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domenica 5 aprile 2015 anno LXXI - numero 14 euro 1,40
BUONA PASQUA
ORE 18: IN DIRETTA SU GAZZETTATV IL GRANDE VOLLEY
RAGAZZE, LA CHAMPIONS VI ASPETTA SUL CANALE 59
Domani, come tutti i quotidiani, la Gazzetta non sarà in edicola per la festività della Pasqua. Tornerà martedì. Continuate a seguirci su Gazzetta.it e GazzettaTv
Busto vola in finale con le turche dell’Eczacibasi SALVINI ALLE PAGINE 28-29. COMMENTO DI PASINI A PAGINA 25
UNA CITTA’ E LA CORSA DIMEZZATA ALL’EUROPA
SCATTO MILAN STRAZIO INTER L’abbraccio di Inzaghi a Menez dopo il gol decisivo contro il Palermo
ROSSONERI IN CRESCITA Cerci si sblocca, Menez tocca quota 16: 2-1 a Palermo. La vittoria premia gli sforzi di Inzaghi. La rincorsa continua NERAZZURRI IN PUNIZIONE Contro l’orgoglioso Parma, altra prova penosa: soltanto 1-1. San Siro fischia. Mancini duro: «Pasqua di lavoro, 8.30 in campo»
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IL 2° POSTO
AVANTI PJANIC CIAO NAPOLI DERBYSSIMO ROMA-LAZIO SERVIZI ALLE PAGINE 12-13-16-17
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LA VERGOGNA
OLIMPICO, IN CURVA STRISCIONI E OFFESE ALLA MADRE DI CIRO
Lo striscione in curva Sud contro Antonella Leardi
Gli appelli alla pace in ricordo del tifoso del Napoli ucciso sono caduti nel vuoto PUGLIESE E VERNAZZA A PAGINA 15
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IL SORPASSO TANTO SALAH SULLA VIOLA: ADESSO E’ 4a BAGNO SAMP
CALAMAI, GOZZINI, SCHIANCHI PAG. 18-19 BREGA, CARUSO, ELEFANTE, OLIVERO, PASOTTO, TAIDELLI DA PAG. 2 A PAG. 9
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LO SCUDETTO
9 771120 506000
50 4 0 5>
Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano
L’ANALISI di Luigi Garlando 2
RE TEVEZ E PEREYRA JUVE, ORMAI CI SIAMO
LA LEZIONE DI PIPPO IL TUNNEL DEL MANCIO A Milano si è scoperchiato un sepolcro solo. Il Milan è pacatamente risorto a Palermo, l’Inter invece ha aggiunto un’altra stazione alla sua interminabile e straziante via crucis: pareggino penoso contro il dignitoso Parma...
ARCHETTI, DELLA VALLE, GRAZIANO PAG. 10-11
L'ARTICOLO A PAGINA 2 RISULTATI & CLASSIFICA 29a GIORNATA
ATALANTA-TORINO CAGLIARI-LAZIO FIORENTINA-SAMPDORIA GENOA-UDINESE INTER-PARMA JUVENTUS-EMPOLI PALERMO-MILAN ROMA-NAPOLI SASSUOLO-CHIEVO VERONA-CESENA JUVENTUS ROMA LAZIO FIORENTINA SAMPDORIA NAPOLI TORINO MILAN GENOA* INTER
70 56 55 49 48 47 42 41 38 38
PALERMO SASSUOLO UDINESE* EMPOLI VERONA CHIEVO ATALANTA CESENA CAGLIARI PARMA** (-3)
*Una partita in meno **Due partite in meno
20 1-2 1-3 2-0 1-1 1-1 2-0 1-2 1-0 1-0 3-3 35 35 34 33 33 32 26 22 21 10
IL PERSONAGGIO
L’infinito di Toni: altre due reti Record a Verona
DA NON PERDERE 1 Basket, Metta una tigre nel motore di Cantù E Reggio batte Venezia CHIABOTTI, ORIANI PAGINE 34-35
LONGHI, FONTANA PAGINE 20-21
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IL ROMPIPALLONE di GENE GNOCCHI Ultim’ora. Il curatore fallimentare del Parma, presente a San Siro, ha ricevuto l’incarico anche per l’Inter.
2 Ciclismo, al Fiandre sfida Kristoff-Degenkolb con Paolini in agguato BETTINI, SCOGNAMIGLIO PAGINE 30-31
3 Quel formidabile 1992 Quando mezza Formula 1 parlava... italiano CASADIO A PAGINA 33
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Primo piano R 29a giornata
Il Milan ora ride Risorge solo mezza città Pippo sale, Mancio nel tunnel
1Cerci e Menez avvicinano i rossoneri alla frontiera: l’Europa League non è lontana Nerazzurri desolanti, si parla apertamente di «rivoluzione». Ma il progetto è giusto Luigi Garlando
A
Milano si è scoperchiato un sepolcro solo. Il Milan è pacatamente risorto a Palermo, vincendo una partita in trasferta come non gli riusciva dal giurassico: 19 ottobre, a Verona. L’Inter invece ha aggiunto un’altra stazione alla sua interminabile e straziante via crucis: pareggino penoso contro il dignitoso Parma di Donadoni. A San Siro ieri non era facile distinguere chi fossero i veri falliti in campo. CIAO EUROPA Sulla Gazzetta di ieri giocavamo a tracciare la tabella di marcia delle milanesi per il quasi utopistico aggancio alla zona europea e per evitare l’inedita assenza della città dalle coppe nell’anno dell’Expo. Il Milan ha vinto la prima delle dieci finali e si è portato a 6 punti da un sesto posto che potrebbe restituirgli il passaporto. L’Inter, agganciata dal Genoa e staccata dal Torino, ha spento di fatto l’ultima fiammella di speranza. È stata una giornata paradossale per le milanesi. Inzaghi, l’allenatore senza futuro, il cavaliere inesistente, sprofondato sotto una pila di pretendenti (Conte, Sarri, Mihajlovic…) ha trovato il modo di parlare al cuore della squadra, ne ha schierato una versione vogliosa e ha schiodato la partita con Cerci, considerato simbolo di un mercato fallimentare. Mancini, blindato da fiducia a oltranza e coccolato dalla promessa di top
player estivi, ha schierato fantasmi e tenuto in gno e a dettare una direzione di corsa. Durante la panca il mondiale Podolski, fiore all’occhiello del stagione ha sbagliato tanto, come era necessario celebrato mercato invernale. Destini incrociati, e logico per la sua inesperienza di matricola, ma anche nei lineamenti. Ieri, per la prima volta, il ha imparato dagli errori ed è cresciuto. Ha impaMancio non ha mostrato la maschera zen che ha rato, per esempio, che tutte le idee meritano ricaratterizzato finora la sua seconda vita neraz- spetto, ma se arriva il momento di giocarti il dezurra. Aveva il volto livido, più simile alla sindo- stino, meglio farlo con le tue. Era partito con Mene di Inzaghi che si è definita progressivamente nez e il 4-3-3, rieccolo con Menez e il 4-3-3, dopo in questi mesi di sofferenza: guanuna confusa odissea di esperimence scavate, zigomi aguzzi. L’immati. E quel falso nove di Menez gli ha IL NUMERO gine del tecnico di Jesi tutto solo, segnato 16 gol veri, ed è lassù alle nel sottopassaggio di San Siro, tra spalle di Tevez, alla faccia dei veri primo e secondo tempo, si è carinove caldeggiati dalla proprietà. cata di uno spettacolare valore Svuotata l’infermeria, Inzaghi può metaforico: Mancini non riesce a programmare un bel finale di stauscire dal tunnel e l’Inter con lui. gione e dimostrare le sue indubbie qualità. Se lo merita, per la passioDa quando si gioca IMPRESA INZAGHI Dopo tante la Coppa Campioni ne e per la dignitosa gestione delcritiche, nel cuore di una stagione l’emergenza. Così come lo merita non c’è mai stata una deludente, sarebbe ridicolo enfaGalliani, l’architetto di tanti triontizzare la vittoria di Palermo, ma stagione senza club fi, sballottato anche lui tra un Minon è sproporzionata l’etichetta di di Milano nelle coppe ster Bee e un Mister Lee, ma sem«piccola impresa». Per Inzaghi lo è pre affettuosamente incollato alla stata, visto il contesto. In questi giorni pieni di squadra (l’unico), incapace di distinguere la proMister Bee o Mister Lee, con il Milan sballottato pria felicità da quella del Milan. come un titolo di Borsa, era già difficile convincere la squadra che ci sarebbe stata una partita da MANCIO REVOLUTION Di errori ne ha commessi giocare. Disarcionato Inzaghi dal futuro rossone- anche Mancini in questi mesi, a cominciare da un ro, c’era il rischio che il Milan finisse il torneo eccesso di ottimismo pubblico che forse i giocatoscomposto come un cavallo scosso. Pippo è stato ri hanno mal interpretato sentendosi fenomeni. bravissimo a tenere saldamente le redini in pu- Ormai è palese che non lo siano. Ma nonostante
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l’inquietante pareggio di ieri e le medie-punti dei mister, restiamo convinti che Mancini, con la sua personalità vincente, resti l’uomo giusto per rifondare l’Inter, così come Mazzarri, con le sue paure, era quello sbagliato. Se i principi di gioco del nuovo tecnico finora si sono solo intravisti, è anche per i depositi di idee e di uomini del predecessore. Per questo ieri Mancini ha parlato di «rivoluzione». Dopo essersi illuso di poter riciclare e rieducare il materiale umano a disposizione, il Mancio si è convinto definitivamente della necessità di fare tabula rasa e di attingere dal mercato più di quanto avesse previsto: da Yaya Touré in giù. Con l’Inter attuale forse Mazzarri avrebbe fatto meglio, ma non sarebbe mai arrivata dove può arrivare l’Inter che ha in mente Mancini: questo pensa Erick Thohir, rassegnato a dolorosi esborsi. Ma la prima rivoluzione deve toccare l’atteggiamento dei giocatori. Guarin ieri parlava opportunamente di «vergogna». I dirigenti pure. Inaccettabile vedere tanti professionisti svogliati davanti a un Parma assatanato anche se da mesi non percepisce stipendio. La forbice tra valore della rosa e classifica è una condanna per omissione. Lo spogliatoio nerazzurro, assuefatto alle sconfitte, è allenato da anni a triturare allenatori e a farne parafulmini. Mancini non ha intenzione di fare la stessa fine. Per questo ieri, tutto solo nel tunnel di San Siro era incazzato come un puma. E da oggi lo farà capire. © RIPRODUZIONE RISERVATA
La gioia dei milanisti Cerci e Van Ginkel, contro la rabbia e la delusione degli interisti Ranocchia, Juan Jesus, Guarin e Palacio LAPRESSE-BOZZANI
IL SORPASSO DELL’INTER E IL CONTROSORPASSO DEL MILAN DALLA FINE DEL GIRONE D’ANDATA SORPASSO 40 punti
Milan 37 35
SORPASSO
1,41
Inter
38
35
32 30 29
25
35 34
38 37
33
La media punti di Inzaghi 41 punti in 29 partite (10 vittorie, 11 pareggi e 8 sconfitte)
30
35
36 35
41
26 26
26 26
29 29
26
1,45
1,22
La media punti di Mazzarri 16 punti in 11 partite (4 vittorie, 4 pareggi e 3 sconfitte)
La media punti di Mancini 22 punti in 18 partite (5 vittorie, 7 pareggi e 6 sconfitte)
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GIORNATE
19ª
20ª
21ª
22ª
23ª
24ª
25ª
26ª
27ª
28ª
29ª GAZZETTA DELLO SPORT
DOMENICA 5 APRILE 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
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Inter all’inferno fGIOIA ROSSONERA
INZAGHI
«#iononmollo» Con due vittorie Pippo si rilancia 1L’allenatore: «Adesso avanti così per
l’Europa, non abbiamo ancora fatto niente»
partito per Palermo a meno otto dal sesto posto (anche se non è certo possa bastare) e adesso si ritrova a meno sei, è tornato a vincere in trasferta dopo cinque mesi e mezzo, ed è riuscito a centrare due successi di fila. Quasi un’impresa, visto che la cosa era riuscita solo due volte. Come racconta Pippo, «non abbiamo ancora fatto niente», e magari è troppo tardi per trasformare il niente in qualcosa: ma almeno si può dare un senso alle ultime settimane. Di certo Pippo non cade più nel trabocchetto di soffermarsi sulla classifica, esercizio che troppe volte ha provocato sofferenze atroci. «L’Europa? La nostra speranza è continuare a giocare questo calcio, a fine campionato tireremo le somme. Non mi piace fare proclami. Diciamo che più partite vinceremo e più possibilità avremo di arrivare in Europa». Inzaghi non sorride, ma non ha più quella tensione che gli segnava il viso dopo le partite in cui rischiava di scendere al capolinea. «Del futuro mi importa poco — racconta —, ho un contratto e vado avanti per la mia strada». La nota migliore di ieri è stata la capacità di reazione dopo il pareggio del Palermo. Era successo anche col Cagliari, ed è un buon segno. «Dobbiamo continuare su questa strada e con questo spirito, sapevo che recuperando tanti giocatori saremmo tornati a giocare delle buone gare», spiega Inzaghi. Parole abbastanza canoniche da dopogara. Ma per trovare qualcosa di più sanguigno basta andare sul suo profilo Facebook: «Avanti così... con convinzione e continuità...?#iononmollo». L’essenza di Inzaghi è tutta nell’hashtag?
fRABBIA NERAZZURRA
MANCINI
«Gara di m...» E oggi Pasqua alla Pinetina 1Allenamento punitivo, il tecnico convoca
tutti alle 8: «Perché la maglia va rispettata»
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Marco Pasotto INVIATO A PALERMO
C
hiamiamolo un godimento intimo. Di quelli che si assaporano quasi da soli, senza farsi prendere dalla tentazione di sbandierarlo, perché sarebbe fuori luogo. E poi Pippo Inzaghi il sorriso bello, quello radioso che esibiva a luglio il giorno del raduno, l’ha perso da tempo. La sua quest’anno è stata una corsa a ostacoli, e ogni ostacolo gli ha portato esperienza ma allo stesso tempo sottratto serenità. Adesso finalmente il battito cardiaco può rallentare. Si può respirare e cercare di spremere tutto il me-
glio da questi ultimi due mesi. La posta in gioco è altissima: c’è una rincorsa europea che salverebbe la stagione della squadra e cambierebbe il destino dell’allenatore. Galliani un paio di settimane fa è stato molto chiaro: Pippo deve riuscire a dare alla proprietà — ovviamente al netto di quanto succederà in termini societari — un buon motivo per confermarlo anche il prossimo anno. E allora entrare in Europa League non sarebbe solo un buon motivo, ma ottimo. NIENTE PROCLAMI Non resta che vincere. E sperare in qualche svenimento ai piani più alti. Di certo la strada al momento pare quella giusta: il Milan era
CI DÀ FASTIDIO LA STORIA CHE VENIAMO SEMPRE RIMONTATI E CI STAVA DANDO FASTIDIO ANCHE STAVOLTA DOBBIAMO FARE DEI RISULTATI, NON È CHE ABBIAMO RISOLTO TUTTO. MA C’È FIDUCIA MAURO TASSOTTI VICE ALLENATORE MILAN
conferma di un pomeriggio da cani, in cui Mancio ha smesso i panni zen per tornare la «belva» del 2004. Tre episodi sono emblematici. Prima il litigio con un tifoso posizionato dietro alla panchina, che sullo 0-0 insultava i giocatori. «In Premier lo avrebbero già allontanato, anche se avesse pagato 500 sterline di biglietto», ha detto il tecnico. Che subito dopo il pareggio di Lila se l’è presa con Davide Santon, colpevole di essere fuori campo per farsi curare un taglio alla testa che ha richiesto due punti di sutura: «C..., c..., c... Se non uscivi, il gol non lo prendevamo». Per lo stupore dell’ex Newcastle. STRIGLIATA E SPERANZA Che la vera strigliata l’ha sentita nell’intervallo, col Mancio imbelvito: «Avete giocato un primo tempo di m...», il messaggio più tenero. Facile immaginare dunque la rabbia finale per una ripresa ancora più molle. «L’atteggiamento del secondo tempo è assurdo, tutti noi ci siamo meritati i fischi dei tifosi. Dobbiamo rispettare questa maglia. Evidentemente è colpa mia che non mi faccio capire, perché per due settimane abbiamo ripetuto certi concetti e poi in campo facciamo il contrario. Sempre sottoritmo? Non è un problema di condizione. Per giocare a San Siro servono spalle larghe. A volte pensi che per cambiare una stagione nata male basti cambiare allenatore. Ma non è così. Resto convinto che da settembre risaliremo, ma le basi vanno gettate in queste ultime 9 gare». E se ne va. Giustamente incazzato. E con la Pasqua di traverso. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Luca Taidelli @LucaTaidelli
«D
omani (oggi, ndr.) allenamento alle 8.30. E vediamo se l’hanno capita». A furia di provocarlo, Roberto Mancini torna quello da Prima Repubblica: incazzato nero. Tanto da togliere la Pasqua libera ai giocatori, ma anche a se stesso. Rinunciando a quanto ha di più caro: la famiglia, che lo aspettava a Jesi.
FURIA AUSILIO Stavolta è mano dura, come conferma il d.s. Piero Ausilio: «Il riposo
saltato non è una punizione, ma visto che i ragazzi hanno riposato oggi (ieri, ndr.), lavoreranno domani (oggi, ndr.). Siamo molto delusi e incazzati, sono mancati prestazione, cuore, voglia. Siamo stati indegni. Solo la Juve ha una rosa migliore della nostra. Lo dico ora, a rischio di passare per matto. Da qui a fine stagione vedremo chi è da Inter. Abbiamo le idee chiare per costruire in estate la prima vera Inter di Mancini, che ha preso in corsa una squadra non sua». RIVOLUZIONE E SANTON La chiosa del dirigente si lega a una delle frasi forti del tecnico: «Per lottare con le prime dovremo fare una rivoluzione». La
VISTO CHE SI SONO RIPOSATI CONTRO IL PARMA, I RAGAZZI NON RIPOSERANNO A PASQUA... PRESTAZIONE INDEGNA. SOLO LA JUVE HA UNA ROSA SUPERIORE. ORA 9 GARE PER CAPIRE CHI È DAVVERO DA INTER PIERO AUSILIO DIRETTORE SPORTIVO INTER
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DOMENICA 5 APRILE 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
EXCELLENCE SUPERPREMIUM QUALITY
EXCELLENCE SUPERPREMIUM QUALITY
Serie A R 29a giornata
DOMENICA 5 APRILE 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
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Cuore e Menez: il Milan sbanca Palermo
1Si sblocca Cerci, decide il francese: Inzaghi sceglie una squadra super-offensiva e viene premiato PALERMO
1
G.B. Olivero
E ALLA FINE PIPPO RINGRAZIA TUTTI
2
INVIATO A PALERMO
MILAN
2
PRIMO TEMPO 0-1 MARCATORI Cerci (M) al 37’ p.t.; Dybala (P) su rig. al 27’, Menez (M) al 38’ s.t. PALERMO (4-3-2-1) Sorrentino; Rispoli, G. Gonzalez, Vitiello, Lazaar; Rigoni, Jajalo (dal 43’ s.t. La Gumina), Barreto (dal 9’ s.t. Chochev); Vazquez, Quaison (dal 13’ s.t. Belotti); Dybala. PANCHINA Ujkani, Milanovic, Ortiz, Daprela, Bolzoni, Maresca, Della Rocca, Joao Silva. ALLENATORE Iachini. BARICENTRO MEDIO 52.2 M. CAMBI DI SISTEMA 4-3-1-2 dal 13’ s.t. ESPULSI nessuno. AMMONITI Vitiello e Jajalo per gioco scorretto. MILAN (4-3-3) Diego Lopez; Abate, Paletta, Mexes, Antonelli; Van Ginkel, De Jong, Bonaventura; Cerci (dal 31’ s.t. Suso), Destro (dal 31’ s.t. Pazzini), Menez (dal 47’ s.t. Poli). PANCHINA Abbiati, Gori, Albertazzi, Alex, Bonera, Bocchetti, De Sciglio, Mastalli. ALLENATORE Inzaghi. BARICENTRO MEDIO 50.6 M. CAMBI DI SISTEMA nessuno. ESPULSI nessuno. AMMONITI Abate, Paletta e Mexes per gioco scorretto. ARBITRO Doveri di Roma. NOTE paganti 5.383, incasso 175.133; abbonati 9.730, quota 115.601. Tiri in porta: 3-5. Tiri fuori: 10-4. Angoli: 5-5. In fuorigioco 2-8. Recuperi: 0’ p.t.; 4’ s.t.
PALLA CHE NON SALE Forse preoccupato dei movimenti di Menez, il tecnico rosanero ha lasciato in panchina Maresca preferendo un incontrista puro come Jajalo. In realtà il croato non ha avuto molto da fare perché dalle sue parti non si muo-
ZUPPING di VINCENZO CITO
SOLO FINALI PER LE MILANESI PELÉ RITORNA CON L’ITALIA
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e informazioni in tempo reale a «Quelli che il calcio» (Rai Due). Massimo Caputi «Ha segnato il Cesena? Sicuro»?. Nicola Savino «Ha segnato il Cesena»? Massimo Caputi: «Io non l’ho visto perché stavo...» Voce dal pubblico «Ha segnato Carbonero...». Massimo Caputi «Sicuro? Davvero?». Mimmo Di Carlo alla Rai. «Il Cesena ha voglia di voler lottare sino alla fine» Vorrebbero parlare solo della partita, la prima cosa che si sentono chiedere è se hanno da lamentarsi degli arbitri. Ieri a «Stadio sprint» (Rai) è successo a Benitez, Donadoni, Gasperini e Reja. Alla faccia del clima pasquale… Enzo Delvecchio (Radiorai, Bari-Pro Vercelli) «Arbitro nuovamente protagonista! De Luca è stato affondato in maniera clamorosa, i giocatori invocavano il rigore e l’arbitro ha ammonito Bellomo! L’arbitro sta facendo innervosire i giocatori di una partita che si stava giocando in maniera fortemente sportiva senza alcun tipo di problema!». E si è innervosito pure Delvecchio
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S
embrava che le dieci finali presentate da Pippo Inzaghi fossero come i dieci piccoli indiani di Agatha Christie, destinate cioè a sparire irrimediabilmente una alla volta. All’improvviso, però, a Palermo è apparso Jeremy Menez che dopo un primo tempo giocato con la voglia con cui si pagano le tasse ha deciso, bontà sua, di attivarsi nella ripresa decidendo la partita. Il successo del Milan è frutto di episodi: un regalo di Sorrentino per il vantaggio di Cerci, un omaggio di gruppo ideato da Rigoni per il raddoppio di Menez. Ma i tre punti premiano l’atteggiamento molto offensivo scelto da Inzaghi, che ha schierato insieme Bonaventura, Cerci, Destro e Menez e poi è passato alla cassa quando aveva inserito anche Suso e Pazzini. Sebbene in modo un po’ confusionario, quindi, il Milan ci ha provato. Il Palermo, invece, si è affidato allo straripante Dybala, ma ha pagato la scarsa vena di Vazquez (clamoroso l’errore a porta vuota che al 23’ avrebbe cambiato la gara) e anche la scelta conservativa di Iachini.
L’allenatore Baldineti al giocatore Sadovyy durante un time out «Senti, io non voglio perdere tempo con te. Cambia solo modo di giocare perché ti stanno facendo un mazzo così» (pallanuoto su Raisport) Inzaghi sul Milan «Ci aspetta la prima di dieci finali». Paolo Paganini il giorno dopo «Per l’Inter era la prima di dieci finali». Alle milanesi ora restano nove finali... Dario Massara (diretta gol serie B, Sky) «A un passo dal gol il Brescia che poco fa ha sfiorato il gol del 3-2 anche con Salamon». Che nel Brescia ci giocava due anni fa. Bruno Gentili (Rai) prima di Italia-Inghilterra sulla posizione tattica di Verratti. «Questa per lui è la colazione giusta… la collocazione giusta». Poi gliel’ha trovata Conte: in panchina. Il telecronista Stefano Bizzotto all’inizio della partita «Mai un pareggio fra Juve e Inghilterra» L’annuncio del Tg La7. «Calcio, amichevole ItaliaInghilterra 1-0, fine primo tempo. Al 29’ gol di Pelè». Tornato, a 74 anni, a giocare per noi! © RIPRODUZIONE RISERVATA
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● 1 La rete di Menez che ha deciso la sfida 2 Il rigore dell’1-1 , trasformato da Dybala, che aveva illuso il Palermo 3 Foto di gruppo dopo la vittoria: la squadra festeggia con Inzaghi, uscito da un periodo difficile grazie a questa vittoria AP LAPRESSE
veva nessuno. Maresca avrebbe organizzato meglio la manovra e innescato con continuità il potenziale offensivo del Palermo. Nel Milan, al solito, nessuno si muoveva senza palla e nel primo tempo il possesso era del Palermo anche perché ogni volta che i centrocampisti rossoneri cercavano gli attaccanti la boccia tornava subito indietro. Spiegazione semplice: Cerci punta sempre la profondità, Destro non fa salire la squadra e Menez semplicemente non c’era. Se a ciò si aggiunge la giornata grigia di Bonaventura e l’andatura da trattore di Van Ginkel si capiscono le difficoltà nella costru-
zione corale, nascoste parzialmente dalle iniziative individuali (di Cerci prima e di Menez poi). Dall’altra parte, Dybala faceva la prima punta, la seconda e anche il trequartista con intuizioni geniali e tocchi sublimi. Quaison, preferito a Belotti per non dare punti di riferimento, non riusciva però a essere concreto. Così, in un quadro tecnico parecchio desolante, emergevano errori molto gravi tra cui quelli già citati di Vazquez e Sorrentino, che mandavano il Milan in vantaggio all’intervallo. BUONA SORTE, MA CERCATA Iachini cercava la scossa inse-
rendo Belotti e passando quindi al 4-3-1-2. Inzaghi, dopo aver parlato tanto dell’importanza dei cambi, lasciava i titolari in campo fino all’ultimo quarto d’ora, quando la partita era tornata in equilibrio grazie al rigore di Dybala dopo uno sciocco fallo di Paletta su Belotti. La bravura del Milan, rispetto ad altre prestazioni, è stata quella di credere ancora nella vittoria e di limitare gli spazi per Dybala. Inzaghi ha avuto ragione a lasciare in campo un Menez a lungo indisponente e al gol del francese ha esultato come se avesse vinto... una finale. La gara di Palermo, onestamente, non me-
rita un termine tanto pomposo ma il successo è importante perché consente ai rossoneri di staccare l’Inter, di vincere la seconda partita di fila (non accadeva da ottobre) e di ritrovare fiducia. Molte volte in questa stagione il Milan era stato anche sfortunato e si era detto, giustamente, che gli episodi avevano premiato chi se l’era meritato con l’atteggiamento migliore. Ieri il Milan è stato fortunato, ma la fortuna se l’è cercata. Se volete bel calcio meglio andare da un’altra parte. Ma qui è già un sogno arrivare al sesto posto, per ora non si può pretendere molto di più. © RIPRODUZIONE RISERVATA
6
Serie A R 29a giornata
DOMENICA 5 APRILE 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
LE PAGELLE di G.B. OLIVERO PALERMO
MILAN
5,5
5
VAZQUEZ A VOCE BASSA. DYBALA, CHAMPAGNE AL BARBERA IL TECNICO GIUSEPPE IACHINI
5
Non paga la scelta di piazzare Jajalo davanti alla difesa: sarebbe servito un costruttore più che un interditore. Il Palermo è in calo: senza Dybala non riuscirebbe a creare alcun pericolo.
IL MIGLIORE PAULO DYBALA
7,5
«Zidaneggia» con una ruleta, diventa Flash ma Vazquez spreca, poi spiove un meteorite dal cielo e commuove il modo in cui lo addomestica. Il rigore è un bicchiere d’acqua dopo un litro di champagne. ● TIRI 5 ● SPONDE 1 ● DRIBBLING 4
IL PEGGIORE
4,5
STEFANO SORRENTINO
Apre la porta a Cerci che nemmeno aveva bussato. Errore inspiegabile perché il cross di Van Ginkel è di semplice lettura. Due buoni interventi non gli salvano la pagella. Pasqua rovinata. ● PARATE 3 ● RINVII 5 ● PRESE ALTE 0
6,5
6
6
5,5
RISPOLI Sbaglia tantissimo e si propone poco. Eppure avrebbe molti spazi perché Menez svaria come sempre e Bonaventura si accentra spesso.
GONZALEZ Viene coinvolto nel buco del gol decisivo, ma in realtà è preso in controtempo dall’errato passaggio di Rigoni. Sempre attento dentro l’area.
VITIELLO Vale lo stesso discorso fatto per Gonzalez: è sulla scena del crimine, ma non è lui l’assassino. Soffre Cerci in avvio, ma riesce sempre a cavarsela.
LAZAAR Come spesso gli succede fa tanto e sbaglia tanto. Molte palle perse, ben 10 cross anche se finiscono tutti lontani da teste e piedi delle sue punte.
● CONTRASTI 1 ● CROSS 7 ● PASSAGGI 33
● CONTRASTI 1 ● LANCI 4 ● PASSAGGI 33
● CONTRASTI 1 ● LANCI 5 ● PASSAGGI 42
● CONTRASTI 3 ● CROSS 10 ● PASSAGGI 35
5,5
5,5
6
4,5
RIGONI Quel lancio per Menez rovina una partita con tante cose dentro, manco fosse un uovo di Pasqua gigante. La sorpresa, però, fa felice solo il Milan.
JAJALO Come mettere gli occhiali di sole in una giornata di nebbia. Non c’era nulla da schermare davanti alla difesa, così non sa bene che cosa fare.
BARRETO Fischiato a prescindere per la decisione di lasciare Palermo, non fa molto per meritare applausi. Ma con Van Ginkel è un match senza vincitori.
VAZQUEZ El Mudo lascia... muti i suoi tifosi quando appoggia fuori l’assist di Dybala. L’errore lo condiziona, perché poi si attorciglia nei suoi pensieri.
● TIRI 4 ● RECUPERI 3 ● PASSAGGI 30
● TIRI 1 ● RECUPERI 7 ● PASSAGGI 57
● TIRI 1 ● RECUPERI 2 ● PASSAGGI 17
● TIRI 3 ● OCC. CREATE 2 ● PASSAGGI 35
6
5,5
6,5
s.v.
QUAISON Buone iniziative in avvio, sorprende il Milan con gli spostamenti. Il calo è progressivo e spinge Iachini al cambio che è anche tattico.
CHOCHEV Chochev chi? Nel senso che non si vede mai. Si piazza al posto di Barreto, ma il pallone sembra volerlo evitare accuratamente.
BELOTTI Inzaghesco sul rigore: sia per come se lo procura sia per come esulta. Come a dire: «Non finisco tra i marcatori, ma questo gol è un po’ mio».
LA GUMINA Nel finale esordisce in Serie A: tocca un solo pallone che però vale una Pasqua felice.
● TIRI 2 ● OCC. CREATE 2 ● PASSAGGI 17
● TIRI 1 ● OCC. CREATE 1 ● PASSAGGI 10
● TIRI 0 ● SPONDE 0 ● DRIBBLING 0
● TIRI 0 ● SPONDE 0 ● DRIBBLING 0
6,5
6
FIORETTO MEXES, EVITA I TACCHETTI VAN GINKEL COL LIMITATORE IL TECNICO FILIPPO INZAGHI
6,5
Se la gioca come piace a lui e la scelta iper offensiva viene premiata. Stava per inserire Poli, aspetta troppo e prende il pareggio. Però la squadra lo segue: lo spirito è confortante.
IL MIGLIORE JEREMY MENEZ
7
Per un tempo, Sua Supponenza. Si ferma platealmente su un passaggio lungo, sembra non aver voglia. Nella ripresa slalom speciale, slalom gigante e discesa libera verso il gol della vittoria. ● TIRI 1 ● OCC. CREATE 3 ● DRIBBLING 2
IL PEGGIORE
5
MATTIA DESTRO
L’unico pallone giocato da centravanti lo trasforma in gol, ma è in fuorigioco. Urge, però, che migliori il rendimento con le spalle alla porta: solo una volta riesce a far salire la squadra. ● TIRI 2 ● SPONDE 0 ● DRIBBLING 0
DOVERI Giusto annullare il gol di Barreto per fuorigioco di Rigoni. E giusto anche assegnare il rigore al Palermo per il fallo su Belotti. Convince la gestione dei cartellini.
5
5,5
6
DIEGO LOPEZ La maggior parte dei tiri del Palermo finiscono fuori. Su quelli più precisi non deve impegnarsi molto. Vazquez lo grazia, Dybala no.
ABATE La presenza numero 200 in Serie A poteva essere celebrata meglio. Perde tantissimi palloni, crossa poco e male, soffre in fase difensiva.
PALETTA Il Gallo Belotti alza la cresta, lui lo stende abboccando come un pivellino. È l’unica sbavatura grave, ma poteva costare due punti.
MEXES Resiste stoicamente alla tentazione di attentare alla salute dell’imprendibile Dybala. Su spazi meno ampi fa valere fisico e posizione.
● PARATE 2 ● RINVII 13 ● PRESE ALTE 1
● CONTRASTI 4 ● CROSS 4 ● PASSAGGI 37
● CONTRASTI 2 ● LANCI 1 ● PASSAGGI 24
● CONTRASTI 1 ● LANCI 2 ● PASSAGGI 18
6
6
6,5
5,5
ANTONELLI Nulla di trascendentale, ma una sensazione di utilità sia nella propria area sia quando (meno di quanto potrebbe) si avventura in avanti.
VAN GINKEL Staccategli il cruise control! Non sarà mai un velocista, ma non riesce a cambiare marcia. La precisione nei passaggi è un punto a favore.
DE JONG Passaggio sbagliato dopo due secondi: già chiesta l’omologazione del primato mondiale. Poi va in soccorso di chiunque chiede il suo aiuto.
BONAVENTURA Il compitino lo sbriga, per carità. Ma Inzaghi lo piazza mezzala perché spera che dia molto di più in fase di costruzione e inserimento.
● CONTRASTI 1 ● CROSS 1 ● PASSAGGI 40
● TIRI 0 ● RECUPERI 3 ● PASSAGGI 31
● TIRI 0 ● RECUPERI 2 ● PASSAGGI 23
● TIRI 1 ● OCC. CREATE 0 ● PASSAGGI 47
6,5
6
5,5
s.v.
CERCI Scampoli di qualità: un cross di esterno per Destro, un doppio dribbling in area. Il gol non è esattamente uno schema, ma non sottilizziamo.
SUSO Detta spesso il passaggio in profondità, ma raramente viene servito. L’inserimento è una dimostrazione di fiducia da parte di Inzaghi.
PAZZINI Rischia di finire in fuorigioco più volte (3) dei palloni toccati (4). Non lascia la sensazione di una forma abbagliante.
POLI Era pronto per entrare al 20’ della ripresa. Mette e toglie la pettorina, alla fine gli tocca solo una parte del recupero.
● TIRI 3 ● OCC. CREATE 2 ● PASSAGGI 22
● TIRI 0 ● OCC. CREATE 0 ● PASSAGGI 10
● TIRI 2 ● SPONDE 0 ● DRIBBLING 0
● TIRI 0 ● RECUPERI 0 ● PASSAGGI 1
MANGANELLI 6 GAVA 6
DAMATO 6 NASCA 6
Serie A R 29a giornata
DOMENICA 5 APRILE 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
fIL PERSONAGGIO
HANNO DETTO
JEREMY MENEZ
Assalto a Forte Tevez per la corona di bomber
CONTENTI PER NOI, INZAGHI E IL CLUB CHI ENTRA FA BENE, È LA FORZA DEL NOSTRO GRUPPO
1Il francese tocca quota 16 gol (il sesto in trasferta) e rilancia: «Fino a che c’è speranza per l’Europa dobbiamo crederci» Marco Pasotto INVIATO A PALERMO
L’
assedio di Fort Apache. Che non finirà in un massacro come nel film, ma di certo sta creando qualche preoccupazione a Carlitos Tevez, messo un’altra volta sotto attacco da Jeremy Menez. Il quale, avendo ormai polverizzato tutti i suoi record stagionali in termini di gol, media gol e altre meraviglie statistiche, si sta facendo stuzzicare non poco dalla sfida con l’argentino (anzi, con gli argentini dal momento che Icardi segue a una lunghezza) per la corona stagionale di bomber del torneo. Con quello di ieri siamo arrivati a sedici e il francese non solo ha consegnato tre punti alla classifica della sua squadra, ma ha messo una toppa a una piccola lacuna personale: fin qui ne aveva fatti dieci a San Siro e cinque fuori, mostrando un po’ di timidezza realizzativa lontano dal Meazza. Non che la parola timidezza sia quella che gli si addice meglio. Davvero no. Non lo è nei pressi della porta (dopo una galoppata di cinquanta metri è arrivato assolutamente lucido davanti a Sorrentino), non
lo è con la squadra (è piuttosto frequente vederlo dialogare, diciamo così, vivacemente con i compagni) e non lo è per carattere. SPINA Menez vive la partita come più gli piace e come più gli pare. In termini tecnici, di posizione e di atteggiamento. Prendiamo il primo tempo di ieri: svagato, supponente, spesso fuori dal gioco. Ecco, una di quelle partite in cui un tecnico avrebbe tanti buon motivi per dare un’occasione a qualcun altro. Ma poco dopo l’inizio della ripresa, Jeremy ha attaccato la spina. Perché lui fa così. Una discesa in area infilandosi fra tre uomini, che ha fatto capire a tutti ciò che tutti sanno già: quando lui decide di giocare, fa la differenza. Poi altri minuti di buio, un altro paio di sprazzi e per Pippo la tentazione di scommettere un’altra volta su di lui. Scommessa vinta. Tanto che Inzaghi a fine gara ha detto: «Può fare sia il centravanti che l’attaccante esterno. La presenza di una punta centrale gli dà giovamento. E comunque non era un falso nueve, ma un buon nueve». Pippo sorride quando parla di Jeremy, perché quest’anno gli ha risolto
tantissimi guai. I gol del francese hanno portato in dote al Milan 15 punti e nel 2015 ha partecipato attivamente a 11 gol. Otto reti e tre assist: al momento nessuno ha fatto meglio in A. GRATIS E soprattutto è doveroso ricordare che non è costato nulla. Dice Pippo: «Si parla di parametri zero ma lui, che è parametro zero, si gioca il titolo di capocannoniere del campionato. Siamo andati io e Galliani a prenderlo ed è una bella soddisfazione, anche perché veniva da stagioni difficili». Jeremy intanto ripete il solito ritornello, perché anche se in campo a volte dà l’idea di pensare soprattutto a se stesso, quando parla esprime sempre il concetto opposto: «Mi fa piacere aver fatto un bel gol, ma non importa in quale posizione gioco. La cosa più importante è la vittoria. L’abbiamo meritata. Fino a quando c’è un po’ di speranza per l’Europa, dobbiamo crederci». Dopo il gol Inzaghi è andato fino alla bandierina del calcio d’angolo per congratularsi. «Lui mi ha dato tanta fiducia e io ho bisogno di questo per sentirmi bene sul campo».
LUCA ANTONELLI DIFENSORE MILAN
1Menez ha chiuso con soli
LA SUA GARA AI RAGGI X
2 dribbling riusciti (su 4) ma ha primeggiato in altre voci
● MILANO Pausa festiva? Sì, ma fino a un certo punto. Le operazioni per preparare la cessione del Milan proseguono con il lavoro certosino degli esperti. E se ancora sul fronte della cordata cinese non è tutto chiaro e le operazioni di «due diligence» sono alla fase embrionale, il gruppo thailandese coordinato da Bee Taechaubol sta concludendo con attenzione il controllo dei bilanci e elaborando le strategie a breve, visto l’accelerazione nella trattativa che potrebbe portare a una cessione del pacchetto di maggioranza del club già entro l’anno. Come dire che già in estate gli acquirenti potrebbero essere al timone di comando e non vogliono farsi trovare impreparati. Perché se sotto il profilo finanziario hanno le idee chiare, sulla gestione tecnica siamo in fase di studio e il punto di riferimento più certo è l’ingresso di Paolo Maldini quale direttore tecnico. Un’accelerata nella trattativa potrebbe arrivare a metà mese, quando mr Bee conta di sbarcare a Milano.
ATTACCO
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© RIPRODUZIONE RISERVATA
6 PALLE RECUPERATE*
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I PUNTI DA CUI HA CALCIATO IN PORTA
2 1
RICCARDO MONTOLIVO SU TWITTER
OCCASIONI CREATE*
3 *Migliore del Milan GDS
© RIPRODUZIONE RISERVATA
INVIATO A PALERMO
D
RITORNO IN PATRIA «Sono contento di questo gol, segnare è sempre importante. Sapevamo di affrontare un Palermo pericoloso, una squadra che mette in difficoltà, dobbiamo essere compatti e ripartire ordinati. Speriamo di mantenere il vantaggio», ha detto Cerci nell’intervallo. E il risultato positivo alla fine è arrivato, anche se c’è voluta la prodezza di Menez per annullare il rigore trasformato da Dybala e riportare la vittoria in casa rossonera. Cerci aveva lasciato l’Italia a settembre per accasarsi con l’Atletico Madrid, ma il suo
E ANDIAMOOOO!!! BELLA VITTORIA A PALERMO! #FORZAMILAN
Il colore è più intenso nelle zone in cui ci sono stati più tocchi di palla
Francesco Caruso entro l’uovo pasquale Alessio Cerci trova il suo primo gol in rossonero. Una giornata che resterà nella sua memoria. Come quel pallone che Marco van Ginkel ha messo in mezzo, quasi rasoterra, sul quale Sorrentino s’avventa ma viene buggerato da un rimpallo che fa sbattere la sfera addosso all’attaccante del Milan e s’infila in rete. La squadra di Inzaghi va in vantaggio così, con un pizzico di fortuna, che Alessio meritava, eccome. Lo aveva cercato a lungo questo primo sigillo. L’aveva inseguito, accarezzato, agognato. E finalmente è arrivato, nel giorno che segna anche la sua resurrezione, con la prima rete italiana dopo la breve esperienza spagnola.
SUSO CENTROCAMPISTA MILAN
CROSS*
TOCCHI PER ZONA
Cerci, il riflesso vincente per rinascere con il primo gol Mister Bee e le strategie tecniche
IACHINI SI DIFENDE: «POCO CONCRETI, MA NULLA SI È ROTTO» «Dobbiamo fare più gol visto il volume di gioco. Nessuno ha la pancia piena. Fischi a Barreto? Ora non gli si perdona nulla» INVIATO A PALERMO
Alessio Cerci, 27 anni, con il difensore del Palermo Lazaar ANSA
RNon aveva ancora segnato con la maglia rossonera: un rimpallo lo aiuta a sbloccarsi contratto triennale è stato bruscamente interrotto a gennaio, per una rapida marcia indietro a sfondo rossonero. L’ex granata ha salutato Madrid dopo sei partite appena in Liga e nessun gol, l’unica rete con i colchoneros l’ha segnata il 22 ottobre nella terza partita della fase a gironi di Champions contro il Malmoe, gara che gli spagnoli hanno vinto 5 a 0. Con il Milan ha racimolato fin qui 12 presenze in campionato e adesso può finalmente togliere lo 0
VITTORIA CON UNA GRANDE SQUADRA. SONO ENTRATO BENE E SPERO DI GIOCARE DI PIÙ
Jeremy Menez, 27 anni, imprendibile per i difensore del Palermo ANSA
DIGIUNO FINITO
CESSIONE CLUB
7
dalla casella dei gol segnati. TASSOTTI L’allenatore in seconda del Milan, Mauro Tassotti, ha così commentato il successo e il gol di Alessio Cerci: »L’importante era dare continuità alla vittoria contro il Cagliari, ci siamo riusciti. La partita è stata equilibrata nel primo tempo, nel secondo tempo abbiamo giocato meglio e forse avevamo anche segnato con Destro (gol annullato per fuorigioco, n.d.r.). I cambi ci hanno dato una mano. Gol fortunoso di Cerci? Il calcio è così, però la fortuna bisogna anche cercarsela. Ora abbiamo una rosa ampia che ci permette di avere giocatori importanti in panchina. E se saremo bravi ad averli fino alla fine si vedranno i risultati». © RIPRODUZIONE RISERVATA
N
on sappiamo se si possa già parlare di Palermo in crisi, di certo è il punto più basso della gestione Iachini: 2 punti in 6 partite, quattro sconfitte, di cui tre consecutive, non si erano mai viste col tecnico dell’ultima promozione. Alla vigilia Iachini aveva chiesto una squadra più determinata e cinica, ma quello che si è visto è stato un Palermo impreciso e poco incisivo. «Abbiamo fatto buona gara, ma non siamo stati bravi a risolvere gli episodi decisivi a nostro favore. Nel primo tempo potevamo passare in vantaggio, ci siamo trovati in 2 contro 1 davanti al portiere, ma bisognava essere più decisi. Loro hanno segnato il primo gol con una mezza carambola. Siamo rientrati con-
vinti di poter pareggiare, dopo l’1-1 sentivamo di poter fare un altro gol. Invece abbiamo concesso a Menez una palla che ha trasformato in rete con una prodezza». PROBLEMI Dybala ha realizzato il rigore ma sembra girare a scartamento ridotto: «È un generoso, riesce sempre a fare quello che deve, ma il periodo è un po’ così e impone di lavorare per tornare ad essere più efficaci sotto rete, prima ci riuscivamo, ora meno, sono i normali cicli di una stagione». Barreto bersagliato dai fischi è sembrato spaesato: «Stava facendo la partita come gli altri, in questo momento siamo tutti attenti a misurargli anche i peli. Prima della storia contrattuale sbagliava nella stessa misura, ma non ci si faceva caso, e osservando l’impegno che ci mette durante la settimana, merita di giocare». Il Palermo ha smarrito la via della vittoria: «Il successo ci sfugge perché non riusciamo a concretizzare il gioco che creiamo. Ricordiamoci sempre che fra pali e traverse abbiamo contato 15 legni. Nessuno qui ha la pancia piena, non si è rotto nulla». f.c. © RIPRODUZIONE RISERVATA
8
Serie A R 29a giornata
Lezione di dignità da un nobile Parma Inter, è game over
1Fortunati nel trovare il vantaggio, aggrediti, raggiunti sull’1-1,
più volte vicini al k.o.: i nerazzurri salutano ogni speranza di salvare l’annata, umiliati da una squadra senza stipendi ma piena di grinta INTER
PARMA
1 1
PRIMO TEMPO 1-1 MARCATORI Guarin (I) al 25’, Lila (P) al 44’ p.t. INTER (4-3-3) Handanovic; Santon, Ranocchia, Felipe (dal 31’ s.t. Podolski), Juan Jesus; Guarin, Medel, Brozovic; Shaqiri (dal 45’ s.t. Hernanes), Puscas (dal 1’ s.t. Kovacic), Palacio. PANCHINA Carrizo, Campagnaro, D’Ambrosio, Nagatomo, Dimarco, Obi, Gnoukouri, Camara, Bonazzoli. ALLENATORE Mancini CAMBI DI SISTEMA dal 17’ p.t. 4-31-2, dal 1’ s.t. 4-2-3-1 BARICENTRO MOLTO ALTO 57 METRI. ESPULSI nessuno AMMONITI Ranocchia e Felipe per gioco scorretto PARMA (3-5-1-1) Mirante; Mendes, Costa, Feddal; Varela, Lila (dal 1’ s.t. Ghezzal), Jorquera (dal 39’ s.t. Cassani), J.Mauri, Gobbi; Nocerino; Belfodil (dal 32’ s.t. Coda). PANCHINA Iacobucci, Bajza, Santacroce, Esposito, Prestia, Lodi, Palladino. ALLENATORE Donadoni CAMBI DI SISTEMA dal 1’ s.t. 3-52. BARICENTRO MOLTO BASSO 48,2 METRI. ESPULSI nessuno AMMONITI nessuno
PRIMO TEMPO
Andrea Elefante
1’ Pronti, via, Varela Il portoghese bussa subito con un sinistro centrale.
MILANO
13’ Shaq, mezzo lampo Puscas per Shaqiri che tocca in corsa, Mirante c’è.
A
25’ Guaro di sponda Il destro di Guarin da fuori viene deviato da Mauri e beffa Mirante (foto). 38’ San Felipe Belfodil in area dribbla Ranocchia, provvidenziale la chiusura di Felipe. 41’ Handa Costa Punizione mancina di Costa, Handanovic alza. 43’ Puscas sballato Palacio trova Puscas in area, ma il colpo di testa è fuori misura. 44’ Lila d’astuzia Con Santon a bordo campo per farsi medicare, Varela mette al centro dove Lila di testa anticipa Medel e fa 1-1 (foto sotto, KOMUNICARE).
SECONDO TEMPO 21’ Brividovic Palacio per Brozovic, il cui destro dal limite esce di poco. 20’ Belfo, no! Ghezzal salta Felipe e mette al centro per Belfodil che svirgola da ottima posizione. 35’ Ghezzal bulimico Ghezzal in area riceve un pallone sporco da Coda, ma tira in curva mangiandosi un gol. 37’ Rano, la testa! A due passi da Mirante, Ranocchia di testa cerca la porta non vedendo l’inserimento di Guarin. Palla molle e facile preda del portiere. 43’ Muro Feddal Feddal mura il sinistro di Podolski.
ARBITRO Peruzzo di Schio NOTE Spettatori totali 33.175, incasso non comunicato. Tiri in porta 6-2. Tiri fuori 7-6. In fuorigioco 1-0. Angoli 5-2. Recuperi 1’ e 4’.
45’ Kova non va Il difensore marocchino del Parma si ripete sul destro dal limite di Kovacic.
nche il tribunale di San Siro, non più solo la classifica, condanna l’Inter al fallimento: detto con il massimo rispetto per il Parma, che contro quella parola sta combattendo una battaglia molto più impari. Tutto già visto e sentito: la squadra di Donadoni che dà lezioni di dignità e un po’ anche di calcio, quella di Mancini che annaspa e la sua gente che fischia. Protesta il suo sdegno perché non solo vede anche il Milan che scappa, ma è pure ridotta a invidiare l’orgoglio di giocatori già retrocessi e senza stipendio che corrono, si sbattono, ci credono. E i «falliti» le sembrano i suoi, senza voglia e amor proprio, non solo un minimo sindacale di continuità o tracce di gioco: quello è una chimera da tempo, magari quella gente si sarebbe accontentata di occhi un po’ più spiritati, polmoni un po’ più spompati, gambe un po’ più convinte. A San Siro larghi buchi sugli spalti e un buco sempre più profondo nelle speranze di Thohir: i tifosi sono anche pochi e l’«avete rotto il c...» che cantano alla fine è un ritornello quasi rassegnato, come i confusi attacchi della squadra lungo tutto il secondo tempo, a costo di rischiare una sconfitta (chance per Belfodil e Ghezzal) che a quel punto avrebbe cambiato poco, se non forse la rabbia del pubblico.
