La Gazzetta dello Sport (04-03-2015)

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venerdì 3 aprile 2015 anno 119 - numero 79 euro 1,40

«KALLE» RUMMENIGGE: INTERVISTA ESCLUSIVA

L’EUROPA SALVI INTER E MILAN

L’a.d. del Bayern tende la mano: «La Champions ha bisogno di San Siro. Impossibile colmare i buchi col fair play. Tocca a noi, grandi squadre, trovare la soluzione» PIERFRANCESCO ARCHETTI A LLE PAGINE 2-3

Karl Heinz Rummenigge, 59 anni, a.d. del Bayern

MILAN

CLUB ROSSONERO IN VENDITA MESE DECISIVO

LA CINA E’ VICINA

Silvio Berlusconi, 78 anni, insieme alla figlia Barbara, 30 Nel cerchio il presidente rossonero in tribuna a San Siro durante Milan-Fiorentina accanto al magnate Richard Lee

8

Zamparini, 73 anni, è presidente del Palermo dal 2002

ZAMPARINI BOOM «GALLIANI FIGLIO DI PAPÀ SILVIO: PENSA SOLO PER SÉ» Il presidente del Palermo gioca la sfida a Inzaghi a carte scoperte ELEFANTE A PAGINA 8

22

UN CASO AL BOLOGNA

Attenti con WhatsApp Cacia è la prima vittima: squalificato per offese

9 771120 506000

50 4 0 3>

Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano

1Berlusconi avrebbe rivelato: «Cedo il 75 per cento ai cinesi». 1E ieri sera ad Arcore c’era Richard Lee, uomo d’affari di Hong Kong 1Ma resta aperta la pista thailandese

TOSI A PAGINA 22

SPORTWEEK LA BELLA VIDA DI OSVALDO A BUENOS AIRES CON JIMENA

Champions di volley con Busto e il debutto di Metta a Cantù Un weekend tutto in HD

PASOTTO ALLE PAGINE 6-7

L’ANALISI di Dan Peterson 25

IL BASKET DI METTA E’ GIÀ SPETTACOLO Prima del debutto di Ron Artest, alias Metta World Peace, a Pistoia, ho cercato di mettere le mani avanti su queste pagine, chiedendo ai tifosi di Cantù e agli appassionati di basket, di non aspettarsi troppo: Metta era appena sbarcato da L.A., era stanco e in più doveva da subito inserirsi in un contesto nuovo. L'ARTICOLO A PAGINA 25

29

RINASCITA ROSSA

Sospensioni, freni, turbo: tutti i segreti della Ferrari PIOLA A PAGINA 29

w

IL ROMPIPALLONE di Gene Gnocchi Schwazer nerissimo: «Non è vero che il mio rientro è una trovata pubblicitaria, parola di Francesco Amadori»

DA NON PERDERE 1 La favola del Carpi Castori ha costruito un gruppo da «Serie A» BINDA A PAGINA 21

2 Luna Rossa dice stop Addio Coppa America tra polemiche e sospetti BONTEMPELLI, PASINI A PAGINA 37

3 Nibali scrive all’Uci «Fidatevi della mia storia Io simbolo di pulizia» GHISALBERTI, GIALANELLA A PAG. 32


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Primo piano R L’esclusiva

A TU PER TU CON...

«AIUTIAMO MILAN E INTER A RISOLLEVARSI L’EUROPA NE HA BISOGNO»

Rummenigge L’INTERVISTA di PIERFRANCESCO ARCHETTI INVIATO A MONACO DI BAVIERA (GERMANIA)

a volte strano, ma qualcosa negli ultimi cinque anni è andato male».

LO CHIAMAVANO KALLE E SEGNAVA TANTI GOL

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iprendono i campionati e Karl-Heinz Rummenigge può scrutare dalla finestra del suo ufficio gli allenamenti del Bayern al completo. «Purtroppo mi devo spesso occupare anche della politica, ma la cosa più emozionante per me rimane il calcio giocato» racconta l’a.d. dei bavaresi e presidente dell’Eca, l’associazione dei club europei. In questa sosta delle nazionali ha trattato più con la politica che con il pallone e ha incontrato anche un pezzo d’Italia. Ha fatto i complimenti ad Andrea Agnelli per il quarto scudetto di fila? «No, non lo ha ancora vinto, quindi non si devono fare. L’ho IL NUMERO visto alla riunione a Stoccolma, mi sono complimentato soltanto per la Champions: ha eliminato il Borussia, non era facile. La Juve ha giocato bene, è passata con merito. Ora i gol di Rummenigge ha avuto un sorteggio buono. in 95 presenze con Da non sottovalutare ma buola nazionale dell’allora no».

1

2

Una sorta di solidarietà europea? «Ci sono gli statuti chiari, rigidi ma dobbiamo rifletterci, per non danneggiare troppo. Quasi tutte le società dell’Est soffrono perché non hanno troppi ricavi da televisioni, sponsor, merchandising. Quindi dobbiamo studiare come si potrebbe dare una mano a questi club, ma pure ad alcuni big dell’Ovest che adesso si trovano in difficoltà».

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Germania Ovest. Praticamente una rete ogni due gare

Potete incontrarvi in semifinale, o più avanti. Le andrebbe bene? «Speriamo di vederci, significa che passiamo tutte e due. Con Agnelli ho un buon rapporto: è leale, professionale, grazie a lui la società è rinata dopo quattro anni di buio. Sono risaliti». A Milano invece possono andare incontro alla prima stagione di sempre senza coppe europee. Le dispiace? «Sì, se va così è un peccato non solo per i club ma anche per il calcio italiano e quello europeo. Squadre come il Milan e l’Inter hanno grossi nomi che servono alla competizione. Ma lamentarsi non serve, ho visto l’altro ieri anche Marco Fassone, oltre a Umberto Gandini, e subito ho pensato che cinque anni fa l’Inter aveva la Champions League in mano. Il calcio è così,

Come ci si può rialzare e in quanto tempo? «Bisogna avere un piano chiaro con tutte le possibilità finanziarie a disposizione, ma senza andare contro il fair play finanziario. Dobbiamo ricordare che l’Inter è sotto inchiesta per le regole non rispettate. Anche noi come associazione dei club dobbiamo pensare come si potrebbero aiutare nel financial fair play certe squadre come Inter e Milan, perché sono danneggiate in questo senso. Se hai un buco, difficilmente ne puoi uscire senza denaro fresco. Leggo che il Milan può essere venduto, ma il proprietario nuovo non può mettere troppo capitale senza andare contro le limitazioni Uefa. Quindi tocca anche a noi nomi grossi scovare una soluzione per non penalizzarle di più».

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● 1 Rummenigge giovane nella finale di Coppa Campioni ‘76, Bayern-St. Etienne 1-0 2 Kalle in azione contro lo «Zio» Bergomi nella finale del Mondiale ‘82: i due giocheranno assieme nell’Inter 3 Il suo fantastico gol in semi-rovesciata annullato per gioco pericoloso in un Inter-Rangers del 1984

Nell’attesa parla il campo: che una riserva del Bayern come Shaqiri sia tra i migliori dell’Inter è un segnale netto di differenza? «Shaqiri doveva giocare per forza, gli ho consigliato di andare all’Inter anche se molte inglesi lo volevano. Con le difficoltà interiste è un acquisto azzeccato, ha qualità, è giovane, è in grado di fare la differenza. E diventerà ancor più stabile con il tempo perché deve sentirsi bene, sentirsi a casa». Farete uno sconto all’Inter a fine stagione, visto anche la sua passione nerazzurra? «Il contratto è questo. Potevamo guadagnare di più cedendolo in Inghilterra, quindi abbiamo già fatto uno sconto». Podolski invece non ha ingranato. Bierhoff ha detto che è stata una scelta sbagliata. Lei cosa ne pensa? «Mi spiace. So che le prestazioni non sono

L’A.D. DEL BAYERN: «LA JUVE IN CHAMPIONS HA AVUTO UN SORTEGGIO DA NON SOTTOVALUTARE, MA BUONO. CON AGNELLI HO UN BEL RAPPORTO: GRAZIE A LUI IL CLUB È RINATO DOPO 4 ANNI DI BUIO»

CON PEP CI VEDREMO A FINE STAGIONE PER UN RINNOVO OLTRE IL 2016: NOI CI FIDIAMO DI LUI E LUI SI FIDA DI NOI SU PEP GUARDIOLA ALLENATORE DEL BAYERN

SHAQIRI HA QUALITÀ, È GIOVANE, PUÒ FARE LA DIFFERENZA E COL TEMPO DIVENTERÀ ANCORA PIÙ STABILE SU XHERDAN SHAQIRI EX BAYERN OGGI ALL’INTER

TONI È VENUTO A MONACO POCHI GIORNI FA, ABBIAMO BEVUTO UN CAFFÈ: GLI HO DETTO DI CONTINUARE SU LUCA TONI EX BAYERN OGGI AL VERONA

SORIANO FORSE È STATO SOTTOVALUTATO, E ABBIAMO SBAGLIATO. NON È DETTO CHE SIAMO I MIGLIORI SU ROBERTO SORIANO EX BAYERN OGGI ALLA SAMP


VENERDÌ 3 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

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CONTENUTO PREMIUM L’IDENTIKIT KARL HEINZ RUMMENIGGE NATO IL 25 SETTEMBRE 1955 A LIPPSTADT (GERMANIA) RUOLO DA GIOCAT. ATTACCANTE OGGI A.D. DEL BAYERN

Da giocatore Rummenigge è stato un grande attaccante tra gli anni Settanta e Ottanta. Arrivato al Bayern nel 1974, al club bavarese è rimasto per dieci stagioni, vincendo praticamente tutto. Nel 1984 il trasferimento all’Inter, dove è entrato nel cuore dei tifosi, senza però vincere nulla. Ha chiuso la carriera in Svizzera nel Servette. Con la Germania (allora Ovest) ha vinto l’Europeo del 1980 e ha perso due finali mondiali, nel 1982 contro l’Italia e nel 1986 contro l’Argentina, partita in cui segnò un gol. Per due volte ha conquistato il Pallone d’oro (1980 e 1981).

granché, mentre in nazionale rende. Forse soffre il fatto che lui ha bisogno di spazio in campo e in Italia non esiste». Magari patisce che l’arrivo di Shaqiri l’abbia subito messo in ombra, oltre che fuori dalla lista Uefa? «Non credo, prendere Shaqiri era solo il tentativo di rafforzare ancor di più l’attacco. A 29 anni e con quello che ha vinto, uno dovrebbe essere stabile». Altre differenze tra Bundesliga e Serie A: Soriano che voi avete cresciuto senza mandarlo in prima squadra in Italia è arrivato in Nazionale. «Magari l’abbiamo sottovalutato. Succede che certi giovani cambino crescendo. Forse abbiamo sbagliato noi del Bayern a farlo partire. Non è detto che siamo meglio in tutto». E Luca Toni che segna come un ragazzino? «E’ venuto qui la settimana scorsa, abbiamo bevuto un caffè. Gli ho consigliato di continuare, segna tanto, mi dà la sensazione di stare bene in tutto. Luca: vai avanti finché le tue gambe ti portano». Ma non potevate spiegargli meglio la tassa sulla religione? Adesso siete andati in tribunale per evasione fiscale e il giudice ha reso noto al centesimo il suo stipendio di 500 mila euro al mese. In Germania ha fatto scalpore. «Il giudice non ha fatto una bella cosa a pubblicare il contratto, ora vedremo alla sentenza. Però nell’affare Toni il cartellino era a buon mercato: 11 milioni di euro, ma ne valeva 2530. Noi siamo rimasti contenti, abbiamo vinto, lui ha segnato tanti gol ed è ancora benvoluto a Monaco». Anche Pep Guardiola è adorato qui. Ma lei è sicuro che rimanga?

DAL 1991 DIRIGENTE DI SUCCESSO Una volta chiusa la carriera di calciatore, ha lavorato come commentatore televisivo, ma già nel 1991 è diventato vicepresidente del Bayern, di cui è «ceo» (chief executive officer), in italiano amministratore delegato. E’ anche presidente dell’Eca, l’associazione dei grandi club europei. I SUOI CLUB BAYERN MONACO (GER) INTER (ITA) SERVETTE (SVI)

1974-1984 1984-1987 1987-1989

IN NAZIONALE GERMANIA OVEST

1976-1986

«PER IL FAIR PLAY FINANZIARIO NON SI PUÒ METTERE TROPPO DENARO FRESCO. MA COSÌ COME SI FA A COLMARE I BUCHI? TOCCA A NOI GROSSI CLUB TROVARE UNA SOLUZIONE» «Spero di sì. Ne abbiamo parlato a gennaio, ci vediamo a fine stagione per un rinnovo dell’accordo oltre il 2016. Ma lo lascio in pace, perché è speciale e si concentra sull’ultima tappa dell’annata. Noi ci fidiamo di lui e lui di noi. Non abbiamo fretta». Al Manchester City dicono che l’ingaggio di Pep sia l’unica salvezza di alcuni dirigenti spagnoli. Ne sa qualcosa? «Sento le voci, ma non credo che lui sia adatto per una società tipo il City, non fa parte della sua cultura». Le piace di più la partita o l’allenamento che vede dalla finestra? «La partita è più emozionante, ma più interessante è l’allenamento. Pep gestisce il gruppo in modo totalmente diverso da prima. Anche Lahm, il capitano, mi dice che grazie ai suoi metodi la squadra è sempre tirata al massimo. Propone sempre novità». Almeno un esempio. «In estate alcuni allenatori dicevano di avere capito il sistema di Guardiola. E lui allora iniziava con la difesa a 4, poi dopo 10 minuti passava a 3 e sulla panchina avversaria erano in confusione. Come nelle dichiarazioni dopo». Il Bayern si può accontentare soltanto della Bundesliga? «Il titolo nazionale è il più onesto, mentre la Champions dipende da una giornata nera, infortuni, arbitri. Dopo il Mondiale vincere il campionato è significativo». E Pep si accontenterà solo della Bundesliga? «No, come nessuno di noi. Per Guardiola la Champions è come il ballo di Vienna, una sera speciale, si veste anche in modo diverso per farlo capire ai giocatori». Alaba si è infortunato al ginocchio in nazionale, in maniera molto più grave di Marchisio. Lei non ha detto che «in nazionale lavorano troppo» come hanno fatto a Torino. Si è limitato a un «lamentarsi non serve più». Perché? «Credo che dobbiamo cercare di vivere in armonia con le nazionali: Uefa, Fifa e alcune federazioni l’hanno capito. Anch’io mi sono arrabbiato per le sette settimane di stop. Ma non vale la pena. Per i giocatori la nazionale è la squadra più importante: è così in Germania, in Italia, nel mondo. Anche se il Bayern o il Real Madrid o altri sono i club più importanti nel loro paese, la nazionale è santa e sana». I soldi che prenderete per Europeo, 150 milioni l’anno prossimo, e Mondiale, 209 milioni di dollari dal 2018, vi faranno tacere del tutto? «È un sistema di riconoscimento. Ho parlato con Blatter sugli indennizzi: si poteva trovare un accordo o no, ha capito. La richiesta non è esagerata, anche se è tre volte di più dell’attuale, ma è la stessa cifra che prendono le federazioni». Anche la Uefa coprirà di soldi chi partecipa alle

I TRIONFI TRA CAMPO E SCRIVANIA TROFEI VINTI Bayern Monaco Germania Ovest

LE SUE VITTORIE DA GIOCATORE

1980 e 1981

2

E QUELLE DA DIRIGENTE 1994, 1997, 1999, 2000, 2001, 2003,

Campionato tedesco

12 2005, 2006, 2008,

Coppa di Germania

1998, 2000, 2003, 9 2005, 2006, 2008, 2010, 2013, 2014

2010, 2013, 2014 1982 e 1984

2

Supercoppa di Germania

2

2010 e 2012

Coppa di Lega

6

1997, 1998, 1999, 2000, 2004, 2007

Coppa Uefa

1

1996

1975 e 1976

2

C. Campioni/Champions L.

2

2001 e 2013

Supercoppa Europea

1

2013

1976

1

Coppa Intercontinentale

1

2001

Mondiale per club

1

2013

1980

1

Campionato Europeo GDS

coppe: 1,64 miliardi. Gli associati all’Eca le hanno mandato dei fiori? «No, ma più dei soldi, che contano, è importante aver ottenuto la governance con due rappresentanti Eca nell’esecutivo Uefa e la distribuzione. Cioè distribuire a più società i proventi delle coppe, aumentando la quota anche in Europa League, trovando una misura tra solidarietà e prestazioni. Perché il calcio è come la vita sociale: chi ha di più deve dare a chi ne ha bisogno. Siamo riusciti ad anticipare il mondo. La Champions guadagna ma abbiamo trasferito tanti soldi anche all’Europa League». Uno dei due membri dell’Eca nella Uefa sarà lei? «Platini me lo ha chiesto. Decideremo al prossimo incontro a Berlino». Dubbi sui soldi: non c’è il pericolo che chi frequenta le coppe polverizzerà in maniera economica il resto dei club? «Per disputare le coppe servono rose più ampie, quindi più costi. Ma anche chi resta fuori, un Friburgo o un Chievo, può avere dei benefici dal sistema centralizzato dei diritti tv».

IL PREZZO

8,5

i miliardi delle vecchie lire sborsati dall’allora presidente Ernesto Pellegrini per portare Rummenigge all’Inter nell’estate del 1984

A settembre lei compirà 60 anni, il calcio aiuta a restare giovani? «In un certo sì, come diceva Robert Schwan, manager dei tempi di Beckenbauer alla stessa domanda. Grazie ai giocatori e al lavoro quotidiano nel calcio si resta più giovani. Sento però un po’ l’età, faccio sport ma la cosa più importante rimane la famiglia e grazie a mia moglie ho le spalle libere. Siamo in nove, con cinque figli e due nipoti, una piccola tribù». © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Primo piano R Sos Milano

VENERDÌ 3 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Tetto deficit più alto e sì a investimenti le novità sul tavolo Ma c’è chi non vuole 1Da mesi Uefa ed

Eca si incontrano per modificare il fair play finanziario: si vuole aumentare la competitività tra club senza però sconfessare la filosofia del rigore

Marco Iaria twitter@marcoiaria1

E’

da mesi che Uefa ed Eca, l’associazione dei club europei, discutono sul fair play finanziario del futuro. Per questo motivo l’apertura di Rummenigge, che dell’Eca è presidente, non è casuale. Una commissione paritetica con gli uomini di Platini e i rappresentanti delle società è stata istituita e si raduna periodicamente proprio per valutare possibili modifiche all’impianto delle norme che hanno messo sotto controllo i conti di chi parteci-

pa a Champions ed Europa League. I casi delle milanesi sono finiti su quel tavolo. Inter e Milan si trovano fuori dal giro delle coppe e rischiano di infilarsi in un tunnel da cui uscire sarebbe impossibile con le regole attuali. Perché restare fuori dalle coppe per una o più stagioni significa perdere decine di milioni di proventi Uefa, peggiorare la propria situazione contabile e sforare i parametri del fair play, la cui regola-cardine, quella del break-even, impone un tetto massimo di perdite. Quando Rummenigge dice che «dobbiamo pensare come si potrebbero aiutare certe squadre

come Inter e Milan, perché sono danneggiate in questo senso», si riferisce proprio a questa dinamica perversa. CONTEGGI Beninteso, le due situazioni sono profondamente diverse. Negli ultimi anni i nerazzurri hanno viaggiato al ritmo di 80-100 milioni di deficit, tanto che nel triennio preso in esame dall’Uefa in questa fase di controlli (2011-12, 2012-13 e 2013-14), l’Inter ha accumulato un rosso ai fini del fair play (quindi depurato da alcune voci) di 180 milioni, lontanissimo dal tetto massimo consentito di 45 milioni. Il Milan, invece,

I CONTI NERAZZURRI INTER

2013-14

2012-13

2011-12

Ricavi

167

177

206

Costi

-265

-274

-319

7

26

38

-12

-12

-10

-103

-83

-85

Plus-minusvalenze Gestione straordinaria RISULTATO ANTE-TASSE AGGIUSTAMENTI FAIR PLAY Costi vivaio

5

5

5

Costi infrastrutture e altri ammortamenti

10

10

6

-

-

50

-88

-68

-24

Stipendi pre giugno 2010

RISULTATO FINALE

Dati in milioni di euro Dati relativi al bilancio consolidato

-180 GDS

IL NUMERO

650

I milioni versati nelle casse del Milan da Berlusconi a partire dal 1986, l’anno del suo insediamento

aveva faticosamente raggiunto un certo equilibrio contabile, con le perdite contenute negli esercizi 2012 e 2013 e un risultato aggregato per il triennio pari a -20. Quindi in linea con i parametri europei. I problemi si pongono adesso. Senza le entrate della Champions, già il bilancio rossonero al 31 dicembre 2014 in approvazione a fine mese chiuderà con una perdita attorno ai 50 milioni. E sarà così, se non peggio, nell’esercizio di quest’anno solare. Fuori dall’Europa d’élite e alle prese con un’austerity galoppante, le milanesi rischiano di spegnersi lentamente. Anche se ci fossero

capitali ingenti a disposizione, questi non sarebbero ammessi nei conteggi ricavi-costi del fair play, concepito proprio per consentire ai club di camminare con le proprie gambe, di auto-alimentarsi grazie ai giri d’affari delle squadre senza ricorrere agli aiuti degli azionisti (beh, sappiamo com’è andata con le maxi-sponsorizzazioni del Psg…). E allora, all’interno della commissione Uefa-Eca si stanno studiando delle soluzioni per non penalizzare troppo quelle squadre rimaste fuori dal giro delle coppe o per evitare di allontanare nuovi investitori. Le direttrici sarebbero


VENERDÌ 3 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

I CONTI ROSSONERI MILAN

Stima 2014

UN TERZO È DI REAL E BARÇA

2013

-

255

276

Costi

-

-278

-324

Plus-minusvalenze

-

23

53

-

-13

-6

-50

-13

-1

Costi vivaio

10

10

8

Costi infrastrutture e altri ammortamenti

10

8

5

Ricavi non rilevanti

-

-

-7

Stipendi pre giugno 2010

-

-

-

RISULTATO ANTE-TASSE

Debiti in calo in Spagna: 2,757 miliardi

2012

Ricavi

Gestione straordinaria

AGGIUSTAMENTI FAIR PLAY

RISULTATO FINALE

Il presidente dell’Inter Erick Thohir, 44 anni, assieme ai due amministratori delegati del Milan Barbara Berlusconi, 30, e Adriano Galliani, 70

-30

Dati in milioni di euro Dati relativi al bilancio consolidato

+5

+5

-20 GDS

due: 1) mantenere il tetto del deficit a 45 milioni anche per le fasi successive, che invece prevedono un abbassamento della soglia a quota 30 già per i controlli da eseguire nella prossima stagione e relativi ai bilanci 2012-13, 2013-14 e 2014-15; 2) congelare in qualche modo una certa quota di investimenti utili per rafforzare l’organico e renderlo più competitivo, con la conseguenza che le spese effettuate per trasferimenti e/o stipendi da un certo punto in avanti verrebbero detratte dal calcolo costi-ricavi. CONTRASTI Diciamolo chiara-

mente: nella grande famiglia del calcio europeo non tutti la pensano allo stesso modo. Ci sono i falchi e le colombe, ci sono quelli che vogliono che tutto resti così com’è e quellli che, invece, temono contraccolpi esiziali al fair play finanziario. Questi ultimi guardano al panorama economico e notano come ci siano 4 squadre (Real, Manchester United, Bayern, Barcellona) con fatturati attorno al mezzo miliardo, quindi con un potere di spesa molto più alto di chi sta sotto. All’insegna dello slogan «spendi solo quanto incassi», il fair play – secondo la visione dei “riforma-

tori” – porta a una cristallizzazione degli attuali rapporti di forza, a competizioni sempre più prevedibili, a un mercato ristretto, al mancato ingresso di investitori. La convinzione è che, tanto per fare due esempi, Inter e Milan possano incrementare i loro fatturati principalmente grazie ai risultati sportivi, e che questa strada sia possibile – a meno di miracoli – solo attraverso investimenti sulle rose. PROSPETTIVE Ma le modifiche al fair play sono fattibili? Intanto, all’interno dell’Eca non tutti la pensano allo stesso modo. E

IL NUMERO

60

I milioni di prestito che Erick Thohir ha erogato in questi giorni a favore dell’Inter. Un anno fa ne aveva prestati 22

poi, se davvero emergesse una volontà comune, bisognerà vedere come mettere in pratica le novità perché troppo differenti sono le storie di squadre in difficoltà coi parametri: nobili decadute, ricche emergenti che aggirano i paletti, realtà dell’est Europa dai bilanci non proprio cristallini. C’è tempo fino a giugno per cambiare i parametri in vigore nel 2015-16: difficile che ci si riesca. Semmai si potrà tentare di farlo per il 2016-17, senza aspettare la fine del triennio 2015-18. Allora i buoi potrebbero essere già scappati. © RIPRODUZIONE RISERVATA

● I club spagnoli che militano in Liga e Segunda sono in passivo per 2,757 miliardi di euro ma i conti migliorano. È questo il dato diffuso dalla Lega spagnola in merito alla stagione 2013-14. Un indebitamento in flessione di 558 milioni rispetto al 2012-13, anche se quasi un terzo del debito (27,8% per l’esattezza) riguarda Real Madrid e Barcellona: 767 milioni. Un anno fa il debito complessivo era di 2,923 miliardi (769 quello delle due big) mentre due anni fa le cifre erano rispettivamente di 3,315 miliardi e 884 milioni. Per quanto riguarda invece il debito col fisco si è passati dai 634 milioni del 2012-13 ai 496 della passata stagione, in calo del 21,9%. I ricavi comprensivi di plusvalenze si attestano invece a 2,328 miliardi (+5,4%), grazie a diritti tv e calciomercato, mentre le spese ammontano a 2,172 miliardi, in flessione del 2,7%. «Abbiamo cominciato un percorso che nel medio termine ci porterà alla sostenibilità», rivendica orgoglioso Javier Tebas, presidente della Lega in carica dall’aprile 2013.

Florentino Perez, presidente Real

della

Liberazione 1945

5

2015

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Primo piano R Sos Milano

È un Milan all’orientale Berlusconi riceve Lee ad Arcore 1L’affarista di Hong Kong rappresenta

la cordata che sta sfidando i thailandesi di Bee per acquisire quote del club. E Silvio avrebbe detto: «Ho venduto il 75% ai cinesi»

vicino agli ambienti rossoneri. Il 26 ottobre dell’anno scorso, infatti, Lee fu ospite a San Siro di Silvio e Barbara Berlusconi in occasione di MiMILANO lan-Fiorentina. La visita ufficialmente mirava l profumo d’Oriente si fa sempre più inten- ad alcune collaborazioni tese a valorizzare il so. Il Milan continua a guardare con grande marchio rossonero in Cina e ad aumentare i riattenzione verso est – dove ricambiano le cavi commerciali. Ma chissà che già allora non si fosse iniziato a gettare le basi attenzioni – e, man mano che per qualcosa di molto più grospassano i giorni, alle indiscreso. Chi potrebbe rappresentare zioni si aggiungono i dati di fatLee? In teoria non ci sono limiti to. L’ultimo risale a ieri sera, ai salotti migliori dell’imprenquando Berlusconi avrebbe riditoria cinese. Si potrebbe tratcevuto ad Arcore Richard Lee, ● i milioni di euro di valore di tare di Zong Qinghou – l’ultimo uomo d’affari di Hong Kong. tutto il Milan, secondo quanto nome uscito – presidente di Per capirci: Lee in questo fran- emerso dalle trattative del gente sta rivestendo lo stesso club di Berlusconi con i possibili Wahaha Group, colosso cinese delle bevande. O magari di Mr. ruolo del thailandese Bee Tae- acquirenti in arrivo dall’Oriente Pink, altro imprenditore che ha chaubol. Entrambi rappresentanti di una cordata di imprenditori interessati fatto fortuna nel medesimo ramo aziendale. ad acquisire quote societarie del Milan. Che il club rossonero giocasse su due tavoli era cosa BARBARA A.D. Ad ogni modo il derby orientale nota. Ma, una volta venuto allo scoperto Mr. Cina-Thailandia per mettere le mani sul Milan è Bee, mancava il volto dell’altra controparte. entrato ampiamente nel vivo. E, dopo l’incontro Della cordata cinese. Che adesso avrebbe un no- di ieri sera, la sensazione è che la faccenda stia me e un cognome, una figura peraltro già vista accelerando. O quanto meno che i cinesi stiano

Marco Pasotto

I

LE TAPPE DELLA VICENDA

800

OTTOBRE 21013 La prima apertura alla cessione Una nota banca d’affari vicina alla Fininvest fa richiesta di valutare l’asset societario, seguito da un viaggio negli Emirati Arabi di un commercialista di fiducia della famiglia. Per la prima volta Silvio Berlusconi sembra aprire alla cessione del Milan, o almeno una parte delle quote. Sullo sfondo investitori arabi, pronti a entrare in società anche, inizialmente, senza quote di maggioranza.

I DETTAGLI

Voci non confermate stimerebbero in circa 1,5 miliardi di euro la cessione della maggioranza della società al gruppo di Lee. Su richiesta dello stesso Berlusconi, Barbara resterebbe a.d. Entrambe le cordate proseguono la «due diligence», l’analisi dei conti del club rossonero. Aprile mese chiave anche per lo stadio: atteso il verdetto di Fondazione Fiera sul progetto

cercando di superare la concorrenza. Proprio in virtù del faccia a faccia di Arcore, acquista infatti una particolare rilevanza l’indiscrezione pubblicata ieri intorno all’ora di pranzo da Aska News, che ha riportato direttamente le virgolette di Berlusconi: «La vendita del 75% del Milan ai cinesi è cosa fatta». Parole che Silvio starebbe ripetendo da giorni in forma privata e anche nel corso dei propri impegni politico-istituzionali. In particolare, avrebbe chiarito la situazione incontrando i rappresentanti delle comunità italiane all’estero. Altri presunti dettagli: la cifra oscillerebbe tra il miliardo e il miliardo e mezzo di euro (tanti, per il 75%) e Barbara – su espressa richiesta del padre – conserverebbe il ruolo di a.d. ANALISI La notizia ovviamente è stata seguita dall’ennesima smentita, sebbene stavolta non si tratti di un comunicato ufficiale di Fininvest. Più informalmente, «fonti vicine a Berlusconi» hanno precisato all’Ansa che «non esiste alcuna trattativa in merito», che «l’ipotesi è frutto di fantasia e verrà smentita anche in futuro», e che «non è mai stata fatta una reale valutazione circa il

10 MARZO 2015 Le foto sul sito romeno Il sito romeno Wowbiz.ro lancia la bomba: Silvio Berlusconi avrebbe venduto il 51% del Milan al magnate cinese Poe Qui Ying Wangsuo, noto come Mr. Pink. Ma poco dopo Fininvest «smentisce nel modo più categorico che sia stato raggiunto alcun accordo per la cessione di quote del Milan». Il sito pubblica anche delle foto di Berlusconi mentre firma alcuni documenti con il magnate cinese e un’altra persona.

11 MARZO 2015 Derby asiatico? Dalla Cina alla Thailandia. Dopo le foto con Mr Pink, esce allo scoperto la cordata thailandese guidata dal broker Bee Taechaubol, con incontri ufficiali ad Arcore e «un accordo» firmato tra Berlusconi e Mr Bee, nel quale è stato quotato il 30 per cento del Milan per 250 milioni, ma anche fissata un’opzione di acquisto del 51 % delle quote al gruppo orientale, senza che la parte venditrice possa più opporsi.

IL DATO

Inzaghi e i viaggi da incubo. In trasferta record negativo 1Solo nel 2000-2001 un rendimento

così brutto: appena due vittorie, l’ultima addirittura più di un girone fa

G.B. Olivero INVIATO A MILANELLO (VA)

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no dei dati più difficili da spiegare della stagione del Milan riguarda il rendimento esterno. È il trionfo del 13: in 13 trasferte i rossoneri hanno conquistato 13 punti (2 vittorie, 7 pareggi e 4 sconfitte) e sono al 13° posto della speciale classifica comandata dalla Juve davanti a Roma, Fiorentina, Lazio e Napoli. La stranezza

riguarda un rendimento così mediocre da parte di un gruppo di giocatori con caratteristiche ideali per le trasferte. Il Milan ama ripartire sfruttando la rapidità di Menez e degli altri giocatori offensivi alternatisi sulle fasce. Eppure lontano da San Siro il Milan ha realizzato appena 18 reti incassandone 21. E attenzione: 5 gol sono arrivati in una partita sola, a Parma. Quindi nelle altre 12 trasferte i rossoneri hanno esultato appena 13 volte.

I RIMPIANTI Guardando indietro, Inzaghi può giustamente rammaricarsi per le occasioni sprecate. Il Milan inizia le sue trasferte stagionali proprio con il 5-4 di Parma. Poi cominciano i problemi: a Empoli recupera da 2-0 a 2-2 ma non riesce a completare la rimonta; a Cesena regala un gol, pareggia, ma non crea nessuna occasione per il vantaggio. Il 19 ottobre la seconda vittoria, 3-1 al Verona. Poi pari a Cagliari (1-1) e a Marassi con la Samp (2-2), una sconfitta a Marassi con il Genoa (1-0), un convincente 0-0 con la Roma. A gennaio la situazione precipita: a Torino il Milan va in vantaggio contro i granata, ma poi si chiude e si fa raggiungere

alla fine di una delle più brutte prestazioni degli ultimi anni. All’Olimpico contro la Lazio la sconfitta è secca (3-1) come allo Stadium con la Juve. Lo 0-0 del Bentegodi col Chievo è deludente, così come gli ultimi minuti di Firenze dove il Milan passa dal successo per 1-0 alla sconfitta per 2-1. E arriviamo a Palermo, domani, sabato di Pasqua. Il Milan cerca di interrompere la più lunga striscia di partite esterne senza vittorie dell’era Berlusconi. Quando la partita di Palermo inizierà, saranno passati 167 giorni dal successo di Verona. Un girone intero e ben 9 trasferte. Una situazione simile a quella del 2000-01, con Zaccheroni in

panchina: il Milan vinse a Udine il 3 dicembre 2000 e poi giocò 9 volte fuori casa senza festeggiare mai. Tornò a vincere l’11 maggio 2001, 159 giorni dopo: era una trasferta, ma a San Siro, lo storico derby del 6-0. Nel frattempo era cambiato l’allenatore: in panchina c’era Cesare Maldini. Inzaghi ha resistito e punta a un finale di stagione pieno di vittorie. Negli ultimi 20 anni non è mai accaduto che il Milan abbia chiuso il campionato con 2 successi fuori casa. Nel 1996-97 e nel 2000-01 furono tre. Adesso ai rossoneri restano sei partite esterne contro Palermo, Inter, Udinese, Napoli, Sassuolo e Atalanta. Filippo Inzaghi, 41 anni LAPRESSE

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VENERDÌ 3 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

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fTRA L’ASIA E IL ROSSONERO

Da Wanda a Mister Bee La scalata al Diavolo ha gli occhi a mandorla 1 E’ sfida tra miliardari: c’è Wang Jianlin che ha già preso Infront, poi il thailandese Bee Taechaubol con altri imprenditori asiatici e Zong Qinghou, presidente del colosso cinese delle bevande MILANO

A SAN SIRO ● Richard Lee (nel tondo) tra Silvio Berlusconi e la figlia Barbara in tribuna a San Siro: l’uomo d’affari di Hong Kong è stato ospite del presidente il 26 ottobre, per la sfida tra Milan e Fiorentina

valore della società calcistica». Una smentita fin troppo categorica. Anche perché c’è un fattore che rende tutto assolutamente credibile: è in corso la due diligence – l’analisi dei conti e dei bilanci – con entrambe le cordate. Analisi che si concluderanno fra fine aprile e i primi di maggio, dopo di che serviranno 15-20 giorni per arrivare a eventuali proposte di acquisto e relativi accordi. Quali gli scenari? Può capitare di tutto: la cessione del 25-30% delle quote (da tempo Berlusconi chiarisce di essere interessato a soci di minoranza), magari con un crono-programma che porti alla maggioranza in un paio d’anni, oppure la cessione immediata della maggioranza. Al netto delle smentite, ovviamente. Aprile dunque sarà un mese cruciale, forse decisivo. Anche perché da metà mese in poi Fondazione Fiera chiarirà a chi destinerà l’area dove il Milan vorrebbe costruire il nuovo stadio: se la spuntasse il club rossonero, il pacchetto-club diventerebbe ben più appetibile. Senza dimenticare che il 28 sono in programma Cda e assemblea dei soci. © RIPRODUZIONE RISERVATA

IERI Gli ultimi sviluppi: Lee cena ad Arcore Askanews rivela: «Martedì sera Berlusconi durante incontri privati ha ammesso che “la vendita del 75% del Milan ai cinesi è cosa fatta”». Cifra della vendita? Tra il miliardo e il miliardo e mezzo, con Barbara che rimarrebbe nel ruolo di a.d.. E ieri sera incontro ad Arcore, di circa un’ora, con uno dei possibili acquirenti: l’imprenditore di Hong Kong Richard Lee.

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ome nel gioco del telefono senza fili: non sai mai quanto (e se) corrisponda al vero ciò che ti arriva all’orecchio. Il problema è che in questo caso si parla della cessione del Milan, e quindi c’è poco da giocare. Nelle prossime settimane usciranno altre indiscrezioni e altre smentite (sebbene quella di ieri non sia uscita ufficialmente da Fininvest, come nelle altre occasioni), ma intanto possiamo ripercorrere ciò che è successo fino ad ora e i personaggi che sono stati accostati al Milan. STRATEGIA Fra i primi nomi c’è senz’altro quello di Wang Jianlin, che è il presidente di Wanda Group, la più grande impresa immobiliare della Cina. Negli ultimi tempi Jianlin si è distinto in ambito sportivo soprattutto per due cose: ha comprato il 20% dell’Atletico Madrid e ha acquistato Infront, società che gestisce contenuti sportivi e in particolar modo sovrintende il marketing e lo sponsoring del Milan. Poi il suo nome è finito sotto traccia, mentre è salito alla ribalta Bee Taechaubol, broker thailandese che ha già incontrato Berlusconi due volte e con cui ha firmato un protocollo di intesa non vincolante per acquisire il 30% delle quote (valore sui 250-300 milioni), con successivo step al 51%. Taechaubol rappresenta imprenditori che arrivano da diversi paesi (Cina compresa), ma il Milan ha ritenuto di non averlo come interlocutore unico. Sia per una evidente strategia di

WANG JIANLIN E’ il presidente di Wanda Group, la più grande impresa immobiliare della Cina, che di recente ha acquisito anche la Infront, advisor commerciale tra gli altri - di Milan e Lega EPA

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● gli anni di presidenza Milan di Silvio Berlusconi: il numero uno di Fininvest è diventato il patron della società rossonera il 20 febbraio del 1986

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● i trofei vinti dal Milan sotto la gestione Berlusconi, tra cui 8 scudetti, 5 coppe CampioniChampions e 3 IntercontinentaliMondiali per club

BEE TAECHAUBOL Broker thailandese, rappresenta una cordata di imprenditori asiatici. Ha già incontrato il presidente Berlusconi e ha tuttora in corso la «due diligence» con il Milan ANSA

ZONG QINGHOU E’ il presidente del Wahaha Group, un colosso cinese delle bevande. E’ segnalato come l’86° uomo più ricco al mondo. Ieri ha smentito i presunti contatti avvenuti con il Milan AFP

mercato, sia perché la fama che accompagna Mr. Bee in patria non sembra delle più fulgide. Taechaubol è uno che ama viaggiare sul filo del rasoio nelle operazioni di Borsa, alcuni colleghi imprenditori lo reputano un personaggio finto. Fra le aziende che fanno a capo lui c’è la Eic, colosso dell’elettronica; la Thai Prime, di cui è a.d.; e poi i diritti per l’Asia del Global Legends Series di Cannavaro.

be presente anche Richard Lee). Infine è stata la volta di Zong Qinghou, presidente di Wahaha, gigante delle bevande, che ieri ha smentito: «Non abbiamo alcuna intenzione di entrare nel calcio e non abbiamo avuto alcun contatto col Milan». Smentite che a questo punto della faccenda devono essere comunque sempre prese con le dovute cautele. Di certo la Cina pare il paese maggiormente coinvolto. Un’operazione dietro cui ci sarebbe l’avallo diretto del governo di Pechino, che vorrebbe costruire un movimento calcistico importante e vede l’Italia come terra di opportunità. Massimi sistemi. m.pas.

SMENTITA Una volta appurate le intenzioni di Mr. Bee, è tornata in scena la Cina. Dapprima col nome di Poe Qui Ying Wansuo, ovvero Mr. Pink, imprenditore di cui sul web sono circolate anche alcune foto assieme a Silvio nel salotto di Arcore (e nelle stesse foto sareb-

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Serie A R Il personaggio

A CARTE SCOPERTE CON...

Zamparini CE L’HO CON IL MONDO A PARTIRE DA GALLIANI FIGLIO DI PAPÀ SILVIO IL PRESIDENTE DEL PALERMO È IN PACE CON DIO, FAMIGLIA, RICORDI E PELLEROSSA, NON COL MILAN CHE SFIDA DOMANI: «ADRIANO HA PENSATO SOLTANTO AI SUOI INTERESSI, COME BERLUSCONI A QUELLI DI MEDIASET» INTERVISTA ESCLUSIVA di ANDREA ELEFANTE INVIATO A AIELLO DEL FRIULI (UDINE)

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uesta intervista è iniziata sostituendo le carte social network e tatuaggi con cibo e famiglia e schierando in porta sghignazzando la carta sesso, «perché il sesso è come un muro di gomma: ci rimbalzi contro». E poi è finita a pane (fatto da lui, ci tiene a dirlo) e San Daniele, che ci ha tagliato al coltello con occhi compiaciuti, e a parlare di Adriano Galliani, con occhi che sono diventati improvvisamente di fuoco. Maurizio Zamparini ci è apparso così: un uomo placido e anche sereno, ma visceralmente impulsivo e incazzato. Un uomo in pace e in guerra con il mondo, dipende quale. In pace con i suoi ricordi, la sua famiglia, il suo ruolo di baby sitter dei tanti nipoti («Ma lo sono stato anche dei figli, più io di mia moglie»), la sua cultura, la sua curiosità universale, la sua fede: sul display del telefonino, «così posso guardarla decine di volte al giorno», ha una foto della Vergine di Macarena che si trova a Siviglia. «Una medium amica di famiglia mi ha regalato un quadretto con questa immagine e la Madonna mi manda segnali tutti i giorni». In guerra Zamparini si sente con diversi altri mondi: anzitutto quello del lavoro, dell’economia e della politica italiani, che vorrebbe ferocemente cambiare «combattendo anzitutto la burocrazia, che dove un tempo c’erano due dipendenti oggi ne mette venti, e bisogna chiedere il permesso anche per fare la pipì: studiano come impedirti di fare qualcosa, non come aiutarti a farla». Ci ha provato ideando nel 2011 un Movimento per la gente, «esiste ancora, ma la gente non reagisce abbastanza, a parte i giovani che oggi sono spugne desiderose di valori». E poi c’è il mondo del calcio, il suo massimo vizio. Domani il suo Palermo giocherà con il Milan e chiedergli di Galliani è come fare «clic» su un detonatore: «E’ figlio di suo papà, e non c’è bisogno che le spieghi chi è suo papà. Lo aiutai a diventare presidente della Lega, ma gli dissi “adesso devi fare gli interessi di tutti”. Col cavolo: fece solo gli interessi del Milan. Come Berlusconi ha sempre fatto solo quelli di Mediaset». E per non pensarci, Zamparini ha tagliato un’altra fetta di prosciutto.

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SESSO BASTA COL MACHISMO IL VIAGRA: PERCHÉ NO?

«Noi bambini di campagna vivevamo in mezzo ai tori e alle mucche, dunque a 5 anni ero già dentro un fosso con un’amichetta - si chiamava Ermelinda - a giocare al dottore, finché non ci scoprì un amico più grande con la minaccia di raccontare tutto a mio padre. A 16 anni invece ero a lezione da un’educatrice, aveva dieci anni più di me, mi ha adescato lei e il ricordo della prima volta “vera” è bellissimo: avevo una maestra che mi insegnava tutto, fantastico. Meno male perché poi, per colpa della mia educazione cattolico-cristiana, dai sedici ai vent’anni ero così fesso che con la mia fidanzata facevo di tutto evitando rapporti completi, perché non eravamo sposati: ma quanto sono stato cretino, poi me lo sono detto un sacco di volte. Ora, dopo il secondo matrimonio, sono monogamo, ma è vero che da single mi sono divertito: non mille amanti ma mille amiche - perché le donne sono più fedeli - di cui un centinaio fidanzatine. Con qualche aiutino, certo. Il Viagra l’ho consigliato anche a dei colleghi, tipo Sensi che mi ringraziò molto oppure Cecchi Gori, che una volta andò in crisi perché la pillola gli era caduta sotto il letto, e la trovò la cameriera la mattina dopo: “Dottore, e questa cos’è?”. Gli uomini si vergognano di dirlo perché si sentono sempre machi, ma se funziona, perché no?»

L’imprenditore Maurizio Zamparini, 73 anni, presidente del Palermo dal 2002, nella sua cantina-cucina «privata». La villa di Aiello del Friuli dove ci ha rilasciato l’intervista fu dei conti Micheli Zignoli FOTOSERVIZIO BOZZANI

LE HA SCOPERTE COSÌ «DAI, GIOCO COME IACHINI» 3-5-2

VIAGGI NEL PASSATO Beati i faraoni CIBO Tartufo e passatelli

VIZI Ballare con una zoppa

POLITICA MA SÌ, I «NO GLOBAL» AVEVANO RAGIONE

«E’ una parola che ha perso tutto il suo valore. Nella civiltà di Atene richiamava i concetti di dovere e libertà, oggi da noi la politica toglie libertà. Oggi lo Stato è un nemico delle persone: vuole dei sudditi, non dei cittadini. E i politici, complici delle multinazionali e delle banche centrali, invece che sugli interessi della gente si concentrano sui sondaggi, per capire dove sono i consensi e come prendere il potere. Hanno ucciso l’economia di questo Paese: per un sacco di tempo non l’ha detto nessuno, e se oggi sento parlare di rinascita mi viene da ridere. Quando i no global spaccavano tutto, mi avevano spiegato che erano solo dei disgraziati violenti: l’ho capito dopo, usavano modi sbagliati ma avevano ragione loro. Dal dopoguerra in poi, da De Gasperi, Moro, Andreotti in poi, è stata solo una deriva: sempre peggio. Ero un anticomunista viscerale, mi sono sempre sentito un liberale: quando è andato su Berlusconi con lui c’era Fini, gli avevo offerto la mia collaborazione perché sentivo di dover ricambiare in qualche modo il successo economico che avevo avuto e pensavo volessero davvero cambiare il Paese. In realtà è cambiata solo la ricchezza di Berlusconi: facendo politica si è moltiplicata per mille. Avrebbe dovuto dimettersi, non nascondersi dietro le angherie della magistratura, e invece mi ha deluso profondamente, lui come Bossi, Prodi, oggi Renzi, che cammina sulla stessa strada di chi lo ha preceduto: l’obiettivo non è dare servizi, ma fare carriera e prendere potere. Come si potrà distruggere tutto questo male che è stato seminato? Una volta per ripartire si usavano le guerre, oggi spero che se ne possa uscire con un po’ più di amore: per la gente».

VIAGGI 400 ore di volo all’anno

VIZI LA VANITÀ DEL CALCIO ESSERE RICONOSCIUTO

MOMENTO BUIO «HANNO UCCISO MAMMA PERÒ TU PERDONALI»

«Il più grande che ho, più che altro l’unico, è il calcio. Costoso quanto il gioco o le donne, ma almeno ha un risvolto sociale: può regalare felicità. Venezia ha tutto, non ne aveva bisogno, ma Palermo sì e quando nelle mie preghiere chiedo scusa per quanti soldi ho buttato con questo giochino, mi sento meno in colpa pensando di aver dato attimi di godimento a tanta gente. Il vizio del calcio sta nell’autopiacersi: siamo, o perlomeno sono, vanitoso, amo apparire, essere riconosciuto per strada. Il Venezia lo presi per passione, comprare il Palermo è stata anche una questione di vetrina: se non ci fosse neanche quella sarei un cretino, perché ci metto soldi, non vedo le partite se non registrate, soffro se si perde. Mi consola non averlo mai fatto al casinò: una volta ci sono entrato per vedere se mi piaceva, ma dopo dieci minuti ero già fuori perché mi ero stufato. Come a 45 anni mi stufai di fumare e mi misi d’accordo con Greta, mia figlia: “Smettiamo?” Smesso, da un giorno all’altro. Il vino? Un piacere e mai una schiavitù, neanche da ragazzi, quando raccoglievo mille lire a testa dagli amici per fare il giro delle sagre e sbronzarci un po’: mica per stordirci, lo facevamo per cantare le canzoni friulane e essere più sciolti nelle balere. Peccato che la prima volta che provai a ballare scelsi l’unica che era zoppa...»

«Se n’è parlato soprattutto per gli Stati Uniti, ma certi dati valgono anche per l’Italia: in proporzione il numero di morti in un anno per errori medici è di poco inferiore, se non uguale, a quello dei morti per cause cardiovascolari, tumori, incidenti stradali. Io lo so bene perché così ho perso la mia mamma, a 23 anni. Purtroppo, e dico purtroppo, l’avevamo ricoverata in una clinica privata, per un banale fibroma all’utero: ricucitura, setticemia fulminante e se n’è andata così. Mio padre era disperato, provai a dirgli “Perdonali per averla uccisa, vedrai che salveranno altre vite”: mi sbagliavo e quando l’ho capito, anni dopo, è stato come vivere un altro momento buio come il primo. Quello fu terribile: per il dolore di quella perdita il mio cervello ha cancellato qualunque immagine della mamma, e ancora oggi non riesco a rivedere il suo viso, non ci sono mai più riuscito. Devo guardare le foto, è l’unico modo per riaverla davanti agli occhi. Del resto, lo insegna il dottor Hamer nelle sue cinque regole biologiche: noi siamo organismi perfetti e le nostre malattie non sono altro che conseguenze di traumi, dipendono da shock biologici. Come ho superato il mio? Ho cancellato tutte le immagini di mia mamma, ma l’ho pregata tutti i giorni. E lei, da là, un sacco di volte mi ha fatto capire che c’è ancora».

SESSO Sensi e Cecchi Gori

FAMIGLIA Il mio papà emigrante

ADOLESCENZA Giochiamo a pindul pandul?

