La Gazzetta dello Sport (03-31-2015)

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martedì 31 marzo 2015 anno 119 - numero 76 euro 1,40

L’ESCLUSIVA: LE NOVITA’ IN VIGORE DALLA PROSSIMA STAGIONE

Coppe, una cascata d’oro sui club L’Uefa ha aumentato i premi per la Champions e l’Europa League: 1,6 miliardi di euro ALLE PAGINE 16-17

ITALIA ITALIA A TUTTO APRI GAS IL GAS

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Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano

L’oriundo Eder, 28 anni, decisivo in Bulgaria e Antonio Conte, 45

Vettel e Arrivabene, il patto Mondiale della nuova Ferrari Anche Valentino Rossi adesso ci crede: «Il decimo titolo non è difficile» I due grandi protagonisti: Valentino Rossi, 36 anni, e il tedesco Sebastian Vettel, 27

Con l’Inghilterra non è mai un’amichevole A Torino (ore 20.45) Conte torna nel suo stadio Subito titolari Eder e Valdifiori

IL COMMENTO di Vito Schembari

L’INTERVENTO di Sandro Veronesi

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E DIETRO IL MOTO-TRIPLETE CI SONO TANTI TALENTI

I TIFOSI BIANCONERI DEVONO APPLAUDIRE IL LORO ANTONIO

L'ARTICOLO A PAGINA 25 SERVIZI DA PAGINA 2 A PAGINA 7

SU EXTRATIME

L'ARTICOLO A PAGINA 25 SERVIZI DA PAGINA 8 A PAGINA 11

DA NON PERDERE

Parla Jardim: «Juve, il Monaco non è sazio»

1 Under giù con la Serbia Espulso Berardi al 46’ decide Milunovic (0-1)

ALL’INTERNO 8 PAGINE

2 Thohir 60 milioni anche per l’attacco dell’Inter Primo obiettivo Ayew

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IL ROMPIPALLONE di GENE GNOCCHI La Figc nei guai. La mamma di Vazquez è anche il nonno di Eder

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BIANCHIN, D’ANGELO ALLE PAGINE 12-13

CICLISMO

3 Basket: Metta c’è ma a Cantù non basta Pistoia ok all’overtime

Il barba-trucco di super Paolini «Così nascondo rughe e anni»

DI SCHIAVI, ORIANI A PAGINA 28

GHISALBERTI A PAGINA 27

DALLA VITE A PAGINA 19


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Primo piano R Dopo il GP Malesia

Andrea Cremonesi

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a coppa riservata ai costruttori, che Diego Ioverno ha ritirato sul podio malese, ha viaggiato come bagaglio a mano di Maurizio Arrivabene. Kuala Lumpur, Dubai, Milano e poi Maranello. Arrivabene non è il «mago Oronzo o il mago Merlino» (come aveva detto il 22 dicembre presentandosi nel ruolo di capo della Ges), però le magie le sa fare. Eccome. La Ferrari che solo quattro mesi fa arrancava ad Abu Dhabi è scomparsa dal baule del prestigiatore mentre dal cilindro ne è uscita un’altra che in due gare ha conquistato una vittoria, un podio e si ritrova con il rilanciato Sebastian Vettel a soli 3 punti da Lewis Hamilton. ORIGINI «Sono venuto su a nebbia e tondino», raccontava domenica sera esausto ma felice prima di imbarcarsi. Tipica espressione per caratterizzare chi è nato a Brescia: la nebbia come scenario delle corte giornate invernali, il tondino inteso come fabbrica, fonte di reddito. «Papà operaio, mamma casalinga». Arrivabene comincia a lavorare presto per pagarsi gli studi. Un uomo che si fa da solo come Briatore (anche se il paragone di certo non lo entusiasma). Ma se Flavio arrivò nel paddock a digiuno di corse, Maurizio bazzica invece i circuiti da oltre 20 anni, con ruoli di responsabilità sempre crescenti, soprattutto dal 1997, quando entra in Phillip Morris, la multinazionale del tabacco che ha legato il proprio nome al Cavallino con Enzo Ferrari ancora in vita. Nel 2010 entra nella Commissione F.1 in rappresentanza dello sponsor. MANAGER I suoi ex dipendenti lo hanno ribattezzato Iron Mau, perché se Marchionne non usa il «metodo Montessori» (altro suo copyright) con chi lo affianca, nemmeno lui è un tenerone. Ma deve essere proprio bravo se la Dinastia (intesa come famiglia Agnelli) gli affida Andrea Agnelli, con il quale condivide la fede juventina, per fargli fare le ossa nel mondo degli affari. E dopo il presidente bianconero alla sua scuola passano anche il figlio di Giraudo e il pronipote di Enzo Ferrari. Sponsor di auto e moto, il suo panorama si allar-

Ecco Arrivabene: il «Mago Oronzo» fa davvero magie e la Ferrari vola 1Il suo metodo? «Non credo all’architetto che

non parla coi muratori». Così ha ricompattato il team. «Sexy» e «Fonzie»: quanti slogan efficaci

MAURIZIO&SEB &SEB A D’ORO UNA COPPIA L’abbraccio tra il capo della Ges Maurizioo Arrivabene, 58 stian Vettel, 27, anni, e Sebastian subito dopo la vittoria del tedesco a Sepang. epang. Nella foto grande i due si salutano nel paddock. Piùù a destra, Seb sulla SF15-T COLOMBO

ga alla Ducati. Dietro le quinte tesse la tela che porta Valentino Rossi in rosso e poi la rossa nell’orbita Audi. Madonna di Campiglio, perla delle Dolomiti del Brenta, è un altro passaggio chiave nella sua storia: la scalata professionale parte da lì, dalla promozione turistica alla quale lui poi darà un contributo eccezionale con Wrooom. Le immagini di Schumi, suo vicino di casa in Svizzera, e Rossi sulla neve costituiscono un messaggio pubblicitario incredibile. SVOLTA La scelta di vita dopo il GP di Russia. «Marchionne mi ha proposto questo ruolo a fine ottobre». Non ci pensa neppure 24 ore. «È stata sufficiente una chiacchierata, ci siamo stretti subito la mano». La sua missione: «Basta parrocchie e parrocchiette», si gioca tutti insieme. «Sarei contento di vincere due gare, con tre sarei in paradiso e con quattro vado a piedi a Sestola». Arrivabene è tutt’altro che inaccessibile, nel paddock non si nasconde. Anzi. Anche se rifugge il palcoscenico come ha dimostrato domenica lasciando a Ioverno l’onore del podio. Con la squadra applica un altro concetto: «Non credo all’architetto che non parla coi muratori». Impara a tempo di record ad associare volti, nomi e ruoli, chiede e vuole essere informato (ricordate la scena in Australia dopo il pit stop di Kimi Raikkonen?). Da esperto di marketing,

è capace di gesti che fanno discutere come quando a Montmelò si siede in tribuna coi tifosi per protestare contro la politica di ridurre i pass per il paddock. «In Australia mi sono tuffato in mezzo ai tifosi, senza di loro e i media dove andiamo?». Per i giornali i suoi slogan sono una pacchia. Dopo aver disorientato Marchionne, evidentemente poco avvezzo a Zelig, con l’uscita sul mago Oronzo, definisce la nuova rossa «sexy» e per restare in tema «hard» per spiegare l’accordo con la Manor, fa sorridere maliziosamente la stampa inglese con la frase «no honey, no money», per dire niente soldi, niente motori. PILOTI Cambia anche l’approccio coi piloti. «Sono anche loro dipendenti», dice alla propria presentazione. Vizi e capricci banditi. A Vettel, che battezza la sua SF15-T «Eva», replica: Si può dare un soprannome a «Si tutto, ma ricordo che questa è una Ferrari». A Raikkonen, che nelle qualifiche malesi non brilla per prontezza mentre si avvicina la pioggia, tira le orecchie: «Deve stare più concentrato». Ma, poiché il manager bresciano ha per fortuna pure un sano senso di autocritica, sa riconoscere quando finisce lungo, così già domenica ha corretto il tiro su Kimi e predicato (pure a se stesso) umiltà. «In Australia mi sono comportato un po’ da Fonzie. Ma dobbiamo tenere i p piedi p per terra». È forse la formula magica? © RIPRODUZIONE RISERVATA

«MARCHIONNE NON USA IL METODO MONTESSORI, MA SE SEI SVEGLIO IMPARI IN FRETTA»

PATTO PER IL M L’UOMO DELLA SVOLTA

«Io come Brawn? Sarei felice di avvicinarlo...» 1Il d.t. Allison: «Ross ha decine di titoli, lo ammiro. Prepariamo tanti sviluppi per essere più veloci, già dalla Cina»

Luigi Perna twitter@pernagazzetta

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ono venuti i lacrimoni anche a lui. Cosa che per un ingegnere è già un evento. E vedere James Allison emozionato sotto al podio almeno quanto Vettel, ha commosso anche i duri di cuore. «È sempre bello vincere. Ma c’è qualcosa di speciale a riuscirci con la Ferrari. Una sensazione

elettrizzante — spiegava il direttore tecnico della rossa a Sepang —. Tutti i team lavorano duro in F.1, ma dietro al lavoro duro di Maranello ci sono una storia e una tradizione di successi enormi, che si vedono in ogni angolo della fabbrica e che sono fonte di motivazione anche in periodi difficili». Poi, rivolgendosi agli inglesi, cercava di rendere il senso: «Hanno le aspettative di un’intera nazione alle spalle, perché gli ita-

liani amano la Ferrari, e questo rende più grande l’orgoglio quando si vince». CERVELLO Durante l’epopea Schumacher, lui era già a Maranello, ma in un ruolo defilato. Oggi, di ritorno dopo gli anni con Renault e Lotus, lo paragonano addirittura al grande Ross Brawn. «Beh, lui ha vinto decine di Mondiali, io ancora zero. Se in futuro riuscissi anche solo ad avvicinarmi ai suoi successi, sarei molto fortunato», sorride Allison. Non c’è dubbio che sia l’uomo chiave della rivoluzione Ferrari. Il cervello dietro a ogni scelta tecnica e strategica. «Non ho disegnato un solo pezzo di que-

James Allison, 47 anni, inglese IPP

sta macchina. Ci sono tanti ingegneri molto talentuosi che l’hanno fatto (a cominciare dal chief designer Simone Resta e dal capo dei motoristi Mattia Binotto; ndr). Io mi occupo di prendere delle decisioni e di farle realizzare rapidamente». La SF15-T adotta assetti picchiati in avanti come le Red Bull di Newey ed è gentile con le gomme (di qualsiasi mescola) come le Lotus firmate Allison, con cui Raikkonen vinceva i GP. Ma Allison elogia anche un’altra qualità della rossa: «Abbiamo un pacchetto di raffreddamento molto efficace dal punto di vista aerodinamico, che ci ha permesso di smaltire le temperature della power

unit senza troppi sfoghi d’aria sulla carrozzeria. Il merito va a chi ha lavorato in galleria del vento». PIANO D’ATTACCO Dove può arrivare questa rossa? «L’obiettivo è chiudere del tutto il divario con le Mercedes ed essere certi di potere lottare con loro in ogni gara. È ovvio che non si fermeranno, ma anche noi abbiamo previsto un programma di sviluppo serrato durante la stagione e siamo convinti di poter estrarre molta prestazione dalla macchina nei prossimi gran premi. Sono convinto che in Cina saremo competitivi come a Sepang». © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Vettel showman con la semplicità Una prima volta da spot per la F.1 1Seb che batte il divo Hamilton per i tedeschi

è una risposta a Ecclestone. Festa in piscina con il team. E i fan dipingono il pullman di rosso Luigi Perna twitter @pernagazzetta

«B

rumm brumm ha battuto Bling Bling». La vittoria di Sebastian Vettel su Lewis Hamilton è stata anche il successo del ragazzo della porta accanto sulla superstar della F.1. E il titolo del quotidiano tedesco Süddeutsche Zeitung dopo il trionfo ferrarista di Sepang, è una risposta a Bernie Ecclestone, che aveva rimproverato Seb di non essere abbastanza personaggio come il rivale per promuovere

le corse. Il pilota, l’uomo di sport, in questo caso è stato più forte dello showman. E se ne faccia una ragione Mister E, che vorrebbe vedere Vettel sfilare sul red carpet come Hamilton, diventando un Beckham dei motori. «Ci ho provato — confessa Ecclestone —, ma è impossibile convincerlo». Forse perché Seb è rimasto il ragazzo semplice e riservato di Heppenheim, dove lo Starkenburg Gymnasium, il suo liceo, oggi è diventato per tutti il liceo Sebastian Vet-

tel. E dove il pullman con cui si spostano i tifosi del suo fan club adesso è dipinto di rosso. ANTIDIVO Legato alle sue radici, anche se da anni vive in Svizzera, vicino al grande lago Bodensee, il campione della Ferrari resta un antidivo. Geloso della sua privacy proprio come il suo eroe Michael Schumacher. Protettivo verso la sua famiglia: la compagna Hanna, conosciuta ai tempi della scuola, e la figlia Emily, di poco più di un anno. «Hanna è la mia torre sicura, la mia ancora di salvezza nei momenti difficili», disse una volta al quotidiano Bild. È rimasto in fondo anche lo stesso tifoso segreto della Ferrari che da piccolo si fece portare dal padre a Maranello per vedere girare Schumi, aggrappato alle reti di Fiorano, e che poi se ne tornò a casa in Germania con i modellini di un camion e di due monoposto del acquistat in un negoCavallino acquistati zio. MARK La prima ELOGIO DA MARKO vittoria con la ross rossa è come il Indime primo bacio. Indimenticabile. E «Sebastiano» dome domenica ha coronato il suo sogno d di bambino con un’impresa caric carica di signivogl di riscatficati profondi e voglia b to: «Una delle più belle della ven mia vita». Vettel veniva da un propri come la anno terribile, proprio Maranell doveva scuderia di Maranello, dimostrare che si sbag sbagliava chi (compresi i rivali F Fernando Ham Alonso e Lewis Hamilton) lo considerava un pilota graziato per troppe stagi stagioni dalla d superiorità della Red Bull. «Non ha dimenticato come si guida. Ora in re molti realizzech non ranno che è stata solo la nostra macchina a dargli qu quattro Mond Mondiali», lo ha elo-

MARKO: «NON DIRANNO PIÙ CHE HA VINTO 4 TITOLI GRAZIE ALLA NOSTRA RED BULL»

ONDIALE

giato Helmut Marko. La vendetta di Seb al volante della rossa si è realizzata con una delle sue gare perfette, da metronomo martellante. La Ferrari sarà sempre la scuderia più emozionante per gli appassionati e vederla tornare di colpo davanti a tutti, vedere Vettel raggiungere e superare in pista le imbattibili Mercedes, è stato meglio di qualsiasi spot per la F.1. FESTA Domenica notte, dopo l’euforia incontenibile e lo champagne del podio, Vettel e i suoi uomini in rosso (una sessantina) sono andati a festeggiare fra palme e piscine al Cyberview Resort di Kuala Lumpur. Sono bastati appena quattro mesi, dal primo test a Fiorano su una vecchia F2012 alla prima vittoria in rosso con la SF15-T, perché il team si invaghisse del suo nuovo condottiero. Con Seb la squadra ha ritrovato passione e fiducia. Vettel è la reincarnazione dello Schumacher che arrivò a Maranello nel 1996, quando la voglia di riscossa era molto simile a oggi. La Ferrari, abituata nelle ultime stagioni alla rabbia del Matador, aveva bisogno di qualcuno che la trascinasse dicendo anche le cose più sgradevoli in modo costruttivo (definizione di James Allison). Un leader che dà importanza anche all’ultimo dei meccanici, che trasmette grinta, simpatia e un entusiasmo contagioso. Non ci vorrà molto, prima che Seb faccia breccia anche nel cuore dei tifosi, a cui ha cercato di piacere dal primo momento, andando a scuola di italiano ed esaltando la storia del Cavallino. E adesso, con un Vettel carico come quello visto a Sepang, tutto è possibile. La sfida alla Mercedes è lanciata. E chissà che, fatto il primo miracolo, all’erede di Schumi non ne riescano altri. Magari anche il più grande. La Ferrari ora può davvero sognare il Mondiale. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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A MARANELLO

Tifosi in festa: «Siamo come ai tempi di Schumi» Andrea Tosi INVIATO A MARANELLO (MO)

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l sole splende alto e luminoso su Maranello all’indomani del trionfo Ferrari. La gente per strada saluta e sorride, tutti parlano del successo di Vettel. Il sindaco Massimiliano Morini celebra il primo successo del suo mandato: «Splendido, riempie di orgoglio Maranello. Il primo posto di Vettel e la bellissima rimonta di Raikkonen a Sepang sono la conferma della validità del lavoro di questi mesi della Ferrari. Un impegno avviato da tempo, consolidato con il nuovo gruppo guidato da Arrivabene. Si è creato un ottimo feeling e un clima di fiducia tra la direzione sportiva, i piloti e tutti gli uomini del team». All’uscita dalla fabbrica, gli operai del Cavallino scattano veloci. Si fermano Luigi e Teresa, marito e moglie, lui collaudatore e lei addetta alla selleria. «Siamo ferraristi nel dna, domenica abbiamo fatto il tifo con nostro figlio Marco davanti alla tv — dicono —. Il successo ci riempie di ottimismo». Gianluigi, revisionista, va oltre: «Sembrano tornati i tempi di Schumi. Si è visto subito che in pista la nuova auto come ritmo gara è diversa dall’anno passato». Pio, carrozziere, è rimasto sorpreso: «Non mi aspettavo la vittoria. Mi hanno colpito il motore e la guida di Vettel». «Da quando la vecchia gestione ha avocato a sé tutti i club con l’invenzione delle scuderie per avere un ritorno economico, è andato disperso lo spirito di aggregazione di noi ferraristi — recita Alberto Beccari, per 21 anni presidente del Ferrari Club Maranello, chiuso nel 2005 —. Ma la vittoria di Sepang ha riportato entusiasmo e voglia di festeggiare al suono delle campane». © RIPRODUZIONE RISERVATA

QUANT'È FORTE FEELING A PRIMA VISTA Quattro mesi faQUESTA la Ferrari EVA stentava ad Abu Dhabi, Sebastian Vettel allaha guidavinto della in Malesia: una rinascita domenica Ferrari SF15-T, ribattezzata Eva sorprendente e clamorosa. Gli attori protagonisti? dal pilota tedesco. Seb è Il teamarrivato principal Maurizio 3° in Australia e ha Arrivabene e Sebastian vinto in Malesiache COLOMBO Vettel, ora sognano il titolo iridato


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MARTEDÌ 31 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT


Primo piano R Dopo il GP Malesia

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Nico&Seb Come se le suonano tra tedeschi

3 DOMANDE A... JACQUES RAYNAUD

CAPO DELLO SPORT DI SKY TV

«Motori scelta giusta: che bello sentire dal vivo la gioia Ferrari»

1«Vettel al via? Ho pregato Bastava un centimetro e...»

Andrea Cremonesi

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i hai preso in giro per più di una settimana, invitandomi alla riunione dei tecnici e mi hai pure ricordato di portare il taccuino. Ora ti faccio vedere io! Alzi la mano chi domenica non abbia pensato al siparietto di Melbourne e ai successivi tweet di Rosberg, mentre assisteva col fiato sospeso al duello tutto tedesco tra Nico e Sebastian Vettel. Il ferrarista, non brillantissimo allo stacco, si è spostato verso destra mentre la Mercedes stava provando a sorprenderlo: Rosberg si è visto stringere verso il muretto e ha dovuto mollare. Idem quando alla «esse» iniziale ci ha riprovato. «Mi ha lasciato abbastanza spazio, ok — aveva detto dopo la gara Rosberg —. Ho chiuso gli occhi e ci ho provato. Era successa la stessa cosa l’anno scorso e dunque mi aspetta-

vo che mi lasciasse appunto come allora un varco, ma in quei momenti puoi solo pregare: “Per favore, lasciami uno spiraglio”. Un centimetro più in là e non sarebbe stato più... ok. E comunque ho dovuto alzare un po’ il piede. Anche alla prima curva mi ha spinto verso l’interno e ho dovuto allargare altrimenti ci saremmo toccati. Ma, dai, è stato onesto!». DIFESA Vettel, non cambiando traiettoria più di una volta, si è comportato in maniera regolare: «Il mio obiettivo era di non perdere contatto con Lewis e non farmi schiacciare a sinistra, ho dato spazio a Nico e poi ovviamente alla prima curva ho difeso la posizione. Era cruciale perché la mia strategia funzionasse». TENSIONE La vittoria di Sebastian, al tempo stesso storica (dopo un digiuno che per la Ferrari durava da 686 giorni) e

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UNA GARA AMARA PER NOI, NON PER LA F.1. ORA CHIEDERANNO ANCORA DI CAMBIARE LE REGOLE? TOTO WOLFF CAPO MERCEDES

sorprendente (sino a venerdì si pensava che la gara dovesse risolversi in un duello HamiltonRosberg), ha finito per mettere in ombra questo episodio che però appare come il termometro di un rapporto tra i due galletti tedeschi tutt’altro che idilliaco. Forse anche per questo domenica sera Rosberg appariva più abbattuto rispetto a Hamilton, che quantomeno aveva ribadito la propria superiorità in squadra. E il derby tedesco aggiungerà un po’ di pepe a un campionato che promette di essere elettrizzante.

NOIA A Bernie Ecclestone che solo 48 ore prima del successo aveva bacchettato il ferrarista perché, secondo lui, non faceva abbastanza per promuovere il proprio sport, ha intanto replicato Niki Lauda: «Se la Ferrari vince, Bernie non può più lamentarsi che Vettel sia noioso. Domenica sono andato da Maurizio Arrivabene per complimentarmi con lui, l’ho fatto col cuore. La competizione è meglio per tutti. Il risultato del GP di Malesia è buono per tutta l’immagine della F.1». SPETTACOLO Sulla stessa lunghezza d’onda Toto Wolff, latro capo Mercedes: «Abbiamo assistito a un bel dibattito dopo l’Australia con gente che chiedeva di cambiare le regole. Poi domenica c’è stato duello, come un anno fa in Bahrain. Domenica è stato un pessimo giorno per la Mercedes, ma buono per lo sport». © RIPRODUZIONE RISERVATA

Sebastian Vettel, 27 anni, davanti a Nico Rosberg, 29, durante il GP della Malesia. Nelle primissime fasi della corsa i due sono stati protagonisti di un duello da brividi. Ma per due volte il ferrarista ha respinto l’assalto del rivale, che a Melbourne aveva invocato una rossa più forte. Accontentato LAPRESSE

Una giornata leggendaria anche per la tv: Sky Sport MotoGP Hd e Sky Sport F.1 Hd domenica sono stati i canali più visti della piattaforma con quasi 2,5 milioni di telespettatori unici. Il GP del Qatar ha coinvolto 1.060.908 spettatori medi (4,48%) e il GP di Malesia ne ha avuti 762.072 (9,83%) alle 9. Jacques Raynaud, capo di sport e pubblicità Sky, si stropiccia gli occhi: tutto vero. «Coi motori abbiamo fatto la scelta giusta: record assoluto in una domenica senza Serie A, si aggiungano i 450mila su Sky Go. La cosa più bella? I nostri abbonati hanno potuto gustarsi le emozioni in diretta, sappiamo bene quanto vale nello sport». ● Allora Sky non è soltanto calcio? «Abbiamo sempre creduto anche negli altri sport con tanta italianità. E i motori in questo non scherzano: Valentino, Ferrari, Ducati, Aprilia… secondi solo al calcio per ascolti in prime time». ● Guido Meda è un valore aggiunto? «Eh, sì. Non avrà dormito per tutta la notte. Il suo arrivo, legato alla vittoria di Vale, ha innescato una grande carica. E valori aggiunti sono i 5 canali interattivi per ogni gran premio, un mosaico che consente di entrare nel vivo della corsa da tante angolazioni. Ascoltare in diretta la felicità di Vettel è stato fantastico». ● In futuro punterete su altri eventi? «Sì. Trasmetteremo gli Europei di basket maschili e femminili, il Mondiale di rugby e i Giochi europei di Baku». Gabriella Mancini


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Primo piano R Dopo il GP Qatar

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ORA LE BATTAGLIE DURANO FINO ALLA FINE: QUESTO TIPO DI GARE MI PIACE TANTISSIMO MARQUEZ È SEMPRE L’UOMO DA BATTERE, PERÒ ADESSO BISOGNA TENERE D’OCCHIO ANCHE LA DUCATI VALENTINO ROSSI NOVE VOLTE IRIDATO

sono cambiate. C’era un tempo che, contro Stoner e Lorenzo, la gara era finita dopo 3 giri. Correre così era noioso oltre che difficile. Ora, invece, con Marquez la battaglia dura fino alla fine: adoro questo tipo di gare». Conoscendo Vale, una risposta perfettamente coerente con il suo modo di vedere le corse. Valentino Rossi, 36 anni, accanto alla sua Yamaha M1. Sotto il pesarese con il trofeo del vincitore del GP Qatar: è la quarta volta che Rossi trionfa a Losail IPP-AP

Valentino adesso ci crede: «Il 10° titolo non è difficile» 1Per lui è buona la prima... gara: 7 volte l’ha vinta e per 6 è stato Mondiale

Galbusera: «È un gran vino conservato bene». Jarvis: «Ultimo giro perfetto»

Paolo Ianieri INVIATO A LOSAIL (QATAR)

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alentino, ma sei proprio sicuro di avere 36 anni?». La domanda che ha fatto scoppiare in una fragorosa risata Rossi nella notte di Losail, centra perfettamente il punto. Passano gli anni, le stagioni scivolano via — quella iniziata domenica è la ventesima —, ma Valentino sembra eterno. Come l’Araba Fenice che rinasce dalle proprie ceneri, ogni volta il pesarese è lì, pronto a stupirci con una delle sue magie. «Questa è stata una delle mie gare più belle», ha detto domenica dopo il trionfo tutto italiano, con le due Ducati di Andrea Dovizioso e Andrea Iannone splendidi valletti sul podio. Il fatto,

però, è che queste parole Valentino negli ultimi tempi le ha ripetute spesso, segno che, a dispetto delle 109 vittorie e delle coppe dei 9 Mondiali sugli scaffali, il meglio (forse) deve ancora venire. ALTRO CHE VECCHIO «Valentino è un buon vino conservato bene, le sue qualità sono al massimo», gongolava sotto il podio, il trofeo bello stretto in braccio, il suo capotecnico Silvano Galbusera. «Valentino sa sempre quello che fa. In quell’ultimo giro è stato perfetto», lo ha esaltato Lin Jarvis, responsabile del team Yamaha. Che se da un lato può recriminare per il problema tecnico al casco che nel finale ha costretto Jorge Lorenzo a correre in difesa, dall’altro si culla il suo gioiello.

CORSI E RICORSI «L’ultima volta che sono stato in testa al Mondiale era proprio qui in Qatar, nel 2010 — ha ricordato Vale —. Poi è iniziato il calvario. Mi sono fatto male alla spalla, poi mi son rotto la gamba al Mugello, quindi la Ducati…». Spulciando le statistiche, si va a scoprire che quella del 2010 rappresenta anche l’unica nota stonata nella storia iridata di Valentino. Che in carriera, nelle 7 volte in cui ha vinto la prima gara dell’anno, per 6 volte a fine stagione ha anche conquistato il titolo. Gli altri tre Mondiali nei quali non è partito subito in fuga sono stati il 1999 in 250 (5° in Malesia), il 2008 in MotoGP (5° in Qatar) e il 2009 (2° in Qatar). DIVERTIMENTO D’accordo, le statistiche contano solo fino a

un certo punto, però l’anno anno in la concui Valentino parte alla olo non quista del decimo titolo odo mipoteva iniziare in un modo to lavogliore. «Mi piace questo ro, è la mia passione», ha butasso tato lì con semplicità l’asso della Yamaha. Un «se-greto» semplice che però, in uno sport così complesso a livello tec-nologico e psicologico,, piò rappresentare la a chiave vincente per artiigliare il successo. Diverrtirsi, giocare in pista conontro piloti che quando lui ha iniziato portavano ancora il pannolino, darle e prendere. «Questa, contro avversari così forti, potrebbe e essere la stagione più difficile ile per tentare di vincere il Mondiale? No, è esattamente l’opposto. Negli ultimi anni le e corse

EQUILIBRIO Adesso, poi, che al gruppetto dei Fantastici 4 (ma cosa sarà di Dani Pedrosa è un interrogativo a cui forse solo i prossimi giorni daranno una risposta) si sono aggiunte le due Ducati di Dovizioso e Iannone, il divertimento si preannuncia ancora più assicurato. Per loro, che se la daranno di santa ragione in pista, e per chi, a bordo pista o davanti alla televisione, sarà costretto a convivere con scariche continua di adrenalina. «L’errore di Marc al via ci può stare — afferma Vale —: quella più che la prima curva sembrava l’ultima del Mondiale. Ma per me lui resta sempre l’uomo da battere. batte Però adesso c’è anche la Ducati Du da tenere in considerazion considerazione. Dovi è uno molto fort forte e domenica ha u fatto una gara molto inte intelligente, sapendo che adesso ha u una moto per vincere. Allo stesso tempo, però, questa gara ci ha dato buo buone risposte real nostra moto. lativamente alla seam Il cambio seamless in scalata funziona bene, la M1 è migliotrazion e agilità. Sinrata in trazione ceramente non mi aspettavo di essere più ve veloce del 2014, vuol dire che a abbiamo qualcoTr noi, la Honda sa di buono. Tra gl equilibri came la Ducati, gli bieranno ogni weekend». Parole che sono una manna per gli appassionat appassionati. © RIPRODUZIONE R RISERVATA

Pedrosa si ferma? Honda: «È solo uno sfogo» 1Il team principal Suppo: «Test medici in Spagna sull’avambraccio, secondo me ad Austin c’è». Ma i tifosi sognano Stoner INVIATO A LOSAIL

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a notizia di Dani Pedrosa che non se la sente di andare avanti nelle sue condizioni fisiche, per il riacutizzarsi della sindrome compartimentale al braccio destro (l’ingrossamento delle guaine negli avambracci) ha squarciato come un fulmine il cielo sereno di Losail, dopo il gran premio. Sostanzialmente lo spagnolo ha detto che non riesce a risolvere questo problema, che lo affligge dall’anno scorso (si era fatto operare per la seconda volta dopo la gara di Jerez) e che i medici non gli hanno prospettato soluzioni positive. Così, in queste condizioni non se la sente di andare avanti. «Credo – dice il team principal Livio Suppo – che sia lo sfogo di un ragazzo che ha continuato a correre nascondendo questo

problema all’opinione pubblica perché non voleva si pensasse cercasse scuse. Adesso è esploso». Soluzione? «Stiamo cercando la via migliore, magari di correre così, girando intorno al problema per finire la stagione e poi magari pensare a guarire completamente o a fermarsi. Era previsto che dal Qatar tornasse a casa in Svizzera, invece andrà in Spagna per capire insieme quale strategia medica adottare. Ci serviranno alcuni giorni, ma se devo dare la mia sensazione è che Dani ad Austin (tra due domeniche, ndr) ci sarà». STONER Appena uscita la notizia del possibile stop di Pedrosa, i tifosi si sono scatenati sui social network sognando l’arrivo di Casey Stoner che, oggi 29enne, aveva deciso di ritirarsi a fine 2012 dopo i due titoli con la Ducati nel 2007 e la

Honda nel 2011. Tester ufficiale Hrc, e per questo è stato immediato avvicinare il suo nome alla sostituzione di Pedrosa sulla moto giapponese, la settimana scorsa l’australiano aveva annunciato il ritorno in pista con la Honda ufficiale per la 8 Ore di Suzuka del 26 luglio. Ma resta a ora un sogno da tifosi, l’obiettivo della Hrc rimane usare le due settimane di distanza dal prossimo gran premio, il 12 aprile in Texas, per esplorare le effettive possibilità di andare avanti con Pedrosa.

LA SINDROME COMPARTIMENTALE

Il dolore nasce dall'impossibilità della guaina di protezione di contenere l'aumento della massa del muscolo sovrallenato dell'avambraccio

GDS

MALE PROFESSIONALE Ma cos’è la sindrome compartimentale. Lo spiega Michele Zasa, che dallo scorso anno ha preso le redini della Clinica Mobile. «Per semplificare, diciamo che i muscoli degli avambracci, gonfiandosi, comprimono le guaine e questo crea il dolore e la difficoltà di guidare. Abbia-

mo riscontrato che il problema si evidenzia soprattutto a Jerez e Motegi, piste “stop and go”. Oppure per il troppo o l’errato allenamento con sovraccarico di quei muscoli. Non parlo di Dani, perché non conosco i dati, ma c’è stato un abuso dell’intervento chirurgico, mentre noi, come era anche la filosofia di Claudio Costa, siamo per un appropriato programma di scarico e solo nei casi più estremi per l’intervento chirurgico». Oltre al fatto che il corpo tende a riequilibrare le situazioni di difficoltà c’è una ragione medica. «Non sempre “aprire” e liberare i tessuti vuol dire risolvere. Momentaneamente sembra che la situazione migliori, ma il corpo, quando c’è una ferita tende a cicatrizzare e questo può essere più pesante del problema originario». f.f. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Filippo Falsaperla INVIATO A SEPANG (MALESIA)

È

stata una notte straordinaria. Certo perché ha vinto Valentino Rossi, il «nonno» da corsa con l’animo più giovane, il più vecchio di tutto il paddock che il 16 febbraio, invece di 36 anni per l’entusiasmo sembra aver compiuto i fatidici 16 che ti permettono di correre il Motomondiale. Nemmeno perché abbiamo ritrovato due Ducati di Andrea Dovizioso e Andrea Iannone, vallette d’eccellenza di sua maestà il re di Tavullia, insieme sul podio come era successo l’ultima volta ad Aragon nel 2010, dove al vincitore Casey Stoner si era affiancato (al 3° posto) Nicky Hayden. E neppure perché tre italiani sono saliti insieme sullo stesso podio, come era successo l’ultima volta il 24 settembre 2006 a Motegi, 3.107 giorni prima di domenica. Il podio tricolore di Losail: da sinistra Andrea Dovizioso (2°), Valentino Rossi (1°) e Andrea Iannone (3°) MILAGRO

Italia-Spagna 3-0 nella classe regina È cambiato il vento? 1Il podio di Rossi-Dovi-Iannone è il simbolo del processo di rilancio tricolore. A Losail nemmeno un inno iberico: un caso dopo le abbuffate recenti

RIVOLUZIONE NO È successo qualcosa di ancora più straordinario dell’eclissi di luna che si vedrà tra qualche giorno, 4 per l’esattezza: in tutte e tre le classi i podi sono state «spanish free». Neppure uno spagnolo a festeggiare sotto la bandiera gialla e rossa che nelle ultime stagione è diventata un’abitudine e talvolta quasi una ossessione. Era il 2005 quando sulla pista cinese di Shanghai ci fu una vendemmia italiana: aiutati da un ungherese, un australiano, un giapponese e un francese, gli italiani fecero man bassa con Pasini e Lai (125), Dovizioso (2° in 250), Rossi e Melandri (3°) in MotoGP, lasciando gli spagnoli a secco. RICORSI Non è un caso. Perché da sempre l’Italia è l’ossa-

tura portante del campionato. E lo dimostra un semplice numeretto: 745, come le vittorie a cui siamo arrivati grazie alla perla di Valentino domenica, contro 516 degli spagnoli fermi un turno. Per non dire dei 75 titoli a 44. Certo, se guardiamo gli ultimi 5 anni il confronto è impietoso, con un pesante 176 a 19 e l’ancora più duro cappotto come titoli: 13 a 0. RISALITA Certo, una gara non fa statistica come una rondine per primavera, ma la sensazione è che, pur dovendoci confrontare e scontrare con una corazzata spagnola che mostra solo qualche piccola incrinatura, i ragazzi italiani abbiano iniziato ad invertire la rotta. Valentino, ovviamente è un fuori quota e Dovi non è di primo pelo — divertente il siparietto quando a fine conferenza stampa Rossi gli ha chiesto quanti anni abbia, con smorfia alla risposta “29”… — ma entrambi sembrano vivere una seconda giovinezza. Iannone,

114

● Le vittorie spagnole nel Motomondiale nell’ultimo triennio. Addirittura 282 i podi conquistati, 29 quelli interamente iberici. (g.cor.)

Lorenzo, caos casco Torna con la Nolan? ● Jorge Lorenzo è furioso: un problema al casco lo ha fortemente limitato in Qatar, precludendogli la possibilità di vincere. Tant’è che il maiorchino starebbe seriamente pensando di lasciare la Hjc e di tornare con la Nolan.

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invece, con i suoi 25 dovrebbe essere la cerniera tra i senatori e i ragazzini che ci aspettiamo li sostituiscano. Andrea appartiene a quella generazione che ha fatto fatica a fornire l’alternativa, ma con questa Ducati e questa maturità, pur tutta da mettere alla riprova, potrebbe essere il ponte verso un futuro che in Qatar ci ha fatto sorridere. RAGAZZINI Per soli 27 millesimi, infatti, il 17enne Enea Bastianini ha perso la gara Moto3 per l’ingenuità di aver concesso una lunga scia al francese Masbou, ma il riminese ha dimostrato il carattere del vincente, soprattutto dopo un inverno difficile e una partenza dalla 21a casella. E insieme a lui hanno fatto la gara senza timori reverenziali Niccolò Antonelli (19) e Francesco «Pecco» Bagnaia (18), mentre aspettiamo il ritorno di Fenati (19) che l’anno scorso è stato il pilota più vittorioso della Moto3. Qualche sprazzo ha fatto vedere anche Andrea Locatelli (18), mentre aspettiamo di vedere all’opera Stefano Manzi che non ha potuto correre perché ha fatto 16 anni solo sabato scorso. IN MEZZO Qualche sprazzo si è visto anche in Moto2, con il 20enne Franco Morbidelli, che per la sua maturazione può contare sull’esperienza di Aligi Deganello, che ha «allevato» Marco Simoncelli e ora è rientrato nel Motomondiale dopo i titoli Superbike con Max Biaggi e Sylvain Guintoli. Dietro, poi, stanno crescendo giovanissimi talenti – un nome su tutti Nicolò Bulega – che si stanno facendo le ossa tra Cev, Civ, pre-Moto3. La strada è lunga e difficile, ma adesso la Spagna fa un po’ meno paura. © RIPRODUZIONE RISERVATA


8

Nazionale R L’amichevole di lusso MOMENTI D’AUTORE

IL GOL IMPOSSIBILE Torino, 16 maggio 1948, Italia-Inghilterra 0-4: qui il gol di Mortensen, un tiro dalla linea di fondo

PADRONI A WEMBLEY Londra, 14-11-1973: l’Italia vince per la prima volta a casa Inghilterra (0-1). Rete di Capello, a 4’ dalla fine

2

3

4

LA PRIMA VOLTA Il 14 giugno 1973, a Torino, prima vittoria degli azzurri con l’Inghilterra: 2-0, gol di Anastasi (foto) e Capello

ITALIA

● 1) L’ultima Italia-Inghilterra si è giocata il 14 giugno 2014 al Mondiale in Brasile, a Manaus: 2-1 per noi, qui il gol decisivo di Balotelli. 2) De Rossi festeggia Marchisio autore dell’1-0. 3) L’allora c.t. Cesare Prandelli è soddisfatto: non immagina che per noi il Mondiale finirà male... 4) La delusione di Roy Hodgson, c.t. inglese

IL PROVINO DELL’URLO Torino, 15-6-1980, Europeo: Italia-Inghilterra 1-0, rete di Tardelli. Il provino dell’urlo che verrà, nel 1982

Fabio Licari INVIATO A TORINO

S

BUFFON Il capitano azzurro, 37 anni, ha esordito il 29 ottobre 1997 in Russia-Italia 1-1 FORTE

fidare l’Inghilterra potrebbe anche essere guardarsi allo specchio tra qualche anno. E non piacersi. Perché i nostri onorevoli avversari, gli inventori del calcio, l’immagine ricca e spettacolare del football, con la Premier League che invade le tv del pianeta, hanno sì grandissimi club – fuori dalle coppe quest’anno, può succedere – ma una nazionale che non vince da una vita. In discreta crisi d’identità, a prescindere dagli ultimi risultati positivi. Se non fosse per il passato, l’Inghilterra sarebbe ormai di seconda fascia rispetto a Germania, Francia, Spagna. Le è già successo quello che sta adesso accadendo a noi: l’invasione di stranieri, i pochi investimenti sui giovani, e all’improvviso i c.t. si sono ritrovati con a malapena una cinquantina di convocabili. Lanciò l’allarme Fabio Capello, un italiano. Lo stesso allarme denunciato in questi mesi da Antonio Conte. Con una differenza, a leggere i nomi degli interpreti di stasera: in Italia si vede un minimo di ricambio, in Inghilterra ci sono

81

Gli anni passati dalla prima Italia-Inghilterra: 1-1, amichevole giocata a Roma il 13 maggio 1933

Casting Italia Valdifiori fa sloggiare Verratti

1Contro gli inglesi con una formazione

sperimentale: in regia debutta l’empolese, in attacco l’inedita coppia Pellè-Eder

praticamente gli stessi sconfitti dagli azzurri al Mondiale (2-1). Nove mesi fa a Manaus. VALDIFIORI PER VERRATTI Nove mesi fa c’erano Prandelli in panchina, la difesa a quattro con Paletta (oriundo), trequartisti Marchisio e Candreva dietro lo «scomparso» Balotelli. E una mediana con Pirlo, De Rossi e Verratti. Di quella squadra, complici turnover post-Bulgaria e infortuni, restano soltanto Darmian e Chiellini. Per la prima volta nel suo ciclo il c.t. ha rivelato la formazione, non risparmiando sorprese: all’attesa coppia d’attacco Pellè-Eder si aggiungono infatti Florenzi (esterno destro della mediana a cinque, ennesimo nuovo ruolo) e soprattutto Valdifiori, per un debutto da brividi. Scivola in panchina anche Verratti, confermando i dubbi suscitati dalla prestazione di Sofia. Verratti in Brasile schierato mezzala, con Pirlo play. CHI NON LAVORA NON… Turnover, dicevamo: per cui rispetto a Sofia restano soltanto Bo-

LE NOVITÀ

Il parigino scivola in panchina: confermati i dubbi sulla sua prestazione a Sofia Fuori dall’undici titolare anche Cerci, Gabbiadini e Vazquez, ma li vedremo a gara in corso nucci, Chiellini e Darmian. Parlare di bocciatura per il parigino è un po’ presto, però la scelta di Conte non può essere sottovalutata: è un segnale. Di Verratti non convincono ancora i collegamenti con i reparti e il ritmo. Non è l’unico un po’ fuori dai giochi, anche per cause oggettive: inevitabile confermare Eder, consigliabile l’«inglese» Pellè contro difensori alti e conosciuti, non c’è spazio dall’inizio per Cerci, Gabbiadini e Vazquez. Probabilmente li vedremo a gara in corso. Perché Conte ha chiesto di «poter lavorare», il che significa avere il tempo di fare esperimenti. Si sa: prima di

trovare la formula giusta, qualche provetta può anche andare in fumo anche al miglior scienziato. GLI INDIMENTICABILI Magari non succederà con l’Inghilterra, squadra con la quale abbiamo una sfilata di precedenti molto favorevoli. Dal 1933 al 1961 un disastro: 8 sfide e appena 4 pareggi, noi in soggezione. Nel calcio moderno, dal 1973 in poi, la svolta: 17 partite e appena 3 successi per gli inglesi (2 in amichevole e uno inutile nelle qualificazioni ad Argentina 78). Di più: alle sfide con gli inglesi sono legati alcuni dei ricordi più entusiasmanti, a cominciare dal gol di Capello a Wembley, minuto 86, nel lontano 1973, fine di una maledizione. Poi, nel ’76, i gol di Antognoni e Bettega che all’Olimpico significarono Argentina. Nell’80 Tardelli, qui a Torino, stese i rivali nella fase a gruppi dell’Europeo. Italia 90: Baggio e Schillaci strapparono il terzo posto con due centri. Nel ’97, indimenticabile, il gran gol di Zola a Wembley per un altro successo storico (qualificazioni

MAGIC ZOLA A LONDRA Londra, 12 febbraio ‘97, qualificazioni Mondiali: Inghilterra-Italia 0-1. Decisivo un tiro di Zola

IL CUCCHIAIO DI PIRLO Kiev, 24-6-2012, quarti Europeo, Italia-Inghilterra 4-2 (0-0 dopo i t.s.): ai rigori il cucchiaio di Pirlo

a Francia 98). Tradizione rispettata di recente. All’Euro 2012 l’Italia vinse ai rigori dopo un fantastico 0-0 con un dominio atletico, tecnico e tattico mai visto (e Pirlo enorme, «cucchiaio» sul rigore a parte). Infine Marchisio e Balo in Brasile. CICLO HODGSON Dopo il Mondiale il simpatico Hodgson ha protetto la panchina e infilato una striscia di 7 successi di fila, tra cui il 2-0 in Svizzera: non avrà ancora trovato l’erede di Gerrard, ma non mancherà all’Euro 2016 (17° nel ranking Fifa, noi 10°). Ha idee inevitabilmente più chiare di quelle di Conte e alcuni punti fermi, soprattutto in attacco, cioè Rooney e l’emergente Kane. Invece gli interrogativi azzurri sono in ogni reparto, in attacco per esempio, benché o molto costan Eder – rendimento costante nella Samp, e gol facile – potrebbe diventare presto un indispensabile. Inoltree Conte non ha o i tempi dalancora accelerato ni, Romagnoli, l’Under 21: Rugani, raro, Berardi, Zappacosta, Sturaro, Verde, Belotti se giocherà, possono tutti aspiraree alla Nazionale, ma devono crescere. E di peo di categomezzo c’è l’Europeo to si lavora con ria. Per il momento quelli che ci sono.. © RIPRODUZIONE RODUZIONE RISERVATA

4

Italia-Inghilterra a Torino si è giocata 4 volte: l’ultima il 15-11-2000, 1-0 con gol di Gattuso

INGHILTERRA

1

TRE SFIDE AL COMUNALE

ROONEY Wayne Rooney, 29 anni, attaccante del Manchester United e dell’Inghilterra


9

MARTEDÌ 31 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

3-5-2

ITALIA BUFFON

RANOCCHIA

BONUCCI

37 anni

27 anni

27 anni

1

13

19

COSÌ IN CAMPO

ARBITRO Brych (Germania) GUARDALINEE Borsch-Lupp (Germania) QUARTO UOMO Mazzoleni

TORINO ore 20.45 STADIO Juventus Stadium

Presenze Gol

17 0

CHIELLINI

FLORENZI

SORIANO

30 anni

24 anni

24 anni

3

18

8

75 6

Presenze Gol

Presenze Gol

7 1

PAROLO

DARMIAN

28 anni

30 anni

25 anni

14

16

4

0 0

Presenze Gol

8 0

10 0

Presenze Gol

PELLÈ

EDER

CONTE

28 anni

45 anni

20

17

ALLENATORE

2 1

Presenze Gol

1 1

20. PELLÈ

All. dell’Italia dal 2014

2006

8. CARRICK

PANCHINA 12 Sirigu, 25 Marchetti, 15 Barzagli, 24 Moretti, 5 Antonelli, 2 Abate, 26 Santon, 6 Candreva, 10 Verratti, 11 Cerci, 22 Gabbiadini, 9 Immobile, 23 Vazquez, 7 Zaza INDISPONIBILI: Marchisio, Pasqual, Bertolacci, Perin, Pirlo, Giaccherini, G. Rossi, Bonaventura, El Shaarawy SQUALIFICATI: nessuno DIFFIDATI: nessuno

PANCHINA 13 Butland, 12 Green, 15 Cahill, 16 Jones, 20 Rose, 18 Bertrand, 19 Mason, 17 Townsend, 14 Walcott INDISPONIBILI: Welbeck, Milner, Sterling, Baines, Wilshere, Sturridge, Ox-Chamberlain SQUALIFICATI: nessuno DIFFIDATI: nessuno

Vittorie Italia

29

EU

2014

7

31

Vittorie Inghilterra

8

GOL FATTI

VALDIFIORI

Mirko va sempre di fretta Un anno a tutta velocità: dopo la A, ecco l’azzurro 1Giocava in Serie B con l’Empoli e lui, che ha sempre i piedi per terra,

alla Nazionale non ci pensava neanche. Stasera invece arriva l’esordio

INVIATO A TORINO

a un anno va così, gli va tutto di fretta. Un anno fa il massimo pensiero calcistico di Mirko Valdifiori era avere finalmente la certezza di poter giocare in Serie A: a 28 anni non lo sentiva come un diritto acquisito, ma credeva di meritarlo. Credeva fosse giusto poterci almeno provare. Sette mesi fa l’autoimposizione era non farsi stordire dai tanti complimenti e «sette» in pagella che avevano iniziato a piovergli in testa, dopo un atterraggio subito dolcissimo in quel campionato che aveva sempre guardato solo dal basso. Cinque mesi fa il tarlo della speranza di essere convocato in Nazionale – glielo avevano inculcato nel cervello, lui non è tipo da andare tanto in là con la fantasia – era rimasto un insetto dal lavoro illusorio, perché la chiamata di Conte non arrivò. Dieci giorni fa l’illusione nel frattempo tornata speranza è diventata realtà, e Valdifiori

GIBBS

DELPH 25 anni

5

3

11

34 3

Presenze Gol

Presenze Gol

6 0

4 0

Presenze Gol

CARRICK

HENDERSON

BARKLEY

33 anni

24 anni

21 anni

8

4

7

32 0

Presenze Gol

Presenze Gol

19 0

11 0

Presenze Gol

ROONEY

KANE

29 anni

21 anni

67 anni

10

9

ALLENATORE

Presenze Gol

HODGSON

1 1

All. dell’Inghilterra dal 2012

GOL FATTI

2006

EU MO MO EU 2008

2010

2012

2014

METEO Sereno, temperatura 9°

fIL PERSONAGGIO

Andrea Elefante

15 0

Presenze Gol

25 anni

CAMPIONE FINALE SEMIFINALE QUARTI MO OTTAVI PRIMO TURNO NON QUALIFICATA

25

2012

10 0

LE ULTIME 5 COMPETIZIONI Pareggi

MO

Presenze Gol

32 anni

Presenze 102 47 Gol

PARTITE

2010

49

JAGIELKA

1. HART

TV: Rai 1 INTERNET: www.gazzetta.it

MO: Mondiale - EU: Europeo

D

5. JAGIELKA

6. SMALLING

3. GIBBS

10

2008

6

I PRECEDENTI

EU

MO

25 anni

2

2. WALKER

7. BARKLEY

9. KANE

LE ULTIME 5 COMPETIZIONI MO CAMPIONE FINALE SEMIFINALE QUARTI OTTAVI PRIMO TURNO NON QUALIFICATA

11. DELPH

4. HENDERSON

29 anni

Presenze Gol

10. ROONEY

2 0

VALDIFIORI

Presenze Gol

17. EDER

8. SORIANO

Presenze Gol

SMALLING

24 anni

Presenze

16. PAROLO

14. VALDIFIORI

13. RANOCCHIA

18. FLORENZI

WALKER

1

4. DARMIAN

19. BONUCCI

44 3

Presenze Gol

HART 27 anni

3. CHIELLINI 1. BUFFON

Presenze 146

4-3-1-2

INGHILTERRA

10

QUELL’INNO CANTATO Sabato sera, a Sofia, a Valdifiori era sembrato bellissimo anche solo cantare l’inno italiano abbracciato ai compagni di squadra: a Elisa, sua moglie, la prima a cui aveva telefonato per annunciare la convocazione di Conte, poi aveva provato a raccontarla come un’emozione troppo difficile da spiegare con le parole. Domenica e forse ancora ieri mattina gli sembrava bellissima anche solo l’idea di giocare contro l’Inghilterra per qualche minuto, entrando nel secondo tempo. Ma ormai il destino di Valdifiori è questo: prendersi in poco tempo, tutto e subito, quello che per un sacco di tempo gli era sembrato solo un qualcosa di lontanissimo. Ora gli manca solo il passo più importante, riuscire ad essere se stesso anche stasera: non perdere il suo calcio semplice e pulito che l’ha portato fino a qui. Ché tanto la testa non la perderà di sicuro.

● Con Valdifiori salgono a 10 gli azzurri che hanno debuttato con Conte. Gli altri: Moretti, Soriano, Pellè, Perin, Acerbi, Bertolacci, Bonaventura, Okaka ed Eder

il cancello di Coverciano l’ha varcato davvero: ancora un po’ incredulo, come un bambino solo un po’ cresciuto che si ritrova nel suo personalissimo paese delle meraviglie, e molto ma molto orgoglioso per non essere più costretto a sognarla e basta, quella maglia azzurra. Per essere a suo modo un simbolo della gavetta che diventa diploma; della carta d’identità che può essere garanzia, perché come diceva lui qualche giorno fa a Coverciano «cercare sempre degli stranieri quando possono esserci degli italiani all’altezza, a volte anche nelle serie minori, non è giusto». COME UNA TROTTOLA E poi l’ultima accelerazione un giorno fa, ieri, quando Valdifiori ha

saputo che stasera debutterà in Nazionale – da titolare e contro l’Inghilterra, mica niente – perché Conte ha scelto lui e non Verratti per guardare in faccia Carrick e compagnia: non è un passaggio di consegne, ma è la certificazione di una precisa volontà del c.t., capire in un test così serio quello che Valdifiori può dargli davvero. E Valdifiori ha capito che provare a fermare quella trottola che è diventata la sua vita di calciatore sarebbe inutile: meglio vivere il momento, e basta. Meglio, soprattutto, goderselo fino in fondo come si è goduto questi giorni a Coverciano. E farne il miglior ricordo possibile, non solo un momento da portare dentro per sempre. Quello succederà a prescindere da come andrà stasera. E a prescindere da come continuerà la sua esperienza azzurra.

Mirko Valdifiori, 28 anni, centrocampista dell’Empoli AP

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MARKETING

Gli scudetti-Juve coperti dalla Figc

L’ingresso dello Stadium prima della copertura e dopo INVIATO A TORINO

S

ignorilmente, stasera a fare gli onori di casa sarà Andrea Agnelli, ma crediamo che questo non basterà per placare il cattivo umore di una parte della tifoseria juventina, che ieri ha sfociato sui social la propria rabbia. Motivo? Il simbolo dei 32 scudetti (30 per gli almanacchi) che campeggia all’ingresso è stato coperto da una foto simbolo della Nazionale. Uno sgarbo ai bianconeri per via degli effetti collaterali di Calciopoli e dei 443 milioni di danni chiesto dal club? Niente affatto, non c’è nessuna valenza politica in questa decisione, ma un classico modus operandi della Federazione quando usa uno stadio per le partite degli azzurri, preso - come si dice - «clean», cioè pulito. La Figc non paga l’affitto bensì copre le spese per i servizi. Ovviamente, per i match, gli sponsor federali prendono il posto di quello dei club per personalizzarlo, così come succede per le partite di Champions. In ogni caso, all’interno dello Juventus Stadium (dove oggi sono attesi 2mila inglesi: polizia in allerta), anche per il match contro la Repubblica Ceca (2013), tutte le date degli scudetti vinti dai bianconeri fino a quel momento furono coperti, senza che questo suscitasse scandali. In questo caso, per la prima uscita di Infront come advisor della Nazionale, è stato deciso di allestire l’impianto in questo modo. Nulla di più. Diffidare delle dietrologie, please. ma.cec. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Nazionale R Il tecnico azzurro

MARTEDÌ 31 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Conte nella casa dei suoi successi «Io vado avanti, ma non è facile»

L’INIZIATIVA

Fiona May e il razzismo «I giovani sono maturi» INVIATO A TORINO

S

tasera allo Stadium per Fiona May - inglese di nascita e italiana di adozione - è il derby della vita, perciò sul tifo non si sbilancia («Ho a cuore entrambi i fronti», dice con un sorriso). Assai più loquace quando riassume il suo ruolo di presidente della commissione della Figc per la lotta al razzismo, che ieri ha avuto un momento importante a Torino. Com’è noto, la Federcalcio ha promosso l’iniziativa «Razzisti? Una brutta razza», approdata in questa occasione nel capoluogo piemontese con uno spettacolo svolto al Teatro Piccolo Regio destinato ai ragazzi dei settori giovanili cittadini, cui hanno partecipato Walter Veltroni, i calciatori Pessotto, Molinaro, l’allenatore della Nazionale di pallavolo Berruto e lo scrittore Komla Ebrì.

1Il c.t. a Torino: «Serve l’umiltà di capire

le carenze rispetto a squadre come la Croazia» Ufficiale il prolungamento con Puma al 2022 ORDINE PUBBLICO

Massimo Cecchini

Duemila inglesi allo stadio Polizia in allerta

Q

● TORINO (ma.cec.) Si era partiti con l’allarme relativo alle minacce ad Antonio Conte e si arriva ad Italia-Inghilterra con quello, ben più serio, dei tifosi inglesi. Per la sfida di stasera ne sono attesi duemila e per questo motivo le forze dell’ordine hanno intensificato i controlli fin dalla serata di ieri. Nessuna sorpresa. Già ieri centinaia di loro avevano preso possesso del centro di Torino, andando a bere in alcuni locali e finendo la serata abbastanza alticci. Secondo le informazioni del Viminale, tra i tifosi d’Oltremanica non dovrebbero esserci hooligans molto pericolosi, però in condizioni di scarso controllo causa alcool le situazioni potrebbero rapidamente degenerare. Con queste premesse, il rischio che qualche stupida provocazione (ieri si sentiva qualche «juventino vaffa...») possa essere la scintilla per incidenti, in ogni caso esistono, ma si spera nel buon senso. © RIPRODUZIONE RISERVATA

INVIATO A TORINO

uando Bjorn Gulden, l’amministratore delegato della Puma, si volta verso Antonio Conte dicendo «Spero che l’Italia possa vincere un altro titolo importante come nel 2006», sembra di essere entrati in una macchina del tempo difettosa. Vero che il prolungamento dell’accordo con la multinazionale dell’abbigliamento sportivo arriverà fino al 2022, ma lo sguardo accigliato del c.t. fa capire che i nove anni trascorsi dalla notte di Berlino hanno cambiato quasi tutto. Quello che adesso deve plasmare Conte è un azzurro stinto, che pure stasera è chiamato a far lievitare le proprie ambizioni a misura di uno stadio che significa vittoria. Sarà che l’Italia adesso deve correre e rincorrere, ma non sembra affatto fuori luogo il mantra scelto dal c.t. per il percorso che lo attende: «Ho visto in tv il film su Mennea e prendo in prestito una sua frase: per raggiungere grandi sogni, bisogna fare grande fatica». EMOZIONI Innegabile, comunque, che il ritorno a Torino per Conte sia una sorta di rito di passaggio. «Ho provato tante emozioni forti: varcare il can-

cello dello Juventus Stadium, entrare nello spogliatoio, andare sul campo. Ho passato tre anni fantastici, con tanti ricordi indelebili, per quello che ho diviso con i giocatori e la società. Gufi sugli spalti? Penso che avremo tanti tifosi dalla nostra parte, ci sarà unità d’intenti. Devono tifare Italia e io penso di avere un ottimo rapporto con loro. Sanno che lavoriamo in un momento non semplice». ECCEZIONE E’ indubbio che gli ultimi giorni abbiano segnato il c.t., che prova a spiegare così il suo mix fra sorpresa e rabbia. «Se ho pensato di dimettermi? Mi sono venuti tanti altri pensieri... Non so se si possa fare un fortino, di certo io vado avanti e continuo a lavorare tanto, poi trovo che mi dicono: “Lavori troppo”. E allora mi faccio domande cui non trovo risposte. Il lavoro dovrebbe essere una regola non un’eccezione. E’ un momento talmente strano del nostro calcio, dobbiamo avere l’umiltà di capire ciò che siamo. Ci sono carenze e poi ci sorprendiamo se squadre come la Croazia siano davanti a noi. Sul campo ha dimostrato di avere una squadra più forte, con giocatori che hanno più esperienza a livello internazionale. Chiellini l’altro giorno mi ha detto: “Mister, lo sa che io sono il capocannoniere di questa squadra con 6 gol e il secondo è

Antonio Conte, 45 anni: tre scudetti con la Juve poi la Nazionale LAPRESSE

CHIELLINI E BONUCCI SONO I NOSTRI CAPOCANNONIERI: QUESTO E’ MOLTO SIGNIFICATIVO MI RIMPROVERANO IL TANTO LAVORO, MA SI RISALE SOLO COSÌ E BASTA CRITICARE AL PRIMO ERRORE ANTONIO CONTE CT ITALIA

Bonucci con 3?”. Sono numeri, non si possono discutere. C’è un ricambio generazionale, non bisogna chiudere gli occhi. Capisco che serva di più la polemica e io debba gridare, ma penso sia giusto parlare chiaro. Occorre pazienza per permettere di crescere senza essere bocciati in maniera tremenda alla prima occasione. Non fatelo, perché certe ferite rimangono dentro e

IL CAPITANO

Gigi torna titolare: «In squadra ci sono tanti giovani, bisogna sostenerli»

Mirko Graziano TORINO

G

igi Buffon riprende il suo posto. Febbre sparita. Il capitano risponde presente e chiede tempo per «un gruppo che va sostenuto. Ci sono molti giovani che si sono appena affacciati alla Nazionale, ci vuole quindi un pizzico di pazienza, cerchiamo di aiutarci». Aria non proprio serena nelle ultime ore attorno alla banda Conte. «Il motto “soli contro

PUMA 2022 Non lo è neppure quello del presidente Tavecchio che, officiando l’accordo con Puma (e in attesa di incontrare dopo John Elkann alla inaugurazione del rinato Museo Egizio), dice chiaro: «Subiamo grandi invidie perché facciamo audience e spettacolo. Puntando su di noi credo che Puma faccia un buon investimento». E il d.g. Uva chiosa: «E’ il perfetto partner per noi. Oltre a sviluppare il mercato, insieme vogliamo investire anche su nuovi centri federali». Proprio quello che serve per sperare nella resurrezione del nostro calcio. © RIPRODUZIONE RISERVATA

CONSENSI L’iniziativa è stata interessante e non priva di emozioni. «I giovani mi sembrano sensibili al problema del razzismo - spiega infatti la May - e quindi sono ottimista per il futuro. Integrazione vuol dire innanzitutto conoscenza, e vedendo la partecipazione emotiva dei ragazzi, mi pare che ci sia voglia di costruire un mondo migliore». Il lavoro non finisce a Torino, la Figc ha previsto altre tappe di sensibilizzazione in tutta Italia. Il futuro, in fondo, si costruisce anche così. ma. cec. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Fiona May, 45 anni BOZZANI

FELICI ANCHE IN BRASILE

Buffon: «Troppe polemiche? Sempre meglio dell’apatia» 1Smaltita la febbre,

non aiutano il mio lavoro. L’Europeo arriva il prossimo anno. Partite come quelle con l’Inghilterra servono per farci crescere, dando la possibilità anche ai nuovi di potersi esprimere e vedere se sono dentro il progetto. Il mio futuro? Sono tante le cose che escono quotidianamente: a volte le leggo, altre preferisco non farlo. Io vado avanti col mio lavoro, ma non è facile».

tutti” – continua Gigi – potrà anche rendere molto più eroica una certa squadra, ma in generale non fa bene a nessuno, visto che rappresentiamo una Nazione e un popolo intero. Quando si vince o si perde è bello farlo insieme e non da separati. Il modo migliore per poter arrivare al traguardo del prossimo Europeo è restare uniti come ambiente tutto». Caso Marchisio? Gigi sorride: «In effetti, non sono stati giorni particolarmente sereni. Ma è anche vero che di solito certe scariche portano a una bella reazione sul campo. Meglio così che una certa apatia. Io quando vedo che c’è nell’aria un qualcosa, delle molecole che si muovono, mi sento più tranquillo. E alla fine mi auguro che tutto questo possa servire a noi giocatori per compattarci maggiormente e credere in quello che si fa».

SPAURACCHIO KANE L’amichevole di questa sera conta solo a livello di immagine, ma non mancano spunti tecnici interessanti. Grande curiosità, per esempio, attorno a Harry Kane, classe 1993, vera e propria stella in Premier con la maglia del Tottenham. Quattro giorni fa l’esordio (gol alla Lituania) in nazionale, oggi la prima da titolare. Buffon lo promuove: «È il giocatore del momento in Inghilterra, abbiamo visto delle immagini e sarà sicuramente lo spauracchio. Ma non dimentichiamo Rooney. La verità è che là davanti gli inglesi hanno tantissime soluzioni di qualità». ITALIA FATTA Zero dubbi di formazione per l’Italia. È lo steso Conte ad annunciarla: davanti a Buffon ci saranno Ranocchia, Bonucci e Chiellini; sulle fasce Florenzi a destra e Darmian dall’altra parta; regia affidata a Valdifiori, esordio assoluto; poi Soriano e Parolo interni, quindi Eder-Pellè coppia d’attacco. «Gara utilissima per misurare la crescita dei più giovani», dice il c.t. azzurro.

Gianluigi Buffon, 37 anni LAPRESSE

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Il papà di Eder confessa «Da voi si sente a casa» ● S. CATARINA (a.seu) Il gol messo a segno sabato sera contro la Bulgaria non ha fatto felice solo Eder ma ha portato gioia anche nel piccolo municipio di Lauro Muller (appena 14 mila anime), stato di Santa Catarina, dove continuano a vivere i genitori di Eder. «Ho sempre avuto fiducia in mio figlio», ha dichiarato il padre Eloi Martins a Uol Esporte, giurando che «tutta la città fa il tifo per lui. Il gol di sabato sera è stata una gioia indescrivibile perché so quanto ci tenesse a fare bene». Il papà di Eder ha poi ricordato «Quando ha saputo della convocazione ha provato una grandissima gioia. D’altra parte chi non sarebbe onorato di giocare per l’Italia? Prima della partita mi aveva promesso che avrebbe dato tutto e sono felice che abbia segnato un gol importante». Tale

l’orgoglio e la gioia di papà Eloi, che liquida abilmente anche le inevitabili domande sulle passate ambizioni verdeoro da parte di Eder e sulle polemiche esplose in Italia per il ricorso agli oriundi da parte di Antonio Conte. «Non ha mai pensato alla Seleçao. Si è trasferito molto giovane, dieci anni fa, dopo due stagioni al Criciuma, e in Italia si è formato ed è cresciuto. Là è sempre stato felice e ormai si sente di casa» Eloi non si scompone nemmeno quando si parla del futuro del figlio: «Salto verso una grande squadra? Eder è felice dov’è. La Sampdoria sta facendo benissimo e può essere considerato a tutti gli effetti un club di prima fascia. Ha un grande allenatore e mio figlio si è inserito alla perfezione nel gruppo». Come dire, testa e cuore solo per i colori blucerchiati. E adesso anche per la maglia azzurra. © RIPRODUZIONE RISERVATA


Nazionale R I rivali

MARTEDÌ 31 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Rooney ordina e il timido Kane legge in latino l’Ovidio erotico 1Costretto dal capitano dell’Inghilterra,

il debuttante ha declamato ai compagni Andrea Elefante INVIATO A TORINO

U

Roy Hodgson, 67 anni, ex Inter, allenatore della nazionale inglese REUTERS

no che chiamano uragano, in campo non può essere tipo da diventare rosso per la timidezza. Fuori dal campo è un altro discorso: soprattutto se nello spogliatoio devi cambiarti vicino a uno come Wayne Rooney, che deve sentirsi perfettamente a suo agio nei panni del nonno che azzera la salivazione alla spina. Al giovane Harry Kane è successo nei giorni precedenti l’esordio in nazionale contro la Lituania, in ossequio a un antico rito di iniziazione che si vorrebbe far risalire addirittura al 1872: ridacchiando, Rooney gli ha messo in mano una copia dell’«Ars amatoria» di Ovidio, costringendolo a declamare davanti a tutta la squadra distici erotici, soffermandosi in particolare sul capitolo dedicato all’orgasmo simultaneo. Pare che Kane si sia disimpegnato bene, ma anche che i compagni abbiano temuto che il suo viso prendesse fuoco, visto il colore che aveva assunto.

HODGSON E SHEARER Venerdì scorso Rooney gli ha lasciato il posto in campo e quando le tv l’hanno inquadrato subito dopo il gol segnato da Kane dopo appena 78 secondi, in primo piano è andato uno sguardo che mascherava a fatica lo stupore. Stasera capitan Wayne cercherà il posto migliore accanto, o alle spalle, di Kane, promosso da Hodgson «perché è bello schierare lui e Rooney titolari insieme per la prima volta». Cercherà quel posto per accompagnarlo ancora più da vicino, prima di restituirlo all’Under 21 in vista dell’ Europeo; per rendergli più lieve il peso di tanti occhi addosso e tante investiture impegnative, da quelle di Hodgson («Può diventare forte come Rooney») e Shearer («Mi assomiglia»), a quella che lui stes-

so ha dettato ieri: «Spero che Harry porti anche in nazionale il suo grande momento di forma». NON MALE, COME BALIA Non male avere una balia, o un iniziatore, come Rooney: Wayne sa quanto può essere importante voltarsi e incrociare lo sguardo di occhi così esperti, lui che quando si affacciò in Nazionale poteva scegliere come padrini gente tipo Scholes, Beckham, Lampard, Rio Ferdinand, Owen. Sa quanto a Kane può rendere più facile la vita avere un partner come lui, che corre, si sbatte e prende botte, apre spazi, mostra la via verso la porta. E ora sente anche che il gioco dell’Inghilterra sta diventando più intrigante: «Il Mondiale ci è servito, abbiamo guardato avanti e capito l’importanza di avere anche un buon possesso palla: giocare contro l’Italia ci farà bene perché loro in questo sono maestri, anche se non saprei dire in che club italiano avrei voluto giocare perché non ho mai pensato di venire a giocare da voi». Ma nel dubbio, ha sorriso al suo fianco Hodgson, «qui devi dire Juventus...». CHI FA MEGLIO COSA Maestri un po’ com’è Rooney nel giocare da attaccante moderno: quello a cui oggi si chiede anche di recuperare palla (più di 5 a partita) e fare da sponda (quasi 5, la media è due), oltre che finalizzare e creare occasioni da gol (una e mezza a partita). In questo Kane ha ancora da imparare dal maestro, e lo dicono i numeri. Che però raccontano anche altre storie: nella Premier in corso, Kane tira nello specchio più di Rooney, dribbla meglio, vince più contrasti. Se anche in Nazionale ognuno dei due riuscirà a fare quello che gli sta riuscendo meglio con United e Tottenham, altro che orgasmo simultaneo. © RIPRODUZIONE RISERVATA

LI CONOSCONO BENE

DUE GIOIELLI PER HODGSON HARRY KANE

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Santon e Pellé Destini incrociati con gli inglesi

WAYNE ROONEY

1Il difensore via da Newcastle Nato il 28-7-1993 A Walthamstow (Ing)

Nato il 24-10-1985 A Croxteth (Ing)

IN NAZIONALE

IN NAZIONALE

Presenze

Presenze

1

102

per l’Inter, la punta non segna da due mesi con il Southampton

Gol

Gol

1

47

LA SUA STAGIONE IN PREMIER CON IL TOTTENHAM

LA SUA STAGIONE IN PREMIER CON IL MANCHESTER UNITED

Gol

Gol

Davide Santon, 24 anni, e Graziano Pellè, 29 INVIATO A TORINO

19

11

G

Tiri nello specchio

Tiri nello specchio

37

21 Assist

Assist

3

4 Occasioni create

Occasioni create

39

20

Gol di destro

Gol di destro

9

10 Di sinistro

Di sinistro

1

5 Di testa

Di testa

4

li si è capovolto il mondo in due mesi. Dall’inizio di febbraio alla fine di marzo, Albione è diventata un po’ perfida per Graziano Pellé e benefattrice per Davide Santon: ma otto mesi fa guardavano al calcio inglese che stasera sfidano insieme con occhi molto diversi. Pellé si stava guadagnando la Nazionale (e la chance di segnare già al debutto, in ottobre a Malta) dimostrando di aver trovato anche nella Premier, a Southampton, il contesto giusto per scatenare la sua voglia di gol a lungo repressa in Italia. Santon sacramentava con un ginocchio che lo avrebbe tenuto fuori fino a dicembre e poi costretto a tornare in Italia portandosi nelle gambe la benzina di appena 59’ «veri», giocati il 3 gennaio contro il Leicester in Fa Cup.

1 Harry Kane, 21 anni, a sinistra, e Wayne Rooney, 29 ACTION IMAGE

COME IL MANCIO Oggi la Premier è una frontiera attraversata e da riattraversare con animo diverso. Santon da Newcastle è tornato fortificato, soprattutto nel carattere: oggi, tre anni e mezzo dopo, è un ragazzo diverso rispetto a quando lasciò l’Inter (e il Cesena), e il fatto che si dica lo stesso anche di Mancini è solo una conferma, non una casualità. Oggi gioca sempre, perché il tecnico lo ha scelto in 11 partite su 12 (e l’ultima con la Samp l’ha saltata solo perché influenzato), dandogli già la certezza del futuro nerazzurro (riscatto automatico dopo la 10a presenza). Oggi, di nuovo azzurro, si trova a riosservare la sua legge dei due anni, sperando che stavolta non ne passino ancora altrettanti: l’ultima sua presenza in Nazionale è di due anni fa (febbraio 2013, con l’Olanda), che arrivò due anni dopo la penultima (marzo 2011, test con l’Ucraina). DIGIUNO Pellé in Inghilterra spera di tornare rinfrancato dalla gara di stasera, perché proprio come Santon continua a giocare sempre (36 presenze sulle 37 stagionali del Southampton), ma il conto dei gol è fermo da un bel po’ a 12 (8 in Premier). Dal giorno del decollo nerazzurro di Santon ha giocato 7 gare (6 da titolare) senza riuscire a segnare e l’ultima esultanza resta quella del 24 gennaio, in coppa con il Crystal Palace; addirittura quella del 20 dicembre (3-0 all’Everton) considerando solo il campionato. Non cambierà idea sulla bontà della scelta fatta la scorsa estate, ma magari l’aria italiana e un gol «italiano» possono fargli cambiare l’umore. a.e. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Under 21 R Il test

L’Italia vede rosso Espulso Berardi la Serbia ringrazia 1Azzurri k.o. dopo aver giocato in 10 per un tempo

Cataldi e Belotti danno la sveglia ma decide Milunovic ITALIA

0

Luca Bianchin

1

INVIATO A BENEVENTO @lucabianchin7

SERBIA PRIMO TEMPO 0-0 MARCATORI Milunovic al 15’ s.t.

ITALIA (4-4-2) Bardi; Sabelli (dal 44’ s.t. Longo), Rugani, Romagnoli, Biraghi (dal 1’ s.t. Zappacosta); Berardi, Sturaro (dal 1’ s.t. Cataldi), Baselli (dal 32’ s.t. Crisetig), Benassi (dal 10’ s.t. Molina); Verdi (dal 32’ s.t. Battocchio), Trotta (dal 10’ s.t. Belotti). All. Di Biagio (Leali, Sportiello, Bianchetti, Izzo, Barba, Goldaniga, Fedato). ESPULSI Berardi al 1’ s.t. per doppia ammonizione (g.scorretto) AMMONITI Sabelli e Cataldi per gioco scorretto. SERBIA (4-1-4-1) Dmitrovic; Stojkovic, Cirkovic (dal 32’ s.t. Lazic), Pantic, Petrovic; Kovacevic; Jojic (dal 32’ s.t. Durdevic), Causic, Brasanac (dal 41’ s.t. Ivanic), Milunovic (dal 23’ s.t. Srnic); Pesic. All. Dodic. (Peric, Stevanovic, Filipovic, Nastic, Rodoja, Mijailovic, Cavric). AMMONITI Pantic e Durdevic per gioco scorretto. ARBITRO Palabiyik (Tur). NOTE spett. 6.000. Tiri in porta 4-6 (con una traversa). Tiri fuori 6-3. Angoli 7-9. In fuorigioco 0-1. Recuperi p.t. 1’; s.t. 4’

C

itazione dotta da José Mourinho: «Per vincere la Champions ci vuole fortuna». Lui ha usato anche un’altra parola – quattro lettere, inizia per C – ma il senso resta: nelle grandi competizioni servono tante qualità. ItaliaSerbia ne mette una sul tavolo: l’intelligenza. Domenico Berardi, il nostro miglior giocatore, ha lasciato a piedi i compagni a inizio secondo tempo. Dopo 4 minuti ha spinto i tacchetti sull’inguine di Petrovic, che evidentemente non gli è simpatico: Berardi nel primo tempo ha speso un giallo su di lui e appena dopo l’intervallo gli ha dato un calcio quando la palla era già lontana. Palabiyik per il primo fallo lo ha perdonato, poi ha fatto le addizioni: doppia ammonizione e rosso. La Serbia ha giocato in superiorità, ha segnato l’1-0 e tenuto il vantaggio. Di Biagio diceva: «In queste due partite voglio fare le prove per l’Euro-

peo». Appunto. Per queste cose in Repubblica Ceca scatta la squalifica e ci si rivede in semifinale. Sabelli ha aggiunto una simpatica entrata a gamba alta su Stojkovic che conferma il teorema: a Benevento, nell’ultima amichevole prima dell’Europeo, si è vista un’Italia nervosa. SEMPRE VERDI Il calcio a volte è paradossale: l’espulsione e il gol di Milunovic hanno permesso all’Italia di mostrare qualcosa di buono. Sotto di un gol e di un uomo, l’Under ha reagito con Cataldi e Belotti, entrati nel secondo tempo. Tra gli esperimenti, da salvare la difesa dieci contro undici. Verdi si è spostato a sinistra in un 4-2-3 interessante, con Molina esterno destro quattrocentista: doveva coprire, fare a botte in mezzo e provare ad attaccare. Prima dell’intervallo invece era stata una partita-morfina: gioco lento, poche idee e meno aggressione rispetto a Germania-Italia di Paderborn. Il pubblico di Benevento si è scaldato solo quando Verdi ha aperto la valigia dei trucchi: un tiro rim-

La delusione di Daniele Baselli, 23 anni, centrocampista della Nazionale di Di Biagio LAPRESSE

RUn passo indietro

rispetto alla Germania: la squadra è apparsa troppo nervosa

pallato, poi un tacco e un paio di giocate. Nel secondo tempo Simone ha aggiunto un tiro fuori e una palla in verticale per Belotti, poi ha giocato largo. Sembrava un candidato sindaco in campagna elettorale: «Mister, io gioco in tre ruoli e so fare la differenza. Ci fosse un posticino tra i convocati…». NOVE ANNI Baselli, Sabelli e Benassi sono piaciuti molto meno. Avevano l’occasione da

titolari e se la sono giocata maluccio, davanti a una Serbia tosta e con giocatori di qualità: Jojic, Pesic, Causic. Rivederli a Olomuc o a Praga non sarebbe male: vorrebbe dire semifinale (meglio) o spareggio per l’Olimpiade (brividi). L’Italia è sullo stesso livello: ha giocato alla pari in una serata mediocre, con una squadra di 9 anni sotto età: noi avevamo molti ’94 e un ’95 come Romagnoli, loro solo ragazzi del ’92 e del ’93. Per il movimento, non è una brutta statistica. Per chi vuole vincere l’Europeo, meglio annotare che servirebbero altro ritmo, altre idee, undici ragazzi con i piedi per terra: quando si portano i tacchetti per aria, si alzano anche i cartellini. © RIPRODUZIONE RISERVATA

IL PROGRAMMA Lo stage in aprile resta un’incognita Stage o non stage. La nazionale Under 21 lascia Benevento con un dubbio: ad aprile ci si rivedrà al centro di Coverciano prima del ritiro pre-Europeo? E’ difficile, ma si saprà soltanto nei prossimi giorni. Le certezze sono per giugno. Gli azzurrini si troveranno martedì 2 giugno ad Appiano Gentile per una decina di giorni di lavoro. Poi, il 14, è in programma la partenza del gruppo dei 23 giocatori convocati per Olomuc, in Repubblica Ceca, dove tra il 17 e il 30 giugno si giocherà il campionato Europeo. L’Italia sarà in campo il 18 giugno con la Svezia, il 21 con il Portogallo e il 24 con l’Inghilterra. Le prime quattro dell’Europeo, Inghilterra esclusa, si qualificheranno ai Giochi di Rio 2016.


MARTEDÌ 31 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

fIL PERSONAGGIO

LE PAGELLE di L. B.

BARDI E’ SICURO BASELLI ELEGANTE MA TROPPO LENTO BENASSI DELUDE ITALIA

5,5 IL MIGLIORE CATALDI

6,5 La scintilla della reazione. Entra nel secondo tempo e incide: subito un bel cross per Belotti, poi apre per Battocchio e crossa per Belotti. Via, un mezzo titolare. BARDI 6,5 Respinge Jojic due volte. Esce su Milunovic e la palla gli passa a tanto così. SABELLI 5 Tiene in gioco Pesic: palo. Poi entra su Stojkovic: all’Europeo è arancione. RUGANI 6 Quando salta con Romagnoli dà sicurezza. ROMAGNOLI 5,5 Milunovic nell’azione del gol gli passa dietro. BIRAGHI 6 Si sovrappone bene? Sì. Crossa come si deve? Mah. BERARDI 4 Amichevole? Per lui sembrava Spartacus: due falli stupidi, cattivi. STURARO 6 Come gli uomini della manutenzione: tappa i buchi per tutto il campo. BASELLI 5,5 Elegance man. Ha qualità, ma il cambio di ritmo non fa per lui e il gioco scorre lento. (Crisetig s.v.) BENASSI 5,5 Un paio di combinazioni con Biraghi. VERDI 6,5 Conferma di qualità: accende l’Italia. Il biglietto per Olomuc è quasi in agenzia. (Battocchio s.v.) TROTTA 6 I movimenti ci sono: bel tiro col sinistro. Meno bene che in Germania. ZAPPACOSTA 6 Un tempo a destra, non male. MOLINA 6 Entra e salva su un cross di Durdevic nel finale. BELOTTI 6,5 Vicino al pareggio: resta il miglior attaccante. ALL. DI BIAGIO 5,5 Non è contento e ha ragione: ritmo lento, aggressione in calo.

SERBIA

6 IL MIGLIORE MILUNOVIC

6,5 Dieci cose da fare nella vita. Uno: segnare passando tra Rugani e Romagnoli con accelerata modello slalom. Fatto. Meno scintillante di Jojic e Pesic però il gol pesa. DMITROVIC 6,5 Rischia tutto uscendo su Berardi: al 10% prendi la palla, al 90% è rigore. Ok il 10%. STOJKOVIC 6 Benassi gli dà poco fastidio però spinge meno di Petrovic. CIRKOVIC 6,5 Il meglio presto: sponda aerea per il palo di Pesic. (Lazic s.v.) PANTIC 6,5 Trotta fa pochino, Belotti un po’ di più e allora lo stende a metà campo. Vendicativo. PETROVIC 6,5 Fa un tunnel a Sturaro, mossa catalogata come casus belli dalla Nato. Stefano, gentile, non reagisce. In compenso prende i tre falli di Berardi. KOVACEVIC 6 Schermo davanti alla difesa, soffre un po’ Verdi ma tiene. JOJIC 6,5 Depistato laggiù a destra, viene in mezzo: un tiro respinto, una punizione alta. (Durdevic s.v.) CAUSIC 6,5 A Pescara aveva messo a fuoco mezza Italia, resta un giocatore-chiave della Serbia. BRASANAC 5,5 Tre falli nei primi 25 minuti, poi salta male davanti a Belotti. (Ivanic s.v.) PESIC 6,5 Tira nel primo tempo (e prende un palo), tira nel secondo (e Bardi para). Si sapeva: bel giocatore. SRNIC 6 Gioca l’ultima mezz’ora in superiorità numerica. Non male C.T. DODIC 6 Squadra solida, all’Europeo tra le tre favorite. PALABIYIK Non fischia un fallo su Sturaro che porta Causic al tiro, ma espelle giustamente Berardi ed evita il bis con Sabelli. La partita è agitata, lui la porta alla fine. SERKAN 6 SESIGUZEL 6

5,5

DOMENICO BERARDI

Ha vinto ancora Mister Hyde Tradito dai nervi senza motivo 1Di Biagio lo

difende: «Ha sbagliato, ma mi ha detto di non averlo toccato»

Vincenzo D’Angelo INVIATO A BENEVENTO

H

a vinto ancora Mister Hyde. E stavolta non c’era alcun bisogno. Domenico Berardi ha perso un’altra volta la sua battaglia con i nervi, e il suo atteggiamento non era di certo nella lista delle risposte che si aspettava il c.t. Gigi Di Biagio da questo doppio impegno in vista dell’Euro-

peo in Repubblica Ceca. D’accordo, era un’amichevole. Nessun punto in palio, né problematiche disciplinare da evitare in prospettiva giugno. Ma del leader della nostra Under 21 sarebbe sempre bello mettere in evidenzia il genio dei suoi piedi piuttosto che cercare di stigmatizzare la sua sregolatezza. Domenico è caduto nella tentazione di farsi rispettare oltre il consentito. Come accaduto altre volte nella sua giovane carriera. Eppure Di Biagio nel dopo gara ha voluto difendere lo stesso il suo gioiello: «A livello internazionale gli arbitraggi sono molto severi nei contrasti un po’ più stupidi, mentre puniscono meno le entrate dure – ha detto il c.t. -. Domenico ha sbagliato perché poteva evitare quell’intervento. Era in ritardo, doveva fermarsi. Ma mi ha detto di non averlo nemmeno toccato e voglio credergli anche se non ho rivisto le immagini. Certo, essendo già stato ammonito, forse anche l’arbitro poteva essere meno fiscale». NERVOSISMO La sfida Berardi-Perisic è iniziata all’alba del

Domenico Berardi, 20 anni LAPRESSE

match, con un pestone del nostro numero dieci all’indirizzo del terzino serbo. Il quale pochi minuti dopo ha ricambiato la cortesia con un’entratina non banale, centrando per sua fortuna solo il pallone. Ma Berardi deve essersela segnata lo stesso, visto l’epilogo del confronto. All’inizio l’arbitro lo ha anche graziato quando, con l’avversario a terra, ha pensato di stampargli un pestone in mezzo alle gambe. Forse invo-

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lontario – visto il suo modo plateale di scusarsi subito con l’avversario – o forse no. Poi i due episodi chiave, molto simili tra loro. Con Perisic che si scarica palla al centrocampista e Berardi che arriva in ritardo a colpirlo. Per il fischietto turco Palabiyik nessun dubbio, e i due gialli hanno costretto l’Under 21 a giocare la ripresa in inferiorità numerica. L’espulsione è la prima macchia della carriera azzurra di Berardi. Che col Sassuolo ha già collezionato tre espulsioni negli ultimi tre anni. Il primo rosso da professionista è arrivato in Serie B contro il Livorno, nel big match per la lotta alla promozione. Berardi, già ammonito, fu protagonista di una rissa in campo con Ceccherini. In Serie A, è sempre andata peggio, con due rossi diretti. Il primo, nello scorso campionato contro il Parma, è il più veloce di tutti. Berardi, entrato da un minuto in campo, colpisce Molinaro con una gomitata. quel gomito lì s’è ripresentato quest’anno, a San Siro contro l’Inter, con Berardi che ha colpito Juan Jesus a palla lontana. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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MARTEDÌ 31 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT


Serie A R Mercato

MARTEDÌ 31 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Juve-Allegri 2017: rinnovo a maggio E avanti su Dybala 1Presto la firma del tecnico. Col Palermo si tratta per la punta e Vazquez. Real e Barcellona forti su Pogba Mirko Graziano TORINO

S

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Paulo Dybala, 21 anni LAPRESSE

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Marchisio ok Ce la può fare per l’Empoli

Marchisio ha pubblicato sui social la foto del suo ginocchio

Alberto Mauro TORINO

SPAGNA SU POGBA Tornando infine a Pogba, è forte il pressing della Liga. La stampa catalana spinge il Barcellona, e parla di strategia già a buon punto, grazie anche agli ottimi rapporti che legano Braida (uno dei d.s. blaugrana) a Marotta. Ma allo stesso tempo, c’è Zinedine Zidane a sponsorizzare il Real Madrid: «Sì, è un giocatore che il Real sta seguendo, è normale che un simile talento venga monitorato dai più grandi club del mondo», ha detto il pupillo di Florentino Perez. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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CASO GUBERTI

Masiello assente al processo: multa e scorta forzata ● L’atalantino Andrea Masiello, teste chiave nel processo per frode sportiva nei confronti di Stefano Guberti per la partita Bari-Sampdoria 0-1 del 2011, ieri senza giustificazioni non si è presentato all’udienza presso il Tribunale di Bari: per questa ragione il giudice ha disposto una multa di 300 euro e l’accompagnamento coatto in aula il 25 maggio. Masiello però si è giustificato con i suoi legali sostenendo di non aver ricevuto la notifica. L’ex allenatore Bortolo Mutti ha inviato un certificato medico: le prossime assenze faranno scattare la visita fiscale.

NAZIONALI GIOVANILI

U19, ultima chance U17, il 2/4 il sorteggio ● Alle 13 a Vienna l’Italia Under 19 gioca con l’Austria l’ultima gara di qualificazione all’Europeo. Azzurrini obbligati a vincere e sperare che la Scozia non batta la Croazia. A Lugano (20.15) l’U20 sfida la Svizzera nel penultimo turno del «4 Nazioni», già vinto dalla Polonia. Si terrà il 2 aprile il sorteggio dell’Euro U17 (in Bulgaria, 6-22 maggio) che vede impegnata l’Italia.

GIUDICE PRIMAVERA

Quattro squalificati per una giornata ● Il Giudice Sportivo ha squalificato, per un turno, 4 giocatori del campionato Primavera: Golia (Bologna), Capanna (Latina), Bragagnolo e Romio (Vicenza).

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EXPO 2015

VERSO IL RIENTRO

● Claudio Marchisio è già al lavoro. Ieri si è sottoposto a terapie per il ginocchio e ha seguito un programma specifico in palestra; aumentano le possibilità di una convocazione contro l’Empoli, ma Allegri dovrebbe risparmiarlo per puntare su una preparazione mirata in vista della Coppa Italia (7 aprile a Firenze) e della Champions League (14 e 22 aprile contro il Monaco). Allenamento personalizzato in campo per Andrea Pirlo, in gruppo con i compagni De Ceglie e Marrone, vicini al rientro. Sì, dovrebbe essere finalmente imminente l’ingresso in gruppo di Marrone, protagonista di una stagione sfortunatissima, con un infortunio dietro l’altro: ancora zero minuti ufficiali per il 25enne centrocampista. Già a Vinovo Arturo Vidal, rientrato dagli impegni con la propria nazionale: solo defaticante per il cileno.

Interpreti e traduttori

MAX, NO PROBLEM Capitolo Allegri: non ci sono dubbi, l’accordo verrà portato al 2017. In società sono rimasti colpiti dal modo in cui Max ha saputo ge-

Massimiliano Allegri, 47 anni AFP

stire il dopo bufera-Conte, una stagione nata sotto il segno della contestazione prima e dell’indifferenza poi. Il tecnico livornese ha dimostrato grande serenità in piena tempesta per poi imporre coi giusti tempi la propria filosofia, fra l’altro adeguata alle ambizioni internazionali del club. Un vero e proprio salto di qualità sotto tutti i punti di

OSCAR O RAMIRES Intanto, in Inghilterra parlano di un assalto bianconero al brasiliano del Chelsea, Oscar. Il ragazzo non sembra rientrare più nei piani di José Mourinho e sarebbe sul mercato. Da Torino, garantiscono però di non essere sulle tracce del 24enne paulista. E in effetti fra i centrocampisti del Chelsea, nel mirino di Marotta e Paratici c’è sempre stato Ramires Santos do Nascimento. Molto difficile trattare Ramires, ma in caso di partenza di Pogba, a Torino avrebbero «milioni» di argomenti per aprire una trattativa concreta. Fronte Palermo: Zamparini invita la Juve a sbrigarsi per Dybala, e i bianconeri pensano sempre anche a Vazquez, trequartista puro che farebbe al caso del «rombo» di Allegri. Per quanto riguarda Dybala, la Juve ha già espresso il proprio interesse, ora aspetta solo che parta l’inevitabile asta.

Alloggi

olo dopo la metà di maggio la Juventus affronterà i discorsi riguardanti i contratti di Massimiliano Allegri e Claudio Marchisio, entrambi con scadenza giugno 2016. Un rinvio figlio unicamente della voglia di concentrasi totalmente su un finale di stagione che vede i campioni d’Italia in piena corsa ovunque. Lo scudetto è di fatto già in tasca, e al di là della Champions League, in corso Galileo Ferraris non intendono mollare nulla nemmeno sul fronte Coppa Italia. Già, squadra agguerrita il 7 aprile a Firenze nonostante si parta dal 2-1 viola allo Juve Stadium, lavoro comunque mirato soprattutto al doppio confronto con il Monaco e al sogno di entrare fra le grandi quattro dell’Europa che conta.

chiudere la carriera alla Juventus, squadra che ha lasciato solo per un anno, in prestito all’Empoli, stagione 2007-2008. Firmerà fino a giugno 2019, quando avrà compiuto da qualche mese 33 anni. E per allora, forse, avrà ereditato pure la fascia da capitano che oggi è di Gigi Buffon, con Giorgio Chiellini vice.

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Calcio R L’anticipazione

IL FOCUS

I NUOVI GUADAGNI DELLE SOCIETÀ MANIFESTAZIONE PER MANIFESTAZIONE SOLDI PER I CLUB AL MONDIALE

SOLDI PER I CLUB ALL’EUROPEO

Partecipazione agli utili per i club che prestano i loro convocati alle nazionali

209

Partecipazione agli utili per i club che prestano i loro convocati alle nazionali

209

CHAMPIONS: RICAVI E DISTRIBUZIONE

EUROPA LEAGUE: RICAVI E DISTRIBUZIONE

I ricavi della Champions aumentano del 34% per il nuovo triennio

I ricavi dell’Europa L. aumentano del 23% per il nuovo triennio

RICAVI

DISTRIBUZIONE

RICAVI

2015-18

2015-18

2015-18

1.900

1.257

300

200* 100

2012-15

1.418

43,5

40

2015-18

381 La distribuzione dei soldi ai club è superiore ai ricavi per via della solidarietà della Champions

150 70

DISTRIBUZIONE

2012-15

1.000

2012-15

243 Sudafrica

Brasile

Russia

Qatar

Austria Svizzera

Polonia Ucraina

Francia

Europa

2010

2014

2018

2022

2008

2012

2016

2020

Dati in milioni di dollari

*sarà l’8% dei ricavi totali con un minimo fisso di 200 milioni Dati in milioni di euro

+34%

+25%

Il forte aumento dei ricavi determina un forte aumento anche della distribuzione dei premi (risultati e market pool) ai club Dati in milioni di euro

+23%

2012-15

232

+64%

Il forte aumento dei ricavi determina un forte aumento anche della distribuzione dei premi (risultati e market pool) ai club Dati in milioni di euro

Cascata d’or SVOLTA: L’UEFA DARÀ AI CLUB 1,6 MILIARDI E UN RUOLO POLITICO CRESCE ANCORA LA PARTECIPAZIONE AGLI UTILI DI MONDIALI ED EUROPEI. NEL 2015-18 LA CHAMPIONS DISTRIBUIRÀ 1,26 MILIARDI (+25%): FINO A 100 MILIONI PER CHI VINCE. E DUE MEMBRI DELL’ECA ENTRANO NELL’ESECUTIVO DI PLATINI

L’ESCLUSIVA di FABIO LICARI

S

oldi. Una pioggia di soldi in arrivo per i club, a cominciare dalla prossima stagione. Si moltiplicano quelli da Europei e Mondiali, la cosiddetta «partecipazione agli utili» in cambio del rilascio dei convocati. Aumentano poi, a dismisura, i premi economici per la Champions e anche per l’Europa League: conseguenza della crescita inarrestabile dei ricavi, soprattutto quelli tv. Alla faccia di una crisi che qui sembra non esistere. Ma non solo euro, cambiano anche gli scenari politici: i rapporti con Fifa e Uefa sono sempre meno conflittuali, sempre più collaborativi. Al punto che, tra le numerose novità, ce n’è una davvero rivoluzionaria: nell’Esecutivo Uefa entrano già quest’anno, per la prima volta, due rappresentanti dell’Eca (l’associazione dei club europei) che si aggiungono a presidenti e dirigenti fe-

derali. Dal 2016 avranno anche diritto di voto. Sono cifre e decisioni che l’Eca comunicherà oggi, alla fine dell’assemblea in corso a Stoccolma, presenti numerosi club italiani: la Gazzetta è in grado di anticiparli. UTILI ALL’EUROPEO Il principio della distribuzione degli utili per i club, nelle fasi finali di Europei e Mondiali, è ormai fuori discussione. Le squadre «perdono» i loro stipendiati, spesso per oltre un mese: in cambio ricevono una percentuale dei ricavi dei tornei. La crescita di questi benefit è notevole. Ha cominciato l’Uefa che, per Austria-Svizzera 2008, distribuì oltre 43 milioni di euro a tutte le squadre dei convocati (in proporzione ai giorni di presenza). In Polonia-Ucraina cifra più che raddoppiata (100 milioni), tra un anno in Francia addirittura 150. Ma con la nuova intesa Uefa-club, valida fino al maggio 2022, si aumenta ancora: a Europa 2020, il torneo itinerante che si giocherà anche a Roma, arriverà l’8% dei ricavi, con un minimo sicuro di 200 milioni. UTILI AL MONDIALE Anche la Fifa aumenta la sua quota di partecipazione agli utili: 209 milioni di dollari per Russia 2018 e Qatar 2022 (ma per 32 o più finaliste, non le 24 dell’Euro). Anche per aiutare i club ad accettare il Mondiale invernale che un po’ stravolgerà calendari e ritmi della stagione. Erano appena 40 milioni di dollari a Sudafrica 2010, sono stati 70 milioni in Brasile. Ecco perché si discute anche di allargare il Mondiale a 36 o 40 squadre: significherebbe aumentare i diritti tv, cosa che consentirebbe di aumentare anche i premi senza pesare troppo sulle casse di Zurigo. W LE COPPE EUROPEE! Ma i soldi veri, pesanti, che nel calcio del futuro cambieranno mercato e


MARTEDÌ 31 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

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CONTENUTO PREMIUM

NUOVA DISTRIBUZIONE TRA PREMI PER RISULTATI E MARKET POOL CHAMPIONS LEAGUE 2012-15

2015-18

Premi per risultati

2012-15

Market pool

2012-15

2015-18

Pr. per risultati

527

431

139

93

(45%)

(60%)

(40%)

Premi per risultati

Market pool

8,6

724

483

229

152

(60%)

(40%)

(60%)

(40%)

VITTORIA PAREGGIO (NEI GRUPPI)

3,5

OTTAVI

5,5

QUARTI

6 7

SEMIFINALI

6,5 10,5

FINALISTI SCONFITTI

10,5

CAMPIONI

15

300

600

900

1.200

0

50

100

150

200

250

300

350

400

43,4

TOTALE MAX

0,2 0,1

VITTORIA PAREGGIO (NEI GRUPPI)

0,36 0,12

0,2

SEDICESIMI

0,5

0,35

OTTAVI

0,45

QUARTI

1

SEMIFINALI

0,75 1 1,5 3,5

FINALISTI SCONFITTI

2,5

54,5

A questi va poi aggiunto il market pool che può quasi far raddoppiare la cifra finale Dati in milioni di euro

NB: Il totale non tiene conto di 42-50 milioni per i playoff Dati in milioni di euro

2,4

PARTECIPAZIONE GRUPPI

3,5 0

2015-18

FASI 1,3

1,5 0,5

3,9 4,9

2012-15

12

PARTECIPAZIONE GRUPPI

1 0,5

Market pool

2015-18

FASI

Market pool

(55%) Premi per risultati

PREMI EUROPA L. DA RISULTATI PER I CLUB

PREMI CHAMPIONS DA RISULTATI PER I CLUB

EUROPA LEAGUE

6,5

CAMPIONI

10

TOTALE MAX

14,8

A questi va poi aggiunto il market pool che può quasi far raddoppiare la cifra finale Dati in milioni di euro

sull’Europa strategie tecniche – creando due categorie di club, chi può e chi non può – sono quelli della Champions (e, in Inghilterra, anche quelli dei diritti tv «monstre» della Premier). Nel ciclo 201215 la Champions valeva 1,4 miliardi di euro all’anno; l’Europa League 243 milioni; totale 1,66 miliardi. Per il nuovo ciclo 2015-18, dal prossimo anno, l’aumento totale è incredibile: +32%. I ricavi Champions schizzano a 1,9 miliardi, quelli di Euroleague a 300 milioni. Aggiungendo ticketing e hospitality delle finali, si arriva a 2,24 miliardi per le due coppe. Cifre spaventose che hanno una conseguenza inevitabile: far aumentare anche i premi per i club partecipanti (naturalmente, per chi resta fuori dalle coppe, sono sempre più guai). CHAMPIONS DA MILIONARI In dettaglio: la Champions distribuiva circa un miliardo, adesso passa a 1,26; l’Euroleague sale da 230 a 380 milioni; aumentano anche i premi per i playoff (50 milioni). La vendita di diritti tv e commerciali dei due tornei è stata collettiva e la distribuzione finale sarà solidale: così sarà possibile aumentare ricavi e premi del torneo minore, e renderlo più interessante per chi si qualifica (infatti l’Euroleague ricava 300 e ne distribuisce 381). Senza dimenticare che la vincente si qualifica di diritto alla Champions. Altra (bella) novità: i risultati individuali conteranno più dei diritti tv e commerciali della nazione. Come? Cambiando la distribuzione tra premi per risultati e market pool: fino a oggi la percentuale è 55%-45%, dal 2015-16 si passa a 60%-40%. Esempio: la prossima Champions distribuirà, alle 32 finaliste, 724 milioni per i risultati e 482 milioni per il market pool. POGBA VALE UNA CHAMPIONS Il grafico rende l’idea. Con le cifre di oggi si può arrivare a 43

re nelle casse oltre 25 milioni. Aumenta anche la Supercoppa: 4 milioni al vincitore, 3 al perdente. CLUB E POLITICA: FIFA Non è finita. Il primo storico memorandum firmato da Eca e Fifa, valido fino al dicembre 2022, prevede anche: 1) la creazione della commissione per il calcio professionistico, di cui faranno parte Fifa, Uefa e sindacato giocatori, dove saranno discusse tutte le questioni da proporre ai comitati Fifa; 2) la conferma dell’assicurazione ai giocatori in caso di infortuni in nazionale (estesa adesso anche alle donne); 3) la partecipazione alla definizione del calendario internazionale e dello statuto dei giocatori.

Il Real Madrid vincitore della Champions edizione 2013-14, la decima della sua storia AFP

milioni di premi per risultati, e quasi raddoppiare la cifra con il market pool. Esempio: se la Juve va in semifinale, battendo il Monaco, avrà sicuri nelle casse 73 milioni (senza contare il botteghino). Se i bianconeri svolgessero lo stesso cammino l’anno prossimo, magari approfittando ancora una volta dell’eliminazione delle altre italiane (cosa che aumenta la loro quota di market pool), potrebbero avvicinarsi ai 95 milioni. Come dire: Pogba vale una Champions. Infatti aumenterà anche il market pool, sebbene la sua quota scenda al 40% del totale: i soldi sono comunque di più, e il ricchissimo contratto tv italiano, secondo solo a quello inglese, porterà il nostro market pool da 80 a oltre 90 milioni complessivi. Chi si prende la coppa, insomma, può vincere 100 milioni, più il botteghino. In Europa League le cifre restano lontanissime, ma un successo può porta-

IL CONFRONTO

2240

I milioni di ricavi nel 15-18 da Champions ed Europa League, inclusi ticketing e hospitality delle finali. Nel 12-15 erano 1661: +32%.

CLUB E POLITICA: UEFA L’accordo con l’Uefa, allungato al maggio 2022, implica, oltre all’entrata nell’Esecutivo, la creazione del consiglio dei calcio dei club: organo che potrà rivolgersi direttamente all’Esecutivo su tutte le questioni. Insomma, i club in Europa diventano soggetto politico e non più semplice controparte, spesso «rivale». Con due dirigenti italiani sempre ai vertici del Board dell’Eca: Umberto Gandini (Milan), primo vicepresidente, e Andrea Agnelli (Juve). Poi, è vero, ogni tanto si riparla di Superlega, ma non sarà facile creare un torneo migliore e più ricco della Champions. Questo, e la «pace sociale» tra grandi club e grandi istituzioni, voluta soprattutto da Michel Platini, allontanano per i prossimi anni qualunque spettro di secessione. I tempi del G8, e della cause miliardarie alla Fifa, sembrano preistoria. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Michel Platini, 59 anni, è stato appena rieletto presidente dell’Uefa, carica che ricopre dal 2007 BOZZANI


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Serie A R

MARTEDÌ 31 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Italiano, azzurro e magari giovane Milan, ne hai dieci da cui ripartire

CHI È OKAY NELLA ROSA ATTUALE

LE ULTIME 1

Suso, 21 anni, spagnolo FORTE

Bonaventura disponibile Suso: «Sono pronto!»

1Da El Shaarawy e De Sciglio a Destro e Antonelli: il progetto di Berlusconi deve prendere corpo ora

Marco Pasotto

NEL MIRINO

MILANO

L

a prima traccia del progetto risale a luglio del 2009, quando Silvio Berlusconi disse: «Basta vecchi. Voglio un Milan di under 23». Si trattava per lo più di una dichiarazione di intenti, giusto per dare una linea di base. Anche perché all’epoca nessuno pensava a una deriva economica e sportiva così drastica e veloce. Sei anni dopo, quel progetto è stato ufficializzato: «Il mio Milan dovrà essere composto da giocatori italiani, giovani e possibilmente azzurri e del nostro vivaio». Parole pronunciate un mese e mezzo fa a Milanello davanti alla squadra. Questo è il percorso indicato dalla proprietà, e a meno che qualche uomo d’affari orientale non rovesci una cascata di milioni su via Aldo Rossi, è anche l’unica percorribile. Quattro parametri ben definiti ma anche piuttosto complicati da mettere insieme. E dunque, com’è messa ora come ora la rosa rossonera in questo senso? Da chi si può ripartire? Noi abbiamo individuato una decina di giocatori (under 30) con almeno due di quelle quattro caratteristiche. IL PROTOTIPO PERFETTO L’unico dei 31 rossoneri che rispecchia tutti i parametri presidenziali è De Sciglio. Giovane, italiano, nazionale e prodotto dal vivaio. Questa stagione per lui è stata deprimente sia dal punto di vista fisico, sia come rendimento, ma i 22 anni giocano a favore di Mattia. Che è un ragazzo serio e applicato: non appena riuscirà a tirare fuori un po’ più di cattiveria sportiva, tornerà a essere quello che abbiamo conosciuto. Il progetto di Berlusconi non può prescindere da lui. L’ALTRO EMBLEMA Gli manca il settore giovanile rossonero, ma

Nella foto in alto Daniele Baselli (Atalanta), 23 anni. Sotto, Mirko Valdifiori (Empoli), 28 ANSA/LAPRESSE

Gattuso: «Inzaghi scelta affrettata Serve chiarezza» ● «Dopo 25 anni un momento negativo ci può stare». Rino Gattuso è cauto nell’analizzare la situazione del Milan. Poi affonda: «Quello che mi lascia perplesso è che non vedo una linea. Sento parlare di progetto giovani e poi vengono presi parametri zero. L’importante è essere chiari con i tifosi». Anche su Inzaghi non è morbido: «Una mossa affrettata da ambo le parti. Lo stesso vale per quando fui scelto io a Palermo - dice a Radio Anch’io Sport essere stati grandi giocatori non significa molto. L’allenatore fa un altro mestiere. Bisogna fare esperienza e non si compra al supermercato. Da giovani se non ci si sbatte i denti si fatica a capire. Se ti propongono il Milan non puoi dire no, ma è stata una mossa affrettata». Nel Milan di oggi «c’è tanta improvvisazione. La famiglia Berlusconi ha vinto tanto, ma sono perplesso perché non vedo una linea».

per il resto El Shaarawy ha tutto. Anche lui sta vivendo una situazione a handicap vista la sfilza di guai fisici uno dietro l’altro, e anche per lui vale il discorso della cattiveria nell’affrontare la vita professionale. Rispetto a De Sciglio, su Stephan ultimamente si sta parlando con più insistenza di un possibile addio. Ma è un talento che il Milan deve aiutare a ritrovarsi. OK, MA A GIUGNO? Ce ne sono poi altri due con (quasi) tutti i crismi giusti: Destro e Bocchetti. Il problema è che sono entrambi in prestito e da giugno in avanti non si sa che cosa succederà. Le incognite maggiori riguardano Mattia perché il riscatto fissato dalla Roma è di 16 milioni, cifra importantissima per le casse rossonere. Ma è da definire anche la situazione di Bocchetti, in prestito secco dallo Spartak Mosca. GLI ALTRI La lista prosegue con altri nomi interessanti, anche se non più di primo pelo (ma tutti under 30). Parliamo di Abate, azzurro e prodotto a Milanello. E che dire di Antonelli, azzurro pure lui, figlio d’arte rossonero e tornato a casa dopo un pellegrinaggio di otto anni. Poi ci sono Poli e Bonaventura, anch’essi nel giro della nazionale seppur non continuativamente: comunque assolutamente due giocatori da cui ripartire per qualità in campo e nello spogliatoio. Infine troviamo Paletta, che l’azzurro l’ha già assaggiato così come Cerci, il cui prestito dall’Atletico scadrà a giugno del prossimo anno. I PAPABILI Il mercato in entrata terrà evidentemente conto dei parametri di Berlusconi. Ecco perché i primi nomi sul taccuino di Galliani sono l’atalantino Baselli e l’empolese Valdifiori. Giovani o nazionali: da qui non si scappa. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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3

MILANO

I 4

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● 1. Stephan El Shaarawy, 22 anni 2. Mattia De Sciglio, 22 3. Salvatore Bocchetti, 28 4. Mattia Destro, 24 5. Ignazio Abate, 28 6. Luca Antonelli, 28 7. Giacomo Bonaventura, 25 8. Alessio Cerci, 27 9. Gabriel Paletta, 29 10. Andrea Poli, 25 ANSA/FORTE/LAPRESSE

nsieme all’inizio di settimana tranquillo, ecco un altro evento insolito per Inzaghi: alla ripresa del campionato l’allenatore avrà l’imbarazzo della scelta. L’infermeria non è più trafficata come nell’ora di punta: ne sono usciti Alex, Zapata, De Sciglio e Bonaventura. Permetteranno a Pippo di avere opzioni sia in difesa che a centrocampo. Se Alex potrà insidiare uno tra Mexes e Paletta, è probabile che sia Zapata (ieri l’ha fermato solo un po’ di febbre) che De Sciglio partecipino come alternative al viaggio a Palermo. Bonaventura si è invece unito ieri ai compagni dopo giorni di lavoro personalizzato: Jack è sempre stato uno dei cardini dell’impianto rossonero e Inzaghi gli troverà un posto anche stavolta, in mediana o nella zona destra dell’attacco. Più la prima ipotesi, visto che pure in attacco i candidati non mancano: Honda (giocherà oggi a Tokyo in Giappone-Uzbekistan), Cerci, che rientrerà domani dopo gli impegni azzurri, e Suso, che nel frattempo si è elevato a candidato credibile. Ieri, assenti i nazionali, lo spagnolo è stato provato da titolare nelle esercitazioni tattiche. SUSO C’È Dopo la seduta si poi è proposto attraverso Milan Channel: «Ci aspetta una partita importante e io spero di poter giocare. Come ho sempre detto, sono disponibile. Mi adatto rapidamente e sto conoscendo i compagni: voglio sentirmi importante. Non dobbiamo preoccuparci del Palermo, quanto di noi stessi e trovare la giusta concentrazione: vogliamo la vittoria». a.g. © RIPRODUZIONE RISERVATA


Serie A R Mercato

MARTEDÌ 31 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Thohir ci mette 60 milioni Ora l’Inter va all’attacco

19

APPIANO GENTILE

1Il presidente dà un ulteriore segnale di solidità al club e il mercato

si attiva: incontro per Ayew, il franco-algerino Fekir osservato speciale 1

Matteo Dalla Vite

2

3

MILANO

E

rick Thohir, che tornerà in Italia anche per gustarsi il derby del 19 aprile, nei giorni scorsi ha dato un ulteriore segnale di volontà, forza e stabilità alla sua creatura nerazzurra. Che avesse inserito soldi freschi nell’Inter si sapeva già, ma la mossa rassicurante è che nell’attivare quel finanziamento (di tasca propria) il presidente nerazzurro non ha badato a spese, immettendo ben oltre la cifra necessaria e prevista. Totale: circa 60 milioni di euro, per la gestione ordinaria e (volendo) anche straordinaria. SOLIDITA’ E PROGETTO Il tutto dà un timbro preciso, e forse anche più di uno: il presidente dell’Inter poteva fare un «prestito» ben inferiore ma ha voluto dare ulteriore corposità e solidità al proprio club, dando un’indicazione concreta sul fatto che non ha alcuna intenzione di cercare altri partner e di tenersi il proprio 70% del club. Non essendoci stato un aumento di capitale da parte morattiana, Thohir ha così deciso di investire ancor di più sull’Inter, gesto che dà un segnale forte in un momento di difficoltà sportiva e che va di pari passo sia con la volontà di proseguire con Mancini e sia di costruire una squadra competitiva per il prossimo anno. L’IDENTIKIT DA SCUDETTO E il desiderio di essere competitivi nasce sia da queste ultime 10 partite (la ricerca di un posto in Europa resta desiderio preciso di Thohir) e sia dalla costruzione della prossima squadra, per la quale Mancini vuole esperienza, fisicità, una mini-rivoluzione nel reparto difensivo (Murillo arriverà, Vida e Dragovic nel mirino) e gente affamata in attacco, considerando che tutto verterà sulle cessioni (Icardi al Chelsea o no?) e l’addio di Podolski. AYEW, FEKIR E CHICHARITO Nel frattempo il ds Ausilio manda emissari e incontra procuratori. Nei prossimi giorni, per esempio, accoglierà in sede il noto Abedì «Pelé» Ayew, il padre-agente di André Ayew, classe ’89 in scaden-

Mateo Kovacic, 20 anni AP

Oggi torna Kovacic: il ginocchio può frenarlo

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● Alcuni profili che l’Inter sta tenendo sotto osservazione da tempo 1. André Ayew, 25 anni, in scadenza di contratto con l’Olympique Marsiglia. 2. Nabil Fekir, 21 anni, jolly offensivo del Lione osservato anche in Francia-Brasile. 3. Alexandre Pato, 25 anni, ora al San Paolo, in scadenza nel dicembre 2015. 4. Ezequiel Lavezzi, 29 anni, seguito da tempo e in uscita dal Paris Saint Germain. EPA AFP AP

Il pm: «Moggi da condannare Diffamò Facchetti» ● MILANO Una multa di 10mila euro. È questa la richiesta di condanna che il pm di Milano Elio Ramondini ha avanzato nei confronti di Luciano Moggi, accusato di diffamazione ai danni di Giacinto Facchetti (in tv parlò di telefonate tra l’ex presidente dell’Inter e l’arbitro Bertini) . Secondo l’accusa l’ex d.g. della Juve ha portato avanti una strategia difensiva anti-Calciopoli coinvolgendo anche Facchetti nel «così fan tutti». Ieri ha testimoniato l’ex arbitro Massimo De Santis, assistito dall’avvocato Gallinelli: «Facchetti mi chiamava come gli altri dirigenti». Il giudice monocratico pronuncerà il 15 luglio la sentenza.

za di contratto col Marsiglia. Ghanese con passaporto francese, l’attaccante esterno è un profilo possibile. Ancor più interessante, poi, è l’identikit di Nabil Fekir, franco-algerino del Lione, jolly offensivo che nasce trequartista: il nazionale è stato osservato anche nell’amichevole Francia-Brasile al Saint Denis in quei 20’ finali giocati al posto di Griezmann. Occhio a Giovanni Simeone, figlio del Cholo, 19 anni, punta del River: l’Inter osserva. E occhio anche allo sfogo di Chicharito Hernandez, emarginato al Real. POCHO, PATO E GIGNAC Resta il fatto che quel che offre la Francia sta piacendo all’Inter. Se da una parte c’è l’offerta fatta a Toulalan (e quasi accettata: biennale a 1,4 milioni, Motta l’alternativa), dall’altra c’è sempre il mirino puntato su Lavezzi che a Parigi danno partente in direzione Inter. Intanto, si propone Pato (contratto fi-

no al dicembre 2015 col San Paolo): davanti all’ipotesi-Inter, dice a Sky che «nel calcio non si sa mai». Mancio lo avrebbe voluto prima del Milan, nel giugno scorso se n’è parlato, ora i radar si sono raffreddati ma chissà. Altro discorso per Dybala: 40 milioni sono reputati troppi. Per Gignac (OM, a zero) ora è forte l’idea Dinamo Mosca. DIARRA E YAYA A proposito di Francia: il 12 aprile la Fifa si pronuncerà sulla vertenza DiarraLokomotiv Mosca. Per il giocatore, vincere significherebbe liberarsi a costo zero e, magari, rimettersi in corsa per l’Inter. Da Manchester, Yaya Touré dice: «Nel giro di un paio di giorni deciderò il mio futuro». Parla di nazionale (si ritira o no?), ma il ragionamento vale anche per il suo futuro in ambito club. Mancio lo aspetta, il City fa muro. © RIPRODUZIONE RISERVATA

AZIONE IMMEDIATA

RE si propone l’ex

milanista Pato: «L’Inter? Grande club, nel calcio non si sa mai»

RA centrocampo,

Mancini aspetta Yaya Touré: «In un paio di giorni deciderò il futuro»

eri, la ripresa: con in più Medel e Handanovic. Oggi, poi, Mancini potrà contare anche su Brozovic, Podolski (candidato al German Football Ambassador, il premio verrà devoluto a un progetto sociale italiano) e Kovacic che però porterà con sé un problema al ginocchio. STA BENE O SALTA? Il baby croato si è procurato quel fastidio (reputato non allarmante dall’Inter) contro il Wolfsburg: colpa di una botta che poi gli ha fatto saltare per precauzione Croazia-Norvegia. Ieri Kovacic si è allenato a ritmi ridotti, correndo, ma pare che abbia ancora scarsa confidenza nei cambi di direzione. Oggi, al rientro, lo stato di forma dell’articolazione verrà verificata e se dovessero esserci problemi Mateo salterà Inter-Parma. I MILIONI E IL PROFETA Detto che il digì Fassone e il responsabile del settore giovanile Samaden erano presenti all’Eca (European club association che riunisce 214 club di 53 federazioni-Uefa), ecco che oggi verrà ufficialmente lanciata la campagna #milionidinomi mirata al coinvolgimento dei tifosi interisti. Per l’evento parteciperanno la squadra e Mancini che ha già sottoscritto il futuro nel giorno della presentazione. Su Interchannel, ecco Hernanes: «Tifosi, preparatevi a vedere l’inizio della scalata dell’Inter verso il top del mondo». Chiosa col futuro fornitore delle auto al club: in lizza Alfa Romeo (lo stemma ha un biscione) e Audi. m.d.v. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Calcio R

MARTEDÌ 31 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

IL BLOG DELLA SERIE A

1GENOA, BERTOLACCI OUT TRE GARE «Trauma distorsivo alla spalla con lussazione», stop di due settimane. È l’esito degli esami cui si è sottoposto - dopo l’infortunio in Nazionale - Andrea Bertolacci, che dovrà saltare tre gare del Genoa (Udinese, Cagliari e recupero col Parma).

1Moras, Tachtsidis

e Fetfatzidis erano su un taxi centrato da un’altra auto: scontro fatale per il conducente HELLAS E CHIEVO

Matteo Fontana VERONA

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ISCHIANTO MORTALE A BUDAPESTI IILLESI I TRE GRECI DI VERONAI Una delle auto devastate dal terribile incidente che ha coinvolto i greci del Verona TWITTER

IZAMPARINI PUNGE:I I«IACHINI SAREBBEI ICRETINO A FIRMAREI IPER FERRERO»I PALERMO

n grave incidente d’auto ha coinvolto ieri Vangelis Moras, Panagiotis Tachtsidis e Ioannis Fetfatzidis, i primi due giocatori del Verona, il terzo del Chievo. Incolumi, eccezion fatta per qualche escoriazione, Moras e Tachtsidis, qualche problema in più per Fetfatzidis, che ha riportato un taglio in testa e un lieve stato di shock, con un breve appannamento della vista. I tre si trovavano a Budapest, dopo l’impegno affrontato con la

Grecia, domenica, nella partita di qualificazione agli Europei del 2016 disputata contro l’Ungheria (conclusa sullo 0-0: Fetfatzidis è stato in campo per 77’, mentre Moras e Tachtsidis non sono stati impiegati dal c.t. Sergio Markarian, da alcuni mesi subentrato a Claudio Ranieri). In mattinata hanno preso un taxi per raggiungere l’aeroporto e salire sul volo di ritorno per l’Italia, per riaggregarsi alle rispettive squadre al via della preparazione dopo la sosta della Serie A. FRONTALE Ma sulla strada a elevata percorrenza che conduce allo scalo, per motivi imprecisati – la prima ipotesi circolata è quella di un colpo di sonno – una macchina che andava in direzione opposta ha invaso la corsia su cui viaggiava il mezzo che aveva a bordo Moras, Tachtsidis e Fetfatzidis. Inevitabile l’impatto tra i due veicoli, violento il conseguente scontro frontale. Nonostante il pronto intervento dei soccorsi, ha perso la vita uno degli occu-

IFATTORE MAURI I IIL CAPITANO LANCIAI IUN NUOVO ASSALTOI IAL SECONDO POSTO I

SQUADRE

JUVENTUS ROMA LAZIO SAMPDORIA NAPOLI FIORENTINA TORINO MILAN GENOA INTER PALERMO UDINESE EMPOLI SASSUOLO CHIEVO VERONA ATALANTA CAGLIARI CESENA PARMA (-3)

ILO MANDA PAPÀ:I IHAGI JR IN VIOLAI IMONTELLA ASPETTAI IIL TALENTO GENTILEI Giuseppe Iachini, 50, rosanero dal 2013 LAPRESSE

Stefano Mauri, 35 anni, alla Lazio dal 2006 LAPRESSE

Ianis Hagi, 16 anni, centrocampista, figlio del grande Gheorghe

Fabrizo Vitale

Nicola Berardino

PALERMO

INVIATO A FORMELLO (ROMA)

1Ianis, 16 anni, modi da

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È

rientrato Stefano Mauri. Non dagli impegni internazionali di tanti suoi compagni in questi giorni, ma dai box. Ieri pomeriggio il capitano era sul campo di Formello, alla ripresa degli allenamenti della Lazio. È scattato lo sprint verso la trasferta di sabato a Cagliari per l’assalto al secondo posto della Roma. Mauri è reduce da una settimana a ritmo ridotto, anzi di quasi riposo, palestra a parte. Soluzione dettata non tanto dai suoi 35anni quanto dai fastidi riemersi per un’infrazione al quinto dito del piede sinistro rimediata il primo marzo contro il Sassuolo. Un infortunio che gli fece saltare la semifinale d’andata di Coppa Italia contro il Napoli all’Olimpico, ma il lunedì successivo Pioli non esitò a metterlo in campo appena lo ritenne disponibile. Anche se l’attaccante monzese aveva partecipato soltanto alla rifinitura. Troppo importante il suo apporto alla manovra. Mauri arriva dappertutto: da falso nueve come da esterno d’attacco o da centrocampista. In pratica, è la bussola del gioco di Pioli. Ma anche il goleador aggiunto: in questo campionato ha segnato 8 reti (una in meno di Felipe Anderson, capocannoniere biancoceleste), suo nuovo primato personale. I 35 anni di Mauri scompaiono sul campo. Ma in casa Lazio si cerca anche di «gestire» il suo impiego. Così qualche giorno di riposo può tornare poi utile proprio alla Lazio, divisa tra la corsa Champions e la finale di Coppa Italia da inseguire (mercoledì 8 a Napoli la semifinale di ritorno). Giorni importanti anche in chiave più personale. Mauri ha il contratto in scadenza. Il rinnovo appare scontato, probabilmente con un biennale.

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CLASSIFICA

LAZIO

l futuro di Dybala e la querelle con Ferrero che sembra non avere fine. Dopo il caso Barreto il presidente Zamparini è intervenuto, a modo suo, sull’interesse della Samp per Iachini, profilo gradito per il dopo Mihajlovic. «Iachini ha un contratto per altri due anni, uno per l’anno prossimo e l’opzione per quello successivo – ha detto a LiveSicilia - Fa sicuramente parte del nostro progetto. Non temo che Iachini sia così cretino da andare con uno come Ferrero. Mi offenderei a morte». Il patron rosanero, quindi, blinda il suo tecnico, anche se il futuro è ancora tutto da scrivere. Non quello di Paulo Dybala per il quale Zamparini ha aperto una vera e propria asta con la Juve in pole e Arsenal e Psg a una incollatura. «Sono in contatto con Marotta, so che gli interessa ma deve sbrigarsi, ho altre squadre addosso – ha spiegato poi a Gr Parlamento - Dopo Pasqua vedrò il procuratore di Dybala (Triulzi, ndr), che sta lavorando bene per il futuro del ragazzo. Se resta in Italia o va all’estero? 50 e 50. Il Napoli? De Laurentiis lo vorrebbe, ma gli ho detto di non pensare a un altro Cavani: stavolta si deve rovinare». Poi svela le strategie per la prossima stagione. «Stiamo cercando un centravanti di qualità, un trequartista che già abbiamo e un’altra punta giovane alla Dybala. Sì, saranno tutti sudamericani, i migliori attaccanti vengono da lì». Da un gioiello all’altro: Vazquez. «Mi è dispiaciuto vedere una Nazionale senza qualità – ha concluso Zamparini - avrebbe potuto darne il mio Vazquez. C’era bisogno solo di qualità. Per il resto, per grinta e corsa, abbiamo giocato come la Bulgaria».

panti della vettura che ha colpito il taxi. Quattro i feriti. I nazionali greci sono stati subito trasferiti all’ospedale di Budapest e sottoposti ad accertamenti sulle loro condizioni. Dopo le verifiche effettuate sono stati tutti e tre dimessi. Ritorno posposto di un giorno, quindi, rispetto a quanto previsto: riprenderanno ad allenarsi oggi, dunque. A Budapest, nelle stesse ore, c’era, per questioni di lavoro, anche il direttore sportivo del Chievo, Luca Nember, già rientrato in Italia. Mentre la federcalcio greca conferma: «I giocatori stanno bene, i dirigenti sono in costante contatto con loro». Anche Moras, raggiunto dalle tv del proprio paese, ha fatto sapere di essere uscito indenne dall’incidente. Per tutti e tre non appare in dubbio, al momento, la disponibilità per il prossimo turno di campionato, in programma sabato: il Verona giocherà con il Cesena al Bentegodi, mentre il Chievo sarà di scena fuori casa, a Reggio Emilia, col Sassuolo.

principe e piedi da re. Raducioiu scommette: «Farà la fortuna di tutte le punte al suo fianco» FIORENTINA

Gabriel Safta

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el 2001, quando Gheorghe Hagi, il re del calcio romeno, era c.t della nazionale, suo figlio Ianis toccava per la prima volta l’erba del famoso stadio della Steaua Bucarest, squadra del cuore della famiglia Hagi. «Non so se farà il dottore o il professore. Non credo che farà il calciatore». Da allora Ianis è cresciuto e si è allenato: non è facile diventare calciatore con un padre così famoso, ma Ianis vive solo per giocare a pallone, e di sicuro ha un talento rarissimo. E solo 16 anni. Già due anni fa era il migliore trequartista di categoria in Romania, e molti ex calciatori dicono che diventerà più forte del padre. Anche il c.t. Iordanescu ne è convinto: «Alla sua età Gica non toccava la palla come lui». Da due anni Ianis porta la fascia da capitano della nazionale classe 1998. Con lui la Romania, allenata da Florin Raducioiu, si è qualificata per la fase Elite dell’Europeo Un-

der 17. Con le sue giocate Ianis è diventato fondamentale e ha fatto innamorare anche il Barça, ma la Fiorentina è stata più svelta e lui a luglio vestirà la maglia viola: all’inizio con la Primavera, poi si vedrà. «Voglio solo fare il mio calcio e aiutare la squadra ad andare avanti in Europa. Non penso alle grandi squadre, faccio sempre un passo alla volta». INTELLIGENZA E TALENTO Ianis è cresciuto in una famiglia perfetta. Non si alza mai da tavola senza dire grazie e non va a letto senza salutare tutti compagni di squadra. Chiede sempre a Raducioiu il permesso di stare di più sul campo ad allenarsi: per questo è così bravo a giocare con entrambi i piedi. Destro, sinistro, calcio d’angolo e calci di punizione: Ianis fa tutto bene e con semplicità. Il figlio di Hagi ha dalla sua anche l’intelligenza calcistica: vede il gioco e sa quando è il momento del passaggio decisivo. Può giocare a destra o a sinistra, dietro le punte, oppure, anche se più raramente, come centravanti. Nel grande calcio si troverà bene perché è serio e determinato. I complimenti più belli gli arrivano ancora da Raducioiu: «Se non fosse stato per Hagi non sarei diventato un grande marcatore, ma chi giocherà con suo figlio Ianis diventerà capocannoniere». Parole dolci per la Fiorentina, che potrebbe trovare presto un altro talento romeno. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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SABATO 4 APRILE, ore 15 ROMA-NAPOLI (ore 12.30) (0-2) ATALANTA-TORINO (0-0) CAGLIARI-LAZIO (2-4) GENOA-UDINESE (4-2) INTER-PARMA (0-2) PALERMO-MILAN (2-0) SASSUOLO-CHIEVO (0-0) VERONA-CESENA (1-1) FIORENTINA-SAMPDORIA (ore 18.30) (1-3) JUVENTUS-EMPOLI (ore 21) (2-0)

MARCATORI 16 RETI Tevez (2, Juventus). 15 RETI Icardi (3, Inter); Menez (8, Milan). 13 RETI Higuain (2, Napoli); Toni (3, Verona). 12 RETI Dybala (2, Palermo). 10 RETI Gabbiadini (Napoli; 7 nella Sampdoria); Quagliarella (2, Torino); Di Natale (Udinese). 9 RETI Felipe Anderson (Lazio); Callejon (Napoli); Eder (1, Sampdoria). 8 RETI Klose e Mauri (Lazio); Ljajic (1, Roma); Berardi (4) e Zaza (1, Sassuolo); Thereau (Udinese). 7 RETI Paloschi (Chievo); Maccarone (1, Empoli); Babacar (Fiorentina); Matri (7 nel Genoa), Morata e Pogba (Juventus); Djordjevic (Lazio); Destro (Milan; 5 nella Roma); Vazquez (Palermo).

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● i pareggi in serie A. E’, fra i sette campionati europei più importanti, quello nel quale si pareggia di più. Dopo l’Italia, l’Inghilterra: 77 pari in Premier


Serie A R I personaggi

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Rudi-Rafa, Champions tra amici 1Roma e Napoli sabato si giocano il futuro: Garcia e Benitez sono come fratelli

Tutto è nato a Valencia nel 2001, poi una lunga storia di sfide, sms e cene in sospeso L'IDENTIKIT

L'IDENTIKIT

RUDI GARCIA

RAFA BENITEZ

NATO IL 20 FEBBRAIO 1964 A NEMOURS (FRANCIA) RUOLO ALLENATORE ROMA

NATO IL 16 APRILE 1960 A MADRID RUOLO ALLENATORE NAPOLI

IN FRANCIA Ha allenato quattro club: gli esordi al Saint Etienne, poi Digione, Le Mans e Lilla, società con la quale, nel 2010-11, ha conquistato il double: campionato e Coppa di Francia.

IN SPAGNA Comincia ad allenare le giovanili del Real Madrid. La prima esperienza da grande arriva nel 1995-96 col Valladolid, ma viene subito esonerato. Dopo Osasuna, Extremadura e Tenerife, ecco il Valencia dal 2001, dove vince due Liga e una Coppa Uefa.

ALLA ROMA Nel giugno 2013 lascia il Lilla in seguito alla chiamata della Roma. Nella prima stagione centra il secondo posto e il record di punti in un campionato: 85. Ha un contratto fino al 2018.

Il saluto tra Rudi Garcia e Rafa Benitez al San Paolo prima della partita di andata, vinta dal Napoli 2-0, con gol di Higuain e Callejon ANSA

robabilmente quella famosa cena non riusciranno a farla neanche stavolta, causa le festività pasquali di mezzo. Ma prima della partita torneranno ad abbracciarsi forte proprio come già successo al San Paolo, lo scorso primo novembre, dando anche un bel segnale in una partita che di segnali ne ha bisogno eccome. Perché se è vero che Garcia e Benitez si stimano, è anche vero che il rapporto va oltre, affondando le radici quasi alla base dell’amicizia.

sentavo nulla per lui, ma Rafa con me si dimostrò subito generoso, aperto e disponibile — ricorda Garcia nella sua autobiografia — Mi diede il permesso di assistere ai suoi allenamenti e di studiare le sue disposizioni pre-partita». Un approfondimento che lo stesso Benitez aveva fatto prima in Italia, studiando Milan, Juve e Fiorentina. E che, proprio come Rafa ebbe in Sacchi un’illuminazione, Garcia trovò in Benitez una strada da seguire. Anche se poi Rafa fu chiaro: «Rudi, anche se sarai influenzato da uno o più allenatori, è impossibile ripetere cosa fanno gli altri. Tocca a te e solo a te creare il tuo sistema».

A VALENCIA Tutto è nato nell’autunno del 2001, quando grazie alla collaborazione di Jocelyn Angloma, suo ex compagno di squadra al Lilla ed ex anche del Valencia, Rudi Garcia si recò proprio nella città spagnola per uno stage di aggiornamento alle dipendenze di Benitez. Quello era un Valencia che volava e che aveva appena giocato due finali di Champions (poi perse contro Real Madrid e Bayern Monaco). «Non rappre-

TRA SMS E CONSIGLI Da quel periodo di 14 anni fa è poi nato un rapporto fatto anche di scambi, valutazioni, consigli. E qualche sms importante, come quello che è arrivato sul telefonino di Garcia nel 2011, subito dopo la vittoria con il Lilla della Ligue 1. «Rafa è stato uno dei primi a congratularsi con me per la vittoria del titolo — dice il tecnico della Roma — Un pensiero gentile che ho apprezzato molto». Del resto, i due si erano

Andrea Pugliese ROMA

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RUDI GARCIA ALLENATORE ROMA

ritrovati già prima in Europa League, quando il Lilla battè all’andata il Liverpool per 1-0 (punizione di Hazard), per poi cedere 3-0 al ritorno. «La tua squadra era troppo scoperta in difesa, a questi livelli devi essere più solido», gli consigliò alla fine Rafa. Garcia sorrise, incassò e pensò al dolce consiglio.

Rudi Garcia, 51 anni ANSA

BILANCIO ED ABBRACCI Da quando sono in Italia, Garcia e Benitez si sono già incontrati cinque volte (tre di campionato e due in Coppa Italia), con lo score che parla a favore del tecnico del Napoli (tre vittorie contro due). Quella di sabato sarà la sesta, dopo che alla vigilia della sfida di andata Benitez fu chiaro: «Rudi è un ottimo professionista, per cui nutro stima, rispetto e considerazione. Siamo amici, dovessi vincere sarà un piacere pagargli una cena...». Rafa ha vinto (2-0, gol di Higuain e Callejon), la cena è ancora in ballo. Anche perché, poi, tra amici è sempre un piacere ritrovarsi, se poi ci si stima anche professionalmente tanto meglio. «Benitez è un grande uomo e un grande allenatore, ogni volta è un piacere affron-

BENITEZ? GRANDE UOMO E GRANDE ALLENATORE. IL SUO SISTEMA MI HA SEMPRE AFFASCINATO

LE SPINE DEL FRANCESE

SFIDA PER IL FUTURO Anche se, però, mai la posta in palio tra loro era stata così alta come sabato, quando si giocheranno una fetta di Champions e di futuro. Già, perché poi sia Rudi sia Rafa quest’anno hanno vissuto sull’altalena, tra esaltazioni e critiche, tra frasi a vuoto («Vinceremo lo scudetto» quella del giallorosso dopo il k.o. con la Juve, «Se usciamo con il Bilbao non sarà una tragedia», quella dell’azzurro prima del playoff Champions) e attese. Di questo hanno anche scherzato a Coverciano, un mese fa, durante la Panchina d’oro. Giocandoci poi su anche davanti alle telecamere: «Chi arriverà secondo? Rudi lo sa, a me non piace parlare. Entrambi faremo parlare il campo». Già, Lazio permettendo però, perché da allora la sfida è diventata a tre. Anche se poi, Rafa e Rudi si giocheranno molto proprio sabato, nel loro faccia a faccia. © RIPRODUZIONE RISERVATA

PER GARCIA PROVO STIMA, RISPETTO E CONSIDERAZIONE. SIAMO AMICI, È UN OTTIMO PROFESSIONISTA RAFA BENITEZ ALLENATORE NAPOLI

Rafa Benitez, 54 anni GETTY IMAGES

E DELLO SPAGNOLO

L’Olimpico è nemico E Garcia è in ansia anche per Gervinho Davide Stoppini ROMA

S

toccolma e Trigoria, le due facce dell’Europa. Quella della società, con il d.g. Baldissoni e il Ceo Italo Zanzi impegnati in Svezia per il meeting dell’Eca, l’associazione dei maggiori club europei, a discutere (anche) di una Champions che verrà. Mentre il resto del mondo giallorosso lavorava a Roma per disputarla, la prossima Champions. Il Garcia di ieri va immaginato così: un occhio al campo, l’orecchio al telefono per decriptare le spiegazioni di Gervinho sull’infortunio patito in Costa d’Avorio, e le immaginabili conseguenze in chiave Napoli. Molto del prossimo futuro passa per l’Olimpico. Alme-

tarlo e abbracciarlo», ha detto più volte Garcia. Succederà anche sabato. All’inizio e alla fine, perché tra amici non conta chi vince.

INGHILTERRA E ITALIA Dal 2004 va al Liverpool, dove vince (anche) una Champions. Poi l’Inter (esonero), l’Europa League col Chelsea e infine il Napoli.

Gervinho, 27 anni ANSA

no il 60% della volata europea, se è vero che 6 delle 10 partite di campionato la Roma le giocherà in casa. Sarebbe un vantaggio per chiunque, non lo è per la squadra di Garcia che in A, all’Olimpico, non vince dal 30 novembre. È un blocco psicologico, il pallone pesa come un macigno per molti giocatori. La vit-

toria di Cesena è servita per abbassare i toni, quantomeno per non approcciare al match di sabato con una città in fermento. Ma certo non è servita a riscaldare i tifosi, se è vero che la prevendita racconta di soli 4 mila biglietti venduti. TOTTI AVANTI PIANO Tifosi che probabilmente non potranno vedere Gervinho in campo. L’ivoriano si è messo in contatto con Garcia e lo staff medico giallorosso: ha sentito una fitta alla coscia sinistra, ma ieri assicurava di sentirsi bene. Impossibile fidarsi delle sensazioni: ecco perché stamattina, appena tornato da Abidjan, sarà sottoposto ad esami per scongiurare la presenza di una lesione muscolare. Lesione che non ha Totti: l’ecografia effettuata a Villa Stuart ha sostanzialmente dato il via libera al rientro in campo fissato per oggi. Ma c’è prudenza intorno a un impiego dal primo minuto per sabato. E così Garcia non sa ancora quale attacco potrà schierare. Un rebus in più, come se non bastasse l’Olimpico a preoccuparlo. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Le false ripartenze di Benitez: in 8 gare una sola vittoria Mimmo Malfitano

L’

incubo va materializzandosi con l’approssimarsi dello scontro diretto di sabato, con la Roma, all’Olimpico. Non è la sfida in sé che preoccupa Rafa Benitez, quanto le statistiche. Sì, proprio quei numeri che gli ricordano quanto sia faticoso il dopo sosta, per il suo Napoli. Il dato in effetti è preoccupante: alla ripresa del campionato, l’allenatore spagnolo non ha mai vinto. E il riferimento tiene in trepidazione l’intero ambiente napoletano: il turno programmato alla vigilia di Pasqua potrà dare un’indicazione definitiva sulle possibilità che ha il collettivo di Benitez di riprendersi il 3° posto e,

Gonzalo Higuain, 27 anni FORTE

dunque, la zona Champions League. UNA VITTORIA In questa stagione, dopo la prima pausa per gli impegni della Nazionale, il Napoli ha rimediato due sconfitte: al San Paolo, contro il Chievo, e al Friuli, contro l’Udinese. Probabilmente, questi due stop sono stati

indicativi di quello che sarebbe stato il prosieguo in campionato. Ipotesi supportata dalla altre due soste, dopo le quali sono arrivati 5 pareggi ed una vittoria. Un rendimento, che come raccontano i numeri, sta mettendo in discussione il progetto iniziale, che prevedeva almeno il piazzamento Champions, fortemente compromesso dal ritorno della Lazio che s’è sistemata al terzo posto con 5 punti di vantaggio. ULTIMA SPIAGGIA All’Olimpico, dunque, potrebbe decidersi il destino di Benitez in questo campionato. Per tenere in piedi le ambizioni sue e del club occorre una vittoria, un risultato diverso servirebbe a ben poco. Il lavoro di questi giorni l’ha incentrato soprattutto sull’aspetto psicologico, sulla necessità di affrontare la Roma senza alcun condizionamento. Servirà la grande prestazione di Higuain, Callejon, Albiol, dello stesso Hamsik, altrimenti il primo obbiettivo stagionale salterà senza appello e con il dubbio che il flop in campionato possa ripercuotersi sull’Europa League e sulla Coppa Italia. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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MARTEDÌ 31 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

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Serie B R L’analisi

MARTEDÌ 31 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

LA CORSA PER LA SERIE A DIETRO AL CARPI BOLOGNA PT. 56 VICENZA PT. 52 FROSINONE PT. 51 SPEZIA PT. 50 AVELLINO PT. 49 PESCARA PT. 48 LIVORNO PT. 47 PERUGIA PT. 47 LANCIANO PT. 46 BARI PT. 44

TACCUINO

34ª CARPI

35ª BRESCIA

36ª Spezia

37ª BARI

38ª Catania

39ª FROSINONE

40ª Avellino

41ª PRO VERCELLI

42ª Lanciano

PRO VERCELLI

Avellino

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Brescia

FROSINONE

Modena

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Pro Vercelli

AVELLINO

Perugia

VARESE

Livorno

Lanciano

PRO VERCELLI

Frosinone

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Modena

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Entella

Vicenza

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Varese

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Spezia

BOLOGNA

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Crotone

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Brescia

SPEZIA

REGOLAMENTO: La prima va in A diretta, altre 6 ai playoff STATO DI FORMA:

scarso

buono

ottimo DIFFICOLTÀ:

facile

media

difficile In MAIUSCOLO le gare in trasferta CENTIMETRI

L’effetto Bari e Lanciano Tutto aperto per i playoff

1La rimonta di Nicola e D’Aversa, la brusca frenata del Livorno

Ecco cosa può succedere tra saliscendi, scontri diretti e i derby Nicola Binda @NickBinda

C

osa succede a una bottiglia di champagne agitata e surriscaldata se prende un colpo alla base? Il tappo, già al limite, esplode. Così è successo nell’ultimo turno di Serie B. Un campionato con le bollicine e con i nervi scoperti sin dall’inizio (con una parvenza di quiete solo all’inizio del ritorno) ha sparato un bel botto. Bari e Lanciano hanno dato il colpo, Carpi e Bologna sono schizzati via. A DIRETTA Domani si affrontano al Cabassi, in attesa di farlo anche in A. Carpi e Bologna hanno fatto un break importante: soprattutto la capolista, che ha vinto a Vicenza facendo un bel favore ai cugini del capoluogo. Domani quindi sarà festa?

Mica tanto. Al di là del campanile, il Bologna non può accontentarsi. Perché dietro deve guardarsi dal Frosinone, che ha una gara in meno a causa del pasticcio con il Latina, sta crescendo fortissimo e dovrà ricevere proprio il Bologna nel suo stadio. PLAYOFF Al di là degli scambi di

Il tecnico Davide Nicola, 42 anni IPP

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posizione, le sei squadre da tempo sono quelle. La differenza è che prima erano blindate e adesso no. Vuoi che Vicenza e Frosinone - attese entrambe da cinque trasferte - abbiano un occhio sul secondo posto, vuoi soprattutto che il Livorno sia in caduta libera (e gli inseguitori, come vedremo, premono), ecco che la loro qualificazione è ancora tutta da vedere. Giovedì solo Avellino e Pescara giocano in casa, oltre al Livorno che però ha lo scontro diretto col Lanciano. La squadra di Panucci è reduce da tre sconfitte di fila ed è attesa dal cammino più tosto, al contrario dello Spezia che invece sembra avere quello più morbido (se non fosse campione a complicarsi la vita da solo...). La squadra di Bjelica, il Pescara e il Livorno hanno un solo vantaggio: nelle ultime 9 giornate giocano 5 volte in casa, e il fattore

clic LATINA, IL SINDACO E LA RICHIESTA DI 0-3 DAVVERO FUORI LUOGO ● Ancora polemiche per il rinvio forzato di FrosinoneLatina di domenica. Dopo le lamentele dei club e la dura risposta del Viminale, ieri è sceso in campo il sindaco di Latina, con un intervento però fuori luogo. Giovanni Di Giorgi - scrivendo ad Alfano, Tavecchio ed Abodi - ha addirittura chiesto il 3-0 a tavolino «a tutela dell’onore e della dignità della comunità che rappresento». Ha deciso di iniziare così la campagna elettorale per il 2016?

campo va sfruttato. Al contrario dell’Avellino: la gara di giovedì con il Modena può interrompere la serie di tre sconfitte di fila, ma dopo ci saranno 5 trasferte in 8 gare. Attenzione anche all’effetto derby: il Frosinone con il Latina (il recupero dovrebbe essere martedì 14 alle ore 17, autorità permettendo), il Pescara a Lanciano e anche il Perugia a Terni giocano partite dal significato che va oltre i 3 punti. DI RINCORSA Come dicevamo, è soprattutto merito di chi rincorre se oggi la qualificazione ai playoff è tutta la scrivere. Il Perugia domenica ha perso una grossa occasione per scavalcare il Livorno, ma lo attende al Curi. Lanciano e Bari invece la loro occasione l’hanno sfruttata e adesso sono lì. Giovedì la trasferta del Lanciano a Livorno è molto delicata, visto lo stato di forma delle due squadre può succedere di tutto, poi la squadra di D’Aversa (l’unica ad aver sempre segnato in casa) avrà un cammino non spaventoso, soprattutto se le ultime due trasferte saranno su campi di squadre già promosse... Più impegnativo il cammino del Bari, che è atteso da cinque trasferte toste, soprattutto l’ultima a La Spezia: chissà se aver chiuso la porta (3 gare senza gol al passivo, mai successo) sia il preludio della svolta dopo tante delusioni. © RIPRODUZIONE RISERVATA

GIUDICE SPORTIVO

Benali, tre giornate Stop di due a Ebagua ● MILANO Il giudice sportivo ha squalificato per tre giornate Benali (Brescia) per il fallaccio su Rizzato, per un gesto irriguardoso all’arbitro al momento dell’espulsione e per una bestemmia uscendo. Due turni a Ebagua (Bari): oltre alla doppia ammonizione, paga un applauso ironico all’arbitro. Una giornata a Giannetti e Juande (Spezia), Rosina (Catania), Aramu (Trapani), Di Gennaro (Vicenza), Fabbro (Avellino), Fazio (Ternana), Jelenic e Vantaggiato (Livorno), Miracoli (Varese) e Nicco (Perugia). Ammende: 6.000 euro al Vicenza, 3.000 allo Spezia, 2.000 al Cittadella.

LA SITUAZIONE

Che super anticipo: domani Carpi-Bologna ● In occasione della Pasqua, la 34a giornata si gioca domani e giovedì, sempre 20.30. Domani: Carpi-Bologna (andata 0-0). Giovedì: Avellino-Modena (2-1); Crotone-Spezia (1-2); Entella-Perugia (1-2); LatinaCittadella (1-1); Livorno-Lanciano (0-1); Pescara-Brescia (3-1); Pro Vercelli-Vicenza (1-2); TernanaBari (1-0); Trapani-Frosinone (14); Varese-Catania (1-2). Classifica: Carpi p. 65; Bologna (1) 56; Vicenza 52; Frosinone* 51; Spezia 50; Avellino 49; Pescara 48; Livorno e Perugia 47; Lanciano 46; Bari 44; Entella 40; Modena, Cittadella e Trapani 39; Pro Vercelli 38; Latina* e Ternana 37; Crotone 36; Catania 35; Brescia (-6) e Varese (-4) 28. (*una partita in meno).

L’INIZIATIVA

Chiavari: parco riapre con i soldi della B ● CHIAVARI (Ge) Lega Serie B, Comune di Chiavari ed Entella domani alle 15 inaugurano il parco Talassano, ricostruito dopo l’alluvione del 10 novembre e già riaperto. Alla cerimonia presenzieranno il presidente Abodi, il sindaco Levaggi e il presidente Gozzi. I lavori sono stati finanziati con 60 mila euro elargiti dalla Lega nel progetto al quale hanno aderito Figc e leghe dopo gli alluvioni a Genova e in Liguria.

Lega Pro R PROCURA FEDERALE Non si fermano i deferimenti Rischio penalizzazione per 5

IL GIUDICE SPORTIVO Ascoli e Lecce, squalificati in 4 Cinque giornate a Moscardelli

LA SITUAZIONE San Marino, tocca a D’Adderio Domani 14 gare, giovedì altre 16

● ROMA Lega Pro destinata a vedersi stravolgere le classifiche fino all’ultimo, rimettendo in discussione i verdetti del campo. Il Procuratore federale - in seguito alle segnalazioni Covisoc - ha deferito altri 5 club. Il Venezia, con il presidente Korablin, per il mancato pagamento dei contributi di settembre, ottobre, novembre e dicembre 2014: rischia 2 punti. Il Savona, col presidente Delle Piane e l’a.d. Santucci, per i contribuiti di novembre e dicembre: rischia un punto. Molto più complicata la situazione del Barletta: il presidente Giuseppe Perpignano è accusato non soltanto di non aver documentato il pagamento dei contributi di settembre, ottobre, novembre e dicembre, ma neppure il pagamento degli stipendi per gli stessi mesi, quindi si rischiano almeno 4 punti, il massimo in questo gruppo di società deferite. Il Savoia, con l’a.u. Piantoni, rischia invece 3 punti per gli stipendi di novembre e dicembre e i contributi per settembre, ottobre, novembre e dicembre. Infine l’Aversa Normanna con il presidente Spezzaferri e l’a.u. Caruso per i contributi di novembre e dicembre (un punto). Altri club sono stati deferiti nei giorni scorsi e non tutti sono già stati sanzionati. C’è

● FIRENZE Il giudice sportivo ha squalificato 54 giocatori (primato stagionale) dei quali 4 di Lecce e Ascoli. Pesante ammenda per il Foggia. Ecco il dettaglio dei provvedimenti. Giocatori espulsi Cinque giornate a Moscardelli (Lecce) per aver colpito con una gomitata al mento un avversario disinteressandosi del pallone; espulso, offendeva l’arbitro e si toglieva la maglia lanciandola per terra reiterando insulti all’arbitro; due a Dierna (Ancona), Di Chiara e Lepore (Lecce); una a Quadri (Barletta), Cassetti e Fautario (Como), Martin (Südtirol), Mannini (Lecce), Cirillo (Reggina), Balde (Tuttocuoio). Non espulsi Due giornate a Narciso (Foggia); una a Ripa, Di Carmine e Romeo (Juve Stabia), Mallus (Ancona), Pestrin (Salernitana), Ranellucci (Feralpi Salò), Drudi (Forlì), Pasqualoni (Lupa Roma), Bini (Pro Piacenza), Quintavalla, Dalla Bona e Polverini (Real Vicenza), Benvenga, Pepe e Stefani (Messina), Calzi, Arati e Pisani (Pro Patria), Toninelli (Bassano), Tagliani (Südtirol), Calcagni e Ferretti (Lucchese), Said e Gyasi (Mantova), Mazzarani (Matera), Imparato (Torres), Gattari (Vigor Lamezia), Avogadri,

● Il San Marino ha esonerato anche Tazzioli: ora al suo posto è stato scelto Fulvio D’Adderio. La Lega Pro intanto gioca domani e giovedì la 33a giornata: ecco il programma.

Tuttocuoio (B, 0-0). Ore 19.30 AlbinoLeffe-Novara (1-4), Monza-Feralpi Salò (0-1) e Real VicenzaArezzo (A, 0-2); Gubbio-Ancona (B, 4-2). Ore 20.45 Mantova-Giana (A, 2-0); SpalForlì (B, 0-1); Matera-Foggia (C, 0-0).

DOMANI Ore 14.30 Prato-Reggiana (girone A, andata 0-4); Paganese-Salernitana (0-1) e Reggina-Ischia (C, 0-2). Ore 17 Venezia-Lumezzane (A, 2-3); Santarcangelo-Grosseto (B, 0-1); Barletta-Catanzaro (0-1) e LecceBenevento (C, 2-1). Ore 19.30 Como-Bassano (0-1) e Cremonese-Pavia (A, 1-4); Carrarese-Pisa (B, 1-0); Juve StabiaAversa Normanna (C, 2-1). Ore 20.45 Alessandria-Pro Patria (A, 3-1); Pontedera-Pistoiese (B, 1-1); Casertana-Melfi (C, 0-1).

LE CLASSIFICHE GIRONE A Novara p. 63; Bassano 61; Pavia (-1) 60; Alessandria 59; Como 54; Feralpi Salò 48; Real Vicenza 46; Arezzo 44; Venezia e Sudtirol 43; Mantova (-3) e Renate 40; Cremonese 39; Torres 38; Giana 36; Monza (-2) 35; Lumezzane 30; AlbinoLeffe 28; Pro Patria (-1) 25; Pordenone 24. GIRONE B Teramo p. 62; Ascoli 59; Reggiana* 54; L’Aquila 51; Pisa* 48; Spal 46; Ancona* 45; Tuttocuoio, Pontedera e Lucchese 44; Carrarese 41; Gubbio 39; Grosseto (-1) 38; Prato e Savona 35; Santarcangelo* 34; Forlì e Pistoiese** 33; Pro Piacenza (-8) 28; San Marino 26. (** due partite in meno, * una in meno). GIRONE C Salernitana p. 70; Benevento 68; Matera e Juve Stabia 57; Casertana* 56; Lecce 54; Foggia (-1) 51; Catanzaro 47; Barletta 42; Cosenza e Vigor Lamezia 40; Martina*, Melfi (-2) e Lupa Roma 35; Paganese 34; Savoia e Messina 27; Aversa Normanna 26; Reggina (-4) 22. (* una partita in meno).

grande attesa per il 10 aprile, quando la Disciplinare deciderà sul Novara dopo aver accorpato tutti i deferimenti: il club rischia da 2 a 5 punti, ma il caso sarà al centro di una speciale discussione vista la particolarità della contestazione. IL CASO Iodice aveva offeso Macalli? Un fax lo salva dalla multa ● ROMA La Disciplinare ieri ha discusso il deferimento di Pino Iodice, d.g. dell’Ischia, accusato dal Procuratore Figc di aver offeso Mario Macalli in una mail inviata a diversi destinatari nella quale commentava un’intervista del presidente della Lega Pro. La Procura ha chiesto per Iodice 30.000 euro di ammenda (5.000 per l’Ischia), ma c’è stato un colpo di scena. Il Tribunale Nazionale ha dichiarato improcedibile lo stesso deferimento, accogliendo la tesi della difesa (rappresentata da Eduardo Chiacchio), perché era stato notificato a un numero di fax diverso rispetto a quello indicato nel censimento. E così, niente multa.

Cinaglia, Pelagatti e Tripoli (Ascoli), Razzitti (Catanzaro), Infantino e Millesi (Ischia), De Francesco (L’Aquila), Faragò (Novara), Aurelio (Paganese), Mandorlini (Pisa), Celiento (Pistoiese), Radrezza (Renate), La Mantia (San Marino) e Leonetti (Savoia). Dirigenti Inibito fino al 14 aprile Lillo (Lecce). Ammende 5.000 euro Foggia (lancio di due petardi di notevole potenza nei pressi del portiere della Juve Stabia; bottigliette un sasso verso un guardalinee), 3.000 Ascoli (lancio di una bottiglietta verso il portiere del Forlì, e di numerosi oggetti verso i giocatori della propria squadra e uno era ferito da moneta), 1.500 Novara. DISCIPLINARE Allenamento non autorizzato Un turno di squalifica a Razzitti ●

ROMA Oltre a quella stabilita dal giudice sportivo, ad Andrea Razzitti, attaccante del Catanzaro, si aggiunge un’altra giornata di squalifica. L’ha stabilito la Disciplinare (Tribunale federale) dopo il deferimento dovuto al fatto che Razzitti a giugno si è allenato con il Brescia senza l’autorizzazione del Seriate, sua vecchia società di Serie D.

GIOVEDì Ore 14 Cosenza-Savoia (1-1) e Messina-Martina (C, 1-2). Ore 14.30 Sudtirol-Torres (A, 1-0); Lucchese-San Marino (1-0) e Savona-L’Aquila (B, 0-1); Lupa RomaVigor Lamezia (C, 2-2). Ore 17 Renate-Pordenone (A, 3-1); Ascoli-Pro Piacenza (3-0) e Teramo-


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IL PALINSESTO NEWS NO-STOP E SPAZIO GIOVANI

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Il futuro di Neto e Anderson? Sul 59

1Stasera a «Calciomarket» ospite Castagna, l’agente del portiere viola e dell’attaccante della Lazio

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elipe Anderson e Neto, sono i calciatori del momento. L’attaccante della Lazio e il portiere della Fiorentina stanno trascinando le proprie squadre ai vertici della classifica. Ma Neto a fine stagione lascerà la Fiorentina. Per la Juve. Felipe Anderson è blindato dal suo presidente Lotito che ne ha intuito le enormi potenzialità. Ma non è detto che Neto resti bianconero. Tutti i dubbi verranno fugati stasera su GazzettaTv, canale 59, alle 19 nella puntata di «Calciomarket» condotto da Federica Migliavacca con Carlo Laudisa. In studio con loro ci sarà Stefano Castagna, l’agente dei due calciatori brasiliani. Durante il programma spazio anche al sondaggio di gazzetta.it sul migliore allenatore della Serie A (in lizza Allegri, Pioli, Montella, Mihajlovic e Sarri) e il peggiore (se la giocano Inzaghi, Mancini, Benitez, Zeman e Garcia). CICLISMO Detto del calciomercato, facciamo un salto indietro. Perché il pomeriggio delle news si apre con un ospite d’eccezione: il ct azzurro del ciclismo Davide Cassani. Sarà

lui l’ospite del tg delle 13. Si A TUTTO VOLLEY Chiusa la paparlerà delle grandi classiche rentesi calcistica sulle nazionadi primavera che anticipano il li, ci si concentra nuovamente Giro d’Italia di maggio. Alle 14 sul campionato. Domani e gioappuntamento con Sottocane- vedì torna la Serie B. Sabato la stro e telecamere puntate sul A. GazzettaTv realizzerà sabanuovo totem di Cantù, Metta to uno speciale sul campionaWorld Peace. Alle 14.15 la ru- to. Ma gli occhi dei telespettabrica «Le nuove forze del cal- tori nel weekend saranno puncio», incentrata sul calcio gio- tati in particolare sul volley vanile, ospita l’allenatore della con le finali di Champions LeaPrimavera dell’Inter Stefano gue donne di Stettino in PoloVecc hi c he nia. Sabato spiegherà codue partite. me si svolgoAlle 15 Police E nel weekend no le giornate un pieno di volley (Pol)-Unendo del settore Yamamay Bugiovanile nesto Arsizio, femminile con razzurro a Invedremo le finali Champions che terello. in diretta. Alle 18 Vakifbank in diretta SENZA LIMI(Tur)-EczaciTI Alle 18.05 basi (Tur). torna l’appuntamento con Domenica la finale per il terzo «Senza limiti», curato dallo posto e quella per il titolo. Gazsceneggiatore Stephen Schiff zettatv le trasmetterà entramche è candidato al premio Puli- be in diretta con la telecronaca tzer. Ogni episodio fa vivere di Gianluca Pasini e Rachele l’atleta con le sue emozioni. Sangiuliano e gli interventi Bernard Witz sfida l’impossibi- dell’inviato Mario Salvini. le: attraversare le cascate di Sempre sabato diretta della Angel Falls in Venezuela sospe- partita di basket di A1 Cantùso a 800 m di altezza. Ma per Capo d’Orlando alle 20.30 con farlo, dovrà affrontare una l’attesissimo Metta World Peagiungla impervia e pericolose ce. salite. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Neto, 25 anni, è alla Fiorentina dal gennaio 2011 PEGASO

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OPINIONI La vignetta

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TANIA CAGNOTTO Campionessa di tuffi ● Oggi (ieri) siamo proprio molto, ma molto coccolosi @TCagnotto

di Stefano Frosini

ROBERTO MANCINI Tecnico dell’Inter ● Complimenti a @Vale Yellow46 e al podio tutto italiano #standingovation @robymancio

RAFFAELE PALLADINO Calciatore del Parma ● Ripresa degli allenamenti @ParmaFC @PalladinoR17

WAYNE ROONEY Calciatore dello United ● 2 milioni di seguaci! Sto regalando una Tshirt inglese firmata per dire grazie @WayneRooney

MARIO ANDRETTI Ex pilota di auto ● @ValeYellow46 sei una vera cannonata #QatarGP #MotoGP sono contentissimo per te!! @MarioAndretti

La Nazionale di Conte a Torino

Azzurri e oriundi

I TIFOSI BIANCONERI APPLAUDANO ANTONIO L’INTERVENTO TO di SANDRO VERONESI*

L

a Nazionale allo Juventus Stadium, ovvero come i tifosi bianconeri sapranno dimostrarsi intelligenti. Potrebbe essere il titolo della rappresentazione che andrà in scena stasera insieme all’amichevole tra Italia e Inghilterra – perché l’attenzione dei media non è tanto puntata sulla partita, quanto sulla possibilità che Antonio Conte venga contestato dai suoi ex-tifosi. Una ragione per questo non c’è, ma ormai è stato detto e scritto che potrebbe avvenire, e tanto basta a farne il clou della serata: tutti con gli occhi, le telecamere, i microfoni e i taccuini saranno puntati sull’atteggiamento dei tifosi della Juventus molto più che sulla partita. La ragione non c’è perché la ragione era, o avrebbe dovuto essere, il grave infortunio al ginocchio di Claudio Marchisio poi risultato inesistente. Inesistente la

ragione, inesistente l’effetto – e dunque la temuta, e da qualcuno magari anche sperata, contestazione non ci sarà. Ma la contestazione non ci sarebbe stata nemmeno se Marchisio si fosse fatto male davvero, perché è lampante che la Nazionale non ne sarebbe stata responsabile e men che meno il suo allenatore – e soprattutto perché l’allenatore della Nazionale è Antonio Conte. Ora, è vero che l’assurdo affaire-Marchisio ha improvvisamente mostrato quanto sia compromesso il rapporto tra Conte e la dirigenza bianconera, cosa del resto ovvia, malgrado le dichiarazioni di facciata, visto il divorzio-lampo consumatosi lo scorso luglio a preparazione iniziata. Ma se è compromesso il rapporto tra Conte e la dirigenza, non lo è quello tra Conte e i tifosi, che solo nove mesi fa lo acclamavano, e giustamente, come primo responsabile della resurrezione che ha portato alla terza stella. I tifosi non hanno mai litigato con lui, ci sono soltanto rimasti male quando se n’è andato, ma lo amano profondamente e stasera hanno l’occasione di

dimostrarglielo qualunque cosa sia successa tra lui e la dirigenza. Non solo non hanno ragione di contestarlo, dunque, ma hanno tutte le ragioni di applaudirlo, abbracciarlo, ringraziarlo, tifando calorosamente per la Nazionale da lui guidata. Così facendo, potranno dimostrarsi per una volta la parte più ragionevole, sensata e responsabile tra quelle che costituiscono il cosiddetto mondo del calcio, dando di che riflettere a tesserati, giornalisti e dirigenti. Un bel segnale, che i tifosi bianconeri sono chiamati a dare per prendersi direttamente la propria parte di gloria, in capo a questi quattro anni durante i quali la gloria ha ricominciato a riguardarli. È così chiara, come occasione, così limpida, che sprecarla sarebbe davvero un peccato capitale; non solo, sarebbe karma negativo, malaugurio, cattiva fortuna, l’ultima speranza rimasta per gli avversari, quelli che odiano la Juve e che con l’avvento di Antonio Conte hanno ricominciato a mangiar polvere. Non siamo mica scemi. *Scrittore e tifoso bianconero © RIPRODUZIONE RISERVATA

L’Italia nel Motomondiale

DIETRO QUEL TRIPLETE, TANTI TALENTI IL COMMENTO TO di VITO SCHEMBARII

E

ora quale sarà il seguito della favola? Come bimbi che pendono dalle labbra della mamma, i tifosi che hanno vissuto la super domenica del motorsport si chiedono se il destino e soprattutto il talento dei piloti e dell’industria italiana ne concederanno altre, magari già a partire dal 12 aprile (F.1 in Cina e MotoGP in Texas). Seb Vettel, la sua prima vittoria e quel team radio da pelle d’oca lasciano pochi dubbi sulla rinascita della Ferrari. Dall’altro lato, il triplete italiano in MotoGP con Valentino Rossi (Dio ce lo conservi a lungo) e i due Andrea (Dovizioso e Iannone) sulle Ducati ci ha tenuto incollati alla tv, ci ha emozionato, ha detto tanto, ma forse non proprio tutto, sul

motociclismo italiano. Dietro quei tre ragazzi che cantavano l’inno di Mameli sul podio di Losail, preme finalmente un cospicuo gruppo di talenti in grado subito di rovesciare la dittatura spagnola (114 vittorie e 282 podi nell’ultimo triennio, per intendersi). Solo per un soffio (27 millesimi), ad esempio, Enea Bastianini non ha vinto in Moto3. Ci riproverà e sarà sicuro protagonista insieme a Pecco Bagnaia, Niccolò Antonelli e il già più noto (e decorato) Romano Fenati. Uno di loro potrebbe anche essere il prossimo campione del mondo nella classe più piccola: non è un’eresia. Perlomeno porteranno a casa tanti trofei. Così come, in Moto2, cominciano ad accorgersi tutti del valore di Franco Morbidelli, pupillo di Valentino. Ora, non ci sentiamo di assicurare che torneranno di sicuro i tempi di Rossi, Capirossi, Biaggi, Poggiali e Melandri, ma cominciano a vedersi i frutti di un grosso passo

CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DIRETTORE RESPONSABILE ANDREA MONTI andrea.monti@gazzetta.it VICEDIRETTORE VICARIO Gianni Valenti gvalenti@gazzetta.it VICEDIRETTORI Pier Bergonzi pbergonzi@gazzetta.it Stefano Cazzetta scazzetta@gazzetta.it Andrea Di Caro adicaro@gazzetta.it Umberto Zapelloni uzapelloni@gazzetta.it Testata di proprietà de “La Gazzetta dello Sport s.r.l.” - A. Bonacossa © 2015

PRESIDENTE Angelo Provasoli VICE PRESIDENTE Roland Berger AMMINISTRATORE DELEGATO Pietro Scott Jovane CONSIGLIERI Fulvio Conti, Teresa Cremisi, Luca Garavoglia, Attilio Guarneri, Piergaetano Marchetti, Laura Mengoni DIRETTORE GENERALE DIVISIONE MEDIA Alessandro Bompieri

avanti a livello istituzionale e organizzativo. La Federazione sta sostenendo la crescita dei giovani dalle classi propedeutiche (Minimoto, MiniGP, PreMoto3, Civ: si inizia a 8 anni) fino al Mondiale. Lo fa grazie a borse di studio e grosse aziende che sostengono gli sforzi delle famiglie. Perché la crisi economica ha avuto riflessi anche sulla nascita di talenti. Dall’altro lato, c’è lo spirito manageriale e soprattutto l’amore per questo sport di Valentino. La sua Academy e il team Sky VR46 rappresentano l’altro polo formativo in Italia. Rossi valuta i pilotini, poi grazie alla sua conoscenza e al suo prestigio, li smista nei vari team del Mondiale, nel campionato spagnolo... Nel mondo ideale le due «scuole» potrebbero dialogare di più per il bene del movimento, ma ci accontentiamo. L’importante è continuare a sentire quell’inno.

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DYBALA E ICARDI SCELTE DIVERSE TEMPI RI SUPPLEMENTARI RUTI di ALBERTO CERRUTI email: acerruti@rcs.it .it

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a settimana dell’oriundo si chiude stasera a Torino e poi, caso mai, se ne riparlerà a fine campionato quando l’Italia preparerà la difficile trasferta del 12 giugno in Croazia. Quel giorno, per l’operazione-sorpasso, Conte dovrà scegliere un tandem di attaccanti tra gli italiani Immobile, Zaza, Gabbiadini e Pellè da una parte, gli oriundi Eder e Vazquez dall’altra, se i convocati saranno gli stessi di stavolta. Molto, come sempre, dipenderà dalla condizione di forma dei diretti interessati e delle eventuali alternative proposte dalle ultime dieci giornate di campionato, ma nel dubbio esiste già una certezza dimenticata, sulla quale vale la pena riflettere. Malgrado il suo desiderio, mai nascosto, Conte non potrà lanciare in Nazionale un giocatore in cui Gattuso, nella sua breve esperienza a Palermo, aveva subito intravisto le qualità del futuro campione: il ventunenne attaccante Paulo Dybala, argentino di nascita ma con passaporto italiano, grazie a una nonna originaria della provincia di Napoli. Accompagnato come sempre dal fidatissimo Oriali, il c.t. era stato a Palermo il 26 novembre scorso per chiedere personalmente a lui, e all’altro italo-argentino Franco Vazquez, la disponibilità a indossare la maglia dell’Italia. Al contrario del suo compagno, però, Dybala ha gentilmente declinato l’invito di Conte, spiazzando il c.t. perché l’attaccante di Iachini sarebbe stato ancora più utile di Vazquez nella sua nuova Italia alla disperata ricerca di nuovi attaccanti, come ha successivamente dimostrato la convocazione di Eder, da alternare ai primi titolari Immobile e Zaza. «Il mio sogno è giocare un giorno nell’Argentina al fianco di Messi», ha dichiarato Dybala al quotidiano argentino Olè una settimana dopo

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la visita di Conte. Nel frattempo, mentre Immobile giocava poco in Germania e Pellè smetteva di segnare in Inghilterra, Dybala ha continuato a regalare prodezze da grande attaccante nel nostro campionato, in cui ha già realizzato 12 gol (2 su rigore), soltanto 4 meno del capocannoniere argentinissimo Tevez. Ma ancor meglio di Dybala sta facendo il vicecapocannoniere del campionato Mauro Icardi, 15 reti (3 su rigore) con l’Inter, un altro che farebbe molto comodo a Conte, magari al fianco dello stesso Dybala, con cui ha molti punti in comune: i 21 anni; la nascita in Argentina; il passaporto italiano per le origini piemontesi dei genitori; e soprattutto il «no» alla nostra Nazionale, quando c’era Prandelli. Icardi allora segnava per la Sampdoria, guarda caso come Eder oggi, anche se ufficialmente il rifiuto dell’attaccante era già arrivato all’Under 19 che lo aveva convocato nel 2012. La fede albiceleste di Icardi è stata premiata dal c.t. Sabella, che lo ha fatto debuttare nell’Argentina negli ultimi 8’ contro l’Uruguay, in una gara di qualificazione al mondiale 2014. Ma anche se poi non è andato in Brasile, Icardi non potrà più salire sul carro dell’Italia, sfruttando per convenienza la maglia azzurra come fece Camoranesi, grazie a un avo di Potenza Picena. Fino all’ultimo momento, infatti, lo juventino attese una convocazione dell’Argentina e soltanto quando si rese conto di non avere più speranze accettò volentieri, per nostra e sua fortuna, la convocazione di Trapattoni, vincendo poi il Mondiale con Lippi. Nel rispetto del regolamento e delle opinioni di tutti, rimane quindi la certezza di partenza: ci sono anche oriundi che hanno il coraggio di lasciare il certo per l’incerto. E coi magri tempi che corrono, in questo caso ci perde la nostra Nazionale. Perché nei campionati in Italia, Germania e Inghilterra, nessuno tra i convocati di Conte, almeno fin qui, ha segnato quanto Icardi e Dybala.

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Tennis e Golf R Due assi in difficoltà dopo 14 Slam

MARTEDÌ 31 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Aiuto, il fenomeno è in tilt

1Nadal quinta sconfitta in 6 tornei nel 2015, Woods per la prima volta fuori dai 100 Rafa Nadal, 28 anni, ex n. 1 (oggi 3), 65 titoli Atp, fra cui 14 Slam, ha vinto anche l’oro olimpico in singolare e 4 coppe Davis AFP

Tiger Woods, 39 anni, 79 titoli Pga e 683 settimane da numero 1 al mondo

Rafa schiavo dell’ansia «Mi manca la fiducia» O è colpa delle gambe? 1Battuto da Verdasco a Miami, lo spagnolo fugge nella sua

Maiorca: «In campo sono troppo nervoso e mi sento stanco»

Vincenzo Martucci @VinceMartucci

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e crisi di panico sono terribili per tutti. Per i forti sono terrificanti. Ancor di più in uno sport di testa come il tennis, quando il forte è talmente forte che ha vinto 9 degli ultimi 10 Roland Garros, e ha piegato la classe di Roger Federer, diventando l’esempio dell’agonista indomito, al limite dell’imbattibile, quando il gioco si fa duro. Sì, è vero: oggi Rafa Nadal, proprio il gladiatore di Maiorca, proprio il gancio (di dritto) più famoso di Capitan Uncino e di Jabbar («Gancio cielo») non regge la pressione. Anche se promette: «Rimetterò a posto le cose. Non so se ci metterò una settimana, sei mesi o un anno, ma ce la farò». Intanto, s’è garantito il record negativo in carriera nei primi 3

mesi dell’anno, prima dell’adorata terra rossa europea. Una macchia tripla. Perché, sul cemento di Miami perde il secondo derby di fila fra mancini spagnoli contro Fernando Verdasco (dopo i primi 13 successi consecutivi). Perché cede dopo aver rimontato il primo parziale, contro un avversario scorbutico, ma al quale aveva lasciato una cicatrice indimenticabile nella semifinale di quattro ore e mezza degli Australian Open 2009. E perché questa sconfitta segue altre brutte sconfitte stagionali. A Doha, Nadal ha perso all’esordio con Berrer; agli Australian Open ha domato Smyczek per 7-5 al quinto set per poi cedere nei quarti a Berdych dopo averlo battuto 17 volte di fila; a Rio, s’è arreso (contro Fognini) per la prima volta in semifinale sull’amata terra dopo 12 anni e 52 match; a Baires ha firmato il 65° titolo Atp supe-

I PEGGIORI 3 MESI ANNO 2015

V

S

Tor

W

15

5

6

1

3

5

2

2013

17

1

4

3

2012

17

3

4

0

2011

19

4

4

0

2010

16

4

4

0

21

2014

2009

24

3

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2

2008

21

6

6

0

5

6

1

3

4

1

5

7

2

8

7

0

2007 2006 2005 2004

V S

17 11 22 14

PARTITE VINTE PARTITE PERSE

Tor TORNEI DISPUTATI W

TORNEI VINTI CENTIMETRI

rando in finale l’amico del cuore, Juan Monaco; nei quarti di Indian Wells ha appena mancato 3 match point al secondo set per poi inchinarsi a Raonic. GATTO Dov’è finito il vero Rafa? Rafa svicola: «Non è a livello di gioco perché il mio è migliorato da un mese in qua, ma non sono abbastanza rilassato per giocare bene. Continuo a essere troppo nervoso, come mai prima». Il problema parte dalle formidabili gambe a molla del gatto di Maiorca, che non stantuffano più come pistoni, anche se il campione, toccato da troppi infortuni, l’ultimo al polso che gli ha rovinato gli ultimi 6 mesi del 2014, interroga piuttosto il dottor Freud. «Dipende da tante piccole cose. Forse ho troppa voglia di far bene, e gioco con molto nervosismo e molta ansia, specialmente nei momenti importanti del match. In campo mi sento più stanco del normale e non ho la solita fiducia». La coperta di Linus è la sua isola: «Ho bisogno di un po’ di calma e di pazienza. Devo rilassarmi». CLASSIFICA Lunedì la classifica potrebbe ricacciarlo dal terzo al sesto posto. «Non voglio mettermi pressione extra. Non devo dimostrare più niente a nessuno, quel che mi interessa è tornare ad essere competitivo per vincere ogni torneo. E sono motivato a riuscirci». Le crisi d’ansia sono terribili. © RIPRODUZIONE RISERVATA

IL TORNEO DI MIAMI

Le Williams super, Errani k.o. 1Venus fa 43 vincenti, la sorellina 29. Sara mai in partita contro la Lisicki. Fuori anche Bolelli-Fognini

C

he bello quando l’attaccante schiaccia il difensore. Venus Williams dà l’ennesima lezione a Caroline Wozniacki rifilandole il settimo k.o. in 7 incontri, nei quali le ha concesso appena un set. Anche a Miami, a due mesi e mezzo dai 34 anni, la maggiore delle sorellone afroameri-

cane più famose dello sport ha la meglio con 43 vincenti (contro 37 errori) sulla 24enne danese di genitori polacchi. Nei quarti, la regina di tre Miami troverà la spagnoletta Carla Suarez Navarro che beffa la numero 8 del mondo, Aga Radwanska, ancora deludente. Serena, con 29 vincenti e 20 gratuiti (fra cui 7 doppi falli), domina «sciagura» Kuznetsova, contro la quale aveva spesso sofferto. Troverà nei quarti la Lisicki che si è sbarazzata con facilità di Sara Errani, mai in partita. Uomini, terzo turno: Nishikori (Gia)

b. Troicki (Ser) 6-2 6-2; Anderson (Saf) b. Mayer (Arg) 6-4 6-4; Monfils (Fra) b. Tsonga (Fra) 6-4 7-6 (4); Verdasco (Spa) b. Nadal (Spa) 6-4 2-6 6-3; Berdych (R.Cec) b. Tomic (Aus) 6-7 (4) 7-6 (3) 6-1; Dolgopolov (Ucr) b. Bellucci (Bra) 7-5 6-4; Raonic (Can) b. Chardy (Fra) 6-1 5-7 7-6 (3) Doppio, secondo turno: Pospisil (Can)-Sock (Usa) b. BOLELLI-FOGNINI 6-2 6-3 Donne, ottavi: Suarez Navarro (Spa) b. A.Radwanska (Pol) 5-7 6-0 6-4; V. Williams (Usa) b. Wozniacki (Dan) 6-3 7-6 (1); S.Williams (Usa) b. Kuznetsova (Rus) 6-2 6-3; Lisicki (Ger) b. ERRANI 6-1 6-2 terzo turno: Stephens (Usa) b. Larsson (Sve) 6-4 6-4; Bencic (Svi) b. Mria (Ger) 6-4 7-5; Lisicki (Ger) b. Ivanovic (Ser) 7-6 (4) 7-5. In tv Diretta dalle 17: uomini su SkySport2, donne su SuperTennis.

Venus Williams, 34 anni, n. 16 del mondo, ha vinto 3 volte Miami

Tiger, infortuni e crisi di gioco In dubbio pure il Masters 1Il campione di 14 major è al n. 104

e non va sul green dall’inizio dell’anno Federica Cocchi

I

n caduta libera, fuori dai primi 100 al mondo per la prima volta da quando è professionista. Fa impressione vedere Tiger Woods al numero 104 del ranking, lontano dai green, ormai più spesso immortalato come fidanzato di Lindsey Vonn sulle nevi che non come fenomeno del golf moderno. INFORTUNI Tiger, vincitore di 14 Major in carriera, ha passato complessivamente 683 settimane in testa alla classifica mondiale, fino al maggio dello scorso anno quando l’australiano Adam Scott, fresco vincitore del Masters, lo ha spodestato. Da allora Tiger ha iniziato un lento declino, principalmente fisico, con problemi alla schiena che lo hanno anche costretto a operarsi e saltare, lo scorso anno per la prima volta in 20 anni, l’appuntamento con Augusta. Tra ritorni e nuovi ritiri, Woods si è presentato al Phoenix Open a inizio anno e tutti pensavano che per lui sarebbe stata la stagione della riscossa: finalmente operato alla schiena, finalmente in grado di lottare per tornare lassù dove gli compete. Nuovamente pronto a riprendere la rincorsa al record di Jack Nicklaus di 18 Major. E invece Tiger ha segnato il peggior score sul giro in carriera, un 82 imbarazzante che lo ha costretto a un nuovo stop. «Fino a che il mio

golf non sarà tornato presentabile», ha detto il 39enne. PREVISIONI La domanda è: quando tornerà? Quando Woods tornerà «presentabile», quando tornerà in campo, quando tornerà competitivo? Lui stesso ha detto di sperare di giocare il Masters, al via ad Augusta il 9 aprile, ma più passano i giorni più le speranze di vederlo nuovamente lottare per la Giacca verde sembrano affievolirsi. Woods era passato tra i professionisti nel 1996 guadagnandosi subito il titolo di Pga Rookie of The Year. Pochi mesi dopo, ad aprile del 1997, era riuscito a conquistare il Masters per la prima volta. Una manciata di settimane più tardi aveva conquistato la vetta del ranking mondiale: da lì in poi una carriera da fenomeno, fino all’incidente del 2009 e la separazione da Elin Nordegren. Nemmeno lo stop dovuto alla crisi matrimoniale per lo scandalo della sessodipendenza lo aveva fatto precipitare così in basso nelle classifiche. RORY CRESCE Nel frattempo Rory Mcilroy consolida la sua leadership con 73 settimane in testa al ranking e ad Augusta andrà a caccia dello Slam di carriera dopo aver conquistato Us Open, Pga e Open Championship. La stella del 25enne di Holywood, Irlanda del Nord, riuscirà ad oscurare le gesta di Tiger? Difficile prevederlo, nel frattempo anche il videogioco ufficiale del Pga Tour ha cambiato il protagonista in copertina passando da Woods a McIlroy. Game over per Tiger? © RIPRODUZIONE RISERVATA


Ciclismo R Domenica il Giro delle Fiandre

MARTEDÌ 31 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

A TU PER TU CON...

Baldato Bartoli Ballerini Zanini 1º 2º 2º 3º 2º Baldato

Bartoli 4º

Pieri 2º

Bortolami 1º

Tafi 1º

Baldato 4º Bettini 9º

3º Zanette

R. Petito Ballan 5º 5º

Ballan 1º 3º Paolini

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CONTENUTO PREMIUM Vittorie italiane Pozzato 2º

Ballan Pozzato 4º 5º Ballan 12º

3º Ballan

1949 Magni 1950 1951 1967 Zandegù

Oss 12º

98

Pozzato 17º

edizioni

10

1990 Argentin 1994 Bugno 1996 Bartoli

Oss 28º

ITALIA AL FIANDRE COSÌ GLI ULTIMI 20 ANNI

2001 Bortolami 2002 Tafi 2007 Ballan

1995

1996

1997

1998

1999

2000

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

2011

2012

2013

2014

GDS

IN TRIONFO A 38 ANNI ALLA GAND-WEVELGEM: «STARE IN MEZZO AL GRUPPO NON HA SENSO. E DIETRO ALLA BARBA NASCONDO RUGHE ED ETÀ»

Come l’unico? Lei ha appena vinto la Gand! A proposito, dopo il trionfo di domenica le sue ambizioni sono cambiate? «Già dal Fiandre io tornerò nel mio ruolo, quello di favorire Kristoff. Certo che se lui non si dovesse sentire alla perfezione e mi dovesse dare il via libera… ok. Tra l’altro dopo questo successo inaspettato sono molto più sereno. La Gand è la ciliegina sulla torta della mia carriera e mi dà ancora più consapevolezza nei miei mezzi».

Paolini

«MI METTO ALLA FRUSTA PER SENTIRMI ANCORA VIVO» L’INTERVISTA di CLAUDIO GHISALBERTI

A

ggrappati a un giovane di 38 anni. L’Italia ciclistica punta verso la «Settimana Santa», quella con Fiandre (domenica) e Roubaix (il 12), riponendo le speranze in Luca Paolini, trionfatore nel gelo della Gand-Wevelgem. Forse solo il «Gerva» può ridarci quei successi che mancano dal 2007 nella Ronde (Ballan) e addirittura dal 1999 nella Roubaix (Tafi). Paolini, senza Cancellara e Boonen che classiche del Nord saranno? «Ci saranno due o tre squadre che decideranno la corsa: Bmc e Sky. E anche Lotto». Lascia fuori la Etixx-Quick Step? «Loro senza Boonen non hanno un leader e non mi sembrano compatti come gli anni scorsi. Credo che, come nelle ultime corse, andranno all’attacco per poi vedere cosa succede». C’è un corridore che può diventare il faro della corsa? «Tra Harelbeke e Gand, ma anche alla Sanremo, ho visto un grandissimo Thomas. Sono curioso di

vedere cosa farà Wiggins alla Roubaix, ma sarà di sicuro un brutto cliente. So che da mesi si sta preparando e sta mettendo a punto i materiali per essere al top. Anche Cancellara lo considerava il suo rivale numero 1. Poi c’è anche Vanmarcke, che è sempre lì. Infine, penso e glielo auguro, che Sagan una grande classica prima o poi la vinca. Magari che la vinca dopo di noi. Sagan, anche se finora ha vinto poco, è da inizio anno che va forte. E’ un grande talento». Cosa manca a Sagan per la vittoria storica? «Ultimamente si spegne nei finali. Non so se questo è legato a un problema di preparazione, di alimentazione o di caratteristiche personali. Però ha il vantaggio dell’età, più passano gli anni più si diventa resistenti». Dietro Paolini, per fare risultato, in Italia c’è solo Oss. «No, c’è anche Quinziato che fa un lavoro forse poco visibile ma di grandissima utilità per i suoi capitani. Poi c’è Pozzato che sono convinto una zampata possa darla». Paolini vince, il suo grande amico Pozzato stenta. Perché? «In questa stagione era partito con il piede giusto.

Bettini di lei ha detto: «Corridore che sa prendere la decisione giusta in tempo zero». Dote di natura o si può imparare? «E’ una fortuna. Mi vengono facili cose che ad altri magari non vengono neanche in mente. Riesco a essere sempre lucido e questa non è certo una coincidenza». Lei è passato professionista nel 2000. Come è cambiato in questi anni il ciclismo? «Completamente. Ora su 200 corridori al via, 90 sono competitivi. E’ una lotta continua in ogni metro di corsa. Prima, al Fiandre, dopo 150 km di corsa restavano davanti in venti. Ora arrivi sull’ultimo circuito dove ci sono ancora 150 corridori. Il livello è molto più alto, idem lo stress. Anche per questo ci sono più cadute e i big arrivano nei finali più stanchi». Il corridore da cui ha imparato di più? «Stefano Zanini. Mi allenavo con lui perché lo stimavo come persona e come corridore. Lui mi ha insegnato come interpretare, e come sentire mia, la Sanremo. Lui mi ha insegnato come si corre in Belgio, tra Muri e pavé». Chi sono i giovani italiani che le piacciono di più? «Viviani, lo reputo un fuoriclasse. Formolo non l’ho ancora capito perché ci ho corso assieme poche volte ed è molto giovane. Ma mi pare che la stoffa ce l’abbia. Lo scorso anno Colbrelli ha fatto vedere grandi cose, ora le deve confermare. Con Nibali e Aru abbiamo due grandi corridori per le corse a tappe, ora servono quelli per le corse in linea». Barba rossiccia e occhialoni: un marchio di fabbrica inconfondibile. Come è nato il suo look? «Per pigrizia. Nel 2013 ho finito il Giro così stanco che non riuscivo più nemmeno a farmi la barba. Poi ho scoperto che nasconde un po’ di rughe, poi è diventata di moda… ma ora la sto riducendo. Gli occhiali invece, sono il top: riparano da acqua, vento e, quando c’è, il sole alla perfezione». Paolini, a 38 anni dove trova le motivazioni? «È una sfida con me stesso, mi piace mettermi alla frusta per vedere se la testa e il fisico reggono ancora. Stare in mezzo al gruppo tanto per starci non vale niente. E questo vale anche nella vita». © RIPRODUZIONE RISERVATA

LUCA PAOLINI NATO A MILANO IL 17 GENNAIO 1977. ABITA A FALOPPIO (COMO) PRO’ DAL 2000. CORRE PER IL TEAM KATUSHA DAL 2011

Già in evidenza nelle categorie giovanili (nel ‘99, da under 23, ha vinto l’argento ai Mondiali e agli Europei), Paolini ha debuttato tra i pro’ nel 2000 con la Mapei giovani. Ha corso anche per Quick Step, Liquigas, Acqua&Sapone. Prima vittoria il 23 febbraio (2a tappa della Vuelta Argentina), primo successo importante il 4 marzo 2001 (Gp Lugano).

In Qatar e in Oman è andato forte, alla Sanremo è stato sfortunato. Nei giorni scorsi si è beccato un virus intestinale e ha fatto bene a non correre Harelbeke. Queste sono corse che portano il fisico al limite. Siamo appena andati a prendere un caffè assieme e mi sembra sollevato. Resta l’unico che, prima o poi, ci può dare un grande risultato».

Perché ama il Nord? «Perché qui si respira un’aria particolare. Il tifo è amplificato, la gente lungo le strade impazzisce e tu ti senti uno sportivo importante. Il livello di adrenalina qui cresce».

L'IDENTIKIT

Luca Paolini, 38 anni, milanese di Quarto Oggiaro e comasco di adozione: barba e occhiali sono diventati la sua immagine. Domenica alla GandWevelgem il 21° successo FOTO BETTINI

UNA TAPPA AL GIRO In 15 stagioni, prima di questa, ha centrato 20 corse, tra cui l’Het Nieuwsblad e la tappa Sorrento-Marina di Ascea al Giro d’Italia nel 2013, una tappa della Vuelta nel 2006, il Piemonte 2002, la Freccia del Brabante 2004, il Laigueglia e la Placci 2008. ROSA AL DEBUTTO Suo anche il bronzo iridato a Verona 2004 dietro a Freire e Zabel. Al suo primo Giro, due anni fa, ha indossato la maglia rosa per quattro giorni: nessuno al debutto aveva conquistato il primato al Giro a 36 anni. Ha corso 10 Mondiali tra il 2003 e il 2013 (assente solo nel 2007).

LA CAMPAGNA DEL NORD

Oggi in gara a De Panne con 13 Muri ● A meno di 48 ore dal trionfo alla Gand-Wevelgem, Luca Paolini torna in gara oggi nella Tre Giorni di La Panne, tradizionale avvicinamento al Giro delle Fiandre di domenica. Oggi la prima tappa De PanneZottegem, 201 km, con 13 Muri del Fiandre (diretta Eurosport dalle 14.45), domani quello di Koksijde e giovedì le due semitappe (in linea e a crono) a De Panne. I nomi pesanti sono quelli di Bradley Wiggins (che guarda soprattutto alla Roubaix di domenica 12), Alexander Kristoff e André Greipel. Nutrita come sempre la presenza degli italiani: da Pozzato a Viviani, da Cimolai a Modolo (che lo scorso anno centrò due tappe), da Gatto a Colbrelli, proseguendo con Battaglin, Guardini, Ferrari, Chicchi, Guarnieri, Finetto, Francesco Gavazzi, Sabatini e il giovane Mareczko. Oltre alla Lampre-Merida, saranno al via quattro formazioni italiane Professional: Androni, Bardiani-Csf, Southeast e Nippo-Vini Fantini.


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Basket R Serie A: un posticipo speciale

A sinistra, Valerio Amoroso, 34 anni, avversario diretto di Metta, in difesa: ha preso 11 rimbalzi. Sopra: World Peace si riscalda prima della gara CIAM-CAST

Metta si diverte, Pistoia vince 1 Il neo canturino: «Mi piace il vostro basket, migliorerò e saranno guai per tutti» PISTOIA

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Massimo Oriani INVIATO A PISTOIA

CANTU’

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DTS (19-15, 38-38; 57-52, 78-78) GIORGIO TESI GROUP PISTOIA: Hall 13 (4/10, 1/2), Filloy 19 (3/8, 3/6), Brown 11 (2/10, 0/2), Amoroso 4 (1/1, 0/4), Easley 14 (6/8); Milbourne (0/2), CJ Williams 25 (6/14, 3/6), Magro 2 (1/2), D. Moretti (0/1 da 3). N.e.: Mastellari. All.: P. Moretti. ACQUA VITASNELLA CANTU’: Johnson Odom 21 (5/8, 3/5), Gentile 14 (2/4, 3/4), Jones 4 (2/3, 0/1), Buva (0/4), Shermadini 8 (2/4); Abass 2 (0/2 da 3), World Peace 16 (1/6, 2/8), Feldeine 13 (3/6, 1/4), E. Williams 9 (4/6). N.e.: Laganà, Bloise, Maspero. All.: Sacripanti. ARBITRI: Paternicò, Sabetta, Calbucci. NOTE - T.l. Pis 21/26, Can 22/29. Rimb.: Pis 43 (Amoroso 11), Can 43 (World Peace 8). Ass.: Pis 18 (Hall 9), Can 12 (Feldeine, Abass, World Peace 3). Tecn.: World Peace, Milbourne 8’27” (16-10). Usc. 5 f.: Milbourne 28’41” (5449), Filloy (83-83) 34’00”, E. Williams 34’48” (87-83). Progr.: 5’ 9-6, 15’ 30-25, 25’ 49-42, 35’ 6961.

S

ono le 18.20, la silouette dell’autobus della Pallacanestro Cantù si materializza all’orizzonte dell’interminabile viale Fermi. Svolta a destra, retro e ingresso nel parcheggio del PalaCarrara. Cuffie in testa, i giocatori sfilano verso l’uscita. Uno si attarda, perché sta ancora scattando foto col suo smart phone. Metta World Peace alla scoperta del nuovo mondo, l’Italia che sognava da quando ci è venuto per la prima volta a 17 anni per un torneo estivo con St.John’s. ISTANTANEA Ci sono una quindicina di tifosi pistoiesi che si accalcano ai cancelli per strappare un’istantanea della prima in serie A dell’ex star Nba. Lui saluta col solito sorriso che predispone alla simpatia. Quanto è lontano Metta World Peace da Ron Artest. Oggi è un tranquillo 35enne domiciliato a Cucciago, in un appartamento accanto a quello di Johnson-Odom, ma, cosa ben più importante per lui, sopra un negozio di alimenti bio. Il Panda infatti ha

LE CIFRE DI METTA

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I punti realizzati in 23’ Tiri liberi: 8/8 Rimbalzi: 8 Assist: 3 Palle perse: 3

Metta, nato 35 anni fa Ron Artest CIA

una cura quasi maniacale del suo corpo e anche in trasferta viaggia con la scorta di cibo che si fa poi cucinare, preferibilmente spinaci. Appena mette il naso sul parquet viene subissato di fischi. Ci sta, stasera è l’avversario da battere. Splendida

la coreografia della curva che saluta la Giorgio Tesi. Un po’ meno bello invece lo striscione «Un panda in mezzo ai maiali». PANCHINA Alla palla a due Metta è in panchina, non ha più di una quindicina di minuti nelle gambe, così almeno si pensava. Osserva, si disseta, fa stretching, confabula con Feldeine, dà indicazioni. All’ennesimo pasticcio dell’attacco canturino, Sacripanti lo butta nella mischia, a 5’08” dalla fine del 1° periodo, al posto di Buva. I primi punti della sua carriera italiana arrivano dalla lunetta con 48” da giocare nella prima frazione, il primo canestro a 4’30” dalla pausa. Il suo apporto cresce col passare dei minuti, sino alla rubata su Amoroso che innesca la rimonta portando all’overtime. Dove è ancora lui a firmare il sorpasso con una tripla. E se Gentile non rimettesse la palla decisiva sui suoi piedi, chiuderebbe trionfalmente la prima italiana. «Mi sono divertito — spiega — Mi piace molto il concetto di basket di squadra che c’è in Italia, nella Nba, a parte gli Spurs, si gioca solo in isolamento. Abbiamo fatto un gran lavoro a ri-

montare, peccato per quel fallo sul tiro da tre. Ma adoro la mia squadra, è fantastica. Era la prima volta che ci trovavamo sul campo insieme, ieri è stata la prima notte che sono riuscito a dormire. Coach ha fatto un gran lavoro, devo solo adattarmi alle regole, soprattutto le infrazioni di passi... Migliorerò e allora saranno guai per tutti». INTENSITA’ «Sono soddisfatto del suo rendimento – dice Sacripanti – Ha giocato con intensità, intelligenza, mettendo la palla dove andava messa, magari prendendo qualche tiro di troppo ma è nell’indole del campione. Una considerazione a parte su Buva, che veniva da 3 gare dominate e ha fatto tanta fatica: spero che l’arrivo di Metta non gli abbia messo pressione addosso. Deve essere un valore aggiunto, non coprire quello degli altri». Su questo tema s’innesta Moretti: «E’ stato decisivo, solido, non è un mangiapalloni. Il rischio è che alla fine i conti non tornino con gente che dovrà fare più panchina. Ma è uno che alle nostre latitudini può ancora dire la sua». Siamo solo all’inizio. © RIPRODUZIONE RISERVATA

LA GUIDA Sabato tutta la A C’è World Peace su GazzettaTv Il campionato torna sabato con la decima giornata (alle 20.30, meno Reggio Emilia-Venezia alle 18.30 e Caserta-Milano lunedì). La diretta di Gazzetta Tv è Cantù-Capo d’Orlando con Metta World Peace. CLASSIFICA: Milano* punti 42; Venezia 36; Sassari, Reggio Emilia 34; Trento, Brindisi 28; Pistoia, Bologna (pen.-2) 22; Roma, Cremona, Cantù* 20; Avellino 18; Capo d’Orlando e Varese 16; Pesaro 14; Caserta (pen. -1) 9. * una gara in meno ● SINDONI RECORD Il presidente di Capo d’Orlando, Sindoni, già inibito fino al primo maggio, è stato nuovamente punito fino al 30 agosto perché: «pur non essendo autorizzato, si recava prima nell’area antistante il tunnel degli spogliatoi e poi si posizionava dietro la panchina della squadra di casa, rivolgendo frasi offensive reiteratamente e platealmente nei confronti degli arbitri». Multa salata a Milano per uno striscione e le offese a Logan e inibizione a Portaluppi per 7 giorni. ● EUROAVVERSARIA L’Efes Istanbul, avversario di Milano venerdì in Eurolega, domenica ha battuto il Banvit 89-83 con 27 punti di Krstic. E’ secondo in classifica.

fLA PARTITA

Easley, tap-in decisivo Moretti: «Altro miracolo» Vincenzo Di Schiavi INVIATO A PISTOIA

Un tap-in di Easley, a meno di un secondo dalla fine, è cibo avvelenato per il Panda e i suoi fratelli. Esulta Pistoia, che prima la butta via e poi la riprende negli ultimi 15 secondi del supplementare quando, come spiega Sacripanti: «Abbiamo commesso tre grossi errori: il fallo sul loro tiro da 3, la rimessa sbagliata su Metta e il rimbalzo vincente concesso a Easley». PANDA Il Panda, come recita il nome Panda’s Friend proposto anche in sede ufficiale sulla

maglietta di gioco, non ci ha deluso e, forse, noi non abbiamo deluso lui, offrendogli, per la prima in Italia, una partita di stordente intensità in un catino che ha dato il meglio di sé: calore e colore, derubricando ogni becerume. E, ora, col 2-0 in tasca nello scontro diretto con Cantù e l’aggancio a Bologna al settimo posto, la Giorgio Tesi Group prova a bissare un fantastico bis playoff: «Non abbiamo la cilindrata delle concorrenti, ma visto che siamo lì ci proveremo — dice uno stravolto Moretti —. L’obiettivo è alla nostra portata ma non è obbligato, quindi non ci deve mettere pressione. In una gara d’intensità straordinaria, fatta

di giocate belle e pazze, abbiamo compiuto l’ennesimo miracolo, senza Cinciarini, con Milbourne su una gamba sola e le rotazioni degli esterni ridotte all’osso. I nostri play, Filloy e Hall, infatti hanno giocato 40 minuti». Da grandi protagonisti peraltro. PRIMA PUNTA L’americano (9 assist) ha diretto senza sbavature, Ariel si dimostrato una splendida prima punta insieme a CJ Wallace. E poi Easley, spietato nel punire, nel modo più atroce, la mediocre gara dei lunghi canturini. Ad eccezione di Metta: 16 punti, 8 rimbalzi e 3 assist in 23’, pur andando a scarto ridotto e senza capire

granché dei giochi offensivi della sua squadra. Va inserito. E in fretta. Le sgroppate di Brown e i canestri di un Filloy sorprendono Cantù impegnata a trovare un equilibrio che, con Gentile e Johnson-Odom a centrocampo, non si vede. Ne approfitta il piccolo Hall, padrone della gara sin dai primi minuti. In cui c’è la prima storica uscita di Metta nel nostro campionato: canestro, tre rimbalzi, un assist e subito un tecnico (il Panda perde il pelo ma non il vizio), le tante palle perse di Cantù (6) e una Pistoia che, se avesse la manina più ferma (15/38 dopo 20’), potrebbe sgasare in fretta. Invece il +6 (31-25), firmato da un Hall poderoso (8 punti, 4 assist e 5 rimbalzi) viene smorzato dalla rinascita degli esterni canturini, Johnson-Odom, Gentile e Feldeine, che annullano il gap sotto canestro dove Easley e le penetrazioni di Wallace mandano in tilt Buva e pure la coppia Shermadini-Williams, protagonista di un buon impatto. Il

vuoto in area canturina lo occupa tutto il pivot ex Sassari che porta Pistoia di nuovo davanti (46-40). TRE FALLI Il Panda ha 3 falli e così Sacripanti prova Abass da «quattro» al posto del tragico Buva, ma non va. E’ quindi una tripla di Metta a dissetare l’Acqua Vistanella, prima che i toscani mettano la mani sul match. Perchè su CJ Williams non ci sono antidoti: la guardia pistoiese, che veniva da 7 gare col 23% al tiro, è una furia: conclude una striscia di 13 punti in 14 minuti per il +12 (73-61). Pistoia, a questo punto, fa un errore: pensa di avere già vinto. Non è così. Johnson-Odom cuce 9 punti in un amen, Feldeine e una tripla di Stefano Gentile impattano l’83 pari. Nei 4 minuti e mezzo del supplementare Cantù si costruisce un +4 (83-87) che pare una sentenza. Prima che il colpo di biliardo di Easley, in un incredibile finale, sparigli nuovamente tutto. Tony Easley, 27: il tap-in decisivo CIAM

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Pallavolo R Superlega

MILANO PRIMA IN CLASSIFICA

8 Dominio L’avversaria dell’EA7? L’EA7 Milano, in casa, è stata avanti 40’, fino al +23, con Venezia e il +30 con Sassari e ha battuto di 50 punti Reggio Emilia. Ormai è prima irraggiungibile. Come si dice in questi casi? L’avversaria dell’EA7 è l’EA7. Se congela fino alle fine le conflittualità interne e gioca, vince facile e dà spettacolo. Ha già buttato una coppa e al 90% l’Eurolega per queste cose...

1Il capitano di Macerata reduce da 10 vittorie di

fila diventerà presto papà: «Un bis per mia figlia» Mauro Giustozzi MACERATA

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● VITTORIE 21 ● SCONFITTE 2 ● VITTORIE CONSECUTIVE 18

AVELLINO

PUNTI CATTIVI

ALLENATORI

LA SCOSSA DI FRATES

DYSON E HAZELL

LUOGHI COMUNI

Premesso che Frates è un ottimo allenatore, come lo è anche Vitucci, è la «scossa» del cambio di tecnico che ha prodotto la seconda partita per punti segnati, valutazione, tiri liberi tentati, assist di Avellino? O sono i giocatori, foto Hanga, che hanno sempre il destino del club in mano?

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5

Ci sono buoni punti e cattivi punti, punti che fanno vincere e punti che servono solo alle statistiche. Jerome Dyson, nella foto, e Jeremy Hazell hanno segnato 27 punti a testa: il primo ne ha fatti 18 ma quando Sassari era già sotto di 30, il secondo 15 a gara finita. Troppo tardi.

A chi dobbiamo chiedere per proibire agli allenatori di dire a ogni vigilia di partita cose tipo: «dobbiamo fare la partita perfetta», «dare il 110%», «d’ora in poi sono tutte finali», «bisogna andare oltre i limiti»? Poi ci accusano di vivere di nostalgia di Peterson e Bianchini... (nella foto)

VENEZIA

BOLOGNA

REGGIO EMILIA

RESS E’ UN ESEMPIO

IMBORGHESITA?

POLONARA N.1

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«Dovrebbero tutti imparare da Ress» dice Carlo Recalcati dopo la facile vittoria di Pesaro. Con 5 stoppate ha eguagliato il massimo in carriera: stoppare significa non dar per scontato un canestro degli avversari fino all’ultimo attimo. Dovrebbero farlo i ragazzini.

5

Strano, vero, ma non è colpa della Virtus Bologna, succede da sempre così. Appena un club fa una cosa da grande club, comincia a confermare i giocatori per la stagione successiva (foto: Ray), perde. Sfiga o rilassamento? E’ per questo che le società che non pagano, prosperano?

7.5

A Capo d’Orlando, Achille Polonara realizza il massimo in carriera a rimbalzo (16). Per le cifre, non è soltanto il miglior italiano del campionato ma il miglior giocatore in assoluto. Le statistiche (vedi sopra) non sono tutto, ma sulla quantità nessuno è meglio di lui.

NBA

Ora gli Spurs fanno paura Datome, volata playoff S an Antonio sta entrando in forma playoff. Maltratta Memphis, al terzo k.o. consecutivo, che viene sorpassata da Houston al secondo posto dell’Ovest, conquistando la tredicesima vittoria nelle ultime 16 partite. Soprattutto ritrova completamente la magia dell’Mvp delle ultime finali, Kawhi Leonard, che ha realizzato 15 punti consecutivi (25 punti e 10 rimbalzi alla fine) all’inizio dell’ultimo quarto. «Quello che Kawhi ha fatto oggi è stato incredibile e divertente da vedere» ha commentato Manu Ginobili. «Noi siamo andati da lui, e lui è andato da se stesso» ha commentato coach Pop. Nella stagione più difficile, come lo sono quelle dopo un titolo vinto, San Antonio, nelle

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Sfida Podrascanin «Un altro scudetto da regalare a Mila»

BRAVI&CATTIVI di LUCA CHIABOTTI

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ultime tre gare, ha steso Memphis, Dallas e Oklahoma City. E’ solo sesta ma a tre vittorie di distacco dalle seconde ma mancano solo 9 partite. Ma, classifica a parte, sembrano i campioni la seconda forza a Ovest. Belinelli ha segnato 7 punti, ma è rimasto in campo solo 13’45”. E’ da novembre che non giocava così poco: nelle ultime 4 gare (6 punti di media) è sempre rimasto in campo meno di 20’.

ENERGIA Per la seconda volta, invece, Gigi Datome energizza i Celtics ma troppo tardi per riaprire la partita persa contro i Clippers. L’azzurro ha segnato 12 punti tutti nell’ultimo periodo riportando Boston a -11 ( e costringendo Rivers a rimettere i titolari negli ultimi 4’). Con

32 vinte e 41 perse, i Celtics ora sono noni a Est, con lo stesso bilancio di Indiana, in una volatona praticamente alla pari con Brooklyn (32-40), che hanno una serie aperta di tre vittorie, e Charlotte (31-41) per l’ultimo posto disponibile per i playoff. Dwyane Wade segna 40 punti, 19 nell’ultimo quarto, nel successo degli heat contro Detroit il giorno dopo essersi fatto togliere del liquido dal ginocchio sinistro. I campioni sono immortali... ● RISULTATI: Washington-Houston 91-99; Brooklyn-LA Lakers 107-99; New Orleans -Minnesota 110-88; Cleveland -Philadelphia 87-86; Boston -LA Clippers 106-119; Miami -Detroit 109-102; San Antonio-Memphis 103-89; IndianaDallas 104-99; Phoenix-Oklahoma City 97-109.

a 7 anni in Italia, da questa stagione capitano di una Lube che ha cucito sul petto il tricolore e che vuole bissare il successo di un anno fa. Marko Podrascanin ha un motivo in più per sollevare almeno un trofeo in questa stagione: regalare alla figlia in arrivo la medaglia di campione d’Italia. Podrascanin, l’anno scorso festa scudetto con il matrimonio: quest’anno il bis con la nascita della sua primogenita? «Nascerà a Novi Sad entro l’11 maggio, quando si gi oca la 3a gara di finale scudetto. L’anno scorso regalai alla mia futura sposa, Milena, la medaglia da campione d’Italia. Chissà che quest’anno non possa fare il bis per mia figlia. Si chiamerà Mila. Quando lo abbiamo scelto non sapevamo che era lo stesso di una famosa serie di cartoons (Mila e Shiro, ndr) giapponesi sulla pallavolo. Gli abbiamo già preparato tutto il corredo nella casa italiana per accoglierla. Mi piacerebbe allungare la mia permanenza alla Lube il più possibile, so che qui posso inseguire grandi traguardi». Macerata viene da dieci vittorie consecutive in Superlega ed ha ricominciato a giocare ad alto livello dopo le delusioni di coppa Italia e Champions League. «Direi che, in generale, abbiamo giocato bene in tutto il campionato. Tre delle 4 sconfitte che abbiamo incassato sono giunte subito dopo le trasferte di Champions League in Turchia e Russia soprattutto. Una volta che siamo usciti dall’Europa ci siamo allenati con più continuità concentrandoci sull’ultimo obiettivo rimasto ed i risultati si sono visti«. Questa stagione somiglia moltissimo a quella che Macerata ha disputato lo scorso anno. «In effetti ci sono molte similitudini. Anche allora fummo eliminati prima dalla Champions e poi nella semifinale di coppa Italia. Un po’ come è accaduto quest’anno. Però, secondo me, visto il livello della gara tra Modena e Trento, in finale di coppa Italia ci saremmo potuti stare bene anche noi. Così come in Champions, dove il Belchatow ha indovinato due gare molto buone. La somiglianza maggiore sta nel livello di gioco alto che stiamo esprimendo oggi come allora. Anche se le 10 vittorie di seguito al momento ci hanno lasciato al 3° posto: segno di un campionato più impegnativo, dove è complicato recuperare quando hai davanti Trento e Modena». Da Baranowicz a Monopoli per arrivare a Ricardo cui la Lube affida le chiavi della squadra. «Ricardinho lo conosciamo tutti: è bastato farci assieme due allenamenti per capire come sia divenuto il grande giocatore che è. Ha enorme esperienza, ha trovato subito il feeling con gli attaccanti, con noi centrali. Senza dimenticare Baranowicz che ha avuto tanta sfortuna e Monopoli su cui possiamo sempre

«MODENA È IN UN BUON MOMENTO MA NON CI DOBBIAMO PREOCCUPARE» contare. Ricardo ha una palla velocissima: ha iniziato più lentamente ma stiamo per arrivare al massimo della sua velocità di gioco». Marko Podrascanin si sta confermando quasi insuperabile a muro: un incubo per gli avversari. «Per un centrale è normale murare. Col passare degli anni ho maturato esperienza, conosco palleggiatori ed avversari. Li studio costantemente e li conosco sempre meglio e cerco di anticipare le loro giocate. Spesso mi riesce». Domenica vi attende a Modena una gara spareggio di grande importanza. «Non tanto per centrare l’11a vittoria consecutiva, ma perché è importante il 2° posto che ti consente in un’eventuale semifinale di avere due gare su tre in casa. Sia noi che Modena siamo in un buon momento. Ma io preferisco guardare dentro Macerata e dico che non dobbiamo preoccuparci di chi c’è dall’altra parte della rete. Trento e Modena sono forti, ma i primi avversari della Lube siamo noi stessi». © RIPRODUZIONE RISERVATA

TACCUINO Djuric torna a Trento per i playoff Perugia, Anderson esordisce a Molfetta (ni.ba. - an.me.) È stato ormai definito il ritorno di Mitar Djuric alla Energy T.I. Diatec Trentino, dove giocò dal 2011 al 2013. L’opposto-centrale greco ha terminato uscendo in semifinale la sua esperienza nel campionato coreano e raggiungerà ufficialmente Trento nei prossimi giorni per disputare i playoff con la squadra trentina. Domani sera Matthew Anderson (28 anni, ex Modena) arriverà in Italia e giovedì sosterrà un doppio allenamento a Perugia insieme ai nuovi compagni della Sir Safety. Lo schiacciatore statunitense, in arrivo da Berlino, dove ha conquistato la

Champions League con la squadra russa dello Zenit Kazan. Dovrebbe esordire già domenica nell’ultima giornata di regular season che vede gli umbri impegnati a Molfetta. RIFORMA SERIE B (ni.ba.) Una A-3 nazionale a girone unico con almeno 12 squadre e la possibilità di tesserare uno straniero: questa la proposta della Federvolley di riforma della B-1 sottoposta alla Lega Pallavolo serie A. Mentre la B-2 si dovrebbe chiamare solamente serie B strutturata con almeno una decina di gironi. TROFEO GAZZETTA Uomini 98: Atanasijevic, 86: Lanza, 75: Bruno, 71: Kaziyski, Petric, 69: Bruno, Starovic, 66: Cebulj, 63: Urnaut, 61:

Sabbi, 60: Nemec, 59: Sander, Kurek, 58: Ngapeth, 57: Padura Diaz, Fromm, Anzani, 55: De Cecco, Giannotti, 53: Zlatanov, 52: Sottile, 47: DeRoo 46: Zingel, Parodi, 45: Stankovic, Podrascanin, 43: Sket, 42: Botto, 41: Gasparini, 40: Renan, Hierrezuelo, Bencz, Solè,Van de Voorde, 38: Torres,Verhees, 37: Poey, Randazzo, AZZURRINE PRIMO K.O. (a.a.) L’Italia subisce la prima sconfitta all’Europeo Under 18. La formazione di Marco Mencarelli si è arresa alla Russia solo al tiebreak (25-17, 21-25, 25-21, 20-25, 10-15). Non sono bastati i 22 punti di Vittoria Piani miglior marcatore. Dopo la pausa si riprende domani con la Serbia che guida il girone alle 14.30. Classifica: Serbia 9; Italia 7; Russia 5; Germania 3; Grecia, Slovenia 0.


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Pallanuoto R La nobile decaduta

MARTEDÌ 31 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

NOVE SCUDETTI CIRCOLO FONDATO 111 ANNI FA ● Il lancio della sezione pallanuoto al circolo Rari Nantes si deve a Pino Valle, autentico pioniere che si era trasferito da Genova a Firenze. Vinse i primi cinque scudetti del club biancorosso, nel ‘33, ‘34, ‘36, ‘37’ e ‘38. Conquistò poi l’oro sulla panchina della Nazionale negli Europei 1947 e all’Olimpiade 1948. Gli altri tricolori della Florentia sono arrivati nel ‘40, ‘48, ‘76 e ‘80. In bacheca anche una Coppa Italia nel ‘76 e la Coppa delle Coppe nel 2001.

EQUITAZIONE

Il presidente è Orlandi: «Felice come ai Giochi»

La prima immagine della sede del circolo, inaugurato il 12 giugno 1904 RARINANTESFLORENTIA

L’ultimo scudetto risale al 1980: la stella era Gianni De Magistris, nato il 3 dicembre 1950 OLYMPIA

Con Stefano Tempesti in porta arriva l’unico successo europeo: la Coppa Coppe 2001 BORSARELLI

L’allenatore attuale, Riccardo Vannini: classe 1970, è stato pure il capitano RARINANTESFLORENTIA

Florentia, canzone triste E’ la prima retrocessione

1Esordì nel ‘29 ed è l’unico club ad aver sempre giocato nel massimo campionato Il capitano Coppoli: «Speravo nel miracolo». De Magistris: «Qui c’è solo il calcio»

Franco Carrella

Francesco Coppoli, 25 anni, difensore azzurro FOTOGRAMMA

Q

uelle T-shirt celebrative di inizio stagione, per i 110 anni di storia, non hanno portato fortuna. E anche Matteo Renzi, tifoso illustre, ha dovuto ingoiare un boccone amaro. La Florentia è andata incontro alla discesa annunciata, infrangendo l’incantesimo: unico club capace di militare sempre nel massimo campionato, fin qui se l’era cavata grazie alle arti diplomatiche. Come nel ’57, quando il presidente Fiordelli convinse la Federazione ad abolire le retrocessioni, o come nell’85, quando allo spareggio perso con la Pro Recco seguì l’allargamento del torneo a 12 squadre. La Rari Nantes era andata vicina all’A-2 anche nel ’65, quando a Milano si chiuse vittoriosamente (4-3) un turbolento spareggio col Civitavecchia e un giudice di porta fu buttato in acqua. Adesso, la triste realtà. «Era un epilogo quasi segnato, ma l’incazzatura non la nascondo. Non ho mai smesso di sognare la salvezza» racconta il capitano Francesco Coppoli, uno degli azzurri che oggi a Siracusa sfiderà la Turchia nella 9a giornata di World League. Strano destino, il suo. In estate aveva riscattato il cartellino e gli erano arrivate diverse offerte, ma il venticinquenne difensore ha preferito restare. «Non avrei potuto abbandonare una barca in difficoltà, anche per rispetto del tecnico Vannini. Difficile fare di più con un budget limitato, i rimpianti sono essenzialmente legati al ritardato arrivo degli stranieri». Ossia i cinesi Tan Feihu e Liang Nianxiang, in squadra soltanto da novembre. AMARCORD La Florentia (prima partita datata 15 agosto 1929, 1-1 con la Rari Nantes Milano) ha inseguito a lungo il titolo della stella dopo gli scudetti vinti nel ’33, ’34, ’36, ’37, ’38, ’40, ’48, ’76 e ’80, e aver applaudito campioni come Gianni De Magistris e i Pandolfini, Majoni e Zabberoni, Bardi e Lonzi, Costoli e Spinelli. Protagonista di alterne fortune negli ultimi decenni, ha dovuto far fronte nel 2013 alla momentanea chiusura della sede storica sul lungarno (per la messa in sicurezza idrogeologica dell’area), che secondo il presidente Andrea Pieri è stata la mazzata fatale («Abbiamo dovuto sospendere i corsi di nuoto e abbiamo perso il 70% dei

LE TRE SQUADRE SEMPRE IN A

● Inter (calcio) Nata nel 1908 da una scissione dal Milan, l’Inter è sempre stata in A vincendo 18 scudetti OLYMPIA

WORLD LEAGUE A Siracusa e in tv oggi il Settebello con la Turchia Sandro Campagna gioca in casa a Siracusa, alla guida del Settebello che nella 9a giornata di World League ospita la Turchia, battuta nettamente nella gara di Istanbul il 17 febbraio (16-3). «Ogni volta che torno qui, affiorano i ricordi della mia gioventù. Non vogliamo soltanto vincere, ma anche divertire. Sarà inevitabilmente l’occasione per mettere alla prova alcuni giocatori che vengono impiegati meno» dice l’allenatore siciliano, che si augura il rilancio in grande stile della Cittadella dello Sport. Ritorno alle origini anche per il mancino Gallo, cresciuto nell’Ortigia. Si gioca alle 18 con diretta su RaiSport 2. L’altra sfida del girone C è Francia-Montenegro, riposa la Croazia che nello scorso turno ha conquistato l’aritmetica certezza della qualificazione alle finali. La classifica Croazia 21 (giocate 7); Italia 14 (6); Montenegro 7 (6); Turchia (6) e Francia (7) 3 p. La formula Alla Final Eight di Bergamo, in programma dal 23 al 28 giugno, si qualifica la prima di ogni gruppo europeo oltre all’Italia (qualificata di diritto come Paese ospitante) e alle quattro provenienti dagli altri continenti. Gli azzurri Il c.t. ha convocato 14 giocatori: la novità è Paolo Oliva che si sta distinguendo tra i pali del Como. Gli altri convocati sono Del Lungo, Bruni, N.Presciutti, Velotto, Damonte, Gallo, Renzuto, S.Luongo, Busilacchi, C.Mirarchi, F.Di Fulvio, A.Fondelli e Coppoli.

soci, siamo ripartiti pratica- a Berlino. Campione anche di mente da zero puntando sui schiettezza, fa un’analisi a largiovani, con pochi sponsor»). I go raggio: «Qui non si tratta sotalenti locali si sono fatti onore lo di commentare la retroces(Mugelli, Panerai, Dani, Bran- sione della Florentia, perché le catello), ma in campionato so- difficoltà investono tantissimi no stati messi assieme appena club. Non dimentichiamo che quattro punti, quando manca- alcune squadre storiche non no due giornate alla fine (l’al- sono in A-1 da tempo: Camogli, tra retrocessa è la Roma Vis No- Pescara, Rari Nantes Napoli... va). «Per me, un’amarezza dop- Attecchire nelle grandi città, pia, considerando che sono cre- per la pallanuoto, è stato semsciuto in questo vivaio» osserva pre difficile, ed è sintomatico Coppoli, fiorentino del quartie- che anche in campo femminile re Statuto, laureato in Ingegne- a retrocedere siano Roma e Firia. La sua consorenze. Che dire lazione, adesso, della mia città? IERI E OGGI si chiama SetteQuando mi sono bello. Con la spe- La squadra si salvò messo alla guida ranza di prender della Fiorentina nel ‘57 e nell’85 parte a un grandonne vincendo grazie alla riforma de evento, oltre scudetto, Coppa alla World Lea- del torneo Campioni e Sugue. percoppa, speravo che dalle istiA due giornate IL MITO Dici Flotuzioni ci fosse rentia e pensi a dal termine, ha più riconoscenDe Magistris che conquistato appena za, invece... La di questo club quattro punti verità è che qui il glorioso è stato calcio fagocita giocatore e allenatore. Ha con- tutto, e per le altre discipline è quistato gli scudetti ‘76 e ‘80 ed una battaglia quotidiana». è stato per 15 volte capocanno- Quanto alla Florentia, secondo niere del campionato, dal ‘69 al De Magistris questa retroces‘73 e dal ‘75 all’84 (nel ‘74 si ac- sione non è il peggiore dei macontentò di vincere la classifica li: «L’A-2 avrà meno costi e i giomarcatori della serie B con le vani potranno crescere». Ma il Fiamme Oro, quand’era milita- circolo biancorosso ha chiesto re, portando la squadra alla aiuto a De Magistris? «No. Non promozione). È stato anche sono mai stato coinvolto, e io di una colonna della Nazionale certo non vado lì a propormi. partecipando a cinque Olimpi- Sono socio benemerito e potrei adi (Messico ‘68, Monaco ‘72, usufruire della sede, ma non ci Montreal ‘76 con l’argento, Mo- penso proprio. E non vado nesca ‘80, Los Angeles ‘84) e anche a vedere le partite». © RIPRODUZIONE RISERVATA trionfando nei Mondiali del ‘78

Vittorio Orlandi, 76 anni, esulta dopo l'elezione GRASSO

Roberto Parretta ROMA

È

Vittorio Orlandi, 76 anni, uno degli ultimi medagliati olimpici italiani nel salto ostacoli (bronzo a squadre con i fratelli D'Inzeo e Graziano Mancinelli a Monaco 1972) il nuovo presidente della Fise. EXPLOIT Nell'assemblea tenuta ieri a Ostia, con la quale si sono conclusi i 20 mesi di commissariamento di Gianfranco Ravà, Orlandi ha ottenuto 3.515 voti alla prima chiamata, battendo nettamente Marco Di Paola (2.433), Alessandro Galeazzi (262) e Massimo Arcioni (48). «Adesso votate in toto il mio consiglio», ha chiesto Orlandi alla platea subito dopo la proclamazione. «Felice come alle Olimpiadi. Ho 15 mesi e mezzo di lavoro davanti e non ho tempo per gestire i conflitti: i comitati regionali devono lavorare in linea col programma. Nella mia squadra ci sono solo professionalità eccellenti». Fra questi il neo consigliere Claudio Toti, presidente della Virtus Basket Roma. D'INZEO Inevitabile il ricordo dei fratelli D'Inzeo, compagni d'avventura: «Cosa mi direbbero ora? "Sei giovane, datti da fare". Subito un incontro col commissario Ravà per conoscere le criticità, poi al lavoro». Ravà riconsegna una federazione che ha invertito la rotta in termini di bilanci: attivo nel 2014 e nel 2013, per un recupero del passivo di 1.304.565 euro, passando dagli 8.920136 di deficit del 2012 a 7.615.571. © RIPRODUZIONE RISERVATA

● Modena (pallavolo) Pur con club diversi, dal 1949 la pallavolo a Modena è stata in massima serie, vincendo 11 titoli

● Nettuno (Baseball) Nato nel 1945, è sempre stato in serie A, vincendo 17 scudetti (nella foto, il Simmenthal 1965)

IPPICA: DOMENICA

Mirafiori a Torino Andreghetti lascia Mack Grace Sm ● Domenica a Torino bella edizione del GP Mirafiori (m 1600) con un valzer di guide. Andreghetti dopo tanti successi lascia Mack Grace Sm (che farà coppia con Roberto Vecchione) per andare su Oropuro Bar, allenato da Rantanen con cui ha un contratto. Bellei invece sale su Re Italiano Ur e non su Pascià Lest che avrà in sulky Andrea Guzzinati. ● HAMDAN BENEFICO Hamdan Al Maktoum, proprietario di Prince Bishop, ha donato i 6 milioni di dollari del primo premio della Dubai Cup a un centro che si occupa di assistenza ai disabili.


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TUTTENOTIZIE

1ALPINISMO: MEROI TORNERA’ IN NEPAL (a.fr.) L’Aidp Udine ha premiato l’alpinista Nives Meroi e il marito Romano Benet, suo compagno anche di cordata, che ha affrontato per due volte il trapianto di midollo. I due torneranno in Nepal per una delle due cime da loro inesplorate, Makalu o Annapurna.

Punto secondo: andrà in Brasile solo chi è da primi 16, piazzamento che sui 50 km. può collocarsi sui 3h52’-3h53’ (il minimo Iaaf sarà sicuramente meno severo). Se ci si trovasse con solo due delle tre caselle occupate, la scadenza temporale diventerebbe quella fissata dalla Iaaf, l’11 luglio 2016 (qui Schwazer rientrerebbe in gioco). Punto terzo: non varrà il singolo risultato ma il «percorso» più lineare della qualificazione (questo passaggio, invece, penalizza Schwazer). Marco De Luca è già «preselezionato» per Rio. Matteo Giupponi è virtualmente dentro dopo il 3h49’52” di dieci giorni fa, a Dudince. Alle loro spalle c’è Federico Tontodonati, campione italiano in 3h55’09”, in gara a Murcia, il 17 maggio, in coppa Europa.

ATLETICA: L’OLIMPIONICO SQUALIFICATO

Sorpresa Donati Accetta di allenare Schwazer: per Rio? 1Il tecnico simbolo dell’antidoping ha detto sì

Super controlli e tentativo di qualificarsi ai Giochi Valerio Piccioni

P

ure la sua manager, Giulia Mancini, non ha paura di usare la metafora: «Abbiamo messo insieme il diavolo con l’acqua santa». Dove il «diavolo» è Alex Schwazer, l’olimpionico di Pechino caduto nella rete dell’antidoping prima di Londra e tuttora squalificato, e l’«acqua santa» Sandro Donati, il tecnico delle mille battaglie antidoping. Ieri, infatti, l’incontro impossibile è diventato realtà. Donati sarà supportato da un tecnico del settore della marcia. Nell’ambito di un «progetto innovativo», dice ancora la manager. Che non riguarda solo la collaborazione tecnica, ma anche le forme di controllo pri-

ma e dopo il ritorno alle gare. Il tutto con l’aiuto dell’associazione Libera di Don Ciotti. Della vicenda sono ora al corrente anche Fidal e Coni. OLTRE IL «PASSAPORTO» In attesa della conferenza stampa, ha parlato Dario D’Ottavio, il chimico che ha una lunga esperienza antidoping, pure lui dentro il «progetto». «Che sia un nome altisonante è ininfluente - scrive su facebook - Lo farei per chiunque accetti integralmente di sottoporsi alle esigenze scientifiche che consentano di accertare ad un livello di probabilità accettabile che non siano state messe in atto pratiche dopanti». Dunque, andare oltre l’attuale antidoping. «Purtroppo so bene come oggi si possano non solo eludere i controlli ma anche bypassare il “passaporto biologico”, ovvero,

NUOTO

DOVE? Un problema per Schwazer sarà il «dove» alle-

RAlex di nuovo dai

magistrati: punta a ridurre lo stop e a far cambiare idea alla Fidal

Sandro Donati, 67 anni, e Alex Schwazer, 30 anni, olimpionico della 50 km di marcia nel 2008

essere dopati anche con parametri biochimici normali». NOVITA’ A BOLZANO Ma come ha fatto Schwazer a convincere Donati? Di certo, il marciatore è tornato alla procura della Repubblica di Bolzano per presentare una memoria, giudicata una forma di collaborazione

«significativa». Mentre si attende ancora la richiesta «sportiva» per lo sconto di pena, che ancora deve arrivare alla procura antidoping del Coni. Spetta infatti all’organismo istruttorio analizzare la questione, sollecitare un parere di Wada e Iaaf, e proporre eventualmente al Tribunale Nazionale Antido-

TUFFI: OLIMPICO ATLETICA

Caron al workshop di Milano annuncia: «Ecco le World Series» Orsi a Malaga: 48”98 nei 100 sl

Marco Orsi, 24 anni, bolognese ● (s.a.) Un workshop sul mondo del nuoto che si confronto con basket, atletica, calcio, organizzato da Adn swim project (Di Nino & Aloi) a casa Rcs sport-Gazzetta, è stata l’occasione per Stephan Caron per annunciare non solo il 2° meeting di Singapore ma per raddoppiare con una tappa a Londra. Obiettivo: creare un circuito World Series gestito da privati e manager come l’ex nuotatore francese, che ha inventato un anno fa l’evento da un milione di dollari. «Stiamo cercando di armonizzare le date del calendario tra settembre e dicembre, ma non è facile lavorare con le federazioni». Caron ha spiegato il successo dell’evento di Singapore con 7 sponsor, 40 medagliati olimpici, 2500 spettatori, e 300.000 dollari di montepremi per gare veloci ad uso tv e coinvolgimento dei campioni per promuoverlo. Caron cerca altre piazze per lanciare World Series indipendenti. Che finora non sono ben viste dalla Fina, incapace da anni di dare appeal alla Coppa del Mondo.

Caron, il giornalista inglese Craig Lord e il n.1 di Arena, Cristian Portas, hanno approfondito altre tematiche del secondo sport olimpico che a livello Tv — come ha esposto Sandro Fioravanti — ha visto 6 volte il nuoto tra i primi 10 eventi olimpici di Londra più seguiti (la scherma ha avuto l’audience più alta, l’atletica è terza). Il giornalista Rai s’è confrontato con Andrea Bassani, che si occupa di Eurolega di basket. «Abbiamo punto sull’innovazione tecnologica, cambiato i format ed ora il basket è il secondo sport più seguito al mondo, l’Eurolega è visibile in 201 paesi». Paolo Bellino, direttore generale Rcs Sport, ha sottolineato numeri e impatto di grandi eventi come i Giochi di Torino e il Giro d’Italia. Christoph Winterling ha illustrato la sua esperienza alla Roma calcio: «Noi rispondiamo sempre di più alle esigenze delle famiglie: la partita deve diventare un evento molto prima dei 90’». Intanto a Malaga Marco Orsi in 48”98 (23”34 ai 50) ha battuto di 1/100 il polacco Czerniak col 4° crono mondiale 2015. Uomini: 100 sl Orsi 48”98, Czerniak (Pol) 48”99, Grechin (Rus) 49”15, 9. Santucci 49”66, 10. Dotto 49”68; 800 sl Sanchez 7’54”02; 50 ra Melconian 28”12, Pizzolla 28”47; 200 mx Santos (Por) 2’00”51), 7. Turrini 2’03”46, 10. Geni 2’04”32. Donne: 100 sl Herasimenia (Bie) 55”61, Mizzau 55”70, 9. Masini Luccetti 56”12; 1500 sl, 200 mx Belmonte 16’10”63 (1° t. 2015), 2’12”80; 50 ra Gunes (Tur) 31”40.

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Tarsey e moglie uccisi in Spagna E’ un giallo

Peter Tarsey, 77 anni Ucciso con la moglie a Xalo, in Spagna. Tragica fine per Peter Tarsey e la moglie Jean, 77 anni entrambi, da 18 residenti nella regione di Alicante. L’ex tuffatore nel 1956 partecipò all’Olimpiade di Melbourne, giungendo 14° dalla piattaforma e 16° dal trampolino di 3 metri. I coniugi Tarsey avevano organizzato una cena tra amici domenica sera ma all’improvviso erano diventati irreperibili. Esclusa la pista omicidio-suicidio, le indagini stanno puntando su una rapina non riuscita, anche perché dalla casa manca un televisore e i computer sono stati ritrovati nella piscina, pur se non sono stati rinvenuti segni di effrazione sul cancello e alle porte d’ingresso. La coppia ha due figli, entrambi all’estero, e secondo le informazioni da febbraio aveva deciso di mettere in vendita la villa (tre camere da letto e tre bagni con piscina privata e 4000 metri quadrati di terreno), ma non ci sono notizie sulle eventuali trattative.

● VENTO TEXANO (si.g.) Tante prestazioni di rilievo ma con troppo vento a favore nelle Texas Relays di Austin (Usa): spiccano nei 100 in serie diverse il 9”87 di Yoshihide Kiryu e il 9”90 di Trayvon Bromell, 20 anni ancora da compiere per entrambi. Esordio stagionale vincente nella 4x100 di Justin Gatlin. Uomini. 100. I (+3.3): Bromell 9”90. II (+3.3): Kiryu (Giap) 9”87; R. Bailey 9”89; Silmon 9”91; Jelks (Nig) 9”96; Baker 10”02. 200 (+4.5): Jabodwana (Saf) 19”87; Takase (Giap) 20”09; A. Bailey 20”16. 110 hs (+3.7): Riley (Giam) 13”29. Alto: Duffield 2.31 (mpm ‘15). Asta: Barber (Ca) 5.90 (mpm ‘15); Kendricks 5.80; Blankeship 5.80. Peso: Crouser 21.11. 4x100: Usa Red (Gatlin e Rodgers) 38”80. 4x400: Texas A&M 3’02”19 (mpm ‘15). Donne. 100. I (+5.1): Akinosun 10”94; White 11”07. II (+3.7): Ahye (Tri) 10”87. 100 hs (+3.7): McReynolds 12”75. Asta: Morris 4.55; Steiner 4.55. Lungo: Ugen (Gb) 6.96 (+5.8). 4x400: Texas 3’29”65 (mpm ‘15). A Orlando. Donne. 400: Campbell (Giam) 53”53. A San Marcos. Uomini. 800: Wariner 1’53”02. ● PISTA ITALIA (si.g.) A Latina, doppio primato italiano cadette di Carolina Visca nel giavellotto: 57.10 al primo lancio e poi 57.92 al secondo con l’attrezzo da 400 grammi (prec. 56.87 suo a Narni il 25-1-2015). A Milano. Uomini. 600: Severi 1’20”18. Donne. Disco: Capoferri 51.48. A Rock Hill (Usa). Uomini. 200 (+5.1): 3. Raiteri 21”32.

BASEBALL ●

ADDIO RIZZO E’ morto a Milano il regista cinematografico e documentarista Angelo Rizzo, 56 anni, che ha realizzato anche El Sonadar oltre a diverse opere su Cuba, il primo film italiano sul baseball. Oggi alle 11 i fumerali nella Parrocchia di Santa Giustina.

BOXE ●

SOTTO LOMACHENKO (r.g.) Il 2 maggio a Las Vegas, in occasione dell’attesa sfida tra Floyd Mayweather (Usa 47) e Manny Pacquiao (Fil. 57-5-2) con le cinture Wba, Wbo e Wbc welter in palio, il sottoclou è affidato all’ucraino Vasyl Lomachenko (3-1), doppio oro olimpico e iridato dilettanti, che difende il mondiale piuma Wbo, contro il

ping l’eventuale riduzione della squalifica. Che scade il 29 aprile del 2016. PORTA NON SBARRATA E l’Olimpiade? La Fidal ha ufficializzato la sua filosofia. Punto 1: sceglieremo i marciatori entro il 30 ottobre 2015 (Schwazer sarebbe dunque fuori). portoricano Gamalier Rodriguez (25-2-3). ● MOSCA (r.g.) A Meride (Mes) il locale Juan Estrada (32-2) mantiene le cinture Wba e Wbo mosca, battendo Rommel Asenjo (Fil. 26-4) ko 3. ● RING ITALIANI (r.g.) A Mentana (Roma) il superwelter Giorgio Natalizi (21) batte Janic (Ser, 2-4-3) ko 4. A Biella, il superleggero Randazzo (6-2-2) batte De Prophetis (16-7) p.8. A Reggio E. pari 4 tra i medi Bondavalli e Failla. ● NUOVO BARTHELEMY (r.r.) Il cubano Rances Barthelemy (23-0) ha debuttato a Hialeah da leggero e vinto kot2 contro il dominicano Angino Perez.

HOCKEY GHIACCIO FINALE ASIAGO-RENON: GARA-3 (m.l.) Terzo atto della finale scudetto su 7 tra Asiago e Renon. Tra gli altroatesini rientra Luca Ansoldi. Ore 20 (dir. Rai Sport 2), gara-3: Asiago-Renon (serie 1-1). BOLZANO TRICOLORE DONNE (m.l.) Le Eagles Bolzano hanno vinto il 6° scudetto consecutivo. La squadra altoatesina ha battuto 7-0 in gara-2 (su 3) al Palaonda il Real Torino già superato in gara-1 (4-0) al PalaTazzoli.

HOCKEY IN LINE ● QUARTI (m.l.) Serie A-1. Playoff. Milano e Verona già alle semifinali. Oggi gara-3 (su 3) dei quarti. Ore 20.30: Cittadella-Monleale (1-1); Vicenza-Asiago (1-1).

IPPICA ●

IERI 12-10-8-9-5 A Follonica (m 1600): 1 Phebo Rivarco (E. Bellei) 1.12.1; 2 Rainbow As; 3 Ryu della Luna; 4 Roi de Coeur; 5 Rubens Mask; Tot.: 2,07; 1,37, 1,83, 2,43 (8,65). Quinté: 137,24. Quarté: 54,51. Tris: 30,65. ● OGGI QUINTÉ A ROMA A Capannelle (inizio convegno alle 15.05) scegliamo Tache Noir (3), Guagliona (1), Wonderful Wind (8), Dagda Mor (4), Axa Reim (2) e Ridge Racer (7). ● SI CORRE ANCHE Trotto: San Giovanni Teatino (14.55) e Albenga (15.35).

narsi. La Wada fissa paletti molto severi per gli squalificati, vietando la frequentazione di impianti gestiti da società sportive federali o dal Coni fino a due mesi dal gong di fine squalifica. Un altro ostacolo sulla strada per Rio. © RIPRODUZIONE RISERVATA

● D’ARRIGO (al.f.) Andrea Mitchell D’Arrigo nelle finali Ncaa di Iowa City, è 13° nei 200 sl (1’33”34, b. 1’33’78) e 16° nei 1650 sl (14’55”15).. ● OTTESEN (al.f.) A Copenhagen (Dan). Uomini: 800 sl Joensen (F.O.) 7’52”82. Donne: 50 sl/fa Ottesen 24”66 (3° t. 2015), 25”48 (2° t. 2015); 200 sl, 100 do Nielsen 1’58”83, 59”57; 100 ra Pedersen 1’07”13. A Sheffield (Gb). Uomini: 50 sl/fa Proud 22”27, 23”68. ● VYATCHANIN SERBO (al.f.) A Novi Sad (Ser), il dorsista di origini russe Arkady Vyatchanin migliora il record serbo dei 50 dorso: 26”19.

RUGBY ●

EUROPEO UNDER 18 (i.m.) Dopo aver battuto il Galles nei quart, oggi alle 19 ad Albi (Fra) l’Italia sfida la Georgia nella semifinale dell’Europeo under 18. Il XV: Cioffi; Bardella, Zanon, Schiabel, Bronzini; Dal Zilio, Panunzi; Casolari, Cosi, Zilocchi; Morona, Baldino; Riccioni, Manfredi, Borean. L’altra semifinale è Inghilterra-Francia. ● FIAMME ORO OK (i.m.) Nel posticipo del 15° turno di Eccellenza le Fiamme Oro battono il San Donà 22-20 con un calcio di Benetti allo scadere e sorpassano in classifica i rivali per l’ultimo posto playoff. Già qualificate le prime tre. Classifica: Rovigo 61; Calvisano 60; Mogliano 58; Fiamme Oro 41; San Donà 40; Viadana 37; Petrarca 42; Lazio 27; L’Aquila 5; Prato 0.

SCI ALPINO ●

BRAVA IRENE (s.f.) Irene Curtoni, out domenica nello slalom dei Tricolori (dove è stata argento in gigante) ha vinto ieri i due slalom Fis di Santa Cristina Valgardena (Bz) rispettivamente davanti a Fede Brignone e Manuela Moelgg (assente agli Assoluti). Primo slalom maschile di Pampeago (Tn) a Fabian Bacher su Deville e Borsotti.

VELA NUOTO ●

FRANCESI (al.f.) A Limoges (Fra), cominciano oggi le selezioni mondiali: molto attesi Florent Manaudou, che punta pure sul dorso, Agnel, Stravius e tra le donne Charlotte Bonnet, erede di Camille Muffat, la cui morte in Argentina commuove ancora tutti (ieri a Parigi i funerali della velista Florence Arthaud).

VOLVO RACE (r.ra.) Team Alvimedica con a bordo Alberto Bolzan (unico italiano) è stato il primo scafo a doppiare Capo Horn alle 16 italiane di ieri. Un quarto d’ora dopo è passato Abu Dhabi, 3° Mapfre, staccato di 26 miglia seguito da Brunel. Dongfeng ha disalberato a circa 240 miglia da Capo Horn ma si sta dirigendo verso Ushuaia in Argentina


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un candidato sindaco che sarà la sintesi della nostra storia», «Da Milano poi faremo ripartire anche l’Italia, dove siamo la maggioranza vera e naturale». L’attuale sindaco, Giuliano Pisapia, sapendo che Matteo Renzi non aveva nessuna intenzione di ricandidarlo, s’è fatto da parte da sé: il centro-sinistra, a naso, potrebbe puntare sulla simpatica Lia Quartapelle o su Emanuele Fiano, il centrodestra dovrà fare le primarie, primarie di coalizione, comprendenti la Lega. Essendo lo stato del centro-destra, al momento, poco meno che comatoso, il colpo d’ala di puntare su Berlusconi potrebbe mettere tutti d’accordo (forse). Ha detto Paolo Del Debbio: «Le primarie del centrodestra potrebbero svolgersi con una cabina elettorale sola, in cui entra il solo Berlusconi e vota. Poi potrebbe uscire e dire: “Ho vinto io”».

IL FATTO DEL GIORNO I VECCHI LEONI L’ex premier Silvio Berlusconi e l’ex presidente francese Nicolas Sarkozy assieme a Roma nel 2008 ANSA

Sarkozy è resuscitato Anche Berlusconi potrebbe riuscirci correndo a Milano? 1Il leader di Forza Italia starebbe valutando di candidarsi

a sindaco nel 2016. E il francese stravince le amministrative di GIORGIO DELL’ARTI gda@gazzetta.it

Il Corriere della sera ieri ha messo a segno un bello scoop: Silvio Berlusconi, finita la quarantena imposta dalla condanna, potrebbe candidarsi a sindaco di Milano, ricompattare il centro-destra, rinascere alla fresca età di ottant’anni. Nessuno ha smentito. La notizia fa il paio con quella relativa al ritorno del

ringalluzzito Nicholas Sarkozy, l’ex presidente vincitore nelle amministrative francesi non solo e non tanto contro l’odiato Partito socialista di François Hollande quanto contro la capa della destra estrema, Marine Le Pen, votata al primo turno da un quarto dell’elettorato, ma che nel secondo turno non è riuscita ad affermarsi in nemmeno un dipartimento (anche se aveva partecipato alla metà dei ballottaggi).

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La destra ritorna in auge per vie strane. Berlusconi ha sostenuto che in Italia c’è una naturale maggioranza di destra. L’affermazione sta in un contesto di frasi, pronunciate di recente e in occasioni diverse, che hanno fatto pensare, appunto, alla scelta di Milano come trampolino per un rilancio. Le frasi sono: «A Milano tutto è iniziato e da Milano tutto potrebbe ripartire», «Nel 2016 dovremo riconquistare il Comune con

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Uno si può rilanciare a ottant’anni? Uno, a ottant’anni, potrebbe preparare un’uscita di scena morbida, capace di rendere non traumatica una successione. Alle politiche del 2018, Berlusconi di anni ne avrebbe 82. Rilancio ancora meno probabile. Sergio Scalpelli, che fu in giunta con Albertini, ha amministrato Il Foglio, quotidiano vicino a Berlusconi e da lui finanziato, e conosce i personaggi, racconta che l’idea di mandare Berlusconi a fare il sindaco di Milano fu già di Giuliano Ferrara, nel 1997: «La vedeva come una ripartenza dopo la sconfitta patita ad opera di Romano Prodi (1996) e il modo migliore per la “traversata del deserto” dell’opposizione; ma lui fece scelte diverse e oggi forse siamo fuori tempo massimo. Berlusconi, nel 2016, certamente ricompatterebbe il centrodestra. Però io non glielo augurerei. Ed è inutile pensare a un super staff che gli darebbe una mano. Tra l’altro, scegliersi i collaboratori non è la cosa in cui Berlusconi è più bravo».

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Il caso Sarkozy è invece completamente diverso. Sarkozy ha prima riconquistato il suo partito, l’Ump, poi s’è alleato con i centristi dell’ Union des démocrates et

indépendants. Si sono svolte adesso le elezioni per il governo di un buon numero di dipartimenti, una struttura amministrativa che corrisponde alle nostre province. Al primo turno, l’alleanza di Sarkozy ha preso il 30 per cento, la Le Pen il 25 e i socialisti del presidente Hollande il 21 (il secondo peggior risultato nella storia della Francia). La Le Pen, col suo 25 per cento, è andata al ballottaggio nella metà dei dipartimenti, ma non è riuscita a vincere neanche una volta. Il Ps, col suo modesto 21 per cento, ha conquistato comunque un quarto delle province disponibili. Sarkozy l’ha fatta da padrone nell’altro 75 per cento.

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Sono gli effetti perversi del sistema maggioritario? Sì, col sistema maggioritario tu puoi avere voti dal 49 per cento degli elettori e ritrovarti senza un seggio, se in tutte le circoscrizioni sei stato battuto da qualcuno che ha preso il 51. Nel maggioritario chi arriva primo prende tutto.

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Come si spiega il ritorno di questo piccolo Napoleone, responsabile principale della catastrofe libica, abbastanza inquisito dai magistrati francesi, protagonista a suo tempo della scena dei sorrisetti con la Merkel? Sarkozy dorme tra due fortune. Prima fortuna: le incertezze di Hollande, le sue gaffe, la sua incapacità di dare una risposta alle preoccupazioni profonde del Paese (l’immigrazione, l’Europa, la crisi). Tutto questo ha provocato il crollo del partito socialista. Seconda fortuna: l’avanzata della Le Pen, comunque inquietante per il ceto moderato francese. Che l’ha votata finora soprattutto perché privo di alternative. Ma, come dimostrano i ballottaggi, pronto a mollarla se le alternative esistono. Sarkozy ha abilmente copiato le parole d’ordine del Front National, tranne per la parte anti-europea. La Le Pen, comunque, in termini percentuali avanza ancora e si sta ben strutturando sul territorio. Qualcuno pensa che in Francia il bipolarismo sia finito.

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LA DIREZIONE DEL PARTITO

Renzi striglia «Il Pd sia unito E l’Italicum non si cambia»

Matteo Renzi, 40, alla direzione Pd

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icina, vicinissima la resa dei conti: entro il 27 aprile l’Italicum dovrà essere in aula, entro maggio c’è da scrivere la parola fine. Le intenzioni del premier-segretario sono chiare e ieri al Nazareno, in un’attesa direzione Pd, l’ha ribadito alla sua maniera: «Chiedo un voto per la qualità e l’efficacia dei governi che verranno, ma anche per la dignità di questo. Il nostro è un modello di democrazia che decide. Ho letto qualcuno che ha detto che non si può mettere la fiducia sulla legge elettorale. Permettetemi ora di mettere la fiducia al nostro interno». Insomma, niente ritocchi alla Camera, escluso un ritorno in Senato e alla minoranza dem negata ogni mediazione: «Spero sia l’ultima direzione in cui discutiamo di legge elettorale, dico no ai ricatti e non lascio il monopolio della parola sinistra a chi la usa con più frequenza». Che tradotto, significa anche: «Niente voto segreto». Altre parole, poi, per mettere sulla stessa bilancia Salvini e Landini, ritratti come «soprammobili da talk tv», e attaccare Grillo, che «non è più uno spauracchio, ma uno sciacallo». Alla fine, la direzione Pd ha approvato la relazione di Renzi, ma le spine restano appuntite: Cuperlo, Fassina, Civati sembrano decisi a non votare in aula. Però, anche dentro alla minoranza pronta alla trincea, si rischia la spaccatura: da un lato i duri e puri, dall’altro i dialoganti di Roberto Speranza, il capogruppo dem a Montecitorio che si è messo a disposizione per trattare ancora. cont. © RIPRODUZIONE RISERVATA

L’INCHIESTA A NAPOLI

L’EX SENATORE INDAGATO ANCHE PER RICETTAZIONE

In cella il sindaco Pd di Ischia «Tangenti da una Coop rossa» 1Coinvolto colosso

delle cooperative emiliane: 10 arresti C’è il nome di D’Alema «Ma nessun illecito»

Filippo Conticello @filippocont

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ltino, il prezzo: 330 mila euro in mazzette più un posto da consulente per il fratello e un viaggetto in Tunisia. Gli emiliani della Cpl Concordia, apprezzato colosso delle Coop, avrebbero pagato abbastanza per corrompere Giuseppe «Giosi» Ferrandino, professione sindaco di Ischia. È un esponente Pd con un discusso passato in Forza Italia e corpose ambizioni nella politica nazionale: da ieri è in manette per un’inchiesta della procura di Napoli su tangenti

Giuseppe «Giosi» Ferrandino, il 57enne sindaco di Ischia (Napoli) arrestato ieri

per far arrivare il metano nei comuni dell’isola campana. Arrestati pure altri nove, tra cui dirigenti della cooperativa che avrebbero stipulato false convenzioni con l’ albergo di famiglia del sindaco. Ma c’è di più: alla cooperativa rossa modenese contestano legami torbidi con la camorra casertana. Un mese fa uno degli arrestati, Roberto Casari, ex presidente del

gruppo, era stato iscritto nel registro degli indagati per concorso esterno: nell’appalto per la metanizzazione a Casal di Principe, tra ‘99 e ‘03, potrebbe esserci lo zampino dei Casalesi. ULTIMO Le nuove carte mettono ansia dentro ai palazzi del potere: se i Cinque Stelle caricano per l’ennesima inchiesta «su Pd e cooperative rosse», pure Mas-

simo D’Alema deve impugnare lo scudo per difendersi. Nelle intercettazioni, improvvisamente, compare il suo nome: «Mette le mani nella merda... ci ha dato delle cose», si sente dire a uno dei dirigenti arrestati. Il gip sottolinea che la Cpl Concordia acquistò alcune centinaia di copie del suo ultimo libro (Non solo euro), nonché «alcune migliaia di bottiglie del vino prodotto da una azienda a lui riconducibile». Nel novembre 2014, poi, il sequestro di tre dispositivi di bonifici da 20 mila euro indirizzati alla sua Fondazione, la ItalianiEuropei. Ma l’ex premier non è indagato e ieri ha pure chiarito: «È un rapporto del tutto trasparente, senza benefici personali». I reati contestati agli altri, invece, sono vari, dall’associazione per delinquere alla corruzione. A indagare, i reparti speciali del Comando per la Tutela dell’Ambiente del colonnello Sergio De Caprio, nome di battaglia «Capitano Ultimo», il discusso carabiniere che strinse le manette ai polsi di Riina: per l’accusa, il loro lavoro avrebbe portato alla luce i fondi neri in Tunisia con cui sedurre i pubblici ufficiali. E «il factotum al soldo del gruppo» sarebbe stato un politico da 80 mila preferenze alle Europee: Ferrandino è stato il primo dei non eletti al Sud. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Ventimila libri antichi sequestrati a Dell’Utri ● Ventimila libri di grande valore storico e documenti databili tra il XV e il XIX secolo. Una enorme biblioteca dal valore di alcuni milioni di euro appartenuta a Marcello Dell’Utri e sequestrata un anno fa a Milano, dai carabinieri di Monza su ordine del pm milanese Luigi Luzi. Il sequestro era rimasto coperto, mentre l’inchiesta andava avanti, ma adesso è stato reso pubblico, insieme all’accusa di ricettazione ed esportazione (o importazione) illecita di opere d’arte per l’ex senatore del Pdl, detenuto a Parma dopo essere stato estradato dal Libano a giugno 2014 (dove si trovava per sfuggire alla condanna per concorso esterno in associazione mafiosa). Dell’Utri appassionato bibliofilo aveva messo insieme la collezione di libri antichi negli anni e i carabinieri li hanno recuperati a Milano in parte nella biblioteca della sua Fondazione, in via Senato,

attualmente chiusa, e in parte presso un magazzino di deposito beni per privati. Tra i 20 mila titoli ci sarebbero «opere asportate in epoca e con modalità ancora ignote, da biblioteche pubbliche ed ecclesiastiche insistenti sull’intero territorio nazionale». Ma non ci sarebbero, invece, legami con il saccheggio della storica biblioteca dei Girolamini di Napoli compiuto dal suo ex direttore, in rapporti con Dell’Utri. È dall’inchiesta sulla Girolamini che era nata quella che ha condotto al sequestro del “tesoro” dell’ex senatore,

Marcello Dell’Utri EPA


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MARTEDÌ 31 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

GIALLO A FIRENZE

Corpo nel sacco Tutto porta alla ex modella

TASCABILI IL PREMIER SFIDA BRUXELLES

Grecia, Tsipras provoca: «Serve un compromesso e il debito va ristrutturato»

L’ex modella scomparsa il 3 febbraio, Irene Focardi, 43 anni

Raffaele Sollecito, 31 anni appena compiuti, insieme al suo avvocato Giulia Bongiorno alla conferenza di ieri a Roma AFP

La nuova vita di Sollecito «Liberato da un sequestro» 1Torna a parlare tre giorni dopo l’assoluzione: «Non chiamatemi più assassino o sospettato». L’avvocato: «Dopo le motivazioni, valuteremo se chiedere i danni»

Elisabetta Esposito ROMA

D

avanti ai fotografi che urlano come pazzi pur di realizzare lo scatto giusto, lui sorride. Sembra che niente possa turbare lo stato di grazia di Raffaele Sollecito dopo la sentenza di assoluzione della Cassazione per l’omicidio di Meredith Kercher. «Facciamo questa conferenza perché altrimenti non avreste permesso a Raffaele di tornare a vivere», annuncia l’avvocato Giulia Bongiorno nella sala convegni Cavour a Roma. Lui legge una serie di fogli con le cose più importanti da dire. È disinvolto, la voce gli trema solo quando ricorda i momenti più brutti di questi anni trascorsi con gli occhi del mondo addosso. SEQUESTRATO «Mi sento come un sequestrato che è tornato in libertà dopo 7 anni e 5 mesi — dice — ma il mio sequestro è stato insopportabile, non solo per i quattro anni in carcere,

ma perché sono stato additato come un assassino, senza uno straccio di prova». Ecco, è su questo punto che Sollecito insiste: «Non accetto più di essere definito assassino o anche solo sospettato. Sarò pronto a tutelare la mia dignità nelle sedi opportune, quindi fate attenzione».

HA DETTO

AMANDA E MEZ «Amanda ora è Raffaele racconta poi di aver sentito solo un’amica come Amanda Knox due altre: le ho augurato giorni fa al telefo- un futuro felice» no: «Ci siamo fatti gli auguri per un fu- «Difficile dire se turo felice. Ho letto nelle sentenze e in la giustizia italiana tanti articoli rico- ha funzionato: sono struzioni non veri- stati anni atroci» tiere sul mio rapporto con lei. Era una semplice storia d’affetto tra due adolescenti. Ora è un’amica come tante». Gli chiedono della delusione della famiglia Kercher: «Mi dispiace, spero capisca che la verità processuale stavolta coincide con la realtà». E la giustizia italiana? «Non so se

ha funzionato: se guardo all’esito finale dico sì, ma se penso a quello che ho passato è difficile affermarlo. La ferita è profonda e non si rimarginerà mai». Per i suoi legali l’unico responsabile è Rudy Guede, condannato con rito abbreviato a 16 anni. Per Vanessa, la sorella di Raffaele, «dovrebbe far sapere alla famiglia Kercher che cosa è successo». Mentre il padre Francesco sottolinea: «Non abbiamo mai pensato alla fuga, per Raffaele la latitanza non è concepibile». RISARCIMENTI Si parla poi di risarcimenti. Sollecito tace, prende la parola la Bongiorno: «Non ci sono allo stato iniziative del genere, ma aspetteremo le motivazioni della sentenza. Di certo non c’è desiderio di vendetta in Raffaele. Nelle prossime settimane valuteremo eventuali istanze relative all’ingiusta detenzione, ma la responsabilità civile dei magistrati è un istituto serio che va esercitato in certe condizioni». © RIPRODUZIONE RISERVATA

● Sembra sempre più certo che il corpo in avanzato stato di decomposizione trovato in un sacco ieri a Firenze sia dell’ex modella Irene Focardi. La certezza si avrà solo quando arriveranno i risultati dell’esame medico legale voluto dalla procura di Firenze, ma alcuni elementi risulterebbero già compatibili con la donna: gli abiti (una maglia e un paio di jeans), l’altezza e anche il luogo del ritrovamento, il quartiere delle Piagge dove Irene, 43 anni, viveva con la madre. È stata lei l’ultima a vederla, lo scorso 3 febbraio. Da allora nessuna notizia. Per il ritrovamento la procura ha aperto un fascicolo per occultamento di cadavere che formalmente non ha legami con la Focardi. Oltre all’autopsia, verranno effettuati prelievi di tessuti, in modo da poter confrontare i campioni di dna. Sono comunque previsti l’autopsia e il prelievo di tessuti per il dna. Il sacco in cui è stato ritrovato il corpo è simile a quelli per i rifiuti ed è stato notato da dei passanti perché spuntava un braccio. Si trovava in un campo a poche decine di metri dall’abitazione dell’ex convivente di Irene, che si trova già agli arresti domiciliari proprio i maltrattamenti inflitti all’ex fidanzata. La donna era andata da lui a cena prima che la madre denunciasse la scomparsa ed è chiaro dunque che l’uomo sia il sospettato numero uno per l’omicidio, sempre che si tratti davvero della Focardi.

1Dice la procura:

«Il copilota, prima del brevetto, fu sottoposto a psicoterapia»

A

ndreas Lubitz, il copilota che ha fatto schiantare l’aereo Germanwings nel sud della Francia, «prima di avere la licenza era stato sottoposto a psicoterapia, per quella che è stata documentata come una tendenza suicida». Lo ha dichiarato Christoph Kumpa, portavoce della procura di Düsseldorf. «Era successo diversi anni fa, prima del conseguimento del brevetto di volo. In seguito e fino ad adesso le successive visite mediche non hanno rilevato tendenze né sucide né aggressive verso terzi», ha affermato il Ralf Herrenbrueck,

procuratore capo di Düsseldorf. La clinica universitaria della città tedesca ha, intanto, consegnato ieri le cartelle cliniche del copilota. Tra febbraio e il 10 marzo, il 27enne è stato in tre occasioni nella struttura medica. Si continua a scavare nella sua vita privata. L’emittente Itv ha diffuso ieri un video in cui il giovane appare alla guida di un ultraleggero ai tempi

Il video su Andreas Lubitz, trasmesso ieri dal canale Itv. Il pilota è seguito da un istruttore mentre è alla guida di un ultraleggero ANSA

della scuola di volo. Il direttore delle operazioni Germanwings, Oliver Wagner, ha, invece, annunciato la creazione di un centro di supporto per le famiglie delle vittime a Marsiglia. RESPONSABILITÀ Secondo gli esperti sentiti dal Wall Street Journal, anche se dalle prime indagini sembra emergere che il Lunitz abbia fatto cadere l’aereo di proposito e abbia nascosto alla compagnia una serie di problemi medici, Lufthansa potrebbe dovere affrontare problemi legali. «La compagnia aerea ha una responsabilità illimitata, a meno che non possa provare di non avere commesso errori», ha detto Steven Marks, avvocato esperto di aviazione dello studio legale Podhurst Orseck. «Oltre a non avere monitorato le condizioni psicologiche del copilota, la compagnia aerea avrebbe potuto applicare la regola che impone la presenza di almeno due persone in cabina di pilotaggio», ha detto Marks. Lufthansa potrebbe dovere pagare alle famiglie delle vittime 150 mila dollari ognuna, come previsto dalla regolamentazione internazionale.

● «Stiamo cercando un compromesso onesto con i nostri creditori, ma non un accordo incondizionato». Lo ha detto, ieri, il premier greco, Alexis Tsipras, intervenendo al Parlamento di Atene. Il primo ministro ha poi insistito sulla necessità di ristrutturare il debito: «Deve essere rivisto affinché Atene possa rimborsarlo», sfidando Bruxelles. La lista di riforme che il governo greco ha presentato ai suoi creditori punta a raccogliere quest’anno 3,7 miliardi di euro. Solo i controlli sui trasferimenti di denaro all’estero negli ultimi anni potrebbero fruttare 725 milioni. Oltre 350 milioni sarebbero frutto della lotta contro le frodi sulla raccolta dell’imposta sul valore aggiunto ed altri 350 milioni di introiti sarebbero garantiti dagli appalti pubblici per la concessione di licenze per emittenti tv private. Il premier ha quindi attaccato il suo predecessore di Nea Dimokratia, Samaras, accusandolo di non aver fatto le riforme, ma di essersi limitato all’austerità».

AI MASSIMI DAL 2008 PER L’ISTAT

Boom fiducia per le imprese Poletti vede un milione di posti ● Per l’Istat uno slancio di ottimismo con gli indici della fiducia che toccano a marzo i massimi da luglio 2008 per le aziende (quota 103 dal 97,5 di febbraio). E i massimi da maggio 2002 per le famiglie (110,9 dal 107,7 di febbraio). Vede rosa pure Piazza Affari (+1,20%) con nuovi minimi per i tassi dei Btp a 5-10 anni. E il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, prevede che gli 1,9 miliardi per gli sgravi nelle assunzioni daranno «un milione di posti».

RICHIESTA IN APPELLO SULLA STRAGE

Ustica, lo Stato all’attacco «Risarcimenti da evitare» ● L’avvocato dello Stato Maurilio Mango ha chiesto alla Corte d’appello civile di Palermo il rigetto delle domande di risarcimento che il tribunale ha concesso a 18 familiari delle vittime della strage di Ustica. Si vuole il rigetto «per prescrizione o infondatezza» e si ribadisce l’impossibilità di provare che ad abbattere l’aereo il 27 giugno del 1980 fu un missile. «Vergognoso e inaccettabile», è la difesa dell’associazione dei parenti delle vittime.

LA STRAGE DELL’AIRBUS

«Lubitz andò in cura per tendenze suicide»

Il primo ministro greco Alexis Tsipras, 40 anni

AUTO DISTRUTTA IN PIENO CENTRO

Ferrari si schianta a Roma Alla guida c’era il garagista

SPARI ALLA NSA UN MORTO E DUE FERITI ● Panico, ieri, davanti al cancello dell’entrata del quartier generale della National Security Agency a Fort Meade in Maryland. Un suv con due uomini travestiti da donna ha cercato di forzare l’ingresso. Un poliziotto (rimasto contuso) ha aperto il fuoco, uccidendo uno degli aggressori e ferendo il secondo. Secondo l’Fbi «non ci sono legami col terrorismo».

La Ferrari distrutta ieri contro un negozio di Roma ● Era l’alba di ieri quando a Roma una Ferrari rossa e scintillante si è schiantata contro un negozio del Centro. Alla guida però non c’era il padrone della preziosa auto distrutta nell’incidente, ma il custode di un garage che era stato incaricato di consegnare la vettura al proprietario (pare un turista olandese che doveva portarla a un raduno). Non è escluso che il garagista abbia sbagliato pedale.


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MARTEDĂŒ 31 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Ăˆ ÂŤPeriscope-maniaÂť Con l’app di Twitter la vita è in streaming

LA GENTILEZZA CI AIUTERĂ€ A ESSERE MENO TRISTI

1Il programma di filmati condivisi in diretta sta spopolando

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L’esperto: ÂŤĂˆ molto intuitivo e sfrutta la potenza dei socialÂť

all’inizio dell’anno quando era ancora incompleto al prezzo, si dice, un centinaio di milioni di dollari. La novità è stata rapidamente resa disponibile sull’App Store la scorsa settimana. E la versione per Android dovrebbe essere dietro l’angolo. D’altronde gli analisti non hanno dubbi: entro il 2020 il traffico di internet sarĂ rappresentato all’80% dalla condivisione di filmati.

Daniele Vaira @danvaira

I

27

� Le migliaia di hashtag che l’app ha collezionato in un giorno. Disponibile solo per gli iPhone, nelle prossime settimane sarà pronta per Android

n un filmato si vede una nuvola densa di fumo uscire da un palazzo a Manhattan. In un altro frame si vedono i soccorritori e la gente che si catapulta in strada. Da una terza angolazione si vedono i calcinacci e le fiammate ancora vive che raggiungono una finestra. In qualche modo l’incendio scop- LA CRONACA E, intanto, in quepiato giovedĂŹ nell’East Village a sti giorni si assiste a una nevicaNew York è entrato nella storia. ta di ÂŤproveÂť e di filmati di vita Ăˆ stato il primo ÂŤeventoÂť tra- comuni. Il frigo vuoto di una smesso in streaming dai cittadi- coppia di fidanzati, la metroponi attraverso Periscope, un’ap- litana affollata, perfino una doplicazione di condivisione dei menica di pioggia a Parigi o un video in tempo reale per smar- viaggio in auto di Fiorello. ÂŤIl tphone, lanciata da Twitter pro- narcisismo dei selfie si sta spoprio il 26 marstando sui video e si zo. In 72 ore la sta allargando. Gli moda è spopoutenti di Twitter soLA CHIAVE lata con centi- Per accaparrarsi no diversi da quelli naia di migliadi Facebook e sono ia di filmati la versione beta di due tipi: gli in(da 30 secondi sono stati spesi fluencer accanto a al massimo) e 100 milioni di dollari persone che masticon oltre 27 cano tecnologia e mila hashtag Il lancio è avvenuto che sono abituate ad #Periscope in avere lo smartphone giovedĂŹ: in soli cinque 24 ore. Dal sempre a portata di punto di vista giorni ha conquistato manoÂť, conclude delle possibili- migliaia di utenti Epifani. E proprio tĂ l’app non si l’immediatezza deldiscosta molto da Vine, Vimeo e lo strumento, secondo gli esperdall’ultimo arrivato Meerkat in ti americani, potrebbe rivoluzioun sentiero, quello dei video, nare il mondo del giornalismo. battuto da oltre dieci anni. ÂŤIl se- ÂŤGiĂ dei precursori come Bamgreto è la semplicitĂ d’uso e l’im- buser avevano aiutato a diffonmediata integrazione con Twit- dere le informazioni durante la ter che lo hanno reso virale, ol- primavera araba o tra gli attivisti tre alla possibilitĂ di interagire. di Occupy, ma ora le app perIl cinguettio si trasforma in un mettono di filmare gli eventi in video, con un solo passaggioÂť ci tempo reale come fossero delle spiega Stefano Epifani, docente “breaking newsâ€?Âť, spiega Jeff di Social media management al- Howe, professore alla Northeal’universitĂ Sapienza di Roma. E stern University, e specializzato che Twitter puntasse sul pro- in nuovi media. grammino lo dimostra l’acquisto Š RIPRODUZIONE RISERVATA

OROSCOPO LE PAGELLE di ANTONIO CAPITANI 21/4 - 20/5 TORO

21/5 - 21/6 GEMELLI

22/6 - 22/7 CANCRO

23/7 - 23/8 LEONE

24/8 - 22/9 VERGINE

7,5

5,5

7,5

7

7

6

L’umore sfigopenzola, siete cicinĂŹn sfigonoiosi. Ma brillate per resistenza. Non suina, però. Lavoro incagliatino, finanze bisognose di attenzioni.

Con serenitĂ , potete viaggiare, lavorare, trattare e inviare curricula riscuotendo successissimi. Cuori e corpi altrui brĂ manvi. Ma selezionate.

Con spirito concreto e attenzione totale ai vostri interessi, potete vincere facile in fatto di soldi. Bene il lavoro, concretezze suine, sollievi amorosi.

La Luna fa partire col piede giusto ogni impegno e rende ancora piĂš fulgida la vostra immagine. L’intuito vi è alleato, il sudombelico anche di piĂš.

La stanchezza vi fa a fette come una colomba pasquale: riposate. E tenete presente che da soli farete di piĂš e meglio che con altri. Ormoni incostanti.

23/9 - 22/10 BILANCIA

23/10 - 22/11 SCORPIONE

23/11 - 21/12 SAGITTARIO

22/12 - 20/1 CAPRICORNO

21/1 - 19/2 ACQUARIO

20/2 - 20/3 PESCI

7-

6-

8

7

5,5

6,5

Obblighi e fetentucoli puntano la fiamma ossidrica sui vostri zebedei. Ma staff, clienti e amici agevolano il vostro successo. Sperimentalismi suini.

Stelle storte: lo zebedeo precipita in Congobelga. E rischiate di perdere chance e faccia. Fumata nera a sud dell’ombelico. Dura poco, però: state su.

Grinta e stile vi fanno apprezzare in ogni consesso. E una bottarella di glutei conforta, risolve, migliora. La fornicazione sa di fresco e creativo.

Certe mosse economiche fanno (quasi) la vostra fortuna. E il lavoro premia le strategie. Ma non siate sfigocupi, please, anche perchĂŠ probably si fornica.

Luna opposta, giornata un po’ tesa. Nel lavoro, in casa, nei rapporti interpersonali. Non forzate le cose e aprite gli occhi. Ormone un cicinÏn indeciso.

La vostra operosità si rivela utile a sgrossare, produrre. Valendovi consensi da piÚ parto. Ma la fornicazione è minimal. O una palla proprio.

NEL FILM ÂŤSE DIO VUOLEÂť

Gassmann mette la tunica: ÂŤSono un “donâ€? terrenoÂť Emanuele Bigi ROMA

i mancavano solo i piloti di aerei impazziti e assassini per terrorizzarci ulteriormente, deprimerci e immergerci nel buio. Esiste qualcosa che possa rischiarare questo nostro mondo dominato dalla paura? Qualcosa che possa rendere noi stessi ÂŤluminosiÂť, cosĂŹ da diffondere un poco di luce intorno? GiĂ , ma cos’è che ci potrebbe rendere ÂŤluminosiÂť? Lo sbiancamento dei denti? Una crema da giorno miracolosa? Una rasatura perfetta? Un paio di orecchini? Ecco, secondo me questo qualcosa l’ha ben individuato l’attrice Sonia Bergamasco (la Laura Rengoni di ÂŤUna grande famigliaÂť in onda su Rai1) che, invitata a diventare Testimone Speciale del blog, ha scritto: ÂŤVorrei parlare di gentilezza, di questa qualitĂ cosĂŹ facile da praticare e talvolta cosĂŹ remota nella pratica quotidiana. Lo dico a me stessa, prima di tutto, e ogni giorno: credo che sia sempre meglio sorridere agli altri piuttosto che passare oltre con indifferenzaÂť. Avete presente quelle piccole luci a basso consumo che i genitori di bimbi impauriti dal buio tengono sempre accese nelle loro camerette? Non spegniamola mai, questa benedetta gentilezza, per favore. Non costa nulla, tutto rischiara e ci serve come il pane.

M

arco Giallini e Alessandro Gassmann dopo Tutta colpa di Freud si ritrovano a recitare insieme nella commedia in sala il 9 aprile Se Dio vuole dell’esordiente Edoardo Falcone (giĂ sceneggiatore di Nessuno mi può giudicare, Viva l’Italia, ecc.). I due interpretano Tommaso (Giallini), un cardiochirurgo cinico, acido, egoista, dalle certezze assolute, e Don Pietro (Gassmann). SĂŹ, Don: Gassmann per la prima volta interpreta un prete romano che riuscirĂ a riassettare la vita di Tommaso e della sua famiglia quando il figlio Andrea (Enrico Oetiker) annuncia di voler diventare sacerdote. ÂŤMeglio gayÂť, grida il padre. ÂŤPietro è un Don sui generis, terreno, che si sporca le Gassman e Giallini mani – afferma l’attore/regista –, aiuta chi ha bisogno. Ecco, mi piacciono i preti che si danno da fare e non predicano e basta. Io non frequento la chiesa, ma se ci fossero piĂš esempi del genere, la frequentereiÂť. ÂŤQuesto personaggio è un omaggio al prete interpretato da Aldo Fabrizi in Roma cittĂ apertaÂť, confessa il regista. ÂŤPer fortuna che non lo sapevo altrimenti la responsabilitĂ sarebbe stata troppo grandeÂť, aggiunge Gassmann. Se Dio vuole (anche con Laura Morante e Ilaria Spada) è una commedia che come il riuscitissimo Smetto quando voglio è stato scelto da Rai Cinema e 01 Distribution per il progetto ÂŤAdotta un filmÂť, a sostegno dei registi esordienti.

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IL CONSIGLIO

21/3 - 20/4 ARIETE Le scelte che fate oggi sono giuste. E voi ricevete consensi, nel lavoro e altrove, che appagano vanitĂ e autostima. Esondazioni suine vi fan pure gioire

DIVERSAMENTE AFFABILE di FIAMMA SATTA

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LA CACCIA AL TESORO PIĂ™ PAZZA Il proprietario di un casinò a Las Vegas, Donald Sinclair, organizza una caccia al tesoro. Una mezza dozzina di persone devono gareggiare per conquistare una grossa somma di denaro depositata in una stazione che dista 563 miglia da Las Vegas. La regola è che non ci sono regole. Tra i protagonisti del film ÂŤRat RaceÂť Whoopi Goldberg e Rowan Atkinson (Mr Bean). DA VEDERE STASERA ALLE 21.10 SU MTV

MADONNA&SWIFT SHOW â—? Stivaloni, guĂŞpière, autoreggenti: sexy Taylor Swift e Madonna sul palco degli iHeart Radio Awards 2015. La 25enne star, premiata come ÂŤArtista dell’AnnoÂť, ha accompagnato alla chitarra la regina del pop.

LO SPORT IN TV

IL FILM ÂŤRAT RACEÂť

Š RIPRODUZIONE RISERVATA

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MARTEDÌ 31 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT


EXTRA TIME OLANDA

GERMANIA

L’Europa Dopo i due gol non fa più al Bayern Raffael per l’Ajax vuole la Seleção

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G. BRETAGNA Quattro nazioni in cerca di pass

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Settimanale di calcio internazionale Extratime@gazzetta.it - @etgazzetta Martedì 31 Marzo 2015 Numero - 172

ARGENTINA

Con Coudet il Rosario torna Central

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OCEANIA

I portieri italiani e la Champions dell’altro mondo

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INTERVISTA ESCLUSIVA Parla l’allenatore del Monaco, rivale dei bianconeri nei quarti di Champions: «Ho detto ai miei ragazzi di avere la stessa ambizione avuta contro l’Arsenal. Juve fortissima ma può succedere di tutto» Intervista di Iacopo Iandiorio alle pagine 2-3

Juve sono Jardim e non ho paura


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JARDIM

EXTRATIME

INTERVISTA ESCLUSIVA

1 L’allenatore dei francesi, sorpresa di Champions e avversari dei bianconeri nei quarti di finale fra due settimane, confessa: «Ho detto ai miei di continuare a divertirsi e avere l’ambizione avuta contro l’Arsenal» 1Aggiunge: «Che progressi Morata e la difesa dei torinesi non rischia mai» 1Poi si racconta: «Sono nato in Venezuela, cresciuto a Madeira. E in carriera non ho mai avuto progetti facili»

«Juve, il Monaco non è sazio» Intervista di Iacopo Iandiorio inviato a Montecarlo 1

2

● 1) Jardim al Beira Mar nel 2009-11, una promozione in Primera Liga (foto H. Santos) ● 2) Con il Braga nel 2011 arriva terzo (Reuters) ● 3) All’Olympiacos in Grecia nel 2012-13 è fatto fuori a gennaio quando è primo (Ipp) ● 4) Allo Sporting Lisbona l’anno scorso, secondo (Afp)

A

ero bravo in nessuno dei due sport... Ho giocato a pallamano fino a 14 anni e a calcio fino a 20; a 22 anni divenni già vice allenatore».

nni fa, quand’era un giovane tecnico nella B portoghese, aveva l’abitudine di andare al cinema 3-4 volte a settimana. «La famiglia era a Madeira e io sono un grande appassionato di film». Oggi Leonardo Jardim, 40 anni, è il tecnico del Monaco che fra 2 settimane affronta la Juventus nei quarti di Champions e col club del Principato sta rinverdendo i fasti, da Croisette di Cannes, di una decina d’anni fa. In modo imprevisto, visto il mercato estivo di cessioni. Ma i primi semi li avevano già sparsi Ranieri e Luis Campos, 49 anni, d.t., ex collaboratore al Real di Mourinho e allo United di Ferguson, costruttori delle basi. È arrivato con Falcao, James Rodriguez, Rivière, Abidal, Obbadi, Ocampos, che poi sono andati via. «Lo ammetto: all’inizio è stato difficile. Ma in tutta la mia carriera non ho avuto progetti facili. Io però penso sempre positivo. Così sono andato avanti convinto che con questi giovani potessimo fare un buon lavoro. Come allo Sporting l’anno scorso, dove ho valorizzato ragazzi come William Carvalho, Adrien Silva, Carlos Mané». Ha 40 anni ma una lunga strada alle spalle, senza padrini (tipo Jorge Mendes), partita da Madeira. «Sono nato in Venezuela, Barcellona. I miei emigrarono lì per lavoro, nel ’78 siamo tornati a Madeira, avevo 4 anni. La mia famiglia è lì, a Santa Cruz. I miei hanno un ristorante, il São Pedro». Barcellona: destino nel nome. Ha studiato a Madeira, Educazione fisica, e amava la pallamano. «Sì, fu un mio amico, Duarte Freitas, che mi trascinò a giocarci da ragazzino. Il sabato campionato di pallamano e la domenica calcio. Ma non

Perché lasciò il calcio giocato così giovane? «Studiavo all’università preparazione atletica, organizzazione e pratica degli allenamenti, ne ero appassionato; ebbi un invito da un prof per far parte dello staff del Santacruzense». Tesi universitaria: i calci d’angolo a Euro 96. «Allora non si dava importanza ai calci piazzati, li si provavano gli ultimi giorni di ritiro. Invece mi resi conto che il 50% dei gol venivano da lì». Aveva un allenatore modello? «Mi piaceva Fabio Capello al Milan, 20 anni fa col successo in Champions, specie per il suo atteggiamento e comportamento». E calciatori idolo? «I giovani João Pinto e Rui Costa del Benfica, Luis Figo dello Sporting, erano quasi miei coetanei e stavano esplodendo proprio allora». Zé Moniz, tecnico del Camacha di C, dove lei era vice fino al 2003, ha detto che lei lavorava tanto sulla tattica e la parola magica era equilibrio. «Sì, è come per la vita, una moneta tiene due lati. Nel calcio dobbiamo restare in equilibrio noi e squilibrare gli avversari». Camacha, sua prima stagione da tecnico, disse: «Se non alleno in Primera entro i 40 anni, lascio». «Sapevo di dover lasciare Madeira per far carriera. Ma mia moglie, psicologa, lavorava, e avevamo un figlio. Così mi imposi un lasso di tempo per riuscire, lontano da loro. Non volevo una carriera in C, lontano da casa. O sfondavo o basta così, fu un messaggio per mia moglie». Nel 2010 conquista la A col Beira Mar, poi vi resta una stagione, come con Braga, Olympiacos e Sporting. Perché cambiare spesso?

Sulla sua squadra

1«Il Monaco due anni fa era in serie B e ho un gruppo molto giovane» 1«Ma i vari Martial, Ferreira, Bernardo Silva, Fabinho, Kurzawa,

Wallace hanno qualità e ampi margini di crescita: il futuro è assicurato»

«Il successo in ognuno di questi club mi ha aperto altre opportunità. A volte per progetti più ambiziosi, come a Monaco, altre perché avevo solo un anno di contratto o mi hanno cacciato». Come nel 2013, all’Olympiacos: fatto fuori 1° in classifica, con 10 punti di vantaggio. Perché? «Ancora oggi non lo so. Ero tranquillo, miglior attacco, miglior difesa e di colpo il vicepresidente mi disse che dovevo fare i conti, cioè chiudere lì il contratto… Pensavo scherzasse». Si disse che il presidente Marinakis voleva mettere bocca nello spogliatoio e lei lo lasciò fuori. «Possibile. Le decisioni le prendo io e non voglio interferenze. Già al Beira Mar una volta comprai un lucchetto per non far entrare dirigenti e parenti in campo durante gli allenamenti».

Gli anni che aveva Jardim quado ha ottenuto il patentino Uefa più alto (più giovane portoghese nella storia). Allora era nello staff del Santacruzense di Madeira, quarta serie.

Sua madre ha raccontato all’Equipe che lei a 15 anni disse che avrebbe allenato lo Sporting. «Mio padre mi portò a vedere lo Sporting di Queiroz e così ne divenni tifoso. E poi sono riuscito ad allenarlo, l’anno scorso finalmente». Con ottimi risultati: il 2° posto; perché andar via? «Per il Monaco: un progetto ben più ambizioso. Anche quello post-Falcao. Obiettivo: costruire un gruppo e valorizzare i giovani. Martial, Ferreira, Bernardo Silva, Fabinho, Kurzawa, Wallace... Conoscevo Bernando che era del Benfica. E ho verificato subito che avevano qualità e ampi margini di crescita. Il futuro è assicurato». Sorpreso dalla gara dei suoi all’Emirates? «Mi ha sorpreso di più il ritorno, abbiamo resistito a un fortissimo Arsenal, che all’andata invece ci aveva lasciati giocare. La prova di maturità l’ho vista proprio al ritorno». L’«arte della difesa». Ma è sembrata un po’ bassa. «Sì, a poterlo fare anche a me piace la difesa alta, pressing nel campo avverso. A Londra abbiamo fatto un ottimo pressing alto, perché l’Arsenal ci ha lasciato giocare. Al ritorno è stata dura perché ci hanno obbligato a difendere dietro». Il suo sistema: 4-2-3-1, 4-3-3 o 4-4-1-1... «La cosa decisiva è la dinamica di una squadra. Sì, spesso ci schieriamo col 4-3-3 ma altre volte ho 2 giocatori offensivi avanti, in un 4-4-2. L’im-

il gol subìto (Talisca del Benfica) dal Monaco nei gironi di Champions: è la difesa meno battuta. In compenso ha realizzato solo 4 gol (Moutinho, Ocampos, Abdennour e Fabinho)

portante è definire le posizioni e le funzioni di ognuno. Per esempio i 2 avanti possono far pressing sui centrali difensivi rivali o uno su un difensore e un altro sul centrocampista arretrato». A Monaco l’ha aiutata molto Moutinho, non solo perché è portoghese ma pure per come gioca. «João è fra i nostri giocatori più esperti, abituato a gare di alto livello, che ha due funzioni in campo. Io lo chiamo centrocampista di transizione, perché sa fare il terzo di centrocampo difensivo e quello avanzato accanto alla punta, come succede di più in Champions. Moutinho è molto maturo e capisce le differenze di funzione». Nei gironi di Champions avete avuto la miglior difesa e il peggior attacco dei promossi agli ottavi. «La cosa importante è aver fatto 11 punti e aver


MARTEDÌ 31 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

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PRIMO PIANO

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DECATREND

Da Nuno a Conceição: giovani lusitani sfondano

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di Alessandro de Calò

MOU COME SIZA E I PORTOGHESI SONO I RE D’EUROPA

1Anche il tecnico del Valencia dei miracoli, terzo, è un classe ’741In ascesa pure Sergio Conceição

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al Braga, Paulo Sousa al Basilea e Marco Silva

Iacopo Iandiorio 1

● 1) Foto in alto: Jardim, 2° da sinistra in piedi, a 17 anni, giocatore alla Santacruzense, quarta serie portoghese: vi è rimasto fino ai 20 anni, poi ha chiuso ● 2) Alla sua prima stagione in panchina da capo allenatore, a 29 anni, al Camacha di Madeira (terza serie) ● 3) Alla sua ultima annata al Camacha, nel 2007-08 (Foto Helder Santos) 3

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IDENTIKIT

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Due promozioni, quasi titolo greco e lo Sporting 2°

passato il turno. E con Zenit e Benfica, ben più esperte e con campioni. Noi volevamo solo rendere più solido il nostro gruppo, affiatarci, e per questo ho lavorato subito sulla difesa. Ma poi avendone la possibilità, come con l’Arsenal, anche noi abbiamo cercato il gol». Solo Bayer e Porto hanno come media una rosa meno esperta di voi: quale la svolta in stagione? «La vittoria col Leverkusen, nel primo match di Champions 1-0 (gol di Moutinho, ndr) è stato fondamentale per acquistare fiducia in noi stessi e autostima. Molti ragazzi non avevano esperienza o non erano titolari l’anno scorso». Ora sente la pressione che a Monaco si avvertiva nel 2004 ai tempi della finale di Deschamps? «Quella era una grande squadra, esperta, costruita in 4 anni. Il Monaco di oggi 2 anni fa era in B. L’atmosfera è positiva, qui nessuno avrebbe scommesso sui quarti o sulla lotta per la Ligue 1. Dove non abbiamo responsabilità particolari, se non quella di provare a fare sempre meglio. Ma non siamo noi quelli che la devono vincere, ma il Psg. E Lione e Marsiglia non hanno le coppe». Domanda inevitabile: la Juventus? «Squadra di tanto equilibrio. Molto offensiva ma con equilibrio, tanta esperienza internazionale, campione per 4 anni in Italia, fortissima». Ha pure un’età media molto alta: in Champions conta più l’esperienza o la freschezza dei giovani? «In partenza l’esperienza è più importante. Ma in due gare può succedere di tutto. Ho detto ai miei per i quarti di divertirsi e allo stesso tempo di avere l’ambizione avuta contro l’Arsenal. Di mantenere questa dinamica di crescita». Il giocatore che teme di più? «Ne ha così tanti: Pirlo è sempre fantastico nella costruzione del gioco, lo governa, decide i tempi e le azioni. Tevez, attaccante formidabile, con molta esperienza, vero goleador. Anche Morata è cresciuto tanto, a Madrid non aveva spazio e ora è arrivato in nazionale. E la Juve ha un’organizzazione difensiva fenomenale, dai centrali al portiere e ai laterali, e non rischia mai». © RIPRODUZIONE RISERVATA

● Leonardo Jardim è nato a Barcellona (in Venezuela) il 1° agosto 1974. Quattro anni dopo torna con la famiglia a Madeira (Portogallo), dove si laurea in Educazione Fisica nel 1996, a 22 anni. Quell’anno entra nello staff della Santacruzense di Madeira, dove aveva giocato fino a 2 anni prima. Nel 1999 è sempre sull’isola al Portosantense (da vice), nel 2000 al Camara do Lobos e poi al Camacha. Nel 2003 diventa primo allenatore al Camacha in terza serie; vi resta fino al 2008. Passa al Chaves (serie C, promosso) e poi nel 2009-10 è al Beira Mar: altra promozione in serie B. Nel ’11-12 è al Braga, con cui conquista il terzo posto e i sedicesimi di Europa League. Nel 2012-13 all’Olympiacos: a gennaio è cacciato col club 1° a più 10. Nel 2013-14 va allo Sporting Lisbona dove arriva secondo e lancia molti giovani talenti. Da quest’estate al Monaco, 4° in Ligue 1 ma con una partita da recuperare e nei quarti di Champions.

● 1) Nuno Espirito Santo, 41 anni, tecnico del Valencia, terzo in Liga, ex Rio Ave (foto Afp) ● 2) Sergio Conceição, 40 anni, allenatore del Braga, adesso quarto nel torneo portoghese (Afp) ● 3) Paulo Sousa, 44 anni, in panchina in Svizzera al Basilea, in testa al campionato (Afp)

I Sotto, Leonardo Jardim, 40 anni, al Monaco (GETTY IMAGES)

n principio fu Queiroz. Almeno per la storia portoghese contemporanea è Dom Carlos il «vate» della nidiata di tecnici lusitani emergenti. Anche Jardim lo riconosce: «Sì, il nostro primo grande tecnico è stato lui», due volte campione del Mondo con l’Under 20 di João Pinto e con Luis Figo e Rui Costa nell’89 e ’91. E poi fu la volta dello Special One: «I successi di Mourinho ci hanno dato fiducia - dice Jardim -, e hanno fatto sì che gli osservatori seguissero di più i tecnici portoghesi». E, oltre a Jardim, sono cresciuti i Nuno Espirito Santo, altro classe 1974, ora al Valencia, 3° in Liga, dopo aver fatto rapida gavetta al Rio Ave dal 2012 (due finali di coppe nazionali disputate); l’ex portiere di Porto e Deportivo La Coruña, primo affare di Jorge Mendes, quasi 20 anni fa, è un altro che spinge sulle parole d’ordine «crescita, ordine e disciplina» e lavora con la squadra più giovane in Liga (23,5 anni di media).

Sporting al verde Il posto di Jardim allo Sporting l’ha preso in estate Marco Silva, appena 37 anni e a 34 sulla panchina del «suo» Estoril, che nell’ottobre 2011 aveva lasciato, in serie B, da capitano per andare a conquistare una clamorosa promozione, partendo dall’ultimo posto della quinta giornata. Non solo: nel 2013 porta i Canarinhos per la prima volta nella storia in Europa e

nel febbraio 2014 batte il Porto all’Estadio do Dragão, dove in campionato non perdeva da 5 anni e mezzo. Con lui si mettono in luce l’attuale cagliaritano João Pedro e l’ecuatoguineano Javier Balboa, ex Real Madrid. Il giovane di più belle speranze (ma anche di tanto presente e fresco passato) fra i lusitani resta André Villas-Boas: a 33 anni vinceva al Porto già titolo, coppe nazionali e Uefa. Poi la parentesi inglese fra Chelsea (maluccio, ma con quel team 2 mesi dopo il suo vice, Di Matteo, vinse la Champions…) e Tottenham, benino, con un 5° posto a 1 punto dalla zona Champions e 72 totali, record in Premier per il club. Da un anno è allo Zenit e deve al Monaco di Jardim l’eliminazione nei gironi in questa stagione.

Scuola italiana Altri due nomi: Sergio Conceição e Paulo Sousa. Il primo, ex ala di Lazio, Parma e Inter, 40 anni, è partito 3 stagioni fa dall’Olhanense, per passare poi all’Academica di Coimbra (la sua città natale, 8° posto) e ora è al Braga, quarto dietro le tre grandi; punta sui giovani, specie stranieri (età media 25 anni); la settimana scorsa ha rassegnato le dimissioni dopo i due k.o. con Porto e Benfica, ma il presidente Salvador non le ha accettate. Anche l’ex juventino Paulo Sousa, 44 anni, ha un percorso in panchina che parte da lontano: 10 anni fa era alla Under 16 portoghese, poi Qpr, Swansea, Leicester, in Ungheria col Videoton, in Israele col Maccabi Tel Aviv (un titolo) e ora al Basilea è in testa al campionato svizzero. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Per molto tempo il calcio italiano ha posato lo sguardo su quello portoghese con una certa supponenza e un pelo di velenosa perfidia. Anche negli anni in cui il Porto di Artur Jorge (FOTO) vinceva la Coppa Campioni — con i colpi di tacco di Madjer e i guizzi del piccolo Juary — anche allora continuavano a girare storielle come questa. Si diceva che i portoghesi erano dei brasiliani tristi e incompiuti, che in Portogallo erano bravissimi a controllare il pallone, a tenerlo incollato sull’erba, a muoverlo con ragnatele di torelli infiniti e anche un po’ lenti, solo che non tiravano in porta perché — in fin dei conti — tirare in porta voleva dire perdere il pallone. Non sia mai. Il grande lavoro di Carlos Queiroz con le nazionali giovanili e poi con la Seleçao, a cavallo degli anni Ottanta/Novanta, ha permesso di esaltare le qualità di una generazione d’oro. Giocatori che hanno fatto fortuna in Italia e Spagna — da Vitor Baia a Fernando Couto, da Paulo Sousa a Rui Costa, da Figo a Nuno Gomes — preparando il terreno al lancio mondiale di Cristiano Ronaldo. Vincere aiuta a vincere, l’esempio dei campioni serve da esempio come è successo — sempre alla fine del secolo scorso — in architettura, con la scuola di Porto

e il circolo virtuoso del rapporto tra maestri e allievi accesi attorno alla colonna vertebrale dei Fernando Tavora, Alvaro Siza e Eduardo Souto de Moura. Il «tradutor» José Mourinho è cresciuto così, nello staff di Bobby Robson, partendo dallo Sporting e planando a Barcellona (dove ha incrociato Baia, Couto e Figo), dopo essere passato per il Porto. Oggi Mourinho è il nome più conosciuto di una pattuglia di allenatori che sta conquistando la maggioranza relativa delle panchine di Champions. Erano in sei all’inizio del torneo (Jesus, Sousa, Silva, Jardim, Villas Boas oltre a Mou), è rimasto in gioco soltanto Leonardo Jardim, col suo sorprendente Monaco. Persi nell’ultima estate Falcao e James Rodriguez, i monegaschi si sono trovati nella necessità di fare molto con molto poco. Una omelette quasi senza uova. Il capolavoro del tecnico venuto da Madeira e affermato nello Sporting — come Ronaldo — è proprio questo. Con l’ossessione del lavoro si può fare.


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EXTRATIME

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GRAN BRETAGNA

OLANDA

L’Europa non fa più per l’Ajax 1 Quattro titoli di seguito in casa con Frank de Boer1 Ma quasi il 50% di sconfitte nelle coppe.

E mai oltre gli ottavi di finale in questi quattro anni Alec Cordolcini

Aaron Ramsey, 24 anni, e Gareth Bale, 25, celebrano il secondo gol del madridista nel 3-0 del Galles contro Israele (EPA)

La Bretagna adesso è davvero Grande 1Il Galles di Bale è in testa

nel gruppo B per Euro 2016 1Pure la Scozia e la Nord Irlanda sono messi bene. Sarà un en plein britannico? Stefano Boldrini da Londra

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l regno più disunito della storia del calcio, frammentato in quattro nazionali, potrebbe riunirsi agli Europei francesi del 2016: se l’Inghilterra di Roy Hodgson scoppia di salute con il primo posto in classifica a punteggio pieno dopo 5 turni, le altre nazionali della Gran Bretagna, Galles, Scozia e Irlanda del Nord, hanno infatti buone possibilità di qualificarsi. Nelle ultime gare di qualificazione, sono arrivati successi importanti, nel segno di tre personaggi: Gareth Bale, Steven Fletcher, Kyle Laffarty.

Con Ramsey che coppia Nel Galles che non partecipa alla fase finale di un grande torneo dal Mondiale svedese del 1958 (unica presenza), ci sono due principi: Gareth Bale e Aaron Ramsey. Il madridista ha firmato una doppietta sul campo di Israele, permettendo alla nazionale di Chris Coleman di salire in vetta al gruppo B con 11 punti in 5 gare: 3 successi e 2 pareggi. Alle spalle, Israele con 9 e Belgio con 8. Proprio la sfida con i belgi, il 12 giugno, potrebbe lanciare definitivamente il Galles. Bale, contestato dai tifosi del Real Madrid dopo un periodo tormentato, è tornato a essere protagonista delle cronache di mercato: ieri in Inghilterra si è parlato di un’offerta da 95 milioni di euro da parte del Chelsea per arruolarlo. Il capitano Ashley Williams pensa invece alla nazionale: «La nostra stagione finirà il 24 maggio, ma nessuno andrà in

vacanza». Anche Ramsey, punto di forza dell’Arsenal, è già proiettato sulla sfida di Cardiff: «Avremo tre settimane per preparare la gara con i belgi. Sarà dura, ma stiamo giocando bene e vincendo, perché non pensare positivo?».

Irish Lafferty, l’ex Palermo Non è e non sarà mai George Best, ma l’Irlanda del Nord ha trovato nell’attaccante Lafferty, 27 anni, ex Palermo, il condottiero di una squadra che partecipò al Mondiale 1986 in Messico. Il cartellino di Lafferty è di proprietà del Norwich, che il 2 febbraio lo ha ceduto in prestito ai turchi del Caykur Rizespor. A Palermo firmò 12 gol in 36 gare. A Norwich, in Championship, non è andato benissimo, ma in nazionale è determinante (14 centri). L’allenatore dell’Irlanda del Nord, Michael O’Neill, non si nasconde: «Qualificarsi è realistico, ma sarà determinante la gara con la Romania a giugno». Nel girone F, i nordirlandesi sono secondi a quota 12 in 5 match, alle spalle della Romania, con 13. Al terzo posto c’è l’Ungheria.

IRLANDA

Carlo Cudicini nello staff dell’Under 21 ● (si.mar.) Completato l’iter per ottenere la licenza B dell’Uefa con la FA della Repubblica d’Irlanda, a 41 anni Carlo Cudicini si è rimesso i guantoni da portiere: l’ex di Milan, Lazio, Chelsea e Tottenham è entrato a far parte dello staff tecnico dell’Under 21 irlandese, prendendo il posto di Alan O’Neill, andato in pensione. «La sua esperienza ci sarà di aiuto», ha detto il c.t. Noel King.

Nick Viergever, 25 anni, a terra dopo l’eliminazione col Dnipro (REUTERS)

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I numeri europei dell’Ajax di De Boer non lasciano scampo: 39 gare, 18 k.o., 56 reti subite, 4 eliminazioni su 4 ai gironi di Champions, 2 soli turni superati in Europa League in 5 anni.

teaua, Salisburgo, Dnipro: tre indizi fanno una prova in casa Ajax. Le ultime eliminazioni europee, giunte con club non di élite, certificano il flop della Rivoluzione Cruijff. «L’Ajax non è più l’Ajax». Con questa frase nel 2010 Cruijff diede inizio alla battaglia che portò a un ricambio dirigenziale nel board ajacide, preludio di una rinnovata politica focalizzata sul vivaio. 5 anni dopo la squadra di Amsterdam è ancora alla ricerca di se stessa, almeno a livello internazionale. Perché se in Olanda la cura Cruijff ha dato i suoi frutti, con 4 titoli consecutivi, fuori dai confini i risultati si attestano sotto la sufficienza.

Dal mercato solo bidoni

La prima criticità l’ha individuata van Hanegem. «Nelle giovanili Ajax il concetto trasmesso ai ragazzi è che vincere, a quel livello, non è importante. Il risultato è una generazione che si sente già arrivata una volta in prima squadra, e non è in grado di gestire critiche e pressione». L’esempio è il danese Fischer: devastante nella prima mezza stagione nel ’13, deludente nella seconda, oggi scomparso per infortunio. Poi c’è l’ambizione, come dice l’ex Ajax van Halst. «Giocatori come Sneijder, Ibra o Huntelaar hanno lasciato l’Ajax dopo essere arrivati al top in EreAMSTERDAM divisie, e lo hanno fatto Due turni superati per un gran club. Oggi Eppure uno dei punti cardine se ne vanno a 21 anni dopo un della Rivoluzione era il recupero paio di stagioni da 7 in pagella». della competitività internazio- L’esempio è Kishna, che dopo apnale, da ottenere con un mix tra pena un torneo da titolare ha litiragazzi del vivaio e acquisti di gato con De Boer per l’impiego a spessore finanziati coi soldi deri- singhiozzo, ed è pronto a far le vanti dalle cessioni dei migliori. valigie. I talenti in partenza doInvece col Dnipro è arrivata l’en- vrebbero essere rimpiazzati e qui nesima delusione, e per la prima la gestione Cruijff non è riuscita volta da quando è tecnico Frank a far meglio: l’Ajax continua a de Boer concluderà una stagione comprare male. Da Sana a Van senza alcun trofeo. Ha personali- der Hoorn, da Zimling a Duarte, tà da vendere, ma fatica a tra- i flop non si contano. In questa smetterla ai suoi. In Champions i stagione ha speso 12 milioni di Klaassen, El Ghazi, Kishna e Van euro, ma il solo Viergever (2 Rhijn sembrano ragazzini in un mln) è titolare. Anni fa una comgioco più grande di loro, ma pu- missione interna al club pubblire in Europa League le gambe re- cò un bilancio sulla gestione tecstano molli. La questione del gap nico-sportiva dal titolo «Ajax economico non regge; altri club 1997-2007, 10 anni di bidoni». È (il Basilea) ottengono molto di ora di aggiornarlo. più, con gli stessi limitati mezzi. © RIPRODUZIONE RISERVATA

OLA

Fletcher: tripletta dopo 6 anni di digiuno L’allenatore che pensa sempre positivo, Gordon Strachan, sta cercando di rilanciare una Scozia abbastanza malconcia negli ultimi 15 anni: l’ultima partecipazione a una fase finale di un torneo calcistico risale al Mondiale francese del 1998. Il 6-1 a Gibilterra non è risultato da consegnare ai posteri, ma è stato importante per il centravanti Steven Fletcher, 28 anni, che dopo ben sei anni di digiuno in nazionale ha firmato una tripletta. Più celebre negli ultimi tempi per una Lamborghini da 400 mila euro trasformata in una specie di Batmobile che per i successi sportivi, Fletcher ha vissuto un giorno da protagonista. La Scozia è seconda alla pari con la Germania (10 punti) in un gruppo in cui la Polonia (11 punti, 5 gare) è in testa, ma la Scozia deve giocare in casa il ritorno con i campioni del Mondo e con il team di Varsavia. Strachan è ottimista: «Sono soddisfatto perché dopo 5 gare in un gruppo difficile, non siamo messi male». Le speranze della Scozia passano per un derby britannico con l’Irlanda (8 punti), il 13 giugno a Dublino: «Per noi è quasi decisiva», dice Strachan. Il Regno Unito dovrà fare i conti con l’Irlanda per ritrovarsi in massa in Francia. Quando la storia ci mette lo zampino. © RIPRODUZIONE RISERVATA

NOTIZIE DALL’EUROPA

ISRAELE GERUSALEMME

Oggi con il Belgio E l’amichevole Olanda-Spagna

● Oggi per Euro 2016 recupero del match Israele-Belgio (rimandato nel settembre scorso per motivi di sicurezza), fondamentale nel gruppo B (quello del Galles). Le amichevoli più importanti di oggi: ad Amsterdam Olanda-Spagna, poi Portogallo-Capo Verde, AustriaBosnia, il derby Slovacchia-Rep. Ceca, Russia-Kazakistan, Svizzera-Usa, Svezia-Iran. Intanto la Uefa ha aperto un procedimento disciplinare contro Montenegro e Russia dopo che il match è stato sospeso.

INGHILTERRA LONDRA

Papà Paul difende Tom Ince che dice no alla U21

● (si.mar.) Per il c.t. dell’Under 21 Gareth Southgate, 44 anni, la decisione di Tom Ince del Derby County di chiamarsi fuori dalla fase finale dell’Europeo 2015 a giugno «avrà delle conseguenze», ma papà Paul, ex interista, nega che il 23enne dell’Hull (ora in prestito) abbia voluto snobbare la nazionale. «Mio figlio è reduce da anni difficili, dove è stato ovunque, e ora deve riposare. Non ha girato le spalle al suo Paese e se farà bene non vedo perché non possa essere chiamato di nuovo».

BULGARIA PLOVDIV

Il presidente del Botev Vasilev in cella a Belgrado

● (falcini) Il presidente Tsvetan Vasilev, 55 anni, ha regalato all’associazione dei tifosi del Botev Plovdiv il 51 per cento delle quote del club, sesta forza del campionato bulgaro e nei playoff per il titolo. Vasilev è sotto arresto in Serbia dopo il fallimento della sua Corporate Commercial Bank, e il governo di Sofia attende l’estradizione. «So che avrete la forza di uscire da questa difficile situazione», ha detto ai supporter della squadra, che ora dovranno cercare investitori.


EXTRATIME

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GERMANIA

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SVEZIA

Tutti contro il Malmoe e i Larsson 1I campioni in carica si sono rinforzati con Bengtsson e Sana in vista del torneo 20151I rivali non mollano ed Henrik con l’Helsingborg adesso si affida al figlio

Giuliano Adaglio

A Raffael, 30 anni, qui esulta dopo un gol al Mainz il 7 marzo, sua prima doppietta quest’anno, nel quale ha fatto 7 gol in Bundesliga (AFP)

Raffael: «I gol al Bayern e ora sogno Dunga» 1 L’attaccante del Borussia

Mönchengladbach parla dopo la doppietta al Monaco 1 «Ora in Brasile mi conoscono tutti. La nazionale? Magari...»

Elmar Bergonzini

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a zero a 100 in 47 minuti. Non si tratta di un’auto (e meno male...), ma del livello di popolarità di Raffael in Brasile. Il trequartista del Borussia Mönchengladbach, 30 anni, fino al 30’ della gara col Bayern era sconosciuto nel suo Paese. Poi (in 47 minuti) realizza una doppietta a Neuer e tutto cambia. «I media in Brasile mi hanno celebrato, improvvisamente mi conoscono tutti», racconta Raffael alla Gazzetta. Ai brasiliani non dispiace di certo vedere Neuer in difficoltà. A maggior ragione se il pilastro della Germania tritasassi che ha schiacciato i loro sogni di gloria è costretto a brutte figure da un loro connazionale. Raffael però non vuole sentir parlare di «papere» sul suo 1° gol al Bayern: «Il mio era un tiro potente e improvviso: Manuel è stato un po’ sfortunato, ma non era facile far meglio. Non dimenticherò mai questa doppietta. È bellissimo segnare 2 gol ai più forti del mondo, al portiere più forte del mondo».

Il mentore svizzero C’è un uomo in particolare al quale Raffael deve i propri successi: «Lucien Favre. Gli dedico la doppietta perché ha continuato a credere in me pure quando le cose non andavano. Zurigo, Hertha e ora il Borussia, sono sempre riuscito ad esprimermi al meglio quando a guidarmi c’è lui». Nelle ultime 3 gare di campionato il brasiliano ha segnato 4 gol, consentendo al Gladbach di conso-

lidare il 3° posto e allungando (+8) sullo Schalke, 5°: la Champions è a un passo. «Sogno già il Camp Nou. Adoro il modo di giocare del Barcellona, e sfidarlo in quello stadio deve essere meraviglioso». Con i 15 gol segnati nella scorsa Bundesliga (il suo massimo), Raffael ha riportato alla memoria dei tifosi un campione del passato: Günter Netzer, uno che negli anni 70 vinse, fra l’altro, 2 titoli col Gladbach, 2 col Real Madrid e il Mondiale con la Germania. «Mi paragonano a lui - spiega - per gli inserimenti in area. Ma non l’ho mai visto giocare né ci ho mai parlato, ma so che come carattere siamo molto diversi: lui era proprietario di una discoteca, un donnaiolo, io amo stare a casa con mia moglie e i miei figli. Metto il piede fuori di casa solo per viaggiare: adoro l’Italia. Roma e Milano sono stupende, piene di storia e di vita. Un anno fa sono stato pure a Capri…che spettacolo».

Geova e gli agenti malandrini Un punto fermo della vita di Raffael è Dio. «Sono testimone di Geova. Mi incontro sempre con i confratelli per pregare. Con mia moglie ho trasmesso la fede anche ai miei figli». Nel 2006, a 21 anni, Raffael fu protagonista di un giallo. Con lo Zurigo le cose andavano benissimo e i suoi agenti spingevano per un aumento di stipendio. Per far capire a club quanto fosse importante il brasiliano per la squadra lo rinchiusero per giorni in un appartaMÖNCHENGLADBACH mento facendogli saltare la gara col San Gallo. Lo Zurigo ne denunciò la scomparsa, la polizia lo trovò a casa di uno dei suoi agenti: «Non c’entravo nulla e cambiai procuratore». Quello è il passato, Raffael pensa solo al presente: «Sono piccolino, non arrivo a 175 cm. Quando vedo Ibra, Lewandowski, o Ronaldo mi impressiono. Ma il pallone è rotondo per tutti: ho il vantaggio di vederlo da più vicino…». E lo vede bene: la sua doppietta a Neuer ha strappato un sorriso in Brasile. Raffael però spera di aver fatto colpo pure su Dunga: «So che è difficile, ma non smetto di sognare». D’altronde ci ha messo 47 minuti per far salire la propria popolarità da zero a cento.

IDENTIKIT

In Svizzera a 18 anni, 2 titoli con lo Zurigo ● Raffael Caetano de Araujo è nato a Fortaleza, in Brasile, il 28 marzo 1985. Cresciuto nella Juventus San Paolo, arriva in Svizzera al Chiasso in B a 18 anni, 2 stagioni dopo allo Zurigo dove vince 2 titoli e sigla 40 gol in campionato in 3 stagioni. Nel gennaio 2008 passa all’Hertha Berlino e vi resta fino al 2012 (giocando col fratello Ronny, ora ancora a Berlino, per due stagioni). Quindi 6 mesi alla Dinamo Kiev, poi nel gennaio 2013 è allo Schalke. In estate si trasferisce al Gladbach: 15 reti in Bundesliga il primo anno e 7 finora in questa (e 2 in Europa).

GER

Raffael, brasiliano di Fortaleza

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llsvenskan grandi firme. La 91ª edizione del torneo svedese, in partenza il prossimo weekend, si annuncia come la più interessante da diversi anni a questa parte. Il ritorno di un club ai gironi di Champions League dal 2001, il Malmoe (nel gruppo della Juventus), ha segnato un punto di svolta: se fino a qualche anno fa i migliori giocatori facevano a gara per lasciare il Paese - anche solo per la vicina Copenaghen - ora molti scelgo- Henrik Larsson, 43 anni no di tornare all’ovile per rilanciarsi, ritrovare la nazio- ni che lo hanno condizionato nale e magari strappare un in Italia - è destinato a fare la contratto in uno dei campio- differenza. nati maggiori. È il caso di Rasmus Bengtsson, 28 anni, ulti- I fratelli Elm al Kalmar mo prestigioso acquisto dei Il Kalmar ha risposto con l’inbi-campioni di Svezia. Il di- gaggio del nazionale Rasmus fensore centrale, proveniente Elm, 27 anni, talentuoso centrodal Twente (5 stagioni in campista ex Cska Mosca, la cui Olanda), si aggiunge al- carriera è stata bruscamente inl’esterno ex Ajax Tobias Sana, terrotta da una rara forma di ceai 24enni norvegesi liachia acuta: dovesse Berget ed Eikrem, tornare ai suoi livelli provenienti dal Carabituali, la squadra diff, e al promettente guidata da Peter Swärterzino peruviano Yodh, 50 anni (ex Helsintun, che raccoglie gborgs) potrebbe sol’eredità del brasiliagnare in grande, sono Ricardinho. Nonoprattutto ora che è riustante le partenze ec- STOCCOLMA scito a riportare a casa cellenti (Thern, Foranche l’altro Elm, Viksberg, al Lipsia per 3,7 milioni tor, 29 anni, dall’Az Alkmaar. di euro, e Thelin, al Bordeaux L’Aik Solna punta sul 32enne niper 3,5 milioni, su tutti), il geriano Dickson Etuhu, reduce Malmoe resta il grande favo- da una lunga esperienza in Prerito, con il santone Hareide in mier League fra Sunderland e panchina e il totem Rosen- Fulham, oltre agli anni di berg (7 reti nell’ultima Cham- Norwich e Blackburn in Champions, compresi i prelimina- pionship. Mentre l’Elfsborg riacri), 32 anni, al centro dell’at- coglie Emir Bajrami, ex Monaco, tacco. Twente e Panathinaikos. L’Helsingborg ha grossi problemi Ma il Göteborg non ci sta economici e si affida all’espeLe rivali però sono più agguer- rienza di Henrik Larsson, 43 anrite che mai: il Göteborg ha ni, che dalla panchina si appretrattenuto il capocannoniere sta a lanciare il figlio Jordan, 17 danese Lasse Vibe (23 gol nel anni e fiuto del gol che ricorda 2014), che ha rifiutato un’of- quello del padre (già 3 gol in ferta milionaria dai cinesi del coppa nazionale). L’Häcken ha Tianjin, e gli ha affiancato il il giovane più interessante del connazionale ed esterno Jakob torneo, il ’95 Simon Gustafsson, Ankersen, tra i migliori gioca- e negli ultimi giorni ha piazzato tori dell’ultimo campionato il colpo a sensazione: fino a giudanese e visto in Europa Lea- gno, a guidare la difesa dei gialgue. In mediana è rientrato, in loneri ci sarà l’ex capitano della prestito con diritto di riscatto nazionale uruguaiana Diego Ludal Cagliari, il 26enne Seba- gano, in cerca di rilancio dopo stian Eriksson che - se recupe- qualche mese di inattività. rerà appieno dai gravi infortu© RIPRODUZIONE RISERVATA

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NOTIZIE DALL’EUROPA

FRANCIA SOCHAUX

Dopo 87 anni il club si separa dalla Peugeot

● (a.g.) Dopo 87 anni il Sochaux si separa dalla Peugeot. Il club nato per volontà del costruttore d’auto passa sotto bandiera cinese. È il primo club francese a essere rilevato da una società cinese, Ledus, che produce led, e che ha superato una cordata di imprenditori locali. Costo dell’operazione per il club 6° in Ligue 2, ma col record di stagioni in Ligue 1 (davanti al Marsiglia), è di 7 milioni. Ma la cessione pone dei dubbi: Ledus ha registrato un fatturato di soli 24 milioni nel 2014, con 12 milioni di perdite.

BELGIO BRUGES

Il Cercle si affida a Dennis van Wijk per il playout

● (cordol) Uno specialista in promozioni per evitare la retrocessione. Questa è la scelta del Cercle Bruges, che per affrontare il playout salvezza col Lierse (gare di andata e ritorno al meglio delle 5) ha deciso di affidarsi all’olandese Dennis van Wijk, 52 anni, il cui curriculum annovera 5 promozioni, tutte dalla B alla A belga, con Ostenda, Roeselare, Charleroi, Mons e Westerlo. Da quest’ultimo club è stato esonerato a gennaio, a dispetto di una solida posizione di metà classifica.

ISRAELE HAIFA

L’Hapoel Haifa perde causa con club palestinese

● L’Hapoel Haifa e il suo ex giocatore il centrocampista Ali Khatib, 26 anni ora però al Maccabi Ahi Nazareth (in seconda serie), sono stati condannati dalla Fifa a pagare 105 mila euro al club palestinese Jabal al Mukaber di Gerusalemme Est. Khatib, nazionale palestinese, aveva raggiunto l’Hapoel Haifa nel 2012 senza chiedere il permesso alla società di provenienza. È la prima volta che un club israeliano perde una causa con un club palestinese.


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ARGENTINA

STATI UNITI

Ruotolo vola a Las Vegas «Lì crescerò» 1L’ex allenatore del Livorno, con Candela, Balbo e Zironelli, insegnerà nell’Academy del Nevada

1 Per poi andare in panchina da gennaio 2016 Alessio Da Ronch

Eduardo Coudet, 40 anni, ex centrocampista e allenatore da gennaio di quest’anno del Rosario Central (PHOTOGAMMA)

Con Coudet il Rosario è ridiventato Central 1Il nuovo tecnico dei Canalla

è una bandiera della società 1Alla sua prima stagione in panchina è già 2° in classifica, con il miglior inizio di sempre Martin Mazur da Buenos Aires

«C

uno industriale, che disastro. Il soffitto e le mura sono rimasti tutti celesti, Fuertes piangeva accecato, abbiamo dovuto telefonare al medico sociale». L’amore per il Rosario è inspiegabile. Non essendo nato qui (è di Baires), in poche gare nel ’95 aveva già conquistato il cuore dei tifosi. Innamorato della storia Canalla, il Chacho fu capace di rimandare la data di nascita di sua figlia, dal 17 al 19 dicembre, per farla venire al mondo lo stesso giorno della palomita di Poy, la rete in tuffo dell’1-0 sui cugini del Newell’s nel 1971.

I Clasicos col Newell’s

ambia la segreteria telefonica, la gente pensa che sei uno schizofrenico ogni volta che ti chiama». La frase della mamma non bastò. Per anni Eduardo Coudet aveva registrato un saluto molto particolare, urlando come un pazzo. Era la sua lettera di presentazione, la conferma del personaggio, che faceva ridere in campo e fuori, e che oggi sorprende il calcio argentino alla guida del Rosario Central. Faccia rotonda, capelli tinti, frangia sempre dritta, modo di parlare con la bocca quasi chiusa, come Vito Corleone, e voglia permanente di risate. Nel Platense, la squadra dove iniziò a giocare a 19 anni, si fece notare solo dopo due partite. «C’eravamo tutti sul pullman ma l’autista non saliva. Allora presi il volante e partii, mentre tutti ridevano. Dopo 200 metri dovevo girare per non beccare l’autostrada, ma l’incrocio era molto stretto. Sono dovuto tornare indietro in retromarcia. L’allenatore non c’era, ma il suo secondo urlava: “Due gare in Primera e si ruba il pullman. Questo pibe è pazzo”. E vabbè... forse sì».

Un parto rimandato Pagliaccio in tutte le squadre dove ha giocato, sempre come centrocampista di destra, al Chacho bastava poco per diventare il re dello spogliatoio. Nel River ancora si ricordano la sua notte brava. Esteban Fuertes aveva avuto la sbagliata idea di buttare acqua freda su Coudet mentre dormiva. Lui si vendicò con un estintore. «Ma era

«Vi spiego come funziona il derby di Rosario - disse una volta -. È come il giorno delle nozze. Ci sono 2 famiglie. Per il matrimonio una mette la sala; l’altra organizza la festa. Il Central è quello che fa sempre festa». Il Newell’s l’ha sempre preso in giro. Durante il clasico in casa guardava i tifosi ospiti e faceva finta di contarli, perché pochi. Quando giocava al Parque de la Independencia, casa del Newell’s, chiedeva una coperta alla panchina. «Quello stadio è un frigo, o, fa un freddo polare», per dire re che c’era poco calore. Durante te la crisi del 2002, quando i calalciatori temevano per i sequestri, ri, il Chacho arrivava agli allenaamenti con una vecchia Fiat 600. 0. «Il mondo del calcio è molto ri-gido. Io tento di sdrammatiz-ROSARIO zare», ha detto. Nessuno pensaava che uno come lui fosse capace di allenare. «Non on avrei sperato mai d’avere la fortuna di iniziare col ol Central, ma mi sento pronto e capace di farlo», », assicura. Dopo 5 vittoria di fila, e il 2° posto, è già ià il migliore esordiente nella storia del club, avendo do superato Zof, Menotti e Russo. Il suo magnetismo mo gli ha permesso di sedurre i vecchi compagni. Così sì son tornati Cesar Delgado, Pablo Alvarez (ex Caatania) e Marco Ruben, capocannoniere con 7 reti. ti. Il migliore però è un ragazzino del vivaio: Franco co Cervi, 20enne con la n.10 e un grande futuro. In pochi mesi ha preso 8 kg, grazie ai consigli del el Chacho, che ha parlato coi suoi genitori per migliorare la dieta. «È un allenatore attento a tuttii i dettagli, che ci spiega bene come sarà la partita», », tidice Cervi. Coudet davanti a una lavagna? È l’ultima barzelletta del Chacho.

IDENTIKIT

La Conmebol ’95 con il Rosario e 5 titoli al River ● Eduardo Coudet è nato il 12-9 -1974 a Buenos Aires. Debutta al Platense nel 1993, dopo 2 anni è al Rosario, quindi San Lorenzo, River e nel 2002 al Celta in Spagna; poi River Rosario (2004) e San Lorenzo, ancora al Central (2006), poi in Messico al San Luis e Necaxa, al Colon e negli Usa al Philadelphia Union e Fort Lauderdale Strikers. Ha vinto 5 titoli col River e la Conmebol 1995 col Central.

Gennaro Ruotolo, 48 anni, ex tecnico del Livorno

A

no Reno Piscopo, sedicenne attaccante di Melbourne, già soprannominato in patria «il nuovo Harry Kewell», ha firmato per l’Inter ed è sbarcato a Milano inseguendo la felicità. Ora la Giss è pronta a prendere parte alla nuova serie B americana (la Mls, la serie A è chiusa almeno fino al 2018), che partirà il prossimo gennaio 2016. Il progetto prevede un nuovo club con sede probabilmente a Las Vegas e con Ruotolo seduto in panchina. «Un’esperienza che può solo farmi crescere - afferma felice il tecnico 48enne -, mi regalerà nuove emozioni, nuovi stimoli, mi farà migliorare in tutti i sensi».

vventura americana. Gennaro Ruotolo ha la valigia pronta e tanta voglia di inseguire i suoi sogni. L’opportunità giusta, dopo qualche episodio non sempre fortunato, sulle panchine di Livorno, Sorrento, Savona e Treviso, arriva da lontano. A fine aprile l’ex centrocampista, uno dei simboli del Genoa di Osvaldo Bagnoli (e di quello successivo visto che a Genova nessuno ha dimenticato la tripletta che realizzò nella finale del torneo anglo-italiano a Wembley contro il Port Vale nel Fascino e studio 1996), sarà uno dei L’entusiasmo dell’ex gequattro tecnici protagonoano (che vanta pure nisti nell’Academy orgatre convocazioni e una niz nizzata a Las Vegas dalla presenza con la maglia Ge Genova International della Nazionale nel Sc School of Soccer (Giss). 1991) è speciale. Da due Al suo fianco nomi imanni attende il momento po portanti come quelli di LAS VEGAS del rilancio dopo qualVin Vincent Candela, Abel che esperienza poco poBa Balbo e Mauro Zironelli. Davanti sitiva: «In Italia - continua convina lui l tantissimi ragazzi di talento to - in questo momento tutto si è tra i quali scovare nuove promes- fatto complicato, per questo sono se da premiare con un viaggio in felice di intraprendere una nuova Eu Europa, magari con un provino in avventura all’estero. L’America mi pro p programma con una squadra ita- affascina, l’idea di confrontarmi lia liana di serie A o B. È già prevista con una realtà tanto diversa mi pu pure un’altra tappa in Canada per colpisce. Non è solo un fatto calciun un’ulteriore Academy, poi, per stico: penso di poter crescere anRu Ruotolo, una panchina nuova. che come persona attraverso il contatto con una cultura differenIl progetto te. Ho già messo in preventivo un La Giss diretta dall’attivissimo po’ di ore di studio dell’inglese, Mo Morris Pagniello (con testimonial cosa che intensificherò prima di de del livello di Pelé, Ancelotti e Gat- sedermi in panchina, perché rituso) sta infatti preparando una tengo fondamentale che un alletus nu nuova avventura. La società ha natore si faccia capire dai propri 22 mila iscritti in giro per il mon- giocatori. A volte è più importante do e negli ultimi anni ha portato il tono con cui ti esprimi, che le ooltre 170 giovani calciatori in cose che dici. In campo come fuoItalia. Recentemente proprio ri». In bocca al lupo, allora. ggrazie alla Giss l’italo-australia© RIPRODUZIONE RISERVATA

USA

ARG

© RIPRODUZIONE RISERVATA ATA

NOTIZIE DAL MONDO

U B LC P E

A Y

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Ceni rete n. 126 Torna a segno pure Vagner Love

D E L

A

G U

BRASILE SAN PAOLO

● (m.can.) Rogerio Ceni, 42 anni, raggiunge 126 gol in 1.201 partite col San Paolo. Il miglior portierecannoniere di sempre è a 2 reti dell’ex mezzala Raí, 10° goleador della storia del club. Ceni segna su punizione nel 3-0 sul Linense, poi doppietta di Alan Kardec. I paulisti guidano il girone A dello statale. Torna al gol in Brasile dopo oltre 2 anni Vagner Love (ex Cska Mosca) nell’1-0 del Corinthians sul Bragantino. A Rio il derby Vasco-Botafogo finisce 11 (Gilberto, Roger Carvalho) Il Flamengo resta in testa.

RA

E P RO GRE GRE ES SSO O

A

Osvaldo e il Boca non si fermano più In gol anche Milito

OR DE EM M

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ARGENTINA BUENOS AIRES

● (seu) Ancora Osvaldo. L’ex azzurro ha segnato per la quarta gara di seguito in xeneize. Domenica notte ha siglato il 2-0 all’Estudiantes (poi è finita 3-0): è il suo 6° gol col Boca (ora 2° a 17 punti alla pari col Central): 3 in campionato e 3 in Libertadores. Ha avuto modo pure di litigare con Desabato cui ha dato dell’«asino, mangia l’erba». In gol anche Milito col Racing nel 2-0 al San Martín; l’altro gol è di Bou. In testa c’è il San Lorenzo a 18 punti: 4-0 al Lanus, 2 gol di Matos, Buffarini e Cauteruccio.

PARAGUAY LUQUE

Il Brasile fa suo il Sudamericano Under 17: è l’11°

● (seu) Il Brasile vince il Sudamericano Sub17 nonostante il k.o. all’ultima giornata dell’esagonale finale contro la Colombia (1-0). Decisivi la sconfitta dell’Uruguay (2-1 contro il Paraguay, padrone di casa) e il pareggio tra Argentina ed Ecuador (0-0), entrambe seconde a una lunghezza dalla Canarinha. Saranno comunque loro ad andare ai Mondiali di categoria in ottobre insieme al Brasile. Che conquista l’11° successo finale su 16 edizioni della manifestazione


EXTRATIME

MARTEDÌ 31 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

OCEANIA

7

NORD-CENTRO AMERICA

Tre portieri italiani per la Champions dell’altro mondo 1Fra 10 giorni scatta la fase

1

finale della coppa oceanica 1In campo Ratto del Suva, Boerchio di Vanuatu e Pratticò delle Isole Salomone Emanuele Giulianelli

L

Andrew Bascome, c.t. di Bermuda dall’agosto 2012

Prof Bascome il «triangolo» delle Bermude 1«Sono una via di mezzo tra Simeone, Mourinho e Guardiola»1Così il c.t. del team caraibico dopo

aver battuto le Bahamas. Un po’ rasta un po’ guru

Adriano Seu

e mani italiane sulla OFC Champions League, la massima competizione continentale dell’Oceania, la cui fase finale si disputerà dall’11 al 26 aprile nelle Figi, tra le città di Ba e di Suva. Tre squadre, tutte nel girone B, sono difese da portieri italiani. «Fa sorridere - racconta Mauro Boerchio, portiere dell’Amicale - che in Italia giocano i portieri stranieri e noi emigriamo per vincere la Champions in Oceania». Amicale FC è la squadra rappresentante dell’arcipelago di Vanuatu, da poco colpito dal ciclone Pam che ha devastato interi villaggi di quello che è sempre stato considerato un vero e proprio paradiso: «Il ciclone ha distrutto praticamente tutte le isole di Vanuatu. Qui a Port Vila ha raso al suolo la maggior parte delle abitazioni. Ora grazie agli aiuti ricevuti dall’Unicef e da altre nazioni si sta tornando alla normalità. Noi abbiamo ripreso da poco ad allenarci regolarmente, dopo aver sgombrato il campo da tutti i detriti e dai vetri». Nella squadra di Vanuatu c’è la colonia italiana più folta: oltre a Boerchio ci sono altri 4 nostri connazionali più 2 argentini e 2 svizzeri che hanno militato nei nostri campionati. Una squadra così azzurra è stata costruita dall’allenatore Marco Banchini, arrivato nelle isole down under dopo aver rescisso il contratto con il Chornomorets Odessa a causa della guerra divampata in Ucraina.

Santa Isabel

Is. New Georgia

ISOLE SALOMONE Santa Cruz Islands

Honiara Guadacanal

Oceano Pacifico del Sud

ISOLE FIGI

Espiritu Santu

Mar di Salomone

VANUATU

2

3

● 1) Boerchio, portiere dell’Amicale, Vanuatu 2) Pratticò n.1 del Western United, Isole Salomone 3) Ratto del Suva, Figi

le edizioni, con questa in corso, delle Champions League dell’Oceania. La prima nel 1987; dal 2005 si svolge ogni anno. Auckland City ne ha vinte 6.

Éfaté Port Vila

Viti Levu

Tanna

Mar dei Coralli

Ma il favorito è l’Auckland Il numero uno della squadra figiana, il Suva Football Association, è Giacomo Ratto, un giramondo che ha giocato in Svizzera, a Malta, a Panama e in Nicaragua: «Quando ho sentito che a Vanuatu c’erano tanti italiani che volevano provare a vincere la Champions, mi sono messo in contatto con l’allenatore del Suva, gli ho inviato alcuni video e il mio curriculum e lui ha deciso di ingaggiarmi per la competizione». I favoriti di questa edizione sono ancora i neozelandesi dell’Auckland City, detentori del titolo da 4 anni: «Noi faremo di tutto, comunque, per strappare loro il titolo», dice Boerchio dell’Amicale. Anche Ratto conferma che «l’Amicale può contendere il successo finale ai neozelandesi, visto che lo scorso anno già sono arrivati in finale». Il terzo portiere azzurro è Fabrizio Pratticò, del Western United FC, formazione delle Isole Salomone,

N

Tutti sulle Isole a Est della Nuova Guinea

MELANESIA

Vanua Levu Suva

un’esperienza in Svezia col Syrianska in serie B: «La nostra presenza qui mi fa riflettere: molti giocatori, come tanti ragazzi laureati in Italia, sono costretti ad emigrare per trovare la propria dimensione. È una cosa molto triste, anche se io la vivo come una grande opportunità.

Materassi e messe Oltre al calcio, però, c’è anche la vita in posti fantastici, dice Pratticò: «Ma non costa poco, la cucina invece è molto simile a quella indiana. Una cosa curiosa: i miei compagni sono abituati a dormire per terra, con un materasso. Io e un mio compagno spagnolo abbiamo dovuto lottare per ottenere dei letti», racconta Ratto. «La vita a Vanuatu è fantastica- dice Boerchio - siamo in un posto paradisiaco a fare la cosa che più amiamo, cosa si può volere di più? Sole, mare e, prima del ciclone, una flora e fauna invidiabile, le persone sono solari, scherzose e accoglienti. Quello di Vanuatu è un popolo molto religioso, dopo ogni allenamento si fa un ringraziamento a Dio e si gioca il sabato perché la domenica è dedicata alla preghiera». Anche Pratticò racconta la sua impressione sulla vita nelle Isole Salomone: «Quando sono arrivato sono rimasto molto colpito dalla semplicità della vita qui e dalla gente, sempre sorridente nonostante abbiano poco». Si ha tanto da imparare, insomma: ma i portieri italiani sono sempre fra i più richiesti nel mondo.

● La punta di Bermuda Justin Donawa, 18 anni, nel 2012 oro ai Giochi caraibici Under 17 nel salto triplo e 7° ai Mondiali juniores 2013.

on fatevi ingannare dall’apparenza. La folta chioma rasta raccolta nel turbante, l’abbigliamento informale e quell’aria tipica reggae che caratterizzano Andrew Bascome nascondono in realtà un fine stratega di convinta impronta europea e il nuovo eroe nazionale di Bermuda. Sì perché Bascome ha trascinato i Gombey Warriors al 2° turno delle eliminatorie mondiali della Concacaf, aggiudicandosi il derby caraibico con le Bahamas (5-0 e 3-0). Impresa memorabile per le 65 mila anime che popolano l’arcipelago. Paul Scope, che lo lanciò 4 anni fa sulla panchina del Robin Hood, lo ha definito «un genio». Lui ha scherzato con i giornalisti della Fifa: «Che tecnico sono? Una via di mezzo tra Simeone, Mourinho e Guardiola».

«I miracoli sono possibili» Uno scherzo? Ciò non toglie che qui considerino Bascome alla stessa stregua di vecchi idoli come Goater e il leggendario Clyde Best (uno dei primi giocatori di colore sui campi di massima serie inglese negli anni 60 col West Ham). Qui tutti ricordano il giovane talento di Bascome a 18 anni quando, considerato tra i migliori emergenti del Centro America, fu costretto al ritiro per colpa di un brutto infortunio poco prima di trasferirsi all’Ajax. Ma Bascome si è fatto apprezzare poi come tecnico sulle panchine locali e grazie all’accademia fondata anni fa, l’ABC Football School, che ha da poco stretto un accordo di collaborazione col Valencia (dove si è allenato anche il nipotino Osagi, considerato la stella dell’U15). «Non è facile giocare qui, ma abbiamo dimostrato che i miracoli, a volte, sono possibili», ha detto Bascome. Che non dimentica che le squadra, al 169° posto della Fifa (+11 rispetto a un mese fa), non si è mai qualificata a competizioni ufficiali ed è composta da una manciata di giocatori con (poca) esperienza nelle serie inferiori inglesi e un manipolo di giovani aspiranti pro. «Gente che si sveglia alle 6 del mattino per allenarsi prima di andare al lavoro». Gente cui a giugno Bascome chiederà il secondo, ben più impegnativo miracolo contro il Guatemala.

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● (seu) Impresa dell’Universidad Concepcion, che ha trionfato in coppa del Cile sconfiggendo il Palestino 3-2. Un’autorete di Diaz e le reti di Vargas e Manriquez hanno firmato il successo valso al Campanil la sua seconda Copa Chile dopo quella vinta nel 2009. Emozionante finale al Fiscal di Talca, con il Palestino capace di sfiorare la clamorosa rimonta grazie a 2 reti negli ultimi 10 minuti (Guajardo e Chaves). Ma l’Universidad ha retto, così si qualifica alla coppa Sudamericana 2015.

● (cordol) Buona la prima per Patrick Kluivert, 38 anni, sulla panchina di Curaçao, che ha battuto 2-1 Montserrat nell’andata del primo turno di qualificazione al Mondiale 2018. Ingaggiato come consulente tecnico, l’ex oranje ha per il momento assunto la funzione di c.t. ad interim. Stasera il match di ritorno, con la vincente che nel turno successivo affronterà Cuba. Prima di questa avventura Kluivert aveva allenato l’Under 18 del Twente ed era stato assistente di Van Gaal all’Olanda.

NOTIZIE DAL MONDO

STATIWASHINGTON UNITI

Adu ci riprova, va a giocare in Finlandia

● (si.mar) Undici squadre in undici anni: dopo aver girato tutto il mondo calcistico (dagli Usa al Benfica, dalla Serbia alla Turchia) ed essersi guadagnato l’etichetta di «nuovo Pelé» a soli 14 anni, il globetrotter Freddy Adu, ora 25 anni, ha aggiunto una nuova maglia alla sua vasta collezione firmando per i finlandesi del Kuopion Palloseura (noto come KuPS), 5 volte campione nazionale (ma l’ultima nel 1976) dove ritrova il connazionale Stephen McCarthy, 26 anni, difensore.

CILE TALCA

La Un. Concepcion batte il Palestino e la coppa è sua

CURAÇAO WILLEMSTAD

Kluivert vince la prima da c.t. Stasera il ritorno


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EXTRA FUN EXTRATIME

ARGENTINA BUENOS AIRES È Tevez il più amato Di Maria vende di più

SMS

● (seu) Tutti pazzi per Messi, quasi unanimemente riconosciuto il più forte al mondo, ma al momento di scegliere il più amato in assoluto i tifosi argentini indicano un altro nome. Si tratta di Carlos Tevez, 31 anni, che una volta di più giustifica il soprannome di «jugador del pueblo». Lo dice un sondaggio lanciato pochi giorni fa dal sito dell’emittente argentina TN

Noticias, dove l’Apache è risultato il preferito dal 32% dei quasi 16 mila tifosi che hanno votato. Dietro a Tevez, uno dei più elogiati anche nell’ultima amichevole disputata contro El Salvador, si è piazzato Mascherano, «el jefecito» del barcellona che ha battuto Messi per 1 punto percentuale (28 a 27). Intanto un altro argentino mostra di essere molto amato

Johan Cruijff ex tecnico di Ajax e Barcellona dai suoi tifosi: Angel Di Maria del Manchester United, seppur non troppo apprezzato dal tecnico Van Gaal, è quello che però ha fatto finora vendere più magliette in tutta la Premier, con quasi un tifoso su dieci che la preferisce a tutte le altre (9,59%, dati Sports Direct). Secondo è Alexis Sanchez dell’Arsenal con appena il 3,8% di gradimento, mentre completa il podio Diego Costa del Chelsea col 2,27%.

Carlos Tevez, 31 anni (AP)

Giovanni in panca

Hoeness allo stadio

Happy birthday

● (eb) Ricordate Christian Ziege, al Milan nel 1997-99? Da un anno era l’allenatore dell’Unterhaching (terza serie tedesca): in classifica è quartultimo; si è dimesso.

● L’ex capitano dell’Olanda Giovanni van Bronckhorst, 40 anni, sarà l’allenatore del Feyenoord per le prossime 2 stagioni: per 4 ha fatto il vice.

● (e.b.) La settimana scorsa Uli Hoeness in semilibertà è tornato dopo 313 giorni allo stadio per Bayern B-Ingolstadt B (4ª serie): c’era Ribery a vedere il fratello.

● Andrew Robertson, scozzese dell’Hull per il 21° compleanno s’è fatto regalare da amici e parenti una donazione per sostenere le famiglie indigenti.

LIBRI EUROPA

CARLA

LA MISS DELLA SETTIMANA

Da Wembley al Camp Nou: in giro per stadi

RUSSIA MOSCA

● Carla Howe, di fianco ritratta in posa pugilistica, fornisce materiale alle pagine scandalistiche dei tabloid allo stesso ritmo con cui un baracchino di panini spiastra salamelle al sabato sera. In primis perché ha una sorella gemella, Melissa, con cui è sempre in giro e si fa ritrarre su Playboy. In secundis per l’ampia letteratura in materia di flirt calcistici: Evra, Shaw, Balotelli, c’è capitato dentro pure Cuadrado che una settimana dopo l’arrivo al Chelsea se l’è vista descrivere sui giornali come sua insegnante privata di inglese. Stavolta è toccato a Wilshere: secondo il Sun, Carla e Jack avrebbero whatsappato parecchio nell’ultimo mese. Nulla di hot per ora, si attendono prossime puntate

Tifoso centenario derubato: Spartak regala 7.300 euro ● (s.mar.) Dopo aver saputo che l’ultracentenario Otto Fischer, il loro tifoso più fedele, era stato derubato dei risparmi (11.500 euro) da un finto assistente sociale, lo Spartak s’è mobilitato: i giocatori hanno fatto una colletta e il club, oltre ad aprire un conto a nome di Otto, ha deciso di dargli una percentuale sui biglietti della sfida col Kuban Krasnodar. Così sono stati raccolti 7.300 euro, donati a Otto dalla punta Krotov in diretta tv.

OR DE EM M

E P RO GR GRE E SSO SSO O

BRASILE BOA VISTA Il presidente in porta: sviene, prende gol al 92’

EXTRATIME

La frase della settimana «Vedere l’Olanda giocare così fa male agli occhi. Mi chiedo quando finalmente scatterà l’allarme»

Ziege se ne va

Wilshere-Howe si gioca a colpi di Whatsapp

TV

MARTEDÌ 31 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

SU EUROSPORT E FOX USA (GIOVINCO) E LIBERTADORES Venerdì (all’1, Eurosport 2) OrlandoDC United e sabato (21, ES2) Chicago Fire-Toronto con Giovinco. Stanotte Libertadores: San Lorenzo-S. Paolo (00.45, FS) e Corinthians-Danubio (3).

● (seu) Va be’ che è uno dei tornei statali più poveri del Paese. Ha soltanto 6 squadre iscritte alla prima divisione e un torneo «professionista» solo dal 1995. Ma il campionato di Roraima, Stato del Nord del Brasile, al confine col Venezuela, vive ancora una dimensione amatoriale: alle partite, con entrata gratuita, assistono in media 50 tifosi. E i calciatori spesso vivono in stato di indigenza o quasi. Così può capitare che il presidente, tecnico e direttore generale di un club finisca per schierarsi. È successo sabato al presiallenatore-d.t. Rogério Vieira del GAS (Grêmio Atlético Sampaio) di Boa Vista che, avendo avuto problemi nella regolarizzazione del portiere appena acquistato Romário e temendo quindi una penalizzazione, si è iscritto al torneo Roraimense anche come

giocatore. E alla prima di campionato sabato contro il Baré, nello stadio Ribeirão insolitamente affollato, è sceso in campo. E ha fatto pure una gran bella figura. Poi un malore con tanto di svenimento dopo 35 minuti nel secondo tempo, con l’intervento immediato del servizio medico. Una volta rianimato però, e dopo una traversa che l’ha salvato, Rogério Vieira ha subìto gol al 47’ del secondo tempo... Che beffa! Il malmesso GAS così taglia il poco invidiabile traguardo dei 22 mesi senza vittorie: l’ultima risale addirittura al 22 maggio 2013. Ma il presidente-tecnico-portiere Rogério Vieira non è nuovo a questi exploit. Nel maggio del 2013 davanti a 180 persone contro l’Atletico Roraima, entrò a partita in corso e parò un rigore che permise al GAS di pareggiare 2-2.

VENERDÌ 3 E SABATO 4 APRILE APRE IL MONACO, POI ARSENAL-LIVERPOOL Venerdì Monaco-St. Etienne (FS, 20.30). Sabato in Premier: Arsenal (FOTO Giroud)-Liverpool (FS, 13.45), Manchester United-Aston Villa (FS, 16) e Chelsea-Stoke (FS, 18.30). In Liga: Siviglia-Athletic Bilbao (FS2, 16) e Cordoba-Atletico Madrid (FS2, 18), in Ligue 1 Guingamp-Lione (FS, diff. 21).

Supplemento di calcio internazionale di Iacopo Iandiorio, progetto grafico di Domenico Coppola

● «Dove ti porta il calcio», sottotitolo «Tour d’Europa attraverso gli stadi» (Mondadori, 24 euro, 280 pagine) è una guida turistica, e personale, con cui Massimo Marianella (con la collaborazione di Letizia Conte), telecronista di Sky, porta i tifosi italiani in giro per i più gloriosi stadi di Europa. Dal Camp Nou di Barcellona al Santiago Bernabeu di Madrid, dall’Allianz Arena di Monaco di Baviera a Wembley, Londra, dall’Amsterdam Arena dell’Ajax ai tanti stadi di Istanbul, Mosca e Praga. Marianella conosce questi tempi del calcio europeo, avendoli frequentato per anni per ragioni professionali e anche per profonda passione.

● (s.mar.) Dani Alves debutta come cantante (e ballerino) in «Eres Unica» dell’ex portiere José Manuel Pinto (ora produttore noto col nome d’arte di Wahin). Nel video, oltre ai due, anche il cantante Mario Baro.

Ecco quindi il gran tour degli stadi europei che Marianella suggerisce, capitale per capitale, snocciolando le storie leggendarie delle squadre che vi giocano e vi hanno giocato e dando indicazioni su dove mangiare, come spostarsi e come non rimanere intrappolati nel traffico per godersi appieno uno weekend a tutto calcio. Con numeri di telefono per ambasciate, emergenze, orari di apertura di locali e negozi, consigli di viaggio. Nel libro racconta Marianella di aver provato emozione soprattutto ad Amsterdam, alla pari con Wembley, lo Yankee Stadium e il centrale di Wimbledon.

DOMENICA 5 APRILE CHE PASQUA: REAL, BARÇA, PSG Liga: Real M.-Granada (FS, 12), Valencia -Villarreal (FS2, 17) e Celta-Barcellona (FS 21). In Olanda Utrecht-Ajax (FS2, 12.30); Ligue Marsiglia-Psg (FS2, 21); Premier: Burnley-Tottenham (FS, 14.30)

NEL WEEKEND BUNDES: BORUSSIA D.-BAYERN Sabato Wolfsburg-Stoccarda (Sky Sport 3 HD, 15.30) e Borussia D.Bayern (SS1 HD, 18.30). Domenica: Augsburg-Schalke (SS1 15.30) Hertha -Paderborn (Supercalcio HD, 17.30)

SPAGNA BARCELLONA

Dani Alves debutta con l’ex Pinto come cantante


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