STAGIONE FINITA Poco perché il pareggio di ieri - se ce n’era ancora bisogno - ha decretato la chiusura della stagione nerazzurra; forse fiaccato definitivamente, a proposito di obiettivi, l’ottimismo di Mancini, che ancora in settimana aveva chiesto dieci vittorie su dieci; scatenato la sua rabbia - che per il bene dell’Inter ora dovrà durare fino al 31 maggio - di tecnico tradito. Magari smettere di parlare di Europa League ancora possibile servirà a dare un senso concreto, e non solo illusorio, almeno alle ultime nove partite che restano: per capire, o finire di capire, chi meriterà di riprovarci l’anno prossimo. Evidentemente era una corsa troppo a handicap, se da quando è arrivato il momento di non sbagliare quasi più nulla l’Inter ha fatto tre punti in cinque gare. Troppo a handicap per una squadra che non vince da sette partite, Europa League compresa; che in campionato non si prende tre punti dal 23 febbraio, in casa dall’8 febbraio, e sempre dall’8 febbraio subisce gol ogni volta che gioca (solo 8 partite su 29 di campionato senza incassarne). Troppo per un gruppo (?) che a San Siro, contro le ultime tre in
classifica, ha fatto due punti su nove. E contro l’ultimissima, il Parma, uno su sei. MEA CULPA MANCINI Mancini, come già in altre occasioni, si è assunto tutte le responsabilità. Sicuramente ce ne sono se anche ieri l’Inter ha patito così tanto l’assenza di Icardi e la mossa coraggiosa di mettere al suo posto il giovane Puscas e non Podolski non ha funzionato. Se la squadra non ha neanche provato ad ammazzare una partita che per una volta con un po’ di fortuna (tiro di Guarin deviato in porta da Mauri) era riuscita a mettersi in discesa, dopo 25’ conditi da una fatica non nuova nell’alzare il ritmo, allargare il gioco sulle fasce, trovare spazi in velocità. Se proprio quando è passata in vantaggio ha perso metri di campo, dato coraggio al Parma e (in dieci perché Santon era temporaneamente fuori) peccato di intensità, attenzione e dunque confusione nel posizionamento difensivo quando Varela ha crossato e Lila ha pareggiato di testa, arrivando da dietro. Se anche ieri si è ritrovato a rimescolare più volte la squadra, ma senza mai trovare l’alchimia giusta. FRULLATORE Si può considerare colpa di un tecnico non l’aver ancora trovato un sistema di gioco definitivo e affidabile, essere ancora costretto come ieri - a passare dal 4-3-3 al 4-3-1-2 e poi, nella ripresa, al 4-2-3-1. Oppure il dover ancora spostare i giocatori come pedine degli scacchi:
LE PAGELLE di A.E. SHAQIRI NON TROVA L’ISPIRAZIONE, SI SALVA FELIPE. COSTA DÀ SICUREZZA, FEDDAL PRENDE CORAGGIO INTER
4,5
HANDANOVIC 6 Mettere la punta delle dita su punizione di Costa non basta a non subire il 350° gol in A. SANTON 5,5 Vista la prudenza di Gobbi dovrebbe stare molto più alto: fare benino le cose dietro non basta. RANOCCHIA 5,5 Un brivido con Belfodil, poi finisce da centravanti e ha una chance per il 2-1: colpisce piano o cerca l’assist? PODOLSKI 5,5 Parte da destra, ma solo nel finale: un tiro respinto, stop. JUAN JESUS 5 Un tempo senza inciampi, poi iniziano le sbandate: il primo a essere fischiato, quando fa due errori in venti secondi. GUARIN 5,5 Più e meglio degli altri dribbla (7) e tira in porta: due volte, e così trova l’1-0, terzo gol personale al Parma. Però avere più volontà non
6
significa mantenere lucidità, anzi. MEDEL 6 Non si risparmia niente, anche quando finisce centrale difensivo. Arriva tardi su Lila, ma non è roba sua. E 103 passaggi positivi non sono pochi. BROZOVIC 5 È lui che perde l’inserimento di Lila e ha perso anche certe geometrie ispirate (12 passaggi negativi). PUSCAS 5 La Serie A non è la Primavera, anche se si affronta il Parma: impalpabile. KOVACIC 5 Titolare in 4 gare delle ultime 11 di campionato? Dà ragione a Mancini: si manifesta solo con un colpo di testa fuori. PALACIO 5 Crea tre occasioni, ma i 9 gol in 10 partite al Parma sono un ricordo. ALL. MANCINI 5 Per una gara così, forse servirebbe provare un laterale che spinga più e meglio di Juan Jesus.
IL MIGLIORE FELIPE
6,5 Contro il «suo» Parma è essenziale e deciso: e non giocava da gennaio, in A da novembre. Scomposto solo quando becca il giallo, finisce con i crampi.
IL PEGGIORE SHAQIRI
4,5 In tutte le posizioni dietro la punta: in nessuna dà uno straccio di ispirazione, in compenso perde 23 palloni. E perché non tira più? (Hernanes s.v.)
PERUZZO Gara molto semplice da dirigere, anche per i ritmi non certo folli. Giusti i cartellini gialli a Felipe (già graziato in precedenza) e Ranocchia.
PARMA
6,5
MIRANTE 6,5 Azzarda un’uscita un po’ così, però poi è pronto su Shaqiri, una punizione bassa di Guarin e sull’ultimo tiro (di Hernanes). MENDES 6,5 Si vede che con Costa si capiscono al volo. FEDDAL 7 Usa bene il fisico e via via prende coraggio: ultima mezzora praticamente perfetta e record di palloni intercettati (8). VARELA 6,5 Il cross per l’1-1, ma non solo: aiuta anche da quinto difensore, appena può riparte come una scheggia e così crea tre occasioni. Finisce interno. LILA 6,5 Una garanzia nelle due fasi: gli ultimi due gol del Parma sono suoi, peccato si faccia male segnando. GHEZZAL 6 Buon impatto sulla partita: aiuta, assalta, disegna un quasi assist
per Belfodil. Una macchia: anche lui ha sul piede il 2-1 e lo spedisce in cielo. JORQUERA 6,5 Gestisce il traffico davanti alla difesa: sa come farsi seguire e come far andare il pallone. (Cassani s.v.) J.MAURI 6,5 Sfortunato sulla deviazione-gol e perché ha un talento che meriterebbe altra serenità. Infatti perde qualche pallone di troppo (14). NOCERINO 6 Il più vicino a Belfodil, poi torna a fare l’interno di aggressione. BELFODIL 6 Un paio di sterzate non male: gli manca l’ultimo spunto, anche quando Ghezzal gli mostra la porta. CODA 6 Un po’ di lavoro sporco. ALL. DONADONI 7 Il Parma aveva perso a San Siro in condizioni molto meno disagiate. Senza Lila mette una punta, per togliere a Mancini la tentazione di rendere la squadra ancora più offensiva. FIORITO 6 TASSO 6
IL MIGLIORE COSTA
7 Non c’è Lucarelli? Dà lui coraggio e sicurezza: puntuale, e senza durezza (come il Parma: zero ammoniti). Anche una punizione per niente male
IL PEGGIORE GOBBI
6 E’ quello che si abbassa di più per evitare insidiosi tre contro tre. Si prende dei rischi, ma solo uno dei 12 palloni persi è davvero pericoloso. TOMMASI 6 PINZANI 6
DOMENICA 5 APRILE 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
PIEGATI IN DUE Andrea Ranocchia e Mateo Kovacic piegati in due a fine gara. L’emblema di un’Inter molle e senza cuore ANSA
9
Matteo Brega MILANO
S
vuotato. Prima di anime e poi di anima. Il Meazza della vigilia di Pasqua è lo specchio del mondo interista. Per certi tratti intimista (i 33.175 spettatori paganti comprendono anche gli abbonati e quindi il dato reale è insaporito), decisamente rumoroso alla fine del primo atto e al termine della tragedia sportiva pomeridiana. Dai fischi di una parte (curva Nord esclusa) si finisce con i fischi di tutti e con il coro «avete rotto il c...» che è abbastanza didascalico da non dover
7
● le partite consecutive dell’Inter senza vittorie, di cui 5 in campionato e 2 in Europa League. Il triste bilancio è di 3 pareggi e 4 sconfitte
essere spiegato. In mezzo c’è tutta la partita, ovvero il motivo per cui il tifoso interista decide di passare il sabato di Pasqua allo stadio e non in famiglia. L’avvertimento al fischio d’inizio è stato diretto: «Fuori i cog...». Un benvenuto rivisitato. Il gol di Guarin aveva squarciato il cielo, riunendo tutti sotto l’ombrello nerazzurro. Il pareggio di Lila lo ha fatto tornare soffocante. Tre quarti di stadio a fischiare e ad applaudire i giocatori del Parma, il quarto rimanente (ovvero la Nord) a sostenere la squadra.
Medel davanti alla difesa e poi difensore centrale. Guarin interno, trequartista, largo a destra, mediano. Shaqiri esterno, trequartista, ancora largo a destra e poi a sinistra. Kovacic esterno e poi dietro Palacio. Palacio punta defilata e poi centrale. Ma perlomeno Mancini ha provato a fare in 45’ quello che non è riuscito a fare in più di quattro mesi: si è sforzato di cambiare l’inerzia delle cose, di scuotersi e scuotere la squadra. Senza ricevere in cambio segnali di vita, in una ripresa che doveva essere un assalto, un assedio, e invece nvece è stata solo una lenta agonia, un’autodenunenuncia di mollezza anche da parte di gente te che nei mesi scorsi sembrava dover e poter riaccendere l’Inter.
In basso, Roberto Mancini, 50 anni LAPRESSE
NUCLEO FORTE? Non Kovacic, lui è un miodolski, stero insoluto da tempo; e neanche Podolski, ieri abiurato in partenza per Puscas e poi an-2-3-1. che quando è stato scelto il «suo» 4-2-3-1. haqiri, Ma gente tipo Santon, Brozovic, Shaqiri, oricaPalacio, per certi versi Guarin: teoricamente, il nucleo forte attorno al quale nter Mancini ha in mente di costruire l’Inter che sarà. Ma quel teoricamente è un avro, verbio che a questo punto vale per loro, osì ma pure per il tecnico: pomeriggi così opossono far passare la voglia, e non solo alla gente. © RIPRODUZIONE RISERVATA TA
FISCHI Lo hanno sempre fatto durante l’anno per una regola non scritta per cui i giocatori si sostengono fino al novantesimo e semmai si fischiano alla fine. Il secondo tempo è andato affievolendosi. La candela interista non ha mai acceso l’ambiente, lo ha mantenuto in penombra. E allora il triplice fischio dell’arbitro non ha fatto altro che riaprire il «fischiodromo». Compresa la Nord. Nella quale molti sbracciavano per richiamare l’attenzione dei giocatori, richiamati per non si sa quale motivo lì sotto. Hanno ottenuto in cambio un timido applauso (rimanendo a centrocampo) prima di rientrare nello spogliatoio. Il tifoso se n’è andato deluso e svuotato nell’anima, lasciando il Meazza deserto in pochissimi minuti. Un record. Purtroppo in negativo.
Fredy Guarin, 28 anni, e Rodrigo Palacio, 33. Disappunto e incredulità sui volti dopo il pareggio con il Parma LIVERANI
Sommersi di fischi Guarin: «È giusto, c’è da vergognarsi» 1Anche Thohir in Indonesia è furibondo: ieri
vertice telefonico con Mancini, Ausilio e Zanetti. Il colombiano autore del gol: «Tutti responsabili» DOBBIAMO ACCETTARE I FISCHI CON UMILTÀ, RABBIA E VERGOGNA. ABBIAMO SBAGLIATO ATTEGGIAMENTO BISOGNA PRENDERSI LE RESPONSABILITÀ, METTERCI ORGOGLIO E PROVARE A VINCERE LE GARE CHE RESTANO FREDY GUARIN CENTROCAMPISTA INTER
RABBIA E VERGOGNA «I tifosi fischiano e hanno ragione - ha commentato Fredy Guarin a fine partita, l’unico che ha parlato -. Dobbiamo accettare le critiche con umiltà e metterci tutti la faccia e sapere che stiamo facendo male. Tutti dobbiamo prenderci le responsabilità, dobbiamo alzare la testa, questo è il nostro lavoro, il nostro
sogno, la nostra passione e dobbiamo metterci di più». E ha aggiunto: «Dobbiamo accettare con rabbia e vergogna questo momento. Non abbiamo giocato bene e non c’è stato neanche un buon atteggiamento. Dobbiamo metterci orgoglio». LA RABBIA DI ET Dall’altra parte del mondo l’umore passa varie sfumature. Il presidente Erick Thohir non può altro che essere furibondo per la prestazione, evidente agli occhi di tutti, sotto il minimo livello di accettabilità. Le sfumature del numero uno stanno nel fatto che il risultato (un punticino) lo possa tenere sul disappointed (rammaricato) e che vive nella ferma convinzione che Mancini saprà riportare la squadra alla vittoria e al bel gioco. Punti di partenza per un futuro migliore (spera) che però non lo fanno sviare dal presente traballante. L’insoddisfazione se la porterà dentro almeno fino a sabato sera quando la squadra si esibirà a Verona
contro l’Hellas. Ma servirà anche come termometro per quando dovrà prendere certe decisioni tra qualche settimana. IL VERTICE Il dopo gara è stato lungo e logorante. Con i media, oltre a Mancini, ha parlato solo il d.s. Piero Ausilio. Poi un lungo confronto nelle stanze del Meazza tra l’allenatore, il responsabile dell’area tecnica e il vice presidente Javier Zanetti (probabilmente anche Thohir collegato telefonicamente). Non il d.g. Marco Fassone che ha lasciato lo stadio prima della fine della partita. Il vertice è servito per fare il punto della situazione morale. Non c’è un mercato all’orizzonte, ci sono 9 partite e un senso da dare alla stagione. Forse la cosa più difficile. La punizione dell’allenamento odierno contiene un messaggio profondo. E se dovesse andare male anche a Verona, la punizione potrebbe trasformarsi in doppie sedute quotidiane... © RIPRODUZIONE RISERVATA
L’ALBANESE
Lila, il Lottatore rimasto al verde per il sogno Italia 1A Parma da fine 2014, aveva ringraziato
Italia dai greci del Pas Giannina. Con quella frase postata sul social network più famoso al mondo rivelò il nome dei nuovi investitori pronti (o meglio, fintamente pronti) a rilevare la società di Tommaso Ghirardi.
Taçi «per la fiducia»: in Grecia ha lasciato gli ultimi stipendi, qui non ha preso un euro
MILANO
I
l suo soprannome è il «Lottatore» e il fatto che possa giocare indistintamente tra difesa e centrocampo spiega bene il perché. Rimane poco comprensibile invece come mai la sua media gol sia da trequartista: due gol in 4 presenze, sempre in trasferta. Prima a Reggio Emilia contro il Sassuolo, poi a Milano contro l’Inter. Andi Lila è uno degli acquisti di
gennaio del Parma. Una di quelle novità passate sotto silenzio perché purtroppo le novità più fragorose erano altre e stavano ai piani alti. RIVELAZIONE Lila è arrivato in quei pochi giorni in cui il presidente del club era Rezart Taçi, albanese pure lui. «Grazie infinite alla famiglia Taçi. Spero di ripagare la fiducia di chi ha creduto in me», aveva scritto sul profilo Facebook Lila alla fine del 2014, appena arrivato in
L’albanese Andi Lila, 29 anni ANSA
A SPESE SUE La fiducia lui la sta ripagando, anche se a spese proprie. Perché pur di accettare il trasferimento al Parma nello scorso gennaio lasciò al Pas Giannina alcune mensilità arretrate. Peccato per lui che da quando è in Emilia non abbia ancora intascato alcuno stipendio. Una scelta sfortunata forse, giustificata dalla voglia di provare a sfondare dopo aver girato quattro club tra Albania
e Grecia. Nel giro della nazionale albanese di Gianni De Biasi, è ormai un aficionado del gruppo visto che ha 52 presenze (con zero gol). Andi, sposato con la connazionale Ornela e da poco padre di un maschietto (Ayan), rappresenta il sogno coronato di suo padre. Il quale sperava che un giorno Andi potesse sfondare nel calcio proprio nel Paese che lo ha accolto anni fa da emigrante. Storie di vita inserite in un contesto che semplice non è. INTEGRAZIONE Lila sta cercando di imparare l’italiano visto che l’inglese non lo mastica. Ma intanto può godere di un appoggio fondamentale nel ma-
gazziniere Fatmir Velaj (Vladi per tutti), albanese pure lui, che lo sta aiutando a integrarsi. Vladi ha preso a cuore la situazione al punto che dopo averlo visto segnare, si è commosso. L’esultanza di Lila, un’aquila formata con le due mani, ricorda il simbolo della bandiera albanese. Professionista assoluto, si tiene in forma correndo anche prima e dopo gli allenamenti in pieno centro a Parma, al parco Cittadella, uno dei luoghi più cari ai parmigiani. Timido e gentile, è l’antieroe che risolve i problemi. Un versetto del Corano lo ispira: «Dopo le difficoltà, viene il bello». m.b. © RIPRODUZIONE RISERVATA
10
Serie A R 29a giornata
Tevez non si riposa mai E la Juve regola l’Empoli
1L’Apache segna il primo gol e propizia il secondo di Pereyra. Buona prova dei toscani, reduci da otto risultati positivi, che impegnano la capolista. Espulso Sarri per proteste Pierfrancesco Archetti INVIATO A TORINO
F
ino alla conclusione di questo mese, la Juventus ora avrà sempre un match durante la settimana: martedì la semifinale di Coppa Italia a Firenze, poi il doppio turno con il Monaco in Champions, quindi il campionato mercoledì 29. Anche se lo scudetto è virtualmente già in casa, accelerare la procedura dell’assegnazione porterà benefici a questo rally strappa fiato. Al momento, la Roma resta a 14 punti, che sono più della metà dei 27 ancora in palio e la festa potrebbe già venir programmata in aprile, se non pilotata in modo che non disturbi troppo la concentrazione europea. Visti adesso, dopo il 20° risultato utile di fila (14 vittorie) in campionato, sembrano problemi minori per Allegri. L’Empoli arrivava da otto gare senza k.o.: non si sottomette, con un gioco coraggioso e spumeggiante, ma anche quando la Juve non stritola i rivali, ha due personaggi sempre al di sopra dell’eccellenza, Tevez e Buffon. Sono loro a costruire e mantenere il quarto risultato pieno consecutivo, senza pigliare reti, e il raddoppio di Pereyra al 94’ serve solo ad andare oltre l’1-0 con cui i bianconeri avevano coperto gli ultimi tre avversari (Sassuolo, Palermo, Genoa). I MOTIVI Invece la sassata di Tevez, poco prima dell’intervallo, sembra un’esecuzione, ma fischiare punizione su un simil passaggio che non sembra voluto al portiere è una decisione al limite, e anche oltre. Rugani colpisce sporco e vorrebbe liberare, magari in angolo; però Sepe per togliere le tentazioni a Giacomelli avrebbe dovuto evitare la presa. La Juve ottiene così in modo discutibile quanto merita, invece, in avvio, con Sepe che tre volte impedisce il botto. Ma andare oltre le linee fitte dell’Empoli è difficile: perché tra i quattro di difesa e Valdifiori ci sono pochi metri: i toscani
La punizione di seconda in area con cui Carlos Tevez, 31 anni, ha portato in vantaggio la Juventus, battendo sul primo palo Sepe con un destro imparabile sotto la traversa LAPRESSE
LA MOVIOLA di CEN
PUNIZIONE REGALO E TEVEZ SEGNA L’1-0 Il gol di Tevez nasce da una interpretazione sbagliata di Giacomelli: giudica volontario il retropassaggio di Rugani (in chiusura su Sturaro) al portiere, ma il difensore voleva mettere in angolo. Non c’era la punizione a due in area. Nella ripresa, ottima uscita di Buffon, prende il pallone e non Pucciarelli: sarebbe stato rigore e rosso.
piazzano spesso un triangolo difensivo sui lati (esterno basso-interno-esterno alto), oppure tolgono l’aria in mezzo anche con Croce e Vecino. Se non riesce a uscire vincente sullo stretto, la Juve ricorre al cambio orizzontale per aprire il lato opposto, quello senza alta concentrazione di azzurri. Spesso il pallone transita verso Lichtsteiner, presente ma arruffone; più redditizi invece i tragitti da sinistra, da dove sgorgano le prime occasioni. Ottenuto il gol, Madama resta più cauta: non ha più la voglia o la forza di accompagnare le partenze di Tevez. L’Empoli ha più libertà in mezzo, Valdifiori cresce e alterna il lancio al passaggio breve, ma, quando arriva davanti alla porta, trova
Buffon, superbo due volte su Pucciarelli. Tevez (capocannoniere a 17) e il portiere, si diceva: così la Juve si avvia alla baldoria del quarto scudetto consecutivo. I REGISTI Padoin regista, perché non ci sono Pirlo, Marchisio e Pogba, è la mossa attesa di Allegri. L’ex atalantino coordina secondo le caratteristiche: rischia poco il lancio, ma smista di lato e spesso a palla sicura. Il vero regista è Tevez, l’unico che arretrando può saltare con cattiveria il grumo dei toscani: viene pure ammonito, ispira il 2-0 e pare che oggi farà anche le pulizie pasquali a casa Agnelli. Vidal è scaltro in alcune puntate sulla trequarti, poi si ritira pure lui. Sturaro dimo-
stra di essere robusto per reggere il ruolo di Pereyra, entrato dopo. Ogbonna, preferito a Chiellini, è il più svelto dietro; Morata, come si sapeva, è più scattante di Llorente, ancora una volta bocciato e cambiato. EMPOLI ALL’ALTEZZA La laurea in sagacia tattica, invenzioni sulle palle inattive e accrescimento della materia prima arriverà a Maurizio Sarri con la salvezza, praticamente certa come lo scudetto bianconero. Il tecnico viene espulso dopo il 2-0, ma lascia l’immagine di un’annata squisita e di un gruppo che, otto mesi dopo l’inizio del campionato, rimane tonico fisicamente e intelligente nei movimenti. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Ora la Coppa Italia Martedì e mercoledì semifinali di ritorno ● I bianconeri di Allegri tornano in campo martedì a Firenze per la semifinale di ritorno della Coppa Italia con la Fiorentina. Allo stadium, vittoria viola per 2-1. Mercoledì l’altra semifinale, a Napoli, tra azzurri e Lazio. All’Olimpico era finita 1-1. Entrambe le gare si giocheranno alle 20.45 con diretta su Rai 1. ● RECUPERO PARMA Sempre mercoledì, ma alle 18.30, si recupera la prima delle due partite rinviate per il caso Parma. Al Tardini, in campo gialloblù e Udinese.
LE PAGELLE di MIRKO GRAZIANO BUFFON È INSUPERABILE, LLORENTE NON VEDE LA PORTA. SAPONARA ISPIRATO, MARIO RUI SEMPRE IN AFFANNO JUVENTUS
6,5
BUFFON 7 Primo tempo da assoluto spettatore. Dopo l’intervallo, il Capitano controlla comodamente un sinistro di Saponara, quindi mette sul piatto della partita due interventicapolavoro su Pucciarelli. BARZAGLI 6 Solo una sbavatura nel finale, cresce gara dopo gara Barzaglione. È ormai vicino al top della condizione, e infatti si esibisce anche in un paio di cavalcate vecchia maniera. BONUCCI 6 Ci prova di testa: di poco alto. «Innesca» Pucciarelli, rimedia Buffon. OGBONNA 6,5 Chiusura perfetta, che vanifica l’affondo di Pucciarelli. Prova sicura. LICHTSTEINER 6 Palla d’oro
5,5
sul sinistro, all’altezza del dischetto del rigore: debole e a lato. Travolge Vidal, calcia a rete da due passi, ma Sepe dice no. Continuo nella spinta offensiva. VIDAL 6 Fisicamente ci siamo, quasi. Esce per un colpo alla caviglia. (Pepe s.v.) PADOIN 6 Scolastico, ma non sbaglia nulla. Affidabile. STURARO 6 Va di compitino. Pulito. PEREYRA 6,5 Tevez semina il panico, Sepe respinge, Pereyra chiude la gara: secondo timbro in campionato, terzo stagionale. Alternativa d’oro nel cuore del campo. EVRA 6,5 Padrone a sinistra. MORATA 6 Subito in partita. ALL. ALLEGRI 6,5 Champions compresa, è la quinta gara consecutiva senza subire reti. Gravi assenze in mezzo al campo, ma la Juventus gioca col pilota automatico.
IL MIGLIORE TEVEZ
7,5 Gol numero 25 in stagione. Gara da leader vero, è lui il playmaker della Juventus. Gioca tuttocampista ed entra anche nel 2-0.
IL PEGGIORE LLORENTE
5,5 Lavora molto il gigante navarro, si sbatte, fa a sportellate ovunque là davanti, il problema è che non vede mai la porta avversaria.
EMPOLI
6
SEPE 6 Trattiene a fatica un destro da fuori di Tevez, quindi tempestiva uscita bassa sullo stesso argentino. Neutralizza Lichtsteiner sotto misura, poi raccoglie con le mani un tocco di Rugani: l’arbitro vede il retropassaggio volontario, e Tevez sfonda la rete sulla conseguente punizione in area. HYSAJ 5 Fesseria in piena area, Lichtsteiner non ne approfitta. RUGANI 5,5 Inizio incerto, sia in fase d’appoggio sia nel corpo a corpo con Llorente. Bene in scivolata su Evra. BARBA 5,5 Pochi fronzoli, soffre parecchio nel finale. VECINO 6 Solido, fisico, ma anche discreta visione di gioco. VALDIFIORI 6,5 Mente veloce,
GIACOMELLI Per nulla impeccabile la decisione di concedere alla Juventus la punizione indiretta in area empolese. Quello di Rugani non sembra proprio un retropassaggio volontario a Sepe.
il primo tocco esce quasi sempre pulito dai suoi piedi. Col contagiri per Pucciarelli, che di testa impegna Buffon. CROCE 6,5 Un bel motorino, regge il confronto con Vidal. ZIELINSKI 5,5 Poco tempo per incidere. PUCCIARELLI 6 Nel breve, è rapido e incisivo. Impegna Buffon di testa, in tuffo. Quindi punta il portierone, ma fallisce il dribbling decisivo. (Verdi s.v.) MACCARONE 5,5 Diagonale da destra decisamente fuori misura. Poco altro. MICHEDLIDZE 5,5 Zero palloni giocabili, alibi più che solido, va detto. Di suo, però, non riesce a dare molto. ALL. SARRI 6,5 In partita fino alla fine. L’Empoli è una squadra organizzata: ha le idee chiare e merita la Serie A. PAGANESI 6,5 STALLONE 6,5
IL MIGLIORE SAPONARA
6,5 Verticalizza sempre, nei movimenti e nel tocco. Assist con il contagiri per Maccarone, che spreca. Ci prova da fuori: para Buffon.
IL PEGGIORE MARIO RUI
5 Puntato e superato spesso da Lichtsteiner. Non proprio una sicurezza sulla fascia di competenza. Parecchie sbavature. VALERI 6 MERCHIORI 6
DOMENICA 5 APRILE 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
JUVENTUS
2 0
EMPOLI
PRIMO TEMPO 1-0 MARCATORI Tevez al 43’ p.t.; Pereyra al 49’ s.t. (3-5-2) Buffon; Barzagli, Bonucci, Ogbonna; Lichtsteiner, Vidal (dal 41’ s.t. Pepe), Padoin, Sturaro (dal 33’ s.t. Pereyra), Evra; Llorente (dal 22’ s.t. Morata), Tevez. PANCHINA Storari, Rubinho, Chiellini, De Ceglie, Marrone, Vitale, Matri. ALLENATORE Allegri. CAMBI DI SISTEMA nessuno. BARICENTRO BASSO 49,5 METRI ESPULSI nessuno. AMMONITI Tevez e Barzagli per gioco scorretto.
(4-3-1-2) Sepe; Hysaj, Rugani, Barba, Mario Rui; Vecino, Valdifiori, Croce (dal 29’ s.t. Zielinski); Saponara; Maccarone (dal 28’ s.t. Mchedlidze), Pucciarelli (dal 33’ s.t. Verdi). PANCHINA Pugliesi, Bassi, Laurini, Tonelli, Signorelli, Tavano, Diousse, Brillante, Somma. ALLENATORE Sarri. CAMBI DI SISTEMA nessuno. BARICENTRO MEDIO 52,3 METRI ESPULSO Sarri per proteste 49’ s.t. AMMONITI Mario Rui e Saponara gioco scorretto.
ARBITRO Giacomelli di Trieste. NOTE paganti 14.835, incasso 617.490 euro. Abbonati 25.194, quota 919.190 euro. Tiri in porta 8-5. Tiri fuori 5-4. In fuorigioco 5-1. Angoli 5-3. Recuperi: p.t. 0; s.t. 5’.
PRIMO TEMPO
fI PROTAGONISTI
PRIMAVERA
TEVEZ-PEREYRA
Il cannibale e l’allievo Un tango di coppia alla faccia del jet lag 1Erano reduci da dieci giorni in Usa con l’Argentina: Carlitos
ha timbrato per la 17a volta in A, l’ex udinese ha chiuso la pratica
Fabiana Della Valle INVIATA A TORINO
4’ Tevez vs Sepe/1 L’argentino ruba palla sulla trequarti dell’Empoli e calcia di destro dai 25 metri, ma Sepe blocca in due tempi. 19’ Tevez vs Sepe/2 L’Apache si libera di tre avversari, ma all’ingresso in area, Sepe gli si oppone di nuovo con un’uscita bassa. 34’ Murato anche Lichtsteiner Cross morbido dalla sinistra di Sturaro: Vidal e Lichtsteiner si ostacolano, ma lo svizzero riesce a tirare in spaccata. Ancora una volta Sepe reattivo nel respingere. 40’ Maccarone mette i brividi L’attaccante azzurro, liberato sulla destra da Saponara, calcia di collo sul primo palo, ma è impreciso. 43’ Juventus in vantaggio Punizione di seconda in area per un retropassaggio di Rugani a Sepe. Vidal tocca e Tevez fa partire un missile chirurgico che si insacca sotto la traversa per il gol dell’1-0.
SECONDO TEMPO 6’ Super Buffon/1 Lancio in profondità di Valdifiori per Pucciarelli che tocca di testa di prima intenzione sul primo palo, ma il portiere della Nazionale è reattivo e devia sul fondo con un gran tuffo. 24’ Super Buffon/2 Pucciarelli si inserisce bene in area e si trova di nuovo davanti al portiere bianconero, che però chiude il suo tentativo di dribbling con un’uscita bassa perfetta. La palla finisce sui piedi di Croce: destro di prima intenzione sul primo palo, ma Buffon respinge ancora. 34’ Quasi Vidal Fuga centrale di Tevez che, al limite dell’area, scarica per il cileno: destro a giro che esce di poco alla destra di Sepe. 49’ Raddoppio della Juventus Dopo l’ennesima fuga, Tevez calcia di destro dal limite. Sulla respinta corta di Sepe, si avventa Pereyra, che di sinistro appoggia in rete a porta vuota per il gol del 2-0.
TEVEZ STRAORDINARIO MA LO SAPEVO. BRAVI PADOIN, STURARO E OGBONNA. VITTORIA CHE DÀ MORALE MASSIMILIANO ALLEGRI ALLENATORE JUVENTUS
RISULTATO BUGIARDO. L’ARBITRO SBAGLIA SUL PRIMO GOL. MA GLI ADDIZIONALI COSA GUARDANO? MAURIZIO SARRI ALLENATORE EMPOLI
N
on possono essere cinque ore di fuso (diventate sei la seconda settimana, quando in Italia è stata cambiata l’ora), e nove ore di volo intercontinentale ad addormentare la sua voglia di gol. Carlitos Tevez è tornato dagli Stati Uniti giovedì, ha avuto un giorno per allenarsi ma il dubbio non gli ha mai attraversato la mente: «Gioco», ha detto a Massimiliano Allegri con il solito ghigno sorridente. Max in realtà sapeva già tutto. La voglia di gol di Carlitos era già grande, ma è diventata incontenibile dopo le partite del pomeriggio: Menez a 16 gol come lui, Toni un gradino sotto. Figuriamoci se un animale famelico come l’Apache poteva accontentarsi di condividere il trono con qualcun altro. Carlitos il cannibale è tornato per riprendersi la scena. L’euforia per essere tornato titolare con l’Argentina (non succedeva da quasi quattro anni), poi la festa a Torino per il compleanno della moglie in versione cartoon. Tutto bello, ma non appagante. TUTTOFARE Carlitos non è mai sazio, la sua fame di gol assomiglia a un’esigenza atavica: più ne fa, più ha bisogno di segnarne ancora. Anche se adesso gioca in maniera diversa, più indietro rispetto all’annata con Conte. Va a prendersi il pallone ovunque, forse anche per questo la Juve non patisce la mancanza di un vero play. Senza Pirlo, ci pensa lui a fare il regista. Batte gli angoli e anche le punizioni. Nel gol che sblocca la partita c’è tutta la sua voglia: punizione (molto dubbia) a due in area, Tevez calcia di destro come se fosse l’ultimo rigore di una finale di Champions League. Botta potente e imprendibile, un segnale forte e chiaro per chi ha osato mettersi in competizione con lui: voglio lo scudetto e anche il titolo di ca-
Carlos Tevez, 31 anni, abbraccia Roberto Pereyra, 24, dopo il 2-0 PEGASO
LA PUNIZIONE? COL PORTIERE COSÌ VICINO POTEVO SEGNARE SOLO SOTTO LA TRAVERSA. E MI È ANDATA BENE CARLOS TEVEZ ATTACCANTE JUVENTUS
pocannoniere. La foga è tanta che si fa persino ammonire. Poco male, non era diffidato e contro il Parma potrà cercare altri gol. «Sapevo che dovevo tirare sotto la traversa - ha detto con il portiere così vicino è difficile, ma è andata bene. Non credo di aver fatto altri gol così. Io sono sempre a disposizione, finché non avremo la matematica
11
Bianconeri ok Il 2o posto è a tre punti ● Nel girone A, lo Spezia si salva all’ultimo in casa del Torino, e il pari fa gioco alla Juve che avvicina le due squadre: è corsa a tre per il secondo posto che vale l’accesso diretto alle Final Eight. La Samp resta in corsa per il quarto posto. Bagarre anche negli altri gironi in chiave playoff. GIRONE A Venerdì: SampGenoa 7-3, Pro Vercelli-Parma 2-1. Ieri: Carpi-Juventus 1-2, Entella-Varese 1-0, TorinoSpezi 1-1. Rinviate BolognaModena (25-4) e FiorentinaTrapani (15-4). Classifica: Fiorentina 48 punti; Torino 44; Spezia 43; Juventus 41; Sampdoria 39; Entella 35; Parma 34; Pro Vercelli 33; Bologna 25; Carpi 17; Trapani 16; Modena 15; Genoa 13; Varese 6. GIRONE B Già giocate: Cagliari-Cittadella 1-2, Lanciano-Brescia 1-3. Venerdì: Sassuolo-Udinese 0-5. Ieri: Atalanta-Chievo 1-1; CesenaMilan 1-1, Verona-Perugia 1-3. Rinviata Inter-Pescara (25-4). Classifica: Inter 47 p.; Milan 45; Udinese 34; Cesena 33; Atalanta e Chievo 32; Verona 30; Sassuolo 29; Pescara 25; Perugia 23; Brescia 20; Cagliari 19; Cittadella 18; Lanciano 6. GIRONE C Già giocata: Vicenza-Latina 2-2. Venerdì: Avellino-Crotone 1-2, RomaTernana 2-1. Ieri: FrosinoneLivorno 1-0, Catania-Lazio 3-3, Empoli-Palermo 4-0, BariNapoli 0-2. Classifica: Roma 49 p.; Bari 46; Lazio 45; Catania 38; Empoli 37; Napoli 34; Palermo 33; Latina 27; Livorno 26; Frosinone 20; Vicenza 19; Ternana 18; Crotone 14; Avellino 7.
certezza dello scudetto dobbiamo lottare». Gol numero 17 in campionato, 25 in stagione, undicesimo allo Stadium. Cifre da cannibale.
Forum a Bologna: ospiti Sacchi, Cassani e Baldini
COPPIA DA TANGO Il fuso fa bene, la maglia dell’Argentina anche. L’ha detto Tevez, l’ha ribadito Pereyra, che ha approfittato della ribattuta di Sepe su un tiro velenoso di Carlitos (5 dei 7 tiri bianconeri nello specchio ieri sono partiti dai suoi piedi) per partecipare alla festa sudamericana del gol. I due hanno condiviso ogni momento in questi 10 giorni di Seleccion, sono partiti e tornati insieme dagli States. Argentina 2, Empoli 0. Il tango si balla sempre in due.
● TAVOLA ROTONDA Arrigo Sacchi, Davide Cassani e Stefano Baldini saranno gli ospiti d’eccellenza di una tavola rotonda, promossa da La Gazzetta dello Sport, in programma per martedì alle ore 18.30, nei locali della Biblioteca dell’Archiginnasio di Bologna. I lettori che vorranno partecipare a questo evento, possono inviare una mail direttamente all’indirizzo madein@gazzetta.it, indicando nome, cognome e data di nascita.
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OSSERVATO SPECIALE
Valdifiori si sente a casa e recita da Pirlo: che lancio... 1Il regista dell’Empoli torna allo Stadium
bianconeri mette in difficoltà la manovra dell’Empoli. Nel primo tempo brilla meno del solito e chiude con 19 passaggi riusciti e 5 sbagliati (di cui 3 lanci su 3). Un contrasto vincente, uno no, tre palloni recuperati. Troppo poco per il playmaker titolare azzurro contro l’Inghilterra. Però si vede subito che ha la testa da regista. La giocata gli viene sempre immediata, pensiero e tocco vanno di pari passo.
dopo la prova in Nazionale. Meglio nella ripresa: spalanca la porta a Pucciarelli Fabiana Della Valle Alberto Mauro
I
l teatro è lo stesso, la maglia simile. Mirko Valdifiori ormai allo Juventus Stadium è di casa. Ci ha giocato pochi giorni fa, titolare al debutto con la Nazionale. E ieri è stato uno dei protagonisti dell’Empoli, migliore in campo insieme a Saponara. Avrebbe voluto misurarsi con Pirlo, il suo idolo di sempre, invece si è ritrovato nel
suo stesso ruolo Padoin. E a fine primo tempo ha scambiato la maglia con Tevez, che di sicuro sarà oggetto di lite tra i suoi familiari, tutti tifosi bianconeri. TESTA DA PLAY All’inizio detta i tempi davanti alla difesa ma spesso si trova costretto a ripiegare, facendo a spallate con Tevez e Llorente. La palla ce l’ha quasi sempre la Juve e lui si ritrova a fare il difensore aggiunto, i compagni lo cercano meno del solito, il pressing alto dei
Mirko Valdifiori, 28 anni IPP
IMBECCATA ALLA PIRLO Valdifiori cresce nella ripresa. Si torna in campo sotto di un gol, Sarri lo vuole più presente, più al centro del gioco. Lui si prende le sue responsabilità: tocca più palloni e prova a pungere la
difesa della Juve a modo suo, con un paio di lanci filtranti velenosi. Il primo a memoria, sui piedi di Pucciarelli, lanciato verso la porta della Juve. Solo un’uscita impeccabile di Buffon evita il pareggio: l’Empoli prende coraggio e pure Valdifiori. Nella ripresa i passaggi riusciti sono 26 (uno sbagliato), 5 lanci vincenti (3 sbagliati), due contrasti riusciti, due no. Ci mette lo zampino anche a una decina di minuti dalla fine, stesso copione: lancio millimetrico per il taglio in area di Saponara, ben piazzato Ogbonna che riesce a recuperare chiudendo in corner. Pirlo non c’è, ma il suo erede non sfigura nel suo tempio. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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● I passaggi positivi di Valdifiori. È il dato più alto tra i giocatori dell’Empoli e il quarto, in assoluto, della partita (dietro Tevez 64, Vidal ed Evra 59).
3
● Le occasioni create da Valdifiori, il più ispirato tra i toscani. Solo Tevez ha prodotto lo stesso numero di opportunità da rete ieri a Torino.
12
Serie A R 29a giornata
1 0
ROMA
NAPOLI
PRIMO TEMPO 1-0 MARCATORE Pjanic al 25’ p.t. ROMA (4-3-3) De Sanctis; Torosidis, Manolas, Astori, Holebas (dal 26’ s.t. YangaMbiwa); Nainggolan, De Rossi, Pjanic (dal 23’ s.t. Paredes); Florenzi (dal 34’ s.t. Ibarbo), Iturbe, Ljajic. PANCHINA Lobont, Skorupski, Cole, Spolli, Balzaretti, Pellegrini, Verde, Doumbia. ALL. Garcia. CAMBI DI SISTEMA nessuno. BARICENTRO MOLTO BASSO 46,5 metri. ESPULSI nessuno. AMMONITI De Rossi, Holebas, Florenzi e Torosidis per gioco scorretto.
NAPOLI (4-2-3-1) Andujar; Maggio, Albiol, Britos, Ghoulam; Jorginho, Lopez; Callejon (dal 17’ s.t. Gabbiadini), De Guzman (dal 36’ s.t. Insigne), Mertens; Higuain (dal 31’ s.t. Zapata). PANCHINA Rafael, Colombo, Strinic, Henrique, Hamsik, Zuniga, Koulibaly, Gargano. ALLENATORE Benitez. BARICENTRO ALTO 54,1 metri. CAMBI DI SISTEMA nessuno ESPULSI nessuno. AMMONITI Albiol per gioco scorretto.
ARBITRO Rizzoli di Bologna. NOTE Paganti 6.803, incasso di 464.489; abbonati 27.622, quota di 603.396. Tiri in porta 2-5; tiri fuori 3-6; fuorigioco 2-2; angoli 2-4. Recuperi: p.t. 0’, s.t. 4’.
PRIMO TEMPO 13’ Manca la testa Mertens dalla bandierina, Britos di testa manca la deviazione. 20’ Piede beffardo Punizione di Pjanic da sinistra, la palla sfila di poco sul fondo (Astori e De Rossi non la deviano per poco, ma erano in fuorigioco). 25’ Pjanic fa festa Iturbe serve Florenzi in area sulla destra. L’esterno crossa rasoterra al centro per Pjanic, che tutto solo infila il pallone in rete. 39’ Callejon murato Gran lancio di Higuain per Callejon che in area serve De Guzman: l’olandese tira, ma Manolas lo «mura». 42’ Pipita che giocata Ancora Manolas in bella chiusura, stavolta su Higuain. L’argentino però riprende palla e quasi dalla linea di fondo sfiora l’incrocio con un tiro a giro.
SECONDO TEMPO 8’ Morgan ipnotizza Grande De Sanctis a tu per tu con Mertens.
11’ Il bis di Morgan Stessa scena pochi minuti dopo: Mertens contro De Sanctis, vince ancora il portiere. 22’ ...e sono tre! Strepitoso De Sanctis su deviazione volante di Gabbiadini. 33’ Manolo centrale Mertens dribbla a raffica e imbocca Gabbiadini che però conclude centralmente. 43’ Iturbe fallisce Iturbe scarta mezza difesa del Napoli, portiere incluso, poi a porta vuota calcia sull’esterno della rete.
LA MOVIOLA di FRANCESCO CENITI
DE ROSSI RISCHIA, MANOLAS NO Due momenti chiave nella gara di Rizzoli. Il primo al 17’: De Rossi già ammonito tocca con la mano nella metà campo del Napoli. L’arbitro fischia la punizione, giusto: è volontario. Non estrae il secondo giallo: scelta al limite. La regola, molto discutibile, lo rende automatico quando interrompe un passaggio tra due compagni. Il colpo di testa di Lopez arriva dopo un ping pong e non sembra un appoggio
voluto. Manca il «possesso palla» del Napoli che è nello spirito della norma. Di sicuro De Rossi ha rischiato tanto: poteva essere espulso. Il secondo al 39’: tiro di De Guzman, Manolas in area tocca prima con la coscia e poi col braccio tenuto dietro il corpo: il movimento è naturale. Ok giudicarlo involontario. In avvio errore di Rizzoli: da giallo, senza se e senza ma, l’entrata di De Rossi su De Guzman.
Sebastiano Vernazza
IL GOL DECISIVO
ROMA @GazzaVernazza
I
l Napoli gioca, la Roma vince. Questo ha detto il derby delle deluse, squadre che dovevano competere per lo scudetto e che la Juve ha incenerito. La Roma difende il secondo posto dall’assalto della Lazio vincente a Cagliari, il Napoli precipita a meno nove dai giallorossi. Ormai Rafa Benitez non può che inseguire la terza piazza: più facile che la Champions diretta se la guadagni vincendo l’Europa League, difficile immaginare che rosicchi alla Roma nove punti nelle nove restanti partite. Le cifre sono spietate: due pareggi nelle ultime cinque gare, quarta sconfitta di fila in trasferta, evento che non si verificava dal 2009. Il Napoli in campionato si è fermato, rimangono le Coppe per evitare che la stagione si chiuda con un mezzo fallimento. La Roma in Serie A non vinceva in casa dal 30 novembre, 4-2 contro l’Inter. Da Natale a Pasqua, un lungo digiuno. Ha deciso un gol di Pjanic, che poi se l’è presa con i giornalisti, il bersaglio più comodo, come se l’involuzione giallorossa fosse colpa dei media. FATEVI SOTTO Nella prima parte più Roma che Napoli, nella seconda soltanto Napoli o quasi. Rudi Garcia è partito con un attacco anomalo: Iturbe centravanti, Ljajic a sinistra, Florenzi ala di bilanciamento sulla destra. Il messaggio era chiaro. Fatevi sotto, perché noi si aspetta e si va di contropiede. Poiché il Napoli è lo stesso una squadra basata sulle ripartenze, per quanto «alte», l’incontro ci ha messo un po’ a decollare. Per 20 minuti formazioni in «souplesse», a contemplarsi. Benitez ha lasciato fuori Hamsik un’altra volta e l’esclusione ha i contorni della bocciatura. Al suo posto De Guzman, olandese tuttofare. Avvio connotato dal nervosismo di De Rossi: l’arbitro Rizzoli gli ha abbuonato un primo fallo da ammonizione (lo ha sanzionato al secondo intervento). Il gol romanista è arrivato verso la mezz’ora, con un’azione che era forse nei piani di Benitez sull’altro versante. Tutto bello e in rapidità: da Iturbe a Florenzi, che da destra ha crossato basso per Pjanic. Il bosniaco, solo soletto, da pochi metri ha infilato Andujar di piatto. Un gol per certi aspetti simile a quello di Rivera nel 1970 in Messico contro la Germania. In vantaggio, la Roma ha estremizzato il suo atteggiamento iniziale. Serratura a doppia mandata, resistiamo e ripartiamo. Il Napoli, in finale di tempo, ha iniziato a dar-
È il 25’ del primo tempo, Miralem Pjanic ha appena segnato di piatto destro il gol che deciderà la sfida INSIDE
Pjanic segna De Sanctis mura La Roma resiste Napoli a fondo 1Garcia vince all’Olimpico dopo 4 mesi
ma rischia tanto dopo l’1-0 del bosniaco Benitez è sesto: Champions a 8 punti
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● le sconfitte esterne di fila del Napoli: in campionato non capitava dall’ottobre 2009. In quell’occasione un k.o. a Roma costò l’esonero a Donadoni
si da fare e Higuain ha interpretato dieci minuti da Higuain. Questo è forse il motivo per cui la Roma ha vinto. Se il Pipita fosse stato se stesso per tutta l’ora e un quarto in cui è rimasto in campo, e se non fosse incocciato in un insuperabile Manolas, racconteremmo un’altra storia, ma coi se e coi ma non si fanno i risultati.
AVANTI TUTTA Nella ripresa non c’è stata pista, Napoli padrone del palcoscenico. Lo dimostra il possesso palla complessivo. Per la prima volta in questo campionato la Roma è andata sotto il 50 per cento, frutto di un secondo tempo in cui il pallone ce l’ha avuto il Napoli: 67,3 a 32,3 per gli ospiti la padronanza del pallone nella
LE PAGELLE di S.V. SUPER MANOLAS STAVOLTA FERMA ANCHE HIGUAIN. DE ROSSI È IN DIFFICOLTÀ, GABBIADINI SPRECA TROPPO ROMA
6,5
MANOLAS 7,5 De Sanctis e davanti a lui Manolas: l’asse portante. Il greco quasi infallibile, pare che anche Tsipras abbia chiesto di lui. ASTORI 6,5 Degno copilota di Manolas. La forza del greco è tale che ne beneficia pure Astori, rivisto sicuro e credibile. HOLEBAS 5,5 Un greco grandioso (Manolas) al centro e due scivolosi sulle fasce. E pensare che Holebas ha davanti a sé un Callejon in formato ridotto. NAINGGOLAN 6,5 Meno appariscente del solito, più votato all’oscurità operosa. Capisce che non è il momento dei personalismi. DE ROSSI 5 In partenza si lascia andare a entrate scomposte e Rizzoli lo grazia. Tocca 52 palloni, pochi per un play. Marginale. PJANIC 6,5 Il gol e qualche colpo di classe. Pjanic primaverile, non più letargico. Manca Totti, per cui si
5,5
sente meno in soggezione e più «padrone». FLORENZI 6,5 Si sciroppa un’infinità di «vasche». Su e giù senza sosta, con l’assist pro Pjanic come momento top. ITURBE 6 Otto per gli sprint, quattro per il senso del gol: la media dà sei. Avvia l’azione dell’1-0, «strappa» di continuo, sbaglia un gol gigantesco. LJAJIC 6 Sulla sinistra, come fornitore di Iturbe. Lontano dalla porta. Crea poco, conclude zero, si spende. YANGA-MBIWA 5,5 Mezzo tempo da terzino destro. Anche lui soffre lo sbatter d’ali del Napoli. PAREDES 5,5 Un paio di errori da matita blu. Rivedibile. IBARBO s.v. Uno scampolo, ma la sua palla accende Iturbe per il gol sbagliato. ALL. GARCIA 6,5 Non è tempo di giocare bene, ma di guerreggiare. Il gruppo lo segue sul sentiero della sofferenza. Fase difensiva come caposaldo ideo-tattico. Non a caso la Roma, dopo la Juve, è la squadra che ha subito meno gol.
IL MIGLIORE DE SANCTIS
7,5 Criticato a ogni minimo sbaglio, De Sanctis resta un signor portiere, come dimostrano le grandi parate su Mertens (2) e Gabbiadini. La Roma ha De Sanctis in paradiso e per questo evita di precipitare all’inferno.
