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mercoledì 1 aprile 2015 anno 119 - numero 77 euro 1,40
TORINO: 1-1 CON L’INGHILTERRA. APPLAUSI AL C.T.
CONTE VINCE L’ITALIA QUASI
INTER-TOURE’: BLITZ E OFFERTA VIA KOVACIC?
Antonio Conte, 45 anni applaude la «sua» Torino
Yaya Tourè, 31 anni, al City guadagna 11 milioni netti l’anno
Incontro per avere l’ivoriano: l’idea è spalmare il super ingaggio Se va via il croato, rimane Icardi BREGA, DALLA VITE ALLE PAGINE 10-11
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NETO SFIDA BUFFON: JUVE, NO AL PRESTITO
Segna Pellè, pari di Townsend. La Nazionale piace, il tecnico saluta Agnelli, su Elkann dice: «Per me incidente già chiuso» E promuove Valdifiori: «Un esempio»
L’agente: «La concorrenza non lo spaventa. Ci sono pure Psg, Real e Liverpool»
ELEFANTE, GRAZIANO, LICARI, LONGHI, MAURO, SCHIANCHI, VERNAZZA PAG. 2-3-5-6-7
DELLA VALLE, LAUDISA A PAGINA12
L’ANALISI di Luca Calamai
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IL MATCH DI SABATO
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Sorpresa, 70 milioni pari Il Milan vale come il Palermo
QUANTO VALE L’AFFETTO DELLO STADIUM Lo Juventus Stadium è stato per tre anni il suo palcoscenico. Antonio Conte era vissuto dai tifosi come il dodicesimo giocatore. Una figura di riferimento. Avvicinabile, per risultati e fedeltà, a tanti campioni che hanno scritto la storia bianconera. I grandi amori a volte finiscono ma, dieci mesi dopo, il tecnico azzurro è considerato ancora un buon amico.
CARUSO, GOZZINI, OLIVERO A PAGINA 13
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L’INTERVISTA
L'ARTICOLO A PAGINA 19 Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano
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Joaquin da bocciato a sbocciato «Per la viola corro come Eto’o» A PAGINA 17
PELLE’: «ECCO PERCHE’ NON TORNO»
L’italiano d’Inghilterra: «Qui sempre polemiche, in Premier è uno show. E poi gli stadi da rifare...» Graziano Pellè, 29 anni, gioca nel Southampton
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LA MOSSA DI ARRIVABENE
TENNIS REVOLUTION
Nella mensa Ferrari la coppa della Malesia
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Giudici di linea «ciechi» addio Al loro posto arbitrano i gechi
9 771120 506000
LO SPUNTO di Marco Pastonesi
MARTUCCI A PAGINA 29
DA NON PERDERE
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I SIMPATICI «MATTI» NATI IL 1° APRILE
CREMONESI, PERNA ALLE PAGINE 22-23
Il trofeo vinto in Malesia in mensa con Arrivabene
CECCHINI A PAGINA 3
Che cos’hanno in comune Arrigo Sacchi e Alberto Zaccheroni, oltre all’accento romagnolo e alla panchina del Milan? Che cosa condividono Otto Von Bismarck e Sergio Scariolo, oltre alle strategie e alle bombe? Che cosa lega lo scrittore Milan Kundera e la soubrette Simona Ventura, al di là dell’insostenibile leggerezza dell’essere?... Sono tutti nati il 1° aprile. L'ARTICOLO A PAGINA 19
1 Oggi Carpi-Bologna La festa dell’Emilia che porta in Serie A TOSI A PAGINA 21
2 Basket Treviso, Siena Fortitudo e Verona, le big tornano a mordere DI SCHIAVI A PAGINA 26
3 Mennea, altro record La fiction tv emoziona oltre 6 milioni di italiani NARDUCCI A PAGINA 30
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IL ROMPIPALLONE di Gene Gnocchi Segnali di riavvicinamento tra la Errani e la Vinci. Ieri hanno ricevuto la busta di C’è posta per te
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Nazionale R L’amichevole di lusso
LA GUIDA DOPO I VELENI E LA NAZIONALE PRIMA DI PASQUA TORNA LA SERIE A
ITALIA
INGHILTERRA
● IL CASO MARCHISIO L’infortunio e le polemiche Il 27 marzo Marchisio (nella foto LAPRESSE ieri in tribuna) si infortuna in allenamento. La diagnosi della Clinica Fanfani sottoscritta dallo staff medico della Nazionale è di lesione subtotale del crociato. «Come mai in Nazionale li fanno lavorare tanto?», attacca John Elkann, e Conte si irrita. In serata, però, nuovi esami svolti a Torino dalla Juve escludono lesioni.
CLASSIFICA
PT
G
V
N
P
GF GS
CROAZIA ITALIA NORVEGIA BULGARIA AZERBAIGIAN MALTA
13 11 9 5 3 1
5 5 5 5 5 5
4 3 3 1 1 0
1 2 0 2 0 1
0 0 2 2 4 4
15 8 7 6 4 1
●LE PROSSIME PARTITE CROAZIA-ITALIA MALTA-BULGARIA NORVEGIA-AZERBAIGIAN
2 4 8 7 11 9
12/06/15 12/06/15 12/06/15
7’ Ecco Parolo Gran destro da fuori area di Parolo: Hart non si fa sorprendere e alza sulla traversa. 15’ Vai Darmian! Bella discesa di Darmian sulla sinistra, cross: Eder viene preceduto di un soffio dall’onnipresente Jagielka che manda in angolo. 21’ Primo pericolo inglese Respinta di Bonucci e Rooney colpisce la traversa con un tiro sgangherato.
PRIMO TEMPO 1-0 MARCATORI Pellè (It) al 29’ p.t.; Townsend (In) al 34’ s.t.
29’ La torre vincente Chiellini, a sinistra, si accentra e cross di destro, il piede meno amato. La traiettoria è perfetta, Pellè sfrutta al meglio tutti i suoi 193 centimetri, salta indisturbato e batte Hart.
ITALIA (3-5-2) Buffon; Ranocchia, Bonucci, Chiellini (dal 27’ s.t. Moretti); Florenzi (dal 15’ s.t. Abate), Parolo, Valdifiori (dal 22’ s.t Verratti), Soriano, Darmian (dal 28’ s.t. Antonelli); Pellè (dal 15’ s.t. Immobile), Eder (dal 15’ s.t. Vazquez) PANCHINA Sirigu, Marchetti, Barzagli, Santon, Candreva, Cerci, Gabbiadini, Zaza ALL. Conte CAMBI DI SISTEMA nessuno BARICENTRO Molto basso 47 M. ESPULSI nessuno AMMONITI Pellè per gioco scorretto
ARBITRO Brych (Germania) NOTE spettatori 31.138, incasso di 582.111 euro. Tiri in porta 3-5. Tiri fuori 4-3. Angoli 8-5. In fuorigioco 4-0. Recuperi 1’ p.t, 3’ s.t.
GRUPPO H ●
PRIMO TEMPO
1 1
INGHILTERRA (4-3-1-2) Hart; Clyne (dal 1’ s.t. Walker), Smalling (dal 44’ p.t. Carrick), Jagielka, Gibbs (dal 43’ s.t. Bertrand); Henderson (dal 29’ s.t. Mason), Jones, Delph (dal 25’ s.t. Townsend); Rooney; Kane, Walcott (dal 10’ s.t. Barkley). PANCHINA Butland, Green, Cahill. ALL.Hodgson CAMBI DI SISTEMA nessuno BARICENTRO alto 54 M. ESPULSI nessuno AMMONITI Gibbs e Jones per gioco scorretto
● IL PAREGGIO CON LA BULGARIA Azzurri salvati dall’oriundo Eder Messe da parte le polemiche, gli azzurri giocano in Bulgaria nel 5° turno del girone per la qualificazione a Francia 2016. In vantaggio grazie a un’autorete, l’Italia viene superata dai bulgari a segno due volte nel primo tempo. A salvare l’imbattibilità nel girone ci pensa con un bel gol l’oriundo italo-brasiliano Eder subentrato nelle ripresa (FOTO ANSA)
31’ Eder testa dura Scontro aereo tra Jones ed Eder, con l’italobrasiliano che resta a terra dolorante. 39’ Graziano stavolta non ci arriva Da Eder a Florenzi sulla fascia destra. Il giallorosso crossa per Pellè che non riesce per un soffio a colpire il pallone.
SECONDO TEMPO 5’ Bravo Hart Gran palla di Darmian per Eder, che tira subito: Hart è bravo (e anche fortunato) a respingere. 10’ Gibbs al volo Rooney allarga per Gibbs che tira: fuori di poco. /1
25’ Gigi respinge... Si rivede l’Inghilterra: gran tiro di destro di Rooney, Buffon respinge con sicurezza. 26’ replica subito... Il pallone scavalca Chiellini e arriva a Rooney che calcia a botta sicura. Buffon si tuffa e respinge. 34’ poi si arrende Townsend inventa il gol del pari con un destro da fuori area, forte e preciso. Stavolta Buffon non può farci nulla. 39’ Doppio triangolo Palla gol per gli azzurri: Antonelli chiude il triangolo con Immobile e poi Vazquez: il diagonale va poco di fuori.
Andros Townsend, 23 anni, segna il gol del pareggio PEGASO
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● 1 La festa dai giocatori azzurri dopo il gol del vantaggio ● 2-3 Immagini dalla tribuna: l’ex moglie di Buffon Alena Seredova con i figli; la Juve al gran completo: John Elkann e Andrea Agnelli con le mogli, il tecnico Massimiliano Allegri e il d.g. Giuseppe Marotta ● 4 Il gol di Graziano Pellè ● 5 L’esultanza dell’attaccante azzurro ANSA/LAPRESSE/FOTOPRESS/IPP/GETTY
Rooney-Kane? Meglio Pellé L’Italia piace, ma non vince
1Gli azzurri passano con un gol dell’attaccante del Southampton e sfiorano il raddoppio. L’Inghilterra trova il pari con Townsend. Debutta Vazquez. Lo Stadium applaude Conte
Fabio Licari INVIATO A TORINO
U
n attaccante vero l’abbiamo trovato e si chiama Eder: ha un cognome esotico – l’unica differenza con il campione del mondo Camoranesi – ma avi italiani e piedi brasiliani. Sembra già un intoccabile, in quest’Italia. E con lui bene Pellè, al secondo gol azzurro, di testa naturalmente. Uno piccolo e velocissimo, l’altro alto e potente: si completano. Adesso però serve altro, almeno un esterno destro alla Lichtsteiner e un play che possa dare il cambio a Pirlo (il casting è cominciato e Valdifiori ieri ha dato risposte interessanti, non definitive). Accontentiamoci,
anche dell’1-1 con l’Inghilterra che, contro gli azzurri, continua a non vincere, anzi è sembrata a lungo messa peggio: almeno fino all’entrata di Barkley e allo spostamento di Rooney in avanti. Sinceramente: non è andata male, considerato il contesto sperimentale. L’Italia si costruisce così, per tentativi, sbagliando: senza pretendere che un gruppo assemblato in fretta e messo in campo assieme per la prima volta, difesa esclusa, possa giocare in sincronia. AMICHEVOLI: COME LIPPI Così, per esempio, aveva fatto un illustre predecessore di Conte: Marcello Lippi. Usava le amichevoli per conoscere le seconde linee, scoprire se Grosso poteva entrare nei suoi schemi
(aveva anche fatto 0-0 in casa con l’Islanda). Però, una volta intascata la qualificazione, quando il gioco stava per farsi duro, ecco i duri, cioè la squadra che aveva in testa, contro Olanda (3-1) e Germania (4-1). Conte è ancora nella prima fase, cerca risposte e rassicurazioni. Non c’era da scoprire la difesa, al massimo confermare l’impressione che Ranocchia, accanto a Bonucci e Chiellini, acquista una sicurezza sconosciuta all’Inter: qualche impaccio c’è stato, ma se il mitico Kane s’è visto poco è stato anche merito di quei tre. In più Chiellini ha sfoggiato un bell’assist, di destro, per Pellè, oltre a farsi pericoloso. Meno convincente Moretti, fatto fuori da Townsend sul pari inglese, gran botta
ma a schermo libero, nel finale. Giusto, comunque. OK VALDIFIORI Interessava di più il centrocampo. In attesa di Pirlo, Marchisio, Giaccherini, il De Rossi vero, s’è fatto un debutto da brividi Valdifiori: contro l’Inghilterra, e con il compito di schermare Rooney a lungo trequartista nel 4-3-1-2 di Hodgson. Niente genio alla Pirlo, né ritmo da Marchisio, ma più abitudine di Verratti al ruolo: posizione corretta, movimento in orizzontale a chiamare la palla e indirizzare il gioco, copertura, tempi giusti. Debuttate voi a 28 anni arrivando dall’Empoli. E comunque è stata una sfida tatticamente atipica: possesso palla agli inglesi (60%), loro abituati ai lanci
IL NUMERO
8
Le partite di Conte alla guida della Nazionale che con lui è ancora imbattuta. Il bilancio è di 5 vittorie e 3 pareggi In 8 partite (5 per le qualificazioni europee e 3 amichevoli) l’Italia di Conte ha segnato 12 gol e ne ha subiti 5
lunghi a tagliare la mediana, ma Hodgson s’è aggiornato da noi; Italia più corta e bassa, obbligata a rincorrere. Se una cosa è mancata è stata la «furia» del c.t., la continuità nell’aggressione. CERCASI UN ESTERNO Se può essere utile Valdifiori, utili sono le mezzali Soriano (tanta posizione e «peso») e Parolo (un po’ lento, però). Sulle fasce Darmian ha risposto ancora meglio a sinistra, vincendo le timidezze bulgare a destra, mentre sull’altra sfonda il povero Florenzi, sballottato in tutti i ruoli, non sempre è stato puntuale. Nel giro delle sostituzioni, spazio anche a Verratti, meno play, con quella palla che gli scotta un po’. Piuttosto: chi a destra? Ac-
MERCOLEDÌ 1 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
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RIPARTE IL CAMPIONATO Corsa aperta per Europa e salvezza Dopo la parentesi azzurra, torna il campionato con un turno prepasquale interamente in programma sabato 4 aprile. Si parte all’ora di pranzo (12.30) con il big match tra Roma e Napoli per chiudere in serata alle 21 con la Juve di Allegri, lanciatissima verso il 4° scudetto consecutivo che riceve l’Empoli allo Stadium. Se la lotta per il titolo
sembra ormai chiusa, non così per i posti che qualificano all’Europa maggiore (Champions) e minore (Europa League) e per evitare la retrocessione in B. CLASSIFICA Juve 67; Roma 53; Lazio 52; Sampdoria 48; Napoli 47; Fiorentina 46; Torino 39; Milan 38; Genoa e Inter 37; Palermo 35; Empoli e Udinese 33; Chievo, Sassuolo e Verona 32; Atalanta 26; Cagliari e Cesena 21; Parma (-3) 9.
PROSSIMO TURNO SABATO 4 APRILE, ore 15 ROMA-NAPOLI (ore 12.30) ATALANTA-TORINO CAGLIARI-LAZIO GENOA-UDINESE INTER-PARMA PALERMO-MILAN SASSUOLO-CHIEVO VERONA-CESENA FIORENTINA-SAMPDORIA (ore 18.30) JUVENTUS-EMPOLI (ore 21)
3
● L’ITALIA TORNA A GIUGNO Appuntamento il 12 con la Croazia Dopo l’amichevole con l’Inghilterra il prossimo impegno dell’Italia è di quelli da segnare in rosso: la sfida diretta contro la Croazia che guida il girone con 2 punti di vantaggio sugli azzurri. Il regolamento delle qualificazioni prevede l’accesso alla fase finale delle prime due dei 9 gironi e della migliore terza. Le altre 8 terze si giocheranno l’accesso a Francia 2016 nel playoff.
(0-2) (0-0) (2-4) (4-2) (0-2) (2-0) (0-0) (1-1) (1-3) (2-0)
1
UNA CARRIERA INTERNAZIONALE
1Nato il 15 luglio 1985, ha esordito in A con il Lecce nel 2004. Ha
giocato con Catania, Crotone e Cesena prima di emigrare nel 2007 in Olanda all’AZ. Una parentesi in Italia tra Parma e Samp (2011-2012) e poi di nuovo Olanda, al Feyenoord. Dal 2014 è in Premier nel Southampton
TOCCHI PER ZONA
CLASSIFICA TIRI
Il colore è più intenso nelle zone in cui ci sono stati più tocchi di palla 2 1 1
2
2
1
1
6
Rooney
3
1 PELLÉ
Palle recuperate dal numero 20 azzurro
2
11
1
1
2
10
4
2
3
1 Eder
3
2 1
Kane
2
2
MINUTI GIOCATI
2
PASSAGGI TOTALI Townsend POSITIVI
23
1
NEGATIVI
32
9
61’
Parolo
1 GOL TIRI IN PORTA
29’ PT
4
5
1
LANCI 2
SPONDE 2
2 CONTRASTI VINTI 1
fIL PROTAGONISTA
GRAZIANO, L’ITALIANO D’INGHILTERRA
Lo stile è british, i gol made in Italy «Tensioni? No, da noi è uno show» 1Il centravanti del Southampton infila l’Inghilterra e rimarca le differenze tra due mondi:
«Qui abituati alle polemiche, in Premier non contano. Italia, rifai gli stadi e tornerai grande»
cantonati al momento i progetti dell’esterno «alto», con Cerci mai usato, serve uno che faccia da contraltare al torinista. In Italia ne abbiamo tanti, manca quello convincente al 100%. OCCHIO ALLA NORVEGIA Dell’attacco parlar male non si può. Eder ha movimento, velocità, imprevedibilità, difende la palla, lotta e tira: le difese faticano e aprono spazi. Gli sta bene accanto Pellè, in gol di testa (come a Malta), sugli sviluppi di un angolo (così 6 degli ultimi 9 gol azzurri). Nel finale è generosissimo, ma a testa troppo bassa, Immobile, e così non va. Un po’ fuori posizione Vazquez che nel Palermo si prende più responsabilità: ma un paio di appoggi sullo stretto fanno capire che può essere quello dell’ultimo tocco, magari provarlo con due punte sarebbe stato interessante. Zaza dovrà ritrovare la sua magia, da qui a giugno, Zagabria, quando non ci saranno più esperimenti ma l’obbligo di fare almeno un punto. C’è il rischio del sorpasso norvegese, ebbene sì. Magari temporaneo, ma trascorrere l’estate in zona playoff non sarebbe bello. Comunque Conte, terzo pari in otto partite, non ha ancora perso. Anche questo non è da sottovalutare. © RIPRODUZIONE RISERVATA
LA MOVIOLA di GUGLIELMO LONGHI
MANI DI BONUCCI E POI JONES: MOLTI DUBBI Partita solo all’apparenza semplice da gestire per il tedesco Brych. Al 18’ Darmian cade dopo un contrasto in area con Walker. Non è fallo: vede bene l’arbitro che lascia correre. Giusti i cartellini gialli a Gibbs per un intervento scomposto ai danni di Valdifiori e Pellé, che ferma la corsa di Jones. Proteste inglesi per un mani di Bonucci in area su tiro di Kane: i dubbi restano. Lancio di Bonucci per Darmian che salta Walker, vola verso l’area, ma è fermato dal guardalinee Lupp per un fuorigioco millimetrico. Al 2’ della ripresa fallo tattico di Kane su Chiellini: l’inglese rischia l’ammonizione ma stavolta l’arbitro sorvola. Nel finale di partita tocca agli azzurri protestare per un mani di Jones su colpo di testa di Bonucci: il difensore inglese è girato e non guarda il pallone, ma il braccio è un po’ largo. Sembra rigore, ma Brych non fischia.
Massimo Cecchini INVIATO A TORINO
I
l periodo, in fondo, è quello più opportuno. Dopo l’astinenza quaresimale, la via crucis delle critiche e la crocifissione dei presunti colpevoli, era tempo che arrivasse la pasqua di resurrezione. Il primo a risorgere dal sepolcro dei media è stato Conte, applaudito dal pubblico «familiare» dello Juventus Stadium, poi è toccato a lui, a Graziano Pellè da San Cesario di Lecce. L’attaccante del Southampton aveva perso la strada del gol il 24 gennaio in FA Cup contro il Crystal Palace, mentre in Premier l’ultima traccia risaliva al 20 gennaio. Per un attaccante, quasi un’era geologica di penitenza. Ma poiché il destino a volte ha il senso dell’opportunità, per Pellè non poteva esserci occasione migliore per risorgere. Quasi un messaggio limpido per ricordare: io ci sono sempre. Tanto più in una squadra che ora, malinconicamente, come capocannoniere ha un difensore: Chiellini.
CON EDER CHE COPPIA E allora ben venga il fatto che Conte ritrovi i gol degli attaccanti, Eder in Bulgaria e Pellè stavolta. «Finalmente mi sono sbloccato – racconta Graziano –. In Inghilterra ho preso 9 pali, ma so che dovevo fare più reti, anche se giocavo più per gli altri. Se questo periodo nero fosse successo
in Italia, avrebbero polemizzato, lì danno sempre altre possibilità. Ogni partita ha una storia a sé. Stavolta mi sentivo bene e ringrazio Chiellini per l’assist (e il difensore a sua volta ha detto: «Grazie a Pellè, la mia era una ciabattata...»). È il secondo gol in tre presenze azzurre, lo dedico a mia mamma. Con Eder, con cui ho giocato nella Samp, mi trovo bene. Abbiamo caratteristiche differenti e insieme riusciamo a dare il massimo. Peccato avere sciupato l’occasione per la doppietta: potevo stopparla e metterla dentro, avrei dovuto essere più freddo». POLEMICHE ITALIANE L’im-
RE Chiellini gli fa:
«Grazie per aver fatto diventare un assist quella mia ciabattata»
pressione è che l’Inghilterra gli faccia brillare lo sguardo, soprattutto se l’argomento scivola sulle tensioni degli ultimi giorni. «Io vengo da un altro calcio, la Premier è uno show. Dispiace che intorno alla Nazionale ci siano tante tensioni. Siamo orgogliosi di andarci, ma in Italia siamo abituati alle polemiche. A noi non toccano, perché siamo abituati a lavorare e basta, però siamo dispiaciuti per Con-
te. Comunque abbiamo visto che a lui lo caricano e a noi succede lo stesso». Con queste premesse, nessuna sorpresa che un ritorno alle nostre latitudini non lo entusiasmi. «Io sono pro Italia: città belle come da noi non ci sono, un clima come il nostro non c’è. Peccato che quando ci saranno gli stadi nuovi sarò troppo vecchio, ma un giorno la A tornerà a essere il torneo più bello del mondo. Se Roma, Napoli e Firenze facessero impianti nuovi, diventerebbero bolge in cui sarebbe difficile giocare. La Juve ha anticipato tutti». L’impressione è che, da vero cittadino europeo, Pellè abbia acquisito saggezza e disincanto da giudicare il nostro calcio con sguardo impietoso ma sereno. Graziano è il prototipo dell’italiano da esportazione 2.0. In modo semiserio in passato si raccontava così: «Sono più bello di Cristiano Ronaldo, più bravo a ballare di Tony Manero e, se facessero un film su di me, vorrei che a interpretarlo fosse un attore elegante come Clooney». Da campione sulle piste da ballo in coppia con la sorella Fabiana, Pellè sa fare sempre il passo giusto, mai più lungo della gamba. E quando i suoi tifosi lo paragonano a Ibra, ogni volta replica modesto: «Ci provo». In una Nazionale da rifondare, chissà se il suo mix di lustrini e sudore non rappresenti la formula per uscire dal guado. © RIPRODUZIONE RISERVATA
LE SUE CIFRE
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● I gol segnati da Pellè in 3 gare con la Nazionale. Il primo gol, al suo esordio, era stato quello decisivo della vittoria per 1-0 contro Malta il 13 ottobre 2014
66
● I giorni trascorsi dall’ultimo gol di Pellè in questa stagione: il 24 gennaio segnò nella sconfitta per 2-3 del suo Southampton con il Crystal Palace in FA Cup
14
● Le reti segnate in totale da Pellè nella stagione 2014-2015: 8 in Premier League, 1 in FA Cup, 3 in League Cup e le 2 segnate con la Nazionale
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Nazionale R L’amichevole di lusso
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fIL PERSONAGGIO PIÙ ATTESO
Brividi Conte: «Stadium, che emozione»
1Il c.t. azzurro applaudito: «Tuffo nel passato bello e importante. La polemica con Elkann? Incidente chiuso» devono sapere che con me in Nazionale ci va solo chi merita, a prescindere dai nomi. Io non guardo il curriculum, guardo il campo. Valdifiori merita di stare in questo gruppo. Ho bisogno di gente come lui o Eder, gente che onora la maglia, che dà tutto, che ha orgoglio».
Antonio Conte, 45 anni, saluta i tifosi dello Juventus Stadium e manda un bacio verso la tribuna: nella casa bianconera il c.t. dell’Italia ha vinto 3 scudetti consecutivi, l’ultimo con i 102 punti record ANSA/RAMELLA
Mirko Graziano TORINO
J
ohn Elkann arriva al fischio d’inizio. Prima della partita, Agnelli e Marotta fanno gli onori di casa. Rapida visita in zona spogliatoi. C’è Tavecchio, e pure Conte. Non volano baci sia chiaro, c’è comunque la giusta educazione, e questo può bastare nel clima attuale. Prima che le squadre entrino in campo, lo speaker legge le formazioni. La Curva inglese canta e fa spettacolo. Un po’ tutti aspettano il nome di Antonio Conte. Eccolo che arriva dopo l’undici titolare e la panchina. «Allenatore, Antonio
Conte...». Fischi? Nemmeno uno. Solo applausi. Nel frattempo, il tre volte scudettato c.t. azzurro fa il pieno di affetto fra i fotografi che vanno a stringere la mano a un amico di tante serate. Antonio è di casa, e nell’unica sortita extra hotel di questi giorni torinesi ha toccato con mano l’affetto di cui ancora gode. Sarebbe stato folle contestare l’uomo che più di tutti, sul campo, ha riportato la Juve in cima al calcio italiano, restituendo entusiasmo, orgoglio e voglia di lottare a una tifoseria ferita da Calciopoli. IMBATTUTO Ieri, sulla «sua» panchina, ha accarezzato l’idea di superare un’Inghilterra che
ultimamente sta solo vincendo. In ogni modo, Conte conserva l’imbattibilità da c.t. con una gara complessivamente buona, considerando i tantissimi esperimenti. Al 90’ festa grande, degna dei tempi di AntonioConteCapitano. Un mezzo giro d’onore fra gli applausi prima di arrivare in postazione Rai. «Sì, un’emozione fortissima, già durante la rifinitura di lunedì mi aveva fatto un certo effetto tornare su questo campo. E’ stato un tuffo nel passato, un passato importante, bello, bellissimo, che non posso dimenticare. Quello spazio davanti alla panchina l’ho consumato in tre anni a furia di andare avanti e indietro». In mattinata, Conte
aveva detto di «essere qui in azzurro per dare una scossa vera, con le buone o con le cattive». E’ una piccola scossa serviva anche ieri dopo il deludente 2-2 di Sofia. «Peccato – continua il c.t.–, l’Inghilterra è molto forte, e nel finale potevamo colpire ancora». In generale, Conte manifesta comunque «soddisfazione per una prova buona, nella quale ho potuto misurare alcuni giocatori che avevano bisogno di minuti internazionali». Sono piaciuti Valdifiori, Eder, Soriano e Pellè: «Valdifiori e Soriano stanno confermando quanto propongono in campionato, Eder è continuo, e Pellè dimostra quanto sia importante l’esperienza estera. Tutti
IL PRESIDENTE FCA
Elkann tende la mano: «Orgogliosi dell’Italia nel nostro stadio» 1Dimenticate
STADIUM AZZURRO Ieri era anche il giorno di Italia-Inghilterra, ospitata proprio dalla Juve. In tribuna, presenti lo stesso Elkann, oltre al presidente bianconero Andrea Agnelli e all’ad Beppe Marotta. Agnelli e Marotta erano di rientro da Stoccolma dove hanno partecipato all’assemblea generale dell’ECA. Il caso Marchisio, il botta e risposta con Conte, i 443 milioni che la Juve chiede alla Figc come risarcimento per Calciopoli, quindi le polemiche seguite alla «personalizzazione» dello Stadium con le grafiche della Federazione sovrapposte a quelle bianconere, compresa quella che rivendica 32 scudetti, invece dei 30 ufficiali registrati sugli almanacchi. «Sarò in tribuna a tifare Italia – rivelava ieri Elkann –, e lo farò con tutta la mia famiglia. È una giornata importante per la Nazionale, una grande partita contro un’avversaria di prestigio, e siamo orgogliosi che questa partita si giochi nel nostro stadio. Le grafiche della Federazione hanno oscurato i 32 scudetti? Ribadisco che saremo lì per tifare Italia. Se saluterò Antonio Conte? Io saluto sempre tutti». Infine, il capitolo Marchisio e quel ginocchio che ha spaventato i tifosi: «Un grande sospiro di sollievo, è un giocatore importante per noi», conclude l’Ingegnere.
le polemiche sul caso Marchisio Striscioni d’affetto: «Tifiamo azzurri» Mirko Graziano Alberto Mauro TORINO
G
CICLO ALLEGRI John Elkann parla a margine dell’incontro «#Scienza e Sport», organizzato dalla Fondazione Giovanni Agnelli. Sorride parecchio, con
BALOTELLI? NON CHIUDO LA PORTA A NESSUNO. VALDIFIORI? È UNO CHE DÀ TUTTO, MERITA L’AZZURRO ANTONIO CONTE C.T. ITALIA
AGNELLI E ELKANN Infine, gli incontri col passato: «Sì, ho visto Agnelli e Marotta prima della gara. E’stato un piacere, come sempre». Con Elkann non si è invece visto: «Se abbiamo chiarito l’incidente? Per me l’incidente è già chiuso». L’espressione, a dire il vero, è un po’ così... © RIPRODUZIONE RISERVATA
IL PRESIDENTE FIGC sta disputando un grande campionato e sta facendo molto bene in Europa. Ai quarti di Champions, però, tutte le avversarie sono forti, dovremo quindi impegnarci parecchio per passare il turno». Un’ulteriore investitura per Max, che non a caso a metà maggio firmerà il prolungamento del contratto fino a giugno 2017.
iorni felici per la «Polisportiva Fca ed Exor». Ferrari e Juventus volano, l’immagine brilla non solo in Italia, ma soprattutto a livello internazionale. E allora sorride anche John Elkann, presidente della Fiat Chrysler Automobiles e numero uno Exor. Le prime parole sono per la Rossa e per Vettel, magnifici protagonisti a Sepang, un’inaspettata iniezione di entusiasmo all’inizio di una stagione di F1 che potrebbe regalare sorprese in positivo. Predica calma Elkann, avalla la linea Arrivabene, e allora, «piedi per terra e testa bassa, la strada è lunghissima. Lavorare, lavorare, lavorare...».
HO VISTO AGNELLI E MAROTTA PRIMA DELLA PARTITA, È STATO UN PIACERE COME SEMPRE
BALO E GLI ALTRI Stavolta sono gli inglesi a tirare in ballo Mario Balotelli. «Cosa deve fare per tornare in Nazionale? Io sono molto attento a ciò che i nostri calciatori offrono nei vari campionati. Non chiudo la porta in faccia a nessuno, c’è però bisogno che Mario prima lasci il segno nel Liverpool. Se lo farà e dimostrerà sul campo di volere questa maglia e questo gruppo, seguendo certe regole, troverà le porte aperte. Ma il discorso vale per tutti, penso anche a Borini, Osvaldo e Giovinco. Mi servono messaggi importanti, sono tutti in corsa, anche perché di questi tempi non posso permettermi di trascurare questo o quel giocatore».
John Elkann, 39 anni oggi, al Museo dell’Automobile di Torino ANSA
lui ci sono i figli. E prima di entrare in discorsi «seri», regala carezze alla Juventus, in particolare a Massimiliano Allegri, che pochi minuti dopo lo avrebbe raggiunto lì, al Museo dell’Automobile di Torino. «Il ciclo di Allegri è già aperto, abbiamo ancora tante sfide davanti a noi, ed enorme fiducia in un futuro vincente. La Juve
SU MARCHISIO ABBIAMO TIRATO UN GROSSO SOSPIRO DI SOLLIEVO: È TROPPO IMPORTANTE PER NOI JOHN ELKANN PRESIDENTE DI EXOR E FCA
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Tavecchio felice «Ho visto il c.t. molto più sereno» per il clima che ha respirato in città. Niente Nazionale sotto assedio e neppure ct sotto processo per «alto tradimento». Non a caso, quando gli vengono riferite le parole di Elkann («Verrò allo stadio a tifare l’Italia»), risponde ecumenico: «E’ molto bello. L’Italia è di tutti e quindi non sono affatto sorpreso».
Carlo Tavecchio, 71 anni ANSA
Massimo Cecchini INVIATO A TORINO
S
e quello nella Torino della Juventus è parso quasi un viaggio nella tana del leone, al netto dei soliti troll della tastiera - i complottisti, i dietrologi, i sapienti - Carlo Tavecchio è riuscito a evitare gli scogli più aguzzi della trasferta. Non è un caso perciò che ieri, nel corso della cerimonia per l’inaugurazione del nuovo allestimento del Museo Egizio di Torino - in cui è stato accompagnato anche da Claudio Lotito, Marcello Nicchi, Mario Macalli, Gianni Rivera, Michele Uva e altri dirigenti federali - il presidente Figc ha espresso tutta la sua soddisfazione
«CONTE SERENO» Insomma, rispetto ai giorni burrascosi della Bulgaria, pare respirarsi un clima molto più sereno. D’altronde, nel forum a Tuttosport ha detto: «Se la Juve rinuncia al risarcimento (443 milioni, ndr) possiamo riparlare di scudetti». Tornando all’attualità, comunque, Tavecchio ha spiegato: «Ho visto Antonio Conte molto più sereno. D’altronde, Torino è molto accogliente (allo stadio c’è stata una stretta di mano tra il presidente e Andrea Agnelli). Una città che meritava la possibilità di un grande spettacolo: noi abbiamo accolto l’invito portando una grande come l’Inghilterra, il Paese che ha inventato il calcio, senza dimenticare che la Federcalcio è nata a Torino. Per noi è quasi un ritorno a casa». E a proposito di memoria, i titoli di coda sono stati quasi proustiani: «Il museo egizio è bellissimo, e mi ha fatto ricordare quando da bambino mi ero appassionato di quella civiltà». Il Faraone Tavecchio ha ritrovato il sorriso. © RIPRODUZIONE RISERVATA
6
Nazionale R L’amichevole di lusso
MERCOLEDÌ 1 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
LE PAGELLE di SEBASTIANO VERNAZZA ITALIA
INGHILTERRA
6,5
7
BUFFON SALVA EDER È AL TOP SORIANO TATTICO FLORENZI SPENTO IL TECNICO CONTE
6,5 Guardiamo il bicchiere mezzo pieno, premiamo l’autorevole primo tempo, con pallone che scorreva bene e nei tempi giusti. Nella ripresa gli inglesi ci hanno messi lì. Non si è trovata la contromossa su Barkley.
IL MIGLIORE EDER
7 Insieme nella Samp 2011-2012, deve essere per questo che Eder e Pellé si trovano, si cercano, comunicano. Il brasiliano impressiona per come difende e smista la palla. Siamo già avvinti come l’Eder. ● TIRI 2 ● SPONDE 1 ● DRIBBLING 2
FLORENZI
5,5 Forse sconta il momentaccio della Roma. Non abbastanza spingente, come ci si aspetta da uno col suo passo. Non è una bocciatura. Rimandato a settembre, quando un’altra stagione inizierà. (Abate 6) ● TIRI 0 ● CROSS 2 ● PASSAGGI 18
5,5
6
6
RANOCCHIA Non fa «ranocchiate». Anzi, fa trequattro cose da difensore vero. Forse c’entra Conte che lo stima. Avverte la fiducia del c.t. e trova sicurezza.
BONUCCI Un paio di salvataggi importanti e qualche leggerezza delle sue. Il sei è compensativo. Se limasse certi scatti di presunzione…
CHIELLINI Gran bel cross per l’1-0, tante chiusure all’inglese, ma anche un «vai col liscio» su Rooney poco prima di uscire. Chiellini bello a metà, diciamo.
● PARATE 4 ● RINVII 4 ● PRESE ALTE 2
● CONTRASTI 2 ● LANCI 1 ● PASSAGGI 22
● CONTRASTI 0 ● LANCI 3 ● PASSAGGI 30
● CONTRASTI 1 ● LANCI 5 ● PASSAGGI 23
6,5
6,5
6,5
6,5
PAROLO Una mezzala nel ruolo di mezzala. Elementare, ma efficace: Parolo spinge per un tempo e difende per l’altro. Conte non toglie né lui né Soriano.
VALDIFIORI La semplicità, che è la cosa più difficile, come scelta. Qualche pallone all’indietro, ma ci siamo, play credibile. Bene, bravo, bis. (Verratti 6)
SORIANO Prestazione più tattica che tecnica. A lungo fa da argine su Henderson, poi è quello che più rema quando gli inglesi ci mettono lì. Soriano va lontano.
DARMIAN Rende meglio a sinistra, sembra. Bel passo avanti rispetto a Sofia. Non il miglior Darmian, però esce dal guscio in cui si era ritratto. (Antonelli 6)
● TIRI 1 ● RECUPERI 2 ● PASSAGGI 25
● TIRI 0 ● RECUPERI 8 ● PASSAGGI 38
● TIRI 0 ● RECUPERI 4 ● PASSAGGI 44
● TIRI 0 ● CROSS 0 ● PASSAGGI 29
5,5
5,5
7
IL PEGGIORE
6,5
BUFFON San Gigi para per noi. Tre interventi decisivi, in particolare i due su Rooney. La successione può attendere. Meno male che Buffon c’è.
6
PELLÉ In avanti ci vogliono uno lungo e uno corto: lo diceva Bagnoli e la vecchia legge dell’Osvaldo resta valida. Pellé spondeggia e arieggia. E segna.
VAZQUEZ Entra nel momento peggiore, con gli azzurri alle corde. Trova lo stesso modo e maniera di servire due assist importanti. Verrà molto utile.
IMMOBILE Monotematico, tende a partire e a puntare la porta, ignorando quello che succede altrove. Deve calarsi di più e meglio nel gioco della squadra.
MORETTI E’ il principale imputato sulla scena del delitto (l’1-1): gira le spalle a Townsend e l’inglese lo bypassa. Un’ingenuità che alla sua età…
● TIRI 2 ● SPONDE 2 ● DRIBBLING 0
● TIRI 0 ● SPONDE 0 ● DRIBBLING 0
● TIRI 0 ● SPONDE 1 ● DRIBBLING 2
● CONTRASTI 0 ● LANCI 0 ● PASSAGGI 4
6,5
7
ROONEY CI PROVA SVOLTA BARKLEY SOLITO CARRICK WALCOTT DELUDE IL TECNICO HODGSON
6,5 L’impressione è che zio Roy sbagli la formazione del primo tempo e che rimedi alla grande poi. Con Barkley sovverte il corso delle cose, con Townsend trova l’1-1. Ha i suoi anni, ma sa ancora il fatto suo.
IL MIGLIORE ROONEY
7 Gira e rigira l’Inghilterra è sempre Rooney-centrica. Per un’ora circa WR fa il trequartista e colpisce una traversa. Poi avanza e non segna perché s’infrange su un grande Buffon. ● TIRI 2 ● SPONDE 1 ● DRIBBLING 1
6
5,5
CLYNE Sul suo lato l’Italia per un tempo è fiammeggiante. Hodgson lo leva dopo 45 minuti e non per motivi fisici, ci sembra di capire. (Walker 6)
SMALLING Dei due centrali è quello che più pensa e meglio gioca il pallone. Soffre, ma non crolla sui duetti tra Eder e Pellé. Esce per infortunio.
JAGIELKA Sul gol non capisce che Kane ha la testa altrove e non ha la prontezza di metterci una pezza. Una situazione in cui i difensori inglesi non brillano.
