorevole con Venezia, alla vigilia della sfida con Milano di domenica prossima. E’ la nuova, grande, rivalità della serie A: quest’anno il Banco di Sardegna ha vinto le gare che contavano (Supercoppa e Coppa Italia), Milano l’andata fuori casa più agevolmente di quanto dica il surreale 112-111 finale senza overtime. Ma è anche un segnale di continuità della Dinamo: 5 vittorie consecutive, anche se ieri è stata fortunata ed è mancato davvero poco, un tiro, forse un fallo non fischiato, perché contro Capo d’Orlando non facesse la fine di Venezia, mai davvero in partita con Caserta ultima in classifica, ma alla quale Enzo Esposito, tra mille difficoltà, ha regalato una qualità di attacco che poche squadre al vertice posseggono. Mancano 7 giornate dalla fine, le prime quattro sono decise e se l’EA7 ha cementato il primo posto, chi segue deve evitare il quarto per avere qualche possibilità in più, almeno sulla carta, di andare in finale (così come Brindisi e Trento si trovano in lotta per uno scomodo, per lo stesso motivo, quinto posto). Sono da giocare ancora gli scontri diretti del ritorno tra Sassari, Venezia e Reggio Emilia, manca il big match di domenica ma l’impressione è che la griglia playoff sarà decisa più che dagli scontri diretti, da quanto le prime le inseguitrici di Milano combineranno contro squadre ben al di sotto di loro in classifica e in netta ripresa. Dopo tre quarti di stagione, chi non sa evitare i passi falsi farà fatica anche nei playoff. Venezia a Caserta ha perso, soprattutto, un po’ di credibilità.


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LUNEDÌ 23 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT


Basket R Serie A: 8a di ritorno

Logan salva in volata una Sassari troppo soffice

TONFO VENEZIA

sorpasso. Sacchetti: «Vittoria che vale oro» 70

C.D’ORLANDO 68 (16-23, 33-38; 50-50) BANCO DI SARDEGNA SASSARI: Dyson 16 (4/8, 2/8), Logan 15 (4/7, 2/7), Sanders 11 (4/4, 1/5), Brooks 6 (3/5, 0/1), Lawal (0/3); Formenti 8 (1/1, 2/4), Devecchi 3 (1/2 da tre), Sacchetti (0/4 da 3), Kadji 11 (4/7, 1/4). N.e.: Chessa, Mbodj e Vanuzzo. All.: R. Sacchetti. UPEA CAPO D’ORLANDO: Henry 14 (1/3, 3/7), Basile 14 (1/2, 4/6), Campbell 8 (1/1, 1/2), Archie 8 (1/5, 2/4), Hunt 10 (5/8); Nicevic 6 (2/6), McGee 8 (1/2, 2/3), Bianconi (0/1, 0/1). N.e.: Pecile, Karavdic e Strati. All.: Griccioli. ARBITRI: Taurino, Bettini e Borgioni. NOTE - T.l.: Sas 3/3, Cap 8/10. Rimb.: Sas 30 (Lawal 9), Cap 36 (Archie 10). Ass.: Sas 14 (Dyson 5), Cap 16 (Henry 8). Progr.: 5’ 2-12, 15’ 21-28, 25’ 42-42, 35’ 59-58. F. tecn.: Basile 32’05’ (52-50). Spett. 4854 per 80.797 euro.

Giovanni Dessole SASSARI

S

assari sfata il mini tabù Capo d’Orlando: dopo due k.o. i biancoblu battono l’Upea al termine di un ma-

CREMONA LOTTA

tch risolto solo all’ultimo secondo con i siciliani a sbagliare i tiri del possibile successo. La soluzione del rebus arriva solo negli ultimi 35” del match: McGee realizza dall’arco il canestro del 70-68, Dyson porta palla per la Dinamo, serve Sanders che però sbaglia la tripla del possibile k.o. Sul capovolgimento di fronte Henry ha fra le mani un pallone che vale il possibile successo orlandino, spara dai 6.75 ma Logan sporca la parabola ed è rimessa. A 34 centesimi dallo stop ai giochi è palla ad Archie, l’americano però spara corto sul ferro disturbato da Kadji e la vittoria va al Banco. SOFFICI Meo ha affrontato il suo passato, rinunciando a Sosa ma ritrovando Chessa, Griccioli si è affidato al veterano Basile in cabina di regia e alla rinomata difesa sicula per arginare il talento offensivo sassarese. «Abbiamo vinto una partita in cui abbiamo giocato un po’ soffici mentre l’altra squadra è entrata subito bene in campo, ha segnato da tre, con noi farraginosi a fare poco canestro – spiega poi Sacchetti –. Questa è una di

AVELLINO, ALTRO STOP

Eyenga vola con Jefferson Varese sale VARESE

86

CREMONA

82

Mitchell poi Pascolo Trento è ok TRENTO

92

AVELLINO

85

(27-26, 37-46; 71-66)

(25-24, 45-45; 68-60)

OPENJOBMETIS VARESE: Maynor 7 (1/6, 1/6), Rautins 15 (5/1 da 3), Eyenga 23 (10/19), Kangur 8 (1/3, 2/35), Jefferson 17 (6/7); Callahan 8 (1/2), 2/4), Okoye 6 (3/3), Casella, Letho 2 (1/3, 0/1). N.e.: Balanzoni, Lepri, Vescovi. All. Caja. VANOLI CREMONA: Vitali 15 (0/1, 4/7), Hayes 25 (4/7, 2/5), Bell 14 (1/2, 3/6), Clark 11 (4/12, 1/4), Campani 6 (1/2, 1/3); Daniel 5 (2/3), Mian (0/1, 0/3), Ferguson 6 (2/4 da 3), Gazzotti, Mei. All. Pancotto. ARBITRI: Sahin, Seghezzi, Caiazza. NOTE - T.l.: Var 10/15, Cre 19/24. Rimb.: Var 48 (Jefferson 13), Cre 27 (Clark 7). Ass.: Var 15 (Maynor 7), Cre 10 (Vitali 7). Tec.: Maynor 19’51” (37-44); Eyenga e Mei 20’ (37-46); Rautins 28’ (68-53). Spett. 4004.

DOLOMITI ENERGIA TRENTO: Forray 5 (0/1/, 1/2), Sanders 9 (3/5, 1/4), Mitchell 27 (6/12, 2/7), Pascolo 17 (6/8, 1/1), Owens 17 (7/11); Grant 9 (3/6, 1/3), Baldi Rossi 2, Armwood, Spanghero 5 (1/1, 1/2). N.e.: Flaccadori. All.: Buscaglia. SIDIGAS AVELLINO: Green 6 (2/6 da 3), Banks 19 (4/9, 2/5), Harper 13 (6/9, 0/2), Hanga 14 (4/9, 2/5), Anosike 12 (6/7); Gaines (0/2), Cavaliero 13 (2/4, 3/6), Cortese, Trasolini 8 (3/5). N.e.: Lechthaler, Morgillo, Severini. All.: Vitucci. ARBITRI: Begnis, Baldini, Morelli. NOTE - T.l.: Tre 19/28, Ave 9/10. Rimb.: Tre 35 (Pascolo 10), Ave 24 (Anosike 6). Ass.: Tre 21 (Sanders, Owens 4), Av 16 (Green, Hanga 6). Progr.: 5’ 5-19, 15’ 37-35, 25’ 59-53, 35’ 82-73. F. Tecn.: Grant 17’36” (37-36). Spett. 3 178.

VARESE Con un super 31-7 in 8’ nel terzo quarto, dove Maynor ha illuminato il parquet con gran giocate tradotte in punti da un Eyenga efficace in percussione e un Jefferson padrone dell’area (13 rimbalzi e 6/7 da sotto), Varese fa suo un confronto con Cremona palpitante e ricco di pathos. Dopo il +9 (37-46) grazie a Hayes e a buone percentuali dall’arco (7/14 nelle triple al 20’), Cremona ha subito il rientro di Varese: «Sono contento perché le sensazioni positive degli allenamenti si sono confermate sul campo» evidenzia coach Caja che ha visto i suoi dominare a rimbalzo (48 a 27) e Rautins ritornare fuciliere. Così, dopo il -2 di Vitali (84-82 al 38’30), sempre Eyenga metteva la ciliegina su una prova da Mvp con un canestro in entrata e una stoppata su Hayes per la meritata vittoria all’Openjobsmetis. Antonio Franzi

TRENTO - «Per noi una grande vittoria» esulta Buscaglia al termine del match con Avellino. Trento tiene il passo di Brindisi, confermandosi dietro alle big, grazie alla doppia doppia di Davide Pascolo e a un ritrovato Tony Mitchell, che si getta alle spalle la crisi a suon di schiacciate. Avellino torna a casa sconfitta «dall’atletismo dei trentini», come dirà poi coach Vitucci, anche se la partita si è giocata in sostanziale equilibrio, con difese non brillanti, ma spettacolare in attacco e dal ritmo crescente. Trento impiega un quarto per scaldare i motori. Poi è testa a testa almeno fino al +8 di Trento a fine 3° quarto, quando Forray, Mitchell e un grande Pascolo gettano le basi per il dominio casalingo. Chiara Turrini

PISTOIA DA -20 A -2

Caserta c’è Recalcati: «Giusto così»

1Capo d’Orlando sbaglia la tripla finale del SASSARI

43

LUNEDÌ 23 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

David Logan, 32 anni, autore della tripla decisiva CIAMILLO

quelle partite che valgono oro per come sono nate e per come sono finite. Abbiamo faticato, ci hanno messo in difficoltà e chiuso la possibilità di andare in transizione. Abbiamo avuto sprazzi importanti da Devecchi e Formenti». Limitata offensivamente dalla fastidiosa difesa Upea, Sassari ha provato ad aggrapparsi proprio all’intensità difensiva per cambiare l’inerzia di un match che poteva chiudersi in maniera diametralmente opposta. Basile e compagni sono partiti forte, affondando i colpi (2-12 e timeout Banco), alla prima sirena era 16-23. Capo d’Orlando guidava la corsa anche nel 2° periodo (33-38), nel 3° i biancoblu con Dyson agganciavano l’avversario a quota

38 in un match giocato a punteggi bassi. L’ultima frazione iniziava sul 50 pari, il tecnico a Basile sembrava poter dare la svolta alla partita, la tripla di Logan chiudeva il match. BUONA GARA «Onestamente abbiamo fatto una partita secondo me molto buona sul piano difensivo e offensivo. Perso il filo del discorso poche volte in attacco, in difesa lasciato poche cose – afferma Giulio Griccioli -. Abbiamo tenuto anche quando sull’evidente ponte a rimbalzo su Archie abbiamo preso un tecnico che poteva costarci caro. Chiudo dicendo che fa piacere giocare davanti a tanta gente, calda ma corretta». © RIPRODUZIONE RISERVATA

CASERTA

84

VENEZIA

73

Roma domina Poi Amoroso la grazia ROMA

70

PISTOIA

63

(26-20, 48-38, 68-56)

(19-7, 33-20; 51-40)

PASTA REGGIA CASERTA: Vitali 11 (1/2, 1/3), Tommasini 4 (2/2, 0/2), Moore 8 (1/3, 0/2), Scott 14 (4/6, 2/3) Ivanov 19 (6/13, 2/3); Mordente 11 (3/5, 1/3), Capuano, Tessitori 6 (3/4), Antonutti 9 (3/3, 1/3), Michelori 2 (1/1). N.e.: Domercant, Vadi. All.: Esposito. UMANA VENEZIA: Stone 10 (3/6, 0/2), Peric 8 (4/6, 0/3), Jackson 10 (1/5, 2/5), Ortner 11 (5/8), Viggiano (0/2, 0/1); Ress 3 (0/1, 1/2), Goss 13 (5/8, 1/4), Dulkys 6 (0/1, 2/6), Ruzzier 4 (2/3, 0/1), Tinsley, Nelson 8 (1/1, 2/2), Ceron (0/1). All.: Recalcati. ARBITRI: Mazzoni, Bartoli, Paglialunga. NOTE - T.l.: Cas 15/16, Ven 7/10. Rimb.: Cas 30 (Scott 8), Ven 37 (Stone e Ortner 8). Ass.: Cas 18 (Moore 9), Ven 9 (Jackson 3). Progr.: 5’ 15-8, 15’36-33, 25’57-45, 35’72-64. Antisp.: Ruzzier 14’54” (34-33), Michelori 19’48”(48-37). Tec.: Moore e Ortner 32’32” (7264).Usc. 5f.: Jackson 39’22” (80-71). Spett. 3369.

ACEA ROMA: Stipcevic 15 (2/2, 3/6), Freeman 4 (2/3, 0/2), Ejim 9 (3/6, 1/2), Jones 17 (8/13, 0/3), Ebi 4 (2/7); Curry 7 (2/2, 1/1), De Zeeuw 8 (2/2, 1/4), D’Ercole 6 (0/1, 2/3). N.e.: Sandri, Kushchev, Reali, Romeo. All.: Dalmonte. GIORGIO TESI GROUP PISTOIA: Hall 5 (1/1, 0/5), Williams 5 (1/4, 1/5), Brown 15 (6/9, 1/4), Amoroso 11 (1/3, 3/8), Easley (0/1); Magro 2 (1/2), Filloy 16 (4/5, 2/5), Milbourne. N.e.: Mastellari, Bianchi. All.: Moretti. ARBITRI: Chiari, Biggi, Aronne. NOTE - T.l.: Rom 4/7, Pis 6/8. Rimb.: Rom 30 (Ejim, Ebi 6), Pis 34 (Williams 8). Ass.: Rom 14 (Jones 6), Pis 11 (Hall 6). Progr.: 5’ 7-0, 15’ 24-11, 25’ 40-28, 35’ 58-51. Spett. 2175.