RELIGIONE La gara di bestemmie

ALTRI SPORT Uno squarcio con le unghie

POLITICA Sudditi, non cittadini

MOMENTO BUIO La vedo solo nelle foto


VENERDÌ 3 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

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CONTENUTO PREMIUM HA DETTO

fLE RREGOLE DEL GIOCO 25 CARTE, CART 3 CAMBI, 11 ARGOMENTI A carte cart scoperte si gioca così. Mazzo da 25 argomenti, rigo rigorosamente extracalcio: alt mestieri all’arte, dallo dagli altri s stress ai social network. L’in L’intervistato ne pesca 11 e, come un allenatore, può camb cambiarne tre. Poi li mette in camp a carte scoperte. E si campo, scopre anche lui

LA RELIGIONE VIENE USATA SPESSO PER ACQUISIRE POTERE: MI PARE CHE LUI FACCIA IL CONTRARIO SU PAPA FRANCESCO UN UOMO NUOVO

ADOLESCENZA QUANTE GARE IN STRADA ALTRO CHE ELETTRONICA

«Se Dio vuole mio figlio Armando - il quinto, oggi ha 16 anni - non avrà i miei ricordi, tipo quella volta che improvvisamente sentii gridare e scappammo tutti a nasconderci nel sottoscala della stazione dove lavorava il nonno, perché passavano gli aerei con le bombe. Però gli mancheranno altre cose, non vivrà mai questi suoi anni come ho potuto fare io. Oggi gli adolescenti stanno così tanto davanti ai computer che gli diventa elettronica anche l’anima e non va bene: non mi risulta che il nostro cuore sia elettronico. A Sevegliano io stavo in strada dalla mattina alla sera, d’estate sempre, e la sera mio padre mi prendeva regolarmente a scappellotti perché il pomeriggio, invece di fare il pisolino, sfilavo la chiave di casa dalle tasche della mamma che riposava e scappavo dagli amici. Socializzare era la normalità, non una fatica, eravamo una banda e si giocava sempre, si giocava a tutto. Anzi, tutto diventava una gara: pindul pandul che sarebbe la lippa, arco e frecce, cerbottana e pallini. E non toglievo nulla allo studio: alle elementari ero il più bravo della classe, poi sono diventato un po’ più vagabondo, ma comunque uno dei pochi a finire la scuola nei termini. Oggi ho quasi 74 anni, quando facciamo le cene di classe mi ritrovo gente che ne ha quasi 80...».

RELIGIONE LA REINCARNAZIONE? LO DICEVA ANCHE GESÙ

VIAGGI NEL PASSATO DECISIONI DI GRUPPO E IL VERO PESO DEL BUE

«Tutte le sere, come facevo quando avevo cinque anni, dico ancora le preghiere che mi ha insegnato mia madre, però in una chiesa entro solo se è vuota: non è andando a messa che riesco a parlare con Dio. E’ lo stesso spirito con cui entro anche in una moschea, perché tutti i luoghi di preghiera sono luoghi di speranza e tutti gli dei sono giusti: non conta la religione che li riconosce come tali, conta che siano veri simboli d’amore. Però oggi quei luoghi sono vuoti per un altro motivo, da anni manca l’unico messaggio che invece dovrebbe passare: la Chiesa che si fa veicolo d’amore, che si sente al servizio dei credenti. E’ un motivo molto triste, però è così: la religione quasi sempre è stata usata per acquisire e esercitare una qualche forma di potere. Ora da due anni vedo in Vaticano un uomo nuovo che sembra invece voler fare una cosa rivoluzionaria: distruggere quel tipo di potere. Sono molto sorpreso e preferisco parlare di cauta speranza, però me lo auguro da cattolico, perché è quello l’insegnamento che ho avuto, anche se da bambino mi è capitato di fare a gara a chi diceva la bestemmia più grossa: in Friuli è così, più che un’imprecazione è un intercalare, però se oggi me ne scappa una mi dà fastidio, in un certo senso è un modo per allontanarsi da Dio. E io a Dio credo, come alla protezione degli arcangeli e anche ad un’altra vita, sì alla reincarnazione. Non serve fidarsi di Brian Weiss, lo diceva anche Gesù e a me lo ha detto la medium che mi ha regalato la Madonna di Macarena: sostiene che in un’altra vita io fossi Marco Polo. Ma a questo credo di meno: secondo me si è fatta impressionare dal fatto che allora ero proprietario del Venezia».

«Poter tornare indietro e vivere in un’altra epoca: sarei molto incerto su cosa scegliere. Forse l’antico Egitto e se vuole le do un indizio: il mio cane, Gaia, è un cirneco dell’Etna e si dice che questa razza derivi dai cani dei Faraoni, di sicuro quelli disegnati nei geroglifici dei fenici sono molto simili a lei. Si stava bene a quei tempi: il Nilo era un amico, vivevano di agricoltura, aveva grande importanza l’astronomia, il tempo viaggiava nel modo giusto. Meglio da faraone, certo, ma a parte gli schiavi stavano bene tutti, anche i sudditi non potevano lamentarsi. Ma a pensarci bene, più che faraone forse avrei voluto essere un pellerossa, o un capo di una tribù di pellerossa, però prima che arrivassero i bianchi a rompere le scatole. Gente in pace con l’universo e in simbiosi con la natura, la scansione della vita simile a quella degli uccelli migratori. E poi avevano un’abitudine fantastica, ma lo facevano perché ci credevano, non perché usava così: si sedevano in circolo e prendevano le decisioni insieme, o meglio decidevano i capi ma sentendo prima il parere di tutti. Mi ha fatto ripensare ai pellerossa leggere di Francis Galton, lo scienziato inglese dell’eugenetica, che capitò ad una gara di una fiera inglese, “Indovina il peso del bue”: chi ci andava più vicino se lo portava a casa. Parteciparono in 700, ma le libbre esatte non le indovinò nessuno, neanche i macellai. Galton per curiosità si fece dare tutte le risposte e ne calcolò la media: corrispondeva esattamente al peso del bue. Come scrisse poi: un gruppo alla fine è sempre più saggio dei suoi singoli individui. I pellerossa l’avevano capito un sacco di tempo prima».

ALTRI SPORT POTERE DI UN PALLONE ARRIVATO DA GLASGOW

FAMIGLIA LA LEZIONE D’AMORE DI NONNO ERNESTO

CIBO GUERRA AGLI OGM E FACCIO IO IL PANE

«Uno dei disastri del presunto progresso, quello che in nome del successo economico chiede di sacrificare i rapporti umani, è la disgregazione delle famiglie, la perdita dell’attenzione per questo valore. La mia è stata allargata fin da quando ero bambino. Mamma Silvana faceva la sarta, papà Armando lavorava con i motori per navi e aerei, emigrò in Venezuela che avevo sette anni e il mio secondo papà diventò nonno Ernesto, capostazione di Sevegliano: porta di casa sempre aperta, tavolo in cucina apparecchiato con un posto in più, chi passava di lì e voleva fermarsi mangiava con noi. A Natale mi dava dei pacchetti di carne da portare ai poveri, è stato lui a insegnarmi che dare è più bello che ricevere. Ma anche l’altro nonno, Vito, aveva il dono della bontà: era così buono che quando i ragazzini gli entravano nella vigna per rubargli l’uva, lui si nascondeva per non spaventarli. La famiglia allargata di oggi nasce dai miei due matrimoni: la separazione dopo il primo mi portò un trauma lungo due o tre anni ma anche la riscoperta della libertà nelle piccole cose, tipo cosa mangiare o cosa guardare in tv. Ho avuto quattro figli dal primo e uno dal secondo per un totale di undici nipoti, e due o tre volte all’anno ci si incontra tutti insieme. Tranne le due mogli: la prima, sa com’è, è ancora un po’ risentita».

«Diciamo che mia moglie semina e io raccolgo. Gestisce un’azienda agricola biodinamica e ormai mangiamo quasi solo prodotti di casa: non c’è nulla di meglio al mondo di ciò che cresce nelle nostre terre, altro che i francesi, a loro invidio solo lo champagne. Così facciamo la guerra al cibo OGM e alle multinazionali, che pur di produrre utili se ne fregano di ciò che fa stare davvero bene la gente: noi coltiviamo il nostro grano e i loro semi possono tenerseli, sono solo ibridi sterili come i muli, incroci fra un asino e una cavalla che non possono procreare. Mia moglie è romagnola, fa dei passatelli che se li butti nel brodo cantano: uno dei miei sapori preferiti, assieme a quello del tartufo e dei krapfen che impastava mia mamma, sapesse quanto mi mancano. Laura è quella che sa far da mangiare e io sto imparando, però gli spaghetti con i pomodorini e il peperoncino li faccio già meglio di lei. Insomma imparo bene, infatti a casa abbiamo due cucine e nella mia ultimamente c’è spesso odore di marmellate, di sottoli e soprattutto di pane. Ecco, fare il pane è diventata una passione: mi sono specializzato in quello condito friulano, che è fatto con le uova, il latte e lo strutto. Però ultimamente uso lo yogurt o la panna, per farlo un po’ più leggero: ci metta sopra due fette di prosciutto e mi dica com’è».

«Non ce ne sono stati altri, al di là del calcio. Avevo le gambe come stuzzicadenti, ma ero un grande colpitore di testa - l’elevazione non è tutto, conta di più il tempismo - e avevo una buona tecnica. Giocavo mezzala, a volte punta: oggi sarei un trequartista, ma allora quel ruolo non esisteva. Ho seguito un po’ il pugilato ai tempi di Loi e Mitri, giochicchiato a basket in collegio - oggi in tv guardo l’Nba, il basket che ha ucciso l’altro basket - ma in testa ho sempre avuto il pallone. Da quando avevo cinque anni: il campetto era proprio sotto casa e mia zia, che sposò un capitano inglese, da Glasgow mi portò un paio di scarpe da calcio alte fino alla caviglia e un pallone di cuoio, di quelli con le cuciture in rilievo, che quando colpivi di testa ti restava il segno sulla fronte. Mica quei palloni di gomma che avevamo noi, che un giorno il figlio del Pierin per calciarlo lo ridusse da buttar via, perché i contadini non si tagliavano le unghie e le aveva così lunghe che gli fece uno squarcio: era l’unico pallone del paese e ce l’avevo io, dunque le partite erano quando dicevo io e le squadre le facevo io. Ho smesso con il calcio giocato che ero in Interregionale, avevo solo vent’anni ma il sogno di mio padre era che facessi l’imprenditore: alla Bovisa c’era un’officina di marmitte per automezzi che mi aspettava».

Zamparini è sposato con Laura, la seconda moglie, che gli ha dato Armando, 16 anni. Dalla prima moglie ha avuto altri 4 figli BOZZANI

CAMMINA SULLA STRADA DI CHI LO HA PRECEDUTO: FARE CARRIERA, NON DARE SERVIZI ALLA GENTE SU MATTEO RENZI PRESIDENTE DEL CONSIGLIO

DA QUANDO C’È LEI SONO MONOGAMO E ORMAI MANGIAMO SOLO I PRODOTTI DELLA SUA AZIENDA SU LAURA SUA MOGLIE

NON VIAGGIO MOLTO PER PIACERE, MA L’HO FATTO LO STESSO LEGGENDO TUTTI I SUOI LIBRI SU TIZIANO TERZANI GIORNALISTA E SCRITTORE

Zamparini con l’immagine della Madonna di Macarena e con il suo cane, Gaia BOZZANI

VIAGGI SE L’AEREO PRIVATO NON PIACE ALLO STATO

«Per 25 anni ho avuto un aereo privato e sono arrivato a fare 400 ore di volo in un anno: anche quattro appuntamenti di lavoro in quattro città in un giorno, un bel risparmio di tempo. Ora lo Stato canaglia, che non trova di meglio che razziare il Paese, mi ha detto che devo andare in bici o in treno, che un aereo mio non posso averlo più, e me l’ha detto a modo suo: cartelle esattoriali insostenibili su ogni volo. Così ora mi sposto molto meno, anche perché non sono un grande viaggiatore per piacere: amo le comodità della casa, mi muovo solo per vacanze di totale relax e i miei spostamenti per il mondo li ho fatti leggendo tutti i libri di Tiziano Terzani, lui sì che lo invidio. Il viaggio che ricordo meglio è quello che ho fatto a 17 anni, per raggiungere i miei in Sudamerica: il mondo degli emigrati aveva un suo fascino e soprattutto una sua dignità, non ti faceva pensare per forza alla disperazione com’è spesso oggi. Il viaggio più recente che mi ha smosso qualcosa dentro è stato in Libano: un altro mondo, un Paese moderno, dall’economia giovane che galoppa, sarebbe da andarci a vivere se non avessi deciso di restare in Italia per migliorarla combattendo lo Stato. Ma prima di morire un viaggio vero voglio farlo, nelle terre dei Pellerossa d’America: una cultura che amo e che non va dispersa».


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VENERDÌ 3 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT


Serie A R I più attesi

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DOMANI A SAN SIRO

Jesus a sinistra Felipe debutta contro il passato

IL CAPITANO Andrea Ranocchia, 27 anni, è arrivato all’Inter nell’estate del 2010. Capitano nerazzurro, ha il contratto in scadenza al prossimo 30 giugno. Il rinnovo, però, è solo da annunciare FORTE

IL CROATO Marcelo Brozovic, 22 anni, è stato prelevato a gennaio dalla Dinamo Zagabria con la formula del prestito con riscatto obbligatorio. Poi scatterà il contratto fino al 2019 LIVERANI

IL TEDESCO Lukas Podolski, 29 anni, ha lasciato l’Arsenal a gennaio per vestire la maglia nerazzurra in prestito secco. A giugno i due club parleranno del suo futuro. Con i Gunners ha un contratto fino al 2016 FORTE

Ranocchia, Brozo e Poldi Nazionale vuol dire fiducia

1Reduci da un periodo opaco con l’Inter, i tre hanno ritrovato sorrisi e gol con Italia, Croazia e Germania. Mancini li aspetta per il Parma

Matteo Brega MILANO

«N

on fidatevi a scatola chiusa, metteteci alla prova». La parentesi delle nazionali è servita per iniettare nei serbatoi di tre interisti una dose robusta di fiducia. L’ultimo periodo nel club non è stato semplicissimo e allora per Andrea Ranocchia, Marcelo Brozovic e Lukas Pdosolki staccare la spina della Pinetina e riattaccarla nel ritiro della nazionale è stato come rigenerarsi.

RANOCCHIA È bastato togliere un colore a Ranocchia per ritrovarlo brillante? No, il nero dell’Inter non era (e non è) un buco in cui si è infilato. È solo l’altra metà della sua vita quotidiana. L’azzurro per lui significa anche e soprattutto ritrovare Antonio Conte. Con lui a Bari il capitano ha avuto il suo primo miglioramento evidente. Lì si è capitato che aveva potenzialità per sfondare. Quando il c.t. lo convoca, sembra che il mondo rifiorisca. Contro l’Inghilterra, sistemato sul centro destra nella difesa a

tre, si è mostrato sicuro e convinto. Adesso Mancini si aspetta il medesimo atteggiamento domani pomeriggio contro il Parma. Stadio differente, ma identica necessità di fare bene per riprendere il cammino verso una posizione che valga il piazzamento Europa League. Ritroverà la fascia e la direzione della difesa. Con la consapevolezza che serve anche il suo spirito visto contro l’Inghilterra a Torino per tenere lontano gli attaccanti di Donadoni. BROZOVIC A Zagabria ha incantato per il modo leggero in cui si infilava negli spazi. A Milano dovrà tornare a farlo vedere. Brozovic sprizzava una luce fioca prima di partire per il ritiro con la Croazia. La sua saggezza tattica aveva colpito tutti quando arrivò all’Inter. Sembrava sapesse sempre dove finisse la palla con anticipo. Poi lentamente si è appiattito in un contesto che ha vissuto settimane difficili. E anche lui ne ha patito. Timido, riservato, si è aperto subito con chi aveva il filo conduttore della medesima lingua (Kovacic su tutti). Sta imparando l’italiano e sta migliorando l’inglese. Anche

lasciata dagli scandinavi. Mancini lo utilizza in maniera leggermente diversa, posizionandolo sul centrosinistra in una mediana a tre. Gli spazi però ci sono e anche la possibilità di cercare la via del gol. Con la Croazia lo ha trovato, adesso lo cerca in nerazzurro. Nelle orecchie avrà ancora gli applausi del Maksimir alla fine del match di qualificazione a Euro 2016.

Roberto Mancini, 50 anni LAPRESSE

così si entra nel meccanismo. E si dimostra di tenerci alla causa. A Zagabria sabato scorso contro la Norvegia ha srotolato sul campo le sue qualità. Nel 4-23-1 di Niko Kovac è stato sistemato nella sua posizione ideale, davanti alla difesa, al fianco di Modric. La palla non suda se la fai correre. Il madridista, insieme con Rakitic, lo sa bene e così Marcelo si è potuto buttare negli spazi. Il primo tempo della partita è stata esemplare per la capacità di Brozovic di creare problemi in ogni zona d’ombra

PODOLSKI Infine ecco Lukas, subentrato sia contro l’Australia sia in Georgia, ma sempre tenuto in considerazione dal c.t. Joachim Löw. Il quale è venuto a seguirlo anche al Meazza direttamente, per parlargli e confrontarsi con lui. La convocazione ha fatto bene a Podolski, ha ritrovato il gol pur giocando poco, ma forse il senso di appartenenza al gruppo gli è stato sufficiente per ritrovarsi. Domani dovrebbe giocare titolare vista la squalifica di Icardi. L’ennesima occasione per sbloccarsi sotto porta. Perché per il resto Podolski sta bene. Come ha twittato ieri con la foto del suo cane: «Lui è come me: sempre allegro, positivo e sorridente». © RIPRODUZIONE RISERVATA

Felipe, 30 anni. Il difensore centrale è all’Inter da gennaio GETTY

1L’italo-brasiliano

è un ex gialloblù Pericolo diffidati: tre centrocampisti rischiano il derby

Luca Taidelli

un’uscita delle sue c’è chi ci mette una toppa. Senza dimenticare l’opzione di mettersi a tre dietro con Santon che a destra ama sganciarsi spesso e volentieri. A pagare in questo caso sarebbe D’Ambrosio, apparso non al meglio nelle ultime uscite. Se ne capirà di più nella rifinitura di stamattina, prima del ritiro che scatterà in serata in hotel a Milano.

@LucaTaidelli

L

a maledizione di Andreolli e l’esordio di Felipe. C’è aria di faccia nuova domani contro il Parma. La probabile conferma di Juan Jesus a sinistra e la squalifica di Vidic aprono le primarie per affiancare Ranocchia al centro. Andreolli è sì tornato in gruppo ieri, ma la febbre che lo ha colpito da lunedì non aiuta la sua causa. E torna in mente lo stiramento primo infortunio muscolare in carriera - che in gennaio aveva colpito il difensore proprio quando tra ginocchio di Ranocchia e squalifica di Jesus era pronta la grande occasione. ESORDIO E VARIANTE Ecco perché domani dovrebbe scattare il debutto di Felipe da Silva Dalbelo Dias, arrivato sul gong del mercato di gennaio dopo essersi svincolato proprio dal Parma. Il brasiliano ex Udinese ieri sotto agli occhi di Fassone, Ausilio e Zanetti - è stato provato a lungo tra i titolari, confermando che l’idea JJ a sinistra vista a Marassi prima della sosta non spiace al Mancio. Jesus così può spingere sulla fascia e se sbaglia

CAMARA IN RAMPA Chi invece in settimana si è mosso molto bene è Gaston Camara, 19enne attaccante della Guinea, aggregato con i «soliti» Bonazzoli e Puscas. Ragazzi che domani potrebbero anche trovare spazio a gara in corso, visto che Icardi è squalificato e non ci sono alternative a Palacio e Podolski. Curioso che Camara, fresco vincitore del Viareggio giusto con Bona, avesse esordito in Serie A con Mazzarri proprio all’andata contro il Parma, il 2 novembre scorso. Per il ragazzo veloce come il vento sarebbe la prima volta a San Siro. PERICOLO GIALLO Quella contro il Parma è la classica gara trappolone, perché i tifosi credono che l’avversario venga in gita e invece gli emiliani hanno orgoglio e San Siro è una grande vetrina. Mancini dovrà toccare i tasti giusti e valutare un altro aspetto. Tra i diffidati ci sono Brozovic, Guarin e Medel, vale a dire il centrocampo titolare. Un’ammonizione costerebbe loro la squalifica contro il Verona, ma pulirebbe la «fedina penale» in vista del derby del 19 aprile. Giusto una delle uniche due sfide di campionato (l’altra è il ritorno col Toro) saltate da Medel. © RIPRODUZIONE RISERVATA

GLI AVVERSARI

Parma, Tavecchio vede i curatori. Lo sponsor paga l’hotel 1Il n°1 Figc si informa sul debito effettivo

Ipotesi Coverciano per il ritiro pre-Empoli A Milano grazie agli elettrodomestici

Sandro Piovani PARMA

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alvare il titolo sportivo, ovvero vendere il Parma all’asta e farlo giocare in B: i curatori fallimentari Angelo Anedda e Alberto Guiotto nominati dal tribunale stanno incontrando i vertici del calcio italiano, dalla Lega alla Figc, nel tentativo di portare a termine il loro compito istituzionale (ovvero salvaguardare i creditori) ma

anche per provare a dare un futuro a dipendenti e, perché no, calciatori oltre che a città e tifosi. IL PIANO La prima data importante è quella del 15 aprile: i curatori dovranno pronunciarsi sulla possibilità di proseguire nell’esercizio provvisorio. Poi, l’idea è quella di far ripartire il Parma dalla B. Nell’incontro con i vertici della Lega, guidati dal presidente Beretta, si è parlato dei 5 milioni messi a disposizione del Parma. La Lega si insinuerà nel fallimen-

Carlo Tavecchio, 71 anni, presidente della Federcalcio dall’11 agosto 2014 ANSA

to e verrà inserita tra i creditori chirografari: non è un regalo ma è altamente improbabile che ritornino soldi in cassa. Ma il nodo discusso con la Lega riguarda il «paracadute retrocesse»: 12 milioni che potrebbero finire per intero nelle casse dei nuovi acquirenti. Aumenterebbero così le possibilità che il Parma venga acquistato all’asta. E per la stima del club sono stati nominati il professor Fabio Buttignon (ordinario di Finanza Aziendale all’università di Padova) e il dottor Roberto Marrani (docente di Tecnica Professionale all’università di Pisa). La missione «Serie B» dei curatori è proseguita incontrando gli avvocati dell’Assocalciatori: obiettivo, riduzione del debito

sportivo. Se ne riparlerà martedì. TAVECCHIO Ultimo incontro, in ordine di tempo, ieri, con Carlo Tavecchio: il presidente della Figc ha voluto conoscere l’entità del debito sportivo del Parma. Ma i curatori e Tavecchio hanno parlato anche di riforme federali e futuro del Parma ma non solo. Anedda e Guiotto hanno anche sondato il terreno per avere Coverciano come sede del ritiro del Parma in occasione della trasferta di Empoli del 19 aprile. A proposito di trasferte: lo sponsor Folletto offrirà ospitalità stasera al Parma pagando il pernottamento della squadra a Milano. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Serie A R L’uomo del momento

Felipe Anderson, 22 anni il 15 aprile, alla Lazio dall’estate 2013 LAPRESSE

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Tutti pazzi di Andershow Lotito gongola e fa il prezzo

I SUOI NUMERI

1Il Brasile lo esalta, il Barça lo cerca

Media ruolo

La Lazio per la punta vuole 80 milioni E intanto gli chiede il secondo posto

Stefano Cieri INVIATO A FORMELLO (ROMA)

S

ì, il Felipe Andershow ha ormai definitivamente varcato gli angusti confini italiani. E fa registrare picchi clamorosi di audience un po’ dappertutto. Nel suo Brasile, per esempio, dove il «partito» di quelli che lo vorrebbero subito nella Seleçao fa sempre più proseliti. E ancor di più nell’Europa che (calcisticamente) conta. Già, perché non è più un mistero che i top club del Vecchio Continente (inglesi e spagnoli in particolare) lo abbiano messo nel mirino da un po’ di tempo. Per ora discretamente. Limitandosi a mandare osservatori alle partite della Lazio. Un domani, che potrebbe essere dietro l’angolo, lanciando un vero e proprio assalto al giocatore. TENTAZIONE BARCA Ma chi farà il primo passo? I club inglesi (in particolare i due Manchester) sono stati i primi ad accorgersi della crescita esponenziale del ragazzo di Brasilia. Ma, almeno per ora, dovranno limitarsi ad annotare i suoi progressi. Anderson è extracomunitario e, in quanto ta-

le, non può sbarcare in Premier se prima non totalizza un certo numero di presenze con la sua nazionale. Nella quale non è stato finora mai convocato. In Spagna, invece, questo problema non c’è. Ma la società che più di tutte pare intenzionata a fare sul serio è il Barcellona, che tuttavia ha il mercato bloccato fino a gennaio 2016 dopo la sanzione della Fifa per la violazione delle norme sul tesseramento di minorenni. Ieri dalla Catalogna sono arrivate nuove voci di una imminente offensiva del club blaugrana. Con l’ex d.s. del Milan Ariedo Braida (ora al Barcellona) artefice dell’operazione. LOTITO GONGOLA Ma, in ogni caso, il giocatore della Lazio non potrà raggiungere il suo amico Neymar prima del gennaio dell’anno prossimo. E così Lotito può gongolare. Tra l’embargo del club catalano e gli impedimenti dei club inglesi è probabile che Felipe resti almeno un altro anno alla Lazio. Lo stesso Anderson è convinto che – prima di spiccare il volo verso un top club europeo – possa essergli utile giocare un altro po’ in biancoceleste. Specie, poi, se la squadra di Pioli il prossimo anno sarà in Cham-

LO SCENARIO

Per i catalani mercato bloccato fino al 2016 e, senza Seleçao, gli inglesi non possono tesserarlo FA7 potrebbe restare laziale almeno per un altro anno. Specie se arriva la Champions pions. Lotito gongola non solo per questo. Ma anche e soprattutto perché, se Felipe continuerà a crescere in questo modo, la sua cessione si trasformerà nell’affare del secolo. Il recente prolungamento del contratto fino al 2020 ha messo infatti la Lazio nelle condizioni di fare il prezzo. E Lotito ha già fatto sapere che non prenderà in considerazione offerte inferiori agli 80 milioni. E DUNGA ASPETTA Voci e cifre che non faranno piacere al c.t. del Brasile Carlos Dunga. «Il talento non gli manca, ma deve dimostrare di saper reggere la pressione nelle partite che contano. Come erano capaci di fare Romario e Baggio», ha detto nei giorni scorsi il c.t. Aggiun-

gendo: «E tutto questo gran parlare di lui potrebbe essere controproducente». Parole condivisibili. Che peraltro Anderson avrà subito la possibilità di smentire. Perché se è vero che finora la sua irresistibile ascesa è stata favorita dall’avere giocato senza particolari assilli, è altrettanto vero che da adesso in avanti si fa sul serio. Rientrato dal doppio impegno con la selezione olimpica brasiliana (4-1 al Paraguay, con lui in campo 90’, ma senza gol; 0-0 col Messico, 45’ per Felipe), da qui a maggio avrà l’opportunità di vincere il suo «scudetto»: condurre la Lazio ad arrivare seconda davanti alla Roma. Se FA7 salirà anche quest’ultimo gradino per lui arriverà quasi sicuramente il regalo più atteso: la convocazione nella Seleçao che a giugno sarà impegnata in Coppa America in Cile. Per Felipe sarebbe la quadratura del cerchio. Per la gioia di tutti, compresi i club inglesi che a quel punto comincerebbero il conto alla rovescia per preparare il loro assalto al giocatore. E soprattutto per la gioia di Lotito. Che, se si scatenerà l’asta, è pronto a far ulteriormente lievitare il costo del suo gioiello.

FUTURO ROSSOBLÙ

TOCCHI PER ZONA Il colore è più intenso nelle zone in cui ci sono stati più tocchi di palla 7

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DRIBBLING 127

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TIRI NELLO SPECCHIO 23

Media a partita 1.05 Media ruolo 0.32 RETI 9 Media a partita 0.41 Media ruolo 0.08

ora gli fanno la corte non solo Inter, Roma e Napoli ma anche Bayern, Real e Barça

Fabrizio Turco TORINO

C’

è chi lo vede come il «bravo ragazzo della porta accanto», chi lo battezza lo stakanovista in salsa granata. Lui è Matteo Darmian, il terzino buono per tutti i ruoli e valido in tutte le stagioni: perché in carriera, da quando ha iniziato nel settore giovanile del Milan, ha fatto il difensore centrale, è esploso da terzino destro ma adesso convince tutti anche da esterno mancino. Insomma, dove lo metti sta, e ci sta più che bene. È proprio lui,

infatti, il granata più utilizzato in stagione, dall’alto di quegli oltre 3700 minuti suddivisi in 45 partite totali che aggiungono il Toro (38 partite di cui 24 in campionato, 12 in Europa League, una nei preliminari e una in Coppa Italia) alla Nazionale (7 gettoni dall’inizio della stagione). Ed ecco che il terzino che ha in Maldini il proprio mito vivente ha già superato quanto segnato dal contachilometri un anno fa, quando le partite totali furono 38 e i minuti 3375, anche perché in Nazionale era entrato a piedi uniti soltanto in prossimità dei Mondiali, a campionato già archiviato.

Matteo Darmian, 25 anni, al Torino dall’estate del 2011 LAPRESSE

OBIETTIVO DI MERCATO Dopo una stagione a mille all’ora, Darmian adesso si ritrova addosso gli occhi di tutta l’elite del calcio, mica soltanto l’Italia. Oltre alla corte di Roma e Napoli, adesso lo vorrebbe fortissimamente l’Inter, e non è una novità; semmai colpisce che – dopo

le voci legate a Bayern e Manchester United – ora sia finito anche in cima alla lista della spesa del Barcellona, segnale incontrovertibile che è ormai lanciato nel mondo dei grandissimi. Darmian, però, di futuro non vuole proprio parlare: «Non è il momento, prima chiu-

3357

● i minuti giocati da Darmian in questa stagione con il Torino: 2029 (24 partite) in Serie A, 94 in Coppa Italia e 1234 (13 partite) in Europa League

CAGLIARI

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ario Beretta, ex tecnico di Siena, Torino, Parma, verso la guida del settore giovanile del Cagliari. Uomo di fiducia del presidente Giulini, tra i papabili per la prima squadra quando nel giugno scorso Zeman pareva diretto a Bologna, dalla prossima stagione dovrebbe prendere il posto di Gianfranco Matteoli. Ieri Beretta ha visitato Asseminello, si è trattenuto con dirigenti e staff tecnico rossoblù. Il club, anche per non interferire nel lavoro di Sau e soci a 48 ore dal delicato match con la Lazio, sul tema tiene un profilo basso. L’avvicendamento era in cantiere dallo scorso autunno. Oltre a Beretta, hanno visitato il centro tecnico e intrattenuto relazioni con il club anche altri allenatori. Tra questi, Micarelli, secondo di Giampaolo, e l’ex Genoa, Torrente. SALVEZZA A TUTTI I COSTI Beretta in città ha suscitato sul web le reazioni dei tifosi. Ma dalla società trapela un concetto chiave: «A dieci partite dalla fine siamo concentrati solo sulla salvezza. Non c’è un piano B. Beretta è la carta vincente per il settore giovanile e non è il candidato alla panchina della prima squadra». Intanto, Matteoli, ex capitano e bandiera del Cagliari, tuttora nel Cda rossoblù, è destinato ad altro incarico societario. RESCISSIONE ZOLA Gianfranco Zola ha firmato la rescissione consensuale con il Cagliari. L’allenatore rinuncia a qualsiasi spettanza prevista dall’accordo che lo legava al club fino a giugno. Zola ha chiuso al 31 marzo il suo rapporto con la società di Giulini. © RIPRODUZIONE RISERVATA

IL TERZINO GRANATA

1Ha giocato 3700’:

Mario Frongia

OCCASIONI CREATE

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Darmian, lo stakanovista che piace Il gioiello Toro stuzzica pure all’estero

Zola rescinde E il Cagliari vuole Beretta per il vivaio

diamo bene la stagione poi, quando sarà il momento, si affronterà il discorso in maniera serena – ripete il terzino che ringrazia il mondo granata –. Il Toro mi ha fatto crescere tanto, non posso che dire grazie». Insomma, un anno dopo la coppia Cerci-Immobile, adesso tocca a lui vestire i panni di gallina dalle uova d’oro del club granata, visto che per la sua cessione non si tratta al di sotto dei 20 milioni di euro. Di certo però il mondo dei big Darmian ha imparato a conoscerlo e frequentarlo fin dall’esperienza vissuta la scorsa estate in Brasile: in Nazionale era arrivato a modo suo, in punta di piedi, ma quando Prandelli lo ha scoperto lo ha immediatamente catapultato al ruolo di titolare fisso. Conte, invece, lo conosceva già molto bene fin dai tempi della Juve tanto da aver provato a spingere con Marotta per portarlo in bianconero. La trattativa non andò in porto ma per il c.t. è stato molto più facile trasformarlo in un punto di riferimento della sua Nazionale. Adesso, però, è pronto per il grande salto: a patto di convincere Urbano Cairo. A suon di milioni. © RIPRODUZIONE RISERVATA

clic QUANTO PIACE L’ITALIA: C’È MEZZA SERIE A NELLA LISTA DI BRAIDA ● Nella lista di Ariedo Braida, nuovo direttore sportivo per il mercato estero del Barcellona, sono finiti molti giocatori del nostro campionato. L’ex dirigente rossonero guarda ancora in Italia ed ecco qui quelli che sarebbero i nomi già cerchiati nel taccuino: si parte ovviamente da Pogba, in cima alle preferenze. Ma per il «Mundo Deportivo» sembra che Braida abbia già acceso i riflettori sul laziale Felipe Anderson, rivelazione della Serie A, alla seconda stagione alla Lazio. E poi ancora Kovacic, che in Spagna descrivono come «il croato Iniesta», Paulo Dybala, finalmente esploso a Palermo e Miralem Pjanic. In questa lista di grandi talenti compare anche Matteo Darmian, che a 25 anni ha raggiunto la piena maturità a Torino: Darmian è cresciuto nel Milan, dunque Braida lo conosce benissimo.


Serie A R Strategie bianconere

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Juventus, un film senza regista 1Tanti out, Max ha due idee: Padoin o Sturaro play nel 3-5-2; insieme in mediana nel 4-2-3-1 Fabiana Della Valle

LE ALTERNATIVE

MILANO

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on saranno le assenze, anche se pesanti, a fargli perdere il sorriso, perché Massimiliano Allegri è convinto di avere una rosa in grado di tamponare ogni emergenza. Così non si farà prendere dallo sconforto anche se domani contro l’Empoli dovrà fare a meno non solo di Pogba, ma anche di Pirlo e di Marchisio, prima alternativa ad Andrea nel ruolo di regista come è accaduto spesso in questa stagione. E’ singolare che proprio contro la squadra di Valdifiori, cresciuto con il mito di Pirlo, il tecnico per la prima volta dovrà inventarsi qualcosa di insolito in cabina di regia. Mai finora era successo che Pirlo e Marchisio si fossero assentati contemporaneamente, almeno in partite ufficiali. I CANDIDATI Andrea e Claudio stanno procedendo nel loro programma di recupero post infortunio. Il primo si è fatto male al polpaccio ed è fuori da un mese e mezzo, il secondo si è infortunato la scorsa settimana in nazionale (leggera distorsione al ginocchio). Stanno meglio, ma visti i prossimi impegni della Juventus (martedì 7 semifinale di ritorno di Coppa Italia con la Fiorentina e una settimana dopo andata dei quarti di finale di Champions League con il Monaco) e la pe-

BUFFON BARZAGLI

LLORENTE

Francesco Ceniti INVIATO A CREMONA

L

unedì 20 o venerdì 24 aprile. Sono queste le due date indicate dal pm Roberto di Martino, titolare dell’inchiesta sul calcioscommesse, agli avvocati di Antonio Conte per il faccia a faccia richiesto dal c.t. della Nazionale, indagato a Cremona per frode sportiva in merito alle partite Novara-Siena 2-2 e AlbinoLeffe-Siena 1-0 (entrambe del 2011). La richiesta dell’interrogatorio è stata avanzata dai legali del tecnico e fa seguito al deposito in Procura di un memoriale difensivo: in ballo c’è il possibile rinvio a giudizio di Conte. Il pm formulerà le sue prime richieste (riguardano oltre 60 tra calciatori, dirigenti ed ex giocatori) entro maggio e la «partita» del c.t. è ancora aperta.

LO SCENARIO Il pm ha contestato a Conte la frode sportiva nella chiusa inchiesta dello scorso febbraio. Le accuse si basano sulle dichiarazioni del pentito Carobbio («il mister ci disse nel-

MORATA

BUFFON LICHTSTEINER BARZAGLI OGBONNA PADOIN PEPE

EVRA

STURARO VIDAL

COMAN

LLORENTE

Simone Padoin, 31 anni, e Stefano Sturaro, 22, rispettivamente 22 e 2 presenze quest’anno nella Juve RAMELLA/LAPRESSE

L’ex Tiago: «Alla Juve una stagione persa» ● Tiago Mendes, ex Juve e all’Atletico Madrid dal 2010, ha parlato dell’esperienza bianconera in un’intervista al sito della federcalcio portoghese: «A Torino ho perso un anno, è stato il punto più basso della mia carriera. Ho sofferto molto le critiche e la pressione mediatica, fui l’acquisto più caro della Juve in quell’anno. Con Ranieri non c’è mai stata sintonia».

santissima assenza di Pogba a centrocampo, il tecnico preferisce preservarli per il momento clou della stagione. Allegri ha avuto la sosta per sperimentare. I candidati più accreditati sono Simone Padoin e Stefano Sturaro, il giovane centrocampista arrivato dal Genoa nel mercato di gennaio. Logico che nessuno dei due ha caratteristiche simili a quelle di Pirlo, ma entrambi possono adattarsi al ruolo di regista in una situazione di emergenza. ESPERIMENTO ESTIVO Dei due, l’unico che con Allegri ha

AMICHEVOLE TRAGICA

Il pm dà le date: Conte in Procura il 20 o il 24 aprile chiesto dal c.t. per chiarire: è accusato di frode sportiva per 2 gare del Siena

OGBONNA

LICHTSTEINER PADOIN EVRA STURARO VIDAL

CALCIOSCOMMESSE

1Il faccia a faccia

BONUCCI

Quindicenne muore in campo contro la Lazio

la riunione tecnica prima di Novara-Siena che c’era un accordo per il pari») e su quelle del portiere Coppola (atteso a Cremona per una nuova deposizione) per AlbinoLeffe-Siena («Conte, preso atto dell’accordo con gli avversari, lasciò a noi la decisione»). Le mosse portate avanti dal legale della Figc (Francesco Arata) che ha firmato il memoriale sono due: si fa notare come le parole di Carobbio non abbiano trovato riscontro negli altri giocatori del Siena presenti alla riunione tecnica e proprio per questa ragione Conte è stato assolto dalla giustizia sportiva dall’accusa di omessa denuncia. Condanna, invece, arrivata per la sfida di Bergamo: l’accordo è stato confermato anche da alcuni giocatori dell’AlbinoLeffe. La frase di Coppola in questo caso rafforza la tesi del pm, ma la difesa punterebbe sul fatto che questo scenario (da dimostrare in un eventuale dibattimento) vedrebbe il c.t. non come parte attiva nella combine, ma passiva: l’avrebbe subita senza poter far nulla. L’unica «colpa» sarebbe stata l’omessa denuncia alla giustizia sportiva, scelta pagata con la squalifica di 4 mesi del 2012. Il risultato della prossima «partita» del c.t. resta aperto. L’interrogatorio potrebbe spostare la bilancia in un senso o nell’altro. Sempre che in queste settimane non ci sia un improvviso cambio di strategia.

● ROMA La vita di Valerio S., 15 anni, difensore degli Allievi Regionali Fascia B dello Sporting Città di Fiumicino, si è spezzata ieri mattina al campo «Cetorelli» durante un’amichevole contro i pari età della Lazio, in cui gioca anche Miroslav Mihajlovic, uno dei figli dell’allenatore della Sampdoria (la cui famiglia è rimasta nella Capitale). Al 20’ del primo tempo, con l’azione che si svolgeva in un’altra zona del campo, il giovane è stato colpito da un malore e si è accasciato al suolo: soccorso dopo pochi minuti da un’ambulanza e da un’altra vettura con a bordo un medico, pur rimanendo sempre cosciente, è stato trasportato immediatamente all’Ospedale Grassi di Ostia. Le sue condizioni, almeno inizialmente, non sembravano gravi, tanto che la partita - su decisione delle due squadre era regolarmente proseguita. Con il passare delle ore, però, il quadro clinico del ragazzo - sottoposto a Tac, che aveva evidenziato una dissezione aortica, e successivamente trasportato al San Camillo di Roma - si è aggravato, fino al decesso avvenuto intorno alle 16.30. In campo, trattandosi di un’amichevole, c’era anche Enrico Lotito, figlio 18enne del presidente della Lazio, spesso aggregato alle squadre del vivaio biancoceleste. Marco Calabresi

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già giocato in quella posizione è Padoin. Max gli ha fatto fare il centrale l’estate scorsa, durante la tournée asiatica, e non gli è dispiaciuto. Padoin ha grande senso tattico, caratteristica che Allegri apprezza molto. Grazie alla sua duttilità è riuscito a ritagliarsi un po’ di spazio, giocando terzino sia a destra sia a sinistra. Sturaro invece è arrivato a gennaio, ha giocato pochissimo (2 partite) e sempre da mezzala. Allegri non ha avuto la possibilità di testarlo in altri ruoli durante la preparazione, di lui ha detto spesso che può adattarsi in

GDS

Massimiliano Allegri, 47 anni AFP

diverse posizioni. Ha gamba e tanta voglia, può essere una buona alternativa. Altre ipotesi: Vidal (che però ha poco del regista), oppure Pereyra, che Allegri vede molto meglio più avanti. Ci sarebbe anche Marrone, che è tornato ad allenarsi con la squadra dopo un lungo stop, però è difficile immaginare che venga rischiato già domani. Inoltre Allegri lo vede più difensore, come Conte.

partite al 4-2-3-1, con due mediani davanti alla difesa, Sturaro e Padoin, e senza un vero regista. Soluzione tattica che non è mai stata utilizzata fino a questo momento, ma Allegri ha dimostrato di non aver paura di cambiare e di saper scegliere il momento giusto per farlo. Una delle poche certezze del centrocampo è Vidal, tornato carico dall’impegno con il Cile. Pereyra, rientrato dagli Stati Uniti solo ieri, potrebbe riposare, per arrivare fresco alla trasferta di Coppa Italia di Firenze.

SENZA REGISTA Ultima possibilità: un altro cambio di modulo. Dal 3-5-2 delle ultime

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Serie A R Domani la sfida Champions

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Verdone «Tifo Garcia ma senza Champions sono dolori»

QUI TRIGORIA

Castan migliora: sì ai colpi di testa Totti non ce la fa ROMA

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o step è superato. E meglio di come Leo Castan potesse immaginare. Perché Giulio Maira, il professore che ha operato il brasiliano al cervello e che ieri pomeriggio l’ha nuovamente visitato, ha dato il via libera a un aumento dei carichi di lavoro in allenamento, e soprattutto alla possibilità di effettuare colpi di testa. Il processo è graduale, evidentemente: Castan inizierà con palloni leggeri e con l’aiuto di un caschetto protettivo. È un passo importante verso l’idoneità sportiva, per la quale bisogna ancora attendere. Quanto? Almeno 30-40 giorni, il tempo di una nuova visita dal professor Maira: se tutto sarà andato per il verso giusto, sarà possibile riottenere l’idoneità (presso il Coni) e il conseguente rientro in gruppo a Trigoria.

1L’attore: «La Roma ha sbagliato

il mercato. La rimonta della Lazio? Gioca bene, Pioli è davvero bravo» Andrea Pugliese ROMA

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on saranno gli studios di Hollywood, ma l’atmosfera è quella dolce di Cinecittà, tra la New York degli Anni 20, l’antica Roma e i saloon western. Dentro, all’inaugurazione stagionale di Cinecittà World, doveva esserci anche un derby a distanza tra Carlo Verdone ed Aurelio De Laurentiis, giocando con 48 ore di anticipo Roma-Napoli. Sfida saltata in extremis per un impegno di lavoro del presidente del Napoli. «Peccato, con Aurelio ancora non avevamo parlato di questa partita — scherza Verdone — Magari lo faremo, anche perché per lavoro non sarò allo stadio». Una sfida carica di tensione... «Deve essere la rinascita dello sport. Sono due squadre antagoniste dal punto di vista sportivo, basta con questo odio. Ha portato solo ad una tragedia inspiegabile, non si può morire così (il riferimento è a Ciro Esposito, ndr).

LA VIOLENZA STA SPOPOLANDO GLI STADI, I TIFOSI GIALLOROSSI E NAPOLETANI METTANO DA PARTE L’ODIO SU ROMA-NAPOLI DOPO LA MORTE DI CIRO

TOTTI NO Il sogno di Castan è quello di giocare almeno un minuto in questo campionato. Praticamente sfumato, invece, l’obiettivo di Totti di esserci contro il Napoli. Anche ieri il capitano ha svolto lavoro differenziato: pure la sola convocazione, a questo punto, sarebbe una sorpresa. stop

È l’inizio della fine del calcio, certe tifoserie si facciano un esame di coscienza. Sono cose che stanno spopolando i nostri stadi, che già sono vuoti per altri problemi. Finirà che le partite le vedremo solo in televisione, cosa triste ed umiliante». Che segnale culturale si può dare per avere un calcio più bello? «Tutti dobbiamo fare qualcosa: i giocatori comincino ad avere comportamenti più professionali, le società diano il buon esempio, con regole e disciplina. Vedreste che anche la tifoseria pian piano si adeguerebbe. Il problema è che quando c’è tanta coatteria, si incoattisce ancora di più la curva». Quindi i giocatori della Roma sotto la curva non le sono piaciuti? «No, quelle cose lì non vanno bene. Quando si arriva a certe scene vuol dire che la gente non ha più onniente al di fuori del calcio e concentra tutto lì, mischiando politiitica e violenza. Secondo me aiuteterebbe rifare gli stadi, perché la gente se è più vicina al campo si sentirebbe responsabilizzata. E controllata». Cosa è successo alla Roma? «Ha bucato gli ultimi acquisti. sti. o? Perché è stato ceduto Destro? orNon capisco. L’hanno ucciso sportivamente e psicologicamente, fara, cendogli giocare 8 minuti a gara, liquidandolo come una “pippa”” e va dimenticandosi quanti gol aveva cia fatto prima. Qui invece si brucia sempre tutto subito. Lamela, ad tta esempio: fossi stato in Pallotta are l’avrei tenuto, poteva diventare on un fenomeno. Anche Borini non ere andava venduto. Per prendere na poi chi? Iturbe. Funziona in una piccola squadra, dove non c’èè

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QUI CASTELVOLTURNO Carlo Verdone, 64 anni, attore e regista. Sotto con la maglia della Roma in uno dei tanti derby del Cuore EIDON/MANCINI

pressione, la sua dimensione è quella. Roma è una piazza delicata. E infatti non riesce ad esprimersi». Nell’ultimo periodo sono stati messi in discussione anche due simboli come Totti e De Rossi... «E questo mi sembra assurdo, i simboli restano tali, a prescindere. E non va dimenticato tutto quello che hanno fatto e dato per questa maglia». Metaforicamente, dovesse trovare un personaggio dei suoi per la crisi cri della Roma. «Non mi viene in mente, ma è una squadra squad che ha perso fiducia in se stess stessa. Gli infortuni di Strootman, Castan Ca e Maicon pesano, l’errore è stato cedere un grande giocatore come Benatia. E non ci si può affidare sempre alla stess cosa, Gervinho orastessa ma è prevedibile, sanno mai tu come gioca». tutti Cambierebbe Garcia C a allora? ««Non lo so, voglio vedere i risultati a fine stagione Se la Roma non andrà ne. Ch in Champions, saranno dolori ve veri. Ci saranno tanti soldi in meno e un mercato in tono minore». L’idea Conte la stuzzica? L’ide

«Per ora abbiamo Garcia, tifiamo per lui. Poi faremo i conti e vedremo un po’ tutto...». Sembra che il possibile sorpasso della Lazio la preoccupi. «Molto! Gioca bene e Pioli è un allenatore davvero bravo. Sono stati pazienti ad aspettarlo, ora raccolgono i frutti. Per la Roma sarà dura tenere il secondo posto. Tocco ferro...». Per chiudere, il suo appello per domani... «Ritorniamo allo sport, mettiamo via la violenza cieca. Basta con i lutti, gli stadi devono essere di famiglie e bambini». © RIPRODUZIONE RISERVATA

ITURBE È DA CLUB MEDIO, QUI SOFFRE LA PRESSIONE. PERCHÉ SONO STATI CEDUTI DESTRO E BENATIA? SU ITURBE ATTACCANTE ROMA

Higuain è tornato Olimpico: aperto il settore ospiti NAPOLI

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iornata piena ieri a Castelvolturno. Notizie dal campo e dagli uffici del club. Innanzitutto, la riapertura del settore ospiti dell’Olimpico per i tifosi azzurri «tesserati» non residenti in Campania ha intasato i centralini con richieste di informazioni. Comunque, il Napoli non sarà solo all’Olimpico. Smentite ufficialmente, invece, le voci provenienti dalla Spagna di un Callejon che avrebbe rivelato di essere ormai in procinto di trasferirsi all’Atletico Madrid. Comunque, l’estate potrebbe riservare sorprese per l’attaccante ex Real. Callejon sarà regolarmente al suo posto domani e potrebbe formare il tridente dietro la punta centrale con Gabbiadini ed uno tra Mertens e De Guzman. Ieri è rientrato alla base anche Higuain, che in pratica oggi sosterrà l’unico allenamento in gruppo prima della sfida con la Roma. Benitez ha pochi dubbi: Gargano sembra favorito su Jorginho in mediana, Ghoulam parte in vantaggio su Strinic a sinistra. Indiscrezioni, infine, sul nuovo sponsor tecnico del Napoli (in scadenza l’accordo con Macron). Potrebbe essere Robe di Kappa a vestire il club azzurro nella prossima stagione. g.m. © RIPRODUZIONE RISERVATA


Serie A R Domani la sfida Champions

VENERDÌ 3 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

meglio: «Il Pipita è un campione — ha detto ieri Gabbiadini a Kiss Kiss Napoli —, giocare con lui è davvero facile». La scintilla tra i due è scoccata a Trebisonda, complice un grande assist di Manolo per Gonzalo. Quella sera Benitez si è convinto che Gabbiadini è meglio impiegarlo in posizione più centrale, qualche metro dietro rispetto all’argentino. Probabile per questo motivo che domani l’ex doriano venga preferito ad Hamsik nel ruolo di trequartista. Strana la vita perché Gabbiadini sarebbe stato un «nove» perfetto per la Roma ed invece nel Napoli fino ad ora ha giocato ovunque tranne che nella sua posizione preferita. Del resto, pensare di scalzare Higuain è impossibile e anche Zapata si è dimostrato affidabile come bomber di scorta. Di conseguenza, meglio sacrificarsi di più in fase difensiva: su questo aspetto Gabbiadini sta lavorando con Benitez e la cosa non può che far piacere ad Antonio Conte, che ha notato con la Nazionale i progressi di Manolo in fase di non possesso.

cione» orgoglioso. E di solito, due così, o fanno a pugni, o diventano i migliori alleati.

Adem Ljajic, 23 anni, è alla seconda stagione con la Roma LAPRESSE

Nuovo Ljajic E la Roma gli chiede altri punti 1Un anno fa a Napoli il castigo

di Garcia, adesso è intoccabile: «Meritiamo noi il secondo posto»

Davide Stoppini ROMA

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esta dura, cuore forte Adem Ljajic. Uno a cui non fai mica cambiare idea facilmente. Per esempio: non lo convincerai mai a cantare il «Boze Pravde», l’inno serbo. Non ce l’ha fatta nemmeno il nuovo c.t., Radovan Curcic, che pure del rientro in nazionale dell’attaccante della Roma ha fatto un punto nodale del suo progetto tecnico. Niente da fare: contro il Portogallo, domenica scorsa, Ljajic è rimasto muto, unico degli undici in campo. E la storia ha avuto grande eco tra i quotidiani locali, pure quelli bosniaci. Adem non cam-

bia, sarebbe come rinnegare le sue origini, la religione musulmana: l’aveva spiegato anche a Mihajlovic, prima del putiferio che lo portò all’esclusione di tre anni fa. Questa non è roba modellabile per un cambio di c.t. o una maglia ritrovata. Testa dura e cuore forte, Adem. Uno che a Trigoria si è scontrato pure con Rudi Garcia, altro «capoc-

TREDICI MESI FA... Ecco, Adem e Rudi hanno rischiato di imboccare la prima via, poi hanno svoltato e ora veleggiano in simbiosi. Che non significa non scontrarsi, vuol dire piuttosto riconoscersi gli stessi obiettivi anche di fronte a ostacoli imprevisti e imprevedibili. Che in fondo, è la fotografia della Roma attuale, impegnata in una prosaica corsa al secondo posto quando invece pensava di dover spendere la primavera a inseguire altri sogni. Dove porterà questo viaggio, per loro due e per la Roma tutta, si capirà probabilmente (anche) dalla partita di domani contro il Napoli. Che per i due «capoccioni» non è una sfida qualunque. L’avversario riporta alla mente un giorno di 13 mesi fa, 9 marzo 2014: la Roma gioca al San Paolo, domina la partita, ma non la sblocca. Così Garcia a 16’ dalla fine prova a vincere buttando in campo Ljajic, che però non entra nel modo giusto, anzi. E la Roma, quella partita, finisci persino per perderla. Ljajic finisce in castigo per un mese, tornerà titolare solo ad aprile inoltrato. E al mondo farà sapere che dovrà decidere bene il suo futuro, perché la voglia di giocare è tanta, troppa. Sembra l’anticamera di un addio. MISTER 8 PUNTI Se un anno dopo Garcia prega in ginocchio che a Ljajic non venga nemmeno un raffreddore, è la prova provata che molto è cambiato, forse tutto. Adem oggi è il capocannoniere di una Roma che tira poco e segna ancora meno. «Non so perché facciamo pochi gol, di sicuro in rosa non abbiamo un giocatore da 20 gol, qui possono segnare tutti e per me è un punto di forza — ha spiegato il serbo —. Di sicuro noi attaccanti dobbiamo fare di più, speriamo di iniziare dal Napoli». Anche perché la corsa Champions non aspetta: «Vincendo faremmo un passo in avanti importante. La Lazio? In questo momento siamo noi secondi, meritiamo questa posizione e vogliamo mantenerla fino alla fine». Se sarà così, molto del merito sarà anche di questo ragazzo serbo. Che forse non canterà mai neppure «Roma Roma». Ma che a Garcia ha saputo regalare 8 punti in più in classifica con le sue 8 reti. Testa dura e piede caldo, allora.

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● i punti che Ljajic ha portato alla Roma in classifica con le 8 reti segnate in campionato. Nel senso che senza quei gol la squadra giallorossa avrebbe 8 punti in meno in classifica

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Manolo Gabbiadini, 23 anni, è arrivato al Napoli a gennaio D’ANNIBALE

Gabbiadini tutto assist Il Napoli ora è suo 1Benitez lo piazza dietro

Higuain: «Con lui facile giocare È il mese decisivo, ci siamo» Gianluca Monti NAPOLI

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all’inizio del 2015 il Napoli ha segnato 12 reti in campionato con i suoi attaccanti. Dall’inizio del 2015 Rafa Benitez può contare su una bocca di fuoco in più: Manolo Gabbiadini. Il centravanti non più centravanti che sta facendo molto comodo agli azzurri ma che probabilmente avrebbe fatto le fortune della Roma che ha perso Destro e preso Doumbia. QUESTIONE DI FEELING Gabbiadini ha una qualità indiscussa: può giocare dietro

la punta o da esterno d’attacco, ma alla fine fa sempre gol. Con il Napoli è già a quota 5 tra campionato, coppa Italia ed Europa League. L’ultimo lo ha realizzato proprio all’Olimpico nel match contro la Lazio. Ha appoggiato in porta un pallone «strozzato» da Higuain, il compagno di reparto con il quale fino ad ora ha dimostrato di trovarsi

CASA E CAMPO Bergamasco taciturno, il Gabbiadini napoletano è tutto campo e casa (pare si stia trasferendo dal centro a Lucrino, dove abitava Cavani). Nel cuore dei tifosi è entrato in fretta a suon di gol. Alle parole preferisce i fatti, ma ha idee chiare in testa: «A questo punto del campionato tutte le partite sono fondamentali e bisogna cercare di vincere a prescindere dall’avversaria che si ha di fronte. Non andiamo a Roma per pareggiare o perdere, ma non dobbiamo caricare questa partita di eccessive pressioni». OBIETTIVI Il segreto di Gabbiadini è questo: ha affrontato Napoli con la leggerezza dei suoi 23 anni. Gli stessi di Ljajic ma anche di Insigne, che all’Olimpico partirà dalla panchina. Le alternative lì davanti non mancano ed il turnover di Benitez talvolta ha penalizzato Manolo che non ha mai battuto ciglio: «In una squadra come la nostra è impossibile pensare di giocare sempre. Adesso avremo tanti impegni, dovremo farci trovare pronti ad una serie di appuntamenti cruciali. Aprile è il mese più importante dell’anno: vogliamo la Champions e magari arrivare in finale sia in coppa Italia che in Europa League». Grandi obiettivi per chi vuole diventare grande.

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● Le reti di Gabbiadini col Napoli, che lo ha ingaggiato in gennaio: 3 in campionato contro Chievo, Udinese e Palermo; 1 in Europa League in Turchia col Trabzonspor e 1 in Coppa Italia alla Lazio


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Serie A R Il personaggio

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fL’INTERVISTA

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L’ORIUNDO DELLA SAMP

IL CAPITANO BLUCERCHIATO

Eder: «Aspettare la Seleçao? No Io volevo l’Italia»

Palombo: «La Samp è un vero martello Siamo da Europa»

1Il doriano fa una promessa: «Imparerò l’inno di Mameli»

1«C’è tanta concorrenza, ma possiamo giocarcela

con tutti. La Fiorentina? Tosta come l’amico Montella» Filippo Grimaldi INVIATO A BOGLIASCO (GENOVA)

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Eder, 28 anni, 2 presenze in maglia Italia FORTE

Samp. Un arrivo rocambolesco: Marotta la fece firmare appena sbarcato a Malpensa. «Avevo ricevuto offerte anche da club di A, ma la Samp mi sembrò l’ideale, anche in ottica futura. Una società seria, un progetto all’altezza, una proprietà “straseria” (dice proprio così, ndr)».

l palombo («p» minuscola) è uno squalo. Un predatore come il Palombo («P» maiuscola) che di nome fa Angelo e di professione, oggi come 13 anni fa, il cacciatore di successi nella Cosa pensa di questa Fiorentina? Imprevisti in Samp. Particolare non da poco: quest’ultimo è serie, però Montella li ha sempre superati. un pescatore provetto, una passione che coltivi «Mi viene da sorridere pensando a Vincenzo alancora meglio se puoi uscire di casa, scendere lenatore. Nel 2007-08 era stato mio compagno una scala a picco sulla scogliein blucerchiato. Ogni tanto ra sbucando su una spiaggetta scherziamo su quell’anno. Aveda favola. Roba che evoca i povamo un ottimo rapporto, mi L’UNICO NOSTRO LIMITE meriggi genovesi di Vialli e fa piacere che sia diventato un SIAMO NOI STESSI. Mancini a fine anni Ottanta. bravo allenatore. La Fiorentina SEMBRIAMO UN PESCE ha un grande organico, che coD’APRILE, MA ABBIAMO Dalla Sampd’oro (tricolore) a niuga alla perfezione fisicità e quella dei miracoli di quest’anTANTE ALTERNATIVE tecnica. Ma la storia di Montelno. Domani lei torna alle origini. la parla chiaro: un ragazzo seFirenze, la Viola, era il ’99, Pario e con una volontà di ferro». lombo appena maggiorenne. CASSANO SMETTE? Una storia conclusa male, con il Questa vostra stagione pazzeNON CI CREDE primo fallimento di un grande sca può essere intesa come un NESSUNO, È LONTANO club, nel 2002, tredici anni pririsarcimento verso la piazza IL GIORNO DELLA SUA ma del disastro di Parma. dopo la retrocessione del 2011? ULTIMA RECITA... «Dagli errori si dovrebbe impa«Prima raggiungiamo l’Europa rare, e a me sembra che non si — più o meno nobile non imvoglia farlo. Molte analogie, porta — e poi venga a rifarmi stesso dramma. Penso ai di- ANGELO PALOMBO la domanda. Sarebbe una sodpendenti che devono mantene- DIFENSORE SAMPDORIA disfazione immensa, ma dietro re le famiglie, ma anche ai calla concorrenza è agguerrita, ciatori, perché tanti mesi senza stipendio non può succedere di tutto. Abbiamo un solo modo sono piacevoli. Per noi fu una lenta agonia». per farcela: spingere sempre al massimo. Le dico questo: l’unico limite della Samp siamo noi stesLa Fiorentina provò più volte a riportarla là. si. A volte ci siamo complicati la vita, in altre «Vero, ma mi restano i ricordi di quegli anni. Ini- occasioni siamo calati un po’, ma può succedere ziai con la Primavera. Era la prima esperienza in se affronti una squadra in quel momento al top. un grande club. Mi ruppi il ginocchio con l’U20, Dobbiamo essere dei martelli. Attenti, concene al rientro ripartii dalla prima squadra. Ci sono trati, uniti, solidali. Una cosa è certa: nella partimolte analogie con la Samp di oggi. Firenze è ta secca, possiamo giocarcela con chiunque». una città a misura d’uomo, come Genova». A inizio stagione avrebbe immaginato di essere Dopo la retrocessione e il fallimento, lei trovò la così in alto a Pasqua?

Mauricio Cannone RIO DE JANEIRO

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iù italiano che brasiliano, almeno a livello calcistico. In un’intervista al sito globoesporte.com, Eder spiega perché ha preferito rispondere subito sì alla chiamata di Conte, anziché attendere un’eventuale convocazione di Dunga nella Seleção. «Non ho avuto voglia di aspettare», ha detto al sito brasiliano, che gli aveva chiesto di commentare la dichiarazione del c.t. verdeoro alla Gazzetta, secondo il quale l’attaccante aveva avuto troppa fretta di scegliere l’Italia. «Ho letto le parole di Dunga. Qualcuno ne aveva già parlato con i miei procuratori, ma non con me. Se fossi stato chiamato, non so cosa sarebbe potuto succedere».

Se andrete in Europa, Cassano al massimo potrà seguirvi da spettatore. Ha letto? Ora è alle Maldive e sogna un futuro da direttore tecnico. «Antonio che smette? Non ci crede nessuno, tantomeno lui. È troppo innamorato del calcio per dire basta. E poi, se continuo a giocare io, pensa che non possa farlo lui, con la sua classe, solo perché s’è fermato a metà stagione? Non è ancora il giorno dell’ultima recita di Fantantonio».

LA MIA ITALIA È pur vero il fatto che la maggior parte della sua carriera si sia sviluppata in Italia: «Penso di essere andato via troppo giovane dal Brasile. Il mio gioco oggi è più adatto al modello italiano. Quando torno a casa e vedo alcune partite penso che non so se sarei riuscito a giocare là. Il calcio brasiliano è diverso, meno tattico. Ho fatto la scelta giusta. In Italia molti giocatori emergono intorno ai 27 anni, in Brasile già a 19 o 20». Sui motivi per cui poi lui non abbia cantato l’inno di Mameli, Eder è stato sincero: «Sarebbe stato inutile cantarlo a metà o fare finta. Ma lo imparerò». Eder, però, nega il fatto che la concorrenza in attacco sia minore fra gli attaccanti italiani rispetto a quelli del Brasile: «Ci sono molte punte che Conte può convocare. Anche dopo l’Inghilterra, per esempio, ha parlato di Balotelli, che continua a tenere sotto osservazione. L’Italia può contare su attaccanti fortissimi. Se vorrò continuare a meritarmi altre convocazioni, dovrò prima dare il massimo alla Sampdoria».

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Angelo Palombo, 33 anni, è arrivato alla Sampdoria in Serie B, nell’estate 2002 PEGASO

«Sembra un pesce d’aprile, la Samp lassù, vero? Se mi avesse fatto una domanda simile ad agosto, avrei risposto di no. Ma attenzione: non per mancanza di fiducia nel gruppo, ma perché c’erano tante squadre più attrezzate. Però il calcio è bello proprio per questo: si può sfatare qualunque tabù. E poi a gennaio ci siamo rinforzati, il mister ora ha più alternative».

L’AVVERSARIO

SuperMario, l’uomo jolly per lo sprint viola 1Gomez è uno dei meno utilizzati

della Fiorentina: punta i 10 gol stagionali, ora la sua freschezza sarà determinante

tuni che lo hanno limitato in stagione. Per questo la sua freschezza, unita al ritrovato fiuto del gol, può rivelarsi arma totale nei due mesi di fuoco che attendono i viola.

TRAINO La sosta del campionato ha concesso benefici alla truppa di Montella, dopo mesi in cui i viola hanno rimbalzato di partita in partita, di competizione in competizione. SuperMario invece avrebbe volentieri spinto ancora sull’acceleratore. Il ritorno in campo dopo il guaio alla caviglia nella serata di Udine, infatti, lo ha visto andare due volte a segno (2-2 il finale) mostrandone una condizione psicofisica eccellente. Anche perché, analizzando i numeri, l’usura di Gomez è decisamente inferiore a quella di molti compagni. Nelle 28 giornate di campionato fin qui disputate, il panzer viola è partito titolare in appena 14 partite. Ovvero la metà. In due circostanze è entrato a gara in corso, ma 12 sfide le ha guardate dalla panchina (scelta tecnica in vista delle Coppe) o dalla tribuna, con i due infor-

GERMANIA, ECCOMI In attesa di vederlo in coppia con Giuseppe Rossi (insieme hanno giocato due partite e mezzo in quasi due campionati), anche il tandem con Salah fa sognare i tifosi. Uno velocissimo e tecnico, l’altro letale in area di rigore. Domani contro la Samp potrebbe toccare a loro guidare l’attacco gigliato con Babacar in panchina e Ilicic squalificato. Il solo Diamanti può soffiare la maglia da titolare all’egiziano, considerato che martedì arriva la Juve al Franchi per il ritorno della semifinale di Coppa Italia. Montella dovrà decidere quali e quanti giocatori risparmiare. Gomez ci sarà, ha voglia di riprendersi il tempo perduto e non fermarsi più. Per lui, per la Fiorentina ed anche per la Nazionale tedesca. La Germania è un tarlo, dopo aver perso un Mondiale che sembrava suo di diritto,

Giovanni Sardelli FIRENZE

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ggiungere una cifra per tornare alla normalità. Il 2015 di Mario Gomez sta riportando il tedesco a livelli altissimi, dopo un’annata tutta sbagliata tra infortuni ed errori. Otto gol nei primi tre mesi dell’anno, malgrado un problema alla caviglia che gli ha fatto perdere una quindicina di giorni, sono un bottino più che interessante. Nove quelli stagionali, aggiungendo l’acuto di Cagliari nello scorso novembre. Reti (4 in campionato, 4 in Coppa Italia e una in Europa League) che lo hanno reso il capocannoniere viola. Ancora un guizzo e sarà doppia cifra. Primo di una lunga serie di obiettivi personali che, in verità, interessano meno del traguardo di squadra.

Mario Gomez, 29 anni, festeggiato dai compagni dopo un gol GETTY

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● i gol stagionali di Gomez in Serie A: il tedesco ha giocato 16 partite, per un totale di 1226 minuti. Il suo bottino totale nel nostro campionato è di 7 reti

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● i gol di Gomez in Bundesliga nel 2010/2011 con la maglia del Bayern: è il suo record. Con lo Stoccarda il top l’ha raggiunto nel 2008/2009: 24 reti

terminato oltretutto con la coppa conquistata dagli uomini di Löw, un c.t. che lo stima riservandogli spesso parole al miele. E se i tifosi viola hanno sempre incoraggiato il campione, soprattutto nei periodi bui, quelli tedeschi sono parsi meno pazienti. Fischiandolo ad esempio nell’amichevole con l’Argentina a settembre, quando Gomez si rese protagonista di un paio di errori. Un grande finale di stagione potrebbe riportarlo fra i convocati, magari già nel prossimo giugno. MOENA PER SEI L’annata deve ancora emettere i propri verdetti, ma intanto la Fiorentina organizza il futuro. Ufficializzato il prossimo ritiro estivo che sarà ancora a Moena. Dopo i tre anni già trascorsi in val di Fassa, la società viola ieri ha confermato l’accordo anche per il triennio futuro. Le date verranno invece stabilite in base al risultato sportivo, ovvero quando sarà noto l’inizio della prossima stagione. Ritiro che avverrà comunque a luglio e durerà un paio di settimane. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Serie A R La guida

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L’anno scorso doppio Pjanic Gli azzurri contano su Hamsik

ROMA

JUVENTUS ROMA LAZIO SAMPDORIA NAPOLI FIORENTINA TORINO MILAN GENOA INTER PALERMO UDINESE EMPOLI SASSUOLO CHIEVO VERONA ATALANTA CAGLIARI CESENA PARMA (-3)

PT

67 53 52 48 47 46 39 38 37 37 35 33 33 32 32 32 26 21 21 9

4. NAINGGOLAN

PARTITE

RETI

V

N

P

F

S

28 28 28 28 28 28 28 28 27 28 28 27 28 28 28 28 28 28 28 26

20 14 16 12 13 12 10 9 9 9 8 8 6 7 8 8 5 4 4 3

7 11 4 12 8 10 9 11 10 10 11 9 15 11 8 8 11 9 9 3

1 3 8 4 7 6 9 8 8 9 9 10 7 10 12 12 12 15 15 20

55 39 51 37 47 41 32 41 37 42 38 31 30 34 21 33 23 34 25 21

14 21 27 28 36 31 30 35 33 36 41 36 30 43 30 48 38 53 49 53

CHAMPIONS PRELIMINARI DI CHAMPIONS EUROPA LEAGUE RETROCESSIONI

PROSSIMO TURNO SABATO 11 APRILE GENOA-CAGLIARI (ore 18) PARMA-JUVENTUS (ore 18) VERONA-INTER ore (20.45) DOMENICA 12 APRILE, ore 15 CESENA-CHIEVO (ore 12.30) ATALANTA-SASSUOLO LAZIO-EMPOLI NAPOLI-FIORENTINA TORINO-ROMA UDINESE-PALERMO MILAN-SAMPDORIA (ore 20.45)

47

(1-2) (0-0) (1-2) (1-0) (0-3) (1-1) (2-2)

MARCATORI 16 RETI Tevez (2, Juventus). 15 RETI Icardi (3, Inter); Menez (8, Milan). 13 RETI Higuain (2, Napoli); Toni (3, Verona). 12 RETI Dybala (2, Palermo). 10 RETI Gabbiadini (Napoli; 7 nella Sampdoria); Quagliarella (2, Torino); Di Natale (Udinese). 9 RETI Felipe Anderson (Lazio); Callejon Napoli); Eder (1, Sampdoria). 8 RETI Klose e Mauri (Lazio); Ljajic (1, Roma); Berardi (4) e Zaza (1, Sassuolo); Thereau (Udinese). 7 RETI Paloschi (Chievo); Maccarone (1, Empoli); Babacar (Fiorentina); Matri (7 nel Genoa), Morata e Pogba (Juventus); Djordjevic (Lazio); Destro (Milan; 5 nella Roma); Vazquez (Palermo).

GAZZAWEB www.gazzetta.it

Ultima vittoria Roma in casa: 18/10/2013, 2-0 Ultimo pareggio a Roma: 28/04/2012, 2-2 Ultima vittoria Napoli all’Olimpico: 12/02/2011, 0-2

PUNTI

175 Napoli

152 (3-4-1-2)

TORINO

(3-5-2)

DOMANI ore 15 ARBITRO Guida (0-0)

Nelle ultime 5 giornate

6

Roma

5

Napoli

2 STENDARDO

(4-3-3)

GENOA

(4-3-3)

UDINESE

22 21 ZAPPACOSTA CIGARINI

17 3 CARMONA DEL GROSSO

11 MORALEZ

11 MAXI LOPEZ

24 MORETTI

25 GLIK 30 PADELLI

20 VIVES

19 MAKSIMOVIC

PANCHINA 13 Castellazzi, 1 Ichazo, 5 Bovo, 18 Jansson, 3 Molinaro, 32 S. Masiello, 8 Farnerud, 4 Basha, 15 Gonzalez, 17 Martinez, 22 Amauri. ALLENATORE Ventura. BALLOTTAGGI nessuno. SQUALIFICATI Benassi. DIFFIDATI El Kaddouri, Quagliarella. INDISPONIBILI Silva (25 giorni). X 3.10

4 10 CRISETIG JOAO PEDRO 25 SAU

7 F. ANDERSON

33 PERES

PANCHINA 1 Avramov, 5 Scaloni, 13 A. Masiello, 6 Bellini, 93 Dramé, 18 Estigarribia, 16 Baselli, 8 Migliaccio, 7 D’Alessandro, 28 Emanuelson, 27 Rosseti, 99 Boakye. ALLENATORE Reja BALLOTTAGGI Biava-Bellini 70-30%, Benalouane-Scaloni 70-0%. SQUALIFICATI Gomez (1), Denis (1). DIFFIDATI Biava, Boakye, Cigarini, Moralez, Sportiello, Zappacosta. INDISPONIBILI Raimondi (1 mese), Grassi (5 giorni), Cherubin (da valutare).

1 2.85

20 EKDAL 17 FARIAS

51 PINILLA

27 QUAGLIARELLA

36 14 DARMIAN GAZZI 7 EL KADDOURI

44 BRKIC 37 15 8 DIAKITÈ ROSSETTINI AVELAR

21 BALZANO

20 BIAVA

14 B. KEITA

19 LULIC 39 CAVANDA

40 MPOKU

20 BIGLIA 33 MAURICIO

16 PAROLO

3 DE VRIJ

8 BASTA

(3-4-3) (4-3-2-1)

23 LAMANNA 14 8 RONCAGLIA BURDISSO 21 EDENILSON

33 KONE 19 GUILHERME 34 GABRIEL SILVA

22 MARCHETTI

88 RINCON

33 KUCKA

10 PEROTTI 10 DI NATALE

18 BERGDICH

6 ALLAN

66 PINZI

27 WIDMER

75 2 HEURTAUX WAGUE

89 PIRIS

PANCHINA 1 Berisha, 77 Strakosha, 85 Novaretti, 27 Cana, 5 Braafheid, 17 Pereirinha, 23 Onazi, 24 Ledesma, 32 Cataldi, 6 S. Mauri, 11 Klose, 34 Perea. ALLENATORE Pioli. BALLOTTAGGI Cavanda-Braafheid 60-40 %, B. Keita-Klose 60-40 %, Biglia-CataldiLedesma 60-30-10 %. SQUALIFICATI nessuno. DIFFIDATI Basta, Cavanda, De Vrij, Mauricio, Onazi, Radu. INDISPONIBILI Djordjevic (20 giorni), Gentiletti (20), Konko (15), Radu (5).

PANCHINA 97 Peret, 46 Perisan, 18 Bubnjic, 26 Pasquale, 21 Hallberg, 7 Badu, 8 Bruno Fernandes, 13 Zapata, 94 Aguirre, 9 Perica, 77 Thereau, 82 Geijo. ALLENATORE Stramaccioni. BALLOTTAGGI Gabriel Silva-Pasquale 60%-40%, Di Natale-Thereau 70%-30% SQUALIFICATI Danilo (1). DIFFIDATI Bruno Fernandes, Heurtaux, Kone, Piris, Thereau. INDISPONIBILI Domizzi (5 giorni), Scuffet (da valutare) Evangelista (stagione finita).

X 3.70

2 1.80

1 1.95

X 3.40

VERONA

(4-3-3)

FIORENTINA

(3-5-1-1)

CESENA

(4-3-1-2)

SAMPDORIA

(4-3-3)

DOMANI Ore 15 ARBITRO Orsato (1-1) 22 BENUSSI 18 2 3 MORAS GU. RODRIGUEZ PISANO

19 TAIDER

7 MISSIROLI

8 BIONDINI

26 SALA

25 BERARDI

10 ZAZA

17 SANSONE

21 J. GOMEZ

56 HETEMAJ 87 ZUKANOVIC

18 DJURIC

43 PALOSCHI

13 8 24 IZCO RADOVANOVIC SCHELOTTO 12 CESAR

5 GAMBERINI

21 FREY

1 BIZZARRI

56 PULZETTI 17 MAGNUSSON

77 10 TACHTSIDIS HALLFREDSSON 9 TONI

11 BRIENZA

DOMANI Ore 18.30 ARBITRO Banti (1-3) 1 NETO 40 2 19 TOMOVIC G. RODRIGUEZ BASANTA 17 JOAQUIN

92 DEFREL 5 GIORGI

25 CAPELLI

24 PERICO

99 ETO’O

24 MURIEL

21 SORIANO

17 PALOMBO

14 OBIANG

19 5 26 29 REGINI ROMAGNOLI SILVESTRE DE SILVESTRI 2 VIVIANO

PANCHINA 25 Bardi, 90 Seculin, 20 Sardo, 34 Biraghi, 10 Christiansen, 14 Cofie, 23 Birsa, 18 Feftatzidis, 31 Pellissier, 9 Pozzi, 19 Botta ALLENATORE Maran BALLOTTAGGI Hetemaj-Birsa 55-45% SQUALIFICATI nessuno DIFFIDATI Meggiorini, Birsa, Izco INDISPONIBILI Mattiello (campionato finito), Dainelli (da valutare)

PANCHINA 30 Agliardi, 81 Bressan, 2 Nica, 6 Lucchini, 14 Volta, 7 Carbonero, 8 De Feudis, 34 Cascione, 44 Cazzola, 77 Ze Eduardo, 9 Rodriguez, 19 Succi. ALL. Di Carlo. BALLOTTAGGI MagnussonLucchini 60-40%, Perico-Nica 80-20%. SQUALIFICATI nessuno. DIFFIDATI: Carbonero, Mudingayi, Renzetti e Rodriguez. INDISP. Marilungo (5 giorni), Tabanelli (10 giorni), Yabre (30 giorni), Valzania (10 giorni), Renzetti (da valutare).

PANCHINA 88 Frison, 33 Romero, 3 Mesbah, 25 A. Coda, 6 Duncan, 8 Correa, 77 Wszolek, 30 Acquah, 22 Rizzo, 32 Marchionni, 9 Okaka, 18 Bergessio. ALLENATORE Mihajlovic. BALLOTTAGGI nessuno. SQUALIFICATI nessuno. DIFFIDATI Regini, Romagnoli, De Silvestri, Duncan. INDISPONIBILI Cacciatore (7 giorni), De Vitis (3 mesi).

X 3.55

2 4.33

1 1.70

26 VARELA

80 JORQUERA

18 GOBBI

15 COSTA

3 LILA

4 MENDES

2 CASSANI

PANCHINA 22 Iacobucci, 91 Bajza, 27 Santacroce, 58 Esposito, 28 Feddal, 37 Broh, 13 Prestia, 21 Lodi, 5 Ghezzal, 17 Palladino, 88 Coda. ALLENATORE Donadoni. BALLOTTAGGI Mauri-Lila 5545%, Belfodil-Palladino 55-45%. SQUALIFICATI Lucarelli (3). DIFFIDATI Lodi, Mendes, Feddal, Costa. INDISPONIBILI Galloppa, Mariga e Biabiany (da verificare). X 6.25

JUVENTUS

2 17.00

(3-5-2)

EMPOLI

X 3.65

2 5.25

(4-3-3)

70 SORRENTINO 12 2 GONZALEZ VITIELLO

3 RISPOLI

27 RIGONI

25 MARESCA 20 VAZQUEZ

7 LAZAAR

8 BARRETO 9 DYBALA

7 MENEZ

9 DESTRO

22 CERCI

28 BONAVENTURA

34 DE JONG

21 VAN GINKEL

31 ANTONELLI

29 PALETTA

5 MEXES

20 ABATE

23 DIEGO LOPEZ

IN PANCHINA 30 Carrizo, 6 Andreolli, 14 Campagnaro, 33 D’Ambrosio, 55 Nagatomo, 10 Kovacic, 20 Obi, 88 Hernanes, 28 Puscas, 29 Camara, 97 Bonazzoli. ALLENATORE Mancini SQUALIFICATI Vidic (1), Icardi (1) DIFFIDATI Brozovic, Campagnaro, Dodò, Guarin, Medel. BALLOTTAGGI FelipeD’Ambrosio 60-40%. INDISPONIBILI Kuzmanovic (da valutare), Dodò e Jonathan (stagione finita)

1 1.20

(4-3-1-2)

DOMANI Ore 15 ARBITRO Doveri (2-0)

99 BELOTTI

(4-3-1-2)

PANCHINA 1 Ujkani, 5 Milanovic, 22 Ortiz, 19 Terzi, 33 Daprelà 13 Emerson, 15 Bolzoni, 28 Jajalo, 14 Della Rocca, 18 Chochev, 21 Quaison, 10 Joao Silva. ALLENATORE Iachini. BALLOTTAGGI Vitiello-Terzi 60-40%, Belotti-Quaison 6040%. SQUALIFICATI Andelkovic (1). DIFFIDATI Dybala, Daprelà, Bolzoni, Morganella. INDISPONIBILI Morganella (stagione finita). PANCHINA 32 Abbiati, 66 Gori, 2 De Sciglio, 33 Alex, 19 Bocchetti, 17 Zapata, 16 Poli, 4 Muntari, 15 Essien, 10 Honda, 8 Suso, 11 Pazzini. ALLENATORE Inzaghi BALLOTTAGGI Van Ginkel-Poli 60-40%, Cerci-Poli 60-40%, Cerci-Honda 60-40%, Cerci-Suso 60-40%. SQUALIFICATI nessuno. DIFFIDATI Alex, Bonaventura, Menez. INDISP. El Shaarawy (due mesi), Agazzi (stagione finita), Mastour (un mese), Zaccardo (8 giorni), Montolivo (8 giorni). 1 2.50

X 3.20

2 2.95

TACCUINO

DOMANI Ore 21 ARBITRO Giacomelli (2-0)

EUROPEO UNDER 17

1 BUFFON 19 BONUCCI

5 OGBONNA

26 20 LICHTSTEINER 27 PADOIN STURARO

33 23 EVRA VIDAL

7 MACCARONE 88 VECINO 23 HYSAJ

9 MORATA

20 PUCCIARELLI 5 SAPONARA 6 VALDIFIORI

26 TONELLI

11 CROCE

24 RUGANI

21 MARIO RUI

33 SEPE

PANCHINA 31 Rosati, 12 Tatarusanu, 4 Richards, 6 Vargas, 38 Rosi, 7 Pizarro, 14 Mati Fernandez, 16 Kurtic, 9 Gilardino, 18 Diamanti, 29 Bernardeschi, 30 Babacar. ALLENATORE Montella. BALLOTTAGGI Salah-Diamanti 51-49%, Aquilani–Mati Fernandez 60-40%. SQUALIFICATI Ilicic (1). DIFFIDATI Basanta, Gomez, Kurtic. INDISPONIBILI Rossi (15 giorni), Pasqual (3 gg) Savic (3gg)

1 1.85

10 BELFODIL

14 LLORENTE

23 EDER

PANCHINA 95 Gollini, 1 Rafael, 33 Agostini, 4 Marquez, 25 Marques, 28 Brivio, 5 Sorensen, 19 Greco, 70 Fernandinho, 20 Christodoulopoulos, 7 Saviola, 17 Nico Lopez. ALL. Mandorlini. BALLOTTAGGI Gu. Rodriguez-Marquez 60-40%, MarticAgostini 70-30%. SQUALIFICATI nessuno. DIFFIDATI Martic, Tachtsidis, Christodoulopoulos, Valoti, Nico Lopez. INDISP. Ionita (da valutare), Obbadi (da valutare), Campanharo (da valutare).

2 3.65

8 MAURI

74 SALAH

1 LEALI

X 3.10

91 SHAQIRI 8 11 PALACIO PODOLSKI

33 M. GOMEZ

PANCHINA 1 Pomini, 16 Polito, 3 Longhi, 20 Bianco, 32 Natali, 6 Chibsah, 33 Brighi, 14 Donis, 30 Lazarevic, 83 Floro Flores, 99 Floccari ALLENATORE Di Francesco BALLOTTAGGI Biondini-Brighi 55-45% SQUALIFICATI nessuno DIFFIDATI Brighi, Missiroli INDISPONIBILI Pegolo (cinque settimane), Terranova, Antei (stagione finita), Magnanelli e Gazzola (da valutare)

1 2.20

1 HANDANOVIC 23 26 5 RANOCCHIA FELIPE JUAN JESUS 13 18 77 GUARIN MEDEL BROZOVIC

15 BARZAGLI

5 28 10 20 ALONSO BADELJ AQUILANI BORJA VALERO

11 JANKOVIC

26 MUDINGAYI 15 KRAJNC

DOMANI Ore 15 ARBITRO Peruzzo (0-2)

2 4.00

(4-4-2)

71 MARTIC

MILAN

83 MIRANTE

(4-3-3)

31 PELUSO

PALERMO

(4-3-2-1)

31 KARNEZIS

CHIEVO 47 CONSIGLI 11 28 15 VRSALJKO CANNAVARO ACERBI

(4-3-1-2)

PARMA

23 NOCERINO

SASSUOLO

DOMANI Ore 15 ARBITRO Pairetto (0-0)

INTER

22 BORRIELLO

PANCHINA 39 Sommariva, 5 Izzo, 2 Tambè, 15 Marchese, 38 Mandragora, 16 Lestienne, 19 Pavoletti, 93 Laxalt, 20 Tino Costa, 24 Iago. ALLENATORE Gasperini. BALLOTTAGGI Borriello-Iago 60-40%. SQUALIFICATI Bertolacci (1). DIFFIDATI Burdisso, Roncaglia, Kucka. INDISPONIBILI Perin (15 giorni), Ariaudo (10 giorni).

1 4.33

PANCHINA 1 Rafael, 15 Colombo, 16 Mesto, 5 Britos, 4 Henrique, 3 Strinic, 18 Zuniga, 8 Jorginho, 6 De Guzman, 17 Hamsik, 24 Insigne, 91 Zapata ALLENATORE Benitez BALLOTTAGGI Gabbiadini-Hamsik 60-40%, Mertens-De Guzman 60-40% SQUALIFICATI Inler DIFFIDATI Lopez INDISPONIBILI Michu (sei settimane)

21 SANTON

4 DE MAIO

PANCHINA 1 Colombi, 14 Pisano, 33 Capuano, 3 Murru, 16 Dessena, 5 Conti, 22 Husbauer, 7 Cossu, 90 Cop, 9 Longo. ALLENATORE Zeman. BALLOTTAGGI Ekdal-Dessena 70-30%, Mpoku– Cossu 70-30%. INDISPONIBILI Donsah (7 gg). DIFFIDATI Longo, Gonzalez. SQUALIFICATI Ceppitelli (1).

2 2.65

NAPOLI (4-2-3-1)

31. GHOULAM

DOMANI Ore 15 ARBITRO Mazzoleni (4-2)

11 NIANG

87 CANDREVA

45. ANDUJAR

PANCHINA 28 Skorupski, 1 Lobont, 2 YangaMbiwa, 3 Cole, 33 Spolli, 32 Paredes, 52 Pellegrini, 53 Verde, 7 Iturbe, 88 Doumbia, 56 Vestenicky. ALLENATORE Garcia. BALLOTTAGGI Ibarbo-Iturbe 70-30%. SQUALIFICATI nessuno. DIFFIDATI Astori, Keita, Maicon, Manolas, Torosidis. INDISPONIBILI Totti (da valutare), Castan (da valutare), Strootman (stagione finita), Balzaretti (stagione finita), Gervinho (20 giorni), Uçan (7 giorni), Maicon (5 giorni), Keita (5 giorni).

LAZIO

DOMANI Ore 15 ARBITRO Rocchi (2-4)

77. GARGANO 26. KOULIBALY

ROMA (4-3-3)

CAGLIARI

57 SPORTIELLO

69 MEGGIORINI

Oggi tutti gli highlights di Serie B, domani il tempo reale di tutte le partite della 29ª giornata di Serie A (Tevez nella foto): resta sempre aggiornato su gazzetta.it e nella sezione Fantanews troverai, oltre alle novità sulle probabili formazioni, i consigli sui giocatori da schierare al fantacalcio sfida per sfida e le statistiche relative a tutti i calciatori di ogni squadra. Domani, poco dopo il fischio finale di ciascuna delle dieci gare in programma, troverai gli assist ufficiali della Magic che regaleranno +1 di bonus. Bisognerà attendere fino a mercoledì, invece, per trovare in edicola il listone con tutti i voti ufficiali della giornata modificati con bonus e malus.

14. MERTENS

RETI FATTE

Roma

9 BIANCHI

(1-1) (0-7) (2-2)

Pareggi

48

ATALANTA

19. LOPEZ

23. GABBIADINI

33. ALBIOL

40

115

11. MAGGIO

9. HIGUAIN

24. FLORENZI

LE ULTIME VOLTE

Girone unico Vittorie Roma Vittorie Napoli

29 BENALOUANE

7. CALLEJON

8. LJAJIC

15. PJANIC

2 3.45

19. IBARBO

16. DE ROSSI

35. TOROSIDIS

X 3.35

ARBITRO Rizzoli di Bologna ASSISTENTI Nicoletti-Padovan QUARTO UOMO De Luca ADDIZIONALI Irrati-Gervasoni

23. ASTORI

NAPOLI

PRECEDENTI IN SERIE A

G

25. HOLEBAS

44. MANOLAS

Occhio a Ibarbo: l’ultima gioia personale in A contro i campani Il miglior marcatore per Benitez è lo slovacco con 5 gol alla Roma

CLASSIFICA

1 2.15

26. DE SANCTIS

1Totti ha segnato 7 reti in carriera al Napoli ma è in forte dubbio

GIORNATA

SQUADRE

DOMANI ore 12.30 Olimpico Roma (andata 0-2)

FARI PUNTATI SU...

a

19

VENERDÌ 3 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

PANCHINA 30 Storari, 34 Rubinho, 3 Chiellini, 39 Marrone, 17 De Ceglie, 37 Pereyra, 7 Pepe, 11 Coman, 10 Tevez, 32 Matri. ALLENATORE Allegri. BALLOTTAGGI Llorente-Tevez 60-40%, Ogbonna-Chiellini 60-40%, SturaroPereyra 60-40%. SQUALIFICATI nessuno. DIFFIDATI Bonucci, De Ceglie, Lichtsteiner, Ogbonna, Pereyra, Vidal. INDISPONIBILI Asamoah (50 giorni), Romulo (50), Caceres (60), Pogba (40), Pirlo e Marchisio (da valutare). PANCHINA 1 Pugliesi, 28 Bassi, 50 Somma, 19 Barba, 2 Laurini, 8 Signorelli, 4 Diousse, 25 Brillante, 18 Verdi, 27 Zielinski, 9 Mchedlidze, 10 Tavano. ALLENATORE Sarri. BALLOTTAGGI Tonelli-Barba 7030%. SQUALIFICATI nessuno. DIFFIDATI Maccarone, Tonelli. INDISPONIBILI Guarente (da valutare). 1 1.36

X 4.50

2 9.50

Italia, girone di ferro con inglesi e Olanda ● Sorteggiati i gironi dell’Europeo Under 17 (6-22 maggio in Bulgaria). Per l’Italia un girone di ferro (gruppo D) con i campioni in carica dell’Inghilterra, l’Olanda e l’Irlanda. Gli azzurrini del c.t. Bruno Tedino apriranno il 7 maggio con gli inglesi, il 10 sfideranno gli irlandesi, quindi chiuderanno il 13 con l’Olanda. Il 15 maggio gli eventuali quarti, cui accedono le prime due di ogni girone. Gli altri gruppi: A) Bulgaria, Croazia, Spagna, Austria; B) Rep. Ceca, Belgio, Slovenia, Germania; C) Grecia, Russia, Scozia, Francia.

SERIE A CALCIO A 5

Oggi Asti-Pescara ● (m.cal.) Tra oggi e domani la terzultima giornata della regular season: spicca Asti-Pescara, remake delle ultime finali di Winter Cup e Coppa Italia. La 20a giornata: oggi Asti-Pescara (19), Latina-Napoli (20.30). Domani: Sestu-Luparense (16), Acqua&Sapone-Rieti (18.30, RaiSport 2), Corigliano-Kaos (19). Classifica (prime): Luparense 32, Asti, Pescara e Rieti 29.


20

Mondo R Francia

VENERDÌ 3 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

ni. Falcao quindi tornerebbe con un ingaggio da 14 milioni netti, in contrasto con la politica di austerità imposta un anno fa dal proprietario russo Rybolovlev e dal fair-play finanziario. Per il vice presidente Vasilyev le offerte non mancheranno: magari non all’altezza dei 60 milioni pagati nel 2013 all’Atletico Madrid. Secondo l’Equipe, il prezzo non potrà scendere sotto i 45 milioni. La lista di corteggiatori includerebbe Juve, Chelsea, Valencia, Arsenal e Manchester City. Sulla sponda United l’eventuale esonero di Van Gaal rimetterebbe tutto in discussione.

Jerémy Toulalan, 31 anni, regista del Monaco prossimo avversario della Juve in Champions AFP

Monaco inquieto Tanti destini nell’incrocio Juve 1Oggi scontro diretto con il Saint Etienne: vale il podio in Ligue 1. Ma la Champions sarà decisiva Alessandro Grandesso PARIGI Twitter @agrandesso

L’

Leonardo Jardim, 40 anni

assalto al podio passa per uno scontro diretto, per il Monaco. E l’avversaria Champions della Juve si gioca stasera l’occasione ideale di mischiarsi anche alla lotta per il titolo. Una vittoria sul St Etienne, staccato di una lunghezza, permetterebbe al club del Principato di incollarsi al trio di testa. L’algoritmo include la risultante dello scontro diretto di domenica tra Marsiglia, terzo, e Psg, primo, ma anche i tre punti del recupero con il Montpellier. Insomma, tutto aperto. E non solo in classifica. Dal finale di stagione dipendono i destini di molti

RDa Toulalan

inseguito dall’Inter a Raggi, al nodo Falcao: decisivo il finale di stagione

monegaschi, in scadenza e non. Da Toulalan, che piace all’Inter, a Raggi, passando per lo scomodo Falcao. Con il rischio di mettere in tensione lo spogliatoio, in vista della doppia sfida con i bianconeri. FALCAO Il caso più spinoso è quello del colombiano. Il Manchester United avrebbe deciso già a febbraio di non esercitare l’opzione di acquisto di 55 milio-

ITALIA E’ diventato un enigma il caso Toulalan. Il mediano in scadenza è molto vicino all’Inter. La trattativa è arrivata ad uno stadio avanzato, ma si è arenata negli ultimi giorni. Il giocatore è diventato per la quarta volta papà e soppesa una chiamata da Bordeaux, città di origine della moglie. Scelta familiare che spingerebbe l’Inter verso Thiago Motta. Perso Toulalan, il Monaco vuole bloccare Raggi liberabile a gennaio 2016. L’italiano stasera dovrebbe partire titolare anche perché Carvalho è di nuovo indisponibile. E per il portoghese si profila l’addio a giugno, quando sarà in scadenza pure Berbatov che, a 34 anni, rimane alla finestra. Anche in funzione di un’eventuale nuova annata in Champions che potrebbe convincere Moutinho a continuare. GIOVANI LEVE Capitolo a parte fanno il 21enne esterno Carrasco e il 22enne terzino sinistro Kurzawa. Elementi formati in casa, di talento ma capricciosi, e ormai considerati cedibili per garantire introiti per una quarantina di milioni. Base da cui ripartire con altri elementi da valorizzare, calmierando così il monte ingaggi. Come è stato fatto con il 21enne brasiliano Fabinho, pescato due anni fa dalle riserve del Real Madrid e ora nel giro della Seleçao. O il connazionale Wallace, 20, prelevato dal Braga, impiegato con successo anche in Champions. Da valutare le prospettive sul bomber Martial, classe ’95, e su Kondogbia (22), tornato in Bleu da vice Pogba. Giocatori da mettere in vetrina contro la Juve, per deciderne il destino. © RIPRODUZIONE RISERVATA

31.a GIORNATA: Oggi Monaco-St Etienne. DOMANI Guingamp-Lione; Lilla-Reims; Lorient-Rennes; Metz-Tolosa; Montpellier-Bastia; Nizza-Evian. DOMENICA Bordeaux-Lens; Nantes-Caen; MarsigliaPsg. CLASSIFICA Psg 59; Lione 58; Marsiglia 57; Monaco 53; St Etienne 52; Bordeaux 48; Montpellier 45; Lilla 41; Nantes 40; Guingamp, Rennes 39; Nizza, Bastia 37; Caen, Reims, Evian 35; Lorient 34; Tolosa 32; Lens 25; Metz 23.

INGHILTERRA

La denuncia di Ramsey «Se sei nero è più dura» LONDRA

T

rovare lavoro per un allenatore è difficile, se sei di colore lo è ancora di più. È la denuncia di Chris Ramsey, 52enne tecnico che dopo aver lasciato il Tottenham nello scorso giugno è rimasto a spasso fino a ottobre, quando è entrato nello staff del Queens Park Rangers. Dopo l’addio di Redknapp, Ramsey è stato promosso alla guida della prima squadra fino a fine stagione ma sa già che una volta conclusa l’avventura a Loftus Road sarà complicato ripartire. «Per ogni allenatore, di qualsiasi razza, è difficile trovare un incarico ma lo è ancora più difficile per i

neri», afferma Ramsey. «Il fatto che siamo ancora a questo punto, col sottoscritto che è l’unico tecnico di colore in Premier League, dimostra che non è la norma avere gente che appartiene alle minoranze etniche in certi ruoli. E finché questo non diventerà invece normale, il razzismo sarà evidente. Il fatto che io mi trovi qui non cambia quello che è il mio punto di vista da tanti anni». MINORANZA In effetti, su novantadue squadre professionistiche nel calcio inglese, soltanto sei hanno in panchina un uomo di colore: ma percentuale veramente minima. Oltre a Ramsey ci sono Chris Powell all’Huddersfield, Chris Hu-

ghton al Brighton), Fabio Liverani al Leyton Orient, Keith Curle al Carlisle e Jimmy Floyd Hasselbaink al Burton. Lo scorso mese Les Ferdinand, direttore tecnico del Qpr, ha suggerito l’introduzione della «Rooney Rule», la regola adottata nel 2002 dalla Nfl per cui le squadre sono obbligate a considerare fra i candidati almeno una persona che appartiene a una minoranza qualora si renda disponibile un posto da capo allenatore o direttore generale. QUESTIONE CULTURALE «La Rooney Rule dimostra che c’è la consapevolezza che bisogna fare qualcosa per cambiare il modo di pensare di chi siede dietro una scrivania», commenta Chris Ramsey, sollevando una questione culturale che va ben oltre il suo caso. «Perché non parlo soltanto di razza ma anche di genere, parlo di omofobia. Bisogna dare a tutti le stesse opportunità».

Chris Ramsey, 52 anni, Qpr

© RIPRODUZIONE RISERVATA

GERMANIA

Jerome Boateng nei guai, la ex: «Mi ha morso»

Jerome Boateng, 26 anni, con l’ex compagna Sherin Senler AFP

Elmar Bergonzini

L

a vita di Jerome Boateng in questo momento è spaccata in due: sul campo le cose non potrebbero andare meglio di così. Campione del mondo in carica e dominatore assoluto del campionato tedesco con il suo Bayern Monaco. E l’amore? Eh, l’amore è un’altra storia. Al momento anche dolorosa. Il difensore tedesco è stato denunciato dalla (ormai ex) compagna Sherin Senler per violenze domestiche. Non solo: secondo la donna Jerome avrebbe anche trascurato le figlie di 4 anni.

LA STORIA Boateng e la Senler, entrambi nativi di Berlino, si sono conosciuti e immediatamente fidanzati, otto anni fa, quando lui era una giovane promessa dell’Amburgo. «Mi trasferii subito da lui – ha raccontato Sherin a Bunte – ma già dopo tre mesi la storia era finita». I due passano il tempo a litigare, anche in maniera violenta. Si lasciano e si riprendono in continuazione (si dice ben sette volte negli ultimi tre anni). Insieme non possono stare, separati non resistono. I problemi principali sono due: la gelosia di Jerome nonché le sue presunte scappatelle. Nel 2011, con la nascita delle gemelle Lamia e

Soley, la situazione sembra assestarsi, ma è un’impressione. La coppia scoppia già a inizio 2012. Lo scorso luglio però la famiglia al completo è sul campo di Rio per festeggiare il titolo mondiale, annunciando anche il fidanzamento ufficiale. IL FATTO Negli ultimi mesi Jerome e Sherin erano anche tornati a vivere insieme, fino a quando, sei settimane fa, è scoppiato il caso: per motivi non precisati lei è stata cacciata di casa e Boateng ha immediatamente richiesto l’affido esclusivo delle bambine. Lunedì, all’ultima seduta, il giudice non è arrivato ad un verdetto. Anche perché nel frattempo Sherin è partita al contrattacco denunciando il compagno: secondo la donna dal primo maggio 2014 al 5 febbraio 2015 Boateng avrebbe ripetutamente alzato le mani su di lei, arrivando anche a morderla. Non ci sono però certificati medici a testimoniarlo. «Mi ha portato via le mie bambine», ha detto la donna. »Da quando stiamo insieme so che ha avuto almeno venti relazioni, non l’ho lasciato prima perché speravo di salvare il rapporto». Mentre Sherin si è confidata con i media tedeschi, Jerome ha preferito non rilasciare dichiarazioni sull’argomento. La parola passa agli avvocati. Una cosa però è certa: la vita di Boateng al momento è spaccata in due. Da una parte il lavoro, dall’altra l’amore. © RIPRODUZIONE RISERVATA

TACCUINO SPAGNA

Messi sta meglio Oggi Eibar-Rayo ● Migliorano le condizioni del piede infortunato di Leo Messi, l’attaccante del Barcellona dovrebbe pertanto essere regolarmente a disposizione di Luis Enrique per la trasferta di domenica in casa del Celta Vigo. Oggi la Liga riparte con l’anticipo della ventinovesima giornata Eibar-Rayo Vallecano.

IL TAS

Marocco riammesso alla Coppa d’Africa ● LOSANNA Il Marocco potrà disputare le qualificazioni per partecipare alle prossime due edizioni della Coppa d’Africa, in programma nel 2017 e nel 2019. Il Tribunale arbitrale sportivo di Losanna ha accolto il ricorso della

Federazione marocchina contro la decisione della Caf, la Confederazione africana, dello scorso 6 febbraio.

LIBERTADORES

Il Corinthians alla quarta vittoria ● (m.can.) Quarta vittoria in quattro partite del Corinthians nel girone 2 della Libertadores, impresa uguagliata dal Boca Juniors nel girone 5. Con un gol di Jádson e tripletta del peruviano Guerrero i brasiliani battono in casa per 4-0 gli uruguaiani del Danubio. Gonzalez, difensore del Danubio, è accusato dai brasiliani di razzismo nei confronti di Elias, mediano del Corinthians, che preferisce non sporgere denuncia alla polizia. Il difensore rifiuta di aver commesso l’ingiuria anche se la lettura labiale delle immagini colgono la parola “macaco” (scimmia).


Calcio R La capolista della Serie B

VENERDÌ 3 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

FOCUS TECNICO

21

CONTENUTO PREMIUM

L’ANALISI di NICOLA BINDA INVIATO A CARPI (MODENA)

F

abrizio Castori sarà l’allenatore del Carpi anche nel prossimo campionato di Serie A. L’intesa con il club c’è e va solo ratificata, magari quando l’aritmetica darà la certezza del salto nella storia. Dopo la clamorosa vittoria sul Bologna (3-0) di mercoledì sera, il muro della prudenza ha mostrato le prime crepe. Sia quando il tecnico ha detto che «se con questo vantaggio perdiamo il campionato, vuol dire che siamo andati in vacanza», sia quando una trentina di tifosi l’ha accolto al bar dello stadio con un enorme uovo di Pasqua, che lui ha spaccato con un pugno nell’ovazione generale e, quando i tifosi cantavano «la capolista se ne va», lui li ha zittiti dicendo «no, se n’è già andata!». GLI INIZI E’ un tipo genuino Castori Fabrizio, cresciuto a San Severino Marche e trapiantato a Tolentino, ragioniere emergente diventato allenatore, padre a 20 anni e presto anche nonno. La Serie A s’è innamorata di Maurizio Sarri e lo farà anche con lui, che ha girato l’Italia (da Varese a Reggio Calabria) e non sempre gli è andata bene, ma s’è sempre fatto voler bene. Perché sul campo ci mette l’anima e fuori fa ancora di più, studiando e leggendo. «A casa mi sono costruito una libreria, ci ho messo i miei appunti e i libri che lo letto». Ha due maestri: «La mia generazione è cresciuta con Sacchi e Zeman». Ha fatto la gavetta vera, iniziando in Seconda categoria, vincendo tanto e soprattutto cambiando spesso l’idea di gioco: «Mi sono sbizzarrito nei sei anni di Tolentino, dove potevo provare di tutto». E ha capito una cosa: «L’allenatore è come un sarto che deve cucire un abito con la stoffa che ha». IL MODULO La sua storia è fatta di tanti moduli, soprattutto 4-4-2 e 4-3-3. Sacchi e Zeman, appunto. E atteggiamenti quasi sempre arrembanti, con spirito garibaldino. Oggi ci si chiede: come ha fatto il Carpi, giocando con il 4-4-1-1, ad ammazzare un campionato come quello di Serie B? Perché l’impressione iniziale potrebbe essere diversa: è il classico modulo di una squadra che si deve salvare, che punta su difesa e contropiede. Poco spettacolare, soprattutto concreta. Invece no. Quella di Castori è stata una scelta precisa, dettata dalle caratteristiche dei suoi giocatori. Tecniche e anche fisiche. Ok, non ci si strappa le vesti vedendo giocare il Carpi. Ma si impara come cucire un abito su misura. LA PUNTA CENTRALE Tutto nasce da Jerry Mbakogu. La punta centrale e stella della squadra (13 gol) ha caratteristiche particolari: si esalta se gioca da solo, se può attaccare gli spazi, affondare in contropiede. E ha il fisico per fare la guerra contro qualsiasi difesa. Mettergli un attaccante al fianco e giocare a due punte sarebbe sbagliato e Castori l’ha capito. Tanto per fare un esempio fresco fresco: anche Cacia del Bologna si esalta facendo reparto da solo (lo dice la sua storia), ma quando Diego Lopez gli mette un’altra punta simile a fianco (come Mancosu mercoledì sera) il Bologna non fa gol. Tornando al Carpi, il ragionamento di Castori la scorsa estate è stato questo: per giocare così, bisogna abbassare la squadra di 30 metri, far avanzare gli avversari e colpirli scatenando la punta centrale. Che per quasi tutto il campionato è stata Mbakogu, fino all’infortunio che l’ha tenuto fuori per oltre un mese. Ma anche con il debuttante Kevin Lasagna (caratteristiche tecniche simili) davanti il rendimento della squadra non è cambiato. Se poi di fronte ci sono difese a tre (o a cinque)

L’ATTACCO Una punta contro tutti ● Il Carpi attacca con la punta centrale, che fa salire la squadra e viene assistita dagli esterni

I giocatori del Carpi in festa: sono in vetta alla Serie B da ottobre e hanno fatto il vuoto ipotecando la promozione GETTY

Carpi diem

TUTTI I SEGRETI DI UN DOMINIO L’INTUIZIONE TATTICA DI CASTORI: GIOCARE CON UN BARICENTRO PIÙ BASSO E UNA SOLA PUNTA PER ESALTARE LE SUE QUALITÀ

Fabrizio Castori, 60 anni, prima stagione al Carpi: ha allenato in tutte le categorie, gli manca soltanto la Serie A LAPRESSE

IL PRESSING Il trequartista suona la carica ● Il Carpi fa sempre un pressing molto alto, guidato dal giocatore che sta dietro al centravanti

LA DIFESA Tutti bassi per il record ● Il Carpi aspetta gli avversari e si chiude molto bene: è la difesa meno battuta della B (24 gol)

tanto meglio: la punta attacca il centrale e si infila tra questo e alle spalle di uno dei due marcatori, andando spesso a nozze.

mo due tocchi a centrocampo e servire la punta centrale o i due esterni, che invece si possono sbizzarrire per cercare le giocate risolutive.

IL TREQUARTISTA E’ chiaro: un giocatore non basta. Ma il Carpi è una squadra vera. Si chiude e riparte, difesa e contropiede, nel segno della miglior tradizione italiana rivista in chiave castoriana. «Pressing alto, ritmo e velocità sono il mio dogma» ripete. Insieme alla punta centrale attaccano i due esterni di centrocampo, e va bene. Nel Carpi iniziale un ruolo importante era quello del trequartista e il tecnico, dopo qualche esperimento, aveva deciso di spostare Concas dalla fascia destra al centro, dietro al centravanti. I risultati erano buoni, ma quando Concas è stato trovato positivo all’antidoping per la cocaina il tecnico è dovuto tornare sui suoi passi. E così il trequartista lo fa un onesto mediano dai piedi discreti come Lollo, che sta facendo il miglior campionato della sua carriera: è lui il primo a pressare e ad attaccare i portatori di palla avversari. Poi, una volta che il pallone finisce nei piedi di quelli del Carpi, l’ordine di Castori è di fare al massi-

LE MOTIVAZIONI I puristi storcono il naso di fronte a questo tipo di calcio, che è invece è figlio della competenza, supportato da una condizione atletica scoppiettante (il preparatore è Andrea Nuti, allievo di Vittori ed ex Inter). I detrattori sostengono che il pressing del Carpi sia troppo tosto, nel senso che le entrate siano eccessivamente rudi. Anche qui forse c’è la mano di Castori, uno che in quanto a motivazioni – se ascoltato – riuscirebbe a far diventare un puledro di razza anche un ciuco. A Carpi ce la fa, anche perché dove viene assecondato dal d.s. Cristiano Giuntoli, uno che quando giocava nei campi dilettantistici di Liguria e Toscana era l’incubo degli attaccanti avversari e adesso sa toccare le corde giuste per spronare la squadra. E va poi rimarcata la condizione atletica, strabiliante per una squadra che da agosto corre a mille all’ora e che solo dopo la sosta di gennaio ha avuto una flessione. Il Carpi ha iniziato il 2015 perdendo in casa con il Livorno, vincendo due gare e poi facendo quattro 0-0 di fila. Fuga finita? Macchè. Nessuno è riuscito a farsi sotto. E quando il motore ha ripreso a girare, ciao ciao… © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Serie B R 34ª giornata

IL CASO

CLASSIFICA

Bologna: a Cacia fatale WhatsApp Un turno di stop 1Anche una multa

per lo scambio di sms con l’agente Fifa Fiorini. E per Zuculini la stagione è finita

Andrea Tosi BOLOGNA

P

iove sul bagnato a Bologna. Dopo il crollo nel derby di Carpi, altre due brutte notizie. Inattesa e inedita, è arrivata la squalifica inflitta dalla Disciplinare a Daniele Cacia (sanzionato anche con un’ammenda di 6.000 euro) per uno scambio di messaggi telefonici offensivi tramite sms e attraverso l’applicazione WhatsApp con il discusso l’agente Fifa Gianluca Fiorini, a sua volta inibito per un mese. Entrambi erano stati deferiti dalla Procura Federale il 18 febbraio scorso. STALKING Quando uscì il deferimento, Cacia e si era giustificato sostenendo di essere stato più volte provocato via sms dal Fiorini, inoltre aveva affidato la vicenda ai suoi avvocati ipotizzando il reato di stalking commesso dalla controparte, già coinvolta in passato per attività analoghe nei confronti di alcuni tesserati. Fiorini si era rivolto alla Procura adducendo i contenuti intimidatori dei messaggi di Cacia. I fatti risalgono alla fine del settembre 2014,

Daniele Cacia, 31 anni LAPRESSE

dopo il k.o. interno subìto dal Bologna contro il Crotone. Allora Fiorini avrebbe fatto apprezzamenti non graditi a Cacia che, contrariato per la sconfitta, avrebbe risposto in maniera molto diretta ed esplicita. RICORSO Il Bologna, anch’esso sanzionato con 6.000 euro, proporrà ricorso d’urgenza per evitare che il suo centravanti debba saltare la trasferta di Brescia per una squalifica maturata via WhatsApp, uno strumento privato e non un social condiviso da milioni di utenti (l’ex juventino Felipe Melo, per esempio, è stato squalificato in Turchia per offese ad un presidente avversario via Facebook). Mai visto prima. ZUCULINI STOP L’altra tegola è lo stop di Zuculini, che ha accusato un serio infortunio. L’argentino era uscito nel secondo tempo contro il Carpi per un problema al ginocchio destro: gli esami hanno evidenziato la lesione del legamento crociato anteriore. Oggi il centrocampista argentino sarà sottoposto a consulenza chirurgica per stabilire i tempi dell’intervento e di recupero. Stagione finita. © RIPRODUZIONE RISERVATA

SQUADRE

PT

CARPI BOLOGNA (-1) VICENZA AVELLINO FROSINONE LIVORNO SPEZIA PERUGIA PESCARA LANCIANO BARI TRAPANI LATINA TERNANA ENTELLA MODENA CITTADELLA CROTONE PRO VERCELLI CATANIA BRESCIA (-6) VARESE (-4)

68 56 53 52 51 50 50 50 48 46 44 42 40 40 40 39 39 39 39 38 31 28

PARTITE

RETI

G

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N

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S

34 34 34 34 33 34 34 34 34 34 34 34 33 34 34 34 34 34 34 34 34 34

19 15 14 14 14 14 13 12 12 10 12 10 9 10 9 8 8 10 10 9 9 7

11 12 11 10 9 8 11 14 12 16 8 12 13 10 13 15 15 9 9 11 10 11

4 7 9 10 10 12 10 8 10 8 14 12 11 14 12 11 11 15 15 14 15 16

53 41 38 33 50 48 46 39 57 46 36 47 30 30 33 28 42 34 36 46 40 35

24 29 32 30 43 39 37 37 46 40 41 56 32 41 46 29 45 41 47 48 48 57

SERIE A PLAYOFF PLAYOUT RETROCESSIONI

RISULTATI AVELLINO-MODENA CARPI-BOLOGNA CROTONE-SPEZIA ENTELLA-PERUGIA LATINA-CITTADELLA LIVORNO-LANCIANO PESCARA-BRESCIA PRO VERCELLI-VICENZA TERNANA-BARI TRAPANI-FROSINONE VARESE-CATANIA

1-0 3-0 2-0 0-2 3-2 1-0 2-3 1-1 2-0 3-1 0-3

PROSSIMO TURNO VENERDÌ 10 APRILE VICENZA-AVELLINO (ore 20.30) SABATO 11 APRILE (ore 15) BARI-CROTONE BRESCIA-BOLOGNA CATANIA-TRAPANI CITTADELLA-CARPI FROSINONE-PESCARA LANCIANO-LATINA MODENA-ENTELLA PRO VERCELLI-LIVORNO SPEZIA-TERNANA LUNEDÌ 13 APRILE PERUGIA-VARESE (ore 20.30)

(1-0) (0-3) (2-1) (2-2) (2-5) (0-3) (0-1) (1-1) (1-3) (0-0) (1-1)

MARCATORI 17 RETI Calaio’ (6, Catania); Granoche (6, Modena); Marchi (5, Pro Vercelli). 16 RETI Maniero (Catania; 12 con 7 rigori nel Pescara); Cocco (2, Vicenza). 15 RETI Castaldo (5, Avellino). 13 RETI Mbakogu (4, Carpi); Catellani (5, Spezia). 12 RETI Ciano (5, Crotone); Vantaggiato (1, Livorno); Falcinelli (3, Perugia); Melchiorri (Pescara).

Balzo Avellino: grazie a Zito-gol ritorna quarto Rabbia Modena 1La squadra di

Gaetano Imparato

Melotti e Pavan recrimina per due reti annullate per fuorigioco AVELLINO

1

MODENA

0

PRIMO TEMPO 1-0 MARCATORE Zito al 33’ p.t. AVELLINO (4-3-1-2) Frattali 6,5; Pisacane 7, Ely 6,5, Chiosa 6,5, Bittante 6; Schiavon 6 (dal 14’ s.t. D’Angelo 6), Arini 6, Zito 7; Sbaffo 6 (dal 37’ s.t. Soumarè s.v.); Castaldo 6,5, Trotta 6 (dal 46’ s.t. Comi s.v.). PANCHINA Gomis, Almici, Regoli, Angeli, Kone, Mokulu. ALLENATORE Rastelli 6,5. MODENA (4-3-3) Pinsoglio 6,5; Gozzi 5,5, Cionek 5,5, Zoboli 5,5, Rubin 5,5; Schiavone 6 (dal 32’ s.t. Martinelli s.v.), Signori 6,5 (dal 25’ s.t. Beltrame 5,5), Nizzetto 6; Acosty 6,5 (dal 15’ s.t. Garritano 5,5), Granoche 5,5, Fedato 7. PANCHINA Manfredini, Marzorati, Calapai, Sakaj, Marsura, Manfrin. ALLENATORI Melotti-Pavan 6. ARBITRO Sacchi di Macerata 6. GUARDALINEE Mondin 6,5Intagliata 6,5. AMMONITI Zito (A), Trotta (A) e Cionek (M) per gioco scorretto; Garritano (M) per comportamento non regolamentare. NOTE spettatori 8.000 circa; abbonati 2.796, paganti, incasso e quota non comunicati. Tiri in porta 6-2. Tiri fuori 5-3. In fuorigioco 1-4. Angoli 9-5. Recuperi: p.t. 1’, s.t. 5’.

Falco è uno show Il Perugia decolla e il Trapani vola in zona playoff Frenata Frosinone L’Entella non gira Francesco Caruso INVIATO A TRAPANI

B

envenuti al Falco&Barillà show. Il fantasista pugliese, grande protagonista, si ritrova in campo casualmente per sostituire lo squalificato Aramu e regala un gran gol e numeri a ripetizione. Il mediano calabrese tornato titolare con Cosmi, rimedia alla papera di Gomis con un’altra perla dalla distanza. Due gol belli e preziosi perché spingono la squadra siciliana quasi a distanza di sicurezza dalla zona rossa. Per Cosmi, quarto risultato utile su 4 e seconda vittoria. Il Trapani non potrebbe festeggiare meglio i suoi 110 anni di storia. Il Frosinone, non fosse stato per Gomis, non avrebbe fatto neanche la rete del pareggio. Alla squadra di Stellone la pausa per il mancato derby contro il Latina non ha giovato: impacciata e poco incisiva, incapace di guadagnare la profondità. La formazione ciociara, che non perdeva dal 7 marzo (0-1 a Modena) incappa in una delle migliori prestazioni del Trapani di questa stagione e viene scavalcato dall’Avellino. La partita la sblocca Falco con una gran botta da fuori e poi sfio-

ra il raddoppio. Raddrizza momentaneamente Daniel Ciofani riprendendo una palla sfuggita di mano a Gomis su angolo di Gucher. Tre minuti dopo il raddoppio di Barillà che da 20 metri si gira e gela Zappino. Arrotonda Terlizzi dal dischetto per fallo di Russo (espulso) su Rizzato. E sabato derby a Catania. © RIPRODUZIONE RISERVATA

TRAPANI-FROSINONE 3-1 PRIMO TEMPO 1-0 MARCATORI Falco (T) al 7’ p.t.; M. Ciofani (F) al 13’, Barillà (T) al 16’, Terlizzi (T) su rigore al 37’ s.t. TRAPANI (4-3-1-2) Gomis 5; Perticone 6, Pagliarulo 6,5, Terlizzi 6,5, Rizzato 7; Ciaramitaro 6 (dal 9’ s.t. Basso 6), Scozzarella 6,5, Barillà 6,5; Falco 7,5 (dal 46’ s.t. Daì s.v.); Abate 6 (dal 40’ s.t. Lo Bue s.v.), Curiale 6. (Marcone, Martinelli, Zampa, Feola, Lombardi, Malele). All. Cosmi 6,5. FROSINONE (4-4-2) Zappino 5,5; Zanon 6, Russo 5, Blanchard 5,5, M. Ciofani 6; Gori 6 (dal 26’ s.t. Sammarco 5,5), Gucher 6 (dal 32’ s.t. Santana s.v.), Frara 5,5, Carlini 5,5 (dal 40’ s.t. Cosic s.v.); D. Ciofani 5, Dionisi 5,5. (De Lucia, Fraiz, Lupoli, Bertoncini, Ranelli, Pamic). All. Stellone 5,5. ARBITRO Abbattista di Molfetta 6,5. GUARDALINEE Valeriani 6,5-Colella 6,5. ESPULSI Russo (F) al 36’ s.t. per doppia ammonizione (entrambe per g.sc.). AMMONITI Barillà (T), Rizzato (T) e Santana (F) per g.sc.; Ciaramitaro (T) e Blanchard (F) per c.n.r. NOTE paganti 2.903, incasso di 28.319,80 euro; abbonati 2.686, quota di 21.484,62 euro. Tiri in porta 9-8. Tiri fuori 2-4. In fuorigioco 2-0. Angoli 4-7. Recuperi: p.t. 2’, s.t. 4’.

Italo Vallebella CHIAVARI (GENOVA)

S

ostanza, geometrie e voglia di lanciarsi nella lotta per i playoff. Il Perugia mostra tutte le sue qualità su un campo dove in molti hanno faticato e lancia un messaggio a tutte le altre concorrenti per la corsa alla Serie A. L’Entella fa poco e il Perugia, soprattutto dopo essere passato in vantaggio, non dà mai la sensazione di essere in difficoltà. I due gol che decidono la partita sono lo specchio di una squadra organizzata e con le idee chiare. Nel primo tempo Nielsen mette in corridoio per Faraoni il cui cross basso viene raccolto da Ardemagni che mette in gol. Nella ripresa un altro cross teso ancora di Faraoni trova l’incornata di testa di Falcinelli. Premio meritato per il Perugia anche se arriva un po’ in ritardo rispetto al previsto vista la traversa di Fossati e le occasioni che Falcinelli si procura. L’Entella non sfrutta l’unica fase della partita forse favorevole (il finale di primo tempo) e soffre terribilmente in mezzo al campo dove il solo Volpe non basta a reggere le difficoltà di una

A

mici per la pelle e, sotto le stelle del Partenio, in versione Ghostbusters. Castaldo e Zito confezionano il gol da tre punti scacciando i fantasmi che Avellino intravedeva dopo tre sconfitte di fila. Scatto breve a destra della punta, con cross a cucchiaio – preciso, letale, spacca la difesa emiliana in due – e palla che arriva a Zito: stop di petto, tiro al volo di sinistro senza fare toccare palla terra ma rendendola imparabile, infilandola tra palo e portiere. È la genialata che decide tutto, che dà la piega indelebile al match, che permette all’Avellino del presidente Taccone di sorpassare Frosinone, Spezia e insediarsi, solo, al quarto posto. EQUILIBRI Il gol di Zito (il primo firmato dal mediano di Fuorigrotta in questo torneo), arriva dopo le frecciate velenose di Pisacane e un grande Pinsoglio nei primi 13’. Ma il Modena ha di che imprecare, visto come va al riposo con due gol annullati per fuorigioco (al 22’ tiro coproduzione Acosty-Fedato e ancora Fedato di testa su angolo al 43’), e anche dopo due paratissime di Frattali (preferito a Gomis, come a Catania) a fine tempo. Una su rasoiata dal limite sempre di Fedato e una ribattuta nella mischia che nasce dall’angolo successivo. LA CHIAVE L’Avellino vuol vin-

MOSSE Il Modena cala nella ripresa, in pratica non si rende mai pericoloso: ci prova ancora, ma la facilità di arrivare al domicilio di Frattali è scarsa. E nemmeno l’inserimento di Beltrame, quindi un tridente praticamente puro, cambia gli equilibri. L’Avellino invece regge, anzi cresce, con Zito che macina chilometri, D’Angelo fortifica la fase difensiva, e attacca ancora. Tant’è che Castaldo di testa si vede respinto il pallone sulla linea da Zoboli (40’). Evita il gol sigillo, permette ai fantasmi di sperare altri 10’, ma un solo tempo per ruggire al Modena contro un lupo arrabbiato non può bastare. © RIPRODUZIONE RISERVATA

IL MIGLIORE

7 ● ZITO

DIFENSORE DELL’AVELLINO

Il Brescia si rialza con il tris di Corvia Pescara fischiato

evidente inferiorità numerica. Prina se ne accorge e prova a passare dal 4-3-3 al 4-4-2, ma la mossa non dà gli esiti sperati. Il Perugia resta padrone del campo. L’unica nota negativa è l’infortunio a Comotto, sostituito da Giacomazzi che ha solo la macchia di farsi ammonire dopo trenta secondi. Ma per Koprivec è stata una serata tranquilla. © RIPRODUZIONE RISERVATA

ENTELLA-PERUGIA

INVIATO AD AVELLINO

cere, si vede subito, Pinsoglio chiamato agli straordinari immediatamente. Il Modena usa un 4-3-3 spurio, con Signori dietro Granoche e variando da un 4-2-3-1 per passare a una fotocopia del 4-3-1-2 irpino ma facendo grande attenzione alla fase difensiva in mediana, dove invece l’Avellino soffre, pecca di leggerezza. Bene in attacco – gli irpini – e nella creazione del gioco (5 azioni gol nitide in 45’ oltre al gol), male il pressing, talmente impalpabile da permettere al Modena di arrivare a graffiare la difesa con estrema facilità. Fortuna di Rastelli che Chiosa ed Ely (due salvataggi da croce rossa), sono da applausi, Fedato è indemoniato e si fa fatica a tenerlo a bada.

0-2

PRIMO TEMPO 0-1 MARCATORI Ardemagni al 35’ p.t.; Falcinelli al 33’ s.t. ENTELLA (4-3-3) Paroni 7; Iacoponi 5, Cesar 5,5, Ligi 5,5 Cecchini 6 (dal 30’ s.t. Russo 5,5); Volpe 6,5, Di Tacchio 5,5 (dal 10’ s.t. E. Lanini 5,5), Botta 5,5; Cutolo 5,5, Sforzini 6, Mazzarani 4,5 (dal 17’ s.t. Rozzi 5,5). (Coser, Troiano, Costa Ferreira, Belli, Battocchio, S. Lanini). All. Prina 5,5. PERUGIA (3-5-2) Koprivec 6; Goldaniga 6,5, Comotto 6 (dal 29’ s.t. Giacomazzi 6,5), Mantovani 6,5; Faraoni 7, Nielsen 6,5 (dal 20’ s.t. Lanzafame 6), Fossati 7, Verre 6,5, Crescenzi 6; Ardemagni 6,5, Falcinelli 6,5 (dal 37’ s.t. Fabinho s.v.). (Amelia, Hegazy, Taddei, Fazzi, Baldan, Vinicius). All. Camplone 7. ARBITRO Abisso di Palermo 6. GUARDALINEE Di Francesco 6-Tolfo 6. AMMONITI Cesar (E), Di Tacchio (E), Volpe (E), Ligi (E), Crescenzi (P), Giacomazzi (P) e Mantovani (P) per g.sc. NOTE paganti 1.708, incasso di 17.859,80 euro; abbonati 1.120, quota di 9.166,74 euro. Tiri in porta 2-5 (con una traversa). Tiri fuori 7-6. In fuorigioco 4-0. Angoli 4-6. Recuperi: p.t. 3’, s.t. 4’.

Orlando D’Angelo PESCARA

È

Corvia l’uomo della speranza del Brescia con una tripletta memorabile per espugnare l’Adriatico, che fischia Baroni dopo l’uscita del Pescara dai playoff. Il 2-3 per i lombardi nasce nella ripresa, dopo che la squadra di casa aveva dominato per un tempo, chiudendo sul 2-1 e sprecando il definitivo k.o. S’interrompe il digiuno di Zambelli e compagni dopo 5 turni senza vittorie, e si spezza anche la catena positiva degli abruzzesi, reduci da 7 turni senza sconfitte. Dopo aver incassato il primo colpo da Memushaj, risponde Corvia sul secondo palo. Al 15’, Sansovini svirgola e regala a Bjarnason la palla del nuovo vantaggio. Il Brescia è pericoloso sugli errori altrui, ma la partita la fa il Pescara, che costruisce e non concretizza il possesso nella metà campo avversaria. La riapertura dei giochi è traumatica: Calori cambia modulo, Scaglia e Sestu larghissimi e Sodinha rifinitore, e trova il pari meritato al 6’, ancora con Corvia in gran serata, su angolo di Sestu. Gol della speranza: il Brescia chiude i varchi, meglio dire le voragini, viste nel primo tem-

po e costringe il Pescara a un fraseggio stressante e senza sbocchi. Arcari è strepitoso su Salamon, Sansovini segna, ma da posizione irregolare. Ed ecco la legge più antica del calcio tornare in auge: Sestu ha le ali ai piedi, guarda al centro dove c’è una sola certezza: Corvia. Controllo e palla sotto la traversa. © RIPRODUZIONE RISERVATA

PESCARA-BRESCIA

2-3

PRIMO TEMPO 2-1 MARCATORI Memushaj (P) al 4’, Corvia (B) al 6’, Bjarnason (P) al 15’ p.t.; Corvia (B) al 6’ e al 27’ s.t. PESCARA (4-4-2) Fiorillo 6; Zampano 5,5, Zuparic 5,5, Salamon 5,5, Rossi 5; Politano 6 (dal 33’ s.t. Gessa s.v.), Memushaj 6, Brugman 6 (dal 35’ s.t. Caprari s.v.), Bjarnason 6,5; Melchiorri 6,5, Sansovini 5,5 (dal 23’ s.t. Pasquato 5,5). (Aresti, Pucino, Fornasier, Abecasis, Pettinari, Selasi). All. Baroni 5,5. BRESCIA (4-3-2-1) Arcari 6; Zambelli 6, Ant. Caracciolo 5,5, Di Cesare 5,5, Coly 6 (dal 20’ s.t. Tonucci 4); H’Maidat 6, Budel 6, Scaglia 6; Sodinha 6,5 (31’ s.t. Bentivoglio s.v.), Sestu 7 (43’ s.t. Lancini s.v.); Corvia 8 (Andrenacci, Da Silva, Bruno, Bertoli, Valotti, Boniotti). All. Calori 6,5. ARBITRO Chiffi di Padova 6,5. GUARDALINEE Paiusco 6-Pentangelo 6,5. ESPULSI Tonucci (B) al 40’ s.t. per g.s. AMMONITI Rossi (P), Ant. Caracciolo (B) e Corvia (B) per gioco scorretto; Brugman (P) per comportamento non regolamentare. NOTE paganti 3.760, incasso di 29.224 euro; abbonati 3.580, quota di 17.273 euro. Tiri in porta 8-5. Tiri fuori 3-4. In fuorig. 1-1. Angoli 9-8. Rec.: p.t. 1’, s.t. 4’.


VENERDÌ 3 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Brividi Vicenza Dallo spavento alla sfortuna con quattro legni 1 La Pro Vercelli

sbaglia un rigore e segna con Marchi, che poi si frattura un avambraccio PRO VERCELLI

1

VICENZA

1

PRIMO TEMPO 0-0 MARCATORI Marchi (PV) al 14’, Cocco (V) su rigore al 27’ s.t. PRO VERCELLI (4-5-1) Russo 6,5; Germano 5,5 (dall’11’ s.t. Ferri 5,5), Cosenza 5,5, Coly 6,5, Scaglia 6; Di Roberto 5 (dal 16’ s.t. Belloni 5), Ardizzone 5,5, Ronaldo 6,5 (23’ s.t. Scavone 6), Castiglia 5,5, Fabiano 6; Marchi 6. PANCHINA Viotti, Milesi, Liviero, Emmanuello, Luppi, Sprocati. ALLENATORE Scazzola 6. VICENZA (4-3-3) Vigorito 6; Sampirisi 6, Brighenti 5, Manfredini 5,5, D’Elia 6; Sbrissa 6,5 (dal 21’ s.t. Vita 6,5), Moretti 6,5, Cinelli 6,5; Laverone 6,5, Cocco 6, Giacomelli 6 (dal 38’ s.t. Ragusa s.v.). PANCHINA Bremec, Camisa, Rizzo, Garcia Tena, Alhassan, Mancini, Spinazzola. ALLENATORE Marino 6,5. ARBITRO Mariani di Aprilia 6. GUARDALINEE Soricaro 6-Caliari 6. AMMONITI Manfredini (V), Fabiano (PV) e Brighenti (V) per g.sc.; Sampirisi (V) per proteste; Cocco (V) e Cosenza (PV) per cnr. NOTE paganti 1.370, abbonati 1.775, incasso e quota nc. Tiri in porta 3 (con una traversa)-8 (con tre pali e una traversa). Tiri fuori 3-4. In fuorigioco 1-2. Angoli 4-6. Recuperi: p.t. 2’, s.t. 4’.

Roberto Pelucchi INVIATO A VERCELLI

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l Vicenza ha medicato la sconfitta con il Carpi, ma non abbastanza per non provare dolore dopo l’occasione persa di incollarsi al Bologna. Per le palle-gol costruite, e i quattro legni, Marino avrebbe meritato di vincere in scioltezza, eppure c’è mancato poco che arrivasse la seconda sconfitta in sei giorni. Alla fine, però, conta di più il dramma di Ettore Marchi, che in uno scontro con Brighenti si è fratturato ulna e radio del braccio sinistro, probabile operazione già oggi. DOMINIO Lo 0-0 del primo tempo non ha reso giustizia allo strapotere del Vicenza, capace di costruire almeno tre limpidissime palle-gol. Marino ha avuto in Sbrissa il giocatore che ha fatto a lungo la differenza in un centrocampo orfano di Di Gennaro, squalificato. Il centrocampista ha reso più croccante il gioco vicentino: è stato lui a confezionare la prima grande occasione del match, al 10’: si è liberato di un avversario e, con il sinistro, ha mirato l’angolino, ma la palla ha sbattuto sul palo. Al 18’ altro zuccherino divorato: Cocco ha ricevuto il pallone all’altezza del dischetto del rigore e con eccesso di generosità ha dato indietro per Moretti, che in diagonale ha spedito fuori di poco. L’attaccante si è rifatto al 36’, costringendo Russo alla deviazione in angolo.

CHE IELLA Nel calcio gli episodi sono tutto. Non approfittarne può risultare fatale. Così, quando al 39’ Brighenti ha «sbracciato» in area, senza malizia, per impedire a Marchi di trasformare in oro un traversone di Germano, Marino ha annusato la beffa. Il centravanti ha sprecato il rigore sulla traversa. Gli dèi capricciosi - hanno dato e tolto, ma il Vicenza è rimasto in credito, soprattutto quando in avvio di ripresa Laverone, a porta vuota, in scivolata ha colpito il secondo palo di una serata maledetta. Il campione del mondo Fabio Grosso, in tribuna, avrà pensato a come sarebbe cambiata la sua vita se nel 2006, a Berlino, la fortuna avesse guardato da un’altra parte... La partita che il Vicenza avrebbe dovuto mettersi in tasca ben prima dello scoccare dell’ora di gioco si è trasformata in un incubo quando Marchi - lasciando di stucco Manfredini e Brighenti ha scaricato in rete, di testa, la palla dell’1-0 (cross perfetto di Ronaldo, 17° gol del centravanti). Il mani di Cosenza su tiro di Cinelli, più evidente di quello di Brighenti nel primo tempo, ha permesso a Cocco di pareggiare dal dischetto, ma il bicchiere è rimasto mezzo vuoto: all’ultimo secondo Moretti e Laverone hanno colpito traversa e palo nella stessa azione. Alla fine incivile gazzarra tra dirigenti: insulti di Secondo a Cassingena e Cunico trattenuto a forza. © RIPRODUZIONE RISERVATA

IL MIGLIORE

6,5 ● MORETTI

CENTROCAMPISTA DEL VICENZA

Il fulmine di Galabinov è la prima gioia per Panucci 1Il Livorno ritorna a vincere e spinge indietro il Lanciano, che reagisce tardi LIVORNO

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LANCIANO

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PRIMO TEMPO 1-0 MARCATORE Galabinov al 45’ p.t. LIVORNO (3-5-2) Mazzoni 6; Ceccherini 6, Emerson 6,5, Lambrughi 6,5; Maicon 6, Luci 6,5, Appelt 6, Djokovic 5,5 (dal 20’ s.t. Biagianti 6), Gemiti 6; Galabinov 7 (dal 45’ s.t. Jefferson s.v.), Siligardi 5,5 (dal 39’ s.t. Belingheri s.v.). PANCHINA Bastianoni, Gonnelli, Empereur, Strasser, Moscati, Remedi. ALLENATORE Panucci 6,5. LANCIANO (4-3-3) Nicolas 6,5; Conti 6, Troest 5,5, Aquilanti 6, Mammarella 6; Vastola 5,5 (dal 12’ s.t. Pinato 5,5), Bacinovic 5,5, Di Cecco 6,5; Piccolo 6 (dal 22’ s.t. Cerri 5), Thiam 5, Gatto 5,5 (dal 40’ s.t. Monachello s.v.). PANCHINA Aridità, Ferrario, Nunzella, Grossi, Agazzi, De Silvestro. ALLENATORE D’Aversa 6. ARBITRO Roca di Foggia 6,5. GUARDALINEE Bottegoni 6D’Apice 6. AMMONITI Vastola (La), Troest (La) e Monachello (La) per gioco scorretto. NOTE paganti 1.345, incasso di 10.239 euro; abbonati 4.351, quota di 21.274,31 euro. Tiri in porta 4-6. Tiri fuori 8-3. In fuorigioco 3-2. Angoli 6-6. Recuperi: p.t. 0’, s.t. 3’.

Alessio Da Ronch INVIATO A LIVORNO

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rimo gol, prima vittoria e primo sorriso per il Livorno di Christian Panucci, che inizia a vedere qualche frutto del suo lavoro. La squadra che supera il Lanciano mostra un’anima, anche se solo dopo un quasi tempo intero tremebondo nel quale la tensione paralizza tutti. E’ qui D’Aversa deve trovare le colpe della sconfitta del suo Lanciano, incapace di trarre profitto dalla situazione. MICCIA E BOMBA Lo squillo che cambia l’inerzia della sfida arriva da Lambrughi, giocatore di personalità: il primo a tentare una giocata, con stop in corsa su corta respinta della difesa, e cross perfetto per Galabinov. Il cui colpo di testa viene parato da Nicolas. E’ il 44’, non arriva il gol ma tutto cambia. Lambrughi accende la miccia, Galabinov è la bomba pronta ad esplodere. Il centravanti diventa incontenibile, effettua tutti e 4 i tiri in porta livornesi, centra l’obiettivo al secondo tentativo, al 45’, quando con un sinistro potentissimo e di rara precisione fa secco Nicolas e rompe un tabù che durava ormai da 332 minuti. ORGANIZZAZIONE Panucci organizza bene il suo Livor-

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no, con un 3-5-2 fasullo, che Maicon trasforma spesso in un 4-4-2, avanzando per impedire a Mammarella di avviare il gioco. Il resto lo fa Appelt che per un’ora soffoca Bacinovic, impedendogli di organizzare la manovra. Le difficoltà nascono in avanti, dove Siligardi cerca molto la conclusione e poco gli spunti di classe di cui sarebbe capace e dove la fretta condiziona ogni giocata, almeno nel primo tempo. Meglio dopo il vantaggio, quando crescono sia Luci sia Emerson, mentre Galabinov continua a bombardare Nicolas, bravo soprattutto su un destro potente dal limite e su una rovesciata del bulgaro, innescata peraltro da un suo errore in uscita. TROPPO TARDI Il Lanciano vivacchia per un tempo. Solo Piccolo ha qualche spunto, che non porta a grossi pericoli per Mazzoni, impegnato subito dopo l’intervallo da Thiam, imbeccato da Di Cecco dopo un errore di Djokovic. Il centravanti però conclude debolmente su Mazzoni. Per vedere una vera reazione degli ospiti occorre andare oltre l’ora di gioco, quando l’arretramento di Appelt libera un po’ Bacinovic. Gemiti salva su Di Cecco, cercato da Thiam, poi Bacinovic impegna Mazzoni con un bel destro da 25 metri. La chance di far male, però, il Lanciano se l’era lasciata sfuggire prima. © RIPRODUZIONE RISERVATA

IL MIGLIORE

7 ● GALABINOV ATTACCANTE DEL LIVORNO

Padovan ne fa 2 È gioia Crotone Spezia, rabbia verso l’arbitro

Catania, prima vittoria esterna Il Varese a picco viene contestato

Ceravolo show Terni applaude Il Bari ricade: playoff a rischio

Emozione Latina Dellafiore decide Il Cittadella c’è ma poi s’arrende

Gennaro Bozza

Filippo Brusa

Massimo Laureti

Vincenzo Abbruzzino

INVIATO A CROTONE

VARESE

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LATINA

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a partita vera dura un quarto d’ora ed è vinta meritatamente dal Crotone, 1-0 con bel gol all’8’ in diagonale di Padovan, lanciato da un ottimo Stoian. Poi, comincia quella falsa, che si chiude 2-0 con raddoppio dello stesso Padovan all’11’ della ripresa. Falsa perché l’arbitro Pezzuto rovina tutto non assegnando due rigori netti allo Spezia e riducendolo in 10. Al 18’, Dos Santo atterra in area Migliore che però si prende un giallo per simulazione e un minuto dopo è espulso per un’ammonizione per fallo su Ciano. Al 24’, Maiello stende in area Catellani, niente rigore nemmeno stavolta. Il resto è solo il coraggioso tentativo dello Spezia di segnare e l’intelligente risposta in contropiede del Crotone.

l vento freddo di Masnago non impressiona il Catania né Dario Marcolin, che si tiene ben stretta al collo la sciarpa appartenuta a Mihajlovic avuta dal presidente Pulvirenti: aveva funzionato con l’Avellino e non ha tradito a Varese, dove è arrivata la prima vittoria esterna. Se il Catania muove un altro passo verso la salvezza, restare in B è invece un miraggio per il Varese, frastornato dai gol di Maniero, Castro e Calaiò (gran sinistro da fuori area), incapace di reagire nel periodo passato con l’uomo in più per l’espulsione di Odjer e bersagliato dagli ultrà, che hanno lasciato lo stadio e insultato il presidente Cassarà. © RIPRODUZIONE RISERVATA

a Ternana che non vinceva al Liberati dal 7 febbraio (2-1 sul Brescia) è tornata al successo tirandosi fuori dalla zona play out. Un 2-0 confezionato nella ripresa grazie a due perle di Ceravolo (10 gol per lui) che nel giro di una decina di minuti ha steso il Bari, ora a rischio playoff. La svolta con l’innesto di Viola che ha migliorato la qualità del gioco, il Bari ha vacillato e Ceravolo al 18’ gli ha assestato la prima botta. Controllo errato di Schiattarella in uscita, palla rubata dall’attaccante che in area ha scartato Rinaudo e infilato in gol. Al 30’ il bis: assolo di Ceravolo e destro a giro a fil di palo. © RIPRODUZIONE RISERVATA

all’inferno al paradiso, il Latina supera in campo e in classifica il Cittadella che pure per oltre un’ora governa la partita. I nerazzurri di Iuliano non stanno in campo nel primo tempo, mentre il Cittadella è un flutto che sbatte gli avversari contro gli scogli. Segna Gerardi, Kupisz e Stanco sfiorano il raddoppio. I pontini risorgono grazie al piede malandrino di Signorini che imbuca la propria porta. Ciak, si gira un’altra partita e non è più un monologo, Bidaoui ha l’acuto che pare vincente, ma c’è la replica di Kupisz. Alla fine dalla difesa si butta in avanti Dellafiore che da due passi manda in gloria i nerazzurri. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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CROTONE-SPEZIA 2-0 PRIMO TEMPO 1-0 MARCATORE Padovan all’8’ p.t. e all’11’ s.t. CROTONE (4-3-3) Cordaz 6; Balasa 6 (dal 1’ s.t. Dezi 6), Dos Santos 6, Ferrari 6, Martella 6,5; Matute 6, Maiello 6, Suciu 6; Ciano 6, Padovan 7,5 (dal 26’ s.t. Rabusic 6), Stoian 7 (dal 40’ s.t. Galardo s.v.). (Stojanovic, Cremonesi, Gigli, Salzano, Ricci, De Giorgio). All. Drago 6,5. SPEZIA (4-2-3-1) Chichizola 6; Milos 5,5, Datkovic 5,5, Bianchetti 6, Migliore 6; Brezovec 6, Bakic 6; De las Cuevas 6 (dal 28’ p.t. De Col 6; dal 1’ s.t. Valentini 6), Catellani 6 (dal 26’ s.t. Cisotti 6), Situm 6; Nenè 5,5. (Nocchi, Piccolo, Acampora, Madonna, Gagliardini, Kvrzic). All. Bjelica 6. ARBITRO Pezzuto di Lecce 4. GUARDALINEE Gori 6-Cangiano 6. ESPULSI Migliore (S) al 20’ p.t. per doppia ammonizione (comportamento non regolam. e gioco scorretto). AMMONITI Dos Santos (C), Nenè (S), Catellani (S), Maiello (C) e Brezovec (S) per g. scorr.; Ciano (C) per c.n.r. NOTE paganti 1.658, incasso di 9.019 euro; abbonati 3.002, quota di 15.372 euro. Tiri in porta 4-0. Tiri fuori 5-7. In fuorigioco 3-2. Angoli 3-4. Recuperi: p.t. 2’, s.t. 4’.

VARESE-CATANIA 0-3 PRIMO TEMPO 0-2 MARCATORI Maniero al 39’, Castro al 45’ p.t.; Calaiò al 19’ s.t. VARESE (4-2-3-1) Perucchini 5; Fiamozzi 5, Borghese 5, Rossi 5, Luoni 5; Barberis 5 (dal 10’ s.t. Falcone 5), Capezzi 5; Zecchin 5 (dal 33’ s.t. Cristiano s.v.), Osuji 5,5, Culina 5; Kurtisi 5 (dal 44’ p.t. Forte 5). (Birighitti, Simic, De Vito, Blasi, Jakimovski, Capello). All. Bettinelli 5. CATANIA (4-3-1-2) Terracciano 6; Del Prete 6 (dal 44’ s.t. Belmonte s.v.), Schiavi 6,5, Ceccarelli 6,5, Mazzotta 6; Sciaudone 6,5, Rinaudo 6,5, Odjer 5; Castro 7 (dall’11’ s.t. Escalante); Calaiò 7, Maniero 7 (dal 40’ s.t. Jankovic s.v.). (Ficara, Capuano, Parisi, Piermarteri, Barisic, Rossetti). All. Marcolin 7. ARBITRO Manganiello di Pinerolo 6. GUARDALINEE Zivelli 6–Bolano 6. ESPULSI Odjer (C) al 7’ s.t. per doppia ammonizione (entrambe per gioco scorretto). AMMONITI Rinaudo (C) e Fiamozzi (V) per gioco sc. NOTE paganti 943, incasso di 6.793 euro; abbonati 1.883, quota di 11.800 euro. Tiri in porta 1-3. Tiri fuori 5-2. In fuorigioco 0-2. Angoli 5-2. Recuperi: p.t. 2’, s.t. 2’.

TERNANA-BARI 2-0 PRIMO TEMPO 0-0 MARCATORE Ceravolo al 18’ e al 30’ s.t. TERNANA (4-3-1-2) Brignoli 6,5; Janse 6, Meccariello 6,5, Bastrini 6,5, Popescu 6,5 (dal 39’ s.t. Vitale s.v.); Valjent 6, Russo 6, Palumbo 6(dall’11’ s.t. Viola 6); Gavazzi 7; Avenatti 5,5, Ceravolo 8 (dal 39’ s.t. Crecco s.v.). (Sala, Ferronetti, Dianda, Bojinov, Dugandzic, Milinkovic). All. Tesser 6,5. BARI (4-3-3) Guarna 6; Schiattarella 5 (35’ s.t. Sabelli s.v.), Rinaudo 5, Contini 6,5, Calderoni 6; Donati 6, Romizi 6 (30’ s.t. Minala s.v.), Bellomo 6,5; Galano 5,5, Caputo 5, De Luca 5 (16’ s.t. Boateng 5). (Donnarumma, Salviato, Benedetti, Filippini, Rada, Defendi). All. Nicola 5,5. ARBITRO La Penna di Roma 6. GUARDALINEE Di Iorio 6-Bindoni 6. AMMONITI Russo (T), Valjent (T) e Crecco (T) per gioco scorretto; Ceravolo (T) per comp. non regol. NOTE paganti 2.277, incasso di 17.038,60 euro; abbonati 1695, quota di 10.486 euro. Tiri in porta 3-5 (con un palo). Tiri fuori 5-3. In fuorigioco 2-1. Angoli 6-5. Recuperi: p.t. 0’, 4’ s.t.

LATINA-CITTADELLA 3-2 PRIMO TEMPO 0-1 MARCATORI Gerardi (C) al 21’ p.t.; aut. Signorini (C) al 15’, Bidaoui (L) al 20’, Kupisz (C) al 27’, Dellafiore (L) al 32’ s.t. LATINA (4-3-3) Di Gennaro 6,5; Ristovski 6, Brosco 6, Dellafiore 6,5, Bruscagin 6,5; Crimi 7, Valiani 6,5, Ammari 5 (dal 37’ p.t. Mangni 5,5); Oduamadi 6, Sowe 5,5 (43’ s.t. Talamo s.v.), Bidaoui 7 (36’ s.t. Angelo s.v.). (Farelli, Shahinas, Bounha, Litteri, Macciucca, Jaadi). All. Iuliano 6,5. CITTADELLA (4-4-2) Pierobon 6; Pecorini 5,5 (dal 13’ s.t. Signorini 5), Cappelletti 6, De Leidi 6 (dal 29’ s.t. Camigliano 5), Barreca 6; Kupisz 6,5, Paolucci 6,5, Benedetti 5,5, Minesso 6,5 (dal 20’ s.t. Sgrigna s.v.); Stanco 6,5, Gerardi 7. (Valentini, Coralli, Scaglia, Busellato, Donazzan, Bazzoffia). All. Foscarini 6. ARBITRO Pasqua di Tivoli 6,5. GUARDALINEE Del Giovane 6-Villa 6. ESPULSI Camigliano (C) al 4’ s.t. per gioco scorretto. AMMONITI Stanco (C), Brosco (L) e Benedetti (C) per gioco scorretto; Pecorini (C) per c.n.r. NOTE paganti 1.360, incasso di 10.265 euro; abbonati 2.200, quota di 24.900 euro. Tiri in porta 1-4. Tiri fuori 3-3. In fuorigioco 1-4. Angoli 3-4. Recuperi: p.t. 2’, s.t. 5’.


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VENERDÌ 3 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT


VENERDÌ 3 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

OPINIONI

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La Nazionale di Del Bosque stenta

La vignetta

Lettere alla Gazzetta

LA SPAGNA FATICA SERVE UN LEADER

di Lorenzo Castellani

MA ALLEGRI E’ UN BUON TECNICO?

bruciare le tappe, vuole tornare rapidamente a vincere, ambisce a recuperare la vetta il prima possibile. Non c’è pazienza.

MARCA LA DIFFERENZA RENZA di SANTIAGO SEGUROLA Su www.gazzetta.it

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algrado ogni allenatore dica che l’ideale è avere a disposizione ottimi giocatori, una Nazionale non è solo una somma di buoni giocatori. Il talento permette di risolvere quasi ogni problema. Ma non tutti. La Spagna, che sta attraversando un periodo di dubbi e di crisi dopo un quinquennio di egemonia mondiale, una settimana fa contro l’Ucraina ha schierato la seguente formazione: Casillas (Real Madrid); Juanfran (Atlético di Madrid), Piqué (Barcellona), Sergio Ramos (Real Madrid), Jordi Alba (Barcellona); Koke (Atlético di Madrid), Busquets (Barcellona), Silva (Manchester City), Iniesta (Barcellona), Isco (Real Madrid); Morata (Juventus). Tutti, con l’unica eccezione di Silva, giocano titolari in squadre che disputeranno i quarti di finale della Champions. Soltanto due elementi di questa squadra - Iniesta e Casillas - hanno superato i 30 anni. In panchina sedevano De Gea (Manchester United), Fábregas (Chelsea), Cazorla (Arsenal), Carvajal (Real Madrid), Bernat (Bayern Monaco) e Pedro (Barcellona). Il grande assente di questo gruppo era dunque Diego Costa, attaccante titolare del Chelsea e capocannoniere della Premier League. Nessun’altra Nazionale può vantare tanti giocatori in squadre tanto importanti, tanto prestigiose. Ciò nonostante, la Nazionale spagnola non sta funzionando. Non convince e i risultati non arrivano. Ancora è in lutto per l’eliminazione dal Mondiale brasiliano. La gente comincia a stancarsi di aspettare. I giornalisti di certo non predicano pazienza. La Spagna, che per tanti decenni non ha conquistato niente, ora vuole

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Ma bisogna capire che il calcio non è così. Le transizioni sono sempre dolorose, e più lente di quanto si vorrebbe. Il commissario tecnico Del Bosque sa di poter contare su magnifici giocatori, la maggior parte forgiati da mille battaglie in campo internazionale. E i più giovani (Carvajal, Isco, Koke e Morata) hanno maturato una buona esperienza, condita da importanti successi, nelle Nazionali giovanili. I quattro facevano parte della squadra che si è aggiudicata gli ultimi Europei Under 21. È difficile spiegare la serie di sconfitte della Spagna dopo i Mondiali brasiliani. Quello che balza agli occhi di tutti è l’irregolarità del gioco, la mancanza di vitalità e convinzioni. La Spagna già non controlla le partite con quel pugno di ferro che tanto l’aveva contraddistinta. Ora soffre. Contro qualsiasi avversario. Ha perso autostima e fiducia. Ha perso quel DNA vincente che l’aveva portata in cima al mondo, a dominare su ogni campo. Ma ha perso soprattutto quattro monumenti del calcio: Puyol, Xabi Alonso, Xavi e Villa. Quattro nomi dietro i quali si celano la forza difensiva, l’equilibrio del centrocampo, il direttore d’orchestra e l’astuzia nell’area di rigore. L’assenza di questi giocatori produce nostalgia, ma il football non si ferma. Del Bosque si dimostra più ottimista di tifosi e stampa. Sa bene che l’85% della nuova squadra è già costruito. Il gruppo deve solo recuperare la fiducia e trovare un leader che sappia far dimenticare Xavi, un centrocampista senza eguali. È questo il vero problema della Spagna. Koke sembra più un buon comprimario che un leader. Fábregas delude sempre di più. Insomma, compito non facile.

PORTO FRANCO CO RTURI di FRANCO ARTURI email: farturi@gazzetta.it etta.it twitter:@arturifra

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CLEMENTE RUSSO Pugile ● La violenza distrugge ciò che vuole difendere... 10 anni senza Papa #Wojtyła #giovannipaoloII #giovedisanto @ClementeRusso

GIGI DATOME Cestista Nba ● Grazie Marco Santangelo! Un disegno che mi ricorda gli anni a Roma dove ho lasciato parte del mio cuore @GigiDatome

FEDERICA PELLEGRINI Olimpionica di nuoto ● E poi accade qualcosa che non avresti mai ritenuto possibile #impossibleIsNothing @FiloMagnini #uomodicasa @mafaldina88

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Ma Allegri è davvero bravo? E’ il quesito che vi pongo, consapevole che sembri mal posto, alla luce dell’assegnazione recente del Premio Bearzot e dei risultati della Juve: ma in quattro stagioni al Milan Allegri ha vinto un solo scudetto e grazie soprattutto alla letterale decimazione attraverso infortuni dell’Inter di Benitez, tra novembre e dicembre 2010. Nelle tre stagioni successive, compresa quella con un devastante Ibra, non ha collezionato alcun titolo concludendo con l’esonero a inizio 2014. Quest’anno la Juventus, che ha dimostrato la consueta compattezza e voglia di vincere già forgiate da Conte, ha usufruito anche di molta fortuna. Soprattutto nell’assenza di avversari veri. E in Champions League la buona sorte si è colorata di bianconero... Andrea Poli (Trento) Se non ci si può affidare ai risultati, per di più prolungati nel tempo, allora ogni giudizio sugli allenatori è un capriccio, basato su prevenzioni, più spesso negative che positive. Già l’espressione «ha vinto solo uno scudetto su 4» mi suona storta: per meritare la qualifica di «bravo», Allegri dovrebbe sgranarne 8 di fila come un rosario? Mi sembra chiaro che siamo di fronte ad un tecnico di qualità, capace di guidare anche i più grandi campioni (non è da tutti). Mi sembra che appartenga più alla categoria dei gestori che non degli innovatori. Molto più un Ancelotti che non un Simeone o un Guardiola, per intenderci. Ma non è detto che si tratti di un «minus». Anche lui ogni tanto sbaglia stagione: i suoi Milan post-scudetto erano fiacchi e deludenti. Il suo lavoro in conclusione merita applausi e rispetto.

Ho letto l’inchiesta della Gazzetta sui probabili/possibili avvicendamenti per la prossima stagione sulle panchine della Serie A. Di contro, diventa inevitabile pensare al rinnovo fino al 2020 l’Atletico Madrid-Simeone, rendendo ancor più disarmante la mancanza ideologica e di programmazione del nostro calcio. Solo le 7 super ricche europee possono pretendere di vincere subito e quindi di esonerare allenatori che non portino a casa campionati e coppe. Ma per tutte le altre, italiane comprese, serve programmazione per arrivare a certi risultati: Atletico e Borussia Dortmund (una stagione storta ci sta) insegnano. Da noi, invece, si continua a ragionare con la pancia, con l’umore dei tifosi, in modo a volte schizofrenico. ... Simone Dinelli (Lucca) E’ uno dei problemi cronici del calcio italiano, ma non solo del nostro a dire il vero: accanto a tanti virtuosi esempi in Inghilterra, Spagna e Germania ce ne sono numerosi molto più vicini ai nostri usi. A tal punto è radicato il taglio dell’allenatore che non so davvero se si possa modificare questo riflesso condizionato. E’ uno dei modi che i dirigenti hanno a disposizione per dire ai tifosi: ci ho provato, avete visto, ho fatto tutto il possibile. Il problema nasce da scelte che non si appoggiano sulla volontà di costruire un edificio solido nel tempo ma sulla ricerca del nome, come per il mercato dei giocatori. Il primo requisito richiesto, soprattutto per le squadre maggiori, è la consuetudine con la vittoria. Di qui ingaggi spesso conformisti, appesantiti dai jumbostaff che un allenatore medio moderno si porta dietro e che bisogna stipendiare: siamo arrivati in alcuni casi a 10 unità. Mancano progettualità e analisi approfondite del materiale umano a disposizione. L’impressione è che il tecnico per la Juve, il Milan o l’Inter sappia sceglierlo uno qualsiasi di noi alla fine. Brutto segno. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Basket

PAZZESCO METTA, CON LUI CANTÙ E’ GIÀ UN’ALTRA SQUADRA IN CONTROPIEDE di DAN PETERSON

P

rima del debutto di Ron Artest, alias Metta World Peace, a Pistoia, ho cercato di mettere le mani avanti su queste pagine, chiedendo ai tifosi di Cantù e agli

appassionati di basket, di non aspettarsi troppo. Metta era appena sbarcato da L.A., era stanco e in più doveva da subito inserirsi in un contesto nuovo: squadra, spogliatoio, staff tecnico, ambiente, avversari, arbitri, mass media. Anche per uno navigato come lui, newyorkese di origine, quindi smaliziato, è sempre un’impresa notevole riuscire a far bene dopo poche ore. Invece, la partita contro Pistoia è stata, per me, illuminante. Ho visto Ron Artest crescere durante la gara e, con lui, la squadra di Cantù.

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Ovvio, senza allenamento, non aveva nè l’occhio, nè la mano per fare canestro... nei primi due quarti. Ma ha giocato con la testa, con il cuore, con l’esperienza, con il carisma e ha quasi portato Cantù alla vittoria. Raramente ho visto uno adattarsi al campionato così in fretta, pure senza preseason e senza amichevoli. Più di qualsiasi altra cosa, ho visto un leader, un trascinatore, un pilastro. Perché dico questo? Per come ha giocato in difesa. Dopo due quarti aveva già letto e fiutato ogni

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mossa che Pistoia voleva fare. Insomma, un allenatore in campo. Di colpo Cantù ha cambiato marcia. Recupero pazzesco e la squadra ha capito cosa può dare Metta alla causa. Oggi, Cantù ha 20 punti distante dal 7° posto di soli 2 lunghezze. Adesso Cantù è una squadra solida, Ron ha portato in più mentalità, difesa, sostanza, passaggi e gioco di squadra. Non farà mai 40 punti e nemmeno 30, ma sarà quello che mette i pezzi insieme in campo. Niente pronostici, ma dico che Cantù ha fatto un bel colpo anche se da qui alla fine gli avversari saranno ancora più «gasati» a fare bene: davanti a Ron.

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26

Lega Pro R 33ª giornata

GIRONE A

Il Novara al palo ma torna in vetta L’AlbinoLeffe c’è

Giana che colpo Mantova piegato e Juric si sfoga

Monza e Feralpi ancora a secco È un punto inutile

ALBINOLEFFE

0

MANTOVA

1

MONZA

0

NOVARA

0

GIANA

2

FERALPI SALÒ

0

ALBINOLEFFE (4-3-1-2) Offredi 6; Salvi 6, Moi 6,5, Allievi 6,5, Anghileri 6; Gazo 6,5, Spinelli 6,5, Maietti 6,5; Corradi 6,5 (dal 22’ s.t. Pesenti 5,5); Silva Reis 6 (dal 26’ s.t. Bradaschia 6), Momentè 6 (dal 41’ s.t. Vorobjovs s.v.). (Amadori, Ondei, Calì, Bentley). All. Mangone 6,5. NOVARA (3-5-2) Tozzo 6; Freddi 6,5, Gavazzi 6,5 (dal 41’ s.t. Della Rocca s.v.), Bergamelli 6,5; Dickmann 6,5, Bianchi 6 (dal 17’ s.t. Corazza 7), Miglietta 5,5, Pesce 6, Garofalo 6 (dal 26’ s.t. Foglio 6); Evacuo 5, Gonzalez 5,5. (Montipò, Vicari, Garufo, Schiavi) All. Toscano 6. ARBITRO Giovani di Grosseto 5. NOTE paganti 332, abbonati 1.014, incasso di 4.896 euro. Ammoniti Gazo, Miglietta, Salvi e Gonzalez. Angoli 3-2. ●

BERGAMO Il Novara non sfonda a Bergamo, ma quantomeno riesce a raccogliere quel punticino che consente alla squadra di Toscano l’aggancio in vetta al Bassano. L’unico vero sussulto dei piemontesi – per gran parte della sfida sotto ritmo - è il palo colpito da Corazza al 18’ della ripresa, obiettivamente troppo poco per pensare di mettere sotto un AlbinoLeffe per nulla intimorito e bravo a metterla non solo sul piano della corsa, ma anche a ribattere colpo su colpo. LA CHIAVE Evacuo–Gonzalez imbrigliati da Moi ed Allievi, Spinelli abile a stroncare i rifornimenti, gli esterni diligenti a bloccare le fasce: queste le armi utilizzate dall’AlbinoLeffe per mantenere la porta di Offredi inviolata. Missione riuscita per i padroni di casa, al quinto risultato utile: il bicchiere non può che essere mezzo pieno. Per di più l’unico a sporcarsi i guanti nella prima parte è stato Tozzo che ha tolto dall’angolino un sinistro chirurgico di Corradi dopo una bella combinazione con Silva Reis mentre poco prima era stato Freddi a non trovare lo specchio, di testa, sugli sviluppi di una palla inattiva. Si riparte e la scossa porta il cognome di Corazza che centra il legno dopo una manciata di secondi dal suo ingresso e poi gira a lato un traversone di Foglio, ma a 9’ dal termine è Gazo che sfiora il colpaccio con un destro non lontano dal bersaglio. Federico Errante

Bunker Arezzo Il Real Vicenza spreca troppo

MARCATORI Rossini (G) al 30’ p.t.; Beleck (M) al 16’, Perico (G) al 33’ s.t. MANTOVA (3-4-3) Zima 6; Trainotti 6, Siniscalchi 6 (dal 37’ s.t. Di Santantonio 6), Scrosta 5; Zanetti 6 (dal 29’ s.t. Boniperti 5,5), Paro 6, Raggio Garibaldi 6,5, Pondaco 5,5; Sartore 5 (dal 9’ s.t. Zammarini 6), Beleck 6, Caridi 6. (Festa, Todisco, Blaze, Marchiori). All. Juric 5,5. GIANA (4-4-1-1) Paleari 6; Perico 7,5, Bonalumi 6, Montesano 5,5, Augello 5,5; Rossini 7, Marotta 6, Di Lauri 5,5 (dal 21’ s.t. Solerio 6), Pinto 6; Gasbarroni 5,5 (dal 25’ s.t. Perna 6); Sinigaglia 6 (dal 42’ s.t. Polenghi s.v.). (Ghislanzoni, Crotti, Spiranelli, Recino). All. Albé 6,5. ARBITRO Massimi di Termoli 5,5. NOTE paganti 900, abbonati 1.215, incasso di 16.945 euro. Ammoniti Trainotti, Caridi, Perico e Zammarini. Angoli 7-5. ● MANTOVA Una meraviglia di Perico consegna alla Giana tre preziosissimi punti salvezza. Un tempo a testa al Martelli, gli ospiti si fanno preferire in avvio, il Mantova (al secondo k.o. consecutivo) si scatena nella ripresa, ma a decidere il derby è la strepitosa marcatura di Perico, che al 33’ della ripresa trova l’incrocio da 30 metri. Alla mezzora Giana in vantaggio con Rossini, autore di un ottimo inserimento innescato da Sinigaglia, che lascia Zima di stucco. L’undici di Albè, ordinato e dinamico, passa nel miglior momento del primo tempo contro una difesa disattenta. Il gol resta sulle gambe ai padroni di casa, Marotta impegna Zima al 34’ e Rossini è ancora pericoloso al 36’.

SECONDO TEMPO La ripresa vede un Mantova più propositivo, i padroni di casa raccolgono i frutti del cambio d’atteggiamento al 16’, con Beleck abile a superare il diretto avversario e trafiggere Paleari (ex di turno) in uscita. Mantova vicino al raddoppio al 23’ ma Paleari si supera su Caridi e al 26’ con Beleck murato in area piccola. Il capolavoro di Perico dalla lunghissima distanza (33’) riporta avanti gli ospiti ed è la cartolina della serata. Mantova sotto shock, il palo di Bonalumi al 37’ grazia Zima. Capitolo societario: i bresciani dell’Sdl vicini all’ingresso in società, ma il presidente del Mantova Di Matteo è irreperibile. Brusco sfogo di Juric: «La società è inesistente, mi sento abbandonato». Matteo Bursi

Maccan di rigore E il Pordenone stende il Renate

MONZA (4-3-1-2) De Lucia 6; El Hasni 6, De Bode 6, Martinez 6,5, Pugliese 6; D’Ambrosio 6 (dal 34’ s.t. Cojocnean 6), Uliano 6, Pessina 6,5 (dal 24’ s.t. Asante 5,5); Conti 5 (dal 17’ s.t. Grandi 5); Torri 5, Bernasconi 5. (Chimini, Corduas, Toskic, Gaeta). All. Pea 6. FERALPI SALO’ (4-3-1-2) Branduani 6,5; Tantardini 6 (dal 1’ s.t. Carboni 6), Leonarduzzi 6, Codromaz 6,5, Broli 6; Fabris 6, Pinardi 5,5 (dal 4’ s.t. Cavion 6), Palma 6; Galuppini 5,5 (dal 24’ s.t. Bracaletti 6); Zerbo 5, Romero 6. (Proietti Gaffi, Ragnoli, Di Benedetto, Zamparo). All. Scienza 6. ARBITRO Mei di Pesaro 5,5. NOTE paganti 71, abbonati 1.100, incasso di 1.082 euro. Ammoniti D’Ambrosio, Uliano, Cavion ed El Hasni. Angoli 7-4. ● MONZA L’ennesimo 0-0: il terzo consecutivo che arriva per il Monza, addirittura il quarto di fila per un’incerottata Feralpi Salò giunta in Brianza con numerose assenze. Un punto che alla resa dei conti non serve a nessuno: i biancorossi, che nel 2015 non hanno ancora vinto e non segnano da cinque partite, restano in piena zona playout e in attesa della penalizzazione che renderà ancora più precaria la situazione di classifica, mentre gli uomini di Scienza vedono sfumare ormai definitivamente il sogno di raggiungere i playoff. Il Monza, che recrimina con il direttore di gara per un atterramento in area ai danni di D’Ambrosio, ha sfiorato la rete soltanto nella ripresa con una sassata di Cojocnean (sulla quale c’è stata una gran parata di Branduani) e un diagonale di Uliano, ma l’occasione più ghiotta di tutta la partita l’ha avuta la Feralpi Salò con il palo colpito di testa all’81’ da Codromaz. Il gol però non è arrivato e lo 0-0 di partenza non si è schiodato. Matteo Delbue

IL CASO PRO PATRIA, SALTA LA CESSIONE ● BUSTO ARSIZIO (Va) La Pro Patria torna nel caos. Dopo che era stata annunciata la cessione del club al commercialista Carlo Filippi di Reggio Emilia, lo stesso ieri ha annunciato che per impegni personali non può portare a termine l’operazione. Il club quindi in teoria torna nelle mani di Vavassori, l’ex presidente che negli ultimi mesi è stato molto vicino proprio alla... Reggiana, dove ha traslocato il tecnico Colombo, alcuni dirigenti e molti giocatori che erano in forza alla Pro Patria. Il cui futuro adesso è sempre più nebuloso.

0

RENATE

0

SUD TIROL

0

AREZZO

0

PORDENONE

1

TORRES

0

VICENZA L’Arezzo alza il muro contro le bocche da fuoco del Real e porta a casa il pari. La squadra di Marcolini ha fatto la partita, quella di Capuano si è difesa. Questa è l’estrema sintesi di una gara che i biancorossi avrebbero meritato di vincere. Nel primo tempo l’errore più grave è di Gomes, che raccoglie la respinta di Benassi sul colpo di testa di Bruno e da pochi metri manda alto. Il Real potrebbe segnare il gol-partita nel finale, ma Bruno sciupa entrambe le occasioni su assist di Ungaro prima e Lavagnoli poi. m.b.

MARCATORE Maccan su rigore al 44’ s.t. RENATE (3-5-2) Cincilla 6; Di Gennaro 7, Malgrati 6, Riva 6; Adobati 6,5, Muchetti 5,5, Perini 5,5, Chimenti 5,5 (dal 20’ s.t. Mantovani 5,5), Iovine 6,5; Odogwu 6,5 (dal 34’ s.t. Spampatti s.v.), Cocuzza 5,5 (dal 1’ s.t. Florian 5). (Vannucchi, Morotti, Mira, Scaccabarozzi). All. Boldini 5,5. PORDENONE (3-5-2) Careri 6,5; Salvatori 5,5, Ferrani 6, Ghinassi 6; Panzeri 6, Mattielig 6, Migliorini 5,5 (dal 7’ s.t. Fortunato 6), Maracchi 6, Bertolucci 5,5 (dal 10’ s.t. Placido 6); Ravasi 6,5, Bjelanovic 6 (dal 16’ s.t. Maccan 6,5). (Maniero, Fissore, Buratto, Franchini). All. Rossitto 6,5. ARBITRO Mancini di Fermo 6. NOTE spettatori 150 circa; abbonati 60, paganti e incasso non comunicati. Ammoniti Ferrani, Salvatori, Maracchi, Riva e Perini. Angoli 3-2. ● MEDA (Mb) Il rigore concesso allo scadere (fallo di Riva su Ravasi) e trasformato da Maccan, regala al Pordenone 3 punti preziosi, ma penalizza la generosa condotta del Renate. Il Pordenone, alla settima vittoria in campionato, è riuscito a contenere il Renate e quando non ci è arrivato il portiere Careri ci ha pensato il palo a respingere la conclusione di Iovine al 34’, mentre nella ripresa un tiro cross di Mantovani finiva sulla traversa. Franco Cantù

SQUADRE

PT

NOVARA BASSANO ALESSANDRIA PAVIA (-1) COMO FERALPI SALO' REAL VICENZA AREZZO SUDTIROL VENEZIA CREMONESE MANTOVA (-3) RENATE GIANA TORRES MONZA (-2) LUMEZZANE ALBINOLEFFE PORDENONE PRO PATRIA (-1)

64 64 62 60 54 49 47 45 44 44 42 40 40 39 39 36 31 29 27 25

SÜDTIROL (4-3-3) Melgrati 6; Tait 6, Kiem 6, Mladen 6, Peverelli 5,5; Furlan 6 (dal 16’ s.t. Cia 6), Bertoni 6, Mazzitelli 5,5; Marras 6, Novothny 6, Fischnaller 6 (dal 16’ s.t. Shekiladze 6). (Miori, Allegra, Brugger, Chinellato, Campo). All. Sormani 6. TORRES (4-4-2) Testa 6; Aya 6, Marchetti 6, Migliaccio 6, Ligorio 6 (dal 48’ p.t. Minarini 6); Petermann 6 (dal 23’ s.t. Marinaro 6), Cerone 6 (dal 41’ s.t. Bonaiuto s.v.), Foglia 6, Maiorino 6; Scotto 6,5, Baraye 6,5. (Costantino, Schiavino, Bottone, Colombi). All. Bucchi 6. ARBITRO Guarino di Caltanisetta 6,5. NOTE spettatori 100 circa; abbonati 182, paganti e incasso non comunicati. Ammoniti Mazzitelli, Minarini e Marinaro, Aya. Angoli 4-7. ●

BOLZANO Un altro pari, quarto nelle ultime 5 gare, per il Südtirol, un buon punto per la Torres. Questo l’esito d’una gara in cui la spartizione della posta consente ai padroni di casa un finale di stagione tranquillo e agli ospiti di avvicinarsi sempre più alla salvezza senza passare per i playout. Novanta minuti senza grandi emozioni, con gli ospiti comunque più vicini alla marcatura nella ripresa grazie a Foglia, il cui gran bolide da fuori è stato messo in angolo da un bel intervento di Melgrati. Per il Südtirol un colpo di testa di Shekiladze di poco a lato l’unica vera occasione creata nella partita. Francesco Bertagnolli

PARTITE

RETI

G

V

N

P

F

S

33 33 33 33 33 33 33 33 33 33 33 33 33 33 33 33 33 33 33 33

18 18 17 17 16 12 11 11 11 12 10 12 10 10 9 9 7 6 7 5

10 10 11 10 6 13 14 12 11 8 12 7 10 9 12 11 10 11 6 11

5 5 5 6 11 8 8 10 11 13 11 14 13 14 12 13 16 16 20 17

51 51 50 50 40 39 40 31 35 41 38 33 32 27 29 32 28 23 26 35

28 33 28 36 31 37 33 29 32 38 39 29 43 31 33 33 44 44 50 60

PROMOSSE PLAYOFF PLAYOUT RETROCESSA

RISULTATI ALBINOLEFFE-NOVARA ALESSANDRIA-PRO PATRIA COMO-BASSANO CREMONESE-PAVIA MANTOVA-GIANA MONZA-FERALPI SALO' REAL VICENZA-AREZZO RENATE-PORDENONE SUDTIROL-TORRES VENEZIA-LUMEZZANE

0-0 3-0 1-2 2-0 1-2 0-0 0-0 0-1 0-0 1-1

PROSSIMO TURNO SABATO 11 APRILE GIANA-ALBINOLEFFE (ore 14.30) (3-0) MANTOVA-NOVARA (ore 15) (0-1) AREZZO-CREMONESE (ore 16) (1-3) ALESSANDRIA-MONZA (ore 17) (3-2) PRO PATRIA-FERALPI SALO’ (ore 17) (0-0) PORDENONE-SUDTIROL (ore 19.30) (0-2) DOMENICA 12 APRILE LUMEZZANE-COMO (ore 12.30) (0-2) TORRES-REAL VICENZA (ore 14.30) (3-3) PAVIA-RENATE (ore 16) (1-0) BASSANO-VENEZIA (ore 18) (2-1)

MARCATORI 16 RETI Bruno (4, Real Vicenza). 14 RETI Momente’ (4, AlbinoLeffe). 13 RETI Pietribiasi (Bassano); Ferretti (Pavia). 12 RETI Brighenti (1, Cremonese); Evacuo (4) e Gonzalez (Novara); Fischnaller (1, Sudtirol); Maiorino (2, Torres). 11 RETI Corazza (Novara). 10 RETI Ganz e Le Noci (2, Como); Cesarini (3, Pavia). 9 RETI Marconi (1, Alessandria); Nole’ (4, Bassano); Soncin (4, Pavia); Bellazzini (6, Venezia). 8 RETI Rantier (1, Alessandria); Iocolano (2, Bassano); Vita (2, Monza; ora è nel Vicenza); Candido e Serafini (4, Pro Patria); Magnaghi e Raimondi (1, Venezia). 7 RETI Mezavilla (Alessandria); Cattaneo (Bassano); Jadid (1, Cremonese); Ranellucci (Feralpi Salo’); Cocuzza (Renate). 6 RETI Guazzo (Alessandria); Erpen (2, Arezzo); Romero (Feralpi Salo’); Maccan (1, Pordenone); Cristini (Real Vicenza); Greco (2, Venezia).

Südtirol bloccato Torres: con Foglia colpaccio sfiorato

REAL VICENZA

REAL VICENZA (3-5-2) Tomei 6; Beccaro 6, Solini 6, Carlini 6; Lavagnoli 6,5, Sandrini 6 (dal 35’ s.t. Ungaro 6), Pavan 6, Malagò 6, Vannucci 5,5; Bruno 5,5, Gomes 5,5 (dal 23’ s.t. Bardelloni 6). (Bonato, Calcagnotto, Chiarello, Caporali, Margiotta). All. Marcolini 5,5. AREZZO (3-5-1-1) Benassi 6,5; Villagatti 5,5, Panariello 6, Crescenzi 6; Franchino 6 (dal 30’ s.t. Brumat 5,5), Dettori 6, Gambadori 5,5, Coppola 6, Sabatino 6; Erpen 5,5 (dal 15’ s.t. Padulano 6); Bonvissuto 6 (dal 45’ s.t. Mariani s.v.). (Rosti, Guidi, Cucciniello, Montini). All. Capuano 6. ARBITRO Fiorini di Frosinone 6. NOTE paganti 38, abbonati 100, incasso di 278 euro. Ammonito Bonvissuto. Angoli 4-2. ●

GIRONE B

CLASSIFICA

L’AGENDA COPPA ITALIA E RECUPERI: ECCO IL QUADRO DELLE GARE ●

E’ iniziato il mese di aprile, che oltre alle tre giornate di campionato successive alla Pasqua (i tre gironi finiranno la stagione regolare domenica 10 maggio), ha anche altri due appuntamenti agonistici per la Lega Pro: la finale di Coppa Italia e gli ultimi recuperi. Ecco l’agenda con le partite di questo mese.

CAMPIONATO DOMENICA 12 Nel weekend si giocano le partite della 34a giornata. DOMENICA 19 Nel weekend si giocano le partite della 35a giornata. DOMENICA 26 Nel weekend si giocano le partite della 36a giornata. RECUPERI MERCOLEDI 8 Due partite, entrambe del girone B: si tratta di Pistoiese-Ancona (ore 15) e di Reggiana-Pisa (ore 20.45). MERCOLEDI 15 Ultime due partite: sono Pistoiese-Santarcangelo (ore 15) per il girone B, MartinaCasertana (ore 15) per il girone C. COPPA ITALIA MERCOLEDI 8 Finale di andata: Como-Cosenza (orario ancora da stabilire). MERCOLEDI 22 Finale di ritorno: Cosenza-Como (orario ancora da stabilire).

Tris del Teramo con i soliti due Ora la B è vicina

L’Ascoli è sparito Pro Piacenza: un pari meritato

TERAMO

3

ASCOLI

1

TUTTOCUOIO

0

PRO PIACENZA

1

MARCATORI Donnarumma al 40’ p.t.; Perrotta al 23’, Lapadula su rigore al 34’ s.t. TERAMO (3-5-2) Tonti 6,5; Caidi 6,5, Speranza 6,5, Perrotta 7; Scipioni 6, Di Paolantonio 6 (dal 35’ s.t. Fiore 6), Amadio 7, Cenciarelli 8, Di Matteo 6 (dal 25’ s.t. Masullo 6); Lapadula 7 (dal 40’ s.t. Bucchi s.v.), Donnarumma 7. (Narduzzo, Diakite, Brugaletta, Petrella). All. Vivarini 7. TUTTOCUOIO (5-3-2) Bacci 6,5; Pacini 5,5, Colombini 5, Falivena 5, Mancini 5,5, Zanchi 5,5; Dramane 5 (dal 1’ s.t. Vitale 5,5), Gargiulo 6 (dal 28’ s.t. Gelli s.v.), Serrotti 5,5; Gioè 6,5, Civilleri 5 (dal 12’ s.t. Cherillo 5). (Morandi, Agrifogli, Bachini, Pane). All. Alvini 5,5. ARBITRO Mainardi di Bergamo 6. NOTE paganti 3.828, abbonati 342, incasso di circa 20.000 euro. Ammoniti Di Paolantonio, Colombini, Pacini, Dramane e Falivena. Angoli 4-4. ● TERAMO Altro allungo del Teramo in testa alla classifica. I ragazzi di Vivarini hanno adesso 5 punti di vantaggio sull’Ascoli, a cinque giornate dalla fine, e vedono sempre più vicino il sogno di una storica promozione in B. Con il 3-0 al Tuttocuoio salgono a 23 i risultati utili di fila raccolti dal Teramo (l’ultimo k.o. risale allo scorso 26 ottobre, 4-1 a Pistoia): la marcia sembra inarrestabile.

CHE COPPIA A sbloccare l’incontro (record stagionale di spettatori al Bonolis) ci pensa il capocannoniere Alfredo Donnarumma, che firma il suo 19° gol con un esterno destro. In avvio di ripresa il Tuttocuoio mette i brividi ai padroni di casa (bravo Tonti su Gioè), ma deve inchinarsi per la seconda volta alla deviazione vincente del difensore Perrotta sugli sviluppi di un corner. A servire il tris ci pensa Gianluca Lapadula, su un rigore da lui stesso procurato (fallo di Falivena ai suoi danni). Per il Tuttocuoio, che ha chiuso in dieci per l’infortunio del subentrato Gelli, è notte fonda, ma la classifica resta rassicurante. La coppia Donnarumma-Lapadula raggiunge quota 35 reti in due: eguagliato il bottino messo a segno da Pepe e Motta nel 2002-2003. Al termine della gara il presidente di casa Luciano Campitelli dice: «È fuga vera? No, parlerei di una mezza fuga. Stiamo vivendo un sogno incredibile e speriamo possa realizzarsi il prima possibile». Gaetano Lombardino

Gran Lucchese In casa è 5 su 5 Ahi D’Adderio...

MARCATORI Matteassi (PP) al 12’ p.t.; Berrettoni (A) al 1’ s.t. ASCOLI (4-2-3-1) Lanni 6,5; Nardini 6,5, Mori 5 (dal 40’ s.t. Barison s.v.), Mengoni 5,5, Dell’Orco 5; Addae 5,5, Grassi 6; Mustacchio 5,5 (dal 32’ s.t. Orsolini 6), Berrettoni 6 (dal 22’ s.t. Pirrone 5,5), Chiricò 5; Altinier 4,5. (Ragni, Gualdi, Giovannini, Minnozzi). All. Petrone 5. PRO PIACENZA (4-4-2) Alfonso 6,5; Petrini 6, Sall 6, Silva 6, Castellana 6; Matteassi 6,5, Bacher 6, Schiavini 6, Sane 7; Speziale 5,5 (dal 32’ s.t. Giovio s.v.), Alessandro 6,5. (Iali, Ignico, Marmiroli, Mascolo, Caboni, Corduri). All. Franzini 6,5. ARBITRO Panarese di Lecce 6. NOTE paganti 1.784, abbonati 2.442, incasso di 32.146,64 euro. Amm. Grassi, Bacher, Sall, Mori, Mengoni e Pirrone. Angoli 12-7. ● ASCOLI PICENO L’Ascoli non sa più vincere e con il pari interno con la Pro Piacenza vede ormai allontanarsi il primo posto, saldamente in mano al Teramo con 5 punti di vantaggio. La squadra di Petrone è in crisi fisica e di gioco, oltre che di risultati e l’ambiente è sempre più teso. Ai minimi storici l’indice di gradimento del tecnico. «Petrone non è in discussione, a fine campionato faremo le valutazioni», ha detto al termine il d.g. Lovato.

SOLO NARDINI Petrone ha 4 squalificati e diversi infortunati e deve schierare Grassi in copertura. Il primo tempo dell’Ascoli è da dimenticare: solo confusione e imprecisione nei passaggi al cospetto di un avversario ordinato e determinato, grazie a Sane e Alessandro in particolare. Si salva Nardini, unico ad avere la forza di alzare il ritmo. Pro Piacenza in vantaggio al 12’ con un destro di Matteassi servito da Speziale. L’Ascoli pareggia al 1’ della ripresa con un colpo di testa di Berrettoni. Prova a insistere la squadra bianconera, ma colleziona solo mischie in area, dove Alfonso spadroneggia e Altinier non la prende mai. Chiricò al 22’ spara alto da buona posizione. Il finale è tutto della Pro Piacenza. Grassi salva sulla linea su Castellana, Alessandro prima sciupa e poi colpisce il palo su punizione; al 49’ Lanni fa il miracolo su Schiavini. Peppe Ercoli

Spal forza tre a porta blindata Travolto il Forlì

LUCCHESE

3

SPAL

3

SAN MARINO

0

FORLÌ

0

MARCATORI Forte su rigore al 44’ p.t.; Raicevic al 18’, Forte al 29’ s.t. LUCCHESE (4-4-2) Di Masi 6,5; Risaliti 6 (dal 34’ s.t. Pizza s.v.), Espeche 6, Calistri 6, Nolè 6; Scapinello 6, Mingazzini 6, Degeri 6 (dal 23’ s.t. Russo s.v.), Lo Sicco 6; Forte 7, Strizzolo 6 (dal 6’ s.t. Raicevic 6). (Pazzagli, Santeramo, Cazè, Benedetti). All. Galderisi 6. SAN MARINO (4-3-1-2) Secco 6; Bregliano 5,5, Benassi 5, Cammaroto 5,5, Cruz 5,5; Soligo 5,5 (dal 23’ s.t. Bangal s.v.), Diawara 6 (dal 36’ s.t. Magnanelli s.v.), Cuffa 5,5; Sensi 6 (dal 1’ s.t. Fogacci 5,5); Musetti 5,5, Baldazzi 5,5. (Vivan, Farina, Bangoura, Cicarevic). All. D’Adderio 5,5. ARBITRO Amabile di Vicenza 6,5. NOTE paganti 1.011, abbonati 509, incasso non comunicato. Espulsi Benassi al 43’ p.t. e Cruz al 18’ s.t.; ammoniti Cuffa, Diawara, Espeche e Fogacci. Angoli 2-2.

MARCATORI Finotto al 4’, Cottafava al 45’ p.t.; Togni al 40’ s.t. SPAL (5-3-2) Menegatti 6; Lazzari 6, Gasparetto 7, Cottafava 7, Giani 6,5, Gerbaudo 5,5 (dal 10’ s.t. Nava 6); Gentile 6,5, Capece 6 (dal 21’ s.t. Togni 6,5), Di Quinzio 6,5; Zigoni 6 (dal 39’ s.t. Rovini s.v.), Finotto 7. (Albertoni, Filippini, Fioretti, Silvestri). All. Semplici 6,5. FORLI’ (4-4-2) Casadei 6; Casini 6,5, Catacchini 5,5, Fantini 5,5, Turi 5,5 (dal 14’ s.t. Morga 5,5); Arrigoni 5,5, Pettarin 5,5 (dal 36’ s.t. Castellani s.v.), Fantoni 5,5 (dal 33’ s.t. Capellini s.v.), Pastore 6; Melandri 6, Docente 5,5. (Scotti, Bevitori, Bisoli, Gliozzi). All. Firicano 5,5. ARBITRO D’Apice di Arezzo 6,5. NOTE spettatori 4.000 circa; abbonati 1.737, paganti e incasso nc. Espulso Fantini al 38’ s.t.; amm. Casini, Capece, Fantini, Pettarin, Lazzari e Docente. Angoli 6-1.

● LUCCA La Lucchese conquista la salvezza virtuale affondando il San Marino. I rossoneri passano nel finale del primo tempo con Forte su rigore per fallo di mano di Benassi. Nella ripresa, il 2-0 di Raicevic smarcato di tacco da Forte chiude il match, anche perché Cruz protesta reclamando il fuorigioco e viene espulso. Di Forte al 29’ il 3-0: a liberarlo in area è Raicevic, sempre di tacco. Per i rossoneri è la 5ª vittoria di seguito al Porta Elisa. Duccio Casini

● FERRARA Pronti, via: scambio Finotto-Zigoni-Finotto, che supera in velocità i centrali del Forlì e anticipa l’uscita di Casadei. Al 45’ la Spal fa 2-0: punizione di Gerbaudo, stacco vincente di Cottafava. Ripresa senza storia, fino alla magistrale punizione di Togni. Per la Spal quinta vittoria di fila, 10 reti nelle ultime 3 gare e Menegatti imbattuto da 553’, mentre il Forlì (in 10 nel finale per il rosso a Fantini) ora è terz’ultimo. Alessandro Sovrani


27

VENERDÌ 3 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

CLASSIFICA Super Virdis abbatte il Savona L’Aquila più su SAVONA

0

L’AQUILA

3

MARCATORI Virdis al 15’ p.t.; Perna al 14’, Pozzebon al 45’ s.t. SAVONA (4-3-1-2) Rossini 6; Antonelli 6 (dal 26’ s.t. Marchetti 6), Cabeccia 5,5, Marconi 5,5, Eguelfi 5,5; D’Amico 6,5, Taddei 6, Carta 6; Demartis 6 (dal 30’ s.t. Munarini 5); Scappini 5,5, Frugoli 5 (dal 10’ s.t. Giovinco 5). (Addario, Tonon, Giorgione). All. Riolfo 5. L’AQUILA (4-4-2) Zandrini 6,5; Scrugli 6, Pomante 6, Zaffagnini 6,5, Pedrelli 6; Vella 7 (dal 36’ s.t. Gotti 6), Corapi 6,5, Del Pinto 7, Triarico 6,5; Perna 7 (dal 16’ s.t. Djuric 6,5), Virdis 8 (dal 23’ s.t. Pozzebon 7). (Cacchioli, Carlin, Perpetuini, Sandomenico). All. Zavettieri 7. ARBITRO Marinelli di Tivoli 6. NOTE paganti 763, abbonati 272, incasso di 2.580 euro. Ammoniti Perna, Vella, Antonelli e Eguelfi. Angoli 7-5. ● SAVONA L’Aquila, al quarto successo consecutivo, torna a sperare nei playoff, il Savona con questa netta sconfitta interna finisce per complicarsi la vita in fondo alla graduatoria. La strada della meritata vittoria abruzzese viene aperta dopo 15 minuti, da una magia dell’ex bomber biancoblù Francesco Virdis. Un controllo perfetto sulla sinistra dell’area di rigore, poi palla sul destro e pallonetto imprendibile per Rossini.

IL PROTAGONISTA «Segnare il gol nello stadio che mi ha riservato tante soddisfazioni nel recente passato ha avuto per me un sapore agrodolce», commenta l’attaccante de L’Aquila, cui a inizio gara è stato donato dai fans biancoblù, un piatto stile «Antica Savona» con impresso il numero 11. «Mi ha commosso l’accoglienza che mi hanno riservato i tifosi – ha proseguito Virdis – che sono stati davvero eccezionali. Loro sanno che Savona mi rimarrà sempre nel cuore e io sarò sempre il primo tifoso di questi colori». Virdis prima ha sfiorato la doppietta, poi è stato steso da Marconi in piena area solo davanti a Rossini, infine, prima di uscire tra gli applausi del pubblico di casa, ha messo lo zampino nell’azione del raddoppio siglato da Perna. La volontà del Savona, questa volta non basta, con gli attaccanti biancoblù incapaci di centrare lo specchio della porta avversaria. Gli abruzzesi che controllano agevolmente la gara, allo scadere calano il tris con Pozzebon, su azione personale. Riccardo Fabri

Passa l’Ancona Gubbio battuto e contestato GUBBIO

0

ANCONA

2

MARCATORI Bondi al 32’, Paponi al 40’ s.t. GUBBIO (4-3-3) Iannarilli 6,5; Luciani 5, Manganelli 5 (dal 39’ s.t. Cais s.v.), Rosato 5, D’Anna 5,5; Guerri 5,5 (dal 26’ s.t. Domini 5), Loviso 6, Casiraghi 6; Mancosu 5,5, Regolanti 5,5, Vettraino 6 (dal 12’ s.t. Tutino 5,5). (Citti, Caldore, Lasicki, Castelletto, Cais). All. Acori 5. ANCONA (4-2-3-1) Lori 6; Parodi 6, Paoli 6, D’Orazio 6, Cangi 6,5; Camillucci 6,5, Di Ceglie 6,5; Lisai 6, Bondi 7,5 (dal 44’ s.t. Bambozzi s.v.), Tulli 6; Paponi 7 (dal 48’ s.t. Cognigni s.v.). (Aprea, Barilaro, Sampietro, Morbidelli, Tavares). All. Cornacchini 7. ARBITRO Boggi di Salerno 5,5. NOTE paganti 732, abbonati 721, incasso di 5.206 euro. Ammoniti Manganelli, Bondi, Casiraghi, Rosato e Tulli. Angoli 3-3. ●

GUBBIO (Pg) Il Gubbio rimedia con l’Ancona la seconda sconfitta consecutiva e vede avvicinarsi i playout. Bondi su punizione al 32’ e Paponi al 40’ s.t. con un colpo di testa bastonano gli umbri che hanno avuto un paio di occasioni con Mancosu e Vettraino. Alla fine la squadra di Acori esce tra i fischi con il pubblico che grida: «Andate a lavorare». E il tecnico ammette: «Abbiamo giocato male, la corsa verso la salvezza si è complicata». Euro Grilli

SQUADRE

PT

TERAMO ASCOLI REGGIANA L'AQUILA PISA SPAL ANCONA LUCCHESE PONTEDERA TUTTOCUOIO CARRARESE GUBBIO GROSSETO (-1) SANTARCANGELO PRATO SAVONA PISTOIESE FORLI' PRO PIACENZA (-8) SAN MARINO

65 60 55 54 51 49 48 47 45 44 41 39 38 37 36 35 34 33 29 26

PARTITE

RETI

G

V

N

P

F

S

33 33 32 33 32 33 32 33 33 33 33 33 33 32 33 33 31 33 33 33

18 16 15 14 14 14 12 12 11 11 8 9 9 9 7 9 9 8 10 6

11 12 10 12 9 7 12 11 12 11 17 12 12 10 15 8 7 9 7 8

4 5 7 7 9 12 8 10 10 11 8 12 12 13 11 16 15 16 16 19

52 51 43 39 35 37 38 38 37 37 42 40 37 29 37 32 33 30 29 32

26 30 25 27 24 28 33 33 32 50 37 42 36 33 45 51 51 49 46 50

PROMOSSE PLAYOFF PLAYOUT RETROCESSA

RISULTATI ASCOLI-PRO PIACENZA CARRARESE-PISA GUBBIO-ANCONA LUCCHESE-SAN MARINO PONTEDERA-PISTOIESE PRATO-REGGIANA SANTARCANGELO-GROSSETO SAVONA-L'AQUILA SPAL-FORLI' TERAMO-TUTTOCUOIO

1-1 1-2 0-2 3-0 1-1 1-1 2-1 0-3 3-0 3-0

PROSSIMO TURNO VENERDÌ 10 APRILE PRO PIACENZA-SANTARCANGELO (ore 19.30) (0-2) SABATO 11 APRILE TUTTOCUOIO-SAVONA (ore 14.30) (2-2) GROSSETO-ASCOLI (ore 15) (1-1) TERAMO-LUCCHESE (ore 15) (0-0) DOMENICA 12 APRILE PISTOIESE-L’AQUILA (ore 11) (0-2) ANCONA-PRATO (ore 12.30) (3-2) REGGIANA-CARRARESE (ore 14.30) (3-1) FORLI’-PONTEDERA (ore 18) (1-2) SAN MARINO-GUBBIO (ore 18) (0-2) LUNEDÌ 13 APRILE PISA-SPAL (ore 20.45) (1-0)

MARCATORI 19 RETI Donnarumma (4, Teramo). 17 RETI Cellini (6, Carrarese). 16 RETI Lapadula (2, Teramo). 15 RETI Arma (5, Pisa); Bocalon (2, Prato). 13 RETI Altinier (3, Ascoli). 12 RETI Forte (3, Lucchese; 2 nel Forli’); Ruopolo (Reggiana). 11 RETI Torromino (1, Grosseto); Loviso (4, Gubbio). 10 RETI Grassi (8 con 1 rigore nel Pontedera) e Perez (2, Ascoli). 9 RETI Merini (Carrarese); Docente (2, Forli’); Pichlmann (1, Grosseto); Sandomenico (L’Aquila); Fanucchi (1, Prato); Scappini (3, Savona); Colombo (2, Tuttocuoio). 8 RETI Regolanti (Gubbio); Lo Sicco (Lucchese); Fioretti (3) e Zigoni (3, Spal). 7 RETI Tavares (2, Ancona); Melandri (Forli’); Alessandro (3) e Matteassi (Pro Piacenza); Guidone (Santarcangelo). 6 RETI Tulli (Ancona); Pacilli (1, L’Aquila); La Mantia (1, San Marino); Graziani (Santarcangelo); Finotto (Spal)

REGOLAMENTO SALGONO IN 4: UNA AI PLAYOFF SCENDONO IN 9: SEI AI PLAYOUT ● Ecco il regolamento della nuova Lega Pro unica, che prevede quattro promozioni in Serie B (con una nuova formula dei playoff) e nove retrocessioni in Serie D.

PROMOZIONI Salgono in Serie B le prime di ciascun girone. Le seconde e le terze più le due migliori quarte (si guardano i punti conquistati, poi la differenza reti, o il maggior numero di reti segnate, ecc...) accedono ai playoff, nei quali (il primo turno sarà a gara unica) la miglior seconda riceve la peggior quarta, la seconda miglior seconda riceve l’altra quarta, la peggior seconda riceve la peggior terza, la miglior terza riceve la seconda delle terze. In caso di parità si va a supplementari e poi eventualmente ai calci di rigore. Poi ci sono le semifinali e le finali con andata (in casa delle peggio classificate) e ritorno: anche qui in caso di parità supplementari e rigori. RETROCESSIONI Scendono in Serie D le ultime classificate di ogni girone. Ai playout vanno 16a, 17a, 18a e 19a di ogni girone con la seguente formula: 19a contro 16a, 18a contro 17a. Sono partite di andata e ritorno: in caso di parità di punteggio si salva la squadra meglio classificata in campionato.

IL TRAGUARDO di ROBERTO GUERRIERO

FALLITA E RISORTA, SALERNO RIVEDE LA B

Davide Moro, 33 anni LAPRESSE

I

l conto alla rovescia è iniziato. Dopo 5 anni la Salernitana è a un passo dal ritorno in B. Una risalita avviata dopo il fallimento societario che aveva costretto il nuovo club di Lotito e Mezzaroma a ripartire dalla D nel 2011. Arrivarono subito due promozioni consecutive, In Seconda e in Prima

divisione. Nella scorsa stagione l’eliminazione ai playoff, quest’anno un torneo da protagonista. Il primato con 5 punti di vantaggio sul Benevento a 5 giornate dalla fine (e 3 da giocare in casa) ha risvegliato l’entusiasmo della gente. Oltre trecento tifosi hanno applaudito la squadra in allenamento

dopo la vittoria nel derby di Pagani ed in città è spuntata già qualche bandiera. Solo un piccolo assaggio di quello che potrebbe accadere tra non molto. C’è un’intera città a pregustare la promozione. «L’entusiasmo è contagioso ma guai rilassarsi. Calcoli non possiamo farne, altrimenti rischiamo di vanificare tutto», dice il centrocampista Davide Moro, due tornei di B vinti ad Empoli, l’ultimo lo scorso anno. «Questa stagione, però, la sto vivendo da protagonista. Due mesi fa sapevo di aver fatto la scelta giusta venendo qui – aggiunge – e ora dobbiamo completare l’opera, ma con tre partite da giocare all’Arechi tutto può essere più facile. Il nostro è un pubblico da A». © RIPRODUZIONE RISERVATA

GIRONE C

Il Foggia è scatenato: cinquina vista playoff Il Matera si butta via 1Auteri va subito sotto, poi crede nel ribaltone

Invece si scatena e vince la squadra di De Zerbi MATERA

2

FOGGIA

5

Franco Toritto MATERA

MARCATORI Gigliotti (F) al 10’ p.t.; Letizia (M) al 6’, Carretta (M) al 9’, Sarno (F) al 21’, Iemmello (F) al 25’, Maza (F) al 32’, Sicurella (F) al 40’ s.t. MATERA (3-4-3) Bifulco 5; Flores 5, D’Aiello 5, Mucciante 5; Ferretti 5,5 (dal 33’ s.t. Diop s.v.), Iannini 5,5, Coletti 6,5 (dal 33’ s.t. Bernardi s.v.), Ashong 5,5 (dal 1’ s.t. Di Noia 6); Letizia 6,5, Madonia 5,5, Carretta 7. (Russo, Colapietro, Pagliarini, Faisca). All. Auteri 5. FOGGIA (4-3-3) Micale 6,5; Bencivenga 6, Agostinone 6 (dal 19’ s.t. Loiacono 6), Potenza 6,5, Gigliotti 6,5; Agnelli 7,5, Minotti 6,5 (dal 15’ s.t. Cavallaro 6,5), Quinto 6,5; Iemmello 7 (dal 39’ s.t. Sicurella s.v.), Maza 7, Sarno 6,5. (Addario, D’Angelo, Barraco, Leonetti). All. De Zerbi 7. ARBITRO Pelagatti di Arezzo 6. NOTE spettatori 5.000 circa; paganti, abbonati e incasso non comunicati. Ammoniti Micale e Bencivenga. Angoli 1-6.

l Matera fa harakiri e si fa sorprendere da un ottimo Foggia, interrompendo così la sua scalata verso i playoff. Spettacolo, divertimento e gol sono gli ingredienti che regalano ad un XXI Settembre gremito e vestito a festa una bella partita, che l’undici di Auteri getta al vento nella seconda parte della ripresa. Applausi ai rossoneri arrivano anche dal pubblico di casa dopo una prestazione attenta e ordinata, ben orchestrata dal centrocampista Agnelli. In casa materana, da registrare la giornata negativa di tutto il pacchetto arretrato, cui non riescono a sopperire le due magie dalla distanza di Letizia e Carretta, che in avvio di secondo

Savoia, punto ok Calderini, rosso dopo il cambio

Messina sterile Imbimbo parte con un pareggio

I

tempo avevano illuso i tifosi e portato momentaneamente in vantaggio il Matera. CRONACA RICCA Gli ospiti partono con maggiore personalità e al 10’ passano: angolo di Sarno, Bifulco non trattiene e da due passi Gigliotti tocca in rete. Al 19’ è ancora Maza a trovare una bella traiettoria su punizione, ma la palla sfiora il palo dopo una deviazione del portiere. I biancazzurri assumono una leggera supremazia territoriale, ma non si rendono mai pericolosi. Al 41’ il Matera ha la ghiotta occasione per pareggiare: lancio di Coletti per Madonia, al momento della conclusione viene anticipato; sul seguente angolo, vibranti proteste dei materani per presunto fallo di mani in area di Sarno. Il Matera cambia verso alla gara in avvio di ripresa; al 6’ il missile di Letizia dai venticinque metri si insacca sotto l’incrocio, tre minuti dopo Carretta innesca il destro e indovina la traiettoria del 2-1. Ma il Foggia torna in partita, con Minotti sfiora il pareggio, che arriva al 21’ approfittando di un’amnesia difensiva materana. Due minuti dopo Iemmello fa tutto da solo per il 3-2. Il Matera sparisce dal campo e nel finale incassa altre due reti. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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MESSINA

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LUPA ROMA

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SAVOIA

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MARTINA

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VIGOR LAMEZIA

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● COSENZA Le battute iniziali avevano fatto sperare in una bella partita. Alla fine 0-0 scialbo, buono per il Savoia. Le occasioni su azioni sporadiche: al 18’ tiro a giro di Fornito deviato da super Graganiello che si ripete su Tortolano al 24’ servito da Calderini (espulso dopo la sostituzione). Nel secondo tempo (31’) ancora Tortolano si divora il gol a due passi dal portiere; Gragnaniello poi dice di no a De Angelis (37’). Nel recupero Partipilo libera Di Piazza in area: miracolo di Ravaglia. Valter Leone

MESSINA (4-4-2) Berardi 6; Silvestri 5,5 (dal 1’ s.t. Cane 5,5), Altobello 6, Nigro 6,5, Donnarumma 5,5; Ciciretti 5 (dal 28’ s.t. Spiridonovic 6), Damonte 5,5, Izzillo 5,5, Mancini 6,5; Corona 6, Orlando 5 (dal 33’ s.t. De Paula s.v.). (Scardino, Sciotto, Bortoli, Bonanno). All. Di Costanzo 5,5. MARTINA (4-4-2) Bleve 6; De Giorgi 6, Samnick 5,5, Patti 5,5, Memolla 6; Pepe 5,5 (dal 47’ s.t. Caruso s.v.), Bucolo 6,5, De Lucia 5,5, Tomi 5,5; Arcidiacono 6, Pivkovski 5,5 (dal 21’ s.t. Diop 6). (Modesti, Brunetti, Kalombo, Leto, Montalto) All. Imbimbo 6. ARBITRO Vesprini di Macerata 6. NOTE paganti 110, abbonati 1.779, incasso non comunicato. Ammoniti Tomi, Altobello, Nigro e Arcidiacono. Angoli 8-4. ●

MESSINA Terzo pareggio consecutivo del Messina che vede allontanarsi la possibilità di evitare i playout. Ai giallorossi non basta la supremazia territoriale per battere il Martina di Imbimbo, all’esordio sulla panchina pugliese. I padroni di casa hanno due occasioni nel primo tempo ma Orlando non è in giornata. L’attaccante, liberato in area da uno svarione di Patti, tira addosso al portiere al 35’ e tre minuti dopo di testa manca il bersaglio. Nella ripresa è Arcidiacono, scattato sul filo del fuorigioco, a graziare il Messina. Orazio Raffa

SQUADRE

PT

SALERNITANA BENEVENTO JUVE STABIA LECCE MATERA CASERTANA FOGGIA (-1) CATANZARO BARLETTA COSENZA VIGOR LAMEZIA MELFI (-2) MARTINA LUPA ROMA PAGANESE ISCHIA MESSINA SAVOIA AVERSA NORMANNA REGGINA (-4)

73 68 60 57 57 56 54 48 43 41 41 38 36 36 34 29 28 28 26 22

LUPA ROMA (4-3-2-1) Rossi 6,5; Frabotta 6, Conson 6,5, Cascone 6,5, Celli 6 (dal 30’ s.t. Faccini 6,5); Cerrai 6, Capodaglio 6,5, Raffaello 6; Bariti 6 (dal 16’ s.t. Tulli 5,5), Margarita 6 (dal 31’ s.t. Tajarol 6); Del Sorbo 6. (Di Mario, Martorelli, Santarelli, Prevete). All. Cucciari 5,5 . VIGOR LAMEZIA (4-3-3) Piacenti 6; Spirito 6, Kostadinovic 6,5, Filosa 6,5, Malerba 6; Puccio 6, Battaglia 6,5 (dal 30’ s.t. Papa s.v.), Scarsella 5; Montella 6 (dal 41’ s.t. Di Bella s.v.), Del Sante 6, Improta 6 (dal 37’ s.t. Rossini s.v.). (Forte, Di Marco, Maglia, Held). All. Erra 6. ARBITRO Bertani di Pisa 6. NOTE spettatori 500 circa; abbonati 100, paganti e incasso n.c. Espulso Scarsella al 33’ s.t.; ammoniti Faccini, Scarsella e Frabotta. Angoli 4-4. ● APRILIA (Lt) Non uno spettacolo per la platea, ma lo spento zero a zero tra Lupa Roma e Vigor Lamezia consente a entrambe di avvicinarsi sempre più alla salvezza. Partita bloccatao, con la Lupa Roma a cercare di fare qualcosa in più scontrandosi però puntualmente con la solidità difensiva della formazione di Erra. Pochi i sussulti nei 90 minuti, tra cui un palo colpito da Bariti a inizio ripresa e una buona occasione capitata sui piedi di Improta, sul quale è bravo Rossi a dire di no. Nel finale solo l’espulsione di Scarsella per doppia ammonizione e qualche buona iniziativa di Alain Faccini, figlio d’arte (suo padre Paolo, oggi agente Uefa, è stato attaccante della Roma). Fabio Gradasso

PARTITE

RETI

G

V

N

P

F

S

33 33 33 33 33 32 33 33 33 33 33 33 32 33 33 33 33 33 33 33

22 19 16 17 16 16 14 13 11 9 9 9 9 8 8 6 5 6 5 6

7 11 12 6 9 8 13 9 10 14 14 13 9 12 10 11 13 10 11 8

4 3 5 10 8 8 6 11 12 10 10 11 14 13 15 16 15 17 17 19

46 47 48 43 49 47 55 40 30 33 34 36 33 35 28 26 31 29 32 24

23 25 31 29 35 29 33 37 32 33 36 39 35 50 39 48 49 46 48 49

PROMOSSE PLAYOFF PLAYOUT RETROCESSA

RISULTATI BARLETTA-CATANZARO CASERTANA-MELFI COSENZA-SAVOIA JUVE STABIA-AVERSA NORMANNA LECCE-BENEVENTO LUPA ROMA-VIGOR LAMEZIA MATERA-FOGGIA MESSINA-MARTINA PAGANESE-SALERNITANA REGGINA-ISCHIA

1-1 2-3 0-0 3-2 1-0 0-0 2-5 0-0 0-1 0-1

PROSSIMO TURNO VENERDÌ 10 APRILE FOGGIA-CASERTANA (ore 20.45) (2-1) SABATO 11 APRILE SAVOIA-JUVE STABIA (ore 14.30) (1-2) AVERSA NORMANNA-BARLETTA (ore 16) (0-0) SALERNITANA-LUPA ROMA (ore 16) (4-0) BENEVENTO-REGGINA (ore 17) (2-0) MARTINA-MATERA (ore 19.30) (1-3) DOMENICA 12 APRILE ISCHIA-COSENZA (ore 14.30) (1-3) MELFI-LECCE (ore 14.30) (1-4) CATANZARO-MESSINA (ore 16) (1-1) VIGOR LAMEZIA-PAGANESE (ore 16) (0-1)

MARCATORI 17 RETI Eusepi (4, Benevento). 15 RETI Caturano (5, Melfi). 14 RETI Iemmello (Foggia); Di Carmine (3, Juve Stabia); Moscardelli (2, Lecce); Caetano (4, Salernitana). 11 RETI Iannini (Matera). 10 RETI De Vena (5, Aversa Normanna); Cisse (2, Casertana); Sarno (1, Foggia); Montalto (4, Martina); Madonia (1, Matera). 9 RETI Calderini (3, Cosenza); Cavallaro (5, Foggia); Arcidiacono (3, Martina); Carretta (Matera; 3 nel Martina); Corona (1, Messina); Del Sante (1, Vigor Lamezia). 8 RETI Marotta (Benevento); Ciotola (3, Ischia); Insigne (Reggina); Scarpa (5, Savoia); Montella (Vigor Lamezia). 7 RETI Fall (Barletta); Raffaello (1, Lupa Roma); Letizia (1, Matera); Negro (Salernitana).

Tra Lupa e Vigor brilla soltanto Faccini junior

COSENZA

COSENZA (4-4-2) Ravaglia 7; Corsi 6,5, Tedeschi 6, Blondett 6, Zanini 6; Fornito 6 (dal 4’ s.t. Criaco 6), Arrigoni 6, Caccetta 6 (dal 33’ s.t. Statella s.v.), Tortolano 5; Calderini 5,5 (dal 24’ s.t. De Angelis 6), Cori 5. (Saracco, Ciancio, Carrieri, Cesca). All. Roselli 6. SAVOIA (3-4-3) Gragnaniello 7; Vosnakidis 6, Riccio 6, Sirigu 6; Cremaschi 6, Boilini 6, Saric 5,5, Verruschi 6; D’Appolonia 5 (dal 41’ s.t. Partipilo s.v.), Ferrante 5 (dal 17’ s.t. Di Piazza 5,5), Scarpa 5 (dal 31’ s.t. Pizzutelli s.v.). (Volturo, Checcucci, Sanseverino, Mercadante). All. Papagni 6. ARBITRO Dionisi di L’Aquila 6. NOTE paganti 1.046, abbonati 325, incasso 12.287 euro. Espulso Calderini dalla panchina al 25’ s.t.; ammoniti Blondett e Caccetta. Angoli 8-1.

CLASSIFICA

SERIE D IL TORRECUSO NON SI PRESENTA: NIENTE BIG MATCH AD AGRIGENTO ●

(r.c.) Il big match AkragasTorrecuso (I) non si è giocato: ad Agrigento era annunciato l’arrivo della juniores degli ospiti, ma i loro genitori non hanno dato il permesso al viaggio ed è saltata anche la diretta tv di RaiSport; il 3-0 a tavolino permetterà all’Akragas di mantenere un +7. Nemmeno l’Anziolavinio (G) si è presentato in Sardegna contro l’Arzachena: perderà 3-0, avrà un punto di penalizzazione e andrà a 17 punti dalla terz’ultima, quindi è retrocesso. Pareggia il Cuneo (A) che deve recuperare mercoledì col Derthona, ma lo fa anche il Chieri, raggiunto al secondo posto da Caronnese e Borgosesia. Malgrado il pari interno il Castiglione (B) vola a +6 sul Lecco, che vinceva 2-0 a Sesto San Giovanni e poi ha perso. Tutto come prima tra Padova (C, +5) e Altovicentino. Pareggia ancora la Lupa Castelli (G) ma la Viterbese perde in casa (-10). Seconda sconfitta di fila della Fidelis Andria: cade in casa col Potenza ora a -3. Erano tre le gare in notturna: il Rimini (D) pareggia al 92’ e rimane a +13, il Siena (E) vince e resta a +4, il Fano (F) resta a -4 dalla Maceratese. Poker di gol per Davide Mazzini (Olginatese). ● I risultati e le classifiche li potete trovare sul sito www.gazzetta.it.


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Motori R L’iniziativa

GAZZA SPECIAL

VENERDÌ 3 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

1È ancora in edicola la McLaren MP 4/4 di Ayrton Senna, campione del mondo nel 1988,

e a soli 3,99 euro. E dopo la Rossa di Lauda che vi presentiamo oggi, sarà la volta della Renault R 25 di Fernando Alonso 2005 e in vendita con la Gazzetta dal 27 aprile a 12,99 euro.

ANDREAS NIKOLAUS LAUDA È nato a Vienna il 22 febbraio 1949. Tre volte campione del Mondo: nel 1975 e 1977 con la Ferrari, nel 1984 con la McLaren. Dal 2012 è presidente della Mercedes AMG F1. COLOMBO

Niki Lauda La mitica E 312 T2 campione del Mondo e di bellezza

Luigi Perna

ra una rossa sexy come quella di oggi. Con il cofano attillato come un tubino e due prese d’aria sul frontale espressive come gli occhi di una donna. La 312 T2 è stata la sublimazione di una stirpe di vetture Ferrari che hanno segnato un’epoca, permettendo a Niki Lauda di conquistare i suoi due Mondiali con il Cavallino. La versione del 1977, erede della vettura con cui l’austriaco aveva vinto il titolo nel 1975, fallendo il bis go l’anno successivo solo per il rogo del Nürburgring e la resa sotto il rsi diluvio del Fuji, riuscì a imporsi ie nel Mondiale soprattutto grazie ualla costanza di risultati di Lauda, che si aggiudicò 3 GP ma fu secondo altre 6 volte.

1La rossa con cui l’austriaco vince nel 1977 e dà l’addio polemico alla Ferrari ora in miniatura nella nostra Formula 1 Auto Collection

GENIO Nata dalla matita di Mauuero Forghieri, l’ingegnere più legato alla storia della scuderia, la 312 T2 era la proiezione allora di tutte le capacità della fabbrica di to Maranello. E ha caratterizzato me un periodo della Formula 1 come po sono riuscite a fare prima e dopo solo pochissime monoposto: lee Lotus di Colin Chapman, le orrMcLaren di John Barnard e Gordon Murray, le Williams d dii ry Adrian Newey, le Ferrari di Rory ull Byrne e Ross Brawn, le Red Bull dello stesso Newey. Il motore 12 tri cilindri boxer di 3000 centimetri acubi, accoppiato a un cambio tra-

sversale, aveva oltre 500 cavalli. L’aerodinamica risentiva del cambio delle regole, che avevano vietato la grossa presa d’aria a periscopio dietro alla testa del pilota, utilizzata per alimentare i propulsori aspirati. Così, nel 1976 erano spuntate due bocche ai lati dell’abitacolo, e l’anno dopo la soluzione era stata “ingentilita”, riducendole a fessure a freccia simili a quelle degli aerei, ribattezzate Naca. VENDETTA La 312 T2 del 1977, che la Gazzetta celebra il 13 aprile nella seconda uscita della sua collana di modellini “Formula Formula 1 Auto

LA COLLEZIONE

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le monoposto della collana firmata Gazzetta e Fabbri Centauria: tutte vincenti e in scala 1:43

Collection”, fu l’ultima rossa guidata da Niki Lauda. L’austriaco non aveva mandato giù la decisione di Enzo Ferrari, che l’anno prima aveva ingaggiato Carlos Reutemann, credendo che Niki non sarebbe stato in grado di concludere la stagione dopo l’incidente al Nürburgring. Invece Lauda era tornato appena 37 giorni dopo a Monza, conquistando il 4° posto nonostante le gravi ustioni al volto. Reutemann, che aveva potuto disputare solo quella gara, iscritto con la terza Ferrari, nel 1977 fu messo al fianco di Lauda, sostituendo Clay Regazzoni. Ma l’argentino si impose solo in Brasile, mentre Lauda riuscì a strappare il titolo alla Lotus di Mario Andretti, annunciando in anticipo al GP d’Olanda che il 30 ottobre avrebbe lasciato la scuderia di Maranello, per trasferirsi (con un ingaggio faraonico) alla Brabham-Alfa Romeo di Bernie Ecclestone, sponsorizzata Parmalat. Una pubblica dichiarazione d’addio, coincisa con il suo ultimo successo in rosso, che Lauda fece proprio per dispetto al vecchio Enzo Ferrari, e di cui molti anni dopo si sarebbe pentito. RIVOLUZIONE Niki, ottenuti i punti che gli servivano per assicurarsi aritmeticamente il titolo, disertò le ultime due gare del 1977. E Ferrari, che aveva cercato senza successo sia Andretti (era in Lotus) sia Jody Scheckter (allora con la Tyrrel), stupì il mondo ingaggiando un campione di motoslitte canadese che aveva corso in Formula Atlantic e aveva messo piede in F.1 solo pochi mesi prima, con un’uscita estemporanea al volante della McLaren nel GP di Gran Bretagna: si chiamava Gilles Villeneuve. © RIPRODUZIONE RISERVATA

LA 312 T2 DI LAUDA DAL 13 APRILE CON LA GAZZETTA A 8,99 EURO ● Con il modellino in metallo e in scala 1:43, fedele nei minimi dettagli, ricoperto da una teca in crystal ed esposto su una basetta, anche un booklet che racconta la stagione del pilota


Formula 1 R Dopo il trionfo in Malesia

VENERDÌ 3 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

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Ferrari, i segreti della rinascita 1La SF15-T taglia con il passato: passo lungo, sospensioni rifatte e turbo più grande Giorgio Piola

E’

arrivata inaspettata e quasi troppo presto la prima vittoria della Ferrari del nuovo corso, ma non per questo va ritenuta meno meritata. Un successo basato su tutti i parametri che possono entrare in gioco: potenziale delle monoposto in pista, strategia di gara, condotta di guida da parte sia di Sebastian Vettel sia di Kimi Raikkonen. La SF15-T non sembra nemmeno la lontana parente della zoppicante F14 T e infatti ne ha ben poche di cose in comune. James Allison e Simone Resta, responsabile tecnico e progettista della nuova Ferrari, hanno in pratica voltato pagina gettando alle ortiche la rivoluzionaria, ma poco efficace, soluzione del posizionamento del serbatoio dell’olio all’interno del cambio che aveva condizionato tutto il progetto della monoposto 2014. Lo hanno fatto, decidendo di ritornare alla più classica soluzione tra motore e telaio. Risultato? Un passo più lungo di circa 5-6 centimetri per sfruttare ancora meglio l’aerodinamica al retrotreno. TURBINA L’ex direttore tecnico Patrick Head della Williams, un maestro della scuola inglese, era solito ripetere: «Si impara di più da una stagione piena di errori che da una senza alcun problema». E così è stato per la Ferrari. Invece che cercare di copiare la monoposto dominante del 2014 — la Mercedes — a Maranello hanno studiato a fondo i problemi che avevano afflitto la vecchia monoposto e cercato di rimediare alle debolezze evidenziate nei vari settori. A iniziare dalla power unit, che ha conservato la disposizione in blocco del gruppo turbina-compressoreMGU-H, aumentando ovviamente però le dimensioni dei primi due elementi. SCARICHI Gli scarichi non hanno seguito lo schema introdotto dalla Mercedes nel 2014 (e poi abbandonato sulla W06), ma sono stati realizzati in modo da avere un giusto compromesso fra erogazione della potenza del motore termico e fornitura di calore al motore elettrico. Questo era stato uno dei punti dolenti della F14 T, con notevoli penalizzazioni in uscita dalla curve e nel raggiungimento della velo-

I PUNTI DI FORZA 1. Muso lungo e basso. 2. Ala anteriore tutta rifatta. 3. Il montaggio delle telecamere è stato cambiato dopo i test (qui sopra le due soluzioni). 4. Il telaio ha un andamento più lineare rispetto alla F14 T. 5. Mozzi ruota soffianti (evidenziati nella prima foto a sinistra) e per la prima volta pinze dei freni coricate. 6. Lo stretto triangolo inferiore è diventato un profilo alare (foto in mezzo). 7. Nuovi deviatori di flusso davanti alle fiancate. 8. Presa d’aria del motore sdoppiata. 9. Fiancate più rastremate e strette. 10. Cofano motore più basso. 11. La parte terminale delle fiancate è stretta e chiusa. 12. Nuova la sospensione posteriore. 13. Diverso pilone di fissaggio dell’ala posteriore. 14. Inedite feritoie orizzontali nella parte inferiore delle paratie laterali PIOLA

La McLaren «salva» i 2 motori Dennis: «Progressi in Europa» ● La McLaren ha «salvato» i due Shanghai. Ron Dennis, nel frattempo, continua a motori Honda V6 Turbo che professare una grande fiducia: hanno determinato il ritiro di «Abbiamo salvato i motori Fernando Alonso e Jenson termici — ammette Button nel gran l’inglese —, ma premio della Malesia. dovremo sostituire I due piloti del team alcuni elementi della di Woking, infatti, power unit. La MP4erano stati fermati 30 ha rivelato delle precauzionalmente caratteristiche prima che la positive nei curvoni meccanica del veloci segno che la propulsore RA615 H macchina ha delle potesse cedere. I tecnici nipponici Ron Dennis COLOMBO buone basi, ma deve crescere nel hanno effettuato propulsore Honda. Contiamo di un’attenta analisi delle power fare un importante passo avanti unit e hanno stabilito che i per il debutto della stagione motori termici potranno essere europea». nuovamente utilizzati nel GP della Cina in programma a © RIPRODUZIONE RISERVATA

cità massima. Migliorata anche la combustione, elemento di forza del motore termico Mercedes. Il sistema di raffreddamento è stato totalmente rivoluzionato. La disposizione (inedita per la Ferrari) degli scarichi stessi, unitamente al passo allungato, ha permesso un’aerodinamica molto sofisticata, così come all’avantreno. PULL-ROD EVOLUTO Conservata la sospensione pull-rod a tirante, se ne sono sfruttati al massimo i vantaggi di spostamento in basso del baricentro. Questa soluzione è stata ottimizzata anche a livello aerodinamico, con un triangolo inferiore a base strettissima (di scuola Mercedes), diventato un ulteriore largo profilo alare che lavora in sinergia con l’ala anteriore. Le pinze dei freni sono in posizione quasi orizzontale, sempre per abbassare il

RA Maranello non

hanno imitato la Mercedes: per gli scarichi filosofia tutta diversa

RLe pinze dei freni sono orizzontali, risolti i problemi di inserimento in curva e trazione

Arrivabene commosso dalla famiglia Schumi 1 Il capo del team sui complimenti della Kehm. Horner: «Vettel così è imbattibile»

M

aurizio Arrivabene ha la scorza dura e domenica erano in molti a chiedergli perché non mostrasse alcuna emozione, ma quando sul proprio telefono ha letto quel messaggio firmato da Sabine Kehm, la storica portavo-

ce (e oggi manager) di Michael Schumacher si è ritrovato all’improvviso con gli occhi umidi. Tanti i ricordi che lo legano al campionissimo: dai trionfi raccolti negli autodromi in giro per il mondo, alle giornate trascorse sulle piste di sci di Madonna di Campiglio, dove per anni il tedesco è stato faro di Wroom. «Ho cercato per tutto il tempo di rimanere freddo — ha dichiarato il team principal alla testata Sport Bild, riferendosi al post gara —. Ma poi un messaggio scritto mi ha fatto piangere». Era appunto quello spedito da casa Schumi.

Maurizio Arrivabene, 58 COLOMBO

COMPLIMENTI Un podio e una vittoria, il Vettel di questo avvio di campionato è assai diverso da quello che 12 mesi fa faticava pur al volante della Red Bull. Il segreto di questo cambiamento? «La Ferrari gli ha trasmesso la fiducia necessaria», ha spiegato Christian

E POI... Infine, ma non ultimo come importanza, il gran lavoro fatto sulle sospensioni per evitare l’imprecisione di inserimento dell’avantreno ed eliminare i problemi di trazione legati alla sospensione posteriore, evidenziati sul finire del 2014. Risultato: su una pista completa e particolarmente severa per l’usura degli pneumatici come quella di Sepang, le Ferrari hanno trovato un bilanciamento fra assetto aerodinamico e sospensioni nettamente superiore a quello delle rivali Mercedes evidenziando un minore degrado delle gomme in gara. © RIPRODUZIONE RISERVATA

IL RETROSCENA PARALLELO Avendo potuto osservare da vicino il lavoro di Schumi, Arrivabene è tra i pochi che possono azzardare un paragone tra i due tedeschi: «Hanno natura e personalità diverse, ma il modo in cui Sebastian si avvicina al suo lavoro – approfondendo ogni dettaglio, motivando tutti e criticando costruttivamente – mi ricorda Michael. Tutti e due condividono lo stesso background culturale e hanno portato alla Ferrari il loro perfezionismo».

baricentro. L’aria calda dei freni stessi viene soffiata verso l’esterno mediante i mozzi soffianti introdotti, ma mai sfruttati a fondo, già nella passata stagione.

Horner ad Autosport. Parole confermate dallo stesso Sebastian che nel dopo gara aveva elogiato la propria vettura, sostenendo che lui e Kimi erano in grado di «giocarci» e di poterla regolare alla perfezione. Malgrado il ferrarista a Sepang abbia «umiliato» le sue Red Bull doppiandole nel finale, il manager inglese ha avuto parole dolci per il pilota che gli ha regalato ben 4 titoli piloti e altrettanti costruttori. «Ha guidato in maniera brillante, alla Vettel — ha riconosciuto il manager inglese —: lui è bravissimo a conservare le gomme e a sfruttare la guidabilità della monoposto. In certi casi è addirittura imbattibile». Secondo Horner, quando si trova in testa Sebastian si esalta: «Abbiamo visto diverse volte di che cosa sia capace». © RIPRODUZIONE RISERVATA

TACCUINO FERMATO 2 ANNI

Montagny stop Franck Montagny è stato sospeso da tutte le competizioni per due anni: il francese era stato trovato positivo alla cocaina durante l’appuntamento di Formula E del 22 novembre 2014 di Putrajaya (Malesia).

GIRERÀ A BARCELLONA

Gasly su Toro Rosso ● Il francese Pierre Gasly, 19 anni, che fa parte del Junior team Red Bull, proverà la Toro Rosso nei test riservati ai giovani, che si terranno dopo il GP di Spagna. Gasly ha vinto l’Europeo di F. Renault (2013) ed è arrivato 2o in F. Renault 3.5 l’anno scorso.


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Motomondiale R Dopo il podio in Qatar

VENERDÌ 3 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

A TU PER TU CON...

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CONTENUTO PREMIUM ALLIEVO DI WITTEVEEN, FERRARISTA MANCATO, AMA VINI E BUONA CUCINA MA DIVORA ANCHE I LIBRI: CON L’APRILIA HA VINTO TUTTO, CI PROVA A BOLOGNA

Gigi Dall’Igna papà della GP15: a Losail le sue rosse sono finite sul podio MILAGRO

cose a favore, ma incontreremo anche qualche problema, come in Malesia. Le prime 2-3 gare ci diranno il valore reale della moto». Claudio Domenicali, a.d. Ducati, cosa le ha detto? «Era contento che fossimo subito davanti, non se l’aspettava. Avessimo vinto sarebbe stato al 7° cielo. L’appetito del resto vien mangiando». In quel campo lei è un esperto. «Amo mangiare e bere. Ho una bella cantina». Il risultato del Qatar è una buona occasione per approfittarne. «Un po’ di festa l’ho già fatta con gli amici lunedì, ma ci siamo accontentati di un bar. Ci rifaremo nel weekend».

Dall’Igna «ERO IL NEMICO N°1, ORA STO RIPORTANDO LA DUCATI IN ALTO» L'IDENTIKIT LUIGI (GIGI) DALL’IGNA NATO IL: 12 LUGLIO 1966 A: THIENE (VICENZA) STATO CIVILE: SPOSATO CON LUCIA HA DUE FIGLI, ANNA (7) E ANDREA (3)

1990 Laurea in ing. meccanica con tesi sulla scocca in carbonio di una Gruppo C. Lavora da Michelotto 1992-2003 Assunto nel reparto corse Aprilia Resp. motore 2T (‘94), poi di 125 e 250 (‘99) e MotoGP (‘03) 2004 Direttore tecnico Derbi 2005 Dir. tecnico competizioni Piaggio 2013 In novembre diventa direttore generale Ducati Corse MONDIALI VINTI 22 in 125 (12 piloti e 10 cost.), 20 in 250 (10+10) 5 in Sbk (2+3)

L’INTERVISTA di PAOLO IANIERI

Q

uando il caso ci mette lo zampino. La Ferrari oggi avrebbe potuto avere al suo servizio un ingegnere geniale, ma la moto italiana sarebbe orfana di uno dei tecnici più capaci che le corse dell’ultimo ventennio ci abbiano regalati: Gigi Dall’Igna. «Il mio primo lavoro è stato alle Officine Michelotto di Padova. Giuliano era preparatore di Ferrari da competizione, la tesi in ingegneria meccanica l’ho fatta nella sua officina. Tema: calcolo di una scocca in carbonio di una Gruppo C. Sono rimasto un paio di anni, Michelotto seguiva per la Ferrari le F40 nel campionato Imsa, frequentavo spesso Maranello. Poi, quando il programma fu chiuso, cominciai a guardarmi intorno. E la mia fortuna fu incontrare Jan». Jan è Witteveen, l’ingegnere olandese che per 15 anni, dal 1989 al 2004, ha diretto il reparto corse Aprilia, portando Noale a dominare tra le piccole e medie cilindrate. E Dall’Igna, oggi direttore generale di Ducati Corse, dal lui assunto nel 1992, è cresciuto diventandone prima delfino e poi il successore quando, con l’acquisto dell’Aprilia da parte della Piaggio, nel 2004 la proprietà passò da Ivano Beggio a Roberto Colaninno. «Con Jan ho sempre avuto un gran rapporto» riconosce Dall’Igna, che a Noale è rimasto fino a fine 2013, portando l’Aprilia al vertice anche nel Mondiale Superbike. Quando i due si sono rivisti a Losail, l’ingegnere veneto è quasi arrossito mentre il vecchio maestro gli faceva i complimenti: «Io avrei fatto esattamente la stessa moto. Bravo. Poi, se ti va, avrei un paio di idee da discutere». «Quando vuoi» la replica. Ingegnere, ha detto che i treni anche se passano una sola volta vanno presi al momento giusto. «Ci vuole intuito. Ducati non è stata una scelta del tutto razionale, anche se da ingegnere tendo a esserlo. Sentivo che era il momento giusto». Da quel momento, quanto successo! E’ stato difficile? «È venuto tutto abbastanza bene. L’inserimento in Ducati Corse era tanto importante quanto difficile, perché per loro io ero il nemico. Non era semplice né scontato riuscirci. La GP15 ha comportato tanto la-

voro per capire cosa serviva, anche se poi tutto è stato relativamente facile, dalla prima accensione al debutto in gara del Qatar. I problemi che abbiamo incontrato sono decisamente più piccoli di quanto ipotizzassimo». È la moto più facile che ha realizzato? «Anche per l’Aprilia 250 tutto era stato relativamente così facile. Ma se guardo a progettazione e simulazione, mi sento di dire che abbiamo fatto molto di più rispetto a moto precedenti». La GP15 ha corso una sola gara, la strada è lunga. Ma è già la moto della quale è più orgoglioso? «Non posso dirlo, è troppo presto. E ci sono state tante moto che mi hanno dato grosse soddisfazioni, sarebbe ingeneroso. La RSV4 è stata importante, la 250 e la 125 ci hanno dato vittorie e Mondiali. Anche se con la GP15 giochiamo a un altro livello». Dopo un inizio così gli obiettivi cambiano? «È presto per alzare l’asticella, la moto è troppo nuova per averla in mano. Ad Austin sulla carta ci sono

Meglio i vini bolognesi o quelli veneti? «Tutta la vita l’Amarone della Valpolicella, è il mio vino preferito». Com’è la vita lontano da Schio? «Mi pesa un po’, torno il più possibile. Lucia, mia moglie, da sola fa fatica con i figli. Avrei voluto portarli con me, ma Anna, la più grande, iniziava la scuola e farle lasciare gli amici mi sembrava una forzatura». Poi c’è il maschietto. «Andrea. Come Dovi e Iannone. Come poteva chiamarsi secondo te? (e giù una risata; n.d.r.). Gli ho comprato una motina, ma a 3 anni è ancora piccolo. Per ora la usa Anna». Riesce a vivere Bologna? «Ci dormo un paio di volte la settimana, in un agriturismo. Ma a Carnevale li ho portati tutti una settimana in un albergo e ci siamo vissuti Bologna. Che a me piace tantissimo». La gente la ferma per strada? «Succede sì. Ma soprattutto ho conosciuto diversi ristoratori appassionati di Ducati».

DOLORI AL BRACCIO

Oggi si opera Pedrosa fermo 4-6 settimane ● Dani Pedrosa dovrà fermarsi davvero e non per poco tempo. Dopo aver sentito vari specialisti spagnoli, il pilota della Honda Hrc si sottoporrà oggi a un intervento chirurgico per risolvere i problemi all’avambraccio destro che hanno influito sulla prima gara della stagione. La sindrome compartimentale, il fastidio di cui soffre, è comune tra i motociclisti professionisti e consiste in una crescita eccessiva del muscolo rispetto alla membrana che lo contiene. Pedrosa ha cercato una soluzione al problema per tutto l’inverno, dopo averne sofferto la scorsa stagione ed essersi già sottoposto a intervento dopo il GP di Jerez. Il periodo di recupero è stimato in 4-6 settimane. Salterà di sicuro le gare di Austin e Argentina. Il sostituto sarà il collaudatore Hrc Hiroshi Aoyama. © RIPRODUZIONE RISERVATA

E torniamo al punto di prima... C’è qualcosa che le manca della sua vita precedente? «Sciare, soprattutto. E le immersioni». Ha fama di divoratore di libri. Sul comodino? «Ho «100 mila gavette di ghiaccio» di Giulio Bedeschi, sulla ritirata degli alpini in Russia. E sai perché? Tra i protagonisti c’è la mula Gigia». Come la moto di Dovizioso «Esatto». Alpino Dall’Igna... «Quasi. Avevo in mano la cartolina, ma essendo il quarto fratello l’ho scampata. Meno male. Avessi fatto la naja, chissà dove sarei finito...». © RIPRODUZIONE RISERVATA

Andrea Dovizioso, 29 anni, in sella alla Ducati GP15: in Qatar è finito 2o dietro Rossi MILAGRO


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Ciclismo R Il caso

LE TAPPE DELLA VICENDA

Claudio Ghisalberti Luca Gialanella

N

ove ore di battaglia, iniziata alle 10 (in leggero ritardo perché mancavano i delegati dell’istituto di scienze dello sport di Losanna) e terminata poco prima di cena, tanto che Alexandre Vinokourov ha dovuto cambiare volo per rientrare a Nizza. Ma il caso Astana non si poteva certo concludere in una giornata sola. In ballo non c’erano la licenza sportiva del team kazako, la possibilità di continuare nel WorldTour o di essere cancellati. Sul tavolo, soprattutto la credibilità del ciclismo e una «superpotenza», una squadra-stato la cui immagine è quella di Vincenzo Nibali, il re del Tour, che ha fatto dell’onestà sportiva il marchio vincente. E così Pierre Zappelli, presidente della Commissione Licenze (4 membri), l’organismo della federciclo mondiale che assegna o ritira il titolo sportivo, ha deciso: udienza aggiornata a venerdì 24 aprile, sempre a Ginevra. Il caso è molto complicato. TENSIONE Udienza tesa. Con i rappresentanti dell’Uci, dell’istituto di scienze dello sport di Losanna e dell’Astana, guidata dal general manager Vinokourov. L’Astana merita di perdere la licenza World Tour? Caso politico-sportivo delicatissimo. L’Uci stessa è spaccata, alcuni presidenti come Di Rocco e Makarov (Russia) si schierano apertamente per l’Astana.

VENERDÌ 3 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

LE POSITIVITA’ E LA LETTERA Nel 2014, 5 positività in Astana: i fratelli Iglinskiy e lo stagista Davidenok nel WorldTeam, più due nella Continental. Contro l’Astana, ci sarebbe una lettera dello svedese Kessiakoff, a cui dopo 4 anni non è stato rinnovato il contratto

A DICEMBRE LA LICENZA Il 10 dicembre l’Astana riceve la licenza WorldTour, necessaria per partecipare alle più importanti corse al mondo ma resta sotto esame: deve essere sottoposta a un «audit» dell’Istituto di scienze dello sport di Losanna

A FEBBRAIO L’ATTACCO Il 27 febbraio, con una decisione senza precedenti, l’Uci chiede nuovamente alla Commissione licenze le revoca di quella dell’Astana. Pesano anche l’inchiesta penale di Padova e i rapporti tra Vinokourov e il medico Ferrari

LE ACCUSE Contestati: la gestione del team, non adatta a contrastare il doping; i rapporti tra corridori e allenatori, troppo lontani tra loro; la capacità dei dirigenti, non all’altezza di un Pro Team; gli incontri troppo rari tra atleti e medici

Così Nibali scrive all’Uci «Io, simbolo di pulizia»

1Astana-Uci, udienza aggiornata al 24 aprile dopo 9 ore di confronto Due pagine del re del Tour alla Commissione licenze: «Credete in me» IL DOCUMENTO ● Ecco la lettera che Vincenzo Nibali ha mandato al presidente Zappelli della Commissione Uci

Il presidente Zappelli, già giudice della corte suprema svizzera, dimostra una volta di più l’indipendenza del suo organismo: non vuole accettare un pacchetto preconfezionato di accuse e documenti.

Vincenzo Nibali, in ritiro sul Teide, non pare prendersela più di tanto. Ieri infatti ha postato su twitter questa foto accompagnata da una frase: «Giorno di riposo fisico e mentale. No stress»

L’INTERVENTO Vincenzo Nibali ieri trascorre un giorno di relax nel ritiro sul Teide, a Tenerife. Ma c’è anche lui a Ginevra. Anzi, è la voce più forte che si alza nella stanza dell’hotel di Ginevra che ospitava l’udienza. Perché in due pagine di email il vincitore del Tour ha parlato. Il testo è stato redatto in francese dall’avvocato Fausto Malucchi, che affianca da sempre Nibali. E comincia così: «Io scrivo a nome e per conto di Vincenzo Nibali, il capitano della squadra Astana, che vuole che voi conosciate i suoi pensieri affinché possiate prendere una decisione equa». Il capitano. Il leader in campo. «Nibali è riconosciuto universalmente come simbolo mondiale della lotta contro il doping, e crediamo che sia molto importante per una squadra avere come capitano un atleta di questo livello sul piano etico. Sul piano dell’immagine, è fondamentale per la credibilità della squadra, poiché il capitano è chiaramente l’atleta per il

GLI SCENARI Se la Commissione licenze toglierà la licenza al team kazako sicuro il ricorso al Tas. La squadra parteciperà alle corse grazie alla sospensiva. Un paio di mesi per la decisione finale. Corridori e staff restano vincolati al team

quale la squadra lavora, e l’uomo con la sua onestà e credibilità caratterizza il lavoro». E poi: «Crediamo che la squadra che vince il Giro 2013 e il Tour 2014, e lo fa con il suo capitano Vincenzo Nibali, il numero 1 del ciclismo mondiale, allo stesso tempo tecnicamente e come simbolo di uno sport onesto e pulito, debba continuare a partecipare a tutte le competizioni. Nell’interesse superiore del ciclismo, dello sport, della giustizia». Ma Nibali tocca anche altri aspetti. Il rapporto dell’istituto di Losanna, per esempio: «L’audit è certamente prezioso in termini di teoria pura, ma manca di elementi di confronto che lo rendono debole nella pratica. E’ il primo tentativo di valutare una squadra ciclistica, però considera soltanto l’Astana, non fa il confronto con altre squadre: manca il metro di paragone. Come si può dire che solo l’Astana non merita la conferma della licenza se lo studio non è fatto su tutte le squadre WorldTour?». Quindi le 550 pagine dell’inchiesta penale di Padova: «Il dossier — scrive Nibali — non può essere utilizzato. Gli atti non sono stati ancora portati all’attenzione di un tribunale e non possono quindi essere considerati credibili e reali. L’inchiesta è ancora a uno stadio precoce». L’email è stata mandata nella casella personale del presidente Zappelli. E, se servirà, Nibali andrà a Ginevra per difendere il suo onore e la sua squadra. © RIPRODUZIONE RISERVATA


Ciclismo R In Belgio

VENERDÌ 3 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

BICI HI-TECH

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CONTENUTO PREMIUM

Wiggins

COSTO BICI COMPLETA

TELAIO Peso: 990 grammi Misure: 10 taglie, da 44 a 59 cm Materiale: Carbon Torayca T1100 1K

(configurazione Sky)

11.000

euro

Costo telaio 4.300 euro

DOGMA K8-S

Il Baronetto nella Foresta di Arenberg

PROGETTAZIONE

11 mesi 12 persone coinvolte in collaborazione con Jaguar Land Rover

+9%

Nei test al Mira Technology Park, in inghilterra, è risultato che alla stessa potenza di 310,2 watt DOGMA K

33,1 km/h

DOGMA K8-S

LA SOSPENSIONE

36,1

Sopra i dettagli dei componenti. L’elastomero (in rosso) è in tre materiali differenti Peso: 95 grammi Regolazione: 3 posizioni

FODERI

DOGMA K8-S

DOGMA F8

K8-S, IL GIOIELLO PER IL PAVÉ PINARELLO LANCIA UN TELAIO RIVOLUZIONARIO. WIGGO CORRERÀ IL FIANDRE E LA ROUBAIX CON LA SOSPENSIONE POSTERIORE CIRO SCOGNAMIGLIO INVIATO A KORTRIJK (BELGIO)

T

utto è cominciato in una domenica di aprile. Bradley Wiggins aveva appena concluso al 9° posto la Parigi-Roubaix 2014. Soprattutto, aveva capito di poterla vincere. «Per provarci di nuovo, abbiamo bisogno di lavorare anche sui materiali. E sulla bici. Ogni piccolo dettaglio può contare». Ed è sempre in una domenica di aprile – un anno dopo – che il Baronetto battezzerà il «regalo». La Roubaix tenterà di conquistarla tra 9 giorni, ma intanto dopodomani, al Giro delle Fiandre, userà per la prima volta in gara la Dogma K8-S targata Pinarello. Il gioiello dell’eccellenza italiana che utilizzerà (come il resto dei compagni di Sky) per cercare l’ennesima realizzazione di un sogno. PROVE Ieri Geraint Thomas, Luke Rowe e Salvatore Puccio hanno provato la bicicletta sui Muri della Ronde, in una giornata fredda e ventosa poi girata al bello. Il Baronetto non c’era, impe-

gnato nell’ultimo atto della Tre Giorni di La Panne targata Kristoff (3 tappe e classifica finale) dove si è tolto lo sfizio di vincere la crono di chiusura, l’ultima corsa con la maglia di Sky da campione del Mondo. «Un ottimo test (per un virus aveva saltato Harelbeke la scorsa settimana, ndr). E ora sotto col Fiandre, abbiamo Thomas che può vincerlo». Intanto a Kortrijk, base del team, non si faceva che parlare della nuova bicicletta, approvata dall’Uci a marzo. La prima nella storia con sospensione.

no Elvio Borghetto, lo storico telaista già presente ai tempi della mitica «Espada» di Miguel Indurain; il capo-officina Piero Durignon; Massimo Poloniato e Paolo Visentin, incaricati dello sviluppo del prodotto, oltre a Luciano Fusar Poli. Dicono: «L’idea è quella di rendere il mezzo più confortevole, attutendo le sollecitazioni del pavé. E riuscire a far sostenere uno sforzo maggiore più comodamente. Il telaio viene a pesare 990 grammi, compresi i circa 95 della sospensione. Più si va forte, e meglio reagisce».

SIMBOLI Già la sigla, K8-S, diPROGETTO Il lavoro è stato cerce molto. La lettera K è un veztosino. I test fatti sul pavé a dizo che indica cobblestones, cembre, a gennaio, a febbraio, cioè pavé. Il numero otto è Wiggins dopo la Roubaix 2014 BETTINI spesso con Wiggins e lontano quello preferito di Fausto Pinadai riflettori. La collaborazione rello, l’anima dell’azienda trevigiana che compe- con la Jaguar, che di Sky è sponsor e fornisce i te da decenni, e da par suo, con i giganti mondia- veicoli, è stata importante per dinamica del veili. La «S» sta per sospensione, ammortizzatore, colo, acquisizione ed elaborazione dati. Mentre la vera novità tecnica: più precisamente «DDS», in pratica non c’è stato un solo dipendente di Pi«Dogma Suspension Sistem». Ieri in Belgio c’era- narello che non sia stato coinvolto in qualche

modo in un progetto che ha assorbito la maggior parte del lavoro degli ultimi mesi. «La difficoltà maggiore – dicono – è stata farci stare tutto in uno spazio così piccolo. Non avevamo riferimenti, perché la classica sospensione da mountain bike è molto più complessa e pesante, naturalmente». «Un tempo – spiega Elvio Borghetto, la memoria storica —, non c’era la ricerca che si fa adesso. E i corridori oggi sono più preparati. Prima si pensava soltanto a spingere, a menare, ora da loro arrivano suggerimenti interessanti». MEGLIO Le prove per arrivare al risultato migliore possibile sono state tantissime. In azienda hanno utilizzato un macchinario capace di simulare, in maniera amplificata, le sollecitazioni del pavé sulla bicicletta. C’è già qualche professionista, come Stannard, che pensa di utilizzare la «Dogma K8-S» in tutte le corse. Da fine giugno sarà in vendita, e nell’allestimento più costoso dovrebbe arrivare a 12.000 euro. Senza dimenticare che potrebbe essere la bici regina di Fiandre o Roubaix. Geraint Thomas e Bradley Wiggins ci stanno lavorando... © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Basket R Serie A

VENERDÌ 3 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

EUROLEGA

IL BORSINO DELLE 6 CONTENDENTI DA QUI ALLA FINE 27ª Pesaro

28ª MILANO

29ª Roma

30ª TRENTO

AVELLINO

Reggio Emilia

PESARO

Varese

MILANO

Avellino

MILANO

Brindisi

TRENTO

BOLOGNA

Cantù

PESARO

Bologna

CANTÙ

Venezia

AVELLINO

Sassari

Capo d’Orlando

VENEZIA

Cremona

REGGIO EMILIA

Pesaro

ROMA

ROMA

Pistoia

Caserta

BRINDISI

Cremona

VARESE

BOLOGNA PT. 22

PISTOIA PT. 22

ROMA PT. 20

CREMONA PT. 20

CANTÙ PT. 20

AVELLINO PT. 18

DIFFICOLTÀ:

25ª Varese

26ª CREMONA

BRINDISI

facile

media

difficile

Recupero 21°

Milano

STATO DI FORMA:

scarso

buono

ottimo

Colpo Vitoria Milano con l’Efes appesa a un filo 1I baschi battono

In MAIUSCOLO le gare in trasferta GDS

Da Bologna e Pistoia in giù Ecco chi sogna i playoff

1La volata per gli ultimi due posti: Roma e la difesa super, Cantù

e l’effetto Metta. Cremona in calo, Avellino ha il calendario migliore Vincenzo Di Schiavi

S

otto alle magnifiche 4, Trento e Brindisi hanno un piede e mezzo nei playoff. Poi è bagarre: 6 squadre per 2 posti. A 6 giornate dalla fine ecco le protagoniste di una volata appassionante. BOLOGNA E PISTOIA Due punti di vantaggio sulle inseguitrici, a questo punto, pesano. Ma la Virtus Bologna ha l’obbligo di rispondere al quesito posto da Valli, dopo il, k.o. di Avellino: «Dobbiamo riflettere se il nostro campionato sia finito o meno: senza fame, con la salvezza in tasca, forse è scattato un clic». Nefasto: 3 k.o. nelle ultime 4 gare, con Hazell, Gaddy, Reddic e gli italiani in evidente flessione. In trasferta fatica troppo e deve andare a Cremona, Milano e Trento. La Pistoia di Moretti invece sembra aver finito il rodaggio nel momento giusto: gli arrivi di Easley e Amoroso hanno riequilibrato un roster prima troppo leggero sotto canestro, Hall è un playmaker con i fiocchi e se CJ Williams, guardia dal

grande talento offensivo, è quello visto contro Cantù tutto è possibile. E poi c’è il fattore ambientale: spesso al PalCarrara la tesi Group va oltre i propri limiti. Ed è quello che dovrà fare visto il calendario: all’orizzonte ci sono Brindisi, Reggio Emilia e Milano.

Simone Fontecchio ala di Bologna, 19 anni CIAM

IL GRUPPONE Archiviata l’Europa, dopo aver perso Gibson, miglior marcatore della squadra, e Triche, scappato senza spiegazioni, Roma ha cominciato a correre. Striscia aperta di 3 vittorie. Come? Con la leadership di Stipcevic, la crescita di D’Ercole e Ejim, alzando il livello soprattutto in difesa dove, nelle ultime 3 gare, ha subito 63,3 punti, 10 in meno rispetto alla già ottima media stagionale (è 2a dietro a Milano). Il calendario, con 3 scontri diretti, però è tutt’altro che facile. Cremona è quella messa peggio: 2-7 nel girone di ritorno. I motivi della crisi? Gli infortuni, in sequenza, dell’asse play-pivot (Vitali e Cusin) e del migliore realizzatore (Hayes). Ai problemi dei tre big si aggiunge il calo della panchina: Ferguson, Mian e Gazzotti,

spesso decisivi nella prima parte di stagione, ora sono figure marginali. Inoltre il calendario della Vanoli non induce all’ottimismo. Al di là dell’effetto Metta World Peace, Cantù aveva già un organico per poter ambire ai primi otto posti, ma deve cambiare passo. Nelle ultime 4 partite ha vinto solo con Caserta e il calendario è truce: l’aspettano Milano, Venezia e Sassari. Dopo la beffa di Pistoia, Sacripanti, in riferimento alla pessima prova di Buva, ha centrato il nocciolo della questione: «Veniva da 3 gare dominate. Spero che l’arrivo di Metta non gli abbia messo pressione addosso. Deve essere un valore aggiunto, non coprire quello degli altri». OUTSIDER Frates (Avellino) ha 6 giornate per ribaltare la stagione ed è partito bene. Non ha tempo, come ha spiegato, per agire troppo in profondità. Lavorerà sulle teste di un gruppo che possiede tanta qualità e un Green in più nel motore. Il calendario è abbordabile, ma non si può sbagliare quasi nulla. © RIPRODUZIONE RISERVATA

NBA

l’ala di Houston ha rafforzato la sua candidatura ai danni di Westbrook e Curry

Massimo Oriani

A

colpi di cinquanta alla volta, anzi, stavolta sono 51, James Harden si sta mettendo in tasca il titolo di mvp. Ricordando che il premio (in teoria...) come da denominazione (most valuable player) va al giocatore più utile per i risultati della sua squadra, si può sostenere la tesi che il valore dell’ex ala dei Thunder sia superiore rispetto a quello di Steph Curry per i Warriors o di Russell West-

L

a doccia gelata arriva a sorpresa da Vitoria. L’Eurolega di Milano è ormai appesa a un filo sottilissimo. I baschi infatti domano con una grande gara (avanti anche di 19 punti) il lanciatissimo Fenerbahce di Obradovic e allungano a due vittorie il divario in classifica con l’EA7. I campioni d’Italia ora hanno una sola strada per raggiungere i playoff. Battere stasera (ore 19, diretta su Fox Sports 2) all’Abdi Ipekci l’Efes di almeno 11 punti, superare la prossima settimana il Cska al Forum e sperare che Malaga batta Vitoria e che l’Efes non porti a casa il derby col Fenerbahce. Così si prefigurerebbe un arrivo a tre con l’EA7 davanti. BILANCIO Un domino molto, troppo intricato che consegna a Milano meno del 5% di possibilità. Solo l’aritmetica tiene a galla le ultime esili speranze in quella che sarà comunque ricordata come l’Eurolega dei rim-

Girone E: Maccabi Tel Aviv- Galatasaray Istanbul 81-72; Barcellona-Real Madrid 85-80; Panathinaikos AteneAlba Berlino 66-68. Oggi: Zalgiris Kaunas-Stella Rossa Belgrado.Classifica: Real Madrid*, Barcellona* 10 vinte-3 perse; Maccabi 8-5; Panathinaikos, Alba 7-6; Zalgiris 4-8; Stella Rossa 3-9; Galatasaray 2-11. Girone F: Laboral Vitoria-Fenerbahce Istanbul 93-76; Nizhny Novgorod-Unicaja Malaga 75-94. Oggi: Cska MoscaOlympiacos Pireo; Efes Istanbul-EA7 Milano. Classifica: Cska* 10-2; Fenerbahce* 10-3; Olympiacos* 9-3; Vitoria 6-7; Efes 5-7; Milano 4-8; Nizhny, Malaga 3-10. *: già qualificate. Ai playoff le prime 4 dei due gironi.

A-1 DONNE

Via ai playoff con gara-1 dei quarti ● Scattano oggi con tre gare-1 dei quarti di finale i playoff scudetto di A-1 donne. Questo il programma dei quarti al meglio delle tre partite: Famila Wuber SchioCagliari (20.30); Passalacqua Ragusa-Gesam Gas Lucca (20.30); Umana VeneziaAcqua&Sapone Umbertide (20.30). Domani (ore 18): Fila San Martino di Lupari-Saces

Mapei Coconuda Dike Napoli. Le gare-2 sono in programma per mercoledì 8 e le eventuali belle sabato 11. La stagione regolare è stata chiusa al comando da Schio con due punti di vantaggio su Ragusa. Sono queste due squadre le grandi favorite per la finale. L’anno scorso, così come nel 2013, il titolo andò a Schio.

L’INTERVISTA IN ONDA ALLE 14.15

Harden, punto esclamativo Coi 51 punti sarà lui l’mvp? 1Contro i Kings

il Fenerbahce Stasera l’EA7 deve vincere di 11 punti per sperare

pianti. A cominciare dall’imbarcata interna contro il Nizhny alla prima giornata di Top 16, subita in un secondo tempo da incubo, e proseguendo poi con il crollo in terra basca dove i campioni d’Italia non sono mai stati in partita. Un -19 finale che comunque Milano avrebbe anche potuto ribaltare nel ritorno quando, a 20 secondi dalla fine era sopra di 17, per poi naufragare su alcuni possessi giocati male. Ora serve un’impresa disperata visto che mai Milano è stata in grado di alzare il livello come era riuscita a fare nella passata stagione. Cosa è mancato? Una condizione accettabile da parte di alcuni big in alcuni momenti chiave e un mercato all’altezza delle aspirazioni europee. Perché sono stati soprattutto i nuovi a non dimostrarsi adatti per un basket di così alto livello.

brook per Oklahoma City. Stiamo parlando di una delle volate più tirate nella storia, ma pensando che i Rockets hanno fatto a meno di Dwight Howard per 50 partite (per non parlare degli altri infortunati) eppure sono secondi a Ovest (alla pari con Memphis), dare l’mvp ad Harden sembra la scelta più logica. CIFRE Anche i numeri gli danno ragione. Coi 51 (il primato di squadra restano i 57 di Calvin Murphy nel 1978) nel successo su Sacramento, James è diventato il primo Rocket a superare quota 50 per 2 volte in una stagione (unico a riuscirci quest’anno Kyrie Irving dei Cavs). E’ inoltre primo nella lega con 33 partite con almeno 30 punti e 9 sopra i 40. Ha tentato almeno 10 tiri liberi 30 volte, anche qui il migliore nella Nba. «Senza di lui non saremmo qui,

chi invece la vaniglia. Io non voto, quindi il mio pensiero in fondo non conta nulla». DAVIS Anthony Davis, che in qualsiasi altra stagione sarebbe ampiamente nella lista dei candidati, vota Harden: «E’ dura, c’è tanta gente che sta giocando in maniera incredibile. Ma se proprio devo scegliere dico Harden. E’ nettamente su un altro pianeta, ne parliamo tutti i giorni in squadra, fenomenale». James viaggia a 27.2 punti, 7 assist e 5.7 rimbalzi di media. Dovesse vincere, sarebbe il primo giocatore di Houston a conquistare l’mvp da quando nel 1994 il premio andò ad Hakeem Olajuwon. In precedenza lo aveva vinto due volte Moses Malone (79 e 81). © RIPRODUZIONE RISERVATA

James Harden, 25 anni REUTERS

non ci sono dubbi – racconta coach McHale – Ma ogni anno ci sono 2-3 giocatori che fanno una stagione ad altissimo livello. Non è facile scegliere chi sia il numero 1, dipende dai gusti. E’ come il gelato: c’è a chi piace la fragola, a chi il cioccolato, a

Risultati: Charlotte-Detroit 102-78; Orlando-San Antonio 91-103 (Belinelli 12); Washington-Philadelphia 106-93; Boston-Indiana 100-87 (Datome n.e.); New York-Brooklyn 98-100 (Bargnani 22); Houston-Sacramento 115-111; Milwaukee-Chicago 95-91; MinnesotaToronto 99-113; Oklahoma City-Dallas 131-135; Utah-Denver 98-84 (Gallinari 8); Portland-LA Clippers 122-126; LA Lakers-New Orleans 92-113.

Metta a GazzettaTv «Kobe, ti aspetto a Cantù» ● Metta World Peace è il più classico esempio del professionista tutto tondo. Non importa se l’allenamento è nel pomeriggio, la sua disponibilità mattutina per le telecamere di GazzettaTv fa parte dell’ex giocatore Nba e del rapporto con la stampa che da quella parte dell’Oceano è molto diverso rispetto all’Europa. L’intervista a Panda andrà in onda integralmente oggi alle 14.15 nel corso del rotocalco settimanale «Sottocanestro», (ma anche domani nel prepartita). Metta ha parlato dell’impatto col campionato italiano dopo la partita persa al supplementare a Pistoia («Incredibile tifo da entrambe le parti, non ho mai visto nulla di simile neppure nei college Usa»), del suo debutto al Pianella, domani alle 20.30 sempre su Gazzetta Tv contro Capo d’Orlando, che ha perso Basile per 3 settimane per uno stiramento («Mi hanno

detto che il nostro pubblico è caldissimo, avrei voluto giocare in casa la prima, non vedo l’ora di poter scendere in campo»), di Kobe Bryant, suo ex compagno ai Lakers («Gli ho mandato un sms dicendogli di venire a giocare qui con me») ma anche di Nba, eleggendo San Antonio come sua favorita: «Penso sia ancora la squadra da battere – ha detto l’ex Ron Artest – Soprattutto perché ha un giocatore come Kawhi Leonard che mi ricorda molto me stesso a inizio carriera. Ma non sottovaluterei i Warriors».

Metta World Peace, 35 anni CIAM


Basket R Usa: da domani le Final Four universitarie Riccardo Pratesi

C

i siamo. La febbre da Final Four impazza, in America. Domani a Indianapolis si giocheranno le semifinali del torneo universitario. Duke-Michigan State prima, Kentucky-Wisconsin poi. Sono rimaste in 4, delle 68 squadre – sulle 350 che concorrono in Division I – che avevano iniziato il Torneo Ncaa ad eliminazione diretta il 17 marzo. Con le sorprese, il colore, il pathos e le tante partite in tv che fanno urlare, gioire e disperare gli americani.

IL TORNEO E’ splendido per le emozioni che regala. Il livello di basket è discreto. Ma ti tiene incollato allo schermo: questi ragazzi, non pagati neanche un dollaro, «studenti atleti» con borsa di studio gratuita, danno l’anima. Non sono mancati i colpi di scena, sinora. Quando la Cenerentola Georgia State ha eliminato Baylor, testa di serie n. 3, con un canestro all’ultimo secondo di RJ Hunter, suo papà Ron, il coach, che si era rotto il tendine d’Achille nelle celebrazioni della qualificazione al Torneo, ha di nuovo perso la testa. E’ caduto, divincolandosi, dalla sedia su cui seguiva la partita, prima di abbracciare il pargolo da terra. Quando Villanova, una delle 4 teste di serie n.1,

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LA GUIDA

Willie Cauley Stein, 21 anni, ala di Kentucky, nei quarti contro Notre Dame AFP

SAN ANTONIO @rprat75

OBAMA Tutti col bracket in mano, il tabellone dei pronostici, sfidando gli amici. Pronostici complicati: il Torneo lo giocano ragazzi dai 19 ai 22 anni, le certezze sono minime. Può bastare una lite con la ragazza, un esame andato male, la paura di una figuraccia in televisione nazionale per far impazzire le variabili dei risultati immaginati. Anche il presidente Obama si è cimentato nella compilazione del bracket. Scelte «da politico»: la favorita Kentucky pronosticata campione... Il college basket, in questo periodo, negli States si guarda cosi: bracket davanti, per tifare per il tuo pronostico in caso di partite per le quali altrimenti saresti neutrale. Maglietta del college dove ti sei laureato. Una porzione gigante di popcorn e junk food assortito, bibite a litri e magari qualche giorno di ferie. Altrimenti, basta accendere il pc in ufficio. Non si parla d’altro. Non si vede altro. Atmosfera tipo pre Superbowl, per 3 settimane. Persino i giocatori Nba in spogliatoio, guardano le partite…

VENERDÌ 3 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Le Final Four si disputano al Lucas Oil Stadium di Indianapolis, casa dei Colts del football Nfl, con una capienza di oltre 70.000 spettatori. Il biglietto meno caro sul mercato secondario (per assicurarseli a prezzo di costo bisogna essere estratti in una lotteria che si chiude quasi un anno prima) costa 157 dollari, il più caro 9149. SEMIFINALI Le semifinali si giocheranno domani notte, col seguente programma: ore 00.09 Duke-Michigan State; ore 2.49 Kentucky-Wisconsin. FINALE Nella notte tra lunedì e martedì alle ore 3 tra le vincenti delle semifinali. Non c’è sfida per il terzo posto. ALBO D’ORO RECENTE 1987 Indiana; 1988 Kansas; 1989 Michigan; 1990 Unlv; 1991 Duke; 1992 Duke; 1993 North Carolina; 1994 Arkansas; 1995 Ucla; 1996 Kentucky; 1997 Arizona; 1998 Kentucky; 1999 Connecticut; 2000 Michigan State; 2001 Duke; 2002 Maryland; 2003 Syracuse; 2004 Connecticut; 2005 North Carolina; 2006 Florida; 2007 Florida; 2008 Kansas; 2009 North Carolina; 2010 Duke; 2011 Connecticut; 2012 Kentucky; 2013 Louisville; 2014 Connecticut. UNIVERSITA’ PIU’ VINCENTI Ucla 11; Kentucky 8; Indiana e North Carolina 5; Connecticut e Duke 4; Kansas e Louisville 3. ALLENATORI PIU’ TITOLATI John Wooden (Ucla) 10; Adolph Rupp (Kentucky) e Mike Krzyzewski (Duke) 4; Bobby Knight (Indiana) e Jim Calhoun (Connecticut) 3.

I quattro santoni in panchina che fanno impazzire gli States

1I tecnici Calipari (Kentucky), Krzyzewski (Duke), Izzo (Michigan State) e Ryan (Wisconsin) si contendono il titolo Ncaa. Con gli Usa, presidente Obama compreso, incollati alla tv

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● Le vittorie di Kentucky, che si presenta a Indianapolis imbattuta. L’ultima a vincere il titolo senza sconfitte fu Indiana nel 1976 con un bilancio di 32-0

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● Le Final Four raggiunte da Coach K con Duke, che eguaglia il primato collegiale del compianto John Wooden, leggendario tecnico di Ucla

è uscita contro North Carolina State ha commosso gli States la suonatrice di flauto piccolo della banda della scuola che, con le lacrime che le rigavano il volto, continuava imperterrita a suonare. O la storia di Mike Brey, allenatore di Notre Dame, che nel giorno in cui ha saputo della morte della mamma ha battuto al supplementare Butler. Raccontando soltanto dopo alla squadra il suo dramma e rivendicando un aiuto dall’alto. GIOIA Lacrime anche di gioia: al Regional di Houston il senior (4° e ultimo anno) di Duke, Cook, ha pianto abbracciato a Coach Krzyzewski nei secondi

finali. Quando ha realizzato che la sua carriera si sarebbe chiusa alle Final Four. I ragazzi dei Blue Devils, dopo il trionfo in Texas, hanno dato un esame on line sull’aereo del ritorno... SARDO Il sardo Riccardo Fois, nel coaching staff di Gonzaga, battuta da Duke a un passo dalle Final Four, spiegava: «Siamo partiti per Houston dallo stato di Washington, con 3000 tifosi fuori dal palazzo che ci auguravano buona fortuna. Alcuni dei nostri ragazzi in mattinata, prima del viaggio verso le partite più importanti della loro vita, avevano dato l’esame di scienze politiche. La sera dopo in tv sa-

rebbero stati visti da milioni di americani…». LE PARTITE Gli allenatori sono quattro «santoni». In Nba contano i giocatori. Al college le facce del programma sono gli strateghi. Coach K è quello di Duke (in stagione 33 vinte 4 perse), ma anche della nazionale americana. Ha raggiunto quota 12 Final Four. Record ogni epoca al pari con John Wooden della mitica Ucla. Coach K e Tom Izzo, allenatore degli Spartans di Michigan State (2711), straordinario a marzo, quando conta di più, hanno allenato, sommati, 176 partite di Torneo. Coach Calipari, tecnico

della favorita e imbattuta (38-0) Kentucky, ha conquistato 4 Final Four negli ultimi 5 anni. Ma il monito di Nevada-Las Vegas che nel ‘91 arrivò senza k.o. alle Final 4 e poi perse, non lo fa stare tranquillo. Wisconsin (35-3), infine. Coach Bo Ryan non ha Okafor (Duke) o Towns (Kentucky) i lunghi prossimi 1a e 2a scelta al draft Nba, da matricole. Ha piuttosto 4 bianchi in quintetto. Compreso il super centro Kaminsky, arrivato al college da sconosciuto che se ne andrà col premio di giocatore dell’anno, probabilmente. E chissà, forse con un titolo nazionale. Lo scopriremo presto. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Tennis R A Miami

Che Suarez: finale e top 10 Nishikori fuori con Isner 1 Petkovic k.o.:

Carla è la terza spagnola tra le 10 dopo Sanchez e Martinez

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arla Suárez Navarro non si ferma più. La giovane spagnola che ha smontato i sogni di gloria di Venus Williams nei quarti di finale ha smontato anche la tedesca Andrea Petkovic 6-3 6-3 conquistando così la finale del torneo femminile a Miami. La numero 12 al mondo è anche la prima spagnola in oltre 20 anni a raggiungere questo risultato dopo Arantxa Sanchez, che ha sollevato il trofeo di Key Biscaine nel 1993, dopo aver battuto Steffi Graf. Contro una

Petkovic in giornata no e che non l’ha mai messa in difficoltà, la Suarez è sembrata completamente a proprio agio: «Ho giocato un buon match - ha detto Carla dopo la partita -. Per me e per la mia fiducia è stato molto importante portare a casa una partita così difficile e importante. Ho cercato di fare il mio gioco e di divertirmi». E dire che la tedesca era arrivata fino alle semifinali senza perdere un set e concedendo appena 18 game dall’inizio del torneo. Le due si erano affrontate di recente anche nella finale di Anversa, ma Carla aveva dovuto abbandonare il campo per un infortunio al collo, regalando così il titolo alla tedesca. TOP TEN L’allieva di Xavier Budó entra così nella storia del tennis spagnolo come la terza giocatri-

ce a entrare tra le prime 10 al mondo dopo Arantxa Sanchez e Conchita Martinez. «Un sogno ha detto Carla -. Giocarmi il titolo a Miami è il premio di tanta fatica durante l’anno. E’ per giocare partire come questa che si fatica e si fanno sacrifici». Nel curriculum di Carla Suarez Navarro, 26 anni, appare un solo titolo Wta conquistato in Portogallo in primavera. Il sogno resta comunque il Roland garros per la ragazza figlia di un ex giocatore di pallamano e di una ginnasta, cresciuta a Las Palmas ma trasferita a Barcellona a 20 anni per inseguire una grande carriera. FLOP NISHI Nei quarti maschili Kei Nishikori esce a sorpresa contro John Isner. L’americano numero 25 del ranking si sbarazza dell’allievo di Micheal Chang, numero 5 al mondo , in appena

LA EX N.1

Hingis doppista Dopo 17 anni c’è aria di Fed Cup

Carla Suarez Navarro, 26 anni, da lunedì sarà nella top 10 AFP

RNei quarti uomini,

l’americano piega l’allievo di Chang in poco più di un’ora

un’ora e 10 di gioco col punteggio di 6-4 6-3. Isner è quindi il terzo semifinalista dopo Murray e Berdych. f.co. Risultati, quarti uomini: Isner (Usa) b. Nishikori (Giap) 6-4 6-3. Donne, semifinale:Suarez (Spa) b. Petkovic (Ger) 6-3 6-3. Quarti: Halep (Rom) b. Sephens 6-1 7-5. © RIPRODUZIONE RISERVATA

● La nuova vita di Martina Hingis come doppista, attualmente al numero 5 del ranking in coppia con l’indiana Mirza, potrebbe riportarla a vestire la maglia della nazionale svizzera. Heinz Günthardt , capitano svizzero di Fed Cup ci sta facendo un serio pensiero: «Martina Hingis è la migliore doppista su piazza, e la nostra squadra non potrebbe che trarre beneficio dalla sua eventuale partecipazione». A 34 anni suonati e 17 dalla sua ultima apparizione dunque, l’ex numero uno al mondo potrebbe tornare in nazionale. La sua ultima partecipazione risale alla finale del 1998 quando la Svizzera fu sconfitta dalla Spagna 3-2 e nel triennio 1995-98 Martina ha giocato 30 match di Fed Cup con 26 vittorie e 4 sconfitte.


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Siamo in onda R

VENERDÌ 3 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

MATTINA 7 e 7.15 Gazzetta News 7.30 e 7.45 Gazzetta News 8 e 8.15 Gazzetta News 8.30 e 8.45 Gazzetta News 9.05 Campioni a confronto 9.30 Explorers: avventure pericolose 10.05 Sport Science 11.05 Condò Confidential

11.30 Campioni a confronto 12.05 The Speedgang - La banda dei motori 13, 13.30 e 14 Gazzetta News POMERIGGIO 14.15 Gazzetta News Sottocanestro 14.45 Autogol News 15.05 Sfide senza limiti - 1^ TV 15.30 Campioni a confronto - 1^ TV

16.05 Sport Science 17.05 The Speedgang - La banda dei motori 18.05 Sfide senza limiti 18.30 +3 Fantanews - 1^ TV 19 Calciomarket SERA 19.30, 20 e 20.30 Gazzetta News 20.45 Autogol News

21.05 Condò Confidential 21.35 The Speedgang - La banda dei motori 22.30 Campioni a confronto 23.00 Calcio Market 23.30 Gazzetta News 0.00 Gazzetta News Sottocanestro 0.30 Calcio Market dalle 9 ogni ora il notiziario 11x90

Weekend in HD con volley e basket

1Da Sotto Canestro, alla Champions di pallavolo, a Cantù-Capo d’Orlando: tutto in alta definizione

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icchissimo fine settimana pasquale (prolungato) sul canale 59. Il grande weekend del basket su Gazzetta Tv si apre oggi alle 14.15 col consueto rotocalco “Sottocanestro”, condotto da Michele Gazzetti con Luca Chiabotti. Questa settimana sarà ospite degli studi di via Rizzoli Carlo Recalcati, allenatore della Reyer Venezia che domani sfiderà Reggio Emilia in uno scontro tra due delle tre sfidanti di Milano per lo scudetto (l’altra è Sassari). L’Umana è attualmente seconda alla pari del Banco di Sardegna, con la Grissin Bon che insegue a due soli punti. Nel corso di “Sottocanestro” andrà inoltre in onda l’intervista realizzata al Pianella con Metta World Peace. Domani sarà poi la volta dell’anticipo della 25° giornata di serie A, che vedrò in campo proprio l’Acqua Vitasnella Cantù dell’ex Ron Artest, impegnata in casa contro l’Upea Capo d’Orlando (diretta dalle 20 con lo studio prepartita, palla a due alle 20.30). DA STETTINO Domani dalle 14 alle 15 pre-campionato di calcio con Gazzetta live prima di

cedere la linea al segnale che prima semifinale di volley si arriverà dalla Polonia dove torna a Gazzetta live con le l’Unendo Yamamay Busto Arsi- partite del campionato di calzio sfiderà nella prima semifi- cio di serie. nale di Champions League le padrone di casa del Chemik DUE FINALI Domenica, alle 15 Police, compagine che nelle ul- e alle 18 sono in programma le time due stagioni ha perso ap- finali di Champions League pena un paio di partite e che è (nell’altra parte del tabellone una delle grande favorite della ci sono le fortissime squadre di competizione, anche perché Istanbul, Eczacibasi, guidata supportata dal caloroso pub- da Gianni Caprara e il Vakifblico polacco. bank di GioPer la squadra vanni Guidetallenata da Nel fine settimana ti) in un derby Carlo Parisi si 4 incontri di volley turco-emiliatratta della seno visto che i conda finale due tecnici soin diretta e una di Champions il primo gara della serie A no in due anni e bolognese ci arriva (e (Medicina) e dal Pianella questo è davil secondo vero un punto modenese che di merito) con la formazione viene da una lunga tradizione più giovane fra le 4 che sono familiare. Il lungo weekend paarrivate alle final four: una me- squale si chiude lunedì sera dia di 25 anni e 4 mesi! Nella con gara-1 dei quarti dei prima esperienza furono terze, playoff femminili: Pomì Casala Istanbul nel 2013, oggi vor- maggiore contro Metalleghe rebbero di più anche se il pro- Sanitas Montichiari. Per quenostico non le vede certamente sto weekend la qualità delle favorite. Rachele Sangiuliano trasmissioni sarà molto vicina e Gian Luca Pasini racconte- all’HD, un’alta definizione che ranno le gesta di Diouf e com- premierà ancora di più gli appagne in questa avventura eu- passionati che sceglieranno il ropea. Appena terminata la canale 59.

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Selfie con le tifose per Valentina Diouf TARANTINI

Carlo Recalcati, 69 anni, allenatore di Venezia CIAM

clic

COME RISINTONIZZARE I VOSTRI TELEVISORI E VEDERE IL CANALE 59 ● Eseguire le seguenti procedure. Se possiedi Tv o Decoder Digitale Terrestre 1. Premere il tasto MENU sul telecomando 2 Selezionare Impostazioni/Avanzate 3. Posizionarsi sulla voce relativa alla Sintonizzazione automatica dei canali e premere il tasto OK, accedi alla configurazione dei canali 4. Impostare Modalità di sintonia dei canali su DTV 5. Posizionarsi sul pulsante Avvia scansione e premere il tasto OK per avviare la ricerca. Soluzione dei problemi Se avete già provveduto alla risintonizzazione senza esito e il vostro televisore è collegato ad un sistema con antenna centralizzata, fate verificare dal vostro antennista che sia presente nella centralina dell’antenna stessa il modulo (o filtro) necessario per la ricezione dei segnali tv del canale/mux 55 (frequenza 746 MHz), quello che supporta anche il canale 59 di Gazzetta Tv. Se il modulo manca, fatelo inserire: è un’operazione molto semplice. Se possiedi una Sky Digital Key 1. Premere il tasto Menu del telecomando SKY e premere OK per accedere al digitale terrestre 2. Premere il tasto rosso (Ricerca) e lasciare inviata la configurazione 3. Premere due volte il tasto rosso (Avvia ricerca) 4. Attendere il completamento dei canali e quindi premere OK


Vela R Coppa America

VENERDÌ 3 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

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LE QUATTRO PARTECIPAZIONI DELLA BARCA DI PRADA

1999-2000 Prima partecipazione, largamente italiana, nata in sordina con De Angelis timoniere e skipper. Trionfale vittoria nella Vuitton Cup prima di crollare con New Zealand nell’America’s Cup

2002-2003 Siamo ancora in Nuova Zelanda. La barca non fila, si incolpa il progettista e si ricostruisce lo scafo quasi dal capo, ma i risultati non arrivano e finisce con un mezzo fallimento, in semifinale

2007 Dopo la vittoria di Alinghi si va a Valencia, c’è anche Telecom e Tronchetti Provera. Spithill al timone. Euforia con la vittoria su Oracle. Poi nella finale di Vuitton Cup ride solo New Zealand: 5-0

«Basta compromessi regole non rispettate» Luna Rossa se ne va

2013 Si va a San Francisco coi i catamarani (qui il varo con Miuccia Prada), ma la campagna parte in ritardo. I concorrenti sono 4: Luna Rossa si ferma in finale della Vuitton Cup coi kiwi

fL’ANALISI

Una barca che ha cambiato la vela e l’Italia

1Bertelli detta la linea: «Anche se dolorose, certe scelte vanno prese». I sospetti sulle scelte di Oracle: «La crisi non c’entra»

Gian Luca Pasini

«N

ello sport, come nella vita, non si può rincorrere sempre il compromesso del compromesso del compromesso». Basterebbe questa frase di Patrizio Bertelli a chiudere (forse, mai dire mai, ma per ora è certamente così) una parentesi lunghissima della storia della Coppa America non solo italiana, ma anche mondiale. Cominciata a fine Anni ‘90, è arrivata fino a ieri pomeriggio, quando Patrizio Bertelli stesso ha radunato l’equipaggio (nella base di Cagliari) e comunicato quello che in tanti avevano iniziato a intuire. Già il 26 marzo Luna Rossa se ne era uscita con un comunicato stampa, a seguito della prima decisione dei vertici della Coppa America e degli altri sfidanti di ridurre le dimensioni dei catamarani (peraltro si attende ancora la misura definitiva). E questo è il punto cruciale di tutta la vicenda. PRECOSTITUITE «Questo radicale cambiamento comporta anche uno spreco di importanti risorse già investite sulla base del regolamento sancito nel giugno dello scorso anno, cosicché la addotta pretesa di contenere i costi si rivela un puro pretesto volto ad annullare il lavoro di ricerca e sviluppo di alcuni team, favorendo invece precostituite posizioni tecnico-sportive mediante il cambio del principale elemento della gara, la barca», si legge nella nota diramata da Luna Rossa. E qualche dubbio è lecito farselo sorgere visto quello

che aveva dichiarato Larry Ellison, il grande capo di Oracle, ovvero il team che detiene il trofeo, pochi giorni dopo la conquista della Coppa, nel settembre 2013 in un video che si trova su Youtube: «No, non useremo più queste barche così grandi (Ac72), ma siamo intenzionati a utilizzare gli Ac45, resi più veloci e volanti...». Ma come faceva un anno e mezzo fa a sapere cosa avrebbero deciso i team? Ragionevolmente verrebbe da pensare che la crisi economica tirata in ballo non c’entri nulla e che la riduzione dei costi sia solo un paravento

IL NUMERO

7

Nella 4 campagne di Coppa America sono state varate 7 barche chiamate Luna Rossa, nell’arco di quasi 18 anni dietro al quale si nascondono gli americani e le squadre che forse non avrebbero avuto la forza di allestire una sfida per il 2017. Ma il sospetto è anche peggiore: che avendo visto qualcuno più avanti nella progettazione, come Luna Rossa e (probabilmente) New Zealand, si sia voluto buttare all’aria il tavolo con tutte le carte già date. «Bravi, bravi. Spiegateglielo voi che non si possono cambiare le regole a questa maniera. Nello sport ci sono principi che vanno rispettati», diceva ieri un Patrizio Bertelli abbacchiato e arrabbiato nello

stesso tempo. Forse la verità non la sapremo mai, ma quello che è accaduto in questa settimana di Coppa non ha precedenti in 164 anni di storia. CONTRATTI «Team Luna Rossa si rammarica per le ripercussioni che questa non facile decisione potrà avere sui componenti del Team - anche se tutti gli impegni contrattuali verranno onorati - e sulla manifestazione velica prevista a Cagliari per il prossimo giugno. E naturalmente per la delusione che provocherà nei numerosissimi appassionati che hanno sostenuto Luna Rossa durante le ultime quattro edizioni della Coppa America», si legge ancora nella nota della squadra italiana, a chiudere il cerchio. RIPENSAMENTO Su tutti i social e nelle speranze dei tanti tifosi in Italia, costruiti in 15 anni, la domanda che ricorre è la stessa: “Ci sono margini per un ripensamento?”. Nessuno può rispondere, ma la presa di posizione di Bertelli e il modo in cui è maturata non lasciano margini. E non si vede chi potrebbe farlo recedere. Una telefonata dagli Stati Uniti? Non sembra credibile in questo momento e per la frizione creatasi nei rapporti. E poi forse fa comodo a tanti che Luna Rossa se ne sia andata. Forse era diventata un cliente ingombrante, che ha commesso un errore solo: fidarsi di personaggi che hanno svillaneggiato l’immagine della competizione velica, un tempo la più ambita del mondo. Un tempo, quando correva ancora Luna Rossa... © RIPRODUZIONE RISERVATA

L’Ac72 Luna Rossa in azione nella baia di San Francisco, con il celebre Golden Gate alle spalle BORLENGHI

Luca Bontempelli

E

ra “solo” una canzone per eruditi della musica napoletana. Una folgorazione di una notte di inizio estate dopo una pappa al pomodoro ben riuscita in un ristorante maremmano. Il cielo era a un paio di sfumature di blu dal nero, e quella era lì, tra le stelle, bellissima, a richiamare l’attenzione di Patrizio Bertelli. Fu Luna Rossa da quel momento, 17 anni fa. Da Arezzo, attraverso la Maremma, alla gloria della Vuitton Cup conquistata al primo tentativo, in Nuova Zelanda. Per raccontare la navigazione di Bertelli, la prima pagina è ancora la migliore anche se, a sua volta, è “vecchia” di 15 anni. Ma vibra ancora nel suo splendore: una barca italiana portata da un timoniere italiano (Francesco De Angelis) non era mai stata, e non più da allora, tanto in alto.

OLIMPICA L’ultima pagina della storia di Luna Rossa, invece, sembra essere stata scritta ieri. Se la memoria non imbarca acqua, dovrebbe essere la quinta volta che viene annunciato il ritiro di Luna Rossa, anche se per la verità l’ultima risale ormai a qualche anno fa. In passato il passo indietro è dipeso dalla combinazione di due fattori: la formidabile, genuina passione di Bertelli per la vela, praticata da ragazzo e la difficoltà dello stesso a mediare il proprio approccio diretto alle complicate e fragili regole di questo sport. Ora, di involontariamente ironica, c’è la coincidenza, che questa quinta volta, cioè quella buona, sia stata concepita il primo di aprile. Ma la voglia di sorridere finisce qua. Senza Luna Rossa la vela italiana è molto più povera. La costanza con la quale Bertelli ha investito nell’intero movimento (arrivando sino alle squadre olimpiche) ha permesso un grande salto di qualità complessivo. Un ulteriore cambio di marcia rispetto a Raul Gardini, che per vincere quella stessa Vuitton Cup, 7 anni prima di Bertelli, col suo Moro era ricorso al talento di un californiano dal papà, parigino, Paul Cayard. Luna Rossa ha qualcosa in più, il timoniere di Napoli. Bertelli ha portato Luna Rossa sui libri di storia della vela, come il primo timoniere non anglo sassone nella finale di Coppa. Con Max Sirena il progetto è rimasto a metà. E forse è il rimpianto maggiore. L’Italia velica è sopravvissuta al passaggio di Colombo con gli spagnoli e sopravviverà a questa rinuncia. O no? © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Atletica R Dopo Pasqua il trasferimento Roma

VENERDÌ 3 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Schwazer scrive per lo «sconto» E su Carolina dice «Mi sento in colpa»

Il web è diviso Dalle ostacoliste frecciate ad Alex ● Il progetto per il ritorno di Alex Schwazer alle gare divide il web. Su twitter, l’ostacolista Giulia Pennella scrive: «Io vorrei la squalifica a vita per gli atleti dopati, quindi non accetto e non gioisco per il loro ritorno». E la sua collega Marzia Caravelli la pensa allo stesso modo. Così scrive su facebook: «A me non piace! Resto per la squalifica a vita. Con le buone intenzioni (che non discuto) si possono fare molte altre cose nella vita, mentre con chi è disponibile a fare la lotta al doping si potrebbe cercare di combattere chi ancora cerca di imbrogliare...»

1L’istanza per la riduzione inviata alla Procura

Arrivate al Coni le carte della sua nuova deposizione

Valerio Piccioni

A

lex Schwazer ha firmato ieri pomeriggio l’istanza alla procura antidoping del Coni per chiedere uno sconto sulla sua squalifica, che scade il 29 aprile del 2016. Il varco era stato aperto dal secondo processo sportivo del marciatore, quello che ha punito l’elusione del controllo antidoping la mattinata del 30 luglio 2012 (l’olimpionico sarebbe stato poi trovato positivo nel controllo della sera). I giudici del Tribunale Nazionale Antidoping avevano indicato una strada: una lettera alla Procura per verificare le condizioni per una riduzione non solo sui 6 mesi della seconda squalifica (già scattata, ne sono stati tolti 3), ma anche sui tre anni e mezzo della prima. La «collaborazione fattiva» nel caso di Schwazer riguardava due

LEI NON C’ENTRA NULLA UN GIORNO CHIARIREMO CI VORRA’ TEMPO MA CONQUISTERO’ LA FIDUCIA DEGLI SCETTICI ALEX SCHWAZER MARCIATORE

fronti. La cena in cui i marciatori russi gli avrebbero proposto di cambiare nazionalità e di doparsi nel 2011: il Coni ha trasmesso alla Rusada, l’agenzia antidoping russa, tutti i documenti. La frequentazione di Michele Ferrari, medico inibito dal Coni, da parte di alcuni ciclisti (solo per uno, però, si è arrivati al deferimento). NUOVA COLLABORAZIONE Ora, però, la vicenda si è arricchita di un altro sviluppo: le cinque pagine, che il Coni ha già chiesto e ricevuto dalla procura di Bolzano, in cui Schwazer «integra» (le parole sono sue) la precedente confessione, citando anche a quanto sembra la responsabilità di altri tesserati. I tempi: dal ricevimento dell’istanza, la Procura ha un mese per studiare il caso; un altro mese hanno Wada e Iaaf per dire la loro; infine entro 30 giorni, tocca al Tna fissare l’udienza,

pazienza, un giorno chiariremo». Nelle scorse settimane, la difesa della Kostner aveva chiesto (e ottenuto) a Schwazer la disponibilità ad andare a Losanna a testimoniare. Si tratta dell’unico test citato, ma non è scontato che il Tas ammetta la deposizione.

Alex Schwazer, 30 anni: oro nella 50 km a Pechino 2008 LAPRESSE

che dovrà dire sì o no allo sconto. IN COLPA PER CAROLINA Se ne parlerà a fine giugno. E quello potrebbe essere anche il momento della decisione del Tas sul ricorso di Carolina Kostner, l’anno e quattro mesi con cui la pattinatrice sta pa-

gando il famoso «non c’è» agli ispettori antidoping per coprire il suo fidanzato di allora. Ieri, Schwazer è tornato a Radio 24 sulla questione: «Non mi sento bene nei confronti di Carolina, sì, mi sento in colpa. Mi spiace che lei sia capitata in mezzo a questa cosa, lei non c’entra nulla. Penso che con

HA GIA’ VINTO PULITO Infine, sulla nascita della collaborazione fra Schwazer e Sandro Donati, è intervenuto Sandro Damilano, il tecnico che guidò l’altoatesino a inizio carriera. «Vogliono dimostrare che si può vincere puliti - ha detto Damilano all’Agi - ma Alex ha già vinto pulito nel 2008, a Pechino. Con me sono stati cinque anni a pane e acqua e questo lui lo potrà dire ai nuovi mentori». Damilano, oggi allenatore della nazionale cinese, è convinto che «per il ritorno alle gare credo per lui sia più conveniente a livello internazionale». © RIPRODUZIONE RISERVATA

Pallavolo R Convocazioni azzurre

Berruto presenta la nuova Italia di Juantorena 1Ufficializzate le liste per World League e Giochi Europei di Baku: il cubano naturalizzato c’è. Esclusi Baranowicz e Kovar Mario Salvini

L’

Osmany Juantorena, 29 anni, è italiano per matrimonio TARANTINI

C’È ANCHE ANTONOV Mauro Berruto ha convocato 25 per la World League e 22 per i Giochi Europei C’è Oleg Antonov che ha ottenuto la cittadinanza nei giorni scorsi. WORLD LEAGUE Aimone Alletti (Piacenza); Oleg Antonov (Tours, Fra); Simone Anzani (Verona); Lele Birarelli (Trento); Elia Bossi (Molfetta); Iacopo Botto (Monza); Simone Buti (Perugia); Massimo Colaci (Trento); Andrea Galliani (Monza); Simone Giannelli (Trento); Andrea Giovi (Perugia); Filippo Lanza (Trento); Jacopo Massari (Piacenza); Stefano Mengozzi (Ravenna); Gabriele Nelli (Trento); Adriano Paolucci (Perugia); Matteo Piano (Modena); Giacomo Raffaelli (Club Italia); Luigi Randazzo i (Sansepolcro); Salvatore Rossini (Modena); Giulio Sabbi (Macerata); Davide Saitta (Tolosa, Fra);

Dragan Travica (Belgorod, Rus); Luca Vettori (Modena); Ivan Zaytsev (Dinamo Mosca, Rus). EUROPEAN GAMES Fabio Balaso (Padova); Thomas Beretta (Perugia); Luca Borgogno (Verona); Elia Bossi (Molfetta); Iacopo Botto (Monza); Enrico Diamantini (Potenza Picena); Marco Falaschi (Danzica, Pol); Michele Fedrizzi (Trento);Pasquale Gabriele (Ravenna); Marco Izzo (Corigliano); Jacopo Massari (Piacenza); Daniele Mazzone (Sansepolcro), Tiziano Mazzone (Trento); Sebastiano Milan (Padova); Gabriele Nelli (Trento); Pier Paolo Partenio (Potenza P.); Nicola Pesaresi (Verona); Alessandro Preti ( Milano); Giacomo Raffaelli (Club Italia); Luigi Randazzo (Sansepolcro) Fabio Ricci (Ravenna); Luca Spirito (Molfetta).

Italia è fatta, ed è uno squadrone. Nel senso che mai si era vista una lista così lunga. In tutto 47 nomi, di cui sei ripetuti nelle due rose distinte, quella per la World League e quella per i Giochi Europei di Baku. Dunque 41 giocatori. Anche se è dagli assenti che bisogna partire. Da Osmany Juantorena che non c’è, ma è come se ci fosse. Perché è esplicitamente citato del comunicato federale e lo stesso Berruto spiega: «Ha dato disponibilità vera, concreta. Abbiamo fatto molte chiacchierate, una lunghissima a Roma. E ha deciso. Adesso dovrà sottoporsi a un piccolo intervento per risolvere il problema a un ginocchio. Poi ci sarà. Penso proprio per l’inizio della seconda fase, verso Coppa del Mondo e Europeo, quindi dal 1° agosto. Esattamente lo stesso programma di Simone Parodi, che dopo i playoff si fermerà». KOVAR, BARA E GIANNELLI Altri nomi altisonanti che mancano sono quelli di Kovar e Baranowicz. «Kovar mi ha detto chiaro che non se la sente di fare 12 mesi di pallavolo. Mi dispiace, ma lo ringrazio e rispetto la sua posizione. Baranowicz invece mi ha dato disponibilità, sono stato io che ho dovuto fare delle scelte. Nella scorsa stagione ho creduto che creare competizione tra i palleggiatori potesse essere produttivo. Ma non ha funzionato. E allora, con tutto il rispetto per Mi-

RZaytsev giocherà

schiacciatore: «Ognuno deve fare quel che è meglio per la squadra»

più importante per la squadra. Poi ovviamente ogni idea andrà verificata sul campo. Il fatto che lui possa giocare in più ruoli è un nostro punto di forza». C’è poi da constatare la presenza di ragazzi, giovani e no, non titolari nelle loro squadre. Come Adriano Paolucci: «Uno che l’anno scorso per poco non vince lo scudetto. Ha fatto cose eccellenti, ed è tornato al suo ruolo di panchinaro senza batter ciglio. Andava premiato, lo merita. Per altri giovani (Bossi, Milan…) vale il discorso fatto per Giannelli. E in mezzo Massari, Botto e Raffaelli del Club Italia: in questo momento abbiamo bisogno di far crescere e migliorare il più possibile giocatori di ricezione (Maruotti bocciato, ndr), perché c’è una gran carenza”.

Mauro Berruto, 46 anni TARANTINI

chele, ho dovuto scegliere». Scegliere Travica, intende. «Se sarà giusto lo vedremo. E poi mi interessa la crescita di Simone Giannelli, che intendo mettere nel gruppo della World League: deve misurarsi con contesti di eccellenza assoluta. Compatibilmente col fatto che quest’anno ha la maturità, ragion per cui non è nel gruppo di Baku. L’alternativa in World League sarà Saitta». ZAYTSEV E siamo a Zaytsev. «Dalle convocazioni credo si capisca che l’intenzione sia quella di farlo giocare schiacciatore. E credo che sia ora di uscire dalla dinamica “lui è d’accordo-non è d’accordo’” Quel che un giocatore deve volere è di fare la cosa

TOTIRE PER BAKU Alcuni, è cioè Bossi, Botto, Massari, Nelli, Randazzo e Raffaelli, sono in entrambe le liste. «Nel corso del lavoro vedremo la loro destinazione. Diciamo che nel gruppo per Baku ci sono giocatori più esperti, come Beretta e Falaschi, da cui mi aspetto dei segnali e poi l’ossatura delle squadre che faranno Mondiali Under 23 e Under 21. E infatti sarà guidato da Michele Totire, con Roscini come secondo». Chi potrà - playoff permettendo - si ritrova il 27 aprile all’Acqua Acetosa. Poi, dal 3 maggio a Cavalese. «Che è il posto ideale per lavorare”. In risposta a Zaytsev, che si era lamentato della distanza da Roma... © RIPRODUZIONE RISERVATA

TACCUINO Djuric a Trento Intanto Perugia cerca Dante (niba-an.me.) Trento ha ufficializzato il ritorno di Mitar Djuric che ieri sera ha raggiunto l’accordo. Già oggi si unirà alla squadra e partirà per Piacenza. Intanto a Perugia, dopo il mancato ingaggio di Anderson, salta anche di Felipe (dal 2005 al 2007 a Modena). Il club continua la ricerca: un obiettivo è Dante. BUSTO ALLE FINALI La Unendo Yamamay Busto Arsizio è partita stamattina per Stettino (Pol) dove domani e domenica gioca la Final Four di Champions. Domani alle 15 (diretta Gazzetta Tv) la semifinale col Police (Pol) di Cuccarini. AZZURRINE PER il 5° (a.a.) Non basta alle azzurrine la vittoria sulla Germania per guadagnare la semifinale dell’Europeo Under 18 in Bulgaria. A Samokov la squadra di Marco Mencarelli si è imposta 3-0 (25-21, 25-18, 25-15) sulle tedesche ma chiude al terzo posto il girone dietro a Serbia e Russia. L’Italia ora giocherà per il quinto posto, dopo la pausa, domani alle 11.30 con la Repubblica Ceca, mentre per il Titolo se la vedranno Serbia-Belgio e TurchiaRussia. TROFEO GAZZETTA (c.g.) Con una giornata ancora da giocare il Trofeo va per il secondo anno consecutivo a Aleksandar Atanasijevic, ormai irraggiungibile da Lanza. Trofeo Gazzetta: 98: Atanasijevic, 86: Lanza, 75: Bruno, Kaziyski, 71: Petric, 69: Starovic, 66: Cebulj, Nemec, 63: Urnaut, 61: Sabbi, 59: Sander, Kurek, 58: Ngapeth.


VENERDÌ 3 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

TUTTENOTIZIE OLIMPIADI

Il Cio pubblica le indennità A Bach 225.000 euro l’anno Per la prima volta,il Comitato Olimpico Internazionale ha reso pubbliche le somme versate, a titolo di indennità, ai propri rappresentanti. Ai 102 membri attivi e ai 35 onorari toccano 418 euro di indennità giornaliera nei giorni di servizio, più 6500 euro annui per le spere amministrative. I 14 membri del comitato esecutivo, inclusi i quattro vice-presidenti, ricevono 830 euro per ogni giorno in cui sono impegnati in incontri o in viaggi di lavoro. Quanto al presidente, Thomas Bach, il Cio ha comunicato che non riceve nessuna delle due indennità, ma una somma forfettaria di 225.000 euro l’anno. «L’annuncio dei compensi porterà al Cio risparmi e maggiore trasparenza» ha detto Youssoupha Ndiaye, responsabile della commissione etica. Nello stesso comunicato, il Cio ha chiesto alle altre organizzazioni sportive internazionali di seguirne l’esempio. Il suggerimento sembra indirizzato soprattutto alla Fifa, il cui presidente, Sepp Blatter, recentemente non ha risposto a una precisa domanda sul suo salario.

NUOTO

Dorso in Francia Lacourt trionfa Manaudou k.o.

Camille Lacourt, 29 anni AFP ● (al.f.) Camille Lacourt vince i 50 dorso ai Trials francesi di Limoges: il 29enne di Narbonne, battuto nei 100 di mercoledì, sigla il miglior crono dell’anno (24”56) e mette dietro Stravius, anch’egli qualificato ai Mondiali, e Manaudou, che non gareggerà in questa prova a Kazan. Charlotte Bonnet è la migliore nei 200 sl (1’56”86, 4° t. 2015) mentre Perez Dortona manca per 1/100 il tempo limite nei 50 rana. Uomini: 800 sl Joly 7’51”74 (2° t. 2015), Bouchaut 7’56”39; 50 do Lacourt 24”56, Stravius 24”70, Manaudou 24”77 (1°, 2°, 3° t. 2015); 50 ra Perez Dortona 27”59, Dahlia 28”39; 200 mx Pedurand 2’01”83, Laure 2’02”81. Donne: 200 sl Bonnet 1’56”86, Balmy 1’57”49, Hache 1’58”97, Fabre 1’59”42; 200 fa Grangeon 2’08”68, Van Rouwendaal (Ola) 2’08”74, Wattel 2’09”87. SCOZZOLI SLOVACCO (al.f.) A Banska Bystrica. Uomini: 50 ra Van Der Burgh (Saf) 27”76, Scozzoli 28”09; 100 ra Koch (Ger) 1’01”64, Klobucnik 1’01”71, Van Der Burgh (Saf) 1’01”86, Scozzoli 1’02”99; 200 ra Koch (Ger) 2’10”33.

1SOFTBALL, CASERTA RINUNCIA (m.c.) Il massimo campionato al via domani perde

Caserta dopo il forfeit dell’Unione Fermana. Le campane, tricolori per quattro anni dal 2009 al 2012, hanno rinunciato e quindi da sabato si giocherà con 13 squadre: 7 nel girone A, 6 nel B.

SCHERMA

Cassazione scagiona Cassarà: «Testimone inattendibile» 1Annullata la condanna per atti osceni nel 2007 a Cremona. Dietro l’angolo c’è la prescrizione

Andrea Cassarà, 31: 2 ori olimpici a squadre, un bronzo individuale LAPRESSE

Davide Romani

«T

estimone inattendibile». Con questa motivazione la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza di primo e secondo grado ai danni di Andrea Cassarà e rimandato il tutto a una diversa sezione di Corte d’Appello di Brescia. Il campione di fioretto — due volte oro olimpionico a

IPPICA

Fontanelice 5a nel debutto in Francia ● (e.lan.) C’era grande attesa ieri a Maisons-Lafitte per il debutto transalpino della tre anni ex italiana Fontanelice, imbattuta nelle cinque corse affrontate da puledra tra Milano e Roma e ceduta da Stefano Botti a Katsumi Yoshida. Nel Prix Imprudence (Gr. 3 – m. 1400), al debutto stagionale con vista Poules e Ghinee, l’allieva di Criquette Head non è però riuscita ad andare oltre il quinto posto, rimanendo sul passo lungo la corda. Troppo forte Ervedya (C. Soumillon), che si è imposta da favorita su Ameeneah e Queen Bee. ROSSELLA ROSS PER IL PASS ALL’OLYMPIATRAVET (e.lan.) Occhi puntati oggi in Svezia sull’ippodromo di Karlstad, dove, nel Prins Carl Philips Jubileumspokal, seconda eliminatoria del 35° Olympiatravet, la nostra Rossella Ross (J. Takter) si gioca un posto nella classicissima di Göteborg, in programma il prossimo 25 aprile, tredici anni dopo il secondo trionfo di Varenne, vincitore già nel 2000 su Général du Pommeau.

Fontanelice nel 2014 DE NARDIN

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squadra ad Atene 2004 e a Londra 2012 oltre a un bronzo individuale sempre nel 2004 — il 30 agosto 2007, secondo la denuncia presentata da una signora, si sarebbe reso protagonista di atti osceni a Cremona, in via dell’Annona, zona vicina allo stadio Zini. Con la scusa di chiedere informazioni stradali, l’uomo avrebbe avvicinato la donna, in bicicletta in compagnia del figlio, e si sarebbe masturbato. Dopo i primi due pro-

HOCKEY GHIACCIO

Renon ai rigori Asiago beffata Serie pari: 2-2

Sullivan (Asiago), Rissmiller PATTIS ● (m.l.) Renon vince ai rigori gara-4 di finale con l’Asiago e porta la serie scudetto in parità. Non sono bastati 80’ di gioco effettivo ieri all’Arena Ritten di Collalbo (Bz) per decidere il vincitore di gara-4 (su 7) della finale che assegnerà lo scudetto numero 81. Solo ai rigori ha prevalso. In pista le squadre non si sono risparmiate, intensità e ritmo hanno caratterizzato il match. L’allenatore canadese degli altoatesini Marty Raymond torna sui suoi passi e schiera il portiere titolare, l’austriaco Fabian Weinhandl con backup l’altoatesino Roland Fink. La difesa dei padroni di casa ne acquista in solidità come in gara-1 i 60’ regolamentari non bastano, inutile anche il supplementare. Quindi i penalty: decisivi i primi due segnati dagli altoatesini. Gara-4: Renon-Asiago 4-3 (10, 0-1, 1-1; 0-0; rigori 2-1). Marcatori: p.t. 11’50” J. Kostner (R); s.t. 7’23” Iori (A); t.t. 5’49” Ulmer s.n. (A),13’13” Ansoldi (R). Serie: 2-2. Gara 5: domani: Asiago-Renon (ore 20.30 diretta RaiSport 2).

nunciamenti che avevano riconosciuto colpevole il 5 volte iridato di fioretto – condanna ridotta da 3 a 2 mesi tra il I (con sentenza del giudice Pierpaolo Beluzzi il 23 novembre 2009) e II grado (sentenza della Corte d’Appello di Brescia il 20 dicembre 2013) con la pena tramutata in ammenda di 2.280 euro oltre a 1.000 euro di risarcimento alla parte civile — il colpo di scena in cassazione per un reato che però risulta pronto alla prescrizione dal momento che sono ormai superati i 7 anni e mezzo di «gestazione». LA TARGA «Aspettiamo di leggere con attenzione le motivazioni per capire» il laconico commento dell’avvocato Michela Soldi, legale della signora che, nel 2007, presentandosi per la denuncia, non aveva riconosciuto l’atleta ma aveva trascritto il numero di targa dell’auto, una Lancia Musa, risultata poi essere noleggiata e in uso ad Andrea Cassarà. Lo schermitore si era giustificato dicendo che durante una manovra aveva rischiato di investire la donna che stava sopraggiungendo in bicicletta. «Mi sono scusato facendole un gesto con la mano — aveva spiegato — lei però ha continuato a inveire nei miei confronti». È un misto di soddisfazione e amarezza la reazione del fiorettista difeso in Cassazione dai legali dello studio Bonelli, Erede, Pappalardo: «La sentenza è una magra consolazione. Non mi fa piacere parlare di una vicenda assurda che si è protratta per ben 8 anni che può aver influito negativamente sui miei risultati». © RIPRODUZIONE RISERVATA

BASEBALL

S. Marino, sfida tra i manager più longevi Il secondo turno mette di fronte stasera allo stadio Serravalle San Marino e Bologna, le formazioni più accreditate alla vittoria finale, la regina d’Europa e quella d’Italia. Una gara speciale anche per la presenza in panchina dei due allenatori più longevi. La Fortitudo ha confermato Marco Nanni per la decima stagione, Doriano Bindi è arrivato a 21. Una specie di Ferguson del baseball italiano, insomma. 2° turno, gara-1: ore 20 Parma-Nettuno 2; 20,30 Città di Nettuno-Godo, San MarinoBologna, Padova-Rimini. Classifica: San Marino, Rimini 1000 (2-0 perse); Bologna, Parma, Godo e Padova 500 (1-1); Nettuno2 e Città di Nettuno 0 (0-2). FINALE (r.r.) E’ Isla de la Joventud-Ciego de Avila la finale (su 7) del campionato cubano al via oggi. Per la Isla è la prima volta: in semifinale 4-2 a Matanzas, per Ciego 4-2 su Granma. Intanto c’è tensione tra Giappone e Cuba per Youlieski Gourriel, rimasto in patria ufficialmente per infortunio: Yokohama rescinde il contratto.

ATLETICA ●

GIAMAICANI (si.g.) A parte il pesce d’aprile della rivista giamaicana Trackalerts (18”18 di Usain Bolt nei 200...), i campionati universitari Ncb di Kingston hanno offerto buoni risultati. Uomini. 100 (-0.8): Fisher 10”18. 200: Forte 20”19. Donne. 100 (-1.0): Thompson 11”10. 400: Sh. Jackson 51”81 (mpm ‘15). 100 hs (-2.0): Simmonds 12”91. 400 hs: Russell 55”83 (mpm ‘15).

BOXE ● GOLDEN BOY (r.g.) A Los Angeles (Usa), i due brasiliani Yamaguchi Falcao (4), bronzo a Londra 2012 ed Everton Lopez (1), oro ai mondiali 2011, battendo in semifinale Mangiacapre, tornano stanotte a combattere per la Golden Boy di Oscar De La Hoya, Il supermedio affronta Abraham Hernandez (Mes. 61), il superleggero, Alexander Seyam (Usa 2-2). ● CALENDARIO (i.m.) La Lega ha presentato il nuovo campionato italiano neo pro’: da maggio a ottobre eliminatorie (match di 4 round), novembre e dicembre semifinali e finali (6 round); 12 categorie maschili e 4 femminili; possono partecipare anche i professionisti fino a 3 match. ● DOCUREALITY ITALIA 2 Italia 2, canale free di Mediaset, manderà in onda due docu-reality sulla boxe. Le due produzioni sono girate in una palestra della Campania.

CANOTTAGGIO ● INCIDENTE OXFORD Durante un allenamento sul Tamigi in vista della sfida a Cambridge dell’11 aprile, l’armo femminile di Oxford ha imbarcato acqua e si è impaludato, costringendo l’equipaggio ad abbandonare l’imbarcazione e a farsi portare a riva dai soccorritori.

CURLING ●

MONDIALI MASCHILI Terza vittoria azzurra, a fronte di sei sconfitte, ai Mondiali maschili di Halifax (Can): R.Ceca battuta 9-6. Ieri, nella tarda serata e nella notte italiana, sfide di chiusura a Canada e Finlandia.

GHIACCIO EUROPEI SHORT TRACK NEL 2017 A TORINO L’Isu ha assegnato all’Italia gli Europei di short track 2017: la rassegna si disputerà a Torino, come già nel 2005 e nel 2009, dal 13 al 15 gennaio. Definite sedi e date delle Coppe del Mondo 2015-2016. Short track: Montreal, 30/10-1/11; Toronto, 6-8/11; Nagoya, 46/12; Shanghai 11-13/12; Dresda, 5-7/2; Dordrecht, 12-14/2. Pista lunga: Calgary, 13-15/11; Salt Lake City, 20-22/11; Inzell, 4-6/12; Heerenveen, 11-13/12; Stavanger, 29-31/1; Heerenveen (finali), 11-13/3.

IPPICA IERI 10-13-5-2-1 (e.lan.) A Napoli vittoria ad alta quota di Premier Pride al diciottesimo successo in carriera. 1 Premier Pride (R. Gallucci), 2 Pol De Leon Allez, 3 Oro Caf, 4 No Limits Bi, 5 Reda Lod. Tot. 12,45; 3,30, 1,70, 1,92 (90,11). Quinté: N.V. Quarté: € 1785,09. Tris: € 337,22. ● OGGI QUINTÉ A MONTEGIORGIO (e.lan.) Invito sul miglio per anziani al San Paolo (inizio convegno ore 15.25). Tra i sedici al via scegliamo Oklaoma Ek (7), Match Grif (6), Morgana Bi (8), Navy Bi (13), Orzata Jet (15), Roxy Viking (16). ● SI CORRE ANCHE Tr. Castelluccio (14.45), Padova (15.15). Gl. Roma (14.25).

NUOTO ● VERSCHUREN AL TOP (al.f.) A Eindhoven (Ola), Sebastian Verschuren nuota il miglior crono dell’anno nelle batterie dei 100 sl toccando in 48”25 (23”65 ai 50). Uomini: 800 sl Bernek (Ung) 7’50”42 (1° t. 2015), Weerteman 7’53”38; 200 do Balog 1’58”97, Carlsson (Sve) 1’59”82; 50 fa Cseh (Ung) 23”50. Donne: 50 sl Kromowidjojo 24”35, Heemskerk 24”57 (3°-4° t. 2015); 800 sl Kapas 8’30”40; 200 do Mensing (Ger) 2’11”31; 100 fa Ntountounaki (Gre) 59”41; 200 mx Jakabos (Ung) 2’11”32.

PALLANUOTO ●

Doriano Bindi, San Marino

ANTICIPI Oggi, alle 19, anticipo dell’ultima giornata tra Brescia e Bpm Sport Management (dir. RaiSport 2). Classifica: Pro Recco** 63; Brescia 55; Acquachiara* 47; Sport Management 44; Savona 31; Posillipo* 29; Canottieri Napoli 23; Lazio, Como* 19; Bogliasco 18;

Roma Vis Nova 10; Florentia* 4 (*: una gara in più; **: due in più).

RUGBY ●

NORTH STOP UN MESE Stop di un mese per George North. Un neurologo ha imposto il riposo forzato all’ala del Northampton e del Galles — tre mete contro l’Italia nel 20-61 dell’Olimpico —, dopo che venerdì, in campionato, aveva subito la quarta commozione cerebrale della stagione. A novembre, North aveva saltato il test contro il Sudafrica dopo un colpo al capo subito contro gli All Blacks, e durante il Sei Nazioni avevano impressionato le sue condizioni dopo le due botte subite contro l’Inghilterra. Nei giorni scorsi Barry O’Driscoll, responsabile medico di World Rugby, aveva detto che secondo lui North non avrebbe più dovuto giocare per il resto della stagione. ● NIENTE PASSAPORTO (e.sp.) Bautista Guemes ha firmato per Agen (Pro D2). L’apertura argentino arrivato a Treviso un mese fa, sfumata la possibilità di avere a breve il passaporto italiano (condizione sine qua non, ricercata dallo stesso club), ha deciso di intraprendere l’avventura francese.

SCHERMA ●

MEDAGLIE GIOVANI Ai Mondiali giovanili di Tashkent (Uzb), dopo il bronzo nella spada cadetti di Eleonora De Marchi, iridata uscente sconfitta in semifinale 15-8 dalla romena Predescu, ieri è arrivato l’argento di Lucia Lucarini nella sciabola cadetti: l’under 17 umbra è stata sconfitta 15-9 in finale dalla russa Nikitina.

SPORT INVERNALI SCI VELOCITÀ: SIMONE ORIGONE VICINO AL RECORD Dopo tre giorni di rinvii gli atleti dell Speed Master, la gara in cui si va a caccia del primato del mondo di velocità sugli sci (252.454, S. Origone, 2014) ieri hanno potuto scendere in pista ma per una sola delle due prove in programma e Simone Origone si è dimostrato ancora una volta il più veloce e, con 251.397, ha stabilito la terza velocità di sempre. Per l’ultima picchiata ancora disponibili oggi e domani. «C’è la possibilità di fare il primato — dice Simone — e se fossimo partiti dieci metri più su il primato del mond sarebbe stato migliorato. La pista è difficilissima perché nei primi 200 metri la neve è poca, non la battono con i mezzi meccanici ma a piedi ed è irregolare». Primato personale per Valentina Greggio, 231.809 km/h. ● BOB: RUSSO DOPATO Denis Moiseychenkov, 29enne pilota russo, è stato squalificato dall’agenzia antidoping russa per due anni — con decorrenza dal novembre scorso — dopo essere stato trovato positivo nell’ottobre scorso ai campionati nazionali di Sochi. Non è stata specificata la sostanza riscontrata. In Coppa del Mondo di «quattro», Moiseychenkov vanta un secondo posto a Whistler 2012 e un terzo ad Altenberg 2009.

TUFFI ● AZZURRI IN MESSICO (al.f.) Una selezione azzurra gareggia al Grand Prix Fina di Leon. Sul trampolino messicano ci saranno Chiarabini, Verzotto, Batki e Bertocchi.

Borsa Giavazzi: invio curriculum entro il 13 aprile ● La Gazzetta dello Sport e Rcs Mediagroup istituiscono 10 borse di studio intitolate a Giorgio Giavazzi, caporedattore centrale scomparso nel 1998. Ognuna prevede stage di 4 mesi, garantirà la partecipazione alla vita redazionale e prevederà un rimborso spese. Il bando è riservato a giovani iscritti a un corso universitario o in possesso di una laurea da non più di 12 mesi. I curricula, accompagnati da una breve lettera di motivazione, vanno inviati a borsa.giavazzi@rcs.it entro il 13 aprile. È previsto un colloquio di selezione. La ricerca è rivolta a entrambi i sessi (Legge 903/77) e vale per le sedi di Milano e Roma.


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AltriMondi R

VENERDÌ 3 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

IL FATTO DEL GIORNO “RIMPASTINO” E DINTORNI Il premier Matteo Renzi, 40 anni e il ministro Graziano Delrio, 54, già al dicastero per gli Affari regionali ANSA

educato dal nipote di Dossetti, cioè sinistra e dottrina sociale della Chiesa. Dire Comunione e Liberazione e dire Dossetti è come dire cane e gatto. Ma Renzi non l’ha scelto solo per questo: l’ha scelto perché è un uomo capace (qualità che però non sarebbe stata sufficiente) e perché è un fedelissimo (qualità necessaria). Sta col premier-segretario fin dal primo momento, alle due primarie che lo riguardano ha votato sempre Renzi contro Bersani, alla sua ascesa si sono via via opposti sia D’Alema che Veltroni, che è una specie di patente. Insomma, non ha niente a che vedere con il cuore “pciista” del Pd, ma ha casomai pascolato tutta la vita sui prati della Margherita. Suo padre era un piccolo costruttore edile di Reggio Emilia, abbastanza sfortunato, comunista convinto. Il figlio, cresciuto povero nel quartiere della Rosta Vecchia, fu protagonista di una conversione assoluta, parrocchia dalla mattina alla sera e poi candidatura a sindaco di Reggio Emilia contro i rossi che l’avevano governata da sempre. Vittoria per due volte di seguito (2004 e 2009). Di lì alla guida dell’Associazione dei comuni, poi ministro per gli Affari regionali nel governo Letta, poi con Renzi nel delicatissimo posto di sottosegretario alla presidenza del Consiglio, quello che all’epoca di Berlusconi era occupato da Gianni Letta. Adesso le Infrastrutture e Trasporti, altro ministero-chiave, altra centrale di smistamento di un mucchio di miliardi.

Renzi al posto di Lupi nomina il fedele Delrio Il partito del premier è ormai inarrestabile? 3

1Le Infrastrutture sottratte all’Ncd: Alfano si accontenterà

di un dicastero minore. La scelta segna un cambio di equilibri di GIORGIO DELL’ARTI gda@gazzetta.it

Possiamo scrivere, su un giornale che ha come primo azionista la Fiat, che il cane del nuovo ministro delle Infrastrutture si chiama Lapo?

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Non mi piace questo modo di cominciare gli articoli, non mi piace pro-

prio, e la avverto che potrei riferire… Il nuovo ministro delle Infrastrutture, quello che ha preso il posto del dimissionario Maurizio Lupi, si chiama Graziano Delrio, ha 52 anni, è un medico endocrinologo, ha una moglie di nome Annamaria e nove figli che si chiamano: Emanuele, Elisabetta, Luca, Sara, Michele, Benedetta, Maria Chiara, Teresa, Giovanni. Va meglio?

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Meglio. Il numero dei figli, superiore addirittura a quello dei cattolicissimi Ettore Bernabei o Giuseppe De Rita (otto a testa), mi fa pensare che si tratti di un cattolico. Ultra cattolico, ma di sinistra. Qui notiamo una finezza tipicamente renziana: il precedente ministro era un cattolico di Comunione e Liberazione, cioè business e destra, l’attuale ministro è un cattolico

Ha giurato ieri alle otto di sera. Nel pomeriggio ha risposto ai cronisti, con cui ha da sempre un rapporto cordiale: «Le opere non sono né grandi né piccole ma utili o inutili. E sono utili quando sono utili per la comunità». Non è male, bisogna ammetterlo, come claim.

LE OPERE PUBBLICHE NON SONO NÉ GRANDI NÉ PICCOLE, MA UTILI QUANDO SONO UTILI PER LA COMUNITÀ GRAZIANO DELRIO MINISTRO INFRASTRUTTURE

IL MERCATO DEI VIAGGI

1La compagnia

irlandese nel 2014 ha imbarcato 26 milioni di passeggeri contro i 23 del concorrente

Francesco Rizzo dire che, in questi anni, Ryanair non ha lesinato le trovate pubblicitarie che pungevano l’Italia. Dal «paga le tasse non per i rifiuti ma per viaggiare low cost» (con foto della spazzatura nelle strade di Napoli), al volto di Silvio Berlusconi disperato accanto a Umberto Bossi («solo una cosa mi tirerebbe su... Una scappatella»). Ma, come spiega il giornalista irlandese Siobhan Creaton nel libro Ryanair - Il prezzo del low-cost, pur di pagare meno si accetta-

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Che cosa ci dice questa scelta di Delrio alle Infrastrutture e di una Ncd al Mezzogiorno, politicamente parlando? Che l’avanzata del PdR, cioè Partito di Renzi, si direbbe inarrestabile. Gli alfaniani hanno perso un dicastero di peso e devono ingoiare il boccone amaro di una poltroncina, comunque si chiamerà, irrilevante. Renzi ha avuto il fegato di non assegnare le Infrastrutture nemmeno a un esponente della minoranza interna, mossa che i vecchi dc d’una volta avrebbero compiuto senz’altro per placare la ribellione dei kamikaze democratici che alla Camera voteranno contro l’Italicum. Renzi avanza come un panzer, vuole pigliare tutto e, a quanto pare, ci riuscirà. © RIPRODUZIONE RISERVATA

LA POLEMICA SUI SOCIAL

Jovanotti twitta a Salvini «Ti rispetto» E Fedez attacca

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u Twitter ieri sono volati gli stracci, come spesso succede. La polemica è partita da un politico e alla fine a «litigare» sono stati due cantanti. Il primo a usare la tastiera Matteo Salvini che, riprendendo un intervento di Jovanotti in cui diceva di non essere d’accordo con l’orizzonte del leader leghista perché il suo è quello di una società multiculturale, ha chiamato in causa l’artista con un cinguettìo: «Minestrone Unico Mondiale? No, grazie!». Jovanotti ha risposto con fair play: «È bello avere idee e orizzonti diversi, ti rispetto e ti trovo forte nell’esposizione delle tue. Che le idee danzino è bene». Cinguettìo fin troppo educato per alcuni frequentatori dei social, a partire dal rapper Fedez, che al collega Lorenzo ha subito scritto: «Quando dici “forte nell’esposizione” cosa intendi? Gli insulti razzisti e la xenofobia? Forti sono forti eh, danzarci anche no». Misuratissima, anche in questo caso, la risposta di Jovanotti a Fedez: «Ciao! Razzismo non è idea ma mostruosità (sic) (e anche reato). Mi riferisco alle idee (Europa e euro) sulle quali non sono d’accordo». E mentre gli scudieri di entrambe le fazioni battagliavano sul web, spesso con toni molto duri, è ritornato ad occuparsi dell’argomento Salvini, mettendo un punto su Facebook: «Non mi piace il minestrone unico mondiale di Jovanotti. È senza gusto. Ma apprezzo la sua apertura mentale e tante sue canzoni. Se devo scegliere vado ai suoi concerti, tutta la vita. Da Fedez invece mi aspetto che adotti due rom, due clandestini e due imam estremisti. Per coerenza».

I DATI SUI CONTI PUBBLICI: AUMENTATE LE TASSE

In Italia decolla il low cost Ryanair sorpassa Alitalia

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Non c’era anche la questione di un ministero per il Mezzogiorno o qualcosa del genere? Esisteva un ministero senza portafoglio intitolato agli Affari regionali e lo guidava Maria Carmela Lanzetta, sindaco di Monasterace (Reggio Calabria), civatiana - cioè sinistra-sinistra Pd - ma ritenuta campionessa della lotta alla ’ndrangheta. Maria Carmela a un certo punto mollò il governo e se ne tornò in Calabria (è una lunga storia), gli Affari regionali sono così rimasti vacanti. Renzi parrebbe intenzionato a unificarli con altre competenze e a creare (anzi a ricreare) un ministero del Mezzogiorno. Ministro dovrebbe essere una personalità del Nuovo Centro Destra, il principale alleato di governo. Renzi ha pregato Alfano di scegliere una donna, in modo da mantenere l’equilibrio di genere dentro la compagine governativa. La decisione di creare un ministero del Mezzogiorno è forse un primo tentativo di rispondere alle critiche di questi ultimi giorni: il caso delle tangenti di Ischia, il caso del sindaco di Salerno De Luca, condannato ma vincitore delle primarie, dimostrerebbero, secondo questi critici, che il rinnovamento del partito predicato da Renzi è lungi dal realizzarsi al Sud, dove continuano a dominare incontrastati cacicchi e tangentari.

Michael O’Leary, 54 anni, amministratore delegato di Ryanair FOTOGRAMMABG

no anche aerei scomodi, scali lontani dalle città e chiassose lotterie ad alta quota. I dati dell’Enac (Ente nazionale per l’aviazione civile) lo confermano: in Italia, nel 2014, per la prima volta la compagnia irlandese ha superato Alitalia per numero di passeggeri nei collegamenti nazionali e internazionali, con 26,1 milioni

contro i 23,4 milioni di Alitalia. Seguono Easy Jet a quota 13,4 e Lufthansa a 4,5. Più nei dettagli, Alitalia resta al comando per quanto riguarda i voli nazionali, 12,8 milioni di passeggeri contro gli 8,9 di Ryanair e i 2,9 di Easy Jet. Nel traffico verso l’estero, però, i ruoli si ribaltano: 17,1 milioni di passeggeri per Ryanair con-

tro i 10,5 di Alitalia e i 10,4 di Easy Jet, orami quasi seconda. ELICA In tempi di crisi vince la formula risparmio della compagnia fondata nel 1985, tra gli altri, dall’affarista irlandese Tony Ryan (da qui il nome). Che, all’inizio, copriva solo il tratto Waterford-Londra con un Embraer EMB 110 Bandeirante a elica e oggi conta 9500 dipendenti, annuncia per il 2015 nuove rotte da Roma, Bologna, Bergamo e Catania e «dal 1985 ha permesso ai viaggiatori di risparmiare 11,7 miliardi di euro», calcola il pittoresco a.d. Michael O’Leary, ex barista e consulente fiscale. Il tutto non senza frequenti, forti critiche e contestazioni per le condizioni dei lavoratori. O multe, come quella ricevuta in gennaio dall’Antitrust (550 mila euro) per le modalità di assistenza fornite ai passeggeri, attraverso un call center raggiungibile solo tramite numerazioni a sovrapprezzo, giudicate troppo onerose. Ma Ryanair, a suon di campagne di rilancio dell’immagine («Saremo più gentili», dettò O’Leary alla fine del 2013), fa volare gli italiani. Più di tutti. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Istat: deficit al 3% nel 2014 Pressione fiscale su al 43,5% ● L’Italia si avvia a chiudere la partita 2014 con l’Ue sul rapporto deficit-Pil che l’Istat conferma al 3% con gli ultimi dati trimestrali: nel dettaglio, c’è una crescita delle entrate dello 0,6% a cui ha fatto da contraltare una spesa maggiore dello 0,8%. Ma la pressione fiscale continua a salire, toccando il 50,3% nel quarto trimestre dell’anno e il 43,5% nell’intero 2014. Gli ultimi dati elaborati dall’istituto di statistica arrivano proprio mentre il governo fa gli ultimi ritocchi al Def, il Documento di Economia e Finanza, che approderà martedì al consiglio dei Ministri con le ultime stime che l’esecutivo programma di realizzare per il prossimo triennio. Nel dettaglio, ritoccherà al rialzo le stime di crescita del 2015, portandole dal +0,6% a un +0,7%: una valutazione prudente legata ai dati contrastanti della produzione nel mese di gennaio. In ogni caso, nei grandi numeri della

macchina pubblica italiana tracciati nel conto economico trimestrale delle Amministrazioni pubbliche dell’Istat, c’è stato pure motivo di polemica. L’ira è del Pd secondo cui l’Istituto avrebbe calcolato il bonus di 80 euro come maggiori spese a carico dello Stato e non come tasse in meno. Tra i dati, si legge anche il miglioramento della dinamica della spesa per interessi, dovuta nella parte finale dell’anno all’attesa per le mosse della Bce che si sono poi concretizzate nel 2015. POVERI IMPRENDITORI Intanto, dall’analisi delle dichiarazioni Irpef 2013 fatta dal Tesoro pubblicata ieri emerge che la media dei redditi dichiarati è di 20.070 euro. L’82% dei redditi resi noti è da pensioni o lavoro dipendente e mentre i pensionati dichiarano 16.280 euro all’anno e i dipendenti 20.600, gli imprenditori - loro datori di lavoro - si fermano a 17.650 euro di media. Un’anomalia davvero tutta italiana.


Altri Mondi R C’È LA 2a SCATOLA NERA

Aereo caduto Lubitz sul web cercò notizie sui suicidi

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u Google digitava «suicidi» e «porta blindata». E mandava giù antidepressivi e ansiolitici, ad esempio il Lorazepam, che si prescrive a chi ha problemi di sonno, ma si usa anche contro gli attacchi di panico. Tutto macabro perché definisce gli spigoli del copilota Germanwings, l’Andreas Lubitz che ha scelto di schiantarsi senza un perché e portare all’altro mondo altre 149 persone. Si è pure scoperto che il problema agli occhi di cui soffriva sarebbe stato provocato da un incidente stradale nel 2014: da allora vedeva spesso «buio attorno a lui». Gli agenti hanno ispezionato un tablet ritrovato a casa sua e da lì è emerso molto, le ultime ricerche a pochi giorni dallo schianto come conferma che tanta follia era premeditata. A BORDO L’inchiesta prosegue rapida, ma prima di mettere il punto il ministero dei Trasporti tedeschi vuole tranquillizzare l’opinione pubblica: è pronta una task force di esperti per rispondere alle domande che ora in tanti si fanno. E per migliorare gli standard, già alti, di sicurezza: tra le questioni in ballo, il meccanismo della porta della cabina e, soprattutto, i criteri psicologici e medici per i piloti. Intanto lì, nelle Alpi francesi, tra i rottami dell’Airbus è stato ritrovata la seconda scatola nera. È il contenitore dei dati di volo, decisivo per stabilire con esattezza cosa sia accaduto il 24 marzo. Pare siano stati recuperati anche alcuni cellulari delle vittime: saranno esaminati per trovare eventuali altri video della disperazione a bordo. cont. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Andreas Lubitz, suicida a 27 anni

VENERDÌ 3 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Assaltato un college È strage in Kenya: «Almeno 147 vittime» 1I terroristi jihadisti somali rivendicano l’attacco

Studenti cristiani decapitati, mancano 300 persone

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NOTIZIE TASCABILI LE REGIONALI CON FI

Toti candidato in Liguria La Lega divisa ll popolo della Lega si divide. L’annuncio dell’accordo con Forza Italia per le Regionali ha infatti provocato critiche e malumori tra i militanti, soprattutto in Liguria. Non è stata digerita la scelta di ritirare la candidatura del vicesegretario federale leghista Edoardo Rixi per far posto a Giovanni Toti, europarlamentare forzista e consigliere di Berlusconi. «Salvini, cosa

PER FEDERALBERGHI

Giovanni Toti (Fi) candidato in Liguria stai facendo, consegni Genova al Pd?», «Si sono divisi le Regioni tra Salvini e Berlusca!»: solo alcune delle centinaia di reazioni sulla pagina Facebook di Rixi. Intanto, Toti esordisce con una gaffe e in tv parla di Novi Ligure, che è in Piemonte, collocandola per un attimo proprio in Liguria.

NEL GIOVEDÌ SANTO

Pasqua: l’85% Il Papa a Rebibbia degli italiani Lavacro dei piedi non si muoverà per 12 detenuti

La disperazione di una donna ferita all’interno del college universitario di Garissa, in Kenya EPA

Daniele Vaira @danvaira

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Joseph Nkaissery, ha detto che quattro terroristi sono stati uccisi e «sono esplosi come bombe», perché dotati di esplosivo. Il governo di Nairobi ha inoltre offerto 220 mila dollari per informazioni che portino all’arresto di Mohamed Mohamud Kuno, ex-capo di una scuola teologica islamica, ritenuto l’ideatore dell’attacco. Tremende le testimonianze: «La maggior parte degli ostaggi sono ragazze, molti cadaveri erano senza testa», ha raccontato uno studente di 20 anni, Michael Bwana.

orna a scorrere il sangue in Kenya. All’alba di ieri un commando armato ha attaccato un college universitario nella città di Garissa, frequentato da molti allievi cristiani, a circa 145 chilometri dal confine con la Somalia. Per diverse ore sono risuonate delle esplosioni e dei colpi di arma da fuoco. Il biQUESTO È UN MASSACRO lancio è di almeno 147 morti, ma LA STORIA Gli agguati di Al-ShaDI RAGAZZI INNOCENTI, si tratta di una cifra ancora incerbaab in Kenya sono cominciati ta. Molti studenti sono stati decanel 2011, quando i guerriglieri ORA AIUTEREMO pitati. Gli Al-Shabaab somali, leislamici somali hanno iniziato a IL GOVERNO DI NAIROBI gati ad Al Qaeda, hanno rivendirapire occidentali nel nord del PaCONTRO GLI ESTREMISTI cato l’attacco. «Abbiamo ucciso ese per chiedere riscatti. Nell’otmolte persone e i kenioti saranno tobre di quell’anno, dopo il sequescioccati quando entreranno nel stro di quattro donne straniere, il BARACK OBAMA campus», ha detto un portavoce governo kenyano ha mandato un PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI del gruppo islamista somalo. Gli corpo di spedizione in Somalia, studenti in ostaggio sono stati diper neutralizzare i ribelli legati ad visi tra musulmani (subito liberati) e non musulma- Al Qaeda, che risposero con vari attentati. Le trupni. Gli assalitori sono entrati, mischiandosi ai fedeli pe del governo somalo, dell’Unione africana (Amidella preghiera del mattino e hanno ingaggiato una som) e del Kenya sono riusciti a scacciare gli islamibattaglia con le forze di sicurezza, esercito e polizia ci da Mogadiscio e Chisimaio e a ristabilire un miniche hanno circondato il complesso. Durante le ope- mo di controllo. Il resto è storia recente. Al-Shabaab razioni per liberare gli ostaggi, durate 16 ore, è sta- resta forte nelle campagne e semina il terrore, con to imposto un coprifuoco in quattro regioni kenia- decine di attentati. Il più sanguinoso fino a ieri è ne. Secondo il Daily Nation sarebbero stati tratti in stato quello nel centro commerciale di Nairobi del salvo 500 fra docenti e studenti degli 800 che risie- settembre 2013: rimasero uccise 67 persone. dono nel campus. Il ministro degli Interni kenyano, © RIPRODUZIONE RISERVATA

● Previsioni di tempo instabili (da oggi temporali al Nord e poi al Centro, temperature basse fino a lunedì), crisi economica e anche la paura del terrorismo: per il ponte di Pasqua, Federalberghi calcola che l’85% degli italiani non si muoverà. E Federconsumatori spiega: chi partirà, sceglierà soggiorni brevi, di 2-3 giorni e mete non troppo distanti.

● Papa Francesco, durante la messa del giovedì santo nel carcere di Rebibbia, a Roma, si è chinato a lavare, asciugare e baciare i piedi a dodici detenuti, sei uomini e sei donne, per metà stranieri. «Pregate perché Dio lavi le mie sporcizie», ha detto il pontefice nella sua omelia, ammettendo poi: «Anche io, a volte, sono stanco e penso alla stanchezza dei sacerdoti».

INCIDENTE CAUSATO DA UNA RETE A STRASCICO

Il peschereccio russo rovesciatosi nel mare di Okhotsk ANSA

Russia, si rovescia una nave In 56 uccisi dall’ipotermia ● Mentre veniva recuperata una rete a strascico di circa 80 tonnellate, la nave, che aveva i serbatoi vuoti, ha perso stabilità. È l’ipotesi più probabile per il naufragio (durato soli 15 minuti) di un peschereccio russo al largo della Kamciatka, nel gelido mare di Okhotsk. Sono 56 le vittime accertate per ipotermia, 13 i dispersi, 63 le persone tratte in salvo, di cui una decina in gravi condizioni. L’operazione di soccorso ha coinvolto 1.397 uomini e 26 navi.

SVOLTA A LOSANNA

Nucleare, c’è un primo accordo L’Iran cede, stop alle sanzioni 1Teheran ridurrà

la capacità produttiva Obama: «Non avranno la bomba atomica». Si chiude a giugno

Filippo Conticello @filippocont

I protagonisti della trattativa sul nucleare iraniano ieri a Losanna dopo l’intesa

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i sono annusati per cento anni, tra petrolio e Islam, colpi di Stato e fuoco nelle ambasciate, minacce e sanzioni sparse: un’amicizia sciolta nell’odio, poi ieri il «Grande Satana» e lo «Stato Canaglia» hanno ufficialmente fatto pace. Gli Stati Uniti hanno così trascinato le altre potenze mondiali fino all’accordo

con l’Iran sul nucleare: «Un’intesa storica, che se pienamente applicata impedirà a Teheran di ottenere l’arma nucleare», ha esultato Barack Obama, vincitore della partita. Dovrà gestire l’intransigenza di Israele che minaccia «l’opzione militare», ma per il momento avverte: «Il lavoro non è

ancora finito, per l’accordo finale si dovrà aspettare fino al 30 giugno». Ieri, però, sono state tirate su le fondamenta, l’intesa quadro che stabilisce la tabella di marcia: «Garantirà la natura pacifica del programma nucleare iraniano, è un passo verso un mondo migliore», come sottolineato dall’Alto

rappresentante per la politica estera Ue, Federica Mogherini, che ha annunciato al mondo la svolta di Losanna. NEI LIBRI Spigoli, resistenze, lungo negoziato sul filo per sette Paesi (Usa, Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna, Germania e Iran) fino al documento partorito ieri: stabilisce che l’Iran non arricchirà uranio per almeno i prossimi dieci anni, accettando di non accumulare materiale necessario per la costruzione della bomba, di riconvertire alcuni impianti e di ridurre di due terzi le centrifughe. Il totale soddisfa anche il presidente iraniano Hassan Rohani, che porta a casa la fine graduale dell’embargo e può sfregarsi le mani: ora nel suo Paese si apre un mercato da 800 miliardi di dollari. L’accordo premia pure il suo nuovo corso, oltre all’ambizione di Obama: contro tutto e tutti, contro la destra repubblicana al Congresso e l’ala più reazionaria a Teheran, i due si sono consegnati alla storia. © RIPRODUZIONE RISERVATA

MARCHE, PESCHERECCIO A PICCO DUE MORTI PER ONDA ANOMALA ● «Avevamo fatto un carico di 60-80 quintali di cozze quando è arrivata un’onda anomala che ha spostato tutto da un lato e ha fatto rovesciare l’imbarcazione». È il racconto di uno dei due superstiti del naufragio del peschereccio “Sparviero”, avvenuto ieri due miglia al largo di Civitanova Marche (nella foto Ansa, i soccorsi): sono morti per ipotermia due marinai, un pugliese e un romeno. Dispersi altri due romeni. Ma pare che proprio i marinai non italiani fossero imbarcati irregolarmente e che non avessero la giusta esperienza. Il relitto non è stato individuato.


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VENERDĂŒ 3 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

La squadra bianca capitanata da Emma e la blu da Elisa. Sotto, i giudici Bertè, Renga e Ferilli con Maria De Filippi

Amici, tocca alla Bertè aspettando Saviano Non vendiamo illusioni 1In arrivo il serale del talent della De Filippi Forse lo scrittore già dalla prima puntata La cantante si alternerà con Zero in giuria Claudia Catalli ROMA

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l talent show meno ammiccante di tutti, l’unico non costruito sui ÂŤgiurati e le loro litiÂť. CosĂŹ Maria De Filippi traccia la differenza tra il suo Amici, arrivato alla 14esima edizione, e i talent concorrenti. Non senza fare sfoggio di fair play: ÂŤEmma è la dimostrazione di quello che facciamo ad Amici: è il talent che vanta piĂš presenze nelle classifiche discografiche e ha lanciato ballerini entrati nelle

migliori compagnie americane. All’inizio abbiamo faticato a spiegare che non vendevamo illusioni e facevamo sul serio: devo ringraziare paradossalmente la Rai per aver ospitato i nostri ragazzi a Sanremo, e quest’anno anche Emma sul palco. Fervono i preparativi per la prima puntata del serale, l’11 aprile su Canale 5, con Biagio Antonacci giudice d’eccezione e Gianni Morandi e Modà superospiti, insieme alla band australiana Sheppard. IN CERCA DI ASCOLTI Giurati fissi Sabrina Ferilli, per cui

ADDIO AL MAESTRO DE OLIVEIRA CENTENARIO DEL CINEMA EUROPEO â—? Aveva 106 anni e il meglio della carriera, per lui, era cominciato oltre i 60: lunga e densa di eventi la vita del portoghese Manoel de Oliveira (a destra, foto Epa), maestro

del cinema morto ieri. Tra 1942 e 2014 ha diretto una quarantina di lungometraggi: il suo è un cinema ironico e colto, semplice e profondo, che ha parlato d’amore (ÂŤFranciscaÂť), del tramonto della

HO SEMPRE GUARDATO AMICI CON INVIDIA PERCHÉ AI MIEI TEMPI I TALENT NON C’ERANO: SARĂ’ UN GIUDICE SPIETATO LOREDANA BERTĂˆ GIUDICE DI AMICI DALLA SECONDA PUNTATA

Am Amici è ÂŤuno degli show piĂš bel belli d’EuropaÂť, e Francesco Ren Renga, scettico in un primo mo momento: ÂŤEro diffidente verso ttutti i talent, non capivo come si potesse iniziare una carrier riera dalla televisione, mi parev reva un ossimoro. Poi ho realizz lizzato che oggi il talent sup supplisce alla mancanza delle cas case discografiche, e Amici non abbandona i ragazzi, ma li s segue in un percorso artistico. Anche per questo piĂš che un giudice sarò un consigliereÂť. Di tutt’altra opin nione Loredana Bertè, che arr arriverĂ alla seconda puntata a sos sostituire l’amico Renato Zero, pre presente giĂ l’11 (ÂŤpoi si vedrĂ drĂ Âť): ÂŤHo sempre guardato Am Amici con un pizzico di invidia per perchĂŠ all’epoca mia i talent show non esistevano, ma non mi lascio intenerire: sarò un giudice spietatoÂť. Sicura la presenza di Virginia Raffaele, in maschere e ruoli da svelarsi, in forse soltanto Roberto Saviano: ÂŤUna probabilitĂ che pare si possa realizzare giĂ dalla prima puntata: dico “pareâ€? perchĂŠ sappiamo la vita particolare che conduceÂť. Tra le anticipazioni, un omaggio a Lucio Dalla con Elisa e Emma, a capo delle squadre avversarie dei 12 nuovi allievi, ma non nemiche: ÂŤSono qui soprattutto per Elisa – confessa Emma –. Quando ho saputo che c’era ho sentito che avrei potuto imparare molto: sparisce l’astio tra capitani di squadra, Amici è un viaggio nella stessa direzioneÂť. Annuisce Elisa, per cui ÂŤun talent è come una lente di ingrandimento, mostra tutto di te. Ho accettato per una questione culturale, percepivo che c’era qualcosa di vero, vivo, vibrante: l’ho capito quando sono venuta ospiteÂť. Previsioni sullo share? ÂŤNon mi aspetto un dato stratosferico – conclude la De Filippi –. Gli ascolti di un talent si aggirano tra il 12 e il 14%. Tutto il resto si deve alla presenza di ospiti e castÂť. Š RIPRODUZIONE RISERVATA

civiltĂ occidentale (ÂŤUn film parlatoÂť), della differenza tra vivere e recitare (lo splendido ÂŤRitorno a casaÂť). De Oliveira, che — lungo la sua vita — è stato anche documentarista, pilota d’auto, viticultore, oppositore del dittatore Salazar, ha vinto per il Leone d’oro alla carriera a Venezia, la Palma d’oro a Cannes, il Pardo d’onore a Locarno.

STELLA NASCENTE

La Comello è rock Dopo ÂŤViolettaÂť lancia il suo diario 1L’attrice italiana della serie tv

adesso si racconta in un libro E, nel frattempo, si è già sposata

Lodovica Comello, 24 anni, due album all’attivo

Francesco Rizzo

C’

è chi cerca un posto al sole con i talent e chi coltiva il talento all’estero: l’altro volto della gioventĂš canora è Lodovica Comello, ovvero Francesca della serie tv cult per teenager Violetta, 24 anni, friulana di San Daniele. Bambina, per merito di papĂ , ascoltava i Pink Floyd a tutto volume, nel 2013 ha pubblicato il suo primo album, Universo (e infatti le sue fan si chiamano “Universerâ€?) e ora, tornata in Italia, cambia marcia. Un secondo disco, Mariposa, da cui trapela anche la sua vita di adolescente nomade, un tour internazionale che durerĂ fino a ottobre, persino le nozze civili — mercoledĂŹ scorso a San Daniele — con Tomas Goldschmidt, giovane produttore conosciuto sul set della serie. EGO E adesso Lodovica si racconta in un libro, Tutto il resto non conta (228 pp, 14,90 euro, Rizzoli), diario e album di fotografie: affetti, riflessioni, ricordi e curiositĂ a uso e consumo delle fan che ogni tanto spengono lo smartphone (la “Lodoâ€? ha 964mila follower su Twitter) e magari fanno 400 km per vederla, come è successo un mese fa a Palermo. ÂŤHo scoperto che scrivere è un trucco per liberarmi — racconta lei — E se, con la musica, esce il mio lato piĂš passionale, con la scrittura riesco a essere piĂš trasparente, forse piĂš me stessa. Ma nasco come cantante, e la mia musica scalpitava per uscire. L’ego di ogni artista è quello di crescere e mettersi alla provaÂť. Le parole d’ordine, per Lodovica, sono in fondo le stesse di chi sgomita nei talent: “crederci,â€? “provarciâ€? e “sognareâ€?, ricordate alla fine del libro. Tutto il resto, spiega il titolo, ÂŤnon contaÂť. Š RIPRODUZIONE RISERVATA

OROSCOPO LE PAGELLE di ANTONIO CAPITANI

CONSIGLI

21/3 - 20/4 ARIETE

21/4 - 20/5 TORO

21/5 - 21/6 GEMELLI

22/6 - 22/7 CANCRO

23/7 - 23/8 LEONE

24/8 - 22/9 VERGINE

6-

6+

7,5

5,5

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7-

La gente rompe mucho, oggi. Ignorate e lavorate: riscuoterete successi molto concreti. In amore il cuore è ebbro, il suino inside you does the capriols.

L’attenzione ai dettagli vi premia, un po’ di low profile vi giova. Il vostro slancio suino, poi, diventa fra i piÚ gagliardi dello zodiaco: ci si diverte.

La vostra motivazione cresce, il fiuto s’affina, la creatività s’erge. E il lavoro se n’avvantaggia, premiandovi lautally. Amor e fornicazion briosi.

Dovete farvi il sedere come l’area 51, per le mille cose da fare. Ma sbrigherete tutto e bene. L’amor è alieno (non c’è), la fornicazione muy terrena.

Da colloqui, viaggi (anche pasquali) e Pr scaturiscono per voi chance golose d’ogni tipo. L’attività fisica chiede un po’ di misura, il vigor suino cala.

Notizie confortanti in fatto si soldi ci covano, oggi, a giudicare dalla Luna. Lo stress cala, ma l’amor v’avvolge e vi rosola. Sudombelico no limits.

23/9 - 22/10 BILANCIA

23/10 - 22/11 SCORPIONE

23/11 - 21/12 SAGITTARIO

22/12 - 20/1 CAPRICORNO

21/1 - 19/2 ACQUARIO

20/2 - 20/3 PESCI

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Ăˆ un venerdĂŹ tanto, il vostro. PerchĂŠ abbonda di fortune e punti immagine. La gente vi stima, voi siete piĂš flessibili. Anche nelle posizioni suine. Uau.

Stare fuori dalla mischia potrebbe farvi lavorare e rilassare in modo ottimale. Ma l’amor e la fornicazione are two little ciofecs. Cauti alla guida.

Lo spirito di squadra vi fa rendere nel lavoro. E, con gli amici, i progetti, pure pasquali, riescono. C’è anche un cicinĂŹn di baldoria suinoamorosa.

Obblighi, fallocefali e scarso tempo libero vi fan venir voglia di sparare stricnina in ogni direzione. Calma, è Pasqua! La fornicazione è nu babbà .

Adatta sia ai viaggi sia al lavoro, la Luna vi mette in grado di concludere, avviare, padroneggiare. E rilassarvi. Pure suinamente. Ma niente mattate!

Potete intortare chiunque, oggi, col carisma che sprigionate. Oltre che ottenere vantaggi economici. Ma in amor siete una pallissima. Meglio come suini.

LO SHOW ÂŤCOLORADOÂť

GAG E COMICI: LA RISATA Ăˆ GARANTITA Carrellata di comici e di risate a ÂŤColoradoÂť, condotto da Paolo Ruffini e Diana Del Bufalo. SarĂ ospite sul palco il comico e attore romano Maurizio Battista. Tra gli altri, Leonardo Manera con i suoi due nuovi personaggi: il taxista populista e il cuoco per single, maniaco della monoporzione. Giovanni Cacioppo racconterĂ , invece, delle sue esperienze con i controlli della polizia stradale e l’etilometro. DA VEDERE STASERA ORE 21.10 SU ITALIA UNO

LO SPORT IN TV

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VENERDÌ 3 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

GAZZA GOLOSA

1Uno non può pensare bene, amare bene, dormire bene, se non ha

SOSTIENE LO CHEF EF di SALVATORE DE RISO

bresciano Massari al sorprendente Tiri di Potenza: guida ai grandi lievitati

Annalisa Cavaleri

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na leggenda narra che re Alboino, dopo aver conquistato la città di Pavia, ordinò che il giorno di Pasqua gli venissero consegnati oro, oggetti preziosi e dodici ragazze sedicenni. Tra i doni, quello del vecchio cuoco di corte, che creò per il sovrano un dolce soffice e profumato, a forma di colomba. Estasiato dalla bontà il re esclamò: «Da oggi bisogna portare rispetto alle colombe!». Davanti a lui iniziarono a sfilare le giovani che dovevano essere il suo premio. «Come vi chiamate?» chiese il re. «Colomba» risposero all’unisono le ragazze. E così il sovrano, per non rimangiarsi la parola, le lasciò libere. Ecco perché la colomba è simbolo di pace. LA SCUOLA BRESCIANA In termini di vendite un dato di fatto: con il panettone non c’è competizione, il dolce natalizio vince a mani basse, sarà anche per il vecchio detto «Pasqua con chi vuoi» che non fa sentire l’obbligo del regalo. Una tendenza da invertire perché, come dice il Maestro pa-

sticciere Iginio Massari: «Chi non mangia la colomba a Pasqua non sa le vette di piacere che solo questo dolce può regalare». La sua è leggera, soffice, delicatamente profumata alla vaniglia e scorze di arancia. Piccola regola ingegneristica per chi non resiste a staccare le mandorle dalla glassa: ce ne deve essere almeno una a testa, quindi minimo 10 ben distribuite. Poco distante, in Franciacorta, degna di nota la colomba di Giovanni Cavalleri, dal deciso profumo di miele d’acacia, e quella di Nerio Beghi della pasticceria Sirani di Bagnolo Mella: arricchita con fragoline di bosco, sembra un pan brioche e diventa un antipasto originale se abbinata ad acciughe salate, prosciutto crudo e crema al gorgonzola. A Roma c’è Attilio Servi, che ha studiato alla scuola lombarda di Achille Zoia, e fa lievitati (ottime colombe) di stile non solo classico. I MAESTRI AMBROSIANI A Milano e dintorni, tra i must, c’è la colomba della storica pasticceria Besuschio di Abbiategrasso, quella del bistrot metropolitano Pavè, e quella di Jean Marc Vezzoli, pasticciere parigino-brianzolo del panificio Fratelli Longoni di Carate Brianza. Per gli amanti del cioccolato il punto di riferimento non può che essere il campione del mondo di cioccolateria Davide Comaschi della Pasticceria Martesana, che ha farcito la sua tradiziona-

le con crema di cioccolato aromatizzata all’arancia. Consistenza setosa e sensuale come solo il cioccolato può essere. Visto che la leggenda nasce a Pavia, non si può dimenticare la pasticceria più antica della città, Vigoni, celebre per la torta Paradiso. IL SUD ALLA RISCOSSA La colomba riserva grandi sorprese quando si arricchisce dei profumi mediterranei: Sal De Riso, pasticciere di Tramonti, in Costiera Amalfitana, quest’anno ha inventato la Primavera con canditi artigianali di pesca gialla e fragoline, ripiena con crema alla zagara. Ingredienti di altissima qualità per il salernitano Alfonso Pepe, altro maestro dei lievitati, e per Vincenzo Tiri, pasticciere di Acerenza, in provincia di Potenza, fresco vincitore del concorso «Miglior Panettone Artigianale» di Gazza Golosa: impasto ben alveolato e dal colore caldo dei tuorli d’uovo. LA PIÙ CREATIVA Per chi cerca una Pasqua originale infine c’è la colomba di Antonio De Tommaso del Dolce Forno di Torre Santa Susanna (Brindisi) che segue la tendenza del salato che si fa dolce e sostituisce alle scorze di arancia le olive nere denocciolate macerate nello zucchero. © RIPRODUZIONE RISERVATA

SORSEGGIANDO di LUCA GARDINI

IL LIMONE DI AMALFI TESORO DEI MIEI DOLCI

MOSCATO DI MONGIOIA DOLCE MA NON TROPPO

Salvatore (Sal) De Riso, 48 anni, della omonima pasticceria di Tramonti (Sa), è un innovatore legato al territorio. Ha puntato su tipicità come limoncello e burro di bufala per cambiare stile ai grandi lievitati del Nord, panettone e colomba.

on la Colomba e i dolci pasquali in genere scegliete un vino dolce. La leggerezza, l’eleganza e i profumi del Moscato in particolare. Noi vi cogliamo un vino che vi conquisterà: «La Moscata» di Mongioia, l’azienda della famiglia Bianco che a Santo Stefano Belbo ha deciso di dedicare il 100 per cento dei propri sforzi a un unico vitigno: il Moscato!

I

La colomba pasquale vola in tutta Italia 1Dal maestro

Pagina a cura di Pier Bergonzi e Daniele Miccione

mangiato bene. Virginia Woolf (scrittrice e attivista inglese, 1882-1941)

Vincenzo Tiri, pasticciere di Potenza, miglior panettone del 2014 per Gazza Golosa, è un eccellente interprete anche della colomba. A destra Iginio Massari, punto di riferimento per la pasticceria classica, e una fase della lavorazione delle colombe

l fico bianco del Cilento, la nocciola di Giffoni, la ricotta di Tramonti. Sono sempre stato convinto che il pasticciere deve utilizzare i prodotti del territorio. Fin dalla mia prima creazione del 1988: il profitterol al limone. Forse per questo sono così legato al limone del mio territorio, lo Sfusato di Amalfi. Prodotto su terrazze che partono dal livello del mare e arrivano a 400 metri, raccoglie la salinità e la esprime con un sapore straordinario. Ogni anno, a marzo, la Costiera Agrumi ci porta 160 quintali di Sfusato. Con una macchina li sbucciamo tutti. La buccia 120-140 grammi per chilo – viene messa a bollire. La prima acqua, ricca di oli essenziali, con l’aggiunta di zucchero e glucosio diventa bagna per le torte. Dopo la seconda bollitura prepariamo i canditi mentre una parte delle bucce servono per il limoncello. Il succo invece viene surgelato e usato tutto l’anno per le mie creme al limone. Il resto si butta ma tra poco non sarà più così perché sta per partire un progetto di riutilizzo di questi scarti per la produzione di biogas. Perché lo sfusato è davvero un tesoro.

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Grazie a vigneti che hanno anche 170 anni e un’eta media di 60 anni, i Bianco riescono a offrire vini che hanno una spettacolare mineralità. La Moscata, con il suo colore brillante, ha profumi di fiori bianchi, di pesca bianca, ma anche una piacevole nota agrumata e un finale sapido. Ha solo 5 gradi alcolici e servito ben fresco vi sorprenderà perché il residuo zuccherino è molto calibrato. LA MOSCATA, Moscato d’Asti Docg, MONGIOA, Santo Stefano Belbo (Cuneo). UVE: Moscato 100%. PREZZO: circa 12 euro IL VOTO

89/100 RAPPORTO QUALITÀ PREZZO BUONO ★★★★★ SI ABBINA ALLA GRANDE CON COLOMBA PASQUALE DEGUSTARE ASCOLTANDO ADELE «SOMEONE LIKE YOU»

Il consiglio

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no dei miei dolci simbolo è la colomba al limoncello: per ogni chilo utilizzo canditi e succo derivati da 750 grammi di sfusato fresco. La crema, iniettata dopo la cottura, è a lunga conservazione a base alcolica fatta con panna, cioccolato bianco e limoncello. Nella mia colomba c’è anche la tracciabilità del limone: in pratica dal candito si può risalire al limoneto da cui proviene! Se a casa avete lo sfusato usatelo per preparare una crema al limone. Ci vogliono 100 grammi di tuorlo d’uovo, 100 di zucchero, 100 di succo di limone mescolati e cotti a 80° a bagnomaria. Dopo si aggiungono 100 grammi di burro freddo a pezzetti e si emulsiona con il minipimer. Avrete una crema al limone molto forte che potrete usare per aromatizzare le creme pasticcere.

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h K 3 $

IL CIOCCOLATO

L’uovo è sottovetro fondente al 64%

UOVA DI CIOCCOLATO LA MOLINA DA 20 A 60 EURO. DA RINASCENTE

● Le uova sono tante, milioni di milioni.... Quello de La Molina vuol dire arte e qualità. L’azienda toscana di Elisabetta Cafissi e del creativo Riccardo Fattori ha realizzato le sue uova (tutte con sorpresa) con un fondente al 64% che è un blend del Sud America creato apposta e un bianco con cacao caramellato. Ci sono quelle sottovetro (fondente e bianco) e le classiche in quattro versioni con una confezione artistica. Francesco Velluzzi ● www.lamolina.it


Il concorso sarà valido dal 31/03/2015 al 26/05/2015, montepremi € 3.789,60 + Iva. Regolamento completo su www.inter.it/milionidinomi

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