● PARATE 2 ● RINVII 4 ● PRESE ALTE 0
● CONTRASTI 0 ● CROSS 1 ● PASSAGGI 31
● CONTRASTI 1 ● LANCI 2 ● PASSAGGI 37
● CONTRASTI 3 ● LANCI 9 ● PASSAGGI 80
5,5
6
6
5,5
GIBBS Quanto a terzini l’Inghilterra potrebbe offrire di meglio. Male Clyne a destra, maluccio a sinistra Gibbs, che sciupa una occasione. (Bertrand s.v.)
HENDERSON Ha il merito di tenere Soriano sulla difensiva e il demerito di non produrre e raccogliere abbastanza, in proporzione allo sforzo. (Mason s.v.)
JONES Va di fisico, anche troppo (per informazioni chiedere a Eder). E quando Smalling si fa male, passa al centro della difesa. Lottatore Jones.
DELPH Mezzala di fatica, ma tecnicamente votata all’anonimato. Sarà un caso, però quando Hodgson lo toglie per Townsend, l’Inghilterra ci riacciuffa.
● CONTRASTI 1 ● CROSS 1 ● PASSAGGI 60
● TIRI 0 ● RECUPERI 1 ● PASSAGGI 46
● TIRI 0 ● RECUPERI 4 ● PASSAGGI 51
● TIRI 0 ● RECUPERI 5 ● PASSAGGI 53
5,5
IL PEGGIORE
5
HART Bene su Parolo da fuori, benissimo su Eder da due passi. Da ieri è il più giovane portiere inglese a raggiungere le 50 presenze in nazionale.
6,5
7
7
Appena 16 palloni giocati, l’evanescenza fatta persona. Dall’ex bimbo prodigio del calcio inglese ci si attende molto di più. Eterno Peter Pan?
KANE Non è un uragano, ma neppure una brezza estiva. Una bella sponda, un buon tiro: qualcosina combina. Resta però a guardare Pellè che fa gol.
CARRICK Spessore, presenza scenica. Con lui l’Inghilterra cambia passo, ritrova autorevolezza. I giovani possono attendere, Carrick è sempre Carrick.
BARKLEY Con lui l’Italia s’abbassa e incassa. Barkley alza il baricentro degli inglesi e permette a Rooney di tornare alle origini. Bar-key (la chiave).
TOWNSEND Tre gol con l’Inghilterra e tutti e tre con botte da fuori: tre indizi fanno una prova. Non lasciate che Townsend liberi il suo tiro, sennò vi stecchisce.
● TIRI 0 ● SPONDE 0 ● DRIBBLING 1
● TIRI 2 ● SPONDE 2 ● DRIBBLING 0
● TIRI 0 ● RECUPERI 1 ● PASSAGGI 38
● TIRI 0 ● SPONDE 1 ● DRIBBLING 3
● TIRI 1 ● RECUPERI 2 ● PASSAGGI 7
WALCOTT
5
BRYCH Non benissimo, sulla sua prestazione pendono due sospetti rigori, uno per parte: mani di Bonucci su Kane e mani di Jones su Bonucci. Qualcosa non quadra neppure sulle ammonizioni, soprattutto su alcuni mancati gialli.
BORSCH 6 LUPP 6
Nazionale R L’amichevole di lusso INGHILTERRA
ITALIA
ITALIA
PASSAGGI EFFETTUATI
412
610
ALTO 54,1 metri
BARICENTRO 2
PASSAGGI RIUSCITI
POSSESSO PALLA
4
17 20
40,5%
16
13
5
8
19 14
1
8
4
3
120128
ANGOLI
BARICENTRO MOLTO BASSO 47,1 metri
7
MERCOLEDÌ 1 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
59,5%
3 5 TIRI NELLO SPECCHIO
18
19 PALLE PERSE
21 20
7
FALLI COMMESSI
82,3%
86,9%
9 7 10
INGHILTERRA 8 5 1 6
11 3
CONTRASTI
GDS
fL’ANALISI TECNICA
spinto parecchio (40,5% di possesso per la Nazionale), si è fatto notare per il lavoro in fase di copertura e di distribuzione. Sono stati 8 i recuperi di Valdifiori (la media del ruolo è di 3,03) e soltanto 4 i palloni persi (la media del ruolo è di 7,24). Ciò significa che il regista dell’Empoli, in questi due fondamentali, si è ben comportato. Inoltre, analizzando la sua prestazione, troviamo 2 contrasti vinti, 2 occasioni create, 38 passaggi riusciti e soltanto 2 sbagliati. Questo è davvero un dato impressionante, perché due errori per uno che gioca davanti alla difesa e ha il compito di distribuire il gioco sono pochissimi. Tanto per capirci, Verratti contro la Bulgaria di passaggi ne ha falliti 11, e di palloni ne ha persi 15.
Andrea Schianchi
Precisione, semplicità I e palloni in verticale Valdifiori è promosso 1Solo 2 passaggi sbagliati e tanti suggerimenti in profondità, rispetto a Verratti si mostra più diligente nel ruolo di regista LA MOSSA TATTICA VALDIFIORI: passaggi sbagliati 2 PELLÈ: tiri effettuati 2 PAROLO: passaggi fatti 33 FLORENZI: palle perse 15 PELLÈ FLORENZI
EDER
PAROLO
VALDIFIORI
PASSAGGIO MOVIMENTO
Gli azzurri cercano di sfruttare le qualità fisiche di Pellè e si appoggiano spesso sul centravanti nella fase di disimpegno. L’azione viene sempre accompagnata dagli inserimenti contemporanei della mezzala e del terzino che, a turno, vengono chiamati in causa dai suggerimenti di Pellè. In questo modo la manovra dell’Italia si sviluppa sia in ampiezza sia in profondità GDS
l manuale del bravo regista recita: farsi vedere in ogni circostanza, mai nascondersi, giocare a due tocchi, offrirsi sempre per il disimpegno dei compagni. Mirko Valdifiori, la lezione, l’ha studiata e imparata a memoria. Non si spaventa di fronte agli inglesi, si piazza in mezzo al triangolo di centrocampo e, come se fosse la punta di un compasso, fa ruotare l’intero settore, detta i tempi e il ritmo della manovra con semplicità e lucidità, alternando il passaggio corto al lancio lungo, l’apertura laterale all’improvvisa verticalizzazione. Facendo un paragone con la prestazione di Marco Verratti sabato scorso contro la Bulgaria, IL NUMERO vien da dire che Valdifiori è molto SOLUZIONE Se il centrocampista più regista, molto più diligente nel del Paris Saint Germain ha carattericoprire il ruolo e nell’interpretarristiche più offensive e anche nelle lo e, probabilmente, proprio per giocate rischia qualcosa di più (ovqueste sue caratteristiche, i comviamente commettendo qualche pagni gli riconoscono una naturale i falli commessi da errore di troppo), Valdifiori si fa leadership e gli affidano le chiavi Roberto Soriano. apprezzare per la grande disciplidel gioco. Non che Verratti non abna tattica, non lascia mai sguarnita bia margini di miglioramento, ci L’Italia ha fatto la sua zona, e per la facilità di pasmancherebbe altro, ma Valdifiori, 19 falli contro saggio. Non è un lanciatore alla per il modo di giocare dell’Italia di i 7 degli inglesi. Pirlo, ma come lo juventino ce ne Conte, sembra decisamente più sono pochi al mondo, però il regiadatto a indossare i panni del vice-Pirlo. sta dell’Empoli dà senso alla geometria con 40 passaggi effettuati. E, questo è un altro numero DIFFERENZE Giusto sottolineare che Verratti, da evidenziare, sono state 18 le verticalizzazioni: contro la Bulgaria, ha faticato anche perché ai ciò significa che Valdifiori ha nelle corde l’appogsuoi fianchi come mezzali aveva Candreva e Ber- gio in profondità alla ricerca del movimento degli tolacci che poco lo hanno aiutato, mentre Valdi- attaccanti. Pellé ed Eder lo hanno aiutato parecfiori ha sfruttato con sapienza i movimenti di Pa- chio con frequenti scatti e rientri a caccia del palrolo e Soriano. Ma è altrettanto giusto mettere in lone. Per caratteristiche tecniche e fisiche, in asevidenza come l’Italia di sabato scorso abbia avu- senza di Sua Maestà Pirlo, Valdifiori e Verratti poto il 70% del possesso palla, e quindi tante possi- trebbero stare tranquillamente assieme: il primo bilità di giocare e manovrare (744 tocchi), e Ver- in mezzo e il secondo leggermente spostato sulla ratti non ha incantato. Valdifiori, invece, in una destra e con la libertà di attaccare. È una soluziosfida che gli azzurri hanno interpretato in modo ne da provare. © RIPRODUZIONE RISERVATA decisamente più difensivo perché l’Inghilterra ha
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INGHILTERRA
L’UOMO ASSIST
E Hodgson ringrazia Townsend il suo «oriundo» 1«Ho sempre
creduto in lui», dice il c.t. di Andros, origini greco-cipriote e giamaicane
Andrea Elefante INVIATO A TORINO
M
anaus bene o male è digerita: questo pareggio si è portato via la sensazione - appiccicosa come l’umidità di quel giorno di inizio Mondiale - di un complesso d’inferiorità nei confronti dell’Italia. Alla faccia di Graziano Pellé, quel figlio adottato dalla Premier che aveva provato a rovinare il pedigree della nuova era Hodgson. L’era post Mondiale, appunto. Con l’1-1 di Torino sono 8 risultati utili su 8 partite, e pazienza se prima di ieri erano arrivate solo vittorie, sia in gare ufficiali che in amichevoli. Pazienza se qualche dubbio a Hodgson è rimasto. DUBBI Se c’è un reparto che al c.t. inglese oggi può creare più l’imbarazzo della scelta che l’ansia da carenze, è l’attacco.
Ma ieri è servito un gol di Townsend, nato a Londra ma in un certo senso «oriundo» visto che la famiglia è greco-cipriota da parte di madre e giamaicana da parte di padre. Prima che quella sua sassata cancellasse una sconfitta che sarebbe stata figlia anche di poca pericolosità offensiva, in particolare nel primo tempo, l’assenza di gente come Sturridge e Sterling, più che Welbeck, aveva scoperchiato alcune questioni: qual è la statura attuale di Theo Walcott (nel primo tempo record negativo di palloni transitati dai suoi piedi: 14 tocchi e 6 passaggi, senza mai tirare in porta)? Quante pagnotte Harry Kane deve ancora mangiare per meritarsi un posto sicuro anche in Nazionale? Già, perché ieri sera è stato come se il ragazzo d’oro del Tottenham si fosse ritrovato addosso tutte insieme le ansie da prestazione di chi viene incoronato con forse troppa fretta e da quel peso fosse confuso, quasi sopraffatto, fino a perdere tutta la sfrontatezza dimostrata fino ad oggi in Premier e poi venerdì scorso, al debutto assoluto con la Lituania. NUOVO ROONEY Alla fine le risposte migliori Hodgson le ha avute da quello a cui aveva
Euforia Chiellini: «Partita vera Un punto d’inizio» 1«In ogni polemica ci sono i pro e i contro». Valdifiori: «In campo con me tutto l’Empoli...»
non chiedergli dei rapporti fra Figc e Juventus: «Questa partita a Torino, e in questo stadio, deve essere un punto d’inizio: ogni minima cosa viene messa in risalto e questo non fa bene. In ogni polemica ci sono i pro e i contro: dobbiamo crescere anche sotto questo punto di vista».
INVIATO A TORINO
L’esultanza del centrocampista Townsend dopo il gol del pari LAPRESSE
messo la fascia di capitano al braccio, quello che alla vigilia aveva sposato senza mezzi termini il nuovo corso del c.t., più votato al possesso palla e alla qualità: Rooney in versione trequartista quasi «puro» ha convinto. Ha dimostrato di non aver perso l’attrazione per il gol, costringendo nella ripresa Buffon all’unica vera parata e all’unico vero brivido della serata, per non dire della traversa colpita nel primo tempo. Ma ha fatto vedere anche di essere pronto ad assecondare definitivamente il suo istinto a giocare più lontano dalla porta e a disposizione dei compagni. L’ANALISI Anche questo interessava a Hodgson e forse per questo pure ieri il c.t. era sufficientemente pacioso: durante la partita e pure dopo, al momento di spiegare la prestazione dei suoi. Non dopo aver chiamato ad alta voce Conte
che stava uscendo, per abbracciarlo e augurargli «Good luck». «Per noi - ha detto il c.t. è stato importante giocare un secondo tempo così: ci ha aiutato molto l’ingresso in campo di Carrick, perché se Phil Jones mi dà quantità e più cattiveria, Michael fa giocare di più la squadra e stasera ha cambiato la partita. Sono molto contento, perché in quei 45’ siamo stati noi i migliori e perché non è mai facile giocare contro l’Italia. Fra l’altro anche stasera ci mancavano diversi giocatori che avrebbero potuto darmi più opzioni in attacco, ma Rooney e Kane hanno dimostrato che se sarà necessario potranno giocare anche in coppia: per loro è stato un buon test». Anche se alla fine la partita l’ha risistemata Townsend: «Non ho mai smesso di credere in lui: è uno che offre qualità, e la qualità può fare sempre la differenza». © RIPRODUZIONE RISERVATA
U
na risposta anche della difesa. Se Giorgio Chiellini ha confermato di sapersi dedicare anche e bene ad altro (c’è stato un suo piede, ieri sera il destro, o la sua testa in 4 degli ultimi 8 gol azzurri, con due reti e due assist), Leo Bonucci ha ricacciato lontano il boomerang che gli era tornato in mano in Bulgaria: parlare di difesa più forte d’Europa, forse del mondo, e inciampare come a Sofia richiedeva una risposta, anche personale, come quella di ieri. «Partita vera - ha detto il difensore e abbiamo dimostrato che con il lavoro e con il sacrificio si possono fare grandi partite. Teniamo conto che l’Inghilterra punta su giovani che giocano da tempo in Premier, mentre un giovane italiano fa fatica a giocare in Serie A: ma anche i nostri cresceranno e ci daranno una mano a risollevare il calcio italiano». Da big bianconero, impossibile
EMOZIONE VALDIFIORI Valdifiori è la foto di quello che può significare la parola crescita e i complimenti di Conte («Ho bisogno di giocatori come lui») sono stati la chiusura del cerchio di dieci giorni fantastici: «Ringrazio il c.t. che mi ha fatto giocare e i compagni. Stasera in campo con me c’era anche Empoli, dal mister ai compagni alla dirigenza: voglio condividere con loro la mia gioia. Io non mi monto la testa e ricordo da dove sono venuto. Ma ora devo solo continuare a lavorare e da domani ci sarà Sarri a farmi pensare alla Juve». a.e © RIPRODUZIONE RISERVATA
Mirko Valdifiori, 28 GETTY
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Under 21 R Il bilancio
MERCOLEDÌ 1 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Verdi-Cataldi-Trotta Tre Di Biagio boys con vista Europeo
1
LA GUIDA In Repubblica Ceca esordio il 18 giugno Gran Bretagna, no a Rio
1I test di lusso hanno promosso i talenti di Empoli,
Lazio e Avellino: fantasia, geometria e gol per l’Under Luca Bianchin Vincenzo D’Angelo INVIATI A BENEVENTO
L
a verticalizzazione migliore di una settimana di Under 21: Broni-Roma-Portico. Verdi-Cataldi-Trotta, un ragazzo della provincia di Pavia, uno della capitale e un casertano. Non che abbiano molto in comune, però sono stati le sorprese positive della settimana di Under: tra i migliori in Germania-Italia e Italia-Serbia. Un ragazzo del Nord, uno del Centro, uno del Sud. Un trequartista, una mezzala, un attaccante. Uno smilzo, uno in crescita e uno col fisico. VERDI Simone Verdi è stato la novità di queste convocazioni. Di Biagio cerca trequartisti per il 4-2-3-1, perché Berardi e Battocchio sono titolari ma la profondità della panchina è ridottissima. Benassi aveva deluso contro la Slovacchia, Verde è stato lasciato all’Under 19 e Molina è un jolly più che un esterno da 90 minuti. Brutte notizie dalla tre giorni Paderborn-Be-
nevento: Benassi è stato ancora negativo, come Longo e Baselli, e l’Under 19 subito eliminata. Di più, Di Biagio ha pensato di aggregare Bernardeschi al gruppo ma ha dovuto evitare: meglio lasciarlo a Firenze a lavorare. Fine del pessimismo cosmico. Verdi è stato il migliore in Germania - un gol, una traversa, un potenziale assist per Battocchio – e contro i serbi non è dispiaciuto. Di Biagio lo usa da seconda punta perché il calcio di Conte prevede un 9 e un
RNord, Centro, Sud
Simone, Danilo e Marcello nascono lontano ma puntano Praga
RContro Germania
e Serbia invece deludenti Benassi, Baselli e Longo Oltre a Berardi
11, non un 10, ma Simone può essere utile anche da esterno. In sette giorni, da possibile esperimento a convocato quasi certo. CATALDI Verdi non è stato il migliore di Italia-Serbia perché dopo l’intervallo è entrato Cataldi. Con lui l’Italia ha iniziato a giocare. Deduzione: in mezzo al campo, Danilo sembra l’uomo in grado di cambiare le gerarchie di Di Biagio, che al momento comincia tutto con Sturaro e Viviani. A Benevento, in dieci, Cataldi ha dato spinta alla manovra, dettando tempo di gioco e pressing. E se si mette in testa una maglia all’Europeo, è meglio stare attenti: è un tipo che centra gli obiettivi. Voleva lasciare la Primavera della Lazio con un titolo ed è diventato campione d’Italia da miglior giocatore delle Final Eight. A Crotone dopo un inizio in chiaroscuro si era promesso di giocarle tutte per tornare in A: fatto. Quest’anno ancora difficoltà, poi la Lazio lo ha tolto dal mercato di gennaio e Cataldi si è trasformato nel miglior centrocampista dell’ultimo mese. Perché la testa dà più di mille
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Il martedì mattina ha portato una notizia: non ci sarà una nazionale di calcio della Gran Bretagna ai Giochi di Rio. Inghilterra, Galles, Scozia e Irlanda non hanno trovato un accordo, come invece era successo per le Olimpiadi casalinghe di Londra. Si sapeva ma la conferma è importante: significa che l’Inghilterra, una delle otto della fase finale dell’Europeo in Repubblica Ceca, non potrà diventare una delle quattro qualificate per Rio 2016. Se gli inglesi, tra i favoriti, si qualificheranno per le semifinali, sarà necessario giocare uno spareggio per i Giochi tra le due terze. Questo il programma dell’Italia Under 21 per i prossimi tre mesi. APRILE Lo stage a Coverciano, previsto in un primo tempo, salterà al 90%. Probabile che Di Biagio riveda la squadra solo per il raduno.
● 1 Danilo Cataldi, classe 1994, ha giocato mezz’ora in Germania e un tempo a Benevento ● 2 Simone Verdi, 1992, titolare con la Serbia ● 3 Marcello Trotta, 1992, uno dei sei titolari nelle due partite IPP
allenamenti. Danilo voleva fare il calciatore per ripagare la famiglia dei sacrifici e appena possibile ha regalato al papà la macchina nuova. TROTTA Benevento, oltre mezzanotte. Il pullman dell’Italia è partito: qualche giocatore dormirà in zona, altri stanno tornando a casa. Fuori dallo stadio solo Marcello Trotta, che firma autografi. L’Under ha giocato a venti minuti da Avellino, la sua squadra, e a un’oretta da Portico di Caserta, dove è cresciuto. Allo stadio c’erano striscioni solo per lui. Classici: «Orgogliosi
di Trotta». E in rima: «Con Trotta in Nazionale rivinciamo il Mondiale». Marcello ha cercato la palla e si è girato per calciare con il sinistro ma il meglio lo aveva dato a Paderborn per Italia-Germania, segnando un gol davanti a Ginter, uno dei 23 tedeschi che può dire di essere campione del mondo. Il suo posto all’Europeo è quasi garantito. Può sostituire Belotti o giocare con lui nella coppia d’attacco più ruvida d’Europa, per una Nazionale da battaglia campale. In rima, come lo striscione. © RIPRODUZIONE RISERVATA
2 GIUGNO Ritrovo ad Appiano Gentile per il raduno. Di Biagio porterà un gruppo allargato in attesa di definire i 23 convocati. Attesi esperimenti e lavoro sul 4-3-3, il sistema di gioco alternativo che il c.t. pensa di introdurre. 15 GIUGNO Partenza per la Repubblica Ceca. L’Italia farà base non lontano da Olomuc. 17-24 GIUGNO Si gioca la prima fase. Gruppo A: Germania, Repubblica Ceca, Serbia, Danimarca. Gruppo B: Italia, Inghilterra, Portogallo, Svezia. Gli azzurrini giocheranno il 18 a Olomuc con la Svezia, il 21 a Uherske Hradiste con il Portogallo, il 24 a Olomuc con l’Inghilterra. Il gruppo A si giocherà a Praga, tra la Eden Arena (lo stadio dello Slavia Praga) e il Letna (Sparta Praga). 27 E 30 GIUGNO Si giocano le due semifinali (una a Olomuc, una a Praga) e la finale (a Praga), ovviamente con supplementari e rigori. Il 28 giugno a Uherske Hradiste l’eventuale spareggio olimpico tra le terze classificate dei due gruppi.
Mondo R
MERCOLEDÌ 1 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
OLANDA
2
SPAGNA
0
TACCUINO
IL MIGLIORE
PRIMO TEMPO 2-0 MARCATORI De Vrij al 13’, Klaassen al 16’ p.t.
SPAGNA
Barça: Luis Enrique verso il rinnovo
OLANDA (4-3-3) Vermeer; Janmaat, De Vrij, Martins Indi, Willems; Klaassen, Blind (dal 28’ s.t. De Guzman), Sneijder (dal 17’ s.t. Wijnaldum); Narsingh, Huntelaar (dal 34’ s.t. Dost), Depay (dal 39’ s.t. Afellay). PANCHINA Cillessen, Krul, Van der Wiel, Veltman, Bruma, L. De Jong, N. DeJong, Promes. ALLENATORE Hiddink.
7,5 ● DE VRIJ (OLANDA) Quando vede la Spagna vede rosso, come i tori. Intelligente e continuo in difesa
SPAGNA (4-3-3) De Gea; Carvajal, Piquè (dal 23’ s.t. San José), Albiol, Bernat; Fabregas, M. Suarez (dal 23’ s.t. Ramos), Cazorla (dal 31’ s.t. Iniesta); Pedro (dal 1’ s.t. David Silva), Juanmi (dal 17’ s.t. Morata), Isco (dal 1’ s.t. Vitolo). PANCHINA Casillas, Asenjo, Bartra, Busquets, Koke, Juanfran. ALLENATORE Del Bosque.
IL PEGGIORE
ARBITRO Collum (Sco) NOTE spettatori 51.500.
Davy Klaassen, 22 anni, segna il gol del 2-0 per l’Olanda battendo il portiere spagnolo De Gea GETTY
Due lampi: riecco l’Olanda Spagna in crisi d’identità
1De Vrij e Klaassen accecano Del Bosque, poi gli oranje gestiscono Campioni d’Europa nel tunnel: Juanmi delude, Morata entra tardi
INVIATA A AMSTERDAM (OLANDA)
S
ono passati parecchi mesi dai cinque gol che sconvolsero il mondo (del calcio), ma la sete di rivincita dell’Olanda verso la squadra che le tolse il Mondiale 2010 non è ancora placata (vedere le bordate di fischi per Iniesta a ogni tocco di palla). Anche perché gli oranje e il loro allenatore, criticatissimo in questi giorni, hanno più di un motivo per prendere molto sul serio questa amichevole. L’Olanda deve mandare un segnale a Repubblica Ceca e Islanda che governano il girone di qualificazione all’Europeo, e dopo aver evitato il peggio contro la Turchia hanno bisogno di un successo con la Spagna per rimettersi in sesto. Calcolando che in campo ci sono parecchi reduci della Manita brasiliana, compresi Sneijder e Huntelaar,
il piatto è servito: la Spagna svogliata messa insieme da Del Bosque, con un improbabile Juanmi sperimentato al centro dell’attacco al posto di Morata, viene subito azzannata da vecchi e nuovi senatori oranje: in tre minuti l’Olanda sintetizza una tale quantità di cortesie per gli ospiti da convincere la Spagna a stare sul divano senza allargarsi troppo in casa d’altri. REMAKE Molle la Spagna, fumoso Pedro, distratti Piqué e Albiol, che fanno subito arrabbiare De Gea: al 13’ è De Vrij, fra i protagonisti nel 5-1 a Salvador de Bahia, a raccogliere di testa una perfetta staffilata del solito Wesley Sneijder avvertendo la Spagna che non è più il difensore grullo che prima di riprendersi e segnare la fece passeggiare in Brasile. Avversario avvisato, mezzo salvato? Neanche per sogno. La Spagna continua a smagliarsi, l’Olanda vola intorno alla regia di Blind, ripor-
tato al ruolo centrale che De Boer all’Ajax aveva scelto per lui. Bastano tre minuti per raddoppiare: questa volta è Klaassen a concludere in rete un’azione ad alta velocità creata da Depay e Willems. Il terzino del PSV è un tipo distratto, ma se si tratta di metter pressione agli avversari fa la sua figura. E dietro, con Janmaat ansioso di convincere del tutto Hiddink e De Vrij maturato, l’Olanda non balla più, anche perché Martins Indi riesce persino a prodursi in alcune operazioni tappabuco quando si tratta di rimediare ai rari errori dei centrocampisti. Miracoli dell’aria di Bahia che si respira anche se Amsterdam è sferzata da un vento gelidio.
Fellaini-gol: Belgio primo Israele si deve arrendere attività. Ma il Belgio ha dimostrato anche di saper lottare: l’espulsione di Kompany per doppia ammonizione al 64° poteva costare cara, ma ha solo messo un po’ in difficoltà i «Diavoli Rossi» che però hanno tra i pali un portiere come Courtois, a cui è molto difficile segnare. Ne sa qualcosa Zahavi, ex Palermo, che ci ha provato più volte a scardinare il muro belga, senza successo. La squadra di Wilmots non è stata molto brillante, ma questo è un successo molto pesante anche perché permetterà ai belgi di arrivare al terzo posto nella classifica della Fifa: non era mai successo. © RIPRODUZIONE RISERVATA
RDopo la manita
olandese al Mondiale 2014, nuova batosta per gli iberici
RSneijder è il solito
ispiratore di gioco Depay, Willems e Janmaat fanno sorridere Hiddink
PERICOLI Non è stata manita, perché dopo la prima mezzora fulminante l’Olanda si è un po’ risparmiata. Ha spinto al limite la norma del possesso palla nel primo tempo (assai meno nel secondo), ma non ha più avuto GRUPPO B ● PARTITE GIOCATE
QUALIFICAZIONI EURO 2016
● GERUSALEMME Vittoria importantissima per il Belgio ieri in Israele, nella partita originariamente prevista il 9 settembre 2014, ma rinviata poi a causa di motivi di sicurezza. La squadra di Marc Wilmots a Gerusalemme dimostra di avere forza e carattere e balza in testa al gruppo B, in coppia con il Galles a 11 punti. la partita la risolve Fellaini dopo solo nove minuti di gioco, deviando in rete un cross di Kompany. Il centrocampista del Manchester United aveva già segnato due reti sabato scorso nel 5-0 contro Cipro e ora è diventato il miglior marcatore belga (12 gol) fra i giocatori in
● BARCELLONA Messo in dubbio a inizio gennaio per alcune prestazioni non esaltanti del suo Barcellona e per un rapporto non facile con i big della squadra (Messi su tutti), Luis Enrique dovrebbe restare al suo posto. L’allenatore in scadenza a giugno 2016 era dato per partente alla fine di questa stagione, ma il presidente blaugrana Bartomeu, secondo quanto riporta il quotidiano spagnolo «Sport», ha basato proprio su di lui il progetto per un Barcellona ancora più forte. Bartomeu vorrebbe prolungargli il contratto fino a giugno 2017.
RUSSIA
5,5
Alessandra Bocci
9
ANDORRA-GALLES BOSNIA-CIPRO BELGIO-ANDORRA CIPRO-ISRAELE GALLES-BOSNIA ANDORRA-ISRAELE BOSNIA-BELGIO GALLES-CIPRO BELGIO-GALLES CIPRO-ANDORRA ISRAELE-BOSNIA ANDORRA-BOSNIA BELGIO-CIPRO ISRAELE-GALLES ISRAELE-BELGIO
1-2 1-2 6-0 1-2 0-0 1-4 1-1 2-1 0-0 5-0 3-0 0-3 5-0 0-3 0-1
CLASSIFICA
PT
G
V
N
P
GF GS
BELGIO GALLES ISRAELE CIPRO BOSNIA ANDORRA
11 11 9 6 5 0
5 5 5 5 5 5
3 3 3 2 1 0
2 2 0 0 2 0
0 0 2 3 2 5
13 1 7 2 9 6 9 10 5 6 2 20
●LE PROSSIME PARTITE ANDORRA-CIPRO BOSNIA-ISRAELE GALLES-BELGIO
12/6/15 12/6/15 12/6/15
● PEDRO (SPAGNA) Confuso e soprattutto confusionario, si fa stoppare da Vermeer. Che è in serata sì, ma insomma...
l’urlo e il furore dei primi minuti. Messo a posto il punteggio ha vivacchiato e la Spagna delle riserve ne ha approfittato per rifarsi sotto: Vermeer, un altro miracolo della serata, ha dipinto parate inusuali e respinto con coraggio la migliore delle chance, capitata fra i piedi dell’esitante Pedro, che fra una giravolta e l’altra intorno alla mezzora si è fatto bloccare prima dai centrali olandesi, poi dal portiere del Feyenoord non più titolare in arancione da un pezzo. Passato il pericolo, l’Olanda si è ricomposta e la Spagna ha ripreso il suo andamento languido, immalinconita forse dal ricordo di quella manita selvaggia che segnò la fine dell’impero. PROGRESSI Fine dell’impero spagnolo, un impero sul quale una volta non tramontava mai il sole del calcio, fasi di studio per ripartire con un nuovo ciclo: esasperato (ma senza darlo a vedere, ovvio) dall’inconsistenza di Juanmi, Del Bosque dopo un’ora ha mandato in campo Morata, che però si è trovato a sbattere più volte sul muro elastico creato dai difensori olandesi ormai sicuri di sé. Non è stata manita, ma l’Olanda respira. Per costruire un gruppo degno di sogni europei dovrebbe organizzare un‘amichevole con la Spagna ogni mese. Potrebbe essere una buona terapia per evitare serate sciagurate come quelle degli ultimi tempi. © RIPRODUZIONE RISERVATA
ALTRE AMICHEVOLI - K.O. CON CAPO VERDE
Portogallo, che figuraccia Flop Capello, pari Svizzera ● Ieri sono state giocate altre amichevoli. Clamorosa sconfitta del Portogallo (senza Cristiano Ronaldo) in casa con Capo Verde, che ha vinto 2-0: gol di Fortes e Gege. La Russia di Fabio Capello non è andata oltre lo 0-0 contro il Kazakistan. Alla Khimki Arena, vicino Mosca, i russi, in formazione sperimentale e reduci dalla difficile trasferta in Montenegro con incidenti e sospensione della gara, non è riuscita ad andare oltre il pari senza reti contro un avversario che, nel girone di qualificazione a Euro 2016, ha raccolto un solo punto in 5 gare. La Svezia a Solna ha battuto l’Iran 3-1: doppio vantaggio per i padroni di casa con Ibrahimovic (11’) e Berg
(21’), l’Iran ha accorciato al 24’ grazie al rigore di Nekounam, ma a un minuto dalla fine è arrivato il tris svedese realizzato da Toivonen. A Zurigo tra Svizzera e Stati Uniti è finita 1-1. Al 45’ Shea ha portato in vantaggio gli americani. Nella ripresa, al 68°, Usa in 10 per l’espulsione di Altidore, e all’80’ è arrivato il pareggio elvetico di Stocker. L’interista Shaqiri ha giocato i primi 45 minuti. Stesso discorso per lo juventino Lichtsteiner. A Tallinn 1-1 anche tra Estonia e Islanda: gol di Gislason al 9’ e pareggio dell’Estonia al 55° con Vassiljev. Nel derby tra Slovacchia e Repubblica Ceca hanno vinto i padroni di casa 1-0 con gol di Duda al 49’.
Ecco il commissario contro il razzismo ● MOSCA La Federcalcio russa ha nominato un plenipotenziario per la lotta al razzismo, una piaga che affligge molte tifoserie del Paese. Il compito è stato affidato ad Alexei Tolkachev, già responsabile per la sicurezza degli stadi e i rapporti coi tifosi che lavorerà anche in vista dei mondiali 2018. «Ci sarà un approccio sistematico per attuare una linea di tolleranza zero contro qualsiasi discriminazione», ha spiegato Tolkachev.
Luis Enrique, 44 anni EPA
ARMENIA
Il c.t. Challandes si dimette ● EREVAN Bernard Challandes si è dimesso dopo la sconfitta per 2-1 contro l’Albania di Gianni De Biasi nelle qualificazioni agli europei. Il 63enne tecnico svizzero da c.t. dell’Armenia era riuscito a raccogliere un solo punto nelle quattro partite fin qui disputate per la qualificazione a Francia 2016.
ARGENTINA
Violenza: sospesa partita di campionato ● BUENOS AIRES Ennesimo episodio di violenza in Argentina. La sfida della 7ª di campionato tra Arsenal Sarandi e Aldovisi è stata sospesa al 30’ del primo tempo sull’1-0 per gli ospiti, a causa degli scontri tra la polizia e i tifosi locali, scoppiati fuori dallo stadio «Julio Humberto Grondona» di Sarandi, nei pressi di Buenos Aires, e proseguiti durante la gara. Gli incidenti hanno provocato diversi feriti.
LA GARA SOSPESA
Montenegro-Russia Il 7 la decisione Uefa ● NYON Prenderà una decisione martedì 7 aprile la Uefa, dopo l’annuncio dell’apertura di un’inchiesta sui gravi incidenti (un razzo ha colpito il portiere russo Afinkeev dopo pochi secondi) durante Montenegro-Russia, partita del gruppo G di qualificazione a Euro 2016 interrotta due volte e poi definitivamente sospesa.
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Serie A R Mercato
MERCOLEDÌ 1 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
IL BRASILIANO
AI RAGGI X: SBAGLIA UN PASSAGGIO SU 10 TOCCHI PER ZONA
PALLONI RECUPERATI E PERSI
OCCASIONI CREATE
Il colore è più intenso nelle zone in cui ci sono stati più tocchi di palla
RECUPERATI
inclusi gli assist
4
10
8
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3
4
16
31
33
31
3
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115
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28
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95
109
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103
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PASSAGGI
298
Juan si scusa «Io distratto dalla malattia di mia madre»
26
1.997
SBAGLIATI
225
ATTACCO
3
PERSI
Dati riferiti alla Premier League 2014-15 GAZZETTA DELLO SPORT - DATI OPTA
Juan Jesus, 23 anni FORTE
Scatta l’operazione Yaya TourInter: incontro e offerta
L’
attacco della chat con i tifosi è da titolo: «Ho chiesto 10 vittorie ai giocatori». Roberto Mancini, durante la chat #milionidinomi, chiarisce l’obiettivo del finale di stagione. «Proveremo fino alla fine a guadagnarci un posto almeno in Europa League. E in futuro lavoreremo per il 3° posto e anche qualcosa di meglio». Poi arriva la domanda mercato: «Schar, Konoplyanka e Perin? Piero (il d.s. Ausilio, ndr) sta lavorando, sono giocatori bravi».
1Il ds Ausilio vede l’agente dell’ivoriano: c’è l’idea di una presentazione-show e di spalmare il pesante ingaggio Matteo Brega MILANO
A
desso ci sono anche 60 milioni di buoni motivi per crederci. Non bastassero i buoni rapporti con Roberto Mancini, i continui contatti e la volontà di giocare in Italia, ora sono arrivati anche i 60 milioni di Erick Thohir. Non tutti serviranno per il mercato, ma una buona fetta sarà la base per convincere Yaya Touré e il Manchester City a vestire il nerazzurro.
PROGETTO E SHOW Il piano per arrivare all’ivoriano, infatti, ha step ben delineati. E il club li sta seguendo alla perfezione. Il 18 marzo scorso resterà una delle date cardine di questo progetto. A Barcellona si giocava il match di Champions tra i blaugrana di Luis Enrique e il Manchester City. Piero Ausilio era in città. In agenda una serie di appuntamenti. Oltre a quello con la famiglia Pozzo per parlare di Allan ed Heurtaux dell’Udinese,
c’era anche quello con Dimitri Seluk, l’agente di Touré. Non è stato un incontro interlocutorio, è stato molto di più. Perché il d.s. Piero Ausilio avrebbe presentato un abbozzo di offerta al giocatore, insistendo sul fatto che sarebbe la stella assoluta di un progetto destinato a puntare allo scudetto. All’Inter hanno iniziato a fare due conti. Sanno benissimo che l’operazione è complicatissima, ma nella lista dei pro ci sarebbe finito anche l’impatto mediatico (non solo tecnico e tattico) dell’affare. La presentazione di Yaya, per esempio, avverrebbe al Meazza aperto ai tifosi. Sarebbe uno spettacolo. E di conseguenza ne beneficerebbero i dati degli abbonamenti. Si può proiettare la crescita intorno alle 10mila unità, un balzo che creerebbe la spirale positiva del merchandising e quindi dell’aumento dei ricavi. Acquistando Touré, con la sete di stelle che ha il tifoso interista, lo si potrebbe ripagare quasi con la vendita di magliette del numero 42 (attualmente libero in nerazzurro).
COMUNICAZIONE In tutto questo panorama non va trascurata la comunicazione. Mancini parlò una delle prime volte in maniera aperta dell’idea Touré a GazzettaTv. Da qualche giorno a questa parte anche il tecnico ha abbassato il livello. «Touré è un giocatore del City», ha risposto ieri il tecnico alle domande dei tifosi inerite nell’evento #milionidinomi. Gli è stato chiesto se ha in mente qualche acquisto per rafforzare la squadra. «Sì, in mente sì - ha risposto -. Qualche cambiamento avverrà l’anno prossimo. Abbiamo la possibilità di prendere un top player perché siamo l’Inter, un top team. E dobbiamo lottare per lo scudetto». Il nome Touré non viene più pronunciato dal Mancio. Una scelta dettata dal fatto che i continui contatti telefonici tra il giocatore e il City richiedono un minimo di discrezione. Le due società si sentono tra di loro e con l’agente. Così come il tecnico con il giocatore: sms e telefonate praticamente quotidiane tra Roberto e Yaya.
Yaya Tourè, 31 anni, è arrivato al City nel 2010 dal Barcellona AP
I NUMERI Adesso bisogna iniziare la fase dei numeri e dei conti. Non bisogna darli, bisogna farli quadrare. Touré resta al primo posto del mercato interista. Il contratto con i Citizens scade nel 2017 e questo può essere un piccolo vantaggio per l’Inter. Di rinnovo ancora non si è parlato, anzi, il club inglese ha ammesso che ci si può sedere a un tavolo con gli interessati. Il valore reale di Touré lo renderebbe inavvicinabile. La scadenza tra due anni può ridurlo. Semmai il vero nodo è l’ingaggio. L’ivoriano guadagna 11 milioni di euro netti. Al lordo del fisco italiano sarebbero 22 annuali. Impossibile. Ecco che allora entrerebbe in scena Mancini. Il rapporto tra i due è così forte e profondo che può vincere sui soldi. Yaya vuole un’esperienza in un campionato nuovo e in Italia accetterebbe solo l’Inter. Bene, in cambio la società gli garantirebbe un accordo fino al 2020 (fino a 37 anni). Allungamento con lo stipendio spalmato fino a quell’anno. L’idea potrebbe essere vincente.
