La Gazzetta dello Sport (03-30-2015)

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lunedì 30 marzo 2015 anno 119 - numero 75 euro 1,40

ROSSI & ROSSA SHOW UN, DUE, TRE... ITALIA Vale Rossi tra Andrea Dovizioso e Andrea Iannone: un podio tutto italiano nella MotoGP mancava dal 24 settembre del 2006 (Capirossi, Rossi e Melandri)

GRAZIE!

GRAZIE!

L’ACCOPPIATA PIU’ ATTESA La Ferrari di Vettel regina a Sepang e Rossi in trionfo in Qatar: la doppietta Rossa-Rossi mancava dal 16 settembre 2007 (allora fu Raikkonen a vincere con Valentino)

GRAZIE! Il Cavallino trionfa in Malesia, il Dottore in Qatar. Vettel, al suo primo successo con Maranello, domina le Mercedes di Hamilton e Rosberg e festeggia urlando in italiano: «Forza Ferrari». Marchionne: «Sensazionali» Vale recupera dal 10° posto e brucia le Ducati di Dovizioso e Iannone: la MotoGP ricomincia con un podio tricolore. Lorenzo 4°, Marquez 5° ALLIEVI, CORTINOVIS, CREMONESI, FALSAPERLA, GENTILI, IANIERI, PERNA, ZAMAGNI DA PAGINA 2 A PAGINA 15

IL COMMENTO di Umberto Zapelloni 31

VALENTINO E SEB VITTORIE DEL CUORE Tutto Rosso! Da mattino a sera. Dalla Malesia al Qatar. Dalla Ferrari a Valentino. Una domenica bestiale che cancella l’azzurro tenebra della nostra Nazionale di calcio. L'ARTICOLO A PAGINA 31

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DA NON PERDERE

GLI AZZURRI

La primavera rosa: 1 Parola di Brozovic in diretta l’Eurovolley «Inter, con 5 acquisti con la Diouf vinciamo lo scudetto» BREGA A PAGINA 25 e più calcio mercato

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IL ROMPIPALLONE di GENE GNOCCHI

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Dubbi Verratti l’Italia s’interroga E c’è una Juve che sta con Conte

CALAMAI, CECCHINI, GRAZIANO, LICARI, VERNAZZA PAGG 16-17-18-19-31

Nazionale. Solo febbre e nausea per Buffon. Per Castellacci invece il portiere era al quinto mese di gravidanza

2 Paolini senza fine A 38 anni stacca tutti alla Gand-Wevelgem GHISALBERTI A PAGINA 37

3 Basket, Milano vola Gentile e Brooks cancellano Sassari CHIABOTTI A PAGINA 38


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Formula 1 R GP Malesia A sinistra la gioia di Sebastian Vettel, 27 anni, al 40° successo in carriera. A destra il via del gran premio, con le prime posizioni confermate: Hamilton davanti a Vettel e Rosberg. In basso il guaio alla gomma posteriore sinistra di Kimi Raikkonen, toccato al via dal muso della Sauber di Nasr: rientrato ai box, ha rimontato fino al quarto posto. Nella pagina a fianco la foto del podio: tra Lewis Hamilton e Vettel, il capo dei meccanici Ferrari Diego Ioverno. A destra Nico Rosberg EPA-COLOMBO-AFPGETTY-LAPRESSEINSIDEFOTO

ONDA ROSSA

Tremate, la Ferrari è tornata Con Vettel punta il Mondiale

1Grande strategia nell’uso delle gomme, macchina perfetta: Hamilton e Rosberg dietro Lauda: «Marchionne li ha rivoltati e ora per la Mercedes suona il campanello d’allarme»

Andrea Cremonesi INVIATO A SEPANG (MALESIA)

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errari is back. La Ferrari è tornata. Il messaggio di Riccardo Adami che il tonante vocione di Eddie Jordan rilancia sul podio si diffonde nel paddock. Una F.1 alla disperata di nuova linfa e popolarità, spossata da anni di dominio targati Red Bull e Mercedes, si stropiccia gli occhi da-

vanti all’impresa di Sebastian Vettel. I segnali di riscatto erano noti sin dai test. E Melbourne lo aveva confermato. Ma Hamilton e Rosberg sembravano ancora distanti, in grado di giocarsi tra di loro i successi e di conseguenza il Mondiale. Nel giro di due settimane quei 30” di margine si sono liquefatti e ora Maurizio Arrivabene dovrà probabilmente allenarsi per affrontare la passeggiata da Maranello a Sestola pro-

messa al quarto successo. Il capo della Ges, che ha ricevuto i complimenti di Sergio Marchionne, predicano umiltà. Ma come si fa a non entusiasmarsi dopo una vittoria del genere? Lasciamo stare la «storicità» del momento perché ha interrotto un digiuno che durava per la rossa dal maggio 2013 (GP di Spagna) e per il tedesco da novembre (Interlagos) di quello che per lui è stata l’ultima stagione iridata. Questo

LA ROSSA E ROSSI

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Gli anni dall’ultima accoppiata vincente Ferrari-Rossi: 16-9-2007, Kimi trionfa in Belgio, Vale in Portogallo

successo, a detta degli stessi rivali, è stato «fair and square», limpido. Se sabato le mutevoli condizioni meteo avevano aiutato Seb a sfiorare la pole, ieri a Sepang splendeva il sole: affermazione solo in apparenza banale in quanto l’asfalto bollente (56°) ha giocato un ruolo fondamentale. «La Ferrari ha vinto perché è stata più abile ad usare le gomme – chiarisce Niki Lauda – hanno potuto fare una sosta in meno». La Ferrari

lo aveva capito sin dal venerdì e con loro Helmut Marko che è corso a scommettere sulla vittoria del suo ex pupillo: «Ha fatto una gara straordinaria», ha detto Niki al proposito. LA GARA Partendo da questo vantaggio di gomma, Vettel ha costruito il proprio successo: quando è entrata la Safety Car, al 4° giro, anziché seguire ai box Hamilton, scattato al comando dalla pole, è rimasto in


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GIOIA IN DIRETTA È INCONTENIBILE DOPO LA PRIMA VITTORIA CON LA ROSSA. SONO IN ITALIANO LE SUE FRASI URLATE NEL TEAM RADIO DOPO LA BANDIERA A SCACCHI: «GRAZIE! GRAZIE MILLE RAGAZZI! FORZA FERRARI! FERRARI IS BACK» LA RISPOSTA DEL MURETTO FERRARISTA È UN OMAGGIO ALLA PRESTAZIONE DA URLO DEL CAMPIONE TEDESCO: «NUMERO UNO IS BACK, TOP CLASS. SEI UN GRANDE SEB»

Il pianto, la mente a Schumi Seb: «Il meglio deve arrivare»

1Michael aveva impiegato 7 GP prima di vincere, lui 2. L’urlo in italiano: «Grazie, grazie, grazie». «Negli ultimi giri quasi me la facevo addosso» Luigi Perna INVIATO A SEPANG

S pista. «Magari avremmo vinto lo stesso ma se non ci fossimo fermati, sarebbe stata più dura», ha ammesso il d.t. ferrarista James Allison. Invece, avendo strada libera, Seb ha potuto impostare il proprio ritmo, con un degrado della gomma di mescola media (la più soffice portata da Pirelli a Sepang) limitatissimo: il ferrarista è rimasto in pista col primo set (usato in Q2) per 17 giri, col secondo (nuovo) per 20. Ma la forza della sua Ferrari è esplosa quando lui e Lewis si sono ritrovati dopo l’ultimo pit, avvenuto a un giro di distanza (37° e 38°) a duellare a distanza con le mescole arancioni, le dure. In quel momento il campione del mondo era a soli 13”7. Se la Mercedes avesse ancora avuto qualcosa in tasca, l’avrebbe usato per raggiungere la Ferrari, invece il tedesco ha ribattuto giro dopo giro al forcing di Lewis. E quando nel dopo corsa ha ammesso che «negli ultimi giri me la stavo facendo addosso» era solo per l’emozione, non per Lewis. E poi quegli ultimi 20 giri, nei quali Nico Rosberg inseguiva vanamente il duo di testa con le medie, sono stati un messaggio eloquente. Così come la prestazione di Raikkonen: finito nelle retrovie per una foratura, rimediata in un contatto con Nasr, che lo ha costretto ai box già al 2° giro, è risalito sino alla quarta posizione. Impensabile un anno fa.

SCENARIO «Il merito di tutto questo – aggiunge Lauda – è di Sergio Marchionne che ha avuto il coraggio di rivoltare la squadra. E adesso per noi suona un bel campanello d’allarme perché i ferraristi, dopo questo successo, saranno ancora più motivati». In effetti a Stoccarda e a Brackley farebbero male a sottovalutare la forza della rossa. Il caldo avrà fatto la sua parte ma a Melbourne, dove l’asfalto aveva una ventina di gradi in meno (38°), il passo gara della SF15-T era stato comunque temibile. Una Ferrari «gentile» con le gomme, una squadra «lucida, fredda anche nei momenti più delicati» come ricorda un emozionato Arrivabene «che lavora come un orologio… italiano», costituiscono un avversario pericoloso. Così come Vettel e Raikkonen una bella coppia in grado di mettere alle strette Hamilton e Rosberg, tanto più come ha ricordato ancora ieri Seb questa SF15 è talmente sincera che ci si può… giocare. Le note dell’inno tedesco seguite da quelle di Mameli furono la colonna sonora del trionfale periodo di Schumi così come della prima impresa di Vettel a Monza 2008, prologo del suo regno in Red Bull. Saranno forse segni del destino? © RIPRODUZIONE RISERVATA

occhiude gli occhi, quando lo paragonano a Michael. Si morde le labbra dall’emozione e trattiene a stento le lacrime. Poi ricorda quando correva in kart assieme agli altri bambini sulla pista di Kerpen, sognando di imitare il suo idolo Schumacher e di potergli un giorno stringere la mano, le tante foto della Ferrari appese in camera. Il grande Schumi aveva impiegato sette gare per riportare la rossa alla vittoria nel diluvio del Montmelò 1996, il suo erede Sebastian Vettel c’è riuscito al secondo tentativo, con un capolavoro sotto il sole cocente della Malesia. «È un giorno speciale, resterà sempre parte di me. Ho pensato molto a Michael, a fine gara – rivela Seb –. È un peccato che non possa essere qui, ma è ancora nel cuore della squadra. La sua figura alleggia a Maranello. Le sue vittorie restano un’ispirazione per tutti alla Ferrari».

Sebastian Vettel sventola il bandierone del Cavallino INSIDE FOTO

TREMARELLA Oggi c’è Vettel al posto di Schumi e rivive quella storia, ripercorre le stesse orme. «Negli ultimi due giri me la stavo facendo sotto, guardavo fuori dall’abitacolo e mi dicevo: “Stai vincendo su una rossa”. Ho dovuto smetterla, rischiavo di finire fuori strada», racconta. Era da più di un anno che «Sebastiano» non assaporava il successo (Brasile 2013), da quasi due che la Ferrari era a secco (Spagna 2013) e si può capire quel sospiro di sollievo via radio appena tagliato il traguardo, mentre l’ingegnere di pista Riccardo Adami gli gridava negli auricolari: «Il numero uno è tornato. La Ferrari è tornata». PIU’ DI ALONSO La quarantesi-

ma vittoria della carriera, la quarta in Malesia (una più di Alonso e di Schumacher) segnano il riscatto del 4 volte campione del mondo e della rossa, usciti da un’ultima stagione terribile. Pochi avrebbero scommesso che la svolta sarebbe arrivata così presto. Di sicuro non ci credeva Fernando Alonso. «Sembra un miracolo, dopo il terzo posto di Melbourne. Ma io ci credevo – confessa Seb – . Sennò perché sarei venuto alla Ferrari? Se non credi che possano succederti grandi cose, la vita è triste. Il meglio deve arrivare». Si spiega così l’euforia di Vettel, le mani nei capelli, il pianto spontaneo, la bandiera del Cavallino strappata ai meccanici e sventolata nell’aria, quel gesto biricchino con Ioverno indicando i due della Mercedes: «Visto, li abbiamo fregati». Sul podio si è seduto, esausto, svuotato, «senza parole, ma orgoglioso e felice per la squadra,

IL GRANDE EX ALONSO

«Non credevo che la SF15-T fosse così forte» ● SEPANG — (a.cr.) Riferendosi alle prestazioni della Ferrari, Fernando Alonso aveva detto che non gli interessava correre per il podio, ma per vincere. Ora che Vettel è tornato sul gradino più alto, rinfrescando un albo d’oro fermo alla sua cavalcata nella gara di casa di due anni fa, l’asturiano preferisce la strada della diplomazia: «Non me l’aspettavo così competitiva, la cosa importante è che ci sia qualcuno che possa bloccare la Mercedes per rendere il campionato più divertente». Poi dell’argomento non parla più. Ma fa intendere che il suo amore per il Cavallino dopo il divorzio è immutato.

che aveva trionfato con Michael e con Alonso e aspettava da tempo di tornare al successo». Mentre Hamilton, al suo fianco, lo guardava affascinato come chi capisce di colpo che cosa significhi vincere su una Ferrari. RIVALUTATO È una rivalutazione anche per Seb. Ora non si potrà dire, come faceva intendere spesso anche Alonso, che Vettel vinceva i Mondiali solo per una Red Bull nettamente superiore. E ieri, doppiando le vetture della sua ex squadra, il tedesco ha chiuso anche simbolicamente il cerchio con il passato, in una strana nemesi per cui oggi si ritrova a essere il vendicatore di quella Ferrari che lui stesso batteva. «L’ultima stagione era stata difficile perché la Red Bull non si adattava più al mio stile di guida, al contrario di questa rossa. Ma io non ho niente da dimostrare, sono il primo a chiedere molto a me stesso e a non essere felice se non vinco. Poi ognuno può valutarmi come vuole». SOGNO PROIBITO Dietro alla rivoluzione Ferrari, vede un segreto. «C’è un’aria nuova a Maranello. Tante persone sono arrivate, tante hanno cambiato ruolo, ma dal primo giorno che ho superato i cancelli della fabbrica sono stato accolto come in famiglia e sono rimasto colpito dalla forza e dalla passione che ci sono lì». Si può vincere il Mondiale? «Lo spero – sorride Seb –. Riportare il titolo alla Ferrari è il mio obiettivo. Ma ripetere i trionfi di Schumi sarebbe troppo. Siamo riusciti a battere le Mercedes perché siamo stati più veloci, sfruttando meglio le gomme. Godiamocela». Conviene che Nico Rosberg non lo inviti più a spiare nel suo box. Voleva una Ferrari più vicina alle Mercedes per fare un po’ di show, ma l’ha ritrovata davanti. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Sebastian Vettel, 27 anni, letteralmente sommerso dagli uomini in rosso. L’ultima vittoria della Ferrari era datata 12 maggio 2013, quando Fernando Alonso salì sul gradino più alto del podio a Montmelò GETTY IMAGES

«Un perfetto orologio italiano»

1Il team principal Arrivabene: «I discorsi degli ingegneri, le strategie, il briefing... tutto

avverato. Grande Seb, Marchionne più vicino di quanto sembri. Kimi, un passo fantastico»

Luigi Perna INVIATO A SEPANG (MALESIA)

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el giorno più dolce, ha deciso di mandare sul podio «uno dei ragazzi». Qualcuno che rappresentasse la gente di Maranello e il loro spirito. Così Maurizio Arrivabene ha rinunciato alla passerella e ad alzare in mondovisione la coppa del trionfo c’è andato Diego Ioverno, il capo dei meccanici della Ferrari. Lui invece se n’è rimasto quasi in disparte, tradendo volutamente la sua natura di comunicatore abituato sempre e comunque a stare sotto i riflettori. Tanto che a qualcuno è venuto spontaneo chiedere: «Ma come, non sei emozionato?». OROLOGIO Sarà stata la tensione di una gara da batticuore, ma Arrivabene ieri proprio non riusciva a lasciarsi andare, mentre si è commosso perfino uno di solito distaccato come il d.t. James Allison. «Non ho fatto altro che ripensare alle parole dei nostri ingegneri durante il briefing, alle strategie, alle loro previsioni che si stavano avverando puntualmente – ha confessato l’ex numero uno del marketing Phillip Morris –. Mi sono detto: qui può venire fuori qualcosa di interessante. Siamo stati come un orologio, in questo caso un perfetto orologio italiano». CAREZZA Le prime parole che è riuscito a pronunciare alla radio, appena uscito dalla trance, sono state per Vettel: «Sei un grande Seb». Ma più tardi ne ha riservate di dolci anche a Kimi

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VALENTINO ROSSI Pilota MotoGP ● Mammamia che Ferrari in Malesia! #bravissimi @ValeYellow46

A MELBOURNE MI SONO COMPORTATO COME FONZIE, MA TENIAMO I PIEDI PER TERRA CON UMILTÀ

Raikkonen, costretto a una gara di rimonta fino al quarto posto, dopo l’errore nella scelta di tempo del muretto (lo stratega Inaki Rueda arriverà forse in Cina, ndr) che sabato gli è costato l’esclusione dal turno finale delle qualifiche. «Prima della gara abbiamo parlato e abbiamo chiarito, alla presenza degli ingegneri – spiega Arrivabene –. A caldo avevamo avuto punti di vista diversi. Lui è un grande pi-

lota ed è stato un peccato che abbia avuto sfortuna anche in gara (per la foratura causata da Nasr, ndr). Ma aveva un passo fantastico». SPIRITO Da un capo dipinto come un «duro», ci si poteva aspettare anche altro. Ma Arrivabene è stato attento a non rovinare il rapporto con Kimi, che a fine gara era deluso: «Troppe cose sono andate male questo fine settimana. Ero veloce, ma la qualifica non è andata bene e in partenza le gomme hanno slittato, facendomi scivolare indietro nel gruppo. Dopo la foratura, ho dovuto fare un intero giro su tre ruote e si è danneggiato anche il fondo scocca. In ogni caso a quel punto ero staccatissimo». Oltre a uno stile più aperto nei rapporti con l’esterno, Arrivabene sembra avere un approccio diverso anche con il team. Meno severo e più partecipe, rispetto al predecessore Mattiacci. Il nuovo capo della Gestione Sportiva è convinto che funzionerà: «Il mio lavoro è osservare e far capire che ai ragazzi del garage che gli sono vicino». TELEFONATA La vittoria a sorpresa già alla seconda gara è valsa la telefonata del presidente Sergio Marchionne. «Si è complimentato con tutti. Lui è uno di noi. Molto più vicino di quanto la gente pensi – rivela Arrivabene – . Sta nell’ombra, ma interviene quando ci sono ostacoli da superare. È appassionato, tanto che si è seduto in prima fila anche agli strategy group e in F.1 Commission. Non è uno che usa il metodo Montessori , ma se sei sveglio e impari in fretta è una fortuna stargli accanto». TITOLO La Ferrari adesso può sognare il Mondiale? «Andiamoci piano. A Melbourne mi sono comportato un po’ da Fonzie, predicando coraggio. Ma bisogna tenere i piedi per terra, essere umili e festeggiare quando sarà il momento. La Ferrari è la storia ed è una fortuna per la F.1 che sia tornata a vincere. Io mi auguravo due vittorie quest’anno e la prima è arrivata forse troppo presto, non ci esaltiamo troppo». Già, a ripensarci aveva promesso di andare a piedi nudi da Maranello a Sestola, se la Ferrari avesse vinto quattro gare nel 2015. Visto l’inizio, sarà il caso che si alleni. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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fDIETRO LA RINASCITA

IL NUOVO CAVALLINO

Dai disastri 2014 nasce l’energia travolgi Germania 1Più forti del colosso Mercedes,

cancellati i complessi di inferiorità e per di più grazie a Sebastian Vettel, un tedesco che sta trascinando il team

Sebastian Vettel, 27 anni, alla prima stagione in Ferrari dopo 6 passate alla Red Bull EPA

QUEL SALTO CHE RICORDA TANTO SCHUMI ● 1. Il salto di gioia di Vettel sul podio di Sepang: il tedesco non vinceva da oltre un anno; 2. L’esultanza di Michael Schumacher sul podio del GP Germania 2006, terzultimo successo di una super carriera INSIDEFOTO-COLOMBO 1

Foto di gruppo nel box Ferrari con Sebastian Vettel, alla prima vittoria con il Cavallino LAPRESSE

L’ANALISI di PINO ALLIEVI

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e vittorie hanno sempre tanti padri. Nell’era di Schumacher c’era una macchina che permetteva vittorie a raffica dando la sensazione errata che fosse tutto facile. Poi è arrivata l’era di Alonso nella quale è stato il pilota a dare più di quanto concedessero le sue macchine e infatti, alla fine, non ce l’ha mai fatta a conquistare il titolo nonostante per 3 anni su 5 si sia giocato il campionato in volata. Nel successo di Vettel in Malesia, invece, c’è la tangibile sensazione di qualcosa che è davvero venuto dal gruppo, dalla squadra. Un trionfo nel quale c’è il pilota, ma ci sono pure le strategie, la bontà della macchina, il lavoro oscuro di chi resta a Maranello e non si prende la ribalta delle piste, insieme con le scelte organizzative fatte nel tempo. Da quelle decisive di Marchionne e Arrivabene a tante altre non meno importanti operate dai vari Domenicali e Mattiacci durante la gestione Montezemolo.

MERKEL Ma c’è una sensazione molto diversa da quelle degli anni passati: il senso della sofferenza dopo i disastri del 2014 si è magicamente trasformato in un’energia travolgente, tale ridurre quasi a zero i tempi della risalita. Perché un conto era battere (e la Ferrari non c’è mai riuscita) chi di mestiere fa bibite energetiche come la Red Bull e ben altra soddisfazione è superare la Mercedes della grande Germania della Merkel, la quale più d’una volta ha trattato il nostro Paese con la sufficienza con cui si guarda un sottoposto disordinato e bricconcello. La Ferrari c’è riuscita in un modo pulito e Marchionne ha fatto bene a prendere le distanze da chi, a Maranello prima di lui, spingeva perché venissero cambiate le regole per trovare la classica scorciatoia all’italiana. Quella che ci fa detestare dal mondo civile. LO STAFF Ma più in generale, piace questa Ferrari in cui sono state promosse le seconde linee dando loro la possibilità di esprimersi. Dopo anni in cui si è promesso il Colosseo ad Adrian

Newey, che sdegnosamente ha sempre detto no, affinché venisse a salvare e mondare le pecche del Cavallino, la Ferrari si è invece ripresa la leadership con gente sconosciuta al grande pubblico e refrattaria alla tentazione di mettere il faccione dentro il teleschermo. Da Simone Resta che è il capo progetto (ma non dimentichiamo il contributo di base dato dal bistrattato e allontanato Tombazis) a Mattia Binotto regista della power-unit che riunisce il propulsore turbo tradizionale e due motori elettrici. E qui Marchionne ha intuito felinamente che non serviva un genio dei motori ma un gestore delle diverse aree. Per non parlare di James Allison, il responsabile tecnico, di cui qualcuno persino dubitava e che invece ha saputo dare le linee guida vincenti al progetto SF15-T. E poi ci sono tanti altri che sfuggono ma lavorano duramente, in una Ferrari che ha nella modestia il suo più grande punto di forza, con Arrivabene che sa tenere in pugno la situazione anche in modo burbero, se il caso. LA MACCHINA Ci si chiederà da dove sia arrivata la svolta miracolosa in sole due gare. E’ presto detto: da una vettura che non ha più i difetti di un anno fa, a un motore più potente e con più coppia (da qui le velocità massime e una guidabilità che aiuta la resa delle gomme), a un’aerodinamica che ora funziona, ad accorgimenti telaistici che non si vedono. Ma, soprattutto, attorno alla macchina si respira aria fresca, nuova. Vettel ha ottimizzato quello che gli è stato dato, smentendo in modo brutale chi dubitava del suo talento nonostante i quattro mondiali. Tra questi proprio Hamilton che ieri è stato sonoramente battuto: Lewis – come Alonso – non ha mai amato il tedesco e lo ha puntualmente punzecchiato. Sebastian ieri ha messo a tacere tutti e in due giorni ha mostrato di essere il fenomeno che si conosceva sul bagnato e lo stratega delicato quanto infallibile sull’asciutto. Il modo perento-

RSeb ha zittito

gli scettici: «C’è sempre una possibilità, bisogna saperla afferrare»

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rio con cui ha superato Rosberg e la sicurezza con cui si è tenuto lontano Hamilton nel finale spiegano di che pasta sia fatto. E ADESSO? Adesso bisogna andare avanti così, sapendo che la Mercedes reagirà subito agli errori strategici di Sepang. Ma nulla, a questo punto, è impossibile, perché Vettel è uno che pensa in grande: «C’è sempre una possibilità nella vita, bisogna saperla afferrare…», dice. Sembrava una battuta, ora è il modello trascinante di una Ferrari che non pensa più a difendersi ma ad attaccare. Un’idea di destino che fa la differenza. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Marchionne, il vincitore-ombra «Gara sensazionale, avanti così» 1 Il presidente:

«Grandi Kimi e Seb. I tifosi aspettavano da tempo queste soddisfazioni» Marco Gentili @marcogentili80

V Sergio Marchionne, 62 anni, presidente Ferrari dal 13 ottobre 2014 ANSA

LA GIOIA DELL’EX NUMERO 1

Montezemolo: «Premio a lavoro di lungo termine»

Luca di Montezemolo, 67 anni LAPRESSE ● (mar.ge.) Alla fine il cuore ha avuto la meglio sul cervello. La testa suggeriva a Luca di Montezemolo di stare prudentemente in silenzio riguardo alle vicende della Ferrari. Lui stesso, solo un paio di giorni fa, aveva ribadito di voler restare in silenzio stampa per un po’ sulla rossa. La staffetta tra lui, che ora presiede Alitalia, e Marchionne non era stata indolore e qualche strascico polemico c’era stato. Ma alla fine la gioia per la vittoria di Vettel è stata tale e tanta che Montezemolo proprio non ce l’ha fatta a mantenere un rigoroso «no comment». In fondo per lui la Ferrari è stata per 23 anni qualcosa di più di un semplice impegno professionale. È stata la vita, la passione. E al cuore non si comanda. «Sono molto felice ha detto Montezemolo -. Questa vittoria è un premio a chi l’anno scorso ha progettato e sviluppato macchina e motore e per chi, in seguito, ha preso le redini in mano perfezionandola e migliorando l’organizzazione. I risultati si sono visti. Mi riempie di gioia vedere questa bella continuità tra chi ha progettato la vettura e chi l’ha sviluppata», ha detto l’ex presidente. Prendendosi così una fetta dei meriti del successo: a seminare i germi della vittoria è stato anche lui. «Un lavoro straordinario - ha aggiunto - che ha riportato la Ferrari ai livelli di competitività che le spettano e addirittura alla vittoria ancora prima di quanto mi aspettassi. Addirittura su un circuito come quello malese. Forse oggi c’è stato anche qualche piccolo errore Mercedes, forse troppo carico aerodinamico, ma ciò non toglie che la Ferrari è stata grandissima». © RIPRODUZIONE RISERVATA

ince Seb Vettel, Raikkonen è quarto, la Ferrari torna il testa al Mondiale. Nel giorno di gran festa per la rossa non si festeggia solo nei box di Sepang. A migliaia di chilometri di distanza c’è qualcun altro che se la gode. È un signore che, nonostante non sia mai entrato in una monoposto, ieri ha vinto la sua (ennesima) sfida professiona-

le. Si chiama Sergio Marchionne e dall’ottobre dello scorso anno è presidente della casa di Maranello. MODESTIA Lui, che non era presente in Malesia, ha commentato il successo pesando bene le parole, senza lasciarsi andare a facili entusiasmi: sa bene che la strada da fare è ancora molto lunga e che non è certo questo il momento di sedersi sugli allori. E soprattutto ha preferito giocare di squadra, restando nell’ombra. Analizzando la gara, Marchionne ha dato i meriti ai protagonisti che hanno reso possibile la domenica da incorniciare di Sepang. «Complimenti a Sebastian Vettel e Kimi Raikkonen per una gara sensazionale. Sono felice per tutti i tifosi che aspettavano da troppo tempo una giornata così. Quello che

abbiamo visto oggi è il risultato dell’incredibile duro lavoro degli ultimi mesi, un lavoro fatto in silenzio e con umiltà come fa una grande squadra». GIUBILO Nonostante i continui richiami al concetto di «squadra» e «lavoro silenzioso», i complimenti – moltissimi – sono arrivati anche per lui. La definizione più azzeccata del manager italo-canadese l’ha data Evelina Christillin, organizzatrice delle Olimpiadi invernali di Torino nel 2006: «Le capacità di Marchionne le avevamo già viste alla guida della Fiat quando prese in mano una situazione non proprio rose e fiori e l’ha rilanciata. Ora si sta ripetendo con la Ferrari che veniva da una stagione pessima per quanto riguarda i risultati sportivi perché invece sotto quelli commerciali

godeva e gode di ottima salute. Ancora una volta si è dimostrato una sorta di Re Mida: quando arriva lui arrivano i risultati e non può essere solo un caso». W L’ITALIA Grande la soddisfazione espressa dal presidente dell’Automobile club Angelo Sticchi Damiani: «Finalmente torniamo a sentire l’inno di Mameli sul podio della Formula 1 e le campane di Maranello riecheggiano in tutta Italia. La vittoria di Vettel in Malesia è un successo di Marchionne, di Arrivabene e più in generale di tutto il team. I tifosi delle Rosse sono sempre più fieri del nuovo trionfo dell’auto italiana nel mondo. La Ferrari è spinta da milioni di cuori entusiasti che ripaga con un fiume continuo di emozioni». © RIPRODUZIONE RISERVATA


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LE PAGELLE di ANDREA CREMONESI

Verstappen e Sainz, occhio ai due torelli

1Seb dà lezione, ma giù il cappello anche davanti alla coppia Toro Rosso. Alonso lotta finché dura LA STATISTICA

IL MIGLIORE SEBASTIAN VETTEL

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VERSTAPPEN A 17 anni si batte come un leone, dandole di santa ragione a Ricciardo e Sainz. Rischia la frittata all’ingresso dei box. Si consoli, lo fece Hamilton nel 2007... AP

Torna SuperSeb Grinta, coraggio e un po’ di follia Feroce al via quando con una manovra temeraria, degna del miglior Schumi, ha intimidito Nico Rosberg, stringendolo verso il muretto. Magistrale nel gestire le gomme, attacca come un cobra quando si trova davanti Rosberg e Hamilton in difficoltà. Se contiamo anche il supergiro delle qualifiche, possiamo tranquillamente dire che SuperSeb è tornato. E allora ogni traguardo è possibile COLOMBO GLI ALTRI Kvyat 6 Hülkenberg lo sperona complicandogli la vita; Ricciardo 6 È tornato il sole, sulla Red Bull cala la notte; Grosjean 6 Stessa sorte di Kvyat: colpa di Perez. Button 5,5 Dura più di Alonso ma la sua gara è un calvario; Nasr 5 Evaporato dopo Melbourne; Hülkenberg e Perez 5 Un po’ meno di aggressività non guasta. Merhi s.v. Troppo lontano: per la Manor tagliare il traguardo è una vittoria.

GARA

MONDIALE

ARRIVO

PILOTI

POS PILOTA

NAZ SCUDERIA

1. VETTEL

GER Ferrari

TEMPO/DISTACCO (PIT STOP)

in 1h41’05”793 (2) media 184,224 km/h a 8”569 (3) 2. HAMILTON GB Mercedes 3. ROSBERG GER Mercedes a 12"310 (3) 4. RAIKKONEN FIN Ferrari a 53"822 (3) 5. BOTTAS FIN Williams-Mercedes a 1'10"409 (3) 6. MASSA BRA Williams-Mercedes a 1'13"586 (3) 7. VERSTAPPEN OLA Toro Rosso-Renault a 1'37"762 (3) 8. SAINZ SPA Toro Rosso-Renault a 1 giro (2) 9. KVYAT RUS Red Bull-Renault a 1 giro (3) 10. RICCIARDO AUS Red Bull-Renault a 1 giro (3) 11. GROSJEAN FRA Lotus-Mercedes a 1 giro (3) 12. NASR BRA Sauber-Ferrari a 1 giro (4) 13. PEREZ MES Force India-Mercedes a 1 giro (2) 14. HÜLKENBERG GER Force India-Mercedes a 1 giro (3) a 3 giri (3) 15. MERHI SPA Manor Marussia-Ferrari ● RITIRATI: al 4° giro ERICSSON (SVE/Sauber-Ferrari) uscita di pista; al 22° giro ALONSO (SPA/McLaren-Honda) problema meccanico; al 42° giro BUTTON (GB/McLaren-Honda) problema meccanico; al 48° giro MALDONADO (VEN/Lotus-Mercedes) problema meccanico ● NON PARTITI: STEVENS (GB/Manor Marussia-Ferrari) ● DISTANZA GARA: 56 giri pari a 310,408 km ● GIRO PIÙ VELOCE: il 43° di ROSBERG in 1’42”062, media 195,516 km/h ● LEADER DELLA CORSA: dal 1° al 3° giro HAMILTON; dal 4° al 17° giro VETTEL; dal 18° al 23° giro HAMILTON; dal 24° al 37° giro VETTEL; il 38° giro HAMILTON; dal 39° giro al traguardo VETTEL ● NOTE: Safety Car dal 4° al 6° giro. Dieci secondi di penalità a MALDONADO (per aver superato il limite di velocità dietro la Safety Car; 3 punti sulla patente), a PEREZ (per aver causato l’incidente con Grosjean; 2 punti sulla patente) e a HÜLKENBERG (per aver causato l’incidente con Kvyat; 2 punti sulla patente)

LA PROSSIMA GARA Il 12 aprile - GP Cina (Shanghai)

POS NOME 1. HAMILTON 2. VETTEL 3. ROSBERG 4. MASSA 5. RAIKKONEN 6. NASR 7. BOTTAS 8. RICCIARDO 9. HÜLKENBERG 10. VERSTAPPEN 11. SAINZ 12. ERICSSON 13. KVYAT 14. PEREZ 15. BUTTON 16. GROSJEAN 17. MERHI

6,5

6,5

BOTTAS Gara in rimonta dopo una partenza da dimenticare, nel finale ha la meglio su Massa. Ma in generale questa Williams è stata sinora sotto le attese AP

ROSBERG Voleva la Ferrari forte? Accontentato! Al via ci prova due volte con Seb: respinto. E dopo non lo vede più. Dopo il primo pit fatica nel traffico EPA

8 HAMILTON Superpole, un perfetto stacco dal via poi fa il massimo con una Mercedes che mangia le gomme più della Ferrari. Il venerdì perso gli è pesato ACTION

7

7

RAIKKONEN Riscatta la qualifica con una rimonta che mostra la forza della rossa. Quando la sfortuna non si accanirà con lui, sarà sul podio COLOMBO

MASSA Gran partenza, ma la sua gara viene rovinata da due sciagurati cambi gomme e alla fine è costretto a cedere pure la posizione a Bottas EPA

NAZ GB GER GER BRA FIN BRA FIN AUS GER OLA SPA SVE RUS MES GB FRA SPA

PUNTI 43 40 33 20 12 10 10 9 6 6 6 4 2 1 0 0 0

AUS 25 15 18 12 10 8 6 2 4 1 -

MAL CIN BAH 18 25 15 8 12 10 1 6 4 2 -

76 52 30 14 12 11 7 0 0 0

43 15 12 14 2 8 7 -

33 37 18 10 3 -

-

-

Vettel fa 40 A una vittoria da Senna e dal 3° posto Giovanni Cortinovis

C

6 ALONSO Per 22 giri meglio di Button, entra persino in zona punti. Amara domenica se pensa dov’è ora la Ferrari… COLOMBO

5

4

MALDONADO Al via finisce addosso a Bottas, poi viene punito per non aver rispettato la velocità dietro la Safety Car. Ha la calamita per i guai LAPRESSE

ERICSSON Gara finita dopo appena 4 giri, quando vola fuori, cercando di passare Hülkenberg sprecando la possibilità di finire a punti REUTERS

ZOOM SULLA CORSA

COSTRUTTORI 1. MERCEDES 2. FERRARI 3. WILLIAMS 4. SAUBER 5. TORO ROSSO 6. RED BULL 7. FORCE INDIA 8. MCLAREN 9. LOTUS 10. MANOR MARUSSIA

8 SAINZ Da 15° a 8° senza errori e con una coraggiosa strategia di due sole soste. Non sarà un mostro di simpatia ma questo Marko ha fiuto nel trovare i giovani AP

CAMBI GOMME

GIRI VELOCI

Il primo dato indica la mescola di partenza. MN=medie nuove; MU=medie usate; HN=hard nuove; NC=non classificato. Tra parentesi il giro della sosta. L'ultimo dato, per ogni pilota, indica il numero totale di pit stop.

POS PILOTA

VETTEL MU MN (17) HN (37) 2 HAMILTON MU HN (4) MN (24) HN (38) 3 ROSBERG MU HN (4) HN (26) MN (41) 3 RAIKKONEN MN MN (2) MN (14) HN (34) 3 BOTTAS MU MN (4) MN (25) HN (40) 3 MASSA MU MN (4) MU (24) HN (38) 3 VERSTAPPEN MU HN (4) HN (20) MN (40) 3 SAINZ MN HN (14) HN (32) 2 KVYAT MU MN (4) HN (21) HN (39) 3 RICCIARDO MU MN (4) HN (18) HN (34) 3 GROSJEAN MU MN (15) MU (26) HN (34) 3 NASR MN HN (2) HN (20) HN (30) MN (43) 4 PEREZ MN HN (17) MN (35) 2 HÜLKENBERG MN MN (15) HN (31) HN (44) 3 MERHI MU HN (5) MN (22) MU (42) 3 MALDONADO MN MN (1) MU (18) HN (33) 3 NC BUTTON HN MN (4) MN (21) MU (35) 3 NC ALONSO HN MN (4) 1 NC ERICSSON MU NC

TEMPO (GIRO)

1° NICO ROSBERG 1’42”062 (43°) 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. 15. 16. 17. 18. 19.

LEWIS HAMILTON SEBASTIAN VETTEL FELIPE NASR FELIPE MASSA VALTTERI BOTTAS KIMI RAIKKONEN DANIIL KVYAT MAX VERSTAPPEN ROMAIN GROSJEAN NICO HÜLKENBERG PASTOR MALDONADO DANIEL RICCIARDO SERGIO PEREZ CARLOS SAINZ JENSON BUTTON FERNANDO ALONSO MARCUS ERICSSON ROBERTO MERHI

1’43”125 (45°) 1’43”648 (46°) 1’43”902 (45°) 1’43”990 (40°) 1’44”088 (42°) 1’44”124 (40°) 1’44”514 (41°) 1’44”579 (42°) 1’44”812 (36°) 1’44”822 (46°) 1’45”070 (38°) 1’45”312 (42°) 1’45”345 (37°) 1’45”507 (37°) 1’46”056 (38°) 1’48”460 (17°) 1’48”760 (3°) 1’49”040 (44°)

on il 40° successo in carriera, Sebastian Vettel si porta a una sola lunghezza da Ayrton Senna, 3° di tutti i tempi dietro ad Alain Prost (51) e Michael Schumacher (91). Seb è invece 2° nella classifica dei successi conquistati partendo dalla prima fila: ci è riuscito 38 volte e le 2 occasioni in cui ha vinto partendo più indietro scattava comunque dalla terza casella (GP Malesia 2010 e GP Singapore 2012). Di accoppiate prima fila-vittoria ne ha ottenute di più solo Schumacher, ben 67. Senna e Prost, che pur sono scattati 87 e 86 volte dalla prima fila, contro le 68 di Vettel, sono riusciti a tramutarle «solo» in 34 e 29 vittorie. Ciò dimostra la fenomenale capacità di Sebastian di capitalizzare al massimo la partenza sia dalla pole (45, con 27 vittorie) che dalla seconda casella (23, con 11 vittorie, pari al 48 per cento). Lewis Hamilton, per dire, nelle 34 volte in cui è partito dalla seconda casella ha vinto dieci volte, cioè nel 29 per cento dei casi. Ancora meno Fernando Alonso: 15 partenze dal 2° posto tramutate in 4 vittorie, equivalenti al 27 per cento dei casi. FERRARI A 222 Vettel diventa il 3° tedesco dopo Wolfgang Von Trips (2 successi nel 1961, anch’egli con il V6) e Michael Schumacher (72 vittorie dal 1996 al 2006) a guidare una Ferrari al successo in F.1. In totale sono 222 i GP vinti dalla scuderia di Maranello mentre quelli dei motori Ferrari sono 223: merito del trionfo proprio di Vettel al GP Italia 2008 con la Toro Rosso spinta dal V8 Ferrari. © RIPRODUZIONE RISERVATA


Formula 1 R GP Malesia

LUNEDÌ 30 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

quando era ai ferri corti con la Lotus. «Non siamo stati impeccabili nelle comunicazioni radio, c’è stata un po’ di confusione ed è qualcosa su cui lavoreremo», ha sottolineato Wolff.

fL’ANALISI DEGLI SCONFITTI S’INCRINA IL DOMINIO DI STOCCARDA

Lewis Hamilton al via mantiene il primo posto, seguito da Vettel e Rosberg EPA

WOLFF: «LA ROSSA HA VINTO CON MERITO LA MERCEDES ACCELERERÀ LO SVILUPPO» Il numero uno del team: «Dobbiamo stare calmi, non è finita un’era. Abbiamo le risorse per tornare davanti» E Rosberg si rimangia le frasi di Melbourne: «Non sono contento» Andrea Cremonesi INVIATO A SEPANG

N

iente panico. Testa bassa e lavorare. Le parole d’ordine che sino a qualche tempo fa erano prerogati-

va della Ferrari entrano a far parte del vocabolario della Mercedes al termine di una calda domenica dove le frecce d’argento si ritrovano spuntate. «Non è finita un’era — è il commento di Wolff — non è che puoi vincere per sempre». Ma essere battuti, «fair and square» da Vettel, come ammette la truppa anglo tedesca, era qualcosa di sicuramente inatteso. «Dispiace è ovvio — ha aggiunto il capo della Mercedes — ci troviamo davanti a un nuova sfida che ci accolliamo volentieri. Non ci sono scuse, la Ferrari ha vinto con merito, è stata più forte di noi ma

dobbiamo restare calmi, magari accelerando l’introduzione di alcune novità nella macchina. Ma abbiamo le risorse necessarie per respingere l’attacco». BOTTA E RISPOSTA Stare calmi appunto. L’impressione è che, messa alle strette da Maranello, la truppa anglo tedesca non sia stata lucidissima, lo dimostrerebbe la reazione stizzita di Hamilton, quando è stato chiamato alla radio: «Non parlatemi mentre curvo, rischio di finire fuori». Un atteggiamento simile a quello tenuto da Raikkonen due anni fa in India

LE FRIZIONI CON IL BOX DURANTE LA GARA: «NON PARLATEMI MENTRE CURVO, RISCHIO DI USCIRE» SULLA MACCHINA: «TROPPO SOTTOSTERZO E PERCHÉ NON HANNO MONTATO DI NUOVO LE GOMME MEDIE?» LEWIS HAMILTON CAMPIONE IN CARICA

STRATEGIA Un botta&risposta col team quello di Lewis, legato alla strategia di rispedirlo in pista per l’assalto finale con le gomme hard. «La macchina — ha spiegato l’iridato — aveva un sacco di sottosterzo, non l’ho mai sentita davvero in mano ma quando ho montato le option (le medie; n.d.r.) sono riuscito ad essere più costante, ecco perché pensavo che mi avrebbero montato ancora gomme di quella mescola, invece si è preferito scegliere l’altra. Ma alla fine credo che il team abbia assunto la decisione corretta». Perché, è la tesi di Lauda, non avrebbero resistito quei 18 giri finali. «Negli ultimi due anni non abbiamo commesso alcun errore di strategia e non ha senso attaccarci a questo», ha aggiunto Wolff. E Lewis non se l’è sentita di dubitare sulla prima chiamata, quella di rientrare ai box in regime di Safety Car: «Non credo che star fuori davanti a Vettel avrebbe fatto la differenza, probabilmente loro hanno semplicemente degradato meno le gomme. Più di così non potevo fare». NICO Rosberg sembrava trasfigurato dalla fatica dopo la corsa e la domanda-tormentone sul siparietto di Melbourne con Vettel («speriamo che si avvicinino per lo show») è apparsa persino crudele. «Beh c’è una bella differenza tra essere più vicini e batterci, chiaramente non sono felice, anzi non lo sono affatto. Ma come ho detto sul podio, lotteremo per tornare davanti». © RIPRODUZIONE RISERVATA

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PIRELLI

Hembery: «Lotta tra due strategie Gomme decisive» ● «Credo che abbiamo fatto la nostra parte a Sepang» può affermare orgoglioso Paul Hembery. Nella fornace della Malesia «abbiamo visto una grande battaglia tra Ferrari e Mercedes», osserva il direttore della Motorsport Pirelli. Decisiva per la vittoria di Vettel la strategia a due soste: «Nonostante le alte temperature, le gomme non hanno sofferto né blistering né graining, rendendo una strategia a due soste non solo possibile ma vincente. Si è dimostrato che un diverso utilizzo degli pneumatici in gara può fare la differenza».

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Motomondiale R GP Qatar

Filippo Falsaperla INVIATO A LOSAIL (QATAR)

La festa italiana sul podio di Losail: Valentino Rossi, felice e commosso, tra i ducatisti Andrea Dovizioso (sinistra) e Andrea Iannone (destra) MILAGRO

V

abbé che è notte, ma non può essere un sogno! Vince Valentino? Vince Dovi? Vince la Ducati? Vince l’Italia. Che, dopo la mattinata tinta di Ferrari, sbanca il primo GP della stagione: Rossi, Dovizioso, Iannone, tre italiani, due Ducati. Un susseguirsi di emozioni che fa dimenticare il digiuno lungo 8 anni e mezzo, Motegi 2006. Nel trio di allora, secondo, c’era anche quel Valentino che ieri è sembrato un ragazzino di 36 anni alla prima possibilità di vittoria: cuore oltre l’ostacolo per prendersi ciò che solo 24 ore prima, impelagato in problemi di grip alla sua Yamaha, sembrava impossibile. AVVISO Nel warm up si era capito che forse le prove erano state un brutto incubo, arrivando a 24 millesimi da Marquez. Ma poi c’è stata quella partenza disastrosa («anche colpa mia»): 10° a 2 secondi dalla vetta. Però… Però Marc era dietro: lo aveva visto Valentino, arrivare lungo alla prima frenata e andare fuori. Come si poteva non sfruttare un’occasione del genere? Davanti Dovizioso, Lorenzo e Iannone andavano a ritmo infernale, ma non si poteva lasciare per strada questa occasione. BATTAGLIA Così è venuta fuori la più bella battaglia che si potesse immaginare. Un saliscendi di emozioni, quando le Ducati attaccavano Lorenzo che sembrava voler vendicare lo scorso anno e ultime prove deludenti. Con Dovi e Iannone che non si sono mai tirati indietro. Abbiamo sperato la fuga delle rosse, poi temuto che lo spagnolo facesse uno scherzo maligno ad un attacco a tre punte. La rossa era stata fenomenale in prova, ma l’esordio in gara rappresentava un puzzle di speranze e apprensioni senza una vera prova di durata. Anche qui il warm up aveva dato una piccola mano. Con Dovizioso che aveva fatto il suo miglior tempo, non lontano dai primissimi, con una gomma da 22 giri, come la gara: si ripeterà cercando di strappare la vittoria a Valentino. CONCENTRAZIONE Ma anche l’altro Andrea ha fatto il suo dovere. In questa situazione l’anno scorso, probabilmente, si sarebbe buttato per terra. Invece il ragazzo di Vasto è cresciuto e ha stretto i denti, quarto, quando Valentino lo ha infilzato nella furia della rimonta, ma poi non si è fatto pregare quando ha avuto alla portata il podio, con Lorenzo in crisi. Così Andrea si è preso quel traguardo che inseguiva da due stagioni:

Notte magica

Valentino sei senza fine Show con Dovi e Iannone 1Il pilota di Tavullia rimonta e vince a Losail. Le Ducati umiliano Lorenzo e completano il podio. Jorge si squaglia e Marquez (5°) sta a guardare ci saranno altre occasioni per sorrisi ancora più grandi.

L’ULTIMA VOLTA TUTTA ITALIANA Loris Capirossi primo su Ducati, Valentino Rossi su Yamaha secondo, Marco Melandri su Honda al terzo posto: era dal GP del Giappone del 24 settembre 2006 che l’Italia non dominava sul podio della MotoGP EPA

VOLATA Gli ultimi 4 giri, tutti italiani, sono stati un elettrocardiogramma sotto sforzo. Valentino e Dovi si sono studiati, sorpassati, infilzati, un numero infinito di volte e solo all’ultima curva Rossi ha potuto tirare un sospiro di sollievo, quando non ha sentito vicino il rombo della rossa. Solo 174 millesimi che ne fanno una leggenda ancora più grande. A 36 anni, partito in testa al Mondiale della possibile «decima», ha parlato di questa gara come una delle più belle della sua lunghissima carriera. Con prospettive imprevedibili.

CROLLO Perché il favoritissimo Marquez ha fatto forse la sua più brutta gara in MotoGP, anche se non il peggior risultato. Quando sembrava (insieme alla Honda) poter gestire un vantaggio tecnico evidente, è naufragato. Ha sbagliato la prima frenata e per non rischiare di toccare Smith è andato dritto. È rientrato all’ultimo posto e tutti hanno pensato: «Ecco la rimonta». Ma, nel risalire posizioni, prima ha urtato Bautista (rompendogli il tubo del freno anteriore), poi, dopo aver superato di getto i peones, si è definitivamente arenato. Ha avuto solo un guizzo a metà gara strappando proprio a Dani –

una delusione dopo prove molto promettenti – il 5° posto. RIVINCITA Non è una questione di punti, perché le 14 lunghezze di distacco da Valentino sono nulla da recuperare in un campionato lungo 18 gare. Ma è l’inerzia che cambia. Marc si trova in una situazione che non ha mai vissuto: in difesa, invece che lepre. E questo cambia di molto la prospettiva. Ma tra due domeniche si corre ad Austin, «Casa di Marquez», come ha detto Valentino. Ma dopo una domenica così, nulla può fare paura. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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LUNEDÌ 30 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

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Lei qui è specialista di rimonte. Non si è smentito. «Ho fatto una buona partenza, poi ho dormito: avevo passato Iannone, ma alla prima curva lui era 3° e io 10°. Però ho visto Marquez andare largo e sapevo che il momento era speciale, che si presentava l’occasione per vincere. Così mi sono concentrato a fare un passo alla volta, passare chi mi stava davanti, e quando ho scavalcato Hernandez volavo».

MARC FA HARAKIRI JORGE PERDE I DUELLI 1

In breve là davanti si è formato un quartetto. «Ero in scia a Iannone e sulla tabella hanno esposto il nome di Marquez alle mie spalle. “Oh no, non un’altra volta”. Ho attaccato Andrea, Jorge e Dovi erano in difficoltà, ho pensato che ce l’avrei fatta».

2

Nei turni di prove la Yamaha sembrava in difficoltà. «Sabato non ero così sicuro di lottare con le Ducati, avevo un passo simile ad Andrea (Iannone; n.d.r.), ma Dovi era più veloce. Però nel warm up siamo migliorati. Dovi e io avevamo carte diverse da giocare». 3

Alla faccia dei 36 anni. E sono 109 vittorie. «Mi sento bene, mi piace questo lavoro. Sono convinto che una buona vita e l’allenamento possano mantenerti al top fino a 40 anni. Questa non è l’atletica. La differenza sono la motivazione e la concentrazione».

Valentino Rossi, 36 anni: per il nove volte campione del mondo è la 109a vittoria in carriera MILAGRO

Marquez e Pedrosa sono la grande delusione. «La gara delle due Honda è una sorpresa. Mi aspettavo Dani molto forte, ma soprattutto Marc. Sono contento che sia dietro in classifica, ma ora siamo in 6 a lottare, non più in 4. Tre italiani e tre spagnoli, tipo calcetto o basket. Interessante». 4

«Dopo la Ferrari «Q toccava a me E ora proseguo fino a 40 anni»

Paolo Ianieri INVIATO A LOSAIL

● 1. Marc Marquez va lungo in partenza e si ritrova all’ultimo posto ● 2. Rossi infila Jorge Lorenzo e trova la seconda posizione ● 3. Il Dottore in vetta: si mette alla ruota di Dovizioso e lo sorpassa a due giri dalla fine ● 4. La grinta del pilota pesarese sul podio di Losail IPP-EPA-REUTERS

1Rossi si gode il 109° successo: «Una delle mie gare più belle. Marc lo battevo anche senza quel suo errore». E Renzi telefona

uando al pomeriggio sono arrivato al circuito, erano tutti lì a dirmi: “Ha vinto la Ferrari, tocca a te”. Facile no?». Valentino Rossi ha i capelli fradici di sudore e spumante. Ha appena ricevuto al telefono i complimenti del premier Matteo Renzi (che si è anche congratulato con Marchionne per il successo Ferrari). «Una notte incredibile. La lotta con Dovi la metto tra le più belle battaglie della carriera, come con Capirossi al Mugello, con Lorenzo al Montmelò, ancora con Loris a Sepang. Non ricordo bene l’ultimo giro. Sono stato bravo a risorpassare Andrea e a crearmi un vantaggio nel 3° e 4° settore, dove andavo forte. E quando all’ultima curva non ho sentito negli scarichi la Ducati mi sono goduto l’ultimo rettilineo».

Se Marc non avesse fatto quell’errore… «Penso che avrei potuto batterlo lo stesso. L’anno scorso a Le Mans era retrocesso ma aveva recuperato tutti ed era scomparso. Qui, non ha mai dato l’impressione di farlo». Tre italiani sul podio anziché i soliti tre spagnoli. «Era tanto che non succedeva. Ma anche l’ultima volta io c’ero. Bello lottare contro le Ducati: per loro è una motivazione extra provare a battermi, ma anche per me. Sono contento per Iannone, è mio amico, ma ho anche un bel rapporto con Dovi». L’ultima volta che è stato in testa al Mondiale… «Era qui, prima gara del 2010. Poi è iniziato il calvario. Il giovedì mi sono fatto male alla spalla, poi mi son rotto la gamba, quindi la Ducati… Ma questa notte me la sono meritata». © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Motomondiale R GP Qatar

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L’ANNUNCIO

Pedrosa: «Mi fermo, ho dolori fortissimi»

Andrea Dovizioso, 29 anni, tiene testa ad Andrea Iannone e Valentino Rossi MILAGRO

INVIATI A LOSAIL

«I

La Ducati, Andrea&Andrea Quelli che... il podio è poco

1La GP15 due mesi fa era un embrione, ieri è arrivata a 174 millesimi dal successo. Il d.g. Dall’Igna: «Stavolta Valentino mi ha fatto arrabbiare» Giovanni Zamagni LOSAIL

S

econdo Andrea Dovizioso, terzo Andrea Iannone: impossibile ipotizzare un debutto migliore per una moto che solo due mesi fa non aveva percorso neppure un chilometro. Roba da libro dei primati, da stappare lo champagne e da festeggiare a lungo. Quando però perdi per appena 174 millesimi, quando vedi i tuoi piloti lottare dal primo all’ultimo giro per la vittoria, è normale che ci sia anche un po’ di rammarico per un risultato che fino all’anno scorso sarebbe stato inimmaginabile. «In altri momenti, mi sarei esaltato per un successo così di Valentino, stavolta mi fa un po’ arrabbiare», scherza l’ingegnere Gigi Dall’Igna, congratulandosi con Matteo Flamigni, ingegnere elettronico di Valentino Rossi. Insomma, un po’ gli “girano”, è normale che sia così, come altrettanto giustamente Dall’Igna è orgoglioso di quanto ottenuto al debutto con la GP15. «È stata

una gran gara, una bella soddisfazione, la conferma che abbiamo lavorato bene», festeggia l’ingegnere italiano, principale artefice del ritorno di due piloti Ducati sul podio: non accadeva dal GP d’Australia del 2007, quando Casey Stoner, fresco di titolo mondiale, salì sul gradino più alto del podio, con Loris Capirossi secondo al traguardo. PILOTI Naturalmente, per ottenere un simile risultato, non basta il mezzo meccanico, ma ci vuole chi lo sappia guidare e i due Andrea lo hanno fatto al meglio, dimostrando velocità, solidità, audacia e nessun timore reverenziale nei confronti di nessuno. «È stata una gara stupenda – attacca il Dovi -: sono arrivato a un decimo dal successo, ho lottato fino all’ultimo con Rossi, con una Ducati che non aveva mai fatto una gara prima: sinceramente era impossibile fare di più, anche se quando arrivi così vicino al successo non puoi essere completamente soddisfatto. Ma non ho nulla da rimproverarmi». Ripercorrendo la gara, Andrea è

convinto di non aver sbagliato nulla (Rossi lo elogia: «è stato molto intelligente»). «Credo di aver fatto, ancora una volta, la giusta strategia: è vero che avevo più velocità in rettilineo, ma in curva non potevo spingere troppo e perdevo un po’ in accelerazione. Quando Valentino mi ha passato (l’ultimo sorpasso al penultimo giro, n.d.r.) ho capito che sarebbe stato difficile, perché in alcuni punti ne aveva più di me. Ho provato a passare alla prima curva, ma non ci sono riuscito e, a quel punto, non ho avuto più la possibilità di attaccarlo, anche se proprio al 22esimo giro ho fatto 1’55”495, il mio miglior tempo». DA SCOPRIRE Con una moto che non aveva mai fatto più di 15 giri consecutivi (nei test con Iannone), Dovizioso ha dovuto adattare la tattica, non sapendo bene cosa aspettarsi dalla reazioni della GP15. «All’inizio – svela – non ho tirato al 100%, perché non sapevo cosa aspettarmi dalle gomme: per noi è tutto nuovo, tutto da scoprire.

GARA STUPENDA, SONO ARRIVATO A UN SOFFIO DAL SUCCESSO, HO LOTTATO CON ROSSI. DI PIÙ NON POTEVO ANDREA DOVIZIOSO 29 ANNI, FORLIVESE

ORMAI SONO CAMBIATO: NON SONO SOLTANTO VELOCE MA ANCHE UN PILOTA REGOLARE SUL PASSO ANDREA IANNONE 25 ANNI, ABRUZZESE

Finalmente ora, al contrario del 2014, posso guidare in modo “normale”, preservando energia e pneumatici: se prima della gara mi avessero detto di questo secondo posto, avrei firmato subito. Teoricamente abbiamo margine di miglioramento, anche se non sappiamo quanto e come: la base sembra buona per essere competitivi in tutte le piste». MIGLIOR RISULTATO Per Andrea Iannone è il primo podio in assoluto in MotoGP: la soddisfazione, quindi, è doppia, anche perché Andrea è stato capace di rimediare a un piccolo errore al 16esimo giro, che sembrava avergli precluso ogni possibilità di conquistare il terzo posto. Invece… «…invece mi sono ripreso subito, ho visto Lorenzo un po’ in difficoltà, l’ho attaccato ed è arrivato questo risultato davvero speciale che ho costruito nei due anni precedenti. Non avevo il potenziale per lottare con Rossi e Dovizioso, ma è un terzo posto davvero importante» gongola Iannone, in passato accusato di essere un pilota velocissimo, ma poco regolare. In Qatar ha dimostrato che non è così, che al talento sa unire anche una condotta di gara sapiente e redditizia. «Secondo me è già un po’ che è così, che non sono solo veloce, ma anche regolare. Non dimentichiamo che per me è il primo anno in un team ufficiale, i miei rivali ci sono arrivati prima di me nella loro carriera. In questa squadra e con la GP15 si può lottare sempre per le prime cinque posizioni». © RIPRODUZIONE RISERVATA

LE ALTRE CLASSI

JORGE & DANI Deluso e arrabbiato Jorge Lorenzo, per un problema al casco (come già l’anno scorso qui) che gli è costato posizioni importanti: «Pensavo di poter vincere, ma si è staccata l’imbottitura superiore e ho perso metà della visione, perdevo mezzo secondo o più al giro. Da poter vincere ho finito 4°» f.f-p.i.

MONDIALE CROSS

Moto3, Bastianini secondo per 27 millesimi 1Gran gara del

ficili, ho cambiato stile di guida per sfruttare le caratteristiche della Honda e ho ritrovato fiducia», commenta soddisfatto il 17enne di Rimini, beffato sulla linea del traguardo da Alexis Masbou per 27 millesimi.

riminese che partiva dalla 21a posizione: Masbou vince in volata LOSAIL

S

embrava destinato a un GP da comprimario, invece Enea Bastianini è stato grande protagonista, sfiorando la vittoria pur partendo dalla 7a fila con il 21° tempo. «Ho fatto un’impresa, è stata una gara incredibile: dopo prove molto dif-

n queste condizioni non corro». Dani Pedrosa non ce la fa ad andare avanti con gli avambracci a pezzi per una sindrome compartimentale che ne ha condizionato la gara, e per cui i medici consultati gli hanno prescritto lo stop. Marc Marquez, invece, ormai è un attore consumato. Sa dissimulare perfettamente le emozioni e anche il fuoco che ha dentro pure dopo «la gara più brutta della mia MotoGP, almeno tra quelle concluse». Sereno, la vittoria di Valentino non lo ha sorpreso. «L’ho visto dopo il warm up. Mi sono detto, “eccolo, in gara ci sarà anche lui”. È strano: in prova sembrava che la Honda dovesse stare avanti e invece ci siamo trovati indietro, e la Yamaha che era in crisi ha vinto». Marc è molto analitico quando parla della sua giornata no. «Succede. Non sfortuna ma un mio errore. Sapevo che le Ducati al primo giro sarebbero state veloci e che Jorge avrebbe provato a scappare. Ho cercato la miglior partenza possibile. Non è che abbia forzato la prima frenata. Mi sono trovato un po’ fuori traiettoria, nella parte sporca della pista e la linea si è allungata. Avevo davanti Smith e per non toccarlo sono andato dritto. Poi recuperando la gomma è andata su di temperatura e non ho potuto arrivare più avanti». Non solo. «Devo aver toccato il mio amico Bautista, forse con la pedana e ho compromesso la sua gara. Mi spiace». Ora c’è da inseguire. «Dovrei essere arrabbiato, ma sono contento. Alla prima curva ero ultimo, alla fine ho guadagnato gli 11 punti del 5° posto. Ad Austin dove non toccheremo niente: la Honda va bene, devo… non sbagliare la 1a curva».

Enea Bastianini, 17, tra Fausto Gresini (a sinistra) e Fabrizio Cecchini MILAGRO

CHE GARA È stato un GP pazzesco, con 9 piloti al traguardo in meno di un secondo (0”909), con continui sorpassi e cambiamenti di posizioni. Nell’ultimo giro, Bastianini ha fatto tutto quello che doveva fare, ma la scia ha favorito il rivale. «C’è rammarico, ma non potevo fare altra strategia: nelle ultime curve ho provato a tirare come un forsennato, ma non è bastato» spiega comunque soddisfat-

to. Bastianini può essere uno dei grandi protagonisti del campionato, così come Pecco Bagnaia, 9° al traguardo dopo un contatto con Fabio Quartararo (7°), ma in lotta per il gradino più alto fino all’ultimo giro, con Niccolò Antonelli ottavo a soli 0”772 dalla vittoria. Bene Andrea Antonelli, 11°, malissimo il team VR46: Romano Fenati si è ritirato all’ultimo giro, mentre era lontano dalla zona punti, Andrea Migno ha finito 24°. In Moto2 successo a sorpresa per Jonas Folger, davanti a Xavier Simeon e Thomas Luthi. Quinto Franco Morbidelli, 10° Lorenzo Baldassarri. g.z. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Cairoli terzo in Argentina Vince Nagl ● NEUQUEN (Arg) — (g.z.) Due secondi posti non sono bastati a Tony Cairoli (Ktm) per vincere il GP d’Argentina, 3° appuntamento del Mondiale cross. Il siciliano è stato beffato per un solo punto da Max Nagl (Husqvarna) e Clement Desalle (Suzuki), impostisi in una manche a testa e terzi nell’altra. Grazie al miglior piazzamento in gara-2 la vittoria è andata al tedesco, ma Desalle conserva la testa della generale. Due quarti posti per Ryan Villopoto (Kawasaki). In Mx2 vince il francese Dylan Ferrandis (Kawasaki).


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LUNEDÌ 30 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT


Motomondiale R GP Qatar

LUNEDÌ 30 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

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Jorge crolla, Marc non fa miracoli 1Lorenzo dal sogno vittoria a 4°. Marquez stecca. Che salto di qualità per Hernandez GARA MOTOGP ARRIVO POS PILOTA 1. V.ROSSI

LA STATISTICA

MONDIALE MOTOGP

Ora sono 7 le triplette italiane in MotoGP

PILOTI NAZ MOTO ITA Yamaha

2. DOVIZIOSO ITA Ducati 3. IANNONE ITA Ducati 4. LORENZO SPA Yamaha 5. M.MARQUEZ SPA Honda 6. PEDROSA SPA Honda 7. CRUTCHLOW GB Honda 8. SMITH GB Yamaha 9. P.ESPARGARO SPA Yamaha 10. HERNANDEZ COL Ducati 11. A.ESPARGARO SPA Suzuki 12. PETRUCCI ITA Ducati 13. REDDING GB Honda 14. M.VIÑALES SPA Suzuki 15. BARBERA SPA Ducati 16. BRADL GER Yamaha Forward 17. HAYDEN USA Honda 18. E.LAVERTY IRL Honda 19. DI MEGLIO FRA Ducati 20.DE ANGELIS RSM Art 21. MELANDRI ITA Aprilia 22. BAZ FRA Yamaha Forward

TEMPO/DISTACCO in 42'35"717 media 166,7 km/h a 0"174 a 2"250 a 2"707 a 7"036 a 10"755 a 12"384 a 12"914 a 13"031 a 17"435 a 19"901 a 24"432 a 32"032 a 33"463 a 33"625 a 33"944 a 38"970 a 46"570 a 59"211 a 1'14"981 a 1'48"143 a 3 giri

POS PILOTA 1. V.ROSSI 2. DOVIZIOSO 3. IANNONE 4. LORENZO 5. M.MARQUEZ 6. PEDROSA 7. CRUTCHLOW 8. SMITH 9. P.ESPARGARO 10. HERNANDEZ 11. A.ESPARGARO 12. PETRUCCI 13. REDDING 14. M.VIÑALES 15. BARBERA

NAZ ITA ITA ITA SPA SPA SPA GB GB SPA COL SPA ITA GB SPA SPA

PUNTI QAT 25 25 20 20 16 16 13 13 11 11 10 10 9 9 8 8 7 7 6 6 5 5 4 4 3 3 2 2 1 1

AME -

ARG -

SPA -

-

-

-

Giovanni Cortinovis

C

on la vittoria di Valentino Rossi, il secondo posto di Andrea Dovizioso e il terzo di Andrea Iannone l’Italia torna a monopolizzare il podio di una gara del Mondiale dopo 9 anni dall’ultima volta: il 24 settembre 2006 a Motegi (GP Giappone) a imporsi fu Loris Capirossi (Ducati) con 5 secondi di vantaggio su Rossi (Yamaha) e 8 su Marco Melandri (Honda). Da allora più nulla, non solo nella classe regina, ma nemmeno nelle cilindrate minori. Uno smacco, considerando che la Spagna ha infilato 43 triplette, di cui 23 nel 2013 (10 in MotoGP), ma solo 2 nello scorso campionato.

COSTRUTTORI 1. 2. 3. 4.

YAMAHA DUCATI HONDA SUZUKI

25 20 11 5

25 20 11 5

● RITIRATI: al 1° giro BAUTISTA (SPA/Aprilia); al 22° giro ABRAHAM (R.CEC/Honda) e MILLER (AUS/Honda) ● GIRO PIÙ VELOCE: il 5° di V.ROSSI in 1’55”267, media 168,0 km/h ● DISTANZA GARA: 22 giri per 118,36 km

«FUORI I SECONDI». E DOVI CHIUDE 2° ● «Su i guanti, fuori i secondi, per Andrea Dovizioso è il momento di combattere», ha twittato la Ducati prima della gara. Che si è chiusa, ironia della sorte e dei giochi di parole, proprio al secondo posto per il romagnolo sulla Desmosedici

LE PAGELLE di FILIPPO FALSAPERLA IL MIGLIORE VALENTINO ROSSI

10

10

DOVIZIOSO Sontuoso. Perché alla prima occasione non ha avuto nessun tentennamento e se l’è giocata fino all’ultimo sospiro. La rossa gli ha dato una mano, ma lui ha fatto più del suo dovere EPA

Sciabola e fioretto Se questo è l’inizio Marc è avvisato Impossibile. Semplicemente impossibile pensare che sarebbe potuta andare così. Invece Vale non ha mollato un attimo con la tensione, con la voglia di prendersi la vittoria che senza Marquez sembrava più facile. E quando si è trovato di fronte Dovizioso ha giocato di fioretto e di sciabola, miscelando le emozioni dall’alto della sua classe. E della sua esperienza. Questa partenza cambia il corso del campionato: iniziare con questa esaltazione può davvero mettere alle corde Marc MILAGRO

9 IANNONE Non può che essere esaltato da questo esordio da ufficiale. Era facile fare un errore, invece ha temporeggiato quando è andato in crisi di gomme e si è preso il primo podio GETTY

7

GLI ALTRI Smith 7 Batte il quotato compagno di squadra: non è poco; Hayden 7 Piccola soddisfazione: vince tra le Open; Abraham 6 Fa quello che può e finisce nel gruppone; P.Espargaro 6 La posizione non è male, ma le prende dal compagno; Petrucci 5 In gara è un’altra storia; Redding 5 Il salto di qualità ancora non arriva; M.Viñales 4 Si aspettava qualcosa di più dal suo esordio; Bradl 4 La sua moto era abituata ad altro l’anno scorso; Barbera 4 Le altre Ducati sono lontane; Di Meglio 4 Peggio anche del compagno; De Angelis 4 Difficile fare di più; Baz 4 Pensa di essere ancora in Sbk? Miller 4 Debuttante sì, ma troppo in fondo; E.Laverty 4 Qui un altro livello; Melandri 4 Solo un guizzo al via; Bautista s.v. Quasi nemmeno parte.

MOTO2

CRUTCHLOW Non è uno dei protagonisti della gara, ma un onesto lavoratore alle spalle dei big. Chiude settimo e può migliorare ancora molto GETTY

8 HERNANDEZ Finalmente ha fatto il salto di qualità. La prima parte della sua gara è stata da favola, ai piedi del podio. Poi non si spaventa nemmeno di «fare a botte» con Marquez AFP

6 LORENZO Il quarto posto era la peggiore situazione che potesse capitargli dopo una gara a sognare la vittoria. Sembra che la lotta corpo a corpo non sia più il pane per i suoi denti EPA

7 A.ESPARGARO Controcorrente con la scelta delle gomme (dura e morbida) ma diligentemente porta la Suzuki dietro le grandi ufficiali. Era questo che gli veniva richiesto e lo ha fatto bene AFP

5 M.MARQUEZ Non era questo l’inizio che immaginava. Sbagliare la prima curva non è esattamente quello che sogni alla vigilia. E questa volta non gli è riuscita nemmeno la rimonta EPA

4 PEDROSA Nella giornata in cui doveva prendere lo scettro dal suo compagno in crisi, si è fatto rimontare e battere da Marc che era ripartito da ultimo. Proprio non ci siamo IPP

MOTO3

ARRIVO

PILOTI

POS PILOTA 1. FOLGER

NAZ MOTO GER Kalex

2. SIMEON 3. LUTHI 4. RINS 5. MORBIDELLI 6. KALLIO 7. CORTESE 8. ZARCO 9. L.ROSSI 10. BALDASSARRI 11. A.MARQUEZ 12. SYAHRIN 13. SIMON 14. NAKAGAMI 15. AEGERTER

BEL Kalex SVI Kalex SPA Kalex ITA Kalex FIN Kalex GER Kalex FRA Kalex FRA Tech 3 ITA Kalex SPA Kalex MAL Kalex SPA Speed Up GIA Kalex SVI Kalex

TEMPO/DISTACCO in 40'18"532 media 160,1 km/h a 5"051 a 12"123 a 12"202 a 14"385 a 14"413 a 14"471 a 18"541 a 20"914 a 21"336 a 21"847 a 23"226 a 25"573 a 29"784 a 30"267

16. SCHROTTER (GER/Tech 3) a 34”561; 17. KRUMMENACHER (SVI/Kalex) a 36”850; 18. SHAH (MAL/Kalex) a 48”346 ● GIRO PIÙ VELOCE (nuovo record): il 2° di ZARCO in 1’59”918, media 161,5 km/h

POS PILOTA 1. FOLGER 2. SIMEON 3. LUTHI 4. RINS 5. MORBIDELLI 6. KALLIO 7. CORTESE 8. ZARCO 9. L.ROSSI 10. BALDASSARRI 11. A.MARQUEZ 12. SYAHRIN 13. SIMON 14. NAKAGAMI 15. AEGERTER

PUNTI 25 20 16 13 11 10 9 8 7 6 5 4 3 2 1

COSTRUTTORI 1. KALEX 2. TECH 3 3. SPEED UP

25 7 3

GRAN BRETAGNA L’Italia allunga nella classifica delle triplette sulla Gran Bretagna, ferma a quota 59 dal 1974. Terza è la Spagna con 50 triplette, 4° gli Usa con 24 (tutte nella 500-MotoGP), 5° il Giappone con 17 (nessuno nella classe regina). © RIPRODUZIONE RISERVATA

IL CALENDARIO

ARRIVO NAZ GER BEL SVI SPA ITA FIN GER FRA FRA ITA SPA MAL SPA GIA SVI

VITTORIE TRICOLORI Per l’Italia questa è la settima tripletta in MotoGP, a cui vanno aggiunte le 10 ottenute in 500: la prima al GP Nazioni 1951 con Alfredo Milani vincitore davanti a Umberto Masetti e Nello Pagani, tutti e tre su Gilera. Considerando tutte le classi, l’Italia raggiunge quota 80 triplette: 36 in 125, 23 in 250 e 4 in 350, mentre siamo ancora fermi al palo con Moto2 e Moto3. Curiosamente, Dovizioso era sul podio anche in occasione dell’ultimo podio interamente italiano in 125: al GP Giappone 2004 il forlivese (Honda) vinse davanti a Fabrizio Lai (Gilera) e Simone Corsi (Honda). Rossi invece ha vinto l’ultima gara in cui l’Italia ha fatto tris in 250: al GP Imola 1998 Vale (Aprilia) riuscì a precedere Capirossi (Aprilia) e Stefano Perugini (Honda).

PILOTI

POS PILOTA 1. MASBOU

NAZ MOTO FRA Honda

2. BASTIANINI 3. KENT 4. VAZQUEZ 5. MCPHEE 6. I.VIÑALES 7. QUARTARARO 8. ANTONELLI 9. BAGNAIA 10. B.BINDER 11. LOCATELLI 12. NAVARRO 13. HANIKA 14. OETTL 21. FERRARI

ITA Honda GB Honda SPA Honda GB Honda SPA Husqvarna FRA Honda ITA Honda ITA Mahindra S.AF Ktm ITA Honda SPA Honda R.CECKtm GER Ktm ITA Mahindra

TEMPO/DISTACCO in 38'25"424 media 151,2 km/h a 0"027 a 0"142 a 0"288 a 0"693 a 0"765 a 0"772 a 0"773 a 0"909 a 1"317 a 1"546 a 1"608 a 1"869 a 2"504 a 29"071

24. MIGNO (ITA/Ktm) a 29”485; 25. TONUCCI (ITA/Mahindra) a 29”770; 26. BEZZECCHI (ITA/Mahindra) a 46”295 ● GIRO PIÙ VELOCE: il 3° di BASTIANINI in 2’06”561, media 153,0 km/h

POS PILOTA 1. MASBOU 2. BASTIANINI 3. KENT 4. VAZQUEZ 5. MCPHEE 6. I.VIÑALES 7. QUARTARARO 8. ANTONELLI 9. BAGNAIA 10. B.BINDER 11. LOCATELLI 12. NAVARRO 13. HANIKA 14. OETTL 15. MARTIN

NAZ FRA ITA GB SPA GB SPA FRA ITA ITA S.AF ITA SPA R.CEC GER SPA

PUNTI 25 20 16 13 11 10 9 8 7 6 5 4 3 2 1

COSTRUTTORI 1. HONDA 2. HUSQVARNA 3. MAHINDRA

25 10 7

29/3 Qatar (1. V. Rossi) 12/4 Americhe (Austin) 19/4 Argentina (Rio Hondo) 3/5 Spagna (Jerez) 17/5 Francia (Le Mans) 31/5 Italia (Mugello) 14/6 Catalogna (Montmelò) 27/6 Olanda (Assen) 12/7 Germania (Sachsenring) 9/8 Indianapolis 16/8 Repubblica Ceca (Brno) 30/8 Gran Bretagna (Silverstone) 13/9 San Marino (Misano) 27/9 Aragon 11/10 Giappone (Motegi) 18/10 Australia (Phillip Island) 25/10 Malesia (Sepang) 8/11 Valencia


16

Nazionale R

LE CIFRE DELLA PARTITA DI SOFIA POSSESSO PALLA

COPERTURA SQUADRA

PRIMO TEMPO

PASSAGGI

70% 47,2 m

71% SECONDO TEMPO

RIUSCITI

FUORI

87,6%

10

NELLO SPECCHIO

VERTICALIZZAZIONI

5 TIRI

557

ATTACCO E DIFESA

15

PALLE RECUPERATE

GIOCATE UTILI IN AREA AVVERSARIA

151 CROSS

38

40 25 DRIBBLING POSITIVI

PERSE

130

10

37,8 m

È un’Italia piena di dubbi 1Gli azzurri tornano dalla Bulgaria con molti punti interrogativi. Il centrocampo

non protegge la difesa, Verratti non è Pirlo e in attacco va trovata la coppia migliore Fabio Licari

I RIMANDATI

INVIATO A TORINO

P

uò una delle difese più affidabili del mondo andare in crisi per due accelerazioni della Bulgaria? Verratti è pronto per fare il play? Serve un attaccante o meglio, qual è la coppia ideale per questo modulo? È il caso di pensare novità o, magari, semplici aggiustamenti tattici? Dal 2-2 di Sofia rimbalzano tante domande per Conte il cui carattere sembra però ormai nel Dna dell’Italia. Era successo con l’Azerbaigian: se la manovra fatica, ecco una generosità che diventa gol. A Palermo era stato Chiellini al 37’, in Bulgaria l’oriundo Eder al 39’. Ma è chiaro che la soluzione d’emergenza non può soddisfare chi, come Conte, è in cerca di un’identità precisa. Che non potrà essere quella della Juve, allenata tutto l’anno, ma neanche quella dell’Italia un po’ bella, un po’ no, vista con Malta, Azerbaigian, Croazia e Bulgaria. La Nazionale è sempre così, procede per stratificazione, e se il lavoro è stato svolto bene il risultato si vede nelle fasi finali. Come un’interrogazione: chi è preparato davvero, poi ricorda tutto.

VERRATTI TOCCHI

106 PASSAGGI SBAGLIATI

PALLONI RECUPERATI

10 CANDREVA PALLONI PERSI

29

DIFESA Inevitabile qualche domanda sul reparto, visto che ci sono responsabilità precise sui due gol. Se il ritardo di Barzagli nel contrasto di testa (2-1) può discendere dalla condizione in via di perfezionamento, altre situazioni sono responsabilità del centrocampo. Dopo il 10’, infatti, è come se mediana e difesa si fossero allontanati di 20 metri, altro che squadra corta, e soprattutto le mezzali si fossero allargate lasciando solissimo Verratti. In quei corridoi

lo splendido Popov ha imperversato, mentre Bonucci veniva saltato quando cercava di chiudere quelle praterie (situazione di cui si lamentava Cannavaro quando giocava in Spagna). Non c’è di meglio dei tre juventini in giro, pur con l’affidabilità di Ranocchia e Moretti, e aspettando i giovani Rugani e Romagnoli. Al massimo serve più protezione.

vono essere meno timidi (nella Juve incrociavano, qui no). E Verratti ha il diritto di non centrare una partita, benché anche a Malta da play non fosse stato convincente. A Sofia non c’era intesa con i tre difensori che, spesso, lo bypassavano in impostazione. Siamo curiosi di una nuova chance per lui con l’Inghilterra.

CENTROCAMPO Fasce e mediana: il fossato si scava qui. Nella Juve distanze minime, due esterni a tutto campo, più Pirlo e tre fenomeni (Pogba, Vidal e Marchisio). Il 3-5-2 richiede un play di personalità che non disdegni la fase difensiva, cosa che Pirlo fa meglio di quanto si pensasse: il posto dovrebbe essere suo. Assente lo juventino, però, non è detto che l’unico aspirante sia Verratti: anche Marchisio sta svolgendo il ruolo alla grande, con personalità che a Verratti, inevitabilmente, manca. Si può rinunciare però al parigino? Con Marchisio e Giaccherini in campo sarebbe più facile inserirlo mezzala, come nel Psg. Con Pirlo meno. Candreva mostra limiti da mediano, non ne ha più i tempi, neanche sui lanci. Notizie positive da Bertolacci e Soriano, certo. Ma gli esterni de-

ATTACCO Come contro l’Azerbaigian, il gol è arrivato nel finale con un cambio di modulo, passando al 34-3: allora fu Giovinco a far saltare il banco, adesso Eder, uno da mille soluzioni. Domanda: cambiare modulo? Non sembra logico, però forse Conte dovrebbe trovare la soluzione per avanzare di più uno dei mediani, e magari scoprirsi meno sulle fasce, costruendo il suo 3-3-4 offensivo con altri equilibri. Sembrava la Nazionale di Zaza e invece Zaza ha perso un po’ di quell’istintività iniziale, mentre Immobile lavora per tre ma poi non è lucido sottorete. Tanto per capire qualcosa in più, contro l’Inghilterra sarebbe bello vedere Eder, un’altra punta (Gabbiadini o Pellè) e un «elastico» tipo Vazquez. Per vedere più assist, e sperare che qualche schema possa spianare la strada del gol: 11 in 7 gare sono pochini.

11

● I gol degli azzurri nelle 7 partite con Conte commissario tecnico. La sua Nazionale è ancora imbattuta: il bilancio è di 5 vittorie e 2 pareggi

CONTINUITÀ Qui forse è questione di maturità di squadra. Conte aggredisce, ma non è scriteriato. L’Italia in Bulgaria è partita come doveva, fallendo il colpo del k.o. immediato, ma poi ha perso collegamenti, distanze e testa, subendo una squadra che si chiudeva e partiva all’improvviso velocissima. Abbiamo sofferto il contropiede e gestito male un possesso del 70%. C’è da lavorare: quello che, giustamente, chiede Conte.

Gli azzurri festeggiano dopo il gol del vantaggio in Bulgaria. L’illusione di una gara facile è durata pochi minuti

© RIPRODUZIONE RISERVATA

CROSS

9 DRIBBLING POSITIVI

3

ZAZA TIRI

0 SPONDE

0 PASSAGGI POSITIVI

9 GDS

VERSO L’INGHILTERRA

Buffon si riprende il posto In avanti Pellè affianca Eder 1Il capitano non ha più

la febbre. Conte cambia diversi giocatori rispetto a Sofia: dietro Ranocchia e Moretti

Mirko Graziano TORINO

L

a squadra è rientrata da Sofia alle 4 di ieri mattina. Subito il trasferimento in hotel, in pieno centro, fra l’altro a due passi dal locale gestito dal fratello di Antonio Conte. E il c.t. azzurro una pas-

seggiatina là attorno se l’è concessa, scoprendo che l’amore della Torino bianconera per lui è ancora vivissimo. Intanto, si è svolto il primo allenamento in vista dell’amichevole di domani sera con l’Inghilterra. Al lavoro i nuovi arrivati Santon e Abate. Presente Gigi Buffon, k.o. in Bulgaria per colpa della febbre: se oggi continuerà a migliorare, il capitano dovrebbe riprendere il suo posto fra i pali. Di nuovo in gruppo pure il romanista Florenzi (fermo finora per un colpo al ginocchio) e il genoano Bertolacci che a Sofia aveva subito una botta alla spalla. BUFFON SÌ Ci sarà molto proba-

COSI’ DOMANI L’Italia anti Inghilterra CT Conte BUFFON (SIRIGU) RANOCCHIA

BONUCCI

MORETTI

ABATE (CERCI) VERRATTI SANTON SORIANO PAROLO

EDER

PELLÈ GDS

bilmente un ricambio massiccio rispetto alla gara di sabato sera, e qualcosa si è intuito nell’ultima seduta, che è stata inevitabilmente più leggera per chi ha giocato. Si dovrebbe andare avanti con il 35-2: là dietro, lo stakanovista sarà quasi certamente Bonucci. Accanto all’ironman della Juve (il bianconero più presente in assoluto), ci saranno Ranocchia sul centrodestra e Moretti dall’altra parte. In mezzo al campo, confermato Verratti, mentre Soriano e Parolo sembrano in vantaggio rispetto a Candreva, Florenzi e Bertolacci. Sulle fasce sono stati provati a lungo Abate e Santon, ma occhio alla soluzione Cerci al posto del milanista. Conte ha infatti più volte espresso l’intenzione di arrivare a un sistema simile a quello del Bayern Monaco, che largo a destra prevede la presenza di Robben, esterno offensivo con compiti di protezione chiaramente limitati.

In attacco, infine, salgono le quotazioni della coppia Eder-Pellè. Dunque, prima da titolare per l’italobrasiliano, e una gran bella soddisfazione per il gigante salentino, che gioca in Premier con la maglia del Southampton. Possibile che a gara in corso ci sia spazio per Vazquez, l’altro oriundo per modo di dire: il fantasista del Palermo ha mamma veneta e nonna paterna lombarda. Ogni cosa a livello di formazione sarà comunque più chiara solo dopo la rifinitura di questo pomeriggio. E parlerà anche Antonio Conte, che ritrova la «panchina di casa» per la prima volta dopo l’addio rocambolesco della scorsa estate. Intanto non è da escludere che tra oggi e domani i rappresentanti della FA facciano visita al museo bianconero per una commemorazione informale delle vittime dell’Heysel, quella ufficiale verrà fatta a maggio. © RIPRODUZIONE RISERVATA

LA SITUAZIONE GRUPPO H ● PARTITE GIOCATE AZERBAIGIAN-BULGARIA CROAZIA-MALTA NORVEGIA-ITALIA BULGARIA-CROAZIA ITALIA-AZERBAIGIAN MALTA-NORVEGIA CROAZIA-AZERBAIGIAN MALTA-ITALIA NORVEGIA-BULGARIA AZERBAIGIAN-NORVEGIA BULGARIA-MALTA ITALIA-CROAZIA AZERBAIGIAN-MALTA CROAZIA-NORVEGIA BULGARIA-ITALIA

1-2 2-0 0-2 0-1 2-1 0-3 6-0 0-1 2-1 0-1 1-1 1-1 2-0 5-1 2-2

CLASSIFICA

PT

G

V

N

P

GF GS

CROAZIA ITALIA NORVEGIA BULGARIA AZERBAIGIAN MALTA

13 11 9 5 3 1

5 5 5 5 5 5

4 3 3 1 1 0

1 2 0 2 0 1

0 0 2 2 4 4

15 8 7 6 4 1

●LE PROSSIME PARTITE CROAZIA-ITALIA MALTA-BULGARIA NORVEGIA-AZERBAIGIAN

2 4 8 7 11 9

12/06/15 12/06/15 12/06/15


LUNEDÌ 30 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Dunga rimpiange già il «suo» Eder «Bel colpo, Italia L’avevo messo nella mia lista» IL DEBUTTO IN CIFRE Il colore è più intenso nelle zone in cui ci sono stati più tocchi di palla

BRESCIA

PARTITE TOTALI

ATTACCO

271

1 1

CESENA

1 IN SERIE A

1

2

2

146

1

I GOL

3

1

Totali

92

in Serie A

36

PASSAGGI POSITIVI 9 EMPOLI

PASSAGGI NEGATIVI 2 TIRI 1

SAMPDORIA

FROSINONE

1Il c.t. del Brasile benedice il neoazzurro: «Lo seguivo,

però ho tante stelle nel suo ruolo. Non capisco Neto, alla Juve con Buffon. Anderson può diventare un big»

Luca Calamai INVIATO A LONDRA

Q

ualche anno fa, proprio n e l l a s a l a s t a mp a dell'Emirates Stadium, aveva commentato con un sorriso velenoso la decisione di Amauri di scegliere l’Italia. Carlos Dunga aveva avuto dei contatti con l’attaccante: la sua scelta fu per il c.t. brasiliano un piccolo tradimento. Con Eder è diverso. Nessuna polemica. Solo un’alzata di spalle. «Eder era nella lista degli elementi da seguire in Europa. Ho visto alcune immagini televisive di una sua partita con la Samp. Ha buoni colpi. Da brasiliano. Ha scelto Conte? Ormai il calcio è globalizzato. Uno accetta l’offerta che trova più interessante. Gli azzurri hanno fatto un buon colpo. Eder ha il gol facile». Rimpianti per la Selecao? «Chi vuole il Brasile deve anche saper aspettare. Nel suo ruolo qui avevo a disposizione Neymar, Coutinho, Oscar, Robinho e Willian. La maglia verdeoro è speciale. Va corteggiata. E va

DALLA PRIMA IN A CONTRO PERUZZI A «FORZA BRASILE» ● 1 Il debutto in A di Eder, con la maglia dell’Empoli il 18 marzo 2007, contro la Lazio di Peruzzi ● 2 Le prime reti italiane con il Frosinone, in B ● 3 Il primo gol in A a Brescia, contro il Palermo, il 12 settembre 2010 ● 4 Eder con la maglia del Brasile su twitter, nel giorno del debutto della Seleçao al Mondiale 2014

deve giocare, non aspettare».

colta al volo l’occasione giusta. Prendete Firmino, prima di queste amichevoli contro Francia e Cile era solo un talento. E’ entrato e ha segnato gol decisivi. E ora è nel gruppo. Eder ha avuto fretta. O forse ha fatto la scelta giusta. Lo dirà il tempo». Nella Lazio è esploso il talento di Felipe Anderson… «E giù a pomparlo. Procuratori, dirigenti, tifosi. Ma siamo sicuri che così si fa il bene del ragazzo? Felipe Anderson non ha la personalità di Romario o di Baggio, che sapevano vivere con tante pressioni sulle spalle. E’ stato convocato nell’Olimpica brasiliana è ha faticato. Lui deve crescere nella Lazio. E deve stare tranquillo: lo seguiamo con attenzione». Quindi niente Coppa America per lui? «Non si fanno esperimenti in un torneo così importante. Ma se continuerà a esibirsi a questi livelli prima o poi arriverà nella Seleçao». Anche Neto spera di entrare nel suo gruppo. 1

Potrebbe non esserci nessun brasiliano di Serie A tra i convocati per la prossima Coppa America? «Il calcio italiano sta vivendo un momento di passaggio. Ma tornerà protagonista. Felipe Anderson può diventare una stella. E la Juve può arrivare in finale di Champions. Una squadra che vince 4 scudetti di fila può superare qualsiasi ostacolo. Bayern o Real devono stare attenti».

IL CALCIO ITALIANO TORNERÀ PROTAGONISTA E LA JUVE IN CHAMPIONS PUÒ ANDARE IN FONDO

Conte potrebbe non resistere a lungo sulla panchina azzurra. «Non ho seguito le ultime polemiche con la Juventus. Ho letto, invece, che Conte voleva alcuni stage e la richiesta è stata bocciata. Antonio sta scoprendo sulla sua pelle quanto sia dura la vita del c.t., in Italia e ancora di più in Brasile».

CARLOS DUNGA C.T. BRASILE

«Seguo con grande affetto la Fiorentina. Neto ha dimostrato grande personalità tornando in squadra da protagonista dopo le polemiche per il contratto. Quelli bravi reagiscono così. Ma piuttosto è vero che andrà alla Juve?».

Ha un messaggio da inviare a Eder? ue an«Ormai è tardi. E comunque on gli che se lo avessi chiamato non niche avrei promesso nulla. Le uniche promesse le ho fatte a miaa moglie...».

L’accordo è già stato raggiunto. «Mah, un portiere giovane che va a sfidare Buffon. Non mi sembra una buona idea. Non riesco a immaginare Gigi in panchina e Neto al suo posto. Buffon ha ancora fame. E un giovane talento

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L’UOMO DI SOFIA

«Che emozione quando Conte mi ha chiamato per il cambio» 1Eder e il gol al debutto: «Farò

di tutto per ripagare la fiducia del c.t., ringrazio pure Mihajlovic Polemica oriundi? Idee diverse» Mirko Graziano Filippo Grimaldi

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LE SUE SQUADRE IN ITALIA

TOCCHI PER ZONA

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Sotto, Eder Citadin Martins, 28 anni, con la maglia della Sampdoria, dove è arrivato nel gennaio 2012 ANSA

ell’ottobre scorso, Éder Citadin Martins aveva fatto un patto. Con se stesso e con il club: «Al diavolo i gol e la classifica cannonieri, mi interessa solo arrivare a qualcosa di importante con la Samp, a costo di restare a secco». Mihajlovic l’aveva presa sul ridere, ben sapendo che proprio Eder era e sarebbe rimasto un punto fermo della Samp anche in fatto di gol. Martins è però andato oltre ogni previsione, perché effettivamente con Mihajlovic l’italobrasiliano sta decisamente volando, senza perdere il vizio del gol. INTUIZIONE CONTE Antonio Conte aveva puntato da tempo il ragazzo, gli è sempre piaciuta quella duttilità tattica, mista a tecnica e velocità. Un pensierino lo aveva fatto pure per la sua Juve. Poi, una volta in Nazionale, ha scoperto la doppia cittadinanza del blucerchiato. Ne ha parlato con il diretto interessato, sono stati messi a posto documenti e questioni burocratiche, quindi ecco la convocazione dei giorni scorsi. «GOL DA ITALIANO» Eder deve di fatto la maglia azzurra a un bisnonno. Parecchie polemiche hanno accompagnato la sua chiamata, «ma alcune mie frasi sono state fraintese, non capite evidentemente - dice nella notte di Sofia, dopo il gol salva Italia -. Mai detto di aver scelto l’Italia solo perché sicuro che il Brasile non mi avrebbe chiamato. Io rispetto la maglia azzurra, sono arrivato in Italia a 15 anni per la prima volta, ci sono tornato qualche tempo dopo, e ora sono qui da dieci anni. Sì, dite pure che il mio gol è da azzurro, da italiano. Non voglio polemizzare con Mancini o con chi non è d’accordo sul discorso oriundi. Questo gol non farà cambiare idea a nessuno, e comunque va rispettata ogni opinione. Per quanto mi riguarda, ho sentito molta gente felice per me, e il gruppo in particolare mi ha fatto sentire subito a mio agio. Che emozione quando il mister si è MAI DETTO girato verso la panchiDI AVER SCELTO na è mi ha detto: L’ITALIA SOLO “Dentro, tocca a te, fai PERCHÉ CERTO DEL tutto quello che abbiamo provato in setNO BRASILIANO timana”. Bello, sono stato il primo cambio, EDER evidentemente ho la- ATTACCANTE ITALIA sciato buone sensazioni in questi giorni di lavoro». E domani potrebbe partire titolare contro l’Inghilterra: «State certi che darò tutto per questa maglia, voglio restare a lungo in azzurro. Devo tanto all’Italia e alla Samp, e per resistere con Conte l’unica via è continuare a fare bene in campionato: se il c.t. mi ha chiamato è merito della squadra e di Mihajlovic». LA SUA GENOVA L’unico giocatore veramente in insostituibile nella Samp dei miracoli è propprio lui: più dell’ex Gabbiadini, di Okaka, Murie riel ed Eto’o. Quell’innata capacità di sacrificar carsi a livello tattico sta esaltando il gioco di un Mih Mihajlovic che chiede agli esterni offensivi un grand grande lavoro anche in termini di corsa. In allenamento mento, fra scatti e progressioni, a Eder tiene testa solo De D Silvestri. Amato dai compagni l’azzurro, poche parole e molti fatti. Genova lo ha lanciato nel ca calcio che conta. Ci era arrivato nel gennaio 2012, con la Samp squassata ancora dal dramma della retrocessione. Un debutto assoluto a Gubbio, ppoi rapidamente s’è preso la squadra sulle spalle spalle, guidandola durante i playoff promozione. In citt città si vede poco: è tutto casa e campo, con la tappa fissa – una volta ogni due settimane – al Santu Santuario della Madonna della Guardia, caro ai genov genovesi. Tre anni fa glielo indicò il team manager bluce blucerchiato Ajazzone, e da allora è stata tappa fissa per p Eder e famiglia. Sì, a Genova ha trovato una seconda se casa quel ragazzino che ai tempi del Criciù Criciùma, partendo da Lauro Muller, faceva 105 chilom chilometrial giorno per andarsi ad allenare. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Nazionale R

LUNEDÌ 30 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

te le classiche (e nulla più) misure di sicurezza – per la prima volta coordinate dal nuovo responsabile Massimo Passariello – tutto è andato nel migliore dei modi.

Il c.t. azzurro Antonio Conte, 45 anni, ieri a Torino, guida il gruppo della Nazionale: i tifosi, dietro, applaudono e fotografano ANSA

Ma c’è una Juve che sta con Conte «ll nostro leader» 1Il blocco bianconero, e non solo, difende il c.t. e

pure l’accoglienza dei tifosi a Torino è stata buona. Però la Polizia postale indaga su minacce via web Massimo Cecchini INVIATO A TORINO IN

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e la Nazionale fosse materia da psicoanalisi, in fondo si potrebbe dire cche Sigmund Freud e Gustav Jung avevano previsto tutto. Pensateci: il rapporto c che intercorre fra Antonio C Conte e la Juventus è quasi e edipico, con il club bianconero nella veste di Grande Mad a cui si è legati da tutto dre l’ l’amore del mondo. Logico p perciò che, una volta consum mata la rottura, gli equilibri e emotivi non siano più gli stessi Ma visto che i tifosi, a volte, si. v vivono di pulsioni assai più se semplici e di gratitudine non d deperibile, succede che il rito torno del c.t. nella sua Torino

(dove peraltro vive), finisca per essere una passerella quasi trionfale, anche se sui social network qualcuno trova il tempo di continuare con gli insulti e le gravi minacce (la Polizia postale sta indagando), ipotizzando un martedì caldo. BAGNO DI FOLLA Per quasi tutta la giornata, invece, il lussuoso hotel nel centro della città è stata meta di centinaia di persone che – soprattutto nei due momenti clou dell’uscita e del rientro della squadra per l’allenamento del pomeriggio – non hanno perso l’occasione per osannare gli azzurri e il loro condottiero, scattando foto e facendo video. I pochi fischi che si sono sentiti hanno avuto origine proprio dal fatto che la gente

avrebbe voluto un contatto più stretto con gli juventini. Per Conte, comunque, solo applausi, tant’è che è parso sorridente e più disponibile del solito, permettendosi il lusso di uscire dall’hotel e raggiungere il bar del fratello, dietro l’angolo, e fare anche una breve passeggiata con moglie e figlia. Come dire: avete visto che i tifosi di Torino mi vogliono bene? Insomma, nonostan-

DI BIAGIO E GLI AZZURRI In ogni caso, è tutto il gruppo azzurro che ha fatto quadrato intorno al c.t., a cominciare dal suo collega dell’Under 21, Gigi Di Biagio. «In Italia sono tutti allenatori: tutti sanno tutto – ha detto Di Biagio –. Ma non è corretto giudicare o parlare di cose che non si conoscono. E anche la questione oriundi a me fa sorridere. E’ una polemica inutile, il mondo è cambiato. C’è un regolamento, e poi è antipatico solo il pensiero che uno possa scegliere una Nazionale solo perché nell’altra non giocherebbe». E’ sceso ancora più nel dettaglio Andrea Barzagli. «Bisogna ricordarsi del passato e sono sicuro che Conte allo Juventus Stadium verrà accolto al meglio. D’altronde, credo che quella su Marchisio sia una polemica un po’ inventata. Gli allenamenti di Conte sono assolutamente normali. Il problema che ha avuto Claudio poteva accadere in qualsiasi momento». Gli ha fatto eco Simone Zaza: «Sappiamo come lavora il commissario tecnico e per noi non ci sono mai state difficoltà». Ha aggiunto Giorgio Chiellini: «Conte è il nostro primo capitano. Farà benissimo anche in azzurro, ma ha bisogno dell’aiuto di tutti». Insomma, se tre giorni fa Buffon era stato netto («Speriamo resti a lungo, uno come lui fa crescere»), adesso non ci sono ombre sul fatto che gli azzurri siano sulla stessa lunghezza d’onda. FIGC SOTTO PRESSIONE Ma il c.t. ha già detto di avere memoria di elefante, ed è per questo che le ultime fibrillazioni non gli siano piaciute affatto. Per questo – da Tavecchio allo staff medico fino alla comunicazione – a tutti ha ribadito come vuole che ci sia sempre protezione, unità d’intenti e nessun falla a livello d’informazione. Concetti chiari, che si spera non sfocino in una sindrome di assedio. Che il calcio italiano ami poco la Nazionale appare evidente, ma dalle parti di Coverciano e Via Allegri l’impressione è che Conte al momento abbia solo compagni di strada fedeli.

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● I punti della Juve scudettata di Conte nella stagione 2013/2014, grazie anche alle 19 vittorie su 19 allo Stadium. In bianconero il c.t. dell’Italia ha vinto anche altri due titoli, nel 2011/2012 e 2012/2013

AZZURRO MANCATO

Criscito twitta l’amarezza per l’esclusione Poi il dietrofront 1Il terzino: «Ci sono domande

che mi pongo da tanto tempo» E dopo: «Non c’è solo il calcio»

Ecco i due tweet lanciati ieri da Mimmo Crescito all’ora di pranzo: con chi ce l’aveva?

Sebastiano Vernazza @GazzaVernazza

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ue tweet in sequenza, a un’ora di distanza l’uno dall’altro, col secondo a smentire le interpretazioni fiorite sul primo. Ieri mattina Mimmo Criscito, terzino dello Zenit San Pietroburgo, ha battuto un colpo e i più ci hanno letto l’amarezza per la mancata convocazione in Nazionale. I MESSAGGI Il primo tweet, alle ore 11.57: «???????? Punti di domanda che mi pongo da tantissimo tempo». Otto punti di domanda e un interrogativo indiretto che autorizzavano retropensieri sulla mancata chiamata da parte di Antonio Conte. Per un’ora i commenti, di «followers» e non, si sono orientati sulla Nazionale matrigna che maltratta i suoi figli migliori. Finché alle 13.01 è arrivata la chiarificazione di Criscito: «Ma una frase non può essere polemica... Nella vita non esiste solo calcio... Non ce l’avevo con nessuno nel mondo calcistico». Fine delle discussioni? Sì, no, forse. Il dubbio rimane. CREDITO Anche perché Criscito avrebbe (ha) il diritto di reclamare un’altra chance in azzurro. E’ un terzino di caratura internazionale, è titolare in Russia nello Zenit San Pietroburgo, squadra di respiro europeo. Gazprom, colosso dell’energia che foraggia il club, non è un’ente di beneficenza: il recentissimo rinnovo di contratto fino al 2018 - con trattativa condotta dal suo procuratore Andrea D’Amico - Criscito se l’è guadagnato sul campo. In più l’ex laterale del Genoa vanta un credito, l’Europeo del 2012 svanito all’ultimo minuto per il coinvolgimento nel calcioscommesse, con accuse che sono state poi archiviate. Al conto va aggiunta la rabbia per l’esclusione dai 23 per il Mondiale in Brasile, scelta tecnica di Cesare Prandelli che scatenò una dura polemica. Chissà se Criscito rientra nei piani di volo di Conte, questa è la domanda. Il c.t. non è obbligato a rispondere, ma una risposta sarebbe gradita. © RIPRODUZIONE RISERVATA

LA NOVITÀ

Dopo il caso Marchisio stop alle comunicazioni mediche 1Quando un giocatore lascerà il ritiro

lo staff di Castellacci non comunicherà più i motivi: sarà compito delle società INVIATO A TORINO

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on è che la risonanza magnetica svolta nella clinica di Firenze potesse lasciare spazio a molti dubbi: «Il lca (legamento crociato anteriore, ndr) presenta segnale alterato per lesione sub-totale», è scritto nel referto del dottor Fabio Fanfani dopo il ricovero di Marchisio. Il ginocchio destro dello juventino evidenzia qualche altro problemino, tipo una

«sofferenza edematosa» al ginocchio. Un trauma, insomma «c’è stato», per dirla con parole del professor Castellacci. Comunque tutte situazioni che venerdì mattina conducevano verso una soluzione inevitabile: il rientro a casa dello juventino. PROCEDURA D’altra parte, siamo sinceri, lo staff medico azzurro non aveva mai parlato di operazione o di lungo stop: limitandosi invece a spiegare casi di scuola (intervento probabile in

caso di lesione oltre il 50%, intervento mediamente non necessario in casi meno gravi) e restando in attesa degli esiti clinici di Torino. Quando succede un infortunio in Nazionale, dopo una diagnosi sul campo si procede sempre alle prime analisi, risonanze, radiografie, in base alle quali decidere un eventuale ritorno a casa. Anche per rispetto dei club dei giocatori. BLACKOUT MEDIATICO Quel che è successo dopo il rientro a Torino di Marchisio – qualche dichiarazione un po’ incauta sulle cause dell’infortunio che non era certo scaturito da sovrallenamento, e il blackout mediatico aggravato dalle rea-

zioni isteriche dei «social» – avrà comunque conseguenze sulla gestione dell’informazione medica in Nazionale. Da oggi lo staff del professor Castellacci non sarà più autorizzato a comunicare il motivo dell’abbandono del ritiro durante gli allenamenti, rinviando ai club di appartenenza l’eventuale spiegazione, se mai i club vorranno darla. Questione di privacy. Un peccato, visto che almeno in Nazionale, soprattutto rispetto ai club, la trasparenza non era mai mancata. Già ieri è stata annullata la consueta conferenza del medico azzurro il giorno dopo la partita. f.li. Enrico Castellacci, 64 anni, è tornato medico della Nazionale nel 2008 GETTY

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Nazionale R L’avversaria di domani

LUNEDÌ 30 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Hodgson l’italiano «Di Torino ho solo dei brutti ricordi»

zione frena: l’idea è di parlarne dopo l’Europeo.

1Il c.t. dell’Inghilterra: «Il vostro football rimane

Trova una squadra diversa da quella incontrata in Brasile. «Il football italiano resta sempre di un certo livello. Di Torino non ho buoni ricordi perché ai tempi in cui guidavo l’Inter la Juventus era la squadra più forte e vinsi solo una volta, in una gara di Coppa».

di gran livello. Kane? Test vero contro gli azzurri» Stefano Boldrini

Hodgson, quarta volta contro gli azzurri, ma per la prima volta in Italia. «Ho trascorso anni meravigliosi nel vostro Paese. Il periodo più bello è legato all’Inter. Mi porterò sempre nel cuore l’amicizia con Facchetti e la stima di Massimo Moratti. L’Italia mi piace molto e ho sempre ammirato il suo calcio».

