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domenica 12 aprile 2015 anno LXXI - numero 15
RISULTATI & CLASSIFICA 30a GIORNATA
L’ANTICIPO SERALE: I NERAZZURRI NON VINCEVANO DAL 23 FEBBRAIO
L’Inter riparte a Verona Tre boccate d’ossigeno
Cagliari 3 pali, Genoa 2 gol A pranzo c’è Cesena-Chievo IERI GENOA-CAGLIARI 2-0 PARMA-JUVENTUS 1-0 VERONA-INTER 0-3 OGGI (ORE 15) CESENA-CHIEVO (1-2) 12.30 ATALANTA-SASSUOLO (0-0) LAZIO-EMPOLI (1-2) NAPOLI-FIORENTINA (1-0) TORINO-ROMA (0-3) UDINESE-PALERMO (1-1) MILAN-SAMP (2-2) 20.45
Apre Icardi, raddoppia Palacio e finisce 3-0 con l’autorete di Moras. Handanovic para un rigore a Toni. Mancini: «Ancora qualche errore, ma abbiamo giocato bene» ARCHETTI, BIANCHIN, BREGA, DALLA VITE, D’ANGELO, TAIDELLI DA PAG. 8 A PAG. 11
euro 1,40
L'abbraccio fra Palacio e Icardi, entrambi a segno
ULTIMO E FALLITO BATTE LA JUVE 1-0
JUVENTUS* ROMA LAZIO FIORENTINA SAMPDORIA NAPOLI TORINO MILAN GENOA INTER*
70 56 55 49 48 47 42 41 41 41
PALERMO SASSUOLO UDINESE EMPOLI VERONA* CHIEVO ATALANTA CESENA CAGLIARI* PARMA (-3)
35 35 34 33 33 32 26 22 21 16
*Una partita in più
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UOMINI VERI
ATALANTA SHOCK STRIGLIATA ULTRÀ E TUTTI SULL’ATTENTI
La contestazione dei tifosi durante l’allenamento
Dura contestazione, seduta interrotta e giocatori sotto la tribuna. Ma il tecnico Reja: «Ci hanno dato una grande carica» SCHIANCHI, SPINI A PAGINA 19
14
MILAN-SAMPDORIA
Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano
ONORE AL PARMA Passo falso della capolista: e martedì c’è il Monaco in Champions. Decide Mauri e ora gli emiliani ritrovano la speranza
L’ANALISI di Luca Calamai 25
DONADONI E LA SQUADRA: UN ESEMPIO PER TUTTI L’esultanza del Parma. A fianco Donadoni, 51
DELLA VALLE, FROSIO, GRANDESSO, GRAZIANO, LICARI DA PAGINA 2 A PAGINA 7
41
31
MILANO MARATHON
MOTOGP
Per una volta gli ultimi diventano i primi. Il calcio regala di queste favole. Il Parma che rischia di sparire, con 218 milioni di debiti e due curatori fallimentari in tribuna, batte la Juve che sogna il triplete. La squadra di Donadoni sta dando una grande lezione al calcio italiano, vincendo lo scudetto dell’orgoglio, della professionalità, dell’onestà. L'ARTICOLO A PAGINA 25
Assalto dei 15mila Nella staffetta c’è anche Gebre
1 C’è la Parigi-Roubaix Ultimo sogno di Wiggins Ma Kristoff e Degenkolb... ALLE PAGINE 25 E 34-35
MOLINARO A PAGINA 41 COMMENTO DI NARDUCCI A PAGINA 25
9 771120 506000
50 4 1 2>
DA NON PERDERE
Marquez pole e brividi negli Usa Rossi è quarto
2 Che esagerato Gallinari Segna 47 punti in Nba nessun italiano come lui CHIABOTTI A PAGINA 39
Pomeriggio di calcio 3 Fascino Montecarlo Cè anche la F.1 in Cina. Grande basket alle 17: Tutti contro Re Djokovic l’Olimpia contro Roma Via alle 8, replica su Sky alle 11.30 Nadal insegue la nona a ALLIEVI, CASADIO, FALSAPERLA, cerca la 20 vittoria UNO SPECIALE ALL’INTERNO ZAMAGNI DA PAGINA 31 A PAGINA 33
Inzaghi ritrova Mihajlovic In gioco ci sono l’Europa e il futuro rossonero GRIMALDI, OLIVERO, VERNAZZA ALLE PAGINE 14-15
17
TORINO-ROMA/LAZIO-EMPOLI
Garcia non ci sta «La giustizia è ingiusta» Pioli-Sarri sfida tra vincenti BRAMARDO, CIERI, PUGLIESE A PAGINA 17
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IL ROMPIPALLONE di Gene Gnocchi La prima partita di campionato si giocherà all’estero. Appena sarà pronto il passaporto di Genny ‘a Carogna
2
Serie A R Anticipi 30a giornata
Questo Parma è una favola: mette sotto anche la Juve 1Un gran gol di Mauri condanna
la capolista che gioca col freno a mano tirato come le capita spesso alla vigilia delle partite di Champions. La storia degli emiliani può essere riscritta PARMA
JUVENTUS
1 0
PRIMO TEMPO 0-0 MARCATORI Mauri al 15’ s.t. PARMA (3-5-2) Mirante; Mendes, Santacroce (dal 35’ s.t. Cassani), Feddal; Varela, Mauri (dal 37’ s.t. Lila), Jorquera, Nocerino, Gobbi; Belfodil (dal 40’ s.t. Prestia), Ghezzal. PANCHINA Iacobucci, Bajza, Costa, Lodi, Mariga, Erlic, Coda, Palladino. ALLENATORE Donadoni. CAMBI DI SISTEMA nessuno. BARICENTRO MOLTO BASSO 40,6 M ESPULSI nessuno. AMMONITI Mendes e Jorquera per gioco scorretto, Gobbi per comp. non regolamentare. JUVENTUS (4-3-2-1) Storari; Lichtsteiner, Ogbonna, Chiellini, Padoin; Vidal, Marchisio, Sturaro (dal 22’ s.t. Pepe); Pereyra (dal 17’ s.t. Morata), Coman (dal 35’ s.t. Vitale); Llorente. PANCHINA Rubinho, Audero, Bonucci, Evra, De Ceglie, Marrone, Matri. ALLENATORE Allegri. CAMBI DI SISTEMA 4-2-3-1 dal 25’ p.t.; 4-3-2-1 dal 1’ s.t.; 4-3-3 dal 17’ s.t; 4-2-4 dal 22’ s.t.; 4-3-3 dal 35’ s.t. BARICENTRO MOLTO ALTO 58,1 M ESPULSI nessuno. AMMONITI Marchisio, Chiellini, Ogbonna per gioco scorretto. ARBITRO Gervasoni di Mantova. NOTE paganti 5.731, incasso di 124.264 euro; abbonati 9.580, quota di 140.052,72 euro. Tiri in porta 1-3. Tiri fuori 4-6. Angoli 4-4. Fuorigioco 1-1. Recuperi: p.t. 1’, s.t. 5’.
PRIMO TEMPO 20’ Pereyra impegna Mirante L’argentino riceve in area ed è rapido nel girarsi con il destro, Mirante si allunga a mettere in angolo. 22’ Belfodil sbaglia mira Un lancio di Nocerino attiva Belfodil, che parte spesso largo a sinistra: il franco-algerino punta Chiellini e poi cerca il sinistro a rientrare, alto. 32’ Mirante, prodigio di piede Bloccata e poco produttiva, la Juve cerca una delle armi preferite, il calcio piazzato: Marchisio su punizione trova sul secondo palo la testa di Vidal, Mirante riesce a chiudere con i piedi. 35’ Marchisio svirgola Parma arroccato a difesa dell’area, Juve costretta in periferia: resta il tiro da fuori. Ci prova Marchisio su filtrante orizzontale di Sturaro: destro svirgolato. 44’ Scintilla di Coman Vidal sistemato appena fuori area fa scorrere velocemente nei sedici metri per Coman, che salta l’uomo e calcia di sinistro, Mirante ancora una volta ci mette il piede.
SECONDO TEMPO 10’ Finalmente un cross Padoin da sinistra dribbla a rientrare e finalmente riesce a mettere un pallone interessante verso il centro: Llorente ci arriva ma sfiora soltanto e soprattutto anticipa Vidal sistemato appena dietro di lui e in posizione migliore. 14’ Altro guizzo di Coman Il francesino, un po’ fuori partita, viene spostato a destra, da dove si accentra e fa partire il sinistro: largo. 15’ GOL DI MAURI Un disimpegno sbagliato dalla Juve permette a Ghezzal di ripartire in posizione centrale: l’algerino serve a sinistra Belfodil che vede arrivare da dietro Mauri e gli appoggia il pallone. Il giovane centrocampista del Parma, «mollato» da Pereyra, può battere senza disturbo di prima dal limite dell’area e di sinistro mette all'incrocio: Parma in vantaggio. 22’ Quattro punte Allegri inserisce Pepe per Sturaro dopo aver messo Morata per Pereyra: si gioca con quattro punte. 39’ L’ultima chance Il forcing Juve produce poco: Vidal nel finale appoggia a lato di testa un cross di Padoin.
Fabio Licari INVIATO A PARMA
S
arà che qualcosa s’è sbloccato perché perdere 7-0 o vincere 1-0, a questo punto, è lo stesso. Sarà che Donadoni ha trovato la formula tattica giusta, o forse è semplicemente riuscito a parlare al cuore dei suoi. Sarà che di Mauri sentiremo parlare. Sarà che è la solita Juve della vigilia di Champions: col freno a mano nelle gambe e nella testa (Atalanta e Palermo erano stati successi non memorabili). Saranno tante cose. Ma quella del Parma è una bella lezione ai rivali – Allegri considerava questi tre punti indispensabili, e lo 0-1 gli fa tanto male – e anche al campionato. Ebbene sì, meglio farsi due conti: con una gara da recuperare i teorici punti disponibili sono ancora 27 e, visto il ritmo di Cagliari e Atalanta, il quartultimo posto non è follia. Se poi da qui al 31 maggio qualcuno decidesse di metterci i soldi… Sembra un paradosso, ma la storia del Parma può essere riscritta. E alla favola che Donadoni e suoi stanno vivendo in questi giorni potrebbe aggiungersi un incredibile lieto fine. BOTTA CHE SI SENTE Quella
che non dovrebbe essere riscritta, a meno di nuovi k.o., è la storia dello scudetto. Non sarà questa sconfitta a ribaltare la classifica: anche se Roma e Lazio oggi dovessero vincere, e i clienti (Empoli e Torino) non sono dei più affidabili, sarebbero sempre a -11/-12. Tanti, a 8 turni dalla fine. Però le conseguenze si sentiranno sulla Juve: una cosa andare in Champions con in testa una figura tipo Firenze, un’altra chiedersi il perché e il percome della gara più brutta dell’anno. Che obbligherà ad andarci più cauti con il turnover. Ieri schierare un po’ di seconde linee, e far rifiatare Tevez, ci stava. Tra Juve e Parma c’erano 57 lunghezze. Quella che non era immaginabile è la piega che la partita prende presto: la Juve nel primo tempo un po’ ci prova, malamente, e nel secondo non ci capisce niente, senza imparare dagli errori (le troppe ripartenze concesse). Tutti «colpevoli», anche in panchina La rabbia vista con la Fiorentina non c’è più e il modulo che aveva funzionato – 4-3-2-1, con doppio trequartista – salta per aria. Perché una cosa è farlo con Pereyra-Morata più Tevez, un’altra con la controfigura di Pereyra, un imbarazzato Coman e Llorente ormai «caso». Gli uomini contano più della
LA CHIAVE
C’erano 57 punti di differenza, ma Donadoni ha trovato la formula giusta Per i bianconeri è la seconda sconfitta in campionato nella gara più brutta dell’anno tattica, ma non sottovalutate i numerini che semplificano gli schieramenti: la Juve ne cambia tanti, troppi, in 90’, disorientando se stessa, non certo il Parma ben concentrato sul 35-2 recente (7 punti in 3 gare dopo Inter e Udinese) e con un Belfodil ritrovato. Parma solidissimo in difesa dove Mendes si mangia Coman, Santacroce liquida Llorente, e Feddal ribatte il tanto (ma inutile) movimento di Pereryra a destra. Parma ancor più solido in mezzo, con Jorquera a gestire, Nocerino rilanciare e Mauri, be’, Mauri a spadroneggiare. Dribbling, passaggi, falli, tiri, fino al fantastico gol, sinistro imparabile al 15’ s.t., che chiude i giochi. MODULI TANTI, GIOCO ZERO Ma se Mauri, azzurrabile oltretutto, sembra un veterano e non un Under 19, è perché la
DOMENICA 12 APRILE 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
LA GUIDA Martedì c’è il Monaco nell’andata dei quarti di Champions League Da martedì ripartono le coppe europee, con l’andata dei quarti di finale di Champions e di Europa League, con tre italiane impegnate. La Juve ospita in casa i francesi del Monaco, nelle altre sfide spicca il derby di Madrid, con il Real di Carlo Ancelotti che comincia dal Calderon, in casa dell’Atletico di Simeone. Trasferte per Fiorentina e Napoli in Europa League: la squadra viola è di scena in Ucraina contro la Dinamo Kiev, quella di Benitez vola in Germania per affrontare il Wolfsburg, che negli ottavi ha eliminato l’Inter. Questo il programma.
Juve glielo concede. Soprattutto il centrocampo si offre ai contropiede perché, come ha riconosciuto Allegri, non vince un contrasto né recupera una palla. Il Vidal «trascinapopolo» non c’è più, Sturaro è l’ultimo arrivato, e forse a Marchisio, subito aggredito e senza soluzioni, avrebbe fatto bene rifiatare. Allegri prova a schierarli con il 4-2-3-1, accentra Pereyra ogni tanto unico «10», lancia il 4-3-3 con Morata e Coman ai lati, addirittura azzarda il 4-2-4 con i due spagnoli assistiti da Pepe e Coman, ma il risultato è lo stesso. Gran confusione, non un’apertura smarcante, nessuno che sappia cosa fare della palla oltre a passare al compagno più vicino. Squadra larghissima e inutilmente alta.
Quanto si vince da falliti E Donadoni fa lo sponsor
1Dopo il crac, per gli emiliani 2 vittorie e un pari. Mercoledì il tribunale
decide sul proseguimento della stagione. Risolto l’accordo con Biabiany
Andrea Schianchi l discorso è paradossale, d’accordo, ma un suo fondamento ce l’ha: se il Parma fosse fallito prima, forse adesso potrebbe sperare nella salvezza. Non sono parole in libertà, prendete nota: quattro partite da squadra fallita hanno portato la bellezza di 7 punti, quasi la metà di quelli (19, ma 3 persi per penalità) che i gialloblù hanno messo insieme in tutto il campionato. E probabilmente questo inaspettato rinascimento parmigiano non è figlio del caso, ma della pulizia che è stata fatta nell’ambiente. I magistrati e i curatori fallimentari, in questo senso, sono stati i giocatori più importanti per Donadoni: i primi hanno aperto un’inchiesta per bancarotta fraudolenta a carico dell’ex presidente Ghirardi, hanno arrestato il presidente Manenti e hanno dichiarato il crac della società. I curatori, invece, stanno lavorando per dare tranquillità ai creditori e preparare il futuro. Chiarezza, semplicità e onestà sono le tre parole che stanno alla base del nuovo Parma, quello che gioca «a testa alta» e, prima degli schemi, dei moduli e delle diagonali, mette in campo dignità e impegno.
EUROPA LEAGUE
15’ S.T.
RINASCIMENTO PARMIGIANO
Martedì, ore 20.45 JUVENTUS-Monaco Atletico Madrid-Real Madrid
Le partite di ritorno sono in programma il 21 e 22 aprile.
Mauri ha appena segnato il gol vittoria, Marchisio, Pereyra e Ogbonna tornano mesti verso il centrocampo LIVERANI
fIL PERSONAGGIO
CHAMPIONS
Mercoledì, ore 20.45 Psg-Barcellona Porto-Bayern
Giovedì, ore 21.05 Dinamo Kiev-FIORENTINA Wolfsburg-NAPOLI Siviglia-Zenit San Pietroburgo Bruges-Dnipro Le partite di ritorno sono in programma il 23 aprile.
LA MOVIOLA di L.B.
OGBONNA, GIALLO IMMERITATO
LEZIONE PER MONACO Sono uomini e non robot anche alla Juve. Dopo 20 risultati utili e 4 successi di fila in campionato (senza prendere gol), trovandosi a +14, lo stop psicologico ci può stare. Con Tevez, Bonucci, Evra, Morata dal 1’ sarà altra storia, sicuro, ma il Monaco ha abbattuto l’Arsenal a Londra facendolo girare inutilmente attorno e poi colpendo con contropiedi velocissimi e implacabili. Occhio: al Parma di tiri in porta ne è bastato uno solo.
Gervasoni arbitra una partita piuttosto tranquilla. Il Parma però perde spesso tempo e Gervasoni non riesce a invertire la tendenza. Gli episodi chiave sono pochi, un rigore chiesto dalla Juve e alcuni gialli discussi, uno con evidente ragione. Il rigore: al 19’ Llorente difende palla spalle alla porta e cade sul raddoppio di Jorquera, quando lo spagnolo tenta di girarsi. Qualche protesta, ma il contatto è minimo. I gialli. Giusto quello per Marchisio, fa fallo su Varela che riparte. Sbagliato quello a Ogbonna, che anticipa Ghezzal e non lo tocca. La Juve protesta anche per una gomitata su Llorente, ma qui Gervasoni fischia fallo in attacco.
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LA CURIOSITÀ
I
LA SOLIDARIETÀ Il rischio di scivolare nella retorica esiste, ma di fronte a prestazioni come quella del Parma contro la Juve è difficile non farlo. Persino un uomo misurato come Roberto Donadoni si lascia andare, parla di «grande soddisfazione in un’annata maledetta» e si arrabbia se qualcuno pensa che i bianconeri fossero deconcentrati. «Da giocatore, quando mi dicevano una cosa simile, mi offendevo. La verità è che la Juve più di così contro questo Parma non poteva fare. La salvezza è lontana, ma noi abbiamo il dovere di mettere in campo tutte le energie che
QUANTI PUNTI HA PRESO ALLE GRANDI? 11 su 19 Penalizzato di 3 punti, il Parma oggi ne ha 16 di cui 11 strappati alle grandi
3 su 6
ALLA JUVENTUS Juventus-Parma Parma-Juventus
7-0 1-0
ALLA ROMA Parma-Roma Roma-Parma
1-2 0-0
1 su 6
ALLA FIORENTINA 3 su 3 Parma-Fiorentina 1-0 ALL’INTER 4 su 6 2-0 Parma-Inter 1-1 Inter-Parma
Roberto Donadoni, 51 anni, allenatore del Parma LAPRESSE
JUVE DECONCENTRATA? NO, LA VERITA’ E’ CHE CONTRO QUESTO PARMA NON POTEVA FARE DI PIÙ DOBBIAMO METTERE IN CAMPO TUTTE LE ENERGIE: FACCIAMO IN MODO CHE GLI ALTRI SI ACCORGANO DI NOI ROBERTO DONADONI ALLENATORE DEL PARMA
abbiamo: facciamo in modo che gli altri si accorgano di noi». Oltre alle energie l’allenatore ha contribuito «in solido»: sulla maglie c’era il nome del ristorante di cui è proprietario assieme agli amici Mauro Tassotti e Marco Spreafico. Sponsor per un giorno, la solidarietà come stella polare. «Tutti stiamo cercando di dare una mano, nel limite del possibile, per arrivare fino in fondo con dignità». E fino in fondo il Parma ci arriverà, se mercoledì 15 aprile il tribunale concederà la prosecuzione dell’esercizio provvisorio. I curatori fallimentari Angelo Anedda e Alberto Guiotto sono ottimisti, mentre è stato anche risolto il
GAZZETTA
contratto con Biabiany, fermo da settembre a causa di un’aritmia cardiaca. Chiudere la storia adesso, obiettivamente, sarebbe un peccato. «Non molliamo di un centimetro» fa sapere Alessandro Lucarelli, il capitano-sindacalista che tanto si è speso per dare voce alla protesta e che, squalificato per tre turni, si è pagato il ricorso di tasca sua. «Mio figlio mi ha detto: “Meno male che te l’hanno confermato, così abbiamo vinto!”. Forse ha ragione, i miei compagni stanno volando». UN ALTRO CALCIO A una cosa questa brutta vicenda societaria è servita: l’ambiente si è compattato, ora il pubblico è più vicino alla squadra, partecipa, è coinvolto. I tifosi s’interessano al futuro e pensano di autotassarsi per aiutare il club, gli industriali ragionano su un progetto di «calcio sostenibile», che sia in Serie B o in Serie D, e i giocatori per ringraziare la città oggi si alleneranno nel parco della Cittadella, proprio come succedeva all’inizio degli anni Novanta quando il Parma era una favola e tutti lo invidiavano. Indietro non si può tornare, il passato non si rivive, ma vittorie come quella contro la Juve aiutano a sopportare meglio il dolore del presente. © RIPRODUZIONE RISERVATA
TRADIZIONE MA NON SOLO A CASTELLO ● La trattoria Dac a trà (in dialetto «Dagli retta») è a Castello Brianza a poco più di 40 chilometri da Milano. E’ di tre amici, con Donadoni ci sono Mauro Tassotti (ex compagno di Milan e Nazionale, legato al paese) e Marco Spreafico. Cucina tradizionale ma non solo, a cura dello chef Stefano Binda.
Serie A R Anticipi 30a giornata
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DOMENICA 12 APRILE 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
1Diciotto anni e secondo gol in Serie A, a incorniciare una partita
LA PARTITA DI JOSÉ
d’intelligenza e lotta: 32 tocchi lungo l’asse centrale del campo, da un’area all’altra, e un saldo positivo tra palle perse e palle recuperate
PASSAGGI EFFETTUATI
TOCCHI PER ZONA Il colore è più intenso nelle zone in cui ci sono stati più tocchi di palla
18 5
1
1
27
3 1 1
1
3
4
4
4
2 4
3
2
1
1
83
10
27
80 8 26
1 80
Classifica Cristóbal Jorquera
26
Silvestre Varela
1 1
80 8 26
1
1
2
I CONSIGLI DI DONADONI La testa di Mauri ha impiegato solo un attimo a dargli l’input giusto nel momento decisivo: l’assist di Belfodil invita a calciare di prima, José lo ha fatto con un tiro di piatto preciso e potente. Mauri è un regista duttile, sa fare l’interditore ma ha anche una buona visione di gioco. Per questo Daniele Zoratto, c.t. dell’Under 17, gli ha messo gli occhi addosso e l’ha convocato grazie al doppio passaporto. Per questo Roberto Donadoni l’ha fatto esordire in campionato a 18 anni, contro l’Udinese. Quest’anno aveva già segnato all’Udinese, ieri per la prima volta ha potuto esultare nel suo stadio. «L’allenatore mi ha dato fiducia e poi mi dice sempre di crederci e di inserirmi di più». Donadoni conferma: «Sono felice perché finalmente si è buttato anche dentro e ha trovato la porta. Mauri è un giovane entusiasta che ha voglia di crescere, ma deve capire bene che questo è solo un punto di partenza».
PASSAGGI RICEVUTI
ATTACCO
1
80
Classifica Cristóbal Jorquera 4
5 PALLE PERSE 27
Fabiano Santacroce 2
26
Silvestre Varela 2
4
4 10
PALLE RECUPERATE
Ishak Belfodil 3
8 VERTICALIZZAZIONI
27
Fabiano Santacroce 2
83
Antonio Mirante 1
28
Zouhair Feddal 1
18
Massimo Gobbi 1
8
fIL PROTAGONISTA
MAURI
1Nato in Argentina, parmigiano d’adozione, nel mirino di Di Biagio, uomo mercato e un problema: «Mille sms, come rispondo a tutti?»
INVIATA A PARMA
P
iccolo è piccolo, spiritoso anche. José Mauri arriva con una busta di plastica con dentro maglietta e pantaloncini, una giacca grigia e una t-shirt. Quasi non sembra un calciatore, però sfoggia un sorriso che a Parma non vedevano da tempo. «È il giorno più felice della mia vita - racconta -, insieme al 10 marzo 2010. Volete sapere che cosa è successo? Mi ha preso il Parma. Siete giornalisti, dovreste saperlo...». Scherza il piccolo Mauri, che è cresciuto con il mito di Mascherano ma per la statura ricorda un po’ Giovinco. Questo sì che è attaccamento alla maglia, amore per il club che l’ha scoperto.
DALLA PAMPA NELLA STORIA
LA PARTITA AI RAGGI X
Fare il Pogba? Dura per Sturaro Disastro Llorente
Stefano Sturaro, 22 anni, contrasta Cristobal Jorquera, 26 LAPRESSE
Alex Frosio Twitter @alexfrosio
José, dalla Patagonia fino al gol mata-Juve «Eccomi nella storia» Fabiana Della Valle
mo passato sette mesi d’inferno, ora i curatori ci stanno dando tranquillità, il calcio si fa con la testa e non con le gambe».
José è nato a Realicò, in Patagonia. Nome argentino, cognome italiano. Mauri è arrivato al Parma quando era ancora in età da Giovanissimi, si è innamorato della città, dei tifosi, di tutto. Una volta in un’intervista gli hanno chiesto di descrivere con una sola parola che cosa prova quando indossa la maglia del club emiliano, lui ha risposto «orgoglio». Un sentimento che traspare da ogni frase. «Ringrazio Dio e mia nonna, che mi guarda da lassù, per avermi regalato questa gioia, che voglio condividere con tutti i tifosi. Dopo il gol mi sono detto incredulo: “Ma che cosa ho fatto?”, non ho capito più niente, Gobbi mi ha preso per il collo e mi ha stretto. Ho abbracciato Melli perché lui è il vero tifoso parmigiano. Credo che questo gol entrerà nella storia, perché non è facile segnare alla Juve. Abbia-
FUTURO DA GRANDE Lo sarà, forse, per lui e anche per il Parma, perché anche se più di metà della stagione ormai è andata, la partita con la Juve ha dimostrato che tutto può succedere da qui alla fine della stagione. «Noi ci vogliamo salvare - dice Mauri - e finché la matematica non ci condanna dobbiamo provarci. Peccato per i punti che ci sono stati portati via, siamo ancora in tempo. Futuro? Io penso al Parma fino a giugno, poi devo capire che fine farà la società. Se ci sarà ancora, sarò ben felice di restare, altrimenti...». Altrimenti si guarderà intorno, anche perché i corteggiatori non mancano: la stessa Juve, ma anche il Milan, l’Arsenal, il Tottenham. Con il Parma è in scadenza, lì ha fatto tutta la trafila giovanile e presto potrebbe arrivare anche la convocazione in Under 21: Conte l’ha già segnalato a Di Biagio. Intanto Mauri, 19 anni ancora da compiere, si gode il suo momento. Guarda il telefonino che continua a lampeggiare: «Ho mille messaggi, chissà quanto mi ci vorrà per rispondere a tutti...». Lo farà, ne siamo certi, e conserverà gli sms di una giornata speciale. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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● I gol in Serie A di Mauri, che prima di ieri aveva segnato contro l’Udinese, in Friuli, il 29 settembre scorso: il Parma aveva perso 4-2
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e la prima perde la seconda partita in campionato, cadendo contro l’ultima che sta 57 punti sotto, significa che troppe cose non hanno funzionato. Così è stato, per la Juve di Parma. E le cifre lo dimostrano in modo lampante. I bianconeri hanno dominato il possesso-palla, fissato al 67,7% e distribuito in maniera praticamente identica tra primo e secondo tempo. Il problema sono i piedi da cui è passato il pallone. Marchisio, da regista, è stato l’uomo con più passaggi (96 totali, 88 positivi) ma senza grandi invenzioni. Soprattutto, dopo di lui, i più coinvolti sono stati Chiellini (89), Ogbonna (81), Lichtsteiner (70) e Padoin (60): non proprio degli architetti. I dati hanno una doppia lettura: lenta circolazione e poco appoggio dai piedi più nobili della squadra. Vidal è arrivato a 65 tocchi ma è un dato in parte «drogato» dall’ultimo terzo di partita in cui ha giocato centrale a fianco di Marchisio: il cileno è apparso e scomparso dalla partita con inusuale intermittenza. Ancora meno si sono visti Sturaro (26 passaggi positivi) e Pereyra (22). L’argentino non ha mai trovato la posizione nella foresta di gambe piantata dal Parma davanti all’area, l’ex genoano ha provato a muoversi alla Pogba, cioè cercando inserimenti senza palla sul versante sinistro, ma
senza trovare gli stessi tempi e senza averne la stessa forza dirompente. Poco dai centrocampisti è arrivato anche in copertura: avete presente la rincorsa a troppa distanza di Pereyra su Mauri che va a segnare? LLORENTE FLOP Più avanti, Coman non è riuscito a recitare da controfigura di Morata o Tevez. Con i titolari, la Juve ha spesso ricavato moltissimo dai movimenti verso sinistra ad allargare le difese avversarie: Coman andava a cercare proprio quelle zolle, ma l’incapacità di reggere i contrasti hanno annullato qualsiasi iniziativa.I numeri peggiori della partita, tuttavia, appartengono a Fernando Llorente. Appena 29 tocchi, 7 passaggi positivi e ben 10 sbagliati, appena l’11 per cento di duelli vinti. Lo spagnolo ha fatto poco per aiutare una Juve che ha cercato quasi esclusivamente lo sfondamento centrale e lì sponde precise sarebbero servite per sfruttare gli inserimenti degli incursori. È anche vero che la Juve ha fatto poco per aiutare Llorente: solo 9 i cross positivi arrivati in mezzo all’area. © RIPRODUZIONE RISERVATA
LA MOSSA OGBONNA CHIELLINI PADOIN GHEZZAL
BELFODIL MAURI
VARELA
PASSAGGIO MOVIMENTO MOVIMENTO CON PALLA GDS
LE PAGELLE di F.LI. SANTACROCE REGGE, BELFODIL FA SOFFRIRE CHIELLINI. VIDAL TROPPO MORBIDO, COMAN È IRRITANTE PARMA
7
MIRANTE 7 Decisivo su Coman e Vidal. Necessarie però tutte quelle scene perditempo? MENDES 7 Non si passa dal suo lato, figurarsi «fuscello» Coman. E si va valere anche al centro. SANTACROCE 7 Da tempo non giocava su questi livelli. Con Llorente tutto facile, con Morata un po’ meno, ma regge comunque. (Cassani s.v.) FEDDAL 6,5 Il meno appariscente della barriera difensiva, ma utilissimo lo stesso. VARELA 6,5 Nel Portogallo all’ultimo Europeo faceva il centravanti, ora si sacrifica da esterno difensivo facendo valere una discreta tecnica. Un po’ timido però.
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JORQUERA 6,5 Gestione molto ordinata, piedi buoni: il Parma respira quando solleva il baricentro. NOCERINO 7 Non era facile nella morsa Vidal, Marchisio e Pereyra, eppure non perde mai lucidità. Anzi. Prezioso nelle ripartenze. BELFODIL 7 Da solo fa soffrire Ogbonna e Chiellini, centrali juventini, difendendo alla grande la palla e facendo salire la squadra. In più anche l’assist servito a Mauri (Prestia s.v.) GHEZZAL 6,5 Concede poco allo spettacolo ma la sua posizione spesso intermedia tra centrocampo e Belfodil fa male alla Juve. ALL. DONADONI 7,5 Dare geometrie, tranquillità e gioco in questa situazione non era facile. Da Mendes a Ghezzal, tutte le scelte sono giuste. Complimenti.
IL MIGLIORE MAURI
7,5 Della categoria «tuttocampisti»: tecnico, cattivo, instancabile, in mezzo fa per tre. Oltre il gran gol, naturalmente. (Lila s.v.)
IL PEGGIORE GOBBI
6,5 Un peggiore non c’è. Lui lotta come gli altri, è un po’ impreciso. Che senso ha la trattenuta a Lichtsteiner per ritardare la punizione?
GERVASONI Errori minimi ma che fanno la differenza. Vede il fallo (che non c’è) di Ogbonna su Ghezzal abboccando alla scena, e tollera troppe perdite di tempo.
JUVENTU
4,5
LICHTSTEINER 5 Con il solito condimento di scene, una partita più confusa del solito. Zero in attacco. OGBONNA 5 Lento contro Belfodil, pericoloso in un paio di palle perse. La sua forza era entrare concentrato dopo magari dieci panchine: ieri no. CHIELLINI 5 Qualcosa si fa perdonare per la grinta, ma anche lui subisce troppo. PADOIN 4,5 Difende maluccio, non si vede in attacco: non un cross né una sovrapposizione su Coman. VIDAL 4,5 Sua l’occasione più pericolosa, ma troppo perforabile in mezzo al campo. Il più lontano dal suo zenit. MARCHISIO 5 Lo aiuta un po’ il mestiere, va capito perché attorno
c’è poco. Ma sa fare il regista con ben altro piglio. STURARO 5 Mezzi fisici notevoli, iniziativa, ma deve trovare posizione. Soffre Mauri. PEPE 4,5 Non entra mai in partita, limitando sia la zona di campo che le iniziative. PEREYRA 5 Voglia sì, non ordine né incisività. E vaga senza posizione. MORATA 5 Una gran discesa, tanti errori. Nell’imbuto anche lui. COMAN 4,5 Irritante per come non regge un contrasto. Un’azione pericolosa non basta. Forse gli «gira» un po’ per come non è impiegato. (Vitale s.v.) ALL. ALLEGRI 5 Bravo a non cercare scuse. Turnover: se non ora, quando? Però la girandola di posizioni e moduli confonde i suoi. E quella di Vitale è una scelta sbagliata. GALLONI 5,5 LONGO 6
IL MIGLIORE STORARI
6 Il migliore perché è almeno l’unico che non fa danni e prende quel paio di palloni alti in area. Il gol è imparabile, non riceve altri tiri.
IL PEGGIORE LLORENTE
4 Fa quasi pena per come non ne azzecca una, neanche di testa, non parliamo degli appoggi più semplici. Sembra proprio questione di testa. ORSATO 6 NASCA 6
Serie A R Anticipi 30a giornata
DOMENICA 12 APRILE 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
La rabbia di Allegri: «Sberla meritata, martedì altra Juve» 1Il tecnico: «Non abbiamo ancora vinto nulla»
Contro il Monaco Tevez ci sarà, Pirlo in panchina Mirko Graziano INVIATO A PARMA
COSÌ IN COPPA?
«N
LICHTSTEINER BONUCCI
on si è ancora vinto nulla, questo deve essere ben chiaro a tutti». A fine gara Max Allegri è senza voce («L’ho persa dopo un minuto»), ma la sua rabbia emerge forte e chiara, dentro e fuori dallo spogliatoio. «Abbiamo giocato un primo tempo normale, la ripresa è stata invece un disastro. E le assenze non sono una scusante. Grandi meriti al Parma, dal canto nostro è meglio riflettere subito su ciò che è successo qui al Tardini. Oggi dovevamo vincere e di fatto chiudere il campionato. Invece non abbiamo mai avuto il controllo della situazione, e ora servirà grande attenzione, mancano ancora otto gare e molti scontri diretti, a partire dalla Lazio, che arriverà in mezzo ai 180’ con il Monaco. Le partite vanno vinte sul campo e giocate tutte con grande attenzione e maturità. Speriamo che questa sberla ci faccia bene, anche se sono sicuro che martedì sarà un’altra storia. Ripeto: non abbiamo ottenuto ancora niente
BUFFON
VIDAL
CHIELLINI
EVRA
MARCHISIO STURARO (PIRLO) (MARCHISIO) PEREYRA
MORATA
TEVEZ CENTIMETRI
in questa stagione!». TEVEZ OK, E PIRLO... Oggi in mattinata, a Vinovo, di sicuro, ci saranno pure il presidente Andrea Agnelli, l’amministratore delegato Beppe Marotta e il direttore sportivo Fabio Paratici. Quest’ultimo, ieri, ha fatto il viaggio di ritorno sul pullman della squadra. Ambiente compatto, come sempre. Contro la banda Jardim, la Juve cerca il pass per il G4 dell’Europa che conta: un traguardo che darebbe continuità internazionale a un club che nel 2013 centrò i quarti di Champions (eliminato poi dal
fantastico Bayern di Jupp Heynckes) e che nella scorsa stagione invece si fermò a un passo dalla finale (fuori con il Benfica) in Europa League. Max Allegri deve comunque fare i conti con un’infermeria che ultimamente ha fatto registrare spesso il pienone. Iniziamo dalle buone notizie. Carlitos Tevez ci sarà al 99 per cento, anche se la mancata convocazione per la gara di ieri non aveva lasciato una sensazione positivissima, soprattutto alla luce delle dichiarazioni dello stesso tecnico livornese, che prima della rifinitura aveva dato per certa la presenza dell’argentino a Parma. In ogni modo, l’ottimismo che filtra sembra decisamente sincero, e ieri l’Apache ha in effetti svolto il suo lavoro senza problemi. Benino pure Andrea Pirlo, col quale però si sta usando grande prudenza per non rischiare «incidenti» in un finale di stagione che si annuncia intensissimo. E allora l’impressione è che il Genio bresciano partirà dalla panchina con il Monaco. APPRENSIONE BARZAGLI C’è invece una certa apprensione at-
FACCE SCURE
1Il portiere ieri titolare:
«Giocato male, ma non possiamo permettere che questo k.o. influenzi la gara col Monaco» INVIATO A VERONA
F
acce così non se ne vedevano da tempo. Musi lunghi, teste basse, giocatori che escono più in fretta possibile dagli spogliatoi, come se volessero lasciare il più velocemente possibile lo stadio che li ha riproiettati sulla terra. La Juve non è più marziana, è tornata a essere umana. Ha riassaggiato il gusto amaro della sconfitta nel momento peggiore, a tre giorni dalla Champions League. Nessuno ha voglia di parlare, di spiegare che cosa è successo. Non c’è Gigi Buffon, bloccato da un virus intestinale, tocca a Marco Storari prendersi questa responsabilità. «Siamo arrabbiati e delusi, abbiamo giocato male male. Non siamo abituati a perdere. Siamo stati opachi, lenti, non eravamo né cattivi né aggressivi. Però adesso dobbiamo buttarci questa partita subito alle spalle. Sarebbe da sciocchi permettere a una sconfitta di influire anche sulla Champions League. Siamo caduti ma ci rialzeremo subito». Già, perché martedì arriva il Monaco allo Stadium e la Juventus si gioca tanto nell’andata dei quarti
di Champions. Ma non è colpa della Coppa se i bianconeri sono stati battuti dall’ultima in classifica: «Non è vero che avevamo la testa già al Monaco aggiunge Storari -, anzi in questi giorni ci siamo detti che questa era la partita più difficile. Negli spogliatoi non c’è stato alcun confronto, in momenti come questi è meglio tacere. Ogni tanto qualche passo falso ci sta, ma la Juve non può permetterseli perché è una squadra troppo forte». In serata arriva anche il tweet di Marchisio: «Non è stata la nostra miglior partita. Complimenti al Parma. Noi pensiamo già a martedì, dove ci sarà una Juve diversa». DEBUTTANTE SCONTENTO Il più deluso di tutti è Mattia Vitale, che a 17 anni, 7 mesi e 10 giorni è diventato il più giovane juventino ad aver esordito in Serie A dal 1994. Una gioia che non è riuscito a godersi, visto il risultato. f.d.v. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Storari: «Testa già alla Champions? Falso Caduti, ci rialzeremo»
saucony.eu Marco Storari, 38 anni LAPRESSE
Massimiliano Allegri, 47 anni, alla sua prima stagione sulla panchina della Juventus LAPRESSE
torno a Barzagli, alle prese con un indolenzimento al polpaccio. La situazione ieri non era particolarmente confortante, e il provino decisivo è previsto per oggi. Due le opzioni anti Monaco: 35-2 con Barzagli disponibile, altrimenti probabile «rombo». E in quest’ultimo caso toccherebbe a Buffon fra i pali, Lichtsteiner ed Evra sulle fasce, Bonucci-Chiellini coppia centrale, Marchisio in regia, Vidal e Sturaro interni, Pereyra alle spalle di Tevez e Morata. Con il 3-5-2, invece, dentro appunto Barzagli e fuori Sturaro. © RIPRODUZIONE RISERVATA
INTANTO TEVEZ ERA IN GITA SUL LAGO... ● Risparmiato da Allegri in vista della prossima partita di Champions League contro il Monaco, ieri Carlos Tevez si è concesso una giornata di totale relax sulle rive del Lago Maggiore BARBERIS
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DOMENICA 12 APRILE 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
Verso la Champions R Il personaggio
DOMENICA 12 APRILE 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
fL’EUROAVVERSARIO
A VOLTE RITORNANO
Raggi laser contro Tevez: «Non puoi mollarlo mai»
1Finito nel gorgo dei prestiti in Italia e rinato da centrale al Monaco, il difensore italiano si divide tra la pesca e il pensiero della sfida con la Juve: «Le toglierei Carlos, completo e feroce»
Alessandro Grandesso PARIGI @agrandesso
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li ingredienti per una partita particolare ci sono tutti: sfidare la Juventus, per cui tifava da piccolo, allo Stadium dove ha già fatto gol ai bianconeri con il Bologna, e con addosso la maglia del Monaco, con cui condivide lo spirito outsider. A trent’anni, Andrea Raggi può finalmente togliersi qualche soddisfazione, da protagonista, in Champions League. Un traguardo importante, anzi, una tappa per un giocatore che nonostante otto stagioni in Serie A, si è fatto un
nome in Francia. Partendo dalla Ligue 2, tre anni fa. Credendo in un progetto, che nonostante il recente ridimensionamento antipaillettes, ha mantenuto la promessa di fargli affrontare le big d’Europa. Quella di Raggi è anche la storia di un ragazzo di provincia che ha il merito di non aver mai mollato, né rinunciato alla sua passione per il calcio, trasmessagli da nonno Iorio, unico interista di una famiglia di juventini. ORGOGLIO Martedì, quindi, i parenti saranno
LA CARRIERA ● Andrea Raggi, 30 anni, ha esordito in A con l’Empoli nel 2005. Nel 2008 è passato al Palermo, che lo ha poi prestato alla Samp e al Bologna. Dopo una parentesi a Bari è tornato al Bologna. Dal 2012 è al Monaco ITALY PHOTO PRESS
tutti in tribuna, ma per tifare Monaco. E Raggi in campo se la vedrà con Tevez: «È l’unico che toglierei alla Juve. Un attaccante completo, tecnicamente perfetto e soprattutto feroce nel pressing. L’unica soluzione è non mollarlo mai, non concedergli mezzo centimetro e restare concentrati fino al 96’». Proprio al 96’ di un ottavo di Coppa Italia del 2011 risale l’ultimo gol italiano di Raggi, da giocatore del Bologna. Il centrale acciuffò la Juve con un colpo di testa su calcio d’angolo, mettendo i brividi a tutto lo Stadium. Partita poi risolta da Marchisio ai supplementari. Comunque la rete più importante di un difensore polivalente che fino all’anno scorso la Champions se la godeva dal divano, come quando da ragazzino si emozionava per i gol di Del Piero. Anche se il suo idolo era Nesta che già sbirciava da bordo campo, ad Empoli, quando faceva il raccattapalle. Nel club toscano c’era arrivato a 12 anni, scoperto a Marina La Portuale, dove nonno Iorio faceva il dirigente per hobby e gli fece prendere il tesserino a sei anni. Già allora Raggi giocava in difesa. Con l’Empoli poi esordì in A e annusò per la prima volta nel 2007 l’aria europea, dopo la fantastica cavalcata culminata col settimo posto. In panchina c’era Cagni, uno dei suoi mentori. Ma qualcosa andò storto l’anno dopo nel Palermo che lo comprò per 8 milioni. Zamparini esonerò subito Colantuono e Raggi finì nel giro dei prestiti: Sampdoria, Bologna, Bari e alla fine Bologna. Ma solo per un anno. ALL’ESTERO Colpa della chiamata del Monaco che ripartiva dalla B, ma con Ranieri che lo volle come garante difensivo. E
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QUEL GOL A TORINO... ● Raggi incorna su un angolo in Juventus-Bologna 2-1, ottavi coppa Italia 2010-11 LAPRESSE
il club del Principato ha bruciato i tempi, da vero outsider. Come Raggi, l’antidivo, figlio di un operaio e una segretaria che gli hanno trasmesso valori sani. Così l’italiano si sente a suo agio anche nella principesca Montecarlo, con Briatore vicino di casa e gli yacht dei miliardari ancorati al porto. Raggi invece appena può va a lanciare l’amo dagli scogli di Fontvieille, chiacchierando con i pescatori del posto, lontano dal rumoroso Gran Premio. Oppure se ne va a spasso con la figlia Ginevra, che ha quasi cinque anni e lo corregge quando parla francese. O se ne resta a casa con la moglie Elisabeth a guardarsi i film di Denzel Washington. Martedì invece proverà a fermare Tevez. Per una volta sotto i riflettori, godendosi il momento: «Credo nel destino, ma fin qui ci sono arrivato solo con le mie forze e il sudore». A 30 anni, Raggi però si sente ancora giovane e spera nella chiamata azzurra. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Serie A R Anticipi 30a giornata
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VERONA
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INTER
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LA MOVIOLA di VINCENZ0 D’ANGELO
PRIMO TEMPO 0-1 MARCATORI Icardi (I) all’11’ p.t.; Palacio (I) al 3’, aut. Moras (V) al 47’ s.t.
RIGORE REGALATO AL VERONA BROZOVIC-GUARIN GIALLI: NO DERBY
VERONA (4-3-3) Rafael; Sala, Moras, Gu. Rodriguez, Pisano; Obbadi (dal 36’ s.t. Valoti), Tachtsidis, Hallfredsson (dal 28’ s.t. Greco); Jankovic, Toni, Gomez (dal 30’ s.t. Saviola). PANCHINA Benussi, Agostini, Martic, Marques, Marquez, Campanharo, Christodoulopoulos, Fernandinho, Lopez. ALLENATORE Mandorlini. CAMBI DI SISTEMA nessuno. BARICENTRO MEDIO 52 METRI ESPULSI nessuno AMMONITI Obbadi per g. s., Moras per proteste. INTER (4-3-1-2) Handanovic; D’Ambrosio, Ranocchia, Vidic, Juan Jesus; Brozovic, Medel (dal 35’ s.t. Gnoukouri), Guarin; Hernanes (dal 43’ s.t. Felipe); Icardi, Palacio (dal 35’ s.t. Kovacic). PANCHINA Carrizo, Berni, Andreolli, Nagatomo, Shaqiri, Obi, Podolski, Puscas, Bonazzoli. ALLENATORE Mancini. CAMBI DI SISTEMA dal 43’ s.t. 3-5-1-1. BARICENTRO MOLTO BASSO 48 METRI ESPULSI nessuno. AMMONITI J.Jesus, Brozovic, Vidic per g. s., Guarin per c.n.r. ARBITRO Tagliavento di Terni. NOTE paganti 6.538, incasso di 168.010 euro. Abbonati 14.107, quota di 208.204,91 euro. Tiri in porta 5-3 (1 palo). Tiri fuori 6-3. In fuorigioco 1-0. Angoli 4-5. Recuperi 1‘ p.t., 3’ s.t.
Mauro Icardi, 22 anni, subito dopo aver messo alle spalle di Rafael, 33, il gol del vantaggio nerazzurro, su un assist perfetto di Palacio ANSA
Non una serata di grazia per Tagliavento. L’arbitro in avvio giudica non fallosa una leggera trattenuta di Sala su Guarin al limite dell’area, con il colombiano che protesta. Episodio al limite, una leggera trattenuta c’è. Però vedendo il rigore assegnato al Verona alla mezz’ora della ripresa, beh, allora il fallo su Guarin era da fischiare. In realtà il rigore per l’Hellas è un omaggio di Tagliavento: Greco entra in area in velocità, perde il passo nell’incrocio con Vidic e si lascia cadere, senza alcun contatto. Tagliavento si fa ingannare e ammonisce anche Vidic. Infine è giusta a termine di regolamento l’ammonizione a Guarin: il braccio largo impedisce un passaggio tra due giocatori del Verona. Giallo pesante: diffidato, il colombiano salta il derby. Come Brozovic, ammonito per fallo su Gomez.
Inter, una rinascita argentina
1Verona porta bene a Mancini: al Bentegodi aveva vinto anche contro il Chievo,
stavolta sfrutta la precisione di Icardi e Palacio. Handanovic para un rigore a Toni
Pierfrancesco Archetti INVIATO A VERONA
S
econdo una tendenza abbastanza seguita, le stagioni si decidono in aprile, ma non è il caso di Inter e Verona che già sanno di non poter pigliare trofei e di essere ai limiti del possibile per un’iscrizione all’Europa (gli interisti), oppure di non avere guai con la retrocessione, anche se all’Hellas usano una scaramantica cautela. Tolte dunque le apprensioni, partite come questa servono di più agli uomini che ai club. Prendiamo Roberto Mancini, che non vinceva in campionato dal 23 febbraio: ormai ha lanciato le primarie per la rosa con cui lavorerà da luglio, ma gli interessava anche recuperare una coesione di gruppo dopo una settimana di lavori forzati e in
vista del derby di domenica. Ci arriverà senza allenamenti punitivi e Verona è una stazione accogliente per una squadra in miniatura. Qui in dicembre l’allenatore acchiappò la prima vittoria, qui ne aggiunge un’altra che può rendere ruvidi i pensieri rossoneri. I MOTIVI A favorire il successo, oltre a un gol contestato in avvio, è la precisione della coppia d’attacco Palacio-Icardi, gli unici a tirare ricambiandosi i favori, con pure gli assist per il collega. E la solita estrema capacità di Handanovic, che para il sesto rigore sugli ultimi sette in A (21° in totale), il secondo di fila a Luca Toni, fermato anche all’andata. Perché l’Inter tenta anche stavolta di rovinarsi: per un’ora non fa fiatare e tirare i veronesi, li frusta in contropiede e sembra padrona. Poi invece si abbassa e la-
scia troppa aria alle conclusioni altrui. Nel 4-3-1-2 di Mancini risalta anche Hernanes, preferito a Shaqiri: il brasiliano non è controllabile in alcune scavallate, si ripropone a un buon livello. Il Verona a lungo è incapace di governare una ripartenza, non trova linee di gioco esatte, patisce sui lati nella doppia fase. Quando Mandorlini mette Saviola e Greco, i suoi diventano più agili anche se il penalty creato da quest’ultimo è una decisione sbagliata. L’Hellas si incattivisce perché pensa di aver subito un torto già dopo 11 minuti, ma nei 79 più recuperi successivi non riesce mai a capovolgere il tavolo. FAIR PLAY ELASTICO Il gol che cambia subito la notte sarà ricordato a lungo a Verona, farà giurisprudenza in tante discussioni nei bar. Perché Tachtsidis
crolla davanti a D’Ambrosio che si era fatto mezzo campo senza opposizione. Sono attimi, qualcuno dell’Hellas chiede di buttare fuori la palla: Moras è il più deciso ad alzare il braccio, e sarà il greco a farsi superare da Icardi. Lo stesso D’Ambrosio sembra pensarci, fa una giravolta, poi decide di giocare e serve Palacio, che crossa. Oltre a quel secondo di disattenzione dei difensori è anche una deviazione a far diventare il passaggio un servizio da 1-0. Proteste, accerchiamenti, insulti. Detto che Tachtsidis rientra subito e giocherà fino al termine (pure male), chi scrive è dell’opinione che sia l’arbitro a dover interrompere la gara, a dover capire se è in corso una furbata o un incidente serio, e non la richiesta dei giocatori secondo una legge molto elastica: il fair play all’italiana, che stavolta distrae il
IL NUMERO
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Le reti subite dall’Inter a Verona, dopo 7 partite consecutive di campionato in cui aveva sempre preso gol Merito anche del rigore parato da Handanovic: è il 21o su 57 in Serie A, il 6o degli ultimi 7 e il 2o di fila ai danni di Toni
Verona, spesso è usato molto comodamente da tutte le squadre, nessuna esclusa. Una decina di anni fa Fabio Capello annunciò di non voler più far fermare i suoi, se non in caso di interventi alla testa. Non ha avuto molti seguaci, anche se ogni caso è diverso e talvolta basterebbe il buonsenso. CONSEGUENZE L’Inter andrà al derby senza Guarin e Brozovic, ammoniti e squalificati, ma con una predisposizione mentale più serena: e se il 16° palo (di Palacio) può sembrare sfortuna, il 3-0 è un’autorete di Moras. Nelle ultime sette gare aveva sempre preso gol, ma è meglio che scordi questo dato, dovuto qui ai salti di Handanovic. L’Hellas discuterà ancora sul rinnovo di Mandorlini, perché «la salvezza non è ancora stata raggiunta». Ma è lì vicina. © RIPRODUZIONE RISERVATA
DALL’INDONESIA
Thohir: «I tifosi sono il nostro cuore, Moratti un’icona» 1Il presidente fa un «prestito» al suo
per i nostri tifosi e per le loro aspettative, che sono anche le nostre. Lavoriamo per questo». La chiusura è invece dedicata all’ex presidente e proprietario, Massimo Moratti: «Lui ha fatto grande l’Inter, è un’icona, io adesso cerco di dare il mio contributo a questo club perché torni al top».
club e prepara l’arrivo per il derby. Mercato: preso l’U16 belga Emmers
INVIATO A VERONA
«I
tifosi sono il nostro cuore». Al termine di una settimana non facile, il presidente dell’Inter Erick Thohir ribadisce su carta i concetti espressi il giorno prima a una radio indonesiana. Anche se è bene specificare che l’intervista risale a circa due mesi fa, in occasione dell’ultimo viaggio a Milano, il tycoon spiega al quotidiano giapponese The Yomiuri
Shimbun il suo progetto con una metafora che rende l’idea dell’unità d’intenti per riportare in alto l’Inter: «Se i tifosi sono il cuore, i giocatori sono i muscoli e i manager il cervello». E a proposito degli uomini in rosa, ecco ovviamente spuntare il nome di Nagatomo, che ET definisce il «simbolo dell’Inter in Giappone, in campo e fuori». TIFOSI «Tutti insieme lavoriamo per il bene dell’Inter — ha quindi sottolineato —. Ci vuole rispetto
Erick Thohir, 44 anni, con Massimo Moratti, 69 ACTION IMAGES
FACCIA A FACCIA Per farlo, il presidente immetterà nelle casse nerazzurre 60 milioni. Un prestito che permetterà di far fronte alla gestione ordinaria e di dare un po’ di respiro alla società. A meno di cambiamenti dell’ultima ora, Thohir arriverà a Milano il 19 aprile per il derby e ripartirà il 26, dopo aver visto
anche il match contro la Roma. Sara l’occasione per il primo vero faccia a faccia con Mancini. Il tecnico spiegherà la necessità di fare uno sforzo sul mercato mentre ET gli ribadirà l’intenzione di accontentarlo, magari però chiedendogli di rispondere il meno possibile a domande sulla prossima estate per evitare di creare aspettative troppo alte tra i tifosi, visto che vige la regola dell’auto finanziamento e molte entrate dipenderanno da chi (e come) sarà stato prima venduto. Intanto i nerazzurri hanno bloccato il nazionale Under 16 belga Xian Emmers, classe 1999, del Genk. lu.tai. © RIPRODUZIONE RISERVATA
DOMENICA 12 APRILE 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
fI PROTAGONISTI
Luca Taidelli
ICARDI E PALACIO
INVIATO A VERONA @LucaTaidelli
A
Maurito killer d’area, Rodrigo dinamo lucida: i due del Mancio-tango 1Segnano, si scambiano assist, uno adesso gioca per la squadra
e l’altro sta meglio con la caviglia: con loro l’Inter sorride al derby 1Mauro Icardi, 22 anni, e Rodrigo Palacio, 33, hanno segnato le prime due
LA COPPIA AI RAGGI X
reti del successo nerazzurro a Verona. Gli argentini si sono scambiati i ruoli: assist del secondo e gol del primo per il vantaggio, viceversa per il raddoppio
MAURO ICARDI TOCCHI PER ZONA Il colore è più intenso nelle zone in cui ci sono stati più tocchi di palla
DRIBBLING
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Minuti giocati
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RODRIGO PALACIO
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ggrappata alla Coppia. L’Inter chiude un mese e mezzo da incubo vincendo in uno stadio che le è quasi più amico di San Siro (due vittorie stagionali al Bentegodi per il Mancio, tante quante quelle conquistate in casa in 8 gare di campionato), grazie alla premiata ditta Icardi-Palacio. Un gol a testa, scambiandosi assist che sono caramelle già scartate. Una prova convincente, ritrovando le rispettive competenze. Mauro è tornato animale d’area, Rodrigo l’inimitabile tergicristallo che corre ovunque ma non perde lucidità quando ha la palla buona. MAURO IL CINICO Le danze le apre Icardi, su un’azione lungamente contestata dai padroni di casa, perché l’assist da destra di Palacio arriva dopo che Tachtsidis è rimasto a terra al limite dell’area per un problema muscolare. A norma di regolamento tutto fila, ma in un paese che sguazza nelle polemiche - spesso ne nascono perché un avversario butta fuori il pallone - basta e avanza perché Maurito venga preso di mira con il laser da qualche poveretto e negli affetti, con insulti ripetuti alla madre. Errore grave, perché il ragazzo di Rosario è come quel famoso caffè: più lo mandi giù, più si tira su. Con la zampata di ieri sono 21 (giusto come i rigori parati da Handanovic, che mette il silenziatore a Toni) i centri stagionali, di cui 16 in campionato, dove insegue a una lunghezza Tevez e Menez. L’incidenza è imbarazzante, visto che la squadra di reti ne ha segnate 46. Il famoso at-
IL RECORD
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Con quello colpito ieri da Palacio, l’Inter ha preso ben 16 fra pali e traverse in campionato: nessuno in A ne ha colpiti di più
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taccante da 20 gol a stagione di cui non si può fare a meno. Proprio quello che pensa Mancini, con il quale il rapporto è lievitato come una torta ben riuscita. Perché, prima che il tecnico gli entrasse sottopelle, Maurito viveva solo per il gol, partecipando poco o nulla alla manovra. Ora molto è cambiato e sulla torta è in arrivo anche la ciliegina. A breve infatti verrà annunciato il rinnovo del contratto fino al 2019, con lauto adeguamento: da 800mila euro a 2,6 milioni. Venerdì arriva a Milano Abian Morano, l’agente dell’attaccante. Due giorni dopo sbarcherà Erick Thohir e la fumata bianca dovrebbe arrivare proprio tra derby e Roma (25 aprile). Se non addirittura prima. PALACIO OVUNQUE Palacio ha un’altra età e un altro contratto undici anni di più, ingaggio corposo, scadenza 2016 -, ma soprattutto non deve certo imparare a lavorare per la squadra. Quando hanno distribuito la generosità lui probabilmente è passato tre volte. E, ora che la maledetta caviglia sinistra fa meno male, lui è tornato quello di sempre. Capace di correre una personale maratona, condita dall’ottavo gol nelle ultime 11 partite giocate. Una rete arrivata grazie al babà da sinistra di Icardi, a premiare il martellamento degli ultimi giorni di Mancini nel gioco sugli esterni. Un gol condito da un altro assist al bacio sprecato da Brozovic e da un palo (il sedicesimo in campionato per l’Inter: è un record). Una bella garanzia nella settimana che porta al derby. L’ultimo vinto dall’Inter (22 dicembre 2013) porta proprio la firma del Trenza. Una magia di tacco allo scadere che lui stesso ha messo in cima ai suoi gol più belli. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Serie A R Anticipi 30a giornata
DOMENICA 12 APRILE 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
LE PAGELLE di MATTEO DALLA VITE VERONA
INTER
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MORAS BOCCIATO SAVIOLA RIANIMA SALA DISPENSA PERICOLI E PALLONI IL TECNICO MANDORLINI
5 Contro la sua ex squadra (l’Inter) non riesce mai a vincere. Solo che questa volta ci prova solo con un quarto d’ora di verona «mandorlato», ovvero veloce, cattivo e furbo. Non basta.