COSÌ NEL 2015-16? 4-2-3-1
PERIN
DARMIAN Ranocchia MURILLO (D’Ambrosio) (DRAGOVIC) (VIDA)
TOURÈ (Guarin)
FEKIR (MILNER)
Santon
TOULALAN (Medel)
Shaqiri (Palacio)
LAVEZZI (AYEW)
Icardi
In maiuscolo gli obiettivi di mercato Murillo è gia stato acquistato CENTIMETRI
I PENSIERI DI JJ A Sky ha parlato Juan Jesus: «Non sono uno che parla spesso della mia vita privata ma ho passato momenti brutti, sono arrivato poco concentrato in campo. E per questo chiedo scusa perché non posso arrivare in campo pensando ad altre cose». Una confessione precisata poi sul suo profilo twitter: «Se avete ancora una madre, provate a pensare se avesse avuto un infarto a 9 mila chilometri di distanza. Se per voi questo non è un problema, significa che non avete amore per la donna che vi ha donato la vita». Dal Brasile arrivano intanto notizie confortanti sulla salute della madre di Juan Jesus. Il brasiliano è poi tornato sul momento dell’Inter: «Dobbiamo vincere tutte le ultime 10 partite, dobbiamo affrontarle come vita o morte». PINETINA Oggi allenamento pomeridiano per la squadra. Ieri lavoro differenziato per Andreolli (influenza), Obi (affaticamento) e Kovacic (ginocchio). Podolski torna oggi in gruppo dopo una giornata di permesso.
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MERCOLEDÌ 1 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
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Ribaltone: Icardi resta, Kovacic out?
1Il bomber preferito al 10, che l’Inter mollerebbe per 35 milioni nonostante le rassicurazioni del tecnico Matteo Dalla Vite MILANO
R
oberto Mancini stimola sempre Mateo Kovacic: lui che di numeri 10 se ne intende, vuole che il baby croato decolli, decida, graffi. La «scolarizzazione» va avanti dal primo giorno: Kovacic ha azzannato sì, ma poche volte. RIBALTONE POSSIBILE Coinvolto a proposito di un’eventuale partenza del n°10, Mancini è netto, deciso, fa muro. «Se lui resta - dice il tecnico nella chat #milionidinomi -? Sì. Può fare anche il centrocampista centrale davanti alla difesa, ha le caratteristiche per fare il regista alla Pirlo». Il Mancio, insomma, sa che Mateo è oro per il futuro del club. Ma se l’oro arrivasse a bussare alla porta interista, ecco, occhio al ribaltone: perché con 35 milioni di euro le gerarchie potrebbero cambiare. Tradotto: resta l’uomo da 20 gol (Icardi, uno che dal club è valutato almeno 40 milioni), esce il ragazzo che — pagato 16 milioni di euro — non ha ancora dimostrato la giusta struttura e l’adeguato carattere per essere un punto fermo. LA CRESCITA E NO Questo, in fondo, è lo scenario sussurrato da più parti. Scenario che nonostante normalissime e legittime virgolette del club potrebbe anche diventare concreto. Da una parte c’è un giocatore che ha dimostrato di saper crescere anche come attaccante
SE KOVACIC RESTERA’ ALL’INTER? SÌ: LUI PUO’ FARE ANCHE IL REGISTA ALLA PIRLO DAVANTI ALLA DIFESA SE E’ PIU’ FACILE FARE A MENO DI UN PORTIERE O DI UN UOMO DA 20 GOL? DURA TROVARE UNA PUNTA DA 20 GOL Mateo Kovacic, 20 anni, e Mauro Icardi, 22. I due hanno segnato 28 gol in questa stagione tra campionato e coppe: 8 il croato e 20 l’argentino ANDREOLI
’19
● Giugno 2019 è la data prevista per l’allungamento del contratto di Mauro Icardi (a 20 gol stagionali): dopo Pasqua ci sarà la tanto agognata firma?
8
● i gol di Mateo Kovacic in questa stagione: 5 sono stati realizzati in campionato e 3 in Europa League. Il croato ha da poco allungato l’accordo al 2019
moderno (il fatto che da altruista faccia meno gol, però, è un piccolo allarme da non sottovalutare); l’altro, ancora ventenne e con potenzialità enormi, ha rimandato sempre l’esplosione, vuoi per questioni tattiche (è stato incasellato ovunque), vuoi per problemi fisici (ad inizio stagione), vuoi per mancanze tipiche e normali di un ragazzo che fatica a imprimere la propria classe e il proprio fisico sulle partite. NON TITOLARITA’ E DUBBI Il problema, insomma, è qui ma poi anche altrove: nell’Inter che Mancini ha in mente per l’anno
prossimo (e anche in quella attuale, viste le ultime gare), Kovacic non partirebbe titolare. E Kovacic, probabilmente, di partire titolare ne sente bisogno come il pane. Ma il riscontro sul campo, ancora, non si vede. Proprio per tutta questa serie di ragioni, lo stesso Mateo (affezionatissimo all’Inter) sta pensando il classico «che ne sarà di me». RIPRENDI SOLO ME? Al momento Mateo si sente un po’ Calimero, del tipo non me ne va bene una, compreso il ginocchio tamponato nel match contro il Wolfsburg che gli ha fatto
saltare la gara con la Croazia. Ecco: questa precarietà a soli 20 anni sta mettendo dei dubbi anche a lui. «Ma perché riprendi solo me?» ha chiesto Mateo a Mancini in Inter-Cesena. Si sente bersagliato. OLTRE I TRENTA... E nelle pieghe dei dubbi e del poco utilizzo, ecco inserirsi il Liverpool (ma pure l’Arsenal). Offerti 30 milioni dai Reds per Kovacic, hanno scritto in Inghilterra: l’agente del giocatore si è affrettato a smentire e ribadire che «Mateo resterà all’Inter». Ambienti di mercato, però, sussurrano quanto segue: il Liver-
ROBERTO MANCINI SU KOVACIC E ICARDI
pool è seriamente disposto a offrire una cifra considerevole, e se questa cifra dovesse superare i 30 milioni ecco che l’Inter si troverebbe davanti a un bivio naturale e assillante. Il solito: vendere o no? Le certezze traballerebbero. Sia chiara una cosa: l’Inter in Kovacic crede davvero, ma se è vero — com’è vero — che in mezzo al campo cerca Yaya, Toulalan e hai già Guarin e Brozovic e Shaqiri, ecco, dove lo metti un Kovacic? Bella domanda. Ed è un quesito che per un centravanti da 20 gol stagionali ti poni meno. Molto meno. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Serie A R Il personaggio
Neto, 25 anni, dal 2011 alla Fiorentina RAMELLA
MERCOLEDÌ 1 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Neto avverte la Juventus: no al prestito
bersagliarlo e lui è finito in panchina. Poi, complice l’infortunio di Tatarusanu, è tornato titolare, dimostrando di essere pronto per una grande. La Juventus nel frattempo non è stata a guardare: ha opzionato il portiere per giugno, proponendogli un quadriennale da 2,2 milioni a stagione. Poi è arrivato anche il rinnovo di Buffon (altri due anni di contratto). La Juve sta pianificando il futuro tra i pali, perché Gigi ha 37 anni e nonostante in campo non dia alcun segnale di cedimento, non potrà essere eterno. La strategia è chiara: affiancare a Buffon un numero due in ascesa, che possa continuare a crescere accanto a lui e poi piano piano diventarne il sostituto. La Juventus ha messo in conto che, soprattutto il primo anno,
Fabiana Della Valle Carlo Laudisa MILANO
N
orberto Murara Neto non ha paura della concorrenza, neanche se il rivale si chiama Gigi Buffon. Vuole avere la possibilità di giocarsi le sue carte alla Juventus, anche a costo di accomodarsi in panchina. Il pensiero del portiere brasiliano è arrivato attraverso Stefano Casta-
gna, procuratore del giocatore, che ieri è stato ospite della trasmissione «Calciomarket» di GazzettaTv. NO AL PRESTITO «È un momento molto importante per la carriera di Neto — ha spiegato Castagna —, per questo sarà una decisione molto ponderata. Il ragazzo deve crescere anche se è già molto bravo, a 18 anni in Brasile è stato il miglior portiere del campionato. Di sicuro non resterà alla Fiorenti-
na e di sicuro diremo no a qualsiasi squadra che voglia prenderlo per mandarlo in prestito altrove, anche alla Juventus. Stiamo ancora valutando diverse proposte provenienti da Italia, Germania, Inghilterra e Spagna, dove un top club sta cercando un nuovo portiere. Posso solo dire che Liverpool, Psg e Real Madrid sono tra le società interessate». Alla Juve però dovrebbe vedersela con Buffon, che ha rinnovato fino al 2017. Difficile togliere il po-
sto a un fenomeno come lui. Neto accetterebbe di andare in panchina? Risposta: «Tutte le squadre importanti hanno un portiere forte, se scegli di andare in un top club metti in conto di dovertela giocare con qualcun altro». BUFFON CHIOCCIA Neto ha scelto di non rinnovare il contratto e a inizio anno l’ha comunicato alla Fiorentina. Decisione che non è stata presa bene: i tifosi hanno cominciato a
Rummenigge e Agnelli BOZZANI
Neto rischia di giocare molto poco. Per questo tra le ipotesi c’era anche quella del prestito, per permettere al brasiliano di avere più continuità (si era parlato della Sampdoria). Neto però a 25 anni ha già le idee chiare: o la Juventus o un altro club che però voglia puntare su di lui. Niente prestito. Parole che sicuramente ai bianconeri faranno piacere, visto che la loro prima intenzione era proprio quella di tenerlo a Torino per fare il secondo di Buffon. Intanto Neto e la Juventus si rivedranno tra pochissimo da avversari: martedì 7 aprile, semifinale di ritorno di Coppa Italia a Firenze. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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● Gli anni di contratto che la Juventus ha proposto al portiere brasiliano, a 2,2 milioni a stagione. Neto è in scadenza con la Fiorentina
non lo spaventa. Anche Psg, Real Madrid e Liverpool interessati a lui»
Agnelli all’Eca A Vinovo ecco Evra e Sturaro
● Una due giorni a Stoccolma, con l’elite del calcio europeo. Andrea Agnelli, insieme all’amministratore delegato Giuseppe Marotta e al Chief Revenue Officer Francesco Calvo, ha partecipato alla quattordicesima Assemblea Generale dell’ECA (Associazione dei club europei), presieduta da KarlHeinz Rummenigge, che si è tenuta lunedì e ieri. I dirigenti bianconeri hanno avuto l’occasione di confrontarsi con i massimi esponenti del calcio europeo. Intanto a Vinovo continuano i rientri dei giocatori dagli impegni con le rispettive nazionali: dopo Vidal, ieri è stata la volta di Evra e Sturaro. Oggi, per la seduta in programma nel pomeriggio, il gruppo crescerà ulteriormente: rientreranno Lichtsteiner, Morata e i quattro azzurri Buffon, Barzagli, Bonucci e Chiellini. La Juventus tornerà in campo sabato contro l’Empoli (ore 21). Prosegue il programma di recupero di Pirlo e Marchisio.
4 1Il procuratore del portiere brasiliano: «La concorrenza con Buffon
CON I BIG EUROPEI
Serie A R Lo studio
MERCOLEDÌ 1 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
LE ULTIME
SUL MERCATO E’ UNA SFIDA EQUILIBRATA Valori in milioni di euro
VALORI GIOCATORI MILAN E PALERMO OGGI PALERMO PA
5
PALERMO Dybala
0,3
Abate Vitiello
5
45,8
1
Diego Lopez Sorrentino
10
7,5
Antonelli Gonzalez
3 Menez
0,3
Rami Terzi
0 8
20
De Jong Barreto
R
2 0,3
Poli Maresca
0
0 15
Menez Vazquez MILAN M
0
70 12
Destro Belotti
7
MILAN
120 30
Bonaventura Dybala
GAZZETTA DELLO SPORT
Toh, il Milan vale come il Palermo Chi l’avrebbe mai immaginato?
1Rossoneri e rosanero si sfidano sabato: i titolari delle due squadre «costano» 70 milioni, e pensare che nel 2004 c’era addirittura una differenza di 75 milioni
Francesco Caruso G.B. Olivero
N
el novembre 2004 il Milan fu accolto con grande entusiasmo a Palermo. La squadra rosanero era appena tornata in Serie A dopo un’assenza di oltre trent’anni e la sfida contro la formazione di Ancelotti (campione d’Europa appena diciotto mesi prima) era giustamente vista come un evento. Il Milan vinse 2-1 grazie a una rete di Serginho nel finale dopo che gli acuti di Barone e Coloccini avevano vivacizzato il primo tempo. Il risultato non aveva sorpreso nessuno, nonostante la scelta di Ancelotti di schierare moltissime riserve. Beh, riserve per modo di dire: il valore di mercato dei titolari di quella partita era di 120 milioni di euro per i rossoneri (e non giocavano Maldini, Shevchenko, Inzaghi, Pirlo) e di 45,8 milioni per il Palermo che comunque aveva una rosa interessante (tra i rosanero c’erano cinque futuri campioni
Sinisa Andelkovic e Keisuke Honda nella partita di andata a San Siro AFP
del mondo: Grosso, Toni, Barzagli, Barone e Zaccardo. A fine campionato festeggiarono la qualificazione alla Coppa Uefa grazie a un eccezionale sesto posto). IL PRESENTE Sono passati undici anni, il Palermo è tornato
Van Ginkel e Cerci a caccia della maglia MILANO
3
Mexes Lazaar Montolivo Rigoni
7
A quota 0 sono i giocatori in prestito o in scadenza di contratto
VALORE TOTALE NEL 2004
MILAN PALERMO
66,4 6
13
RA Milano ora si
punta sui giovani. Mentre Zamparini prepara la ricca cessione di Dybala
in A da qualche mese e sabato ospita il Milan. La classifica è simile (38-35 per i rossoneri), il valore di mercato delle due formazioni anche: 70 milioni per il Milan (abbiamo contato pure capitan Montolivo e Rami che in Sicilia non giocheranno), 66,4 per il Palermo (inserendo Belotti, che quasi sempre parte dalla panchina). Cos’è cambiato in questi undici anni? Tutto. Il calcio italiano ha perso valore, in tutti i sensi. E la crisi ha colpito maggiormente le grandi squadre. Il Milan sta vivendo un altro anno difficile, il mercato si muove su percorsi differenti rispetto al passato e chi ha la capacità di pescare giovani talenti all’estero (come fa spesso Zamparini) riesce a costruire squadre competitive spendendo poco. Il capolavoro arriva quando la valorizzazione dei campioncini genera ricche cessioni con le quali la squadra viene ricostruita e resa altrettanto forte mentre anche la società diventa evidentemente più solida. Negli anni Zamparini ha saputo vendere i
vari Pastore e Cavani (tanto per citare i casi più clamorosi) e adesso è pronto a far cassa con le cessioni di Dybala e Vazquez. Il Milan, nel frattempo, ha saggiamente scelto una politica di rottura rispetto al passato: si va verso una rosa sempre più giovane e italiana, con l’inserimento di un paio di campioni che possano alzare il livello del gruppo e trascinare i compagni in un processo di crescita che potrebbe regalare grandi soddisfazioni al club anche in un momento di scarsa competitività sul mercato. Adesso resta da scoprire cosa accadrà sabato pomeriggio. All’andata il Palermo visse a San Siro una notte da ricordare: secco 2-0 grazie all’autogol di Zapata e a una prodezza di Dybala. In questo periodo, però, la squadra di Iachini sembra meno brillante e quella di Inzaghi cerca di salvare la stagione con un bel finale. Che non cambierebbe il valore di mercato dei giocatori, ma aiuterebbe il Milan a guardare con più ottimismo al futuro. © RIPRODUZIONE RISERVATA
itrovati anche i nazionali il gruppo a disposizione di Inzaghi si amplia ulteriormente: solo Honda, impegnato in amichevole dall’altra parte del mondo (titolare ieri a Tokyo nel 5-1 contro l’Uzbekistan) rientrerà nelle prossime ore (è atteso nel tardo pomeriggio a Milano). Se a gennaio, una volta eliminato dalla Coppa d’Asia partì dall’Australia per atterrare direttamente nel ritiro di Milanello, stavolta potrebbe prendersela un po’ più comoda: ci sono alternative che gli permetteranno di rifiatare. Cerci per esempio, arrivato più semplicemente da Torino dopo gli impegni azzurri, si candida per giocare. Contro il Cagliari, nell’ultima uscita di campionato, era (sub)entrato convinto: ora avrà a disposizione i prossimi allenamenti per convincere definitivamente Pippo a concedergli una magia da titolare, che gli manca da Milan-Verona di inizio marzo. L’ostacolo, spuntato nel frattempo, è Suso: approfittando delle assenze dei nazionali, lo spagnolo è stato schierato da titolare in amichevole a Reggio Emilia (due gol pregevoli) e nelle ultime esercitazioni tattiche. Il ballottaggio è ufficialmente aperto. MEDIANA Anche a centrocampo Inzaghi abbonda: con il recupero di Bonaventura sono in quattro (Jack, De Jong, Poli e Van Ginkel) per tre posti. DIFESA Confermata la disponibilità di De Sciglio, Alex e Zapata: l’ultimo ieri si è allenato in isolamento, chiuso in palestra, per via della febbre. La presenza nella lista dei convocati per Palermo resta comunque certa. E la difesa è l’altro reparto in cui Pippo, dopo mesi, potrà permettersi di scegliere. a.g. © RIPRODUZIONE RISERVATA
LA FILOSOFIA DEL CLUB
Berlusconi accontentato: firmano 3 baby talenti 1Il presidente vuole una squadra giovane
e italiana: Donnarumma, Cutrone e Locatelli, azzurri Under 17, al primo contratto da pro’
Alessandra Gozzini MILANO
P
atrick e Manuel sono italianissimi, abili con il pallone e anche molto azzurri, se insieme fanno già 54 convocazioni nelle nazionali giovanili. Con Gianluigi, sedicenne di un metro e novantacinque, ieri hanno autografato il loro futuro rossonero. Il Milan, in linea con il richiamo di Berlusconi, ne ha dato annuncio ufficiale: «Gianluigi Donnarumma, nato il 25 febbraio 1999, Patrick Cutrone, nato il 3 gennaio 1998 e Manuel Locatelli, nato l’8 gennaio 1998.
Tutti e tre i giovani talenti rossoneri hanno firmato il loro primo contratto professionistico che li legherà al Milan dal 1° luglio 2015 al 30 giugno 2018». FILOSOFIA BERLUSCONI Nell’identikit tracciato dal presidente c’era pure un altro elemento: «Che siano, possibilmente, provenienti dal nostro settore giovanile». Tutti gli indizi portano ai tre: Cutrone, che ora frequenta il liceo sportivo Sant’Elia a Cantù, festeggiò la promozione in seconda elementare mettendo per la prima volta piede a Milanello. In campo, voti alti: in questa
stagione è a quota 25 gol, 8 in Primavera, 2 in Berretti e 15 con gli Allievi Nazionali. Vanno aggiunti quelli con la Nazionale, di cui due, segnati alla Slovacchia, che hanno consegnato il pass per gli Europei Under 17: potrà laurearsi bomber del futuro. Su Locatelli c’era già stato l’attestato di stima di Berlusconi: «Mi hanno parlato molto bene di te. Complimenti, ma sappi che noi ti vogliamo prima ottimo studente e bravo figliuolo e poi calciatore di Serie A», gli disse in una delle visite stagionali al centro sportivo rossonero. Sul prato Locatelli studia da mediano: iniziata la trafila in rossonero nel 2009 con gli Esordienti, è finito sotto età in Primavera e di recente anche in panchina con la prima squadra. PREDESTINATO Il più piccolo, almeno all’anagrafe, risulta
Donnarumma e Galliani ACMILAN.COM
Manuel Locatelli, 17, in azione IPP
Patrick Cutrone, 17 anni
Donnarumma, un adolescente di quasi due metri. Complice la squalifica di Diego Lopez e l’infortunio di Agazzi, il teenager Donnarumma, portiere, venne fatto sedere in panchina per Milan-Cesena di metà febbraio, traguardo tagliato a 15 anni. A certe età non c’è nulla di scontato, tanto che il Milan dovette provvedere al certificato medico: serviva per certificare che fosse già pronto a scontrasi
con centravanti adulti. Un anno prima, da guida della Primavera, Pippo non l’aveva mai avuto a disposizione: Gianluigi (che il nome, lo stesso di Buffon, sia un altro indizio di futuro?) giocava nei Giovanissimi, dove gli avversari hanno la faccia da bambini e i tempi di gioco non vanno oltre i 35’. E quest’anno, con i coetanei divisi tra Allievi Regionali e Nazionali, per lui era già tempo di Primavera (e di Under 17). Non è tutto, ecco altri elementi da aggiungere all’identikit: Donnarumma, tesserato dal Milan due anni fa, arriva dalla nobile scuola di portieri del Club Napoli Castellammare, ha un fratello professionista (Antonio, titolare a Bari), e un manager che condivide con Ibra e Balotelli: alla Gazzetta Raiola ricambiò la fiducia inserendolo nel suo undici ideale. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Serie A R L’intervista
MERCOLEDÌ 1 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
«Cagliari in A Lazio seconda È la mia ricetta della felicità»
L’ATTACCANTE DI PIOLI
Miro Klose, 36 anni, quarta stagione alla Lazio LAPRESSE
I progetti di Klose: Champions subito e poi una panchina
1Diakitè, da Formello a Zeman: «Sabato
vinco, ma biancocelesti con le big d’Europa»
Nicola Berardino INVIATO A FORMELLO (ROMA)
Mario Frongia CAGLIARI
«C
on la Lazio dobbiamo vincere». Modibo Diakitè, atto primo. Il centrale del Cagliari affila i parastinchi per il match con la sua ex Lazio: «Ho lasciato tanti amici a Formello. Spero arrivino secondi e vadano in Champions. Ma sabato ci servono i 3 punti». Messaggio chiaro. Arrivato a gennaio, «Diaki» ha scelto il Cagliari dopo una serie di amori mai sbocciati, come Sunderland e Deportivo La Coruña. Francese di Bourge la Reine, classe ’87, Modibo ha esordito in A con i biancocelesti: vittoria per 4-2 in casa dell’Udinese: «Avevo vent’anni, un bel ricordo». E in biancoceleste ha vinto due Coppe Italia (2008-09 e 2012-13) e una Supercoppa italiana, a Pechino nel 2009 contro l’Inter di Mourinho. «Uno dei ricordi più belli alla Lazio,
DOBBIAMO DIVENTARE CATTIVI. IL BOEMO PARLA POCO E LAVORA MOLTO. SÌ, LA SALVEZZA È POSSIBILE MODIBO DIAKITÈ DIFENSORE CAGLIARI
dove comunque ho vissuto anni splendidi». Dalla capitale alla Sardegna, con villetta di fronte alla spiaggia del Poetto. Diakité ricorda: «Ho segnato due reti in A e il secondo gol l’ho fatto al Cagliari. E vincemmo 1-0». Diakitè, è giunta l’ora di pareggiare i conti. «Sabato non sarà facile. Loro stanno facendo molto bene, sono in forma e hanno tanta qualità. Ma per noi non cambia: terza o ultima in classifica dobbiamo avere lo stesso atteggia-
mento: la vittoria è un obbligo. Personalmente metto da parte sentimenti e ricordi, quel che conta è vincere per la salvezza del Cagliari». Klose e Felipe Anderson come si fermano? «Aggiungerei anche Candreva e Keita: possono sempre fare la differenza. Klose è un grande campione, in area gli basta un centimetro per farti gol. Anderson, dopo un primo anno di ambientamento, è venuto fuori. Ma non avevo dubbi: qualità e potenzialità erano evidenti. Con giocatori di questo livello serve una prova da squadra. Solo il collettivo può fermarli e limitarli. Ma è ovvio che individualmente si deve fare il massimo. Siamo pronti a combattere fino alla fine». Cos’è mancato finora al Cagliari? «La voglia di “mangiarsi gli avversari”. Siamo stati poco cattivi in tutti i reparti. E questo in A si paga. Ai compagni più giovani dico di giocare con la testa giusta, senza non si va da nessuna parte. In più mostrino tanta voglia di dare il massimo». Che idea si è fatto di Zeman? «Parla poco ed è un gran lavoratore. Nel suo gioco offensivo mi esalto: se sei veloce e forte nell’uno contro uno puoi solo crescere». Ci sono in palio 30 punti: quanto credete nella salvezza? «Siamo convinti e fiduciosi: bastano due vittorie pesanti di fila per ribaltare la visuale. Al Sunderland, dove ho iniziato lo scorso anno, erano spacciati, poi hanno vinto con Chelsea e United e si sono salvati». Messaggio ai tifosi? «Sabato ci stiano vicini, il loro aiuto è fondamentale. Ci piace e ci incoraggia molto il
Modibo Diakitè, 28 anni, è arrivato a Cagliari nel mercato di gennaio
I
GETTY IMAGES
Sotto il difensore in azione con la maglia della Lazio, club con cui ha debuttato in A e vinto tre trofei: due coppe Italia (2008-09 e 2012-13) e una Supercoppa italiana (2009) ANSA
tam tam sul web e le iniziative col messaggio “noi ci crediAmo, #crediAmoci tutti insieme”. Insieme possiamo farcela». Quanto cambia giocare per l’Europa o lottare per non retrocedere? «Se giochi per l’Europa mezzo passo falso puoi recuperarlo. Se ti devi salvare non puoi mai sbagliare. Sono venuto a Cagliari sapendo che ci sarebbe stato da soffrire. Comunque, qui si lavora sereni, tifoseria e ambiente sono vicini ma tranquilli. A Roma va diversamente». Diakitè, l’addio con la Lazio di Lotito è stato spigoloso? «No, abbiamo chiarito, sono affezionato alla società. Ripeto: auguro a noi la permanenza in A e a loro il secondo posto e la Champions». © RIPRODUZIONE RISERVATA
L'IDENTIKIT MODIBO DIAKITE’ NATO IL 02 MARZO 1987 A BOURG-LA-REINE (FRANCIA) RUOLO DIFENSORE ALTEZZA 192 CM PESO 84 KG
1 APRILE 2007 ESORDIO IN A Diakitè ha esordito in Serie A in Udinese-Lazio 2-4. La prima squadra italiana è stata il Pescara, alla Lazio fece «in prova» un torneo di Viareggio, dove convinse. E fu ingaggiato l’estate dopo dai biancocelesti. LE SUE SQUADRE PESCARA 2005-2006 LAZIO 2006-2013 SUNDERLAND 2013-2014 FIORENTINA gennaio-giugno 2014 DEPORTIVO LA CORUÑA 2014-2015 CAGLIARI da gennaio 2015
l trionfo di Sebastian Vettel ha dato una carica in più a Miro Klose. Una scintilla tutta tedesca per l’attaccante della Lazio dopo il successo del connazionale con la Ferrari in Malesia. Nello scorso novembre i due campioni si sono ritrovati a Berlino per ritirare il «Bambi d’oro», premio assegnato alle «persone con visioni e creatività che nell’anno hanno particolarmente colpito ed entusiasmato il pubblico tedesco». Ora Klose è pronto a inseguire nuovi traguardi in un finale di stagione ricco di prospettive per la Lazio. Tra la corsa Champions nel duello con la Roma per il secondo posto e la finale di Coppa Italia da conquistare nella semifinale di ritorno di mercoledì 8 aprile a Napoli (1-1 all’Olimpico). Ma ci sono anche obiettivi personali molto intriganti per il 36enne bomber di Opole. Che è reduce da un mese quanto mai esaltante: a marzo ha firmato 3 reti in campionato e una in Coppa. Così il conto totale in questa stagione di A è salito a quota 8, che migliora di una unità il bottino precedente. Ma Klose adesso punta diritto a salire in doppia cifra. Come nelle altre due annate italiane: 12 e 15 gol, il suo top nel campionato 2012-13. Gli ultimi mesi hanno proposto un nuovo Klose. Dopo l’infortunio di Djordjevic (24 gennaio, frattura del malleolo), il peso dell’attacco è passato tutto sulle sue spalle. Con Pioli, Miro è chiamato a un lavoro diverso: anche apripista per gli inserimenti dei compagni e puntello in più in copertura. Una dimensione che ha coinvolto molto l’attaccante fresco di titolo Mondiale con la Germania. FUTURO La qualificazione in Champions potrebbe dare la spinta decisiva al suo futuro nella Lazio. Ha il contratto in scadenza, ma dalla ventesima presenza (adesso è a 25) è scattata la clausola di rinnovo a suo favore. In pratica, deciderà solo lui se rimanere. Ha spesso ribadito che valuterà con la famiglia. Il suo progetto di diventare allenatore non ha urgenze. Ieri, Oliver Bierhoff, ex punta di Juve e Milan e ora dirigente della nazionale tedesca, ha manifestato l’idea di coinvolgerlo nello staff della Germania. «Credo che lo potremmo convincere per la nostra causa. Nel 2020 sicuramente non giocherà più. È in stretto contatto con il direttore Hansi Flick: ha detto che un giorno vorrà allenare». Intanto, Klose rincorre la Champions con la Lazio. Prossima tappa, sabato a Cagliari. Una sua doppietta fu decisiva nella vittoria dell’andata (4-2). Un exploit che il goleador tedesco cercherà di replicare al Sant’Elia. © RIPRODUZIONE
A ROMA
Assolti ieri gli Irriducibili condannati a gennaio 1Processi diversi ma stesso tribunale
e imputati simili: non sussiste l’associazione per delinquere e la tentata estorsione
Stefano Cieri ROMA
C
ondannati a gennaio, assolti a marzo. Stessi imputati, stesso Tribunale, vicende molto simili, ma sentenze diverse. Dopo essere stati condannati in primo grado nel processo Chinaglia, i capi storici degli Irriducibili (il gruppo ultrà laziale leader della curva nord) sono stati ieri assolti dal Tribunale di Roma (lo stesso
che li aveva condannati per l’altra vicenda) al termine di un processo per associazione a delinquere, tentata estorsione ed altri reati minori consumati nel biennio 2001-2002. ASSOLTI E PRESCRITTI La sentenza di primo grado è arrivata ieri a quasi quindici anni dalla presunta consumazione di quei reati. La maggior parte dei quali (diffamazione e minacce ai danni di giornalisti e rappresentanti di forze dell’ordine) sono
caduti in prescrizione e per questo il Tribunale non si è pronunciato. Lo ha fatto invece in merito ai due reati più gravi, associazione per delinquere e tentata estorsione, assolvendo gli imputati perché il fatto non sussiste (il Pm aveva chiesto condanne tra i 3 e i 5 anni). Le indagini erano partite da una serie di denunce di giornalisti e uomini delle forze dell’ordine, un’altra da parte dell’allora presidente della Lazio Cragnotti. La denuncia di quest’ultimo riguardava atti di danneggiamento, poi nel corso del processo Cragnotti e i suoi collaboratori hanno sempre negato che ci sia stato un tentativo di estorsione nei loro confronti per la gestione
del merchandising del club. Così per i due reati più gravi il Tribunale di Roma ha assolto tutti gli imputati: Fabrizio Toffolo, Fabrizio Piscitelli, Yuri Alviti, Paolo Arcivieri e Stefano Marinelli. Per i reati meno gravi (quelli andati in prescrizione) erano imputati anche Ermanno Pansa e Gaspare Carista.
Ultrà della Lazio LAPRESSE
ESITI DIVERSI Ha avuto un epilogo completamente diverso, invece, il processo per i fatti del 2006, la cui sentenza di primo grado è stata emessa lo scorso 29 gennaio. Vicende simili anche se non uguali, per questo il Tribunale di Roma ha deciso di non riunificare i due procedimenti. Imputati più o meno gli
stessi però. Ci sono ancora Toffolo, Piscitelli, Alviti e Arcivieri, mentre non ci sono Marinelli, Pansa e Carista. Anche qui si parla di tentata estorsione, l’ambito è il tentativo di scalata al club biancoceleste da parte del gruppo Chinaglia. Il presidente della Lazio non è più Cragnotti ma Lotito, che denuncia in prima persona il tentativo di estorsione. E alla fine il Tribunale accoglie la sua tesi: i quattro capi-ultrà vengono tutti condannati (3 anni e 6 mesi a Toffolo, 3 anni e 2 mesi a Piscitelli e Alviti, 2 anni e 2 mesi a Arcivieri). E oltre a loro vengono condannati gli uomini del gruppo Chinaglia. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Serie A R Risvegli di primavera
Ripensando a Maradona Pjanic punta a dare brio alla Roma 1L’anno scorso col Napoli 2 reti
e gli applausi di Diego, ora deve rialzarsi. Gervinho out 20 giorni
Andrea Pugliese ROMA
M
agari vorrà farsi un regalo speciale per i suoi 25 anni in arrivo domani, affondando i ricordi fino a quel Roma-Napoli della scorsa stagione, quando con una doppietta allentò la resistenza degli azzurri, lanciando la Roma verso quell’ottava vittoria consecutiva che regalò una dolce illusione. Una doppietta arrivata davanti a Diego Armando Maradona, per l’occasione all’Olimpico per vedere il suo Napoli e che a fine partita lo applaudì. Ora è arrivato il momento per Miralem Pjanic di ripensare anche a quei momenti e di tornare ad essere decisivo come allora. Almeno lo spera la Roma e lo spera anche lui, che vuole buttarsi alle spalle un momento così, di certo non tra quelli da collezionare della sua avventura in giallorosso. TOTTI A RISCHIO Quello dell’ottobre 2013 era un Pjanic diverso, appena rigenerato dalla curaGarcia, pronto a prendere per mano la Roma, soprattutto nel momento in cui i giallorossi persero Totti per infortunio. Successe proprio in quel Roma-Napoli, quando la sfida era ancora in equilibrio, sullo 0-0. Poi Pjanic pennellò una punizione magistrale, prima di chiudere la pratica con un calcio di rigore nella ripresa. In mezzo ci fu anche l’infortunio di Gervinho, strane casualità del destino del calcio. Già, perché sabato prossimo la situazione potrebbe essere più o meno la stessa: Totti è in dubbio, ancora alle prese con il problema al flessore della coscia destra e si deciderà solo in extremis (vener-
dì) se rischiarlo o meno. Gervinho invece sarà sicuramente out. Ieri l’ivoriano ha effettuato gli accertamento del caso, resterà fuori 3-4 settimane per una lesione di primo grado al bicipite femorale destro. «La Juve è troppo lontana, ci batteremo per giocare ancora la Champions — ha detto l’ivoriano —. Doumbia? Viene da un altro campionato, ha bisogno di tempo per adattarsi. Ma so di cosa è capace, appena si adatterà sarà più semplice». GENIO IN BILICO Dovesse succedere ancora di dover rinunciare insieme a Totti e Gervinho e considerando che Maicon sarà ancora out, Garcia allora non ha altre chance che affidarsi al genio di Pjanic per provare a costruire gioco e aumentare il grado di imprevedibilità della Roma. Del resto, il bosniaco è uno dei registi giallorossi, una delle fonti da cui abbeverarsi, anche se ultimamente un po’ arida. Pjanic lo sa e se ne rendo conto, anche se poi le statistiche dicono che nella Roma è quello che corre più di tutti e questo fa un po’ fa specie, pensando al suo dna. Oggi tornerà a Roma, dopo la parentesi con la Bosnia (3-0 all’Andorra e amichevole ieri con l’Austria). E si rimetterà subito sotto, anche per scacciare via tutti i brutti pensieri. Già, perché dopo aver rinnovato il contratto un anno fa, ora il suo nome balla spesso nei giochi e nelle strategie di mercato (a proposito, la Roma aveva in mano André Ayew dell’Olympique Marsiglia, l’Inter ha messo la freccia da un po’). Della Roma, ma anche sue. A meno che non torni presto quel Pjanic lì, quello che strappava applausi anche a uno come Maradona. © RIPRODUZIONE RISERVATA
MERCOLEDÌ 1 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
COSÌ QUEST’ANNO TOCCHI PER ZONA Il colore è più intenso nelle zone in cui ci sono stati più tocchi di palla ATTACCO
PALLE RECUPERATE
Gol smarriti dal Napoli e da Higuain La medicina è giallorossa Callejon: quando c’è la Roma, le punte di Benitez si scatenano
% REALIZZATIVA
14%
Gianluca Monti NAPOLI
OCCASIONI CREATE
54
ASSIST 6 GOL
SU RIGORE
3
C
ome tori nell’arena dell’Olimpico, gli attaccanti del Napoli si scatenano quando vedono giallorosso. La squadra di Benitez soffre di astinenza da gol (uno solo nelle ultime tre partite ufficiali), ma è in arrivo la medicina migliore. Già, perché Higuain e compagni hanno una tradizione favorevole contro la formazione di Garcia e anche l’ultimo arrivato Gabbiadini, quando vestiva la maglia del Bologna, ha fatto centro contro la Roma (tra l’altro, in un match che si giocava alle 12.30, proprio come quello di sabato).
DUE GOL E...MEZZO Higuain è un incubo per i difensori romanisti e poi l’Olimpico lo esalta (alla Lazio in quello stadio ha segnato tre volte). Il suo bilancio contro la Roma è di due gol…e mezzo. In coppa Italia nella passata stagione segnò con la collaborazione di De Sanctis ed ancora si dibatte se attribuire quel gol al Pipita. Poco importa, comunque, perché Gonzalo al San Paolo non ha fatto sconti all’ex portiere del Napoli: un gol sotto gli occhi di Maradona nella gara di ritorno di quella semifinale e poi la prodezza da figurine Panini nel match di campionato di quest’anno. Higuain tornerà a disposizione di Benitez domani e svolgerà con i compagni soltanto la rifinitura di venerdì. Ma sabato sarà in
NOTIZIE TASCABILI LA DONAZIONE
Il gol speciale di Mario Gomez per il «Meyer»
Mario Gomez con la fidanzata
● Andare in gol anche senza giocare. E’ quanto successo ieri al centravanti della Fiorentina Mario Gomez, che in compagnia della fidanzata Carina Wanzung ha fatto visita al Meyer, dove è avvenuta la consegna simbolica di una donazione che il giocatore e la fidanzata hanno destinato alla Fondazione Meyer. La donazione andrà a potenziare ulteriormente il reparto di Terapia Intensiva Neonatale dell’ospedale pediatrico. Intanto l’attaccante viola è tornato a parlare ai microfoni della Rai: «Coppa Italia? La Juve ha la rosa più forte, ma abbiamo le stesse possibilità di passare il turno. In Europa League invece dovremmo dare il massimo per battere la Dinamo Kiev, che gioca bene e subisce pochi gol»
COSÌ QUEST’ANNO TOCCHI PER ZONA Il colore è più intenso nelle zone in cui ci sono stati più tocchi di palla ATTACCO
TIRI NELLO SPECCHIO
37 PRECISIONE
1Il Pipita, Mertens, Hamsik,
121
campo dall’inizio. Rafa, però, può fare affidamento anche su altri tiratori scelti per abbattere il fortino di Garcia. Josè Callejon alla Roma ha realizzato tre gol in cinque partite. Quando ha segnato lui, il Napoli ha sempre vinto, un talismano. La Roma porta bene anche a Marek Hamsik, che ha già fatto cinquina contro i giallorossi e punta a fare tombola e sbancare l’Olimpico, dove Dries Mertens è stato grande protagonista lo scorso anno in coppa Italia (gol alla Roma in semifinale e pure alla Fiorentina in finale). In pratica all’appello manca solo Insigne, che da napoletano ci terrebbe particolarmente a risolvere una sfida molto sentita dai tifosi.