IN CAMPO AD ANFIELD

I sorrisi di Balo L’eroe di Manaus lasciato a casa 1Ancora escluso

da Conte, Mario si consola insieme alle star del Liverpool: un gol e tanti applausi

CORRISPONDENTE DA LONDRA

CORRISPONDENTE DA LONDRA

Che informazioni ha sul nostro campionato? «L’unica squadra che sto seguendo con una certa attenzione è la Juventus. Gioca bene ed è tra le prime otto in Europa».

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calcio riesce sempre a sorprendere: un allenatore che fa della prudenza la sua stella polare si ritrova a gestire la miglior batteria di attaccanti inglesi degli ultimi vent’anni. Di tutto questo ben di Dio, Roy Hodgson mostrerà ben poco domani a Torino, nell’amichevole contro l’Italia. Welbeck, Sturridge e Sterling sono infortunati. La certezza è che, in coppia con Rooney, sarà titolare Harry Kane, l’uragano che ha travolto l’ultima stagione d’Oltremanica con 30 gol. Un bel regalo per zio Roy, che già aveva incassato il tributo delle ex colonie con Sturridge e Sterling di origine giamaicana, oltre a Welbeck, di radici ghanesi. In Inghilterra non si va troppo per il sottile quando bisogna arruolare i figli di terre che fecero parte dell’Impero Britannico. Hodgson, c.t. dei «bianchi» dal maggio 2012, incontra l’Italia per la quarta volta. Nelle gare ufficiali – quarti dell’Euro 2012 e match inau-

In Italia fa discutere la questione oriundi. «Se i giocatori in questione sono selezionabili, Conte ha il diritto di scegliere chi vuole».

Roy Hodgson, 67 anni, c.t. dell’Inghilterra dal 2012 ACTION IMAGES

gurale del Mondiale brasiliano – è andata bene agli azzurri. L’unico successo è legato all’amichevole del Ferragosto 2012: 2-1 per i bianchi. L’Inghilterra è a punteggio pieno nelle qualificazioni europee e il vento di bonaccia ha spinto la stampa a parlare del rinnovo del contratto di Hodgson, in scadenza nel 2016. La federa-

SPONSOR AZZURRI

torinese sarebbe stata al ribasso. Bogarelli: «Si guarda di più all’estero»

John Elkann, presidente Fca

Massimo Cecchini INVIATO A TORINO

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icono che gli antichi egizi fossero dei grandi mercanti: chissà che allora domani, quando il presidente Tavecchio e John Elkann, numero uno Fca, si incontreranno nel gala per l’inaugurazione del nuovo allestimento del Museo Egizio di Torino, non trovino quell’accordo di sponsorizzazione tra Nazionale e Fiat che – scaduto a dicembre – per ora latita, privando così domani lo Juventus Stadium del marchio della casa automobilistica. Al netto dell’ironia, le parole pronunciate

ROY HODGSON C.T. DELL’INGHILTERRA

TACCUINO

Toyota o Volkswagen se Fiat e Nazionale non rinnoveranno 1L’offerta della casa

LA JUVE ERA FORTE ALLORA E LO È ANCHE ADESSO: E’ L’UNICO CLUB ITALIANO CHE SEGUO CON ATTENZIONE

ieri da Marco Bogarelli, presidente di Infront Italia (advisor della Nazionale) lasciano pensare che il rinnovo di contratto non sia agevole. Ma chiariamo un concetto: le attuali frizioni fra Conte e la Juve non c’entrano con una storia che ha solo risvolti economici, senza contare che alla Figc spiacerebbe perdere uno sponsor italiano. ALTERNATIVE Sembra che la Fiat per l’accordo quadriennale abbia proposto cifre al ribasso, dando così fiato alle offerte di Toyota e Volkswagen, una delle quali potrebbe entrare nel novero dei tre top sponsor che cerca la Figc (in passato Fiat, Telecom e Compass). «Abbiamo deciso di accentuare la nostra vocazione a trovare accordi all’estero — ha detto Bogarelli all’Ansa — e in questo senso Toyota o Volkswagen sono marchi più globali di Fiat». Intanto alla Uliveto è subentrata l’acqua Lete. Tra gli sponsor di seconda fascia accordo raggiunto con Fassi Gru, tra quelli principali la trattativa con Compass è bene avviata, tanto che la Figc ha deciso di concedere all’azienda un spazio allo Stadium. «Nel complesso la situazione è buona», conclude Bogarelli, che non sembra preoccupato per il risultato di garanzia di 57 milioni per il quadriennio con il quale Infront ha vinto l’asta federale . «L’ obiettivo di arrivare a 70 milioni mi pare alla nostra portata». © RIPRODUZIONE RISERVATA

L’AMICHEVOLE

Quota 25mila biglietti già superata Annullato l’allenamento di stamattina, gli azzurri svolgeranno la seduta della vigilia, alle 16.30, allo Juventus Stadium (soltanto i primi 15’ aperti alla stampa). Alle 18.30 conferenza stampa Figc-Puma per comunicare l’allungamento del contratto fino al 2022. Alle 17.30, al Teatro Regio, conferenza «Razzisti brutta razza», ospiti 400 bambini: parteciperanno Walter Veltroni, Mauro Berruto, Fiona May, Gianluca Pessotto per la Juve e Cristian Molinaro per il Torino. Domattina infine le delegazioni federali di Italia e Inghilterra svolgeranno una visita al Museo Egizio. Per la sfida di domani già venduti oltre 25mila biglietti.

SEDI AZZURRE

A Reggio Emilia e Roma le prossime partite Dovrebbero essere Reggio Emilia e Roma le prossime sedi italiane della Nazionale. Si delineano calendario e sedi delle partite azzurre, sempre in attesa di poter svolgere uno stage nei primi giugno. L’8 giugno, raduno a Coverciano in vista di CroaziaItalia (il 12 a Zagabria) e dell’amichevole con il Portogallo, non più a Doha per i problemi legati allo stadio: a giorni sarà scelta la sede tra Londra, Bruxelles e Ginevra. Ritorno in campo per le qualificazioni a settembre, con due partite interne. Italia-Malta il 3 dovrebbe giocarsi a Reggio Emilia. ItaliaBulgaria, 6 settembre, ritorno della sfida di Sofia, dovrebbe essere all’Olimpico di Roma (era in lizza anche Firenze).

Sterling, Rooney, Welbeck, Kane, Sturridge: in questo momento l’Inghilterra ha a disposizione uno dei migliori attacchi in assoluto. «Kane giocherà contro l’Italia e per lui sarà un vero test perché affronterà una difesa di livello come quella azzurra».

L’

Inghilterra viaggia oggi verso Torino e intanto l’uomo che abbatté 2-1 la nazionale di Hodgson il 14 giugno 2014 a Manaus, nella gara inaugurale del Mondiale brasiliano, è sempre più legato al calcio d’Oltremanica. Mario Balotelli, che al 50’ del match di Manaus piazzò la zuccata vincente, ha preso parte ieri a una sfida benefica giocata a Liverpool, di fronte allo straordinario pubblico dell’Anfield: in 44.903 per seguire gli 11 di Steven Gerrard contro gli 11 di Jamie

Che cosa si aspetta dall’amichevole di Torino? «Per noi è un esame. Non sarà la migliore Inghilterra perché per infortunio non sono disponibili calciatori importanti, ma chi giocherà gli stimoli giusti». © RIPRODUZIONE RISERVATA+

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Balotelli tra Drogba e Henry

Carragher. È finita 2-2 e Balotelli, titolare degli 11 di Carragher, ha firmato il primo gol. Mario ha avuto come partner d’attacco Drogba, in una squadra in cui, in porta, si è rivisto Reina, che proprio la scorsa stagione parò un rigore a Balotelli. Nella ripresa, gloria anche per Borini, mentre nel dopo gara un Mario tutto sorrisi ha posato e poi postato una foto tra due leggende del calcio come Henry e Drogba. L’applauso più grande del popolo del Liverpool è stato però riservato a due illustri ex: Fernando Torres e Luis Suarez. Un’ovazione da brividi al loro ingresso in campo. IL FUTURO Balotelli domani non giocherà a Torino. L’esclusione dalla Nazionale di Conte non fa più notizia e dopo questa stagione difficile – appena 4 gol – non può essere considerata una sorpresa. Mario ha a disposizione due mesi, con la parte finale della Premier e forse – tutto dipende dal replay dei quarti con il Blackburn del 7 aprile – l’epilogo della Coppa d’Inghilterra, per dare una scossa a un’annata negativa. In estate si tireranno le somme. In questo momento non è un’utopia parlare di un nuovo cambio di squadra, anche se il contratto con i Reds e lo stipendio di Mario rendono non facile qualsiasi trasferimento. bold © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Mondo R L’amichevole

LUNEDÌ 30 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Il Brasile presenta il gioiello Firmino

1Gol splendido per battere il Cile, Vidal in ombra fissa i traguardi: «Voglio Champions e Coppa America» BRASILE

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prende in velocità la difesa cilena, salta il portiere Bravo e appoggia in rete. Un numero da giocatore vero che strappa un sorriso convinto anche al gelido Dunga. La Roja si affloscia. L’unico segnale di vita è una punizione del viola Fernandez (entrato al posto di Millar) respinta da Jefferson. Sampaoli sostituisce anche un anonimo Vidal. Lo juventino, proposto da trequartista alle spalle di Sanchez, non riesce mai ad arrivare al tiro. Una giornataccia. Vidal è stato molto più vivace a parole.

Luca Calamai INVIATO A LONDRA

PRIMO TEMPO 0-0 MARCATORI Firmino al 28’ s.t. BRASILE (4-2-3-1) Jefferson 6,5; Danilo 7, Thiago Silva 5,5, Miranda 6, Marcelo 5,5 (dal 31’ s.t. Filipe Luis 6); Fernandinho 6, Souza 5,5 (dal 15’ s.t. Elias 6); Douglas Costa 6 (dal 19’ s.t. Willian 6), Coutinho 5 (dal 15’ s.t. Robinho 6,5), Neymar 6; Luiz Adriano 5,5 (dal 15’ s.t. Firmino 7). PANCHINA Diego Alves, Grohe, Gil, Oscar, Gabriel, Fabinho, Luiz Gustavo. ALLENATORE Dunga 6,5. ESPULSI nessuno. AMMONITI Miranda, Fernandinho, Neymar, Thiago Silva per gioco scorretto. CILE (4-2-3-1) Bravo 6; Mena 6 (dal 38’ s.t. Gonzalez s.v.), Medel 5,5, Jara 6, Albornoz 5,5 ; Millar 6 (dal 29’ s.t. Fernandez 6,5), Aranguiz 6; Isla 6,5, Vidal 5,5 (dal 32’ s.t. Vargas 6), Hernandez 6; Sanchez 7. PANCHINA Roco, Garces, Cornejo, Pizarro, Orellana, Gutierrez, Fuenzalida, Lichnovsky. ALLENATORE Sampaoli 6. ESPULSI nessuno. AMMONITI Albornoz per gioco scorretto. ARBITRO Atkinson (Inghilterra) 6. NOTE Spettatori paganti 62.100. Tiri in porta: 2-2; tiri fuori: 5-4; angoli: 3-5; fuorigioco: 1-1. Recuperi: primo tempo 1’; secondo tempo 3’

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iù botte che calcio. Un gustoso antipasto della prossima Coppa America. L’immagine simbolo della sfida tra la Selecao e il Cile è lo scontro a metà del primo tempo tra Medel e Neymar. L’interista, in versione difensore centrale, sale con i tacchetti sul polpaccio destro del campione brasiliano. Roba da cartellino rosso. Ma l’arbitro Atkinson e i suoi collaboratori non vedono niente e Medel se la cava senza neppure un’ammonizione. La stella del Barcellona a volte esagera nell’amplificare i contatti ma soprattutto in questi derby sudam e r i c a n i è o g get to d i marcature feroci. Nel dopo gara O’Ney è rimasto quasi un’ora a fare ghiaccio dentro lo spogliatoio per combattere i lividi. Come sempre. L’INCUBO Anche il risultato non fa notizia. Carlos Dunga è una specie di incubo per la Roja. L’ha battuta sette volte su sette. Stavolta il Brasile fatica più del solito anche perché il c.t. abbonda con gli esperimenti. Sei volti nuovi rispetto all’esibizione vincente di giovedì scorso contro la Francia. Troppi. La Selecao non ha idee in mezzo al campo e fatica ad accelerare sulle corsie esterne con Douglas Costa e l’ex interista Coutinho. Più strutturato rispetto ai tempi nerazzurri ma certo non un combattente.

Due modi per fermare Neymar, nuovo capitano del Brasile. A sinistra con i modi bruschi: l’interista Medel gli pianta la suola tacchettata sulla tibia. Qui sopra invece la maniera più pacifica: un invasore si accontenta di un abbraccio GETTY

Il Cile è più aggressivo. Ha più fame. E ha un Alexis Sanchez in versione lusso. Le sue accelerazioni mettono in difficoltà Thiago Silva e Miranda. Il problema della Roja è la difficoltà a finalizzare. Quasi un’ora di dominio territoriale frutta solo un paio di punizioni di Sanchez ben controllate dal portiere Jefferson. Al 15’ della ripresa Dunga torna a fare sul serio inserendo tre titolari: Elias, Robinho e Firmino. E il talento dell’Hoffenheim va a segno al primo colpo. Delizioso l’assist di Danilo (destinato a essere uno dei pezzi pregiati del prossimo mercato) per Firmino che

IL MIGLIORE

IL PEGGIORE

7 ● FIRMINO Scatto sul filo del fuorigioco, dribbling sul portiere e gol. Gol da bomber vero e un posto per la Coppa America.

5,5 ● VIDAL Alle spalle di Sanchez, lo juventino non riesce a entrare nel cuore della sfida. Non risultando mai pericoloso.

PARLA VIDAL Prima della gara ha parlato del passato e del futuro. Con toni accesi. «Champions o Coppa America? Non posso scegliere, voglio vincerle entrambe. Le mie condizioni fisiche? Sto benissimo. Mi dà fastidio che si continuino a dire sciocchezze sulle mie condizioni e sul mio ginocchio. Chi parla non sa e dovrebbe documentarsi di più. Non è stato un errore giocare il Mondiale dopo l’operazione chirurgica. Il medico che mi ha operato non si è mai opposto. Io darò sempre tutto per il Cile, ma non ho rischiato nulla al Mondiale». Vidal non ha giocato bene ma è uscito al 32’ s.t. senza problemi fisici. Ad Allegri tanto basta. Modesta anche la prestazione dell’interista Medel riproposto da difensore centrale. Anzi, quasi da vecchio libero. Tanta grinta, tanti palloni spazzati via, poca qualità. Niente di nuovo all’orizzonte. © RIPRODUZIONE RISERVATA

STATI UNITI

Kakà ancora protagonista in Mls Assist e gol per la rimonta di Orlando ● Dopo il gol nella gara inaugurale contro New York City, Kakà ancora protagonista nella quarta giornata di Mls, il campionato di calcio statunitense. L’ex Milan, da pochi mesi approdato a Orlando, è stato decisivo in entrambe le reti della rimonta della franchigia della Florida sul campo di Montreal. Sotto di due gol dopo mezzora, Orlando in appena 5 minuti, sempre nella prima frazione di gioco, ha raggiunto la parità, prima dimezzando lo svantaggio con un gol di Ribeiro, servito da in acrobazia da Kakà a centro

area, poi con lo stesso brasiliano che, ricevuto l’assist in corsa da Ribeiro, ha prima controllato e poi battuto il portiere con un morbido tocco di destro. Il pari consente a Orlando di restare al terzo posto nella Eastern Conference, in piena zona playoff, a 2 punti dalla capolista New York Red Bulls e a uno dai DC United. Nella Western Conference guida invece la classifica Dallas con 10 punti in 4 gare, nonostante il pareggio interno per 0-0 contro Seattle, davanti a Vancouver che ha battuto Portland 2-1. © RIPRODUZIONE RISERVATA

TACCUINO MERCATO

Bayern, Alaba nel mirino del Real ● MADRID David Alaba nel mirino del Real Madrid. Secondo «Marca» il jolly austriaco del Bayern Monaco potrebbe cambiare aria in estate e la prima opzione, per il giocatore e per il suo agente (che è il padre), sarebbe proprio il club campione d’Europa: due settimane fa, a Vienna, primo contatto tra le parti.

AMICHEVOLI

L’Argentina vince, Messi non gioca ● WASHINGTON Priva di Messi, lasciato a riposo per recuperare dal problema al piede, l’Argentina ha battuto 2-0 Salvador nell’amichevole di preparazione alla Coppa

America disputata a Washington. A Los Angeles, l’amichevole tra Messico ed Ecuador si è risolta con il successo di misura del Tricolor: decisivo il gol del Chicharito Hernandez al 14’ del primo tempo.

IL TEST

La Francia si riscatta e batte la Danimarca ● SAINT ETIENNE Riscatto Francia. Dopo la sconfitta contro il Brasile per 3-1 allo Stade de France di Parigi, la squadra allenata da Didier Deschamps supera per 2-0 a Saint Etienne la Danimarca sempre in amichevole. La Francia trova la vittoria grazie ai gol di Alexandre Lacazette al 14’ del primo tempo dopo un’azione iniziata da Antoine Griezmann e di Olivier Giroud al 38’ su assist di Kondogbia.


Euro 2016 R Qualificazioni

Matic, un’inutile magia Il Portogallo vince con i gol dei difensori 1Segna Carvalho e pareggia la Serbia con una splendida

rovesciata del giocatore del Chelsea. Poi decide Coentrão PORTOGALLO

2

SERBIA

1

PRIMO TEMPO: 1-0 MARCATORI Carvalho al 10’ p.t.; Matic al 16’ s.t.; Coentrão al 18’ s.t. PORTOGALLO (4-4-2) Patrício 6; Bosingwa 6,5, Carvalho 6,5 (dal 15’ p.t. Fonte 6), Alves 6,5, Eliseu 6; Nani 6,5, Tiago 6,5, Moutinho 7,5, Coentrão 7,5 (dal 34’ s.t. Quaresma 5); Danny 5,5 (dal 41’ s.t. William 5), Ronaldo 6,5. PANCHINA Ventura, Lopes, Antunes, Cédric, André Gomes, João Mário, Hugo Almeida, Vieirinha, Éder. ALLENATORE Vale 6,5. ESPULSI Nessuno. AMMONITI Coentrão, Moutinho per gioco scorretto. SERBIA (4-3-3) Stojkovic 5; Basta 5, Ivanovic 6, Nastasic 6,5, Kolarov 6; Petrovic 6,5, Matic 7, Ljajic 5,5 (dal 40’ s.t. Skuletic 5); Markovic 6 (dal 20’ s.t. Djuricic 5,5), Tadic 6 (dal 34’ s.t. Tosic 5), Mitrovic 5,5. PANCHINA Brkic, Lukac, Obradovic, D. Tosic, Maksimovic, Tomovic, Gudelj, Milivojevic, Kostic. ALLENATORE Curcic 5,5. ESPULSI Nessuno. AMMONITI Matic, Ljajic, Kolarov, Tosic, Djuricic per gioco scorretto. ARBITRO Gianluca Rocchi. NOTE Spettatori 58,430. Tiri in porta: 6-3. Tiri fuori: 3-3. Angoli: 85. Fuorigioco: 3-1. Recupero: 1’ p.t., 4’ s.t.

Il gol di Ricardo Carvalho che ha portato per l’1-0 del Portogallo EPA

Andrè Viana LISBONA

D

ue gol di autori improbabili hanno aiutato il Portogallo a battere la Serbia e conquistare il primo posto nel Gruppo I. Tre vittorie consecutive dopo la sconfitta shock con l’Albania e le successive dimissioni di Paulo Bento confermano la competitività della squadra di Ronaldo, ma non traggano in inganno circa la qualità: il Portogallo ha iniziato ad adottare il contrattacco come la via principale per ottenere il gol e ieri ha costruito così la sua vittoria sfruttando il contropiede con Contrao

tre minuti dopo che Matic aveva dato, con un tiro al volo spettacolare, il pareggio allaSerbia . VELOCE Il Portogallo ha iniziato molto bene, veloce e oggettivo e ha sfiorato il gol con Stjkovic. L’1-0 sarebbe venuto, tuttavia, su un angolo ingenuamente dato dal laziale Basta. Pur avendo sette giocatori alti più di 185 centimetri, la Serbia ha subìto il gioco aereo del Portogallo e Ricardo Carvalho ha messo in rete sfruttando anche un errore del portiere Maccabi Haifa. La Serbia ha risposto e ha assunto il comando del gioco, cercando di limitare anche gli spazi a Ronaldo, sem-

GRUPPO D

Germania, crisi evitata Reus e Müller fanno festa so cercano la porta con un passaggio in più del dovuto. LE FASCE La struttura centrale è quella del Mondiale: Neuer, Boateng, Hummels, Schweinsteiger, Kroos, Özil, Götze, Müller. Ma nella gara numero 900 della nazionale (523 vittorie), il consueto terreno sperimentale è quello dei binari esterni difensivi: a Tblisi tocca a Rudy dell’Hoffenheim e a Hector del Colonia (sinistra). Nessun danno ma nemmeno qualcosa di eccezionale. La lotta per i posti sulla fascia è ancora aperta.

Pierfrancesco Archetti

A

nche se c’era una leggera ansia, perché la Germania aveva vinto soltanto due gare su quattro nelle qualificazioni, la pratica georgiana non può che essere agevole per i campioni del mondo. Tornato a uno schieramento più tradizionale (4-2-3-1), dopo gli esperimenti con l’Australia (31-4-2), Joachim Löw si tranquillizza già prima dell’intervallo perché i gol di Marco Reus e Thomas Müller, sempre di destro, rasoterra, da una decina di metri, cancellano ogni incertezza. «Se si guardava la classifica, si capiva che era un impegno serio. Nel primo tempo abbiamo mostrato qualche giocata inte-

pre pericoloso in velocità. Con poche soluzioni di attacco (il difensore Coentrao ha dovuto giocare a centrocampo e la mezzopunta Danny attacante), il Portogallo ha puntato su uno stile di calcio che non è molto caratteristico, ma che è stato efficace in una fase in cui si chiedono, soprattutto, i risultati. La Serbia ha dimostrato di poter essere pericolosa e ha avuto la possibilità di segnare ulteriormente nel primo tempo, dopo l’infortunio di Ricardo Carvalho, sostituito da José Fonte, difensore del Southampton che ieri ha fatto la sua seconda partita internazionale. MEGLIO LA SERBIA L’intervallo non ha annullato la sensazione che fosse la Serbia la migliore squadra. Mitrovic ha sfiorato il gol al 53’ su colpo di testa. Matic, ex giocatore del Benfica tornato allo Stadio della Luz, ha segnato un gran gol con un colpo al volo in semi rovesciata dopo un calcio d’angolo. La Serbia há usato la stessa arma che aveva usato il Portogallo ed è tornato a pressare la squadra di casa, che ha soferto in difesa ma ha tenuto. Ma a quel punto il Portogallo sfruttando la tecnica dei suoi giocatori ha segnato il gol che ha deciso la partita: un attacco lanciato da Ronaldo ha portato Moutinho a servire Coentrao all’altezza del secondo palo, il difensore del Real Madrid ha messo in rete senza problemi regalando così la vittoria al Portogallo e con i tre punti anche la testa nel girone. Stavolta insomma è toccato ai difensori sostituirsi al miglior giocatore del mondo e consentire così al Portogallo di trovarsi in un’ottima posizione per la qualificazione alle finali del prossimo Campionato Europeo. © RIPRODUZIONE RISERVATA

LE ALTRE PARTITE

Marco Reus, a destra, riceve i complimenti di Mesut Özil REUTERS

RNel successo in

Georgia anche due traverse di Reus. Podolski dentro soltanto nel finale

RITIRO IN FRANCIA Soltanto pochi minuti stavolta per Lukas Podolski, entrato al 42’ del secondo tempo e niente possibilità di segnare, come aveva fatto con l’Australia mercoledì. Anche se non è in testa nel girone, Oliver Bierhoff sta già scegliendo il quartier generale in Francia. Non è arroganza bensì programmazione, ha spiegato il manager della nazionale: «Già dopo il Mondiale abbiamo iniziato la ricerca». © RIPRODUZIONE RISERVATA

ressante, nel secondo abbiamo gestito troppo», ha detto Löw. La Georgia, penultima con soli tre punti dati dal successo su Gibilterra, non può far altro che chiudersi, lasciare Mchedlidze dell’Empoli solo davanti, e affidarsi alla parate di Loria, almeno tre delle quali apprezzabili. Due traverse di Reus sono le altre occasioni più nette degli ospiti, i quali sono consapevoli della superiorità tecnica e spes-

21

LUNEDÌ 30 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

GEORGIA-GERMANIA 0-2 MARCATORI Reus (Ger) al 39’, Müller (Ger) al 44’ p.t. GEORGIA (5-4-1) Loria; Lobjanidze, Kverkvelia, Amisulasvili (dal 4’ p.t. Dvali), Kashia, Nawalovski; Kobakhidze,, Kankava, Makharadze (dal 18’ s.t. Kenia), Okriashvili (dal 1’ s.t. Chanturia); Mchedlidze. All.: Tskhadadzee GERMANIA (4-2-3-1) Neuer; Rudy, J. Boateng, Hummels, Hector; Schweinsteiger, Kroos; Müller (dal 42’ s.t. Schürrle), Özil (dal 42’ s.t. Podolski), Reus; Götze. All: Löw. ARBITRO Turpin (Fra)

Pari Polonia Storica rete di Gibilterra ● Nel gruppo della Germania pareggio a Dublino tra Irlanda e Polonia con gli ospiti raggiunti nel recupero da un gol di Long. Il pareggio determina una situazione di estremo equilibrio nel gruppo con i polacchi a quota 11, un punto davanti ai tedeschi e alla Scozia che ha segnato sei gol a Gibiliterra. L’unico degli ospiti, però, il provvisorio 1-1 di Casciaro, è un gol storico in quanto il primo realizzato dalla selezione della Rocca nelle qualificazioni degli Europei. Oltre alla Scozia, vincono anche Irlanda del Nord e Romania nel gruppo F, mentre nel gruppo I oltre alla vittoria de Portogallo c’è quella dell’Albania di Gianni De Biasi che è riuscita ad avere la meglio in rimonta sull’Armenia, un successo che consente alla squadra del c.t. italiano di raggiungere la Danimarca al secondo posto proprio dietro il Portogallo. «È il successo più importante della mia carriera», ha detto De Biasi a fine match. GRUPPO D Scozia-Gibilterra 61 Maloney (S) su rigore al 18’, Casciaro (G) al 19’, Fletcher (S) al 29’, Maloney (S) su rigore al 34’, Naismith (S) al 39’ p.t. Fletcher (S) al 32’ e al 45’ s.t. Irlanda-Polonia 1-1 Peszko al 26’ p.t.; Long (I) al 47’ s.t. GRUPPO F Irlanda del NordFinlandia 2-1 Lafferty (I) al 33’ e al 38 p.t.; Sadik (F) al 46’ s.t. Romania-Far Oer 1-0 Keseru al 21’ p.t. Ungheria-Grecia 0-0 GRUPPO I Albania-Armenia 2-1 Movsisyan (Ar) al 4’ p.t.; Mavraj (Al) al 32’, Gashi (Al) al 36’ s.t.

LA SITUAZIONE GRUPPO A ● PARTITE GIOCATE KAZAKISTAN-LETTONIA REP. CECA-OLANDA ISLANDA-TURCHIA LETTONIA-ISLANDA OLANDA-KAZAKISTAN TURCHIA-REP.CECA KAZAKISTAN-REP.CECA ISLANDA-OLANDA LETTONIA-TURCHIA OLANDA-LETTONIA REP. CECA-ISLANDA TURCHIA-KAZAKISTAN KAZAKISTAN-ISLANDA REP.CECA-LETTONIA OLANDA-TURCHIA

GRUPPO B ● PARTITE GIOCATE 0-0 2-1 3-0 0-3 3-1 1-2 2-4 2-0 1-1 6-0 2-1 3-1 0-3 1-1 1-1

ANDORRA-GALLES BOSNIA-CIPRO ISRAELE-BELGIO BELGIO-ANDORRA CIPRO-ISRAELE GALLES-BOSNIA ANDORRA-ISRAELE BOSNIA-BELGIO GALLES-CIPRO BELGIO-GALLES CIPRO-ANDORRA ISRAELE-BOSNIA ANDORRA-BOSNIA BELGIO-CIPRO ISRAELE-GALLES

1-2 1-2 (RINV. 31/3/15) 6-0 1-2 0-0 1-4 1-1 2-1 0-0 5-0 3-0 0-3 5-0 0-3

CLASSIFICA

PT

G

V

N

P

GF GS

CLASSIFICA

PT

G

V

N

P

GF GS

REP. CECA ISLANDA OLANDA TURCHIA LETTONIA KAZAKISTAN

13 12 7 5 3 1

5 5 5 5 5 5

4 4 2 1 0 0

1 0 1 2 3 1

0 1 2 2 2 4

11 6 12 2 11 6 6 8 2 11 4 13

GALLES ISRAELE BELGIO CIPRO BOSNIA ANDORRA

11 9 8 6 5 0

5 4 4 5 5 5

3 3 2 2 1 0

2 0 2 0 2 0

0 1 0 3 2 5

7 2 9 5 12 1 9 10 5 6 2 20

●LE PROSSIME PARTITE KAZAKISTAN-TURCHIA ISLANDA-REP.CECA LETTONIA-OLANDA

12/6/15 12/6/15 12/6/15

GRUPPO C ● PARTITE GIOCATE LUSSEMBURGO-BIELORUSSIA SPAGNA-MACEDONIA UCRAINA-SLOVACCHIA BIELORUSSIA-UCRAINA MACEDONIA-LUSSEMBURGO SLOVACCHIA-SPAGNA UCRAINA-MACEDONIA BIELORUSSIA-SLOVACCHIA LUSSEMBURGO-SPAGNA LUSSEMBURGO-UCRAINA MACEDONIA-SLOVACCHIA SPAGNA-BIELORUSSIA MACEDONIA-BIELORUSSIA SLOVACCHIA-LUSSEMBURGO SPAGNA-UCRAINA

●LE PROSSIME PARTITE ANDORRA-CIPRO BOSNIA-ISRAELE GALLES-BELGIO

12/6/15 12/6/15 12/6/15

GRUPPO D ● PARTITE GIOCATE 1-1 5-1 0-1 0-2 3-2 2-1 1-0 1-3 0-4 0-3 0-2 3-0 1-2 3-0 1-0

GEORGIA-IRLANDA GERMANIA-SCOZIA GIBILTERRA-POLONIA IRLANDA-GIBILTERRA SCOZIA-GEORGIA POLONIA-GERMANIA GIBILTERRA-GEORGIA POLONIA-SCOZIA GERMANIA-IRLANDA GEORGIA-POLONIA GERMANIA-GIBILTERRA SCOZIA-IRLANDA GEORGIA-GERMANIA SCOZIA-GIBILTERRA IRLANDA-POLONIA

1-2 2-1 0-7 7-0 1-0 2-0 0-3 2-2 1-1 0-4 4-0 1-0 0-2 6-1 1-1

CLASSIFICA

PT

G

V

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P

GF GS

CLASSIFICA

PT

G

V

N

P

SLOVACCHIA SPAGNA UCRAINA BIELORUSSIA MACEDONIA LUSSEMBURGO

15 12 9 4 3 1

5 5 5 5 5 5

5 4 3 1 1 0

0 0 0 1 0 1

0 1 2 3 4 4

11 2 14 3 6 2 4 10 5 12 3 14

POLONIA SCOZIA GERMANIA IRLANDA GEORGIA GIBILTERRA

11 10 10 8 3 0

5 5 5 5 5 5

3 3 3 2 1 0

2 1 1 2 0 0

0 16 3 1 11 5 1 9 4 1 11 4 4 4 9 5 1 27

●LE PROSSIME PARTITE UCRAINA-LUSSEMBURGO BIELORUSSIA-SPAGNA SLOVACCHIA-MACEDONIA

14/6/15 14/6/15 14/6/15

GRUPPO E ● PARTITE GIOCATE ESTONIA-SLOVENIA SAN MARINO-LITUANIA SVIZZERA-INGHILTERRA INGHILTERRA-SAN MARINO LITUANIA-ESTONIA SLOVENIA-SVIZZERA ESTONIA-INGHILTERRA LITUANIA-SLOVENIA SAN MARINO-SVIZZERA SVIZZERA-LITUANIA INGHILTERRA-SLOVENIA SAN MARINO-ESTONIA INGHILTERRA-LITUANIA SLOVENIA-SAN MARINO SVIZZERA-ESTONIA CLASSIFICA

PT

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INGHILTERRA SVIZZERA SLOVENIA LITUANIA ESTONIA SAN MARINO

15 9 9 6 4 1

5 5 5 5 5 5

5 3 3 2 1 0

0 0 0 0 1 1

0 15 1 2 11 3 2 10 4 3 3 10 3 1 5 4 0 17

ESTONIA-SAN MARINO SLOVENIA-INGHILTERRA LITUANIA-SVIZZERA

POLONIA-GEORGIA IRLANDA-SCOZIA GIBILTERRA-GERMANIA

13/6/15 13/6/15 13/6/15

GRUPPO F ● PARTITE GIOCATE 1-0 0-2 0-2 5-0 1-0 1-0 0-1 0-2 0-4 4-0 3-1 0-0 4-0 6-0 3-0

●LE PROSSIME PARTITE

●LE PROSSIME PARTITE

GF GS

GF GS

14/6/15 14/6/15 14/6/15

UNGHERIA-IRLANDA DEL NORD ISOLE FAR OER-FINLANDIA GRECIA-ROMANIA ROMANIA-UNGHERIA FINLANDIA-GRECIA IRLANDA DEL NORD-ISOLE FAR OER ISOLE FAR OER-UNGHERIA FINLANDIA-ROMANIA GRECIA-IRLANDA DEL NORD GRECIA-FAR OER UNGHERIA-FINLANDIA ROMANIA-IRLANDA DEL NORD IRLANDA DEL NORD-FINLANDIA ROMANIA-FAR OER UNGHERIA-GRECIA

1-2 1-3 0-1 1-1 1-1 2-0 0-1 0-2 0-2 0-1 1-0 2-0 2-1 1-0 0-0

CLASSIFICA

PT

G

V

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GF GS

ROMANIA IRLANDA DEL NORD UNGHERIA FINLANDIA FAR OER GRECIA

13 12 8 4 3 2

5 5 5 5 5 5

4 4 2 1 1 0

1 0 2 1 0 2

0 1 1 3 4 3

7 8 4 5 2 1

●LE PROSSIME PARTITE

FINLANDIA-UNGHERIA FAR OER-GRECIA IRLANDA DEL NORD-ROMANIA

1 4 3 7 7 5

13/6/15 13/6/15 13/6/15

GRUPPO G ● PARTITE GIOCATE

GRUPPO I ● PARTITE GIOCATE

RUSSIA-LIECHTENSTEIN AUSTRIA-SVEZIA MONTENEGRO-MOLDAVIA LIECHTENSTEIN-MONTENEGRO MOLDAVIA-AUSTRIA SVEZIA-RUSSIA AUSTRIA-MONTENEGRO RUSSIA-MOLDAVIA SVEZIA-LIECHTENSTEIN AUSTRIA-RUSSIA MOLDAVIA-LIECHTENSTEIN MONTENEGRO-SVEZIA LIECHTENSTEIN-AUSTRIA MOLDAVIA-SVEZIA MONTENEGRO-RUSSIA

4-0 1-1 2-0 0-0 1-2 1-1 1-0 1-1 2-0 1-0 0-1 1-1 0-5 0-2 SOSPESA

DANIMARCA-ARMENIA 2-1 PORTOGALLO-ALBANIA 0-1 ARMENIA-SERBIA 1-1 ALBANIA-DANIMARCA 1-1 DANIMARCA-PORTOGALLO 0-1 SERBIA-ALBANIA 3-0 A TAVOLINO PORTOGALLO-ARMENIA 1-0 SERBIA-DANIMARCA 1-3 ALBANIA-ARMENIA 2-1 PORTOGALLO-SERBIA 2-1 RIPOSA DANIMARCA

CLASSIFICA

PT

G

V

N

P

GF GS

CLASSIFICA

AUSTRIA SVEZIA RUSSIA MONTENEGRO LIECHTENSTEIN MOLDAVIA

13 9 5 5 4 1

5 5 4 4 5 5

4 2 1 1 1 0

1 3 2 2 1 1

0 10 2 0 7 3 1 6 3 1 3 2 3 1 11 4 2 8

PORTOGALLO DANIMARCA ALBANIA SERBIA* (-3) ARMENIA

●LE PROSSIME PARTITE LIECHTENSTEIN-MOLDAVIA RUSSIA-AUSTRIA SVEZIA-MONTENEGRO

14/6/15 14/6/15 14/6/15

PT

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V

N

P

GF GS

9 4 3 0 1 4 2 7 4 2 1 1 6 4 7 4 2 1 1 4 5 1 4 1 1 2 6 6 1 4 0 1 3 3 6 *PENALIZZATA PER SENTENZA UEFA

●LE PROSSIME PARTITE ARMENIA-PORTOGALLO DANIMARCA-SERBIA RIPOSA ALBANIA

13/6/15 13/6/15

IL REGOLAMENTO

In Francia le prime 2 di ogni girone più la migliore 3a e le 4 dai playoff ● Le nove vincitrici dei rispettivi gironi, le nove seconde classificate e la migliore terza si qualificheranno direttamente per la fase finale dell’Europeo, che si disputerà in Francia nel 2016. Le rimanenti otto terze classificate parteciperanno agli spareggi, di queste solo quattro passeranno il turno. Questo il regolamento per i playoff del prossimo autunno: le quattro squadre con il miglior coefficiente

Uefa saranno nominate teste di serie con un sorteggio, che determinerà gli accoppiamenti e l’ordine delle sfide da giocare in casa e trasferta. Le partite di andata saranno giocate il 12, 13 e 14 novembre 2015, mentre quelle di ritorno il 15, 16 e 17 novembre. La Francia, qualificata di diritto perché Paese ospitante, si unirà alle 23 squadre qualificate, con le nazionali suddivise in sei gironi da quattro. La fase finale dell’Europeo si disputerà dal 10 giugno al 10 luglio 2016


22

Under 21 R Il test

LUNEDÌ 30 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

COSÌ A BENEVENTO, ORE 21

Protagonisti in azzurro

ITALIA 4-4-2 3 BIRAGHI

SERBIA 4-2-3-1 11 BENASSI

20 STOJKOVIC 21 SRNIC

5 ROMAGNOLI

8 BASELLI

9 BELOTTI

6 RUGANI

4 STURARO

7 VERDI

2 SABELLI

10 BERARDI

8 PESIC

1 BARDI

FRANCESCO BARDI ● U21 DA MARZO 2011 Ha 23 anni. Di proprietà dell’Inter, è in prestito al Chievo. Ha giocato anche con il Livorno e il Novara

CRISTIANO BIRAGHI ● U21 DA NOVEMBRE 2010 Ha 22 anni. Di proprietà dell’Inter, è in prestito al Chievo. Ha giocato con Juve Stabia, Cittadella e Catania

CRISTIAN BATTOCCHIO ● U21 DA SETTEMBRE 2012 Ha 23 anni. Di proprietà del Watford, attualmente è in prestito all’Entella. Ha giocato anche con l’Udinese

ANDREA BELOTTI ● U21 DA AGOSTO 2013 Ha 21 anni. Di proprietà del Palermo, ha giocato nell’AlbinoLeffe, che lo ha ceduto ai rosanero nel 2013

Banda B, che caso strano Suona solo con l’Under 21

ALLENATORE Di Biagio PANCHINA: 12 Leali, 13 Izzo, 14 Barba 15 Cataldi, 16 Goldaniga, 17 Bianchetti, 18 Zappacosta, 19 Battocchio, 20 Molina, 22 Crisetig, 23 Fedato, 24 Trotta, 25 Sportiello, 26 Longo SQUALIFICATI: nessuno DIFFIDATI: nessuno INDISPONIBILI: Viviani

INVIATO A BENEVENTO

I

l curioso caso della banda della B. I ragazzi che nei club al momento restano ai margini e che invece in Under 21, sotto la guida di Di Biagio, hanno un ruolo decisivo. E’ un rompicapo di difficile soluzione e la risposta non può che essere la solita: «In A non ci danno opportunità». Bardi, Biraghi, Bianchetti, Battocchio e Belotti hanno tante cose in comune. A partire dall’iniziale del cognome, in Under quasi

CAPITANO E VICE Bardi nell’Under è molto più di un semplice portiere, per temperamento e qualità in campo e nello spogliatoio. E Di Biagio in questi giorni non ha mai esita-

to a difendere la sua posizione: «Per me è lui il titolare». Lo era anche per Mangia nel biennio scorso, chiuso con la finale persa contro la Spagna, e lo era anche per Corini al Chievo. Ma con l’arrivo a Verona di Maran, Bardi si è visto chiudere la porta in faccia da Bizzarri. Eppure contro la Germania ha dimostrato di non aver perso tempismo nelle uscite e riflessi tra i pali, dando forza alla tesi sulla titolarità nel ruolo fatta dal c.t. A Bardi manca solo la fascia di capitano. Quella è sul braccio di Bianchetti, uno che in Serie A non ha ancora trovato chi di

Matteo Bianchetti, 22 anni, esordio nell’Under 21 il 6-2-13 GETTY

10 CAUSIC

6 PANTIC

3 PETROVIC

ALLENATORE Dodic PANCHINA: 12 Peric, 23 Stevanovic, 13 Filipovic, 5 Lazic, 15 Nastic, 7 Radoja, 4 Mijailovic, 2 Kovacevic, 11 Ivanic, 9 Durdevic, 17 Cavric SQUALIFICATI: nessuno DIFFIDATI: nessuno INDISPONIBILI: Petkovic

ARBITRO Palabiyik (Turchia) GUARDALINEE Ok e Sesiguzel (Tur) QUARTO UOMO Di Bello (Ita) TV Rai Tre INTERNET www.gazzetta.it

spazio nei club, ma il c.t. ci crede e continua a puntare forte su di loro un marchio di fabbrica se pensiamo anche a Berardi, Bernardeschi, Baselli, Benassi. Le cinque B in cerca di riscatto trovano in azzurro quello che forse, in Serie A, nessuno è riuscito a garantire: fiducia totale. E quando il c.t. parla di «riconoscenza verso chi ti ha dato tanto», beh, difficile non pensare a loro.

1 DMITROVIC

18 JOJIC

16 MILUNOVIC

1Bardi, Bianchetti, Biraghi, Battocchio e Belotti trovano pochissimo Vincenzo D’Angelo

14 15 BRASANAC CIRKOVIC

CENTIMETRI

fatto gli consegni le chiavi della difesa. Ma nell’Under non si discute, soprattutto per le prestazioni. In Germania ha giocato 90’, facendo fare la staffetta al suo fianco alle rivelazioni della A Rugani e Romagnoli. A gennaio è tornato in B nello Spezia per respirare il profumo del campo. Quello che non sente più nemmeno Biraghi, anche lui «vittima» del corso Maran al Chievo, finito in ghiacciaia alle spalle di Zukanovic. BOMBER I casi più spinosi sono lì davanti. Battocchio è il giocatore di movimento più uti-

lizzato da Di Biagio nelle qualificazioni: 10 gare su 10 e il gol ammazza Belgio in dote. All’Entella, in B, non trova spazio da mesi, ma la sua firma sul pass europeo è indelebile. Forse appena meno luminosa di quella del Gallo Belotti. Il nostro bomber (6 gol in 9 gare), l’uomo della provvidenza, il leader dell’attacco. A Palermo è chiuso da Vazquez-Dybala, così la sua casa dei sogni è tinta d’azzurro. Il lato B non piace più a nessuno. La musica migliore vogliono ascoltarla girando la cassetta sulla A. © RIPRODUZIONE RISERVATA

IL COMMISSARIO TECNICO

Di Biagio apre ai big «All’Europeo non 4 ma 2 magari sì...» 1Si parla di Verratti, De Sciglio, Perin ed El Shaarawy. Per puntare anche all’Olimpiade di Rio

Gigi Di Biagio, 43 anni GETTY INVIATO A BENEVENTO

L’

Europeo è alle porte, con la Serbia sarà l’ultima occasione per fare esperimenti. Poi i prossimi mesi saranno dedicati alla fase più delicata, quella delle scelte. La rosa dei convocabili prevede anche quattro nomi della Nazionale maggiore, che potrebbero garantire l’ultimo salto di qualità a una squadra cresciuta in maniera esponenziale in questo biennio. Per la prima volta il c.t. Gigi Di Biagio apre alla possibilità di portare in Repubblica Ceca De Sciglio, El Shaarawy, Perin e Verratti: «Con Conte parliamo spesso, valuteremo più avanti le scelte da fare anche in merito a

questi ragazzi. Non credo sia possibile averli tutti e quattro, ma un pensierino per uno o due lo stiamo facendo». RITOCCHI Per stasera il c.t. ha in mente qualche novità rispetto alla gara di venerdì in Germania: «Ma nessuno stravolgimento. Devo tener conto di alcune cose: chi è acciaccato, o chi non giocava da tempo e quindi ancora non ha pienamente recuperato. Però il doppio impegno ravvicinato lo abbiamo voluto proprio per testare la nostra capacità di recupero in vista dell’Europeo». Sicuro assente Viviani, che ieri sera ha lasciato il ritiro per i postumi di una distorsione alla caviglia rimediata con il suo club. Probabile riposo per Zappacosta, che verrà rimpiazzato da Sabelli. Davanti ci sarà Verdi con uno tra Trotta e Belotti. Di Biagio mischia le carte per trovare nuova soluzioni in chiave Europeo. In Repubblica Ceca l’Italia si giocherà anche un posto all’Olimpiade di Rio 2016: «E io all’Olimpiade voglio andare – chiude Di Biagio -. Però voglio arrivarci da protagonista, non firmerei oggi per arrivare solo in semifinale e accontentarmi del pass olimpico, quest’estate vogliamo arrivare fino in fondo». La vittoria sulla Serbia a settembre ci aprì le porte della qualificazione. Oggi potrebbe dirci con quale ruolo ci presenteremo all’appuntamento continentale. v.d’a. © RIPRODUZIONE RISERVATA


Serie A R

LUNEDÌ 30 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Sturaro, jolly Juve «Ma con Marchisio è meglio per tutti»

L'IDENTIKIT STEFANO STURARO NATO IL 9/3/1993 A SANREMO RUOLO CENTROCAMPISTA ALTEZZA 182 CM

GLI INIZI Cresciuto nella Sanremese, passa al settore giovanile del Genoa nel 2008. Nel luglio 2012 va in prestito al Modena, per tornare al club rossoblù un anno dopo. Nell’estate 2014 viene acquistato dalla Juve, che lo lascia in prestito al Genoa, ma a fine gennaio di quest’anno c’è il passaggio definitivo al club bianconero per 5 milioni

1Il centrocampista: «Sono pronto a giocare

in ogni ruolo tranne che in quello di vice Pirlo» Luca Bianchin INVIATO A BENEVENTO

@lucabianchin7

S

tefano Sturaro si è rotto un legamento crociato. Calma, è successo anni fa a Modena e quella volta erano tutti d’accordo: operato. Questo quindi non è un giallone di referti e smentite via internet ma lo strano fine settimana di un ragazzo che parla poco. Venerdì pomeriggio Sturaro è stato per qualche ora un quasi titolare della Juve - dall’infortunio di Marchisio agli esami di Torino - e in serata ha giocato da leader dell’Under 21. La domanda di partenza è: può un centrocampista centrale fare una buona partita se sbaglia un gol davanti al portiere, perde una palla in situazione pericolosa e dimentica un avversario a due metri dalla porta? A DUECENTO Sturaro in Germania ha fatto tutto questo e altro. Ha corso e rincorso, è andato a duecento come sempre e ha guardato malissimo

un avversario dopo averlo fermato in contropiede. Ha dato ritmo in mezzo al campo, ha superato un paio di crash test alla tedesca e rimontato gli avversari quattro-cinque volte evitando situazioni a rischio. Allegri venerdì aveva altro a cui pensare ma forse ha rivisto la partita. Gli sarà piaciuta: Sturaro ha il ritmo da Champions e di sicuro non ha paura. Dice un ex compagno di squadra: «Stefano è così, in campo

«TANTI PENSANO CHE GIOCO CON TROPPA DECISIONE, MA NEL MIO RUOLO CAPITA DI DOVER FARE CERTE COSE» «IL QUARTERBACK PEYTON MANNING E’ UN ESEMPIO ANCHE PER ME, PER LA LEADERSHIP E LA SUA ESPERIENZA» STEFANO STURARO CENTROCAMPISTA JUVE

Visto che Coman? Non solo i due gol per stupire Allegri 1La punta giovedì ha

incantato con l’Under 19 francese e ora spera di avere spazio nel finale di stagione

Kingsley Coman, 18 anni LAPRESSE

Alessandro Grandesso PARIGI

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a Juve dei giovani ha vissuto un bel fine settimana. Sturaro titolare in Germania, Kingsley Coman migliore in campo per la Francia Under 19, che si gioca l’accesso all’Europeo di categoria. Il bianconero ha deciso di dare una mano, in prospettiva anche di accumulare tempo di gioco e tenersi pronto per Allegri. Scelta giusta, perché l’attaccante ha fatto il pieno di fiducia segnando giovedì una doppietta contro l’Azerbaigian (2-0). E dire che fino all’ultimo rischiava di non esserci. Perché in fondo, nonostante l’anagrafe, Kingsley Coman aveva timbrato le ultime sei presenze in Under 21, eliminata contro ogni prono-

stico dalle fasi finali dell’Europeo. DRIBBLING E GIALLO Allegri avrà visto almeno un pezzo di partita e avrà apprezzato. Coman è uno dei giocatori che avrà sicuramente spazio in campionato tra aprile e maggio, con i titolari della Juve impegnatissimi tra Champions e Coppa Italia. Per Coman due gol e non solo: è apparso efficace, tecnico, trascinatore. Un vero leader, anche senza fascia di capitano. Lo juventino giocava da esterno destro del tridente e con il 10, ma ha segnato un primo gol da opportunista, colpendo su una respinta. Poi allo scadere, la rasoiata accentrandosi da destra, tirando sul palo lontano. Nel mezzo, tanti spunti, dribbling e indicazioni per i compagni di reparto. E pure un giallo, per una reazione a un fallo non fischiato. E L’ITALIA? «Sono contento della doppietta – ha spiegato l’ex del Psg -, ma dobbiamo restare concentrati». La Francia nella seconda partita del gruppo ha battuto 2-0 la Danimarca, con Coman in panchina, e domani si giocherà tutto contro l’Inghilterra, anche se il bianconero non è sicuro di esserci: ha un affaticamento muscolare alla coscia, oggi farà accertamenti, ma è possibile che giochi. Curioso che, invece, tra i ragazzi che hanno avuto minuti con l’Italia Under 19 di Pane non ci siano juventini. Nell’Under 17 invece si sono visti Coccolo ed Eleuteri: per loro qualificazione in grande stile. © RIPRODUZIONE RISERVATA

fa sempre le guerre puniche». Prima delle guerre puniche ebbe un ruolo la battaglia tra i romani e Pirro a Benevento, dove oggi l’Under 21 giocherà con la Serbia, ma questo è solo un caso. Meno casuale che Di Biagio abbia parlato di Stefano in conferenza stampa: «Sturaro ha caratteristiche diverse dagli altri centrocampisti, per noi è molto importante». Tradotto: bene Crisetig, Baselli, Viviani e Benassi, ma in mezzo al campo l’Under comincia da lui. NON FARE IL PIRLO Sturaro in Under 21 è arrivato da pochi mesi ma la maglia azzurra per lui non è una novità. Il 6 settembre 2011 prese una ribaltata contro la Francia a Caravaggio. In azzurro lui e Crisetig, come venerdì, per i francesi Pogba e Kondogbia: «Quella volta non l’abbiamo mai presa - ha detto Stefano a Benevento -. Loro erano molto più maturi di noi ma ora le cose sono cambiate». Ora Sturaro e Kondogbia potrebbero essere avversari in Champions: «Ho seguito l’evoluzione dell’infor-

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IN NAZIONALE Nel febbraio 2011 esordisce con l’Under 18, ad agosto dello stesso anno è con l’Under 19, il 4 giugno 2014 l’esordio con l’Under 21

Per Sturaro in questa stagione 15 gare di campionato e 2 di Coppa Italia ACTIVA

tunio di Marchisio ma ero ovviamente dispiaciuto: se in Champions ci sarà lui, meglio per tutti. Con la Juve penso di poter giocare nei tre ruoli del centrocampo anche se non sarei in grado di fare il Pirlo. Quello non lo può fare nessuno al mondo». A proposito di evoluzioni dell’infortunio di Marchisio: ieri il Principino ha proseguito le terapie e oggi, alla ripresa, dovrebbe allenarsi con i compagni, integrando il lavoro con un programma specifico. Contro l’Empoli sabato sarà a disposizione, ma Allegri potrebbe risparmiarlo proprio per il Monaco.

PEYTON MANNING Sturaro in ogni caso sembra pronto: si dice sia timido ma in campo dà l’impressione opposta. «Tanti mi vedono e pensano che a volte gioco con troppa decisione, quasi fuori controllo, ma molte persone non sanno quello che succede in campo. Un centrocampista con le mie caratteristiche deve fare queste cose. L’ammonizione in Germania ad esempio era un fallo tattico, intelligente: sarebbero andati in contropiede. La timidezza? Sono riservato, non timido. Non mi piace parlare, meglio i fatti». Ricevuto. I fatti

NEI CLUB GENOA 2011-2012 MODENA 2012-2013 GENOA 2013-2015 JUVENTUS da febbraio 2015

dicono che Stefano ama il football americano e la pesca. Anzi, lo dice lui: «Al Superbowl 2013 ho visto Peyton Manning, uno dei quarterback migliori di sempre, e mi ha impressionato molto. E’ un esempio anche per me, per la leadership, l’esperienza. Mi ricorda un po’ Pirlo». Della pesca invece ha raccontato in passato: «Mi dà tranquillità e mi diverte. Una volta presi un tonno da 60 chili». Deve migliorare: Kondogbia ne pesa 20 di più. (ha collaborato Alberto Mauro) © RIPRODUZIONE RISERVATA


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I progetti di Palacio: sbloccare Podolski e restare all’Inter 1La caviglia è ok, lui non si opera e punta alla conferma

Intanto sabato gioca col tedesco, a caccia di un gol in A Matteo Dalla Vite MILANO

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n fuoriclasse, si sa. Anche di sabato mattina, quando quella partita mista (prima squadra miscelata con la Primavera, un gol per lui) contava il giusto ma aveva il senso del test per certificare il nuovo decollo. Il new Rodrigo Palacio ha il volto più sereno e meno, molta meno paura di prendersi legnate sulla caviglia, quella che lo ha fatto dannare per mesi. L’articolazione va ed è in fase tranquilla: così lui sgomma, e se è vero (come è vero) che la ripartenza sarà contro il Parma è altrettanto assodato che lui ai ducali fa sempre gol. Nove, finora. Il top nei nerazzurri attuali.

NIENTE OPERAZIONE La storia è nota e ha radici brasiliane: un’amichevole pre-mondiale, l’infortunio, la voglia di essere comunque in Brasile con la sua Argentina, l’uso reiterato dell’articolazione, il ritorno in Italia con la delusione della fi-

nale persa, il raduno con l’Inter e quella caviglia che si presenta quasi come un melone. È quello il momento in cui Rodrigo si mette in testa l’idea che comunque sarà una stagione non facile. Le terapie, il rientro roboante (nel 7-0 interno contro il Sassuolo, il 14 settembre e per un quarto d’ora), il rodaggio che va avanti per altri 15’ a Palermo e poi la titolarità di un tempo: la nuova prima volta è in casa

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● i gol in questa stagione di Rodrigo Palacio fra serie A ed Europa League. Ma 9 anche come le reti segnate al Parma in carriera, la sua vittima preferita

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● le reti dell’argentino nelle prime due stagioni con la maglia dell’Inter fra coppe e campionato (22 nel 2012-13 e 19 nel 2013-14)

con l’Atalanta (24 settembre) ma per il gol bisogna attendere dicembre nel 2-2 contro la Lazio. Una stagione tribolata, un 2014 difficile se non per il prolungamento fino al 2016 (fatto un anno fa). Poi, scollina l’anno: e comincia la resurrezione. E la sostanza attuale è: Rodrigo e la caviglia stanno benone, l’operazione non è scongiurata (se ne riparlerà a fine anno) ma si va avanti così. Nessun dolore. AD AMSTERDAM Ed è appunto quando parte il 2015 che l’Inter ritrova il Palacio che è mancato tanto a inizio stagione. La raffica dei 9 gol totali fra Serie A ed Europa League prosegue contro Genoa, Atalanta, Celtic, Napoli, Wolfsburg, Cesena e ancora Wolfsburg. Il miglior Rodrigo dell’anno, quello che probabilmente si è sbloccato nel giorno del consulto ad Amsterdam, il 12 gennaio e presso lo studio del professor Van Dijk. Il verdetto è stato chiaro: terapie conservative, lavoro sul campo e basta. Un decollo psicologico per El Trenza.

Lukas Podolski, 29 anni, ancora zero gol con l’Inter in 11 presenze LIVERANI

Rodrigo Palacio, 33 anni, 31 presenze in questa stagione: 25 in A e 6 in Europa League. In tutto, 9 gol FORTE

BERSAGLIO, 2016 E POLDI Il Treccia che, incontrando il Parma, rivede la vittima preferita: 9 gol in carriera, segnati fra Genoa e Inter. Ed è proprio trovando il miglior bersaglio che Palacio non dovrà fermarsi: sia perché anche recentemente si è detto fiducioso per il raggiungimento di un posto in Europa e sia perché per una volta non avrà Icardi (squalificato) che ormai si sta trasformando anche in assist-man. A meno di ribaltoni verso la gara di sabato prossimo, Palacio farà coppia con Podolski che il gol da noi lo deve ancora trovare:

la rete messa a segno gno dal tedesco contro l’Australia Australia potrebbe essere un similgol da ripetere in n serie A, l’assist di Schurrle rle l’altra sera e magari di Palacio alacio per lo sblocco in serie e A. Palacio che - coi gol e la a vivacità attuale - lancia chiari segnali: operazioncina ina alla caviglia o no a fine stagione, lui l’Inter non la vuole ole lasciare. Poi, semmai, se ne riparlerà nel gennaio 2016. 6. Fino ad allora, c’è tempo per tutto. E il tutto, spesso, si risolve coi gol. © RIPRODUZIONE RISERVATA

MERCATO

Vida si vede nerazzurro «Come mi piacerebbe mettere quella maglia» 1Il centrale croato

della Dinamo Kiev è un obiettivo di Ausilio già da gennaio. E lui, a quanto pare, verrebbe Matteo Brega INVIATO A ZAGABRIA (CROAZIA)

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elle vicinanze dello stadio Maksimir c’è un ristorante dal nome Domagoj. Non paga l’occhio, ma sarà sicuramente un pensiero prevenuto. Dentro lo stadio Maksimir invece c’è un Domagoj che paga decisamente l’occhio. Un po’ per il capello biondo lungo, l’elastico bianco sottile che lo addomestica e per quel modo di giocare duro che tanto piace a Roberto Mancini. Questo Domagoj è Vida, centrale della Croazia e della Dinamo Kiev che l’Inter aveva provato a portare a Milano a gennaio, contratto in scadenza nel 2018 e richieste elevate dalla proprietà ucraina. OBIETTIVO Due dettagli che non fiaccano l’Inter: continuerà a provarci per l’estate prossima. Intanto lui fa un’ottima figura con la nazionale giocando da centrale (con il club invece scivola a destra da terzino). E così dopo la Norvegia si parla della serata trionfale croata e non solo. Più che da scrivere, la chiacchierata sarebbe stata da ri-

prendere in un video. Perché al di là delle parole, è l’espressione di Vida a pesare ancora di più. Zona mista al termine di Croazia-Norvegia. A Zagabria si respira aria di festa dopo il 5-1 agli scandinavi. «L’INTER? MI PIACEREBBE» Dagli spogliatoi esce Vida e si ferma a parlare coi cronisti locali. Poi, prima di salire sul pullman, la domanda. Sei sul taccuino dell’Inter, vero? Si accendono gli occhi, spunta un sorrisino, finge di non aver capito la domanda in inglese. Repetita iuvant. «Ah, non lo so, queste cose non le so». Fa per andarsene, ma la seconda domanda lo inchioda. Ti piacerebbe giocare con l’Inter? Il sorriso diventa una mezzaluna a questo punto, potrebbero rispondere gli occhi. «Certo che mi piacerebbe mettere la maglia dell’Inter, moltissimo!». Questa volta va, non lo tiene più nessuno. Chissà che la prossima sia nella zona mista del Meazza. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Domagoj Vida, 25 anni AP


Serie A R Dalla Croazia a Milano

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A TU PER TU CON...

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CONTENUTO PREMIUM

Brozovic

MANCINI È IL MIGLIORE ALLENATORE POSSIBILE PER QUESTO CLUB, LUI È UNO DEI TOP NEL SUO RUOLO MARCELO BROZOVIC CENTROCAMPISTA INTER E CROAZIA

LO SHOW DI ZAGABRIA L’esultanza di Brozovic per il gol segnato sabato pomeriggio a Zagabria abria contro la Norvegia. Ha aperto lui il 5-1 finale agli scandinavi ACTION

«CARA INTER, 5 ACQUISTI E VINCEREMO LO SCUDETTO» L’INTERVISTA di MATTEO BREGA INVIATO A ZAGABRIA (CROAZIA)

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a l’espressione di un ragazzo curioso che sta camminando in un nuovo mondo. E quella sua incapacità di stare fermo durante l’intervista tradisce la timidezza. Marcelo Brozovic sta tutto qui, nella zona mista dello stadio Maksimir di Zagabria tra i tifosi che gli chiedono autografi (gli adulti) e foto (i più piccoli, un paio di loro indossa la numero 14 croata con il suo cognome). Questa è casa sua, dove con la Dinamo ha iniziato a bussare al mondo e dove l’Inter lo ha pescato grazie anche all’intermediazione dell’agente Fifa Vincenzo Cavaliere. «Una serata fantastica» – riesce a dire all’inizio con gli occhi che non riescono a contenere tutta la gioia. Un gol alla Norvegia e una prestazione da migliore in campo all’interno di un 5-1 che lancia la sua nazionale in vetta al girone delle qualificazioni a Euro 2016 da sola, in fuga dall’Italia. «Ma la strada per l’Europeo è ancora lunga», aggiunge. La percorrerà tutta, ne siamo certi. Prima però c’è da finire la sua prima mezza stagione all’Inter. Se l’aspettava così complicata Marcelo? «Ero pronto a tutto, sapevo che sarebbe stata una prova importante per la mia crescita». Era pronto anche a questa Inter, così discontinua? «Nel calcio capita di vivere periodi difficili. Bisogna solo lavorare per cercare di stabilizzare l’am-

biente e anche lo spogliatoio». E la cosa non la spaventa? «No, per nulla. Ho lavorato per avere questa occasione, sono pronto a tutto». Anche a riportare l’Inter in zone più consone? «Certo, non ho dubbi che l’anno prossimo ci toglieremo delle gran belle soddisfazioni». Quindi anche lei pensa come Mancini che questa squadra possa puntare allo scudetto? «Ne sono convinto, senza dubbio».

L'IDENTIKIT MARCELO BROZOVIC NATO IL 16/11/1992 A ZAGABRIA (CROAZIA) RUOLO CENTROCAMPISTA ALTEZZA 181 CM PESO 68 KG

Nato a Zagabria, è cresciuto nel Hrvatski Dragovoljac con cui ha debuttato da professionista nel 2010. L’anno successivo la squadra retrocede e lui passa alla Lokomotiva Zagabria. Basta una stagione per mostrare agli scout croati che le qualità ci sono. Così la Dinamo Zagabria nel 2012 gli sottopone un contratto da 7 anni. Non arriverà mai a esaurirli tutti perché dopo due anni e mezzo l’Inter decide di chiudere l’affare visto che il d.s. Ausilio lo seguiva dal 2013. Trattativa rapida tra la fine del 2014 e gennaio 2015, lui è in ritiro in Spagna con la Dinamo. Accordo trovato ed eccolo a Milano. È in prestito, ma verrà riscattato dall’1 luglio e inizierà il contratto che scadrà nel 2019.

Ce lo spiega come si può fare visto che per ora navigate a metà classifica? «Con cinque nuovi acquisti saremo pronti per giocarci il titolo con le migliori squadre. Saremo lì all’inizio della nuova stagione alla pari di quelle che ora stanno lottando per scudetto e posti in Champions». Ma tra questi 5 nuovi acquisti ci sarà qualcuno che toglierà spazio al suo amico Kovacic? «Non lo so, non credo, Mateo è forte. Contro la Norvegia non ha giocato per un problema al ginocchio, ma tempo una settimana e tornerà a disposizione». A proposito: Kovacic resterà a Milano? Il suo agente dice che non si muoverà dall’Inter. «Mateo resterà all’Inter, resta con noi in nerazzurro (e spalanca il sorriso, ndr)».

Insieme con Mancini, con il quale ogni tanto hanno conversato in maniera «caliente». Lei con Mancini come si trova? «Molto bene, mi ha subito colpito quando sono arrivato a gennaio». Cosa ne pensa del Mancini allenatore? «Penso che sia il miglior tecnico che l’Inter potesse prendere dopo aver scelto di cambiare a novembre. Con lui si può andare lontano perché è uno dei top del mondo nel suo lavoro». Contro la Norvegia ha giocato davanti alla difesa insieme con Modric, nell’Inter invece svolge il ruolo di interno sinistro in un centrocampo a tre. Cosa preferisce? «Preferisco giocare come con la nazionale, davanti alla difesa al fianco di un altro compagno nel 4-2-3-1 (il c.t. Kovac gli sistema accanto i piedi buoni di Modric, ndr)». Ma in quel sistema di gioco Mancini ha utilizzato Guarin e Medel... «Per l’Inter gioco ovunque, va bene anche quello che mi sta chiedendo Mancini da interno in un centrocampo a tre. Così imparo anche altri movimenti e mi arricchisco». Si aspettava una situazione così complicata in casa interista a gennaio? «È un’annata in cui gira storto il destino spesse volte. Bisogna solo lavorare di più per evitare di commettere certi errori. Prima o poi il vento cambierà in questo finale di stagione». Come si può invertire la rotta? «Reagendo come stiamo facendo, durante la settimana lavoriamo tanto e bene. Reagendo e imparare a gestire ogni situazione». Il pullman parte. E l’Inter sorride. Intelligenza e sapienza tattica sono il suo pezzo forte. Se ci aggiunge anche qualche gol, i nerazzurri hanno fatto tombola.

Marcelo Brozovic, 22 anni AP

© RIPRODUZIONE RISERVATA

«PREFERISCO GIOCARE DAVANTI ALLA DIFESA IN UN 4-2-3-1, MA SONO PRONTO A TUTTO. KOVACIC? RESTERÀ CON NOI»

Brozovic ha giocato finora 8 partite con l’Inter: 7 in campionato e una in Coppa Italia contro il Napoli BOZZANI


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Serie A R

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Paradosso Inzaghi: che fatica questi attaccanti da gestire

La pausa aiuta: Pippo, lunedì senza stress

dal «suo» reparto. Da Cerci a Destro, fino agli addii: quanti problemi quest’anno

1Dopo settimane di tensione

1Per l’allenatore del Milan le complicazioni maggiori sono arrivate proprio Marco Pasotto MILANO

Q

uant’è dura la vita dell’attaccante. Anche quando non gioca più. Fino a tre anni fa i tormenti maggiori di Pippo Inzaghi erano un fuorigioco fasullo, un gol sbagliato o il testa a testa con Raul per il trono dei bomber europei. Il suo mondo, sportivamente parlando, era quello. Poi Pippo è passato dalla buca degli orchestrali al palco del direttore e ha scoperto la faccia nascosta della luna. Quando ti trovi dall’altra parte, non la immagini: puoi capirla soltanto quando la calpesti. All’improvviso certe dinamiche assumono un senso, alcune decisioni diventano di colpo ovvie. Inzaghi si è portato dal campo alla panchina un bagaglio immenso. Ma è anche questo che si intende, quando si parla di gavetta: non è detto che tutti siano in grado di saperlo utilizzare subito. Ecco, l’ultimo problema a cui probabilmente Pippo pensava di andare incontro – ma in realtà nessuno lo pensava –, era la gestione del parco attaccanti. E invece i guai maggiori gli sono arrivati proprio da lì. Ed è uno dei più grandi paradossi stagionali. GESTIONE La premessa è che gestire molti galli nel pollaio è complicato. Ma è anche vero che un club con ambizioni europee non può prescindere da una linea offensiva di livello. Il fatto di chiamarsi Milan se vogliamo

A MILANELLO

è un’aggravante, perché gli sforzi maggiori sul mercato di solito si concentrano sull’attacco. Così, nonostante la grande esperienza sul campo, Inzaghi davanti si è trovato con un problema di gestione dietro l’altro. Da un lato non sono mancate le lamentele. Il primo a iscriversi allo speakers’ corner è stato El Shaarawy, «incazzato» per le panchine autunnali. Poi è arrivato il momento della signora Pazzini («La meritocrazia non

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● i gol messi a segno in campionato da Menez. Il Milan in tutto ne ha realizzati 41, quindi il francese ne ha fatti più di un terzo del totale

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● i gol (sui 41 totali) messi a segno dagli attaccanti rossoneri. Dopo Menez c’è Honda (6), fermo da ottobre. Poi Destro (2), e altri tre fermi a una sola rete

esiste»): un post che Giampaolo in realtà non aveva gradito granché, ma è evidente che il suo grado di soddisfazione non possa essere al top. Quindi è stata la volta di Cerci: mentre la compagna deplorava in tv le scelte di Inzaghi («Non ha senso inserirlo allo scadere»), Alessio era impegnato in un faccia a faccia con l’allenatore – e non

per stringergli la mano – al termine di Milan-Cesena. Per la cronaca, l’ex Atletico è stato titolare una sola volta nelle ultime sei partite. Infine, Destro: sul riscatto dalla Roma al momento ci sono più ombre che luci, e Mattia ha anche fatto presente che avrebbe affrontato col tecnico il discorso sull’esigua quantità di rifornimenti.

MILANO

S

erviva la primavera per scaldare le giornate di Pippo: oggi, lunedì, Inzaghi potrà iniziare a preparare il viaggio a Palermo senza che intorno si scateni la solita bufera. Dopo settimane di gran freddo, è una delle prime volte in cui, superato il weekend, non si parla del destino dell’allenatore. A Milanello si sono spesso registrate temperature rigide: da gennaio è successo dopo le sconfitte interne con il Sassuolo e l’Atalanta, dopo l’uscita dalla Coppa Italia con la Lazio, dopo il pari con l’Empoli di Sarri, e dopo che Nico Lopez gelò San Siro con un gol allo scadere in Milan-Verona.

Pippo Inzaghi, 41 anni, prima esperienza in A LAPRESSE

NON SOLO MENEZ: LE CIFRE DELLE ALTRE PUNTE ROSSONERE

Oggi si riprende Bonaventura è da valutare ● Dopo una giornata di riposo, oggi Inzaghi tornerà con la squadra a Milanello: l’allenatore potrebbe ritrovare Bonaventura, che con il Cagliari aveva dato forfait all’ultimo minuto per un problema al ginocchio sinistro. Se le risposte saranno positive, potrà unirsi ai compagni ed essere disponibile per Palermo, altrimenti andrà valutato giorno dopo giorno. Già in gruppo invece Alex, De Sciglio e Zapata.

in vista della «partita decisiva» per il suo futuro, oggi il tecnico avrà motivo di sorridere: non è in bilico e recupera molti infortunati

Alessandra Gozzini

CONTINUITA’ E questo è un altro problema. Per il tipo di gioco che ha in testa Pippo, i centravanti faticano e per ora Inzaghi non è riuscito a trovare il modo di alimentarli. Ma non è soltanto una questione di punte centrali. Cerci, arrivato su espressa richiesta dell’allenatore, in campionato ha giocato undici partite, ma solo quattro dall’inizio. A parte Menez, che ha fiducia incondizionata grazie ai suoi 15 gol, gli altri faticano a trovare continuità. A Honda, eroe dell’ultimo quadrimestre 2014, è capitato di stare in panchina tre partite di fila (Cesena, Chievo e Verona). Lo stesso Destro tre settimane fa si è ritrovato fuori, a sorpresa, col Verona. Una scelta poco condivisa ad Arcore. Poi ci sono anche gli ex. Come Torres e Niang, che si sono messi in mostra non appena lasciato Milanello: un capovolgimento drastico. Una cosa comunque è certa: in questo momento di difficoltà massima, Inzaghi ha assoluto bisogno dei suoi attaccanti. E lui resta l’unico in grado di sussurrare loro le parole giuste all’orecchio. © RIPRODUZIONE RISERVATA

LA RIPRESA

CERCI Arrivato a gennaio, sponsorizzato da Inzaghi, nelle ultime sei partite (Empoli, Cesena, Chievo, Verona, Fiorentina, Cagliari) è stato schierato titolare solo una volta

DESTRO Altro rinforzo del mercato invernale, ha segnato alla seconda uscita rossonera contro l’Empoli, e poi a Firenze. A sorpresa in panchina per Milan-Verona

EL SHAARAWY Inzaghi lo ha sempre difeso pubblicamente. La stagione di Stephan è stata compromessa dagli infortuni, ma anche al top non è mai riuscito ad avere continuità

HONDA E’ stato il punto di forza rossonero nelle prime uscite stagionali: 6 gol in 7 partite. Poi il calo unito alla lunga assenza per la Coppa d’Asia. Non si è ancora ripreso

NIANG Solo spezzoni di gara in rossonero (una sola presenza da titolare sul campo del Torino). Mai in gol con la maglia del Milan, con il Genoa è già a quota 3 in 8 gare

PAZZINI Per giocare titolare ha dovuto aspettare la sfida col Verona del 7 marzo (ed è stata una sorpresa...). Un solo gol, al Cesena, e su rigore

TORRES Fernando ha lasciato una sola impronta nei suoi mesi rossoneri: un gol nel 2-2 dell’andata contro l’Empoli. A Madrid ne fatti 3 in Coppa del Re e uno in Liga

● PRESENZE 11 ● MINUTI 408 ● GOL 0

● PRESENZE 7 ● MINUTI 448 ● GOL 2

● PRESENZE 15 ● MINUTI 1.050 ● GOL 1

● PRESENZE 23 ● MINUTI 1.670 ● GOL 6

● PRESENZE 5 ● MINUTI 83 ● GOL 0

● PRESENZE 17 ● MINUTI 405 ● GOL 1

● PRESENZE 10 ● MINUTI 591 ● GOL 1

PENSIERI POSITIVI Il ritorno al lavoro avveniva allora in un clima di tensione: si notava l’espressione cupa dell’allenatore, si scrutavano le facce dei giocatori e dello staff, si aspettava l’arrivo di Galliani, a.d. rossonero, come testimone della vicinanza del club. Oggi Pippo potrà guidare l’allenamento in serenità, il gruppo correre sotto il sole e Galliani fare da tranquillo spettatore. Il titolo «per Inzaghi decisiva la prossima» non vale per l’inizio della storia di questa settimana. Inzaghi ha anche altri motivi per illuminarsi: Pippo non avrà la pressione dell’ultimo periodo, e soprattutto potrà contare sui numerosi rientri in gruppo, da De Sciglio ad Alex, da Bonaventura (probabile) a Zapata. Considerato che in inverno i risultati erano scesi insieme all’elevatissimo numero di infortuni, c’è ora la speranza che il rendimento possa risalire. E non c’è stato bisogno che dalla società gli venisse rinnovata la fiducia: la vittoria contro il Cagliari (in parte anche la sconfitta con miglioramenti di Firenze) aveva fatto da garanzia di continuità. Pippo ha così avuto giornate meno stressanti e altre dovrebbe averne da qui al sabato di Pasqua: volerà a Palermo augurandosi di festeggiare la definitiva rinascita del suo Milan. DIECI E LODE Dieci esami per il trenta e lode: se per Inzaghi al Franchi è iniziato un nuovo campionato, per tentare un miracoloso aggancio all’Europa dovrebbe ora ritrovare lo stesso andamento dell’avvio di stagione. Allora, nelle prime sette giornate, il Milan tenne una media punti da zona Champions e una media gol realizzati da miglior attacco del campionato: oggi, con dieci partite e trenta punti ancora disposizione, tenere certi ritmi potrebbe non bastare per agganciare l’Europa League distante otto lunghezze (nel caso in cui il sesto posto consegnasse il pass). Ma chissà, ritrovare quel Milan potrebbe magari riscaldare il cuore di Berlusconi. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Marouane Fellaini, 27enne dello United, festeggia con Radja Nainggolan, 26 , la vittoria del Belgio su Cipro ACTION

Senad Lucic sovrasta in un duello aereo Victor Rodriguez in Andorra-Serbia giocata sabato sera AFP

Nainggolan alla De Rossi Così il Belgio ispira la Roma

Lulic brilla con la Bosnia Per la Lazio è un acquisto

1Davanti alla difesa il ninja convince Wilmots: «Con lui lì, più pericolosi» E Radja: «Mi è piaciuto, lo rifarò» Andrea Pugliese ROMA

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rima o poi, forse, ci proverà anche Garcia, per ora l’esperimento lo ha fatto Wilmots, il c.t. del Belgio, che nella sfida di sabato contro Cipro ha schierato Nainggolan davanti alla difesa, nel ruolo in cui nella Roma gioca sempre De Rossi. «Sono stato a Roma per la gara contro la Juve — ha detto dopo la partita Wilmots — Ho parlato per un’ora con Radja, spiegandogli cosa volevo da lui. Vedendo che tipo di partita ha fatto, ha capito alla perfezione. Forse abbiamo trovato il nostro nuovo numero sei». L’ESPERIMENTO Già, anche perché se è vero che Wilmots a questa mossa ci stava pensando su da un po’, è anche vero che Nainggolan mediano puro davanti alla difesa nel 4-3-3 è stata una sorpresa un po’ per tutti. Non per lui, però, che in quel ruolo ci aveva già giocato da giovane, anche nell’U21 belga. Wil-

mots lì era solito schierarci Dufour (infortunato) o Witsel, stavolta ci ha messo Radja, spostando il centrocampista dello Zenit più avanti, alla sua sinistra, con Fellaini a destra e l’avanzamento di De Bruyne nel tridente offensivo (a destra, con Benteke centrale e Hazard a sinistra). Un 4-3-3 che si modella-

E TOTTI ALZA LA CHAMPIONS ● Francesco Totti ieri con Ilary Blasi e i figli Cristian e Chanel al museo del Barça con in mano la Champions

va in 4-1-4-1, con Nainggolan a protezione della difesa. «Perché l’ho lasciato fuori con il Galles? Avevo le mie ragioni e lui le sa — continua Wilmots — Se Nainggolan gioca così possiamo essere più pericolosi, abbiamo più facilità nel recuperare palla e nel velocizzare il gioco». Già, perché poi Radja è giocatore da box-to-box, recupera palla e riparte. O fa ripartire, come nel gol di Batshuayi, dove Radja ha arpionato il pallone e regalato l’assist per il 5-0. EQUILIBRIO L’esperimento è andato così bene che Wilmots lo riproporrà domani, in Israele. «Mi fa piacere aver sentito il c.t. dire di aver trovato il nuovo numero sei, è una posizione che mi piace — ha detto Nainggolan — Ci avevo già giocato da giovane, questa prestazione mi fa pensare che potrò essere riutilizzato lì». Anche perché quando il Belgio va in pressione alta, Radja accorcia la squadra e pressa, proprio come nel gol del 5-0. «Mi piace essere aggressivo, mettere pressione all’avversario, è un aspetto chiave del mio gioco». Ed è fondamentale per l’equilibrio che Wilmots vuole da una squadra a trazione anteriore. E allora chissà, magari in futuro ci penserà anche Garcia, anche se poi nel suo 4-2-3-1 Nainggolan il mediano difensivo lo ha già fatto un paio di volte lo scorso anno. Ma mai come «volante» davanti alla difesa. Potrebbe essere anche una soluzione per il dopo-De Rossi, nel caso Daniele a fine stagione decidesse di fare scelte diverse. Sempre che, però, Nainggolan alla fine resti a Roma. La corte della Premier (Manchester United) è fortissima, la comproprietà con il Cagliari ancora da risolvere, il rinnovo contrattuale ancora fermo. Per ora gode Wilmots, per la Roma bisognerà aspettare. © RIPRODUZIONE RISERVATA

1Tre assist d’autore per Dzeko

Dopo l’infortunio di gennaio sarà prezioso per Pioli nel rush finale Nicola Berardino ROMA

S

enad Lulic è tornato a sfrecciare sulla via che porta al gol. Una buona notizia per la Lazio, quanto mai interessata ad avere nelle migliori condizioni il suo esterno per il rush finale di stagione. Sabato il 29enne di Mostar ha annusato il percorso per segnare. Tutti suoi i tre assist per la tripletta di Dzeko nella gara vinta dalla Bosnia ad Andorra. «Non importa chi segna o chi fa l’assist decisivo, l’essenziale è ottenere i tre punti. Siamo costretti a vincere nelle prossime partite in modo da avere la possibilità di qualificarci per l’Europa» ha spiegato Lulic dal ritiro della Nazionale. Guardando la classifica, tutto pare in salita per la Bosnia, penultima a 5 punti nel girone B capitanato dal Galles a quota 11, seguito da Israele a 2 punti.

hanno strappato elogi. Un bel colpo di tacco per ispirare il vantaggio, poi incursioni a spaccare la difesa avversaria per innescare Edin Dzeko solo per il tocco finale. In quel tris di azioni il laziale ha ritrovato se stesso. Come pericolosità e importanza per la squadra. In fondo, quei gol è come se li avesse segnati lui. Nella porta del proprio recupero. Sabato Lulic è tornato a giocare da titolare dopo 82 giorni. L’ultima volta era stata il 5 gennaio, nella

RITORNO COL TRIS Conti e prospettive della Bosnia a parte, le giocate di Lulic contro Andorra

gara dell’Olimpico contro la Sampdoria. K.o. dopo 5 minuti della ripresa: lesione del collaterale interno sinistro. Uno stop originariamente previsto in 45 giorni, salvo poi allungarsi tra qualche preoccupazione che ha portato il 29enne bosniaco anche a farsi visitare in Germania dal professor Muller-Wohlfahrt, l’ortopedico di fiducia di Klose. Due settimane fa, si è riaffacciato sul campo: panchina nella trasferta di Torino. E domenica 22 marzo è tornato a giocare, subentrando a Mauri nei 17 minuti finali col Verona. Ovviamente senza avere il passo che lo caratterizza. Così il tecnico Pioli ha salutato con soddisfazione la convocazione in Nazionale di Lulic, perché due partite da giocare (domani c’è l’amichevole con l’Austria) non possono che fargli bene per riacquisire la condizione giusta. UOMO DERBY Serve Senad Lulic, anche alla Lazio che vince da 6 gare di fila. Il suo apporto sulla sinistra può fare la differenza. Sia a centrocampo sia in posizione arretrata o in avanti. Dinamismo e cambio di passo nel mix del suo repertorio. Che in questo campionato ha sfoderato 3 gol in 17 presenze. A proposito di gol, il suo nome è inciso nella storia della Lazio per aver segnato quello che ha portato la Coppa Italia del 2013 nella finale del 26 maggio contro la Roma. Così nel duello Champions con i giallorossi verso il secondo posto non può mancare proprio Lulic. E, a proposito di Coppa, il suo nome non può non tornare in ballo per la semifinale di Napoli dell’8 aprile. Certo, ora il bosniaco dovrà fare i conti la concorrenza a centrocampo. Prima dello stop era titolare. Nel frattempo, è però esploso Cataldi. Inoltre, Pioli negli ultimi tempi ha spesso smontato il prediletto 4-3-3 per passare al 4-2-3-1. Per caricare la batteria dei trequartisti rinunciando a un centrocampista. Ma tutti questi discorsi possono esser dribblati da Lulic ritrovato, come nelle azioni dei tre assist a Dzeko. © RIPRODUZIONE RISERVATA

IL PREMIO IN PATRIA

Top in Slovacchia, mugugni a Napoli: Hamsik, tocca a te Mimmo Malfitano NAPOLI

M

iglior giocatore slovacco dell’anno: la notizia gli è stata comunicata all’indomani della vittoria ottenuta con la nazionale, contro il Lussemburgo (3-0), successo che tiene la Slovacchia al primo posto nel girone C di qualificazione all’Europeo, seguita dalla Spagna. Marek Hamsik è stato votato con un buon margine di

vantaggio su Skrtel, difensore del Liverpool. Per il centrocampista del Napoli si tratta del quarto riconoscimento dal 2009 a oggi. «Apprezzo molto questo momento. Però il calcio è un gioco di squadra e senza i compagni del Napoli sono certo che non avrei mai vinto. Dunque, questo premio appartiene anche a loro e li ringrazio», ha dichiarato il giocatore. Almeno in patria, le critiche nemmeno lo sfiorano. Hamsik è considerato la migliore espressione del

calcio slovacco e lo considerano un intoccabile. METAMORFOSI Ma se in Slovacchia Hamsik gode di massima ammirazione, a Napoli i giudizi della critica non sempre sono stati favorevoli finora. Questione di rendimento e di prestazioni, spesso al di sotto delle sue qualità, che ne stanno mettendo in discussione il valore. È dallo scorso anno che lo slovacco ha perso brillantezza, quell’intuito che spesso è servi-

Hamsik con la Slovacchia REUTERS

to al Napoli per competere con le grandi. E il suo talento sta venendo meno anche in questa stagione. Qualche sprazzo di classe, per il resto un apporto nei limiti della sufficienza. Da lui si sarebbe aspettato molto di più Benitez, l’avrebbe voluto maggiormente coinvolto nel gioco, aspetto che è venuto maledettamente meno, quest’anno, aprendo a una crisi che lo stesso giocatore ha più volte respinto, ma abbastanza evidente. Da qualche settimana anche

la fiducia di Benitez gli è venuta meno: Hamsik è il giocatore più sostituito e nelle ultime gare gli è capitato anche di partire dalla panchina. Il Napoli è in lotta ancora su tre fronti e Rafa non ha alcuna intenzione di mollare: ha chiesto ai suoi l’impegno massimo per provare a vincere Europa League e Coppa Italia, senza perdere di vista il terzo posto. E per riuscirci ha tenuto a rapporto i suoi uomini migliori, da Higuain allo stesso Hamsik, chiedendo loro una dimostrazione di forza. Lo scontro diretto di sabato, all’Olimpico con la Roma, darà una prima risposta. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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LUNEDÌ 30 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT


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LUNEDÌ 30 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

PER IL TRIS DI SFIDE TOCCA ANCHE A LAMANNA E TINO COSTA 1

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● 1 Eugenio Lamanna, 25 anni, portiere del Genoa, vice di Perin, lo scorso anno era a Siena, 2 Tino Costa, 30 anni, centrocampista argentino, 3 Marco Borriello, 32 anni, tornato al Genoa a gennaio, è la sua terza volta in rossoblù. Nel torneo 2007-2008 segnò 19 gol GETTY IMAGES/LAPRESSE

Fort Marassi + Borriello Gasperini cerca l’antidoto per i soliti finali del Genoa 1Tre match di fila in casa: il tecnico vuole evitare i cali di tensione

delle ultime stagioni. Pronta la punta che all’Udinese ha già fatto 10 gol

Filippo Grimaldi GENOVA

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ov’è finito Fort Marassi? Che fine ha fatto il Ferraris inespugnabile, dove il Genoa di Gasp — neppure troppo lontano nel tempo — aveva costruito le sue fortune? Quest’anno il campionato ha raccontato un’altra storia, con un Grifone incredibilmente coraggioso e prolifico lontano da Genova, ma a disagio — in casa — soprattutto con le squadre di media fascia. Ricapitolando: successi pesanti contro Lazio, Juve e Milan, ma contro le altre rivali della A i tre punti sono arrivati sinora soltanto con il Verona. Empoli, Palermo, Atalanta, Sassuolo e Fiorentina hanno fruttato solo pareggi. CHE OCCASIONE Gasperini e il suo Genoa, però, adesso sono più che mai decisi a fare valere

di nuovo il fattore-campo, approfittando innanzitutto delle tre gare consecutive a Marassi che attendono i rossoblù nei prossimi diciassette giorni, contro Udinese, Cagliari e Parma, nel recupero del 15 aprile. In palio, nove punti pesantissimi per rilanciare la corsa di Perotti e compagni verso il traguardo dell’Europa League, tutt’altro che irraggiungibile. Il Grifone, fra l’altro, ha perso vigore in attacco — reparto invece di solito molto prolifico — visto che dopo la «manita» al Verona, i rossoblù hanno realizzato solo due reti nelle successive quattro partite. E il primo obiettivo gasperiniano è quello di non trasformare, com’era invece accaduto nel recente passato, la parte finale della stagione in una serie di partite senza grandi obiettivi da raggiungere, visto che la salvezza è di fatto in cassaforte da molte settimane.

Scattata la Borsa Giavazzi stage in Gazzetta di 4 mesi per studenti o neolaureati ● Per favorire l’avvicinamento dei giovani alla professione giornalistica, La Gazzetta dello Sport e Rcs Mediagroup istituiscono anche quest'anno una serie di borse di studio intitolate alla memoria di Giorgio Giavazzi, caporedattore centrale del giornale prematuramente scomparso, a 45 anni, nel 1998, che fu sempre impegnato nella valorizzazione delle risorse umane. Per il 2015 si tratta di almeno 10 borse di studio. Ciascuna di queste si realizzerà attraverso stage di 4 mesi che saranno attivati tramite convenzioni con università e scuole di giornalismo; ogni percorso garantirà, con il supporto di un tutor, la partecipazione alla vita redazionale della Gazzetta dello Sport - quindi seguendo

l’ambito della confezione del quotidiano, ma anche delle notizie pubblicate sul sito web e la preparazione dei notiziari o dei diversi programmi televisivi - e prevederà un rimborso spese mensile. Il bando è riservato a giovani iscritti a un corso universitario o in possesso di una laurea da non più di 12 mesi. I curricula, accompagnati da una breve lettera di motivazione, dovranno essere inviati via mail a borsa.giavazzi@rcs.it entro il prossimo 13 aprile, data dopo la quale è previsto un ulteriore colloquio di selezione. La ricerca è rivolta a entrambi i sessi (Legge 903/77) ed è valida per le sedi di Milano e di Roma.

TRE (PIU’ DUE) Provarci, oltre che lecito, è un dovere. Il messaggio che circola da tempo a villa Rostan è chiaro, ed ha come scopo (anche) quello di mantenere alto il valore di una rosa che ha mostrato grandissima qualità — un nome su tutti: Perotti — a fronte di investimenti assolutamente contenuti ed in linea con i nuovi parametri operativi imposti dal presidente Preziosi per ridurre i costi societari. Da sabato prossimo toccherà innanzitutto a Lamanna, degno erede (in futuro più o meno prossimo) del numero uno Perin, che dovreb-

4

● Le 4 vittorie conquistate al Ferraris dal Genoa su 13 gare giocate quest’anno a Marassi. In casa Gasperini ha raccolto anche 5 pareggi e 4 sconfitte.

be essere pronto al rientro dopo l’infortunio intorno alla metà del mese prossimo. Ma già con l’Udinese potrebbe trovare spazio Tino Costa, arrivato con grandi aspettative dallo Spartak Mosca, ma sinora ai margini del gruppo. Per lui, appena venticinque minuti in campo con due presenze all’attivo, a causa di uno stiramento alla coscia sinistra a cui ha fatto poi seguito un ulteriore stop per un nuovo problema muscolare a un polpaccio. Poi c’è Borriello, costretto a un superlavoro per ritrovare la migliore condizione, ma abbonato al gol contro l’Udinese: ben dieci le reti segnate ai friulani in serie A. Basterebbe questo per ritrovare l’ottimismo. Ma Gasp ha altre due carte da giocare: Laxalt che scalpita e Mandragora, il baby che all’andata con la Juve aveva ingabbiato Pogba al Ferraris... © RIPRODUZIONE RISERVATA

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IN BREVE PARMA

CAGLIARI

Oggi si riparte: con l’Inter riecco Mirante

Carica Balzano «Contro la Lazio via a dieci finali»

● PARMA (s.p.) Mentre ieri i tifosi (circa 150) hanno contestato l’ex presidente Ghirardi direttamente a Carpenedolo, l’altra notte Collecchio è stata visitata dai vandali: due finestre rotte ed una sfondata nella palestra delle squadre giovanili. Oggi si torna in campo: contro l’Inter Donadoni riavrà Mirante, Gobbi, Mauri che hanno scontato la squalifica, da valutare Galloppa.

● CAGLIARI (m.f.) Il rientro con l’Empoli, out con il Milan per squalifica, ora Balzano è pronto per la Lazio: «Quella di sabato è la prima delle nostre dieci finali: faremo l’impossibile per i 3 punti. Non possiamo permetterci errori o distrazioni. Dobbiamo giocare alla morte con l’atteggiamento giusto, per 95 minuti». Dalla difesa all’attacco: il brasiliano Caio Rangel (’96) convocato dall’Under 20.

ATALANTA

PRIMAVERA

Verso il Torino Samp e Atalanta col rebus difesa ok nei recuperi a tre o a quattro Cagliari sconfitto ● BERGAMO (m.sp.) Oggi l’Atalanta torna ad allenarsi per preparare il match con il Torino. Dovrebbero aggregarsi al gruppo Stendardo, Benalouane e Grassi (sabato out solo Raimondi e gli squalificati Gomez e Denis) e persino Estigarribia potrebbe essere convocato per la prima volta dopo l’infortunio ai legamenti. Dubbi sul modulo: difesa a quattro o a tre?

PROSSIMO TURNO

CLASSIFICA SQUADRE

JUVENTUS ROMA LAZIO SAMPDORIA NAPOLI FIORENTINA TORINO MILAN GENOA INTER PALERMO UDINESE EMPOLI SASSUOLO CHIEVO VERONA ATALANTA CAGLIARI CESENA PARMA (-3)

PT

67 53 52 48 47 46 39 38 37 37 35 33 33 32 32 32 26 21 21 9

● Torneo fermo, si sono giocati alcuni recuperi e anticipi. Girone A (rec. 20a giornata): Samp-Bologna 1-0. Girone B (rec. 16a giorn.): LancianoAtalanta 0-3. Anticipi 8a giornata. Girone B: Cagliari-Cittadella 1-2. Girone C: Vicenza-Latina 2-2. Class. (prime pos). Gir. A: Fiorentina 48; Torino 43; Spezia 42. Gir. B: Inter 47; Milan 44; Cesena 32. Gir. C: Bari, Roma 46; Lazio 44.

PARTITE

RETI

G

V

N

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F

S

28 28 28 28 28 28 28 28 27 28 28 27 28 28 28 28 28 28 28 26

20 14 16 12 13 12 10 9 9 9 8 8 6 7 8 8 5 4 4 3

7 11 4 12 8 10 9 11 10 10 11 9 15 11 8 8 11 9 9 3

1 3 8 4 7 6 9 8 8 9 9 10 7 10 12 12 12 15 15 20

55 39 51 37 47 41 32 41 37 42 38 31 30 34 21 33 23 34 25 21

14 21 27 28 36 31 30 35 33 36 41 36 30 43 30 48 38 53 49 53

CHAMPIONS PRELIMINARI DI CHAMPIONS EUROPA LEAGUE RETROCESSIONI

SABATO 4 APRILE, ore 15 ROMA-NAPOLI (ore 12.30) (0-2) ATALANTA-TORINO (0-0) CAGLIARI-LAZIO (2-4) GENOA-UDINESE (4-2) INTER-PARMA (0-2) PALERMO-MILAN (2-0) SASSUOLO-CHIEVO (0-0) VERONA-CESENA (1-1) FIORENTINA-SAMPDORIA (ore 18.30) (1-3) JUVENTUS-EMPOLI (ore 21) (2-0)

MARCATORI 16 RETI Tevez (2, Juventus). 15 RETI Icardi (3, Inter); Menez (8, Milan). 13 RETI Higuain (2, Napoli); Toni (3, Verona). 12 RETI Dybala (2, Palermo). 10 RETI Gabbiadini (Napoli; 7 nella Sampdoria); Quagliarella (2, Torino); Di Natale (Udinese). 9 RETI Felipe Anderson (Lazio); Callejon (Napoli); Eder (1, Sampdoria). 8 RETI Klose e Mauri (Lazio); Ljajic (1, Roma); Berardi (4) e Zaza (1, Sassuolo); Thereau (Udinese). 7 RETI Paloschi (Chievo); Maccarone (1, Empoli); Babacar (Fiorentina); Matri (7 nel Genoa), Morata e Pogba (Juventus); Djordjevic (Lazio); Destro (Milan; 5 nella Roma); Vazquez (Palermo).


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Siamo in onda! R

IN PROGRAMMA MOTORI E CAMPIONI

MATTINA 7 Gazzetta News 7.15 Gazzetta News 7.30 Gazzetta News 7.45 Gazzetta News 8 Gazzetta News 8.15 Gazzetta News 8.30 Gazzetta News 8.45 Gazzetta News

LUNEDÌ 30 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

9.05 Campioni a confronto 9.30 Explorers: avventure pericolose 10.05 Sport Science 11.05 Condò Confidential 11.30 Campioni a confronto 12.05 The SpeedGang - La banda dei motori 13 Gazzetta News 13.30 Gazzetta News

POMERIGGIO 14 Gazzetta News 14.30 Magazine Sci Alpino 15.05 Sfide senza limiti (Prima Tv) 15.30 Campioni a confronto (PrimaTv) 16.05 Sport Science (Prima Tv) 17.05 The SpeedGang 18.05 Sfide senza limiti (Prima Tv) 18.30 Campioni a confronto

19 Gazzetta News 19.30.00Gazzetta News SERA 20 Gazzetta News 20.30 Gazzetta News 21.05 Condò Confidential 21.35 The Speedgang 22.30 Campioni a confronto

23 Gazzetta News 23.30 Gazzetta News 0.05 Sfide senza limiti 0.30 Gazzetta News 1 Gazzetta News 1.30 Gazzetta News 2 Gazzetta News 2.30 Gazzetta News 3 Gazzetta News

«GazzettaTv, più dirette e mercato»

1Il responsabile Arrigoni: «Trasmetteremo la Champions di volley femminile con Busto Arsizio» che è successo e annunciamo i fatti del giorno. Non soltanto sport, diamo spazio anche agli Altri mondi per offrire un’informazione esauriente su tutta l’attualità. Non manca l’oroscopo del nostro Antonio Capitani».

Gabriella Mancini

G

azzettaTv, sul canale 59, ha poco più di un mese e si è già integrata con il nostro giornale. Soltanto un ascensore divide gli studi dalla redazione, così i volti dei conduttori s’intrecciano con quelli dei giornalisti, le news e gli approfondimenti sono a portata di mano ventiquattro ore su ventiquattro. Il responsabile di GazzettaTv Claudio Arrigoni, esperto di start-up televisive visti i trascorsi a Tele+, Sky e Mediaset, traccia un primo bilancio.

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«Il momento più emozionante — attacca — è stato il 26 febbraio alle 7 del mattino, quando il giornalista della Rosea Nino Morici ha condotto il primo Gazzetta News. Un attimo che ha segnato non soltanto il via della nuova Tv, ma anche il collegamento con i vari mondi rosa, dalla carta stampata al sito, da Sportweek agli eventi». Cominciamo dalle news. «Alle 7 siamo in onda e forniamo notiziari rapidi a rullo. Diamo un quadro di tutto ciò

Molti programmi autoprodotti, le storie, i personaggi, a cominciare dall’esclusiva con Mourinho, ma anche acquisizioni e intrattenimento. Che cosa vedremo prossimamente? «Daremo sempre più spazio al calcio mercato di Carlo LaudiNello studio c’è anche un crono- sa, con appuntamenti quotimetro. diani e spazi nelle edizioni «L’opinionista di turno non delle News. Per quanto ripuò sforare i guarda l’in30 secondi, il trattenimennostro obietti«La redazione Tv si to abbiamo vo è fornire il gioè già integrata con anche un’infor mavane trio dezione snella. gli Autogol, i giornalisti della Per chi sgarra molto diverGazzetta: un bel — ride — c’è tente nelle il cartellino gioco di squadra» imitazioni, da giallo o rosso Conte a Strae il direttore maccioni». Andrea Monti è stato il primo a mettersi in gioco». Tanti personaggi sono intervenuti, da Roberto Mancini a FeliFinora abbiamo visto i campio- ce Gimondi. I prossimi? nati di basket e volley femminile «Ci saranno sorprese. L’imporin diretta: ci saranno novità? tante è continuare con il gioco «Sabato e domenica mandere- di squadra tra i giornalisti delmo in diretta in esclusiva la Fi- la Gazzetta dello Sport e i renal Four di Champions League dattori della Tv, che ormai si di volley femminile con Busto muovono in una struttura uniArsizio, l’unica squadra italia- ca. Il motore è stato avviato, na rimasta in Europa. Un bel- possiamo soltanto crescere». l’evento per gli appassionati». © RIPRODUZIONE RISERVATA

Valentina Diouf, trascinatrice della Yamamay RUBIN

clic

COME RISINTONIZZARE I VOSTRI TELEVISORI E VEDERE IL CANALE 59 ● Eseguire le seguenti procedure. Se possiedi Tv o Decoder Digitale Terrestre 1. Premere il tasto MENU sul telecomando 2 Selezionare Impostazioni/Avanzate 3. Posizionarsi sulla voce relativa alla Sintonizzazione automatica dei canali e premere il tasto OK, accedi alla configurazione dei canali 4. Impostare Modalità di sintonia dei canali su DTV 5. Posizionarsi sul pulsante Avvia scansione e premere il tasto OK per avviare la ricerca. Soluzione dei problemi Se avete già provveduto alla risintonizzazione senza esito e il vostro televisore è collegato ad un sistema con antenna centralizzata, fate verificare dal vostro antennista che sia presente nella centralina dell’antenna stessa il modulo (o filtro) necessario per la ricezione dei segnali tv del canale/mux 55 (frequenza 746 MHz), quello che supporta anche il canale 59 di Gazzetta Tv. Se il modulo manca, fatelo inserire: è un’operazione molto semplice. Se possiedi una Sky Digital Key 1. Premere il tasto Menu del telecomando SKY e premere OK per accedere al digitale terrestre 2. Premere il tasto rosso (Ricerca) e lasciare inviata la configurazione 3. Premere due volte il tasto rosso (Avvia ricerca) 4. Attendere il completamento dei canali e quindi premere OK


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OPINIONI

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Da Valentino a Vettel

ROSSI & LA ROSSA VITTORIE DEL CUORE IL COMMENTO O ELLONI di UMBERTO ZAPELLONI email: uzapelloni@rcs.it s.it twitter: @uzapelloni

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utto Rosso! Da mattino a sera. Dalla Malesia al Qatar. Dalla Ferrari a Valentino. Una domenica bestiale che cancella l’azzurro tenebra della nostra Nazionale di calcio. L’inno di Mameli che risuona in mondovisione da una parte all’altra del globo non aiuta a trattenere le lacrimucce. Questo è proprio un grande giorno da vivere, come canta Jovanotti. Ma forse è ancora più grande di quello che ci aspettavamo tutti. E’ il sogno che non avevamo avuto la sfrontatezza di sognare. Il miraggio che non ci sarebbe apparso neppure dopo un mese di digiuno nel deserto. Prima la Ferrari, poi Valentino. Le vittorie del cuore. «Grazie Mille! Grazie, grazie, grazie», ha urlato Vettel appena tagliato il traguardo. E il suo urlo di vittoria diventa il titolo di una domenica pazzesca con la Ferrari che sbriciola meritatamente il dominio Mercedes in Formula 1 dopo 34 Gran premi di digiuno e Valentino che guida un podio tutto tricolore (con i ducatisti Dovizioso e Iannone) nella magica notte del deserto dove il mondiale di MotoGP è cominciato con un monocolore, quel biancorossoeverde che ci sta nell’anima e nel cuore. Due vittorie vere, due vittorie di sostanza. Se in quella di Vettel a Sepang c’è tanta Ferrari, in quella di Valentino a Losail c’è tanto Rossi. Seb ha vinto perché guidava la macchina più in palla, quella che trattava meglio le gomme, quella che ha permesso a Raikkonen di risalire dal penultimo al quarto posto dopo una maledetta foratura. Vale ha vinto perché non passa mai di moda, perché gli anni passano, ma lui vola via come il vento e quando sente il profumo della

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vittoria perde 10 anni e tira come il Valentino dei 9 titoli mondiali. Anche lui dopo i primi giri era decimo. Poi ha visto che volava, ha capito che per Marquez non era giornata e con uno stato di grazia simile non c’erano Lorenzo (il compagno di Yamaha) o Ducati che potessero resistergli. Se dobbiamo trovare un comune denominatore tra le due vittorie, colori a parte, ci viene da dire lavoro e passione. Il lavoro che non è mancato tra gli uomini e le donne di Maranello e il lavoro che Valentino mette sempre al primo posto, altrimenti a 36 anni non riuscirebbe a stare davanti a tutti quei ragazzini terribili. Cattivo Vettel nell’infilare Rosberg, nel respingere Hamilton, cattivissimo Valentino nell’infilare tutti quegli avversari come spiedini sul falò. Due fuoriclasse assoluti. Due vittorie che vengono da lontano. Quella della Ferrari, della nuova Ferrari di Marchionne e Arrivabene, mette le sue radici nel lavoro di chi a Maranello non c’è più perché chi sa di Formula 1 sa bene che una vettura vincente come è la SF15-T non si progetta e costruisce in 4 mesi, ma il lavoro comincia molto prima (e quest’anno, dopo secoli, finalmente tutto nella galleria del vento di Maranello). Quella di Valentino arriva ancora da più lontano. Vale ha il successo nel Dna. E’ un animale da gara, quando ha la moto per scatenarsi non lo fermate più. Sul suo Dna ha costruito una carriera che ora sembra davvero infinita. Sulle sue sensazioni ha migliorato la Yamaha fino a renderla competitiva. Ora che il sogno insognabile è diventato realtà gli orizzonti si allargano. Le vittorie della Ferrari e di Rossi non resteranno casi isolati. Maranello può impensierire la Mercedes nella corsa al titolo. Vale può fare altrettanto con Marquez. I favoriti restano loro, Mercedes & Marquez. Ma occhio all’Italia dei motori di rosso vestita. © RIPRODUZIONE RISERVATA

La vignetta di Stefano Frosini

Dopo la brutta prestazione di Sofia

PERCHE’ VERRATTI IN AZZURRO NON VA? LA DISCUSSIONE di SEBASTIANO VERNAZZA

Twitter

twitter: @GazzaVernazza

H RED BULL Scuderia di F.1 ● Complimenti dagli amici della @redbull a Vettel e alla Ferrari @redbullracing ARIANNA ERRIGO Olimpionica di scherma ● Prima la Ferrari con Vettel, poi Valentino Rossi! Che giornata ragazzi! #fenomeni. E in televisione Mennea @aryerri ANDREA CASSARÀ Campione di scherma ● Tutti zitti !!!! Ferrari questa mattina e podio tutto italiano adesso in MotoGP!! @andreacassara ARIANNA FONTANA Campionessa di short track Giornata sportiva da incorniciare per L’ITALIA! Primo VETTEL nella F1 con la Ferrari e podio tutto italiano nella MotoGP, ROSSI, DOVIZIOSO e IANNONE!! Bravi ragazzi!! @AryFonta ROSARIO FIORELLO Show man ● FERRARIIIIIIIIIII!!! @ScuderiaFerrari @Fiorello DIEGO OCCHIUZZI Olimpionico di scherma ● Spettacolo le rosse e Rossi... Veramente divertente!!!grande Ferrari e super @ValeYellow46 @diegoocchiuzzi

a fatto discutere il nostro 5 a Marco Verratti nelle pagelle di Bulgaria-Italia. Tweet e mail di protesta, con contorno di ingiurie, la solita litania al tempo dei social. Ce la potremmo cavare con poco, rannicchiarci nel gruppo dei colleghi pagellisti e sottolineare che i sei giornali con inviati a Sofia, incluso il nostro, hanno rifilato al «parigino» cinque insufficienze piene (5) e una quasi sufficienza (5,5). Non vogliamo però passare per corporativi, anche perché già sentiamo in sottofondo l’obiezione principale: «Eh, ma voi giornalisti, vi mettete d’accordo». No, non funziona così, non ci accordiamo. Meglio motivare, tanto più che le perplessità sono legittime. Come è possibile che il nostro giovane di maggior spessore, protagonista di due spettacolari prestazioni contro il Chelsea negli ottavi di Champions, in Nazionale non attecchisca? E’ un problema che si trascina da tempo. Verratti ha debuttato in azzurro nell’estate del 2012 contro l’Inghilterra e con Prandelli c.t., ha fin qui accumulato undici presenze e un gol, ma una partitona come quella di Londra contro i «blues» nell’Italia non l’ha mai giocata. Perché? La prima risposta che ci viene spontanea coinvolge Andrea Pirlo. Verratti è l’erede designato di Pirlo, prima o poi ne raccoglierà la bacchetta da direttore d’orchestra, ma non ha o non ha ancora certe sue caratteristiche, anche perché ha 13 anni meno di Pirlo. Lo sapete dov’era Pirlo all’età di Verratti, oggi ventiduenne? Era un cavallo di ritorno al Brescia, dopo un assaggio di Inter e una promettente stagione alla Reggina. Carlo Mazzone aveva cominciato a impostarlo come regista, da trequartista che era, per

farlo giocare assieme a Robi Baggio. Certo, in quell’estate del 2001 stava per trasferirsi al Milan, l’«hub» dal quale sarebbe decollato, però il Verratti di oggi, rispetto al Pirlo del 2001, è parecchio avanti, a 22 anni è già un «top player» mondiale. Pirlo è diventato Pirlo più tardi. Sì, ma allora perché in Nazionale Marco non funziona? Perché finora nessuno è riuscito a creargli attorno l’habitat giusto. Nel Psg fa reparto con Thiago Motta e lo sgobbone Matuidi. «Thiagone» Motta, vituperato dai tifosi italiani all’ultimo Mondiale, è la sua sponda ideale. Gli assicura copertura, gli trasmette tranquillità. Al Psg non è ben chiaro chi sia il regista tra Motta e Verratti, i due si interscambiano, e la sfumatura ha la sua importanza, toglie a Marco l’ossessione del ruolo. Verratti, che si sente un play, al Psg sta a fianco del centrale TM e con Matuidi dall’altro lato, nel quadro di un 4-3-3. In Nazionale il sistema è diverso, Conte applica il 3-5-2, e Verratti a Sofia è sembrato sperso, poco sostenuto da Candreva e Bertolacci, suoi compagni di teorica linea, mezzali troppo offensive per il regista in servizio. Come se ne esce? Richiamando Thiago Motta? No, il brasiliano non è il tipo di centrocampista che piaccia a Conte. L’impressione è che tutto giri attorno a Pirlo e che Verratti in azzurro diventerà grande come al Psg quando l’attuale titolare della cattedra andrà in pensione. Allora sarà possibile costruirgli la squadra su misura e gli alibi saranno finiti. Peccato, perché i due, Pirlo e Verratti, sono diversi, quindi integrabili. Le poche volte in cui ha giocato con Pirlo, sotto la gestione di Prandelli, Marco è stato però limitato dalla personalità dello juventino, che come tutti i fuoriclasse non gradisce avere attorno chi gli può rubare la scena. In attesa che Verratti si prenda l’Italia, giova ricordare che i voti si riferiscono alle prestazioni di giornata, non al valore assoluto del giocatore. Verratti - da 5 venerdì a Sofia - resta un centrocampista da 8. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Due vittime sull’Annapurna

TRAGEDIA IN HIMALAYA: LA PRIMAVERA PARTE MALISSIMO L’AVVENTUROSO di REINHOLD MESSNER

L

a stagione primaverile in Himalaya si è aperta purtroppo con una tragedia: due morti, un esperto finlandese e uno sherpa, in discesa dall’Annapurna. L’inverno

si era chiuso invece con un nulla di fatto. In Nepal, le ripetute nevicate, insolitamente abbondanti in quella stagione, hanno respinto quasi subito l’assai tardivo approccio al Manaslu di Simone Moro in cordata con Tamara Lunger. Al contrario, in Pakistan la stagione più fredda ha offerto sul Nanga Parbat ripetute finestre di cielo sereno e venti non troppo violenti. Anche questo insolito. Non ne ha approfittato la spedizione russa, che aveva deciso di tentare la via Schell, sul

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versante Sud. Si è fermata praticamente nello stesso punto - la Sella Mazeno, il passaggio sul versante Ovest, che conduce alla vetta raggiunto un anno fa da David Goettler e dal polacco Tomek Mackiewicz. Da lì, la via per la vetta è ancora lunghissima. Sul versante Ovest, l’italiano Daniele Nardi, che tentava di nuovo lo Sperone Mummery, ha saggiamente rinunciato. E si è unito, sulla via normale, allo spagnolo Alex Txicon. Il quale

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aveva dovuto rinunciare al tentativo di prima invernale del K2 insieme al russo Denis Urubko, che ora è anche polacco. La Cina ha negato il visto per non avere occhi indiscreti in Tibet, dove la repressione è violenta. Con tre iraniani e due pakistani sono saliti fino a 7200 metri e da lì hanno lanciato l’assalto, ma non hanno trovato la via e hanno rinunciato, con Ali Sadpara che accusava gravi problemi. Ancora più impressionante la salita in stile alpino, su una via mai completata, di Mackiewicz con la francese Elisabeth Revol fino alla Cima Nord a 7800 m. Bravissimi anche senza vetta!

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Serie B R 33a giornata

L'ANALISI di NICOLA BINDA

Bellomo, un selfie per i playoff Il Bari resta in 10 ma sa vincere

LA RISPOSTA DI LASAGNA 1Espulso Ebagua, AGLI ORIUNDI la squadra di Nicola batte la Pro DI CONTE

P

arliamo di Kevin Lasagna. E parliamo di una Nazionale che per arrivare a 11 deve cercare degli oriundi. Questo non vuol dire che Antonio Conte debba convocare l’attaccante del Carpi, stiamo calmi. Però riflettiamo. Chi è Kevin Lasagna? E’ un ragazzo di 22 anni che dall’Eccellenza in provincia di Mantova è salito in D in Veneto e ora è in B. Un ragazzo che fino all’estate scorsa si divertiva nei tornei notturni, giocando anche più partite in una sera; la sua Champions League era a Polpenazze, nel Bresciano, dove lo spiedo alla griglia accompagna partite con centinaia di spettatori. Sabato ha segnato due gol strepitosi a Vicenza e nel fantastico romanzo della capolista un capitolo se lo merita. Ma quanti ragazzi così ci sono in Italia? Il Carpi ha costruito così la squadra che sta dominando la B. Perché nei dilettanti e in Lega Pro qualche giovane su cui lavorare c’è; un talento dovrebbe maturare e crescere salendo di categoria, arrivare in B e lì vedere se può fare la A, poi magari conquistare una big e la Nazionale. Invece questo è il grande equivoco del calcio italiano. La base lavora per crescere giovani, la A preferisce gli stranieri. Al di là delle regole finanziarie, ma soprattutto per fare business. Il risultato è che per ogni Felipe Anderson ci sono cento Luis Silvio, che fiumi di denari non aiutano il nostro Paese e vanno chissà dove, e che Antonio Conte per trovare un attaccante decente se lo debba inventare. Il problema si risolverà solo quando la Figc, oltre a chiedere alle leghe minori di valorizzare i nostri giovani, troverà il modo di imporre alla A di investire su di loro. Chissà quando... Intanto i Lasagna - ma soprattutto gente di talento come Ciofani, Giannetti, Fossati e Di Gennaro e altri fanno vedere grandi cose, guardano a Valdifiori e chissà se anche loro un giorno ce la faranno. Già, le Nazionali. Questo doppio turno di campionato è segnato dalle assenze per giocatori (italiani e non) impegnati con le varie selezioni. E’ un dazio da pagare, la B non si può fermare come la A. E comunque la valorizzazione di questi giocatori va oltre le esigenze di classifica. A proposito: non è stata una giornata pirotecnica. Pochi gol, qualche scatto in alto (Bologna), zona-playoff (Lanciano, Bari) e in coda (Catania) e tanto nervosismo, che gli arbitri faticano a controllare. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Vercelli e l’autore del gol imita Totti Giuseppe Calvi INVIATO A BARI

«E’

ora sorridiamo: clic, ragazzi…». Un selfie per un gol speciale, che può valere un nuovo sogno per il Bari. Nicola Bellomo rivede la Pro Vercelli ( aveva già segnato una doppietta ai piemontesi, il 25 settembre 2012), firma la prima rete stagionale e, rubando la macchina a un fotografo davanti alla curva Nord, fissa l’immagine della svolta per la squadra di Nicola, ora distante solo 3 punti dalla zona playoff (Livorno e Perugia a quota 47). Il centrocampista di Bari vecchia regala il successo in cima a una partita dominata da Donati e compagni nonostante l’inferiorità numerica per oltre un’ora, a causa dell’espulsione di Ebagua. La formazione di Scazzola, al quarto k.o. consecutivo in trasferta, resta a lungo inchiodata sull’iniziale progetto tattico, incapace di sfruttare il vantaggio dell’uomo in più. La Pro Vercelli accenna una reazione solo nella fase conclusiva del match.

BARI

1

PRO VERCELLI

0

PRIMO TEMPO 0-0 MARCATORE Bellomo al 9’ s.t. BARI (4-3-3) Guarna 5,5; Schiattarella 6, Rinaudo 6, Contini 6,5, Calderoni 6; Romizi 6,5, Donati 7, Bellomo 7 (dal 40’ s.t. Boateng s.v.); Galano 6 (dal 25’ s.t. Caputo 6), Ebagua 4,5, De Luca 7 (dal 37’ s.t. Defendi s.v.). PANCHINA Donnarumma, Salviato, Filippini, Rada, Benedetti, Minala. ALLENATORE Nicola 7. PRO VERCELLI (4-4-2) Russo 7; Germano 5, Cosenza 6, Milesi 6, Scaglia 6; D’Alessandro 5,5 (dal 1’ s.t. Ardizzone 6), Musacci 6, Scavone 5,5 (dal 14’ s.t. Sprocati 5,5), Fabiano 5,5 (dal 29’ s.t. Luppi 6,5); Marchi 5,5, Di Roberto 5. PANCHINA Viotti, Bani, Liviero, Ferri, Ronaldo, Belloni. ALLENATORE Scazzola 5,5. ARBITRO Gavillucci di Latina 5. GUARDALINEE Borzomì 5– Intagliata 6. ESPULSI Ebagua (B) al 33’ p.t. per doppia ammonizione (comportamento non regolamentare e gioco scorretto). AMMONITI Schiattarella (B), Scavone (PV) e Bellomo (B) per comportamento non regolamentare; D’Alessandro (PV), Germano (PV), Contini (B), Milesi (PV) e Donati (B) per gioco scorretto. NOTE paganti 5.464, incasso di 24.299,10 euro; abbonati 11.019, quota di 81.099 euro. Tiri in porta 9 (con un palo)-5 (con un palo). Tiri fuori 5-1. In fuorigioco 0-0. Angoli 7-4. Recuperi: p.t. 1’, s.t. 5’.

ROVESCIO EBAGUA La sfida è subito a senso unico. Il Bari costringe gli avversari a fare diga davanti all’area di rigore. Il portiere Russo si esalta, è un baluardo insormontabile sulle conclusioni di Donati e soprat-

V

IL MIGLIORE

● BELLOMO

CENTROCAMPISTA DEL BARI

LANCIANO

1

ENTELLA

0

LANCIANO (CHIETI)

olersi salvare al più presto è un alibi che accompagna il Lanciano dall’inizio stagione ma i playoff sono proprio lì, vicinissimi. La vittoria (meritata) con l’Entella riporta gli uomini di D’Aversa ad un punto dall’ultimo posto disponibile e domenica ci sarà proprio lo scontro diretto con il Livorno. La gara non era tra le più facili, anche perché l’Entella ha disputato un buonissimo primo tempo pressando a tutto campo. Prina aveva lasciato in panchina Cesar per Cecchini e Botta per Troiano e non è che abbia sbagliato nelle scelte. D’Aversa ha lasciato Monachello in panchina e lanciato il giovane De Silvestro al posto dell’indisponibile Piccolo. Il Lanciano ha risposto con un gioco fin troppo manovrato e al 22’ subito un gol (girata di testa di Ligi) annullato per un fallo in area. Alla fine, gli uomini di d’Aversa arriveranno a tirare 12 volte verso Paroni, in modo anche pericoloso, come al 29’ quando Gatto ha colpito il palo dopo una bella giocata di Paghera: il difensore poi dovrà lasciare il campo per il riacutizzarsi del dolore al braccio

tutto De Luca, fermato dal palo al 21’. La Pro Vercelli punta sulle ripartenze, con Fabiano e Di Roberto che supportano Marchi. I biancorossi invocano giustamente il rigore per un tocco col braccio sinistro di Musacci su tiro di Bellomo. Donati ispira la manovra, è pronto all’inserimento in zona-tiro ma Russo è protagonista. Al 33’ Ebagua, già ammonito per un fallo di mano, tenta una rovesciata e commette gioco pericoloso su D’Alessandro: l’arbitro Gavillucci punisce l’attaccante con il

7

C’è solo una Virtus Ecco il Lanciano firmato Grossi Fiorenzo Carlini

Nicola Bellomo, 24 anni, esulta con un selfie dopo il gol decisivo LAPRESSE

PRIMO TEMPO 0-0 MARCATORE Grossi al 32’ s.t. LANCIANO (4-3-3) Nicolas 6; Conti 7, Aquilanti 6, Troest 6, Mammarella 6,5; Di Cecco 7,5, Paghera 6 (dal 36’ p.t. Agazzi 6), Grossi 7; De Silvestro 6 (dal 18’ s.t. Monachello 6), Thiam 6, Gatto 6,5 (dal 40’ s.t. Vastola s.v.). PANCHINA Aridità, Petrachi, Amenta, Nunzella, Ferrario, Pinato. ALLENATORE D’Aversa 7. ENTELLA (4-3-3) Paroni 6,5; Belli 6, Russo 6, Ligi 6, Cecchini 5 (dal 21’ s.t. Cesar 6); Volpe 6, Di Tacchio 6, Troiano 6 (dal 14’ s.t. Botta 6); Cutolo 6, Sforzini 5,5, Masucci 5,5 (dal 29’ s.t. Costa Ferreira s.v.) PANCHINA Coser, Zigrossi, Staiti, Mazzarani, Lanini, Rozzi. ALLENATORE Prina 6. ARBITRO Abbattista di Molfetta 6. GUARDALINEE Avellano 6– Zappatore 6. ESPULSI nessuno. AMMONITI Ligi (E), De Silvestro (L) e Di Tacchio (E) per gioco scorretto. NOTE paganti 609, incasso di 6.671 euro; abbonati 2.007, quota di 12.098 euro. Tiri in porta 8-4. Tiri fuori 1-2. In fuorigioco 0-2. Angoli 8-1. Recuperi: p.t. 1’, s.t. 5’.

che lo aveva tenuto fuori per molte settimane. La forza del Lanciano, si sa, è a sinistra dove le giocate di Mammarella hanno trovato grande sostegno in Grossi e nello stesso Gatto mettendo in crisi Belli (un po’ stanco per gli impegni di nazionale). BENE A SINISTRA In quella zona si sono costruite le azioni migliori, soprattutto nel primo tempo, con l’Entella che ha retto. Il Lanciano, però, sa giocare bene anche a destra, con il giovane Conti e soprattutto con Di Cecco, che ha dato la spinta giusta per scardinare la ben organizzata difesa ospite. A pochi minuti dalla fine, dopo che De Silvestro aveva ceduto la fascia destra a Thiam, Conti ha messo in crisi la difesa avversaria costringendola ad una corta respinta finita sui piedi di Grossi che ha tirato deciso in rete. Paroni, però, lo si poteva battere solo così, visto le due grandi parate prima su De Silvestro nel primo tempo e poi su Gatto nella ripresa. © RIPRODUZIONE RISERVATA

IL MIGLIORE

7,5 ● DI CECCO CENTROCAMPISTA LANCIANO

secondo giallo, che costa l’espulsione al nigeriano. Pur ridotto in 10, il Bari, con Galano e De Luca riferimenti avanzati, continua ad attaccare. TROPPO TARDI In avvio di ripresa Bellomo sblocca il risultato, sfondando su punizione (con Donati e Calderoni che aprono la barriera avversaria). Il Bari amministra il vantaggio, attende il momento propizio per il contropiede. Rivitalizzata dagli innesti di Ardizzone e soprattutto Luppi, solo negli ultimi 20’ la Pro Vercelli impegna i pugliesi. Marchi si fa vedere con un diagonale deviato da Guarna che, dopo un’incertezza, respinge su Milesi e Di Roberto e al 38’ è salvato dal palo sul tiro di Luppi. Scazzola s’interroga ancora sul doppio volto della sua creatura: solo 8 punti in trasferta mentre in casa ha perso appena 2 incontri. Invece, Nicola si mette sulle tracce del Bari di un anno fa: gli avranno raccontato tante volte la clamorosa rincorsa di quella squadra verso la qualificazione ai playoff… © RIPRODUZIONE RISERVATA

CLASSIFICA SQUADRE

CARPI BOLOGNA (-1) VICENZA FROSINONE SPEZIA AVELLINO PESCARA LIVORNO PERUGIA LANCIANO BARI ENTELLA MODENA CITTADELLA TRAPANI PRO VERCELLI LATINA TERNANA CROTONE CATANIA BRESCIA (-6) VARESE (-4)

PT

65 56 52 51 50 49 48 47 47 46 44 40 39 39 39 38 37 37 36 35 28 28

PARTITE

RETI

G

V

N

P

F

S

33 33 33 32 33 33 33 33 33 33 33 33 33 33 33 33 32 33 33 33 33 33

18 15 14 14 13 13 12 13 11 10 12 9 8 8 9 10 8 9 9 8 8 7

11 12 10 9 11 10 12 8 14 16 8 13 15 15 12 8 13 10 9 11 10 11

4 6 9 9 9 10 9 12 8 7 13 11 10 10 12 15 11 14 15 14 15 15

50 41 37 49 46 32 55 47 37 46 36 33 28 40 44 35 27 28 32 43 37 35

24 26 31 40 35 30 43 39 37 39 39 44 28 42 55 46 30 41 41 48 46 54

SERIE A PLAYOFF PLAYOUT RETROCESSIONI

RISULTATI BARI-PRO VERCELLI BOLOGNA-LIVORNO BRESCIA-TRAPANI CATANIA-AVELLINO CITTADELLA-TERNANA FROSINONE-LATINA LANCIANO-ENTELLA MODENA-VARESE PERUGIA-CROTONE SPEZIA-PESCARA VICENZA-CARPI

1-0 2-0 1-1 1-0 0-0 Rinviata 1-0 1-1 0-0 2-2 1-2

PROSSIMO TURNO MERCOLEDÌ 1 APRILE ore 20.30 CARPI-BOLOGNA (0-0) GIOVEDÌ 2 APRILE ore 20.30 AVELLINO-MODENA (2-1) CROTONE-SPEZIA (1-2) ENTELLA-PERUGIA (1-2) LATINA-CITTADELLA (1-1) LIVORNO-LANCIANO (0-1) PESCARA-BRESCIA (3-1) PRO VERCELLI-VICENZA (1-2) TERNANA-BARI (1-0) TRAPANI-FROSINONE (1-4) VARESE-CATANIA (1-2)

MARCATORI 17 RETI Granoche (6, Modena). 16 RETI Calaio’ (6, Catania); Marchi (5, Pro Vercelli). 15 RETI Castaldo (5, Avellino); Maniero (Catania; 12 con 7 rigori nel Pescara); Cocco (1, Vicenza). 13 RETI Mbakogu (4, Carpi); Catellani (5, Spezia). 12 RETI Ciano (5, Crotone); Vantaggiato (1, Livorno); Melchiorri (Pescara).

FROSINONE-LATINA

Il Viminale avverte: «Con questo clima si gioca a porte chiuse» Alessandro Catapano

«V

ergognoso». Il giorno dopo, il termine è lo stesso, ma cambia l’oggetto: non più il rinvio della partita, ma il trattamento riservato a chi lo ha disposto, il Prefetto di Frosinone Emilia Zarrilli. Per il Viminale, che quella scelta ha appoggiato (e del resto l’Osservatorio aveva assegnato alla partita il livello 4, rischio massimo), oltre che vergognoso, il coro di critiche sollevato da sindaci, presidenti e Lega di B (per tacere della mancata condivisione della Questura) è «inaccettabile, anche perché ben altri sono stati gli errori commessi in questa vicenda». Già. Dal referto dell’arbitro Aureliano (smentito perfino dagli ispettori federali) alla decisione della Corte sportiva d’appello (che non ha disposto l’attesa sospensione della pena). Ed è «ipocrita — fa sapere una fonte anonima — chi per giorni ha gettato benzina sul fuoco, salvo poi indignarsi per la “sconfitta del calcio”». Facile cogliere il riferimento alle due società, difficile non comprenderlo: a Frosinone gli ultrà della Nord erano

pronti a disertare la curva e a protestare in strada contro la chiusura di tribuna e distinti; a Latina la squadra ha svolto l’allenamento della vigilia sotto lo sguardo dei tifosi e di uno striscione inequivocabile: «29 marzo, no fairplay». FATE I BRAVI Dunque, dicono dal Viminale, «di che stiamo parlando?». «Per giocare il derby avremmo dovuto inviare almeno duecento uomini — raccontano — decisamente troppi». Come i soldi che l’operazione avrebbe richiesto. Non è più tempo di sprecare tanti soldi pubblici per una partita di calcio. Per questo, tra due settimane, quando la Lega di B fisserà il recupero, se il clima intorno a Frosinone-Latina sarà lo stesso di due giorni fa, «il derby potrà anche giocarsi a porte chiuse», non escludono dal Viminale. La minaccia, che non turba il sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani («I nostri tifosi sono civili»), nasconde un appello: alle due società, perché nei prossimi giorni evitino dichiarazioni e gesti compromettenti. Come partecipare ad un sit-in di protesta organizzato dai tifosi. Lo hanno fatto ieri Pasquale Maietta e Giovanni Di Giorgi, rispettivamente presidente del Latina e sindaco del capoluogo pontino. © RIPRODUZIONE RISERVATA


LUNEDÌ 30 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Il Catania sorride dopo due mesi Avellino, è crisi: terzo k.o. di fila 1Marcolin ora ci

crede: «Grazie anche alla sciarpa portafortuna di Mihajlovic...» CATANIA

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AVELLINO

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PRIMO TEMPO 1-0 MARCATORE Calaiò su rigore al 43’ p.t. CATANIA (4-3-1-2) Terracciano 7; Del Prete 6, Sauro 5,5 (dal 30’ p.t. Capuano 7), Ceccarelli 6, Mazzotta 6; Sciaudone 5,5, Rinaudo 5, Odjer 6 (dal 23’ s.t. Escalante 5); Rosina 5; Calaiò 7, Maniero 5 (dal 12’ s.t. Castro 6,5). PANCHINA Ficara, Parisi, Piermateri, Di Grazia, Rossetti, Barisic. ALLENATORE Marcolin 6. AVELLINO (3-5-2) Frattali 6; Pisacane 6, Fabbro 5,5, Chiosa 5,5; Regoli 6 (dal 4’ s.t. Castaldo 6), Kone 6, Arini 6,5 (dal 10’ s.t. Zito 6), Schiavon 6,5, Bittante 6; Comi 5,5 (dal 35’ s.t. Mokulu s.v.), Soumarè 6. PANCHINA Gomis, Bavena, Almici, D’Angelo, Angeli, Filkor. ALLENATORE Rastelli 5,5. ARBITRO Baracani di Firenze 5,5. GUARDALINEE Segna 5,5-Prenna 5,5. AMMONITI Arini (A), Fabbro (A), Mazzotta (C), Chiosa (A), Zito (A), Castro (C) ed Escalante (C) per gioco scorretto; Rosina (C) per comportamento non regolamentare. NOTE paganti 3.003, incasso di 19.446 euro; abbonati 10.270, quota non comunicata. Tiri in porta 2 (con due pali)-6. Tiri fuori 5-3. In fuorigioco 2-3. Angoli 5-3. Recuperi: p.t. 2’, s.t. 5’.

Francesco Caruso CATANIA

U

n bicchiere d’acqua nel deserto non è molto, ma è quanto basta ad evitare di morire assetati. Ecco cosa sono i 3 punti che il Catania ha conquistato contro l’Avellino, ciò che serviva per evitare di essere dichiarati defunti, con l’auspicio di dare un seguito alla vittoria ritrovata dopo 2 mesi di astinenza. Un successo che permette a Marcolin di continuare a rimanere seduto sulla panchina rossazzurra. Il timore di andare incontro ad un esonero forse c’era: «Però sapevo che la società mi è vicina», ha confidato il tecnico rivelando un aneddoto: «Il presidente Pulvirenti in settimana mi ha regalato la sciarpa portafortuna di Mihajlovic» di cui Marcolin fu il secondo proprio a Catania nel 2010.

ta dal tiro di Arimi da distanza ravvicinata respinta d’istinto dall’ex Terracciano che s’oppone con il piede. Rastelli, a sorpresa lascia fuori il portiere, Gomis ma soprattutto la punta di diamante Castaldo inserito ad inizio ripresa, insieme a Zito, per trasformare il 3-5-2 in un 4-3-3, a volte anche in un 42-4. Il Catania risponde con un 4-1-4-1, lasciando Calaiò come unica punta e Castro (entrato per l’evanescente Maniero) in linea con i centrocampisti. Ed è proprio l’argentino a sfiorare il raddoppio con un bel diagonale che s’infrange sul legno. SUPER TERRACCIANO Diverse le occasioni sprecate dall’Avellino, su tutte la conclusione di Schiavon dentro i 16 metri ma da posizione angolata, respinta ancora da Terracciano e poi con la conclusione a botta sicura di Comi che trova il corpo di Capuano, entrato dopo mezzora del primo tempo per l’infortunio di Sauro, e che ha armato la resistenza nel fortino. Poi un contrasto in area fra Frattali e Rosina lascia il dubbio per un secondo rigore che l’arbitro liquida con un giallo per simulazione. Infine, un colpo di testa di Castaldo esalta per l’ultimo intervento Terracciano. Prima della gara cori dei tifosi contro il presidente Pulvirenti che assiste alla gara come al solito da bordo campo, ma solo nel primo tempo. © RIPRODUZIONE RISERVATA

SILENZIO STAMPA Alle parole dell’allenatore siciliano, l’Avellino, alla terza sconfitta consecutiva, risponde con il silenzio stampa. Forse anche in segno di protesta per un rigore, quello che ha deciso la partita, concesso con un po’ di generosità al Catania proprio alla fine del primo tempo, per un contatto in area Fabbro-Calaiò: l’arciere trasforma alla sua maniera timbrando il sedicesimo gol stagionale e affiancando Marchi in cima alla classifica cannonieri. Nel primo tempo solo un’altra emozione, dopo un quarto d’ora di gioco, procura-

IL MIGLIORE

7 ● CAPUANO

DIFENSORE DEL CATANIA

Brescia, è solo Sodinha di testa Ci pensa Barillà a salvare Cosmi 1Il Trapani sfiora

anche il colpaccio. Il pari serve poco a Calori: dopogara ad alta tensione BRESCIA

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TRAPANI

1

PRIMO TEMPO 0-0 MARCATORI Sodinha (B) al 17’, Barillà (T) al 29’ s.t. BRESCIA (4-3-2-1) Arcari 5,5; Zambelli 6, Ant. Caracciolo 6, Di Cesare 6, Scaglia 6; Benali 4,5, Budel 6 (dal 35’ s.t. Bertoli s.v.), H’Maidat 6; Sodinha 6,5 (dal 30’ s.t. Coly s.v.), Sestu 6; Corvia 5,5. PANCHINA Andrenacci, Lancini, Tonucci, Boniotti, Bentivoglio, Da Silva, Valotti. ALLENATORE Calori 5,5. TRAPANI (4-3-1-2) Gomis 6,5; Perticone 6, Pagliarulo 6,5, Terlizzi 6, Rizzato 6 (dal 27’ s.t. Basso 6); Ciaramitaro 6,5, Zampa 6 (dal 20’ s.t. Scozzarella 6), Barillà 6,5; Aramu 5,5; Malele 5 (dal 5’ s.t. Abate 6), Curiale 5. PANCHINA Marcone, Daì, Martinelli, Falco, Feola, Lo Bue. ALLENATORE Cosmi 6. ARBITRO Maresca di Napoli 5,5. GUARDALINEE Citro 6-Santoro 6. ESPULSI Benali (B) al 21’ s.t. per gioco scorretto. AMMONITI H’Maidat (B), Ant. Caracciolo (B), Barillà (T) e Aramu (T) per gioco scorretto. NOTE spettatori 8.000 circa; paganti, abbonati, incasso e quota non comuncati. Tiri in porta 4-4. Tiri fuori 1-5. In fuorigioco 0-1. Angoli 7-4. Recuperi: p.t. 2’, s.t. 4’.

Roberto Pelucchi INVIATO A BRESCIA

N

eppure la spinta di un pubblico finalmente numeroso (circa 8.000 persone, invogliate anche dai prezzi ribassati) e un gol di Sodinha sono serviti a spingere il Brescia, sempre più incanalato verso la retrocessione. Dopo tre sconfitte consecutive in casa, e la miseria di un punto in quattro partite, è arrivato un altro pareggino che allunga l’agonia e fa crollare forse anche le ultime speranze. «Ci avete rotto i c... veniamo coi bastoni» è stato il coro minaccioso della curva bresciana che dopo la partita ha contestato pesantemente la squadra . Il Trapani, con un bolide di Barillà, ha ottenuto quello che voleva, il pareggio che consente a Cosmi di continuare l’operazione-rinascita dopo la vittoria sulla Ternana e il pareggio con il Bologna. CAMBIO DI MODULO Calori ha ridisegnato il Brescia, partendo dalla difesa a 4 e facendo sostenere l’unica punta Corvia da Sodinha e Sestu. Il nuovo assetto gli ha permesso di limitare le sofferenze e di spingere sulle fasce, anche se i tanti cross sono risultati inutili mancando l’unico giocatore in grado di sfruttarli (Andrea Caracciolo, neppure in panchina per un guaio muscola-

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re a una coscia). Una buona dose di aggressività - necessaria, ma non scontata per il modesto Brescia di questi tempi - ha permesso di portare pressione ai limiti dell’area siciliana, ma con una manovra fin troppo ragionata, che ha permesso al Trapani di alzare il muro. Il primo tempo si è chiuso con 6 angoli per il Brescia, ma neppure un’occasione davvero pericolosa: solo un goffo intervento di Gomis, beccato dal pubblico per le ruggini dell’andata, ha reso da brividi un sinistro a giro di Sestu. Moderata protesta al 14’ per un tocco di mano di Pagliarulo che Maresca ha considerato involontario. FOLLIA DI BENALI Fino al gol di Sodinha, Pagliaruolo e Terlizzi avevano intercettato tutte le palle alte, ma la pressione era stata al minimo sindacale. Una palla persa da Malele in avvio di ripresa ha regalato a Sestu una occasione d’oro (Gomis provvidenziale). Al 17’ è arrivato il gol del Brescia: cross di Zambelli e - udite udite - capocciata vincente di Sodinha nel cuore di una difesa imbambolata. Il Brescia ha sfiorato il 2-0 con Corvia, ma un’entrataccia a metà campo di Benali su Rizzato (rosos giusto) ha rimesso in salita la strada di Calori. Barillà ha pareggiato con la complicità di Arcari e poi il Trapani ha sfiorato la vittoria fallendo due buone occasioni. © RIPRODUZIONE RISERVATA

IL MIGLIORE

6,5 ● BARILLA’

CENTROCAMPISTA DEL TRAPANI

Assalto Cittadella Il Perugia fa poco Granoche sbaglia Crotone più vivace poi segna il rigore Brignoli para tutto ma lo 0-0 è giusto Varese, pari inutile La Ternana respira Gaetano Imparato INVIATO A PERUGIA

N

emmeno un gol e un orario da ...oratorio, con l’arrivo dell’ora legale è come si giocasse alle 11.30. Una traversa di Ardemagni, di testa, più una sassata di Lanzafame a fine primo tempo, e poco più. Il Perugia crea poco, raccoglie meno, il Crotone fa un figurone (testa di Dos Santos e tre tiri di Ciano, con due miracoli di Koprivec). Pari giusto. LA CHIAVE Inizia il Crotone, col tridente largo, alto, da imporre spesso la difesa a 5 a Camplone e una mediana che soffre. Sostituire Lanzafame, l’unico che nel primo tempo ha graffiato più volte il Crotone, stupisce: maluccio Nicco, non molto meglio Fossati. Brilla, in lucidità e rabbia nelle conclusioni, proprio Lanzafame che al 15’ s.t. lascia il posto a Verre. Ma Camplone ha un progetto tattico e lo attua: inserisce Verre, lo piazza dietro Ardemagni e Fabinho, difesa a 4 (Crescenzi arretra), per un 4-3-1-2 leggerino in mediana. Dura poco, il Perugia si riposiziona: dentro Falcinelli, fuori Crescenzi, Mantovani arretrato esterno difensivo, attacco massiccio: 4-4-2

con Fabinho esterno. Mossa che produce il nulla, o quasi, anzi poco manca che in contropiede Suciu firmi un blitz: ma il romeno (poco prima aveva servito un pallone d’oro a Ciano), in un 3 contro 2, preferisce tirare da fuori area e non cucire l’azione fino al tiro sicuro. Sì, 0-0 in ora da domenica all’oratorio, e vissero tutti felici e contenti. © RIPRODUZIONE RISERVATA

PERUGIA-CROTONE 0-0 PERUGIA (3-5-2) Koprivec 6,5; Hegazi 6, Comotto 6, Mantovani 6; Faraoni 6, Lanzafame 6,5 (dal 14’ s.t. Verre 5,5), Fossati 5,5, Nicco 5 (dal 19’ s.t. Fazzi 6), Crescenzi 6 (dal 23’ s.t. Falcinelli 5,5); Ardemagni 6, Fabinho 6. (Amelia, Giacomazzi, Nielsen, Baldan, Taddei, Vinicius). All. Camplone 6. CROTONE ( 4-3-3) Cordaz 6,5; Balasa 6, Dos Santos 6,5 (dal 17’ s.t. Cremonesi 6), Ferrari 6,5, Martella 6; Matute 6 (dal 35’ s.t. Dezi s.v.), Maiello 6, Suciu 6; Ciano 7, Padovan 5,5 (dal 23’ s.t. Rabusic 5,5), Stoian 6. (Sojanovic, Gigli, Galardo, Salzano, De Giorgio, Ricci). All. Drago 6,5. ARBITRO Minelli di Varese 6. GUARDALINEE Marinelli 6-Oliveri 6. AMMONITI Comotto (P) per proteste; Suciu (C), Mantovani (P) e Nicco (P) per gioco scorretto; Hegazy (P) per comportamento non regolamentare. NOTE paganti 3.716, incasso non comunicato; abbonati 7.219, quota non comunicata. Tiri in porta 4 (con una traversa)-3. Tiri fuori 6-4. In fuorigioco 2-1. Angoli 6-6. Recuperi: p.t. 2’, s.t. 4’.

Paolo Reggianini MODENA

S

e non fosse per il palo colpito da Miracoli a tempo quasi scaduto, verrebbe quasi da dire che il Modena, per le diverse palle gol create dopo la metà della ripresa che hanno esaltato le qualità del portiere Perucchini, qualcosa in più l’avrebbe anche potuto meritare. Poi, andando a rivedere quel rigore un po’ generoso concesso agli emiliani sul presunto contatto Barberis-Rubin (l’arbitro era a due passi...) che ha permesso al solito Granoche (17 reti in stagione) di pareggiare, ecco che il pari risulta il verdetto più giusto. Ma a chi serve? Non certo al Varese che frena solo la caduta libera dopo cinque k.o. E nemmeno al Modena che resta sulle linea di galleggiamento a forte rischio di essere nuovamente risucchiato nelle zone calde. SPAREGGIO Quando fallisci una occasione del genere, una spareggio salvezza in casa, il minimo che ti può capitare è restare appeso ad un filo. Emiliani incapaci di fare un gol su azione alla squadra che ha subito 53 reti in campionato. Granoche ha sprecato l’occasione su rigore a metà primo

tempo (parata di Perucchini) dopo che il primo tiro, realizzato, era stato ripetuto per l’ingresso in area di troppi varesini. Ma ciò non giustifica una prova così incolore. Il Varese ha giocato per lunghi tratti meglio. © RIPRODUZIONE RISERVATA

MODENA-VARESE 1-1 PRIMO TEMPO 0-1 MARCATORI Borghese (V) al 38’ p.t.; Granoche (M) su rigore al 23’ s.t. MODENA (4-3-3) Pinsoglio 5,5; Calapai 6, Marzorati 5,5, Gozzi 6, Rubin 6 ; Martinelli 6, Schiavone 5, Signori 5 (dal 24’ s.t. Beltrame 5); Acosty 6, Granoche 6, Garritano 5 (dal 15’ s.t. Marsura 5,5). (Manfredini, Zoboli, Zucchini, Manfrin, Besea, Guidiala, Sakaj). All. Melotti-Pavan 5,5. VARESE (4-1-4-1) Perucchini 8; Fiamozzi 6, Borghese 6,5, Rossi 6, Jebbour 5,5 (dal 33’ p.t. Luoni 6); Barberis 6; Zecchin 5,5, Blasi 6 (dal 7’ s.t. Capezzi 6), Osuji 6,5, Culina 6; Miracoli 6,5. (Birighitti, Cristiano, Kurtishi, Jakimovski, De Vito, Falcone, Capello). All. Bettinelli 6. ARBITRO Ripa di Nocera Inferiore 5. GUARDALINEE Disalvo 6-Santuari 6. ESPULSI il tecnico Bettinelli (V) al 33’ s.t. per comportamento non regolamentare. AMMONITI Osuji (V), Zecchin (V), Jebbour (V) e Fiamozzi (V) per gioco scorretto; Acosty (M), Culina (V), Luoni (V) e Miracoli (V) per comportamento non regolamentare. NOTE paganti 1.268, incasso di 10.011 euro; abbonati 3.621, quota di 25.281 euro. Tiri in porta 8-2. Tiri fuori 9-2. In fuorigioco 1-0. Angoli 6-6. Recuperi: p.t. 1’, s.t., 3’.

Simone Prai CITTADELLA (PADOVA)

O

ccasioni tante, ma nessun gol al Tombolato. Cittadella e Ternana si affrontano senza risparmiarsi, avrebbe forse meritato la squadra di Foscarini, che recrimina per un gol annullato per dubbio fuorigioco e per il palo di Coralli nel finale. Nel bilancio anche qualche intervento prodigioso di Brignoli, migliore in campo. Così la Ternana interrompe la serie di 4 sconfitte. Il Cittadella s’è reso pericoloso subito, prima con Stanco quindi con Minesso, in entrambi i casi Brignoli si fa trovare pronto alla deviazione. Al 14’ annullato un gol al Cittadella per fuorigioco: Kupisz serve Stanco sul secondo palo, spettacolare girata al volo e pallone nell’angolo basso. La squadra di Foscarini dopo mezzo tempo ad alti ritmi cala d’intensità, ed esce la Ternana: colpo di testa di Avenatti alto sulla traversa, quindi Pierobon è chiamato a due respinte a terra, sul sinistro di Vitale alla mezz’ora poi su Crecco allo scadere del primo tempo. CHE FINALE Si parte di corsa anche nella ripresa, e il Cittadella sfiora subito il vantag-

gio: cross di Kupisz e destro al volo di Stanco da distanza ravvicinata che centra il portiere. Il duello Stanco-Brignoli si ripete al 26’, piatto destro dell’attaccante e respinta de portiere. Calano i ritmi - i giocatori hanno speso tantissimo - bisogna attendere l’ultimo minuto di recupero per il sussulto del Cittadella: angolo di Sgrigna, sponda di Stanco per Coralli che colpisce il palo da due passi. © RIPRODUZIONE RISERVATA

CITTADELLA-TERNANA 0-0 CITTADELLA (4-4-2) Pierobon 7; Cappelletti 6,5, De Leidi 6,5, Camigliano 6,5, Barreca 6; Kupisz 6,5, Rigoni 5,5 (dal 7’ s.t. Sgrigna 6,5), Paolucci 7, Minesso 6 (dal 36’ s.t. Bazzoffia s.v.); Gerardi 6 (dal 28’ s.t. Coralli s.v.), Stanco 6,5. (Valentini, Pecorini, Signorini, Busellato, Donazzan). All. Foscarini 6,5. TERNANA (3-5-2) Brignoli 8; Meccariello 6, Bastrini 5,5, Popescu 5,5; Fazio 6 (dal 41’ s.t. Janse s.v.), Gavazzi 7, Viola 6,5, Crecco 6 (dal 28’ s.t. Russo s.v.), Vitale 6; Ceravolo 6 (dal 28’ s.t. Dugandzic s.v.), Avenatti 5,5. (Sala, Ferronetti, Gagliardini, Dianda, Milinkovic, Tascone). All. Tesser 6. ARBITRO Nasca di Bari 5,5. GUARDALINEE Bellutti 5,5-Calò 5,5. AMMONITI Camigliano (C) per gioco scorretto; Stanco (C) per comportam. non regolamentare. NOTE paganti 867, incasso di 5.664 euro; abbonati 1.573, quota di 5.806 euro. Tiri in porta 6-5. Tiri fuori 2-4. In fuorigioco 2-2. Angoli 6-4. Recuperi: p.t. 2’, s.t. 3’.


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Lega Pro R 32a giornata

IL PERSONAGGIO di VINCENZO PITTURERI

PIETRIBIASI E’ SPIETATO IL MANGIA GOL E’ SPARITO

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on finiscono mai i giorni del condor. Stefano Pietribiasi rende omaggio al soprannome che lo accompagna da una vita e azzecca il 13 imbucando la doppietta da avvoltoio che ha steso l’Alessandria sabato. Curiosa la storia del centravanti del

Stefano Pietribiasi, 29 anni

Bassano, che alla soglia dei 30 anni e con il ciuffo col gel come un ragazzino, si è scoperto implacabile bomber dopo stagioni da gregario d’area: a volte gol clamorosi, spesso errori fragorosi. Ma dopo l’illusione della B sfumata da giovane promessa col Vicenza a un passo da casa

(lo lanciò Camolese, ma un paio di errori clamorosi sotto la curva biancorossa ne stopparono il decollo), è ritornando a respirare l’aria di famiglia a Bassano, dove è risorto: 15 reti che hanno contribuito al primo posto lo scorso anno, 13 finora al piano di sopra. Abbastanza per cancellare l’etichetta di specialista della defunta C2, dove ha quasi sempre militato. «Giocare con gli stessi compagni per un lungo periodo aiuta — dice il centravanti nato a Schio — ora mi piacerebbe eguagliare il mio record di 15 centri». Stefano dedica ogni prodezza alla moglie Greta e alla figlia Aurora e appena può si diletta con la batteria. Ma adesso le sta suonando a tutti quanti. © RIPRODUZIONE RISERVATA

GIRONE A

C’è il solito Evacuo Poi ci pensa Tozzo E al Novara basta 1Battuto il Real Vicenza, adesso Toscano allunga Il bomber fa 12, il portiere resiste in casa da 514’ NOVARA

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REAL VICENZA

0

MARCATORE Evacuo su rigore al 12’ s.t. NOVARA (3-5-2) Tozzo 6,5; Vicari 6, Gavazzi 6, Bergamelli 6,5; Dickmann 6, Faragò 6, Buzzegoli 7 (dal 24’ s.t. Bianchi 6), Pesce 6, Garufo 6,5 (dal 9’ s.t. Garofalo 6,5); Gonzalez 6,5 (dal 40’ s.t. Corazza s.v.), Evacuo 7. (Montipò, Freddi, Miglietta, Della Rocca). All. Toscano 6. REAL VICENZA (3-5-2) Tomei 7; Quintavalla 6, Polverini 5, Piccinni 6 (dal 25’ p.t. Carlini 5); Chiarello 5 (dal 29’ s.t. Bardelloni 5,5), Cristini 5,5, Pavan 6, Dalla Bona 5, Vannucci 6; Bruno 6,5, Margiotta 5 (dal 26’ s.t. De Pina 6). (Bonato, Beccaro, Malagò, Lavagnoli). All. Marcolini 6. ARBITRO Formato di Benevento 6. NOTE paganti 1.346, abbonati 3.140, incasso di 23.266 euro. Ammoniti Quintavalla, Polverini, Carlini, Dalla Bona e Faragò. Angoli 10-4.

Feralpi bloccata: altro 0-0 in casa Il Renate respira

Giuseppe Maddaluno NOVARA

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asta il 12° gol stagionale di Evacuo, il quarto dal dischetto, al Novara per superare il Real Vicenza e portarsi a +2 sul Bassano, in attesa di capire l’entità della penalizzazione (appuntamento, per il primo grado, fissato al 10 aprile) che potrebbe rimescolare le carte. Toscano conferma l’undici vittorioso con il Renate e sono gli azzurri a fare il match in avvio con gli spunti di Gonzalez e Buzzegoli a mettere in difficoltà gli ospiti, pur senza impensierire Tomei. L’unico brivido per la difesa azzurra arriva al 18’, quando Tozzo non trattiene una punizione centrale e Piccinni, a porta spalancata, manda out il tap-in. Il Real Vi-

Il Pordenone è ancora vivo Mantova spreca

cenza concede pochi spazi, il Novara si affida alle iniziative personali e prima Gonzalez calcia di poco a lato dal limite, poi Faragò costringe al corner la difesa veneta. Buzzegoli orchestra il gioco al meglio, e alla mezzora la sua verticalizzazione libera Garufo che, a sua volta, serve Evacuo che, da due passi, conclude debole. DECIDE EVACUO In avvio di ripresa crescono gli ospiti, che sfiorano anche il vantaggio con un bolide di Bruno al 6’, out di poco. Nel miglior momento degli ospiti, il Novara trova il vantaggio: Polverini stende Evacuo in area e il bomber campano, dal dischetto, spiazza Tomei e raggiunge Gonzalez a quota dodici gol. Il Novara guadagna campo e sfiora il raddoppio ancora con Evacuo che, di testa, prima manda di poco a lato, poi costringe al miracolo Tomei al 25’. Il Novara non chiude e il Real Vicenza manca il pari con Chiarello e Da Pina che, da due passi, non inquadrano la porta. Tomei tiene in gioco fino alla fine i suoi, con un altro miracolo su Evacuo, poi, a 2’ dalla fine, Tozzo si supera per deviare in corner il gran tiro di Vannucci, prolungando la propria imbattibilità interna a 514’. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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PORDENONE

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TORRES

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RENATE

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MANTOVA

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● SALÒ (Bs) La Feralpi non sa più segnare e si fa imporre dal Renate il terzo 0-0 interno di fila. Questa nuova mezza delusione segna la fine dei sogni. Gara equilibrata: la Feralpi ha colpito la traversa con Galuppini e impegnato Cincilla con Romero; il Renate è andato vicino al gol con una rovesciata di Radrezza, respinta sulla linea da Galuppini, e non ha sfruttato una mischia davanti alla porta nel recupero. Juan Antonio, altri guai: fuori dopo 17’ per la lussazione a una spalla. Giulio Tosini

MARCATORI A. Migliorini (P) al 26’, Bjelanovic (P) al 36’ p.t.; Trainotti (M) al 23’ s.t. PORDENONE (3-5-2) Careri 6,5; Salvatori 6, Ferrani 6, Fissore 6; Placido 5,5, Fortunato 6, A. Migliorini 7 (dal 38’ s.t. Buratto s.v.), Maracchi 6, Bertolucci 6; Bjelanovic 7 (dal 18’ s.t. Simic 5), Maccan 5,5 (dal 33’ s.t. Ravasi 6). (Maniero, Ghinassi, G. Migliorini, Franchini). All. Rossitto 6,5. MANTOVA (3-4-3) Zima 6; Trainotti 6,5, Todisco 5,5, Scrosta 6; Gonzi 6 (dal 33’ s.t. Sartore s.v.), Paro 6,5, Raggio Garibaldi 6, Blaze 6 (dal 1’ s.t. Beleck 6); Said 6, Caridi 6, Boniperti 6 (dall’8’ s.t. Gyasi 6,5). (Festa, Marchiori, Di Santantonio, Zammarini). All. Juric 6. ARBITRO Di Ruberto di Nocera Inferiore 5,5. NOTE paganti 450, abbonati 120, incasso n.c. Espulso il tecnico Juric al 44’ s.t.; ammoniti Said, Placido, Fortunato e Gyasi. Angoli 3-12. ●

PORDENONE Di solito sprecone, il Pordenone è cinico grazie soprattutto al destro vellutato di Andrea Migliorini che su punizione dal limite spolvera l’incrocio. Poi Bjelanovic raddoppia di testa. Il Mantova è l’altra faccia della medaglia: crea ma sciupa. Nel primo tempo recrimina un rigore per fallo su Boniperti e al 45’ Caridi prende il palo. Nella ripresa accorcia Trainotti ma non basta. Alberto Francescut

SQUADRE

NOVARA BASSANO PAVIA (-1) ALESSANDRIA COMO FERALPI SALO' REAL VICENZA AREZZO VENEZIA SUDTIROL MANTOVA (-3) RENATE CREMONESE TORRES GIANA MONZA (-2) LUMEZZANE ALBINOLEFFE PRO PATRIA (-1) PORDENONE

TORRES (4-3-3) Testa 6; Aya 5,5, Marchetti 6, Migliaccio 6, Ligorio 5,5; Imparato 6 (dal 1’ s.t. Marinaro 6,5), Cerone 6, Foglia 6,5 (dal 33’ s.t. Bottone s.v.); Baraye 7, Scotto 6 (dal 22’ s.t. Barbuti s.v.), Maiorino 6,5. (Costantino, Schiavino, Minarini, Buonaiuto). All. Bucchi 6. MONZA (4-3-1-2) De Lucia 6,5; El Hasni 6,5, Giorgi 6 (dal 22’ p.t. De Bode 6), Martinez 6, Pugliese 6; D’Ambrosio 6, Uliano 6, Pessina 6,5 (dal 42’ s.t. Toskic s.v.); Conti 6; Torri 6,5 (dal 26’ s.t. Bernasconi s.v.), Carbonaro 6. (Chimini, Corduas, Asante, Grandi). All. Pea 6. ARBITRO Capilungo di Lecce 6. NOTE spettatori 400 circa; abbonati 200, paganti e incasso n.c. Ammoniti Imparato e Migliaccio. Angoli 5-5. ● SASSARI Il pareggio tra Torres e Monza certifica la crisi dela squadra di Bucchi, che non vince da due mesi e nelle ultime 8 partite ha segnato un gol. La mancata vittoria interna contro un avversario diretto è un match-ball sprecato nella corsa alla salvezza diretta. E invece il punto conquistato a Sassari tiene accesa la speranza del Monza, la cui muraglia umana difronte alla porta di De Lucia ha retto senza troppi patemi. Il pericolo più grosso l’ha creato Maiorino al 32’ della ripresa con una violenta conclusione su assist di Ligorio, ma il palo gli ha strozzato in gola l’urlo di gioia. Gian Mario Sias

PT

63 61 60 59 54 48 46 44 43 43 40 40 39 38 36 35 30 28 25 24

PARTITE

RETI

G

V

N

P

F

S

32 32 32 32 32 32 32 32 32 32 32 32 32 32 32 32 32 32 32 32

18 17 17 16 16 12 11 11 12 11 12 10 9 9 9 9 7 6 5 6

9 10 10 11 6 12 13 11 7 10 7 10 12 11 9 10 9 10 11 6

5 5 5 5 10 8 8 10 13 11 13 12 11 12 14 13 16 16 16 20

51 49 50 47 39 39 40 31 40 35 32 32 36 29 25 32 27 23 35 25

28 32 34 28 29 37 33 29 37 32 27 42 39 33 30 33 43 44 57 50

PROMOSSE PLAYOFF PLAYOUT RETROCESSA

RISULTATI ALBINOLEFFE-VENEZIA AREZZO-PRO PATRIA BASSANO-ALESSANDRIA CREMONESE-COMO FERALPI SALO'-RENATE GIANA-PAVIA LUMEZZANE-SUDTIROL NOVARA-REAL VICENZA PORDENONE-MANTOVA TORRES-MONZA

3-3 2-2 3-2 1-0 0-0 0-0 0-0 1-0 2-1 0-0

PROSSIMO TURNO MERCOLEDÌ 1 APRILE VENEZIA-LUMEZZANE (ore 17) (2-3) COMO-BASSANO (ore 19.30) (0-1) CREMONESE-PAVIA (ore 19.30) (1-4) ALESSANDRIA-PRO PATRIA (ore 20.45) (3-1) GIOVEDÌ 2 APRILE SUDTIROL-TORRES (ore 14.30) (1-0) RENATE-PORDENONE (ore 17) (3-1) ALBINOLEFFE-NOVARA (ore 19.30) (1-4) MONZA-FERALPI SALO’ (ore 19.30) (0-1) REAL VICENZA-AREZZO (ore 19.30) (0-2) MANTOVA-GIANA (ore 20.45) (2-0)

MARCATORI 16 RETI Bruno (4, Real Vicenza). 14 RETI Momente’ (4, AlbinoLeffe). 13 RETI Pietribiasi (Bassano); Ferretti (Pavia). 12 RETI Evacuo (4) e Gonzalez (Novara); Fischnaller (1, Sudtirol); Maiorino (2, Torres). 11 RETI Corazza (Novara). 10 RETI Ganz (Como); Brighenti (1, Cremonese); Cesarini (3, Pavia). 9 RETI Marconi (1, Alessandria); Nole’ (4, Bassano); Le Noci (1, Como); Soncin (4, Pavia); Bellazzini (6, Venezia). 8 RETI Rantier (1, Alessandria); Vita (2, Monza; ora è nel Vicenza); Candido e Serafini (4, Pro Patria); Magnaghi e Raimondi (1, Venezia). 7 RETI Mezavilla (Alessandria); Iocolano (1, Bassano); Jadid (1, Cremonese); Ranellucci (Feralpi Salo’); Cocuzza (Renate). 6 RETI Guazzo (Alessandria); Erpen (2, Arezzo); Cattaneo (Bassano); Romero (Feralpi Salo’); Cristini (Real Vicenza); Greco (2, Venezia).

Una Torres in crisi non vince da 2 mesi Monza, buon punto

FERALPI SALÒ

FERALPI SALÒ (4-3-3) Branduani 6,5; Tantardini 6,5, Leonarduzzi 6, Ranellucci 6, Broli 6; Fabris 6,5, Pinardi 6,5, Cavion 6 (dal 12’ s.t. Palma 5,5); Bracaletti 5 (dal 32’ s.t. Gulin s.v.), Romero 6, Juan Antonio s.v. (dal 17’ p.t. Galuppini 5,5). (Proietti Gaffi, Codromaz, Carboni, Zamparo). All. Scienza 6. RENATE (3-5-2) Cincilla 6,5; Di Gennaro 6 (dal 19’ s.t. Scaccabarozzi 6), Malgrati 6, Riva 6,5; Adobati 6, Muchetti 5,5 (dal 35’ p.t. Mantovani 5,5), Perini 6,5, Chimenti 6,5, Iovine 6,5; Odogwu 6,5 (dal 41’ s.t. Spampatti s.v.), Radrezza 6,5. (Vannucchi, Morotti, Mira, Florian). All. Boldini 6. ARBITRO Maggioni di Lecco 6,5. NOTE spettatori 600 circa; paganti, abbonati e incasso non comunicati. Ammoniti Perini, Radrezza, Riva, Malgrati, Tantardini e Ranellucci. Angoli 4-6.

CLASSIFICA

REGOLAMENTO SALGONO IN 4: UNA AI PLAYOFF SCENDONO IN 9: SEI AI PLAYOUT ●

Ecco il regolamento della nuova Lega Pro unica, che prevede quattro promozioni in Serie B (con una nuova formula dei playoff) e nove retrocessioni in Serie D. PROMOZIONI Salgono in Serie B le prime di ciascun girone. Le seconde e le terze più le due migliori quarte (si guardano i punti conquistati, poi la differenza reti, o il maggior numero di reti segnate, ecc...) accedono ai playoff, nei quali (il primo turno sarà a gara unica) la miglior seconda riceve la peggior quarta, la seconda miglior seconda riceve l’altra quarta, la peggior seconda riceve la peggior terza, la miglior terza riceve la seconda delle terze. In caso di parità si va a supplementari e poi eventualmente ai calci di rigore. Poi ci sono le semifinali e le finali con andata (in casa delle peggio classificate) e ritorno: anche qui in caso di parità supplementari e rigori.

RETROCESSIONI Scendono in Serie D le ultime classificate di ogni girone. Ai playout vanno 16a, 17a, 18a e 19a di ogni girone con la seguente formula: 19a contro 16a, 18a contro 17a. Sono partite di andata e ritorno: in caso di parità di punteggio si salva la squadra meglio classificata in campionato.

L'ANALISI di MATTEO PIERELLI

LE CAPOLISTA TENGONO MA DIETRO TUTTO RUOTA

Domenico Toscano, 43 LIVERANI

C

ambia ancora lo scenario. Non in vetta, dove tengono duro Novara (che solo il 10 aprile conoscerà la consistenza della penalizzazione), Teramo e Salernitana, ma nei playoff. Oggi le sfide del primo turno per stabilire la quarta promozione sarebbero: Benevento-Juve

Stabia, BassanoAlessandria, AscoliReggiana e PaviaMatera. Una curiosità: soltanto l’ultimo accoppiamento vedrebbe di fronte squadre di gironi diversi. Ma è un quadro assolutamente empirico. Intanto perché la Casertana

GIRONE B

Un Docente di lusso inguaia l’Ascoli ed è contestazione 1La doppietta dell’attaccante esalta il Forlì

Petrone avanti e poi sotto: il Teramo ringrazia FORLÌ

2

ASCOLI

1

Gavino Cau FORLÌ

MARCATORI Chiricò (A) al 44’ p.t.; Docente (F) al 3’ e su rigore al 13’ s.t. FORLI’ (4-3-1-2) Casadei 7; Casini 6,5, Catacchini 6,5, Drudi 6,5, Turi 6; T. Arrigoni 7, Pettarin 6, Pastore 6 (dal 24’ s.t. Fantoni 6); Rosafio 6,5 (dal 27’ s.t. Fantini 6,5); Docente 8, Melandri 6 (dal 40’ s.t. Morga s.v.). (Scotti, Capellini, Castellani, Gliozzi). All. Firicano 7. ASCOLI (4-2-3-1) Lanni 6; Avogadri 5, Cinaglia 5 (dal 43’ s.t. Mori s.v.), Mengoni 6,5, Pelagatti 5 (dal 19’ s.t. Mustacchio 6); Addae 5, Gualdi 5,5; Nardini 5, Berrettoni 5 (dal 15’ s.t. Altinier 5), Chiricò 6,5; Tripoli 5,5. (Ragni, Barison, Dell’Orco, Minnozzi). All. Petrone 5,5. ARBITRO Serra di Torino 6,5. NOTE spettatori 2.000 circa; paganti e abbonati n.c., incasso di 14.537 euro. Ammoniti Avogadri, Drudi, Pastore, Pelagatti, Cinaglia, Turi, Casadei e Tripoli. Angoli 4-1.

Ascoli cade a Forlì e spreca l’occasione di agganciare in vetta il Teramo che, anzi, aumenta a tre punti il vantaggio. Senza vittorie da quattro partite i marchigiani finiscono contestati sotto lo spicchio di tribuna occupata dagli 800 tifosi che hanno accompagnato la squadra in Romagna, dopo la revoca del divieto di seguire i marchigiani in trasferta per la terza settimana dopo i fatti di Pisa. Anche questa volta, però, la rabbia dei sostenitori si è sfogata nel peggiore dei modi: il difensore Daniele Mori, 25 anni, che tra l’altro è entrato solo nei minuti finali, è stato colpito da alcune monete lanciate dagli spalti e ha riportato due

L’Aquila in forma Tre vittorie di fila Santarcangelo ko

Derby Lucchese Pistoiese battuta e tifosi in rivolta

L’

L’AQUILA

2

PISTOIESE

0

SANTARCANGELO

1

LUCCHESE

2

MARCATORI Corapi (LA) al 5’, Pomante (LA) al 13’ p.t.; De Respinis (S) al 5’ s.t. L’AQUILA (4-2-3-1) Zandrini 6; Scrugli 6, Pomante 6,5, Zaffagnini 6, Pedrelli 6; Djuric 5,5, De Francesco 6 (dal 14’ s.t. Perpetuini 5,5); Pacilli 6 (dal 31’ s.t. Sandomenico s.v.), Corapi 6, Triarico 6; Virdis 5,5 (dal 24’ s.t. Pozzebon 5,5). (Cacchioli, Carini, Gotti, Perna). All. Zavettieri 6. SANTARCANGELO (4-3-2-1) Nardi 5; Traorè 6, Cola 6, Capitanio 6, Rossi 5,5; Bisoli 5,5, Taugourdeau 6 (dal 6’ s.t. Obeng 6), Garufi 5,5; Argeri 6 (dall’8’ s.t. Radoi 6), De Respinis 6,5; Guidone 5,5 (dal 21’ s.t. Graziani 6). (Lombardi, Olivi, Adorni, Possenti). All. Cuttone 6. ARBITRO Capraro di Frosinone 6. NOTE paganti 726, abbonati 340, incasso n.c. Ammoniti De Francesco, Virdis, Bisoli, Pozzebon e Radoi. Angoli 5-6. ● L’AQUILA Pur soffrendo, L’Aquila centra la terza vittoria di fila e torna ad accendere una timida speranza per i playoff. Il Santarcangelo, invece, dimostra di avere l’orgoglio per puntare alla salvezza. Dopo 5’ L’Aquila passa: punizione rasoterra da 30 metri di Corapi, il rimbalzo inganna Nardi. Poco dopo il raddoppio di Pomante. Nella ripresa De Respinis accorcia con un tocco a giro nel sette, ma nel finale L’Aquila controlla bene. Alessandro Fallocco

MARCATORI Degeri al 33’, Ferretti al 47’ p.t. PISTOIESE (4-3-3) M. Ricci I 5; Celiento 5, L. Ricci 5, Di Bari 5,5, Falasco 4,5 (dal 1’ s.t. Frascatore 5,5); Mungo 5, Calvano 5 (dal 30’ s.t. Anastasi s.v.), Vassallo 5,5; Falzerano 5, Romeo 5, Martignago 4,5 (dall’8’ s.t. Coulibaly 5). (Olczak, Golubovic, Piana, M. Ricci II). All. Sottili 5,5. LUCCHESE (4-3-1-2) Di Masi 7; Calcagni 6,5, Espeche 6,5, Calistri 6,5, Nolè 6; Ferretti 7 (dal 40’ s.t. Strizzolo s.v.), Degeri 7,5, Mingazzini 7; Lo Sicco 6 (dal 29’ s.t. Pizza s.v.); Forte 6, Raicevic 6 (dal 14’ s.t. Scapinello 6). (Pazzagli, Cazè, Risaliti, Bianchi). All. Galderisi 7. ARBITRO Marinelli di Tivoli 6,5. NOTE paganti 818, abbonati 501, incasso di 10.534 euro. Ammoniti Celiento, Ferretti, Calcagni e Mungo. Angoli 5-2. ●

PISTOIA Dopo quello con il Pisa, la Lucchese vince anche il derby con la Pistoiese, alla quarta sconfitta di fila e vivacemente contestata. La squadra di Sottili è vittima della buona organizzazione della Lucchese e dei suoi stessi errori. Infatti, oltre a sbagliare (36’) un rigore con Romeo, ha fallito 4 clamorose occasioni. La Lucchese ha messo in cassaforte i tre punti già nel primo tempo con il poderoso Degeri e con Ferretti su lancio geniale di Mingazzini. Enzo Cabella


LUNEDÌ 30 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Vincenzo Vivarini, 48 anni IPP

Leonardo Menichini, 61 anni LAPRESSE

(ora a -1 dalla coppia Matera-Juve Stabia) deve recuperare la partita rinviata con un po’ troppa precipitazione a Martina Franca, dove nel frattempo è anche saltato l’allenatore. E poi perché nelle ultime sei giornate tante cose possono cambiare. Le sorprese sono all’ordine del giorno. Come il crollo dell’Ascoli, ora a -3

dal Teramo e atteso dalla capolista all’ultima giornata. Uno scontro diretto che forse sarà decisivo. Ma attenzione alle squadre fuori dai giochi, che ora sono poche ma che sono destinate ad aumentare e a condizionare il finale. Nel girone C probabilmente sarà un testa a testa fino a maggio tra Salernitana e

Benevento. Molto più aperta la situazione a Nord. Il Novara si aggrappa con tutte le forze al fattore Piola, dove ha perso solo a inizio gennaio contro il Lumezzane: con il Real Vicenza è arrivata la sesta vittoria di fila e l’imbattibilità casalinga ora è salita a 514 minuti. Forse non basterà a salvare la pelle dagli inseguitori se la penalizzazione sarà pesante. Ma la squadra di Toscano ha il dovere di restare concentrata solo sul campo. Anche perché per pensare c’è poco tempo. Ora si gioca mercoledì e giovedì, poi via al mese di fuoco dal 12 aprile al 10 maggio, con le ultime 5 roventi giornate che decideranno il destino di tutti. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Lo Zigoni show e la Spal brinda Ancona: rovinata la festa per i 110

Il rigore segnato da Emilio Docente, 31 anni, attaccante del Forlì LIVERANI

ferite, al sopracciglio e alla fronte. Medicato nell’infermeria dello stadio si è ripreso, ma l’episodio ha amareggiato il direttore generale dell’Ascoli Gianni Lovato: «Abbiamo fatto tanto per avere i nostri tifosi al seguito, se questa è la ricompensa c’è da riflettere. Poteva finire in tragedia. Non abbiamo giocato bene e non stiamo attraversando un buon periodo, ma questo non giustifica certi comportamenti». DIGIUNO FINITO Per il Forlì, invece, tre punti d’oro dopo ben dodici partite senza vittorie. A decidere la gara, in avvio di ripresa, Docente, capace prima di

Cellini spietato Carrarese ok La Pro è battuta

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Colpo Ingrosso Tuttocuoio in 10 resiste al Gubbio

PRO PIACENZA

1

TUTTOCUOIO

1

CARRARESE

2

GUBBIO

0

MARCATORI Cellini (C) al 39’, Belcastro (C) al 44’ p.t.; Speziale (PP) al 10’ s.t. PRO PIACENZA (4-3-3) Alfonso 6; Castellana 6, Sall 6, Bini 6, Sane 5,5 (dal 27’ s.t. Petrini 6); Barba 6, Silva 5,5, Marmiroli 5 (dal 1’ s.t. Schiavini 5); Matteassi 6 (dal 35’ s.t. Giovio s.v.), Speziale 6, Alessandro 6,5. (Iali, Bacher, Mascolo, Caboni). All. Franzini 6. CARRARESE (4-3-1-2) Zanotti 6; Berra 6, Teso 6, Massoni 6, Lancini 6; Brondi 6, Castagnetti 6 (6’ s.t. Gherardi 6), Gnahorè 6; Belcastro 6,5; Cellini 6,5 (27’ s.t. Di Nardo s.v.), Merini 6 (dal 39’ s.t. Sbraga s.v.). (Anedda, Disabato, Beltrame, Ademi). All. Remondina 6,5. ARBITRO Mantelli di Brescia 6. NOTE paganti 550, abbonati 154, incasso di 3.100 euro. Amm. Bini, Brondi, Silva, Matteassi, Zanotti, Berra e Gherardi. Angoli 4-2. ●

finalizzare con un sinistro preciso un assist in area di Rosafio al 3’, e poi di trasformare con freddezza un rigore che lui stesso si era procurato per fallo di Avogadri. Una doppietta che ha consentito alla squadra di Firicano di ribaltare il risultato visto che l’Ascoli si era portato in vantaggio con Chiricò allo scadere del primo tempo, con un sinistro da distanza ravvicinata che Casadei riusciva solo a far impennare alle sue spalle. La reazione della seconda della classe non è certo stata all’altezza. Un segnale poco incoraggiante in vista della volata finale per la promozione diretta.

PIACENZA Marco Cellini matador della Carrarese: tre gol all’andata e uno al ritorno, quello che rompe l’equilibrio di una partita risolta poi con il raddoppio di Belcastro. La Pro Piacenza, già insidiosa nel primo tempo nel periodo del gol di Cellini, si sveglia nella ripresa, anche grazie al cambio di modulo: 3-5-2. L’arrembaggio porta alla rete di Speziale, poi le mischie si ripetono ma producono solo due occasioni di Giovio e Schiavini. Paolo Gentilotti

MARCATORE Ingrosso al 37’ p.t. TUTTOCUOIO (4-3-1-2) Bacci 6,5; Ingrosso 6,5, Falivena 6, Colombini 6, Zanchi 7; Deiola 6, Balde 5,5, Gargiulo 6 (dal 41’ s.t. Agrifogli s.v.); Serrotti 6,5; Tempesti 6 (dal 28’ s.t. Vitale 6), Civilleri 6 (dal 17’ s.t. Gioè 6). (Micheli, Mancini, Bachini, Gelli). All. Alvini 6. GUBBIO (4-3-3) Iannarilli 6; Luciani 6, Manganelli 5,5, Lasicki 5,5 (dal 1’ s.t. Vettraino 5,5), Rosato 6; Casiraghi 6, Loviso 6, Guerri 6,5 (dal 39’ s.t. Domini s.v.); D’Anna 6,5, Regolanti 5 (dal 1’ s.t. Cais 6), Tutino 6. (Citti, Bentoglio, Caldore, Castelletto). All. Acori 6. ARBITRO Sprezzola di Mestre 5,5. NOTE paganti 255, abbonati 138, incasso di 3.224 euro. Espulso Balde al 26’ s.t.; ammonito Deiola. Angoli 3-6. ● PONTEDERA (Pi) Un gol di Ingrosso poco prima del riposo consente al Tuttocuoio di battere il Gubbio e di ipotecare la salvezza. Per i rossoblù di Acori invece un’occasione persa per distanziare la zona pericolosa. La squadra di Alvini (ancora priva dello squalificato Colombo), dopo il vantaggio, controlla la partita per oltre un’ora. Poi l’espulsione di Balde spiana la strada al forcing del Gubbio. Per D’Anna e compagni ci sono anche tre buone occasioni per pareggiare ma il risultato non cambia. E’ festa Tuttocuoio. Luca Calò

Gianmarco Zigoni, 23 anni

GIRONE C

CLASSIFICA SQUADRE

TERAMO ASCOLI REGGIANA L'AQUILA PISA SPAL ANCONA TUTTOCUOIO PONTEDERA LUCCHESE CARRARESE GUBBIO GROSSETO (-1) PRATO SAVONA SANTARCANGELO FORLI' PISTOIESE PRO PIACENZA (-8) SAN MARINO

PT

62 59 54 51 48 46 45 44 44 44 41 39 38 35 35 34 33 33 28 26

PARTITE

RETI

G

V

N

P

F

S

32 32 31 32 31 32 31 32 32 32 32 32 32 32 32 31 32 30 32 32

17 16 15 13 13 13 11 11 11 11 8 9 9 7 9 8 8 9 10 6

11 11 9 12 9 7 12 11 11 11 17 12 12 14 8 10 9 6 6 8

4 5 7 7 9 12 8 10 10 10 7 11 11 11 15 13 15 15 16 18

49 50 42 36 33 34 36 37 36 35 41 40 36 36 32 27 30 32 28 32

26 29 24 27 23 28 33 47 31 33 35 40 34 44 48 32 46 50 45 47

PROMOSSE PLAYOFF PLAYOUT RETROCESSA

RISULTATI ANCONA-SPAL FORLI'-ASCOLI GROSSETO-PONTEDERA L'AQUILA-SANTARCANGELO PISA-PRATO PISTOIESE-LUCCHESE PRO PIACENZA-CARRARESE REGGIANA-TERAMO SAN MARINO-SAVONA TUTTOCUOIO-GUBBIO

0-3 2-1 1-0 2-1 0-0 0-2 1-2 0-0 1-2 1-0

PROSSIMO TURNO MERCOLEDÌ 1 APRILE PRATO-REGGIANA (ore 14.30) (0-4) SANTARCANGELO-GROSSETO (ore 17) (0-1) CARRARESE-PISA (ore 19.30) (1-0) PONTEDERA-PISTOIESE (ore 20.45) (1-1) GIOVEDÌ 2 APRILE LUCCHESE-SAN MARINO (ore 14.30) (1-0) SAVONA-L’AQUILA (ore 14.30) (0-1) ASCOLI-PRO PIACENZA (ore 17) (3-0) TERAMO-TUTTOCUOIO (ore 17) (0-0) GUBBIO-ANCONA (ore 19.30) (4-2) SPAL-FORLI’ (ore 20.45) (0-1)

MARCATORI

ANCONA

0

SPAL

3

MARCATORE Zigoni al 14’ su rigore, al 32’ e al 37’ s.t. ANCONA (3-4-3) Lori 5,5; Dierna 4, Mallus 5,5, Cangi 5; Parodi 5,5, Sampietro 5,5 (dal 21’ s.t. Cognigni 5,5), Di Ceglie 5 (dal 36’ s.t. Camillucci s.v.), D’Orazio 5,5; Morbidelli 5 (dal 12’ s.t. Bondi 6), Tavares 5, Tulli 5,5. (Aprea, Paoli, Lisai, Montagnoli). All. Cornacchini 5,5. SPAL (5-3-2) Menegatti 6; Lazzari 6,5, Gasparetto 6, Cottafava 7, Giani 6,5, Nava 6 (dal 24’ s.t. Aldrovandi s.v.); Gentile 7, Capece 7, Di Quinzio 6,5 (dal 38’ s.t. Togni s.v.); Zigoni 8, Finotto 6,5 (dal 41’ s.t. Rovini s.v.). (Albertoni, Bellemo, Fioretti, Gerbaudo). All. Semplici 7. ARBITRO Viotti di Tivoli 5. NOTE paganti 1.485, abbonati 678, incasso non comunicato. Espulso Dierna al 27’ s.t.; ammoniti Dierna, Di Ceglie, Mallus e Cangi. Angoli 57. ● ANCONA Qui aveva segnato il suo primo gol tra i professionisti, ai tempi del Treviso. Qui ha firmato la prima tripletta in carriera. Il Del Conero porta fortuna a Gianmarco Zigoni, simbolo della rinascita della Spal che ha rovinato la festa per i 110 anni della gemellata Ancona. Fanno 8 gol da gennaio per l’attaccante dei ferraresi, 6 nelle ultime 4 partite in cui ha regalato 12 punti alla squadra di Leo Semplici. Sorride il Milan che ne detiene il cartellino, ma ancor più il tecnico, che dopo la partita ha spiegato: «Non ho fatto miracoli, Zigoni veniva da un brutto periodo a Monza nel girone di andata e da noi ha trovato grossi stimoli».

IL PROTAGONISTA Quasi non ci crede Zigoni che ieri ha ricordato davvero papà Gianfranco, ex attaccante di Juve e Roma e soprattutto Verona. L’autore della tripletta all’Ancona ha detto: «Sono contentissimo. Quando sono arrivato alla Spal c’era un po’ di scetticismo attorno a me, spero di aver fatto cambiare idea alla gente. Il futuro? Se c’è un progetto per la B, resto a Ferrara». Dopo una traversa nel primo tempo con successivo gol annullato a Finotto - ma era regolare - il 23enne veronese si è scatenato nella ripresa: il rigore (inesistente: cross di Gentile sulla schiena di Cangi), poi due reti in 5 minuti sui traversoni di Lazzari e Capece, con l’Ancona rimasto in dieci per una gomitata di Dierna a Giani. Stefano Rispoli

18 RETI Donnarumma (4, Teramo). 16 RETI Cellini (5, Carrarese). 15 RETI Arma (5, Pisa); Lapadula (1, Teramo). 14 RETI Bocalon (2, Prato). 13 RETI Altinier (3, Ascoli). 12 RETI Ruopolo (Reggiana). 11 RETI Torromino (1, Grosseto); Loviso (4, Gubbio). 10 RETI Grassi (8 con 1 rigore nel Pontedera) e Perez (2, Ascoli); Forte (2, Lucchese; 2 nel Forli’). 9 RETI Merini (Carrarese); Docente (2, Forli’); Sandomenico (L’Aquila); Fanucchi (1, Prato); Scappini (3, Savona); Colombo (2, Tuttocuoio). 8 RETI Pichlmann (1, Grosseto); Regolanti (Gubbio); Lo Sicco (Lucchese); Fioretti (3) e Zigoni (3, Spal). 7 RETI Tavares (2, Ancona); Melandri (Forli’); Alessandro (3, Pro Piacenza); Guidone (Santarcangelo). 6 RETI Tulli (Ancona); Pacilli (1, L’Aquila); Matteassi (Pro Piacenza); La Mantia (1, San Marino); Graziani (Santarcangelo).

SERIE D RIMINI, LA FESTA SI AVVICINA IL SIENA SCATTA E’ BOTTO TARANTO ●

(r.c.) Giocati tre scontri diretti. Il Chieri (A, decisivo Pasquero al 90’) ha battuto la Caronnese 3-2 e tenuto il ritmo del Cuneo, che resta a +1 ma deve recuperare una gara. Nulla di fatto tra Lecco e Castiglione (B), che guida sempre a +5 ma deve ancora riposare (lo farà all’ultima giornata). Il Taranto (H, all’esordio l’allenatore Cazzarò) batte 4-1 la capolista Fidelis Andria, ora a +6 sul Potenza, che ospiterà giovedì prima della sosta di Pasqua. Il Rimini (D) vince grazie a Manuel Pera (28 reti), allunga a +13 sulla Correggese che perde in casa con il Piacenza e si avvicina di gran carriera alla Lega Pro. Domenica favorevole anche al Siena (E) che va a +4 sul Poggibonsi fermato a Massa. Il Fano (F) in 180’ ha recuperato 4 punti all’imbattuta Maceratese: ora è a -4. L’Akragas (I) fa 3-3 ed é a +7 su Agropoli e Rende che hanno superato il Torrecuso. Pareggia la Lupa Castelli (G): la Viterbese ne fa 6 ad Anzio ma rimane a -9. Nel Budoni tripletta di Mario Fontanella e doppietta di Mauricio Villa: in totale 16 a testa. Dopo l’Atletico Montichiari (B) é retrocessa anche l’Orlandina (I). Mori Santo Stefano-Montebelluna (C) è stata sospesa al 59’ per infortunio all’arbitro. ● I risultati e le classifiche li potete trovare come al solito sul nostro sito www.gazzetta.it.

CLASSIFICA

Il Foggia domina ma spreca troppo La Juve Stabia riesce a salvarsi FOGGIA

1

JUVE STABIA

1

MARCATORI Maza (F) al 25’, autorete di Potenza (F) al 27’ s.t. FOGGIA (4-3-3) Narciso 5,5; Bencivenga 6, Potenza 5,5, Gigliotti 6, Agostinone 6; Agnelli 6,5, Quinto 6, Minotti 6 (dal 40’ s.t. Leonetti s.v.); Sarno 6, Iemmello 5,5, Cavallaro 5,5 (dall’11’ s.t. Maza 6,5). (Addario, D’Angelo, Loiacono, Sicurella, Barraco). All. De Zerbi 6,5. JUVE STABIA (4-4-2) Pisseri 7; Cancelotti 6, Polak 6 (dal 43’ s.t. Romeo s.v.), Migliorini 6, Liotti 5,5; Nicastro 5,5, Bombagi 6 (dal 32’ s.t. Caserta 6), La Camera 5,5, Carrozza 5 (dal 36’ p.t. Maiorano 6); Ripa 5,5, Di Carmine 5,5. (Santurro, Burrai, Lepiller, Gomez). All. Savini 6. ARBITRO Amoroso di Paola 6. NOTE paganti 1.995, abbonati 1.295, incasso non comunicato. Espulsi Narciso e Ripa dopo la gara; ammoniti Minotti, La Camera, Di Carmine, Romeo e Caserta. Angoli 12-3. ● FOGGIA Harakiri Foggia allo Zaccheria, pareggio d’oro per la Juve Stabia in chiave playoff: la squadra di Savini è quarta affiancata al Matera, che però è in vantaggio nello scontro diretto, ma la Casertana è a un punto con una gara in meno. Partita a senso unico in tutto, tranne che nel risultato: la squadra di De Zerbi mette sotto i campani sul piano del gioco e delle occasioni, ma non basta. Dopo 5’ Iemmello, assistito da Sarno, conclude su Pisseri. Non è giornata per il Foggia quando la punizione di Sarno (25’) centra la traversa. Solo un miracolo di Pisseri, aiutato dal palo, nega a Iemmello la gioia del vantaggio. Savini si accorge delle difficoltà e toglie Carrozza: con Maiorano c’è più equilibrio.

BOTTA E RISPOSTA Foggia pericoloso ad inizio ripresa con Agnelli che arriva tardi sul pallone di Agostinone. La gara sembra stregata per i rossoneri, fino alla punizione capolavoro di Maza: il gran tiro a giro dello spagnolo supera Pisseri. Dura solo 2’ il vantaggio: lo sfortunato colpo di testa di Potenza sul cross di Cancelotti beffa Narciso e riporta la gara in equilibrio. Nel finale capita a Iemmello l’occasione per il sorpasso, sulla linea Pisseri, Polak e Migliorini riescono a rimediare. Dopo il triplice fischio finale dell’arbitro scontro tra Narciso e Ripa, Amoroso vede tutto ed estrae il cartellino rosso per entrambi. Emanuele Losapio

Derby al Cosenza grazie a Calderini Vigor contestata VIGOR LAMEZIA

0

COSENZA

1

MARCATORE Calderini al 41’ s.t. VIGOR LAMEZIA (4-3-3) Piacenti 6; Rapisarda 6, Filosa 5,5 (dal 44’ s.t. Held s.v.), Gattari 6, Malerba 6; Papa 6, Battaglia 6 (dal 17’ s.t. Puccio 6), Scarsella 6; Montella 6, Del Sante 6, Improta 6 (dal 31’ s.t. Spirito s.v.). (Forte, Di Bella, Di Marco, Voltasio). All. Erra 6. COSENZA (4-4-2) Ravaglia 7; Corsi 6, Tedeschi 6,5, Carrieri 6,5, Ciancio 6; Criaco 6 (dal 27’ s.t. Fornito s.v.), Arrigoni 6, Caccetta 6,5, Statella 6; Cesca 6,5 (dal 25’ s.t. Cori 6), De Angelis 6 (dal 38’ s.t. Calderini 6,5). (Saracco, Blondett, Zanini, Tortolano). All. Roselli 6. ARBITRO Ranaldi di Tivoli 6. NOTE paganti 1.685, abbonamenti non validi, incasso di 15.873 euro. Ammoniti Caccetta, Gattari e Carrieri. Angoli 5-6. ●

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LAMEZIA TERME (Cz) Quando il match sta incanalandosi verso un giusto pari, una ripartenza del Cosenza è letale per la Vigor Lamezia: Fornito colpisce il palo e Calderini in scivolata anticipa tutti e insacca. Tre punti pesanti per la squadra di Roselli che ha dimostrato un’ottima fase difensiva (1 gol subito nelle ultime 7 gare). Nel primo tempo Ravaglia strepitoso su Improta e Scarsella. Parte del pubblico, a fine gara, ha accompagnato i giocatori della Vigor con un ingeneroso «venduti», infastidendo non poco il tecnico Erra. Francesco Saverio Caruso

SQUADRE

SALERNITANA BENEVENTO MATERA JUVE STABIA CASERTANA LECCE FOGGIA (-1) CATANZARO BARLETTA COSENZA VIGOR LAMEZIA MARTINA MELFI (-2) LUPA ROMA PAGANESE SAVOIA MESSINA AVERSA NORMANNA ISCHIA REGGINA (-4)

PT

70 68 57 57 56 54 51 47 42 40 40 35 35 35 34 27 27 26 26 22

PARTITE

RETI

G

V

N

P

F

S

32 32 32 32 31 32 32 32 32 32 32 31 32 32 32 32 32 32 32 32

21 19 16 15 16 16 13 13 11 9 9 9 8 8 8 6 5 5 5 6

7 11 9 12 8 6 13 8 9 13 13 8 13 11 10 9 12 11 11 8

4 2 7 5 7 10 6 11 12 10 10 14 11 13 14 17 15 16 16 18

45 47 47 45 45 42 50 39 29 33 34 33 33 35 28 29 31 30 25 24

23 24 30 29 26 29 31 36 31 33 36 35 37 50 38 46 49 45 48 48

PROMOSSE PLAYOFF PLAYOUT RETROCESSA

RISULTATI AVERSA NORMANNA-MESSINA 1-1 BENEVENTO-PAGANESE 2-0 CATANZARO-LECCE 2-1 FOGGIA-JUVE STABIA 1-1 ISCHIA-LUPA ROMA 1-1 MARTINA-CASERTANA 15-4, ore 15 MELFI-BARLETTA 3-0 SALERNITANA-REGGINA 2-1 SAVOIA-MATERA 0-2 VIGOR LAMEZIA-COSENZA 0-1

PROSSIMO TURNO MERCOLEDÌ 1 APRILE PAGANESE-SALERNITANA (ore 14.30) (0-1) REGGINA-ISCHIA (ore 14.30) (0-2) BARLETTA-CATANZARO (ore 17) (0-1) LECCE-BENEVENTO (ore 17) (2-1) JUVE STABIA-AVERSA NORMANNA (ore 19.30) (2-1) CASERTANA-MELFI (ore 20.45) (0-1) GIOVEDÌ 2 APRILE COSENZA-SAVOIA (ore 14) (1-1) MESSINA-MARTINA (ore 14) (1-2) LUPA ROMA-VIGOR LAMEZIA (ore 14.30) (2-2) MATERA-FOGGIA (ore 20.45) (0-0)

MARCATORI 17 RETI Eusepi (4, Benevento). 14 RETI Di Carmine (3, Juve Stabia); Moscardelli (2, Lecce); Caturano (5, Melfi); Caetano (4, Salernitana). 13 RETI Iemmello (Foggia). 11 RETI Iannini (Matera). 10 RETI De Vena (5, Aversa Normanna); Cisse (2, Casertana); Montalto (4, Martina); Madonia (1, Matera). 9 RETI Calderini (3, Cosenza); Cavallaro (5) e Sarno (1, Foggia); Arcidiacono (3, Martina); Corona (1, Messina); Del Sante (1, Vigor Lamezia). 8 RETI Marotta (Benevento); Ciotola (3, Ischia); Carretta (Matera; 3 nel Martina); Insigne (Reggina); Scarpa (5, Savoia); Montella (Vigor Lamezia). 7 RETI Fall (Barletta); Raffaello (1, Lupa Roma); Negro (Salernitana). 6 RETI Floriano (1, Barletta; ora è nel Pisa); Alfageme (Benevento); Caccavallo (Casertana; 4 con 1 rigore nella Paganese); Russotto (4, Catanzaro); Infantino (2, Ischia); Ripa (1, Juve Stabia); Letizia (1) e Mucciante (Matera); Tortori (Melfi); Orlando (Messina); Scarsella (Vigor Lamezia).

IL CASO MARTINA SHOCK DOPO IL RINVIO: CIULLO ESONERATO ARRIVA IMBIMBO ● MARTINA FRANCA (Ta) Fulmini a ciel sereno su Salvatore Ciullo e sul Martina. All’indomani del rinvio della gara casalinga contro la Casertana, la dirigenza pugliese ha adottato la sorprendente decisione di esonerare il tecnico che dall’inizio della stagione era alla guida del Martina, affidando la squadra a Eduardo Imbimbo, classe 1968, due stagioni fa sulla panchina del Campobasso. Una decisione che ha lascito letteralmente di stucco il tecnico di Taurisano, che, in mattinata, aveva diretto l’allenamento dei suoi in preparazione della trasferta di giovedì a Messina. «All’ora di pranzo sono stato convocato in sede – ha detto Ciullo – dove, senza che mi fossero fornite motivazioni, mi è stata comunicata la decisione della società». Si concludono cosi due giornate infuocate per la società pugliese: sabato il rinvio della gara con la Casertana, per l’indisponibilità dello stadio (danni ad una torre dell’impianto di illuminazione, ritenuti dal prefetto di Taranto pericolosi per la pubblica incolumità), poi tardivamente rimesso in sicurezza. Ieri, all’ora di pranzo, l’esonero di Ciullo e nel pomeriggio la presentazione del nuovo tecnico che guiderà il Martina nelle ultime sette gare (compreso il recupero con la Casertana) della stagione. Tonio Messia


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LUNEDÌ 30 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT


Ciclismo R La classica belga sul pavé

LUNEDÌ 30 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

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«Con la testa e il cuore» E’ il capolavoro di Paolini

1Gand-Wevelgem: a 38 anni attacca a 6 km dall’arrivo e trionfa. L’ultimo successo:

Cipollini 2002. Giornata tremenda con vento e pioggia. «Nazionale? Ci sto pensando» SCATTA IL BETTO di PAOLO BETTINI

SA PRENDERE LE DECISIONI A TEMPO ZERO

E

Quella con cui ho vinto è la seconda di scorta». A una sessantina di chilometri dal traguardo, con il belga Roelandts in fuga e un gruppetto che inseguiva la corsa stava prendendo la piega decisiva. «Ho parlato con Kristoff e mi ha detto che non stava benissimo e che se ne avevo dovevo provare, così sono uscito dal gruppo e ho fatto un grande sforzo per rientrare sui cinque davanti (dove c’era anche Daniel Oss, ancora una volta il migliore dei Bmc, ndr). E’ andata bene anche perché nel gruppetto non erano a tutta». Luca Paolini, tre immagini del trionfo: l’attacco, il gesto sull’arrivo e la doccia più bella BETTINI

Claudio Ghisalberti

«C

on la testa e con il cuore perché senza quello nella vita non vai da nessuna parte. Poi ci vogliono anche gambe». Luca Paolini trionfa in una Gand-Wevelgem resa tremenda da pioggia, gelo e vento a raffiche violentissime. A 38 anni il «Gerva», come lo chiamano gli amici, taglia il traguardo indicando con le dita la testa e il cuore per quella che lui stesso definisce «una vittoria inaspettata e importante. Anzi, la più importante della mia carriera». Una carriera iniziata nel 2000 e dove brillano un bronzo mondiale, nel 2004 a Verona, e venti altri successi. L’ultimo a Marina di Ascea, il 4 maggio di due anni fa, terza tappa del Giro. Quel giorno, fasciato dalla maglia rosa appena conquistata, uscì dal quartier tappa portato in trionfo dai suoi tifosi. Un gesto d’onore che non si vede mai alle corse ciclistiche. IL MALTEMPO La vittoria di ieri è stata un capolavoro. Eppure la giornata sembrava essersi messa male. «In corsa, a causa del vento particolarmente fastidioso, era un disastro tanto che a un certo punto neanche noi in gruppo sapevamo se aveva un senso continuare. Ma questo è il Nord, questo è il vero ciclismo. Così abbiamo tirato dritto. Io sono caduto due volte e ho dovuto cambiare tre bici.

LA DIFFICOLTÀ Sull’ultimo passaggio del Kemmelberg un momento di cedimento. «Sì – ammette Paolini – sono andato un po’ in difficoltà perché sulla terza bici avevo tubolari più stretti e più gonfi, troppo gonfi. Così sul pavé rimbalzavo, non riuscivo a spingere». Il rientro sul Monteberg, ultimo muro di giornata. A 17 km da Wevelgem gli inseguitori raggiungono Roelandts, ma anche così Luca non può sentirsi tranquillo. Debusschere è più veloce, Thomas (autore di una caduta spettacolare per una folata di vento) in forma splendida, Vanmarcke un brutto cliente. In più gli Etixx-Quick Step hanno Terpstra, vincitore dell’ultima Roubaix, con un gregario. «Prima non ci credevo tanto, ma a quel punto dovevo pensare a come giocare la mia carta. Sapevo che qualcuno avrebbe provato il contropiede e non potevo fidarmi della volata perché non sono esplosivo come un tempo». Bisognava cogliere l’attimo, non sbagliare nulla. «Quando Terpstra ha forato, ho immaginato che al rientro sarebbe partito». Infatti così è stato e appena l’olandese è partito Luca gli ha preso la ruota. Però dietro Thomas non si è dato per vinto e ha rimescolato le carte. Ai 6 km dalla conclusione il momento della verità. «Sono stato furbo - prosegue Luca - prima ho fatto un mezzo scattino per vedere come reagivano gli altri, poi

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Riis, ciao Tinkoff Scheidecker nuovo manager?

● Ora è ufficiale: le strade di Bjarne Riis e della Tinkoff-Saxo si separano. Tra il tecnico danese e Oleg Tinkov, patron del team, è stato trovato un accordo «consensuale». La mancanza di risultati, due soli successi finora, potrebbe non essere l’unico motivo di dissidio. Il portoghese Ricardo Scheidecker, responsabile dell’area tecnica, potrebbe essere il nuovo team manager.

IN SPAGNA

sono partito da seduto». Dieci metri, venti, un divario che si amplia. Terpstra e Thomas, due fantastici passisti, inseguono ma invano. Paolini, mani basse e ginocchia leggermente aperte, vola nel vento. FUTURO AZZURRO Un trionfo che potrebbe «complicare» il futuro di Paolini che a Firenze 2013 aveva dato l’azzio alla maglia azzurra. Ora, invece, il c.t. Davide Cassani non vuole assolutamente rinunciare a lui. «Ma che numero ha fatto Luca? — esclama il «Cassa» —. E’ due mesi che sto parlando con lui per convincerlo a tornare. Per le sue caratteristiche tecniche e per la sua professionalità lui è una pedina fondamentale dell’Italia. I suoi risultati sono il frutto di una vita dedicata al ciclismo». «Davide mi mette in difficoltà — ribatte sorridendo Paolini —. però ci sto pensando, inutile negarlo. Dopo le classiche parleremo con calma e vedremo cosa fare». Così l’Italia delle classiche fa rotta verso Fiandre e Roubaix puntando tutto su un giovane di 38 anni, già 3° alla Ronde nel 2007. Un giovane che, a gennaio a San Luis in Argentina, per esempio, si allenava, poi faceva colazione, andava alla corsa e tornava in hotel in bici. Qualcuno, anagraficamente con meno anni, lo guardava strano. Ieri, davanti alla tv, ha visto come un campione vince una corsa vera.

SETTIMA VITTORIA AZZURRA Luca Paolini è nato a Milano il 17/1/1977, ma è sempre vissuto nel Comasco. E’ la 7a vittoria italiana nella Gand dopo Moser ‘79, Bontempi ‘84 e ‘86, Cipollini ‘92, ‘93 e 2002. Argento mondiale under 23 a Verona 1999, Paolini è pro’ dal 2000: 21 successi, con Freccia del Brabante 2008, tappa di Zottegem a La Panne 2007, Het Nieuwsblad 2013. Più 4 giorni in rosa al Giro 2013 dopo la vittoria a Marina di Ascea. Bronzo al Mondiale di Verona 2004

h, qui entra in gioco l’amicizia. Perché il «Gerva» è un fratello per me. Ci ha legato la bici per anni e siamo rimasti legatissimi anche fuori dall’ambiente. Io alla Mapei nel 1999 e Luca nel 2000, inserito nel gruppo giovani in cui c’erano Pozzato, Cancellara...: Aldo Sassi e il dottor Squinzi avevano visto il futuro con vent’anni di anticipo. Ho preso tante di quelle parole quando correvamo insieme e ci trovavamo nei finali, perché non ci potevamo mai correre contro. Nel 2006 gli feci da stopper nella tappa della Vuelta, che vinse: il rispetto dell’amicizia contava più di tutto. E lui è stato fondamentale nelle mie grandi vittorie. Ha un’umiltà come pochi ed è capace di sacrificare tutto per il compagno; in più, ha una lucidità innata per cui capisce come muoversi prima che le cose succedano. In questo ciclismo non basta essere forti di gambe, e la differenza la fai nella capacità di cogliere l’attimo. Lui sa prendere le decisioni in tempo zero. © RIPRODUZIONE RISERVATA

160 RITIRATI!

GIULIANO PISAPIA Sindaco di Milano ● I miei più sinceri e ammirati complimenti al @Ilgerva77 per la sua grande affermazione alla classica del Belgio di ciclismo #GandWevelgem

ARRIVO 1. Luca PAOLINI (Katusha) km 239,1 in 6.20’55”, media 37,661, 2. Niki Terpstra (Ola, Etixx-Quick-Step) a 11”; 3. Geraint Thomas (Gb, Sky); 4. Vandenbergh (Bel) a 18”; 5. Debusschere (Bel) a 26”; 6. Vanmarcke (Bel) a 40”; 7. Roelandts (Bel) a 1’51”; 8. Oss a 4’15”; 9. Kristoff (Nor) a 6’54”; 10. Sagan (Svk). Arrivati 39, ritirati 160 corridori, tra cui Wiggins, Degenkolb, Cavendish, Greipel, Bonifazio, Cimolai, Pozzato, Viviani, Petacchi e Froome. LE PROSSIME GARE Da domani in Belgio, la Tre giorni di La Panne. Domenica, con partenza da Bruges e arrivo a Oudenaarde dopo 264,2 km e 19 Muri, il Giro delle Fiandre

IN CORSICA

LA COPPA A CITTIGLIO

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IN ITALIA

Catalogna a Porte Criterium: Peraud Coppi&Bartali Armitstead regina Pozzovivo terzo Bravo Felline, 3° Meintjes padrone sull’iridata Prevot ● Lo spagnolo Alejandro Valverde (Movistar) ha vinto in volata a Barcellona la 7a e ultima tappa del Giro di Catalogna: è bis. All’australiano Richie Porte (Sky) la generale davanti a Valverde (a 4”) e Pozzovivo (a 5”) con Contador 4° e Aru 6°. Ieri altra pessima prestazione di Froome che ha chiuso 89° a 6’10”. Nella generale l’inglese di Sky è finito 71° a 45’35”.

● Conta molto il terzo posto in classifica di Fabio Felline (Trek) nel Criterium International, in Corsica. Ieri la tappa più dura sul Col de l’Ospedale: vittoria di giornata e bis in classifica per Jean Christophe Peraud (Ag2R), con 10” su Thibaut Pinot (Fdj). Cioè il secondo e il terzo del Tour 2014 alle spalle di Nibali. Terzo, a 18”, su Fabio Felline, primo nella cronometro di sabato.

● (al. conti) Finale pirotecnico della Coppi&Bartali. Nella quarta e ultima tappa, sulla salita di Roccapelago, il sudafricano Louis Meintjes (Mtn Qhubeka), 23 anni, sferra un attacco da lontano di 30 km, conquista la tappa e la corsa con appena 2” sul britannico Swift (Sky). Da segnalare, il secondo posto di tappa di Damiano Cunego a 1’12” e il terzo di Davide Rebellin.

● (ci. sco). Finale spettacolare e vittoria della britannica Elizabeth Armitstead (Boels) a Cittiglio (Va) nel 17° Trofeo Alfredo Binda, seconda prova della Coppa del mondo. In uno sprint a quattro, ha battuto l’iridata francese Pauline Ferrand Prevot, l’olandese Van Den Breggen ed Elisa Longo Borghini (Wiggle). Juniores: successo di Sofia Bertizzolo (Wilier), argento al Mondiale 2014.


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Basket R Serie A: 9a di ritorno

Gentile e Brooks Milano travolge la timida Sassari

LE PAGELLE di CHIABO

HACKETT SOLIDO IN DIFESA KLEIZA DECIDE CON LE TRIPLE MILANO

1Gara già chiusa sul 53-28. Banchi: «Nessuna rivincita». Sacchetti: «Sofferta la loro fisicità»

Luca Chiabotti

MILANO

97

SASSARI

80

MILANO

M

arShon Brooks si ingolosisce, vede Jack Devecchi su di lui, pensa di aver vita facile, evidentemente. Sbaglia. Perché le prime due difese su di lui sono strepitose. MarShon segna lo stesso, con le mani dell’avversario in faccia. Sembra non ci sia nulla da fare, ed è esattamente così. Brooks realizza 11 punti di fila con tre triple consecutive, le marcature saltano, Milano tira favolosamente da tre, 7/12 nel 2° quarto, il parziale di 21-5, con la partecipazione di Kleiza e un’ultima pennellata di Gentile, il protagonista dei primi minuti, produce il +25 dell’EA7 (53-28) quando non è ancora l’intervallo. Game, set and match: ma non doveva essere la grande sfida prima contro seconda? CREDIBILITÀ Purtroppo, per lo spettacolo, la classifica, la credibilità del basket italiano, Sassari non è la prima squadra che viene al Forum con un livello di intensità fisica e mentale inaccettabile. Da queste forche caudine è già passata Reggio Emilia e, con doverosissimi distinguo di inizio stagione, Venezia. Sono le squadre che indichiamo, da inizio anno, come le grandi antagoniste dell’EA7, ma nessuna ha provato a venire al Forum come un Nizhny qualsiasi, per vincere. Milano ha fatto bene cose prevedibilissime: Moss su Logan che chiude il 1° tempo con 2 punti, grande aggressività e fisicità in area e un attacco che, prima ancora della grandine da 3 punti, sco-

(26-17, 56-33; 79-51) EA7 MILANO: Hackett 15 (3/4, 1/2), Gentile 20 (3/5, 4/5), Moss 3 (0/3, 1/1), Melli (0/2 da 3), Samuels 14 (5/9); Ragland 8 (0/2, 2/4), M.Brooks 20 (2/4, 5/9), Cerella 1 (0/2 da 3), Kleiza 15 (3/3, 3/5), Elegar 1, Gigli (0/1). N.e.: James. All.: Banchi. BANCO SARDEGNA SASSARI: Logan 15 (5/6, 1/6), Dyson 27 (4/8, 4/11), Sanders 12 (5/11, 0/5), J.Brooks 10 (3/6, 1/2), Lawal 8 (1/4); Formenti, Devecchi 3 (1/3 da 3), B.Sacchetti (0/2, 0/1), Kadji 5 (1/2, 1/3). N.e.: Chessa, Mbodj, Vanuzzo. All.: R. Sacchetti. ARBITRI: Sahin, Seghetti, Caiazza. NOTE - T.l.: Mil 17/23, Sas 18/29. Rimb.: Mil 37 (Samuels 6), Sas 42 (Lawal 9). Ass.: Mil 21 (Gentile 6), Sas 8 (Devecchi, Dyson, J. Brooks 2). Progr.: 5’ 13-4, 15’ 41-25, 25’ 6745, 35’ 89-65. F. tecn.: Gentile 21’13” (56-38), Banchi 25’07” (67-42). Ant.: Dyson 36’57” (92-70). Spett.: 9500.

IL NUMERO

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Le vittorie consecutive casalinghe di Milano in campionato. In assoluto sono 18. Un anno fa arrivò a 19

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L'ANALISI di MASSIMO ORIANI

METTA, PISTOIA E UN BASKET CHE NON SA ANCORA CRESCERE

P

rima di tutto un mea culpa: la foto pubblicata ieri nell’articolo riguardante la Mettamania, non era riferita alla prevendita di Pistoia per la partita con Cantù ma a quella dell’anno scorso con Siena. Una leggerezza in buona fede della quale ci scusiamo. Non ci sembrava peraltro d’aver offeso nessuno dicendo che c’era entusiasmo per l’arrivo in città di un ex campione Nba. Cosa che per nulla sminuirebbe la smisurata passione dei pistoiesi per la loro squadra, che sostengono in massa ogni domenica. Invece la reazione di alcuni «tifosi» è stata spropositata e maleducata. Tifosi, cui purtroppo la società Pistoia Basket ha dato corda con un comunicato

pre subito i bluff difensivi della Dinamo, girando la palla, con un buon bilanciamento tra conclusioni da fuori e da sotto dove Samuels è subito determinante. Sassari, alle difficoltà, risponde da rookie: forza da tre, 2/12, e ognuno va per sé (2 assist a 12) cadendo fino a -30. Ormai sappiamo che la Dinamo va valutata solo quando c’è da vincere subito, non tra quasi 3 mesi. E non c’era Sosa. Ma non sono giustificazioni accettabili. FISICITÀ «Abbiamo sofferto contro la loro fisicità e non siamo riusciti a pareggiarla – dice Meo Sacchetti –. La grande fatica in attacco ha portato anche a sbilanciarci e Milano è stata molto brava a ribaltare il lato della palla e liberare i tiratori. La partita è finita nel 1° tempo. Ovvio che contro avversari così abbiamo bisogno di fare più canestro, ma dobbiamo ritrovare la fisicità che ci ha permesso di vincere partite di questo livello. Se fai giocare Milano sul velluto, è troppo più forte, devi farla pensare. Perdere così in stagione regolare conta il giusto ma dà fastidio: volevo far riposare Logan e Dyson alla fine ma non volevano uscire». Luca Banchi fa l’incontentabile: «Partita interpretata bene dalla palla a 2 e per 30’: un’altra tappa importante come quelle con le altre avversarie ai vertici. Nell’ultimo quarto sono inaccettabili le 7 perse: abbiamo di fronte sfide dove un solo errore può essere decisivo, dove non si può smettere di giocare. Rivincita con Sassari? No, solo la partita che volevo vedere per prepararci a quello che dovremo affrontare venerdì a Istanbul».

ufficiale che ci «rimprovera» d’aver creato «comprensibile malumore», «offeso il pubblico di Pistoia» e cavalcato «fantomatiche manie estemporanee». Anche noi, come Pistoia, non vogliamo gettare benzina sul fuoco, solo fare una considerazione. Il giorno dell’arrivo di Ron Artest/Metta World Peace in Italia, ci eravamo rallegrati (così come hanno fatto la maggior parte degli addetti ai lavori, a partire dal presidente federale Petrucci e quello di Lega Marino) perché il suo sbarco rappresentava una ventata di freschezza di cui sentivamo dannatamente bisogno, un’occasione imperdibile per dare visibilità alla serie A, giustamente missione

numero uno di Marino da quando ha preso le redini della Lega Basket. Innegabile l’entusiasmo creatosi intorno al personaggio, basti citare i 60 giornalisti accreditati per la presentazione. E ci auguravamo che attorno a Metta si unisse la nostra pallacanestro. Ci siamo sbagliati. Prevalgono ancora i campanilismi. Siamo certi che i tifosi avrebbero sputato così tanto veleno se Metta non giocasse con Cantù, nemica giurata in quanto gemellata con Montecatini, verso la quale l’odio scorre a fiumi? Per carità, sarebbe forse successo lo stesso a parti invertite o in altri casi di rivalità, non è certo un’accusa a Pistoia, è un problema dello sport italiano in generale. No, non c’è speranza. Fino a quando non abbandoneremo questa mentalità contradaiola (così adesso si offenderanno i senesi...) ma più che altro fino a quando non impareremo la cultura sportiva americana, non faremo mai un passo avanti. Altro che World Peace.

8

RAGLAND 6 Parte dalla panchina, soffre un po’ Dyson, poi tiene sotto controllo la gara: 4 rimbalzi. M. BROOKS 7.5 Segna 16 punti con 4/6 nei suoi primi 13’30”, 11 di fila. Ok, Milano era già a +9 ma ha steso Sassari. GENTILE 8 (IL MIGLIORE) Se MarShon è il Kers che chiude la partita, Ale è il migliore per tutti i minuti in campo. Parte con 8 punti nei primi 6’30”, rientra sul +16 e partecipa al break. 6 assist. GIGLI 6 Beniamino del Forum ha un +11 di plus-minus nei 4’ in cui sta in campo nel break. CERELLA 5.5 Non funziona, Sanders è troppo grosso. MELLI 5.5 Si elide con Jeff Brooks, poi entra Kleiza e gli ruba la scena. KLEIZA 7.5 Entra sul 16-8 e segna subito la tripla: il suo buon giorno parte da lì con 11 punti in 12’ quando si decide la gara. ELEGAR 5 Il peggiore. Spaesato. HACKETT 7 Solido in difesa, gioca sola 21’ , sempre sotto controllo. SAMUELS 7 Vince il duello con Lawal, quando la palla arriva sa cosa farsene. MOSS 6.5 Eccellente in difesa su Logan, tiene poco per sé in attacco.

SASSARI

MarShon Brooks, 26 anni, guardia, ieri 20 punti in 28 minuti LAPRESSE

IL POSTICIPO: ORE 20

Pistoia ospita una Cantù gasata Su Rai Sport 1 l’esordio di Panda ● Stasera il posticipo della 24a giornata, al PalaCarrara, tra Pistoia e Cantù. Palla a due alle 20, diretta Rai Sport 1 (arbitri: Paternicò, Sabetta, Calbucci). Nella Giorgio Tesi Group, ancora fermo ai box Daniele Cinciarini per un infortunio muscolare, a Landon Milbourne verrà chiesto un nuovo sacrificio. Il guaio al piede necessiterebbe di un bel po’ di riposo ma il lungo stringerà i denti. Sulla sponda canturina, ma non solo, c’è grande attesa per l’esordio di Metta World Peace

che giocherà con The Panda’s Friend sulla maglia, dopo aver ricevuto il placet della Fip. Sacripanti spiega: «L’effetto mediatico è stato incredibile. E’ giusto però specificare quali sono le qualità di Metta visto che da lui non ci attendiamo 30 punti o che sia il primo realizzatore. Metta è giocatore che sa fare tantissime cose, alcune molto visibili e altre che invece non emergono nelle statistiche, ma che hanno un peso specifico enorme». Laico-Terraneo

I MIGLIORI DI GIORNATA PUNTI

RIMBALZI

29

16

1. Marcus Denmon

1. Achille Polonara

BRINDISI

REGGIO EMILIA

Guardia 25 anni 2. Jeremy Hazell BOLOGNA

2. Christian Eyenga VARESE

2. Jerome Dyson SASSARI

5. Adam Hanga AVELLINO

Ala forte 23 anni

27 27 27 23

2. James Mays BRINDISI

3. LaQuinton Ross PESARO

4. Melvin Ejim ROMA

5. Josh Owens TRENTO

14 11 10 9

TIRI DA 2

TIRI DA 3

5/6

3/3

1. Davide Pascolo

1. Maxime De Zeeuw

TRENTO

Ala forte 24 anni 1. David Logan

5/6 5/7 4. Adrian Banks 6/9 4. Achille Polonara 6/9 SASSARI

3. Benjamin Ortner VENEZIA

AVELLINO

REGGIO EMILIA

ROMA

Pivot 27 anni 2. A. Gentile

4/5 3/4 3. Kristjan Kangur 3/4 5. Jamarr Sanders 4/6 MILANO

3. Henry Domercant CASERTA TRENTO TRENTO

4,5

LOGAN 4.5 Braccato subito da Moss, cerca triple fuori equilibrio e fuori bersaglio. I tanti punti finali sono fumo negli occhi, fino a quando contava ne aveva 2. FORMENTI N.G. Solo 4 minuti. SANDERS 5.5 Appena gli mettono addosso Cerella impone la sua fisicità, 10 punti nel primo tempo, almeno ci dà quando serve. DEVECCHI 5.5 Marca Brooks nella striscia degli 11 punti di fila, difficile crederci ma ha fatto un buon lavoro. In attacco non c’è. LAWAL 6 (IL MIGLIORE) Perde alla grande il duello con Samuels, ma prende 9 rimbalzi. DYSON 5 Dimostra che la via più breve per il canestro è quella retta, anche dal proprio rimbalzo. Alla fine sistema la media punti, non la sostanza: troppo facile iniziare a segnare dal -30. SACCHETTI 4.5 Si prende in faccia le triple di Kleiza, partita poco ispirata. KADJI 5 Al fianco di Lawal non è malissimo anche se contro un quintetto milanese così così. Almeno prende i rimbalzi (6). J. BROOKS 5 Segna 7 punti nel 2° quarto quando i buoi stanno scappando e si ferma lì.


LUNEDÌ 30 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Roma, la 3a di fila Avellino spezza certifica la crisi il lungo digiuno di Cremona Bologna crolla CREMONA

71

ROMA

74

AVELLINO

96

BOLOGNA

79

(18-16, 39-33; 52-54)

(22-19, 47-32; 77-54)

VANOLI CREMONA: Vitali 18 (1/4, 3/8), Mei 4 (2/2), Bell 7 (0/4, 2/7), Clark 21 (6/12, 1/4), Campani 8 (3/6, 0/1); Gazzotti (0/1, 0/1), Mian (0/1 da 3), Ferguson 7 (2/3, 1/6), Daniel 6 (3/6). N.e.: Masenelli. All.: Pancotto.

SIDIGAS AVELLINO: Green 2 (0/1), Gaines 15 (4/7, 2/5), Banks 17 (6/9), Harper 11 (5/11, 0/1), Anosike 17 (6/11); Hanga 23 (6/6, 2/3), Trasolini 6 (3/5), Lechthaler 5 (1/1). N.e.: Cavaliero, Cortese. Morgillo, Gioia. All.: Frates.

ACEA ROMA: Stipcevic 17 (2/5, 2/3), Freeman 11 (0/2, 3/4), Ejim 10 (0/1, 2/2), Jones 3 (1/2, 0/3), Ebi 10 (5/9); Curry 9 (3/4, 1/3), D’Ercole 3 (1/3 da 3), Sandri, De Zeeuw 11 (1/2, 3/3). N.e.: Kushchev, Reali, Belloni. All.: Dalmonte. ARBITRI: Lamonica, Di Francesco, Lo Guzzo. NOTE – T.l.: Cre 16/18, Rom 14/16. Rimb.: Cre 31 (Daniel, Bell 7), Rom 31 (Ejim 10). Ass.: Cre 11 (Vitali 6), Rom 9 (Stipcevic 3). Progr.: 5’ 8-9, 15’ 24-25, 25’ 43-40, 35’ 59-65. F. tecn.: Ebi 18’40” (33-32). Usc. 5 f.: Jones 37’00 (65-68), Ejim 37’03” (65-68). Spett. 3100.

Alessandro Rossi CREMONA

T

erza vittoria consecutiva per Roma (non vinceva in trasferta da quasi 3 mesi) che passa sul campo di Cremona, la raggiunge in classifica e si porta 2-0 negli scontri diretti. Certificando anche la crisi della squadra di Pancotto, al 4° stop consecutivo e preoccupata per le condizioni di salute di Kenny Hayes, in borghese ieri a causa di un malore che lo ha colpito in settimana. L’Acea la vince pur tirando 20 volte meno rispetto ai lombardi e perdendo 21 palloni: «Però siamo riusciti ad ottimizzare quelli giocati in meno, tirando con il 52% e concedendo il 36% a Cremona – afferma coach Luca Dalmonte – Non voglio nemmeno trovare delle scusanti. Ma abbiamo due giocatori nuovi che hanno bisogno di conoscere come gioca la squadra e trovare un certo ritmo di la-

GRANAROLO BOLOGNA: Gaddy 10 (2/2, 2/3), Ray 15 (4/8, 1/2), Hazell 27 (3/5, 5/8), White 13 (3/5, 1/1), Cuccarolo 3 (1/2); Mazzola 4 (1/3, 0/1), Reddic 3 (1/1), Fontecchio 4 (2/3, 0/1), Imbrò. N.e.: Benetti. All.: Valli.

Ramel Curry, 34 anni CIAMILLO

voro. Dobbiamo essere più attenti. Però guardo il bicchiere mezzo pieno. Perché, segnando 74 punti, e avere 5 uomini in doppia cifra è una fotografia importante per il futuro. Playoff? Ci siamo creati la base per avere motivazioni su ogni singola partita. La strada continua ad essere in salita con un 30% di pendenza». BLOCCHI L’Acea esce per prima dai blocchi (16-10, 8’), poi però Cremona chiude con una grande progressione (39-32, 19’) il primo tempo, appoggiandosi a Clark (13 punti nei primi 20’) e alle triple di Vitali. Dopo l’intervallo inizia un lunghissimo braccio di ferro. Con 55” sul cronometro, Curry infila, in rovesciata, il canestro del sorpasso (71-72), Cremona pasticcia, ma a una manciata di secondi dalla sirena Vitali manda cortissimo il tiro dai 4 metri del possibile successo. Decisivo anche il 12/21 (57%) nel tiro da 3 punti per D’Ercole e compagni. Pancotto rende comunque merito ai suoi: «Abbiamo giocato una partita generosa. Le difficoltà sono state accoppiarsi difensivamente, soprattutto con i loro tiratori. Dovevamo fare una partita perfetta, ci siamo andati vicini». © RIPRODUZIONE RISERVATA

ARBITRI: Chiari, Biggi, Weidmann. NOTE – T.l.: Ave 22/34, Bol 18/22. Rimb.: Ave 25 (Green, Gaines, Anosike 6), Bol 28 (White 6). Ass.: Ave 25 (Banks 7), Bol 11 (Gaddy 5). Progr.: 5’ 8-12, 15’ 40-25, 25’ 61-43, 35’ 88-73. Usc. 5f.: Cuccarolo 33’50’’ (85-68), Fontecchio 38’24’’ (93-79). F. tecn.: panchina Avellino 17’47’’ (44-28). Spett. 2500 per 26.600 euro.

Luigi Zappella AVELLINO

D

a Natale a...Pasqua. La Sidigas del nuovo condottiero Fabrizio Frates, torna a vincere in casa dopo oltre 100 giorni e 11 sconfitte su 12 gare compresa la Coppa Italia, travolgendo Bologna. Gli irpini, rivitalizzati dal terzo ritorno di Marques Green, sembrano un’altra squadra rispetto alle scorse settimane, capaci di giocate entusiasmanti che servono a mandare in visibilio i tifosi ricompattando l’ambiente e trovando la serenità giusta per il rush finale. INFLUENZA Senza Cavaliero e Cortese influenzati, in panchina per onor di firma, la squadra di Frates dopo un inizio contratto sciorina dall’8’ in poi una pallacanestro spettacolare, piena di intensità, con 5 giocatori in doppia cifra che spazzano via una Bologna morbida

RISULTATI OPENJOBMETIS VARESE ENEL BRINDISI

ASSIST

13 1. Eric Maynor

82 93

DOLOMITI ENERGIA TRENTO PASTA REGGIA CASERTA

73 66

UPEA CAPO D'ORLANDO GRISSIN BON REGGIO EMILIA

67 73

VANOLI CREMONA ACEA ROMA

71 74

UMANA VENEZIA CONSULTINVEST PESARO

84 72

EMPORIO ARMANI MILANO BANCO DI SARDEGNA SASSARI

97 80

SIDIGAS AVELLINO GRANAROLO BOLOGNA

96 79

GIORGIO TESI GROUP PISTOIA ACQUA VITASNELLA CANTU’ (OGGI, 20)

VARESE

Playmaker 27 anni 2. Ronald Moore CASERTA

2. Adrian Banks AVELLINO

4. Julyan Stone VENEZIA

4. Sundiata Gaines AVELLINO

7 7 6 6

VALUTAZIONE

36 1. James Mays BRINDISI

Pivot 29 anni

2. Achille Polonara REGGIO EMILIA

3. Jeremy Hazell BOLOGNA

4. Adam Hanga AVELLINO

5. Christian Eyenga VARESE

30 29 28 27

CLASSIFICA SQUADRA EMPORIO ARMANI MILANO UMANA VENEZIA BANCO DI SARDEGNA SASSARI GRISSIN BON REGGIO EMILIA ENEL BRINDISI DOLOMITI ENERGIA TRENTO GRANAROLO BOLOGNA (-2) ACQUA VITASNELLA CANTU' GIORGIO TESI GROUP PISTOIA VANOLI CREMONA ACEA ROMA SIDIGAS AVELLINO OPENJOBMETIS VARESE UPEA CAPO D'ORLANDO CONSULTINVEST PESARO PASTA REGGIA CASERTA (-1)

PT 42 36 34 34 28 28 22 20 20 20 20 18 16 16 14 9

G 23 24 24 24 24 24 24 22 23 24 24 24 24 24 24 24

V 21 18 17 17 14 14 12 10 10 10 10 9 8 8 7 5

P 2 6 7 7 10 10 12 12 13 14 14 15 16 16 17 19

F S 2024 1672 1893 1764 2054 1929 1950 1849 1944 1871 1945 1947 1817 1882 1744 1742 1731 1742 1812 1845 1706 1753 1844 1891 2010 2098 1750 1842 1716 1969 1782 1926

PLAYOFF RETROCESSIONE

PROSSIMO TURNO SABATO 4/4, ORE 20.30 REGGIO EMILIA-VENEZIA (18.30) CANTU'-CAPO D'ORLANDO (GAZZETTATV) PESARO-CREMONA ROMA-AVELLINO

BOLOGNA-VARESE SASSARI-TRENTO BRINDISI-PISTOIA CASERTA-MILANO (6/4, ore 20)

PESARO K.O.

BENE PASCOLO

Venezia vince ma Recalcati si arrabbia VENEZIA

84

PESARO

72

che coach Valli, ex del match, bacchetta duro alla fine: «Noi mai presenti in gara e non coraggiosi, fatta eccezione nei primi minuti. Dobbiamo riflettere ed analizzare se il nostro campionato sia finito o meno. Senza fame, con l’obiettivo salvezza centrato, forse qualcuno ha avuto un clic nella testa che spero sia frutto di un momento negativo e basta». PERSE In effetti la gara della Virtus sta nelle 29 palle perse. L’exploit finale di Hazell (15 punti nell’ultimo quarto) non è servito a nulla. Bologna parte bene guidando la gara fino all’8’ (17-19) poi la partita è tutta di Avellino che tocca con Harper al 31’ il massimo vantaggio di 27 punti. Soddisfatto Fabrizio Frates: «Sono contento per i ragazzi perché abbiamo messo alle spalle gli incubi reagendo e giocando di squadra. Certo, le cose che non vanno in un anno non si cambiano in tre giorni ma questa vittoria è una indicazione forte e che ci deve dare ulteriore energia per le prossime sei gare». © RIPRODUZIONE RISERVATA

Trento in volata Caserta però è ancora viva TRENTO

73

CASERTA

66

(17-22, 35-29; 60-40)

(21-20, 41-34; 56-50)

UMANA VENEZIA: Stone 7 (2/4, 1/2), Goss 5 (1/7, 1/4), Viggiano 9 (3/4, 1/6), Peric 10 (1/3, 1/1), Ortner 12 (5/7); Jackson 2 (1/2, 0/3), Ruzzier 5 (1/2, 1/2), Romano, Ress 8 (1/2, 2/5), Nelson 8 (3/4, 0/1), Ceron 12 (1/1, 1/2), Dulkys 6 (2/3, 0/3). All.: Recalcati.

DOLOMITI ENERGIA TRENTO: Forray 5 (1/3, 1/2), Sanders 14 (1/3, 4/6), Mitchell 11 (5/9, 0/6), Pascolo 14 (5/6, 1/3), Owens 12 (4/8); Grant 8 (3/4, 0/2), Flaccadori, Baldi Rossi 3 (0/1, 1/2), Armwood 6 (3/5), Spanghero (0/3 da tre). All.: Buscaglia.

CONSULTINVEST PESARO: Wright 16 (6/15, 0/2), Myles 7 (3/10, 0/4), Ross 14 (1/6, 3/5), Lorant 10 (3/8, 0/2), Judge 13 (6/10); Basile 3 (1/2), Musso 2 (1/3, 0/4), Crow 5 (1/3, 1/2), Tortù 2 (1/1). N.e.: Caverni. All.: Paolini.

PASTA REGGIA CASERTA: Moore 10 (5/8, 0/4), Mordente 3 (0/2, 1/2), Vitali 13 (2/5, 3/6), Scott 3 (1/6 da tre), Ivanov 16 (5/9, 0/2); Domercant 9 (0/3, 3/4), Tommasini 2 (0/1), Tessitori (0/1 da tre), Antonutti 10 ( 1 /4, 2/4), Michelori (0/3). All.: Esposito.

ARBITRI: Martolini, Rossi, Attard.

Adam Hanga, 25 anni CIAMILLO

NOTE - T.l: Ven 18/20, Pes 10/16. Rimb.: Ven 51 (Stone 9), Pes 40 (Ross 11). Ass.: Ven 25 (Stone 6), Pes 13 (Musso, Wright 3). Usc 5f.: Stone 37’57” (77-64). Progr.: 5’ 9-9, 15’ 24-28, 25’ 49-31, 35’ 71-49. Spett. 3363.

ARBITRI: Aronne, Sardella, Quarta. NOTE - T.l.: Tre 8/10, Cas 10/10. Rimb.: Tre 39 (Owens 9), Cas 37 (Moore 8). Ass.: Tre 13 (Forray 4), Cas 15 (Moore 7). Progr.: 5’ 10-13, 15’ 29-28, 25’ 52-45, 35’ 65-61. Spett. 3542.

MESTRE (Ve) - Ress tira fuori dalle secche l’Umana, che paga nel 1° quarto le tossine della sconfitta di Caserta. Pesaro si illude, poi scompare, subendo un break mortifero di 31-3 (da 19-28 a 5031). Nelson festeggia alla grande la 100a in serie A, ma è Ress (8 punti, 6 rimbalzi e 5 stoppate) a suonare la carica, scuotendo dal torpore la Reyer che paga ancora la condizione precaria di Goss (2/11 al tiro in 22’) e Jackson in calo rispetto alle ultime uscite. La Consultinvest parte in quarta (1722 alla prima sirena), poi si dissolve. «Serve la testa e noi non l’abbiamo più usata - ha spiegato sconsolato Riccardo Paolini - Ress e la zona 3-2 ci hanno mandato fuori giri». Poco felice pure Recalcati, nonostante la vittoria. «Bisogna arrabbiarsi anche quando si potrebbe essere sereni e gioire per un successo. Lo sono molto per l’atteggiamento avuto nell’ultimo quarto. Goss? Sta ancora faticando. Ruzzier? Bene fino al 3° periodo, poi non mi è assolutamente piaciuto. Dovrebbero tutti imparare da Ress. E’ un peccato perché avevamo disputato due quarti di grande spessore». Avanti di 20 punti alla terza sirena (60-40) con la Consultinvest al tappeto, l’Umana ha tenuto alta la concentrazione fino a metà frazione (69-46), poi ha lasciato spazio ai marchigiani (77-65). Michele Contessa

TRENTO - Per Trento è un successo di nervi e polmoni. Caserta perde pur mettendo in campo cuore e attributi: «Una signora partita – dirà poi Vincenzo Esposito, che a Trento ha iniziato la carriera da allenatore, nel 2009 –. Devo ringraziare la squadra, sta gettando il cuore oltre l’ostacolo». Le ampie rotazioni di Caserta per dare sollievo a una formazione fisicamente provata non bastano: Trento, 6 partite e 5 vittorie in un mese e poco più, vive delle sue conferme (Pascolo, Sanders, Owens, Mitchell) e di alcune promesse finalmente mantenute (Armwood). La partita è per 30’ testa a testa, ritmo alto, gioco duro ma corretto. Coach Esposito stressa i suoi per avere una difesa più zelante, e dal 35’ gli ospiti tallonano fino anche al -1. L’Aquila tiene bene il campo, dimostrando una mentalità abbastanza zen da sopportare gli avvicinamenti avversari. Quando manca 1’25’’ alla fine Trento centra l’allungo fatale, +10. «In un mese e mezzo di partite molto importanti il risultato è da sottolineare – dice Maurizio Buscaglia –, abbiamo motivo di soddisfazione, perché Caserta l’ha impostata nel modo giusto. Noi abbiamo difeso bene pur concretizzando poco». Ora l’Aquila di coach Buscaglia «vive alla giornata»: «Obiettivo? Da 28 punti arrivare a 30». Chiara Turrini

A-2 GOLD

NBA

Brescia cade Verona certa del primo posto

Atlanta, in 5 a riposo Corsa playoff falsata

● Dopo che nell’anticipo della 27a giornata Verona aveva mantenuto la testa della classifica superando Casalpusterlengo 96-82, la sconfitta di Brescia ieri ad Agrigento ha regalato alla Tezenis la certezza del primo posto in classifica. Grande partita a Barcellona Pozzo di Gotto, dove Torino passa al termine di tre tempi supplementari. con 33 punti di Giachetti in 45 minuti. ● Risultati: Casale Monferrato-Ferentino 8459; Trapani-Biella 75-85; Barcellona PdG-Torino 110115 d3ts; Agrigento-Brescia 82-72; Napoli-Jesi 76-74. ● Classifica: Verona 42 (21 vinte-4 perse); Brescia 34 (17-6); Torino 30 (15-9); Casale, Biella 28 (14-10); Ferentino, Agrigento 24 (1211); Trieste 22 (11-12); Mantova 20 (10-13); Casalpusterlengo (9-14), Trapani 18 (9-14); Barcellona Pozzo di Gotto (8-15); Napoli (8-16) 16; Jesi 10 (5-19).

39

● La Nba, tanto attenta alla regolarità del campionato, al tanking inesistente secondo il commissioner Adam Silver, si ritrova ad affrontare un problema serio. Sabato notte a Charlotte, gli Atlanta Hawks, già certi del primo posto a Est, hanno lasciato a riposo i 4 All Star (Terry Teague, Kyle Korver, Al Horford e Paul Millsap) oltre al 6° uomo, Carroll, schierando un quintetto formato da Denis Schroeder, Kent Bazemore, John Jenkins, Muscala e Elton Brand. Ovviamente hanno vinto gli Hornets di 15, che però sono in corsa per l’ottavo posto, ultimo utile per i playoff. Dire che il risultato è stato falsato è un eufemismo. Difficile dar colpa agli Hawks, che agiscono per i loro interessi e non quelli della lega (che però in passato multò gli Spurs per aver lasciato a casa i Big Three). La soluzione è semplice: ridurre a 72 il numero delle partite o diluirle su un lasso di tempo

Mike Muscala, 23 anni, 9.7 minuti di media in stagione AP più ampio. Sulle 10 gare in meno i proprietari non ci sentono perché vorrebbe dire meno incassi. Dell’eliminazione delle 4 partite in 5 sere se ne discuterà invece a breve. Urge comunque una soluzione perché ne va della credibilità della lega più potente del mondo. Ieri: Washington-Houston 9199. Sabato: Charlotte-Atlanta 115-100; Chicago-New York 11180 (Bargnani 14); MilwaukeeGolden State 95-108; UtahOklahoma City 94-89; PortlandDenver 120-114 (Gallinari n.e.).


40

Pallavolo R La 25a giornata di Superlega

LUNEDÌ 30 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

I TABELLINI

I MIGLIORI DELLA GIORNATA PUNTI

ACE

MURI

19

3

7

487

1. Earvin Ngapeth

1. Gonzalo Quiroga

1. M. Podrascanin

1. A. Atanasijevic

TONAZZO PADOVA

LUBE MACERATA

MODENA

2. Raydel Poey COPRA PIACENZA

3. Stefano Giannotti TONAZZO PADOVA

4. Tine Urnaut TOP VOLLEY LATINA

18 17 15

2. Nemanja Petric MODENA

2. Vinicius Dos Santos REVIVRE MILANO

2. Simon van de Voorde TOP VOLLEY LATINA

2. Emanuel Kohut COPRA PIACENZA

VERONA

0

MODENA

3

2 2 2 2

2. Simone Anzani CALZEDONIA VR

2. De Luciano Cecco SIR SAFETY PG

Che Ricardinho Macerata fa la decima

BEST SCORER

SIR SAFETY PERUGIA

4 4

2. Sasha Starovic TOP VOLLEY LATINA

3. Stefano Giannotti TONAZZO PADOVA

4. Tine Urnaut TOP VOLLEY LATINA

5. Klemen Cebulj CMC RAVENNA

465 376 368 349

(23-25, 21-25, 17-25) CALZEDONIA VERONA: Coscione 1, Sander 7, Anzani 9, Gasparini 12, Deroo 8, Zingel 7; Pesaresi (L), Gitto, Bellei, White 2. N.e. Bellomo, Blasi, Borgogno. All. Giani PARMAREGGIO MODENA: Ngapeth 19, Piano 5, Vettori 12, Petric 12, Verhees 9, Bruno; Rossini (L), Boninfante, Kovacevic. N.e. Donadio, Sala, Casadei. All. Lorenzetti ARBITRI: Sobrero e Simbari. NOTE Spettatori 5269. Durata set: 30’, 31’, 27’; tot 88’. Calzedonia: b.s. 7, v. 3, m. 7, 2a l. 4, e. 18. Parmareggio: b.s. 8, v. 3, m. 6, 2a l. 8, e. 15. Giallo a Gasparini sul 1220 del 3° set. Trofeo Gazzetta: 6 Bruno, 5 Ngapeth, 4 Anzani, 3 Petric, 2 Verhees, 1 Vettori

Euforia Modena: torna a vincere e continua il braccio di ferro con Macerata per il secondo posto TARANTINI

CON RICARDO MACERATA SI MERITA GIÀ UN 10...

Modena risorge «Ma quale crisi! Serve divertirsi»

E

1Ngapeth (e Bruno) lanciano gli emiliani contro

L'ANALISI di GIAN LUCA PASINI

sono 10. Dieci le vittorie consecutive, record eguagliato con quello che era stato stabilito - guarda caso lo scorso anno. La Lube Macerata (o Treia, che gioca a Civitanova Marche... vedete un po’ voi), insomma i campioni d’Italia travolgono Molfetta e stabiliscono un altro primato che rafforza il morale. Anche le cifre confortano. Richardinho, il regista brasiliano, imbecca a dovere i suoi che chiudono con un interessante 58% in attacco. Ma i numeri personali sono anche più intriganti: 70% in attacco per Stankovic, 63 per Kurek e 62 per Sabbi. Non male per un regista che è appena arrivato e che costringe (causa numero di stranieri) a una variazione di formazione (ha giocato libero Paparoni). Un’arma in più per Alberto Giuliani alla vigilia dell’ultima di campionato a Modena. Gara che dovrebbe stabilire le prime tre piazze della graduatoria, il posto diretto in Champions, ma soprattutto i favoriti allo scudetto. Nonostante l’infortunio pesante a Baranowicz: la Lube c’è. Questo forse lo si può dire già anche oggi.

Verona: «Abbiamo parlato molto fra noi»

Mario Salvini INVIATO A VERONA

D

opo che Bruno con le sue battute tattiche e letali aveva spaccato il terzo set e in pratica chiuso la partita, Lorenzetti è andato a mettersi in mezzo ai suoi panchinari, quasi da spettatore. Godendosi gli ultimi punti. «E’ stata una cosa simbolica – ha spiegato – perché venivamo da giorni difficili, in cui sembrava che avessimo perso fiducia. E per quel che capisco io di pallavolo non c’era ragione». Le sconfitte con Latina e Trento sono il passato, Modena le ha cancellate con una prestazione convincente, di qualità e carattere, buona per venirsi a prendere un 3-0 al PalaOlimpia (pienissimo: 5269) dove quest’anno han perso sia Trento che Macerata. Per capirci: solo Modena quest’anno ha battuto due volte Verona. Verona che per due set ha giocato alla pari, salvo cedere qualcosa nei momenti cruciali. E che ora è in apprensione per Taylor Sander, uscito in avvio di secondo set per un problema al ginocchio destro. Nel finale è rientrato, il che fa sperare non sia nulla di grave. Il 3-0 ridà persino un temporaneo primato ai modenesi, vista la pausa di Coppa di Trento. E soprattutto li ringalluzzisce. «Però non dite che eravamo in crisi», esordisce Earvin Ngapeth, anche ieri

gran protagonista, istrionico e al tempo stesso concreto coi suoi 19 punti, più di tutti. «Crisi è un po’ troppo per una squadra che ha perso solo 4 partite in tutto l’anno».

Cos’è che vi dà più soddisfazione, di oggi? «Che ci siamo divertiti. E che siamo entrati determinati, senza dubbi. Questo mi è piaciuto molto».

Eppure tutti avete ammesso che in settimana si è parlato molto, in spogliatoio.. «E’ vero. Probabilmente l’aver perso il primo posto ci ha inner-

In effetti: Bruno che alza un primo tempo in bagher dalla banda, Ngapeth che schiaccia di sinistro… «Sì, ma quello di Ngapeth è stato cu…. Fortuna. Solo fortuna».

NON SAPEVO DI ESSER ARRIVATO A 300 MURI. E POI QUESTA VITTORIA CI VOLEVA PROPRIO MATTEO PIANO CENTRALE MODENA

vositi. E così ci siamo detti che non era il caso di essere così tesi. Che ci può stare di perdere con squadre come Trento e anche come Latina. Ha parlato molto Angelo (Lorenzetti, ndr), ha parlato molto il capitano, Bruno. E abbiamo parlato tutti. E’ questo il bello della nostra squadra: che tutti possono dire quel che pensano».

A questo punto, è importante il piazzamento finale? «Il primo posto è importante. Anzi, era importante. Perché sinceramente non credo che riusciremo a recuperare i punti a Trento. Il primo posto ti avrebbe dato la Champions subito, tra secondo e terzo non credo ci sia grande differenza». Chi vorrebbe incontrare nei quarti? «Ravenna. Perché è la più vicina a Modena». Aver vinto la Coppa Italia vi dà un po’ di tranquillità in più? «Ovviamente non siamo appagati. E non è che un trofeo conquistato ti renda più sereno. Non è così. Casomai pensiamo che la Coppa l’abbiamo vinta perché in quel momento siamo arrivati a giocare a un livello straordinario. E che possiamo rifarlo». © RIPRODUZIONE RISERVATA

MACERATA

3

MOLFETTA

0

Il derby umbro fa ridere solo Perugia PERUGIA

3

SANSEPOLCRO 0

25-16, 25-21, 25-16)

(25-14, 25-21, 25-19)

LUBE BANCA MARCHE MACERATA: Kurek 13, Podrascanin 12, Sabbi 14, Parodi 5, Stankovic 8, Ricardo 1; Paparoni (L), Fei 1, Monopoli. Ne Henno, Kovar, Shumov. All. Giuliani.

SIR SAFETY PERUGIA: Vujevic 5, Buti, Atanasijevic 12, Fromm 13, Beretta 5, De Cecco 5; Giovi (L), Fanuli (L), Barone 7, Sunder, Maruotti. N.e. Paolucci, Tzioumakas. All. Grbic.

EXPRIVIA NELDIRITTO MOLFETTA: Candellaro 4, Torres 11, Sket 3, Bossi 5, Hierrezuelo 1, Noda Blanco 7; Romiti (L), Piscopo 1, Del Vecchio 2, Spirito. Ne Michelucci, Blagojevic, Porcelli (L). All. Di Pinto.

ALTOTEVERE SANSEPOLCRO: Aganits 8, Teppan, Randazzo 5, Mazzone 6, Kaszap 1, Della Lunga 8; Tosi (L), Maric 10, Franceschini, Dolfo. N.e. Corvetta, Baroti, Lensi (L). All. Polidori

ARBITRI: Pol e Zucca. NOTE Spettatori 3795, inc. 17890. D.s. 23’, 25’, 23’ tot. 71’. Lube: bs 11, v. 1, m. 12, 2a l. 13, e. 19. Exprivia: bs 10, v. 3, m. 2, 2a l. 8, e. 21. Trofeo Gazzetta: 6 Podrascanin, 5 Kurek, 4 Stankovic, 3 Ricardo, 2 Sabbi, 1 Parodi. (m.g.)

ARBITRI: Santi e Cesare NOTE Spettatori 3014. D.s. 24’, 26’, 26’ ; tot. 76’. Sir Safety: b.s. 9, v. 4, m. 7, 2a l. 2, e. 16. Altotevere: b.s. 15, v. 1, m. 7, s.l. 1, e. 28. T. Gazzetta: 6 Atanasijevic, 5 De Cecco, 4 Fromm, 3 Aganits, 2 Vujevic, 1 Barone. (an.me.)

Van de Voorde: Latina vola Padova crolla

Milano cade Piacenza rialza la testa

PADOVA

0

LATINA

3

MILANO

0

PIACENZA

3

(24-26, 19-25, 20-25)

(13-25, 28-30, 17-25)

TONAZZO PADOVA: Rosso 8, Mattei 5, Giannotti 17, Quiroga 10, Volpato 4, Orduna 3, Balaso (L), Garghella, Milan 2, Gozzo. n.e. Aguillard, Beccaro, Vianello. All. Baldovin.

REVIVRE MILANO: Vinicius 10, Patriarca 8, Mattera 1, Veres 10, De Togni, Bencz 5; Rizzo (L), Valsecchi 5, Bermudez 3, Preti, Cerbo (L). N.e. Kauliakamoa. All. Maranesi.

TOP VOLLEY LATINA: Rossi 6, Sottile 2, Urnaut 15, Van de Voorde 11, Starovic 14, Rauwerdink 10; Manià (L), Ferenciac n.e. Skrimov, Davis, Tailli. All. Blengini.

COPRA PIACENZA: Massari 10, Tencati 3, Poey 18, Zlatanov 14, Kohut 11, Tavares 2; Mario Junior (L), Papi, Ostapenko, Marra (L). N.e. Ter Horst, Alletti, Meoni. All.Camperi

ARBITRI: Cipolla e Piluso. NOTE Spett. 2736 . Inc. 5719.. D.s. set: 26’. 23’, 26’ . tot. 75’. Tonazzo: b.s. 11, v. 5, m. 5, 2a l. 11, e. 16; Latina: b.s. 10, v. 3, m. 7, 2a l. 10, e.p. 14. T. Gazzetta: 6 Van de Voorde, 5 Urnaut, 4 Giannotti, 3 Rauwerdink 2 Sottile,1 Starovic. (m.s.)

ARBITRI: Braico e Vagni. NOTE Spettatori: 1.139 Incasso: 1.879 Durata set: 22’, 32’, 23’ Totale: 77’ Revivre: b.s.12, v. 2, m. 2, 2a l. 11, e. 22. Copra: b.s. 14, v. 5, m. 11, 2a l. 14, e. 16 Trofeo Gazzetta: Poey 6, Zlatanov 5, Massari 4, Kohut 3, Tavares 2, Mario Junior 1 (c. mus.)

RISULTATI

LA GUIDA

LUBE BANCA MARCHE MACERATA EXPRIVIA NELDIRITTO MOLFETTA

3 0

SIR SAFETY PERUGIA ALTOTEVERE SANSEPOLCRO

3 0

TONAZZO PADOVA TOP VOLLEY LATINA

0

REVIVRE MILANO COPRA PIACENZA

0

3 3

ENERGY T.I. DIATEC TRENTO VERO VOLLEY MONZA Mercoledì 1 0

CALZEDONIA VERONA PARMAREGGIO MODENA Riposava: CMC RAVENNA

3

CLASSIFICA SQUADRE

MODENA MACERATA TRENTO PERUGIA VERONA LATINA RAVENNA MOLFETTA PIACENZA MONZA PADOVA MILANO SANSEPOLCRO

PT

G.

V.

57 57 56 48 44 41 32 31 25 20 15 11 10

23 23 22 23 23 24 23 23 23 22 23 23 23

19 19 19 16 15 13 10 12 8 6 5 4 3

P.

4 4 3 7 8 11 13 11 15 16 18 19 20

PLAYOFF

PROSSIMO TURNO Domenica 5 ore 18 MOLFETTA-PERUGIA MODENA-MACERATA MONZA-PADOVA SANSEPOLCRO-VERONA RAVENNA-MILANO PIACENZA-TRENTO sabato ore 20.30 Riposa: TOP VOLLEY LATINA

La Champions ancora di Kazan (a.a.) Il Kazan di Totolo (2°) si aggiudica la terza Champions, la quarta consecutiva per la Russia: a Berlino supera con un netto 3-0 i polacchi del Resovia. I russi hanno messo a segno 12 ace, 6 del cubano Leon che ha chiuso la gara come miglior marcatore (18 punti). Finale 3°: BerlinoBelchatow 3-2 (25-21, 19-25, 25-20, 26-28, 23-21), finale KazanResovia 3-0 (25-22, 25-23, 25-21). RAVENNA K.O. (a.a.) Challenge Cup Maschile: Cmc RavennaLisbona 2-3 (25-23, 27-25, 20-25, 18-25, 10-15; and. 0–3), Novi Sad (Ser)-Minsk (Blr) 3-2 (and.3-1). Finale: Novi Sad-Lisbona. Femminile: Bursa (Tur)Schweriner (Ger) 3-0 (golden 1510; and. 1-3), Yuzhny (Ucr)Ekaterinburg (Rus) 0-3 (and.0-3). Finale: Ekaterinburg-Bursa. AZZURRINE OK (a.a.) Seconda vittoria in 3 set per le azzurrine all’Europeo Under 18 a Samokov (Bul). La formazione di Mencarelli si è imposta 3-0 (25-16, 25-22, 2519) alla Grecia, con 52% in attacco, 7 ace e 6 muri con Vittoria Piani miglior marcatore (14). Oggi alle 17 la Russia. BERNARDI DI COPPA (a.a.) L’Halkbank Ankara di Lorenzo Bernardi (Caponeri 2°, Contrario statistico, Giolito preparatore) senza l’infortunato Juantorena ha vinto a Bursa la Coppa di Turchia, in finale ha superato lo Smirne 30 (25-18, 25-23, 25-22). TROFEO GAZZETTA (c.g.) Chiusura a pari merito Donne (22a) 94: Fabris, Barun, 82: Ozsoy, 75: Van Hecke, Tomsia, 66: Tirozzi, 60: Nikolova, 58: Klinemann, 56: Diouf, 55: Plak, 53: Calloni, Loda, 52: Turlea, 51: Gioli, 49: Brinker, 48: Guiggi, Sorokaite, 47: Lyubushkina.


Tennis R A Miami

LUNEDÌ 30 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

41

Equitazione R A Roma

Oggi elezioni Fise Cercasi serenità dopo le polemiche 1Arcioni, Di Paola, Galeazzi e Orlandi in ● Flavia Pennetta, brindisina, 33 anni, n. 28 del mondo REUTERS

● Sara Errani, romagola, 27 anni, n. 13 del mondo EPA

Pennetta favolosa Errani guerriera Rilancio azzurre

LA GUIDA

Nicola Melillo

Colpo Mannarino: elimina Wawrinka Murray, 499 urrah

U

1Le Williams che si candidano in Fed Cup fanno meno paura con Flavia e Sara super. Giorgi k.o.

Vincenzo Martucci @VinceMartucci

L’

ora «X» è fissata al 18-19 aprile sulla terra rossa del Ct Brindisi. Solo allora — al di là delle minacce delle sorellone Williams che annunciano di voler partecipare alla gita in Puglia — si conosceranno davvero le protagoniste di Italia-Stati Uniti, spareggio per restare nella serie A di Fed Cup. Intanto, sul cemento di Miami, Flavia Pennetta, che sicuramente sarà in campo con la maglia azzurra nella sua città, dà spettacolo contro Vika Azarenka, oggi 36 del mondo dopo problemi fisici ma 1 nel 2012. Posizione che annuncia di voler recuperare con un mix di orgoglio e di presunzione. Chissà. Per ora, proprio come la settimana scorsa a Indian Wells, la capo-scuola Maria Sharapova, anche la bielorussa di scuola americana s’inchina alla straordinaria italiana. Che, a 33 anni, sta giocando il miglior tennis e si qualifica agli ottavi contro Simona Halep. Con la quale è 3-0 nei precedenti, l’ultimo agli Us Open 2013. NERVI Flavia è davvero un portento nell’aggiudicarsi il match allo sprint del tie-break, dopo due set simili. Dov’è al comando fino al 5-3, si fa riprendere e superare fino al 5-6, ma poi tira

ancora fuori le soluzioni migliori: i lungolinea di rovescio e di dritto, l’efficace servizio, le micidiali smorzate, ma soprattutto determinazione e nervi. Perché la battaglia da fondocampo, già comunque difficile contro una specialista dei campi duri all’aperto come Vika, diventa difficilissima per domare anche il vento. Oltre alla tensione di una partita così importante e stimolante. Che a Flavia ricorda la semifinale degli Us Open 2013, persa, ma che le ha rilanciato la carriera. Stavolta vince, cancellando gli 8 anni di deficit all'anagrafe, dimostrando più forza e nervi, e lucidità nel tenere il più possibile l’iniziativa. Fino all’epilogo, al secondo match point, dopo aver insistito ancora sul rovescio ballerino dell’Azarenka, dopo 2 ore 7 minuti da grande che la promuovono per la prima volta agli ottavi a Miami: dopo 6 k.o. al terzo turno nelle 10 precedenti partecipazioni. GUERRIERA E’ bello ritrovare finalmente Sara Errani in versione guerriera, anche in prospettiva Fed Cup. Una volta libera dal doppio impegno del doppio con Roberta Vinci, la romagnola si dà come nei tempi belli fino all’ultima stilla di energia contro la picchiatrice venezuelana di bandiera spagnola Garbine Muguruza (n. 19 del mondo). Sui campi duri, «Saretta», pur

13 della classifica, è sfavorita contro la 21enne, come confermano gli ultimi due k.o. a New Haven 2014 e a gennaio a Sydney, ma si getta nella lotta con la sua foga intelligente, sopperendo a i ben noti limiti al servizio. Porta a casa, soffrendo, il secondo set, e poi mette la partita sui binari preferiti della corsa e del batti e ribatti. Spegnendo, col mestiere dei 27 anni, la potenza dell’avversaria. Ed estenuandola in 2 ore 2 minuti. DOPPI FALLI Fa rabbia, Camila Giorgi, ancor di più quando lotta alla pari con le più forti e sulle ribalte più importanti. A Miami, la picchiatrice di Macerata gioca fendenti strappa-applausi, lascia sul posto l’avversaria col dritto e col rovescio, e recupera quattro volte il break ad un’avversaria solida, e di qualità, come Simona Halep, numero 3 del mondo che minaccia il 2 di Maria Sharapova. Ma poi vanifica la potenza da prima della classe, non da 37 del mondo, suicidandosi con 41 gratuiti, fra cui 11 doppi falli. Errori figli un po’ dell’incapacità di variazioni tecnico-tattiche e un po’ della tensione che non riesce a controllare, come dicono gli altri 5 match disputati quest’anno nei quali ha toccato almeno i 10 doppi falli (record negativo, 23 contro Sanders). Peccato davvero. © RIPRODUZIONE RISERVATA

corsa dopo 2 anni di commissariamento

Combined event di Miami, Masters 1000 uomini e Premier Mandatory donne (5 milioni di euro, cemento). Tutti i risultati su www.gazzetta.it. Fra gli uomini, colpo grosso del mancino Mannarino (n. 32 del mondo, nella foto) contro Wawrinka (n. 8). Ed Andy Murray, che in inverno si allena proprio nello stadio di Key Biscayne dove si disputa il torneo, tocca quota 499 singolari vinti in carriera domando Santiago e qualificandosi agli ottavi contro Anderson (anche lui residente in Florida). Il 27enne scozzese, campione a Miami nel 2009 e 2013, scommette: «Spero di vincere qualche partita ancora da qui a fine carriera e quindi se non ci riesco in un paio di giorni, sono sicuro di arrivare a quota 500. Sono tanti match, non comune di questi tempi». Uomini, 3° turno: Murray (Gbr) b. Giraldo (Col) 6-3 6-4; Mannarino (Fra) b. Wawrinka (Svi) 7-6 (4) 7-6 (5); Thiem (Aut) b. Sock (Usa) 6-4 6-3; secondo turno: Djokovic (Ser) b. Klizan (Slk) 6-0 5-7 6-1; Dolgopolov (Ucr) b. Robredo (Spa) 6-7 (1) 6-3 7-5; Rosol (R.Cec) b. Zverev (Ger) 7-6 (0) 6-3; Goffin (Bel) b. Coric (Cro) 6-0 64; Dimitrov (Bul) b. Pospisil (Can) 6-2 6-2; Raonic (Can) b. Gabashvili (Rus) 6-1 6-4. Donne, 3° turno: Halep (Rom) b. GIORGI 6-4 7-5; PENNETTA b. Azarenka (Bie) 7-6 (5) 7-6 (6); ERRANI b. Muguruza (Spa 4-6 6-4 6-1; S. Williams (Usa) b. Bellis (Usa) 6-1 61; Kuznetsova (Rus) b. Kerber (Ger) 63 3-6 6-3; A. Radwanska (Pol) b. Begu (Rom) 6-2 4-6 6-2; V. Williams (Usa) b. Stosur (Aus) 6-4 7-6 (3); Petkovic (Ger) b. Mladenovic (Fra) 6-0 6-2; Gavrilova (Rus) b. Nara (Gia) 6-0 7-6 (5). In tv Diretta ore 8 e ore 17 su SkySport 3 e 2, gli uomini, ore 17, 21, 1 e 3 le donne su SuperTennis.

ROMA

n'ultima occasione per ripartire. Quella che oggi si svolgerà a Roma, al Palafijlkam di Ostia, non sarà semplicemente un'assemblea elettiva per riconsegnare alla Federazione Italia Sport Equestri un presidente e un Consiglio federale. L'elezione di oggi, dovrà seppellire una volta per tutte gli egoismi, gli interessi personali, corporativi, le beghe e le ripicche che hanno creato il caos in cui l'equitazione italiana vive da ormai 9 anni. URGENZE Il commissariamento di Ravà, dal luglio 2013, ha riportato in attivo i conti, ha gestito le dinamiche sportive complesse legate al mondo equestre, e ridato certezze sotto il profilo della trasparenza e dignità. Ora l'eletto è chiamato, con davanti un mandato di appena 18 mesi, ad essere il presidente di tutti. Sarebbe già un passo avanti non avere ricorsi sulle elezioni. La vigilia del voto, per la verità, è già stata agitata per le discussioni sulla costituzione del quorum dei voti, con la commissione della verifica dei poteri assai impegnata: quorum calcolato sul singolo centro ippico o su tutti gli aventi diritto al voto nell’ambito del circolo? Polemiche in arrivo? Si spera di no: serve rispetto delle decisioni in merito e dell'esito del voto, cruciale vista l'imminenza di Piazza di Siena, la cui organizzazione, nell'anno del ritorno dell'Italia nell'elite mondiale, urge di uno scatto significativo. E poi, a breve, bisognerà tornare a far vivere il centro dei Pratoni del Vivaro, con Roma che guarda ai Giochi del 2024 col Centro Coni protagonista. I CANDIDATI Dopo il no alla candidatura dell'ex presidente Antonella Dallari e la

Massimo Arcioni 66 anni, cavaliere e tecnico

Marco Di Paola, 46 anni, cavaliere e proprietario

Alessandro Galeazzi, 57 anni, imprenditore

Vittorio Orlandi, 76 anni, bronzo olimpico 1972

rinuncia di sabato di Amos Cisi, restano in 4. Sembra però corsa a due: Vittorio Orlandi e Marco Di Paola. Il primo, grande cavaliere lombardo che vinse il bronzo olimpico a squadre nel 1972, quando ha smesso di gareggiare si è impegnato, da imprenditore, a rilanciare l'allevamento italiano e a supportare i proprietari. Punta su maggiori contatti coi comitati regionali e ha l'appoggio delle società. Marco Di Paola, 44enne romano, cavaliere, proprietario, imprenditore, uno dei soci del Pony Club Roma, è stato il primo rappresentante dei cavalieri-proprietari nel Consiglio Fise, facendo parte del Board dei Proprietari di cui Orlandi era presidente. Punta pure sullo sfruttamento di uno sport dal grande appeal per attirare sponsor e interessi economici utili a rilanciare il movimento. I due insieme si impegnarono nella stesura di un codice etico per i proprietari. Gli outsider sono Massimo Arcioni, romano già consigliere regionale e cavaliere multidisciplinare, punta sull'«iperdemocrazia» e sulla trasparenza. Potrebbe sparigliare le carte l'altro candidato forte: Alessandro Galeazzi, ex parlamentare di Alleanza Nazionale di Acqui Terme (Al), imprenditore ed ex consigliere Fise, cavaliere di salto ostacoli, fu oro mondiale militare e campione italiano, 10 volte in azzurro in Csio. Chiunque sarà eletto, a tutti si chiede di fare squadra. Sarà la volta buona? © RIPRODUZIONE RISERVATA


Cricket R Il Mondiale

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LUNEDÌ 30 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

1

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● 1. Il Melbourne Cricket Ground esaurito per la finale mondiale: gli spettatori sono 93.013, record dello stadio per il cricket 2. Il capitano australiano Michael Clarke, protagonista della partita con 74 run: aveva vinto il titolo anche nel 2007 3. La gioia degli Australiani con la Coppa del Mondo, la quinta della storia REUTERS/AFP

Australia, quanta folla per il trionfo

1In 93.013 al Melbourne Ground: il titolo iridato dedicato a Hughes, morto a novembre colpito da una pallina Riccardo Crivelli

L

a storia non cambia corso. Nessuna vendetta, quelli che stanno al di là del Mare di Tasman, forti dei numeri e della tradizione, continueranno a guardarli dall’alto al basso e a considerarli sostanzialmente degli allevatori di pecore. Mai come questa volta, però, la Nuova Zelanda è andata vicina a ribaltare il mondo, nella finale iridata di un campionato tra i più belli ed equilibrati di sempre, la prima tra due nazioni dell’Emisfero Sud. Vince l’Australia, evviva l’Australia: 186 a 183 e sette wickets grazie alle 74 run del capitano Michael Clarke, che non poteva immaginare apoteosi più scintillante

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per il congedo da una straordinaria carriera internazionale (aveva già annunciato il ritiro dai match di un giorno). ESPERIENZA E NUMERI Così, gli Aussies conquistano il quinto titolo dopo quelli del 1987, 1999, 2003 e 2007, completando un curioso Slam geografico: sono stati campioni del mondo in Asia, in Africa, in Europa, ai Caraibi e adesso finalmente a casa propria, in Oceania. I Black Caps, invece, erano alla prima finale: nonostante una prestazione di grandissimo orgoglio e qualità tecnica, l’esperienza ha contato eccome. In panchina, ad esempio, gli australiani avevano la guida sicura di coach Darren Lehmann, l’uomo che da giocatore decise il Mondiale AGENTE plurimandatario componenti elettronici/elettromeccanici zona Lombardia B2B disponibile valutare nuovi mandati. Mail: maxmau2378@vodafone.it

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del 1999 e, come allenatore dei lanciatori, Craig McDermott, membro del team campione del 1987. La spettacolarità della notte di Melbourne, alla fine, ha unito ciò che una rivalità sportiva storica ha sempre diviso e i due primi ministri, l’australiano Tony Abbott e il neozelandese John Key, hanno twittato i complimenti ai loro e agli avversari. Intanto, sull’erba del Melbourne Cricket Ground, esplodevano la festa gialloverde e i fuochi artificiali, mentre centinaia di migliaia di flash immortalavano la scena. Erano in 93.013 in tribuna (che fa più di un milione in sei settimane di torneo), record dello stadio per il cricket, con una numerosissima e coloratissima rappresentanza indiana: avevano comprato il biglietAUTISTA privato abile solutore problemi a disposizione. Tel. 334.16.91.609 CERCO lavoro in Milano. Colf italiana referenziata. Full/part-time, fissa. 338.91.34.547 CONTABILE neopensionato, autonomo fino bilancio, adempimenti/dichiarazioni, inglese, tedesco/francese scolastici, reports, padronanza PC, offresi par-time/full-time 339.29.95.573 ESPERTA contabilità, bilancio, dichiarazioni, laureata economia, pluriennale esperienza, proponesi ad aziende/studi. 328.14.11.194 SIGNORA 33enne srilankese, referenziata, regolare, offresi come babysitter o collaboratrice domestica. Pluriennale esperienza. 349.66.50.768 SRILANKESE offresi part-time mattina come baby-sitter, domestica. Esperienza decennale. Referenziata. Diplomata inglese. 327.04.32.598 BADANTE singolo/coppia nozioni infermieristiche, patente, referenziato. Disponibilità immediata full-time. 388.14.39.925 BADANTE 52enne, moldava referenziata offresi fissa/diurno, anche weekend, libera subito zone Milano, Parma, Trento. 328.64.32.374

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● Le vittorie dell’Australia al Mondiale, organizzato ogni 4 anni dal 1975. Come titoli, seguono India e Indie Occidentali con 2. La Nuova Zelanda era alla prima finale

to fiduciosi che i beniamini ripetessero l’exploit del 2011 (quando vinsero il Mondiale) e la delusione per la semifinale persa appunto contro l’Australia non li ha fermati, insieme alla passione per uno sport che in tutti gli antichi possedimenti della Corona inglese è a tutt’oggi ancora una religione. RINASCITA E DEDICA Proprio con i successi nel cricket, tra

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l’altro, l’Australia si è affrancata dal giogo psicologico della sudditanza alla madrepatria britannica, in una sorta di ribellione silenziosa a suon di battute vincenti. In un paese dall’immensa cultura sportiva, lo sport delle mazze rimane comunque una delle espressioni più vivide dell’identità nazionale. Ecco perché il trionfo di domenica notte rappresenta al tempo stesso una conferma e una rinascita: solo due anni fa, l’ambiente del cricket australiano era stato terremotato da sconfitte indegne e polemiche così virulente da sfiorare la tragedia collettiva. In quell’anno, l’Australia esce al primo turno del Champions Trophy, uno dei più importanti tornei internazionali, e viene travolta in una tour-

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née in India con il licenziamento di coach Mickey Arthur accusato di metodi troppo autoritari. Non solo: il capitano Michael Clarke (sì, proprio lui) si infortuna gravemente e un altro giocatore, David Warner, viene sospeso per una rissa in un pub con un avversario dopo una pesante sconfitta contro l’Inghilterra nelle Ashes Series. Ventiquattro mesi, un secolo. Con la Coppa ben salda nelle mani, Clarke può finalmente dimenticare l’annus horribilis e dedicare la vittoria a Phil Hughes, il compagno di nazionale morto a novembre dopo essere stato colpito in testa da una pallina in un match di campionato. C’è posto anche per il cuore. Perché la storia non ha cambiato strada.

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LUNEDÌ 30 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

TUTTENOTIZIE IPPICA

Clockwinder e Branca trionfano a San Rossore ● La 125ª edizione del Premio Pisa va a Clockwinder, il meno atteso dei due cavalli di Stefano Botti (il favorito Brex Drago è finito solo quinto). I colori sono quelli della Effevi di Felice Villa, in sella il solito, perfetto Fabio Branca, al secondo successo nella gloriosa corsa di San Rossore dopo quello del 2006 con Magic Box. Anche la Effevi aveva già trionfato: nel 2004 con Bravo Tazio, in coppia con Endo Botti. Vennarecci ha guidato a buon ritmo, Clockwinder è scattato con decisione a metà retta, è passato e poi ha dovuto respingere il ficcante finish di Corral Canyon, con Chester Deal al terzo posto. 6ª corsa - Premio Pisa - (lr) m 1600: 1 Clockwinder (F. Branca); 2 Corral Canyon; 3 Chester Deal; 4 Vennarecci; Tot.: 4,31; 2,11, 6,25, 3,90 (62,93) Trio: 612,46. ● CHE NESTA A Trieste bella vittoria per Nesta Effe (R. Vecchione) nel GP Giorgio Jegher. Il figlio di Naglo allenato da Holger Ehlert, che rientrava dal Repubblica del 2 giugno, ha raggiunto il leader Louvre dopo 800 metri e in retta è passato, dominando in 1.14.1 davanti a Padania Zeta e allo stesso Louvre

GINNASTICA

Fasana 2° posto a Jesolo, davanti c’è solo la Biles

Erika Fasana , 19 anni DONATI ● Lo spettacolo del Trofeo di Jesolo porta buone notizie all’Italia sul cammino per Rio 2016. Senza la Ferrari, in recupero dalla mononucleosi, nelle finali di specialità di ieri la campionessa mondiale Simone Biles ha strabiliato con 16.050 al corpo libero ma Erika Fasana, si piazza subito dietro con 14.900 lasciandosi alle spalle l’olimpionica Alyssa Raisman, terza con 14.850. Ancora superBiles al volteggio con 15.525 ma è ancora l’Italia ad essere protagonista con l’azzurra Arianna Rocca, terza la canadese Elisabeth Black (14.200). Si rivede ad alto livello finalmente anche Carlotta Ferlito che con il personale di 14.300 si piazza terza alla trave facendo esplodere il PalaArrex. La catanese, seguita da Paolo Bucci e Tiziana Di Pilato all’Accademia di Milano, chiude a due decimi e mezzo da Alyssa Baumann e a meno di un punto dalla campionessa iridata Simone Biles (15.250). In pedana anche Elisa Meneghini, che finisce all’8° posto con 13.100. L’azzurra allenata a Lissone da Claudia Ferrè, ha patito troppo la tensione.

1FARFALLE VINCENTI (i.b.) Le Farfalle azzurre della ritmica conquistano la prima tappa di Coppa del Mondo a Lisbona trionfando nel concorso generale e anche nella finale di specialità a cerchi e clavette dove battono Israele e Spagna. Male la Russia.

NUOTO

Novara ultimo test prima dei Tricolori La Pellegrini c’è 1Prova i 400 sl e i 200 dorso, ma prepara i suoi 200 crawl per gli Assoluti di Riccione

Federica Pellegrini, 26 anni, olimpionica dei 200 stile libero LAPRESSE

T

ra Novara e Malaga si sono svolti gli ultimi test, pre selezioni mondiali di Riccione (dal 14 aprile), dove potrebbe non esserci Gabriele Detti (malato, decisione domani). Federica Pellegrini ha deciso di nuotare ieri nel meeting biancorosso anziché negli Open spagnoli e nella vasca lunga novarese ha raccolto indicazioni importanti sulla condizione prima

SCI VELOCITÀ

Simone Origone prova a battere il suo record ● E’ in programma oggi a Vars, in Francia, la finale dello Speed Master 2015, la gara di velocità a inviti in cui si va a caccia del primato del mondo. Il limite da battere è 252,454 km/h stabilito lo scorso anno dal valdostano Simone Origone sulla stessa pista. I 30 atleti invitati con le semifinali si sono ridotti a 12 e stamane le due prove sono in programma alle 10.30 e alle 12. Per l’attacco al primato del mondo sono fondamentali le condizioni climatiche e per questo gli organizzatori francesi tengono aperta una finestra sino a sabato 4 aprile. Ieri il più veloce in semifinale è stato Simone Origone che ha fatto segnare 228,862 km/h. «La pista La Chabrieres è velocissima, temo solo il vento nella parte alta e alle nostre velocità non è uno scherzo», spiega il valdostano. I suoi principali avversari sono l’austriaco Klaus Schrotthammer e i francesi Simon Bily e Bastian Montes. Fra le donne in gara (4 in finale) anche Valentina Greggio, già campionessa mondiale e vincitrice della Coppa del Mondo.

Simone Origone, 36 anni AP

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dello scarico finale in due prove che non faranno parte del suo programma iridato di Kazan, ma che in Italia continua a disputare. Ovvero i 400 stile libero vinti in un comodo 4’07 al mattino, e i 200 dorso con un 2’13 che serve a poco visto che ormai Matteo Giunta la allena solo a stile libero. Il 4’07” non è in carico un risultato deludente, ed è migliorabile a Riccione: Fede comunque non cambia piani e tutto sarà

SCI

Fill è campione d’Italia in superG

Peter Fill, 32 anni REUTERS ● (s.f.) E’ calato il sipario con qualche sorpresa sui campionati italiani assoluti di Tarvisio-Sella Nevea (Ud). Peter Fill vince il superG davanti a Guglielmo Bosca e Casse; il campione uscente Marsaglia 5°davanti a Heel, out Paris e Klotz. In combinata 1° titolo italiano per l’outsider Michelangelo Tentori, 23enne lecchese doppio oro in gigante e superG all’Universiade di Granada e reduce dal successo di sabato nel gigante degli Assoluti sloveni; con lui sul podio Buzzi e Bosca. Lotta sul filo di lana nello slalom femminile con exploit tricolore di Roberta Midali, 20enne bergamasca della squadra “C” sulla Agnelli e la campionessa uscente Costazza, favorita della vigilia con Irene Curtoni (ieri out). SuperG uomini: 1. Fill, 1’13”21; 2: G. Bosca a 19/100; 3. Casse a 24/100; 5. Marsaglia a 85/100; 6. Heel a 88/100; rit. Paris e Klotz. Combinata: 1. Tentori, 1’57”50; 2. Buzzi a ; 3. Zrnic-Din (Cro) a ; 4. G. Bosca a . Slalom donne: 1. Midali, 2. Agnelli a 3/100; 3. Costazza a 13/100; rit. I. Curtoni, Brignone.

funzionale ai 200 stile libero. Gara che, tra gli uomini, Filippo Magnini ha vinto in 1’49” su Gianluca Maglia. Filippo ha anche vinto al mattino i 100 sl in 49”7, segno che ancora come Fede i lavori qualitativi non sono stati completati. Gareggiare anche in condizioni non al top serve, e per Fede è stato comunque un buon allenamento. C’e’ molta attesa nei 200 sl su di lei a Riccione dopo l’1’57” di Milano, e per ora si confronta in casa. A Malaga, il polacco Konrad Czerniak in 51”37 è adesso primo al mondo nei 100 farfalla (52”47 per Codia in finale B). Risultati. A Novara. Uomini. 100-200 sl Magnini 49”72 (Maglia 51”27), 1’49”21 (1’51”76), 50 do Marelli 28”14, 50 ra-fa Dioli 28”74, 24”92, 100 fa Rivolta 52”81. Donne. 400 sl-200 do Pellegrini 4’07”44, 2’13”15; 50 ra Castiglioni 31”40, 100 ra Guzzetti 1’10”28. A Malaga (50m). Uomini. 200 sl Martin 1’49”01; Di Giorgio 1’50”65, 50 do Ortiz 24”86; 400 mx Sanchez Torrens 4’16”61; donne, 200 sl Costa Schmid 1’58”01; Mizzau 1’58”52; Masini Luccetti 1’58”82; De Memme 2’03”29; 50 do Peris Minguet 28”52; Panziera 29”40; 100 fa Di Liddo 58”96; 400 mx Belmonte 4’36”14. GOVOROV E RUTA A Copenaghen. 50 fa Govorov (Ucr) 23”37 (2o t. 2015). A Sheffield (Gb). Donne, 100 ra Meylutite (Lit) 1’05”99 (1o t. 2015). RAGAZZE EMERGENTI (al.f.) A Riccione (25 m). Donne. Rag 2001: 50 sl, 100 ra Gusperti 26”35, 1’10”41; 200 sl Fazzuoli 2’03”40; 400 sl Berton 4’17”20; 100 do Borra 1’02”47; 200 do Rebusco 2’14”98; 200 ra Cavagnoli 2’31”62; 100 fa Birro 1’02”30; 200 fa Buriassi 2’18”03; 200-400 mx Mascolo 2’16”57, 4’48”19. Rag 2002: 50 sl Minicucci 26”75; 200 sl Pravato 2’03”74, 4’18”77; 100-200 do Circi 1’03”50, 2’15”73; 100 ra Asprissi 1’12”61; 200 ra Meloni 2’36”82; 100200 fa Masciopinto 1’02”63, 2’19”88; 200-400 mx Rosa 2’20”17, 4’53”90.

ATLETICA

La Stramilano è una festa per i keniani ● Tutta keniana la mezza maratona agonistica della 44esima edizione della Stramilano, conclusasi all’Arena e che ha ha visto al via bel 6500 atleti. Il primo a tagliare il traguardo è stato Thomas Lokomwa che con 1h00’33” ha preceduto di sei secondi il connazionale Kennedy Kipiego, mentre terzo si è classificato Yassine Rachik, in 1h03’11”, tesserato per la Centotorri Pavia. Avvincente anche la gara femminile con Rebecca Kangogo Chesire che si è imposta in 1h08’21” dopo aver staccato le compagne Angela Jemesunde Tanui (1h09’14”) e Lucy Wambui Murigi (1h11’19”). Grande successo anche della prova non competitiva sui 10 km con 50.000 partecipanti. UOMINI: 1. Lokomwa (Ken) 1h00’33”; 2. Kipiego (Ken) 1h00’39”; 3. Rachik 1h03’11”; 4. Kipkoech Kirui (Ken) 1h03’37”; 5. Ricatti 1h05’27”. DONNE: 1. Kangogo (Ken) 1h08’21”; 2. J. Tanui (Ken) 1h09’14”; 3. Murigi (Ken) 1h11’19”; 4. Jepkurgat (Ken) 1h11’24”; 5. Akeno (Ken) 1h13’11”; 6. Galimberti 1h13’42”.

Thomas James Lokomwa

ATLETICA MEZZA DI BERLINO IN 4 SOTTO L’ORA Grandissimo livello della mezza maratona di Berlino, nella gara maschile ben 4 atleti solo scesi sotto il muro dell’ora. Si è imposto l’etiope Birhanu Legese in 59’45” che ha battuto allo sprint i keniani David Kosgei (59’46”), Abraham Cheroben (59’49”) e Richard Mengich (59’59”). Fra le donne successo della keniana Cynthia Chepchirchir Kosgei in 1h10’52”. Uomini: 1. Legese (Eti) 59’45”; 2. D. Kosgei (Ken) 59’46”, 3. Cheroben (Ken) 59’49”; 4. Mengich (Ken) 59’59”, 5. Kipyatich (Ken) 1h00’03”. Donne: 1. Chepchirchir Kosgei (Ken) 1h10’52”; 2. E. Cherono (Ken) 1h00’56”; 3. Andersson (Sve) 1h11’56”. ● PRAGA VELOCE Ottimi risultati anche nella mezza maratona di Praga: vittorie del keniano Daniel Kinyua Wanjiru (59’51”) e dell’etiope Worknesh Degeva (1h07’14”). Uomini: 1. Kinyua Wanjiru (Ken) 59’51”; 2. Mungor (Ken) 59’57”; 3. Komon (Ken 59’57”; 4. Kipchirchir Bor (Ken) 1h00’09”. Donne: 1. Degefa (Eti) 1h07’14”; 2. Melese (Eti) 1h08’21”; 3. Nukuri (Bur) 1h09’33”. ● STANO E TRAPLETTI (si.g.) Massimo Stano e Valentina Trapletti hanno vinto a Cassino (Fr) il titolo italiano dei 20 km di marcia su strada. Uomini. 20 km: Stano 1h22’16”; Tontodonati 1h22’33”; Dei Tos 1h22’58”; Fortunato (1° U.23) 1h24’44”; Caporaso 1h25’06”. U.20: Angelini 1h29’16”. Donne. 20 km: Trapletti 1h31’48”; Becchetti (1. U.23) 1h34’29”; Gabellone 1h34’42”; Curiazzi 1h35’32”. U.20: Dominici 1h41’55”.

BASEBALL DE SANTIS FA 100 E BOLOGNA SI RISCATTA (m.c.) Bologna, con la centesima vittoria in carriera del lanciatore grossetano Riccardo De Santis, ed un attacco da 16 valide (big inning al 4° da 7 punti), si riscatta a Padova, ma Rimini e San Marino fanno il pieno contro le nettunesi. 1° turno, gara 2: Tommasin Padova-UnipolSai Bologna 4-16 (v.De Santis, p. E.Crepaldi, hr Rodriguez 2p. al 4°), Rimini-Città di Nettuno 3-2 (pvbc al 9° di Olmedo), Angel Service Nettuno2-T&A San Marino 3-7 (v. A.Pizziconi 1bv, 5rl), Parma-Godo 1-2 (pvbc doppio Gomez al 7°). Class.: San Marino e Rimini 1000 (2-0); Bologna, Parma, Godo e Padova 500 (1-1); Nettuno2 e Città di Nettuno 0 (0-2).

BOXE ● MONDIALI (r.g.) A Las Vegas (Usa), Gary Russel jr. (Usa 26-1) conquista il titolo piuma Wbc scalzando Jhonny Gonzales (Mes, 57-8) kot 4, dopo tre conteggi e sfida pubblicamente Vasyl Lomachenko, il suo unico vincitore. A Sheffield (Ing) fallito assalto del welter romeno Ionut Dan Ion (343), battuto kot 4, contro Kelly Brook (Ing, 34) campione Ibf; nei supergallo, il locale McDonnell (130-2) conquista il vacante Europeo supergallo a spese del russo Yegorov (13-1-1), superato di misura ai punti. A Manila (Fil) il locale Donnie Nietes (34-1-4) mantiene il Wbo minimosca contro Parra (Mes, 19-3) stop 9. A Lima (Peru), Carlos Zambrano (25) supera Ramirez (R.Dom. 24-1) ai punti, per l’interim Wba piuma. ● SITUAZIONE WSB (r.g.) Il torneo delle WSB, ha concluso l’11° turno dei play off. Girone A: CinaCuba 0-5; Marocco-Ucraina 3-2; Algeria-Gran Bretagna 2-3; Messico-Russia 3-2. Classifica: Cuba 30; Russia e Messico 22; Ucraina 21; Marocco 16; G.B. 12; Cina 9; Algeria 5. Girone B: UsaKazakistan 0-5; VenezuelaPortorico 3-2; Polonia-Azerbaigian 2-3; Italia-Argentina 5-0. Classifica: Kazakistan 33; Azerbaigian 23; Italia 20; Usa 19; Portorico 18; Venezuela 17, Polonia 12; Argentina 3. Prossimo turno 11 aprile ad Andria: Italia-Polonia. ● IN EMILIA (r.g.) A Ferrara il superleggero Marco Iuculiano (2) batte Mammucari (0-2) p 4. A Reggio Emilia, per la Cavallari Boxe, debuttano al professionismo i medi Bondavalli e Kourouma sui 6 round.

● ETERNO ROY (r.g.) A Pensacola (Usa), dove è nato nel 1969, l’ex pluricampione del mondo Roy Jones jr. (61-8), attivo dal 1990, mantiene la cintura Wbu massimi leggeri, spedendo Paul Vasquez (Usa 10-7-1), 36 anni, ko 1. ● PAOLA PER SIMONA (r.g.) A Buenos Aires, la locale Paola Yudica (10-0-2) mantiene il mondiale mosca Ibf su Lorena Taborda (8-4) a maggioranza: a maggio a Forlì c’è Simona Galassi (23-3-1).

CURLING MONDIALI AD HALIFAX ITALIA BENE Ai campionati mondiali 2015 di curling maschile, sul ghiaccio canadese di Halifax (Nuova Scozia), l’Italia di Joël Retornaz ha superato per 6-5 la Scozia di Ewan MacDonald, grazie al pareggio ottenuto al decimo end ed al punto messo a segno nell’extra end, e 115 la Svezia. Gli azzurri si portano così in prima posizione a pari con il Giappone di Yusuke Morozumi, che ha disputato due incontri vincendo sia contro la Russia (7-4) che contro la stessa Scozia. Vittorie all’esordio anche per le tre formazioni favorite per il successo finale: Norvegia (9-7 alla Cina), Svezia (6-5 alla Finlandia) e Canada (11-10 agli Stati Uniti).

GOLF ●

RAMSAY OK Lo scozzese Richie Ramsay ha vinto con 278 (-10) colpi (72 66 71 69), dopo un finale rocambolesco, il Trophée Hassan II, torneo dell’European Tour disputato sul percorso del Golf du Palais Royal (par 72), ad Agadir in Marocco. Si è classificato al 59° posto con 291 (72 71 72 76, +3) Matteo Manassero che interrompe la striscia negativa di 5 tagli consecutivi.

HOCKEY GHIACCIO ●

EBEL (m.l.) Il suo gol al supplementare di gara-5 della finale col Salisburgo aveva regalato la scorsa stagione vittoria e uno storico titolo di Ebel al Bolzano. Adesso le strade del club biancorosso e dell’attaccante sloveno Ziga Pance si dividono. Quest’ultimo è infatti passato al Villach.

HOCKEY IN LINE ●

PLAYOFF: I QUARTI (m.l.) Serie A-1. Playoff. Milano e Verona alle semifinali. Così gara-2 (su 3) dei quarti di finale. Risultati: Pol. Molinese-Milano 1-3 (serie 0-2); Monleale-Cittadella 4-0 (serie 1-1); Padova-Cus Verona 2-7 (serie 0-2); Asiago-Vicenza 5-4 t.s. (serie 1-1).

IPPICA ●

OGGI QUINTÉ A FOLLONICA Al Dei Pini (inizio convegno alle 15) scegliamo Phebo Rivarco (12), Rubens Mask (5), Rainbow As (10), Popolo Baba (6), Odeon Jet (7) e Roi de Coeur (9). ● SI CORRE ANCHE Trotto: Padova (15.10) e Taranto (15.05).

SCHERMA COPPA DI SCIABOLA LA GREGORIO QUINTA Rossella Gregorio quinta in Coppa del Mondo di sciabola a Seul. Donne. Finale: Kharlan (Ukr) b. Muhammad (Usa) 15-9; semifinali Kharlan (Ukr) b. Velikaya (Rus) 1511; Muhammad (Usa) b. Zagunis (Usa) 15-14; quarti: Kharlan (Ucr) b. Marton (Hun) 15-5; Velikaya (Rus) b. Berder (Fra) 15-8; Muhammad (Usa) b. Besbes (Tun) 15-11; Zagunis (Usa) b. Gregorio 1514. Ottavi: Gregorio b. Limbach (Ger) 15-12; Pundyk (Ucr) b. Vecchi 15-13; Lee Rajin (S.Cor) b. Bianco 15-14; Gregorio b. Mikina (Aze) 1512. Uomini. Finale: Limbach (Ger) b. Rousset (Fra) 15-8; semifinali: Rousset (Fra) b. Ibragimov (Rus) 15-9; Limbach (Ger) b. Homer (Usa) 15-11; quarti: Ibragimov (Rus) b. Yakimenko (Rus) 15-12; Rousset (Fra) b. Kim Junghwan (Kor) 15-12; Limbach (Ger) b. Hartung (Ger) 1512; Homer (Usa) b. Reshetnikov (Rus) 15-7. Ottavi: Rousset (Fra) b. Samele 15-9; Limbach (Ger) b. Montano 15-12; Hartung (Ger) b. Berrè 15-12.


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LUNEDÌ 30 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Ore 10.29: l’aereo comincia la discesa.

IL FATTO DEL GIORNO LA FOLLIA DEL COPILOTA

Ore 10.32: i controllori del traffico aereo francese capiscono che sta succedendo qualcosa. Tentano un contatto con l’A 320, ma nessuno gli risponde. Si sente il suono di un allarme. Ore 10.33: Sonderheimer è tornato e ha trovato la porta chiusa. Bussa sempre più forte. Ore 10.34: Sonderheimer grida: «Per l’amor di Dio, apri la porta». In sottofondo, le urla dei passeggeri. Ore 10.35: Colpi molto violenti alla porta. Si tratta quasi certamente dell’ascia, che l’aereo ha normalmente in dotazione, e con cui il comandante colpisce disperatamente la porta per sfondarla. Ore 10.36: L’aereo è a cinquemila metri d’altezza. Suona un nuovo allarme.

Continua il recupero dei resti dell’Airbus della Germanwings precipitato sulle Alpi Francesi REUTERS

Ore 10.37: «Apri questa fottuta porta!».

Ma la tragedia dell’aereo 3 ha messo in evidenza il lato debole dei tedeschi?

Ore 10.38: Respiro di Lubitz. Sullo sfondo, grida.

1Ci si chiede come abbia fatto Lubitz a nascondere tanti segreti e quanto abbia pesato l’ossessione di quel popolo per la colpa di GIORGIO DELL’ARTI gda@gazzetta.it

Non riusciamo a liberarci dal pensiero dell’aereo. Abbiamo adesso il resoconto completo sugli ultimi minuti, rappresentato dalle voci che ci ha restituito l’unica scatola nera ritrovata (si cerca l’altra) e che la Bild ha pubblicato per intero.

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Possiamo procedere minuto per minuto? Sì, cominciando dalla partenza. Il decollo da Bar-

cellona era avvenuto con venti minuti di ritardo e il comandante Patrick Sonderheimer, per la fretta, non era riuscito ad andare al bagno. Lei capisce come questa circostanza insignificante assume oggi un significato immenso. Se il capitano fosse riuscito a far pipì alla partenza… la vita di 150 persone…

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Vada avanti. Si sente Sonderheimer chiedere scusa ai passeggeri per quei venti minuti, lo si sente promettere che il ritardo sarà per quanto possibile recuperato. Segue un quarto d’ora

o poco più di chiacchiere qualunque tra Sonderheimer e Lubitz. È in questo momento che apprendiamo il dettaglio del bagno. «Non sono neanche riuscito…» dice il comandante. «Ma vada pure, prendo io i comandi», risponde Lubitz. Tuttavia Sonderheimer resta in silenzio. Ore 10.27: Sonderheimer chiede a Lubitz di prepararsi per l’atterraggio a Düsseldorf. Lubitz risponde qualcosa come «Spero», «Vedremo». Poi aggiunge: «Ora può andare al bagno». Un sedile si sposta, la porta si apre.

È terribile. S’è scoperto adesso che aveva problemi agli occhi. Forse pensava di non poter più volare. Raccontano che il suo sogno fosse di diventare un grande comandante della Lufthansa. In camera sua, nell’appartamento dei genitori a Montabaur, le pareti erano tappezzate da foto della Lufthansa, da gagliardetti della prestigiosa

LA CHIAVE

Il drammatico resoconto degli ultimi minuti sull’aereo schiantatosi con 150 persone a bordo L’omicida aveva problemi di vista: temeva di non poter più volare. Sarebbe incinta l’ex fidanzata

compagnia aerea tedesca.

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La storia che s’era lasciato con la fidanzata? La fidanzata si chiama Kathrin Goldbach, aspetterebbe un bambino da Lubitz. Ha raccontato qualche discorso del copilota, frasi tipo: «Farò qualcosa per cui si ricorderanno di me». Le aveva regalato un’Audi tre giorni prima, altra circostanza pazzesca visto che gli giravano per la testa quelle idee.

LUNEDÌ NERO DEI TRASPORTI

Stop dei mezzi E a Milano Uber sfida i tassisti: «Corse gratis»

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Tutte le compagnie aeree adesso eviteranno che qualcuno resti da solo in cabina. Bisogna persuadersi che la sicurezza assoluta non esiste. C’è tutta una discussione adesso sulla natura tedesca di quella tragedia. Lubitz corrisponderebbe al nostro Schettino. Tanto il nostro ha peccato di pressapochismo, quanto il tedesco ha condotto la sua aeronave alla catastrofe con precisione scientifica. La collega Francesca Sforza, sulla Stampa, nel suo articolo ci ha ricordato l’ossessione di quel popolo per la colpa, e colpa sarebbe stata, in questo caso, non uccidere 149 persone, ma schiantarsi al suolo disordinatamente. A mia volta ricordo che in tedesco esistono tre parole illuminanti su questo atteggiamento dell’anima calvinista (quindi ci son dentro anche gli svizzeri e gli austriaci): la Schadenfreude, ovvero il «piacere per la sventura altrui» (che in parte si identifica con la comune invidia, se non fosse per una sfumatura di “volontà” e consapevolezza che l’invidia non ha); la Fremdschämen, cioè «la vergogna che si prova per qualcun altro», ma che nella sua origine psicologica-psiscoanalitica è la vergogna che si prova ad immaginare qualcun altro che ci guarda mentre sbagliamo (il cosiddetto “poliziotto interiore” dello svizzero: ossia, lo svizzero non delinque perché è come se avesse sempre dietro le spalle un poliziotto che lo osserva e lo biasima); lo Schreibtischtäter, cioè il «crimine da scrivania», quello di cui parla Hannah Arendt ne La banalità del male: l’uomo che assolve, con scrupolo burocratico di impiegato zelante, al proprio lavoro-delitto.

Oggi bus e metro fermi per 4 ore

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ggi anche a Milano, così come in tutta Italia, sono state proclamate quattro ore di sciopero del trasporto pubblico locale: Atm ha anticipato il rischio di blocchi e disagi nella fascia 18-22. Ne approfitta Uber, la contestatissima multinazionale americana di noleggio autisti, lanciando un’offerta che per i tassisti suonerà più che altro come una provocazione: per chi prenoterà una corsa e si presenterà in auto con il biglietto Atm, o anche l’abbonamento, la prima corsa sarà gratuita. «Con lo sciopero dei mezzi — spiega Benedetta Arese Lucini, general manager di Uber — le città diventano meno accessibili e spostarsi è quasi impossibile. Con questa iniziativa vogliamo aiutare i milanesi a muoversi in un momento di difficoltà». L’iniziativa è stata già sperimentata in occasione dello sciopero dello scorso 10 marzo a Genova. «Si tratta di pura propaganda», ha risposto Riccardo De Corato, vicepresidente del Consiglio comunale di Milano e capogruppo di Fdi-An in Regione. Seppure la trovata sia di natura commerciale, finirà per rinfocolare lo scontro in atto fra la società e i tassisti. Intanto Uber è alle prese con l’ultimo caso di cronaca, quello di un 60enne che non si è fermato al posto di blocco nei giorni scorsi e si è reso protagonista di un inseguimento contromano. Le fasce dello sciopero di oggi variano da città a città. A Roma lo stop sarà dalle 8.30 alle 12.30. A Torino dalle 18 alle 22, a Napoli dalle 9.30 alle 13.30. dan. va. © RIPRODUZIONE RISERVATA

NOTIZIE TASCABILI MONITO AI GIOVANI: «VIA DEI CRISTIANI È L’UMILTÀ»

I NEGOZIATI A LOSANNA

INTANTO I FORZISTI RESTANO DIVISI

Nucleare, verso l’intesa con l’Iran L’ira di Israele

Berlusconi attacca il governo Renzi «Oppressione fiscale e giudiziaria»

● L’Iran e i mediatori dei “5+1” (Usa, Francia, Gran Bretagna, Germania, Cina e Russia) cercano a Losanna un accordo sul programma nucleare dell’Iran. Teheran ha aperto alla possibilità di avere meno di 6 mila centrifughe nucleari. L’ira del premier israeliano Netanyahu: «L’intesa è un pericolo per tutti».

Il Papa benedice gli ulivi alla messa della domenica delle Palme GETTY

Il Papa alla messa delle Palme «Respingiamo la mondanità» ● La via di un cristiano è quella di Cristo, «umiltà», «umiliazione», e dunque bisogna respingere «la mondanità che ci offre invece la via della vanità, dell’orgoglio, del successo». Una tentazione che tocca tutti, pure la Chiesa. Ieri nella domenica delle Palme, celebrazione che introduce ai riti della Settimana Santa, il Papa torna a mettere in guardia contro la voglia di potere e successo. In una piazza san Pietro invasa da palme e ramoscelli d’ulivo, e soprattutto da tanti giovani che hanno celebrato la 30esima Giornata Mondiale della Gioventù, il pensiero di Francesco è andato ad altri giovani, gli studenti tedeschi morti nell’incidente aereo. Il pontefice ha voluto ricordare le vittime di quella sciagura e anche «la passione» dei cristiani perseguitati, «martiri di oggi».

Silvio Berlusconi, 78 anni LAPRESSE

● Intervenendo per telefono a una convention di Forza Italia, Silvio Berlusconi attacca il premier Matteo Renzi: «Dopo tre governi non eletti dal popolo ora ci troviamo di fronte ad una non democrazia, che ci sottopone ad una oppressione fiscale, giudiziaria e burocratica». Una chiamata all’assalto mentre in Forza Italia volano gli stracci, dopo le critiche del capogruppo al Senato Paolo Romani («siamo bravi solo ad azzannarci»). Ieri ha replicato di nuovo uno dei “bersagli” di Romani, Renato Brunetta: «Forza Italia è un partito monarchico e anarchico, quindi ben vengano tutte le critiche. La sintesi a Berlusconi». Ma l’ex Cav per ora pensa alle Regionali: in agenda un incontro con Matteo Salvini per definire l’alleanza in Veneto, si lavora per l’accordo con l’Ncd in Campania, mentre Fitto è pronto a candidarsi in Puglia.

CROLLANO I SOCIALISTI ESTRADATA IN ITALIA

TROVATO IN UN FOSSO

Amministrative Truffò i vip romani in Francia: trionfa Presa la broker l’Ump di Sarkozy a Santo Domingo

Giallo a Firenze: corpo di donna dentro un sacco

● Per l’ex presidente francese Nicolas Sarkozy è un trionfo. Il suo partito, l’Ump, e i suoi alleati, hanno vinto il ballottaggio per le elezioni Amministrative con 6670 dipartimenti su 101. Marine Le Pen potrebbe ottenerne due. I socialisti ne avrebbero persi 61. «La sinistra è in netto regresso», ha ammesso il primo ministro francese Manuel Valls.

● Il cadavere di una donna, ormai in avanzato stato di decomposizione, è stato trovato in un sacco dentro un fosso scolmatore nella zona delle Piagge, a Firenze. Si sospetta possa essere la 43enne Irene Focardi, sparita due mesi fa e residente nella zona: il suo ex convivente è agli arresti domiciliari per maltrattamenti.

● È stata arrestata a Santo Domingo, dopo cinque anni di latitanza, Bruna Giri, la broker che gestiva i patrimoni della Roma “bene”, compresi alcuni vip, accusata di reati patrimoniali e truffe per 35 milioni di euro. La donna, detta “la Madoff in gonnella”, è già stata estradata: ieri mattina è atterrata a Fiumicino con un volo Meridiana

Bruna Giri è arrivata ieri a Roma ANSA da La Romana, accompagnata da due funzionari dell’Interpol. Quindi è stata presa in consegna dalla Polaria, alla presenza della Guardia di Finanza da cui è partito l’ordine di custodia, e trasferita negli uffici della Polizia.


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LUNEDĂŒ 30 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Tunisi in marcia contro il terrore ÂŤGli islamisti non vincerannoÂť

L’INTERVISTA IN TV

Appello della Bonino ÂŤEutanasia legale, la politica si muovaÂť

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1Migliaia in piazza per ricordare le vittime del Bardo. Ucciso il capo degli attentatori Uno degli striscioni anti-terrorismo esibiti dai 70 mila in marcia ieri a Tunisi AP

Filippo Conticello @filippocont

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ra selfie coi militari e commozione diffusa, il mondo si è accorto di essere Bardo. Proprio come era Charlie. Ieri , per commemorare le vittime dell’attentato al museo e sfidare la Jihad che vuole incendiare anche il Nord Africa, la piazza Bab Saadoun di Tunisi era piena zeppa. E tra le 70 mila persone, pure diversi leader internazionali: Hollande dalla Francia, Komorowski dalla Polonia, Abu Mazen dalla Palestina. La bandiera italiana l’hanno portata il presidente della Camera Laura Boldrini e il premier Matteo Renzi, battagliero nella sua dichiarazione ai cronisti: ÂŤĂˆ una lotta per la democrazia, non la diamo vinta ai terroristiÂť. Le misure di sicurezza enormi,

compreso un carrarmato minaccioso lungo il percorso, non hanno impedito una marea rossa e felice. CosĂŹ, tra lo sventolĂŹo di bandiere tunisine, tanti cartelli e messaggi: si leggeva ovunque ÂŤle monde est BardoÂť, slogan ufficiale, ma pure ÂŤstessa lotta a Parigi e TunisiÂť, visto che la nuova mobilitazione si è ispirata a quella di Parigi dell’11 gennaio dopo l’attacco a Charlie Hebdo. Ăˆ stata pure scoperta una stele per ricordare le 22 vittime del 18 marzo, tra cui quattro turisti italiani. Il nome della francese ferita che ha chiuso gli occhi soltanto sabato, in ospedale, è stato aggiunto con un foglio di carta incollato al mosaico. E in contemporanea all’avvio della marcia, il premier tunisino Habib Essid, tra i piĂš scossi per la ÂŤferita terribileÂť e tra i piĂš determinati a ÂŤnon lasciare il futuro in mano

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RAlla manifestazione anche la Boldrini e Renzi: Questa è una lotta per la democrazia

agli estremisti, ha dato un annuncio importante: le sue forze di sicurezza hanno ucciso il leader del gruppo terrorista che ha organizzato la mattanza dodici giorni fa. Khaled Chaib il vero nome, conosciuto come Lokman Abou Sakher: sabato sera insieme ad altri otto jihadisti è stato fatto fuori in un raid nella regione di Gafsa. BIMBO BOIA Il sangue del Bardo ha confermato che tocca ai musulmani reagire per primi e vincere la battaglia. Per questo, il presidente egi-

ziano Al-Sisi ha trattato e, alla fine, ottenuto la nascita di una forza militare congiunta dei Paesi arabi per fronteggiare le ÂŤsfideÂť nella regione. Al momento, una coalizione guidata dall’Arabia Saudita bombarda le postazione dei ribelli sciiti Houthi in quella polveriera chiamata Yemen, ma la nuova struttura sarĂ formata da 40 mila soldati d’elite e, a corredo, pure caccia e navi da guerra. La ÂŤsfidaÂť vera ha quattro lettere: l’Isis continua a rendere instabile la Libia, preme ferocemente sulla Tunisia al confine con l’Algeria e in Siria continua ad alzare l’asticella dell’orrore. Nell’ultimo video di esecuzioni di massa diffuso ieri cadono otto teste e sono soldati siriani sciiti in classica, macabra tuta arancione. A consegnare i coltelli ai boia un bimbo. Sorridente. Š RIPRODUZIONE RISERVATA

uarant’anni fa Emma Bonino si fece arrestare per disobbedienza civile contro la normativa di allora, che vietava l’aborto. La legge 194 sarebbe stava varata nel 1978. Oggi uno dei volti-simbolo del Partito Radicale va in tv, mentre lotta contro un tumore ai polmoni e chiede una legge che regoli l’eutanasia: ÂŤSpero che il Parlamento discuta la proposta che c’è e spero che non si debba vivere l’umiliazione di andare in Svizzera per morire in dignitĂ . Non ce lo meritiamo, noi italianiÂť, ha detto ieri la Bonino a Sky TG24. Emma, 67 anni, eletta per la prima volta a 28, ha ammesso di aver giĂ sottoscritto il testamento biologico: ÂŤL’ho fatto

durante il dramma Englaro con un intervento al Senato, piĂš ufficiale di cosĂŹ... Ăˆ un tema di libertĂ e responsabilitĂ individuale, ed è sempre stato nella scia radicale: la prima proposta di legge sul tema la presentò Loris FortunaÂť. Secondo Eurispes, aumentano gli italiani che si dichiarano favorevoli all’eutanasia: dal 50,1% del 2012 al 58,9% del 2014. Ma solo il 28,6% è favorevole al suicidio assistito. LONTANA L’ex ministro degli Esteri del governo Letta (ÂŤRenzi non mi confermò, disse, “perchĂŠ apro una nuova fase, mi servono nuovi voltiâ€?Âť), ha parlato anche del suo rapporto con la malattia. ÂŤPaura della morte? La sento molto lontana. Ho piĂš paura del dolore. Come dicono i miei medici, il dolore serve per individuare i sintomi, dopo è inutile. La terapia deve evitarlo. Il momento peggiore è quando mi sento una stanchezza, una spossatezza, incredibili. I momenti migliori sono tanti, ad esempio quando incontro le persone che mi dicono: “Hai ragione tu. Io non sono il mio tumore, io sono un cittadino, sono molto di piĂš di questoâ€?Âť. f.riz.

Emma Bonino ha 67 anni ANSA

Š RIPRODUZIONE RISERVATA

TORNA LA JOLIE E FESTEGGIA CON LE FIGLIE

UN UOMO DI 46 ANNI PERDE LA VITA IN AUTOSTRADA

â—? A una settimana dall'intervento per farsi togliere le ovaie, Angelina Jolie torna in pubblico. Sabato ai ÂŤNickelodeon’s Kids’ Choice AwardsÂť, i premi che gli spettatori del canale per ragazzi danno ai vip (in onda mercoledĂŹ sul canale italiano, 605 di Sky), è stata premiata come “Cattiva dell’annoâ€? per ÂŤMaleficentÂť. Ha gioito con le figlie Shiloh e Zahara (nella foto accanto) e ha consigliato: ÂŤSe vi dicono che siete diversi, sorridete e siate orgogliosiÂť.

â—? Dopo aver assistito ad un grave incidente sull’autostrada Torino-Milano, Francesco Trovato non ha avuto dubbi, nonostante fosse notte: ha accostato la sua Golf ed è sceso per soccorrere gli automobilisti coinvolti. Ma in quel momento arrivava una vettura che lo ha travolto. CosĂŹ è morto questo 46enne di Torino che stava tornando a casa in compagnia di un anziano parente. Tutto è avvenuto intorno all’1.30 all’altezza dello svincolo di

Aiuta dei feriti: travolto Muore sulla Torino-Milano

OROSCOPO LE PAGELLE di ANTONIO CAPITANI

I CONSIGLI

21/3 - 20/4 ARIETE

21/4 - 20/5 TORO

21/5 - 21/6 GEMELLI

22/6 - 22/7 CANCRO

23/7 - 23/8 LEONE

24/8 - 22/9 VERGINE

8

5,5

7+

7

7,5

6,5

Potete sia aprire sia chiudere con successo ogni compito. Le soddisfazioni arrivano copiose e inattese, la fornicazione vi remineralizza, voi siete fighi.

Gente, lavoro, casa stressano, voi non potete seguire tutti. CosĂŹ lo zebedeo fuma, crolla, rotea. E c’è pure un cicinĂŹn di calo suino. Coraggio, dĂ i.

Il buonumore odierno è un ottimo propellente che vi aiuta ad arrivare dove volete. Amore sfavillante, sudombelico bramaterrimo. Da mucha gente. Enjoy!

La Luna promette sollievi economici, voi siete un po’ piÚ malleabili e un po’ meno ispidi. Pragmatismo premiato, ma fornicazione o minimal o freezer.

La Luna chez vous vi fa emergere. E seda ansie, paure, stress. Oltre che farvi seminar bene, su ogni terreno. Pure amoroso. Un po’ meno su quello suino.

Dovrete forse fare tutto da soli, ma avete stelle very ruffians che rendono possibile ogni successo. La creatività v’irrora dalla testa agli ormoni.

23/9 - 22/10 BILANCIA

23/10 - 22/11 SCORPIONE

23/11 - 21/12 SAGITTARIO

22/12 - 20/1 CAPRICORNO

21/1 - 19/2 ACQUARIO

20/2 - 20/3 PESCI

7+

6-

7,5

7-

6

6

Lavoro ok, grazie anche alla cooperazione del vostro staff. L’amor stempera l’acidità (caratteriale e di stomaco, se l’avete), la fornicazione rilassa.

La vostra autonomia viene messa in discussione e voi rischiate di chiudervi in un malumore disfattista. State su: tutto s’aggiusta. Suinally too.

Gli input utili sono tanti, oggi, voi li cogliete e li traducete in successi variegati. La vostra creativitĂ , poi, esonda. Pure dal sudombelico. Sfacciati.

A chance di successo si sommano altre chance fortunate. Ergo: niente sfigopessimismo, please. L’amor v’avvampa, ma la fornicazione è colonstimolante.

Lavoro e rapporti sbandano. Don’t sbott: parole e azioni sarebbero scarsamente reversibili. E se l’amor is a ciofec, c’è comunque euforia suina, sapevatelo.

Doveri e dettagli da curare sono tanti, oggi. Pure l’amor è un po’ ammuffito o non c’è. Sudombelico, invece, pieno di buone intenzioni. Realizzate.

LA SERIE ÂŤBLACK SAILSÂť

ULTIMO ATTO PER I PIRATI DI TUTTI I MARI Pirati feroci e soldati spagnoli, tesori da conquistare e sangue che scorre: si conclude stasera la seconda stagione di ÂŤBlack SailsÂť, la serie che fa da prequel del romanzo di Robert Louis Stevenson ÂŤL’isola del tesoroÂť e che è stata creata da Jonathan E. Steinberg, “firmaâ€? di titoli come ÂŤJerichoÂť e ÂŤHuman TargetÂť. E giĂ si attende la terza stagione. DA VEDERE STASERA SU AXN ITALIA ALLE 21

Settimo Torinese, in direzione del capoluogo piemontese. A colpirlo mentre cercava di aiutare alcuni feriti, una Lancia Musa guidata un trentanovenne di Settimo Torinese, che non ha fatto in tempo a frenare e lo ha preso in pieno, pare sulla carreggiata, dopo avere carambolato contro la Lancia Ypsilon capottata durante il precedente scontro. La procura di Ivrea ha aperto un’inchiesta per accertare la dinamica dell’incidente e le eventuali responsabilità del conducente della Musa.

LO SPORT IN TV

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LUNEDÌ 30 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT


LUNEDÌ 30 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

GAZZA EXPO

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1 Si parte il 1° maggio, si chiude il 31 ottobre 2015: 184 giorni di Expo a Milano.

L’edizione italiana della Esposizione Universale è alle porte, sono attesi 20 milioni di visitatori da tutto il mondo: i biglietti sono acquistabili online sul sito Expo2015.org

Blardone «Se non ho la pasta

L'IDENTIKIT MAX BLARDONE VESTE LA TUTA AZZURRA DA OLTRE 15 ANNI. UN’ERNIA AL DISCO L’HA COSTRETTO AL GIGANTE

Massimiliano «Max» Blardone è nato a Domodossola (Verbania) il 26 novembre 1979. Vive a Pallanzeno. Sposato con un figlio, gareggia per le Fiamme Gialle, è alto 1.73 per 73 kg.

piuttosto digiuno»

Entrato in Nazionale come slalomista si è convertito al gigante dopo un intervento di ernia al disco. Ha esordito in Coppa del Mondo il 29 ottobre 2000 a Soelden (Aut) e nel circuito iridato ha vinto 7 gare, 12 volte si è piazzato secondo e 5 volte terzo. (FOTO AP)

1Max, la tendinite ed Expo:

«Ho il logo sul casco, io ci credo. Sugli sci stagione terribile, ma non mollo. A tavola meno...»

Pierangelo Molinaro

I

l marchio Expo Max Blardone ce l’ha in bella mostra sul casco. E ne va fiero. «È un evento nodale per l’Italia ed è bello che anche il sottoscritto possa servire alla causa». Dice lo sciatore azzurro. Ambasciatore di Expo, questo è il suo ruolo da poco meno di un anno. «Noi sportivi – spiega ancora Max – abbiano un ruolo che conta: siamo degli esempi, soprattutto per i più giovani. E questo mi responsabilizza, mi dà ulteriori motivazioni». Come è nato questo rapporto con Expo? «Per caso, lo scorso anno, nella tappa di Oropa del Giro d’Italia. Mi hanno invitato e lì ho incontrato persone che mi hanno chiesto di partecipare ad un video insieme ad altri personaggi dello sport e dello spettacolo che promuoveva l’evento. L’ho fatto di buon grado. Ma il rapporto è continuato ed ho scoperto che il direttore Sala è un grande appassionato di sci, così siamo arrivati alla mia sponsoriz-

zazione. Ma l’avere sulla testa questo marchio va al di là».

le proteine, sulla neve prevalgono i carboidrati».

Cosa significa? «Significa avere tante occasioni di incontro e nel mio caso di prendere consapevolezza di una serie di problemi che sconvolgono il mondo. Il tema del cibo per tutti è nodale. E se ci pensi, siamo dei privilegiati in un mondo in cui ancora troppa gente soffre la fame. Penso a mio figlio a cui non è mai mancato niente, mentre tanti non possono nemmeno avere un bicchiere di acqua potabile. L’Expo, oltre a studiare soluzioni, sensibilizzerà il mondo intero su questo problema».

Parliamo di sci. Non viene da una grande stagione. «Direi terribile, difficilissima. Dalla scorsa estate soffro per un’infiammazione al tendine rotuleo del ginocchio destro. Quando il dolore mi ha dato tregua non sono andato male, come Adelboden e Kranjska, altre volte è stato un calvario. Ad un certo punto, continuando ad assumere antifiammatori, avevo persino perso il gusto».

Insomma, lei è dentro sino al collo. «È bello vedere come in questa vigilia sta crescendo l’attesa. Non vedo l’ora di poter visitare l’Expo. Stiamo anche pensando ad una serie di eventi che riguarderanno anche il mondo dello sci e dello sport in generale». E lei, da atleta, come si alimenta? «Lo confesso, sono abitudinario. Mi piace la cucina semplice, casalinga. Colpa di mia madre... Mi ha abituato a pasta fatta in casa e pomodori, sempre trattati in cucina. Per questo a volte ho qualche problema quando mi trovo lontano, soprattutto in Estremo Oriente. Lo confesso, qualche volta ho saltato la cena... È il limite di noi italiani. Cerco di variare molto l’alimentazione: tanta frutta e verdura, carboidrati e proteine invece sono in relazione a quello che devo fare. Nei periodi di lavoro pensante in palestra aumento

IL NUMERO

7

le vittorie in giganti di Coppa del Mondo conquistate da Max Blardone. Inoltre 12 secondi posti e 5 terzi

Lei ha pagato più di altri il cambio delle regole per gli sci del gigante. «L’hanno fatto per la sicurezza, ma questi sci sono ancora meno sicuri. Ci vuole sempre più forza e lucidità».

arriverà anche il mio momento, ma ho ancora motivazioni». Il gigante è dominato da Hirscher, Pinturault e Ligety. Cosa possono fare i nostri giovani per raggiungerli? «Mettere giù la testa e lavorare, credere nel loro lavoro e negli allenatori, organizzarsi per mettere a punto ogni particolare. Comunque quei tre sono davanti anche perché hanno materiali particolari che altri non hanno. Certo è che un Hirscher con la potenza che ha messo su non è facile da battere». E le polemiche attorno alla squadra? «Le colpe non sono mai da una sola parte».

Simoncelli, suo coetaneo, si è riQual è adesso il suo programMax Blardone, 35 anni AP tirato. ma? «Era nell’aria da mesi, da anni si «Ho davanti ancora 20 giortrascina problemi alla schiena e ora si sono ag- ni intensi di sci, poi cercherò di guarire. giunti anche quelli al fegato. Lo capisco». L’obiettivo è tornare a maggio ad allenarmi con moltissima atletica. Dopo i problemi che E lei? ho avuto devo in parte ricostruirmi, ritrovare «Sono testardo e continuo. Mi rimetto ancora in potenza». © RIPRODUZIONE RISERVATA gioco, almeno una stagione ancora. Certo, lo so

LA STORIA - 7 CONTINUA

Expo 2015 è dappertutto Comunicazione... virale E XPO è ovunque. Sul casco da sci di Max Blardone e sulle bottiglie dell’acqua San Pellegrino, sulla fiancata dei tram e sulla Coca Cola o sull’Heineken, sulla Frecciarossa e sugli Airbus dell’Alitalia. Sono tante e importanti le aziende leader nei settori dell’innovazione, della tecnologia, dell’energia, della mobilità, della sicurezza, del banking e del food che hanno deciso di investire nel progetto in qualità di partner. Official Global Partner, Premium Partner e Official

Colori sgargianti e il logo di Expo Milano 2015 per alcuni tram milanesi

Partner: basta dire che alla voce ricavi (un miliardo di euro stimati in tutto) da Sponsorizzazioni e Partnership nel file dati economici appuntano un bel 400 milioni di euro. Sono tanti, di contro, gli eventi pubblici e privati dove Expo ha voluto esserci: dalla Mostra di Van Gogh alla Color Run, dal Festival della Scienza di Genova al Giro d’Italia. Tantissimi i personaggi famosi (sportivi e non) che hanno prestato la faccia e più di una parola buona per sostenere l’Expo Milano 2015.

2013 che i colori che compongono il logo di Expo Milano illuminano ogni angolo della città. Il primo spot televisivo «Made of Italians» è andato in onda prima ancora, a gennaio 2013. I lavori sui cantieri erano iniziati, invece, il 28 ottobre 2011. E sono ancora in corso.

LE LUCI La campagna di comunicazione è iniziata per tempo e va - appuntano i maligni - più veloce dei lavori di costruzione del famoso sito espositivo, Palazzo Italia e i Padiglioni: circa un milione di metri quadrati, lungo l’asse che collega Rho Fiera a Malpensa. È da agosto

RSul tram, in tv,

IL MAGAZINE Le luci e ExpoNet, il magazine ufficiale di Expo Milano 2015. Un progetto di informazione digitale e approfondimento culturale, che ha un sito web e una App-mobi-

al ristorante, sui social e in aereo: un logo appicciato ovunque

le bilingue (inglese e italiano) e che ha aperto il dibattito. Si parla di cibo, ovviamente, di «Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita». E TWEET Expo piantona i social con numeri importanti: Expo su facebook è una comunità che piace a 1.187.784 di persone e basta dire, per comprendere il fenomeno, che a ottobre di un anno fa i like erano 40.000. Non si perde tempo su Twitter dove Expo conta 29.100 tweet e 425.000 follower. Certo, l’A.C. Milan ne ha 2 milioni in più, ma il Comune di Milano 330 mila e passa in meno. Ed Expo non è ancora iniziato. O forse lo è, ma il meglio deve venire: dal 1° maggio. A Milano. s.g. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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LUNEDÌ 30 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT


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