IL MIGLIORE SALA
6,5 Bel piede, buoni palloni, belle incursioni e pericolosità. Legge bene le situazioni e soprattutto è uno di quei giocatori che se trovano un minimo di spazio lo sfruttano bene. Salvagente.
E. PISANO
5 Dorme a palla viva: cicca la copertura preventiva e poi quella in diretta sull’assist di Palacio. Rimproverato da Mandorlini per altre esitazioni, si fa vedere con una botta da fuori. Con Moras, il peggiore. ● CONTRASTI 2 ● CROSS 4 ● PASSAGGI 24
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5,5
GU. RODRIGUEZ Anche lui non è che lavori di fino e di anticipo: guarda lo 0-1, fa la faccia cattiva ma sono troppe le volte in cui l’Inter entra in area.
OBBADI Partenza non male, tanto che Guarin pare rattrappito su se stesso: col tempo sbaglia di più, si rialza e Handanovic gli mura una botta secca. Poco.
● PARATE 0 ● RINVII 9 ● PRESE ALTE 0
● CONTRASTI 1 ● LANCI 3 ● PASSAGGI 21
● CONTRASTI 1 ● LANCI 5 ● PASSAGGI 19
● TIRI 1 ● RECUPERI 7 ● PASSAGGI 29
5,5
5,5
5
5
HALLFREDSSON Un tempo senza essere l’interno invasivo di sempre: e dire che Brozovic, davanti, pare un timidone. Poi carbura un po’ ma mai abbastanza.
JANKOVIC Volate pazzesche tanto per cominciare: Juan Jesus viene sbranato solamente in due occasioni. Diciamolo: ieri, solo un’arma innocua.
TONI Altra categoria: perché si prende palloni impensabili, perché sa dove stare e cosa fare. Ma non può far tutto lui. In più, rigore sbagliato.
● TIRI 1 ● RECUPERI 9 ● PASSAGGI 28
● TIRI 0 ● RECUPERI 4 ● PASSAGGI 20
● TIRI 0 ● SPONDE 2 ● DRIBBLING 1
● TIRI 1 ● SPONDE 3 ● DRIBBLING 0
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7,5
HERNANES CREA VIDIC FA LEGNA BROZOVIC ADESSO È SOLO NORMALE IL TECNICO MANCINI
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TACHTSIDIS L’uomo della Discordia: resta colpito al limite dell’area e l’Inter va in gol. Poi si rialza e gioca quasi subito: non graffia come dovrebbe.
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IL PEGGIORE
5,5
MORAS Guarda lo 0-1, non chiude sul primo palo in occasione dello 0-2: lì, disastroso. Poi, però, Handa lo soffoca per il 2-1. Bocciato con autogol.
● CONTRASTI 2 ● CROSS 7 ● PASSAGGI 45
5
5
RAFAEL Allora, sia chiaro: prende tre gol che nemmeno uno è colpa sua, perché gli piombano davanti in solitaria e perché c’è un autogol.
Questo è il risultato? La prossima stagione, allenamento punitivo anche a Natale. Scherzi a parte: possesso, virilità, gioco, spietatezza, spigliatezza. Così l’Inter sa di Inter.
IL MIGLIORE PALACIO
7,5 Svelto di testa e di gamba, esattamente come un tempo. Non solo fa l’assist per lo 0-1 ma avanza, cambia versante, zampilla, gioca e fa lo 0-2. E poi: tiene su palla e aiuta dietro. Grandi applausi.
J. GOMEZ Qualche fiammata a sinistra quando D’Ambrosio lo lascia respirare: sono più le volte in cui prova qualcosa di quelle in cui riesce.
GRECO Ha il merito, si fa per dire, di prendersi un rigore che pare proprio non esserci. Sufficiente perché dà almeno la scintilla.
SAVIOLA Rianima subito la situazione, nel senso che infila il pallone sul quale Greco riceve in dono un rigore: metterlo prima no?
VALOTI Interno destro, non lascia una traccia importante nella ressa finale.
● TIRI 0 ● SPONDE 0 ● DRIBBLING 1
● TIRI 0 ● RECUPERI 0 ● PASSAGGI 6
● TIRI 0 ● SPONDE 0 ● DRIBBLING 0
● TIRI 1 ● RECUPERI 2 ● PASSAGGI 3
BROZOVIC
5 Ma che cos’ha? Dopo le prime tre partite da Leone, eccolo divorato dalla mollezza, dall’inconcludenza, dalla normalità. Intimorito da Hallfredsson, cicca la porta per lo 0-2. Giallo: salta il derby. ● TIRI 2 ● RECUPERI 8 ● PASSAGGI 90
TAGLIAVENTO Sull’episodio-clou (Tachtsidis a terra, Inter-gol) non fischia: dovrebbe farlo solo per grave rischio dell’atleta, e non è il caso. Rigore, però, regalato.
INTER
VERONA
BARICENTRO
4 2110
2 1
77 18
5
9
5 36,9%
16
13
POSSESSO PALLA
8
VIDIC Non è da rigore quello che Tagliavento vede su Greco. Lui quasi nemmeno lo sfiora. Il resto? Un disimpegno sbagliato e tanta legna buona.
● PARATE 5 ● RINVII 13 ● PRESE ALTE 1
● CONTRASTI 2 ● CROSS 11 ● PASSAGGI 47
● CONTRASTI 1 ● LANCI 0 ● PASSAGGI 39
● CONTRASTI 1 ● LANCI 2 ● PASSAGGI 44
7
63,1%
26 11
6 FALLI FATTI
DRIBBLING
PALLE INTERCETTATE
7
GUARIN Per mezzo tempo resta acquattato in cerca di Obbadi e Sala. Allarga il braccio (ma a un metro) e si prende il giallo: ciao derby. Scollegatino.
HERNANES Pimpante, anche incisivo e continuo, perfetto nell’aprire lo 0-2: crea e svaria, va su Tachtsidis in prima battuta, fa veramente tanto.
● CONTRASTI 4 ● CROSS 0 ● PASSAGGI 43
● TIRI 0 ● RECUPERI 3 ● PASSAGGI 84
● TIRI 2 ● RECUPERI 14 ● PASSAGGI 60
● TIRI X ● RECUPERI X ● PASSAGGI X
s.v.
s.v.
s.v.
ICARDI E’ lì, quando il killeraggio d’area chiama: raccoglie la palla di Palacio e fa il 21° gol stagionale. E’ tornato a mordere, fa pure l’assist dello 0-2.
GNOUKOURI Si mette da schermo davanti alla difesa, tocca due palloni e porta a casa la pagnotta.
KOVACIC Fa la seconda punta e in un modo o nell’altro sta tangenziale al gioco.
FELIPE Seconda gara stagionale, entra quando tutto è ormai deciso.
● TIRI 1 ● SPONDE 2 ● DRIBBLING 0
● TIRI 0 ● RECUPERI 1 ● PASSAGGI 13
● TIRI 0 ● RECUPERI 0 ● PASSAGGI 6
● CONTRASTI 0 ● LANCI 0 ● PASSAGGI 3
CERVELLERA 5 MANGANIELLO 6
MARRAZZO 5 PEGORIN 6
PASSAGGI EFFETTUATI
342 13
6
MEDEL Un’entrata in spaccata ne certifica la presenza in un match che lo vede attento e anche elettrico: esce perché deve preservarsi per il derby.
BARICENTRO MOLTO BASSO 48 metri
617 PASSAGGI RIUSCITI
4
2
TIRI NELLO SPECCHIO
6,5
JUAN JESUS Jankovic lo brucia due volte (vere) in tutto. JJ, poi, gli prende le misure, lo tampina, lo insegue anche e insomma si rende credibile.
23
ANGOLI
MEDIO 52 metri 3
7
RANOCCHIA Tre chiusure da principe, un quasi gol con colpo di testa, una toppa non male nel primo tempo e insomma segnali della crescita agognata.
7
IL PEGGIORE
7
D’AMBROSIO Inizia titubante, ma è più l’attenzione a Gomez che altro. Col tempo trova la quadratura dei tacchetti e praticamente risulta risoluto.
● TIRI 2 ● SPONDE 5 ● DRIBBLING 0
s.v.
6,5
HANDANOVIC Vive sereno per un tempo. Quando gli arriva il doppio allarme (Obbadi e Moras) risponde da gigante e garante. Come sul rigore di Toni.
75,8%
85,4%
33 77 8 88 18 9 13
23
1
15 5 GDS
fLA PARTITA AI RAGGI X
ché le punte dell’Inter sanno essere compleLuca Bianchin mentari: rendono quando uno si allarga e l’altro punta la porta. I due gol spiegano tutto in 20 @lucabianchin7 secondi. Lo 0-1 nasce da un cross di Palacio, dei sono anni in cui si invecchia come se ne viato da un difensore e girato in porta da Icardi. passassero dieci. Il Verona un anno fa ha Il raddoppio è creato da Hernanes, che allarga fatto un capolavoro tecnico e manageria- per Maurito: il cross per il Trenza è la restituziole: Iturbe, Toni, Romulo, una squadra che gioca- ne di un favore a distanza di cinquanta minuti. va bene e dava fastidio a tutti. Cancellare e riav- La linea di difesa del Verona, schiacciata in area, volgere, poi aggiungere rughe. Il Verona ieri se- non ha letto la traiettoria e ha fatto fatica anche ra era una squadra lunga, che aspettava senza sulle invenzioni di Hernanes. Che bella partita, aggredire e ripartiva senza far male. L’Inter ha il brasiliano: da trequartista, ha avuto una delle fatto girare palla al suo ritmo - spesso basso, serate migliori della stagione. Due tiri, cinque senza preoccuparsi troppo - e ha controllato la sponde, sei dribbling, un’alternativa interessanpartita. Totale passaggi riusciti: 527 contro 260. te a Shaqiri. P.s.: a proposito di Shaq, ieri HerIl Verona invece non ha dato mai nanes ha fatto vedere un paio di fastidio. Poca voglia di recuperaaccelerazioni da giocatore in forre palla perché nel primo tempo LA CHIAVE ma, certo non la sua migliore quaha fatto un solo fallo, sulla banlità. dierina del calcio d’angolo avversario, e ha chiuso a quota 6: siamo COME COL CESENA Mancini a fisotto la soglia anche per un pacifine partita ha fatto i complimenti a sta col poster di Gandhi. Poca voMedel, che in tutto questo ha avuglia di portare la battaglia nella Il controllo della to il suo ruolo. Con Hernanes e metà campo avversaria perché partita si spiega con Brozovic (122 palloni giocati) imspesso tra Toni e i difensori cenpegnati a costruire - uno meglio trali c’era un oceano, concetto che i passaggi corretti: dell’altro, letteralmente -, il cile527 per l’Inter, si traduce con «squadra lunga». no ha fatto il controllore a centroNon si può fare un capolavoro 260 per il Verona campo. Quando il Verona provaogni anno ma la media punti - 33 va a ripartire, lui c’era. Quando in 30 partite - è da salvezza risicata. un centrocampista scappava, sempre lui, magari in scivolata. I palloni riciclati da lui sono diSHAQ-NANES L’Inter ha vinto la partita a scac- ventati munizioni per l’attacco, tra l’altro con chi. Ha chiuso il primo tempo con il 63,7% di uno sviluppo già visto in stagione. Inter-Cesena, possesso palla, dato leggermente limato nel fi- ad esempio. L’Inter quella sera non andò oltre nale, ma questo conta pochino. Conta più il do- l’1-1 in rimonta ma svoltò quando conquistò le minio sui lati, soprattutto a destra dove D’Am- fasce. Icardi e Palacio si allargarono a turno, fabrosio - al netto di qualche cross di bassa qualità cendo far fatica alla coppia centrale Capelli- ha vinto il duello con Eros Pisano. Il numero Krajnc. Guillermo Rodriguez e Moras hanno dei suo cross è impressionante, da rompere il avuto gli stessi turbamenti e fatto la stessa fatica contatore: 11 in 90 minuti. Da destra è arrivato a leggere i movimenti. Dal centro sulla fascia, anche il pallone che Ranocchia ha deviato a tan- dalla fascia verso il centro. Tutto sommato non è to così dal gol eil passaggio basso che Palacio ha complicato. Se poi D’Ambrosio prende possesso toccato sul palo. Destra-centro, sempre la stessa della destra come Dani Alves... storia. Il Trenza ha aggiunto quattro cross per© RIPRODUZIONE RISERVATA
D’Ambrosio 11 cross, C la fascia così è decisiva Il Verona? Solo 6 falli 1Gialloblù lunghi e poco aggressivi: sulla sinistra soffrono
sia le discese del terzino sia il movimento di Icardi e Palacio LA MOSSA TATTICA D'AMBROSIO: cross 11 PALACIO: cross 4 HERNANES: dribbling 6 HALLFREDSSON: falli 0 Juan Jesus Medel Hernanes Icardi D’Ambrosio
Palacio
PASSAGGIO MOVIMENTO
L’Inter ha fatto male al Verona dalle fasce, con il movimento delle due punte. Icardi e Palacio si sono allargati a turno per crossare, come i due gol dimostrano: sono complementari perché chi resta al centro sa attaccare l’area, anche sui cross di Juan Jesus (rari) e D’Ambrosio (più frequenti). Importanti anche Hernanes, ispiratore in movimento, e Medel, bravo a fermare le ripartenze GDS
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Serie A R Anticipo 30a giornata
DOMENICA 12 APRILE 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
giocatore straordinario davanti alla difesa e ha un cuore grande come una casa». Intanto si pensa al mercato, con un occhio a quello che potrebbe accadere. «Io credo che sono pochi quelli da sacrificare, poi il mercato alle volte ti costringe a fare cose che non vorresti fare — spiega —. In questo momento è difficile dire, sono sicuro che i giocatori l’anno prossimo potranno fare tutti meglio di quello che hanno fatto in questa stagione».
fAREA TECNICA
L’ALLENATORE DELL’INTER
MANCINI «STAVOLTA ABBIAMO GIOCATO BENE SAN SIRO CI INTIMORISCE» Il tecnico su Handanovic: «Non conosco la situazione del suo contratto, ma come si fa a dare un rigore così?» Matteo Brega INVIATO A VERONA
S
arà un caso, ma le ultime tre vittorie di campionato dell’Inter sono arrivate lontano dal Meazza. Non si cercano dietrologie, si ricorda solo che il pubblico di casa non vede vincere la propria squadra dal-
l’8 febbraio contro il Palermo. E fu un 3-0, come questo. «In casa abbiamo un po’ più di difficoltà: San Siro è San Siro, sentiamo un po’ più di pressione», spiega il tecnico nerazzurro. Roberto Mancini si prende i tre punti, aggancia Milan e Genoa e per una notte si mette a 6 punti dal sesto posto del Napoli. «Stasera (ieri sera, ndr) abbiamo giocato bene. Dobbiamo migliorare, da nostri errori banali vengono fuori ammonizioni — prosegue il Mancio —. Ma così dobbiamo giocare». E poi se hai un portiere che para i rigori, tanto meglio. Anche se le sue dichiarazioni sul rinnovo del contratto («Per ora non so ancora cosa
vuole fare la società, poi vediamo. Sono domande per il mio procuratore, ma per adesso passi avanti non sono stati fatti», ha detto lo sloveno a fine gara) non possono lasciare serenità. «Samir è uno dei migliori portieri al mondo, ma non conosco la situazione del suo contratto — replica l’allenatore —. Però mi chiedo come si faccia a dare un rigore così, non ho parole». FUTURO Adesso testa al derby. «Cerchiamo solo di vincerlo senza pensare alla classifica», è la ricetta del Mancio. C’è spazio anche per una lode a Medel: «Credo che senza di lui a volte andremmo in difficoltà. E’ un
ROSSI E RIGORI La chiusura, doverosa, è sulla vittoria contro il Verona. «Qui è difficile giocare visto il loro periodo di forma, ma noi abbiamo fatto bene e fatto quello che proviamo in allenamento, cosa che non riusciamo sempre a fare», ammette il Mancio, per una volta soddisfatto della gara dall’inizio alla fine. Meno soddisfatto invece delle ammonizioni a Guarin e Brozovic che salteranno il derby, ma soprattutto per quella del colombiano che il tecnico ritiene «inesistente». «Pensavo potesse rischiare Medel, non gli altri due… peccato. Però non avevo tante alternative. E comunque non poteva tagliarsi la mano Fredy, è a un metro! L’arbitro deve capire. Tachtsidis a terra sul gol di Palacio? In Inghilterra non si fermerebbero mai, nemmeno il pubblico, perché il giocatore non si è fatto male. È una cosa che accade solo in Italia, dobbiamo smetterla». La soddisfazione arriva anche dal presidente Erick Thohir che oltre al risultato ha apprezzato la reazione della squadra dopo la prova negativa contro il Parma. Vittoria e spirito: quello che voleva. © RIPRODUZIONE RISERVATA
fAREA TECNICA
L’ALLENATORE DEL VERONA
MANDORLINI «NOI INGENUI, MA POTEVAMO RIAPRIRLA» L’allenatore dei veneti sul primo gol subìto: «D’Ambrosio poteva buttarla fuori». E Toni: «Siamo stati polli noi a fermarci» INVIATO A VERONA
A
ltri tre presi, un’altra rotonda sul mare del gol avversario. Andrea Mandorlini non può essere felice dopo questa doppietta negativa casalinga. Contro il Cesena i 3 gol presi avevano annullato i 3 segnati in precedenza; contro l’Inter hanno sotterrato la sua squadra, incapace per un’ora di imbastire un’azione pericolosa. Delle ultime 5 uscite al Bentegodi, rimane alla memoria solo la vittoria per 2-0 contro il Napoli. Si credeva potesse essere la spinta per il finale di campionato, è stato l’unico acuto. Prima e dopo ci sono le sconfitte con il Toro e l’Inter, il pareggio buono con la
Roma e quello meno buono contro il Cesena. «La partita è stata strana e condizionata dal primo gol. Siamo stati ingenui — ha commentato il tecnico dei veneti —. Abbiamo sbagliato tante occasioni e non abbiamo mai avuto la chance di riaprirla. L’Inter non ha fatto molto, ma alla fine ha vinto 3-0». La lingua picchia sul primo gol interista. «Io la vedo come Toni, la decisione spetta all’arbitro, D’Ambrosio poteva buttarla fuori, ma così non è stato. In definitiva dovevamo essere più decisi noi, abbiamo commesso degli errori anche se meritavamo di riaprirla con il rigore». POLLI Toni non ha molti dubbi. «Il rigore? Quando affronti Handanovic hai sempre un po’ di timore, ma io dovevo calciarlo meglio — ammette l’attaccante —. La partita è stata strana, abbiamo dormito sul primo gol, una situazione strana. Doveva decidere l’arbitro, siamo stati dei polli noi a fermarci». © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Serie A R Anticipi 30a giornata GENOA CAGLIARI
2
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LA FESTA DEL GRIFONE
LE PAGELLE 1
0
2
PRIMO TEMPO 0-0 MARCATORI Niang al 7’, Iago al 13’ s.t.
GENOA
PEROTTI
7,5 3
● 1 M’Baye Niang, 20, realizza il primo gol su assist di Roncaglia. 2 Iago Falque Silva, 25 anni, segna il secondo gol e mette al sicuro il risultato. 3 Un contrasto tra Rossettini e Niang: il difensore prende un palo, il primo dei tre legni colpiti dal Cagliari GETTY IMAGES LAPRESSE ANSA
Il Genoa torna a volare Cagliari dietro la lavagna
1 I sardi giocano alla Zeman il primo tempo ma colpiscono 3 pali. Nella ripresa Perotti è super e condanna i sardi al ritiro punitivo INVIATO A GENOVA
D
i rimpianti non si muore ma probabilmente si va in serie B, e infatti il Cagliari ieri si è avvicinato forse definitivamente ad un baratro da cui solo per un tempo ha vagheggiato potersi allontanare. E il ritiro a oltranza da domani sera, ordinato dalla società, da solo non potrà certo medicare l’emorragia determinata dai due miseri punti fatti nelle ultime dieci partite, con zero vittorie di Zeman dal suo ritorno in panchina. Per il Genoa invece non sarà un rimpianto non andare — salvo volata finale strepitosa — in Europa e stavolta la squadra di Gasperini ha almeno passato un colpo di spugna sulle recenti frenate: i rossoblù non prendevano i tre punti da cinque partite e subivano gol da sei gare consecutive, sette al
Ferraris, dove avevano vinto solo una delle ultime sette volte e avevano regalato punti a Chievo, Empoli, Palermo, Atalanta, Sassuolo e Udinese. PER 20’ SOLO CAGLIARI Ieri, per almeno 20’, si era avuta l’impressione che identico favore sarebbe stato riservato al Cagliari. A Gasperini sembrava di sognare, ma era un incubo: della sua squadra non c’erano tracce. Statica al limite dell’imbambolamento, zero cambi di gioco, esterni defilati, centrocampo regolarmente scavalcato. Un cocktail di proprie colpe e meriti del Cagliari, per una volta invece piuttosto simile ad una squadra di Zeman: pressing non fine a se stesso, puntualità su prime e seconde palle, sacrificio collettivo, sovrapposizioni e verticalizzazioni senza lasciare il tempo al Genoa di rioccupare con meno disordine gli spazi. Quanto ba-
stava per rimuginare i primi rimpianti: fosse stato sempre questo Cagliari anche nei mesi scorsi, e per un po’ più di 20’, oggi non sarebbe sull’orlo della B; se soprattutto avesse un uomo gol e in generale un po’ più di incisività offensiva (ah, Ibarbo...) per non vanificare certi precetti di Zeman, non avrebbe giocato tante partite ad handicap. Come quella di ieri, che ha avuto come ulteriore complice la sfortuna, vedi il doppio palo di Rossettini e Ceppitelli all’8’ e la traversa di Mpoku al 21’. IL CROLLO Un record (di malasorte) al contrario, ma proprio il rumore del legno colpito dal congolese ha come svegliato il Genoa dal suo sonno e via via fatto riprecipitare il Cagliari nei suoi antichi difetti. Tanto per cambiare riemersi tutti e sfacciatamente nella ripresa, quando i gasperiniani si erano già ripresi metri di campo, do-
LA MOVIOLA di GABRIELLA MANCINI
RUSSO: SOLO 45’ OK NIANG GOL, POI RISCHIA L’ESPULSIONE Primo tempo intenso, anche per l’arbitro Carmine Russo di Nola, che s’infortuna, e nella ripresa è sostituito dall’addizionale Marco Guida. Regolare il gol di Niang sul filo del fuorigioco. Proteste Cagliari per il 2-0. Prima dell’azione Niang colpisce con una gomitata Rossettini (giallo, ma ci stava anche il rosso); il difensore sardo resta fuori a farsi medicare e il Genoa ne approfitta.
po aver ritrovato confidenza con l’imprevedibilità di certe soluzioni offensive (doppia occasione per Iago, inframmezzata da un gol sfiorato da Marchese). E a quel punto, più che di rimorsi, è stata questione di recidività: il Cagliari a un certo punto si spegne e non c’è verso che si riaccenda, molla gli argini e crolla. A questo punto difficilmente può essere solo questione di gambe, c’entra anche la testa: la squadra si spacca in due, perdendo il centrocampo qualunque aiuto dai tre davanti, e poi non reagisce se non solo a partita morta e sepolta (doppia occasione per Joao Pedro e chance per Longo). DUBBIO SUL 2-0 In realtà un altro rimpianto c’è stato: il 2-0 è stato beccato con Rossettini fuori dal campo dopo un colpo ricevuto da Niang. Ma l’azione con cui Perotti ha fatto a fette devastandolo il fianco destro del Cagliari, prima di puntare il centro e servire l’assist a Iago, è stato un film visto, praticamente identico, almeno quattrocinque volte. Da quando è rientrato dopo la maxi squalifica, l’argentino non si ferma neanche a picchiarlo. E la standing ovation dello stadio alla sua sostituzione è stata un messaggio anche per chi deciderà il mercato: uno così non sarà facile da sostituire (e uno come il Roncaglia di ieri sarà difficile da strappare alla Fiorentina). © RIPRODUZIONE RISERVATA
IL PROTAGONISTA
Perotti avverte: «L’Europa? Sì, ci crediamo» 1Centesima vittoria in A sotto la guida di Preziosi: «È un Genoa di qualità» Zeman: «Il Cagliari merita di salvarsi» Filippo Grimaldi GENOVA
L’
appetito vien mangiando, così a sorpresa alla fine la squadra di Gasperini torna a riassaporare antichi sogni: «Sì, crediamo ancora nell’Europa», è il proclama del protagonista Diego Perotti. Non solo: cento di queste vittorie (in A sotto la gestione Preziosi), alla fine è festa grande per il Genoa. «Tanta roba… Davvero sono co-
6,5 IL MIGLIORE
CAGLIARI (4-3-3) Brkic; Balzano, Rossettini, Ceppitelli, Avelar; Dessena, Crisetig, Ekdal (dal 18’ s.t. Joao Pedro); Farias (dal 18’ s.t. Longo), Sau, Mpoku. PANCHINA Colombi, Cragno, Ale.Gonzalez, Capuano, Murru, Conti, Barella, Hausbauer, Cop. ALL. Zeman CAMBI DI SISTEMA nessuno BARICENTRO BASSO 50,5 M. ESPULSI nessuno AMMONITI Dessena, Ceppitelli e Crisetig per gioco scorretto
Andrea Elefante
di A.E.
ROCCIA RONCAGLIA GARANZIA RINCON AVELAR IN APNEA EKDAL TRAVOLTO
GENOA (3-4-3) Lamanna; Roncaglia, Burdisso, De Maio; Edenilson (dal 16’ s.t. Kucka), Bertolacci, Rincon, Marchese; Iago (dal 40’ s.t. Laxalt), Niang, Perotti (dal 36’ s.t. Lestienne). PANCHINA Sommariva, Prisco, Izzo, També, Bergdich, Mandragora, Pavoletti, Borriello. ALL. Gasperini. CAMBI DI SISTEMA 1’ s.t. 4-3-3. BARICENTRO MEDIO 52,1 M. ESPULSI nessuno. AMMONITI Edenilson e Niang per gioco scorretto.
ARBITRO Russo di Nola (sostituito da Guida dal 1’ s.t.). NOTE Paganti 1.225 per un incasso di 23.876 euro, abbonati 16.502 per una quota di 170.781 euro. Tiri in porta: 6-6. Tiri fuori: 7-3. In fuorigioco: 4-0. Angoli: 7-8. Recuperi: 1’ p.t. e 3’ s.t.
13
sì numerose? Lo confesso, non lo sapevo, ma bisogna celebrarle». Il presidente Enrico Preziosi ritrova il sorriso dopo un periodo grigio per i risultati in altalena di una squadra da tempo tranquilla in classifica, che in campo creava tanto — è successo anche ieri — ma non concretizzava in egual misura. «Stiamo facendo il nostro percorso — spiega il numero uno genoano —, seppure con qualche alto e basso, ma la squadra ha grande qualità. Adesso ci restano 9
gare importanti», a cominciare dal recupero di mercoledì col Parma. Gasperini è soddisfatto, ma non del tutto: «Forse nel finale il Cagliari ha avuto qualche occasione di troppo. La squadra ha sofferto nella parte iniziale, poi nella ripresa abbiamo giocato bene. Il campionato di A da gennaio in poi diventa molto equilibrato. Loro sono stati pericolosi sui pali colpiti, dopo un avvio in cui sembrava che noi avessimo due marce in meno. Non era facile reagire». Adesso, sotto con il Parma: «Ha dimostrato che a volte la testa conta più delle gambe». ULTIMA SPIAGGIA Mentre in casa genoana Iago sogna in
grande («arrivare in doppia cifra? Magari…»), fra i sardi il clima è da ultima spiaggia. Zeman prova a credere in una salvezza sempre più lontana: «Perotti sarà bravo, ma non dovrebbe fare 50 metri palla al piede — spiega —. Un nostro calo fisico nella ripresa? La squadra ha lavorato bene, ed anche verso la fine siamo riusciti a ripartire. Purtroppo Sau, Dessena ed Ekdal erano acciaccati». I conti per salvarsi, secondo Zeman, sono chiari: «Rispetto all’Atalanta dobbiamo vincere due gare in più, ma dobbiamo giocare credendo di potercela fare. Per le prestazioni fatte sin qui meritiamo di rimanere in A». Diego Perotti, 26 anni GETTYIMAGES
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Sei occasioni create, 11 dribbling positivi. E’ quello che ha una marcia in più, soprattutto quando parte da dietro: vedi gol del 2-0, ma non solo. (Lestienne s.v.) LAMANNA 6,5 Rischia il pasticcio su Rossettini e lo aiuta il palo, poi solo sicurezza: su Joao Pedro, De Maio (quasi autogol), Mpoku e Longo. RONCAGLIA 7 Dalla sua parte non si passa: 13 palle recuperate e la penetrazione con assist per l’1-0. BURDISSO 6,5 Se la mette sul fisico, con Sau vince sempre. DE MAIO 6 Non molla quasi nulla. EDENILSON 6 Stringe benino su Ekdal, intermittente se attacca: 21 palle perse. KUCKA 6,5 Fa vedere a Iago il 3-0, poi lo cerca anche lui. Anche 6 palloni intercettati. BERTOLACCI 6 Il Genoa si riprende quando inizia a percuotere e rasoiare in mezzo (un quasi assist per Iago), ma anche 12 passaggi-no. RINCON 6,5 L’unico a cercare profondità anche nel momento choc: garanzia di sostanza. MARCHESE 6,5 Aiuta Perotti a fare il suo lavoro. Una girata alta fa gridare al gol. IAGO 6 Subito una doppia chance ma non è abbastanza cattivo, poi deve ringraziare Perotti. (Laxalt s.v.) NIANG 7 Gran movimento per santificare l’1-0, un palo da spaccare la porta. In 5 degli ultimi 8 gol del Genoa c’è una sua traccia: non è poco. ALL. GASPERINI 6,5 Ritrova equilibri e automatismi oscillando fra 3-4-3 e 4-3-3.
CAGLIARI
5
IL MIGLIORE BRKIC
6,5 Fa quanto può, ovvero non abbastanza ma neppure poco: se Iago non fa tripletta è perché lui ci mette piede e braccia. E ha sempre il tempo giusto nelle uscite. BALZANO 5 Perotti lo sfida uno contro uno, dunque sono suoi i cavoli più amari. ROSSETTINI 5,5 Fino all’1-0 era il migliore: un muro dietro, pericoloso davanti (palo). Però Niang prende in velocità anche lui. CEPPITELLI 5 Il suo palo non è solo sfortuna. E dal 2-0 (compreso) in poi sbanda con gli altri. AVELAR 5 Prezioso su Iago in avvio, poi è apnea progressiva: sull’1-0 Roncaglia lo scherza. DESSENA 5 Fianco sempre scoperto, anche perché lo proteggono poco. Rischia pure il rosso. CRISETIG 5 Ha il coraggio della giocata, ma a forza di sbagliare crolla. Un giallo da squalifica. EKDAL 5 Parte forte, prezioso un muro su Rincon. Travolto anche lui sul 2-0, finisce con 17 palle perse. JOAO PEDRO 6 Cerca il gol due volte: metterlo subito no? FARIAS 5 Fa più il centrocampista che l’attaccante: poca incisività e concretezza. LONGO 5,5 Parte largo a sinistra: almeno ci prova un paio di volte. SAU 5 Lo accompagnano poco, ma riappare solo ogni tanto, anzi tantissimo. MPOKU 5,5 Una traversa, una punizione discreta, tanti errori e poco aiuto. ALL. ZEMAN 5 Gli mancano qualità e un vero uomo gol per il suo calcio, ma questa squadra continua a crollare. RUSSO Prima di infortunarsi, gestisce bene la gara GUIDA 5,5 Lo aiutano bene sul gol di Niang, il giallo al francese in realtà è almeno un arancione. DOBOSZ 6 - BIANCHI 6,5; GUIDA 6 - ABBATTISTA 6
6
14
Serie A R
SuperPippo contro Sinisa i gemelli diversi della panca
1 Filosofie di gioco simili, le loro squadre aspettano e ripartono. Oggi un’ideale staffetta: Mihajlovic è tra i candidati a sostituire Inzaghi, che si gioca l’Europa nel 1999-2000 giocava proprio nella Juve beffata dalla Lazio e insomma, immaginiamo che i genitori dei due fratelli del gol in quella primavera-estate del Duemila si siano barcamenati abbastanza. Il bilancio delle sfide tra SuperPippo e Sinisa sul campo, da giocatori, è bivalente. Mihajlovic ha vinto un pochino di più, cinque successi contro quattro, ma Inzaghi ha segnato tanto di più, sei reti contro zero. Da allenatori si sono incontrati un’unica volta, nell’andata a Marassi, ed è finita 2-2, col Milan all’altezza di una Samp già lanciata verso l’alto.
IL CONFRONTO INZAGHI
Il bilancio da allenatori
MIHAJLOVIC 158
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UNITI ANCHE DA SIMONE Simone Inzaghi, fratello di Pippo, ha vinto lo scudetto del 2000 assieme a Mihajlovic nella Lazio
PERCHE’ VEDERE MILAN-SAMPDORIA Se il Milan davvero crede che la rincorsa all’Europa sia possibile, non ha scelta: deve battere la Sampdoria per avvicinarsi ancora di più al trenino del sesto posto San Siro, ore 20.45
Panchine
VITTORIE
PAREGGI
SCONFITTE
VITTORIE
PAREGGI
SCONFITTE
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11
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Media voto
5,85
Reti
Vittorie Inzaghi
Vittorie Mihajlovic 4
Filippo Inzaghi, 41 anni, da giocatore ha vestito la maglia del Milan dal 2001 al 2012 FORTE
Reti 0
5
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Sebastiano Vernazza @GazzaVernazza
6,18
Scontri diretti da giocatori
partite 6
D
i sicuro c’è che si rispettano. Abbiamo scandagliato gli archivi alla ricerca di una polemica tra Filippo Inzaghi e Sinisa Mihalovic, allenatori contro stasera a San Siro, ma non abbiamo trovato nulla di rilevante. Eppure da calciatori erano abbastanza agli antipodi. Attaccante rapinoso Inzaghi, difensore spigoloso Mihajlovic, però niente, dal passato non salta fuori granché. Anzi, ieri i due si sono scambiati carezze, Inzaghi ha raccontato che Mihajlovic è stato uno dei pochi a confortarlo nel momento peggiore della stagione milanista. Mihajlovic ha fatto capire di aver chiuso con la Samp ed è arrivato a un bivio: Napoli o Milan, questo al momento sembra offrirgli il futuro. Ragion per cui la partita di stasera, oltre ad assegnare punti fondamentali per la euro-volata, potrebbe avere il valore simbolico di un passaggio di consegne, Inzaghi in partenza e Mihajlovic in arrivo.
Pareggi
5 Palmares*
*da giocatore 2 Champions L. 3 Campionati jugoslavi 1 Coppa Intertoto 1 Coppa dei Campioni 2 Supercoppe Europee 1 Coppa Intercontinentale 1 Mondiale per club 1 Coppa delle Coppe 3 Scudetti 1 Supercoppa Europea 1 Coppa Italia 2 Scudetti 2 Supercoppe Italiane 4 Coppe Italia 1 Coppa del Mondo 2 Supercoppe Italiane 1 Europeo Under 21 Tutti i dati si riferiscono complessivamente a campionato e Coppe
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I ROSSONERI
I BLUCERCHIATI
Inzaghi fa il profeta: «Vi dico che vinceremo Sinisa qui? Chiacchiere» INVIATO A MILANELLO (VA)
A
nche questa volta lo dice chiaramente: «Io sono convinto che vinceremo. Magari mi sbaglio…». Pippo Inzaghi ha pochi dubbi alla vigilia di quella che è una partita senza ritorno: perderla o pareggiarla significherebbe abbandonare definitivamente ogni sogno di rimonta europea. Battendo la Sampdoria, invece, i rossoneri ritornerebbero prepotentemente in corsa per quel
Sinisa Mihajlovic, 46 anni, ha giocato nella Sampdoria dal 1994 al 1998 LIVERANI
CONCLUSIONI Tra Mihajlovic, nato nel 1969, e Inzaghi, nato nel 1973, scorrono quattro anni di differenza. Sinisa ha smesso di giocare prima di SuperPippo e più di lui ha accumulato esperienza in panchina. L’attuale diversità di spessore tra i due si spiega con l’anagrafe e col curriculum. Mihajlovic è un allenatore che ha raggiunto la maturità, Inzaghi è come se dovesse ancora prendere la terza media. Il Milan, però, ha una tradizione di calcio votato al bel gioco e in questo senso è legittimo dubitare che Mihajlovic sia il successore ideale di Inzaghi. Le squadre di Sinisa non inseguono l’estetica, hanno altre qualità: occupano benissimo il campo, «mordono», sono brave a inceppare il gioco degli altri e a infilarsi nelle crepe che di conseguenza si aprono nello schieramento avverso. Non c’è niente di male, ma è meglio saperlo prima, per non aspettarsi chissà che cosa poi.
UN FRATELLO IN COMUNE Forse, sulla non belligeranza tra i due contendenti di oggi, incide il fatto che Mihajlovic ha vinto uno scudetto assieme a Simone Inzaghi, fratello di Pippo. Correva la stagione 1999-2000. Lo scudetto della pioggia, deciso sul traguardo dal nubifragio che condizionò Perugia-Juve. Titolo meritato, perché in quella Lazio, oltre a «Inzaghino» e Mihajlovic, giocava gente del livello di Nesta, Nedved, Stankovic, Veron, Boksic, Salas più un certo Roberto Mancini, che Sinisa considera una specie di venerato maestro. Il problema qual è? Che «Inzagone»
G.B. Olivero
SIMILITUDINI I report dicono che tra Milan e Samp ci sono similitudini. Tutte e due, per esempio, mediamente recuperano palla in basso - a 33,8 metri il Milan, a 32,6 metri la Samp - e hanno baricentri ugualmente bassi, a 48,8 metri i rossoneri e a 48,6 i blucerchiati. Che cosa significa? Che sono squadre «cobra», avvoltolate su se stesse, ma pronte a mordere se l’avversario si avvicina e abbassa la guardia. Ieri è stato Sinisa stesso a parlare di «serpenti velenosi». Aspettiamoci una partita a tratti in «surplace»: avete presente i ciclisti su pista che spesso stanno fermi in equilibrio sulle bici, prima di lanciarsi nello sprint? Ecco, quello è il «surplace», tecnica di cui, calcisticamente parlando, Milan e Samp fanno ampio uso. Ripartenze alte (la Samp) e contropiedi lunghi (il Milan) sono le risorse principali delle due contendenti. La Samp ha poi la fionda delle palle inattive, in media effettua 1,78 tiri a partita su corner e punizioni. Per rendere l’idea, in questa speciale classifica, la Juve capolista sta dietro, con 1,59. Il Milan per contro ha mostrato fragilità difensiva su queste situazioni, per cui è ipotizzabile che stasera i calci franchi spostino degli equilibri.
piazzamento che era l’obiettivo minimo di inizio stagione. Inzaghi, però, dice di non pensare alla classifica: «La guarderò solo a tre o quattro turni dalla fine. Per adesso voglio vedere il Milan giocare bene, anche perché giocando bene di solito si vince. Per questo motivo non mi interessa l’atteggiamento che avrà la Sampdoria, ma quello che mostreremo noi: saremo aggressivi, giocheremo in attacco pur sapendo che loro hanno grandi qualità. Ma il Milan sta bene: adesso che non ci sono più molti infortunati e che
è aumentata la concorrenza, è cambiato anche il livello degli allenamenti. E dal punto di vista psicologico c’è maggiore serenità, perché le vittorie ti fanno lavorare meglio. Credo che contro la Sampdoria riusciremo a mostrare quelle combinazioni offensive che per noi sono preziose: i giocatori sono carichi e motivati». E l’allenatore, beh, neanche a dirlo: «Le voci sul mio futuro e questo presunto incrocio con Mihajlovic sono chiacchiere da bar: mi fanno ridere. Chi prende un allenatore come me sa a cosa va incontro, nel bene e nel male. Io vorrei ripagare società e tifosi dell’affetto che sento quotidianamente e se il Milan vorrà continuare con me io ne sarò ovviamente molto felice». Battere la Sampdoria non basterebbe di sicuro, ma a qualcosa servirebbe. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Mihajlovic: «Facciamo come i serpenti... Pippo invecchiato, io no» Filippo Grimaldi INVIATO A BOGLIASCO (GENOVA)
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ostiene (e bisogna credergli) di «essere troppo intelligente e maturo» per farsi distrarre «dalle voci sul sottoscritto. E penso che per la squadra sia la stessa cosa». Non è ancora giunto il giorno dell’addio, ma Sinisa Mihajlovic anticipa il suo testamento sportivo blucerchiato: «Sono venuto alla Samp per amore e per riconoscenza, ma il mio compito
non è finito. In tutto quello che si dice e si scrive, forse c’è la verità, o forse no. La mia ambizione, comunque, è quella di portare la Sampdoria in Europa». BERSAGLIO GROSSO Stasera la posta in palio è pesante, «perché se dovessimo vincere a Milano staccheremmo anche i rossoneri. Noi, comunque, manteniamo ancora vivi i nostri sogni di Champions. Dovremo essere come i serpenti, velenosi e pronti a colpire». Parlare del Diavolo, però, per Mihajlovic vuol dire toccare anche il tema-Inzaghi: «So-
no contento per il mio amico Pippo che si sia ripreso. Ha subìto tante critiche, ma ha tenuto duro. Rispetto ad inizio stagione ha qualche capello bianco in più. Succede, agli allenatori delle milanesi: a lui, a Mancini… A me no. Mi sento più giovane di vent’anni fa, uso tante creme, dormo bene e mi alleno». Riguardo, poi, alla sua irritazione di venerdì per il comportamento della squadra poco tonica, Sinisa chiude così l’incidente: «Ci siamo chiariti. Bastano due-tre gare sbagliate e… il calcio sa essere crudele. Solo noi possiamo sciupare quest’occasione». Il presidente Ferrero (che s’è fatto una foto con gli ultrà al «Mugnaini»), ha poi twittato un messaggio in rima: «Siamo venuti a Bogliasco a vedere i nostri ragazzi doriani e domani sera tutti uniti a battere le mani». © RIPRODUZIONE RISERVATA
DOMENICA 12 APRILE 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
Destro cerca un gol pieno di significati e di speranza 1Mattia insegue una convocazione e la
conferma nel Milan. C’è un tabù da sfatare... G.B. Olivero INVIATO A MILANELLO (VA)
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● i gol segnati da Mattia Destro con la maglia del Milan: il primo nel pari casalingo con l’Empoli, il secondo nella sconfitta in trasferta contro la Fiorentina
a solitudine del numero 9 è una questione tecnica ma anche psicologica. Mattia Destro ci convive da un bel po’, perché mentre lui diventava grande immaginandosi nei panni dei centravanti del passato questo ruolo subiva una profonda mutazione al punto che adesso il numero 9 non è più il re dell’area di rigore, ma ha ampliato compiti tattici e raggio d’azione. Per fortuna è rimasto qualche esemplare della razza e un po’ come i Panda vanno protetti i centravanti classici: quelli che se arriva una palla in area la buttano dentro e non importa come. In realtà la migliore protezione è fai da te: ossia legata ai gol. Se segni, hai comunque una grande utilità anche se partecipi poco all’azione. Se non segni, però, non ci sono tanti altri motivi per farti giocare. Molto meglio segnare, quindi. Anche stasera Destro gioca e contro la Sampdoria inseguirà un gol pesante per la classifica e anche per
QUI MILANELLO
Bonaventura gioca Van Ginkel favorito Barbara in tribuna? 1Inzaghi potrebbe
schierare per la prima volta la stessa formazione della gara precedente
INVIATO A MILANELLO
P
er la prima volta il Milan potrebbe scendere in campo con la stessa formazione della partita precedente. Nessun dubbio in difesa, dove davanti a Diego Lopez verranno confermati Abate, Mexes, Paletta e Antonelli. E nessun dubbio nemmeno in attacco, dove giocheranno Cerci, Destro e Menez. Un punto interrogativo solo a centrocampo, dove De Jong è sicuro del posto e insieme all’olandese giocheranno due tra Poli e i recuperati Van Ginkel e Bonaventura. Il giovane olandese ha smaltito l’infiammazione al ginocchio, mentre Jack soffre meno alla caviglia e ha dato la sua piena disponibilità. Bonaventura sarà titolare, Van Ginkel è favorito su Poli «che ha il grande svantaggio - spiega Inzaghi - di essere molto bravo anche quando entra durante la gara». E se davvero il prescelto fosse Van Ginkel, per la prima volta Inzaghi schiererebbe la stessa formazione in due incontri di fila. Recuperati gli infortunati e trovato un certo equilibrio, la strada del Milan adesso
è tracciata. OCCHIO AI CARTELLINI Tra i 23 convocati (tra cui i giovani Donnarumma e Mastalli) c’è anche Rami, che torna finalmente disponibile. Honda ha provato anche ieri mattina nella speranza di andare almeno in panchina, ma il giapponese si è dovuto arrendere al dolore alla caviglia. Inzaghi è ottimista sul recupero di Keisuke per il derby di domenica prossima, ma la situazione verrà monitorata nei prossimi giorni. Il tecnico spera anche che Menez e Bonaventura, diffidati, non prendano oggi un cartellino giallo che li escluderebbe dalla sfida con l’Inter. Ieri a Milanello Adriano Galliani ha consegnato una medaglia a Mexes per la sua presenza numero 100 con la maglia del Milan. Stasera in tribuna potrebbe esserci Barbara Berlusconi, tornata dalle vacanze alle Maldive e desiderosa di manifestare la propria vicinanza alla squadra. gb.o. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Giacomo Bonaventura, 25 anni FORTE
spezzare una strana maledizione. IL TABU’ Il Milan non vince una partita grazie anche a un gol di un suo numero 9 dal 13 maggio 2012: Milan-Novara 2-1, ultima partita e ultima rete di Pippo Inzaghi. Da quel giorno la maglia numero 9 è stata indossata da quattro attaccanti che in campionato hanno segnato pochissimo e in partite concluse con pareggi o sconfitte rossonere: è capitato a Pato (1 gol), a Matri (1), a Torres (1) e allo stesso Destro (2). Questo è il momento giusto per voltare pagina. Anche perché Mattia in primavera si trova a suo agio, il suo score nelle ultime 9 giornate è buono: 6 gol col Siena nel 2011-12, 2 in 5 presenze con la Roma nel 2012-13, 4 sempre in 5 presenze con la Roma nel 2013-14. LA SPINTA E poi Destro ha due motivazioni speciali: spera di essere convocato da Conte per la delicata sfida di giugno in Croazia e vorrebbe essere riscattato dal Milan a fine stagione. Per meritarsi l’investimento di circa 16,5 milioni, però, deve dimostrare di essere decisivo. «Sono contento di quello che sta facendo Destro: si sacrifica per gli inserimenti degli esterni e gioca per la squadra», dice Inzaghi. Che però è stato un grandissimo numero 9 e ogni volta che tornava nello spogliatoio senza aver segnato era meglio stargli lontano. E allora stasera tutti sperano in una rete di Destro che avvicini il Milan all’Europa e che cancelli la maledizione della maglia numero 9. Il 13 maggio 2012 Inzaghi chiuse la sua carriera nel modo più bello. Quel giorno, a Napoli, segnò anche Destro. Quasi tre anni dopo cerca un gol carico di significati. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Torna Okaka per l’Europa Ora la fiducia va ripagata 1L’attaccante è una scommessa vinta da
Sinisa, che però rimprovera: vuole più reti Filippo Grimaldi INVIATO A BOGLIASCO (GENOVA)
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on è un caso che il grande rimpianto dell’ultimo Mihajlovic fiorentino (contro la Viola, una settimana fa) sia stato quello di non avere potuto schierare proprio Okaka, costretto ad allenarsi part-time e poi dirottato in panchina, nella partita contro l’amico Montella, per necessità. Una notte da tregenda, diluvio senza fine e, alla fine, quella consapevolezza che Stefano il gigante sarebbe stato l’ideale per fare a sportellate contro la difesa toscana.
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● le presenze in questo campionato di Stefano Okaka: ha più ammonizioni rimediate (5) che gol segnati (4, tutti su azione)
CATERPILLAR Adesso è tornato, e con lui pure il sereno. Il Milan (già, proprio il Diavolo) continua a girargli intorno, ma anche se più volte s’era discusso di rinnovo nei mesi scorsi, adesso la posizione contrattuale dell’attaccante – in scadenza fra quattordici mesi - non può essere la priorità della società, tutta concentrata a trovare l’erede di Mihajlovic in panchina. Tutto è ancora possibile, comunque:
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certo, è lecito pensare che fra poco più di un anno l’ex romanista potrebbe anche cambiare maglia, ma molto dipenderà dal nome di chi raccoglierà il testimone di Sinisa. Discorsi prematuri, però, anche perché pure per lui la cura-Sinisa ha fatto miracoli. Fiducia totale ricambiata, senza sconti. Visto che, quando un paio di mesi fa lui aveva smesso di spingere sull’acceleratore, forse meno rabbioso di un tempo dopo il debutto in Nazionale, Mihajlovic lo ha lasciato fuori un po’ a meditare. Salvo poi spiegargli (a cena) dove aveva sbagliato, per poi ritrovarselo più forte di prima. RESTYLING Il risultato è stato un Okaka tirato nuovamente a lucido, e pronto per guidare la Samp in questa volata finale con destinazione (almeno) Europa League. L’idea di Mihajlovic, che negli ultimi giorni ha rispolverato un’ipotesi di 4-2-3-1 (già sperimentato, proprio contro i rossoneri al Ferraris, ma ovviamente ancora senza Eto’o), prevede sulla carta proprio Okaka come unico terminale finale di un gioco che deve nascere dai piedi di Soriano, sfruttando poi la velocità sulle due fasce di Eto’o ed Eder. Sfondare con quei tre vuol dire garantire alla squadra un enorme potenziale offensivo, a condizione che la squadra resti sempre corta e faccia un pressing molto alto. Rimane – innegabile – la fiducia di Sinisa in lui. Soltanto Palombo (28 presenze), il più utilizzato fra i blucerchiati, ha giocato più gare di lui (27, al pari dell’italo-brasiliano). Tutto perfetto? Non proprio, Mihajlovic gliel’ha chiesto più volte. Vuole più cinismo dal suo attaccante, che viaggia alla media di un gol ogni 516 minuti. Pochi, considerando tutto quel che crea… © RIPRODUZIONE RISERVATA
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DOMENICA 12 APRILE 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
Serie A R
DOMENICA 12 APRILE 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
E Garcia non ci sta: «La giustizia è ingiusta» 1Il tecnico della Roma si «dissocia» dalla posizione di Pallotta sui tifosi
Rudi Garcia, 50 anni RAMELLA
PERCHÉ VEDERE TORINO-ROMA La squadra di Ventura punta ancora un posto in Europa, e il sesto posto – adesso a 5 punti – vale l’Europa League. La Roma vuole dare continuità al successo sul Napoli e tenere a distanza la Lazio. Olimpico, ore 15
Andrea Pugliese INVIATO A TORINO
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a queste parti, all’Olimpico di Torino, lo scorso anno vide concludersi la sua serie d’oro di dieci vittorie consecutive. E sempre da queste parti, ora, Rudi Garcia vuole riprendere la corsa di un tempo, portando la striscia di vittorie in serie a tre, dopo i successi ottenuti con Cesena e Napoli («Per noi è più semplice giocare fuori che in casa, lo dicono i risultati»). Ma anche da queste parti, però, è arrivata la
James Pallotta, 57 anni LAPRESSE
eco delle sue parole di ieri, quelle in cui Garcia di fatto si dissocia indirettamente dalla scelta della società di non presentare ricorso per la squalifica della Curva Sud per gli striscioni contro la mamma di Ciro Esposito. GIUSTIZIA DA RIVEDERE Il discorso di Garcia è schietto, articolato, diretto. Sembrava non volesse rispondere, ma poi si è lasciato andare. Intelligente e furbo com’è, però, vien da pensare che quelle cose le voleva dire eccome. «Mi sembra che la giustizia italiana debba migliorare, qui c’è un uomo solo che il giorno dopo giudica tutti i fatti del weekend – sono le parole del francese –. In tutti gli altri paesi esiste una commissione con un dibattito, dalla quale esce una decisione dopo un po’ di tempo e dopo una discussione. Non è giustizia quella in cui un uomo da solo decide il giorno dopo». Senza fronzoli, senza nascondersi,
tendendo la mano ai suoi tifosi. TIFOSI INNAMORATI Già, perché il fatto che la Roma debba giocare la partita con l’Atalanta senza i 14 mila della Curva Sud al francese non va giù. E pazienza se la società ha deciso diversamente, se Pallotta ha definito gli autori di quegli striscioni «fottuti idioti e stronzi», Garcia si preoccupa più di tutti gli altri, di quelli che quegli striscioni non li hanno neanche visti. Di certo, però, un punto di vista opposto a quello della società, lui che dai tifosi è stato idolatrato a paladino intoccabile («Vogliamo 11 Garcia», ha cantato la Sud il giorno della contestazione con la Fiorentina, mentre i giocatori prendevano insulti – e non solo – sotto le inferriate della curva). «Quando due entità si amano, a volte ci può essere anche un po’ di dissenso – continua Garcia – Le cose che sono successe tra i giocatori ed i tifosi per me sono capricci tra innamorati. Per un po’ ci si guarda lontano, con un piccolo sorriso». CIAO HIGUAIN Ed allora meglio pensare alla partita, dove Garcia si porta dietro soprattutto un dubbio: Florenzi o Yanga-Mbiwa come terzino destro? Da questa scelta, a cascata, può cambiare tutto. La scelta dovrebbe cadere su Florenzi, ma se Garcia deciderà di fare una partita aggressiva, pressando i difensori centrali del Torino, allora andrà dentro Yanga-Mbiwa («è una scelta in più»), con lo spostamento di Florenzi nel tridente d’attacco e lo scivolamento di Iturbe come punta centrale, al posto di Totti. Già, perché se c’è da pressare servono gambe e resistenza. Come magari davanti servirebbe uno alla Higuain. «Perché non lo compro? Perché costa troppo», ha detto ieri il d.s. Sabatini ad alcuni tifosi a Fiumicino. Chiusura sul futuro, il prossimo anno potrebbe arrivare come consulente Ed Lippie, preparatore atletico dei Boston Celtics. Considerando ciò che è successo in questa stagione con la preparazione atletica, una novità inevitabile.
Pioli-Sarri Gli opposti che vincono E piacciono 1In Lazio-Empoli si sfidano i tecnici rivelazione della A
Stefano Pioli, 49 anni RAMELLA
Maurizio Sarri , 55 anni FOTOPRESS
LE MOSSE LAZIO
Stefano Cieri
C KLOSE ANDERSON
CANDREVA MAURI
CENTIMETRI
E QUELLE EMPOLI
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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● le vittorie consecutive della Roma di Garcia all’inizio dello scorso campionato: record interrotto proprio nella trasferta di Torino
INVIATO A FORMELLO (ROMA)
PUCCIARELLI
MACCARONE
SAPONARA VECINO
VALDIFIORI
CROCE
CENTIMETRI
osì diversi e così uguali. Il primo è un emiliano aperto che però pesa le parole, l’altro un toscano dalla lingua sciolta e dalla battuta pronta. Uno è stato un giocatore importante con centinaia di partite in A alle spalle. L’altro, prima di allenare, la Serie A l’ha vista solo dagli spalti. E, se per questo, anche le categorie inferiori, visto che non è mai stato un giocatore professionista. Sembrano (ma non sono) agli antipodi Stefano Pioli e Maurizio Sarri, i due tecnici che oggi si affrontano in un Lazio-Empoli che alla squadra di casa può regalare nuove gioie impensabili e a quella ospite un’altra perla di una stagione da incorniciare. TECNICI RIVELAZIONE Non potranno stringersi la mano prima della gara perché Sarri è squalificato. Ed è un vero peccato per-
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ché quell’immagine di solito inutile (i due allenatori che si salutano prima della battaglia) stavolta sarebbe stata densa di significati. Sì, perché Pioli e Sarri sono i due tecnici rivelazione del campionato. Non sono gli unici che hanno fatto bene. Ma sono quelli che, più di tutti, hanno spostato in avanti (e di molto) le potenzialità delle rispettive creature. Dell’Empoli si diceva che solo con un miracolo si sarebbe potuto salvare; della Lazio che, al massimo, avrebbe potuto strappare l’ultimo posto utile per l’Europa League. E invece, a nove giornate dalla fine, si ritrovano una (l’Empoli) a metà classifica con una salvezza virtualmente già conquistata; e l’altra (la Lazio) in piena zona Champions con la possibilità di mettere le mani sul secondo posto. Performance straordinarie rese possibili grazie soprattutto al lavoro dei due allenatori. Che hanno inseguito (e raggiunto) questi risultati attraverso l’organizzazione di gioco e la cura meticolosa dei particolari. CHE SFIDA Di Sarri si conosce soprattutto la maestria nello sfruttare le palle inattive. Ma il suo calcio, bello e produttivo, è molto più ampio e complesso. E la cavalcata che sta facendo con l’Empoli ne è la dimostrazione. Di Pioli si sono sempre elogiate le capacità strategiche, ma il miracolo che sta realizzando con la Lazio ha evidenziato un bagaglio tecnico completo, da grande allenatore. Le rispettive doti (ecco il vero punto in comune tra i due) sono state affinate in anni e anni di gavetta. Sarri, dopo aver girato in lungo e largo le categorie inferiori, è sbarcato in A solo quest’anno, a 55 anni. Pioli ci è arrivato un po’ prima, ma ha dovuto attendere questa stagione (a 49 anni) per giungere in una piazza importante. Non si frequentano, ma si stimano. «Faccio i complimenti a Sarri, l’Empoli sta mettendo in difficoltà tutti», dice Pioli. E il tecnico toscano ribatte: «La sua squadra sembra un rullo compressore». Però all’andata vinsero i toscani. «Erano ancora in fase di rodaggio», minimizza Sarri. Pioli avverte: «Ora ci sentiamo una squadra speciale». Che nel mirino ha l’ottava vittoria consecutiva (il record, di Eriksson, è di 9) e il secondo posto della Roma. © RIPRODUZIONE RISERVATA
PERCHÉ VEDERE LAZIO-EMPOLI Biancocelesti a caccia dell’ottava vittoria di fila e soprattutto del sorpasso alla Roma nella lotta la secondo posto. In campo le squadre che oggi giocano meglio in Italia: spettacolo garantito. Olimpico, ore 15
MERCATO
Bruno Peres e Darmian: la tentazione è anche giallorossa 1Il d.s. romanista Sabatini ha già provato un’offensiva per due esterni granata, ma c’è la concorrenza di Real Madrid e Porto Francesco Bramardo TORINO
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el segno della Roma. Oggi all’Olimpico contro i giallorossi il Toro è chiamato alla prima sfida per centrare il 6° posto utile per l’Europa League. Test decisivo con l’avvicinarsi del finale di stagione anche in chiave di mercato per numerosi giocatori nel mirino di top club. Che Matteo Darmian e Bruno Peres piacciano al club gialloros-
so è il segreto di Pulcinella. L’estate scorsa la Roma aveva provato a convincere il presidente del Torino, Urbano Cairo, a cedere l’esterno granata. Niente da fare, troppo bassa l’offerta, troppo grande la voglia di Darmian di mantenere la parola data, un altro anno in granata per giocare in Europa League prima di qualsiasi decisione, di comune accordo. Il ds della Roma, Walter Sabatini, è tornato alla carica ed il Toro ad un sondaggio giallorosso ha risposto chieden-
do come contropartita tecnica Mattia Destro. Vecchio pallino granata, parcheggiato a gennaio al Milan, in prestito oneroso, riscatto fissato in 15 milioni. Darmian non piace soltanto alla Roma, tanto che il club granata è pronto ad un’asta nel caso la società decida di accontentare il giocatore. Real Madrid, Inter, Fiorentina, ma anche Barcellona e Bayern sono alla finestra, con il club madridista in vantaggio per appeal e disponibilità finanziarie (15 milioni). PERES IN PORTO Discorso analogo di mercato per l’altro esterno granata, Bruno Peres. Il brasiliano è arrivato in estate a Torino e nonostante l’esclusione dal-
la lista Uefa si è messo in luce in campionato, da cineteca il gol nel derby con un «coast to coast» a tutto campo. Con Ventura ha migliorato la fase difensiva tanto da finire nel mirino del Porto (13 milioni l’offerta ai granata), Napoli e Roma. Perciò non sarà una partita come tutte le altre per Bruno Peres, che già a gennaio la Roma ha tentato di strappare al Torino per una cifra vicina ai 10 milioni. Se sacrificio deve essere, sarà uno solo tra Darmian e Bruno Peres a lasciare il Toro e per una cifra al di sopra dei 15 milioni o valide contropartite. Liajic e Iturbe, ad esempio. Ma i due al granata, per ora, non pensano proprio. Bruno Peres, 25 anni LAPRESSE
Matteo Darmian, 25 anni ITALY PHOTO
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Serie A R Il protagonista
DOMENICA 12 APRILE 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
Al Napoli servono gol per ripartire Insigne si prenota
QUI FIORENTINA
Viola piccola contro le big? Montella vuole invertire il trend 1Il tecnico che piace a De Laurentiis: «Higuain o Gomez? Mi tengo il mio»
FIRENZE
1Vigilia in silenzio per la squadra
Bella perché spietata. Il Napoli ha perso con la Roma, la Fiorentina con la Juve: chi non si rialza, saluta le speranze Champions. S. Paolo, ore 15
M
Gianluca Monti NAPOLI
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ipartire è l’unico verbo che in questi giorni mette tutti d’accordo in casa Napoli. Per il resto, invece, la tensione è palpabile perché il ritiro non piace a tecnico e calciatori così come a De Laurentiis non è piaciuto l’atteggiamento in campo della squadra nell’ultimo periodo e la decisione da parte di Benitez di concedere quasi cinque giorni di riposo durante l’ultima sosta.
RISPOSTE CONVINCENTI Per salvare la stagione, il presidente ha deciso di scendere in campo in prima persona: ha richiamato i suoi ragazzi al rigore ed alla disciplina, ha provato a pungolarli nell’orgoglio. Oggi contro la Fiorentina aspetta risposte convincenti per non dire definitivamente addio all’obiettivo terzo posto e per non dover puntare tutto esclusivamente sull’Europa League. La situazione è delicata, ieri niente conferenza stampa di vigilia. Solo tanta concentrazione e la speranza
da parte di Higuain e compagni di tornare casa in caso di vittoria. SLALOM SPECIALE Tre punti restituirebbero il sorriso al gruppo e ai tifosi. Certo, non saranno in molti oggi al San Paolo. Prezzi alti e poco entusiasmo, quello che invece serve appunto per ripartire. Ecco perché Benitez potrebbe puntare su Lorenzo Insigne, l’unico tra gli azzurri che non sembra accusare psicologicamente il momento difficile (due punti nelle ultime cinque di campionato, una sola vittoria nelle ultime nove gare ufficiali). Logico che questi numeri pesino nella testa dei calciatori, ma Insigne è appena rientrato da un lungo infortunio e certe scorie non le avverte. Anzi, è fresco dal punto di vista fisico e felice per essere tornato in campo. Rischia la giocata, cosa che gli altri compagni non fanno. Contro la Lazio gli sono bastati pochi minuti per dare vita a un’azione superlativa: slalom speciale tra i difensori avversari e conclusione a fil di palo che Lulic ha deviato sopra la traversa. LA GIOIA E IL CRACK Avesse segnato, Insigne avrebbe mandato in visibilio il pubblico na-
RLo «scugnizzo», già in luce con la Lazio riparte contro la squadra contro cui si infortunò
Punti fatti
igliorare con le prime. Per primeggiare davvero. Nell’ottimo quarto posto in classifica, c’è un dato da perfezionare. L’occasione per farlo è alle porte. Oggi contro il Napoli la Fiorentina punta a sfatare un tabù: quello dei problemi con le più forti, graduatoria alla mano, del campionato.
di Benitez che ha segnato un solo gol nelle ultime 5 partite Lorenzo fresco dopo il lungo stop PERCHÉ VEDERE NAPOLIFIORENTINA
Gare con le prime 8
Giovanni Sardelli
Lorenzo Insigne, 23 anni, di nuovo in campo a 5 mesi dall’infortunio LAPRESSE
poletano così come ha fatto il 3 maggio 2014 in occasione del suo penultimo incrocio con la Fiorentina. La notte della finale di Coppa Italia è passata giustamente alla storia per quanto avvenuto fuori all’Olimpico e per la tragica morte di Ciro Esposito, ma Insigne quella sera segnò una doppietta e fu il migliore in campo. I difensori viola faticavano a tenerlo, esattamente come in occasione del match di andata di questo campionato. In pochi se lo ricordano, ma furono 25 minuti di Insigne show al Franchi il 9 novembre. Poi il legamento crociato del ginocchio destro di Lorenzo fece crack. Il calvario è durato 146 giorni ma a Roma si è rivisto in campo seppur per pochi minuti. Non ha i 90’ nelle gambe, ma oggi potrebbe essere titolare o giocare uno scampolo di gara più lungo rispetto alle briciole di mercoledì. L’attacco del Napoli sembrava una macchina perfetta e invece improvvisamente il motore della squadra di Benitez si è inceppato (un gol nelle ultime cinque partite). Insigne potrebbe rappresentare il cambio di marcia. © RIPRODUZIONE RISERVATA
I SUOI NUMERI
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● I giorni di assenza dal campo di Lorenzo Insigne. L’attaccante s’infortunò il 9 novembre scorso proprio nella gara d’andata contro la Fiorentina
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● I gol messi finora a segno in questo campionato da Insigne. Era il 5 ottobre, Napoli-Torino. L’attaccante siglò il gol del pari, la partita finì 2-1 per i partenopei
22
● I minuti giocati da Insigne (recuperi compresi) da quando è rientrato dopo l’infortunio: 9’ contro la Roma in campionato, 13’ in Coppa Italia con la Lazio
5 SU 24 Prendendo in esame le tre squadre che precedono la Fiorentina (Juventus, Roma e Lazio) e le due che seguono (Sampdoria e Napoli), emerge un dato strano. La Fiorentina in campionato è riuscita a battere solo la Samp, in casa, una settimana fa. Otto gli incontri in totale, con un bilancio di una vittoria, due pareggi e cinque sconfitte. Quattro i gol realizzati, ben 13 quelli subiti. Riassumendo, la Fiorentina ha conquistato appena 5 punti sui 24 a disposizione nelle sfide con le «top». Mancano le trasferte di Napoli, domani, e Torino sponda Juve. Poi sarà possibile analizzare la statistica completa, anche se gli indizi su come migliorare ci sono tutti. ATTENUANTI Il lato peggiore la Viola lo ha mostrato con la Lazio, perdendo 2-0 in casa prima del sonoro 4-0 dell’Olimpico. Ribaltando la questione però, la Fiorentina è riuscita a sfruttare il maggior potenziale contro le squadre sulla carta meno competitive. Nelle Coppe, invece, tante gioie: soprattutto con la Roma. Eliminata sia in Europa League che in Coppa Italia. L’impresa dello Stadium (2-1 con la Juventus), è stata invece annullata dallo 0-3 del Franchi. ORARIO ILLOGICO L’annata è positiva. E lo rimarrà. Ma l’ambiente ha una voglia matta di concretizzare quanto proposto. Oggi al San Paolo è attesa una reazione ai tre schiaffi di martedì. «I grandi giocatori voltano pagina rapidamente», ha detto il tecnico. Si è fermato Babacar (sovraccarico al ginocchio), dietro a Gomez dentro Ilicic e uno tra Vargas (favorito) e Diamanti. Persino Rodriguez e Salah potrebbero rifiatare partendo dalla panchina. La Fiorentina torna a giocare alle 15 di domenica in campionato dopo quasi tre mesi. «Non capisco come sia possibile giocare la sera d’inverno, e alle 15 a Napoli d’aprile», ha detto Montella. Blindato contrattualmente dalla viola nonostante gli apprezzamenti di molti presidenti, compreso De Laurentiis. Chi lo conosce difficilmente lo vede voglioso di essere profeta in patria. «Il Napoli è in un momento particolare, proviamo a sfruttarlo — chiude Montella —. Scambiare Gomez con Higuain? E’ fantacalcio, e io non ci gioco. Mi tengo il mio». © RIPRODUZIONE RISERVATA
5 19 Punti persi Gol realizzati 4 Gol subiti
13
Roma-Fiorentina 2-0 Fiorentina-Roma 1-1 Fiorentina-Lazio 0-2 Lazio-Fiorentina 4-0 Samp-Fiorentina 3-1 Fiorentina-Samp 2-0 Fiorentina-Juve 0-0 Fiorentina-Napoli 0-1
Vincenzo Montella, 40 anni GETTY IMAGES
Serie A R Il caso
DOMENICA 12 APRILE 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
Atalanta a rapporto dal capo ultrà Il club: «È positivo» 1Allenamento interrotto e giocatori sotto la tribuna Incredibile il tecnico: «Ci danno una grande carica» IL COMMENTO di ANDREA SCHIANCHI
REJA, CERTE VOLTE IL SILENZIO E’ D’ORO
I
l calcio italiano è anche questo, e forse proprio qui sta una delle ragioni della sua difficile rinascita. Dopo aver visto le scene di giocatori che consegnano le maglie agli ultrà (Genoa) o che discutono con loro (Roma), ecco un altro episodio. I tifosi (?) dell’Atalanta fanno interrompere l’allenamento, convocano la squadra sotto la tribuna dove il capopopolo Claudio «Bocia» Galimberti tiene un comizio di cinque minuti parlando di grinta, orgoglio e dignità. I giocatori zitti e sull’attenti, neanche stessero ascoltando il discorso del Presidente della Repubblica e non, invece, quello di un signore che ha già ricevuto un Daspo e sulle cui spalle pesa l’accusa di associazione per delinquere. Eppure, nonostante tutti conoscano la carta d’identità del soggetto (o forse proprio per questo…), non si leva una voce di protesta: i giocatori accettano supinamente il ruolo di imputati, dando implicitamente al Bocia quello di novello Napoleone che arringa la truppa in vista della battaglia decisiva. Diciamo la verità: abbiamo visto film più belli e con attori migliori. Ma ciò che stupisce maggiormente e rende la scena addirittura surreale è la legittimazione dell’azione degli ultrà che viene dalle parole di Reja. Dice l’allenatore: «I tifosi ci hanno dato una grande carica». Da un signore che a ottobre farà settant’anni, e al quale non sono mai mancati esperienza, equilibrio e buonsenso, obiettivamente ci saremmo aspettati una reazione diversa. D’accordo, lui pensa soprattutto alla sfida contro il Sassuolo e in questa ottica il pragmatismo si capisce (ma non si può giustificare), tuttavia non era necessario commentare, si poteva anche restare zitti. Il silenzio, spesso, è la risposta più assordante che ci sia. © RIPRODUZIONE RISERVATA
PERCHÉ VEDERE ATALANTASASSUOLO Partita per ragazzi - Zaza, Sportiello, Berardi, Zappacosta, Baselli - ma non da ragazzi: tensione e punti salvezza. Thriller di aprile che piace sempre. Atleti Azzurri, ore 15
Matteo Spini BERGAMO
C
ome è cambiato il vento a distanza di un anno. Aprile 2014: arriva il Sassuolo e l’Atalanta è reduce da sei vittorie di fila, con una salvezza in cassaforte e un sogno chiamato Europa in testa. Aprile 2015: arriva il Sassuolo e l’Atalanta è reduce da otto partite senza vittorie, ha l’acqua alla gola e sgomita per non retrocedere. Minimo comune denominatore: c’è la rifinitura del sabato allo stadio,
aperto per l’occasione al pubblico, rarità quasi assoluta, roba da una volta all’anno. Per il resto, solo differenze: la gioia si è trasformata in delusione, la sazietà in astinenza, le emozioni in angoscia. SEDUTA INTERROTTA E l’incitamento in dura contestazione. Quella che si è scatenata dopo circa un quarto d’ora dall’inizio: in quel momento, il coro «Venite sotto la curva» ha assunto le sembianze dell’ordine (dopo che, inizialmente, i giocatori avevano ignorato l’invito, è partita una raffica di fischi) e l’intera squadra si è dovuta presentare a bordo campo, in religioso silenzio. Lì è stata «tenuta a rapporto» da Claudio «Bocia» Galimberti, leader riconosciuto della tifoseria atalantina, nonostante la prolungata assenza dagli stadi in manifestazioni ufficiali, a causa di Daspo e, successivamente, articolo 9, e attualmente coinvolto nel maxi processo, anche
La contestazione dei tifosi dell’Atalanta durante l’allenamento di rifinitura. Nel tondino rosso, Claudio Galimberti, l’ultra’ detto «il Bocia» MAGNI
con l’accusa di associazione per delinquere. Strigliata, ramanzina, oppure una non troppo elegante arringa: chiamatela come volete, la realtà è che l’allenamento è stato interrotto per circa cinque minuti e i giocatori sono restati ad ascoltare le parole del capo ultrà, sottolineate dagli applausi della maggioranza dei circa millecinquecento tifosi che avevano riempito la Tribuna Creberg, trasformatasi per un giorno in rumorosa curva. Qualche classico refrain («tirate fuori i c...» oppure «l’Atalanta non si discute, si ama») e poi un discorso articolato: «Basta perdere la faccia e vedere avversari fare la partita: il nostro campo è diventato casa di altri. Non prendeteci in giro e comportatevi da professionisti, invece di andare a ballare», ha urlato Galimberti, appoggiato da uno striscione «Svegliatevi» con funzione di didascalia. Per il presidente Percassi, Denis, Moralez e Raimondi gli unici incitamenti; quindi, prima, di chiudere il fuoriprogramma, gli ultrà hanno promesso il proprio appoggio in cambio di impegno. LE REAZIONI In un clima freddo, la rifinitura è ricominciata ed è durata poco più di mezz’ora, poi la palla è passata al tecnico Edy Reja, che ha parlato in termini positivi dell’accaduto. «E’ stato un incontro voluto dalla società e dai giocatori: i tifosi ci hanno garantito sostegno e ci hanno dato una grande carica in vista di una partita da vincere a tutti i costi». Successivamente, Pierpaolo Marino ha espresso il parere della società: «Parlando di allenamento interrotto pare che ci sia stata un’invasione di campo, invece si è trattato solo di una grande dimostrazione di attaccamento. E’ stata una cosa fatta pro Atalanta e sono sicuro avrà ripercussioni positive: la interpreto come uno stimolo. Una piazza così vicina alla squadra mi piace: i giocatori hanno carattere, non saranno impauriti, ma stimolati», ha spiegato il diggì. Resta la constatazione di una normalità scardinata da un allenamento particolare e di una vigilia quantomeno diversa, passando dal totale isolamento della classica rifinitura a porte chiuse di Zingonia al frastuono dell’aspro intervento ultrà. E resta da capire come una contestazione del genere il giorno prima di un match fondamentale potrà agire sulla psiche di una squadra da tempo bloccata mentalmente al Comunale: la risposta arriverà anche dalla partita contro il Sassuolo. Simile a quella di un anno fa, anzi no. © RIPRODUZIONE RISERVATA
19
CESENA-CHIEVO
Di Carlo deve battere il suo passato per sperare
L’
esonero del 2 ottobre 2012 non lo ha mai digerito, ma alla vigilia della sfida da ex col Chievo non ne vuole parlare. Il sabato di Di Carlo è all’insegna della positività: «Il Chievo è un ambiente ideale per fare calcio perché ci sono cultura del lavoro e spirito di appartenenza. Tutte cose che ho ritrovato a Cesena. Arrivai al Chievo in una situazione disperata, simile a quella ereditata qui: ci salvammo con un recupero miracoloso, che conto di realizzare pure col Cesena». Di questo Chievo, Di Carlo dice «che è salvo al 90%. Merito di Maran, che ha rievocato quello spirito di appartenenza che si era forse sopito». Oggi Di Carlo proverà a esorcizzare il pranzo al Manuzzi, dove il Cesena in A ha raccolto 2 punti in 3 gare: «Non parliamo di ultima spiaggia: dopo il Chievo ci saranno 8 gare. È una partita importante: dovremo soffrire e lottare dall’inizio». QUI CHIEVO A Cesena i gialloblù vogliono ipotecare la salvezza, giocando col proprio passato, rappresentato da Di Carlo sulla panchina bianconera. Maran lo ha elogiato: «Un gran lavoratore a cui auguro ogni fortuna... dalla prossima gara». Mancherà Feftatzidis e c’è qualche dubbio pure su Radovanovic. In caso di forfait, giocherà centrale Hetemaj, con Birsa sulla fascia. In difesa, invece, rientra Dainelli. «Conosciamo l’importanza della gara e le insidie che nasconde l’avversario - ha spiegato il tecnico -. Ma anche noi stiamo bene e le nostre prestazioni lo confermano». In casa gialloblù è stata una settimana difficile dopo la sconfitta di Sassuolo. «C’è tanta rabbia per questo passo falso - ha concluso Maran - ma dobbiamo essere bravi a trasformarla in spinta positiva per fare risultato a Cesena». Burioli-Tavan © RIPRODUZIONE RISERVATA
PERCHÉ VEDERE CESENA-CHIEVO Niente promesse: non sarà uno show. Però garantiti tackle, corse, un mancino di Brienza, uno scatto di Paloschi. Si salvi chi... vince Manuzzi, ore 12.30
20
DOMENICA 12 APRILE 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
Serie A R La guida
30
NAPOLI
JUVENTUS ROMA LAZIO FIORENTINA SAMPDORIA NAPOLI TORINO MILAN GENOA INTER PALERMO SASSUOLO UDINESE EMPOLI VERONA CHIEVO ATALANTA CESENA CAGLIARI PARMA (-3)
70 56 55 49 48 47 42 41 41 41 35 35 34 33 33 32 26 22 21 16
3. STRINIC 45. ANDUJAR
19. DAVID LOPEZ
PARTITE
RETI
V
N
P
F
S
30 29 29 29 29 29 29 29 29 30 29 29 29 29 30 29 29 29 30 29
21 15 17 13 12 13 11 10 10 10 8 8 8 6 8 8 5 4 4 5
7 11 4 10 12 8 9 11 11 11 11 11 10 15 9 8 11 10 9 4
2 3 8 6 5 8 9 8 8 9 10 10 11 8 13 13 13 15 17 20
57 40 54 43 37 47 34 43 40 46 39 35 32 30 36 21 24 28 35 24
15 21 28 31 30 37 31 36 34 37 43 43 38 32 54 31 40 52 58 54
CHAMPIONS PRELIMINARI DI CHAMPIONS EUROPA LEAGUE RETROCESSIONI
43
129
35
PUNTI
131
17 RETI Tevez (2, Juventus). 16 RETI Icardi (3, Inter); Menez (8, Milan). 15 RETI Toni (3, Verona). 13 RETI Higuain (2, Napoli); Dybala (3, Palermo). 11 RETI Quagliarella (2, Torino). 10 RETI Gabbiadini (Napoli; 7 nella Sampdoria); Di Natale (Udinese). 9 RETI Felipe Anderson e Klose (Lazio); Callejon (Napoli); Eder (1, Sampdoria); Berardi (5, Sassuolo); Thereau (Udinese). 8 RETI Mauri (Lazio); Ljajic (1, Roma); Zaza (1, Sassuolo). 7 RETI Paloschi (Chievo); Maccarone (1, Empoli); Babacar (Fiorentina); Iago Falque’ (1, Genoa); Matri (7 nel Genoa), Morata e Pogba (Juventus); Djordjevic e Parolo (Lazio); Destro (Milan; 5 nella Roma); Vazquez (Palermo); Glik (Torino).
CESENA
(4-3-1-2)
ATALANTA
(4-4-1-1)
CHIEVO
(4-4-2)
SASSUOLO
(4-3-3)
OGGI Ore 12.30 ARBITRO Valeri
OGGI Ore 15 ARBITRO Doveri
1 LEALI 25 CAPELLI
7 CARBONERO
15 KRAJNC
2 NICA
5 GIORGI
26 MUDINGAYI
19 SUCCI
69 43 MEGGIORINI PALOSCHI 56 HETEMAJ
13 IZCO
8 24 RADOVANOVIC SCHELOTTO
87 ZUKANOVIC
12 CESAR
3 DAINELLI
21 FREY
PANCHINA 30 Agliardi, 81 Bressan, 6 Lucchini, 14 Volta, 34 Cascione, 44 Cazzola, 77 Zé Eduardo, 9 A. Rodriguez, 18 Djuric, 32 Moncini. ALL. Di Carlo. BALL. Nica-Lucchini 60-40%, MudingayiCascione 55-45%, Succi-Djuric 60-40%. SQUAL. nessuno. DIFFIDATI Carbonero, Mudingayi, Renzetti, A. Rodriguez. INDISPONIBILI Marilungo (15 giorni), Tabanelli (15), Yabré (30), Valzania (15), Renzetti (5), Pulzetti (20), De Feudis (15).
17 SANSONE
10 ZAZA
25 BERARDI
8 BIONDINI
7 MISSIROLI
33 BRIGHI
3 LONGHI
15 28 ACERBI CANNAVARO
23 GAZZOLA
TV Sky Calcio 1 HD e Supercalcio HD
TV Sky Calcio 5 HD; Premium Calcio 3
X 3.00
(4-3-3)
SAMPDORIA
(4-2-3-1)
OGGI Ore 20.45 ARBITRO Rocchi 23 DIEGO LOPEZ 5 MEXES
21 VAN GINKEL 22 CERCI
29 PALETTA
31 ANTONELLI
34 28 DE JONG BONAVENTURA 9 DESTRO
7 MENEZ
9 OKAKA 99 ETO’O
21 SORIANO
23 EDER
14 17 OBIANG PALOMBO 29 3 5 26 MESBAH ROMAGNOLI SILVESTRE DE SILVESTRI 2 VIVIANO
PANCHINA 32 Abbiati, 99 Donnarumma, 13 Rami, 33 Alex, 25 Bonera, 2 De Sciglio, 17 C. Zapata, 19 Bocchetti, 16 Poli, 36 Mastalli, 8 Suso, 11 Pazzini. ALL. Inzaghi. BALL. Van Ginkel-Poli 55-45%. SQUAL. nessuno. DIFF. Alex, Bonaventura, Menez. INDISP. Agazzi (stag. finita), El Shaarawy (30 giorni), Mastour (20), Honda (7), Essien (7), Montolivo (7), Zaccardo (7). PANCHINA 88 Frison, 33 Romero, 22 Rizzo, 20 Muñoz, 25 A. Coda, 6 Duncan, 8 Correa, 77 Wszolek, 30 Acquah, 24 Muriel, 32 Marchionni, 18 Bergessio. ALL. Mihajlovic. BALL. Obiang-Acquah 60-40%. SQUAL. Regini (1). DIFF. Duncan, Romagnoli, De Silvestri. INDISP. De Vitis (2 mesi), Cacciatore (10 giorni). TV Sky Sport 1 HD, Supercalcio HD e Calcio 1 HD; Premium Calcio e Calcio HD 1 1.90
X 3.40
1 2.10
2 2.80
2 4.00
X 3.20
Festa Inter: già qualificata alle Final Eight Nell’Inter è già alle Final Eight, grazie al 3-1 di ieri al Sassuolo. In gol anche Santos. Nella Fiorentina, 45’ per Bernardeschi. GIRONE A Venerdì: JuventusBologna 2-1. Ieri: Parma-Torino 2-5, Modena-Spezia 0-5, Pro Vercelli-Carpi 1-1, VareseFiorentina 0-3. Oggi (ore 11): Entella-Sampdoria, GenoaTrapani. Classifica (prime posizioni): Fiorentina 51 punti; Torino 47; Spezia 46; Juventus 44; Sampdoria 39. GIRONE B Già giocata: MilanUdinese 0-1. Ieri: CittadellaLanciano 5-1, Perugia-Cagliari 1-1, Sassuolo-Inter 1-3, PescaraCesena 0-2. Oggi: Chievo-Verona (ore 11, Rai Sport 1), AtalantaBrescia (ore 11.30). Classifica (prime pos.): Inter 50 p.; Milan 45; Udinese 37; Cesena 36; Atalanta, Chievo 32; Verona 30. GIRONE C Ieri: VicenzaFrosinone 1-3, Catania-Bari 3-1, Crotone-Palermo 0-3, LazioLivorno 4-0, Napoli-Avellino 7-2, Ternana-Empoli 1-4. Rinviata al 6 maggio Latina-Roma. Classifica (prime pos.): Roma 49; Lazio 48; Bari 46; Catania 41; Empoli 40; Napoli 37; Palermo 36.
15. SAVIC
19. BASANTA
1. NETO
FIORENTINA (4-3-3) PANCHINA 31 Rosati, 40 Tomovic, 2 Go. Rodriguez, 28 Alonso, 38 Rosi, 7 Pizarro, 10 Aquilani, 20 Borja Valero, 17 Joaquin, 18 Diamanti, 74 Salah, 9 Gilardino. ALLENATORE Montella. BALLOTTAGGI Vargas-Diamanti 51-49%. SQUALIFICATI nessuno. DIFFIDATI Basanta, M. Gomez, Kurtic, Diamanti, Go. Rodriguez. INDISPONIBILI Rossi (un mese), Lezzerini (1), Babacar (7 giorni).
(4-2-3-1)
TORINO
(3-5-2)
UDINESE
(3-5-2)
EMPOLI
(4-3-1-2)
ROMA
(4-3-3)
PALERMO
(3-5-2)
OGGI Ore 15 ARBITRO Irrati
1 BERISHA 3 27 19 DE VRIJ CANA LULIC 20 16 BIGLIA PAROLO 87 6 7 CANDREVA S. MAURI F. ANDERSON
39 CAVANDA
11 KLOSE 7 MACCARONE
20 PUCCIARELLI
5 SAPONARA
21 MARIO RUI
6 VALDIFIORI
24 RUGANI
88 VECINO
19 BARBA
23 HYSAJ
PANCHINA 1 Pugliesi, 28 Bassi, 16 Piu, 50 Somma, 26 Tonelli, 2 Laurini, 8 Signorelli, 4 Dioussé, 25 Brillante, 27 Zielinski, 9 Mchedlidze, 10 Tavano. ALL. Sarri. BALL. Barba-Tonelli 60-40%. SQUAL. nessuno. DIFF. Maccarone, Tonelli, Mario Rui. INDISPONIBILI Verdi (15 giorni), Guarente (da valutare). TV Sky Calcio 3 HD; Premium Calcio 2 e Calcio 2 HD 1 1.48
OGGI Ore 15 ARBITRO Tommasi
30 PADELLI 19 MAKSIMOVIC 33 PERES
20 VIVES
25 GLIK
31 KARNEZIS 24 MORETTI
14 7 36 GAZZI EL KADDOURI DARMIAN
27 QUAGLIARELLA
11 MAXI LOPEZ
8 LJAJIC
10 TOTTI
7 ITURBE
4 NAINGGOLAN
16 DE ROSSI
15 PJANIC
25 HOLEBAS
23 ASTORI
44 MANOLAS
X 4.00
2 7.00
2 WAGUE
5 DANILO
66 19 34 PINZI GUILHERME GABRIEL SILVA 77 10 THEREAU DI NATALE 20 VAZQUEZ
7 18 28 LAZAAR CHOCHEV JAJALO
24 FLORENZI
89 PIRIS
27 6 WIDMER ALLAN
9 DYBALA
26 DE SANCTIS
PANCHINA 77 Strakosha, 55 Guerrieri, 2 Ciani, 85 Novaretti, 17 Pereirinha, 5 Braafheid, 23 Onazi, 24 Ledesma, 32 Cataldi, 10 Ederson, 14 B. Keita, 34 Perea. ALL. Pioli. BALL. Klose-B. Keita 60-40%. SQUAL. Basta (1), Mauricio (1). DIFFIDATI Cavanda, De Vrij, B. Keita, Onazi, Radu. INDISP. F. Djordjevic (20 giorni), Gentiletti (20), Konko (15), Marchetti (10), Radu (7).
2 3.55
PRIMAVERA
5. BADELJ
LAZIO
33 SEPE
PANCHINA 1 Avramov, 5 Scaloni, 13 A. Masiello, 3 Del Grosso, 95 Grassi, 16 Baselli, 8 Migliaccio, 18 Estigarribia, 7 D’Alessandro, 28 Emanuelson, 99 Boakye, 9 Bianchi. ALLENATORE Reja. BALL. nessuno. SQUALIFICATI Pinilla (3). DIFFIDATI Boakye, Sportiello, Zappacosta, Biava, Moralez, Cigarini. INDISP. Cherubin (40 giorni), Raimondi (un mese), Bellini (1).
4. RICHARDS
23. PASQUAL
PANCHINA 1 Rafael, 16 Mesto, 4 Henrique, 5 Britos, 31 Ghoulam, 77 Gargano, 8 Jorginho, 18 Zuniga, 17 Hamsik, 16 De Guzman, 14 Mertens, 91 D. Zapata. ALLENATORE Benitez. BALLOTTAGGI Insigne-Mertens 60-40%, Gabbiadini-De Guzman 60-40%, Gabbiadini-Hamsik 60-40%, Inler-Jorginho 60-40%. SQUALIFICATI nessuno. DIFFIDATI David Lopez, Maggio. INDISPONIBILI Michu (un mese).
11 CROCE
PANCHINA 25 Bardi, 90 Seculin, 20 Sardo, 6 Gamberini, 34 Biraghi, 10 Christiansen, 14 Cofie, 11 Vajushi, 23 Birsa, 31 Pellissier, 9 Pozzi, 19 Botta. ALLENATORE Maran. BALL. RadovanovicBirsa 55-45%. SQUALIFICATI nessuno. DIFFIDATI Izco, Meggiorini, Birsa. INDISPONIBILI Mattiello (stagione finita).
20 ABATE
Se vuoi restare costantemente aggiornato sulle formazioni delle squadre, conoscere i consigli dei nostri esperti, consultare tutte le statistiche di ogni singolo giocatore e scoprire tutti i segreti per vincere al fantacalcio, da quest’anno Gazzetta dello Sport mette a disposizione degli appassionati, gratuitamente sul nostro sito rosa, un’intera sezione dedicata al gioco più amato dai calciofili italiani. Su Fantanews potrai trovare infatti i voti il giorno dopo l’ultima partita di Serie A, gli assist ufficiali al termine di tutte le gare, e infine anche articoli dedicati ed esclusivi di presentazione della Magic giornata di campionato.
57 SPORTIELLO 29 20 2 93 BENALOUANE BIAVA STENDARDO DRAMÉ 22 21 17 10 ZAPPACOSTA CIGARINI CARMONA A. GOMEZ 11 MORALEZ 19 DENIS
16. KURTIC
14. MATI FERNANDEZ
OGGI Ore 15 ARBITRO Peruzzo
PANCHINA 1 Pomini, 16 Polito, 20 Bianco, 21 Fontanesi, 32 Natali, 29 Mandelli, 52 Lodesani, 96 Sereni, 30 Lazarevic, 83 Floro Flores, 99 Floccari. ALL. Di Francesco. BALL. Zaza-Floccari 55-45%. SQUAL. Peluso (1). DIFF. Brighi, Missiroli, Biondini. INDISP. Terranova e Antei (stag. finita), Pegolo (un mese), Vrsaljko (15 giorni), Donis (7), Taider (7), Magnanelli (3), Chibsah (col Ghana Under 23).
1 2.62
72. ILICIC
33. M. GOMEZ
NAPOLI (4-2-3-1)
47 CONSIGLI
1 BIZZARRI
MILAN
GAZZAWEB www.gazzetta.it
7
163
92 DEFREL
MARCATORI
2
Napoli Fiorentina
Fiorentina
(1-1) (3-0)
(2-1)
Ultima vittoria Fiorentina fuori casa: 23/3/2014, Napoli-Fiorentina 0-1
Nelle ultime 4 giornate
11 BRIENZA
(1-0) (1-1) (2-0) (1-1) (2-1) (3-3) (1-1)
Ultimo pareggio: 24/9/2011, Napoli-Fiorentina 0-0
2 3.75
6. VARGAS
Ultima vittoria Napoli in casa: 2/9/2012, Napoli-Fiorentina 2-1
RETI FATTE
Napoli
PROSSIMO TURNO SABATO 18 APRILE SAMPDORIA-CESENA ore 18 JUVENTUS-LAZIO ore 20.45 DOMENICA 19 APRILE, ore 15 SASSUOLO-TORINO ore 12.30 CHIEVO-UDINESE EMPOLI-PARMA PALERMO-GENOA ROMA-ATALANTA CAGLIARI-NAPOLI ore 18 INTER-MILAN ore 20.45 LUNEDÌ 20 APRILE, ore 20.45 FIORENTINA-VERONA
Pareggi
23. GABBIADINI 9. HIGUAIN
LE ULTIME VOLTE
51
24 PERICO
88. INLER
FIORENTINA
Girone unico Vittorie Napoli Vittorie Fiorentina
24. INSIGNE
7. CALLEJON
PRECEDENTI IN SERIE A
G
11. MAGGIO
X 3.45
ARBITRO Damato ASSISTENTI Barbirati-Marzaloni QUARTO UOMO Petrella ADDIZIONALI Di Bello-Mariani TV Sky Calcio 1 HD; Premium Calcio 1 e Calcio HD
26. KOULIBALY
33. ALBIOL
1I partenopei non vincono da 5 gare di campionato e Benitez potrebbe giocare la carta Insigne dall’inizio. Ma i viola sono in vantaggio nei precedenti in A e hanno vinto 3 delle ultime 5
CLASSIFICA PT
1 1.95
Napoli costretto a vincere Ma la Fiorentina sta meglio
GIORNATA
SQUADRE
OGGI Ore 15 a Napoli STADIO San Paolo Andata 1-0
OCCHI PUNTATI SU...
a
21
DOMENICA 12 APRILE 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
27 RIGONI
4 12 ANDELKOVIC G. GONZALEZ
3 RISPOLI
2 VITIELLO
70 SORRENTINO
PANCHINA 13 Castellazzi, 1 Ichazo, 5 Bovo, 18 Jansson, 3 Molinaro, 32 S. Masiello, 8 Farnerud, 15 A. Gonzalez, 17 Martinez, 22 Amauri. ALL. Ventura. BALL. nessuno. SQUALIFICATI Basha (1). DIFFIDATI Amauri, El Kaddouri, Padelli, Quagliarella. INDISPONIBILI Silva (20 giorni), Benassi (5).
PANCHINA 22 Scuffet, 97 Meret, 7 Badu, 18 Bubnjic, 26 Pasquale, 21 Hallberg, 8 B. Fernandes, 13 A. Zapata, 94 Aguirre, 9 Perica, 82 Geijo. ALL. Stramaccioni. BALL. nessuno. SQUALIFICATI nessuno. DIFFIDATI B. Fernandes, Guilherme, Kone, Wague, Heurtaux, Thereau. INDISP. Heurtaux (un mese), Domizzi (da valutare), Evangelista (stagione finita).
PANCHINA 1 Lobont, 28 Skorupski, 2 Yanga-Mbiwa, 3 Cole, 33 Spolli, 42 Balzaretti, 48 Uçan, 32 Paredes, 52 Pellegrini, 88 Doumbia, 19 Ibarbo, 53 Verde, 91 Sanabria. ALLENATORE Garcia. BALLOTTAGGI Florenzi-Yanga-Mbiwa 55-45%, De Rossi-Paredes 70-30%, Totti-Ibarbo 60-40%. SQUALIFICATI Torosidis (1). DIFF. Astori, De Rossi, Keita, Maicon, Manolas. INDISP. Strootman (stag. finita), Castan (30 giorni), Maicon (7), S. Keita (7), Gervinho (10).
PANCHINA 1 Ujkani, 5 Milanovic, 22 Ortiz, 19 Terzi, 33 Daprelà, 15 Bolzoni, 21 Quaison, 25 Maresca, 14 Della Rocca, 10 Joao Silva, 96 Bentivegna, 99 Belotti. ALL. Iachini. BALLOTTAGGI Jajalo-Maresca 60-40%, Chochev-Belotti 60-40%. SQUAL. nessuno. DIFFIDATI Jajalo, Dybala, Daprelà, Bolzoni, Morganella. INDISPONIBILI Barreto (20 giorni) Emerson (da valutare), Morganella (stagione finita).
TV Sky Calcio 2 HD; Premium Calcio 3
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UDINESE-PALERMO
Totò-Dybala, sfida senza età Strama: «A Parma avvilenti» Stefano Martorano Fabrizio Vitale
«I
n area, Di Natale è un cecchino e in certe partite è più importante rifornirlo che affiancarlo». Così Stramaccioni, che non lo ha detto apertamente, ma ha scelto Thereau per giocare con Di Natale, che, da buon capitano, dovrà prendersi prima gli oneri e poi pensare agli onori. «La prestazione di mercoledì a Parma è stata avvilente - ha ammesso l’allenatore -. È come se non fossimo scesi in campo». L’Udinese deve risollevarsi dalla sconfitta coi gialloblù, e serviranno anche i gol del suo capitano. Se poi ne arrivassero 2, allora sarebbe festa grande per Totò, già a quota 203 e a 2 tacche da Roberto Baggio, sesto nella graduatoria all-time della Serie A. E proprio Thereau potrebbe aiutare Di Natale a raggiungere questo traguardo. Col francese il capitano dell’Udinese ha giocato 1.137’ in questo
Antonio Di Natale, 37 anni LAPRESSE
Paulo Dybala, 21 anni ANSA
campionato, segnando 6 dei suoi 10 gol totali. Con Totò in campo, cala la media di Thereau, che ha realizzati solo 2 dei suoi 9 gol nei 1.137’ con Di Natale e ben 7 in 667’, senza il capitano bianconero.
Sarebbe il miglior modo per salutare a fine stagione. Il bimbo si è fatto uomo in una stagione che ne ha fatto il pezzo pregiato di Zamparini. «Ha 21 anni, ma ragiona come un trentacinquenne», ripete Iachini, ed è anche per questo che sta gestendo bene il battage mediatico che lo riguarda: Juve, Arsenal, Psg se lo contendono, Dybala continua a giocare con la testa al Palermo, sfornando gol (13) e fornendo assist (4). Il tecnico con l’Udinese confida nel suo gioiello argentino per tornare a una vittoria che manca da 6 turni, augurandosi che lo scontro tra generazioni di bomber penda a favore dei rosanero.
SFIDA CON DYBALA La Joya invece è tornata a brillare col Milan, interrompendo un digiuno di 5 giornate, e non ha voglia di fermarsi. La sfida con Di Natale viene arricchita da quella con un altro «vecchietto»: nel mirino di Dybala ci sono i 20 gol, per eguagliare il record di Toni, miglior cannoniere rosanero in una stagione. Il confronto a 10 anni di distanza è stimolante e la missione non è impossibile.
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Mondo R Spagna
DOMENICA 12 APRILE 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
EIBAR BATTUTO
LA CAPOLISTA
Real di scorta? Problemi zero E Ronaldo sfata il tabù punizione 1Molti titolari a riposo in vista del derby di
Champions. CR7 a segno dopo 56 tentativi
La punizione vincente di Ronaldo, 30 anni, contro l’Eibar GETTY
REAL MADRID EIBAR
3
Filippo Maria Ricci
0
CORRISPONDENTE DA MADRID Twitter @filippomricci
PRIMO TEMPO 2-0 MARCATORI Cristiano Ronaldo (R) al 21’, Hernandez (R) al 32’ p.t.; Jesé (R) al 38’ s.t. REAL MADRID (4-3-3) Keylor Navas 6; Arbeloa 7, Varane 6,5, Sergio Ramos 6,5 (dal 19’ s.t. Pepe 6), Marcelo 7 (dal 19’ s.t. Nacho 6); Modric 7 (dal 16’ s.t. Lucas Silva 6), Illarramendi 6, Isco 7; Jesé 6,5, Hernandez 7, Cristiano Ronaldo 6,5. PANCHINA Casillas, Carvajal, Javi Muñoz, Benzema. ALLENATORE Ancelotti 7. ESPULSI nessuno. AMMONITI nessuno. EIBAR (4-4-2) Irureta 5; Lillo 5,5, Añibarro 5, Raúl Navas 5, Didac Vilá 5,5; Capa 5, Dani García 5,5 (dal 32’ s.t. Boateng 6), Borja 5, Javi Lara 5; Del Moral 5 (dal 21’ s.t. Piovaccari 5), Saúl Berjón 5 (dal 1’ s.t. Arruabarrena 6). PANCHINA Jaime, Ekiza, Lekic, Abraham. ALLENATORE Garitano 5. ESPULSI nessuno. AMMONITI Didac Vilá per proteste, Arruabarrena, Boateng per gioco scorretto. ARBITRO Hernandez Hernandez 6,5. NOTE spettatori 72.000 circa. Tiri in porta 12-1. Tiri fuori 10-1. In fuorigioco 2-0. Angoli 7-4. Recuperi: 0’ p.t., 3’ s.t.
I
l Bernabeu non ha fischiato. Non ce n’era motivo, ma qui non si sa mai. Cristiano Ronaldo ha segnato su punizione, cosa non esattamente scontata visto che non c’era riuscito nei precedenti 56 tentativi. L’Eibar ha debuttato al Bernabeu: ha perso ma non ne ha presi 9 come il Granada domenica scorsa e la festa per i numerosi baschi sugli spalti è stata notevole. Il Madrid ha vinto 3-0 tagliando del 50%, da 4 a 2, il deficit di punti dal Barça . E ha dato spazio ai poco abituali risparmiando fiato e gambe in vista del derby di Champions di martedì in cambio di sensazioni positive per i vari «Chicharito», Jesé (entrambi a segno), Keylor Navas, Illarramendi, Arbeloa. ALTRO CHE SPECIALISTA Spunti sparsi da un pomeriggio di calore e pioggia, punti facili e un divario incolmabile: l’Eibar, che nel girone di ritorno ha iniziato con 8 sconfitte consecutive e ha fatto 4 punti su 36, in questa Liga ha segnato 11 reti meno del solo Cristiano Ronaldo, 27 a 38. Ronaldo, 49 centri stagionali, 100 in 90 partite con Ancelotti, ha fatto gol per la quarta gara di
fila, e grazie alla collaborazione del disattento portiere basco Irureta ha aggiustato la statistica delle punizioni che cominciava a diventare un mezzo incubo. Altro che specialista: i calci piazzati sono praticamente tutti suoi per decreto (ogni tanto Bale o Sergio Ramos in assenza o per benevolenza del re possono ambire al calcio di una punizione) ma Ronaldo ha medie realizzatrici pessime: l’ultima rete da palla inattiva l’aveva fatta il 29 aprile scorso, quasi un anno fa, col Bayern. Da allora 56 tiri sballati (inclusi quelli col Portogallo), ben 37 addosso alla barriera o fuori misura. PENSANDO A MARTEDÌ Ronaldo segna e mantiene anche il buonumore, altra cosa non scontata. Le due cose regalano tranquillità e fiducia ad Ancelotti in vista della prima sfida di Champions con l’Atletico: «La partita di martedì ce l’ho chiarissima in testa, mi manca solo il risultato», ha scherzato Carlo in conferenza stampa. Che poi ha risposto con fastidio a chi gli ha chiesto del ballottaggio IscoJames: il primo ieri ha giocato bene, il secondo era squalificato (come Kroos), e sembra che al Calderon ci sarà posto solo per uno dei due: «Possono giocare entrambi», ha risposto secco Ancelotti che ieri ha superato Fabio Capello nelle vittorie in Liga, 51 a 50. A tiro le 53 di Claudio Ranieri. GOL DEI POCO ABITUALI Il Madrid nel primo tempo ha preso una traversa (Ramos) e due pali (Isco, con un solo tiro-carambola) nella stessa azione chiusa da un gol annullato giustamente al «Chicharito», ha segnato con Ronaldo e raddoppiato col messicano servito da Arbeloa. Nel finale il gol di Jesé. Il Chicharito, in Liga titolare solo una volta quasi 6 mesi fa, non aveva ancora fatto gol al Bernabeu, lo spagnolo non iniziava una gara da 389 giorni e da quando è rientrato dopo il lungo infortunio aveva segnato solo due volte. ATLETICO STOP E se il Madrid ha fatto riposare quasi tutti i suoi titolari (nella ripresa sostituzioni per Ramos, Modric e Marcelo), l’Atletico ha fatto una scelta diversa. Simeone a Malaga ha mandato in campo la formazione migliore, rinunciando solo a Godin. E ha rimediato un sofferto pareggio: madrileni in vantaggio con Griezmann dopo un grave errore di Kameni su rimessa laterale di Gamez, pareggio del Malaga grazie a un autogol di Fernando Torres, nella ripresa il pallonetto di Samuel e definitivo pari ancora di Griezmann (18 gol in Liga, record personale, con la Real Sociedad si era fermato a 16). © RIPRODUZIONE RISERVATA
Frenata Barça e gran rimonta del Siviglia: da 2-0 a 2-2 1Subito Messi-Neymar, ma Banega e Gameiro firmano il pari. Blancos a -2
Lionel Messi, 27 anni, firma la prima rete del Barça a Siviglia REUTERS
SIVIGLIA
2
BARCELLONA 2 PRIMO TEMPO 1-2 MARCATORI Messi (B) al 14’, Neymar (B) al 31’, Banega (S) al 38’ p.t.; Gameiro (S) al 39’ s.t. SIVIGLIA (4-2-3-1) Sergio Rico 6,5; Coke 7, Pareja 6,5, Carriço 6,5, Tremoulinas 7; Iborra 7 (dal 25’ s.t. Mbia 5,5), Krychowiak 6,5; Aleix Vidal 7, Banega 7, Vitolo 6,5 (dal 25’ s.t. Reyes 7); Bacca 6 (dal 30’ s.t. Gameiro 7). PANCHINA David Soria, Diogo, Navarro, Denis Suarez. ALLENATORE Emery 7. AMMONITI Krychowiak, Iborra, Banega, Reyes, Mbia per gioco scorretto. ESPULSI nessuno. BARCELLONA (4-3-3) Bravo 5; Dani Alves 6,5, Piqué 6, Mathieu 6,5, Jordi Alba 6,5; Rakitic 5, Busquets 7, Iniesta 5,5 (dal 41’ s.t. Pedro s.v.); Messi 6,5, Suárez 5, Neymar 7 (dal 29’ s.t. Xavi 5,5). PANCHINA Ter Stegen, Adriano, Bartra, Mascherano, Rafinha. ALLENATORE Luis Enrique 5. AMMONITI Busquets, Piqué per gioco scorretto. ESPULSI nessuno. ARBITRO Martinez Munuera 6,5 NOTE spettatori 45.000 circa Tiri in porta 3-6, tiri fuori 5-3, fuorigioco 3-3, angoli 2-4 Recuperi: 0‘ p.t.; 3‘ s.t.
GERMANIA
Il Bayern «spagnolo» vola pure senza Robben e Ribery 1Quattro iberici
in campo per i bavaresi: è la prima volta in Bundesliga Bene il Wolfsburgt
Elmar Bergonzini
P
ur senza le ali Robben e Ribery, il Bayern vola: con il 3-0 all’Eintracht Guardiola può dirsi sollevato. Nelle ultime tre partite i bava-
resi avevano segnato un solo gol, contro i 14 delle tre gare precedenti. Un calo evidente, dovuto agli infortuni: Pep ieri aveva a disposizione solo quattro panchinari. Decidono la doppietta di Lewandowski e il gol da geometra di Müller. Due record curiosi: per la prima volta nella storia della Bundes una squadra ha schierato quattro spagnoli contemporaneamente (Reina, Bernat, Xabi Alonso e Thiago Alcantara) e per la prima volta il Bayern schiera quattro giocatori stranieri della stessa nazionalità. Il Wolfsburg, eurorivale del Na-
poli, ha vinto senza faticare: nel 2-0 di Amburgo in gol Guilavogui e Caligiuri. Dost, ancora a secco, ha però servito i due assist. Crolla il Dortmund: 3-1 col Borussia Moenchengladbach. Per la sesta volta in campionato i gialloneri prendono gol nei primi 10’. Meno di un quarto d’ora per Immobile, che non ha potuto incidere. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Robert Lewandowski, 26 anni AFP
28ªGIORNATA Venerdì HannoverHertha 1-1. Ieri Bayern-Eintracht 3-0; Mainz-Leverkusen 2-3; Borussia M.Dortmund 3-1; Paderborn-Augsburg 2-1; Schalke-Friburgo 0-0; AmburgoWolfsburg 0-2. Oggi Colonia-Hoffenheim (ore 15.30); Stoccarda-Werder Brema (17.30). CLASSIFICA Bayern 70; Wolfsburg 60; Borussia M. 53; Leverkusen 51; Schalke 41; Augsburg 39; Hoffenheim 37; Eintracht e Brema 35; Dortmund e Hertha 33; Mainz 31; Colonia 30; Friburgo e Hannover 29; Paderborn 27; Amburgo 25; Stoccarda 23.
CORRISPONDENTE DA MADRID
I
l Barça ha dominato, ha strabiliato, è andato sul 2-0 e sembrava aver annichilito il Siviglia. Il Barça ha sbagliato, più volte e con vari uomini, allenatore incluso, ha perso fiducia e mordente e si è fatto rimontare sul 2-2 da un avversario che ha tremato, ha barcollato ma trascinato da uno stadio commovente ha ritrovato forze, motivazioni, fiato e pareggio. STADIO INESPUGNABILE Questa la fotografia di una partita spettacolare per intensità, classe, gesti tecnici, voglia e coreografia. Un pari che rilancia il Madrid, ora a 2 punti dal Barça, e che toglie sicurezza ai catalani che nelle prossime 3 gare sfideranno due volte il Paris Saint Germain e in mezzo il Valencia in corsa per il terzo posto in Liga. Ieri iniziava il tappone pirenaico del Barça che veniva da 20 vittorie in 21 uscite e l’appassionato ciclista Luis Enrique è stato subito staccato. Niente di irrimediabile, però occhio ad alcune sensazioni innegabilmente negative. Il Siviglia allunga a 32 la striscia di partite senza perdere al Sanchez Pizjuan (record del club, prossimo ospite lo Zenit di Villas Boas), serie iniziata nel marzo
2014 dopo la sconfitta nel derby di Europa League col Betis. Il suo allenatore Emery può essere soddisfatto della rimonta, dei suoi cambi e dell’approccio battagliero dei suoi ma allunga a 19 il numero di partite senza vittorie contro il Barça: 6 pari e 13 sconfitte, personale mostro più che bestia nera. GLI ERRORI Decisivi, per il Barça. I 3 gol sbagliati da Luis Suarez, due clamorosi: il primo sul 2-0, il secondo e il terzo sul 2-1. L’uruguayano doveva chiudere una gara che il Barcellona ha iniziato in maniera celestiale: ritmo eccezionale, giocate di alta precisione, ennesimo gol di Messi (34 in questa Liga, 399 col Barça), un sinistro a giro meraviglioso quasi identico a quello di mercoledì con l’Almeria e anche la prima rete su punizione in maglia blaugrana di Neymar, ispiratissimo. Il secondo errore è stato di Claudio Bravo, in colpevole ritardo sul tiro di Ever Banega che al 38’ ha dato vita al Siviglia. Il destro, potente è preciso, è partito da quasi 30 metri ed è stato toccato dal portiere cileno. E nella ripresa, dopo il doppio perdono di Suarez: prima Luis Enrique ha tolto Neymar per mettere Xavi, col brasiliano che ha contestato apertamente il cambio con ampi gesti della mano e buttando via una scarpa, poi Piqué, fin li impeccabile e da 3 mesi in forma straordinaria, all’84’ ha regalato a Reyes la palla da cui è iniziata l’azione del pareggio, portata avanti da Aleix Vidal e chiusa da Gameiro, uno che gioca pochissimo e segna tantissimo. SPERANZA BIANCA A quel punto il Barça aveva perso l’eccezionale brillantezza dei primi 35’, difendeva con discreto ordine ma non costruiva più nulla e attendeva passivamente lo scorrere dei minuti. L’ultimo errore è stato fatale. E il Madrid attizza la fiammella della speranza: un altro pareggio del Barça accoppiato a una vittoria del Real rimanderebbe in testa la squadra di Ancelotti, avanti nello scontro diretto. La Liga è più viva che mai f.m.r. © RIPRODUZIONE RISERVATA
LIGA 31ª GIORNATA Ieri Real Madrid-Eibar 3-0; Malaga-Atl. Madrid 2-2; Siviglia-Barcellona 2-2; Celta-Rayo Vallecano (nella notte); Almeria-Granada (nella notte). Oggi Getafe-Villarreal (ore 12), Espanyol-Ath. Bilbao (17), Real Sociedad-Deportivo (19), Cordoba-Elche (21). Domani Valencia-Levante (20.30). CLASSIFICA Barcellona 75, Real Madrid 73, Atl. Madrid 66, Valencia e Siviglia 62, Villarreal 50, Malaga 46, Ath. Bilbao 40, Espanyol e Rayo 38, R. Sociedad 37, Celta 36, Getafe 35, Eibar 31, Levante ed Elche 28, Deportivo 27, Almeria 25, Granada 24, Cordoba 19.
TACCUINO FRANCIA
Psg e Lione fermi Marsiglia a Bordeaux ● La finale di Coppa di Lega porta al rinvio delle partite delle prime della classe. Il resto del programma ha il big match nella sfida fra Bordeaux e Marsiglia. 32ª GIORNATA Venerdì: Caen-Monaco 0-3. Oggi, ore 17: Saint Etienne-Nantes (14); Evian-Lilla; Lens-Lorient; Reims-Nizza; RennesGuingamp; TolosaMontpellier; BordeauxMarsiglia (21). Mercoledì 15: Lione-Bastia (18.30). Martedì 28: Psg-Metz (21) CLASSIFICA Psg 62; Lione 61; Monaco* 58; Marsiglia 57; Saint Etienne 53; Bordeaux 51; Montpellier 49; Lilla 44;
Rennes 42; Nantes 40; Guingamp 39; Caen* e Nizza 38; Bastia 37; Evian 36; Reims 35; Lorient 34; Tolosa 32; Metz 26; Lens 25. *una partita in più.
UCRAINA
La Dinamo si carica per la Fiorentina ● La Dinamo Kiev, che giovedì ospiterà la Fiorentina nell’andata dei quarti di finale di Europa League, riceve oggi il Zorya nella 19ª giornata della Premier League ucraina. La squadra di Rebrov sta dominando il campionato con 15 vittorie e 3 pareggi nelle prime 18 giornate e ha la possibilità di riportare a 7 i punti di vantaggio sullo Shakhtar Donetsk, secondo in graduatoria, che ieri ha battuto per 5-0 il Chernomorets di Odessa.
Mondo R Francia
DOMENICA 12 APRILE 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
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La rivincita di Ibra, la Coppa è del Psg
1Lo svedese abbatte il Bastia con una doppietta, Cavani completa la festa con due gol nel finale BASTIA PSG
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Alessandro Grandesso
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SAINT DENIS (FRANCIA) Twitter @agrandesso
PRIMO TEMPO 0-2 MARCATORI Ibrahimovic al 21’ su rigore e al 41’ p.t.; Cavani al 36’ e al 45’ s.t. BASTIA (4-2-3-1) Areola 6; Cioni 6, Squilllaci 6, Modesto 6, Palmieri 5 (dal 23’ s.t., Diakité 6); Cahuzac 6, Gillet 6; Ayité 6, Boudebouz 6, Danic 6 (dal 21’ p.t., Peybernes 6); Sio 5 (dal 35’ s.t., Brandao 6). PANCHINA Leca, Marange, Romaric, Kamano. ALLENATORE Printant 6. CAMBI DI SISTEMA nessuno. ESPULSI Squillaci per gioco scorretto. AMMONITI Cahuzac, Peybernes, Cioni per gioco scorretto. PSG (4-3-3) Douchez 6; Aurier 6, Marquinhos 7, Silva 7, Maxwell 6; Verratti 7, Rabiot 6,5 (dal 32’ s.t., Cabaye 6), Matuidi 6,5; Pastore 7 (dal 26’ s.t., Lucas 6), Ibrahimovic 8, Lavezzi 7 (dal 19’ s.t., Cavani 7,5). PANCHINA Sirigu, Camara, Digne, Van Der Wiel. ALLENATORE Blanc 7. CAMBI DI SISTEMA nessuno. ESPULSI nessuno. AMMONITI Lavezzi per gioco scorretto. ARBITRO Bastien 6. NOTE Spettatori 80 mila circa. Tiri in porta 1-8. Tiri fuori 4-8. In fuorigioco 2-4. Angoli 5-7. Recuperi: p.t. 3’; s.t. 2’.
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arigi resta capitale. A cancellare l’hashtag che girava in questi giorni sui social per incitare il Bastia, prima della finale di coppa di Lega, pensa l’inevitabile Ibrahimovic. Lo svedese si congeda a modo suo, prima di infilarsi nel tunnel di quattro giornate di squalifica rimediate giovedì per gli insulti agli arbitri: con i gol. Altri due, con in più un assist per Cavani. Corsi travolti: 4-0. Il tutto per bagnare la prima finale con il Psg, la prima anche allo Stade de France. La Francia del calcio lo rivedrà in campo solo per la 36ª giornata, perché anche in Champions, contro il Barcellona, l’ex rossonero sconta una squalifica mercoledì, e il ritorno si gioca in Catalogna. Ed è un peccato perché l’Ibrahimovic del 2015 è una spettacolare macchina da gol: 16 con il nuovo anno. Un elemento indispensabile che rende amaro il gusto del trionfo del Psg che, dopo aver sollevato d’estate anche la supercoppa di Francia, resta in corsa pure per lo scudetto, è atteso in finale di coppa di Francia e sogna ovviamente gloria europea. IMPLACABILE Ibrahimovic se la prende stavolta con il Bastia che dopo il Saint Etienne (11) è la squadra francese che lo stuzzica di più. Fino a ieri i corsi avevano dovuto pagare pegno sei volte, in sei gare. Sono arrivate altre due bastonate che portano a 104 il bottino personale in
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● 1 La tifoseria del Bastia allo Stade de France: quasi trentamila ● 2 La gioia sfrenata di Zlatan Ibrahimovic, 33 anni, che sfoga così la rabbia per le 4 giornate di squalifica in campionato ● 3 Edinson Cavani, 28 anni, festeggiato dai compagni dopo la rete che chiude la partita EPA/AFP
maglia parigina. Lo svedese è sempre più vicino al record assoluto di Pauleta, fermatosi a 109. I cinque gol che mancano sembrano solo un dettaglio per un attaccante uscito alla grande da un autunno difficile, complicato dall’infortunio che lo ha tenuto fuori per un mese e mezzo. Acqua passata. Nella terra dei re ghigliottinati, l’ex rossonero ha sfoggiato ogni tipologia di rete. Di destro ne sono arrivati 71, 21 di sinistro. Dieci di testa, ma poi anche di petto, contro il Saint Etienne a gennaio, bastonato poi mercoledì scorso con una tripletta (4-1). E pure di tacco, come il colpo dello scorpione, volante, sfoggiato guarda caso conto il Bastia nel 2013.
Ai corsi ieri ha riservato un rigore (21’), procurato da Lavezzi: il 24° da quando ha iniziato a prendere lezioni di francese. Poi il bis, con una stoccata dal limite, dopo aver controllato elegantemente di petto: 67° gol su azione (41’). Insomma, l’ennesimo show che prova che lo svedese ha trasmesso un’anima vincente anche al Psg. Quella che magari, secondo il tecnico Blanc, non piace ai francesi «invidiosi» di chi ha successo. Il Psg quest’anno può continuare a vincere. E in assenza di Ibrahimovic, tocca a Cavani prendersi sulle spalle la squadra. L’uruguayano sembra finalmente pronto perché in mezzora della ripresa ieri ha raddoppiato il
INGHILTERRA
conto. Prima girando di testa in rete il cross da destra di Aurier (36’). E poi tagliando un diagonale, raccogliendo il suggerimento filtrante di Ibrahimovic (45’). Quasi un passaggio di consegne per sigillare il successo sul Bastia che vent’anni fa si era già presentato a Parigi, sempre in finale di coppa di Lega. Allora finì 2-0 per i Parigi. Quest’anno è andata peggio. Da segnalare, prima della partita, tafferugli di lieve entità in centro città, nel quartiere di Les Halles, tra circa duecento pseudo tifosi corsi e forze dell’ordine. Qualche vetrina in frantumi e una quindicina i gendarmi sono rimasti leggermente feriti. © RIPRODUZIONE RISERVATA
L’ALBO D’ORO ● Alla Coppa di Lega francese (organizzata dalla Lega a differenza della Coppa di Francia, organizzata dalla Federazione) partecipano 45 squadre: tutte quelle di Ligue 1 e Ligue 2 e le migliori della National, la terza serie francese. Tra il 1964 e il 1994 si sono disputate 8 edizioni, dal 1995 è diventata un appuntamento fisso del calendario. Ecco le vincitrici a partire dal 1995, l’anno della prima vittoria del Psg proprio in finale sul Bastia. 1995 Psg 1996 Metz 1997 Strasburgo 1998 Psg 1999 Lens 2000 Gueugnon 2001 Lione 2002 Bordeaux 2003 Monaco 2004 Sochaux 2005 Strasburgo 2006 Nancy 2007 Bordeaux 2008 Psg 2009 Bordeaux 2010 Marsiglia 2011 Marsiglia 2012 Marsiglia 2013 Saint Etienne 2014 Psg 2015 Psg
DERBY DI MANCHESTER
Di lotta e di governo E l’Arsenal di Wenger ora spaventa Mourinho 1I Gunners
passano a Burnley: segna Ramsey, poi una difesa attenta: il Chelsea, oggi con il Qpr, è a 4 punti
periorità dei Gunners, ma le parate di Ospina su Vokes e Trippier dimostrano che il Burnley è vivo. Nella ripresa il Burnley aumenta la spinta, ma il gol divorato da Boyd al 70’ è un peccato mortale. L’Arsenal riconquista metri di campo e la spinta propulsiva del Burnley si esaurisce. Wenger è su di giri: «Vittoria meritata, abbiamo dimostrato di saper lottare. Potevamo segnare il secondo gol, ma nel momento più difficile ci siamo difesi bene. Il titolo? Noi dobbiamo mantenere questo ritmo, poi vediamo che cosa accadrà». Spaventare Mourinho: il massimo, per il vecchio Arsenio. © RIPRODUZIONE RISERVATA
BURNLEY-ARSENAL 0-1 MARCATORE Ramsey (A) al 12’ p.t. BURNLEY (4-4-1-1) Heaton 6; Trippier 6,5, Duff 6, Shackell 6, Mee 6; Boyd 5,5, Arfield 5,5, Jones 6 (dal 48’ s.t. Jones s.v.), Barnes 6; Vokes 6; Ings 5,5. All. Dyche 6. ARSENAL (4-2-3-1) Ospina 7; Bellerin 6,5, Mertesacker 6,5, Koscielny 7, Monreal 7; Coquelin 6,5, Cazorla 7; Ramsey 7, Ozil 6,5, Sanchez 7 (dal 48’ s.t. Chambers s.v.); Giroud 5,5 (dal 37’ s.t. Welbeck s.v.). All. Wenger 7. ARBITRO Dean 6. NOTE spettatori 21 mila. Ammoniti Mee (B) e Duff (B). Tiri in porta: 4-5. Tiri fuori: 4-10. Angoli: 1-6. In fuorigioco: 2-2. Rec.: 1’ p.t.; 3’ s.t.
Stefano Boldrini INVIATO A BURNLEY (INGHILTERRA)
D
i governo e di lotta. Vincere a Burnley, nel cuore del Nord-Ovest, non è impresa facile: quassù è caduto il Manchester City, mentre United e Tottenham hanno pareggiato. E il Chelsea, che ora si ritrova il sorriso sornione di Wenger a quattro punti, è stato persino fermato allo Stamford dalla squadra di Dyche. L’Arsenal è riuscito ad aggiungere altri tre punti nel suo straordinario 2015 in Premier – conquistati 33 su 39 – giocando due partite in una. Nel primo tempo, il polso di chi governa dall’alto di una maggioranza assoluta: tradotto in termini calcistici, superiorità tecnica in tutti i reparti. Nella ripresa, la capacità di lottare di chi vuole mantenere il potere. Una dote, questa, sconosciuta fino a poco tempo alla
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Aron Ramsey, 24 anni, al 5° gol in Premier, fa festa con Bellerin, 20 REUTERS
banda di Wenger. IL FILM La chiave del match è il gol di Ramsey al 12’, un sassata di destro dopo i tre tentativi in serie di Cazorla, Ozil e Sanchez. Trovarsi subito avanti permette all’Arsenal di giocare il suo calcio preferito: ripartenze, velocità, palla a terra. L’incrocio sfiorato da Cazorla legittima la su-
RWenger: «Vittoria meritata, bravi anche a soffrire. Il titolo? Vediamo cosa succede...»
32ª GIORNATA Ieri Swansea-Everton 1-1; Southampton-Hull 2-0; SunderlandCrystal Palace 1-4; Tottenham-Aston Villa 0-1; West Bromwich-Leicester 2-3; West Ham-Stoke 1-1; Burnley-Arsenal 0-1. Oggi Qpr-Chelsea (14.30); Manchester United-Manchester City (17). Domani Liverpool-Newcastle (21). CLASSIFICA Chelsea 70; Arsenal 66; Manchester United 62; Manchester City 61; Southampton 56; Liverpool e Tottenham 54; Swansea 47; West Ham e Stoke 43; Crystal Palace 42; Everton 38; Newcastle 35; Wba 33; Aston Villa 32; Sunderland 29; Hull 28; Burnley e Qpr 26; Leicester 25.
Obiettivo Van Gaal affossare il City e conquistare i tifosi CORRISPONDENTE DA LONDRA
G
li occhi acquosi e sempre più arrossati di Manuel Pellegrini cercano invano di nascondere il momento che sta vivendo l’allenatore cileno e, con lui, l’intero popolo del Manchester City. Dopo 500 giorni, lo United è tornato sopra i «vicini rumorosi». Il sorpasso è avvenuto alla vigilia del derby numero 169 e oggi, all’Old Trafford, Louis Van Gaal si ritrova tra le mani il servizio vincente. Battere il City dopo tre sconfitte di fila (0-3 il 3 marzo 2014, 1-2 l’8 aprile 2013 e 1-6 il 23 ottobre 2011) avrebbe il senso di una liberazione. Appena tre mesi fa, tutto ciò sembrava impossibile. A Capodanno, il City era in testa alla Premier. Oggi, dopo un inizio di 2015 sciagurato – conquistati solo 18 punti su 36 –, i campioni d’Inghilterra sono scivolati
al quarto posto, con il fantasma dei playoff di Champions a rendere più buia la notte. L’OLANDESE Van Gaal vuole il successo numero 70 nella stracittadina per tante ragioni: blindare la qualificazione in Champions, entrare nel cuore dei tifosi, dimostrare che i grandi investimenti di questa stagione non sono stati sprecati. Il santone olandese sta compiendo la missione a modo suo: con Falcao e Di Maria in panchina, un Van Persie che tra infortuni ed età che avanza potrebbe salutare lo United e due giocatori rigenerati: Fellaini e Mata. «Temevo più l’Aston Villa che il City – le parole di Van Gaal –. Il Villa pensa a difendersi, il City ti fa giocare». Rooney, 11 gol al City, ha in canna altre perle. L’unica preoccupazione di LVG è la tenuta nervosa: 5 espulsi finora, compreso Smalling nel match di andata, perso 1-0. IL CILENO Pellegrini ribadisce che non si sente condannato al patibolo. «Il 2015 non sta andando bene, ma non siamo un disastro». Il suo mantra è che non pensa all’esonero. Il cileno cerca il successo numero 50 nel derby senza gli infortunati Jovetic e Bony. Ma il club guarda oltre: la caccia al nuovo manager è già cominciata. bold
Louis Van Gaal, 63 anni EPA
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OPINIONI
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Un’altra impresa dei gialloblù
La vignetta
Le due facce del continente
ONESTÀ E ORGOGLIO IL PARMA DIVENTA ESEMPIO PER TUTTI
di Stefano Frosini
MILANO MARATHON FESTA DELL’AFRICA OLTRE LA SOFFERENZA
L’ANALISI MAI di LUCA CALAMAI
P
er una volta gli ultimi diventano i primi. Il calcio regala di queste favole. Il Parma che rischia di sparire, con 218 milioni di debiti e due curatori fallimentari in tribuna, batte la Juve che sogna il triplete. La squadra di Donadoni sta dando una grande lezione al calcio italiano, vincendo lo scudetto dell’orgoglio, della professionalità, dell’onestà. I giocatori gialloblù sono da mesi senza stipendio. Si sono allenati per un lungo periodo senza avere l’acqua calda per la doccia negli spogliatoi. Hanno dovuto studiare più i codici di legge che gli schemi degli avversari. Hanno dovuto chiedere aiuto e autotassarsi per le trasferte. Un calvario sportivo. Eppure nell’ultima settimana hanno conquistato 7 punti. E non c’è niente di casuale in questa serie di risultati positivi. Il Parma poteva staccare la spina, poteva indossare i comodi panni della vittima. I giocatori potevano smettere di lavorare pensando soltanto a trovare un contratto per il prossimo anno. Ma sapevamo che la faccia onesta di Donadoni e la grinta di Lucarelli, portavoce del gruppo, erano garanzie assolute. Ed è stato così. Trascinato da Roberto Donadoni, fantastico condottiero, il Parma ha fatto sempre il suo dovere. La Juve è soltanto l’ultima delle vittime illustri. Gli emiliani hanno pareggiato con la Roma all’Olimpico, hanno tolto 4 punti su 6 all’Inter, hanno messo in ginocchio la Fiorentina al Tardini. Chissà se, magari solo per un minuto, Antonio Cassano non si è pentito di essersi chiamato fuori da questa favola.
La vittoria con la Juve chiude il «primo tempo» della storia. Da oggi inizia un’altra partita per la banda Donadoni. Mercoledì il tribunale di Parma dovrà decidere sulla prosecuzione dell’esercizio provvisorio fino al termine della stagione. E questo via libera deve arrivare. I gialloblù devono finire il campionato. Un diritto che si sono conquistati sul campo. E non basta. Tutto il calcio italiano si mobiliti. Non vogliamo svegliarci da questa magia. Non possiamo immaginare questo Parma scaraventato tra i dilettanti. Certo, i debiti sono una montagna. Si parla di un deficit di 63 milioni per i soli tesserati. Numeri che potrebbero spaventare imprenditori interessati a non far sparire il Parma. Ma Nocerino e compagni hanno dimostrato che a volte si può sfidare la logica. E vincere. Nel frattempo, da oggi saremo in tanti a fare il tifo perché la squadra gialloblù trasformi questo finale di torneo in una cavalcata epica. Provando a evitare una retrocessione che, purtroppo, appare inevitabile. Chiudiamo con due protagonisti speciali di questo pomeriggio di calcio antico. Il giovane Mauri, classe ’96, è un centrocampista che merita di trovare spazio in una delle grandi del calcio italiano. Cerchiamo di non farcelo portare via visto che da settimane lo stando visionando osservatori di club inglesi e spagnoli. Sarebbe un clamoroso autogol. E diciamo ancora grazie a Roberto Donadoni che ha sponsorizzato la maglia del Parma con il nome del ristorante che gestisce insieme a Tassotti e a un altro socio. Il tecnico gialloblù ha raccontato che avendo una bambina piccola si diverte a vedere le favole in tv insieme a lei. Quando crescerà potrà raccontarle di un pomeriggio al Tardini e di una partita di calcio che è entrata nel cuore di tutti. Anche il pallone a volte ha qualcosa di magico.
NON SOLO CALCIO ALCIO ARDUCCI di FAUSTO NARDUCCI fnarducci@rcs.it twitter: @Ammapp1 p1
BAMBINO GESÙ Ospedale pediatrico ● aldomontano e bambinogesu VMezzaroma posano per una giusta causa a favore di bambino gesu @CharityStars Grazie @bambinogesu
POETA E DATOME Giocatori di basket ● Mai sottostimare il cuore di un campione. Fare canestriiiiiiiiii @gallinari8888 @PeppePoeta @GigiDatome
SCUDERIA FERRARI Team di F.1 ● La bandiera italiana davanti al nostro box #ChiGP #ForzaFerrari @ScuderiaFerrari
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ggi oltre 15.000 podisti, fra 42 km (4916 iscritti) e staffette (10.280), correranno felici per le strade di Milano nella corsa della Rcs: sicuramente ai Giardini Montanelli vedremo molti di più dei 3.547 arrivati dell’anno scorso che avevano assicurato alla città dell’Expo il quarto posto fra le corse italiane. Un incremento rispetto agli ultimi due anni che è la proiezione fedele della crescita di maratoneti registrata fra gli italiani dalla rivista Correre nel 2014: 38.254 classificati contro il precedente di 35.922 del 2011. Prepariamoci ad applaudire i keniani di turno ma in Africa la corsa, così intessuta con la cultura e l’economia di un Terzo Mondo ancora alla ricerca della propria identità, può significare anche dolore, ingiustizia e da qualche tempo anche doping. Proprio in questi giorni l’arresto a Kampala dell’allenatore Peter Wemali ha messo un punto fermo su una delle storie più tristi e sgradevoli che lo sport ci abbia mai consegnato. Quella di cinque ragazze minorenni (la più giovane 15enne) che un poliziotto-allenatore senza scrupoli aveva instradato alla corsa con la più torbida delle bugie: «La vostra ricchezza è in mezzo alle gambe». Che cosa significa? Che era lui a matterle incinte per poi farle abortire con la scusa che gli ormoni messi in circolo potevano «correre come le keniane». È stato il bronzo iridato 2007 dei 5000 Moses Kipsiro l’anno scorso nel training camp di Kapchorwa a scoprire l’obbriobriosa
pratica e a denunciare il tecnico innescando una sequenza di minacce (un cugino di Kipsiro aveva dato fuoco alla casa del tecnico), controdenunce, epurazioni (Kipsiro escluso dai Mondiali di mezza maratona e poi di cross), pare perfino l’omicidio di una giovane atleta testimone fino all’arresto di questi giorni. Nel vicino Kenya, intanto, lo sport fa il conto della lista del doping che nelle ultime ore si è allungata di un’altra maratoneta (non di primo piano) dell’area di Eldoret e dell’annuncio da parte del presidente Isaiah Kiplagat di togliere la licenza ai manager italiani coinvolti. Ma molto diversa è la posizione di atleti illuminati come Cyprian Kotut, fratello del grandissimo Martin Lel (non badate alla differenza di cognome) che è arrivato tardi alla corsa dopo essersi dedicato agli studi sociali, ma si candida a diventare un portavoce del movimento di atleti che chiede pulizia: «La diffusione del doping in Kenya è in grande crescita e la federazione è impegnata solo in operazioni di facciata. Chi porta il doping non sono gli allenatori o i manager stranieri, ma i medici keniani con la connivenza dei farmacisti. Dottori senza scrupoli che non sanno niente di atletica e badano soltanto agli interessi personali, distruggendo quella che insieme al té è la vera ricchezza del Paese». Kotut, che oggi è uno dei favoriti per la vittoria a Milano, è meno preoccupato per la situazione politica: «Quando ho letto della strage nella Garissa University ho inviato una mail al presidente Uhuru Kenyatta perché non è giusto che gli studenti vengano abbandonati. Per fortuna è una situazione circoscritta nell’area del Nord-Est esposta all’assalto dei militanti al-Shabab, dove fra l’altro non si fa sport». © RIPRODUZIONE RISERVATA
L’inglese alla Parigi-Roubaix
SIR WIGGINS, UN BEL MESSAGGIO AL MONDO DEL CICLISMO gare su strada) di una carriera non omologabile. Sir Bradley Wiggins saluterà oggi le corse in linea sulla pista di Roubaix, in fondo alla più affascinante delle Grandi Classiche.
IL COMMENTO di PIER BERGONZI email: pbergonzi@rcs.it twitter: @pierbergonzi
I
l suo destino è così. Ha fatto strani giri, che passano dalle cime leggendarie del Tour de France e la crono olimpica nel cuore storico di Londra e oggi lo riportano in un velodromo (la sua culla) per l’ultimo giro di giostra (nelle
Wiggo è nel cerchio ristretto dei favoriti senza essere mai stato considerato un purista della Roubaix. Del resto non lo è di niente. O meglio, lo è di tutto. Nella storia del ciclismo non c’è alcun altro atleta che è stato capace di vincere Mondiali e Olimpiadi su pista e la maglia gialla del Tour. Nessun
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altro che potesse puntare a qualsiasi corsa del calendario che conta. Wiggins, con quella faccia e quella storia rock da quinto Beatles, è un creativo, un esteta della bici. E ha, come tutti i grandi campioni di lingua inglese, un rispetto religioso per le corse della tradizione. Ha deciso di chiudere la carriera con altre due tappe chiave: il record dell’ora che tenterà a giugno (potrebbe porre l’asticella molto in alto...) e l’ennesimo oro dell’inseguimento a squadre ai Giochi di Rio 2016.
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Prima però ha voluto togliersi la soddisfazione di preparare la ParigiRoubaix con la determinazione e la meticolosità che lo contraddistinguono. Ha rivisto i video della corsa, ha provato e cronometrato i tratti di pavè e l’asfalto che li separa. Ha pesato gli avversari al Fiandre e ora è pronto a lanciarsi senza paracadute. Difficile che vinca contro Kristoff (in particolare), Degenkolb, Sagan, Terpstra e il suo compagno di squadra Thomas. Ma già l’idea che ci voglia provare è un grande messaggio per il ciclismo. Grazie Wiggo, grazie comunque.
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ARRETRATI Richiedeteli al vostro edicolante oppure a Corena S.r.l e-mail info@servizi360.it - fax 02.91089309 - iban IT 45 A 03069 33521 600100330455. Il costo di un arretrato è pari al doppio del prezzo di copertina per l’Italia; il triplo per l’estero.
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Serie B R 35a giornata
L'ANALISI di NICOLA BINDA
Bologna col freno a mano tirato Sansone evita il crollo a Brescia
LE LEZIONI DA VALUTARE 1H’Maidat segna e spaventa Lopez, SE SI VUOLE la squadra di casa CAMBIARE
L
a disinvoltura del Carpi, che non molla niente (ah, quanto ricorda la Juve, prima di Parma...), e la fatica del Bologna. La fotografia delle prime due posizioni è sempre più nitida. La squadra di Castori ha già incorniciato la Serie A: una serie complicata di combinazioni vede addirittura una possibilità di promozione già per sabato. Invece quella di Lopez resta preoccupata. Perché dopo il Vicenza, anche il Frosinone s’è fatto sotto: la squadra di Stellone martedì recupera il derby col Latina (se vince è pari) e più avanti dovrà ricevere proprio il Bologna, atteso da un cammino molto complicato. Che volata ragazzi! Si potrà discutere quanto si vuole sul livello tecnico del campionato, ma non sulla quantità di emozioni che regala. Tutti possono battere tutti, e questo è un merito, non un difetto. E poi, al piano di sopra, si gioca forse un calcio migliore? La risposta a questo eterno dilemma potrebbe darla la riforma dei campionati che la Figc sta studiando. Come al solito, al centro di ogni discorso c’è il denaro: la Serie B sarebbe disposta a tramutare una o due promozioni con uno o due spareggi contro penultima e terzultima della A in cambio di una bella cifra, che può anche arrivare a 35 milioni. Ma è giusto? A livello economico la convenienza della B è evidente. A livello tecnico saranno di fronte una squadra di A che ha avuto contributi dieci volte superiori a una di B; è vero che la prima sarà delusa e la seconda carica d’entusiasmo, ma una va in guerra con il mitra e l’altra con una fionda. La discussione è aperta e in corso, le argomentazioni parecchie, sarebbe però opportuno che la Figc mettesse sul tavolo un aspetto non secondario. La Serie B negli anni propone squadre modello, che probabilmente hanno poco appeal a livello di diritti televisivi, ma che sicuramente in quanto a competenza potrebbero far lezione alle big del nostro calcio. Restando agli ultimi anni, abbiamo visto capolavori gestionali chiamati Sassuolo, Empoli, Carpi. Non tutti uguali, per carità, ma sicuramente tutti legati dal saper fare calcio. Questo interessa o no alla Figc (e alla Lega di A)? Saper fare calcio: la medicina per far rinascere il nostro calcio è questa. E in Serie B fiorisce. Non può una riforma radicale del nostro calcio limitarsi a tagliare squadre soltanto per dividersi qualche milione in più. © RIPRODUZIONE RISERVATA
sfiora il bis: alla fine è un pari inutile Roberto Pelucchi INVIATO A BRESCIA
U
na Ferrari che va come una 500. Il Bologna, oggi, è questo: gran bella carrozzeria, ma motore che non rende e pilota che non sembra lo Schumi dei tempi belli. Il pareggio strappato a Brescia, più per fortuna che per merito, non può lasciare tranquilli Tacopina (ieri in tribuna, non sorridente) e Saputo. Se batterà il Latina nel recupero, il Frosinone aggancerà i rossoblù al secondo posto e avrà il vantaggio di giocare in casa lo scontro diretto. Se il Bologna è questo, la promozione diretta che Lopez considera ancora oggi «meritata» rischia di scivolare tra le dita. «Adesso basta parlare, ci è andata bene. Bisogna dare tutti di più, io per primo», è stata l’onesta autocritica di Maietta, uno dei pochi a salvarsi. BRESCIA SCATENATO Ancora una volta il Bologna ha avuto un approccio alla partita deludente, non da grande squadra. Per lunghi tratti è sembrato che in lotta per la Serie A ci fosse il Brescia. Calori ha tenuto Corvia e Sestu larghi e schierato Sodinha più da «falso nueve» che da trequartista. In questo modo ha costretto l’arrancante Casarini a restare inchiodato dietro, al punto che anche
BRESCIA
1
BOLOGNA
1
PRIMO TEMPO 1-1 MARCATORI H’Maidat (Br) al 22’, Sansone (Bo) al 33’ p.t. BRESCIA (4-3-3) Arcari 7; Zambelli 6, Ant. Caracciolo 5,5, Di Cesare 7, Coly 5,5; H’Maidat 6,5, Budel 6 (dal 29’ s.t. Bentivoglio 5,5), Scaglia 7; Corvia 6, Sodinha 5,5 (dal 1’ s.t. Da Silva 6), Sestu 6,5 (38’ s.t. Valotti 5,5). PANCHINA Andrenacci, Lancini, Boniotti, Gargiulo, Bertoli, Morosini. ALLENATORE Calori 6. BOLOGNA (3-5-2) Da Costa 8; Oikonomou 5, Gastaldello 5,5, Maietta 6,5; Casarini 5, Bessa 5, Matuzalem 6, Krsticic 5 (dal 15’ s.t. Ceccarelli 6), Morleo 5; Mancosu 4,5 (dal 30’ s.t. Acquafresca 5), Sansone 6,5 (dal 39’ s.t. Masina s.v.). PANCHINA Coppola, Ferrari, Perez, Buchel, Troianiello, Improta. ALLENATORE Lopez 5. ARBITRO Di Paolo di Avezzano 6,5. GUARDAL. Di Vuolo 6-Mondin 6. ESPULSI Oikonomou (Bo) al 25’ s.t. per doppia ammonizione (entrambe per gioco scorretto). AMMONITI Gastaldello (Bo) per gioco scorr.; Coly (Br) per proteste. NOTE spettatori 9.000 circa; paganti, abbonati, incasso e quota non comunicati. Tiri in porta 5-2. Tiri fuori 7-3. In fuorigioco 1-3. Angoli 5-4. Recuperi: p.t. 1’, s.t. 4’.
IL MIGLIORE
8 ● DA COSTA
PORTIERE DEL BOLOGNA
Carpi senza rivali: ci pensa Di Gaudio Cittadella nei guai Andrea Tosi
CITTADELLA
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CARPI
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INVIATO A CITTADELLA (PD)
I
l countdown del Carpi chiama -6 punti alla serie A aritmetica. E’ l’effetto della ventesima vittoria, la nona in trasferta, che la capolista conquista a Cittadella, dominando nel primo tempo e soffrendo nel secondo il ritorno dei padroni di casa che per quattro volte vengono frenati dalle parate di Gabriel, una con l’aiuto del palo, a conferma che questo è davvero l’anno d’oro del club emiliano. «Non c’è dubbio che il pareggio sarebbe stato il risultato più giusto - riconosce con sportività Castori, tecnico dei biancorossi - siamo stati concreti ma anche fortunati. Adesso dobbiamo gestire l’euforia e l’interesse che si è scatenato nei nostri confronti anche fuori dal calcio (l’allusione è per un report del Sole 24 Ore che ha analizzato il fenomeno Carpi come un soggetto economico da studiare, ndr). E dobbiamo fare i conti con altri problemi fisici: Molina si è girato una caviglia e Mbakogu (al rientro da titolare) ha subìto una forte contusione al ginocchio destro già infortunato che dovrà essere di nuovo esaminato».
PRIMO TEMPO 0-1 MARCATORE Di Gaudio al 41’ p.t. CITTADELLA (4-4-2) Pierobon 5,5; Cappelletti 5,5, De Leidi 5, Pellizzer 5,5, Barreca 5,5; Kupisz 6, Benedetti 6, Paolucci 5,5, Minesso 5 (dal 7’ s.t. Sgrigna 6,5); Gerardi 5 (dal 20’ s.t. Busellato 6), Coralli 5 (dal 7’ s.t. Stanco 6). PANCHINA Valentini, Pecorini, Rigoni, Scaglia, Donazzan, Bazzoffia. ALLENATORE Foscarini 6. CARPI (4-1-4-1) Gabriel 7,5; Struna 6,5, Romagnoli 6, Poli 6, Letizia 6; Porcari 6; Molina 5,5 (dal 34’ p.t. Pasciuti 6), Lollo 6, Bianco 6, Di Gaudio 7 (dal 36’ s.t. Sabbione s.v.); Mbakogu 6 (dal 18’ s.t. Lasagna 5,5). PANCHINA Maurantonio, Modolo, Gatto, Inglese, Pugliese, Laner. ALLENATORE Castori 6,5. ARBITRO Saia di Palermo 6. GUARDALINEE Avellano 6Borzomì 6. ESPULSI nessuno. AMMONITI Cappelletti (Ci), De Leidi (Ci), Lollo (Ca) e Struna (Ca) per gioco scorretto. NOTE paganti 1.251, incasso di 11.569 euro; abbonati 1.573, quota di 5.805 euro. Tiri in porta 4 (con un palo)-6. Tiri fuori 8-4. In fuorigioco 0-2. Angoli 9-7. Recuperi: p.t. 1’, s.t. 5’.
CLASSIFICA SQUADRE
PT
CARPI BOLOGNA (-1) VICENZA FROSINONE AVELLINO LIVORNO PERUGIA SPEZIA PESCARA LANCIANO BARI TERNANA MODENA TRAPANI LATINA CATANIA CROTONE PRO VERCELLI ENTELLA CITTADELLA BRESCIA (-6) VARESE (-4)
71 57 56 54 52 51 50 50 48 47 45 43 42 42 41 41 40 40 40 39 32 28
PARTITE
RETI
G
V
N
P
F
S
35 35 35 34 35 35 34 35 35 35 35 35 35 35 34 35 35 35 35 35 35 34
20 15 15 15 14 14 12 13 12 10 12 11 9 10 9 10 10 10 9 8 9 7
11 13 11 9 10 9 14 11 12 17 9 10 15 12 14 11 10 10 13 15 11 11
4 7 9 10 11 12 8 11 11 8 14 14 11 13 11 14 15 15 13 12 15 16
54 42 39 52 33 51 39 46 58 47 37 31 30 48 31 50 35 39 33 42 41 35
24 30 32 44 31 42 37 38 48 41 42 41 29 60 33 49 42 50 48 46 49 57
SERIE A PLAYOFF PLAYOUT RETROCESSIONI
RISULTATI
L’esultanza di Gianluca Sansone, 27 anni, dopo il gol del pari LAPRESSE
Coly ha potuto affondare i colpi a sinistra. Proprio da un’incursione del senegalese (22’) è nato il gol del vantaggio bresciano con H’Maidat. Soltanto uno dei pochi errori di Antonio Caracciolo, uno sciagurato rinvio corto al limite dell’area, ha permesso a Sansone di fare 1-1 con il primo tiro in porta bolognese, ed era già il 33’. Massacrato sulle fasce e con il solo Matuzalem in grado di tenere a galla il centrocampo, il Bologna ha cercato di sfruttare la vitalità di Sansone per cercare la porta. E’ stato lui, a fine primo tempo, a mettere Mancosu davanti ad Arcari, ma il centravanti si è fatto disarmare dal portiere in splendida uscita. BOLOGNA IN DIECI Se c’è qualcosa che il Brescia deve rimproverarsi è di non aver capitalizzato le occasioni avute. Da DI GAUDIO OTTAVO Il successo degli ospiti matura a ridosso dell’intervallo quando Di Gaudio, dal basso dei suoi 168 centimetri, infila di testa la contraerea dei saltatori di casa buggerando il corazziere Pellizzer e il portiere Pierobon nell’area piccola su cross di Pasciuti (gol numero 8 in stagione, record tra i professionisti). Nella ripresa il Carpi gioca di sponda sulle ripartenze di Mbakogu fino al momento del suo infortunio. Poi ci pensa Gabriel. CITTA A RISCHIO Il Cittadella trema: con questo k.o. e i risultati delle dirette concorrenti, sarebbe retrocesso senza playout. La squadra che volava all’inizio del ritorno, ha raccolto solo due punti nelle ultime 5 gare. Il rischio è forte ma Foscarini confida nell’ennesimo miracolo (sono 10 anni che funziona). Dopo lo svantaggio, al ritorno in campo il Citta si getta in avanti ma il gol non arriva e l’ultima speranza di cogliere almeno il pari s’infrange sul legno colpito da Sgrigna. © RIPRODUZIONE RISERVATA
IL MIGLIORE
7,5 ● GABRIEL
PORTIERE DEL CARPI
Costa è stato il migliore in campo, con almeno quattro interventi decisivi (su Scaglia per due volte, Sestu e Corvia), mentre ancora Corvia, Di Cesare e Valotti hanno sprecato occasioni invitanti. Il Bologna, paradossalmente, ha avuto più coraggio quando è rimasto in dieci per l’espulsione di Oikonomou, ma nulla di così clamoroso. E la sostituzione di Sansone con Masina è sembrata un segno di resa (anche il d.s. Corvino, in quel momento, ha abbandonato la tribuna). Maietta, a nome dei compagni, ha difeso Lopez («Non l’abbiamo mai abbandonato»), mentre il tecnico nega che l’obbligo di salire subito in A stia diventando un freno: «Se c’è qualcuno che vede il traguardo come un peso, alzi la mano e vada via. Io dico che non c’è nessuno». © RIPRODUZIONE RISERVATA
BARI-CROTONE 1-1 BRESCIA-BOLOGNA 1-1 CATANIA-TRAPANI 4-1 CITTADELLA-CARPI 0-1 FROSINONE-PESCARA 2-1 LANCIANO-LATINA 1-1 MODENA-ENTELLA 2-0 PERUGIA-VARESE domani, ore 20.30 PRO VERCELLI-LIVORNO 3-3 SPEZIA-TERNANA 0-1 VICENZA-AVELLINO 1-0
PROSSIMO TURNO VENERDÌ 17 APRILE, ore 20.30 CITTADELLA-VICENZA SABATO 18 APRILE, ore 15 BOLOGNA-SPEZIA CARPI-BRESCIA CROTONE-LANCIANO PESCARA-MODENA TERNANA-PERUGIA TRAPANI-BARI VARESE-AVELLINO DOMENICA 19 APRILE, ore 15 LATINA-CATANIA LIVORNO-FROSINONE LUNEDÌ 20 APRILE, ore 20,30 ENTELLA-PRO VERCELLI
(1-1) (1-1) (3-3) (1-1) (0-2) (2-2) (1-2) (0-0) (0-1) (1-5) (0-2)
MARCATORI 17 RETI Calaio’ (6, Catania); Granoche (6, Modena); Marchi (5, Pro Vercelli); Cocco (2, Vicenza). 16 RETI Maniero (Catania; 12 con 7 rigori nel Pescara). 15 RETI Castaldo (5, Avellino). 13 RETI Mbakogu (4, Carpi); Ciano (5, Crotone); Catellani (5, Spezia). 12 RETI Vantaggiato (1, Livorno); Falcinelli (3, Perugia); Melchiorri (Pescara).
Il Frosinone in volo vede la A diretta Pescara, si cambia? Gaetano Imparato INVIATO A FROSINONE
A
llaciate le cinture, il Frosinone vola. Una magia di Gucher (salta due avversari e palla sotto la traversa), una rovesciata di Santana che procura il rigore del raddoppio (fallo di mano) e, martedì, il derby col Latina progettando l’aggancio al Bologna. Battuto un Pescara che resta in gara, al 61’ prende un palo con Politano bravo poi a realizzare su punizione (deviata) il 2-1. Aria pesante per Baroni: oggi c’è un summit in società nel quale verrà discussa la conferma o meno del tecnico. CHE PARTENZA La gara inizia con 5’ di ritardo (Minelli preferisce la maglia blu d’allenamento del Pescara alla verde, troppo chiara come la gialla del Frosinone), Stellone ridisegna i suoi: 44-2 con esterni alti a entrare nelle maglie pescaresi dove Zuparic bracca i portatori di palla. Partenza sfrontata del Pescara (tre colpi di testa, solo Pucino però sfiora il gol), ma è Gucher a badare alla sostanza con la rete da cineteca e altri due tiri al veleno. Baroni, dopo il 2-0,
arretra Zuparic, avanza Politano inserendo Pettinari e poi Brugman: 4-2-3-1 e Politano indemoniato, ma il Frosinone è troppo quadrato per farsi fregare. Soffre, ma sfiora la terza rete con Dionisi. Martedì c’è il derby, poi la trasferta di Livorno, quindi arriva il Carpi: le cinture sono allacciate. © RIPRODUZIONE RISERVATA
FROSINONE-PESCARA 2-1 PRIMO TEMPO 1-0 MARCATORI Gucher (F) al 41’ p.t.; Lupoli (F) su rigore al 3’, Politano (P) al 29’ s.t. FROSINONE (4-4-2) Zappino 6; Zanon 6, Cosic 6 (dal 30’ s.t. Bertoncini s.v.), Blanchard 6,5, Crivello 6; Santana 7 (dal 17’ s.t. Carlini 6), Sammarco 6, Gucher 7,5, Frara 6; Lupoli 6,5 (dal 36’ s.t. D. Ciofani s.v.), Dionisi 6,5. (Pigliacelli, Pamic, Santamaria, Ranelli, Crescenzi, Gori, Ranelli). All. Stellone 7. PESCARA (4-3-3) Fiorillo 6; Zampano 5,5, Salamon 5,5, Fornasier 5 (dal 19’ s.t. Brugman 6), Pucino 5,5; Politano 7 (dal 43’ s.t. Pasquato s.v.), Zuparic 6 , Memushaj 5,5; Sansovini 5,5 (dal 10’ s.t. Pettinari 6), Melchiorri 6, Bjarnason 6. (Aresti, Boldor, Abecasis, Caprari, Gessa, Selasi). All. Baroni 6. ARBITRO Minelli di Varese 6. GUARDALINEE Raparelli 6,5-Di Salvo 6,5. AMMONITI Salamon (P), Melchiorri (P), Fornasier (P) e Carlini (F) per gioco scorretto; Blanchard (F) e Frara (F) per comp. non regolamentare. NOTE paganti 940, incasso di 7.695 euro; abbonati 3.060, quota di 18.041 euro. Tiri in porta 6-6 (con un palo). Tiri fuori 6-4. In fuorigioco 1-1. Angoli 1-4. Recuperi: p.t. 1’, s.t. 3’
DOMENICA 12 APRILE 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
Rabbia Lanciano Traversa e gol ma per l’arbitro non era dentro 1Altro episodio
Fiorenzo Carlini
che spinge verso l’utilizzo della tecnologia. Con il Latina finisce pari LANCIANO
1
LATINA
1
PRIMO TEMPO 0-0 MARCATORI Bidaoui (Lat) al 15’, Piccolo (Lan) al 41’ s.t. LANCIANO (4-3-3) Nicolas 6; Conti 5,5, Troest 6, Aquilanti 6, Mammarella 6; Di Cecco 5,5 (dal 33’ s.t. Vastola s.v.), Bacinovic 6, Grossi 6; Piccolo 6, Monachello 5,5 (dal 23’ s.t. Cerri 6), Gatto 5,5 (22’ s.t. Thiam 6,5). PANCHINA Aridità, Amenta, Nunzella, Ferrario, Agazzi, Pinato. ALLENATORE D’Aversa 6,5 LATINA (4-3-3) Di Gennaro 6,5; Ristovski 6, Dellafiore 6, Bruscagin 6, Angelo 6; Valiani 6, Ammari 6,5, Crimi 6; Jaadi 6 (13’ s.t. Oduamadi 6), Litteri 6 (dal 48’ s.t. Figliomeni s.v.), Bidaoui 7 (dal 38’ s.t. Talamo s.v.). PANCHINA Farelli, Maciucca, Figliomeni, Celli, Bohna, Mangni, Sowe. ALLENATORE Iuliano 6,5. ARBITRO Ghersini di Genova 5. GUARDAL. Liberti 4–Paiusco 6. ESPULSI Valiani (Lat) al 48’ s.t. per doppia ammonizione (g.s. e proteste); il tecnico Iuliano (Lat) al 49’ s.t. per proteste. AMMONITI Angelo (Lat), Bacinovic (Lan), Ammari (Lat), Thiam (Lan) e Troest (Lan) per gioco scorretto. NOTE paganti 990, incasso di 11.939; abb 2.007, quota 12.098. Tiri in porta 10 (con una traversa)-3. Tiri fuori 6-5. In fuorigioco 3-0. Angoli 5-5. Recuperi: p.t. 1’, s.t. 4’.
LANCIANO (CH)
P
ropio il giorno dopo l’annuncio che nella finale di Coppa Italia sarà provata la nuova tecnologia per evitare i gol fantasma, ecco che a Lanciano, scoppiano le polemiche: accade al minuto 24 della ripresa quando lo specialista Mammarella calcia col sinistro una punizione che colpisce la traversa alla sinistra di Di Gennaro, portiere del Latina, per finire oltre la linea bianca. Non sembrano esserci dubbi, ma l’arbitro Ghersini, e soprattutto il guardalinee Liberti, non convalidano la rete. Sulla respinta della traversa e a porta vuota, Cerri sbaglia un gol incredibile,anche se il gioco era stato fermato per un probabile offside. Ma questo è un altro discorso. L’episodio è destinato a riaccendere discussioni mai
terminate. La sperimentazione dell’«occhio di falco« durante la sfida di giugno tra Juve e Lazio dovrebbe essere un importante passo in avanti. BUON LIVELLO Poi c’è la partita, giocata a un discreto livello dalla due squadre. Il Latina è stato abile a pressare il Lanciano, impedendogli di giocare come sa. La squadra di D’Aversa ha comunque spinto molto, tirando per sedici volte verso la porta di Di Gennaro, mentre il Latina è stato pericoloso soprattutto con Bidaoui. L’esterno, già vicino al gol nel primo tempo, va a segno al minuto 15 della ripresa, sfruttando i varchi lasciati da Conti. Dopo l’episodio beffa del gol di Mammarella, D’Aversa cambia due attaccanti su tre: proprio il senegalese Thiam in contropiede confeziona l’assist vincente per Piccolo, che al 42’ trova il pareggio. NERVOSISMO Nel finale parapiglia generale per un contatto tra Crimi e Piccolo con Valiani espulso per doppia ammonizione, insieme al tecnico ospite Iuliano. Un episodio che ha rischiato di rovinare ancora di più una partita equilibrata e combattuta. Lanciano e Latina si godono comunque un punto importante. E i laziali martedì avranno il derby a Frosinone. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Il gol su punizione di Mammarella non visto dalla terna arbitrale SKY
Derby al Catania e balzo salvezza Il Trapani punge e poi è travolto 1L’ex Terlizzi apre
le danze. La svolta nella ripresa ed è la terza vittoria di fila per Marcolin CATANIA
4
TRAPANI
1
PRIMO TEMPO 0-1 MARCATORI Terlizzi (T) su rigore al 9’ p.t.; Schiavi (C) al 4’, autorete di Terlizzi (T) al 7’, Castro (C) al 18’, Schiavi (C) al 46’ s.t. CATANIA (4-3-1-2) Gillet 6; Del Prete 6, Schiavi 7, Ceccarelli 6, Mazzotta 6; Sciaudone 6,5 (dal 32’ s.t. Escalante s.v.), Rinaudo 5,5, Rosina 6,5; Castro 7 (dal 47’ s.t. Piermarteri s.v.); Calaiò 6,5 (dal 32’ s.t. Chrapek s.v.), Maniero 6. PANCHINA Terracciano, Coppola, Belmonte, Capuano, Jankovic, Rossetti. ALLENATORE Marcolin 6,5. TRAPANI (4-3-1-2) Gomis 6; Perticone 5,5 (dal 39’ s.t. Lo Bue s.v.), Pagliarulo 6, Terlizzi 6, Daì 5; Ciaramitaro 5, Scozzarella 6, Barillà 6 (dal 20’ s.t. Aramu 5,5); Falco 6,5; Abate 5 (dal 1’ s.t. Basso 5,5), Malele 6. PANCHINA Marcone, Martinelli, Zampa, Feola, Costa, Lombardi. ALLENATORE Cosmi 5,5. ARBITRO Gavillucci di Latina 6,5. GUARDALINEE Carbone 6,5-Lo Cicero 6,5. ESPULSI Ciaramitaro (T) al 15’ s.t. per doppia ammonizione (entrambe per gioco scorretto). AMMONITI Mazzotta (C), Malele (T) e Chrapek (C) per gioco scorretto. NOTE paganti 7.001, incasso di 56.903 euro; abbonati 10.270, quota non comunicata. Tiri in porta 11 (con una traversa)-4. Tiri fuori 7-3. In fuorigioco 2-2. Angoli 6-1. Recuperi: p.t. 0’, s.t. 4’.
Francesco Caruso CATANIA
T
ris e poker in un colpo solo. Per la prima volta in questa stagione il Catania infila il terzo successo consecutivo e lo fa con una quaterna di gol. Cosmi, nonostante il vantaggio iniziale, è costretto ad arrestare la corsa dopo 4 risultati utili di fila. E lo fa cadendo fragorosamente come gli capitò 4 anni fa proprio qui al Cibali quando guidava il Palermo, con la differenza che stavolta la sconfitta non gli costerà il posto. Strana partita, disegnata con due differenti fisionomie: nel primo tempo primeggia il Trapani che chiude meritatamente in vantaggio, nella ripresa netta trasformazione del Catania che dilaga anche con la complicità dell’espulsione di Ciaramitaro. GOL DELL’EX Marcolin conferma l’assetto delle due precedenti giornate e anzi lo rinforza con l’innesto di Rosina, reduce dalla squalifica, senza rinunciare a Castro. Catania dunque con 4 attaccanti. Al contrario, Trapani decimato in avanti dalle assenze di Nadarevic, Curiale e Citro e affidato al duo Abate-Malele. Ma la partita la sblocca Terlizzi, un ex, trasformando dopo 9 minuti il rigore provocato da un intervento scomposto di Rinaudo che salta in area
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col braccio largo. La squadra di Marcolin stenta a reagire affidandosi ad una sequela di tentativi da fuori di Del Prete. Gillet sul finire respinge in tuffo una bella conclusione di Barillà dal limite. E a ridosso del riposo il Catania potrebbe pareggiare con Maniero che in area non sfrutta un errato retropassaggio di Pagliarulo. RIBALTAMENTO L’intervallo restituisce due squadre trasformate: una in meglio e l’altra in peggio. Al Catania basta un quarto d’ora per tramutare una sconfitta in trionfo: dal minuto 4 al 18 si susseguono una bella punizione in area di Rosina deviata al volo di destro da Schiavi al primo gol, poi un’autorete dello stesso Terlizzi su azione avviata da Castro il quale poco dopo chiude con un tocco magistrale il taglio in area di Calaiò. Poco prima Ciaramitaro, già ammonito, becca il secondo giallo per un fallo su Rosina. In superiorità, il Catania dilaga e a tempo scaduto: Schiavi trova la prima doppietta della carriera, ribadendo in rete di testa un gran tiro del solito Del Prete respinto dalla traversa. Gli oltre 15 mila tifosi fanno festa in tribuna, onorati dai millecinquecento trapanesi che intonano il coro “Catania Catania”. Per la prima volta gli etnei si allontanano dalla zona retrocessione, ma la strada che porta alla salvezza è ancora lunga. © RIPRODUZIONE RISERVATA
IL MIGLIORE
7 ● CASTRO TREQUARTISTA DEL CATANIA
Il Livorno in salvo soltanto su rigore Sprocati ne fa due Alla Pro non basta
Decide Avenatti e la Ternana va Male lo Spezia: un tiro, poi niente
Minala evita la beffa al Bari Momento d’oro per il Crotone
Ecco il Modena: batte l’Entella e la sorpassa Prina a rischio
Raffaella Lanza
Alessio Da Ronch
Franco Cirici
Paolo Reggianini
VERCELLI
INVIATO A SPEZIA
BARI
MODENA
N
L
S
I
on mancano le polemiche nel pareggio agguantato dal Livorno contro la Pro Vercelli. E’ il 39’ della ripresa e l’arbitro Merchiori indica il dischetto dopo che Biagianti viene steso da Cosenza, ma il guardalinee Prenna alzare la bandierina per un precedente fuorigioco che non c'era: Emerson ha trasformato. Sprocati, dopo la rete dell’1-0, prima dell’intervallo firma il 2-2 e nella ripresa Luppi trova il 3-2. Quando la Pro davanti a un gran pubblico sentiva già sua già la vittoria, ecco il rigore del 3-3 che piace solo al Livorno. © RIPRODUZIONE RISERVATA
PRO VERCELLI-LIVORNO 3-3 PRIMO TEMPO 2-2 MARCATORI Sprocati (PV) al 5’, Maicon (L) all’11’, Siligardi (L) al 25’, Sprocati (PV) al 40’ p.t.; Luppi (PV) al 36’, Emerson (L) su rigore al 41’ s.t. PRO VERCELLI (4-3-3) Russo 6,5; Ferri 5,5 (22’ s.t. Germano 6), Cosenza 5,5, Coly 6, Scaglia 5,5; Castiglia 6,5, Ronaldo 5,5, Scavone 6; Di Roberto 6,5, Beretta 6,5 (1’ st Luppi 6,5), Sprocati 7 (27’ s.t. Ardizzone 6). (Viotti, Bani, Liviero, Emmanuello, Belloni, Bunino). All. Scazzola 6,5. LIVORNO (3-5-2) Mazzoni 6; Ceccherini 5,5 (dal 1’ s.t. Bernardini 6), Emerson 5,5, Lambrughi 5,5; Maicon 6, Luci 6 (dal 33’ s.t. Belingheri 6), Appelt 6, Biagianti 6,5, Jelenic 6,5; Galabinov 6,5 (dal 22’ s.t. Vantaggiato 6), Siligardi 6. (Bastianoni, Gemiti, Empereur, Moscati, Jefferson, Djokovic). All. Panucci 6,5. ARBITRO Merchiori di Ferrara 7. GUARDALINEE Calò 6-Prenna 5. ESPULSI Jelenic (L) al 48’ s.t. per doppia ammonizione (gioco scorretto e comportamento non regolament.). AMMONITI Castiglia (PV), Biagianti (L) e Ronaldo (PV) per gioco scorr.; Ceccherini (L) e Luppi (PV) per c.n.r. NOTE paganti 1.785, incasso di 13.200 euro; abbonati 1.775, quota non comunicata. Tiri in porta 4-8. Tiri fuori 3-6. In fuorigioco 4-1. Angoli 8-4. Recuperi: p.t. 1’, s.t. 5’.
a Ternana sorprende uno Spezia in giornata nera che nel riscaldamento della partita deve rinunciare a Giannetti per un infortunio muscolare. I liguri, già privi di Catellani, non trovano sbocchi: l’unica occasione arriva dopo 50 secondi (tiro di De Las Cuevas su assit di Cisotti). Poi e concedono occasioni importanti alla Ternana. Chichizola stoppa Ceravolo, lanciato alla perfezione da Avenatti, dopo 4’ e neutralizza una punizione di Viola al 25’. Avenatti però lo batte con un preciso colpo di testa al 18’ del secondo tempo su assist di Palumbo, al termine di un contropiede. Prima dell’inizio, i tifosi di casa hanno accolto la terna arbitrale subissandola di fischi e mostrando decine di cartellini gialli. © RIPRODUZIONE RISERVATA
SPEZIA-TERNANA 0-1 PRIMO TEMPO 0-0 MARCATORE Avenatti al 18’ s.t. SPEZIA (4-2-3-1) Chichizola 6,5; De Col 5 (35’ s.t. Piccolo s.v.), Datkovic 6,5, Bianchetti 5,5, Milos 6,5; Brezovec 5, Juande 6; De las Cuevas 5 (20’ s.t. Kvrzic 5,5), Cisotti 6 (20’ s.t. Stevanovic 5,5), Situm 6; Nenè 5. (Nocchi, Madonna, Valentini, Acampora, Bakic, Katanec) All. Bjelica 5. TERNANA (5-3-2) Brignoli 6; Fazio 5,5, Valjent 6,5, Meccariello 6,5, Popescu 6, Vitale 6; Gavazzi 6,5, Viola 6 (dal 41’ s.t. Crecco s.v.), Palumbo 6,5 (dal 27’ s.t. Russo 6); Avenatti 7 (35’ s.t. Bojinov s.v.), Ceravolo 6. (Sala, Janse, Gagliardini, Dugazic, Dianda, Eramo) All. Tesser 6,5. ARBITRO Pairetto di Nichelino 6. GUARDALINEE De Meo 6-Marinelli 6. AMMONITI Milos (S), Fazio (T) e Vitale (T) per gioco scorretto; Kvrzic (S) e Popescu (T) per comp. non reg. NOTE paganti 1.601, incasso di 14.870 euro; abbonati 4.313, quota di 28.329 euro. Tiri in porta 4-4. Tiri fuori 4-5. In fuorigioco 2-2. Angoli 6-3. Recuperi: p.t. 0’, s.t. 4’.
ui titoli di coda, Minala evita al Bari un’atroce beffa. Il camerunense, al terzo sigillo stagionale, ha il merito di trovarsi al posto giusto, a due passi dalla linea di porta, sulla felice inzuccata di De Luca. In quel momento è crollata la resistenza di un Crotone, al sesto risultato utile, passato in vantaggio al 35’ con una punizione dello specialista Ciano. Nella ripresa la squadra di Nicola ha dominato: le occasioni migliori sono capitate sulla testa di Donati che, tuttavia, non è mai riuscito ad inquadrare la porta. © RIPRODUZIONE RISERVATA
BARI-CROTONE 1-1 PRIMO TEMPO 0-1 MARCATORI Ciano (C) al 35’ p.t.; Minala (B) al 43’ s.t. BARI (4-3-3) Guarna 6; Sabelli 5,5, Rinaudo 6,5, Contini 6,5, Schiattarella 6,5; Romizi 6 (dal 15’ s.t. Boateng 6), Donati 5,5, Bellomo 6; Galano 5 (dal 36’ s.t. Minala 6,5), De Luca 6, Defendi 5,5 (dal 6’ s.t. Caputo 5). (Donnarumma, Salviato, Benedetti, Camporese, Rada, Calderoni). All. Nicola 6. CROTONE (4-3-3) Cordaz 7; Dezi 5,5, Dos Santos 6, Ferrari 6, Martella 6; Matute 6, Maiello 6,5, Suciu 6,5; Ciano 6,5 (dal 31’ s.t. Ricci s.v.), Padovan 5,5 (dal 13’ s.t. Torregrossa 5,5), Stoian 5,5 (dal 20’ s.t. Cremonesi 6). (Stoianovic, Galardo, De Giorgio, Rabusic, Salzano, Gigli). All. Drago 6. ARBITRO Ros di Pordenone 6. GUARDALINEE D’Apice 6–De Troia 6. ESPULSI Maiello (C) al 47’ s.t. per proteste AMMONITI Schiattarella (B), Donati (B), Matute (C), Padovan (C) e Dos Santos (C) per gioco scorretto; Romizi (B), Contini (B), Maiello (C) e Galardo (C, dalla panchina) per proteste. NOTE paganti 5.764, incasso di 28.698 euro; abbonati 11.019, quota di 81.099 euro. Tiri in porta 8-2. Tiri fuori 11-1. In fuorigioco 2-2. Angoli 11–2. Recuperi: p.t. 2’, s.t. 4’.
l Modena vince lo spareggio salvezza e ritrova i tre punti dopo cinque giornate, sorpassando l’Entella, al terzo k.o. di fila. Senza l’aiuto dei gol di Granoche, la squadra emiliana mette al sicuro il risultato nel primo tempo grazie ai gol di Signori e, nel recupero, di Garritano il cui colpo di testa non dà scampo a Paroni. Troppo timida la reazione dell’Entella che ha chiesto un rigore (42’) per un tocco di mano di Granoche, giudicato fuori dall’area. Nella ripresa il Modena ha tenuto sotto controllo la situazione senza mai rischiare. Nel finale debutto di Sakaj classe ‘98. A rischio la posizione di Prina, tecnico dell’Entella: Bergodi, ex Modena, in tribuna con il suo staff, potrebbe prendere il suo posto. © RIPRODUZIONE RISERVATA
MODENA-ENTELLA 2-0 PRIMO TEMPO 2-0 MARCATORI Signori al 20’, Garritano al 47’ p.t. MODENA (4-2-3-1) Pinsoglio 6,5; Calapai 6,5 (dal 44’ s.t. Marzorati s.v.), Gozzi 7, Cionek 6,5, Rubin 6,5; Martinelli 6 (dal 29’ s.t. Nizzetto 5), Schiavone 6; Garritano 7, Signori 6,5, Fedato 6; Granoche 6 (dal 47’ s.t. Sakaj s.v.). (Manfredini, Zoboli, Ferrari, Acosty, Marsura, Manfrin). All. Melotti-Pavan 6,5. ENTELLA (4-3-3) Paroni 6; Belli 6, Cesar 5,5, Iacoponi 5,5, Cecchini 5,5 (dal 31’ s.t. Russo s.v.); Battocchio 5 (dal 1’ s.t. Mazzarani 5), Botta 6, Troiano 6; Cutolo 5 (dal 10’ s.t. Rozzi 6), Sforzini 5,5, Masucci 6. (Coser, Volpe, Di Tacchio, Costa Ferreira, Lanini, Moreo). All. Prina 5. ARBITRO Maresca di Napoli 5. GUARDALINEE Del Giovane 6-Ceccarelli 6. ESPULSI Nizzetto (M) al 38’ s.t. per gioco scorretto. AMMONITI Signori (M) per c.n.r.; Botta (E) per g.s. NOTE paganti 1.262, incasso di 10.774 euro; abbonati 3.621, quota di 25.281 euro. Tiri in porta 5-1. Tiri fuori 6-2. In fuorigioco 1-2. Angoli 5-4. Recuperi: p.t. 2’, s.t. 5’.
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Lega Pro R 34a giornata
GIRONE A
Un lampo di Torri Lo stop è pesante per l’Alessandria
Novara: Evacuo è ancora decisivo Mantova piegato MANTOVA
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Brighenti fa 13: Cremonese tris L’Arezzo è sterile AREZZO
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CREMONESE
1
MARCATORI Gonzalez (N) al 25’, Raggio Garibaldi (M) al 47’ p.t.; Evacuo (N) al 39’ s.t. MANTOVA (3-4-3) Zima 5,5; Trainotti 6,5, Siniscalchi 6, Scrosta 6; Zanetti 5,5 (dal 12’ s.t. Festa 6,5), Paro 6,5, Raggio Garibaldi 6,5, Pondaco 6; Caridi 7 (24’ s.t. Boniperti 6), Said 5, Gyasi 5,5 (dal 17’ s.t. Di Santantonio 5,5). (Todisco, Zammarini, Marchiori, Beleck). All. Juric 6. NOVARA (3-4-3) Tozzo 6; Freddi 5,5, Gavazzi 6,5, Bergamelli 6; Dickmann 6 (dal 1’ s.t. Bianchi 6), Faragò 6 (17’ s.t. Evacuo 7), Pesce 6, Foglio 5,5 (dal 20’ s.t. Garofalo 6); Gonzalez 7,5, Della Rocca 6, Corazza 5. (Montipò, Vicari, Miglietta, Adorjan). All. Toscano 6,5. ARBITRO Paolini di Ascoli 6. NOTE paganti 1.033, abbonati 1.215, incasso di 20.516 euro. Espulsi Zima all’11’ s.t. e Said al 40’ s.t.; ammoniti Raggio Garibaldi, Pesce e Gavazzi. Angoli 6-7.
MARCATORE Brighenti al 22’ s.t. AREZZO (3-5-1-1) Benassi 6; Villagatti 6, Panariello 6, Crescenzi 5; Franchino 5,5 (dal 32’ s.t. Brumat 6), Cucciniello 5,5 (dal 14’ s.t. Erpen 5,5), Dettori 5,5, Gambadori 6, Sabatino 6; Yaisien 6; Montini 5,5 (dal 14’ s.t. Testardi 5). (Rosti, Guidi, De Martino, Coppola). All. Capuano 6. CREMONESE (3-5-2) Galli 6,5; Gambaretti 6, Briganti 6, Castellini 6; Campagna 6 (dal 38’ s.t. Haouhache s.v.), Di Francesco 6 (dal 34’ p.t. Moroni 6,5), Jadid 6,5, Palermo 6, Crialese 6; Ciccone 6 (dal 27’ s.t. Pasi s.v.), Brighenti 6,5. (Quaini, Zieleniecki, Baschirotto, Finazzi). All. Giampaolo 6,5. ARBITRO Capilungo di Lecce 5,5. NOTE paganti 852, abbonati 1.093, incasso non comunicato. Espulso Crescenzi al 44’ s.t.; ammoniti Franchino, Sabatino, Gambadori, Dettori e Crescenzi. Angoli 3-2.
● ALESSANDRIA L’Alessandria esce dal campo tra gli applausi, ma è il Monza a vincere. I padroni di casa, pur avendo avuto diverse occasioni, non hanno trovato il gol e vedono la promozione allontanarsi. Colpiti a freddo (dopo solo 12 secondi) da un eurogol di Torri, i grigi hanno faticato nel primo tempo, mentre nella ripresa De Lucia ha parato tutto. Nicola Pilotti
● MANTOVA Il Novara espugna Mantova al termine di una gara intensa e resta al comando, in attesa di conoscere domani l’entità della penalizzazione. Dopo il botta e risposta tra Gonzalez e Raggio Garibaldi, decide il gol nel finale di Evacuo (l’azione nasce forse da un fallo), che rompe la strenua difesa dei biancorossi, rimasti con un uomo in meno per gran parte della ripresa e poi in nove. Davide Casarotto
● AREZZO La Cremonese centra la terza vittoria consecutiva con il minimo sforzo grazie al solito Brighenti (13 gol), che al 22’ della ripresa è abile a girare in rete un bell’assist di Moroni. Nel primo tempo vince la prudenza. Capuano al 14’ della ripresa vira sul 3-4-2-1, ma il cambio non produce effetti, anzi: arriva la rete che condanna l’Arezzo alla sconfitta casalinga dopo sette gare utili consecutive. Marco Piga
Giana prima gioia nel nuovo stadio AlbinoLeffe steso
Maccan cala il bis Gioia Pordenone Südtirol in ferie
Con super Serafini la Pro Patria spera La Feralpi non c’è
ALESSANDRIA
0
MONZA
1
MARCATORE Torri al 1’ p.t. ALESSANDRIA (3-5-2) Nordi 6; Sosa 5,5 (dal 1’ s.t. Sabato 6), Morero 6, Sirri 6; Spighi 5,5 (dal 23’ s.t. Germinale 5), Vitofrancesco 6, Obodo 5, Mezavilla 5,5, Mora 5 (dal 1’ s.t. Rantier 6); Marconi 5,5, Iunco 6. (Poluzzi, Picone, Valentini, Cavalli). All. D’Angelo 5,5. MONZA (4-3-1-2) De Lucia 7,5; El Hasni 6, De Bode 6, Martinez 6, Pugliese 6; D’Ambrosio 6,5, Asante 5,5, Pessina 6; Conti 6 (dal 37’ s.t. Toskic s.v.); Torri 6,5 (dal 44’ s.t. Grandi s.v.), Carbonaro 6 (dal 19’ s.t. Cojocnean 5,5). (Chimini, Corduas, Acampora, Bernasconi). All. Pea 6,5. ARBITRO Amoroso di Paola 5,5. NOTE paganti 1.932, abbonati 764, incasso non comunicato. Ammoniti Mora, Iunco, Sirri, Morero, D’Ambrosio e Conti. Angoli 12-3.
GIANA
3
PORDENONE
2
PRO PATRIA
1
ALBINOLEFFE
2
SÜDTIROL
0
FERALPI SALÒ
0
MARCATORI Marotta (G) al 28’ p.t.; Gasbarroni (G) al 5’, Spinelli (A) al 28’, Bradaschia (A) al 32’, Sinigaglia (G) al 43’ s.t. GIANA (4-4-2) Paleari 6; Perico 6, Polenghi 6,5 (dal 17’ s.t. Bonalumi 5,5), Montesano 5,5, Solerio 6,5; Rossini 6,5, Marotta 7, Di Lauri 6, Pinto 6,5; Sinigaglia 7 (dal 45’ s.t. Perna s.v.), Gasbarroni 8 (dal 31’ s.t. Augello s.v.). (Ghislanzoni, Crotti, Spiranelli, Recino). All. Albé 6,5. ALBINOLEFFE (4-3-1-2) Offredi 6; Maietti 5, Ondei 5 (dal 12’ s.t. Vorobjovs 6,5), Allievi 5, Cortinovis 5; Gazo 6, Spinelli 6,5, Corradi 6; Bradaschia 6,5; Momenté 6, Silva Reis 5 (dal 34’ s.t. Pesenti 6). (Amadori, Pacifico, Calì, Bentley, Girasole). All. Mangone 5. ARBITRO Lanza di Nichelino 6. NOTE paganti 1.493, non ci sono abbonati, incasso di 11.266 euro. Espulso il tecnico Mangone all’11’ s.t.; Ammoniti Pinto, Cortinovis, Di Lauri, Corradi e Gazo. Angoli 4-2. ●
GORGONZOLA (Mi) Trascinata da un super Gasbarroni, la Giana batte l’AlbinoLeffe. L’ex Monza propizia il primo gol di Marotta (primo anche nei pro) e segna il secondo con una punizione perfetta. L’AlbinoLeffe si sveglia e pareggia con i gol di Spinelli e Bradaschia. Ma a 2’ dalla fine perla di Sinigaglia: per la Giana è la prima vittoria nel nuovo stadio. Stefano Spinelli
MARCATORE Maccan al 12’ e al 15’ p.t. PORDENONE (3-5-2) Careri 6,5; Salvatori 6, Ferrani 6,5, Fissore 6; Buratto 6 (dal 19’ s.t. Rosania 6), Fortunato 6, A. Migliorini 6 (dal 30’ s.t. Mattielig s.v.), Maracchi 6,5, Placido 6; Maccan 7,5 (dal 43’ s.t. Franchini s.v.), Bjelanovic 6. (Maniero, Ghinassi, G. Migliorini, Ravasi). All. Rossitto 6,5. SÜDTIROL (4-3-3) Melgrati 6; Tait 5,5, Mladen 5, Tagliani 6, Martin 6; Furlan 6 (dal 1’ s.t. Novothny 5), Bertoni 5,5, Mazzitelli 5; Marras 6 (dal 1’ s.t. Branca 6), Fischnaller 5,5, Shekiladze 5 (21’ st Campo 6). (Miori, Zullo, Fink, Cia). All. Sormani 6. ARBITRO Tardino di Milano 6. NOTE paganti 1.100, abbonati 120, incasso non comunicato. Espulsi Mazzitelli al 32’ s.t. e Mladen al 43’ s.t.; ammoniti Tagliani, Branca e Careri. Angoli 2-3. ● PORDENONE Trasformato dal tecnico Rossitto e dal suo bomber Maccan, il Pordenone centra la terza vittoria consecutiva. Südtirol molle in difesa e sprecone in attacco come al 3’ quando Fischnaller, a tu per tu con Careri, si fa respingere il tiro. Poi l’uno-due di Maccan: al 12’ in diagonale, al 15’ su respinta di Melgrati. Il Südtirol finisce in 9: è la 6ª sconfitta nelle ultime 10 gare. Alberto Francescut
MARCATORE Serafini al 38’ p.t. PRO PATRIA (4-3-3) Melillo 6; Botturi 6, Lamorte 6,5, Pisani 6,5, Taino 6,5; Arati 6, Calzi 6 (dal 41’ s.t. Bovi s.v.), Giorno 5,5 (dall’8’ s.t. Palumbo 6); Candido 6,5 (dal 27’ s.t. D’Errico 5,5), Serafini 7, Terrani 7. (Perilli, Zaro, Panizzi, Brunori). All. Montanari 6,5. FERALPI SALO’ (4-3-1-2) Branduani 6; Tantardini 5,5 (dal 19’ s.t. Carboni 6), Leonarduzzi 5,5, Ranellucci 6, Broli 5,5; Fabris 6, Pinardi 6, Cavion 5,5 (dal 35’ s.t. Zerbo s.v.); Bracaletti 6; Romero 6, Galuppini 5 (dal 18’ s.t. Gulin 5,5). (Proietti Gaffi, Codromaz, Ragnoli, Palma). All. Scienza 5,5. ARBITRO Candeo di Este 5,5. NOTE paganti 325, abbonati 474, incasso di 3.567 euro. Ammoniti Taino, Broli, Pinardi, Gulin, Botturi e Zerbo. Angoli 5-2. ● BUSTO ARSIZIO (Va) Un gol di Serafini dà la vittoria alla Pro Patria che mantiene vive le speranze di evitare l’ultimo posto. La gara ha visto la squadra di Montanari mantenere costantemente l’iniziativa, con una conclusione da fuori di Serafini che si è stampata sul palo a Branduani battuto. Serafini si è rifatto, al 38’, con un diagonale imparabile su assist di Terrani. Nella ripresa, la Pro Patria ha badato soprattutto a difendere il vantaggio e la Feralpi, pur mantenendo l’iniziativa del gioco, non è mai riuscita a rendersi pericolosa. Aldo Restelli
GIRONE B
CLASSIFICA SQUADRE
PT
NOVARA BASSANO ALESSANDRIA PAVIA (-1) COMO FERALPI SALO' REAL VICENZA CREMONESE AREZZO SUDTIROL VENEZIA (-1) GIANA MANTOVA (-3) RENATE MONZA (-2) TORRES LUMEZZANE PORDENONE ALBINOLEFFE PRO PATRIA (-1)
67 64 62 60 54 49 47 45 45 44 43 42 40 40 39 39 31 30 29 28
PARTITE
RETI
G
V
N
P
F
S
34 33 34 33 33 34 33 34 34 34 33 34 34 33 34 33 33 34 34 34
19 18 17 17 16 12 11 11 11 11 12 11 12 10 10 9 7 8 6 6
10 10 11 10 6 13 14 12 12 11 8 9 7 10 11 12 10 6 11 11
5 5 6 6 11 9 8 11 11 12 13 14 15 13 13 12 16 20 17 17
53 51 50 50 40 39 40 39 31 35 41 30 34 32 33 29 28 28 25 36
29 33 29 36 31 38 33 39 30 34 38 33 31 43 33 33 44 50 47 60
PROMOSSE PLAYOFF PLAYOUT RETROCESSA
COSÌ OGGI Ore 12.30 LUMEZZANE (4-3-1-2) Bason; Mogos, Belotti, Nossa, Pantano; Pippa, Genevier, Alimi; Varas; Sarao, Potenza. (Furlan, Biondi, Monticone, Gatto, Franchini, Cruz, Ekuban). All. Nicolato. COMO (4-3-1-2) Crispino; Marconi, Giosa, Cassetti, Fautario; Castiglia, Berardocco, Cristiani; Le Noci; Defendi, De Sousa. (Falcone, Ambrosini, Marchi, Ardito, Casoli, Rolando, Maritato). All. Sabatini. ARBITRO Mainardi di Bergamo (Macaddino-Zancanaro). (andata 0-2) Ore 14.30 TORRES (4-3-3) Testa; Imparato, Migliaccio, Marchetti, Aya; Giuffrida, Cerone, Foglia; Buonaiuto, Scotto, Maiorino. (Costantino, Minarini, Petermann, Bottone, Marinaro, Baraye, Colombi). All. Bucchi. REAL VICENZA (3-5-2) Tomei; Carlini, Polverini, Quintavalla; Lavagnoli, Cristini, Dalla Bona, Malagò, Vannucci; Bruno, Gomes. (Bonato, Beccaro, Chiarello, Pavan, Ungaro, Bardelloni, Margiotta). All. Marcolini. ARBITRO Fanton di Lodi (Semperboni-Graziano). (3-3) Ore 16 PAVIA (3-4-1-2) Facchin; Cristini, Biasi, Marino; Ghiringhelli, Pederzoli, Rosso, Sereni; Cesarini; Soncin, Ferretti. (Fiory, Angelotti, Cardin, Carotti, Grbac, Romanini, Marchi). All. Maspero. RENATE (3-5-2) Cincilla; Adobati, Di Gennaro, Malgrati; Muchetti, Chimenti, Perini, Scaccabarozzi, Iovine; Odogwu, Cocuzza. (Vannucchi, Morotti, Mantovani, Mira, Florian, Spampatti, Radrezza). All. Boldini. ARBITRO Prontera di Bologna (Garavaglia-Mokhtar). (1-0) Ore 18 BASSANO (4-2-3-1) Rossi; Semenzato, Priola, Bizzotto, Stevanin; Cenetti, Davì; Furlan, Iocolano, Cattaneo; Pietribiasi. (Grandi, Zanella, Ingegneri, Proietti, Nolè, Cortesi, Spadafora). All. Asta. VENEZIA (4-3-1-2) Fortunato; Capogrosso, Cernuto, Legati, Dell’Andrea; Zaccagni, Scialpi, Espinal; Bellazzini; Greco, Guerra. (D’Arsié, Peccarisi, Scanferlato, Marton, Varano, Callegaro, Magnaghi). All. Serena. ARBITRO Di Ruberto di Nocera Inferiore (Larotonda-Vono). (2-1)
Il Teramo vede la B La solita coppia stende la Lucchese 1Lapadula e Donnarumma sono a 38 gol
Vivarini, 24 gare utili di fila: domenica festa? TERAMO
4
LUCCHESE
3
MARCATORI Lapadula (T) al 7’, Donnarumma (T) al 18’, Ferretti (L) al 19’, Lapadula (T) al 24’, autorete di Di Masi (L) al 46’ p.t.; Ferretti (L) all’8’, Nolè (L) al 44’ s.t. TERAMO (3-5-2) Tonti 6; Caidi 6,5, Speranza 6, Perrotta 6; Scipioni 6, Di Paolantonio 6 (dal 24’ s.t. Fiore 6), Amadio 6,5, Cenciarelli 6,5, Di Matteo 7 (dal 27’ s.t. Masullo 6); Lapadula 7,5, Donnarumma 7 (dal 39’ s.t. Petrella s.v.). (Narduzzo, Diakite, Brugaletta, Bucchi). All. Vivarini 7. LUCCHESE (4-4-2) Di Masi 6; Calcagni 5,5 (dal 37’ s.t. Strizzolo s.v.), Espeche 5,5, Calistri 5, Nolè 6; Ferretti 7, Lo Sicco 5,5 (dal 28’ s.t. Scapinello 6), Mingazzini 5,5 (dal 19’ s.t. Degeri 6), Pagano 5; Raicevic 5, Forte 5,5. (Pazzagli, Cazè, Santeramo, Pizza). All. Galderisi 6. ARBITRO Andreini di Forlì 5,5. NOTE paganti 5.267, abbonati 342, incasso n.c. Ammoniti Mingazzini, Calcagni e Calistri. Angoli 4-3.
Un bel Grosseto Ascoli, il punto serve a poco
TERAMO
L
a serie B è sempre più vicina per il Teramo. I ragazzi di Vivarini hanno 7 punti di vantaggio sull’Ascoli, a quattro giornate dalla fine, e vedono ormai il traguardo all’orizzonte. Il Teramo potrebbe già festeggiare domenica, sul campo del Prato, in caso di vittoria e di contemporaneo k.o. dell’Ascoli con la Carrarese. Con il 4-3 alla Lucchese salgono a 24 i risultati utili di fila raccolti dagli abruzzesi (eguagliata la serie positiva del 1974-75 con Eugenio Fantini in panchina): è un dato che la dice lunga sulla marcia trionfale del Teramo. Battere la squadra di Galde-
Tre punti pesanti per il Tuttocuoio Savona furioso
GROSSETO
1
TUTTOCUOIO
3
ASCOLI
1
SAVONA
0
MARCATORI Torromino (G) su rigore al 31’, Altinier (A) al 46’ s.t. GROSSETO (3-4-1-2) Baiocco 6; Monaco 6,5, Biraschi 7, Legittimo 6,5; Formiconi 6,5, Onescu 6, Della Latta 6 (dal 35’ s.t. Verna s.v.), Paparusso 6,5; Volpe 6,5; Pichlmann 6 (dal 13’ s.t. Fofana 6), Torromino 7,5. (Mangiapelo, Burzigotti, Albertini, Boron, Gambino). All. Silva 7. ASCOLI (4-2-3-1) Lanni 6; Avogadri 6,5, Cinaglia 6, Mengoni 5,5, Dell’Orco 6,5; Addae 6,5, Grassi 6; Nardini 5,5 (dal 38’ s.t. Mustacchio s.v.), Berrettoni 5,5 (dal 19’ s.t. Pirrone 5,5), Chiricò 6 (dal 25’ s.t. Tripoli 6); Altinier 6,5. (Ragni, Pelagatti, Altobelli, Minnozzi). All. Petrone 6. ARBITRO Martinelli di Roma 6. NOTE paganti 272, abbonati 454, incasso di 6.072 euro. Espulso Mengoni al 30’ s.t.; ammoniti Della Latta, Cinaglia, Formiconi, Avogadri, Torromino e Addae. Angoli 7-0. ●
Gaetano Lombardino
GROSSETO Un colpo di testa dal limite di Altinier nel recupero salva l’Ascoli dal k.o. sul campo di un Grosseto che con l’ex Silva ha offerto la miglior prova stagionale. I toscani, passati con un rigore di Torromino, per lunghi tratti hanno costretto sulla difensiva l’Ascoli, che per la sesta gara di fila non vince e ormai vede la B lontana. Maurizio Caldarelli
MARCATORI Zanchi al 2’ p.t.; Tempesti al 21’, Cherillo al 35’ s.t. TUTTOCUOIO (3-5-2) Bacci 6,5; Colombini 6, Falivena 6, Ingrosso 6; Pacini 6, Gargiulo 6 (dal 17’ s.t. Dramane 6), Balde 6,5, Serrotti 6, Zanchi 6,5 (dal 31’ s.t. Agrifogli 6); Tempesti 7 (dal 25’ s.t. Cherillo 6,5), Colombo 6,5. (Morandi, Manchini, Pane, Gioè). All. Alvini 7. SAVONA (4-3-1-2) Rossini 5; Antonelli 5 (dal 12’ s.t. Marchetti 6), Cabeccia 6, Marconi 6, Eguelfi 6; Giorgione 6,5, Taddei 5,5 (dal 35’ s.t. Morosini s.v.), Carta 6 (dal 26’ s.t. Demartis 6); D’Amico 6; Giovinco 5, Scappini 5. (Addario, Ficagna, Gemignani, Frugoli). All. Riolfo 5,5. ARBITRO Catona di Reggio Calabria 5,5. NOTE paganti 233, abbonati 138, incasso di 2.791 euro. Ammoniti Colombini, Zanchi, Taddei, Eguelfi, Rossini e Cabeccia. Angoli 3-6. ● PONTEDERA (Pi) Tuttocuoio virtualmente salvo e Savona che fa un passo indietro. I liguri giocano un buon primo tempo, creano tanto e reclamano (annullato un gol a Scappini per fuorigioco) ma capitolano su un tiro deviato di Zanchi e poi in seguito a un gol contestato di Tempesti (presunto mani dello stesso attaccante). Nella ripresa il Savona cala e il Tuttocuoio dilaga con Cherillo. Luca Calò
DOMENICA 12 APRILE 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
risi, però, non è stato semplice. Ad un primo tempo super da parte del Teramo (chiuso sul 4-1) ha fatto seguito una ripresa sofferta, nella quale la Lucchese ha cercato la clamorosa rimonta. A sbloccare l’incontro (nuovo record stagionale di spettatori al Bonolis) ci pensa Lapadula, con un preciso sinistro sul secondo palo. Il raddoppio è del gemello Donnarumma (20 reti), abile nell’insaccare a porta vuota su cross di Di Matteo. La Lucchese, reduce da cinque risultati utili consecutivi, non si perde d’animo e riapre i giochi con Ferretti (il portiere Tonti perde l’imbattibilità dopo 531 minuti). Lapadula è in giornata di grazia e si invola verso il tris (18 gol per lui). FESTA Il poker arriva prima dell’intervallo con l’autorete di Di Masi, sfortunato nella carambola con il palo sul rigore calciato da Donnarumma. I toscani approfittano del calo del Teramo e accorciano le distanze con Ferretti (doppietta) e Nolè. Il risultato non cambia più: il boato del Bonolis, a fine partita, è una liberazione. Al termine della gara il presidente di casa Luciano Campitelli dice: «Siamo i più forti, serve l’ultimo piccolo sforzo». © RIPRODUZIONE RISERVATA
GIRONE C
CLASSIFICA SQUADRE
PT
TERAMO ASCOLI REGGIANA L'AQUILA PISA SPAL ANCONA LUCCHESE TUTTOCUOIO PONTEDERA CARRARESE GUBBIO GROSSETO (-1) SANTARCANGELO PRATO PISTOIESE SAVONA FORLI' PRO PIACENZA (-8) SAN MARINO
68 61 56 54 52 49 49 47 47 45 41 39 39 38 36 35 35 33 30 26
PARTITE
RETI
G
V
N
P
F
S
34 34 33 33 33 33 33 34 34 33 33 33 34 33 33 32 34 33 34 33
19 16 15 14 14 14 12 12 12 11 8 9 9 9 7 9 9 8 10 6
11 13 11 12 10 7 13 11 11 12 17 12 13 11 15 8 8 9 8 8
4 5 7 7 9 12 8 11 11 10 8 12 12 13 11 15 17 16 16 19
56 52 44 39 36 37 39 41 39 37 42 40 38 30 37 34 33 30 30 32
29 31 26 27 25 28 34 37 51 32 37 42 37 34 45 52 53 49 47 50
PROMOSSE PLAYOFF PLAYOUT RETROCESSA
Mercoledì si gioca l’ultimo recupero ● L’ultimo recupero del girone B sarà giocato mercoledì tra la Pistoiese e il Santarcangelo (inizio alle ore 15). Per completare il quadro della Lega Pro manca anche una partita del girone C: MartinaCasertana, inizialmente in programma per il 15, è invece slittata a mercoledì 22 con inizio alle ore 20.30.
COSÌ OGGI Ore 11 PISTOIESE (4-3-3) M. Ricci I; Golubovic, Piana, Di Bari, Frascatore; Calvano, Mungo, Vassallo; Falzerano, Romeo, Piscitella. (Olczak, Falasco, L. Ricci, M. Ricci II, Martignago, Coulibaly, Anastasi). All. Sottili. L’AQUILA (4-4-2) Zandrini; Scrugli, Pomante, Zaffagnini, Karkalis; Pacilli, Corapi, Del Pinto, Triarico; Virdis, Pozzebon. (Cacchioli, Carini, Gotti, De Francesco, Djuric, Perpetuini, Perna). All. Zavettieri. ARBITRO Piscopo di Imperia (Oliviero-Bernabei). (andata 0-2) Ore 12.30 ANCONA (4-4-1-1) Lori; Parodi, Dierna, Mallus, D’Orazio; Bondi, Camillucci, Di Ceglie, Lisai; Tulli; Cognigni. (Aprea, Paoli, Cangi, Morbidelli, Bambozzi, Gelonese, Paponi). All. Cornacchini. PRATO (4-4-2) Gazzoli; Rinaldi, Sorbo, Dametto, De Agostini; Bandini, Urso, Cavagna, Grifoni; Fanucchi, Bocalon. (Ivusic, Rickler, Tassi, Romanò, Santini, Gabbianelli, Rubino). All. Esposito. ARBITRO Valiante di Nocera Inferiore (Galetto-Baccini). (3-2) Ore 14.30 REGGIANA (4-3-1-2) Feola; Andreoni, Spanò, Sabotic, Mignanelli; Parola, Vacca, Maltese; Alessi; Ruopolo, Petkovic. (Messina, De Biasi, De Giosa, Angiulli, Giannone, Messetti, Siega). All. Colombo. CARRARESE (4-3-1-2) Zanotti; Berra, Sbraga, Teso, Lancini; Brondi, Castagnetti, Gnahoré; Belcastro; Cellini, Merini. (Anedda, Massoni, Beltrame, Disabato, Gherardi, Di Nardo, Ademi). All. Remondina.
ARBITRO Melidoni di Frattamaggiore (FabbroAnnunziata). (3-1) Ore 18 FORLÌ (4-3-1-2) Casadei; Casini, Catacchini, Drudi, Pastore; T. Arrigoni, Cejas, Fantoni; Capellini; Docente, Melandri. (Scotti, Turi, Pettarin, Gliozzi, Morga, Rosafio, Castellani). All. Firicano. PONTEDERA (3-5-2) Cardelli; Redolfi, Vettori, Gasbarro; Videtta, Luperini, Bartolomei, Settembrini, Galli; Cesaretti, De Cenco. (Anacoura, Bennati, Lombardo, Disanto, Ceciarini, Francesa Gherra, Libertazzi). All. Indiani. ARBITRO Mantelli di Brescia (Angotti-Moraglia). (1-2) SAN MARINO (4-3-2-1) Secco; Bregliano, Fogacci, Cammaroto, Paolini; Varone, Soligo, Bationo; Sensi, Baldazzi; La Mantia. (Vivan, Farina, Bangoura, Magnanelli, Cicarevic, Dia Pape, Musetti). All. D’Adderio. GUBBIO (4-3-3) Iannarilli; Luciani, Manganelli, Lasicki, D’Anna; Guerri, Loviso, Domini; Mancosu, Regolanti, Vettraino. (Citti, Caldore, Rosato, Esposito, Castelletto, Cais, Tutino). All. Acori. ARBITRO Capone di Palermo (Badoer-Tribelli). (0-2) LA GARA DI DOMANI PISA-SPAL Il programma di questa giornata in Lega Pro sarà completato domani sera dal posticipo del girone B tra il Pisa e la Spal (andata 1-0). La partita avrà inizio alle 20.45 e verrà diretta da Vesprini di Macerata.
Salernitana, festa per 10.000 tifosi con un gran poker 1La Lupa Roma dura poco: sblocca Favasuli
Torna al gol Caetano, poi si scatena Gabionetta
D’Agostino ispira Il Benevento c’è Disastro Reggina BENEVENTO
4
REGGINA
0
MARCATORI D’Agostino al 30’ p.t.; autorete di Di Lorenzo al 26’, Mazzeo al 30’, Marotta al 37’ s.t. BENEVENTO (4-4-2) Piscitelli 6; Celjak 6, Padella s.v. (dal 15’ p.t. Pezzi 6), Lucioni 6,5, Som 6,5; Melara 6, Agyei 6 (dal 32’ s.t. Doninelli s.v.), D’Agostino 7, Kanoute 6; Eusepi 6 (dal 24’ s.t. Mazzeo 6), Marotta 6. (Cioce, Porcaro, Allegretti, D’Angelo). All. Brini 6,5. REGGINA (3-5-2) Belardi 5,5; Ungaro 5,5, Cirillo 6,5 (dal 32’ s.t. Magri s.v.), Di Lorenzo 5; Ammirati 6 (dal 25’ s.t. Viola s.v.), Zebert 5,5, Salandria 5,5, Maimone 6, Karagounis 5,5; Masini 6 (dal 35’ s.t. Velardi s.v.), Balistreri 5,5. (Kovacsik, Di Michele, Mazzone, Scionti). All. Alberti 5. ARBITRO Rapuano di Rimini 6. NOTE paganti 1.001, abbonati 1.770, incasso n.c. Ammoniti Di Lorenzo, Lucioni e Maimone. Angoli 9-3.
MARCATORI Favasuli (S) al 16’, Caetano (S) al 48’ p.t.; Gabionetta (S) al 4’ e su rigore al 34’, Del Sorbo (LR) su rigore al 46’ s.t. SALERNITANA (4-2-3-1) Gori 6,5; Colombo 6, Lanzaro 6,5, Bocchetti 6, Franco 6; Moro 6,5 (dal 23’ s.t. Bovo 6), Favasuli 7; Gabionetta 7, Negro 6,5 (dal 30’ s.t. Cristea s.v.), Perrulli 6 (dal 36’ s.t. Grillo s.v.); Caetano 6,5. (Russo, Bianchi, Pezzella, Pestrin). All. Menichini 6,5. LUPA ROMA (4-5-1) Rossi 5; Martorelli 5,5 (dal 1’ s.t. Conson 5), Pasqualoni 6, Cascone 5,5, Celli 5,5; Bariti 6, Raffaello 6 (1’ s.t. Margarita 5,5), Capodaglio 5,5, Cerrai 6, Mastropietro 5,5 (dal 18’ s.t. Leccese 5,5); Del Sorbo 6. (Di Mario, Faccini, Prevete, Ferrari). All. Cucciari 5. ARBITRO Pelagatti di Arezzo 6,5. NOTE paganti 7.559, abbonati 2.950, incasso non comunicato. Ammoniti Moro, Del Sorbo, Gabionetta, Perrulli e Margarita. Angoli 2-3.
● SALERNO La Salernitana travolge la Lupa Roma in una partita senza storia e con la 23esima vittoria conserva i cinque punti di vantaggio sul Benevento a quattro giornate dalla fine. Ora per la squadra di Menichini la promozione in B è sempre più vicina. «Non esaltiamoci ancora», dirà l’allenatore a fine partita, ma per i 10mila dell’Arechi è già festa. La Lupa Roma in avvio ha sfiorato il vantaggio con Bariti, e ha resistito fino al gol di Favasuli. Poi è stato solo un monologo della Salernitana che, sotto lo sguardo di Lotito e Mezzaroma, è passata ancora prima dell’intervallo con Caetano (tornato al gol dopo oltre un mese) con gli avversari in inferiorità numerica per l’infortunio di Raffaello e con Cucciari indeciso sul cambio. Nella ripresa i ritmi sono calati e la Salernitana ha dilagato con due gol di Gabionetta, il secondo su rigore. Prima della fine la rete di Del Sorbo sempre dagli 11 metri. Roberto Guerriero
● BENEVENTO Non si arrende il Benevento nella rincorsa alla Salernitana. Altro tonfo della Reggina che colleziona la sua 20ª sconfitta subendo una quaterna; gli ospiti riescono a tenere a bada i giallorossi solo nel primo tempo, anche se al 30’ la gara viene sbloccata da D’Agostino con un morbido sinistro. Nella ripresa Di Lorenzo realizza una clamorosa autorete, spedendo il pallone nell’angolo alla destra del portiere. La Reggina crolla: al 30’ Mazzeo, su invito di D’Agostino, realizza la terza rete. Il poker viene chiuso da Marotta di testa. Antonio Buratto
Juve Stabia ok con doppio Ripa Savoia, è rabbia
Matera, il solito Diop nel finale Cade il Martina
Riscossa Barletta Aversa Normanna k.o. e contestata
SALERNITANA
4
LUPA ROMA
1
SAVOIA
1
MARTINA
0
AVERSA NORMANNA
0
JUVE STABIA
3
MATERA
1
BARLETTA
1
MARCATORI Ferrante (S) al 35’, Ripa (JS) al 42’ p.t.; Ripa (JS) al 25’, Carrozza (JS) al 48’ s.t. SAVOIA (3-4-3) Gragnaniello 6; Riccio 6, Checcucci 6, Sirigu 5,5; Cremaschi 5,5 (37’ s.t. Partipilo s.v.), Boilini 5,5, Pizzutelli 5,5, Verruschi 6; Leonetti 5,5, Ferrante 6,5 (5’ s.t. Di Piazza 5), Scarpa 6 (13’ s.t. Saric 6). (Volturo, Mercadante, Giordani, Sanseverino). All. Papagni 6. JUVE STABIA (4-4-2) Pisseri 6; Cancelotti 6, Polak 6, Migliorini 6,5, Contessa 6; Gammone 6 (dal 32’ p.t. Carrozza 6,5), La Camera 6, Caserta 6, Nicastro 6 (dal 20’ s.t. Jidayi 6); Di Carmine 6, Ripa 7 (39’ s.t. Liotti s.v.). (Santurro, Romeo, Burrai, Gomez). All. Savini 6,5. ARBITRO Caso di Verona 6. NOTE ingresso consentito solo ai 260 abbonati, quota di 2.260 euro. Espulso Volturo dalla panchina al 28’ s.t.; ammoniti Ferrante, Boilini, Sirigu, Checcucci, Leonetti e Migliorini. Angoli 4-8. ● TORRE ANNUNZIATA (Na) Scatto playoff per la Juve Stabia, che vince in rimonta il derby grazie alla doppietta di Ripa e con Savini in panchina (5 gare, 11 punti) vola. Piove sul bagnato per il Savoia, con i tifosi furibondi per il divieto d’accesso. Raid prima della gara, divelte le reti e sradicate zolle del sintetico, poi cariche della polizia: feriti una ragazza e due agenti. Vincenzo Pinto
MARCATORE A. Diop al 43’ s.t. MARTINA (4-4-2) Bleve 6,5; De Giorgi 6,5, Samnick 6, Fabiano 6,5, Patti 6,5; Pivkovski 5,5 (dal 31’ s.t. O. Diop s.v.), Bucolo 6,5, De Lucia 6 (dal 44’ s.t. Caruso s.v.), Memolla 6,5; Arcidiacono 6, Pepe 5,5. (Modesti, Brunetti, Kalombo, Leto, Guadalupi). All. Imbimbo 6. MATERA (4-3-3) Bifulco 6,5; Ferretti 6,5 (dal 25’ s.t. A. Diop 6,5), D’Aiello 6,5, Faisca 6,5, Mucciante 6,5; Coletti 6,5, Iannini 7, Mazzarani 6 (dal 33’ s.t. Ashong s.v.); Carretta 6,5, Letizia 6,5, Madonia 6,5 (dal 28’ s.t. Pagliarini s.v.). (Russo, Bernardi, D’Angelo, Flores). All. Auteri 6,5. ARBITRO Di Martino di Teramo 6,5. NOTE paganti 800, abbonati 790, incasso di circa 9.800 euro. Ammonito Mazzarani. Angoli 5-6. ● MARTINA FRANCA (Ta) E’ il solito Abou Diop a tirar fuori una magia nel finale per il Matera, che non riusciva a superare il Martina e, anzi, è andato vicino alla sconfitta: palo clamoroso di Fabiano. Un successo che consente a Iannini e compagni di rimanere in corsa per i playoff: la squadra di Auteri ha le credenziali giuste. Per il Martina invece arriva una condanna molto severa, ma la salvezza non sembra a rischio. Tonio Messia
MARCATORE Danti al 19’ p.t. AVERSA NORMANNA (4-3-3) Lagomarsini 5,5; Del Prete 6 (dal 44’ s.t. Balzano s.v.), Cossentino 6, Magliocchetti 5,5, Amelio 5,5; Catinali 5,5 (dal 7’ s.t. Personè 5,5), Giannusa 6, Capua 6; Sassano 6, Mosciaro 6,5, Mangiacasale 6. (Despucches, Esposito, Castellano, Giannattasio, Viglietti). All. Marra 5,5. BARLETTA (4-3-3) Liverani 6; Meola 6 (dal 36’ s.t. Guarco s.v.), Stendardo 6, Radi 6, Cortellini 6; Branzani 6,5, Quadri 6,5, Legras 6; Fall 6,5 (dal 18’ s.t. Turchetta 5,5), Ingretolli 6,5, Danti 6,5 (dal 27’ s.t. Venitucci s.v.). (De Martino, Kiakis, Giannarelli, Palazzolo). All. Corda 6,5. ARBITRO Luciano di Lamezia Terme 6. NOTE spettatori 500 circa; paganti, abbonati e incasso non comunicati. Ammoniti Giannusa, Cortellini, Stendardo e Fall. Angoli 3-4. ● AVERSA (Ce) L’Aversa Normanna non va. Alla fine è contestata dai propri tifosi e il presidente Spezzaferri annuncia provvedimenti. Vince il Barletta grazie a una rete di Danti, riscattando la penalizzazione ricevuta in settimana. Il gol al 19’: Fall si destreggia in area, serve Danti che fa secco Lagomarsini. La gara non è stata bella. L’ Aversa Normanna ha avuto l’occasione per pareggiare al 10’: azione travolgente di Sassano, tira, il portiere respinge, la palla arriva a Mosciaro che a porta vuota tira fuori. Giovanni Aruta
29
CLASSIFICA SQUADRE
PT
SALERNITANA BENEVENTO JUVE STABIA MATERA LECCE FOGGIA (-1) CASERTANA CATANZARO BARLETTA (-2) COSENZA VIGOR LAMEZIA MELFI (-2) MARTINA LUPA ROMA PAGANESE MESSINA ISCHIA (-1) SAVOIA (-1) AVERSA NORMANNA REGGINA (-4)
76 71 63 60 57 57 56 48 44 41 41 38 36 36 34 28 28 27 26 22
PARTITE
RETI
G
V
N
P
F
S
34 34 34 34 33 34 33 33 34 33 33 33 33 34 33 33 33 34 34 34
23 20 17 17 17 15 16 13 12 9 9 9 9 8 8 5 6 6 5 6
7 11 12 9 6 13 8 9 10 14 14 13 9 12 10 13 11 10 11 8
4 3 5 8 10 6 9 11 12 10 10 11 15 14 15 15 16 18 18 20
50 51 51 50 43 56 47 40 31 33 34 36 33 36 28 31 26 30 32 24
24 25 32 35 29 33 30 37 32 33 36 39 36 54 39 49 48 49 49 53
PROMOSSE PLAYOFF PLAYOUT RETROCESSA
COSÌ OGGI Ore 14.30 ISCHIA (4-3-1-2) Giordano; Finizio, Impagliazzo, Sirignano, Bruno; Bulevardi, Massimo, Armeno; Millesi; Ciotola, Infantino. (Mennella, Caso, Verachi, Chiavazzo, Schetter, Alvino, Fumana). All. Maurizi. COSENZA (4-4-2) Ravaglia; Corsi, Tedeschi, Carrieri, Ciancio; Zanini, Arrigoni, Fornito, Statella; De Angelis, Cori. (Saracco, Caccetta, Magli, Novello, Chidichimo, Falbo, Trombino). All. Roselli. ARBITRO Perotti di Legnano (Quitadamo-Abruzzese). (andata 1-3) MELFI (4-3-1-2) Perina; Annoni, Dermaku, Di Filippo, Pinna; Agnello, Spezzani, Gallo; Tortori; Caturano, Fella. (Gagliardini, Di Mercurio, Colella, Giacomarro, Nappello, Luparini, Falomi). All. Bitetto. LECCE (3-5-2) Scuffia; Diniz, Abruzzese, Vinetot; Beduschi, Salvi, Papini, Bogliacino, Lopez; Gustavo, Doumbia. (Chironi, Mannini, Filipe, Sacilotto, Herrera, Manconi, Miccoli). All. Bollini. ARBITRO Ranaldi di Tivoli (Opromolla-Gentilini). (1-4) Ore 16 CATANZARO (4-4-2) Bindi; Daffara, Rigione, Orchi, Squillace; Ilari, Giampà, Sarr, Mounard; Russotto, Mancuso. (Migani, D’Orsi, Ghosheh, Benincasa, Zappacosta, Yeboah, Caputa). All. D’Urso (Sanderra squalificato). MESSINA (4-4-2) Berardi; Altobello, Stefani, Pepe, Silvestri; Damonte, Mancini, Nigro, Ciciretti; Orlando, Corona. (Scardino, Benvenga, Cane, Donnarumma, Bortoli, Izzillo, De Paula). All. Di Costanzo. ARBITRO Strippoli di Bari (Carovigno-Manzolillo). (1-1) VIGOR LAMEZIA (4-3-3) Piacenti; Spirito, Filosa, Gattari, Di Marco; Puccio, Battaglia, Papa; Improta, Held, Montella. (Forte, Di Bella, Kostadinovic, Catalano, Maglia, Rossini, Del Sante). All. Erra. PAGANESE (4-3-1-2) Casadei; Vinci, Tartaglia, Moracci, Donida; Malaccari, Baccolo, Calamai; Deli; Aurelio, Girardi. (Novelli, Perna, Djibo, Coulibaly, Bergamini, Franco, Biasci). All. Sottil. ARBITRO Mastrodonato di Molfetta (Greco-Urselli). (0-1)
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DOMENICA 12 APRILE 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
Formula 1 R GP Cina
DOMENICA 12 APRILE 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
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LA GARA ALLE 8 DIRETTA SU SKY SPORT F1 HD E RAI 1, LIVE SU GAZZETTA.IT, COLLEGAMENTI SU GAZZETTATV 6ª FILA
7ª FILA
HAMILTON
1ª FILA
VETTEL
2ª FILA
BOTTAS
3ª FILA
RICCIARDO
NASR
MALDONADO
VERSTAPPEN
PEREZ
Mercedes
Ferrari
Williams-Mercedes
Red Bull-Renault
Sauber-Ferrari
Lotus-Mercedes
Toro Rosso-Renault
Force India-Mercedes
5
44 1 1’35’’782
4ª FILA
77
3 1’36’’687
5ª FILA
3
5 1’37’’143
12
7 1’37’’540
33
13
9 1’38’’067
11 1’38’’134
13 1’38’’393
8ª FILA
9ª FILA BUTTON
STEVENS
McLaren-Honda
Manor-Ferrari
11 15 1’39’’290
Media: 204,877 km/h
10ª FILA
22
28 19 1’42’’091
17 1’39’’276
ROSBERG
MASSA
RAIKKONEN
GROSJEAN
ERICSSON
KVYAT
SAINZ
HÜLKENBERG
ALONSO
MERHI
Mercedes
Williams-Mercedes
Ferrari
Lotus-Mercedes
Sauber-Ferrari
Red Bull-Renault
Toro Rosso-Renault
Force India-Mercedes
McLaren-Honda
Manor-Ferrari
6 2 1’35’’824
19 4 1’36’’954
7 6 1’37’’232
8 8 1’37’’905
9 10 1’38’’158
26 12 1’38’’209
55 14 1’38’’538
14
27 16 1’39’’216
98 20 1’42’’842
18 1’39’’280
METEO: PARZIALMENTE NUVOLOSO, TEMPERATURA SUI 20°
Vettel ha il cuore rosso
1Commuove il box regalando a tutti una foto ricordo del trionfo in Malesia
Arrivabene stregato: «E’ delizioso». Stop all’idea di un 5o motore: costa troppo con la storia di Maranello lo ha preso a tal punto che oramai riconosce di primo acchito, con tanto di sigla, quasi tutte le macchine del passato. E poi si è documentato sulla storia di chi lo ha preceduto in Ferrari e su quello che ha fatto il Grande Vecchio. «È una persona deliziosa Seb, ma anche Raikkonen è diverso da come lo immagina la gente. Lo definiscono un freddo, invece è uno che sente profondamente le cose. Una gradevole sorpresa», commenta Maurizio Arrivabene. Il quale sta facendo di tutto perché l’armonia nel team resista. Ma al contempo guarda avanti, sprona i tecnici sugli sviluppi, s’informa, si dà da fare. E già sono cominciate le discussioni su come potrebbe essere la monoposto del 2016. PACCHETTO Non avendo nulla da perdere, al momento la Ferrari fa di tutto per giocare in attacco invece che in difesa, con una politica che in Malesia ha pagato subito e in Cina ha regalato brividi in qualifica, quando Vettel con spavalderia ha acciuffato il 3o posto alle spalle delle imprendibili Mercedes di Hamilton e Rosberg. Raikkonen è risultato 6o, preceduto da Massa e Bottas con le Williams, per un errore all’inizio del giro lanciato. Il merito di questi azzardi in rosso sono della SF15-T, che è veloce, molto guidabile, va bene nelle curve rapide come in quelle lente, ha una power-unit potente, consuma poco le gomme tanto che anche con le Pirelli soffici, alla vigilia di Shanghai, sono stati fatti molti giri in piena sicurezza, cosa non riuscita invece alla Mercedes per un problema di vettura.
Lewis Hamilton, 30 anni, ha fatto segnare la terza pole stagionale. Accanto a lui il ferrarista Seb Vettel, 27, terzo in griglia EPA
Pino Allievi SHANGHAI (CINA)
Q
uando, venerdì sera appena concluso il lavoro nei box di Shanghai, Sebastian Vettel ha portato una misteriosa busta a ognuno dei componenti del reparto corse, c’è stato un attimo di stupore e poi di commo- STOP MOTORI Tornando ai box di Shanghai, c’è zione. Sulle prime tutti hanno pensato a uno da sottolineare come tutti i discorsi sull’utilizzo scherzo, poi aprendo la busta è comparsa un fo- del 5o motore durante questo campionato (il reto della vittoria di Sebastian a Sepang, con un golamento ne autorizza 4) siano evaporati digrazie personalizzato. Un renanzi alla protesta di chi ha bugalo bellissimo a chi ha contridget ridotti e dovrebbe sborsabuito con lui a un successo inre 1,5 milioni di euro in più. «I sperato e a maggior ragione motori ibridi — ha sottolineato benvenuto. E un gesto delicato di nuovo Ecclestone ieri — soLE REPLICHE IN TV come raramente accade nel Il GP Cina viene trasmesso in replica no un aggravio di spese per tutmondo delle corse. ti. C’è tecnologia, è vero, ma su Sky F1 HD alle 11.30 e 15.30, su Rai 2 quanti sulle tribune se ne acalle 19.35 (in sintesi). LEADER Questo è Vettel, ragaz- CLASSIFICHE corgono? Nessuno. Soldi butzo di raffinata educazione e pi- Piloti 1. Hamilton 43 punti; 2. Vettel 40; tati via…». Una consideraziolota di rude determinazione 3. Rosberg 33; 4. Massa 20; ne personale da parte di un siRaikkonen 12; 6. Nasr 10; 7. Bottas quando si tratta di puntare al 5. gnore che sa bene come si ma10; 8. Ricciardo 9; 9. Hülkenberg 6; risultato. In pochissimi mesi ha 10. Verstappen 6; 11. Sainz 6; neggiano i quattrini e si diverte conquistato il team, ora vuole 12. Ericsson 4; 13. Kvyat 2; 14. Perez 1. ad andare controcorrente con anche conquistare il titolo con Costruttori 1. Mercedes 76; 2. Ferrari qualche valida ragione. Ma la rossa, a prescindere dal ri- 52; 3. Williams 30; 4. Sauber 14; 5. Toro non poteva pensarci prima? Rosso 12; 6. Red Bull 11; 7. Force India 7. © RIPRODUZIONE RISERVATA sultato in Cina. La comunione
LA GUIDA
NUOVI PROFILI PER L’ALA DELLA W06 ● (g.p.) La Mercedes W06 sfoggia a Shanghai un’ala anteriore che estremizza concetti espressi già nel 2014 riguardanti le paratie laterali: in particolare si è lavorato su numero e sequenza dei profili che servono a gestire al meglio il flusso d’aria verso la parte esterna delle ruote. Questo sistema è stato parzialmente adottato anche dalla Red Bull in questo GP.
ELETTRONICA Quando la macchina c’è, arriva tutto il resto e la coesione di squadra può fare miracoli. Con risultati che si tramutano in benefici per l’intera galassia Fiat. L’amministratore delegato della Magneti Marelli, Eugenio Razelli, è arrivato in Cina proprio in coincidenza del GP per inaugurare altri due stabilimenti oltre agli 8 già esistenti qui, con ben 3000 dipendenti: «La F.1 e la Ferrari — dice — sono un bel passaporto per fare tante cose. Gli sviluppi sui motori ibridi in pista ci aiutano molto nella ricerca per la produzione di serie». Tra l’altro la Magneti Marelli fornisce la telemetria a 8 team su 10, oltre a iniettori e componenti vari persino alla Honda: il capo delle operazioni è l’ingegner Roberto Dalla, responsabile elettronico della Ferrari nei momenti d’oro.
IL CASO
Il segreto Mercedes? La mappatura da qualifica Mauro Casadio INVIATO A SHANGHAI
D
iciotto pole Mercedes su 19 nel 2014, 3 su 3 finora quest’anno. Totale: 21 su 22. Le qualifiche, più ancora delle gare, sono cosa loro. Merito anche di quello che molti chiamano pulsante magico. «Non esiste», frena Niki Lauda. Pulsante o no, una cosa è certa: sul volante Hamilton e Rosberg hanno la possibilità di selezionare una modalità «extrastrong» del motore, che secondo Toto Wolff fornisce «15-20 cavalli in più». Un’opzione che «utilizziamo in tutte le fasi delle qualifiche ma non in gara per motivi di affidabilità». RIVALI In pratica, è come se la Mercedes avesse il motorone del sabato: i cavalli pare che siano più di quelli dichiarati da Wolff. James Allison, d.t. Ferrari, farebbe carte false per riuscire ad avere quell’ulteriore potenza: «Dieci cavalli regalano circa un decimo e mezzo al giro». Per Horner (Red Bull) è uno sprone: «La vorremmo come la manna, stiamo aspettando che la Renault batta un colpo». Anche la McLaren-Honda, per bocca di Eric Boullier, conferma l’esistenza di questa super modalità, peraltro legale: «Ce l’hanno anche le altre squadre motorizzate Mercedes, ma nel loro caso la potenza extra è minore». © RIPRODUZIONE RISERVATA
5
● Le pole di Hamilton in Cina: 2007-08-13-14-15. In passato solo Fangio, Schumi e Senna hanno fatto lo stesso su una sola pista
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Motomondiale R GP delle Americhe
LA GARA ALLE 21 DIRETTA SU SKY SPORT MOTOGP HD, LIVE SU GAZZETTA.IT, DIFFERITA ALLE 23.30 SU CIELO 1ª FILA
2ª FILA
3ª FILA
4ª FILA
5ª FILA
6ª FILA
7ª FILA
8ª FILA
9ª FILA
M. MARQUEZ
V. ROSSI
IANNONE
SMITH
BARBERA
DI MEGLIO
MILLER
HAYDEN
MELANDRI
Spa-Honda
Ita-Yamaha
Ita-Ducati
GB-Yamaha
Spa-Ducati
Fra-Ducati
Aus-Honda
Usa-Honda
Ita-Aprilia
46
93 1 2’02’’135
4 2’02’’573
29
38
8
7 2’02’’792
10 2’03’’440
13 2’03’’926
63
43
16 2’04’’392
33
69
19 2’05.156
22 2’05’’569
25 2’07’’267
DOVIZIOSO
CRUTCHLOW
A. ESPARGARO
PETRUCCI
BRADL
E. LAVERTY
BAZ
BAUTISTA
Ita-Ducati
GB-Honda
Spa-Suzuki
Ita-Ducati
Ger-Yamaha Forward
Irl-Honda
Fra-Yamaha Forward
Spa-Aprilia
6
50
19
76
4
35
41
2 2’02’’474
5 2’02’’613
8 2’02’’869
LORENZO
REDDING
P. ESPARGARO
M. VIÑALES
HERNANDEZ
AOYAMA
ABRAHAM
DE ANGELIS
Spa-Yamaha
GB-Honda
Spa-Yamaha
Spa-Suzuki
Col-Ducati
Gia-Honda
R.Cec-Honda
Rsm-Art
25
68
99 3 2’02’’540
45 6 2’02’’674
9
44 9 2’03’’161
11 2’03’’741
12 2’03’’754
14 2’04’’275
17 2’04’’875
7
15 2’04’’313
18 2’05’’086
20 2’05’’214
23 2’05’’595
15
17 21 2’05’’261
24 2’06’’145
METEO: PROBABILE PIOGGIA INTERVALLATA DA SCHIARITE, TEMPERATURA SUI 24°
MOTO2 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. 15. 16. 17. 18. 19. 20. 21. 22. 23. 24.
SIMEON (KALEX)
2’09”888 MEDIA 152,7 KM/H LOWES (SPEED UP) 2’09”942 RABAT (KALEX) 2’10”077 ZARCO (KALEX) 2’10”102 MORBIDELLI (KALEX) 2’10”135 NAKAGAMI ((KALEX) 2’10”190 SIMON (SPEED UP) 2’10”261 RINS (KALEX) 2’10”488 AEGERTER (KALEX) 2’10”513 SCHROTTER (TECH 3) 2’10”548 KALLIO (KALEX) 2’10”576 CORSI (KALEX) 2’10”590 WEST (SPEED UP) 2’10”594 SALOM (KALEX) 2’10”854 SYAHRIN (KALEX) 2’10”894 CORTESE (KALEX) 2’10”930 LUTHI (KALEX) 2’10”985 KRUMMENACHER (KALEX) 2’11”031 FOLGER (KALEX) 2’11”092 CARDUS (TECH 3) 2’11”104 BALDASSARRI (KALEX) 2’11”286 L.ROSSI (TECH 3) 2’11”486 A.MARQUEZ (KALEX) 2’11”661 SHAH (KALEX) 2’11”954
MOTO3 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. 15. 16. 17. 18. 19. 20. 21. 22. 24. 25.
KENT (HONDA)
2’15”344 MEDIA 146,6 KM/H OLIVEIRA (KTM) 2’15”829 LOCATELLI (HONDA) 2’16”090 ANTONELLI (HONDA) 2’16”101 NAVARRO (HONDA) 2’16”144 QUARTARARO (HONDA) 2’16”150 I. VIÑALES (HUSQVARNA) 2’16”335 BASTIANINI (HONDA) 2’16”400 BAGNAIA (MAHINDRA) 2’16”417 MASBOU (HONDA) 2’16”576 BINDER (KTM) 2’16”735 MARTIN (MAHINDRA) 2’16”849 GUEVARA (MAHINDRA) 2’16”945 LOI (HONDA) 2’16”954 MCPHEE (HONDA) 2’16”992 VAZQUEZ (HONDA) 2’17”012 ONO (HONDA) 2’17”173 DANILO (HONDA) 2’17”434 FENATI (KTM) 2’17”469 HANIKA (KTM) 2’17”485 AJO (KTM) 2’17”487 MIGNO (KTM) 2’17”518 FERRARI (MAHINDRA) 2’17”653 MANZI (MAHINDRA) 2’17”659
3’20”
● E’ il tempo che manca alla conclusione delle qualifiche quando Marc Marquez ferma la sua Honda davanti al muretto box per un allarme
2’38”
● Dopo aver percorso tutta la corsia dei box a perdifiato, il campione del mondo risale in sella e con un giro record strappa la pole a Dovizioso
Marquez, una pole di corsa La Honda si ferma, lui vola 1Marc, tradito dalla moto, si precipita ai box e fa il record in extremis Dovizioso si illude ma deve cedere: è secondo. Rossi 4o dietro Lorenzo
mato che la novità del cambio seamless (veloce) anche in staccata — e qui ce ne sono tre «importanti» —, funziona bene e fa recuperare decimi sulla Honda, molto più che sulla fluida pista di Losail.
Filippo Falsaperla INVIATO A AUSTIN (USA)
A
desso sappiamo veramente di cosa è capace Marc Marquez! Certo questa pista è casa sua, l’aiuta dandogli quella strana sensazione di onnipotenza, ma ciò che ha fatto negli ultimi 2 minuti e 38 secondi ha dell’incredibile. Marc era in testa dopo il primo giro di gomme fresche, con la solita autorità, e si è lanciato con la seconda. Ma appena passata la linea del traguardo la sua Honda è andata in panne elettronica: lui ha inchiodato in fondo al muretto e come un gatto l’ha scavalcato correndo verso la seconda moto. Senza riprendere fiato, senza avere confidenza, un giro di lancio a ritmo da qualifica per evitare la bandiera a scacchi (mancavano 10”) e poi la sparata finale. NUDO In 5.513 metri si è capito cosa può fare Marc, senza filtri, senza freni. Ogni curva come se fosse l’ultima della sua vita. Un campionario infinito di rischi da ultima spiaggia che lo hanno sparato dentro una pole stratosferica, oltre 6 decimi meglio di se stesso l’anno scorso (con pista perfetta e sempre sole, mica come in questi due giorni), 339 millesimi davanti a un impressionante Andrea Dovizioso, che ha visto da vicino, incollato alla ruota di Marc, la sua seconda pole consecutiva. E alla fine si è inchinato cavallerescamente allo strapotere del campione. RECUPERO In prima fila oggi partirà anche Jorge Lorenzo, che ha saputo raddrizzare un venerdì negativo, facendo il meglio possibile per la Yamaha su questa pista. Come dimostra il 4° tempo di Valentino Rossi, a soli 33 millesimi. Il resto dello schieramento è abbastanza prevedibile, con i miglioramenti di Crutchlow (5°)
SORPRESA Che la Suzuki avrebbe potuto fare bene in prova lo si poteva ipotizzare, grazie alla possibilità di sfruttare la gomma morbida, ma Aleix Espargaro, a dispetto della carenza di cavalli sul lungo rettilineo da 340 orari, è andato molto forte anche di passo (si fa per dire, visto che quasi nessuno ha fatto tanti giri di fila e veloci). Evidentemente il lungo tratto iniziale, con continui cambi di direzione, compensa abbondantemente i lati negativi. Insomma, due protagonisti in più per la gara: la moto di Hamamatsu e… la scarsa messa a punto per tutti. Carte mescolate, una garanzia di spettacolo. L’impresa del bicampione del mondo Marc Marquez, 22 anni: di corsa nei box per recuperare la moto MILAGRO
che ha preceduto un Redding, che ha risolto i suoi guai, mentre Iannone (7°) continua ad avere difficoltà. Meglio, in proporzione, Petrucci (11°), per la prima volta direttamente in Q2. DUBBI In generale, le prove hanno offerto tutte le possibilità di aderenza pista, rispecchiando le aspettative meteorologicamente incerte per la gara di stasera (via alle 21 italiane). Ma questa varietà di situazioni non è detto che diventi un vantaggio: anzi. Perché si è fatto tutto, ma non tutto per bene. Pioggia o asciutto, pari non son per tutti, a parte, ovviamente Marquez, che sembra avere gli strumenti per giocarsela — e magari vincerla come nelle due edizioni precedenti — in ogni condizione, acqua (più gettonata) o asciutto, sempre che non si faccia prendere dalla foga di recupero lo svarione del Qatar.
RIMPIAZZO Che la Honda vada bene su questa pista è ribadito da Crutchlow, che nelle libere ha saputo ben interpretare il ruolo da spalla che il sostituto di Pedrosa, Aoyama, non può di certo reggere. Ma anche da Redding, mai così bene nella sua stagione (e un pezzettino) di MotoGP. Gli avversari si
RL’iridato fa un giro
di lancio a ritmo da qualifica per non prendere bandiera e ce la fa per 10”
ROggi è prevista
pioggia: e la Ducati sembra essere la sola a potere dar fastidio alla Honda
sono divisi oneri e onori a seconda delle condizioni di pista. SOGNI La Ducati, i suoi piloti, un po’ come tutti, vorrebbero l’asciutto, ma la GP15 ha mostrato di fare fatica sulla pista in queste condizioni. Sia Dovizioso, sia Iannone hanno avuto problemi per tutti i turni asciutti e addirittura il secondo si è dovuto inchinare al «satellite» Petrucci (con moto dell’anno scorso) per l’accesso diretto alla Q2. Con il bagnato, invece, la rossa sembra scintillante, forse unico avversario della Honda e di Marquez. RISORGIMENTO Al contrario ieri mattina si è rivista bene e combattiva la Yamaha: in particolare Lorenzo, che ha più o meno superato la «bronchitella» che lo aveva limitato venerdì. Tutte e quattro le moto di Iwata sono state protagoniste del turno. Valentino ha confer-
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LA GUIDA
OGGI Warm up: 15.40 Moto3; 16.10 Moto2; 16.40 MotoGP. Gare: alle 18 la Moto3 (18 giri, 99,2 km); alle 19.20 la Moto2 (19 giri, 104,7 km); alle 21 la MotoGP (21 giri, 115,8 km). Differite alle 20.45, alle 22 e alle 23.30 su Cielo. GAZZETTA.IT Tempo reale, risultati, foto e curiosità. GAZZETTA TV Approfondimenti da studio e collegamenti con i nostri inviati. CLASSIFICHE MotoGP: 1. Rossi 25 punti; 2. Dovizioso 20; Iannone 16. Moto2: 1. Folger 25 punti, 2. Simeon 20; 3. Luthi 16. Moto3: 1. Masbou 25 punti; 2. Bastianini 20; 3. Kent 16.
DOMENICA 12 APRILE 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
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SUPERBIKE
Aprilia d’assalto Haslam davanti e la Ducati è lì
L’esultanza di Marquez dopo la pole di Austin MILAGRO
La moto molla Marquez in pista, lui non si arrende: dopo aver scavalcato il muretto corre a perdifiato per recuperare l’altra Honda nei box SKY
«Un giro da matto sempre al limite ma è stato bello» 1Marc: «Ho pensato: è l’ultima chance. Mi sono buttato dicendo “quello che succede, succede”» Giovanni Zamagni AUSTIN (STATI UNITI)
M
ai visto, o quasi, niente di simile. Marc Marquez, saldamente al comando, riparte dal box con una nuova gomma posteriore, ma quando transita sul rettilineo di arrivo scosta a sinistra, parcheggia la Honda contro il muretto, lo salta agilmente e di corsa raggiunge i meccanici che, nel frattempo, hanno preparato la seconda RC123V. Riparte, ma il cronometro segna solo 2’38”. Ed ecco il primo capolavoro: Marquez, nonostante l’inevitabile tensione, la difficoltà di ripartire a freddo e una moto non perfettamente a punto, passa sul traguardo poco prima della bandiera a scacchi. Nel frattempo al comando c’è Dovizioso con un ottimo 2’02”474, ma Marquez ha in mente un solo obiettivo: la pole, la terza con-
secutiva su questo tracciato. La sua RC213V si muove da tutte le parti, lui in un paio di occasioni sembra più a terra che in sella, in una curva pare non fermarsi, ma niente lo rallenta. Ultima piega, ultimi metri: 2’02”135. Standing Ovation, tutti in piedi ad applaudire. CHE IMPRESA La pole, ampiamente prevista alla vigilia, arriva al termine di una delle più belle gesta di Marquez. «Mi sembrava di avere la situazione sotto controllo — racconta carico di adrenalina —, ma quando sono transitato sul rettilineo si è accesa sul cruscotto la spia che avverte di un malfunzionamento. Secondo le istruzioni Honda mi sono subito fermato per una questione di sicurezza. Ho fatto uno sprint fino al box, sono riuscito a passare al limite sul traguardo e ho spinto a più non posso, perché dopo quanto accaduto in Qatar volevo a tutti i
costi la pole». Poi via, per 122 secondi in apnea. «La seconda moto non era a posto come la prima, non avevamo fatto a tempo a fare le ultime modifiche e in una staccata sono arrivato veramente lunghissimo. Ho pensato: è l’ultimo giro, devo provare a buttarla dentro, succeda quel che succeda». Da pelle d’oca. GRANDE DOVI Così, proprio nel finale, Andrea Dovizioso e la Ducati vedono svanire quella che sarebbe stata la seconda pole consecutiva. Peccato, ma il secondo posto è un altro risultato prestigioso. «Significa — racconta soddisfatto — che si è lavorato bene. Qui eravamo un po’ in difficoltà, più che in Qatar, ma nelle FP4 abbiamo fatto un passo in avanti». Tanto grande, da poter sognare la prima posizione. Ma contro Marquez non c’è stato nulla da fare. «Stavo rallentando, quando Marc
mi ha passato e mi sono messo dietro di lui per vedere quanto ne ha più di noi: devo dire parecchio… Marquez fa spesso la differenza, ma qui ancora di più». Insomma, sarà difficile batterlo, ma il Dovi non parte sconfitto. «Non siamo poi così lontani e questa è una pista dura, fisicamente impegnativa, che consuma molto le gomme: sarà importante anche la strategia». YAMAHA A completare la prima fila, Jorge Lorenzo, con Valentino Rossi immediatamente alle sue spalle: complessivamente, un buon risultato di squadra. «Non sono ancora al meglio fisicamente — racconta Jorge —: sono al secondo giorno di antibiotici, mi sento debole. Ma abbiamo migliorato tanto, specie nella parte elettronica, la M1 si guida bene e l’ho sfruttata al meglio. In gara sarà più difficile per me: considerando le mie condizioni fisiche sarebbe forse meglio che piovesse, ma io preferisco sempre l’asciutto. ROSSI Soddisfatto Valentino: «La seconda fila era l’obiettivo, anche se, con un giro migliore, forse avrei potuto agguantare la prima, visto che sono molto vicino a Lorenzo e Dovizioso. Per la gara abbiamo un buon passo, e dobbiamo lavorare sulla gomma anteriore, che qui è un po’ al limite. E poi sarà importante vedere che tempo farà. Marquez è il più veloce, ha fatto la pole e ha il passo migliore. Non come nel 2014, ma resta il favorito per la vittoria. Poi ci siamo Jorge, Dovi e io». © RIPRODUZIONE RISERVATA
LE ALTRE CLASSI
Locatelli, prima fila in Moto3 In Moto2 Morbidelli è quinto AUSTIN
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ndrea Locatelli al debutto in prima fila con il terzo tempo, Niccolò Antonelli quarto, Enea Bastianini ottavo, Pecco Bagnaia nono: c’è da fregarsi le mani. «È stato il più bel giro della mia vita – non riesce a trattenere la soddisfazione Locatelli, 18 anni, di Alzano –. Sono passato sul traguardo, ho visto che ero quarto e ho pensato che avrei dovuto fare qualcosa di speciale: ci sono riuscito. La soddisfazione è doppia, perché qui siamo dall’altra parte del mondo, non su
una pista italiana che quindi conosco meglio». DAL VIVAIO Carattere estroverso, sempre sorridente, Andrea è un ragazzo proveniente dal vivaio italiano: nel 2013 ha vinto il CIV e questo gli ha permesso di debuttare nel Mondiale nel Team Italia. Nonostante tante difficoltà, Locatelli si è messo in mostra e con la Honda del team Gresini può esprimere il suo potenziale. «Con la squadra mi trovo benissimo: si può migliorare continuamente. In gara mi manca un po’ l’abitudine a lottare davanti, ma qui credo di avere un buon passo per stare
Andrea Locatelli, 18 anni IPP
con il gruppetto dei migliori». PASSO Ce l’ha anche il suo compagno di squadra Bastianini, che scatterà dalla 3a fila con l’ottavo tempo: un bel passo in avanti rispetto al Qatar, quando era arrivato 20 partendo dalla 21a posizione. «L’inglese Kent (in pole position; n.d.r.) è sempre velocissimo in prova, ma non credo possa scappare: se non pioverà, sono convinto di poter fare una buona gara». Ha un buon passo anche Antonelli, mentre Romano Fenati del team VR46, qui vincitore nel 2014, è solo 19O, costretto ad abortire l’ultimo giro per un problema tecnico alla Ktm. In Moto2 pole per il belga Simeon, pilota di Gresini mentre Franco Morbidelli (Kalex) ha fatto segnare il quinto tempo. g.z. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Haslam, 31 anni, tra Davies, 28 (a sinistra) e Sykes, 29 ALEXPHOTO
1Davies beffato
di 33 millesimi, solo quarto Rea. Le due gare alle 10.30 e alle 13.10
Paolo Gozzi ALCANIZ (SPAGNA)
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ulla pista di casa della Kawasaki è il derby Aprilia contro Ducati a infiammare la Superbike. La sfida sul giro secco ha premiato il talento un po’ naif di Leon Haslam, che in 93 GP era partito davanti solo cinque anni fa in Australia, con la Suzuki, nella stagione del grande duello con la RSV4 di Max Biaggi. Il figlio d’arte ha approfittato di un piccolo errore del gallese Chaz Davies costato alla Rossa 33 millesimi fatali. La tecnologia italiana ha detronizzato la ZX-10R di Tom Sykes, relegato in terza posizione dopo tre pole position consecutive. Ma la sorpresa più grande, anche in ottica Mondiale, è il dominatore d’inizio stagione Jonathan Rea (tre vittorie e un secondo posto) retrocesso in seconda fila col quarto tempo: Haslam (una vittoria e tre secondi) va all’attacco, cercando di recuperare i 10 punti di svantaggio. Con il tempo di 1’49”664, tra l’altro, Haslam sarebbe scattato dalla 14a casella nella gara di Mo-
toGP del settembre scorso. GOMME Nei 18 giri delle due sfide (ore 10.30 e 13.10) più della prestazione conterà la gestione della gomma supersollecitata dal freddo asfalto di Aragon. Sul passo Rea è stato il più convincente, con Haslam meglio di Sykes. La Ducati, che non vince da due anni e mezzo, sulla distanza è un’incognita ma Davis ci crede («Nella simulazione siamo andati bene»). Pesa anche l’incognita del meteo incerto, con una (piccola) possibilità di piovaschi e il rischio di cambio gomme. STOCK 1000 Aprilia scatta in pole con il 22enne Lorenzo Savadori anche nell’apertura della coppa del Mondo Stock 1000, la serie d’accesso delle moto strettamente di serie. Precede la Bmw di Roberto Tamburini, la debuttante Yamaha R1 del britannico Kev Coghlan e la Ducati di Raffaele De Rosa. © RIPRODUZIONE RISERVATA
I TEMPI 1. Haslam (GB-Aprilia) 1’49”664; 2. Davies (GB-Ducati) 1’49”697; 3. Sykes (GB-Kawasaki) 1’49”863; 4. Rea (GBKawasaki) 1’50”053; 5. Fores (Spa-Ducati) 1’50”449; 6. Badovini (Ita-Bmw) 1’50”670; 7. Torres (Spa-Aprilia) 1’50”736; 8. Lowes Alex (GB-Suzuki) 1’50”924; 9. Terol (Spa-Ducati) 1’51”146; 10. Mercado (Arg-Ducati) 1’51”243; 11. Van der Mark (Ola-Honda) 1’51”510; 12. Salom (Spa-Kawasaki) 1’52”016. Superpole 2: 13. Baiocco (Ita-Ducati) 1’51”404; 14. Guintoli (FraHonda) 1’51”481; 15. Camier (GB-Mv Agusta) 1’52”526; 16. Canepa (Ita-Ebr) 1’52”970. IN TV Diretta su Italia1: gara-1 alle ore 10.30, Supersport alle 11.40, gara-2 alle 13.10.
TACCUINO 6 ORE DI SILVERSTONE
Porsche su tutti ● (an.gat) Webber, Bernhard e Hartley in pole alla 6 Ore di Silverstone (GB), gara d’apertura del Mondiale Endurance (Wec). Quinti nella Gte-Pro Vilander-Bruni (Ferrari 458). Via alle 13, diretta su Eurosport dalle 18. Sempre a Silverstone Rosenqvist e Russel hanno vinto le prime due gare dell’Euro F.3. Per Antonio Giovinazzi un 2o e un 3o posto.
ACCORDO ACADEMY
Robazzi con la rossa ● (p.a.) La Ferrari Academy sta definendo una collaborazione con Roberto Robazzi per mettere gli occhi
anche sui ragazzini dei kart. Robazzi è titolare della Tony Kart di Prevalle (Bs) con la quale hanno vinto Schumacher e Vettel.
GARA-1 DELLA TCR
Vince Morbidelli ● Gianni Morbidelli, a 47 anni, ha vinto a Shanghai gara-1 del round cinese di Tcr, al volante di una Honda Civic: il pesarese è passato in testa alla classifica.
RALLY TRICOLORE
Sanremo ad Andreucci ● (an.gat.) Paolo Andreucci (Peugeot 208 T16 R5), vince il Rally di Sanremo, seconda prova del tricolore ed è il nuovo leader del campionato. Secondo Basso (Ford Fiesta gpl) e terzo Albertini (Peugeot).
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Ciclismo R La Regina delle Classiche
Olimpionico su pista e nella crono, re del Tour 2012: Bradley Wiggins, 34 anni, all’ultima fermata GETTY IMAGES
QUESTA È L’UNICA CORSA CHE GUARDERÒ IN TV QUANDO LASCERÒ IL CICLISMO. ANCHE SE MI ROMPESSI UNA CLAVICOLA VORREI ARRIVARE NEL VELODROMO
L’estasi prima dell’inferno Wiggins all’ultima follia
1Oggi 113 Roubaix Fenomeno su pista, il Baronetto ha scelto il velodromo più famoso a
per la recita finale della carriera. In mezzo, 6 milioni di pezzi di pavé. Diretta tv in 187 Paesi 99
stranieri
Ciro Scognamiglio INVIATO A COMPIEGNE (FRANCIA) twitter@cirogazzetta
13 Vittorie italiane 1897 Garin 1898 Garin 1937 Rossi 1949 S. Coppi 1950 F. Coppi 1951 Bevilacqua 1966 Gimondi 1978 Moser 1979 Moser 1980 Moser 1995 Ballerini 1998 Ballerini 1999 Tafi
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ichael Jackson e il moonwalk. «Mi piacerebbe ballarlo come lui, ma so che non ne sarò mai capace». Questa l’avevamo già sentita. Bradley Wiggins — per una volta — non è stato troppo originale nella scelta dell’ultima frase consegnata ai cronisti prima di buttarsi nell’Inferno del Nord. Il paragone è venuto alla fine del seguente ragionamento: «Vincere la Roubaix è sempre stato il mio sogno, e forse rimarrà tale. Farò di tutto per realizzarlo, consapevole del fatto che non sempre prendi quello che vuoi. Quello che ho fatto in carriera è già incredibile, rispetto a quello che mi aspettavo». ASPETTATIVE Il Baronetto ha ragione. Ma c’è una sostanziale differenza tra Moonwalk, Michael Jackson e la Parigi-Roubaix che oggi vive l’episodio numero 113 di un mito che attraversa 3 secoli (prima edizione 1896, come l’Olimpiade e… la Gazzetta): Wiggins è negato nelle danze, ma va forte in bici, sa correre sul pavé e così la chance di vincere la regina delle classiche, dopo il nono posto dello scorso anno, ce l’ha. L’unica che si concluda in pista, tra l’altro, dove lui ha dominato per anni. E nell’ultimo giorno ad alto livello su strada di una carriera inimitabile, potrebbe diventare il primo britannico re della Roubaix proprio come lo è stato nel vincere il Tour de France (2012). Anzi,
farebbe a cambio tra i trionfi, lui che conosce a memoria gli ultimi 25 vincitori e ha studiato a memoria il pavé. E il fatto che abbia vinto solamente 3 corse in linea in carriera prima di oggi non è altro che l’ennesima elemento della follia a pedali che oggi vivremo. MODA «Già nel 1896, se ci pensate, questa corsa poteva essere considerata un anacronismo — ragionava ieri il direttore Christian Prudhomme —. Sono passati 119 anni ed è ancora così. Proprio questo è il motivo che non la farà passare mai di moda». Tra il via dalla storica Compiegne e il velodromo Stablinski di Roubaix ci sono 253,5 chilometri e soprattutto 52,7 chilometri di pavé divisi in 27 settori. Ieri hanno finito di contare le pietre: siamo arrivati a 6.071.040 pezzi, contro i 5.900.000 del 2014. I tratti a cinque stelle – Foresta di Arenberg, Mons en Pevele, Carrefour de l’Arbre – sono anche i punti chiave di uno spettacolo che ogni anno che passa allarga di un pezzetto i confini: sarà trasmessa live anche in Perù (187 Paesi collegati) e al via c’è il primo taiwanese della storia, Chung Kai Feng. TRAMA Va detto che Wiggins non parte favorito, nonostante al via manchino (come al Fiandre di domenica scorsa) due giganti del calibro di Tom Boonen e Fabian Cancellara, sette successi in due. Quel ruolo tocca ad Alexander Kristoff, re del Fiandre e decisamente uomo del momento, e magari a Niki Terpstra, campione in carica e secondo nella Ronde. Ma le alternative non manca-
I TOP FIVE Alexander Kristoff Norvegese 27 anni 1° Fiandre 2015
John Degenkolb Tedesco 26 anni 1° Sanremo 2015
Niki Terpstra Olandese 30 anni 1° Roubaix 2014
Peter Sagan Slovacco 25 anni 4° Sanremo e Fiandre 2015
Bradley Wiggins Inglese 34 anni 1° Tour 2012
no: da Vanmarcke a Van Avermaet, da Degenkolb a Sagan, da Boom a Sagan e Thomas (compagno di Wiggo). Mentre l’Italia – a secco dal 1999 con Tafi, in 17 al via – attende buone notizie da Paolini, Oss, Quinziato e Trentin, e nota come solo in 3 al via (Terpstra, il re 2011 Vansummeren e Vanmarcke) abbiano un curriculum alla Roubaix migliore di Filippo Pozzato, che arrivò secondo nel 2009. FASCINO Ieri a Compiegne, nonostante la pioggia (oggi invece il meteo promette bene), alla presentazione dei team si respirava davvero l’aria del grande ciclismo. L’emozione della gente in fila per gli autografi faceva a gara con quella dei corridori, perché rispetto e fascino della Roubaix sono democratici, toccano allo stesso modo campioni e debuttanti, appassionati e gente che magari segue il ciclismo solo una volta all’anno. E l’ispirazione si trova facilmente. Tra le tante, abbiamo scelto due frasi che rendono la fatica che si fa in una prova in cui, forse è il caso di ricordarlo, non c’è salita. «E’ l’evento sportivo più brutale che esista, una guerra senza pallottole. Ti massacra dalla testa ai piedi, è l’unica corsa di ciclismo che richieda otto giorni per il recupero», disse una volta il danese Rolf Sorensen. Mentre Fabio Baldato, oggi qui sull’ammiraglia Bmc e 2° a Roubaix nel 1994, sostiene che «la Roubaix è bestiale, perché sa dove colpirti, trova sempre il tuo punto debole. Ti fa male. Male, comunque vada». Il dolore e la sofferenza. Ma anche estasi e mito. C’è la Roubaix, oggi. © RIPRODUZIONE RISERVATA
IN BELGIO
In volo sul Koppenberg Moscon rilancia l’Italia: 2° nel Fiandre under 23
Gianni Moscon in volata
1Il trentino, con la Nazionale, cede all’australiano Edmondson Alessandro Conti aconti@rcs.it twitter@alfa_conti
«D
urante la ricognizione il pavé mi era sembrato molto duro». E pensare che era all’esordio in corsa sulle pietre. Non una qualunque, ma il Giro delle
Fiandre under 23 (176 km, 14 Muri), prima prova della Coppa delle Nazioni. Gianni Moscon, 21 anni il 20 aprile, trentino della Zalf, in Belgio con la Nazionale, è arrivato 2° in una volata a due con l’australiano Alexander Edmondson, tre ori in pista (2 inseguimento a squadre, 1 individuale). Ha sfiorato quella vittoria che, tra i
pro’, all’Italia manca dal 2007 con Ballan; tra i dilettanti, primi Visconti nel 2004 e Puccio nel 2011. «Hanno corso da squadra, sono entrati nelle fughe importanti e Moscon ha finalizzato. È un risultato importante, frutto del lavoro che abbiamo cominciato all'inizio dell'anno». È soddisfatto il c. t. Marino Amadori. E Davide
FOTO VAN HECKE
Martinelli è arrivato 11°. È lo stesso Moscon, che martedì aveva vinto il Palio del Recioto, a raccontare la gara: «All’inizio pioveva e faceva freddo. In fuga sono andati prima Ballerini e poi Rosa. Sul Koppenberg (quart’ultimo Muro a 20 km dall’arrivo, ndr) eravamo un gruppetto ed è partito l’australiano. Io sono sgattaiolato e
«ALL'UNIVERSITÀ STUDIO INGEGNERIA GESTIONALE, MEDIA 23. MA IN STATISTICA HO PRESO 30» GIANNI MOSCON 20 ANNI, CORRE NELLA ZALF
l’ho ripreso. Sapevo che era veloce e quindi all’arrivo di Oudernaarde sono partito ai 150 metri, l’ho passato ma lui ha rimontato quasi subito». Un respiro, poi una riflessione: «Ora c’è rimpianto, sarebbe stato bello vincere. Ma mi sono trovato bene». Poi l’auspicio di visitare il museo della città belga gestito da Freddy Maertens. Adesso ci sono un altro paio di impegni in azzurro per Moscon, diploma in perito agrario, azienda di famiglia che produce mele in Val di Non, secondo anno di Ingegneria gestionale (come Marco Pinotti) a Padova «con la media del 2223, ma ho preso 30 in Statistica». Mercoledì 15, altra prova di Coppa delle Nazioni in Francia a La Côte Picarde. E poi il Giro del Trentino (21-24 aprile) con la Nazionale di Cassani. © RIPRODUZIONE RISERVATA
DOMENICA 12 APRILE 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
IL PAVÉ: 27 SETTORI PER 52,7 KM
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L’ALBUM
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ARRIVO Km 253,5
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● 1 Roger De Vlaeminck nella Foresta di Arenberg: il belga ha vinto 4 Roubaix (1972, ‘74, ‘75 e ‘77). Come lui solo Boonen (2005, 2008, 2009 e 2012). ● 2 Franco Ballerini nella polvere del 1995, primo trionfo. Si è ripetuto nel 1998 ● 3 Tris di Eddy Merckx: 1968, 1970 e 1973 ● 4 Tripletta consecutiva per Francesco Moser, qui nel 1980 in maglia tricolore dopo le perle del 1978 e ‘79 BETTINI
14.15
16 19 Nº 27 26 25 24 23 22 21 20 19 18 17 16 15 14 13 12 11 10 9 8 7 6 5 4 3 2 1
km Settore di pavé 98,5 105 108 112,5 120,5 130 133,5 136,5 149,5 158 164 170,5 178 181,5 188 193 199 204,5 210,5 214 220 226,5 229 233,5 236,5 238,5 245,5 252
Troisvilles Viesly Quievy Saint-Python Vertain Verchain-Maugré Querenaing-Maing Monchaux sur Ecaillon Haveluy Foresta di Arenberg Wallers-Pont Gibus Hornaing Warlaing-Brillon Tilloy-Sars et Rosieres Beuvry-Orchies Orchies Auchy-Bersee Mons en Pevele Merignies-Avelin Pont Thibaut Templeuve-Moulin Vertain a) Cysoing-Bourghelles b) Bourghelles-Wannehain Camphin en Pevele Carrefour de l'Arbre Gruson Hem Roubaix
metri Difficoltà 2200 1800 3700 1500 2300 1600 2500 1600 2500 2400 1600 3700 2400 2400 1400 1700 2700 3000 700 1400 500 1300 1100 1800 2100 1100 1400 300
20
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22
23 25 24 26
27
Vento 6 km/h
PARTENZA
Compiègne
10.30
RaiSport 1 dalle 13 Eurosport dalle 12.45 Rai3 dalle 15.05 GDS
DIRETTA SU GAZZETTA.IT Terpstra con l’1, Paolini ha il 25, Oss il 65 Tosatto (quasi 41 anni) il più vecchio al via Al via 200 corridori di 25 team. In gara anche 17 italiani. Matteo Tosatto (40 anni e 11 mesi) e Luca Paolini (38 e 3 mesi) sono i più anziani del gruppo; Federico Zurlo (21 anni e 46 giorni) il terzo più giovane. Prima partecipazione di un corridore di Taiwan. I migliori: ETIXX-QUICK STEP 1 Terpstra (Ola), 2 Keisse (Bel), 3 Lampaert (Bel), 4 Maes (Bel), 5 Stybar (Cec), 6 Trentin, 7 Van Keirsbulck (Bel) GIANT-ALPECIN 11 Degenkolb (Ger), 12 Arndt (Ger), 13 Curvers (Ola), 14 De Backer (Bel), 15 De Kort (Ola), (Ola), 17 Stamsnijder (Ola), 18 Timmer (Ola) KATUSHA 21 Kristoff (Nor), 23 Haller (Aut), 24 Kuznetsov (Rus), 25 Paolini, 26 Porsev (Rus), 27 Selig (Ger), 28 Smukulis (Let), 29 Isaychev (Rus) TINKOFF-SAXO 31 Sagan (Slk), 32 Bodnar (Pol), 33 Breschel (Dan), 36 Morkov (Dan), 37 Tosatto LOTTO NL-JUMBO 41 Vanmarcke (Bel), 44 Tankink (Ola), 45 Tjallingii (Ola), 46 Van Asbroeck (Bel) SKY 51 Wiggins (Sky), 53 Fenn (Gb), 55 Puccio, 56 Rowe (Gb), 57 Stannard (Gb), 58 Thomas (Gb) BMC 61 Van Avermaet (Bel), 62 Burghardt (Ger), 64 Kung (Svi), 65 Oss, 66 Quinziato, 68 Zabel (Ger) FDJ 71 Demare (Fra), 72 Bonnet (Fra), 73 Boucher (Bel), 74 Delage (Fra), 76 Ladagnois (Fra), 77 Offredo (Fra) ASTANA 81 Boom (Ola), 83 Bozic (Slo), 84 De Vreese (Bel), 86 Gruzdev (Kaz), 88 Westra (Ola) TREK 91 Devolder (Bel), 94 Rast (Svi), 95 Roulston (N.Zel), 96 Steegmans (Bel), 98 D. Van Poppel (Ola) ORICA 101 Hayman (Aus), 103 Blythe (Gb), 105 Durbridge (Aus), 106 Keukeleire (Bel), 108 Nielsen (Dan) AG2R 111 Van Summeren (Bel), 112
Allenamenti con il buio per entrare nella storia 1 In 13 mesi, 1° e 2° alla Sanremo, 1° al Fiandre; già 11 centri nel 2015. Scopriamo le curiosità del norvegese di Stavanger
N
Pavé
Bagdonas (Lit), 114 Gaudin (Fra), 118 Turgot (Fra), 120 Jauregui (Fra) LOTTO-SOUDAL 121 Greipel (Ger), 122 Bak (Dan), 126 Debusschere (Bel), 127 Roelandts (Bel), 128 Sieberg (Ger) LAMPRE-MERIDA 131 Pozzato, 132 Bonifazio, 133 Cimolai, 134 Feng (Taiwan), 135 Mori, 136 Oliveira (Por), 137 Pibernik (Slo), 138 Richeze (Arg) IAM 141 Sy. Chavanel (Fra), 142 Brandle (Aut), 143 Elmiger (Svi), 144 Haussler (Aus), 148 Van Genechten (Bel) CANNONDALE-GARMIN 151 Langeveld (Ola), 153 Hansen (Dan), 154 Koren (Slo), 155 Marangoni COFIDIS 161 Senechal (Fra), 165 Petit (Fra), 167 Van Staeyen (Bel) MTN-QHUBEKA 171 Farrar (Usa), 172 Bos (Ola), 174 Ciolek (Ger), 175 Goss (Aus), 176 Jansse Van Rensburg (S.Af), 178 Thomson (S.Af) BRETAGNE 181 Hutarovich (Bie), 182 Boulo (Fra), 188 Perichon (Fra) TOPSPORT 191 J. Wallays (Bel), 195 Steels (Bel), 196 Theuns (Bel), 197 Van Hoecke (Bel), 198 Van Speybrouck (Bel) EUROPCAR 201 Engoulvent (Fra), 202 Bernaudeau (Fra), 207 Martinez (Fra) WANTY-GROUPE GOBERT 211 Leukemans (Bel), 212 Antonini, 216 Marcato, 217 Van Melsen (Bel) MOVISTAR 221 Erviti (Spa), 222 Gadret (Fra), 223 Herrada (Spa), 224 Malori, 228 Ventoso (Spa) BORA-ARGON 18 231 Archbold (N.Zel), 232 Dempster (Aus), 237 Thurau (Ger) UHC 241 Bazzana, 242 Forster (Ger), 243 Frattini, 248 Zurlo PAESI BASCHI Allo spagnolo Joaquin Rodriguez (Katusha), 2° nella crono a 4” da Tom Dumoulin (Ola, Giant), il Giro dei Paesi Baschi con 13” su Henao; 4° Quintana a 38”, 6° Scarponi a 1’06”.
FRASI CELEBRI
ALEXANDER KRISTOFF
INVIATO A COMPIEGNE
LEGENDA
Sole, 10 gradi
fIL FAVORITO
on c’è troppa luce nell’inverno norvegese di Stavanger. Il buio viene presto e per mandarlo via ce ne vuole. Poi neanche il tempo di salutarlo e già torna. Sembra notte anche quando non lo è. Ed è col buio che spesso Alexander Kristoff si allena d’inverno, quando l’universo delle corse è lontano e lui non vorrebbe essere in nessun altro posto al mondo. Esce in bici dalla casa di legno all’angolo di una strada che finisce dritta in un fiordo e ci ritorna stanco ma felice. «Sì, perché qui ho tutto. C’è un microclima particolare, la temperatura raramente arriva a zero, non fa più freddo di Belgio o Normandia. È vero che d’inverno è un po’ complicato per la luce, è come se mi allenassi di notte, il giorno praticamente non comincia ed è già finito». L’impetuosa forza dei risultati gli ha fatto conquistare il ruolo di favorito anche della Roubaix, una corsa
fLA TECNICA
Claudio Ghisalberti
P
arigi-Roubaix: è l’ultima follia. Di certo, proprio per quel pavé che non capisci davvero quanto sia terribile finché non ci cammini sopra è la corsa più imprevedibile e più impegnativa. Gambe e tanta fortuna. Ma la tecnologia va incontro a squadre e corridori. BICI E RUOTE Per Wiggins, Pinarello ha costruito un telaio rivoluzionario, il K8-S: la sospensione posteriore (pesa 95 g) garantisce migliore trazione e maggiore comfort. L’olandese Niki
che finora ha concluso solo una volta tra i primi dieci (9° nel 2013). Dal 31 marzo non perde una corsa in linea: tre tappe alla Tre Giorni di La Panne (sua anche la classifica finale), il Giro delle Fiandre, la Scheldeprijs. E se oggi sbancasse anche l’Inferno Nord completerebbe in soli 13 mesi lo Slam dei Monumenti di primavera, dopo aver vinto la Sanremo 2014 (e sfiorato il
bis): l’unico ad avercela fatta in tempi recenti è stato Fabian Cancellara, ma lo svizzero – Roubaix 2006, Sanremo 2008, Fiandre 2010 – ha avuto bisogno di molto più tempo… SOLDI «So di avere la mia chance – dice il 27enne della Katusha – ma anche di non avere niente da perdere, abbiamo già vinto tanto. Al contrario di altri». A un eventuale sprint nel velodromo si è preparato facendo dietro macchina con Stein Orn: cardiologo, secondo marito di sua madre, già al lavoro per la Nazionale di ciclismo e il comitato olimpico, e anche suo allenatore. Sempre a Stavanger, cuore dell’industria petrolifera locale e stessa città della biker Rita Dahle. Nel frattempo i risultati hanno portato a Kristoff il piacevole cambiamento di una maggiore forza contrattuale: chi lo rappresenta ha chiesto, per il rinnovo con la Katusha, una cifra vicina ai 2,5 milioni di euro. Ma non c’è fretta di chiudere: con una Roubaix vinta – esempio non casuale – si farebbero altri conti… ci. sco.
«QUESTA CORSA RISCHIA DI FARTI SALTARE TUTTA LA STAGIONE». LA VINSE E DISSE: «MAI PIÙ» BERNARD HINAULT FRANCESE, 1° NEL 1981
«NON C’È UN’ALTRA GARA COSÌ. CIÒ CHE GLI ALTRI CHIAMANO INFERNO PER ME È IL PARADISO» FRANCO BALLERINI PRIMO NEL 1995 E 1998
«AL VINCITORE DAVANO SOLO UNA MEDAGLIETTA: PER PRIMO, IO HO CHIESTO UN TROFEO» FRANCESCO MOSER RE NEL 1978, 1979 E 1980
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Ammortizzatori, freni da cross E selle con la tecnologia della F.1 Terpstra userà lo stesso telaio – un SL4 Roubaix di Specialized — della galoppata trionfale del 2014. A Sep Vanmarcke la Bianchi fornisce la Infinito Cv: la disposizione delle fibre di carbonio e il materiale viscoelastico Countervail, integrato all’interno della struttura in carbonio, garantiscono l’eliminazione delle vibrazioni incrementando rigidità e robustezza del telaio. Particolare attenzione alle gomme (ruote tradizionali in carbonio, profilo da 35 a 60 mm). Il set-up più scelto è con tubolare posteriore da 28 o 30 millimetri e anteriore da 28. La giusta pressione varia da 4 atmosfere (anteriore) a 6 (posteriore). Più il cerchio è alto,
maggiore sarà la pressione. Battistrada classico, predilezioni per mescole morbide. Qualcuno inietterà in ogni gomma – rimuovendo la valvola — 15 cc di uno speciale liquido antiforatura. Non è una soluzione che dà garanzie totali, ma aiuta. RAPPORTI E SELLE La corona a 39 denti lascia posto a quella da 44 o 46. Cambiano i freni. Non più i cantilver, quelli da ciclocross, ma per far passare tubolari maggiorati cambia il corpo (V-Brake o caliper). Wiggins, per un maggiore effetto frenante, usa i dual pivot posteriori. Stybar avrà le leve anche sul manubrio: come nel ciclocross, di cui è re. La Prologo
presenta selle particolarmente interessanti. Sulla Scratch2 di Sagan e sulla Nago Evo di Pozzato, i punti di maggiore contatto con i glutei sono coperti da un materiale speciale: Cpc, Connect Power Control, un polimero iniettato sul tessuto che grazie alla forma a cono vuoto produce un effetto ventosa. Il ciclista resta così nella posizione corretta senza muoversi. Un’idea derivata dai guanti dei piloti di F.1, che lo usano abitualmente anche sui sedili. E le scarpe? Tradizionali per tutti, non per Wiggo. E’ l’unico che le usa stringate. Gli piacciono perché hanno un’aria vintage. E in realtà sono anche più leggere. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Siamo in onda! R
DOMENICA 12 APRILE 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
La programmazione odierna su GazzettaTv MATTINA 7 11x90 7.05 Explorers: avventure pericolose 7.35 Explorers: avventure pericolose 8.00 11x90 8.05 Sfide senza limiti - 1^ TV 8.30 Magazine Snowboard 9 Gazzetta News
9.15 Gazzetta News 9.30 Gazzetta News 9.45 Gazzetta News 10 11x90 10.05 Extreme Fishing 11 11x90 11.05 Condo’ Confidential 11.30 Campioni a confronto 12 11x90
12.05 The Speedgang - La banda dei motori 13 Gazzetta News 13.30 Gazzetta News POMERIGGIO 14 Gazzetta Live - Diretta 16.55 Basket diretta Milano-Roma 18.50 Gazzetta News - Post Partita
19 Volley Lega Serie A1 Bergamo-Novara SERA 21 11x90 21.05 Condo’ Confidential 21.35 The Speedgang - La banda dei motori 22.30 Campioni a confronto 23 Gazzetta News 23.30 Gazzetta News
Milano-Roma, metropoli su GazzettaTv
1Alle 17 una classica della Serie A di basket. I campioni d’Italia inseguono la ventesima vittoria di fila
S
fida nobile, nel primo bis domenicale dell’anno, sul canale 59. Quella delle metropoli, tra Milano e Roma, giunte al confronto numero 91. Appuntamento alle 17, con la telecronaca di Davide Chinellato e il commento tecnico di Dan Peterson. Milano, che non perde in casa da oltre due anni (30 partite), insegue l’aritmetica conferma del primo posto (non che ce ne fosse bisogno...) e un contatto sempre più ravvicinato con la propria storia, quella più blasonata, ma non solo. STRISCE DI GLORIA La banda Banchi infatti punta alla ventesima vittoria di fila in regular season per superare la striscia dell’anno scorso (19) che poi si fermò a 21 considerando i playoff (sconfitta a Pistoia in gara-3). Dovesse vincerle tutte, da qui alla fine (probabile) arriverebbe a 25 vittorie, a un soffio dalle 26 conquistate dai giganti di Rubini, nel 1962-’63, che rimane il record societario in una singola stagione. Tornando al presente, se dovessero essere 20 di fila, Milano supererebbe non solo se stessa ma anche Siena (19 per due volte: nel 2008-’09 e l’anno successivo), avvicinando le 21 consecutive della Virtus Bologna che è il record dal Duemila in poi in stagione regolare. «Tutti questi numeri faranno girare la testa agli scaramantici: a forza di ripeterli magari domani ci va male... — ha scherzato Luca Banchi, ospite ieri sera negli studi di GazzettaTv —. Il nostro obiettivo, da qui ai playoff, è lavorare per armonizzare la condizione del gruppo: alcuni giocatori sono stati molto utilizzati nell’ultimo periodo e quindi sarà importante concedere loro il giusto spazio di recupero. La sfida con Roma? Contro Milano tutti vedono il canestro un po’ più
clic
COME RISINTONIZZARE I VOSTRI TELEVISORI E VEDERE IL CANALE 59
Joe Ragland, 25 anni, contrastato da Jordan Morgan (23), nella gara di andata vinta dall’EA7 CIAMILLO
grande, pieni di motivazione, ma ci sta. Roma sta attraversando forse il suo momento di forma migliore, come dimostrano i 4 successi consecutivi con i quali si presenta al Forum». ROMA E LA DIFESA Figli soprattutto di una grande atteggiamento difensivo. L’Acea ha concesso 63 punti di media agli avversari, 10 in meno rispetto l’andamento stagionale che la pone comunque come seconda miglior difesa dietro a Milano: «Servirà una partita di coraggio e inco-
scienza — dice Luca Dalmonte —. Considero questa gara la barriera tra ciò che è stato e ciò che dovrà essere, mi aspetto che la squadra la interpreti come un test di maturità mentale. La chiave del nostro momento positivo? La stessa che in negativo ci ha condizionato in precedenza: in questo momento possiamo schierare contemporaneamente tre ball handlers e prima no e ci siamo liberati del peso del doppio impegno. Così abbiamo trovato un equilibrio che prima ci mancava». © RIPRODUZIONE RISERVATA
● Eseguire le seguenti procedure. Se possiedi Tv o Decoder Digitale Terrestre 1. Premere il tasto MENU sul telecomando 2 Selezionare Impostazioni/Avanzate 3. Posizionarsi sulla voce relativa alla Sintonizzazione automatica dei canali e premere il tasto OK, accedi alla configurazione dei canali 4. Impostare Modalità di sintonia dei canali su DTV 5. Posizionarsi sul pulsante Avvia scansione e premere il tasto OK per avviare la ricerca. Soluzione dei problemi Se avete già provveduto alla risintonizzazione senza esito e il vostro televisore è collegato ad un sistema con antenna centralizzata, fate verificare dal vostro antennista che sia presente nella centralina dell’antenna stessa il modulo (o filtro) necessario per la ricezione dei segnali tv del canale/mux 55 (frequenza 746 MHz), quello che supporta anche il canale 59 di Gazzetta Tv. Se il modulo manca, fatelo inserire: è un’operazione molto semplice. Se possiedi una Sky Digital Key 1. Premere il tasto Menu del telecomando SKY e premere OK per accedere al digitale terrestre 2. Premere il tasto rosso (Ricerca) e lasciare inviata la configurazione 3. Premere due volte il tasto rosso (Avvia ricerca) 4. Attendere il completamento dei canali e quindi premere OK
Basket R Serie A
DOMENICA 12 APRILE 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
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Reggio-Sassari, parte la volata 1C’è pure Venezia per il 2° posto, ma la sfida di stasera può lanciare gli emiliani TRE SQUADRE PER LE PRIME POSIZIONI REGGIO EMILIA PT. 36
VENEZIA PT. 36
OGGI, 18.15
26ª
27ª
28ª
29ª
30ª
Sassari
PISTOIA
Cantù
CASERTA
Brindisi
Reyer al completo sfida la Cantù di Panda’s Friend
Cantù
Trento
CREMONA
SASSARI
Capo d’Orlando
REGGIO EMILIA
Varese
CASERTA
Venezia
CREMONA
SASSARI PT. 34
media facile DIFFICOLTÀ: In MAIUSCOLO le gare in trasferta
scarso
difficile STATO DI FORMA:
buono
ottimo GDS
Vincenzo Di Schiavi
S
embrava Sassari, dopo lo storico bis in Coppa Italia, la più credibile candidata al ruolo di anti-Milano. Invece, in un mese e mezzo, è cambiato tutto. La banda Sacchetti, dopo lo stop interno con Trento, insegue Reggio Emilia e Venezia. E due punti sotto, a 5 giornate dalla fine, cominciano a pesare. Rendendo però, la corsa per il secondo posto, più appassionante che mai. E’ l’ultimo chilometro. E più che davanti è importante non arrivare in coda. Perchè vorrebbe dire 4° posto e incrocio in semifinale con Milano. Saranno in particolare i due scontri diretti ri-
manenti a segnare il futuro. Sassari-Venezia alla penultima e soprattutto Reggio EmiliaSassari, stasera al PalaBigi. E’ una sfida chiave. Una vittoria porterebbe Reggio, che ha già in tasca il 2-0 negli scontri diretti con Venezia, a +4 sul Banco. Cioè molto vicina al 2° posto. Un successo di Sassari, che ha vinto all’andata con gli emiliani e la Reyer, ribalterebbe tutto ancora una volta, rilanciando le quotazioni dei sardi. Insomma se l’anti-Milano non si decide stasera, poco ci manca. Ma come arriva la triade a questa volata finale? REGGIO EMILIA La Grissin Bon è senza Cervi e Mussini, ma ha ritrovato l’asse lituano Kauke-
RMenetti: «Arrivare ai playoff a pieni giri». Sacchetti: «Stiamo tirando un po’ il fiato»
nas-Lavrinovic, fondamentale alla voce leadership e, soprattutto nel caso di Darjus, in chiave difensiva. «Ma — spiega Menetti — stiamo riportando a pieni giri anche Cinciarini e Silins e osservo pure la crescita di Chikoko che si sta inserendo nel gruppo. Non dobbiamo perdere di vista il nostro macro obiettivo che è quello di portare tutta la squadra in forma per l’inzio dei
SUPER MATRICOLA
Kadji, Polonara e Brooks durante la semifinale di Coppa Italia CIAM
playoff». Verso il 2° posto: 50%.
prima». Verso il 2° posto: 30%
SASSARI L’effetto Coppa si è affievolito: una vittoria sudatissima contro Capo d’Orlando, la batosta di Milano e lo stop interno con Trento. Con Sosa ancora fuori e Dyson (molto) acciaccato. Campanelli d’allarme che Sacchetti in parte ridimensiona: «Noi probabilmente stiamo tirando un po’ il fiato, ma non guardo ai numeri: non amo calcoli e previsioni, preferisco sempre arrivare con qualcosa in meno ma con la mentalità giusta, senza sufficienza. Reggio è una tappa importante, di più lo è trovare una condizione mentale e fisica ottimale. Cosa ci serve? L’aggressività che avevamo
VENEZIA Oltre ad avere uno zero alla casella vittorie negli scontri diretti, sconta pure un calendario più complesso rispetto alle altre da qui alla fine. «Se si commettono dei passi falsi — spiega Recalcati —, come si può considerare quello di Reggio Emilia per noi, poi bisogna essere pronti a rimediare. La gara con Cantù è vicina come valenza a quelle di playoff perché il tempo stringe per tutti. Non dobbiamo farci schiacciare dall’assillo della posizione se questo deve andare a scapito delle nostre logiche e della nostra tranquillità». Verso il 2° posto: 20%. © RIPRODUZIONE RISERVATA
A TRAPANI
Trento stende Pesaro Colpo Capo d’Orlando Ora è quinta da sola Scivolone di Brindisi TRENTO
77
C. D’ORLANDO 66
Chiara Turrini TRENTO
PESARO
65
(11-15, 29-27; 52-45) DOLOMITI ENERGIA TRENTO: Forray 15 (4/5 da tre), Sanders 3 (1/4 da 3), Mitchell 21 (5/10, 2/10), Pascolo 15 (5/9, 1/2), Owens 7 (3/8); Grant 10 (1/4, 1/2), Armwood 4 (2/4, 0/1), Spanghero (1/2, 0/2). All.: Buscaglia. CONSULTINVEST PESARO: Wright 4 (2/9, 0/2), Musso 14 (0/1, 4/10), Raspino (0/2, 0/1), Lorant 14 (13/7, 2/4), Judge 3 (1/3); Ross 19 (3/7, 1/6), Miles 11 (4/7, 1/3), Basile (0/1, 0/1), Crow (0/1 da 3). All.: Paolini. ARBITRI: Paternicò, Sabetta, Lo Guzzo. NOTE - T.l.: Tre 16/20, Pes 15/22. Rimb.: Tre 44 (due con 8), Pes 45 (Judge 11). Ass.: Tre 14 (Mitchell 7), Pes 7 (Musso 3). Tecn.: Armwood, Lorant 33’ (56-52), Paolini 36’ (6357), Mitchell 39’ (73-62). Ant.: Basile 39’ (75-65). Usc. 5f.: Mitchell 39’ (73-62).
Tony Mitchell 25 anni CIAMILLO CASTORIA
Fabio Tartamella TRAPANI
B
rutta partita, pessimo finale. Trento batte Pesaro, nonostante gli errori e un Tony Mitchell esagitato che quando manca una ventina di secondi, a partita vinta, esce per 5 falli, accompagnato fuori dal campo mentre prende a calci le transenne di gomma (espulso). «Abbiamo perso palloni cruciali — dirà a fine gara coach Paolini —. Trento ha giocato una onesta e grande partita». Coach Buscaglia evidenzia gli aspetti positivi di una vittoria in ottica play-off: «Match insidioso, lo sapevamo. Non abbiamo approcciato la partita con aggressività. Pesaro ha giocato bene. Mitchell? Non mi pronuncio, sono cose che succedono. Decisione presa da arbitri molto seri, non mi sento di commentare».
NERVOSIMO La Dolomiti Energia mette in campo Forray, Sanders, Pascolo, Owens e un Tony Mitchell grintoso, che però non basta per afferrare il primo quarto, giocato lentamente e conquistato dai pesaresi, tra i quali si distinguono Musso e Judge. Il secondo quarto si differenzia per una fortuita spettacolarità, grazie a diversi episodi di palle perse e rubate che decidono una leggera superiorità degli ospiti. Judge in 16’ conquista 8 rimbalzi. Solo prima dell’intervallo lungo, Trento trova il primo vantaggio: Forray, l’uomo partita, mette la tripla che porta la Dolomiti Energia a +1, in una partita dalla progressione lentissima dove l’unica cosa che non manca sono gli errori. Nel terzo periodo la difesa pesarese resta attonita di fronte ai canestri di Mitchell e Sanders in rapida successione. In tre minuti Trento segna i punti dell’intero primo quarto (4033, al 4’). Pesaro invece continua a tremare la mano (33% dal campo). Toto Forray mette il +10 e nonostante nervosismo, falli tecnici e antisportivi, decide che Pesaro torna a casa sconfitta. © RIPRODUZIONE RISERVATA
BRINDISI
65
(24-13, 33-26; 52-45) UPEA CAPO D’ORLANDO: Henry 13 (2/6, 3/6), Pecile 8 (1/2, 2/5), Archie 10 (2/6, 0/1), Campbell 8 (4/9, 0/1), Hunt 12 (6/11); Soragna 5 (0/2 da 3), Karavdic 2 (1/1, 0/1), McGee 8 (1/1, 2/2). N.e.: Bianconi, Strati, All.: Griccioli. ENEL BRINDISI: Pullen 3 (1/3, 0/4), Turner 6 (0/1, 2/3), Denmon 14 (3/5, 2/9), James 14 (5/6, 1/6), Mays 15 (5/6); Bulleri 6 (0/1, 2/2), Cournooh 5 (0/1, 1/3), Zerini (0/1), Eric 2 (1/2). N.e.: Calò, Morciano All.: Bucchi. ARBITRI: Begnis,Baldini, Ranaudo NOTE – T.l.: Cdo 11/16, Bri 11/13. Rimb.: Cdo 36 (Archie 10), Bri 25 (Turner 10). Ass.: Cdo 15 (Soragna 4), Bri 12 (Pullen 5). Tec.: Griccioli 28’45” (44-37), Bulleri 29’56” (5145). Progr.: 5’ 10-9, 15’ 24-22, 25’ 41-33, 35’ 61-50). Spett.: 1400.
Dominique Archie 27 anni CIAMILLO
A
ncora senza Basile (problema muscolare, ne avrà per altre tre settimane) e l’ultima con Archie (ha già firmato a Ostenda). A Capo d’Orlando, però, non si aspettavano di dover rinunciare anche a Nicevic, colpito da un lutto familiare proprio mentre la squadra era in viaggio verso Trapani. Ma il vento della partita ha soffiato subito forte alle spalle degli uomini di Griccioli, capaci di piazzare nel finale di primo quarto un break di 14-2. In fondo, è stato lì che l’Orlandina ha costruito il meritato successo.
ASTINENZA Brindisi, infatti, nonostante abbia usufruito di un’astinenza offensiva dei padroni di casa di ben 6’ 40” (inizio del secondo parziale), ha poi sofferto per rientrare a pieno nel ritmo della gara. Bucchi ha provato anche la zona e allungato la difesa, ma trovato un’avversaria motivatissima a compiere un passo decisivo verso la salvezza. Nel finale, Brindisi ha anche agganciato il treno giusto per la rimonta: James, infatti, a 30” dal termine ha portato avanti i suoi (63-65), ma subito dopo McGee ha piazzato la tripla decisiva. Poi, il tiro sulla sirena di Turner si è spento sul ferro. ORGOGLIO «Un sussulto d’orgoglio ha reso giustizia all’epilogo della gara — ha sottolineato Griccioli — anche se nel finale abbiamo avuto troppa difficoltà a muovere la palla: era giusto che finisse così». Dopo partita con rammarico sulla sponda brindisina. «Abbiamo disputato 40’sotto tono – ha ammesso Bucchi – ma l’avevamo rimessa in piedi. Dispiace aver perso per un’ingenuità: avremmo dovuto commettere fallo e invece abbiamo concesso il tiro decisivo da tre punti. Queste sono le gare più difficili da allenare. Tante voci su chi mancasse a Capo d’Orlando ci hanno sottratto la concentrazione giusta». Tra tante assenze, un arrivo: la giovane ala-pivot bosniaca Emir Sulejmanovic, classe 1995, arriva all’Upea per finire la stagione in prestito dal Barcellona. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Oggi la 26a giornata, ore 18.15: MILANO-ROMA (ore 17, diretta su GazzettaTv) Arbitri: Sahin, Seghetti, Caiazza. (a.pit.) Milano, in forte dubbio Cerella e Elegar, è alla ricerca della ventesima vittoria di fila in stagione regolare; Alessandro Gentile è a meno 5 punti dalla posizione numero 30 nella storia dei marcatori Olimpia occupata al momento da suo padre Nando (Dante Calabria, 29°, è a 20 punti di distanza). Acea: problema alla caviglia per Daniele Sandri che quasi certamente non sarà della partita. Per Ramel Curry, invece, che in settimana ha accusato problemi muscolari al collo si deciderà solo all’ultimo momento. VENEZIA-CANTÙ Arbitri: Mazzoni, Bartoli, Paglialunga. (m.c.-p.t.) Ortner ha smaltito il virus intestinale che l’aveva debilitato a Reggio Emilia e tenuto a casa fino a mercoledì, pure Nelson è tornato agli ordini di Recalcati e sarà a disposizione, mentre nell’amichevole con Ferrara il croato Radic ha riportato una contrattura. Acqua Vitasnella al completo: anche Giacomo Bloise ha recuperato dall’affaticamento muscolare che gli ha impedito di allenarsi in settimana. VARESE-CASERTA Arbitri: Martolini, Rossi, Morelli. (a.f.-g.b.) Varese senza Diawara, sempre alle prese con problemi muscolari, e con Okoye al suo posto per cercare il successo della matematica salvezza. Pasta Reggia al completo. CREMONA-BOLOGNA Arbitri: Mattioli, Sardella, Aronne. (a.r.) Cremona ancora senza Marco Cusin e con Kenny Hayes non al meglio per un problema cronico ad un ginocchio. Granarolo al completo. REGGIO EMILIA-SASSARI (ore 20.30, diretta Rai Sport 1) Arbitri: Taurino, Bettini, Borgioni. (f.p.-g.d.) Reggio ancora senza Riccardo Cervi (polpaccio) e con Federico Mussini volato in settimana a Portland per il Nike Hoop Summit, la partita fra i migliori prospetti under 19 del mondo. Possibile un impiego più consistente del neo arrivato Vitalis Chikoko che prende il posto di Adam Pechacek fra i convocati. Nel Banco, Sosa ha ripreso ad allenarsi dopo la frattura al polso, ma i tempi e i modi di impiego sono ancora tutti da decidere. Negli ultimi giorni si è invece fermato Jerome Dyson, l’idea è recuperarlo per la gara di questa sera, ma il nodo sarà sciolto solo nel pre match. In ogni caso l’organico sarà completato da Mbodj. AVELLINO-PISTOIA (domani, ore 20, Rai Sport 1) CLASSIFICA Milano* 44; Reggio Emilia, Venezia 36; Sassari 34; Trento** 32; Brindisi** 30; Bologna (-2) 24; Roma, Pistoia, Cremona, Cantù* 22; Avellino, Capo d’Orlando** 18; Varese 16; Pesaro** 14; Caserta (-1) 9. * una gara in meno; ** una in più. A-2 GOLD Oggi la 29a giornata, ore 18: Verona-Ferentino (ore 12); Barcellona PdG-Brescia; Agrigento-Mantova; Napoli-Biella; Casale Monferrato-Torino; Trieste-Jesi; TrapaniCasalpusterlengo. Classifica: Verona 40 (20 vinte-4 perse); Brescia 36 (18-6); Torino 30 (159); Casale Monferrato 30 (15-10); Biella 28 (14-11); Ferentino 26 (1311); Agrigento 24 (12-12); Mantova 22 (11-13); Casalpusterlengo, Trapani, Barcellona PdG 18; Jesi 12 (6-18); Napoli* 11 (7-17). * -3 di penalizzazione. DONNE Quarti di finale playoff, gara-3: Venezia-Umbertide 6040. Le semifinali, al meglio delle tre (gara-1 mercoledì, ore 20.30): Schio-Venezia; Ragusa-Napoli.
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DOMENICA 12 APRILE 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
Basket R Notte magica per l’azzurro
DOMENICA 12 APRILE 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
L’IMPRESA
CONTENUTO PREMIUM
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Primati in una gara
● Massimo in una gara di Gallinari. Così gli altri italiani Nba 41 Andrea Bargnani (2010) 32 Marco Belinelli (2014) 12 Gigi Datome (2015)
77 PUNTI ● SERIE A Sandro Riminucci La Spezia-Simmenthal Milano Stagione 1962-63 *87 Carlton Myers in A-2
Gallinari
RECORD «VERO» NESSUN ITALIANO COME LUI IN NBA SUL CAMPO
Duncan stoppa Harden: Belinelli gioisce a Houston ● Andrea Bargnani era malato e non ha giocato coi Bucks. Non entrato Gigi Datome, i cui Celtics in lotta playoff hanno sorpreso Cleveland. Per Marco Belinelli 5 punti in 14’ nel successo Spurs a Houston con stoppata di Duncan sull’ultimo tiro di Harden. Risultati: Orlando-Toronto 99101, Atlanta-Charlotte 104-80, Cleveland-Boston 90-99, Brooklyn-Washington 117-80, DetroitIndiana 103-107, New York-Milwaukee 91-99, Houston-San Antonio 103-104, New OrleansPhoenix 90-75, Oklahoma City-Sacramento 116103, Denver-Dallas 143-144 d2ts, Utah-Memphis 88-89, LA Lakers-Minnesota 106-98.
LA STORIA di LUCA CHIABOTTI
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l record è arrivato a 3’03” dalla fine del secondo overtime quando Danilo Gallinari ha realizzato la tripla del 139-136 per Denver contro Dallas: 43 punti in una sola partita, più di ogni altro giocatore italiano nella Nba, più di Andrea Bargnani che con 41 deteneva il primato dal 2010. Gallo s’era fermato due volte a quota 40, l’ultima il 22 marzo con Orlando. Ma l’avventura non è finita così: 30” dopo, l’azzurro è piombato su un rimbalzo offensivo schiacciando, a 2’16” dalla sirena ha segnato il punto numero 47 per il +4 dei Nuggets. Ma la Nba è strana, e le gare di fine stagione tra due squadre che non hanno da chiedere nulla alla classifica anche. Così, negli ultimi 120”, a Gallinari, l’uomo più caldo, il top scorer, arriva un solo pallone per una forzatura da tre. Il vantaggio di Denver evapora e a 1” e
46 PUNTI ● NAZIONALE ANTONELLO RIVA Italia-Svizzera 1986 * Riva è anche il top scorer azzurro ogni epoca
HA SUPERATO I 41 PUNTI DI BARGNANI MA LA STAGIONE DI DENVER E’ QUASI FINITA. GALLO DOVRA’ RIFARSI IN AZZURRO: CHI MEGLIO DI LUI ALL’EUROPEO? mezzo dalla sirena, Felton realizza il sorpasso dei Mavericks per la vittoria, 144-143 dopo due overtime. Per gli americani, complimenti a Gallinari a parte, il dato più significativo è la sconfitta n.50 della problematica stagione dei Nuggets, per noi è un’altra pietra miliare nella storia della pallacanestro italiana ed europea. Perché pochi europei hanno fatto meglio di Gallo nella Nba, neppure Pau Gasol (46) o Drazen Petrovic (44). VALORE E’ sempre difficile dare un significato ad un record prettamente numerico: la partita di Gallinari è diventata vera nel secondo tempo, quando i Nuggets sono risaliti da -20, e lì è iniziato lo show dell’azzurro che, nei primi 20’, aveva chiuso con 9 punti: ne ha fatti poi 21 nella ripresa e 17 nei supplementari. Si è marcato vicendevolmente con Jefferson e Aminu, raramente con Nowitzki. Non è stata una partita alla morte ma più «vera» di quella dei 40 punti del 22 marzo a Orlando. Del resto, i numeri vanno presi per quello che sono: il primato di 77 punti in una gara di serie A di Sandro Riminucci dura da 52 anni ma fu realizzato d’accordo coi compagni perché Cesare IL PRIMATO Rubini era in polemica con c.t. della Nazionale che snobbava il suo giocatore. Altre gare di Gallo sono state più importanti, questa lo pone nell’empireo del basket mondiale.
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Punti in una gara di Tony
41 PUNTI ● EUROLEGA CARLTON MYERS Fortitudo Bo-Real Madrid 2001 * Record anche finale scudetto
RECUPERO Danilo ha giocato Parker (Spurs) record 46’, chiuso con 7/12 da tre e 10/10 dalla lunetta, con 9 rim- per un europeo. Poi Dirk balzi. Non riuscirà a recuperare Nowitzki (53), che ha il i numeri perduti a inizio stagio- primato dei playoff (50) ne (oggi è arrivato a 12.3 punti di media, la peggiore dopo l’anno da rookie) ma la cosa fondamentale è il suo completo recupero nell’anno più difficile, dopo il lunghissimo stop e le operazioni alle ginocchia. Anche oggi non viene affaticato, salta i «back to back», le due partite in giorni consecutivi, ma le cifre e il modo in cui sta in campo sono molto più che confortanti: i 47 punti sono arrivati dopo i 27 coi Lakers e i 20 contro San Anto- Tony Parker, 32, degli Spurs REUTERS nio. «Gallinari è un giocatore fantastico» dice coach Melvin Hunt che gli ha restituito la squadra sostituendo Brian Shaw. Nelle 16 gare giocate col nuovo coach, Gallo viaggia a 19.6 punti di media, la migliore in carriera. CAPITANO Una notizia confortante anche per la Nazionale, alla quale Gallo ha dato la sua totale adesione (mentre Marco Belinelli in estate dovrà lottare per il rinnovo del contratto e ha messo le mani avanti). «Non so voi, ma io sono abbastanza gasato dal poter giocare anche con l’8 di Denver questa estate» ha twittato Gigi Datome. «C’è solo un capitano» risponde Gallo. All’Europeo non saremo proprio così scarsi, cosa ne dite? © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Pallavolo R Finale di Coppa Cev
DOMENICA 12 APRILE 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
Trento a tre punti dalla Coppa
Rugby R Pro12
1La squadra di Stoytchev batte 3-1 la Dinamo a Mosca, ma poi cede al golden set Nicola Baldo
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a sconfitta più brutta, nel momento più bello. Il pugno nello stomaco che arriva quando sei a meno di un passo dall’impresa, passando così dal bussare alle porte del paradiso direttamente all’inferno. Inferi che per la Energy T.I. Diatec Trento hanno il volto della Dinamo Mosca che alza al cielo la Coppa Cev, dopo una partita nella quale la squadra di Radostyn Stoytchev rovescia la sconfitta dell’andata. Vince in quattro set a Mosca – prima vittoria in Russia della sua storia – giocando su livelli altissimi, ma il Golden Set di spareggio regala il secondo trofeo continentale a Zaytsev e soci. Trascinati da un eccellente Denis Biryukov, che dopo la bella rimonta dei trentini nel quarto set ha rimesso in piedi i suoi nel set di spareggio. «Ci è mancato l’allungo finale nel Golden Set – spiega capitan Emanuele Birarelli – che ha di nuovo sorriso alla Dinamo Mosca, come due anni fa al PalaTrento. Onore a loro per il coraggio mostrato in avvio di quel parziale, siamo stati sempre sotto e le rimonte non sempre riescono. C’è amarezza ma anche tanto orgoglio per quello che abbiamo fatto».
CHE MURI BIRA Per il centrale marchigiano un bottino finale di 10 muri personali ed il 67% in attacco, freccia fondamentale nella faretra trentina in una partita nella quale la clava ce l’ha
messa Filippo Lanza. Best scorer con 23 punti, il più continuo in attacco nella palla alta trentina. «Ho addosso davvero tanta amarezza, un’altra finale persa quest’anno dopo la Coppa Italia a Bologna – dice Lanza -. Mi piacerebbe tanto parlare della bella partita che abbiamo giocato per arrivare sino al Golden Set ma alla fine quello che conta è solo quel parziale di spareggio che abbiamo purtroppo perso. E’ sicuramente una brutta botta ma dobbiamo rialzarci subito, mercoledì iniziano i playoff ed a Trento arriverà Molfetta, dobbiamo ripartire subito».
PLAYOFF
Super Gasparini Verona corsara Perugia al tappeto PERUGIA
2
VERONA
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(18-25, 25-21, 16-25, 25-21, 12-15) SIR SAFETY PERUGIA Vujevic 7, Buti 8, Atanasijevic 27, Fromm 9, Beretta 6, De Cecco 4; Giovi (L), Paolucci, Sunder 6, Barone 2, Fanuli (L), Tzioumakas. N.e. Maruotti. All. Grbic CALZEDONIA VERONA Zingel 6, Coscione 2, Sander 19, Anzani 7, Gasparini 22, Deroo 19; Pesaresi (L), White 1, Bellei. N.e. Gitto, Blasi, Centomo, Borgogno. All. Giani. ARBITRI Gnani e Pasquali. NOTE Spett. 2321. D.s. 27’, 28’, 26’, 34’, 19’; totale 134’. Punti Perugia: battute sbagliate 18, vincenti 3, muri 11, seconda linea 9, errori 31. Verona: b.s. 18, v. 9, m. 9, s.l. 5, e. 27.
Valeria Benedetti INVIATA A PERUGIA
E
quilibrio, incertezza, adrenalina. Tutti gli ingredienti della sfida da playoff ci sono stati, ma per il pubblico di Perugia resta la delusione. Verona si aggiudica gara-1 dei quarti battendo una Sir mai doma, ma pasticciona e poco lucida. La lucidità è stata invece l’arma in più della squadra di Giani che si è ripresa persino da un finale di quarto set da dimenticare in cui aveva permesso ai padroni di casa di rientrare in gioco (dal 12-16 al 25-21). La lucidità è stata quella di Manuel Coscione, regista impeccabile di una vittoria che
apre a Verona le porte di un’impresa. «Abbiamo giocato una gara di alto livello contro una squadra di alto livello – dice il 35enne regista cuneese -, abbiamo forzato tanto la battuta, soprattutto in salto abbiamo fatto male. D’altronde con una squadra come Perugia bisogna fare così, come loro sono obbligati a tirare contro di noi. Siamo due squadre che con palla in testa… poi muro e difesa fanno fatica. Abbiamo limitato i loro attaccanti con la palla alta con il nostro muro difesa. Una bella vittoria ottenuta fuori casa finalmente ancor di più». Avete messo alle corde Perugia al Palaevangelisti. «Noi siamo stati molto concentrati. Per loro trovarsi in casa sotto nel punteggio creava nervosismo. Ora pensiamo alla prossima gara. Siamo nei playoff le squadre si conoscono benissimo e abbiamo una settimana per studiare dove cambiare qualcosina». Una settimana prima di gara -2. Tanto rispetto ai ritmi di playoff. «Abbiamo l’occasione di recuperare qualche tossina, sono stati cinque set e anche un viaggio lungo. Noi è già da due-tre settimane che prepariamo con cura questa gara. Ora speriamo di ripeterci in casa. Vogliamo far felici i nostri tifosi che ci seguono ovunque e organizzano pullman da tutte le parti».
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TRENTO
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(27-25, 19-25, 17-25, 24-26; 15-12) DINAMO MOSCA: Berezhko 5, Holt 6, Kruglov 27, Biryukov 25, Shcherbinin 5, Grankin; Ermakov (L); Pankov 1, Obmochaev (L), Markin 13, Philippov 1, Zaytsev 2. All. Marichev. ENERGY T.I. DIATEC TRENTINO: Lanza 23, Solé 11, Nemec 12, Kaziyski 18, Birarelli 14, Zygadlo; Colaci (L); Fedrizzi 1, Giannelli, Nelli, Mazzone. Ne Burgsthaler. All. Stoytchev. ARBITRI: Hodon (Croazia) e Adler (Ungheria). NOTE Spettatori: 4.000. Durata set: 28’, 25’, 25’, 30’, 15’; tot. 123’. Dinamo: battute sbagliate 20, vincenti 3, muri 11, 2a linea 12, errori 35. Energy T.I. Diatec: b.s. 9, v. 3, m. 18, 2a l. 14, e. 15. Andata: 3-1.
POCA ESPERIENZA Dopo un filotto di sette finali internazionali vinte arriva il primo boccone amaro fuori dai confini nazionali. L’Italia delle schiacciate vede così scivolare via anche l’ultima speranza di vincere una coppa europea in questa stagione. «Le statistiche dicono che abbiamo dominato la partita ma tutto ciò non è bastato – conclude il tecnico Radostin Stoytchev –. Perché nel momento decisivo il maggior tasso di esperienza degli avversari ha fatto la differenza in loro favore. Siamo una squadra nuova, giovane e non ancora rodata per certi livelli». «Sono contentissimo per il modo in cui abbiamo giocato – conclude Matey Kaziyski – ma al tempo stesso non posso che essere dispiaciuto per non aver vinto il trofeo. Lo meritavamo tanto noi quanto loro, ma alla fine è andata così, si sono dimostrati più bravi». © RIPRODUZIONE RISERVATA
MOSCA
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● Per la seconda stagione consecutiva l’Italia chiude la stagione delle Coppe con un nulla di fatto. 0 trofei l’anno scorso e 0 quest’anno (a.a.)
10 La chiave della gara: Denis Biryukov sfonda il muro di Lanza e Solé CEV
● Eccezionale Lele Birarelli a muro, ha messo a terra dieci dei 18 muri con cui Trento ha vinto la gara di ritorno nel palasport della Dinamo Mosca (a.a.)
EUROPEO UNDER 19
PLAYOFF DONNE - QUARTI GARA-2: MODENA BATTUTA
Azzurrini oggi finale
Conegliano va alla bella
● (a.a.) Gli azzurrini centrano la finale dell’Europeo Under 19 a Sakarya (Tur). La formazione di Mario Barbiero si è imposta 3-1 (25-17, 25-22, 2225, 25-20) sulla Germania. È la terza volta che nelle 11 edizioni della competizione l’Italia centra questo traguardo, ma bisogna risalire a Barcellona 1995 dove arrivò seconda e Puchov 1997 dove vinse; a medaglia anche nel 2003 e 2005 con il bronzo. In finale, oggi alle 18 (diretta laola.tv) se la vedrà con la Polonia già affrontata nell’incontro di esordio perso al tiebreak. Galassi e Zonca 14 e Maiocchi 17, i migliori marcatori.
QUARTI Macerata manda Henno in panca Oggi si giocano due gare-1 dei quarti maschili. MODENA-RAVENNA ore 18 (p.r.- s.cam) Modena al completo: Bruninho-Vettori, Verhees-Piano, Ngapeth-Petric, con Rossini libero. L’unico dubbio nel ravenna è su Zappoli, comunque non titolare: Cavanna-Renan, Cester-mengozzi, Cebulj-Koumentakis, con Bari e Goi ad alternarsi come liberi. MACERATA-LATINA ore 17.15 Diretta Rai Sport 2 (m.g.-p.a.) Non c’è il tutto esaurito, biglietterie. Giuliani pare aver risolto il rebus degli stranieri: Paparoni sarà il libero, con Henno schiacciatore. Formazione: Ricardo-Sabbi, StankovicPodrascanin, Kurek-Parodi. Latina è ancora senza Semenzato. Formazione: Sottile-Starovic, Van de Voorde-Rossi, Skrimov-Urnaut, libero Manià. Tre i precedenti quest’anno: 2 vittorie per Macerata, una per Latina.
● Conegliano 3 Modena 2 (21–25, 25–21, 25–19, 25–27, 15 –11) IMOCO CONEGLIANO: Nikolova 17, Fiorin 9, Adams 27, Glass 4, Özsoy 7, Barazza 11; De Gennaro (L). Nicoletti 8, Barcellini 1, Katic. N.e. Boscoscuro, Arimettei. All. Chiappini LIU JO MODENA: Rousseaux 12, Heyrman 11, Rondon 2, Piccinini 10, Folie 7, Fabris 25; Arcangeli (L). Petrachi, Kostic, Maruotti 2, Ikic 1, Crisanti 3. N.e. Muri. All. Beltrami ARBITRI: Goitre e Venturi NOTE Spettatori: 4345. Durata set: 27’, 30’, 26’, 33’, 17’: tot. 133’. Imoco: battute sbagliate. 11, vincenti 3, muri
11, seconda linea 10, errori 30. Liu Jo: b. s. 10, v. 0, m. 15, s.l. 12, e. 28. TREVISO (a.r.) Conegliano si impone in rimonta al quinto set su Modena e porta la serie a gara – 3, martedì prossimo. Modena non contiene una stratosferica Adams, autrice di 27 punti, con l’80% in attacco (20 su 25!) più 5 muri e 2 ace. E poi si arrende all’ingresso della giovane Nicoletti che entra nel finale e firma uno strepitoso 7 su 8 in attacco. «Vince chi gioca meglio – riassume il tecnico di Modena Beltrami – siamo stati frettolosi, poca pazienza e la lucidità è venuta meno. Al tie break ci ha sorpreso Nicoletti. Poi con un Adams così, sarà comunque difficile»
PLAYOFF DONNE - QUARTI GARA-2: CIAO MONTICHIARI
Casalmaggiore semifinale ● Montichiari 2 Casalmaggiore 3 (25-23, 27-25, 18-25, 16-25, 9-15) METALLEGHE SANITARS MONTICHIARI: Vindevoghel 14, Gioli 16, Dalia 4, Brinker 13, Olivotto 1, Tomsia 21; Carocci (L), Serena 1, Saccomani, Zampedri, Alberti 2. N.e. Milani, Mingardi. All. Barbieri. POMI’ CASALMAGGIORE: Gennari 23, Gibbemeyer 12, Ortolani 1, Tirozzi 13, Stevanovic 14, Skorupa 8; Sirressi (L), Bianchini 16. N.e. Quiligotti, Agrifoglio e Klimovich. All. Mazzanti. ARBITRI: Ravallese e Cappello. NOTE Spettatori 2500. D.s. 28’, 32’, 24’, 24’, 15’.
Metalleghe: b.s. 9, v. 3, m. 11, e. 17; Pomì b.s. 9, v. 9, m. 14, e. 14. (s.m.) Il sogno della Metalleghe Sanitars di arrivare alla bella termina al Palageorge e dopo 5 set. Va in semifinale dei playoff il Casalmaggiore e con merito perché è riuscita a mantenersi lucida nonostante lo 0-2 iniziale ed essersi imposta al 5° . A dare una svolta alla gara è stata la battuta in salto di Bianchini, entrata al posto di Ortolani, e Tirozzi che hanno chiuso il match con 6 ace (3 a testa) e la velocità del gioco d’attacco imposto da Skorupa. GAZZETTA TV Foppapedretti Bergamo-Igor Gorgonzola Novara (ore 19, Gazzetta Tv, and. 1-3); Unendo Yamamay Busto-Nordmeccanica Rebecchi Piacenza (17, Sportitalia, 3-0)
Gonzalo Garcia, 31 anni FAMA
Un calcio di troppo: Zebre k.o. nel finale con gli Scarlets Matteo Pia PARMA
«I
l movimento italiano deve imparare a vincere, i giovani devono imparare a vincere. Questi punti dovevano rimanere a casa nostra e non sono le sconfitte onorevoli che fanno crescere il nostro movimento». Dalle parole di Mauro Bergamasco esce tutto lo scoramento in casa Zebre per una vittoria che poteva permettere ai bianconeri di riagganciare Treviso in chiave Champions Cup e che invece è sfumata all’ultimo pallone di un finale di sorpassi e controsorpassi. La meta di Geldenhuys in superiorità numerica (giallo a Ball) ha dato alle Zebre il vantaggio al 70’, quella di James Davies al 75’ ha ribaltato la situazione, la punizione di Garcia ha fatto nuovamente sperare i bianconeri, traditi però dalla disciplina sull’assalto finale degli Scarlets. Al 79’ Priestland ha graziato le Zebre mancando i pali da posizione non impossibile, ma a tempo scaduto il fallo di Chillon ha concesso una seconda opportunità che l’apertura del Galles non si è lasciato sfuggire.
ZEBRE-SCARLETS 26-28 MARCATORI: p.t. 5’ c.p. Orquera, 9’ c.p. Shingler, 11’ m. S. Williams tr. Shingler, 20’ c.p. Orquera, 36’ c.p. Shingler, 38’ m. Biagi tr. Orquera; s.t. 4’ m. S. Williams tr. Priestland, 10’ c.p. Orquera, 29’ m. Geldenhuys tr. Garcia, 35’ m. J. Davies, 37’ c.p. Garcia, 40’ c.p. Priestland. ZEBRE: Daniller (28’ s.t. Palazzani); Berryman, Pratichetti, Garcia, Visentin; Orquera (10’ s.t. Chillon), Leonard; Van Schalkwyk (10’ s.t. Vunisa), Ma. Bergamasco, Cristiano; Biagi (21’ s.t. Bernabò), Geldenhuys; Chistolini (20’ s.t. Redolfini), Manici (28’ s.t. Fabiani), De Marchi (10’ s.t. Lovotti). All. Jimenez. Altre: Connacht-Ulster 20-27; Edimburgo-Munster 3-34. Oggi: DragonsLeinster. Classifica: Glasgow 65; Ulster, Munster 63; Ospreys 61; Leinster* 52; Connacht, Scarlets 44; Edimburgo 43; Dragons* 32; Cardiff 30; Treviso 18; Zebre 15. (*: una in meno) PRATO RETROCEDE (i.m.) Nel 16° turno di Eccellenza Prato retrocede; la gioia di Rovigo nella vittoria con Mogliano (12 mete) si spegne per la razzia subita dai ladri negli spogliatoi durante l’incontro. Risultati: Lazio-Calvisano 20-30, Rovigo-Mogliano 55-32, San Donà-Petrarca 19-22, L’Aquila-Prato 45-26. Oggi alle 15 (diretta RaiSport 1) Viadana-Fiamme Oro. Classifica: Rovigo 66; Calvisano 65; Mogliano 59; Fiamme Oro, San Donà 41; Viadana, Petrarca 37; Lazio 27; L’Aquila 10; Prato -3. DONDI: «PRONTO A SOSTENERE PROGETTO ALTERNATIVO» Ieri a Piazzola (Pd), in un incontro sui 16 anni dell’Italia nel Sei Nazioni al quale erano presenti i vertici di Treviso, Padova e Rovigo, l’ex presidente Fir Giancarlo Dondi si è di fatto sganciato dall’attuale n.1 Alfredo Gavazzi, che aveva appoggiato nell’ultima campagna elettorale, aprendo a un’inedita alleanza col rugby veneto. «Non permettiamo che qualcuno rovini ciò che è stato costruito negli anni. Se c’è da fare una battaglia, io ci sono. Sono pronto a sostenere un progetto alternativo». Le prossime elezioni federali sono previste nel 2016.
Casa Gazzetta R Oggi la SuisseGas Marathon
DOMENICA 12 APRILE 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
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La Milano di re Gebrselassie
1Haile oggi nella prima frazione della staffetta: «E’ una bella maratona dove gli edifici ti riparano dal vento e gli alberi dal sole. A 42 anni corro ancora due volte al giorno» 1
Pierangelo Molinaro
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glia di fare. Basta dare loro delle possibilità».
Lei è da venerdì a Milano. sempre difficile e ingiusto stilare classi- «Sono testimonial dell’Adidas, sponsor tecnico fiche fra atleti di diverse epoche, ma non della SuisseGas Milano Marathon. Ho corso con è blasfemo affermare che Haile Gebrse- i ragazzi al Parco Sempione, ho partecipato alla lassie, ospite ieri in Gazzetta alla vigilia della presentazione dei protagonisti, e infilerò le Milano Marathon, sia stato il più grande corri- scarpette per correre la prima frazione della dore resistente di sempre. Non è solo una que- staffetta». stione di medaglie e primati, ma per le emozioni che ha saputo regalare nella sua ventennale Non si è ancora stancato di correre? carriera. Dalle piste al coperto alla maratone, le «Per niente. Lo faccio appena possibile, quando sue prestazioni non sono mai stasono a casa due volte al giorno, te banali. Con i suoi scatti e le sue all’alba e alla sera sul ritmo di IL NUMERO progressioni ha atterrito gli av3’10”, 3’15”, inserendo del fartlek versari, li ha indotti a non attacin cui alterno il ritmi per mantecarlo, è stato protagonista di nere l’elasticità muscolare. Sino a duelli storici, da Moses Tanui a quando ce la farò parteciperò anPaul Tergat. C’è sempre stato quel cora a qualche gara». A 42 anni pizzico di imprevedibilità che corre nella vita come faceva in pirendeva affascianti le sue presta- I PRIMATI DEL sta e sulle strade del mondo, con zioni. Per l’Etiopia è stato ed è an- MONDO CHE HAILE lo stesso entusiasmo, con la stessa cora il simbolo del riscatto. E’ talenergia. HA STABILITO DAI mente stimato nel paese africano 2000 INDOOR che si sono levate voci perché si Haile, ora frequenta distanze più candidi alla presidenza del Paese. ALLA MARATONA corte. Sulla maratona lei è sta«Ma non sono ancora pronto, deto il primo uomo ad infrangevo curare il mio business», afferma. Già. Hotel, re il muro delle 2h04’. Se dovesse tornare altre proprietà immobiliari, l’importazione del- su questa distanza cosa potrebbe fare ogle vetture Hyundai, le scuole. Imprese in cui gi? hanno trovato lavoro oltre 1600 persone. Già 10 «Mah, potrei chiudere in 2h02’», tira lì anni fa, in piena carriera, finanziò ad Addis scherzando. Abeba l’istituzione di corsi per i giovani dove si poteva imparare l’inglese e l’uso del computer. Il keniano Kimetto è già sceso a 2h02’57”, Per gli etiopi tutti è ormai un punto di riferi- quando cadrà il muro delle due ore? mento. Nessun altro campione è stato capace «Bisogna programmare l’attacco nel paese d’origine di avere tanto consenso. E nei particolari, ma penso che in pensare che la prima volta che venne in Europa, una quindicina d’anni potrà in Olanda, si ritrovò in una camera di albergo cadere. Ma c’è un particolare dove non sapeva quale funzione avesse il wa- importante che aiuta gli atleter... Ma girando il mondo con l’atletica, corren- ti di oggi e quelli di domani: do e sudando, ha studiato, capito come girava il una nuova generazione di fumo» ed è cresciuto. Ora tutto quanto ha impa- scarpe che ti possono aiutare molto. Un tempo si badarato vuole riversarlo agli altri. va solo alla loro leggerezza e Parliamo di business. Qual è l’ultimo investimen- le calzature non erano protettive, potevano piegarti i to? «L’ultima avventura è la caccia all’oro. Ho ac- piedi. Oggi le scarpe sanno quistato un’area di 130 chilometri quadrati in anche aiutarti, ti danno più cui stanno effettuando dei carotaggi sul terre- spinta e confort e questi fattori no. E forse hanno individuato il posto dove può su un percorso di oltre 42 chilotrovarsi il filone buono. Ma continuo a pensare metri significano tanti secondi liche il vero oro siano i giovani etiopi, la loro vo- mati al tempo finale».
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«LA MARATONA SI CORRE CON UN CORAGGIO INTELLIGENTE» HAILE GEBRSELASSIE CAMPIONE OLIMPICO
«PRESIDENTE DELL’ETIOPIA? E’ PRESTO, ADESSO CERCO L’ORO» HAILE GEBRSELASSIE CAMPIONE MONDIALE
er la sua quindicesima edizione la SuisseGas Milano Marathon è tornata tutta in città. Un percorso studiato per riaprire prima possibile le strade. Saranno più di 15.000 i partecipanti, 4916 al via della maratona e 10.280 nelle 2570 squadre che partecipano alle staffette. Poi la novità della Milano School Marathon, 1195 metri riservati a 3000 bambini ed ai loro accompagnatori: parte del ricavo tornerà alle scuole sotto forma di attrezzature sportive. Partenza da corso Venezia della maratona alle 9.30 e alle 10 per
le staffette.. Sintesi di Rn’ora su Rai Sport2 dalle 21.30.
UOMINI Non è una gara facile da leggere in una stagione in cui c’è già chi ha corso in 2h05’38” (Berhanu a Dubai). Dopo la rinuncia in extremis del campione uscente Francis Kipkorir Kiprop (infortunio ai tendini sono due i keniani con un personale di 2h07’: Kenneth Mbur u Mungara (2h07’36” a Berlino 2011) e Philemon Gitia Baaru (2h07’49” a Kosice 2012), ma non va sottovalutato l’esordiente Cyprian Kimorgur Ko-
Il keniano Cyprian Kotut, esordiente di 23 anni ANSA
Lasciamo in pace la fantascienza. Lei ha pure partecipato alla progettazione del percorso di quest’anno. Che consigli può dare a chi scenderà in strada? «Questo di Milano è un percorso piatto e veloce, non ci si deve spaventare per le curve ed il fatto di svilupparsi per intero in città ha i suoi vantaggi. Primo fra tutti correre fra le case ripara nell’eventualità si alzi il vento. E poi ci sono molti tratti con gli alberi, dove si può cercare l’ombra e sarà importante in una giornata di sole come quella che ci aspetta». Ma con quale mentalità va affrontata la maratona? «Con un coraggio intelligente – è la risposta pronta –. Certo, è necessario essere preparati, ma non bisogna avere paura della distanza. Penso che la cosa peggiore sia tagliare il traguardo rendendosi conto che c’è ancora benzina nel serbatoio, che si poteva fare meglio. E poi correre il più possibile rilassati, muscolarmente e di testa. Fidatevi delle sensazioni, non surriscaldate il cervello con passaggi e calcoli». All’atletica di oggi manca un personaggio come lei, un vero ambasciatore di questo sport. In questo momento è Mo Farah il suo degno erede? «Farah è forte, potrà doppiare 5000 e 10.000, dopo i Giochi di Londra ed i Mondiali di Mosca, anche a Pechino e Rio. ma sinceramente non vedo davanti a lui gli avversari che io mi sono trovato sulla strada». © RIPRODUZIONE RISERVATA
LA SCHEDA HAILE GEBRSELASSIE HAILE GABRSELASSIE È NATO AD ASELLA (ETIOPIA) IL 18/4/1973. QUESTE LE SUE VITTORIE PIÙ PRESTIGIOSE. OLIMPIADI ORO SUI 10.000 AD ATLANTA 1996 E A SYDNEY 2000 MONDIALI ORO SUI 10.000 A STOCCARDA 1993, GOTEBORG 1995, ATENE 1997, SIVIGLIA 1999 MONDIALI JUNIORES ORO SU 5000 E 10.000 A SEUL 1992 MONDIALI MEZZA MARATONA ORO A BRISTOL 2001 PRIMATI MONDIALI NE HA STABILITI 26 SPAZIANDO DAI 2000 INDOOR ALLA MARATONA, A CUI SI È DEDICATO DAL 2004
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LA GARA
Sogna Kotut, fratello di Lel L’Italia spera in El Mazoury P
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tut, fratellino 23enne del grande Martin Lel, che sulla mezza ha corso in 59’12”. Il lepraggio dovrebbe portare i protagonisti a metà i n 1h03’45”, ma sarà il caldo a giocare un ruolo decisivo: chi meglio lo sopporterà sarà davanti. L’Italia spera di trovare in Ahmed El Mazoury un altro maratoneta di livello dopo Meucci e Lalli. DONNE Anche fra le donne si spera di trovare in Laila Soufyane un’altra atleta di valore. Il suo obiettivo è migliorare il 2h34’13” di novembre a Torino. L’aiuterà Fatna Maroui. Davanti la lotta dovrebbe essere fra la keniana Lucy Mugambi Karimi (2h27’08” a Dubai a gennaio) e l’etiope Deressa Kumeshi Sichala (2h30’56” a Mumbai a gennaio). pa.m. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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● Una lunga giornata quella di ieri di Haile Gebrselassie, a Milano da venerdì. Dopo aver partecipato in tarda mattinata alla presentazione dei protagonisti della maratona, nel pomeriggio è rimasto a lungo in Gazzetta. prima ha partecipato alla diretta su Gazzetta Tv, poi è sceso in redazione. 1 Gebre sotto l’immagine di uno dei primi strilloni della Gazzetta oltre un secolo fa. 2 Il fuoriclasse etiope ha voluto visitare tutta la redazione 3 Eccolo al Villaggio Maratona mentre si concede un selfie con Stefano Baldini 4 In mattinata con gli atleti della gara di oggi, sempre sorridente. Ma lui stesso correrà una frazione della staffetta ANSA/COLOMBO
LALLI CI PROVA A ROTTERDAM Non solo Milano: la domenica delle maratone internazionali propone altri grandi appuntamenti. In chiave italiana fari su Rotterdam dove Andrea Lalli cerca il personale fissato in novembre a Torino a 2h12’48”. Per il molisano possibile passaggio alla mezza in un previsto secondo gruppo in 1h04’40”. Del primo (1h02’35”) dovrebbero far parte i keniani James Kwambai, Duncan Kibet, Bernard Koech, Jonathan Maiyo e l’etiope Feyisa Lilesa, tutti con crono inferiori alle 2h05’00”. Tra le donne Miranda Boonstra. A Parigi in via in 54.000: dopo il successo 2014 di Kenenisa Bekele col record della gara (2h05’04”) i favoriti sono il keniano Vincent Kipruto e gli etiopi Chimsa e Getachew. Donna da battere l’etiope Seboka (2h21’56”). Diretta Eurosport ore 8.30. Etiopia anche a Vienna: Feleke, Berhanu, Lemma e Gena inseguono un -2h05’00”, e la keniana Chepkwony. ● STRANEO (d.m.) Valeria Straneo, al rientro, 4a alla Great Ireland Run di Dublino (km 10). Uomini: 1. J. Korir (Ken) 28’15”. Donne: 1. Steel (Gb) 33’03”; 2. Britton 33’07”; 3. Aguilar (Spa) 33’16”; 4. Straneo 34’02”.
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TUTTA DRITTA (f.t.) Oggi alla Tutta Dritta (Torino-Stupinigi, km 10) Rachik, Crespi, Bona, la Epis e la La Barbera. HANSEN PRESIDENTE EUROPEO GIOMI ENTRA IN CONSIGLIO Il norvegese Svein Arne Hansen è il nuovo presidente della Federazione europea (26 voti): battuti il francese Jean Gracia (19) e il finlandese Antti Pihlakoski (5). Tra i 13 consiglieri Alfio Giomi (presidente Fidal). ● BOLT Usain Bolt, nella notte italiana, all’UTech Classic di Kingston è tornato a correre un 200 dopo Mosca 2013. ● BRAVA STELLA Successo con personale di Noemi Stella nella 10 km jr di marcia di Podebrady (R.Ceca): Italia prima a squadre nelle due prove juniores. Uomini. Sr. 20 km: 1. Linke (Ger) 1h20’37”; 13. Caporaso 1h25’45”. Jr. 10 km: 3. Angelini 42’59”. All.Km 5: 1. Brandi 22’04”. Donne. Sr. 20 km: 1. Virbalyté (Lit) 1h31’10”; 5. Gabellone 1h35’51”; 8. Curiazzi 1h38’15”. Jr. Km 10: 1. Stella 46’58”; 4. Dominici 49’12”. All. Km 5: 2. Mirabello 24’08”. ● GIAMPIETRO A Romano di Lombardia (Bg) primato italiano all/e del peso (kg 3) di Sydney Giampietro con 16.42 (prec. 16.16; A. Anzellotti; Milano 1973).
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Golf R Augusta Masters
DOMENICA 12 APRILE 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
La carica di Tiger «Sono quello di prima e posso fare di tutto» 1In difficoltà nel primo giro, venerdì l’ex numero 1 è risalito mostrando sprazzi di classe assoluta: «Devo solo crederci»
Massimo Lopes Pegna INVIATO A AUGUSTA (GEORGIA, USA)
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uando percorre il lungo corridoio dal green della 9 al tee della 10 fra due ali di folla, ha lo sguardo che punta lontano. «Tiger devi solo crederci», lo incoraggia un signore con pantalone corto a quadri e cappellino. In un recente passato, Tiger avrebbe tirato dritto senza distogliere gli occhi dal prato, invece alza la testa: «Lo so, fratello», gli dice squadrandolo per qualche istante. Nel secondo giro Tiger ci ha creduto: 69 con tre birdie e un bogey. Nelle
47 disastrose buche affrontate quest’anno, non era mai sceso sotto quota 70. Per questo all’inizio di febbraio, piegato anche dal mal di schiena, se n’era andato: «Mi trovo in uno stato pietoso, non sono in grado di competere a questi livelli». IL MAZZO Venerdì ha azzecca-
RPer la prima volta
nel 2015 ha chiuso un giro sotto il 70: «Fiero, perché ero proprio a terra»
to una serie di putt, ha giocato dei buoni approcci. In due mesi di assenza ha riparato il suo gioco corto, che sembrava merce avariata. E l’altro giorno aveva spiegato come: «Facendomi il mazzo dall’alba al tramonto». Ma una cosa è il campo pratica, un’altra è l’erba di un Major. Il primo round accettabile (73), il secondo gli ha ridato l’autostima smarrita. Venerdì era addirittura raggiante, nonostante fosse staccatissimo (-12) dal giovane Jordan Spieth: «Sono fiero di ciò che ho fatto perché ero proprio a terra e ora ho la convinzione di essermi ritrovato». Aveva tremendo bisogno di fiducia, di
Tiger Woods, 39 anni. Vanta 14 Major vinti, con quattro trionfi all’Augusta Masters REUTERS
capire che la Tigre poteva ancora ruggire. È tipico di chi per anni pensa di essere invincibile e poi finisce malamente al tappeto. Il colpo del k.o. se l’era tirato da solo nel novembre del 2009 con quell’incidente d’auto che aveva scoperchiato una vita segreta fatta di sesso e rock and roll. Poi aveva ceduto anche il suo fisico: un crociato e mal di schiena cronico. È storia nota. La sua invulnerabilità svanita nel nulla. I suoi rivali non più spaventati di averlo alle spalle; le sue rimonte rimaste incompiute. Vicino all’antico albero che fa da sentinella alla Club House di Augusta, gli occhi che fissano gli interlocutori hanno il fuoco di una volta: «Sono dietro di 12 colpi, ma mancano due round e può ancora succedere di tutto». Il terzo giro di ieri lo ha iniziato con il piglio di una volta e la consapevolezza che un nuovo incidente di percorso non lo avrebbe fatto ricadere nella depressione delle ultime settimane. Tanto per aumentare l’adrenalina in circolo si è ritrovato accanto Sergio Garcia che nel 2013 gli fece una battuta razzista. L’incidente si chiuse, ma fra i due non è mai corso buon sangue. Ieri marciavano a distanza: come se lo spagnolo fosse soltanto un’ombra anonima. Tiger ha di nuovo la faccia cattiva. Nel mirino, fairway e green. Lo incitano, lo applaudono. C’è una folla da grandi occasioni al tee della uno, un entusiasmo mai scomparso anche nei momenti bui. Lui ricambia con un sorriso e un birdie al par-5 della due. Poi seguono altri due birdie consecutivi. Proprio l’inizio che sperava. Nelle orecchie l’incoraggiamento del giorno prima: «Tiger, devi solo crederci». Ora gli sembra persino impossibile che avesse smarrito la fede.
Pesi R Europei a Tbilisi
Scarantino e Pagliaro, bronzi presi con rabbia
Mirco Scarantino, 20 anni. Agli Europei ‘14 fu argento
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ue bronzi. Forse ci si attendeva di più, da Genny Pagliaro e Mirco Scarantino, ma per come è andata l’apertura degli Europei, l’Italia può essere fiera di loro. SESTO PODIO Genny Pagliaro, veniva da due ori continentali di fila. Nello strappo entra male, sbaglia a 80 kg ma poi risale a 81, seconda. Nello slancio parte da 95, ma poi fallisce i due tentativi a 98 che le avrebbero dato almeno l’argento. «Mi aspettavo un po’ di più, ma per alcuni fastidi mi sono preparata solo negli ultimi 20 giorni. Va bene così». Per la 26enne nissena è il 6° podio europeo. Anche a Lignano 2008 fu bronzo ma sollevando 194 kg contro i 176 di ieri. «Tornare lì non è impossibile, ma a volte è la testa a non essere pronta». CHE CUORE Mirco Scarantino commuove. Nello strappo vola a 118, secondo; riscaldandosi per lo slancio si contrae al quadricipite destro e sale in pedana zoppicando. Riduce l’entrata a 140 kg ma non ce la fa, rientra a solleva 141. Ai 145 per l’argento sembra farcela, ma due giudici su tre non sono d’accordo. «Lo slancio l’ho fatto col cuore, i 145 li avevo sollevati davvero. Sono andato a reclamare ma non hanno mostrato i replay. Peccato, ci credevo. Sono giovane, tempo per vincere ne ho ancora». si.ba.
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RISULTATI DOPO IL SECONDO GIRO. 1. Spieth (Usa) (64 66) -14; 2. Hoffman (Usa) (67 68) -9; 3. Rose (Ing) (70 67), D. Johnson (Usa) (70 67), Casey (Ing) (69 68) -7; 6. Mickelson (70 68) -6;
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Uomini. 56 kg: 1. Sirghi (Mol) 264 kg (113+151); 2. Margaryan (Arm) 259 (113+146, peso 55,70); 3. SCARANTINO 259 (118+141, peso 55,82). Donne. 48 kg: 1. Ozkan (Tur) 179 (80+99); 2. Taylan (Tur) 178 (81+97); 3. PAGLIARO 176 (81+95). Oggi: 62 kg U (Di Giusto), 53 kg D (Russo), 69 kg U. In tv: dalle 15 su Eurosport 2.
Pallanuoto R In 5.000 alla Scandone, battuta l’Acquachiara
Derby di Euro Cup È per il Posillipo la festa di Napoli Fabrizio Napoli NAPOLI
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apul’è la capitale della pallanuoto, almeno per una sera. L’Euro Cup non è la Champions League, ma al pubblico della Scandone poco importa. Importa poco anche a Posillipo e Acquachiara, che da tempo sognavano una serata così: 5 mila spettatori (anche il c.t. Campagna) e un trofeo internazionale per cui giocare. Alla fine trionfa il Posillipo, che torna ad alzare una coppa dopo 10 anni, l’Eurolega 2005 (poi sarebbe arrivata la Supercoppa) confermandosi infallibile nelle finali europee: l’Euro Cup era l’unico trofeo che mancava alla sua bacheca. La squadra di Occhiello chiude il primo quarto sul 3-1 e per due volte vola sul +3 nel secondo (5-2 con una saetta di Bertoli e 6-3 di Renzuto in superiorità), prima che l’Acquachiara, che perde Scotti Galletta per infortunio, si svegli. In due minuti raggiunge il pari, ma il 6-6 di Lanzoni pare ben oltre la sirena di metà gara. L’inerzia della gara potrebbe
passare dalla sua parte, ma nel terzo parziale i biancazzurri falliscono 4 superiorità di fila, permettendo al Posillipo di riprendere fiato e di piazzare un nuovo break (9-6) con i suoi senatori: Gallo su rigore, Bertoli e Saccoia con l’uomo in più. Il +3 si ripete nell’ultima frazione con l’11-8 di Gallo, in superiorità, che arriva subito dopo l’espulsione di Paskvalin per un colpo al mancino. Ma mancano 5: Marziali fa gli straordinari ai due metri, e i gol in superiorità di Gitto e Perez rimettono l’Acquachiara in scia. Tra uomini in più non sfruttati da ambo le parti si arriva all’ultimo possesso della gara: a 6’’ dalla fine, Negri dice no a Lanzoni, consegnando la coppa ai rossoverdi. «Avevo detto ai ragazzi che avremmo vinto all’ultima azione con l’uomo in meno, ed è stato così – commenta Occhiello, subentrato a Cufino che aveva guidato il Posillipo oltre i quarti –. Sono orgoglioso di questa squadra e di Napoli, per lo spettacolo offerto dal pubblico. Ho battuto De Crescenzo? Forse l’allievo ha superato il maestro, ma solo per stasera». © RIPRODUZIONE RISERVATA
A-1: LA PENULTIMA GIORNATA Il Savona fa il colpo Bogliasco e Lazio allo sprint playoff
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a penultima giornata estromette il Como dalla lotta playoff. Avanza aritmeticamente la Canottieri, l’ultimo posto disponibile (l’8°) sarà un affare tra Bogliasco e Lazio.
La festa dei giocatori posillipini con la coppa, alla piscina Scandone ACQUACHIARA-POSILLIPO 10-11 (1-3, 5-3, 1-3, 3-2) Carpisa Yamamay Acquachiara: Caprani, Perez 1, Rossi 1, Paskvalin 1, Scotti Galletta, Petkovic, Lanzoni 3, Marziali 1, S. Luongo 2, Valentino, Astarita, M.Gitto 1, Lamoglia. All. De Crescenzo. Posillipo: Negri, Dolce, Briganti, Foglio, Klikovac 2, Radovic 1, Renzuto 2, Gallo 2 (1 rig.), E.Russo, Bertoli 2, Mandolini, Saccoia 2, Caruso. All. Occhiello. Arbitri: Koryzna (Pol) e Stavropoulos (Gre). Note: sup. num. Acquachiara 17 (9 gol), Posillipo 14 (6). Usc. 3 f. Foglio 16’54’’, E.Russo 18’24’’, Bertoli 28’10’’, Perez 30’00’’, M. Gitto 31’54’’, S. Luongo 31’58’’. Esp. Paskvalin per gioco violento 26’29’’. Spett. 5.000. Andata: 6-6 Albo d’oro recente: 2005 Savona; 2006 Brescia; 2007 Kazan (Rus); 2008 Shturm (Rus); 2009 Szeged (Ung); 2010 Cattaro (Mne); 2011, 2012 Savona; 2013 Radnicki Kragujevac (Ser); 2014 Volgograd (Rus); 2015 Posillipo.
Coppa Len donne L’urrà di Imperia contro il Padova ● IMPERIA (c.f.) Fattore campo decisivo nella finale della Coppa Len donne. La Mediterranea Imperia batte 8-7 il Plebiscito Padova (0-2, 4-2, 2-0, 2-3) e bissa il trionfo del 2012. Le liguri di Capanna si fanno sorprendere in avvio (0-3), ma dominano le frazioni centrali (parziale di 5-1). Per le venete vanno a segno solo le super Queirolo (4 reti) e Barzon (3). Il duello continuerà negli imminenti playoff scudetto. Nella sfida per il 3° posto, le greche del Vouliagmeni hanno prevalso 10-8 sulle ungheresi dello Szentes.
SPORT M.-SAVONA 7-10 (0-2, 3-2, 3-1, 1-5) Bpm Sport Management: Volarevic, M.Luongo, Binchi, Zimonjic, D. Filipovic 3, A. Di Fulvio, B.Ivovic, C.Di Fulvio, M.Lapenna, Bini 2, Boldrini, Sadovyy 2, Conti. All. Baldineti. Carisa Savona: Antona, Ghibaudo, Damonte 3 (2 rig.), Colombo, L.Bianco 1, Pesenti, Mistrangelo 1, Fulcheris 2, G.Bianco, Tomasic, Agostini, G.Fiorentini 3, Missiroli. All. Angelini. Arbitri: Alfi e Severo. Note: sup.num. Sport M. 13 (3 gol), Savona 8 (3). Usc 3° f. Tomasic 3° t., Colombo 4° t. Esp. per scorrettezze B.Ivovic 1° t. (giu.ma.) Senza rischiare tre acciaccati (Binchi, Zimonjic, Razzi), la Sport Management è sempre costretta a inseguire Savona, che passa con merito a Monza. BOGLIASCO-COMO 13-4 (1-0, 4-1, 4-0, 4-3) Bogliasco: Prian, De Trane 2, A.Di Somma 2, Ravina, Monari 1, Guidaldi 3, Deserti 2; E.Di Somma 2, Loomis, Boero, Gavazzi 1, Guidi, Insollitto. All. Bettini. Como: Oliva, Foti 2, Busilacchi, Milakovic 1, Jelaca, Gaffuri, Cesini; Pagani, Krizman, Fusi, Ferraris, Pellegatta 1, Garancini. All. Stritof. Arbitri: Ceccarelli e Taccini. Note: sup. num.
Bogliasco 8 (4), Como 8 (0). (a.fe.) Il Bogliasco ritrova il successo travolgendo il Como (mai a segno in superiorità) e irrompe in zona playoff. Gran difesa dei liguri. LAZIO-CAN.NAPOLI 14-17 (5-5, 4-4, 2-3, 3-5) Lazio: Vespa, Samuels 3, Di Rocco, Africano, Gianni 1, Colosimo, Cannella 4, Vittorioso 2, Leporale, A.Calcaterra 4, Maddaluno, Mele, Buccifava. All. Formiconi. Canottieri Napoli: Turiello, Buonocore, Di Costanzo 2, Migliaccio 1, Dar.Brguljan 4 (2 rig.), Borrelli 1, Ronga, Campopiano 1, G.Mattiello 3, Velotto 1, Baraldi 2, Esposito 2, Vassallo. All. Zizza. Arbitri: Brasiliano e Rovida. Note: sup. num. Lazio 10 (7), Canottieri apoli 6 (4). Usc. 3 f. Gianni 4° t. Esp. Africano e Maddaluno per proteste 4° t. (g.sc.) La Canottieri passa a Roma grazie a un gran quarto tempo. ROMA VIS NOVA-BRESCIA 7-16 (2-2, 0-5, 3-3, 2-6) Roma Vis Nova: Bonito, Pappacena 1, Murro 1, C.Mirarchi 2, Banovac, Parisi 2, Spinelli, Innocenzi, Vitola, Rigo, Cuccovillo 1, Nicosia. All. Ciocchetti. Brescia: Del Lungo, Bruni 1, C.Presciutti 2, Pagani, Molina 2, Rizzo 3, Giorgi 2, Nora 1, N.Presciutti 2, Bodegas 1, D.Fiorentini, Napolitano 2, Dian. All. Bovo. Arbitri: Del Bosco e Savarese. Note: sup. num. Roma 8 (6), Brescia 5 (4). Usc. 3 f. Banovac 4° t. (g.sc.) Ha retto solo un tempo la Vis Nova, poi il Brescia ha preso il largo. I romani salutano così il Foro Italico. Anticipi: Florentia-Posillipo 13-19, Pro Recco-Acquachiara 15-11. Class.: Pro Recco* 63; Brescia* 61; Acquachiara 47; Sport Management* 44; Savona 34; Posillipo 29; Canottieri Napoli 26; Bogliasco 21; Lazio, Como* 19; Roma Vis Nova 10; Florentia 4. (*una partita in più) Pr. turno (18/4): Canottieri Napoli-Bogliasco, Posillipo-Roma Vis Nova, Carisa Savona-Lazio, Acquachiara-Florentia.
DOMENICA 12 APRILE 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
TUTTENOTIZIE
1BASEBALL: MARATONA MAJOR LEAGUE (m.c.) Nelle Major League, Boston si aggiudica (6-5) una
partita da record contro i NY Yankees: 19 inning in 6h49’: la gara più lunga mai giocata nel nuovo Yankee Stadium e nella storia dei Red Sox. Match deciso dalla volata di sacrificio di Betts e 17 lanciatori per 627 tiri
IPPICA
IN ITALIA
Grand National: è il solito show Aspell fa il bis
Oggi a Bologna c’è il GP Italia Toronto ci prova
1Il fantino irlandese, con Many Clouds, vince per il secondo anno di fila. Dei 39 partenti, arrivano in 19 Matteo Pierelli
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a prima vittoria di una fantina? No, neanche stavolta. Nina Carberry finisce solo 16ª con First Lieutenant e per il primo Grand National rosa ripassare un’altra volta. Il secondo trionfo di Tony McCoy? Neanche, il 19 volte «champion jockey» ce la mette tutta, ma non va oltre il quinto posto in sella al favorito Shutthefrontdoor: se avesse vinto per la seconda volta ad Aintree (dopo il 2010), avrebbe chiuso subito la carriera e avrebbe mandato in rovina i bookmaker, costretti in quel caso a pagare qualcosa come 50 milioni di sterline (circa 70 milion di euro).
NUOTO
CHE COPPIA Invece l’ippodromo appena fuori Liverpool, baciato da una splendida giornata di sole, e come sempre stracolmo di gente (70 mila), premia Many Clouds in coppia con Leighton Aspell, che aveva già colpito 12 mesi fa in sella a Pineau de Re (ieri 12°). Erano 61 anni che un fantino non vinceva due edizioni consecutive con cavalli diversi. Ci era riuscito nel 1953-1954 Bryan Marshall, mentre Brian Fletcher aveva fatto la doppietta nel 1973-1974, ma sempre con il mitico Red Rum, unico cavallo autore della tripletta, chiusa nel 1977. E pensare che Leighton Aspell nel 2007 si era ritirato perché non aveva più stimoli, salvo poi ripensarci due anni dopo. Ieri Aspell è stato perfetto con Many Clouds: dopo una prima parte di gara tranquilla, ha spinto sull’ac-
CANOTTAGGIO
celeratore ai 600 finali e per gli altri è stata notte fonda. Il vincitore ha impiegato 8 minuti e 56,8 secondi per completare il massacrante percorso di 7.200 metri, lungo i quali sono disseminati 30 terribili ostali: è il secondo miglior tempo della storia, solo Mr Frisk nel 1990 (8 minuti e 47,8 secondi) fece meglio. Many Clouds ha 8 anni, è allenato da Oliver Sherwwod, e appartiene al 79enne Trevor Hemmings, il proprietario del Preston, che milita nella terza serie del calcio inglese. Hemmings è al terzo successo nel Gran National e ieri ha incassato 560.000 sterline.
In alto il vincitore Many Clouds, qui sopra uno dei 30 salti GETTY-REUTERS
RAd Aintre Tony
McCoy finisce quinto all’ultima partecipazione. Nina Carberry 16ª
TUTTI ILLESI Una bella notizia arriva ancora una volta dall’«infermeria». Per il terzo anno consecutivo tutti i cavalli partiti (quest’anno 39) sono tornati in box sani e salvi.
Sun Yang, 23 anni GETTY IMAGES ● (al.f.) Sun Yang vola nei 200 sl, gara in cui è argento olimpico. Reduce da problemi di doping, ai campionati cinesi di Baoji stampa 1’45”75, miglior tempo 2015 davanti a Hagino e Agnel. Uomini: 200 sl Sun Yang 1’45”75, Xu Qiheng 1’47”87; 100 do Xu Jiayu 53”47 (5° t. 2015), Li Guangyuan 54”80. Donne: 1500 sl Xin Xin 16’23”47, Wang Guoyue 16’25”41; 100 do Fu Yuanhui 59”41 (5° t. 2015), Chen Jie 59”78; 100 ra Shi Jinglin 1’07”03, He Yun 1’07”96. ● TRICOLORI (al.f.) Col fondo (oggi e domani), stamane via alla settimana tricolore di Riccione. In gara Grimaldi, Ponselè, Bruni, Stochino e Ruffini, problemi per Martina Caramignoli (febbre). ● RANA NIPPONICA (al.f.) Ai campionati giapponesi di Tokyo, miglior crono 2015 nei 200 rana di Yasuhiro Koseki: 2’07”77 (10° crono alltime). Uomini: 200 do Irie 1’54”93, Kaneko 1’56”70; 200 ra Koseki 2’07”77, Tateishi 2’09”54, Kohinata 2’09”77 (1°, 2°, 3° t. 2015). Donne: 800 sl Satou 8’33”71, Wada 8’34”73; 200 fa Hoski 2’06”66.
Oxford trionfa Storica doppietta uomini-donne ● La prima volta della storica Boat Race nello stesso giorno e sullo stesso tracciato per uomini e donne si è chiusa con un cappotto dell’università di Oxford, che sulle tradizionali 4 miglia e un quarto (6.8 km) di Tamigi ha vinto sia la gara maschile che quella femminile sugli eterni rivali di Cambridge in uno degli eventi sportivi britannici più antichi, di fronte a 270mila spettatori sulle rive del fiume nel sud-ovest di Londra. Tra gli uomini, che hanno vinto con sei lunghezze di vantaggio, Oxford conferma il recente dominio con l’11° successo dal 2000 a oggi, accorciando sull’81-79 (e un pari) lo svantaggio da Cambridge nel computo storico della manifestazione. Per le donne, che hanno chiuso con sei lunghezze e mezzo di vantaggio, alla prima edizione su un tracciato di gara (analogo a quello maschile) tre volte più lungo rispetto alle edizioni precedente, è il dodicesimo successo in 16 anni; nell’albo d’oro Cambridge resta avanti 40-30.
I due equipaggi di Oxford AFP
L’unico che ha rischiato è stato Balthazar King, uno dei favoriti, caduto rovinosamente al Canal Turn, ma i veterinari che l’hanno visitato escludono qualsiasi complicazione. Il percorso in questi ultimi anni è stato addolcito (ieri in 19 hanno finito la corsa) dopo le proteste degli animalisti e questo ha aiutato. E così le ultime morti (due) per fortuna risalgono al 2012. © RIPRODUZIONE RISERVATA
BOXE: WSB BASEBALL
Sun Yang vola Nuota 1’45”75 nei 200 sl
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Thunder ok Manfredonia resta imbattuto
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TERZO TURNO (m.c.) Una battuta di Sandalo all’8° fa volare Padova che, dopo un gran duello con Godo (Quevedo 11so) approfitta della vittoria di Rimini (da 0-2 allunga nel finale con 3pbc Bertagnon) su San Marino. 3° turno, gara-1: Città di Nettuno-Parma 4-5; Padova-Godo 2-1; Rimini-San Marino 6-2; Bologna-Nettuno2 8-1. Classifica: Padova 800 (4-1); Rimini, S. Marino, Bologna 600 (32); Nettuno2, Parma 400 (2-3); Godo, Nettuno 250 (1-3).
FOOTBALL ●
Valentino Manfredonia BOZZANI ● ANDRIA Ancora un successo per l’Italia Thunder che nella tappa di Andria delle World Series ha superato la Polonia per 4-1 e confermato il terzo posto in classifica. Ad entusiasmare il pubblico del Palasport pugliese la boxe spumeggiante di Valentino Manfredonia che ha ottenuto il sesto successo su sei confronti in questo manifestazione ed è sempre più vicino alla qualificazione per l’Olimpiade di Rio. Per la franchigia italiana molto bene anche l’indiano Bidhuri e l’esordiente Spahiu. L’unico successo per i polacchi con il quotato irlandese Donnelly. Sabato si va in Venezuela. Giuseppe Ernesto ITALIA THUNDER batte HUSSARS POLONIA 4 - 1. 52 kg: BIDHURI (India) b. Kozlowski 3-0 (50-45, 50-45, 50-45). 60: INTROVAIA b. Polski (P) 2-1 (49-46, 47-48, 48-47). 69: Donnelly (Irl) b. MORELLO 2-1 (48-47, 47-48, 48-47). 81: MANFREDONIA b. Tryc 3 -0 (50-45, 49-46, 5045). +91: SPAHIU b. Hryniuk 3-0 (49-46, 49-46, 49-46)
IFL (m.l.) Oggi in Ifl. Ore 14.30: Bolzano-Seamen Milano. Ore 15: Ferrara-Roma. Classifiche. Nord: Bolzano 1000 (4-0); Parma, Seamen Milano 750 (3-1); Rhinos Milano 500 (2-2); Bergamo, Torino 0 (0-4). Sud: Lazio 1000 (4-0); Ancona, Bologna 750 (3-1); Roma, Ferrara 250 (1-3); Napoli 0 (0-4).
GHIACCIO ●
SINCRO Così a (Can) nel corto dei Mondiali di sincro: 1. Canada I 71.06; 12. Italia (Hot Shivers) 48.55.
HOCKEY IN LINE ● MILANO FINALISTA (m.l.) Milano in finale per la quarta volta consecutiva. Gara-3 semifinali: Milano-Vicenza 11-5 (serie 3-0); Cittadella-Cus Verona 3-2 (serie 1-2).
HOCKEY PISTA ●
IN A-1 (m.nan.) La 24a in A-1: Valdagno-Correggio 10-0; FollonicaForte dei Marmi 4-5; Cgc ViareggioGiovinazzo 6-2; Sarzana-Lodi 5-5; Trissino-Pieve 6-3; Breganze-Prato 9-1; Bassano-Matera 5-1. Classifica: Forte dei Marmi 63; Breganze, Cgc Viareggio 53; Valdagno 52; Bassano 44; Trissino 42; Follonica, Lodi 33; Pieve 32; Giovinazzo 24; Matera 23; Sarzana 20; Prato 8; Correggio 6.
HOCKEY PRATO ● CAMPIONATO (g.l.g.) La 3a di ritorno: Ferrini-Tevere 6-5; FincantieriSan Vito Romano 1-2; Bonomi-Bra 0-1; Suelli-De Sisti 1-0; Cus CagliariAmsicora 1-3. Classifica: Amsicora, Bra 29; Suelli, Ferrini 20; Bonomi 19; De Sisti 18; Tevere 15; Fincantieri, S.Vito 10; Cus Cagliari 0.
PALLAMANO GINNASTICA RITMICA: FARFALLE SECONDE (cam.ca.) A Pesaro, dopo le prime due giornate della prova di Coppa del Mondo di ritmica, le farfalle azzurre sono seconde (35,450) dietro la Russia (35,800). Venerdì nei «5 nastri» e ieri nelle «6 Clavette e 2 Cerchi, Russia prima con 17,900 davanti all’Italia. Oggi finali individuali e a squadre. Cerchio: 1. Kudryavtseva (Rus); 2. Mamun (Rus); 21. Bertolini; 35. Russo. Palla: 1. Mamun (Rus); 2. Soldatova (Rus); 25. Russo; 43. Bertolini.
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PLAYOFF (an.gal.) Sesta e ultima giornata della poule playoff maschile. Girone A: Trieste-Bolzano 28-29 (g. 8/4). Classifica: Bolzano 26; Trieste 10; Pressano 9; Cassano Magnago 6. Girone B: Estense-Carpi 18-32; AmbraRomagna 30-28. Classifica: Romagna 22; Carpi 21; Estense 6; Ambra 5. Girone C: Dorica-Albatro 30-25; FondiFasano 21-38. Classifica: Fasano 24; Albatro 15; Fondi 9; Dorica 6. In semifinale (a. 24/5; r. 9/5): Bolzano, Romagna, Fasano e la vincente degli spareggi tra seconde (17-19/4 a Chieti).
PENTATHLON HOCKEY GHIACCIO ●
ITALDONNE KO (m.l.) Ai Mondiali 1a Divisione Gruppo B di Pechino, Italia sconfitta dalla Cina 4-3 (1-1, 0-1, 3-1). Oggi chiusura con la Nord Corea. Classifica: Slovacchia 11; Cina 10; Olanda 8; Ungheria 6; ITALIA 1; N. Corea 0.
COPPA A ROMA: PETRONI TERZO (g.l.g.) A Roma, nella 3a prova di Coppa del Mondo, Pier Paolo Petroni, 3°, conquista il primo podio della carriera, rimontando dal 12° posto. Uomini: 1. Tymoshchenko (Ucr) 1463; 2. Kasza (Ung) 1455; 3. Petroni 1454; 10. De Luca 1432; 21. Poddighe 1409. Donne: 1. Asaduskaite (Lit) 1349; 2. Foldhazi
Oggi a Bologna bella edizione del GP Italia (m 1660) per i tre anni: Toronto As, Tinamo Jet, Telecomando Ok e Timone Ek i più attesi. 6ª corsa - 17.10 - GP Italia - m 1660: 1 Toronto As (G. Minnucci); 2 Tiffany Caf (D. Di Stefano); 3 Tudor Dany Grif (G. Maisto); 4 Tedo Fks (M. Trevellin); 5 Tinamo Jet (R. Andreghetti); 6 Tresor Zs (A. Farolfi); 7 Teresita Wise (A. Guzzinati); 8 Telecomando Ok (E. Bellei); 9 Timone Ek (G. Casillo). A PALERMO Smeralda Jet (A. Di Nardo) ha vinto il GP Trinacria in 1.11.4 davanti a Spinello Jet e Shasa. Sfortunata Super Star Reaf che ha rotto all’ingresso in retta quando stava lottando per la vittoria. C’È PRIORE Priore Philip torna in pista oggi in una condizionata (!) a Capannelle dopo il capolavoro nel Premio Roma a novembre: nel mirino ha il Presidente della Repubblica a maggio. BRAVO NUAGE Ieri a Vincennes bella vittoria del nostro Nuage en Ciel (R. Andreghetti) che nel Prix de la Lorraine (m 2100) ha preceduto Orione degli Dei (F. Nivard). Nel Prix Beaumanoir (m 2700) al montato bel 2° di Roxanne Bar (D. Thomain), stesso piazzamento per Prince di Poggio (E. Raffin) nel Prix Gaillard. IERIQUINTÉ 2-8-12-5-1 A Firenze (m 1600): 1 Papas del Pino (G. Di Fede) 1.12.6; 2 Negus Jet; 3 Morango Oaks; 4 Risk Bieffe; 5 Riomurtas; Tot.: 15,17; 4,43, 9,43, 10,60 (366,36). Quinté: n.v. Quarté: 12.765,72. Tris: 3.247,03. SI CORRE ANCHE Trotto: Napoli (14.35), Bologna (15), Montegiorgio (15.30) e Torino (14.55). Galoppo: Milano (14.30) e Roma (15.30). GP FEDERNAT Nicola del Rosso con Pacha dei Greppi ha vinto il Gp Federnat, il Lotteria dei gentlemen.
(Ung) 1340; 3. Rimsaite (Rus) 1336; 6. Sotero 1328; 14. Tocchi 1292; 16. Bonessio 1283; 18. Tognetti 1276; 24. Lontano 1257.
SCHERMA ● GRANBASSI MAMMA Margherita Granbassi, ex iridata individuale e plurititolata, è diventata mamma: è nato Leonor. Il papà è Jacques Petrillo, maitre chocolatier nato a Marsiglia da madre francese e padre siciliano.
TENNIS ●
GIORGI VA A Katowice (Pol), cemento (250.000 $), semifinali: Giorgi b. Radwanska 6-4 6-2, Schmiedlova (Svk) b. Van Uytvanck (Bel) 6-4 6-1. A Charleston (Usa), terra (731.000 $), semifinali: Keys (Usa) b. Hradecka (R.Ceca) 6-1 6-4, Kerber (Ger) b. Petkovic (Ger) 6-4 6-4. ● UOMINI A Houston (Usa), terra (549.230 $), semifinali: Sock (Usa) b. Anderson (Saf) 7-6 (3) 6-3. A Casablanca (Mar), terra (494.310 €), semifinali: Gimeno Traver (Spa) b. Vesely (Cze) 6-7 (3) 6-4 6-4, Klizan (Slk) b. Dzumhur (Bos) 4-6 6-4 6-0. Monte Carlo, terra (3.624.045 €), qual.: De Bakker (Ola) b. Vanni 7-5 0-6 6-4, Istomin (Uzb) b. Marcora 6-0 6-1, Kuznetsov (Rus) b. Volandri 6-2 6-7 (2) 6-1.
TIRO A SEGNO ●
COPPA Così a Changwon (S.Cor) nella 1a tappa di Coppa del Mondo. Pistola 50m uomini: 1. Zhang Bowen (Cina) 192.4-561; 2. Park Daehun (S.Cor) 191.1-562; 3. Hoan Xuan Vinh (Vie) 171.8-564; 19. Giordano 557; 26. Badaracchi 554; 68. Amore 531. Carabina 10m donne: 1. Pejcic (Cro) 209.1- 420.8; 2. Maksimovic (Ser) 207.7–417.1; 3. Chandela (India) 185.6-418.4; 25. Sena 414.1; 31. Nardelli 413.4; 62. Messaggiero 409.7.
VELA ●
ROMA X 2 (r.ra.) Oggi al via la 22a RomaXTutti-X2-X1, regata d’altura Riva di Traiano-Lipari e ritorno (530 miglia). Favoriti B2 il Tp 52 di Michele Galli con a bordo Francesco de Angelis.
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DOMENICA 12 APRILE 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
NOTIZIE TASCABILI
IL FATTO DEL GIORNO SCATTA L’ORA DEL DISGELO
ANTITERRORISMO
Dopo lo storico incontro tra Obama e Castro Cuba è pronta alla svolta? 1I due leader al vertice delle Americhe archiviano la guerra fredda E con la fine dell’embargo il Paese può attirare grandi investimenti gda@gazzetta.it
Ogni tanto, su qualche sito, leggiamo il titolo: «Oggi è finita la guerra fredda». E questo titolo si riferisce sempre al processo di riavvicinamento tra Cuba e Stati Uniti, cioè agli incontri in genere casuali tra Obama e Raul Castro. Ieri il titolo ormai famoso è riapparso perché a Panama i due si sono incontrati un’altra volta, ma stavolta l’incontro non è stato «come per caso» (tipo quello ai funerali di Mandela): Castro e Barack hanno partecipato alla conferenza degli Stati americani e siccome in spagnolo “Stati Uniti” si dice “Estados Unidos” e i posti intorno al tavolo seguivano l’ordine alfabetico, “Cuba” ed “Estados Unidos” si sono trovati quasi fianco a fianco, separati solo da Ecuador ed El Salvador. Sorrisi, battute, chiacchiere e un successivo incontro in separata sede. Quindi, effettivamente, la guerra fredda è finita.
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Facciamo finta di sapere che cosa sia la “guerra fredda”... Dopo la Seconda guerra mondiale, il mondo si trovò diviso in due blocchi: di qua l’Occidente capitalista, dominato dagli Stati Uniti; di là l’Oriente comunista, che aveva come modello l’Urss. I due blocchi si guardavano in cagnesco e si tenevano a bada con le armi nucleari e le spie: a nessuno dei due conveniva premere il bottone del finimondo perché l’avversario avrebbe fatto lo stesso ed entrambi sarebbero stati sterminati, senza
EDIFICIO EVACUATO
«Esaltavano l’Isis» Washington, spari Espulsi a Verona al Campidoglio: due fratelli tunisini muore un uomo
LA FOTO PIÙ ATTESA Il presidente americano Barack Obama stringe la mano al presidente cubano Raul Castro a Panama, in occasione del summit delle Americhe. Sulla destra, osserva la scena storica il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon REUTERS
di GIORGIO DELL’ARTI
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vincitori né vinti. Di questo equilibrio del terrore, Cuba – Paese comunista diviso dalla Florida solo da un braccio di mare — era un avamposto: nel 1962, il capo sovietico Nikita Kruscev cercò di piazzarci dei missili da puntare sugli Stati Uniti. Il presidente americano John Fitzgerald Kennedy mandò ad aspettarlo la marina militare, annunciando che avrebbe sparato pur di non farlo sbarcare. Kruscev fece tornare le sue navi a casa, ma, nelle trattative segrete che si svolsero in quei giorni, ottenne che gli americani smantellassero le basi missilistiche che tenevano in Europa, e particolarmente in Italia, e le cui testate erano puntate contro i russi. Fu quello il momento più spettacolare della guerra fredda, vinto apparentemente dalla Casa Bianca, ma finito in realtà con un sostanziale pareggio.
GUARDIAMO AL FUTURO, NON SONO INTERESSATO A COMBATTERE BATTAGLIE INIZIATE PRIMA CHE NASCESSI BARACK OBAMA PRESIDENTE USA
OBAMA UMILE E ONESTO. NON HA COLPE PER POLITICHE ATTUATE CONTRO DI NOI NEL PASSATO RAUL CASTRO PRESIDENTE CUBANO
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A Mosca c’è adesso un governo ugualmente antiamericano, ma di destra (o almeno: nazionalista). Come mai la guerra fredda con Cuba sarebbe continuata? Intanto Cuba è rimasto un Paese comunista e con forte vocazione anti-yankee. Un faro, in questo senso, per tutta l’America Latina. Gli Stati Uniti lo hanno tenuto a bada col sistema delle sanzioni, o embargo, stabilito da quando, nel ’59, l’isola fu conquistata da Fidel Castro e gli americani, di cui Cuba era di fatto una colonia, cacciati. L’embargo stabilisce che è vietato fare affari con i cubani, è vietato importare merce cubana (per esempio i sigari), e poi niente turismo nell’isola, nessun rapporto tra le banche, eccetera. Paribas ha pagato una multa di 9 miliardi per aver ignorato questi divieti. Cuba era stata messa anche nella lista nera dei Paesi finanziatori del terrorismo, accusa autentica quando Fidel era al potere e sano di corpo, accusa che non ha più alcuna consistenza da molti anni, e non solo perché Fidel sta in carrozzella e suo fratello mostra una vocazione pragmatica, da autentico uomo di Stato. È che il terrorismo mondiale s’è spostato da tutt’altra parte e ha tutti altri scopi. Infatti Obama ieri, a questa conferenza di Panama, ha fatto il primo passo concreto in direzione di un autentico disgelo, ha promesso di togliere Cuba dalla lista nera dei Paesi amici dei terroristi, fatto preliminare all’eliminazione dell’embargo. L’embargo di questo mezzo secolo sarebbe costato a Cuba 116 miliardi, secondo il viceministro degli Esteri dell’Avana,
Abelardo Moreno.
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Perché non si può semplicemente annullare l’embargo e ricominciare come prima a fare affari, turismo, accordi? C’è di mezzo il Congresso a maggioranza repubblicana e in quel partito c’è una componente anticastrista di peso. Anche tra i democratici c’è chi non vuol sentir parlare di Cuba. E poi ci sono le famiglie di tre milioni di profughi, gente scappata quando Castro prese il potere e i dissidenti critici, anche ieri, con Castro. Però l’America è un’opportunità economica enorme per Cuba e Cuba lo è per l’America. C’è tutto da costruire, specie nel turismo, le banche e anche i discendenti cubani vogliono darsi da fare, arricchire e far arricchire gli isolani. Se Cuba fosse quotata in Borsa, questo sarebbe il momento di comprare. Obama sta risanando una ferita mondiale.
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Che cosa ha detto ieri il presidente Usa? Ha confermato l’intenzione di aprire ambasciate a l’Avana e Washington e ha spiegato: «La guerra fredda è finita da tempo. Non sono interessato a battaglie iniziate prima che io nascessi: adesso voltiamo pagina, sono pronto a parlare di tutto».
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E Raul Castro che cosa gli ha risposto? «Barack Obama è un uomo onesto e umile. Non è responsabile per i dieci presidenti che lo hanno preceduto. Anche noi siamo pronti a parlare di tutto».
● Due fratelli tunisini, Jouini e Mohamed Ghazi, 29 e 30 anni, sono stati espulsi perché ritenuti soggetti a rischio-terrorismo. Vivevano a Verona. Jouini, in particolare, in Italia senza permesso di soggiorno, esaltava su Twitter l’Isis nel giorno in cui è stato diffuso il video della decapitazione dei copti e, secondo il Viminale, «consultava materiale di matrice jihadista». Intanto, lo Stato islamico nel Sinai ha pubblicato in Rete un video che mostra l’esecuzione di un soldato egiziano e la decapitazione di un civile accusato di essere una spia. E in Iraq, dove la provincia di Anbar è contesa fra jihadisti e forze regolari, 35 persone, tra poliziotti e loro famigliari, sono stati uccise dall’Isis. E intanto, le forze della coalizione anti Stato islamico, guidate dagli Usa, hanno condotto 17 raid aerei.
Agenti della sicurezza a Washington ● Momenti di paura e di concitazione, ieri al Campidoglio a Washington. Un uomo si è messo a sparare ed è stato «neutralizzato» dalla sicurezza. Poi si sarebbe suicidato. L’edificio è stato chiuso e isolato. La sparatoria è avvenuta sul lato occidentale della struttura. La polizia ha esaminato anche un pacco sospetto in una vicina terrazza. «Non ci sono indicazioni di matrice terroristica», hanno fatto sapere gli investigatori.
NUOVO APPELLO DI BERGOGLIO AI CRIMINALI
Il Papa entra nella Basilica di San Pietro per la lettura della bolla OMNIROMA
La bolla del Papa per il Giubileo «Mafiosi e corrotti, pentitevi» ● Inizia il conto alla rovescia per il Giubileo. Davanti alla Porta santa della basilica di San Pietro, ieri Papa Francesco ha consegnato la bolla che indice l’evento straordinario in programma dall’8 dicembre 2015, data che ricorda il cinquantesimo anniversario della chiusura del Concilio Vaticano II. Il Pontefice ha chiesto che in tutte le cattedrali delle diocesi mondiali e nei santuari scelti dai vescovi locali venga istituita una «porta santa» come «segno di comunione di tutta la Chiesa», decentrando, così, l’evento giubilare. Bergoglio ha aggiunto che l’anno santo dedicato alla misericordia è «un’opportunità di pentimento per mafiosi e corrotti». E sulla corruzione ha detto: «Piaga putrefatta della società che mina la vita sociale e personale».
L’ATTENTATO
Thailandia, bomba in un camion: salva una bimba italiana ● Un gruppo di oppositori del governo di Bangkok (che ha già colpito nei mesi scorsi) o, meno probabilmente, la guerriglia separatista islamica: sono almeno due le piste investigative per l’attentato di venerdì sera in un centro commerciale dell’isola meridionale di Koh Samui, in Thailandia. Sei feriti lievi, mentre una ragazzina
I resti del camion esploso REUTERS italiana di 12 anni è stata sfiorata dalla deflagrazione di una bomba collocata su un camion rubato, che era stato parcheggiato in un sotterraneo. La giovane è illesa ma sotto choc. Koh Samui ospita ogni anno venti milioni di turisti.
IL DECRETO ARRIVA IN GAZZETTA UFFICIALE
Bonus mamme, aiuto da 960 euro Entro 15 giorni il via alle richieste ● Il decreto attuativo del bonus per le neomamme è arrivato in Gazzetta Ufficiale. Il provvedimento, previsto dalla Legge di Stabilità, era atteso da fine gennaio. L’Inps ha 15 giorni di tempo per mettere a punto i modelli attraverso cui inviare la domanda per ricevere l’assegno. L’incentivo alla natalità passa attraverso un assegno di 960 euro per figlio, ovvero 80 euro mensili, per le famiglie con un Isee non superiore ai 25 mila euro. Per i nuclei sotto i 7 mila euro, il bonus raddoppia. L’assegno è concesso fino al terzo anno di età o d’ingresso «nel nucleo familiare a seguito dell’adozione». Il provvedimento vale «per ogni figlio nato o adottato tra il 1 gennaio del 2015 e il 31 dicembre del 2017».
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Strage in tribunale Per il killer disposta perizia psichiatrica 1L’autore della sparatoria di Milano sviene in carcere Convalidato l’arresto. Funerali di Stato per le vittime Daniele Vaira @danvaira
È
iniziato, ieri, poco prima delle 10 nel carcere San Quirico di Monza, l’interrogatorio di convalida dell’arresto di Claudio Giardiello, il responsabile della strage al Palazzo di Giustizia di Milano, dove l’imprenditore 57enne ha ucciso tre persone (il suo ex avvocato Claris Appiani, il suo ex socio Giorgio Erba, il giudice Fernando Ciampi) e ne ha ferite altre due. Ma tutto è durato pochi frangenti, perché l’uomo si è sentito male prima che i magistrati potessero iniziare a fargli le domande. «Era in stato confusionale — ha raccontato il suo avvocato, Nadia Savoca — poi è svenuto ed è stato portato in infermeria». Giardiello è stato sottoposto all’elettrocardiogramma e a tutti gli esami necessari dai quali non sono emerse patologie in atto. Chi lo ha visto, dopo aver accusato il malore, ha sostenuto che l’uomo aveva lo sguardo perso e farfugliava frasi confuse senza riconoscere nessuno, nemmeno il suo legale o i magistrati. I CONTROLLI L’interrogatorio di garanzia si terrà domani alle 10. Il gip, Patrizia Gallucci, ha disposto per lui una valutazione psichiatrica e ha convalidato l’arresto. L’uomo, sorvegliato 24 ore su 24, deve rispondere delle accuse di omicidio plurimo aggravato, tentato omicidio e porto abusivo d’arma. Le polemiche sulla sicurezza sollevate dal caso hanno portato, intanto, a un innalzamento del livello di sorveglianza nei quattro ingressi del tribunale di Milano. In quello principale, in corso di Porta Vittoria, è arrivato anche personale armato dell’esercito che presidia l’entrata con una camionetta. «Quel che è accaduto nel Palazzo di Giustizia di Milano è grave, la sicurezza dei cittadini non può essere oggetto di tagli indiscriminati e ingiustificati», è stata la presa di posizione del sindacato autonomo di polizia peniten-
Claudio Giardiello, 57 anni, ha ucciso tre persone e ne ha ferite due a Milano
GIARDIELLO ERA IN STATO CONFUSIONALE, FARFUGLIAVA E NON MI HA RICONOSCIUTA NADIA SAVOCA LEGALE DI GIARDIELLO
ziaria. Palazzo Chigi ha fatto sapere che per le vittime sono previsti i funerali di Stato. Le esequie si celebreranno mercoledì nel Duomo di Milano. Il Colle, intanto, criticato in alcune interviste per non aver espresso solidarietà a tutte le vittime, ha risposto con una nota. «Non c’è stata nessuna omissione, il cordoglio è stato espresso a tutti i familiari».
LA CONDANNA Nel giugno del 2011 Giardiello era stato condannato dal tribunale di Como a otto mesi, sospesi, per il reato di «soppressione di atti». Frequentatore abituale del Casinò di Campione d’Italia, l’imprenditore nel maggio 2006 si era fatto anticipare dalla cassa della casa da gioco due tranche di fiches da 20 e 10 mila euro firmando due ricevute, i cosiddetti «bianchini», e lasciando a garanzia un assegno in bianco. Secondo le accuse, Giardiello all’uscita non restituì le somme anticipate ma strappò sia l’assegno che le ricevute e se ne andò. Fu fermato nel parcheggio e denunciato. L’imprenditore a quei tempi era incensurato e non era ancora fallito. Nel processo a Como l’avvocato chiese una perizia psichiatrica sul suo assistito, allo scopo di certificare una forma di ludopatia che avrebbe potuto attenuare la pena, ma il tribunale non la ritenne necessaria. Giardiello venne anche condannato a risarcire per 35 mila euro il casinò, costituitosi parte civile. © RIPRODUZIONE RISERVATA
SBARCHI PURE IN SALENTO
DOPO L’OK IN CDM
Salvini contro Renzi «Tesoretto a esodati o si va a prenderlo» Profughi su un gommone ANSA
Sicilia, salvati 1700 migranti alla deriva C’è un morto ● Due giorni fa il Viminale aveva preannunciato, con l’approssimarsi della bella stagione e il miglioramento delle condizioni meteo, una nuova ondata di sbarchi sulle nostre coste. Migliaia di migranti, sopratutto siriani ed eritrei, in fuga verso l’Italia. La previsione si è avverata tra venerdì e ieri. Sono circa 1700, infatti, i profughi distribuiti su una decina di imbarcazioni, tratti in salvo dalla Guardia costiera e dalla Marina militare nel canale di Sicilia. Molte le donne e i bambini soccorsi sulle carrette del mare. Su uno dei barconi in arrivo dalla Libia c’era anche un cadavere, quello di un giovane sub sahariano. Le unità con migranti in difficoltà si trovavano per lo più in un tratto di mare a circa 30 miglia dalle coste libiche. Le richieste di soccorso sono arrivate alla Centrale nazionale della Guardia costiera, tramite telefono satellitare. Nella zona sono stati dirottati vari mercantili ed inviate la nave Fiorillo e una motovedetta classe 300. I migranti sono destinati a Lampedusa, Augusta (Sr), Porto Empedocle (Ag) ma gli sbarchi interessano anche la Puglia: 73 migranti, molti dei quali provenienti dalla Siria, sono stati rintracciati venerdì notte nel sud Salento, dopo avere raggiunto la riva a bordo di due gommoni, uno dei quali è riuscito a riprendere il largo prima di essere bloccato dalle motovedette. Gli scafisti, A. Z. di 42 anni e A. X. di 28, entrambi albanesi di Valona, sono stati invece arrestati per favoreggiamento. Intanto l’Iniziativa Immigrazione promossa dalla Fondazione Con Il Sud ha lanciato 13 progetti per favorire l’integrazione dei migranti, con attività come assistenza sociosanitaria, inserimento lavorativo e aggiornamento professionale.
1Privatizzazioni e tagli
alle spese nel Def: il fisco cala sotto il 43% La Camusso: «Il bonus sia per l’occupazione»
O
ra è tutto nero su bianco: nel Documento di economia e finanza approvato venerdì sera dal Consiglio dei Ministri, la conferma che la pressione fiscale scenderà sotto il 43% da quest’anno (al 42,9% nel 2015 e al 42,6% nel 2016). Nel dettaglio, arriverà una revisione strutturale della spesa per 0,6 punti di Pil, di cui 0,45 di tradizionali tagli di spesa (7,2 miliardi) e 0,15 punti di «riduzione» delle agevolazioni (2,4). Il totale fa 10 miliardi, utili a evitare gli aumenti di Iva e accise, proprio lo spazio che Renzi chiederà a Bruxelles per allargare i cordoni della spesa. E sempre alla voce buone notizie, tra le pagine si scopre che il Quantitative easing della Bce, il cosiddetto bazooka di Draghi, ha mandato giù la spesa per interessi dai 75,1 miliardi del 2014 ai 69,3 di quest’anno. Capitolo privatizzazioni: la novità è la cessione di STMicroelectronics che dovrà passare a un soggetto pubblico. E il Def ha deciso ufficialmente che sarà il Fondo Strategico Italiano. LA FORNERO Il famoso «tesoretto», quel gruzzolo di risorse inattese da 1,6 miliardi spuntato tra le pieghe del Def, è stato argomento di discussio-
Matteo Salvini, ieri a Vicenza ANSA
ne anche ieri. Senza specificare dove di preciso, il premier ha subito fatto intendere che i denari saranno redistribuiti nel welfare, ma ha ricevuto la frustata minacciosa dell’altro Matteo, il leader della Lega Salvini: «Siamo disposti ad andare a prendere Renzi a Palazzo Chigi se per caso non dovesse usare i soldi che ha trovato sotto il materasso per aiutare le vittime della legge Fornero». E ancora: «Se veramente ci sono soldi in più, siano destinati a esodati e disoccupati». La Cgil, invece, vorrebbe spostare la somma sugli «investimenti all’occupazione», ma con cautela: «In questi casi sarei come San Tommaso, aspetterei la Legge di Stabilità per vedere se davvero ci sono le risorse», ha detto la Camusso. Lei è allarmata, soprattutto, su un aspetto del Def: «Così non ci sono le risorse per il rinnovo del contratto del pubblico impiego». cont. © RIPRODUZIONE RISERVATA
CANDIDATA ANTI-FITTO ALLE REGIONALI: «DECIDERÒ»
Puglia, Forza Italia divisa C’è l’ipotesi Poli Bortone ● Adriana Poli Bortone, ex ministro nei governi guidati da Berlusconi ed ex sindaco di Lecce: potrebbe essere lei il candidato alla presidenza della Regione Puglia di Forza Italia dopo lo strappo tra il partito dell’ex Cavaliere e Raffaele Fitto. Il caos nel partito potrebbe, quindi, portare a contrapporla a Francesco Schittulli, l’oncologo scelto in un primo tempo dal centrodestra che ha poi
virato sull’ex ministro pugliese. Tra l’altro, lo stesso Fitto ieri ha accusato l’ex premier di aver ormai «scelto il cupio dissolvi». Da parte sua, la Poli Bortone, oggi senatrice di Fratelli d’Italia, ha semplicemente detto che deciderà dopo aver parlato con il suo partito. I leghisti di Salvini, però, frenano («Non rappresenta il nuovo», l’accusa) e la stessa Meloni ha messo subito le mani avanti: «Se l’ipotesi divide, non aderiamo».
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LA SERIE CULT
Una scena di ÂŤLa giovinezzaÂť, di Paolo Sorrentino, girato tra Svizzera, Londra e Venezia
L’attesa è finita Il Trono di Spade riparte stanotte
La Giovinezza è musica nel ritorno di Sorrentino 1Esce il trailer del 7° film
Francesco Rizzo
ÂŤI
o capisco solo la musica, dice Michael Caine nell’unica battuta del teaser trailer di La giovinezza, il nuovo film di Paolo Sorrentino, che è stato diffuso ieri. E la musica — degli strumenti, delle voci, degli oggetti —, con le reazioni che può suggerire, insieme al silenzio (in fondo, un altro tipo di musica) sembrano i fili conduttori del breve montaggio. Le immagini rimandano subito allo stile del regista napoletano (la macchina da presa che si muove curiosa, il gusto per il dettaglio e per il bizzarro), il resto lo scopriremo il 21 maggio, quando sarà nelle sale il settimo film del premio Oscar per La grande bellezza. Ma, an-
del regista premio Oscar Caine e Keitel nella storia di un direttore d’orchestra Sarà al cinema in maggio
Michael Caine, 82 anni, in una scena de ÂŤLa giovinezzaÂť
che se Caine ha un volto curiosamente famigliare per chi ricorda Toni Servillo nei film di Sorrentino, si torna a un cast internazionale come per This Must Be the Place. Allora Sean Penn, oggi Caine, Harvey Keitel, Jane Fonda, Rachel Weisz e Paul Dano, per raccontare il legame tra un direttore d’orchestra ritiratosi dalle scene (finchÊ arriva un’offerta dalla regina d’Inghilterra) e un regista che cerca di finire il suo nuovo film: vecchi amici, i due rievocano il passato trascorrendo le vacanze sulle Alpi svizzere, allo Schatzalp Hotel di Davos, lo stesso della Montagna incantata di Thomas Mann. Venezia, Roma e Londra le altre location. Andrà a Cannes? Lo sapremo giovedÏ, con la presentazione del programma del Festival.
Una scena della nuova serie de ÂŤIl Trono di SpadeÂť
E GARRONE... E chissĂ che sulla Croisette non passi pure Matteo Garrone, del cui nuovo film, Il racconto dei racconti (in sala in maggio), il Tg1 ha mostrato le prime immagini. Ispirato a Lo Cunto de li Cunti, di Giambattista Basile, autore napoletano del XVII secolo, è ÂŤun fantasy ambientato nel 600 ma con elementi magici; un tentativo di partire dal fantastico per arrivare al contemporaneoÂť, raccontava Garrone mesi fa. Toscana e Puglia tra gli scenari di un film che, come quello di Sorrentino, schiera nomi di primo piano: Salma Hayek, Vincent Cassel, John C. Reilly (alla faccia del “piccoloâ€? cinema italiano). I due quarantenni d’oro dei nostri schermi, giĂ premiati a Cannes, si fanno concorrenza?
1In contemporanea con gli Usa
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L’Argentina contro Bieber: ordine di arresto 1Ancora guai per la popstar canadese: il cantante
è accusato di lesioni e furto ai danni di un fotografo Potrebbe scattare un mandato internazionale
L
o aveva detto, in fondo, cinque anni fa: Voglio vivere in un mondo divertente, senza regole, senza genitori, senza niente. Nessuno può fermarmi, nessuno. Non esattamente: ieri il giudice argentino Alberto Banos, infatti, ha chiesto all’Interpol l’arresto del 21enne cantante canadese e di due delle sue guardie del corpo. Sono accusati, tutti e tre, di
aver aggredito il fotografo Diego Pesoa nella discoteca Ink del quartiere Palermo di Buenos Aires, il 9 novembre 2013, mentre il cantante era in tour nel Paese sudamericano. Una tipica storia alla Bieber: secondo Banos, la popstar avrebbe rubato la macchina fotografica al paparazzo e lasciato il locale senza saldare il conto (oltre ad aver aggredito anche un opera-
tore video). Bieber era stato chiamato a testimoniare ma non si era presentato: attualmente non può quindi mettere piede in Argentina, ma se l’Interpol accettasse la richiesta di Banos, scatterebbe per lui un mandato d’arresto internazionale. BANDIERA Non ha fortuna, la giovanissima star, con il Sudamerica: proprio durante quel tour, un fan lanciò sul palco una bandiera argentina ma Bieber (che, per ragioni di sicurezza, non può toccare ciò che gli viene consegnato dagli estra-
OROSCOPO LE PAGELLE di ANTONIO CAPITANI 21/3 - 20/4 ARIETE
21/4 - 20/5 TORO
21/5 - 21/6 GEMELLI
22/6 - 22/7 CANCRO
23/7 - 23/8 LEONE
24/8 - 22/9 VERGINE
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Luna storta, umore pure. Smettete di portarvi sfiga da soli: anche se gratinereste volentieri tanta gente, sforzatevi di stare su. Fornicazione esile.
Irrompe la Luna in orbita gaudiosa e la domenica vi concede (quasi) tutto ciò che volete. Miracoli e prodigi per sport, forma fisica, amore, suinità .
Domenica un tantino sfigopendula, per via della fatica, delle paranoie, della carenza fornicatoria. State su e niente tifo iroso: vi farĂ bene.
Lo scontro c’è e si vede. Ma non abbassatevi ai livelli di certi fallocefali in malafede che vi vessano. Bene però i viaggi e lo sport, eruttivo l’ormon.
Curate i dettagli e lavorate di fino, anche nello sport: vi converrĂ . SĂŹ il fitness, no le sfigolagne. Fornicazione con tanto cuore, ma poco hardita.
Le stelle oggi vi fanno segnare praticamente in ogni porta. O quasi. Il vostro’umore è buono, il lavoro proficuo, l’ormon gaudente. Ottimo vigore fisico.
23/9 - 22/10 BILANCIA
23/10 - 22/11 SCORPIONE
23/11 - 21/12 SAGITTARIO
22/12 - 20/1 CAPRICORNO
21/1 - 19/2 ACQUARIO
20/2 - 20/3 PESCI
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Famiglia e casa vi fanno due zebedei zampogniformi, il lavoro potrebbe rompere non poco. Ma in amore l’aria si fa piÚ dolce e complice, viaggiando, anche.
Ăˆ una Luna bella pepatina che suggerisce di vedere gente, viaggiare, fornicare. Fortuna in trasferta, amici utili, paranoie in calo.
Metodo, tenacia e pragmatismo vi procurano godurie plurime, anche di lavoro, se oggi lavorate. Ma rilassatevi pure: è domenica! Grigior suino aleggia.
Tributi di stima nei vostri confronti vi compiacciono molto. Ogni impegno riesce a meraviglia, il vigore c’è, il sudombelico segna, forse ripetutally.
Gli altri sono una palla, tutto è fatica, certi luoghi preferireste non visitarli. E un imprevisto rompe. Amate voi stessi. Magari anche autosuinamente.
L’affetto degli amici si rivela un balsamo, il lavoro premia, viaggi e trasferte divertono. E’ l’amor che è una ciofeca. Ma il sudombelico fiammeggia.
su Sky il debutto della 5a stagione Colpi di scena e new entry italiana
L’
ora è scomoda, la platea infinita: in questi anni Game of Thrones ha raccolto adoratori in oltre trenta Paesi e stanotte, alle nostre 3 in contemporanea con gli States, la tribÚ si ritrova per l’atteso inizio della quinta stagione. Un evento di massa per una serie culto: su Sky Atlantic ci saranno i sottotitoli per ricominciare dopo il fiume di sangue che ha bagnato il finale della quarta stagione. Dopo questo debutto in lingua originale, avanti tutti i lunedÏ alle 21.10 (con l’episodio in italiano seguito da quello nuovo in lingua originale). Tra le novità , un po’ di Italia che impreziosisce il cast: Rosabell Laurenti Sellers, 18enne di madre americana e padre italiano, nei panni di Tyene Sand, la figlia del Principe Oberyn Martell e del suo ultimo amore, Ellaria Sand. Aspetto grazioso, ma il tipo sarà assai pericoloso, come tanti che popolano la scena. IL CASO Il nuovo capitolo della serie fantasy nata dal boom del ciclo di romanzi Le cronache del ghiaccio e del fuoco di George R. R. Martin, kolossal da 6 milioni di dollari a episodio, si apre con un vuoto di potere: ai protagonisti di Westeros ed Essos l’ardito compito di colmarlo. Ma gli appassionati del Trono di Spade sanno bene che nella trama niente sarà mai scontato: da queste parti, si spazzano via i protagonisti in un’unica puntata e tanti saluti alle regole della narrativa in tv. Tra l’altro, gli autori David Benioff e D.B. Weiss hanno dichiarato che le strade di diversi personaggi, fino ad ora separate, si incroceranno. Massimo della attesa per il nudo della perfida Cersei Lannister (Lena Headey): verrà pubblicamente umiliata dall'Alto Septon (Jonathan Pryce), che la costringerà a rimanere senza vestiti in chiesa. Un caso, con accuse abbondanti di blasfemia, già prima della messa in onda. cont.
nei), spostò il vessillo con l’asta del microfono. Gesto frainteso e polemiche, come per il video girato in Brasile, con un cellulare, da una prostituta 21enne, con Bieber svestito, e caricato su YouTube. Intanto il cantante lavora al suo nuovo album, per il quale si è fatto aiutare dal “guruâ€?, rapper e produttore Kanye West e che, per ammissione dello stesso Bieber, rifletterĂ gli stati d’animo legati alla relazione fra Justin e Selena Gomez.
Il cantante canadese Justin Bieber, 21 anni LAPRESSE
CONSIGLI
LO SPORT IN TV
Š RIPRODUZIONE RISERVATA
MAURIZIO COSTANZO SHOW
IN TV SI RIVEDE COSTANZO (CON LA MOGLIE) Alla parola sipario si apre la scena, oggi come allora: stasera alle 21.20 su Rete 4 prima puntata del mitico Maurizio Costanzo show. Un curioso ritorno, nuovo corso dello storico programma che ha appassionato per 27 anni. Ospiti stasera, tra gli altri, anche la moglie Maria De Filippi. Poi Mara Venier, Sabrina Ferilli e il suo papa’ Giuliano, Enzo Iacchetti, Rocco e Rosa Siffredi. DA VEDERE SU RETE 4 STASERA ALLE 21.20
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DOMENICA 12 APRILE 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
SPECIALE TENNIS 2015 L'ANALISI di GIANNI VALENTI
IL SERBO SENZA RIVALI NADAL MINA VAGANTE
L’
aria di Montecarlo ha sempre fatto bene a Rafa Nadal, che nel Principato ha vinto otto volte consecutive dal 2005 al 2012. La prima terra rossa europea della stagione potrà servire da ricostituente a un campione in apparente crisi d’identità che ha stentato non poco in Australia prima e negli Usa poi. L’infortunio è alle spalle da mesi ma il motore dello spagnolo non gira come dovrebbe. Sarà lui la mina vagante di un torneo sempre affascinante che difficilmente però riserva grandi sorprese. L’eccezione che conferma la regola è arrivata l’anno passato con il successo di Stan Wawrinka. Ma è stata, appunto, un’eccezione. Il favorito odierno non può essere che Novak Djokovic, autentico dominatore del circuito mondiale. Il suo tennis fatto di intensità e profondità è una spanna superiore a quello della concorrenza, anche tenendo conto delle insidie che può portare il cambio di superficie. Il serbo ha la strada spianata verso una stagione che potrebbe risultare trionfale. Federer o lo stesso Nadal saranno paletti occasionali sui quali inciampare. Ma la sensazione è che il vero avversario di Nole possa essere solo lui stesso. Quando inevitabilmente tirerà il fiato, magari prima di uno Slam. Difficile lo faccia a Montecarlo, dove vive e ci tiene sempre a fare bella figura.
O L R A C E T N O M
«
Djokovic RE NOLE CON I PIEDI PER TERRA Vincenzo Martucci INVIATO A MONTECARLO @VinceMartucci
L
ezione numero 1: domani è un altro giorno, nel tennis più che in qualsiasi altra attività della vita, e quindi anche se hai appena vinto tutto quello che tutti gli altri volevano vincere, alla prossima partita si riazzera tutto. Novak Djokovic torna a casa, nella residenza fiscale e reale di Montecarlo («E’ qui che vivo quando non gioco i tornei»), è gasato a mille («Nessuno può chiedere un migliore inizio di stagione, sono in fiducia, sono in forma, sono fisicamente e tecnicamente a postissimo. Spero di mantenermi così per un’altra settimana»), ma deve nascondere in qualche soffitta della mente la seconda - storica - triplice consecutiva Melbourne-Indian WellsMiami: «Giocare qui è sempre stimolante ed eccitante, ma cambio superficie ed ho avuto solo un paio di giorni per adattarmi». INSIDIE La terra rossa può diventare sabbia mobile ed inghiottire le sue enormi ambizioni che guardano più in là, al 24 maggio, al Roland Garros, l’unico Slam finora impossibile per il campione elastico. Una ragione ci sarà. E Nole, da ragazzo intelligente, sa che non è mentale, ma tecnico-fisica, anche se l’apparenza, sulla terra rossa più famosa dello sport, è la sua clamorosa invasione a rete nella semifinale 2013 quando ha in pugno Rafa Nadal sul 4-2 del quinto set e il
calo nella finale dell’anno scorso, con doppio fallo conclusivo. Delusioni che Novak riscatta solo parzialmente con la finale di Montecarlo 2013, un autentico sgarbo al rivale, che cercava il nono sigillo di fila. Il problema di Djokovic è nell’essenza stessa della terra rossa, una superficie viva e più lenta, sulla quale il campione serbo non può esaltarsi con la sua celeberrima velocità e, soprattutto, non può inserire il pilota automatico da video-game. Perché la palla non gli torna sempre uguale e bisogna invece gestirla, addomesticarla, accarezzarla. «Il fattore-chiave sono i movimenti, bisogna che i muscoli si adattino a questo lavoro diverso e più dinamico. Perché sulla terra bisogna creare continuamente colpi, mentre sulle altre superfici, più veloci, e dai rimbalzi regolari, si può sfruttare la forza dell’avversario, qui devi far tu e la richiesta della superficie è molto maggiore». FAMIGLIA Benvenuti imprevisti, benvenuti pensieri. Anche il numero 1 del tennis deve scenderci a patti: «Pensare troppo non aiuta, meglio avere la mente libera, essere semplici, chiari con se stessi, per poter sentire il proprio corpo, senza l’ostacolo di dubbi e paura». E, se succede, perché succede anche a lui? «C’è la famiglia, sono stato fortunato finora ad aver fatto questo viaggio». Lo dice, chissà se lo pensa davvero. © RIPRODUZIONE RISERVATA
IL N.1 DOPO I TRIONFI SUL VELOCE: «ORA CAMBIO SUPERFICIE MA HO AVUTO SOLO UN PAIO DI GIORNI PER ADATTARMI»
Novak Djokovic, 27 anni, ha appena messo a segno la tripletta sul veloce vincendo Melbourne, Indian Wells e Miami REUTERS
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Tennis R Speciale Montecarlo
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DOMENICA 12 APRILE 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
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Il principe Nadal 4 insegue la nona sinfonia 7
2005 Batte Coria (Arg) 6-3 6-1 0-6 7-5
2008 Cede solo 29 game e batte Federer 7-5 7-5
Luca Marianantoni
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a sempre in simbiosi con la sua isola, il suo mare e la sua gente — non ultimo il fedelissimo zio allenatore Toni — Rafa Nadal ha legato la propria carriera anche a quattro appuntamenti che hanno fatto la storia del tennis su terra battuta e che gli hanno fruttato quasi il 50% dei tornei vinti (32 su 65). L’impresa, una delle più sensazionali che la storia dello sport ricordi, è quella che lo ha visto vincere per 9 volte il Roland Garros, autentico campionato del mondo sul rosso, nonché uno dei tornei più faticosi e massacranti dell’intero calendario. Lo spagnolo ha esordito a Parigi nel 2005 e da allora ha infilato un poker e un pokerissimo, inframmezzati dalla sconfitta del 2009 contro il bombardiere vichingo Robin Soderling. Dieci partecipazioni con un bilancio di 66 partite vinte e una sola perduta; nel 2008 e nel 2010 ha alzato la Coppa dei Moschettieri senza perdere neppure un set. Solo 2 tennisti, in 67 partite, lo hanno costretto a giocare il quinto set: John Isner nel 1° turno del 2011 e Novak Djokovic nella semifinale del 2013. RE DEL PRINCIPATO Ma Nadal è riuscito a vincere altri 3 tornei per almeno 7 volte: 8 successi consecutivi al Country Club di Monte Carlo (dal 2005 al 2012), 8 vittorie nel Conde de Godò di Barcellona (dal 2005 al 2009 e dal 2011 al 2013) e 7 vittorie a
Roma agli Internazionali d’Italia tra il 2005 e il 2013. Insomma, da un decennio, quando inizia la stagione sulla terra, il riferimento è lui. E Montecarlo è davvero il giardino di casa, non solo per quelle otto vittorie: «Da bambino, guardavo in tv il torneo, vedevo quei campi meravigliosi con il mare dietro e pensavo che da grande non avrei voluto vincere nessun altro torneo». Questo è il posto dove anche una stagione con tante ombre come questa può tornare a rivedere il sole.
PLURIVITTORIOSI Nessun altro tennista nella storia Open vanta serie simili; Guillermo Vilas ha vinto per 8 volte il modesto torneo di casa di Buenos Aires (tra il 1973 e il 1982), Pete Sampras invece ha firmato il settebello a Wimbledon tra il 1993 e il 2000, perdendo in questo lasso di tempo solo il quarto di finale del 1996 contro l’olandese Richard Krajicek. L’unico a tentare di rispondere colpo su colpo al maiorchino è stato, neanche a dirlo, Roger Federer che di settebelli ne ha raccolti tre: a Wimbledon tra il 2003 e il 2012 (con 2 finali perdute, nel 2008 contro Nadal e nel 2014 contro Djokovic), al Gerry Weber Open di Halle (sempre su erba) tra il 2003 e il 2014 (9 finali) e sul cemento di Dubai tra il 2003 e il 2015 (9 finali). Lo svizzero, nel corso di quest’anno, punterà al settimo sigillo in altri 3 tornei: nel Masters 1000 di Cincinnati, negli Swiss Indoor di Basilea e nelle Atp Finals di Londra. © RIPRODUZIONE RISERVATA
2011 Settima di fila, batte Ferrer (Spa) 6-4 7-5
2
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2006 Batte Federer (Svi) 6-2 6-7 (2) 6-3 7-6 (5)
2007 Non perde un set e batte Federer (Svi) 6-4 6-4
5
6
2009 Batte Novak Djokovic (Ser) 6-3 2-6 6-1
2010 Perde 14 game e batte Verdasco (Spa) 6-0 6-1
8?
● Dopo aver vinto il torneo otto volte di fila, nelle ultime due edizioni Rafael Nadal ha rigiocato la finale nel 2013, quando è stato sconfitto da Djokovic 6-2 7-6 (1), mentre l’anno scorso è stato eliminato nei quarti da David Ferrer 7-6 2012 Perde 28 game e batte Djokovic 6-3 6-1 6-4, solo la seconda volta che non ha raggiunto la finale
1Lo spagnolo ha vinto il torneo per otto anni consecutivi dal 2005
al 2012 e sulla terra del Country Club può rilanciarsi in una stagione fin qui problematica: «Sognavo questi campi da bambino» PLURIVINCITORI NELLA STORIA
FEDERER, 7 A WIMBLEDON Nel 2012 Roger Federer vince per la settima volta Wimbledon, la prima della storia giocata indoor con il tetto chiuso.
SAMPRAS, 7 WIMBLEDON Nel 2000 l’americano conquista per la settima volta i Championships battendo in quattro set 6-7 7-6 6-4 6-2 l’australiano Pat Rafter
LENDL, 5 MASTERS Nel 1988 Ivan Lendl gioca la nona finale di fila al Masters di fine anno, dopo averne vinte 5. Lo condanna un nastro favorevole a Becker
VILAS, 8 BUENOS AIRES Nel febbraio 1982 l’argentino vince per l’ottava volta il torneo di Buenos Aires sulla terra (battendo 6-2 6-4 Alejandro Ganzabal)
ANDY NON C’È
Murray assente giustificato: si è sposato con Kim 1Nella sua Dunblane una giornata da ricordare, anche per il meteo folle con neve e grandine. Ricevimento esclusivo senza colleghi Federica Cocchi
A
Andy Murray e la sposa Kim Sears subito dopo la cerimonia EPA
ssente giustificato. Andy Murray questa volta non ci sarà. Aveva un impegno: si è sposato con la storica fidanzata Kim Sears. La sua Dunblane, per l’occasione si è vestita a festa. Vetrine a tema, negozi di abiti da sposa in gran spolvero, transenne per la strada e cattedrale addobbata con rose bianche e alberi. Solo il meteo non ha pensato al regalo di nozze: sulla cittadina scozzese ha imperversato per buona parte della giornata una vera e
propria bufera. Pioggia, fulmini, gelo, grandine e addirittura una spruzzatina di neve. BIANCO Va bene che il bianco è il colore dei matrimoni, ma così è un po’ eccessivo. Anche Judy Murray poche ore prima delle nozze ha twittato: «Grandina. Perfetto», con l’ansia tipica di chi, per un matrimonio supervip l’11 di aprile, ha preparato una mise adatta a ben altre temperature. Non che in Scozia ad aprile si sia mai registrato un caldo africano, ma la neve si addice anche molto poco ai tacchi e probabilmente pure al quilt
dello sposo. Chissà se la bella Kim, 27enne icona fashion, sarà stata colta da crisi di nervi una volta aperte le tende? NON INVITATI Comunque i tifosi del numero 3 al mondo e i concittadini del piccolo centro non si sono fatti scoraggiare e sono appostati in zona cattedrale con piccoli bivacchi. Incuranti di neve, gelo, e grandine hanno fatto la fila fin dalle primissime ore del mattino per non perdersi l’arrivo di sposi e invitati alla cattedrale e poi alla Cromlix House Hotel. Nel lussuoso albergo acquistato due anni fa
dal vincitore di Wimbledon, si terrà il ricevimento superesclusivo, per la precisione alla suite numero 15. Un party talmente ristretto che nella lista degli invitati non sono stati inclusi gli amici/rivali/colleghi Roger Federer, Rafa Nadal e il numero 1 del mondo Novak Djokovic. Che alla domanda circa la sua presenza alle nozze ha risposto con un laconico «non invitato, ma gli auguro tutta le felicità e il bene possibile». Guardando le foto della grandine avrà benedetto il tepore monegasco... © RIPRODUZIONE RISERVATA
Tennis R Speciale Montecarlo
DOMENICA 12 APRILE 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
III
Andreas Seppi, 31 anni, nel torneo di Montecarlo vanta gli ottavi di finale raggiunti l’anno scorso quando perse da Nadal
Fabio Fognini, 27 anni, cresciuto nella vicina Arma di Taggia, due anni fa divenne il primo italiano dopo vent’anni a raggiungere la semifinale sulla terra del Principato
Seppi e Fognini a voi L’ Il rosso del riscatto
Riccardo Crivelli
aria di mare, che è come quella di casa. La terra, superficie amica e amata. Basterà questa combinazione a rilanciare la stagione di Fabio Fognini dopo un 2015 in altalena, sospeso tra la vittoria su Nadal a Rio e tante, troppe uscite al primo turno (cinque)?
1Andreas e Fabio in cerca di conferme e rilancio, c’è anche Bolelli che insieme al ligure sogna un doppio trionfale IL PRIMO TURNO
Per Fabio e Bolelli sorteggio migliore Seppi con Robredo ● Il terzo Masters 1000 dell’anno (3.288.530 euro) che scatta oggi al Country Club dà il via alla stagione sulla terra rossa europea. Fra gli italiani già in tabellone per diritto di classifica sono capitati meglio, sulla carta nei loro inediti match, Simone Bolelli (n. 48) contro Burgos (56) e Fabio Fognini (29) contro Janowicz (47). Per Andreas Seppi (37) si preannuncia una maratona contro Robredo (20), partendo da 3-6 nei precedenti. Quali, 1° turno: De Bakker (Ola) b. VANNI 7-5 0-6 6-4; Istomin (Uzb) b. MARCORA 6-0 6-1; Kuznetsov (Rus) b. VOLANDRI 62 6-7 (2) 6-1 ● DONATI A NAPOLI Al Challenger di Napoli (117mila euro, terra), prima finale pro di Matteo Donati. Il n. 355 Atp, ha battuto il palermitano Cecchinato 7-6 (5) 6-2 e sfida Munoz-De la Nava (Spa, 199) che ha superato Thomas Fabbiano per 6-0 7-5.
IL TABELLONE DEL TORNEO Djokovic (Serbia) Bye Qualificato Almagro (Spagna) Tomic (Australia) Rosol (Repubblica Ceca) Haider-Maurer (Austria) Gulbis (Lettonia) Tsonga (Francia) Querrey (Stati Uniti) Qualificato Goffin (Belgio) Youzhny (F. Russia) Mayer (Germania) Bye Cilic (Croazia) Nadal (Spagna) Bye Thiem (Austria) Pouille (Francia) Troicki (Serbia) Klizan (Slovacchia) Johnson (Stati Uniti) Isner (Stati Uniti) Gilles (Francia) Balleret (Monaco) Qualificato Qualificato Burgos (Rep. Domenicana) BOLELLI Bye Ferrer (Spagna)
N. Djokovic
M. Cilic
FINALE
R. Nadal
D. Ferrer
T. Berdych Berdych (Repubblica Ceca) Bye Carreno Busta (Spagna) Stakhovsky (Ucraina) Kohlschreiber (Germania) Kukushkin (Kazakistan) Becker (Germania) Bautista Agut (Spagna) Robredo (Spagna) SEPPI Granollers (Spagna) Mannarino (Franci) Sousa (Portogallo) Qualificato Bye M. Raonic Raonic (Canada) Wawrinka (Svizzera) S. Wawrinka Bye Vesely (Repubblica Ceca) Monaco (Argentina) FOGNINI Janowicz (Polonia) Verdasco (Spagna) Dimitrov (Bulgaria) Monfils (Francia) Qualificato Coric (Repubblica Ceca) Dolgopolov (Svizzera) Chardy (Francia) Qualificato Bye R. Federer Federer (Svizzera) RCS
RINASCITA Quello di Montecarlo, per Fogna, non può mai essere un torneo normale: «Sono nato ad Arma di Taggia, questi in pratica sono i campi di casa mia, da ragazzino ci venivo sempre a seguire i miei idoli. E poi tutti gli amici liguri si ritrovano alle mie partite per fare il tifo». Due anni fa, Fabio li fece impazzire di gioia, raggiungendo la semifinale (poi persa con Djokovic) al culmine di una settimana in cui il suo talento si incanalò finalmente in prestazioni ad effetto. Eliminò prima Berdych e poi Gasquet, due top ten in due giorni e prese il volo verso una stagione terricola da protagonista assoluto. Possono tornare quei momenti? Alla soglia dei 28 anni (li compirà a maggio), il numero uno italiano deve trovare a Montecarlo e sul rosso le motivazioni per un rilancio, come richiedono le sue enormi qualità. A volte basta un clic, una partita raddrizzata e ripresa al volo, un successo magari inatteso per riscoprire sensazioni sopite. L’anno scorso, ad esempio, per un set e mezzo non fece vedere palla a Tsonga negli ottavi, prima di cedere di schianto soprattutto di testa, e quella sconfitta divenne in pratica il primo passo verso un’annata di poche luci e tante ombre. CONFERMA L’ambiente regale del Country Club, invece, non
ha mai portato troppa fortuna ad Andreas Seppi che solo l’anno scorso è riuscito a raggiungere gli ottavi, stoppato da Rafa Nadal. Dopo un inizio d’anno scoppiettante, con la semifinale a Doha, la storica vittoria su Federer in Australia e la finale di Zagabria, l’allievo di Max Sartori ha avuto un lieve calo, rinunciando al cemento di Miami per approcciare con grande convinzione la campagna sul rosso e ritrovare il gioco essenziale ma redditizio dei primi due mesi dell’anno. In tabellone entra direttamente anche Simone Bolelli (in campo oggi), giusto premio a una risurrezione fisica e
RAlla soglia dei 28
anni il numero uno italiano deve ritrovare le motivazioni
tecnica che lo sta riportando ai livelli del 2009, quando sembrava destinato a illuminare a lungo il tennis italiano. Lui e Fognini, insieme, possono anche rinverdire i fasti di una coppia di cui basta scandire i nomi per tornare a provare brividi: Panatta e Bertolucci. Nel 1980 Adriano e Paolo vinsero il torneo di doppio battendo in finale addirittura un monumento della specialità come John McEnroe, quella volta iscritto insieme a Vitas Gerulaitis. Fabio e Simone a gennaio hanno conquistato gli Australian Open e continuano a guidare la race stagionale che qualifica al Masters di fine anno. La terra del Principato può trasformarsi perciò nella vetrina della rafforzata consapevolezza da numeri uno. © RIPRODUZIONE RISERVATA
A KATOWICE
Giorgi stritola la Radwanska Sesto trionfo con una Top 10 1In Polonia Camila
batte in due set la padrona di casa: per il secondo anno di fila è in finale Luca Marianantoni
I
l velocissimo tappeto sintetico indoor di Katowice esalta ancora una volta le doti offensive di Camila Giorgi che arriva, per il secondo
anno di fila, alla finale del torneo polacco (250.000 $ di montepremi) battendo Agnieszka Radwanska, testa di serie numero 1 e padrona di casa, con un 6-4 6-2 maturato in appena 75 minuti. IN DISCESA La polacca fatica già nel primo game, Camila invece tiene a zero i primi turni di battuta e arriva con facilità al break del 3-2. Dieci punti consecutivi vinti dall’azzurra al servizio, poi il game si complica: 3 doppi falli, una palla break, ma Camila è brava a tenere per il 4-2. Sul
4-3 si fa recuperare da 40-0, ma tiene ai vantaggi dimostrando carattere e un ottimo stato di forma. E dopo 39 minuti è già avanti un set. Il secondo inizia in equilibrio, ma allo scadere della prima ora di gioco, Camila ha una doppia palla break per fare il vuoto. La sfrutta e va 3-2. Agnieszka spreca la palla del contro break e poi molla mandando l’azzurra a sprintare per la vittoria. Camila manca 2 match point, ma chiude alla terza occasione vincendo con pieno merito un match in discesa.
Camila Giorgi, 23 anni EPA
TOP 10 Per l’Italia è la seconda finale dell’anno dopo la vittoria di Sara Errani a Rio de Janeiro su Schmiedlova. Sarà proprio la slovacca, che ha superato la belga Alison Van Uytvanck 6-4 6-1, la sua avversaria nella finale odierna. Per la Giorgi è la terza finale della carriera dopo le due perse, con match point, nel 2014; a Katowice contro Alize Cornet e a Linz contro Karolina Pliskova. Il bilancio di Camila contro le top 10 si fa sempre più interessante; 10 incontri con un bilancio positivo di 6 vittorie e 4 sconfitte. Annovera vittorie con Errani numero 7 (Pechino 2012), Wozniacki 8 (Us Open 2013), Sharapova 5 (Indian Wells 2014), Cibulkova 10 (Roma 2014), Azarenka 8 (Roma 2014) e ora Radwanska. (i risultati nelle Tuttenotizie) © RIPRODUZIONE RISERVATA
GAZZAWEB www.gazzetta.it Come sempre il nostro sito internet garantirà ampia copertura al torneo di Montecarlo, il primo Master 1000 della stagione sulla terra rossa e appuntamento tradizionalmente molto amato e seguito dagli appassionati italiani. Dal primo giorno e fino alla finale di domenica prossima su gazzetta.it troverete innanzitutto il livescore di tutte le partite per non perdere nemmeno un punto delle sfide tra i vostri tennisti preferiti; inoltre ci saranno le cronache del nostro inviato sui campi del Country Club, le curiosità, le interviste e le fotogallery con le immagini più belle del torneo e dei suoi protagonisti.
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DOMENICA 12 APRILE 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA