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martedì 7 aprile 2015 anno 119 - numero 81 euro 1,40
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FIRENZE, ORE 20.45, SEMIFINALE DI RITORNO: UNA FANTASFIDA A RITMO DI GOL
SALAH-TEVEZ FUORI UNO I due più in forma della Serie A si contendono la finale di Coppa Italia La Fiorentina parte da 2-1, alla Juve serve l’impresa. Ritorna Marchisio
Mohamed Salah all’andata ha segnato i due gol del successo viola. Carlos Tevez è capocannoniere della A CALAMAI, DELLA VALLE, GRAZIANO, VERNAZZA, SARDELLI ALLE PAGINE 6-7-9
OCCHIO INTER! MANCINI, ICARDI
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MISSIONE EUROPA IL MILAN CI CREDE E VA SU BERTOLACCI Galliani parla con Preziosi per il centrocampista. Ma c’è pure la viola LAUDISA, NICITA, OLIVERO ALLE PAGINE 12-13
E LA CLASSIFICA LE PAURE DI THOHIR
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GLI STRISCIONI A ROMA
Offese alla mamma di Ciro Pallotta: «Tutti sconfitti» Appello del Viminale
1Nerazzurri mai così male
CATAPANO, CECCHINI A PAGINA 14
nell’era dei 3 punti: l’Europa è persa e aumentano i dubbi 1Il tecnico non è sotto esame ma per trattenerlo servono 3-4 top player e poteri da manager 1Il rinnovo dell’argentino è in stallo: il nodo è l’adeguamento
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CASTAN E ANDERSON DERBY DELLA BIBBIA «DIO CI HA SALVATI» GUIDI, ODDI A PAGINA 17
BREGA, PESSINA,TAIDELLI DA PAGINA 2 A PAGINA 5
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Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano
L’ANALISI di Paolo Condò
CERCASI LEADER PER LA SQUADRA CHE È SENZA PERSONALITÀ
Le inquietudini affiorate in queste ore all’Inter su un possibile disimpegno di Mancini a giugno per ora non toccano il tecnico. Nell’accordo stilato fra le parti lo scorso novembre, al momento di subentrare a Mazzarri, il club aveva garantito al nuovo allenatore una prima tranche di innesti a gennaio e una seconda in estate.
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IL ROMPIPALLONE di Gene Gnocchi Donadoni furioso. Ieri mattina ha fatto allenare il Parma alle 6.30: «Non si può pareggiare con l’Inter»
L'ARTICOLO A PAGINA 27
SU EXTRATIME - 1
SU EXTRATIME - 2
La manita di Ronaldo e la sfida con Messi
Cresce la violenza La Turchia ferma il campionato
STORIE E PERSONAGGI DA NON PERDERE 1
Ululati a Esordienti Milan I genitori: «Sono fuori età» Raiola: «E’ razzismo» D'ANGELO A PAGINA 12
NELL’INSERTO
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NELL’INSERTO 9 771120 506000
F.Anderson (Lazio) e Castan (Roma)
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Ciclismo, caos al Fiandre Auto centra 2 corridori scatta l’allarme traffico GIALANELLA, SCOGNAMIGLIO A PAG. 31
3 Cristiano, 5 gol al Granada
Spari al pullman del Fenerbahçe
Domenicali e la Ducati «Che soddisfazione far paura ai giapponesi» IANIERI A PAGINA 28
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Primo piano R La crisi nerazzurra
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Inter, mercato super e libertà a Mancini per paura di perderlo
1Nonostante i risultati il tecnico non è sotto esame. Anzi,
il suo carisma è ritenuto indispensabile. Così si pensa di proporgli un ruolo da manager e l’ingaggio di 3-4 top player
Luca Taidelli INVIATO AD APPIANO GENTILE (CO)
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na media punti più bassa di quella di Mazzarri, sette gare senza vittorie e una prestazione imbarazzante come quella contro il Parma, ultimissimo in classifica. A questo punto potrebbe sorgere il dubbio che - oltre ai giocatori in rosa - anche Roberto Mancini sia sotto esame da parte della dirigenza interista. Invece il tecnico di Jesi continua a godere della piena fiducia di Erick Thohir e di chi sta sotto al tycoon.
CON VISTA MANAGER Mancini anzi rimane il vero top player del club, l’uomo attorno al quale l’Inter vuole costruire il futuro. L’ex allenatore di City e Galatasaray è anche un credito pesante nei confronti dei tifosi e delle prossime strategie di mercato. Già in gennaio si è capito quanto pesi il suo carisma, la sua capacità di ottenere ciò che vuole, di prendere il telefono e convincere lo Shaqiri di turno, che pure aveva proposte più allettanti. Non a caso l’idea sarebbe addirittura quella di proporre al tecnico un ruolo ampliato, quasi di manager all’inglese che può muoversi con libertà anche sul mercato. Questo non significherebbe un ridimensionamento del d.s. Piero Ausilio, con cui i rapporti sono eccellenti, ma la possibilità di agire con maggiore indipendenza, senza riferire a diversi dirigenti. QUELLA PROMESSA L’Inter insomma vuole proseguire con Mancini. Al limite il dubbio può venire al contrario: Mancini vuole continuare con l’Inter? Nel momento in cui nel novembre scorso ha fatto la «scommessa» (ipse dixit) di tornare in nerazzurro dopo il quadriennio 2004-08 firmando un contratto fino al 2017, Mancini sapeva di correre il rischio di perdere panchine più ricche - Psg in primis - per il proprio conto in banca e soprattutto per la possibilità di fare mercato. Mancio però non è certo un kamikaze. Ben venga la riconoscenza verso il vecchio club, ma quel sì è arrivato perché dietro c’era la promessa che sarebbe stata costruita una grande Inter. A gennaio (anche se con alcuni «pagherò» con cui bisognerà fare i conti nei prossimi bilanci) la promessa è stata mantenuta. Ma per completare la «rivoluzione» la prossima estate sarà decisivo il finale di questa stagione. Oltre che mosso dalla voglia di riscatto dopo sei mesi da incubo, Mancini è totalmente coinvolto nel progetto, tanto che dopo aver scelto di tornare nella «sua» Brunico per il ritiro estivo sta anche pianificando con Ausilio e Fas-
Riunione tra Roberto Mancini, il socio Handy Soetedjo, il presidente Erick Thohir e il d.g. Marco Fassone GETTY
sone le strategie di mercato. Ma qui scatta il vero vera prima Inter. Mancio sa bene che per 10 uscite nodo. Mancio ha le idee chiare, ma costose. L’aver non potranno entrare 10 top player, ma ne vuole 3 mancato anche la prossima Europa League da un o 4 - Tourè in primis - ed è pronto a completare il lato toglie ulteriore ossigeno al club, ma dall’altro gruppo con i giovani che riterrà più pronti. Un ritarda, fino alla prossima qualificazione, i paletti elenco che comprende anche i ragazzi attualmente legati alle sanzioni del fairplay Uefa. Ma l’Inter po- in prestito tra A e B. trà comunque spendere per quello che avrà guadagnato. Ecco perché a un certo punto ci sarà da con- BOTTEGHINO, FERIE E ZANETTI Resta il fatto che frontarsi non più solo con i dirigenti sportivi, ma le ultime nove gare stagionali saranno fondamenanche con l’a.d. Michael Bolingtali anche su altri fronti. A cobroke e con lo stesso Thohir, atminciare dall’effetto botteghino. teso a Milano la mattina del derProprio quando il calendario Robi lavora per il by (19 aprile) per una settimana propone le tre sfide con cui di sofuturo, ma il club che si concluderà con l’altro big lito San Siro si riempie (oltre a match interno, Inter-Roma, il 25. Milan e Roma, c’è la Juventus, il teme che lasci se maggio), ai tifosi se dovesse non avrà una rosa 17 arrivare un tracollo anche queMINI RIVOLUZIONE Nelle ultisto sabato in casa del Verona pome uscite, Mancini ha rafforzato competitiva trebbe davvero passare la voglia. la convinzione di aver bisogno di A giugno poi toccherà a Thohir gente di personalità e che andrà cambiata almeno una decina di petali della rosa. tirare una serie di conclusioni di una stagione coSa bene che le operazioni non saranno facili nè in munque difficile. Una coincidenza sfortunata ha entrata nè in uscita. E che molto passerà anche da fatto sì che in un momento delicato come questo questo finale di stagione. In cui oltre che salvare la fossero in ferie diversi dirigenti, mentre sempre più propria dignità, i giocatori dovranno guadagnarsi importante si sta rivelando il ruolo di Javier Zanetla conferma oppure una cessione a cifre sensate. A ti. Già con l’avvento del Mancio era stata chiesta al malincuore, Mancini oltre ad Handanovic si è ras- vicepresidente una presenza più costante ad Apsegnato a sacrificare Kovacic - ma solo se arriverà piano. Lui non si è sottratto e in futuro potrebbe l’offertona - e anche altri uomini la cui vendita però diventare la vera cerniera tra squadra e società. © RIPRODUZIONE RISERVATA dovrà contribuire al tesoretto con cui creare la sua
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RETROSCENA
A Pasqua anche il tecnico ha fatto penitenza 1Squadra in campo alle 8 per 50 minuti di
allenamento punitivo. Mancini era già lì: dopo il pari con il Parma ha dormito alla Pinetina
Matteo Brega MILANO
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a dormito da solo alla Pinetina. Quasi infliggendosi un’autopunizione. La notte di Pasqua per Roberto Mancini è trascorsa così. Dopo il pareggio di sabato contro il Parma si è fatto portare al centro sportivo e lì è rimasto a pensare. Non crediamo abbia riposato molto. Nella testa, pensieri e domande. Poi la sveglia che suona
prestissimo. Domenica, all’arrivo dei primi giocatori, era già pronto con la tuta d’allenamento. Un caffè rapido tutti insieme, rigorosamente in silenzio. Poi dentro lo spogliatoio con il vicepresidente Javier Zanetti e il d.s. Piero Ausilio per una rinfrescata al discorso fatto il giorno prima. IL DISCORSO Cuore, dignità, rispetto: il nocciolo della questione ruota intorno a questi concetti. Alla fine, una frase è rimasta scolpita sui muri della Pine-
tina. «Adesso vediamo chi è da Inter». È come se fosse stata proferita all’unisono da Mancini, Zanetti e Ausilio. Con l’appoggio del presidente Erick Thohir, lo stesso appoggio che ha dato sabato quando il Mancio ha deciso la punizione. Una punizione che sta nel messaggio. L’essere pronti alle 8 di Pasqua vale di più di quei 50 minuti sul campo dove si sono svolti esercizi atletici e dove le parole e i palloni non hanno trovato dimora. Tutti zitti a correre, suddivisi nei due gruppi tra chi aveva giocato (o meglio, riposato, come ha detto Ausilio) contro il Parma e chi era rimasto in panchina. Un lavoro guidato dallo staff di Mancini che è rimasto a osservare a
bordo campo con Zanetti e Ausilio. Vero è che 50 minuti di allunghi, scatti e ripetizioni non possono bastare a far cambiare direzione alla stagione.
Inter al lavoro alla Pinetina GETTY
LAVORARE Sempre di comune accordo si è deciso che in caso di altra prestazione indegna (citiamo sempre il d.s. Ausilio) contro il Verona, si prenderà in esame la possibilità di punire il gruppo con doppi allenamenti in vista del derby. Ma torniamo al giorno di Pasqua. Colazione, discorso e allenamento in silenzio. L’unica colonna sonora il cinguettìo di Appiano Gentile e le parole di Mancini, Zanetti e Ausilio. Poi, 20 minuti per una doccia e cambiarsi. I giocatori han-
no iniziato a lasciare la Pinetina verso le 9.10, tra loro i primi ad andarsene sono stati il tecnico insieme con il d.s., nella stessa auto. Qualche tifoso ha voluto presenziare alla punizione. Un paio all’ingresso (i giocatori sono arrivati tra le 7.30 e le 7.45) e tre all’uscita. Solo Ranocchia e Hernanes si sono fermati per firmare autografi abbassando il finestrino. Qualcun altro invece ha tirato dritto alzando il cappuccio della felpa. Forse Guarin ha detto bene parlando di vergogna. Ieri, invece, clima più disteso per la seduta pomeridiana (due ore). Presenti ancora Zanetti e Ausilio, fuori i tifosi sono diventati una cinquantina. © RIPRODUZIONE RISERVATA
MARTEDÌ 7 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
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Mauro Icardi, 22 anni, e Roberto Mancini, 50 INSIDEFOTO
Icardi quest’anno ha segnato 20 gol finora tra A e coppe ANDREOLI
fTRA L’ATTACCANTE E LA SOCIETÀ CALA IL SILENZIO
Rinnovo Icardi, è stallo: il nodo è l’adeguamento Si allontana Toulalan Carlo Laudisa Luca Pessina
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ilenzi pericolosi tra Mauro Icardi e l’Inter sul rinnovo di contratto. Il discorso per il prolungamento di un anno (fino al 2019) ormai è condizionato da una catena di rinvii. E dire che da novembre le parti hanno avviato una pratica condizionata sempre da un intoppo diverso. Roberto Mancini insiste per blindare l’attaccante ex Sampdoria e ripartire dai suoi gol nell’anno dell’auspicato rilancio del club nerazzurro. IL PROBLEMA Il dialogo si sta complicando, nonostante quella bozza di accordo economico di più di un mese fa, sulla base di circa 2,6 milioni annui. Il nodo rimane sulle tempistiche dell’adeguamento di ingaggio per Maurito: l’Inter è disposta, infatti, a far partire il nuovo accordo dalla prossima
stagione, mentre l’entourage del giocatore chiede che l’aumento sia effettivo da subito. Un problema non di secondaria importanza per l’Inter, che resta sotto la lente d’ingrandimento dell’Uefa e deve rispettare i rigidi dettami del Financial Fair Play. Inoltre manca l’ok da parte del club nerazzurro ad alcune clausole richieste dal giocatore, mentre i diritti d’immagine resteranno interamente di proprietà dell’attaccante argentino. INCONTRO Dettagli che potrebbero essere discussi in occasione del derby, fissato per domenica 19 aprile, quando Abian Morano, procuratore di Icardi, volerà dalle Canarie in direzione Milano per discutere di alcuni nuovi sponsor personali dell’attaccante. Al momento i contatti tra il club nerazzurro e l’agente sono fermi, ma la presenza in contemporanea nel capoluogo lombardo anche del presidente Erick Thohir po-
trebbe favorire ulteriori incontri. Intanto sul bomber ex Barcellona non mancano dei sondaggi convinti da parte delle big europee: Manchester United, Chelsea ed entrambi i club di Madrid lo hanno seguito spesso dal vivo e pensano già a un’offerta da presentare al termine del campionato. Entro quella data l’Inter conta di risolvere la questione legata al rinnovo di Icardi, che viene sempre ritenuto incedibile. Ma se il mercato dovesse portare in dote una proposta sopra i 40 milioni di euro per il club di corso Vittorio Emanuele si porrebbe una scelta molto delicata. In tal caso, Ausilio e Fassone
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● i milioni spesi dall’Inter nel 2013 per acquistare dalla Sampdoria Maurito Icardi: in Serie A con i nerazzurri ha realizzato 24 reti in 49 gare
sarebbero di fronte a un bivio: privilegiare le esigenze di Mancini oppure ascoltare le sirene di una consistente plusvalenza. Icardi è costato appena 13 milioni, con due anni di ammortamento e un surplus preventivabile di oltre trenta milioni. RILANCIO Situazione in evoluzione anche quella relativa al francese Jeremy Toulalan. Il centrocampista francese, classe ’83, ha ricevuto la proposta di rinnovo di contratto, in scadenza a giugno, da parte del Monaco. Il club del Principato ha pareggiato l’offerta presentata dall’Inter con un biennale. Toulalan aveva dato la sua parola ai nerazzurri, ma ora riflette su una possibile permanenza in Francia, anche considerando il fattore familiare: la moglie sta per dare alla luce il quarto figlio. Un colpo atteso, che ora non è più così scontato. E l’Inter attende nelle prossime settimane la sua decisione. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Primo piano R La crisi nerazzurra
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La peggior Inter da 3 punti La delusione di Mateo Kovacic, 20 anni, contro il Parma. Qui sotto Roberto Mancini, 50 AP-ANDREOLI
1Dal 1994 in poi non aveva mai raccolto meno di 40 punti in 29 giornate
Solo nel 1998-99, l’anno dei quattro allenatori, si ritrovò così in basso (9a)
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successo al Meazza (sempre in campionato) manca invece dall’8 febbraio, 3-0 al Palermo. Visto che la prossima gara si giocherà a Verona in casa dell’Hellas, per un eventuale ritorno al sorriso davanti ai tifosi nerazzurri bisognerà attendere il 19 aprile, giorno del derby. E allora saranno trascorsi 70 giorni. Un’eternità.
VITTORIA MIA NON TI CONOSCO L’attuale Inter sta facendo anche peggio nonostante non ci sia stato tutto quel traffico sulla panchina. Le partite senza vittorie sono 7 consecutive (3 pareggi e 4 sconfitte), in campionato un applauso manca dal 23 febbraio, 2-1 a Cagliari. L’ultimo
DOPPIO 9 L’altro numero da giocare è il 9 e andrebbe giocato due volte. Perché nona è la posizione in classifica (esattamente come nel 199899) e 9 sono le vittorie ottenute dall’inizio del campionato (record negativo dopo 29 giornate). Insomma, si vince poco e di conseguenza ci si attesta in una posizione insipida. Nemmeno in casa l’Inter ha saputo trovare una continuità di rendimento degna. Basti pensare che al Meazza non è riuscita a battere le ultime tre della classifica. Contro Parma, Cesena e Cagliari ha raccolto solo 2 punti su 9 (pareggiando contro emiliani e romagnoli). Nei momenti di difficoltà solitamente ci si aggrappa al proprio stadio e ai propri tifosi. Quest’anno, invece, non c’è stato questo effetto. Ed ecco spuntare il terzo numero da giocare: il 5. Solo queste sono state le vittorie casalinghe, contro Sassuolo, Atalanta, Sampdoria,
Matteo Brega MILANO
rovate a giocare il 38, il 9 e il 5 sulla ruota di Milano. La ruota disastrata della Milano nerazzurra. Numeri non gettati a caso, ma figli di un’annata negativa. Nell’era dei tre punti a vittoria, non c’è stata Inter peggiore di questa dopo 29 giornate. Solo 38 i punti raccolti dai due padri, Walter Mazzarri e Roberto Mancini (in ordine temporale). Peggio anche dei 40 affastellati nel 1998-99 dalla seconda peggior Inter di quest’epoca. Era l’anno dei quattro allenatori (Gigi Simoni, Mircea Lucescu, Luciano Castellini e Roy Hodgson), era l’anno in cui in rosa c’erano Ronaldo, Djorkaeff, Simeone, Pagliuca, Pirlo e Bergomi tra gli altri.
Genoa e Palermo (nell’epoca dei tre punti altro dato negativo da primato). Quella contro i siciliani è stata l’unica nelle ultime 5 uscite al Meazza. Numeri tremendi che rendono evidente la difficoltà a esibirsi anche in casa. I fischi contro il Parma (stadio unito al 90’, mentre all’intervallo la Nord aveva incoraggiato il gruppo come ha sempre fatto durante l’anno) sono stati spesso il tappeto finale su cui hanno idealmente poggiato i piedi uscendo dal campo. FINALE ACCATTIVANTE Le nove partite che restano da giocare serviranno per migliorare un po’ questi numeri, per ridare un senso al finale di stagione e per autoconvincersi che non tutto è da buttare. Ma soprattutto servirà un’inversione di tendenza perché tra le nove curve che si affronteranno prima del traguardo ce ne saranno quattro decisamente a gomito. Dopo la trasferta di Verona, ecco la doppietta Milan-Roma in sette giorni. Entrambe in casa, entrambe assetate di successi. Una doppia caduta sotto gli occhi di Erick Thohir e del pubblico amico avrebbe un’eco devastante. E poi, a maggio, l’altra doppietta asfissiante contro Lazio (a Roma) e Juventus (nuovamente in casa). Ci sono motivi per riscaldare l’ambiente da qui alla fine dell’anno, magari accontentandosi di singole tappe. Per il Giro d’Italia, quello completo, bisognerà ripresentarsi il prossimo agosto. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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GIANLUCA PAGLIUCA
EX PORTIERE DELL’INTER
«Per uscirne adesso i giocatori pensino di essere in un grande club» L’Inter di quest’anno viaggia a una media simile a quella del 1998-99, la seconda peggiore nell’era dei 3 punti a vittoria. In rosa c’era Gianluca Pagliuca. ● 1 Vede delle analogie tra quella squadra e questa? «Se mi fermo alla rosa no, troppo differenti. La qualità era nettamente superiore a quella in cui giocavo». ● 2 Come si possono dare motivazioni in un contesto del genere? «Non è semplice. Noi all’epoca battemmo la Fiorentina di Batistuta, andammo a vincere a Roma contro i giallorossi 54. Insomma, ci togliemmo qualche soddisfazione. Ora i giocatori devono caricarsi pensando di essere in un grande club».
L’ANDAMENTO DELL’INTER DAL 1994-95 NELLE PRIME 29 GIORNATE posizione
3 DOMANDE A...
GDS
● 3 È stato giusto cambiare allenatore, come allora, oppure no? «Simoni era ben visto e il suo esonero ruppe il giocattolo. Qui invece c’era un’aria diversa, Mazzarri veniva fischiato. E Mancini si prende le responsabilità: pochi lo fanno». © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Coppa Italia R Ritorno semifinali
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Juve, vuoi fare l’impresa? Sfida l’ira del faraone Salah
1Per qualificarsi a Firenze dopo l’1-2 dell’andata i bianconeri devono imporsi, ma rischiano di offrire il fianco alle ripartenze dell’egiziano: per lui Montella ha cambiato volto ai viola
Un momento della semifinale di andata: i bianconeri Marchisio e Bonucci (in mezzo) e i viola Gomez e Salah. Allo Stadium finì 2-1, doppietta di Salah e rete juventina firmata da Llorente INSIDE
Sebastiano Vernazza @GazzaVernazza
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immi che giocatore sei stato e ti dirò che allenatore sei. E’ una regola con molte eccezioni - Walter Mazzarri per esempio era un trequartista -, ma a naso, fatti due conti sommari, ci sembra che funzioni nella maggior parte dei casi. Antonio Conte era un centrocampista feroce e le sue squadre fanno dell’aggressività una scelta primaria. Pippo Inzaghi da centravanti giocava sull’errore dell’avversario e da tecnico si comporta più o meno allo stesso modo. Fiorentina-Juve di stasera, ritorno delle semifinali di Coppa Italia, è un po’ la sublimazione di questa legge. Vincenzo Montella era un attaccante elegante e rapido e la sua Fiorentina persegue eleganza al tocco e rapidità nello stocco (stoccata). Massimiliano Allegri era un dieci intelligente e raffinato, e ha reso la Juve più bella a vedersi, le ha tolto qualcosa della furia contiana e l’ha migliorata nel giropalla. All’andata Juve-Fiorentina (1-2) è stata una bellissima partita e il ritorno promette altrettanto.
LA VARIABILE EGIZIANA L’arrivo di Salah ha un po’ cambiato il modo di giocare dei viola e proprio la gara d’andata di queste semifinali di Coppa Italia lo dimostra. In campionato, dopo 29 giornate, la Fiorentina fa registrare una media di 499 passaggi a partita, numero frutto di una maggioranza di gare senza Salah, arrivato in inverno. Nell’andata allo Stadium, un mese fa, e con Salah «man of the match» grazie ai due bellissimi gol, la Fiorentina ha effettuato 449 passaggi. In pratica, rispetto all’andamento in Serie A, sono spariti 50 appoggi. Meno giropalla, minore leziosità, più verticalizzazioni. Con il Messi delle Piramidi, Montella può permettersi il cinismo del giocare in contropiede. Il possesso palla che trova micidiale sbocco, in un certo senso il delitto perfetto. Qual è l’accusa che più si muove agli amanti del «tiqui taca» Che tanto trastullarsi porti di rado al dunque. Con Salah le cose sono cambiate, con l’egiziano il palleggio montelliano ha smesso di essere un po’ spuntato ed è diventato acuminato. Bisogna soltanto aspettare l’attimo e il pertugio giusti in cui lanciare l’ex del Chelsea. Stasera ci saranno le condizioni ideali per sublimare tale atteggiamento. Prima o
poi la Juve dovrà scoprirsi per ribaltare l’1-2 del primo atto, e su quelle «scoperture» Salah andrà a volteggiare. LA RISORSA ARGENTINA Allegri dovrebbe partire con Pereyra trequartista nell’economia di un 4-3-1-2. Esiste la possibilità di un 4-3-3 con Pepe all’ala, Pereyra mezzala e Sturaro «retrocesso» in panca. Quest’ultima opzione ci sembra però difficile perché all’andata, con quel sistema e con Pepe in alto a destra, la Juve ha imbarcato acqua. Per l’opposizione a Salah - meccanismo in cui avrà un ruolo anche Marchisio, al rientro dopo il giallo dell’infortunio in Nazionale - vi rimandiamo alla grafica nella pagina a fianco. Qui ci interessa capire come la Juve potrebbe segnare i due gol che la rimetterebbero in pista per la finale. I report dicono che in campionato la Juve è più «palleggiosa» della Fiorentina: 551 passaggi a partita. E l’andata di Coppa Italia lo conferma, nell’1-2 dello Stadium i passaggi bianconeri sono stati 544, quasi cento in più della Fiorentina, e con una miglior percentuale di riuscita, 85,7 a 82 per cento. Pirlo o non Pirlo, la nuova Juve ama far scorrere il pallone. Stasera
Llorente, autore del gol bianconero all’andata, partirà tra le riserve. Allegri punterà sul duo Tevez-Morata: la prevalenza della tecnica, il messaggio è chiaro. All’andata Tevez aveva cominciato dalla panchina, era entrato al 37’ per l’infortunio di Coman. Carlitos è lo juventino che più tira, in campionato ha accumulato 74 conclusioni. Per rendere l’idea, il secondo bianconero in questa classifica risulta essere Vidal con 36, meno della metà. Morale, è facile che Fiorentina-Juve di stasera si decida sul parallelo Salah-Tevez. Meccanismi simili: da una parte un possesso palla pro Salah, dall’altra pro Tevez. DIMENSIONI Le dimensioni contano e per certi versi, in campionato, Fiorentina e Juve le hanno uguali. Condividono il baricentro (medio a 53 metri) e la lunghezza (squadre corte, l’una con 34,7 di media e l’altra con 34,9 metri). Dove differiscono un po’ è ai fianchi, la Juve sulle fasce è un filo più ariosa e ampia: 49,7 metri la larghezza media dei bianconeri, 47 quella dei viola. Che cosa significa? Tutto e niente. All’andata Juve ancora più larga (49,5 metri a 41,9), eppure la partita l’ha vinta la Fiorentina.
I PRECEDENTI
SI QUALIFICANO SE...
La storia dice no: 7 volte k.o. in casa, 7 volte fuori 1Quando hanno perso l’andata a Torino,
i bianconeri sono sempre usciti dalla Coppa L’ultima volta contro la Roma nel 2005-06
Fabiana Della Valle
penalizza i bianconeri e i precedenti sono tutti contro di loro.
MILANO
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es, we can. Massimiliano Allegri potrebbe prendere in prestito il famoso slogan elettorale di Barack Obama per lanciare il guanto di sfida alla Fiorentina. Sì, possiamo farcela, possiamo ribaltare il risultato e conquistare la finale di Coppa Italia (trofeo che alla Juve manca da vent’anni), anche se il risultato dell’andata
RIMONTA IMPOSSIBILE La Juve deve crederci contro tutto e tutti. Può riuscirci, perché la squadra più forte del campionato, che viaggia a ritmi impressionanti (una sola sconfitta e 14 punti di vantaggio sulla seconda) e unica rappresentante italiana nel G8 della Champions League, non deve avere paura di nessuno. Anche se andando a spulciare nella
storia bianconera non esistono rimonte che possano essere di buon auspicio. La Juventus in Coppa Italia è sempre stata eliminata quando è stata sconfitta in casa all’andata. È successo 7 volte su 7, l’ultima nel 200506, contro la Roma: 2-3 a Torino e 1-0 all’Olimpico, che però non è bastato per passare il turno. In più c’è l’unico precedente europeo, ugualmente poco benaugurante: quarti di finale della Coppa dei Campioni 1961-62, bianconeri sconfitti a Torino dal Real Madrid per 1-0 (rete di Di Stefano). Nella gara di ritorno stesso punteggio a Madrid per la Juventus (rete di Sivori), che poi però alzò bandiera bianca nello spareggio di
Parigi (successo merengue per 3-1). CI VUOLE PAZIENZA Poco male, direbbe Allegri con il suo solito pragmatismo: c’è sempre una prima volta per tutto. La decima Coppa Italia bianconera val bene una rimonta. Anche perché Max quel trofeo non l’ha mai vinto e ci terrebbe a metterlo in bacheca. «Dobbiamo andare a Firenze cercando di ribaltare il risultato negativo dell’andata. Non sarà semplice, i favoriti sono loro e stanno attraversando un ottimo momento. Dovremo giocare una partita intelligente, senza pensare di risolverla in mezz’ora. Serve attenzione e capacità di stare
dentro alla partita per 100 minuti. E servono due gol di scarto». Sarebbero serviti anche Pogba e Pirlo, i due grandi assenti di questa sfida. Allegri spera di recuperare il secondo per l’andata di Champions League con il Monaco (martedì 14): «Lo valuterò da quando rientrerà in gruppo — ha detto il tecnico —. Intanto l’importante è averlo a disposizione. Poi se sarà al 100% o no lo capirò. Mi fa ben sperare che lui sia in buona condizione perché ha fatto dei buoni allenamenti. Andrea anche quando non è al top è intelligente e ha qualità tecniche per poter fare la differenza nelle partite importanti». © RIPRODUZIONE RISERVATA
Max, non basta vincere per 1-0 ● Nell’andata a Torino, in trasferta, la Fiorentina si è imposta per 2-1, ragion per cui stasera i viola si qualificano se vincono, se pareggiano o se perdono per 0-1 (in questo caso farebbe la differenza il fatto che la squadra di Montella ha segnato due gol fuori casa nell’andata). La Juventus invece è obbligata a vincere e il successo per 1-0 al Franchi non le basterebbe. Deve imporsi con due gol di vantaggio oppure con uno, ma segnandone più di due (32, 4-3 eccetera). In caso di 2-1 per i bianconeri si andrebbe ai supplementari ed eventualmente ai calci di rigore.
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FIORENTINA IN CIFRE
COSÌ IN CAMPO AL FRANCHI (ORE 20.45) TV Rai 1 INTERNET www.gazzetta.it
DA DOVE TIRANO IN PORTA 20
1
58
24
44
32
16
33
31
28
10 19. BASANTA
1. NETO
24
2 G. RODRIGUEZ 15. SAVIC
12
1
DA DOVE TIRANO IN PORTA
28. ALONSO
12
57
51
14
25
62
42
16
9
40
25
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20. BORJA VALERO
16. KURTIC
1
10. TEVEZ
74. SALAH 33. M. GOMEZ
14. MATI FERNANDEZ
3
JUVENTUS IN CIFRE
ARBITRO Massa di Imperia GUARDALINEE Di Liberatore-Cariolato QUARTO UOMO Mazzoleni
23. VIDAL
17. JOAQUIN
1 26. LICHTSTEINER
37. PEREYRA 9. MORATA
1
8. MARCHISIO 19. BONUCCI
CALSSIFICA TIRATORI Babacar
CALSSIFICA TIRATORI Tévez
27. STURARO
23 Cuadrado
21
ALLENATORE: Montella
Gomez
33. EVRA
PANCHINA: 31 Rosati, 40 Tomovic, 4 Richards, 6 Vargas, 23 Pasqual, 38 Rosi, 7 Pizarro, 10 Aquilani, 18 Diamanti, 72 Ilicic, 9 Gilardino, 30 Babacar SQUALIFICATI: Badelj DIFFIDATI: Basanta, Borja Valero, Kurtic, Mati Fernandez INDISPONIBILI: Rossi, Tatarusanu, Bernardeschi
15 Borja Valero
15 Fernàndez
10
30. STORARI
3. CHIELLINI
FIORENTINA 3-5-1-1
42
JUVENTUS 4-3-1-2
Pogba
22
ALLENATORE: Allegri
Morata
PANCHINA: 1 Buffon, 34 Rubinho, 15 Barzagli, 5 Ogbonna, 17 De Ceglie, 20 Padoin, 39 Marrone, 7 Pepe, 11 Coman, 14 Llorente, 32 Matri SQUALIFICATI: nessuno DIFFIDATI: nessuno INDISPONIBILI: Romulo, Asamoah, Pirlo, Pogba, Caceres
TIRI NELLO SPECCHIO
17 Llorente
16 Vidal
15
CENTIMETRI
TIRI NELLO SPECCHIO
148
162
LA MOSSA VIOLA
TIRI FUORI
TIRI FUORI
189
201 TIRI BLOCCATI
TIRI BLOCCATI
SALAH
125
111 Marchisio
GOL
GOL
43
57 % DI REALIZZAZIONE 13%
% DI REALIZZAZIONE
Bonucci
GOMEZ Chiellini
16%
Speedy Mohamed l’imprevedibile GDS
QUI FIRENZE
Savic dall’inizio Rebus Pizarro 30mila al Franchi
● Questo, sul fronte offensivo della Fiorentina e difensivo della Juve, è uno snodo cruciale. Salah è annunciato trequartista/ seconda punta con licenza di svariare sulle corsie esterne. In prima battuta , quando l’egiziano
si muoverà dietro Gomez, sarà fatalmente il play Marchisio a doversi occupare dell’egiziano. Bisognerà vedere quali scelte faranno i due centrali della Juve di fronte alle percussioni del Messi delle Piramidi. Nell’andata
a Torino Salah individuò in Padoin (oggi in panchina) l’anello debole della difesa bianconera e sul fianco sinistro juventino (la fascia destra dell’attacco viola) l’egiziano concentrò le sue incursioni: oggi che cosa farà?
LA MOSSA BIANCONERA
GDS
QUI TORINO
Marchisio in regia Sulla trequarti c’è il jolly Pereyra
Alonso
Giovanni Sardelli
MILANO
FIRENZE
C
RECUPERI E DUBBI Nella rifinitura di questa mattina verrà provata la formazione anti Juve. Al termine della quale verranno diramati i convocati. La buona notizia riguarda Savic, pronto al rientro dal primo minuto. Cosa che potrebbe spingere per un ritorno alla difesa a tre. A destra Joaquin, fresco dopo il riposo concessogli contro la Sampdoria. Complicato il recupero di Pizarro. «Il suo impiego è improbabile, non si è mai allenato» spiega l’Aeroplanino. Ma con il cileno azzardare previsioni è un po’ come tirare i dadi. Se dovesse davvero rimanere fuori, l’assenza sarebbe più pesante in virtù del contemporaneo forfait di Badelj, squalificato. Più Kurtic di Aquilani accanto a Mati Fernandez e Borja Valero, la soluzione. Davanti tutto ruota intorno a Salah. Autore sabato scorso del 7° sigillo in viola, concettualmente abbastanza simile al primo dei due gol segnati nella partita di andata a Torino. «Vive tutto con normalità e disincanto, rispecchia il nostro modo di intendere il calcio, come faceva Cuadrado» chiosa Montella sull’egiziano. Talento purissimo del quale si è appena iniziato a grattare la superficie. Per Firenze, comunque, è già un idolo. © RIPRODUZIONE RISERVATA
L
PEREYRA
i crede anche lui. E ci mancherebbe altro. Nessun hashtag su twitter, ma tanta voglia di andare in finale. Si riparte dal 2-1 dello Stadium. «Purtroppo c’è anche il ritorno da giocare – attacca Montella – e con una squadra come la Juventus tutto rimane aperto. Non faremo calcoli, non ne siamo capaci. Ma stiamo bene e il pubblico si farà sentire». Saranno oltre 30 mila questa sera sulle tribune del Franchi, 400 gli steward dentro e fuori dall’impianto.
Joaquin LICHTSTEINER
EVRA
Aiuti costanti per Lichtsteiner ed Evra ● L’altro settore caldo saranno le corsie esterne. Nell’andata la Fiorentina si dispose a quattro in difesa, per stasera si prevede che Montella opti per una più prudente linea a tre. Juve invece a quattro come a Torino.
Joaquin e Alonso dovranno spalmarsi su 80 metri di campo. Lichtsteiner ed Evra saranno «spingenti» a turno. Se Allegri opterà per Pereyra trequartista nell’economia di un 4-3-1-2, e non per Pepe in un 4-3-3 come un
mese fa, l’argentino diventerà fondamentale come sponda per Evra e Lichtsteiner in versione terzini d’attacco. Joaquin-Evra e Alonso-Lichtsteiner sono «frontali» che potrebbero spostare degli equilibri.
IL TABELLONE QUARTI
FINALE
SEMIFINALI
1 Milan
0
9 Lazio
1
SEMIFINALI
ROMA, 7 giugno A
9 Lazio
R
1 -
Domani, ore 20.45 4 Napoli 1 -
R
A
- 2 -
1
QUARTI 0
Roma 3
2
Fiorentina 6
Fiorentina 6 Oggi, ore 20.45 Juventus 7
5 Inter
0
1
Juventus 7
4 Napoli
1
0
Parma 2
In rosso sono indicate le squadre che disputano in casa, le gare in turno unico (i numeri definiscono la griglia) GDS
e assenze sono note e pesanti (Pogba e Pirlo su tutti, poi Caceres, Romulo e Asamoah), il recupero è prezioso (Marchisio, che farà il regista) e la certezza è la difesa a quattro: Massimiliano Allegri si sbottona giusto un po’ in conferenza stampa, quel tanto che serve per far capire che non sarà lo stesso modulo dell’ultima gara di campionato, il 3-5-2. E neanche dell’ultima sfida giocata dai bianconeri al Franchi (in campionato finì 0-0). «Sceglierò la formazione migliore — assicura Allegri, che all’andata fu criticato per aver puntato sul 4-3-3 e su tante seconde linee —. Carlitos quando sta bene gioca e in questo momento mi pare che stia bene...Marchisio è rientrato in gruppo. Di sicuro, dopo tutte le partite che aveva giocato, stare un po’ fuori gli ha fatto bene. Buffon ha invece ottenuto qualche giorno libero per passare la Pasqua in famiglia e recuperare a livello psicofisico». In porta ci sarà Storari, come sempre in Coppa Italia, Gigi però è stato ugualmente convocato e sarà con la squadra a Firenze: il suo apporto è fondamentale anche quando non scende in campo. POCHI DUBBI Il modulo dovrebbe essere il 43-1-2 (il preferito di Allegri) con Vidal e Sturaro a centrocampo accanto a Marchisio, Pereyra trequartista e Morata in coppia con Carlitos. In difesa dovrebbe riposare Barzagli, con Bonucci e Chiellini coppia centrale. L’alternativa è un 4-3-3 con Pepe nel tridente e Pereyra che arretra a centrocampo (in questo caso dovrebbe stare fuori Sturaro). Coman, out contro l’Empoli perché rientrato dall’impegno con la nazionale con un affaticamento muscolare, è tornato tra i convocati. f.d.v. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Coppa Italia R Ritorno semifinali
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Mo&Carlos, estro al potere
Reti, corsa, sorrisi IL CONFRONTO Il leader cannibale L’ammazza-Juve ha una sola lacuna si è preso Firenze Il gol nella Coppetta Dati relativi al campionato SALAH
TEVEZ
RETI (media a partita)
0.57
0.63
TIRI NELLO SPECCHIO
0.71
1Dopo la doppietta a Torino, Salah è diventato un idolo: non parla italiano, ma la Fiorentina ora è ai suoi piedi
questa: con lui la Juve va a mille nei primi 15 minuti
1.93
sinistro è chirurgico.
Luca Calamai
FEELING CON GOMEZ L’altro i sono dei gol che cambia- dato da sottolineare è il feeling no la storia di un calciato- nello spogliatoio. Borja e Pizarro re. Un timido Gabriel Bati- lo hanno aiutato a entrare nel stuta diventò il Re Leone viola gruppo nonostante non parli dopo una rete alla Juve. Lo stesso una parola d’italiano e il suo inè successo a Mohamed Salah. Lo glese sia approssimativo. Il resto scatto alla Bolt chiuso con un si- lo ha fatto Salah con la sua simnistro imparabile allo Stadium patia. In campo è nata un’intesa ha trasformato il talento egizia- speciale con Gomez. Il gigante e no nel nuovo idolo di Firenze. il ragazzino hanno cominciato a Vincenzo Guerini, figura di rac- cercarsi fin dal primo allenacordo tra società e squadra, con mento. Una sintonia che non era tanti anni di panchina alle spal- mai nata ai tempi di Cuadrado. le, giorni fa spiegava: «Nessuno Montella con la coppia Gomezdi noi pensava che Salah fosse Salah va all’assalto della Juve così forte. Abbiamo scoperto un senza pensare che potrebbe anragazzo bravissimo non solo sul che perdere 1-0 per qualificarsi. campo ma nella vita di tutti i Il tecnico viola è convinto di pogiorni». Il camter nuovamente pione che sorriinfilare la Signora IL NUMERO de. Mohamed vicon i gemelli del ve in centro. E gol. non evita il conRISCATTO Prima tatto con la gente. della fine del Anzi, lo cerca. Il campionato la tutto con contorFiorentina farà no di autografi i gol segnati da valere il diritto di e foto ricor- Salah alla Juventus, opzione su Salah do. Sabato anche per la prosappena uscito nella gara d’andata sima stagione. dal campo si è della semifinale Costo dell’operafatto un di Coppa Italia zione: poco più di selfie con un tifoso che si era ap- due milioni. E non esistono marpoggiato alla panchina. gini per interventi di disturbo anche se tante società (Roma in COME MESSI Dal testa) rimpiangono di non aver punto di vista tecnico creduto nel talento egiziano. Poi l’ex Chelsea è stato a Natale la famiglia Della Valle analizzato e sviscerato parlerà di futuro con il giocatore. in ogni risvolto. Montella L’idea è quella di riscattarlo dal ha osservato: «Solo Mes- Chelsea (13 milioni più bonus) e si corre altrettanto veloce di allungargli il contratto insecon il pallone attaccato al pie- rendo una clausola rescissoria de». Il suo arrivo ha obbligato la sui 35 milioni. Come è successo Fiorentina a cambiare qualcosa con Cuadrado. Progetto che dinel suo disegno tattico. Meno ti- venterebbe realtà se la Fiorentiqui-taca, più ripartenze. Quando na riuscisse a qualificarsi già la squadra riesce a servire Salah quest’estate per la prossima sulla corsa, l’effetto è micidiale. Champions. O a vincere una L’egiziano va sempre a puntare Coppa. La Coppa Italia, per l’avversario. Quello che sorpren- esempio. © RIPRODUZIONE RISERVATA de è la precisione del tiro. Il suo
C
LAPRESSE/GETTY
1Tevez ha segnato in tutte le competizioni tranne
DRIBBLING
2
Mohamed Salah, 22 anni, alla Fiorentina da gennaio
1.52
2
Mirko Graziano INVIATO A VINOVO (TORINO)
OCCASIONI CREATE
2.14
A
2
CROSS
0.57
1.15
PALLE RECUPERATE
3.14
3.78
TIRI DA FUORI
0.29
1.20
57
23
PASSAGGI POSITIVI
23
35.56
PALLE PERSE
10.29
Firenze guida Carlitos. E la Juve allora ci crede. TUTTOCAMPISTA Ma l’appor«Tevez, quando sta be- to di Tevez a questa Juventus ne, gioca. E al momento non non si riduce ai gol. La squadra mi risulta che ci siano proble- gli è stata cucita addosso da Almi...». Massimiliano Allegri di legri. L’argentino ha massima questi tempi non rinuncia mai libertà tattica, a lui il compito all’Apache, leader fondamen- di leggere la gara e di andare a tale in generale, decisamente cercare spazi dove crede sia indispensabile in assenza di necessario. Di fatto, semina fra Pirlo e Pogba. Il ragazzo ri- le truppe amiche carattere, sponde presente, come sabato cattiveria e carisma, lo fa in scorso, senza risparmiarsi: «Sì, ogni zona del campo, a magmister, sono a posto, se vuole gior ragione da quando è fuori gioco anche novanta minuti», soprattutto Pirlo. Un vero e disse poche ore dopo essere proprio «tuttocampista»: in rientrato dagli Stati Uniti. In campionato, per esempio, recampo ci è andacupera 3,78 palto: un gol e mezloni a partita (la IL NUMERO zo nel 2-0 rifilamedia del ruolo to all’Empoli, ale 2,02), completri tre punti verta 35,56 passagso l’ormai gi (13,74 è la vicinissima aritmedia fra gli atmetica certezza taccanti) e vertidel quarto scu- le reti di Tevez calizza 10,89 detto consecuti- in Coppa Italia: è vo l te a g a r a vo. la media l’unica competizione (4,62 delle altre punL’UNICO «VUO- in cui non ha ancora te). Timori di un TO»... Sarà la se- segnato quest’anno cedimento sul conda presenza traguardo? in Coppa Italia per Tevez, che Difficile, molto difficile, in questa competizione ha fat- perché el jugador del pueto il suo esordio stagionale blo sta semplicemente proprio nella gara d’andata prendendo la rincorsa con i viola: dentro al 37’ del verso la Coppa Ameriprimo tempo al posto dell’in- ca. Vincere il possibile fortunato Coman. E la «Cop- con la Juventus per petta» è l’unico territorio dove presentarsi al top, in Carlitos non ha ancora segnato estate, all’ultima grande occaquest’anno: 17 timbri in cam- sione con la maglia della Selecpionato, 6 in Champions Lea- cion. Sono passati quattro anni gue, 2 in Supercoppa italiana. I da quell’errore dal dischetto 25 gol sono distribuiti in 18 ga- che di fatto costò l’eliminaziore (sette le doppiette stagiona- ne contro l’Uruguay nei quarti li) e per 14 volte il 31enne fi- di finale di una Coppa America glio di Fuerte Apache ha sbloc- organizzata dall’Argentina. Il cato la partita. Un altro dato conto va saldato, e Carlitos mai spiega meglio la foga con la come quest’anno ha gli occhi quale il ragazzo esce dagli spo- della tigre. © RIPRODUZIONE RISERVATA gliatoi a inizio gara e dopo l’in-
0
PERCENTUALE REALIZZATIVA
13.67
GDS
tervallo: 13 dei 25 gol sono infatti arrivati nei primi 15’ dei due tempi: 8 centri nella frazione iniziale, 5 nella ripresa.
Carlos Tevez, 31 anni, seconda stagione con la maglia della Juventus LAPRESSE/AP
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I FLOP FIVE AZZURRI
I TOP FIVE BIANCOCELESTI
HIGUAIN Ha segnato 13 reti in campionato ma è a digiuno da 4 partite. L’ultimo gol contro l’Inter poi a secco contro Verona, Atalanta, Roma
CALLEJON Una crisi irreversibile. Nel girone di ritorno non si è ancora sbloccato e non segna dal 6 gennaio, nella gara CesenaNapoli 1-4
HAMSIK Sparito dai tempi di Mazzarri. Nel 2013-14 chiuse a quota 7, non sta facendo meglio ora. L’ultima gioia:contro l’Inter l’8 marzo scorso
GABBIADINI Sta pagando le scelte del tecnico che lo fa giocare poco ma non sta andando male. E vanno aggiunte le 7 reti con la Sampdoria
MERTENS Magro bottino e una rete è venuta su rigore. L’anno scorso, alla prima stagione con la maglia del Napoli, di gol ne aveva segnati 11
ANDERSON L’uomo in più, quello della svolta. prezioso non solo come finalizzatore ma anche come uomo-assist. Una stagione da incorniciare
KLOSE A giugno compirà 37 anni ed è ancora nelle parti alte della classifica cannonieri. Sabato a Cagliari il risultato lo ha sbloccato lui
MAURI L’ultimo sigillo cinque giornate fa contro il Palermo, continua a essere un punto prezioso di riferimento per la squadra
DJORDJEVIC Arrivato in sordina questa estate dal Nantes, si sblocca con una squassante tripletta a Palermo. Poi altre conferme
PAROLO Preso in estate dal Parma (8 reti e sesto posto) a nove giornate dalla fine ha quasi raggiunto il bottino complessivo della scorsa stagione
● PRESENZE 28 ● RETI 13 ● ASSIST 4
● PRESENZE 29 ● RETI 9 ● ASSIST 1
● PRESENZE 27 ● RETI 5 ● ASSIST 5
● PRESENZE 11 ● RETI 3 ● ASSIST 0
● PRESENZE 24 ● RETI 2 ● ASSIST 2
● PRESENZE 22 ● RETI 9 ● ASSIST 5
● PRESENZE 35 ● RETI 9 ● ASSIST 3
● PRESENZE 21 ● RETI 8 ● ASSIST 1
● PRESENZE 20 ● RETI 7 ● ASSIST 1
● PRESENZE 26 ● RETI 7 ● ASSIST 0
fE QUELLA IN ASCESA
fLA BIG IN DISCESA
Napoli, c’era una volta il gol Punte in crisi, Pipita nervoso 1Una sola rete nelle ultime 4 partite: torna Insigne, ma Rafa ha l’attacco da rianimare
Il tecnico Rafa Benitez, 54 anni, con Gonzalo Higuain, 27 anni ANSA
Mimmo Malfitano INVIATO A CASTELVOLTURNO (CE)
I
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l confronto c’è stato soltanto ieri, alla ripresa degli allenamenti. Stavolta, il faccia a faccia è stato deciso, Rafa Benitez ha contestato alla squadra la poca concretezza, quel perdersi negli ultimi 20 metri che ha messo a rischio il progetto da lui stesso voluto, insieme con Aurelio De Laurentiis. Sta prevalendo la delusione, la consapevolezza di aver fallito il primo obbiettivo, quella qualificazione alla Champions, che avrebbe dovuto assicurare al club il danaro sufficiente (40 milioni di euro) per rinforzare
l’organico. Invece, il Napoli si ritrova a dover fare i conti con una realtà che lo condanna contro ogni previsione, e la sfida di domani sera in coppa Italia, nella semifinale di ritorno, contro la Lazio, potrebbe creare un squarcio ancora più ampio nelle ambizioni del club. Sott’accusa ci sono finiti tutti, dall’allenatore al presidente, dai difensori ai centrocampisti per finire agli attaccanti, il cui rendimento si sta mostrando inferiore rispetto alle loro qualità. SOLO UN GOL Nelle ultime quattro partite ufficiali, il Napoli ha realizzato soltanto una rete, con Zapata, contro l’Atalanta. Con un panchinaro, certo, per-
ché tra i titolari la crisi è radicata. L’ultimo gol segnato da Gonzalo Higuain, in campionato, risale ad un mese fa, contro l’Inter. Da allora, l’umore del Pipita è cambiato, in campo è sempre nervoso talvolta persino irascibile, sintomi di un malumore che ormai non riesce più a nascondere. D’altra parte, in gioco c’è anche il suo futuro: senza Champions League, sarà davvero complicato pensare di trattenerlo. E dinanzi ad una probabile impuntatura, De Laurentiis dovrà per forza piegarsi e venderlo al miglior offrente. RIVOLUZIONE Se il Napoli dovesse fallire completamente la stagione, allora non è escluso che il presidente avvierà la rivoluzione tecnica. Con la partenza certa di Benitez, non è escluso che sul mercato ci finisca anche Marek Hamsik, da due anni l’ombra del giocatore talentuoso che il calcio italiano ha potuto ammirare, E con lui potrebbe andar via anche Callejon, il, cui interesse è quello di tornare in Spagna, all’Atletico Madrid. RIPARTENZA Ed allora, per questo finale di stagione, l’allenatore spagnolo sarebbe orientato a rivalutare giocatori che fin qui hanno avuto poco spazio, come Lorenzo insigne che già domani sera tornerà titolare contro la Lazio. E con lui, ci saranno pure Gabbiadini e Mertens. Proprio da loro tre il, Napoli potrebbe ripartire nella prossima stagione, sperando in un ripensamento di Higuain e nella sua voglia di riscatto. Contro la Roma, il Pipita ha giocato soltanto una ventina di minuti nel primo tempo, sfiorando anche il gol. Poi, trascurato dai compagni, ha gettato la spugna, costringendo Benitez a sostituirlo con Zapata, l’ultimo attaccante ad aver esultato per un gol segnato (pari con l’Atalanta). Intanto, domani sera, in coppa Italia c’è la Lazio per allontanare una crisi che con un’altra sconfitta diverrebbe irreversibile. © RIPRODUZIONE RISERVATA
La banda del 7 fa felice Pioli: cinque così li ha solo lui 1Da Klose a Parolo, la Lazio meglio di Real
e Bayern: ha più giocatori con almeno 7 gol
Stefano Pioli, 47 anni, insieme con Miroslav Klose, 36 anni ANSA
Stefano Cieri ROMA
I
n attesa di tornare in Europa, meglio se dalla porta principale della Champions, la Lazio si concede già una ribalta continentale. E se la concede da prima della classe. Sì, perché c’è una graduatoria nella quale la banda di Pioli è ai vertici europei. È quella del numero dei giocatori che hanno segnato almeno 7 gol in campionato. Sono ben cinque: Anderson e Klose (9 gol a testa), Mauri (8), Djordjevic e Parolo (7 per uno). Quest’ultimo, col gol realiz-
zato a Cagliari, ha consentito ai biancocelesti di balzare in vetta a questa particolarissima classifica. Nella quale la Lazio (che ha Candreva a 6 gol e può quindi ulteriormente migliorare il dato) è meglio di Real e Bayern (che hanno 4 giocatori a testa con 7 o più gol). Più staccate Barcellona, i due Manchester, il Chelsea e il Psg. NEL SEGNO DEL 7 Corazzate con le quali (o almeno con qualcuna di loro) la Lazio «rischia» di incrociarsi nella prossima stagione. La impressionante accelerata negli ultimi due mesi di campionato l’ha messa in una situazione interessate in vista dello sprint per la Champions. Il tutto
grazie alle sette vittorie consecutive ottenute nelle ultime sette giornate di campionato. Per un totale di 21 punti che l’hanno isolata al terzo posto e portata ad un passo dal secondo della Roma. Sette vittorie consecutive che significano – anche – quarta migliore striscia di successi nella storia laziale. Il podio è ormai a un passo, perché davanti a Pioli ci sono solo Maestrelli e Delio Rossi (arrivati a 8 vittorie consecutive) ed Eriksson (che ha il primato con 9). La sfida di domenica all’Olimpico con l’Empoli può dunque consentire a Mauri e compagni di scrivere un altro capitolo importante della storia del club. Oltre che, ovviamente, avvicinarli al traguardo Champions che fino a poco tempo fa era solo un sogno inconfessabile. KLOSE: STRAORDINARI Prima dell’Empoli, però, c’è un appuntamento altrettanto se non più importante. Domani sera al San Paolo la Lazio si gioca la possibilità di approdare alla finale di Coppa Italia. Un trofeo conquistato sei volte, l’ultima delle quali due anni fa nella finale-derby con la Roma. C’è da ribaltare l’1-1 dell’andata, impresa per niente facile. Pioli, al netto degli infortuni e della squalifica di Keita, è intenzionato a riproporre la stessa squadra di sabato a Cagliari. Klose, nonostante i quasi 37 anni, sarà costretto agli straordinari. Dopo gli 81 minuti giocati a Cagliari (è uscito al 36’ s.t.) a Napoli sarà ancora titolare. In una Lazio a caccia di record anche lui ne insegue uno personale. In questa stagione il tedesco ha finora segnato 12 gol (9 in campionato e 3 in Coppa Italia, l’ultimo nel match di andata coi partenopei). Il suo primato italiano è di 16 reti (15 in campionato e 1 in Europa League) stabilito nel primo anno di Lazio. Gliene mancano quindi 5 per migliorarlo. Impresa possibile. Specie se la Lazio approderà in finale di Coppa. Klose avrebbe una gara in più per fare gol. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Serie A R
RUSH FINALE TRE MOTIVI PER PROVARCI
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. 1 - IL CAMBIO DI MARCIA Vincendo a Palermo, i rossoneri hanno ottenuto il secondo successo di fila. Non accadeva da ottobre. Adesso il Milan spera di chiudere la stagione con la media di 2 punti a partita, ossia esattamente come l’aveva iniziata nelle prime sette giornate, quando aveva totalizzato 14 punti
2 - LA ROSA RITROVATA La primavera sembra essersi portata via tutti gli infortuni dell’inverno. Adesso Inzaghi ha la possibilità di sfruttare le potenzialità (non eccelse, ma discrete) della rosa operando le sostituzioni nei momenti decisivi delle partite. E gestendo meglio la stanchezza dei titolari.
3 - SUPER MENEZ Il francese ha deciso anche la sfida di Palermo. E’ in corsa per il titolo di capocannoniere, visto che ha segnato solo una rete in meno di Tevez. E questo potrebbe dargli ulteriori stimoli nello sprint finale. Se poi il Milan aggiungesse ai gol di Menez quelli di Destro, l’Europa sarebbe più vicina.
SOCIETÀ
Da sinistra Bee Taechaubol, Patrick Kluivert e Pablo Victor Dana
Ora Mister Bee vuole la presidenza Presto sarà a Milano 1L’advisor concluderà le verifiche sui bilanci I giocatori rossoneri festeggiano davanti ai tifosi al termine della sfida col Palermo. Il Milan non vinceva in trasferta dal 19 ottobre LIVERANI
Serenità+calendario Ecco come Inzaghi dà l’assalto all’Europa 1Pippo e i giocatori credono nella corsa al 5° posto:
nel mirino del Milan ci sono Toro, Napoli e Sampdoria G.B. Olivero MILANO
N
ello spogliatoio ci credono e allora basta questo per fare un ragionamento ampio e vedere se sia una valida speranza, un dolce sogno o una pura utopia. Il Milan in Europa League: probabile no, possibile sì, anche perché mancano 9 giornate e quindi ci sono 27 punti a disposizione per una squadra distante 7 lunghezze dal quinto posto che mette il timbro sul passaporto (magari potrebbe bastare il sesto, ma dipenderà dalle finaliste di Coppa Italia). E’ stato sufficiente vincere due partite di fila per cambiare non tanto la classifica quanto l’umore e la convinzione. Il Milan si sente
fuori dal tunnel perché la condizione sta crescendo e la ruota sta girando: meno infortunati, più episodi fortunati. Inzaghi è sereno perché pian piano le cose stanno tornando a posto e ha messo nel mirino tre avversari: il Torino (settimo, 42 punti, 1 più del Milan), il Napoli (sesto, 47) e la Sampdoria (quinta, 48). Più difficile pensare di raggiungere la Fiorentina, che è a quota 49 e ha il vantaggio dello scontro diretto che costringerebbe quindi il Milan a fare 9 punti in più dei viola nelle ultime 9 giornate. Proprio il calendario, invece, spinge i rossoneri sulle tracce di Torino, Napoli e Sampdoria. Vediamo perché. 30 a GIORNATA Subito uno scontro diretto: Milan-Samp.
Nel frattempo il Napoli ospita la Fiorentina e il Torino riceve la Roma. Una buona occasione per avvicinarsi. 31a GIORNATA Il derby con l’Inter è una trappola grossa così. Il Napoli va a Cagliari: Zeman è costretto a vincere. Il Cesena cerca lo sgambetto alla Samp, Sassuolo-Toro è difficile da pronosticare. 32a GIORNATA Lo scontro diretto è tra Napoli e Sampdoria. Il Toro sfida il tabù derby. Il Milan va a Udine: altra giornata da sfruttare. 33a GIORNATA Quattro partite che chi insegue l’Europa non può fallire: Milan-Genoa, Palermo-Torino, Sampdoria-Verona, Empoli-Napoli.
34a GIORNATA Altro scontro diretto per Inzaghi, stavolta in trasferta: la tappa di Napoli è la più dura dell’ultima fase del campionato. Anche Mihajlovic ha un turno complicato (ospita la Juve), mentre Ventura aspetta Sarri a Torino. 35a GIORNATA Turno complicato per i rossoneri, ma dipende anche dalla classifica che avrà quel giorno la Roma attesa a San Siro. Trasferte non troppo difficili per Samp (Udinese) e Napoli (Parma), mentre il Toro va nella Marassi rossoblù. 36a GIORNATA Il Milan lancia lo sprint in casa del Sassuolo. Toro (Chievo) e Napoli (Cesena) hanno impegni più semplici di quello della Samp (Lazio). 37a GIORNATA Ultimo scontro diretto per il Milan: a San Siro ecco il Toro. La trasferta allo Juventus Stadium non è una gita per il Napoli, ma anche la Samp a Empoli dovrà faticare. 38a GIORNATA Il gran finale è indecifrabile. Come tutte le partite degli ultimi due mesi, la difficoltà dipende dalla classifica maturata in quel momento dagli avversari. Il Milan chiude a Bergamo, il Napoli in casa con la Lazio, la Samp ospita il Parma, il Torino riceve il Cesena. E’ la volata che chiude il campionato: dopo lo striscione c’è la bandiera dell’Europa. Che all’improvviso il Milan vede un po’ più vicina di prima. © RIPRODUZIONE RISERVATA
a metà aprile e il finanziere thailandese, che ha sentito Berlusconi, volerà subito in Italia
Maurizio Nicita @manici50
L’
ultimo contatto diretto risale a pochi giorni fa. Si sono sentiti al telefono Silvio Berlusconi e Bee Taechaubol, il finanziere asiatico che sta stringendo i tempi per acquistare il pacchetto azionario di maggioranza del Milan. A far da tramite (e da traduttore fra i due) è sempre Pablo Victor Dana, il finanziere italiano che lavora a Dubai e di questa operazione è il grande manovratore. Fra B. e Mr. Bee il feeling finora è stato ottimo e questo spinge a un certo ottimismo il gruppo thailandese che opererà attraverso un Fondo d’investimento, già aperto e che sta rastrellando capitali nelle borse asiatiche. I due non si sono ancora dati l’appuntamento decisivo, ma è probabile che entro un paio di settimane il thailandese sarà a Milano per evitare scherzi della concorrenza. LEE E GLI ALTRI Bee non vuole rischiare rimonte degli altri possibili concorrenti (il cinese Richard Lee o altre possibili cordate) e così, attraverso l’advisor Rothschild, ha sistemato l’accordo preliminare passando da una prima bozza che prevedeva passaggi successivi verso l’acquisizione della maggioranza azionaria a
quella attuale che invece prevede un accordo entro aprile col passaggio diretto di circa il 60 per cento delle quote. Per metà mese è prevista la chiusura della due diligence (la verifica dei bilanci) e quella dovrebbe diventare l’input decisivo all’intera operazione. La valutazione complessiva del club comunque è ancora fluttuante ma comunque ben al di sotto del miliardo di euro. AL TIMONE DI COMANDO E se nell’organigramma del nuovo gruppo acquirente l’amministratore delegato sarà Dana, lo stesso Taechaubol riserverà per sé stesso la poltrona di presidente, così si sentirà coinvolto in prima persona, non solo come rappresentante dei maggiori investitori del suo Fondo. Al tempo stesso il thailandese, una volta acquisito il Milan, vorrà verificare di persona la fattibilità del nuovo stadio, al centro delle attenzioni delle sue strategie finanziarie. Ma l’ultima parola logicamente spetta a Silvio Berlusconi, che ufficialmente ha sempre negato la volontà di vendere il Milan, ma che è innegabile che da almeno tre mesi abbia trattato la possibile cessione dello stesso. Se deciderà davvero di vendere e non interverranno altri fattori esterni (politico-elettorali) dopo quasi trent’anni si chiuderà una delle pagine più importanti storicamente del calcio italiano, che sta attraversando una profonda crisi. © RIPRODUZIONE RISERVATA
IL CASO
Quando lo stadio ulula contro i bambini 1Il Milan vince il torneo dei 2004, ma i genitori dei rivali protestano: «Troppo grandi». Raiola: «No, è razzismo» Vincenzo D’Angelo
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remessa d’obbligo. Fischiare dei bambini che giocano a pallone è cosa vergognosa. Che assume i contorni dello squallore se quei fischi sono abbinati ad ululati razzisti. Ma stavolta il confine con l’equivoco è molto sottile. I FATTI A Forte dei Marmi s’è disputata la Universal Cup, dedicata agli Esordienti 2004. Ha vinto il Milan, tra tante proteste, alcune tutt’altro che civili. Il Milan in squadra aveva alcuni
ragazzi di colore che anche ieri, nella finale contro l’Inter (4-0), hanno fatto la differenza. La loro forza fisica è sembrata a molti genitori esagerata, fuori dal comune e ai limiti della regolarità. Così hanno pensato bene di destinare fischi e ululati all’indirizzo dei piccoli rossoneri durante la partita dei quarti di finale contro il Psg, giocata domenica, ma anche nella finale di ieri, sotto gli occhi dell’a.d. Adriano Galliani, che a un genitore che chiedeva spiegazioni ha risposto: «Vivono in Italia, sono in età, perché non dovremmo farli giocare?». In mat-
Galliani con gli Esordienti ACMILAN.COM
tinata Mino Raiola, uno mai banale nelle dichiarazioni, aveva twittato: «Shock UniversalCup... genitori hanno fischiato ragazzi di colore. Sosteniamo i ragazzi i razzisti sono ignoranti e deboli». Il Milan prima ha tenuto un profilo basso, con un comunicato: «Ci segnalano presunti episodi di razzismo... speriamo non sia vero o si sia trattato di qualcosa di sporadico, in caso contrario sarebbe intollerabile». E mentre il profilo Twitter del torneo pubblicava lo spot antirazzismo della Uefa, il responsabile dell’attività di base del Milan, Mauro Bianchessi,
attaccava all’Ansa: «È inaccettabile, siamo di fronte a totale ignoranza». L’organizzazione poi ha «condannato l’accaduto» precisando che «non si è trattato di cori razzisti, ma di contestazione dei sostenitori del Psg sulla scelta del Milan di schierare bambini fuoriquota e quindi più prestanti fisicamente». Ma i bambini sono del 2004, non fuoriquota. E il razzismo non ha età. Certo, sono stati gli unici bambini destinatari di cori beceri. Forse perché troppo forti. O forse perché il mondo è ancora pieno di incivili. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Tweet Shock UniversalCup inc. Milan/PSG classe 2004 genitori hanno fischiato ragazzi di colore. Sosteniamo i ragazzi i razzisti sono ignoranti e deboli MINO RAIOLA
Serie A R Mercato
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Il Milan scalda la pista Bertolacci
1Galliani e Preziosi si parlano per il centrocampista a metà fra Genoa e Roma: ma occhio alla Fiorentina Carlo Laudisa MILANO @carlolaudisa
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driano Galliani ed Enrico Preziosi anche nei giorni di Pasqua hanno pensato al mercato. A unirli stavolta è il nome di Andrea Bertolacci, il centrocampista rossoblù appena approdato in Nazionale e ancora in comproprietà con la Roma. Nel tradizionale blitz a Forte dei Marmi il manager rossonero non ha perso occasione per tenere caldo il dialogo con il suo amico genoano. A gennaio hanno trovato reciproca soddisfazione nell’operazione che ha portato a titolo definitivo Luca Antonelli in rossonero (affare da 4 milioni, pagamento biennale) e il francese M’Baye Niang in prestito nella squadra di Gasperini (i liguri lo vorrebbero prenotare per un’altra stagione, ma per ora il no è secco). ESIGENZE Ovviamente il Genoa deve prima trovare un’intesa con la Roma per l’eclettico prodotto del vivaio giallorosso. Da tempo c’è un impegno di massima a lasciar gestire a Preziosi il futuro del ragazzo, nella reciproca convinzione che la prossima stagione giocherà in ogni caso con una maglia nuova. Dopo le esperienze in Serie A con il Lecce e con il club rossoblù Bertolacci ha compreso che la sua carriera non può più essere associata alla società che l’ha visto crescere e questa sua volontà evidentemente sta pesando. I VIOLA Nei mesi scorsi s’è parlato a lungo dell’interesse della Fiorentina e Preziosi ha già avviato una trattativa con la dirigenza viola informando anche l’agente del giocatore, Alessan-
BORSA DI STUDIO
Dieci stage in Gazzetta per Giavazzi ● Per favorire l’avvicinamento dei giovani alla professione giornalistica, La Gazzetta dello Sport e Rcs Mediagroup istituiscono 10 borse di studio intitolate alla memoria di Giorgio Giavazzi, caporedattore centrale del giornale prematuramente scomparso, a 45 anni, nel 1998, che fu sempre impegnato nella valorizzazione delle risorse umane. Ogni borsa si realizzerà attraverso stage di 4 mesi che saranno attivati tramite convenzioni con università e scuole di giornalismo; ogni percorso garantirà, con il supporto di un tutor, la partecipazione alla vita redazionale della Gazzetta in tutte le sue forme. Quindi la confezione del quotidiano, l’aggiornamento del sito web e la cura del notiziario del nuovo canale televisivo. E’ previsto un rimborso spese. Il bando è riservato a giovani iscritti a un corso universitario o in possesso di una laurea da non più di 12 mesi. I curricula, accompagnati da una breve lettera di motivazione, dovranno essere inviati a borsa.giavazzi@rcs.it entro lunedì prossimo, 13 aprile, data dopo la quale è previsto un colloquio di selezione. La ricerca è rivolta a entrambi i sessi (Legge 903/77) ed è valida per le sedi di Milano e di Roma.
Andrea Bertolacci, 24 anni, al Genoa dalla stagione 2012-13 ANSA
dro Lucci. Del resto non è un mistero che Vincenzo Montella ne apprezzi molto le qualità e spinga per averlo con sé a Firenze. Le ultime settimane, però, hanno visto crescere le attenzioni in via Aldo Rossi. Non è un caso che Galliani abbia diradato i contatti con l’Atalanta per il promettente Baselli, per il quale aveva provato a chiudere nell’ultimo giorno di mercato invernale. Strada facendo al Milan si sono convinti di aver bisogno di un giocatore più duttile e, guarda caso, Bertolacci ha unito alle importanti prestazioni con Gasperini anche quelle con la maglia azzurra. Aggiungiamoci il recente input di Silvio Berlusconi che vuole un Milan sempre più italiano. Del resto Bertolacci ha solo 24 anni e ha già alle spalle 5 campionati in Serie A da protagonista con 113 presenze. Un
bagaglio di esperienze importante in vista di una stagione in cui ci sarà un bell’andirivieni a Milanello: soprattutto tra i centrocampisti. A partire da Muntari, il cui addio è già stato certificato ufficialmente dal tweet del suo procuratore qualche giorno fa: Sulley, a meno di emergenze, non sarà più convocato da Inzaghi e a giugno emigrerà negli Usa. Via anche l’altro ghanese, Essien, che è in scadenza di contratto. Appare ai titoli di coda anche l’avventura di De Jong, anch’egli in scadenza: Nigel ha già chiarito che prima di prendere qualsiasi decisione vuole capire bene i programmi del club, ma al di là di ciò, la forbice domanda-offerta è troppo ampia. Da definire invece le scelte su Van Ginkel, in prestito secco dal Chelsea. © RIPRODUZIONE RISERVATA
RIl patron dei liguri
ha già avviato una trattativa coi viola: Montella spinge per averlo
RI rossoneri si
muovono per la mediana perché se ne andranno Muntari ed Essien
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Serie A R Il caso Esposito
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OGGI LA DECISIONE
Il Daspo è difficile Ma il club teme lo stop della Sud 1Il giudice sportivo valuterà se lo striscione L’orribile striscione esposto sabato durante Roma-Napoli nella curva Sud, il settore più caldo dei tifosi giallorossi allo stadio Olimpico ANSA
conteneva un «incitamento alla violenza» Il Viminale: «Adesso le società collaborino»
Le offese alla madre di Ciro Pallotta: «Sconfitta di tutti»
1La Roma interviene sugli striscioni degli ultrà giallorossi. L’avvocato degli Esposito: «Frasi solo formali, chiederemo i danni alla società»
Massimo Cecchini ROMA
I
l giorno dopo la Pasqua, aspettiamo ancora la piena resurrezione del senso civivo di questo Paese ammalato di calcio. Dopo che sabato gli striscioni degli ultrà della Roma, esposti durante il match col Napoli, hanno offeso Antonella Leardi, la mamma di Ciro Esposito, il tifoso napoletano ucciso nel maggio scorso nei pressi dell’Olimpico, la ferita fatica a rimarginarsi. Ed è per questo che ieri la donna ha voluto sottolineare: «Non sono un’atleta ma sto giocando la partita più dura della mia vita. C’è da pregare per coloro che mi hanno criticato: non sanno cosa voglia dire perdere un figlio». Postilla: in curva Sud si sono visti anche uno striscione con su scritto: «Daniele con noi» (e il pensiero di tutti è volato al De Santis indagato per omicidio) e una foto di Sandra Milo quando in tv piangeva per il figlio Ciro. Il livello dell’ironia espressa, ovviamente, è chiaro a chiunque. TAVECCHIO E PALLOTTA Sul fronte federale il presidente Tavecchio ha agitato le acque. «Esprimo tutta la mia solidarietà e la mia vicinanza alla signora Leardi, gravemente offesa nel suo dolore più profondo dal contenuto degli striscioni apparsi all’Olimpico. La Procura federale si è già interessata, sarebbe però da chiarire come sia possibile che succeda in uno stadio con il massimo livello di sicurezza». Ma dopo il discusso ritardo con cui è giunto, il messaggio più atteso è stato quello
NON SONO UN’ATLETA MA STO GIOCANDO LA PARTITA PIÙ DURA DELLA VITA. PREGO PER CHI MI HA CRITICATO
UNA SCONFITTA DELLA SOCIETÀ CIVILE, AL DI LÀ DI APPARTENENZE A SQUADRE, CLUB, GRUPPI DI TIFOSI
ANTONELLA LEARDI MAMMA DI CIRO ESPOSITO
JAMES PALLOTTA PRESIDENTE ROMA
del presidente Pallotta, redatto di concerto con la dirigenza. «La Roma ritiene che ogni episodio che porti alla perdita di una vita in concomitanza di una partita di calcio, come accaduto ad esempio a Ciro Esposito, ad Antonio De Falchi, a Gabriele Sandri, a Vincenzo Spagnolo, a Filippo Raciti, Vincenzo Paparelli o ad altri, rappresenti una sconfitta dell’intera società civile, al di là delle appartenenze a squadre, società, gruppi di tifosi». Parole giuste, ma forse un po’ troppo generiche e tiepide rispetto al senso d’indignazione che hanno pervaso i media internazionali e che a livello d’immagine non hanno fatto bene al club, spesso sanzionato per via dei propri ultrà. Meno di un anno fa ad esempio, in occasione di una contestazione all’Olim-
pico, Pallotta era stato molto più chirurgico scrivendo: «I tifosi dovrebbero sostenere la squadra piuttosto che altri interessi». Un messaggio questo sì ineccepibile. FAMIGLIA ESPOSITO Ma se il Viminale dice di avere apprezzato «la presa di distanza di Pallotta», Angelo Pisani, legale della famiglia Esposito, ha sparato a zero, chiedendo «la squalifica dell’Olimpico, la penalizzazione di 5 punti della Roma, i danni al club per risarcire l’immagine della Leardi». «Il ricavato – spiegano in una nota i responsabili dell’associazione «Ciro Esposito» – sarà devoluto ai bambini ricoverati nel reparto di Rianimazione del Gemelli a Roma e in quello di Oncologia pediatrica dell’ospedale Pausi-
lipon di Napoli». Ma Pisani non si è placato. «La Roma silente e i suoi tifosi si sono dimostrati più volte violenti e discriminatori nei fatti e nelle azioni. Mattarella deve fare diventare questo episodio il simbolo della lotta alla violenza nella nostra società. Il presidente della Repubblica ha il potere e i mezzi per richiamare tutti all’ordine, i dirigenti sportivi e i club non devono più essere mirino di episodi di violenza. Solo dopo essere stati chiamati in causa, esponenti come Pallotta sono intervenuti con messaggi formali, non prendendo posizione e non condannando gli striscioni di Roma. Ci sarebbe voluto un intervento durante la partita stessa, i calciatori non avrebbero più dovuto giocare, l’arbitro avrebbe dovuto fermare il match. Bisogna evitare altri pericoli, in Russia per esempio la Uefa sta decidendo di penalizzare il comportamento dei tifosi, mi chiedo perché in Italia non ci siano norme del genere». PUNTO INDAGINI Intanto sul ferimento e la morte di Ciro Esposito i pm romani hanno appena concluso le indagini: a breve chiederanno il rinvio a giudizio di Daniele De Santis per omicidio volontario, rissa, lesioni, possesso abusivo di arma da fuoco e lancio di materiale pirotecnico. Mentre le ore immediatamente precedenti alla sparatoria, che «Gastone» avrebbe trascorso con due prostitute romene (entrate poi in possesso del suo cellulare) prendendo parte a un festino di sesso e droga, non sono state ritenute penalmente rilevanti. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Ciro Esposito è morto il 25 giugno dello scorso anno a Roma ANSA
Alessandro Catapano ROMA
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l netto dell’ennesima ondata di indignazione provocata in tutto il mondo (gli striscioni sono finiti pure alla Cnn) e delle richieste impossibili avanzate dai legali della famiglia Esposito (invocare 5 punti di penalizzazione o l’intervento del presidente della Repubblica è fantagiustizia), il campo delle possibili sanzioni si esaurisce ad un paio di provvedimenti: il Daspo (individuale o di gruppo) agli «espositori» dello striscione dedicato alla mamma di Ciro Esposito, l’unico ipoteticamente perseguibile (non lo sono l’apparentemente generico «Daniele con noi» né il feroce riferimento al «Ciro, Ciro...» di Sandra Milo); la chiusura della curva Sud, in cui quello striscione è stato esposto, e per svariati minuti. Perché uno o entrambi possano scattare, però, nel contenuto dello striscione va rilevato il possibile «incitamento alla violenza». Molto difficile che riesca a farlo il Questore — gli autori della scritta sono stati molto «scaltri», riconoscono le autorità —, più facile per il giudice sportivo: in base all’articolo 12.3 del Codice di giustizia sportiva, infatti, perché il messaggio sia considerato «potenzialmente violento» e, quindi, sanzionabile (con una pesante ammenda o la chiusura per uno o più turni del settore), basta che contenga toni e parole in grado
di aggiungere ulteriori elementi di tensione tra le due squadre o le due tifoserie. C’è chi fa riferimento agli striscioni juventini su Superga (solo ammenda), ma il giudice Tosel deciderà oggi dopo aver letto la relazione dei collaboratori della Procura federale. Decisivo per una squalifica della curva Sud potrebbe risultare anche l’atteggiamento del settore nella sua globalità, che non si è dissociato. E POI? Per il resto, le polemiche scatenate dall’ennesimo striscione infamante esposto in una curva non porteranno da nessuna parte. A meno che il mondo del calcio non cominci a collaborare sul serio con le autorità. Fino ad oggi, non è accaduto. Il Viminale, che pure ha apprezzato il comunicato di Pallotta (deboluccio ma almeno ha rotto il silenzio-assenso dei giorni precedenti), continua a chiedere un contributo maggiore alle società: che facciano la propria parte per isolare la parte più violenta dei propri sostenitori. «La repressione da sola non basta», dicono dal ministero dell’Interno. «E del resto — aggiungono in risposta al presidente Tavecchio — «è impossibile controllare chi entra allo stadio con una o due lettere di uno striscione e poi, una volta all’interno, ci incolla il resto». I club, ribadisce il Viminale, devono «rompere ogni legame con la parte becera del tifo». Già. Ma che fine hanno fatto la segmentazione delle curve, l’affiancamento dei poliziotti agli steward, il contributo dei club per gli straordinari delle forze dell’ordine? Chiedere a Renzi e Alfano. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Serie A R Le strategie
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Cassa ricca per la Roma La Champions blinda i big
1La possibile conferma nell’Europa che conta allontana il rischio
cessione per Pjanic, Ljajic e Nainggolan. Si lavora su Dzeko e Ayew
Andrea Pugliese Davide Stoppini ROMA
P
IL FRANCESE Rudi Garcia, 51 anni, è alla seconda stagione sulla panchina della Roma. La scorsa estate ha rinnovato il contratto fino al 2018 REUTERS
iù che una gita fuori porta, un giro in banca. Di quelli produttivi, perché sì, è stata una Pasqua giallorossa. La vittoria con il Napoli ha dato una spallata alle rivali per la prossima Champions: +7 sula Fiorentina quarta e il vantaggio nello scontro diretto, valgono una discreta tranquillità per la Roma di aver in mano il ticket della massima competizione europea. L’approdo ai playoff di agosto, almeno quello, pare in banca, al netto della volata con la Lazio per il secondo posto. Che non ci sia da festeggiare, è concetto valido per i giocatori come per i tifosi, che immaginavano ben altre prospettive in questo finale di campionato. Ma vallo a dire alla società, che lo scudetto se lo gioca qui. Che il futuro se lo costruisce anche (se non soprattutto) con i 50 milioni di euro — 49,2 per l’esattezza — che una qualificazione alla Champions porta in dote. PIÙ FORZA Tanto la Roma ha ricavato dall’ultima partecipazione europea. Soldi buoni per la continuità aziendale e per i fuochi d’artificio sul mercato. Che poi siano fuochi riusciti, è altro
discorso. Di sicuro c’è che la Champions regala forza sul mercato. Prendi il discorso cessione, l’ipotetica partenza di un big: Pjanic, Ljajic (su cui pende una clausola di svincolo superiore ai 20 milioni), Nainggolan (da riscattare), questi i nomi intorno ai quali la parola addio scatterebbe automatica in caso di arrivo dal quarto posto in giù. Ecco, ora la cessione diventa una possibilità, non una necessità. Non significa che un big non partirà, ma che piuttosto sarà proprio la Roma a valutare eventuali offerte e a decidere se una cessione sarà funzionale per nuovi investimenti.
49,2
DA DZEKO AD HANDANOVIC E così, mentre Pjanic non smette di chiacchierare del mondo Roma con l’amico Dzeko, e mentre Ljajic fa lo stesso con Jovetic, va innanzitutto messo a fuoco il discorso portiere. È l’emergenza della Roma, perché De Sanctis ha già apparecchiato un futuro prossimo di dodicesimo, e perché Skorupski non regala le giuste garanzie. Handanovic, Sirigu, il francese Ruffier, il vecchio pallino Neto: tutte piste valide. Ma negli ultimi giorni è spuntata anche la candidatura di Lukasz Fabianski, polacco ex Arsenal, ora allo Swansea, fatto seguire dalla Roma. «Preferisco restare in Premier», ha però fat-
8
● i milioni di euro che ha incassato la Roma dall’ultima Champions League, tra soldi al botteghino, bonus Uefa per gare e gironi e market pool
9
● i milioni di euro spesi fin qui dalla Roma per Nainggolan: 3 per il prestito, 6 per il riscatto della metà del cartellino. Il belga è ancora al 50% con il Cagliari
● I milioni di euro già offerti dalla Roma per il laterale brasiliano Bruno Peres, a fronte di una richiesta dal parte del Torino di almeno 13 milioni
to sapere il portiere. Ecco perché allora l’obiettivo numero uno resta Handanovic. OCCHIO ALLA DIFESA A questo punto, se poi Champions sarà, la priorità diventa rinforzare una difesa sicuramente non all’altezza della massima vetrina europea. Il primo passo sarà ca-
pire se si potrà contare o meno su Maicon, dovendo quindi investire eccome sugli esterni di difesa. Uno per lato, con la Roma che tiene sotto occhio i torinisti Bruno Peres (per cui Sabatini ha già offerto 8 milioni, ma Cairo ne vuole 13 e c’è anche il Napoli) e Darmian, oltre a Digne (pallino di Garcia) e Maxi Pereira. Considerando poi che al centro tornerà Romagnoli, che Astori e Spolli molto probabilmente non verranno riscattati e che si spera che Castan torni ai suoi massimi livelli, serve comunque un altro centrale che potrebbe essere Younes Kaboul, il franco-marocchino in scadenza con il Tottenham. MANOVRE OFFENSIVE Poi si lavorerà dalla cintola in su. C’è da decidere se riscattare o meno Nainggolan, per il quale l’opzione Premier resta però più che un’idea. In entrata occhi su tre svincolati: Mavuba, Ayew e Milner. Capitolo Ibarbo: si cerca lo sconto per Ibarbo, per cui la Roma dovrebbe sborsare altri 12,5 milioni. E poi c’è la trattativa che Sabatini ha già avviato con Luiz Adriano. Destro permettendo, ovviamente, perché dovesse tornare a Roma allora tutti i discorsi sarebbero molto più complicati. Anche con 50 milioni in più in cassa.
della
Liberazione 1945
2015
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MARTEDÌ 7 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
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Serie A R La storia
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OLTRE IL CALCIO
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CONTENUTO PREMIUM
L’INCONTRO A MILANO LE CONFESSIONI DEI BRASILIANI D’ITALIA 1
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clic UNA LUNGA STORIA INIZIATA IN BRASILE PIÙ DI TRENT’ANNI FA
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● 1 Derby alternativo sul palco milanese degli Atleti di Cristo: il difensore romanista Leandro Castan e il centrocampista laziale Felipe Anderson raccontano le loro esperienze ● 2 Nicola Legrottaglie, uno degli animatori del movimento ● 3 Il portiere Gabriel, milanista in prestito al Carpi ● 4 Ancora Castan attento in platea ● 5 L’interista Hernanes mentre segue il dibattito
● Atleti di Cristo è un movimento composto da sportivi professionisti, non si ritiene una setta e tiene a precisare che non sostituisce una chiesa. È stato fondato in Brasile nel 1984 da due calciatori: Joao Leite e Balthazar Morais. Alla fine degli anni Novanta si è diffuso in Italia: il primo incontro è stato organizzato a Perugia nella Pasqua del 2001. Negli anni i contatti fra gli atleti, non solo calciatori, si sono moltiplicati, e il movimento ha preso piede grazie soprattutto agli sforzi dei brasiliani. Da anni l’incontro pasquale si tiene a Milano, anche se gruppi di preghiera esistono in molte città.
Il derby della Bibbia «PAURE, MALATTIE GUAI FAMILIARI: DIO CI HA SALVATI» LA PASQUA DEGLI ATLETI DI CRISTO. IL ROMANISTA CASTAN: «NEL MOMENTO BUIO HO RITROVATO LA FEDE». IL LAZIALE ANDERSON: «L’ARRESTO DI MIO PADRE UNA PROVA DURA» LA STORIA di MARCO GUIDI E FRANCESCO ODDI MILANO
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orride e guarda il giovane connazionale Leandro Castan, quando gli si chiede se qualcuno dei compagni della Roma sembra interessato a seguirlo negli Atleti di Cristo. «Per ora mi riunisco per pregare con lui, fuori siamo come fratelli. Ma appena ci ritroveremo in campo, subito una botta al ginocchio, e subito: “Scusami”». L’altro è Felipe Anderson, che ha passato con lui, e un’altra trentina di sportivi e calciatori – da Hernanes al brasiliano Gabriel, che dopo una stagione deludente al Milan sta trascinando il Carpi in Serie A, fino a giocatori dilettanti – il giorno di Pasqua nella sala conferenze di un hotel milanese. Ma le stelle sono i due brasiliani di Roma, l’uomo che non può giocare da mesi e il ragazzo diventato forse il giocatore più decisivo del campionato. Due storie non facili, raccontate col sorriso, microfono in mano, davanti a tutti, con Nicola Legrottaglie a fare gli onori di casa, e accompagnamento musicale quando richiesto. Ha funzionato: Castan non si era mai aperto in questo modo, sull’operazione al cervello che gli ha fatto buttar via la stagione. La speranza gli è rimasta, a lui e Felipe Anderson, che nel momento migliore della carriera è dovuto tornare in Brasile, perché il padre è stato accusato di duplice omicidio, per una folle corsa con la macchina. CASTAN «Tutto è partito da quei giramenti di testa, ci sono voluti due mesi per capire cosa avevo, girando specialisti su specialisti, che per
fortuna hanno scartato le cose più brutte. Anche se quando ho preso una brutta influenza, che mi ha fatto perdere 15 chili di peso, la paura mi era presa, di avere qualcosa di più grave di quello che effettivamente era». Non era una cosa da poco, però, anche se nulla di irreparabile: una «alterazione congenita vascolare nel peduncolo cerebellare medio posteriore sinistro, conosciuto con il nome di cavernoma». Da cui «un piccolo edema e di conseguenza un rigonfiamento transitorio», con relativi mal di testa (nome tecnico, «sindrome vertiginosa acuta») dopo Empoli-Roma, seconda di campionato, unica presenza del brasiliano in quella che doveva essere la stagione della conferma, dopo la prima con ombre e luci con Zeman/Andreazzoli e la seconda, maestosa con Garcia in panchina. Un tempo, poi lasciò il posto ad Astori e si ritrovò nel buio: salutò il campo il 13 settembre, entrò in sala operatoria il 3 dicembre, non è ancora tornato. Anche se quattro giorni prima di Pasqua è arrivata un’altra bella notizia: l’ennesimo controllo ha confermato l’ottimo decorso post-operatorio, il calciatore operato al cervello può colpire senza problemi di testa, visto che il lavoro sul tono muscolare lo aveva ripeso da tempo. Non era così scontato, anche se il brasiliano lo ammette solo ora, che è tutto passato. «Dopo l’intervento avevo perso i movimenti del lato sinistro, non sentivo più quella parte del corpo. Ma ora va tutto bene, sto iniziando a
Leandro Castan, 28 anni, e Felipe Anderson, 21 anni: divisi dal calcio, uniti nella fede ANSA
correre, e giovedì ho fatto l’ultima risonanza. Ho fatto questo intervento proprio per tornare a giocare a pallone». Se non si fosse operato avrebbe dovuto lasciare il calcio. Ma l’alternativa era un’operazione al cervello. «Quando ho saputo cosa avevo, e cosa rischiavo, ho avuto tre giorni di buio. Un medico mi aveva detto che non avrei più potuto giocare al calcio, e l’operazione mi faceva paura. Alle fine ho deciso per la mia famiglia». E con l’aiuto di Dio. «Lo avevo un po’ abbandonato, quando ero venuto in Italia, l’ho ritrovato nel punto più basso. E ora ogni mese ho un incontro con 30-40 fratelli, tra cui Felipe Anderson». ANDERSON Un anno fa Felipe era sempre qui, tra i suoi fratelli, Bibbia in mano. Le cose alla Lazio non stavano andando bene. «Vedrete l’anno prossimo», disse agli amici. Dodici mesi dopo, Anderson è ancora a Milano tra gli Atleti di Cristo. Con le mani cerca sempre i versi giusti della Bibbia, ma nei piedi ci sono 9 gol in più. «Pensavo di metterci sei mesi ad abituarmi alla vita e al calcio in Italia, è stato più complicato. Ma ho continuato a lavorare e a pregare: oggi raccolgo i frutti». Eppure quando le cose si stavano mettendo bene, l’arresto del padre in Brasile e un infortunio hanno gettato Felipe nel panico. «Mi sono trovato in casa da solo a piangere. Dovevo giocare due partite importanti, ma volevo vedere mio papà. Poi mi sono anche fatto male. Mi chiedevo perché mi stesse succedendo questo, finché ho aperto la Bibbia, pregato e capito. Sono volato in Brasile, mio padre e mia sorella, che non erano credenti, hanno deciso di battezzarsi». Tornato in Italia, ha ricominciato a fare il fenomeno. Per aspera ad astra, direbbe Lotito. Intanto Anderson sta trascinando la sua Lazio nella rincorsa alla Roma e al secondo posto. «Io ci credo, stiamo facendo bene». E non dimentica chi se l’è passata peggio nell’ultimo periodo. «Avete visto Keita a Cagliari? Ha cambiato la partita». I due sono molto amici, sebbene abbiano stili di vita differenti, almeno leggendo i giornali. Un po’ come il diavolo e l’acqua santa. «Ma no... In passato ha sbagliato, è molto giovane, capita. Ma non è come lo dipingono i media». LA RIVELAZIONE Media che lo scorso anno di Felipe si occupavano poco: zero gol fatti, ora è a 9, e il campionato non è ancora finito. Qualcosa di più che una rivelazione. «È vero - conclude Castan - ma l'anno prossimo sarà Iturbe a sorprendere tutti, vedrete. Lui e io, ovviamente: torno presto, sto lavorando per esserci già per l'ultima giornata. Ma in ogni caso, l'anno prossimo, puntate su di me: sarò al 100%». © RIPRODUZIONE RISERVATA
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MARTEDÌ 7 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
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Serie A R Sotto la lanterna
MARTEDÌ 7 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
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Samp, 3 carte per crederci ancora
1Mihajlovic non abbandona la corsa Champions: al fianco di Eder torna Okaka, e Mesbah scalpita Filippo Grimaldi GENOVA
A
ntefatto (che molto dice sullo stato dell’arte sampdoriano): due settimane fa, era il giorno di Sampdoria-Inter, Massimo Ferrero ha fatto simpaticamente irruzione in una parrocchia genovese di Carignano, incontrando il parroco, cuore milanista della prima ora, ed alquanto in ambasce per il cammino incerto degli uomini di Inzaghi. Don Rocco, questo il suo nome, ricordò simpaticamente la sfida di domenica prossima a San Siro dei suoi beniamini con i blucerchiati. Il senso della prece era: siate clementi, lo dica a Mihajlovic. Il presidente della Samp non se l’è fatto ripetere due volte: «Vincerà il migliore», ma con uno sguardo che diceva tutto e sottintendeva come i migliori fossero proprio i ragazzi di Sinisa.
NIENTE LUNA... La situazione non è cambiata. Nel senso che la consapevolezza della propria forza nel gruppo di Mihajlovic è rimasta assolutamente invariata, nonostante il k.o. di Firenze. Anzi, paradossalmente resa più solida da tre carte che Mihajlovic calerà a San Siro: Mesbah, Okaka ed Eder. Niente luna contro i viola, parafrasando la vigilia di Sinisa: solo le stelle, il panorama è ugualmente emozionante. Certo, la piazza blucerchiata aveva ormai ufficialmente assaporato l’idea piacevolissima che
questa Samp potesse puntare al bersaglio grosso, cioè il preliminare di Champions. Che non è affatto scomparso all’orizzonte, peraltro. Ecco perché oggi pomeriggio non ci sarà alcuna reprimenda di Sinisa ai suoi. Semmai, il sermoncino del tecnico sarà un invito alla squadra affinché prosegua sulla strada intrapresa ormai molti mesi fa. Rispetto per tutti, timore per nessuno. Il resto verrà da sè, di
Eder, l’unico giocatore dell’intera rosa sampdoriana davvero insostituibile.
RL’italo-brasiliano
vuole cominciare col Milan ad essere decisivo anche in trasferta
questo Mihajlovic (numeri alla mano) è assolutamente certo. ... SOLO LE STELLE A Firenze, d’accordo, la Samp ha subìto l’avversario. Lo certificano i numeri, in maniera sin troppo evidente, riguardo a pericolosità e supremazia in campo, ma Mihajlovic è convinto che se avesse potuto utilizzare il suo panzer Okaka (reduce da una settimana tribolata e tenuto prudenzialmente a riposo) sotto il diluvio del «Franchi», sarebbe andata diversamente, soprattutto sul piano del gioco. Dopo la partenza di Gabbiadini, Stefano è il vice-bomber stagionale con quattro centri, ed è presumibile che, in casa del Milan, potrebbe toccare a lui, insieme ad Eto'o ed all’amuleto
Eder, 28, alla Samp dal 2012 ANSA
Stefano Okaka, 25 anni LIVERANI
Djamel Mesbah, 30 anni FORTE
9
100
840
● le reti segnate da Eder in campionato. Otto di queste sono arrivate nelle partite in casa. Cinque, addirittura, nelle ultime sei gare interne
● le presenze in Serie A di Okaka, arrivato alla cifra tonda nell’ultima partita interna con l’Inter. Quest’anno ha giocato 27 partite, con 4 gol
● i minuti giocati quest’anno dal difensore, utilizzato poco da Mihajlovic. Per lui solo 12 presenze. La sua media-voto per la Gazzetta è pari a 5,4
PENSACI TU Prima, però, il nostro oriundo che ha debuttato in maniera perfetta — con gol — in azzurro nell’Italia di Conte, deve diventare decisivo anche lontano da casa. Otto delle sue nove reti stagionali sono arrivate infatti al Ferraris. Cinque, addirittura, nelle ultime sei gare interne. Rimane il suo contributo, anche in termini di gioco, che è assolutamente imprescindibile. Anche perché, fanno notare alla Samp, Eder è storicamente un giocatore che ha una percentuale altissima di gare giocate sul totale delle partite di campionato. A riprova, dunque, anche dell’affidabilità del suo motore. Poi c’è Mesbah, che — complice la squalifica di Regini, che s’era preso il posto fisso nel derby di ritorno con il Genoa — ritroverà una maglia da titolare a due mesi dalla sua ultima gara giocata dall’inizio, il 14 febbraio scorso a Verona, quando la Samp fu sconfitta dal Chievo. Qui sono già tutti pronti a ripartire. Viviano ha suonato la carica: «Vinciamo a San Siro». Stop. Questa squadra è viva e vegeta, vuole riprendere una corsa solo interrotta. «Andiamo avanti partita per partita, poi a metà aprile potremo saperne di più. L’ho detto e lo ribadisco», il messaggio del portiere sampdoriano. La Lazio è a sette punti, ha ragione lui. Bisogna crederci, sino alla fine. © RIPRODUZIONE RISERVATA
MALE CON LE PICCOLE
Toh, il punto debole del Genoa ora è diventato Fort Marassi che indimenticabile. Il Genoa in casa ha vinto solo 4 partite, solo le ultime 5 in classifica hanno fatto peggio.
Alessio Da Ronch GENOVA
F
ort Marassi dove sei? Il Genoa è sull’orlo della resa. Dopo un campionato sorprendente si ritrova quasi fuori dalla lotta per l’Europa per un incredibile serie di pareggi casalinghi. Proprio lì, in quello che i tifosi rossoblù chiamano il tempio. In quello che, da sempre, è stato un forziere pieno di punti, si stanno sgretolando le ultime illusioni per una stagione non solo sorprendente e divertente, ma an-
ALTI E BASSI In trasferta la formazione di Gasperini ha conquistato più punti che al Ferraris (20 contro 18), mantenendo un ruolino di marcia che le consentirebbe di presentarsi con buone speranze allo sprint finale del campionato. In casa no, lì l’andamento del Grifone è stato strano, convulso, sempre al di fuori della normalità: imprese e piccole delusioni. Il Genoa al Ferraris ha battuto
Lazio, Juventus (l’impresa dell’anno, visto che quello è rimasto l’ultimo k.o. dei bianconeri) e Milan, ha perso con il Napoli solo all’ultimo minuto, ha ceduto alla Roma in una partita contestatissima, ha visto svanire il successo sulla Fiorentina solo per un gol viziato da un fuorigioco. Insomma, nelle sfide importanti c’è sempre stato. Poi, però, è riuscito a battere solo il Verona, ha pareggiato con Empoli, Palermo, Atalanta, Sassuolo e Udinese e perso contro il Chievo.
mento dello scatto decisivo, insomma, il Grifone è rimasto sui blocchi. Ora il calendario propone altre sfide non impossibili al Ferraris: sabato contro il Cagliari, poi mercoledì il recupero con il Parma, in seguito, dopo la trasferta di Palermo, arriverà a Genova il Cesena. Insomma, se Fort Marassi tornasse a far paura alle piccole il Genoa potrebbe pure riagganciare il sogno Europa league. Per prima cosa, però, dovrebbe ritrovare una solidità difensiva. Nelle ultime sette sfide casalinghe i rossoblù hanno sempre subito gol, totalizzando ben 12 reti al passivo, tra le quali 3 dal Sassuolo, 2 da Atalanta, Verona e Chievo. Macchie che hanno sporcato un po’ il bel gioco di Gasperini e reso sbiaditi i sogni dei tifosi.
ULTIMA CHIAMATA Al mo-
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Un Gian Piero Gasperini preoccupato: a Marassi è successo spesso ANSA
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Serie A R Il caso
MARTEDÌ 7 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
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Parma, l’altra salvezza in otto giorni
1Il 15 dal giudice: servono garanzie per finire il campionato. La Figc offre Coverciano per il ritiro pre-Empoli Fabio Licari
C
onto alla rovescia per la salvezza del Parma. Conto alla rovescia verso le terribili scadenze che decideranno il futuro prossimo (cioè la possibilità di proseguire fino alla fine del campionato) e il futuro più lontano (quindi l’iscrizione alla Serie B oppure ai dilettanti). Il bello — si fa per dire «bello» — di questa storia è l’atteggiamento dei giocatori che non si sono mai arresi, pur conoscendo ormai in anticipo il destino sportivo della squadra, e hanno continuato a lottare come se fosse in gioco la salvezza. Chiedere all’Inter (che tra andata e ritorno ha ceduto 4 punti) per credere. Ma la partita più importante,
RMancano i soldi
per due trasferte. Oggi da definire le strategie con l’Assocalciatori
purtroppo, si gioca ormai fuori dal campo. OGGI ASSOCIALCIATORI Faticosamente il Parma sembra vicino almeno al primo obiettivo: finire il campionato. Con l’aiuto della Lega, della Figc e dello sponsor. Con la disponibilità dei giocatori. E con la partecipazione straordinaria di Demetrio Albertini che, af-
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IL 15 DAL GIUDICE Tra una settimana, il 15 aprile, l’appuntamento cruciale: i curatori e Albertini si presenteranno dal giudice fallimentare per spiegare se e come il Parma può proseguire fino all’ultima di campionato. Se, in breve, ci saranno i soldi per partecipare al campionato. La società è tecnicamente fallita. L’obiettivo a questo punto è garantire la regolarità totale del torneo — quella morale, visto come giocano i ragazzi di Roberto Donadoni, è fuori discussione — e quindi giocare tutte le partite, invece di ritrovarsi, sull’Almanacco Panini 2016, una sfilata di 3-0 a tavolino. Con anche i diritti tv sul piatto. Ecco il perché dell’aiuto della Lega (5 milioni, forse di più) mancato in altre situazioni tipo Siena: si trattava di fallimenti non a campionato in corso.
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DUE TRASFERTE E DA COo ancora PRIRE Mancano nanziale coperture finanziarasferte re per le due trasferte consecutive di mercoa Roma ledì 29 aprile (a o) e di contro la Lazio) aggio (a domenica 3 maggio Cagliari). Si sta cercando di risparmiare are su tutto, biglietti dei voli li e trasporto dei bagagli compresi, ompresi, per non dire le sedi dei ritiri della vigilia. Poi c’èè anche l’ultima giornata, dii nuovo a Genova ma contro o la Samp, il 31 maggio, ma ci sono quasi due mesi anche per rendere meno vuote le casse del club. Insomma, quello sarebbe bbe il problema più superabile.
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(19 aprile, ore 15)
32ª Giornata PARMA-Palermo
(26 aprile, ore 15) (29 aprile, ore 20.45)
34ª Giornata Cagliari-PARMA
(3 maggio, ore 15)
35ª Giornata PARMA-Napoli
(10 maggio, ore 15)
36ª Giornata Fiorentina-PARMA (17 maggio, ore 15) 37ª Giornata PARMA-Verona
(24 maggio, ore 15)
38ª Giornata Sampdoria-PARMA (31 maggio, ore 15)
COSÌ I 13 PUNTI CONQUISTATI DAL PARMA
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3 Chievo Fiorentina
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31ª Giornata Empoli-PARMA
33ª Giornata Lazio-PARMA
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(11 aprile, ore 18)
25ª Giornata (recupero) Genoa-PARMA (15 aprile, 18.30)
INFINE LA B Dopo, opo, si comincerà a parlare dell’altro futuro. Abbattendo do il debito sportivo il Parma ma potrà trovare acquirenti e cominciare dalla B. Altrimenti menti la ripartenza sarebbe dai dilettanti. Ma questo viene ne dopo: prima c’è la sopravvivenza. enza.
RITIRO A COVERCIANO Ma per giocare ci sono spese vive, soprattutto nel caso delle trasferte. Con l’Inter è stato fondamentale l’aiuto dello sponsor e così sarà anche per Genoa-Par-
A
COMMERCIALE KEY ACCOUNT
p ma, mercoledì 15 aprile, recupero della 25a giornata. È stata sferta di Empo«coperta» la trasferta li del 19 aprile: in questo caso è orso del Parma venuta in soccorso la Federcalcio offrendo la disponibilità di Coverciano per gli allenamenti e il ritiro della vigilia. Non c’èè ancora una ale ma anche conferma ufficiale Parma, il 15 per Fiorentina-Parma, ntro tecnico maggio, il Centro dovrebbe esseree concesso al club in difficoltà. oltà.
fiancato ai curatori, sta tessendo la tela diplomatica in questa lotta contro il tempo. Oggi il primo atto: l’incontro con l’Assocalciatori per definire una strategia che consenta ai giocatori di arrivare a fine stagione, completando le nove giornate mancanti più i due recuperi con Genoa e Udinese. I tesserati del Parma sono anche i primi creditori del club (e da mesi giocano senza stipendio).
13 punti (10 in classifica per la penalizzazione di 3 punti) GDS
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MARTEDÌ 7 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
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Glik segna come Boniek Ora nel mirino c’è Matrix
1Il capitano del Torino è a 7 gol in A: eguagliato il record polacco
di Zibì, punta il Materazzi di Perugia, difensore bomber con 12 reti Marco Guidi MILANO
Miralem Pjanic, 25 anni ANSA
LA LUNGA QUARESIMA DI PJANIC È FINITA...
O
ltre quattro mesi di buio. Miralem Pjanic non andava sopra al 6 in pagella dal 30 novembre 2014, quando con una splendida doppietta contribuì a stendere l’Inter di Mancini. Il centrocampista bosniaco della Roma si era fermato lì, prima di ripartire contro il Napoli nell’ultimo turno di campionato. Nelle quindici giornate successive, Pjanic è sceso in campo undici volte, regalando a malapena un assist in Roma-Empoli, alla 21a e accumulando ben quattro 5 e un 4,5 in pagella. Non è un caso che la Roma sia calata quando i piedi di Pjanic hanno smesso di scrivere poesie sul prato dell’Olimpico. Miralem ha preso male le critiche e le voci, tanto che dopo aver siglato il gol decisivo contro il Napoli ha esultato polemicamente. Avrà le sue ragioni, ma al fantacalcio i numeri non ammettono repliche. E caro Pjanic, ti sarai anche sbloccato nel sabato di Pasqua, ma prima hai fatto vivere ai fantallenatori una lunga quaresima.
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C
aro Zibì, fatti più in là. Con il gol all’Atalanta, Kamil Glik ha eguagliato il record di Boniek. Sette gol polacchi in un singolo campionato, la Serie A li aveva registrati solo nel 1985-86, quando al primo anno alla Roma il «Bello di notte» stabilì il suo primato in Italia, giocando 29 partite. «Giocai il miglior calcio della mia vita», dichiarò Boniek. A Glik, in questa stagione, ne sono servite appena 23, di presenze. E ora il centrale del Torino ha a disposizione ancora nove giornate per operare il sorpasso. DIFENSORE A CHI? A metà degli anni Ottanta il fantacalcio non esisteva ancora, ma Boniek, nell’ipotetico Magic listone, di sicuro non sarebbe stato un difensore. Probabilmente un centrocampista, forse addirittura un attaccante. Su Glik invece non ci sono dubbi: difensore centrale. Oppure libero o stopper, per usare termini di un calcio che fu e oggi non c’è più. Non batte punizioni e rigori Kamil, per segnare ha un’unica via: salire in area avversaria su corner e calci piazzati e aspettare il cross di un compagno. Quando lo fa, però, il capitano del Torino è un gigante. Di testa le prende davvero tutte e le sue capocciate sono un incubo per le difese rivali. Ma a Bergamo ha dimostrato di saperci fare anche di piede. La stilettata con cui ha battuto il portiere atalantino Sportiello alla vigilia di Pasqua, dopo perfetto stop su calcio d’angolo di El Kaddouri, è da bomber vero. Così la sua media gol ora fa spavento: una rete ogni 294 minuti. Roba da far invidia ad attaccanti blasonati. Per dire, Mario Gomez viaggia a un gol ogni 316 minuti, mentre a Palacio ne servono 372 di minuti per andare a segno. DA RECORD IN RECORD La storia del fantacalcio ha visto già un difensore centrale andare in doppia cifra. Il record appar-
CLASSIFICA SQUADRE
PT
JUVENTUS ROMA LAZIO FIORENTINA SAMPDORIA NAPOLI TORINO MILAN GENOA INTER PALERMO SASSUOLO UDINESE EMPOLI VERONA CHIEVO ATALANTA CESENA CAGLIARI PARMA (-3)
70 56 55 49 48 47 42 41 38 38 35 35 34 33 33 32 26 22 21 10
PARTITE
RETI
G
V
N
P
F
S
29 29 29 29 29 29 29 29 28 29 29 29 28 29 29 29 29 29 29 27
21 15 17 13 12 13 11 10 9 9 8 8 8 6 8 8 5 4 4 3
7 11 4 10 12 8 9 11 11 11 11 11 10 15 9 8 11 10 9 4
1 3 8 6 5 8 9 8 8 9 10 10 10 8 12 13 13 15 16 20
57 40 54 43 37 47 34 43 38 43 39 35 32 30 36 21 24 28 35 22
14 21 28 31 30 37 31 36 34 37 43 43 37 32 51 31 40 52 56 54
CHAMPIONS PRELIMINARI DI CHAMPIONS EUROPA LEAGUE RETROCESSIONI
PROSSIMO TURNO SABATO 11 APRILE GENOA-CAGLIARI (ore 18) PARMA-JUVENTUS (ore 18) VERONA-INTER (ore 20.45) DOMENICA 12 APRILE, ore 15 CESENA-CHIEVO (ore 12.30) ATALANTA-SASSUOLO LAZIO-EMPOLI NAPOLI-FIORENTINA TORINO-ROMA UDINESE-PALERMO MILAN-SAMPDORIA (ore 20.45)
(1-1) (0-7) (2-2) (1-2) (0-0) (1-2) (1-0) (0-3) (1-1) (2-2)
MARCATORI
Kamil Glik, 27 anni, difensore polacco del Torino: non era mai andato oltre i due gol in campionato GETTY
6,33
● la media voto di Glik in questa annata: il capitano del Toro è il difensore con il rendimento più alto della Serie A tra chi ha giocato almeno 10 gare
12
● i gol di Marco Materazzi nel 2000-2001 con la maglia del Perugia: nessun centrale difensivo ha segnato di più in A da quando esiste il fantacalcio
tiene a Marco Materazzi, 12 gol nel 2000-01 a Perugia. Glik ha già detto di volerlo battere, ma non sarà facile. Anche perché Matrix realizzò ben sette di quelle reti su calcio di rigore. Materazzi si ripeté nel 20062007, fermandosi a 10 (sei su azione, quattro dal dischetto). Negli annali troviamo gli otto centri di Mihajlovic nel 199899 (sette su punizione e uno su rigore), mentre tornando ancora più indietro nel tempo, guarda caso proprio nell’era Boniek, ecco gli 11 gol di Daniel Passarella alla Fiorentina, sempre nel 1985-86, cinque dei quali su penalty. Ma il fantacalcio, come già detto, non era ancora stato inventato. Glik ha quindi già un altro, piccolo record: i suoi sette gol, nessuno dei quali realizzato su calcio da fermo, sono storia. Considerando anche che nelle due precedenti stagioni in A con il Toro aveva segnato in to-
tale 3 reti (in 66 partite). DAI VENTURA Dopo il successo sull’Atalanta, Giampiero Ventura ha orgogliosamente rivendicato i risultati del suo Torino, rimasto in alta classifica nonostante gli addii di Cerci e Immobile e le critiche al mercato di Cairo. Molto del miracolo bis dei granata è proprio merito di Glik, leader della difesa (6,33 di pagella media) e goleador inatteso. In passato non era mai andato oltre i due gol in campionato, tra Spagna, Polonia e Italia (Serie A e B). Poi l’exploit. Questa esplosione non merita una ricompensa? E allora Ventura, facci una promessa: se Glik sarà vicino al record di Materazzi, abbi il coraggio di mandarlo sul dischetto. Tanto il Torino ha sbagliato tre dei cinque rigori a favore di questa annata. Peggio non può fare... © RIPRODUZIONE RISERVATA
17 RETI Tevez (2, Juventus). 16 RETI Menez (8, Milan). 15 RETI Icardi (3, Inter); Toni (3, Verona). 13 RETI Higuain (2, Napoli); Dybala (3, Palermo). 11 RETI Quagliarella (2, Torino). 10 RETI Gabbiadini (Napoli; 7 nella Sampdoria); Di Natale (Udinese). 9 RETI Felipe Anderson e Klose (Lazio); Callejon (Napoli); Eder (1, Sampdoria); Berardi (5, Sassuolo); Thereau (Udinese). 8 RETI Mauri (Lazio); Ljajic (1, Roma); Zaza (1, Sassuolo). 7 RETI Paloschi (Chievo); Maccarone (1, Empoli); Babacar (Fiorentina); Matri (7 nel Genoa), Morata e Pogba (Juventus); Djordjevic e Parolo (Lazio); Destro (Milan; 5 nella Roma); Vazquez (Palermo); Glik (Torino). 6 RETI Pinilla (Atalanta; 3 nel Genoa); Brienza (2) e Defrel (Cesena); Iago Falque’ (1, Genoa); Guarin (Inter); Vidal (2, Juventus); Candreva (2, Lazio); Honda (Milan); Zapata (Napoli).
Carlos Tevez, 31 anni, seconda stagione alla Juve ACTION IMAGES
TACCUINO CAGLIARI
Oggi la ripresa degli allenamenti (m.f.) Zeman ha optato per lasciare liberi i suoi a Pasquetta. Si riprende oggi: l’appuntamento ad Asseminello è alle 16.30. Per la trasferta in casa del Genoa di sabato sarà out Diakitè, ma il boemo conta sul rientro di Ceppitelli. Per il resto, andranno seguiti i recuperi di Ekdal, Donsah, Conti e Cossu. Questi ultimi due non erano in perfette condizioni fisiche alla vigilia del match con la Lazio.
DONNE
Tris dell’Under 19 contro l’Austria (m.cal.) Seconda vittoria in due gare per l’Italia Under 19 nella Fase Elite di qualificazione all’Europeo:
dopo il 4-2 alla Serbia, le azzurre di Corradini battono 3-2 (gol di Piemonte, Mellano e Bergamaschi) l’Austria e giovedì si giocheranno il passaggio alla fase finale (in programma a luglio in Israele) contro la Svezia.
DONNE / 2
Via alla Fase Elite dell’Europeo Under 17 (m.cal.) Oggi (ore 11) a Siena, presentazione della Fase Elite di qualificazione all’Europeo Under 17 femminile, che l’Italia ospiterà proprio in Toscana (al Franchi di Siena e al Bonelli di Montepulciano) da giovedì 9 a martedì 14 aprile. Le azzurre di Sbardella inserite in un girone con Repubblica Ceca (primo avversario, giovedì), Bielorussia e Germania. Si qualifica alla fase finale (22 giugno-4 luglio, in Islanda) la prima classificata, più la migliore seconda dei sei gironi previsti.
Magic +3 R Campionato
29a GIORNATA
PORTIERI CODICE GIOCATORE 101 ABBIATI (MIL) 102 AGAZZI (MIL) 103 AGLIARDI (CES) 104 ANDUJAR (NAP) 105 AVRAMOV (ATA) 175 BAJZA (PAR) 106 BARDI (CHI) 107 BASSI (EMP) 109 BENUSSI (VER) 110 BERISHA (LAZ) 111 BERNI (INT) 112 BIGGERI (EMP) 113 BIZZARRI (CHI) 114 BRESSAN (CES) 115 BRKIC (CAG) 116 BUFFON (JUV) 117 CARBONI (CAG) 118 CARRIZO (INT) 171 CASTELLAZZI (TOR) 119 COLOMBI (CAG) 120 COLOMBO (NAP) 121 CONSIGLI (SAS) 122 CRAGNO (CAG) 124 DE SANCTIS (ROM) 168 DIEGO LOPEZ (MIL) 126 FREZZOLINI (ATA) 176 FRISON (SAM) 127 FULIGNATI (PAL) 130 GOLLINI (VER) 131 HANDANOVIC (INT) 132 IACOBUCCI (PAR) 177 ICHAZO (TOR) 166 KARNEZIS (UDI) 134 LAMANNA (GEN) 135 LEALI (CES) 136 LOBONT (ROM) 137 LUPATELLI (FIO) 138 MARCHETTI (LAZ) 165 MASSOLO (SAM) 170 MERET (UDI) 140 MIRANTE (PAR) 141 NETO (FIO) 143 PADELLI (TOR) 144 PEGOLO (SAS) 145 PERIN (GEN) 146 POLITO (SAS) 147 POMINI (SAS) 148 PUGGIONI (CHI) 174 PUGLIESI (EMP) 149 RAFAEL C.B. (NAP) 150 RAFAEL D.A. (VER) 172 ROMERO S. (SAM) 151 ROSATI (FIO) 152 RUBINHO (JUV) 153 SCUFFET (UDI) 154 SECULIN (CHI) 155 SEPE (EMP) 156 SKORUPSKI (ROM) 173 SOMMARIVA (GEN) 157 SORRENTINO (PAL) 158 SPORTIELLO (ATA) 160 STORARI (JUV) 161 STRAKOSHA (LAZ) 162 TATARUSANU (FIO) 164 UJKANI (PAL) 167 VIVIANO (SAM)
MAGIC PUNTI 0 0 0 5 0 0 0 0 3 0 0 0 5 0 3 7 0 0 0 0 0 7 0 7,5 5 0 0 0 0 5 0 0 5,5 5,5 2,5 0 0 5,5 0 0 5,5 6 4,5 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 4 0 0 2,5 3,5 0 0 0 0 4
MEDIA 5,12 0 4,83 4,75 0 6 5,25 3,25 4,36 4,79 0 0 5,48 0 4,25 6,02 0 4 0 2,67 0 4,72 3,82 5,48 4,9 0 0 0 4,75 5,27 4,38 0 5,12 6,8 4,3 0 0 5,13 0 6 4,28 5,31 5,12 0 5,46 0 5,5 6 0 4,57 4,38 5,4 0 0 6 6 5,22 4,25 6 4,67 5,14 5,5 0 4,56 0 5,4
MAGIC PUNTI 4,5 6 0 0 5,5 0 6,5 0 0 0 0 0 6,5 5,5 0 5,5 0 5,5 5,5 6,5 6 5,5 0 0 5 0 0 0 0 6 0 6 6 5,5 0 5,5 0 0 0 0 6,5 5 5,5 0 0 0 0 6 0 0 0 0 0 7 0 0
MEDIA QUOT. 6,06 6 6,3 11 5,27 3 0 3 5,46 8 5,38 7 5,53 5 5,42 5 5,83 4 5,79 4 6,29 4 5 3 5,92 9 5,9 8 0 1 5,64 4 0 4 6,54 8 6 5 6,09 9 6,03 10 5,54 4 5,63 6 4,75 3 6,1 7 5,32 4 5,5 6 6 1 5,58 5 6,23 14 5,92 6 5,68 4 5,38 4 5,62 5 5,5 3 5,83 9 5,72 4 6,45 6 5,31 4 5,37 4 5,6 6 5,42 5 5,79 5 5,55 5 5,5 4 5,83 5 5,47 5 5,71 7 5,68 4 6,06 14 5,83 4 6 3 5,5 4 5,92 8 5,84 9 5,62 5
QUOT. 5 2 4 1 1 1 4 4 6 5 1 1 14 1 6 26 1 1 1 1 1 16 4 22 15 1 1 1 1 20 1 1 16 1 12 1 1 19 1 1 14 14 13 4 20 1 4 3 1 11 4 4 1 1 3 1 17 1 1 16 15 1 1 6 1 14
CAMPIONATO MEDIA P. V. G. VOTO 9 -7 6 0 0 0 3 -4 6,17 6 6 -7 5,92 0 0 0 0 0 0 9 -15 6,17 4 -10 5,75 14 6 -22 5,96 7 -8 5,93 0 0 0 0 0 0 20 6 -16 6,3 0 0 0 12 6 -22 6,08 27 7 -13 6,42 0 0 0 1 -1 7 0 0 0 3 -8 5,5 0 0 0 27 7 -40 6,15 14 -26 5,68 27 7,5 -18 6,15 21 6 -29 6,25 0 0 0 0 0 0 0 0 0 2 -4 6,75 28 6 -36 6,25 5 -10 5,4 0 0 0 28 6,5 -37 6,32 4 6,5 -4 6,5 27 5,5 -48 5,91 0 0 0 0 0 0 23 6,5 -20 6,11 0 0 0 0 0 0 23 6,5 -44 6 21 6 -20 6,31 17 6 -17 6,03 0 0 0 26 -30 6,52 0 0 0 3 -3 6,5 0 0 0 0 0 0 23 -30 5,87 13 -25 6,08 10 -12 6,35 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 25 6 -22 6,18 2 -3 5,75 0 0 0 29 4,5 -43 6,17 29 5,5 -40 6,38 2 -1 6 0 0 0 8 -11 6,19 0 0 0 20 6 -18 6,37
R. 0 0 0 0 0 0 2 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 1 0 0 1 0 0 0 0 3 0 0 1 2 2 0 0 0 0 0 1 0 1 0 1 0 0 0 0 0 1 1 0 0 0 0 0 0 0 0 2 0 0 0 0 0
ESPAMM 0/0 0/0 0/0 0/0 0/0 0/0 0/0 0/0 0/1 0/0 0/0 0/0 0/1 0/0 0/0 0/0 0/0 0/0 0/0 0/1 0/0 1/1 0/0 0/0 1/2 0/0 0/0 0/0 0/0 0/1 0/0 0/0 0/1 0/0 1/1 0/0 0/0 1/5 0/0 0/0 1/3 0/2 0/3 0/0 1/0 0/0 0/0 0/0 0/0 0/0 0/0 0/1 0/0 0/0 0/0 0/0 0/0 0/0 0/0 0/1 0/3 0/0 0/0 0/0 0/0 0/2
CAMPIONATO P. V. G. 17 5 0 23 6 3 15 0 0 0 0 0 26 6 0 16 0 0 20 6,5 0 25 0 0 6 0 0 8 0 0 7 0 1 2 0 0 18 6,5 1 24 5,5 4 0 0 0 18 6 0 0 0 0 13 5,5 2 4 6 0 17 6,5 2 19 6,5 0 12 5,5 0 19 0 1 2 0 0 15 5 1 14 0 0 5 0 0 0 0 0 14 0 0 28 6 2 13 0 0 12 6 0 15 6 1 12 5,5 0 2 0 0 22 5,5 1 10 0 0 10 0 1 10 0 0 15 0 0 17 6,5 0 25 5 0 14 5,5 0 9 0 0 1 0 0 14 0 0 19 0 0 20 6 0 11 0 0 24 0 0 7 0 0 1 0 0 11 0 0 17 7 1 22 0 0 15 0 0
R. 3 0 0 0 1 0 2 0 0 0 0 0 0 2 0 1 0 0 0 0 2 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 2
ESPAMM 0/2 1/6 0/4 0/0 0/8 0/3 0/4 1/5 0/0 0/2 0/1 0/1 0/7 1/7 0/0 0/5 0/0 0/1 0/2 0/3 0/4 1/2 1/9 0/2 0/3 0/2 0/1 0/0 2/1 0/7 0/4 0/1 0/6 0/0 0/0 1/7 1/0 0/1 0/3 1/4 1/6 0/9 0/2 0/1 0/0 1/3 0/4 0/5 0/0 0/5 0/0 0/0 0/2 0/3 0/6 0/5
DIFENSORI CODICE GIOCATORE 201 ABATE (MIL) 202 ACERBI (SAS) 203 AGOSTINI (VER) 204 ALBERTAZZI (MIL) 205 ALBIOL (NAP) 206 ALEX (MIL) 207 ALONSO (FIO) 208 ANDELKOVIC (PAL) 209 ANDREOLLI (INT) 210 ANTEI (SAS) 211 ANTONINI (GEN) 212 ARIAUDO (GEN) 213 ASTORI (ROM) 214 AVELAR (CAG) 424 BAGADUR (FIO) 215 BALZANO (CAG) 216 BALZARETTI (ROM) 217 BARBA (EMP) 218 BARZAGLI (JUV) 219 BASANTA (FIO) 220 BASTA (LAZ) 221 BELLINI (ATA) 223 BENALOUANE (ATA) 227 BIANCO (SAS) 228 BIAVA (ATA) 229 BIRAGHI (CHI) 429 BOCCHETTI (MIL) 410 BOCHNIEWICZ (UDI) 230 BONERA (MIL) 231 BONUCCI (JUV) 232 BOVO (TOR) 398 BRAAFHEID (LAZ) 233 BRITOS (NAP) 234 BRIVIO (VER) 235 BUBNJIC (UDI) 236 BURDISSO (GEN) 237 CACCIATORE (SAM) 238 CACERES (JUV) 239 CAMPAGNARO (INT) 241 CANA (LAZ) 243 CANNAVARO (SAS) 244 CAPELLI (CES) 402 CAPUANO (CAG) 245 CASSANI (PAR) 246 CASTAN (ROM) 247 CAVANDA (LAZ) 248 CEPPITELLI (CAG) 249 CESAR (CHI) 250 CHERUBIN (ATA) 251 CHIELLINI (JUV) 253 CIANI (LAZ) 254 CODA (SAM) 255 COLE (ROM) 258 COSTA (PAR) 259 DAINELLI (CHI) 260 D'AMBROSIO (INT)
MEDIA VOTO 5,94 6,09 5,53 0 5,58 5,65 5,53 5,56 5,83 5,93 5,92 4,75 5,94 5,62 0 5,72 0 6,12 6,33 5,82 6,03 5,71 5,76 5,25 6 5,5 5,6 0 5,79 6,14 6,08 5,82 5,54 5,62 5 5,89 5,83 6,2 5,5 5,57 5,87 5,6 5,88 5,44 5,5 6,04 5,58 5,92 5,68 6,12 5,83 6 5,59 5,82 6,02 5,65
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MARTEDÌ 7 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
. 261 DANILO (UDI) 262 DAPRELA' (PAL) 263 DARMIAN (TOR) 264 DE CEGLIE (JUV) 265 DE MAIO (GEN) 266 DE SCIGLIO (MIL) 267 DE SILVESTRI (SAM) 268 DE VRIJ (LAZ) 403 DEL GROSSO (ATA) 433 DIAKITE (CAG) 271 DODO' (INT) 272 DOMIZZI (UDI) 405 DONKOR (INT) 274 DRAME' (ATA) 275 EDENILSON (GEN) 278 EMANUELSON (ATA) 414 EMERSON (PAL) 279 EVRA (JUV) 281 FEDDAL (PAR) 282 FELIPE (INT) 285 FREY (CHI) 286 GABRIEL SILVA (UDI) 287 GAMBERINI (CHI) 289 GASTON SILVA (TOR) 290 GAZZOLA (SAS) 411 GENTILETTI (LAZ) 291 GHOULAM (NAP) 292 GLIK (TOR) 293 GOBBI (PAR) 294 GONZALEZ ALE. (CAG) 417 GONZALEZ G. (PAL) 296 HENRIQUE (NAP) 297 HEURTAUX (UDI) 419 HOLEBAS (ROM) 298 HYSAJ (EMP) 300 IZZO (GEN) 301 JANSSON (TOR) 302 JONATHAN (INT) 303 JUAN JESUS (INT) 304 KONKO (LAZ) 305 KOULIBALY (NAP) 306 KRAJNC (CES) 307 LAURINI (EMP) 308 LAZAAR (PAL) 309 LICHTSTEINER (JUV) 310 LONGHI (SAS) 311 LUCARELLI (PAR) 312 LUCCHINI (CES) 313 MAGGIO (NAP) 314 MAGNUSSON (CES) 315 MAICON (ROM) 316 MAKSIMOVIC (TOR) 413 MANOLAS (ROM) 319 MARCHESE (GEN) 320 MARIO RUI (EMP) 321 MARQUES (VER) 399 MARQUEZ (VER) 322 MARTIC (VER) 324 MASIELLO (TOR) 426 MASIELLO A. (ATA) 428 MAURICIO (LAZ) 326 MESBAH (SAM) 327 MESTO (NAP) 328 MEXES (MIL) 329 MILANOVIC MILAN (PAL) 330 MOLINARO (TOR) 406 MONTELEONE (PAL) 331 MORAS (VER) 332 MORETTI (TOR) 333 MORGANELLA (PAL) 335 MUNOZ (SAM) 336 MURRU (CAG) 338 NAGATOMO (INT) 436 NATALI (SAS) 340 NICA (CES) 341 NOVARETTI (LAZ) 342 OGBONNA (JUV) 430 ORTIZ (PAL) 343 PALETTA (MIL) 404 PARENTE (GEN) 345 PASQUAL (FIO) 346 PASQUALE (UDI) 347 PEDRO MENDES (PAR) 348 PELUSO (SAS) 420 PERES (TOR) 349 PERICO (CES) 400 PIRIS (UDI) 352 PISANO E. (VER) 351 PISANO F. (CAG) 354 RADU (LAZ) 355 RAIMONDI (ATA) 356 RAMI (MIL) 357 RANOCCHIA (INT) 358 REGINI (SAM) 359 RENZETTI (CES) 421 RICHARDS (FIO) 360 RISPOLI (PAL) 362 RODRIGUEZ GON. (FIO) 363 RODRIGUEZ GUI. (VER) 364 ROMAGNOLI (SAM) 365 RONCAGLIA (GEN) 366 ROSI (FIO) 367 ROSSETTINI (CAG) 368 RUGANI (EMP) 371 SANTACROCE (PAR) 432 SANTON (INT) 372 SARDO (CHI) 373 SAVIC (FIO) 374 SCALONI (ATA) 375 SILVESTRE (SAM) 418 SOMMA (EMP) 376 SORENSEN (VER) 434 SPOLLI (ROM) 377 STENDARDO (ATA) 427 STRINIC (NAP) 431 TAMBE (GEN) 380 TERRANOVA (SAS) 381 TERZI (PAL) 382 TOMOVIC (FIO) 383 TONELLI (EMP) 384 TOROSIDIS (ROM) 435 UVINI (NAP) 386 VIDIC (INT) 388 VITIELLO (PAL) 389 VOLTA (CES) 390 VRSALJKO (SAS) 391 WAGUE (UDI) 422 YANGA MBIWA (ROM) 392 ZACCARDO (MIL) 394 ZAPATA C. (MIL) 395 ZAPPACOSTA (ATA) 396 ZUKANOVIC (CHI) 397 ZUNIGA (NAP)
0 0 5,5 0 9 0 6 6,5 0 4 0 0 0 5 6 0 0 6,5 7 6 5,5 6 4,5 0 0 0 5,5 10 6 0 6 0 6,5 5 5 0 0 0 5 0 0 4,5 0 5,5 6 6 0 5 5,5 0 0 6,5 7,5 0 4,5 0 0 0 0 4,5 5 0 0 5,5 0 6 0 5 6 0 5,5 0 0 6 0 0 6,5 0 5 0 0 0 6,5 3,5 5,5 5,5 5,5 6 0 0 0 0 5 4,5 0 5,5 5 6,5 4,5 5 6,5 0 4,5 5,5 0 5,5 0 0 0 5 0 0 0 5 0 0 0 0 0 0 4,5 0 0 5,5 0 5,5 5,5 5,5 0 0 6 5,5 0
6,27 5,54 6,14 6,17 6 5 6,2 6 5,83 5,12 5,63 5,89 5 5,54 6,07 6,07 5,62 6,06 5,41 5,38 5,72 5,55 5,72 6 5,53 6,5 5,73 7,09 5,52 5,27 6,13 5,21 5,83 5,81 5,79 6,5 5,33 6,25 5,42 5 6 5,33 5,71 6,07 6,27 5,71 5,48 5,54 5,63 5,5 6,12 5,79 5,98 6,4 6 5,43 5,4 5,46 6 5,42 5,72 5,55 4,75 5,65 0 5,67 0 5,91 6,13 5,98 6,17 5,17 5,39 6 4,88 5,33 5,91 0 5,5 6 6,62 5,5 5,69 5,28 6,26 5,46 5,7 5,25 5,32 5,76 6,62 5,86 5,96 5,45 5,97 5,86 5,58 6,28 5,44 5,95 5,6 5,75 5,76 6,36 5,46 6,14 5,67 6,1 5,75 5,95 5,5 5,38 0 6,13 5,75 6 5,67 5,54 5,81 6,45 5,79 0 5,47 6 5,44 6,11 6,69 5,62 7,5 5,59 6,34 6 5,75
13 4 13 4 11 4 14 13 4 4 7 4 1 5 10 6 4 10 1 4 7 5 6 4 5 4 6 21 7 3 8 3 9 7 9 8 3 3 5 4 8 4 4 10 15 5 7 6 7 4 8 8 11 3 10 4 5 4 4 3 8 4 3 6 3 7 1 9 13 8 7 3 5 4 2 4 6 3 5 1 13 5 6 4 11 5 7 5 4 8 4 8 12 6 7 5 5 17 4 7 7 5 8 14 4 8 4 10 3 7 1 3 4 9 6 4 4 5 7 12 6 2 7 5 4 10 8 6 4 4 11 10 4
27 16 25 12 25 13 25 26 10 4 20 8 2 23 23 8 8 18 10 12 23 10 17 2 17 2 15 23 22 11 19 9 23 18 28 12 7 2 24 2 21 13 7 21 26 14 23 23 23 11 14 21 23 9 27 16 20 15 1 6 9 12 5 13 0 16 0 27 27 20 15 4 10 1 6 3 18 0 13 0 15 17 14 20 26 16 22 12 11 19 6 19 25 22 17 8 21 25 9 22 23 10 25 29 11 7 5 21 2 21 2 9 0 19 6 1 9 13 18 22 14 0 16 10 18 19 7 21 2 11 23 24 6
0 0 6 0 6 0 6 6,5 0 5 0 0 0 5 6 0 0 6,5 7 6,5 5,5 6 5 0 0 0 5,5 7 6 0 6 0 6,5 5,5 5 0 0 0 5 0 0 5 0 5,5 6 6 0 5 5,5 0 0 6,5 7,5 0 5 0 0 0 0 5 5,5 0 0 6 0 6 0 5 6 0 5,5 0 0 6 0 0 6,5 0 5,5 0 0 0 6,5 4,5 6 5,5 6 6 0 0 0 0 5,5 5 0 5,5 5 7 5 5 6,5 0 5 5,5 0 5,5 0 0 0 5 0 0 0 5 0 0 0 0 0 0 5 0 0 6 0 6 5,5 5,5 0 0 6 5,5 0
2 0 1 3 1 0 2 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 1 0 0 0 0 0 0 0 7 0 0 1 0 1 1 0 1 0 0 0 0 1 0 0 1 3 0 1 1 0 0 1 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 1 1 1 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 2 0 0 0 2 0 0 0 0 0 0 1 2 0 0 0 0 5 0 1 0 0 2 3 0 0 0 2 0 0 0 0 0 2 0 0 0 0 1 4 1 0 1 0 0 0 2 0 1 0 3 2 0
6,13 5,65 6,06 5,54 6 5,31 5,98 6,1 5,72 5,38 5,61 6 5,5 5,59 6 6 5,62 5,94 5,28 5,38 5,8 5,5 5,78 6 5,65 6,5 5,7 6,33 5,6 5,41 6,08 5,29 5,76 5,72 5,82 6,22 5,58 6,25 5,6 5 6,02 5,42 5,71 5,88 6,02 5,79 5,54 5,61 5,74 5,55 5,92 5,79 6,13 6 5,98 5,64 5,58 5,58 6 5,5 5,94 5,59 5 5,73 0 5,77 0 5,81 6,09 5,95 6,03 5,33 5,5 6 5,62 5,5 6 0 5,65 0 6,12 5,67 5,73 5,5 6,06 5,64 5,77 5,5 5,36 5,92 6,25 5,78 5,86 5,6 6,06 5,93 5,61 5,98 5,61 5,93 5,83 5,75 5,74 6,12 5,45 6,14 5,7 6,05 5,75 6,02 5,75 5,5 0 5,92 5,58 0 5,67 5,62 5,69 6,02 5,79 0 5,47 6,06 5,62 6,14 6,07 5,67 6 5,82 5,95 5,94 5,42
0 0 0 0 0 0 3 0 1 0 2 0 0 2 2 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 2 0 1 0 0 1 1 1 1 0 0 0 0 0 0 0 0 2 2 0 1 0 1 0 1 1 0 2 4 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 1 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 2 0 0 0 0 0 2 1 0 0 0 0 1 0 0 1 0 0 2 0 1 0 0 0 0 1 0 0 0 0 1 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 3 0 1 0 1 1 2 2
0/4 0/3 0/2 0/3 0/6 1/2 0/7 1/3 0/0 1/0 0/3 1/0 1/0 0/6 0/1 0/1 0/0 0/2 0/3 2/2 0/6 0/0 0/2 0/0 0/4 0/0 0/3 0/7 0/8 0/3 0/4 1/2 1/3 0/5 0/4 0/0 1/1 0/0 0/9 0/0 1/5 0/2 0/0 0/2 1/7 0/2 1/11 0/9 0/7 0/1 0/3 0/2 2/3 0/2 0/7 0/2 2/3 0/3 0/0 0/1 0/4 0/1 0/1 1/6 0/0 0/1 0/0 0/1 0/6 0/7 0/2 0/1 1/0 0/0 0/2 0/1 0/3 0/0 0/4 0/0 0/1 0/6 0/3 2/5 0/6 0/5 0/4 0/2 0/1 0/6 0/1 0/5 0/7 1/4 0/3 0/1 0/4 1/7 0/3 0/7 2/7 0/0 0/11 0/0 0/6 0/0 0/1 1/4 0/0 0/5 0/1 0/2 0/0 0/4 0/0 0/0 0/0 0/2 0/4 2/2 1/4 0/0 1/4 0/1 1/4 1/5 0/2 0/4 0/0 1/1 0/3 0/5 0/0
MEDIA VOTO 5,71 6,07 6,06 5,9 5,25 5,92 5,58 5,88
R. 0 3 1 0 1 0 0 1
ESPAMM 1/8 0/6 0/6 0/4 1/1 0/1 0/1 0/4
CENTROCAMPISTI CODICE GIOCATORE 501 ACQUAH (SAM) 504 ALLAN (UDI) 506 ANTONELLI (MIL) 507 AQUILANI (FIO) 508 ARMERO (MIL) 509 ASAMOAH (JUV) 743 BADELJ (FIO) 510 BADU (UDI)
MAGIC PUNTI 0 6 6 6 0 0 6 6
MEDIA QUOT. 5,45 5 6,18 14 6,43 15 5,8 11 5,19 3 5,83 4 5,54 5 5,86 8
CAMPIONATO P. V. G. 19 0 0 27 6 1 27 6 4 21 6 0 8 0 0 6 0 0 13 6 0 19 6 0
725 BARELLA (CAG) 512 BARRETO E. (PAL) 513 BASELLI (ATA) 514 BASHA (TOR) 517 BENASSI (TOR) 763 BERGDICH (GEN) 519 BERTOLACCI (GEN) 520 BIABIANY (PAR) 521 BIGLIA (LAZ) 522 BIONDINI (SAS) 523 BIRSA (CHI) 524 BOLZONI (PAL) 525 BONAVENTURA (MIL) 526 BORJA VALERO (FIO) 527 BRIENZA (CES) 528 BRIGHI (SAS) 529 BRILLANTE (EMP) 759 BROZOVIC (INT) 532 CAIO RANGEL (CAG) 736 CAMPANHARO (VER) 534 CANDREVA (LAZ) 738 CARBONERO (CES) 536 CARMONA (ATA) 537 CASCIONE (CES) 538 CATALDI (LAZ) 539 CAZZOLA (CES) 540 CHIBSAH (SAS) 541 CHOCHEV (PAL) 755 CHRISTIANSEN (CHI) 542 CHRISTODOULOPOULOS (VER) 543 CIGARINI (ATA) 544 COFIE (CHI) 545 COMAN (JUV) 546 CONTI (CAG) 751 CORREA (SAM) 548 COSSU (CAG) 749 COSTA T. (GEN) 549 CRISETIG (CAG) 551 CROCE (EMP) 553 D'ALESSANDRO (ATA) 740 DAVID LOPEZ (NAP) 554 DE FEUDIS (CES) 731 DE GUZMAN (NAP) 555 DE JONG (MIL) 556 DE ROSSI (ROM) 557 DE VITIS (SAM) 558 DELLA ROCCA (PAL) 559 DESSENA (CAG) 754 DIAMANTI (FIO) 563 DONSAH (CAG) 564 DUNCAN (SAM) 566 EDERSON (LAZ) 567 EKDAL (CAG) 568 EL KADDOURI (TOR) 571 ESSIEN (MIL) 572 ESTIGARRIBIA (ATA) 737 EVANGELISTA (UDI) 573 FARNERUD (TOR) 574 FELIPE ANDERSON (LAZ) 575 FERNANDES (UDI) 576 FERNANDEZ M. (FIO) 577 FETFATZIDIS (CHI) 578 FLORENZI (ROM) 580 GALLOPPA (PAR) 581 GARGANO (NAP) 583 GAZZI (TOR) 584 GIORGI (CES) 745 GOMEZ (ATA) 585 GONZALEZ ALV. (TOR) 586 GRASSI (ATA) 587 GRECO (VER) 590 GUARENTE (EMP) 591 GUARIN (INT) 592 GUILHERME (UDI) 722 HALLBERG (UDI) 593 HALLFREDSSON (VER) 594 HAMSIK (NAP) 595 HERNANES (INT) 596 HETEMAJ (CHI) 597 HONDA (MIL) 753 HUSBAUER (CAG) 715 IAGO (GEN) 598 ILICIC (FIO) 600 INLER (NAP) 601 IONITA (VER) 712 IZCO (CHI) 603 JADSON (UDI) 760 JAJALO (PAL) 605 JANKOVIC B. (VER) 744 JOAO PEDRO (CAG) 606 JOAQUIN (FIO) 607 JORGINHO (NAP) 608 JORQUERA (PAR) 609 KEITA S. (ROM) 723 KONE (UDI) 610 KOVACIC (INT) 613 KUCKA (GEN) 615 KURTIC (FIO) 616 KUZMANOVIC (INT) 618 LAXALT (GEN) 619 LAZAREVIC (SAS) 620 LAZZARI (FIO) 621 LEDESMA (LAZ) 741 LESTIENNE (GEN) 750 LILA (PAR) 734 LODI (PAR) 622 LULIC (LAZ) 623 MAGNANELLI (SAS) 747 MANDRAGORA (GEN) 626 MARCHIONNI (SAM) 627 MARCHISIO (JUV) 628 MARESCA (PAL) 746 MARIGA (PAR) 629 MARRONE (JUV) 632 MASTOUR (MIL) 748 MATTIELLO (CHI) 634 MAURI J. (PAR) 633 MAURI S. (LAZ) 720 MEDEL (INT) 635 MENEZ (MIL) 636 MERTENS (NAP) 637 MIGLIACCIO (ATA) 639 MISSIROLI (SAS) 642 MONTOLIVO (MIL) 643 MORALEZ (ATA) 761 MPOKU (CAG) 765 MUDINGAYI (CES) 646 MUNTARI (MIL) 724 MURONI (CAG) 649 NAINGGOLAN (ROM) 652 NOCERINO (PAR) 653 OBBADI (VER) 654 OBI (INT) 655 OBIANG (SAM) 656 OCTAVIO (FIO) 657 ONAZI (LAZ) 658 PADOIN (JUV) 659 PALOMBO (SAM) 660 PAREDES (ROM) 661 PAROLO (LAZ) 766 PELLEGRINI (ROM) 662 PEPE (JUV) 663 PEREIRINHA (LAZ) 664 PEREYRA (JUV) 666 PEROTTI (GEN) 667 PINZI (UDI) 669 PIRLO (JUV) 670 PIZARRO (FIO) 671 PJANIC (ROM) 672 POGBA (JUV) 673 POLI (MIL) 674 PUCCIARELLI (EMP) 733 PULZETTI (CES)
0 6 0 4 0 5 0 0 6,5 6 6 0 5,5 6,5 12 6 0 5 0 0 6 10 4,5 6 6,5 0 0 5,5 0 0 6 0 0 0 0 0 5,5 4,5 6,5 6 5,5 5,5 6 6,5 4,5 0 0 7 9,5 0 0 0 6 7,5 0 0 0 0 6,5 0 6 0 7 0 0 6 6,5 0 0 0 5 0 8,5 5,5 0 5,5 0 0 6 0 0 6 0 0 0 6,5 0 5 8,5 5,5 0 6 6,5 0 6,5 5 6 0 0 0 0 0 0 0 9,5 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 6,5 7 6 10 7 5 6,5 0 7,5 6 0 0 0 6,5 6 5 0 6 0 0 6 5,5 5,5 9,5 0 0 0 9,5 6 5 0 0 9,5 0 0 6 4,5
0 6,44 5,91 6,5 6,03 5,57 6,29 5,88 6,57 5,78 5,91 5,73 6,6 6,23 7,29 5,71 4,5 5,81 5,88 5,77 7,19 5,68 5,58 5,68 5,78 0 6 5,69 6 6,26 5,84 5,75 6,62 5,59 5 6,05 5,5 5,61 6,3 5,7 5,74 5,68 6,09 6 5,92 0 5,5 6,09 6,79 6,77 5,83 7 6,6 5,94 5,2 6,25 5,4 6,5 8 6,04 6,71 7 6,33 5,59 6,03 5,86 5,63 5,77 5,83 6 5,62 0 7,04 5,7 5,75 6,11 6,46 6,28 5,81 6,52 0 6,91 6,06 5,75 6,28 6,26 6 5,57 6,23 6,18 6,79 5,33 5,88 6,5 5,88 6,36 5,96 5,62 5,79 5,71 6,33 0 5,29 5,88 6,92 5,62 6,62 5,71 6,5 5,5 6,65 5,86 5,56 0 0 6,25 6,04 7,3 5,8 7,74 6,02 5,92 6,32 5,28 6,77 6,31 5,7 5,65 0 6,69 5,88 5,92 5,94 6,35 0 5,65 5,78 6,07 6,2 6,74 6 5,83 5,25 6,52 6,67 5,58 6,9 6,18 6,42 7,45 6,07 6,35 6,19
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675 QUAISON (PAL) 677 RADOVANOVIC (CHI) 681 RIGONI (PAL) 714 RINCON (GEN) 682 RIZZO (SAM) 683 ROMULO (JUV) 684 SALA (VER) 762 SALAH (FIO) 686 SAPONARA (EMP) 688 SCHELOTTO (CHI) 752 SHAQIRI (INT) 690 SIGNORELLI (EMP) 691 SORIANO (SAM) 693 STROOTMAN (ROM) 694 STURARO (JUV) 756 SUSO (MIL) 695 TABANELLI (CES) 696 TACHTSIDIS (VER) 697 TAIDER (SAS) 698 UCAN (ROM) 764 VAJUSHI (CHI) 699 VALDIFIORI (EMP) 700 VALOTI (VER) 726 VALZANIA (CES) 742 VAN GINKEL (MIL) 758 VARELA (PAR) 701 VARGAS J. (FIO) 702 VAZQUEZ (PAL) 703 VECINO (EMP) 704 VERDI (EMP) 705 VIDAL (JUV) 706 VIVES (TOR) 707 WIDMER (UDI) 709 WSZOLEK (SAM) 727 YABRE (CES) 713 ZAPATA A. (UDI) 710 ZE' EDUARDO (CES) 711 ZIELINSKI (EMP)
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MEDIA 5,75 5,97 7,17 0 5,39 6,7 0 7,19 5,96 5,9 5,47 5,91 5,75 5,7 5,69 6,79 0 6,17 6,6 6,17 6,68 5,7 6,78 7,58 7,08 0 6 4,62 8,04 7,28 7,5 6,43 6,81 0 6,14 6 6,18 5,92 7,52 6,5 6,45 5,64 5,8 6,12 6,53 6 7,32 6,65 7,75 6,35 6,09 5 5,81 7,26 7 6,33 5,53 6,96 5 6,62 6,07 7,15 6,24 5,93 6,39 5,5 0 7,18 6,7 6,92 6,68 6,52 6,26 5,94 6,62 6 6,1 5,62 6,75 5,5 5,5 6,52 5,32 5,75 5,5 7,5 6,57 0 0 6 6,54 6,8 6,36 0 7,67 5,93 8,46 6,93 7,72 6,92 0 6,5 7,67 6,77
QUOT. 4 12 18 4 8 20 1 27 12 4 5 9 3 5 5 21 1 21 6 11 18 14 22 30 12 4 9 17 31 27 4 10 23 1 11 7 13 12 25 5 15 4 18 17 14 1 31 7 32 4 14 4 11 27 21 20 9 22 3 4 10 12 15 8 16 3 1 24 13 11 15 18 22 9 21 1 9 12 14 6 6 17 13 4 1 29 12 4 4 4 19 16 9 2 6 12 40 22 37 22 4 3 19 19
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R. 0 0 1 0 0 1 0 4 0 1 0 0 0 0 0 1 0 2 1 0 2 0 0 4 1 0 1 0 5 2 0 3 1 0 0 0 0 0 2 0 2 0 1 0 2 0 4 2 2 2 1 0 0 3 2 0 0 4 0 0 0 3 1 0 3 0 0 1 2 1 1 2 3 1 1 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 1 0 0 0 0 2 1 1 0 0 1 3 0 2 4 0 2 1 1
ESPAMM 0/0 0/3 0/2 0/0 0/2 0/1 0/0 1/9 0/0 0/1 0/1 1/2 0/1 0/1 1/3 0/1 0/0 0/0 0/1 0/1 0/6 0/4 0/4 0/4 0/1 0/0 0/1 0/0 0/3 0/4 0/1 0/2 0/1 0/0 0/6 0/0 0/0 0/4 0/5 0/0 0/1 0/0 0/0 0/3 0/4 0/0 0/4 1/4 0/4 0/0 0/1 0/1 0/3 0/2 0/1 0/0 0/3 0/3 0/0 0/0 0/0 0/2 0/1 0/2 0/7 0/1 0/0 1/4 0/1 0/2 0/3 0/5 0/1 0/1 0/2 0/0 0/1 0/0 0/0 0/0 0/1 1/6 0/0 0/0 0/0 0/3 0/3 0/0 0/0 0/0 1/2 0/2 0/1 0/0 0/2 0/1 0/5 0/3 0/2 0/4 0/0 0/0 0/2 0/10
ATTACCANTI CODICE GIOCATORE 801 AGUIRRE (UDI) 803 AMAURI (TOR) 805 BABACAR (FIO) 807 BARRETO P. (TOR) 809 BELFODIL (PAR) 810 BELOTTI (PAL) 912 BENTIVEGNA (PAL) 812 BERARDI (SAS) 905 BERGESSIO (SAM) 813 BERNARDESCHI (FIO) 907 BIANCHI (ATA) 814 BOAKYE (ATA) 919 BONAZZOLI (INT) 815 BORRIELLO (GEN) 816 BOTTA (CHI) 817 CALLEJON (NAP) 916 CAPPELLUZZO (VER) 819 CERCI (MIL) 917 CODA M. (PAR) 928 COP (CAG) 823 DEFREL (CES) 824 DENIS (ATA) 825 DESTRO (MIL) 826 DI NATALE (UDI) 827 DJORDJEVIC (LAZ) 922 DJORDJEVIC L. (SAM) 828 DJURIC (CES) 935 DOUMBIA (ROM) 829 DYBALA (PAL) 830 EDER (SAM) 923 EL HAMDAOUI (FIO) 831 EL SHAARAWY (MIL) 932 ETO'O (SAM) 915 FARES (VER) 908 FARIAS (CAG) 929 FERNANDINHO (VER) 833 FLOCCARI (SAS) 834 FLORO FLORES (SAS) 835 GABBIADINI (NAP) 925 GEIJO (UDI) 837 GERVINHO (ROM) 838 GHEZZAL (PAR) 931 GILARDINO (FIO) 841 GOMEZ M. (FIO) 842 GOMEZ T. (VER) 934 HARASLIN (PAR) 844 HIGUAIN (NAP) 846 IBARBO (ROM) 847 ICARDI (INT) 848 INSIGNE (NAP) 849 ITURBE (ROM) 924 JOAO SILVA (PAL) 850 KEITA B. (LAZ) 851 KLOSE (LAZ) 853 LJAJIC (ROM) 854 LLORENTE (JUV) 855 LONGO (CAG) 856 MACCARONE (EMP) 914 MAKIENOK (PAL) 857 MARILUNGO (CES) 858 MARTINEZ (TOR) 859 MATRI (JUV) 860 MAXI LOPEZ (TOR) 861 MCHEDLIDZE (EMP) 862 MEGGIORINI (CHI) 863 MICHU (NAP) 911 MONCINI (CES) 864 MORATA (JUV) 865 MURIEL (SAM) 867 NIANG (GEN) 868 NICO LOPEZ (VER) 869 OKAKA (SAM) 870 PALACIO (INT) 871 PALLADINO (PAR) 872 PALOSCHI (CHI) 918 PANICO (GEN) 874 PAVOLETTI (GEN) 875 PAZZINI (MIL) 876 PELLISSIER (CHI) 877 PEREA (LAZ) 936 PERICA (UDI) 878 PINILLA (ATA) 927 PODOLSKI (INT) 880 POZZI (CHI) 933 PUSCAS (INT) 881 QUAGLIARELLA (TOR) 886 RODRIGUEZ (CES) 910 ROSSETI (ATA) 887 ROSSI (FIO) 890 SANABRIA (ROM) 892 SANSONE N. (SAS) 893 SAU (CAG) 921 SAVIOLA (VER) 920 SERENI (SAS) 895 SUCCI (CES) 896 TAVANO (EMP) 897 TEVEZ (JUV) 898 THEREAU (UDI) 899 TONI (VER) 900 TOTTI (ROM) 901 TOUNKARA (LAZ) 930 VERDE (ROM) 903 ZAPATA D. (NAP) 904 ZAZA (SAS)
CAMPIONATO P. V. G. 3 0 0 19 5,5 1 19 0 7 1 0 0 17 6 0 29 6,5 5 1 0 0 24 7 9 18 5 1 5 0 0 16 5 0 18 0 3 3 0 0 5 6 0 14 6 0 29 5 9 0 0 0 12 6,5 1 13 6 2 9 0 1 25 6,5 6 28 0 4 24 5 7 25 0 10 20 0 7 1 0 0 22 5 2 4 0 0 28 7,5 13 27 5,5 9 3 0 1 15 0 1 9 6 1 1 0 0 21 5,5 4 2 0 0 21 6,5 2 21 5,5 1 24 5,5 10 7 0 1 20 0 2 9 6 0 6 0 0 17 6,5 4 20 7 3 1 0 0 28 5,5 13 15 0 2 27 0 15 12 0 1 18 6 1 1 0 0 18 7 0 26 6,5 9 27 6 8 25 5,5 5 20 0 0 26 5,5 7 4 0 0 8 0 1 17 0 2 17 0 7 23 5,5 3 21 5,5 1 23 6 3 3 0 0 0 0 0 23 6 7 18 5 3 14 6 3 20 0 5 27 0 4 26 5 5 16 0 2 28 5,5 7 0 0 0 12 0 1 18 5,5 1 19 6 3 3 0 0 3 5 0 22 6,5 6 11 5,5 0 3 0 0 3 5 0 28 6,5 11 18 0 4 0 0 0 0 0 0 2 0 0 26 0 5 20 6,5 5 10 0 1 0 0 0 5 7 2 23 0 2 27 7,5 17 27 6,5 9 29 8 15 21 0 5 0 0 0 7 0 0 17 0 6 22 0 8
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Calcio R
MARTEDÌ 7 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
IL BLOG DELLA SERIE A
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1CHIEVO E MARAN, SALVEZZA E CONTRATTO L’intenzione di proseguire insieme c’è tutta,
ma il presidente Campedelli aspetta la salvezza prima di offrire un nuovo contratto all’allenatore. Che non ha fretta: «Prima dobbiamo salvarci, ora tutti quanti abbiamo altro a cui pensare».
ICRISI PROFONDAI IREJA CAMBIAI IIL SISTEMA I IE L’ATTACCOI
1I nerazzurri hanno
paura: tre punti nelle ultime otto gare. Il tecnico passerà al 4-4-1-1 e non avrà Pinilla ATALANTA
Matteo Spini BERGAMO
E
Edy Reja, 69 anni, allenatore dell’Atalanta, non ha ancora vinto in quattro partite LAPRESSE
IHELLAS QUASI SALVOI IIL PRESIDENTE SETTI I IPERÒ PRENDE TEMPOI ISUI RINNOVI DEI BIGI VERONA
ILA DIFESA FUNZIONA:I IIL RECORD DI PUNTII IRIPORTA IL SERENOI IADESSO IL MERCATO I
ora l’Atalanta si accorge di avere paura. Il tonfo contro il Torino accentua i problemi di una squadra da tempo in crisi di identità: dopo i tre pareggi arrivati dall’avvento in panchina di Reja, il k.o. di sabato è servito a scoperchiare nuovamente il vaso di Pandora dei nerazzurri. Tre punti nelle ultime otto partite sono troppo pochi per sperare di continuare a cavarsela con l’aiuto delle disgrazie altrui: all’indomani del successo contro il Cagliari (1°
febbraio, seconda giornata di ritorno), i bergamaschi avevano cinque punti di vantaggio sulla terzultima, ora ne hanno soltanto uno in meno (+4), nonostante l’andamento zoppicante. Questo perché il Cagliari ha tenuto un ritmo persino peggiore ma, intanto, le altre sono volate via: il Chievo da -5 è scappato a +6, l’Empoli da -3 a +7 e via dicendo. E siccome anche il Cesena è in rimonta (da -8 e salito a -4), urge una sterzata per potere puntare con decisione verso una salvezza che tutti credevano più facile da raggiungere. FATTORE CAMPO I due incontri casalinghi consecutivi potevano essere un’occasione propizia, ma l’Atalanta ha perso contro il Torino e, dunque, a maggior ragione, ha ora l’obbligo di battere il Sassuolo, per ottenere un successo che domenica mancherà da settanta giorni. Per cambiare marcia c’è da invertire una tendenza che quest’anno vede i nerazzurri in grande difficoltà tra le mura amiche, dove
finora hanno ottenuto soltanto tre vittorie, a fronte di ben sei sconfitte: il Comunale deve tornare ad essere un punto di forza e non il tallone d’Achille, come sembra essere diventato negli ultimi tempi, magari anche a causa di un blocco psicologico. CERCASI SICUREZZE Nel frattempo, Reja continua a cambiare faccia alla squadra, ma dopo quattro moduli in quattro partite potrebbe scegliere di cercare maggiori sicurezze tornando al punto di partenza, ovvero alla difesa a quattro e al 4-4-1-1 (o 4-2-3-1), ai quali i giocatori sono più abituati. Anche questo per risolvere il problema del gol, principale guaio stagionale: ventiquattro reti in ventinove gare sono poche (solo Chievo e Parma hanno fatto peggio) e, per allontanarsi dai guai, servono punti e gol. Da chiedere anche a Denis, al rientro domenica, specie ora che Pinilla sarà squalificato (il rosso in extremis contro il Torino potrebbe anche costargli più di una giornata). © RIPRODUZIONE RISERVATA
HANNO DETTO
SASSUOLO
CREDIAMO NELLA SALVEZZA: A GENOVA PER VINCERE DANILO AVELAR DIFENSORE CAGLIARI
Luca Toni, 37 anni, e il patron Maurizio Setti
Andrea Consigli, 28 anni, Sassuolo LAPRESSE
Matteo Fontana
Stefano Fogliani
VERONA
SASSUOLO
U
A
na salvezza poco meno che al sicuro – al di là del 3-3 con il Cesena, sabato – e un futuro che è una pagina bianca. Il Verona si trova con un’intera struttura societaria in scadenza il 30 giugno. Vanno a fine contratto sia il direttore generale Giovanni Gardini che il d.s. Sean Sogliano. Con loro, pure i quadri tecnici, ossia Andrea Mandorlini con tutti i propri collaboratori. Scenario ben lontano dall’essere definito, visto il silenzio di Maurizio Setti. Il presidente dell’Hellas ha rilasciato le ultime dichiarazioni ufficiali a gennaio, all’indomani del 6-1 incassato dal Verona in Coppa Italia contro la Juventus. Da lì in poi, dichiarazioni azzerate, nessuna indicazione sulla programmazione. Prima di tutto, ha lasciato intendere l’entourage della proprietà, c’è da mettere in ghiaccio la permanenza in Serie A, condizione più necessaria che sufficiente per pianificare le mosse che verranno. L’aritmetica non dà ancora ragione all’Hellas, ma la logica suggerisce a Setti di fare delle scelte già in queste settimane. Tanto più a fronte dei risultati colti dal management da lui incardinato a Verona tre stagioni fa: obiettivi sempre centrati, sia in termini di risultati che di riscontri economici. Ma Setti aspetta ancora. E c’è una rosa che è colma di situazioni a termine: sono otto i giocatori in scadenza, da Luca Toni ai «senatori» Moras, Agostini, Gomez e Jankovic. Numerosi i prestiti per cui ci sarà da discutere l’eventuale riscatto: Pisano, Brivio, Sorensen, Tachtsidis, Valoti, Greco, Campanharo. Il domani è già qua, ma a Verona attendono certezze.
veva chiesto al Sassuolo, reduce da cinque sconfitte in sei gare, di ritrovare «lo spirito», Eusebio Di Francesco, e il Sassuolo ha risposto. Battendo il Chievo e giocando «da provinciale» al cospetto della regina delle provinciali. Cui i neroverdi hanno rubato la scena archiviando, di fatto, la pratica salvezza e battendo il record dei punti fatti in A (l’anno scorso furono 34) con una gara dentro la quale il Sassuolo ha messo molto di quello che gli era mancato nell’ultimo periodo, e in primis la tenuta difensiva che gli ha permesso di non prendere gol: non succedeva da 16 gare. «La classifica potrebbe aver convinto qualcuno, inconsciamente, ad accontentarsi, e questo non lo ammetto», aveva detto Di Francesco, e contro il Chievo non si è formalizzato a sacrificare Zaza e Sansone sull’altare del turnover né di passare all’incasso con una gara vinta (anche) difendendo. Il Sassuolo in trincea ha fatto quanto doveva. Ci sono voluti il rientro di Cannavaro e Vrsaljko, un po’ di fortuna («Ma la fortuna bisogna cercarsela», chioserà Di Francesco), una gara tenuta con i denti e il solito Consigli sopra le righe, ma tre punti assai poco zemaniani (rigore di Berardi, unico dei tre tenori cui Di Francesco non ha rinunciato) hanno confermato che i neroverdi, quando serve, sanno anche difendere. E che a salvezza (quasi) acquisita, possono cominciare a programmare, senza tuttavia farsi distrarre da quei primi rumors di mercato che vorrebbero la vetrina neroverde – da Di Francesco a Zaza, Berardi, Sansone e Vrsaljko – parecchio appetita.
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L’ESORDIO IN SERIE A E ANCORA NON CI CREDO ANTONINO LA GUMINA ATTACCANTE PALERMO
GRAZIE PIRLO PER LA MAGLIA REGALATA: GIOIA IMMENSA MIRKO VALDIFIORI CENTROCAMPISTA EMPOLI
ITHEREAU, JOLLY I IDA TRASFERTAI ICOLPI PESANTII ICON I SUOI GOLI Cyril Thereau, 31 anni, in rete pure lui dopo il pari al Genoa ANSA
1Sua la rete del pari
col Genoa. Ha segnato i centri decisivi nelle vittorie con Lazio e Inter a Roma e Milano UDINESE
Francesco Velluzzi
R
isolve problemi e regala punti preziosi. Soprattutto in trasferta, Cyril Thereau è il jolly da giocare fuori casa. Eppure Andrea Stramaccioni in alcune partite (tra queste Verona, Inter, Roma, Torino, Fiorentina) non lo ha fatto partire titolare. Questione di meccanismi, non di mancanza di fiducia. A volte, soprattutto in casa, Totò Di Natale ha bisogno di essere supportato da un rifinitore, un trequartista. Quindi spazio a Kone o Bruno Fernandes, con Cyril che entra a partita in corso. In casa è stato titolare 8 volte, in trasferta 10. Totale 1851 minuti giocati. A NOVE Ma l’attaccante francese, preteso proprio da Strama in estate e arrivato dal Chievo, di gol ne ha già fatti nove. Solo uno in meno del più famoso Di
Natale. L’ultimo prima di Pasqua a Marassi con il Genoa, fondamentale per agguantare il pari e il quarto risultato utile consecutivo. Non è il primo gol pesante di Thereau che all’Udinese ha fatto guadagnare tanti punti soprattutto lontano dal Friuli. CHE COLPI I colpi che restano scolpiti sono quello di Roma con la Lazio (0-1) del 25 settembre 2014 alla quarta giornata e quello di San Siro del 7 dicembre alla quattordicesima con l’Inter (1-2). Gol pesantissimi, decisivi per le due vittorie esterne. I suoi gol non sono stati fondamentali solo nelle vittorie in casa con Parma e Atalanta in casa e nella sconfitta di Napoli dell’8 febbraio. Da allora Cyril non aveva più colpito. Lo ha fatto sabato portando un altro punto alla causa. Cosa che aveva fatto pure a Palermo (1-1) e Sassuolo (1-1). Domani i bianconeri vanno a Parma a giocare il recupero a caccia dei tre punti per chiudere definitivamente il discorso salvezza. Difficile, a questo punto, visto che peraltro si gioca in trasferta, fare a meno di Thereau. Così come non è semplice tenere di nuovo in panchina Di Natale a cui mancano due gol per raggiungere Roberto Baggio, a quota 205. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Serie B R La corazzata in affanno
MARTEDÌ 7 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
LA CORSA ALLA SERIE A DIETRO L’IMPRENDIBILE CARPI BOLOGNA PT. 56 VICENZA PT. 53 AVELLINO PT. 52 FROSINONE PT. 51 LIVORNO PT. 50 SPEZIA PT. 50 PERUGIA PT. 50 PESCARA PT. 48 LANCIANO PT. 46 BARI PT. 44
CARPI
35ª BRESCIA
36ª Spezia
37ª BARI
38ª Catania
39ª FROSINONE
40ª Avellino
41ª PRO VERCELLI
42ª Lanciano
Avellino
CITTADELLA
Varese
BRESCIA
Entella
SPEZIA
LIVORNO
Frosinone
VICENZA
VARESE
Entella
CROTONE
Pescara
BOLOGNA
Trapani
BRESCIA
Pescara
LIVORNO
Carpi
TERNANA
Bologna
CITTADELLA
Crotone
VICENZA
PRO VERCELLI
Frosinone
PERUGIA
Modena
CATANIA
Entella
Vicenza
PESCARA
Ternana
BOLOGNA
Trapani
CITTADELLA
Brescia
Vicenza
LANCIANO
Bari
Varese
TERNANA
Livorno
LATINA
Trapani
PESCARA
Carpi
CITTADELLA
FROSINONE
Modena
LANCIANO
Pro Vercelli
AVELLINO
Perugia
VARESE
Livorno
Latina
CROTONE
Pescara
TRAPANI
Ternana
CARPI
Spezia
BOLOGNA
Crotone
TRAPANI
Bologna
CARPI
Cittadella
LATINA
Brescia
SPEZIA
REGOLAMENTO: La prima va in A diretta, altre 6 ai playoff STATO DI FORMA:
scarso
buono
ottimo DIFFICOLTÀ:
facile
media
difficile In MAIUSCOLO le gare in trasferta CENTIMETRI
Giocano tutti per il Bologna E Lopez mantiene il sorriso
1Nonostante i tanti problemi, i rossoblù sono a +3 sul terzo posto
La città è divisa, la dirigenza ottimista. In attesa dei gol di Mancosu
Andrea Tosi BOLOGNA
A
vanti piano, quasi immobili. E’ la marcia delle squadre che puntano alla promozione diretta, un obiettivo che inseguono almeno cinque club dietro all’imprendibile capolista Carpi. Questa volata al contrario, tra frenate e sorpassi sbagliati, finora garantisce il Bologna, che mantiene il secondo posto con un vantaggio di tre punti sul Vicenza, anche se il Frosinone, tuttora quinto e staccato a -5, ha una partita da recuperare (il derby casalingo col Latina, fissato tra una settimana) perciò potrebbe risalire a -2 superando lo stesso Vicenza e l’Avellino. Peraltro, il club rossoblù confida di recuperare il punto di penalizzazione subìto per le inadempienze
della precedente gestione. La classifica non è ancora definita con otto giornate da giocare. SCONTRI DIRETTI Bologna ha il destino nelle proprie mani. La promozione, obiettivo imprescindibile nel progetto di rinascita del nuovo management americano, dipende soprattutto dalla squadra di Lopez, sempre protetto dalla dirigenza e sempre criticato dalla maggioranza dei tifosi in un clima a tratti surreale che circonda Casteldebole e dintorni. Il clubmanager Di Vaio sta spargendo ottimismo invitando la città a non essere troppo negativa nei confronti della gestione del tecnico uruguaiano e del gioco dei rossoblù, che sono attesi da tre scontri diretti: in casa contro Spezia e Avellino, in trasferta a Frosinone. Dopo avere spezzato il tabù delle vittorie e dei gol al
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Da sinistra Matteo Mancosu, 30 anni, e Franco Zuculini, 24 anni RAMELLA
Dall’Ara battendo il Livorno, il Bologna è franato malamente a Carpi, incassando il peggiore k.o. della stagione con due brutti danni collaterali, ovvero l’infortunio a Zuculini (crociato rotto) e la squalifica di tre turni a Laribi a cui si aggiunge, in vista della trasferta di Brescia, quella di una giornata a Cacia per lo scambio di insulti via whatsApp con un agente. ATTACCO STERILE Lopez darà spazio a Krsticic, Buchel e Mancosu. La piazza è divisa, fiduciosa e scettica, la speranza di tutti è che il +3 possa bastare per arrivare secondi magari contando nell’aiuto della fortuna che finora non è mancato: il palo e traversa colpiti dal Vicenza al 93’ a Vercelli lo dimostrano. Tra l’altro, il tecnico uruguaiano deve curare il mal di gol degli attaccanti: il reparto offensivo, infatti, finora ha prodotto 17 reti di cui 10 firmate da Cacia. Il suo partner Mancosu è ancora fermo a quota zero. Il vice-bomber Laribi, autore di 8 centri, com’è detto è squalificato, dopo viene il difensore Oikonomou con 4. Sansone ha dato qualche segnale, ma il piatto piange. Urge una scossa davanti per evitare di cadere nei playoff che sarebbero un rischio perché le rivali si stanno preparando e qualcuna (vedi il Perugia) può diventare una mina vagante. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Iella Suagher: ancora crociato Deve operarsi ● CARPI (d.s.) È un 2015 nero per Emanuele Suagher, il difensore del Carpi (ma di proprietà dell’Atalanta) la cui stagione è terminata lo scorso 31 gennaio quando si è infortunato al ginocchio destro (lesione del legamento crociato anteriore) nella gara col Crotone. La prima diagnosi aveva escluso la necessità dell’intervento chirurgico, che ora invece è necessario: Suagher, infatti, dopo l’infortunio è stato messo fuori lista dal Carpi per inserire al suo posto Modolo e nelle ultime settimane aveva cominciato la riabilitazione con l’Atalanta. Proprio durante un allenamento con la Primavera il difensore ha appoggiato male il piede sentendo ancora un forte dolore al ginocchio. E la diagnosi questa volta non ha lasciato dubbi: domani, quindi, finirà sotto i ferri.
LA SITUAZIONE
Sabato alle 15 il derby siciliano Catania-Trapani ● Così la 35a giornata di B. VENERDÌ (ore 20.30) Vicenza-Avellino (andata 1-0) SABATO (ore 15) Bari-Crotone (0-3) Brescia-Bologna (2-1) Catania-Trapani (2-2) Cittadella-Carpi (2-5) Frosinone-Pescara (0-3) Lanciano-Latina (0-1) Modena-Entella (1-1) Pro Vercelli-Livorno (1-3) Spezia-Ternana (0-0) LUNEDÌ (ore 20.30) Perugia-Varese (1-1) La classifica: Carpi p. 68; Bologna (-1) 56; Vicenza 53; Avellino 52; Frosinone* 51; Livorno, Spezia e Perugia 50; Pescara 48; Lanciano 46; Bari 44; Trapani 42; Latina*, Ternana ed Entella 40; Modena, Cittadella, Crotone e Pro Vercelli 39; Catania 38; Brescia (-6) 31; Varese (-4) 28. (* una gara in meno). Martedì 14 alle 18 si recupera invece Frosinone-Latina (1-4).
Lega Pro R La storia
Donnarumma e Lapadula Coppia gol più bella d’Italia 1Con il Teramo capolista 35 reti in due: meglio di Tevez-Morata Roberto Pelucchi
BELLE SPERANZE Donnarumma e Lapadula hanno segnato il 67,3% dei gol del Teramo: meglio hanno fatto solo Momentè-Silva Reis dell’AlbinoLeffe (69,9%) e GranocheFedato (67,9%). Donnarumma ha 24 anni ed è di Torre Annunziata: è un attaccante esterno svelto e con una buona tecnica che aveva vissuto la sua miglior stagione a Como (14 gol due stagioni fa), mentre al primo anno di B non era riuscito a fare del Cittadella un trampolino di lancio, come Coralli, Ardemagni e Piovaccari. Lapadula, 25 anni, torinese, è invece uno dei tanti giocatori cresciuti nel Parma e poi finiti in prestito. Potente e abile anche nei calci piazzati, ha già girato nove squadre, con il miglior rendimento nel 2011-12 a San Marino (24 gol in 35 gate in C2). Ma adesso è Teramo l’ombelico del mondo.
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orse sarebbe troppo se cantassero «siamo la coppia più bella del mondo» come Adriano Celentano e Claudia Mori, ma Alfredo Donnarumma e Gianluca Lapadula sono sicuramente la coppia-gol più bella – e prolifica – d’Italia. Insieme, in 33 giornate, hanno messo a segno la bellezza di 35 gol (19 il primo, 16 il secondo), trascinando il Teramo in vetta alla classifica e sempre più vicino alla storica promozione in B. Un’altra squadra rinata sulle ceneri di un fallimento (avvenuto nel 2008). A PASSO DI CARICA Se si va a guardare il rendimento delle coppie d’attaccanti delle varie squadre, dalla Serie A alla Lega Pro, balza subito all’occhio l’exploit di Donnarumma-Lapadula. Nessuno
riesce a tenere il loro ritmo. La coppia Cellini-Merini della Carrarese arriva a 26 gol (17 più 9), poi a 25 ci sono Eusepi e Marotta del Benevento (17 più 8). Per trovare la prima coppia di Serie A bisogna scendere ai 24 gol confezionati dalla coppia juventina Tevez-Morata (17 l’argentino, 7 lo spagnolo). A 24 in Serie B ci sono anche Calaiò-Rosina del Catania (17 più 7).
Alfredo Donnarumma, 24 anni, e Gianluca Lapadula, 25 anni IPP
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LA SITUAZIONE Venerdì c’è Foggia-Casertana sfida pesante in ottica playoff Così la 34a giornata in Lega Pro: VENERDÌ Ore 19.30 Pro PiacenzaSantarcangelo (B, 0-2). Ore 20.45 Foggia-Casertana (C, 2-1). SABATO Ore 14.30 Giana-AlbinoLeffe (A, 30); Tuttocuoio-Savona (B, 2-2); Savoia-Juve Stabia (C, 1-2). Ore 15 Mantova-Novara (A, 0-1); Grosseto-Ascoli (1-1) e TeramoLucchese (B, 0-0). Ore 16 Arezzo-Cremonese (A, 1-3); Aversa Normanna-Barletta (0-0) e Salernitana-Lupa Roma (C, 4-0). Ore 17 Alessandria-Monza (3-2) e Pro Patria-Feralpi Salò (A, 0-0); Benevento-Reggina (C, 2-0). Ore 19.30 Pordenone-Südtirol (A, 0-2); Martina-Matera (C, 1-3). DOMENICA Ore 11 Pistoiese-L’Aquila (B, 0-2). Ore 12.30 Lumezzane-Como (A, 02); Ancona-Prato (B, 3-2). Ore 14.30 Torres-Real Vicenza (A, 3-3); Reggiana-Carrarese (B, 3-1); Ischia-Cosenza (1-3) e Melfi-Lecce (C, 1-4). Ore 16 Pavia-Renate (A, 1-0); Catanzaro-Messina (1-1) e Vigor Lamezia-Paganese (C, 0-1).
Ore 18 Bassano-Venezia (A, 2-1); ForlìPontedera (1-2) e San Marino-Gubbio (B, 0-2). LUNEDÌ Ore 20.45 Pisa-Spal (1-0). LE CLASSIFICHE GIRONE A Novara e Bassano p. 64; Alessandria 62; Pavia (-1) 60; Como 54; Feralpi Salò 49; Real Vicenza 47; Arezzo 45; Südtirol e Venezia 44; Cremonese 42; Mantova (-3) e Renate 40; Giana e Torres 39; Monza (-2) 36; Lumezzane 31; AlbinoLeffe 29; Pordenone 27; Pro Patria (-1) 25. GIRONE B Teramo p. 65; Ascoli 60; Reggiana* 55; L’Aquila 54; Pisa* 51; Spal 49; Ancona* 48; Lucchese 47; Pontedera 45; Tuttocuoio 44; Carrarese 41; Gubbio 39; Grosseto (-1) 38; Santarcangelo* 37; Prato 36; Savona 35; Pistoiese** 34; Forlì 33; Pro Piacenza (-8) 29; San Marino 26. (** due partite in meno, * una in meno). GIRONE C Salernitana p. 73; Benevento 68; Juve Stabia 60; Lecce e Matera 57; Casertana* 56; Foggia (-1) 54; Catanzaro 48; Barletta 43; Cosenza e Vigor Lamezia 41; Melfi (-2) 38; Martina* e Lupa Roma 36; Paganese 34; Ischia 29; Messina e Savoia 28; Aversa Normanna 26; Reggina (-4) 22. (* una in meno).
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Siamo in onda! R
MARTEDÌ 7 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
. MATTINA 7 Gazzetta News 7.30 Gazzetta News 8 Gazzetta News 8.30 Gazzetta News 8.45 Gazzetta News 9.05 Campioni a confronto 9.30 Explorers: avventure pericolose 10.05 Extreme Fishing
11.30 Campioni a confronto 12.05 The Speedgang POMERIGGIO 13 Gazzetta News 13.30 Gazzetta News 14 Gazzetta News 14.15 Le nuove forze del calcio 14.30 Tuttogol 15.05 Sfide senza limiti
15.30 Campioni a confronto 16.05 Extreme Fishing 17.05 The Speedgang 18.05 Sfide senza limiti 18.30 +3 Fantanews 19.00 Calcio Market 19.30 Gazzetta News SERA 20 Gazzetta News
20.30 Gazzetta News 20.45 Autogol News 21.05 Condo’ Confidential 21.35 The Speedgang 22.30 Campioni a confronto 23 Calcio Market 23.30 Gazzetta News 0.30 Gazzetta News
Adesso CalcioMarket si fa in quattro
1Si avvicina il momento di scelte e rinnovi in A: notizie e analisi alle 19, dal martedì al venerdì
N
ove giornate alla fine del campionato di Serie A. Il gioco si fa duro, ma ora anche a bordo campo e dietro le scrivanie, negli hotel e gli aeroporti. Perché si avvicina il momento del mercato e quindi ora è il momento della scelta per il tecnico e per i dirigenti chiave - per chi ne ha in scadenza o medita di sostituirli - perché muoversi in fretta a volte regala vantaggi che durano sino al campionato successivo. Di questo e di altro, come sempre, si parlerà in Calciomarket, il programma condotto da Federica Migliavacca e Carlo Laudisa, prima firma rosa per il mercato del calcio. RADDOPPIO E che sia una fase calda si intuisce anche dalla programmazione del nostro Canale59, che proporrà la trasmissione non soltanto il martedì e il venerdì ma anche il mercoledì e il giovedì (sempre alle 19 e sempre con replica alle 23 - oggi e domani inserite in un TG in diretta che dedicherà il primo quarto d’ora alla partita di Coppa Italia appena terminata). Una striscia quasi quotidiana ormai, e sempre con ospiti interessanti. Oggi tocca a Fabio Parisi, procuratore tra gli altri di De Guzman (Napoli) e Strootman (Roma). Con lui si discuterà di strategie e di rinnovi importanti, ma anche degli altri temi lanciati da Calciomarket attraverso il collegamento con il sito web della Gazzetta: che consente ai lettori di interagire con noi in qualsiasi momento, per esempio con il sondaggio di questi giorni: chi vincerà la classifica dei marcatori della Serie A? la scelta ovviamente va fatta tra i primi della graduatoria attuale. Carlos Tevez (Juventus), Jeremy Menez (Milan), Luca Toni (Hellas Verona), Mauro Icardi (Inter), Paulo Dybala (Paler-
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La prima puntata di Calciomarket con ospite l’amministratore delegato della Juventus Beppe Marotta
mo) e Gonzalo Higuain (Napoli). Gli ultimi tre attaccanti, tutti argentini, sono protagonisti anche del secondo sondaggio proposto ai lettori: chi tra loro cambierà maglia nella prossima stagione? La parola ai lettori, le risposte in studio. GLI ALTRI APPUNTAMENTI GazzettaTv ha comunque una programmazione (che scatta alle 7 con le news) attenta alle esigenze degli appassionati di sport: chi si è perso la giornata pasquale della Serie A potrà riviverla interamente alle
14.30 con TuttoGol, la sintesi delle emozioni . Poi spazio al divertimento ed alla satira degli Autogol con le imitazioni di Moratti e Chiellini. Dopo Extreme Fishing (che ci porta nei luoghi dove la pesca sportiva è emozione pura) si torna in studio (18.30) per parlare di fantacalcio con +3 Fantanews, condotto da Deborah Schirru, con Marco Guidi e Francesco Letizia. L’ospite è Marco Serena, primatista del concorso: ha vinto il nostro scudetto per 4 volte, nel 2009, 2010, 2012 e 2014. gds
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OPINIONI
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La crisi nerazzurra
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Lettere alla Gazzetta
CERCASI UN LEADER PER QUESTA INTER SENZA PERSONALITÀ
di Lorenzo Castellani
JUVE, MAROTTA E I GIOCATORI IL VALORE AGGIUNTO
L’ANALISI ONDÒ di PAOLO CONDÒ email: PCondo@rcs.it cs.it
L
e inquietudini affiorate in queste ore all’Inter su un possibile disimpegno di Roberto Mancini a giugno per ora non toccano il tecnico. Nell’accordo stilato fra le parti lo scorso novembre, al momento di subentrare a Walter Mazzarri, il club aveva garantito al nuovo allenatore una prima tranche di innesti a gennaio e una seconda in estate; anche se i risultati sono stati disastrosi, Mancini non disconosce l’importanza del primo sforzo effettuato dall’Inter, e per questo è tranquillo sul fatto che anche la seconda parte verrà portata a termine, condizione necessaria per rimanere. E’ molto meno tranquillo sulle sue responsabilità, perché ogni due concetti ripete «dobbiamo lavorare di più», il mantra dell’uomo che non si sente in pace con la propria coscienza. E del resto la classifica, la media-punti e le rovinose immagini della gara col Parma rimorderebbero anche la coscienza di un santo. Non era la prima volta che Mancini subentrava in corsa: gli era successo sia al Galatasaray - esperienza breve e premiata dal posto Champions e dalla coppa nazionale - sia al Manchester City, l’esempio più calzante visto che lì Roberto cominciò subito col mercato di gennaio per poi scatenarsi in estate grazie al portafogli illimitato dello sceicco. All’Inter i limiti esistono, e sono pressanti; ma se c’è una cosa che Mancini ha capito in questi mesi di sofferenza, e di folle andatura un passo avanti e tre indietro, è che il capitale a sua disposizione - grande o piccolo, lo deciderà il mercato in uscita - andrà investito su giocatori dotati di personalità. Perché il male che divora questa squadra dall’interno non è tanto la mediocrità, che pure è
notevole soprattutto in difesa, quanto l’assenza di anche un solo giocatore capace di rovesciare la negatività di una partita, di un periodo, di una stagione. Un ottimo esempio in questo senso è Hernanes, centrocampista strapagato ma anche dotato: se in una squadra che funziona (come la sua prima Lazio) il brasiliano aggiunge la sua indubbia qualità, in una che non funziona come l’Inter - di Mazzarri o di Mancini non fa differenza - si perde per il campo senza la forza di proporsi come faro che illumina la strada. La paura che serpeggia nelle segrete stanze di Appiano è che pure Xherdan Shaqiri sia fatto della stessa pasta. Anche in questo caso, nessun dubbio che il giocatore di talento ci sia. Però una cosa è entrare dopo un’ora in un Bayern che sta già vincendo 3-0, e sull’onda dell’entusiasmo generale dilatare il punteggio a 5-0; un’altra, totalmente diversa, è trovare sullo 0-0 la chiave per far saltare un bunker difensivo. Nell’Inter del triplete i giocatori in grado di rovesciare il tavolo di pura personalità si sprecavano, come si sprecano nella Juve di oggi, non a caso distante anni luce. Perché la qualità è fondamentale, ma non se per tirarla fuori hai bisogno che ci sia il sole, che il campo sia rasato all’altezza perfetta, che la mamma ti abbia rimboccato le coperte la sera prima e che l’olio con cui hai condito la pasta in bianco prepartita sia di prima spremitura. Il nome di Yaya Touré, che è un po’ stanco del City (5 anni a Manchester sono molto lunghi) e probabilmente costerebbe più di ingaggio che di cartellino, non circola soltanto perché i suoi rapporti con Mancini sono buoni: circola perché l’Inter ha bisogno di un leader. Nel momento in cui il tecnico tira una croce sul deludentissimo Podolski e dà una chance al giovanissimo Puscas, è evidente che sta lavorando per il futuro. Lui lavorerà anche di più, come continua a ripetersi; ma con un leader lavorerebbe meglio.
TEMPI SUPPLEMENTARII RUTI di ALBERTO CERRUTI email: acerruti@rcs.it
ANDREA MASI Azzurro di rugby ● Il 6 aprile di 6 anni fa, un terribile terremoto rase al suolo la mia bella città e prese 309 persone con lui. #l’aquila @andrea_masi
Caro Cerruti, sento spesso complimenti a Conte e Allegri, ma vogliamo dare merito anche ai giocatori della Juve? Se uno segna e risolve le partite come Tevez, o Pirlo, che senso ha chiedersi se sia più forte la Juve di Conte o quella di Allegri? Antonio Vona, Moschiano (Avellino)
VALENTINA MARCHEI Pattinatrice Ghiaccio ● Pasquetta di corsa a Sun Beach (San Benedetto).Per correre ho cambiato partner, sorry Ondrej #seifortepapà @valemarchei14
RAFAEL NADAL Tennista ● Ambiente molto piacevole per allenarsi! :). Il tutto poi nella massima tranquillità @RafaelNadal
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«C
on me la Juve avrebbe 20 punti in più». Questa frase di Conte era una battuta, tra l’altro fuori luogo dal punto di vista aritmetico perché se la squadra di Allegri avesse vinto tutte le 29 partite giocate fin qui avrebbe 87 punti, «soltanto» 17 più dei 70 attuali. Ma il problema è un altro, esasperato proprio dalle parole del c.t. della Nazionale: il confronto tra la Juve di Conte e quella di Allegri, due allenatori molto diversi tra loro e quindi comprensibilmente rivali, come lo erano Sacchi e Capello protagonisti di una famosa staffetta sulla panchina del Milan nei primi anni Novanta. I fatti, sui quali non si può discutere, dicono che in tre anni la Juve di Conte ha vinto tre scudetti, con il record assoluto di punti in Italia (102) la stagione scorsa, ma si è fermata la prima volta ai quarti di Champions nel 2013, mentre la seconda non ha nemmeno superato la fase a gironi. Presa a scatola chiusa la squadra abbandonata al secondo giorno di ritiro dal suo predecessore, Allegri al debutto sulla panchina bianconera sta volando verso uno scudetto più facile del previsto. Ma soprattutto, nel ricordo del fallimento in Champions di un anno fa, ha rilanciato la Juve in Europa. Superata la prima fase, ha battuto due volte il Borussia
Dortmund, ricevendo i complimenti degli avversari dopo lo spettacolare 30 in Germania e se eliminerà anche il Monaco, entrerà tra le prime 4 d’Europa, andando oltre la Juve di Conte. Sorvolando sul valore degli avversari, perché il Monaco non vale il Bayern che due anni fa bocciò i bianconeri nei quarti, è presto per dire che la Juve di Allegri è più forte di quella di Conte, sottolineando quanto ha fatto fin qui in Europa e il maxivantaggio sulla Roma seconda. Al di là dei rispettivi moduli tattici, bisogna riconoscere che Conte ha avuto il merito di creare una nuova Juve, grazie a nuovi campioni, a cominciare da Pirlo che proprio Allegri non aveva più ritenuto indispensabile per il suo secondo Milan. Allegri, invece, ha avuto il merito di sfruttare, senza presuntosi e traumatici stravolgimenti, la scia vincente del suo predecessore, guadagnandosi la stima dei giocatori e della società, che al suo posto avrebbe preferito Mihajlovic se il divorzio da Conte fosse avvenuto a fine campionato. Fermi restando i meriti dei due tecnici, la vera differenza rispetto agli avversari, però, l’hanno fatta i giocatori. Quest’anno, in più, Buffon e compagni hanno voluto dimostrare che i tre scudetti li avevano vinti «anche» loro, non soltanto Conte. Perché è chiaro che chi può contare sui migliori difensori italiani, su Pirlo miglior regista e su Tevez miglior cannoniere del campionato, parte avvantaggiato rispetto a qualsiasi rivale. Ma siccome i giocatori e gli allenatori sono scelti dalla società, i primi meriti dei successi della Juve sono dei dirigenti, a cominciare da Marotta cui si devono non soltanto gli arrivi dei già famosi Pirlo, Vidal e Tevez, ma anche dei vari Bonucci, Barzagli, Pogba e Morata, tutte pedine preziose di un capolavoro. Una società compatta che sa coniugare la competenza con il bilancio è la base per vincere. Ecco perché la Juve, ridisegnata da Andrea Agnelli, ha un futuro che andrà oltre Conte e Allegri. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Allo scalatore britannico il Piolets d’Or
BONINGTON, UN FUORICLASSE CHE NON AMA FARE LA STAR L’AVVENTUROSO di REINHOLD MESSNER
S
ono veramente felice che quest’anno il Piolets d’Or alla carriera, che ora è giustamente intitolato a Walter Bonatti, sia consegnato a Chris Bonington. Si tratta del
più importante premio alpinistico e il mio amico inglese lo merita pienamente. Ho un grandissimo rispetto nei suoi confronti. Purtroppo non potrò essere presente alla premiazione, che si svolgerà nel prossimo fine settimana a Chamonix e Courmayeur, le due capitali del Monte Bianco, ma ci siamo incontrati poche settimane fa negli Usa. Bonington nella sua lunga carriera non ha inseguito né record né gradi. Egli appartiene a
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quel raro gruppo di persone che aprono la strada e possono anche percorrerla da soli, con l’entusiasmo e la curiosità di un bambino. È un alpinista che sta nel ristretto numero di coloro che sono pilastri nella storia delle scalate. Non è stato il numero uno degli arrampicatori solo perché nel suo periodo erano in attività tanti campioni come Joe Brown all’inizio, Dougal Haston, il geniale Don Whillans, Joe Tasker, Peter Boardman. Ma lui è stato capace di
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portare i suoi più bravi connazionali a fare delle grandi spedizioni insieme. Riusciva a trovare il modo di finanziarle e le dirigeva. Un capospedizione democratico, però, che sapeva anche dare la leadership a tutti coloro che meritavano di averla. Non ha preteso di essere la star. Al contrario. Ha riunito le star e le ha messe nelle condizioni di essere al posto giusto al momento giusto, accompagnandole e aiutandole, senza mai temere di restare in ombra. Così si può dire che Bonington ha costruito la gloria dell’alpinismo britannico dagli anni 50 agli 80 quasi da dietro le quinte. Un grande.
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Motomondiale R Il capo delle rosse
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Domenicali
«DUCATI DA PAURA ...PER I GIAPPONESI» L'IDENTIKIT
L’INTERVISTA di PAOLO IANIERI
CLAUDIO DOMENICALI
utto in una notte. Le speranze, la sorpresa, la gioia. E alla fine, perché no, anche un pizzico di delusione per l’aver sfiorato una vittoria al debutto che avrebbe avuto un valore immenso. Nel cuore e nei pensieri (alla fine resta sempre un ingegnere) di Claudio Domenicali, amministratore delegato di Ducati, la notte del Qatar è stata di quelle indimenticabili. Soprattutto perché, adattando alle due ruote la frase pronunciata da Riccardo Adami, ingegnere di pista di Sebastian Vettel, alla fine del GP della Malesia, anche i tifosi della MotoGP adesso possono dire: «Ducati is back!». La conferma è attesa domenica quando si correrà ad Austin, in Texas.
T
NATO IL: 3 NOVEMBRE 1965 A: BENTIVOGLIO (BOLOGNA) TITOLO DI STUDIO: INGEGNERE RUOLO: A.D. DUCATI
1991 Dopo la laurea entra in Ducati, come Project Leader. Nel 1997 diventa vice direttore tecnico. 1999 Nasce il reparto corse e ne diventa a.d. Nel 2005 dirige il reparto Ricerca e Sviluppo e nel 2009 viene nominato direttore generale. 2013 Sostituisce Gabriele Del Torchio nel ruolo di a.d.. E’ lui ad aver dato il via libera a Hypermotard, 1098, Multistrada, Diavel e Panigale. Persona chiave per MotoGP e SBK.
Sotto Claudio Domenicali in versione motociclista. A fianco con Gigi Dall’Igna alla festa dopo il duplice podio in Qatar dove Dovizioso e Iannone sono finiti 2° e 3° dietro Rossi MILAGRO
Ingegner Domenicali, che cos’ è stata per lei la notte di Losail, vedere che tutto il lavoro fatto ha portato subito a ottimi risultati? «Credo sia stata una situazione straordinaria per tutte le persone di Ducati che hanno lavorato su questo progetto e per tutta la comunità dei ducatisti. Ci ha restituito l’orgoglio di essere appassionatamente ducatisti». È stata dura in questi anni resistere? I risultati che non arrivavano, le critiche, il fallimento del progetto con Valentino Rossi, chi diceva che sulla Ducati andava forte e vinceva solo Stoner… «È stata dura per tutti i ducatisti. Che sono quelli lavorano qui in azienda e gli appassionati fuori. La Ducati è un’azienda che vive di
competizioni, di passione, di passione per il prodotto e di tifo. E, quando i risultati sono così difficili da raggiungere, tutto diventa complicato. Si era venuto a creare un clima di sfiducia sul fatto che potessimo avere tecnologia e competenza per tornare a sfidare i giapponesi. Esserci riusciti in Qatar è stato importante, anche perché non l’abbiamo fatto solo con una moto ma con due, dimostrando che è stato un risultato di squadra». Quanto è importante in questa rinascita l’apporto di Audi? «Quelli di Audi dal punto di vista tecnico, per quanto riguarda le competizioni moto, non sono particolarmente coinvolti, proprio perché è un know-how molto specifico, qui si parla di motori ad altissimi giri di rotazione. InveLE FRASI CHIAVE ce sul versante «Perdere per così poco dell’elettronica abbiamo sicura- mi ha fatto arrabbiare, mente avuto poi ripensando che la un’interfaccia moto ha solo 2 mesi...» che è stata molto interessante, «Dall’Igna? Mia prima ma credo che più di ogni altra scelta importante da cosa la parte a.d. È la guida solida importante di che ci mancava» Audi sia stata di permetterci di riorganizzare il reparto corse secondo uno schema che ci consentisse di lavorare in maniera molto più coesa di quanto accadesse in passato». Quando ha scelto Gigi Dall’Igna al posto di Filippo Preziosi, si aspettava di arrivare a questi risultati così velocemente? «Gigi è stata probabilmente la prima scelta importante che ho fatto quando sono diventato amministratore delegato . E credo che per uno che fa il mio mestiere, il compito più importante sia soprattutto quello di scegliere le persone giuste e lasciarle lavorare. Io ero convinto e molto fiducioso delle competenze tecniche che c’erano già all’interno di Ducati Corse e pensavo che mancasse solo una guida solida, competente e anche rassicu-
rante da un certo punto di vista. E Gigi ha certamente tutte queste qualità. È comunque una persona navigata, che non perde la calma anche nei momenti più difficili, sa motivare e ringraziare le persone quando i risultati vengono raggiunti». È stato difficile convincerlo a venire a Borgo Panigale? «Abbiamo flirtato un po’. E come sempre in queste cose se uno poi si concede subito, non è così bello». Parlavamo dei tempi. «Credo che siamo alla metà di un percorso. Sicuramente abbiamo recuperato fiducia, dimostrato che questa strada è percorribile e che siamo in grado di competere. La GP15, che è la prima moto nata sotto la nuova gestione, ha dimostrato subito di avere ottime prestazioni. Se devo essere onesto, abbiamo veramente bruciato le tappe». E quanto le è bruciato non vincere all’esordio? «Moltissimo. Appena le nostre moto hanno tagliato il traguardo ero arrabbiato, poi mano a mano che i minuti passavano, ha preso il sopravvento un’analisi più razionale della situazione: il fatto che la moto fosse in pista da meno di due mesi e che eravamo riusciti ad andare sul podio con tutte e due le moto ufficiali. Questo è un risultato veramente straordinario. Anche se poi quando arrivi a 174 millesimi dalla vittoria…». Valentino è stato bravissimo a rovinarvi un po’ la festa.
Domenicali è a.d. di Ducati dal 2013 MILAGRO
«Ma va benissimo così, avremo tante altre gare. E un podio tricolore è comunque stato un risultato straordinario per tutti gli italiani». A questo punto cosa possono sognare i tifosi della Ducati? «Questo risultato non ci cambia gli obiettivi, sono onesto, non è pretattica. Anche perché il Qatar, pur essendo una gara “pulita”, ha avuto le sue particolarità. Marquez ha avuto difficoltà in partenza, Pedrosa il problema agli avambracci. Il nostro obiettivo quest’anno resta quello di vincere una gara e di lottare costantemente per il podio. E poi a mano a mano che prenderemo confidenza con le potenzialità della moto, potremo guardare più in alto». © RIPRODUZIONE RISERVATA
«ABBIAMO BRUCIATO LE TAPPE MA L’OBIETTIVO NON CAMBIA: VINCERE UN GP E FARE PODI»
Formula 1 R La proposta
MARTEDÌ 7 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
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Luigi Perna
Carmen Jorda, 26 anni con Bernie Ecclestone, 84 LIVERANI
twitter@pernagazzetta
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oda, dolci e Formula 1. La storia di Carmen Jorda, ultima donna ad affacciarsi nei gran premi come terzo pilota della Lotus, ha molto in comune con l’Italia. Suo nonno Mario partì da una piccola pasticceria di Alcoi, vicino ad Alicante, per costruire un impero dolciario conosciuto in Spagna con il marchio Hispania. Suo padre José Miguel, che gareggiava da gentleman driver sulle F.3000, ha continuato la tradizione di famiglia, per poi trasferirsi alcuni anni a Pavone Mella (Brescia) come amministratore delegato dell’azienda italiana di cioccolato Bulgari. Così, anche la Jorda ha trascorso molto tempo in Italia, imparando la nostra lingua, visitan-
tre Susie Wolff ha espresso con forza la sua opinione a Sepang: «Un campionato per sole donne non è la strada corretta. Ho corso tutta la carriera come un normale pilota, perché dovrei essere interessata a vincere una gara in cui sono state iscritte donne a caso solo per riempire la griglia?». ALLIEVA DI MARIA Eppure Ecclestone non ha tutti i torti pensando che serva «una passerella». La svizzera Simona De Silvestro, dopo un anno a collaudare la Sauber, è dovuta emigrare in F. Indy nel Team Andretti. La Wolff, pur essendo terzo pilota Williams, non è stata presa in considerazione per sostituire il titolare Valtteri Bottas in Malesia. E la Jorda, per ora, ha provato la Lotus solo in fabbrica al simulatore. «Ma non avrei paura di guidare sul serio — dice convinta Carmen —. Anche l’incidente di Maria De Villota, mia madrina e maestra quando ero in F. Bmw, alla fine è stato una disgrazia orribile, un episodio assurdo. A mia madre, che trema per me, ripeto sempre che le vetture di F.1 sono super sicure».
RNonno Mario era
pasticciere, suo padre ha guidato un’azienda italiana di cioccolato
Quote rosa Quanta Italia
MARIA TERESA DE FILIPPIS Nata a Napoli l’11 novembre 1926. E’ stata la prima donna in assoluto della F.1. Nel 1958 con una Maserati corre a Monaco, in Belgio, Portogallo e a Monza. Miglior risultato: il 10º posto a Spa. Nel 1959 disputa le qualifiche al GP di Monaco con una Porsche. Lascia le corse dopo la morte di Jean Behra, amico e titolare del suo team.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
do Milano e Roma, trascorrendo le estati fra Rimini e il lago di Como. «La moda è l’altra mia grande passione, oltre ai motori — racconta —. Mi piacciono le creazioni della stilista Chiara Ferragni, la modella Coco Rocha, e di solito approfitto del GP di Monza per restare a Milano durante la “Fashion Week”». OLTRE ALLE GAMBE Carmen, 26 anni, ha dalla sua la bellezza ma anche un discreto curriculum. Dopo i primi passi con la Formula Bmw 1600, la categoria addestrativa da cui è uscito Sebastian Vettel, ha corso in F.3 spagnola ed europea con il team di Adrian Campos, in Indy Light negli Stati Uniti e in GP3. La Lotus l’ha ingaggiata (anche) perché «una donna in F.1 attira interesse, pubblicità e parecchi sponsor», come dichiarato di recente dal patron Bernie Ecclestone. Ma la Jorda, come prima di lei Susie Wolff, vuole dimostrare che “oltre alle gambe c’è di più”. «Ho cominciato a correre in kart a 12 anni sulla pista di Benidorm — ricorda Carmen —. Poi, quando aprì il circuito Ricardo Tormo, superai una selezione per passare in monoposto con l’appoggio del Governo della Comunità valenciana. Mio padre cercava a tutti i costi di togliermi le auto dalla testa e mi mandò a studiare inglese in Gran Bretagna per un anno. Ma al ritorno gli dissi: “Adesso mi fai correre”».
Jorda con Bernie «Sì a gran premi per sole donne»
L LELLA LOMBARDI N Nata a Frugarolo (Alessandria) il 26 marzo 1941, è morta a Milano il 3 m marzo 1992. Lella è stata la prima e sinora unica donna a pri cog cogliere punti iridati in F.1: fu ses al GP di Spagna del sesta 197 in una corsa interrotta 1975, pe la morte di 4 spettatori per pro provocati dall’uscita di Rolf Sto Stommelen. In totale la piemontese ha disputato 12 pie GP con Brabham e March.
1La pilota Lotus: «Competere con i maschi
è come chiedere a Serena di battere Federer» r»
NON AVREI INTERESSE A VINCERE UN GP IN CUI SONO STATE ISCRITTE DONNE SOLO PER RIEMPIRE LA GRIGLIA SUSIE WOLFF TERZO PILOTA WILLIAMS
PARERI OPPOSTI Testarda, decisa come tutte le colleghe che cercano di farsi largo in un mondo al maschile, c’è però qualcosa che distingue questa ragazza cresciuta con le foto di Michael Schumacher nella stanza. La molla che la spinge non è il desiderio di sfidare e battere gli uomini. Tanto che la Jorda, parlando con la Gazzetta, aveva anticipato l’idea lanciata in Malesia da Ecclestone di creare un campionato per sole donne da disputare la domenica mattina, in concomitanza con i GP. «La F.1 è l’unico sport di vertice al mondo dove uomini e donne competono nella stessa categoria. Questo non è giusto — spiegava Carmen —.
L’INDISCREZIONE
Una tennista può vincere ncere un torneo, ma una donna non vincerà mai un GP. È come chiedere a Serena Williams ms di battere Roger Federer. Non on fa parte della natura. La differenza erenza fisica, a livello di forza,, è troppa. Nell’automobilismo manca un vero percorso agonistico tico per le ragazze». Il giovane Max Verstappen, sensibile al tema perché cresciuto con l’esempio empio della mamma pilota Sophie phie Kumpen, è sulla stessa linea: ea: «La F.1 è durissima fisicamente nte e per le donne è difficile emergere, ergere, anche se si allenano più ù degli uomini. Però, visti i costi, osti, credo che non ci sarebbero molti team disposti a investire per avere una squadra femminile». nile». Men-
La Jorda in divisa Lotus GETTY
GIO GIOVANNA AMATI Na Nata a Roma il 20 luglio 1959. Ne Nel 1992 non si qualifica ai GP di S Sudafrica, Messico e Brasile con la Brabham. Poi viene sos sostituita da Damon Hill. Pri Prima della Amati altre due rag ragazze non erano riuscite a qua qualificarsi: la britannica Div Divina Galica con la Surtees (19 (1976) e la Hesketh (1978) e la sud sudafricana Desiré Wilson nel 198 1980 con una Williams.
FORMULA E
«Alonso senza memoria per eccesso di sedativi» I
l caso Alonso si arricchisce di un nuovo, controverso capitolo. Secondo «Auto Motor und Sport» lo spagnolo avrebbe perso temporaneamente la memoria perché vittima di un errore dei medici che lo avrebbero sedato due volte: la prima quando era ancora alla curva 3, dopo l’impatto, il secondo quando era stato trasportato al centro medico. «In altri termini — ha scritto il giornate tedesco — gli sarebbe stata somministrata una dose eccessiva di calmanti e questo sarebbe stato alla base della perdita di memoria e del conseguente ricovero prolungato all’ospedale di Sant Cugat».
Fernando Alonso, 33 anni EPA
IL PILOTA Per la verità era sta-
BRIATORE Una tesi conferma-
to lo stesso Alonso il giovedì in Malesia ad attribuire il proprio stato d’incoscienza ai sedativi, sostenendo che ciò era nella norma. «Dell’incidente ricordo tutto», disse sostenendo che sino al botto era in sé (ma ci sono state numerose testimonianze contrarie).
Piquet jr. 1o a Long Beach a 35 anni dal trionfo di papà
ta da Flavio Briatore. «Alonso sedato due volte? Di queste cose su Alonso non se ne può più. È stato un incidente normale, come può succedere a tanti piloti. Alonso ha avuto un periodo di convalescenza come può succedere a tutti, e per il fatto che ha avuto un problema, picchiando con la testa, i medici gli hanno sconsigliato di correre il gran premio (ha saltato la gara inaugurale in Australia; n.d.r.), tutto lì. Poi ci sono delle regole, quando trasporti qualcuno in elicottero devi essere sedato un po’ di più rispetto a quando si viene trasportati in ambulanza, forse quello, ma niente di più. E’ stato un incidente normale e poi si è letto di tutto, di più». © RIPRODUZIONE RISERVATA
Antonio Gattulli
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ong Beach porta bene alla famiglia Piquet: 35 anni fa Nelson colse il suo primo successo nel Mondiale di F.1 al volante della BrabhamFord, in un GP purtroppo ricordato per aver brutalmente interrotto la carriera di Clay Regazzoni, rimasto paralizzato in seguito a un incidente con la Ensign. Per il brasiliano fu il primo di 23 successi che gli fruttarono anche tre titoli (1981, ‘83 e ‘87).
Nelson Piquet jr. 29 anni AFP
BIS Nel giorno di Pasqua è toccato a suo figlio, Nelson junior, trionfare nella celebre cittadina californiana non lontana da Los Angeles, imponendosi nel-
la gara di Formula E, il campionato che si corre con le monoposto elettriche. Nelsinho, che in F.1 è stato protagonista del Singapore gate (nel 2008 andò volontariamente a muro quando era alla Renault per favorire Fernando Alonso, allora suo compagno di team, che poi vinse la gara), ha preceduto sul traguardo il ferrarista Jean Eric Vergne e Lucas di Grassi. LEADER Il successo di Piquet junior fa seguito a quello ottenuto nella precedente gara di Miami da Nicolas Prost, figlio di Alain, che domenica terminando 14o ha perso il comando della classifica, passato a Di Grassi. Sfortunato Trulli, ritirato, mentre Liuzzi è finito 13o. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Ciclismo R Dopo la «Ronde»
GLI ITALIANI OSS È 11° POZZATO 12°
UN MILIONE DI TIFOSI Meteo clemente e 1 milione di persone per il Fiandre. Dei vari incidenti in corsa parliamo a parte, mentre l’azione decisiva di Terpstra, seguito da Kristoff, è stata a 28 km dalla fine. Il norvegese ha battuto nettamente l’olandese allo sprint. Terzo Van Avermaet, delusi Thomas e Wiggins
MARTEDÌ 7 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
. ARRIVO: 1. Alexander KRISTOFF (Nor, Katusha) 264 km in 6.26’32”, media 40,980; 2. Niki Terpstra (Ola, Etixx Quick Step: foto BETTINI a destra); 3. Greg Van Avermaet (Bel, Bmc) a 7”; 4. Sagan (Slk) a 16”; 5. Benoot (Bel) a 36”; 6. Boom (Ola); 7. Degenkolb (Ger) a 49”; 8. Roelandts (Bel); 9. Stybar (Cec); 10. Elmiger (Svi); 11. Oss; 12. Pozzato; 13.
Devolder (Bel); 14. Thomas (Gb); 18. Marcato a 2’28”; 44. Cimolai a 3’23”; 47. Gatto; 49. Quinziato; 52. Paolini a 3’29”; 68. Bandiera a 7’08”; 76. Selvaggi a 9’17”; 87. Wiggins (Gb); 88. Trentin. Partiti 199, arrivati 133. ALBO D’ORO (recente): 2011 Nuyens (Bel), 2012 Boonen (Bel), 2013-2014 Cancellara (Svi), 2015 Kristoff (Nor).
DOMENICA ROUBAIX In Belgio si ritorna a correre domani con il Gp Escaut per velocisti, ma l’attesa è tutta per la Roubaix di domenica. Ieri in Spagna è cominciato il Giro dei Paesi Baschi: a Bilbao vittoria di Matthews sull’iridato Kwiatkowski (7° Felline, 8° Agnoli). Caduta senza gravi conseguenze per Ulissi, al rientro.
STORICO
Longo Borghini consacrata da Muri e pavé «Un’impresa» 1Ha 23 anni, prima italiana in trionfo Prova di forza sul Paterberg, ultimo Muro: Alexander Kristoff, 27, stacca Terpstra. Poi lo batte in volata: al Fiandre era stato 4° nel 2013 e 5° nel 2014 BETTINI
Kristoff, chi lo ferma? «Sì, alla Roubaix ci penso»
1Il Fiandre, vinto su Terpstra, lancia in orbita il norvegese della Katusha Quell’addio alla Bmc, l’amicizia con Zabel e un altro sogno da realizzare
Ciro Scognamiglio INVIATO A OUDENAARDE (BELGIO) cscognamiglio@gazzetta.it
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a richiesta di un «rinforzo» sul fronte birra, rigorosamente belga, era scontata. Domenica sera la Katusha aveva da brindare certamente al trionfo di Alexander Kristoff al Giro delle Fiandre, ma anche al compleanno (53 anni) del patron Igor Makarov. Così la serata di festa al Park Hotel di Courtrai, la base del team per la campagna del Nord, è stata completa. Ma adesso è già storia, perché del conto alla rovescia verso la Parigi-Roubaix sono rimasti soltanto cinque giorni. E tenendo conto che domani c’è la Scheldeprijs, e giovedì la ricognizione dell’Inferno del Nord… IMMAGINI Papà Alexander che alza le braccia al cielo, poi le estende in orizzontale e si batte il petto: immagini discretamente popolari quello del sprint a due con l’olandese Terpstra che ha vinto la Ronde numero 99. Ma è stato il piccolo Leo Kristoff a diventare la star
del web: era con Alexander sul podio, vestito con l’abbigliamento Katusha, quando lo champagne è schizzato improvvisamente e lui si è spaventato, rifugiandosi tra le gambe di papà. Risultato: ilarità generale e video in un attimo diventato «virale». Così come non ci sono dubbi ormai su chi sia il protagonista di questa prima parte di stagione: Kristoff ha sbancato il Fiandre, primo norvegese della storia, dopo il secondo posto alla Sanremo (esattamente con Fabian Cancellara lo scorso anno), ed è già a 10 successi stagionali, come nessuno. Senza dimenticare il filotto messo assieme dalla sua Katusha: domenica 29 marzo Gand-Wevelgem con Luca Paolini, in settimana la Tre Giorni di La Panne dominata da Kristoff (tre tappe e la classifica finale) prima della «Ronde». RETROSCENA Ed è stato proprio Luca Paolini, il viso felice dell’Italia (che si è peraltro difesa con l’11° posto di Oss e il 12° di Pozzato), a raccontare un retroscena interessante: «A La Panne abbiamo quasi pregato Alexander di non disputare
IL NUMERO
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I successi da pro' per Alexander Kristoff, nato il 5 luglio 1987 a Oslo. Vive a Stavanger, sempre in Norveglia Questo è il quarto anno con la Katusha: 2 vittorie nel 2012, 6 nel 2013, 14 nel 2014 e già 10 in questo inizio di 2015
Il piccolo Leo Kristoff sul podio BETTINI
l’ultimo sprint, quello della semitappa mattutina, avevamo paura che rischiasse di cadere. Invece no, lo ha fatto, lo ha vinto, ed è andato a tutta pure nella crono. Uno così o è matto o è davvero forte». Lo stesso Paolini aveva detto alla Gazzetta a febbraio in Oman: «Kristoff sarà uno dei favoriti della Sanremo, ma io per il Fiandre lo vedo addirittura meglio». FORMA E’ legata alla Classicissima, vinta nel 2014, la svolta nella carriera di Kristoff. Ma per i più attenti le avvisaglie c’erano: campione nazionale di Norvegia a 20 anni davanti a Hushovd, bronzo a Londra 2012, nei primi dieci nel 2013 a Sanremo, Fiandre e Roubaix. Pensare che la Bmc lo aveva lasciato andare a fine 2011: pare non piacesse all’allora direttore sportivo John Lelangue. Alla Katusha si è giovato (anche) dell’intesa con Erik Zabel, che segue gli sprinter del team. E ora Alexander dice: «Ho una chance pure alla Roubaix. Sia quel che sia, tanto il più l’ho fatto. Al contrario di altri, non ho niente da perdere». © RIPRODUZIONE RISERVATA
La allena Slongo, preparatore di Nibali INVIATO A OUDENAARDE (BEL)
I
l giorno dopo, sono anche i numeri che danno il certificato di qualità all’impresa. Elisa Longo Borghini, splendida vincitrice domenica del Giro delle Fiandre, è entrata tra le prime dieci del ranking mondiale guidato da Marianne Vos: è nona (con Bronzini sesta). E la piemontese della Wiggle Honda è salita al terzo posto, alle spalle della compagna D’Hoore (seconda domenica) e della Armitstead. «Adesso che ho messo il trofeo sulla mensola del soggiorno, sto finalmente capendo che cosa ho fatto», racconta appena rientrata nella casa di Ornavasso. AMBIZIONI Una vittoria così era nel destino di Elisa, la cui preparazione è seguita da Paolo Slongo, l’allenatore di Vincenzo Nibali: sola sul traguardo di Oudenaarde, dopo una fuga di 32 chilometri tra Muri (compresi i mitici Vecchio Quaremont e Paterberg), pavé e due ali di folla, lei che non è per niente veloce e allo sprint parte (quasi) sempre battuta. «In quindici edizioni è la prima volta che un’italiana vince e allora sì, è una cosa che sarà ricordata». La grande giornata «azzurra» è stata completata dal quinto posto della tricolore Elena Cecchini, mentre Giorgia Bronzini ha benedetto così la vittoria della compagna, rinfrescando la fama di ‘maga’: «A volte Elisa riflette troppo, le ho
detto di seguire l’istinto», ha detto Giorgia a caldo al traguardo. E la piemontese, figlia dell’ex fondista Guidina Dal Sasso e sorella dell’ex pro’ Paolo (che era al Fiandre e si è prodigato in utili consigli), così ha fatto: «Sì, ancora adesso faccio fatica a spiegarlo, ma alla mattina ero sicura di vincere, sapevo che sarebbe andata così. Ho chiuso gli occhi e sono partita». RITORNO Meno di due anni fa, in un terribile incidente in corsa al campionato italiano, Elisa aveva incocciato un guard-rail e rischiato grosso. Adesso non ha neanche 24 anni e tutta una carriera — di altissimo livello — davanti. Ma già l’immediato promette bene: la prossima prova di Coppa del Mondo è la Freccia Vallone, mercoledì 22 aprile, che si conclude sul Muro di Huy. Le è sempre piaciuta moltissimo. ARRIVO: 1. Elisa LONGO BORGHINI (Wiggle Honda) 145 km in 3.50’43”, media 39,008; 2. Jolien D’Hoore (Bel, Wiggle Honda) a 43”; 3. Anna Van Den Breggen (Ola, Rabobank); 4. Van Vleuten (Ola); 5. Cecchini; 6. Amialiusik (Bie); 7. Ferrand Prevot (Fra); 8. Armitstead (Gb) a 45”; 9. Blaak (Ola) a 47”; 10. Moolman-Pasio (Ola). © RIPRODUZIONE RISERVATA
Elisa Longo Borghini, 23 BETTINI
Ciclismo R Il tema
MARTEDÌ 7 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
DENTRO AL GRUPPO
Stampa
Polizia Ospiti
Direttore di corsa Cambio ruote
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CONTENUTO PREMIUM
Motociclista radio corsa
IL GRUPPO 200 corridori nelle grandi classiche, 198 nei Giri
Commissario Uci
Aiuto, che traffico PIÙ DI 100 MEZZI IN CORSA TRA AUTO E MOTO. DOPO GLI INCIDENTI DI SERGENT E CHAVANEL CAUSATI DAL CAMBIO RUOTE, ECCO LE PROCEDURE E I RISCHI. QUEI PRECEDENTI AL TOUR
ORDINI E CORSI Ma che cosa succede in corsa? Che cosa vediamo, dall’esterno, di un mondo complesso con regole rigidissime? Negli ultimi anni, purtroppo, i casi sono aumentati: Hoogerland nel filo spinato al Tour 2011, speronato con Flecha da un’auto della televisione; Vincenzo Nibali che si trova in scia all’auto del giornale francese Le Telegramme, a oltre 80 all’ora, nella discesa dal Port de Balés. «Le auto del cambio ruote sono minimo tre, ma in caso di corse e strade particolarmente impegnative possono diventare quattro, e a volte ci sono anche le moto — spiega Raffaele Babini, direttore di corsa di grande esperienza, che fa parte del team di Mauro Vegni nella struttura tecnica di Rcs Sport —. Due auto in testa, la terza in coda dietro all’ultima ammiraglia sorteggiata. Il cambio ruote prende ordini dai commissari Uci. Se scatta la fuga e il vantaggio sale oltre i 30”, la prima auto copre i fuggitivi e la seconda scala in testa pronta a coprire i contrattaccanti; la terza diventa l’ombra del
am
«MAI PIÙ» Giro delle Fiandre numero 99. La prima auto del cambio ruote Shimano copre la fuga dei sei al comando, e al km 158 si lancia in un sorpasso a sinistra mentre il gruppetto taglia la curva. Il neozelandese Jesse Sergent (Trek) vola in aria, frattura della clavicola. Luca Guercilena, il suo team manager, dopo aver scritto un tweet d’impeto («Davvero una mossa professionale. Idiota, idiota, idiota») dirà: «Queste sono cose che non possono, non devono accadere», specificando come non sia intenzione del team adire le vie legali contro autista o organizzazione. Il pilota della vettura è un ispettore capo di polizia. Poi, a circa 80 km dalla fine, in fondo al gruppo: la seconda auto Shimano tampona violentemente l’ammiraglia Fdj guidata da Marc Madiot, che sta dando assistenza a Sebastien Chavanel. E per fortuna il corridore era fermo a lato. Il pilota del secondo cambio ruote è l’ex pro’ belga Paul Van Hyfte. La Shimano, colosso giapponese della componentistica, si scusa: «Auguriamo ai corridori un veloce recupero. I piloti delle auto sono professionisti con molti anni di esperienza. Faremo un’indagine accurata e prenderemo le misure necessarie». L’Uci è pronta ad aprire un’inchiesta. E anche ieri, con una caduta nel finale e il gruppo a tutta velocità, c’è stata polemica al Giro dei Paesi Baschi.
Presidente di Giuria Uci e radio corsa
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P
iù di 100 mezzi tra moto e auto, 200 corridori. Neanche un paio di chilometri, e ci sono tutti. Un mondo che parla su quattro frequenze radio e chiede, giustamente, sempre più professionalità. Pietro Algeri, dopo 26 anni da grande direttore sportivo, da 5 guida il servizio del cambio ruote Vittoria nelle corse Gazzetta: «Sono stato una vita dietro al gruppo. Adesso, davanti, la prospettiva è molto diversa. E dico sempre ai miei: “Andiamo via 10” prima che 5 dopo”».
Polizia
Motociclista radio corsa
Fonte: Regole corse su strada Uci (Federazione mondiale)
Fila
LUCA GIALANELLA CIRO SCOGNAMIGLIO
Regolatore traffico in gruppo Medico
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i classiche sono 25, una per squadra. Nei grandi giri sono 22, ma ogni team ha 2 vetture in corsa
IL FIANDRE DA INCUBO ORA E’ UN CASO 1
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Commissario Uci
Ospiti
● 1. Tour 2011 Hoogerland e Flecha colpiti da un’auto tv ● 2. Tour 2014 Nibali e l’auto stampa giù dal Port de Balés ● 3. Fiandre Jesse Sergent speronato dal cambio ruote: clavicola rotta. ● 4. Sebastien Chavanel vola: il cambio ruote ha tamponato l’ammiraglia IPP DALLA TV
presidente di giuria per intervenire sul gruppo». Ogni auto del cambio ruote porta almeno 3 bici di tre misure diverse, più pedali e ruote di tutti i tipi. «In Italia le persone che operano sui cambi ruote sono circa 70 — prosegue Babini —, e fanno parte della lista “Addetti ai servizi tecnici in corsa” che la Federciclo trasmette ogni anno all’Uci. Il corso viene tenuto dal Centro Studi Fci: oltre ai requisiti di base (persone esperte, già nel ciclismo, ndr), si seguono 6 ore di corso e 2 ore di esame teorico/pratico, con temi come codice della Strada, regolamenti tecnici, modalità operative delle corse, casistica, istituzioni ciclistiche». Dal 2014 è obbligatorio il tesseramento per tutti i conducenti dei mezzi in corsa, anche per i giornalisti che guidano auto stampa. Il presidente di Giuria ha la lista prima della gara e non consente l’accredito a chi non ha i requisiti. «Se prendiamo il Fiandre, troviamo 25 ammiraglie, 3 cambi ruote, 2 auto dei medici, 2
direttori di organizzazione, fino a 6 macchine di ospiti/invitati, 1 auto radiocorsa, 1 auto scopa, 4 macchine della Giuria, e poi le moto: 15 fotografi, 16 Polizia stradale, almeno 6 scorta tecnica comandate dalla Polizia, 10-12 staffette per segnalare pericoli/incroci, 2 radiocorsa, 3 giuria, 1 regolatore del traffico. Un mosaico che si compone e ricompone con facilità, senza caos. Ognuno ha funzioni e competenze precise, e in corsa deve prevalere il controllo di qualsiasi forma di frenesia», commenta Babini. Pietro Algeri aggiunge: «I nostri piloti auto sono Dario Acquaroli, iridato mtb, l’ex pro’ Paolo Tomaselli e Riccardo De Bertolis, iridato mtb e azzurro nello sci di fondo, già militare della Finanza: faceva parte del soccorso alpino. Mi ha fatto paura vedere quanto successo al Fiandre: chi guidava non aveva sufficiente attenzione o lucidità, c’è stata troppa distrazione». © RIPRODUZIONE RISERVATA
Cambio ruote
Ambulanza: fino a 3, con rianimazione
Camion scopa per i corridori ritirati
Polizia
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Basket R Nba: volata playoff
MARTEDÌ 7 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
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IN CORSA ANCHE CHARLOTTE E BROOKLYN vinte
SITUAZIONE Spurs, meglio sesti che quinti per evitare i Warriors al 2° turno
perse In MAIUSCOLO le gare in trasferta
BROOKLYN NETS 35 41
Portland
Atlanta
Washington
MILWAUKEE
Chicago
BOSTON CELTICS 35 42
DETROIT
CLEVELAND
Cleveland
Toronto
MILWAUKEE
INDIANA PACERS 34 43
NEW YORK
DETROIT
Oklahoma City
Washington
MEMPHIS
MIAMI HEAT 34 43
Charlotte
Chicago
Toronto
Orlando
PHILADELPHIA
MIAMI
Toronto
ATLANTA
DETROIT
Houston
CHARLOTTE HORNETS 33 43
STATO DI FORMA:
scarso
buono
ottimo
DIFFICOLTÀ:
facile
Orlando
Con Atlanta e Cleveland ormai certe di primo e secondo posto, a Est, oltre alla corsa in coda, restano da definire i piazzamenti di mezzo. Chicago (4631) deve guardarsi da Toronto (45-32) e Washington (44-33) per il quarto posto. Milwaukee (38-39) è invece quasi sicura di chiudere sesta. A Ovest, con i Warriors (63-14) aritmeticamente primi, Houston si gode la bella vittoria di Pasqua in casa dei Thunder, col gran duello tra candidati all’mvp. James Harden ha chiuso con 41 punti, Russell Westbrook con 40, fallendo però la tripla del pareggio allo scadere. I Rockets (53-24), mantengono un minimo vantaggio su Memphis (52-25) per il 2° posto. Portland (50-26), in quanto vincitrice divisionale, non può scendere sotto il 4°. Ecco allora che diventa importantissimo evitare il 5°, attualmente dei Clippers (52-26), per non incrociare potenzialmente Golden State al 2° turno. Agli Spurs (51-26), giunti alla 7a vittoria in fila, converebbe quindi restare dietro L.A., anche se il discorso, per come sta giocando San Antonio con un Leonard stellare, vale anche per i Warriors... Dallas (46-31) finirà 7a, mentre Oklahoma City (4235) lotta con New Orleans (41-35) per l’ultimo posto. La stagione regolare si chiuderà il 15 aprile, coi playoff al via tre giorni più tardi.
TORONTO
media
difficile CENTIMETRI
Gran finale a Est In 5 per due posti alla tavola dei big
Risultati: Oklahoma City-Houston 112115; Cleveland-Chicago 99-94; IndianaMiami 112-89; New York-Philadelphia 101-91 (Bargnani 25 e 8 rimbalzi); Sacramento-Utah 95-101; LA LakersLA Clippers 78-106; San AntonioGolden State 107-92 (Belinelli 5).
1Per i Celtics sarebbe un premio inatteso. Per Miami e Indiana, finaliste un anno fa, solo un contentino Massimo Oriani
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n cinque per 2 posti. Con ormai poco più di una settimana di gare, tanti piazzamenti già decisi, le big che pensano solo a riposarsi in attesa dei playoff, è la corsa per 7a e 8a piazza a Est l’unico vero motivo di interesse del finale di regular season Nba. Se le contendono Brooklyn, Boston, Miami, Indiana e Charlotte. Analizziamo la volata squadra per squadra. BROOKLYN Brook Lopez sta giocando da All Star. Quando sta bene è un giocatore in grado di fare la differenza. Il problema è: ma quando sta bene? Nelle ultime 4 stagioni ha saltato 142 partite per infortunio. I Nets, con ambizioni da big quando presero Pierce e Garnett nell’estate 2013 (Prokho-
rov acquistò la squadra nel 2010 e promise l’anello «in due anni, massimo 5 anni») sono messi malissimo, avendo ceduto una valanga di scelte ai Celtics e ipotecato quindi il futuro. Centrare i playoff sarebbe un contentino, anche perché la prima scelta 2015 l’hanno già girata agli Hawks... BOSTON E’ la vera intrusa. Brad Stevens ha allenato addirittura 24 giocatori quest’anno, riuscendo ad andare ben oltre le aspettative. La postseason non era nei piani dei biancover-
‘99
● Ultimo anno in cui la finalista della precedente stagione, Chicago (campione, ma perse Jordan), mancò i playoff nella successiva. Ora rischia Miami
fIN CALIFORNIA
di. Anzi, si puntava a una scelta alta al prossimo draft. Ma a questo punto, come ha detto Danny Ainge, sarebbe un peccato non arrivarci perché i playoff premierebbero il gran lavoro di giocatori (tra cui Datome) e tecnico. E di scelte ne arriveranno a pioggia nelle prossime stagioni. Il rientro a sorpresa di Sullinger (doveva saltare tutta la stagione dopo la frattura da stress a un piede) è un’ulteriore iniezione di fiducia. Marcus Smart, match winner sulla sirena dell’overtime a Toronto sabato, sta facendo passi in avanti da gigante. Ma il calendario è molto duro. INDIANA Anche qui c’è un recupero prima dei tempi previsti, quello di Paul George, che ha debuttato a Pasqua contro Miami dopo essersi fratturato una gamba con Team Usa in agosto. I 13 punti in 15’ sono un
Brook Lopez, 27 anni, centro dei Nets, contro Kelly Olynyk di Boston AP
assaggio di quello che potrà dare ai Pacers in queste ultime gare. Un anno fa si giocavano con Miami l’accesso alle finali Nba, ora lottano per l’ottavo posto (entrambe...). Ma senza George era inevitabile. Forse anche con lui sano per 82 partite non si sarebbero ripetuti. Hanno vissuto troppi alti e bassi ma con un George Hill forse il più sottovalutato play della lega, arrivare ai playoff e magari dar fastidio ad Atlanta, sarebbe un bel risultato. MIAMI Non dovrebbe certo
trovarsi in questa situazione. Sapeva che senza LeBron gli obiettivi sarebbero inevitabilmente stati al ribasso, ma quando ha preso Goran Dragic da Phoenix, dopo aver riconfermato in estate Bosh e Wade e firmato Deng, non credeva certo di dover lottare per entrare ai playoff. L’infortunio di Bosh ha cambiato tutto. E il non poter contare su Wade tutte le sere per via delle solite ginocchia ballerine, ha fatto il resto. L’orgoglio e un calendario risibile potrebbero spingerla verso l’8° posto. La 1a scelta 2015 an-
CHARLOTTE Settimi o undicesimi che finiscano, per gli Hornets la stagione resta un fallimento. Sono partiti per migliorare il 7° posto 2014 con uscita al 1° turno. Non ci riusciranno. Panchina ad altissimo rischio per Steve Clifford che ha comunque potuto contare su un roster di talento (Kemba Walker e Al Jefferson per citarne un paio). Il vero problema è stato aver preso Lance Stevenson (biennale da 18 milioni), quasi fuori dalle rotazioni nel finale di stagione. Chiunque passi, resta un delitto pensare alla pochezza delle contendenti, tenendo conto che a Ovest una tra Thunder e Pelicans resterà a casa. E’ ora di cambiare il sistema di qualificazione. E in fretta. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Metti una sera a cena con Bryant Cestista, scienziato, filosofo e filantropo tudine». Basket, filosofia, scienza, solidarietà e comunicazione sono dunque negli Usa (ma non in Italia) il quintetto vincente. Kobe gioca da sempre in questa squadra. Egli è in effetti ricercatore sul terreno di una strana scienza.
L’INCONTRO di MASSIMILIANO FINAZZER FLORY*
S
ono stato a cena con Kobe Bryant a Rancho Palos Verdes, in California. Ho speso 350 dollari. Ne ho guadagnati oltre 250.000. Spiegherò. Chi legge sa chi è Kobe. Anch’io lo credevo. Invece non è solo uno dei più grandi cestisti della storia di questo (nostro) sport. A cena e fuori dal campo, Kobe gioca anche per un’altra squadra. Lui e sua moglie Vanessa hanno dato vita a una fondazione che offre un’esistenza anche agli homeless e ai bambini in difficoltà. Sabato Kobe è stato premiato in occasione dell’8a edizione della Fondazione Toberman che si occupa così bene di politica sociale attraverso donazioni, con la motivazione «to a lifetime of excellence», «a una vita di eccellenza». ARISTOTELE L’invito riportava una citazione di Aristotele che ricorda che l’eccellenza non è mai un caso, è sempre il risultato di un’intenzione alta. Nel caso di Kobe aggiungo, sempre con le parole del filosofo, «l’eccellenza è un’arte ottenuta attraverso l’esercizio… Siamo quello che facciamo ripetutamente. L’eccellenza, allora non è un atto ma un’abi-
drà ai Sixers se non cadrà tra le prime dieci.
Kobe Bryant, 36 anni, con la moglie Vanessa AFP
INVENZIONI Pochi giorni fa leggevo a New York su una rivista le 100 invenzioni che hanno cambiato il mondo. Tra le quali la locomotiva, il computer, l’alfabeto morse, la penicillina, il fertilizzante, il telescopio, i raggi x, eccetera. Non c’era il basket! Eppure un cerchio di ferro di altezza di 3,05 metri, dal diametro di 45 centimetri entro cui entra una sfera in movimento del peso di 753 grammi e dalla circonferenza di 78 cm nell’ambito di uno spazio di larghezza 17 metri e lunghezza 30, allude alla fisica, a una matematica in movimento. Dove le leggi di azione sono determinate da 24” e offrono il terreno di ricerca di cui abbiamo lo scienziato: Kobe. Si potrebbe definirlo un empirista che crede nell’esperimento visti i risultati dei suoi studi: 32.482 punti segnati in carriera. Le scoperte di Bryant l’hanno reso ricco di fama e denaro. Si dice che il suo valore economico sia di 23,5 milioni di dollari. Di fronte a queste fortune Kobe atterra da noi come padre di due figlie, marito, uomo impegnato a restituire un’immagine di sè che attraverso l’etica del suo lavoro induce solo in questa cena oltre 250.000
dollari. Non solo. ASTA Durante la serata vanno all’asta reliquie tipo cappellino di L.A. con autografo di James Worthy oppure breakfast con Larry King per 4 persone. Faccio un pensierino anch’io su un acquerello dove la lotta al rimbalzo sembra citare Boccioni e i nostri futuristi. Prezzo base 1000 dollari. Conclusione economica: 21.000 dollari. E così via. Conclusione politica: in Italia tutto questo non è possibile. Per varie ragioni. Non solo perché non abbiamo Bryant né la Nba. In Italia non ci sono ancora leggi e fisco in favore di individui e imprese che vogliono attivare i principi di sussidiarietà. Tra gli 80 tavoli e i 750 partecipanti della serata Toberman, Kobe accetta il mio invito di tifoso Olimpia Milano. Ho con me maglietta di Gentile firmata. Gli prometto di far conoscere i valori e l’impegno della sua fondazione anche in Italia. Con spirito americano vorrei chiedergli: questa volta non segnare. Ma abbiamo bisogno di un assist. Perché la responsabilità del tiro, del far bene, deve essere nostra. Con le parole di Lévinas «Il fatto originario della fraternità è costituito dalla mia responsabilità di fronte ad un volto». © RIPRODUZIONE RISERVATA
* Regista e attore, in tournée in USA con lo spettacolo «Essere Leonardo da Vinci».
Basket R Posticipo Serie A
MARTEDÌ 7 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
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BRAVI&CATTIVI di LUCA CHIABOTTI REGGIO EMILIA RIMAS KAUKENAS 37 ANNI
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DENMON BRINDISI Con Cantù, ha segnato la tripla dell’overtime allo scadere, nelle ultime due partite ha realizzato 29 e 27 punti, sabato con 7/11 da tre. E Mays è alla sesta doppia doppia consecutiva: nessuno ci toglie dalla testa che Brindisi valga chi lotta per il secondo posto. Anche se adesso è meglio che arrivi sesta...
Tripla decisiva Sabato compirà 38 anni ma nei momenti decisivi non sbaglia: Kaukenas ha regalato a Reggio Emilia la tripla che vale il 2o posto. Da cementare domenica con Sassari: la Grissin Bon è arrivata a 11 vittorie di fila in casa e quando il trio LavrinovicCervi-Chikoko sarà al meglio, sarà la squadra più «lunga» della A. Anche più di Milano: che tra guardie e ali dà a Reggio 9 chili di media in più in ogni ruolo. E qui si torna a Rimas: pensate abbia paura di quelli più grandi e grossi? Un esempio
4.5
7.5
RAUTINS VARESE Zero su 9 da tre può capitare anche a un grande tiratore, ma Andy non si è fatto mancare nulla perdendo anche 5 palloni. Le statistiche non contano (vedi Maynor, grande a Bologna già scappata): Varese aveva bisogno di “normalità” dopo Poz, basta che per lei non sia normale perdere
WORLD PEACE CANTU’ A chi credeva che fosse solo marketing, Metta ha risposto con 19 punti in 18’. Nei prossimi 20 giorni, Cantù affronta tre delle prime 4 in classifica, un problema per la sua volata per i playoff ma anche un test per capire fin dove potrà arrivare se ci arriverà. Metta al posto di Mollis, scusate Hollis: è un’altra squadra.
5 SASSARI Pigrizia? Superficialità? Sassari rischia di buttar via un campionato nei primi quarti: nelle ultime tre partite, bilancio 1-2, il punteggio dopo i primi 10’ è stato 33-56. Sacchetti è onesto dicendo che con Trento, pur rimontando, la Dinamo non meritasse di vincere. Onestà per onestà, dove pensa di arrivare Sassari così?
7.5 MITCHELL TRENTO Seconda volta oltre i 30 punti per il top scorer della serie A, soprattutto 10 li ha segnati, con due giochi da tre punti, fermando la rimonta e il sorpasso di Sassari nel 17-4 che decide la partita. Ogni tanto ha qualche grillo per la testa (nelle ultime 2 gare perse, ha fatto 12 punti...) ma se gioca, decide. E vince.
5 SCOSSE NUOVI COACH Il professor Nikolic calcolò che la «scossa» per un cambio di coach durava 3 gare. I coach licenziati hanno il 25% di vittorie, chi li ha sostituiti (foto: Paolini di Pesaro) il 38%. Ma nelle ultime 5 giornate sono al 29%. Cambiare serve? Che poi i «nuovi» siano bravi e Esposito stia allenando da grande, è un altro discorso.
Milano fatica, ma arriva a 19 1 A Caserta, l’EA7 allunga la striscia vincente. Esposito: «Una signora partita, non molliamo» Mario Canfora INVIATO A CASERTA
A
lla banda di mezzi nani, come la chiama Enzino Esposito, il miracolo non riesce. Si sbatte fino alla fine, Caserta, e va anche oltre gli evidenti limiti tecnici. Non può bastare e infatti non basta, perché per produrre la sorpresona e battere Milano nel testa-coda di Pasquetta occorre avere, quantomeno, un Domercant almeno al 50%. I 4mila e passa del Palamaggiò se ne accorgono: nonostante una squadra con un piede e mezzo in A-2 applaudono, si sgolano, anche se il meno 4 della sirena non porta punti. «Ma ho visto una signora partita — ricorda Esposito —: non abbiamo mai sbracato, siamo rimasti attaccati a Milano fino all’ultimo secondo, nonostante i nostri limiti atletici e una situazione infortunati non buona. Prendete Domercant: si è fatto male nel momento fondamentale della stagione e ora che è rientrato è chiaramente indietro... Andiamo avanti, non ci arrendiamo». PENSIERI Milano, intanto, ha eguagliato la striscia di 19 vittorie consecutive in regular season della passata stagione (arrivata a 21 considerando i playoff), ha praticamente la certezza di chiudere al primo posto e può presentarsi ai prossimi impegni con la testa un po’
sgombra da ulteriori pensieri. «Ci attendono ancora quindici giorni dal doppio impegno — ricorda il tecnico milanese Luca Banchi —, poi effettueremo un piccolo ciclo di lavoro diverso in attesa dei playoff. Questa gara di Caserta non era semplice, e non sono le solite frasi fatte. La squadra di Esposito ora può lottare alla pari con tutti. Non abbiamo snobbato l’impegno, si è visto. Siamo stati bravi
CASERTA
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MILANO
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(21-17, 36-33; 52-58) PASTA REGGIA CASERTA: Moore 5 (1/3, 1/4), Mordente 14 (4/4, 2/5), Vitali 13 (3/9, 0/2), Antonutti 19 (4/5, 3/5), Ivanov 18 (9/10, 0/2); Tommasini 2 (0/1, 0/1), Scott 5 (1/2, 1/2), Domercant (0/3, 0/1), Michelori (0/1), Capuano, Tessitori 2 (0/1). N.e.: De Franciscis. All.: Esposito. EA7 EMPORIO ARMANI MILANO: Ragland 16 (6/6, 1/6), Moss 8 (2/2, 1/3), Gentile 17 (5/10, 1/3), Melli 6 (2/4, 0/2), Samuels 6 (3/4); Brooks 15 (7/9, 0/4), Hackett 4 (1/3), Cerella (0/1 da tre), Kleiza 6 (2/6 da 3), Elegar 2 (1/2), James 2 (1/1). N.e.: Gigli. All.: Banchi. ARBITRI: Mazzoni, Bartoli, Lo Guzzo. NOTE - T.l.: Cas 13/20, Mil 11/15. Rimb.: Cas 29 (Vitali 8), Mil 37 (Melli 9). Ass.: Cas 18 (Mordente, Moore 4), Mil 6 (sei con 1). F. tec.: Samuels 26’30” (42-50), Esposito 27’23” (4550). Usc. 5 f.: Samuels 26’30” (4250). Progr.: 5’ 12-12, 15’ 29-25, 25’ 4048, 35’ 65-68. Spett. 4.159 per 25.892 euro.
nella terza frazione a fare più attenzione in difesa, allo stesso tempo sprecando pochi palloni in attacco».
TACCUINO
TRAPPOLA Ne esce una gara piacevole. Con Caserta che prova a ribaltare la netta sofferenza sotto canestro e a rimbalzo mettendo qualche tiro da tre in più: i cinque canestri dai 6,75 (contro due) dei primi 20’ alla fine tengono i bianconeri vivi, anzi avanti 36-33, con Antonutti superstar: 13 punti in 16’, 2/3 da due, 3/4 da tre. Mentre dall’altra parte Moss si carica subito di falli, Gentile (fischiatissimo dal pubblico) è l’unico a far vedere lampi di classe, Ragland macina punti. Ma la partita la indirizza sulla retta via Brooks che, dopo un inizio tragico, mette i sei punti dello strappo EA7 nella terza frazione. Non sbaglierà più nulla, in seguito, al contrario di Samuels che combina una doppia sciocchezza: fallo su uno strepitoso Ivanov (9/10 da due...) e proteste per un fallo tecnico che giustamente arriva. Si tratta del quarto e quinto fallo, il centrone si vedrà il resto della gara in panca. «Un errore imperdonabile da uno come lui, è caduto nella trappola», dirà Banchi. Caserta, sotto di 10 (40-50), recupera, si porta un paio di volte sul -1 (l’ultima sul 67-68 a -4’51”) ma a Milano non viene mai il braccino. E la serie di vittorie continua... © RIPRODUZIONE RISERVATA
SERIE A
Sabato Trento-Pesaro su GazzettaTv Due anticipi. Sabato nella 26a: Trento-Pesaro su GazzettaTv e Capo d’Orlando-Brindisi. Domenica: Varese-Caserta; Venezia-Cantù; CremonaBologna; Milano-Roma; Reggio Emilia-Sassari (ore 20.30). Lunedì: Avellino-Pistoia. Classifica: Milano* 44; Reggio Emilia, Venezia 36; Sassari 34; Trento e Brindisi 30; Bologna (2) 24; Cantù*, Roma, Pistoia, Cremona 22; Avellino 18; Capo d’Orlando ,Varese 16; Pesaro 14; Caserta (-1) 9. *1 gara in più
HALL OF FAME
C’è anche Haywood
Joe Ragland, 25 anni, il più utilizzato da Milano a Caserta: 33’ CIAM-CAST
Ecco i nuovi eletti nella Hall of Fame. Assieme a Dick Bavetta (arbitro), John Calipari (all. Kentucky), Jo Jo White (stella dei Celtics anni ‘70), Dikembe Mutombo e Lisa Leslie (Wnba), anche Spencer Haywood, protagonista con la Carrera Venezia ‘80-81. RUBINI La Lombardia ha battuto l’Emilia 64-56, e, tra le ragazze, la Toscana ha superato la Lombardia 55-39 nella finale del Torneo delle Regioni, Trofeo Rubini-Kinder +Sport di Roma.
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Pallavolo R Il protagonista delle finali polacche
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● Quella di domenica è la quarta Champions League donne andata ai club turchi
● I trofei vinti da Caprara con i club: a iniziare dalla Supercoppa di Reggio Calabria nel 2000
La gioia dell’Eczacibasi sul palco dopo il 3-0 di Pasqua nella finale di Champions League di Stettino contro Busto Arsizio TARANTINI
«Una Champions del lavoro» 1Caprara, tecnico dell’Eczacibasi: «Voglio migliorarmi per aiutare le ragazze» dava baci alla telecamera.
Mario Salvini INVIATO A STETTINO (POLONIA)
T
erminata la cascata di coriandoli dorati, lo staff e ancor di più i dirigenti turchi erano sovreccitati, tutti attorno alle loro giocatrici appena diventate campionesse d’Europa. C’è da capirli, l’Eczacibasi era alla quarta final four in 15 anni, ed era sempre arrivato quarto. E non solo, nelle ultime quattro stagioni aveva dovuto anche subire l’amarezza di tre Champions League andate a club rivali di Istanbul (due al Vakifbank allenato da Giovanni Guidetti uno al Fenerbahce). E dunque la festa di Pasqua a Stettino dev’esser sembrata come una liberazione. Vissuta senza troppe scaramanzie, però: uno dei dirigenti nel bel mezzo delle foto ha tirato fuori le magliette celebrative. E mentre le scartava è cominciata la ricerca. «Ma dov’è Gianni? Dov’è Gianni?». Gianni Caprara era seduto in un angolo, lui dice a rispondere agli sms di certi amici. Più probabilmente a gustarsi la scena divertito con quel sorriso che ha avuto per tutta la partita. Quando prima ancora che i sestetti andassero in campo man-
MIGLIORARE SE STESSI «Sono seduto perché sono vecchio e mi stanco in fretta», ha spiegato con un sorriso il tecnico di Medicina (Bologna). Non stanco di vincere, però. In carriera ha un Mondiale, conquistato con la Russia nel 2006. Quattro scudetti. E adesso anche due Champions League. Tuttavia, alla richiesta di fare paragoni con quella del passato, vinta con Bergamo, dieci anni fa esatti. «Indietro non guardo mai, un po’ di cose - dice l’allenatore bolognese - le ho dimenticate di certo». La peculiarità di questa, oltre ad essere storica per il suo nuovo, ricchissimo club (con cui è sotto contratto anche per il prossimo anno) è che la dedica a se stesso. «A Gianni Caprara, sì. Perché premia il lavoro che sto facendo su me stesso». E allora bisogna indagare. Cercare di capire se, ad esempio, questo lavoro ha che fare con la sua frase di commento al premio Fair Play assegnato alla sua centrale Christiane Furst (altra ex italiana a Bergamo e Pesaro): «Ecco, è un premio che io non penso vincerò mai», ha detto ridendo ai colleghi di podio Carlo Parisi e Giovanni
Gianni Caprara, 52 anni, seconda Champions League vinta da primo allenatore (la prima a Bergamo). Due i successi da vice (Bergamo 1999 e 2000) TARANTINI
Guidetti. «Sì – conferma - mi sto impegnando anche da quel punto di vista. Ma sto lavorando per crescere anche sotto l’aspetto tecnico. Perché se lavori per migliorare te stesso poi è più facile aiutare gli altri a migliorarsi». IL SUO ECZA Ed è di questo che è soddisfatto, nel suo Eczacibasi. «Che è un gruppo che lavora
unito, e in cui tutte le ragazze hanno ben chiari gli step di progresso che ho pensato per loro. Lavorano e li raggiungono. E in questo Jordan Larson e Maja Poljak non sono solo le migliori dal punto di vista del gioco, sono anche le trascinatrici, decisive per il morale e l’umore della squadra». BUSTO E L’ITALIA Ci sono belle
parole per Busto e altre meno belle per l’Italia della pallavolo. «Carlo Parisi e Busto Arsizio sanno benissimo la stima che ho per loro. Ritengo Carlo un bravissimo tecnico, molto preparato. E che il club sia un modello che altri in Italia dovrebbero imitare. Chi arriva secondo non è un pirla. Busto Arsizio non credo che abbia un budget stellare, eppure è arrivato a queste Final Four e ha anche migliorato il piazzamento di due anni fa». E ci siamo, il punto è toccato: la vera differenza tra noi e i turchi sono i soldi. «Certo, quella è evidente - aggiunge Gianni Caprara che nelle ultime due stagioni ha vinto tutto con Piacenza -. E si sente. Poi posso dire che i club di vertice turchi danno ai loro allenatori la possibilità di lavorare in pace, senza pistola puntata alla tempia (Giovanni Guidetti sta rinnovando per altri due stagioni al Vakifbank, ndr). E questo è importante per costruire qualcosa di duraturo». Così come lo sarebbe investire sui tecnici. «In Italia a parte Busto Arsizio non mi pare che lo facciano in tanti. Di dirigenti accorti non mi pare che ce ne siano un’esagerazione in giro…». © RIPRODUZIONE RISERVATA
Paura Quiroga per incidente ● (ma.s.) Lo schiacciatore argentino della Tonazzo, Gonzalo Quiroga, è stato coinvolto ieri in un tamponamento sulla tangenziale di Verona. Quiroga ha ripreso conoscenza dopo qualche ora, a causa dello scoppio degli airbag. Risonanza e tac hanno, per ora, escluso lesioni o fratture. AZZURRINI (a.a.) Successo in tre set per gli azzurrini all’Europeo Under 19 in svolgimento a Kocaeli (Tur). La formazione di Mario Barbiero si è imposta 3-0 (25-8, 25-13, 26-24) alla Danimarca. Oggi giornata di riposo, domani la delicata sfida con la Russia. TROFEO GAZZETTA (c.g.) Uomini (26a) 104: Atanasijevic, 91: Lanza, 81: Kaziyski, 78: Bruno, 72: Petric, Cebulj, 69: Starovic, 66: Nemec, 64: Ngapeth, Sander, 63: Urnaut, 62: Fromm, 61: Anzani, Sabbi, 59: Kurek, 57: Padura Diaz, 55: De Cecco, Giannotti, 53: Zlatanov, Deroo.
I PLAYOFF DONNE
Modena e Casalmaggiore, la partenza è ok QUARTI
QUARTI
(1) NOVARA
1
(8) BERGAMO
0
1 CASALMAGGIORE (2)
0
FINALE
-
-
-
-
-
SEMIFINALI -
(4) PIACENZA
SEMIFINALI
-
(5) BUSTO ARSIZIO -
MONTICHIARI (7)
Quarti e semifinali al meglio delle tre partite e finale al meglio delle cinque
-
1
MODENA (3)
0
CONEGLIANO (6) RCS
CASALMAGGIORE-MONTICHIARI 3-0 (25-21, 25-23, 25-19) POMI’ CASALMAGGIORE: Ortolani 13, Skorupa 1, Gennari 8, Gibbemeyer 9, Stevanovic 10, Tirozzi 18; Sirressi (L); Bianchini 2, Ne: Klimovich, Agrifoglio, Quiligotti (L). All. Mazzanti METALLEGHE SANITARS MONTICHIARI: Brinker 9, Dalia 1, Olivotto 6, Tomsia 13, Vindevoghel 5, Gioli 11; Carocci (L); Saccomani, Zampedri, Serena. Ne: Pinedo, Alberti, Milani, Mingardi (L). All. Barbieri. ARBITRI: Tortù e Prati. NOTE Spettatori 2800. Durata set: 28’, 30’, 28’; tot. 86’. Pomì: b.s. 7, v. 6, m. 9, sl. 4, e. 17. Metalleghe Sanitarsi: b.s. 2, v. 2, m. 9, s.l. 3, e. 12.
CREMONA CasalmaggioreMontichiari per la terza volta in stagione finisce 3-0. Stavolta però il team di Barbieri può mangiarsi le mani per non avere saputo sfruttare due occasioni ghiotte e due vantaggi
importanti nel secondo (21-22 e attacco fuori di Gioli) e nel terzo set (da 15-18 e 25-19 con un break pazzesco ispirato dal turno di battuta di Bianchini). Casalmaggiore rispetta così il pronostico e sabato prossimo proverà a chiudere il conto, al Pala George. Davide Mazzanti, coach Pomì, chiede tuttavia più ritmo alle sue ragazze. «Non abbiamo giocato di squadra – spiega -. Certo è positivo avere vinto 3-0, ma non sempre potremo aggrapparci ai colpi delle singole. Oggi siamo usciti da due brutte situazioni con Montichiari, che è cresciuta molto e avrebbe meritato di più. Al ritorno voglio uno spirito diverso». Talia ha provato a prendere per mano le bresciane in regia. «Siamo rimaste punto a punto fino alla fine e
con più freddezza avremmo potuto riaprire la gara. Paghiamo un po’ di inesperienza, ma dobbiamo goderci i playoff con serenità. Con qualche ingenuità in meno possiamo dire ancora la nostra». Giovanni Gardani MODENA-CONEGLIANO 3-1 (25-19, 25-20, 20-25, 25-21) LIU JO MODENA: Rousseaux, 12, Heyrman 7, Folie 11, Piccinini 12, Fabris 27, Rondon 6; Arcangeli (L) , Ikic 2, Maruotti, n.e. Kostic, Muri, Petrachi (L2). All. Beltrami IMOCO CONEGLIANO: Glass 4, Fiorin 9, Adams 16, Ozsoy 13, Nikolova 6, Barazza 8; De Gennaro (L). Nicoletti 8, Katic. Ne Furlan, Arimattei, Barcellini. all. Chiappini ARBITRI Frapiccini e Puletti NOTE Spettatori 3216.Durata set: 23’ 23’ 26’ 25’; totale di 97’. LiuJo b.s. 10, v. 5, s.l. 6, m. 11, e. 21; Imoco: b.s. 8, v.
4, m. 10, s.l. 4, e. 21.
MODENA (p.r.) Una Fabris in gran spolvero trascina la Liu Jo che si aggiudica così il primo round dei quarti contro un Conegliano poco incisivo in attacco. Modena ha superato senza problemi l’handicap per l’infortunio di Ferretti (lussazione dito mignolo mano sinistra, 7 giorni di stop), sostituita molto bene da Rondon (mancava anche Crisanti) soprattutto nei due set iniziali, Modena mette subito le cose in chiaro con l’opposta croata (Fabris), ma anche con Folie a muro e una Arcangeli sempre precisa in seconda linea. GIOVEDI’ Si chiude l’andata dei quarti con la gara Piacenza-Busto Arsizio, sabato e domenica sono in programma i ritorni
Pallavolo R Finale di Coppa Cev
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Nuoto R Trials
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Trento-Dinamo ultimo appello Italia «Decisiva la prima» 1Alle 20.30 l’andata, club azzurri a digiuno in Europa
A sinistra Grant Hackett, 34 anni, al rientro dopo 7 anni: pass per il sesto mondiale con la 4x200. Sopra, Ryan Pini, 33 anni (Papua) promosso a Sydney nei 50 farfalla
Stoytchev: «Russi favoriti, ma con un buon risultato...»
Hackett, Phelps e gli insaziabili Se l’età non conta
Nicola Baldo TRENTO
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al 2008 ad oggi la Energy T.I. Diatec Trentino ha giocato qualcosa come 24 finali, delle quali sette internazionali. Tutte e sette vinte fra Champions League (tre) e Mondiali per club (quattro). Quando Trento arriva alla sfida secca per il titolo sul palcoscenico d’oltre confine non ha mai sbagliato: gli scongiuri sono quindi d’obbligo ai piedi del Monte Bondone dove stasera (20.30) nell’atto conclusivo della Coppa Cev la Dinamo Mosca di Ivan Zaytsev cercherà di interrompere la striscia positiva dei ragazzi di Rado Stoytchev. La tradizione europea di Trento come ultima cartuccia del volley italiano per alzare un trofeo continentale questa stagione, 48 ore dopo il k.o. della Yamamay Busto Arsizio nella finalissima della Champions femminile. FIDUCIA «Loro sono i favoriti di questa manifestazione fin dall’inizio, per vincere dovremo giocare davvero su livelli altissimi – spiega l’allenatore bulgaro, vice a Mosca dal 2005 al 2007 –, sono una squadra che non ha punti deboli. Com’è tradizione per le russe sono molto forti in battuta ed a muro, ma con un regista d’esperienza e qualità come Grankin allora riescono ad essere molto efficaci anche in fase di cambio-palla. La vera finale si giocherà qui al PalaTrento, in questo match d’andata, perché per battere una squadra così diventa per noi fondamentale arrivare con un risultato positivo alla gara di ritorno di sabato in Russia». Sabato Kaziyski e soci hanno vinto la regular season, tre giorni dopo l’impegno di Mosca esordiranno nei playoff con Molfetta: per la Energy T.I. è un periodo di sole partite da «dentro o fuori». «Le vittorie dell’ultimo periodo ci hanno dato una grande fiducia – sostiene Emanuele Birarel-
1A quasi 35 anni l’australiano torna ai Mondiali Emanuele Birarelli, 34 anni: a Trento dal 2007, ha vinto 3 Champions TARANTINI
li, capitano di Trento e della nazionale –, i risultati che abbiamo ottenuto finora ci hanno portato oltre quelle che erano le aspettative iniziali, ma non vogliamo accontentarci. Sia noi sia la Dinamo siamo due squadre che avrebbero potuto, come potenziale, prendere parte alla Champions League, dobbiamo quindi attenderci due partite di livello altissimo». LIVELLO Zaytsev, alla prima sfida contro una squadra italiana dopo il suo trasferimento in Russia, si gioca il posto in campo con il russo Kruglov per una Dinamo imbottita di ex volti (Holt e Berezhko ad esempio) della nostra Serie A-1. Dall’altra parte della rete Stoytchev, che sull’apporto di Djuric potrà contare solamente in SuperLega, non cambia una virgola del sestetto vittorioso in regular season. «Tutti noi, giocatori e società, ci teniamo tanto a vincere la Coppa Cev – ha concluso Stoytchev – perché è un trofeo che finora ha messo in mostra un buon livello. Certo, la Champions League (dove Trento tornerà la stagione prossima, ndr) è di un livello generale ancora più alto e non ci sono, a differenza dei primi turni della Cev,
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Stefano Arcobelli
● Anni: da tanto una squadra italiana maschile non vince una Coppa Europea. Nel 2013 si impose in Challenger Piacenza sui russi dell’Ural Ufa
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● Champions League vinte da Trento, consecutivamente, tra il 2009 e il 2011. Nel palmares anche quattro coppe del mondo per club (dal 2009 al 2012)
partite contro avversari molto più abbordabili di te. Ma le partite che abbiamo disputato contro avversari quali Zaksa o Roeselare non avevano niente da invidiare al livello di una gara in Coppa dei Campioni». Quella di stasera sarà anche una sorta di partita «spareggio». Perché nel 2010 la Energy T.I. la sua seconda Champions se l’è intascata superando in finale i moscoviti, mentre nel 2013 fu la Dinamo al Golden Set ad eliminare prematuramente Kaziyski e compagni dalla Coppa dei Campioni. © RIPRODUZIONE RISERVATA
I PLAYOFF UOMINI
Sabato s’inizia con Perugia-Verona I trentini rimandati a mercoledì 15
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uarti di finale (gare di andata): sabato 11 ( 1 7. 4 5 diretta RAISport1) Sir Safety Perugia–Calzedonia Verona. Domenica 12 (17.15 diretta Rai Sport 2) Lube Banca Marche Macerata-Top Volley Latina, (18) Parmareggio Modena– Cmc Ravenna. Mercoledì 15 aprile (20.30 diretta Rai Sport 2) Energy TI Diatec Trentino– Exprivia Neldiritto Molfetta. Ritorno il 19 aprile: Cmc Ravenna-Parmareggio, Calzedonia Verona-Sir Safety Perugia, Exprivia Neldiritto Molfetta-Energy TI Diatec Trentino, Top Volley Latina-Lube banca Marche Macerata. Le eventuali gara-3 sono in programma in casa delle meglio qualificate sabato 25 aprile.
QUARTI
QUARTI
(1) TRENTO
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(8) MOLFETTA
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FINALE
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(5) VERONA
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MODENA (2)
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RAVENNA (7)
SEMIFINALI
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(4) PERUGIA
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SEMIFINALI
La Heemskerk da paura anche nei 100 sl: 52”69
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MACERATA (3)
Quarti e semifinali al meglio delle tre partite e finale al meglio delle cinque -
LATINA (6) RCS
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uelli che non tramontano. Dentro i secondi, ai Trials mondiali degli australiani a Sydney: Grant Hackett, 34 anni, 4° nei 200 sl ad un centesimo dal più forte duecentista 2014, Thomas Fraser Holmes, e dunque promosso nella 4x200 dell’ambiziosa patria dello stile libero. Il biolimpionico non nuotava da Pechino 2008: fa già 1’46” e il suo piano vero è tornare all’Olimpiade 2016, che disputerebbe a 36 anni, visto che l’8 maggio ne
«NUOTO PER DIVERTIRMI, E’ SOLO UNA SFIDA CON ME STESSO» MICHAEL PHELPS 30 ANNI A GIUGNO, IL 15 A MESA
compirà 35. «Il segreto? Divertirmi e avere la fame di quando vincevo ad Atene. Sarò onesto, per anni ho odiato il nuoto» fa «The Machine», infine 19° nei 100 sl (50”25) che invecchiando ha ridotto le vasche lasciando al diciottenne Mach Horton (7’51”87 ieri negli 800) gli amati 1500. «Se mi avessero chiesto 10 anni fa cosa avrei fatto nel 2015, non avrei mai detto nuoterò i 200 in 1’46”. Ma questo pass mondiale è uno dei successi più importanti della mia vita». Nella nazionale da completare (oggi la finale dei 100 sl con Magnussen solo 4° in semifinale), ci sono altri due veterani: Chris Sprenger, 29 anni, ranista che dopo il 2° posto nei 100 rana ha vinto i 50, e Ryan Pini, 33anni della Papua Nuova Guinea e radici italiane, qualificatosi da 2° nei 50 farfalla. OLANDESE VOLANTE Più invecchia, più va forte Femke Heemskerk, olandese che compirà 28 anni dopo i Mondiali il 21 settembre, capace di centrare ad Eindhoven il 4° tempo allti-
me dei 200 sl (1’54”68) di Federica Pellegrini (da cui ha perso agli Europei 2014), ed il 5° di sempre nei 100 sl in 52”69. La tulipana punta al primato mondiale di Fede (1’52”98) e a quello nella gara regina della tedesca Britta Steffen di 52”07, con i superbody. Di sicuro la Femke tatticamente scriteriata dei Mondiali 2011 non c’è più: ma lei e la svedese Sjostrom sono forse troppo emotive nelle finali nei grandi eventi. TOCCA A CIELO E PHELPS A proposito di velocità, i Trials francesi di Limoges si sono conclusi con lo sprint dell’atteso Florence Manaudou, oscillante tra i 21”57 e i 21”70, ma sempre primo al mondo e pronto adesso a sfidare l’iridato brasiliano Cesar Cielo, 28 anni e nessuna voglia di smettere («ci sarò fino a Tokyo 2020, anche solo in staffetta»). Un argomento, quello degli insaziabili, che riguarda il più grande nuotatore della storia: Michael Phelps. Ieri è scaduta la squalifica semestrale della federazione americana dopo l’arresto in stato di ebbrezza del 30 settembre. Michelone resta ancora sospeso dalla nazionale per i Mondiali di Kazan, qualcosa di concordato (è già stato sostituito) ma mercoledì 15 tornerà nelle Pro Series di Mesa e chissà se ribadirà le leadership mondiale della scorsa stagione nei 100 farfalla. Anche gli Usa hanno bisogno del quasi trentenne Phelps (li compirà il 30 giugno) soprattutto per le staffette? Un’indiscrezione tedesca non confermata darebbe Phelps out per Kazan e già con la testa ai Trials olimpici 2016 di Omaha, ma il 22 volte medagliato olimpico non vede l’ora di confrontarsi con il sudafricano Chad Le Clos che intende cancellarlo dall’albo dei record e batterlo, possibilmente, in acqua. E il quasi 28enne Ryan Cochrane difende infine la bandiera dei 1500: a Toronto ha appena nuot ato il pass in 15’01”41. A Barcellona sfilò il bronzo a Paltrinieri, rilancia la sfida ai giovani mezzofondisti. Da vecchio guerriero. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Femke Heemskerk, olandese dell’87
LA GUIDA I 200 sl di Sydney a McEvoy: 1’45”94 La McKeon: 1’55”88 A Sydney. Uomini. 200 sl: McEvoy 1’45”94 (1° t. 2015), 2. D. McKeon 1’46”33. 3, Fraser-Holmes 1’46”83, Hackett 1’46”84. 800 sl: Horton 7’51”85, O’Brien 7’58”73, McLoughlin 8’01”51; 100 do: Larkin 53”10, Treffers 53”77. 50 ra Sprenger 27”28, Sucipto 27”71, Packard 27”84; 200 fa Irvine 1’55”98, Morgan 1’55”99 Qaium 1’57”85. Donne. 200 sl: E. McKeon 1’55”88, Palmer 1’56”68, Elmslie 1’56”91, Wright 1’57”37, Barratt 1’57”46; 1500 sl: Gubecka 16’23”95, Lee 16’36”10;100 do: Seebohm 58”91, Wilson 58”94; 100 ra: McKeown 1’07”07, Tonks 1’07”46, Hunter 1’07”63. A EINDHOVEN (al.f.) A Eindhoven Uomini: 50 sl Takacs (Ung) 22”22 (s. 22”19); 100 do Balog (Ung) 54”78; 400 sl Bernek (Ung) 3’47”31, Stjepanovic (Ser) 3’48”85; 200 ra Persson (Sve) 2’11”98, Van Der Burgh (Saf) 2’21”23. Donne: 100 sl Heemskerk 52”69, Kromowidjojo 53”88; 100 do, 50 fa Sjoestroem (Sve) 59”98 (r.n.), 25”59 (s. 24”69, 1° t. 2015); 200 ra Nijhuis 2’29”61. A LIMOGES Sono 29 (14 donne) i francesi qualificati per i Mondiali dopo i Trials di Limoges Uomini: 50 sl Manaudou 21”70, Mignon 22”08, Gilot 22”13; 1500 sl Joly 15’05”81; 100 fa Metella 51”74 (3° t. 2015), Coelho 53”46. Donne: 50 sl Santamans 24”82; 50 ra Bonnet 31”66, Deberghes 31”73; 400 mx Grangeon 4’37”55 (r.n.). COCHRANE FACILE (al.f.) In chiusura dei Trials canadesi di Toronto, Ryan Cochrane stacca il pass per Kazan nei 1500 sl nuotando 15’01”41. Uomini: 50 sl Krug 22”21, Loginov 22”31, 4. Condorelli 22”70; 200 fa Page 1’58”64, Chetrat 1’59”15; 200 mx Reilly 2’01”57. Donne: 50 sl Van Landeghem 24”98, Williams 25”00; 800 sl Baumann 8’37”94; 200 fa Lacroix 2’09”22, Thomas 2’11”19; 200 mx Pickrem 2’11”90, Seldtenreich 2’13”15.
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MARTEDÌ 7 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
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MARTEDÌ 7 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Vincenzo Martucci
Novak Djokovic, 27 anni, serbo, sicuro n. 1 del mondo a fine stagione per la quarta volta in 5 anni
@VinceMartucci
«I
o non sono solo, e non combatto solo per me. La mia gente mi aiuta e mi dà continuamente forza ed ispirazione». Quando l’ha dichiarato, Novak Djokovic ha ricevuto tanti sorrisi sardonici. Sembrava l’ennesima puntata della solita campagna marketing. Ma è sincero.
GIOCO DI SQUADRA Nole è il papà felice che si spupazza il neonato Stefan. E’ il marito realizzato che discute di romanzi e solidarietà con la mogliettina Jelena. E’ l’eroe della grande famiglia (padre, madre e due fratelli aspiranti tennisti) e dell’orgogliosissima Serbia. E’ il cuore del suo nutrito clan, con manager italiano (Dodo Artaldi), super tecnico tedesco (Boris Becker), coach slovacco (Marjan Vajda), preparatore atletico austriaco (Gerhard Phil-Gritsch), maghetti di casa (il nutrizionista Igor Cetojevic e il fisioterapista Miljan Amanovic). Djoker è il solista per eccellenza che chiuderà la stagione al numero 1 del mondo in quattro degli ultimi cinque anni. Ma ha bisogno di aiuto quando porta all’estremo in allenamento quel suo fisico elastico per impiantare resistenza e potenza, e quando lotta col coltello fra i denti, in campo, cambiando marcia all’improvviso come ha fatto anche domenica a Miami rifilando il decisivo 6-0 set ad Andy Murray, chiudendo il match proprio come aveva fatto al quarto set degli Australian Open di gennaio. E come gli è riuscito — non a caso — sei volte negli ultimi quattro mesi: due al Masters di Londra (Wawrinka e Nishikori), due a Melbourne (Wawrinka e, appunto, Murray) e due a Miami (Dolgopolov e ancora Murray). Perché i suoi nervi vanno anche in tilt — leggi il battibecco con un raccattapalle nel secondo, durissimo, set, perso col «gemello» scozzese —, ma la macchina è talmente ben oleata che torna in fretta a scatenare le sue bocche da fuoco. Rovinando il compleanno del guerriero Ferrer e le nozze (di sabato) di Andy, avversari che soffre per motivi diversi, ma che domina sul cemento della Florida, rispettivamente, per l’ottava e per la settima volta consecutiva. Statistiche importanti, contro il
Fisico, fiducia, famiglia Djokovic sta volando
1Nole firma la seconda triplice Melbourne-Indian Wells-Miami col sesto 6-0 decisivo in 4 mesi: «So che non durerà, mi godo l’attimo»
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● i Masters 1000 di Djokovic (manca solo Cincinnati). Davanti ha solo Nadal (27 successi) e Federer (23). Cinque successi a Miami. Meglio solo Agassi con 6.
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● i tris Australian Open-Indian Wells-Miami (2011 e 2015) di Djokovic. Sampras (1994), Andre (2001) e Federer (2006) ci sono riusciti una volta a testa (lu.mar.)
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numero 7 e 3 del mondo. Anche se fanno più effetto i record assoluti delle due triplici Melbourne-Indian Wells-Miami e delle tre doppiette CaliforniaFlorida, e il record eguagliato (di Federer) del bis consecutivo nei due super-tornei sul cemento degli Stati Uniti. Luci abbaglianti nel diadema dei 22 titoli Masters 1000, nel quale spicca il quinto urrà a Miami, fra i 51 titoli Atp. CARPE DIEM Federer e Murray hanno più frecce all’arco della tecnica tennistica: hanno più tocco, varietà e opzioni da fondo, al servizio e anche a rete.
Ma Novak ha la lucidità atletica per trovare la soluzione al problema che un match di tennis propone sempre. A Miami, Djokovic è disidratato dall’umidità all’80%. Ma, pur non allenandosi da anni in inverno proprio lì come Murray, ne viene fuori meglio: «E’ stata una battaglia di fisico fra due dallo stesso gioco. Nessuno dei due serviva al meglio, non avevamo punti facili, e quindi dovevamo lottare su ogni “15”. Perciò questo match è stato particolarmente duro». Già, ma il segreto è altrove: «Cerco di godermi il momento e di utilizzare questo momento della carriera nel quale sto pro-
babilmente giocando il miglior tennis della vita e mi sento in fiducia e fisicamente a posto. So che questo non durerà per sempre. Ci sarà un ricambio generazionale, qualche altro comincerà a giocare meglio e ad essere più forte». Geometrie lineari come quel tweet dal lettino del massaggiatore col figlioletto fra le braccia: «Questo piccoletto è il mio trofeo più prezioso! Non c’è modo migliore di chiudere la giornata che con la mia famiglia:) # NoleFam». Finale: Djokovic (Ser) b. Murray (Gb) 7-6 (3) 4-6 6-0 © RIPRODUZIONE RISERVATA
I TORNEI Giorgi con il brivido sul veloce a Katowice Eliminata la Knapp Esordio positivo , seppur con i brividi, per Camila Giorgi, 34 Wta e terza testa di serie, a Katowice (220.000 , veloce indoor). La marchigiana, finalista 12 mesi fa sconfitta dalla Cornet, ha battuto la ceca Allertova, numero 89 Wta, complicandosi come sempre la vita tra prodezze e errori marchiani. Nel terzo set era sotto 2-0 prima di infilare un parziale di cinque giochi a uno e servire inutilmente per il match sul 5-4. Quindi ha strappato servizio e partita all’avversaria. Al prossimo turno trova la vincente tra la tedesca Friedsam e la polacca Magda Linette. Nulla da fare, invece, per Karin Knapp: l’altoatesina, numero 55 Wta e sesta testa di serie, è stata battuta dalla russa Vera Zvonareva, numero 153 Wta ma già numero 2. Karin ha sprecato un vantaggio di 5-3 nel primo set e di 3-1 nel secondo. Primo turno: GIORGI b. Allertova (Cec) 7-5 4-6 6-4; Zvonareva (Rus) b. KNAPP 7-5 6-4. CLASSIFICHE Nadal scende al numero 5, mentre tra le donne Serena Williams, con il successo di Miami, si è garantita almeno altre tre settimane al numero uno, quindi arriverà a 113 settimane consecutive al top da quando è tornata in vetta: meglio di lei solo Navratilova (186) e Graf (136). Uomini: 1. Djokovic (Ser) 13.205; 2. Federer (Svi) 8.895; 3. (4) Murray (Gb) 6.060; 4. (5) Nishikori (Giap) 5.280; 5. (3) Nadal (Spa) 5.255; 6. Raonic (Can) 5.070; 7. Ferrer (Spa) 4670; 8. (9) Berdych (Cec) 4510; 9. (8) Wawrinka (Svi) 4405; 10. Cilic (Cro) 3360. Gli italiani: 29. (23) Fognini 1285; 37. (33) Seppi 1125; 48. (47) Bolelli 931; 83. (87) Lorenzi 624; 115. Vanni 483. Donne: 1. S. Williams (Usa) 9.981; 2. Sharapova (Rus) 7.890; 3. Halep (Rom) 7.571; 4. Kvitova (Cec) 6.060; 5. Wozniacki (Dan) 4675; 6. Ivanovic (Ser) 4200; 7. Bouchard (Can) 4122; 8. (9) Makarova (Rus) 3420; 9. A. Radwanska (Pol) 3385; 10. (12) Suarez Navarro (Spa) 3340. Le italiane: 14. (13) Errani 2735; 27. (28) Pennetta 1830; 34. (37) Giorgi 1350; 42. (40) Vinci 1196; 54. (55) Knapp 925; 69. (73) Schiavone 782. VERSO BRINDISI Domani i capitani dell’Italia Corrado Barazzutti e degli Usa Mary Joe Fernandez faranno conoscere le convocate per la sfida di Fed Cup di Brindisi del 18 e 19 aprile, valida come spareggio per la serie A. Sembra ormai certa la presenza delle sorelle Williams. Continua intanto la prevendita degli abbonamenti e dei biglietti giornalieri. Previste tre categorie di tribune: parterre, tribuna centrale e gradinata non numerata. a 33 euro, 55 e 77. I biglietti sono disponibili sul circuito Ticketone e nelle prevendite abituali. HINGIS IN COPPA Dopo 17 anni, l’ex n. 1 del mondo Martina Hingis, neo campionessa di doppio a Indian Wells e anche a Miami (con Sania Mirza) torna a giocare, a 34 anni, per la Svizzera in Fed Cup, il 18-19 aprile contro la Polonia.
La ricorrenza R Il 6 aprile di sei anni fa il terremoto a L’Aquila
Eleonora, quelle 42 ore sepolta sotto le macerie 1La Calesini, ex promessa del basket,
in un muro. A L’Aquila, Elly viveva con altre studentesse, arrivando da Mondaino, vicino a Rimini. Una stanza con altre tre. Una tornata a casa, un’altra a dormire in auto, per il timore delle scosse. Erano lei ed Enza, in quell’appartamento al primo piano: «Penso a lei, che non c’è più. Avevamo messo i letti vicini per la paura. Appena tutto ha cominciato a tremare fortissimo, mi sono alzata, ma non riuscivo a scappare. Crollava tutto e sono andata giù. Di notte toglievo l’impianto, quindi non sentivo nulla. Ero bloccata».
sorda dalla nascita: «Soffrivo, era buio, pregavo. Rivedere la luce è stato bellissimo»
Claudio Arrigoni
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i saranno stati anche MJ e i Lakers. O il cinema che ha nel cuore e nella testa, Michel Gondry e JeanPierre Jeunet, ma anche Spielberg e Tarantino. «Mi ripassava la vita in mente. Volevo rivedere la mia famiglia». Sei anni. «Ma non si scorda mai». L’Aquila e quel momento in cui la terra trema più forte di mille e mille altre volte, in cui crollano case e vite. Elly era lì. L’ultima persona estratta viva dalle macerie di quei palazzi diventati tombe. Nel suo morirono 19 persone. «Paura, tantissima. E buio». Lei sotto le macerie, 42 ore. Quasi due giorni: 151 mila e 200 secondi. «Il tempo non sai se passa». Schiacciate da un blocco di cemento una mano e una gam-
ba. «Pensavo me la amputassero». Senza sentire nulla. Perché Eleonora è sorda dalla nascita. L’IMPIANTO «Ho un impianto cocleare, me l’hanno messo a 5 anni». Eleonora Calesini non sente, come suo fratello, in una famiglia dove nessun altro, a partire da mamma Lidia e papà Luigi, ha problemi di udito. Frequentava l’Accademia dell’Immagine, importante scuola di cinema, sua passione insieme alla pallacanestro. Era una promessa. Non può più giocare: «Mi è rimasto un piede semiparalizzato e una mano senza forza». Rimane il mito di MJ o la simpatia per i Lakers: «Ma tifo un sacco Belinelli e Gallinari. E aspetto Kobe in Italia». Dopo aver visto la morte le priorità cambiano: «Mi manca lo sport.
Eleonora «Elly» Calesini, 20 anni, si aiuta con le stampelle SESTINI
Prima era fondamentale. Ma ci sono cose più importanti. Quando avevo 17 anni e notavo qualcuno a cui mancava una gamba o altro, mi dicevo: «Meglio morire. Mi sentivo forte. Ora è cambiato il punto di vista». Venti anni da pochi giorni, quella notte del 6 aprile 2009. La scossa più forte poco dopo le 3, ma la paura era da giorni. La salvò una nicchia
R«Mi manca lo
sport, da quel giorno sento un peso dentro. Ma sono felice, sì»
IL TEMPO Il tempo che non passa mai quando sei lì sotto. «Due o dieci ore ma tu non lo sai, non ti rendi conto. Scatta l’istinto di sopravvivenza, ma le speranze morivano e io con loro, soffrivo. Ho pregato, tanto, sono credente e non smettevo di pensare a famiglia e amici. Ho visto muovere qualcosa e allora ho urlato e ancora urlato. Ma non sentivo. Ho visto la luce, è stato bellissi-
mo, mai provato una sensazione così. Ogni volta che ci penso ho i brividi, ero felicissima, nonostante fossi messa male». Non è stato facile riprendere. «Mesi di depressione, chiudevo gli occhi e vedevo che tutto crollava. Per fortuna c’erano la famiglia e gli amici». Ha ripreso subito a studiare e si è laureata. Insieme ad amici è impegnata al Circolo Cinema Toby Dammit a Cattolica. Ha curato le riprese e il montaggio di «Tutti morimmo a stento», film sulla storia di due partigiani, che esce il 25 aprile. Intanto sta concludendo un libro sui fatti de L’Aquila («Ho lavorato molto su me stessa e capito una cosa: non si può superare, ma solo convivere con il dolore»), sui quali ha già pronto un bellissimo soggetto per un lungometraggio, che aspetta un produttore. «Vivo nel presente e mi piace quello che faccio. Da quel giorno sento un peso, dentro, che non se ne va. Ma sono felice, sì». © RIPRODUZIONE RISERVATA
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MARTEDÌ 7 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
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MARTEDÌ 7 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
TUTTENOTIZIE IPPICA
Oropuro Bar vince un GP in Italia dopo 4 anni ● La vittoria di Roberto Andreghetti. Il driver ravennate ha lasciato Mack Grace Sm, il cavallo che gli ha dato infinite soddisfazioni, per obblighi contrattuali con il trainer Harry Rantanen salendo su Oropuro Bar e a Torino è arrivato un successo inaspettato. Il figlio di Love You non vinceva un Gran Premio sulle nostre piste dal bolognese Italia dell’aprile 2011: allora aveva in sulky Marco Smorgon e sembrava destinato a una carriera di primissimo livello. Invece, il suo cammino è stato buono (cinque vittorie a Vincennes, oltre a numerosi piazzamenti) ma non eccezionale e negli ultimi tempi Oropuro è apparso appannato. Così è stato deciso il cambio di training che ha dato subito i suoi frutti: Mirafiori vinto in 1.12.7 con un gran cambio di marcia in retta utile a piegare Pascià Lest, che a sua volta ha battuto il leader Mack Grace Sm, che sembra non aver più la voglia di lottare dei tempi d’oro. Ora Oropuro Bar è destinato alle grandi corse del Nord Europa. ● WILD CARD (lu.migl.) Al termine di una sfida a due appassionante, il Varennino Rombo di Cannone (V.P. Dell’Annunziata), ha conquistato a Napoli il Trofeo Gianni Campili in 1.11.4. Rombo ha demolito con un percorso interamente all’esterno Miguel Wf conquistando così una wild card per il prossimo GP Lotteria del 3 maggio.
1Gli altoatesini campioni in carica vincono
2-1. Lo scudetto si assegnerà giovedì in Veneto
Layne Ulmer (Asiago) a sin. e Christian Borgatello (Renon) ieri sera PATTIS
I
l Renon non abdica, tiene duro e costringe l’Asiago a un’altra fatica, in ogni caso l’ultima per entrambe le squadre. A Collalbo (Bz) i padroni di casa vincono 2-1 gara-6 di finale, stavolta concretizzando la supremazia espressa nel gioco. La serie torna in parità: 3-3. Lo scudetto n. 81 sarà
assegnato in una gara secca, giovedì all’Odegar. IL MATCH Subito un colpo di scena. La prima linea dell’Asiago è senza il top-scorer italocanadese Sean Bentivoglio, assente giustificato (moglie in attesa di un figlio) mentre nel Renon rientra l’attaccante Markus Spinell (scontata la squalifica di 4 turni). Dopo tante battaglie il ritmo e la lucidità vengono un po’ meno. Nel primo periodo si
registrano poche azioni di rilievo, fatta salva una traversa colpita dall’Asiago che, poco dopo il via, perde Enrico Miglioranzi (probabile frattura a un braccio). Nel secondo periodo il Renon trova il vantaggio col centro statunitense Patrick Rissmiller (222 presenze in Nhl) che appoggia il disco nella gabbia dopo una doppia parata di Vincenzo Marozzi sulle conclusioni di Tudin e Scelfo. E’ il momento migliore per i Rittner Buam, ma il raddoppio ancora non arriva. Così i vicentini trovano il pareggio. Rimedia capitan Borrelli (secondo gol consecutivo) in contropiede. E’ 1-1. Il match riprende intensità nel terzo periodo. I giocatori sentono il peso della snervante sfida, ma non si risparmiano. Il numeroso pubblico (folto il gruppo di asiaghesi) non smette mai di incitare e il Renon si fa più intraprendente. A risolvere e rimandare tutto alla bella è il gol di Christian Borgatello al 52’03”. La sua staffilata dalla blu viene deviata nel traffico e si infila senza che l’ottimo Marozzi possa far nulla. Negli ultimi 8’ Diego Iori è il più attivo nel cercare il pareggio, ma il serbatoio delle energie è sul rosso. Finisce 2-1. Un’altra partita giocata sul filo di un gol di differenza va in archivio. Gara-5 rimane un’eccezione. Ora l’ultimo capitolo: quinto titolo per l’Asiago o secondo per il Renon? Renon-Asiago 2-1 (0-0, 1-1, 1-0). Marcatori: s.t. 7’05” Rissmiller (R), 16’23” Borrelli (A); t.t. 12’03” Borgatello (R) Serie: 3-3. Gara-7 (giovedì): Asiago-Renon (ore 20.30, diretta RaiSport 2). ITALDONNE (m.l.) A Pechino cominciato il Mondiale Prima Divisione Gruppo B femminile: l’Italia, nella 1a giornata, ha perso 4-3 ai rigori contro la Slovacchia e oggi sfida l’Ungheria. Classifica: Ungheria 3; Slovacchia, Olanda 2; Italia, Cina 1; Sud Corea 0.
ATLETICA
Italia, doppietta mondiale under 20 Nel derby del fioretto Rosatelli trionfa su Ingargiola a Tashkent
● Una Pasquetta indimenticabile per il fioretto azzurro under 20. Ai Mondiali di Tashkent, infatti, Damiano Rosatelli ha conquistato il titolo battendo 15-13 l’altro finalista azzurro Francesco Ingargiola. L’ultimo assalto di giornata, a cui ha assistito anche l’ambasciatore italiano a Tashkent Riccardo Manara, si è rivelato stupendo come il match, conclusosi con l’allungo decisivo di Damiano Rosatelli, anche campione europeo, mentre Ingargiola ha vinto la Coppa del Mondo. «Non ci credo ancora, è un’emozione incredibile che dedico alla mia famiglia, a mia zia e al mio maestro Guido De Bartolomeo — dice il 19enne, che si allena a Frascati con Aspromonte, Garozzo e Arianna Errigo —. Fino a due anni fa nessuno avrebbe mai creduto che avrei potuto vincere il Mondiale. Ed invece è successo: merito dei tanti sacrifici. Mi è dispiaciuto conclude - tirare in finale contro un altro italiano e per
aggressione sessuale, domenica Mils Muliaina è tornato a Galway (Irlanda). L’estremo del Connacht, 100 caps con gli All Blacks e un anno di contratto firmato per le Zebre, era stato fermato venerdì a Gloucester.
Gara-6 del Renon La finale è sul 3-3 Ora bella ad Asiago
SCHERMA
Damiano Rosatelli, di Frascati BIZZI
1RUGBY: MULIAINA A CASA Rilasciato sabato a Cardiff dopo il fermo di 20 ore per una sospetta
HOCKEY GHIACCIO
Marco Lottaroli
di più proprio Francesco Ingargiola». I due sono arrivati sino in fondo dominando la gara e salendo sui primi due gradini del podio grazie a prestazioni straordinarie, che hanno permesso al pubblico uzbeko di applaudire gli azzurri insistentemente. Nella prima semifinale, Ingargiola ha sconfitto il sudcoreano Hyeonjun Yang per 15-7, dominando per intero l’assalto. Nella seconda semifinale, invece, Damiano Rosatelli ha dovuto sudare parecchio prima di rimontare il passivo e chiudere sul 15-13 contro il cinese Mengkai Huang. Il neo campione del mondo, ha iniziato la giornata vincendo tutti gli assalti del proprio girone: contro i francesi Sido 15-12 e Chastanet 15-11, negli ottavi 15-5 nel derby azzurro contro Tommaso Ciuti e nei quarti 15-4 all’americano Samuel Moelis. Altre gare Nella spada maschile giovani e fioretto donne (con Erica Cipressa, figlia del ct azzurro Andrea Cipressa) l’Italia è ai quarti (in programma domani). Nella sciabola femminile giovani, oro nel derby francese a Queroli (15-14 su Brunet), bronzo a Palmedo (Usa) e Bashta (Rus); out negli ottavi le azzurre Gargani (da Emura, Gia, 15-13) e Passaro (15-11 da Brunet). Nel fioretto donne, oro a Bouillot (Fra, che aveva fermato ai quarti l’azzurra Vismara 15-14) su Banyai (Ung) 15-13, bronzo a Pereira (Spa) e Xue (Cina).
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Addio Tammaro, signor Riccardi Presidente del club per 69 anni Passione, entusiasmo e risultati
Renato Tammaro, 89 anni COLOMBO ● (a.b.) Una vita per l’atletica. Renato Tammaro, presidente della gloriosa Riccardi Milano ininterrottamente dal 1946, da quando la fondò come sezione di una polisportiva nata l’anno precedente, è morto a 89 anni domenica mattina a Milano (i funerali domani o dopo). Nel giorno di Pasqua, quasi fosse un omaggio a una delle sue creature più care, la «Pasqua dell’atleta» appunto, riferimento di tutta l’attività italiana fino al 1996, fino all’edizione n. 50 del meeting. Poi – soffocata da budget e calendari sempre più pressanti – chiuse i battenti. Oltre a tanto altro, regalò un record del mondo, quello del 1980 firmato dal polacco Vladimir Kozakiewicz nell’asta, con 5.72. Tammaro ha sempre messo la passione davanti a tutto. E’ grazie a quella e a un contagioso entusiasmo se, negli anni, ha coinvolto nei suoi progetti promozionali centinaia di giovani, portandone molti alla pratica
dell’attività (tra le rassegne loro dedicate, anche il «Ragazzo più veloce di Milano», giunto alla 37a edizione). Attenzione alla base, dunque, ma anche al vertice. La Riccardi, in 69 stagioni, ha portato in Nazionale 98 atleti, tutte le categorie comprese, vantando tra i propri iscritti anche due ori olimpici, Gelindo Bordin e Ivano Brugnetti. E, con l’esclusione dei club militari, ha vinto quattro degli ultimi sei scudetti: quello di Caorle 2009 (quando il tricolore in città mancava da 19 anni), Sulmona 2011, Modena 2012 e Milano 2014, in quell’Arena che fa anche da sede al club delle magliette verdi. Tammaro, nonostante una condizione fisica già molto precaria, felice e orgoglioso, era presente in tribuna anche nell’ultima occasione. E’ stato esigente e puntiglioso, a volte polemico. Ma sempre appassionato e innamorato dell’atletica. Come ne son rimasti pochi.
Franco Arturi, Andrea Buongiovanni, Luca Gialanella, Claudio Gregori, Paolo Marabini, Gianni Merlo, Pierangelo Molinaro, Fausto Narducci, Daniele Redaelli ed Elio Trifari ricordano con affetto l amico
Renato Tammaro
e il suo instancabile e appassionato impegno per il bene dell atletica. - Milano, 6 aprile 2015. La Federazione Italiana Tennis, il suo Presidente Angelo Binaghi ed il Consiglio Federale si stringono intorno a Massimo Caputi e alla sua famiglia in questo momento di grande dolore per la scomparsa dell amato padre
Giuseppe Caputi
- Roma, 6 aprile 2015.
La direzione, le redazioni e le segreterie de La Gazzetta dello Sport, Sportweek, Gazzetta.it e Gazzetta TV partecipano con grande affetto al dolore di Fabrizio per la scomparsa del papà
Giancarlo Turco
- Milano, 6 aprile 2015.
ATLETICA ●
FLORIDA RELAYS (si.g.) A Gainesville (Usa), nelle Florida Relays, 13”23 di Aleec Harris nei 110 hs e 10”97 di Michelle-Lee Ayhe nei 100 con -2.5 di vento contro (valore dubbio). Uomini. 100. I (+0.4): Batson 10”04. III (+0.3): Lee 10”09; De Grasse (Can) 10”11. 200 (+1.6): De Grasse 20”20; Lee 20”27; Rodney (Can) 20”27; Dukes 20”31. 400: Glass 45”19. 800. II: 7. LAHBI 1’51”76. 110 hs (+0.6): Harris 13”23 (mpm ‘15); Richardson 13”24; Oliver 13”25; M. Thomas (Giam) 13”42. 400 hs: Dutch 48”82; Alejandro (P. Rico) 49”23: Clement 49”42. Peso. I: Jones 20.70. II: 5. RAGONESI 17.33. 4x100: Usa (Rodgers e Gatlin) 38”18 (mpm ‘15). 4x400: Florida 3’01”78 (mpm ‘15). Donne. 100 (-2.5): Ahye (Tri) 10”97 (mpm ‘15); Burchell (Giam) 11”04; Townsend 11”11. 200 (-0.3): Bowie 22”61 (mpm ‘15). 400: Jefferson 51”50 e Wimbley 51”50 (mpm’15). 800. I: Price 2’00”62 (mpm ‘15). III: MATTAGLIANO 2’06”04 (pb). 100 hs (+2.1): Owens 12”75. 400 hs: K. Harrison 54”94 (mpm ‘15). Alto: Scheper (S. Lucia) 1.95.
BASEBALL CHE NOVITÀ: PADOVA IN TESTA CON SAN MARINO (m.c.) Non si ferma Padova, che stende il Rimini anche nella seconda partita del 2° turno, disputata ieri, e rimane in testa con San Marino. 2° turno, gara 2: Rimini-Padova 2-6 (v. E.Crepaldi p. Corradini), Bologna-San Marino 4-5 (v. Pizziconi, p. De Santis, s. Y.D’Amico), Parma-Nettuno 2 1-4 (v. Cozzolino, p. Rivera, s. Morellini), Nettuno-Godo rinv. ● ST.LOUIS (m.c.) Nell’Opening Night di Major, vittoria di St. Louis (3-0) sul campo dei Chicago Cubs.
BOXE ●
MONDIALI E AFFINI (r.g.) A Quebec City (Can) Adonis Stevenson (Can, 26-1), nato ad Haiti, conserva la cintura Wbc mediomassimi battendo Sakio Bika (Aus, 32-7-3), nato in Camerun, ai punti. Vince il russo Beterbiev (8) su Campillo (Spa, 25-7-1) ko 4. A Metepec (Mes) il locale Cuadras (32-0-1) resta titolare supermosca Wbc a spese di Concepcion (Pan, 32-4), superato ai punti. A Newcastle (Ing) l’oro di Londra supermassimi, Anthony Joshua (11) ha messo ko 3 Gavern (Usa, 26-20-4). ● TOMMASONE CAMPIONE (r.g.) Ad Avellino, il campano Carmine Tommasone (14) conquista il vacante Intercontinentale Wba piuma, battendo il cileno Cristian Palma (20-9-1) ai punti sui 12 round. Max Ballisai (19-2) mantiene il Tricolore leggeri, superando per split decision (2-1) Vincenzo Finiello (10-1-2). Rivincita in vista. Leggeri. Ceglia (11-3) b. Pastarino (3-7) 6 t.; welter: Picariello (1) b. Marongiu (3-3-1) 4 t.
CURLING ●
SVEZIA IRIDATA La Svezia, ad Halifax (Can) ha vinto il Mondiale maschile. In finale Norvegia k.o. 9-5. Il bronzo al Canada (8-4 alla Finlandia). Classifica: 1. Svezia; 2. Norvegia; 3. Canada; 10. ITALIA.
VELA
Ocean Race: ad Abu Dhabi la quinta tappa
● (r.ra.) Abu Dhabi Racing (GETTY) vince la 5° tappa della Volvo Ocean Race, 7000 miglia di mare in tempesta da Auckland (N.Zel) a Itajai (Brasile) passando per Capo Horn in 18 giorni, 23 ore e 30 minuti. Nel giro di un’ora sono arrivate anche Mapfre, Alvimedica e Brunel mentre Sca è attesa oggi. L’equipaggio di Ian Walker rafforza il suo primato con 7 punti su Dongfeng e 9 su Brunel e Mapfre. Bora de S’Ena (S. Diana); 2 Garinei; 3 Linus Pauling; 4 Rohero; 5 Ottaviano Augusto; Tot.: 6,46; 2,13, 2,67, 2,07 (51,24). Quinté: 4.312,01. Quarté: 470,52. Tris: 81,71. ● OGGI QUINTÉ SAN GIOVANNI (dalle 14.55) scegliamo Lawyer As (15), Runner di Casei (11), Polluce Caf (16), Racy Kosmos (14), Pabela Zn (8) e Ribes Nero (10). ● SI CORRE ANCHE Trotto: Albenga (15.40), Taranto (15.10) e Trieste (15.20).
PALLANUOTO ●
WORLD LEAGUE Dal torneo di Newport Beach (California), Australia, Brasile, Usa e Cina qualificate per la Final Eight di Bergamo (23-28 giugno).
RUGBY ●
QUARTI EUROCOPPE Così nei quarti delle Coppe. Champions: Racing Metro-Saracens 11-12; Tolone-Wasps 32-18 (Masi/W fino al 66’, Cittadini/W fino al 51’, Festuccia/W dal 51’). Semifinali (18-19/4): Tolone-Leinster; Clermont-Saracens. Challenge: L.Irish-Edimburgo 18-23. Semifinali (1718/4): Edimburgo-Dragons, GloucesterExeter.
SOFTBALL ●
PRIMA (m.c.) Scattata la Isl. Gir. A: Nuoro-Caronno 3-2, 0-7 (5°); BollateLegnano 5-2, 4-2; Staranzano-Rovigo 12-1 (4°); 7-0 (5°). Riposa: La Loggia. Gir. B: Bussolengo-Old Parma 6-0, 7-6; Sestese-Bologna 5-8 (8°), 8-7 (8°). Riposo: Forlì e Collecchio.
GOLF MASTERS SENZA ITALIA PRIMA VOLTA IN 5 ANNI Quello al via da giovedì ad Augusta, in Georgia, sarà il primo Masters senza italiani dopo cinque anni. C’erano state tre presenze nel 2010 (i due Molinari e Manassero), e due nelle stagioni successive (i due Molinari 2011-2012 e Manassero e F. Molinari 2013-2014). ● VINCE HOLMES Francesco Molinari 57° con -3 allo Houston Open, torneo del PGA Tour a Humble nel Texas. Ha vinto con -16 J.B. Holmes, che al playoff ha battuto Wagner e Spieth.
HOCKEY IN LINE ●
SEMIFINALI (m.l.) Oggi (ore 20.30), gara-2 di semifinale. Gara-1: CittadellaCus Verona 2-4; Milano-Vicenza 7-1.
HOCKEY PISTA ●
ITALIA TERZA (m.nan.) Terzo posto per l’Italia alla Coppa delle Nazioni di Montreaux. Azzurri secondi nel girone B, perdono in semifinale contro la Spagna 1-2 e vincono la sfida per il 3° posto con l’Angola, 3-2 al golden goal. ● IN A-1 (m.nan.) Oggi alle 20.30 il recupero della 21a di A-1, Forte dei Marmi-Breganze (dir. Raisport 2).
IPPICA ●
IERI 3-2-1-8-5 A Roma (m 2200): 1
TUFFI ●
SINCRO AZZURRO (al.f.) Al Grand Prix Fina di Leon (Mes), Noemi Batki e Maicol Verzotto sono secondi nel sincro misto dai 10 m con 285.06. Verzotto si ferma alle semifinali dei 10 m con 362.35 punti (374.25 nelle eliminatorie) mentre Elena Bertocchi è 20a dai 3 m con 210.60 punti.
VARIE
Iran, apertura alle donne negli stadi Secondo Shahindokht Molaverdi, vicepresidente con delega per le donne e la famiglia del governo iraniano, «la presenza delle donne negli impianti di pallavolo ha avuto il via libera definitivo». Il viceministro dello sport iraniano Abdolhamid Ahmad ha confermato l’apertura: rimarrebbero inaccessibili solo nuoto e lotta, nei quali le divise coprono solo parte del corpo degli uomini.
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MARTEDÌ 7 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
GAZZA EXPO
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1Dal 1° maggio al 31 ottobre 2015 Milano ospita l’Esposizione Universale sul tema «Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita» dove sono attesi 20 milioni di visitatori. Expo Gate in Piazza Castello, i biglietti si acquistano online su www.expo2015.org/it
Bebe, una vita senza barriere 1La stella del fioretto a Expo con i Giochi per disabili: «Stare insieme per non compatirsi» ne di valutazione, ho avuto ragione io». Ci si chiede, come, senza mano impugni il fioretto, come supplisca alla mancanza dell’articolazione del polso fondamentale in questa disciplina. «Non solo il polso, ma non ho pure le tre dita con cui si manovra il fioretto. Ma è semplice, sotto la protesi in carbonio, ho una guaina in silicone con un perno su cui l’arma si aggancia come una baionetta. Alla mancanza del polso supplisco con il gomito e la spalla. Non so come faccio, è un movimento strano, ma ogni tanto mi infiammo le articolazioni e devo fermarmi per non peggiorare la situazione. Mi piacerebbe, oltre al fioretto, gareggiare anche nella sciabola, ma con la protesi è un casino, non riesco a mettere a punto l’aggancio dell’arma».
Pierangelo Molinaro
B
ebe Vio è un inno alla vita. Non quella in cui vivi passivamente nella corrente del destino, ma l’altra, dove prendi il toro per le corna, lotti e alla fine vinci. Beatrice, «Bebe» per tutti, ha 18 anni ed è amputata ai quattro arti dal 2008, quando una meningite fulminante le provocò la necrosi dei tessuti, costringendo i medici alla terribile decisione dell’intervento chirurgico. Un anno difficilissimo fra cure e riabilitazione al centro protesi di Budrio, non lontano da Bologna, poi Bebe ha iniziato la sua seconda vita. E che vita... Ama la scherma, la praticava prima di quell’infezione e nel 2010 ha ripreso in mano il fioretto. Lo scorso anno ha vinto due titoli europei ed uno mondiale.
GLI INIZI Una passione, quella per la scherma, iniziata quando la Vio aveva 5 anni. «Giocavo a volley, ma non mi piaceva. Sono cosa fuori dalla palestra, sono entrata in quella di fronte ed ho visto quei ragazzi che schermavano. Sono rimasta affascinata da quelle divise tutte bianche. Il maestro, Gastone Gal, un omone con la barba, mi ha detto di provare ed è stato un colpo di fulmine. Ora Gal non è più nel mio circolo e mi allenano Federica Bertone e Alice Spolico».
PER GLI ALTRI Soddisfatta? Macché. Sempre in quel 2010, insieme a papà Ruggero, mamma Teresa ed i suoi due fratelli ha prima aperto un sito, «art4sport.org», poi una fondazione per aiutare gli altri ragazzi amputati e, per trovare fondi, ha organizzato a Mogliano Veneto, dove vive in provincia di Treviso, una partita di calcio. «Ma nel calcio alla fine si gioca solo in 22 – dice – e gli altri rimangono fuori. Non bastava». Così ha fondato «Giochi senza Barriere», una serie di prove di abilità e destrezza per ragazzi disabili e normodotati. «L’intento è di mischiare i ragazzi, farli incontrare, non permettergli di isolarsi e di compiangersi. Ho preso l’idea da Giochi senza Frontiere, idea che a noi si adatta benissimo».
L'IDENTIKIT BEATRICE BEBE VIO
A MILANO E l’iniziativa ha avuto un tale successo che l’Expo, che si apre a Milano il primo maggio, ha voluto questa manifestazione nell’ambito delle sue iniziative collaterali. «A Milano il 27 giugno, all’Arena, saremo otto squadre regionali. Amputati come me, altri tipi di disabilità e normodotati. Sarà uno spasso. E l’anno prossimo andiamo in Europa». E chi la ferma questa. Non chiedetele dei suoi sogni. Vi risponderà a muso duro. «Non ho sogni, ma obiettivi. L’anno prossimo ci sono le Paralimpiadi di Rio e la maturità ed il 2016 è a posto. Vorrei continuare a gareggiare sino al 2024, sperando di chiudere in una Paralimpiade a Roma. A 27 anni sarò vecchia (!) e quindi vorrei lavorare a Sky, diventare in fretta il direttore e nel 2028 partecipare all’elezione della presidenza del Coni». Capito il tipetto?
NATA IL: 4 MARZO 1997 A: VENEZIA SPECIALITÀ: FIORETTO MEDAGLIE: 3 ORI
Bebè inizia a praticare scherma a 5 anni e mezzo, a 11 viene colpita da meningite che le causa l’amputazione di avambracci e gambe. Ma grazie a protesi particolari Bebè riesce a riprendere gli allenamenti. PALMARES Campionessa italiana nel 2012 e 2013, a giugno 2014 vince il titolo europeo assoluto paralimpico nel fioretto categoria B individuale e a squadre ai campionati continentali di Strasburgo. A settembre il titolo mondiale Under-17 al Mondiale paralimpico di Varsavia.
LA CARICA Chi la conosce dice che nulla le è precluso, perché affronta tutto come una furia. Come quando usa il fioretto. Gareggia su una carrozzina fissata alla pedana e, ora che la conoscono, le avversarie tendono sempre a fregarla cercando di far fissare la loro carrozzina più lontano del dovuto in modo che Bebe non arrivi a toccare con la punta della sua lama il corpetto. «Quando ho cominciato a vincere, ben 7 nazioni hanno cercato di farmi classificare in una categoria superiore, ma alla fine, fra una visita e l’altra della commissio-
LA SCUOLA Come detto prima dei Giochi di Rio c’è la maturità da conseguire. Bebe frequenta il quarto anno della scuola di arti grafiche e comunicazione San Marco di Mestre (Ve). «Per me è perfetta anche perche si lavora molto con l’i-pad. Quando sono via per gare o raduni, un mio compagno mi invia via mail la lezione ed io posso studiare in ogni parte del mondo. Quell’aggeggio ha abolito le distanze. La preside poi è molto disponibile, mi aiuta a conciliare sport e scuola. Ma non è facile. Ho provato a frequentare e ad allenarmi contemporaneamente, ma mi è capitato anche di addormentarmi in palestra». Grafica significa disegno. Ma come si fa a disegnare senza le mani? «Ho sempre disegnato e quando mi sono ammalata temevo di non poterlo più fare. Poi ho capito che il disegno non è nella mano, ma nella testa. E poi il computer mi aiuta molto». IL PROGETTO Ambiziosa e determinata come nessuno. Sul suo sito ha scritto il suo motto: «Io posso fare tutto quello che posso fare». Ma Bebe, seppur solo diciottenne, ha ben presente di avere una grande responsabilità: di rappresentare la speranza per tanti ragazzi con cui la Natura o il destino non sono stati benevoli. «Quello che dico ai ragazzi disabili è che bisogna provare. È inutile commiserarsi, isolarsi, deprimersi. E lo sport è un’esperienza meravigliosa. Ai ragazzi normodotati dico di non aver paura di noi. Sapremo stupirli. Per questo il Giochi senza Barriere di giugno a Milano, per Expo, è una grande occasione. Per incontrarci, per conoscerci, per divertirci insieme». © RIPRODUZIONE RISERVATA
LA STORIA - 8 CONTINUA
Amartya Sen, Hernanes, Oldani e la Fracci: è forte il team degli Ambassador S ono già al lavoro da un pezzo, anche se il bello deve ancora venire. Anche se manca ancora qualche giorno, 24 per l’esattezza, al via. Gli Ambassador di Expo sono tanti e non solo sportivi. Il progetto era costituire una rete internazionale di opinion leader, pronti a veicolare i principi legati al tema dell’Esposizione Universale: Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita.
Amartya Sen, 82 anni
Carla Fracci, 78 anni OMNIROMA
Gli Ambassador sono un gruppo di personalità eccellenti le cui fila aumentano di giorno in giorno. Li accomuna la volontà di mettersi in gioco in prima persona e di lanciare il proprio, personale punto di vista sulla manifestazione. Uomini e donne, italiani e stranieri, scrittori, filosofi, personaggi dello spettacolo, attori, creativi, architetti, designer, chef, musicisti, cantanti, registi, e molti altri ancora. PENSIERI E PAROLE Il premio Nobel per l’Economia Amartya Sen: «Il fondamento di Expo è quello di radunare insieme le persone e farle parlare, perché nella discussione risiede il futuro della vita del Mondo». Concetto che sposa subito la ballerina classica, Carla Fracci: «Expo Milano 2015 significa un accordo vitale fra la gente». Per lo
scrittore Jonathan Coe «è un momento per l’idealismo e non per il cinismo». Per il conduttore-comico Enrico Bertolino «nutrire un Pianeta significa ricordarsi che esiste, evitare che ci siano sprechi: la soluzione ideale è la sostenibilità». Expo Milano 2015 è anche una riflessione sull’alimentazione sana, tema molto caro allo chef, Davide Oldani: «Solo con i grandi prodotti di qualità si può dar vita a una cucina del benessere». «Una scelta etica prima che estetica» dice Massimiliano
RScrittori, filosofi, chef, sportivi, attori, architetti: in tanti hanno detto sì a Expo
Fuksas, architetto. «Un palcoscenico senza confini nazionali» incalza un altro architetto, Michele De Lucchi. «Un’opportunità di confronto, di crescita e di leadership» pensa Demetrio Albertini, vice presidente della Figc. «Un’opportunità per porsi nuove domande» per Lella Costa, attrice. «Un grande, grande invito a connettersi con ciò che ha valore» dice Salvatore Veca, filosofo. «Una grande festa, una festa mondiale, un momento di cambiamento» dice il brasiliano dell’Inter Anderson Hernanes. «Questa Expo è un regalo che non ha mai avuto nessuna Expo: parlare al Pianeta!» chiude Elio Fiorucci, lo stilista. Che il dialogo inizi: dal 1° maggio a Milano. s.g. © RIPRODUZIONE RISERVATA
AltriMondi R
MARTEDÌ 7 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
IL FATTO DEL GIORNO IL RAPPORTO SANITARIO Un tecnico di laboratorio utilizza dei test per identificare dei batteri in una struttura sanitaria EPA
L’allarme degli inglesi per questi super batteri resistenti agli antibiotici ci deve preoccupare? 1Il governo di Londra mette in guardia: «Un’epidemia può causare 80 mila vittime». Tra i maggiori responsabili, l’abuso di farmaci di GIORGIO DELL’ARTI gda@gazzetta.it
Gli inglesi pensano che una qualche epidemia, di proporzioni piuttosto gigantesche, è vicina, perché siamo sempre più resistenti agli antibiotici.
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Che significa «essere più resistenti agli antibiotici»? Significa che gli antibiotici ci fanno sempre meno effetto, perché ne prendiamo troppi. È un po’ come con la droga: ce ne vuole sempre di più per dare la stessa soddisfazione della prima volta.
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Che cosa dicono gli inglesi? È un rapporto della loro Protezione civile («Dipartimento per la gestione delle emergenze nazionali»). Ci ha messo su le mani il Guardian. La parola adoperata è “emergenza”. Il governo inglese stima che le infezioni provocate
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da batteri resistenti potrebbero causare, in caso di epidemia, fino a 200 mila casi di contagio e 80 mila vittime. Nel solo Regno Unito. Leggiamo ancora: «Il rischio è destinato significativamente ad aumentare nel corso dei prossimi 20 anni». Il premier Cameron s’è fatto mettere tra virgolette la seguente frase: «Temo un ritorno agli anni bui della medicina». Tra i batteri più insidiosi vengono indicati l’Escherichia coli, la Klebsiella pneumoniae, lo Staphylococcus aureus.
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Che malattie portano? L’Escherichia, che abita stabilmente dentro di noi (espelliamo almeno cento miliardi di questi batteri), è all’origine di un mucchio di malattie intestinali. La Klebsiella fa venire la polmonite. Lo Staffilococco è un agente altamente infettante della pelle, delle ossa e non solo. Che resista agli antibiotici è talmente noto che lo leggiamo anche su Wikipedia. Gli inglesi cioè hanno lan-
ciato un allarme, ma non hanno detto niente di nuovo. Guardo nel mio archivio e scopro che questo è un tema ciclicamente d’attualità, e in genere nell’indifferenza generale. L’anno scorso dei ricercatori di New York sostennero che i super batteri resistenti agli antibiotici erano non tre ma sei: ai tre citati vanno aggiunti Pneumococco, Salmonellosi e Gonococco (quello della Gonorrea). I sei assassini all’inizio si davano da fare soprattutto in ospedale, cioè resistevano agli antibiotici soprattutto i ricoverati cronici. Col passar degli anni Escherichia e gli altri sono usciti fuori, rendendo resistenti alle cure un sacco di persone. Pochi mesi prima di questo studio americano, un altro studio inglese aveva sostenuto che i super batteri sarebbero addirittura diciotto.
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Non c’è in tutto questo una certa dose di allarmismo? Magari allarmismo interessato? Si batte la gran-
cassa e si ottengono finanziamenti… Penso di no. Spero di no. Vi sono alcuni fatti difficili da negare. Il primo: consumiamo troppi farmaci, un po’ perché i medici, spinti anche dalle case farmaceutiche, ci fanno comprare spesso qualche scatoletta in più del necessario. E un po’ perché noi stessi indulgiamo troppo volentieri e troppo facilmente alle pillole. Due anni fa Philippe Even e Bernard Debré hanno scritto una Guide des 4000 médicaments, utiles, inutiles ou dangereux in cui dimostrano che di questi quattromila farmaci (i più popolari) il 50% è inutile, il 20% è scarsamente tollerato, il 5% è potenzialmente pericoloso. Resta un 25% appena di medicine potenzialmente buone. Ed è proprio l’abuso di medicine che ci rende resistenti alle medicine! Secondo: il processo di assuefazione ai farmaci è lento e questo significa che è più difficile sensibilizzare la popolazione sul problema. Terzo: le case farmaceutiche non hanno troppo interesse a investire sugli antibiotici e sono infatti una trentina d’anni che in quel campo non si scopre più niente. Sono molto più redditizie le terapie anticancro, le patologie cardiache, il diabete, soprattutto è altamente speculativo l’investimento sulle cure preventive (combattere per tempo l’aumento del colesterolo, per esempio). C’è poi una quarta questione, e riguarda il nostro modo di mangiare.
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Non mi dica che, senza accorgercene, ci nutriamo di antibiotici! In un certo senso, sì. C’è un vecchio allarme dello European Food Security Authority (Efsa): in molti casi i cibi di origine animale possono trasmettere batteri resistenti agli antibiotici. E nel mondo si adoperano antibiotici per ingrossare le bestie e aumentare i profitti. Stiamo citando uno studio di Davide Ciccarese (Il libro nero dell’agricoltura, Ponte alle Grazie): «L’Organizzazione mondiale della sanità sostiene che più della metà degli antibiotici prodotti nel mondo è destinata alla produzione animale. […] Per produrre 1 kg di carne vengono impiegati 100 mg di antibiotici: il consumatore medio alimentandosi con 87 kg di carne in un anno assorbe potenzialmente 9 grammi di antibiotici (una quantità che corrisponde a 4 terapie antibiotiche)». © RIPRODUZIONE RISERVATA
NOTIZIE TASCABILI LA SETTIMANA POLITICA
Renzi al lavoro Oggi tocca al Def Poi il dopo Delrio ● Si apre una settimana densa di impegni per il governo con l’arrivo oggi in Cdm del Def (Documento di economia e finanza 2015). Proprio alla vigilia del varo (l’esecutivo potrebbe rimettere mano alla tassazione sulla casa), c’è stato l’appello di Piero Fassino. Il sindaco di Torino e presidente dell’Associazione nazionale comuni italiani (Anci) ha chiesto un incontro col governo: «Si dialoghi e si
ascoltino proposte, basta tagli ai comuni». In settimana ci sarà la nomina del nuovo sottosegretario alla presidenza del Consiglio che sostituirà Graziano Delrio, neoministro delle Infrastrutture. In corsa ci sono tre esponenti del Pd: Claudio De Vincenti, Valeria Fedeli e Ettore Rosa.
LA SICUREZZA AEREA
AVEVA 90 ANNI
Il premier Matteo Renzi ANSA
Airbus, l’Europa È morto Giovanni chiese più controlli Berlinguer, alla Germania una vita nel Pci ● L’agenzia dell’Unione europea per la sicurezza aerea (Easa) aveva espresso preoccupazioni sulla debolezza dei controlli anche medici delle autorità tedesche sui vettori nazionali. Lo dice il «Wall Street Journal», e lo conferma la Easa. Il 24 marzo il copilota Andreas Lubitz si è schiantato con 150 passeggeri a bordo su un volo Germanwings diretto a Dusseldorf.
● È morto ieri a Roma a 90 anni Giovanni Berlinguer, fratello di Enrico e medico e deputato del Pci per tre legislature. Nel 2001 si candidò alla segreteria dei Ds (quando poi vinse Fassino) e ottenne un buon 34,1% dei voti. La camera ardente è stata allestita in Campidoglio, mentre i funerali si terranno domani alle 10 nell’aula magna della facoltà di Lettere della Sapienza.
DOPO LA STRAGE NEL CAMPUS DI GARISSA
L’esercito kenyano attivo dopo il massacro nel campus di Garissa AP
Il Kenya bombarda gli Shabaab Appello del Papa per i cristiani ● Jet dell’aviazione keniana hanno bombardato ieri alcune basi degli estremisti islamici al Shabaab nella regione di Gedo in Somalia, per vendicarsi del massacro nel campus di Garissa in cui sono morti almeno 150 studenti cristiani. Sabato il presidente Kenyatta aveva annunciato che il Kenya avrebbe reagito «nella maniera più severa possibile». Così diversi raid aerei da domenica hanno colpito due campi dei miliziani legati ad al Qaida, Gondodowe e Ismail, anche se ancora non si conosce il numero di morti. Delle persecuzioni ai cristiani ieri è tornato a parlare Papa Francesco: «Proteggiamo chi è esiliato, ucciso, decapitato solo fatto per essere cristiano. Auspico che la comunità internazionale non assista muta e inerte a tale inaccettabile crimine».
LA CRISI DI ATENE
Varoufakis assicura: «La Grecia pagherà i debiti» 1Giovedì via al rimborso di 460 milioni all’Fmi Il ministro vuole un’intesa con l’Ue il 24 aprile Pressioni su Tsipras per un nuovo esecutivo
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embrava in forse, ma ieri è arrivata la conferma, un tranquillante per le ansie di chi comanda in Europa: i greci pagheranno ogni centesimo. La rassicurazione è stata del ministro delle Finanze ellenico, Yanis Varoufakis, volato a Washington per incontrare Christine Lagarde, direttore generale del Fmi, e qualche membro del Tesoro americano. Ha detto che «onorerà il pagamento del suo debito con il Fondo monetario internazionale il 9
aprile». Tradotto: giovedì Atene verserà una tranche di 460 milioni di euro, promessa che ha restituito il sorriso alla signora Lagarde. I due, comunque, concordano sul fatto che «l’incertezza attuale non aiuta la Grecia» e, quindi, hanno ribadito «l’impegno ad una collaborazione nell’interesse di tutti». IL PIANO Nella bufera, il piano di Atene per non soffocare si articolerebbe in cinque punti. Ad elencarli, in un’intervista al
Il ministro delle Finanze greco, Yanis Varoufakis, domenica a Washington AP
quotidiano Naftemporiki, sempre Varoufakis. Si parte dall’idea di fissare livelli «logici» di avanzo primario, quantificati intorno a 1,5%. Poi, la ristrutturazione del debito, senza necessariamente legare i rimborsi al Pil nominale, e pure un pacchetto di investimenti di Bei e Fondo europeo cuciti appositamente sulle difficoltà di Atene. Quarto, una bad bank per le sofferenze bancarie; quinto, le sempre attese riforme strutturali. In ogni caso, il ministro avrebbe pure un’altra ambizione, definitiva: raggiungere un’intesa preliminare con i creditori alla riunione dell’Eurogruppo il 24 aprile. Secondo il Financial Times, però, alcuni
ministri delle Finanze di Paesi membri Ue, in conversazioni private, avrebbero suggerito al premier Tsipras di «scaricare» una volta per tutte l’ala oltranzista del suo partito Syriza, come unica soluzione per salvare la Grecia. Tra le élite, ci sarebbe frustrazione diffusa per l’indecisione del primo ministro ellenico fra la piattaforma di sinistra dura e pura, pronta alla bocciatura del piano di salvataggio, e un approccio più «pragmatico». Per il quotidiano inglese, circolerebbe pure un’idea ardita per uscire dall’impasse: formare una nuova coalizione con il tradizionale partito socialista Pasok e con il nuovo partito di centrosinistra To Potami. Proprio quello contro cui Tsipras si è scornato nelle trionfali elezioni di gennaio. cont. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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MARTEDÌ 7 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
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IL CASO DEL PM UCCISO
ALLE PORTE DELLA CITTÀ
Chiuso in un sacchetto Neonato trovato in un parco a Milano
In Turchia censurati Twitter e YouTube
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ensurati. I social network più importanti del mondo sono stati bloccati dalla Turchia perché troppo pericolosi. Twitter, YouTube e Facebook ieri sono stati fermati perché colpevoli secondo un tribunale di Istanbul di aver pubblicato le foto del procuratore Mehmet Selim Kiraz preso in ostaggio da due uomini armati del gruppo marxista-leninista Dhkp-C e poi ucciso insieme ai sequestratori nel blitz delle teste di cuoio. «Quello che è accaduto dopo l’uccisione del procuratore è spaventoso quanto l’attentato stesso», ha dichiarato Ibrahim Kalin, portavoce del presidente Erdogan. Il blocco in realtà riguarda 166 siti, tra cui i tre importanti social. Il tribunale ha chiesto a tutti di togliere le foto dalla rete: Facebook dopo un paio d’ore ha accettato, Twitter ha ceduto in serata e YouTube sembra tenere il punto rifiutando il ricatto della censura. Non è la prima volta che la Turchia censura la Rete: a marzo scorso, durante la campagna elettorale, aveva bloccato Twitter e YouTube in seguito alla pubblicazione di audio sulla presunta corruzione nell’entourage di Erdogan. Quanto al gruppo Dhkp-C, ieri a Mestre è stato arrestato un latitante turco verso cui Ankara aveva emesso un mandato di cattura internazionale per terrorismo. L’uomo, 44 anni, è un presunto reclutatore per Dhkp-C.
Il procuratore Kiraz sequestrato
1Messo in salvo Un palestinese davanti a uno stabile distrutto nel campo profughi di Yarmouk, in Siria, in mano all’Isis AP
Isis, orrore in Siria Profughi decapitati in campo palestinese 1Emergenza umanitaria a Yarmouk, in mano al Califfato Jihadisti sequestrano e poi liberano 300 lavoratori curdi Filippo Conticello
nuncio ufficiale della liberazione di tutti i trecento.
@filippocont
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ella Pasqua siriana ogni grado di aberrazione: sequestri di massa, teste che cadono, chiese devastate, brutalità assortite. Nel nordovest di un Paese ormai ingovernabile, ad esempio, trecento persone volevano solo ritirare lo stipendio e per parecchie ore sono rimaste in mano alla Jihad: tutti lavoratori, tutti curdi, rapiti domenica notte nella provincia di Idlib, mentre viaggiavano su cinque pullman e su un minibus partito da Afrin e diretto ad Aleppo. I miliziani hanno subito lasciato andare donne e bambini, accanendosi sugli uomini e sui ragazzi. Inizialmente, si era diffusa la voce che i sequestratori fossero i feroci membri del Fronte al-Nusra, emanazione siriana di AlQaeda. Per l’Osservatorio siriano per i diritti umani, però, non sarebbero stati loro, poi in serata il sollievo generale, con l’an-
SOLO MACERIE In questo confuso sviluppo sul fronte siriano, certi indizi farebbero comunque pensare alla più pericolosa delle alleanze: Isis-Al Qaeda, finora in guerra tra loro, unite nella Jihad. Alla porte di Damasco, ad esempio, premono i sudditi del Califfo e sarebbero aiutati proprio dagli eredi di Bin Laden. In ogni caso, ora dopo ora, si sta aggravando l’emergenza umanitaria nel campo profughi palestinese di Yarmouk, otto chilometri a sud della capitale, cuore del potere di Assad. Lì, l’1 aprile sono penetrati i miliziani dell’Isis e i testimoni parlano di esecuzioni sommarie per strada. Pare che solo ieri i miliziani abbiano decapitato due palestinesi e ne abbiano «semplicemente» giustiziato altri sette. Prima dell’inizio della rivolta anti-regime, il campo ospitava ben 160 mila rifugiati, adesso restano solo i 16 mila sfortunati incapa-
ci di fuggire alla furia islamista. Per loro la situazione è senza speranza: niente elettricità, acqua e viveri. Devono pure assistere agli scontri fra jihadisti e militanti laici, confinati ormai soltanto nella zona nord orientale, circa il dieci per cento del campo. Non bastasse, piovono anche le bombe del regime, una delle quali ha danneggiato l’ospedale di Yarmouk. Pure la Lega Araba aveva chiesto alla comunità internazionale di aiutare i profughi e frenare lo Stato Islamico che, intanto, continua ad accanirsi sui simboli. A Pasqua, giorno di resurrezione, ha raso al suolo la chiesa della Vergine Maria nel villaggio cristiano siriano di Tel Nasri, uno di quelli attaccati e occupati il 23 febbraio. L’edificio, due campanili in stile orientale, mura bianche con volta tondeggiante di mattoni rossi, era il simbolo di una comunità che ha messo radici da due millenni. Della loro chiesa, ora restano solo macerie e qualche foto. © RIPRODUZIONE RISERVATA
da una passante, il piccolo di origine straniera sta bene. Si cercano i genitori
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hi lo ha lasciato lì, sul ciglio della strada a Cormano, forse sperava che qualcuno lo avrebbe trovato. Ma è stato un puro caso se una donna che andava a coltivare l’orto nel piccolo comune a nord di Milano sia riuscita a sentire uno strano movimento nell’erba e abbia deciso di fermarsi. Lungo quella strada non trafficata (via Prealpi), Giuseppina, 75 anni, ha infatti cercato l’origine di quel rumore e dopo poco sul prato, non lontano da un’auto in sosta, ha sentito un vagito e
Il campo di Cormano FOTOGRAMMA
trovato un neonato di circa una settimana avvolto in un sacchetto di plastica. Erano le 14.30 e il bel sole di ieri che batteva anche sul campo di via Prealpi deve averlo protetto. La donna ha subito chiamato suo marito e insieme hanno preso il bambino e avvertito il 112. Dopo l’intervento dei carabinieri il piccolo è stato portato all’ospedale Niguarda di Milano. Le sue condizioni sono fortunatamente apparse subito buone. Il neonato era pulito e il sacchetto in cui era stato sistemato era aperto e lui aveva la testa appoggiata direttamente sul prato. Indossava solo una tutina di cotone e quando è arrivato in ospedale mostrava solo un po’ di sofferenza per il freddo. LE INDAGINI Sull’episodio indagano i carabinieri di Sesto San Giovanni, che stanno studiando le immagini di tutte le telecamere di videosorveglianza della zona nella speranza di riuscire a individuare chi lo ha abbandonato. Al momento si sa ancora molto poco, ma la pelle olivastra fa pensare che possa trattarsi di un bimbo di origine straniera. Sembra poi, dopo i primi controlli effettuati in ospedale, che possa essere stato partorito in casa. e.e. © RIPRODUZIONE RISERVATA
IL CASO DI GUERRINA, SCOMPARSA UN ANNO FA
La donna sparita nell’Aretino «Compatibili le ossa ritrovate» ● A quasi un anno dalla scomparsa di Guerrina Piscaglia, 50 anni, dalla sua casa di Ca’ Raffaello nel comune aretino di Badia Tedalda, il caso potrebbe ricevere una svolta da un cumulo di ossa ritrovate nel piccolo cimitero di San Gianni, nel vicino paese di Sestino. Le ossa rinvenute giovedì, in seguito ad una segnalazione, potrebbero
essere compatibili con quelle della donna sparita il 1° maggio. I carabinieri del ris di Roma sono già al lavoro sulle ossa prelevate. Per la scomparsa della 50enne il pm di Arezzo, Marco Dioni, ha indagato padre Gratien Alabi, il religioso africano che prestava servizio presso la parrocchia per favoreggiamento in sequestro o omicidio e Mirko Alessadrini, marito della donna, per false dichiarazioni.
L’ANNIVERSARIO
L’Aquila ricorda le vittime Renzi: «Ora i soldi ci sono» 1Migliaia di fiaccole
e proteste nella città piegata dal sisma. Dopo 6 anni ancora 13 mila fuori casa
L’
Aquila, come ogni 6 aprile degli ultimi sei anni, si è ritrovata ieri notte raccolta nel dolore e nel silenzio. I pensieri e le preghiere delle dodicimila persone che hanno partecipato alla fiaccolata viaggiano tra le mura ancora a pezzi di una città le cui ferite sono troppo visibili, in cui superare il trauma per quel terremoto che si è portato via 309 anime diventa impossibile. In pochi hanno voluto parlare. Ma Vincenzo Vittorini, che quella notte ha perso moglie e figlioletta e che oggi è consigliere comunale del movimento civico “L’Aquila che vogliamo”, non si
La lunga fiaccolata nella notte tra il 5 e il 6 aprile a L’Aquila ANSA
tira indietro: «Si possono fare duemila fiaccolate, ma se lo Stato non cambia, non cambierà mai niente». Quindi attacca Renzi per la nomina del nuovo capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio: «Il premier dice che vuole cambiare, ma con questa nomina ha dimostrato il contrario. Curcio era avvinghiato a Bertolaso quando era a capo della Protezione civile».
IL PIANO DEL PREMIER Ma proprio Renzi ieri sulla sua pagina Facebook ha provato a ridare fiducia e speranza agli aquilani: «L’Aquila, sei anni dopo. Prima di tutto un pensiero alle 309 vittime, alla loro memoria, ai loro cari. E poi i 1200 feriti, le migliaia di sfollati (12.890 persone vivono ancora negli alloggi del “progetto Case”), che in quei 23 secondi hanno perso
molto di ciò che avevano caro. Il compito della Politica però non è solo la giusta e dovuta commemorazione. Il nostro dovere è dare risposte a lungo attese, fare tutto ciò che è possibile perché l’Aquila torni a vivere». Quindi annuncia: «Dopo troppe promesse, siamo finalmente passati all’azione. I soldi adesso ci sono: spenderli bene è un dovere in memoria di chi è morto, ma anche come segno di rispetto per i sopravvissuti che vogliono ancora credere nella cosa pubblica». Ecco come interverrà il governo: «Abbiamo messo alcuni punti cardine: la certezza e la programmazione di risorse per il medio lungo periodo (5,1 miliardi di euro nella legge di stabilità per il 2015); l’accelerazione nelle assegnazioni per l’edilizia privata (1,13 miliardi di euro); la ricostruzione pubblica (86 milioni di euro) e il suo prossimo rilancio; la semplificazione e la tutela della legalità nell’assegnazione dei lavori con misure più rigorose contro l’infiltrazione criminale; la trasparenza e la piena informazione dei cittadini, perché non c’è controllo più efficace di quello dell’opinione pubblica». e.e. © RIPRODUZIONE RISERVATA
LAVORI EXPO, LO SPRINT DI PISAPIA ● «Forse non tutto sarà pronto, ma comunque sarà fruibile. Dobbiamo vedere il bello, di certo siamo molto avanti rispetto alle altre esposizioni». È questo il commento del sindaco di Milano Giuliano Pisapia che ieri ha fatto visita ai cantieri dell’Expo 2015 (foto Omniroma). «Sono stati fatti passi da gigante — ha aggiunto — si è lavorato in questi mesi in maniera frenetica ed estremamente positiva. Questo comunque non sarà il mio ultimo sopralluogo prima dell’inaugurazione».
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MARTEDĂŒ 7 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Fast & Furious col turbo Boom nel nome di Walker
1Record negli Usa: il 7° episodio della saga sulle corse incassa 143 milioni
in 48 ore. Primo pure in Italia. Il divo scomparso rivive grazie al computer Daniele Vaira
Twin Peaks, Lynch rinuncia al sequel C’è poco denaro
@danvaira
U
n film adrenalinico, basato su auto rombanti, sgommate ed inganni ad alta velocità non poteva non mettere il turbo nel giorno della sua uscita. Ancor piÚ se questo film è di Fast & Furious 7, diventato già un caso il 30 novembre 2013, giorno della morte dell’attore protagonista Paul Walker, 40 anni, nel bel mezzo delle riprese, in un incidente stradale mentre era Los Angeles. E cosÏ il settimo episodio della saga ha incassato solo negli Usa 143,6 milioni di dollari nel primo weekend di programmazione, mettendo a segno il miglior giorno d’apertura di sempre ad aprile (67 milioni di dollari). Tra gli altri risultati ottenuti il miglior weekend d’esordio di sempre ad aprile e il nono in assoluto. Nel mondo ha superato i 384 milioni. E anche in Italia la curiosità dei fan ha riempito i cinema e ha sbaragliato la concorrenza: incasso di oltre 7 milioni di euro nel fi-
� Brutte notizie per i fan di Twin Peaks. David Lynch, regista della mitica serie tv Anni 90, ha annunciato su Twitter e Facebook che non girerà l’atteso sequel. Cari amici, dopo 1 anno e 4 mesi di negoziati rinuncio, perchÊ non è stato stanziato abbastanza denaro per realizzare il copione come ritenevo che andasse fatto. Questo weekend ho cominciato a chiamare gli attori per spiegare la mia decisione. Showtime potrebbe comunque portare avanti il progetto. Adoro il mondo di Twin Peaks e mi sarebbe piaciuto che le cose andassero diversamente. La casa di produzione Showtime aveva annunciato per il 2016 il capitolo finale della serie fatto di 9 episodi diretti da Lynch.
Infortunio sul set per Bond Craig operato al ginocchio â—? Che fatica essere James Bond! Dopo le buche di Roma che erano costate qualche problema di troppo al “poveroâ€? Daniel Craig, l’attore inglese adesso si è dovuto operare a un ginocchio per un infortunio rimediato sul set del nuovo attesissimo capitolo della saga, ÂŤSpectreÂť. L’incidente in realtĂ risale a febbraio, durante delle riprese di lotta in Messico, ma la produzione ha deciso di attendere la pausa per le festivitĂ di Pasqua per l’operazione. Si è trattato comunque di un intervento non
Daniel Craig zoppica in Messico
Paul Walker, morto in un incidente stradale il 30 novembre 2013, a 40 anni
ne settimana. Al secondo posto, lontanissimo, L’ultimo lupo di Jean-Jacques Annaud con 889 mila euro. LA TECNOLOGIA Gli interrogativi e le perplessità degli appassionati erano molte. A cominciare dalla scelta della produ-
molto impegnativo, effettuato in artroscopia, e Craig dovrebbe essere pronto per riunirsi al cast già il 22 aprile negli stabilimenti di Pinewood, in Inghilterra. Sam Mendes, il regista, ha infatti deciso di andare comunque avanti con il suo lavoro, girando nelle prossime settimane tutte le scene che non vedono coinvolto l’agente segreto piÚ amato del mondo. Craig, che è Bond per la quarta volta, si era già infortunato durante le riprese di Quantum of Solace, quando si fece male a un polso e alla testa, e di Skyfall, quando subÏ uno stiramento a un muscolo della gamba.
OROSCOPO LE PAGELLE di ANTONIO CAPITANI 21/3 - 20/4 ARIETE
21/4 - 20/5 TORO
21/5 - 21/6 GEMELLI
22/6 - 22/7 CANCRO
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Il dopo-Pasqua sa di spese. O di riflessioni obbligate in merito alle vostre finanze. Potete però resettare e trasformare con successo. Slancio suino su.
Regalereste volentieri un navigatore a chi non conosce la strada per andare a quel paese, oggi, ma controllatevi e siate furbi. Ormone vivacino, appagato.
Anche se la Luna ridimensiona qualcosa (nel lavoro, in amore, in fatto di guadagni) non siate ansiosi e godetevi la giornata. Fantasia suina no limits.
Luna d’appoggio utile alla vostra giornata che v’accontenta in tutto. Voi siete sereni, corteggiati e la resa sudombelicale si (e vi) supera.
Lavoro e famiglia rompono. E voi, per ricambiare, rompete gli zebedei a molti. State calmi. E non rifiutate l’idea di fare vita sociale. Fornicazionina.
Certe rivincite vi ripagano. Umanamente, anche. News, vita sociale, lavoro e viaggi vi rinfrancano, il suino inside you si fa piĂš ludico e possibilista.
23/9 - 22/10 BILANCIA
23/10 - 22/11 SCORPIONE
23/11 - 21/12 SAGITTARIO
22/12 - 20/1 CAPRICORNO
21/1 - 19/2 ACQUARIO
20/2 - 20/3 PESCI
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Concretezza, brio e fattività vi premiano. Finanze e lavoro, poi, vi tranquillizzano, l’ormone insorge e voi non risparmiate nessuno. Scatenatini, siete.
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L’intuito vince, l’esperienza torna utile. CosÏ, potete giocare d’anticipo riscuotendo successoni. Lavoro OK, sudombelico poetico e hardito fifty-fifty.
Gli amici sono fattivi, utili e presenti. Ma pure i nemici non mancano. Aprite gli occhi anche sui glutei, per non farvi fregare. Vigore suino poderosino.
Da amici e sponsor ottenete appoggi quasi insperati. Oltre che disinteressati (piÚ o meno). II vostro fascino è in crescita, muy vivace la fornicazione .
Certa gente vi gratina gli zebedei come nodini di vitello, il morale oscilla un cicinÏn, il lavoro è faticoso. Non è giornata. Nemmeno suinally speaking.
Ăˆ amica del vostro umore e dei programmi della giornata, la Luna. Che vi conferisce pure charme e fiuto super. Fornicazione accalorata e ben riuscita.
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â—? I milioni di euro incassati dal film in Italia nel primo weekend di programmazione. Nel mondo Fast & Furious 7 ha superato, invece, i 384 milioni.
zione di cambiare il regista Justin Lin, al timone in quattro episodi, con James Wan, la cui carriera era legata al genere horror (è stato il primo regista di Saw -l’enigmista). Il risultato sembra aver soddisfatto pubblico e critica. Variety ha definito il film un’orchestra perfetta di caos automobilistico, ma soprattutto un toccante omaggio a Paul Walker. E proprio gli espedienti tecnologici per far terminare le riprese al 40enne erano il nodo cruciale. Alla fine è stato un lavoro di famiglia. L’attore rivive grazie ai fratelli minori Caleb e Cody, che hanno la stessa corporatura. Le sequenze sono state cucite con riprese precedenti di Walker. Il suo volto è stato sovrapposto a quello di Cody, e perfino la voce è stata riformulata mixando le voci dei fratellini. Non è la prima volta che il cinema va avanti, perdendo un attore. La computer grafica fece miracoli già nel Corvo, datato 1994. L’attore Brandon Lee morÏ tre giorni prima delle riprese. Pure il viso di Oliver Reed, morto d’infarto nel 1999 mentre girava Il gladiatore, fu rimappato. Heath Ledger, invece, mancò mentre era sul set di Parnassus – L’uomo che voleva ingannare il diavolo 2009). Il regista Terry Gilliam agÏ, però, sulla sceneggiatura. Nel momento in cui il personaggio entra nel mondo immaginario cambia ed è interpretato da un attore diverso. Tra gli ultimi resuscitati dalla tecnologia Philip Seymour Hoffman, che appare in due film postumi: La spia e Hunger games— il canto della rivolta. Š RIPRODUZIONE RISERVATA
Clooney e la privacy sul Lago Multato chi si avvicina a casa â—? Violare la privacy di una star di Hollywood come George Clooney sulle rive del Lago di Como può costare caro, anzi carissimo. Fino a 500 euro, in particolare. Lo rivela l’edizione online del quotidiano britannico ÂŤDaily TelegraphÂť che ha pubblicato l’ordinanza con cui il sindaco di Laglio, Roberto Pozzi, ha deciso di trasformare lo specchio d’acqua davanti alla villa acquistata da Clooney nel 2001 per 7,5 milioni di euro in una sorta di zona rossa. In pratica, fino al prossimo settembre non si potrĂ
ormeggiare la barca in un raggio di 100 metri dalla costa. Ma anche avvicinarsi in auto. Clooney di solito ogni anno trascorre qui diversi periodi tra la primavera e l’estate. Già lo scorso settembre, a ridosso del matrimonio dell’attore, era stato emesso a tutela degli sposi un provvedimento simile, per dare modo alla coppia di preparare le nozze poi celebrate a Venezia. I motoscafi dei curiosi e dei paparazzi avevano rischiato negli anni scorsi di investire alcuni ragazzini che facevano il bagno.
CONSIGLI
LO SPORT IN TV
IL TALENT ÂŤTOP DJÂť
COSĂŒ SI CERCA LA NUOVA STAR ALLA CONSOLLE Dopo una prima stagione che ha consacrato il successo del ÂŤclubbingÂť in tv, TOP DJ riparte: stasera alle 22.45 su Sky Uno (si digita 108 sul telecomando del decoder), riecco Albertino, Stefano ÂŤStylophonicÂť Fontana e Lele Sacchi, i tre confermatissimi giudici di questo originalissimo talent. A loro tre, vere star della dance italiana, il compito di trovare il nuovo fenomeno della consolle. DA VEDERE STASERA SU SKY UNO ALLE 22.45
DIVERSAMENTE AFFABILE di FIAMMA SATTA
CHE ORRORE LA SOCIETĂ€ IN PREDA AI MALEFICI
A
Roma, nella centralissima Piazza Barberini c’è un parcheggio taxi vicino a una farmacia. LÏ, a mezzogiorno di mercoledÏ scorso, un 64enne ha chiesto a un tassista in attesa di clienti di poter lasciare l’auto per qualche minuto, il tempo di comprare una medicina per il figlio, un ragazzo down che era in macchina con lui. Per tutta risposta il tassista, un violento mascalzone di 37 anni, lo ha massacrato di botte, mandandolo in ospedale con trauma cranico e femore e zigomo fratturati. Mi soffermerei solo il tempo necessario sul violento mascalzone augurandomi che alla sospensione della sua licenza segua anche la revoca, perchÊ mi sembra importante considerare lo sguardo di quel ragazzo down: cosa avrà provato vedendo il padre aggredito in quel modo? Quanta paura? Quanto dolore? Quanta impotenza? Il violento mascalzone gli ha fatto un vero incantesimo, quelli i cui effetti si portano dietro tutta la vita, altro che zucche trasformate in carrozze e scarpette di cristallo. Preda di un maleficio anche i numerosi passanti in quell’ora di punta? Pare che uno solo, infatti, sia intervenuto in soccorso dell’uomo e abbia chiamato l’ambulanza. Un maleficio chiamato indifferenza. BLOG segui Fiamma anche su diversamenteaffabile.gazzetta.it
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MARTEDĂŒ 7 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
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INGHILTERRA
CR5 Leroy Sané, nel nome del padre
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Ibra e Cavani i dolori Arsenal e United, del signor Blanc caccia al Chelsea
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Settimanale di calcio internazionale Extratime@gazzetta.it - @etgazzetta Martedì 7 Aprile 2015 Numero - 173
TURCHIA
Spari sul bus del Fener Stop al torneo
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BRASILE
Cirino e Pinho Nuove stelle del Carioca
1 Lo davano in calo. Domenica contro il Granada
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Ronaldo ha risposto con 5 gol, la sua prima cinquina in carriera 1 Ora Ancelotti ha ritrovato l’arma in più per rimontare 4 punti al Barcellona e vivere sereno il derby di Champions 1 Intanto CR7 è a un passo dai 300 gol con il Real e in Liga è a più 4 da Messi
Filippo Maria Ricci e Iacopo Iandiorio alle pagine 2-3
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EXTRATIME
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PRIMO PIANO
Giornate
I GOL DI RONALDo per competizione 21 in Coppa del Re
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CONFRONTO GOL RONALDo vs. MESSI nella liga 2014-15
2 in Supercoppa Uefa
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213 in Liga
GOL RONALDO GOL MESSI
La manita di Cristiano 1
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ma per il Madrid ma non per lui, autore di una salvatrice doppietta, aveva annunciato un silenzio stampa personale fino a fine stagione, preceduto da gesti di inequivocabile irritazione nei confronti dell’isterico Bernabeu, abituato a «fischiare» già prima della gara. E durante la partita di Liga contro il Levante, ultima apparizione in casa prima di domenica, era stato beccato dalle telecamere mentre diceva «fodase» al pubblico: «Andate a farvi fottere», in portoghese. Insomma, dopo il Pallone d’oro, e dopo l’addio di Irina, l’oscurità.
più abbordabile, la determinazione di volerle vincere tutte sperando in due pareggi degli avversari (in caso di arrivo a pari punti la Liga va al Madrid per il vantaggio negli scontri diretti, 3-1 al Bernabeu e 1-2 al Camp Nou) e il doppio derby di Champions con l’Atletico che oggi fa meno paura.
Filippo Maria Ricci corrispondente da Madrid
1Era dato in calo di forma. Invece la domenica di Pasqua
Ronaldo ha realizzato la prima cinquina della sua carriera
1Ancelotti l’aveva predetto e conta su di lui per recuperare i 4 punti di differenza col Barça 1 CR7 ora guida la classifica
del Pichichi con quattro reti più di Messi. E domani si riparte
«S ì, negli ultimi tre mesi il suo rendimento è calato un po’, però da ora in poi vedremo un nuovo Cristiano Ronaldo. Nei prossimi due mesi la sua statistica migliorerà». Un veggente, Carlo Ancelotti. O meglio, uno che sa, uomo di calcio che «sente» i suoi giocatori. Perché quella frase l’ha pronunciata sabato, 24 ore prima della storica manita numero uno di Ronaldo. Era la risposta a chi gli chiedeva un parere su uno studio pubblicato dal Cies, osservatorio statistico sul calcio, secondo il quale in questo momento tra gli attaccanti Cristiano è (era?) al 29° posto per momento di forma in una classifica stilata in base a pa-
rametri di gioco, partecipazione, creazione, finalizzazione, nella quale il numero uno è saldamente occupato da Leo Messi, seguito da Robben, Dost (sorpresa del Wolfsburg), Luis Suarez e Diego Costa.
Il calo di Superman Quanto espresso numericamente dal Cies era apparso evidente a chi segue il Madrid da vicino: dopo il picco autunnale (che per i maligni coincide non casualmente con il momento della votazione per il Pallone d’oro), Ronaldo era calato tra il vistosamente e il drammaticamente. Basti dire che nel 2015 al Bernabeu prima di domenica in Liga aveva fatto un solo gol, su rigore al Villarreal. E che lui, uomo da oltre un gol a partita con la maglia del Madrid (299 in 287, davanti ha solo Di Stefano a 308 e Raul a 323, gente che si è vestita di bianco molto più a lungo del portoghese), prima della festa col Granada aveva impiegato 9 partite (e 10 turni di campionato) per fare i 5 gol precedenti. Non solo: Cristiano in questo tormentato inizio di 2015 era parso nervoso, irritabile, avvelenato. Dopo la Grande Paura con lo Schalke, nel ritorno degli ottavi di Champions League (3-4), partita pessi-
Le scelte di Carlo Perché Ronaldo è tornato, così come James Rodriguez, domenica in campo per un’ora dopo i
Dal buio alla luce Nella luminosa mattinata pasquale chiusa coi 9 gol del Madrid al Granada (in Liga non succedeva da un Barça-Rayo 9-0 del 1978-79, al Madrid da un 9-1 alla Real Sociedad del settembre 1967, ben 47 anni...) Cristiano è parso sorridente oltre che tonico e ovviamente letale. Non ha parlato, come annunciato un mese fa, affidando a twitter e Instagram la sua felicità, con auguri pasquali annessi. «Sembra sempre che abbia fatto tutto, poi riesce a fare qualcosa in più», il calzante commento del compagno Alvaro Arbeloa a fine gara. Già: il pokerissimo era inedito per l’onnivoro CR7. Ancelotti ha esaurito i commenti sul suo attaccante, «Che cos’altro devo dire?», ma l’aveva sempre difeso anche nei momenti più bui e ora è pronto a goderselo: «Certo, cambierei il 9-1 con 9 vittorie per 1-0 ma godiamoci il successo». E una postilla fondamentale: «Non abbiamo mai avuto una condizione fisica così buona». Il Real è di fronte a un momento decisivo: 9 partite di Liga per recuperare i 4 punti di distacco dal Barça, con un calendario sulla carta
i gol di Cristiano Ronaldo al Real Madrid in 287 partite totali (media 1,042). Ecco i suoi gol per stagione: nel 2009-10 33 reti, 53 nel 2010-11, 60 nel 2011-12, 55 nel 2012-13, 51 nel 2013-14 e 47 finora nel 2014-15. Per Marca sono 300.
MARTEDÌ 7 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
3
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195 210 213 219 224 227 228 234 251 275 200
100 gol
225
250
I MIGLIORI GOLEADOR DELLA LIGA
IL CALENDARIO
1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10.
Domani 11-4 14, 15-4 18-4 21, 22-4 25,26-4
Lionel Messi Telmo Zarra Hugo Sánchez Raúl González Alfredo Di Stéfano César Rodríguez Quini Cristiano Ronaldo Pahíño Mundo
231 278 191 448 353 329 550 347 277 305
Partite disputate
DECATREND
di Alessandro de Calò
Le prossime partite del Real e del Barça
RAYO Eibar ATLETICO M.* Malaga Atletico M.* CELTA
Almeria SIVIGLIA PSG* Valencia Psg* ESPANYOL
In MAIUSCOLO le partite giocate in traferta
28, 29-4 2-5 10-5 17-5 24-5 30-5
Almeria SIVIGLIA Valencia ESPANYOL Getafe
Getafe CORDOBA Real Sociedad ATLETICO M. Deportivo ATLETICO B.**
*In Champions L. **In Coppa del Re
EFFETTO MESSI NEL CR7 SHOW: SFIDA INFINITA A FORZA DI GOL
Da Bata a Leo in Liga e coppe quante cinquine 1Il basco nel 1931 fu il primo a fare più di 5 gol nel campionato spagnolo1Leo è uno dei 12 autori dei pokerissimi di Champions 1 Morientes fu l’ultimo del Real nel 2002, Salenko unico mondiale Iacopo Iandiorio 5
Così nasce l’impresa 3 gol di destro, 2 di testa ● 1 La manita inizia al 30’: assist di Rodriguez e tiro di destro sul palo lontano ● 2 Il secondo gol al 36’: cross di Marcelo, il portiere respinge, lui segna di controbalzo ● 3 Al 38’ il tris: tiro da fuori, il portiere tocca, ma non evita il gol ● 4 Al 54’ il gol più «doloroso»: di testa in tuffo da pochi metri, poi sbatte una gamba contro il palo ● 5 L’ultima perla, svettando di testa su punizione all’89’.
due mesi di stop per la rottura del quinto metatarso del piede destro. Il colombiano ha regalato due assist arrivando a 10 in Liga (nel Madrid lo batte solo Ronaldo con 11), e offerto grandi sensazioni. «In 12 non possiamo giocare, ora dovrò lasciar fuori qualcuno», ha detto Ancelotti. Già: Isco era squalificato ma domani col Rayo sarà disponibile. E uno tra lui, James e Modric deve star fuori. In nome dell’equilibrio, soprattutto in chiave derby di Champions, Isco, trasformato frettolosamente nel nuovo Zidane dallo stesso schizofrenico Bernabeu, è quello più a rischio. Per il derby rientra anche Pepe e così Carlo avrà a disposizione la formazione migliore. Ne avrà bisogno per sfatare una statistica orrenda: 6 stracittadine senza vincere, 4 con sconfitte compresa l’ultima, terrificante: il 4-0 subìto al Calderon, seguito dalla chiacchierata festa per i 30 anni di Cristiano.
La sfida con Messi Ora però Carlo ha ritrovato Ronaldo ed è pronto a farsi guidare da lui in una sfida ispirata dal numero 4: i punti di distacco dal Barça ma anche i gol di vantaggio del portoghese sul grande rivale Leo Messi, stranamente a secco da 3 gare. Sia in Liga (36 a 32, con il portoghese che li ha fatti in 26 partite e l’argentino in 29) che a livello stagionale (47 a 43). Ronaldo avanti anche nella Scarpa d’Oro, coi terzi, Diego Costa e Harry Kane, staccatissimi con i loro «miseri» 19 gol. Il tutto nell’ambito della lunghissima volata al Pallone d’oro, dove Leo è ancora davanti: 4 a 3. Domani in Liga c’è già un nuovo episodio di questa sfida infinita. © RIPRODUZIONE RISERVATA
LA SITUAZIONE
Oggi in campo l’Atletico Madrid Domani Rayo-Real ● Ieri si è giocato il posticipo Espanyol-Elche 1-1 (Sergio Garcia, Cristian Herrera). CLASSIFICA Barcellona 71; Real Madrid 67; Atletico Madrid 62; Valencia 61; Siviglia 58; Villarreal 50; Malaga 45; Athletic B. 39; Rayo 38; Real Sociedad 37; Celta ed Espanyol 35; Getafe 32; Levante, Eibar ed Elche 28; Deportivo 26; Almeria 25; Granada 23; Cordoba 18. 30ª GIORNATA OGGI: Atletico Madrid-Real Sociedad (ore 20); EibarMalaga (22); Levante-Siviglia (22). DOMANI: Barcellona-Almeria (20); Deportivo-Cordoba (20); Granada-Celta (22); Rayo-Real Madrid (22). GIOVEDÌ: Athletic Bilbao-Valencia (20); ElcheGetafe (22); Villarreal-Espanyol (22).
I
n principio fu Agustín Sauto Arana, ragazzino basco di Barakaldo. Era un altro calcio e altri tempi. La Liga era alla sua terza edizione e l’8 febbraio 1931 l’Athletic Club de Bilbao, futuro campione, inflisse la peggior sconfitta della storia al Barcellona: 12-1. Agustín detto Bata, grembiule (perché da piccolo in campo all’uscita della scuola non se lo toglieva mai per non sporcare i vestiti sotto) fece 7 gol. Record di Liga poi pareggiato da Kubala, 20 anni dopo, con una raffica al povero Sporting Gijon. Meglio di CR7 in Liga hanno fatto pure Cesar, Mundo e Zarra con 6 gol in un match.
Da Iraragorri, 27 in Liga Come il portoghese invece ben 27 calciatori dal 1932-33 da Iraragorri fino a Falcao, ai tempi dell’Atletico Madrid 201213, l’ultimo pokerissimo di Liga. Fra questi 27 «ante Cristiano» c’è però chi una cinquina l’ha fatta ben 3 volte: il solito Telmo Zarra dell’Athletic fra il 1943 e il 1951. Per il Real Ronaldo è il 7° a far pokerissimo: dopo Alday (1942-43), Antonio Alsúa (’46-47), Muñoz (’50-51), Pepillo (’59-60), il grandissimo Puskas (’60-61), e infine Morientes il 10 febbraio 2002 contro il Las Palmas (7-0): da ricordare che il Moro sbagliò anche un rigore… Cosa che non falliva mai lo slavo Peternac che in un Oviedo-Valladolid (3-8) del 1995-96 siglò ben 4 rigori ed entrò anche lui fra i «cinquinisti». Uscendo dalla penisola iberica sono tante le storie di bomber da 5 reti a
partita. In coppa Campioni e Champions League sono stati ben 12, esclusi i preliminari: dallo svedese Ove Ohlsson dell’Ifk Goteborg che tramortì i nordirlandesi del Linfield nel settembre del 1959 (6-1) al brasiliano di Lucescu Luiz Adriano, eroe in trasferta dello Shakhtar in questa Champions contro il Bate a ottobre (7-0).
Altafini e Albert In mezzo José Altafini, ma ai lussemburghesi dell’Union nel settembre 1962 (8-0), il Pallone d’oro ungherese Florian Albert del Ferencvaros, Gerd Müller e poi Lerby dell’Ajax entrambi contro i ciprioti dell’Omonia, e infine il grande rivale di CR7: Leo Messi, lui sì in Champions (ma non ancora in Liga...) al Bayer Leverkusen. Restando in campo internazionale c’è un solo uomo ad averne fatti 5 in una gara di un Mondiale: il russo Oleg Salenko al Camerun il 28 giugno 1994 in un’ora.
Da Piola a Klose Poi ci sono i reucci di campionato. In Italia Piola e Sivori ne hanno fatti 6 e altri 13 giocatori ne hanno realizzati 5 in un match come Ronaldo: l’ultimo il laziale Miro Klose al Bologna il 5-52013. In Germania l’altro Müller, Dieter, ne ha fatti 6 col Colonia e contro il Werder nel 1977 (7-2); in 12 firmano un pokerissimo (e il solito Gerd ben 4 volte). In Inghilterra il Principe è Ted Drake dell’Arsenal che ne contò 7 nel dicembre 1935; in Premier l’ultimo è stato Berbatov con lo United nel novembre 2010. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Fernando Morientes, 39 anni, al Real dal 1997 al 2003 e nel 2004 (GETTY)
Dal 2008 la ditta Cristiano Ronaldo & Leo Messi Football Club domina il panorama mondiale. L’ultimo intruso sul loro cammino è stato Kakà, vincitore del Pallone d’oro 2007 grazie al trionfo in Champions col Milan. Una vita fa. Ronaldo aveva 22 anni, Messi 20: si erano piazzati secondo e terzo. Da allora hanno lasciato soltanto briciole ai concorrenti. Parliamo di trofei e di gol, naturalmente. Il fixing dei Palloni d’oro parla di un 4-3 a favore dell’argentino, il conto delle Scarpe d’Oro è in parità (3-3) come i gol in Champions (75, anche se CR7 ne ha pure uno nei preliminari), e ogni giorno c’è un primato da strappare al rivale, un traguardo da tagliare per primo, una rimonta da completare per ristabilire le distanze. L’ossessione dei loro ego alimenta l’ambizione infinita dei fuoriclasse di Barça e Real. Senza lo stimolo dell’altro inteso come rivale, Messi e Ronaldo sarebbero diversi, un po’ più distratti, meno spietati. La rincorsa tra i due migliori calciatori del secolo XXI è un duello senza precedenti nell’olimpo dei grandi di sempre. Pelé regnava da solo, Maradona idem. La «manita» di Ronaldo al Granada nel 9-1 della domenica di Pasqua non può vivere da sola senza questa storia. Il Real aveva vinto solo un match degli ultimi 5 (col Levante), con tre sconfitte (Athletic, Schalke e Barça) e un pari sul groppone (Villarreal). C’era bisogno di invertire la rotta e di spegnere i fischi del Bernabeu. L’exploit non è segnare 5 gol in una partita della Liga: prima di CR7, negli ultimi anni, l’impresa era riuscita a Falcao e Morientes ma anche al croato Alen Peternac, semisconosciuto attaccante del Valladolid. L’impresa è mettere a segno una cinquina chiamandosi Ronaldo. La «manita» serve a rilanciare il Madrid e a staccare Messi nella classifica marcatori in questo campionato: 36 gol a 32, con una progressione di 299 gol in 287 match col Real nella Liga. Pazzesco. La media di 1,05 gol a partita in un percorso così lungo ci fa pensare a qualcosa di epocale. Dobbiamo aspettarci la risposta di Messi. Siamo dentro alla storia mentre si scrive e, forse, non ce ne rendiamo conto.
EXTRATIME
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MARTEDÌ 7 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
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INGHILTERRA
IL CALENDARIO DELLE 4 BIG Date
CHELSEA
MANchester CITY
11, 12-4
Qpr
18, 19-4
Chelsea
Man. United
25, 26-4
Arsenal
Chelsea
29-4
Leicester
Chelsea*
2, 4-5
Chelsea
Crystal P.
Tottenham
9, 11-5
Chelsea
Liverpool
Man. City
Qpr
Chelsea
Swansea
Man. City
Sunderland
Man. City
Southampton
17, 18-5 24-5
Wba Chelsea
Gli scontri diretti
Man. United
Chelsea
*Recupero
ARSENAL
MANchester United
Man. City
Burnley
Arsenal
Man. City
West Ham
Arsenal
Sunderland**
Chelsea
Man. United
Man. City
A. Villa
Arsenal
Chelsea
Everton
Man. United
Hull
Arsenal
Man. United
Man. City
Arsenal Man. United Arsenal
Swansea Arsenal Wba
Man. United
Crystal P. Man. United Hull
Man. City
Wba Man. United Arsenal Man. United
**Il 20 maggio
C’è ancora vita in Premier? Caccia al Chelsea 1Le serie positive di Arsenal e United e il momento difficile dei Blues,
che devono ancor affrontare nel ritorno le due inseguitrici più in forma, lasciano aperto il campionato 1Ma domenica c’è il derby di Manchester e i Red Devils non possono sbagliare. Con un City in crisi Stefano Boldrini corrispondente da Londra
IERI IL POSTICIPO
Il City cade contro il Crystal Palace Inutile gol di Yaya ● (bold) Ieri nel posticipo del 31° turno il Manchester City ha perso 2-1 col Crystal Palace, abbandonando ogni chance di lotta per il titolo. Il Palace che in Premier aveva battuto il City solo una volta, il 1° aprile 1995 (2-1), è andato oin vantaggio con gol di Murray (lieve fuorigioco), ha raddoppiato dopo 3’ della ripresa con Puncheon (punizione) mentre il City, che lamenta un rigore non concesso per mano di Murray in area, ha accorciato le distanze con un gol di Yaya Touré (il 7° in questa stagione in Premier) a 12 minuti dallo scadere. Dopo questo risultato e le gare di domenica (Burnley-Tottenham 0-0 e Sunderland-Newcastle 1-0, gol di Defoe) ecco la classifica: Chelsea 70, Arsenal 63, Man. United 62, Man. City 61, Liverpool e Tottenham 54, Southampton 53, Swansea 46, West Ham e Stoke 42, Crystal Palace 36, Everton 37, Newcastle 35, Wba 33, Sunderland 29, Hull e Aston Villa 28, Burnley 26, Qpr 25 e Leicester 22.
L’
unico errore di una prestazione esemplare del portiere Begovic ha permesso sabato al Chelsea di firmare il 2-1 sullo Stoke e di mantenere il vantaggio sulla concorrenza, ma il calo di forma dei Blues e l’ascesa di Arsenal - soprattutto - e United autorizzano a credere che i giochi in vetta alla Premier non siano conclusi. Il 24 maggio, quando sul torneo inglese calerà il sipario, è lontano. E molta acqua deve passare sotto i ponti del Tamigi, o lungo i canali di Manchester. Condizione generale, infortuni, scontri diretti e calendario si prestano a un esame della volata finale.
Lo spagnolo Ander Herrera, 25 anni, prima stagione al Manchester United (IPP)
Sotto, Hector Bellerin, 20 anni, di Barcellona, difensore dell’Arsenal, finora 13 gare e 2 gol in Premier (AFP)
Stamford - il 18 aprile, poi l’Arsenal - fuori - il 26. Sono le due sfide decisive, ma il 10 maggio i Blues avranno un altro impegno pesante: ospiteranno un Liverpool ora tagliato fuori dalla Champions, ma sempre in corsa per l’Europa. A uno stato di forma vacillante - Fabregas da 2 mesi viaggia a scartamento ridotto -, si è aggiunto il nuovo infortunio di Diego Costa: problema serio. Lo spagnolo potrebbe restare fuori 2 settimane e saltare lo United. La garanzia è la mentalità vincente di Mourinho.
fragile. Giroud e Sanchez stanno marciando alla grande, Ozil è in ripresa, ma importante è anche la crescita di giovani come Bellerin e Coquelin. Wenger sorride largo: pagherebbe di tasca sua per dare scacco matto a Mourinho.
Devils, calendario duro
È il club che sta meglio in classifica e ha una gara da recuperare (in casa del Leicester), ma è anche quello più spompato dopo la massacrante stagione: i Blues hanno giocato 46 gare. Mancano 8 match prima di tagliare il traguardo: 4 in casa e altrettanti fuori. Due scontri diretti, nel giro di 8 giorni: prima il Manchester United - allo
Ha giocato meno di tutti (37 partite) e il vantaggio di potersi allenare bene ha permesso di riempire il serbatoio. Lo United è un bolide che può vincere molti gran premi (5 successi di fila in Premier), ma talvolta sbanda e perde punti I giovani spingono preziosi. Il derby di doÈ la squadra che ha menica all’Old Trafgiocato di più (47 gaford è l’occasione d’oro re), ma anche quella per regolare i conti col che in questo momenCity, poi ci sarà la sfida to corre ad alta veloci- LONDRA sul campo del Chelsea tà: 7 vittorie di seguito in Premier. Nel calendario dei e, infine, l’Arsenal in casa per Gunners, 3 match fuori e 4 in vendicare l’eliminazione ai casa, compreso lo scontro ad al- quarti di FA Cup. Il solito Roota tensione col Chelsea. Nella ney, la sorpresa Herrera e il repenultima giornata, trasferta divivo Fellaini sono gli assi nelall’Old Trafford. L’Arsenal ha la manica di Van Gaal. Il City inpure il 18 aprile la semifinale di fine ha il calendario migliore - a Coppa d’Inghilterra col Rea- parte il derby -, ma pare ormai ding, ma l’impegno non do- fuori dai giochi dopo il k.o. di vrebbe turbare più di tanto la ieri sera. Pellegrini è in bilico, banda di Wenger. L’infermeria Jovetic s’interroga sul futuro, è svuotata - da valutare Kosciel- Yaya Touré pensa all’Inter: non ny, mentre Oxlade è quasi ok - è il modo migliore per affrontaed è un’altra buona notizia per re l’ultimo chilometro. © RIPRODUZIONE RISERVATA una squadra dalla salute spesso
● (a.luch.) Due serbi hanno deciso di lasciare l’Apolonia Fier, club della massima divisione (penultimo in classifica) a 10 km da Tirana. Perché lo scorso 22 marzo il portiere Vilson Cakovic aveva strappato di mano una bandiera albanese ad un invasore di campo. E poi ha ricevuto minacce, come il compagno Djordje Djordjevic. A ottobre scorso in Serbia-Albania ci fu l’invasione di campo di un drone con bandiera kosovara.
● (p.l.g.) Gianluca Zambrotta, 38 anni, non è più l’allenatore del Chiasso, in seconda divisone svizzera. Al campione del Mondo del 2006 sono state fatali le sconfitte casalinghe contro due concorrenti dirette (Bienne e Le Mont) nella lotta per evitare la retrocessione nella terza divisione svizzera. A prendere la decisione di esonerare l’ex terzino e di affidare la direzione del club all’esperto Marco Schällibaum, 53 anni, (ex
Costa ancora k.o.
ING
IL CASO
Domani torna Balotelli nei quarti di FA Cup dopo l’autoesclusione? ● (bold) Dopo l’autoesclusione e le immagini postate su Instagram del pranzo di Pasqua a base di patatine fritte e vino rosso - non proprio un’alimentazione da atleta -, il ritorno in campo. Mario Balotelli si è allenato regolarmente ieri mattina con il Liverpool: le foto lo mostrano con la sciarpa e i guanti, mentre, al fianco di Gerrard, ascolta la ramanzina di Brendan Rodgers, assai seccato dopo le due sconfitte di fila con Manchester United e Arsenal che hanno compromesso la corsa per la Champions dei Reds. Domani sera il Liverpool è impegnato nel replay dei quarti di FA Cup in casa del Blackburn Rovers decimo in Championship (la seconda serie): Balotelli potrebbe anche trovare un posto in panchina. Rodgers ha cercato di ridimensionare la presunta autoesclusione di Balotelli («tutti i calciatori sono pienamente coinvolti in questa volata finale»), ma intanto ha ammesso: «Se non arriveremo tra le prime 4, sarà quasi impossibile fare grandi acquisti. I top player vogliono giocare in Champions e il fascino del nome Liverpool non basta». E Balotelli? I conti si faranno in estate, ma Rodgers non si strapperà i capelli in caso di addio anticipato di Mario. Intanto la vincente del replay dei quarti di domani in semifinale domenica 19 aprile (alle 16) troverà l’Aston Villa, oggi alle 20.45 impegnato nell’anticipo di Premier col Qpr.
NOTIZIE DALL’EUROPA
ALBANIA FIER
Due serbi lasciano l’Apolonia per intimidazioni
SVIZZERA CHIASSO
Zambrotta via dopo poco più di un anno
Servette, Sion, Lugano e Montreal) è stato il d.g. livornese Fabio Galante. Dopo una prima metà stagione da tecnico (quella scorsa) in cui Zambrotta aveva saputo trascinare il Chiasso dall’ultimo posto a terzultimo (con +7 sulla retrocessione), in questo campionato il comasco non si è saputo ripetere e lascia il club della Svizzera italiana con un vantaggio di soltanto due punti sul Le Mont, ultimo, a 10 turni dalla fine.
Gianluca Zambrotta, 38 anni
EXTRATIME
MARTEDÌ 7 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
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GERMANIA
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FRANCIA
Ecco Leroy Sané Nel nome del padre Festa parigina per il gol di Matuidi contro il Marsiglia AFP
Ibra e Cavani I casi spinosi di Blanc e Psg 1 È l’unico club ancora in corsa per quattro obiettivi 1Il calendario è infernale e i problemi dei fuoriclasse lasciano aperta la corsa1Oggi il Monaco in campo Alessandro Grandesso da Parigi
O
Leroy Sané, 19 anni, Schalke: qui col Real Madrid in Champions, cui ha fatto un gol al Bernabeu al debutto. Sotto, papà Souleymane (AFP)
1Souleymane, papà del gioiellino dello Schalke,
in gol a Madrid al debutto in Champions, è stato bomber in serie B e idolo a Wattenscheid 1Nel 1990 fu oggetto di razzismo così violento, che causò una campagna antidiscriminazione della federcalcio Alec Cordolcini
A IDENTIKIT
La mamma fu bronzo olimpico in ginnastica ● Leroy Sané è nato l’11-1-1996 a Essen (Germania), da papà Souleymane (ex attaccante di Friburgo, Norimberga, FOTO con Kopke nell’88, Wattenscheid e Tirol) e Regina Weber, ginnasta ritmica (bronzo olimpico 1984). Leroy è allo Schalke da quando ha 9 anni, poi a 12 passa al Bayer Leverkusen per 3 stagioni. Il 20-4-14 ha debuttato in Bundesliga, lo scorso 10 marzo in Champions, segnando al Real.
l minuto 29 di Real Madrid-Schalke Souleymane Sané si guardò mani e piedi. Tremavano. Era più agitato lui di suo figlio Leroy, classe ’96, che in quel momento stava facendo il suo debutto in Champions prendendo il posto di Choupo-Moting. Una «prima» che non dimenticherà mai: sinistro di classe per la rete del 3-3, assist a Huntelaar per il sorpasso Schalke, che non passerà il turno solo per un gol di differenza. È l’ennesima stellina della fucina tedesca. Facile dire che Leroy Sané ha lo sport, e il talento, nel dna. La madre, Regina Weber, ha vinto 32 titoli tedeschi di ginnastica ritmica ed è stata l’unica atleta del Paese a vincere una medaglia olimpica (bronzo a Los Angeles 1984) nella disciplina.
Con Löw a Friburgo Papà Souleymane, oggi 54 anni, invece è stato un attaccante da 51 reti in 174 gare di Bundesliga, 65 in 152 in B (dove nell’88 si è laureato capocannoniere col Friburgo, primo re dei bomber straniero nella storia del torneo, giocando con l’attuale c.t. tedesco Löw), 23 in 58 in Austria (altro titolo di top scorer). Leroy Sané però non deve ringraziare il padre solo per il talento ereditato, ma anche per il ruolo cruciale svolto nella battaglia contro la discriminazione. Una storia iniziata 25 anni fa in un distretto urbano di Bochum chiamato Wattenscheid, il cui grigiore si rifletteva pienamente nel club locale, il Wattenscheid 09. Calcio periferico che aveva come
teatro un triste impianto, il Lohrheide-stadion, il cui senso di vuoto dovuto alla bassa affluenza era amplificato dall’enorme distanza tra campo e tribune, separati da una pista di atletica. Ma nel 1990 accadde l’impensabile: il Wattenscheid era stato promosso in Bundesliga, e si era presentato con un attaccante mal visto dall’opinione pubblica.
L’incidente con Famulla Quando giocava nel Norimberga nell’88 Souleymane Sané infatti aveva quasi staccato un orecchio al portiere del Karlsruher Alexander Famulla in uno scontro di gioco. Sané non aveva tirato indietro il piede e Famulla si era ritrovato 20 punti di sutura in testa. Fu sostituito da un ragazzino che frequentava ancora il ginnasio. Si chiamava Oliver Kahn. Nessuno avrebbe scommesso un centesimo né sul Wattenscheid né su Sané, e invece grazie anche ai suoi gol la squadra rimase in Bundesliga 4 stagioni, togliendosi anche lo sfizio di battere 2 volte il Bayern Monaco. Ma il momento topico nella carriera di Sané arrivò nell’ottavo di Coppa di Germania 90-91 ad Amburgo. Oggetto per tutta la partita dei cori razzisti dei tifosi anseatici («Neger raus» il più gettonato), con tanto di lancio di banane in campo, Sané segnò il gol decisivo a 3 minuti dalla fine e nel dopopartita, di fronte alle telecamere, gridò: «Nicht Samy Sané raus, HSV ist raus». Volevate mandarmi a casa? Vi ho mandati a casa io. Uno sfogo che non passò inosservato nei corridoi della Federcalcio tedesca, che poco tempo dopo lanciò una massiccia campagna contro il razzismo negli stadi. «Quando nel 2001», ricorda GELSENKIRCHEN Sané, «Gerald Asamoah diventò il primo giocatore di colore a vestire la maglia della Germania, provai una grande gioia. Oggi tutto è cambiato, ci sono gli Ozil, i Khedira, i Boateng, e mi fa piacere pensare che tutto è partito anche grazie a me». L’obiettivo di Samy Sané adesso è quello di diventare il primo allenatore di colore in Bundesliga. Risultati alla mano (ex c.t. di Zanzibar), la strada appare lontana. Intanto si coccola i tre figli Kim (20 anni), Leroy e Sidi (12), tutti juniores dello Schalke. Buon sangue non mente.
GER
Zlatan Ibrahimovic, 33 anni, dal 2012 è al Psg con il quale ha vinto 2 scudetti, 2 Supercoppe di Lega e 1 Coppa di Lega. Per lui in questa stagione 23 gol complessivi in 31 partite AFP
rmai sembra quasi una corsa a due, ma meglio non fidarsi delle apparenze. Nonostante la qualità del Lione, incollato a un Psg costretto a coprire, unico in Europa, quattro fronti. Il prezzo è alto: un calendario infernale. Dopo lo scontro diretto vinto in casa del Marsiglia di Bielsa, i campioni di Francia si giocano domani un posto in finale di coppa di Francia, contro il Saint Etienne. In attesa di aggiudicarsi quella di Lega, sabato allo Stade de France, contro il Bastia. Tra una settimana c’è il Barcellona, per i quarti di Champions. E come se non bastasse, a Blanc tocca gestire il caso Cavani sempre più frustrato dal ruolo di spalla di un Ibrahimovic a sua volta criticato e in dubbio sull’ultima annata di contratto. Giovedì, in commissione disciplinare, lo svedese rischia 4 turni di squalifica per il recente sfogo contro gli arbitri. Potrebbe essere la spinta definitiva per allontanare l’ex rossonero da quello che lui stesso ha definito un «Paese di m…» . Ibra, 4 giorni dopo la sfuriata di Bordeaux è stato pure intercettato all’ambasciata Usa di Parigi per chiedere un visa d’immigrazione. Indizio interpretato come primo passo verso la Mls. Cui va aggiunta l’affannosa ricerca di un successore da parte del presidente del Psg che avrebbe rimproverato severamente lo svedese per gli insulti di cui sopra, sgraditi all’opinione pubblica. Senza contare le critiche dei media che parlano di un Ibrahi in declino, nonostante i 17 PARIGI gol realizzati in 22 gare: 6 nelle ultime 4. E due propiziati con un pizzico di fortuna per la rimonta al Velodrome (2-3). Dove ha deluso Cavani, polemico con Blanc al momento del cambio. Plateale la reazione, in diretta tv in 167 Paesi, apprezzata però in casa Juve, Atletico e United, possibili mete dell’ex stella del Napoli. Per questo, il -5 del Marsiglia dal Psg sembra meno vertiginoso. E anche il Monaco stasera può di nuovo immischiarsi nei giochi, battendo il Montpellier nel recupero del 25° turno, in attesa di sfidare la Juve in Europa.
FRA
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NOTIZIE DALL’EUROPA
GERMANIA BERLINO
Coppa: oggi e domani le grandi nei quarti di finale
● Quarti di finale di coppa di Germania. Oggi si giocano Wolfsburg (avversaria del Napoli in Europa League)-Friburgo e Borussia Dortmund (finalista l’anno scorso)-Hoffenheim (in tv su Fox Sports 2 alle 20.30); per i ragazzi di Klopp, a -6 dai posti europei, un’altra chance per restare nelle coppe europee. Domani invece Arminia Bielefeld (club di terza divisione)-Borussia Mönchengladbach e i campioni del Bayern fanno visita al Leverkusen (in tv su Fox Sports 2 in differita alle 24).
RUSSIA MOSCA
Hulk trascina lo Zenit in fuga È a +8 sul Cska
● Con la vittoria pasquale sul Cska lo Zenit va in fuga a 9 turni dalla fine. Domenica è stata una doppietta del brasiliano Hulk (11 gol finora) a risolvere il big match (Strandberg in gol per i moscoviti). In classifica ora lo Zenit ha 51 punti, il Cska 43 e il Krasnodar a 41 può attaccare il 2° posto valido per i preliminari di Champions. Oggi altro turno: il Krasnodar va a Kazan contro il Rubin, domani ennesimo derby della capitale fra Cska e Dinamo Mosca, mentre lo Zenit va a Grozny contro il Terek.
PORTOGALLO LISBONA
Il Porto asfalta l’Estoril: 5-0
● (a.v.) Dopo il successo di sabato sera del Benfica sul Nacional per 3-1 (doppietta di Jonas e gol di Lima) che manda la capolista a 68 punti, il Porto ieri ha risposto contro l’Estoril: 5-0, reti di Oliver Torres, Aboubakar, doppietta di Quaresma (uno su rigore) e il neo madridista Danilo. Il Porto sale così a 65 punti. Domani in coppa del Portogallo Sporting Lisbona-Nacional (andata 2-2) e oggi andata di Sporting BragaRio Ave, con ritorno il 30 aprile. La finale è prevista il 31 maggio.
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EXTRATIME
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EUROPA
CHAMPIONS ASIATICA
Gli spari sopra il campionato Stop in Turchia
Proteste ad Ahvaz, sud-ovest dell’Iran, contro il governo di Teheran
Foolad, caso fra Riyad e Teheran 1I fan del team iraniano, sunniti, hanno approfittato del match di coppa per protestare contro il regime sciita che li reprime1Domani c’è il ritorno in Arabia Dario Falcini
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Sopra, a sinistra, il bus del Fenerbahce assaltato sabato sera a Trabzon. A destra, il sindaco della città visita l’autista, sotto dopo l’aggressione.
1Dopo l’agguato a Trabzon al pullman del Fenerbahçe
fermo di una settimana deciso dalla Federcalcio 1L’autista ferito è ricoverato, ma non in pericolo di vita 1 L’episodio è il culmine di un’escalation di violenza che ha le sue radici nella calciopoli locale del 2011 Davide Longo e Selcuk Manav
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i punti in classifica del Fenerbahçe dopo 26 turni; il Galatasaray è primo a 58, il Besiktas, dopo il derby pareggiato 0-0 con l’Istanbul Basaksehir, è terzo a quota 55
l termine di un incontro fra la Federcalcio e il ministro dello Sport, Akif Cagatai Kilic, ieri è arrivata l’ufficialità: la Süper Lig, il massimo campionato della Turchia si ferma come conseguenza dell’agguato a colpi di arma da fuoco al pullman del Fenerbahçe che sabato stava portando la squadra in aeroporto al termine della partita vinta sul campo del Caykur di Rize (80 km di distanza). Lo stop (che parte oggi dopo il posticipo di ieri) è di una settimana durante la quale – è la speranza della Federcalcio e dell’esecutivo di Davutoglu – gli inquirenti potranno individuare e consegnare alla giustizia gli autori dell’attentato. Uno stop prima richiesto e poi accolto con soddisfazione dal club di Istanbul. «È stato sparso del sangue – ha spiegato il vicepresidente Uslu – e il calcio è stato zittito. Trovare e punire i colpevoli è di vitale importanza per il Fenerbahçe». L’episodio ha avuto una grande risonanza in un Paese già sconvolto dall’omicidio del magistrato Mehmet Selim Kiraz, preso in ostaggio la scorsa settimana da 2 terroristi del Dhkp-C e poi ucciso nell’assalto delle teste di cuoio. Un omicidio al quale ieri ha fatto seguito la «chiusura» di Twitter, Facebook e Youtube decisa dal governo perché sulle tre piattaforme erano apparse foto del magistrato ucciso.
La Calciopoli del 2011 La matrice degli spari di sabato, però, è ritenuta dagli inquirenti non politica e del tutto interna al mondo del calcio, da ricercare nella rivalità storica che divide le tifoserie di Fenerbahçe e Trabzon-
spor, rivalità esplosa in tutta la sua virulenza dopo l’esito controverso della stagione 2010-’11. In quel torneo, terminato a pari punti (82) ma vinto per gli scontri diretti dal Fener, ci sarebbe la genesi della follia che ha portato in un’escalation di violenza agli spari di sabato. Dopo l’assegnazione di quel titolo, infatti, la dirigenza del Fenerbahçe finisce sotto inchiesta per illecito sportivo, con l’accusa di aver alterato il risultato di ben 7 gare. La magistratura ordinaria indaga e arriva alla condanna: carcere a 6 anni per il presidente Yildirim e forte multa per il club. L’Uefa a sua volta squalifica per 3 anni il club dalle coppe, condanna poi confermata dal Tas di Losanna. Insomma, tutti concordi tranne la Federcalcio turca che nel 2011 iscrive sì il Trabzon alla Champions al posto del Fenerbahçe, ma non gli assegna lo scudetto, lasciandolo ai gialloneri che non ricevono alcuna sanzione.
L’anno scorso gara sospesa Da allora ogni viaggio del Fenerbahçe a Trabzon diventa un’odissea, nella quale la rivalità calcistica diventa guerra fra la metropoli e la provincia, tra la ricca capitale e la città di circa 300 mila abitanti dove il calcio è tutto, o quasi. Dal lancio di pietre, triste consuetudine degli anni precedenti, si va oltre. «Giocare a Trabzon è come giocare nella zona dei ribelli – ha raccontato Serdar Kılıç, capo della sicurezza dei gialloneri –. Già due anni fa un loro tifoso ha mostrato una pistola al nostro autista, senza sparare». Una escalation proseguita lo scorso anno quando il match tra le due squadre fu inISTANBUL terrotto dopo solo 6 minuti per lancio di oggetti in campo e poi definitivamente sospeso. Fino ad arrivare all’agguato di sabato, avvenuto su una strada nei pressi di Trabzon, sul Mar Nero. Il pullman del Fener trasportava 40 persone fra giocatori e staff ed era diretto verso l’aeroporto per imbarcarsi per Istanbul. Nei filmati si scorgono almeno due fori di proiettile sul parabrezza del mezzo e tracce di sangue dell’autista ferito. In alcune immagini si vede l’autista che sanguina dalla testa mentre cerca aiuto. Ieri Ufuk Kıranı, questo il nome dell’autista, ha ricevuto in ospedale la visita del sindaco di Trabzon, Orhan Fevzi Gümrükçüo. Si trova in terapia intensiva, ma non è in pericolo di vita.
Sotto, Esmaeil Sharifat, 26 anni, attaccante iraniano del Foolad, ad Ahvaz dall’estate 2012, ex Esteghlal (AFP)
maltita la sobria sbronza per il buon esito delle trattative sul programma nucleare, a Teheran ora ci si dovrà occupare di Ahvaz. La città e la sua squadra, il Foolad, rappresentano un problema di ordine pubblico: e l’immolazione di nuovi martiri è garanzia di futuri guai. Ahvaz è nel sud-ovest dell’Iran, ha un milione di abitanti e il peggior inquinamento del pianeta per l’Oms. Capitale del Khuzestan, 2500 anni fa culla dell’impero persiano, mix di storia e ricca produzione petrolifera, secoli di contese e venti separatisti. Qui l’Iran è invasore e nemmeno i carri armati di Saddam nel 1980 convertirono la popolazione al patriottismo. La gente di questa terra ha identità araba e sunnita e la corona saudita ne approfitta. Riyad non ama i vicini iraniani, né ha apprezzato il riavvicinamento tra gli Usa e gli ayatollah. Il calcio, una volta di più, è il detonatore di tensioni che il terrore dell’Isis esaspera.
Tre ore di scontri, 100 arresti
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È accaduto 3 settimane fa, quando l’ex Celtic Samaras e i compagni dell’Al Hilal si sono presentati in Khuzestan per la Champions asiatica. Dai 40 mila seggiolini dello stadio Ghadir si sono levati cori di sostegno per gli ospiti arabi, mentre foto di Khomeini, leader della rivoluzione islamica del 1979, erano date alle fiamme. «Siamo tutti Younes» intonavano i tifosi del club, omaggio alla memoria di un ambulante che pochi giorni prima si era dato fuoco per protesta contro il sequestro del suo chiosco. Gli scontri fuori dallo stadio, al termine del match, sono durati 3 ore. Il Foolad, che deve il suo nome all’azienda siderurgica che lo ha fondato, lamenta l’arresto di 100 tifosi vestiti secondo la tradizione araba e denuncia la violenza brutale della polizia che ha mandato in ospedale decine di ragazzi. Il regime da queste parti non ha mai usato delicatezza: carcere, messa al bando della cultura locale, esecuzioni sommarie sono stati gli strumenti con cui reprimere le spinte centrifughe. Per Teheran la guerriglia da stadio sarebbe opera del fronte arabo per la liberazione di Ahvaz, autore di vari attacchi agli oleodotti. Non è alla geopolitica che bada Dragan Skocic, che fu il primo calciatore croato ad abbandonare il torneo nazionale. Da un anno siede sulla panchina dei campioni d’Iran e domani si giocherà il passaggio alla fase successiva nella sfida di ritorno contro l’Al Hilal. A Riyad, praticamente a casa.
● (seu) Ronaldo dà una mano ad Adriano? Contatto tra il Fort Lauderdale e l’ex Imperatore. Adriano potrebbe tornare in campo negli Usa con la maglia del club di Nasl (serie B), di cui è socio Ronaldo (al 25%). Adriano però ha spaventato i dirigenti americani con una richiesta di 200 mila dollari al mese. Richiesta rispedita al mittente, ma Adriano si è detto disposto a trattare per cercare di giungere a un accordo. Vedremo..
● Non è servito a far punti ma il gol di Kazu Miura, ben 48 anni e 38 giorni, ha già fatto storia: è il più «vecchio» di sempre in un campionato professionistico nipponico. L’ex genoano, in Italia nel 1994-95 (dove segnò solo un gol ma ben pesante, nel derby con la Sampdoria) e già di Santos e Palmeiras, domenica ha realizzato una rete nella B giapponese con lo Yokohama contro lo Jubilo Iwata (che poi ha vinto 3-2).
TUR
NOTIZIE DAL MONDO
OLANDA ENSCHEDE
Twente, per salvare la stagione: stasera semifinale di coppa
● (cordol) Stasera le semifinali di Coppa d’Olanda, coi detentori del trofeo dello Zwolle che fanno visita al Twente. A Enschede si aggrappano alla coppa per regalare una gioia ai tifosi in una stagione caratterizzata dall’addio del presidente Munsterman (con lui nel 2010 arrivò il titolo) dopo la diffusione dei debiti del club, ammontanti a circa 90 milioni di euro, e già costati una penalità di 3 punti in campionato. Domani c’è Groningen-Excelsior.
OR DE EM M
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STATI UNITI FORT LAUDERDALE
Ronaldo offre una maglia in Nasl ad Adriano
GIAPPONE TOKYO
Kazu Miura in gol con lo Yokohama a 48 anni, 38 giorni
EXTRATIME
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BRASILE
COSTA RICA
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apà Nando non voleva che Rodrigo Pinho diventasse calciatore come lui: «Preferiva che studiassi. Era mamma Gisele chi mi portava a giocare». Marcelo Cirino invece non poteva che inseguire qualunque cosa rotolasse per le strade di Maringá, Paraná, Brasile del Sud: i suoi non si potevano permettere di mandarlo a scuola. Oggi Rodrigo e Marcelo si trovano col nazionale Fred e Alecsandro in testa alla classifica cannonieri del Carioca, il più importante (col paulista) degli statali. Ma mentre Marcelo Cirino, 23 anni, è stato il colpo del mercato carioca (5 milioni di euro all’Atl. Paranaense) e gioca nel Flamengo, Rodrigo Pinho, 23 anni, è il bomber del Madureira, serie C nazionale, che sta lottando per un posto nelle semifinali dello statale.
La Cenerentola Pinho è l’erede di un buon attaccante: papà Nando, ex Bangu (dove il figlio ha iniziato fra i pro), giocò con Zico al Flamengo, poi all’Amburgo (’9092). Rodrigo è nato in Germania nel 1991 ma dopo un anno era già in Brasile. «Il Madureira ora si allena nello stesso campo in cui gioca. Non ha una palestra e mancano gli attrezzi». Ex studente di Ingegneria ambientale «sono stato costretto a lasciare a causa del calcio». Oggi il padre è il suo factotum: «Mi fa vedere i suoi dvd dei tempi della Germania, ma i migliori consigli me li dà fuori campo: mangia e dormi bene». A Rodrigo piacciono le star di Barça e Real Madrid oltre al centravanti del Flu: «Fred sa piazzarsi molto bene in area. Alla Playstation scelgo sempre il Barça. Xavi e Iniesta sono immensi. Benzema è bravissimo nelle conclusioni». Pinho può fare la prima o seconda punta o il trequartista. E con i compagni Thiago Galhardo e Rodrigo Lindoso ha stretto un accordo;
Il miracolo tico prosegue in Champions 1Il futbol di San José, ai quarti mondiali in Brasile,
ha piazzato due team in semifinale di coppa Concacaf
1E aspira a vincere dopo 9 anni di dominio messicano Daniele Vaira da San José
Marcelo Cirino, 23 anni, attaccante del Flamengo, ex Atletico Paranaense (AFP)
Cirino e Pinho Le sorprese del Carioca P
I giocatori dell’Herediano celebrano un gol in Champions (REUTERS)
1I due bomber, entrambi 23enni, di Flamengo e Madureira sono le rivelazioni del torneo di Rio 1Ma mentre Marcelo,
già goleador in serie B, era atteso, Rodrigo gioca in un club di terza serie 1Papà Nando era compagno di Zico al Fla: «Lui voleva che studiassi: ma ho lasciato Ingegneria per il calcio» Mauricio Cannone da Rio de Janeiro
chi segna su passaggio degli altri deve pagare 30 euro a chi gli serve l’assist: «Thiago me ne ha fatti 5; Lindoso, 2. Io solo uno».
i gol segnati finora nel torneo carioca da Marcelo Cirino (Flamengo) e Rodrigo Pinho (Madureira), oltre a Fred del Flu e Alecsandro del Fla
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le partite o agli allenamenti», rivela a ET Cesarino Cirino, padre di Marcelo, ex poliziotto militare. Se Pinho ama Benzema, Cirino idealizza un altro Senza scarpe madridista: «M’ispiro a RonalMarcelo Cirino ha seguito una do: non è un centravanti ma sestrada diversa. Ha studiato po- gna molto. Il mio punto forte è co, giocava senza scarpe a Ma- sempre stato l’assist, ma al Flaringá. A volte si sentimengo mi sono pure va umiliato perché abituato a segnare», non si poteva pagare pur se con l’Atletico ne un gelato come gli fece 16 in B nel 2012. amici, anche se dice di «Di solito non lotto per non aver patito la fala classifica cannonieme. Da gennaio è al ri. Ma ora spero di vinFlamengo, club più cerla». Prima o seconpopolare del Brasile, RIO DE JANEIRO da punta, falso 9, Ciridopo aver lasciato l’Atno è famoso per la sua letico Paranaense, col quale è velocità. «Da ragazzo aveva arrivato in finale di Coppa del uno scatto incredibile. AmbiBrasile 2013 (segnando pro- destro, dimostrava già facilità prio al Fla) e che ha venduto il nel segnare», dice Nato, tecni50% dei suoi diritti alla Doyen co di Marcelo tra i 12-16 anni, Group, che lo ha rigirato al ros- nella scuola calcio di Maringá. sonero di Rio sino a dicembre «Era sottonutrito e l’ho aiutato 2017. «C’erano giorni in cui a sfamarsi». Ma la fame, di sucnon avevo i soldi per pagargli il cessi, è ancora tanta. © RIPRODUZIONE RISERVATA biglietto del bus per andare al-
Rodrigo Pinho, 23 anni, punta del Madureira, club di serie C nazionale, ex Bangu, come papà Nando, poi al Fla di Zico
● (m.can.) Domani Rio decide i posti per le semifinali; San Paolo per i quarti. Flamengo e Botafogo già qualificati; Vasco (quasi), Madureira e Fluminense si affrontano per il 4° posto. Derby Fla-Flu finisce 3-0 (Jonas, Alecsandro, M. Savio). Paulista, tre quarti già definiti: San Paolo (che ha esonerato Ramalho)-RB Brasil, Corinthians-Ponte Preta, Palmeiras-Botafogo SP. Il Santos, che ha fatto 1-1 col Corinthians, col Piracicaba o Penapolense.
● (seu) Il Boca non molla: vince 2-0 con l’Huracan, con doppietta del 22enne Meli, e resta in testa 20 punti. E si rifà sotto il River (18 punti) che batte 1-0 il San Lorenzo, con gol di Cesar Sanchez,e domani notte si gioca il passaggio del turno di Libertadores col Tigres messicano. A 18 punti anche il Rosario che fa 3-3 col Defensa y Justicia. Cacciato Roberto Sensini dell’Atl. Rafaela (a soli 4 punti) dopo l’1-1 col Temperley,
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si è sempre imposta nel torneo una formazione messicana. Ora per completare l’impresa l’Herediano domani dovrà limitare i danni in uno stadio ostile e gremito.
er conoscere un costaricano la saggezza popolare suggerisce di osservare il centro di una qualsiasi cittadina. Ci sono una chiesa, una scuola, un bar e un campo di calcio. Religione, cultura, alcol e futbol si annidano nella tradizione e formano le personalità. Il pallone è, però, la vera ossessione di un popolo capace di costruire in uno Stato grande poco più di Lombardia e Piemonte oltre 2 mila campetti. È da queste canchas che si è costruita giorno dopo giorno la favola della Costa Rica. Qui Navas, Campbell, Ruiz, Gonzalez del Palermo hanno inseguito gli avversari e le proprie passioni. Il resto è storia recente. La nazionale ha brillato anche a spese dell’Italia al Mondiale 2014, le giovanili sono in crescita, la femminile parteciperà al Mondiale in Ca- SAN JOSÉ nada dal 6 giugno.
Ci mancava la neve Ai quarti l’America aveva eliminato un altro team costaricano il Saprissa, colosso da 31 titoli e 3 Champions, l’ultima nel 2005. E così la vittoria dell’Herediano ha assunto i contorni di una vendetta per i cugini. Non inganni la presenza di giovani e la mentalità sbarazzina con cui la squadra si è presentata. Si tratta di una formazione storica in Costa Rica, la prima a vincere un campionato nel 1921 e a bissare il successo l’anno dopo. È vero, il primo posto manca dal 1993 (ma poi ha vinto 2 Clausura), e quest’anno è alla portata una vetrina storica. E il tecnico Mauricio Wright non si nasconde: «Dobbiamo giocare senza pressioni come all’andata. Siamo riusciti a non cadere nelle provocazioni degli avversari. Il pubblico sarà il loro uomo in più». Cerca l’apporto del pubblico anche la Alajuelense (vincitrice 2 volte del torneo, l’ultima nel 2004 in una finale tutta tica col Saprissa), chiamata a una prova d’orgoglio. A far tremare i tifosi ci si mette però la scelta dell’arbitro, il salvadoregno Joel Aguilar. Fu lui il 22 marzo 2013 a dare l’ok perché si giocasse Usa-Costa Rica (qualificazione al Mondiale) sotto una violenta nevicata a Denver. Più che calcio fu pattinaggio. E le polemiche a San José durarono diverse settimane.
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Impresa contro Donadel E quest’anno anche i club stanno dicendo la loro al di fuori dei confini nazionali. L’Alajuelense e l’Herediano sono in semifinale nella Champions centroamericana (Concacaf). La prima dovrà ribaltare stasera un 2-0 subito dal Montreal Impact. Avversario veloce, organizzato e un po’ italiano (l’ultimo arrivato è il mediano Donadel). La seconda squadra tica ha invece battuto 3 a 0 in casa i messicani dell’America (vincitori di 5 edizioni della competizione). E pensare che negli ultimi 9 anni
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NOTIZIE DAL MONDO
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BRASILE RIO E SAN PAOLO
Derby paulista 1-1, vince Flamengo S. Paolo Ramalho ko
ARGENTINA BUENOS AIRES
Boca in testa, il River insegue cacciato Sensini
ARGENTINA BUENOS AIRES
«Revoca» rigore dopo soffiata della moviola
● (seu) Uno dei più famosi arbitri argentini rischia una squalifica per essersi avvalso della moviola per modificare una decisione già presa. È accaduto in Velez-Arsenal: l’arbitro Delfino ha prima assegnato un rigore per fallo di mano del difensore dell’Arsenal Valencia. Poi, imbeccato dal guardalinee che aveva rivisto l’azione su uno schermo tv e si era accorto che il tocco era di uno del Velez, è tornato sulla sua decisione.
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EXTRA FUN EXTRATIME
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ARGENTINA BUENOS AIRES Per la playstation vola dalla finestra
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● (seu) I videogiochi possono fare tanto male... Chiedere a Tomas Conechny, promettente attaccante di Comodoro Rivadavia (Patagonia) dell’Argentina Sub 17 da poco classificatasi seconda all’ultimo campionato Sudamericano di categoria. Conechny, 5 gol nel torneo (dei quali una doppietta al Paraguay nella fase finale) e capitano della Sub17, non ha potuto però prendere parte
all’ultima decisiva sfida contro l’Ecuador (il cui pareggio è costato il titolo ai ragazzi di Buenos Aires) a causa di un infortunio. Ma è molto bizzarro il modo in cui se l’è procurato: giocando alla Playstation con i compagni. «Ero concentrato sullo schermo e mi sono appoggiato con troppa veemenza a una finestra che non ho visto essere semiaperta. Ho fatto un bel volo...», ha raccontato Conechny,
Ralf Fährmann portiere dello Schalke stellina già della Under 15 e ora delle giovanili del San Lorenzo, precipitato dal primo piano dell’hotel che ospitava la squadra in ritiro. Fortuna che, dopo un volo di quasi tre metri, Conechny si sia procurato soltanto quale taglio e alcune leggere lussazioni. Oltre, ovviamente, a un gran bello spavento. E ai rimproveri del povero selezionatore argentino Miguel Ángel Lemme.
Tomas Conechny, 17 anni (AFP)
Klopp il dopo Schumi
Sterling denti da amare Soccer ad Harvard
● (seu) L’ecuadoriano Richard Mercado, Universitario di Sucre, è stato denunciato dal giornalista Jochen Rojas per avergli fatto saltare 2 denti con un pugno.
● (e.b.) La società finanziaria e assicurativa Deutsche Vermögensberatung, sponsor di Schumi, ha firmato con Klopp un contratto da 3 milioni di euro.
● (s.mar.) Dentatura nuova per Raheem Sterling che sfoggia ora un sorriso da 27 mila euro. E col quale ha ritrovato l’amore: lei è Paige Milian, fan dell’Arsenal...
DENISE
GERMANIA MONACO Trans su Effenberg: «Ha abusato di me»
OGGI E DOMANI C’È LA LIGA E LA FA CUP Liga oggi: Atletico M.-Real Sociedad (FS, 20) e Ligue 1 Monaco-Montpellier (FS2, 19). Domani: Barcellona-Almeria (FS, 20), Rayo-Real M. (FS, 22), e FA Cup Blackburn-Liverpool (FS2, 20.45).
Le idee e il calcio rivoluzionari da Michels a Pep
ROMANIA BUCAREST
Una statua per Gheorghe Hagi dai fan Steaua ● (safta) Anni fa Gheorghe Hagi se la prese coi giornalisti che lo criticavano, dicendo che la sua generazione avrebbe meritato delle statue per tutto quel che aveva fatto. La settimana scorsa finalmente è stato accontentato: Un gruppo di tifosi della Steaua ha svelato una stata in suo onore a Bucarest. Hagi: «Sono contento e quando ricevi un regalo così significa che hai fatto qualcosa di importante per la nazionale e anche per la mia Steaua».
● (el.ber.) «Ha abusato sessualmente di me, ha usato il mio corpo e non mi ha nemmeno mai pagato». L’accusa rivolta a Stefan Effenberg, 46 anni (nella FOTO con la moglie Claudia), da Giselle Buszyk, in «arte» Edona James, parte da un tribunale di Monaco e ha già fatto il giro del mondo. A gettare l’ex giocatore di Fiorentina (199294), Borussia Mönchengladbach e Bayern Monaco in un grande scandalo è un transessuale che al momento è sotto processo, con una sanzione di 600 euro di ammenda, per aver «esercitato la propria professione in una zona non autorizzata»: in Germania, infatti, in linea di massima la prostituzione è legale, ma in alcuni luoghi (per esempio vicino alle scuole) è vietata. Secondo quanto stabilito dal p.m. Edona ha avuto tre incontri di natura sessuale con
Effenberg: uno nel 2010, un altro nel 2011 e l’ultimo nel 2013. L’ex nazionale tedesco (dal 1991 al 1998, finalista agli Europei 1992), tramite il proprio avvocato ovviamente nega tutto, ma sarà chiamato come testimone al processo. «La prima volta ci siamo incontrati all’Oktoberfest di Monaco, si è avvicinato a me e mi ha chiesto un appuntamento», ha detto Edona alla stampa tedesca: «Ci siamo incontrati più volte, ma non ha mai pagato perché era sempre strafatto e imbottito di droga pesante: ad oggi mi deve ancora oltre 4.500 euro. E sono qui in tribunale anche perché quest’uomo venga curato». Le accuse non finiscono qui: «Per colpa sua sono dovuta andare da uno psicologo. Mi ha detto che mi avrebbe iniettato e gettato dell’acido in faccia se avessi raccontato quello che mi ha fatto».
VENERDÌ 10 E SABATO 11 APRILE APRE IL MONACO, CHIUDE IL BARÇA Venerdì, Ligue 1 Caen-Monaco (FS, 20.30). Sabato, Premier: Tottenham-Aston Villa (FS2, 16) e Burnley-Arsenal (FS2, 18). Finale di coppa di Lega in Francia: Bastia-Psg (FS2, 21). La Liga: Real Madrid-Eibar (FS, 16), Malaga-Atl. Madrid (FS, 18), Siviglia-Barcellona (FS, 20, FOTO Luis Enrique).
Supplemento di calcio internazionale di Iacopo Iandiorio, progetto grafico di Domenico Coppola
● (falcini) Il calcio sbarca all’ateneo più prestigioso al mondo. Harvard vara un nuovo corso: Global Game, Soccer, Politics and Popular Culture.
LIBRI EUROPA
LA MISS DELLA SETTIMANA
● Denise Schaefer e la legge della P. Per vari motivi. Peruviana, innanzitutto. Un giorno è in vacanza a New York, la vedono per strada, le offrono un posto da modella e le svoltano sia la vita che gli States, visto che ora risiede a Los Angeles. Che fa quando non sfila? Party (di quelli seri, a Capodanno era insieme a Leonardo Di Caprio sullo yacht di Abramovich), parenti, palestra, postare (foto in bikini su Instagram) e pallone. Tifosissima della blanquirroja, qualche giorno fa le hanno chiesto quale fosse la sua ossessione. Risposta: «Migliorare a Fifa 15. Scelgo sempre il Real Madrid perché c’è Cristiano Ronaldo. Non so molto di lui, ma è il migliore». Segnare anche Playstation, insomma.
EXTRATIME
La frase della settimana «Durante la mia assenza per infortunio (oltre 3 mesi, ndr) ho giocato molto alla Xbox. Così mi sono tenuto in forma»
Mercado violento
La top model che alla console usa solo CR7
TV
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SPAGNA SABADELL
L’ex Barcellona Oleguer si candida alle Comunali ● Oleguer Presas, 35 anni, ex difensore del Barcellona di Rijkaard campione d’Europa, e dell’Ajax, si presenta alle elezioni comunali di Sabadell del 24 maggio con gli indipendentisti di Crida per Sabadell. DOMENICA 12 APRILE IL DERBY DI MANCHESTER In Premier: Qpr-Chelsea (FS, 14.30), Manchester United-Man. City (FS, 17). In Ligue 1: Bordeaux-Marsiglia (FS, 21). In Liga: Espanyol-Athletic B. (FS2, 17) e Real Sociedad-Deportivo (FS2, 19).
● (p.spa.) Dalle pagine riaffiorano l’Ajax di Rinus Michels e il Feyenoord di Ernst Happel, si ravviva il ricordo della Dinamo Kiev di Valeri Lobanovski e i miracoli di di Brian Clough col Derby County e col Nottingham Forest, unico team a vincere più coppe dei Campioni (2) che titoli nazionali (1). Un romantico viaggio nel tempo, fino al Milan di Sacchi e al Barcellona a tinte arancioni di Cruijff, Van Gaal e Rijkaard, viatico al ciclo straordinario di Pep Guardiola. «Lo spazio della libertà», il libro del giornalista Fabrizio Tanzilli (edizioni Ultra Sport, 160 pagine, 16 euro) dipinge il gioco del pallone e quell’idea di «calcio totale» che l’ha rivoluzionato, attraversando
con la narrazione la società contemporanea, seguendo il percorso dell’idea rivoluzionaria nata in Olanda negli anni Sessanta, assieme ai frutti della ribellione giovanile, e poi dilagata in una continua evoluzione in diversi tempi e luoghi. Ed è proprio col catalano Guardiola – e qui la storia diventa cronaca in presa diretta – che l’idea approda nella Germania dell’inarrestabile Bayern Monaco e della nazionale campione del mondo. Tanzilli racconta con puntualità queste storie, ognuna caratterizzata da una straordinaria unicità, tutte accomunate dalla stessa concezione avanguardistica del calcio. NEL WEEKEND SU SKY BUNDESLIGA: SABATO BAYERN Venerdì: Hannover-Hertha (Super calcio HD 20.30); sabato: BayernEintracht (SS3 HD, 15.30), AmburgoWolfsburg (SS3 18.30). Domenica: Stoccarda-Werder (SS3 HD 17.30).