CASERTA – La Pasta Reggia dopo 4 k.o. torna alla vittoria anche senza Domercant, superando Venezia con una attenta difesa ed un gioco accorto. Sciopero del tifo al Palamaggiò ma alla fine tutti applaudono la Pasta Reggia. Esposito nel dopo gara lascia spazio al suo vice Giacomo Baioni: «La nostra risposta tattica e tecnica è stata superlativa. Siamo vivi». Recalcati si rammarica: «Una gara facile da leggere, con una squadra che ha meritato, ovvero Caserta per ciò che ha fatto in difesa ed in attacco, e una che ha meritato perdere: la Reyer». Lucio Bernardo

ROMA Pazza Acea: passa da +20 (40-20) al 63-61 a un minuto dalla sirena con Amoroso che fallisce la tripla del sorpasso Pistoia. E così Roma torna in corsa per i playoff, anche se le resta il rammarico di non aver colmato lo scarto subito all’andata. Toscani (senza Cinciarini) tragici nei primi 10’ (zero palle recuperate, zero nella valutazione, sette punti segnati con 0/6 da tre), poi con Filloy ritrovano coraggio nel terzo quarto prima di giocarsela fino alla fine. «Mi è piaciuta la nostra difesa, ho visto presenza e qualità», dice Dalmonte che ha fatto esordire Curry spedendo in tribuna Morgan. Ejim e Jones i migliori Acea, mentre Moretti ha avuto poco da Magro (4 falli in un amen) e pochissimo da Easley. «Abbiamo subito troppo l’iniziale fisicità di Roma», spiega Moretti. Mario Canfora


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Pallavolo R La 24a di Superlega

LUNEDÌ 23 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

TABELLINI

LE CIFRE DELLA GIORNATA PUNTI

BATTUTE

MURI

23

3

5

475

1. Stefano Giannotti

1. Matey Kaziyski

1. Sebastian Solé

1. Al. Atanasijevic

TONAZZO PADOVA

1. Maurice Torres EXPRIVIA MOLFETTA

3. Aleksander Atanasijevic SIR SAFETY PG

4. Nemanja Petric PARMAREGGIO MO

4. Raydel Poey COPRA PIACENZA

ENERGY T.I. TRENTO

23 22 21 21

LATINA

1

MACERATA

3

1. Giulio Sabbi LUBE MACERATA

1. Tine Urnaut TOP VOLLEY LATINA

1. Raydel Hierrezuelo EXPRIVIA MOLFETTA

ENERGY T.I. TRENTO

3 3 3

1. Marko Podrascanin LUBE MACERATA

1. Andrea Mattei TONAZZO PADOVA

1. Maurice Torres EXPRIVIA MOLFETTA

Atanasijevic! Troppa Perugia per Monza

BEST SCORER

SIR SAFETY PG

5 5 5

2. Sasha Starovic TOP VOLLEY LATINA

3. Stefano Giannotti TONAZZO PADOVA

4. Tine Urnaut TOP VOLLEY LATINA

5. Klemen Cebulj CMC RAVENNA

451 359 353 349

(25-27, 20-25, 25-19, 26-28) TOP VOLLEY LATINA: Skrimov 5, Rossi 9, Sottile 1, Urnaut 19, Van de Voorde 1, Starovic 20; Manià (L), Tailli, Pellegrino, Davis 4, Rauwerdink 9. N.e. Ferenciac. All. Blengini. LUBE BANCA MARCHE TREIA: Monopoli 1, Kovar 17, Podrascanin 16, Sabbi 18, Parodi 7, Stankovic 10, Henno (L), Paparoni (L), Ricardo, Fei 2. N.e. Kurek, Shumov. All. Giuliani. ARBITRI: Gnani-Tanasi NOTE - Spettatori 2500. Durata set: 34’, 26’, 26’, 35’; tot. 121’. Top Volley: battute sbagliate 12, vincenti 6, muri 10, 2ª linea 5, errori 28. Lube: b.s. 12, b. v. 6, m. 11, s.l. 5, e. 28. Trofeo Gazzetta: 6 Monopoli, 5 Sottile, 4 Sabbi, 3 Podrascanin, 2 Urnaut, 1 Starovic.

Giulio Sabbi, 29 anni, al centro festeggia fra Henno (di spalle) e il capitano della Lube Podrascanin SPALVIERI

PIACENZA: ORA E’ FINITA PAPI AI TITOLI DI CODA

La battuta Sabbi «Ci serve ritmo, il bello viene ora»

A

1Il bomber spinge Macerata a espugnare

L'ANALISI di MARIO SALVINI

vviso a tutti gli amanti della pallavolo: ci restano due sole domeniche, la prossima a Desio e poi pasqua a Piacenza. Due occasioni per veder giocare l’ultimo «Fenomeno»: Samuele Papi. Che dopo 21 anni non farà i playoff (gli era già successo nel 1991 e nel 1994 a Falconara) e, stando a quel ha dichiarato, non li farà più, perché si ritira. La sua Copra Piacenza ora non può nemmeno più sperare. Molfetta e Ravenna, dividendosi il piatto, sono andate troppo in là per una squadra costretta ad arrendersi in casa anche al Padova. E c’è un’altra cosa che ora sappiamo per certa: che uno dei quarti di finale sarà Verona-Perugia. Non è ancora sicuro chi avrà il vantaggio del fattore campo, ma l’accoppiamento è fatto. E promette molto bene.

Chi ha riaperto un fronte invece è Macerata, che si ritrova la possibilità di agguantare il secondo posto, ora condiviso con Modena. Centrarlo significherebbe fattore campo in semifinale, e soprattutto permetterebbe di scansare Latina nei quarti. E all’ultima giornata c’è lo scontro diretto al Palapanini.

Latina: «Non ci sentiamo inferiori a nessuno»

Pietro Antonelli LATINA

I

l profumo del suo Lazio l’ha galvanizzato. Giulio Sabbi ha risposto alla grande nella partita che ha regalato alla Lube Banca Marche la vittoria su un indomito Latina, al secondo posto in classifica, alla pari con Modena. Lui, romano di Zagarolo con un passato nel volley di A-1 della Capitale, ha respirato di nuovo l’aria di casa con i suoi tanti tifosi scesi a Latina per acclamarlo. Ed allora si è sentito in dovere di ringraziarli con 3 ace, una montagna di battute devastanti e anche un paio di punti muro. Una presenza di quelle che lasciano il segno.

«Certo, anche se la cosa principale è riuscire a mantenere la convinzione di potercela fare, di non sentirsi inferiori a nessuno». In prospettiva playoff chi vede favorito per la corsa scudetto? «La lista è lunga, perché tra noi, Trento, Modena e Perugia le differenze sono minime. Dirò di più, io vedo bene anche Latina e Verona che hanno le carte in regola per diventare le mine vaganti dei playoff. Nel volley ci vuole poco per trasformare le partite e gli andamenti di una stagione. Per questo dobbiamo continuare a lavorare sui nostri difetti, ma Giuliani è un tecnico scrupoloso che non lascia nulla al caso».

Tre punti a Latina dove solo 7 giorni fa aveva ceduto fragorosamente Modena capolista? «Sapevamo che sarebbe stata una partita difficilissima, sapevamo che avremmo dovuto giocare al 100%. Fare tre punti su questo campo quest’anno è un’impresa, ci da la convinzione che siamo sulla strada giusta».

E quali sono questi difetti? «Dobbiamo migliorare nella capacità di reagire ai momenti difficili. Oggi Latina è stata brava a non mollare mai, mentre noi siamo andati in difficoltà sia nel primo che nel quarto parziale. Non dobbiamo più avere cali di concentrazione nel momento in cui la partita prende una piega a nostro favore».

La chiave del match? «Riuscire sempre a restare concentrati nei loro momenti di recupero. Sapevamo che non ci avrebbero concesso nulla».

E Sabbi dove deve ancora migliorare? «In tanti aspetti. Certamente il primo in quello di non perdermi in alcuni momenti chiave della partita, si è visto anche stasera, diciamo che vado spesso sulle montagne russe ed invece devo

Ora il secondo posto è raggiunto...

sapermi gestire meglio». Eppure sembra che sia stato determinante. «Diciamo che abbiamo i due centrali che riescono a dare l’accelerata giusta nei momenti topici e che io cerco di adattarmi alle esigenze del gruppo quando c’è bisogno». Un apporto che non sta facendo rimpiangere Zaytsev? «Ivan è un campione di livello internazionale e io sono solo all’inizio. Diciamo che per me giocare per questa squadra è già un sogno che si avvera dopo tanti anni di gavetta». Dove vuole arrivare, dopo essere entrato stabilmente nel giro della Nazionale? «Nessun obiettivo preciso, sono cosciente che ho ancora grandi margini di miglioramento e devo soltanto pensare a lavorare sodo». Allenarsi con una «piccola» Nazionale come Macerata potrebbe essere quel che serve per migliorare ancora? «E’ quello che sto cercando di fare. Ricambiare la loro fiducia diventando un protagonista per futuri successi. La volontà e l’entusiasmo ci sono tutti. Ora pensiamo a finire al meglio questa stagione regolare, poi nei playoff sarà il momento della verità, il futuro è quello. Non vedo l’ora che arrivino».

A Molfetta è festa playoff per tutti

MONZA

1

MOLFETTA

3

PERUGIA

3

RAVENNA

2

(25-21, 16-25, 16-25, 21-25)

(25-18, 25-22, 22-25, 21-25, 15-12)

VERO VOLLEY MONZA Jovovic, Botto 14, Gotsev 6, Padura Diaz 11, Galliani 10, Vigil Gonzalez 8; De Pandis (L), Tiberti, Bonetti 5, Botin, Wang 3. N.e. Procopio (L), Elia. All. Vacondio.

EXPRIVIA MOLFETTA: Noda 8, Candellaro 8, Torres 23, Sket 20, Bossi 7, Hierrezuelo 8: Romiti (L), Del Vecchio, Blagojevic, Porcelli (L), Despaigne, Piscopo, ne Spirito. All. Di Pinto

SIR SAFETY PERUGIA Vujevic 8, Buti 8, Atanasijevic 22, Fromm 17, Beretta 1, De Cecco 1; Giovi (L), Tzioumakas, Fanuli (L), Sunder 1, Barone 8. N.e. Cricco, Maruotti. All. Grbic

CMC RAVENNA: Mengozzi 14, Cavanna 3, Cebulj 12, Cester 14, Renan 19, Kumentakis, Goi (L), Bari (L), Zappoli 7, Gabriele 2, Jeliazkov 3, Mc Kibbin. N.e. Ricci, all. Kantor

ARBITRI: Pol e Braico. NOTE: Spettatori 2147. Durata set: 28’, 24’, 27’, 27’; tot. 106’. Vero: b.s. 14, v. 4, m. 8, s.l. 4, e. 23. Sir Safety: b.s. 12, v. 6, m. 10, s.l. 5, e. 18. Trofeo Gazzetta: 6 Atanasijevic, 5 Fromm, 4 De Cecco, 3 Botto, 2 Vujevic, 1 Barone. (giu.ma.)

ARBITRI: Rapisarda e Puecher NOTE: Spettatori 1300, incasso 3905. Durata set: 23’, 28’, 30’, 27’, 19’; tot. 127’. Exprivia: b.s. 18, v. 9, m. 8, e. 30. Cmc: b.s. 21, v. 5, m. 11, e. 30. Trofeo Gazzetta: 6 Sket, 5 Torres, 4 Cebulj, 3 Bossi, 2 Mengozzi, 1 Hierrezuelo

Padova passa Piacenza resta senza playoff

Milano lascia l’ultimo posto all’Altotevere

PIACENZA

1

PADOVA

3

SANSEPOLCRO

1

MILANO

3

(19-25, 18-25, 25-15, 29-31)

(20-25, 24-26, 25-23, 20-25)

COPRA PIACENZA: Papi 1, Tencati 7, Poey 21, Zlatanov 14, Alletti, Tavares 3; Mario Junior (L), Kohut 15, Massari 3, Marra (L), Ostapenko. Ne: Ter Horst e Meoni.. All. Camperi

ALTOTEVERE SANSEPOLCRO: Mazzone 6, Corvetta, Della Lunga 14, Aganits 10, Maric 5, Randazzo 13; Tosi (L), Lensi (L), Kaszap 4, Teppan 8, Franceschini, Dolfo 1. N.e. Baroti. All. Polidori.

TONAZZO PADOVA: Mattei 8, Giannotti 23, Quiroga 10, Volpato 10, Orduna 1, Rosso 15; Balaso (L), Milan 1, Beccaro, Garghella. Ne: Vianello, Gozzo e Aguillard. All. Baldovin

REVIVRE MILANO: Vinicius 14, Patriarca 5, Mattera 4, Veres 18, De Togni 10, Bencz 18; Rizzo (L), Temponi, Valsecchi. N.e. Preti, Kauliakamoa, Bermudez, Cerbo (L). All. Maranesi.