15
58% % REALIZZATIVA
20%
OCCASIONI CREATE
GOL
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SU RIGORE
13
VALUTAZIONI FUTURE A proposito, qualche «infiltrato» azzurro all’Olimpico ci sarà. De Laurentiis prenderà posto in tribuna (annunciato tra oggi e domani un incontro con il sindaco De Magistris per la questione San Paolo, ndr), sospeso com’è tra presente e futuro. Non ci sono sostanziali novità rispetto a quanto raccontato un mese fa: il presidente ha incontrato Benitez e gli ha formulato una proposta di rinnovo (con tanto di voli aerei garantiti da e per Liverpool sia per Rafa che per la sua famiglia). Il tecnico spagnolo ha nicchiato perché aspettava (e aspetta ancora) di vedere come evolverà il mercato delle panchine. Se il Napoli non dovesse andare in Champions League, però, potrebbe anche darsi che sia De Laurentiis a non voler andare avanti con Benitez. © RIPRODUZIONE RISERVATA
UNDER 19
L’INIZIATIVA
Delusione Italia: #ioleggoperché k.o. con l’Austria La A il 12 aprile e addio Europeo promuove i libri
L’EX ATTACCANTE DEL PARMA
Sole, relax e sorrisi in montagna Cassano e Carolina vanno di corsa ● Antonio Cassano e la moglie Carolina Marcialis si allenano insieme in montagna. Un po’ di corsa, approfittando della bella giornata di sole. Cassano ha lasciato il Parma alla fine di gennaio e non ha ancora trovato una nuova squadra. Intanto, cerca di rimanere in forma...
● Finisce male l’avventura dell’Under 19 di Alessandro Pane nella fase Elite dell’Europeo. Contro l’Austria padrona di casa, gli azzurrini vanno in vantaggio con il romanista Capradossi, prima di subire la rimonta firmata Kvasina e Horvath. Un peccato, perché questa era la squadra di Verde, Bonazzoli, Cerri e Scuffet: ricca di talento e aspettative, ha chiuso il girone senza vittorie e all’ultimo posto con la Croazia, con soli 2 punti. Sarà dunque l’Austria (prima con 5 punti) a partecipare alla fase finale in Grecia, dal 6 al 19 luglio. Per l’Italia resta grande la delusione .
● Il calcio per la lettura. Nel weekend del 12 aprile i giocatori delle squadre di casa di Serie A consegneranno agli avversari un libro al momento del saluto pre-partita. L’iniziativa nasce da #ioleggoperché, progetto nazionale di promozione del libro e della lettura, organizzato dall’Associazione Italiana Editori. La Serie B dedicherà al progetto due giornate, quelle del 12 e del 19 aprile, mentre l’iniziativa si concluderà con un grande evento il 23 aprile, giornata mondiale del libro e del diritto d’autore: 240mila libri in edizione speciale saranno consegnati ai lettori saltuari e ai non lettori.
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Serie A R
MERCOLEDÌ 1 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Reja-Ventura, panchine senza tempo
1Atalanta-Torino è la sfida tra i due tecnici più anziani in A. Mondonico: «Allenare è una malattia»
IN PANCHINA NON SI INVECCHIA MAI, E’ UN’ESPERIENZA CHE TI SPINGE AD AGGIORNARTI EMILIANO MONDONICO ALLENATORE
Francesco Bramardo
N
on chiamateli nonnetti, si offenderebbero a morte. Per carità, la carta d’identità non mente, eppure Giampiero Ventura ed Edy Reja, grazie al calcio più che ai figli, ai nipotini, a nuovi amori, sono giovani dentro, tanto da non mollare, da rimanere aggrappati alla panchina con le unghie e con i denti. «Non per soldi, ma per libidine», come ama ripetere l’allenatore del Torino. Edy potrebbe tranquillamente coltivare il roseto a due passi dall’Isonzo coccolato dai familiari o andare a pesca, Ventura potrebbe trastullarsi al caldo del Mar Rosso o nelle ville di proprietà in riva al mare a Bari o in Sardegna. Così non è, pri-
ma devono portare a termine l’ultima scommessa, che per Reja si chiama salvezza con l’Atalanta, e per Ventura concludere un progetto che in 4 anni ha portato il Torino dalla B all’Europa League. Se offrissero una panchina a Emiliano Mondonico (68 anni), l’allenatore di Rivolta d’Adda non si tirerebbe indietro: «È una malattia, ti fa sentire giovane tra i giovani, ti obbliga a tenerti vivo e aggiornato, e poi il calcio non è cambiato, è sempre lo stesso. Un buon insegnante lo è a tutte le età, il resto lo fanno i giocatori che hai la fortuna di avere a disposizione».
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● gli anni di Edy Reja, in panchina dal 1979, quando gli fu affidato il Molinella. In A ha allenato Vicenza, Napoli, Lazio e ora Atalanta
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Perugia di Castagner. LIBIDINE L’ultima sfida è stata un anno fa, sempre vigilia di Pasqua. Lazio-Torino finì 3-3 con gol di Candreva nell’ultimo secondo dei 5’ di recupero. Non mancarono dichiarazioni pepate su entrambi i fronti. Oggi il Torino ci riprova, dieci partite a disposizione per riacciuffare l’Europa. In caso contrario qualcosa potrebbe cambiare. Ora che mister Libidine (in scadenza nel 2016) ha provato l’ebbrezza dei piani alti, difficilmente si accontenterà di un profilo ridotto. «Mi metto in discussione ogni giorno, per far bene ho sempre bisogno di stimoli e nuovi obiettivi»: il messaggio del tecnico è un invito al presidente Cairo a investire. In caso contrario, Ventura piace al Milan, ma c’è anche la nazionale polacca con Glik come sponsor.
● gli anni di Gian Piero Ventura, in panchina dal 1985-86: cominciò in C2 con l’Entella. In A ha allenato Cagliari, Messina, Udinese, Bari e Torino
INCROCI Alla faccia dei capelli bianchi Giampiero Ventura (67 anni) ha sfatato in pochi mesi due tabù, ha allenato un club in Europa League, e da un mese non è l’allenatore più anziano d’Europa (tra Italia, Spagna, Germania, Francia e Inghilterra). Il primato di tecnico più longevo appartiene a Edy Reja. L’allenatore goriziano (70 anni il 10 ottobre) è succeduto alla guida dell’Atalanta a Colantuono e sabato prossimo ritroverà sulla sua strada il Toro che allenò nel 1997-98, quando subentrò alla coppia Souness-Camolese sulla panchina granata e perse la promozione in A solo ai rigori dopo lo spareggio col
MAI BANALI Vecchietti arzilli anche nel dopopartita. Celebre l’uscita di Reja sulla sua Lazio: «Sapete il disagio a lavorare in un ambiente come questo. Il quadro è buono, la cornice è marcia. Io non devo soltanto vincere, ma devo stravincere». Ventura dribbla la polemica con ironia, quando non ci riesce usa gesti eloquenti, come dopo l’ultimo derby perso, con il gesto del tagliagola a un tifoso che inveiva, salvo poi pentirsene. © RIPRODUZIONE RISERVATA
CLASSIFICA SQUADRE
JUVENTUS ROMA LAZIO SAMPDORIA NAPOLI FIORENTINA TORINO MILAN GENOA INTER PALERMO UDINESE EMPOLI SASSUOLO CHIEVO VERONA ATALANTA CAGLIARI CESENA PARMA (-3)
PT
67 53 52 48 47 46 39 38 37 37 35 33 33 32 32 32 26 21 21 9
PARTITE
RETI
G
V
N
P
F
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28 28 28 28 28 28 28 28 27 28 28 27 28 28 28 28 28 28 28 26
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7 11 4 12 8 10 9 11 10 10 11 9 15 11 8 8 11 9 9 3
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MARCATORI 16 RETI Tevez (2, Juventus). 15 RETI Icardi (3, Inter); Menez (8, Milan). 13 RETI Higuain (2, Napoli); Toni (3, Verona). 12 RETI Dybala (2, Palermo). 10 RETI Gabbiadini (Napoli; 7 nella Sampdoria); Quagliarella (2, Torino); Di Natale (Udinese). 9 RETI Felipe Anderson (Lazio); Callejon (Napoli); Eder (1, Sampdoria). 8 RETI Klose e Mauri (Lazio); Ljajic (1, Roma); Berardi (4) e Zaza (1, Sassuolo); Thereau (Udinese). 7 RETI Paloschi (Chievo); Maccarone (1, Empoli); Babacar (Fiorentina); Matri (7 nel Genoa), Morata e Pogba (Juventus); Djordjevic (Lazio); Destro (Milan; 5 nella Roma); Vazquez (Palermo).
IL COMPLEANNO
Pruzzo fa 60: l’antidivo allergico ai riflettori 1L’ex attaccante,
bandiera di Genoa e Roma, ha sempre rifiutato onori e ribalta
Filippo Grimaldi
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a grandezza (umana) di questo ex ragazzo, oggi sessantenne, che di nome fa Roberto Pruzzo, è direttamente proporzionale al suo (dichiarato) distacco emotivo verso il mondo del pallone, che molto gli ha dato, ma altrettanto gli ha tolto, non solo in termini di energie mentali.
ONESTA’ (A TUTTI I COSTI) Un personaggio, «o rey di Crocefieschi», tanto fuori dagli schemi, quanto assolutamente genuino. Che nulla ha rinnegato della sua prima vita da calciatore, pur con la consapevolezza di una sorta di malessere interiore che sempre lo ha accompagnato, anche a fine carriera. Nella sua recente autobiografia, molto si è romanzato su una parola — suicidio — che è in realtà solo figlia e conseguenza teorica di un malessere interiore che per il simbolo di Genoa e (soprattutto) Roma per tre lustri esatti, dal 1973 all’88, gli ha fatto sempre mantenere vivo il ricordo delle occasioni perse e degli errori (come la retrocessione del Grifone a causa di un suo rigore sbagliato contro l’In-
ter o la coppa dei Campioni persa contro il Liverpool con la maglia giallorossa), piuttosto che quello dei successi. Molti e pesanti, peraltro. Anche nella sua seconda vita — quella da dirigente — e nella terza — da opinionista televisivo — non è mai riuscito a dissimulare una certa vacuità di un ambiente mai riuscito a inglobarlo pienamente. U LIVIU? NO GRAZIE Pruzzo e le sue sessanta primavere è questo e molto altro ancora. E’ un ex illustre che del Genoa ricorda volentieri le fatiche della cadetteria, e non una serie A avara di vere gioie. Qualcuno, anche se l’interessato ha smentito, l’aveva soprannominato in gioventù «u Liviu» («il Livio»), per esaltarne la velocità (in
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3
● 1 Roberto Pruzzo nel Genoa, dove ha giocato dal ’73 al ’78 2 Con Falcao, suo compagno di squadra alla Roma, in cui ha militato dal 1978 al 1988 3 Con Bruno Conti, altro ex giallorosso ANSA/FORNASARI
onore di Livio Berruti, appunto) quando era ancora nessuno. «O rey», figuriamoci, s’è sempre affannato a smontare entrambe le cose: le sue doti di sprinter e, di conseguenza, pure il soprannome. Lasciamo aperto il dubbio. Pruzzo è questo, il bomber che saluta la Roma dopo 106 gol segnati, fa le valigie verso Firenze e con la Viola — contro i giallorossi — segna il suo unico gol con la Fiorentina. Ciò che oggi lui non ricorda — e pure questo fa perfettamente parte del personaggio — è che alla sua ultima recita su un campo di calcio quel giorno anche i tifosi romanisti, a lungo suoi compagni di avventura nella capitale, sugli spalti lo applaudirono. Era Perugia, 30 giugno 1989, spareggio per un posto in Uefa. Caro Pruzzo, si rassegni. Questa è storia, che neppure il suo pudore potrà cancellare. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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MERCOLEDÌ 1 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
A TU PER TU CON...
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CONTENUTO PREMIUM
Joaquin «FIORENTINA, PER TE ORA CORRO COME ETO’O» DA BOCCIATO A UOMO CHIAVE, L’ALA VIOLA SI RACCONTA: «QUI SONO DIVENTATO UN ESTERNO A TUTTA FASCIA NOI SPAGNOLI STIAMO INVADENDO IL CALCIO ITALIANO» L’INTERVISTA di LUCA CALAMAI
È
stato sul punto di arrendersi. Fuori dalla lista Uefa, sempre in panchina in campionato. Nella Fiorentina di inizio stagione non c’era posto per Joaquin. «É stata dura. Non capivo il perché di questa bocciatura. Non mi era mai capitato nella mia lunga carriera di lavorare a parte durante la settimana mentre i MONTELLA È STATO compagni provavano gli scheCHIARO: SE VOLEVO UN mi per la partita. Nel momento più critico mi sono aggrapPOSTO, LA CONDIZIONE pato a una frase di papà AureERA MODIFICARE lio: “Devi avere pazienza e IL MIO GIOCO non mollare”. Ho lavorato con ancora più cattiveria e quando è capitata l’occasione giusta FENOMENO SALAH: l’ho colta al volo. Tornando a VELOCE E FORTE, NON LO essere un uomo felice».
BUTTI GIÙ. GABBIADINI POTENZIALE CAMPIONE, CONSIGLIO CEBALLOS
Ora è uno dei segreti della lanciatissima Fiorentina di Montella. «Per riprendermi una maglia da titolare ho dovuto trasforJOAQUIN marmi in un esterno a tutta faCENTROCAMPISTA FIORENTINA scia. Come Eto’o ai tempi di Mourinho. Non ho mai fatto così tanti chilometri. Ma il tecnico è stato chiaro: se voglio giocare queste sono le condizioni». Montella a quale dei suoi vecchi allenatori può essere avvicinato? «A Emery, tecnico del Siviglia. Sono due maniaci
della parte tattica. Montella, però, ha una grande dote: gli schemi sono lo spartito di base ma il giocatore è libero di provare il “colpo” quando ha l’ispirazione giusta». La Fiorentina è la squadra più spagnola del campionato. «Ma ora facciamo meno tiki-taka e più contropiede». Per valorizzare la velocità di Salah. «L’egiziano è un piccolo fenomeno. É un centometrista con il senso del gol. Mi ricorda Ricardo Oliveira, quello che fu acquistato dal Milan. Ci ho giocato insieme nel Betis. Salah è una forza della natura. Fateci caso: non va mai per terra. Perché oltre alla velocità ha anche tanta forza».
JOAQUIN RODRIGUEZ NATO IL 21 LUGLIO 1981 A PUERTO SANTA MARIA (SPAGNA) RUOLO CENTROCAMPISTA ALTEZZA 179 CM PESO 75 KG
Cresciuto nel vivaio del Betis, ha debuttato nella prima squadra del club andaluso nel 2000, in seconda divisione, conquistando la promozione in Primera division e la Coppa del Re nel 2005. Dal 2006 passa al Valencia dove passa cinque stagioni e rivince la Coppa di Spagna nel 2008. Dal 2011 al Malaga, viene ingaggiato dalla Fiorentina nell’estate 2013. Nel 2002-03, al Betis, firma il suo record di gol stagionali, 9, tutti nella Liga. Con la Spagna, tra il 2002 e il 2007, ha collezionato 51 presenze e segnato 4 gol. LA CARRIERA NEI CLUB BETIS SIVIGLIA «B» BETIS SIVIGLIA VALENCIA MALAGA FIORENTINA
La Fiorentina è in corsa su tre fronti. «Nella mia carriera ho vinto due Coppe del Re e quindi mi piacerebbe fare tris conquistando la Coppa Italia. Però non dobbiamo mollare in campionato. Possiamo ancora salire sul po-
1999-2000 2000-2006 2006-2011 2011-2013 dal 2013
La Fiorentina presto ritroverà Rossi. «Pepito fa la differenza anche se sta al cinquanta per cento. Speriamo di averlo nello sprint finale. Tra l’altro, è anche un ragazzo d’oro a cui è impossibile non volere bene». Perché il suo amico Borja Valero non sta rendendo come nelle passate stagioni? «Contesto questo giudizio. La Fiorentina ha avuto in questo campionato alcuni momenti difficili. E Borja ha sofferto come gli altri. Però lui è un fuoriclasse. Ed è un leader. Per Borja vale lo stesso discorso che viene fatto per Pirlo: se hai un problema dai la palla a loro e passa la paura». Morata sta facendo benissimo nella Juve; Callejon ha lasciato in segno nel Napoli e nella Fiorentina ci sono tre spagnoli. «Stiamo invadendo la serie A. In passato i calciatori spagnoli avevano paura del calcio italiano. Troppa tattica, troppe tensioni. Ora è diverso. Ed è merito anche del calcio proposto dalla Fiorentina di Montella». Cosa farà Joaquin da grande? «Ho 33 anni ma voglio giocare almeno per altri quattro. Questa esperienza in maglia viola mi ha ringiovanito. E voglio vincere qualcosa con la Fiorentina». Che consiglio darebbe ai talenti Babacar e Bernardeschi? «Hanno qualità e hanno un futuro garantito. Capisco la loro smania. Sono giovani, vorrebbero tutto e subito. La mia esperienza può essergli di insegnamento. Devono lavorare duro e sfruttare il momento giusto». Cosa le piace di Firenze? «La bistecca». E cosa non le piace? «Le zanzare».
La rivale più temibile? «Il Napoli di Higuain e Callejon. Con i partenopei siamo in lotta su tutti i fronti. Mi piacerebbe incontrarli anche a Varsavia in finale di Europa League. Il Napoli è più forte della Roma, della Lazio e anche della Sampdoria». Prossima avversaria dei viola. «Eto’o, Muriel ed Eder formano un reparto offensivo micidiale. La Samp ama attaccare e se trova i cinque minuti giusti sono dolori. Ma noi sabato abbiamo bisogno di fare punti».
Un talento italiano sul quale scommetterebbe? «Credo che Gabbiadini diventerà un fuoriclasse. Il Napoli ha piazzato un grande colpo».
L’IDENTIKIT
Un giovane spagnolo che consiglierebbe ai dirigenti viola? «Mi piace Ceballos. Un vero talento. Gioca nel Betis, una squadra che ho nel cuore».
Joaquin festeggia con Mario Gomez
Classe 1996, centrale di centrocampo, 23 partite e 4 gol quest’anno nella seconda divisione spagnola. Potrebbe diventare il vice Pizarro? © RIPRODUZIONE RISERVATA
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IL PALINSESTO NEWS NO-STOP E SPAZIO GIOVANI
MATTINA 7 e 7.15 Gazzetta News 7.30 e 7.45 Gazzetta News 8 Gazzetta News 8.15. Gazzetta News 8.30 Gazzetta News 8.45 Gazzetta News 9 11x90 9.05 Campioni a confronto
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9.30 Explorers: avventure pericolose 10 11x90 10.05 Sport Science 11 11x90 11.05 Condo’ Confidential 11.29 Campioni a confronto 12 11x90 12.05 The Speedgang 13 e 13.30 Gazzetta News
POMERIGGIO 14 Gazzetta News 14.45 Autogol News 15 11x90 15.05 Sfide senza limiti - 1ª TV 15.30 Campioni a confronto - 1ª TV 16 11x90 16.05 Sport Science 17. 11x90
17.05 The Speedgang 18 11x90 18.05 Sfide senza limiti 18.30 Le nuove forze del calcio 18.45 Autogol News 19 Gazzetta News SERA 20 Gazzetta News 20.30 Gazzetta News
20.45 Autogol News 21 11x90 21.05 Condo’ Confidential 21.35 The Speedgang 22.30 Campioni a confronto 23.00 Gazzetta News 23.30 Gazzetta News 00.00 e 00.30 Gazzetta News 1.00 e 1.30 Gazzetta News
Nell’uovo c’è la Champions di volley
1Canale 59: Pasqua con la Final Four donne. Sabato alle 15 la Diouf in diretta su GazzettaTv Mario Salvini
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ta per arrivare il primo trofeo assegnato in diretta su GazzettaTv. E’ la Champions League di pallavolo femminile che nel fine settimana a Szczecin, in Polonia, Stettino in Italiano, gioca la final four, il suo momento culminante. In campo tra le quattro grandi anche la Unendo Yamamay Busto Arsizio. Attorno le telecamere di Gazzetta Tv, con tanto di telecronache, approfondimenti e interviste per raccontare della due giorni. In un certo senso storica per il nostro canale, che per la prima volta racconterà una finale. Con la speranza che protagonista sia Busto, e la certezza che comunque a vincere sarà un allenatore italiano, visto che contro la Yama in semifinale ci sono i padroni di casa del Police di Beppe Cuccarini e che nell’alta sono contro Giovanni Guidetti e Gianni Caprara con Vakifbank e Eczacibasi.
TRE TELECRONACHE Si comincia sabato, quando la pallavolo interromperà addirittura il calcio. All’interno di Gazzetta Live, lo spazio dedicato alla seria A, ci
sarà un’incursione di Rachele bank e Eczacibasi. Domenica Sangiuliano. Per introdurre i te- poi si raddoppia, perché vanno mi della prima semifinale, quel- in diretta entrambe le finali, la che ci riguarda più da vicino, quella per il terzo posto, con inialle 15 tra Busto e il Police. Gara zio alle 15, e quella per la Copche sarà trasmessa in diretta con pa, dalle 18. E alla fine commentelecronaca di Gian Luca Pasini ti da studio, collegamenti con e della stessa Sangiuliano. «Per l’inviato a Stettino e interviste. noi è una cosa eccezionale - racconta il tecnico di Busto, Carlo SOTTORETE E per arrivarci preParisi - vogliamo una partecipa- parati al meglio in settimana si zione con la P maiuscola. Il Poli- farà un avvicinamento. In partice ha gente colare domani molto esperta con “Sottorecon Ognijnovic te”, rubrica coBusto sfida a in regia, Bjelie dalle e Stettino le padrone m ca in diagona14.15, con Sale è l’unica giodi casa del Police rah Castellana vane (nazioe con la collauDerby turco nale serba, data coppia ndr). Anche le nell’altra semifinale Pasini-Sangiuschiacciatrici liano. Spazio sono molto noin cui si parlete Baranska-Werblinska e rà delle finali di Szczecin, ma Glinka (sposata con un Italiano, non solo, visto che si va verso Mogentale, nome che porta an- l’ultima giornata della stagione che sulle maglie, ndr), non così regolare della SuperLega maabili in seconda linea, ma forti in schile con Trento che prenota un attacco. E le centrali, Veljkovic e primo posto non proprio previBednarek, sono molto potenti. sto. Con lo scontro diretto tra E’ una quadra fisicamente molto Modena e Macerata. E coi quarti ben messa. Dobbiamo sfruttare i dei playoff femminili che scattaloro punti deboli». no tra sabato e lunedì. Con l’ecIn serata, nelle news, delle 23 cezione di Piacenza-Busto, ovampio spazio al derby di istan- viamente. bul, l’altra semifinale tra Vakif© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Valentina Diouf, 22 anni, stella di Busto TARANTINI
clic
COME RISINTONIZZARE I VOSTRI TELEVISORI E VEDERE IL CANALE 59 ● Eseguire le seguenti procedure. Se possiedi Tv o Decoder Digitale Terrestre 1. Premere il tasto MENU sul telecomando 2 Selezionare Impostazioni/Avanzate 3. Posizionarsi sulla voce relativa alla Sintonizzazione automatica dei canali e premere il tasto OK, accedi alla configurazione dei canali 4. Impostare Modalità di sintonia dei canali su DTV 5. Posizionarsi sul pulsante Avvia scansione e premere il tasto OK per avviare la ricerca. Soluzione dei problemi Se avete già provveduto alla risintonizzazione senza esito e il vostro televisore è collegato ad un sistema con antenna centralizzata, fate verificare dal vostro antennista che sia presente nella centralina dell’antenna stessa il modulo (o filtro) necessario per la ricezione dei segnali tv del canale/mux 55 (frequenza 746 MHz), quello che supporta anche il canale 59 di Gazzetta Tv. Se il modulo manca, fatelo inserire: è un’operazione molto semplice. Se possiedi una Sky Digital Key 1. Premere il tasto Menu del telecomando SKY e premere OK per accedere al digitale terrestre 2. Premere il tasto rosso (Ricerca) e lasciare inviata la configurazione 3. Premere due volte il tasto rosso (Avvia ricerca) 4. Attendere il completamento dei canali e quindi premere OK
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OPINIONI La vignetta
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TUTTE LE NOTIZIE SUL NOSTRO SITO
USAIN BOLT Olimpionico di atletica ● Il bello dell’atletica è che ti fa incontrare delle leggende. I grandi Tommie Smith e Alberto Juantorena @usainbolt
di Valerio Marini
MARCO ORSI Nuotatore ● 15 scherzi bastardi in occasione del 1° aprile http://fb.me/3X7KOR3rD @bomber_orsi
CLEMENTE RUSSO Pugile ● In #FrecciadelSud RaiUno ritratto di #Pietro Mennea Campione e Uomo @ClementeRusso
JUAN M. DEL POTRO Tennista ● Una bellissima cena con i miei amici @manuginobili e @Patty_Mills. @delpotrojuan
FILIPPO MAGNINI Nuotatore ● Ognuno ha il suo punto di vista. Farei fatica ad applaudire una futura medaglia di un atleta in passato dopato @FiloMagnini
Gli azzurri allo Juventus Stadium
Lettere alla Gazzetta
CONTE E L’AFFETTO RITROVATO A TORINO L’ANALISI AI di LUCA CALAMAI
L
o Juventus Stadium è stato per tre anni il suo palcoscenico. Antonio Conte era vissuto dai tifosi come il dodicesimo giocatore. Una figura di riferimento. Avvicinabile, per risultati e fedeltà, a tanti campioni che hanno scritto la storia bianconera. I grandi amori a volte finiscono ma, dieci mesi dopo, il tecnico azzurro è considerato ancora un buon amico. Certo, in curva non c’era la pancia dei sostenitori bianconeri ma gli applausi all’annuncio delle formazioni e durante tutta la gara sono stati un tributo sincero a un allenatore che ha regalato tre scudetti di fila alla Vecchia Signora. Il pubblico che segue la Nazionale ha una memoria più lunga rispetto al popolo dei social. Che ama o odia. Che brucia tutto in un tweet. A volte, con ferocia ingiustificata. Prima dell’inizio della
partita Andrea Agnelli e Marotta sono andati a salutare il cittì. Un segnale importante dopo tanti giorni tempestosi. E speriamo che non sia una pace di facciata. Il calcio italiano per tornare a crescere ha bisogno di una nazionale forte e Conte ha bisogno del sostegno di tutti. A cominciare dalla sua vecchia famiglia. Il cittì azzurro sta lavorando bene. L’Italia ha in pugno la qualificazione per la fase finale degli Europei e ieri si è confrontata alla pari con l’Inghilterra, una delle nazionali più in forma e più ricche di talenti. In campo c’è organizzazione, una precisa idea tattica e un bel gruppo. Buffon, Chiellini e Bonucci hanno dato una bella mano dentro lo spogliatoio al vecchio maestro. Basta pensare alla facilità con la quale si sono inseriti gli oriundi. Il problema è la qualità. Conte, dentro il suo Juventus Stadium, poteva contare sulle prodezze di Tevez o sulle magie di Pogba. E sul blocco dei grandi vecchi. Che raramente tradiscono. Tante certezze, insomma. Questa Italia, invece, è un cantiere aperto.
Contro gli inglesi è andato a segno Pellè, protagonista di una stagione anonima in Premier e ha debuttato Valdifiori, che è arrivato solo quest’anno in serie A con l’Empoli. Giocatori interessanti. Ma tutti da valutare a certi livelli. L’unico campione riconosciuto nell’Italia che si è esibita ieri contro gli inglesi è l’intramontabile Gigi Buffon. Per sperare di vincere il prossimo Europeo abbiamo bisogno di qualcosa in più. Gli oriundi sono una strada che giustamente il cittì ha percorso. Ma la speranza viene dai tanti talenti italiani che si stanno affacciando all’orizzonte. Abbiamo 14 mesi per sperare che uno o due completino il loro percorso di crescita. Come successe all’Italia di Bearzot che prima dei mondiali in Argentina imbarcò al volo Pablito Rossi e Cabrini. In attesa di veder sbocciare qualche gioiello invochiamo un po’ di simpatia per la Nazionale. Non pretendiamo amore ma almeno sincero affetto. Come quello che ieri i tifosi bianconeri hanno tributato a Conte. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Un giorno da sempre diverso
QUEI SIMPATICI «MATTI» NATI IL 1° APRILE LO SPUNTO di MARCO PASTONESI
C
he cos’hanno in comune Arrigo Sacchi e Alberto Zaccheroni, oltre all’accento romagnolo e alla panchina del Milan? Che cosa condividono Otto Von Bismarck e Sergio Scariolo, oltre alle strategie e alle bombe? Che cosa lega lo scrittore Milan Kundera e la soubrette Simona Ventura, al di là dell’insostenibile leggerezza dell’essere? Che cosa unisce Primo Baran (canottaggio) e Paolo Bettini (ciclismo), oltre ai titoli olimpici rispettivamente nel 2 con e sulle 2 ruote? Sono tutti nati il 1° aprile. Che – inutile sottolinearlo – non è un giorno come tutti gli altri. E’ quello che gli inglesi, con eleganza, hanno ribattezzato «April fool» o «all fools’ day», dandogli affettuosamente del matto, e a cui gli spagnoli, con spirito, hanno attribuito il potere di
regalare «inocentada», scherzi, facezie, inganni, purché veniali. Fra gli altri nati oggi, Sergei Rachmaninoff (musica classica) e Secondo Casadei (musica liscio), Giancarlo Antognoni, Roberto Pruzzo e Clarence Seedorf (calcio), Toshiro Mifune e Ali McGraw (cinema), Ettore Mo e Sandro Veronesi (giornalismo e letteratura). Pare che i nati il 1° aprile siano persone schiette, molto disciplinate, riflessive e capaci di affrontare un duro lavoro. Fra le qualità: la sincerità (certe eccezioni confermano la regola: Cristiano Doni, calcioscommesse). Fra i difetti: l’inclinazione alla solitudine e alla dipendenza dal lavoro. Chissà se i nati il 1° aprile fanno o ricevono più scherzi degli altri: certo il primo scherzo della vita sono stati loro a riceverlo dal destino. Ma bisogna essere onesti: c’è a chi è andata peggio. Come a Cleopatra (politica e mondanità) e Moreno Moser (ciclismo), nati il 25 dicembre, giorno già occupato da un fuoriclasse palestinese (un
CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DIRETTORE RESPONSABILE ANDREA MONTI andrea.monti@gazzetta.it VICEDIRETTORE VICARIO Gianni Valenti gvalenti@gazzetta.it VICEDIRETTORI Pier Bergonzi pbergonzi@gazzetta.it Stefano Cazzetta scazzetta@gazzetta.it Andrea Di Caro adicaro@gazzetta.it Umberto Zapelloni uzapelloni@gazzetta.it Testata di proprietà de “La Gazzetta dello Sport s.r.l.” - A. Bonacossa © 2015
PRESIDENTE Angelo Provasoli VICE PRESIDENTE Roland Berger AMMINISTRATORE DELEGATO Pietro Scott Jovane CONSIGLIERI Fulvio Conti, Teresa Cremisi, Luca Garavoglia, Attilio Guarneri, Piergaetano Marchetti, Laura Mengoni DIRETTORE GENERALE DIVISIONE MEDIA Alessandro Bompieri
triathleta?) che sarebbe stato capace non solo di camminare, ma perfino di correre e pedalare sull’acqua. O a Davide Cassani (ciclismo) e a Cinesinho e Jairzinho (calcio), nati il 1° gennaio, giorno celebratissimo fino a un attimo prima del suo scoccare, ma solo collettivamente e globalmente, mai personalmente, e poi irrimediabilmente sorpassato, superato, già dimenticato. O a Enrico Albertosi (calcio) e Gigi Proietti (cinema e teatro), nati il 2 novembre, giorno destinato più a commemorare che a festeggiare. La verità è che non tutti i giorni sono uguali, che dipende dal tempo, dai tempi, anche dai due e dai quattro tempi, soprattutto dal terzo tempo che è sempre meglio dei primi due (almeno per la Nazionale italiana di rugby maschile), e perfino dai supplementari fino al golden gol o alla lotteria dei calci di rigore. O forse la verità, come minacciava Mark Twain, «è l’unico giorno in cui ci ricordiamo che cosa siamo gli altri 364 giorni dell’anno». Matti.
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DA MARCHISIO AGLI SCIAMANI PORTO FRANCO CO RTURI di FRANCO ARTURI email: farturi@gazzetta.it etta.it twitter: @arturifra
Per una volta non so per chi fare il tifo: Elkann o Conte? E’ vero che il ct azzurro fa lavorare troppo i giocatori? E poi: medici della Figc e dell’ospedale di Firenze o quelli di Torino? Come può Marchisio avere un crociato rotto alle 17 e essere abile per la domenica seguente alle 21? So che è difficile districarsi: lei ha degli strumenti in più per capire? Fulvio Naldoni Qualcosina, ma senza esagerare. Lei avrà visto il filmato dell’infortunio di Marchisio: un esercizio da ora di educazione fisica di una quarta liceo. In italiano corrente si dice: ha messo male il piede e il ginocchio gli si è girato un po’. La parte medica la considero in un secondo tempo, ora mi concentro sui cosiddetti «carichi di lavoro» (traduzione: la fatica in allenamento) che sono il cuore della polemica Juve-Conte, ma che si sono materializzati frequentemente in passato. Motivo semplice: i club hanno reso negli anni il calendario un percorso di guerra, con una frequenza di partite micidiale, per ricavare più quattrini dalle tv e dal botteghino. Non paghi, hanno bombardato perfino la preparazione estiva, trasformandola in una migrazione transcontinentale simile a quella delle cicogne o delle rondini, e con lo stesso scopo: il grano. E’ esattamente questo calendario folle il «troppo», anche perché di fatto ha molto ridotto il tempo da destinarsi all’allenamento. Dopo aver compiuto il piccolo (?) delitto ai danni della fisiologia dei propri atleti (questi ritmi sono insostenibili) e dello spettacolo (che da aprile in poi scade visibilmente perché i giocatori sono sulle ginocchia), i dirigenti scambiano i pochi spazi rimasti alle nazionali per riposo dei giocatori. Così non può essere. Il ct azzurro dispensa carichi troppo elevati nei due-tre giorni che ha a disposizione ogni due mesi?
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Seguitemi: i danni da allenamento eccessivo sono conosciuti e studiati da tutti i tecnici e risultano evidenti come quelli da scarso lavoro. Se ammazzi di fatica i tuoi giocatori, sai per certo che non potranno recuperare in un paio di giorni e che nell’imminente partita saranno sulle ginocchia e andranno incontro a brutte figure. Chi è così folle da proporsi con questo masochismo? Un lavoro eccessivo non solo risulterebbe controproducente per la prestazione incombente, ma è del tutto inutile anche in prospettiva: se ne perde traccia nel giro di qualche giorno ed è inservibile per l’impegno di 3-4 mesi dopo. Versante medico. Nonostante noi comuni mortali, per comprensibile ansia, ci illudiamo a proposito, la medicina non è mai stata una scienza esatta, ma un buon artigianato basato sulla statistica, sui grandi numeri, sul buon senso e l’osservazione. In campo sportivo trasformiamo i medici in sciamani che «rimettono in piedi infortunati a tempi di record» (o che al contrario, ne spaccano in continuazione, come si sghignazza dando di gomito e sparando il nome di qualche luminare portasfiga suo malgrado). Non esiste. I tempi per guarire da uno stiramento muscolare sono gli stessi di centomila anni fa e il riposo è nella grande maggioranza dei casi l’unica vera terapia. La riabilitazione e gli strumenti diagnostici hanno fatto, al contrario, passi da gigante. Ma tutto va interpretato secondo la particolare anatomia del singolo atleta e le sue risposte cliniche. Lo sapete, per esempio, che non tutte le macchine per la risonanza magnetica sono uguali e che la loro «potenza e precisione» (uso termini non scientifici) si valutano nell’unità di misura internazionale detta «tesla»? No, non è sempre facile leggere una risonanza, qualche dubbio interpretativo può venire, i casi limiti sono sempre in agguato. Veda lei ora per chi tifare: il mio consiglio è di non farlo e di guardare le cose con voglia di sapere e approfondire.
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COLLATERALI * con Masha e Orso N. 1 3,39 - con DVD Il grande Mazinga N. 2 7,39 - con The Walking Dead N. 1 6,39 - con Disney e i Nostri Amici Animali N. 4 9,39 - con Mimì N. 5 7,39 con DVD Lucio Dalla N. 5 12,39 - con TopoStory N. 6 8,39 - con Beast Quest N. 6 7,30 - con Alpinismo N. 6 12,39 - con Rocky Joe N. 8 11,39 - con Magazine Violetta N. 10 3,90 - con Campionato Io ti amo 2015 N. 10 11,39 con Disney English N. 12 11,39 - con Español da Zero N. 13 12,39 - con Asterix N. 14 7,39 - con Maserati Collection N. 9 14,39 - con The Beatles Collection N. 19 14,30 - con Speciali Go Nagai Robot N. 6 21,39 - con Il Teatro di Eduardo N. 22 12,39 - con DVD Poirot N. 23 11,39 - con Blueberry N. 32 5,39 - con Diabolik Nero su Nero N. 37 8,39 - con Ric Roland N. 43 5,39 - con Robot Collection N. 62 14,39 - con Ferrari Build Up 11,39
ARRETRATI Richiedeteli al vostro edicolante oppure a Corena S.r.l e-mail info@servizi360.it - fax 02.91089309 - iban IT 45 A 03069 33521 600100330455. Il costo di un arretrato è pari al doppio del prezzo di copertina per l’Italia; il triplo per l’estero.
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Iniziative R Viaggi
MERCOLEDÌ 1 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
GAZZA SPECIAL
1Dal 17 giugno al 5 settembre tornano i camp sportivi, al mare e in montagna, firmati Gazzetta e organizzati da Sport&School per i ragazzi dai 7 ai 17 anni. Tutte le info utili e i prezzi su www.gazzettasummercamp.it 1
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I RECORD
1985
● L’anno in cui nascono i Gazzetta Summer Camp organizzati i n collaborazione con Sport&School. E ogni anno c’è più di una novità
7-17
● I campi vacanza sono aperti ai bambini che hanno compiuto 7 anni e ospitano giovani sino ai 17. Tranne qualche eccezione: il camp di scherma parte dagli 8
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● Le discipline che si insegnano e dunque praticano nei camp multisport al mare o in montagna: per ogni sport istruttori qualificati
● 1. Sport e natura sono ingredienti fondamentali delle nostre vacanze per ragazzi: ecco una gita in mountain bike ● 2. Una lezione di judo ai piedi delle Dolomiti trentine ● 3. Stop e tiro: un ragazzino gioca a pallone ● 4. E poi si tira di scherma ● 5. E di nuovo, calci al pallone ● 6. E ancora in bici, ma stavolta al mare ● 7. A Lignano Sabbiadoro tra gli sport più gettonati da bambini e genitori, c’è la vela
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8-23
● La giornata tipo nei nostri camp inizia con la colazione e dopo lo sport, il pranzo, le lezioni teoriche, il tempo libero e la cena... alle 23 si va a dormire!!!