IL PEGGIORE TOROSIDIS
5 L’anello debole del quarto difensivo, anche se pure Holebas dall’altra parte non è impermeabile a errori. Mertens lo tratta come un conetto d’allenamento, ci gira attorno, lo scarta a piacimento.
NAPOLI
6,5
ANDUJAR 6 Sei di stima o sei politico, scegliete voi. Sul gol non ha colpe, per il resto fa una paratina su tiro centrale di Nainggolan. MAGGIO 5,5 Ancorato in rada, per il mare aperto esce di rado. Teme Ljajic e non si fida. Forse c’entra il sistema: il terzino di una difesa a 4 scavalla di meno. ALBIOL 6 L’unico vero problema è la velocità di Iturbe in ripartenza, ma con mestiere prende spazio e tempo, e tampona il tamponabile. BRITOS 6 La Roma punta su un attacco di puffi e Britos sta guardingo. Le concessioni sono poche. GHOULAM 5,5 Per provarci, ci prova, ma quel che rimane di lui negli occhi è una discreta imprecisione nel passaggio. JORGINHO 6 Per un tempo in sonno, si desta nell’altro, quando diventa la forza di gravità del Napoli: molti palloni ricadono su di lui.
RIZZOLI Vede bene sul presunto «mani» di Manolas, ma lo puniamo perché in principio di match non ammonisce De Rossi per una brutta entrata su De Guzman: un giallo va dato sempre, l’abbuono non esiste, sennò poi si complica tutto.
LOPEZ 5,5 Non male, ma sulla scena del gol guarda Pjanic segnare. Nell’occasione, mediani senza filtro. DE GUZMAN 6 Di tutto un po’, nell’una e nell’altra fase. Impossibile bocciarlo, vietato esaltarlo. Una discreta mediocrità. HIGUAIN 5,5 Il Pipita invischiato nell’insalata greca. Manolas è duro quanto lui e lo rimbalza. Schegge di vero Higuain a fine primo tempo. Troppo poco. GABBIADINI 5,5 La deviazione volante su cui De Sanctis miracoleggia è un bel colpo, ma altri palloni spreca. «Gabbia» nella sabbia. ZAPATA s.v. Neppure lui riesce a scardinare la porta blindata di De Sanctis. INSIGNE s.v. Per ora l’importante è che sia ritornato in campo, tutto il resto è relativo. ALL. BENITEZ 6,5 Non ci facciamo abbindolare dal risultato e diamo a Rafa quel che è di Rafa: Napoli autorevole e credibile, il pari sarebbe stato risultato più equo. NICOLETTI 6 PADOVAN 6,5.
IL MIGLIORE MERTENS
7 Dribbla chiunque. Creatore seriale di superiorità numerica, peccato che i compagni non approfittino di tanto talento al dribbling. Si fa ammaliare da De Sanctis, ma il suo compito primario lo sbriga alla grande.
IL PEGGIORE CALLEJON
5 Inspiegabile trasformazione da Callejon a callo. Dov’è finita l’ala che faceva volare anche le tartarughe? Intristito, imborghesito e sostituito. Crea un paio di situazioni, ma da lui ci si aspetta di meglio e di più. IRRATI 6 GERVASONI 6
DOMENICA 5 APRILE 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
fLA RINASCITA GIALLOROSSA
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fIL FALLIMENTO AZZURRO
RUDI GARCIA
RAFA BENITEZ
Meno champagne Ora solo le coppe e un terzino in più «Ma la stagione «La strada giusta» può finire al meglio» 1Il francese: «Abbiamo capito che possiamo
vincere anche così. Siamo sempre secondi noi» Davide Stoppini ROMA
C’
seconda frazione. La Roma è stata messa all’angolo e Morgan De Sanctis è diventato protagonista con tre parate decisive, due faccia a faccia con Mertens e una su deviazione volante di Gabbiadini. Benitez le ha provate tutte. Ha inserito «Gabbia» e Zapata, ha fatto riassaporare la gioia del campo a Insigne, fermo da novembre per il grave infortunio. Hamsik scavalcato pure nella gerarchia dei cambi, e anche questo è un segnale. Il Napoli avrebbe meritato il pari, per volume e qualità di gioco, per vantaggio territoriale – 57 a 43 dicono i report –, ma non c’è stato verso. La Roma ha tenuto con tenacia, con la forza di chi non ha alternative. Nel primo spicchio di gara, sullo 0-0, la Curva Sud cantava: «Solo la maglia, tifiamo solo la maglia». Questo per dire che non osiamo pensare che cosa sarebbe successo se il Napoli avesse raggiunto l’1-1. È la tensione latente il vero limite romanista, difficile esprimersi quando hai addosso una pressione del genere. Due vittorie di fila dicono che il peggio forse è passato, che la conservazione del secondo posto è possibile, ma la prestazione va presa per quella che è, una dimostrazione di tenuta nervosa, di generosità e resistenza. La Lazio resta attaccata alle costole dei giallorossi, con la prospettiva dello scontro diretto, il derby, alla penultima giornata. È ancora lunga la strada per la Champions. © RIPRODUZIONE RISERVATA A
Rudi Garcia, 51 anni, ha un contratto con la Roma fino al 2018 LIVERANI
è chi in 125 giorni fa il giro del mondo. L’Olimpico è sempre lì, punto fisso, prima luogo di coccole, poi incubo delle peggiori notti. Un giro del mondo dopo, sei pareggi e una sconfitta dopo, Rudi Garcia torna a vincere in casa. Dal 30 novembre al 4 aprile, un’altra Roma per le mani: quella aveva Maicon sulla fascia destra e scartava gol come regali contro l’Inter, questa è molto più prosaica, chiude gli occhi e si chiude in area con YangaMbiwa terzino e un De Sanctis in versione blindata. Non è tempo di utopie, di piedini e gambe molli, è per questo che l’allenatore dopo la vitl’alle toria to ttor orriiaa se la rideva e sussurrao va: «Abbiamo capito che vvaa: a : «A bb possiamo po pos p osssiiamo colpire e prendere os i tre punti tre re p unti in diversi modi, ecco co perché per pe p e ché è stato importante vincere». vin vvi iin ncere GUAIO G UA OLIMPICO Altro successo, dopo Ces sena: era sempre da novembre — tra Atalanta e Inter — che la Roma non metteva in cassa sei punti in 180 minuti consecutivi. «In trasferta sappiamo di avere un ottimo rendimentto o, in questo momento o to, per noi no era più complicato gio giocare in casa — ancora Garcia G —. Ma la risposta del campo è stata molto positiva. Questa è una vvittoria che ci dà fiducia per il prossimo futuro e che vale 6 punti, perch perché ottenuta contro una ri rivale per la qualificazion cazione alla Champions. Al seco secondo posto ci siamo
ancora noi». E con un moderato ottimismo, pur dentro un clima che continua a non essere idilliaco intorno alla squadra. Nessuno ha dimenticato la contestazione del post Roma-Fiorentina, il processo sotto la curva Sud, gli accendini e le bandiere in testa ai calciatori. Non l’hanno dimenticata i tifosi, che a lungo — anche dopo il gol del vantaggio — hanno continuato a cantare «Tifiamo solo la maglia». Non l’hanno messa da parte neppure i protagonisti. Ma Garcia ha voluto alzare un ultimo muro a protezione dei suoi giocatori: «Se qualcuno aveva bisogno dell’ennesima prova di un gruppo unito, l’ha avuta — ha spiegato il francese —. In campo si è vista una squadra compatta: quando accade questo, siamo tosti da affrontare. E i singoli, come Iturbe, Pjanic e De Sanctis, sono tornati a onfare la differenza. Ora sono conorvinto che i ragazzi non si addormenteranno. Anche perché se vogliamo qualificarci per la orChampions, la strada è per forza questa».
1Lo spagnolo: «Abbiamo dimostrato di sapere
giocare. Higuain? Era stanco». De Laurentiis irritato Mimmo Malfitano ROMA
Q
Rafa Benitez, 54 anni, ha vinto Coppa Italia e Supercoppa RAMELLA
PIEDI PER TERRA Non un perercorso segnato sulle guide, per carità. Al momento è una semmplice statale, di sicuro meno affascinante ma che intanto ha prodotto sei punti tra Cesenaa e Napoli. Due gol segnati — pererché un attacco non si guariscee in una settimana —, zero subiiti con un portiere salva tutto. Lo champagne resta in frigo, ma si può brindare anche con vini ni meno nobili. E l’analisi di Gararcia ne è la prova: «In fondo la partita è andata come volevavamo: partenza forte per poi oi sfruttare il contropiede, peccacato solo non aver fatto il secondo do gol. Così alla fine ci siamo bututtati tutti indietro per salvare la vittoria». Del resto, quando in cucina non ti riesce più neppure ure un piatto, è meglio ripartire da una bistecca ai ferri. Per altro, ro, ripassare (almeno) dopo Pasqua.
uattro sconfitte consecutive in trasferta, due punti nelle ultime 5 partite, un solo successo nelle ultime 8 tra campionato e coppe al San Paolo (con la Dinamo Mosca): il Napoli è fuori dalla zona Champions League, che resta lontana 8 punti, adesso, quanti ne ha di vantaggio la Lazio. La resa è avvenuta all’Olimpico, contro una Roma per nulla intraprendente, che s’è limitata a difendere il vantaggio ottenuto nel primo tempo. Una resistenza decisa, contro la quale s’è consumato il primo flop stagionale di Aurelio De Laurentiis e di Rafa Benitez. L’involuzione tecnica non s’è più fermata dopo p la vittoria della Supercoppa, Supercoppa a Doha: da dicembre, il N Napoli è una squadra fantasma, che s’è fanta piegata come u un fuscello diun alito di vennanzi ad u D’accordo, non è to. D’a ancora il momenanco to dei processi, c’è ancora una semifinale di se Coppa Italia da C giocare, merg ccoledì contro lla Lazio, e un quarto di finaq lle di Europa League a metà L mese, contro il m Wolfsburg. Ma Wo se ll’andazzo continuerà ad essere tinuer questo, allora Napoquesto li dovrà dovr prepararsi a vivere il più grande bluff della de sua storia e, nel contempo, c rassegnars segnarsi all’addio del proprio allenatore, apparso stanco e rassegnato n nel dopo partita dell’O dell’Olimpico. «Potrebbe ess essere un’ottima
stagione o una buona stagione, ancora non sappiamo come finirà», ha provato a tenere su l’ambiente, Benitez. Un tentativo generoso, che non gli servirà per sfuggire all’ira del presidente, a Londra per questioni personali, che non ha gradito l’ennesima sconfitta e l’atteggiamento dei giocatori. SOLITI SILENZI L’ordine del capo della comunicazione è arrivato perentorio, al fischio finale di Rizzoli: parlerà il solo Benitez. Una decisione attesa quanto irriguardosa nei confronti della critica abituata, ormai, ad atteggiamenti del genere, che confermano quanto la crescita debba riguardare tutti i settori del club e non solo quello tecnico. E allora, l’allenatore è rimasto da solo sul banco degli imputati, a spiegare perché ha sostituito Higuain: «Era stanco dopo il lungo viaggio di ritorno dagli Stati Uniti», oppure a chiarire che i giocatori non risentono affatto della telenovela sul suo futuro: «Con loro ho parlato, spiegando che non dovranno perdere la concentrazione e battersi fino alla fine». Insomma, Benitez ha lasciato intendere che la squadra non è ancora matura per sentirsi competitiva e che, nonostante tutto, lui è rimasto soddisfatto della prova offerta dai suoi giocatori. SOTTILE POLEMICA Ha evitato la polemica, lo spagnolo, nei confronti di Rizzoli, che avrebbe potuto espellere De Rossi dopo il fallo di mano. Invece, già ammonito, il capitano della Roma è stato graziato. E non è stato l’unico episodio contestato. «Gli arbitri commettono degli errori, ma dobbiamo pensare alla nostra prestazione. Dei loro sbagli non voglio parlare. Abbiamo fatto di tutto per dimostrare che la squadra è in grado di giocare bene, ma non siamo riusciti a vincere», ha concluso Rafa Benitez. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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IL PROTAGONISTA
Miralem tra gioia e rabbia: «Ho subito troppe critiche» 1Il Napoli è la squadra contro cui Pjanic
ha segnato di più in campionato: 3 reti «Ma qui c’è gente che chiacchiera molto» Massimo Cecchini ROMA
B
la bla bla. Le mani parlano anche più delle labbra che comunque a dire il vero, grazie alla tv, qualche «vaffa» multilingue lo fanno capire. Miralem Pjanic è sommerso dall’abbraccio dei compagni, ma nonostante i consigli sussurrati, la sua esultanza rabbiosa – dopo il gol che affossa il Napoli – è troppo evidente per non farsi notare. Poi però cominciano gli interrogativi: si rivolgeva alla Curva Sud o alla tribuna?
Non è una domanda da restare svegli la notte, però cronachisticamente regge, anche perché solo tre settimane fa – subito dopo l’eliminazione dalla Europa League – il bosniaco era andato sotto la Sud con i compagni, rimediando subito insulti, sputi e un accendino in faccia, tant’è che fece (giustamente) marcia indietro. Non è un caso che Garcia su di lui dica: «Innanzitutto occorre rispetto, poi uno come lui, quando sta bene, fa la differenza» «TROPPE CHIACCHIERE» Una cosa è certa: negli ultimi tempi
Miralem Pjanic, 25 anni ANSA
il fixing dell’affetto per Pjanic era segnalato in calo, tant’è che in una intervista rilasciata a «La Repubblica» pochi giorni fa il centrocampista si sfogava così: «Qui basta poco, appena qualcosa va male tutto diventa una tragedia. Puoi passare da essere tutto a essere niente». Perciò, quando gli viene messo il microfono sotto al naso tutti si aspettano graffi d’autore. Invece cosa dice Miralem? «Ce l’avevo con quelli che chiacchierano un po’ troppo negli ultimi tempi. Mi hanno criticato di recente e non mi è piaciuto. Tutta la rabbia che è uscita è dovuta a qualche giornalista. Sono contento di aver segnato, lo aspettavo da tanto. Ma la cosa più importante è la vittoria da festeggiare con i tifosi». Insomma, per un paio di mesi su social network e
radio locali (a microfoni aperti) lo attaccano e lui non trova di meglio che prendersela con i giornalisti. Come coraggio, non proprio il massimo. Pazienza. Meglio virare sulla bellezza chirurgica della rete del bosniaco, che pare avere un conto aperto col Napoli, la squadra a cui ha segnato più reti (3 in 7 gare di A). Nella scorsa stagione in campionato infatti, davanti a Maradona, il bosniaco – 25 anni giovedì scorso – realizzò una doppietta, stavolta si è limitato ma i tre punti in qualche modo blindano il posto in Champions. Ed anche stavolta ad assistere a una sua prodezza la platea è nobile. Non c’è Maradona, ma a Miralem vedere le sagome della fidanzata Josepha e di suo figlio Edin ha fatto ancora più piacere, nonostante esca poi
zoppicante per un pestone alla caviglia. TOTTI LO BENEDICE Recapitati dalla Germania i complimenti dell’amico Benatia, i tre punti fanno risorgere anche l’entusiasmo di capitan Totti che, pur assente causa infortunio, celebra la prodezza del genio ritrovato. «Ringrazio tutti i miei compagni, ma soprattutto il nostro Piccolo Principe che ha colpito da campione, proprio come sa fare lui». Una polizza per il futuro (il bosniaco è corteggiato da Psg, Liverpool e Bayern) o solo per il modo migliore per santificare un amore ritrovato? Presto per dirlo, ma se Pjanic in estate dovesse affrontare la cerimonia degli addii, sarebbe bello non lasciarsi alle spalle mai rancori. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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DOMENICA 5 APRILE 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
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Serie A R 29a giornata L'ANALISI di SEBASTIANO VERNAZZA
TUTTI I SILENZI FANNO MALE ORA OCCORRE INTERVENIRE
L
a Gazzetta per scelta non concede spazio agli striscioni demenziali esposti negli stadi, ma quanto accaduto ieri all’ora di pranzo a Roma ci obbliga all’eccezione. Quando nella Curva Sud dell’Olimpico sono comparse le scritte contro la signora Leardi, le prime reazioni in tribuna stampa sono state improntate allo stupore. Sembrava incredibile che laggiù si fossero spinti a tanto. «Siete sicuri?», era la domanda più gettonata ai giornalisti che si dedicavano alla decrittazione dei messaggi. Purtroppo era tutto vero. Non c’è da discutere, bisogna soltanto agire. Un Paese civile non può permettere che si faccia pubblico scempio del dolore di una madre. Intervenga il ministro dell’Interno, stop alle curve terre di nessuno. Ripulire, prego. Via dagli stadi i grafomani della barbarie, «daspo» a vita per i responsabili di ieri. Le parole sono importanti, anche quelle non dette: la Roma, che pure aveva invitato allo stadio la signora Leardi, non ha ancora condannato l’episodio. Possibile? E soprattutto, perché?
DOMENICA 5 APRILE 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
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Ultrà Roma, nuova vergogna
1Striscioni contro la mamma di Ciro Esposito. Viminale irritato: frazionerà le curve 1
Andrea Pugliese
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ROMA
«P
rego perché Dio possa cambiare il cuore di queste persone. Non sanno cosa significa perdere un figlio e vedersi stravolgere la vita». Antonella Leardi poteva reagire in mille modi, ha trovato quello più dolce ed elegante per commentare i vergognosi striscioni apparsi ieri all’Olimpico, in Curva Sud, con riferimento alla morte di Ciro Esposito, suo figlio. Era un’occasione, la speranza «di rivedere presto Roma e Napoli gemellate», come si augurava la Leardi alla vigilia. Occasione già persa. GLI STRISCIONI La giornata è iniziata con la polizia a presidiare il Ciak Village di Tor di Quinto, dove Esposito fu ferito il 3 maggio e dove attaccati ad un palo c’erano fiori, sciarpe ed una poesia. Poi il lavoro dei mille agenti, che hanno garantito l’ordine pubblico e quei maledetti striscioni. Il primo è apparso quasi subito. «Che cosa triste... Lucri sul funerale con libri e interviste!», riferendosi al libro della Leardi («Ciro Vive») presentato mercoledì nella pancia dell’Olimpico. E poi via, uno dietro l’altro. «Dopo il libro il film», «Antonella Leardi taci» e «C’è chi piange un figlio con dolore e moralità e chi ne fa un business senza dignità. Signora De Falchi onore a te», ricordando il romanista Antonio De Falchi, ucciso nel 1989 a Milano. Il tutto mentre i pochi tifosi napo-
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● 1 Lo striscione esposto da alcuni ultrà romanisti in Curva Sud contro Antonella Leardi, la mamma di Ciro Esposito ANSA ● 2 Un secondo striscione apparso nel corso del primo tempo TANOPRESS ● 3 Una poesia appesa vicino al luogo in cui fu ferito a morte Ciro, il 3 maggio scorso ANSA
letani esponevano un «Ciro per sempre». «Un dolore fortissimo, il libro è un messaggio d’amore che dovrebbero leggere tutti i tifosi — dice la Leardi — I cuori di queste persone che non hanno sentimenti possono cambiare. Andrò avanti pure per loro». LE REAZIONI Detto che l’11 febbraio 1996 Collina interruppe Samp-Torino (1-0), invitando Mancini a far togliere uno striscione dei tifosi con la scritta «Casarin pagliaccio», da segnalare la presa di posizione del-
l’avvocato della famiglia Esposito, Pisani: «Auspico la squalifica dell’Olimpico, le istituzioni puniscano i responsabili di questa vergogna». Poi le condanne, unanimi. «Attacco inaccettabile verso una città ed una mamma che ha subito una tragedia e che risponde co amore. Grazie Antonella!», dice il sindaco di Napoli de Magistris, si affianca quello di Roma, Marino: «Gesto che condanno e da cui sono sicuro la maggioranza dei romanisti si dissocerà». Poi il mondo della politica. «Scritte vergo-
gnose» per Fabrizio Cicchitto, «solidarietà alla Leardi» da parte del sottosegretario alla Difesa Gioacchino Alfano, «striscione orrendo, se un genitore trova la forza di raccontare un dolore del genere per dare un messaggio di amore, dobbiamo ringraziare e restare in silenzio», il parere di Luca Di Bartolomei. VIMINALE INQUIETO Dal Viminale, intanto, filtra irritazione per il fatto che striscioni del genere siano entrati senza problemi (con la Questura si stanno
visionando i filmati per risalire ai responsabili) nello stadio. Tanto che dalla prossima stagione ci sarà un ulteriore giro di vite in tutti gli stadi, che frazionerà per esempio la Curva Sud in più settori per permettere l’individuazione di chi compie reati, posizionando steward in tutto il settore per far sì che non esistano zone che possano godere di extraterritorialità. Una battaglia non facile ma — come filtra dal Viminale — che ha anche il sostegno della Roma. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Serie A R 29a giornata
CAGLIARI
1
LAZIO
3
PRIMO TEMPO 0-1 MARCATORI Klose (L) al 31’ p.t.; Sau (C) al 4’, Biglia (L) su rigore al 16’, Parolo (L) al 47’ s.t. CAGLIARI (4-3-3) Brkic; Balzano, Diakite, Rossettini, Avelar; Dessena (dal 13’ s.t. Ekdal), Crisetig, Joao Pedro; Farias (dal 27’ s.t. Capuano), Sau (dal 34’ s.t. Cop), Mpoku. PANCHINA Colombi, Cragno, Murru, Pisano, Ale. Gonzalez, Conti, Husbauer, Longo, Cossu. ALLENATORE Zeman. CAMBI DI SISTEMA nessuno. BARICENTRO MOLTO BASSO 48.1 METRI ESPULSI Diakite al 23’ s.t. per gioco scorretto. AMMONITI Crisetig, Rossettini e Balzano per gioco scorretto, Mpoku per c.n.r. LAZIO (4-2-3-1) Marchetti; Basta, De Vrij, Mauricio, Braafheid; Biglia, Parolo; Candreva (dal 13’ s.t. B. Keita), S. Mauri (dal 13’ s.t. Cataldi), F. Anderson; Klose (dal 36’ s.t. Lulic). PANCHINA Berisha, Strakosha, Novaretti, Cana, Cavanda, Pereirinha, Onazi, Ledesma, Perea. ALLENATORE Pioli. CAMBI DI SISTEMA dal 13’ s.t. 43-3. BARICENTRO BASSO 49.3 METRI ESPULSI nessuno. AMMONITI Parolo, Mauricio e Basta per gioco scorretto, B. Keita per c.n.r. . ARBITRO Rocchi di Firenze. NOTE spettatori circa 12 mila, incasso non comunicato. Tiri in porta 4 (1 palo)-10. Tiri fuori: 4-4. In fuorigioco: 4-0. Angoli: 3-1. Recuperi: p.t. 2’; s.t. 5’.
Lazio meraviglia Tre gol a Zeman: a 7 vittoria di fila Garcia non fugge 1Pioli passa anche a Cagliari: apre Klose,
risponde Sau, poi chiudono Biglia e Parolo Il secondo posto della Roma resta a un punto
Stefano Cieri INVIATO A CAGLIARI
C
ome in un musical in cui, replica dopo replica, scopri sempre nuovi protagonisti. E pensi che siano loro e non quelli delle recite precedenti il segreto di uno spettacolo che va. E invece no. Lo show piace e ha successo proprio perché è tutto il cast a funzionare. Nei singoli e, soprattutto, nel suo insieme. Così, con questi ingredienti, la Lazio di Pioli centra a Cagliari il settimo successo consecutivo e compie un allungo Champions che «rischia» di
essere quello decisivo. Sette successi di fila: è la migliore serie stagionale dell’intero campionato ed è, anche, la quarta della storia della Lazio. Meglio (finora) hanno fatto solo le squadre allenate da Eriksson (nove successi di fila), Maestrelli e Rossi (otto a testa). Una vittoria che, primati a parte, non regala alla Lazio l’agognato sorpasso sulla Roma, ma, forse, le concede qualcosa di ancora più importante. Perché questi tre punti, uniti ai risultati delle squadre che le stanno dietro, isolano la Lazio sul terzo gradino del campionato. Sei punti di vantaggio sulla quarta (la Fiorentina), ot-
fL’UOMO DELLA SVOLTA BIANCOCELESTE
KEITA
Nella corsa Champions spunta il fattore K E il gol diventa dettaglio 1Il giovane attaccante ha cambiato la partita: due rigori
procurati e rosso a Diakité. «Ma possiamo ancora crescere»
Nicola Berardino INVIATO A CAGLIARI
N
on ha segnato, ma è stato ugualmente decisivo. Gli manca tanto il primo gol in questo campionato, eppure Keita Baldé Diao ha messo la sua firma sulla vittoria della Lazio a Cagliari. Sperava di partire titolare dopo alcune prove dei giorni precedenti a Formello. Al Sant’Elia si è ritrovato in panchina. Pronto però a graffiare la partita. Subentrato al 13’ della ripresa, ha atteso appena un paio di minuti per incidere. Ha annusato il pallone lanciato da Parolo, si è fiondato in area, Crisetig lo ha agganciato e Rocchi ha decretato il rigore. Quello che, con la trasformazione di Biglia, ha dato il sorpasso decisivo sulla squadra di Zeman. Il 2-1 che ha segnato il punto di non ritorno della gara e lo scatto verso la settima vittoria di fila che rafforza i progetti Champions. Poi, ha procurato un altro rigore, quello che poteva regalare il 3-1 a metà ripresa senza attendere il
Keita, 20 anni, ex Barcellona, è arrivato alla Lazio nel 2011 ANSA
colpo di Parolo in pieno recupero. Biglia non si è ripetuto dal dischetto, ma Keita ha fatto il suo: ha lasciato traccia lo stesso. Perché Diakité dopo l’intervento ai suoi danni è stato espulso e il Cagliari si è ritrovato con un uomo in meno mentre si arrampicava sugli specchi di una rimonta quanto mai difficile.
5
● le reti di Keita in 25 gare dello scorso campionato. Nato in Spagna, origini senegalesi, è cresciuto nel Barcellona. La Lazio l’ha ingaggiato nel 2012
to sul rivale più temibile (il Napoli) a questo punto del torneo rappresentano un margine molto, molto interessante.
Stefano Pioli, 49 ANSA
CON UN FELIPE NORMALE Anche perché la banda di Pioli continua a dare dimostrazioni di forza e di maturità. Vince sempre e in modi sempre diversi. A Cagliari brilla meno che nei match giocati prima della sosta. Deve anche fare i conti con un Felipe Anderson positivo ma non stratosferico (a parte l’azione che porta al gol di Klose, in cui FA7 fa il fenomeno prima di servire Mauri che scodella al tedesco la palla dell’1-0). Eppure la squadra romana vince comunque facile, reaOBIETTIVI Una rete nella sua giornata cagliaritana Keita poteva comunque siglarla. Un’azione avviata dal re del gol in casa Lazio, Miroslav Klose, con Felipe Anderson che vede la porta davanti a se stesso ma scorge l’amico e vuole aiutarlo per raggiungere quella gioia che ancora gli manca in questa stagione di Serie A. Keita, ispirato dal brasiliano, va così al tiro, però sbuca Balzano sulla linea a rigettargli quel pallone con un urlo strozzato beffardamente in gola. Ma quell’attimo fugge via subito, nel dopo partita è cancellato. C’è altro nel volto sorridente del fantasista cresciuto nel Barcellona. A partire dalla bella soddisfazione di risentirsi protagonista nella Lazio che vola. «Ho provato a dare una mano alla squadra, penso di esserci riuscito. Abbiamo raggiunto la settima vittoria consecutiva. Corriamo e giochiamo uno per l’altro. Ora dobbiamo restare tranquilli e con i piedi per terra. E’ bellissimo giocare con questi compagni». APPLAUSI DI GRUPPO Che lo elogiano apertamente a partire dal veterano Biglia: «Keita h fatto la differenza». E l’altro baby, Cataldi, aggiunge: «Ha cambiato la partita». Il tecnico Pioli spiega: «Ora sa andare meglio in profondità e riesce a dare più imprevedibilità a tutta la manovra». Il 20enne spagnolo di origini senegalesi si osserva per un attimo allo specchio. «L’uno contro uno è una delle mie qualità principali». Poi guarda subito lontano: «Questa squadra può crescere ancora molto. Siamo terzi, ma vogliamo arrivare secondi». Mercoledì sarà squalificato per la semifinale di Coppa Italia a Napoli. «Sarà una grandissima partita, vogliamo conquistare la finale». Keita illumina di nuove ambizioni gli orizzonti della Lazio. © RIPRODUZIONE RISERVATA
lizzando tre gol e concedendosi il lusso di sbagliarne almeno altri quattro già fatti (compreso un rigore calciato alto da Biglia). Il Cagliari, che resta comunque in partita fino alla fine (anche per gli errori di mira dei romani), prova a mettere in difficoltà la formazione avversaria con le sue stesse armi: pressing, velocità, sovrapposizioni, fuorigioco. Le crea qualche grattacapo a cavallo dei due tempi, raggiungendo anche un pareggio a quel punto meritato. Ma poi deve soccombere come in un braccio di ferro in cui, alla fine, a prevalere è comunque il più forte. «La squadra migliore del campionato», l’ha definita Zeman prima della parti-
IL PATRON INFURIATO
Giulini non ci sta: «Una gara orrenda Non esistono alibi» 1«Buon arbitraggio,
la squadra non deve cercare scuse Giocatori obbligati a battere il Genoa» Mario Frongia CAGLIARI
Tommaso Giulini, 37 anni GETTY
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tifoseria, dimezzata nonostante le offerte speciali, lascia amarezza: «Per la curva Sky abbiamo venduto 180 biglietti. Un dato deludente, i punti e i risultati non ci favoriscono, ma dobbiamo aiutarci da soli. E serve il carattere dei giovani e dei veterani. Sau? Ci servono i suoi gol». Si torna sull’avvicendamento Zeman-Zola-Zeman. «Il calcio è fatto di episodi: vincendo a Parma Zeman non sarebbe stato esonerato. E se Pinilla non avesse segnato al 94’ a Bergamo, Zola sarebbe ancora qui. Ora conta che Zeman sia qui voglioso di stare in A».
on la Lazio non era la nostra partita. I giocatori si prendano le loro responsabilità e sabato vincano con il Genoa». Tommaso Giulini non cerca scorciatoie. La salvezza del Cagliari è in pericolo. Il presidente scansa gli alibi: «Non voglio sentire accenni ai due rigori: Rocchi ha arbitrato bene, trovo pessimo parlare di un giallo che manca (Parolo e Mauricio, ndr). La Lazio ha gioco e grandi giocatori. Abbiamo commesso degli errori e guai a chi cerca appigli. Rimbocchiamoci le maniche, lavoriamo per battere il Genoa, un risultato alla nostra portata. Sabato notte la nostra classifica deve essere di 24 punti». Il patron è deciso: «Non sono né deluso, né incavolato. Siamo ancora vivi, ce la possiamo giocare. Dall’Atalanta ci separano 5 punti, vorrei che domenica fossero 2». Il messaggio è chiaro: Giulini e lo staff non mollano. Intanto, il flop della
IO CI CREDO E il boemo? Accelera: «Credo nella salvezza, ci basta vincere due partite più dell’Atalanta e una più del Cesena. Questo Cagliari può riuscirci. I rigori? Non sono state ingenuità ma una condizione fisica da migliorare: fino al secondo rigore - spiega Zeman - abbiamo messo in difficoltà la Lazio. Se proprio devo lamentarmi con i miei, penso al primo gol». © RIPRODUZIONE RISERVATA
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DOMENICA 5 APRILE 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
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LE PAGELLE di S.CIE. CRISETIG INGENUO, MPOKU È UN FULMINE CATALDI SUPER: DÀ MUSCOLI E POLMONI CAGLIARI
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ta. Tesi ribadita anche dopo la gara, con tanto di ulteriore precisazione («è più forte della Roma») che nella Capitale farà sicuramente discutere. I CAMBI GIUSTI Una formazione, quella di Pioli, in cui tutto funziona a meraviglia. E, se qualche meccanismo s’inceppa, c’è una panchina da cui attingere nuove risorse. Dopo un’ora di gioco, e dopo il pari di Sau (tiro deviato da Mauricio su lancio di Dessena) che tra l’altro arriva poco dopo che Mauri si è divorato la palla del 2-0, la Lazio improvvisamente si ferma. L’incantesimo pare spezzarsi. A farlo ripartire provvedono i giovani Cataldi e
Keita che Pioli sgancia a mezzora dalla fine. Il romano dà nerbo e geometrie a un centrocampo meno equilibrato del solito, lo spagnolo spacca la difesa avversaria con accelerazioni devastanti. Si procura due rigori, l’ex Barça: sul primo (Crisetig lo falcia) Biglia timbra, riportando la Lazio in vantaggio. Sul secondo il play argentino manda la palla in curva, ma la «prodezza» di Keita serve comunque alla Lazio perché Diakite (autore del fallo) viene espulso trattandosi di chiara occasione da gol. Keita prova poi a fare lui il gol della sicurezza, ma Balzano glielo nega con un salvataggio alla Franco Baresi dei tempi d’oro. A chiudere
definitivamente i giochi provvederà Parolo durante il recupero. Dando al punteggio finale le giuste proporzioni per quanto visto in campo. CAGLIARI INQUIETO I sardi (Zeman e, ancor di più, il presidente Giulini) si lamentano per l’episodio del secondo rigore. Che, pur fallito da Biglia, lascia i padroni di casa in inferiorità numerica e quindi li penalizza. Rocchi però vede bene, come in tutte le altre situazioni complicate della gara (che non sono poche e tutte difficili). Reazione comprensibile, ma sbagliata, quella dei cagliaritani. Perché anche contro la Lazio, come nelle precedenti uscite con
Empoli e Milan, la squadra di Zeman mostra (sia pure a intermittenza) di aver ritrovato una capacità di fare gioco che con Zola si era persa. Certo, la classifica continua a piangere, ma il k.o. dell’Atalanta rende ancora fattibile il miracolo-salvezza. Impresa possibile se, oltre alla vena offensiva, il Cagliari riuscirà anche ad avere un maggiore equilibrio, soprattutto in mezzo al campo. E’ lì che Zeman deve lavorare. Il trio esibito con la Lazio (Dessena-Crisetig-Joao Pedro) non soddisfa. Vero, di fronte c’era l’avversario peggiore del momento. Ma forse in panchina si può trovare qualcosa di meglio. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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IL MIGLIORE
IL MIGLIORE
MPOKU
KEITA
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6,5 ● 1 La corsa di Marco Parolo dopo il 3-1 2 Il piattone di Miroslav Klose, che vale l’1-0 biancoceleste; 3 Il rigore del 2-1, firmato da Lucas Biglia: l’argentino tirerà alto il secondo penalty della Lazio ANSA/LAPRESSE/GETTY 3
LAZIO
Va da una parte all’altra dell’attacco e manda in crisi la difesa laziale. Marchetti e il palo gli negano un gran gol.
Il suo ingresso spacca l’inerzia del match. Si procura due rigori, Balzano gli nega la gioia del gol. Bentornato.
BRKIC 6 Un paio di interventi prodigiosi e qualche incertezza. Sul terzo gol può fare di più. BALZANO 6 Tiene il Cagliari in partita col salvataggio su Keita. DIAKITÈ 5 Bene fino all’episodio con cui rovina tutto. Provoca un rigore evitabile (che poi Biglia sbaglia) e lascia la squadra in dieci. ROSSETTINI 5 Fuori posizione in quasi tutte le azioni-chiave. AVELAR 5,5 Bene sui calci piazzati, meno quando c’è da difendere. Anche se controllare gli esterni laziali non è impresa facile. DESSENA 6 Bello l’assist a Sau per il momentaneo pareggio. EKDAL 6 Stanco per gli impegni in nazionale, inizia in panchina. Forse era il caso di rischiarlo subito. CRISETIG 5 Ingenuo nell’azione che porta al primo rigore. JOAO PEDRO 5,5 Non riesce a trovare l’ispirazione per incidere. FARIAS 5,5 Poco assistito, ma anche poco vivace. Dovrebbe aggredire maggiormente gli spazi, si limita a trotterellare. CAPUANO 5,5 Si fa notare solo per l’eccessivo nervosismo. SAU 6,5 Il gol (favorito dalla deviazione di Mauricio) e altro. Il suo movimento crea apprensione alla difesa laziale. (Cop s.v.) ALL. ZEMAN 5,5 Cagliari a corrente alternata. Di fronte c’era la squadra più in forma, ma qualcosa di più si poteva fare.
MARCHETTI 6,5 Parata da campione su Mpoku. Attento ogni volta che il Cagliari entra in area. BASTA 6,5 Spinge e copre, tampona e riparte. Unico neo l’ammonizione: salterà l’Empoli. DE VRIJ 6,5 Il signore della difesa. Interventi puliti, uscite eleganti. MAURICIO 5,5 Sfortunato ma non incolpevole sul gol di Farias. Soffre Mpoku. Ammonito, salterà l’Empoli. BRAAFHEID 6 Concentrato e diligente. Cala nel finale. BIGLIA 6,5 Se non avesse sbagliato il secondo rigore sarebbe stato il migliore. E’ il motore di una squadra che viaggia a mille. PAROLO 7 Il gol nel recupero come suggello alla solita prestazione di sostanza e di qualità. CANDREVA 6 Comincia bene, poi rallenta un po’ troppo. Si rende pericoloso con i tiri dalla distanza. S. MAURI 6 L’assist per Klose e due gol sbagliati. Comunque utile. CATALDI 6,5 Dà muscoli e polmoni a un centrocampo in difficoltà. F. ANDERSON 6,5 L’azione che porta al primo gol è degna delle sue ultime perle da fuoriclasse. Per il resto si accende a intermittenza. KLOSE 6,5 Risponde presente sul gol che sblocca la partita. Poi fa il solito enorme lavoro. (Lulic s.v.) ALL. PIOLI 7 Bravo a far riattaccare la spina alla squadra dopo la sosta. Ottima la mossa di sganciare Cataldi e Keita al momento giusto.
ROCCHI Azzecca tutto: rigori, espulsione di Diakitè, gol (che non è gol) di Keita. Giusti anche i gialli. Direzione da internazionale. VUOTO 6 – MUSOLINO 6; DI BELLO 6,5 – FABBRI 6
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Serie A R 29a giornata
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Salah fa il mago, la Viola è quarta 1La Fiorentina stende la Samp e supera doriani e Napoli: in 4 minuti decidono Diamanti e l’ex Chelsea FIORENTINA
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SAMPDORIA
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LE PAGELLE di LU.CAL. GONZALO CENTRA IL PALO, GOMEZ CHE ASSIST OBIANG È IL PIÙ LUCIDO, SILVESTRE VA IN TILT
PRIMO TEMPO 0-0 MARCATORI Diamanti al 16’, Salah al 19’ s.t.
FIORENTINA
FIORENTINA (4-3-2-1) Neto; Richards, G. Rodriguez, Basanta, Alonso; Aquilani (dal 38’ s.t. Vargas), Badelj, B. Valero; Diamanti (dal 31’ s.t. Mati Fernandez), Salah (dal 44’ s.t. Lazzari); Gomez. PANCHINA Rosati, Lezzerini, Tomovic, Rosi, Kurtic, Joaquin, Gilardino, Babacar. ALLENATORE Montella. AMMONITI G.Rodriguez per g.s. e Diamanti per proteste. CAMBI DI SISTEMA nessuno. BARICENTRO MOLTO ALTO 58,3 M
Luca Calamai FIRENZE
C
he fosse un gran colpo dal punto di vista economico è stato chiaro subito. Ora si può andare oltre e affermare che i Della Valle hanno acquistato un top player. Uno di quei giocatori che cambiano la storia di una stagione. Mohamed Salah è un’arma micidiale per Montella. Geniale, divertente, imprendibile. Il gioiello egiziano è il simbolo di una Fiorentina che spazza via la Samp e sale al quarto posto in classifica. L’ex Chelsea (grazie ancora a Mourinho per averlo regalato per due anni al nostro calcio) realizza il gol che chiude la sfida. Una magia. È Gomez, in versione uomo-assist, a innescare lo Speedy Gonzalez viola. Salah accelera, esplosivo come sempre. Con la prima finta si beve Romagnoli, con la seconda Silvestre poi in perfetto equilibrio scarica il destro che fulmina Viviano. È il settimo centro del fantasista sbarcato a gennaio a Firenze. L’egiziano
Mohamed Salah, 22 anni, ex Chelsea, segna il 2-0 viola: a Firenze da gennaio, ha già segnato 7 gol LAPRESSE
ha lasciato il segno in tutti i tor- gli stimoli dei tempi d’oro. È nei. Reti pesanti che oggi con- uno dei più vivi nel primo temsentono alla formazione di po quando la Fiorentina stringe Montella di essere in corsa nei d’assedio una Samp che sceglie quarti di Europa League, in se- di affidarsi a un inconsueto camifinale di Coppa Italia e di na- tenaccio. Una prima frazione vigare in zona Champions in condizionata dal terreno di giocampionato. Nel finale Salah co rovinato da una bomba d’accrolla a terra. Per qualche se- qua caduta prima del via. I viocondo scende il la, però, non rigelo al Franchi nunciano a proLA PARTITA mentre il tecnico por re il loro inserisce Lazzari La squadra di calcio. Molto al suo posto. possesso palla e Niente di grave, Montella è sempre tante accelerasolo di una botta stata propositiva zioni. Una presal ventre. Marte- nonostante il terreno sione che produdi contro la Juve ce due occasioni ci sarà. I blucerchiati hanno da gol: un tocco ravvicinato di COLPO Il merca- giocato per un’ora Diamanti fuori di to di gennaio ha con 10 uomini dietro poco e un destro cambiato faccia la linea della palla di Gonzalo Roalla Fiorentina. driguez: palo. La cessione di Cuadrado ha portato 30 milioni e tre giocato- BUONA SORTE La Fiorentina ri a costo zero: Salah, Gilardino non alza il piede dall’accelerae Diamanti. Già, Alino. Dopo tore neppure a inizio ripresa. E quasi un mese da panchinaro mentre Montella prepara l’inDiamanti partecipa, da attore gresso di Vargas al posto di Diaprotagonista, alla grande notte manti o di Salah i due genietti viola. Alla corte di Montella il viola vanno a segno. Nel calcio fantasista di Prato ha ritrovato serve anche un pizzico di buona
sorte. Inizia Diamanti al 16’ con una velenosa conclusione di destro (il suo piede sbagliato) che finisce in rete complice una finta di Borja Valero che disorienta Viviano, Poi, al 19’ il gran numero di Salah. In 4’ la Fiorentina si regala una Pasqua felice. E la Samp? Sorprende la scelta dei doriani di proporre, per almeno un’ora, 10 uomini fissi dietro la linea della palla. Il terreno inzuppato rendeva quasi complicato il contropiede. Un motivo in più per alzare il baricentro e cercare di recuperare palla nella zona di metà campo per poi, innescare, le ripartenze del tridente Muriel, Eder e Eto’o. La Sampdoria ha costruito una sola occasione da gol in avvio , una conclusione ravvicinata di Eto’o ribattuta dal corpo di Gonzalo Rodriguez. Poi, Neto ha dovuto difendersi solo dalla pioggia. Mihajlovic aveva detto alla vigilia: «Bisogna sognare di andare sulla luna poi, magari puoi accontentarti di andare su una stella». I doriani per una notte sono tornati bruscamente sulla terra. © RIPRODUZIONE RISERVATA
SAMPDORIA
SALAH
OBIANG
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Il Messi d’Egitto ha fatto innamorare Firenze. Sembra di essere ritornati ai tempi del giovane Roberto Baggio. E la storia continua…
E’ uno dei giocatori più lucidi in mezzo al campo. E cerca anche di dar vita ad alcune ripartenze. Ma è il resto della Samp a non essere ispirata.
NETO 6 Una serata a combattere solo con la pioggia. RICHARDS 5,5 Molte incertezze in fase di disimpegno. Un passo indietro rispetto alle ultime esibizioni. GONZALO RODRIGUEZ 7 Salva sulla conclusione a colpo sicuro di Eto’o e sfiora il gol centrando il palo. Poteva meritare il secondo giallo una sua trattenuta su Eto’o. BASANTA 6,5 Un bel guerriero. ALONSO 6,5 Viaggia a cento all’ora sulla corsia di sinistra. AQUILANI 6 Soffre per alcune tendiniti ma si batte con grande generosità. Sfiora il gol nel finale. VARGAS s.v. Doveva entrate sullo 0-0, invece la Fiorentina decolla e deve accontentarsi della passerella. BADELJ 6 Ordinato. BORJA VALERO 6,5 In continua crescita. DIAMANTI 7 Segna con un colpo da biliardo. E con il suo piede sbagliato. MATI FERNANDEZ 6 Va a dare freschezza al centrocampo. LAZZARI s.v. Entra al posto del dolorante Salah. GOMEZ 6,5 Delizioso l’assist per l’egiziano. Un campione al servizio della squadra. ALL. MONTELLA 7,5 La sua Fiorentina continua a crescere.
VIVIANO 6 Splendida la respinta su Aquilani. È bravo anche a ribattere Gomez. Si fa sorprendere però dal gol di Diamanti. DE SILVESTRI 6 Macina chilometri ma con risultati modesti. SILVESTRE 5 Va in tilt, insieme a tutto il reparto difensivo, sul numero di Salah. WSZOLEK 6 Entra quando la Samp ha già staccato la spina. ROMAGNOLI 5 Serataccia per il talento di scuola Roma. MUNOZ 5,5 Qualche incertezza. REGINI 5 Spinge poco sulla sua fascia. SORIANO 5,5 Non riesce a muoversi con successo tra le linee. E’ il primo che Mihajlovic richiama in panchina. BERGESSIO 5 Neppure un tiro in porta. PALOMBO 5,5 Una prova senza lampi. MURIEL 5 Non va oltre un destro che non inquadra la porta. Sembra appesantito. ETO’O 6 Sfiora il gol all’inizio e si lamenta con l’arbitro per la mancata espulsione di Gonzalo. Un campione che ha ancora tanto orgoglio. EDER 5,5 Si muove molto ma senza incidere. Una piccola delusione dopo le grandi prove in maglia azzurra. ALL .MIHAJLOVIC 5 Presenta una Samp poco coraggiosa.
5
BANTI Il fallo di Gonzalo su Eto’o poteva valere il secondo giallo. E in quel momento la partita era sullo 0-0.
DOBOSZ 6-PETRELLA 5 TAGLIAVENTO 6-CANDUSSIO 6
IL TECNICO VIOLA
Montella: «Ci tenevo al sorpasso» ● FIRENZE Doppio sorpasso. «Tenevamo moltissimo alla gara contro la Sampdoria spiega Montella - ci piaceva l’idea di superare due squadre in classifica (Napoli e la stessa Samp). Siamo contenti di aver vinto uno scontro diretto e di averlo fatto con merito». La Lazio terza rimane sei lunghezze più avanti, ma la Viola
un’occhiata alla formazione di Pioli continua a darla. «Stanno andando forte e hanno meno partite di noi. Sarà dura, però abbiamo trovato una continuità importante onorando ogni competizione». Tra due sere, al Franchi, arriva la Juventus per la Coppa Italia. «Giocare ogni tre giorni - chiude il tecnico comincia proprio a piacermi». Giovanni Sardelli
della
Liberazione 1945
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SAMPDORIA (4-3-3) Viviano; De Silvestri (dal 29’ s.t. Wszolek), Silvestre, Romagnoli (dal 38’ s.t. Munoz) Regini; Soriano (dal 22’ s.t. Bergessio), Palombo, Obiang; Muriel, Eto’o, Eder. PANCHINA Romero, Frison, Coda, Mesbah, Marchionni, Duncan, Acquah, Correa, Okaka. ALLENATORE Mihajlovic. AMMONITI Regini per g.s. CAMBI DI SISTEMA dal 22’ s.t. 4-2-4. BARICENTRO MOLTO BASSO 42,3 M ARBITRO Banti di Livorno. NOTE Paganti 11.647, incasso di 174.613 euro. Abbonati 22.130, quota di 385.150 euro. Tiri in porta: 6-1. Tiri fuori: 4-5. Angoli: 5-4. In fuorigioco 1-0. Recuperi: 1’ p.t.; 3’ s.t
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IL MIGLIORE
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DOMENICA 5 APRILE 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
fI PERSONAGGI
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fLA PARTITA AI RAGGI X
SALAH E DIAMANTI
Squadra corta: 34 metri Tanto possesso: 62,5% E Gonzalo fa il regista 1La squadra di Montella ricorda il Barcellona di Guardiola:
quando perde il pallone, non arretra, ma avanza per recuperarlo FIORENTINA
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MOLTO ALTO 58,3 metri
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L’esultanza di Mohamed Salah, 22 anni che festeggia con Alessandro Diamanti, 31, i loro due gol IPP
L’egiziano nei cuori Uno è inciso sul portone Alino, la prima rete segnata da «sostituito» 1 Montella stava
per cambiarlo prima del gol. Firenze in estasi per Salah: c’è la pizza personalizzata
Alessandra Gozzini INVIATA A FIRENZE
I
nuovi gol viola arrivano dalla Cina e dall’Egitto, posti abbastanza originali per giocare a calcio: Diamanti era emigrato al Guangzhou per vincere in Oriente, prima di essere prestato alla Fiorentina, e Salah era passato al Chelsea prima di lucidare a Firenze il titolo di Messi delle Piramidi: è lui che fa tremare tutto il mondo viola, prima di gioia (dopo l’ennesima prodezza in slalom) poi d’ansia (quando chiede il cambio a pochi minuti dalla fine). Salah, cessione che risulterà sempre più indigesta per Mou-
rinho, ha in realtà subìto un forte colpo allo stomaco: contro la Juve, martedì sera, ci sarà. Salah ha già uno striscione e un coro personalizzato, conseguente omaggio a chi, dall’inverno alla primavera, ha già segnato in tutte le competizioni: con quello di ieri ha fatto poker in campionato, dato a cui vanno aggiunti i due gol in Coppa Italia e la rete in Europa League. Dopo il «settebello» il tifo dovrà inventarsi qualcosa di nuovo: esistono già anche la pizza personalizzata e un cuore inciso nel legno del portone di casa, a due passi da Ponte Vecchio. Non è stato Montella a scolpire il disegno sull’uscio, ma anche lui è tra gli innamorati di Salah: «Tecnicamente si conosceva, ma l’impatto è stato micidiale, in termini di inserimento e gol, pure decisivi. Sarà con noi un altro anno in prestito semi gratuito, al riscatto penserà nel caso la società: l’importante è che ci sia anche la prossima stagione». ALINO Quando magari ci sarà pure Diamanti, «cinese» di Prato: il riscatto dal Guangzhou,
fissato sui due milioni, è di certo più vicino dopo la battaglia di ieri. «Alino», altro nuovo idolo della curva, dopo il gol (il secondo a Firenze) ha festeggiato all’aperto sotto la Fiesole prima di chiudersi in casa per la cena con la famiglia, spettatrice in tribuna. «Sono sempre stato in palla, non sono mai sparito: giochiamo tutti in questa rosa perché stiamo bene fisicamente e l’allenatore fa le sue scelte. Abbiamo dominato la Samp per 95 minuti, chi segna o chi non segna non ha importanza: conta solo vincere». Più o meno lo avrà pensato anche Montella, che stava per cambiare Diamanti con Vargas, riacciuffato sulla linea del cambio: in panchina grandi risate. «In effetti è andata così…» conferma l’allenatore, che comunque era già convinto dell’altro, prezioso, innesto di gennaio: «Il temperamento di Diamanti si conosceva, trovata la condizione era normale che crescesse: sì, era il giocatore che mi aspettavo che fosse». Un modo per stupirlo, Alino, l’ha comunque trovato: un gol da «sostituito». © RIPRODUZIONE RISERVATA
ANGOLI
6
3 POSSESSO PALLA
62,5%
37,5%
TIRI NELLO SPECCHIO
5
0 PALLE PERSE
140
122 FALLI COMMESSI
7
12 CONTRASTI
17
22 PASSAGGI EFFETTUATI
535
329 PALLE RECUPERATE
71
59 IN FUORIGIOCO
1
0 PASSAGGI RIUSCITI
86,5%
74,5%
BARICENTRO MOLTO BASSO 42,3 metri 29 23 24
99
21 17 14 19
Che cosa significa? Semplice, l’atteggiamento aggressivo di centrocampisti e difensori mette acile, decisamente trop- la Fiorentina nelle condizioni di po facile, individuare in infastidire gli avversari in ogni Diamanti e Salah le ra- zona del campo. Da notare che gioni della vittoria della Fio- l’interpretazione della partita rentina. D’accordo, loro han- non cambia tra il primo e il seconno realizzato i due gol, loro so- do tempo: i viola hanno il 63 per no stati spesso pericolosi e cento di possesso nei primi quahanno messo in crisi la difesa rantacinque minuti e il 62,1 per della Sampdoria, ma per cer- cento nella ripresa. A fare da pilacare i motivi di un successo stro, nella struttura costruita da netto come quello dei viola si Montella, in assenza di Pizarro, deve andare oltre la superfi- tocca a Gonzalo Rodriguez. E’ vecie. Il senso dell’impresa si tro- ro che sarebbe logico pensare ad va più in profondità, e non è Aquilano o a Borja Valero nei attribuibile a questo giocatore panni del leader, ma la realtà è dio a quell’altro (non soltanto versa: è il difensore a incaricarsi perlomeno...), ma è frutto di di tenere su la baracca, di salvare un’idea collettiva che, oggi, in il risultato su un tiro a colpo sicuItalia poche squadre inseguo- ro di Eto’o, di timbrare un palo no. La Fiorentina è una di que- con una bella e improvvisa conste. I ragazzi di clusione, e sopratMontella giotutto di far girare IL NUMERO cano, tocchetil motore iniziantano, si smardo la manovra da cano, avanzadietro. Sono 77 i no in pressing tocchi di Gonzalo, invece di arre59 i passaggi (10 trare. Il loro sbagliati), 5 i lanci modo di stare i tocchi della riusciti, 2 i cross, 7 in campo è Fiorentina che ha i palloni recuperamolto più fiti. Contributo imdominato. La glio degli inseportante anche gnamenti eu- Sampdoria si è perché la sua preropei che di fermata a quota 535. senza permette ai quelli italiani. centrocampisti viA tratti, e fatte le debite pro- ola di giocare in superiorità nuporzioni perché gli interpreti merica. Gonzalo Rodriguez sono diversi, sembra di vedere avanza, mentre Basanta gli copre il Barcellona di Guardiola. le spalle, e imposta la manovra Non solo per il prolungato con lucidità. Vi ricordate quando, possesso-palla, ma anche per i nel Barcellona di Guardiola, tocmovimenti, per il desiderio di cava a Piquè partire da dietro con attaccare sempre e in ogni cir- il pallone al piede (e Busquets facostanza, per la volontà di oc- ceva un passo indietro)? Gli uocupare gli spazi prima degli mini sono diversi, d’accordo, ma avversari. il principio è lo stesso.
Andrea Schianchi
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QUALITA’ TECNICHE Qualche dato chiarisce meglio la situazione. Possesso-palla: 62,5 per cento a favore dei viola che sfruttano questo vantaggio arrivando a calciare 11 volte (5 nello specchio e 6 fuori). Numero di passaggi: 535, di cui l’86,5 per cento va a buon fine. Segno che ai giocatori di Montella non mancano la precisione e le qualità tecniche. Palloni recuperati: 71 (contro i 59 della Sampdoria).
SQUADRA CORTA La Fiorentina, se è in giornata, lascia un’impressione di dominio e di padronanza assoluta della partita. Ciò è possibile grazie al fatto che i reparti sono sempre molto vicini, la squadra è corta (34 metri contro la Sampdoria) e il baricentro medio decisamente alto. Molto alto: 58,3 metri. Se anche perdono il pallone, i ragazzi di Montella hanno spazio e tempo per recuperarlo... © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Serie A R 29a giornata
DOMENICA 5 APRILE 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
L’Hellas è tanto Toni Ma è rimonta salvezza del Cesena: 3 gol in 12’ 1Verona avanti 3-0 al 70’ con due reti dell’attaccante 37enne, poi Brienza guida la riscossa. Di Carlo è a 4 punti dall’Atalanta VERONA
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CESENA
3
PRIMO TEMPO 2-0 MARCATORI Toni (V) al 3’, Gomez (V) al 30’ p.t.; Toni (V) al 17’, Carbonero (C) al 25’, Brienza (C) al 32’, Succi (C) al 36’ s.t. VERONA (4-3-3) Benussi; Pisano, Moras, G. Rodriguez, Brivio (dal 38’ s.t. Lopez); Sala, Greco, Hallfredsson (dal 24’ s.t. Obbadi); Jankovic, Toni, Gomez (dal 38 s.t. Campanharo). PANCHINA Rafael, R. Marquez, Marques, Agostini, Valoti, Martic, Fernandinho, Christodoulopoulos, Saviola. ALL. Mandorlini. BARICENTRO MOLTO BASSO 45,6 METRI. AMM. Rodriguez, Jankovic e Hallfredsson per g.s. CESENA (4-3-1-2) Leali; Perico, Capelli, Lucchini Krajnc; Giorgi, De Feudis (dal 37’ p.t. Cascione), Pulzetti (dal 14’ s.t. Carbonero); Brienza; Defrel (dal 31’ s.t. Succi), Djuric. PANCHINA Agliardi, Bressan, Volta, Nica, Magnusson, Cazzola, Mudingayi, A. Rodriguez. ALL. Di Carlo. BARICENTRO MEDIO 53,2 METRI. AMM. Krajnc e Succi per g.s. ARBITRO Orsato di Schio. NOTE paganti 3.483, incasso di 48.937. Abbonati 14.107, quota di 208.204. Tiri dentro 5-8 (con 1 palo). Tiri fuori 6-6. In fuorigioco 0-0. Angoli 7-4. Rec.: p.t. 2’, s.t. 3’.
Il Cesena festeggia dopo il gol di Succi, che vale il 3-3 bianconero ANSA
Guglielmo Longhi INVIATO A VERONA
C’
è una squadra che dopo 70 minuti vince 3-0 e si fa rimontare. E c’è l’altra che rinasce e negli ultimi 20’ raddrizza una partita strapersa. E quindi: ha più colpe il Verona o più meriti il Cesena? Questa partita assurda andrebbe spaccata in due parti disuguali: lo spicchio più grande se lo divora un ragazzo di 37 anni, tale Luca Toni, che con una doppietta sale a quota 35 (15 stagionali) e diventa il miglior marcatore
LE PAGELLE di A.D’U.
6,5
CHIEVO
6
IL MIGLIORE
IL MIGLIORE
CONSIGLI
SCHELOTTO
7
7
Tiene in piedi il Sassuolo e dimostra di avere quella sicurezza fondamentale per affrontare i momenti difficili. Interventi risolutivi. Standing ovation meritata.
Si dimostra essere l’uomo assist, che accompagna sempre l’azione: nelle due fasi è sempre presente. Dà tutto. Fa ammattire Peluso e sposta l’inerzia del match.
VRSALJKO 6 Dispiega il suo gioco offensivo con continuità. Qualche patema in difesa. (Taider s.v.) CANNAVARO 6,5 Baluardo come ai tempi del Napoli. Di testa sono tutte sue. ACERBI 6 Anche lui non arretra di un millimetro. PELUSO 4,5 La sua è l’8a espulsione del Chievo in questa stagione: nessuno ne ha prese di più finora. BRIGHI 6 Sovrapposizioni, si lancia negli spazi. Generoso. MISSIROLI 6,5 In mezzo non fa rimpiangere Magnanelli. BIONDINI 6,5 Ispira l’episodio da rigore, frequenze altissime. BERARDI 7 Si procura il rigore e lo trasforma: 9° gol stagionale. NATALI 6 Gli tocca il lavoro sporco, non omette nulla. FLOCCARI 6,5 Il vice Zaza spinge su il Sassuolo, sponde e dialogo coi compagni di reparto. FLORO FLORES 5,5 Spreca un’occasione nel primo tempo. Avvio promettente, non lascia il segno. LONGHI 6 In trincea coi muscoli e il carattere. Prezioso. ALL. DI FRANCESCO 6,5 Mosse dettate dal buon senso. Già un punto in più rispetto a quanti ne aveva ottenuti nell’intero campionato scorso.
BIZZARRI 6 Cade la sua imbattibilità dopo 4 turni. Rigore a parte, sui tiri in movimento attacca bene il pallone. FREY 5,5 In difficoltà in avvio su Floro Flores, non è in ghingheri. GAMBERINI 5 Protagonista dell’episodio chiave: poteva far meglio. CESAR 6 Balla nel primo tempo (chiude bene una volta su Floro Flores): partecipa agli assalti finali. ZUKANOVIC 5,5 Perde il duello infinito con Berardi. PELLISSIER 6 Non vede la luce, ma il suo peso si fa sentire nei sedici metri. IZCO 6,5 Che duello con Biondini: lui resta sempre in piedi. RADOVANOVIC 6 Fa opposizione in mezzo, paga la velocità dei neroverdi. Ultimo ad arrendersi. HETEMAJ 6 Corsa, pressing e un po’ di ruggine. Ma si sbatte. BIRSA 6 Ispirato, spiazza e crea pericoli. Arma tattica. BOTTA 6 Ci prova dalla distanza, minuti di pura elettricità. PALOSCHI 5,5 Sfiora il gol e le prova tutte anche nel recupero. Ma la mira stavolta è imprecisa. MEGGIORINI 6 Non solo assist, quel sinistro al volo finito sulla traversa è un prodigio di tecnica e talento. ALL. MARAN 6 Calcio camminato in avvio, poi torna il vero Chievo. Finale all’assalto, cambi in corsa azzeccati.
PAIRETTO Vede bene sul fallo di Gamberini ai danni di Berardi in area: è rigore netto. Dubbi sulla trattenuta di Peluso sullo stesso difensore del Chievo dopo 13’: il rigore potrebbe starci, lui tira dritto. GALLONI 6,5 CRISPO 6 - CALVARESE 6 GAVILLUCCI 6
6
MISSIONE POSSIBILE Rischiava di essere una triste Pasqua di retrocessione. Non sarà così, il punto guadagnato sull’Atalanta riaccende le speranze per chi avrà in casa tutti gli scontri diretti. Di Carlo ci spera («Vogliamo rendere possibile l’impossibile», lo slogan in stile renziano), anche perché questo pa-
HA STACCATO LA SPINA Anche per il Verona cominciamo da cosa ha funzionato. Intanto diciamo che Toni è tanto, ma non è tutto, perché per quasi un’ora il tridente è stato una gioiosa macchina da guerra. Luca ha ringraziato per i molti cross che ha avuto: deviando di sinistro l’1-0, scaraventando di destro il 3-0, provandoci con una semirovesciata e di testa in almeno tre occasioni. Il primo Hellas sembrava quello di un anno fa, quello che le rimonte le faceva e non le subiva. E quindi cosa ha portato i padroni della partita a cedere di schianto? «Ci siamo abbassati troppo», ha spiegato Mandorlini. Poi ci sono stati gli errori individuali, Moras e Rodriguez fuori posizione sul terzo gol e mettiamoci l’inopportunità di regalare una punizione dal limite allo specialista Brienza. Niente drammi, la classifica è rassicurante. Ma intanto è stato annullato il giorno di riposo extra: niente gita per Pasquetta, tutti ad allenarsi. © RIPRODUZIONE RISERVATA
LE PAGELLE di G.LO. GOMEZ IMITA DEL PIERO, SALA FA TUTTO SUCCI PREZIOSO, CARBONERO È SUPER VERONA
6
CESENA
7
IL MIGLIORE
IL MIGLIORE
TONI
BRIENZA
8
8 Abbiamo esaurito il catalogo dei superlativi. Anche questa volta ha saputo stupire: tante sportellate e colpi di qualità. Niente da dire, resta intramontabile.
Lui c’è e ragiona, anche nei momenti no, quando la squadra sembra allo sfascio. Un gol, un assist, 7 cross, 3 sponde. C’è bisogno d’altro?
BENUSSI 6 Premiato da Mandorlini: «Rafael è titolare, ma gioca Benussi». Incolpevole sui gol. PISANO 6 Grande spinta nel primo tempo, poi cala. MORAS 5 In confusione sul terzo gol, ma è reduce dal terribile incidente stradale in Ungheria. G. RODRIGUEZ 5 Preferito a Rafa Marquez, se la svanga con Djuric. Più di un concorso di colpa con Moras. BRIVIO 5,5 Si vede pochissimo. (Lopez s.v.) SALA 7 Corsa, tiro, cross, ma non solo. Voglia di far vedere quanto vale. GRECO 5 Play al posto di Tachtsidis, in tribuna. Tra i primi a mollare. HALLFREDSSON 6 Rivitalizzato dall’impegno con l’Islanda, ma si spegne troppo presto. OBBADI 5 Non in forma dopo l’infortunio con la Nazionale: lascia troppo spazio a Carbonero sul tiro del 2-0. JANKOVIC 7 Devastante sulla fascia destra: la sua importanza si capisce quando è fuori. Come con la Lazio. GOMEZ 7 L’abbiamo appena scritto: va di moda il gol a giro, alla Del Piero. Juanito entra con pieno merito nel club. (Campanharo s.v.) ALL. MANDORLINI 6 Diamogli pure qualche colpa perché i suoi staccano la spina e pensano alla colomba. Ma per un’ora è Verona spettacolo.
LEALI 5,5 Strana parata sull’1-0: con i piedi, non con le mani. Perché? PERICO 5,5 Non sa scegliere quando e come spingere. CAPELLI 5 Entra in due gol del Verona: bruciato da Toni e non dà fastidio a Gomez al momento del tiro. LUCCHINI 5 Perde palla e dà il via all’azione del 3-0. Imperdonabile. KRAJNC 5 Non è un terzino di ruolo, ma davanti a Jankovic scompare. GIORGI 6,5 Meglio da mezz’ala sinistra al posto di Pulzetti. Per lui 58 passaggi ok e 200 gare da professionista. DE FEUDIS 5,5 Inizio complicato, poi esce per un dolore al piede destro. CASCIONE 6 Tenta l’impossibile sul 3-0, ma toccava a Lucchini. PULZETTI 5 Prima volta da avversario al Bentegodi. Male. CARBONERO 7 Entra subito in partita: tiro deviato. Poi rompe il ghiaccio con un gol strepitoso. DEFREL 6,5 Molto mobile, è anche sfortunato (palo). SUCCI 7 In campionato non segnava dalla quinta giornata (Milan). Prezioso. DJURIC 5 Qualche tiretto molle e solo 3 sponde, la specialità della casa. ALL. DI CARLO 7 Ha dato una precisa identità alla squadra, e questo si sapeva. Azzecca la mossa di Succi.
6,5
ORSATO Buona direzione: bravo a dare il vantaggio sul primo gol, giusto annullare il gol di Jankovic.
PRETI 6 LA ROCCA 6 BARACANI 6 GHERSINI 6
LE PROVINCIALI GIÀ SALVE
CANNAVARO BALUARDO, BIONDINI ISPIRA BIRSA ARMA TATTICA, TALENTO MEGGIORINI SASSUOLO
dell’Hellas in A (agganciato Mascetti). Lo spicchio più piccolo, ma più sapido, se lo divide un gruppo di giocatori che non molla mai, guidato da un altro ragazzo di belle speranze, tale Franco Brienza, di anni 36.
reggio permette una robusta iniezione di autostima. Ma cosa è successo al minuto 25 del secondo tempo? E’ successo che il Cesena è stato premiato per aver avuto la forza di crederci: il primo, bellissimo gol del colombiano Carbonero, non più oggetto misterioso, ha dato il via a un processo uguale e contrario. Il Verona ha staccato del tutto la spina, gli altri hanno capito che dovevano e potevano osare. Brienza si è preso la squadra sulle spalle, ha pennellato su punizione e innescato Succi con un delizioso piatto al volo. Certo, le meraviglie restano negli occhi, ma non possono far dimenticare gli orrori precedenti. Una difesa a tratti imbarazzante. Con due centrali che non hanno saputo fermare Toni, aspettandolo e non anticipandolo.
Sassuolo, ci pensa Berardi Al Chievo non bastano 4 punte 1Con Zaza in panchina, l’altro gioiellino risolve su rigore. Di Francesco resiste
agli assalti con un uomo in meno per mezz’ora: decisive tre paratone di Consigli Alessio D’Urso INVIATO A REGGIO EMILIA
D
ove sta Zaza? Non c’è, è in panchina. E poco importa stavolta. Il Sassuolo col batticuore e senza il centravanti della Nazionale la spunta lo stesso. Vivacità, gioia e sofferenza: di tutto un po’. In inferiorità numerica per oltre 30’, la squadra di Di Francesco mostra il suo profilo guerriero e viene a capo del Chievo, aggrappato al match fino alla fine. Decide un rigore di Berardi, poi è pura resistenza, quella dei neroverdi: nel finale un contestato tocco di Longhi in area su un tiro alla disperata di Paloschi si rivelerà di coscia e non di braccio, come a lungo sostenuto dagli ospiti, già inviperiti per una dubbia trattenuta in area in avvio di Peluso su Gamberini. ROMANZO Così la sfida tra le due provinciali ormai quasi salve (rispettivamente 13 e 10 punti dalla zona calda) si risolve con l’acuto del Sassuolo in fondo ad una partita-romanzo. Si gioca a viso aperto, nulla è concesso ai tatticismi. I colpi di scena e le prodezze balistiche non mancano. Una per tutte: il sinistro al volo di Meggiorini su cross di Schelotto nel primo tempo finito sulla traversa. Una perla che avrebbe meritato mi-
glior sorte. Dall’altra parte è Berardi, meno fumantino del solito, a marcare la differenza: entra in area, servito da Biondini, e viene ribaltato da Gamberini. Rigore ed esecuzione perfetta: 9° gol per il capocannoniere neroverde (5° dal dischetto, il 2° di fila in casa) e imbattibilità di Bizzarri violata dopo 418’. REAZIONE Ad un certo punto il Chievo (emblematico il 58,1% di possesso palla) veste i panni del solito Sassuolo della disperazione: 4 attaccanti in campo, in un contesto di superiorità numerica dovuta al doppio giallo beccato da Peluso. Sale così in cattedra Consigli: a lui va la palma d’oro del protagonista assoluto. Tre interventi importanti (il 2° eccellente su Cesar, sebbene poi l’arbitro fischi un fuorigioco) a salvaguardia del risultato. E come in un romanzo che si rispetti anche il finale sarà di spessore. Assalti e proteste di Paloschi, il cui ultimo tiro da fuori, però, non viene deviato in area di braccio da Longhi. Niente da fare: il Sassuolo, che vince la 2a gara di fila in casa senza subire gol (dopo 16 turni) e interrompe la serie utile dei rivali che durava da 4 giornate, riporta il sorriso sul viso di Di Francesco, per il quale questa sfida era diventata pure una questione di credibilità di gruppo. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Domenico Berardi, 20 anni, segna su rigore il gol della vittoria ANSA
SASSUOLO
1
0
CHIEVO
PRIMO TEMPO 1-0 MARCATORE Berardi su rigore al 22’ p.t. SASSUOLO (4-3-3) Consigli; Vrsaljko (dal 35’ s.t. Taider), Cannavaro, Acerbi, Peluso; Brighi, Missiroli, Biondini; Berardi (dal 28’ s.t. Natali), Floccari, Floro Flores (dal 16’ s.t. Longhi). PANCHINA Pomini, Polito, Chibsah, Zaza, Sansone, Bianco, Fontanesi, Lazarevic. ALLENATORE Di Francesco. BARICENTRO MOLTO BASSO 43,1 METRI CAMBI DI SISTEMA nessuno. ESPULSI Peluso 15’ s.t. AMMONITI Biondini, Vrsaljko e Missiroli per g.s.
CHIEVO (4-4-2) Bizzarri; Frey, Gamberini, Cesar, Zukanovic; Schelotto (dal 23’ s.t. Pellissier), Izco, Radovanovic (dal 28’ s.t. Hetemaj), Birsa (dal 23’ s.t. Botta); Paloschi, Meggiorini. PANCHINA Bardi, Seculin, Pozzi, Christiansen, Vajushi, Cofie, Sardo, Anderson, Biraghi. ALLENATORE Maran. BARICENTRO ALTO 54,9 METRI CAMBI DI SISTEMA dal 23’ s.t. 4-24. ESPULSI nessuno. AMMONITI Gamberini e Radovanovic per g.s.
ARBITRO Pairetto di Nichelino. NOTE pag. 2.939, inc. 18.672, abb. 7.747, quota 91.520. Tiri in porta 4-4. Tiri fuori 3-2. In fuorigioco 1-2. Angoli 9-4. Rec.: p.t. 1’, s.t. 3’.
Magic +3 R Campionato
DOMENICA 5 APRILE 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
21
Sei pretendenti alla corona del gol
CARLOS TEVEZ Juventus ● 17 RETI L’argentino, 31 anni, è alla seconda stagione alla Juventus: 19 reti nell’ultima A
JEREMY MENEZ Milan ● 16 RETI Francese, 31 anni, prima stagione con il Milan: 7 reti il suo record in un campionato
MAURO ICARDI Inter ● 15 RETI L’argentino, 22 anni, è alla seconda stagione nell’Inter: 9 reti nell’ultima Serie A
LUCA TONI Verona ● 15 RETI L’emiliano, 37 anni, è alla seconda stagione al Verona: 20 reti nell’ultimo campionato
GONZALO HIGUAIN Napoli ● 13 RETI L’argentino, 27 anni, è alla seconda stagione con il Napoli: 17 reti nell’ultima A
PAULO DYBALA Palermo ● 13 RETI L’argentino, 21 anni, è alla terza stagione con il Palermo: 5 reti l’anno scorso in Serie B
Eterno Luca e Verona s’inchina 1Toni raggiunge Mascetti: miglior bomber Hellas in A. Sembrava finito, ha riscritto la storia Matteo Fontana VERONA
I
l primo è un colpo tratto dal repertorio più classico del mestiere di centravanti: cross basso, inserimento sul primo palo, sponda, rete. Il secondo è un capolavoro della dinamica, per un «bestione» di 1 metro e 93 centimetri che si muove con la leggiadria di una farfalla. Traversone, controllo, mezza girata che spara il pallone verso l’angolo alto. Luca Toni, per completare l’inseguimento al record di gol in A di un giocatore del Verona, ha pensato bene di regalare un compendio del proprio bagaglio tecnico. All’appello è mancata soltanto l’incornata, pezzo tradizionale che Toni ha saputo rimodellare trasformandolo in un nuovo copyright. E fanno 35 con l’Hellas, con l’aggancio al primato di Emiliano Mascetti. Chi lo ferma più, uno così? Il campionato è ancora lungo. In quello scorso ne ha fatti 20, collocandosi al secondo posto della classifica marcatori, alle spalle di Ciro Immobile. In questo sono già 15, e il trono degli stoccatori non è un miraggio. Davanti ci sono Carlitos Tevez e Jérémy Ménez, bomber lussuosi che precedono l’evergreen Toni, primo degli italiani (alla pari con l’argentino Icardi). FINITO A CHI? Figlio di una terra sana e avvezza all‘allegria, l’Emilia, ma pure uomo di montagna, cresciuto a Stella, nato a Pavullo nel Frignano, in posti in cui i ragazzi vengono
Luca Toni, 37 anni, esulta dopo uno dei due gol al Cesena di ieri. L’attaccante emiliano ha giocato, tra gli altri, con Fiorentina, Roma, Genoa e Juventus. Ha vinto il Mondiale 2006 ANSA
Il primo dei due gol di Toni al Bentegodi, su passaggio di Sala ANSA
TACCUINO SERIE A CALCIO A 5
COPPA ITALIA DONNE
Luparense in fuga Rieti k.o. dopo 5 mesi
Brescia, Mozzanica e Roma in semifinale
● (m.cal.) Grazie al 6-4 sul Sestu, la Luparense torna in testa da sola. Ok anche Kaos, ora terzo con il 3-2 di Corigliano, e Acqua&Sapone, che batte il Rieti che non perdeva da novembre. Grazie ai risultati di ieri altri verdetti: Latina aritmeticamente salvo, Sestu ai playout. A due giornate dalla fine della stagione regolare resta da assegnare un solo posto ai playoff cui accedono le prime 8. In ballo Latina e Corigliano. Risultati 20a giornata: Asti-Pescara 3-4 (venerdì), Latina-Napoli 7-3 (venerdì), Sestu-Luparense 4-6, Acqua&Sapone-Rieti 4-3, Corigliano-Kaos 2-3. Classifica: Luparense 35; Pescara 32; Kaos Ferrara* 30; Asti e Rieti 29; Acqua&Sapone 28; Lazio 26; Latina 19; Corigliano 18; Sestu* 14; Napoli 13. (* una gara in più).
● (m.cal.) Brescia, Mozzanica e Res Roma accedono alle semifinali di Coppa Italia. Quarti di finale: Brescia-Inter 5-0, Mozzanica-Verona 1-0, Res Roma-Acese 3-0, Riviera di Romagna-Tavagnacco rinviata al 5 maggio. Il campionato di Serie A riprenderà l’11 aprile con la 22a giornata.
EURO UNDER 19 DONNE
Fase Elite, Italia ok ● (m.cal.) La Nazionale Under 19 femminile apre con una vittoria la Fase Elite di qualificazione all’Europeo: la squadra di Corradini batte 4-2 le padrone di casa della Serbia, con doppietta di Giugliano e gol di Bergamaschi e Mellano. Domani (ore 15) il secondo impegno del girone contro l’Austria.
su a polenta e castagne, famiglia di lavoratori. A Verona, Luca ha trovato un nuovo regno. Lui, che ha governato l’Europa dei goleador, Scarpa d’Oro nel 2005-2006, dopo 31 sigilli con la Fiorentina, non si ferma. L’avevano dato per finito: nel 2012 era andato negli Emirati, all’Al-Nasr, e sembrava l’uscita di scena, dopo esperienze in ombra con Genoa e Juve. Ma qualcosa non gli torna. Non vuole che la sua ultima sosta sia ai margini del calcio professionistico, in una sorta di esilio dorato. Lo richiamano Andrea e Diego Della Valle, con cui l’intesa non si è mai appannata, e gli dicono: «Luca, torni a Firenze?». Toni risponde con 8 gol, poi gli domandano se gli andrebbe di mettersi giacca e cravatta. O di indossare la tuta e allenare una formazione giovanile. No, non è ancora il momento: «Vi voglio bene, ma vado avanti». Lo chiama il Verona neopromosso: 400mila euro di
contratto, la fiducia di Maurizio Setti, Sean Sogliano, Giovanni Gardini e Andrea Mandorlini, la spina dorsale che pilota l’Hellas. La firma è un attimo, mentre Marta Cecchetto, la compagna di sempre, dà alla luce la prima figlia, Bianca. Da lì in poi, la storia di Toni col Verona è un romanzo, roba che avrebbe esaltato le penne di scrittori sublimi. O di un film leggendario, tipo «Il migliore». Luca alla Robert Redford-Roy Hobbs? Il fisico del ruolo ce l’ha. Prima di eguagliare Mascetti, aveva superato Preben Elkjaer, il Sindaco, Cavallo Pazzo, un altro mito gialloblù asceso tra le divinità dell’Olimpo Hellas. Per toccare i 74 gol di Arnaldo Porta, il più prolifico cannoniere di tutti i tempi del Verona, Toni, che è diventato papà anche di Leonardo, dovrebbe poter fruire di un fluido magico. Ma siamo sicuri che non ce l’abbia? © RIPRODUZIONE RISERVATA
LA CLASSIFICA ECCO LA GRADUATORIA DEI MIGLIORI MARCATORI DEL VERONA IN SERIE A. TRA PARENTESI IL PRIMO E L’ULTIMO CAMPIONATO DI A IN MAGLIA HELLAS 1. TONI (2013-2015) 35 2. MASCETTI (1969-1979) 35 3. ELKJAER (1984-1988) 32 4. GALDERISI (1983-1989) 28 5. LUPPI (1972-1978) 27 6. BUI (1968-1970) 20 7. ZIGONI (1972-1978) 20 8. CLERICI (1969-1971) 18 9. FANNA (1982-1992) 18 10. IORIO (1983-1990) 17
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● gol, il record di Toni in un solo campionato: 2005-06, maglia Fiorentina. Vinse classifica marcatori e Scarpa d’Oro. Poi arrivò il Mondiale
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DOMENICA 5 APRILE 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
Serie A R 29a giornata
Perla di Pinilla Ma l’Atalanta si fa infilzare dal super Toro 1Quagliarella e Glik lanciano Ventura
Reja sbaglia assetto: adesso è crisi nera ATALANTA
1
TORINO
2
PRIMO TEMPO 0-2 MARCATORI Quagliarella (T) 20’, Glik (T) 39’ p.t.; Pinilla (A) 29’ s.t. ATALANTA (3-5-1-1) Sportiello; Biava, Stendardo, Bellini (5’ s.t. A. Masiello); Zappacosta (17’ s.t. Bianchi), Carmona (1’ s.t. D’Alessandro), Cigarini, Migliaccio, Dramè; Moralez; Pinilla. PANCHINA Avramov, Frezzolini, Del Grosso, Scaloni, Baselli, Emanuelson, Benalouane, Grassi, Boakye. ALLENATORE Reja. CAMBI DI SISTEMA 16’ p.t. 3-5-2, 21’ p.t. 5-3-2, 28’ p.t. 3-4-3. BARICENTRO MOLTO ALTO 56,7 M. ESPULSI Pinilla 48’ s.t. g.s. AMMONITI Carmona, Migliaccio e A. Masiello per gioco scorretto. TORINO (3-5-2) Padelli; Maksimovic, Glik, Moretti; Peres, Vives (37’ s.t. Basha), Gazzi, El Kaddouri, Molinaro (15’ s.t. Darmian); Quagliarella, Maxi Lopez (9’ s.t. Amauri). PANCHINA Ichazo, Castellazzi, Bovo, Farnerud, Gonzalez, Martinez, S. Masiello. ALLENATORE Ventura. CAMBIO DI SISTEMA nessuno. BARICENTRO MOLTO BASSO 45,1 M. ESPULSI Basha 48’ s.t. per g.scorr. AMMONITI Peres, Darmian, Gazzi per g.s.; Amauri per prot; Padelli per c.n.r. ARBITRO Guida di Torre Annunziata. NOTE paganti 5.040, incasso 48.250 euro; abbonati 10.678, quota 110.406. Tiri in porta 5-7. Tiri fuori 4-4. In fuorigioco 1-3. Angoli 6-6. Recuperi: p.t. 2’, s.t. 5’.
Filippo Grimaldi INVIATO A BERGAMO
I
l tempo stringe. Cercasi Atalanta (autentica) disperatamente: l’abiura da parte di Reja di un preciso disegno tattico rivela da una parte la capacità di adattamento del tecnico alle difficoltà dei nerazzurri, ma dall’altra rappresenta una delle principali concause del primo k.o. nella sua gestione, confermando come la scelta di navigare a vista non sempre paghi. Il fiato corto dell’Atalanta (trascinata inutilmente da Moralez), ora che il Cesena le ha
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DOMENICA 5 APRILE 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
rosicchiato un punto in classifica, è un chiaro segnale di crisi, e non basta come giustificazione l’assenza forzata di Gomez e Denis. Il Torino, viceversa, che prosegue deciso nella rincorsa al sesto posto, conferma ancora una volta tutto quello di buono che già sappiamo, giocando la prima mezz’ora con un aplomb invidiabile, da padrone assoluto del campo. DOPPIO K.O. Poi compie il delitto (quasi) perfetto. La banda di Ventura colpisce due volte con i soliti noti, Quagliarella (foto) e l’altro bomber aggiunto Glik, quindi aspetta il vano ritorno dei padroni di casa. Che le provano tutte, gliene va dato merito, per scuotersi dal torpore, ma neppure l’ex Bianchi riesce a riacciuffare il pari. Restano come consolazione, per Reja, i 21 minuti finali, che raccontano di un assedio condotto con veemenza, ma non altrettanta lucidità. CHE FOLLIA Tutto nasce dopo il gol di Pinilla, con una rovesciata spettacolare che viene però vanificata dal fattaccio del finale, con il cileno protagonista. Basha abbozza una reazione dopo essere stato provocato, e su di lui piomba proprio Pinilla. Un calcione nel fondoschiena all’avversario sotto gli occhi di Guida e inevitabile rosso per entrambi. OCCASIONE PERDUTA L’impressione è che ieri la squadra di Reja abbia completamente sbagliato approccio alla partita. Primo non prenderle, ma contro questo Toro è stata una mossa scellerata. Glik, viceversa, è l’emblema di un Torino prodigioso, che ha stupito soprattutto per la capacità e la facilità di imporre il proprio gioco. Al resto ha pensato Quagliarella, che pare avere un conto in sospeso con i bergamaschi (nono centro in carriera). © RIPRODUZIONE RISERVATA
LE PAGELLE di FI.GRI.
di A.D.R.
SPORTIELLO TOPPA MORALEZ ESEMPIO GAZZI, CHE FINEZZE AMAURI È OPACO ATALANTA
5,5
SPORTIELLO 5,5 Riflessi appannati sul gol di Quagliarella. BIAVA 5 Guidi lo grazia almeno un paio di volte dal giallo. STENDARDO 5 Immobile sul raddoppio granata. Imposta tutti i duelli sul piano fisico. BELLINI 5,5 Due chiusure provvidenziali su Quagliarella, ma il bilancio resta in rosso. MASIELLO 5 Un fallaccio (da rosso) su Darmian e poco altro. ZAPPACOSTA 6 Le cose più apprezzabili in fase di conclusione. BIANCHI 5 La mezz’ora dell’ex, ma si vede pochissimo. CARMONA 5 Non lascia traccia. D’ALESSANDRO 6 Lucido, gioca sempre con la testa. CIGARINI 6 Manovra un numero impressionante di palloni. MIGLIACCIO 5,5 Piede pesante, non convince. Spesso è in ritardo. DRAME’ 5 Viaggia a sprazzi, lunghe pause. Evanescente. MORALEZ 6,5 I compagni imparino da lui. Trottolino in moto perpetuo, s’arrabbia con chi non ci mette l’anima (Dramè) e nel finale va pure a difendere. PINILLA 6,5 La sua prodezza riapre la gara. Finale da censurare. ALL. REJA 5 Sbagliato l’atteggiamento iniziale, che costringe i suoi a un lungo e vano inseguimento.
TORINO
Genoa e Udinese LE PAGELLE si autoeliminano Adesso l’Europa è più lontana
6,5
PADELLI 6 Incolpevole sulla prodezza di Pinilla. MAKSIMOVIC 6,5 Chiusure precise. Non molla mai. GLIK 7 Il difensore più prolifico della Serie A. Lucido quando si traveste da attaccante aggiunto e impeccabile anche dietro. MORETTI 6 Rimane il dubbio per quel contatto con Pinilla. PERES 6 Contropiede da favola, ma non ha fortuna. VIVES 6 Sportiello gli nega il gol. Lotta e tiene botta. BASHA 5 Espulso dopo 13 minuti: assurdo. GAZZI 6,5 Finezze in serie, piedi buoni e tanta intelligenza. EL KADDOURI 6,5 Grande intelligenza, vicino al terzo gol. MOLINARO 6 Ordinato e attento. Sale spesso sulla corsia esterna. DARMIAN 6 Gara-fotocopia di Parma. Entra e dà una mano. QUAGLIARELLA 6,5 Una magia sull’1-0, nono centro in carriera ai nerazzurri. Gran lavoro e sacrificio. MAXI LOPEZ 5,5 Ingaggia un duello aspro e inutile con Stendardo. AMAURI 5,5 Entra nell’arena, ma servirebbe più concretezza. ALL. VENTURA 7 E bravo Giampiero, adesso ci ha preso gusto. Squadra a sua immagine e somiglianza. GUIDA Dimostra a tratti un’autorevolezza insufficiente e la gara gli scappa di mano. Molte polemiche per il contatto Moretti-Pinilla, che lui non sanziona. Estrae tardi i gialli. CARIOLATO 6 - SCHENONE 6 CERVELLERA 6 - MARESCA 6
5
RINCON È OVUNQUE IAGO HA INTUITO KONE DÀ FANTASIA PERICA NEGATIVO GENOA
1Gol di De Maio e una traversa di Perotti I bianconeri fanno 1-1 col solito Thereau GENOA
1
UDINESE
1
PRIMO TEMPO 1-0 MARCATORI De Maio (G) al 19’ p.t.; Thereau (U) al 23’ s.t. GENOA (3-4-3) Lamanna; Roncaglia, Burdisso, De Maio; Edenilson (dal 28’ s.t. Kucka), Tino Costa, Rincon, Bergdich; Iago (dal 41’ s.t. Lestienne), Borriello (dal 31’ s.t. Niang), Perotti. PANCHINA Sommariva, Prisco, Tambè, Izzo, Marchese, Mandragora, Laxalt, Pavoletti. ALLENATORE Gasperini. CAMBI DI SISTEMA dal 28’ s.t. 4-2-3-1. BARICENTRO MEDIO 52,3 M. AMMONITI Tino Costa per gioco scorretto; Rincon per proteste. UDINESE (4-4-2) Karnezis; Piris, Heurtaux (dal 12’ s.t. Allan), Wague, Gabriel Silva; Widmer, Pinzi, Guilherme, Kone (dal 24’ s.t. Badu); Perica (dal 28’ s.t. Di Natale), Thereau. PANCHINA Scuffet, Meret, BubnjIc, Pasquale, Hallberg, Fernandes, A. Zapata, Aguirre, Geijo. ALLENATORE Stramaccioni. CAMBI DI SISTEMA dal 1’ s.t. 4-3-1-2. BARICENTRO BASSO 49,4 M. AMMONITI Pinzi, Guilherme e Piris per gioco scorretto. ARBITRO Mazzoleni di Bergamo. NOTE paganti 1.615, incasso 32.382; abbonati 16.502, quota 170.781. Tiri in porta 7 (con una traversa)-6, tiri fuori 3-5, angoli 9-5, fuorigioco 2-0. Recuperi: p.t. 1’, s.t. 3’.
Alessio Da Ronch GENOVA
L’
Europa si allontana. Genoa e Udinese corrono e divertono, creano occasioni ed esaltano le idee dei loro tecnici, alla fine però non superano i loro limiti. I rossoblù sprecano l’ennesima buona prova casalinga e incassano gol per la sesta partita consecutiva, facendo sfumare un successo, pure meritato, che sfugge da 5 giornate. I friulani rie-
scono a completare la loro ennesima rincorsa, ma divengono spigliati e arrembanti solo a metà secondo tempo, tardi per sperare in qualcosa di più. RISCHIO Il Genoa impone il proprio gioco partendo da un rischio calcolato: Edenilson lascia la guardia di Kone, che parte da sinistra ma si infila in mezzo, a Roncaglia. Spesso, così, la difesa vive su duelli singoli, senza coperture. A centrocampo però i liguri ottengono più libertà, in particolare a destra, e la sfruttano. L’Udinese punta sull’alto tasso di rischio del calcolo gasperiniano: difende, tenendo Gabriel Silva molto basso, e riparte in profondità. Cinquantacinque secondi e Perica, favorito da un errore di De Maio, ha la palla buona, ma esalta Lamanna. Il ragazzino croato sull’1- 0 fallirà pure un comodo tocco su un tiro di Widmer. Evidenti campanelli d’allarme. SPIFFERI Il Genoa è padrone: colpisce la traversa su punizione con Perotti. Impegna Karnezis, sempre da calcio piazzato, con Tino Costa. E va in gol con De Maio, lesto a sfruttare un rimpallo con Wague in area. Perotti, due volte, e Iago vanno vicini al 2-0, Berdich lo mette a segno, ma un fallo di Borriello su Widmer lo vanifica. Nel frattempo l’Udinese sfrutta gli spifferi lasciati dalla difesa di casa. Stramaccioni passa al 4-3-1-2, con Kone prima e Guilherme dopo piazzati alle spalle delle punte, manca il pari con Kone ma lo coglie con Thereau (foto), spietato nell’inserimento sull’assist di Widmer e al sesto gol in trasferta in questo campionato. Al Genoa resta la rabbia (soprattutto per il mancato rigore non concesso a Borriello), all’Udinese una piccola rivincita dopo il 2- 4 dell’andata. Per entrambe però la sensazione finale è la stessa: si fa più fioco il sogno europeo.
6,5
LAMANNA 6,5 Dimostra che Perin ha una valida alternativa. RONCAGLIA 6,5 Attento su Kone e su chiunque altro per tutta la sfida. BURDISSO 5,5 Non intuisce il movimento di Thereau nell’azione dell’1-1. DE MAIO 6 Gol di rapina da vero centravanti, ma dietro fa acqua. EDENILSON 6 Spinge con continuità. KUCKA 6 Entra subito nel clima da battaglia. TINO COSTA 6 Al rientro non è al massimo, ma ha buone idee e il cross vincente è il suo. RINCON 7 Uomo ovunque con qualità, spesso riesce a intuire in anticipo le mosse avversarie. BERGDICH 5 In difesa ha momenti sconcertanti che cancellano alcune belle giocate. IAGO 6 Ha intuizioni fantastiche, ma poca continuità. (LESTIENNE s.v.). BORRIELLO 6 Un tiro solo, ma è un punto di riferimento costante. NIANG 6 Tocca la palla solo sei volte, ma crea un’occasione. PEROTTI 6 Dribbling da applausi, tenero in zona gol. ALL. GASPERINI 6,5 Ha sempre coraggio e voglia di stupire.
UDINESE
6
KARNEZIS 6,5 Quattro parate, almeno due delle quali importanti. PIRIS 6 Che sorpresa: in sofferenza da terzino, a suo agio da centrale. HEURTAUX 6,5 Attento e veloce, si fa male in un recupero portentoso su Iago. ALLAN 6 Porta la grinta che serve. WAGUE 5,5 Qualche incertezza importante. GABRIEL SILVA 6 Lo attaccano in due, così resta guardingo. WIDMER 6,5 Gioca molti palloni ed è sempre pericoloso quando avanza. PINZI 5,5 Sbaglia ogni volta che prova a mettere un po’ di qualità nei suoi passaggi. GUILHERME 6 Soffre un po’ Rincon, meglio quando avanza. KONE 6,5 Scatti, dribbling, fantasia. E’ l’arma tattica di Stramaccioni. BADU 6 Cerca di chiudere la fascia destra. PERICA 5 Esordio da titolare. Due occasioni sprecate e tante inutili proteste. (DI NATALE s.v.) THEREAU 6,5 Perfetto nell’inserimento che gli è valso il gol e non solo in quello. ALL. STRAMACCIONI 6,5 Riesce a cambiare le carte in tavola a Gasperini. MAZZOLENI Sorprende quando fischia un fallo a Borriello mentre tutti aspettano la concessione del rigore. Le immagini però gli danno ragione. PASSERI 6 - RAPARELLI 6 MASSA 6 - DI PAOLO 6
7
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Serie B R Il caso
Puntate anomale sul Catania E il Varese si autodenuncia Filippo Brusa VARESE
A
nche se il Catania era ancora a secco di successi esterni e al Franco Ossola non vinceva dal 1971, i pronostici pendevano tutti dalla parte dei siciliani, strafavoriti nel turno di giovedì contro il Varese. In effetti, per la squadra di Marcolin è stato facilissimo battere 3-0 i biancorossi, contestati fin dall’inizio della partita, quando in curva nord era rimasto uno striscione solo con l’impietosa scritta: «Venduti». Gli ultrà lom-
bardi lo avevano pensato alla vigilia, appena le agenzie di scommesse avevano bloccato le puntate sulla gara, dopo che ingenti flussi di denaro erano stati versati sul successo del Catania, facendo precipitare la quota per il segno 2 fino al ritiro. Di questa situazione era al corrente anche il Varese che, prima della partita, ha deciso di autodenunciarsi alla Procura federale. Non una mossa clamorosa, ma scontata, secondo il d.g. Beppe D’Aniello: «Da questa stagione abbiamo un accordo con Federbet, organizzazione che tiene d’occhio i flussi delle scommesse, offrendo-
Lo striscione di Varese LAPRESSE
ci relazioni dettagliate. Appena siamo stati informati che le giocate si concentravano sulla vittoria del Catania ci siamo attenuti a un protocollo da adottare in questi casi». «NIENTE OMBRE» Il d.g. ha così dato il via all’autodenuncia: «Il giorno prima della gara – continua D’Aniello – ho mandato una mail certificata alla Procura federale insieme al resoconto avuto da Federbet. Ho incontrato quindi i giocatori avvisandoli della situazione. Poi, subito dopo la partita, sono stati interrogati i capitani e gli allenatori delle due squadre, oltre a un dirigente per parte». In questo modo il Varese si sente al sicuro, come osserva il presidente Pierpaolo Cassarà: «Abbiamo segnalato e siamo tutelati. Sulla squadra e sui giocatori non ci sono né ombre né dubbi». © RIPRODUZIONE RISERVATA
LE SITUAZIONI DI B E LEGA PRO Venerdì anticipo d’alta classifica a Vicenza ● Così la 35a giornata di B. Venerdì, ore 20.30: Vicenza-Avellino (1-0). Sabato, ore 15: Bari-Crotone (0-3); BresciaBologna (2-1); Catania-Trapani (2-2); Cittadella-Carpi (2-5); Frosinone-Pescara (0-3); Lanciano-Latina (0-1); ModenaEntella (1-1); Pro Vercelli-Livorno (1-3); Spezia-Ternana (0-0). Lunedì, ore 20.30: Perugia-Varese (1-1). Classifica: Carpi p. 68; Bologna (-1) 56; Vicenza 53; Avellino 52; Frosinone* 51; Livorno, Spezia e Perugia 50; Pescara 48; Lanciano 46; Bari 44; Trapani 42; Latina*, Ternana ed Entella 40; Modena, Cittadella, Crotone e Pro Vercelli 39; Catania 38; Brescia (-6) 31; Varese (-4) 28. (* una in meno).
LEGA PRO - LE CLASSIFICHE GIRONE A Novara e Bassano p. 64; Alessandria 62; Pavia (-1) 60; Como 54; Feralpi Salò 49; Real Vicenza 47; Arezzo 45; Südtirol e Venezia 44; Cremonese 42;
Mantova (-3) e Renate 40; Giana e Torres 39; Monza (-2) 36; Lumezzane 31; AlbinoLeffe 29; Pordenone 27; Pro Patria (-1) 25. GIRONE B Teramo p. 65; Ascoli 60; Reggiana* 55; L’Aquila 54; Pisa* 51; Spal 49; Ancona* 48; Lucchese 47; Pontedera 45; Tuttocuoio 44; Carrarese 41; Gubbio 39; Grosseto (-1) 38; Santarcangelo* 37; Prato 36; Savona 35; Pistoiese** 34; Forlì 33; Pro Piacenza (-8) 29; San Marino 26. (** 2 partite in meno, * una partita in meno). GIRONE C Salernitana p. 73; Benevento 68; Juve Stabia 60; Lecce e Matera 57; Casertana* 56; Foggia (-1) 54; Catanzaro 48; Barletta 43; Cosenza e Vigor Lamezia 41; Melfi (-2) 38; Martina* e Lupa Roma 36; Paganese 34; Ischia 29; Messina e Savoia 28; Aversa Normanna 26; Reggina (-4) 22. (* una partita in meno).
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Serie A R 29a giornata
DOMENICA 5 APRILE 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
RISULTATI
CLASSIFICA
ATALANTA-TORINO 1-2 Quagliarella (T), Glik (T), Pinilla (A) CAGLIARI-LAZIO 1-3 Klose (L), Sau (C), Biglia (L) rigore, Parolo (L) FIORENTINA-SAMPDORIA 2-0 Diamanti (F), Salah (F) GENOA-UDINESE 1-1 De Maio (G), Thereau (U) INTER-PARMA 1-1 Guarin (I), Lila (P) JUVENTUS-EMPOLI 2-0 Tevez (J), Pereyra (J) PALERMO-MILAN 1-2 Cerci (M), Dybala (P) rigore, Menez (M) ROMA-NAPOLI 1-0 Pjanic (R) SASSUOLO-CHIEVO 1-0 Berardi (S) rigore VERONA-CESENA 3-3 Toni (V), Gomez (V), Toni (V), Carbonero (C), Brienza (C), Succi (C)
SQUADRE
MARCATORI
PT
PARTITE IN CASA
JUVENTUS ROMA LAZIO FIORENTINA SAMPDORIA NAPOLI TORINO MILAN GENOA INTER PALERMO SASSUOLO UDINESE EMPOLI VERONA CHIEVO ATALANTA CESENA CAGLIARI PARMA (-3)
70 56 55 49 48 47 42 41 38 38 35 35 34 33 33 32 26 22 21 10
RETI
FUORI
TOTALE
IN CASA
FUORI
RIGORI TOTALE
G
V
N
P
G
V
N
P
G
V
N
P
F
S
F
S
F
15 15 14 14 14 14 14 15 14 14 15 14 14 15 14 15 14 15 15 14
13 8 10 6 7 7 5 7 4 5 7 5 5 5 5 3 3 3 2 2
2 6 0 6 7 5 6 4 6 5 5 6 5 6 4 6 5 6 4 2
0 1 4 2 0 2 3 4 4 4 3 3 4 4 5 6 6 6 9 10
14 14 15 15 15 15 15 14 14 15 14 15 14 14 15 14 15 14 14 13
8 7 7 7 5 6 6 3 5 4 1 3 3 1 3 5 2 1 2 1
5 5 4 4 5 3 3 7 5 6 6 5 5 9 5 2 6 4 5 2
1 2 4 4 5 6 6 4 4 5 7 7 6 4 7 7 7 9 7 10
29 29 29 29 29 29 29 29 28 29 29 29 28 29 29 29 29 29 29 27
21 15 17 13 12 13 11 10 9 9 8 8 8 6 8 8 5 4 4 3
7 11 4 10 12 8 9 11 11 11 11 11 10 15 9 8 11 10 9 4
1 3 8 6 5 8 9 8 8 9 10 10 10 8 12 13 13 15 16 20
36 25 29 20 20 31 15 23 18 26 22 18 21 17 20 11 15 15 16 12
7 10 13 12 10 20 11 14 17 17 16 15 18 14 21 15 22 24 29 23
21 15 25 23 17 16 19 20 20 17 17 17 11 13 16 10 9 13 19 10
7 11 15 19 20 17 20 22 17 20 27 28 19 18 30 16 18 28 27 31
57 40 54 43 37 47 34 43 38 43 39 35 32 30 36 21 24 28 35 22
FAVORE
CONTRO
DIFF. RETI
T.
R.
T.
R.
14 43 21 19 28 26 31 12 30 7 37 10 31 3 36 7 34 4 37 6 43 -4 43 -8 37 -5 32 -2 51 -15 31 -10 40 -16 52 -24 56 -21 54 -32
6 4 4 3 2 5 5 9 5 5 5 7 0 3 4 1 2 5 7 1
4 3 2 0 2 3 2 9 3 4 4 6 0 3 3 0 1 4 4 1
2 3 4 3 5 1 5 3 6 4 4 3 8 2 5 4 5 8 3 5
1 3 4 3 4 1 4 2 2 1 3 2 7 1 4 2 3 5 2 4
S
PUNTI POSIZIONE '13-14 STAGIONE E DIFFERENZA 13-14
78 (-8) 67 (-11) 42 (+13) 51 (-2) 37 (+11) 58 (-11) 39 (+3) 36 (+5) 36 (+2) 47 (-9) in B 21 (+14) 34 (0) in B 40 (-7) 24 (+8) 40 (-14) in B 29 (-8) 47 (-37)
1 2 7 4 11 3 10 12 13 5 in B 19 14 in B 9 17 8 in B 15 6
A parità di punti e di partite giocate, la classifica tiene conto di quest’ordine preferenziale: 1) punti e differenza reti negli scontri diretti se tutti giocati 2) differenza reti globale 3) gol segnati 4) ordine alfabetico Le ultime tre retrocedono in serie B. CHAMPIONS PRELIMINARI DI CHAMPIONS EUROPA LEAGUE RETROCESSIONI
PROSSIMO TURNO SABATO 11 APRILE GENOA-CAGLIARI (ore 18) PARMA-JUVENTUS (ore 18) VERONA-INTER (ore 20.45) DOMENICA 12 APRILE, ore 15 CESENA-CHIEVO (ore 12.30) ATALANTA-SASSUOLO LAZIO-EMPOLI NAPOLI-FIORENTINA TORINO-ROMA UDINESE-PALERMO MILAN-SAMPDORIA (ore 20.45)
(1-1) (0-7) (2-2) (1-2) (0-0) (1-2) (1-0) (0-3) (1-1) (2-2)
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LA MOVIOLA di FRANCESCO CENITI FCENITI@GAZZETTA.IT
CERCI DI MANO, MA IL GOL È REGOLARE ATALANTA E CHIEVO SENZA UN RIGORE OK QUELLI DELLA LAZIO E DEL SASSUOLO ● Sabato di Pasqua sufficiente per la squadra arbitrale: ci sono errori e situazioni al limite (tipo De Rossi), ma anche buone decisioni. Si può fare meglio, si è fatto anche peggio.
A Oggi su Gazzetta.it tutti gli highlights della 28a giornata di Serie A (Pinilla nella foto) e i gol dei maggiori campionati esteri. E poi articoli di approfondimento, gli spunti nei video di Gazza Offside, i voti e gli assist del fantacalcio nella sezione Fantanews, il report e le giocate della notte Nba e tutto sugli altri sport.
TALANTA-TORINO 1-2 Guida di Torre Annunziata L’arbitro sbaglia a valutare il contatto tra Moretti e Pinilla perché il difensore affossa da dietro l’avversario. Manca il rigore, tra l’altra Guida corre verso l’area come se dovesse assegnarlo, poi fa retromarcia. CAGLIARI-LAZIO 1-3 Rocchi di Firenze Tantissimi episodi con Rocchi (e la sua squadra) sempre all’altezza. Nella ripresa al 14’ il primo rigore per la Lazio: evidente lo sgambetto di Crisetig su Keita. Altro penalty al 23’: Diakité da dietro impedisce a Keita di calciare in porta da pochi metri. Giusto anche il rosso diretto per chiara occasione da gol. Al 31’ ancora Keita protagonista: la sua girata è rallentata da Brkic e Balzano salva alla disperata. Il replay dà ragione all’addizionale Di Bello: la CONCORSI DEL 4/4/2015
Mano involontaria di Cerci: gol ok AP
palla non ha superato del tutto la linea. FIORENTINA-SAMPDORIA 2-0 Banti di Livorno Campo ai limiti della regolarità (probabilmente oltre). Banti limita all’indispensabile i fischi, ma si dimentica di un placcaggio di Gonzalo su Eto’o meritevole anche del giallo: sarebbe stato il secondo. Giusto, invece, ammonire Diamanti per proteste: si era lasciato cadere dopo un contatto minimo con Regini. In precedenza, invece, aveva ragione a lamentarsi: c’era l’irregolarità di Eto’o e la conseguente punizione dal limite. TOTOCALCIO - COLONNA VINCENTE 2-2-X-X-X-2-1-1-1-1-1-1-1-2
GENOA-UDINESE 1-1 Mazzoleni di Bergamo Bravo l’arbitro a districarsi nella ripresa da una situazione spinosa in area dell’Udinese: Borriello in maniera furba trascina a terra Widmer. Giusto concedere punizione ai friulani. Tra l’altro il pallone era finito a Bergdich: aveva segnato... INTER-PARMA 1-1 Peruzzo di Schio Gara tranquilla, nulla da segnalare. PALERMO-MILAN 1-2 Doveri di Roma Regolare il gol di Cerci: il tocco con la mano è involontario e arriva dopo un rimpallo con Sorrentino. La regola è chiara: senza volontarietà (più movimento naturale e non con braccia tenute larghe) il mani non è da punire, neppure se c’è un gol. Nella ripresa è okay il rigore del Palermo: sgambetto di Paletta su Belotti. Annullati due gol per fuorigioco: netto quello del Palermo (di Rigoni), millimetrico quello del Milan (irregolare un piede di Destro...). SASSUOLO-CHIEVO 1-0 Pairetto di Nichelino Tanti dubbi sulla trattenuta di Peluso (espulso nella ripresa: okay i due gialli) su Gamberini: ci poteva stare il rigore. Fa bene Pairetto a darlo al Sassuolo: Gamberini travolge Berardi alzando la gamba dopo il tackle e poco importa che all’inizio prenda anche il pallone. VERONA-CESENA 3-3 Orsato di Schio Annullato un gol al Verona: sì, prima c’è fallo di Toni. JUVE-EMPOLI 1-0 pagina 10 ROMA-NAPOLI 1-0 pagina 12 TOTOGOL - COLONNA VINCENTE 4 – 14 – 2 – 12 – 13 – 1 – 6
17 RETI Tevez (2, Juventus). 16 RETI Menez (8, Milan). 15 RETI Icardi (3, Inter); Toni (3, Verona). 13 RETI Higuain (2, Napoli); Dybala (3, Palermo). 11 RETI Quagliarella (2, Torino). 10 RETI Gabbiadini (Napoli; 7 nella Sampdoria); Di Natale (Udinese). 9 RETI Felipe Anderson e Klose (Lazio); Callejon (Napoli); Eder (1, Sampdoria); Berardi (5, Sassuolo); Thereau (Udinese). 8 RETI Mauri (Lazio); Ljajic (1, Roma); Zaza (1, Sassuolo). 7 RETI Paloschi (Chievo); Maccarone (1, Empoli); Babacar (Fiorentina); Matri (7 nel Genoa), Morata e Pogba (Juventus); Djordjevic e Parolo (Lazio); Destro (Milan; 5 nella Roma); Vazquez (Palermo); Glik (Torino). 6 RETI Pinilla (Atalanta; 3 nel Genoa); Brienza (2) e Defrel (Cesena); Iago (1, Genoa); Guarin (Inter); Vidal (2, Juventus); Candreva (2, Lazio); Honda (Milan); Zapata (Napoli). 5 RETI Moralez (Atalanta); Sau (Cagliari); Rodriguez (Fiorentina); Kovacic, Osvaldo (ora è nel Boca J.) e Palacio (Inter); Llorente (Juventus); Hamsik (Napoli); Belotti (1) e Rigoni (Palermo); Cassano (1, Parma); Totti (2, Roma); Sansone (Sassuolo); Nico Lopez (Verona). 4 RETI Denis (1, Atalanta); Avelar (3), Ekdal, Farias e Joao Pedro (Cagliari); Rodriguez (1, Cesena); Tonelli (Empoli); Cuadrado (ora è nel Chelsea), Gomez e Salah (Fiorentina); Antonelli (3 nel Genoa) e Bonaventura (Milan); Pjanic (Roma); Okaka (Sampdoria). 3 RETI Boakye e Zappacosta (Atalanta); Meggiorini e Pellissier (Chievo); Pucciarelli, Rugani e Saponara (1, Empoli); Niang e Perotti (1, Genoa); De Ceglie (3 nel Parma), Lichtsteiner e Pirlo (Juventus); Biglia e Lulic (Lazio); De Guzman (Napoli); Nainggolan (Roma); Muriel e Obiang (Sampdoria); Acerbi e Missiroli (Sassuolo); Maxi Lopez (Torino; 1 nel Chievo); Gomez e Tachtsidis (Verona). 2 RETI Stendardo (Atalanta); Cossu (1), Donsah e Rossettini (Cagliari); Djuric e Succi (Cesena); Fetfatzidis (2 con 1 rigore nel Genoa), Izco e Zukanovic (Chievo); Barba, Tavano (1) e Vecino (Empoli); Basanta, Borja Valero, Diamanti, Fernandez, Joaquin, Pasqual e Savic (Fiorentina); Bertolacci (Genoa); Hernanes e Ranocchia (Inter); Bonucci, Marchisio e Pereyra (Juventus); De Jong e Muntari (Milan); Mertens (1, Napoli); Barreto e Quaison (Palermo); Coda, Lila e Palladino (Parma); De Rossi, Florenzi, Gervinho, Ibarbo (2 nel Cagliari) e Keita (Roma); De Silvestri e Gastaldello (Sampdoria; ora è nel Bologna); Floccari e Taider (Sassuolo); Benassi, Bruno Peres, El Kaddouri e Martinez (Torino); Danilo, Fernandes, Wague e Widmer (Udinese); Ionita (Verona). 1 RETE 90 giocatori RETI SEGNATE in questo turno 26 (2 rigori); RETI TOTALI 738 (58 rigori, 20 autoreti)
DOMENICA 5 APRILE 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
OPINIONI La vignetta
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M. CASTROGIOVANNI Azzurro di rugby ● Buona Pasqua a tutti!!! @castrito81
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BEN SPIES Ex iridato Superbike ● Prenditi il mio cuscino se lo vuoi Vito!! @BenSpies11
JUAN PABLO MONTOYA Ex pilota di Formula 1 ● La mia reazione quando uno squalo si è mangiato il mio pesce. @jpmontoya
BUBBA WATSON Golfista americano ● Hey @Moes_HQ primo burrito della settimana!! #BurritoWeek #joey @bubbawatson
CARLO MOLFETTA Oro nel Taekwondo ● Ma quanto siamo scarsi!!! Parma 4 punti contro di noi!!! Solo che loro sono falliti!!! #amala #nonvinciamomai @Molfettatkd
Volley donne
Roma e Lazio in fuga
BUSTO, QUANTO VALE LA FORZA DEL GRUPPO L’ANALISI ASINI di GIAN LUCA PASINI email: gpasini@gazzetta.it a.it
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uttinsiemebustò. E’ il grido di battaglia della curva di Busto Arsizio, quello che risuona come una cantilena nelle orecchie delle squadre avversarie, è l’ultimo urlo ad arrendersi. La fotografia della squadra di Carlo Parisi, che ha conquistato la finale di Champions League «tutti insieme» nella bolgia colorata e divertente di Stettino. Il volley può essere sport individuale, dove un giocatore con un colpo solo, un campione, risolve la partita. Ma piace tanto alle giovani, invece, perché molto più spesso è sport di gruppo, non per retorica, ma nella pratica. Difficile che vinca uno individualmente, molto più facile che s’imponga un gruppo. Esattamente quello che ha fatto
ieri pomeriggio davanti alle migliaia di attoniti (ma correttissimi) tifosi polacchi: Busto Arsizio si è aiutata, ha aspettato chi è andata in difficoltà, come è normale che accada in un torneo di questo livello. Ma è stata brava a non mollare e a reagire. Recuperare, rialzarsi, andare a vincere alla fine anche nettamente: imponendo il proprio gioco che diventa asfissiante, quando il muro e la difesa stringono alla gola le attaccanti avversarie, fino quasi a soffocarle. Parisi, l’allenatore di una vita di questa società, con pazienza ha supportato la squadra, con un’indicazione tecnica in più. Così, quando Valentina Diouf e Helena Havelkova hanno dato lo strappo decisivo alla semifinale contro le padrone di casa del Police, è risultato evidente anche tutto il lavoro di chi nei tabellini si vede di meno. Giulia Leonardi molto più simile a uno dei gatti che adora e che vivono in casa
con lei o la regista Asia Wolosz che ha saputo superare l’emozione di giocare davanti alla sua gente, nascondendola dietro quei capelli ordinati e ed è risultata molto lucida nella gestione del gruppo. Per non parlare dei muri di Ekaterina Lybushkina e Giulia Pisani. Oggi pomeriggio sarà ancora più dura contro l’Eczacibasi di Gianni (Giovanni) Caprara da Medicina. Uno che se la tira pochissimo, che magari è un anche un po’ ruvido, ma che sa bene quello che fa: campione del Mondo con la Russia (nel 2006), ha vinto tutto con Piacenza nelle ultime due stagioni e al primo anno ha portato la sua nuova squadra alla finale di Champions League, arrivando a questa partita anche con i gradi di favorita. Ma Busto ci proverà, ancora. E visto che rappresenta tutta l’Italia del volley in questa gara, anche da GazzettaTv si potrà dire: tuttinsiemebustò! © RIPRODUZIONE RISERVATA
Le «sliding doors» della boxe
MAYWEATHER IL RICCO, TODOROV IL POVERO NON SOLO CALCIO CIO DUCCI di FAUSTO NARDUCCI email: fnarducci@rcs.it twitter: @Ammapp1
È
proprio vero che a volte le «sliding doors» girano al contrario. Chi è oggi Floyd Mayweather? Per ora soltanto il più forte pugile della boxe moderna. Dopo il 2 maggio, grazie ai 150 milioni di dollari (di minimo) che guadagnerà nel Mondiale welter con Pacquiao, il più ricco sportivo di tutti i tempi, un titolo che strapperà al golfista Tiger Woods che nel 2008 di dollari ne aveva guadagnati «soltanto» 125. Ma cosa sarebbe successo nella boxe mondiale se al suo posto ci fosse stato un bulgaro, tale Serafim Todorov, l’ultimo ad averlo battuto? Per scoprirlo bisogna tornare molto indietro nel tempo, all’Olimpiade di Atlanta ‘96, quando il destino si nascose dietro una sliding door del Georgia Tech’s Campus dove si teneva
il torneo di boxe. Era il 2 agosto quando nella semifinale dei leggeri il 19enne Floyd si trovò di fronte il 27enne Todorov, un veterano che aveva all’attivo tre titoli iridati e due europei. Di quel match si scrisse molto: Mayweather in svantaggio per 2-1 nel primo round, ribaltò il punteggio nel secondo (7-6) e fu sconfitto alla fine per 10-8. Erano i tempi delle famigerate macchinette in cui il punto veniva assegnato quando tre dei cinque giudici schiacciavano contemporaneamente un tasto. Il punteggio progressivo, però, era noto solo ai telespettatori, per cui alla lettura del verdetto l’arbitro egiziano Hamed Hafaz Shouman alzò istintivamente il braccio dell’americano che (si saprà poi) aveva portato 47 colpi contro 26 del rivale. Ma i giudici avevano assegnato il verdetto proprio a Todorov ignorando 2 colpi evidenti di Floyd all’inizio del 3° round e anche 5 possibili penalizzazioni per le sventole larghe del bulgaro. Il reclamo degli americani contro i «magheggi» del bulgaro Emil Jetchev, presidente dei
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giudici, non ebbe alcun esito. Poco importa che poi Todorov dovette subire la stessa moneta dal thailandese Somluck Kamsing lasciandogli l’oro in finale perché è lì che si decise il destino della boxe. Oggi il bulgaro con 400 euro mensili di pensione mantiene la moglie, un figlio e una figliastra incinta a Padardzhik in una casa senza televisione. Al New York Times ha raccontato quello che successe: «Nella stanza dell’antidoping fui avvicinato da due manager che mi offrirono di diventare pro’ in America. Rifiutai perché appartenendo alla minoranza turca ero pronto a cambiare nazione in vista dei Mondiali ‘97 e i due emissari allora si rivolsero a Mayweather che era seduto dietro di me. Il mio cambio di nazionalità non si è mai realizzato perché proprio Jetchev pretese una tangente: io ho affogato la delusione di dover lasciare la boxe nell’alcool e in lavori occasionali sperando di morire, l’americano che ho battuto diventerà lo sportivo più ricco di sempre».
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DERBY CHAMPIONS PER LA CAPITALE L’ANALISI di NICOLA CECERE email: ncecere@rcs.it twitter: @nicecere
D
erby di Champions. La Pasqua del calcio si festeggia soprattutto nella Capitale, con una non trascurabile appendice nella vicina Firenze. Le nostre città d’arte, famose nel mondo, si contendono l’Europa a suon di gol. Era una giornata cruciale per la Roma, sfidata a domicilio da un Napoli sempre ambizioso, e la squadra di Garcia ha saputo replicare, nel punteggio e pure nella sofferenza, quel successo di Cesena che l’aveva rilanciata ricacciando indietro gli azzurri, scivolati a -9 dai giallorossi e a -8 dalla Lazio: un distacco significativo. Ha ragione Rafa Benitez a sottolineare come sulla bilancia dei meriti di giornata questa sconfitta risulti un peso anomalo, e perciò ancora più duro da mandare giù, perché il suo Napoli, analizzando gioco e occasioni, avrebbe meritato di uscire dall’Olimpico perlomeno col pari. Però se la Roma riesce a confezionare con Iturbe, l’intelligente assist di Florenzi e il tocco alla Rivera ‘70 di Pjanic un’azione micidiale, mentre Callejon, Mertens e compagnia cantante continuano a sbagliare l’ultimo tocco o il tiro in porta, beh allora il peso dei meriti e dei demeriti si riequilibra e quindi non è lecito giudicare usurpato il successo dei giallorossi. Difeso in modo brillante dall’ex De Sanctis. E se poi passiamo ad esaminare le scelte ormai monotone di don Rafé che continua a insistere su Callejon, alle prese da tempo con un vistoso calo di rendimento, penalizzando l’esplosivo Gabbiadini (appena entrato ha sfiorato il bersaglio), allora entriamo nel delicato campo delle decisioni che attendono a breve Aurelio De Laurentiis: giova trattenere questo specialista delle coppe o conviene virare su un emergente tipo Mihajlovic?
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La Lazio non aveva un compito agevole davanti a Zeman, lo ha reso semplice grazie alla sua ormai collaudata macchina da gol. Fra le accelerazioni irresistibili di Anderson, il fiuto del rinato Klose, quel marpione di Mauri e la sinuosa imprevedibilità del giovane Keita, là davanti gli uomini di Pioli riescono sempre a creare pericoli fino a sfondare. Al Sant’Elia hanno calato il Settebello e adesso puntano al filotto (otto successi di fila) dello scudetto di Maestrelli e del piazzamento Champions di Delio Rossi, l’ultimo festeggiato dall’Aquilotto. Domenica ricevono l’Empoli, aprile è un mese che può dare una spinta decisiva perché prevede tre impegni casalinghi agevoli e la visita a una Juve in mezzo alle due sfide col Monaco: una situazione psicologicamente ideale per gli uomini di Lotito. Che devono accumulare punti in questa fase avendo poi un maggio tremendo. Ed eccoci alla Viola, che piegando nettamente la lanciatissima Sampdoria ha operato il sorpasso mantenendo in sei punti il distacco dalla vetta Champions, intesa come preliminari. Ad affondare Mihajlovic nell’acquitrino del Franchi, i due attaccanti agili di Montella, altri aeroplanini utilizzati in luogo del malinconico Pepito relegato in tribuna dalla malasorte, ma determinato a rientrare in gioco prima della fine. Diamanti e Salah sono stati due ottime intuizioni di mercato a conferma che la struttura societaria è di spessore. Domenica c’è un altro terribile esame, al San Paolo, dove il Napoli medita il controsorpasso confidando pure nel Milan che ospita la Sampdoria. Prima, però, Montella deve portare a casa la qualificazione alla finale di Coppa Italia, ricevendo al Franchi una Juve battuta all’andata, ma a quanto pare fermamente decisa a riscattarsi. Poi però per la Viola in campionato la strada sarà a lungo in discesa. Insomma, questa volatona per la Champions promette altri sviluppi emozionanti. Ma oggi le romane hanno in mano una solida polizza
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26
Mondo R Francia
GUINGAMP
1
LIONE
3
DOMENICA 5 APRILE 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
TURCHIA
Spari contro il pullman del Fener
PRIMO TEMPO 0-2 MARCATORI Fekir (L) al 26’ p.t., Lacazette (L) su rigore al 39’ p.t.; Njie (L) al 17’, Beauvue (G) al 36’ s.t. GUINGAMP (4-4-2) Lossl 5,5; Sankoh 5, Kerbrat 5, Sorbon 6, Leveque 6; Pied 5,5, Mathis 5, Sankharé 6 (dal 26’ s.t., Diallo 6), Giresse 6 (dal 1’ s.t. Jacobsen 6); Beauvue 6,5, Mandanne 5 (dal 18’ s.t., Yatabaré 6). PANCHINA Samassa, Lemaitre, Schwartz, Douniama. ALLENATORE Gouvernnec 5. ESPULSI Kerbrat per gioco scorretto. AMMONITI Pied per proteste. LIONE (4-3-1-2) Lopes 6; Dabo 6, Rose 6,5, Umtiti 7, Bedimo 6,5; Malbranque 7, Tolisso 7, Ferri 7; Fekir 7 (dal 42’ s.t., Ghezzal 6); Lacazette 7 (dal 37’ s.t., Yattara 6), Njie 7 (dal 17’ s.t., Benzia 6). PANCHINA Gorgelin, Zeffane, Koné, Mvuemba. ALLENATORE Fournier 7. AMMONITI Rose e Lacazette per gioco scorretto.
Alexandre Lacazette, 23 anni, festeggia con Nabir Fekir, 21 anni: un gol a testa. E il Lione vola. AFP
ARBITRO Turpin 5. NOTE Spettatori 18 mila circa. Tiri in porta 2-6. Tiri fuori 2-3. In fuorigioco 2-2. Angoli 0-3. Recuperi: p.t. 2’; s.t. 3’.
Lacazette-Fekir, che show E oggi il Psg a casa Bielsa
1Il Lione passa a Guingamp e torna in vetta. La sfida del gol in Ligue 1 prosegue al Velodrome con il Clasicò: Gignac (16) contro Ibra (17) Alessandro Grandesso PARIGI Twitter @agrandesso
L
a volata scudetto in Francia è tutta una storia di attaccanti. E di gol. Tanti gol. Come quelli che il Lione si gode con il capocannoniere in pectore Lacazette che quando va in campo con il collega Fekir è come se la partita fosse già vinta. Come successo ieri a Guingamp con un 3-1 che permette al Lione di tornare in vetta. In attesa del duello di vertice di stasera tra Marsiglia e Psg. Un «clasicò» che promette scintille, visto che la banda di Bielsa sfoggia, con il Lione, il miglior attacco: 60 reti. Sedici a firma del solo Gignac. Il Psg ovviamente replica con Ibrahimovic, capocannoniere in carica, che può già sfondare il tetto delle cento reti in maglia parigina. Lo svedese è arrivato a 99, in 122 partite. Terzo miglior
marcatore di sempre nella Ville Lumière: a -1 da Rocheteau, a -10 da Pauleta. GEMELLI L’ex rossonero per ora è a quota 17, in 21 presenze. Otto ne ha sbattuti dentro nelle ultime sei uscite. Sei nelle ultime tre. Una valanga rabbiosa per mantenere il Psg in corsa per un titolo a cui ambisce il Lione che quando schiera Lacazette e Fekir titolari va quasi a colpo sicuro. In 23 partite con i due gemelli del gol in campo dal 1’ sono arrivate 18 vittorie. E solo tre pari e due sconfitte. Senza: quattro pari, quattro sconfitte. Numeri spietati che premiano la scelta del club di affidarsi a ragazzi formati in casa: nove ieri in avvio, incluso il veterano Malbranque. Gente che poi ripaga in campo. A suon di gol: 24 appunto per Lacazette, 12 ormai per Fekir. E i due hanno timbrato anche ieri in Bretagna. Fekir con un sinistro da fuori
(26’). Lacazette su rigore (39’): palla sotto la traversa e settimo centro dagli undici metri, su otto tentati. A completare Njie, altro prodotto local, al terzo sigillo nelle ultime quattro da titolare. Di Beauvue, il gol bandiera per un Guingamp in dieci dalla fine del primo tempo, ma surclassato sul piano tecnico e tattico. E a sorridere è pure Deschamps che contro il Brasile, il 26 marzo, ha fatto esordire Fekir in nazionale (1-3). E domenica ha affondato la Danimarca anche con Lacazette (2-0). CLASICO’ Roba seria. E lo sanno le rivali dirette costrette a scannarsi stasera nell’arena di un Velodrome tutto esaurito, che freme come negli anni ’90 quando la sfida fu ribattezzata «clasicò», per motivi di marketing televisivo. E come ai vecchi tempi in ballo c’è di nuovo lo scudetto, e lo spettacolo sembra
36
● Le reti realizzate in Ligue 1 dalla coppia d’attacco francese del Lione: 24 le ha segnate Lacazette, capocannoniere del torneo, e 12 il ventunenne Fekir
99
● I gol segnati da Zlatan Ibrahimovic con la maglia del Psg in 122 partite: oggi lo svedese cercherà la tripla cifra nel big match con il Marsiglia
garantito. Innanzitutto dal Loco che predica un calcio dove conta fare sempre un gol in più degli avversari. È così dunque che è rinato Gignac, che ha già segnato quanto lo scorso anno. È così che è sbocciato pure l’erede Batshuayi, belga di 21 anni che ha collezionato tre doppiette nelle ultime cinque gare. In tutto otto reti, ma giocandone solo cinque da titolare. E oggi partirà di nuovo dalla panca. Ma lo show lo semina anche il Psg che di gol in tutto ne ha appena cinque in meno di Lione e Marsiglia. Forse solo perché Ibrahimovic è stato assente un mese e mezzo per infortunio, in autunno. Lo svedese però sta bruciando le tappe della storia parigina anche nei duelli con il Marsiglia, già castigato sei volte, coppe incluse. Un record che condivide con Pauleta che al record di 109 reti al Psg ci arrivò in cinque stagioni. Ibrahimovic è sbarcato da Milano meno di tre anni fa. L’allungo solitario è solo una questione di minuti. © RIPRODUZIONE RISERVATA
31ª GIORNATA Venerdì: Monaco-St. Etienne 1-1. Ieri: Guingamp-Lione 1-3; Lilla-Reims 3-1; Lorient-Rennes 0-3; Metz-Tolosa 3-2; Montpellier-Bastia 3-1; Nizza-Evian 2-2. Oggi: Bordeaux-Lens (ore 14); Nantes-Caen (17); MarsigliaPsg (21). CLASSIFICA Lione 61; Psg 59; Marsiglia 57; Monaco 54; St. Etienne 53; Bordeaux e Montpellier 48; Lilla 44; Rennes 42; Nantes 40; Guingamp 39; Nizza 38; Bastia 37; Evian 36; Caen, Reims 35; Lorient 34; Tolosa 32; Metz 26; Lens 25.
● Momenti di terrore in Turchia: nella serata di ieri il pullman del Fenerbahce è stato assaltato da alcuni malintenzionati armati, che hanno sparato all’autista. L’uomo stava perdendo il controllo del mezzo, ma le guardie di scorta alla squadra sono riuscite a evitare che il pullman finisse fuori squadra. Bloccata la zona dalla polizia, la squadra è stata scortata all’aeroporto con altri mezzi di trasporto. Secondo le prime indiscrezioni, la squadra di Istanbul, che aveva vinto 5-1 a Trebisonda sul campo del Rizespor, sarebbe stata assaltata da un gruppo di uomini armati che avrebbero aperto il fuoco provocando il ferimento dell’autista, le cui condizioni sarebbero gravi. Le voci parlano di un coinvolgimento di alcuni “tifosi” del Trabzonspor, squadra rivale del Fenerbahce. Tra le due squadre e tifoserie c’è una rivalità molto accesa che nasce dal 2010-2011 quando i gialloblù vinsero il campionato, rivendicato dal Trabzonspor a causa dello scandalo scommesse/gare truccate.
L’attacco al pullman turco
L’eurorivale Dinamo Kiev vince a Odessa ● KIEV La Dinamo Kiev, prossima avversaria della Fiorentina nei quarti di finale di Europa League, si è imposta ieri 2-0 sul campo dell’Odessa con gol di Gusev e Teodorczyk nella 18a giornata del campionato ucraino. La Dinamo Kiev è al comando del campionato con 48 punti, al secondo posto il Dnipro con 40 punti.
GERMANIA
Bayern, lampo di Lewa: Dortmund punito dall’ex Vince anche il Wolfsburg
WOLFSBURG Vince senza incantare il Wolfsburg, prossimo avversario europeo del Napoli: 3-1 allo Stoccarda ultimo. Squadra lenta e impacciata. De Bruyne è stato ingabbiato, Dost è rimasto a secco per la settima gara di fila. Bene Schürrle, al suo primo gol col Wolfsburg, e Rodriguez, per lui doppietta. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Elmar Bergonzini
N
el suo primo anno al Borussia, Lewandowski veniva soprannominato Chancenmord («l’assassino di chance») dai tifosi gialloneri che non gli perdonavano il poco cinismo sotto porta. In quattro anni è cambiato tutto: Robert è un bomber mondiale, il Dortmund è in caduta libera, il Bayern è tornato a dominare. L’unica cosa a non essere cambiata è il fatto che Lewandowski sia l’assassino delle oc-
casioni del Borussia. Col gol di ieri i gialloneri potrebbero aver perso l’ultimo treno per l’Europa. Dortmund-Bayern finisce 0-1, a decidere è «Chancenmord» Lewandowski. CONCRETEZZA Conoscendolo, Guardiola sarà contento solo a metà: la vittoria è importante, anche perché i bavaresi con le big quest’anno stentano, ma il suo Bayern ha creato poco, praticamente solo l’occasione del gol. Pep può però festeggiare la sua 50ª vittoria in Bundes (su 61 partite) e il ritorno in
campo di Thiago Alcantara dopo un anno. Sono tornati a giocare insieme dal 1’ Lahm e Schweinsteiger. L’ultima volta fu a Rio. Klopp invece mastica amaro: l’unico pericoloso è stato Reus e la squadra fatica a segnare. Da quando esiste la Bundesliga mai era successo che il Borussia, fra campionato e coppe, finisse tre gare casalinghe di fila senza segnare (Mainz, Juve e Bayern). E Immobile resta in panca. L’ultimo treno per l’Europa sembra esser partito, e chissà che sopra non ci fosse Hummels.
27ª GIORNATA Ieri: Werder BremaMainz 0-0; Francoforte-Hannover 2-2; Friburgo-Colonia 1-0; Hoffenheim-Bor. Monchengladbach 1-4; Bayer Leverkusen-Amburgo 4-0; Wolfsburg-Stoccarda 3-1; Borussia D.-Bayern M. 0-1. Oggi: Augsburg-Schalke 04 (ore 15.30); Herta Berlino-Paderborn (17.30).
Müller, 25, abbraccia Lewandowski, 26, dopo il gol dell’1-0 col Borussia AP
CLASSIFICA Bayern 67; Wolfsburg 57; Monchengladbach 50; Leverkusen 48; Schalke 04 39; Augsburg 38; Hoffenheim 37; Francoforte e W. Brema 35; B. Dortmund 33; Mainz 31; Colonia 30; H. Berlino 29; Friburgo e Hannover 28; Amburgo 25; Paderborn 24; Stoccarda 23.
BORUSSIA D.
0
BAYERN M.
1
MARCATORE Lewandowski (BM) al 36’ p.t. BORUSSIA D. (4-2-3-1) Weidenfeller; Papastathopoulos, Subotic, Hummels, Schmelzer; Bender, Gündogan (dal 34’ s.t. Mkhitaryan s.v.); Blaszczykowski (dal 22’ s.t. Kagawa), Reus, Kampl (dal 22’ s.t. Ramos); Aubameyang . (Langerak, Dudziak, Ginter, Kehl). ALLENATORE Klopp. BAYERN MONACO (3-1-4-2) Neuer; Benatia, Dante, Boateng; Xabi Alonso; Rafinha, Lahm (dal 24’ s.t. T. Alcantara), Schweinsteiger (dal 13’ s.t. Rode), Bernat; Müller (dal 34’ s.t. Götze), Lewandowski. (Reina, Gaudino, Pizarro, Weiser). ALLENATORE Guardiola. ARBITRO Knut Kircher. AMMONITI Schweinsteiger (BM), Xabi Alonso (BM), Aubameyang (BD), Schmelzer (BD) per c.n.r. NOTE spett. 80.667. Tiri in porta 84. Tiri fuori 7-3. Angoli 2-1. In fuorigioco 5-4. Recuperi 3’ p.t.; 5’ s.t.
Mondo R Inghilterra
DOMENICA 5 APRILE 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
L’Arsenal è irresistibile Liverpool, giallo su Balo
27
LA CAPOLISTA
1I Gunners travolgono i Reds e volano al secondo posto. Rodgers svela:
«Mario? Venerdì ha preso un colpo e non se l’è sentita di venire a Londra» ARSENAL
4
LIVERPOOL
1
1
PRIMO TEMPO 3-0 MARCATORI Bellerin (A) al 37’, Ozil (A) al 40’, Sanchez (A) al 45’ p.t., Henderson (L) su rigore al 31’, Giroud (A) al 46’ s.t. ARSENAL (4-2-3-1) Ospina 6,5; Bellerin 7, Mertesacker 6, Koscielny 6 (dal 5’ s.t. Gabriel 6), Monreal 6,5; Coquelin 6,5, Ramsey 6 (dal 17’ s.t. Flamini 6); Cazorla 6,5, Ozil 7 (dal 32’ s.t. Welbeck s.v.), Sanchez 7; Giroud 7. PANCHINA Macey, Gibbs, Rosicky, Walcott. ALLENATORE Wenger 7. AMMONITO Bellerin per gioco scorretto.
e assist per il belga. Lo Stoke segna con un tiro da 60 metri
2
Stefano Boldrini CORRISPONDENTE DA LONDRA
I
l rosso che esce dalla ruota dell’Emirates è quello dell’Arsenal: il 4-1 della squadra di Wenger spegne il fuoco di un Liverpool che, in due gare, ha rovinato una risalita che aveva portato la banda di Rodgers a un passo dalla zona Champions. Dopo il k.o. all’Anfield con il Manchester United, ecco questa batosta londinese, dove, per la cronaca, l’illustre assente è stato ancora una volta Balotelli. Rodgers rivela che è stato lo stesso Mario a chiamarsi fuori «dopo aver ricevuto una botta al ginocchio in allenamento venerdì. Ha detto che non se la sentiva di venire a Londra ed è rimasto a casa». Come sempre, nelle vicende di Balotelli non c’è chiarezza.
Il Chelsea soffre Ci pensa Hazard Ma che gol Adam 1Rete su rigore
3
LIVERPOOL (3-4-2-1) Mignolet 5,5; Can 5, K. Touré 4, Sakho 4,5; Henderson 6, Lucas 5, Allen 5, Moreno 5; Markovic 5 (dal 1’ s.t. Sturridge 5,5), Coutinho 6,5; Sterling 5,5. PANCHINA Jones, Johnson, Lovren, Manquillo, Brannagan, Borini. ALLENATORE Rodgers 5. ESPULSO Can al 39’ s.t. per doppia ammonizione. ARBITRO Taylor 7. NOTE spettatori 60.081. Tiri in porta 10-2. Tiri fuori 6-8. In fuorigioco 4-2. Angoli 6-5. Recuperi: 1’ p.t.; 4’ s.t.
Charlie Adam, 29 anni, segna il gol dello Stoke da 60 metri FOXSPORTS
CORRISPONDENTE DA LONDRA
R ● 1 Sanchez, Giroud e Bellerin, 3 dei marcatori dell’Arsenal, festeggiano il 3-0 del cileno AFP ● 2 Il calcio di punizione di Ozil per il 2-0 dei Gunners REUTERS ● 3 Bellerin blocca Sterling: in ombra la stellina dei Reds AP
MOTIVI I Gunners, padroni del campo dal primo minuto, ringraziano. Con 30 punti conquistati nel 2015 sono i più in forma della Premier. Il secondo posto, in attesa di Crystal Palace-Manchester City, in programma domani, è una logica conseguenza di un cammino dove l’Arsenal ha ottenuto dieci vittorie in undici gare. L’addio alla Champions poteva mandare in crisi un gruppo che non ha mai avuto nei nervi il suo punto di forza. A ridare slancio ai Gunners è stato, come sempre, il gioco: quando scivola via con naturalezza, la banda di Wenger può mettere sotto qualsiasi avversario. Il ritorno ad alti livelli ha altre spiegazioni: la rinascita di Ozil dopo un periodo difficile; il senso del gol di un Sanchez approdato a quota 20 e bravissimo a inserirsi subito nel contesto inglese; la crescita
di Bellerin e Coquelin. IL FILM Proprio Bellerin è bravo a spianare al 37’ la strada ai suoi con una sassata che abbatte Mignolet. Il portiere belga ha tenuto in vita il Liverpool con le parate su Cazorla e Ramsey, mentre l’accoppiata Markovic-Sterling ha sulla coscienza l’occasione fallita al 19’. L’Arsenal è un fiume in piena: Ozil, su punizione, trova uno splendido 2-0. Non è finita. Kolo Touré e Sakho sono un disastro. Allen e Lucas sono due fantasmi. Sanchez, in chiusura di tempo, non perdona: tiro fortissimo e centrale, 3-0. L’alibi delle assenze di Gerrard e Skrtel, squalificati, regge poco. Il Liverpool perde su tutti i settori del campo: solo Coutinho riesce a esprimersi a buoni livelli. Sterling, stritolato dai giornali in settimana per aver
rifiutato la proposta di rinnovo del contratto – 100 mila sterline lorde la settimana –, non ha la testa serena. I problemi fisici che costringono Sturridge ad andare in panchina completano il misfatto. Rodgers cerca la scossa inserendo proprio Sturridge, ma l’Arsenal, nonostante l’uscita per infortunio di Koscielny, governa la situazione. L’unico errore di Bellerin, che atterra Sterling in area, rivitalizza il match al 73’: rigore e Henderson non perdona. L’espulsione di Can per doppia ammonizione lascia i Reds in dieci e Giroud, con un capolavoro, trova il 4-1. Wenger sorride largo: Arsenal in semifinale di FA Cup e stato di forma strabiliante in vista della volatona di fine campionato. «Noi non ci poniamo limiti», dice, sornione, il vecchio Arsenio. © RIPRODUZIONE RISERVATA
accontano vecchi compagni di squadra come Peter Odemwingie che Charlie Adam, ventinovenne centrocampista dal fisico fantozziano — pancetta nascosta a fatica dalla maglia —, cerchi spesso in allenamento il gol tirando da lontano. La rete al Chelsea supera però i confini dell’immaginazione: una sventola da 60 metri che impallina Courtois al 44’ di un match che i Blues stanno vincendo 1-0 grazie al rigore firmato da Hazard cinque minuti prima, conseguenza logica dopo l’entrataccia del difensore tedesco Wollscheid su Fabregas. Adam, scozzese, tifoso del Dundee, un breve passaggio al Liverpool, è in forza allo Stoke dal 2012. Il suo capolavoro non si candida solo al premio «gol della stagione»: rischia di riaprire la Premier. Per una mezz’ora abbondante, intervallo compreso, siamo ai confini dello psicodramma, con Mourinho costretto ad incassare anche l’infortunio di Diego Costa, con la coscia sinistra «stirata» appena 12’ dopo l’ingresso in campo al posto di Oscar. Un scenario da tregenda, ma al 62’, su rilancio parrocchiale di Begovic — unico errore di una presta-
zione super, ma decisivo —, Hazard ha il guizzo giusto e consegna a Remy il pallone del 2-1: gioco, set, partita. E Chelsea che, pur traballando, mantiene le distanze sul resto del gruppo. MOU Un’immagine inedita di José Mourinho, affondato con la faccia sul prato dopo il 3-1 mancato da Cuadrado, rende bene l’idea su che cosa abbia rappresentato questa gara per il Chelsea. Sofferenza pura. I risultati di Arsenal e Manchester United hanno messo alla frusta i Blues, schierati con Remy titolare e Diego Costa, non al meglio, in panchina. Le parate fenomenali di Begovic su Remy al 3’ e al 7’ hanno avuto il senso di un messaggio chiaro: il Chelsea dovrà soffrire. E sofferenza è stata, tra l’1-1 stratosferico di Adam, il 2-2 fallito da Nzonzi e l’assalto finale di uno Stoke molto aggressivo: le sei ammonizioni dei Potters ribadiscono il concetto. Mourinho alla fine è tutto sorrisi: «Il gol di Adam è fenomenale. Anche Maradona e Messi hanno sognato o sognano una rete così. L’infortunio di Costa? Ho rischiato, ma secondo gli ultimi esami era guarito. Ora starà fuori due settimane». bold © RIPRODUZIONE RISERVATA
31a GIORNATA Ieri: Arsenal-Liverpool 4-1, Chelsea-Stoke 2-1, Everton-Southampton 1-0, Leicester-West Ham 2-1, Manchester United-Aston Villa 3-1, Swansea-Hull 3-1, Wba-Qpr 1-4. Oggi: Burnley-Tottenham (14.30), Sunderland-Newcastle (17). Domani: Crystal Palace-Manchester City (21). CLASSIFICA Chelsea* 70, Arsenal 63, Man Utd 62, Man City* 61, Liverpool 54, Southampton e Tottenham* 53, Swansea 46, West Ham e Stoke City 42, Everton 37, Crystal Palace* 36, Newcastle* 35, Wba 33, Hull e Aston Villa 28, Sunderland* 26, Qpr e Burnley* 25, Leicester* 22. * una partita in meno
SPAGNA
Il Barça a Vigo, Messi c’è. Il Real ritrova James 1L’argentino torna in campo oggi contro il Celta, il colombiano sfida il Granada. E intanto l’Atletico di Simeone passa a Cordoba Iacopo Iandiorio
D
ov’eravamo rimasti? Ah sì, al Clasico, al Barça a +4 sul Real, alle critiche ad Ancelotti e agli osanna per Luis Enrique, che a gennaio sembrava in rotta di collisione. Lucho è stato fra i protagonisti della vigilia di Pasqua: col suo ritorno oggi a Vigo dove allenava l’anno scorso, oltre ai ritorni in campo di Messi e James Rodriguez e all’Atletico che non molla. E che ieri non ha avuto difficoltà a sbarazzarsi del Cordoba, ultimo. In Andalusia risolvono Griezmann e Saul. Il francese va in gol dopo 5’ di sinistro da fuori area dopo aver preso palla a Zuculini: 15°
gol in Liga per lui e 18° in stagione e la lotta interna con Mandzukic (a quota 20) prosegue. E poi, dicevamo, il canterano Saul, in rete di testa al 39’ per il 2-0; titolare per l’assenza di Raul Garcia infortunato. L’Atletico scavalca per il momento il Valencia, impegnato oggi nel derby regionale col Villarreal. LUCHO E IL CELTA «Leo si è allenato bene negli ultimi 2 giorni, non c’è dubbio: è in condizione di giocare», ha detto Luis Enrique. Col Celta Messi oggi ci sarà, dopo aver saltato le 2 amichevoli in nazionale, per il pestone rimediato in Champions dal connazionale Demichelis del Manchester City.
Mancano Jordi Alba, infortunato, e Mascherano, squalificato, in ballottaggio Bartra e Mathieu, autore dell’1-0 nel Clasico. Il Celta va preso con le pinze. All’andata al Camp Nou vinse 1-0 con gol dell’ex cagliaritano Larrivey. Ma al Balaidos di Vigo il Barça non perde dall’8 maggio 2004, rete del brasiliano Edù. Ed è uno stadio che ai blaugrana ha regalato una Liga, nel 2006, con gol di Eto’o. «Sarà una gara speciale per me», ha detto Lucho, che non crede «ad alcun club in grado di vincere le prossime 10 gare di Liga». CARLO COME FABIO? Una risposta indiretta all’ottimista Ancelotti, oggi impegnato a
James Rodriguez, 23 anni, colombiano del Real Madrid (AFP)
mezzogiorno al Bernabeu contro il Granada. Il Real recupera il colombiano James dopo 2 mesi e dà un turno di riposo a Khedira e Carvajal, Isco squalificato e Pepe k.o. per infortunio. A Madrid hanno rievocato la rimonta del 2006-07 con in panchina un altro italiano, Fabio Capello bis (a distanza di 10 anni dal primo incarico): in 10 turni la differenza di 5 punti a favore dei catalani fu annullata e il Real vinse la Liga a pari punti, con la doppietta, all’ultimo turno-thriller, del panchinaro Reyes. Carlo ci crede, ieri ha detto: «Siamo convinti che la Liga sia molto aperta, però non possiamo più sbagliare». Su CR7 ha ammesso che «negli ultimi 2 mesi il suo
rendimento è un po’ calato», ma il ritorno di Rodriguez, 8 gol e 7 assist prima dell’infortunio, dà coraggio. Quale sorpresa riserverà oggi l’uovo della Liga? © RIPRODUZIONE RISERVATA
29ª GIORNATA Venerdì: Eibar-Rayo 1-2. Ieri: Siviglia-Athletic 2-0, Cordoba-Atletico Madrid 0-2, Almería-Levante 1-4, Malaga-Real Sociedad (nella notte) Oggi: Real Madrid-Granada (ore 12), Valencia-Villarreal (17), Getafe-Deportivo (19), Celta-Barcellona (21). Domani: Espanyol-Elche (20) CLASSIFICA Barcellona 68; Real Madrid 64; Atletico M. 62; Valencia 60; Siviglia 58; Villarreal 49; Malaga 44; Athletic B. 39; Rayo 38; Real S. 36; Celta 35; Espanyol 34; Getafe 29; Eibar e Levante 28; Elche 27; Deportivo 26; Almeria 25; Granada 23; Cordoba 18.
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siamo in onda R
DOMENICA 5 APRILE 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
MATTINA 7.05 Explorers: avventure pericolose 7.35 Explorers: avventure pericolose 8.05 Sport Science 9 Gazzetta News 9.15 Gazzetta News 9.30 Gazzetta News 9.45 Gazzetta News 10.05 Condo’ Confidential
10.30 Magazine Snowboard 11.05 Bomber 12.05 The Speedgang
17.30 Sfide senza limiti 18 Champions League Volley - Diretta
POMERIGGIO 13 Gazzetta News 13.30 Gazzetta News 14.05 Bomber 15 Champions League Volley - Diretta
SERA 20 Gazzetta News 20.30 Gazzetta News 21.05 Condo’ Confidential 21.35 The Speedgang 22.30 Campioni a confronto
23 Gazzetta News 23.30 Gazzetta News 0.00 Gazzetta News 0.30 Gazzetta News 1.00 Gazzetta News
Sei ore di schiacciate in HD su GazzettaTv
1Lungo pomeriggio sottorete con inizio alle 14.55. E da domani l’appuntamento con i playoff femminili Mario Salvini INVIATO A STETTINO (POL)
DERBY IN PANCA Ma prima teniamo gli orizzonti molto più ampi. E parliamo d’ Europa. Dell’Eczacibasi che ieri ha dominato il derby turco-emiliano con il Vakifbank. Con un’eccellente Jordan Larson (25 punti) e con il bolognese Gianni Caprara che ha vinto la sfida con il modenese Giovanni Guidetti. Un club che nella sua storia alle Final Four è arrivato 4 volte, ma nelle prime tre non è mai andato sul podio. Il suo allenatore, però (22 scontri diretti con Parisi: 11 vittorie ciascuno…) sa come si fa, perché di Champions ne ha già vinte tre ai tempi di Bergamo. «Non mi sorprende trovare Busto – dice – ma le mie ragazze non lo conoscono affatto e questo, specie
clic
LA FINALE ALLE 18 SU CANALE 59
B
uona pasqua con la Champions League, il primo trofeo in diretta della storia di GazzettaTv. E soprattutto con una meravigliosa Unendo Yamamay Busto Arsizio, in corsa per conquistarla. L’esaltante vittoria in semifinale raccontata ieri scalda l’ambiente per la serata di oggi, con la finale che vale il titolo di campione d’Europa contro l’Eczacibasi Istanbul. Il tutto lanciato in una lunghissimo pomeriggio di pallavolo rosa in HD, in diretta fin dalle 14.55 con Sarah Castellana e con le telecronache di Gian Luca Pasini e Rachele Sangiuliano. Al plurale, perché si comincia con la finalina per il terzo posto tra Vakifbank Istanbul e Chemik Police. Almeno sei ore di schiacciate, col bis di lunedì sera, quando si entrerà in clima playoff con gara-1 dei quarti tra Casalmaggiore e Montichiari.
COME RISINTONIZZARE I VOSTRI TELEVISORI E VEDERE IL CANALE 59
10. LARSON 18. POLJAK 17. DEMIR 8. KARAKOYUN
16. HAVELKOVA
LIBERO
13. FURST
6. LEONARDI
1. DELA CRUZ 17. PISANI
14. WOLOSZ
LIBERO 13. DIOUF
2. KUZUBASIOGLU
1. LYUBUSHKINA
A DISPOSIZIONE 5 Ercan 6 Arisan 7 Bagci 9 Cansu 11 Ozdemir 12 Gumus 14 Yilmaz
A DISPOSIZIONE
7. MARCON
ALLENATORE Giovanni Caprara
ALLENATORE Carlo Parisi
2 Degradi 3 Rania 5 Michel 8 Perry 9 Aelbrecht 12 Camera RCS
in avvio, potrebbe crearci qualche problema». FONDAMENTALI La Yama dovrà mettere tutta la concentrazione del mondo in ricezione, e anche nei fondamentali vincenti di ieri, ovvero muro e difesa. Sarà dura, perché oltre alla Larson, anche la dominicana De La Cruz picchia forte. E se
ieri è stato difficile (almeno all’inizio) aver ragione del muro del Police, oggi sarà ancora più ardua, specie quando in prima linea ci sarà la Poljak che ieri l’ha stampata 7 volte a quelle del Vakif. Insomma, il pronostico è tutto contro Busto. Proprio come ieri. © RIPRODUZIONE RISERVATA
● Eseguire le seguenti procedure. Se possiedi Tv o Decoder Digitale Terrestre 1. Premere il tasto MENU sul telecomando 2 Selezionare Impostazioni/Avanzate 3. Posizionarsi sulla voce relativa alla Sintonizzazione automatica dei canali e premere il tasto OK, accedi alla configurazione dei canali 4. Impostare Modalità di sintonia dei canali su DTV 5. Posizionarsi sul pulsante Avvia scansione e premere il tasto OK per avviare la ricerca. Soluzione dei problemi Se avete già provveduto alla risintonizzazione senza esito e il vostro televisore è collegato ad un sistema con antenna centralizzata, fate verificare dal vostro antennista che sia presente nella centralina dell’antenna stessa il modulo (o filtro) necessario per la ricezione dei segnali tv del canale/mux 55 (frequenza 746 MHz), quello che supporta anche il canale 59 di Gazzetta Tv. Se il modulo manca, fatelo inserire: è un’operazione molto semplice. Se possiedi una Sky Digital Key 1. Premere il tasto Menu del telecomando SKY e premere OK per accedere al digitale terrestre 2. Premere il tasto rosso (Ricerca) e lasciare inviata la configurazione 3. Premere due volte il tasto rosso (Avvia ricerca) 4. Attendere il completamento dei canali e quindi premere OK
Pallavolo R Final Four di Champions League
DOMENICA 5 APRILE 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
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I NUMERI
LA MIGLIORE
3
● Le finali europee per Busto Arsizio. Le prime due in Coppa Cev 2010 e 2012 vinte con Belgrado (3-1) e Galatasaray (3-1). (a.a.)
8.5
4
LYUBUSHKINA Fast e muri cruciali per decidere il 1° e il 2° set. E una caterva di palle toccate a muro
● Le stagioni attese dalle squadre italiane per avere una squadra finalista in Champions. L’ultima nel 2009-10 vinta da Bergamo.
LA PEGGIORE
POLICE
0
BUSTO ARSIZIO 3 (21-25, 25-27, 21-25)
5 BJELICA E’ mancata soprattutto lei a Cuccarini: 27% in attacco, con 3 errori e 2 murate subite. Giornata no.
La grande gioia di Valentina Diouf e compagne per la conquista della prima finale di Champions League nella storia di Busto Arsizio TARANTINI
Super Busto, ed è finale «Squadra eccezionale»
1La Yamamay di Parisi recupera un brutto primo set e domina E oggi nella sfida per la Coppa trova l’Eczacibasi di Caprara Mario Salvini INVIATO A STETTINO (POLONIA)
F
ino alla fine, Busto Arsizio. Fino in cima all’Europa, alla finale per il titolo. Dove l’Italia non arrivava da cinque anni, e dopo l’annus horribilis 2014, quando nessun nostro club era arrivato nemmeno al quadrangolare decisivo. E adesso ci siamo: la Unendo Yamamay nel giorno di Pasqua si gioca il sogno della Champions League. Lo fa contro l’Eczacibasi Istanbul di Gianni Caprara che nel derby turco-emiliano ha spazzato via il Vakifbank di Giovanni Guidetti UMILTÀ Busto era riuscito a riportare l’Italia nella nobiltà continentale in modo quasi ti-
mido. «Per noi è già una vittoria essere qui», ripetevano le ragazze. Atteggiamento impensabile per i nostri club fino a poche stagioni fa. Eppure vincente: l’understatement, l’umiltà se preferite, ha avuto ragione di tutto e lancia Carlo Parisi e le sue ragazze all’appuntamento più importante della loro vita sportiva. Ne sono consapevoli tutti. Così come si rendono perfettamente conto di aver fatto una grande impresa ieri. Perché battere il Chemik Police di Beppe Cuccarini era possibile, auspicabile, persino pronosticabile (adesso, certo). Ma così, in questa che era la sua festa, e in modo tanto netto poi, no, non lo si poteva immaginare. Persino lo stesso sergente Parisi, sempre piuttosto duro e poco propenso alla smancerie, guardando le sue Farfalle che corre-
vano su per la tribuna ad abbracciare i tifosi ha detto: «Devo davvero fare i complimenti a tutte loro, sono state eccezionali». MURO E DIFESA Eccezionali a non piegarsi alle difficoltà. Perché nel primo set, cominciato con un 4-0 Police, due delle tre schiacciatrici di palla alta, Diouf e Marcon, insieme hanno chiuso col 6% (1 su 17!), eppure Busto quel parziale lo ha vinto. Perché il Police, ogni volta che dava l’impressione di scappare o (nel finale) di rimontare, ha commesso errori che l’hanno affossato. Ma anche perché le Farfalle hanno saputo sopravvivere con quel poco che avevano, quindi muro e difesa, battuta e Havelkova. Per poi, una dopo l’altra, alzarsi tutte in volo. Compresa la Diouf che nel
LA CHIAVE
Busto ha toccato molte palle a muro e difeso di più. Il Police ha aiutato sbagliando, ma il segreto è stato lì.
cruciale finale di secondo set ha fatto da sola contro tutte come ai bei tempi del Mondiale. Prima dei due set ball delle polacche che le bustocche hanno annullato. E degli affondi decisive della bravissima Lyubushkina. CHE PUBBLICO Eccezionali, le Farfalle, perché non hanno battuto solo le campionesse di Polonia. Ma anche i loro 6000 tifosi indiavolati: famiglie di ultras per cori, rumore, coreografie, inesauribilità e ammirevole attaccamento alla squadra anche in un terzo set scivolato via nello scoramento. E però correttissimi, rispettosi tanto da far sfilare in mezzo a loro le avversarie. «Sono la persona più contenta del mondo», ha sorriso la Diouf alla fine. E ha aggiunto che: «Sinceramente non ho mai avuto dubbi di poterla perdere, questa partita». Nemmeno quando la palla sembrava non volerne sapere di cadere. «Sono un po’ arrabbiata per quanto ci ho messo a carburare, ma va bene». «Io invece che avremmo vinto – aggiunge la Leonardi - l’ho capito nel primo set, per come lo abbiamo conquistato. E per il nostro atteggiamento: quando ho fatto segno a Francesca (Marcon, ndr) di sorridere, anche se le cose sembravano andare male, lei lo ha fatto. Mi ha dato sicurezza».
CHEMIK POLICE: Werblinska 8, Veljkovic 13, Bjelica 8, Glinka 15, Bednarek 1, Ognjenovic 4; Zenik (L), Jagielo, Kowalinska 1. N.e. Gajgal, Krzos (L), Mroz. All. Cuccarini UNENDO YAMAMAY BUSTO ARSIZIO: Pisani 4, Diouf 19, Marcon 6, Lyubushkina 9, Wolosz 2, Havelkova 17; Leonardi (L), Perry, Aelbrecht, Camera. N.e. Degradi, Rania, Michel. All. Parisi ARBITRI: Kraft (Ger) e Zahorcova (R.Cec) NOTE – Spettatori 6000. Durata set: 28’, 31’, 31’; tot. 90’. Chemik: battute sbagliate 10, vincenti 2, muri 9, seconda linea 3, errori 20. Unendo Yamamay: battute sbagliate 8, vincenti 3, muri 7, seconda linea 8, errori 17. Gialli a Parisi sul 2-6 e a Cuccarini sul 3-7 del 3°set.
ECZACIBASI
3
VAKIFBANK
1
(25-22, 16-25, 25-22, 25-22) ECZACIBASI ISTANBUL: Larson 25, Poljak 12, Karakoyun 2, De La Cruz 16, Furst 5, Demir 5; Kuzubasiogu (L), Ercan, Ozdemir 2. N.e. Arisan, Bagci, Cansu, Gumus. All. Caprara VAKIFBANK ISTANBUL: De Kruijf 8, Aydemir 1, Sonsirma 10, Rasic 20, Sheilla 15, Vasileva 7; Karadaya (L); Costagrande 7, Onal 1, Akin, Orge. N.e. Akman, Kestirengoz, Toksoy. All. Guidetti. ARBITRI: Piasetski (Bie) e Rodriguez Jativa (Spa) NOTE - Spettatori 3000. Durata set: 29’, 25’, 30’, 29’: tot. 113’. Eczabibasi: battute sbagliate 7, vincenti 3, muri 11, errori 22. Vakifbank: battute sbagliate 5, vincenti 3, muri 10, errori 19.
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SUPERLEGA
A-1 DONNE: PLAYOFF
Trento conclude col primato, Piacenza saluta PIACENZA
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TRENTO
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(14-25, 31-33, 16-25) COPRA PIACENZA: Massari 1, Tencati 5, Poey 10, Zlatanov 7, Kohut 14, Tavares 2; Mario Junior (L), Papi 3, Alletti, Marra (L), Ostapenko 2. Ne: Meoni e Ter Horst. All. Camperi ENERGY T.I. DIATEC TRENTINO: Birarelli 9, Zygadlo 1, Lanza 17, Solé 8, Nemec 8, Kazyiski 16; Colaci (L), Djuric 2, Mazzone. Ne: Nelli, Thei (L), Giannelli e Burghstaler. All. Stoytchev ARBITRI: Cesare e Santi NOTE - Spettatori 2900, incasso 18.000. Durata set: 20’, 37’, 23’; tot. 80’. Copra: battute sbagliate 14, vincenti 4, muri 7, seconda linea 3, errori 22. Energy T.I. Diatec Trentino: battute sbagliate 13, vincenti 4, muri 11, seconda linea 8, errori 17. Trofeo Gazzetta: 6 Kaziyski, 5 Lanza, 4 Kohut, 3 Birarelli, 2 Solé, 1 Poey (m.mar)
PIACENZA (m.mar) Trento festeggia il primo posto in regular season vincendo sul campo di Piacenza che potrebbe aver chiuso la propria storia nel volley di alto livello. C’è partita solo nel secondo set, per il resto in campo si vedono solo gli ospiti, prima del saluto finale dei tifosi che invadono il campo in un abbraccio collettivo alla squadra e a Samuele Papi, forse all’ultima gara della carriera. «Al 90 per cento smetto – dice lo schiacciatore – ma deciderò fra qualche settimana». MOLFETTA-PERUGIA (f.v. - an.me.) Non recupera Despaigne, Di Pinto insiste con Hierrezuelo al palleggio e Torres opposto, Candellaro e Bossi al centro, Noda Blanco in coppia Sket in banda e Romiti libero a presidiare la seconda linea. Nella Sir il sestetto iniziale potrebbe essere con Paolucci-Atanasijevic, ButiBarone, Fromm-Maruotti, Giovi libero. MODENA-MACERATA (p.r. m.giu.) Parmareggio al
Filippo Lanza, 24 anni, schiacciatore dell’Itas TARANTINI
completo nella giornata in cui deve vincere per mantenere il secondo posto. Formazione con Ngapeth e Petric titolari. Lube che difende la sua imbattibilità che dura da dieci giornate e dà l’assalto al secondo posto di Modena. Per farlo si affida all’ex Ricardinho che giocherà in diagonale con Sabbi. Sestetto completato da PodrascaninStankovic, Kurek-Parodi e Paparoni libero. MONZA-PADOVA (giu.ma. - ma.s.) Monza costretto a fare i conti con gli infortunati (Botto e Bonetti out; Elia e Wang non al 100%); lo schiacciatore russo Botin alla prima da titolare. Diagonale Jovovic-Padura Diaz, centrali Gotsev-Vigil Gonzalez, bande Galliani-Botin, libero De Pandis. Padova cerca riscatto dopo il ko dell’andata. Formazione: Orduna-Giannotti, Quiroga-Rosso, Mattei-Volpato e Balaso libero. SANSEPOLCRO-VERONA (an.me. - r.pu.) Spazio alla linea verde nell’Altotevere con staffette in regia tra Kaszap e
Corvetta e tra Teppan e Maric nel ruolo di opposto. Ha recuperato Baroti dall’infortunio alla caviglia, ma l’ungherese parte dalla panchina. Spazio anche per Dolfo, Franceschini e il libero Lensi. All’inizio dovrebbero giocare Kaszap-Maric, MazzoneAganits, Della Lunga-Randazzo, Tosi libero. Calzedonia, sicura del quinto posto, insegue il record di punti in serie A ora uguagliato a quota 44. Giani schiera Coscione-Gasparini, Deroo-Sander, Zingel-Anzani, Pesaresi libero. RAVENNA-MILANO (s.cam. - c.mus.). Cmc per trovare i 3 punti che darebbero la certezza del 7° posto. Sestetto consueto per Kantor: Cavanna-Renan, Cester Mengozzi, Cebulj Koumentakis con Bari e Goi liberi. L’obiettivo di Milano è assicurarsi il dodicesimo posto finale con una vittoria. Tutti i titolari presenti. CLASSIFICA Trento 62*, Modena, Macerata 57, Perugia 48, Verona 44, Latina 41, Ravenna 32, Molfetta 31, Piacenza 25*, Monza 20, Padova 15, Milano 11, Sansepolcro 10. (Una in più)
Quarti, gara -1: Bergamo ci prova Novara rimonta con Barun e Hill NOVARA-BERGAMO 3-1 ( 18-25, 25-21, 25-15, 25-21) IGOR GORGONZOLA NOVARA: Klineman 13, Guiggi 10, Signorile 1, Hill 17, Chirichella 11, Barun 23; Sansonna (L), Zanette, Alberti, Partenio, Bonifacio. N.e.: Kim. All. Pedullà. FOPPAPEDRETTI BERGAMO: Loda 4, Melandri 7, Plak 28, Blagojevic 7, Paggi 3, Radecka 5; Merlo (L). Mambelli, Sylla 8, Mori, Deesing. All.: Lavarini. ARBITRI: Zavater, Valeriani. NOTE Spettatori 3200 circa. Durata set.: 26’, 27’, 24’, 29’. tot.: 106’. Igor Novara: battute sbagliate 11, vincenti 8, muri 9, errori 6. Foppapedretti Bergamo: b.s. 9, v. 6, m. 7, e. 6. NOVARA (a.c.) Bergamo mette paura a Novara nella gara di esordio dei play off. L’ottava della stagione regolare non ha timori reverenziali nei confronti della capolista e, trascinata da una grandissima Plak (16 punti nei primi due set), accarezza anche il sogno dell’impresa. Lo fa aggiudicandosi il primo set d’autorità e portandosi sul 6-12 nel quarto parziale. Alla distanza, però, la qualità e l’esperienza di Novara fa la differenza e con Barun e Hill trova la grande rimonta, che si completa con il 25-21che vale il 3-1. Domenica prossima gara due. IL PROGRAMMA Domani (ore 19, dir. GazzettaTv) Casalmaggiore-Montichiari, (17) Modena Conegliano. Giovedì (20.30): Piacenza-B.Arsizio. PROMOSSA IN A-1 Per la prima volta una squadra femminile del Trentino Alto Adige sbarca in A-1. E’ il Volksbank Sudtirol Neruda di Bolzano di coach Fabio Bonafede che, superando 3-0 (25-12, 25-23, 25-13) il Filottrano, conquista la massima serie con due giornate d’anticipo.
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Ciclismo R In Belgio la 99a edizione della classica del pavé
Il Fiandre cerca il nuovo re Kristoff-Degenkolb, la sfida
1Il norvegese è in forma super, il tedesco s’è nascosto dopo il trionfo a Sanremo Senza Cancellara e Boonen mancano i fari della corsa. E Wiggins spinge Thomas
Ciro Scognamiglio INVIATO A BRUGES (BELGIO) cscognamiglio@gazzetta.it
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l maxi-tendone che ieri mattina stavano finendo di allestire sul Paterberg, l’ultimo Muro da affrontare prima del traguardo, è quello dei vip. Servono almeno 250 euro per il pass dei sogni, che dà diritto a una delle più belle viste sul Giro delle Fiandre. E – dettaglio non banale – fa scorrere a fiumi lo champagne. Dicono che trovarne uno sia un’impresa. La Ronde è un modo magnifico per residenti, turisti e tifosi — l’attesa parla di un milione di spettatori e della possibile presenza del re del Belgio — di passare la domenica di Pasqua nella regione, dove ciclismo e ciclisti sono letteralmente idolatrati. Anche se per la prima volta dall’alba degli anni 2000 di Tom Boonen e Fabian Cancellara (3 vittorie a testa dal 2005) ci saranno solo le (lunghe) ombre. CAMBIO «Un Fiandre senza di loro – abbiamo sentito dire – è come Real Madrid-Barcellona senza Cristiano Ronaldo e Lionel Messi o Wimbledon senza Roger Federer e Rafa Nadal. Ma è sempre del Fiandre che stiamo parlando». «Ricordate – altra voce orecchiata per strada – l’ultima finale dei Mondiali di calcio, Germania contro Argentina? I centravanti titolari erano Klose e Higuain ma la partita l’ha decisa Gotze, un ragazzo di 22 anni che partiva dalla panchina…». E allora il senso è chiaro: onore e tutti gli occhi per chi c’è, anche perché il Giro delle Fiandre numero 99 è uno dei più incerti degli ultimi anni e potrebbe finire per essere ricordato come quello della svolta. Tecnica e anche generazionale. NOMI C’è solo un corridore al via che sa davvero come si vince la Ronde: è Stejin Devolder, primo nel 2008 e nel 2009, orfano alla Trek di capitan Cancellara. Ma ha 35 anni e non parte in primissima fila. Nessuno dei nomi più gettonati in realtà ha compiuto trent’anni e tutti hanno qualcosa di interessante da mettere sul piatto. Geraint Thomas (28) è l’ex fenomeno dell’inseguimento che rincorre il primo grande successo di una carriera in fase ascendente e dalla sua parte ha un luogotenente extralusso come Bradley Wiggins. John Degenkolb (26) si è nascosto dopo la Sanremo, ma potenzialmente può realizzare una doppietta con la Classicissima quasi impossibile: l’unico ad averla centrata è Eddy Merckx, nel 1969 e nel 1975. Alexander Kristoff (27) si è permesso un tris consecutivo di successi alla Tre Giorni di La Panne (più classifica finale) come nessuno mai. Zdenek Stybar (29) è stato già il massimo nel ciclocross e, senza Boonen al fianco, sarà libero di sbranare Muri e pavé. Peter Sagan (25) ha l’ennesima occasione di togliersi dalle spalle la scimmia delle zero vittorie nelle classiche monumento, nonostante l’uscita di scena di Bjarne Riis dal team (e quella annunciata del secondo sponsor Saxo Bank). Chissa che la minore pressione non gli possa far bene, anche se ha candidamente am-
LA CHIAVE
Sagan insegue la prima grande vittoria e la tranquillità dopo la bufera Tinkov-Riis Stybar, mago del cross, avrà al suo fianco tutta la Etixx. I belgi non hanno un vero leader
messo di non avere ancora capito perché si fosse improvvisamente spento nel finale di Harelbeke. E attenzione: mentre delle speranze italiane (non vinciamo da Ballan 2007), da Paolini in giù, parliamo a parte, eccetto Devolder non abbiamo nominato neppure un belga… CASA Il totem Boonen è un’assenza pesante ma anche un’opportunità per i padroni di casa. Nessuno si è ancora dimostrato all’altezza di un personaggio in effetti difficilmente imitabile, per carisma e risultati, ma la vittoria in un Fiandre sarebbe un buon modo per scacciare la nostalgia. A Vanmarcke (la sua Lotto-Jumbo non ha ancora vinto quest’anno), a Van Avermaet, a Roelandts, a Vandenbergh (mentre i cugini olandesi rispondono con Boom e Terpstra) il popolo che batte bandiera nera, gialla e rossa chiede il definitivo salto di qualità. Anche se a bordo strada andrà per la maggiore il drappo giallo con il famoso leone, simbolo delle Fiandre. Nonostante l’aggiunta
di due Muri, il percorso non si discosta molto da quello degli ultimi anni che ha messo da parte il mito-Grammont, ma non il perfido Koppenberg, quello per cui il nostro Bonifazio ha chiesto piccozza e ramponi: il via dalla bellissima piazza del Mercato di Bruges, gremita fin dall’alba, l’arrivo meno affascinante di Oudenaarde dopo 265 chilometri e 19 muri, con il circuito finale che offre per due volte la sequenza taglia-gambe Oude Kwaremont-Paterberg. E una chicca: occhio a chi passa in testa al chilometro 34, villaggio di SintEllois-Winkel: avrà in premio l’equivalente in litri del proprio peso di pregiata birra belga… Il tutto in mezzo a quelle stradine di campagna così piccole e strette che alla vigilia fai sempre fatica a credere come ci possa passare una corsa così grande. E in mezzo a una folla da stadio. Invece succede ogni anno: è la meraviglia che alimenta il fuoco della leggenda. Si chiama Ronde Van Vlaanderen, e si traduce Giro delle Fiandre. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Da sinistra: Alexander Kristoff, 27 anni, in azione al Fiandre 2014, chiuso al 5° posto, e John Degenkolb, 26, vincitore dell’ultima Sanremo BETTINI
DOMENICA 5 APRILE 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
DA BRUGES A OUDENAARDE: 19 MURI, 264,2 KM Muro 1 Tiegemberg 2 Oude Kwaremont*
Km 87
Lunghezza Pendenza 5,6- 9% 750 m
112
2200 m
4-11,6%
3
Kortekeer
122
1000 m
6-17,1%
4
Eikenberg*
130
1200 m
5,2-10%
133
645 m
7,9-17,3%
5
Wolvenberg
6
Molenberg*
146
463 m
7-14,2%
7
Leberg
166
950 m
4,2-13,8%
8
Berendries
170
940 m
7-12,3%
9
Valkenberg
176
540 m
8,1-12,8%
186
1000 m
5,5-9%
10 Kaperij
LA GUIDA: RAI3 DALLE 14.30, RAISPORT2 DALLE 12.10
Muro 11 Kanarieberg 12 Oude Kwaremont*
Km 194
13 Paterberg* 14 Koppenberg*
213
360 m 12,9-20,3%
220
600 m
11,6-22%
225
700 m
5,3-6,7%
210
Lunghezza Pendenza 7,7-14% 1000 m 2200 m
4-11,6%
15 Steenbeekdries 16 Taaienberg*
227,5
530 m
6,6-15,8%
Kruisberg*
238
2500 m
5-9%
247,5
2200 m
4-11,6%
17
18 Oude Kwaremont* 19 Paterberg*
251
360 m 12,9-20,3%
*In pavé, per complessivi 8.270 metri GDS
Devolder con il n° 1 L’Italia ha anche Gatto Viviani e Cimolai Il 99° Giro delle Fiandre si corre oggi da Bruges (partenza alle 10.15) a Oudenaarde: 264,2 km. Al via 199 corridori di 25 team. Questi i migliori: 1 Devolder (Bel), 4 Rast (Svi), 6 Sergent (N.Zel); 11 Terpstra (Ola), 12 Keisse (Bel), 15 Stybar (Cec), 16 Trentin, 17 Van Keirsbulck (Bel); 21 Roelandts (Bel), 22 Bak (Dan), 26 Debusschere (Bel), 27 Greipel (Ger); 31 Vansummeren (Bel); 41 Boom (Ola), 45 Grivko (Ucr); 51 Van Avermaet (Bel), 52 Burghardt (Svi), 55 Oss, 56 Quinziato, 57 Schär (Svi); 64
Demare (Fra), 66 Ladagnous (Fra); 71 Sy. Chavanel (Fra), 72 Devenyns (Bel), 74 Haussler (Aus), 78 Brandle (Aut); 81 Pozzato, 82 Bonifazio, 83 Cimolai, 84 Modolo, 88 Ferrari; 92 Gadret (Fra), 93 Lobato (Spa), 98 Ventoso (Spa); 103 Durbridge (Aus), 106 Keukeleire (Bel); 114 Langeveld (Ola), 115 Marangoni; 121 Degenkolb (Ger), 122 Arndt (Ger), 124 De Backer (Bel); 131 Kristoff (Nor), 132 Guarnieri, 135 Paolini, 136 Porsev (Rus); 141 Vanmarcke (Bel), 144 Tankink (Ola), 145 Tjallingii (Ola), 146 Van Asbroeck (Bel); 151 Wiggins (Gb), 152 Eisel (Aut), 153 Viviani, 155 Puccio, 157 Stannard (Gb), 158 Thomas (Gb); 161 Sagan (Slk), 163 Breschel (Dan), 167 Tosatto; 171 Gatto, 172 Bandiera, 173 Chicchi, 174 Dall’Antonia, 175
Paolini c’è «Pronto a sfruttare l’occasione» R
icordare oggi che, Belgio a parte, nessun’altra Nazione ha vinto tanti Giri delle Fiandre quanto l’Italia (10) sembra più che altro un velleitario atto di fede. Eppure dall’impresa di Luca Paolini nell’ultima Gand-Wevelgem spazzata da vento e pioggia (oggi il meteo è atteso più clemente) sono passati soltanto sette giorni e un po’ di coraggio la cosa c’è lo dà. A due «coppie di fatto» – gli amici per la pelle Paolini e Pozzato, i trentini Oss e Trentin – affidiamo le nostre carte migliori della vigilia. Con una menzione pure per i veneti Marco Marcato e Oscar Gatto, quest’ultimo capitano dell’Androni che è l’unico team italiano al via oltre alla Lampre. LUCA E PIPPO «Non me ne rendo neanche conto – racconta Paolini, 38enne comasco della Katusha, il più anziano oggi al via dopo il 40enne Tosatto —. Non è facile da raccontare, eppure è come se ogni anno che passa avessi più controllo di me stesso, più passione. Sono stupito e contento allo stesso tempo di questa condizione su-
Q
no Stybar, Terpstra e Vandenbergh: è a loro che tocca non far rimpiangere il capitano. «Io sto bene e sono pronto a prendere qualche responsabilità in più: penso che dovrò giocare d’anticipo» dice Matteo, 3° ad Harelbeke, papà da poco più di due mesi e fresco di laurea, il 24 marzo, in Scienze Motorie. E poi c’è il conterraneo Daniel Oss: è la spalla di Van Avermaet alla Bmc (c’è l’ex Cadel Evans con loro, è arrivato ieri in versione tifoso), ma è stato il migliore dei suoi nell’epica Gand-Wevelgem (8°) ed è pronto a giocare — almeno in partenza — da seconda punta. ci.sco.
uesto Fiandre assomiglia un po’ alla Sanremo. Ehi, non sono impazzito! Questi due Monumenti restano tecnicamente diversissimi, eppure l’assenza di Boonen e Cancellara concede a tanti la possibilità di sognare in grande. Senza quei due si respirerà un’emozione nuova in gruppo. Niente è scritto. C’è un ribaltamento di ruoli in vista: squadre come Trek e Etixx-Quick Step avrebbero avuto il ruolo di tenere in pugno la corsa per Fabian e Tom, mentre ora dovranno cercare di attaccare, di mescolare le carte. Invece, i team che avrebbero dovuto muoversi da lontano potrebbero avere un interesse opposto. Vedi Sky, con Thomas che è uno dei favoriti. Ma avranno la forza di controllare la gara? Ci sarà confusione! Potrebbe essere la giornata in cui leader si diventa strada facendo, nel senso che chi sta davanti ha ragione. Mi spiego: se a 80 km dall’arrivo si forma una fuga importante di 20 corridori in cui le migliori squadre sono rappresentate… chi tira dietro? Sarà un Fiandre interessante: e in questo scenario Paolini, Trentin e Oss possono sperare.
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Luca Paolini, 38 anni, all’attaco sul pavé nella vittoriosa Gand-Wevelgem di domenica scorsa BETTINI
GLI ITALIANI
Pozzato, 2° nel 2012, è il leader della Lampre, ma non spreca proclami: «Niente male» Oss è il più in forma della Bmc, ma deve proteggere Van Avermaet. Attenti a Trentin
mitato a dire dopo l’ultima ricognizione sui Muri. E in effetti, nel suo caso, tocca più che mai far parlare i risultati che da tempo mancano. MATTEO E DANIEL Matteo Trentin e Daniel Oss sono invece le facce dell’Italia che parte in seconda fila e spera di mettere la freccia. È da quando è passato professionista che Trentin è nel gruppo Quick Step, la più belga delle squadre, per la quale il Fiandre vale più del Mondiale. Nel 2015 gli uomini in maglia Etixx hanno sì vinto più di tutti (18), ma al Nord non sono ancora arrivati successi di rilievo. E l’assenza di Boonen è pesante. Oltre a Trentin, ci so-
I GRANDI ASSENTI
DA DOMANI
Tom&Spartacus, la strana giornata da orfani 1Boonen: «Odio guardare le corse in tv,
con la mia famiglia. Sento dire che senza di me e Fabian la corsa sarà più aperta. Non è vero. Ogni squadra ha un leader in forma, la gara si farà per loro. Mi sono allenato con i miei compagni della Etixx e stanno bene. E lasciatemi dire, dopo aver vinto molte classiche allo sprint: uno come Kristoff bisognerà eliminarlo prima, altrimenti…».
ma stavolta lo farò». Cancellara: «Alla Trek manca il generale, non certo i soldati»
INVIATO A BRUGES
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giganti non ci sono e non sembra vero. L’ultimo Giro delle Fiandre senza Boonen e Cancellara era quello del 2001: l’euro ancora doveva apparire nei portafogli, a Sanremo vincevano Elisa (il Festival) e Zabel (la Classicissima), twitter e facebook neppure esistevano. Poi per Tom (dal 2002) e Fabian (dal 2003) una domenica di aprile è sempre coincisa
DONNE Oggi si corre anche il Fiandre femminile, 3a prova di Coppa del Mondo. Favorite: la britannica Armitstead, l’olandese Van Dijk (1a nel 2014) e la francese iridata FerrandPrevot. Per l’Italia: Longo Borghini, Bronzini, Scandolara, Ratto, Cecchini, Guderzo, Bastianelli e Valsecchi.
ETIXX E TREK DEVONO MESCOLARE LE CARTE
«Parto per aiutare Kristoff, però...»
per». Paolini ha la «sfortuna» di trovarsi nella stessa squadra di Kristoff, che già alla Sanremo ha letteralmente portato in braccio fino alla volata conclusa dal norvegese al secondo posto. «Il Fiandre è una corsa dove ti puoi spegnere da un momento all’altro – continua Paolini, 3° nel 2007 – e i patti sono chiari: se Alexander sarà in giornata io sarò lealmente al suo fianco. E così mi sono anche tolto la pressione… Allo stesso tempo, dovrò essere pronto a cogliere le opportunità che la corsa mi darà». Piccola parentesi di mercato: ieri l’agente di Paolini, Alex Carera, si è visto con il manager Ekimov per discutere il rinnovo di contratto. Incontro lungo, quasi 3 ore, parti non lontane ma accordo non ancora trovato. Tornando alla corsa, Filippo Pozzato vive una situazione diversa da quella di Paolini: nel senso che la sua leadership in casa Lampre-Merida sulla carta è chiara mentre è la forma, dopo la febbre che lo ha colpito all’arrivo in Belgio, che va verificata. È del 33enne vicentino il miglior risultato di un italiano al Fiandre negli ultimi anni (secondo nel 2012, su questo percorso): «Non male», si è li-
Frapporti, 176 Nardin, 178 Taborre; 181 Archbold (N.Zel), 187 Thurau (Ger); 202 Goss (Aus), 203 Ciolek (Ger), 204 Farrar (Usa); 211 De Vries (Ola), 213 Hoogerland (Ola); 221 Bernaudeau (Fra); 238 J. Wallays (Bel); 243 Antonini, 245 Marcato, 246 Selvaggi. IN TV: Rai3 dalle 14.30 alle 17.10, RaiSport2 dalle 12.10 alle 14.30, dalle 17.05 alle 17.30; Eurosport dalle 12.30.
LO SCATTO DEL BETTO di PAOLO BETTINI
1Il vincitore della Gand-Wevelgem: INVIATO A BRUGES (BELGIO)
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con l’impegno della Ronde. Trovarsi liberi non era qualcosa di previsto, neppure quest’anno. Maledetti infortuni. Ma non cercarteli lo stesso sul percorso: salvo sorprese dell’ultima ora, non ci saranno se non attraverso cori, striscioni e pensieri. CASA «Detesto guardare le corse di ciclismo alla televisione – ha detto Boonen – e il Fiandre sarà ancora peggio dopo tredici partecipazioni consecutive. Ma è quello che farò, sarò a casa
Fabian Cancellara e Tom Boonen all’attacco al Fiandre 2010: 1° lo svizzero, 2° il belga BETTINI
SPARTACUS ARMY Non sarà a casa, ma comunque in Svizzera, Fabian Cancellara. «Il generale non c’è, ma non per questo mancano i soldati», ha detto l’elvetico a proposito della sua Trek. E, non a caso, il team per il Giro delle Fiandre si è auto-ri-
battezzato «Spartacus Army» in onore proprio di Cancellara. Venerdì un suo fan club ha organizzato comunque un evento sul Vecchio Quaremont, c’erano più di trecento persone e Fabian è apparso in video. Oggi, quando il Fiandre entrerà nel vivo (ultimi 60 chilometri), si collegherà con il profilo twitter della squadra e commenterà la corsa in diretta. Lui e Tom – conoscendoli – stanno già contando i giorni che mancano al Fiandre (e alla Roubaix) dell’anno prossimo. L’ultima cosa che vogliono è che la loro epopea al Nord (dal 2005, 13 successi in due su 20 edizioni) finisca così. ci.sco. © RIPRODUZIONE RISERVATA
«Paesi Baschi» con Quintana Rientra Ulissi ● Scatta domani da Bilbao il Giro dei Paesi Baschi. Sei tappe, chiusura sabato ad Aia, con una crono di 18,3 km. Lo scorso anno ci fu il trionfo di Alberto Contador, leader dall’inizio alla fine. Quest’anno Nairo Quintana è il grande favorito per la vittoria finale. Il colombiano dovrà vedersela soprattutto con Majka, Van Garderen, Peraud, Rodriguez. Al via, oltre all’iridato Kwiatkowski, Diego Ulissi al rientro in corsa dopo lo stop per la vicenda salbutamolo al Giro. Non correva dal 16 settembre scorso. L’intervista a Ulissi su Gazzetta.it
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Formula 1 R Dopo il trionfo in Malesia
DOMENICA 5 APRILE 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
Giovanni Cortinovis
TACCUINO
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on sappiamo se Sebastian Vettel abbia mai letto Giovanbattista Vico (filosofo e giurista, Napoli 1668-1744), ma dovrebbe farlo se crede alla teoria dei corsi e ricorsi storici. Questa formulazione di pensiero sostiene che la storia sia caratterizzata dal ripetersi continuo di cicli e gli ultimi accadimenti nel Mondiale di Formula 1 paiono dimostrarlo. BIS-TURBO Partiamo dal successo di domenica a Sepang con la SF15-T spinta dal motore V6 turbo. Era dal 1988, quando Gerhard Berger si impose nel GP d’Italia a Monza, che una rossa non vinceva una gara con un propulsore turbo: quel giorno, sul circuito brianzolo l’austriaco era al volante della F187/88 C. Ebbene, nel giugno scorso, per un evento promozionale al Red Bull Ring (Austria) si ritrovarono in pista Berger al volante della F187/88C e Vettel con la RB8 del suo terzo Mondiale. Dopo alcuni giri i due si scambiarono i sedili e Sebastian potè guidare la sua prima Ferrari di Formula 1: non poteva immaginare che 9 mesi dopo avrebbe interrotto l’astinenza di successi del Cavallino, sia assoluta (22 mesi) che per i turbo (27 anni). COME KIMI Un altro segnale è l’incredibile somiglianza con le battute iniziali della stagione 2007: quell’anno Kimi Raikkonen, all’esordio con la Ferrari come del resto Vettel oggi, iniziò il campionato con un successo (al primo GP) e un 3° posto. In quelle due gare salirono con lui sul podio i piloti dello squadrone McLaren: Fernando Alonso rimediò un 1° e
2007 KIMI IRIDATO PER UN PUNTO
2015 SEB, L’INIZIO È DA MONDIALE
MOTOGP
● Nel 2007 Kimi Raikkonen debutta sulla Ferrari vincendo in Australia e arrivando 3° in Malesia. Nel corso della stagione conquista altri 5 successi e altri 10 podi complessivi: il Mondiale è suo per un punto su Hamilton e Alonso AFP
● Nel 2015 Sebastian Vettel debutta sulla Ferrari arrivando 3° in Australia e vincendo in Malesia, con una SF15-T che sta dimostrando di poter dare fastidio alle Mercedes. L’obiettivo è interrompere il digiuno iridato che dura dal 2007 (Raikkonen) EPA
● Sembra iniziata bene la convalescenza di Dani Pedrosa, operato venerdì scorso a Madrid dal dottor Angel Villamor per risolvere la sindrome compartimentale all’avambraccio destro. Il pilota Honda, che oggi si sottoporrà a una prima visita di controllo, ha dichiarato uscendo dall’ospedale: «Un passo alla volta, vediamo come procederà e di conseguenza se il rientro sarà rapido o lento».
Vettel e la Ferrari La strada è giusta lo dicono i numeri 1Il tedesco ha esordito con due podi, come
Fangio e Raikkonen, poi campioni del mondo
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● Anni tra l’ultima vittoria Ferrari della vecchia era turbo (Berger, Monza ‘88) e il primo successo con i nuovi V6 sovralimentati (Vettel, Sepang ‘15)
un 2° posto e Lewis Hamilton un 2° e un 3°. Guarda caso gli stessi risultati ottenuti quest’anno rispettivamente da Hamilton e Nico Rosberg, alfieri dello squadrone Mercedes. Aiutato dalle baruffe in casa McLaren, all’epoca Raikkonen beffò entrambi in volata pren-
dendosi la corona iridata con un solo punto di vantaggio in classifica. Vettel e i ferraristi sperano che la scena finale possa essere identica. CINQUINA Con due podi nei primi 2 GP con la Ferrari, Vettel ha fatto meglio di molti miti
ferraristi: Michael Schumacher incassò un ritiro e un 3° posto (primo successo al 7° GP), Niki Lauda (primo successo al 4° GP) e Alberto Ascari un 2° posto e un ritiro a testa. I soli, oltre a Vettel e Raikkonen, ad aver ottenuto 2 podi nelle prime 2 uscite in rosso sono stati José-Froilan Gonzalez nel 1951, Juan Manuel Fangio nel 1956 e Phil Hill nel 1958. L’argentino Gonzalez (2° e 1°) e lo statunitense Hill (due volte 3°) però esordirono in Ferrari solo a stagione inoltrata, quando era ormai troppo tardi per lottare per il titolo. Fangio, invece, aprì l’annata 1956 con la vittoria al GP Argentina e il 2° posto a Montecarlo, ma sempre condividendo l’auto con un compagno. Grazie a questi risultati il Maestro si aggiudicò il suo 4° Mondiale. E poiché anche Raikkonen vinse il Mondiale grazie ai primi 2 podi, l’auspicio è che abbia ragione il proverbio «non c’è due senza tre». © RIPRODUZIONE RISERVATA
Pedrosa dimesso
MARKO (RED BULL)
«Motore nostro? No» ● Helmut Marko, capo del Motorsport Red Bull, si è soffermato sul rapporto con Renault: «Siamo molto indietro rispetto alle Mercedes e con un numero limitato di interventi sul propulsore è impossibile colmare il gap. Questa situazione comunque continuerà sino al prossimo cambio di regole». Marko ha escluso la cessione della Red Bull o che quest’ultima possa fabbricarsi un motore in proprio: «Continuiamo a essere costruttori di telai. Non consideriamo queste due opzioni. Abbiamo un contratto con Renault».
Formula 1 R Trend negativo
DOMENICA 5 APRILE 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
STORIE GAZZETTA
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CONTENUTO PREMIUM
Quel formidabile... ● 1. Michele Alboreto (1956-2001) 2. Giovanna Amati, 52 anni, nel 2015 dovrebbe correre il Tricolore GT; 3. Enrico Bertaggia, 50, dirige una scuola di pilotaggio a Las Vegas; 4. Alex Caffi, 51, esperto immobiliare; 5. Ivan Capelli, 51, telecronista e presidente dell’Ac Milano; 6. Andrea De Cesaris (1959-2014); 7. Nicola Larini, 51, si divide tra le gare endurance e un negozio di bici; 8. Pierluigi Martini, 53, fa trading finanziario; 9. Stefano Modena, 51, collaudatore Bridgestone; 10. Gianni Morbidelli, 47, corre nel Tcr; 11. Emanuele Naspetti, 47, a processo per bancarotta fraudolenta; 12. Riccardo Patrese, 60, si dedica all’equitazione; 13. Gabriele Tarquini, 53, corre nel Wtcc; 14. Alex Zanardi, 48, si divide tra auto e handbike ANSA-GETTY-LE BARDE-COLOMBO
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1992
Riccardo Patrese (Williams) vince il GP Giappone ‘92
CHE NOSTALGIA I 14! QUANDO MEZZA F.1 PARLAVA ITALIANO UN ANNO-RECORD, POI IL DECLINO DELLA NOSTRA SCUOLA DI PILOTI. ORA AGGRAPPATA A MARCIELLO
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orreva l’anno 1992. L’Italia firma il Trattato di Maastricht, che dà il via libera all’Europa unita, ma al suo interno attraversa uno dei momenti più difficili della sua storia. Basti pensare a Tangentopoli e agli attentati a Falcone e Borsellino. Anche la Ferrari è in crisi nera: non vince il Mondiale da 13 anni e, proprio nel ’92, incappa in una delle peggiori stagioni della sua storia, con zero vittorie. Ma c’è anche un record positivo: è quello legato al numero dei piloti italiani in F.1. Ben 14, come già nel 1989 e nel 1990. D’accordo, ci sono molte più squadre rispetto ad oggi, girano parecchi più soldi. Però il primato rimane. E assume ancora maggior valore se lo confrontiamo con il desolante panorama odierno: per la quarta stagione consecutiva, infatti, non c’è alcun pilota italiano nella massima serie automobilistica. Gli ultimi ad aver preso parte a un gran premio sono stati Jarno Trulli e Tonio Liuzzi, a Interlagos 2011. Raffaele Marciello promette bene, ma sinora ha disputato solo le prove libere con la Sauber. Tornando al 1992, cosa fanno adesso, a distanza di 23 anni, i protagonisti di quel record?
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CAVALLI…VERI Solo tre attualmente non si occupano di motori. Uno di questi è Riccardo Patrese, l’unico italiano a vincere un gran premio nel ’92, a Suzuka con la Williams. A 60 anni Patrese si divide tra Montecarlo e Padova, dove la moglie ha una clinica, vivendo sostanzialmente di rendita. I brividi non arrivano più dai cavalli delle macchine, ma dai… purosangue. Da molti anni si è appassionato infatti all’equitazione, seguendo le orme delle figlie. «Un giorno Maddalena e Beatrice stavano facendo una gara: ad ogni ostacolo mi stava per venire un infarto, non respiravo più, davvero un’ansia tremenda». Addirittura più della F.1? «Sì. In macchina dipendeva tutto da me, seguendo le mie figlie che fanno sport mi sento invece inerme…». Pierluigi Martini, 53 anni, nel ’92 due sesti posti con la Dallara e una parentesi recente nella Superstars, ha invece puntato tutto sul trading finanziario: «Ho iniziato a gestire così i miei risparmi quando ancora correvo, adesso è diventato un lavoro». Alex Caffi, 51 anni, una comparsata nel ’92 con la Andrea Moda, ha da poco lasciato i motori (le ultime apparizioni, nel 2013, sono state alla Dakar e nella Formula Truck brasiliana, su Iveco) per concentrarsi sugli affari immobiliari.
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IL RACCONTO di MAURO CASADIO
INIZIA TANGENTOPOLI E LA MAFIA UCCIDE FALCONE E BORSELLINO ● Nel 1992, mentre i giovani di allora ascoltano «Hanno ucciso l’uomo ragno» degli 883, la mafia uccide l’europarlamentare Salvo Lima e i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Ma non è l’unica emergenza italiana. Il 17 febbraio il socialista Mario Chiesa, direttore del Pio Albergo Trivulzio, viene arrestato dopo aver ricevuto una tangente di 7 milioni di lire: è il primo atto dell’inchiesta Mani Pulite che segna l’inizio di Tangentopoli. Oscar Luigi Scalfaro viene eletto presidente della Repubblica al posto del dimissionario Cossiga, mentre negli Stati Uniti comincia l’era Clinton.
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nista. Gabriele Tarquini, 53 anni, nel ’92 con la Fondmetal, ha iniziato un’altra stagione nel Mondiale Turismo, con la Honda Civic italiana del Team Jas. Alex Zanardi, 48 anni, nel ’92 protagonista di un’esperienza poco felice con la Minardi, corre con la Bmw Z4 nella Blancpain Endurance Series e continua a dedicarsi all’handbike: quest’anno farà i Mondiali a Nottwil (Svizzera), in proiezione Olimpiade di Rio 2016. In più, sarà il primo disabile al mondo a disputare una gara di endurance con due piloti normodotati: succederà alla 24 ore di Spa (25-26 luglio), su una Bmw Z4 GT3. Ivan Capelli, 51 anni, nel ’92 sulla disastrosa Ferrari F92A, è commentatore tecnico della F.1 per la Rai nonché presidente dell’Ac Milano. LUCI E OMBRE Gianni Morbidelli, 47 anni, nel ’92 sulla Minardi, e Nicola Larini, 51 anni, nel ’92 ferrarista per due gran premi, hanno costruito una nuova carriera nelle ruote coperte. Morbidelli in questa stagione disputa la nuova serie Tcr con una Honda Civic del team WestCoast (andando già sul podio nella prima tappa, a Sepang); Larini invece debutterà a fine aprile nel campionato tedesco endurance Vln, sul mitico Nordschleife, con un’Alfa Giulietta Quadrifoglio Verde del team Giudici. «Non solo — racconta Larini —: ho anche un negozio di bici a Lido di Camaiore e sto pianificando un progetto legato alla biomeccanica, in cui dovrebbe essere coinvolto anche Alessandro Petacchi». Giovanna Amati, 52 anni, ultima donna a ricoprire il ruolo di pilota ufficiale in un team di F.1 (Brabham), dopo essersi lasciata alle spalle una carriera nello sci nautico sta provando a far di nuovo capolino nelle gare a quattro ruote: nel 2015 dovrebbe disputare il Tricolore GT con il team Gdl Racing. Stefano Modena, 51 anni, ex Jordan, fa il collaudatore per la Bridgestone, mentre Enrico Bertaggia, 50 anni, carneade con la Andrea Moda, si è trasferito a Las Vegas, dove dirige una scuola di pilotaggio. Non sono buone invece le notizie che riguardano Emanuele Naspetti, 47 anni, ex March: è infatti a processo ad Ancona per bancarotta fraudolenta. E Michele Alboreto e Andrea De Cesaris guardano tutti da lassù. © RIPRODUZIONE RISERVATA
L’UNICA SPERANZA Raffaele Marciello, 20 anni, ha disputato le libere dello scorso GP Malesia con la Sauber COLOMBO
SEMPRE SULLA BRECCIA Gli altri sono tutti immersi ancora nelle quattro ruote: chi gareggia, chi fa il collaudatore, chi il manager e telecro-
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Basket R Serie A: la 25a giornata
L'ANALISI di VINCENZO DI SCHIAVI
SPLENDORI E MISERIE DELL’ARISTOCRAZIA
I
l venerdì di passione certifica l’eliminazione in Top 16 di Milano, l’ultima nostra squadra rimasta (teoricamente) in corsa in una coppa europea. La Pasqua dunque, a livello continentale, non fa rima con resurrezione per i nostri club. Delle 7 italiane in corsa tra Eurolega, Eurocup ed Eurochallenge, nessuna ha scollinato la primavera concedendosi reali chance di finale. Riflettiamo su questa pochezza. Perché non è accessoria se si ambisce al salto di qualità di tutto il sistema. Nel frattempo vorremmo sapere, a 5 giornate dalla fine, chi è l’anti Milano perché non ci è ancora chiaro. Venezia? Non batte mai una big. Reggio Emilia? Se si svuota l’infermeria. Sassari? Vatti a fidare... Di sicuro è questa la nuova ed emergente aristocrazia ispirata da orizzonti di grandeur. Sempre più proiettata verso l’Europa e sempre più lontana dalla dimensione della provincia. Ma a che punto è questa metamorfosi? Sul fronte tecnico e progettuale sono stati fatti passi da gigante. Venezia è un mix di giovani interessanti, americani dal buon pedigree e emotrasfusione senese. Ora basterebbe lasciare lavorare Recalcati in pace per poter raccogliere con profitto nel giro di un triennio. Il percorso di Reggio Emilia è chiaro: prendere i migliori giovani in circolazione da svezzare con l’aiuto di veterani di gran nome. Che andrebbero però presi sani per poter essere competitivi anche sul breve periodo. Sassari, forse, è quella più avanti: per continuità e qualità del progetto e perché, rispetto alle altre, l’Eurolega l’ha già assaggiata. E a stare coi migliori si cresce più in fretta. Il vero, grande problema sono le infrastrutture dove siamo a zero o quasi. Tutte e tre hanno bisogno di un palasport più moderno, funzionale e, magari, redditizio. Sassari, che è una squadra regione, ha come modello la Ewe Arena di Oldenburg che vive anche durante la settimana coi suoi multiservizi. Landi, patron di Reggio Emilia, ha messo il palasport come pregiudiziale per il futuro, altrimenti non avrebbe senso investire. Per ora si parla di ristrutturazione del PalaBigi (sic!). Una Venezia che punta all’Europa (e pensate alle potenzialità del brand) dovrà andare oltre l’amato ma inadeguato Taliercio. Il nuovo palazzo è un vecchio pallino di Brugnaro. Che s’è dovuto candidare a sindaco per provare a spuntarla...
RISULTATI ENEL BRINDISI GIORGIO TESI GROUP PISTOIA
89 77
CONSULTINVEST PESARO VANOLI CREMONA
74 89
GRANAROLO BOLOGNA OPENJOBMETIS VARESE
86 78
BANCO DI SARDEGNA SASSARI 84 DOLOMITI ENERGIA TRENTO 92
GRISSIN BON REGGIO EMILIA 70 UMANA VENEZIA 67
ACQUA VITASNELLA CANTU' UPEA CAPO D'ORLANDO
ACEA ROMA SIDIGAS AVELLINO
PASTA REGGIA CASERTA EMPORIO ARMANI MILANO (domani,20)
81 72
93 67
CLASSIFICA SQUADRA EMPORIO ARMANI MILANO GRISSIN BON REGGIO EMILIA UMANA VENEZIA BANCO DI SARDEGNA SASSARI DOLOMITI ENERGIA TRENTO ENEL BRINDISI GRANAROLO BOLOGNA (-2) ACEA ROMA GIORGIO TESI GROUP PISTOIA VANOLI CREMONA ACQUA VITASNELLA CANTU' SIDIGAS AVELLINO UPEA CAPO D'ORLANDO OPENJOBMETIS VARESE CONSULTINVEST PESARO PASTA REGGIA CASERTA (-1)
PT 42 36 36 34 30 30 24 22 22 22 22 18 16 16 14 9
G 23 25 25 25 25 25 25 25 25 25 24 25 25 25 25 24
V 21 18 18 17 15 15 13 11 11 11 11 9 8 8 7 5
P 2 7 7 8 10 10 12 14 14 14 13 16 17 17 18 19
F S 2024 1672 1947 1849 1960 1834 2138 2021 2037 2031 1940 1866 1903 1960 1787 1825 1896 1918 1901 1919 1924 1897 1916 1972 1750 1862 2006 2091 1790 2058 1782 1926
PLAYOFF RETROCESSIONE
PROSSIMO TURNO DOMENICA 12/4, ORE 18.15 TRENTO-PESARO (11/4, 20.30 GAZZETTA TV) CAPO D'ORLANDO-BRINDISI (11/4, 20.30) MILANO-ROMA VENEZIA-CANTU'
VARESE-CASERTA CREMONA-BOLOGNA REGGIO EMILIA-SASSARI (20.30) AVELLINO-PISTOIA (13/4, 20)
Metta-show al Pianella e Cantù non fa sconti 1Parziale di 19-0, Capo d’Orlando asfaltata già nel primo quarto
Il Panda: «Ora so perché è diventato Kobe Bryant. E’ cresciuto qui» CANTU’
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C. D’ORLANDO 67 (29-11, 49-24; 73-51) ACQUA VITASNELLA CANTU’: Johnson-Odom 8 (2/4 0/3), Gentile 5 (2/5, 0/1), Jones 10 (5/5, 0/1), Buva 12 (6/11, 0/1), Shermadini 10 (5/6); Feldeine 15 (2/5, 3/4), Abass 5 (1/2, 1/2), Williams 9 (4/7), World Peace 19 (7/9, 1/4), Laganà, Bloise, Maspero. All.: Sacripanti. UPEA CAPO D’ORLANDO: Henry 12 (3/6, 2/5), Pecile 8 (1/3, 2/4), Campbell 11 (2/10, 1/3), Archie 13 (2/7, 3/3), Hunt 6 (2/5); Nicevic 8 (3/10), McGee 9 (3/7, 1/2), Karavdic, Bianconi (0/1 da 3). N.e.: Munastra, Strati. All.: Griccioli. ARBITRI: Mattioli, Sardella, Quarta. NOTE - T.l.: Can 10/12, Upea 8/9. Rimb.: Can 44 (Buva 8), Upea 27 (Campbell 8). Ass.: Can 21 (Johnson-Odom 8), Upea 23 (Henry 9). Progr.: 5’ 12-9, 25’ 3616, 25’ 60-36, 35’ 79-59. F. tecn.: Jones 6’47” (21-9). Spett.3666 per 47.688 euro.
Massimo Oriani INVIATO A CANTÙ
U
n lampo dal nulla. Metta World Peace che, a 35 anni suonati, si alza in volo come un Dequan Jones qualunque e affonda a canestro in tap in sulla sirena del primo tempo una tripla fallita da JohnsonOdom. Un fulmine che accende il Pianella ormai seminarcotizzato da una partita inesistente, nella quale al grande entusiasmo per il debutto casalingo di Metta World Peace si mischiava la tristezza per il saluto all’ex presidente Francesco Corrado, morto in settimana, il cui ricordo è ben vivo in chi sa, come era scritto sullo striscione esposto dagli Eagles, di essere qui grazie a lui, che salvò la società nei tempi più grami. SENZA STORIA La schiacciata del Panda è stato il punto esclamativo, la ciliegina sulla torta di 20’ stradominati da Cantù, che con un 19-0 mette in ghiaccio il match già nel 1° quarto. Tutto troppo facile contro una Capo d’Orlando inguardabile, alla quale non può bastare l’alibi delle assenze dei due senatori Basile e Soragna per non averci nemmeno provato. Non si salva nessuno dei siciliani, capaci di un 1° quarto da 1 di valutazione (a 46). Eppure
questa poteva essere la classica «partita trappola» per Cantù, emotivamente spremuta dopo aver gettato al vento in 16” due punti strapreziosi per la lotta playoff 5 giorni prima a Pistoia. Invece l’impatto dei ragazzi di Sacripanti è stato devastante, proprio con quel Buva sotto accusa in Toscana per aver somatizzato la presenza del Panda che gli leva minuti. Sono stati i suoi 8 punti dei primi 12 dei padroni di casa a dare il là alla valanga biancazzurra. «Ha avuto un inizio di settimana tragico – racconta Sacripanti – Poi gli ho parlato e anche Metta lo ha fatto. Ha capito che non gli toglierà la scena o fermerà la sua ascesa». Metta, come già a Pistoia, ha fatto tutte le cose utili, dando ovviamente il meglio con la palla in post basso piuttosto che aspettando gli scarichi in angolo. Il suo 3° quarto è stato un clinic. L’impressione è che,se volesse, potrebbe segnare 30 punti a partita con la pipa in bocca. Stiamo parlando di un marziano caduto per caso nel nostro misero pianeta. I 19 punti in 18’ sono solo un assaggio, visto che non potrà che crescere. «Metta ha giocato una partita di grande spessore e solidità – dice Sacripanti –. Non abbiamo un ventaglio di possibilità tali da poterci permettere di cambiargli ruolo per cui lo utilizziamo solo da ala pivot. Ha sempre fatto la cosa giusta al momento giusto». L’allenatore di Cantù ci tiene però a sottolineare che «siamo partiti alla grande chiudendo la gara nei primi minuti senza Metta in campo, segno che non siamo solo lui. Jones ha fatto una grande partita, prendendo Henry a tutto campo, anticipandolo e spegnendo la luce al giocatore che fa girare l’Upea». PANDA E KOBE Il Panda ha il solito sorriso: «La schiacciata? Per ricordare a chi non ci credeva che mi muovo ancora discretamente. Lascio che sia il mio gioco a parlare comunque. Ho ancora spazio per migliorare, ero fermo da 3 mesi. I 19 punti non contano, magari ne faccio 30, magari zero, l’importante è vincere». Poi chiude con una perla: «Ora capisco da dove nasce la passione di Kobe Bryant, il fuoco negli occhi con cui gioca: dall’essere cresciuto qui, aver vissuto questo tifo». E’ un’altra schiacciata. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Milano a Caserta Domani testa-coda
I VOTI
8 WORLD PEACE Corre in contropiede come un ragazzino, difende, segna, fa tutto quello che serve per far vincere, vero uomo squadra. Esce con una standing ovation strameritata. Chiude con 19 punti e 4 rimbalzi
7 FELDEINE Non andate a cercare nel tabellino il suo contributo. Come al solito è il cervello della squadra, l’unico che sa davvero mettere ordine. Fa comunque anche male dall’arco con tre triple
7,5 BUVA Era il più atteso dopo la partitaccia di Pistoia con Sacripanti che lo aveva chiamato in causa. Ha risposto alla grande. Ora però dovrà farlo anche in trasferta, visto che la strada verso i playoff di Cantù passerà da lì
NBA
TACCUINO SU RAISPORT ALLE 20
Metta World Peace, 35 anni: ha chiuso con 19 punti e 4 rimbalzi in 18 minuti CIAMILLO
7 JONES Un paio di schiacciate da far saltare in aria il Pianella, soprattutto quella con alley oop all’indietro di Johnson-Odom. In campo aperto è inarrestabile. Era la sua partita, non ha sprecato l’occasione. E neppure un tiro da due (5/5)
4 CAMPBELL In fondo è il voto che meritano tutti quelli che hanno messo piede in campo con la maglia di Capo d’Orlando. Perché giusto quello hanno fatto. Giocare è un’altra cosa. Finisce con -30 di plus/minus in 35 minuti con 3/13 e 5 perse
SERIE A-2 GOLD
Belinelli (14) batte Gallo (20) Brescia facile Dopo 8 mesi riecco George Casale incalza: 3a ● Testa-coda di campionato domani al PalaMaggiò di Caserta (ore 20, diretta Rai Sport 1; arbitri: Mazzoni, Bartoli, Lo Guzzo). Reduce dall’eliminazione in Eurolega, Milano la 19a vittoria consecutiva in campionato sul campo della Pasta Reggia, reduce da cinque sconfitte in sei gare. Entrambe le squadre sono al completo. «Tutti sono chiamati a dare qualcosa in più anche dal punto di vista caratteriale per provare a rimanere attaccati al treno salvezza», ha detto il coach casertano Vincenzo Esposito.
● Otto mesi dopo la frattura della gamba destra, stasera con Miami Indiana ritrova Paul George. Nel derby di venerdì, +30 di Belinelli (14) su Gallinari (20) RISULTATI Indiana-Charlotte 93-74 (Stuckey 15; Henderson 12), Washington-New York 101-87 (Gortat 19; Ledo 21, BARGNANI 2), BostonMilwaukee 101-110 (Thomas 23, DATOME 0; Mayo 24), Brooklyn-Toronto 114-109 (Williams 31, DeRozan 27), Chicago-Detroit 88-82 (Gasol 26; Jackson 22), Memphis-Oklahoma C.100-92 (Green 22; Kanter 24), Minnesota-Orlando 84-97 (Wiggins 22; Vucevic 37), San Antonio-Denver 123-93 (Green 21, BELINELLI 14; GALLINARI 20), Sacramento-New Orleans 95-101 (Cousins 24; Gordon 21), LA LakersPortland 77-107 (Clarkson 27; McCollum 27).
● Così il 28° turno: BresciaNapoli 111-82, CasalpusterlengoCasale M. 51-65, Jesi-Trapani 9074, Mantova-Trieste 59-52, Ferentino-Agrigento 85-72, Biella-Barcellona 76-79. Rip. Verona, Torino. Classifica: Verona 40; Brescia 36; Torino, Casale 30; Biella 28; Ferentino 26; Agrigento 24; Trieste, Mantova 22; Casalp, Trapani, Barcellona 18; Napoli 14; Jesi 12. DONNE Quarti, gara-1: Fila San Martino di Lupari-Saces Mapei Coconuda Napoli 53-72 (0-1).
DOMENICA 5 APRILE 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
Kaukenas da tre L’urlo di Reggio all’ultimo tiro
importante, visto dei progressi di Lavrinovic: c’è un miglioramento generale della squadra, era importante vincere ma con una gestione dello spazio e dei minuti dove tutti hanno dato qualcosa. E’ quello che ci interessa guardando al 19 maggio».
1Decisivo l’asse con Lavrinovic, Venezia cede nel finale Menetti: «Che difesa. Obiettivo: stare bene ai playoff» Luca Chiabotti INVIATO A REGGIO EMILIA
R
Rimantas Kaukenas, 37 anni, sua la tripla decisiva CIAMILLO/CASTORIA
Mitchell ne fa 31 Trento resiste, colpo a Sassari Giovanni Dessole SASSARI
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rento nuova bestia nera di Sassari. Il Banco si sveglia solo nell’ultimo quarto grazie a un’iniezione di grinta italiana, ma l’Aquila tiene bene botta e dopo una gara passata a condurre, trova la forza e i canestri per recuperare dal 78-73, risalire la china e mandare in porto il successo. Mitchell ne fa 31, Logan si accende e guida la riscossa nell’ ultima frazione, ma non basta. «Abbiamo avuto un approccio simile a quello di Capo d’Orlando, patendo la poca intensità con loro bravi a giocarsela - commenta a caldo in sala stampa coach Meo Sacchetti -. Abbiamo inseguito senza mai riuscire a chiuderli. Il parziale dell’ultimo periodo è stato importante, a quel punto però abbiamo commesso degli errori. Per come è andata forse non ci meritavamo di portarla a casa». APPROCCIO DECISIVO L’Aquila parte decisa, il Banco è distratto e non trova continuità in difesa ed in attacco. Primo quarto, 12-21. É la difesa quel che manca a Sassari, Trento ringrazia e guida la corsa. Quando Sassari cresce in intensità Trento fatica e sul 28-34 è timeout Aquila. Il minuto scuote i trentini che scattano ancora a +10, sul canestro non valido di Logan - fra i fischi del pubblico - a fine secondo quarto è 37-46. Sassari ancora distratta a rimbalzo, le triple di Logan e Brooks valgono il 43-50, altre decisioni arbitrali scatenano il PalaSerradimigni ma Sassari non riesce a svegliarsi. Ultimo quarto che parte sul 58-69, break da 6-0 biancoblu e gara prepoten-
temente riaperta: 64-69. Logan veste i panni del condottiero e sul 72-73 manda Buscaglia al timeout. Sassari sorpassa a quota 75 e allunga il passo. Risposta da 5-0 trentina: si viaggia su scarti ridotti, Trento però ha il piglio giusto e chiude i conti a suo favore. «Siamo riusciti a dare consistenza a quel che volevamo fare. Innanzitutto l’impatto alla gara contro un team agguerrito - spiega il coach dell’Aquila Buscaglia -. Abbiamo acquisito sicurezza facendo le cose bene. Nel secondo tempo una gran battaglia. Siamo andati sotto di cinque, ma siamo rimasti in piedi, a testa alta e con il coinvolgimento di tutta la squadra». © RIPRODUZIONE RISERVATA
SASSARI
84
TRENTO
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(12-21, 37-46; 58-69) BANCO DI SARDEGNA SASSARI: Dyson 17 (3/9, 1/9), Logan 23 (2/4, 5/12), R. Sanders 8 (2/4, 1/3), Brooks 9 (1/3, 1/2), Lawal 8 (4/7); Devecchi 6 (2/2 da tre), Chessa (0/1 da tre), Sacchetti, Mbodj 3 (1/1), Kadji 10 (1/1, 2/4). N.e.: Formenti e Vanuzzo. All. R.Sacchetti. DOLOMITI ENERGIA TRENTO: Forray 12 (2/4, 2/5), J. Sanders 8 (1/4, 2/5), Mitchell 31 (9/14, 3/9), Pascolo 12 (6/7), Owens 11 (5/5); Grant 9 (3/3, 1/4), Flaccadori 3 (1/1 da tre), Baldi Rossi (0/1), Armwood (0/1, 0/1), Spanghero 6 (2/2, 0/3). All. Buscaglia. ARBITRI: Martolini, Rossi e Weidmann. NOTE - T.l.: Sas 20/25, Tre 9/12. Rimb.: Sas 38 (Lawal 10), Tre 32 (Pascolo 9). Ass.: Sas 13 (Logan, Dyson e Lawal 3), Tre 22 (Sanders e Pascolo 5). Progr.: 5’ 7-10, 15’ 2836, 25’ 46-57, 35’ 78-73. F. tecn.: Lawal 23’04” (43-53), Forray 34’51” (75-73). Spett. 4844 per 80.281 euro.
olling Stone. Mentre Kaukenas resta solo oltre la linea da tre punti a 3” dalla sirena, l’americano di Venezia rotola ancora per terra dopo essere scivolato da solo sull’ultima rimessa. «Rimas è stato bravo, quei tiri non li sbaglia mai» dice Carlo Recalcati. Appunto: Kaukenas, 8 punti nell’ultimo quarto, realizza la tripla che vale la vittoria e il 2-0 nello scontro diretto con Venezia. Ma in una sfida divertente, di cavalleria leggera, è la prestazione determinante di Darjus Lavrinovic a spostare gli equilibri sottili: «E vi assicuro che è ancora al 30%, perché è stato fermo sei mesi» dice Max Menetti. I due lituani segnano 13 dei 15 punti reggiani nell’ultimo periodo, gli ultimi 5 dall’ultimo sorpas-
so (64-65) e pareggio (67 pari) di Nelson. Ne fanno 19 nella ripresa, iniziata sul -8, rimessa in piedi da Reggio nei primi 35” con due triple rapide, e poi cementata da una difesa che concede 27 punti con 10/30 al tiro in 20’ all’Umana. AMBIZIONI Con le mani sul secondo posto, per il 2-0 nello scontro diretto su Venezia e l’allungo su Sassari sconfitta, il commento di Menetti è quello di un allenatore ambizioso: «Dicono che giochiamo un basket champagne, ma da quattro partite teniamo gli avversari sotto i 70 punti. E il basket dei playoff è questo. Sono contento per la vittoria ma il nostro macro obbiettivo è arrivare a posto all’inizio delle serie decisive. Abbiamo recuperato Cinciarini e Silins che ci hanno dato minuti importanti, buttato in campo la novità Chikoko che ha qualcosa negli occhi e sarà
REGGIO EMILIA 70 VENEZIA
35
67
(20-18, 32-40; 55-52) GRISSIN BON REGGIO EMILIA: Cinciarini 6(3/6, 0/2), Kaukenas 15 (3/6, 3/6), Diener 9 (0/5, 2/5), Polonara 11 (3/3, 1/5), Lavrinovic 15 (7/10, 0/4); Mussini 5 (1/1, 1/3), Chikoko, Della Valle 6 (1/3, 0/2), Pini 3 (1/1), Silins (0/2, 0/3). All.: Menetti. UMANA VENEZIA: Stone (0/2 da 3), Goss 9 (0/3, 2/4), Dulkys 2 (1/1, 0/2), Peric 20 (6/15, 2/2), Ress 6 (1/4 da 3); Jackson 6 (1/3, 1/3), Ruzzier 7 (2/3, 1/4), Ortner 1 (0/1), Nelson 11 (2/3, 1/4), Viggiano 5 (2/3, 0/3). All.: Recalcati. ARBITRI: Lamonica, Di Francesco, Aronne. NOTE - T.l.: RE 11/13, Ven 15/21. Rim.: RE 40 (Polonara 8), Ven 38 (Stone 7). Ass.: RE 14 (Cinciarini 6), Ven 16 (Goss 5). Prog.: 5’ 12-8, 15’ 25-30, 25’ 44-47, 35’ 55-54. Usc. 5 f.: Silins 35’11” (55-54). Tec.: Peric 26’43” (4847) e 36’36” (60-59): espulso. Spett.: 3500, 62.117 euro.
TESTA La partita è tra due squadre che si equivalgono, allungano e si riprendono. Il primo tempo è di Venezia, nonostante Goss sia opaco nel fisico e nella mente, Peric accumuli nervoso con scadenti percentuali di tiro e Stone giochi una gara incomprensibile, pur per un atipico. Ma l’Umana allunga, con Ruzzier e Nelson, i migliori. Kaukenas sembra in difficoltà, perde tre palloni, lascia il meglio nella ripresa dove si accende Polonara, anche se il gioco senza palla e i tagli di Peric pescato splendidamente da Nelson sono letali. Ma il croato si fa espellere per doppio tecnico e non c’è negli ultimi 3’30”: «Siamo ovviamente dispiaciuti, ma rincuorati dice Carlo Recalcati -. Ci serviva una gara così, con tanti errori ma anche tante cose giuste specie nei momenti in cui dovevamo recuperare. Dobbiamo essere più tranquilli, senza perdere la testa: non ce lo possiamo permettere perché poi ti manca qualcosa, la lucidità di fare un fallo, ad esempio. Abbiamo dimostrato di essere competitivi anche se per il secondo posto, coi confronti diretti negativi, anche vincerle tutte potrebbe non bastare». Kaukenas si sorprende, dopo la doccia, di tanta attesa: «Non ho fatto nulla di eccezionale, ho commesso tanti errori...». Non l’ultimo. © RIPRODUZIONE RISERVATA
LE ALTRE PARTITE
Roma da playoff Mette la quarta con Avellino ROMA
81
AVELLINO
72
Varese si sveglia tardi, Bologna domina e rinasce BOLOGNA
86
VARESE
78
Cremona fuori dal tunnel Pesaro non c’è PESARO
74
CREMONA
89
Denmon 7 triple Brindisi in forma Pistoia con onore BRINDISI
89
PISTOIA
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(15-19, 37-34; 53-49)
(32-21, 45-30; 68-53)
(13-28, 34-49; 51-69)
(27-21, 44-42, 66-60)
ACEA ROMA: Stipcevic 14 (2/4, 2/3), Freeman 14 (1/2, 4/8), Ejim 9 (3/5, 0/1), Jones 7 (1/6, 0/1), Ebi 19 (9/15, 0/1); Curry 15 (3/6, 3/4), De Zeeuw (0/1, 0/1), D’Ercole 3 (0/1, 1/2). N.e.: Sandri, Kushchev, Reali, Romeo. All.: Dalmonte. SIDIGAS AVELLINO: Green 3 (0/1, 1/3), Gaines 11 (3/8, 1/3), Hanga 10 (2/7, 2/3), Harper 7 (1/6, 1/4), Anosike 5 (2/5); Trasolini 10 (3/4, 0/1), Banks 21 (5/7, 2/3), Cavaliero 2 (1/1), Lechthaler 3 (1/1). N.e.: Cortese, Morgillo, Severini. All.: Frates.
GRANAROLO BOLOGNA: Gaddy 4 (1/3, 0/2), Ray 18 (2/6, 3/10), Hazell 17 (5/7, 2/5), White 18 (3/7, 3/6), Cuccarolo 5 (1/4); Fontecchio 11 (3/4, 1/5), Imbrò 6 (1/3 da 3), Mazzola 4 (1/4, 0/2), Reddic 3 (1/2). N.e: Benetti. All: Valli. OPENJOBMETIS VARESE: Maynor 18 (6/9, 1/4), Rautins 4 (1/3, 0/9), Eye
CONSULTINVEST PESARO: Wright 31 (11/16, 2/5), Myles 6 (2/6, 0/4), Ross 6 (0/6, 1/2), Lorant 3 (1/2, 0/2), Judge 20 (7/16); Musso 8 (2/6 da 3), Raspino (0/1 da 3), Basile (0/1 da 3). N.e. Crow, Tortù. All.: Paolini. VANOLI CREMONA: Vitali 15 (2/4, 2/5), Hayes 15 (4/7, 2/4), Bell 9 (1/3, 1/6), Clark 19 (7/12, 1/2), Campani 13 (4/5); Daniel 6 (2/5), Ferguson 8 (1/2, 2/4), Mei, Mian (0/1, 0/1), Gazzotti 4 (2/3, 0/1). All.: Pancotto.
ENEL BRINDISI: Pullen 16 (1/3, 4/6), Denmon 27 (3/5, 7/11), Turner 5 (1/3, 1/4), James 12 (4/5, 1/3), Mays 18 (8/16, 0/1); Eric 2 (1/1), Cournooh (0/1), Zerini 6 (2/3 da tre), Bulleri 3 (0/1, 1/2), Giarletti, Pacifico. N.e.: Harper. All. Bucchi. GIORGIO TESI GROUP PISTOIA: Hall 6 (1/8, 0/1), Williams 19 (6/9, 2/5), Filloy 8 (3/7, 0/4), Amoroso 13 (3/6, 2/6), Milbourne 14 (6/9, 0/1); Magro 7 (3/3), Easley 9 (4/7), Moretti 1. N.e.:Bianchi, Brown. All. Moretti.
ARBITRI: Lanzarini, Vicino, Ranaudo. NOTE - T.l.: Pes 17/26, Cre 19/22. Rim.: Pes 33 (Judge 10), Cre 40 (Daniel, Clark 8). Ass.: Pes 8 (Wright 5), Cre 12 (Vitali 7). Progr.: 5’ 4-12, 15’ 24-34, 25’ 39-60, 35’ 60-76. Spett.: 4640.
ARBITRI: Chiari, Biggi, Paglialunga. NOTE - T.l.: Bri 5/9, Pis 13/19. Rimb.: Bri 41 (James 13), Pis 32 (Amoroso 8). Ass.: Bri 21 (James 5), Pis 14 (Hall 7). Progr: 5’ 14-9, 15’ 36-29, 25’55-53, 35’ 76-69.
ARBITRI: Taurino, Bettini, Morelli. NOTE - T.l.: Rom 13/18, Ave 15/19. Rimb.: Rom 40 (Ejim 11), Ave 27 (Anosike, Trasolini 6). Ass.: Rom 17 (Stipcevic 6), Ave 17 (Banks 5). Progr.: 5’ 4-5, 15’ 25-26, 25’ 44-37, 35’ 65-58. F. tec.: Jones 28’26” (5047). Usc. 5 f.: Anosike 35’07” (65-58), Ejim 37’49” (72-62). Spett.2.491 ROMA - Come corre, l’Acea. Quarta vittoria di fila e aggancio all’ottavo posto dopo aver regolato anche Avellino, ribaltando pure il -4 dell’andata. Tanto equilibrio soprattutto nei primi due quarti, poi Roma dà la spallata decisiva con l’intelligenza di Stipcevic, la sostanza di Ebi nelle due parti del campo e la straordinaria vitalità di Ejim (22 di plus-minus). Inoltre, Freeman e Curry (7/12 da tre in due) non sbagliano un colpo e così dal 50-40 la squadra di Dalmonte ha il pallino del gioco in mano, nonostante la Sidigas cerchi di rientrare ma ha solo Banks a fare canestro, mentre Anosike gioca condizionato dai falli. «Sono molto soddisfatto, abbiamo vinto di squadra sporcandoci anche le mani - dice il coach romano Luca Dalmonte -: bravi e intelligenti soprattutto nella seconda parte di gara». Fabrizio Frates sa bene che il treno playoff è praticamente scivolato via con questo k.o.: «Ottimo il nostro primo quarto, ma abbiamo sofferto tanto dentro l’area: Anosike ha avuto subito problemi coi falli, in pratica abbiamo giocato senza centro. Che dire, ci è mancata cattiveria, solidità e un po’ di mestiere». Mario Canfora
nga 10 (4/7), Kangur 8 (1/2, 2/6), Jefferson 11 (5/5); Lehto, Diawara 2 (1/3, 0/1), Callahan 17 (3/5, 3/5), Casella 8 (2/4, 0/1), N.e: Vescovi, Balanzoni, Lepri. All: Caja. ARBITRI: Paternicò, Sabetta, Calbucci. NOTE - T.l: Bol 22/26, Var 14/22. Rim: Bol 43 (White 9), Var 39 (Rautins 12). Ass: Bol 16 (Gaddy 7), Var 16 (Maynor 9). Progr: 5’ 17-9, 15’ 36-27, 25’ 60-37, 35’ 78-57. Usc. 5f: Eyenga (con tecnico) 35’21” (78-57) . F. tecn: Mazzola 36’50” (79-63). Spett. 6.015. BOLOGNA - Sotto Pasqua risorge la Virtus dopo due k.o. senza alibi mentre Varese finisce in croce. Con questa vittoria più facile di quanto dica il punteggio finale, Bologna si rimette in corsa per i playoff grazie ai numeri del suo trio da RayHazell-White che fattura 53 punti in un fandango da playground con brutte percentuali per tutti. Ray fa e disfa da padrone, leader emotivo: quando si carica lui Bologna vola. In ripresa il baby Fontecchio. La Virtus vince col 39% dominando fino al 78-55 al 33’. Varese sbaglia tutto per tre quarti, nel finale la rimonta con Callahan e Maynor arriva a -6 quando però non c’è più tempo per ribaltare il risultato. Valli è soddisfatto: «Mi è piaciuta l’energia che abbiamo prodotto all’inizio e la tenuta mentale e fisica dei miei giocatori, non era facile dopo due sconfitte». Caja si accontenta del bicchiere mezzo pieno: «Nel primo tempo ci siamo colpevolmente adattati al ritmo imposto dalla Virtus - argomenta -. Poi siamo cresciuti offrendo una bella reazione ma Bologna aveva già accumulato un forte vantaggio». Andrea Tosi
PESARO - La Vanoli trova la fiducia che cercava e le serviva per continuare a credere nei playoff e, dopo 4 k.o. di fila, sbanca l’Adriatic Arena. Per la Consultinvest è un passo falso grave: è mancata la giusta tensione. Il match non ha mai avuto storia, la superiorità fisica e mentale di Cremona è stata evidente e costante. Eppure mancava Cusin e gli acciaccati Hayes e Clark hanno fatto il bello e il cattivo tempo. «Abbiamo approcciato la gara con grande determinazione e con l’identità che ci caratterizza. Lo abbiamo fatto nonostante i problemi di organico e gli ultimi k.o. Abbiamo capitalizzato più di altre occasioni e con questo spirito possiamo toglierci ancora delle soddisfazioni», ha commentato Pancotto. Pesaro ha grossi problemi in difesa, ma anche in attacco fatica: non è la prima volta che accusa un lungo black-out che segna la partita. Già all’11 è 13-31, al 25’ 39-60. Si salvano solo Wright e Judge. «Chiedo scusa a tutti - dice Paolini - e mi prendo la responsabilità di una prestazione e soprattutto di un inizio così brutto in un match che per noi era decisivo». Camilla Cataldo
BRINDISI – L’Enel ipoteca un posto nei playoff battendo Pistoia, che ha provato e sperato per 37 minuti il colpaccio in terra pugliese. Una vittoria che conferma il buon momento degli uomini di Bucchi (quattro hanno chiuso in doppia cifra), impreziosita dalla gara stellare sfornata da Denmon (27, 7/11 da tre) e dal 50% nel tiro dall’arco (16/32). «Abbiamo giocato una bella partita – ha spiegato il coach di Brindisi – siamo in armonia, in fiducia e riusciamo a produrre perché finalmente ci alleniamo con continuità. Erano due punti che volevamo. Non guardiamo alla classifica ma solo alla prossima gara. Mi piace la mentalità della squadra». Nessuna recriminazione sulla sconfitta per Paolo Moretti, fatta eccezione per il tiro in contropiede sbagliato in solitudine da Milbourne, dopo il quale Pistoia si è letteralmente spenta. «E’ stata una partita ottima – ha detto l’allenatore toscano – giocata con intensità e durezza. Devo elogiare i ragazzi e lo staff per aver preparato la gara in soli due giorni. Siamo orgogliosi per quanto espresso contro una squadra importante. Abbiamo davanti cinque partite, alcune complicate. I playoff sono alla nostra portata. Noi ci crediamo». Giuseppe Mazzone
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Rugby R Il caso
DOMENICA 5 APRILE 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
«Aggressione sessuale»: Muliaina fermato e rilasciato
QUARTI COPPE EUROPEE
Oggi Tolone-Wasps Masi, Cittadini e Festuccia su Sky 2 ● Oggi, nei quarti delle coppe, Masi e Cittadini titolari e Festuccia in panchina tra gli Wasps. Champions: Leinster-Bath 18-15, Clermont-Northampton 375. Challenge: Dragons-Cardiff 2521, Exeter-Newcastle 48-13. Qual.: El Salvador-Calvisano, 12-62, Enisei-Mogliano. 19-15. Oggi. Champions: Racing-Saracens (13.40, Sky 2), Tolone-Wasps (16.10, Sky 2. Challenge: London Irish-Edimburgo.
1Prelevato allo stadio, l’ex All Black ha passato 20 ore in commissariato. Ha appena firmato con le Zebre
Matteo Pia PARMA
M
ercoledì era stato annunciato come primo acquisto delle Zebre per la prossima stagione. Venerdì, l’estremo neozelandese Mils Muliaina, 100 caps con gli All Blacks, è stato messo in stato di fermo al Kingsholm Stadium di Gloucester subito dopo aver giocato 34’ e perso con il Connacht il quarto di finale di Challenge Cup. Dopo 20 ore, è stato rilasciato su cauzione dalla stazione di polizia della Cardiff Bay. IN PANTALONCINI Il fermo, compiuto dalla polizia inglese per conto dei colleghi gallesi, è relativo a un’accusa per una presunta aggressione sessuale avvenuta all’inizio di marzo a Cardiff. Proprio il 6 marzo Muliaina era infatti nella capitale gallese per la sfida tra i Blues e il Connacht, la squadra irlandese nella quale Muliaina gioca da questa stagione. Giocatori e giornalisti presenti nel tunnel degli spogliatoi hanno raccon-
RIl fatto risale al 6 marzo a Cardiff Libero su cauzione L’avvocato: «Non è stato incriminato» RA Parma è atteso a maggio, ma se sarà colpevole il contratto sarà annullato
tato di essere stati sorpresi dall’arrivo della polizia e dall’arresto di Muliaina, che stava scherzando con l’ex compagno di nazionale e avversario per una sera John Afoa. Tanto inatteso, quello che è successo, che i video mostrano Muliaina salire sul furgone della polizia in maglietta e pantaloncini, con solo il giaccone del Connacht per coprirsi e nemmeno il tempo di prendere il cellulare, così che i dirigenti del club con sede a Galway non sono riusciti a mettersi in contatto con lui. «Il signor Muliaina ha parlato con la polizia su una denuncia che era stata presentata — ha detto l'avvocato Matthew de Maid —. Ha totalmente negato di essere coinvolto, su di lui non pendono incriminazioni ed è stato rilasciato nell’attesa che la polizia compia altre indagini». Su quale possano essere le conseguenze nella carriera del giocatore, l’avvocato ha detto che «tutto ciò non significa alcunché perché non ci sono incriminazioni». I PRECEDENTI L’estremo — samoano di nascita ma trasferito-
Mils Muliaina, 34 anni. Dei suoi 100 caps con gli All Blacks (34 le mete), 95 sono stati da titolare. A sinistra, è preso in consegna dalla polizia AP
si presto con la famiglia in Nuova Zelanda — non è nuovo a problemi con l’ordine pubblico. Nel 2002, quando vestiva la maglia degli Auckland Blues, venne sospeso per due partite dopo essere stato sorpreso ad urinare al bancone di un bar. Un anno dopo sempre ad Auckland si ritrovò assieme a Doug Howlett in una rissa all’uscita di una discoteca in cui riportò anche escoriazioni e tagli al volto. Episodi accaduti però all’inizio di una carriera che poi lo ha visto punto fermo degli All Blacks dal 2003 alla Coppa del Mondo vinta nel 2011 e che lo ha costretto
anche superare prove dure fuori dal campo, come l’operazione a cuore aperto cui fu costretto il figlio Max a due mesi di vita. FIRMÒ DOPO CARDIFF Proprio su questa carriera ricca di vittorie (6 Tri Nations e un titolo di Super Rugby nel 2003 con i Blues) e sulla voglia dello stesso Muliaina di mettersi a disposizione dei più giovani era nata la trattativa con le Zebre («Ho sempre creduto nell’utilità di condividere sapere ed esperienza in campo con le nuove generazioni», aveva dichiarato nel comunicato sul suo ingaggio)
che per la prossima stagione vogliono portare stranieri di qualità. I primi abboccamenti risalgono proprio a pochi giorni prima della serata di Cardiff e nel giro di un paio di settimane, grazie al lavoro del team manager delle Zebre Andrea De Rossi e ai buoni uffici di Brendon Leonard — il n.9 ex All Black che a fine campionato lascerà Parma per passare ai gallesi Ospreys — è stato firmato il contratto per la prossima stagione. ZEBRE ALLA FINESTRA Sempre che le cose si risolvano nel verso giusto. La dirigenza della franchigia non ha rilasciato commenti sulla vicenda ma sta seguendo la situazione per capire le prossime mosse che, in caso di colpevolezza, arriverebbero all’annullamento del contratto. Muliaina dovrebbe arrivare a Parma alla fine del Pro12 e rimanere per una settimana per le visite mediche di rito e una prima presa di contatto con l’ambiente, quindi il rientro in Nuova Zelanda per le vacanze e il ritorno in Italia già programmato per agosto. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Tennis R Il torneo di Miami
DOMENICA 5 APRILE 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
Belva Williams Ottovolante senza emozioni con dedica a papà
Nuoto R Australiani Hackett a un passo dai Mondiali
G
rant Hackett oggi ai trials di Sydney potrebbe tornare in nazionale con l’Australia a distanza di 7 anni, da quando si era ritirato dopo i Giochi di Pechino. Gli basterà arrivare nei primi 5 della finale dei 200 sl (ieri in semifinale ha ottenuto il terzo tempo) per poter ottenere il pass e partecipare ai Mondiali di Kazan di agosto. Sarebbe clamoroso: il 34enne biolimpionico dei 1500 ha infatti ripreso da soli 6 mesi dopo il lungo stop e le complicazioni (ricoverato in una clinica riabilitativa per abuso di sonniferi). In semifinale ha chiuso davanti a Thomas Fraser Holmes, che aveva chiuso in testa nel ranking 2014. Il miglior crono di giornata è quello nei 100 farfalla di Emma McKeon, sorella di David (primo nei 200 sl) autrice del terzo crono mondiale 2015 in 57”31; pass anche per il 29enne ranista Chris Sprenger, 2°.
1Poca storia: Serena domina la Suarez Navarro
6-2 6-0 in 56 minuti e vince il torneo per l’ottava volta tutto e solo 5 nel secondo set, portando a 21 la striscia consecutiva di vittorie stagionali, la sua terza migliore di sempre. Bombarda con il servizio, ma regge anche l’incrocio rovescio contro rovescio, disarmando così la splendida esecuzione a una mano della Suarez. Curiosità: la Williams non perde un set contro un’avversaria che gioca il rovescio classico dagli Australian Open del 2010 (contro la Henin nella finale degli Australian Open) e una partita intera addirittura dal 2007, sempre contro la belga, quarti degli Us Open.
Riccardo Crivelli
P
iù cognomi che game conquistati. O quasi. Provateci voi, con una così, avrà pensato desolata la povera Carlita Suarez Navarro, che per la prima finale Premier in carriera sognava senz’altro un’esibizione di ben diversa sostanza. Provateci voi, con una che si prende 21 punti su 22 quando mette la prima, infila dieci game consecutivi dal 2-2 del primo set e ottiene 27 vincenti in 56 minuti e spicci di partita, in pratica uno ogni due minuti di gioco. Buon pomeriggio, Serena. Sotto il sole di Miami, è uno di DEDICATA A PAPA’ Una litania di cifre che poquei giorni in cui bisognerebbe trebbe proseguire all’infinito, tanchiuderla a chiave negli spogliato per irrobustire il dibattito sulla toi, perché in campo altrimenti si IL NUMERO più forte di tutti i tempi: 66 tornei fionda un’invincibile creatura mivinti su 88 finali, 66 successi a zetologica, versione ultramoderna ro a Miami quando ha conquistato delle Furie, con in mano la racil primo set, soprattutto l’ottava chetta di fuoco anziché i tizzoni perla in Florida, quarta giocatrice ardenti. di sempre a raggiungere l’obiettiLe vittorie a Miami: vo di trionfare 8 volte nello stesso SENZA STORIA Parlavano i prece- meglio solo torneo dopo Navratilova, Graf e denti, è vero: la spagnola, nelle Evert. Il segno indelebile su quattro sfide prima della Florida, Navratilova (12 a un’era, ancora una volta lasciato non aveva mai ottenuto più di tre Chicago, 11 a con il sorriso: «Grazie al mio staff game in un set contro la Williams. Eastbourne e 9 tre che mi ha rimesso in piedi così veAddirittura, nei quarti degli Us volte) e Graf (9 a locemente dopo i problemi a InOpen 2013, si era beccata un 6-0 Berlino) (lu.mar.) dian Wells e grazie ai miei tifosi 6-0 di bruciante brutalità. Serena, che qui mi fanno sentire davvero a ricordando quel match alla vigilia della finale, casa». Ma la dedica più toccante è per papà Rilo aveva derubricato a episodio da almanacchi: chard: «Purtroppo non è qui, e mi manca. Spero «Lei era così giovane allora che adesso quella mi stia guardando: ti amo. E questo è solo per mia vittoria non conta più nulla». In effetti, il te». La tigre dal cuore tenero, la cui grandezza contesto pareva cambiato: la numero uno forte, deve per forza misurarsi con l’ammirazione e il fortissima, ma con l’incognita di un ginocchio rispetto che si è guadagnata dalle stesse rivali scricchiolante (che l’aveva tradita a Indian Wel- che così spesso si diverte a triturare. Dopo la sels) e la canaria di Las Palmas nella miglior condi- mifinale, dove è stata a un passo dall’impresa, la zione psicofisica di sempre ed elettrizzata dalla Halep ha speso parole che di solito si riservano top ten in arrivo, prima spagnola da 14 anni a a chi ha già fatto la storia: «Noi tutte dobbiamo raggiungere l’obiettivo. E invece, malgrado le essere onorate di stare nella stessa epoca di Seprevisioni della Williams, si è proprio tornati in- rena, grazie a lei abbiamo un esempio da seguidietro a quella sfida improponibile dell’agosto re, grazie a lei diventiamo più forti». Le distrugamericano di 18 mesi fa. Numeri degni di una ge, e loro la esaltano. Il mondo è tutto di Serena. © RIPRODUZIONE RISERVATA macchina da tennis: Serena concede 14 punti in
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Serena Williams, 33 anni, ha conquistato il titolo numero 66 AFP
Stasera alle 19 tocca agli uomini Terza volta tra Djokovic e Murray ● Sarà Djokovic a sfidare Murray nella finale maschile di questa sera (5.000.000 di euro, cemento): per la terza volta i due giocatori si troveranno di fronte all’epilogo, con Andy vincitore nel 2009 e Nole nel 2012. Djokovic ha vinto il torneo quattro volte (2007, 2011, 2012 e 2014), Murray due (2009 e 2013). In semifinale il serbo, numero uno del seeding, si è imposto in un’ora e mezza di gioco su John Isner, per la prima volta in carriera così avanti a Miami. L’americano, nel secondo set, ha perso il servizio per la prima
volta nel torneo, mentre Nole ha chiuso con un bilancio di 10 ace, 25 vincenti e nessuna pallabreak concessa. Per lui campione in carica a Miami e reduce dal successo di Indian Wells, si tratta della 74a finale in carriera (50 i titoli), la 32a in un Masters 1000 e la sesta a Miami. Nel bilancio dei confronti diretti, Novak è avanti 17-8. Uomini, semifinale: Djokovic (Ser) b. Isner (Usa) 7-6 (3) 6-2. Oggi, finale (ore 19, Sky Sport 2): Djokovic c. Murray (Gb). Donne, finale: S. Williams (Usa) b. Suarez Navarro (Spa) 6-2 6-0.
Golf R L’ex numero 1 è il più atteso
Torna Woods e il Masters ha più fascino 1Venerdì l’annuncio: «Torno in
fermato poi nella serata di venerdì. Tiger non vince un Masters dal 2005 e non solleva il trofeo di un Major dal 2008, quando ha conquistato lo Us Open a Torrey Pines.
campo». E ad Augusta tutti aspettano il figliol prodigo, assente dal 2013
Federica Cocchi
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uò essere in crisi, può essere fuori da settimane, può essere precipitato oltre il numero 100 in classifica, ma non c’è niente da fare: Tiger è sempre Tiger. E così, a pochi giorni dal via del Masters di Augusta, primo Major stagionale sul leggendario percorso della Georgia, la notizia che più di tutte le altre interessa, è il ritorno in campo di Woods. PALCOSCENICO Soltanto una volta Tiger, nella carriera da professionista, ha saltato Augusta: lo scorso anno, quando i dolori alla schiena lo hanno costretto a un’operazione di ernia del disco. Per Tiger, il Masters è il Major del cuore. Quattro volte ha conquistato la Giacca verde,
trofeo di chi doma l’Augusta National. Anche nel 2010, quando è rientrato dopo lo scandalo delle amanti e la crisi coniugale aveva scelto il Masters per tornare. Questa volta non c’è da recuperare il personaggio, ma il giocatore, che aveva gettato la spugna a febbraio al Farmers Insurance Open dicendo: «Mi fermo per un po’, tornerò solo quando il mio gioco sarà tornato presentabile». MIGLIORAMENTI Tiger, in questi mesi di stop ha fatto fisioterapia, praticato, disegnato campi, inaugurato ristoranti e fatto il fidanzato-fan della compagna Lindsey Vonn sulle nevi del mondo, ora sembra voglia tornare a fare quello che da 20 anni è la sua vita, e che l’ha portato a un passo dal record di Jack Nicklaus di 18 major conquista-
Tiger Woods, 39 anni, non gioca un torneo da febbraio REUTERS
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● Anni fa, nel 2005, l’ultima vittoria del Masters da parte di Tiger Woods. L’ex numero 1 ha collezionato 4 Giacche Verdi su 14 titoli Major conquistati.
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ti, oltre che 79 titoli Pga. «Giocherò ad Augusta - ha detto attraverso il suo sito -. Per me è molto importante esserci, voglio essere protagonista. Ho lavorato molto sul mio gioco e non vedo l’ora di iniziare la competizione». Già nei giorni scorsi, Woods aveva giocato un giro di prova ad Augusta e immediatamente si erano scatenate le voci sul suo rientro. Con-
SPECIALE Ma Augusta per lui ha un sapore speciale e nel 2013, l’ultima volta in cui ha partecipato, è stato in lotta per il successo fino a che un droppaggio non regolamentare lo ha frenato e relegato al quarto posto finale. La forma di Tiger resta comunque un mistero. Nelle uniche due presenze in campo di quest’anno ha mancato il taglio al Phoenix Open realizzando un 82, peggior score sul giro in carriera, ma le 17 partenze ad Augusta gli hanno portato grandi soddisfazioni: 13 top ten, e soprattutto, in Georgia non ha mai subito un taglio. In compenso Rory McIlroy, numero 1 al mondo, proprio ad Augusta cercherà di completare lo slam di carriera. La Green Jacket infatti è l’unico Major che ancora gli manca. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Finali (2a g.). Uomini. 100 ra: 1. Packard 1’00”37, 2. Sprenger 1’00”67, 3. Sucipto 1’01”13. 50 fa: 1. Hadler 23”64, 2. Pini 23”79, 3. Lester 23”85. Donne. 100 fa: E. McKeon 57”31 (3° t. 2015), 2.Groves 57”44, 3. Coutts 57”77. 200 mx: 1. Seebohm 2’11”37, 2. Ngawati 2’11”96, 3. McMaster 2’12”71. Semifinali. Uomini. 200 sl: 1. Smith 1’47”08, 2. D.McKeon 1’47”23, 3. Hackett 1’47”42, 4. Fraser Holmes 1’47”49. 100 do: Larkin 54”02 (b.53”79); donne, 100 do Wilson 59”59; 100 ra Tonk 1’07”52.
LA HEEMSKERK VOLA ANCHE NEI 100 SL: 52”79 (al.f.) Dopo aver dominato i 200 sl, Femke Heemskerk stampa un 100 sl da urlo nelle semifinali della Swim Cup di Eindhoven: la 27enne tocca in 52”79, miglior crono dell’anno a 4/100 dal record nazionale della Kromowidjojo. La Nijhuis nuota il miglior crono dell’anno dei 50 rana, Verschuren domina i 200 sl dopo aver nuotato il 2° crono stagionale in batteria (1’46”07). Risultati. Uomini: 200 sl Verschuren 1’46”09 (b. 1’46”07), Bernek (Ung) 1’47”72, Stolk 1’48”00; 50 ra Siladji (Ser) e Van Der Burgh (Saf) 27”17, Dugonjic (Slo) 27”27 (2°-3° t. 2015); 100 fa Cseh (Ung) 51”97 (3° t. 2015), Verlinden 52”63. Donne: 400 sl Kapas (Ung) 4’08”97; 50 ra Nijhuis 30”77 (s. 30”65, 1° t. 2015); 200 fa Jakabos (Ung) 2’08”13. FRANCESI (al.f.) Ai Trials francesi di Limoges, Béryl Gastaldello vince i 50 farfalla in 25”92 ed è 2a nei 100 sl dietro alla Bonnet. Risultati. Uomini: 200 do Stasiulis 1’58”45, Stravius 1’59”07; 200 ra Dahlia 2’11”49; 400 mx D’Oriano 4’22”57. Donne: 100 sl Bonnet 53”94, Gastaldello 53”98; 200 do Verraszto (Ung) 2’11”46, Gheorghiu 2’12”38; 50 fa Gastaldello 25”92 (3° t. 2015), Henique 26”17. RIECCO COCHRANE (al.f.) Trials canadesi a Toronto (Can). Uomini: 100 sl, 50-100 fa Condorelli 48”83, 23”80, 52”96; 200 sl Bagshaw 1’47”48; 400 sl Cochrane 3’47”50; 50-100-200 do Wood 25”13, 53”96, 1’59”18; 50-100 ra Funk 27”65, 1’00”44; 200 ra Dergousoff 2’13”11. Donne: 200-400 sl Overholt 1’58”69 (Savard 1’58”84), 4’10”07; 1500 sl Cieplucha (16) 16’47”84; 100-200 do Bouchard 1’00”20, 2’09”05; 50 ra Nicol 31”15; 200 ra McCabe 2’24”53; 100 fa Thomas 58”17, Savard 58”18.
Grant Hackett, 34 anni AFP
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Tuffi R La novità dell’inglese
DOMENICA 5 APRILE 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
I GRANDI INNOVATORI
CONTENUTO PREMIUM
Mai visto
L’ESECUZIONE
1 Doppio salto e mezzo mortale avanti con un avvitamento
DALEY, TUFFO IN AVANTI PER IL 10 E LODE LA STORIA di STEFANO ARCOBELLI
L’
2 Un salto mortale con avvitamento prima di entrare in acqua
GDS
ultima volta che Tom Daley è finito sui giornali, è successo per il pesce d’aprile: «Si è ritirato per diventare il quinto della band che fa impazzire le ragazzine, gli One Direction», e la notizia ha spiazzato per un paio d’ore il mondo della musica prima ancora che quello dello sport. Non solo il tuffatore precoce non si ritira, ma rilancia a modo suo: lanciando il «fuoco d’artificio». Il piattaformista al quale è successo di tutto nella vita, al quale non è mancato il coraggio di annunciare la sua omosessualità, al quale non manca la fantasia, per attirare l’interesse mediatico, almeno fino ai Giochi di Rio 2016 ribalta, non lascia. E’ finito dallo psicologo, ma più che l’anima, Tom sta curando il triplo e mezzo in avanti carpiato con un avvitamento. Prima lo eseguiva al contrario, cioè all’indietro. E non funzionava. Lo stressava. Così s’è fermato a fine anno, immerso in una sorta di catarsi psicologica prima ancora che tecnica. Oggi si dice resettare. Funziona? E’ rivoluzionario, efficace? Bisogna aspettare il primo maggio, quando a Londra — dove prese il bronzo olimpico due anni fa — Tom lo proverà nelle World Series. Quindi, porterà il tuffo ai Mondiali di Kazan a luglio, ma sarà a Rio 2016 che chiederà a se stesso l’impresa di tornare sul podio affidandosi a questa «trovata» che non scompone per ora i puristi.
cia». Tom ha vinto a febbraio ai campionati britannici, non s’è qualificato a Pechino a marzo, è arrivato 2° a Dubai ed ha dovuto affrontare inevitabili controprestazioni. «Ma è andata finora abbastanza bene» questo «fuoco d’artificio». Che ha rivitalizzato un Tom deluso dagli Europei di Berlino 2014 tanto da meditare quasi l’addio. Per dedicarsi accuratamente al perfezionamento della nuova esecuzione, Tom ha deciso di sacrificare pure l’impegno tv a Splash. Sembra davvero trasformato, super motivato, adesso: «Non ho mai amato i tuffi come adesso, sono tornato ad emozionarmi. E’ una sfida difficile, ma mi piace superare ogni ostacolo. Ora so che non posso fare a meno di tuffarmi». Questione di testa, anche di scena. E i cinesi forse neanche c’entrano: perché lo stesso tuffo vecchia versione di Tom aveva un coefficiente di difficoltà superiore (3.8 rispetto a 3.6), perché i cinesi hanno gia 4.1 di difficoltà e si sono spinti sino al quadruplo raggruppato. Però questo nuovo Daley sa che soltanto così, col fuoco d’artificio che equivale a rafforzare le sue convinzioni mentali, potrebbe tentare la medaglia olimpica bis e per lui arrivare terzo, rimanere di bronzo, sarebbe come vincere un oro. Ricordate l’esultanza a Londra dopo il podio? Eppure aveva perso dai cinesi...
DILEMMA Succede ai campioni: se ripeti lo stesso errore, finisci per andare addirittura in over training. Allora Tom è come se avesse deciso di tornare bambino, quel bambino che tutto il mondo ammirò a Roma vincere il titolo iridato, che tutta l’EuroPROVOCAZIONE Un’operazione pa aveva visto vincere nel 2008 priche forse è solo una provocazione ma di Pechino. Un bambino che riestemporanea, ma dovendosi lanparte da zero, facendo lentamente ciate dai 10 metri non è neanche un percorso inesplorato senza penspregiudicata, bensì pare abbia calcolato tutto il piccolo Tom. Anziché Tom Daley, 20 anni, inglese sare più alle lacune tecniche che lo tormentavano all’uscita dall’acqua, intestardirsi su qualcosa che non gli riusciva più, lui ha optato per una sfida interiore vedendo il tabellone, quelle entrate sbagliate. Potrà dopo la sconfitta di un anno fa agli Europei. «Ho sbalordire con una velocità di rotazione nuova, battuto il mio demone, il vecchio tuffo era ormai un’eleganza ed un’altezza mai viste? A parità di solo un brutto tuffo: non aveva più senso insistere». punti, se non meno, ma almeno tuffandosi felice, Così s’è messo a studiare col suo allenatore trasfe- sereno, consapevole che nessuno si tufferà «come rendosi nel frattempo da Playmouth a Londra: «Ed è me», o forse altri ci proveranno, ma «dopo di me». E’ venuta fuori questa idea: fare tutto al contrario ri- un modo diverso di risolvere il problema. Non sarà spetto a prima: nessuno lo ha tentato prima, ci sia- il tuffo più difficile, ma il primo a tentarlo è lui. Una mo messi a vedere e rivedere i video, molti giudici scelta diversa, questa di provare «l’inedito». E poi fa non sanno ancora come valutarlo, non l’hanno an- tanto effetto, provoca reazioni, magari scuote le cora visto. Ma è una sfida eccitante. Ho trovato il certezze dei cinesi. Chi non resta incuriosito dai tuffo da 10, con il vecchio sarei arrivato al massimo fuochi d’artificio? © RIPRODUZIONE RISERVATA ad un 8.5. Ma soprattutto è aumentata in me la fidu-
AZIONE IMMEDIATA
«FUOCO D’ARTIFICIO» MAI TENTATO DALLA PIATTAFORMA: TRIPLO E MEZZO AVANTI CARPIATO CON AVVITAMENTO
PRIMA LO ESEGUIVA AL CONTRARIO E ANDAVA IN CRISI «VOGLIO BATTERE I MIEI DEMONI» E SFIDARE I CINESI
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● le medaglie principali del britannico Tom Daley dai 10 metri: bronzo olimpico a Londra 2012, oro mondiale a Roma 2009, 2 ori (2008-’12 Eindhoven) e 1 argento (Berlino 2014) agli Europei. Daley si tuffa da quando aveva 9 anni, è stato il più giovane britannico a partecipare ai Giochi olimpici (2008)
DOMENICA 5 APRILE 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
TUTTENOTIZIE
1CURLING MONDIALE MASCHILE Ad Halifax (Can) la Norvegia batte il Canada 7-6 ed è
la prima ammessa all’odierna finale (dalle 22 italiane). Se la vedrà contro una tra il Canada stesso, Svezia e Finlandia.
SCI
A Piero Gros il premio Cannavò «Sciare col cuore»
Magoni cacciato Le senatrici non lo volevano più
● Ieri al Monte Bondone (Tn) Piero Gros (nella foto TONINA), oro in slalom a Innsbruck 1976, ha ricevuto il Premio Candido Cannavò «Sciare col Cuore» che ogni anno ricorda un campione, sulla neve e nella vita. Nell’albo d’oro Thoeni, Tomba, Razzoli, Blardone, Innerhofer e Paris. Prima ha guidato la sua squadra nel gigante che ha raccolto fondi per l’Admo, l’associazione donatori di midollo osseo. Presenti Simoncelli, Longhi, Casse, Costazza, Merighetti e Grigis.
1Il responsabile delle specialità tecniche sarà
sostituito da Rulfi. Roda si piega ancora agli atleti Pierangelo Molinaro
E
due. Dopo Gianluca Rulfi, responsabile sino a marzo del gruppo maschile di velocità, giovedì sera con una telefonata la Fisi ha liquidato in modo del tutto inatteso Livio Magoni, responsabile delle specialità tecniche femminili, l’allenatore che ha portato ben sette ragazze alle finali a 25 del gigante della Coppa del Mondo a Meribel. Se per Rulfi si poteva anche pensare alla chiusura di un ciclo dopo nove stagioni, per Magoni la stagione che arriva doveva essere quella della raccolta dei frutti dopo due in cui ha lavorato benissimo. IL CAMMINO Ha preso in mano la squadra due anni fa
HOCKEY GHIACCIO
dopo aver portato Tina Maze alla conquista della Coppa del Mondo. Un gruppo, quello italiano, zeppo di infortunate, di atlete sfiduciate che galleggiavano fuori dal primo gruppo di merito. Ha lavorato duro, le ha fatte crescere con quella severità che altri tecnici, Rulfi ad esempio, sono stati accusati di non avere. A fine inverno aveva anche avuto proposte dalla Shiffrin e dalla Maze che volevano essere allenate da lui, ma ha preferito rimanere con una squadra dove sperava di coltivare il giovane talento di Bassino, Sosio, Agnelli e Pichler. Invece adesso è a spasso.
fidanzato fra gli allenatori di questo gruppo, chi sta per aprire un hotel e le serve tempo, chi semplicemente vuole fare come le pare. Livio Magoni comunque ha ricevuto la solidarietà delle più giovani, Brignone e Bassino in testa, qualcuna gli ha già chiesto di potersi allenare qualche giorno sotto la sua direzione. Il suo posto al vertice del gruppo tecnico femminile sarà preso da Gianluca Rulfi, che dovrebbe avere al suo fianco anche Angelo Weiss, pure lui proveniente dal gruppo velocità. Ottima scelta, ma non si può buttare nel cestino un tecnico che tutto il mondo ci invidia.
L’EREDE A chiedere la sua testa sarebbero state le veterane, che l’avrebbero accusato di farle allenare troppo. Ma tutte hanno qualche interesse nella faccenda. C’è chi vorrebbe portare il
L’ERRORE La federazione non ha ancora dato la notizia ufficiale dell’esonero, ma pare che alla base della scelta ci sia la scarsa propensione di Magoni a lavorare con il gruppo della ve-
Livio Magoni con Tina Maze ai tempi della loro collaborazione, chiusa nel 2013
RBrignone e Bassino hanno comunque chiesto di essere allenate qualche giorno da lui
IPPICA ATLETICA
Asiago domina gara-5: è avanti 3-2 sul Renon ● (m.l.) L’ Asiago all’Odegar impone la sua legge e vince gara-5. Complice la stanchezza del Renon, i vicentini hanno fatto valere il potenziale offensivo (Layne Ulmer è a quota 7 reti). Il 4-1 finale si spiega anche così. Adesso l’Asiago conduce 3-2 la serie (al meglio delle 7) ed è a un passo dal quinto scudetto. Il match point domani in gara-6 alla Ritten Arena di Collalbo (Bz). La svolta nel secondo periodo con due gol in 32” dopo che il Renon era riuscito a dimezzare lo svantaggio con Luca Felicetti in powerplay, sono andati a segno in sequenza Federico Benetti (3-1) e Kevin Devergilio (4-1). Gara 5: Asiago-Renon 5-1 (2-0, 2-1, 1-0). Marcatori: p.t. 1’09” Borrelli (A), 15’55” Ulmer (A); s.t. 1’20” L. Felicetti s.n. (R), 2’12” Benetti (A), 2’44” Devergilio (A); t.t. 19’35” Ulmer a porta vuota (A). Serie: 3-2. Gara 6: domani a Collalbo (Bz) Renon-Asiago (ore 19.30, dir. RaiSport 2). ● USA IRIDATI A Malmoe (Sve) gli Usa vincono il Mondiale donne superando il Canada 7-5. Bronzo alla Finlandia (4-1 alla Russia).
Asiago in azione STRAZZABOSCO
Da super Nenè al nuovo Mack E la puledra albina ha un anno
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PASQUETTA DI CORSA (m.m.) Domani a Russi (Ra) la 39a maratona del Lamone (ore 9) la seconda maratona italiana per anzianità dopo il Mugello. Al via: Caimmi, Calcaterra, Armuzzi, Benericetti e Serasini, Hajjy e Zain (Mar), tra le donne Carlin, Sanna, Di Vito e Correale. A Prato la Maratonina (ore 9.30) con ospite Valeria Straneo, a Gualtieri (Re) 22° 10.000 di Pasquetta (ore 10), a Bologna (ore 9.05) la Corri con Noi di 5 km. ● MEDIA BLEMIO (w.b.) Si corre a Dongio (Svizzera) a Pasquetta (km 10) il classico Media Blemio con l’etiope Edris (3° al mondiale di cross), il connazionale Tola (6° in Cina), il keniano Lokomwa (vincitore della Stramilano) e gli azzurri Rachik, La Rosa.
posto di Roberto Andreghetti. Un nuovo Mack possibilmente simile a quello vecchio, praticamente imbattibile. E quindi molto diverso dal più recente, vincitore del Palio di Montegiorgio ma ko a Cesena (Europeo), Napoli (Freccia). Roma (Galà) e Torino (Locatelli) Ore 17.30 PR.MIRAFIORI (gr 1) m 1600: 1 Mack Grace Sm (Vecchione); 2 Pascià Lest (Guzzinati); 3 Orsia (Minnnucci); 4 Linda di Casei (Gocciadoro); 5 Oropuro Bar (Andreghetti); 6 Radiofreccia Fi (F Esposito); 7 Re Italiano (Bellei); 8 Royal Blessed (Paal); 9 Pick Kronos (Di Lorenzo); 10 Pace del Rio (S. Mollo); 11 Raul Breed (M. Minopoli jr), 12 Rue du Bac (Gubellini); 13 Papalla (Castaldo). ANCHE Tr.: Bologna (14.55), Montegiorgio (15.05). Gal.: Milano (14.4), .Treviso (14.50). ● IERI MODENA QUINTE’ (m 1600): 1 Raja Horse; 2 Oregon Mik; 3 Onda degli Ulivi; 4 Picasso trio; 5 Laerte di Cielo; Tot.: 17,81; 5,13, 4,54, 28,48 (397,78) Quinté 14-9-8-3-10 nv. Quarté nv. Tris euro 7.041,72.
locità, mentre c’è l’idea, considerando soprattutto Nadia Fanchini, Federica Brignone e Marta Bassino, di creare un gruppo di lavoro orientato su gigante e superG. Forse Magoni non sarebbe stato capace? Chiedete alla Maze... Sta di certo che la federazione guidata dal presidente Roda continua nell’errore che ha portato al fallimento dei Mondiali di Beaver Creek: dare troppo potere agli atleti. Come può un tecnico avere apMangiacapre, hanno battuto il supermedio Tucker (Usa 2-1) in 6 round e il superleggero Seyam (Usa, 23) ko 1. ● SERGIY PRO (r.g.) Il supermedio ucraino Sergiy Derevyanchenko (4), molto attivo nelle Wsb, con i Thunder Italia, prosegue l’attività professionistica negli Usa sotto la guida dei Duva. Venerdì a New York incontra sulle otto riprese Alan Campa (Mes. 13-1), con nove vittorie per ko.
CANOA ●
EUROPEI (a.fr.) La Federazione europea di canoa ha assegnato all’Italia nel 2016, a Cagliari, gli Europei di ocean racing; nel 2018, ad Auronzo di Cadore, gli Europei di canoa velocità junior e under 23.
FOOTBALL ●
Festa con torta, nelle mani del proprietario Carfagna, per Via Lattea ● Impresa di Nenè degli Ulivi a Parigi. L’indigeno di 8 anni da UConn Roc ha infatti vinto un Gp al trotto montato, il Prix Lallouet (m 2700) in 1.13.8. a 43/1 2 con in sella il 22enne Alexandre Abrivard, respingendo sul traguardo Uppercut de Manche. Fra un mese a Napoli il GP Lotteria, in preparazione del quale oggi a Torino (inizio ore 15.10) i migliori indigeni iniziano la loro rincorsa, mentre ad Assisi Via Lattea, la rarissima puledra albina di Sergio Carfagna, ha compiuto un anno ed è stata festeggiata con tanto di torta. E visto che sognare non costa nulla, se Via Lattea dovesse diventare una trottatrice vera potrebbe iniziare la carriera al Meadowlands di New York, dove Varenne nel 2001 stabilì in 1.09.1 il primato mondiale. La prima data utile per il debutto il luglio 2016. Tornando a Torino, occhi puntati sul nuovo Mack Grace Sm con Roberto Vecchione al
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BASEBALL BOLOGNA E PADOVA OK I tricolori del Bologna passano a San Marino per 6-4. Triplo di Russo, doppi di Liverziani, Sambucci ed Avagnina. Gara-2 ieri sera rinviato per pioggia a domani alle 15.30.Sartori e Martoni aiutano Padova a battere Rimini 3-0. Doppio di Romero. Gara-2 è stata rinviata a Rimini domani alle 15.30 casusa pioggia. Parma cede contro Nettuno-2: doppio di Trinci, 13 strikeout di Gonzalez. 2° turno. Gara-1: Parma-Angel Service Nettuno2 1-3 (v. Camacho, p. Jimenez); Città di Nettuno-Godo Knights (a Roma) 2-1 (v. Montoya, p.Loardi, fuoricampo A.D’Amico al 9°), gara-2 rinviata per pioggia; T&A San Marino-UnipolSai Bologna 4-6 (v. Fleming, p. Sanchez); Tommasin Padova-Rimini 3-0 (v. Quevedo, p. Candelario). Classifica: Rimini, T&A San Marino, Tommasin Padova, UnipolSai Bologna 667 (21); Angel Service Nettuno2, Godo Knights, Nuova Città di Nettuno, Parma 333 (1-2).
BOXE ●
BRASILIANI (r.g.) A Los Angeles (Usa), i due brasiliani Yamaguchi Falcao (4), bronzo a Londra 2012 ed Everton Lopez (1), oro ai Mondiali 2011, superando in semifinale
IFL (m.l.)Ieri si è giocato un solo match (recupero): Lions BergamoRhinos Milano 28-35. Classifiche: Nord: Bolzano 1000 (4-0); Parma, Seamen Milano 750 (3-1); Rhinos Milano 500 (2-2); Bergamo (0-4), Torino (0-4) 0. Sud: Lazio 1000 (4-0); Ancona, Bologna 750 (3-1); Roma, Ferrara 250 (1-3); Napoli 0 (0-4).
GINNASTICA MORANDI 2° IN WORLD CUP Il Sergente dell’Aeronautica Militare Matteo Morandi conquista è 2° agli anelli Nella World Challenge Cup di Lubiana (Slo) con 15.175 (6.70 la nota D) a pari merito con il francese Samir Ait. Settimo, invece, Marco Lodadio, vittoria del cinese Wu con 15.525. Alberto Busnari è 3° al cavallo con maniglie (15.150). Vittoria di Vernaev (15.275) davanti al croato Ude (15.175). Enrico Pozzo 8° al corpo libero.
PALLAMANO ●
PLAYOFF (an.gal.) I risultati della 5a giornata dei playoff maschili. Girone A: Pressano-Trieste 25-24; BolzanoCassano Magnago 35-30 (g. 1/4 ). Classifica: Bolzano 24; Pressano, Trieste 9; Cassano Magnago 6. Gir. B: Carpi-Ambra 34-25; Romagna-Estense 28-19. Cl.: Romagna 21; Carpi 18; Estense 6; Ambra 3. Gir. C.: AlbatroFondi 29-21; Fasano-Dorica 31-25. Cl.: Fasano 21; Albatro 15; Fondi 9; Dorica 3.
peal sui suoi atleti se al primo lamento rischia il posto? La chiarezza della gerarchia, e quindi delle responsabilità, è alla base del successo di un sistema. Roda ha richiamato dal Canada Max Carca come capo degli allenatori. Ma quanto durerà se vorrà applicare programmi rigidi che permettano agli azzurri di colmare quel gap che ancora li divide dalla vetta? © RIPRODUZIONE RISERVATA
PALLAVOLO EUROPEO U19 ITALIA K.O. (a.a.) Inizia con una sconfitta al tiebreak l’Europeo Under 19 per l’Italia. Gli azzurrini di Mario Barbiero sono stati superati 3-2 (25-27, 26-24, 19-25, 25-17, 15-7) dalla Polonia nel girone di Kocaeli; oggi alle 13.30 la Serbia. Le azzurrine di Marco Mencarelli a Plovdiv (Bul) hanno superato 3-1 (20-25, 25-23, 25-16, 25-18) la Rep.Ceca e oggi alle 14 la Germania per il quinto posto. Con questa vittoria hanno conquistato un posto nel Mondiale.
RUGBY ●
AZZURRINI A Mantova, l’Italia under 17 ha battuto i pari età della Francia 22-14 (m. Forcucci, D’Onofrio, 4 c.p. Rizzi; per i transalpini tutti i punti del n.9 Romaine Ntamack); all’Europeo under 18 in Francia, Italia sconfitta dall’Inghilterra 39-12 nella sfida per il terzo posto (2 m. Zago, 1 tr. Cioffi). Torneo alla Francia, 57-0 in finale alla Georgia.
SCHERMA ● MONDIALI Ai Mondiali cadetti e giovani di Tashken, ieri prova mista under 17 in forma sperimentale. L’Italia è stata sconfitta ai quarti 30-29 contro il Giappone. Prima aveva vinto 30-22 contro l’Ungheria. La squadra azzurra è stata composta da Alvise Dal Santo e Serena Rossini per il fioretto, da Daniel De Mola e Beatrice Cagnin per la spada e da Matteo Neri e Lucia Lucarini per la sciabola. In finale, Corea batte Giappone 29-28; bronzo alla Russia (29-28 sulla Russia).
VELA ●
VOLATA PER ITAJAI (r.ra.)Sono attesi nella serata di oggi a Itajai (Brasile) gli equipaggi che stanno partecipando alla 5° tappa della Volvo Ocean Race. Si prevede un arrivo al cardiopalma visto che 4 dei 5 scafi in gara: Abu Dhabi Racing, Mapfre, Alvimedica e Team Brunel sono racchiusi in appena 8 miglia, più indietro le ragazze di Team Sca.
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DOMENICA 5 APRILE 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
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DOMENICA 5 APRILE 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
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IL FATTO DEL GIORNO PARTITO ALLO SBANDO
Il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi, 78 anni, con il «dissidente» Raffaele Fitto, 45 anni ANSA
Ma Berlusconi vuole uscire dal “bunker” e provare davvero a salvare Forza Italia? 1Non sembra temere una debacle alle regionali: in Puglia
scelto un candidato che ha finito per allearsi col ribelle Fitto
di GIORGIO DELL’ARTI gda@gazzetta.it
L’altro giorno Denis Verdini è andato da Silvio Berlusconi e gli ha detto: «Guarda che la possibilità alle regionali di non arrivare nemmeno al 10% è concreta. Devi fare qualcosa per tenere unito il partito». A Berlusconi, a quanto sembra, l’avvertimento è entrato in un orecchio ed è uscito dall’altro. Conseguenza più immediata: scissione in Puglia più vicina.
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Perché proprio in Puglia? In Puglia c’è l’oppositore più serio di Berlusconi, che si chiama Raffaele Fitto, già ministro, poi governatore della Puglia, adesso europarlamentare. Fitto ha fatto la guerra al patto del Nazareno – cioè all’accordo tra Renzi e Berlusconi saltato con l’elezione di Mattarella – e sostenuto che il partito deve procedere a un rinnovamento
profondo. Primarie, eccetera, per trovare una successione degna al grande Silvio. Il grande Silvio ha risposto invece infurebondendosi sempre di più e da ultimo mandando in Puglia un commissario di Forza Italia col compito di farlo fuori, in qualunque modo. Il candidato alle regionali della coalizione che fa capo a Forza Italia non è perciò Fitto, ma un medico che si chiama Schittulli e che si presenterà con una lista sua, in teoria sostenuta dal centrodestra. L’altro giorno però è accaduto questo: Schittulli ha dichiarato di non voler rompere con Fitto e di essere deciso ad accogliere nella lista tutti i candidati fittiani. Le maledizioni di Berlusconi, sempre più incattivito dalla prigione in cui lo tiene il suo cerchio magico, non si contano. Berlusconi ha fatto subito sapere che dopo Pasqua deciderà lui come deve essere fatta la lista pugliese. E siccome è escluso che ci metta dentro i fittiani, Forza Italia in Puglia è praticamente scissa.
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Quindi andranno sotto il dieci per cento. Fitto si presenta anche in Campania e dovrebbe valere – tra Puglia e Campania – un 3% dei voti forzisti. Quindi sì, pare proprio che andranno sotto il 10%. All’interno di Forza Italia questo 10% viene vissuto come una linea rossa. Sotto a quella, ognuno cercherà la sua strada e Forza Italia, o altri eventuali raggruppamenti berlusconiani comunque si chiamino, saranno dichiarati morti. La direzione che prenderanno gli ex forzisti sarà a sua volta elemento di riflessione e di studio approfondito. Per esempio, Verdini e un’altra ventina di parlamentari potrebbero addirittura confluire nel Pd, con mal di pancia democratici facilmente intuibili (a sua volta il Pd è destinato a spaccarsi dopo le regionali, quando sarà palpabile il consenso che circonda Renzi e la possibile inconsistenza elettorale della cosiddetta ala sinistra, bindiani, bersaniani, civatiani e quant’altro).
Stiamo cambiando discorso. No, è che la diaspora berlusconiana avrà effetti su tutto lo schieramento perché gli ex forzisti, oltre tutto, cercheranno rifugio in formazioni che siano disposte a ricandidarli (da Alfano a Passera alla Lega alla Meloni). La Mariarosaria Rossi ha imposto, grillianamente, il limite dei tre mandati e la cosa è piaciuta assai poco. Ci sono stati attacchi al vertice clamorosi, fatti cioè da gente fino a ieri considerata fedelissima. Non so, a parte Sandro Bondi e la Repetto che se ne sono andati sbattendo la porta, Paolo Romani, all’assemblea organizzativa del 28 marzo, ha detto: «Non si dica che tutto va bene, perché oggi non va bene nulla. Siamo divisi e litigiosi, non raccontiamo cose credibili e i peggiori di noi vanno in tivù a dire stupidaggini». Anche la Santanché, costretta a votare contro la riforma del Senato che aveva contribuito a scrivere (controvoglia), s’è messa di traverso. Inoltre lo spettacolo che dà il partito farà comunque perdere voti. Perché dare il consenso a una marmellata simile, oltre tutto in un momento in cui, grazie a Renzi, non esiste più neanche il fantomatico pericolo comunista? Per capire di che sto parlando, basta leggere il blog di Fitto alla data di ieri.
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Che cosa dice? «Siamo in un partito senza regole dalla testa in giù. Da un anno siamo in una terra di nessuno. Siamo in un partito con dirigenti privi di qualunque legittimazione democratica. C’è ormai un cupo bunker, costruito intorno a Berlusconi, dove pochi autonominati pretendono di decidere sulla sorte delle persone, e - peggio ancora sulla linea politica. Ma davvero pensiamo che le liste possano essere fatte e disfatte dalla senatrice Rossi? Dove siamo finiti? Non eravamo, o non dicevamo di essere, un partito liberale di massa? Siamo soprattutto un partito con 9 milioni di elettori in fuga».
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Ma non si poteva in qualche modo mediare, possibile che un uomo così pronto a dir di sì a tutti si sia incaponito… La vulgata dice che Berlusconi creda di essere politicamente finito e che a questo punto di Forza Italia non gliene importa niente. Vuole togliersi delle soddisfazioni personali, andando addosso per quanto possibile agli «ingrati». Una chiusura di carriera politica controversa.
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NOTIZIE TASCABILI UN AIRBUS A STOCCARDA
Perde carburante Germanwings atterra d’urgenza ● Nuovi guai per Germanwings: una perdita di carburante ha costretto i piloti del Colonia/Bonn-Venezia a un atterraggio di emergenza a Stoccarda. A bordo c’erano 123 passeggeri. Solo venerdì l’Hannover-Roma era stato costretto a scendere a a Venezia per il malore di un membro dell’equipaggio e di un passeggero. Intanto sono terminate le ricerche dei corpi
Un jet della Germanwings delle 150 vittime del disastro aereo dell’Airbus A320 e sono stati isolati 150 profili di Dna dai più di duemila resti recuperati nel sito dello schianto. Non è però sicuro che si tratti solo del Dna delle vittime: ci vorranno dalle tre alle cinque settimane per procedere all’identificazione.
ALFANO: «INTEGRALISTA» IN CELLA UNO SCAFISTA
Un marocchino è stato espulso per terrorismo
Nuova ondata: altri 1500 migranti arrivati dalla Libia
● Con un provvedimento di espulsione, è stato rimpatriato un marocchino di 41 anni, Khalid Smina, residente a Imola (Bologna), e titolare di un permesso di soggiorno. «Aveva aderito a una pratica integralista della religione con una vocazione al terrorismo»: lo ha spiegato il ministro dell’Interno Angelino Alfano. Da dicembre ad oggi sono salite a trenta le espulsioni.
● Nuova ondata di migranti verso la Sicilia. Sono stati impegnati nei soccorsi in acque libiche la Guardia Costiera e la Marina Militare, con tre unità: solo ieri, oltre 1.500 i migranti partiti dalla Libia a bordo di barconi. A Siracusa, intanto, è stato arrestato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina Mohamed Ben Hassan, tunisino.
LE IMMAGINI SUL QUOTIDIANO “GRANMA”
Un’immagine della prima apparizione di Fidel Castro da 14 mesi AFP
Castro si rivede in pubblico È la prima volta da 14 mesi ● L’ultima apparizione di Fidel era datata 8 gennaio 2014, in occasione dell’apertura di un centro culturale all’Avana: da allora il “lider maximo” non si era più visto ed erano circolate le solite voci sulla sua morte, le ultime nel gennaio scorso. E invece Castro, 88 anni, è riapparso in pubblico. “Casuale, indimenticabile incontro con Fidel”, titola — con retorica d’altri tempi — il quotidiano ufficiale “Granma” sulla visita di Castro alla scuola “Vilma Espín Guillois”, situata vicino alla residenza di Fidel, a ovest della capitale. Il giornale pubblica anche alcune foto dell’ex presidente, in tuta bianca e blu, un berretto nero in testa, mentre stringe la mano ai rappresentanti di una delegazione venezuelana. Le immagini risalgono a lunedì scorso.
VACANZE ITALIANE
Angela aficionada: ancora Pasqua a Ischia 1La Merkel da ieri sera nell’isola campana
lata ai comuni visitatori. Infine, il trasferimento a Ischia, su un traghetto delle linee locali. Resterà fino sabato e su di lei vigileranno, tra l’altro, dieci agenti tedeschi.
Feste di lavoro per il greco Varoufakis volato negli Usa: scade il prestito del Fmi
Francesco Rizzo
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tessa spiaggia, stesso mare. Non amatissima dagli italiani, la cancelliera tedesca Angela Merkel ama invece molto il nostro Paese, almeno come museo a cielo aperto e ha di nuovo scelto la Campania per le vacanze di Pasqua, cominciate ieri. Prima il palato: menù tipico (con paccheri al baccalà, scarpariello e alici fritte) in un ristorante di Sorrento,
in compagnia del marito e di una coppia di amici. Il tavolo era stato semplicemente prenotato per quattro persone, come turisti qualsiasi. Poi, una raffinata tappa culturale: visita ai non troppo gettonati scavi archeologici di Stabia, tra Pompei ed Ercolano, per ammirare Villa di Arianna e Villa San Marco, celebre per il giardino porticato e la piscina con emiciclo. Da Stabia, la Merkel si è spostata a Ercolano, dove — entrata da un ingresso laterale — si è mesco-
Angela Merkel e il marito Joachim Sauer (alle sua spalle) ieri a Ercolano ANSA
DEBITI Eppure, tra passeggiate e bagni alle terme, la cancelliera dovrà pensare anche alla Grecia. Glielo ha ricordato il viceministro degli Esteri di Berlino Michael Roth, che ieri ha di nuovo tirato le orecchie al governo Tsipras, sottolineando come «la Banca Centrale Europa sia un partner e non un avversario». Perché «nessuno ha il minimo interesse in un’uscita di Atene dalla moneta unica, meno che mai la stessa Atene. Ma il
tempo stringe». E infatti c’è chi la Pasqua la passerà lavorando: è il ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis, che oggi vola a Washington per incontrare Christine Lagarde, direttore del Fondo monetario internazionale, nonché gli uomini del Tesoro Usa. Giovedì la Grecia deve rimborsare il prestito del Fmi da 458 milioni di euro (e a metà mese altri 2,4 miliardi): il vice di Varoufakis, Dimitris Mardas, ha garantito ieri che i soldi ci sono ma i dubbi restano. Anche alla luce del difficile negoziato sulle riforme, poste come condizione per sbloccare l’ultima tranche da 7,2 miliardi di euro di aiuti internazionali. L’Europa chiede più sforzi soprattutto sui tagli a pensioni e pubblico impiego e più coraggio sulle privatizzazioni. E con una Merkel riposata, hai voglia a litigare. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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USCITA DOPO 48 ORE
Strage in Kenya Ragazza si salva in un armadio
Un momento del video diffuso dall’Isis in cui un miliziano distrugge un pezzo delle mura dell’antica Hatra, in Iraq AP
Isis, lo sfregio alla storia Kalashnikov e picconi contro i tesori di Hatra 1In un video i jihadisti distruggono le mura del III secolo a.c. in Iraq Migliaia in trappola nel campo profughi di Yarmuk vicino a Damasco
Filippo Conticello @filippocont
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uelle pietre bianche, bellezza immortale ed esempio dell’ingegno umano, stavano in piedi da 2 mila e 300 anni almeno. Hanno resistito a due attacchi furiosi dei Romani, 116 e 198 d.C, non alla furia della Jihad del terzo millennio: l’Isis ha usato mazze, picconi, perfino il tiro a segno con i kalashnikov per colpire le mura del III secolo a.C. ad Hatra, in Iraq. Costruite durante l’impero dei Parti, erano pure patrimonio dell’Unesco, ma i miliziani del Califfo hanno sfogato la solita furia iconoclasta contro le statue e gli ornamenti: uno sfregio annunciato, partorito dai terroristi il 7 marzo, e sopra ogni cosa, ostentato al mondo. Eccolo, allora, il nuovo video dei jihadisti in-
titolato «La distruzione degli idoli», condito dall’onnipresente commento del militante barbuto: dice che le immagini umane, proibite dall’Islam, venivano «adorate al posto di Dio». E il montaggio indugia sui grandi fregi di arenaria sbriciolati, sulla cariatide buttata giù col suo ricco panneggio e l’Ak-47 che spara all’impazzata. L’ennesima offesa dopo la distruzione, sempre orgogliosamente documentata, del reperti nel Museo di Mosul e dell’antica città assira di Nimrud. «Crimini di guerra» per l’Onu, che ora via satellite cerca di capire se davvero hanno osato radere al suolo coi bulldozer l’intera area archeologica. A VICENDA La nuova esibizione di ferocia sa tanto di risposta alla perdita di Tikrit, la città sunnita dove nacque Saddam, strappata all’Isis dall’esercito iracheno gra-
zie alle milizie sciite addestrate e armate dall’Iran. Ma da quelle parti pare confermarsi ciò che si temeva prima della controffensiva: nel racconto di testimoni e residenti, abbondando gli episodi di violenza e saccheggi sugli odiati sunniti. E adesso che le milizie la stanno abbandonando, Tikrit è descritta come una «città in rovina». Eppure, sul lato opposto del territorio sottomesso al Califfato, la guerra santa è ormai alle porte di Damasco: i miliziani avrebbero preso il controllo militare di quasi tutto il campo profughi palestinese di Yarmuk. Migliaia, forse fino a 18 mila, intrappolati da giorni, mentre gli attivisti siriani danno forma all’incubo: ci sarebbe una prima «tattica» intesa tra Isis e qaedisti del Fronte al-Nusra. Jihadisti entrambi, ma fino a pochi mesi fa si massacravano a vicenda. © RIPRODUZIONE RISERVATA
● Era ancora nascosta in un armadio, a due giorni dal massacro di 148 studenti cristiani compiuto dai miliziani somali al Shabaab nel college di Garissa in Kenya. I soccorritori l’hanno scoperta sabato mattina: Cynthia Charotich, 19 anni, si era nascosta sotto un mucchio di vestiti in un guardaroba, per sfuggire alla furia sanguinaria e non era uscita nemmeno quando aveva sentito le voci dei compagni sopravvissuti. Anche ieri i soccorritori hanno dovuto penare per convincerla che volevano salvarla: è servito un docente universitario per assicurare che gli agenti non erano Shabaab travestiti. Poi le è stato dato del latte ed è stata portata in ospedale. Intanto, sono state arrestate cinque persone connesse all’attacco, come ha riferito il ministero dell’Interno kenyano: «Tre erano i coordinatori fermati mentre cercavano di fuggire in Somalia, mentre due sono stati arrestati all’interno dell’università». Nel dettaglio, un addetto alla sicurezza e un cittadino della Tanzania, sospettato di aver «facilitato l’ingresso» degli islamisti. Non bastasse, i terroristi sono tornati a minacciare il Kenya, preso di mira per l’intervento armato in Somalia: «Nulla sarà in grado di garantire la vostra sicurezza. La guerra sarà lunga e terribile», si legge in una dichiarazione rivolta a tutto il popolo keniota. «Risponderemo duramente a questo attacco all’umanità», ha aggiunto il presidente del Kenya, Uhruru Kenyatta, che ha disposto tre giorni di lutto.
Mohamud, capo degli Al Shabaab
SCOMPARSO A BRESCIA
Il bambino ritrovato era in Spagna col papà Ora è lotta sull’affido
Il piccolo Christian Fernandez, 9 anni, era sparito giovedì a Brescia ANSA
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ta bene ed è a casa dei nonni paterni, dopo un viaggio dall’Italia alla Spagna piuttosto turbolento. È stato protagonista di una vera e propria fuga in automobile durata diverse ore, Christian Fernandez: il bambino di nove anni, scomparso da Brescia giovedì sera mentre stava giocando a pallone in un parco vicino a casa, è stato ritrovato ad Alicante, in Spagna. Resta da capire se la fuga sia stata volontaria o meno, visto che Christian è conteso da padre e madre, in un complesso caso di affidamento tra Spagna e Italia. Stando alla ricostruzione della Questura di Brescia, a prelevare il bambino sarebbe stato lo zio paterno visto che il padre, alle prese con problemi di giustizia, non poteva lasciare la Spagna. Christian e il genitore si sarebbero però accordati giorni prima sulla fuga. «Non ci credo, è impossibile», ha detto Lisette Santa Cruz, la madre cubana che si è risposata con un bresciano e che giovedì sera ha denunciato la scomparsa del piccolo. PARERI DIVERSI «Solo pochi giorni fa il bambino mi ha detto di non lasciarlo andare in Spagna perché con suo padre, che non chiamava più nemmeno papà ma solo Miguel, non voleva tornare. Era terrorizzato e poi aveva la prima comunione il 12 aprile e si era
preparato in parrocchia. Impossibile che pensasse a scappare», ha spiegato la donna. Che, due anni fa, aveva portato in Italia Christian strappandolo all’ex marito. Era legittimata a farlo avendo ottenuto l’affidamento del piccolo, ma un anno fa la situazione è cambiata, con Christian che, dal febbraio 2014, è stato affidato dal tribunale spagnolo al padre Miguel Fernandez. «Sono scappata dalla Spagna con Christian dopo
RGiovedì sera
la fuga in auto con lo zio. La madre: «Decida Christian con chi vuol stare»
che per due volte ho denunciato per violenza il mio ex marito. Era diventato impossibile rimanere», ha spiegato la Santa Cruz. L’uomo, però, per due volte è stato prosciolto in Spagna da ogni accusa di maltrattamenti in una relazione durata otto anni. «Io e Christian siamo scappati dopo essere stati un anno in una casa di accoglienza in seguito alle denunce», ha aggiunto la donna. Che ora chiede solo di parlare con suo figlio: «Ho mandato un sms al mio ex chiedendo di farmi parlare con Christian. Voglio sentire da lui cosa vuole fare. Rispetterò qualsiasi sua decisione, ma me lo deve dire lui».
Ora tutti si filmano con Periscope In due giorni 100 mila condivisioni U 17 ● Le migliaia di link giornalieri condivisi su Periscope, 12 mila quelli che viaggiano, invece, su Meerkat. Nel primo weekend dal lancio (il 26 marzo), l’app di Twitter ha collezionato oltre 100 mila condivisioni.
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● Le migliaia di follower sul profilo Twitter dell’app. Molti i fan tra le star e i cantanti. Da noi i più attivi nel live streaming sono Fiorello e Jovanotti. Non mancano filmati impegnati e interazioni tra gli utenti.
n successo travolgente e in evoluzione. Periscope, l’app lanciata da Twitter (il 26 marzo) che registra «la vita in streaming», sta conquistando centinaia di migliaia di fan. Secondo il contatore online di Topsy, solo nel weekend d’esordio i link alle dirette condivisi sul microblog hanno sfiorato quota centomila, con un picco nella giornata di sabato (51 mila). Dati che hanno sancito il sorpasso sul programma concorrente Meerkat. Ma la guerra tra i due non è finita. E quest’ultimo come ha spiegato Wired punta con un apposito hashtag (#Katch) a fare sì che i filmati finiscano su YouTube. Il fenomeno del live streaming ha le potenzialità per non restare una moda del momento. Ne è convinto Mario Morcellini, pro-rettore alla Comunicazione dell’Università La Sapienza, secondo il quale «la piattaforma è costruita per estremizzare le passioni dei giovani. A cominciare dall’assuefazione ai selfie, che diventano dinamici, e poi dal bisogno di essere produttori di contenuti».
Un collage di alcuni filmati condivisi sul profilo Facebook di Periscope
LE SFUMATURE Non sono da sottovalutare le questioni legate alla privacy, che subisce «un attacco», tanto che in futuro si potranno ipotizzare anche dei divieti all’uso del «periscopio», un po’ come è stato negli Usa con i Google Glass che nemmeno erano in commercio. In Italia l’accoglienza di Periscope è stata delle migliori con testimonial come Fiorello e Jovanotti che hanno fatto da apripista. Oltre alle immagini private da condividere con sconosciuti ci sono i primi
esperimenti interessanti. Quelli delle redazioni giornalistiche e delle radio. Ci provano i partiti (l’intervento di Renzi alla direzione Pd di lunedì è andato anche su Periscope) e le imprese (Skyscanner ha lanciato un «palinsesto» per far scoprire decine di città nel mondo). L’Italia registra anche i suoi primi fenomeni, come la cantante Lidia Schillaci che è stata notata dal sito americano Mashable. dan. va. © RIPRODUZIONE RISERVATA
A BANGKOK LA CORSA DEI COLORI ● Una festa in nome della solidarietà. Una corsa di 5 chilometri tra polveri colorate che ha unito, ieri, migliaia di persone, turisti, residenti e non solo, nel parco Lumpini a Bangkok, in Thailandia. La manifestazione, chiamata «Operazione sorriso», è servita a raccogliere fondi per interventi gratuiti a favore dei bimbi affetti da labbro leporino, deformazioni al palato o malformazioni al viso. Durante la corsa i partecipanti, come avviene in ogni «color run», sono stati spruzzati con sfumature diverse ogni chilometro. La Fondazione «Operation Smile» può contare su oltre 5400 volontari medici, infermieri ed altri operatori sanitari. Realizza missioni mediche in più di 60 Paesi.
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Bergoglio, effetto cinema Boom di storie sui preti
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SHOWBIZ IN ITALIA LA SFIDA Ăˆ STATA A BERGAMO
1Da Luchetti a Sorrentino, la figura del pontefice stimola la produzione
di film e serie per la tv. L’esperta: Francesco cambia la comunicazione 1
Francesco Rizzo
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H
abemus Papam. E qui non si parla del preveggente film di Nanni Moretti, ma di tutti i pontefici — passati, presenti, immaginari — che vanno affollandosi su schermi e palcoscenici, come se fosse esplosa una moda. Domani arriva nei cinema La canonizzazione dei Papi, docufilm in 3D su quel 27 aprile 2014 in cui vennero elevati agli altari Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II, giĂ trasmesso da Sky ma ora “spalmatoâ€? in 25 sale del circuito Nexo, sino a maggio. Offre pure un approfondimento su Francesco, del quale, intanto, si occupa Daniele Luchetti nel suo Chiamatemi Francesco, biopic sul Papa (interpretato nella giovinezza dall’argentino Rodrigo De la Serna e nella maturitĂ dal cileno Sergio Hernandez), dalle origini all’elezione nel 2013. AndrĂ anche in tv e ora è sul set a Roma. ÂŤLa prima volta in cui ho prestato attenzione a Bergoglio è quando ha detto quella frase sui gay (“Chi sono io per giudicarli?â€?, ndr) — spiega Luchetti —. Stava parlando da contemporaneo a contemporanei. Questo Papa sa emozionare i laici, ma non farò un santinoÂť. Vedremo il film il 3 dicembre. Nel frattempo sarĂ avviato il progetto The young pope, serie tv Sky in 8 episodi, ritratto di un immaginario pontefice italoamericano, con il volto di Jude Law. Dirige Paolo Sorrentino, sempre affascinato dal potere, che sia prestar soldi (L’amico di famiglia) o governare (Il divo).
ANCHE MUSICAL E a Verona, il 25 aprile, debutta il musical Il primo Papa, ovvero San Pietro raccontato da GesÚ, con la voce di Bergoglio che legge il Padre Nostro. Troppo? No, gli artisti raccontano un cambiamento, il solo rischio può essere la semplificazione – riflette Chiara Giaccardi, sociologa che si è occupata
Anche a Londra l’appuntamento tra appassionati di cuscinate LAPRESSE
La “battaglia� a cuscinate: flash-mob in tutto il mondo
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RIPRESE IN NORVEGIA PUPAZZO CRIMINALE
Il nuovo Zalone Nella web serie esce l’1 gennaio di Lillo e Greg I ciak da maggio c’è pure Bonolis
� 1 Papa Francesco, eletto nel 2013 2 Rodrigo de la Serna è Bergoglio in Chiamatemi Francesco 3 Alessandro Gassman in Se Dio vuole 4 Jude Law, atteso in The Young Pope di Paolo Sorrentino ANSA
La messa di Pasqua oggi in onda su Sky Prima volta in 3D â—? La solenne celebrazione pasquale, presieduta da Papa Francesco e la Benedizione “Urbi et Orbiâ€?, per la prima volta in tre dimensioni: appuntamento stamane dalle 9.55 su Sky 3D, in diretta da Piazza San Pietro a Roma. La celebrazione sarĂ seguita da otto telecamere e commentata da don Walter Insero, direttore dell’Ufficio Comunicazioni del Vicariato di Roma. La messa del Papa sarĂ trasmessa anche in chiaro sul Canale 27 del Digitale Terrestre.
del rapporto tra Bergoglio e i media —. Del resto il nuovo Papa è popolare. PerchĂŠ? Sa che la comunicazione è interazione e risponde a un bisogno di religiositĂ , diventata però allergica a modelli calati a forza nella vita concreta delle persone. E molti preti “di frontieraâ€? si sentono legittimati da FrancescoÂť. Guarda caso, nei cinema c’è Se Dio vuole, con Gassman “donâ€? irrituale. Spiega il regista, Edoardo Falcone: ÂŤNon volevo il solito sacerdote in crisi o che fa altro, come Don Matteo ma uno che riesca a rendere viva la fede. Mi interessa parlare di spiritualitĂ attraverso la commedia: non pensavo a Bergoglio però il suo rinnovamento aiuterĂ il filmÂť. In effetti, non ha danneggiato una web se-
OROSCOPO LE PAGELLE di ANTONIO CAPITANI 21/4 - 20/5 TORO
21/5 - 21/6 GEMELLI
22/6 - 22/7 CANCRO
23/7 - 23/8 LEONE
24/8 - 22/9 VERGINE
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La Luna paventa, per oggi e domani, lievi impicci, intralci, imprevisti. Tenete a freno gli zebedei, mediate. E abbandonatevi ai (tanti) entusiasmi suini.
Pasqua coi fiocchi. Le energie prorompono, l’ottimismo sale. E ogni programma riesce nel migliore dei modi. Pasquetta isterica, suinally too: occhio.
Pasqua faticosa, ingabbiati in una rete di noie, stress e paturnie. L’umore risalirà col passare delle ore, però. E a Pasquetta si coccola e si fornica.
Pasqua lieta, sociale e socievole, magari con rimpatriate e viaggi riusciti. Pasquetta, però, stanca e inversa. Con l’ormon che non trova soddisfazion.
Viaggi, cultura, mondanitĂ renderanno speciali Pasqua e Pasquetta. Ma anche se lavorerete ogni cosa andrĂ bene. Fornicazioni pacificanti.
23/9 - 22/10 BILANCIA
23/10 - 22/11 SCORPIONE
23/11 - 21/12 SAGITTARIO
22/12 - 20/1 CAPRICORNO
21/1 - 19/2 ACQUARIO
20/2 - 20/3 PESCI
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La Luna pasquale vi fa brillare per fascino. E spalleggia soprattutto il comparto degli affetti privati. Pasquetta, poi, mangiona, sorniona, suinona.
Carburare e cooperare, oggi, potrebbe non risultare del tutto facile. Non inoculate curaro in nessuno: domani vi riprenderete. Ma c’è penuria suina.
Pasqua serena, ovunque e con chiunque siate. Domani la Luna farĂ entrare in campo il pessimismo. Rovinoso per la fornicazione. Opponetevi.
Troppa umoralitĂ a Pasqua: consigliato un idromassaggiorelax nel cioccolato al latte. Pasquetta di forma psicofisica buona e di sex pure sperimentale.
rie al curaro come Preti, 2 milioni di visualizzazioni su Youtube, candidata al David, mini-cartoni animati di Astutillo Smeriglia (nome d’arte) in cui le domande di un giovane sacerdote spiazzano un collega inaridito da riti e nozioni. Idea nata ai tempi di Ratzinger: per i dialoghi usavo le risposte che certi sacerdoti danno a problemi pratici — dice l’autore —. Credevo che la serie, con Francesco, non funzionasse piÚ. Invece piace a credenti e sacerdoti, che ammettono come certo clero vada in chiesa come in ufficio. Chiediamoci se lavoriamo come buoni operai o se siamo diventati un po’ degli impiegati, ha detto Bergoglio. E forse Preti avrà un seguito.
â—? UscirĂ il primo gennaio 2016 il nuovo film di Checco Zalone, diretto da Gennaro Nunziante, del quale dovrebbero iniziare le riprese a maggio in Norvegia. ÂŤPer noi era importante uscire con “Chiamatemi Francescoâ€? di Luchetti il 3 dicembre, prima del Giubileo, Checco è stato d’accordo nell’uscire piĂš avantiÂť, ha detto Pietro Valsecchi, produttore dei due progetti.
â—? Sigaretta in bocca, giubbotto di pelle, aria da duro. CosĂŹ Paolo Bonolis diventa ÂŤEr ricettaÂť, uno dei peggiori ÂŤceffiÂť della mala romana. Sono le immagini del nuovo episodio di ÂŤPupazzo criminaleÂť, la web serie di Lillo e Greg, (in onda oggi). Si raccontano i loschi traffici di un clan del quartiere romano di Tor Pignattara, I protagonisti calzini con nasi, spugne e marionette.
AVVIATI I LAVORI: SI PARTE NEL 2018
DiCaprio ambientalista in Belize Aprirà un eco-resort su un’isola
Š RIPRODUZIONE RISERVATA
â—? Un eco-resort in Belize, non solo per salvare l’isola di ÂŤBlackadore CayeÂť, ma per renderla modello per il futuro. Ăˆ la nuova impresa di Leonardo DiCaprio, che ha acquistato 104 acri su un’isola dove ha avviato i lavori per un resort definito ÂŤeco-consapevoleÂť che aprirĂ nel 2018. L’attore ci ha messo dieci anni per trovare il costruttore adatto: la sua scelta è caduta su Paul Scialla, popolare per le costruzioni ÂŤeccentricheÂť.
LO SPORT IN TV
21/3 - 20/4 ARIETE Luna spenta. Che per oggi e domani minaccia noie e ritardi. Programmatevi con cura, non vedete la vita in nerosfiga: meglio l’ottimismo e la fornicazione.
â—? Si chiama International Pillow Fight Day, la giornata mondiale della battaglia a cuscinate e si è svolta ieri in una settantina di cittĂ del mondo, da Barcellona a Hong Kong passando per Chicago. Si tratta di un flash mob che viene organizzato dal 2008. In Italia la “battagliaâ€? si è svolta a Bergamo, dove il tam-tam sui social ha fatto confluire centinaia di persone. Prima dell’evento sono state rese note le regole: vietato togliere gli occhiali prima di iniziare, niente colpi a persone senza cuscino o con macchina fotografica.
La Pasqua vi porta serenitĂ . Ma domani non urtate nessuno, non inaciditevi, non fate cacchiate. Scarsi i godimenti del palato, sia culinari siua suini.
Luna amica a Pasqua e a Pasquetta. Il vostro lato B lievita come una colomba di pasticceria e gli ormoni diventano come uova di Pasqua, voluminosi.
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