ARBITRI: Cappello e La Micela NOTE: Spettatori 3000, incasso 16500. Durata set: 24’, 24’, 24’, 35’; tot. 107’. Copra: b.s. 19, v. 2, m. 8, s.l. 6, e. 28. Tonazzo: b.s. 15, v. 3, m. 9, s.l. 8, e. 27. Trofeo Gazzetta: 6 Giannotti, 5 Kohut, 4 Volpato, 3 Balaso, 2 Poey, 1 Marra (m.mar)

ARBITRI: Frapiccini e Sampaolo NOTE Spettatori 1200. Durata set 24’, 31’, 28’, 24’: tot. 107’. Altotevere: b.s. 20, v. 7, m. 9, s.l. 1, e. 30. Revivre: b.s. 20, b.v. 4, m. 9, s.l. 2, e. 28. Trofeo Gazzetta: 6 Bencz, 5 Vinicius, 4 Veres, 3 De Togni, 2 Aganits, 1 Mattera. (an.me.)

RISULTATI

TACCUINO

TOP VOLLEY LATINA LUBE MACERATA

1 3

VERO MONZA SIR SAFETY PERUGIA

3

PARMAREGGIO MODENA ENERGY T.I.TRENTO

3

1 1 3

EXPRIVIA MOLFETTA CMC RAVENNA

2 1

COPRA PIACENZA TONAZZO PADOVA

3

ALTOTEVERE SANSEPOLCRO REVIVRE MILANO Riposava: CALZEDONIA VERONA

1 3

CLASSIFICA SQUADRE

TRENTO MODENA MACERATA PERUGIA VERONA LATINA RAVENNA MOLFETTA PIACENZA MONZA PADOVA MILANO SANSEPOLCRO

PT

G.

V.

P.

56 54 54 45 44 38 32 31 22 20 15 11 10

22 22 22 22 22 23 23 22 22 22 22 22 22

19 18 18 15 15 12 10 12 7 6 5 4 3

3 4 4 7 7 11 13 10 15 16 17 18 19

PLAYOFF

PROSSIMO TURNO DOMENICA 29 MARZO, ore 18 MACERATA-MOLFETTA PERUGIA-SANSEPOLCRO PADOVA-LATINA MILANO-PIACENZA TRENTO-MONZA (mercoledì 1/4) VERONA-MODENA Riposa: RAVENNA

TRENTO E RAVENNA SEMIFINALI DI COPPE (a.a.) Settimana d’Europa per le ultime due squadre maschili ancora in gara, nelle semifinali di Cev e Challenge. Nella Coppa Cev (la seconda coppa dopo la Champions) Trento domani sera gioca in casa dei polacchi dello Zaksa Kedzierzyn Kozle, ritorno in Trentino sabato sera, mentre mercoledì tocca alla Cmc in Challenge a Lisbona col Benfica, ritorno a Forlì domenica.

LE CANNET «ITALIANO» PIEGA IL CANNES (a.a.) Storico in Francia: il Le Cannet di Riccardo Marchesi (Schiavo 2°), Marina Zambelli, Cecilia Vallicelli e Valetina Zago ha vinto a sorpresa a Parigi la Coppa di Francia: 3-1 (25-21, 25-22, 19-25, 25-12) al Cannes che la vinceva da 12 stagioni consecutive. Il Titolo maschile al Tours di Oleg Antonov: 3-1 al Beauvais di Medei e Bertini. POLONIA E RUSSIA (a.a.) Il Resovia elimina in tre gare lo Jastrzebski di Piazza e Lasko: troverà in finale la vincente tra Danzica (Anastasi e Falaschi) e Belchatow (Storti 2°) ora sul 21. In Russia il Belgorod di Travica vince gara-1 di semifinale 3-0 sul Surgut, così come il Kazan di Totolo (2°), 3-1 alla Dinamo Mosca di Zaytsev.


Sci R Finali di Coppa del Mondo a Meribel

LUNEDÌ 23 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

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Fenninger, all’ultima porta

1E’ la sfida dell’anno: l’austriaca vince la seconda Coppa consecutiva dominando il gigante. Maze in lacrime è terza: superata in classifica e battuta di soli 22 punti DISTACCO MINIMO

3

punti nella classifica finale di Coppa femminile: Riesch (Ger) su Vonn nel 2010/2011; Paerson (Sve) su Kostelic (Cro) nel 2004/2005; Proell (Aut) su Wenzel (Lie) nel 1978-79 (ma con punteggi inferiori). sta specialità al femminile ha vissuto anche due recuperi importanti. Quello di Lindsey Vonn, quinta alla fine in una specialità che, viste le condizioni precarie del suo ginocchio destro, rischiava di non poter più frequentare, e la francese Tessa Worley, ottava, già campionessa mondiale, che nella seconda discesa ha mostrato di essere tornata quella di un tempo, con quella sensibilità che tutte le avversarie le invidiavano.

FELICITA’ E TRISTEZZA Anna Fenninger, 25 anni, al bis consecutivo in Coppa (ai Mondiali due ori in superG e gigante); Tina Maze, 31 anni (ai Mondiali due ori in combinata e discesa)

porte finali ha ceduto qualcosa perché era esausta, visto che il suo stile muscolare costa un patrimonio di energie su una neve non ghiacciata. Ha chiuso seconda davanti alla Brem, l’unica che poteva ancora contendere la coppetta della specialità ad Anna. Ed il secondo tracciato era disegnato dall’allenatore delle austriache, che però, rispetto alla prima, non ha potuto stringere gli spazi per far soffrire ancora di più la Maze.

Pierangelo Molinaro

S

orrisi e lacrime. A volte i verdetti dello sport sono spietati e ieri per molti sarebbe stato giusto avere due sfere di cristallo da assegnare a due campionesse che hanno onorato come meglio non potevano il duello e lo spettacolo. Una coppa del Mondo, quella assoluta femminile, decisa solo all’ultima porta dopo una lunga staLA SENTENZA Tina ha capito che la Coppa era persa quando gione e 32 gare. Ha vinto per la Dopo 32 gare, con la coda dell’occhio, mentre seconda volta consecutiva l’audecide l’ultima striaca Anna Fenninger, ma Tifrenava dopo il traguardo, ha letto sul tabellone elettronico na Maze, che alla fine rende almanche della che era seconda alle spalle dell’avversaria solo 22 punti dopo stagione: aver superato la soglia dei la Brem. La Fenninger avrebbe dovuto cadere o commettere 1500, ha lottato come una leo1553 a 1531 punti errori gravissimi per perdere. nessa anche se ieri aveva davanti la gara a lei meno favoreMa l’austriaca non sbaglia. Anvole in questa sfida, il gigante, vero regno della zi, in gigante ormai da due stagioni ha una sicuFenninger. Ma non si è data per vinta. E’ vero rezza incredibile, che dimostra con la scioltezza che a dicembre la slovena aveva vinto il gigante con cui riesce a sciare anche in pessime condidi Are, ma quando la Fenninger ha trovato la zioni di visibilità come ieri. E mentre l’austriaca miglior forma non c’è più stata storia. L’avversa- urlava la sua gioia, la Maze piangeva, perché i ria aveva anche la fortuna di partire prima di lei. campioni veri come la slovena faticano sempre Ma Tina è uscita dal cancelletto come una belva. ad accettare la sconfitta. Sconfitta che comunHa sciato al livello dell’avversaria, solo nelle que più onorevole non poteva essere. E ieri que-

R

LA GUIDA Quattro azzurre vanno a punti Nadia Fanchini 6a, Bassino 10a SLALOM MASCHILE: 1. Hirscher1’33”53; 2. RAZZOLI a 83/100; 3. Khoroshilov (Rus) 1”09; 4. Pinturault (Fra) 1”11; 5. Myhrer (Sve) 1”17; 6. GROSS 1”19; 7. Kristoffersen (Nor) 1”39; 8. Foss Solevaag (Nor) 1”40; 9. Grange (Fra) 1”58; 10. Dopfer (Ger) 1”89; 18. Thaler 3”45. Rit. II m.: Hargin (Sve). Coppa del Mondo: 1. Hirscher (Aut) p. 1448; 2. Jansrud (Nor) 1288; 3. Pinturault (Fra) 1006; 7. Paris 745. Coppa slalom: 1. Hirscher (Aut) p. 614; 2. Neureuther (Ger) 591; 3. Khoroshilov (Rus) 485; 6. Gross 430; 8. Razzoli 350. GIGANTE DONNE: 1. Fenninger (Aut) 2’26”91; 2. Brem (Aut) a 38/100; 3. Maze (Slo) 46/100; 4. Hector (Sve) 1”55; 5. Vonn (Usa) 1”63; 6. N. FANCHINI 1”70; 7. Shiffrin (Usa) 1”85; 8. Worley (Fra) 2”76; 9. Hansdotter (Sve) 3”12; 10. BASSINO 3”18; 12. MOELGG 3”73; 14. I. CURTONI 3”83; Rit. Brignone. Coppa del Mondo (finale): 1. Fenninger (Aut) p. 1553; 2. Maze (Slo) 1531; 3. Vonn (Usa) 1087; 12. N. Fanchini 468. Coppa gigante: 1. Fenninger (Aut) p. 542; 2. Brem (Aut) 436; 3. Shiffrin 357; 6. N. Fanchini 244; 7. Brignone 237. TRICOLORI Da martedì a domenica sono in programma i campionati italiani assoluti sulle piste di Tarvisio e Sella Nevea (Udine). Questo il programma. 24/3 slalom maschile; 25/3: gigante maschile e discesa donne. 26/3: superG maschile e combinata donne; 27/3 superG donne e combinata uomini; 28/3 gigante donne. 29/3: discesa maschile e slalom donne.

BASSINO Le azzurre hanno sognato il podio, ma alla fine hanno dovuto accontentarsi del sesto posto di Nadia Fanchini come miglior piazzamento. Aveva impressionato nella prima manche Marta Bassino, campionessa mondiale juniores lo scorso anno, quarta a 70/100 dalla Fenninger. Era partita con il pettorale 21 e la pista ormai disfatta, oltre ad una visibilità, già non buona prima per la pioggerella, ulteriormente peggiorata. Eppure filava come un missile. Ha provato anche nella seconda, ma le è andata male ed alla fine si è ritrovata decima. Marta, 20 anni, cuneese di Borgo San Dalmazzo, trova velocità con un istinto che è solo delle grandi. La sua tecnica è essenziale ed efficace in ogni situazione di neve. E’ naturale che alla sua età non abbia ancora continuità, alterna frazioni di gara eccezionali ad errore a volte grossolani. Ma appena saprà mettere ordine nella sua azione vincerà. Sono in molti a pensare che di questa generazione, dopo la Shiffrin il maggior talento sia lei. Nadia Fanchini ha sciato al suo livello solo nella seconda manche, nella prima ha sofferto la scarsa visibilità e la neve scivolosa. Pure la bresciana, pur con tutti i suoi problemi fisici ha un potenziale enorme, ma deve ragionare se appunto il suo fisico le permette di gareggiare in tre specialità senza emergere in alcuna. Non sarebbe forse meglio concentrasi su una e prepararla bene? Spiace per l’uscita nella seconda manche di Federica Brignone dopo il quarto posto della prima discesa. Ieri in classifica anche Manuela Moelgg, dodicesima, ed Irene Curtoni, 14a. La squadra c’è, complimenti a Magoni che l’ha plasmata.

LO SLALOM MASCHILE

SCI DI VELOCITA’

Hirscher insaziabile, Razzoli è secondo 1L’azzurro è ancora sul podio: «Stavo

be meritato dopo un mese di passione. Ha uno stiramento agli adduttori del quadricipite ed allo psoas, fra le porte soffre le pene dell’inferno e nessuno sa dove nella prima manche abbia trovato la forza per buttarsi nella nebbia come si è buttato. E’ fra i migliori del mondo fra le porte strette e nessuno pensava si potesse sopravanzare il norvegese Kristoffersen sceso con la leggerezza di un folletto. L’azzurro invece gli ha rifilato 1/100 di secondo.

per uscire dai trenta, sono rinato. Comincerò la nuova stagione all’attacco»

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l senso dell’agonismo è non mollare mai e Marcel Hirscher questo principio lo prende sin troppo alla lettera. Già padrone della quarta Coppa del Mondo assoluta consecutiva (un primato) e di quella del gigante, ieri con ferocia ha inseguito e conquistato anche quella dello slalom, dove doveva recuperare 55 punti a Neureuther. Ma il tedesco lo ha aiutato, la scorsa settimana a Kranjska Gora dove non ha sciato al suo livello e ieri con un grave errore nella prima manche che alla fine lo ha relegato al 12° posto. E l’Italia brinda per il secondo posto, una settimana dopo quello in Slovenia, di Giuliano Razzoli. Hirscher era terzo dopo la prima discesa, alle spalle del nostro Stefano Gross e Kristoffersen. Vista la prima discesa di

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Neureuther avrebbe potuto scendere in sicurezza ed invece ha sparato tutto disegnando una seconda manche grandiosa. RAZZO Razzoli si è giocato buona parte delle possibilità di successo nella prima discesa dove solo nella parte finale della pista ha trovato la marcia e l’assetto giusto. «Ho faticato nella prima parte – rivela l’emiliano –perché quando è toccato a me partire la nebbia si è intensificata e non vedevo il terreno dove mettevo gli sci. Mi trovavo dentro alle buche ed ai binari e dovevo adeguarmi». Ma quando ha cominciato a vedere la pista ha sciato alla grande, come in tutte le ultime occasioni. Anche nella seconda è sceso a tutta, ma non è bastato contro questo Hirscher. «Do-

Giuliano Razzoli, 30 anni, due secondi posti consecutivi in slalom AP

vrò allenarmi ad attaccare di più – continua Giuliano ma se penso che inizio stagione – stavo per uscire dai primi 30 della specialità non posso che essere contento. E’ un grande risultato, anche se non mi basta per partire nella prossima stagione fra i primi sette. Vorrà dire che dovrò andare subito all’attacco. Ma devo ringraziare chi mi

ha permesso di arrivare qui, il responsabile del gruppo Plancker, gli allenatori Costazza e Deldio, il mio skiman Lutz Merlo, il fisioterapista Caselli. Tutti hanno dato il massimo per permettermi di andare forte, posso solo dire loro grazie». GROSS Spiace per il mancato podio di Stefano Gross, l’avreb-

IL PEGNO Ma questa generosità l’ha pagata nella seconda discesa, quando il dolore si è ulteriormente acuito impedendogli di sciare con la scioltezza e la precisione che gli sono soliti. Adesso Gross deve prima di tutto guarire e non sarà una faccenda di una settimana. E’ nel primo gruppo di merito della specialità, una perfetta rampa di lancio per la prossima stagione. pa. m. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Le Coppe a Origone e alla Greggio ● Sono tutte italiane le Coppe del Mondo dello sci di velocità, merito di Ivan Origone e di Valentina Greggio, già campioni mondiali della specialità meno di un mese fa ad Andorra, ieri hanno conquistato il trofeo nell’ultima tappa di Idre, in Svezia. Origone, fratellino del primatista mondiale Simone, ieri si è piazzato quarto con 173.60 km/h alle spalle dello svedese Christian Jansson, del francese Bastien Montes e di Simone. Per Origone è il secondo trofeo di cristallo dopo quello conquistato nel 2008 e ancora una volta rimane in famiglia. Valentina Greggio invece ieri ha vinto (168.30 km/h). Per la ventiquatrenne ossolana di Verbania in questa stagione si tratta del quarto successo su cinque gare. Ora il circo dello sci di velocità si sposterà a Vars (Fra), dove si andrà all’attacco dei primati del mondo.


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Tennis R Indian Wells

LUNEDÌ 23 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Super Djokovic spegne anche il Federer show

Novak Djokovic (Ser), n. 1 del mondo, 4° Indian Wells

1Il n. 1 domina, quindi subisce e poi torna a

dominare il n. 2, aggiudicandosi di fisico la finale

Vincenzo Martucci @VinceMartucci

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iente da fare. Onore a Djokovic. L’anno scorso, il serbo elastico ha lasciato due cicatrici profonde nell’orgoglio di Federer, battendolo di misura nella finale di Indian Wells e poi anche di Wimbledon, più la vittoria per rinuncia del Masters, in uno dei momenti di maggior forma e fiducia della carriera intera del Magnifico. Quest’anno, il nuovo, vecchio, Roger s’era parzialmente riscattato contro il rivale sotto il traguardo di Dubai, ma certamente era il successo nel primo Masters 1000 della stagione sul cemento del deserto californiano contro il campione di gomma di Serbia quello che gli avrebbe procurato una soddisfazione enormemente superiore. Ma non c’è niente da fare, anche la classe nulla può alla fine, dopo una bellissima battaglia, contro il super-atleta. Che firma lui il titolo numero 50 (superando coach Becker), il quarto a Indian Wells, il 18° in 38 duelli contro Roger.

PARADISO Come superare in velocità il re dell’anticipo, il gigante dei colpi di controbalzo che disegna il campo come vuole? Come infilarsi nei suoi ingranaggi perfetti, mossi da quelle due gambe incredibili? Anche Federer non ha soluzioni contro il muro-Djokovic, una macchina da tennis assolutamente perfetta sul cemento. Almeno nel primo set. Che cede in 32 minuti. Il re dei re è frustrato perché non vede la luce: né col rovescio in back, nè con le discese a rete, nè prendendosi i soliti rischi da fondo, nè con le sue magate. Rischia il break, ma lo subisce anche nel secondo set, sfiora il recupero, ma rimane drammaticamente indietro. Fino a 3-4 15-30, quando Federer vince lo scambio più bello del match con super-dritto finale. Sulla scia, chiude una volée alta di rovescio e, complice un doppio fallo, e un drittaccio del serbo, vola 5-4 con un parziale di sette punti a uno, siglato da una specie di demivolée da fondocampo. Un tennis paradisiaco che, nel tie-break, causa tre doppi falli, tre, del serbo, e quindi il 7-5 che vale il

set. Ma non gli basta. Il numero 2 deve comunque inchinarsi al numero 1, di fisico, all’improvviso,quando si spegne la luce dopo il leggendario contro-break , con racchetta spaccata da Nole. Da 2-3 40-15, il campione 33enne cede al 27 enne. Come il resto del mondo. HARAKIRI La finale donne è la classica del tennis donne. Una partita dominata dalla paura di perdere e quindi dagli errori, dai su e giù nel punteggio, da un black out di cinque games. E poi ancora da continui capovolgimenti del punteggio, con l’incertezza davvero fino all’ultimissima palla. Dopo due e 37 minuti, la spunta la numero 3 del mondo, Simona Halep, grazie al violento calo di Jelena Jankovic. Che risorge dopo i problemi fisici, ma crolla di nervi, davanti alla grande occasione, lei che dal 2013 non vince un torneo (Bogotà). I 61 gratuiti, con 9 doppi falli, la condannano dopo aver sciupato il vantaggio da 6-2 5-3. Il 17 del mondo la rilancia. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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● I tornei vinti da Djokovic: il serbo ha vinto 4 volte a Indian Wells (2008, 2011, 2014 e 2015). Come le affermazioni di Federer nel torneo in California.

3 Roger Federer, 33 anni, n. 2 del mondo, è ora 20-18 nei testa a testa contro il n. 1, Djokovic AFP

● Le accoppiate Australian Open-Indian Wells firmate da Djokovic: 2008, 2011 e 2015. E’ il 21° Masters 1000: li ha vinti tutti meno Cincinnati (lu.mar.)

DOPPIO DONNE

LA GUIDA A Indian Wells (Usa, 6 milioni di euro, cemento) gli organizzatori potrebbero costruire quanto prima un terzo stadio da 4500-5000 posti che si chiamerebbe «museo del tennis», perché conterrebbe anche un museo sulla storia del tennis. Finali. Uomini, singolare: Djokovic (Ser) b. Federer (Svi) 6-3 6-7 (5) 6-2; doppio: Pospisil-Sock (Can-Usa) b. BOLELLI-FOGNINI 6-4 6-7 (3) 10-7; donne, singolare: Halep (Rom) b. Jankovic (Ser) 2-6 7-5 6-4; doppio: Hingis-Mirza (Svi-Ind) b. MakarovaVesnina (Rus) 6-3 6-4. Miami: Serena sarà al via? Italia di Fed Cup interessata Oggi le qualificazioni, da domani le prime partite del singolare femminile del «combined event» di Miami sul cemento della Florida che si conclude il 5 aprile, con sicuro assente Roger Federer (per ricaricare le pile in vista della terra europa). I campioni uscenti sono Stan Wawrinka e Serena Williams. La numero 1 del mondo, infortunata al ginocchio destro a Indian Wells, è in forse nel torneo di casa (risiede nella vicina Palm Beach Gardens), e sarà interessante vedere il suo comportamento in proiezione spareggi gruppo mondiale di Fed Cup del 18-19 aprile sulla terra rossa del CT Brindisi, a «casa Pennetta». Flavia, brindisina Doc, sarà l’attrazione del confronto, insieme alla tarantina Roberta Vinci, partner da junior nei successi di Avvenire, Bonfiglio e Roland Garros. In squadra anche Sara Errani, con Giorgi probabile quinta. Mentre la squadra Usa dipenda dalle sorelle Williams. I biglietti sono in vendita attraverso il circuito Ticketone e nelle prevendite abituali. Abbonamenti della due giorni da 33 a 77 euro, a 25 per gli under 16. SEPPI AI BOX Andreas Seppi sfrutta la nuova regola Atp che non penalizza più chi rinuncia volutamente ai Masters 1000, se ha almeno 31 anni ed è professionista da 12, concedendogli di inserire un altro risultato fra i «top 18» su cui si basa la classifica mondiale. L’altoatesino ha giocato 21 partite nel 2015, centrando la finale a Zagabria e la semifinale a Doha. Ora si prepara per la terra rossa europea.

DOPPIO UOMINI

Hingis senza Flavia ora vince con la Mirza

Finale beffa: Bolelli e Fognini k.o. allo sprint

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Indian Wells (Usa, 6 milioni di euro, cemento). Al primo tentativo in coppia, Martina Hingis (che si è separata da Flavia Pennetta dopo la finale degli Us Open e il successo di Mosca 2014) e Sania Mirza hanno vinto il titolo. Martina, che in doppio ha conquistato 11 Slam è entusiasta del nuovo accoppiamento con l’indiana: «Sania ha un dritto pazzesco, soprattutto sul lato destro, io invece posso muovermi velocemente e chiudere il punto. lei prepara, io chiudo: mi piace un sacco». EX Naturalmente la Hingis non rinnega le soddisfazioni ottenute con Flavia Pennetta: «Sono contenta che ora io e la Mirza giochiamo insieme, con le partner che ho avuto in precedenza, come ad esempio Flavia, mi sono trovata molto bene e cambiare avrebbe potuto essere un azzardo, ma vincere subito con Sania è davvero un’iniezione di fiducia e di energia». L’annuncio della formazione della nuova coppia HingisMirza è stata data poche settimane fa e pochi avrebbero immaginato un esordio tanto positivo. L’indiana da parte sua è entusiasta: «Martina è la partner che ho sempre desiderato, ha caratteristiche perfette per il mio gioco. Dominare in questo modo è stato fantastico».

embrava fatta, ormai, dopo l’esaltante rimonta, da 4-6 2-4, al secondo set strappato al tiebreak dopo aver mancato sei set point (!). Sembrava proprio che Simone Bolelli e Fabio Fognini, i «Chicchi» o i «Fichis», come si sono autodefiniti (a seconda che vincano o che perdano), fossero ormai i vincitori del doppio al Masters 1000 di Indian Wells. Invece, ancora una volta, un episodio, una risposta fortunosa ha ridato fiducia a Jack Sock, che era stato il protagonista in avvio (più di Vasek Pospisil) e poi era quasi uscito dal campo, cambiando ancora faccia al match. E concedendo il successo ai picchiatori nordamericani. Così gli azzurri, campioni agli Australian Open di gennaio (56 anni dopo l’ultima impresa italiana di PietrangeliSirola al Roland Garros ‘59), si sono arresi al super tie-break dopo un’ora e tre quarti. Con qualche brivido extra sui tre match point falliti sul 9-4, prima del 10-7 decisivo. Forti, gli americani, di un miglior servizio, come dicono le nove palle break su dieci annullate (concretizzandone due su quattro). Gli ultimi italiani ad arrivare in finale in un Masters 1000 erano stati Paolo Canè e Diego Nargiso, a Montecarlo 1989, battuti in tre set da Smid-Woodforde.

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LUNEDÌ 23 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

TUTTENOTIZIE PALLAVOLO/ DONNE

Che pienoni a Busto e Treviso CONEGLIANO–NOVARA 3–2 (21–25, 27–25, 25–23, 21–25, 20–18) IMOCO CONEGLIANO: Barazza 9, Nikolova 13, Barcellini 3, Adams 20, Glass 2, Özsoy 29; Boscoscuro (L). Fiorin 4, Nicoletti 2. N.e. De Gennaro, Arimattei, Vasilanthonaki, Katic. All. Chiappini IGOR GORGONZOLA NOVARA: Guiggi 18, Signorile 1, Hill 19, Bonifacio 6, Barun 26, Klineman 18; Sansonna (L). Partenio 2, Chirichella 5, Kim. N.e. Alberti. All. L. Pedullà. ARBITRI: Piana e Vagni NOTE Spettatori 5344. Durata set: 25’, 30’, 29’, 28’, 25’: tot. 137’. Imoco: b.s. 6, v. 2, m. 15, s.l. 14, e. 22. Igor: b. s. 15, v. 5, m. 14, s.l. 10, e. 32. Trofeo Gazzetta: 6 Özsoy, 5 Barun, 4 Adams, 3 Hill, 2 Klineman, 1 Boscoscuro. (a.r.) BUSTO-MODENA 3-1 (20-25, 25-13, 26-24, 31-29) UNENDO YAMAMAY BUSTO: Wolosz 4, Havelkova 12, Pisani 6, Diouf 30, Marcon 8, Lyubushkina 9; Leonardi (l). Michel 3, Perry. N.e Degradi, Rania, Camera. All. Parisi. LIU-JO MODENA: Piccinini 6, Folie 12, Fabris 22, Rousseaux 17, Heyrman 8, Ferretti 1; Arcangeli (L); Kostic, Crisanti, Maruotti, Rondon, Ikic 1. Ne Petrachi All. Beltrami ARBITRI: Zucca, Simbari. NOTE - Spettatori 4454, incasso 24.413. Durata set: 27’, 22’, 30’, 38’ tot. 116’. Unendo: b.s. 9, v. 3, m. 11, 2° l. 8, er. 27. Liu-Jo: b.s. 11, v. 4, m. 7, 2a l. 6, er. 33. T.Gazzetta: 6 Diouf, 5 Rousseaux, 4 Lyubushkina, 3 Marcon, 2 Fabris, 1 Folie. (m.b.l.) FORLI’–BERGAMO 0-3 (17-25, 21-25, 20-25) VOLLEY 2002 FORLI’: Ventura 7, Nazarenko 6, Stoltenborg 1, Aguero 4, Neriotti 11, Koleva 9; Filipova (L), Lancellotti, Guasti 4, Potokar 1, Ferrara. All. Vercesi. FOPPAPEDRETTI BERGAMO: Paggi 6, Radecka 5, Loda 18, Melandri 9, Plak 12, Blagojevic 8; Merlo (L), Sylla 2. All. Lavarini. ARBITRI: Feriozzi e Longo. NOTE – Durata set: 24’, 29’, 27’; tot: 80’. Forlì: b.s. 10, v. 0, m. 9, s.l. 0, e. 19. Bergamo: b.s. 8, v. 5, m. 15, s.l. 6, e. 15. T. Gazzetta: 6 Loda, 5 Neriotti, 4 Melandri, 3 Paggi, 2 Merlo, 1 Nazarenko. (s. col.) SCANDICCI-FIRENZE 3-1 (17-25, 29-27, 25-21, 25-23) SAVINO DEL BENE SCANDICCI: Lipicer Samec 14, Garzaro 9, Muresan 15, Vanzurova 3, Stufi 15, Vincourova 3; Lussana (L), Perinelli, Usic 16. N.e. Ruzzini, Menghi, Scacchetti. All. Bellano. IL BISONTE FIRENZE: Negrini 10, Calloni 18, Turlea 17, Pietrelli 5, Mastrodicasa 10, Petrucci 6; Parrocchiale (L), Pascucci 8. N.e. Savelli, Liliom, Poggi, Bertone, Vingaretti. All. Vannini. ARBITRI: Pasquali e Rolla. NOTE - Spett. 1550. Durata set: 24’, 32’, 26’, 38’: tot. 120’. Del Bene: b.s. 8, v. 1, m. 15, s.l. 7, e. 22. Il Bisonte: b.s. 6, v. 1, m. 7, s.l. 3, e. 21. T. G.: 6 Usic, 5 Calloni, 4 Stufi, 3 Lipicer Samec, 2 Turlea, 1 Muresan. (a.p.) MONTICHIARI-URBINO 3-0 (25-15, 25-15, 25-22) METALLEGHE MONTICHIARI: Gioli 6, Dalia 2, Brinker 11, Olivotto 2, Tomsia 16, Vindevo-ghel 10, Carocci (L); Milani, Mingardi, Alberti 3, Serena. N.e. Zampedri (L), Saccomani. All. Barbieri. ZETA SYSTEM URBINO: Agostinetto 1, Santini 6, Leggs 5, Spelman 5, Lestini 8, Vujko 1, Bruno (L); Fresco 5, Zecchin 1, Walker 1, Giacomel (L). N.e. Richey. All. De Brandt. ARBITRI: Sessolo e Spinnicchia. NOTE - Spettatori 2000. Durata set: 21’, 23’, 25’; tot. 69’. Metalleghe: b.s. 6, v. 2, m. 6, e. 19. Zeta Sys.: b.s. 7, v. 2, m. 6, errori 25. T.Gazzetta: 6 Tomsia, 5 Brinker, 4 Vindevoghel, 3 Dalia, 2 Alberti, 1 Santini. (s.m.) CLASSIFICA Novara 53; Modena 45; Casalmaggiore 44; Piacenza 38; Busto, Conegliano 37; Bergamo, Montichiari 34; Scandicci 24; Firenze 23; Forlì 5; Urbino 4. PROSSIMO TURNO (22ª e ultima, sabato 28, ore 20.30): Piacenza-Conegliano; Bergamo-Montichiari; Novara-Forlì; Modena-Casalmaggiore; Firenze-Busto; Urbino-Scandicci.

1RISULTATI. Uomini. 1. Abebe Negewo Degefa (Eti) 2h12’23”; 2. Achamie (Eti) 2h12’32”; 3. Chatbi

2h14’04”; 4. Gemeda (Eti) 2h15’05”; 5. Pertile 2h15’40”. Donne. 1. Meseret Tolwak (Eti) 2h30’25”; 2. Kifle (Eti) 2h31’01”; 3. Toniolo 2h36’30”. Handbike. 1. Caselli 1h30’17”. Gli arrivati sono stati 11.516.

ATLETICA

Chatbi, esordio ok E Roma applaude il doppio Calcaterra 1Trionfo Etiopia: terzi l’azzurro e la Toniolo

Giorgio corre 2 maratone nonostante l’antidoping

Jamel Chatbi, 30 anni, è arrivato in Italia nel 1996 LAPRESSE

Valerio Piccioni

M

olta pioggia, un bel po’ di vento, tanto da far dire a Papa Francesco: «Siete stati coraggiosi». Tempi dei vincitori, i due etiopi Abebe Degefa e Meseret Tolwak, lontani dall’eccellenza. Ma Roma s’è divertita con la sua maratona, riproponendo un italiano sul podio dopo 9 anni. Jamel Chatbi ha fatto

SALTO CON GLI SCI

il matto all’inizio seguendo etiopi e keniani (30’11” dopo 10 km., 1h04’33” alla mezza): sembrava destinato al tipico capitombolo dell’esordiente, ma ha finito in rimonta, terzo in 2h14’04, a 1’41” dal vincitore. «Posso scendere almeno di 2 o 3 minuti, soprattutto se trovo uno sponsor per fare l’atleta a tempo pieno». L’azzurro nato in Marocco, in Italia dal ‘96 e italiano da tre anni, fa l’operaio a Bergamo e corre per la Riccardi. Cerca una svolta,

PALLANUOTO

dopo una storia di cross, siepi, e della «grande cazzata che ho fatto», il doping al clenbuterolo con tre anni di stop. Il c.t. Magnani, alla presenza del presidente Giomi, mette le mani avanti verso i Mondiali: «É stato bravo, ma la maratona a Pechino sarà particolare, si parte presto, sono previsti 33-34 gradi...». E allora, con Meucci, ci sarà l’esperto Ruggero Pertile, ieri quinto con 2h15’40” in «una gara veramente dura». BRAVA TONIOLO Ill derby fra Abebe Negefa e Burhanu Achamie s’è risolto senza benzina. I due chilometri conclusivi, nonostante la discesa, non finivano mai. É stata più rapida in questo tratto Meseret Tolwak, la vincitrice. Deborah Toniolo è finita terza in 2h36’30: «La mia prima volta a Roma è stata dura ma emozionante. Voglio dirmi brava». Ai Mondiali, a meno di ripensamenti, non ci saranno azzurre. DOPPIO CALCATERRA Giorgio Calcaterra, centochilometrista di casa, ha inventato lo slogan: finita una maratona, se ne fa un’altra. Di fila. Sveglia con tè, quattro fette biscottate e mezza tazzina di caffè. Poi la prima maratona: nono in 2h34’26”. Quindi il colpo di scena: «Sorteggiato all’antidoping, ho perso un’ora e un quarto, bevendo un litro di gatorade e un litro e mezzo d’acqua per completare il controllo». La «sbornia» di liquidi lo ha costretto a diverse soste al bagno. Alla fine ha doppiato e camminato con l’ultimo, Eligio Lomuscio da Barletta, tagliando il secondo traguardo in 7 ore, otto minuti e 55 secondi. Un’impresa. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Farah record Tutto merito dei superintegratori? ● (d.m.) Un nuovo record ma anche vecchie ombre per Mo Farah. Ieri l’inglese, campione mondiale e olimpico dei 5000 e 1000, ha stabilito la migliore prestazione europea della mezza maratona vincendo a Lisbona (Por) in 59’32” migliorando il primato dello spagnolo Fabian Roncero (Berlino 1.4.01) e di passaggio quello dei 20 km in 56’27”. Per battere in volata di un centesimo il keniano Micah Kogo (59’33”) Farah è caduto dopo il traguardo e si è fatto un regalo per il 32° compleanno di oggi. Intanto il Sunday Times lo ha tirato in ballo per un nuovo integratore inglese (NutraMeta Sport) a base di L-carnitina e carboidrati che secondo uno studio dell’università di Nottingham implementa le prestazioni dell’11%. Il coach di Farah, Alberto Salazar, ne ha ordinato una fornitura nel gennaio 2011 e nel marzo 2012, ma Mo non rischia niente perché pur rallentando l’affaticamento e riducendo la formazione di acido lattico è assolutamente legale. I ricercatori inglesi hanno stabilito che l’assunzione per via orale produce negli atleti uno straordinario sviluppo delle prestazioni nell’arco di 3-6 mesi, ma il prodotto può avere effetto anche nel giro di 5 ore se assunto per via intravenosa.

IPPICA ATLETICA

Coppa ex aequo: Prevc beffato Trionfa Freund ● E’ un evento che si vede raramente: nel fondo, ad esempio 16 anni fa Stefania Belmondo perse la Coppa del Mondo pur chiudendo a pari punti con la norvegese Bente Martinsen, che aveva però un maggior numero di primi posti di tappa. Ieri a Planica, in Slovenia, dall’hs-200, i brividi dei voli si sono conclusi davvero all’ultimo salto e con una doppia beffa. Perchè la vittoria di uno sloveno (Jurii Tepes, 436.4) ha negato la Coppa ad un altro sloveno, Peter Prevc (433.6), che ha poi perso la sfera di cristallo dopo che l’ex aequo finale nel punteggio di Coppa (31 tappe) ha richiesto di ricorrere al conteggio del numero di vittorie di tappa. Anche in questo caso Prevc ha patito la beffa ad opera del ventiseienne tedesco Severin Freund. Per lo sloveno ed il tedesco 1729 punti globali, ma una differenza vittorie di 9-3 (il terzo in classifica è l’austriaco Kraft, 1578, il miglior italiano Davide Bresadola 52° a 48). Freund è il terzo tedesco a conquistare la Coppa dopo Jens Weissflog (84) e Martin Schmitt (‘99 e 2000).

Severin Freund, 9 vinte (3 Prevc)

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Nel posticipo l’Acquachiara batte il Como

Francesco Caprani, 34 anni ● (f.nap.) L’Acquachiara vince e resta terza, ma il Como sfiora un clamoroso pareggio. Sotto 12-8 a 2’22’’ dalla fine, rimonta fino al 12-11: nell’ultimo possesso Caprani compie tre parate in 10’’ su Gaffuri, Jelaca e Busilacchi, regalando la vittoria ai napoletani. ACQUACHIARA-COMO 12-11 (5-2, 1-2, 4-2, 2-5) Carpisa Yamamay Acquachiara: Caprani, Perez, Paskvalin, Scotti Galletta, Petkovic 3 (1 rig.), Lanzoni 3, Marziali 1, S.Luongo 2, Valentino, Astarita 1, M. Gitto 2. N.e. Tozzi, Lamoglia. All. De Crescenzo. Como: Oliva, Foti, Krizman 1, Susak, Busilacchi 2, Ferraris, K. Milakovic 4 (2 rig.), Jelaca, Pellegatta, E.Pagani, Gaffuri 4, Cesini. N.e. Garancini. All. Stritof. Arbitri: Brasiliano e Collantoni. Note: sup.num. Acquachiara 10 (5 gol), Como 4 (1). Usc. 3 f. Ferraris 27’55’’. Esp. Paskvalin e Foti al 14’19” per reciproche scorrettezze. Class. (9a di rit.): Pro Recco 57; Brescia 55; Acquachiara 47; Sport M. 44; Savona 31; Posillipo 26; Can.Napoli 23; Como, Lazio 19; Bogliasco 18; Vis Nova 10; Florentia 4.

Toronto As: da top price a giovane star ● (lu. migl.) A Firenze aveva fatto le prove generali, a Napoli nel Pr. Maschio Angioino li ha messi tutti in fila. Il suo nome è Toronto As (Donato Hanover e Victoria Sib) finora noto per essere stato il top-price delle aste Its del 2013. 175mila euro spesi dalla scuderia Bivans che forse hanno pesato troppo nella valutazione di un cavallo sin da subito giudicato tutt’altro che precoce e rispettato al massimo da quel grande professionista che è Mauro Baroncini. A due anni qualche corsa così, per fare mestiere. Poi lentamente in progresso fino a ieri a Napoli dove si è portato presto al comando e non ha ammesso repliche con 600 metri finali da campione anche se Tutankhamon Mrs, impegnatosi all’esterno, sull’ultima curva era sembrato minaccioso. Ora per Toronto si schiudono le porte del circuito classico. Nel pomeriggio bella vittoria di spunto per il varennino Rombo di Cannone in una corsa che potrebbe portarlo anche a scendere in pista nel prossimo Lotteria.

● COLELLA E FERRETTI (si.g.) Primati personali outdoor dello jr Luigi Colella nell’asta, 5.22 a Los Angeles, e di Gianlorenzo Ferretti, 68.94 nel martello a Tempe. Debutto vincente all’aperto per Jacopo Lahbi, 1’50”89 negli 800 a Tuscaloosa, e per Gianpiero Ragonesi, 17.46 (peso) e 52.57 (disco) a Coral Gables. ● CARNEADE PESO (si.g.) Incredibile progresso, a Ubach Palemberg (Ger), vicino ad Aquisgrana, del 27enne Thomas Schmitt, che da un personale di 19.07 ha lanciato il peso a 21.35. L’attrezzo è stato controllato dai giudici ed è risultato regolamentare. ● DEL BUONO (d.m.) Federica Del Buono vince in 33’04” la Stravicenza (10 km). Uomini: Taleb (Mar) 29’37”.

IPPICA ●

OGGI QUINTÉ A PADOVA Al Breda (15.10) scegliamo Renzorosso Treb (13), Oklahoma Mn (12), Paco (11), Ronaldo Grad (10), Runa Horse (14), Munter (9) ● SI CORRE ANCHE Trotto: Follonica (15) e Taranto (14.55).

NUOTO ●

CASTIGLIONI AL TOP (al.f.) Ai Giovanili di Riccione (25 m), Arianna Castiglioni sigla il 3° crono italiano alltime dei 50 rana: 30”72; nei 200 rana migliora il personale a 2’26”55, ma è battuta da Silvia Guerra (2’25”56). ● SUPER EFIMOVA (al.f.) La russa Yliya Efimova, al rientro a Mission Viejo (Usa) dopo 16 mesi di squalifica per doping, stampa il miglior crono stagionale nei 100 rana toccando in 1’05”89. Uomini: 50 sl Morozov (Rus) 22”57; 200 sl Lobintsev (Rus) 1’48”35, Sukhorukov (Rus) 1’49”56.

PENTATHLON ●

PODDIGHE 4° (g.l.g.) In Coppa del Mondo a Il Cairo (Egi), Fabio Poddighe è 4° (1445) ad un punto dal podio: 1. Nakonechnyi (Let) 1465, 2. Kuf (R.Cec) 1454, 3. Tsikhanau (Bie) 1446, 6. De Luca 1440, 25. Benedetti 1382.

RUGBY ●

MOGLIANO FRENA (i.m.) Nel 14° turno di Eccellenza Viadana frena Mogliano, vittorie col bonus per le altre big: Viadana-Mogliano 13-13; Lazio-Rovigo 21-52; San DonàCalvisano 24-35; Petrarca-Prato 24-0; L’Aquila-Fiamme Oro 18-31. Classifica: Rovigo, Calvisano 56; Mogliano 49 (*); San Donà 39; Fiamme Oro, Viadana 37; Petrarca 32 (*); Lazio 22; L’Aquila 5; Prato 0. (*: Mogliano-Petrarca 21-15 da omologare).

BADMINTON ●

MILANO BIS TRICOLORE (dav.mar.) Milano si conferma tricolore a squadre grazie al 5-0 su Bolzano. Terzi Kaltern, 3-2 nella finalina su Novi.

BOXE WORLD SERIES: ITALIA PERDE (r.r.) A Portorico, l’Italia Thunder perde 3-2 nel decimo weekend delle World Series, raccoglie solo un punto e resta quarta nel girone B guidato da Astana. Risultati. 52 kg: Cintron Ocasio b. Barotti kot 5; 60: Rosario b. Cosenza 21; 69: Flaz b. Nolan 2-1; 81: Vega b. Manfredonia kot2; 91 kg: Clayton b. Vianello 2-1. Gir.A: Algeria-Messico 2-3; Russia-Cuba 1-4; Ucraina-Cina 4-1; Gran Bretagna-Marocco 2-3. Class.: Cuba 30; 2. Russia 21; 3. Ucraina 20; 4. Messico 19; 5. Marocco 13; Cina e Gran Bretagna 9; Algeria 4. Gir. B: Argentina.Polonia 3-2; Portorico-Italia 3-2; Kazakistan-Azerbaigian 4-1; Venezuala-Usa 4-1. Class.: 1. Kaz 30; 2. Aze 20; 3. Usa 19; 4. Italia 16; 5. Ven e P-R 14; 7. Pol 10, Arg 1. ● SICILIANO (r.g.) A Douai (Fra), il superleggero Marco Siciliano (11-3) batte Farid Chebabba (Fra, 16-3-4) e conquista l’internazionale Wbf.

CURLING ●

Toronto As alle Aste DE NARDIN

GHIACCIO PISTA LUNGA LOLLOBRIGIDA 3a Francesca Lollobrogida, alle finali di Coppa del Mondo in pista lunga di Erfurt (Ger), è terza nella Mass start (e sesta nella classifica generale con Andrea Giovannini ieri quinto, terzo). Uomini. 500 (II): 1. Murashov (Rus) 34”97; 16. Nenzi 35”89. Classifica finale: 1. Kulizhnikov (Rus) 930; 21. Nenzi 165. 1500: 1. Morrison (Can) 1’46”15. Finale: 1. Morrison (Can) 409. Mass start: 1. Swings (Bel) 65; 5. Giovannini 5. Classifica finale: 1. SeungHoon Lee (S.Cor) 450; 2. Swings (Bel) 387; 3. Giovannini 362; 15. Tumolero 111; 23. Francolini 70. Donne. 500 (II): 1. Richardson (Usa) 37”77; 11. Daldossi 39”25. Finale: 1. Kodaira (Giap) 926; 22. Daldossi 116. 1000: 1. Bowe (Usa) 1’14”61. Finale: 1. Bowe (Usa) 510. 3000: 1. Sablikova (R.Ceca) 4’04”06. Finale: 1. Sablikova (R.Ceca) 580; 25. Lollobrigida 45. Mass start: 1. Sablikova (R.Ceca) 68; 2. Takagi (Giap) 40; 3. Lollobrigida 25. Finale: 1. Blondin (Can) 466; 6. Lollobrigida 242.

SVIZZERA MONDIALE A Sapporo (Giap) la Svizzera si conferma campione del mondo femminile. In finale battuto il Canada oro olimpico 53. Bronzo alla Russia (13-4 alla Scozia).

SCHERMA ●

GAROZZO 5° Italia senza podio in Coppa del Mondo di spada a Budapest. Enrico Garozzo, 5° e Gabriele Cimini, 8°. L’iridata Fiamingo 11a. Vincono Novosjolov (Est)e Shin A. (S.Cor).

SPORT INVERNALI BIATHLON: POKER FOURCADE A Khanty Mansiysk (Rus) Coppa del Mondo di biathlon a Martin Fourcade (quarta volta) e Daria Domracheva. Uomini. 12.5 km: 1. Smith (Can) 32’04”93 (1); 14. L.Hofer a 1’48”8 (1); 43. D.Windisch a 3’53”9 (6). Mass: 1. Fak (Slo) 38’09”8 (0). CdM (finale): 1. Fourcade 1042; 2. Schipulin (Rus) 978, Fak 883; 38. L.Hofer 167. Donne. 10 ins.: 1. Domracheva (Bie) 28’14”45 (1), 8. Wierer a 2’09” (3); 16. Oberhofer a 2’31”2 (5), 57. Gontier a 7’47”2 (7). Mass: 1. Dahlmeier (Ger) 35’08”2 (0); 5. Oberhofer a 32” (2); 16. Wierer a 2’00”2 (4). Cdm: 1 Domracheva 1092; 2. Mäkärainen (Fin) 1044; 3. Semerenko (Ucr) 865; 7. Wierer 745; 10. Oberhofer 643.

VELA ●

MINI 650 (r.ra) Michele Zambelli e Luca Filippi su Illumia vincono nei prototipi la Arci650 (160 miglia Talamone-Giannutri-CapraiaTalamone), 2a del circuito Mini 650. Vittoria di Fornaro e Bravo de Laguna su Sideral tra i Serie.


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GAZZA EXPO

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1Mancano 44 giorni al via Milano si appresta ad ospitare l’edizione 2015

dell’Esposizione Universale che, nata a Londra nel 1851, è la più importante vetrina per i Paesi del mondo di innovazione e tecnologia. Expo gate in Piazza Castello.

L'IDENTIKIT DANILO GALLINARI NATO A: SANT’ANGELO LODIGIANO L’8 AGOSTO 1988 RUOLO: ALA SQUADRA: DENVER NUGGETS (NBA)

Gallinari detto il Gallo, 209 centimetri, è un’ala dei Denver Nuggets. Ha debuttato in Nba nel 2008, scelto da Mike D’Antoni coach dei New York Knicks. In Italia ha iniziato con il Casalpusterlengo. La prima volta con l’Italia per l’All-Star Game del 2006.

Danilo Gallinari «Mangiassi come i miei colleghi... starei male» 1Il cestista e gli hot dog dell’Nba: «Ci vorrà tempo per cambiare le cattive abitudini. Basterebbe più cuore per evitare certi sprechi» Massimo Lopes Pegna CORRISPONDENTE A NEW YORK Twitter @Pegnarol

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er un giorno niente basket, Danilo Gallinari parla da ambasciatore di Expo 2015. Com’è iniziata questa avventura? «Hanno contattato la mia famiglia. E trattandosi della mia Milano non ho fatto fatica a dire di sì». Già fissata la prima visita? «Con i Nuggets non andremo ai playoff, in Italia tornerò a fine maggio. Sarà una delle prime cose che farò». «Nutrire il Pianeta» e «Energia per la vita» sono i due motti dell’Expo. «Mi vengono in mente molte cose positive. Il cibo è uno dei punti di forza in Italia: approvo. Energia è un’altra parola fondamentale. Di grande attualità in un momento difficile, non solo per noi ma per tutto il mondo».

Nutrire il Pianeta fa pensare all’obbligo morale che abbiamo per i tanti bambini che muoiono di fame. «I Governi benestanti pensano più a loro stessi e condividono poco con chi ha bisogno. Vale anche per i singoli individui: chi ha di più deve rinunciare a qualcosa per aiutare le persone che hanno meno. E’ un concetto semplice. Se lo vogliamo abbiamo la possibilità di far star bene tanti altri. È anni che faccio beneficenza, collaborando assieme alla mia famiglia con alcune fondazioni. Ma sul tema preferisco far parlare i fatti». È mai stato in Africa? «Sì, grazie alla Nba e a Basket senza Frontiere sono andato in Senegal. Un’esperienza formativa. Ti confronti con una cultura differente e con situazioni che avevi visto solo in tv. Vedere di persona certi contesti estremi di povertà hanno un effetto su di te molto diverso. Sono immagini forti che ti segnano». Soprattutto perché lei è un privilegiato. «Esatto. È stata un’importante iniezione di umiltà. Comprendi quali sono le cose che davvero contano nella vita. Può succedere che quando ti trovi in una realtà speciale come la mia ti lamenti per problemi futili, mentre c’è tanta gente che soffre. Bisogna svegliarsi ogni mattina contenti di ciò che si ha». Da una parte c’è una fetta di Mondo affamata, dall’altra, in particolare negli Usa, vengono buttate tonnellate di cibo. Come si chiude questo gap? «Ribadisco: i Governi ricchi devono impegnarsi di più su questo fronte. La possibilità c’è, bisogna solo farlo. Avere cuore e altruismo. Tutti assieme». Negli Usa c’è enorme contrasto fra obesità infantile e la filosofia maniacale del fitness. «È una questione culturale. Michelle Obama, sta facendo un lavoro super, perché ha avviato una serie di iniziative che sono fondamentali per sensibilizzare una certa opinione pubblica sul problema. Con i bambini bisogna iniziare fin dalla culla, insegnare le giuste diete. Un ruolo importante lo devono svolgere le scuole. Ci vuole tanto tempo per cambiare le regole culinarie in un Paese ancora poco preparato. Forse qualche generazione». È vero che i giocatori americani poco prima di una partita mangiano hot dog o tranci di pizza for-

CON I NUGGETS NON ANDREMO AI PLAYOFF, A FINE MAGGIO SARÒ A MILANO PER EXPO DANILO GALLINARI AMBASSADOR EXPO 2015

maggiosa? «Purtroppo sì. I fisioterapisti cercano di consegnare dei menù più salutisti, ma il risultato non è soddisfacente. Naturalmente non riguarda me: io se addento una pizza prima di giocare, vomito». Qual è la sua dieta quotidiana? «La regola numero uno è mangiare lentamente. Come dicevano i miei nonni, la prima digestione inizia in bocca. Numero due, finire il pasto senza sentirsi pieni. Colazione con thè, miele e biscotti. A pranzo, un misto di carboidrati e proteine: pasta e pesce, meglio della carne. A cena cerco di finire prima delle 21: di nuovo pesce o carne». Qualche cavolata la farà ogni tanto? «Sì qualcuna posso permettermela. Per esempio una pizza bella carica di roba o un hamburger. Non vanno benissimo, ma sono uno che brucia». Cos’è che proprio non può mangiare? «Dolci e fritti: devastanti. Né bere i superalcolici, che sono peggio della droga: ammazzano fisico e cervello». Piatto preferito? «Gli gnocchetti sardi al gorgonzola di mia mamma. Ma a volte preparati anche da me. E poi il riso alla zucca della zia». Lei non ama mettersi ai fornelli, giusto? «Esatto. Magari quando ci sono gli amici a casa mi cimento, ma in piatti semplici. Non sono un genio della cucina. E non mi piacciono i reality come MasterChef: mai guardati. Food Channel è uno dei canali più visti negli Usa, ma non per merito mio». Sapeva che cos’era il doggy bag? «No. E non lo chiederei mai. Mi hanno insegnato che se ordino qualcosa, va finito. Fin da piccolo se non ripulivo il piatto arrivavano delle sberle». Quali sono le cose che più le danno fastidio? «Incoerenza e ipocrisia. Sono un fan delle persone vere, quelle che piuttosto di compiacermi mi mandano tranquillamente al diavolo». E in futuro, con suo figlio come si comporterà? «Seguirò gli insegnamenti dei miei nonni e dei miei genitori. Mi sento di appartenere alla old school. Su certi temi sarò inflessibile». © RIPRODUZIONE RISERVATA

LA STORIA - 6 CONTINUA

Ecco come muoversi tra i Padiglioni di Expo 1Sono 75 gli spazi espositivi su un milione di metri quadrati: ben 3 della Cina, spicca Palazzo Italia e l’Arco di trionfo fatto di bottiglie

L

a corsa finale è iniziata, a Milano nella zona del Cardo (un viale largo 35 metri e lungo 325) riservato agli edifici dell’Italia, gli operai sono raddoppiati per chiudere i lavori in volata. Spicca Palazzo Italia, luogo di rappresentanza dello Stato e delle eccellenze agroalimentari, che con i suoi cinque piani è una delle poche costruzioni che rimarrà anche dopo l’esposizione come polo dell’innovazione tecnologica. Il concept del Padiglione Italia porta la firma di Marco Bali-

ch (che ha curato tra le altre cose, la cerimonia di apertura di Torino 2006), l’architettura ricorda una foresta urbana. ABBONDANZA Qualcuno nella zona del Decumano, la via in cui si trovano i padiglioni stranieri, rischia di finire a Expo iniziato, ma alla fine saranno 53 Padiglioni Self-Buit (ed è record: Shanghai aveva 42 padiglioni nazionali), più 9 Cluster che sono la vera novità di questa Esposizione, dov’è il prodotto (riso, spezie, cacao, caffè, frutta e legumi, cereali e tuberi...) a mettere insieme i

Paesi. Più 5 aree tematiche, più altri spazi prenotati dalle aziende partner. Alla fine il visitatore avrà 75 spazi espositivi da visitare in un’area di circa un milione di metri quadrati, più Cascina Triulza (7.900 mq nella tipica campagna lombarda riservati alle organizzazioni, come ActionAid, Alliance2015, Caritas, Don Bosco Network, Fairtrade, WWF, Save the Children), un Teatro all’aperto (capienza 12mila persone) e una Lake Area (di 28 mq) per spettacoli ed eventi. Poi ci sono le architetture di servizio: 10 strutture tempora-

nee in legno proveniente da foreste certificate tirate su per ospitare bar, ristoranti, servizi igienici, assistenza...

Il manifesto «naturale» fatto per Expo, con trattore e aratro, dall’artista Dario Gambarin su un campo di 25 mila metri quadrati

CURIOSITÀ Il Paese numero uno è la Cina, con ben 3 padiglioni e almeno un milione di visitatori in arrivo dal Paese del Dragone. Il più «fragile» è quello francese che punta sul vino e ha realizzato un «Arco di Trionfo» con 1.600 bottiglie e una vigna tutt’intorno. Si parte il primo maggio e si va avanti sino al 31 ottobre. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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LUNEDÌ 23 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

IL FATTO DEL GIORNO VERSO PECHINO

IL RIASSETTO DELLE GOMME CAMFIN (Marco Tronchetti Provera)

Camfin vende la sua quota al prezzo di 15 euro per azione (1,87 miliardi)

6,9% Malacalza 4,6% Benetton 5,0% Harbor Fund 3,9% Mediobanca 2,0% Fill Lmt.

Newco italiana controllata da China Chemical Corporation con Camfin come socio

26,2%

verrà poi lanciata un’Opa sulle restanti azioni, sempre a 15 euro, con delisting (uscita di Borsa)

51,4% flottante

COSÌ VENERDÌ A PIAZZA AFFARI

15,23

14,9 +2,21%

ANSA/CENTIMETRI

Dobbiamo gioire oppure no se la Pirelli adesso è cinese? 1Raggiunta l’intesa, la ChemChina acquista il controllo della società e presto lancerà

un’Opa sul resto delle azioni per toglierla da Piazza Affari. Un’operazione da 7 miliardi

di GIORGIO DELL’ARTI gda@gazzetta.it

Se ne parla da quattro giorni, ma il primo atto formale vero e proprio è stato siglato ieri sera: la Pirelli sta diventando cinese, i cinesi avranno il 51% del capitale, Tronchetti Provera resterà a capo dell’azienda fino al 2021, il centro operativo resterà in Italia, ma la Pirelli è cinese, di fatto, già da oggi. Tronchetti aveva annunciato che tutto si sarebbe concluso entro il week-end, per non lasciare stamattina i mercati nell’incertezza. E così è stato.

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Dobbiamo essere contenti oppure no? Come si fa a rispondere a questa domanda con sicurezza? I cinesi investono in Italia e, in astratto, questo significa che il Paese è ancora attraente. Seconda considerazione: nessuno è in grado di opporsi alla cosiddetta globalizzazione, la quale consiste appunto in questo: i soldi si muovono

da qualunque punto del mondo verso qualunque altro, i confini delle nazioni avendo sempre meno senso (come si vede drammaticamente in Medio Oriente). Terza considerazione: con un partner ricco di denari, Pirelli non potrà che crescere. Siamo abituati ai capitalisti nostrani, in genere col braccino cortissimo quando si tratta di capitalizzare le aziende proprie, stavolta c’è un capitalista seduto su una montagna di quattrini e pronto a investire.

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Chi è? Un’azienda che si chiama China National Chemical Corporation, abbreviata in ChemChina. 140 mila dipendenti, 40 miliardi di fatturato, asset per altri 43. Ha una storia in qualche modo simile a quella della Pirelli: nel 1984 un certo Ren Jianxin apre con sei amici una piccola fabbrica di detergenti per teiere nella provincia di Gansu. Versano un capitale di 10 mila yuan, cioè 1.500 euro in tutto, vale a dire poco più di duecento euro a testa. Dalle

teiere Ren s’allarga alla pulizia delle caldaie, a quella degli impianti industriali, a quella del centro di lancio di navi spaziali Shenzhou e, insomma, quando, nei primi anni Novanta, Pechino ristruttura il settore statale cedendo rami pubblici all’apparenza moribondi, Ren compra in un solo colpo 107 aziende, facendole poi ben fruttare. Il conglomerato, col nome di ChemChina, è tornato pubblico nel 2004, con Ren sempre al timone. La Pirelli nasce molto prima: nel 1872, persuadendo un gruppo di banche a prestargli i soldi, Giovanni Battista Pirelli fonda a Milano una piccola fabbrica di «articoli

LA CHIAVE

Il centro operativo della storica azienda milanese resterà in Italia. Ma ci si chiede per quanto tempo

tecnici di caucciù vulcanizzato». L’azienda arriva in Borsa nel 1922. E adesso, dopo 93 anni, i cinesi pensano di toglierla da Piazza Affari.

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Come mai? Bisogna dire qualcosa sull’operazione. Intanto: Tronchetti aveva il controllo di Pirelli attraverso una scatola finanziaria che si chiama Camfin e il cui possesso è condiviso con i russi di Rosneft. In pratica: in questa Camfin è stato piazzato il 26% della Pirelli, e questa quota basta ad avere il controllo della società (abbiamo spiegato tante volte lo sciagurato sistema italiano delle cosiddette «scatole cinesi» e, ironia della sorte, adesso queste scatole saranno cinesi sul serio). Quindi, quando diciamo «Tronchetti Provera vende la Pirelli a ChemChina» diciamo che Tronchetti e gli amici di Mosca vendono di fatto la Camfin. I cinesi compreranno attraverso una società di nuova costituzione che, in base a un comunicato di ieri sera, dovrebbe chia-

marsi Bidco. Per questa acquisizione, i cinesi sborseranno in favore dei soci Camfin 1,9 miliardi. Tronchetti e i russi metteranno parte di questi 1,9 miliardi nella Bidco ((benché esista già una Bidco, società petrolifera africana). Poi la Bidco lancerà un’Opa su tutta la Pirelli. Lei ricorda che cos’è un’Opa?

CRITICHE DA SALVINI

Renzi avverte: «Non lasciano i sottosegretari indagati»

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Sarebbe meglio… Un’Offerta di Pubblico Acquisto: annuncio che pagherò le azioni 15 euro (sarà certamente di più), compro tutto quello che mi consegnano (azioni ordinarie e di risparmio) e considererò l’operazione riuscita, saldando quindi i venditori, se raggiungerò almeno una certa quota entro una data prestabilita. I dettagli non li conosciamo e c’è il fastidio di un socio di minoranza - Vittorio Malacalza, il salvatore di Banca Carige - che ha il 7%, e non vuole vendere. Ma insomma: i cinesi vogliono il cento per cento, ma gli basterà arrivare poco sotto al 70% per dominare le assemblee e decidere il cosiddetto delisting, cioè il ritiro dalla Borsa di tutte le azioni. Al costo complessivo di 7 miliardi. Si procederà poi a una serie di scorpori e di riaccorpamenti, e poi si tornerà in Borsa. Ma sono dettagli che conosceremo meglio in seguito e che comunque non incidono sull’intesa di ieri sera: la milanese Pirelli, quella del grattacielo di Gio Ponti, si è virtualmente trasferita a Pechino.

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Obiezioni? I nostri sindacati mugugnano spaventati. Altri chiedono: tra cinque anni ChemChina non si porterà tutto via? come mai vengono a investire da noi capitalisti di un certo tipo - i cinesi, ad esempio, pochissimo trasparenti - e non quelli del cosiddetto mondo libero, i quali sarebbero più trasparenti? È solo perché i soldi in Occidente sono finiti, e montagne di dollari ed euro stanno nelle casseforti di Pechino? i cinesi si stanno comprando le aziende occidentali con i soldi che in passato hanno drenato agli stessi occidentali, allegri di far debiti? C’è materia, come vede, per molti saggi ancora da scrivere.

Il premier Matteo Renzi, 40 anni ANSA

«N

o». Anzi, «assolutamente no». Intervistato da La Repubblica, ieri il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha escluso con nettezza che cadranno altre teste nel governo. Dopo le dimissioni di Maurizio Lupi non toccherà ai sottosegretari indagati: «Ho sempre detto che non ci si dimette per un avviso di garanzia. Per me un cittadino è innocente finché la sentenza non passa in giudicato. Del resto, è scritto nella Costituzione». Le sue parole hanno scatenato subito l’ira dell’altro Matteo: «Renzi è garantista con i suoi amici ed è inflessibile con chi non sta nella sua cerchia: gli hanno assolto il babbo, tutto bene a casa Renzi questa domenica, auguri», ha scandito Salvini. Intanto, oggi il premier salirà al Colle per prendere l’interim alle Infrastrutture, che però non dovrebbe durare a lungo. In attesa del rimpastino di governo, i cui tempi saranno proprio al centro del colloquio con il presidente Mattarella, nel totoministri c’è in pole per il post-Lupi l’attuale Sottosegretario a Palazzo Chigi, Graziano Delrio. Se l’Ncd non molla e non vuole «uscire indebolito» da questo complicato momento per l’esecutivo, Renzi deve comunque gestire l’ostilità della fetta di partito alla sua sinistra. E da lì, sempre via La Repubblica, il contrattacco: «Compiamo le nostre scelte pensando ai nostri connazionali, non alle correnti, agli spifferi o alle polemiche interne». Si riferiva alle accuse partite sabato da Massimo D’Alema, definito ormai «una vecchia gloria del wrestling». cont. © RIPRODUZIONE RISERVATA

NOTIZIE TASCABILI IL SINDACO ERA STATO ELETTO NEL 2011

DOPO LE ELEZIONI

LE AMMINISTRATIVE: È BOOM DEI GAULLISTI

Obama attacca Netanyahu: «Poco spazio per la pace»

Francia, Sarkozy trionfa alle elezioni Le Pen non sfonda, calano i socialisti ● Il grande ritorno di Nicolas Sarkozy che da ieri può sorridere dopo i tanti k.o. politici e pure giudiziari: l’ex presidente francese ha vinto (per alcuni exit poll stravinto) le amministrative in cui era attesa l’affermazione del Front National di Marine Le Pen come primo partito a livello nazionale. L’estrema destra conquista terreno ma non sfonda, la sinistra di governo perde molte posizioni ma non crolla. La leader dell’estrema destra ha, comunque, esultato per la conquista di posti nei consigli di dipartimento (che prendono il posto dopo la riforma territoriale di quelli cantonali) e attaccato il premier Manuel Valls, il primo a rallegrarsi «perché il Front National non è in testa». Vincitori indiscussi, però, i gaullisti dell’Ump di Sarkozy, dati fra il 33 e il 38%. Socialisti staccati e allo sprint per il secondo posto (25-27%) con la formazione della Le Pen.

● Sono parole dure quelle che Obama riserva a Netanyahu dopo il successo elettorale. A proposito delle sue dichiarazioni contro gli elettori arabi, Obama ha detto: «È un tipo di retorica contraria alla migliore tradizione di Israele e che corrode la democrazia. Non mi pare ci sia spazio per seri negoziati di pace».

Nicolas Sarkozy, 60 anni AFP

LO ANNUNCIA L’UNICEF

L’INIZIATIVA A S. PIETRO

LO SCRITTORE HA 64 ANNI

Milano, l’annuncio di Pisapia «Non mi ricandido nel 2016»

In Sud Sudan Il Papa chiama liberati più di 200 300 senzatetto bambini-soldato a donare Vangeli

Gaeta, malore per De Luca dopo una scalata

● Il sindaco Giuliano Pisapia ha dato l’annuncio convocando la stampa a Palazzo Marino: «Non mi ricandiderò per un secondo mandato alla guida di Milano. Non sono stanco: ho sempre detto che avrei fatto un solo mandato, anche perché volevo che crescesse una classe dirigente di sinistra in città. E non ho ambizioni politiche nazionali». Quanto al successore «non credo che le primarie siano un totem, ultimamente hanno perso un po’ di credibilità». Per il dopo-Pisapia si parla di Pierfrancesco Majorino, Ivan Scalfarotto, Lia Quartapelle ed Emanuele Fiano. Sel chiede a Pisapia di ripensarci, l’opposizione no: «La città è incupita e vessata dalle tasse», accusa Mariastella Gelmini, possibile candidato per il centrodestra. Pisapia era stato eletto nel 2011.

● Buone notizie dall’Unicef: circa 250 bambini soldato, tra cui 4 ragazze, una delle quali di appena nove anni, sono stati rilasciati sabato in Sud Sudan da un gruppo armato, la Cobra Faction. Un altro gruppo di 400 sarà rilasciato nei prossimi giorni. Si tratta del terzo rilascio di bambini ottenuto a seguito di un accordo di pace tra la fazione e il governo.

Il sindaco di Milano Giuliano Pisapia, 65 anni, durante l’annuncio OMNIMILANO

● Papa Francesco continua la sua opera in aiuto di chi viene dimenticato dalla società. Ieri in piazza San Pietro 300 senzatetto hanno donato ai pellegrini 50 mila copie di un Vangelo tascabile: «Vi sarà distribuito gratuitamente — ha detto il Santo Padre dalla finestra del Palazzo apostolico — da alcune persone senza fissa dimora che vivono a

Una senzatetto distribuisce Vangeli Roma, un gesto molto bello, che piace a Gesù: i più bisognosi sono coloro che ci regalano la parola di Dio». Bergoglio ha annunciato pure che ripeterà la Lotteria di beneficenza per le sue opere di carità: estrazione il 29 giugno.

● Potrebbe essere un problema neurologico all’origine del malore che ha colpito ieri lo scrittore napoletano Erri De Luca, 64 anni, che aveva appena terminato di scalare con alcuni amici una parete in località Il Grottone, a Gaeta. In stato confusionale, ma vigile, De Luca è stato ricoverato in codice rosso a Latina, dove è arrivato con l’elicottero del 118.


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LUNEDĂŒ 23 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Schianto a Monza Quindicenne ucciso da un’auto pirata 1In gravi condizioni la mamma. Si cerca un suv

La vita di Elio finita mentre andava a giocare a calcio Elisabetta Esposito

E

lio non è arrivato. I compagni della Dominante, la sua squadra di calcio, lo aspettavano al campo per la solita partita della domenica, categoria Giovanissimi Regionali. Elio non è arrivato, ma presto è arrivata la notizia del suo incidente. ÂŤNon si gioca, andiamo tutti in ospedale per stargli vicinoÂť. E allora via, di corsa al San Gerardo di Monza. Solo qui, questa dozzina di adolescenti in calzoncini, ha saputo la veritĂ : Elio è morto. Elio Bonavita, 15 anni, ciuffo in testa e occhi blu, ha perso la vita ieri mattina nei pressi della Villa Reale di Monza in un incidente causato da un’auto pirata, da qualcuno che, dopo aver provocato quel disastro con cinque macchine coinvolte, è scappato. Elio, che frequentava il primo anno delle

La Citroen C1 su cui viaggiava Elio Bonavita. Sotto una foto da Facebook ANSA

superiori al Mosè Bianchi di Monza, stava andando al campo accompagnato da sua madre Nunzia Minichini, ricoverata al Niguarda di Milano in gravi condizioni: ha fratture alle gambe e alle braccia e un forte trauma cranico. Accanto a lei il marito Corrado, un papà disperato che ha appena perso

Le giornate Fai, 650 mila visite ai tesori d’Italia

Š RIPRODUZIONE RISERVATA

â—? ÂŤNon me ne sono accorto, me lo hanno dovuto dire i parrocchianiÂť. Non se lo aspettava don Francesco Cultrera, che alla messa di ieri alle 9, nella chiesa di San Michele Arcangelo di Palermo, ci fosse il capo dello Stato Sergio Mattarella. Che si è seduto in terz’ultima fila e poi è tornato a casa a piedi (foto Ansa). ÂŤĂˆ la sua parrocchia ma dopo l’elezione non era piĂš venutoÂť, dicono a San Michele.

â—? Sono state ancora una volta un successo le Giornate Fai di Primavera, nonostante il maltempo. A visitare i 780 siti culturali aperti in tutta Italia si sono presentate 650 mila persone. Record di visitatori per la Lombardia con 120 mila persone in coda. Ma il posto piĂš visto è stato l’ex Carcere di Buoncammino a Cagliari con oltre 28 mila visitatori, tanto da spingere a prolungare l’orario oltre il previsto.

CONSIGLI

21/3 - 20/4 ARIETE

21/4 - 20/5 TORO

21/5 - 21/6 GEMELLI

22/6 - 22/7 CANCRO

23/7 - 23/8 LEONE

24/8 - 22/9 VERGINE

7

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Anche se la gente vi stima, vi sentite probabilmente un cicinĂŹn soli. E lavoro, amore e attivitĂ sudombelicale eccitano come una colica. PasserĂ .

La Luna alimenta un mood fiducioso (vostro) che favorisce il successo, tanto nel lavoro quanto in amore. E pure le aspettative suine vengon premiate.

La Luna paventa qualche incaglio: autorevolezza e strategia possono farvi limitare i danni. Fornicazione soddisfacente. Ma sapete far meglio, di solito.

Viaggi, new business, lavoro, trasferte e tutto quanto fa “movimentoâ€?, anche sul piano suino, è favorito dalla Luna. Sfigolagne in calo.

23/9 - 22/10 BILANCIA

23/10 - 22/11 SCORPIONE

23/11 - 21/12 SAGITTARIO

22/12 - 20/1 CAPRICORNO

21/1 - 19/2 ACQUARIO

20/2 - 20/3 PESCI

6

6

6

8

5,5

7+

Scegliete con cura i vostri confidenti e tutelate i vostri interessi economici. Lavoro “ni�, zona a sud dell’ombelico non gratificata quanto e come vorreste.

Ci sono piÚ falsi allarmi che guai veri nell’aria, oggi. Ergo: evitate drammi e visione sfigocentrica dell’esistenza. Scarsità fornicatoria.

Gli zebedei vi si acciambellano. PerchÊ dovete occuparvi di minuzie, noie, rogne e magari burocrazia. La fornicazione è da svecchiare.

Incontri, news, sviluppi ottimi fanno iniziare la settimana nel modo migliore. E questo vi incentiva. Un po’ (tanto) anche suinamente. Il che non guasta‌

L’ATTACCO DELL’ISIS

Una ragazza passata da Tunisi con la Costa Fascinosa all’arrivo ieri in Italia

Strage Tunisi, caccia al terzo attentatore Tornati i nostri turisti Filippo Conticello @filippocont

U

na corona di fiori nel silenzio, poi la parola. Una prima intervista, lĂŹ nel museo insanguinato e non nel comodo palazzo presidenziale: ÂŤCi sono state delle dĂŠfaillances nella sicurezzaÂť, ha ammesso ieri il presidente della Tunisia, Beji Caid Essebsi. Ha reso omaggio alle vittime del Bardo e sul magazine francese Paris Match ha allargato lo sguardo alla minaccia sulle nostre teste: ÂŤIl terrorismo non è una questione tunisina, ma anche europea. Coinvolge anche i francesi e gli italianiÂť. Sulla strage dei turisti, però, c’è ancora tanto da chiarire, cosĂŹ Essebsi ha riferito di un terzo aggressore, oltre ai due ammazzati, ancora ÂŤin fugaÂť. Potrebbe essere Maher Ben Mouldi Gaydi, per il quale sabato è stato spiccato un mandato di cattura. Di certo, il 29 marzo ci sarĂ l’attesa marcia ÂŤJe suis BardoÂť, con tanto di promessa solenne: ÂŤLa Tunisia non sarĂ mai governata dalla shariaÂť. COPERTA Urla, fughe disperate per sopravvivere, mentre i kalashnikov della jihad sparavano contro il pullman. Ieri i croceristi della Costa Fascinosa, quelli fortunati a salvare la pelle dopo essere scesi giĂš per

OROSCOPO LE PAGELLE di ANTONIO CAPITANI

La settimana inizia con un recupero d’immagine, di soldi, di posizioni. E vi fa risolvere certi impicci. Fornicazione piÚ zuccherosa che piccantina.

L’INCIDENTE A Monza adesso è caccia al pirata. Con il suo suv Audi grigio scuro, modello Q3 o Q5, l’uomo si è immesso su via Brianza senza rispettare la precedenza, obbligando una Range Rover a spostarsi sulla corsia opposta dove si è scontrata frontalmente con la Citroen C1 della mamma di Elio. ÂŤLanciamo un appello al conducente del suv — ha dichiarato il comandante della polizia locale, Alessandro Casale — dalle immagini stiamo ricostruendo l’accaduto, gli consigliamo di presentarsi in comando di sua spontanea volontĂ Âť. Gli amici di Elio chiedono giustizia, lasciano sul suo profilo Facebook messaggi pieni di rabbia e dolore per colpa di ÂŤquel bastardo che ha avuto anche il coraggio di scappareÂť. E l’attenzione torna sull’urgenza di una legge che introduca il reato di omicidio stradale, al momento approvata alla Camera ma ferma al Senato: domani alle 17 ci saranno manifestazioni in diverse cittĂ d’Italia. ÂŤCon l’attuale sistema se hai bevuto o sei drogato conviene scappare, per il resto le pene sono inconsistentiÂť, ha commentato Giordano Biserni, presidente dell’Asaps che monitora gli incidenti stradali: nei primi due mesi del 2015 sono stati 160 gli episodi di pirateria, con 18 morti. Il 2014 ne ha contati 1009 con 119 decessi. Ma solo il 57,8% dei responsabili è stato preso: in pratica quasi un pirata su due l’ha fatta franca.

MATTARELLA VA A MESSA TRA LA GENTE

NONOSTANTE IL MALTEMPO

La Luna vi fa incassare, spendere e investire bene. La “to do list� odierna viene sbrigata, ma siete un po’ una palla: evitate. Brio suino aleggia.

un figlio e che urla voglio morire, ma che sa di dover andare avanti perchÊ Elio aveva un fratellino di 11 anni, Simone, giovanissima promessa dell’Inter, che va aiutato.

Gli zebedei vi vanno su e giĂš come gli ascensori. PerchĂŠ piĂš di una persona sembra remarvi contro. O perchĂŠ casa e amore stancano. Stop sudombelicale.

Potete pilotare con successo lavoro, Pr, viaggi e colloqui. E acquisire pure una miliardata di puntisimpatia. In giro qua e lĂ potreste anche fornicar.

LA FINALISSIMA PER I NAUFRAGHI APPENA TORNATI Hanno sopportato fame, mosquitos, privazioni varie. Hanno affrontato prove leader, prove ricompensa e tentazioni. Ma, soprattutto, hanno resistito per guadagnare un posto nell’ambita finale de L’isola dei famosi di stasera. I naufraghi ancora in gara (Brice Martinet, Cecilia Rodriguez, Le Donatella, Rocco Siffredi e Valerio Scanu), dopo aver salutato l’Honduras, saranno in studio. DA VEDERE STASERA SU CANALE 5 ALLE 21.10

vedere le meraviglie nascoste di Tunisi, hanno rimesso piede in Italia e raccontato il loro inferno. La nave è arrivata a Savona di mattina, mentre a Torino si apriva la camera ardente per Antonella Sesino e Orazio Conte, le due vittime cittadine: centinaia in coda sotto i portici e oggi l’addio. Anche a Novara, per Francesco Caldara, ieri la camera ardente e oggi i funerali. Ancora incerta, invece, la data delle esequie di Giuseppina Biella, la quarta vittima italiana di Meda, provincia di Monza. Il nome di Danila Pollara, invece, era sconosciuto fino a ieri: colpita dai proiettili alle gambe, aveva perso borsa e documenti e per giorni non è stata identificata. Ora all’ospedale delle Molinette di Torino può perfino raccontare di una fortuna macabra: è rimasta coperta per molte ore da due cadaveri. Š RIPRODUZIONE RISERVATA

Al Jazeera ha diffuso via Twitter la foto di un presunto terrorista coinvolto nella strage col nome ÂŤMaher bin Al-Moulidi Al-QaidiÂť

LO SPORT IN TV

L’ISOLA DEI FAMOSI

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LUNEDÌ 23 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT


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