Gazzetta Summer
Le più belle vacanze sportive di sempre
1Al mare o in montagna, nei nostri camp si gioca praticamente a tutto e si impara la lingua
C’
è letteralmente l’imbarazzo della scelta, ma il motore è uno e uno soltanto: lo sport. Anche quest’anno sarà Gazzetta Summer Camp, un‘infinità di camp evento per bambini, ragazzi e giovani in cui ci si diverte da matti e non si sta un attimo fermi. Sport, natura, lingue straniere e musica sono gli ingredienti fondamentali delle nostre vacanze insieme e di successo: va così dal 1985. CAMP MULTISPORT Per gli indecisi o gli affamati, quelli che non amano farsi mancare niente, quelli che vogliono sperimentare e mettersi alla prova. Il camp Multisport con 25 discipline, istruttori specializzati e allena-
tori famosi per ognuna, è quello cha fa al caso vostro. In montagna (a Canazei e Campitello in Val di Fassa) o al mare (a Lignano Sabbiadoro in Friuli), dal 17 giugno al 5 settembre, si gioca a basket, volley, calcio, tennis, rugby, pallamano e baseball. Ma anche scacchi, kung Fu e Zumba, o tennis tavolo e Funk Hip hop. Si fa snorkeling, si pedala e ci si arrampica. Novità assoluta di quest’anno la lotta e lo skateboard. CAMP TEMATICI Per chi ha già deciso cosa farà da grande, i monotematici, quelli che puntano dritto la palla e non tirano a casaccio, ecco i camp su misura: calcio (con mister federali), basket, volley, tennis, pallanuoto (con Alessandro Bovo e nella piscina olimpionica del Villag-
gio Albatros di Marina Julia), nuoto sincronizzato (con l’allenatrice della nazionale italiana, Giovanna Burlando), rugby e mini rugby, beach volley (con il d.t. Luciano Pedullà). E poi yoga, danza, ginnastica artistica e ginnastica ritmica, scherma, scacchi, karate... CAMP IN LINGUA E imparare giocando, ecco i camp che piacciono molto a mamma e papà 2.0. Sport al mare o in montagna più un corso in lingua tenuto da insegnanti madrelingua. E la lingua la scegliete voi: inglese & sport o tedesco & sport. Come la destinazione: montagna o mare? Per chi punta a fare davvero sul serio e cerca una full immersion nella lingua, ci sono le vacanze studio all’estero, in famiglia o in college orga-
nizzate in collaborazione di 3S-Soggiorni studio, agente autorizzato Quality English. CAMP ALTERNATIVI Per i più pigri o meno sportivi, per quelli che... hanno altre legittime passioni, Sport & School hanno pensato al camp fotografia & sport, musica & sport, oppure dj & sport. Insomma, non si sta mai fermi e neppure soli, si mangia sano (l’alimentazione è stabilita da un tecnologo alimentare per rispettare le esigenze dei giovani sportivi), si dorme bene (sistemazioni in albergo da 3 o 4 stelle). E non si spende tanto. Prenotazioni e info su www.gazzettasummercamp.it. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Serie B R L’anticipo della 34a giornata
MERCOLEDÌ 1 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Carpi-Bologna, il derby è servito E’ questa l’Emilia per la Serie A
1Il patron Bonacini accoglie Saputo, mai stato in trasferta: lo stadio è tutto esaurito
Prima e seconda, difese super, Lopez che vieta il ritiro e una coreografia portafortuna CARPI BOLOGNA
ORE 20.30
(4-4-1-1)
Andrea Tosi
(4-3-1-2)
BOLOGNA
ANDATA 0-0 22 GABRIEL
13 STRUNA
21 ROMAGNOLI
19 PASCIUTI
17 PORCARI
6 GAGLIOLO 8 BIANCO
3 LETIZIA 11 DI GAUDIO
20 LOLLO 15 LASAGNA 11 SANSONE 16 CASARINI
21 LARIBI 5 MATUZALEM
9 CACIA 14 ZUCULINI
25 2 28 32 MASINA OIKONOMOU GASTALDELLO CECCARELLI 1 DA COSTA
CARPI Castori dovrebbe confermare la squadra di Vicenza, con i rientranti Poli e Molina che vanno in panchina. Unico dubbio su Bianco (botta al ginocchio). Sempre k.o. Suagher e Mbaye, cui si è aggiunto Pasini, mentre Pugliese è via con l’Under 19. PANCHINA 12 Maurantonio, 2 Modolo, 5 Poli, 4 Sabbione, 28 Laner, 31 Molina, 14 Gatto, 9 Inglese, 10 Mbakogu. ALLENATORE Castori. SQUALIFICATI nessuno. DIFFIDATI Letizia e Lollo. BOLOGNA Lopez fa il misterioso e non annuncia i convocati, ma medita il ritorno al sistema originale con il recupero di Ceccarelli e la conferma di Oikonomou, mentre Maietta, non al meglio, dovrebbe scalare in panchina dove tornano anche Krsticic e Mancosu. PANCHINA 35 Coppola, 3 Morleo, 20 Maietta, 15 Perez, 6 Krsticic, 23 Bessa, 29 Buchel, 10 Mancosu, 33 Improta. ALLENATORE Lopez. SQUALIFICATI nessuno. DIFFIDATI Abero, Bessa, Garics, Maietta e Masina. ARBITRO Pinzani di Empoli. GUARDALINEE Peretti-Alassio. TV Sky Sport 1 HD, Supercalcio HD e Sport 1 HD; Premium Calcio. PREZZI da 10 a 42 euro (stadio esaurito).
IN PORTA C’È IL BRASILE
A
nche Joey Saputo si è scomodato per questo derby emiliano, piccolo per la storia ma grande per l’importanza del match che mette di fronte prima e seconda del campionato di B. Per il magnate canadese, atterrato ieri a Bologna quasi in incognito e stavolta senza Joe Tacopina, si tratta dell’esordio in trasfertao. Di sicuro stasera, nella tribuna del Cabassi, dove si raduneranno 700 tifosi rossoblù dentro al catino esaurito da 4.144 posti, Saputo farà conoscenza con la vera provincia del calcio italiano, molto diversa dal fascino glamour di Montreal. Vicino a lui si siederà il patron carpigiano Stefano Bonacini che solo sette anni fa, quando nel 2008 iniziò la sua scalata nel mondo del calcio a 7mila km di distanza dall’attuale maggiore azionista del Bfc, non avrebbe mai immaginato di incrociare un miliardario italocanadese guardandolo dall’alto della classifica. DAY USE Sebbene la nuova proprietà abbia già messo sul tavolo tra anticipi e impegni futuri 35 milioni, al Bologna non vogliono buttare soldi. Infatti, per la breve trasferta di Carpi (70 km) il club ha deciso un piano di viaggio con partenza in giornata. Lopez vuole condurre la rifinitura a Castel-
● Carpi-Bologna con portieri del Brasile: a sinistra Ferreira Gabriel Vasconcelos, 22 anni, e Angelo Esmael Da Costa, 31 LAPRESSE-LIVERANI
24 1 ● Sono i gol subiti dal Carpi: la squadra di Castori ha la miglior difesa di tutto il campionato di B
● Sono i gol che ha incassato il Bologna nelle ultime 5 partite: è successo nel 3-1 di Varese
debole dovendo verificare le condizioni dei giocatori da portare sul pullman. Il Bologna farà un day-use presso un albergo nelle vicinanze di Carpi: pranzo, riposino e merenda poi trasferimento allo stadio e ritorno ovviamente dopo la gara. Il tecnico uruguagio, dopo il fruttuoso cambio di sistema
col Livorno, medita di abbandonare la difesa a tre che non gli piace dovendo scontare i problemi muscolari di Maietta e le partita in notturna del suo potenziale sostituto Ferrari, impegnato ieri sera in Svizzera con la Nazionale Under 20. Intanto recupera per la panchina Krsticic e Mancosu.
CABALA Sul fronte del Carpi cresce l’attesa di una partita che può diventare storica per il club capolista e i suoi tifosi, anche perchè il Bologna qui è passato l’ultima volta 20 anni fa ai tempi della vecchia C1 nel biennio 1993-95 (un successo carpigiano per 1-0, gol di Claudio Nitti, e uno bolognese per 0-2, reti di Daniele Marsan e Giorgino Bresciani). Così gli ultras di casa hanno deciso di ripristinare la cabala e la coreografia adottate in occasione del playoff per salire in B di due anni fa contro il Lecce. In gradinata verranno affisse un centinaio di bandiere biancorosse a disposizione dei tifosi locali. Castori non sembra avere dubbi nel confermare la squadra che ha vinto a Vicenza puntando sul nuovo bomber Lasagna, mentre Mbakogu partirà ancora dalla panca. GUANTONI BRASILIANI Il motivo tecnico più interessante e inedito riguarda il duello a distanza tra i due portieri, entrambi brasiliani. Gabriel Ferreira, scuola milanista, e Angelo Da Costa, ex doriano, guidano le difese meno perforate della B. Gabriel è sempre stato il titolare nel sistema di Castori, mentre Da Costa ha trovato spazio grazie all’infortunio di Coppola. Il suo apporto è stato utile perchè nelle tre partite giocate non ha incassato gol. L’esito di questo derby dipenderà anche dai loro guantoni. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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TACCUINO IL CASO
Frosinone-Latina si recupera il 14 ● MILANO La Lega di B, dopo il rinvio di Frosinone-Latina, ha stabilito che il derby sarà giocato martedì 14 alle ore 18. Cambia la 36a giornata: venerdì 17 (ore 20.30) l’anticipo è CittadellaVicenza al posto di LivornoFrosinone, che slitta a domenica 19 (ore 15) con Latina-Catania.
VIOLENZA
Avellino, due arrestati dopo la gara di Catania ● CATANIA Dopo i disordini creati ai tornelli prima di Catania-Avellino, la Polizia di Catania ha denunciato due tifosi avellinesi in stato di libertà e arrestato altri due ad Avellino nella serata di lunedì.
LA SITUAZIONE
Domani sera 10 sfide A Livorno arbitra Roca ● Domani alle 20.30 le altre partite della 34a giornata: ecco gli arbitri. Avellino-Modena (2-1): Sacchi di Macerata; CrotoneSpezia (1-2): Pezzuto di Lecce; Entella-Perugia (1-2): Abisso di Palermo; Latina-Cittadella (1-1): Pasqua di Tivoli; LivornoLanciano (0-1): Roca di Foggia; Pescara-Brescia (3-1): Chiffi di Padova; Pro Vercelli-Vicenza (12): Mariani di Aprilia; TernanaBari (1-0): La Penna di Roma; Trapani-Frosinone (1-4): Abbattista di Molfetta; VareseCatania (1-2): Manganiello di Pinerolo. La classifica: Carpi p. 65; Bologna (-1) 56; Vicenza 52; Frosinone* 51; Spezia 50; Avellino 49; Pescara 48; Livorno e Perugia 47; Lanciano 46; Bari 44; Entella 40; Modena, Cittadella e Trapani 39; Pro Vercelli 38; Latina* e Ternana 37; Crotone 36; Catania 35; Brescia (-6) e Varese (-4) 28. (*una partita in meno).
Lega Pro R La 33a giornata GIRONE A ALESSANDRIA L’OCCASIONE PER RIPARTIRE Ore 17 VENEZIA (4-3-1-2) Fortunato; Capogrosso, Cernuto, Legati, Sales; Zaccagni, Giorico, Espinal; Bellazzini; Magnaghi, Guerra. (D’Arsié, Peccarisi, Dell’Andrea, Scialpi, Varano, Scanferlato, Greco). All. Serena. LUMEZZANE (4-3-3) Bason; Mogos, Belotti, Biondi, Pantano; Baldassin, Gatto, Pippa; Varas, Sarao, Ekuban. (Furlan, Nossa, Alimi, Franchini, Meduri, Cruz, Potenza). All. Nicolato. ARBITRO Balice di Termoli (Cassarà-Locatelli). (andata 2-3) Ore 19.30 COMO (4-3-1-2) Crispino; Marconi, Lebran, Giosa, Marchi; Cristiani, Berardocco, Fietta; Le Noci; De Sousa, Ganz. (Falcone, Ambrosini, Castiglia, Casoli, Rinaldi, Scapuzzi, Defendi). All. Sabatini. BASSANO (4-2-3-1) Rossi; Semenzato, Priola, Bizzotto, Stevanin; Cenetti, Davì; Furlan, Iocolano, Cattaneo; Pietribiasi. (Grandi, Zanella, Ingegneri, Proietti, Nolè, Cortesi, Spadafora). All. Asta. ARBITRO Illuzzi di Molfetta (Cecconi-Raspollini). (0-1) CREMONESE (3-5-2) Galli; Gambaretti, Briganti, Castellini; Marchi, Palermo, Jadid, Moroni, Crialese; Brighenti, Di Francesco. (Quaini, Campagna, Bassoli, Finazzi, Ciccone, Manaj, Pasi). All. Giampaolo. PAVIA (3-4-1-2) Facchin; Cardin, Biasi, Marino; Ghiringhelli, Pederzoli, Rosso, Sereni; Cesarini; Soncin, Marchi. (Fiory, Abbate, Sabato, Carotti, Grbac, Cogliati,
Ferretti). All. Maspero. ARBITRO Morreale di Roma (Opromolla-Sechi). (1-4) Ore 20.45 ALESSANDRIA (3-5-2) Nordi; Sosa, Morero, Sabato; Spighi, Vitofrancesco, Obodo, Mezavilla, Mora; Rantier, Marconi. (Poluzzi, Terigi, Sirri, Cavalli, Valentini, Iunco, Germinale). All. D’Angelo. PRO PATRIA (4-3-3) Melillo; Guglielmotti, Botturi, Lamorte, Taino; Bovi, Cannataro, Giorno; Candido, Serafini, Terrani. (Perilli, Zaro, Panizzi, Romeo, D’Errico, Baclet, Brunori). All. Montanari. ARBITRO Proietti di Terni (BresmesSaia). (3-1) COSI’ DOMANI Ore 14.30 Sudtirol-Torres (1-0): Guarino di Caltanissetta. Ore 17 Renate-Pordenone (3-1): Mancini di Fermo. Ore 19.30 AlbinoLeffe-Novara (1-4): Giovani di Grosseto; Monza-Feralpi Salò (0-1): Mei di Pesaro; Real Vicenza-Arezzo (0-2): Fiorini di Frosinone. Ore 20.45 Mantova-Giana (2-0): Massimi di Termoli. LA CLASSIFICA Novara p. 63; Bassano 61; Pavia (-1) 60; Alessandria 59; Como 54; Feralpi Salò 48; Real Vicenza 46; Arezzo 44; Venezia e Sudtirol 43; Mantova (-3) e Renate 40; Cremonese 39; Torres 38; Giana 36; Monza (-2) 35; Lumezzane 30; AlbinoLeffe 28; Pro Patria (-1) 25; Pordenone 24.
●
LA SOSTA E I RECUPERI La Lega Pro gioca oggi e domani le 30 partite della 33a giornata e poi per Pasqua riposa. L’attività riprenderà mercoledì 8 con due recuperi e poi nel weekend del 12 ci sarà la 34a giornata, prima degli ultimi due recuperi. Ecco il programma delle partite ancora da recuperare (tre sono del girone B e una del girone C): Mercoledì 8: Pistoiese-Ancona (ore 15) e Reggiana-Pisa (20.45) Mercoledì 15: Pistoiese-Santarcangelo (ore 15) e Martina-Casertana (ore 15). ●
GIRONE B REGGIANA, ULTIMO TRAM A PRATO Ore 14.30 PRATO (4-3-2-1) Gazzoli; Rinaldi, Sorbo, Dametto, De Agostini; Coccolo, Urso, Cavagna; Santini, Fanucchi; Bocalon. (Ivusic, Rickler, Bandini, Romanò, Grifoni, Gabbianelli, Rubino). All. Esposito. REGGIANA (4-3-3) Feola; Andreoni, Spanò, De Giosa, Mignanelli; Maltese, Vacca, Angiulli; Alessi, Petkovic, Siega. (Messina, Sabotic, Gueye, Messetti, Ricci, Tremolada, Ruopolo). All. Colombo. ARBITRO Serra di Torino (A. Cordeschi-S. Cordeschi). (andata 0-4) Ore 17 SANTARCANGELO (4-3-1-2) Nardi; Traoré, Olivi, Capitanio, Rossi; Obeng, Taugourdeau, Bisoli; Argeri; Guidone, Falconieri. (Lombardi, Cola, Possenti, Garufi, De Respinis, Graziani, Radoi). All. Cuttone. GROSSETO (3-4-1-2) Baiocco; Monaco, Biraschi, Legittimo; Albertini, Okosun, Della Latta, Boron; Gambino; Pichlmann, Torromino. (Mangiapelo, Burzigotti, Paparusso, Onescu, Lugo, Volpe, Fofana). All. Silva. ARBITRO Pillitteri di Palermo (Pizzagalli-Cappello). (0-1) Ore 19.30 CARRARESE (4-3-1-2) Zanotti; Berra, Sbraga, Teso, Lancini; Brondi, Castagnetti, Gnahoré; Gherardi; Cellini, Merini. (Anedda, Massoni, Beltrame, Disabato, Belcastro, Di Nardo, Ademi). All. Remondina. PISA (4-4-2) Pelagotti; Pellegrini, Lisuzzo, Paci, Costa; Finocchio, Iori, Misuraca, Floriano; Beretta,
Arma. (Adornato, Samba, Lucarelli, Ricciardi, Caponi, Frediani, Nuti). All. Amoroso. ARBITRO Baldicchi di Città di Castello (Rizzato-Rossini). (1-0) Ore 20.45 PONTEDERA (3-5-2) Cardelli; Videtta, Redolfi, Romiti; Galli, Ceciarini, Bartolomei, Settembrini, Gasbarro; Cesaretti, De Cenco. (Anacoura, Bennati, Lombardo, Disanto, Segoni, Francesa Gherra, Giordani). All. Indiani. PISTOIESE (4-3-3) M. Ricci I; Golubovic, L. Ricci, Di Bari, Frascatore; Mungo, Calvano, Vassallo; Falzerano, Romeo, Piscitella. (Olczak, Piana, Falasco, M. Ricci II, Martignago, Coulibaly, Anastasi). All. Sottili. ARBITRO Strippoli di Bari (GuglielmiColizzi). (1-1) COSI’ DOMANI Ore 14.30 Lucchese-San Marino (1-0): Amabile di Vicenza; Savona-L’Aquila (01): Marinelli di Tivoli. Ore 17 Ascoli-Pro Piacenza (3-0): Panarese di Lecce; Teramo-Tuttocuoio (0-0): Mainardi di Bergamo. Ore 19.30 Gubbio-Ancona (4-2): Boggi di Salerno. Ore 20.45 Spal-Forlì (0-1): D’Apice di Arezzo. LA CLASSIFICA Teramo p. 62; Ascoli 59; Reggiana* 54; L’Aquila 51; Pisa* 48; Spal 46; Ancona* 45; Tuttocuoio, Pontedera e Lucchese 44; Carrarese 41; Gubbio 39; Grosseto (-1) 38; Prato e Savona 35; Santarcangelo* 34; Forlì e Pistoiese** 33; Pro Piacenza (-8) 28; San Marino 26. (** due partite in meno, * una in meno).
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SAVOIA ANCORA DEFERITO ROMA Il Procuratore Federale, su segnalazione della Covisoc, ha deferito ancora il Savoia e il suo legale rappresentante Alfonso Maria Piantoni «per non aver documentato nei termini agli organi competenti l’avvenuto deposito del report consuntivo riguardante il capitale circolante netto al 31 dicembre 2014». In questo caso il club rischia soltanto un’ammenda.
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GIRONE C SALERNITANA E’ UN DERBY PERICOLOSO Ore 14.30 PAGANESE (4-3-3) Casadei; Tartaglia, Perna, Moracci, Donida; Vinci, Baccolo, Malaccari; Deli, Girardi, Calamai. (Novelli, Djibo, Coulibaly, Bergamini, Franco, Russini, Biasci). All. Sottil. SALERNITANA (4-3-3) Gori; Colombo, Lanzaro, Tuia, Franco; Bovo, Moro, Favasuli; Negro, Caetano, Gabionetta. (Russo, Bocchetti, Pezzella, Perrulli, Tagliavacche, Cristea, Mendicino). All. Menichini. ARBITRO Paolini di Ascoli Piceno (Sangiorgio-Cipressa). (andata 0-1) REGGINA (3-5-2) Kovacsik; Ungaro, Camilleri, Di Lorenzo; Ammirati, Zibert, Armellino, Maimone, Benedetti; Viola, Insigne. (Belardi, Scionti, Salandria, Mazzone, Velardi, Di Michele, Masini). All. Alberti. ISCHIA (4-3-1-2) Giordano; Finizio, Impagliazzo, Sirignano, Bruno; Bulevardi, Chiavazzo, Armeno; Alvino; Ciotola, Fumana. (Ioime, Caso, Formato, Gerevini, Massimo, Verachi, Schetter). All. Maurizi. ARBITRO Tardino di Milano (Ruggeri-Pollaci). (0-2) Ore 17 BARLETTA (4-3-3)) Liverani; Zammuto, Stendardo, Radi, Guarco; Legras, De Rose, Cortellini; Fall, Ingretolli, Turchetta. (De Martino, Core, Kiakis, Sokoli, Branzani, Danti, Rizzitelli). All. Corda. CATANZARO (4-4-2) Bindi; Daffara, Rigione, Ghosheh, Squillace; Giampà, Giandonato, Zappacosta, Ilari; Mancuso, Russotto. (Migani, D’Orsi, Orchi, Sarr, Mounard, Yeboah, Caputa). All. D’Urso (Sanderra squalificato). ARBITRO Zanonato di Vicenza (Zanella-De Meo). (0-1) LECCE (3-5-2) Scuffia; Diniz, Vinetot, Abruzzese; Beduschi, Salvi, Papini, Sacilotto, Lopez; Doumbia, Gustavo.
(Chironi, Filipe, Bogliacino, Parlati, Herrera, Embalo, Manconi). All. Bollini. BENEVENTO (4-4-2) Pane; Pezzi, Lucioni, Scognamiglio, Som; Alfageme, Vitiello, D’Agostino, Campagnacci; Eusepi, Mazzeo. (Piscitelli, Celjak, Padella, Agyei, Allegretti, Doninelli, Marotta). All. Brini. ARBITRO Dei Giudici di Latina (Margani-Muto). (2-1) TV Diretta su Rai Sport 1. Ore 19.30 JUVE STABIA (4-3-3) Pisseri; Cancelotti, Migliorini, Polak, Contessa; Bombagi, La Camera, Maiorano; Gammone, Gomez, Nicastro. (Santurro, Liotti, Burrai, Caserta, Aveni, Carrozza, Lepiller). All. Savini. AVERSA NORMANNA (4-3-3) Lagomarsini; Balzano, Cossentino, Magliocchetti, Amelio; Catinali, Geroni, Capua; Mangiacasale, Mosciaro, De Vena. (Despucches, Scognamillo, Esposito, Giannusa, Capua, Personè, Castellano). All. Marra. ARBITRO Giua di Pisa (FicarraPiazza). (2-1) Ore 20.45 CASERTANA (4-3-3) Fumagalli; Idda, Mattera, Murolo, Tito; De Marco, De Liguori, Mancosu; Caccavallo, Cisse, Mancino. (D’Agostino, Antonazzo, Bianco, Kuseta, Kolawole, Cunzi, Ricciardo). All. Campilongo. MELFI (4-3-1-2) Perina; Annoni, Dermaku, Colella, Pinna; Agnello, Spezzani, Gallo; Tortori; Caturano, Fella. (Gagliardini, Di Mercurio, Di Filippo, Giacomarro, Nappello, Cicerelli, Falomi). All. Bitetto. ARBITRO Fiore di Barletta (Pagnotta-Vitiello). (0-1) COSI’ DOMANI Ore 14 Cosenza-Savoia (1-1): Dionisi di L’Aquila; Messina-Martina (1-2): Vesprini di Macerata. Ore 14.30 Lupa Roma-Vigor Lamezia (2-2): Bertani di Pisa. Ore 20.45 Matera-Foggia (0-0): Pelagatti di Arezzo. LA CLASSIFICA ● Salernitana p. 70; Benevento 68; Matera e Juve Stabia 57; Casertana* 56; Lecce 54; Foggia (-1) 51; Catanzaro 47; Barletta 42; Cosenza e V. Lamezia 40; Martina*, Melfi (2) e Lupa 35; Paganese 34; Savoia e Messina 27; Aversa 26; Reggina (-4) 22. (*una partita in meno).
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Formula 1 R Dopo il GP Malesia 1
● 1. Foto con la coppa vinta in Malesia: si riconoscono il capo motori Mattia Binotto (primo a sin.), Lorenzo Sassi, il d.t. James Allison (a sin. della coppa) e il capo della Ges Maurizio Arrivabene; 2. Dipendenti accanto alla coppa esposta in mensa; 3. L’ingresso di Marchionne; 4. Fare la foto alla coppa? Occasione ghiotta FERRARI-STEFANINI
Toh, a pranzo c’è il trofeo
1Arrivabene fa esporre la coppa vinta a Sepang nella sala mensa della Ferrari: «Questa è vostra». Marchionne a Maranello fa i complimenti ai tecnici della Ges
Luigi Perna twitter@pernagazzetta
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ei film di Fantozzi la mensa era il luogo delle pubbliche umiliazioni per i fallimenti aziendali, ieri alla Ferrari è diventata il luogo dell’orgoglio ritrovato. La coppa Costruttori conquistata domenica in Malesia con il trionfo di Sebastian Vettel ha viaggiato nel la borsa a mano del team principal Maurizio Arrivabene e ieri era esposta in una teca, all’ingresso del ristorante «Il podio», dove i dipendenti di Maranello vanno in pausa pranzo. Molti hanno voluto farsi fotografare con il trofeo, come fanno i tifosi di calcio con quelli della loro squadra del cuore. Finché sono arrivati lo stesso Arrivabene, il direttore tecnico James Allison, il capo delle power unit Mattia Binotto e il chief designer dei motori Lorenzo Sassi. E a quel punto, è toccato anche a loro mettersi in posa con gli operai che volevano immortalare il momento. «Questa coppa è vostra», ha detto Arrivabene. IN ELICOTTERO Per il capo della Gestione Sportiva era importante condividere il ritorno alla
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vittoria con gli uomini e le donne che lavorano guida del Cavallino. Quindi un’occasione simogni giorno in fabbrica, gli artefici oscuri di tutti bolica. Non c’era invece Vettel, il nuovo eroe feri grandi traguardi conquistati dalla Ferrari nella rarista, tornato nella sua abitazione in Svizzera, sua lunga storia. Esattamente quello che inten- dopo aver festeggiato domenica notte con i mecdeva dicendo che «questa macchina non ha uno, canici (insomma «il popolo») in un resort fuori due o tre padri, ma 1.300», uno dei meno naif Kuala Lumpur. Probabile che, abituato ai blitz fra i suoi tanti slogan. Poco prima improvvisi a Maranello, si faccia delle 10, era intanto atterrato sulvedere in fabbrica prima della I RIVALI la pista di Fiorano l’elicottero che partenza per la Cina, a raccogliere portava il presidente Sergio Mar- Hamilton: «Penso ad il tributo per aver riportato la Ferchionne. Il quale si è poi spostato rari sul gradino più alto in F.1 doal settore industriale, per i suoi Alonso, poteva po quasi due anni di digiuno e le abituali incontri con Piero Ferrari essere lui a battermi ultime otto vittorie consecutive e l’amministratore delegato Ame- con la rossa» firmate Mercedes. deo Felisa, e infine si è complimentato con gli ingegneri della Button: «Vettel ha STRATEGIE La prossima gara doGes, che stavano facendo il «devrebbe segnare anche il debutto al briefing» della gara di Sepang e avuto fortuna, muretto dello stratega Inaki Rueche subito dopo hanno comincia- Fernando sapeva i da, ex Lotus. Mentre Lawrence to a preparare il prossimo GP del- programmi ma...» Hodge, ex McLaren, ha preso il la Cina (12 aprile). posto che apparteneva a Neil Martin nel remote garage. A Maranello il reclutaBLITZ DI SEB? Niente di inusuale, considerando mento di tecnici non si arresta e il piano di svila vicinanza del presidente alla squadra in tutti i luppi programmato da Allison va avanti spedito. momenti, ma in fondo anche per Marchionne si Sarà proprio questa la chiave del confronto fra trattava della prima vittoria da quando è alla Ferrari e Mercedes durante la stagione. Il ritmo
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MOTOGP
Ducati, col doppio podio perde due litri di benzina Mauro Casadio
● Una delle migliori monoposto della storia per celebrare la prima uscita della raccolta ufficiale di modellini «Formula 1 Auto Collection», a cura di Fabbri Centauria e in vendita con la Gazzetta dello Sport. È ancora in edicola, a 3,99 euro, la McLaren MP4/4 (nella foto) con cui Ayrton Senna vinse nel 1988 il suo primo Mondiale. La seconda uscita, prevista per il 13 aprile, sarà la Ferrari 312 T2 di Niki Lauda del 1977.
con cui i due Costruttori sapranno sfornare novità (Stoccarda ha già deciso di accelerare) e i relativi investimenti risulteranno decisivi per la corsa al titolo. La Ferrari, che può contare su 10 gettoni per l’evoluzione della power unit contro i 7 della Mercedes, sarà un pericolo se riuscirà a giocarseli bene e a progredire pure sul fronte aerodinamico. Perciò sia Lewis Hamilton sia Nico Rosberg, sorpresi a Sepang dalla rossa, ora considerano Vettel un rivale per il Mondiale. «Ero seduto accanto a Seb sul podio in Malesia e all’improvviso ho riflettuto su che cosa stesse pensando Fernando Alonso — ha raccontato Hamilton —.Avrebbe potuto esserci lui lì con la Ferrari. È strano come cambiano le cose. Ricordo quando ho lasciato la McLaren per la Mercedes, che l’anno dopo è diventata competitiva. A lui è successo il contrario». Jenson Button, nuovo compagno di Alonso alla McLaren, fa invece da suo avvocato difensore: «Vettel ha avuto un gran colpo di fortuna. Nessuno, a fine 2014, poteva prevedere che la Ferrari risorgesse. Sono certo che Fernando aveva le stesse informazioni di Seb sulla nuova macchina, eppure ha lasciato il team». Sarà stato Alonso a suggerirgli l’arringa?
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na notte da leoni val bene... due litri di benzina in meno. Il secondo posto di Dovizioso e il terzo di Iannone in Qatar hanno fatto saltare molti tappi di champagne — ieri a Borgo Panigale grande festa con Domenicali e Dall’Igna —, ma hanno fatto svanire anche la prima concessione regolamentare nei confronti della Ducati, che resisteva dall’inizio della scorsa stagione. Spieghiamo meglio: dal 2014 le rosse (e dal 2015 le new entry Suzuki e Aprilia) sono considerate «Factory 2», ovvero moto ufficiali con concessioni da
Open (24 litri di benzina, gomma extrasoft, 12 motori con sviluppo libero). Il regolamento però prevede che dopo tre podi sull’asciutto i litri scendano da 24 a 22, comunque sempre sopra i 20 delle Factory «pure». I tre podi in questione sono il 3° posto di Dovizioso ad Austin 2014 e, appunto, il 2° di Dovi e il 3° di Iannone domenica scorsa in Qatar. Sono invece esclusi dal conteggio il 2° posto di Dovi ad Assen 2014 e il 3° di Crutchlow ad Aragon 2014, considerati entrambi sul bagnato. PRESTAZIONI La tagliola comprende, oltre alle Desmosedici di Dovi e Iannone, anche quelle
di Petrucci ed Hernandez (Pramac). Non sono ovviamente coinvolte, invece, le rosse Open di Barbera e Di Meglio. Nella sostanza per Dovi e Iannone non cambierà nulla in termini di prestazioni, visto che Dall’Igna, per premunirsi, aveva progettato la GP15 con un serbatoio da 22 litri. ALTRI VANTAGGI E veniamo alla gomma extrasoffice, che quest'inverno aveva fatto rosicare Valentino Rossi e che a Losail ha puntualmente regalato la pole a Dovizioso. Ebbene, la supersoft per la Ducati (ma anche, lo ripetiamo, per Suzuki e Aprilia) svanirà dopo tre vittorie sull’asciutto. I motori, infi-
Claudio Domenicali e Gigi Dall’Igna festeggiano a Borgo Panigale
ne, rimarranno comunque 12 sino a fine stagione. Intanto proseguono le discussioni regolamentari per il 2016, anno della grande rivoluzione (22 litri, gomme Michelin da 17” e centralina uguale per tutti). La GP Commission è orientata a ufficializzare a breve il numero di motori per il prossimo anno: 7 (congelati) per i top team, 9 (con libertà di sviluppo) per i
più «bisognosi». In pratica, si alza di due unità il tetto per le Factory, mentre le Open scendono di tre. Capitolo calendario: l’obiettivo della Dorna è arrivare nel giro di 2-3 anni a 20 gare. Oltre al Brasile e alla Thailandia, si fanno insistenti le voci riguardanti un possibile ingresso della Corea, orfana della F.1. © RIPRODUZIONE RISERVATA
MERCOLEDÌ 1 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
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JOHN ELKANN
«Ho visto il GP con la famiglia Grande gioia!»
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fIERI LA PRESENTAZIONE DEL PIANO INDUSTRIALE
Effetto Vettel su Monza «Bernie, lui fa vendere»
1Capelli: «La gioia da bimbo di Seb riporterà la gente in pista Niente GP Germania? Un’opportunità: avremo più tedeschi»
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John Elkann, 39 anni oggi, presidente di Fca ANSA ● TORINO — Il «Forza Ferrari!» lanciato da Sebastian Vettel a fine gara in Malesia è un grido di battaglia e dal Museo dell’Automobile di Torino, a margine dell’incontro #Scienza e Sport, organizzato dalla Fondazione Giovanni Agnelli, il presidente della Fca John Elkann esulta ancora per quel successo quasi inaspettato. «La vittoria di Vettel a Sepang ha reso il weekend fantastico, una grandissima felicità condivisa con la mia famiglia, con la quale ho assistito al GP. È bellissimo vedere finalmente la Ferrari sul podio, con una vittoria che non arrivava dal 2013, in Spagna».
KIMI PAPÀ HA ROBIN IN BRACCIO ● Una foto su twitter, la prima nella quale si vede Kimi Raikkonen in versione papà: è stata scattata a bordo di un jet privato e ritrae il ferrarista mentre tiene tra le braccia il primogenito Robin, nato il 28 gennaio. Dietro papà e figlio c’è Minttu, la compagna del ferrarista. Un’immagine dolce, per l’ex iridato, sinora piuttosto sfortunato in pista: a Melbourne si era ritirato per la ruota posteriore sinistra mal fissata; in Malesia ha rimontato al 4° posto dopo una foratura.
e di Vettel, ma rappresenta pure una opportunità perché gli appassionati tedeschi a quel punto dovranno dividersi per vedere dal vivo la F.1 tra Belgio, Austria e noi, che possiamo contare sulle località di villeggiatura». Soldi in più che possono pesare nella trattativa.
Facile, sull’onda dell’entusiasmo, a questo punto pensare che la strada verso il Mondiale possa essere tutta in discesa, ma una vittoria non è una sentenza. Il presidente della Fca non casca nel tranello. «Quante chance ha la Ferrari di vincere il campionato del mondo? Come dice Arrivabene, bisogna tenere i piedi per terra e la testa bassa — prosegue Elkann —, questo è l’atteggiamento giusto da avere in questo momento. Abbiamo ancora molta strada da percorrere». Primo Vettel, quarto Raikkonen, in rimonta. La Ferrari è tornata al successo dopo quasi due anni dall’ultima volta, Vettel non saliva sul gradino più alto del podio dal GP di Interlagos nel 2013. Se le premesse sono queste, sognare per i tifosi però è lecito. Alberto Mauro © RIPRODUZIONE RISERVATA
Il cda di Sias: Ivan Capelli, Enrico Radaelli, Andrea Dell’Orto, Alessandra Marzari e Massimo Ciceri COLOMBO
Andrea Cremonesi INVIATO A MONZA
S
ebastian Vettel non è una superstar? Ecclestone lo dica a Monza! «Dopo la sua vittoria, le richieste di biglietti sono aumentate sensibilmente», spiega Ivan Capelli. «Non sono d’accordo con Bernie quando dice che Hamilton sia il miglior testimonial. Che giri con l’orecchino o un medaglione da rapper al collo non mi fa alcun effetto. Domenica invece ho visto Vettel gioire come un bambino malgrado abbia già quattro titoli in tasca, trasmetteva emozioni. Ed è ciò che fa venire la gente in pista. La Rai, malgrado trasmettesse il GP in replica, ha raccolto 5,5 milioni di spettatori». RILANCIO Cifre che lasciano immaginare un ritorno d’interesse sulla F.1 e questo conforta il presidente dell’Ac Milano nel giorno in cui all’Autodromo Nazionale vengono contemporaneamente presentati il cda della Sias appena eletto (formato dallo stesso Capelli, Andrea Dell’Orto, Massimo Ciceri, Enrico Radaelli e Alessandra Marzari); il calendario stagionale e soprattutto il piano industriale al quale ha messo mano Francesco Ferri. «L’obiettivo è chiu-
dere in pareggio nel 2015 e con un utile a doppia cifra nel 2016», spiega il procuratore dell’impianto. WEC Gli interventi cardine per farlo sono «aprire l’impianto al territorio», catturare più turisti che arriveranno con Expo (si sta chiudendo un accordo con il museo di San Siro), razionalizzare i costi, investire nel rinnovo delle strutture (nei prossimi mesi riaprirà il museo poi una pista di kart) e rimpolpare il calendario, pure con eventi extracorse. «Sticchi Damiani, il presidente dell’Aci, sta lavorando perché Monza ospiti una parte dei test della Fca», annuncia Capelli. Si è aperta la trattativa per il Wec, il Mondiale Sport. «Potrebbe correre, saltando la prima variante come fa l’Audi quando viene a provare per Le Mans», butta lì l’ex ferrarista che invece chiude la porta al Mondiale Turismo. «Costa molto e dobbiamo fare i conti con le nostre possibilità». PIANTE Dell’Orto, che di Sias è presidente, in Qatar ha parlato con Dorna e Fim: «Sono interessate a riportare la Superbike nel 2016». Ma per ottenere di nuovo l’omologazione servono interventi sul tracciato. Jarno Zaffelli, progettista dell’autodromo di Termas de Rio Hon-
RPer riottenere la
Superbike, va modificata la pista: il piano è pronto, ma gli alberi...
da, ha preparato una soluzione «che è piaciuta agli organizzatori», fa sapere Ferri. Ma realizzarla non sarà semplice perché prima e seconda chicane dovranno cambiare aspetto, diventando più «fluide», mentre alla Parabolica bisognerà allargare la via di fuga per ripristinare una striscia di ghiaia. Tutto questo si tradurrà in un sacrificio di qualche pianta. Nel ‘94 quando fu la Fia a chiederlo, si rischiò di perdere il gran premio di F.1. PERICOLO Rischio purtroppo ancora attuale per il dopo 2016 visto che il rinnovo contrattuale è ancora in alto mare. Ecclestone in Malesia è stato chiaro, dopo la Germania, la prossima a saltare potrebbe essere Monza. Ma Capelli è ottimista: «L’uscita del GP Germania dal calendario mi preoccupa perché dimostra che Bernie non guarda in faccia a nessuno, cancellando la gara di casa della Mercedes campione del mondo
DATE «Maggio non costituisce una data limite — puntualizza Capelli —, semmai segnerà l’inizio della trattativa con Ecclestone e sono convinto che ci sarà un compromesso». La speranza è forse di riuscire a chiudere, a fronte a una richiesta di 20 milioni di euro, intorno ai 15. Così resta fondamentale l’intervento regionale (20 milioni da spalmare anche su Parco e Villa Reale) bloccato dalla mancata defiscalizzazione. «Scriverò a Renzi», ha promesso l’assessore regionale all’Expo, Sala. Intanto Monza prova a far quadrare i conti, così ieri sono state illustrate alle aziende brianzole opportunità di investimento e di sfruttamento degli spazi all’interno del circuito. «Ma Monza ha appeal pure all’estero. Abbiamo raccolto manifestazioni di interesse sia dalla Cina (alla presentazione del piano c’era una folta delegazione; n.d.r.) e dagli Usa» fa sapere Capelli. Intanto si punta sul sistema Italia: «Ho già ottenuto il sostegno della Pirelli nella trattativa con Bernie. La Ferrari? In Australia ho parlato con Arrivabene. Ho chiesto se ci fosse un interesse per un GP al Mugello e mi ha risposto che il suo tavolo è sgombro. Maurizio è una persona sincera. Io ci credo». SPERANZA Semmai Capelli si augura che il trionfo in Malesia sia solo il prologo di una stagione promettente per Maranello. «Il nostro destino è legato a doppio filo con il loro. La speranza è che si possa lottare per il titolo, questo potrebbe farci eguagliare gli incassi del 2012 e 2013. E poi Vettel non ha detto di aver adottato Monza come GP di casa?». © RIPRODUZIONE RISERVATA
IL PERSONAGGIO
Valentino star del Festival of Speed a Goodwood 1A giugno Rossi sarà in Inghilterra alla
celebre manifestazione sul Motorsport «Correrò con la M1 e proverò delle auto»
Massimo Brizzi
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all'Università della moto alla leggenda di Goodwood. Domenica 28 giugno, all'indomani del GP di Assen, Valentino Rossi si toglierà pure lo sfizio di presenziare al celeberrimo Festival of Speed che si tiene ogni anno sulla pista ubicata del meridione dell'Inghilterra. DEBUTTO Fresco della vittoria in Qatar, il Dottore si regala un altro palcoscenico. Prestigio-
sissimo e inedito. È lui la ciliegina sulla torta del 60° anniversario della Yamaha Motor Company, ma soprattutto l'attrazione principale dell'evento inglese. Stiamo parlando di una kermesse della velocità di grande storia e tradizione — molto british per la sua connotazione -—che unisce esibizione di vetture d'epoca a competizioni con i modelli attuali, vecchie glorie del Motorsport affiancate dalle star del momento. Valga per tutte l'accoppiata regina del 2014, con la parata delle Ferrari iridate di
John Surtees (la 158) e Raikkonen (la F-2007) e i rispettivi piloti. Lo slogan dell'edizione 2015 «Flat-Out and Fearless: Racing on the Edge: a tutto gas e senza paura: si corre al limite», sembra fatto apposta per Valentino. DUE O QUATTRO Ricevuto l'invito da Lord March, il pigmalione dell'evento, Rossi si è detto entusiasta: «Sono felice di poter essere al Festival di Goodwood — ha detto —, per me è la prima volta, ma conosco molto bene la manifestazione: c'è sempre una grande atmosfera, con piloti, motociclisti e leggende della pista ed è sicuramente una grande occasione di divertimento. Non vedo l'ora di essere lì: correrò con la mia Yamaha M1, ma potrei anche
provare qualche auto..». HILLCLIMB Al netto di esibizioni, barbecue, atmosfera retrò e gare di contorno, il clou del week end, sarà la Hillclimb sull’affascinante e tortuoso circuito di 1.16 miglia (1.8 km) ricavato in una parte della pista che fu fatale alla vita di Bruce McLaren e alla carriera di Stirling Moss. Tecnicamente parlando è una cronoscalata. In realtà è una sfida: piloti e mezzi, suddivisi per tipi omogenei, gareggiano su un nastro di asfalto, immerso nel bosco, che si inerpica fino a 300 piedi di altitudine (91 metri) con un campionario di curve da esaltare il coraggio e il talento. Pane quotidiano, insomma, per Rossi. Valentino Rossi, 36 anni, 9 Mondiali e 109 vittorie in bacheca IPP
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Ciclismo R Programmi azzurri
MERCOLEDÌ 1 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
noi solo il Val d’Aosta e il Friuli. Se non si capisce che i dilettanti devono andare all’estero e confrontarsi, rischiamo tra qualche anno di non avere più corridori. Adesso ci salvano Nibali e Paolini, si sta affermando la generazione 1989 (Viviani, Nizzolo, Battaglin, Trentin, etc), ma ora dobbiamo pensare a quelli che hanno 18 anni, altrimenti perdiamo il treno. Presto farò un incontro con le squadre juniores, voglio parlare di allenamento: non è possibile che tirino troppo il collo ai ragazzi, facendo fare 130-140 km di allenamento a gennaio. E da professionisti quanti ne faranno, 300?».
Davide Cassani, 54 anni, c.t. dal 2014, e Luca Paolini, milanese di 38 anni, bronzo Mondiale a Verona 2004 BETTINI
Cassani il salva-Italia ne ha già convocati 76 «Paolini al Mondiale» 1Il c.t. in Gazzetta spiega la svolta iniziata a gennaio tra raduni, giovani e biker. «Luca tornerà, è indispensabile» Luca Gialanella
E’
CHE KRISTOFF A LA PANNE ● Prima tappa di La Panne (Bel) a Zottegem: Alexander Kristoff (Nor, Katusha) va in fuga e vince in volata (9° Modolo a 34”). Il premio? Un uovo di Pasqua di 8 kg BETTINI
un uomo di numeri, Davide. Nove Mondiali da corridore, 42 km della maratona di Milano domenica 12 aprile, la 100 km del Passatore a maggio, 3-4 uscite a piedi alla settimana e una in bicicletta, 100% di impegno in ogni settore del ciclismo. E ben 76 corridori, dagli juniores ai professionisti, già convocati tra stage (3) e corse (6) in questo inizio di stagione: dal San Luis in Argentina alla Coppi&Bartali, più Donoratico, Laigueglia, Strade Bianche, Gp Arona. Da oggi, poi, per tre giorni, un’altra novità: raduno a Salsomaggiore Terme per stradisti e biker. Ci sono 24 ciclisti, dagli juniores a Marco Aurelio Fontana, «gli stradisti faranno uscite in mountain
bike, e i biker si alleneranno su strada». SCOSSA Il c.t. Davide Cassani è il salva-Italia. Le sta provando tutte per dare una scossa al nostro movimento, soprattutto quello giovanile. Seconda visita alla Gazzetta dello Sport, diretta a GazzettaTv. E spiega: «In Francia hanno due corse a tappe di 3-4 giorni al mese, da
Davide Cassani, romagnolo di Solarolo, nella redazione della Gazzetta dello Sport davanti all’«astronave» che ospita l’Ufficio centrale BOZZANI
VANTAGGIO Nella Settimana Santa che porta al Fiandre di domenica, il c.t. ha trovato nell’uovo di Pasqua (in anticipo) la vittoria di Luca Paolini alla Gand-Wevelgem. A 38 anni. «Luca è venuto con noi a Ponferrada a seguire la corsa, ma era in motorino. Per il Mondiale di Richmond lo voglio in maglia azzurra. E’ troppo utile in bici, uno spreco se resta ai box». Il film si riannoda: «Nel 2013 a Firenze disse basta alla Nazionale, pensava di essere già vecchio e non più utile. Mi rivedo nel suo attaccamento alla maglia, lui è il Cassani del 2015, anche se più vincente. Abbiamo iniziato a parlare in Argentina, e poi alla Tirreno. Per come concepisco la squadra, fatta di atleti e persone dello staff, averlo al fianco è un vantaggio per tutti». Si risentiranno dopo le classiche, Cassani vuole portarlo in Nazionale già al Giro del Trentino, guida degli scalatori azzurri under 23: «Una delle cose più importanti nella vita è l’esempio. E a uno giovane stare vicino a Luca in corsa e fuori vale più di tanti discorsi — continua —. Nel ciclismo, sport di resistenza, diventi vecchio quando non hai più stimoli e obiettivi. Prendete Paolini: ha una voglia di fare che tanti non hanno neppure a vent’anni. Soltanto così riesci a emergere nelle difficoltà, a sfidare il vento e il freddo della Gand-Wevelgem. Devi saperti gestire e usare la testa». E poi l’appuntamento di Richmond, Stati Uniti, 27 settembre: «Ne ho già parlato con Luca, “uno come te, su quel percorso, senza radioline, è indispensabile. E’ un Mondiale talmente delicato e difficile dal punto di vista tattico”. Io so che cosa significa avere in squadra uno che riesce a prevedere quello che succede in gara».
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fIL RETROSCENA
Rivoluzione Tinkov «Il tempo di quelli come Riis è finito Non sono moderni»
Stefano Feltrin, Bjarne Riis e Oleg Tinkov BETTINI
Claudio Ghisalberti
O
leg Tinkov non si accontenta. Così dopo avere cacciato Bjarne Riis (ufficialmente accordo consensuale di risoluzione del contratto da un milione annuo fino al 2016), si lancia all’attacco provando a dettare le linee guida di quello che dovrebbe essere (secondo lui) il ciclismo. «Non possiamo restare ancorati alla storia di questo sport. Il ciclismo deve cambiare: i tempi di Saiz, Bruyneel e Riis sono passati. Loro non sanno come gestire le squadre in modo moderno. Gestire una squadra oggi è non solo dare disposizioni via radio o avere ascendente sui corridori, cosa nella quale Riis era insuperabile». Peccato che fino a tre settimane fa, rinnovo del contratto di Contador, il tecnico danese era perfetto. SCIENZA Il pensiero di Tinkov si estende al lato tecnico: «Dirigere la squadra significa anche fare affidamento alla scienza dello sport. Oggi il vincitore non è quello che si allena di più, ma colui che si allena nel modo giusto; non quello che si inietta Epo, ma quello che segue una dieta sana e consuma le giuste bevande prima, dopo e durante allenamenti lunghi... Noi della Tinkoff-Saxo non abbiamo bisogno di una stella-manager, perché abbiamo già una squadra di stelle: Stefano Feltrin, Steve de Jongh, Sean Yates, Bobby Julich, Daniel Healey». Anche se l’olandese De Jongh, che ora gestisce la preparazione atletica dei corridori, nell’autunno 2012 confessò di essere stato un corridore dopato e Sky, dove faceva il d.s., lo allontanò. Discorso fotocopia per l’americano Bobby Julich. Poi l’affondo economico di Tinkov: «Il reddito del ciclismo deve essere ripartito fra organizzatori e squadre e bisogna lavorare con le tv per offrire uno spettacolo sempre più interessante (riduzione del numero di gare e dirette tv più corte)». Il russo invita perciò «tutte le squadre ad unirsi per stabilire nuove regole del gioco, per agire nei confronti degli organizzatori e dell’Uci».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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IL CASO
Veleno tra Di Rocco e Cookson sulla licenza dell’Astana 1Asse Italia-
Kazakistan per difendere Nibali: il presidente Fci contro quello Uci
Ciro Scognamiglio cscognamiglio@gazzetta.it twitter@cirogazzetta
C
omincia ad assumere le parvenze di un romanzo. Anzi, di un intricato giallo di cui non è agevole intuire il finale. La trama: l’Astana, la squadra di Vincenzo Nibali e Fabio Aru, rischia di perdere la licenza World Tour e il diritto di partecipare alle corse più im-
portanti del mondo. E adesso c’è uno scontro politico in atto tra due presidenti: Brian Cookson (Uci) e Renato Di Rocco (Federciclo italiana). SCENARI Domani la Commissione Licenze si riunirà a Losanna (Svizzera) per esaminare il caso. La federazione internazionale è stata chiarissima: a seguito del rapporto dell’Istituto superiore dello sport di Losanna, la licenza all’Astana va tolta. Il team kazako ha già prodotto una memoria difensiva e domani si presenterà in forze in Svizzera. Ci saranno i legali, qualche membro dello staff e anche Alexandre Vinokourov: il team manager, l’uomo dal passato scomodo e ingombrante che per molti dovrebbe fare un passo indietro per permettere
la sopravvivenza del team (ma lui non è di questo avviso). Che cosa succederà? Di speculazioni e voci se ne sono ascoltate tante, anche di una decisione (negativa per l’Astana) già presa. Alla Gazzetta non risulta, un pronunciamento dovrebbe arrivare in zona Parigi-Roubaix (12 aprile): sembra difficile che la Commissione smentisca in toto l’impianto accusatorio dell’Uci, ma l’Astana è pronta ad appellarsi al Tas. Dalla parte del team
RAttesa per domani la riunione della Commissione a Losanna: ci sarà pure Vinokourov
kazako, che oltre ai 10 corridori conta anche un buon numero di italiani dello staff, si è schierato Renato Di Rocco, che in una lettera (diffusa dalla Reuters) si è rivolto così a Cookson: «Il Comitato direttivo non è stato coinvolto nella richiesta alla Commissione del ritiro della licenza. Siamo stati informati della questione da un comunicato stampa. Abbiamo sempre sostenuto l’indipendenza della Commissione Licenze, perché invece in questo caso non agisce in maniera indipendente?». La risposta di Cookson non si è fatta attendere: «Sono state seguite tutte le procedure previste dalla nostra Costituzione». «E’ nostra responsabilità assicurare che la Commissione Licenze prenda una decisione in completa indipendenza dall’Uci». E
Vincenzo Nibali, 30, con i compagni alla Tirreno-Adriatico BETTINI
ha fatto balenare l’accusa di conflitto d’interesse: «Ho notato, con un po' di sorpresa, che la federazione italiana ha sottoscritto un accordo di collaborazione con quella kazaka, il tutto pochi giorni prima dell’udienza della Commissione. Il mio obbligo per la trasparenza e l’eliminazione dei conflitti di interesse è uno degli aspetti fondamentali di questa amministrazione». Senza dimenticare che Darkhan Kaletaev, presidente
kazako, in una lettera aperta sottolinea i progressi fatti in materia di lotta al doping e la volontà di continuare sulla stessa strada. Infine, da registrare la posizione di Igor Makarov, potente presidente della federazione russa: nel 2013 a Firenze era stato decisivo per l’elezione di Cookson contro McQuaid, ora sembra che sostenga l’Astana. E potrebbe non essere l’ultimo colpo di scena. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Basket R Il tema
MERCOLEDÌ 1 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
La storia sta tornando 1Pubblico, allenatori importanti, italiani: le big «scomparse» risalgono «Cito due miei ragazzi: Montano e Candi. Il primo ha un tiro surreale e forse ascendenze slave perché possiede una cattiveria agonistica che non è nel nostro dna. Il secondo è un ‘97 che completava il roster. Da tre settimane è il play titolare e, se non si perde in mille rivoli di stupidità, può diventare un giocatore importante. Ma ha bisogno di un allenatore che lo faccia giocare». Facile per lei a cui non viene chiesto di andare in Eurolega, vincere uno scudetto o una Coppa Italia. «Vero. Allora dico: Serie A aperta, senza quote, dando ai club la possibilità di prendere i migliori giocatori in base al budget disponibile. Dalla seconda serie in giù, campionati di sviluppo a obiettivi, ovvero con la promozione. Infine deve cambiare la mentalità: club che investono su un cammino e non sul risultato di una partita e giocatori italiani che non pensano solo a sfruttare i regolamenti per pretendere ingaggi assurdi».
BONICIOLLI E LA FORTITUDO «RICOMINCIA IL CAMMINO TRE ANNI PER IL DERBY E PER RIVEDERE BASKETCITY» Vincenzo Di Schiavi
«M
i diverto tantissimo». Sarà per questo che Matteo Boniciolli, 52 anni, passato dai budget milionari dell’Astana alla Serie B italiana con la rinata e ambiziosa Fortitudo Bologna, è un fiume in piena. Perché Boniciolli allena in Serie B? «Mi avevano cercato 2 club di A e uno di A-2, che ringrazio. Ma tutti per risolvere un problema estemporaneo e poi finiva lì. All’estero dove ho tanto da dimostrare avrei accettato, in Italia no. Avevo contatti con società europee quando mi ha intercettato la Fortitudo. All’inizio ho detto no, poi mi hanno illustrato un programma triennale che punta alla Serie A. Costruire insomma. Lo stesso motivo per cui mi aveva scelto l’Astana. Quello che ho fatto pu-
MINIERA A-2 GOLD LA RISCOPERTA PARTE DA VERONA
re ad Avellino e Udine e ho detto: “Perché no?”. L’offerta economica peraltro è di tutto rispetto, poi Bologna è la mia seconda casa ed ero stato mandato via dopo un derby vinto...». Com’è la Serie B? «Alleno come in A: ho aumentato il numero delle sedute, con molta più pulizia sui dettagli offensivi e difensivi. Alla prima contro Arzignano mi sono trovato di fronte un’ala piccola di 2.04, un’ala forte di 2.08 e un pivot di 2.16. Ho vinto all’ultimo secondo e ai miei dirigenti ho detto: “Vado al Codacons e vi denuncio per truffa. Questa è roba vera”. Ho affrontato 5 squadre: ognuna possiede almeno un giocatore che potrebbe serenamente stare in un roster di A. La riprova che il potenziale tecnico del nostro basket è molto meno peggio di quel che si dice».
Torniamo a Bologna. Come l’ha trovata? «L’ultima grande squadra di Basketcity l’ho allenata io: era la Virtus che ha vinto l’Eurochallenge, coppa giustamente bistrattata visto che negli ultimi anni abbiamo vinto decine di Euroleghe... Ma, detto ciò, è una Bologna nuova, che non guarda più al passato, che ha elaborato il lutto della fine dello showtime, che sta rinascendo, su entrambe le sponde, nell’unico modo ragionevole, ovvero puntando sui giovani. A volte giochiamo in contemporanea e a Basketcity vanno 13 mila persone a vedere la pallacanestro. Ho vinto l’ultimo derby della storia, sulla panchina della Virtus, con un canestro di Vukcevic allo scadere. Spero di arrivare a giocare quello che aprirà una nuova era».
Matteo Montano, 23 anni, playmaker della Fortitudo Bologna CIAMILLO CASTORIA
ta la A proposito di coach. Come sta categoria in Italia? «In questa Serie A di squadre Kleenex, cioè usa e getta perché i club non possore, è di altisno e non vogliono programmare, simo livello. Poi sarebbe bello che i tecnici ai titoli vinti venissero valutati non solo dai anno prodotma anche per i giocatori che hanno to». Infine, Metta sì o Metta no? re che mi ripor«Metta sì tutta la vita. Giocatore o, non un clown ta a Gervin o McAdoo. Uno vero, to nel modo giua fine carriera. Ma va veicolato agazzi difendere sto: se tra un anno vedremo ragazzi o passare la palla come fa lui, avremo fatto un nvece compariinvestimento produttivo, se invece ranno sui campi degli sfigati che giocano con un panda che pende dalle scarpe, alne». lora avremo perso un’occasione». © RIPRODUZIONE IONE RISERVATA
TREVISO: PRIMATO SILVER PER 5200 ORA LOTTA PER LA A
SIENA NON PERDE DA PIU’ DI 2 MESI PUNTA ALLA A-2
Orrore Knicks Phil Jackson scrive ai tifosi
Jackson, 69, guarda i Knicks... AP
Cosa può insegnare il basket kazako a quello italiano? «Che se si punta sul percorso, con una cao proprietena di comando breve, ovvero rrivano tà-manager-coach, i risultati arrivano matematicamente».
Quindi più spazio agli italiani?
MONDO NBA
● Per la prima volta nella loro storia, i New York Knicks hanno toccato le 60 sconfitte in stagione, sono ultimi nella Nba, e Phil Jackson, presidente del club, s’è sentito in dovere di spedire una lettera agli abbonati del club per invitarli a restare ottimisti per il futuro. «Abbiamo un piano chiaro, operato sul roster per avere molta flessibilità sul mercato dei free agent la prossima estate dove potremo contare anche su una scelta alta e ricostruire attorno a Carmelo Anthony una squadra capace di competere ai vertici come in passato». Sul campo, mentre DeMar DeRozan ha segnato 42 punti guidando Toronto al successo su Houston (Harden 31), i Celtics hanno fatto un passo importante verso i playoff vincendo a Charlotte (Datome non è entrato). I Celtics ora dividono l’ottavo posto con Brooklyn, davanti a Indiana e Charlotte. Sono 10 le squadre che si sono già qualificate ai playoff: a Est, Atlanta, Cleveland, Chicago, Toronto e Washington, a Ovest Golden State, Memphis, Houston, Portland e Los Angeles Clippers. ● RISULTATI: CharlotteBoston 104-116; PhiladelphiaLA Lakers 111-113 t.s.; AtlantaMilwaukee 101-88; TorontoHouston 99-96; MemphisSacramento 97-83; Minnesota-Utah 84-104; Portland-Phoenix 109-86.
IN BREVE
Reggio Emilia rimpolpa Dalla Germania arriva il lungo africano Chikoko ● Per fare fronte all’infortunio di Riccardo Cervi, Reggio Emilia ingaggia Vitalis Chikoko, 23enne lungo dello Zimbabwe. Ala-pivot di 209 cm, viene dal Treviri, club tedesco nel quale viaggiava a 12.3 punti e 5.2 rimbalzi in 26 minuti di media. Accordo fino al 30 giugno con un’opzione sulla prossima stagione.
A
l vertice della A-2 Gold c’è un terzetto di città con un passato remoto in A. La Tezenis Verona, prima con 6 punti di vantaggio, rifondata nel 2007 (riprendendo poi il nome Scaligera, 1 coppa Italia, 1 supercoppa, 1 Korac) dopo il fallimento del 2002, Brescia che dal 2009, dopo 17 anni di vuoto, ha ripreso la scalata verso la massima serie, e Torino, che nel 1995 lasciò la A-2 volontariamente, ritrovata con una nuova società, la Pms (che cambierà presto la composizione societaria). Più in basso, sotto Biella e Casale fresche di serie A, un’altra piazza storica: Trieste. Nella foto Ciamillo: Mancinelli
P
er il successo del big match dell’ultima giornata con Ravenna, sono arrivati in 5269 al PalaVerde di Treviso (foto Alessandrini), nuovo record stagionale di categoria. A meno di tre anni dalla non iscrizione alla A del vecchio club per l’addio dei Benetton, dopo un anno in Promozione e uno in Dnb, la nuova Universo Treviso è oggi prima in A-2 Silver (diritti acquistati in estate) a +4 sulle seconde a tre gare dalla fine. È già qualificata ai playoff promozione unificati di A-2, dove tra quattro squadre di Silver e otto di Gold c’è in palio l’unica promozione in Serie A.
I
l 27 giugno Siena era in gara-7 di finale dopo sette scudetti di fila, otto in dieci anni. Ripartita in B sotto la casa madre dopo la dichiarazione di fallimento della sezione Basket, la Mens Sana ha ricostruito intorno al ritorno di Chiacig (nella foto), ai big della categoria Parente, Pignatti e Ranuzzi e ai senesi Mecacci coach e Marruganti d.s. con oltre 2000 abbonati. Ha vinto 20 gare su 24 (le ultime 9), non perde da due mesi e mezzo: da domenica è prima aritmeticamente in regular season con 3 turni di anticipo, tra un mese i playoff. Con la riforma dei campionati, salendo sarebbe in seconda serie, la nuova A-2 unica.
● DATE SERIE A L’assemblea della Legabasket ha reso noto le date dell’inizio della stagione 2015-16. Si parte con la Supercoppa (confermata la formula della Final Four) sabato 26 e domenica 27 settembre, mentre il campionato di Serie A comincerà il 4 ottobre. Il giudice sportivo invece ha squalificato il campo di Pistoia per 1 giornata per offese agli arbitri all’imbocco del tunnel. Squalifica poi sostituita con un’ammenda di 12 mila euro. ● CIAO CORRADO (p.t.) E’ morto nel tardo pomeriggio di ieri Francesco Corrado, ex presidente di Cantù e socio costruttore del Pianella di Cucciago. Presidente di Cantù dal 1999 al 2008 e della Lega Basket dal 19 novembre 2007 al 31 dicembre 2008, Corrado sarà ricordato per lo stile e per aver salvato il club canturino (vincendo anche la prima Supercoppa italiana nella storia del club brianzolo). Domani i funerali (ore 14.30), nella chiesa di San Teodoro a Cantù.
Basket R Il personaggio
MERCOLEDÌ 1 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
AMERICA AMERICA LE CIFRE
20.8
● Punti di media realizzati da Mirotic in marzo, da quando è stato utilizzato 30’ di media dai Bulls. Ai quali ha aggiunto quasi 8 rimbalzi.
10
● Punti di media nella sua prima stagione nella Nba ai Chicago Bulls. L’anno scorso, al Real Madrid, ha chiuso con 12.4 di media in Eurolega
24
● Anni compiuti a febbraio. Dal 2008 s’è aggregato alla prima squadra del Real Madrid dove è stato fino all’ultima estate, prima di passare ai Bulls. E’ alto 2.08
Mirotic L’ESPLOSIONE DI NIKOLA: AI BULLS C’E’ IL NUOVO KUKOC Mirotic con Gentile finalisti 2011 under 20: Ale lo seguirà nella Nba CIAM
RICCARDO PRATESI SAN ANTONIO (USA)
N
ikola Mirotic. Segnatevi questo nome, se ancora non lo conoscete bene. E’ quello della prossima stella europea in Nba. Dove brillano ancora quelle degli eterni Nowitzki, Parker e Pau Gasol, il presente è soprattutto Marc Gasol, ma il futuro è questo 24enne ragazzone montenegrino cresciuto in Spagna, come fenomeno dei canestri. E’ arrivato ai Chicago Bulls la scorsa estate con l’etichetta di nuovo Kukoc, il talento croato, che ha incantato negli anni di Jordan, quando la Windy City dominava la Nba. Segnalato a John
Paxon, allora guardia dei Tori e ora vicepresidente della franchigia, dallo stesso scout che portò Kukoc in città nel 1993, Ivica Dukan. Con la benedizione di Kukoc: «E’ più facile per lui, allora per un giovane c’era solo l’esempio di Petrovic o Divac, ora sono tanti gli europei di successo…». L’ESPLOSIONE Niko, come lo chiamano qui, ha fatto intravedere schegge di futuro, tra novem-
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CONTENUTO PREMIUM bre e febbraio. Poi a marzo, complice l’infortunio di Gibson che l’ha promosso sesto uomo, l’esplosione. Quindi partite, 30 minuti di media sul parquet. Quasi 21 punti a serata. Sempre in doppia cifra, col picco di 29, massimo in carriera, rifilato ai Clippers e a Toronto. Più 8 rimbalzi di media. Con quella barbaccia, che lo fa assomigliare a Ivanisevic nel periodo alla Harden, incute timore: alto alto, col vocione e l’inglese da immigrato. Ci racconta la sua storia. I capitoli migliori sono ancora da scrivere… LA SUA EUROPA «Sono di Podgorica, montenegrino. Come gli altri Nikola lunghi Nba: Pekovic e Vucevic. Ho iniziato a giocare a 13 anni. E mi sono quasi subito trasferito in Spagna, alle giovanili del Real Madrid. I miei idoli erano Vlade Divac e Nowitzki. E grazie al lavoro duro ora gioco contro Dirk. Un sogno diventato realtà». Dai 14 anni al Real, dal 2008 in prima squadra. Ha avuto un percorso alla Ginobili, è diventato grande in Europa. Partendo per gli Usa già affermato. «Venire in America solo quest’anno è stata la scelta giusta. Per me era importante diventare uno dei migliori giocatori europei, prima. E vincere. Ho alzato 5 trofei, sai? 4 coppe (2 Supercoppe e 2 Coppe del Re ndr) e una Liga (miglior giocatore del campionato 2013 ndr»). Per rendergli giustizia vanno aggiunte due finali perse di Eurolega e il trionfo all’Europeo Under 20 a Bilbao con la Spagna, in finale contro l’Italia di Gentile, nel 2011. Da Mvp. LA SUA AMERICA - «Questo è il mio miglior momento in carriera, mai stato così forte. Ma non significa che l’inserimento ai Bulls sia stato indolore. All’inizio qui era tutto difficile: sei quello nuovo, devi guadagnarti i minuti. So di essere una matricola, lo capisco, sapevo che sarebbe stato così. E’ stato un grosso adattamento. Non penso a quanto gioco, ma a come gioco». E’ un’ala forte e tecnica, dà il meglio quando fronteggia il canestro, pericoloso anche da 3 punti. E gioca da ala piccola quando Coach Thibodeau deve trovargli posto insieme a Gasol e Noah. Alla Kukoc. Preferito a McDermott, la scelta No 11 Bulls dell’ultimo Draft, cocco d’America da Creighton University, giocatore dell’anno al college nella passata stagione. Eppure surclassato da Niko. Lui scelto solo alla 23 e da Houston, nel Draft 2011, e poi scambiato prima con Minnesota e Chicago poi. MATRICOLA Dice Thibodeau: «Niko? Gli infortuni altrui sono stati un’opportunità. Quando si è fatto male Gibson si è fatto trovare pronto. Matricola dell’anno? Ci concentriamo sul suo miglioramento, non sui premi. Mi interessa che faccia scelte semplici, le migliori. E’ importante nel nostro attacco, vogliamo che non si limiti al ruolo di tiratore, è un realizzatore completo». Mirotic sottoscrive: «Miglior matricola? Wiggins, di Minnesota, è il favorito per quel premio. Mi interessano i successi di squadra». Avere in squadra Gasol è una lezione quotidiana: «Mi aiuta, è il compagno più importante per me in spogliatoio. Ha vissuto le stesse esperienze, da matricola, arrivato dall’Europa. Imparo dai veterani». E per l’appunto Noah, il leader dello spogliatoio Bulls, lo chiama vicino e gli sussurra all’orecchio. Nikola scoppia a ridere. Si è già preso i Bulls, ed è solo l’inizio. © RIPRODUZIONE RISERVATA
MATRICOLA NBA DOPO ESSERE DIVENTATO UNA STELLA IN EUROPA, NIKO IMPARA L’ARTE DA PAU GASOL E STA SORPRENDENDO L’AMERICA
Facce nuove dall’Europa
● Nikola Vucevic (Magic) E’ il miglior realizzatore europeo e 17o assoluto Nba a 19.3 punti di media. Pivot di 24 anni, nato in Svizzera, anche lui è del Montenegro
● Enes Kanter (Thunder) Pivot turco di 22 anni, 2.10, è esploso a Oklahoma City (19.9 punti e 12.7 rimbalzi di media nelle ultime 10 gare) dopo 3 stagioni e mezza nello Utah.
● Antetokounmpo (Bucks) Giannis è nato in Grecia da genitori nigeriani, al 2 anno ai Bucks, 20 anni, 2.10, ala, sta producendo 12.8 punti e 6.8 rimbalzi di media.
● Dennis Schroder (Hawks) Papà tedesco, mamma del Gambia, 21 anni, play di 1.85 ha sempre più spazio ad Atlanta (9.8 punti e 4 assist). Viene dal Braunschweig.
Nuoto R L’intervista
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Stefano Arcobelli
G
ianluca Maglia ha gli stessi anni (26) e cerca lo stesso punto di forza di Federica Pellegrini. E’ partito da Catania per arrivare a Verona e rilanciarsi, alzare l’asticella, sperare di rientrare nel grande giro azzurro. Un isolano deciso a uscire dall’isolamento nuotando con Fede e Filippo Magnini per i 200 sl. I suggerimenti li smista Matteo Giunta, che lo ha convinto a puntare su una scelta non facile dopo tanti anni con un altro Giunta (Nanni). E’ finito a Striscia la notizia per uno sguardo galeotto costato a Fede l’ennesimo Tapiro.
MERCOLEDÌ 1 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
«Nuotare con Federica un piacere quotidiano»
1Vita da Maglia, catanese trasferito a Verona per tornare in azzurro «Pellegrini s’arrabbia per vincere ancora. Mi insegna a gestire i 200»
Maglia, se l’aspettava di finire in tv? «Non sono andato a Verona per avere visibilità, ma spero di averla per i risultati. Mediaticamente è normale che quelli che stanno accanto a lei finiscono per essere coinvolti». Com’è la Pellegrini quotidiana? «Normalissima e famosissima, una prima donna che fuori dall’acqua è costretta a gestire l’assedio ma dentro è tranquilla».
Manaudou vola a Kazan: 23”37 a delfino (al.f.) Con il 3° crono dell’anno, Florent Manaudou vince i 50 farfalla ai Trials francesi di Limoges: 23”37 contro il 23”78 di Bousquet, che non ha ottenuto il tempo limite per Kazan. Intanto Fabrice Pellerin, ex mentore di Agnel e Camille Muffat (ricordata con un filmato emozionante di una decina di minuti) è il neo responsabile della nazionale femminile (a Romain Barnier solo gli uomini). Uomini: 400 sl Joly 3’50”05, 100 ra Perez Dortona 1’00”31 (3° t. 2015; p.), Dahlia 1’01”32; 50 fa Manaudou 23”37, Bousquet 23”78. Donne: 400 sl Van Rouwendaal (Ola) 4’05”73, Balmy 4’07”51, Etienne 4’12”96; 100 fa Wattel 58”35, Gastaldello 58”57; 200 mx Bonnet 2’12”14, Verraszto (Ung) 2’12”32.
Hackett ai Trials di Sydney dopo 7 anni Grant Hackett, che non nuota dai Giochi di Pechino si riserva «il diritto di ritirarmi quando lo riterrò opportuno, lo faccio solo per il piacere di nuotare» ma intanto dopo il test da 1’49” nei 200 sl a Miami (Aus), s’è iscritto ai trials di Sydney al via venerdì. A 34 anni, e dopo una disintossicazione da sonniferi, il biolimpionico dei 1500 sl allenato da Denis Cotterel, si pone come obiettivo finale la qualificazione olimpica.
GIANLUCA MAGLIA S’ALLENA CON FEDE E MAGNINI
L’immagine di Fede è sempre quella giusta, vera e reale? «Non è una che se la tira ma è molto esigente e cerca sempre il massimo da se stessa e quando non va bene s’arrabbia molto, segno di professionalità: s’arrabbia ancora perché vuole vincere ancora».
Dunque solo i maligni pensano non abbia più la stessa voglia di
TRIALS FRANCESI
IL RIENTRO
«FEDE NON E’ UNA CHE SE LA TIRA MA E’ ESIGENTE CON SE STESSA. E ORA HA VOGLIA DI RISCATTO»
Cosa l’ha sorpresa davvero? «Vederla da vicino non mi ha sorpreso, lei mi aiuta solo osservando i suoi singoli movimenti, da quando entra in acqua a quando esce, ha sempre la stessa fame di allenarsi, di superarsi, e ha voglia di riscattare, migliorare i tempi del 2014, compresa la delusione dei Mondiali di vasca corta. Le brucia tanto».
TACCUINO
faticare. «Non è vero che abbia meno voglia di prima, è una professionista a 360 gradi». Una giornata extra a Verona? «Siamo molto diligenti e nessuno strappo, qualche cena, qualche film e a nanna presto: con lei e Filippo siamo andati al concerto di Cremonini».
Gianluca Maglia, 26 anni, finanziere catanese nei 200 sl è 5° italiano all time in 1’46”88. In alto, Federica Pellegrini, 26 anni
Una cosa che ha imparato? «Bilanciare i 200, che nuoto al contrario di lei: vorrei avere i suoi finali in crescendo, io cerco di passare forte e non “morire”, negli anni mi sono un po’ snaturato e il negative split un po’ mi ha bloccato. Se voglio andare forte, devo fare 51” nei primi e 53” nei secondi». Com’è stato l’impatto? «Anche io ho preso casa vicino
la piscina, mi pago tutto a parte gli spazi acqua. Con me s’è trasferita per lavoro la fidanzata Veronica Sofia. E’ stata dura in America, da anni non facevo l’altura, ma è stata una bella esperienza: Fede e Filo rendono tutto più facile». Cosa ci dice del metodo Giunta? «Il vantaggio di lavorare con Matteo è che fai tutto con lui, piscina e palestra, è una combinazione perfetta: stiamo lavorando tanto, e avere quel traino è il massimo in Italia». Una volta diceva che sfidare Magnini in gara era un brivido: ora? «Una continua battaglia, anche in allenamento perde solo se sta davvero male: non si fa mettere la mano davanti. Ma è un bene, perchè mi costringe a
superarmi ogni giorno. Per ora siamo 1-1, a Milano ho vinto io, a Novara lui: ora la bella...». Federica l’ha mai battuta? «Certo, ma ciò che mi serviva per ritrovare fiducia era trovare compagni forti. Negli ultimi anni ho odiato l’acqua perché tanto impegno non veniva premiato dai risultati. Temevo di non poter reggere il ritmo, ed invece mi sento migliorato molto». E questo Pool Metal Jacket...? «Ero sicuro che il gruppo non fosse difficile, sapevo che mi avrebbe accolto in modo eccellente. Non mi fanno pesare nulla, è un investimento sul mio futuro. Alle selezioni mondiali di Riccione (dal 14, ndr) vorrei coglierne i primi frutti». © RIPRODUZIONE RISERVATA
OPEN A MALAGA
Mizzau 3a nei 400 sl (al.f.) A Malaga (Spa), Alice Mizzau è 3a nei 400 sl in 4’12”37 dietro Belmonte (4’04”99, 2° t. 2015) e Costa (4’07”52); 4a Masini Luccetti in 4’12”70, 6a De Memme (4’16”17). Uomini: 400 sl Duran 3’49”76 (r.n.); 50 fa Tsurkin (Bie) 23”36 (2° t. 2015), Czerniak (Pol) 23”48 (b. 23”43). Donne: 200 ra Gunes (Tur) 2’23”47 (r.n.); 50 fa Stoffel (Svi) 26”71, 10. Martelli 27”64 (b. 27”40). ● CHE PEDERSEN (al.f.) Rikke Moller Pedersen stampa il miglior crono dell’anno dei 200 rana a Copenhagen: 2’21”60. Uomini: 400 sl Glaesner 3’49”94; 1500 sl Joensen 15’13”88; 50 do Heersbrandt (Bel) 25”74; 100 fa Korzeniowski (Pol) 52”42. Donne: 100 sl Blume 54”62; 100 fa Ottesen 57”23 (2° t. 2015). Intanto oggi a Toronto iniziano i Trials canadesi.
PALLANUOTO
Il Settebello a Siracusa accende la passione 1Travolta la Turchia in World League
ITALIA-TURCHIA 17-6 (6-2, 1-2, 4-1, 6-1)
Doppia emozione per Campagna e Gallo «È bello entrare nel cuore della gente»
Massimo Leotta SIRACUSA
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er battere la Turchia non serviva un’impresa: a sancire il gap tecnico era già stato il risultato di Istanbul (3-16) e ieri alla piscina Caldarella di Siracusa le cose non sono andate diversamente. Una partita a senso unico nella 9a giornata di World League, e neanche la pausa della seconda frazione (2-1 in favore degli ospiti), che tanto ha fatto arrabbiare Campagna, ha determinato danni. Un Settebello giovane e convincente (nonostante alcuni individualismi), spinto da 1.500 spettatori che hanno riempito la tribuna. Una doppia soddisfazione a casa
per il c.t. e per Valentino Gallo che nella vasca in cui è cresciuto si è presentato da capitano (siglando una tripletta). «È vero – dice il posillipino, nell’occasione affiancato dall’altro mancino Damonte –, per me è stata una giornata speciale». E a ogni gol sono stati brividi per lui e per i tifosi che hanno urlato il suo nome. «Ho avuto il cuore in gola dal primo all’ultimo minuto, in tribuna c’erano tanti amici. Sapevo che ci sarebbe stato questo entusiasmo perché conosco la mia città». IL C.T. Da un siracusano in vasca ad un siracusano in panchina. «È stato tutto perfetto, compreso il sole. Anche se dal punto di vista tecnico la partita non aveva molto da dire, è sta-
MARCATORI: 0’25” S.Luongo, 1’38” Gallo, 2’24” Coppoli, 2’40” Biyik, 4’29” Ozbakis s.n., 4’58” Gallo s.n., 6’41” F.Di Fulvio, 7’47” C.Mirarchi; 8’18” F.Di Fulvio, 12’01” Biyik s.n., 14’46” Ozbakis; 19’33” A.Fondelli, 21’ Ozbakis, 21’14” S.Luongo, 21’58” Bruni s.n., 23’59” S.Luongo rig.; 25’35” S.Luongo, 26’30” F.Di Fulvio, 27’45” A.Fondelli s.n., 30’13” Gallo s.n., 30’37” Damonte, 31’21” A.Fondelli s.n., 31’53” Yaman s.n.
Valentino Gallo, 29 anni, attaccante siracusano del Posillipo INSIDE
to bello vedere tanto entusiasmo ed è fantastico constatare che siamo nel cuore della gente. Facciamo il tutto esaurito in ogni impianto». E proprio il commissario tecnico lancia un appello. «Questo impianto voluto da Concetto Lo Bello 50
anni fa deve essere ristrutturato al più presto. So di un project financing da 6 milioni di euro. Spero che venga realizzato perché questo può diventare un centro federale non solo per la pallanuoto». © RIPRODUZIONE RISERVATA
TALIA: Del Lungo, F.Di Fulvio, C.Mirarchi, Renzuto, Damonte, A.Fondelli, Coppoli, Gallo, N.Presciutti, S.Luongo, Bruni 1, Busilacchi, Oliva. All. Campagna. TURCHIA: Sen, Colak, Biyik, Agkurt, Senemoglu, Ozbakis, Yaman, Gectan, Gozusulu, Sonmez, Yilmaz, Gedik, Yursek. All. Olcaytu. ARBITRI: Vasenin (Rus) e Zucha (Slk). NOTE: sup.num. Italia 10 (5 gol), Turchia 13 (3). Usc. 3 f. N.Presciutti 27’, Agkurt 27’27”. Esp. Colak 23’59” per comportamento antisportivo. Spett. 1.500. Campagna e il viceallenatore Pomilio hanno depositato una corona di alloro sulla targa che commemora Paolo Caldarella.
LA GUIDA Nell’altra sfida del girone C, FranciaMontenegro 8-14. Classifica Croazia 21 (giocate 7); Italia 17 (7); Montenegro 10 (7); Turchia (7) e Francia (8) 3 punti. Pr. turno (14/4) Croazia-Italia, TurchiaMontenegro. La formula Alla Final Eight di Bergamo (23-28 giugno, un pass olimpico in palio), va la prima di ogni gruppo europeo oltre all’Italia (qualificata di diritto come Paese ospitante) e alle quattro provenienti dagli altri continenti (si gioca questa settimana a Newport Beach, in California). ● CAMPIONATI Oggi si giocano due anticipi della penultima giornata di A-1 (per la concomitanza della finale di Euro Cup dell’11 aprile): Pro ReccoCarpisa Yamamay Acquachiara alle 19.30 e Florentia-Posillipo alle 20. Class.: Pro Recco* 60; Brescia 55; Acquachiara 47; Sport M. 44; Savona 31; Posillipo 26; Can.Napoli 23; Como*, Lazio 19; Bogliasco 18; Roma Vis Nova 10; Florentia 4 (*una partita in più). Alle 20.30 scattano anche i quarti dei playoff donne: Rapallo-Bogliasco e Orizzonte-Despar Messina. Gara-2 si gioca il 18, eventuale gara 3 il 19 a Messina e Bogliasco.
Tennis R L’esperimento
MERCOLEDÌ 1 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
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TORNEO MIAMI Pennetta travolta da super Halep Thiem da applausi
● Nella foto, i gechi-giudici di linea arbitrano Andy Roddick nel PowerShares Series/Rob Loud, il circuito-esibizione Usa per over 30 che dal 24 marzo tocca 12 città in Nord America
Basta giudici di linea «ciechi» Al loro posto arbitrano i gechi
1Primo test a Salt Lake City: McEnroe e compagni si arbitrano da soli. L’unico giudice umano è quello di sedia. L’Occhio di falco è nascosto negli animaletti a bordo campo Vincenzo Martucci @VinceMartucci
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et che si decidono sul 4-4? Terzo set direttamente al tie-break? Abolizione di una palla di servizio? Chissà quale sacrificio pretenderà il dio televisione alla tradizione del tennis. Intanto, John McEnroe, incendiario per vocazione, collauda il primo torneo con un solo arbitro, quello di sedia, come in certe gare giovanili. E gli 8 giudici di linea, quelli che tanto lo facevano arrabbiare quando lottava per il numero 1 del mondo? Esistono, e fanno anche loro delle chiamate bestiali. Perché hanno la sembianza di animali, dei simpatici geco ma, dietro un corpo di compensato, vantano occhi elettronici, direttamente collegati col famoso «Occhio di falco» (Hawk-Eye), la moviola del tennis. Così, la chiamata d’appello non è più a discrezione (e rischio) dell’atleta, ed è illimitata. Bello? Brutto? Il 24 marzo, a Salt Lake City, la prima tappa delle PowerShares Series/Rob Loud, 12 tappe, in America del Nord, con over 30 di qualità co-
me appunto SuperMac, Pete Sampras, Andre Agassi, Jim Courier, Michael Chang, Andy Roddick, James Blake e Mark Philippoussis, è stata un successo. Anche perché, in pratica, i giocatori si sono arbitrati da soli, altrimenti le chiamate sarebbero fin troppe e anche tattiche. RIVOLUZIONE «Quella macchina mi ha riconosciuto, le avete parlato di me», tuonò JonnyMac all’inedito «bip» del giudice di servizio elettronico, preludio della moviola su tutte le righe che ha rivoluzionato l’arbitraggio del tennis dal 2006 a Miami e poi agli Us Open. «Non avrei mai pensato che sarebbe arrivato il giorno che avrei giocato un torneo di tennis senza giudici di linea», gioisce oggi il grande mancino a stelle e a strisce. «Penso che sia una grande passo avanti non solo per il nostro, ma per lo sport in generale. Mi congratulo con chi l’ha messa in pratica. Può cambiare il tennis». Con l’australiano Philippoussis che va anche oltre: «E’ solo questione di tempo, ma sarà una progressione naturale. Succederà. Prima o poi questo salto si farà».
PROBLEMI L’idea del giudice di linea elettronico nasce da Jim Courier, un tennista di fatica, uno di quelli che non avendo tanta «mano», in campo, si industriava e pensava di più. Così da arrivare al numero 1 del mondo e a 4 titoli dello Slam in 7 finali, malgrado dovesse coesistere coi fenomeni Agassi e Sampras. «Jim il rosso» è il fondatore di InsideOut Sports, la compagnia di Los Angeles che ha creato il sistema già testato l’anno scorso, in Spagna, dalla Federazione mondiale (Itf) e ora varato nel mini-torneo americano a quattro giocatori di una puntata sola, con semifinali e finale di un set solo. E proprio Courier, conoscendo bene i giocatori, qualche perplessità sui tempi della rivoluzione tecnologica ce l’ha: «Non è mai facile giudicare un servizio che viaggia a 135 miglia. Arbitrarci da soli, come nei tornei Futures, potrà creare qualche tensione in più fra noi». Magari è un bene. Magari si prendono qualche responsabilità in più. Magari capiscono che si stava meglio quando si stava peggio: con i giudici di linea uomini. E non gechi. © RIPRODUZIONE RISERVATA
DIETRO LE QUINTE C’È JIM COURIER Giudici di linea
Giudice di sedia
RCS
2006 3,6 ● Paul Hawkins ha ideato «Hawk-Eye», Occhio di falco, sul principio della triangolazione usando le immagini registrate da almeno 4 telecamere poste in diversi angoli del campo. Nato per il cricket, il sistema ha esordito nel tennis nel marzo 2006 al torneo di Miami.
● E’ il margine d’errore in millimetri di Hawk-Eye, che ne fa un sistema più affidabile dell’occhio umano. Anche per via della stanchezza dei giudici di linea, malgrado vengano alternati nel match. Il limite sono i costi, e la copertura in tutti i tornei e in tutti i campi.
Lunedì notte, nel combined event di Miami (5 milioni di euro, cemento), sfortunata prova di Flavia Pennetta che arriva 5-2 nel secondo set contro Simona Halep, dopo averla già battuta tre volte su tre, ma poi viene travolta dalla romena assolutamente ingiocabile. Tra gli uomini, primo quarto in carriera in un Masters 1000 per l’austriaco Thiem, talentino emergente di 21 anni che piega dopo oltre due ore il mancino francese Mannarino, altro giocatore molto caldo in questo inizio di stagione. Uomini, ottavi: Thiem (Aut) b. Mannarino (Fra) 7-6 (5) 4-6 7-5; Berdych (Cec) b. Monfils (Fra) 6-3 3-2; Monaco (Arg) b. Verdasco (Spa) 6-3 6-3. terzo turno: Djokovic (Ser)b. Darcis (Bel) 6-0 7-5; D. Ferrer (Spa) b. Rosol (Cec) 6-4 7-5; Isner (Usa) b. Dimitrov (Bul) 7-6(2) 6-2; G. Simon (Fra) b. Falla (Col) 6-3 6-4; Goffin (Bel) b. Janowicz (Pol) 6-4 6-3 Donne, quarti: Petkovic (Ger) b. Pliskova (Cec) 6-4 6-2, ottavi: Halep (Rom) b. PENNETTA 6-3 7-5; Petkovic b. Makarova (Rus) 6-1 7-5; Pliskova b. Gavrilova (Rus) 6-3 6-2; Stephens (Usa) b. Bencic (Svi) 6-4 7-6 (5). ROMA CON FEDERER C’è anche Roger Federer nella entry list degli Internazionali Bnl d’Italia in programma dal 9 al 17 maggio al Foro Italico. Lo svizzero un mese fa aveva rivelato che il torneo poteva anche non rientrare tra i programmi stagionali. Tra gli uomini, iscritti i primi 42 del mondo (in più ci sono Almagro e Mayer con ranking protetto). Nel femminile, sono iscritte tutte le prime 29 tenniste della classifica Wta e 43 delle prime 45: uniche assenti la slovacca Cibulkova e la statunitense Vandeweghe.
Ecco «Ball Boy» il docu-reality Fit sui raccattapalle ● Un altro reality nello sport. Questa volta sul tennis e in particolare sui raccattapalle. Va in onda su Supertennis ogni lunedì alle 18.30 (la replica della prima puntata domani alle 21.05 ). Il programma di Angelo Bozzolini e Lorenzo Scurati, è nato da un’idea di Beatrice Coletti. Protagonisti i ragazzi della Scuola Raccattapalle della Federtennis, attiva da tre anni e i 360 giovani che studiano e si allenano per apprendere le tecniche da impiegare durante gli Internazionali Bnl d’ Italia. In particolare il docu-reality racconta le storie di Alessandra, Alessia, Camilla, Flaminia, Federico e Matteo, sei giovani che amano il tennis e sognano di trovarsi un giorno al posto dei grandi campioni sui campi del Foro Italico.
Scacchi R Il n.2 al mondo
L’Azerbaigian tenta Caruana: Italia addio? Simone Battaggia
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abiano Caruana è pronto a lasciare l’Italia. Non che l’abbia frequentata con assiduità, da quando — era il 2005, aveva 13 anni — papà e mamma decisero di abbandonare Miami per l’Europa, dove il figlio prodigio avrebbe trovato i maestri migliori. Ora, però, il numero 2 al mondo sembra sul punto di tagliare il legame con la federazione. Non tanto per riabbracciare gli Stati Uniti, ma per l’Azerbaigian. BASTA PAGARE Negli scacchi cambiare bandiera è una que-
stione di soldi. Se si pagano 50.000 dollari alla federazione internazionale, nel giro di tre mesi si può passare a un qualsiasi altro Paese, senza bisogno di prenderne la nazionalità e di risiedervi per due anni. Nel 2005, quando era un ragazzino prodigio, Caruana divenne italiano grazie alle origini dei genitori; la residenza fu portata in Piemonte, dove vivono alcuni parenti della madre, anche se la famiglia di fatto viveva a Budapest. Man mano che Fabiano diventava più forte, i Caruana si trasferirono a Lugano e poi a Madrid. In Italia Fabiano si è sempre visto poco: qualche apparizione ai Tricolori, le
presenze con la Obbiettivo Risarcimento Padova in Coppa Campioni, poco altro. IL CONTATTO CON GLI USA Nel settembre scorso, durante il trionfale torneo di Saint Louis — sette vittorie di fila contro i migliori avversari, 8,5 punti conquistati sui 10 disponibili —, Caruana era stato avvicinato da Rex Sinquefield, ex magnate della finanza che sovvenziona quel ricco torneo e sostiene il movimento scacchistico statunitense. Gli venne chiesto di passare sotto la bandiera degli Stati Uniti. Su suggerimento del padre Louis, che ne cura gli interessi, Fabiano preferì
aspettare, ma lasciò la porta più che aperta. Questione di tempo, e di soldi. Infatti il tema è tornato d’attualità nel giro di pochi mesi, dopo il recente no di Fabiano alla squadra di Padova per la prossima finale scudetto e l’accordo per il Socar, il club azero per cui Caruana già giocò la Coppa Campioni nel 2012 e 2013. L’OFFERTA La repubblica caucasica offre 400.000 dollari l’anno, contro gli 80.000 euro che oggi mette sul piatto la federazione italiana. Sul prezzo, e sull’effettiva realizzazione dell’affare, incideranno i prossimi tornei. Il primo, dal 16 al
Fabiano Caruana, 22 anni EPA
27 aprile, si giocherà proprio in Azerbaigian: il memorial Gashimov, che prende il nome di un grande maestro scomparso l’anno scorso a 28 anni, vedrà al via anche il n.1 al mondo, Magnus Carlsen. Il secondo dal 13 al 27 maggio in Russia, definirà la classifica del Grand Prix, l’appuntamento che qualifica al torneo dei Candidati, ultimo passo verso il posto di sfidante per il titolo mondiale. Se Caruana dovesse andare bene in entrambi i tornei le sue quotazioni aumenterebbero, mentre dei piazzamenti mediocri potrebbero togliergli anche il secondo posto nel ranking — oggi nella classifica virtuale è a 2802, contro i 2798 dello statunitense Nakamura — e quindi rendere il suo trasferimento meno vantaggioso. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Atletica R La rievocazione
MERCOLEDÌ 1 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Bella e poco fedele La serie su Mennea emoziona gli italiani
FICTION SPORTIVE
Un genere di successo Bartali fece il 35%
C
1Grande successo della fiction Rai: 25% di share
per la seconda puntata. Tra errori e colpi di genio
Fausto Narducci
P
ietro Mennea, scomparso poco più di due anni fa, aveva realizzato la sua «mission»: battere il mitico record di Tommie Smith. Le fiction sportive, quasi tutte sulla Rai, hanno spesso fallito la loro: mettere d’accordo pubblico e critica. Sul successo di audience, vista la forza e la popolarità del personaggio, non avevamo dubbi ma il risultato ha stracciato ogni previsione: 5.300.000 (20,33 per cento) per la prima puntata, addirittura 6.687.598 (25 per cento di share) per la seconda, evidentemente sull’onda del passaparola. Sul valore assoluto della miniserie, in base alle anticipazioni sulla trama e alle modalità della promozione, di dubbi invece ne avevamo molti e li avevamo espressi: trasformare potenzialmente una storia sportiva di questa portata in una melensa soap opera sembrava un’operazione sbagliata in partenza. Come nello sciagurato precedente (sempre a cura della Casanova Multimedia) dell’inconsistente Dorando Pietri. In particolare nei vari salotti promozionali televisivi ci era apparso molto stonato il tentativo della co-sceneggiatrice Simona Izzo, accanto al marito regista Ricky Tognazzi, di sdoganare come latin lover, il Pietro
Mennea che avevamo conosciuto invece al limite della misoginia. EMOZIONI Invece, messe da parte le prevenzioni da addetti ai lavori, ci siamo dovuti ricredere: «Pietro Mennea. La freccia del sud», pur concedendosi molte licenze nelle affinità fra i personaggi e i temi trattati rispetto a quelli reali, si è rivelata forse la più riuscita all’interno di quel minigenere di successo che è la fiction sportiva. Certo, chi ha conosciuto il vero Mennea, musone e spesso misterioso nelle sue costruzioni verbali, ha fatto fatica a riconoscerlo nel solare e loquace personaggio interpretato da Michele Riondino. Però, perfino le temutissime scene sentimentali con l’unica moglie Manuela (conosciuta a 45 anni) anticipata per esigenze narrative ai tempi della piena attività, si sono inserite in maniera coerente e costruttiva, in quell’ansia (vera) di riscatto sociale da uomo del sud che Pietro si portava addosso. Alla fine, inutile negarlo, anche chi sapeva già tutto si è emozionato e commosso partecipando alla crescita umana e sportiva di
un personaggio che, come in un bel fumetto, usciva prepotentemente dalle anguste tavole disegnate per imporsi in tutta la sua grandezza. Merito delle intuizioni registiche di Ricky Tognazzi che, liberatosi dall’ombra del padre, è ormai maturo per il grande salto cinematografico: la costruzione in flashback partendo da Mosca ‘80 è stata una delle scelte vincenti ma anche l’impresa televisiva di rappresentare adeguatamente la strage di Monaco ’72, in quei ristretti spazi di tempo e di mezzi, non poteva venire meglio, nonostante l’invenzione della sorella di una delle vittime israeliane. Colpo da maestro la scelta inusuale di utilizzare dove possibile (per il pugno alzato di Messico ‘68 si è ricorso a un nuovo doppiaggio) la voce originale di Paolo Rosi. Belle anche le interpolazioni dei filmati originali con una toccante sovrapposizione d’immagini per Mosca ’80, giustamente scelta come momento finale della miniserie prima dell’inevitabile declino del personaggio vero. Non per niente già lunedì, dopo i primi riscontri positivi, Tognazzi ha chiesto via twitter la disponibilità di Federica Pellegrini per una nuova fiction ottenendo subito una ri-
CONTE CITA MENNEA ALLA VIGILIA ● La fiction su Mennea (interpretato da Michele Riondino, foto) è stata citata da Conte alla vigilia di Italia-Inghilterra: «Come ha detto Mennea in tv, per raggiungere grandi sogni bisogna fare grande fatica»
sposta positiva. ATTORI Merito anche della recitazione di quasi tutti gli attori: avevamo già apprezzato a cinema e a teatro la capacità di calarsi nei personaggi (non solo pugliesi) dello spontaneo e diretto Michele Riondino, ma Lunetta Savino e Nicola Rignanese, genitori di Mennea, gli sono stati all’altezza come pure l’espressiva Elena Radonicich, nel ruolo della «fiamma» universitaria diventata compagna nella vita. Chissà se l’attore-produttore Luca Barbareschi, invece, sarà piaciuto a Carlo Vittori: gli corrisponde poco ed è sembrato un po’ manieristico come uscito dal manuale dell’«allena-
on il 25% di share (6,6 milioni di telespettatori) la seconda puntata di Mennea ha raccolto più di quanto aveva realizzato il judoka Beppe Fiorello, l’interprete più trainante delle fiction, nel febbraio 2014 con il personaggio ispirato alla saga della famiglia Maddaloni a Scampia: 23,85% (6.802.000). Tra le fiction sportive, la più vista di sempre rimane ancora Gino Bartali - L’ intramontabile, andata in onda su Rai 1 nel 2006: la seconda puntata, allora, fu vista da 9,7 milioni di italiani, con uno share del 35,15%. Al secondo posto, Il Grande Fausto (1995) dedicata a Fausto Coppi (9,1 milioni); al terzo Il Grande Torino (2005), vista da 9 milioni di telespettatori. Oltre i 7 è arrivata La leggenda del bandito e del campione (2010) con il solito Beppe Fiorello.
tore burbero». Certo le cadute informative non sono mancate: come si fa a mostrare una foto di Cova olimpionico di Los Angeles 1984 alle spalle di Mennea nella conferenza stampa per i Giochi di Monaco di Baviera 1972 (!) e a presentare come (importantissimi) Europei la Coppa Europa di Nizza 1975 dove ci fu la prima vittoria su Borzov nei 200. Però si poteva immaginare uno spot migliore per la nostra povera atletica? Ci risulta che ieri, in molte scuole e Università di Scienze Motorie, si è parlato del« più grande sportivo italiano di tutti tempi» che per tanti giovani era un perfetto sconosciuto. Era…
LE ALTRE Di successo anche Il Pirata (2006) a due anni dalla morte di Marco Pantani e Tiberio Mitri (2011) a 50 anni dal Mondiale perso con Lamotta. Tra i volti più popolari prestati a personaggi sportivi ricordiamo Raul Bova nel ruolo di Giuseppe Abbagnale in Una storia italiana (‘92); Sergio Castellitto, oltre che Fausto Coppi, è stato Enzo Ferrari su Canale 5. La rete Mediaset, meno attenta al mini-genere sportivo, si è difesa anche con Il campione più grande (2008) su Primo Carnera che nella prima puntata raccolse 5,3 milioni di telespettatori.
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Pallavolo R Champions League femminile
L’Europa in mano ai fantastici quattro d’Italia 1Alle finali in Polonia ci sono Parisi, Cuccarini, Guidetti e Caprara. Una cosa è certa: la Coppa la solleverà uno dei nostri Gian Luca Pasini Mario Salvini
C’è Trento-Monza E Anderson non va più a Perugia
C’
è una cosa che possiamo già dire della Champions League femminile, e non è una cosa da poco: vincerà un allenatore italiano. Perché alla Final Four che si gioca nel fine settimana a Szczecin, in italiano Stettino, estremo nord della Polonia, sono italiani tutti e quattro gli allenatori qualificati. Beppe Cuccarini aspetta Busto in semifinale col suo Police. Che non ha a che fare né con la polizia né con Sting, è il nome del sobborgo di Stettino dove la squadra gioca abitualmente. E poi i protagonisti della semifinale derby turco-emiliano, e cioè la sfida tra squadre di Istanbul, il Vakifbank del modenese Giovanni Guidetti e l’Eczacibasi del bolognese (di Medicina) Gianni Caprara. E infine Carlo Parisi, col suo Busto Arsizio. Un poker che quantomeno conferma la supremazia della nostra scuola delle panchine. «L’Italia conferma Parisi - continua a produrre allenatori che sanno fare il loro mestiere bene anche all’estero. Molto bene, in tanti casi: Gianni Caprara dopo due anni trionfali in Italia (2 scudetti con Piacenza, ndr) è ancora in lizza in tutte le manifestazioni;
GIA’ DA QUALCHE GIORNO SI SENTE L’EMOZIONE PER QUESTO EVENTO
IL NOSTRO OBIETTIVO E’ ARRIVARE ALMENO A UNA MEDAGLIA
CHI VINCE IL DERBY TURCO POI AL 75% SI PRENDE LA COPPA
PECCATO, MA ALMENO COSI’ UNA TURCA SARÀ DI SICURO IN FINALE
CARLO PARISI ALL. BUSTO ARSIZIO
BEPPE CUCCARINI ALL. CHEMIK POLICE
GIOVANNI GUIDETTI ALL. VAKIFBANK ISTANBUL
GIANNI CAPRARA ALL. ECZACIBASI ISTANBUL
Beppe Cuccarini è un allenatore di grande esperienza che si è ambientato subito in Polonia. Per Giovanni Guidetti penso che ci sia poco da dire: proverà a vincere per l’ennesima volta».
lui, dopo quella del 2011. Caprara però lo batte: ne ha 3, vinte con Bergamo tra ’99 e 2005.
anche se oggi è prevista neve. «C’è una grande attesa», racconta l’«organizzatore» che per la verità all’inizio si era opposto all’idea della sua presidentessa, Joanna Zurowska, di portarsi in casa la manifestazione, e dunque di saltare ottavi e quarti. «L’Azoty Arena, dove si giocherà – spiega – l’abbiamo inaugurata a ottobre e sarà strapiena». Nota tecnica che suona vagamente minacciosa per Busto.
ha un po’ esagerato: «Chi vince la semifinale tra turchi poi si prenderà la Coppa», ha fatto dire a Guidetti. Lui assicura di non aver detto proprio così. «La mia squadra e l’Eczacibasi sono superiori a Busto e Police – conferma - Ma non è detto che vincano. Diciamo che chi esce dal nostro derby poi avrà il 75% di possibilità di conquistare la Champions”. Difficile trarre vaticini dal campionato turco, dove sia all’andata che al ritorno ha vinto l’Eczacibasi, entrambe
PRECEDENTE Non è nemmeno la prima volta che alla Final Four arrivano 4 italiani: era già successo due anni fa. Anche allora, a Istanbul, c’erano Parisi con Busto e Guidetti che col Vakifbank si sarebbe portato a casa la Coppa, la seconda per
ATTESA Cuccarini, campione di Polonia in carica, invece in Champions ha «solo» un secondo posto, datato 2002, quando con Bergamo fu sconfitto in finale dal Cannes, peraltro dopo aver battuto in semifinale l’Eczacibasi (che poi avrebbe allenato: «sono stato un precursore in Turchia»). Per stavolta garantisce che sul Baltico farà caldo,
DERBY TURCO Il sito della Cev
● (niba-giu.ma.-an.me.) Stasera (20.30) recupero della 25ª TrentoMonza. Trentini che vedono il 1° posto in regular season (sarebbe la 7ª volta) e cercano la 18ª vittoria in casa su 18. Fedrizzi reduce dall’influenza. Monza senza Botto (frattura a un dito) in banda galliani e Bonetti. E intanto a Perugia Anderson non arriva più, ufficialmente per problemi alla schiena. CLASSIFICA Modena 57; Mace-rata 57; Trento 56; Perugia 48; Verona 44; Latina 41; Ravenna 32; Molfetta 31; Piacenza 25; Monza 20; Padova 15; Milano 11; Sansepolcro 10
le volte per 3-2. Ma dove il Vakifbank ha chiuso in testa la stagione regolare. «E poi è da dire che l’utilizzo delle straniere cambierà gli equilibri». Perché in Turchia non ne possono andare in campo più di tre. Ma in Champions non ci sono limitazioni. E se l’Eczacibasi può buttar dentro Larson, De La Cruz, Furst e Poljak; il Vakif può rispondere con Rasic, De Kruijf, Sheilla, Vasileva e con la nostra Costagrande. Impressionante. © RIPRODUZIONE RISERVAT
MERCOLEDÌ 1 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
TUTTENOTIZIE
1SCI VELOCITÀ, RINVIO Rinviato a Vars (Fra) per il secondo giorno consecutivo
l’attacco al primato del mondo di velocità (252.454) di Simone Origone per il troppo vento. Viste le previsioni, giorni più probabili per il tentativo sembrano essere domani e venerdì.
ATLETICA: DOPING
Schwazer-Donati, oggi si parte De Benedictis referente tecnico E Malagò benedice l’accordo 1Mario, fratello del 5 volte olimpico Giovanni, allenatore di riferimento Alex lavorerà vicino al laboratorio antidoping del Coni di Roma Andrea Buongiovanni
L’
appuntamento è per oggi alle 11 alla sede romana della Federazione nazionale della stampa. Non sarà un pesce d’aprile. Alex Schwazer, Sandro Donati, il dottor Dario D’Ottavio, la manager Giulia Mancini, l’avvocato Gerhard Brandstaetter ed Enrico Fontana, coordinatore nazionale di Libera, presenteranno il progetto per il ritorno all’attività dell’oro olimpico della 50 km di marcia a Pechino 2008 a squalifica doping conclusa (29 aprile 2016, per ora).
BASE A ROMA Ieri RaiSport ne ha anticipato alcuni particolari, intervistando Schwazer e Donati, seduti fianco a fianco. «Sono contento dell’opportunità – ha detto l’altoatesino con vistoso pizzetto – non tutti forse, a questo punto, mi punteranno il dito contro quando tornerò, qualcuno riconoscerà il mio valore
SPORT PARALIMPICO
Cip ente autonomo Sì in Commissione Da domani in aula
Il presidente Luca Pancalli ● Approvata dalla Prima Commissione Affari Costituzionali del Senato, nell’ambito del disegno di legge sulla riorganizzazione della Pubblica Amministrazione, la trasformazione del Comitato Italiano Paralimpico in Ente Autonomo di Diritto Pubblico. L’iter prevede ora il passaggio nell’aula del Senato (lavori da domani) e la successiva approvazione da parte della Camera. Esprime la sua soddisfazione Luca Pancalli: «È un momento atteso da anni, che conferisce dignità all’intero nostro movimento. Il mio sentito ringraziamento va in particolare al sottosegretario Delrio e a tutti i componenti della Commissione Affari Costituzionali del Senato, per aver compreso come questo fosse un atto sostanziale che riconosce, peraltro, la profonda valenza sociale del movimento paralimpico. Ringrazio anche Giovanni Malagò, per aver, da subito, sostenuto l’opportunità di questa trasformazione del Cip in ente pubblico. Questo nuovo assetto, infatti, ci equipara, sul piano giuridico, al Coni».
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Alex Schwazer, 30 anni, anche un oro europeo, sotto Sandro Donati IPP/AFP
a prescindere. Da atleta pulito non apprezzavo chi tornava da una squalifica. Avrei potuto rientrare come fan tutti. Invece opto per una modalità diversa: voglio dimostrare che non rifarei l’errore». «Prima di accettare la proposta – ha aggiunto Donati – ho appurato che i magistrati sono soddisfatti della collaborazione prestata da Alex, io stesso gli ho fatto centinaia di domande. Si rimette in gioco e voglio essere partecipe del suo rinnovamento. Si allene-
rà a Roma (dove ora vive Carolina Kostner, ndr), vicino al laboratorio antidoping del Coni e a chi lo seguirà». IL TECNICO Oggi, con ogni probabilità, verrà svelato anche il nome del tecnico specializzato che lavorerà al progetto. E’ il 49enne pescarese Mario De Benedictis, già allenatore del fratello minore Giovanni, ex carabiniere come Schwazer con all’attivo cinque Olimpiadi, col bronzo nella 20 km di Barcellona 1992, l’argento iridato di Stoccarda 1993 e cinque podi tra Mondiali e Europei indoor. Mario, da sempre paladino dell’antidoping (Giovanni, in settembre, disse: “Schwazer è solo la punta di un iceberg”), curatore di «Opinioni aerobiche», blog su «la corsa e la marcia attraverso pillole di piacevole fatica quotidiana», oggi allena la 16enne azzurra Vanessa Tomei. MALAGÒ E DIDONI I favorevoli e i contrari all’operazione abbondano. Tra i primi il presidente del Coni, Giovanni Malagò: «Bisogna dire bravi a tutti e due. A Schwazer, perché è riuscito a coinvolgere Donati in questa impresa per dare credibilità alla figura dello sportivo e a Donati per essersi messo al servizio di una causa che può essere d’esempio per chi in passato ha avuto problemi analoghi». Tra i secondi Michele Didoni, ex coach di Schwazer che, su Facebook, senza mai citare Alex, scrive: «Buon viaggio mostro dalle mille facce e grazie per tutto quello che mi hai fatto vivere». © RIPRODUZIONE RISERVATA
BOXE: IN OHIO
IPPICA
Aveva due piscine, cinque stanze da letto e la gabbia per le tigri: l’ex villa di Tyson diventerà chiesa
Demuro jr tris francese in due giorni
● La villa di Southington, Ohio, che Mike Tyson ha abitato da metà degli anni ‘80 fino al 1999, verrà trasformata in una chiesa dagli attuali proprietari. Dotata di cinque stanze da letto, sette bagni tra cui quello con la Jacuzzi e lo specchio sul soffitto, una piscina interna ed una esterna, due garage, un campo da basket e la famosa gabbia delle tigri, venne occupata dall’ex iridato dei massimi fino alla condanna per stupro nel 1992 e poi ancora dal 1995, anno della scarcerazione, fino al 1999, quando venne messa in vendita per un milione e 300mila dollari per fare fronte ai debiti accumulati dal campione. Dopo aver cambiato molti proprietari, versava in stato di abbandono: ora, recuperata, cambierà destinanzione d’uso.
● Fantini italiani in fermento, a cominciare da Cristian Demuro che, dopo la serata milionaria di sabato in Dubai (un piazzamento), è tornato in Francia e in due giorni ha vinto tre corse. La prima lunedì, una condizionata a Chantilly, mentre ieri ha siglato una doppietta (in una reclamare e in un handicap) sulla pista di Argentan. Intanto Dario Vargiu ha chiuso l’avventura giapponese con una doppietta domenica ad Hanshin (16 vittorie in questa stagione) e oggi torna in attività in Italia esattamente a Milano dove è impegnato in sella ad Aria di Primavera nel Premio Razza del Soldo, una condizionata sul miglio in preparazione al Regina Elena di Roma. ● CALIFORNIA AD ASCOT Dopo il secondo posto nella Dubai Cup di sabato notte (dietro Prince Bishop), l’americano California Chrome viene trasferito in Inghilterra. Farà base a Newmarket per preparare le Prince of Wales’s del 17 giugno al Royal Ascot. Prima potrebbe fare le Lockinge a Newbury il 16 maggio.
Il bagno con la Jacuzzi e vista
Ecco la piscina interna della villa
ATLETICA ●
AUSTRALIANI (si.g.) Nei campionati australiani di Brisbane, 12”59 di Sally Pearson nei 100 hs. Uomini. 100 (+1.1): Clarke 10”19. 110 hs (+1.5): Hough 13”42 (mpm ‘15). Alto: Starc 2.28. lungo: Crowther 8.05 (+0.5, mpm ‘15). Peso: Gill (N. Z.) 20.75. Donne. 100 (+0.9): Breen 11”26; sf: Pearson 11”28 (+3.0). 100 hs (+1.3): Pearson 12”59 (mpm ‘15); Jenneke 12”82. Asta: Boyd 4.60 (mpm ‘15). Lungo: Jaensch 6.74 (+3.2). Disco: Samuels 64.44. Giavellotto: Viljoen (Saf) 63.29. ● STRADA ITALIA (m.m.) Così a Marina di Carrara (Ms) nella Stracarrara di 10 km, Uomini: 1. Melly (Ken) 29’40”; 4. Ragusa 30’41”; 5. Curzi 31’12”. Donne: 1. Mukasakindi (Rua) 34’56”; 3. Finielli 35’39”. A Riposto (Ct) nella maratonina Blù Ionio. Uomini: Soffietto 1.12’48”. Rovigo Half Marathon: 1. Slimani (Mar) 1h09’14”; 2° Errami 1h10’17”. Donne: Ricotta 1h19’47”. Belluno-Feltre di 30 km. Uomini: 1. Rono (Ken) 1.33’27”; 3. Boudalia 1h34’57”; 4. Pellecchia 1h35’37”; 6. Goffi 1h36’22”. Donne: 1. Janat (Mar) 1h52’36”; 2. Gelsomino 1h56’52”.
BASEBALL LIDDI, TEST IN MLB (m.c.) Per il settimo anno consecutivo Alex Liddi durante lo spring training nella formazione di Major League. Kansas City, che lo ha assegnato alla squadra di triplo A, Omaha, lo ha schierato in tre partite e l’interno ha risposto con 2 valide (con un doppio) su 4 turni e 2pbc.
BOXE ●
BALLISAI-FINIELLO (r.g.) Sabato ad Avellino Max Ballisai (18-2) difende il tricolore leggeri contro Vincenzo Finiello (10-0-2), mentre il piuma Carmine Tommasone (13) affronta il cileno Cristian Palma (20-8-1) per il vacante Intercontinentale Wba. Differita alle 00.55 su Italia 1. ● MANGIACAPRE (i.m.) Aggiornamento classifica individuale delle Wsb il capitano azzurro Vincenzo Mangiacapre nei 64 kg è in testa con 25 punti e ad una vittoria da essere il primo italiano qualificato a Rio.
CURLING ●
MONDIALI UOMINI L’Italia, ai Mondiali maschili di Halifax (Can), dopo le due vittorie iniziali contro la Scozia (6-5) e la Svezia (11-5), inanella quattro sconfitte consecutive contro la Cina (6-2), la Svizzera (7-1), gli Stati Uniti (8-2) e il Giappone (8-1). Nella notte italiana di ieri sfida alla Russia, oggi a Norvegia e R.Ceca. Classifica: 1. Canada 5-0; 2. Svizzera 5-1; 3. Norvegia 4-1; 4. Giappone 4-2; 5. Svezia, R.Ceca, Finlandia 3-3; 8. Usa 23; 9. ITALIA 2-4; 10. Cina 1-4; 11. Scozia, Russia 1-5.
IPPICA ●
IERI 7-5-3-2-1 A Roma (m 1100): 1 Ridge Racer (G. Chioffi); 2 Another Full Power; 3 Tache Noire; 4 Axa Reim; 5 Guagliona; Tot.: 10,77; 3,06, 2,59, 1,90 (87,26). Quinté: n.v. Quarté: 1.212,37. Tris: 245,88. ● OGGI QUINTÉ A ROMA A Capannelle (inizio convegno alle 15.10I ennesima e dannosa tris sostitutiva con solo 12 cavalli: scegliamo Rum e Coca Day (5), Romanov Bi (2), Rassel d’Ete (12), Ramona K d’Ete (1), Rushmore Dvm (3) e Rugantino Ans (11). ● SI CORRE ANCHE Trotto: Firenze (14.55) e Torino (15.15). Galoppo: Milano (14.30).
NUOTO ●
ANTIDOPING (al.f.) Nel 2014, la Fina ha condotto 1121 test antidoping di cui 894 a sorpresa. Tra i più controllati, l’azzurro Gregorio Paltrinieri (6 test), Cielo, Park, Matsuda e Belmonte (6), Agnel, Hagino, Mellouli, Magnussen, C. Campell e Ledecky (5), Lochte e Phelps (4). Ieri mattina invece è stata controllata Elena Di Liddo. ● POSITIVI (al.f.) L’iraniano Raham Pieman Pieraviani è stato sospeso per due anni per positività al letrozolo. Stessa squalifica per la tuffatrice colombiana Carolina Urrea, positiva alla cocaina. Positività dai metaboliti di Oxandrolone per Gianluca Testoni, ai Primaverili di nuoto pinnato di Legnano il 6 marzo scorso.
OLIMPIADI Una veduta complessiva della villa: Tyson la mise in vendita nel ‘99
Cristian Demuro, 23 anni PERRUCCI
TRUÑÓ AIUTA ROMA L’ingegnere catalano Enric Truñó, che
La figlia di Ali «Muhammad tiferà Pacquiao» ● Muhammad Ali ha scelto: nella «sfida del secolo» del 2 maggio tra Floyd Mayweather e Manny Pacquiao farà il tifo per il filippino. Così, almeno, ha raccontato la figlia Rasheda al sito americano TMZ Sports: «Mio padre sta dalla parte di Pacquiao, è un suo grande fan. Non solo perché è un grande pugile ma soprattutto per quello che Manny fa fuori dal ring, per l’impegno nell’aiutare gli altri e il proprio Paese». Manny e Ali sono amici, tanto che l’ex iridato dei massimi ha voluto che il filippino partecipasse alla festa dei 70 anni nel 2012. Per quanto riguarda Floyd Mayweather, pare che Ali non nutra troppa simpatia nei suoi confronti: «Papà rispetta molto Mayweather come pugile ma lui e Floyd sono persone molto diverse». ridisegnò Barcellona in occasione dei Giochi del 1992, ha cominciato a studiare per Roma 2024. Truñó è stato nella Capitale e ha incontrato il sindaco Ignazio Marino e il vicepresidente del Comitato promotore Luca Pancalli. Nel Comitato, invece, da oggi si insedierà ufficialmente Claudia Bugno, nel ruolo di general coordinator.
RUGBY UNDER 18, ITALIA K.O. GEORGIA IN FINALE AI CALCI (i.m.) Il sogno della finale all’Europeo sfuma ai calci per l’Italia under 18. Ad Albi (Fra) sotto il diluvio i tempi regolamentari con la Georgia terminano 6-6 (2 c.p. Cioffi e Aprasidze) con gli azzurrini andati sul 6-0. Nei piazzati dopo la prima serie finita 4-4 (errore Schiabel) nel primo a oltranza sbaglia Bardella: 5-4 finale e georgiani che vincono ai calci come con l’Irlanda. L’Italia resta imbattuta in stagione dopo sette match, ma giocherà la finale del 3° posto con l’Inghilterra che ha perso 23-19 dalla Francia.
SCI ALPINO ● CIAO CAROLINA (s.f.) Chiusa con un doppio titolo in gigante e superG ai campionati nazionali di Baqueira la carriera della 33enne di Granada Carolina Ruiz Castillo, prima spagnola a vincere una discesa in coppa del Mondo (Meribel 2013), dallo scorso giugno moglie del piemontese Andrea Vianello, skiman di Tina Maze.
HOCKEY GHIACCIO
Gara-3 di finale Asiago vince 5-4 Renon sotto 2-1 ● (m.l.) Stavolta l’Asiago sfrutta il vantaggio del ghiaccio amico, vince gara-3 di finale all’Odegar col Renon e ribalta la serie a proprio favore. Inutile l’assalto degli ospiti dopo che Daccordo al 55’18” aveva riaperto il match. Per il Renon in porta l’altoatesino Roland Fink (22 anni) e backup Hannes Treibenreif (classe 1997). Domani quarto atto a Collalbo (Bz): non decisivo, ma i tricolori non potranno sbagliare. Asiago-Renon 5-4 (1-1, 2-1, 22). Marcatori: p.t. 6’33” Johansson (R), 11’00” Bentivoglio s.n. (A); s.t. 1’11” Ramsey (R), 11’08” Iori (A), 19’01” Ulmer (A); t.t. 0’19” DiBenedetto s.n. (R), 4’34” Bentivoglio s.n. (A), 7’41” Iori (A), 15’18” Daccordo (R). Serie: 2-1. Gara 4: domani (ore 20.30, diretta RaiSport 2) a Collalbo (Bz).
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L’evento R SuisseGas Milano Marathon
MERCOLEDÌ 1 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
LE STAFFETTE
ECCO IL PERCORSO DELLA QUINDICESIMA EDIZIONE
Correre insieme per beneficenza Sarà record?
PARTENZA
30
ARRIVO
31,9 km (3° cambio)
20
Bosco verticale
35
Km zona cambio staffetta
40 Parco di Trenno
Citylife
25
22,7 km San (2° cambio) Siro
15
10
Arco della Pace
Porta Venezia
11,1 km (1° cambio) Duomo
MILANO
5 Europ Assistance Relay 1ª frazione km 11,1 2ª frazione km 11,6 3ª frazione km 9,2 4ª frazione km 10,3 RCS
Da Gebrselassie a Meucci Quante novità il 12 aprile
1L’etiope ospite d’onore, ma si può correre in staffetta con l’azzurro campione europeo della maratona. La nuova iniziativa per le scuole
Pierangelo Molinaro
«L
a maratona è un tratto identitario e distintivo di Milano. Ormai ogni grande città deve avere la sua maratona». Parole chiare quelle dell’assessore allo sport del Comune di Milano Chiara Bisconti che tracciano una linea, una convinzione anche politica di cosa migliori la qualità della vita di una metropoli. E quest’anno, il 12 aprile, la Milano Marathon celebra la quindicesima edizione. Tre lustri in cui non sempre il rapporto dell’evento con i cittadini è stato idilliaco, ma che è decisamente migliorato nelle ultime stagioni. I milanesi hanno capito che la Milano Marathon è una cosa loro. IL PERCORSO Un’edizione di grandi novità quella alle porte, a cominciare dal percorso. Non più con partenza dalla Fiera di Rho-Pero, ma nel cuore della città, toccando molti dei suoi punti salienti, dal nuovo quartiere di Porta Nuova che ha modificato la skyline della città, allo stadio di San Siro, ai palazzi storici ed i monumenti del centro cittadino. Si più correre per andare veloci puntando al primato personale, oppure scoprire con occhi nuovi una metropoli in cui si vive immersi, ma che nei ritmi della vita quotidiana non si vede né si apprezza. Perché Milano è bella, basta
guardarla con gli occhi giusti, capire la poesia di certi angoli e la storia che ha camminato sui suoi selciati. Partenza e arrivo fra i palazzi liberty in corso Venezia, con arrivi divisi fra maratona e staffetta, sino alla zona più innovativa della città, i grattaceli, il bosco verticale. Poi per piazza Duomo, il teatro Alla Scala. l’ago ed il filo di piazza Cadorna, City Life, il monte Stella, l’ippodromo, San Siro, i parchi di Trenno e del Portello, l’Arco della pace, il castello Sforzesco. Difficile annoiarsi. RE HEILE E l’ospite d’onore sarà il più grande corridore resistente di sempre, Heile Gebrselassie, partito dagli altipiani dell’Etiopia per conquistare il mondo dai 5000 metri alla maratona. La sua carriera è praticamente finita, ormai è un importante uomo d’affari, ma quello che questo piccolo grade uomo ha scritto nelle pagine della storia dell’atletica rimarrà per sempre. E ci sono tante altre nuove iniziative, come la Milano School Marathon, corsa riservata agli studenti delle scuole elementari e medie e ai loro accompagnatori di 1195 metri, da via Manin a corso Venezia passando per i bastioni, in cui metà del ricavato delle quote di iscrizione, tornerà alle scuole sotto forma di attrezzature sportive. E non è l’unica iniziativa benefica. La Charity delle staffette lo scorso anno ha rac-
la partenza dell’edizione 2014 della gara LAPRESSE’
Lino Garbellini
D
Da sinistra Antonio Rossi (Regione), Chiara Bisconti (Comune), Paolo Bellino (Rcs Sport), Andrea Trabuio (direttore) e Linus (presidente) nella conferenza stampa di ieri
colto oltre 700 mila euro. Siamo lontani dagli 8 milioni di sterline di Londra, ma quella è la strada. Ma ci sarà una staffetta particolare voluta da Europ Assistance, un quartetto con il campione europeo della maratona Daniele Meucci, che ieri si è laureato per la seconda volta, in robotica, a Pisa. I suoi tre compagni saranno scelti fra gli appassionati di running. Chi ci vuole provare deve andare sul sito www.corricon.me. Un’occasione unica per correre insieme al campione. La Suissegas Milano Marathon continua ad essere fra gli eventi più «green» d’Europa una certificazione ottenuta nel 2013 e ora si punta alla Council for Responsable Sport Certification Gold. Non è lontana. © RIPRODUZIONE RISERVATA
clic ISCRIZIONI SOLTANTO ON-LINE SUL SITO DELLA MANIFESTAZIONE ● Basta sprecare carta. Quella di Milano è una maratona «verde» e per questo le iscrizioni possono avvenire solo on-line attraverso il sito http://milanomarathon.it/vog lio-iscrivermi/ entro e non oltre le ore 24 del 5 aprile. I pettorali e la borsa potranno essere ritirati il 10 e 11 aprile al Marathon Village al palazzo Lombardia, via Melchiorre Gioia 37, Milano
alla sua nascita, la Europ Assistance Relay Marathon ha contribuito non poco al successo e alla popolarità della 42 km milanese, «Le staffette aumentano ad ogni edizione», commenta Linus. Nel 2014 le squadre erano 2.400, con l’edizione di quest’anno (partenza da Corso Venezia, ore 10:00 del 12 aprile), gli organizzatori hanno cercato di semplificare e migliorare la vita dei «relay runners». Due arrivi separati per la 42km e la staffetta, la tradizionale parata sul traguardo dei componenti dei vari charity-team non comprometterà le prestazioni dei maratoneti. Previsti anche spostamenti facilitati con partenza e zone cambio in prossimità della linea rossa M1 della metropolitana: Porta Venezia, Pagano o Conciliazione, Lotto Fiera e Uruguay. NO PROFIT La lunghezza delle frazioni è stata livellata, addio alla più corta e più adatta ai meno allenati, ora i partecipanti dovranno avere la gamba almeno sui 10km. Le iscrizioni sono ancora aperte ed è possibile accedervi tramite una delle 65 Organizzazioni No Profit aderenti al Charity Program o con la quota fissa prevista dagli organizzatori (175 euro totali per ogni team). Le onlus coinvolte, divise in quattro categorie, hanno attivato una serie d’iniziative e coinvolto testimonial e Vip ambassador. La Relay Marathon ha contribuito anche a migliorare la cultura della beneficenza legata alla corsa storicamente poco nel dna dei runner italiani. Dal 2010, anno di nascita del Charity Program, l’iniziativa ha raccolto circa 2.200.000 euro di donazioni, record per il 2014 con oltre 700.000 euro. Chiunque può impegnarsi come ambasciatore e avviare in prima persona una colletta tramite Rete del Dono (www.retedeldono.it). © RIPRODUZIONE RISERVATA
AltriMondi R
MERCOLEDÌ 1 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
IL FATTO GIORNO IL GRANDE INTRIGO
LA MAPPA DEGLI IMPIANTI CENTRO DI RICERCA
MINIERA DI URANIO
AZERBAIJAN
SITO NUCLEARE
UZBEKISTAN Mar Caspio
TURKMENISTAN
Bonab Ramsar TEHRAN
Parchin
IRAQ
IRAN Arak Qom (Fordow)
Nataz
Isfahan KUWAIT
AFGHANISTAN
Saghand Yazd
Golfo QATAR Persico
PAKISTAN GDS/CENTIMETRI
Il tavolo delle trattative sul nucleare ieri a Losanna, in Svizzera: a sinistra, il segretario di Stato Usa John Kerry AFP
Perché l’accordo sul nucleare con l’Iran può portare la pace? 1La firma dell’intesa sancirebbe la rinuncia all’“atomica” del Paese degli ayatollah, che tuttavia è sciita al contrario dei migliori alleati degli americani che sono sunniti. Oggi, però, tutti sono uniti contro l’Isis
gda@gazzetta.it
La questione dell’accordo sul nucleare tra l’Iran e l’Occidente tiene il mondo con il fiato sospeso e, ne siamo certi, fa chiudere gli occhi per il sonno ai nostri lettori.
1
Ma che possiamo farci? Niente. Solo spiegare fin dalle prime righe che ne va della pace mondiale. E questo piccolo obiettivo dovrebbe favorire un minimo di sforzo conoscitivo.
2
Sentiamo di che si tratta. In due parole: l’Iran possiede parecchio uranio e può farne, con due procedure diverse, due cose: centrali nucleari per accendere la luce
elettrica nelle case dei persiani; oppure la bomba atomica. Esiste un’opinione mondiale sicura del fatto che Teheran sta pensando alla bomba atomica, con lo scopo principale di tenere in scacco il mondo e, il prima possibile, annientare Israele. Questa opinione aveva probabilmente parecchie ragioni quando il presidente dell’Iran si chiamava Ahmadinejad… lei ricorda certamente Ahmadinejad…
3
Sì, quel tipo perennemente mal rasato, con vestiti sempre grigi, mai con la cravatta, la camicia bianca, un’aria piuttosto sciatta, ma bellicosissimo, non perdeva occasione per gridare da qualche tribuna che Israele andava annientata… Che fine ha fatto? Dovrebbe essere tornato a insegnare all’Università di Teheran
di Scienza e Tecnologia, è infatti un ingegnere laureato in Pianificazione dei trasporti… Ma non tuonava solo contro Israele. Tuonava anche contro gli Stati Uniti. Senonché dall’agosto 2013 il presidente si chiama Rohani, è un moderato, che appena eletto annunciò subito, tra la diffidenza generale, l’intenzione di un rapporto meno conflittuale con l’Occidente e con gli Stati Uniti. Si organizzarono quindi questi colloqui di Losanna, a cui partecipano da un lato gli iraniani e dall’altra i cinque del Consiglio di Sicurezza Onu (Stati Uniti, Russia, Cina, Regno Unito, Francia) più la Germania. Si tratta di persuadere Teheran a non usare l’uranio per costruire la bomba atomica e a dotarsi degli strumenti di controllo necessari per impedire che sotto sotto…
4
Che interesse hanno gli iraniani a dire di sì? L’Occidente, a suo tempo, stabilì delle sanzioni molto pesanti per quel Paese, che è povero e arretrato e, in un altro contesto, avrebbe casomai bisogno di essere aiutato. Queste sanzioni, soprattutto, proibivano il commercio di petrolio – che potentati locali hanno continuato a vendere di contrabbando, ma non è la stessa cosa – e impedivano le transazioni bancarie con l’Iran. Molto pesanti. L’Occidente offre adesso, in cambio di un programma nucleare esclusivamente dedicato all’uso civile, la fine di queste sanzioni. Graduale o immediata? È un punto ancora in discussione e sul quale gli stessi sei rappresentanti occidentali sono divisi. La Francia, per esempio, resiste perché ha commes-
nella guerra all’Isis, che è sunnita. Perciò l’accordo sul nucleare nasconde una ragione politica che ai tempi di Ahmadinejad non esisteva. Non ho bisogno di dirle che l’intreccio di interessi è complicatissimo. Per esempio, Teheran e Washington sono di fatto dalla stessa parte nella guerra allo pseudocaliffo al Baghdadi, cioè al capo dei folli dello Stato islamico che tagliano le teste ai nemici, ma sono su fronti contrapposti sulla questione siriana, perché gli ayatollah sostengono Bashar Assad, e Barack Obama invece no.
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Bushehr Gachin
di GIORGIO DELL’ARTI
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LA CHIAVE
A Losanna si tratta senza sosta: il termine fissato alle 9 di stamattina, potrebbe slittare ancora Israele è fermamente contraria all’accordo, ma anche Cina e Russia sono dalla parte di Teheran se militari e anche di altro tipo con i paesi del Golfo e non vuole metterle a rischio (nello stesso tempo ha mandato suoi emissari in Iran per cominciare a fare accordi). Gli iraniani sono sciiti e gli abitanti del Golfo sunniti e filoamericani, quindi tra loro guerra aperta. D’altra parte Usa e Iran si sono trovate forzatamente dalla stessa parte
E Israele? Israele vede come il fumo negli occhi Obama e le sue intese con l’Iran. Negli Stati Uniti ha l’appoggio dei repubblicani che sono maggioranza al Congresso. E Bibi Netanyahu, un cosiddetto falco, ha vinto ancora una volta le elezioni. Le confesso di averle dato solo una pallida idea degli intrecci che stanno dietro questa trattativa. Cina e Russia, oltre tutto, sono più dalla parte di Teheran che da quella occidentale. Ma forse ci sono buone possibilità di arrivare a un preaccordo che renda possibile poi un’intesa più generale da siglare entro giugno. Il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, ieri ha detto che le possibilità di un’intesa sono elevate. «Probabilmente non sono al 100% ma non si può mai essere certi al 100% di nulla. Queste possibilità sono del tutto realizzabili se nessuno dei partecipanti aumenterà la posta in gioco all’ultimo minuto, nella speranza di ottenere qualcosa in più invece di mantenere l’equilibrio degli interessi, un equilibrio di interessi che adesso si sta formando». All’inizio s’era stabilito che bisognasse arrivare a una firma entro la mezzanotte americana di oggi (le nove di mattina per i nostri orologi). Ma i negoziatori Usa – a Losanna da giovedì scorso c’è anche il Segretario di Stato John Kerry – ieri hanno fatto sapere che, eventualmente, non sarà un dramma fermare l’orologio e restare a discutere ancora uno, due o magari tre giorni.
DALLE “BR” TURCHE
A Istanbul rapito pm: blitz della polizia Muoiono il magistrato e due terroristi 1Indagava
parte degli agenti colpevoli e il loro “rinvio” al “tribunale del popolo” erano tra le richieste dei terroristi, pena la vita dell’ostaggio. La polizia aveva comunicato a Kiraz il nome dell’agente responsabile dell’omicidio poche settimane fa. Non era scattata l’incriminazione.
sull’uccisione di un ragazzo nelle proteste del 2013 contro Erdogan Francesco Rizzo
A
chi, in Italia, non è più giovanissimo, le immagini del magistrato turco Mehmet Selim Kiraz fanno tornare in mente le foto in bianco e nero dei prigionieri delle Br. A rapire il procuratore, entrando indisturbati nel palazzo di giustizia di Istanbul, e a diffondere le foto sui social sono stati due uomini armati del Dhkp/c (Partito-Fronte rivoluzionario di liberazione del popolo). Hanno approfittato anche di un black out che, per ragioni da chiarire, ha colpito varie zone della Turchia. Il gruppo di estrema sinistra Dhkp/c era già stato autore
La foto apparsa su Twitter di un rapitore con Mehmet Selim Kiraz REUTERS
di un attacco all’ambasciata Usa ad Ankara nel 2013: l’azione di ieri era però in nome di Berkin Elvan, il quindicenne uscito per comprare il pane e ferito da un lacrimogeno esploso da un poliziotto, durante le manifestazioni di Gezi Park nel 2013. Quando la protesta contro l’abbatti-
mento di 600 alberi divenne mobilitazione civile contro il leader turco Erdogan, che ordinò una feroce repressione (8 vittime). Il magistrato rapito ieri era titolare delle indagini sulla morte del ragazzo, sopraggiunta dopo 9 mesi di coma. Una confessione «pubblica» da
TWITTER Ieri sera, dopo otto ore di tensione, mentre alcuni manifestanti sarebbero scesi in piazza a sostegno dei sequestratori, un rumore di spari ha fatto scattare il blitz delle teste di cuoio, che hanno ucciso i terroristi e liberato il procuratore. Gravemente ferito, l’uomo è morto in ospedale. Nel frattempo, le autorità avevano chiesto alle tv locali di bloccare la diretta, una censura per motivi di sicurezza che sarebbe già stata applicata decine di volte negli ultimi quattro anni. Il padre di Berkin aveva scritto su Twitter: «Mio figlio è morto, non voglio altre morti, liberatelo!». Un appello caduto nel vuoto. © RIPRODUZIONE RISERVATA
SI ARRENDE DAVANTI AL FOTOGRAFO BIMBA SIRIANA COMMUOVE IL WEB ● Così piccola, così abituata a guardare la morte. Per questo Hudea, 4 anni, di fronte all’obiettivo del fotografo turco Osman Sagirli, ha alzato le mani. Come ad arrendersi, come a dire: «Ti prego, non spararmi». Lo scatto, realizzato nel campo profughi di Atmeh che accoglie al confine con la Turchia la popolazione siriana in fuga dalla guerra, ha fatto il giro del mondo, diventando una delle immagini simbolo del conflitto che sconvolge il Paese dal 2011. È stata condivisa migliaia di volte su Facebook, dopo essere stata postata il 24 marzo dalla giornalista Nadia Abu Shaban. Poi, alla BBC, Sagirli ha raccontato che la foto è stata scattata a dicembre 2014 e ha confermato la storia: «Usavo un teleobiettivo, la bimba ha pensato fosse un’arma».
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MERCOLEDÌ 1 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
La Lufthansa sapeva Lubitz avvisò nel 2009 della sua depressione 1La compagnia: «Il pilota ce lo disse, ma dopo i test furono ok»
Mistero su un video shock girato nell’aereo prima dello schianto Filippo Conticello @filippocont
P
rima di risalire a bordo, prima di tornare all’addestramento, Andreas Lubitz aveva vuotato il sacco via mail: nel 2009 qualche riga per informare la scuola piloti Lufthansa di «un grave episodio depressivo poi rientrato». L’ha dovuto ammettere ieri la compagnia tedesca, assediata da quando il 24 marzo l’Airbus 4U9525 Germanwings si è schiantato senza un perché nelle montagne del sud della Francia. Insomma, la Lufthansa sapeva, e adesso prova a scrollarsi l’immagine di una compagnia reticente, pronta magari a nascondere eventuali responsabilità interne. Anzi, nel comunicato, ha specificato di aver consegnato agli investigatori vari documenti privati, anche di natura medica. E tutti gli scambi di mail tra la scuola e il co-pilota, quel Lubitz che ha deciso di chiudersi nella cabina di pilotaggi e portare con sé all’altro mondo 149 innocenti. In ogni caso, il colosso tedesco ha specificato che, dopo i mesi di stop, al ragazzo era stata «confermata la necessaria abilitazione medica al volo». E, in questa storia di fragilità disperata, decisivo pure il ruolo della famiglia: il padre del ragazzo sapeva della depressione e, secondo la Tv francese i-Télé, l’avrebbe confermato alla polizia tedesca. Come pure la compagna 26enne di Lubitz, fiduciosa, però, nei miglioramenti ottenuti grazie a una terapia. In più, ieri, anche la madre e il fratello del copilota sono stati ascoltati dagli agenti che indagano.
Alcuni soccorritori francesi davanti a una mappa della zona, nelle Alpi Francesi, in cui è caduto l’aereo della Germanwings REUTERS
IL VIDEO «Mio Dio! Mio Dio!», un vociare terribile in tutte le lingue del mondo mentre l’aereo perdeva quota senza speranza. Negli ultimi suoi attimi di vita, un passeggero glaciale avrebbe usato lo smartphone per riprendere la disperazione a bordo: raccolto il telefono tra i rottami, il video sarebbe stato visionato dalla rivista Paris Match. Quasi una conferma della ricostruzione della scatola nera, il copilota Lubitz chiuso a chiave nella cabina e il pilota che prova a sfondare la porta. «Le grida dei passeggeri rivelano che erano coscienti di ciò che stava per succedere», raccontano dal magazine francese, anche se il portavoce della Gendarmeria, contattato in
NOTIZIE TASCABILI IL CALO RIGUARDA SOPRATTUTTO LE DONNE
Sale anche la disoccupazione giovanile: ha toccato il 42,6% ANSA
serata dalla Cnn, ha smentito l’esistenza stessa del video. Intanto, il presidente francese François Hollande, in una conferenza stampa a fianco della cancelliera Angela Merkel, ha annunciato che l’identificazione dei cadaveri sui monti, operazione lunga e macabra, sarà completata entro la fine della settimana. Nei giorni dopo, invece, la Lufthansa non festeggerà «per rispetto nei confronti delle vittime»: la compagnia tedesca aveva immaginato grandi celebrazioni per il sessantesimo anniversario della propria fondazione. Ci si limiterà il 17 aprile a una messa nel duomo di Colonia per le 149 vittime del pilota depresso. © RIPRODUZIONE RISERVATA
LO SCANDALO A SALINA
Il sindaco ruba alle vecchiette: finisce in cella ● Il sindaco rubava i soldi alle vecchiette. Con l’accusa di peculato è stato arrestato ieri il primo cittadino di Santa Maria Salina, uno dei tre comuni dell’isola delle Eolie, Massimo Lo Schiavo. Il sindaco si sarebbe appropriato di una somma di denaro di circa 36 mila euro che due anziane sorelle, decedute in un secondo momento, avevano risparmiato lungo tutta la loro vita. Le due donne, proprietarie di una casa a Santa Maria Salina e di vari beni, erano malate e bisognose di assistenza, così nel giugno del 2013 vennero trasferite in una casa di riposo di Leni, sempre a Salina. La loro abitazione venne sigillata e i risparmi affidati all’amministrazione comunale: 36 mila 890 euro, 212 dollari australiani e 180 dollari americani. Il sindaco prese il denaro sigillandolo in due buste davanti ai vigili urbani. Dopo la morte delle due donne, l’amministratore nominato per tutelare il loro patrimonio chiese a Lo Schiavo i soldi, ma lui avrebbe accampato scuse dicendo che la somma era solo di 25 mila euro (ma lui ne restituì solo 6 mila) e di non sapere dove fossero le buste. I carabinieri le hanno ora trovate nella sua abitazione, tutte vuote. ISCHIA Da Salina a Ischia. Il presidente dell’anticorruzione Raffaele Cantone ha chiesto di visionare gli atti dell’inchiesta per tangenti che ha portato all’arresto del sindaco dell’isola campana Giosi Ferrandino (che ieri si è dimesso): si valuta se ci siano i presupposti per il commissariamento degli appalti.
BUFERA NEL PARTITO
Strappo di Bondi: via da Forza Italia Con lui la Repetti
Sandro Bondi e la compagna e collega Manuela Repetti
I
l partito è sull’orlo di una crisi di nervi, questo si sapeva. Ma l’addio consumato ieri sa di storico, dentro e fuori Forza Italia. Sandro Bondi, tra i fondatori di Fi e per anni uomo vicinissimo al Cavaliere, ha detto addio al gruppo azzurro al Senato. Sbattendo la porta, assieme alla compagna e collega a Palazzo Madama, Manuela Repetti. Ha scelto di entrare nel gruppo misto, ultima giravolta nella sua carriera politica: da sindaco comunista a Fivizzano, paesello vicino a Massa, era diventato perfino ministro nell’ultimo governo Berlusconi. E proprio il leader è stato definito «costernato» dai suoi: pare che abbia appreso la notizia dalle agenzie, senza nemmeno una telefonata preventiva della coppia. «Questa la loro riconoscenza...», avrebbe commentato. Lapidario. INCENDI L’insofferenza era nota, l’uscita pure prevista. Del resto, il 55enne ex coordinatore azzurro, in una lettera, aveva usato parole dure nei confronti del centrodestra italiano definito «privo di una strategia per il futuro» e di Forza Italia «che ha fallito la rivoluzione liberale». In più, miele per il premier Renzi, «la prima vera cesura rispetto alla tradizione comunista». Ma c’è dell’altro: il 3 marzo la Repetti aveva detto di aver pronta la lettera di addio, poi congelata dopo un colloquio con Berlusconi. L’insofferenza di Bondi, comunque, ha una genesi lontana, partita nel marzo 2011 quando lasciò tra le polemiche l’incarico ai Beni culturali: allora si lamentava di essere stato abbandonato nel momento del bisogno dal centrodestra, soprattutto dopo il crollo di un muro a Pompei. Un laconico «buona fortuna» ai due l’ha pronunciato subito il consigliere politico di Forza Italia, Giovanni Toti, che deve gestire diversi incendi nel partito: i fittiani hanno ormai un piede fuori, ma non piace ai big forzisti neanche l’idea della tesoriera Maria Rosaria Rossi di un limite di tre mandati per i parlamentari. E poi il caso Paolo Romani, nato su le parole miti pronunciate sabato: «I peggiori di noi vanno in tv solo per dire stupidaggini». Adesso traballa pure il suo posto di capogruppo al Senato. cont.
Il sindaco Massimo Lo Schiavo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
L’ACQUISTO DI RAI WAY
I RICORSI SULLA TELEFONATA DI FASSINO A CONSORTE
Il Cda Rai dice no: l’offerta Ei Towers è «improcedibile»
Caso Unipol, per Berlusconi e il fratello la Cassazione conferma la prescrizione
● La Rai sembra aver scritto la parola fine sull’affare Ray Way. Il Cda ha infatti dichiarato «improcedibile» l’offerta pubblica d’acquisto e scambio promossa da Ei Towers su RaiWay, con cui la controllata di Mediaset avrebbe raggiunto una partecipazione pari almeno al 66,67% del capitale della società.
Il leader di FI Silvio Berlusconi
L’EX DITTATORE
SVOLTA L’AUTOPSIA
Istat, la disoccupazione risale Il tasso di febbraio è al 12,7%
Svolta in Nigeria Giallo di Firenze: L’islamico Buhari il corpo nel sacco eletto presidente è della ex modella
● I venti di ottimismo sul mercato del lavoro si sono già affievoliti: i dati Istat di febbraio dicono che il tasso di disoccupazione è risalito dello 0,1% su gennaio e di 0,2 punti sul febbraio 2014, raggiungendo il 12,7%. A febbraio il numero di occupati diminuisce di 44 mila unità rispetto al mese precedente ma aumenta di 93 mila unità rispetto a febbraio 2014. L’Istat precisa che il calo dell’occupazione a febbraio è dovuto alla diminuzione delle lavoratrici: - 42 mila unità. Sale il tasso di disoccupazione giovanile (tra i 15 e i 24 anni) al 42,6% a febbraio. Solo in Grecia (51,2% a dicembre) e Spagna (50,7%) è più alto. Arrivano però anche segnali di ottimismo: «Resta l’ipotesi di un miglioramento dell’attività economica nel primo trimestre», osserva l’Istat.
● Muhammadu Buhari, generale musulmano e dittatore nei primi anni Ottanta, è stato eletto presidente della Nigeria, battendo l’uscente Goodluck Jonathan. Testa a testa fino all’ultimo, poi lo sconfitto ha riconosciuto il risultato: «La tensione calerà», ha detto Buhari, vittorioso nel nord musulmano, ma non nella capitale Abuja, dove si temono violenze dei cristiani.
● La conferma è arrivata a tarda sera, la donna trovata cadavere in un sacco domenica dentro un fosso è Irene Focardi, l'ex modella di 43 anni sparita di casa il 3 febbraio. Le indicazioni arrivano dagli abiti e dall’esame dell’arcata sopradentale della donna. Per la scomparsa della Focardi è indagato il fidanzato, ai domiciliari per maltrattamenti sulla donna.
● La prescrizione nel processo Unipol per Silvio Berlusconi e suo fratello Paolo, editore de «Il Giornale», è definitiva. La Cassazione ha infatti respinto i ricorsi dei due che chiedevano di essere prosciolti nel merito. L’ex premier era stato condannato per rivelazione di segreto di ufficio ad un anno di reclusione, il fratello a tre anni e tre mesi. La vicenda nasce dalla pubblicazione su «Il Giornale» a fine 2005, dell’intercettazione, coperta da segreto, della telefonata tra l’allora segretario dei Ds, Piero Fassino, e l’ex presidente di Unipol, Giovanni Consorte, in cui l’attuale sindaco di Torino pronunciò l’ormai famosa frase «abbiamo una banca». La Corte Suprema ieri ha confermato anche il risarcimento di 80 mila euro proprio in favore di Fassino, parte lesa in questo processo.
L’INTESA PER L’EXPO
Lo chef Oldani nuovo testimonial di Banca Generali Irene Focardi aveva 43 anni ANSA «Non ho avuto nessuna discussione con Irene — spiega l’uomo, la cui abitazione ieri è stata perquisita — Lei era solita sparire, lo sanno tutti». Dalla autopsia sarebbero emerse fratture al cranio e alle costole.
● È lo chef Davide Oldani il nuovo testimonial di Banca Generali. «Abbiamo lo stesso modo di intendere la professionalità», ha detto l’a.d. Pier Mario Motta. «Veniamo da un incontro a Londra con gli investitori, il mood è cambiato nei confronti del Paese e speriamo che l’Expo lo allunghi». Oldani è uno degli ambasciatori dell’Esposizione.
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MERCOLEDĂŒ 1 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
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DA DOMANI AL CINEMA
La Scelta di Placido ÂŤMostro il coraggio, come PirandelloÂť
1,87
â—? La settimana scorsa negli Stati Uniti, per la prima volta, i ricavi della musica in streaming (1,87 miliardi di dollari) hanno Rihanna (27 anni), Alicia Keys (34), Madonna (56) e BeyoncĂŠ (34) durante la serata a favore di Tidal. In alto, Jay-Z (45) superato quelli dei cd (1,85)
Le popstar contro Spotify ÂŤStop alla musica gratisÂť
1 Madonna e Rihanna tra i nuovi soci di Tidal, il servizio a pagamento
di Jay-Z. Il rapper: ÂŤAdesso piĂš soldi e piĂš rispetto per il nostro lavoroÂť
RE nel frattempo
Francesco Rizzo
la concorrenza si allarga: Apple prepara il lancio di Beats Music
L
a guerra è divampata da tempo: la gratuità del web contro i diritti d’autore. E, per quanto riguarda la musica, la temperatura dello scontro si sta alzando. Durante un evento a New York, 13 star della musica tra cui Madonna, Alicia Keys, Chris Martin, Rihanna, BeyoncÊ e i Daft Punk, sono diventati co-proprietari di Tidal, servizio a pagamento di streaming musicale disponibile (su Pc, Mac, iOS, Android e via Internet con Chrome), in trentuno Paesi (è in Italia dal febbraio scorso). La battaglia a favore di Tidal, servizio inventato dagli svedesi di Aspiro, è (implicitamente) contro i rivali di Spotify: quali sono le differenze tra i due servizi? Spotify, che offre 30 milioni di brani, prevede due tipologie di utenze, una di base e gratuita, alimentata dalla pubblicità e una a pagamento: ha raccolto oltre 60 milioni di iscritti (15 milioni a pagamento). Mentre Tidal, che conta mezzo milione di utenti, è solo a pagamento: 9,99 oppure 19,99 dollari al mese (per
ascoltare i file in qualitĂ da Cd). A disposizione 25 milioni di titoli, ma anche videoclip, interviste e recensioni. SORPASSO Ora, però, proprio su Tidal, ha investito 56 milioni di dollari il rapper newyorkese Jay-Z, marito di BeyoncĂŠ, che ha convocato i “nuovi sociâ€? a New York e a Billboard ha spiegato: ÂŤLe persone non rispettano la musica, la stanno svalutando e stanno svalutando ciò che rappresenta. Pensano che sia gratis, quando sono disposte a pagare sei dollari per una bottiglia d’acquaÂť. Tradotto, occorre una nuova strategia, che lo stesso rapper giĂ disegna: ÂŤMeno profitti per tutto quel che ruota intorno e piĂš soldi per gli artistiÂť. La mossa di Tidal sarebbe chiedere a etichette e cantanti — tutti spesso
scontenti dei ricavi provenienti dallo streaming — l’anteprima esclusiva dei singoli inediti, in cambio di introiti maggiori attraverso quote azionarie e royalty piÚ ricche. Su Twitter, all’hashtag a #TIDALforALL, c’è chi non perdona le star: Quelli che, nelle loro canzoni, incitano a combattere il potere, in definitiva stanno solo ridefinendo di chi sia il potere, graffia un utente. Ma Jay-Z, in fondo, è lo stesso che, in un brano in cui celebra Rosa Parks e Martin Luther King, canta pure io sia dannato se i miei diamanti non sono blu, i miei soldi verde scuro e grigio chiaro la mia Porsche. E i numeri dicono che diamanti, soldi e auto potenti devono arrivare dallo streaming: la Recording Industry Association ha certificato la settimana scorsa il sorpasso dei ricavi ottenuti dai portali musicali rispetto a quelli dei cd (1,87 miliardi contro 1,85, almeno negli Stati Uniti). E intanto Apple prepara il lancio di una nuova versione di Beats Music, servizio acquistato nel 2014 per 3 miliardi di dollari. Non sarà gratuito. Š RIPRODUZIONE RISERVATA
OROSCOPO LE PAGELLE di ANTONIO CAPITANI 21/4 - 20/5 TORO
21/5 - 21/6 GEMELLI
22/6 - 22/7 CANCRO
23/7 - 23/8 LEONE
24/8 - 22/9 VERGINE
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I vostri talenti creano capolavori, lo Yeti inside you si cheta, la fornicazione è bella pastosa. E ci son botte di glutei salvifiche in arrivo. Meno male.
L’umoraccio v’attanaglia. PerchÊ il lavoro forse non gira, le finanze sollevano qualche ansia e c’è un cicinÏn di sfiga suina. Pazientate, non durerà .
Creatività , fiuto e motivazione vi fanno rendere parecchio. Fortuna e faccia di glutei, poi, sistemano tante cose. E l’ormone esonda, divertendosi, pure.
La Luna osserva i vostri soldi, aumentandoli. E il vostro lavoro, spalleggiandolo. Le idee fruttano cospicually, il sudombelico mostra efficienza.
Segnerete bei colpacci, non solo nel lavoro, con creatività , strategia e fortuna. Il vostro tono vitale è ottimo, la fornicazione un po’ tribale e appagante.
23/9 - 22/10 BILANCIA
23/10 - 22/11 SCORPIONE
23/11 - 21/12 SAGITTARIO
22/12 - 20/1 CAPRICORNO
21/1 - 19/2 ACQUARIO
20/2 - 20/3 PESCI
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Saturno favorisce il lavoro, ma la Luna insfighisce il vostro umore. State su, amatevi e non rischiate. NĂŠ raschiate. Gli zebedei di chi deve sopportarvi.
La cooperazione altrui è concausa dei vostri successoni. Il fascino brilla, gli amici vi supportano, il suino inside of you compie prodigi invidiabili.
La Luna vi stanca. Ma niente ansie please: potete stravincere, con pazienza. Pesce d’aprile per la fornicazione: sembra che ci sia e invece non c’è.
Quasi vi sembra festa, con questa bella Luna che vi rasserena e vi fa produrre egregially. OK trasferte e preparazione (o prove) di studi, fortune suine!
â—? Oggi saranno un tormentone ma il particolare curioso è che, quest’anno, il ÂŤviaÂť agli scherzi d’aprile è scattato prima. GiĂ ieri sono cominciati a diventare virali sul web. Come quello lanciato da Google che, nel suo servizio di mappe online, ha rispolverato un videogioco vintage: il colosso di Internet ha infatti creato una versione parallela di ÂŤMapsÂť nel quale, piĂš che navigare e cercare indicazioni stradali, si può giocare a Pac-Man. La vorace palla gialla inventata nel 1980 da Tohru Iwatani rincorre puntini da inghiottire tra le strade delle cittĂ (virtuali). L’autorevole rivista “Natureâ€? scrive, invece, che i draghi potrebbero presto risvegliarsi a causa, tra l’altro, dell’effetto serra. Il consiglio? Fare progressi nel campo delle sostanza ignifughe. Oppure ridere...
I CONSIGLI
21/3 - 20/4 ARIETE Il lavoro appaga. Ma state con la testa sulla terra, non fra i nembi e i cirrocumuli. Autorevolezza in crescita, soddisfazioni, ormone reattivo.
Pac-Man invade Google Maps: “pesce� in anticipo
Prendervi poco sul serio paga. Ma occhio a non pagare voi eventuali mosse economiche azzardate. La forma fisica cede un cicinĂŹn, il sudombelico pure.
I rapporti sociali appaiono tesi e chiedono cautela, gli zebedei hanno moto rotatorio vivace. Calmi: tutto si sta mettendo meglio. Pure in ambito suino.
Michele Placido, 68 anni
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n film difficile, su temi delicati, come uno stupro e un possibile aborto. Ma Michele Placido, che torna al cinema tre anni dopo Il cecchino, ammette: Non avevo messo in conto gli aspetti ideologici, in realtà io sono rimasto incantato dal testo teatrale da cui è tratto, un’opera quasi sconosciuta. Il testo in questione, pubblicato nel 1919, è di Luigi Pirandello e si chiama L’innesto. Placido lo porta al cinema con il titolo La scelta (da domani in sala con Lucky Red e il 21 aprile al Festival di Pechino), spostando a oggi la dolorosa storia di una coppia innamorata che viene sconvolta da una violenza. Protagonisti Ambra Angiolini e Raoul Bova, chiamati a scegliere se tenere o
JAGGER&CO. FRA CONCERTI E CONFIDENZE Un’intera serata dedicata ai Rolling Stones: si comincia alle 21 con The Rolling Stones-Shine a light, il documentario-concerto di Martin Scorsese che racconta un concerto della band inglese al Beacon Theatre di New York nell’autunno del 2006; poi Crossfire hurricane, in cui Jagger e gli altri si confessano alle telecamere e il concerto ad Hyde Park nel 2013 con Mick Taylor. SA VEDERE STASERA SU SKY ARTE HD DALLE 21
UN FILM SUL NOBEL L’amore di Placido per Pirandello è totale. Lo aveva già raccontato, con poca fortuna a dire il vero, nel 2004 con Ovunque Sei. Adesso ha un altro progetto importante: un film biografico sul siciliano premio Nobel. Lo celebrerò per i 150 anni dalla sua nascita, nel 2017. Voglio raccontare la sua vita, non è stato mai fatto e sto già parlando con alcuni autori. Il protagonista? Vorrei Castellitto, gliene ho parlato ed gli interessa. La scelta vuole essere un omaggio a Pirandello, ma anche alla grandezza delle donne: L’uomo reagisce in negativo, con la guerra, la donna lo fa in positivo, con la vita. e.e. Š RIPRODUZIONE RISERVATA
RIAPRE IL MUSEO EGIZIO A TORINO â—? Inaugurato ieri a Torino il nuovo allestimento del Museo Egizio, che oggi apre al pubblico (nella foto Ansa). ÂŤAbbiamo rispettato tempi e costiÂť, ha annunciato la presidente Evelina Christillin. Alla cerimonia anche il ministro della Cultura, Enrico Franceschi, che ha definito il museo ÂŤun modelloÂť.
LO SPORT IN TV
SERATA EVENTO SUGLI STONES
meno il bambino concepito durante lo stupro. Placido, che non è uno da giri di parole, spiega perchĂŠ ha puntato proprio su di loro: ÂŤVolevo personaggi popolari, perchĂŠ spero tanto non sia un film di nicchia, cercavo contemporaneitĂ . Qui emerge soprattutto una grande donna, capace di fare scelte coraggiose, nel 1919 come oggi. Ăˆ una storia che va al di lĂ del tempo, che ha qualcosa di miracoloso e mistico, con un’eroina che alla fine prende una decisione eticaÂť.
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Il concorso sarà valido dal 31/03/2015 al 26/05/2015, montepremi € 3.789,60 + Iva. Regolamento completo su www.inter.it/milionidinomi
PREZZI ALL’ESTERO: Albania 2,20; Argentina $ 15,50; Austria 2,20; Belgio 2,20; Canada CAD 3,50; Cz Czk. 64; Cipro 2,20; Croazia Hrk 17; Francia 2,20; Germania 2,20; Grecia 2,50; Irlanda 2,20; Lux 2,20; Malta 2,20; Monaco P. 2,20; Olanda 2,20; Portogallo/Isole 2,50; SK Slov. 2,20; Slovenia 2,20; Spagna/Isole 2,50; Svizzera Fr. 3,00; Svizzera Tic. Fr. 3,00; Hong Kong HK$ 45; Ungheria Huf. 700; UK Lg. 1,80; U.S.A. USD 4,00.
36 MERCOLEDÌ 1 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT