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L’ANALISI di Arrigo Sacchi 23
SERVE LA JUVENTUS VISTA A DORTMUND La Juventus gioca a Parma senza molti titolari con la testa già ai quarti di Champions e perde. Onore ai ragazzi di Donadoni, ma questa è una sconfitta che non deve preoccupare più di tanto. La mente umana può pensare intensamente una sola cosa alla volta e avendo già risolto il problema campionato (o quasi...) è naturale che tutte le attenzioni ed energie siano indirizzate verso la sfida di Champions contro il Monaco. L'ARTICOLO A PAGINA 23
IL CONFRONTO di Pino Wilson 23
LAZIO COME LA MIA AMBIZIOSA E UMILE La mia Lazio scudettata nel 1974 e quella di oggi, i ragazzi di Maestrelli e la squadra di Pioli: sì, ci sono delle analogie a dispetto degli oltre quarant’anni che le separano. Innanzitutto, l’approccio alla partita: stessa carica agonistica, a prescindere dall’avversario. Noi entravamo in campo come furie, volevamo chiudere subito le partite: ho rivisto lo stesso spirito per la prima volta nel quarto d’ora iniziale contro la Fiorentina. Loro sconcertati, quasi imbarazzati, noi in totale esaltazione fisica.
martedì 14 aprile 2015 anno 119 - numero 87 euro 1,40
QUARTI CHAMPIONS: STASERA COL MONACO
URLO VIDAL PASSIAMO NOI! «Voglio segnare dei gol decisivi e questo è il momento giusto»
Grande serata con lo speciale Coppa: ospite Antognoni E prima calciomarket
12
10 MOTIVI PER VEDERE IL DERBINO INTER-MILAN Allenatori «fashion», tanti stranieri anche in tribuna, Hernanes e Suso in risalita: perché andare a San Siro DALLA VITE, OLIVERO, PASOTTO, TAIDELLI, VERNAZZA ALLE PAGINE 12-13
Roberto Mancini e Pippo Inzaghi
10
LAZIO-ROMA UN DERBONE PER L’ONORE E IL TESORO È molto più che una volata stracittadina: al di là della rivalità, giocano un ruolo chiave i soldi Champions BERARDINO, CECCHINI, CIERI, PUGLIESE, STOPPINI E COMMENTO DI LICARI ALLE PAGINE 10-11
L'ARTICOLO A PAGINA 23
w
IL ROMPIPALLONE di GENE GNOCCHI Parigi-Roubaix. I ciclisti che sono passati sotto le sbarre saranno puniti duramente: dovranno viaggiare su un treno italiano.
Rudi Garcia e Stefano Pioli
19
Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano
L’INTERVISTA EXTRATIME
BOCCI, CONDO’, DELLA VALLE, GRANDESSO, GRAZIANO, G. MONTI DA PAGINA 2 A PAGINA 7
DA GUARDIOLA A BLANC L’EREDITA’ DI CRUIJFF
L’ALTRA SFIDA: IL REAL NON HA MAI VINTO NEI SEI DERBY STAGIONALI
ANCELOTTI RITROVA IL TABU’ ATLETICO
RICCI A PAGINA 8
CHE SHOW SU GAZZETTA TV
DA NON PERDERE 1 Vale avverte Marquez «Per il Mondiale adesso ci sono anch’io»
9 771120 506000
50 4 1 4>
FALSAPERLA, ZAMAGNI A PAGINA 26
Il presidente della Samp Massimo Ferrero ospite negli studi di GazzettaTv
Ferrero chiama Balo «Alla Samp torna top» GOZZINI A PAGINA 15
2 Tragedia a La Reunion Elio, il surfista 13enne divorato da uno squalo BATTAGGIA A PAGINA 32
3 Spieth Master del golf a 21 anni ha battuto i record di Agusta LOPES PEGNA A PAGINA 35
Giulini: «Cagliari, salvarsi è dura Ma ripartirò dai miei errori» Il presidente: «Noi riferimento per i giovani talenti sardi» FRONGIA A PAGINA 19
2
Primo piano R I quarti di Champions
A TU PER TU CON...
Vidal
JUVE, CI PENSO IO: CON IL MONACO TESTA E PAZIENZA L’INTERVISTA di MIRKO GRAZIANO INVIATO A VINOVO (TORINO)
L’
anno scorso, di questi tempi, Arturo Vidal iniziava seriamente a tribolare con un ginocchio ballerino. La Juve era in ballo fra scudetto ed Europa League, e allora El Guerrero di Santiago del Cile cercò di resistere il più possibile. Alzò bandiera bianca solo a giochi praticamente fatti (scudetto in tasca e Coppa sfumata), e a inizio maggio andò a Barcellona per operarsi e risolvere il problema al menisco laterale del ginocchio destro. Doveva e poteva intervenire prima, di fatto compromise sia le prestazioni in bianconero in quel finale di stagione sia il Mondiale in Brasile, dove arrivò col fiatone attraverso un recupero ai limiti dell’accettabile: e lui era il leader di un Cile fortissimo e ambizioso. Una scelta di grande rispetto nei confronti del club bianconero, ma dentro di sé, forse, la sensazione di aver visto sfilare uno di quei treni che professionalmente possono cambiare la vita. Gli dei del calcio, oggi, sembrano però voler risarcire Vidal, che assicura di avere ritrovato il top della condizione, giusto in tempo per scrivere da protagonista un capitolo potenzialmente storico per la Juve. Stasera c’è il primo atto della sfida dei quarti di Champions contro il Monaco: stavolta tocca a Pogba soffrire in infermeria e Pirlo è di rientro da un lungo stop muscolare. Insomma, accanto a Tevez è proprio Vidal l’altro Generale di un esercito che a metà aprile non ha ancora lasciato nulla per strada. L’anno scorso di questi tempi iniziò un vero calvario per lei. Cosa ricorda? «Fu un finale di stagione maledetto, nel quale il mio rendimento calò notevolmente. A livello personale finì male con Juve e nazionale». Sembra quasi che il destino oggi le voglia restituire
IL NUMERO
34
le reti segnate in Serie A da Arturo Vidal: 7 la prima stagione, 10 la seconda, 11 la terza e 6 in questo campionato
qualcosa. La Juve torna di fatto sulle sue spalle, e davanti i traguardi sono stimolanti. «È vero, ho una grande occasione di riscatto. So che il popolo juventino si aspetta molto da me, ma è sempre stato così, e non è un problema». Quanto l’ha condizionata l’operazione di un anno fa? «Moltissimo, non posso negarlo». Potendo tornare indietro, risolverebbe prima il problema al menisco? «No, rifarei tutto così, con gli stessi tempi...». Beh, di fatto ha però poi compromesso anche il suo Mondiale in Brasile... «Non solo, recuperando con tanta velocità ho seriamente rischiato di farmi male in modo anche irreparabile. La mia è stata una scelta d’amore nei confronti della Juve. Non potevo lasciare la squadra prima della semifinale di Europa League con il Benfica. Sì, è vero, di fatto mi sono giocato il Mondiale e pure buona parte dell’attuale annata, però ho deciso con il cuore, amo la Juve, sono fatto così. E devo dire grazie anche al c.t. del Cile, che mi ha aspettato. Un altro non lo avrebbe fatto».
Vidal e Tevez dopo il gol all’Empoli IPP
È stato finora un 2014-15 pieno di critiche per lei... «Anche ingiuste, a volte ho giocato in condizioni fisiche disastrose, solo io e i dottori lo sappiamo. Ma se c’è bisogno di me non mi tiro certo indietro, mai! Non ho nulla da rimproverarmi a livello professionale, ho sempre dato il mille per cento in campo, a prescindere da come stavo». Nelle ultime stagioni ci aveva abituati a medie gol da attaccante. C’è solo il fattore infortuni dietro a una stagione tanto altalenante? «Non trascurate anche il cambio del tecnico. Giochiamo in maniera differente rispetto al passato. Devo abituarmi pure io: il primo anno in Italia non andai per esempio oltre le sette reti, e oggi sono a quota sei. Il sistema di Conte esaltava gli inseri-
menti dei centrocampisti, mi trovavo spesso davanti alla porta avversaria, avevo maggiore libertà in fase offensiva. Oggi là davanti c’è un trequartista alle spalle delle punte, e quindi agli interni spettano altri compiti. Detto questo, il ruolo che ricopro è perfetto per le mie caratteristiche, sono nel cuore del gioco e ho più palloni da gestire. Presto, comunque, tornerò anche a segnare con una certa continuità». Come sta Vidal fisicamente a poche ore dall’andata con il Monaco? «Benissimo! Al cento per cento». Insomma, i tifosi potranno contare sul vero Vidal nelle ultime settimane della stagione? «Sono al top fisicamente e mentalmente. Mi manca solo un pizzico di fortuna sotto porta. Alla nostra gente dico “tranquilli, adesso ci penso io”. Le responsabilità mi esaltano, soprattutto quando il gioco si fa duro. Ogni cosa si deciderà in due mesi, siamo in corsa ovunque, è il massimo vivere periodi di questo tipo. Sono carico come non mi è mai successo». Che Juve arriva nel momento più caldo? «Unita, forte e matura. Abbiamo ben chiaro in testa quanto sia importante e delicato il periodo che ci apprestiamo a vivere. La fiducia è tanta, vogliamo prenderci il massimo». Il massimo sarebbe il Triplete. È lecito sognarlo? «Ripeto, siamo maturi per puntare ad arrivare in fondo ovunque. Il gruppo ha fame. La Champions non è semplice, ma ormai siamo lì...». Che avversario è il Monaco? «Una squadra che merita grande rispetto. È forte, tatticamente preparata e pericolosissima in contropiede. I francesi ripartono veloci e sanno fare parecchio male, basta vedere il trattamento riservato all’Arsenal, a Londra. Servirà totale
MARTEDÌ 14 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
3
CONTENUTO PREMIUM ARTURO E LA CHAMPIONS
JUVE 2012-13
JUVE 2013-14
HA DETTO
JUVE 2014-15
GARE
9
6
7
RETI
3
5
0
Medie a partita
PALLE PERSE/RECUPERATE
11,44 / 7,33
17,33 / 7,17
14,14 / 6,86
OCCASIONI CREATE
1,44
1,33
1,71
SPONDE
2,22
0,50
2,14
LANCI
3,33
5,83
5,43
CROSS
0,56
3,67
1,29
TIRI IN PORTA/FUORI
1,11/0,89
1,67/1,00
0,57/0,57
FALLI FATTI/SUBITI
1,78/1,89
2,50/1,33
2,43/2,00
IL CILENO: «VOGLIO SEGNARE GOL DECISIVI, È IL MOMENTO GIUSTO. PER AMORE DEI BIANCONERI HO RISCHIATO DI NON FARE IL MONDIALE»
LA JUVE È UNITA, FORTE E MATURA. SA IL VALORE DI QUESTO MOMENTO SULLA JUVENTUS LA SUA SQUADRA TRIONFI ● Con la maglia della Juve Arturo Vidal ha vinto 3 scudetti e 2 Supercoppe italiane. Ha anche vinto 3 campionati cileni con il Colo Colo LAPRESSE/OLYCOM
concentrazione. E anche pazienza, la sfida si gioca in 180’, non dimentichiamolo». Cosa vi manca per sedervi allo stesso tavolo di Real Madrid, Barça e Bayern? «Vincere la Champions». Ha detto niente... «Io credo che valiamo già le prime quattro squadre del mondo, e una volta che sei in semifinale tutto può succedere». Insomma, lei crede di potersela giocare davvero contro certe corazzate? «Sì, io non ho paura del Barcellona o delle altre. Anzi, non vedo l’ora di misurarmi con loro. Siamo pronti al grande salto». Conte e Allegri: cosa le hanno trasmesso? «Con Conte ho lavorato tre anni, mi ha fatto diventare un giocatore vero, completo. Insomma, mi ha cambiato la testa. Allegri? È molto diverso, lo conosco da poco, però mi piace il suo gusto per il bel gioco. Preferisce ritmi più lenti, punta molto sulla tecnica e dà grande spazio alle qualità dei giocatori di cui dispone». E al calcio italiano deve qualcosa? «La Serie A è stata la mia università. Qui da voi ho fatto il salto di qualità, sono maturato». GUERRIERO ● Arturo Vidal, 27 anni, cileno, mezzala. Alla Juve da 4 stagioni, ha giocato 63 volte con il Cile
Il suo amico Sanchez, oggi all’Arsenal, la tenta con la Premier League? «No, insieme parliamo d’altro, io sto bene alla Juventus e non sento la necessità di andare in altre realtà». E sarebbe pronto a rimanere qui fino al termine della carriera? La stuzzica l’idea di diventare una bandiera vera di questo club?
«Io vivo il presente, e fare certe promesse non ha senso. Il futuro non lo conosce nessuno, ma se dovessi decidere ora resterei anche fino a 40 anni. Sto bene io e sta bene la mia famiglia a Torino»
IL MONACO È MOLTO FORTE TATTICAMENTE E NEI CONTROPIEDE SUL MONACO DI JARDIM RIVALE DI CHAMPIONS
A giugno c’è la Coppa America nel suo Cile. «Spero di completare la più bella stagione della mia vita col club e con il Cile. Ci giochiamo la vita, il mio Paese non ha mai vinto un torneo importante e mai abbiamo avuto una nazionale tanto forte: un mix perfetto di gioventù ed esperienza, soprattutto tanta qualità tecnica». Vincere aiuterebbe a dimenticare BrasileCile all’ultimo Mondiale? «Penso ancora a quella palla di Pinilla finita sulla traversa, bastavano pochi millimetri e avremmo eliminato la Seleçao. Sono convinto che una volta buttati fuori i padroni di casa, saremmo arrivati in fondo. Sì, abbiamo sfiorato l’occasione di entrare nella leggenda. Quante notti insonni ho passato dopo quella partita. Ne parlo ancora oggi con Pinilla...».
CONTE MI HA FATTO DIVENTARE UN GIOCATORE COMPLETO SU ANTONIO CONTE EX ALLENATORE JUVE
Qual è il miglior Vidal visto in bianconero? «Penso di aver giocato davvero bene contro il Real Madrid l’anno scorso, e soprattutto contro il Chelsea nel primo anno di Champions League con Conte. A Londra eravamo sotto di due gol, rimontammo con personalità e io segnai l’1-2. Gran serata, era l’esordio fra l’altro. Poi, andai in gol pure nello straordinario 3-0 del ritorno». Quanto le pesa lo zero nella casella dei gol fatti nell’attuale Champions? «Tantissimo (ride, ndr), però i gol che contano arrivano soltanto adesso. L’anno scorso ne feci cinque nella fase a gironi, e furono tutti inutili perché andammo fuori...». © RIPRODUZIONE RISERVATA
ALLEGRI HA IL GUSTO DEL BEL GIOCO, GLI PIACE LA TECNICA SU MASSIMILIANO ALLEGRI ALLENATORE JUVE
Primo piano R I quarti di Champions
4
4-3-1-2
JUVENTUS BUFFON
LICHTSTEINER
BONUCCI
37 anni
31 anni
27 anni
1
26
19
MARTEDÌ 14 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
COSÌ IN CAMPO TORINO ore 20.45 STADIO Juventus Stadium
8
Presenze Gol
8 0
CHIELLINI
EVRA
VIDAL
30 anni
33 anni
27 anni
3
33
23
10. TEVEZ
21. PIRLO 37. PEREYRA
26. LICHTSTEINER
Presenze Gol
8 0
5 0
23. VIDAL
36 anni
1
2
6
8
Presenze Gol
8 1
5 0
Presenze Gol
ABDENNOUR
KURZAWA
TOULALAN
25 anni
22 anni
31 anni
5
3
28
23. MARTIAL
7 0
Presenze Gol
CARVALHO
21 anni
7. DIRAR
9. MORATA Presenze Gol
FABINHO
30 anni
Presenze
8. MARCHISIO 19. BONUCCI
SUBASIC
3. CHIELLINI
8 0
Presenze Gol
ARBITRO: Kralovec (R. Ceca) GUARDALINEE: Slysko (Slv)Wilczek (R. Ceca) GIUDICI DI PORTA: Prihoda (R. Ceca)-Patak (R. Ceca) QUARTO UOMO: Mokrusch (R. Ceca)
33. EVRA 1. BUFFON
Presenze
4-2-3-1
MONACO
8. MOUTINHO
17. FERREIRA-CARRASCO
28. TOULALAN
2. FABINHO
6. CARVALHO
22. KONDOGBIA
Presenze Gol
4 1
Presenze Gol
6 0
7 0
Presenze Gol
PIRLO
MARCHISIO
PEREYRA
KONDOGBIA
DIRAR
MOUTINHO
35 anni
29 anni
24 anni
22 anni
29 anni
28 anni
21
8
37
22
7
8
5. ABDENNOUR
1. SUBASIC
3. KURZAWA Presenze Gol
Presenze Gol
5 1
7 0
7 0
Presenze Gol
MORATA
TEVEZ
ALLEGRI
22 anni
31 anni
47 anni
9
10
ALLENATORE
Presenze Gol
7 2
Presenze Gol
8 6
Presenze Gol
PANCHINA 30 Storari; 5 Ogbonna, 15 Barzagli, 27 Sturaro, 14 Llorente, 32 Matri, 11 Coman SQUALIFICATI: nessuno DIFFIDATI: Lichtsteiner, Pogba, Vidal, Pereyra, Morata INDISPONIBILI: Pobga (35 giorni), Caceres (stagione finita)
Alla Juventus dal 2014-15
CL
2 PARTITE
assente 1º
CL 1º
6
2009-10 2010-11 2011-12 2012-13 2013-14
Vittorie Monaco
4
1
1º GOL FATTI
MARTIAL 19 anni
40 anni
17
23
ALLENATORE
8 1
Presenze Gol
JARDIM
5 0
Al Monaco dal 2014-15
GOL FATTI
Campione Finale Semifinale Quarti Ottavi Gironi Ligue 1
assente assente assente assente assente 8º 18º 8º* 1º* 2º
* Ligue 2
2009-10 2010-11 2011-12 2012-13 2013-14
METEO sereno, temperatura 16°
CL: Champions League - EL: Europa League
8 1
Presenze Gol
LE ULTIME 5 STAGIONI
1 EL 7º
8 0
21 anni
I PRECEDENTI Vittorie Juventus
CL 7º
Presenze Gol
FERREIRA-CARRASCO
Presenze Gol
TV: Sky Sport 1 HD, Calcio 1 HD INTERNET: www.gazzetta.it
LE ULTIME 5 STAGIONI Campione Finale Semifinale Quarti Ottavi Gironi SERIE A
PANCHINA 16 Stekelenburg, 13 Wallace, 21 Elderson, 24 Raggi, 12 Matheus Carvalho, 15 Bernardo Silva, 9 Berbatov SQUALIFICATI: nessuno DIFFIDATI: Ferreira-Carrasco, Moutinho, Kurzawa INDISPONIBILI: Traorè
6 1
GDS
Juventus, niente scherzi Sei superiore: mostralo
1Bianconeri più tecnici ed esperti del Monaco. Stasera allo Stadium si deciderà
tanto, meglio non prendere gol: la semifinale darebbe grande forza al nostro calcio
Paolo Condò @PaoloCond
L
a Juventus è la chiara favorita del confronto con il Monaco perché la sua superiorità tecnica è certa e perché la fresca scorreria dei monegaschi all’Emirates – la grande vittoria sul campo dell’Arsenal nell’andata degli ottavi – riduce il rischio di pensarsi snobisticamente già in semifinale, perdendo così di vista il pericoloso contropiede di Jardim. È pleonastico ricordare che il Monaco è un’ottima squadra, in Champions non si sopravvive fino ad aprile senza esserlo. Se però questi fossero gli ottavi saremmo più inquieti, e in un certo senso ci rassicura pure la sconfitta di Parma: la Juve si è già giocata il bonus distrazione – una gara prima o poi si buca, è fatale – ed è ampiamente avvisata circa le doti dei suoi avversari di oggi. La testa, dunque, non può che essere pronta al confronto. LA STRATEGIA Allegri stasera non deve avere fretta, fidando in un altro vantaggio insito in questo particolarissimo accoppiamento: la gara di ritorno in trasferta non contiene minacce ambientali, anzi, è probabile che anche nel salotto di Montecarlo il tifo juventino risulti maggioritario. Ricordando il rispettoso timore col quale ci si avvicinava alla famosa curva del Westfalenstadion, tutta un’altra vita. Non arriveremo a dire che lo 0-0 casalingo sarebbe un buon risultato – non siamo così cinici – ma rispetto al duello col Dortmund, nel quale il gol esterno di Reus non ci suonava particolarmente pericoloso (e infatti), stavolta le reti in trasferta potreb-
I NUMERI
5
● Gli anni dall’ultima squadra italiana qualificata alle semifinali di Champions League: l’Inter di Mourinho nel 2010, che poi vinse il trofeo nella finale di Madrid
4
● I gol incassati dal Monaco in questa edizione della Champions: Jardim ha la migliore difesa insieme con quelle di Atletico e Bayern
32
● I punti conquistati dal Monaco in 16 gare esterne di Ligue 1. Quella del Principato è la miglior squadra del campionato fuori casa. Il Psg ne ha conquistati 25
bero avere un altro peso: il Monaco ha subito un solo gol nelle sei gare del girone – miglior difesa della prima fase di Champions – e capeggia la classifica del campionato francese relativa alle partite esterne. Il rischio principale è stasera, quindi, e i numeri fanno pensare a un doppio confronto non particolarmente ricco di gol. Meglio davvero non subirne allo Stadium, allora.
reyra. È quella la zona di campo nella quale far valere la propria forza, considerato che Tevez vi arretrerà a dialogare in cerca della superiorità numerica come suo solito. Fabinho aiuterà il vecchio Carvalho a contenere Morata, sull’altro versante semmai, quello di Ferreira-Carrasco, Jardim tenterà qualche sortita utilizzando il triangolo con l’arrembante terzino Kurzawa e l’uomo-ovunque Kondogbia; ma immaginiamo CON PIRLO Il probabile rientro di Pirlo, temuto che Allegri abbia allestito una serie di posti di dai francesi perché costringerà il blocco, con Pereyra e Vidal, in loro uomo-chiave Moutinho a inmodo da non far arrivare gente LE CHIAVI seguirlo, togliendogli un po’ di lulanciata dalle parti di Lichtsteicidità, sistema a quattro la difesa La presenza di Pirlo ner. di Allegri, abitudine ormai consolidata e grammaticalmente cor- potrebbe obbligare NELL’ARISTOCRAZIA È molto imretta quando si affronta una squa- Moutinho a stancarsi portante per tutti che la Juve pasdra con una punta centrale e due in fase di copertura si anche questo turno, perché i incursori laterali. L’uomo da quarti di finale sono l’ultimo canguardare a vista – compito di Li- Per i bianconeri cello di merito della Champions. chtsteiner in prima battuta – è Quando si entra tra le final four il pericolo numero 1 Ferreira-Carrasco, giovane ala la vittoria – come dice Mourinho belga di sicuro talento ma non an- è la velocità – diventa spesso una questione di cora del tutto libera da certe gio- di Ferreira-Carrasco dettagli: naturalmente se esci in cate barocche: speriamo che non semifinale ci resti male, ma hai risolva il problema nei prossimi otto giorni, per- comunque la certezza di far parte dell’aristocraché i suoi numeri – guardate il terzo gol all’Emi- zia come club (la Juve manca dal 2003) e, marates – fanno impressione. Con Pirlo a menare gari in tandem con almeno una semifinalista in le danze tutto il centrocampo juventino si spo- Europa League, come movimento (il calcio sta in avanti: quello fra Vidal e Kondogbia sarà italiano in Champions non entra fra le un duello molto fisico, centrale per le sorti del quattro dal 2010 del Triplete interista). match, mentre Marchisio, oltre a dare la solita Dopo tutti i rospi ingoiati in questi anmano ad Andrea in copertura (Moutinho resta ni, non ci riabitueremo presto al foie un brutto pesce anche se ha la lingua di fuori), gras. Ma sarebbe almeno ora di riasdovrà pressare con decisione l’acciaccato Toula- saggiarlo, dannazione. © RIPRODUZIONE RISERVATA lan (se davvero ha recuperato) assieme a Pe-
Andrea Pirlo, 35 anni, ha vinto 2 Champions League con il Milan nel 2003 e nel 2007 FORTE
Primo piano R I quarti di Champions
MARTEDÌ 14 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Allegri frena «Monaco tosto Sarà più dura del Dortmund»
ALL’EQUIPE
L’avviso di Buffon: «Ho altri 3 anni al top non mi sento un n. 2» 1Gigi avverte Sirigu (e Neto): «Sono ancora un portiere che conta, e penso al Mondiale 2018»
1L’allenatore recupera Pirlo, si affida
ai suoi campioni e predica pazienza: «La cosa importante è non prendere gol»
Alessandro Grandesso Fabiana Della Valle INVIATA A TORINO
N
on sarà una prima volta, perché i quarti di Champions League li ha già giocati con il Milan. Massimiliano Allegri ricorda bene la doppia sfida al Barcellona di tre anni fa: lo 0-0 di San Siro non servì a molto contro Messi e compagnia, che al Camp Nou risposero con 3 reti all’assolo di Nocerino. Stavolta però l’avversario è diverso, il Monaco non incute lo stesso timore e dietro alle dichiarazioni di facciata si nasconde un inevitabile ottimismo. Allegri sa che questa è una grande occasione per spingersi oltre i propri limiti: a inizio stagione l’obiettivo dichiarato in Europa erano i quarti, ora si può raggiungere la semifinale. Questa sì che sarebbe una prima volta, per Allegri ma anche per la Juve di Andrea Agnelli. Profilo basso e concentrazione al top, perché ogni errore potrebbe essere fatale. Passare il turno è l’unica
cosa che conta, per questo Max predica pazienza e ripone la fiducia nei suoi uomini migliori. Non ci sarà Pogba, infortunato, ma Pirlo è stato convocato e già questa è un’ottima notizia, perché Andrea è l’uomo giusto per risolvere le partite che vanno gestite con pazienza.
PARIGI
N
Massimiliano Allegri, 47 anni, è al primo anno alla Juve LAPRESSE
DIFESA ERMETICA «Il Monaco è l’opposto del Borussia – spiega l’allenatore – è una squadra che prende pochi gol e quindi ti fa venire voglia di buttarti in avanti. Per questo sarà più complicato rispetto agli ottavi, serve umiltà per affrontare una squadra che ha la miglior difesa di Francia. E se sarà una partita noiosa non fa niente, conta di più non subire reti». Per questo serve Pirlo, l’uomo che riesce a aprire anche le difese più ermetiche. Il regista dal cilindro pieno di sorprese, che può trasformare un angolo, una punizione o un qualsiasi pallone che vaga dalle sue parti in una palla avvelenata per qualsiasi portiere. Pirlo è stato decisivo nel derby col Torino all’ultimo
5
respiro e in Champions, nella gara della svolta contro l’Olympiacos, firmò l’1-0. Andrea ha giocato l’ultima volta 49 giorni fa, per questo Allegri si tiene ancora qualche dubbio. «Deciderò domattina dopo la rifinitura», dice, anche se l’impressione è che sia più sì che no. CAMPIONI INDISPENSABILI Se sta bene Pirlo giocherà, perché nessuno vorrebbe rinunciare all’esperienza accumulata in 103 presenze in Champions (è l’unico bianconero ad aver superato quota cento in questo torneo). Andrea ha già vinto la Coppa come Evra, Tevez e Morata (più Caceres, che però è indisponibile) e Allegri
li vuole tutti titolari. «Non credo che ci giocheremo tutto a Torino – spiega –, abbiamo 180 minuti a disposizione. Abbiamo raggiunto la condizione fisica che volevamo, però nelle doppie sfide se commetti un errore non hai il tempo per recuperare. Tevez come tutti i grandi campioni è indispensabile, sta facendo una grande annata ma deve mantenere gli stessi ritmi per altri due mesi, perché non abbiamo ancora vinto nulla». Anche Pirlo è un campione, quindi indispensabile. Lui e gli altri che hanno già vinto questo trofeo possono aiutare Allegri a migliorarsi anche in Champions. © RIPRODUZIONE RISERVATA
on un highlander, ma poco ci manca. Perché fino a quarant’anni, Gianluigi Buffon vuole fare il numero uno, sia con la Juventus che in Nazionale. Poi si vedrà: «Perché nessuno è immortale». Intanto gli altri si rassegnino: dall’amico Sirigu al potenziale concorrente di club Neto. Certo, al momento di rispolverare i quarti di Champions, tornano in mente le critiche di Beckenbauer che nel 2013 gli diede del pensionato: «Nessuna rivincita – spiega Buffon all’Equipe –, era solo una partita. Oggi so che non bisogna mai sentirsi soddisfatti, perché quando ti dici che sei bravo, crolli. Come nel 2013. Tre giorni prima avevo giocato bene contro l’Inter e con il Bayern andò male perché mi ero sentito troppo bravo. Meglio sentirsi così solo a fine carriera».
ANCORA TRE ANNI Ma che sia ben chiaro, il 37enne Buffon non ha nessuna voglia di farsi da parte: «Se mantengo questa forma fisica e mentale posso fare altri tre anni da numero uno. Non voglio fare il secondo. Per ora voglio dimostrare che sono ancora un portiere che conta». Neto è avvertito. Poi viene il turno di Sirigu, erede in pectore in azzurro: «È un grande portiere e un amico. Non credo me ne voglia se non gli lascio ancora il posto, e ci scherziamo pure. Con tanta differenza di età sarebbe ridicolo sentirmi in concorrenza con lui. Sono contento di giocare in Nazionale, il giorno che mi prenderà il posto sarò felice per lui». Ma quel giorno sembra lontano: «Se dicessi che non penso al Mondiale 2018, mentirei». Nel frattempo, c’è il Monaco, per dimostrare ancora una volta che Buffon non è ancora pensionabile. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Gianluigi Buffon, 37 anni LAPRESSE
QUI JUVENTUS
QUI MONACO
Pirlo si allena regolarmente In campo dal 1’
Per Toulalan e Carvalho ultime verifiche
INVIATO A VINOVO (TORINO)
INVIATA A TORINO
● Ancora una rifinitura prima della sfida di stasera. Solo in mattinata, infatti, Massimiliano Allegri scioglierà gli ultimi dubbi di formazione, legati tutti naturalmente alla presenza o meno di Andrea Pirlo, fermo dal 24 febbraio scorso (andata con il Dortmund) per uno stiramento al polpaccio destro. Ieri, il genio bresciano ha svolto una buona seduta, così come Andrea Barzagli, l’altro acciaccato illustre della vigilia. Annunciati al top, poi, sia Buffon sia Carlitos Tevez. L’Apache riparte dai 25 gol firmati in questa stagione: 6 i centri nell’Europa che conta, 3 dei quali nei 180’ con il Borussia. Il gioco si fa duro, e Pirlo diventa fondamentale. Con lui in campo sarebbe naturalmente «rombo»: Buffon in porta; Lichtsteiner ed Evra terzini; Bonucci-Chiellini coppia centrale; appunto Pirlo in regia; Vidal e Marchisio interni; Pereyra alle spalle di Morata e Tevez. Le alternative? Il 3-5-2 con Barzagli dentro e uno fra Pirlo e Pereyra in panchina, oppure sempre 4-3-1-2 con eventualmente Sturaro titolare e Marchisio regista al posto di Pirlo. BUFFON, L’IMBATTUTO Dunque, fra i pali torna Gigi Buffon, assente a Firenze (Coppa Italia) e a Parma. Il capitano della Juventus e della Nazionale ha una striscia aperta di 5 gare senza subire reti: è infatti rimasto imbattuto contro il Sassuolo in casa, Palermo e Borussia Dortmund in trasferta, Genoa e Empoli a Torino. Mirko Graziano
● La classe e l’esperienza di Dimitar Berbatov oppure la freschezza e la velocità di Anthony Martial, che non ha ancora vent’anni? Ruota tutta intorno a questo dilemma la vigilia del Monaco e del suo allenatore Jardim, anche se per la verità ci sono altre questioni, non di poco conto, da risolvere. Toulalan e Carvalho dovrebbero giocare, ma ieri il tecnico ha tenuto a precisare che i due erano in condizioni non perfette, perciò i dubbi restavano, e a sentir lui si dilegueranno soltanto poche ore prima del match. Il Monaco, squadra con ottima organizzazione difensiva, ha preso finora meno gol di tutti in Ligue 1 (22) e in Champions League ha subito un’unica rete nel girone e quattro in totale nel suo cammino europeo. Jardim ammette di tenere molto alla fase difensiva e di puntare tutto sulla organizzazione di gioco, però sa anche che segnare un gol in trasferta sarebbe molto importante, per questo il dubbio sul centravanti resta. Berbatov, 34 anni, ha portato il suo contributo alla causa monegasca anche segnando nella gara di andata contro l’Arsenal, mentre il giovanissimo francese ha dalla sua i gol decisivi segnati in campionato. Al fixing di ieri sera la freschezza e la miglior attitudine al contropiede sembravano decisive: Berbatov dovrebbe partire dalla panchina nel 4-2-3-1 piuttosto difensivo impostato da Jardim. Alessandra Bocci © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Primo piano R I quarti di Champions
MARTEDÌ 14 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Chiellini sicuro «Juve, finalmente è la nostra ora» 1Il difensore: «Sento che si può fare qualcosa
d’importante. Ora in coppa c’è più consapevolezza»
Fabiana Della Valle INVIATA A TORINO
L
a laurea, quella in Economia e Commercio, l’ha presa alcuni anni fa e ancora ne parla con grande orgoglio, però non è tutto nella vita. Giorgio Chiellini fa il calciatore e per sentirsi davvero un graduato dovrebbe vincere qualcosa in Europa. Lui che ha portato a casa 3 scudetti (quasi quattro, anche se dopo la sconfitta col Parma è ancora più vietato parlare di campionato già chiuso) con la maglia della Juve, ha ancora tanto spazio nella bacheca dedicata ai trofei internazionali. Zero tituli, direbbe Mourinho, una lacuna che il laureato vorrebbe colmare prima di sedersi dietro a una scrivania bianconera, per mettere a frutto il suo pezzo di carta. Quando smetterà di giocare lo aspetta un futuro da dirigente, ma è ancora presto per pensarci. MATURITÀ Con la Juve il massimo di Chiellini è stata la semifinale di Europa League del-
Giorgio Chiellini, 31 anni il 14 agosto, alla Juventus dal 2005 GETTY
la scorsa stagione. In Champions si è fermato ai quarti contro il Bayern, nel 2013. Meglio in azzurro: bronzo alle Olimpiadi 2004, argento all’Europeo 2012, bronzo alla Confederations Cup (Brasile 2013), oro all’Europeo Under 19. Sarebbe bello salire almeno sul podio in questa Champions League. Per riuscirci pe-
IL MONACO MERITA GRANDE RISPETTO, NON CI FAREMO PRENDERE DALL’EUFORIA GIORGIO CHIELLINI DIFENSORE JUVENTUS
rò bisogna battere il Monaco e spingersi fino in semifinale. Giorgio ha vissuto la retrocessione in B, gli anni dei settimi posti, si è goduto il dominio italiano, ora vorrebbe qualcosa in più. «Questa squadra è cresciuta molto a livello internazionale – dice – ora affrontiamo le partite di Coppa con una consapevolezza diversa rispetto a due anni fa. Sento che siamo pronti per fare qualcosa di importante, ma dobbiamo dimostrarlo sul campo».
L’EX DECISIVO NEL ‘98
I consigli di Amoruso «Morata scardinerà il bunker francese» Gianluca Monti NAPOLI
SICURI E BLINDATI Chiellini insieme a Bonucci ha tirato la carretta in difesa per tutto il campionato. Con Barzagli a lungo indisponibile è toccato a loro blindare la Juve e ci sono riusciti bene: miglior difesa in campionato (15 gol presi), sei partite senza subire reti prima dello scivolone di Parma. Chiellini spera si evitare anche altri scivoloni, come quello che allo Stadium nell’andata col Borussia spalancò la porta a Reus. Un gol che alla fine è stato ininfluente, ma Giorgio si è arrabbiato parecchio con se stesso. «Avremmo preferito vincere a Parma - dice -, ma la partita di Champions non verrà influenzata dal campionato. Quando raggiungi risultati positivi ci può stare un calo fisiologico, abbiamo una settimana troppo bella e troppo importante per farci condizionare da quello che è successo sabato. Il Monaco sicuramente è una squadra dove c’è il giusto mix di esperienza internazionale e giovani in rampa di lancio. E’ una squadra che si è riaffacciata al grande calcio negli ultimi anni ma che ha acquisito molta sicurezza. Da parte nostra c’è rispetto, non ci faremo prendere dall’euforia e non commetteremo l’errore di sottovalutare il Monaco». © RIPRODUZIONE RISERVATA
P
er come si mantiene in forma giocando a tennis, Nicola Amoruso (oggi direttore sportivo) potrebbe nuovamente tornare utile alla Juve per battere il Monaco come accadde ormai 17 anni fa. Amoruso, 9 gol in Champions in bianconero, riuscì a battere Barthez di sinistro su assist di Del Piero in avvio di gara nella sfida di ritorno (vinta 3-2 dai francesi) della semifinale Champions del 1998. In pratica, fu lui a spalancare alla Juve le porte della finale poi persa contro il Real . Amoruso, come si batte il Monaco? «Semplicemente giocando da Juve. Il Monaco ha giovani interessanti però non vale certo quello del ‘98 che davanti aveva Henry e Trezeguet. Piuttosto i francesi hanno una difesa molto forte per cui il loro bunker non sarà facile da scardinare». Chi può risultare decisivo? «Se debbo fare un nome, dico Morata. Mi piace tantissimo, mi ricorda Ibra da gio-
vane. Ha velocità, tecnica e grandi margini di miglioramento se diventa più cattivo sotto porta». Lei crede che la Juventus possa davvero completare il Triplete? «Lo scudetto è praticamente già in archivio e la finale di coppa Italia è stata acciuffata per i capelli con una grande impresa. La Champions è fatta di momenti, affrontare il Real dieci giorni fa ad esempio sarebbe stato più facile che sfidarlo ora: se arrivi bene alle gare che contano, puoi battere anche avversarie più forti». Cosa ha la Juve di Allegri che aveva quella di Lippi? «La stessa mentalità vincente, riacquisita grazie al lavoro di Conte. Max, però, mi ha stupito: ereditava un ottima squadra che poteva avere la pancia piena, invece ha saputo trasmettere nuove motivazioni e tatticamente ha modellato il gruppo con le sue idee». Da direttore sportivo, cederebbe Pogba per 100 milioni di euro? «Sincero? Si. Magari perdi qualcosa a centrocampo, ma con quei soldi puoi davvero rinforzare la rosa e poi a certe offerte é impossibile dire no». © RIPRODUZIONE RISERVATA
Primo piano R I quarti di Champions
MARTEDÌ 14 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
fATTENTI A QUESTI DUE
ASSI FRANCESI
UNA VITA DA CANNONIERE ● Dimitar Berbatov, 34 anni, al Monaco dal gennaio 2014
Martial c’è, Berbatov jolly Al Monaco il gol non ha età
1Il nuovo Henri favorito da titolare, il volpone bulgaro pronto a stupire:
quando il primo era alle elementari, l’altro giocava la finale di Champions Alessandra Bocci INVIATA A TORINO
D
ifficile immaginarli in un dialogo alla Humphrey Bogart. Eppure nella spy story dell’agosto 2012, ultime ore di mercato, Dimitar Berbatov non è salito sull’aereo che da Monaco di Baviera avrebbe dovuto portarlo a Firenze, e a bloccarlo nello scalo tedesco aveva trovato il direttore generale della Juve Beppe Marotta, che magari con un cappello a tesa calato in testa stile Casablanca e un impermeabile fanè farebbe pure la sua figura. Il fascino di Marotta fu sufficiente a convince-
re il bulgaro a dire no alla Fiorentina, ma il volubile Dimitar alla fine disse no anche alla Juve, e rimase in Inghilterra traslocando al Fulham. A Craven Cottage Berbatov ha proseguito nel suo cammino di alti e bassi, colpi di genio e lunghe pause, fino a quando ha deciso di trasferirsi in Costa Azzurra. Col Monaco potrebbe giocare oggi una partita cruciale proprio nello stadio che avrebbe potuto essere la sua casa, ma non è detto, perché il giovane Anthony Martial sembra aver catturato i favori dell’allenatore Jardim. Un diciannovenne contro un trentaquattrenne: storia classica, chissà come finirà.
RECORD Berbatov è un giocatore di qualità, discontinuo, a volte geniale, di carattere. Martin Jol al Fulham sapeva come prenderlo, forse perché da ragazzo Dimitar aveva ammirato Bergkamp oltre al solito Van Basten e qualcosa di olandese gli era rimasto addosso. Certo, a volte i nervi saltavano anche a Jol. Una volta per festeggiare un gol Berbatov si sollevò la maglia e ne comparve un’altra: «Keep calm and pass me the ball», frase che somiglia al conosciutissimo schema Van Basten («Passatemi la palla e poi correte tutti ad abbracciarmi»). Il gesto ovviamente non fu apprezzato dall’allenatore, ma Berbatov è co-
IL BABY PRODIGIO Antony Martial, 19 anni, punta del Monaco, già 10 gol in stagione AFP
sì, prendere o lasciare. Nel pacchetto c’è tutto, triplette assortite in Premier League (una volta al Blackpool segnò 5 gol in una partita) e una certa indolenza. Berbatov non è il tipo che si ammazza per i record: ha lasciato presto la Nazionale, nella massima competizione continentale è a due gol (15 a 17) dal miglior bulgaro di sempre, Stoichkov, però con una media gol peggiore. Berbatov ha vissuto due finali di Champions, la prima con il Bayer Leverkusen nel 2002, quando Martial andava alle elementari. Martial in compenso ha segnato già nove gol dall’inizio del 2015, per questo non è strano che Jardim si fidi di lui anche per un appuntamento così importante. Martial è cresciuto nella stessa scuola calcio di Henry, C.O. Les Ulis, e già lo chiamano il piccolo Titì. VECCHI E GIOVANI Berbatov ha vissuto giornate memorabili al Manchester United con Evra, ha conosciuto anche Tevez e ha visto crescere Pogba. È il tipo di giocatore che sa stare dentro le partite importanti senza scomporsi troppo. «Trovo gente che va nel panico quando ha il pallone, io non sono così». Ha attraversato i campionati di quattro paesi diversi e ha sfiorato l’Italia in quel crocevia affollato dell’agosto 2012. Prima della partita contro l’Arsenal ha spiegato ai giovani del Monaco quello che si sarebbe dovuto fare e a quanto pare la lezione è servita. Contro la Juve potrebbe portare in dote soltanto una conoscenza ipotetica del calcio italiano. «Non sono mai stato il giocatore più veloce del mondo, ma cerco di essere veloce di testa», ha detto una volta. Il suo contropiede alla Juve è già partito, anche se Jardim lo lascia in panchina. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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IL TECNICO RIVALE
Jardim: «Juve più forte dell’Arsenal» ● TORINO (al.bo) Giocare all’italiana non è un insulto, anzi: Leonardo Jardim confessa di apprezzare lo stile italiano. «Nella mia concezione tutti devono lavorare sodo, anche dal punto di vista tattico. La partita con la Juve sarà più difficile di quelle con l’Arsenal, per il semplice motivo che in questo momento è più forte. E’ una squadra esperta e di qualità. Logicamente prenderemo le nostre precauzioni contro Tevez, ma il mio pensiero di calcio è sempre collettivo e non possiamo occuparci unicamente di Tevez. Giochiamo questo quarto di finale con merito e non siamo più outsider». Fiducioso anche Andrea Raggi, il difensore che sogna una chiamata in Nazionale, ma senza stress. «Ho trent’anni e non sono mai stato convocato, se accadrà bene, se no pazienza. Non ho nessun senso di rivalsa: sono solo felice di vivere questo quarto di Champions proprio davanti al pubblico italiano».
Leonardo Jardim, 40 anni
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Champions R Andata quarti
MARTEDÌ 14 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Ancelotti alla ricerca del settimo cielo
1Il Real non ha mai vinto nei sei derby di questa stagione, ma in casa dell’Atletico va bene anche il pari Filippo Maria Ricci
LA GUIDA
CORRISPONDENTE DA MADRID
E
al settimo derby il Madrid…Spera di vincere, ma va bene anche un pareggio, perché come ha fatto notare ieri in due occasioni Carlo Ancelotti: «Si passa anche con due pari, è già successo tante volte e può capitare di nuovo». Quello di stasera al Calderon è il settimo derby della stagione, e sinora al Real è andata parecchio male: 2 pareggi e 4 sconfitte, Atletico che ha alzato la Supercoppa di Spagna, ha eliminato il Madrid dalla Coppa del Re e ha dato ai rivali una sonora bastonata in Liga. Il 7 febbraio è finita 4-0 per l’Atletico, il quinto nella carriera di Ancelotti (3 contro avversarie spagnole), peggior risultato in una carriera che sta per arrivare alle 1000 panchine. Al Calderon nelle 3 stracittadine della stagione 3 successi dei padroni di casa e un parziale di 7-0 che ammette una sola lettura. L’Atletico che per 14 anni non ha battuto il Madrid ora è diventato il boss del calcio nella capitale. Anche se nel derby più importante, quello di Lisbona nella finale di Champions, li si è imposto il Real, all’ultimo respiro. 4-0 LONTANO Però rispetto a quel 7 febbraio chiuso con la famosa festa per i 30 anni di Ronaldo e i video filtrati dal cantante colombiano che hanno fatto il giro del mondo e indignato la suscettibile parrocchia «blanca», tante cose sono cambiate. Il Madrid non aveva tre quarti della sua difesa (Pepe, Ramos e Marcelo) e due terzi del suo centrocampo (Modric e James). Cinque pezzi grossi, non facili da sostituire. E con l’arrivo della Pasqua sembra risorto: 3 vittorie, 14-1 il parzia-
IL TABELLONE DEI QUARTI Andata: oggi - Ritorno: 22 aprile
Atletico Madrid Juventus
Andata: domani - Ritorno: 21 aprile
Psg Porto
SEMIFINALI FINALE OLYMPIASTADION DI BERLINO - 6 giugno GDS
Carlo Ancelotti, 55 anni, allenatore del Real Madrid con Diego Simeone, 44, tecnico dell’Atletico ITALY PHOTO PRESS
Alessandro Grandesso PARIGI Twitter @agrandesso
L
a leggenda vuole che nei momenti cruciali di Champions, non sia mai decisivo. Ma un Ibrahimovic formato 2015 che segna rabbiosamente a valanga farebbe lo stesso comodo al Psg. Anche perché contro il Barcellona, la panchina dei francesi si fa corta e la formazione scontata per difetto. Fuori per squalifica con lo svedese rimangono pure Verratti e Aurier. E in infermeria ci sono David Luiz e soprattutto Thiago Motta. SENSAZIONI Sull’ex interista il club parigino cerca di depistare il Barcellona, mantenendo viva la speranza di un recupero dell’ultima ora. Motta fa i conti
JUVENTUS
(4-3-1-2)
ATLETICO M.
(4-4-2)
MONACO
(4-2-3-1)
REAL MADRID
(4-3-3)
OGGI Ore 20.45
IL NUMERO
16
gol segnati in venti derby. E’ questo il bottino di Cristiano Ronaldo contro l’Atletico Madrid le, notevole anche se i rivali si chiamano Granada, Rayo ed Eibar. L’Atletico non ha saputo capitalizzare l’enorme entusiasmo: 5 vittorie in 11 gare, con 2 sconfitte e 4 pari. Lo spavento di Champions col Bayer Leverkusen, la tensione nei rapporti con Mandzukic (a secco da quasi 2 mesi e oggi di nuovo titolare), il calo di forma di elementi come Turan, Torres, il capitano Gabi. GRIEZMANN E RONALDO Cer-
to, il Calderon in Europa resta una certezza: per l’Atletico ultima sconfitta 26 mesi fa (col Rubin in Europa League), 4 vittorie in questa Champions (11-0 il parziale), 9 successi e un pareggio nelle ultime 10. E la forma di Antoine Griezmann è una bella liana per il re della foresta Simeone: il francese ha fatto 4 gol dei 6 gol segnati dall’Atletico nelle ultime 3 partite, è arrivato 18 in Liga e a 23 stagionali. Al momento è lui a sostenere i suoi. Così come Ronaldo fa col Madrid: a segno da 5 gare, alleggerito nel fisico e nel morale, la lotta con Messi apertissima su ogni fronte, Pichichi e Scarpa d’Oro dove è davanti, gol in Champions e in Europa dove insegue col fiato sul collo del rivale. E poi 16 gol in 20 derby e la coscienza di avere di nuovo gli occhi del mondo addosso. Rispetto al 7 febbraio Ancelotti non ha nemmeno un infortunato ed è pronto a sotto-
porre a un test molto duro la sua formazione migliore: quella con la BBC davanti e ModricKroos-James in mezzo (con buona pace di Isco, pupillo del madridismo). Quella da lui ridisegnata con pazienza, intelligenza e speranza dopo le partenze di Xabi Alonso e Di Maria. LO SPIRITO DI BEN HUR Il Calderon ci dirà se i 6 gioielli reggono il peso della corona blanca: «Queste partite si vincono col coraggio, la determinazione, la compattezza e l’intelligenza», ha detto ieri Carlo. Che ha chiuso la conferenza stampa dicendo di non aver visto Siviglia-Barça perché era al cinema: «A vedere Ben Hur». Tutti a ridere. Carlo per primo, che però evidentemente pensa che oggi al suo Real servirà lo spirito del principe ebreo Giuda, uscito vincitore dalla tremenda corsa contro Messala nell’arena di Gerusalemme: un calderone. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Ibra, Verratti e Motta fuori Blanc vara il Psg alla francese infortuni, contro il Barcellona spazio a Rabiot, Matuidi e Cabaye
Barcellona Bayern Monaco
SORTEGGIO IL 24 APRILE - Andata: 5-6 maggio - Ritorno: 12-13 maggio
DOMANI IN CAMPO
1Tra squalifiche e
Real Madrid Monaco
OGGI Ore 20.45 1 BUFFON
26 19 LICHTSTEINER BONUCCI 23 VIDAL
9 MORATA 17 FERREIRA CARRASCO
3 CHIELLINI
21 PIRLO 37 PEREYRA
23 MARTIAL 8 MOUTINHO
33 EVRA
8 MARCHISIO
7 DIRAR
22 28 KONDOGBIA TOULALAN
3 5 6 KURZAWA ABDENNOUR CARVALHO
2 FABINHO
ORGOGLIO Soprattutto in assenza di Ibrahimovic che nelle ultime sei uscite ha segnato 11 gol, con due doppiette e altrettante triplette. Ma l’effetto Zlatan è evidente a livello della personalità trasmessa alla rosa, nel bene e nel male. L’espulsione rimediata dallo svedese a Stamford Bridge ha spinto in-
fatti i compagni a reagire in modo collettivo, strappando d’orgoglio la qualificazione, prendendo coscienza del proprio potenziale. Comunque, con Lavezzi e Pastore, c’è Cavani che sabato in mezzora ha infilato due reti al Bastia, lasciando la firma sulla coppa di Lega, primo trofeo stagionale. Da gennaio l’uruguayano di gol ne ha fatti solo sei. Incluso però quello al Chelsea, nell’1-1 dell’andata degli ottavi. TALISMANO E poi, c’è sempre il talismano Marquinhos. Con l’ex giallorosso in campo il Psg
non perde mai. E’ accaduto per 34 volte di fila: 24 vittorie e 10 pareggi. Meglio di Weah che nel ’94 si fermò a 33 turni. A conferma che per vincere a volte bastano i difensori. Come Silva che ha messo il sigillo sulla qualificazione contro il Chelsea al 114’. Domani, prima del fischio d’inizio, l’ex rossonero e Iniesta consegneranno un pallone autografato da tutti i giocatori a Souleymane, il signore che prima di Psg-Chelsea fu vittima di un atto di razzismo da parte di ultrà inglesi, nella metropolitana parigina. © RIPRODUZIONE RISERVATA
18 JESUS GAMEZ 6 KOKE
14 GABI
5 TIAGO
9 MANDZUKIC
7 GRIEZMANN
7 C. RONALDO
9 BENZEMA
11 BALE
10 J. RODRIGUEZ
8 KROOS
19 MODRIC
12 MARCELO
1 SUBASIC
3 PEPE
4 SERGIO RAMOS
15 CARVAJAL
1 CASILLAS
JUVENTUS PANCHINA 30 Storari, 5 Ogbonna, 15 Barzagli, 27 Sturaro, 14 Llorente, 32 Matri, 11 Coman. ALLENATORE Allegri SQUALIFICATI nessuno DIFFIDATI Lichtsteiner, Pogba, Vidal, Pereyra, Morata. INDISPONIBILI Pobga, Caceres
ATLETICO MADRID PANCHINA 1 Moyá, 3 Siqueira, 24 Gimenez, 4 Mario Suarez, 8 Raul Garcia, 19 Torres, 11 Jimenez. ALLENATORE Simeone. SQUALIFICATI nessuno. DIFFIDATI Gabi, Ansaldi, Jesus Gamez, Mario Suarez, Torres. INDISPONIBILI nessuno.
MONACO PANCHINA 16 Stekelenburg, 13 Wallace, 21 Elderson, 24 Raggi, 12 Matheus Carvalho, 15 Bernardo Silva, 9 Berbatov. ALLENATORE Jardim. SQUALIFICATI nessuno DIFFIDATI Ferreira-Carrasco, Moutinho, Kurzawa INDISPONIBILI Traorè.
REAL MADRID PANCHINA 13 Keylor Navas, 17 Arbeloa, 2 Varane, 16 Lucas Silva, 23 Isco, 20 Jesé, 14 Hernandez. ALLENATORE Ancelotti SQUALIFICATI nessuno DIFFIDATI Coentrao, Kroos, Marcelo INDISPONIBILI nessuno.
ARBITRO Kralovec (R. Ceca) TV Sky Sport 1 HD, Sky Calcio 1 HD
ARBITRO Mazic (Serbia) TV Sky Sport Plus HD, Sky Calcio 2 HD.
PSG
(4-3-3)
PORTO
(4-3-3)
BARCELLONA
(4-3-3)
BAYERN
(4-3-3)
DOMANI Ore 20.45
30 SIRIGU 23 5 2 17 VAN MARQUINHOS SILVA MAXWELL DER WIEL 25 14 4 CABAYE RABIOT MATUIDI
Laurent Blanc, 50, a sinistra, e Zlatan Ibrahimovic domani squalificato AFP
10 ARDA TURAN
10 TEVEZ
DOMANI Ore 20.45
con uno stiramento alla coscia sinistra, rimediato a Marsiglia il 5 aprile (2-3). Ieri però è filtrata la notizia di un possibile ritorno, nonostante la prognosi iniziale lo escludesse. Secondo i media francesi, tutto dipenderebbe dalle «sensazioni del giocatore». Motta ha magari ripreso a correre, ma è solo un indizio. Anche perché il rischio di ricaduta è alto e il Psg si troverebbe poi a gestire un’assenza più lunga e scomoda. Come con David Luiz impiegato non al top e ora indisponibile per un mese. Rendendo più complicato l’appuntamento con i catalani visto che a centrocampo manca Verratti. Di conseguenza Blanc deve fare lo sciovinista puntando su tre francesi: Rabiot, Cabaye e Matuidi. Esperienza azzardata a Bastia a gennaio: il Psg fu ribaltato dai corsi con un umiliante 4-2.
13 OBLAK 20 23 2 JUANFRAN MIRANDA GODIN
27 PASTORE
9 CAVANI
22 LAVEZZI
11 NEYMAR
9 SUAREZ
10 MESSI
8 INIESTA
5 BUSQUETS
4 RAKITIC
18 14 3 JORDI MASCHERANO PIQUÉ ALBA 1 TER STEGEN
2 MONTOYA
12 FABIANO 4 3 26 MAICON MARTINS ALEX INDI SANDRO 16 6 30 HERRERA CASEMIRO O. TORRES
2 DANILO
99 7 QUARESMA ABOUBAKAR 19 GOTZE
8 BRAHIMI
9 25 LEWANDOWSKI MULLER
6 3 T. ALCANTARA X. ALONSO 18 BERNAT
4 DANTE
21 LAHM
17 J. BOATENG
13 RAFINHA
1 NEUER
PSG PANCHINA 1 Douchez, 34 Kimpembe, 21 Digne, 6 Camara, 7 Lucas, 15 Bahebeck, 33 Augustin. ALLENATORE Blanc. SQUALIFICATI Ibrahimovic, Verratti, Aurier. DIFFIDATI Van Der Wiel, Matuidi INDISPONIBILI Thiago Motta, David Luiz.
PORTO PANCHINA 1 Helton, 13 Reyes, 15 Evandro, 10 Quintero, 39 Paciencia, 17 Hernani, 9 Jackson Martinez. ALLENATORE Lopetegui SQUALIFICATI Marcano DIFFIDATI Alex Sandro, Danilo, Maicon, Torres INDISPONIBILI Tello
BARCELLONA PANCHINA 13 Bravo, 6 Adriano, 24 Mathieu, 15 Bartra, 12 Rafinha, 6 Xavi, 7 Pedro. ALLENATORE Luis Enrique. SQUALIFICATI Dani Alves. DIFFIDATI Nessuno. INDISPONIBILI Vermaelen.
BAYERN PANCHINA 23 Reina, 28 Badstuber, 20 Rode, 30 Weiser, 14 Pizarro, 16 Gaudino ALLENATORE Guardiola SQUALIFICATI nessuno DIFFIDATI J. Boateng INDISPONIBILI Robben, Ribery, Schweinsteiger, Javi Martinez, Alaba, Benatia.
ARBITRO Clattenburg (Ing) TV Canale 5.
ARBITRO Velasco Carballo (Spa) TV Sky Sport 1 HD, Calcio 1 HD, Sport Plus HD
MARTEDÌ 14 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
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Serie A R Il duello
Lazio e Roma: per IL COMMENTO di FABIO LICARI
LA VOLATA PER IL SECONDO POSTO
L’INEVITABILE «SVIOLINATA» DI GARCIA ALLA JUVE
J
uve o Lazio? Così una tifosa romanista rispose su twitter al dilemma che l’angosciava tempo fa: «Asteroide...». Domenica, scrutando il cielo, lei e gli altri giallorossi una scelta pur inconfessabile, come nel peggiore degli incubi, dovranno farla. E con tutta probabilità sarà Juve, odiata (sportivamente) un po’ meno dei cugini laziali che non vorrebbero mai ritrovarsi davanti in classifica. Non soltanto una questione di rivalità: c’è in ballo il secondo posto che significa gruppi di Champions invece dei rischiosissimi playoff. Ma che paradosso. Dal violino con il quale Garcia accolse il contestato 3-2 di Torino — apice polemico di un testa a testa per lo scudetto finora perdente — alla necessaria sviolinata ai bianconeri con vista sulla sfida di domenica. Una Juve che, disastro di Parma a parte, sembra l’unica in grado di fermare la corsa inarrestabile della Lazio (8 successi consecutivi e 13 punti «mangiati» ai cugini). Interessi convergenti tra Juve e Roma, sui quali una parola importante potrebbe essere scritta dall’andata con il Monaco stasera. Più s’annuncerà sofferto il ritorno nel Principato, meno sarà sereno l’approccio alla Lazio. E neanche alla Juve farebbe piacere ritrovarsi «soltanto» a +9, a 7 gare dalla fine, dopo aver avuto un vantaggio di 14 punti, e con il morale non al massimo. Difficile sì, ma aritmeticamente possibile, essere raggiunti: soprattutto con la Champions in testa.
Il calendario dà un leggero vantaggio ai giallorossi, attesi da sfide meno complicate. De Vrij (mezza difesa) e Parolo out non sono buone notizie per Pioli. Probabilmente la parola fine la scriverà il derby della penultima giornata, negli occhi le immagini dei due incredibili gol di Totti che annullarono lo 0-2 iniziale. Gol che non avevano reso felice la Juve allora e che oggi invece la tengono a distanza di sicurezza dalla Lazio. Pensa un po’. © RIPRODUZIONE RISERVATA
31ª
32ª
33ª
34ª
35ª
36ª
37ª
38ª
JUVENTUS
Chievo
Parma
ATALANTA
Inter
SAMPDORIA
Roma
NAPOLI
Atalanta
INTER
SASSUOLO
Genoa
MILAN
Udinese
LAZIO
Palermo
GIORNATA
LAZIO
Punti
58 ROMA
Punti
57 DIFFICOLTÀ:
facile
media
difficile
In MAIUSCOLO le gare in trasferta GDS
I DUE ALLENATORI
Pioli ha retto agli scossoni Garcia e l’alibi di gennaio 1Il primo ha
difeso il suo gioco Il francese non ha avuto rinforzi e ora batte altre strade ROMA
S
le in Coppa Italia. Il tutto con un gioco che piace e diverte. Il difficile (o il bello) viene ora. Perché dopo aver sorpreso e ribaltato i pronostici, Pioli deve dimostrare di saper gestire anche le tensioni di una volatona lunga 45 giorni. Se ci riesce si ritaglierà un posto nella storia del club. E intanto c’è chi lo rimpiange: «Il suo licenziamento fu un mio errore. Mi sto ancora mangiando il cappello», ha ammesso ieri Zamparini che a Palermo lo esonerò prima ancora di cominciare la stagione.
e i risultati si misurassero con le parole, Stefano Pioli e Rudi Garcia oggi sarebbero a pari punti. Perché tutti e due QUI RUDI La Roma invece semhanno commentato il sor- bra quel paziente che si è reso passo della domenica appe- conto della sua malattia troppo na trascorsa con un lapalis- tardi. E ora pian piano si sta risiano «i conti pensando, ma è si fanno alla una trasformafine». Tutto IL RICORDO zione faticosa, vero, eppure chissà se alla fine qualche somproduttiva. Di sima può già escuro una trasforsere tirata. Se mazione obblila Lazio è figata: l’obiettivo glia ricono- gli anni trascorsi da è subire in camsciuta del suo quando il d.s. po il meno possiallenatore, la bile, perché lì daRoma adesso giallorosso Sabatini vanti manca un provò a portare fatica a specriferimento dechiarsi nella Pioli alla Roma gno di questo noguida tecnica, me che faccia non così in grado di incidere gol, tanti gol. Il nodo è sempre nella testa dei suoi giocatori lo stesso, il mercato di gennaio come accaduto nella stagio- è l’alibi che Garcia può sventone scorsa. lare, oltre che il motivo della grande freddezza con qualche QUI STEFANO Difficile tro- anima di Trigoria. Non è una vare un difetto alla Lazio in questione di nomi, ma di temquesto momento. E il merito pistica. Non è un problema che è quasi tutto del suo allena- a Roma siano arrivati Doumbia tore. Che ha avuto la bravu- e Ibarbo per «rinforzare» l’atra e la testardaggine di im- tacco. È un guaio, piuttosto, bastire un progetto di gioco che siano arrivati un mese domolto ambizioso e conti- po — nel caso di Doumbia annuare ad inseguirlo anche che oltre — la partenza di Gerdopo i momenti difficili. vinho e Keita per la Coppa Che sono stati tre: all’inizio d’Africa e ben più tardi della (tre k.o. nelle prime 4 gior- cessione di Destro. Tutto il renate), a novembre (un pun- sto, i due mesi successivi, sono to in tre partite) e poi tra la conseguenza: ecco il pensiegennaio e febbraio (tre ro dell’allenatore francese. Ansconfitte in quattro gare). che lui però finito davanti a un Superati gli scossoni la Pio- bivio: l’alibi in fondo gli viene Lazio ha cominciato a vola- riconosciuto da più parti. Ma re, rimontando punti e posi- non è così forte da giustificare zioni in campionato e con- il terzo posto. quistando un’insperata fina© RIPRODUZIONE RISERVATA
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SERVIZI A CURA di NICOLA BERARDINO MASSIMO CECCHINI STEFANO CIERI ANDREA PUGLIESE DAVIDE STOPPINI
GLI UOMINI CHIAVE
Florenzi prova la replica a Klose & Co. veri tenori 1Giallorossi in difficoltà, l’attacco
è in crisi: 43,9 milioni per un solo gol Pioli preoccupato per De Vrij e Parolo ROMA
U
n derby lungo otto partite, quelle che alla fine ci diranno chi arriverà seconda tra Lazio e Roma. Negli ultimi due anni li hanno decisi Lulic, Balzaretti e Totti, oggi gli uomini chiave possono essere altri. I quattro tenori della Lazio, Florenzi, lo stesso Totti e
Pjanic per la Roma. Aspettando di capire quanto peseranno le assenze biancocelesti e quando si potrà finalmente annoverare un altro gol degli attaccanti giallorossi. TENORI BIANCOCELESTI Un poker di tenori per una sinfonia di vittorie e gol che sta esaltando la Lazio. Candreva, Mauri, Felipe Anderson e Klose hanno siglato l’ultimo succes-
MARTEDÌ 14 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
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l’onore e il tesoro BIANCOCELESTI E GIALLOROSSI A CONFRONTO LAZIO 24,5 0 -24,5 8
DATI SOCIETARI ROMA SPESE MERCATO INCASSI SALDO GIOCATORI Acquistati
3 55,1 68 17.396
Venduti
80,5 48,9
28
-31,6
Subiti
Fatti
58
GOL
41
Fatti
Subiti
22
19 Giocate utili in area avversaria
13
MONTE INGAGGI
100*
FATTURATO
131,5
ABBONATI
LAZIO ROMA DATI TECNICI 38° RANKING UEFA 46°
*circa, bonus compresi
% realizzaizone
Palle recuperate
Palle recuperate
% realizzaizone
59
13%
MEDIE
18,9 17%
Giocate utili in area avversaria
21,3
65,23
27.622 GDS
DIRIGENZA E AMBIENTE
Lotito multato ma vincente Pallotta chiede spiegazioni 1Caso Iodice: 10
mila euro al laziale. Il romanista parla coi dirigenti, ma è crisi con il tifo
Lazio) per le frasi pronunciate contro il d.g. dell’Ischia Iodice. Ma questa è un’altra vicenda.
QUI ROMA Adesso la luna di miele con la proprietà sembra finita. I tifosi sembrano scoprire che in 4 stagioni Usa non si è vinto nulla e adesso c’è da difendere anche il posto in Champions in una stagione per certi versi storiROMA ca vista l’assoluta insignificanza di Milan e Inter. Domanda: quanivali da sempre e per do ricapiterà una congiunzione sempre. Anche in tema astrale così favorevole? A questo di politica sportiva, do- punto per il presidente Pallotta – ve la Lazio «governa» in Lega che ieri ha chiesto spiegazioni ai e la Roma è all’opposizione dirigenti – si prospettano mocon la Juve. Nella rivoluzione menti duri, vista anche la concoculturale partorita dall’ultimo mitante e meritoria lotta agli ulturno, però, c’è spazio anche trà violenti (i «fottuti idioti»), che per l’umore domenica infatti della piazza, non hanno manche ha subito cato di insultarlo IL TOURBILLON più o meno lo e ieri a Trigoria stesso salihanno messo quescendi dei risto striscione: sultati. «This fucking idiot gonna pay QUI LAZIO i giocatori arrivati a you, mother fuc«Una giornata Trigoria, solo per la ker». In ogni caso, storica», l’ha col fair play finandefinita Lotito. prima squadra, nelle ziario da ottemquattro stagioni Per il sorpasso perare, i circa 50 sulla Roma, statunitensi milioni della certo, ma anChampions semche per il pieno d’amore che la brano decisivi per le ambizioni. sua Lazio ha fatto allo stadio. Per questo anche sul fronte merLa sua Lazio e non lui, perché cato tante trattative sono congenei suoi confronti, anche do- late in attesa di certezze. A Trigomenica, non sono mancati i ria dicono: siamo tutti sotto esasoliti cori contro della curva me, ma se il processo di americanord. Ma i successi e il calore nizzazione proseguirà di sicuro, che la formazione di Pioli sta pare difficile che Pallotta faccia a riscuotendo sono comunque meno del d.g. Baldissoni. Più sfufigli del lavoro di Lotito e del mata la posizione di Sabatini d.s. Tare. È passato solo un an- che, dopo l’autocritica, in privato no (sembra invece un secolo) parla di possibili dimissioni. Di da quando l’intera tifoseria la- sicuro, in 4 stagioni, finora solo ziale, non solo la curva, lo in- per la prima squadra sono arrivavitava a liberare la Lazio. Oggi ti 50 giocatori, movimentando in (al netto di quei cori, sempre uscita oltre 250 milioni con esiti più sporadici peraltro) il cli- non vincenti. Ora sembra essere ma è completamente cambia- lui il capro espiatorio, ma se un to. E il profilo basso adottato suo eventuale addio dovesse pormediaticamente da Lotito tare a una sostituzione con suo contribuisce ulteriormente a uomo di fiducia (Massara o Senrasserenare l’ambiente. In un sibile), parrebbe solo un’operacontesto così idilliaco passa zione di facciata e non un vero quasi in secondo piano la mul- rinnovamento. I tifosi gradiranta di 10 mila euro inflitta ieri a no? Lotito (identica sanzione alla © RIPRODUZIONE RISERVATA
R
so, il 4-0 con l’Empoli che ha dato il secondo posto. Sotto il loro nome ci sono 36 delle 58 reti della Lazio, che ha il miglior fatturato offensivo della serie A. Miro Klose, 36 anni, 10 gol come Felipe Anderson, 22 anni (domani). Il veterano tedesco e il rampante brasiliano alfieri verso la Champions e la Coppa Italia. Ma anche le 9 reti di Stefano Mauri, il 35ennne capitano, e i 7 gol di Antonio Candreva, 28 anni, hanno dato una spinta decisiva nell’exploit di una squadra arrivata ora a 8 vittorie di fila. Tra i protagonisti pure Lucas Biglia: il 29enne argentino è il governatore della mediana. Si faranno sentire le assenze di De Vrij e Parolo, gli ultimi infortunati. Stop di due settimane per il difensore olandese per un trauma contusivo distorsivo al ginocchio sinistro, senza interessamento del menisco e dei legamenti. Il centrocampista resterà ai box per una ventina di giorni causa frattura al costato. Frattura alla mano per il difensore Novaretti, subentrato e espulso con l’Empoli. Corre verso il rientro Djordjevic, 27anni, 7 gol e cannoniere della Lazio prima dell’infortunio del 24 gennaio (frattura del malleolo). Tornerà a maggio: per lo sprint in campionato e per la finale di Coppa con la Juve.
IL DELUSIONE
43,9
I milioni spesi dalla Roma per Iturbe, Doumbia, Ibarbo e Sanabria. Quattro attaccanti che hanno portato un solo gol STONATURE GIALLOROSSE Chi è invece che può rialzare la Roma? Uno su tutti, Alessandro Florenzi, anche a Torino il migliore dei giallorossi, nonostante il ping-pong continuo tra attacco e difesa. Oggi Florenzi offre un po’ tutto quello di cui la Roma difetta: corsa, dinamismo e qualità. Anche se a Torino pure lui è stato tradito dal nervosismo latente, quando ha lasciato polemicamente l’intervista flash di Mediaset (ieri chiarimento con la Roma) per una domanda come tante altre. Un altro che può rialzare la truppa è Francesco Totti, a patto che giochi (succederà domenica con l’Atalanta). E poi Miralem Pjanic, l’uomo che dovrebbe garantire il salto di qualità a centrocampo. Ieri Pjanic è uno di quelli finiti nella centrifuga dell’etere romano, preso di mira da tanti tifosi
per la prestazione non esaltante di Torino, arrivata dopo l’esultanza polemica con il Napoli. Roma è così, non dimentica. E a volte perdona, a volte no. Per rialzarsi davvero, però, la Roma avrebbe bisogno di attaccanti capaci di fare gol. A Trigoria si vedono con il binocolo, tanto che i gol totali sono 41 (peggio solo nel ‘95-96, 40 reti dopo 30 gare) e il secondo miglior cannoniere è Destro con 5 gol (come Totti), uno che non c’è più da tre mesi. Ljajic è fermo a 8, ma nel 2015 ha segnato solo 3 gol (in campionato a Cagliari e Firenze, in Europa a Rotterdam), Iturbe in campionato ha segnato una sola rete, Gervinho due, Ibarbo non ha mai avuto confidenza con il gol e mai la avrà, Florenzi oramai è più terzino che punta e Doumbia ogni volta che entra sembra un pesce fuor d’acqua. Più in generale, il flop del mercato di Sabatini si nota proprio dai numeri: tra Iturbe, Doumbia, Sanabria e Ibarbo il d.s. ha speso 43,9 milioni in attaccanti per racimolare appena una rete (di Iturbe). Un collasso economico e tecnico, a cui bisognerà rimediare nella prossima stagione con un centravanti vero. O, almeno, con attaccanti che abbiano un po’ di confidenza con la porta. © RIPRODUZIONE RISERVATA
UNA CITTÀ, DUE FACCE ● Sopra a sinistra i giocatori della Lazio esultano (da sinistra Mauri, Klose, Cavanda e Candreva); accanto la delusione dei romanisti Manolas e De Rossi. Qui sotto Rudi Garcia, tecnico della Roma; a sinistra Stefano Pioli, tecnico della Lazio
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Serie A R Verso il derby
MARTEDÌ 14 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Il derby è sempre il derby
1Domenica si giocherà uno degli Inter-Milan più scadenti della storia, ecco i 10 motivi
per vederlo: il metrò in arrivo, Hernanes e Suso, gli allenatori «fashion», la globalizzazione 1
Sebastiano Vernazza @GazzaVernazza
S
u Milano incombe uno dei derby più insignificanti della sua storia calcistica, le squadre annaspano lontano dall’Europa. La città è sotto choc per la strage a Palazzo Giustizia, si è scoperta vulnerabile a pochi giorni dall’inaugurazione dell’Expo, altra fonte di stress: lavori in ritardo, timori per la sicurezza. E’ dura trovare dieci motivi per lanciare questo Inter-Milan, però ci proviamo. Con ironia, perché - come diceva qualcuno - la situazione è disperata, ma non seria. 1/ METROPOLITANA Sarà l’ultimo derby senza metropolitana a San Siro. Salvo complicazioni, il 29 aprile sarà inaugurato il prolungamento della linea Lilla, che finirà a San Siro Stadio. Domenica, per l’ultima volta, interisti e milanisti prenderanno la Rossa fiIL NUMERO no a piazzale Lotto e percorreranno assieme viale Caprilli. Dalla prossima, niente più passeggiate. Si scenderà a San Siro e si entrerà al Meazza. Un po’ I derby tra Inter e Milan come i tifosi delle squadre di tipo Arsenal e Chelsea. da quando la Serie A è un Londra, La Milano del calcio sta per avetorneo girone unico (dal re la sua «metro» dedicata, non 1929-30 ed escludendo sarebbe male se le squadre ritornassero a filare come treni. il 1945-46, a più gironi)
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● 1) Una veduta di San Siro durante un derby 2) Mister Lee, che vuole il Milan, sorride alle spalle di Silvio Berlusconi 3) Un treno della linea Lilla della metro milanese: il 29 aprile sarà inaugurata la fermata San Siro Stadio 4) La Madonnina del Duomo, simbolo del derby milanese 2 3 4
L’Inter è in vantaggio nel bilancio dei derby in Serie A: 60 vittorie nerazzurre, 50 del Milan e 51 pareggi
2/ C’E’ STATO DI PEGGIO Gli statistici dicono che il prossimo non sarà il derby milanese più scadente della storia. Oggi il Milan è ottavo e l’Inter nona. Il 23 febbraio 1958 l’Inter era ottava e il Milan decimo, quello fu il punto più basso. Finì 2-2. In città, però, si respirava un’altra aria: impazzava il boom economico e Milano tirava l’Italia come una locomotiva.
3/ HAI VISTO MAI CHE IL PROFETA... Ma Hernanes? Voluto da Mazzari e strapagato a Lotito, il brasiliano con Mancini è finito ai margini. A Verona però è stato scongelato e ha fatto bene. Si presume che nel derby verrà confermato. Ora più che mai Milano ha bisogno di un Profeta o di qualcuno che vagamente gli assomigli. 4/ SUSO NON E’ UN REFUSO Questo Suso sembrava un refuso, la trascrizione sbagliata di Susic, gran slavo degli anni Ottanta, quello delle doppie firme con Toro e Inter. Nello spezzone contro la Samp, Suso non ha deluso. Anzi. Un raggio di sole nella tormenta. Inzaghi faccia il favore di schierarlo dall’inizio: il ragazzo merita di essere testato con costanza.
RThohir all’Inter,
i cinesi di Mister Lee a un passo dal Milan: stranieri al comando
RNostalgia degli
anni del boom, quando le milanesi appartenevano a Moratti e Rizzoli
essere all’altezza della grande storia di Inter e Milan. 6/ MILANO VENDE MODA La moda è uno dei punti di forza di Milano, così è naturale che gli allenatori di Milan e Inter siano molto attenti al look. Inzaghi e Mancini non sbagliano un abito e hanno sempre il capello curato. Milano non vince più scudetti e coppe, però continua a vendere moda. Anche a San Siro. 7/ L’EUROPA E’ LONTANA, MA... Il Milan è lontano sette punti dal quinto-sesto posto, l’Inter otto. Per la prima volta in sessant’anni Milano rischia di restare fuori dalle coppe europee. Finché aritmetica non le condannerà, Milan e Inter dovranno provarci. Ergo, è un derby da vincere per tutte e due, il «pareggiotto» del mutuo soccorso non servirebbe a nessuno. 8/ MILANO CITTA’ APERTA L’Inter è in mano all’indonesiano Thohir, sul Milan incombono i cinesi. La foto di Mister Lee in tribuna a San Siro è straordinaria: il «raider» venuto dalla Cina sorride guardando in camera, alle spalle di Silvio Berlusconi. Un’immagine simboli-
5/ ALMENO I PORTIERI Le squadre forti si costruiscono a partire dai portieri. Inter e Milan la prima pietra l’hanno posata bene, Handanovic e Diego Lopez due signori portieri. Sono quelli che giocano fuori dai pali a non
ca. I cinesi, pezzo per pezzo, si stanno comprando Milano. Nostalgia dei tempi in cui le squadre appartenevano al petroliere Angelo Moratti, padre di Massimo, e ad Andrea Rizzoli, figlio del «cumenda» Angelo. Il derby si è globalizzato. 9/ LA CAPITALE DELLA CHAMPIONS Milano resta, e rimarrà a lungo, la capitale italiana della Coppa Campioni-Champions League: ne ha vinte dieci, sette col Milan e tre con l’Inter; Torino è ferma alle due della Juve. Di più, Milano è la sola città europea ad aver vinto questo trofeo con due squadre diverse, qualcosa vorrà pur dire. Milano capitale della Champions: non per caso nel 2016 ne ospiterà per la quarta volta la finale (Milan e Inter non ci saranno). 10/ LA MADONNINA Il Cupolone a Roma, la Mole Antonelliana a Torino, la Lanterna a Genova, l’Arena a Verona, la Madonnina a Milano: la geografia dei simboli dei derby italiani. La Madonnina domina la città dall’alto del Duomo. «O mia bela Madunina che te brillet de lontan», almeno fai in modo che a San Siro non cada la luce come l’altra sera. © RIPRODUZIONE RISERVATA
APPIANO E MILANELLO
Per il Mancio la teoria relax Pippo diffonde solo ottimismo 1Oggi di nuovo al lavoro: l’Inter dopo
aver concesso 2 giorni e mezzo di riposo Matteo Dalla Vite G.B. Olivero MILANO
D
ue giorni e mezzo di riposo: è la teoria del relax mentale, non una follia
o una sottovalutazione del derby. Dopo la vittoria di sabato sera, Roberto Mancini riprende oggi: nella testa ha l’idea di alleggerire i pensieri, di non caricare troppo la mente dei suoi in vista sì della gara contro il Milan ma anche del turno
successivo contro la Roma. E’ alleggerimento dei carichi, evitare la pressione, pensare alle proprie cose e alla famiglia prima di tuffarsi dentro a 15 giorni infuocati (perché poi ci sarà il turno infrasettimanale a Udine). L’esperimento, se così si può chiamare, gli era già riuscito a Manchester nella volata finale che lo portò a vincere la Premier in rimonta sul Manchester United. 2 O 3 IN MEZZO? Intanto, il tecnico (che non avrà Brozovic e Guarin squalificati) ragiona sul modulo. Ancora 4-3-1-2 con inserimento di Hernanes e Obi da interni (e Shaq trequartista) o 4-23-1 con Palacio, Hernanes e Shaqiri nei 3 dietro a Icardi? In tutto questo resta un altro punto interrogativo,
Sotto, Roberto Mancini, 50 anni, e Filippo Inzaghi, 41, in una foto prima del derby del girone d’andata BOZZANI
l’utilizzo di Mateo Kovacic: ancora panchina? Non è da escludere, poi, uno stravolgimento del modulo per venire incontro alle caratteristiche di chi c’è, certamente diverse dai 2 squalificati. Di sicuro rientrerà Santon che ha saltato la gara di Verona per un affaticamento: dovrebbe prendere il posto di D’Ambrosio con spostamento (già fatto) di Juan Jesus sulla sinistra. QUI MILAN Il derby dei rossoneri è iniziato al fischio finale della sfida contro la Sampdoria. Pippo Inzaghi ha chiesto ai giocatori di cancellare subito la delusione per il pareggio con la squadra di Mihajlovic, di pensare positivo, di non guar-
dare la classifica, di cercare solo di fare più punti possibile fino al termine del campionato. E di vincere il derby, naturalmente. Inzaghi sa che battere l’Inter sarebbe un pieno di energia per le ultime giornate e secondo il tecnico del Milan la squadra ha la possibilità di dare continuità alla striscia di risultati positivi (due vittorie e un pareggio). Il programma rossonero prevede un allenamento pomeridiano oggi, una doppia seduta domani e poi sempre un solo appuntamento fino alla seduta di rifinitura di sabato. Nessuno lo dice esplicitamente, ma a Milanello c’è ancora la convinzione che un filotto di successi possa consentire alla squadra di raggiungere il sesto posto. Però l’obiettivo più concreto, adesso, è vincere il derby: ci sono state altre soddisfazioni (il 2-0 al Napoli, lo 0-0 a Roma), ma questa sarebbe la prima grande gioia della stagione. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Serie A R Verso il derby
MARTEDÌ 14 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
I RECORD
L'IDENTIKIT
20
SUSO FERNÁNDEZ NATO IL 19-11-1993 A CADICE (SPAGNA) RUOLO ESTERNO OFFENSIVO ALTEZZA 1,76
● i punti dell’Inter nelle 14 gare casalinghe di questo campionato. Record negativo dal 2004-05, quando la Serie A è tornata a 20 squadre
GLI INIZI Cresce nel Cadice, nel 2010 viene acquistato dal Liverpool che lo manda un anno in prestito all’Almeria. Poi torna al Liverpool, ma il club inglese lo lascia andare. Il contratto con il Milan scadrà nel giugno 2019. Suso è un esterno offensivo, mancino che predilige giocare a destra per accentrarsi e tirare.
1,12
● la media punti dell’Inter con Mancini nelle gare di campionato a S. Siro: 9 punti in 8 gare. Con Mazzarri la media era 1,83: 11 punti in 6 partite
IN NAZIONALE Ha giocato in tutte le selezioni giovanili della Spagna
2 Handanovic battuto da Lila in Inter-Parma 1-1, l’ultimo flop a S. Siro LIVERANI
La missione dell’Inter: espugnare San Siro 1Mancio ha vinto in casa solo 2 gare
su 8. Dopo i rossoneri ci sarà la Roma
Luca Taidelli @LucaTaidelli
«I
n casa abbiamo un po’ più di difficoltà. San Siro è San Siro, sentiamo maggiormente la pressione». Ecco trovato il punto di contatto tra Roberto Mancini, che così ha parlato dopo il 3-0 a Verona, e Walter Mazzarri. Perché anche il tecnico toscano spesso spiegava che certi giovani soprattutto in casa sentivano il peso di indossare una maglia così importante. Problema che a prescindere da proprietari, allenatori e giocatori - peraltro affligge l’Inter dal dopo Triplete.
5 IN CASA SU 8 Resta il fatto che non solo le ultime tre vittorie dell’Inter in campionato sono arrivate in trasferta (Atalanta, Cagliari, Verona), ma anche in casa di Napoli e Samp la prestazione è stata convincente. Al Meazza, per contro, gli scempi recenti contro Fiorentina, Cesena e Parma. Un bel paradosso per una dirigenza che - complice il progetto Milan di un impianto proprio - vuole fare del Meazza «un fortino nerazzurro». Ecco perché questo è il momento di invertire la tendenza, con Milan (domenica) e Roma (sabato 25) alle porte e un calendario che nel finale di stagione prevede 5 match interni su otto.
● i mesi abbondanti dall’ultima vittoria dei nerazzurri a S. Siro in campionato: 3-0 al Palermo, l’8 febbraio. Poi soli due punti tra Fiorentina, Cesena e Parma
ESAURITO E INERZIA Per il derby si corre verso il tutto esaurito. Restano meno di 10mila biglietti. Tra i presenti ci sarà anche il presidente Thohir, il più sensibile ai problemi legati a risultati e botteghino. Perché le presenze a San Siro sono in calo (superata quota 40mila solo in alcune occasioni), ma devono ancora arrivare le avversarie da pienone - il 17 maggio tocca alla Juve - e questo finale di stagione può riportare l’inerzia giusta sugli spalti, così come in campo. MAI COSÌ MALE Due aspetti inevitabilmente legati. Perché i tifosi in questa stagione ne hanno già viste abbastanza. I 20 punti raccolti a San Siro in 14 gare sono il peggior bottino nella storia dell’Inter da quando nel 2004 la Serie A è tornata a 20 squadre. Così male i nerazzurri non facevano dal ‘7677, considerando i 3 punti a vittoria, anche se al tempo se ne assegnavano 2. SAN... BENTEGODI L’Inter del Mancio poi in casa viaggia ben peggio di quella di Mazzarri. Undici punti in sei gare con WM, appena nove in otto uscite con l’attuale tecnico. Che a San Siro ha già perso tre volte (Udinese, Torino e Fiorentina), con tre pareggi (Lazio, Cesena e Parma) e appena due vittorie, contro Genoa e Palermo. Le stesse due vittorie che il Mancio ha ottenuto con due gite a Verona, contro Chievo ed Hellas. © RIPRODUZIONE RISERVATA
FUTURA STRACITTADINA
I SUOI CLUB
Suso, 21 anni, ha debuttato in Serie A il 4 aprile a Palermo FORTE
Menez nove e Suso jolly: le tentazioni di Inzaghi 1Pippo vuole lanciare lo spagnolo con Jeremy da falso centravanti G.B. Olivero MILANO
L
e raccomandazioni di Inzaghi erano state semplici: «Parti largo, punta l’uomo e quando vedi lo spazio tira in porta». Suso, studente modello in queste settimane a Milanello, ha eseguito con grande dedizione. E’ partito largo, ha puntato l’uomo e quando ha visto lo spazio ha tirato in porta: bene, a giro, lasciando fermo Viviano. Che poteva solo pregare che la palla non entrasse: e infatti non è entrata. Il sogno di Suso e di
tutto il Milan è svanito quando il palo ha respinto la conclusione dello spagnolo. SPRINT SULLA FASCIA Adesso in casa rossonera si pensa già al derby e Suso spera di essere preso in considerazione per una maglia da titolare. Intanto ha twittato un messaggio per i tifosi: «Buona partita con la Samp. Ora noi vinceremo il derby per tutti i nostri fans». La situazione a destra è fluida: il titolare (Honda) sta facendo di tutto per recuperare in tempo per la sfida con l’Inter, ma non ci sono certezze. La prima riserva (Cerci) ha mostrato grande voglia di incidere, ma pochissima con-
LIVERPOOL ALMERIA LIVERPOOL MILAN
2012-13 2013-14 2014-15 da gennaio 2015
cretezza e scarsa brillantezza. E poi c’è Suso, che ha un bel piede anche se magari potrebbe soffrire sul piano della personalità un incontro particolare come il derby. lo sprint è lanciato, come sempre decideranno gli allenamenti. Di sicuro la prestazione dello spagnolo ha fatto venire qualche dubbio a Inzaghi. MENEZ E JACK Ma per l’attacco il tecnico del Milan sta pensando di tornare all’antico, ossia a Jeremy Menez falso nove. Tutto questo a prescindere dalle condizioni di Mattia Destro, che potrebbe anche recuperare per il derby. Ma la prestazione di Destro contro la Sampdoria non è piaciuta a Inzaghi, che contro l’Inter vorrebbe riproporre Menez nel ruolo di centravanti (Pazzini non ha la condizione per giocare una simile partita da titolare) avanzando Bonaventura nel tridente in posizione di esterno sinistro. Anche Jack, infatti, da mezzala non è riuscito a esprimere il suo miglior calcio, probabilmente perché condizionato da un infortunio che gli ha impedito di allenarsi bene. Per il derby, quindi, Bonaventura potrebbe partire da sinistra per poi accentrarsi nella posizione di trequartista. E a centrocampo verrebbe inserito Poli, per dare pressione e garantire corsa a un reparto in cui verranno confermati De Jong e Van Ginkel. Montolivo sta cercando di recuperare, ma al massimo andrà in panchina. Queste sono le idee di oggi, ma la settimana è ancora lunga © RIPRODUZIONE RISERVATA
CASA MILAN
In Cina il 25 luglio il primo derby del 2015-2016 Matteo Dalla Vite
A
Xherdan Shaqiri, 23 anni LAPRESSE
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breve verranno rese ufficiali le date, ma tutto lascia pensare che durante le rispettive tournée estive Inter e Milan giocheranno il loro primo derby il 25 luglio a Guanghzou, in Cina. Il tutto dipenderà ovviamente dal piazzamento finale delle due squadre in questo campionato, ma in linea di massima sono già state pianificate le date e la prossima settimana il vicepresidente Javier Zanetti si recherà proprio in Cina per ultimare i dettagli del
viaggio organizzato dai dirigenti nerazzurri. BAYERN, MILAN, REAL Viaggio che, per parte interista, comprende 3 gare su suolo cinese e una quarta ancora da stabilire. Le tre gare di lusso dovrebbero essere: il 21 luglio contro il Bayern Monaco (ex di Shaqiri) a Shangai; il 25 contro il Milan a Guanghzou; il 27 contro il Real Madrid a Zengchen.
Destro, si spera Galliani: «Pippo magari resta» Marco Pasotto
GIAPPONE O INDONESIA A seguire, poi, ci potrebbe essere per l’Inter una quarta gara (dipenderà dalla presenza o meno dei preliminari di EL). Il luogo di svolgimento è ancora da stabilire perché il ballottaggio comprenderebbe sia l’Indonesia (paese del presidente Thohir) oppure il Giappone. Avversario, il Manchester City. Insomma, lo sguardo ad Oriente è lanciato in maniera netta (oltre all’interesse, palesato da due mesi, per il difensore Zhang). © RIPRODUZIONE RISERVATA
C
Mattia Destro, 24 anni ANSA
ome se non fossero sufficienti i (grandi) dubbi sul riscatto, il bilancio personale poco gratificante e la maledizione senza fine della numero 9, Mattia Destro ora deve vedersela anche con le condizioni di salute. Dopo il duro scontro col ginocchio di Mesbah, la diagnosi definitiva parla di forte contusione alla tibia sinistra. Quindi non ci sono infrazioni ossee e il ginocchio non è rimasto coinvolto. La botta è ancora fresca e fa male, ma non è da escludere
che il centravanti torni a disposizione già per il derby. EROI «Dobbiamo aspettare che vada via il dolore, ho temuto peggio di quello che poi si è rivelato», raccontava ieri Galliani a margine di un evento dello sponsor rossonero Technogym. L’a.d., che poi è rimasto a chiacchierare in disparte con Albertini (ora consulente dei curatori fallimentari del Parma: si sarà parlato anche di qualche nome gialloblù?), è poi tornato sul futuro di Inzaghi («Al momento è ancora il nostro allenatore. Non è questione di andare in Europa o meno, sono convinto che se faremo bene fino a fine stagione, sarà il nostro tecnico anche per l’anno prossimo), del club («Le decisioni del presidente verranno prese per amore del Milan, i tifosi devono essergli riconoscenti per sempre») e sulle dure parole di Boban: «Non sono d’accordo, ma gli eroi del Milan non si discutono». © RIPRODUZIONE RISERVATA
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MARTEDÌ 14 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Serie A R Il presidente in Gazzetta
MARTEDÌ 14 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
UNA LUNGA GIORNATA TRA REDAZIONE E «SENZA APPELLO» 1
HO DETTO A SORIANO, RILASSATI CHE OGGI SEGNI. È SUCCESSO DUE VOLTE, CON PARMA E CONTRO IL MILAN
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IL DOPO-SINISA 2
RAPPORTI COI GIOCATORI E IL PRESIDENTE IN RITIRO
Missione a Basilea per spiare Paulo Sousa Filippo Grimaldi GENOVA
È UN TALENTO E DEGLI ATTEGGIAMENTO NON MI FREGA NIENTE, MA ORMAI CON LA SAMP HA PERSO IL TRENO
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SU ANTONIO CASSANO E UN EVENTUALE RITORNO
IO HO DETTO. ORA METTETE UN BEL TITOLO IN PRIMA PAGINA, ALTRIMENTI NON VENGO PIÙ ● 1 Massimo Ferrero ospite ieri di «Senza Appello» su GazzettaTv. 2 Un altro momento della trasmissione con l’altro ospite, Josè Altafini. 3 Il saluto di Ferrero con Andrea Monti, direttore de «La Gazzetta dello Sport», al quale ha regalato una maglia BOZZANI
DOPO LA TRASMISSIONE SULLA GAZZETTA
Ferrero chiama Balo «Qui tornerebbe al top Eto’o e Miha due leoni» 1Il presidente della Samp su SuperMario: «Non ha più
fame, a pane e acqua da noi ripartirebbe». E su Sinisa... Alessandra Gozzini MILANO
«A
ò me so’ perso!» per i nuovi corridoi della Gazzetta: Massimo Ferrero si infila per scherzo in un ascensore, dribblando anche chi lo marca da vicino. Ritrovata la strada, e dopo aver vagato per la redazione, il presidente della Sampdoria è puntualissimo per l’intervista tv: abito scuro, cravatta blu elettrico (come il personaggio), fazzoletto blucerchiato nel taschino. Per un attimo ha anche la bandana sfoggiata sulle tribune di San Siro, utilizzata poi come sciarpa al collo. Pure la verve è la stessa di ieri, e di sempre: «Dovevamo chiudere subito la partita, nel calcio ci vogliono testa, gambe e culo, o San Culino. Abbiamo preso gol su un rimpallo, invece avrei voluto vedere Galliani tutto sudato. E Inzaghi dovrebbe mangiarsi una bistecca in più, l’ho trovato un po’ sciupato. Eto’o? Non è vero che Sinisa non lo voleva, sa che è l’uomo giusto per lui, è che sono due leoni. Al primo incontro Mihajlovic mi ha parlato di salvezza, io di Champions: mi avrà preso per
matto ma guardate dove siamo ora. E un campionato come questo, senza Milan e Inter da vertici, con un Napoli altalenante, quando ricapita? Scudetto tra un paio d’anni? Sono convinto solo io, l’energia per poterci provare ce la metto. Futuro cinese per il Milan? Non ci credo, i cinesi sono complicati: vogliono comprare tutto e poi non comprano niente». Gliene scappa una delle sue: «Cinesi tutti appesi», ma si corregge subito: «Ben venga chi ha voglia di investire». Ancora: «Mancini ha fatto la lista della spesa per i giocatori? Mihajlovic non lo farebbe mai...E a Moratti il calcio deve molto, ha messo più di un miliardo. Cosa darò io? Già ho dato la mia persona, ve pare poco? Nel calcio servono due cose: abolire le barriere e rispettare le regole». FUTURO TECNICO Dal pomeriggio in Gazzetta Ferrero si è concesso un paio di biscotti per merenda e un primo e un secondo per cena, coincisi con gli unici momenti in cui è rimasto in silenzio. Per il resto è un’esplosione di racconti e retroscena. Si è trattenuto solo sul futuro di
Massimo Ferrero, 63 anni, presidente della Sampdoria
Mihajlovic, descritto come persona amabile. Sinisa è stato di certo gentilissimo nel portare la Samp subito in zona Europa, difficile però che decida di replicare tanta cortesia. Qui Ferrero non si sbilancia, nemmeno dietro le quinte: «E che ve lo dico a voi cosa farà?». Ci dica allora chi prenderà al suo posto: «Ma via!». In onda parte il servizio sul cast allenatori, quelli destinati a battagliare per il ruolo da protagonista che ora è di Mihajlovic: «Donadoni per me è un eroe ma non potrà essere lui. Sarri? Chi? Ah, simpatico. Eto’o allenatore? Se l’ha fatto Lino Banfi! O magari alleno io: ho già la panchina a Villa Borghese». Altri accenni di futuro: «Dobbiamo sfoltire la rosa. Balotelli? Io lo prenderei, da noi tornerebbe quello vero. A Genova non avrebbe troppe pressioni, ora non ha fame, guadagna troppo. A pane e acqua tornerebbe un campione. Cassano invece lo amo ma ha perso il treno tanti anni fa con la Samp: è un talento naturale e degli atteggiamenti non me ne frega niente, però... ». GENOVA E PREZIOSI «La mentalità italiana è bigotta ma io non mollo: ho parlato dello stadio sul mare e sono stato preso in giro, pure da Preziosi...che mi ha detto: “Sul mare? Su Marte!” Ma la testa ti aiuta??? Ci guadagnerebbe pure lui. In Italia la mentalità è retrograda. La serietà è nel fare, non nel dire. Quello che ho detto io lo sto facendo: l’accademia a Bogliasco, per esempio». Genova con la «v» come puntualizza Ferrero è anche Genoa, senza «v»: «Preziosi è geloso perché è innamorato di me. Chi è più appassionato? Io soffro, quando perdo mi incavolo perché mi fa male lo stomaco. Una squadra di calcio è un’azienda fatta di ragazzi che devono avvertire la presenza di una guida, di un padre. Io vivo il quotidiano e per questo non sono d’accordo con il potere assoluto dato a Garcia: Pallotta deve stare là! Vi svelo una cosa carina: eravamo a tavola, quando abbiamo giocato con il Parma, e c’era Soriano, ragazzo introverso. Gli ho detto: “Rilassati che oggi segni”, e così è andata. Con il Milan ho fatto lo stesso. Sinisa mi ha detto: “Ma dove segna, alla playstation?!” E invece ha fatto due gol. E ora mettete un bel titolo in prima pagina...se no non vengo più!». © RIPRODUZIONE RISERVATA
aulo Sousa, primo contatto. Il domani blucerchiato è già iniziato. Se Mihajlovic ha ormai portato quasi a compimento la sua opera intrapresa quasi un anno e mezzo fa, e si prepara a congedarsi da Genova con la Samp in Europa (più o meno nobile, poco importa: sarà comunque un successo), il club vuole arrivare ai più presto possibile a scegliere l’erede del tecnico serbo. GOLEADA Per questo due giorni fa Riccardo Pecini, di professione scopritore di giovani talenti per la società blucerchiata, ma di fatto anche direttore sportivo del settore giovanile, ha seguito a Basilea la squadra di Paulo Sousa, vittoriosa per 5-1 in casa sullo Zurigo, per un primo contatto di persona con lo stesso Paulo Sousa. Nulla da dire sulle capacità tecniche del portoghese, che si è fatto una buona esperienza in giro per l’Europa, in vista di una qualificazione blucerchiata nelle coppe. Le perplessità, semmai, riguardano il fatto che mai il portoghese — sotto contratto con il club elvetico ancora per due stagioni — ha allenato nel nostro Paese. Un aspetto, questo, tutt’altro che da sottovalutare. ALTERNATIVE Ecco perché le altre piste «italiane» rimangono ancora apertissime. A cominciare da quella che porta all’ex Ventura: uomo di grande esperienza, molto stimato dalla piazza e adattissimo a guidare la Samp nel probabile ritorno in Europa. Gli altri papabili sono Mandorlini, Di Francesco (anche per lui la Samp ha già fatto un sondaggio), Montella e Iachini. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Paulo Sousa, 44 anni AP
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MARTEDÌ 14 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
cherà ai leader dello spogliatoio trainare il gruppo alla rinascita.
LA VOLATA PER L’EUROPA LEAGUE NAPOLI PT. 50 FIORENTINA PT. 49 SAMPDORIA PT. 49 TORINO PT. 43 MILAN PT. 42 GENOA* PT. 41 INTER PT. 41
31ª Cagliari
32ª SAMPDORIA
33ª Empoli
34ª MILAN
35ª Parma
36ª CESENA
37ª Juventus
38ª LAZIO
VERONA
CAGLIARI
Juventus
CESENA
Empoli
PARMA
Palermo
CHIEVO
CESENA
Napoli
VERONA
JUVENTUS
Udinese
LAZIO
Empoli
PARMA
Sassuolo
JUVENTUS
Palermo
EMPOLI
Genoa
CHIEVO
Milan
CESENA
Inter
Udinese
GENOA
Napoli
ROMA
Sassuolo
TORINO
Atalanta
Palermo
CESENA
Milan
Roma
TORINO
Atalanta
INTER
Sassuolo
MILAN
ROMA
Udinese
CHIEVO
Lazio
JUVENTUS
Genoa
EMPOLI
scarso buono ottimo STATO DI FORMA: *Una in meno. Domani il recupero GENOA-PARMA. In maiuscolo le partite in casa DIFFICOLTÀ:
facile
media
difficile CENTIMETRI
Fiorentina, faccia a faccia per salvare la stagione
1Ieri confronto tra Montella, squadra e proprietà (al telefono): dopo
i k.o. con Juve e Napoli, i viola a Kiev devono cambiare atteggiamento
Giovanni Sardelli FIRENZE
R
iempire anima e orgoglio per non svuotare le emozioni provate fino a una settimana fa. La doppia batosta contro Juve e Napoli, oltre a minare le certezze di una squadra parsa grande per buona parte della stagione, si porta dietro un record negativo: persi due obiettivi in sei giorni. Ufficiale l’addio alla
Coppa Italia, quasi la rincorsa al terzo posto. Per questo Montella ieri ha lavorato sulla testa dei suoi calciatori. Giovedì in Ucraina contro la Dinamo Kiev servirà un’altra Fiorentina. Per salvaguardare l’Europa League, traguardo primario della stagione. TOCCA AI LEADER Dalla proprietà alla dirigenza, passando per lo staff tecnico, nessuna voglia di gettare tutto a mare. Inutile quindi aumentare
tensioni o accusare i singoli. Necessario invece toccare le corde giuste per restituire carica agonistica e autostima al gruppo. Lo 0-3 patito contro la Juventus ha lasciato più scorie del previsto. Problema mentale. Psicologia complessa che porta una squadra a svuotarsi di energie nel giro di pochi giorni. Logico quindi il confronto ieri alla ripresa degli allenamenti tra il tecnico e la rosa viola. Fiducia totale nella reazione da parte di tutti. Toc-
Vincenzo Montella LAPRESSE
SORPRESA NEGATIVA Anche la proprietà si è fatta telefonicamente sentire con tutte le parti in causa. Toni? Propositivi. Questo filtra dall’ambiente gigliato. Con Juventus e Napoli si può perdere. Ma non così, serve un cambio di atteggiamento. Sei gol subiti, nessuno realizzato. Domenica non è arrivato nemmeno un tiro in porta. «Non mi è piaciuta la squadra e non mi piaccio nemmeno io, visto che non sono riuscito a motivare i giocatori», ha detto Montella dopo il 3-0 del San Paolo. Dopo il 4-0 contro la Lazio e lo 0-3 con la Juve il tecnico aveva comunque difeso i suoi. Due giorni fa è parso invece davvero sorpreso per quanto accaduto. INCIDENTI E CONTROLLI Ieri la Fiorentina ha presentato l’iniziativa che andrà in scena il prossimo 4 giugno. Il primo «Viola Party» organizzato per sostenere le attività di Dynamo Camp Onlus, il camp di terapia ricreativa strutturato per ospitare gratuitamente bambini e ragazzi malati. «Come si riparte dopo queste due sconfitte? Con le nostre armi ha detto il direttore generale viola Andrea Rogg -. Ovvero la serietà, il lavoro e le capacità che tutto il gruppo ha sempre dimostrato. Non siamo contenti per queste due sconfitte ma le cataloghiamo come incidenti di percorso». Ieri nuovo controllo eseguito sul ginocchio di Giuseppe Rossi. Escluse infiammazioni serie, ma poca voglia di affrettare il rientro. Se dovesse farcela in questa stagione, bene. Altrimenti arrivederci alla prossima. © RIPRODUZIONE RISERVATA
LA GUIDA In corsa anche due ucraine e i detentori Giovedi (ore 21.05) si giocano le gare di andata dei quarti di finale di Europa League IL PROGRAMMA Siviglia (Spa)-Zenit San Pietroburgo (Rus) Bruges (Bel)-Dnipro (Ucr) Dinamo Kiev (Ucr)-FIORENTINA (diretta Premium Calcio 1, Premium Calcio HD 2) Wolfsburg (Ger)-NAPOLI (diretta Canale 5) Le gare di ritorno giovedì 23 aprile (ore 21.05) LE DATE Le semifinali si giocheranno il 7 e 14 maggio (sorteggio il 24 aprile), la finale a Varsavia (Stadion Narodowy) il 27 maggio. DETENTORI Il trofeo è detenuto dal Siviglia dopo la finale vinta ai rigori l’anno scorso a Torino contro il Benfica. la squadra spagnola è tuttora in corsa nella manifestazione. PASS PER LA CHAMPIONS Per la prima volta, quest’anno, la vincente dell’Europa League prenderà parte alla prossima edizione della Champions League LE ITALIANE Ancora nessun successo italiano nell’Europa League. Quando si chiamava coppa Uefa, l’ultima a vincere fu il Parma, nel 1999
Emery, tecnico del Siviglia, con l’Europa League 2014
VERONA
DOMANI IL RECUPERO
Setti, missione in Albania per cercare club satellite
Il Parma trova nuovi fondi Col Genoa hotel sulla maglia
● Si rinsalda in salsa calcistica l’asse Italia-Albania. Il presidente dell’Hellas Verona, Maurizio Setti, è sbarcato domenica mattina, dopo aver assistito all’incontro fra la sua squadra e l’Inter, a Tirana e in serata ha incontrato Armando Duka, presidente della Federcalcio albanese. Un summit che può far partorire una importante sinergia. Il numero uno gialloblù sta, infatti, trattando l’acquisizione di un club della massima serie albanese, alla quale partecipano quattordici formazioni. Un movimento calcistico in notevole espansione come testimoniano i brillanti risultati conseguiti ultimamente dalla Nazionale allenata da Gianni De Biasi nelle qualificazioni per Euro 2016 e che potrebbe permettere ai veronesi di avere una società satellite estera, dove scovare nuovi talenti prima che spicchino il volo verso i campionati più importanti. Un’opportunità che potrebbe favorire anche scambi commerciali fra le due nazioni. Un modello, quello della società satellite, sempre più in ascesa nel nostro calcio e già perpetrato con buoni risultati dall’Udinese con Granada e Watford e dallo Spezia tramite il Rijeka. Gli approcci fra Setti e Duka sarebbero stati, decisamente, positivi e da parte del numero uno del calcio albanese c’è la massima disponibilità nei confronti di un insediamento dell’imprenditore emiliano. Nicolo Schira
● Il Parma sta preparando la trasferta di domani, quando al Ferraris, alle 18, affronterà il Genoa. Se si parlasse di calcio giocato si punterebbe sull’assenza di Mendes in difesa e sul rientro dell’ex Lucarelli. Ma la vera notizia è che i curatori fallimentari Angelo Anedda ed Alberto Guiotto, hanno sottoscritto un accordo con Gsport, già legata alla società crociata: la gestione pubblicitaria della maggior parte degli spazi disponibili allo stadio Tardini fino al termine del campionato, frutterà 870.000 euro. Ma non è tutto: domani sera il Parma sarà ospite dell’Hotel Due Mari di Sestri Levante, che diventa così terzo sponsor di maglia per la gara col Genoa.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
QUI GENOA Gasperini può preparare la sfida disponendo di un’ampia scelta. Solo Perin, Tino Costa e Ariaudo sono indisponibili, mentre Rincon sembra aver recuperato dopo l’affaticamento accusato con il Cagliari. Ieri il tecnico ha fatto svolgere un intenso programma tecnico-tattico di un’ora e mezza. Oggi, a porte chiuse, curerà i particolari del confronto. Non è probabile che Gasperini si affidi ad un turn over ampio. Potrebbero esserci alcuni avvicendamenti a centrocampo e il ritorno in attacco di Borriello.
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LA CURIOSITÀ
Addio ai 5 stelle Lo strano ritiro tra acqua fredda e cene a domicilio 1Azzurri di base
a Castel Volturno: playstation e pc i diversivi, i pasti si fanno insieme Gianluca Monti NAPOLI
La gioia di Jose Callejon, 28 anni, e Marek Hamsik, 27, dopo la rete segnata dal capitano contro la Fiorentina su assist dello spagnolo GETTY
Hamsik-Callejon ritrovati Napoli d’attacco in Europa
1La vittoria con la Fiorentina ha ridato fiducia a Benitez e riportato
al gol il capitano e lo spagnolo: adesso si cerca il bis contro il Wolfsburg Mimmo Malfitano NAPOLI
S
erve equilibrio, certo. Ne hanno discusso tra di loro, i giocatori, ieri pomeriggio, ritrovandosi a Castelvolturno per riprendere il ritiro interrotto per una sola notte. Equilibrio, perché non può bastare la vittoria ottenuta contro la Fiorentina per cancellare le delusioni degli ultimi due mesi. Al di là del risultato, la squadra ha saputo rispondere alle sollecitazioni dell’ambiente ed alla punizione impostale da Aurelio De Laurentiis, che l’ha reclusa nel resort adiacente il centro sportivo. Una prestazione determinata, per impegno e gioco, caratterizzata dal ritorno al gol di Marek Hamsik (ultima rete all’Inter l’8 marzo scorso) e di José Maria Callejon (non segnava dal 6 gennaio, a Cesena) che hanno saputo riaccendere l’entusia-
smo del San Paolo. PROSPETTIVA EUROPEA Momenti di calcio vero, che hanno riproposto la forza offensiva di questo Napoli, logorato dalle critiche e dalle polemiche interne e che ha avuto poco tempo per riflettere sugli ultimi eventi essendoci l’impegno di Europa League alle porte. Domani, si parte per Wolfsburg, dove si giocherà la gara d’andata dei quarti di finale. L’impegno è tosto, come conferma l’ottimo rendimento e la continuità nei risultati che sta avendo il club tedesco in Bundesliga. Ma il collettivo napoletano non ha alternative, deve provare a superare il turno per cercare di raggiungere la finale, l’obbiettivo del momento, dopo il crollo in campionato e l’eliminazione dalla Coppa Italia. SUPER ATTACCO Allora, Rafa Benitez avrà bisogno dei suoi giocatori migliori, di quella fa-
I PUNTI CRUCIALI
Higuain può essere la chiave per sfondare la difesa dei tedeschi: la semifinale passa da qui La scossa che attendeva De Laurentiis è arrivata, ma non basta un successo per cancellare 2 mesi no se offensiva tra le più forti in Italia e, probabilmente, anche in Europa League. Aver ritrovato le reti di Hamisk e Callejon, aver potuto constatare le ottime condizioni fisiche di Mertens, in gol contro la Fiorentina, e sapere di poter contare su Gonzalo Higuain, rende il progetto europeo appetibile e, perché no?, alla portata. Proprio in Europa, Napoli ha potuto ammirare il miglior Pipita, l’attaccante che non perdona e che trasforma in gol
ogni pallone che transita dalle sue parti. E’ accaduto negli ottavi, con la Dinamo Mosca, annientata al San Paolo da una sua tripletta che ha anestetizzato il ritorno in Russia. Ed è a lui che Benitez affiderà, giovedì, il compito di tenere in piedi le ambizioni della squadra. Segnare un gol a Wolfsburg potrebbe aprire alla svolta. INIBITO DE LAURENTIIS La rabbia sfogata negli spogliatoi, dopo la semifinale di Coppa Italia, è costata a Aurelio De Laurentiis l’inibizione fino al 20 aprile per «avere proferito reiteratamente frasi blasfeme». Lo ha deciso il giudice sportivo che l’ha inibito «a svolgere ogni attività in seno alla Figc, a ricoprire cariche federali ed a rappresentare la società nello stesso ambito federale». L’infrazione è stata rilevata dai collaboratori della Procura federale. © RIPRODUZIONE RISERVATA
I
l ritiro non è mai piaciuto ai calciatori, ma piace ancor meno a quelli del Napoli – che non erano mai stati abituati nell’era Benitez a questa forma di clausura– e alle mogli e fidanzate che non hanno mancato di rimarcarlo anche nell’immediato post partita con la Fiorentina, quando è stato deciso di concedere una serata in famiglia ad Hamsik e compagni. Da ieri pomeriggio, però, sono di nuovo tutti a Castel Volturno, dove si sono anche allenati. LA CENA NON È SERVITA Vicino al centro sportivo del Napoli (il club non è proprietario della struttura), c’è l’albergo che ospita la squadra in questi giorni. La città, Napoli, è lontana circa 45 chilometri dal Marina di Castello resort, che non fa più parte da qualche tempo di una catena alberghiera che aveva puntato molto sul golf (un campo da 18 buche circonda quelli di allenamento del Napoli). La struttura sta provando a rilanciarsi dopo un periodo difficile, ma qualche problema (elettricità e acqua calda) i giocatori lo hanno riscontrato e così per questo ritiro si era anche pensato di emigrare in città, in uno dei lussuosi hotel del lungomare. Poi, però, si è preferita la comodità della vicinanza alla sede operativa del club (ieri
Di Bello si scusa: «Ero sicuro del non gol» 1L’addizionale si è perso la rete di Higuain
e starà fermo un turno. Non ha cercato alibi con il designatore Messina: «Ho visto male»
Francesco Ceniti
M
ettiamola così: ci sono stati lunedì migliori. Ieri l’umore del designatore Domenico Messina era tendente al nero. Un fine settimana da dimenticare per la squadra arbitrale, diversi errori e soprattutto la svista più mediatica che ci sia: un gol non visto. L’unica consolazione è non aver influito sul risultato di Napoli-Fiorentina. Insomma, poteva andare peggio. Non sono previsti particolari sospensioni per Di Bello (l’addizionale che si è perso la rete di Higuain): dovrebbe saltare un turno per evitare possibili contraccolpi, ma presto lo rivedremo in campo.
LE SCUSE Il fischietto di Brindisi ha chiesto scusa a Messina. E non ha cercato alibi: «Ero convinto di aver visto giusto. Per me il pallone aveva toccato la linea. Non so come sia potuto accadere, ma ero certo della mia decisione. Mi dispiace anche per Damato (l’arbitro centrale, ndr), lui si è fidato di me. Io in diretta l’ho rassicurato, poi...». Nell’intervallo le prime avvisaglie, con i dirigenti del Napoli a spiegare che la tv aveva mostrato il pallone dentro. A simili scene, però, gli arbitri sono abituati e le ignorano per non farsi condizionare. Il mondo è crollato addosso a Di Bello a fine partita, quando la conferma del gol non visto è arrivata dall’osservatore. «Possibile...», ha far-
fugliato l’addizionale che il sabato di Pasqua era stato perfetto nella valutazione sul rinvio di Balzano: il pallone calciato da Keita non aveva superato la linea. A Napoli è andata in modo diverso, ma i vertici arbitrali sanno bene che quando la velocità del tiro è vicina ai 100 chilometro l’ora, l’occhio umano è sempre perdente. In quel caso si tratta di una specie di testa o croce. BENVENUTO OCCHIO DI FALCO Ecco perché Messina e la squadra degli arbitri ha iniziato un liberatorio conto alla rovescia: l’introduzione della tecnologia è benvenuta anche dai fischietti. Perché privarsi di un simile alleato quando le polemiche sul gol fantasma rischiano di avvelenare il campionato? Non solo, dalle parti dell’Aia sono convinti che gli addizionali sgravati da un compito quasi impossibile, potranno concentrarsi su cose più uma-
Il pallone calciato da Higuain supera la linea: per Di Bello non è gol
ne: trattenute, falli di rigore, colpi proibiti. Su questi episodi devono incidere ed aiutare chi dirige la gara. L’obiettivo è ridurre gli errori, eliminarli è impossibile. La combinazione Occhio di falco più giudici di porta potrebbe andare in scena nel prossimo campionato di A
RVertici arbitrali
neri per gli errori: nel mirino anche il rosso a Novaretti e il rigore al Verona
L’entrata dell’hotel che ospita il Napoli
si è visto l’agente di Gargano, Alessandro Lucci, oggi arriverà Vargas da Londra per un consulto medico) e ai campi da gioco, anche se mercoledì sera dopo il match con la Lazio la cucina dell’albergo era chiusa e i calciatori hanno chiamato un ristoratore amico della zona per farsi portare qualcosa da mangiare. PATTO A TAVOLA Al Marina di Castello Resort ci sono una bella Spa e una piscina all’aperto, ma i calciatori non pare ne abbiano approfittato. Si vedono poco, passano tanto tempo nelle stanze, tra computer e playstation. Il biliardo è l’unico diversivo che fa un po’ ritiro Anni 80. Come spesso accade, si finisce con lo stare tutti insieme durante i pasti. Benitez ha fatto allestire pure una sala colazione all’interno degli spogliatoi ed è a tavola che il Napoli si è compattato. Lo chef Salatiello è tra i migliori della Campania oltre a essere disponibile e cortese come tutto lo staff dell’albergo, che prova a difendere la privacy degli atleti dagli altri ospiti. Impresa non facile, come quella che attende gli azzurri a Wolfsburg. Si parte domani, dopo l’ennesimo giorno di ritiro. Se sarà l’ultimo lo scopriremo solo di ritorno dalla trasferta in Germania. © RIPRODUZIONE RISERVATA
(questa sembra essere l’intenzione di Figc e Lega), ma di sicuro sarà schierata in occasione della finale di Coppa Italia tra Juve e Lazio. Vedremo quali saranno gli effetti. ALTRE SVISTE A parte Higuain, ci sono altre situazioni non andate giù al designatore. In primis l’espulsione di Novaretti, giudicata un grave errore. Così come il rigore dato al Verona ha fatto storcere il naso a molti. Più complessa la discussione sul penalty concesso alla Roma: dal campo e a velocità normale era molto complicato capire la dinamica dell’azione con De Rossi che cerca Moretti. Ecco perché la decisione di Irrati (avallata da Mazzoleni, coperto dal difensore del Torino) è stata accettata. Il designatore chiederà al suo gruppo maggiore attenzione in area anche sulle trattenute. Domani, intanto, ha affidato il recupero Genoa-Parma a Gavilucci della Can B. Sperando che le motivazioni lo portino a fare un bella prestazione. Sarebbe un buon modo per mettersi alle spalle il lunedì nero. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Serie A R L’intervista
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fNUOVI PROGETTI
SALVEZZA AL SICURO
Zamparini rilancia «Il nuovo Palermo sarà come la Juve» 1Il presidente si prepara al post Dybala: «Ne prenderò sei. In difesa punto a Duarte per farlo giocare con Gonzalez. Iachini ha chiesto di restare sino al 2018: accordo vicino» Francesco Caruso PALERMO
I
NON È DETTO CHE VAZQUEZ VADA VIA. SUCCEDERA’ SOLO SE ARRIVERA’ L’OFFERTA CHE RITERRO’ GIUSTA MAURIZIO ZAMPARINI PRESIDENTE PALERMO
l Palermo prepara la rivoluzione post dybaliana. Dopo il successo contro la «sua» Udinese, atteso 5 anni e mezzo (l’ultima vittoria era datata 25 ottobre 2009) il presidente Zamparini ha ospitato il tecnico Iachini nella sua bella villa in Friuli. E ieri mattina insieme al capo degli osservatori Gerolin ha gettato le basi per la squadra del prossimo anno, quella senza il duo argentino delle meraviglie: «E sarà un Palermo ancora più forte di questo», parola di Zamparini. Presidente, vuol dire che ha già in canna i sostituti di Dybala e Vazquez? «Non sono giocatori facilmente rimpiazzabili, ma qualcosa faremo e non sarà niente di banale. E poi non è detto che pure Vazquez debba andare via. Partirà solo se ci saranno i pre-
supposti ma senza l’offerta giusta rimane con noi, per la felicità di Iachini che lo ha lanciato e cresciuto e lo ritiene un vero uomo squadra» A proposito di Iachini, che domenica ha festeggiato 110 panchine in A: è pronto il prolungamento del contratto? «Il nostro accordo che scade nel 2016, prevedeva un opzione per il 2017 a nostro favore che eserciteremo. Lui vorrebbe anche quella per il 2018». E la avrà? «Ancora è prematuro, ma non ci saranno problemi fra noi». Il Palermo veniva da una flessione lunga 6 giornate, senza la quale forse potevate ambire ad un posto in Europa: ci sperava? «Altro che! Con il ritmo dei mesi precedenti potevamo mirare al quarto posto. Tutta colpa delle vicende Munoz (passato poi alla Samp, n.d.r.) e Barreto (che non ha rinnovato, n.d.r.) e
Maurizio Zamparini, 73 anni, stringe la mano a Giuseppe Iachini, 50, suo allenatore dal 25 settembre 2013 GETTY
delle voci di mercato che hanno distratto molti giocatori».
stituire la coppia di centrali del Costarica con Gonzalez».
Quanti pezzi ci vorranno per costruire il nuovo Palermo? «Più o meno 6, un paio per reparto. In porta siamo coperti perché oltre a Sorrentino abbiamo Ujkani che è un ottimo portiere: si giocheranno il posto di titolare. In difesa rientreranno Struna (in prestito al Carpi, n.d.r.) che è diventato un terzino molto forte e Goldaniga (in prestito al Perugia, n.d.r.). Naturalmente prenderemo anche un pezzo da novanta, l’obiettivo è Oscar Duarte (del Bruges, n.d.r.) per rico-
A centrocampo stanno crescendo bene Quaison e Chochev: e poi? «Ci metterei anche Jajalo, sebbene non sia più un ragazzino. Poi ci sono Rigoni, Bolzoni, e inseriremo anche qui un paio di pezzi. Se va via Vazquez, rinunceremo al trequartista, giocheremo col 3-5-2 e dovremmo prendere due registi con la R maiuscola, per ripetere lo stesso gioco che attua la Juve. Pescheremo dal mercato sudamericano, ma non argentino che è diventato troppo caro».
Rimane l’attacco: finalmente vedremo Belotti titolare? «Certo, noi ci puntiamo, anche se il ragazzo deve maturare. Per arrivare al top gli servono altre 2 o 3 stagioni, Iachini ci sta già lavorando e anche in questo settore vedremo di prendere un paio di buoni elementi». Ci sarà un regalo per i tifosi? «Sì, un club con i conti a posto, solido e con un futuro assicurato. E il ritorno in Europa, magari questa volta proprio in Champions League». © RIPRODUZIONE RISERVATA
LA CRISI BIANCONERA
Udinese in ritiro a Gradisca Finché non si arriva a 40 1La decisione
di Pozzo senior. E il figlio Gino parla con Stramaccioni: deve invertire la rotta
Massimo Meroi UDINE
«T
utti sotto esame», aveva sentenziato la società domenica dopo la figuraccia bis (il seguito di quella di Parma) dell’Udinese contro il Palermo. E ancora tutti in ritiro, la decisione presa da Gianpaolo Pozzo risentito e deluso per come la squadra sta affrontando questo finale di stagione. La squadra da stasera alloggerà all’hotel Al Ponte di Gradisca d’Isonzo e farà la spola con lo stadio Friuli. «Non è un ritiro punitivo- le parole di Pozzo senior - ma un richiamo alla maggiore concentrazione. Ci resteremo fino a quando non avremo tagliato il traguardo dei 40 punti». Mentre il patron prendeva questa decisione, il figlio Gino si incontrava con il tecnico Andrea Stramaccioni (che poi ha fatto una puntata, guarda il caso, a Gradisca per la presentazione del torneo locale per le categorie Allievi), per fare un punto e cercare di ottimizzare il lavoro da qui alla fine del torneo. SUMMIT Il faccia a faccia tra Pozzo jr e Strama è durato un
Andrea Stramaccioni, 39 anni, alla prima stagione nell’Udinese ANSA
paio d’ore. Il dirigente ha esternato tutti i suoi dubbi e le perplessità sulla stagione della squadra che non è certo da zone alte (e la società lo sa ), ma nemmeno da 14° posto. Troppa discontinuità. Non sono mancate le novità positive: il cambio di ruolo di Allan, il rilancio di Piris, la scoperta di Wague. Troppo poco secondo Pozzo che ha chiesto a Strama di dare libero sfogo alle sue idee nelle ultime otto partite del campionato. Il tecnico ha un ottimo rapporto con Gino, l’uomo che l’ha scelto. Si è confrontato col dirigente ne ha compreso dubbi e perplessità e ha ammesso di essere il primo a sentirsi in discussione, anche se la società nelle settimane scorse ha avviato il discorso per il prolungamento del contratto. Adesso l’ex allenato-
re dell’Inter ha carta bianca per sciogliere i nodi: giocare con Di Natale unica punta o continuare ad affiancargli un secondo attaccante? Insistere su Guilherme in mezzo o rilanciare Bruno Fernandes? INDIFFERENZA La squadra riprenderà gli allenamenti questo pomeriggio dopo il lunedì di riposo. Al Bruseschi non dovrebbero arrivare gli ultrà. Domenica dopo il primo gol del Palermo la curva era andata giù pesante: «Non vincete, non uscite». Poi all’8’ della ripresa l’abbandono del loro settore aveva fatto pensare a una contestazione all’uscita che non c’è stata. E che non ci sarà nemmeno oggi. Silenzio e indifferenza regnano in Friuli. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Serie A R
MARTEDÌ 14 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
A TU PER TU CON...
CONTENUTO PREMIUM MILANESE «SARDO» Tommaso Giulini, 37 anni, titolare della Fluorsid, che ha sede in Sardegna, è alla guida del Cagliari dall’estate 2014
Giulini «IO NON MOLLO CAGLIARI FRAGILE MA A TESTA ALTA» L’INTERVISTA di MARIO FRONGIA CAGLIARI
«S
ia chiaro, non mollo. Ma voglio da tutti una piccola grande rivoluzione». Tommaso Giulini, atto primo. Il presidente del Cagliari avrebbe voluto festeggiare meglio i primi dieci mesi alla guida del club che ha appena brindato ai 45 anni dall’unico scudetto (1970. È andata. Si riparte da uno sguardo rigoroso al presente («Sono in ritiro con la squadra ad Asseminello»), il monito per un calcio pulito («Bello e senza violenza») e un assist per il futuro: «Credo nel progetto Cagliari Talents, una struttura con alla base i giovani sportivi sardi e al vertice gli atleti della Primavera». Ambizioso e deciso a sgombrare il campo dagli equivoci: «Dopo la vittoria dell’Atalanta salvarci è diventato difficile, ma non abbiamo nulla da perdere. Voglio una squadra spensierata che dia tutto. Fin da domeni-
ca contro il Napoli, in un clima sereno». Penultimi, 17 sconfitte, peggior difesa d’Europa. Che cosa succede? «Siamo psicologicamente fragili. Smettiamo di giocare, commettiamo errori banali alle prime difficoltà. Ma il momento degli alibi è finito, voglio vedere un altro calcio. A Genova, dopo i tre legni colpiti, non c’eravamo più con la testa. Pensiamo di essere sfigati e usciamo dalla gara. Il rosso a Niang non c’era, Russo e Guida hanno arbitrato bene. E hanno graziato due volte Dessena». Presidente, eppure la partita si era aperta bene. «Abbiamo proposto calcio offensivo. Ma giochiamo con troppa paura, scarsa lucidità, poca convinzione nei nostri mezzi e nel gioco di squadra chiesto da Zeman. Manca la mentalità vincente e assistiamo a pause e personalismi. Quando vedo Sau ed Ekdal, tra i nostri più forti, sbagliare stop
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IL PRESIDENTE: «SALVARSI È DIFFICILE, RIPARTIRÒ DAI MIEI ERRORI E SAREMO UN PUNTO DI RIFERIMENTO PER I GIOVANI TALENTI SARDI»
facili, capisco che la pressione è alle stelle. Sono perseverante, non mollo e non lo faranno neanche i calciatori». Cosa si rimprovera? «Mi assumo le mie responsabilità, imparo dai miei errori e riparto. Ripeto, niente alibi, arbitri, pali o cattiva condizione fisica. È bene che tutti riflettano sui propri errori. Io imparerò da certe decisioni mal ponderate che ho preso ma qui, dentro e fuori dal campo, tutti ragionino allo stesso modo. Chi non ci sta si tiri fuori subito». Come se ne esce? «Questo è il momento buono per ripartire, non abbiamo più nulla da perdere, se non la faccia. Va rigenerata la forza interiore del gruppo che servirà, se non altro, a girare a testa alta per le vie di Cagliari e impostare un futuro da squadra vera in qualsiasi categoria dalla quale ripartiremo. I giocatori onorino con serenità e lucidità la maglia che indossano. Arriva il Napoli, una sfida molto sentita dai nostri tifosi, che non meritano le GIOCHIAMO CON recenti delusioni». TROPPA PAURA, SCARSA Voltiamo pagina. Attenzione al territorio e ai tifosi: è anche questo il Cagliari dell’immediato futuro? «Sì. La squadra ha un enorme valore sociale per i cagliaritani e i molti sardi sparsi nel mondo. La situazione attuale ci responsabilizza sempre più: siamo legati alla Sardegna, mio padre ha fondato la Mineraria Silius e la Fluorsid che dà lavoro a 250 famiglie. Questa terra merita tanto, per questo stiamo allestendo una società giovane, trasparente e affidabile. Capace nel tempo di dare risposte ai tifosi ai quali chiedo di starci vicini fiduciosi. Gli obiettivi non cambiano e ho una voglia ancora più forte di costruire un grande Cagliari».
LUCIDITÀ, POCA CONVINZIONE NEL GIOCO CHIESTO DA ZEMAN SU ZEMAN ALLENATORE DEL CAGLIARI
BERETTA HA ALLENATO IN A, IN B E NEI SETTORI GIOVANILI. HA VISTO LE STRUTTURE, LA DIREZIONE È QUESTA
Da qui nasce il format sul calcio SU BERETTA giovanile? IN FUTURO A CAGLIARI? «Anche. Abbiamo creato l’Academy, che sposa identità territoriale e una rete di club affiliati e centri di formazione, per far emergere i giovani talenti in un ambiente supportato da CagliariLab senza il trasferimento dei più promettenti ad Asseminello. Più avanti saranno ospiti nelle nostre strutture per il programma Advanced, supportati per lo studio e monitorati da tecnici, tutor e psicologi. Un percorso di pregio, meditato e coerente che condurrà i migliori all’area Pro, tra Primavera e prima squadra». Il tutto con Mario Beretta al timone? «Il progetto necessita di forti investimenti, filosofie affini e condivisione nel tempo. Beretta ha visto le strutture e si è reso conto del percorso e delle realtà locali. Ha esperienze in Serie A e Serie B, e in grandi settori giovanili. Ci dobbiamo risentire, ma la direzione è questa». © RIPRODUZIONE RISERVATA
LA STORIA
«Mi hanno sparato, però ho visto Zeman lo stesso» 1Stefano Verna, commercialista
di Giulini e dei rossoblù, è rimasto ferito nella tragedia del Tribunale a Milano: «Sono ex interista, ora tifo solo Cagliari» Francesco Velluzzi MILANO
«S
abato ho visto il Cagliari sul divano di casa. Ma l’ho visto. Avevo chiesto tre biglietti, per me e per le mie figlie, Camilla ed Elisabetta (avute dalla moglie Michela, con lui nella foto). Ma a Genova non ci sono potuto andare». Adesso Stefano Verna, da 7 anni commercialista di Tommaso Giulini, è sollevato. Ieri, munito di stampelle, è tornato nello studio a
due passi dal Tribunale di Milano dove giovedì ha rischiato di perdere la vita nell’assurda tragedia in cui Claudio Giardello ha ucciso tre persone. L’imprenditore fallito ha sparato anche a Verna, colpendolo al piede e alla coscia. Si rivolse allo studio Verna anni fa, ma fu abbandonato: «Ero sicuramente nella sua black list – dice Verna –, eppure non lo vedevo e non lo sentivo da 9 anni, da quando smettemmo di assisterlo perché era diventato un personaggio impossibile da gestire. Se mi avessero chiamato
prima a testimoniare, non saremmo qui a parlare». I telefoni del commercialista squillano in continuazione. «Da quando mi è successo quel che mi è successo qualunque dolore mi sembra lieve. E andare in studio già mi rilassa e mi conforta. Devo immediatamente lasciarmi alle spalle questa brutta storia». PASSIONE CALCIO Verna, ferito, sopravvissuto al massacro del Tribunale, segue Giulini anche nell’avventura calcistica al Cagliari. «Ero interista come Tommaso, ma adesso tifo solo rossoblù e non mi perdo una partita, allo stadio o in tv. E’ una famiglia il Cagliari e l’ho capito in questi giorni terribili. Mi hanno chiamato tutti: segreteria, marketing, dirigenti. Davvero carini. Purtroppo la squadra va male e salvarsi è di-
ventata davvero un’impresa. Una cosa che neppure Tommaso si sarebbe aspettato. Così come io non mi sarei mai aspettato che giovedì uno mi colpisse con una pistola. Ma sono sicuro che il presidente non mollerà fino alla fine. Lui è un duro e, se proprio dovesse succedere l’incredibile, si attrezzerà per risalire immediatamente. Crede in questo progetto, ha tante idee. Ha fatto già qualcosa di buono. È un imprenditore importante che sa prendere i rischi, scegliere le persone e anche far tesoro degli errori». Dicono che è taccagno e che per il Cagliari non ha messo tanti soldi per comprare calciatori di qualità. «Se non li avesse messi avrebbe tenuto Diego Lopez che costava poco e non avrebbe preso un allenatore come Zeman. Sicuramente è oculato, attento alle
spese, ma forse più a quelle extracalcistiche. Vuole mantenere i valori della società e ripartire veloce. Forse l’ha preso come un’iniziativa imprenditoriale ma il calcio è particolare. Chiaro, sta soffrendo, come sto soffrendo io perché questa esperienza ci sta prendendo tutti. È una stagione storta. Ma io che guardo i conti posso dirvi che il club, amministrato bene dall’ex proprietario Cellino, è sano e ha tante potenzialità».
TOMMASO NON È TACCAGNO, È OCULATO, SE NON AVESSE VOLUTO SPENDERE AVREBBE TENUTO LOPEZ STEFANO VERNA COMMERCIALISTA
DONSAH Il calciatore preferito di Verna è il 18enne centrocampista ghanese Donsah: «Da lui bisogna ripartire in ogni caso. È il futuro del Cagliari. Ha un carattere forte e un potenziale enorme. Ma io, come Tommaso, ci credo ancora e presto tornerò al S.Elia». © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Magic +3 R Campionato
MAGICAMENTE di MARCO GUIDI
MARTEDÌ 14 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Un’Atalanta acrobatica La salvezza in rovesciata
1 Denis imita Pinilla: quanti specialisti nella storia nerazzurra
Zampagna: «Per fare certe cose bisogna essere un po’ svitati...» 1
Guglielmo Longhi
R Stefano Mauri, 35 anni LAPRESSE
I DUE MAURI: SE IL +3 È QUESTIONE DI COGNOME
A
gli inizi degli anni Duemila furono gli Amoroso, curiosamente nella stessa partita. Parma-Fiorentina dell’1 ottobre 2000, in gol per i viola Christian e per i gialloblù Marcio. Nell’ultimo weekend è stata la volta dei Mauri. Il giovane José ha matato la Juve, il veterano Stefano ha dato il via alla goleada della Lazio sull’Empoli. Nei quindici anni di mezzo, è toccato tre volte ai Lucarelli, due volte agli Inzaghi, una ai Cossato, ai Filippini e ai Franceschini. Stiamo naturalmente parlando dei gol con lo stesso cognome nella stessa giornata. Un’eventualità che non capitava in Serie A dal 2006-07, quando i due fratelli Lucarelli andarono a segno entrambi nella 2a giornata, Alessandro con la maglia della Reggina e Cristiano con quella del Livorno. Sembra una banalità, ma è un evento non così comune. Sono tanti i cognomi che non sono ancora riusciti a comparire insieme nell’elenco dei +3 di giornata: Gonzalez, Rodriguez, Crespo, Rossi, Zapata solo per fermarci alla storia recente. Insomma, avere due Mauri in squadra non sempre conviene. Anche se stavolta... © RIPRODUZIONE RISERVATA
iccardo Zampagna, uno che ha sempre amato il mondo sottosopra, dice che forse è l’aria di Bergamo che porta a certi eccessi e che comunque uno la voglia di rischiare deve averla dentro. La salvezza in rovesciata. Quella di Denis domenica contro il Sassuolo e le due di Pinilla, l’1 febbraio contro il suo Cagliari, decisiva per la vittoria nei minuti finali e l’altra domenica contro il Torino, emozionante quanto inutile. Risultato: l’Atalanta acrobatica ha messo in tasca la salvezza portandosi a più 7 sulla terz’ultima, il Cesena. PREMIATA Questione di feeling, dunque. Perché questo è un gesto di rara bellezza che in casa Atalanta negli anni è diventata un’apprezzabile consuetudine. E questione di tecnica. Così la descriveva Luigi “Cina” Bonizzoni (compagno di scuola e amico di Gianni Brera), un maestro di calcio: «Per quanto riguarda il tiro in rovesciata, usato quando il giocatore è costretto a volgere le spalle alla porta, l’avvertenza principale è di cercare di imprimere al pallone una traiettoria tesa. Si tratta di una tecnica difficile, che richiede doti acrobatiche e di coraggio e che comporta il rischio di farsi male cadendo a terra. La sua efficacia consiste nell’imprevedibilità e nella rapidità di esecuzione». L’umile Zampagna, oggi commentatore tv, titolare di una tabaccheria a Terni e allenatore dilettante, ex di Atalanta e molte altre squadre come Siena, Ternana, Messina, Cosenza, Sassuolo e Vicenza, aggiunge: «Serve anche impegno, io finito l’allenamento mi fermavo mezz’ora, anche di più, per provare e riprovare. Ricordo che Mutti, stanco di vedermi in campo da solo e al buio, mi urlava sempre di andarmene a casa...». I sacrifici sono serviti: «In carriera credo di aver segnato una ventina di gol in rovesciata». Quello alla Fiorentina il 16 settembre 2007 è stato
CLASSIFICA SQUADRE
PT
JUVENTUS LAZIO ROMA NAPOLI FIORENTINA SAMPDORIA TORINO MILAN GENOA INTER PALERMO SASSUOLO CHIEVO UDINESE EMPOLI VERONA ATALANTA CESENA CAGLIARI PARMA (-3)
70 58 57 50 49 49 43 42 41 41 38 35 35 34 33 33 29 22 21 16
PARTITE
RETI
G
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N
P
F
S
30 30 30 30 30 30 30 30 29 30 30 30 30 30 30 30 30 30 30 29
21 18 15 14 13 12 11 10 10 10 9 8 9 8 6 8 6 4 4 5
7 4 12 8 10 13 10 12 11 11 11 11 8 10 15 9 11 10 9 4
2 8 3 8 7 5 9 8 8 9 10 11 13 12 9 13 13 16 17 20
57 58 41 50 43 38 35 44 40 46 42 36 22 33 30 36 26 28 35 24
15 28 22 37 34 31 32 37 34 37 44 45 31 41 36 54 41 53 58 54
CHAMPIONS PRELIMINARI DI CHAMPIONS EUROPA LEAGUE RETROCESSIONI
PROSSIMO TURNO
2
3
● 1 La rovesciata di German Denis, 33 anni, in Atalanta-Sassuolo: è il gol dell’1-0, finirà poi 2-1 con una doppietta del Tanque 2 L’acrobazia di Mauricio Pinilla, 31 anni, in Atalanta-Cagliari del primo febbraio scorso 3 Il gran gol di Riccardo Zampagna in Fiorentina-Atalanta del 16 settembre 2007 ANSA / OMEGA
5,54
● La media voto di German Denis, che ha segnato 6 gol in 29 gare. Nella scorsa stagione è arrivato a 13 in 37 partite. Il suo record è di 11 nel 2011-2012.
3
● I gol segnati in rovesciata dall’Atalanta in questo campionato: due di Pinilla (con Cagliari e Torino) e uno di Denis, domenica con il Sassuolo.
premiato dall’Associazione calciatori come il più bello della stagione. «Il più difficile, in realtà, perché ho dovuto colpire da terra con una specie di pallonetto per scavalcare Dainelli. Ma il più spettacolare è stato il secondo nel derby col Brescia in B (il 29 aprile 2006, ndr), perché ero fuori area e ho indirizzato il pallone, c’è stata preparazione. Un gol che a Bergamo tutti ricordano con piacere. E non posso dimenticare quello del 6 maggio 2006, Catanzaro-Atalanta 1-2: la partita della promozione in A». Quali sono gli specialisti di oggi oltre a Denis e Pinilla? «Il primo nome che mi viene in mente è Higuain, ma anche Zaza potrebbe regalarci qualche soddisfazione, perché per cercarsi certi rischi bisogno essere un po’ svitati come me. In senso buono». ANCHE LORIA E poi ci sono gli altri atalantini acrobatici. Co-
SABATO 18 APRILE SAMPDORIA-CESENA ore 18 JUVENTUS-LAZIO ore 20.45 DOMENICA 19 APRILE, ore 15 SASSUOLO-TORINO ore 12.30 CHIEVO-UDINESE EMPOLI-PARMA PALERMO-GENOA ROMA-ATALANTA CAGLIARI-NAPOLI ore 18 INTER-MILAN ore 20.45 LUNEDÌ 20 APRILE, ore 20.45 FIORENTINA-VERONA
(1-1) (3-0) (1-0) (1-1) (2-0) (1-1) (2-1) (3-3) (1-1) (2-1)
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me Cristiano Doni. Il sito Bergamo post indica le sue rovesciate contro il Parma (29 ottobre 2006), il Messina (10 dicembre 2006) e il Brescia (2 aprile 2000) tra le dieci più belle della storia nerazzurra. Come quella di Fausto Rossini che volando nel cielo di San Siro ha punito il Milan il 2 marzo 2003: Atalanta in vantaggio 3-0 e poi raggiunta dopo una rimonta incredibile. Come quella del sorprendente Simone Loria, difensore dai piedi ruvidi, protagonista di una bicicletta pazzesca nel 2-2 a Verona contro il Chievo il 19 novembre 2006. Era stato un anno di grazia per l’Atalanta acrobatica: una lunga serie di prodezze d’autore e la sorpresa finale con l’ottavo posto. Stavolta l’obiettivo era di più basso profilo, ma salvarsi rovesciando il mondo può regalare brividi inattesi.
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© RIPRODUZIONE RISERVATA
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TACCUINO GIUDICE SPORTIVO
Sedici squalificati in Serie A Sedici i giocatori fermati per un turno in A: Biava e Cigarini (Atalanta), Crisetig (Cagliari), Carbonero (Cesena), Brozovic e Guarin (Inter), Ogbonna (Juventus), Cavanda e Novaretti (Lazio), D. Lopez (Napoli), Mendes (Parma), De Rossi e Manolas (Roma), Missiroli (Sassuolo), El Kaddouri (Torino), Guilherme (Udinese). Ammende alla Lazio (15mila euro per discriminazione territoriale) e al Parma (3 mila per lancio di bottigliette in campo).
COPPA ITALIA
Morata e Marchisio: niente finale Niente finale con la Lazio per Marchisio e Morata della Juve. che sono stati squalificati con
Albiol (Napoli) e Fernandez (Fiorentina) per un turno di Coppa Italia. Ammende per Fiorentina (15mila euro per cori contro Scirea) e Napoli (10mila per uso di laser sugli spalti).
PRIMAVERA
Le date della finale di Coppa Italia Si giocheranno all’Olimpico di Roma il 24 aprile alle 17.30 e l’1 maggio alle 18.15 le finali di Coppa Italia Primavera tra Roma e Lazio.
EX INTER
Cordoba, 10 anni per i bambini Ivan Ramiro Cordoba, eroe del Triplete ed ex team manager dell’Inter, ha presentato la festa per il 10° anno della «Fundacion Colombia te quiere ver» che aiuta i bimbi del suo paese. Presente Javier Zanetti. La serata si svolgerà il 18 maggio.
Magic +3 R Campionato
30a GIORNATA
CLASSIFICA SETTIMANALE POS. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20
NOME PARTECIPANTE PICHIERRI MARCO CORNALBA MARCO COSTANTINO GIUSEPPE PISOTTA NINO GORTAN SIMONE CELANI GIANLUCA SANTORO LUCIA SCASSEDDU MATTEO PANE PIERO BARBIERI SIMONE SANTORO LUCIA PICHIERRI MARCO CANNIZZARO DANIELE FABRIZIO CHINAGLIA ACQUAROLI PAOLO ANZALONE GIUSEPPE DOLCETTI ANDREA PICHIERRI MARCO SCASSEDDU MATTEO
PROV. TA MI RC AQ UD EN PU AN TA NA AL AN TA MI VB MC LC FE TA TA
SQUADRA MARCHESTER UNITED 50 MOTOPOMPA INTER-NAPOLI VAMOS 13 !!! PAULARSENAL PROVA3 ELYAURY I 5 ILARIA APERTURA 18 MISTA INTER-PALERMO ROSSO SERRAVALLE UNITED ILARIA APERTURA 5 MARCHESTER UNITED 100 INTERAPOLI BOMBETTA_8 KYRA 15 SOFIAGIO MONGREL MARCHESTER UNITED 101 MISTA INTER-GENOA
PUNTI 99,0 98,5 97,5 97,0 96,5 96,0 95,5 95,5 95,5 95,0 95,0 95,0 95,0 95,0 95,0 95,0 94,5 94,5 94,5 94,5
CLASSIFICA GENERALE POS. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20
NOME PARTECIPANTE PAUSELLI LUCA RUSSO FRANCESCO MILO LUCA DELAIDINI DUILIO PAUSELLI LUCA PRATICI FRANCESCO SPIONE FLAVIO RECCHI STEFANO RUSSO SALVATORE BIANCOFIORE DONATELLO TRAVAGLINI ANDREA ROSSI ROBERTO PEDRINI DAVIDE GIAMBINI VITTORIO PATARI LUIGI RUSSO GIUSEPPE REMIGI BRUNO RABBIA MARCO RUSSO GIUSEPPE SPIONE FLAVIO
PROV. PG NA NA BS PG MS RM PG CE BA BO BS VA MI AV CL PG TO CL RM
SQUADRA BLIBLI S1 I PEZZETTONI 11 LUIGI O' CAPITAN 94 DODO'S BROTEHERS BLIBLI U GAVEDO 4 COACHFLA212 STEFCIN 57 BOB8 SEREDONA LAF 196 TEROLDEGO 2 BEAND14 G & D TEAM 28E FLASH 16 LUIGI40 TEX DEL LAF GEN 24 WHISKY183 ATLETICO DAN.ANN.ALI TEX DEL LAF GEN 03 COACHFLA34
PUNTI 2247,0 2239,5 2238,5 2235,0 2233,5 2233,0 2232,0 2232,0 2231,0 2231,0 2229,0 2228,5 2228,5 2225,0 2224,5 2224,0 2222,5 2222,0 2222,0 2222,0
PORTIERI CODICE GIOCATORE 101 ABBIATI (MIL) 102 AGAZZI (MIL) 103 AGLIARDI (CES) 104 ANDUJAR (NAP) 105 AVRAMOV (ATA) 175 BAJZA (PAR) 106 BARDI (CHI) 107 BASSI (EMP) 109 BENUSSI (VER) 110 BERISHA (LAZ) 111 BERNI (INT) 112 BIGGERI (EMP) 113 BIZZARRI (CHI) 114 BRESSAN (CES) 115 BRKIC (CAG) 116 BUFFON (JUV) 117 CARBONI (CAG) 118 CARRIZO (INT) 171 CASTELLAZZI (TOR) 119 COLOMBI (CAG) 120 COLOMBO (NAP) 121 CONSIGLI (SAS) 122 CRAGNO (CAG) 124 DE SANCTIS (ROM) 168 DIEGO LOPEZ (MIL) 126 FREZZOLINI (ATA) 176 FRISON (SAM) 127 FULIGNATI (PAL) 130 GOLLINI (VER) 131 HANDANOVIC (INT) 132 IACOBUCCI (PAR) 177 ICHAZO (TOR) 166 KARNEZIS (UDI) 134 LAMANNA (GEN) 135 LEALI (CES) 136 LOBONT (ROM) 137 LUPATELLI (FIO) 138 MARCHETTI (LAZ) 165 MASSOLO (SAM) 170 MERET (UDI) 140 MIRANTE (PAR) 141 NETO (FIO) 143 PADELLI (TOR) 144 PEGOLO (SAS) 145 PERIN (GEN) 146 POLITO (SAS) 147 POMINI (SAS) 148 PUGGIONI (CHI) 174 PUGLIESI (EMP) 149 RAFAEL C.B. (NAP) 150 RAFAEL D.A. (VER) 172 ROMERO S. (SAM) 151 ROSATI (FIO) 152 RUBINHO (JUV) 153 SCUFFET (UDI) 154 SECULIN (CHI) 155 SEPE (EMP) 156 SKORUPSKI (ROM) 173 SOMMARIVA (GEN) 157 SORRENTINO (PAL) 158 SPORTIELLO (ATA) 160 STORARI (JUV) 161 STRAKOSHA (LAZ) 162 TATARUSANU (FIO) 164 UJKANI (PAL) 167 VIVIANO (SAM)
MAGIC PUNTI 0 0 0 6 0 0 0 0 0 7 0 0 6 0 4,5 0 0 0 0 0 0 4,5 0 5 5,5 0 0 0 0 10,5 0 0 2 6,5 3 0 0 0 0 0 7 2,5 5,5 0 0 0 0 0 0 0 3 0 0 0 0 0 1,5 0 0 5 5 5 0 0 0 5
MEDIA 5,12 0 4,83 4,93 0 6 5,25 3,25 4,36 5,06 0 0 5,5 0 4,27 6,02 0 4 0 2,67 0 4,71 3,82 5,46 4,93 0 0 0 4,75 5,45 4,38 0 5,02 6,75 4,25 0 0 5,13 0 6 4,38 5,18 5,14 0 5,46 0 5,5 6 0 4,57 4,29 5,4 0 0 6 6 5,08 4,25 6 4,68 5,13 5,33 0 4,56 0 5,38
MAGIC PUNTI 5,5 5 0 0 6,5 0 0 6,5 0 0
MEDIA QUOT. 6,03 6 6,25 11 5,27 3 0 3 5,5 8 5,38 6 5,53 4 5,46 5 5,83 4 5,79 4
QUOT. 4 2 4 1 1 1 4 4 6 7 1 1 15 1 7 25 1 1 1 1 1 16 4 22 15 1 1 1 1 23 1 1 15 1 11 1 1 19 1 1 16 13 14 4 20 1 4 3 1 10 4 4 1 1 3 1 15 1 1 16 15 1 1 6 1 14
CAMPIONATO MEDIA P. V. G. VOTO 9 -7 6 0 0 0 3 -4 6,17 7 6 -7 5,93 0 0 0 0 0 0 9 -15 6,17 4 -10 5,75 14 -22 5,96 8 7 -8 6,06 0 0 0 0 0 0 21 6 -16 6,29 0 0 0 13 6,5 -24 6,12 27 -13 6,42 0 0 0 1 -1 7 0 0 0 3 -8 5,5 0 0 0 28 6,5 -42 6,17 14 -26 5,68 28 6 -19 6,14 22 6,5 -30 6,26 0 0 0 0 0 0 0 0 0 2 -4 6,75 29 7,5 -36 6,29 5 -10 5,4 0 0 0 30 5 -41 6,28 5 6,5 -4 6,5 28 4 -49 5,84 0 0 0 0 0 0 23 -20 6,11 0 0 0 0 0 0 25 7 -44 6,04 22 5,5 -23 6,27 18 6,5 -18 6,06 0 0 0 26 -30 6,52 0 0 0 3 -3 6,5 0 0 0 0 0 0 23 -30 5,87 14 6 -28 6,07 10 -12 6,35 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 26 5,5 -26 6,15 2 -3 5,75 0 0 0 30 6 -44 6,17 30 6 -41 6,36 3 6 -2 6 0 0 0 8 -11 6,19 0 0 0 21 6 -19 6,35
R. 0 0 0 0 0 0 2 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 1 0 0 1 0 0 0 0 4 0 0 1 2 2 0 0 0 0 0 1 0 1 0 1 0 0 0 0 0 1 1 0 0 0 0 0 0 0 0 2 0 0 0 0 0
ESPAMM 0/0 0/0 0/0 0/0 0/0 0/0 0/0 0/0 0/1 0/0 0/0 0/0 0/1 0/0 0/0 0/0 0/0 0/0 0/0 0/1 0/0 1/1 0/0 0/0 1/2 0/0 0/0 0/0 0/0 0/1 0/0 0/0 0/1 0/0 1/1 0/0 0/0 1/5 0/0 0/0 1/3 0/2 0/3 0/0 1/0 0/0 0/0 0/0 0/0 0/0 0/0 0/1 0/0 0/0 0/0 0/0 0/0 0/0 0/0 0/1 0/3 0/0 0/0 0/0 0/0 0/2
CAMPIONATO P. V. G. 18 5,5 0 24 5 3 15 0 0 0 0 0 27 6,5 0 16 0 0 20 0 0 26 6,5 0 6 0 0 8 0 0
R. 3 0 0 0 1 0 2 0 0 0
ESPAMM 0/2 1/6 0/4 0/0 0/8 0/3 0/4 1/5 0/0 0/2
DIFENSORI CODICE GIOCATORE 201 ABATE (MIL) 202 ACERBI (SAS) 203 AGOSTINI (VER) 204 ALBERTAZZI (MIL) 205 ALBIOL (NAP) 206 ALEX (MIL) 207 ALONSO (FIO) 208 ANDELKOVIC (PAL) 209 ANDREOLLI (INT) 210 ANTEI (SAS)
MEDIA VOTO 5,92 6,04 5,53 0 5,61 5,65 5,53 5,6 5,83 5,93
21
MARTEDÌ 14 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
211 ANTONINI (GEN) 212 ARIAUDO (GEN) 213 ASTORI (ROM) 214 AVELAR (CAG) 424 BAGADUR (FIO) 215 BALZANO (CAG) 216 BALZARETTI (ROM) 217 BARBA (EMP) 218 BARZAGLI (JUV) 219 BASANTA (FIO) 220 BASTA (LAZ) 221 BELLINI (ATA) 223 BENALOUANE (ATA) 227 BIANCO (SAS) 228 BIAVA (ATA) 229 BIRAGHI (CHI) 429 BOCCHETTI (MIL) 410 BOCHNIEWICZ (UDI) 230 BONERA (MIL) 231 BONUCCI (JUV) 232 BOVO (TOR) 398 BRAAFHEID (LAZ) 233 BRITOS (NAP) 234 BRIVIO (VER) 235 BUBNJIC (UDI) 236 BURDISSO (GEN) 237 CACCIATORE (SAM) 238 CACERES (JUV) 239 CAMPAGNARO (INT) 241 CANA (LAZ) 243 CANNAVARO (SAS) 244 CAPELLI (CES) 402 CAPUANO (CAG) 245 CASSANI (PAR) 246 CASTAN (ROM) 247 CAVANDA (LAZ) 248 CEPPITELLI (CAG) 249 CESAR (CHI) 250 CHERUBIN (ATA) 251 CHIELLINI (JUV) 253 CIANI (LAZ) 254 CODA (SAM) 255 COLE (ROM) 258 COSTA (PAR) 259 DAINELLI (CHI) 260 D'AMBROSIO (INT) 261 DANILO (UDI) 262 DAPRELA' (PAL) 263 DARMIAN (TOR) 264 DE CEGLIE (JUV) 265 DE MAIO (GEN) 266 DE SCIGLIO (MIL) 267 DE SILVESTRI (SAM) 268 DE VRIJ (LAZ) 403 DEL GROSSO (ATA) 433 DIAKITE (CAG) 271 DODO' (INT) 272 DOMIZZI (UDI) 405 DONKOR (INT) 274 DRAME' (ATA) 275 EDENILSON (GEN) 278 EMANUELSON (ATA) 414 EMERSON (PAL) 279 EVRA (JUV) 281 FEDDAL (PAR) 282 FELIPE (INT) 285 FREY (CHI) 286 GABRIEL SILVA (UDI) 287 GAMBERINI (CHI) 289 GASTON SILVA (TOR) 290 GAZZOLA (SAS) 411 GENTILETTI (LAZ) 291 GHOULAM (NAP) 292 GLIK (TOR) 293 GOBBI (PAR) 294 GONZALEZ ALE. (CAG) 417 GONZALEZ G. (PAL) 296 HENRIQUE (NAP) 297 HEURTAUX (UDI) 419 HOLEBAS (ROM) 298 HYSAJ (EMP) 300 IZZO (GEN) 301 JANSSON (TOR) 302 JONATHAN (INT) 303 JUAN JESUS (INT) 304 KONKO (LAZ) 305 KOULIBALY (NAP) 306 KRAJNC (CES) 307 LAURINI (EMP) 308 LAZAAR (PAL) 309 LICHTSTEINER (JUV) 310 LONGHI (SAS) 311 LUCARELLI (PAR) 312 LUCCHINI (CES) 313 MAGGIO (NAP) 314 MAGNUSSON (CES) 315 MAICON (ROM) 316 MAKSIMOVIC (TOR) 413 MANOLAS (ROM) 319 MARCHESE (GEN) 320 MARIO RUI (EMP) 321 MARQUES (VER) 399 MARQUEZ (VER) 322 MARTIC (VER) 324 MASIELLO (TOR) 426 MASIELLO A. (ATA) 428 MAURICIO (LAZ) 326 MESBAH (SAM) 327 MESTO (NAP) 328 MEXES (MIL) 329 MILANOVIC MILAN (PAL) 330 MOLINARO (TOR) 406 MONTELEONE (PAL) 331 MORAS (VER) 332 MORETTI (TOR) 333 MORGANELLA (PAL) 335 MUNOZ (SAM) 336 MURRU (CAG) 338 NAGATOMO (INT) 436 NATALI (SAS) 340 NICA (CES) 341 NOVARETTI (LAZ) 342 OGBONNA (JUV) 430 ORTIZ (PAL) 343 PALETTA (MIL) 404 PARENTE (GEN) 345 PASQUAL (FIO) 346 PASQUALE (UDI) 347 PEDRO MENDES (PAR) 348 PELUSO (SAS) 420 PERES (TOR) 349 PERICO (CES) 400 PIRIS (UDI) 352 PISANO E. (VER) 351 PISANO F. (CAG) 354 RADU (LAZ) 355 RAIMONDI (ATA) 356 RAMI (MIL) 357 RANOCCHIA (INT) 358 REGINI (SAM) 359 RENZETTI (CES) 421 RICHARDS (FIO) 360 RISPOLI (PAL) 362 RODRIGUEZ GON. (FIO) 363 RODRIGUEZ GUI. (VER) 364 ROMAGNOLI (SAM) 365 RONCAGLIA (GEN) 366 ROSI (FIO) 367 ROSSETTINI (CAG) 368 RUGANI (EMP) 371 SANTACROCE (PAR) 432 SANTON (INT) 372 SARDO (CHI) 373 SAVIC (FIO) 374 SCALONI (ATA) 375 SILVESTRE (SAM) 418 SOMMA (EMP) 376 SORENSEN (VER) 434 SPOLLI (ROM)
0 0 6 5 0 5 0 0 0 5 0 0 6 0 4,5 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 6,5 0 0 0 6 5 5,5 0 0 0 8,5 4,5 6,5 0 4,5 6 0 0 0 7 6,5 5 0 6 0 6 5 6 6 0 0 0 0 0 5,5 5,5 0 0 0 6,5 0 7,5 4,5 0 0 5 0 0 6,5 6 0 7 0 0 4,5 5 0 0 0 6,5 0 5,5 6,5 5,5 10 5 5,5 0 6 6 0 0 5 5,5 6,5 5 0 0 0 0 0 0 5 0 5 0 6 0 2,5 5,5 0 0 0 0 0 0 4 4,5 0 5,5 0 5,5 0 6,5 0 6,5 5 5,5 5 0 0 0 0 7 0 0 4 8 0 5,5 6 8 0 5,5 5,5 7 0 0 4 0 6,5 0 0 0
6,29 5 5,92 5,86 0 5,61 0 6,54 6 6,03 6,03 5,54 5,65 4,75 6 5,32 5,5 6 5,58 6,23 5,92 5,68 5,38 5,62 5,5 5,85 5,72 6,45 5,31 5,41 5,56 5,42 5,79 5,55 5,5 6,04 5,42 5,75 5,68 6 5,86 6 5,5 5,92 5,89 5,68 6,22 5,54 6,13 6,17 6 5 6,19 6 5,83 5,12 5,63 5,89 5 5,54 6,04 6,07 5,62 6,06 5,5 5,38 5,79 5,45 5,72 6 5,5 6,5 5,73 7,06 5,54 5,27 6,18 5,21 5,83 5,74 5,76 6,5 5,33 6,25 5,46 5 5,98 5,42 5,69 6,25 6,22 5,7 5,48 5,56 5,65 5,5 6,12 5,75 5,96 6,41 5,96 5,43 5,4 5,46 6 5,42 5,72 5,5 4,75 5,61 0 5,69 0 5,79 6,11 5,98 6,17 5,17 5,39 6 4,88 5 5,82 0 5,5 6 6,54 5,5 5,74 5,28 6,27 5,43 5,69 5,23 5,32 5,76 6,62 5,86 6 5,45 5,97 5,62 5,7 6,28 5,45 5,95 5,7 5,75 5,75 6,33 5,57 6,14 5,67 6 5,75 5,98 5,5 5,38 0
4 3 9 7 1 4 4 8 5 8 10 4 6 3 7 4 5 1 5 14 6 4 4 5 3 9 4 6 4 4 6 5 5 5 4 7 4 7 4 13 4 3 4 8 10 5 13 4 13 4 11 4 14 13 4 4 6 4 1 5 10 6 4 10 1 4 8 5 6 4 5 4 6 21 7 3 9 3 9 6 8 7 3 3 6 4 8 5 4 12 15 5 7 6 7 4 7 7 11 4 9 4 5 4 4 3 8 4 3 6 3 7 1 8 12 7 7 3 5 4 2 3 6 3 5 1 13 4 7 4 12 5 7 5 4 8 4 8 12 6 6 4 7 17 4 8 8 5 8 13 4 8 4 9 3 8 1 3 4
7 2 19 25 0 19 0 13 4 18 19 12 20 2 16 14 5 0 14 28 13 12 15 12 3 23 10 10 10 16 18 26 14 11 1 15 20 21 11 25 8 1 11 18 23 16 29 16 26 12 26 14 26 27 10 4 20 8 2 24 24 8 8 18 12 13 24 11 17 2 18 2 15 24 24 11 20 9 23 19 29 12 7 2 25 2 22 14 8 22 27 15 23 24 24 11 14 22 24 10 28 16 20 15 1 7 9 13 5 14 0 17 0 28 28 20 15 4 10 1 6 4 19 0 14 0 16 18 16 20 27 17 23 13 11 19 6 19 26 22 17 9 22 25 10 23 24 10 26 30 13 7 5 22 2 22 2 9 0
0 0 6 5 0 5 0 0 0 5 0 0 6 0 5,5 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 6,5 0 0 0 6,5 5 5,5 0 0 0 7 5 6,5 0 5 6 0 0 0 7 6,5 5,5 0 6 0 6 5 6 6 0 0 0 0 0 5,5 6 0 0 0 6,5 0 6,5 4,5 0 0 5 0 0 6,5 6,5 0 7 0 0 4,5 5 0 0 0 7 0 6 6,5 5,5 7 5 5,5 0 6 6 0 0 5,5 6 6,5 5 0 0 0 0 0 0 5 0 5,5 0 6 0 5 6 0 0 0 0 0 0 5 5 0 6 0 5,5 0 7 0 6,5 5 5,5 5 0 0 0 0 7 0 0 4 7 0 5,5 6 7 0 5,5 5,5 7 0 0 4 0 6,5 0 0 0
1 0 1 4 0 0 0 2 0 2 0 0 1 0 1 0 0 0 0 2 0 0 1 0 0 1 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 2 0 1 3 1 0 2 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 1 0 0 0 0 0 0 0 7 0 0 1 0 1 1 0 1 0 0 0 0 1 0 0 2 3 0 1 1 0 0 1 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 1 1 1 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 2 0 0 0 2 0 0 0 0 0 0 1 2 0 0 0 0 5 0 1 0 0 2 3 0 0 0 2 0 0 0 0 0
5,92 4,75 5,95 5,6 0 5,68 0 6,12 6,33 5,78 6,03 5,71 5,78 5,25 5,97 5,5 5,6 0 5,79 6,14 6,08 5,82 5,54 5,62 5,25 5,91 5,83 6,2 5,5 5,62 5,81 5,6 5,88 5,44 5,5 6,12 5,55 5,95 5,68 6,08 5,86 6 5,59 5,83 6,07 5,71 6,09 5,65 6,06 5,54 6 5,29 5,98 6,09 5,72 5,38 5,61 6 5,5 5,58 6 6 5,62 5,94 5,45 5,38 5,83 5,4 5,78 6 5,61 6,5 5,7 6,33 5,65 5,41 6,12 5,29 5,76 5,66 5,79 6,22 5,58 6,25 5,66 5 6,02 5,5 5,69 5,93 5,98 5,77 5,54 5,62 5,75 5,55 5,92 5,77 6,12 6,05 5,95 5,64 5,58 5,58 6 5,5 5,94 5,54 5 5,71 0 5,78 0 5,79 6,09 5,95 6,03 5,33 5,5 6 5,62 5,38 5,94 0 5,68 0 6,07 5,62 5,87 5,5 6,08 5,6 5,76 5,46 5,36 5,92 6,25 5,78 5,9 5,6 6,06 5,69 5,68 5,98 5,6 5,93 5,88 5,75 5,73 6,1 5,62 6,14 5,7 5,95 5,75 6,05 5,75 5,5 0
0 0 0 2 0 1 0 0 0 0 2 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 2 0 0 0 1 0 0 0 0 0 2 0 0 0 0 0 0 3 0 1 0 2 0 0 2 2 1 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 2 0 1 0 0 1 1 1 1 0 0 0 0 0 0 0 0 2 2 0 1 0 1 0 1 1 0 2 4 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 1 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 2 0 0 0 0 0 2 1 0 0 0 0 2 0 0 1 1 0 2 0 1 0 0 0 0 1 0 0 0
0/1 0/1 0/7 1/7 0/0 0/5 0/0 0/1 0/2 0/3 0/4 1/2 1/9 0/2 1/3 0/2 0/1 0/0 2/1 0/7 0/4 0/1 0/6 0/0 0/0 1/7 1/0 0/1 0/3 1/5 1/6 0/9 0/2 0/1 0/0 1/4 0/5 0/5 0/0 0/6 0/0 0/0 0/2 0/3 0/6 0/5 0/5 0/3 0/2 0/3 0/6 1/2 0/7 1/3 0/0 1/0 0/3 1/0 1/0 0/6 0/2 0/1 0/0 0/2 0/3 2/2 0/6 0/0 0/2 0/0 0/4 0/0 0/3 0/7 0/9 0/3 0/4 1/2 1/3 0/5 0/4 0/0 1/1 0/0 0/10 0/0 1/6 0/2 0/0 0/2 1/7 0/2 1/11 0/9 0/7 0/1 0/3 0/3 2/4 0/2 0/7 0/2 2/3 0/3 0/0 0/1 0/4 0/1 0/1 1/7 0/0 0/1 0/0 0/2 0/7 0/7 0/2 0/1 1/0 0/0 0/2 1/1 0/4 0/0 0/5 0/0 0/1 0/6 0/4 2/5 0/6 0/5 0/4 0/2 0/1 0/6 0/1 0/5 0/7 1/4 0/3 0/1 0/4 1/7 0/3 0/7 2/7 0/0 0/11 0/0 0/6 0/0 0/1 1/4 0/0 0/5 0/1 0/2 0/0
377 STENDARDO (ATA) 427 STRINIC (NAP) 431 TAMBE (GEN) 380 TERRANOVA (SAS) 381 TERZI (PAL) 382 TOMOVIC (FIO) 383 TONELLI (EMP) 384 TOROSIDIS (ROM) 435 UVINI (NAP) 386 VIDIC (INT) 388 VITIELLO (PAL) 389 VOLTA (CES) 390 VRSALJKO (SAS) 391 WAGUE (UDI) 422 YANGA MBIWA (ROM) 392 ZACCARDO (MIL) 394 ZAPATA C. (MIL) 395 ZAPPACOSTA (ATA) 396 ZUKANOVIC (CHI) 397 ZUNIGA (NAP)
6 5,5 0 0 0 0 4,5 0 0 6,5 6,5 0 0 5 0 0 0 6 6,5 0
6,12 5,71 6 5,67 5,54 5,81 6,36 5,79 0 5,53 6,05 5,44 6,11 6,5 5,62 7,5 5,59 6,33 6,02 5,75
10 6 4 4 5 7 11 6 2 8 6 4 10 7 6 4 4 11 10 4
20 7 1 9 13 18 23 14 0 17 11 18 19 9 22 2 11 24 25 7
6 6 0 0 0 0 4,5 0 0 7 6,5 0 0 5 0 0 0 6 6,5 0
2 0 0 0 0 1 4 1 0 1 0 0 0 2 0 1 0 3 2 0
5,92 5,64 0 5,67 5,62 5,69 5,95 5,79 0 5,56 6,1 5,62 6,14 5,83 5,67 6 5,82 5,96 5,96 5,42
0 1 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 3 0 1 0 1 1 2 2
0/4 0/1 0/0 0/0 0/2 0/4 2/2 1/4 0/0 1/5 0/1 1/4 1/5 0/3 0/4 0/0 1/1 0/3 0/5 0/0
MEDIA VOTO 5,71 6,02 6,05 5,9 5,92 5,54 5,82 0 6,19 5,94 5,83 5,85 5,5 6,17 6,35 5,85 5,95 5,84 6,13 5,96 6,3 5,77 4,5 5,89 5,88 5,95 6,4 5,4 5,81 5,95 6 0 6 5,94 6 5,97 5,96 5,77 6 5,72 5 5,95 5,75 5,73 6,19 5,8 5,79 5,8 5,66 5,95 5,84 0 5,75 5,87 6,14 6,27 5,88 5,75 6,15 5,88 5,35 5,86 5,25 6 6,59 5,77 6,31 6,17 6,11 5,57 6,22 6,07 5,83 5,86 5,83 6 5,76 0 6,06 5,62 5,83 5,93 5,74 5,97 6 5,67 0 6,09 5,79 5,69 6,03 5,98 0 5,81 5,79 5,72 6,22 5,5 5,9 6,28 5,79 5,8 5,92 5,44 5,71 5,83 5,94 0 5,43 5,75 6 5,5 6,17 5,87 7 5,5 6,37 5,93 5,58 0 0 6,33 6,08 6,28 5,98 6,03 5,85 5,88 5,94 5,33 6,11 6 6 5,38 0 6,44 5,75 5,96 5,62 6,09 0
R. 0 4 1 0 0 0 1 0 3 2 0 1 0 1 1 0 1 0 1 2 3 0 0 0 0 0 7 2 0 0 1 0 0 0 0 4 2 0 1 0 0 1 0 0 1 0 1 0 1 0 0 0 0 2 0 1 0 0 0 3 0 0 0 5 5 1 3 0 4 1 1 0 0 1 0 0 1 0 6 1 0 5 5 1 0 2 0 2 2 0 0 1 0 0 2 2 3 0 1 0 3 1 0 0 1 0 1 0 0 2 0 1 2 1 0 0 3 0 0 0 0 0 0 1 0 2 2 0 1 0 3 0 0 0 0 1 0 0 0 1 0
ESPAMM 1/8 0/6 0/6 0/4 0/1 0/1 0/4 0/0 2/2 0/5 1/0 0/8 0/0 0/8 0/4 0/3 0/3 0/3 0/3 0/6 0/1 0/3 0/0 0/4 0/0 0/4 0/4 0/4 1/10 0/6 0/2 0/0 0/0 0/2 0/0 0/3 1/8 0/1 0/0 1/8 0/0 0/4 0/2 0/8 0/4 0/4 0/4 0/5 0/1 0/10 1/8 0/0 0/1 0/3 0/3 0/1 0/3 0/1 0/4 1/8 1/1 0/1 0/0 0/1 0/4 0/3 0/1 0/0 0/6 1/5 0/6 0/10 0/8 1/0 0/1 0/0 0/6 0/0 0/4 0/4 0/1 1/7 0/0 0/2 0/9 0/1 0/0 0/4 0/4 0/4 0/4 0/3 0/0 0/3 0/2 0/4 0/1 0/5 0/3 1/2 1/7 1/2 0/3 0/3 0/0 0/2 0/1 0/0 0/2 0/2 0/1 0/3 0/6 0/10 0/0 0/0 0/7 0/2 0/2 0/0 0/0 0/0 0/5 0/4 1/7 0/3 1/4 0/5 1/3 0/1 0/3 0/2 0/3 0/5 0/0 0/8 0/1 0/3 0/1 0/10 0/0
CENTROCAMPISTI CODICE GIOCATORE 501 ACQUAH (SAM) 504 ALLAN (UDI) 506 ANTONELLI (MIL) 507 AQUILANI (FIO) 509 ASAMOAH (JUV) 743 BADELJ (FIO) 510 BADU (UDI) 725 BARELLA (CAG) 512 BARRETO E. (PAL) 513 BASELLI (ATA) 514 BASHA (TOR) 517 BENASSI (TOR) 763 BERGDICH (GEN) 519 BERTOLACCI (GEN) 521 BIGLIA (LAZ) 522 BIONDINI (SAS) 523 BIRSA (CHI) 524 BOLZONI (PAL) 525 BONAVENTURA (MIL) 526 BORJA VALERO (FIO) 527 BRIENZA (CES) 528 BRIGHI (SAS) 529 BRILLANTE (EMP) 759 BROZOVIC (INT) 532 CAIO RANGEL (CAG) 736 CAMPANHARO (VER) 534 CANDREVA (LAZ) 738 CARBONERO (CES) 536 CARMONA (ATA) 537 CASCIONE (CES) 538 CATALDI (LAZ) 539 CAZZOLA (CES) 540 CHIBSAH (SAS) 541 CHOCHEV (PAL) 755 CHRISTIANSEN (CHI) 542 CHRISTODOULOPOULOS (VER) 543 CIGARINI (ATA) 544 COFIE (CHI) 545 COMAN (JUV) 546 CONTI (CAG) 751 CORREA (SAM) 548 COSSU (CAG) 749 COSTA T. (GEN) 549 CRISETIG (CAG) 551 CROCE (EMP) 553 D'ALESSANDRO (ATA) 740 DAVID LOPEZ (NAP) 554 DE FEUDIS (CES) 731 DE GUZMAN (NAP) 555 DE JONG (MIL) 556 DE ROSSI (ROM) 557 DE VITIS (SAM) 558 DELLA ROCCA (PAL) 559 DESSENA (CAG) 754 DIAMANTI (FIO) 563 DONSAH (CAG) 564 DUNCAN (SAM) 566 EDERSON (LAZ) 567 EKDAL (CAG) 568 EL KADDOURI (TOR) 571 ESSIEN (MIL) 572 ESTIGARRIBIA (ATA) 737 EVANGELISTA (UDI) 573 FARNERUD (TOR) 574 FELIPE ANDERSON (LAZ) 575 FERNANDES (UDI) 576 FERNANDEZ M. (FIO) 577 FETFATZIDIS (CHI) 578 FLORENZI (ROM) 580 GALLOPPA (PAR) 581 GARGANO (NAP) 583 GAZZI (TOR) 584 GIORGI (CES) 745 GOMEZ (ATA) 585 GONZALEZ ALV. (TOR) 586 GRASSI (ATA) 587 GRECO (VER) 590 GUARENTE (EMP) 591 GUARIN (INT) 592 GUILHERME (UDI) 722 HALLBERG (UDI) 593 HALLFREDSSON (VER) 594 HAMSIK (NAP) 595 HERNANES (INT) 596 HETEMAJ (CHI) 597 HONDA (MIL) 753 HUSBAUER (CAG) 715 IAGO (GEN) 598 ILICIC (FIO) 600 INLER (NAP) 601 IONITA (VER) 712 IZCO (CHI) 603 JADSON (UDI) 760 JAJALO (PAL) 605 JANKOVIC B. (VER) 744 JOAO PEDRO (CAG) 606 JOAQUIN (FIO) 607 JORGINHO (NAP) 608 JORQUERA (PAR) 609 KEITA S. (ROM) 723 KONE (UDI) 610 KOVACIC (INT) 613 KUCKA (GEN) 615 KURTIC (FIO) 616 KUZMANOVIC (INT) 618 LAXALT (GEN) 619 LAZAREVIC (SAS) 620 LAZZARI (FIO) 621 LEDESMA (LAZ) 741 LESTIENNE (GEN) 750 LILA (PAR) 734 LODI (PAR) 622 LULIC (LAZ) 623 MAGNANELLI (SAS) 747 MANDRAGORA (GEN) 626 MARCHIONNI (SAM) 627 MARCHISIO (JUV) 628 MARESCA (PAL) 746 MARIGA (PAR) 629 MARRONE (JUV) 632 MASTOUR (MIL) 748 MATTIELLO (CHI) 634 MAURI J. (PAR) 633 MAURI S. (LAZ) 720 MEDEL (INT) 635 MENEZ (MIL) 636 MERTENS (NAP) 637 MIGLIACCIO (ATA) 639 MISSIROLI (SAS) 642 MONTOLIVO (MIL) 643 MORALEZ (ATA) 761 MPOKU (CAG) 765 MUDINGAYI (CES) 646 MUNTARI (MIL) 724 MURONI (CAG) 649 NAINGGOLAN (ROM) 652 NOCERINO (PAR) 653 OBBADI (VER) 654 OBI (INT) 655 OBIANG (SAM) 656 OCTAVIO (FIO)
MAGIC PUNTI 0 6,5 6 0 0 5 5,5 0 0 0 0 0 0 6 6,5 5,5 6,5 6 5,5 5 6 5 0 4,5 0 0 10,5 4,5 5,5 6 0 0 0 10 0 0 6 0 4,5 0 0 0 0 4,5 5 0 6 0 0 9 5,5 0 0 4,5 0 0 5 0 5 5,5 0 6 0 0 10 0 0 0 10 0 7 5,5 6,5 7 0 0 6 0 5,5 3,5 0 5,5 10 7 6 0 0 9 4,5 0 0 6 0 6 5 6 5 0 6 0 0 0 6,5 4 0 0 0 0 0 0 0 0 6,5 0 0 0 4,5 0 0 0 0 0 10,5 10 6,5 5 10 0 4 0 8 5,5 0 0 0 6,5 7 5 0 4,5 0
MEDIA 5,45 6,19 6,41 5,8 5,83 5,5 5,84 0 6,44 5,91 6,5 6,03 5,57 6,28 6,56 5,76 5,93 5,75 6,56 6,17 7,23 5,67 4,5 5,67 5,88 5,77 7,32 5,6 5,58 5,7 5,78 0 6 6,17 6 6,26 5,85 5,75 6,2 5,59 5 6,05 5,5 5,56 6,26 5,7 5,75 5,68 6,09 6,14 5,89 0 5,5 6,02 6,79 6,77 5,78 7 6,54 5,92 5,2 6,21 5,4 6,5 8,09 6,04 6,71 7 6,46 5,59 6,09 5,85 5,67 5,86 5,83 6 5,65 0 6,98 5,62 5,75 6,09 6,59 6,32 5,81 6,52 0 7 5,97 5,75 6,28 6,25 6 5,62 6,12 6,18 6,69 5,33 5,88 6,5 5,88 6,36 5,98 5,53 5,79 5,71 6,33 0 5,29 5,88 6,92 5,62 6,61 5,71 6,5 5,5 6,57 5,86 5,56 0 0 6,25 6,21 7,41 5,82 7,65 6,19 5,92 6,23 5,28 6,83 6,22 5,7 5,65 0 6,68 5,94 5,85 5,94 6,28 0
QUOT. 5 14 15 10 4 5 8 1 14 7 6 9 5 13 15 8 11 5 18 14 19 7 3 9 4 4 26 7 7 7 5 4 4 6 4 10 10 4 3 6 4 8 5 5 12 6 7 6 10 12 10 1 3 9 17 10 7 4 13 13 3 4 4 10 27 12 15 7 18 5 8 8 8 10 4 1 6 4 20 7 4 12 21 13 9 10 4 18 9 8 7 10 2 5 7 10 15 7 4 11 11 14 11 6 5 4 6 4 4 9 8 7 9 7 1 4 18 5 4 4 2 1 11 22 10 30 18 6 12 3 19 10 6 5 1 17 9 4 4 13 3
CAMPIONATO P. V. G. 19 0 0 29 5,5 1 28 6 4 21 0 0 6 0 0 14 5 0 21 5,5 0 0 0 0 24 0 2 18 0 0 4 0 1 18 0 2 6 0 0 26 6 2 24 6,5 3 20 5,5 0 29 6,5 0 20 6 0 27 5,5 4 23 5 2 22 6 6 18 5 0 3 0 0 9 5 0 6 0 0 13 0 0 26 7,5 7 17 5 1 27 6 0 22 6 1 11 0 0 2 0 0 5 0 0 11 7 1 2 0 0 20 0 1 26 6,5 0 15 0 0 11 4,5 0 16 0 1 2 0 0 20 0 2 3 0 0 24 5 0 29 5 1 19 0 0 26 6,5 0 21 0 0 23 0 3 21 6,5 3 19 6 2 0 0 0 2 0 0 23 5 1 7 0 2 17 0 2 20 5 0 3 0 1 26 5 4 26 6 2 13 0 0 7 6 1 4 0 0 18 0 1 24 7 10 26 0 2 22 0 2 7 0 2 28 7 3 16 0 0 18 7 0 24 6 0 24 6,5 0 16 7 0 7 0 0 1 0 0 18 6 0 1 0 0 24 6 6 28 4 0 3 0 0 24 5,5 1 27 7 6 19 7 2 27 6,5 0 23 0 6 2 0 0 23 6 7 18 4,5 1 16 0 1 18 0 2 20 6 2 0 0 0 9 6 0 12 5 1 22 6 4 20 5 2 18 0 0 10 6,5 0 21 0 2 21 0 1 0 5 27 26 6,5 1 19 4 1 14 0 0 7 0 0 14 0 1 1 0 0 9 0 0 16 0 0 5 0 2 20 0 1 19 6,5 3 26 0 0 2 0 0 1 0 0 5 2 28 15 0 0 6 0 0 0 0 0 0 0 0 4 0 0 25 7,5 2 23 7 9 0 28 6,5 30 5 16 25 7 3 15 0 1 27 5 3 10 0 0 23 7 5 9 5,5 1 5 0 0 16 0 2 0 0 0 27 6,5 3 16 7 1 15 5,5 0 10 0 1 27 5 3 0 0 0
657 ONAZI (LAZ) 658 PADOIN (JUV) 659 PALOMBO (SAM) 660 PAREDES (ROM) 661 PAROLO (LAZ) 766 PELLEGRINI (ROM) 662 PEPE (JUV) 663 PEREIRINHA (LAZ) 664 PEREYRA (JUV) 666 PEROTTI (GEN) 667 PINZI (UDI) 669 PIRLO (JUV) 670 PIZARRO (FIO) 671 PJANIC (ROM) 672 POGBA (JUV) 673 POLI (MIL) 674 PUCCIARELLI (EMP) 733 PULZETTI (CES) 675 QUAISON (PAL) 677 RADOVANOVIC (CHI) 681 RIGONI (PAL) 714 RINCON (GEN) 682 RIZZO (SAM) 683 ROMULO (JUV) 684 SALA (VER) 762 SALAH (FIO) 686 SAPONARA (EMP) 688 SCHELOTTO (CHI) 752 SHAQIRI (INT) 690 SIGNORELLI (EMP) 691 SORIANO (SAM) 693 STROOTMAN (ROM) 694 STURARO (JUV) 756 SUSO (MIL) 695 TABANELLI (CES) 696 TACHTSIDIS (VER) 697 TAIDER (SAS) 698 UCAN (ROM) 764 VAJUSHI (CHI) 699 VALDIFIORI (EMP) 700 VALOTI (VER) 726 VALZANIA (CES) 742 VAN GINKEL (MIL) 758 VARELA (PAR) 701 VARGAS J. (FIO) 702 VAZQUEZ (PAL) 703 VECINO (EMP) 704 VERDI (EMP) 705 VIDAL (JUV) 706 VIVES (TOR) 707 WIDMER (UDI) 709 WSZOLEK (SAM) 727 YABRE (CES) 713 ZAPATA A. (UDI) 710 ZE' EDUARDO (CES) 711 ZIELINSKI (EMP)
0 4,5 5,5 0 6,5 0 4,5 0 5 8,5 5 0 5,5 6 0 0 5,5 0 0 6 10 6,5 0 0 6,5 5 6 5 0 5,5 9 0 5 6,5 0 5,5 0 0 0 5,5 0 0 7 6,5 4,5 7 5 0 4,5 6,5 4,5 0 0 0 0 5,5
5,65 5,65 6,05 6,2 6,73 6 5,5 5,25 6,46 6,74 5,54 6,9 6,15 6,4 7,45 6,07 6,31 6,19 6,94 5,87 6,66 6,1 6,18 7 6,5 8 7 5,7 6,25 6,21 6,14 6 5,7 6,25 5,25 6,07 6,41 5,5 6 6,45 8 5,25 5,62 5,95 6,06 7,03 6,27 6,05 6,66 5,83 6,18 5,17 0 6 5,67 5,89
5 4 11 5 21 1 3 4 15 17 4 14 11 17 23 11 11 6 8 8 17 9 4 4 8 19 11 8 18 6 13 4 6 5 4 11 10 4 4 14 2 1 5 10 9 21 13 10 19 8 12 4 1 4 4 8
MAGIC PUNTI 0 0 0 0 7 0 0 9,5 0 0 0 0 0 0 0 11 0 5 0 0 5,5 14 5 9 0 0 4,5 5 7,5 7 0 0 7,5 0 5 0 5 5,5 6 0 0 6,5 0 4,5 5 0 6,5 4 11 7,5 6 0 0 10 5,5 4 5,5 6 0 0 4,5 0 9,5 0 6 0 0 5 5 9,5 0 5,5 11,5 0 5 0 0 0 10 0 4,5 0 0 0 0 5,5 0 0 0 0 7 5 6 0 5 0 0 4 2 0 0 0 0 5
MEDIA 5,75 5,97 7,17 0 5,47 6,7 0 7,28 5,96 5,9 5,47 5,91 5,75 5,7 5,69 6,93 0 6,05 6,6 6,17 6,63 6 6,69 7,64 7,08 0 5,93 4,7 8,02 7,27 7,5 6,43 6,89 0 6,09 6 6,11 5,89 7,46 6,5 6,45 5,71 5,8 6,03 6,45 6 7,29 6,46 7,87 6,45 6,08 5 5,81 7,38 6,94 6,24 5,53 6,93 5 6,62 5,97 7,15 6,39 5,93 6,38 5,5 0 7,09 6,59 7,12 6,68 6,48 6,48 5,94 6,57 6 6,1 5,62 6,97 5,5 5,17 6,52 5,32 5,75 5,5 7,43 6,57 0 0 6 6,56 6,71 6,31 0 7 5,93 8,46 6,82 7,53 6,92 0 6,5 7,67 6,7
QUOT. 4 12 17 4 9 20 1 29 12 4 5 9 3 5 5 23 1 20 6 11 17 18 21 31 10 4 9 16 31 27 4 9 24 1 11 6 12 11 25 5 14 5 17 16 14 1 31 6 34 5 14 4 11 29 20 19 9 21 3 4 9 12 17 8 15 3 1 23 12 13 15 17 24 9 20 1 9 12 16 6 6 16 13 4 1 28 12 4 4 4 19 15 9 2 6 11 40 20 34 21 4 3 19 18
14 17 29 8 28 1 8 3 27 24 13 15 21 27 22 27 26 9 13 24 25 20 13 2 10 8 10 22 10 11 25 6 17 2 3 28 22 3 0 28 6 2 9 10 15 29 28 23 24 22 28 5 0 1 9 21
0 4,5 5,5 0 6,5 0 4,5 0 5 7,5 5 0 5,5 6 0 0 5,5 0 0 6 7 6,5 0 0 6,5 5 6 5 0 5,5 6 0 5 6,5 0 5,5 0 0 0 5,5 0 0 7 6,5 5 7 5 0 4,5 6 4,5 0 0 0 0 5,5
0 0 1 1 7 0 0 0 2 3 0 3 0 4 7 1 3 1 2 1 6 0 1 0 1 4 3 0 1 1 2 0 0 0 0 3 2 0 0 0 1 0 0 1 1 7 2 1 6 1 2 0 0 0 1 0
5,8 5,72 6,02 5,7 6,14 6 5,5 5,25 6,17 6,38 5,81 6,1 6,15 6,02 6,5 6,02 5,96 5,88 6,12 5,91 6,1 6,18 6 7 6,33 6,5 6,2 5,73 5,95 5,79 6 5,7 5,93 6,25 5,25 5,93 6 6 0 6,34 6,5 5,5 5,75 5,95 5,78 6,31 6,07 5,95 6,09 5,71 5,86 5,17 0 0 5,33 5,97
0 1 1 0 0 0 0 0 2 3 0 3 2 2 2 0 0 0 1 0 0 1 0 0 0 0 1 0 1 0 2 2 0 0 0 1 3 0 0 6 1 0 0 1 0 6 2 0 1 2 4 0 0 0 1 0
0/3 1/2 0/6 0/1 0/9 0/0 0/0 0/0 0/2 0/5 0/8 0/0 0/4 0/8 0/4 0/4 0/1 0/1 0/1 1/6 0/8 0/5 0/2 0/0 1/1 0/0 1/2 0/1 0/2 0/0 0/9 0/1 1/5 0/0 0/0 0/8 0/5 0/1 0/0 1/4 0/3 0/1 0/2 0/2 0/1 0/6 0/5 0/2 0/7 0/5 0/4 0/1 0/0 0/0 0/2 0/3
MEDIA VOTO 5,25 5,88 6,17 0 5,5 6,02 0 6,28 5,71 5,8 5,5 5,5 5,75 5,75 5,88 5,88 0 5,55 6,23 5,75 5,98 5,54 5,79 6,22 5,95 0 5,66 4,7 6,52 6,3 6 6,07 6,39 0 5,68 6 5,78 5,82 6,17 5,8 6,05 5,75 5,6 5,61 6 6 6,09 6,11 6,06 5,91 5,92 5,5 5,91 6,06 6,08 5,64 5,62 6,06 5 6,25 5,57 5,97 5,82 5,75 6,02 5,67 0 6,26 5,91 6,25 5,82 6,07 5,71 5,5 5,9 0 5,83 5,38 6,13 5,5 4,75 5,92 5,32 5,5 5,5 6,31 5,87 0 0 6 5,96 6 5,81 0 5,75 5,62 6,67 5,95 6,2 6,03 0 6,1 6,17 5,83
R. 0 0 1 0 0 1 0 4 0 1 0 0 0 0 0 2 0 2 1 0 2 0 0 4 1 0 1 0 6 2 0 3 2 0 0 0 0 0 2 0 2 0 1 0 2 0 4 2 3 3 1 0 0 3 2 0 0 4 0 0 0 3 1 0 3 0 0 1 2 1 1 2 4 1 1 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 1 0 0 0 0 3 1 1 0 0 1 3 0 2 4 0 2 1 1
ESPAMM 0/1 0/3 0/2 0/0 0/2 0/1 0/0 1/10 0/0 0/1 0/1 1/2 0/1 0/1 1/3 0/1 0/0 0/0 0/1 0/1 0/6 0/4 0/4 0/4 0/1 0/0 0/2 0/0 0/3 0/4 0/1 0/2 0/1 0/0 0/6 0/0 0/0 0/4 0/5 0/0 0/1 0/0 0/0 0/3 0/4 0/0 0/4 1/4 0/4 0/0 0/2 0/1 0/3 0/3 0/1 0/0 0/3 0/3 0/0 0/0 0/0 0/2 0/1 0/2 0/7 0/1 0/0 1/4 0/1 0/3 0/3 0/5 0/1 0/1 0/2 0/0 0/1 0/0 0/0 0/0 0/1 1/6 0/0 0/0 0/0 0/3 0/3 0/0 0/0 0/0 1/2 0/2 0/1 0/0 0/2 0/1 0/5 0/3 0/2 0/4 0/0 0/0 0/2 0/10
ATTACCANTI CODICE GIOCATORE 801 AGUIRRE (UDI) 803 AMAURI (TOR) 805 BABACAR (FIO) 807 BARRETO P. (TOR) 809 BELFODIL (PAR) 810 BELOTTI (PAL) 912 BENTIVEGNA (PAL) 812 BERARDI (SAS) 905 BERGESSIO (SAM) 813 BERNARDESCHI (FIO) 907 BIANCHI (ATA) 814 BOAKYE (ATA) 919 BONAZZOLI (INT) 815 BORRIELLO (GEN) 816 BOTTA (CHI) 817 CALLEJON (NAP) 916 CAPPELLUZZO (VER) 819 CERCI (MIL) 917 CODA M. (PAR) 928 COP (CAG) 823 DEFREL (CES) 824 DENIS (ATA) 825 DESTRO (MIL) 826 DI NATALE (UDI) 827 DJORDJEVIC (LAZ) 922 DJORDJEVIC L. (SAM) 828 DJURIC (CES) 935 DOUMBIA (ROM) 829 DYBALA (PAL) 830 EDER (SAM) 923 EL HAMDAOUI (FIO) 831 EL SHAARAWY (MIL) 932 ETO'O (SAM) 915 FARES (VER) 908 FARIAS (CAG) 929 FERNANDINHO (VER) 833 FLOCCARI (SAS) 834 FLORO FLORES (SAS) 835 GABBIADINI (NAP) 925 GEIJO (UDI) 837 GERVINHO (ROM) 838 GHEZZAL (PAR) 931 GILARDINO (FIO) 841 GOMEZ M. (FIO) 842 GOMEZ T. (VER) 934 HARASLIN (PAR) 844 HIGUAIN (NAP) 846 IBARBO (ROM) 847 ICARDI (INT) 848 INSIGNE (NAP) 849 ITURBE (ROM) 924 JOAO SILVA (PAL) 850 KEITA B. (LAZ) 851 KLOSE (LAZ) 853 LJAJIC (ROM) 854 LLORENTE (JUV) 855 LONGO (CAG) 856 MACCARONE (EMP) 914 MAKIENOK (PAL) 857 MARILUNGO (CES) 858 MARTINEZ (TOR) 859 MATRI (JUV) 860 MAXI LOPEZ (TOR) 861 MCHEDLIDZE (EMP) 862 MEGGIORINI (CHI) 863 MICHU (NAP) 911 MONCINI (CES) 864 MORATA (JUV) 865 MURIEL (SAM) 867 NIANG (GEN) 868 NICO LOPEZ (VER) 869 OKAKA (SAM) 870 PALACIO (INT) 871 PALLADINO (PAR) 872 PALOSCHI (CHI) 918 PANICO (GEN) 874 PAVOLETTI (GEN) 875 PAZZINI (MIL) 876 PELLISSIER (CHI) 877 PEREA (LAZ) 936 PERICA (UDI) 878 PINILLA (ATA) 927 PODOLSKI (INT) 880 POZZI (CHI) 933 PUSCAS (INT) 881 QUAGLIARELLA (TOR) 886 RODRIGUEZ (CES) 910 ROSSETI (ATA) 887 ROSSI (FIO) 890 SANABRIA (ROM) 892 SANSONE N. (SAS) 893 SAU (CAG) 921 SAVIOLA (VER) 920 SERENI (SAS) 895 SUCCI (CES) 896 TAVANO (EMP) 897 TEVEZ (JUV) 898 THEREAU (UDI) 899 TONI (VER) 900 TOTTI (ROM) 901 TOUNKARA (LAZ) 930 VERDE (ROM) 903 ZAPATA D. (NAP) 904 ZAZA (SAS)
CAMPIONATO P. V. G. 5 0 0 19 0 1 19 0 7 1 0 0 19 7 0 30 0 5 1 0 0 25 7 10 18 0 1 5 0 0 16 0 0 18 0 3 3 0 0 5 0 0 14 0 0 30 7 10 0 0 0 13 5 1 14 0 2 9 0 1 26 5,5 6 29 8 6 25 5 7 27 6 11 20 0 7 1 0 0 23 5 2 5 5 0 29 6,5 13 28 7 9 1 3 0 15 0 1 10 6,5 1 1 0 0 22 5 4 2 0 0 22 5 2 22 5,5 1 25 6 10 8 0 1 20 0 2 11 6,5 0 6 0 0 18 4,5 4 21 5 3 0 0 1 29 6,5 13 16 4 2 28 7 16 13 6,5 1 19 6,5 1 1 0 0 18 0 0 27 7,5 10 28 5,5 8 26 4 5 21 5,5 0 27 6 7 4 0 0 8 0 1 18 4,5 2 17 0 7 24 6,5 4 21 0 1 24 6 3 3 0 0 1 0 0 24 5 7 19 5 3 15 7 4 20 0 5 28 5,5 4 27 7,5 6 16 0 2 29 5 7 0 0 0 12 0 1 19 0 1 20 7 4 3 0 0 4 4,5 0 22 0 6 11 0 0 3 0 0 3 0 0 29 5,5 11 19 0 4 0 0 0 0 0 0 2 0 0 27 6 5 21 5 5 11 6 1 0 0 0 6 5 2 23 0 2 27 0 17 29 4 9 30 5 15 21 0 5 0 0 0 7 0 0 17 0 6 23 5 8
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Siamo in onda! R
MARTEDÌ 14 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
MATTINA 7 Gazzetta News 7.30 Gazzetta News 7.45 Gazzetta News 8 Gazzetta News 8.30 Gazzetta News 8.45 Gazzetta News 9.05 Campioni a confronto 9.30 Explorers: avventure pericolose
10.05 Extreme Fishing 11.05 Condò Confidential 11.30 Campioni a confronto 12.05 The Speedgang - La banda dei motori 13 Gazzetta News 13.15 Gazzetta News - Con Roby e Francesco Facchinetti 13.30 Gazzetta News 13.45 Gazzetta News
POMERIGGIO 14 Gazzetta News 14.15 Le nuove forze del calcio 14.30 Gazzetta News CorriAmo 14.45 Autogol News 15.05 Sfide senza limiti - Prima Tv 15.30 Perfection: Momenti di gloria - Prima 16.05 Extreme Fishing - Prima Tv 17.05 The Speedgang - La banda dei motori
18.05 Sfide senza limiti 18.30+3 Fantanews 19 Calcio Market 19.30 Gazzetta News 20 Gazzetta News 20.15 Autogol News 20.30 Gazzetta News Juventus-Monaco 23.30 Gazzetta News 24 Calcio Market
C’è la Juve in Champions: tutti sul 59
1Dalle 20.30 tre ore di speciale sui bianconeri: ospite Antognoni. All’ora di pranzo arrivano i Facchinetti clic
Gabriella Mancini
G
iornata ricca di eventi e di grandi ospiti su GazzettaTv, in onda sul canale 59 del digitale terrestre. In primo piano c’è l’attesissima sfida Juventus-Monaco, andata dei quarti di finale di Champions League, che terrà banco nei notiziari rosa e per tutta la serata, con uno speciale di tre ore e un ospite d’eccezione: Giancarlo Antognoni. All’ora di pranzo, invece, arrivano Roby e Francesco Facchinetti, coach del talent The Voice: papà Roby, tastierista dei Pooh, tifa Atalanta e al club nerazzurro ha dedicato anche l’inno, Francesco è interista. L’appuntamento è per le 13.15. CHE SERATA Il clou di oggi arriva in serata ed è il primo atto della sfida europea tra Juve e Monaco. Alle 20.30, in studio con i nostri Nino Morici e Patrizio Pavesi ci sarà anche Giancarlo Antognoni: la bandiera della Fiorentina commenterà la sfida dello Juventus Stadium insieme con le firme della Gazzetta. Lo speciale Champions durerà tre ore e da Torino arriveranno gli aggiornamenti dei nostri inviati. CORRIAMO Alle 14.15 Le nuove forze del calcio è dedicato allo Schalke 04, uno dei settori giovanili migliori d’Europa, e alla Youth League, la Champions dei giovani, vinta ieri dal Chelsea. Alle 14.30 debutta CorriAmo (in replica mercoledì e sabato), rubrica dedicata al running, con Manlio Gasparotto: ogni settimana farà il punto su un evento e comincia dalla Milano Marathon. All’interno DocRun, il tecnico al parco a dar con-
COME RISINTONIZZARE I VOSTRI TELEVISORI E VEDERE IL CANALE 59
● Tevez e Allegri: lo speciale Champions dura 3 ore; Roby e Francesco Facchinetti, ospiti alle 13.15 LAPRESSE
sigli a chi comincia, e Doctor Shoes che indica come scegliere la scarpa giusta. Ospite Daniel Fontana, triatleta argentino naturalizzato italiano. Alle 14.45 largo agli Autogol, che a poche ore dalla partitissima faranno il verso a Giorgio Chiellini, poi sfide avventurose e momenti di gloria. Alle 18.30 appuntamento con +3 Fantanews, tutti i trucchi del fantacalcio con Deborah Schirru, Francesco Letizia e il giornalista della Gazzetta Luca Bianchin. Si parlerà del Parma, della Fiorentina, e dei tweet più divertenti. Mez-
z’ora dopo appuntamento con Calciomarket, con Federica Migliavacca e il nostro esperto Carlo Laudisa: l’ospite è Dario Paolillo, agente di Mastour, Sportiello, Scamacca e nell’entourage di Kakà negli anni del Milan. Occhio ai sondaggi. Chi sarà la rivelazione della Serie A tra i giovani Under 23 stranieri? La vittoria se la giocano Icardi, Dybala, Niang, Felipe Anderson e Pogba. E tra gli italiani? Sportiello, Romagnoli, Berardi, Rugani e José Mauri. © RIPRODUZIONE RISERVATA
● Eseguire le seguenti procedure. Se possiedi Tv o Decoder Digitale Terrestre 1. Premere il tasto MENU sul telecomando 2 Selezionare Impostazioni/Avanzate 3. Posizionarsi sulla voce relativa alla Sintonizzazione automatica dei canali e premere il tasto OK, accedi alla configurazione dei canali 4. Impostare Modalità di sintonia dei canali su DTV 5. Posizionarsi sul pulsante Avvia scansione e premere il tasto OK per avviare la ricerca. Soluzione dei problemi Se avete già provveduto alla risintonizzazione senza esito e il vostro televisore è collegato ad un sistema con antenna centralizzata, fate verificare dal vostro antennista che sia presente nella centralina dell’antenna stessa il modulo (o filtro) necessario per la ricezione dei segnali tv del canale/mux 55 (frequenza 746 MHz), quello che supporta anche il canale 59 di Gazzetta Tv. Se il modulo manca, fatelo inserire: è un’operazione molto semplice. Se possiedi una Sky Digital Key 1. Premere il tasto Menu del telecomando SKY e premere OK per accedere al digitale terrestre 2. Premere il tasto rosso (Ricerca) e lasciare inviata la configurazione 3. Premere due volte il tasto rosso (Avvia ricerca) 4. Attendere il completamento dei canali e quindi premere OK
MARTEDÌ 14 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
OPINIONI
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www.gazzetta.it
TUTTE LE NOTIZIE SUL NOSTRO SITO
Verso la sfida di Champions
La vignetta
Lettere alla Gazzetta
PARMA UN EPISODIO MA SERVE LA JUVE VERSIONE DORTMUND
di Stefano Frosini
IL MILAN DI INZAGHI DIVERSO DA QUELLO CHE VEDONO I TIFOSI
SOPRA LA PANCA ANCA ACCHI di ARRIGO SACCHI
L
a Juventus gioca a Parma senza molti titolari con la testa già ai quarti di Champions e perde. Onore ai ragazzi di Donadoni, ma questa è una sconfitta che non deve preoccupare più di tanto. La mente umana può pensare intensamente una sola cosa alla volta e avendo già risolto il problema campionato (o quasi...) è naturale che tutte le attenzioni ed energie siano indirizzate verso la sfida di Champions contro il Monaco. Erano molti anni che i bianconeri non approdavano ai quarti della più prestigiosa competizione mondiale e in modo tanto perentorio. Lo stato di forma fisico, atletico e tecnico non svanisce in tre giorni e la squadra che ha travolto la Fiorentina in questo senso dà le più ampie garanzie. Quindi i giocatori bianconeri non devono preoccuparsi e perdere autostima per la prova incolore di Parma. È stato un episodio che anzi potrebbe essere un campanello di allarme per non abbassare concentrazione e motivazione. Il Milan, che allenavo, prima di vincere la Champions contro la Steaua pareggiò in casa con il Cesena giocando male. Mi telefonò Berlusconi preoccupato, lo tranquillizzai: stiamo benissimo ma con la testa stiamo già alla finale di Barcellona, tutti sanno come finì. Allegri che ha raccolto un’eredità pesante da Conte sta dimostrando di essere un ottimo allenatore e saprà dare certezze ai propri giocatori. Max sarà dispiaciuto per la
sconfitta, ma non credo sia preoccupato. La Juve quando ha avuto atteggiamenti positivi ed autoritari ha dimostrato di essere una squadra temibile per tutti. La partita di Dortmund docet. Questo è il vero punto interrogativo non lo stato di forma o la sconfitta di Parma. Gli juventini a livello internazionale non sempre sono stati protagonisti, il loro atteggiamento non sempre è stato così autoritario come in Italia, anzi molte volte sono stati timidi e preoccupati lasciando iniziative e gioco ai rivali. Dortmund deve insegnare che in Europa si vince più con un calcio offensivo e collettivo e non come in Italia. dove si vince prevalentemente con le individualità e con la difesa. I primi 15-20 minuti con il Borussia furono straordinari: si rubò l’idea ai tedeschi evidenziandone i limiti. Max ebbe una decisione vincente quella di giocarsi la partita a viso aperto senza tattiche astruse che ne avrebbero denunciato le paure. Giocare con uno o addirittura due difensori in più rispetto agli attaccanti avversari significa avere uno o due giocatori in meno in attacco o a centrocampo. Tutto questo consente il dominio del gioco ai rivali che così moltiplicano anche autostima ed iniziative. La Juve potrà avere un giocatore in più in difesa solo se l’azione avversaria lo richiede e quindi con un’interpretazione ed organizzazione dinamica che le squadre straniere in generale non posseggono. Solo così facendo non perderà un giocatore a centrocampo evitando quindi di lasciare il dominio del gioco e del campo all’avversario con tutti i rischi che ne conseguono. Se la Juventus ripeterà l’atteggiamento di Dortmund si metteranno le condizioni ideali per vincere. In bocca al lupo.
TEMPI SUPPLEMENTARI TARI di ALBERTO CERRUTI TI email: acerruti@rcs.it
RAFA NADAL Campione di tennis ● Incredibile vista del torneo di #MonteCarlo. Uno dei posti più belli dell’anno! @RafaelNadal
MARTIN CASTROGIOVANNI Azzurro di rugby ● Lieto fine. Ettore è tornato a casa, e siamo davvero molto contenti! Grazie ancora a tutti per il vostro aiuto! @castrito81
A poche giornate dalla fine di un campionato nauseante è chiara la rosa mediocre del Milan, guidato da un allenatore che in 8 mesi non ha mai dato un gioco, ma ha solo cancellato dalla memoria il suo passato di giocatore. Finita la partita con la Samp, con un pareggio giusto, salgo in auto e alla radio sento Inzaghi che parla di un primo tempo grandioso. Ecco, questo lo trovo incoerente, oltre che offensivo. Grandioso? Per noi che eravamo allo stadio è stato un primo tempo sufficiente, senza infamia e senza lode. L’unica cosa grandiosa, forse miracolosa, sarebbe vedere del gioco. Mauro Amadeo, Cermenate (Co)
S
LUCA DOTTO Campione di nuoto ● gs FORESTALE pronto!! Domani si sgarella al massimo @dottolck
i dice che la speranza è l’ultima a morire ma è difficile, se non impossibile, trovare tifosi milanisti disposti a credere in un piazzamento europeo. Mancano otto giornate alla conclusione del campionato e il tempo sta per scadere per tutti: per Berlusconi, pronto a vendere una grossa fetta del suo vecchio Milan, per molti giocatori a fine contratto a cominciare dal troppo irascibile Mexes e naturalmente anche per Inzaghi. Accolto un anno fa a Villa San Martino dal presidente, alla presenza di Confalonieri, conquistato anche lui da suo entusiasmo, Inzaghi ha progressivamente deluso le speranze dell’intero mondo rossonero. Per la verità, bastava osservare il primo Milan di fine luglio nella trasferta americana, dove perse tre partite su tre, incassando 10 gol, con una rete soltanto all’attivo, per capire che la
squadra non poteva puntare al terzo posto, come mi ero permesso di far notare allora. Quelli erano i giorni in cui si sperava di cedere Robinho per rinforzare la squadra, un anno dopo avere piazzato Boateng, ma siccome sbagliare è umano ma perseverare diabolico, il Milan da buon diavolo è ricaduto nei vecchi errori. Dopo aver preso Matri, è arrivato Torres, come lui poi prontamente ceduto. Errori di strategia societaria, avallati dall’allenatore, costretto a pagare la sua inesperienza a prezzo ancora più caro, per l’inadeguatezza di un organico con poca qualità dietro e troppi doppioni davanti. Ma quello che alla distanza fa arrabbiare ancora di più i tifosi, e con loro Berlusconi, è la mancanza di gioco del Milan, mai apparso una squadra nemmeno nelle poche giornate in cui ha vinto, con le imbarazzate difese d’ufficio di Inzaghi, costretto ad arrampicarsi sui microfoni per difendere il suo lavoro. Nessunissimo dubbio sulla sua professionalità, semmai sulle sue scelte perché Armero, come Torres, ha già lasciato il Milan mentre Cerci, fortemente voluto da Inzaghi, si è confermato un giocatore sopravvalutato. Ma più in generale se tutto appare improvvisato, con una girandola continua di interpreti, sia pure con l’alibi degli infortuni, senza un uomo capace di impostare la manovra, è inutile alternare Destro e Pazzini abbandonati ad aspettare palloni che non arrivano mai, mentre Menez gioca sempre da solo, bene o male secondo la sua luna. Sette punti di distanza dal sesto posto sono tanti, ma sono ancora di più i punti che separano questo Milan da un futuro incoraggiante, specialmente se si continua a nascondere la realtà, come ha lasciato capire il grande ex rossonero Boban a Sky. E questa è la prima grande lezione da imparare, se si vuole risalire dal prossimo anno. Con o senza Inzaghi. Con o senza Berlusconi.
Il grande momento biancoceleste
AMBIZIONE PIÙ UMILTÀ: QUESTA LAZIO RICORDA LA MIA IL CONFRONTO di PINO WILSON*
L
a mia Lazio scudettata nel 1974 e quella di oggi, i ragazzi di Maestrelli e la squadra di Pioli: sì, ci sono delle analogie a dispetto degli oltre quarant’anni che le separano. Innanzitutto,
l’approccio alla partita: stessa carica agonistica, a prescindere dall’avversario. Noi entravamo in campo come delle furie, volevamo chiudere subito le partite: ho rivisto lo stesso spirito per la prima volta nel quarto d’ora iniziale contro la Fiorentina. Loro sconcertati, quasi imbarazzati, noi in totale esaltazione fisica. E questo è un merito del tecnico. Certo, ci sono anche delle differenze, a partire dal contesto temporale: così, Pioli oggi è un fratello per i giocatori, mentre per noi Maestrelli era un secondo padre. Noi eravamo un po’ divisi fuori dal
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campo, ma la domenica diventavamo un gruppo unitissimo: sembra inspiegabile, in realtà ci univa lo scopo di abbracciare quel grande uomo che era il nostro allenatore dopo ogni gol e a fine partita. Oggi li vedo compatti anche fuori, e in partita è bello vedere la loro coesione, che scaturisce dagli insegnamenti di Pioli, approdato alla Lazio alla stessa età in cui arrivò Tommaso. Guardando ai giocatori, De Vrij è un ragionatore come potevo esserlo io, l’estro di Anderson ricorda
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quello di D’Amico, Biglia è il regista che può essere accostato al grande Frustalupi. Garlaschelli e Chinaglia potrebbero essere oggi Candreva e Klose. Sono analogie di ruolo più che di caratteristiche, evidentemente. Ma la cosa più importante che i ragazzi di oggi hanno in comune con noi è l’ambizione umile: la voglia di arrivare, legittima in ogni attività umana, deve essere sempre accompagnata dall’umiltà. Per questo noi siamo rimasti nel cuore della gente: i cinquantamila dell’Olimpico di domenica dimostrano che loro sono sulla buona strada. * capitano della Lazio dello scudetto 1973-74
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COLLATERALI * con Ai confini della Storia N. 1 12,39 - con Masha e Orso N. 3 7,39 - con DVD Il grande Mazinga N. 4 11,39 - con The Walking Dead N. 2 6,39 - con Disney e i Nostri Amici Animali N. 4 9,39 - con Mimì N. 7 7,39 - con DVD Lucio Dalla N. 7 12,39 - con TopoStory N. 8 8,39 - con Beast Quest N. 8 7,30 - con Alpinismo N. 8 12,39 - con Rocky Joe N. 10 11,39 - con Magazine Violetta N. 12 3,90 - con Campionato Io ti amo 2015 N. 12 11,39 - con Disney English N. 13 11,39 - con Español da Zero N. 15 12,39 - con Asterix N. 16 7,39 - con Maserati Collection N. 11 14,39 - con The Beatles Collection N. 21 14,30 - con Speciali Go Nagai Robot N. 6 21,39 - con Il Teatro di Eduardo N. 24 12,39 - con DVD Poirot N. 25 11,39 - con Blueberry N. 34 5,39 - con Diabolik Nero su Nero N. 39 8,39 - con Ric Roland N. 44 5,39 - con Robot Collection N. 63 14,39 con Ferrari Build Up 11,39 ARRETRATI Richiedeteli al vostro edicolante oppure a Corena S.r.l e-mail info@servizi360.it - fax 02.91089309 - iban IT 45 A 03069 33521 600100330455. Il costo di un arretrato è pari al doppio del prezzo di copertina per l’Italia; il triplo per l’estero.
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MARTEDÌ 14 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Serie B R Il posticipo della 35a giornata
MARTEDÌ 14 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Goldaniga-Verre che festa a Perugia Varese abbattuto 1Con un gol per tempo Camplone balza al 5° posto
Bettinelli sempre più ultimo, ma gli manca un rigore
Gennaro Bozza INVIATO A PERUGIA
N
ella gran baraonda alle spalle del Carpi c’è anche il Perugia a sprizzare scintille. Superati Avellino e Livorno, quinto posto, 5 punti di vantaggio sul Pescara primo escluso dai playoff al momento. Insomma, missione compiuta contro un Varese che appare derelitto e vittima designata alla vigilia, ma che mostra orgoglio e dignità, tanto da non concedere una marcia trionfale agli umbri e, anzi, con una forte recriminazione a suo sostegno per un rigore netto non concessogli alla fine del primo tempo, quando Mantovani fa cintura con le braccia su Miracoli e viene graziato dall’arbitro Aureliano. LA CHIAVE La vittoria del Perugia è comunque meritata perché, al di là del singolo episodio, ha il controllo della partita dall’inizio alla fine e, poco alla volta, crea crepe nel muro del Varese e le fa allargare fino al collasso strutturale. La sua aggressione si realizza su tutto il fronte d’attacco, ma la spinta più efficace è quella di Faraoni sulla destra, perché a sinistra Fabinho è meno brillante del solito (crescerà nella ripresa) e al centro la barriera Blasi-Osuji regge. Tant’è che la prima occasione arriva proprio da un cross di Faraoni con Falcinelli che non aggancia per poco e, sullo sviluppo, con Verre che manda poco alto. La barriera del Varese, comunque, non permette grandi invenzioni, tant’è che un altro paio di occasioni arrivano solo su punizione al 14’, Ayres poco a lato, e su angolo al 26’, Falcinelli a volo alto.
Il gol di Valerio Verre, 21 anni, che ha blindato la gara con il Varese KOMUNICARE
PERUGIA VARESE
2 0
PRIMO TEMPO 1-0 MARCATORI Goldaniga al 44’ p.t.; Verre al 28’ s.t. PERUGIA (3-5-2) Koprivec 6; Goldaniga 6,5, Giacomazzi 6, Mantovani 6; Faraoni 6,5, Nielsen 6 (dal 29’ s.t. Nicco 6), Fossati 6, Verre 7, Fabinho 6 (dal 38’ s.t. Crescenzi s.v.); Falcinelli 6,5 (dal 42’ s.t. Parigini s.v.), Ardemagni 6,5. PANCHINA Amelia, Hegazi, Baldan, Fazzi, Taddei, Lanzafame. ALLENATORE Camplone 7. VARESE (4-4-2) Perucchini 6; Fiamozzi 6, Borghese 5,5, Rossi 5,5, Luoni 5,5; Zecchin 6 (dall’8’ s.t. Falcone 5,5), Osuji 6,5, Blasi 6, Cristiano 5,5 (dal 26’ s.t. Capezzi 6); Forte 6,5, Miracoli 5,5. PANCHINA Birighitti, Simic, De Vito, Barberis, Jebbour, Jakimovski, Capello. ALLENATORE Bettinelli 6. ARBITRO Aureliano di Bologna 5,5. GUARDALINEE Bellutti 6Zappatore 6. ESPULSI nessuno. AMMONITI Rossi (V) e Fossati (P) per gioco scorretto. NOTE paganti 4.348, incasso non comunicato; abbonati 7.219, quota di 62.629 euro. Tiri in porta 6 (con un palo)-0. Tiri fuori 4-1. In fuorigioco 0-2. Angoli 8-3. Recuperi: p.t. 2’, s.t. 4’.
delle difficoltà ad aprire un varco arriva paradossalmente proprio dal modo in cui il Perugia passa in vantaggio al 44’. Non c’è un’azione pulita e manovrata, ma una bolgia infernale nell’area del Varese, dopo un angolo: Rossi e Falcinelli si strattonano, Mantovani fa da torre per Goldaniga che scaraventa la palla in rete. Per il Varese, che è stato il primo ad andare vicino al gol, al 7’ con Forte, palo sfiorato, è una mazzata. Nella ripresa, infatti, subisce gli assalti perugini fino al 2-0 al 28’: palo di Ardemagni,riprende Verre e segna. E’ uno squillo di tromba per tutte le pretendenti alla Serie A. © RIPRODUZIONE RISERVATA
IL MIGLIORE
7 ● VERRE
TACCUINO
Frosinone è blindata Il derby con il Latina può valere il 2° posto Abbruzzino-Di Rienzo
FROSINONE
(4-4-2)
P
LATINA
(4-3-3)
arte bassa della città blindata per il recupero del derby Frosinone-Latina, rinviato per motivi di ordine pubblico. Ingenti forze dell’ordine presidieranno le strade adiacenti lo stadio per un raggio di oltre 500 metri. In queste zone sosta vietata dalle 15 fino al termine della partita, mentre dalle 16 sarà interdetta anche la circolazione. Matusa tutto esaurito, ieri polverizzati anche gli ultimi biglietti. Da Latina annunciato l’arrivo di 529 sostenitori, circa 8 mila gli spettatori che assisteranno all’attesissimo derby che, in caso di vittoria, permetterebbe al Frosinone di agganciare il Bologna al secondo posto. Manuel Ciofani, Soddimo e Russo al rientro dopo la squalifica, in mediana torna Gori, in attacco fiducia a Lupoli, con Daniel Ciofani che partirà dalla panchina. Nel Latina non dovrebbe farcela Alhassan, al suo posto Bruscagin laterale sinistro in una difesa che recupera Brosco. Tornano Viviani e Sowe, scontata la conferma di Ammari, sostituto designato dello squalificato Valiani.
FROSINONE PANCHINA 22 Pigliacelli, 30 Pamic, 2 Zanon, 21 Bertoncini, 15 Cosic, 7 Frara, 23 Sammarco, 11 Santana, 9 D. Ciofani. ALL. Stellone. SQUAL. nessuno. DIFF. Carlini, Crivello e Gori. LATINA PANCHINA 12 Farelli, 5 Bounha, 6 Angelo, 11 Litteri, 17 Talamo, 19 Mangni, 26 Macciucca, 28 Jaadi, 29 Figliomeni. ALL. Iuliano. SQUAL. Valiani. DIFF. Alhassan, Angelo, Bruscagin, Figliomeni, Milani, Oduamadi, Ristovski, Sowe. ARBITRO Fabbri di Ravenna. GUARDALINEE Di Vuolo-Mondin. TV Sky Calcio 3 HD. PREZZI biglietti esauriti. ●
CENTROCAMPISTA DEL PERUGIA
AVANTI TUTTA La conferma
OGGI IL RECUPERO
GIUDICE SPORTIVO Oltre a Valiani, il giudice che ha esaminato solo i referti di Lanciano-Latina e Frosinone-Pescara ha squalificato per una giornata anche Grossi (Lanciano) e Melchiorri e Salamon (Pescara).
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OGGI ore 18
ANDATA 4-1 1 ZAPPINO
13 M. CIOFANI
4 RUSSO
6 3 BLANCHARD CRIVELLO
29 CARLINI
5 GORI
8 GUCHER
18 DIONISI
19 LUPOLI
10 SODDIMO
24 BIDAOUI
21 SOWE
35 ODUAMADI
20 AMMARI
7 VIVIANI
8 CRIMI
3 15 23 BRUSCAGIN DELLAFIORE BROSCO
CLASSIFICA CARPI BOLOGNA (-1) VICENZA FROSINONE PERUGIA AVELLINO LIVORNO SPEZIA PESCARA LANCIANO BARI TERNANA MODENA TRAPANI LATINA CATANIA CROTONE PRO VERCELLI ENTELLA CITTADELLA BRESCIA (-6) VARESE (-4)
PT
71 57 56 54 53 52 51 50 48 47 45 43 42 42 41 41 40 40 40 39 32 28
Svolta in società: arrivano i rinforzi ● VICENZA (a.m.) Svolta societaria in vista: un gruppo di 8-10 imprenditori vicentini ha trovato un’intesa con la finanziaria Finalfa, presieduta da Sergio Cassingena e detentrice di oltre il 90% delle azioni del Vicenza. Gli imprenditori garantiranno al club un finanziamento tale da assicurare il pagamento delle prossime scadenze. In cambio gli imprenditori, che agiranno riuniti in una finanziaria che verrà costituita stamattina e si chiamerà V.Fin. Spa, avranno un’opzione per poter trasformare le cifre prestate nell’acquisto di azioni del Vicenza.
BOLOGNA
13 RISTOVSKI
22 DI GENNARO
SQUADRE
VICENZA
PARTITE
RETI
G
V
N
P
F
S
35 35 35 34 35 35 35 35 35 35 35 35 35 35 34 35 35 35 35 35 35 35
20 15 15 15 13 14 14 13 12 10 12 11 9 10 9 10 10 10 9 8 9 7
11 13 11 9 14 10 9 11 12 17 9 10 15 12 14 11 10 10 13 15 11 11
4 7 9 10 8 11 12 11 11 8 14 14 11 13 11 14 15 15 13 12 15 17
54 42 39 52 41 33 51 46 58 47 37 31 30 48 31 50 35 39 33 42 41 35
24 30 32 44 37 31 42 38 48 41 42 41 29 60 33 49 42 50 48 46 49 59
Oggi il verdetto sulla penalizzazione ● BOLOGNA Il Bologna attende oggi il verdetto della Corte d’Appello Federale sul ricorso contro il -1 comminato dal Tribunale Federale a febbraio per il ritardato pagamento dell’Irpef nel trimestre gennaio-marzo 2014 (gestione Guaraldi). Il Bologna ricorre per l’avvenuta decadenza dei termini da parte della Procura che ha avviato due volte il procedimento causa un vizio di forma.
LIVORNO
Morosini 3 anni dopo Oggi Messa di ricordo ● LIVORNO (f.f.) Tre anni fa a Pescara moriva Piermario Morosini e oggi alle 18 nel Duomo di Livorno verrà celebrata una Messa alla quale parteciperanno tutta la prima squadra e il settore giovanile amaranto. Celebra padre Gabriele Bezzi, responsabile dell’ufficio diocesano per lo Sport.
SERIE A PLAYOFF PLAYOUT RETROCESSIONI
ANTICIPI E POSTICIPI
Il derby di Modena domenica 3 maggio
PROSSIMO TURNO VENERDÌ 17 APRILE, ore 20.30 CITTADELLA-VICENZA SABATO 18 APRILE, ore 15 BOLOGNA-SPEZIA CARPI-BRESCIA CROTONE-LANCIANO PESCARA-MODENA TERNANA-PERUGIA TRAPANI-BARI VARESE-AVELLINO DOMENICA 19 APRILE, ore 15 LATINA-CATANIA LIVORNO-FROSINONE LUNEDÌ 20 APRILE, ore 20,30 ENTELLA-PRO VERCELLI
(1-1) (1-1) (3-3) (1-1) (0-2) (2-2) (1-2) (0-0) (0-1) (1-5) (0-2)
● MILANO La Lega ha reso noti anticipi e posticipi fino alla fine della stagione. 39a giornata, domenica 3 maggio, ore 15 Modena-Carpi; ore 18 AvellinoPescara. 40a giornata, venerdì 8, ore 20.30 Livorno-Entella; domenica 10, ore 18 CrotoneVarese. 41a giornata, venerdì 15, ore 20.30 Perugia-Carpi; sabato 16, ore 18 Bari-Brescia.
Lega Pro R IL POSTICIPO DEL GIRONE B Zigoni-gol, la Spal non si ferma più Furia Battini: «Basta soldi al Pisa» PISA-SPAL 0-1 MARCATORI Zigoni al 35’ p.t. PISA (4-4-2) Pelagotti 6; Pellegrini 5, Paci 5,5 (dal 37’ p.t. Mandorlini 5,5), Sini 6, Costa 5,5; Finocchio 5,5 (dal 30’ s.t. Frediani 6), Iori 5, Misuraca 5,5, Floriano 5,5; Napoli 4,5 (dall’11’ s.t. Arrighini 5,5), Arma 5. (Adornato, Ricciardi, Beretta, Caponi). All. Amoroso 5,5. PRATO (5-3-2) Menegatti 6; Lazzari 6, Gasparetto 6,5, Cottafava 6,5, Silvestri 6,5, Nava 6 (dall’8’ s.t. Giani 6); Gentile 6,5, Capece 6,5, Di Quinzio 6,5 (dal 46’ s.t. Togni s.v.); Zigoni 6,5 (dal 31’ s.t. Rovini 6), Finotto 7. (Albertoni, Filippini, Gerbaudo, Veratti). All. Semplici 6,5. ARBITRO Vesprini di Macerata 6,5. NOTE paganti 1.912, abbonati 2.979, incasso di 35.875 euro. Ammoniti Nava, Lazzari, Finocchio e Mandorlini. Angoli 32. ● PISA La Spal non si ferma più, il Pisa arriva al capolinea. Destino opposto per le due squadre adesso appaiate in classifica a meno sette dalla Reggiana. La Spal ottiene la sesta vittoria di fila e spera ancora nei playoff in virtù dello scontro
diretto a Reggio Emilia all’ultima giornata, il Pisa abbandona ogni speranza dopo la sesta sconfitta casalinga e le dichiarazioni del presidente Carlo Battini a fine partita: «Non so se pagherò i prossimi stipendi penso che non darò più nulla per fare calcio in questa città». I locali ancora una volta sono stati penalizzati dalla sterilità offensiva, non a caso hanno il peggior attacco casalingo dell’intero girone (15 reti). L’ennesimo esempio si è avuto al 21’, con Arma volato via sul filo del fuorigioco che calcia addosso al portiere in uscita e Napoli che a porta vuota scaraventa fuori la ribattuta. Sarebbe stato il giusto premio a un buon inizio, invece il doppio errore è stato il punto di svolta. La Spal si è riorganizzata intorno a Capece tentando veloci ribaltamenti di fronte. Su uno di questi al 35’ Finotto si è fatto 60 metri di campo per poi servire Zigoni al linite dell’area: controllo e preciso rasoterra per il centravanti, alla sesta rete nelle ultime 5 giornate (9 da quando è arrivato a gennaio). La rete ha esaltato la Spal, che ha sfiorato diverse volte il raddoppio. Alessio Carli
Novara e Reggina: oggi le probabili penalizzazioni ● ROMA Attesi per giorni, questa mattina dovrebbero finalmente arrivare i pronunciamenti della sezione Disciplinare del Tribunale federale nazionale sui deferimenti della Procura — tutti generati da segnalazioni Covisoc per violazioni amministrative — a carico di Novara, Reggina, Savona e Aversa Normanna. Le probabili penalizzazioni rischiano di sconvolgere le classifiche dei tre gironi di Lega Pro. I casi di Novara (6 deferimenti) e Reggina (4) sono i più delicati, perché le eventuali sanzioni del Tribunale rischiano di complicare le ambizioni di promozione in B dei piemontesi, mentre nel caso del club di Foti, già ultimissimo nel girone C, potrebbero dargli la spallata definitiva verso i Dilettanti.
LA SITUAZIONE Bassano in campo venerdì: va a Vicenza per il riscatto Così la 35a giornata in Lega Pro: VENERDÌ Ore 19.30 Monza-Pordenone (A, 1-0). Ore 20.45 Real Vicenza-Bassano (A, 1-1). SABATO Ore 14.30 Como-Arezzo (A, 1-0); Lucchese-Ancona (B, 2-2); MessinaIschia (C, 2-2). Ore 15 Venezia-Pavia (A, 1-2); Cosenza-Martina (1-1) e Juve Stabia-Salernitana (C, 2-3). Ore 16 Cremonese-Lumezzane (A, 1-1); L’Aquila-Forlì (B, 2-2); MateraBenevento (C, 3-3). Ore 17 Feralpi Salò-Alessandria (A, 0-2); PontederaPro Piacenza (B, 1-1); Lupa Roma-Melfi (C, 0-3). Ore 19.30 Spal-Tuttocuoio (B, 0-1); Paganese-Aversa N. (C, 2-1). DOMENICA Ore 11 Südtirol-Mantova (A, 1-0). Ore 12.30 Ascoli-Carrarese (B, 0-0); Barletta-Vigor Lamezia (C, 2-0). Ore 14.30 AlbinoLeffe-Torres (A, 0-2); Gubbio-Santarcangelo (2-0) e PratoTeramo (B, 0-1); Reggina-Savoia (C, 02). Ore 16 San Marino-Grosseto (1-2) e Savona-Reggiana (B, 0-5); LecceFoggia (C, 0-2). Ore 18 Renate-Pro
Patria (A, 1-1); Pisa-Pistoiese (B, 0-2); Casertana-Catanzaro (C, 1-0). LUNEDÌ Ore 20.45 Novara-Giana (A, 2-1). LE CLASSIFICHE GIRONE A Novara p. 67; Bassano 64; Pavia (-1) 63; Alessandria 62; Como 57; Feralpi Salò 49; Real Vicenza 48; Venezia (-1) 46; Cremonese e Arezzo 45; Sütirol 44; Giana 42; Mantova (-3), Renate e Torres 40; Monza (-2) 39; Lumezzane 31; Pordenone 30; AlbinoLeffe 29; Pro Patria (-1) 28. GIRONE B Teramo p. 68; Ascoli 61; Reggiana 59; L’Aquila 54; Pisa e Spal 52; Ancona 50; Lucchese e Tuttocuoio 47; Pontedera 45; Carrarese 41; Grosseto (-1) e Gubbio 39; Santarcangelo e Pistoiese 38; Prato 37; Forlì 36; Savona 35; Pro Piacenza (-8) 30; San Marino 29. GIRONE C Salernitana p. 76; Benevento 71; Juve Stabia 63; Matera 60; Foggia (-1) e Lecce 57; Casertana* 56; Catanzaro 49; Barletta (-2) 44; Cosenza e Vigor Lamezia 42; Melfi (-2) 41; Martina* e Lupa Roma 36; Paganese 35; Messina e Ischia (-1) 29; Savoia (-1) 27; Aversa Normanna 26; Reggina (-4) 22. (* una in meno).
Anche il c.t. Conte oggi alla consegna del Premio Stracca ● MILANO Oggi alla 14.30 nella Sala Montanelli del Corriere della Sera saranno premiate le vincitrici del Premio Roberto Stracca e del Premio speciale Lega Pro. Saranno presenti il c.t. azzurro Antonio Conte, il direttore del Corriere della Sera Ferruccio de Bortoli, il presidente della Lega Pro Mario Macalli, il Team Manager Italia Gabriele Oriali e Venanzio Postiglione, vice direttore del Corriere della Sera. Saranno premiate Elisabetta Invernizzi e Federica Andrea De Cesco, che con i loro elaborati hanno vinto il concorso intitolato alla memoria di Roberto Stracca, giornalista del Corriere, morto nel 2010 a soli 40 anni. L’incontro è aperto al pubblico. Per partecipare ci si deve prenotare alla mail: premiostracca@corriere.it.
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Motomondiale R Dopo il GP delle Americhe
MARTEDÌ 14 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
AUSTIN ERA LA PISTA PIÙ DIFFICILE, EPPURE SONO STATO SEMPRE COMPETITIVO. E L’ITALIA È IN CRESCITA
NON ERA SCONTATO CHE ANDASSIMO FORTE. DOBBIAMO CRESCERE IN FRENATA ED ESSERE PIÙ INCISIVI I PRIMI GIRI
VALENTINO ROSSI PILOTA YAMAHA
ANDREA DOVIZIOSO PILOTA DUCATI
Valentino: «Caro Marc per il titolo io ci sono» Giovanni Zamagni AUSTIN (STATI UNITI)
M
arc Marquez non ha dubbi: è Valentino Rossi il rivale più pericoloso per il Mondiale. «Con tutto il rispetto per Andrea Dovizioso — ha detto il campione spagnolo —, che sta andando forte e sta facendo bene, temo più Rossi, per tutto quello che ha vinto, per la sua esperienza, per la sua abitudine a giocarsi risultati importanti». Incoronato da Marquez, Valentino ringrazia, sorride, non si illude più di tanto, anche se pensa in ogni momento a come fare per battere Marc e la Honda e conquistare la “decima”: impresa certamente difficile, ma non impossibile. «Essere in testa al Mondiale dopo due gare non è così importante — sorride — è però significativo essere sempre salito sul podio. Averlo fatto ad Austin mi fa ben sperare per il futuro, quella era la pista sulla carta più difficile per la Yamaha: su altri tracciati potremmo essere
più competitivi». A cominciare da domenica in Argentina, anche se Marquez rimane il favorito. «L’anno scorso — ricorda Rossi — Marc aveva dominato, era stata forse la sua vittoria più netta. Sarà difficilissimo batterlo, ma ci proviamo». PRESSIONE Più o meno l’obiettivo che Valentino si era posto prima della gara texana: mettere un po’ di ansia al rivale, rendere meno scontato il suo dominio. «Diciamo che ci siamo riusciti all’80%: nell’ultimo giro lui ha naturalmente rallentato, ma era lì, non troppo lontano. L’ho visto per tutta la gara: solitamente ad Austin vedevo Marc da vicino solo… nella conferenza stampa del giovedì» scherza, sottolineando però un aspetto importante: lui e la Yamaha sono cresciuti ulteriormente e Marquez ha un po’ meno margine da amministrare. «Credo che, in generale, possiamo essere più competitivi: in Argentina la M1 dovrebbe funzionare bene, sperando che l’asfalto sia un po’ più pulito
dell’anno scorso». RIVALI Ma non c’è solo Marquez, bisogna fare i conti anche con la Ducati. «La gara di domenica ha confermato che possono essere competitivi su tutte le piste con entrambi i piloti. Dovizioso è sempre stato un avversario difficile da battere: adesso è in forma e la Ducati va forte». Valentino teme anche un ritorno del compagno di squadra, non si fida delle momentanee difficoltà. «Lorenzo ha avuto due GP un po’ complicati, ma lui ha dimostrato di sapersi rialzare anche da un giorno all’altro: è troppo presto per dire che è fuori dai giochi». CONVINTO In questo momento, però, il numero uno della Yamaha è senza dubbio Rossi. Anche questo fa la differenza e la persuasione di essere tornato al centro del mondo Yamaha gli dà ulteriore carica: «Ad Austin è andato tutto bene, anche se non è stato un GP perfetto perché non sono riuscito a battere Dovi. Il 2° posto e i 4 punti in più avrebbero fatto comodo. Ma in tutti i turni sono stato competitivo, sempre nei primi quattro, sono stato veloce sull’acqua, in qualifica». Così, grazie a Rossi, ma non solo, la nazionale italiana motociclistica torna a fare paura. «È bellissimo perché negli ultimi anni la Spagna ci aveva distrutto: ci sono tre italiani che vanno forte in MotoGP e altri che stanno crescendo in Moto2 e Moto3. La Spagna rimane più forte, ma noi siamo in crescita». © RIPRODUZIONE RISERVATA
Dovizioso: «La vittoria? È questione di tempo» S
mente: sono stato bravo». Ma anche a una moto che ha confermato di non essere fuoco di paglia. L’incoronazione è di Rossi: «Ormai è chiaro che la lotta per vittorie e Mondiale si è allargata a 6, anzi, a 5, aspettando Pedrosa».
SPERANZE «Su questa pista non era scontato che saremmo andati ancora forte», dice il forlivese. Invece è successo, non di prepotenza, ma di forza. Grazie al pilota capace di gestire «energie, gomme e velocità contemporanea-
CONCRETI La rossa cresce e lo fa anche su una pista sulla carta non positiva come questa e dopo prove piuttosto complicate per le condizioni atmosferiche e l’altalenarsi delle risposte del cronometro. Lo dice anche il 5° posto di Andrea Iannone, che fino a una manciata di giri dalla fine puntava al podio, «ma avevo forzato troppo all’inizio per rimontare, lo dimostra il mio miglior giro della gara. Il problema è non aver sfruttato la gomma morbida in prova, partendo in terza fila». Per inciso, il ragazzo di Vasto che ha lasciato la moto a bordo pista nel giro d’onore, non ha finito la benzina: «Semplice-
Filippo Falsaperla INVIATO AD AUSTIN
e la si guarda dalla giusta angolazione la «sconfitta» del Texas forse deve far sorridere l’Italia a due ruote più della tripletta del Qatar. Perché una volta le cose possono succedere per congiunzione astrale (o una gran botta di fortuna), ma se dopo due settimane quasi ti ripeti, vuol dire che sei sulla buona strada. «Quasi» vuol dire che Danny Kent ha vinto in Moto3 ed è in testa al Mondiale, ma Enea Bastianini (4°) lo bracca a 7 punti. «Quasi» vuol dire che Marc Marquez è tornato e vincere, ma non a spaventare: in testa c’è Valentino Rossi e a un solo punto Andrea Dovizioso, con un 2° posto più convincente del Qatar.
mente la moto si è spenta, ma nel serbatoio ce n’era ancora». LAVORO I due Andrea concordano: la GP15 è una gran moto, anche se manca ancora qualcosina. «Piccoli dettagli – assicura Dovizioso –. Lottando con Marc e Valentino mi sono reso conto che loro riescono a essere più incisivi, più sciolti soprattutto all’inizio. Sicuramente abbiamo un grande motore, ma ci manca un po’ in fase di frenata. Quando nel tentativo di passare mi sono trovato a forzare e quasi tocco la gomma posteriore di Valentino, non sono stato contento: ho rischiato di mandare all’aria il risultato di tutti e due. Ma se devo analizzare bene le cose, questo secondo posto è per certi versi migliore del Qatar. Io sono un lottatore e lì mi sono trovato senza armi. Poi, questa pista sulla carta era decisamente meno adatta. Invece siamo stati protagonisti, ce la siamo giocata». CENTRO Prossimo obiettivo: la vittoria, che Andrea non nomina, ma non per scaramanzia. «Sono ottimista e credo che sia soltanto una questione di tempo. Non voglio dire che più giriamo e conosciamo la moto, più si migliora. Non è una cosa automatica e potremmo anche non arrivare mai a capo dei problemi. Ma sono convinto di farcela perché ho visto che tipo di lavoro abbiamo fatto dall’anno scorso a oggi. Se abbiamo sempre progredito, vuol dire che possiamo continuare a farlo». © RIPRODUZIONE RISERVATA
Petrucci con Iannone
Formula 1 R Dopo il GP Cina
MARTEDÌ 14 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
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Gioco di squadra Pit stop per la Ferrari SF15-T di Sebastian Vettel durante il GP di Shangai di domenica scorsa COLOMBO
AAA Ferrari cerca... carico
1A Shangai la SF15-T era più veloce delle Mercedes (331 contro 324 km/h) sul rettilineo ma soffriva nelle curve veloci. Il d.t. Allison deve trovare soluzioni aerodinamiche che schiaccino di più la rossa a terra
Pino Allievi SHANGHAI (CINA)
E
ora il Bahrain. Una delle gare più spettacolari dello scorso anno ma non per la Ferrari, che con Fernando Alonso si piazzò al nono posto e con Kimi Raikkonen al decimo. Fu dominio Mercedes, come al solito, con Lewis hamilton che riuscì a resistere agli attacchi al limite di Nico Rosberg, però il 2014 era un’altra cosa e gli scenari erano molto diversi. Soprattutto per la Ferrari che adesso – dopo tre gare – ha nientemeno che 46 punti in più rispetto alla passata stagione: un balzo in avanti enorme. Anche la Mercedes e la Williams però sono in progresso: più 8 la prima e più 18 la seconda,. Tra i piloti, è Sebastian Vettel a godere dell’incremento maggiore: 22 punti. REAZIONE Le cifre crude, spietate, danno esattamente l’idea del mutamento in dodici mesi. In questa prospettiva il terzo posto di Vettel domenica diventa più dolce, perché alla fine ci si era illusi, sulla scia del trionfo di 15 giorni prima in Malesia, che le cose fossero diventate facili. Invece la reazione della Mercedes in Cina è stata impressionante e ha chiarito a che livelli ci si debba spingere per batterla nelle prossime gare. Hamilton è andato a spasso e alla fine aveva ancora le gomme in piena salute per allungare, se qualcuno si fosse fatto sotto. A differenza di Sepang, non c’è stato un calo nel rendimento
ELKANN AGLI AZIONISTI EXOR
«Montezemolo? Bravo, ma il 2014 è stato disastroso Bene Marchionne» ● «Luca è stato bravo a preservare il fascino e la magia del marchio Ferrari, creando le migliori automobili del mondo». Lo dice John Elkann nella lettera indirizzata agli azionisti Exor parlando di Maranello e del suo ex presidente Luca Cordero di Montezemolo. «Il 2014 è stato un anno eccellente — ha scritto —, con ricavi in crescita del 18% grazie soprattutto al successo della Ferrari. Purtroppo la stagione di F. 1 è stata un autentico disastro. Per la prima volta in 20 anni, la Ferrari non è riuscita a vincere neanche una gara e si è dovuto procedere con dei cambiamenti. Il più importante è stata l’uscita di Luca di Montezemolo, che per oltre venti anni aveva guidato la società con energia e impegno». Elkann ricorda che quando Montezemolo
LA CIFRA
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il numero di podi conquistati dalla Scuderia nella sua storia. Per Vettel è il terzo consecutivo
Kimi Raikkonen, 35 anni, e il figlio Robin, 2 mesi, si rilassano in aereo leggendo... «F1 Racing»
dei pneumatici. Merito di cosa? Niki Lauda dà la sua spiegazione: «Merito del fatto che stavolta non abbiamo sbagliato niente, mentre due settimane fa abbiamo commesso degli errori tattici e tecnici. Tutti hanno pensato a una Ferrari superiore e in effetti la loro macchina è andata benissimo. Ma alla base abbiamo perso noi. Stavolta abbiamo invece vinto con la stessa macchina senza grandi modifiche rispetto alla Malesia. La temperatura più bassa ci ha favoriti? Ci ha aiutato, ma non in modo determinante. L’importante è andare avanti senza sbagli anche in Bahrain, perché la Ferrari al di là di tutto è molto pericolosa». CARICO CERCASI Sul fronte di Maranello, il responsabile tecnico James Allison ha detto che bisogna recuperare carico aerodinamico, che è quello che preme a terra la vettura e garantisce più stabilità in curva. In effetti, la SF15-T a Shangai era decisamente più veloce in rettilineo rispetto alla Mercedes (Vettel ha toccato i 331 km/h, contro i 324 di Hamilton) ma soffriva nelle curve veloci. Questione di aggiustamenti su una monoposto che è ai primi stadi di sviluppo. Il fatto che Vettel abbia però sottolineato più volte di aver «provato tutto quanto era possibile» e di essere stato «molto aggressivo» per tentare di recuperare lo svantaggio da Rosberg e Hamilton nella prima parte di corsa, evidenzia quanto siano state rapide le monoposto tedesche. Lo saranno anche in Bahrain? «Non vedo perché no», sostiene Lauda, aggiun-
«ha dato avvio alla sua presidenza nel 1991, Ferrari vendeva 4.487 auto all’anno, fatturava 340 milioni e generava un utile di 13 milioni. Nel 2014 ha venduto 7.255 automobili, con ricavi pari a 2,8 miliardi di euro e un utile netto di 265 milioni. Nel corso della presidenza di Luca fino al 2008 la Scuderia Ferrari è riuscita a aumentare i successi sui circuiti di gara grazie alla coppia straordinaria formata da Jean Todt e dall’irraggiungibile Michael Schumacher (....). E poi: «Il compito di ritornare a questi fasti tocca ora a Sergio Marchionne che è impegnato a tenere vivo lo spirito creato da Enzo Ferrari (“Le esigenze legate alla produzione di serie mi sono estranee”), preservando l’esclusività delle Ferrari e al contempo facendo proprio l’imperativo della vittoria in pista: “Nessuno ricorda chi arriva secondo”, diceva il Drake». Sul momento attuale e sul nuovo corso in Formula 1 continua: «Sono felice di constatare che abbiamo avuto un buon inizio del 2015. Maurizio Arrivabene ha preso la guida della Scuderia; al volante ci sono due grandi campioni del mondo come Raikkonen e Vettel e la squadra è salita di nuovo sul gradino più alto del podio». Ottimismo, infine , per il futuro della produzione di Fca che intende lanciare 80 nuovi modelli: «Il 2015 sarà l’anno del rilancio Alfa, e dell’arrivo del suv Levante della Maserati prodotto a Mirafiori».
gendo che correre verso sera, con temperature decisamente più basse, rappresenterà un pensiero in meno per il team campione del mondo. GUERRA Ma proprio in Mercedes dopo appena tre gare è venuta a galla un’altra volta la rivalità tra i due piloti, con Rosberg che nel dopo corsa ha accusato Hamilton di aver rallentato troppo il ritmo all’inizio («abbiamo avuto una discussione molto intensa, ma costruttiva, ora pensiamo già al GP Bahrain», ha ribadito in un video sul proprio profilo twitter), costringendolo a cambiare strategia per difendersi dal ritorno di Vettel. Rilievo che non sta in piedi perché chi è davanti ha il diritto di tenere l’andatura che preferisce. Semmai spettava a Nico tentare il sorpasso sul compagno e non ci ha provato. Nervosismo generato da un Hamilton divenuto perfetto e sinora impossibile da superare anche con una macchina identica. Rosberg ci riproverà tra pochi giorni in Bahrain, pista che tra l’altro gli piace molto. Il tedesco deve tornare a vincere per il suo morale ma anche per avere più peso nel team, pena la rassegnazione a fare da seconda guida. Non soltanto adesso, ma anche in ottica futura, visto che il rinnovo del contratto di Hamilton è ormai vicino…
Sebastian Vettel, 27 anni, 4 volte campione del mondo in Formula 1 con la Red Bull LAPRESSE
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IN COMA DA 6 MESI
AUDIENCE
Il papà di Bianchi «Jules si muove e stringe la mano»
MotoGP e F.1 Grandi numeri in chiaro e pay
● «Jules è stabile, tutti i suoi organi stanno funzionando senza alcuna assistenza, ma è ancora in coma». Il padre di Jules Bianchi, Philippe, torna a parlare al quotidiano Nice Matin a 6 mesi dal terribile incidente occorso al figlio sul circuito di Suzuka, quando dopo essere uscito di pista finì contro una gru presente sul tracciato per rimuovere la Sauber di Adrian Sutil. «Rispetto a quello che ci avevano detto i dottori all’epoca è migliorato tantissimo — sottolinea Philippe —. A volte sembra più presente, si muove e stringe la nostra mano ma è difficile capire se è solo un riflesso».
Paola Saluzzi, 50 anni ANSA
SU TWITTER
Offese ad Alonso Pugno duro Sky: Saluzzi sospesa ● La conduttrice Paola Saluzzi è stata sospesa da Sky per i tweet contro Fernando Alonso. «Gli è tornata la memoria e si è ricordato di quanto sia #arrogante e #invidioso #pezzodiimbecille» aveva scritto dopo le libere cinesi. Lo spagnolo ora è in silenzio stampa con Sky.
● Domenica da record per il Motomondiale. Ieri Sky Sport MotoGP HD ha registrato il miglior risultato di sempre nelle 24 ore con una media di 100 mila spettatori (1.990.687 spettatori unici) nell’intera giornata. In particolare la gara della MotoGP è stato seguita da 1.075.649 spettatori medi (+29% rispetto al 2014). Oltre 1 milione e mezzo di spettatori medi, invece, per la differita alla sera su Cielo, 12.95% la share media. Da segnalare gli ascolti della F.1 con il GP di Cina. In diretta dalle 8 del mattino su Sky l’audience media è stata di 607.855 con il 7,12% di share. In chiaro sulla Rai l’hanno visto 2.989.000 spettatori (35,04%).
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Ciclismo R Il tema
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IL RETROSCENA
I dieci passaggi a livello e quei timori della giuria
L’urlo di gioia di un John Degenkolb quasi incredulo a Roubaix: l’unico tedesco prima di lui a vincere la Roubaix era stato Josef Fisher nel 1896 AFP
E Degenkolb urla: «Noi tedeschi siamo tornati» 1Il re di Sanremo e Roubaix simbolo di una nazione di nuovo innamorata dopo gli scandali doping
Ciro Scognamiglio INVIATO A ROUBAIX (FRANCIA) twitter@cirogazzetta
L’
apoteosi a Roubaix dopo il trionfo a Sanremo: John Degenkolb, ovvero la locomotiva del treno-Germania che va veloce. Molto veloce. Perché c’è da sottolineare l’ormai certificata presenza in grande stile sul palcoscenico ciclistico della super potenza tedesca. Il tutto in un anno aperto a gennaio dalla notizia del ritorno di Ard, il primo canale televisivo del Paese, ai Tour de France 2015-2016. Ottanta minuti di diretta ogni giorno, dopo gli anni bui dell’oblio per il doping di Ullrich, Zabel e Aldag, la sospensione delle dirette nel 2007 e il mancano rinnovo (anche di Zdf, che per ora resta alla finestra) dei contratti televisivi scaduti nel 2011. Ecco i tre punti della rinascita. UOMINI I quattro moschettieri fanno passare in secondo piano un vincitore di Sanremo (nel 2013) come Gerald Ciolek. Parliamo di Marcel Kittel (classe 1988), Andrè Greipel (1982), Tony Martin (1985) e John Degenkolb (1989). Dal 2011 a oggi, in quattro, contano quasi 200 vittorie. Kittel è il velocista possente capace di scaraventare Cavendish giù dal trono del Tour; Greipel, pure velocista, è il meno «mediatico» ma veleggia ben oltre i 100 successi; Martin è il padrone del cronometro (3 mondiali). Ma è chiaro che ora John Degenkolb, a soli 26 anni, ha sorpassato tutti dopo avere aggiunto in 22 giorni Sanremo e Roubaix a Gand-Wevelgem, Parigi-Tours, Amburgo, tappe a Giro e Vuelta. SOLDI«Ero un fan di Ullrich e della T-Mobile, collezionavo le borracce e i gadget come un tifoso. Ma le mie illusioni sono cadute come un castello di car-
RAl Tour si rivedrà il canale Ard. Può rinascere il Giro di Germania. E riecco gli sponsor te – aveva detto Degenkolb in passato —. Ma invece di voltare le spalle al ciclismo, come hanno fatto molti tedeschi, mi sono convinto al contrario che bisognava battersi per dare a questo sport un’immagine nuova». E di questo cominciano ad essere convinti anche gli sponsor. Salutate la corazzata Telekom/T-Mobile e la Gerolsteiner, l’ultima squadra tedesca World Tour era la Milram (2010). Ma quest’inverno Iwan Spekenbrink, il patron dell’olandese Giant (team di Degenkolb e Kittel), ha deciso di spostare l’affiliazione in Germania dopo l’arrivo del cosponsor tedesco Alpecin, che fa base a Bielefeld. Mentre la ex NetApp-Endura (livello Professional), già al via di Giro e Tour, da quest’anno si chiama Bora, azienda tedesca che si occupa di cappe aspiranti e che si è messa in gioco come primo
GRANFONDO GIRO D’ITALIA: MENO 33 GIORNI ● Presentate ieri a Milano la 16a tappa del Giro d’Italia, Pinzolo-Aprica (col Mortirolo), in programma martedì 26 maggio, e la Granfondo Giro d’Italia, che si correrà sullo stesso percorso domenica 17 maggio (iscrizioni aperte sino alla fine di aprile). Sono 2 dei momenti clou della 98a edizione, che scatta il 9 maggio. Nella foto: Ivan Basso in rosa sul Mortirolo al Giro 2006.
nome. Non capitava da anni. Ed è arrivato l’invito per il prossimo Tour de France. EVENTI Certo, di fatto l’unico sport radicato «a prescindere» nella cultura tedesca è il calcio. Alle altre discipline servono i campioni per scaldare il cuore: Ullrich è stato l’equivalente ciclistico dei tennisti Boris Becker e Steffi Graf, o dei piloti di F.1 Michael Schumacher e Sebastian Vettel. Per Jan, nella crono di Nantes al Tour 2003, Ard e Zdf registrarono il record di audience ciclistica: 6,1 milioni. Nel 2014, invece, una sola corsa è stata trasmessa da un canale pubblico: il Gp di Francoforte. Ma ora, grazie ai nuovi eroi, si registra un certo fermento anche organizzativo: Amburgo studia la candidatura per i Mondiali di ciclismo 2018, e già nel 2016 c’è la possibilità che torni il Giro di Germania: nacque nel 1911, ma conta solo 32 edizioni. L’ultima volta era rinato sull’onda di Ullrich, ma non si disputa più dal 2008. Ora in sella ci sono Degenkolb e i suoi fratelli. Vincono e convincono. E il Paese, piano piano, sembra di nuovo pronto a innamorarsi di loro. © RIPRODUZIONE RISERVATA
LE ALTRE STELLE
● Due immagini del «fattaccio» di domenica: in alto, i corridori passano a sbarre abbassate e si riconosce Wiggins (è il secondo). Sopra, il resto del gruppo è fermo mentre transita il treno BETTINI TONY MARTIN Nato a Cottbus il 23 aprile 1985, corre per la Etixx-Quick Step. Tra i suoi 40 successi spiccano i tre mondiali di fila a cronometro (2011-12-13) BETTINI
MARCEL KITTEL Nato ad Arnstadt l’11 maggio 1998, corre per la GiantAlpecin, come Degenkolb: 61 successi, 8 tappe negli ultimi 2 Tour de France EPA
ANDRÈ GREIPEL Nato a Rostock il 16 luglio 1982, corre per la LottoSoudal. Nessuna classica finora ma 121 successi. È campione tedesco BETTINI
INVIATO A ROUBAIX
H
anno parlato tutti. Le ferrovie francesi, la federazione internazionale, l’associazione corridori, gli organizzatori. La Parigi-Roubaix n° 113 è stata sì quella del trionfo di John Degenkolb, della favola senza lieto finale di Wiggins e delle altre mille storie agonistiche di una classica unica. Ma la tragedia sfiorata poco dopo le 14, quando 57 corridori hanno saltato un passaggio a livello con le sbarre prima in movimento e poi chiuse, a pochi secondi dall’arrivo di un treno ad alta velocità, tiene ancora banco. E non potrebbe essere altrimenti. REAZIONI La prima reazione, ieri mattina, è stata quella di Sncf, le ferrovie francesi. Il succo: «Hanno visto tutti il gesto irresponsabile di molti corridori che hanno superato un passaggio a livello chiuso (nel 2014, in Francia, sono morte 29 persone in circostanze simili, ndr). Gravissimo e passibile almeno di sanzione amministrativa. Sporgiamo denuncia contro ignoti». La federazione internazionale, dal canto suo, ha ribadito che «la sicurezza è la priorità numero uno», annunciando di avere chiesto agli organizzatori della Roubaix, e dei Paesi Baschi (dove pure c’erano stati incidenti evitabili in gara) «un rapporto dettagliato su quanto accaduto». L’assocorridori ha parlato di «rischi inaccettabili per gli atleti», ma anche Christian Prudhomme, il direttore del Tour (e anche della Roubaix) ha preso le distanze. «La reazione delle ferrovie francesi è legittima. Il regolamento delle gare di ciclismo è chiaro, l’attraversamento di un passaggio a livello chiuso è vietato. I corridori erano lanciati, si può comprendere, ma non è una spiegazione sufficiente. Cercheremo di sensibiliz-
zarli di più. Nelle immagini si vedono 3 poliziotti e una guardia repubblicana, ma più di uno non ha rispettato le loro indicazioni. Faremo di tutto perché non succeda più. Come ha detto il segretario di stato ai trasporti, Alain Vidalies, la sicurezza non è un’opzione, ma una necessità assoluta». IMPUNITI Resta il fatto che sul posto, per un episodio che ha coinvolto anche big come Kristoff, Wiggins e il vincitore Degenkolb, non c’erano commissari (e il regolatore in moto è arrivato dopo). E che la giuria ha ritenuto di non prendere provvedimenti, limitandosi a neutralizzare la gara per far ricompattare il gruppo. A quanto ha potuto ricostruire la Gazzetta, già alla sera prima, nell’ultima riunione tra i commissari, la questione dei passaggi a livello era stata sollevata. E non solo per il precedente del 2006 sempre alla Roubaix, e la conseguente squalifica di Hoste, Van Petegem e Gusev. La Roubaix di domenica ne incrociava ben 10 sul percorso (l’ultimo a circa 10 km dal traguardo) e ben 6 erano tra il km 147 e il km 171 (quello «incriminato», al km 162,5). Le preoccupazioni erano legate anche al fatto che, rispetto per esempio all’Italia, in Francia i passaggi a livello restano chiusi per molto meno tempo e non occupano tutta la carreggiata, la qual cosa favorisce in un certo senso l’incunearsi tra di essi. Gli orari di una gara di ciclismo, poi, non possono essere precisi al secondo: la partenza era stata già posticipata di 10’ perché il vento lasciava prevedere una media oraria alta, e così è stato (oltre 50 nella prima ora, oltre 43 alla fine). Ma il treno fa il suo tragitto. Anche la corsa è corsa, ma sarebbe meglio per tutti considerare luci rosse, e sbarre già semplicemente semi-aperte, come un muro invalicabile. ci. sco. © RIPRODUZIONE RISERVATA
I VIDEO SU GAZZETTA.IT Treno alla Roubaix, succedeva già nel 1937. E al Fiandre Under 23 di sabato...
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Basket R Serie A: il personaggio IL POSTICIPO
L'IDENTIKIT
Green decide Milbourne no Avellino fa il bis in casa
MASSIMILIANO MENETTI NATO A: PALMANOVA (UD) IL: 27/1/1973 RUOLO: ALLENATORE SQUADRA: GRISSIN BON REGGIO E.
Max Menetti è cresciuto nella Reggiana: entra nello staff della prima squadra nel 1997, prima di allenare per 5 anni la femminile della Juvenilia anche in serie A. Primo ritorno Dal 2003 torna alla Reggiana come vice di Frates. Il 9 novembre 2006 prende il posto di Pasquali e debutta come head coach in A chiudendo la stagione (bilancio 10-18). Torna assistente di Marcelletti prima si seguire Frates a Montegranaro. Secondo ritorno Nel 2010 torna a Reggio da vice in Legadue, poi nel 2011 diventa head coach ottenendo la promozione in A. Con lui, Reggio conquista due volte i playoff e vince l’Eurochallenge 2014.
Luca Chiabotti
«Q
uando a Reggio Emilia si lavora con umiltà ricordandoci delle origini contadine, succedono cose fantastiche. Non parlo solo di pallacanestro, ma di persone che hanno costruito imperi dal nulla. Sono in questa società dal minibasket: una volta abbiamo fatto una campagna abbonamenti con la slogan “un modo di essere”. Io penso davvero che la Reggiana lo sia: vuol dire semplicità, ricordarsi da dove si viene»: Massimiliano Menetti ritorna alle origini davanti al miglior risultato, comunque finisca la volata per il secondo posto, del club, mai oltre il sesto posto di due anni fa, anche se nel 1998 arrivò in semifinale scudetto, partendo da undicesima, con Dado Lombardi. «C’ero — dice Menetti — è stato il mio primo anno da professionista, da assistente». Max era un ragazzino quando il mitico Dado innescò il primo boom del basket a Reggio. Ora ha fatto la sua parte: tre stagioni in A, terzo anno ai playoff. E la squadra brillante e “leggera” di inizio campionato ha costruito attorno al talento diffuso una difesa che, nelle ultime 5 gare, ha tenuto gli avversari a 64 punti di media.
Nel corso della stagione, Reggio ha avuto una metamorfosi tecnica e appare più matura. «Abbiamo cambiato faccia ogni settimana per gli infortuni e gli innesti di giocatori molto diversi. Mancano 4 giornate e ancora non siamo stati mai al completo, secondo
AVELLINO
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(12-16, 41-37; 53-53) SIDIGAS AVELLINO: Green 15 (1/4, 3/8), Gaines 2 (1/5, 0/4), Banks 17 (3/5, 1/2), Trasolini 8 (4/5, 0/1), Anosike 10 (5/7); Hanga 5 (1/2, 1/3), Harper 11 (2/6, 2/4), Lechthaler 5 (2/2), Cavaliero (0/2 da tre). N.e.: Cortese. Morgillo, Severini. All.: Frates.
Massimiliano Menetti, 42 anni, è alla quarta stagione sulla panchina di Reggio: cresciuto nella società, ha vinto la legadue e l’Eurochallenge CIAM
Menetti: adesso Reggio è una macchina-playoff
1 Meno spumeggiante ma più matura e tosta. «In questa città,
l’umiltà delle origini contadine ha fatto accadere cose fantastiche» «LA COPPA ITALIA E I VETERANI CI HANNO ILLUMINATO SULLE COSE INDISPENSABILI PER ESSERE COMPETITIVI» «SONO CURIOSO DI VEDERE MILANO NEI PLAYOFF: IL DOMINIO IN SERIE A NON E’ STATO CONFERMATO ALTROVE»
MAX MENETTI ALLENATORE REGGIO EMILIA
l’idea con la quale abbiamo costruito la squadra. La Coppa Italia ci ha illuminato su quello che è indispensabile per essere competitivi ad alto livello, la squadra ha seguito i veterani che hanno già vissuto momenti simili. La stagione è stata positiva ma la cosa importante, è arrivare pronti e al completo all’inizio dei playoff. Le gare che mancano sono fondamentali per testare la mentalità e la continuità acquisita».
Se arrivate secondi diventate l’anti-Milano... «Sono curioso di vederla ai playoff perché il dominio indubbio che ha mostrato in campionato non è riuscita a confermarlo nelle altre manifestazioni. Quindi resta la grande domanda sulla capacità di confermarsi anche nelle gare secche che decidono». Nei playoff avrà 12 giocatori veri, una profondità in area pari a quella dei più forti, molto talento. La preoccupa la leggerezza degli esterni, spesso tre guardie, in un basket dove voleranno un sacco di botte? «Torniamo al discorso degli infortuni: questa squadra è stata pensata con Silins che può giocare ala piccola proprio per colmare il gap fisico in quel settore e Darjus Lavrinovic da ala forte al fianco di Cervi o Chikoko. Il mese prima dei playoff deve servire per sperimentare le soluzioni che gli infortuni ci hanno negato finora». Come si bilancia il non soffocare il talento e l’incoscienza dei giovani col fatto che nei playoff vince un basket diverso?
«La prima cosa, coi giovani, è che alle spalle devi avere il progetto di una società che punta su di loro. Con Mussini, Della Valle ma anche Cervi, abbiamo iniziato la stagione con un basket “spumeggiante”. Adesso devono acquisire la consapevolezza che il talento, ad un certo livello, non è sufficiente. Ricalca il percorso che sta facendo tutta la squadra, ben ricordato a ogni allenamento da veterani come Kaukenas. I giovani devono poter sbagliare, la cosa importante è che l’errore faccia parte di un progetto, che ci sia un obbiettivo chiaro dove si vuole arrivare». Non vi nascondete, bravi... «Vogliamo essere pronti per fare al meglio i playoff. Passare il primo turno per noi è molto importante dopo due eliminazioni ai quarti, a gara 7 e 5, con chi è poi è arrivato in finale. E’ un periodo d’oro per il basket a Reggio, ma siamo così concentrati sul fare le cose sempre meglio che non ce ne rendiamo conto. Forse lo capiremo solo tra qualche anno». © RIPRODUZIONE RISERVATA
AL PALADESIO
Giovedì (20.30) si recupera Cantù-Milano ● La serie A torna giovedì con il recupero Cantù-Milano. Sabato anticipo di Gazzetta Tv Venezia-Trento (20.30). Così il resto della 27a, domenica alle 18.15: Avellino-Caserta; Pistoia-Reggio Emilia; Bologna-Pesaro; RomaBrindisi; Sassari-Varese; Capo d’Orlando-Milano (20.30); Cantù-Cremona (lunedì, ore 20). Classifica: Milano* 46; Reggio Emilia, Venezia 38; Sassari 34; Trento 32; Brindisi 30; Cremona, Bologna (-2) 24; Cantù*, Pistoia, Roma 22; Avellino 20; Capo d’Orlando, Varese 18; Pesaro 14; Caserta (-1) 9. *: una partita in meno. ● JONES K.O. Frattura del 4° metacarpo della mano sinistra per Bobby Jones di Roma. Nei prossimi giorni l’operazione, con stop che non sarà inferiore di 45 giorni.
GIORGIO TESI GROUP PISTOIA: Hall 8 (3/9, 0/2), Filloy 11 (1/1, 3/4), Amoroso 8 (2/4, 1/5), Milbourne 6 (3/8, 0/1), Easley 10 (5/7); Williams 16 (5/10, 2/5), Brown 4 (1/3), Magro 6 (3/4), Mastellari. N.e.: Bianchi. All.: Moretti. ARBITRI: Vicino, Di Francesco, Attard. NOTE – T.l.: Ave 14/23, Pis 5/8. Rimb.: Ave 36 (Green 7), Pis 36 (Easley 8). Ass.: Ave 12 (Green e Banks 3), Pis 10 (Filloy e Hall 4). Progr.: 5’ 8-2, 15’ 27-22, 25’ 43-42, 35’ 59-59. Falli tecn.: Milbourne 17’50’’ (47-49). Spett. 2100 per 23.300 euro.
Luigi Zappella AVELLINO
P
er Avellino due punti di speranza che tengono ancora acceso il lumicino in ottica playoff dopo la vittoria interna contro Pistoia. Una gara equilibrata, tesa e vibrante risolta nel convulso finale dal duo Banks-Green decisamente i migliori in casa biancoverde. Pistoia senza l’ex Cinciarini, infortunato, vede sfumare il sogno del successo quando Milbourne sul 71-69 a 5’’ dalla fine spara sul ferro il tiro dell’overtime. Moretti polemico: «Gara molto bella con situazioni tattiche anomale però sono convinto che 6 punti di Avellino, e cioè due triple di Green, siano arrivate fuori tempo. Attendo smentite». Si gioca a strappi con Pistoia avanti al 34’ grazie a due triple di Williams. Ma Green, coadiuvato prima da Harper poi da Banks, si carica la squadra sulle spalle ispirando il 17-10 finale che vale il successo. «Sono contento — dice Frates – perché dal 2014 non vincevamo due gare di fila in casa. Abbiamo battuto avversari tosti e solidi. Andiamo avanti pensando una gara alla volta». © RIPRODUZIONE RISERVATA
NBA
Ribaltone Milwaukee: dall’ultimo posto ai playoff 1Un anno i Bucks chiusero 15-67, ora
sono a 40 vittorie. Merito di coach Kidd, della difesa e del greco Antetokounmpo
Massimo Oriani
D
all’ultimo posto ai playoff. Con il successo sui Nets, Milwaukee è ora certa di chiudere al 6° posto a Est, diventando così la terza squadra nella storia ad arrivare alla postseason dopo aver chiuso la precedente stagione col peggior bilancio della lega (15-67). Le altre due sono state i Nuggets 2003-04 (ma aggiunsero Melo) e gli He-
at 2008-09 (con Wade sano, reduce da un campionato con sole 51 partite giocate). Il 4040 dei Bucks è ancora più strabiliante perché il roster non ha visto l’inserimento di superstar, ma la crescita di chi già c’era (su tutti Giannis Antetokounmpo, passato da 10 a 15 punti di media, dal 41.4 al 49.5% dal campo e dal 68% al 75% dalla lunetta). Oltretutto, ha perso per strada la 2a scelta assoluta dell’ultimo draft, Jabari Parker, per la rottura del
crociato, al pari di Kendall Marshall (stesso infortunio), un super difensore come Larry Sanders (ritiratosi nel mezzo della stagione per problemi mentali, ma la verità ha più a che fare con la sospensione per uso di marijuana...) e ceduto Brandon Knight alla deadline. COACH Il segreto sta quindi nel manico. «Parte tutto da coach Jason Kidd – ha spiegato Jared Dudley – Dovrebbe essere tra i candidati al premio di allenatore dell’anno». Eppure al suo arrivo era stato etichettato da tutti come traditore, avendo mollato Brooklyn anzitempo, scelta che aveva lasciato perplessi molti addetti ai lavori.
L’ex play di New Jersey ha fatto della difesa il marchio di fabbrica dei suoi Bucks, che quest’anno hanno concesso agli avversari il 44% dal campo rispetto al 47% della stagione scorsa, passando dal terzultimo posto nelle palle recuperate al 2°. Il nucleo è giovanissimo: Antetokounmpo ha 20anni, Khris Middleton 23, così come Michael Carter-Williams, rookie of the year in carica, arrivato al posto di Knight, e che in aprile viaggia a 17 punti, 7 assist e 6 rimbalzi di media. ARENA Manca solo il nuovo palazzo. Il co-proprietario, Wes Edens, vuole la posa della pri-
ma pietra entro autunno con apertura delle porte per la stagione 2017-18, tempi da record considerando gli ostacoli politico-burocratici che lo aspettano. I playoff invece sono una certezza e vedranno i Bucks sfidare una tra Chicago o Toronto. «Nessuno si aspetterà nulla da noi – ha detto Kidd – Meglio così». La sorpresa è una specialità della casa.
Giannis Antetokounmpo, 20 anni AFP
Risultati: Milwaukee-Brooklyn 96-73; Boston-Cleveland 117-78 (Datome 6); Detroit-Charlotte 116-77; Denver-Sacramento 122-111 (Gallinari 14); Indiana-Oklahoma City 116-104 (Westbrook 54); Washington-Atlanta 108-99; Houston-New Orleans 121-114; San Antonio-Phoenix 107-91 (Belinelli 13); LA Lakers-Dallas 106-120.
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Olimpiadi R La nuova candidata
BRAVI&CATTIVI di VINCENZO DI SCHIAVI MILANO LUCA BANCHI 49 ANNI
9 Il coach EA7 Bastano i numeri 87.2% di vittorie In un biennio a Milano, sulla panchina più ambita e stressante della Serie A, ha portato a casa uno storico scudetto e vinto domenica la stagione regolare con 5 gare d’anticipo. Per lui parlano i numeri: 87.2% di vittorie, ovvero 48 gare su 55 delle due regular season. Ne ha perse solo 5 l’anno scorso e 2 quest’anno. In Italia ha una fuoriserie e la guida bene. ● POSIZIONE IN CLASSIFICA 1° ● BILANCIO 23-2
Il sindaco di Parigi, la socialista Anne Hidalgo, 55 anni, e il collega romano Ignazio Marino, 60 anni, del Pd
REGGIO EMILIA
CREMONA
VARESE
RIMANTAS KAUKENAS 18 ANNI
LUCA VITALI 28 ANNI
CHRSTIAN EYENGA 25 ANNI
8
8
8
Vecchio Rimantas Nuova Reggio
Storico playoff? Con Vitali si può
Eyenga ha un futuro a Varese?
Chi l’avrebbe immaginato, a 38 anni, un Rimantas così? Reggio sì: ci ha creduto, come crede nei giovani. Il lituano è sbocciato con Venezia e Sassari, quando mano suda e le vittorie contano. Tanto. Lui sa come si fa. Siena docet.
Cremona non ha mai giocato i playoff. Se ci riesce, urge una statua di Vitali davanti al PalaRadi. Anche con Bologna è decisivo (non lontano dalla tripla doppia). E’ il migliore in A per valutazione. La questione italiani non esiste, se sono così
Nelle ultime 7 gare è passato da 12.2 a 17.8 punti di media. Diciamo che un bel mattone sulla salvezza l’ha messo l’ex Cavs. Stagione strana, ma con lui e Maynor la A è il minimo. Per crescere bisognerebbe ripartire da questi due.
● PUNTI 13 ● ASSIST 2 ● RIMBALZI 3
● PUNTI 11● ASSIST 7 ● RIMBALZI 7
● PUNTI 25 ● RIMBALZI 9 ● VALUTAZIONE 29
BOLOGNA
SASSARI
ALLAN RAY 30 ANNI
CANTÙ
5
5
Ray, Hazell, Valli e le tesi di Brecht
Dinamo spenta Non è la Coppa
Cantù e i tanti piccoli panda
«Sventurata è la terra che ha bisogno di eroi» diceva Brecht. E lo dice pure Valli, additando l’insano individualismo di Ray e Hazell: «A Cremona volevano risolverla da soli» e chiosando con enfasi teatrale: «Mi han fatto incazzare».
Tre k.o. di fila. Dov’è finita Sassari (Dyson nella foto)? E la difesa (87 punti di media subiti in tre gare)? Di questo passo si rischia il quarto posto. E l’incrocio con Milano. La vittima preferita della Dinamo... Ma quale Dinamo?
Molle, apatica, arrendevole, senz’anima, i commenti del giorno dopo. I tifosi di Cantù, al Taliercio, a caldo, son stati anche più coloriti. Sacripanti ha chiesto scusa. Ora spieghi perché in campo vanno tanti piccoli panda impauriti.
● PUNTI 15 ● ASSIST 3 ● RIMBALZI 2
● POSIZIONE IN CLASSIFICA 4a ● BILANCIO 17-9
● POSIZIONE IN CLASSIFICA 11a ● BILANCIO 11-14
EUROLEGA
Da oggi le migliori 8 Sei big dominano l’Europa da 10 anni
N
on ci sono italiane, si confermano le solite note. Si parla tanto di rivoluzione delle coppe europee e di una Eurolega più o meno chiusa, ma di fatto esiste già una Nba europea a 6 squadre. Nei playoff che iniziano oggi, quattro club si sono qualificati ai quarti per la quinta volta in 5 anni (Olympiacos, Panathinaikos, Barcellona, Maccabi), due 4 volte su 5 (Cska e Real Madrid). Pare impossibile, ma la novità è il Fenerbahce, tra le big 8 d’Europa per la prima vol-
ta dal 2008. Si potrebbe continuare: l’Olympiacos ha centrato le dieci apparizioni consecutive, Maccabi, Barcellona, Cska sono a 9 su 10. Ovvio che di fronte a queste cifre, l’Italia (tre apparizioni negli ultimi 5 anni, 5 negli ultimi 8, 4 di Siena) è ai confini dell’impero. FENERBAHCE Questi i quarti (al meglio delle 5 partite). Fenerbahce-Maccabi (oggi gara-1): Come un anno fa i campioni partono senza il fattore campo, la squadra di Obrado-
1Ok del Consiglio comunale. A Roma si insedia
Truno: «Con i Giochi ricuciremo il tessuto urbano» Alessandro Catapano Valerio Piccioni ROMA
PINO SACRIPANTI 44 ANNI
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Ora anche Parigi rompe gli indugi Malagò: «Alla pari»
vic è reduce da 10 vittorie nelle ultime 11 gare, ma ha perso Hickman, il Maccabi è super esperto. Pronostico: Fener. CSKA Cska-Panathinaikos (oggi): il Cska ha un bilancio di 22-2 ma la pressione enorme di mancare il titolo dal 2008. Il Pana è il declino ma ha un maggior fattore campo casalingo. Pronostico: Cska. REAL Real Madrid-Efes Istanbul (domani): il quarto dal risultato più segnato anche se i turchi sono in ripresa. Pronostico: Real. PARI Barcellona-Olympiacos (domani): sfida splendida, tra due cammini opposti. I greci in calo dopo metà stagione strepitosa, i catalani esplosi (8 vittorie di fila) dopo un anno difficile. Pronostico: too close to call..
E
voilà, les jeux sont faits. O quasi. Parigi è vicinissima al sì alla corsa alle Olimpiadi del 2024. Ieri, il Consiglio comunale ha deciso a larghissima maggioranza — solo i verdi contrari — trascinata dal sindaco Anne Hidalgo, contraria al momento della sua elezione ma ora tifosissima del ritorno dei Giochi nella capitale francese, cent’anni dopo l’ultima apparizione. Giovedì Francois Hollande sarà a Losanna per incontrare il presidente del Cio, Thomas Bach. Insomma, la sfida è lanciata. Meglio il beach volley davanti alla Tour Eiffel o l’arrivo della maratona all’Arco di Costantino, il ciclismo alle Terme di Caracalla o alla Reggia di Versailles, il Foro Italico o il Roland Garros? Un duello di suggestioni. «Rispetto estremo. Ho sempre sostenuto che Parigi si sarebbe candidata», dice Giovanni Malagò spiegando che tutti partono dalla stessa linea. «Con Boston e Amburgo, abbiamo ognuno il 25%» MENO SOLDI, PIÙ IMPIANTI Il leader della candidatura è Bernard Lapasset, presidente della federazione mondiale di rugby. Il villaggio Olimpico sarebbe costruito in periferia, modello Tor Vergata, nel dipartimento Seine Saint Denis, lo stesso dello Stade de France. Pure il budget è simile a quello di Roma: 6,3 miliardi di euro contro 6,7. Ma è chiaro che come impianti, loro sono più avanti. A parte Roland Garros e Stade de France, possono contare fra l’altro sul palazzo di Bercy, il nuovo velodromo di Saint Quentin en Yvelines, il Parco dei Principi. Manca invece lo stadio del nuoto. Ma di fronte agli impianti di Parigi, non c’è il rischio che la
filosofia low cost-massimo riutilizzo degli impianti Roma ‘60 sia perdente? «No — risponde Malagò —. Noi abbiamo scelto una strada maestra. Qualcosa, anzi più di qualcosa si farà: tutto ciò che sarà necessario. Ma con rigore. Chissà perché in Italia essere molto rigorosi, significa per forza un segno meno. Non è così». La Francia si scontra anche con le sue sconfitte olimpiche: 1992, 2008, 2012, senza dimenticare Annecy (7 voti contro la sudcoreana Pyeongchang!), bocciata per i Giochi d’inverno 2018. Di contro, il sostegno popolare non manca. Secondo un sondaggio di «Le Parisien», il sì dei francesi raggiungerebbe il 61%, anche se il 57%, fra i due eventi, preferirebbe l’Expo 2025. IN CAMPIDOGLIO E al 2025 del Giubileo, punta anche Roma. È il traguardo finale indicato dalla Giunta capitolina di ieri, che si è riunita per insediare la cabina di regia olimpica e tracciare la road map fino a settembre. Proprio mentre Parigi diceva sì. In Campidoglio si sottolinea intanto la grande amicizia fra i due sindaci. Senza sottrarsi, naturalmente, alla gara. «Il nostro obiettivo è lo sviluppo della città da oggi al 2025 — ha annunciato l’assessore con delega ai Grandi Eventi Alessandra Cattoi —. E i Giochi potranno darci una grande opportunità per sviluppare Roma. Ci doteremo di una società strumentale, Risorse per Roma, per tutti gli aspetti tecnici su impiantistica e urbanistica». La riunione è servita anche a insediare il consulente strategico Enric Truno, l’ingegnere catalano che ridisegnò Barcellona nel 1992. «Coinvolgeremo le parti sociali perché la città colga bene l’opportunità della candidatura olimpica — ha detto Truno agli assessori —. La ricucitura del tessuto urbano e il recupero di alcuni quadranti saranno le linee guida del nostro lavoro». Entro l’estate, l’Assemblea capitolina si pronuncerà sulla candidatura. © RIPRODUZIONE RISERVATA
In corsa altre 3 città
ROMA Une veduta del Colosseo. La capitale ha già ospitato l’Olimpiade del 1960. I Giochi sono stati in Europa nell’ultima edizione, Londra 2012
BOSTON Sarebbe la città con meno abitanti (645.000) ad ospitare i Giochi da Helsinki 1952. Ultima edizione negli Usa ad Atlanta 1996.
AMBURGO Il municipio (Rathaus) della seconda città tedesca più popolosa dopo Berlino. Gli ultimi giochi in Germania nel 1972 a Monaco di Baviera
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Surf R La tragedia
MARTEDÌ 14 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
La passione di Elio divorata dallo squalo
1Il 13enne ucciso all’Ile de la Réunion: era in acqua nonostante i divieti. I veterani: «Non fate come noi» Simone Battaggia
«M
are vietato». Negli ultimi anni l’espressione ha fatto sorridere gli abitanti dell’Ile de la Réunion, dipartimento d’oltremare della repubblica francese, al largo del Madagascar. Per chi è nato e cresciuto in mezzo all’Oceano Indiano, non poter nuotare, pescare, surfare equivale a non respirare. Qualcuno, forse, avrà cambiato idea, dopo la terribile morte di un ragazzino di 13 anni, Elio Canestri, sbranato da uno squalo nelle prime ore di domenica. MARMOCCHIO Elio aveva il surf nel sangue. Frequentava già le strutture della federazione francese di surf. «Era un marmocchio, lo conoscevamo da quando aveva 7-8 anni» ha ricordato il presidente del Saint-Leu, Robert Boulanger, il club di Elio. Un ragazzino cresciuto, come tanti altri isolani, nel mito di Jérémy Florès, iridato open nel 2009, e di tanti altri campioni locali. Domenica mattina era uscito in mare, senza dare troppo peso al fatto che sabato il comune di Saint-Paul lo aveva «formalmente sconsigliato», perché la sorveglianza non era garantita. Lo spingeva la passione, l’incoscienza dei bambini. Le onde erano lunghe, perfette per il surf. È entrato in acqua, con altri sette amici, alla Pointe des Aigrettes, nonostante le bandiere rosse. Uno squalo lo ha attaccato a po-
Elio Canestri aveva solo 13 anni
Domenica sera, centinaia di persone si sono ritrovate sulla spiaggia di Les Aigrettes, sulla costa Ovest dell’Ile de la Reunion, per ricordare Elio Canestri, il 13enne rimasto vittima dell’attacco di uno squalo AFP
IN PIENO OCEANO Oceano Indiano
BURUNDI MOZAMBICO
MADAGASCAR Ile de La Reunion
CENTIMETRI
che decine di metri da riva. Lo ha azzannato allo stomaco, agli arti. Lo ha trascinato al largo. «Ho visto la tavola restare a filo d’acqua — ha raccontato un testimone —. Un surfista è uscito dall’acqua e ha gridato “squalo, squalo!” —. Chi era restato sulla spiaggia ha dato l’allarme». I soccorritori non hanno potuto fare altro che recuperarne il corpo martoriato. LA CRISI DEGLI SQUALI Elio è la settima vittima degli squali — cinque surfisti e due bagnanti — a La Réunion dal 2011. Dal
2000 al 2010 le autorità avevano contato sette attacchi; negli ultimi cinque anni ne sono stati già registrati 16. Si crede che la «crisi degli squali» sia legata all’istituzione di un riserva naturale lungo la costa Ovest: negli ultimi tempi gli squali si avvicinano alla costa perché ci sono più prede e finiscono per mordere anche gli umani. Nel 2013, dopo che una 15enne era morta per un attacco a cinque metri dalla riva di Saint-Paul, le autorità avevano ordinato la cattura e l’abbattimento di 90 squali e imposto il «divieto di
Fiori sugli scogli a ricordo di Elio AFP
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● I morti per gli attacchi degli squali all’Ile de la Réunion dal 2011 a oggi. Le aggressioni negli ultimi 5 anni sono state 16, contro le 7 dal 2000 al 2010
mare»: proibite la balneazione e le altre attività oltre i 300 metri dalla costa, salvo che nelle lagune e nelle aree sotto controllo. Il divieto però ha fatto crollare il turismo e portato all’annullamento di tutte le manifestazioni sportive. Sono state ideate tre «zone di sperimentazione operativa», a SaintPaul, Trois-Bassins, Saint-Leu, dove gli allievi e gli allenatori della scuola di surf potranno esercitarsi. La loro attivazione è prevista a breve. Il sindaco di St Pierre ha proposto addirittura la creazione di un «campo elettrico» sulla baia, che stimoli il sistema nervoso dello squalo, facendolo stare alla larga. Idee, progetti, misure sperimentali. Fino ad ora, dopo ogni attacco, le autorità non hanno potuto fare altro che estendere i divieti e far catturare altri squali. NON FATE COME NOI E quindi tocca ai campioni di ieri, le lacrime agli occhi, a lanciare appelli. Come Jérémy Florès: «Non mi stancherò mai di dirlo: non prendete esempio da quello che facevamo noi vecchi. Una volta si poteva fare surf quando si voleva e a ogni ora della giornata. Oggi non è più possibile. Niente sarà più come prima». Esiste anche un’associazione, «Protect Our Children», che organizza veglie negli ospedali che ospitano le vittime degli attacchi di squalo. Chiedono «misure concrete» perché il mare torni a essere sicuro per i loro bambini. Bambini, come Elio. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Tennis R Masters 1000 di Montecarlo
MARTEDÌ 14 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Fognini un anno dopo Per riprendere il filo 1Ieri ha battuto Janowicz, dodici mesi fa sognava la top 10
E vola basso: «È il passato, ora faccio fatica. Ma lavoro bene» VOLÉE DI ROVESCIO di PAOLO BERTOLUCCI
L’ASSO CORIC L’INCOSCIENTE DOLGOPOLOV
N
ella partita tecnicamente più interessante di ieri con Alexandr Dolgopolov, Borna Coric ha fatto vedere di aver bisogno di tempo e qualche ripetizione per replicare sulla terra le ottime partite fatte su altre superfici. Alla mancanza di esperienza ha aggiunto una seconda di servizio penetrante ma ballerina e una acerba lettura nel recupero della smorzata. Da rimarcare il livello raggiunto con il dritto a ventaglio, grazie alla notevole mobilità del polso, e il rovescio bimane, che offre valide alternative allo scambio con il decisivo supporto dell’elegante back. Il linguaggio del corpo, la gestione degli intervalli e la saldezza di nervi fanno intravedere con una certa chiarezza un futuro almeno da primi dieci del mondo. Il discontinuo Dolgopolov ha attinto a piene mani ai tagli, ai cambi di ritmo e alle palle corte. Non ha chiuso in due set per alcune decisioni improvvide: il suo è un tennis al limite dell’incoscienza, pieno di rischi e di traiettorie complesse. Colpisce quasi sempre con i piedi alzati da terra, spettina la palla con movimenti rivedibili stilisticamente. Serve che tutti gli ingranaggi siano ben oliati e la condizione psicofisica sia al meglio, ma è un peccato viste le potenzialità non trovarlo con costanza nei primi 20.
Fabio Fognini, 27 anni, un anno fa è stato anche numero 13 del ranking Atp: adesso è in 28A posizione AFP
Vincenzo Martucci INVIATO A MONTECARLO twitter @VinceMartucci
«D
imenticare il passato e non pensare al futuro». Fabio Fognini se lo ripete come in training autogeno. Povero ragazzo baciato dal talento, tennistico e fisico: s’è smarrito proprio un anno fa, qui a Montecarlo, mentre volava verso i «top ten», la frontiera negata agli italiani post «magnifici 4», Panatta-Barazzutti-Bertolucci-Zugarelli. E’ caduto all’improvviso, mentre aveva fra le mani Jo Wilfred Tsonga, e non s’è più risollevato, folgorato da un sortilegio: oggi non getta più racchette per terra e parolacce al vento ma, come un novello Sansone, insieme ai capelli, ha perso anche la forza, cioé il filo del gioco, la fiducia, la presunzione, la forma. Insomma, le armi migliori del campione. Addirittura, una volta superato a fatica Jerzy
Janowicz - con occhiali da sole per non farsi riconoscere dietro i 5 doppi falli e il 48% di punti con la prima di servizio? -, rinnega il «Grande Fogna»: «Grazie per la fiducia, ma il numero 10 del mondo era soltanto un sogno, che in realtà rimaneva lì. L’anno scorso è l’anno scorso, quest’anno, in singolare, faccio più fatica, i risultati parlano da soli». AFFETTO Povero, quant’ha sofferto, l’anno scorso, e quant’ha sofferto, quest’anno, nel vortice di cinque sconfitte consecutive, da quel torneo di Rio dove pure era arrivato in finale, dopo aver stoppato niente po’ po’ di meno che Rafa Nadal dopo 52 semifinali consecutive sulla terra rossa. «Del passato voglio ricordare solo quella vittoria contro il più forte di sempre sulla superficie che più mi piace». Da allora ha perso con Ferrer (in finale), con Berlocq a Baires, con Nedovyesov in coppa Davis, con Mannarino a Indian Wells e con Sock a
très vite FEDERER DAL PRINCIPE QUESTIONE DI GEMELLI ● Il re dei re, Roger Federer, e sua moglie, Mirka, sono stati invitati a palazzo da sua altezza, Albert II, il principe di Montecarlo, e dalla consorte, la principessa Charlene. Dice un dispaccio di corte che le coppie hanno dialogato a lungo sull’esperienza comune di essere genitori di gemelli: i reali hanno il principino Jacques e la principessina Gabriella, mentre i Federer hanno perfino raddoppiato, aggiungendo a Myla Rose e Charlene Riva (nati il 23 luglio 2009) anche Leo e Lenny (nati il 6 maggio 2014). Quattro come le finali perse da Roger a Montecarlo.
Miami. Tutte sconfitte con gli stessi, clamorosi, alti e bassi evidenziati contro lo sciagurato gigante polacco Janowicz (2.03). Col quale, sotto il bel sole della Costa Azzurra, si scambia cinque break consecutivi. Poi, liberato all’improvviso da quell’angoscia - terrore di risalire e rifarsi male? -, spara qualche dritto, spolverando le righe e a spiazzando clamorosamente l’avversario, strappa il primo set e si prende anche il secondo con un 6-1 bugiardo. Perché, sotto gli occhi del costernato coach José Perlas e della propria, bellissima, famiglia, schierata al suo capezzale, si auto-punisce rischiando una palla break nel primo game e un’altra anche più clamorosa nel quinto. Quando butta via una volée di dritto a campo aperto che fa gemere di dolore la tribuna di italianissimi seguaci. Molti della vicina Arma di Taggia, dov’è nato. CONVALESCENTE Insomma, Fognini non è guarito. Anzi, non s’è ancora alzato dal letto di dolore. «Sono molto contento di aver vinto questa partita. All’inizio ero teso, devo essere più solido e più continuo, devo migliorare. Perciò mi sto allenando molto e bene, due sessioni al giorno. Mi sto sforzando molto, sto lavorando su certe cose», dice e non dice. «Volutamente». Criptico. Come quando scrive sulla telecamera in campo: «#52 #io 13». Un messaggio cifrato per la sua bella, Flavia Pennetta, affaccendata a Brindisi in Fed Cup. Con quel «io 13» che può stare per la propria miglior classifica, appunto 13, del 31 marzo 2014, mentre il «52» potrebbe ricordare le settimane trascorse e anche quelle della coppia «Fabio e Flavia». Ma non doveva dimenticare il passato? Gli diamo altri numeri su cui pensare: oggi il match DimitrovVerdasco decide il suo avversario di domani, 11 e 40 del mondo. E, per superare questo secondo turno, deve assolutamente abbandonare il lettino dello psicanalista e ricordarsi come, un anno fa, miscelava quell’inebriante cocktail tennistico di velocità e coraggio. Speriamo che intanto, oggi, con l’amico del cuore, Simone (Bolelli), torni il Fognini «cattivo», contro i colombiani Cabal e Farah. Perché quello che sembra imbottito di ansiolitici ci perde. Masters 1000 Montecarlo (3.288.530 euro, terra). IERI FOGNINI b. Janowicz 6-3 6-1; Isner (Usa) b. Johnson (Usa) 6-4 6-4; Dolgopolov (Ucr) b. Coric (Cro) 7-5 5-7 6-2. OGGI, inizio 10.30. Campo Centrale: Monfils (Fra) c. Kuznetsov (Rus), a seguire Tsonga (Fra) c. Struff (Ger), Djokovic (Ser) c. Ramos Vinolas (Spa), Estrella Burgos (Dom) c. Ferrer (Spa). Campo dei Principi: Thiem (Aut) c. Puoille (Fra), a seguire SEPPI c. Robredo (Spa). Campo 11, ore 12: CabalFarah (Col) c. BOLELLI-FOGNINI, TV diretta Sky Sport 2 e 3 dalle 10.30. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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RANKING
Djokovic supera Nadal: 142 settimane da numero 1
Novak Djokovic, 27 anni REUTERS
N
ole meglio di Rafa. Con 142 settimane al vertice del ranking Atp, Novak Djokovic supera Nadal, fermo a 141, nella storia dei migliori al mondo al vertice per più tempo. Scavalcato il maiorchino, davanti al 27enne di Belgrado restano altre cinque leggende da record: prossimo obiettivo (raggiungibile entro l’anno) è John McEnroe a quota 170, poi più lontani Jimmy Connors a 268, Ivan Lendl a 270, Pete Sampras a 286 e l’irraggiungibile Roger Federer a 302.
AGGIORNAMENTI È rimasta totalmente invariata rispetto a una settimana fa la top 10 sia maschile che femminile. Unico cambiamento della top 20 è lo scambio di posizioni tra il sudafricano Kevin Anderson, salito al numero 15, e lo spagnolo Roberto Bautista Agut, sceso al 16. Il primo azzurro resta Fabio Fognini, salito di una posizione al 28° posto, mentre Seppi (38°) e Bolelli (49°) sono scesi di una posizione. Tra le donne scende di una posizione Sara Errani, 15a, e sale di una Flavia Pennetta, 26a. Uomini: 1. Djokovic (Ser) 13.205; 2. Federer (Svi) 8.895; 3. Murray (Gb) 6.060; 4. Nishikori (Giap) 5.280; 5. Nadal (Spa) 5.255; 6. Raonic (Can) 5.070; 7. Ferrer (Spa) 4670; 8. Berdych (Cec) 4510; 9. Wawrinka (Svi) 4405; 10. Cilic (Cro) 3360. Gli italiani: 28. (29) Fognini 1285; 38. (37) Seppi 1125; 49. (48) Bolelli 931; 83. Lorenzi 624; 119. (115) Vanni 483. Donne: 1. S. Williams (Usa) 9981; 2. Sharapova (Rus) 7890; 3. Halep (Rom) 7571; 4. Kvitova (R.Cec) 6060; 5. Wozniacki (Dan) 4675; 6. Ivanovic (Ser) 4200; 7. Bouchard (Can) 4122; 8. Makarova (Rus) 3420; 9. A. Radwanska (Pol) 3385; 10. Suarez Navarro (Spa) 3335. Le italiane: 15. (14) Errani 2805; 26. (27) Pennetta 1830; 36. (34) Giorgi 1350; 42. Vinci 1196; 55. (54) Knapp 925; 70. (69) Schiavone 782. © RIPRODUZIONE RISERVATA
FED CUP
Stati Uniti senza Venus nello spareggio con l’Italia 1La maggiore delle Williams avrebbe dato forfeit per un infortunio, al suo posto la Davis. Serena è attesa a Brindisi non prima di giovedì
N
iente Venus per gli Stati Uniti. E’ ufficiale: la più grande delle sorelle Williams, che sarebbe dovuta arrivare domani insieme al resto della squadra Usa, ha dato forfeit. Il motivo sarebbe un infortunio che non è stato specificato. Al suo posto gli Usa avrebbero convocato Lauren Davis, n°57 del ranking mondiale. Serena invece ci sarà, ma arriverà in Puglia dagli Stati Uniti nei prossimi giorni, probabilmente non prima di giovedì. Senza Venus, che insieme alla sorella Serena forma un doppio letale, gli Stati Uniti possono contare su un’arma in meno nello spa-
reggio contro l’Italia che va in scena nel weekend. Il capitano delle americane Mary Joe Fernandez, oltre alle sorelle Williams, aveva già convocato Alison Riske e Christina Mchale. LE NOSTRE In casa azzurra Giorgi e Knapp arriveranno a Brindisi da Katowice, in Polonia, dove hanno perso le finali in singolare (Camila) e doppio (Knapp). Insieme a loro, a completare il team delle ragazze di Corrado Barazzutti, anche Sara Errani e Flavia Pennetta, che gioca in casa. Non ci sarà, a differenza dell’incontro di Genova contro la Francia della futu-
ra mamma Amelie Mauresmo, Roberta Vinci. La tarantina ha un’infiammazione al gomito destro che le impone un periodo di riposo. Lo spareggio, di importanza vitale per restare nel Gruppo Mondiale si giocherà al Circolo Tennis Brindisi sulla terra rossa all’aperto: uno stadio che può contenere fino a quattromila spettatori che non faranno mancare alle azzurre il sostegno per superare Williams e compagne. OSPITE Flavia Pennetta è molto gasata all’idea di giocare nella sua città, anche se il capitano Barazzutti ha detto no alla sua
Venus Williams, 34 anni AFP
richiesta di poter dormire a casa in questi giorni. C’è bisogno di fare squadra e rimanere compatte per questa sfida, fondamentale per restare nell’elite del tennis. La 33enne azzurra però ha intenzione di rendere il più piacevole possibile l’accoglienza di compagne e avversarie nel suo «regno»: «Magari una festa - ha detto qualche giorno fa -. A cui mi piacerebbe invitare anche Serena». E la numero 1 al mondo ha fatto sapere che, se la capitana Mary Joe Fernandez le consentirà di andare, allora sarà ben felice di farlo considerati i suoi ottimi rapporti con Flavia. Amicizie a
parte sarà comunque una sfida tostissima: gli Stati Uniti, con 17 trofei conquistati (tra cui 7 di fila tra il 1976 ed il 1982), sono la nazione più vincente nella storia della competizione , ma non sollevano il trofeo dal 2000. L’Italia da parte sua ha conquistato tutti i suoi 4 titoli negli ultimi dieci anni (2006, 2009, 2011 e 2013) dal 2006 ad oggi le azzurre hanno anche raggiunto la finale nel 2007 e le semifinali nel 2011, nel 2012 e nel 2014. Ma c’è al variabile Serena, che in Fed Cup non ha mai perso. f.co. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Golf R Il trionfatore di Augusta
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Re Spieth è solo l’inizio «Voglio il n. 1 e poi altre giacche»
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OMNIUM
Tadini conquista il Nazionale Open Manassero è 9° 1Nella prima tappa dell’Italian
Pro Tour a Garlenda successo del novarese davanti a Perrino
1Il 21enne è un predestinato, da bambino aveva detto: «Vincerò il Masters e sarò il migliore» I RECORD
-18
● Il punteggio con cui Jordan Spieth ha vinto il Masters di Augusta, primo major della stagione. Ha eguagliato il record di Tiger Woods nel 1997.
1,8
● Milioni di dollari incassati da Spieth. Anche questo un record: è la prima moneta più alta mai vinta in un Major. Il montepremi era stato alzato quest’anno
Massimo Lopes Pegna INVIATO A AUGUSTA (USA)
E
adesso, Jordan? «Voglio un’altra di queste giacche e voglio arrivare al numero uno del mondo», dice Jordan Spieth (ora numero due) con la sfrontatezza dei suoi 21 anni, il secondo ragazzo più giovane a espugnare Augusta (dopo Tiger Woods). Aveva un grande sogno: questo. Trionfare al Masters. Lo aveva detto in un’intervista realizzata quando aveva 14 anni. A 12 l’aveva anticipato anche al suo maestro: «Vincerò il Masters e sarò il migliore di tutti». Come uno dei tanti bambini che sogna di diventare astronauta, ma poi finisce a fare l’assistente di volo su un aereo. REALTÀ Invece, neppure dieci anni dopo Jordan è proprio qui, sul green della 18, davanti a
questa folla che fantasticava lo circondasse e lo applaudisse negli innumerevoli putt giocati nel giardino di casa alla periferia di Dallas: «Questo vale per il Masters», diceva agli amichetti. «Questo vale per il Masters», si è ripetuto domenica all’imbrunire di una bellissima giornata quasi estiva. Tutto vero. Esattamente come lo aveva immaginato. La standing ovation interminabile, l’abbraccio di mamma e papà e soprattutto del nonno, suo grande ispiratore. La Giacca Verde di una taglia un pelo abbondante, appena confezionata dal sarto, finalmente sulle sue spalle. E il suo sorriso un po’ ebete che viene quando tante cose belle succedono in fretta. STORDITO Sono stati 4 giri memorabili. Ha guidato il torneo dall’inizio alla fine, ha eguagliato Tiger con il punteggio record (270 -18), ma poteva batterlo se non avesse sbagliato da pochi centimetri all’ultima buca; ha stabilito il primato di birdie (28) e ha chiuso con quattro colpi su due campioni dai curriculum gloriosi come Phil Mickelson e Justin Rose. Ed era appena la sua seconda partecipazione, dopo che l’anno passato si era classificato secondo, buttando su questi prati mitici due colpi di vantaggio. «Quando un anno fa me ne andai da questa sala interviste e mi dissi: “Qui dentro voglio tornarci solo con addosso la Giacca Verde”. E’ quell’appetito di vittoria che mi ha portato oggi fino a qui. Con questa giacca ci dormirò stanotte», spiega sfoderando un sorriso quasi adolescenziale.
Alessandro Tadini, 42 anni, con i trofei
Carolina Durante GARLENDA (SAVONA)
N Il passaggio di consegne ad Augusta con Bubba Watson, campione del 2014 (e 2012) che mette la Giacca Verde a Jordan Spieth, 21 anni, fresco trionfatore all’Augusta National AP
REALTÀ Ma non è più un adolescente, Jordan. E’ un uomo fatto. Sua mamma, Chris, ex cestista che dicono fosse infallibile dalla lunetta, racconta orgogliosa chi è suo figlio: «Ha una sorellina di 14 anni, Ellie, con problemi neurologici (soffre di autismo, ndr): Jordan è una persona così matura perché è cresciuto al suo fianco. Sa bene che il Masters non rappresenta la realtà della vita». Era stata la mamma a comprargli dei bastoni di plastica quando aveva 18 mesi: «Ma soltanto per tenerlo impegnato in giardino, mentre io e mio marito ci occupavamo di Steven, l’altro fratello, appena nato», rivela. Non glieli avevano messi in mano per trasformarlo in un bambino prodigio come aveva fatto il papà di Tiger. A otto anni lo avevano iscritto in piscina, ma lui invidiava i coetanei che andavano al campo pratica. A 10 già batteva suo padre Shawn, handicap 7. Suo nonno Don gli aveva spiegato che non si può aver paura di inseguire le proprie passioni. Il vero golfista era lui, che grazie ai ferri aveva ottenuto una borsa di studio all’università. Ma in testa aveva la musica e scelse quella: il suo Masters l’aveva conquistato di-
rigendo l’orchestra di un luogo sacro come la Carnegie Hall a New York.
on sarà stato il Masters di Augusta, che si giocava quasi in contemporanea negli Stati Uniti, ma la 76a edizione del nostro Campionato nazionale Open, intitolato alla memoria del Cavalier Pier Luigi «Gin» Noberasco, ha offerto spunti di grande golf; e il vincitore, il 42enne novarese Alessandro Tadini, pur con l’esperienza di quattro titoli internazionali nel Challenge Tour più tre scudetti italiani e la conoscenza di un percorso – il Golf Club Garlenda – che considera come una seconda casa, ha dovuto faticare non poco per portare a casa l’assegno di 7.250 euro in palio per la prima tappa dell’Italian Pro Tour.
RINCORSA Quella di Jordan è stata una rincorsa da predestinato, senza le pressioni di genitori troppo ambiziosi. Come Tiger aveva sbaragliato la concorrenza da giovanissimo: due volte Junior Amateur Champion e un titolo universitario con la University of Texas. Nel 2013 era stato il più giovane (dal 1931) a vincere un torneo del Pga; quest’anno aveva bissato, oltre a due secondi posti poco prima di arrivare qui. E domenica non ha mai tremato. Spiega: «L’impresa più difficile di è stata mentale, perché hai un tempo infinito per pensare». Invece ha tamponato qualsiasi tentativo di rimonta dei celebri rivali imbucando dei putt pazzeschi. Come si fa, Jordan? «Ci vuole creatività. Sono cresciuto giocando sui fairway e green, non fissandomi a ripetere all’infinito certi gesti al campo pratica. E’ così che riesci a immaginare traiettorie che gli altri non vedono». In un certo senso, l’opposto di Tiger Woods, del quale forse è già diventato l’erede.
CHE FIELD Complice la data favorevole, sulle 18 buche liguri – molto più severe del solito, grazie alla preparazione meticolosa dello staff – si sono concentrati i migliori talenti azzurri, con poche defezioni (ad esempio i Molinari e Paratore, che approfittavano di una rara vacanza dall’agonismo dei circuiti principali). C’era Matteo Manassero, tornato sul percorso dove ha passato le estati della sua infanzia alla ricerca di una forma non ancora del tutto riconquistata: il veronese, che compirà 22 anni il 19 aprile, ha alternato un primo giro spettacolare e senza sbavature a momenti di smarrimento e perdita di concentrazione, e ha concluso la gara al nono posto con 288 colpi (par del campo) prima di ripartire per i due appuntamenti dello European Tour in Cina. In cima alla classifica c’è stato un certo movimento, con i leader a darsi il cambio: prima Manassero pari merito con Andrea Maestroni a meno 5, poi Maestroni solitario (-6), e nel terzo giro Andrea Perrino (-8); il vistoso cedimento del toscano nelle ultime 18 buche ha lasciato spazio alla grinta di Tadini che, partito col 26° posto, ha scalato progressivamente la graduatoria: ottavo nel secondo giro, poi secondo e infine vincitore con il totale di 281 colpi (-7), uno meglio di Perrino. Da segnalare la bella prestazione del portacolori del Modena Golf Luca Cianchetti, uno dei 20 amateur ammessi a disputare la gara, quarto (284 colpi, -4) dietro a Maestroni.
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Pallavolo R Superlega, i protagonisti dei playoff
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DOMANI SERA TRENTO-MOLFETTA QUARTI
QUARTI
(1) TRENTO
-
1
Gara 2-Domenica, ore 17.30
Gara 1-Domani, ore 20.30 (8) MOLFETTA
MODENA (2)
FINALE
-
RAVENNA (7)
0
3, 6, 10, 13 e 17 maggio
-
-
-
-
SEMIFINALI -
SEMIFINALI -
-
-
25, 28 aprile e 1° maggio
(4) PERUGIA
0
Gara 2-Domenica, ore 18 (5) VERONA
1
Quarti e semifinali al meglio delle tre partite e finale al meglio delle cinque
0
MACERATA (3)
Gara 2-Domenica, ore 19 1
LATINA (6)
Tine Urnaut, 26 anni, schiacciatore, è il capitano della Slovenia. In Italia ha giocato a Piacenza, San Giustino e Vibo, prima di Latina TARANTINI
RCS
Urnaut, le schiacciate nel dna 1Il martello sloveno di Latina è figlio di un nazionale jugoslavo e la madre ha partecipato ai Giochi paralimpici di Londra: «Macerata? Il nostro campionato è iniziato domenica»
Valeria Benedetti
I
suoi primi ricordi sono nel giardino di casa sua a Slovenj Gradec a imparare i rudimenti del volley con papà Adolf. E difficilmente poteva essere diverso per Tine Urnaut, leader del Latina che ha messo in crisi Macerata, in una famiglia in cui la pallavolo è pane quotidiano. Adolf è stato una star della squadra jugoslava degli anni 60 con circa 400 presenze, mamma Anita, dopo avere iniziato la sua avventura pallavolistica nelle giovanili jugoslave ha partecipato alle Olimpiadi di Pechino e Londra nella squadra slovena del sitting volley di cui sempre il padre era tecnico. Il fratellastro maggiore Andrej (23 anni differenza) ha giocato a Milano e Cuneo fra l’89 e il ‘91 e ora allena in Francia. Anche lui ha giocato con la Nazionale jugoslava prima di passare (dopo la guerra) a rappresentare la Slovenia. Idem per il secondo fratellastro Matiaz mentre il figlio di Andrej, Aljosa (che è di qualche mese più vecchio di Tine) rappresenta il Belgio nel beach volley. Insomma di scegliere un altro sport il 26enne schiacciatore della Top Volley non aveva possibilità. «Non è vero - ride Tine, quarto nella classifica marcatori della
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● I punti realizzati nella stagione regolare che gli hanno garantito il quarto posto nella classifica dei migliori realizzatori. Il compagno di squadra Starovic è secondo
6
● La posizione della Top Volley alla fine della stagione regolare. È il miglior risultato ottenuto anche nel 2003 e nel 2004 (col campionato a 14 squadre)
stagione regolare - in realtà di sport ne ho fatti tanti: sci, calcio, nuoto, basket... Mi ricordo giorni che passavo da un allenamento all’altro praticamente senza pausa. Ma alla fine sapevo che la pallavolo sarebbe stata il mio sport. Altrimenti mi sarebbe piaciuto il calcio, invece sono solo un tifoso della Juve e di Del Piero». Slovenj Gradec (neanche 17.000 abitanti) è anche la patria di Tina Maze, campionessa mondiale di sci. Un paese ad alta concentrazione sportiva... «È un paesino in una valle circondato da montagne - ride di nuovo - non c’è molto altro da fare in realtà. Con Tina ci conosciamo bene e per il paese è una
festa quando torna » L’influenza del papà è stata determinante nel volley? «Mio padre è il mio idolo anche se non l’ho mai visto giocare. I miei fratelli mi hanno raccontato qualcosa ma soprattutto tutti gli appassionati qui che lo conoscono e sanno chi è. Con mio padre ho imparato a giocare. Quando ero ragazzino aveva le chiavi della palestra della scuola e spesso andavamo ad allenarci io e lui. E ancora adesso mi segue guarda le mie partite, ci parlo tantissimo, quasi tutti i giorni, di pallavolo». E per migliorare quest’anno è voluto tornare in Italia (aveva giocato a San Giustino e Vibo)? «Esattamente. quando mi ha chiamato Blengini (che lo ha allenato a Vibo, ndr) non ci ho pensato due volte». Nel campionato italiano allena anche il nuovo c.t. della Slovenia di cui lei è capitano: Andrea Giani. «Inutile dire che sono felice, è uno dei più grandi di tutti i tempi. E poi è ambizioso come lo siamo noi giocatori. Si vede che bel lavoro sta facendo a Verona e Gasparini mi ha parlato molto bene di lui Una stagione oltre le aspettative sia nel rendimento personale che in quello di squadra.
«È vero siamo cresciuti molto da inizio stagione e il nostro obiettivo era questo. Ci siamo sempre detti che il campionato iniziava il 12 aprile. Il nostro segreto è quello che facciamo durante la settimana e il fatto che siamo una squadra che si vuole veramente bene. Sin dall’inizio abbiamo lavorato tutti insieme per dimostrare che potevamo giocarcela con tutti quanti».
LA GUIDA Giuliani docente stasera nella sua San Severino (m.g.) Alberto Giuliani sale in cattedra. Questa sera alle 21 alla sala consiliare del comune di San Severino, sua città natale, l’allenatore di Macerata riceverà un attestato di benemerenza universitaria come riconoscimento per la sua carriera. Giuliani terrà una lezione sul tema «L’impegno vince sempre»
Però forse una vittoria come quella di Civitanova non ve l’aspettavate. «È stata una gara dura. Macerata ha recuperato il primo set. Noi siamo stati bravi a mantenere la continuità di gioco, poi pian piano ci siamo rilassati, la battuta li ha messi sotto pressione. Ma sappiamo già che domenica sarà tutta un’altra cosa». Avete scaldato anche i tifosi di Latina che avevano iniziato l’anno in polemica con la società. «Sì e nelle ultime gare al Palabianchini l’atmosfera era molto bella. Speriamo che domenica sia strapieno» Nel campionato italiano è tornato anche un suo caro amico, Mitar Djuric «Sono felice per lui, in Corea è stata un’esperienza difficile. A questo punto, spero di rivederlo in campo presto». © RIPRODUZIONE RISERVATA
LATINA-MACERATA ALLE 19 L’HA VOLUTO IL QUESTORE Gara-2 della serie Latina-Macerata domenica è il programma alle 19, perché nello stesso pomeriggio, alle 15 si gioca Latina-Catania di calcio e quindi il questore ha disposto di posticipare di un’ora l’inizio della partita di pallavolo.
«LAVORIAMO PER DIMOSTRARE CHE CE LA GIOCHIAMO CON TUTTI» «TINA MAZE È UN’AMICA, IL PAESE FA FESTA QUANDO TORNA A CASA» TINE URNAUT SCHIACCIATORE DI LATINA
PLAYOFF TUTTI IN DIRETTA Tutte le partite di playoff in programma domenica, oltretutto tutte con inizio ad orari diversi, sono visibili in diretta. Ravenna-Modena (dalle 17.30 su RaiSport 1): MolfettaTrento (17); Verona-Perugia (18) e Latina-Macerata (19) in streaming su Volley Channel, in collaborazione con Sport Tube Tv PLAYOFF DI A-2 DOMANI GARA-2 SEMIFINALI Si giocano domani sera (20.30) le gare-2 delle semifinali playoff di A-2 (al meglio delle 5): Caffé Aiello Corigliano-Sieco Ortona (serie: 1-0); B.Chem Potenza Picena-Globo Banca popolare Frusinate Sora (0-1).
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Nuoto R I Primaverili a Riccione
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Sci velocità R
LA GUIDA Orsi, Magnini e Dotto: che 100! ● Venerdì i 200 sl, gara clou di Fede Pellegrini. Oggi i 100 sl di Orsi, Magnini, Dotto. OGGI (batt. 9.50, fin. 17: dir. RaiSport 1): 100 dorso uomini, 100 dorso donne, 50 rana U, 400 sl D, 800 sl U, 200 farf D, 100 sl U, 4x100 sl D
Gregorio Paltrinieri, 20 anni. I Primaverili qualificano ai Mondiali di Kazan: 2 pass individuali per gara. Qualificazione automatica a chi vince col tempo limite IPP
TEMPI LIMITE PER IL PASS MONDIALE SPECIALITÀ UOMINI DONNE 50 SL 22”0 24”9 100 SL 48”6 54”2 200 SL 1’47”2 1’57”5 400 SL 3’47”3 4’06”5 800 SL 7’54”0 8’28”1 1500 SL 15’02”0 16’13”0 50 DO 24”8 28”1 100 DO 53”7 1’00”3 200 DO 1’57”1 2’09”7 50 RA 27”3 31”1 100 RA 1’00”2 1’07”4 200 RA 2’10”8 2’24”5 50 FA 23”4 26”2 100 FA 52”0 58”1 200 FA 1’56”4 2’08”0 200 MX 1’58”9 2’11”2 400 MX 4’14”8 4’37”8 4X100 SL 3’16”0 3’40”5 4X200 SL 7’13”0 7’56”5 4X100 MX 3’36”0 4’02”5
Paltrinieri a caccia dei fenomeni Pellegrini in cerca di certezze 1Al via le selezioni per i Mondiali. Oggi
Greg sugli 800 e Fede sui 400 prima delle loro gare di venerdì: 1500 (per rispondere a Sun Yang e Horton) e 200 Stefano Arcobelli INVIATO A RICCIONE (RIMINI)
I
Mondiali di agosto si costruiscono d’inverno ma si decidono quasi sempre in primavera: dai responsi cronometrici nelle selezioni al via oggi, emergerà la nuova nazionale per Kazan. Il nuoto azzurro illuminato ininterrottamente (dal 2005 sempre, almeno, una medaglia mondiale) da Federica Pellegrini, cerca segnali anche dall’altro medagliato di Barcellona, il bronzo dei 1500 Gregorio Paltrinieri. Che dopo la stagione 2014 al top (oro e primato europeo in vasca lunga, oro mondiale e primato europeo in
vasca corta) non s’accontenta più. Accetta la sfida globale dall’Australia alla Cina - da adesso ai Giochi di Rio 2016. Il suo 14’39”93 resta imbattuto da agosto e rafforza ambizioni e convinzioni del ventenne asso del mezzofondo, la cui ascesa coincide con la scalata calcistica verso la A del suo Carpi: «Mi fa piacere che tutti vadano forte, da Horton a Sun Yang, li voglio battere tuti ed anche se in forma». Gli dispiace solo dover fare tutto da solo in questi trials all’italiana: il «gemello» Gabriele Detti è in recupero da un’infiammazione e ha evitato di fronteggiare un campione di quel rango senza essere al top. Oggi ci sono gli 800, e il record-
man europeo è proprio il livornese che inflisse l’ultima sconfitta a Greg. In estate, il modenese si prese la rivincita col titolo continentale anche nella specialità non olimpica pur andando più piano dei Primaverili quando nuotò in 7’43”01 (7’42”74 Detti): tempi assai migliori di quelli in questi giorni di selezioni internazionali di Horton (leader in 7’47”36) e del cinese (2° in 7’47”58, al rientro da squalifica doping). SEGNALI Il poliziotto oggi lancerà il primo messaggio al mondo, poi cercherà di migliorare nei 400 sl, che sono troppo brevi per le sue andature da passo lungo, e infine calerà il sipario sabato sugli amati 1500, la distanza olimpica su cui risponderà al fresco 14’44”09 di Horton. «Mack è stato spaventoso solo nei 400 (3’42”84, ndr) ma lo sapevo: gli australiani sono così, sparano tutto subito e lui è più veloce in queste distanze. Questi tempi degli altri mi gasano, l’australiano mi fa piacere
che nuoti così. Io sono pronto a giocarmela contro tutti». CONCORRENZA E Fede? Il suo gran finale di carriera comincia oggi e con due riferimenti crono assai importanti per se stessa: vinse l’oro di Berlino in 1’56”01 dopo essere andata più veloce a Riccione in primavera (1’55”69) e conquistò l’argento mondiale 2013 dietro l’americana Missy Franklin in 1’55”14. È sui livelli di quest’ultimo crono che Fede si aspetta di andare già adesso al cospetto del mondo che scappa nella stagione iridata. Non si è fatta mai condizionare dalle altre, semmai dal logorio fisico: ma essendo
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● medaglie azzurre ai Mondiali 2013 di Barcellona: argento di Federica Pellegrini nei 200 stile libero, bronzo di Gregorio Paltrinieri nei 1500
un’agonista di razza non si risparmia mai, non contempla la tregua. «Lei deve andare al massimo ai Mondiali, i tempi di Riccione varranno per la fiducia ed il morale», fa Matteo Giunta, il 33enne allenatore che ha sostituito Philippe Lucas, non convinto della scelta di Fede di puntare tutto sui 200 sl e abbandonare i 400. Specialità che a livello italiano l’olimpionica continuerà a frequentare: il suo primo tuffo avverrà proprio nella gara del tormento ed estasi. Oggi ci sono pure i 100 sl, e l’altro grande protagonista dei Mondiali di dicembre a Doha, Marco Orsi, è chiamato a dare una risposta in vasca lunga contro l’intramontabile Filippo Magnini (alle prese coi postumi di una flebite), l’ex argento mondiale dei 50 Luca Dotto e il bronzo europeo Luca Leonardi. Torna dagli allenamenti austriaci Fabio Scozzoli, nei 50 rana, specialità in cui un anno fa sbocciò in primavera Arianna Castiglioni. E quest’anno? © RIPRODUZIONE RISERVATA
Ning Zetao domina i 100 sl: 48”36 ai campionati cinesi ● (al.f.)Dopo aver nuotato 48”34 in semifinale, Ning Zetao domina i 100 sl ai campionati cinesi di Baoji in 48”36 (Li Zhuwi 49”11, Xu Qiheng 49”86). Uomini: 200 mx Wang Shun 1’58”13. Donne: 50 do Fu Yuanhui 27”61, Liu Xiang 27”87; 200 fa Zhou Yilin 2’08”02, Zhang Yufei 2’08”32. BROWN-VAN DER BURGH (al.f.) A Durban, trials sudafricani: Cameron Van der Burgh, che s’allena con Scozzoli, in 1’00”30 nella semifinale 100 ra. Uomini: 400 sl Brown 3’46”08; 100 ra Van Der Burgh 1’00”30 (s.). Donne: 400 sl Prinsloo 4’12”55. RIECCO PHELPS (al.f.) Michael Phelps è iscritto in 5 gare alle Pro Series di Mesa che inizia domani: al rientro alle competizioni dopo la squalifica per guida in stato di ebbrezza, il 18 volte oro olimpico sarà al via di 100-400 sl, 100 dorso, 100 farfalla e 200 misti.
Simone Origone, 36 anni, ospite ieri in Gazzetta BOZZANI
Origone in Gazzetta «Ora devo pensare a non dimagrire» Pierangelo Molinaro
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a stagione è finita, l’ultimo primato del mondo, 252,632 km/h stabilito il 3 aprile a Vars (Fra), il terzo di una straordinaria carriera che comprende anche 5 titoli mondiali e 8 coppe del mondo, è in archivio. Ma per Simone Origone non è ancora il tempo del riposo. ieri era in Gazzetta per partecipare alla diretta Tv e per parlare dei suoi progetti. «Adesso - racconta – devo guadagnarmi da vivere come guida alpina. Le piste del Monterosa Ski sopra la mia Champoluc sono ormai chiuse, si può ancora sciare solo nella zona del Col dei Salati, ma è il periodo delle grandi escursioni. Sto anche lavorando per preparare il percorso del Trofeo Mezzalama, in programma il 25 aprile e che quest’anno ha invertito il tracciato con partenza dal monte Rosa a Cervinia. Ma devo anche lavorare in palestra pensando alla prossima stagione». SMILZO Perché Simone Origone ha un problema: tende a dimagrire troppo. «Quando la scorsa estate sono tornato dalla spedizione sul K2 ero 80 kg, ben sette sotto quello che dovrebbe essere il mio peso forma per i miei 1.87 di altezza. Non è ciccia, ma tessuto muscolare. Così devo lavorare molto in palestra e fare attenzione alla dieta, introducendo molte proteine. In questo mi aiuta l’Enervit con le sue metodologie e la sua esperienza». LA RICERCA In estate riprenderà anche la ricerca sui materiali e sulla posizione in galleria del vento per andare ancora all’attacco del primato del mondo dello sci di velocità. «I 260 km/ h non sono impossibili, ma bisogna continuamente cercare di affinare ogni minimo particolare. Un attacco al record significa anche avere fortuna, la fortuna di trovare le condizioni atmosferiche e di neve adatte. Vars la pista più veloce? Non è detto, se, sempre in Francia, preparassero il pendio che c’è a les Arcs, potremmo pensare a raggiungere velocità ancora maggiori. Ma a quel giorno è necessario arrivare pronti». © RIPRODUZIONE RISERVATA
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TUTTENOTIZIE
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1RUGBY: GIRA E PREMI Dopo la proposta di «tagliare i gettoni e incentivare i premi» per le presenze in azzurro, Federico D’Amelio, legale dell’associazione dei giocatori Gira: «Allora si dovrà prevedere la possibilità di rifiutare la chiamata in Nazionale».
PALLANUOTO
ATLETICA
Preliminari World League Kenya, manager sospesi Gallo in Croazia lancia l’Italia Anche Rosa nella bufera Franco Carrella
Andrea Buongiovanni
INVIATO A SPALATO (CROAZIA)
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A
rance e limoni, mandorle e pomodori. Al sole di Sicilia, nella Siracusa del c.t. Sandro Campagna, tra i profumi e i sapori di una terra abbagliante, Valentino Gallo è diventato un bravo pallanuotista. «Buttatelo in acqua, vostro figlio ha un fisico prestante» raccomandava il tecnico Sebastiano Di Caro ai vicini di casa. Le prime bracciate a Priolo, la scalata nell’Ortigia, fino all’oro mondiale e all’argento olimpico. Ora, alle soglie dei trent’anni, l’azzurro più meridionale del Settebello brinda alla conquista dell’Euro Cup col Posillipo, arrivata undici giorni dopo la 200a presenza in Nazionale (eccezionalmente, anche in questo caso da capitano) proprio nella sua città, contro la Turchia. «Due settimane indimenticabili. L’Eurolega del 2005, nella prima stagione napoletana, fu un traguardo straordinario, ma avevo appena 19 anni e non mi sentivo protagonista come adesso» racconta il mancino.
PALLAVOLO/DONNE
Il mancino siracusano Valentino Gallo, 29 anni, argento olimpico 2012 OMEGA
IN VASCA E FUORI Valentino, vicepresidente dell’Associazione giocatori, si impegna costantemente in iniziative di solidarietà ed è diventato l’idolo di Nicolò, bimbo di quattro anni affetto da atrofia muscolare spinale a cui ha dedicato l’Euro Cup. Oggi a Spalato, assieme agli altri azzurri, incrocerà la Croazia nell’ultima giornata dei preliminari di World League: «Anche se siamo entrambe qualificate per Bergamo, sarà una partita vera. Del resto all’Olimpiade di Londra, tre anni fa, ci siamo contesi l’oro: avremo sempre la stessa voglia di rivalsa». E mentre si apprende
TIRO A SEGNO
che pure alla Final Eight di Bergamo si giocherà sul campo ridotto da 25 metri, i croati fanno i conti con due tegole: la rinuncia di Miho Boskovic per problemi al collo e lo stop forzato di Niksa Dobud che si è sottratto a un controllo antidoping. La Fina lo ha sospeso in via cautelare. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Girone C: Croazia-Italia (ore 18, streaming su www.hrt.hr), Turchia-Montenegro. Riposa Francia. Classifica: Croazia 21; Italia 17; Montenegro 10; Francia, Turchia 3. La formula: alla Final Eight (23-28 giugno a Bergamo) la prima di ogni gruppo europeo oltre all’Italia.
italiano Federico Rosa e l’olandese Gerard Van de Veen: leader di Rosassociati e VolareSports sono tra i manager internazionali più influenti. Ieri la federazione keniana, alla luce dei casi doping che di recente hanno coinvolto atleti delle rispettive scuderie, nei loro confronti ha aperto un’inchiesta e, in attesa dei risultati, li ha sospesi sei mesi. In aggiunta ha chiuso il camp di Keringet, già base dal coach torinese Renato Canova e ora gestito dal discusso Charles Ngeno.
SVILUPPI Rosa, tra i tanti, gestisce gli iridati Asbel Kiprop ed Eunice Sum (oltre a Jairus Birech, Janeth Kepkosgei, Nancy Langat e Mercy Cherono), Van de Veen cura gli interessi dei tre maratoneti oggi più forti, il primatista del mondo Dennis Kimmeto, l’ex Wilson Kipsang e Geoffrey Mutai. Rosa rappresentava anche Rita Jeptoo, sui 42 km tre volte vincitrice a Boston e due a Chicago, fermata due anni per Epo, dopo un controllo di settem-
Samanta Fabris (23) TARANTINI ● Liu-Jo Modena e Imoco Conegliano, stasera al Palapanini sarà l’ultima chiamata: per una delle due la stagione finisce. Dopo che le venete sabato hanno pareggiato la serie, alle 20.30 (diretta RaiSport 1) si gioca gara3, «la bella» dei quarti. Finora, nei quattro precedenti in stagione, è sempre stato decisivo il fattore campo. E sulla base di quanto visto nelle due gare di playoff si annuncia un altro scontro stellare tra la statunitense di Conegliano Rachael Adams, autrice di uno spettacolare 80% d’attacco in gara-2, e la croata di Modena Samanta Fabris, miglior realizzatrice della stagione regolare. «Noi siamo pronte e molto cariche - assicura la stessa Fabris - in casa il nostro pubblico ci aiuta sempre molto. Dobbiamo solo avere pazienza, non innervosirci se loro difendono». «Non abbiamo voglia di andare in vacanza così presto - controbatte Jenny Barazza - ora dobbiamo solo dimenticare sia gara-1 persa che gara-2 vinta: può succedere di tutto. Non c’è una favorita».
Coppa del Mondo Zublasing 2ª in Sud Corea ● Domenica Petra Zublasing era stata premiata come miglior tiratrice del 2014 . E ieri ha centrato subito il podio nella prima tappa di Coppa del Mondo 2015 a Changwon, in Sud Corea. La carabiniera azzurra ha chiuso al secondo posto nelle carabina tre posizioni, dietro alla croata Snjezana Pejcic che aveva già vinto anche nella 10m e che ha stabilito il nuovo record di finale con 463. Per la Zublasing, campionessa del Mondo (10m) è il decimo podio di Coppa del Mondo, compresi quelli alle finali. Nella pistola 10m, senza azzurre in gara, primo successo di Coppa in carriera per la russa Ljubov Yasnevich. Domani nella tre posizioni uomini in linea Nicco Campriani e Enrico Pappalardo. Carabina Tre posizioni donne: 1. Pejcic (Cro) 463.0 – 584; 2. Zublasing 459 - 581; 3. Gschwantner (Ger) 444.7584; 29. Notarangelo 574; 61. Sena 563. Pistola 10m donne: 1. Yaskevich (Rus) 198.3-386; 2. Zhang Mengxue (Cina) 197.7-387; 3. Hye Kwan Jung (S.Cor) 175.0-385
Petra Zublasing, 25 anni
bre. «Non abbiamo ricevuto comunicazioni ufficiali – dice il bresciano –: la federazione stessa, nella vicenda Jeptoo, ci ha sollevato da ogni responsabilità». La famiglia Rosa, in un primo tempo col dottor Gabriele, opera in Kenya da 26 anni e ha «creato» centinaia di atleti. «Porteremo in tribunale sia la Jeptoo, che ci ha ingannato – sostiene Gabriele – sia la federazione, che ci sospende senza avere prove. Non accettiamo di farci infangare». Chi gestirà, nel mentre, gli atleti coinvolti? «Ci incontreremo con la Iaaf e gli organizzatori di Diamond League – ha detto il presidente federale
Isaac Kiplagat – e ci faremo garanti». Resta che molti, a cominciare proprio da Kiprop, hanno già fatto sapere che si opporranno all’eventualità, perché nessun contratto li lega alla federazione. Qualcuno minaccia di boicottare la Nazionale. Alla base di tutto, forse, la politica sportiva. La federazione keniana non vuole ingerenze esterne e Kiplagat, proprio ieri, ha annunciato che dal 1° maggio e per tre mesi rinuncerà alla carica per fare campagna elettorale per la vicepresidenza Iaaf (con Seb Coe). © RIPRODUZIONE RISERVATA
BASEBALL/ MLB ATLETICA
Modena contro Conegliano: ultima chiamata
Rita Jeptoo, a destra, 34 anni, alla maratona di Boston 2014 COLOMBO
In 4 già sospesi per doping Che succede?
PESO: KOVACS 22.35 IL MEGLIO DAL 2010 (si.g.) A Westwood (Usa), 22.35 nel peso del 25enne Joe Kovacs: è la miglior misura mondiale degli ultimi 5 anni. Donne. 4x100: Hsi 42”98 (mpm ‘15). A Knoxville. Uomini. Giavellotto: Glover 84.09 (mpm ‘15). Ad Athens. Uomini. Peso: Hoffa 21.03. A Fayetteville. Donne. Asta: Morris 4.62 (mpm ‘15).
CANOA ●
Jenrry Mejia, 25 anni, NY Mets ● Cosa sta succedendo in Mlb? Perché dopo meno di una settimana di campionato ci sono già quattro giocatori sospesi per doping quando l’anno scorso ce ne furono solo due in tutto l’anno? Perché sono tutti e quattro lanciatori (di cui tre dominicani)? Perché, pur essendo di quattro squadre diverse, sono tutti e quattro positivi alla stessa sostanza? Ovvero lo stanozololo, un derivato sintetico del testosterone considerato una forma desueta di doping, oltretutto piuttosto semplice da riscontrare. A parte Ervin Santana (da non confondere col ben più celebre Johan), lanciatore di lungo corso da quest’anno ai Minnesota Twins, gli altri 3 sono comprimari: Arodys Vizcaino (Atlanta Braves), David Rollins (Seattle Mariners) e Jenrry Mejia (NY Mets). Sono i primi ad essere squalificati per 80 giornate, dopo che la pena per la prima positività è stata inasprita rispetto alle 50 giornate previste fino all’anno scorso. Ma ora il nuovo commissioner Rob Manfred vuole vederci chiaro.
DISCESA (a.fr.) A Mantova gara internazionale di velocità, selezione per gli Europei di Racice (1-3/5). 200. Uomini. K1. 1. Rizza. C1. N. Craciun. Donne. K1. 1. Schwarz (Aut), 4. Petrarcca. C1. D’Agostini. 500. Donne. K1. 1. Yvonne (Aut), 2. Burgo. K2. 1. Lehaci-Schwarz (Aut), 2. CampanaMurabito. C1. D’Agostini. 1000. Uomini. K1. 1. Dressino. C1. 1. S. Craciun. K2. 1. Ripamonti-Battelli.
DUATHLON
HOCKEY PISTA ● PENULTIMA (m.nan.) Oggi (ore 20.45) la 25a e penultima in A-1: Pieve-Bassano; Giovinazzo-Breganze; Forte d, M.-Cgc Viareggio; Lodi-Follonica; Prato-Sarzana; Correggio-Trissino, Matera-Valdagno. Classifica: Forte d. M. 63; Cgc Viareggio, Breganze 53; Valdagno 52; Bassano 44; Trissino 42; Follonica, Lodi 33; Pieve 31; Giovinazzo 24; Matera 23; Sarzana 20; Prato 8; Correggio 6.
IPPICA
HOCKEY GHIACCIO ITALIA-KAZAKISTAN 0-2 (m.l.) L’Italia, a Trento, perde 2-0 (1-0, 10, 0-0) la prima di due amichevoli col Kazakistan in vista dei Mondiali di 1a Divisione Gruppo A da domenica a Cracovia (Pol). In porta Andreas Bernard, capitano a Anton Bernard. Oggi (ore 20.30) replica ad Asiago (Vi). ● AZZURRINI OK (m.l.) L’Italia, ai Mondiali di 1a Divisione Gruppo B u. 18 di Maribor (Slo), dopo il successo 3-2 sulla Lituania in apertura, ieri è stata sconfitta 6-5 dal Giappone. Domani l’Ucraina. Classifica: Austria 6; Slovenia*, Giappone, Italia 3; Lituania*, Ucraina 0 (*una in meno).
HOCKEY IN LINE ●
SEMIFINALE (m.l.) Con Milano già in finale, oggi gara-4 (su 5) delle semifinale Cus Verona-Cittadella (ore 20.30, diretta RaiSport 2, serie 2-1).
PENTATHLON ●
COPPA MONDO Ieri, a Roma, finale a staffetta mista della 3a prova di Coppa del Mondo. Classifica: 1. Nord Corea; 2. Egitto; 3. Cina; 7. Italia.
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IERI 11-5-17-16-12 A Taranto (m 1600): 1 Rexdolly Ek (A. Convertini) 1.13.7; 2 Olibior di Casei; 3 Nirvana Va; 4 Perelisa Muttley; 5 Ok Mary; Tot.: 5,21; 2,33, 4,45, 4,26 (91,77). Quinté: n.v. Quarté: 5.980,01. Tris: 659,22.
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OGGI QUINTÉ A ROMA A Capannelle (inizio convegno alle 15.30) scegliamo Quiz Evolution (2), Comiso Soul (6), Faquir (8), Lipfix (5), Grand Rakhish (1) e Taty Sprint (7). Si corre anche - Trotto: Trieste (15.10), Albenga (15.45), San Giovanni Teatino (15.25).
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EUROPEI (al.f.) La bergamasca Sara Dossena argento agli Europei di lunga distanza di Horst (Ola) in 2h47’30”, oro alla svizzera Hrbec. Nella sprint oro per Alberto Della Pasqua in 54’07” e argento per Giorgia Priarone (1a u. 23).
PALLAMANO ● SEMIFINALI (an.gal.) Definiti per sorteggio gli accoppiamenti delle semifinali (a. 25/4-r. 9/5): RomagnaBolzano, Fasano-vincente degli spareggi di Chieti (17-19/4) fra Trieste, Carpi e Albatro.
IPPICA Trotto a Milano Il primo collaudo della pista è ok (e.lan.) Cavalli in pista ieri alla Maura, che dal 9 maggio sarà ufficialmente la nuova casa del trotto milanese. Pubblico delle grandi occasioni, dentro e fuori la pista, per il primo collaudo del tracciato, su cui, a partire dalle 10.30, hanno girato con i loro allievi alcuni allenatori lombardi, tra i quali Pietro ed Edy Gubellini. Indiscusse protagoniste di questa prima sessione di «prove libere» sono state le tre vedette del team di Bareggio, No Man’s Land, Owen’s Club e Palomar Lb, che si è imposto nella corsa a sei organizzata per saggiare il fondo della pista, con tanto di mezzo meccanico a dare il via e la partecipazione di Giorgio Sandi, presidente di Snai, alla guida di Omero de Mura. Entusiasti i commenti degli operatori: «La pista è splendida – ha dichiarato Gubellini». «Sembra di essere a Solvalla, l’elasticità del fondo poi è eccezionale» hanno aggiunto Max Castaldo e Gustavo Matarazzo.
PESI ●
EUROPEI Agli Europei di Tbilisi (Geo), Jennifer Lombardo 7a nei 58 kg. Donne. 58 kg: 1. Minkova Kostova (Aze) 246 (109+137); 2. Lepsa Lacramioara (Rom) 205 (91+114); 3. Klejnowska (Pol) 202 (89+113); 7. Lombardo 195 (85+110). Oggi: 77 kg uomini (nessun italiano; ore 18, dir. Eurosport 1).
VARIE BANCARELLA SPORT: I FINALISTI La Commissione per la selezione dei 6 libri finalisti del 52° premio Bancarella Sport, si è riunita presso la sede milanese della Banca Cesare Ponti sotto la direzione di Paolo Francia. Tra 49 opere, questi i volumi promossi: «In piedi sui pedali» di Enrico Brizzi (Mondadori), «La grammatica del bianco» di Angelo Carotenuto (Rizzoli), «Io vi voglio bene assai» di Franco Esposito (Iuppiter), «Senza paura» di Flavio Pagano (Giunti), «Odiavo i velisti» di Cino Ricci e Fabio Pozzo (Longanesi) e «Suite 200» di Giorgio Terruzzi (66thand2nd). Il vincitore sarà scelto da una giuria di lettori, esperti e librai. La premiazione il 18/7 a Pontremoli
VELA ●
VOLVO RACE (r.ra.) Dongfeng Race Team è arrivato a Itajaì. Dpo la rottura dell’albero e lo scalo tecnico a Ushuaia, ha raggiunto il porto brasiliano a motore in 11 giorni (2000 miglia).
Bacco Gavardi
Grazie per la fantastica vita insieme e per il tuo amore sincero.- Francesca. - Milano, 13 aprile 2015.
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AltriMondi R
MARTEDÌ 14 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
ganizzasse un servizio aereo low cost tra le due città (la compagnia si è dichiarata tendenzialmente interessata). Ma intanto si scopre che la Regione Siciliana aveva già deliberato il 12 marzo scorso lo stato di calamità naturale della zona, in conseguenza delle precipitazioni piovose eccezionali abbattutesi sul territorio. Ci sono anche altre questioni, per esempio l’esplosione dell’asfalto sulla Nuova 554 che collega Cagliari alle località turistiche (anche qui: la pioggia insieme con una progettazione a quanto sembra un minimo sciatta), il procedere allucinato del terzo tronco della metropolitana di Roma, il 78enne annegato ieri nel Modenese finendo con l’auto in un sottopasso allagato da due mesi… In generale Anas è subissata dalle critiche. Il 70% delle frane di tutta Europa è concentrata in Italia e chi ha in mano la rete autostradale dovrebbe forse tenerne conto. Erasmo D’Angelis, coordinatore della struttura di missione di Palazzo Chigi, dice da un pezzo che Ciucci, il presidente, «deve assumersi le sue responsabilità».
IL FATTO DEL GIORNO L’ITALIA DEI CROLLI
4 Il sopralluogo, da presidente Anas, di Pietro Ciucci su un viadotto della statale Palermo-Agrigento il 7 gennaio ANSA
Dal viadotto siciliano alla statale in Sardegna: di chi è la responsabilità dei guai sulle strade? 1Ciucci, il presidente dell’Anas, lascia dopo il cedimento del pilone
sulla Palermo-Catania. Intanto a Cagliari un altro smottamento E il governo cambia: «Basta con le grandi opere, più manutenzione» GIORGIO DELL’ARTI gda@gazzetta.it
Ieri Pietro Ciucci ha annunciato le sue dimissioni. Le presenterà a metà maggio, in occasione dell’assemblea di bilancio.
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Pietro Ciucci? E chi è? Il presidente dell’Anas. Che cos’è l’Anas, almeno, lo sa? Quella delle Autostrade? Esatto. Azienda Nazionale Autonoma delle Strade.
E come mai il Ciucci s’è dimesso? Guai sulle strade. Dopo lo smottamento di gennaio con relativo rototraslamento (termine tecnico) del viadotto Scorciavacche sulla statale 121 Palermo-Agrigento — e il viadotto era appena stato inaugurato —, c’è stato adesso il cedimento del pilone sulla Palermo-Catania o A19, cedimento provocato sì da una frana, ma insomma… Quest’ultimo disastro ha tagliato la
Sicilia in due, il viadotto Himera andrà demolito e ricostruito, una questione di anni. Da una prima stima, per il ripristino della viabilità occorreranno circa 30 milioni di euro, è emerso ieri durante una riunione tra Anas e Regione Sicilia. Per arrivare da Palermo a Catania, a questo punto, ci vorranno cinque ore, anche se entro un paio di mesi sarà individuato e reso più efficace un percorso alternativo. L’assessore regionale alle infrastrutture Giovanni Pizzo ha chiesto lo stato d’emergenza, il presidente della Regione Crocetta l’intervento dell’esercito, il sindaco di Catania, Enzo Bianco, vorrebbe che Ryanair or-
LO SCARICABARILE DEL GOVERNO NON PUÒ PIÙ FUNZIONARE. ANAS È UN ENTE STATALE, QUALCUNO DOVREBBE FARE IL MEA CULPA ROSARIO CROCETTA PRESIDENTE DELLA REGIONE SICILIA
Per non parlare della Salerno-Reggio Calabria. I giornalisti del Corriere della Sera Stella e Rizzo hanno scritto: «Poco più di un decennio dopo l’inaugurazione, il governo Craxi doveva già stanziare mille miliardi di lire per sistemare un mucchio di opere incompiute e correggere errori progettuali. […] Nel 1987 la SalernoReggio poteva essere sistemata con 983 milioni di euro. Dieci anni più tardi la cifra si era già impennata a 4 miliardi. All’inizio del Terzo Millennio, mentre la Fillea Cgil denunciava che di quel passo i lavori sarebbero finiti nel 2040, stavamo a quasi 7. E su, su, su fino alla stima attuale: 9 miliardi. Cioè 52 euro per ogni cittadino. Fate i conti: 20 milioni abbondanti a km. Vale a dire che per sistemare l’autostrada si spenderà quasi quattro volte di più che per costruirla». Su questo capolavoro, il presidente Ciucci l’anno scorso ha detto: «La nuova Salerno-Reggio non è l’autostrada della vergogna, ma è il più grande progetto economico-finanziario infrastrutturale italiano e costituisce un motivo di vanto e di orgoglio per il nostro Paese». Frase coraggiosa, eh?, sapendo quello che sappiamo su quel pezzo d’asfalto appaltato a camorra, ‘ndrangheta e politici del posto. Ciucci ha però un suo modo di prender le cose e s’è visto anche stavolta. Lui non se ne va per i casini combinati dall’azienda di cui è il capo, ma «in segno di rispetto per il nuovo ministro, al fine di favorire le più opportune decisioni in materia di governance di Anas». Il Nostro sarebbe comunque scaduto l’anno prossimo e senza possibilità di rinnovo. Il nuovo ministro a cui si riferisce nella nota di commiato è, come saprà, Graziano Delrio.
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Delrio respingerà le dimissioni? Ma per carità. Ciucci, dipendente dell’Anas da 45 anni, è presidente dal 2006. È il classico personaggio che nella logica di Renzi va rottamato al più presto. Anche perché Delrio ha annunciato una rivoluzione nella politica delle infrastrutture. Mentre fino ad oggi si navigava sulla rotta stabilita dalla cosiddetta legge obiettivo, un provvedimento voluto da Berlusconi nel 2001 per accelerare le grandi opere pubbliche (tante belle cose messe su carta, ma in genere con finanziamenti tutti da trovare), il nuovo ministro ha già annunciato, col plauso dei costruttori, che si abbandonerà la politica delle grandi opere e si procederà invece col sistema di aprire tanti piccoli cantieri dedicati soprattutto alla manutenzione o alla chiusura di lavori normali, niente di faraonico tipo il Ponte sullo Stretto. Dice il ministro: «Le uniche Grandi Opere sono quelle utili. Che possono essere anche riparare una scuola o mettere in sicurezza il costone di una montagna».
STRAGE SFIORATA
Cede soffitto a scuola: due bimbi feriti 1L’incidente
in una elementare di Ostuni. L’edificio era stato appena ristrutturato
«S
tavamo incollando delle schede di matematica. Poi è venuto tutto giù il soffitto». È il racconto di Luca, 8 anni, uno dei due bimbi rimasti feriti nel crollo dell’intonaco (quattro metri quadri) e dei calcinacci in una seconda elementare della scuola «Pessina» di Ostuni (Br). Il bimbo ha riportato ferite alla testa e la frattura del
naso. Contusi anche un suo compagno e una maestra, scivolata mentre cercava di evacuare gli alunni. Le lezioni sono state sospese a tempo indeterminato. Il sostituto procuratore di Brindisi, Pierpaolo Montinaro, ha disposto il sequestro dell’intero immobile. L’istituto era stato chiuso per 4 anni per ristrutturazione: la riapertura era avvenuta solo lo scorso 15 gennaio. E i lavori erano costati 1,4 milioni di euro. Oggi farà una visita all’edificio il sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone. «Ci sono 600 bambini privi di un edificio che li ospiti, dobbiamo trovare una soluzione». LA RABBIA La rabbia dei geni-
tori di Ostuni è esplosa ieri: «Ma che lavori sono stati fatti»?, si chiedevano le persone davanti alla scuola, dopo che la struttura era stata evacuata.
L’aula della scuola Enrico Pessina di Ostuni dopo il crollo ANSA
«Si gioca d’azzardo con la vita dei bambini utilizzando i soldi dei cittadini. È inaccettabile», è stato, invece, il commento dell’Associazione nazionale genitori. «Chiedo si faccia piena luce su questa vicenda e che i responsabili di quello che appare come un crimine nei confronti dei bambini vengano assicurati rapidamente alla giustizia», ha tuonato il governatore Nichi Vendola. Con il nuovo crollo, intanto, torna d’attualità l’allarme lanciato lo scorso settembre da Cittadinanzattiva. Tre scuole su quattro presentano danni strutturali e quattro edifici su dieci hanno una manutenzione carente. dan. va. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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TASCABILI SCONTRO SULLE REGIONALI
Caos Puglia, Poli Bortone: «Senza appoggio, addio» ● La resa dei conti in Fratelli d’Italia sulle Regionali in Puglia viene rimandata di altre 24 ore. Ieri, la candidata del centrodestra Adriana Poli Bortone ha minacciato di lasciare il suo partito che non la sostiene, dall’altro Giorgia Meloni s’è detta disposta ad appoggiare la candidatura dell’ex sindaco di Lecce solo a patto che abbia il sostegno di tutta Forza Italia (spaccata tra fittiani e anti-fittiani). «Quella della Poli Bortone è un’ottima candidatura se funzionale alla vittoria – ha detto la Meloni –. Se Berlusconi garantisce il sostegno siamo disponibili, altrimenti sosterremo Francesco Schittulli», , proprio il candidato appoggiato da Fitto.
IL REPUBBLICANO ATTACCA HILLARY
Usa, in campo anche Rubio «Sono io il futuro del Paese»
Marco Rubio, 43 anni, è di origini cubane EPA ● Anche Marco Rubio, senatore di origini cubane, entra in scena nelle presidenziali statunitensi. È il terzo repubblicano a tentare la scalata alla Casa Bianca per il 2016 (dopo Ted Cruz e Rand Paul) ma, venendo dalla Florida, potrebbe soprattutto andare ad infastidire quello che un tempo fu il suo mentore, Jeb Bush, ex governatore dello stato in questione e destinato a correre per la presidenza che giù fu del padre e del fratello. Nel suo discorso da Miami, Rubio ha però attaccato soprattutto Hillary Clinton, scesa ufficialmente in campo due giorni fa definendosi il «campione» di cui l’America ha bisogno. «La Clinton è il passato, io il futuro», ha detto, spiegando poi: «I repubblicani per la prima volta da tanto tempo hanno la possibilità di presentarsi come il partito del futuro. Appena ieri abbiamo ascoltato un leader del passato che vuole riportarci indietro, ma noi dobbiamo guardare al domani». E su questo pesa l’età: Rubio ha appena 43 anni, la Clinton — che ieri è partita per il suo primo viaggio con un pulmino chiamato «Scooby» — ne ha 67 e Jeb Bush 62.
NEI BARCONI DIECI VITTIME
Boom di migranti dalla Libia In 4 giorni 7 mila soccorsi ● Sono quasi 7 mila i migranti soccorsi nelle acque tra Italia e Libia negli ultimi quattro giorni. Ma c’è chi arriva qui morto: nove corpi sono stati recuperati dalla Guardia Costiera a circa 80 miglia dalle coste libiche, nell’area in cui si è capovolto un barcone. E ben 1.358 migranti sono stati soccorsi solo ieri in nove operazione durante le quali è stata trovata la 10a vittima di un weekend terribile. In ogni caso, sarebbero oltre 500, secondo stime Unhcr, le vittime dall’inizio dell’anno nel Mediterraneo, trenta volte in più rispetto allo stesso periodo del 2014. Intanto, il sistema di accoglienza è al collasso ed il Viminale ha allertato tutti i prefetti.
LA SENTENZA DELLA CASSAZIONE
Divorzio, stop agli alimenti se l’ex ha una nuova famiglia ● Nei casi in cui uno dei due ex coniugi si sia rifatto una famiglia, anche se è una convivenza solo di fatto e non è un secondo matrimonio in piena regola, allora il diritto all’assegno di mantenimento deve decadere: lo ha stabilito la Cassazione in una decisione in cui viene ribadito e precisato con più forza un concetto già fissato nel 2011. Con la sentenza 6855 del 3 aprile 2015, i giudici riconoscono, però, molta più forza di un tempo alla «famiglia di fatto», che diventa stabile quando i conviventi elaborano «un progetto e un modello di vita in comune». Magari con figli. «La convivenza allora non è più una meteora».
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MARTEDÌ 14 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Ankara all’attacco sul caso armeno: «Calunnie dal Papa» 1 La Turchia torna sulla polemica dopo la condanna di Bergoglio sul genocidio. E l’Italia evita di esporsi Elisabetta Esposito
L
e parole di Papa Francesco sul «genocidio degli armeni» diventano un caso internazionale. La Turchia di Erdogan ha lanciato una vera e propria campagna per delegittimare la condanna del Pontefice, attaccandolo su tutti i fronti. Ankara ha infatti storicamente respinto l’uso del termine «genocidio» per definire quanto accaduto alla popolazione armena nel 1915, perseguitata dal governo ottomano per uniformare il Paese, per etnia e religione. Ci furono decine di migliaia di vittime cristiane e domenica Papa Francesco ha definito quella persecuzione «il primo genocidio del XX secolo». Ma per i turchi si tratta di una «calunnia». La loro ambasciata presso la Santa Sede ha precisato che «il genocidio è un concetto giuridico» e «le rivendicazioni che non soddisfano i requisiti di legge tendono a rimanere calunnie». Il ministro degli Esteri, Mevlut Cavusoglu, ha affermato che le parole del Pontefice rivelano «una discriminazione dei musulmani e dei turchi di fronte ai cristiani». Il ministro per gli Affari europei turco, Volkan Bozkir, ha tirato in ballo l’Argentina, un Paese che «accolse i nazisti, gli autori dell’Olocausto degli ebrei». E il Gran Mufti Mehmet Gormez, principale autorità religiosa islamica sunnita in Turchia, ha definito le dichiarazioni «inaccettabili» e ispirate da «lobby politiche e ditte di relazioni pubbliche». Lanciando poi un pesante attacco: «Se le società iniziano a interrogarsi sugli errori passati, il Vaticano soffrirà più di chiunque altro».
Papa Francesco ha condannato domenica il «genocidio degli armeni» EPA
NON POSSIAMO TACERE QUELLO CHE ABBIAMO VISTO E ASCOLTATO. SERVE CORAGGIO CRISTIANO E LIBERTÀ PAPA FRANCESCO DURANTE LA MESSA DI IERI
LA RISPOSTA Parole forti dunque, che sono presto arrivate anche al Papa. Ieri durante la messa a Santa Marta ha parlato — non a caso — di «coraggio cristiano» di «dire le cose con libertà», «non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato». Il ministro degli Esteri Gentiloni ha trovato «ingiustificata la durezza dei toni turchi, anche tenendo conto che 15 anni fa Giovanni Paolo II
si era espresso in modo analogo». Quindi è intervenuto sulla posizione dell’Italia: «Il nostro Paese ha più volte espresso solidarietà al popolo armeno. Sul riconoscimento giuridico del genocidio abbiamo sempre invitato i due paesi a dialogare». Condanna alla Turchia, per i toni, ma non appoggio incondizionato al Pontefice dunque. Lo ribadisce ancor più chiaramente il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega agli affari europei, Sandro Gozi: «Credo che non sia mai opportuno per un governo prendere delle posizioni ufficiali sul tema del genocidio, spetta agli storici decidere cosa sia successo 100 anni fa. Con la Turchia stiamo affrontando i problemi di oggi: diritti umani, minoranze e democrazia». © RIPRODUZIONE RISERVATA
Miliziani Isis violentano bimba yazida «È incinta» ● Una bambina di 9 anni è diventata il simbolo delle immani sofferenze inferte alla comunità yazida in Iraq dai jihadisti dell’Isis. È la più giovane fra le prigioniere appartenenti alla minoranza religiosa che dopo otto mesi di violenze e torture sono state liberate dallo Stato islamico. Ma per lei la sofferenza non è finita: dopo essere stata stuprata da almeno dieci uomini ora è incinta e potrebbe non sopravvivere al parto. La sua storia viene raccontata dal quotidiano inglese «Independent», che cita la stampa canadese. La bambina, di cui non è stato rivelato il nome, è stata portata via dall’Iraq grazie all’intervento di una ong curda ed è ora in cura in Germania. Secondo la testimonianza di un operatore umanitario, la piccola sarebbe rimasta «mentalmente e fisicamente traumatizzata» dopo gli abusi patiti e non supererà più quei giorni da incubo. «La ragazza poi è così giovane che può morire se mette alla luce un bambino — ha aggiunto la fonte — anche un taglio cesareo è pericoloso». Questa settimana lo Stato islamico ha liberato più di 200 prigionieri yazidi, fra cui 40 bambini. Molti anche gli anziani. Tutti portano nel corpo e nella mente il segno delle sevizie subite. Ma la guerra dell’Isis va avanti anche dopo che i prigionieri vengono liberati. E «l’arma» utilizzata per atterrire ancora di più gli yazidi, considerati dall’Isis come eretici, è quella dello stupro.
Membri della comunità yazida
SPARI IN TRIBUNALE
ancora in silenzio nell’interrogatorio Domani i funerali di Stato delle vittime
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laudio Giardiello, l’imprenditore che giovedì ha ucciso tre persone in tribunale a Milano, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Lo ha spiegato il suo avvocato difensore, Nadia Savoca, che ha parlato di «stato confusionale» in cui verserebbe il suo assistito. «Devo prima raccogliere le idee, poi racconterò le ingiustizie», avrebbe detto ai magistrati. Il gip monzese Patrizia Gallucci trasmetterà gli atti alla procura di Brescia, competente a indagare nei casi in cui è parte offesa un magistrato milanese: fra le vittime dell’imprenditore c’è anche il giudice fallimentare
Fernando Ciampi. Prima di essere sottoposto all’interrogatorio Giardiello è stato visitato da uno psichiatra e da uno psicologo. Entrambi gli specialisti hanno valutato che l’uomo fosse in grado di sostenere le fasi processuali. Dagli accertamenti, dopo il malore avuto sabato, è emerso che l’uomo ha avuto un mancamento temporaneo ma non presenta patologie particolari. L’uomo è in carcere con le accuse di omicidio premeditato plurimo, tentato omicidio e
Il tribunale di Milano presidiato
1Si è spento a 87 anni
Scrittore scomodo, vinse il premio nel ‘99 Causò uno scandalo la sua adesione alle SS
Filippo Conticello @filippocont
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ttorno c’erano solo macerie e sensi di colpa: Günter Grass ha usato i libri e la politica per andare oltre a quell’abisso, aiutare la Germania a voltare la pagina più nera. Icona della rinascita tedesca nel Dopoguerra, ha chiuso gli occhi a 87 anni ieri, nella sua Lubecca. Era assieme appassionato militante socialdemocratico e scrittore incendiario. Di successo, fino alla vetta del Nobel 1999. Nella casa in cui si è spento resta il museo che racconta questo intellettuale versatile: romanziere, certo, ma pure poeta, illustratore e pittore. Ma, da tempo, ormai in tanti si chiedevano quale fosse il vero volto di chi aveva incarnato il progressismo tedesco. La sua figura di antifascista e «coscienza critica della storia» si è ribaltata nel 2006, quando ha rivelato di aver aderito durante la guerra alle SS: arruolamento volontario, non obbligo, come si era creduto a lungo. Errore taciuto nei lunghi decenni in cui accusava di «passato nazista» gli avversari, autocritica rinviata fino all’intervista-sfogo alla Frankfurter Allgemeine Zeitung. Lì, anticipando la sua autobiografia esplosiva Sbucciando la cipolla, le riflessioni che hanno turbato l’Occidente: «Allora il nazismo fu accolto da consenso ed entusiasmo. I ragazzi videro un modo per girare l’angolo». BERSAGLIO All’inizio la fama per il «Gruppo ’47», primo circolo di intellettuali postbellici tedeschi, poi Il tamburo di lat-
Günter Grass, morto ieri a 87 anni AP
ta del 1959: il primo romanzo, il più felice. È la storia di un bimbonano e, attraverso la sua dolorosa famiglia, la storia di Danzica, città in cui Grass era nato nel ‘27. Un angolo di mondo multietnico, marchio per chi ha avvicinato l’Europa libera a quella dietro al Muro. In molti libri successivi, dal Diario di una Lumaca ad Anni di cane, ha infilato la penna nelle ambiguità della nuova Germania. Voce scomoda, insomma, voce della democrazia e della mitica campagna elettorale 1969: sull’onda lunga del Sessantotto, è stato lui a guidare gli intellettuali in campo per Willy Brandt. E oltre alla politica, l’amore per lo sport, il calcio in particolare, scoperto in età adulta vedendo giocare (e infortunarsi) il figlio Bruno. Simpatizzante di Friburgo e St. Pauli, tifoso di Lahm, in Il mio secolo (1999) Grass ha raccontato il Novecento in 100 brevi racconti, uno per anno, compresi quelli dedicati ai Mondiali vinti nel ‘54 e ‘74, alle Olimpiadi di Berlino ‘36 e Roma ‘60. Poi, dal 2006, tutto è cambiato: Grass ridotto a bersaglio facile pure per certi attacchi a Israele, accusato con una poesia di essere il vero pericolo per la pace in Medio Oriente. A Gerusalemme lui, ex SS e premio Nobel, era «persona non grata». © RIPRODUZIONE RISERVATA
LA MALATTIA MI HA BLOCCATO MA ORA VEDO MEGLIO I PERICOLI
porto abusivo d’arma da fuoco. Secondo il gip Patrizia Gallucci ha dimostrato «una pervicacia non comune» nel portare a termine il suo piano omicida. Intanto i maggiori controlli nei tribunali, dopo la strage, hanno portato a file chilometriche al Palazzo di Giustizia di Napoli. L’ANALISI L’assassino ha fatto esplodere 8 colpi di arma da fuoco. I dati incrociati tra gli accertamenti sul posto e le autopsie sulle vittime eseguite ieri hanno confermato le testimonianze rese nell’imminenza della sparatoria. Il killer aveva un caricatore inserito con dentro un totale di 13 colpi (quattro proiettili sono rimasti nel caricatore e uno in canna). I funerali del giudice Ciampi e dell’avvocato Lorenzo Claris Appiani saranno celebrati domani nel Duomo di Milano in forma solenne. Le esequie di Giorgio Erba avverranno, invece, in forma privata nel Duomo di Monza.
Addio al Nobel Grass Anima (oscura) della nuova Germania
DIVERSAMENTE AFFABILE di FIAMMA SATTA
Strage di Milano, il killer: «Racconterò le ingiustizie» 1Giardiello resta
ICONA DEL DOPOGUERRA
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BRUNEI, FIGLIO DEL SULTANO SPOSO SFRENATO ● Abiti d’oro, scarpe di diamanti e un bouquet non di fiori ma di pietre preziose. Lusso sfrenato al matrimonio reale (foto Epa) tra il figlio del sultano del Brunei, principe Abdul Malik, 31 anni, e la sua sposa 22enne Dayangku Raabi’Atul. La celebrazione è iniziata il 5 aprile, ma durerà dieci giorni.
hi mi conosce si meraviglia di come io riesca a ricordare le date della mia vita. È vero, sono bravissima, soprattutto dal 1993, anno in cui mi fu diagnosticata la Sclerosi Multipla. La malattia, infatti, mi aiuta a organizzare la memoria in un modo tutto suo, non particolarmente «simpatico» ma infallibile. Magari con le tappe della sua progressione (zoppichìo, bastone, sedia da trasporto, sedia a rotelle) grazie alle quali posso scandire più facilmente la mia cronologia. Ieri, per esempio, passando davanti al Senato in carrozzina mi sono ricordata di quando sfrecciavo lì, lungo corso Rinascimento, in motorino e ho subito individuato che è stato fino e non oltre il
2004. La malattia, però, non mi aiuta solo a ricordare date ma anche ad acquisire dati. Se «sfrecciassi» ora non mi accorgerei certo del guazzabuglio dei marciapiedi del centro, tra scivoli da un lato solo, buche, sconnessioni e tombini sprofondati. Ci credereste che a venti metri dal portone di Palazzo Madama lo scivolo di un marciapiede è dotato di un graziosissimo piccolo gradino? La malattia, è vero, mi impedisce di camminare ma, vi assicuro, che mi fa «vedere» meglio disattenzioni, sciatterie e cialtronerie urbane. BLOG segui Fiamma anche su diversamenteaffabile.gazzetta.it
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MARTEDĂŒ 14 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
LA GUIDA QUATTRO SETTORI E OLTRE 1200 EVENTI IN GIRO PER LA CITTĂ€
DOPO QUATTRO ANNI
2 â—? 1 Un ufficio “trasparenteâ€? prodotto da Universal Selecta â—? 2 Il nuovo concept di ufficio esposto alla sezione Workplace 3.0 â—? 3 Non solo lavoro, però: particolare di un bagno Dalani dominato dal colore marsala
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Torna Moretti tra ricordi e insicurezze 1Mia madre, da giovedĂŹ al cinema Il regista: ÂŤRacconto una perdita importante, ma senza sadismoÂť
Il Salone del Mobile celebra il made in Italy
1Riparte oggi l’esposizione milanese, prova generale di Expo L’esperta: La casa e l’ufficio si assomigliano sempre di piڝ
Francesco Rizzo
I
l ritorno dei colori accesi e del legno, le linee arrotondate, gli oggetti di arredamento a piĂš funzioni, come le lampade che diffondono musica e sfoggiano prese usb. Lo dicono gli addetti ai lavori: sono alcune delle tendenze del Salone del Mobile, che si apre oggi a Milano (sabato e domenica spazio anche al pubblico) e che si prepara ad accogliere oltre 300 mila visitatori da 160 Paesi (il
premier Renzi compreso), ovvero 221 milioni di euro di indotto previsto per il turismo (+7% in un anno). Del resto, il Salone si fa in quattro, con le sezioni dedicate al Complemento d’arredo e il Salone Satellite (concentrato sulla “meglio gioventĂšâ€? del design internazionale), oltre alle biennali Euroluce, dedicata all’illuminazione (un trionfo del led, che coniuga bassi consumi e libertĂ di design) e Workplace 3.0, vetrina del modo in cui arrediamo i luoghi di lavoro. Esposizione che,
spiega Silvia Botti direttrice di Abitare, riassume lo spirito di questo Salone. Visto che temi come l’attenzione all'ecologia e al consumo sostenibile sono ormai acquisiti, la parola d’ordine è fluidità : è sempre piÚ difficile distinguere i mobili d’ufficio da quelli di casa, anche perchÊ, in un mondo ormai ultra connesso, si finisce per lavorare anche fuori dal luogo di lavoro. E basta comperare una camera da letto per un figlio studente per accorgersi come il computer con-
Una poltrona Pure Loop prodotta da Infiniti
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PROVA GENERALE Il Salone milanese sarà anche, inevitabilmente, una prova generale di Expo, che comincia il 1 maggio e che ne anticipa il tema dell’alimentazione (per esempio, nelle installazioni del Salone Satellite). Ma anche una viaggio gaudente dentro la città , attraversata dagli oltre 1200 eventi del Fuorisalone: mostre di design, workshop, concerti, street food. E la crisi? Il made in Italy ha retto meglio di altri settori — conclude la Botti — perchÊ ha saputo trovare soluzioni nuove. Ora si vede la luce in fondo al tunnel.
anni Moretti torna al cinema quattro anni dopo Habemus Papam, si dice pronto ad accettare qualunque cosa mi offra Cannes (il suo film con quelli di Sorrentino e Garrone è destinato ad andare al Festival, ma forse non in concorso) e offre al pubblico una storia che parla molto di sÊ, tra la sofferenza raccolta per una mamma malata (la sua è morta quando stava montando Habemus Papam), il senso di inadeguatezza (parole che ripete in continuazione nel corso della conferenza stampa) e le fissazioni al limite della nevrosi quando si tratta di dirigere un film. Già perchÊ Mia Madre, in sala in oltre 400 copie da giovedÏ con pure John Turturro nel cast, ha come protagonista una straordinaria Margherita Buy nei panni di una regista piena di debolezze, divisa tra un film da girare e una madre da accudire. Questo film parte da quanto mi è successo. Volevo raccontare un passaggio importante nella vita di ognuno come la morte di una madre, ma senza sadismo, dice Moretti. Autobiografico dunque? C’è molto di me, soprattutto nel personaggio di Margherita. Quando la attaccano per il difficile rapporto con gli altri, quando si arrabbia durante le riprese del film, beh, sono cose che conosco bene... E quando il mio personaggio le chiede di fare qualcosa di nuovo per il cinema è come se parlassi a me stesso. Poi racconta: Io mi sento ancora un inadeguato, pensavo di migliorare col tempo invece peggioro, faccio sempre gli stessi brutti sogni.... e.e.
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Š RIPRODUZIONE RISERVATA
dizioni la scelta di una scrivania. A dimostrazione di come il Salone del Mobile non racconti un mondo riservato agli addetti ai lavoriÂť. Quella fluiditĂ vieneâ€?messa in scenaâ€? anche attraverso la “passeggiataâ€? immaginata dall’architetto Michele De Lucchi per raccontare uffici aperti e liberi, luoghi di incontro che favoriscano la creativitĂ e lo scambio tra le persone.
LA TENDENZA
Le firme della moda si lanciano nel design Da sinistra, la borsa “architet� di Tod’s progettata dallo studio giapponese Nendo; una lampada della linea Armani Casa, disegnata con stile minimal
Fabrizio Sclavi
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nche i creativi della moda spingono nel mondo del design in occasione del Salone. Lezione di stile da Giorgio Armani, mobili con ispirazione urbana, funzionali scrivanie minimal, lampade ed elementi per l’arredo che attraverso l’artigianalitĂ uniscono il gusto orientale e il made in italy. Come fa Add, il marchio sinonimo di “caldo piuminoâ€?, che è riuscito a realizzare una lampada imbottita, in piuma d’oca. Santoni, l’artigiano delle scarpe, presenta invece nel suo negozio di via Montenapoleone i
OROSCOPO LE PAGELLE di ANTONIO CAPITANI 21/4 - 20/5 TORO
21/5 - 21/6 GEMELLI
22/6 - 22/7 CANCRO
23/7 - 23/8 LEONE
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Gli obblighi vi vessano, la gente pretende. CosĂŹ, il Godzilla nervoso inside of you vorrebbe emergere. Frenatelo. Magari anche fornicando.
Luna splendente e sponsor di viaggi, studi, sport, relazioni con persone e strutture lontane. L’umore è buono, il sudombelico fa (la) festa senza requie.
Il vostro umore è sfigopendulo, l’ironia altrui vi fa fumar gli zebedei, il denaro dà ansia. State su: lavoro e amore premiano. La fornicazione meno.
Gli ostacoli offuscano lavoro e rapporti con gli altri. Fate patti chiari, senza tirar fuori artigli e zanne da matti. Sudombelico operativo.
C’è forse qualche rogna di troppo da sbrigare, anche di tipo burocratica. Il lavoro affligge un cicinÏn, ma nel complesso premia. Fornicazione esotica.
23/9 - 22/10 BILANCIA
23/10 - 22/11 SCORPIONE
23/11 - 21/12 SAGITTARIO
22/12 - 20/1 CAPRICORNO
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20/2 - 20/3 PESCI
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La vostra creativitĂ cresce, la determinazione vi fa dire no dove serve e tirare acqua al vostro mulino. Quanto successo! Fortune amorososuine.
Giornata faticosa: isolarvi o insediarvi in un buen retiro (per lavorare, riflettere, creare) vi aiuterà però a rimettervi in bolla. Sudombelico stranito.
Lavoro, viaggi e p.r. fruttano tanto. E pure nel vostro mondo privato i fatti si incastrano armoniosamente. Oltre che fornicatamente. Siete i soliti suini.
Ogni piano della giornata riesce bene, voi fate colpo per autorevolezza e talento. Ma certe promesse suine altrui vi illudono e poi vi irritano. Occhio.
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CONSIGLI
21/3 - 20/4 ARIETE Il lavoro premia, grazie anche all’aiuto di amici e colleghi. E sia lo charme sia la forma fisica recuperano. L’amor v’impana, il sudombelico frigge.
nuovi tavolini Shimmer disegnati da Patricia Urquiola. Tod’s ha fatto progettare la nuova borsa “architect bag� da Nendo. Da Valextra, nuova collezione di pelletteria geometrica-curata dall’artista Martino Camper. Tween Set annuncia poi la collaborazione con Simona Barbieri per carte da parati. E da Ermenegildo Zegna va in scena “Barrique, la terza vita del legno� l’iniziativa combinata tra il leader del lusso fatto su misura e San Patrignano. Un capitolo a parte, infine, per Reflective, la tecnologia applicabile al mondo di tutti i giorni, presentata da Stone Island.
Intuito al top: il lavoro se ne giova, individuare i (potenziali) fetenti è facile. E ogni varo e colloquio riescono. Don’t lament, però. Moscerie suine.
Luna moscia: vigore, motivazione e giovialità latitano. E dovete pure farvi il sedere cubico per la fatica. L’ormone reagisce prontamente. Troppo, forse.
LO SPORT IN TV
IL TELEFILM ÂŤFLASHÂť
QUEL RAGAZZO CHE CORRE VELOCISSIMO Flash, l’uomo piÚ veloce del pianeta, è in realtà il giovane scienziato Barry Allen, colpito da un fulmine e svegliatosi, nove mesi dopo, dotato del superpotere della velocità . La serie tv, spin-off di Arrow e in prima tv italiana, nasce da una serie di fumetti pubblicata da DC Comics nel 1940. Sullo schermo, il protagonista è Grant Gustin, visto anche in Glee e 90210. DA VEDERE STASERA SU ITALIA 1 ALLE 21.10
Margherita Buy e Nanni Moretti durante le riprese
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MARTEDÌ 14 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
EXTRA TIME AFRICA
«Io, Salif Keita Pallone d’oro e i Mali di oggi»
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INGHILTERRA
GALEANO
Che fine farà questa banda Addio Maestro Eduardo di Pellegrini? Il futbol piange il poeta
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Settimanale di calcio internazionale Extratime@gazzetta.it - @etgazzetta Martedì 14 Aprile 2015 Numero - 174
UNDER 19
Il Chelsea vince pure tra i baby d’Europa
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GERMANIA
Parla Firmino: «Caro Dunga, fidati di me»
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Sotto l’ombrello di
CRUIJFF
1 L’ex allenatore olandese in 8 anni a Barcellona non ha lasciato soltanto 11 trofei in bacheca 1Ma ben 37 eredi: sono quelli che sono stati allenati da lui e che poi sono diventati tecnici 1Fra questi Guardiola e Lopetegui, impegnati nei quarti di Champions. Come pure Blanc e Luis Enrique, suoi ultimi acquisti in Catalogna
FOTO GETTY, ELABORAZIONE GRAFICA GDS
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OROdi Cruijff
EXTRATIME
PRIMO PIANO
1In otto stagioni a Barcellona da tecnico l’olandese non ha soltanto
conquistato 11 trofei: ha anche formato ben 37 allenatori di alto livello
1Tra questi Guardiola e Lopetegui, adesso nei quarti di Champions. Come anche Luis Enrique e Blanc, che furono i suoi ultimi acquisti
L
Paolo Condò
Filippo Maria Ricci corrispondente da Madrid
U
A rileggerlo ora, sembra un sorteggio organizzato. Quattro tecnici italiani o quasi che stasera (e poi mercoledì prossimo) duellano fra loro, 4 allenatori passati per Barcellona a battersi domani (e martedì): in semifinale ne arriveranno due e due, lasciando la porta aperta - ultima urna permettendo - a una finale fra i rappresentanti delle due scuole più importanti. Ma è poi così? Andiamoci piano. Johan Cruijff, «quello che ha dipinto la Cappella Sistina» per dirla con Guardiola, è stato l’allenatore di Pep e di Julen Lopetegui, che oggi guida il Porto e negli anni 90 fu per due stagioni il secondo portiere blaugrana. Luis Enrique è stato l’ultimo acquisto di Cruijff nel maggio 1996, ma in quell’estate Johan andò via e Luis imparò l’arte olandese-catalana da Van Gaal, mentre Laurent Blanc ha giocato al Camp Nou una sola stagione, la prima del dopo-Cruijff (Robson in panca, ’96-97), sufficiente però per respirare l’aria dell’ambiente e portarsi via qualcosa. Un buon possesso palla, ad esempio. I 4 «italiani», con e senza virgolette, non sono poi italianisti, non in senso stretto. Ancelotti ha avuto Sacchi come maestro, e dunque nasce «olandese»: nel tempo ha scelto l’equilibrio come chiave del suo calcio, adattandosi alla sfida di costruire squadre apparentemente impossibili (dal Milan dei suoi tempi al Real di oggi, ha sempre avuto in rosa troppi giocatori offensivi di gran nome). Non molto diversa la parabola di Allegri, il cui mentore fu Galeone: la Juve di oggi gioca un calcio di grande equilibrio. Jardim sostiene di avere in Capello il suo modello, e non c’è kryptonite più potente di Fabio quando ci si confronta coi cruijffiani. Simeone, infine, per molti versi è l’erede più diretto della tradizione italianista, peraltro reinterpretata per restare al passo coi tempi: libero e marcature a uomo non esistono più da nessuna parte, ma la compattezza della fase difensiva e la rinuncia al possesso palla per rubarla e ripartire quando la rivale è squilibrata sono concetti da calcio all’italiana 2.0.
na foto storica. Simbolica. Unica. Forse irripetibile. Una foto che racchiude 4 degli 8 allenatori in corsa per la vittoria in questa Champions 2015. E circondati da tanti altri futuri tecnici. Tutti con la stessa maglia, quella blaugrana del Barça: Guardiola (Bayern), Lopetegui (Porto), Luis Enrique (Barcellona), Blanc (Psg). Anche in semifinale il 50% degli allenatori avrà la sua faccia in quella foto. Lo scatto è del 28 agosto 1996, dopo la vittoria in Supercoppa di Spagna del Barcellona di Robson. Appena approdato, con Mourinho come secondo, sulla panchina dei ca-
LA GALAXIA
CRUIJFF ALBERT CELADES Under 21 Spagna ex Under 16
OSCAR GARCIA ex Watford, Maccabi e Brighton
JUAN CARLOS RODRIGUEZ ex tecnico giovanili Valladolid
ALBERT FERRER ex Cordoba e Vitesse
EUSEBIO SACRISTAN ex Celta e Barça B fino a febbraio 2015
JORDI ROURA direttore Cantera ex tecnico ad interim Barcellona
1988-1989
JOSEP GUARDIOLA Bayern Monaco ex Barcellona SERGI BARJUAN Almeria ex Recreativo
1992
GHEORGHE HAGI Viitorul ex Galatasaray, Steaua
Altri
Pure la scuola italiana ha fatto proseliti 1L’eredità di Trapattoni e Lippi non è da meno di quella dell’olandesecatalano1E anche Sacchi e Capello hanno seminato tantissimo e bene 1Da Zoff a Conte, da Prandelli a Deschamps, da Ancelotti fino a Montella Iacopo Iandiorio
FRANCISCO CARRASCO ex Malaga B e Oviedo
ERNESTO VALVERDE Athletic Bilbao ex Espanyol, Olympiacos, Villarreal e Valencia
JON ANDONI GOICOECHEA ex vice Osasuna e Xerez
LUIS ENRIQUE Barcellona ex Celta e Roma
JUAN CARLOS UNZUE’ vice tecnico Barça ex Numancia e Santander
JOSE’ SERER ex vice Celta, giovanili Valencia
JOSE’ ALEXANCO ex Un. Craiova e National B. e d.t. Barça giovanile
LUIS MILLA ex Al Jazira e Under spagnole dalla 19 alla 23
HRISTO STOICHKOV ex Cska Sofia, Litex, c.t. bulgaro e Celta
IVAN DE LA PEÑA ex vice a Roma
LUIS CARRERAS ex Sabadell e Maiorca
MEHO KODRO FK Sarajevo ex c.t. Bosnia
ROBERT PROSINECKI Azerbaigian ex Stella Rossa e Kayserispor
talani orfani di Johan Cruijff, cacciato dopo 8 anni di grandi successi e fragorose polemiche il 18 maggio precedente, a 2 giornate dalla fine della Liga. L’acquisto di Luis Enrique da parte del Barça fu ufficializzato 9 giorni dopo, quello di Blanc in estate. I due non sono mai stati allenati da Cruijff, ma Johan li aveva scelti e possono essere considerati allievi della scuola di pensiero calcistico impiantata in Catalogna dal guru olandese. Che in 8 anni ha lasciato 11 titoli e ben 37 allenatori. Un numero incredibile di giocatori che una volta chiusa la carriera hanno deciso di provare, con alterne fortune, a sedersi in panchina. Una lista mostruosa, per qualità ma anche per varietà del panorama: caratteri, nazionalità, storie e talenti molto diversi. Gente che si è trovata al Barcellona di Cruijff arrivando da esperienze culturali e calcistiche lontanissime tra loro e ne è uscita con la voglia di allenare e, quasi sempre con in testa un’idea di calcio molto precisa. Difendersi attaccando, cercare di giocare meglio del rivale, di tener palla e imporsi all’avversario, di affidarsi a quelli che il maestro chiamava peloteros, cultori del pallone.
S
e Hendrik Johannes Cruijff da Botondorp, periferia di Amsterdam, ha fatto numerosi proseliti in panchina (e dietro a una scrivania) non meno ricca è «l’eredità italiana». TrapLippi sull’asse torinese, SacchiCapello a Milano hanno seminato tanto e bene. Specie Giuan da Cusano Milanino che, rispetto a Cruijff però, è ri-
masto molti più anni in panchina. Zoff-Gentile-Cabrini, BrioScirea…: della formazione titolare che perse la coppa dei Campioni 1983 contro l’Amburgo ad Atene soltanto Paolo Rossi non ha avuto incarichi da trainer (e Bettega, però a lungo dirigente); riserva era Cesare Prandelli . Di quelle precedenti si ricordano poi futuri tecnici come Cuccureddu, Benetti, Boninsegna e Spinosi. Per non parlare dell’ultima Juve vincente del Trap a livello europeo: coppa Uefa 1993. C’erano il futuro c.t. Conte, Peruzzi,
Kohler, Vialli, Torricelli, Di Canio, Galia, Ravanelli…
Anche all’Inter il Trap E le cinque stagioni all’Inter fra il 1986 e il 1991? Zenga, Brehme, Beppe Baresi, Battistini, Matthäus, Klinsmann (col Trap pure al Bayern), Mandorlini e Ramon Diaz (grandissimo poi col River anche da allenatore). E finanche in Germania a Monaco il Trap ha fatto eredi: Ziege, Jancker, Basler, Babbel... Insomma ai 37 di Johan ci arriva vicino, se non li
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DECATREND
zarreta e Salinas, che però si è preso il patentino da tecnico preferendo la carriera di opinionista.
In principio fu Laureano
Barcellona 1996: il 1° in piedi da sin Lopetegui, il 4° Luis Enrique, 1° a destra Guardiola e in basso Blanc.
Da Laudrup a Koeman Citiamo alcuni di questi «eredi»: Rambo Koeman e Miki Laudrup, Valverde e Goicoechea, Stoichkov e Prosinecki, Sergi e Hagi, Kodro e Jordi Cruijff. E poi un trio di «secondi» di gran qualità, come Juan Carlos Unzué (lo stratega attuale di Luis Enrique), Jordi Roura, vice e temporaneamente sostituto di Tito Vilanova, e Eusebio Sacristan, spalla di Rijkaard nell’ultimo grande Barça pre-Guardiola. Poi vanno considerati anche alcuni uomini che non hanno scelto la panchina ma hanno trovato comunque la loro strada nel calcio, come Amor, ex direttore della cantera blaugrana, e i d.s. Zubizarreta e Beguiristain. In quella foto del 1996 ci sono ben 12 allenatori. Degli 11 giocatori schierati da Robson nel ritorno di quella sfida con l’Atletico Madrid solo il rumeno Popescu e il citato Amor non sono finiti in panchina. E se guardiamo un’altra foto storica dell’album blaugrana abbiamo numeri simili. Parliamo di quella di Wembley del 20 maggio ’92, quando il Barça battendo la Samp alzò la sua prima Coppa Campioni: tra gli 11 di Cruijff solo 3 non hanno allenato, Nando, Zubi-
ABELARDO ex Gijon e giovanili
Nel suo meraviglioso Senda de campeones Martì Perarnau, l’ex saltatore in alto che ha anche scritto il fondamentale Herr Pep, diario dietro le quinte del primo anno di Guardiola in Baviera, descrive in profondità l’evoluzione dello stile e della cantera del Barça e indica 3 nomi chiave: Laureano Ruiz, tecnico cantabrico che fu preso nell’estate del 1972 (un anno prima dello sbarco di Johan a Barcellona come calciatore) e che in pratica ha impiantato i germi di quella Masia che nel 2010, 38 anni dopo il suo arrivo, ha portato 3 giocatori sul podio del Pallone d’oro (Messi, Xavi e Iniesta). Lo stesso Cruijff e poi Pp Guardiola. «Laureano, l’idea seminale», «Cruijff, l’idea nucleare» e «Pep, l’update» sono i capitoletti chiave della prima parte de libro, intitolata significativamente L’idea. «Il nonno, il padre e l’erede» nella definizione di Perarnau: «Come giocatore Pep è cresciuto con Cruijff, è arrivato in prima squadra con lui e con lui ha appreso tutti i concetti del calcio. Non si è perso nemmeno un dettaglio... Ha introdotto evoluzioni meravigliose all’idea originale… C’era chi temeva che l’ego dell’olandese potesse soffrire con gli esiti di Guardiola, è stato il contrario: Johann ha riempito di elogi il Pep Team e ha rafforzato senza indugi la scommessa evolutiva del suo successore».
Le difficoltà di Lucho
metri, il baricentro in Champions del Bayern: è l’altezza media del campo dove gioca una squadra. Il Bayern l’ha più alto di tutti; 2°il Barça a 54 metri, 3° il Porto a 51,3: un caso che siano allenati dai tre tecnici ex Barcellona di Cruijff?
Guardiola è l’esempio più potente e travolgente della scuola dell’olandese: ha vinto più del maestro, 14 titoli sui 19 trofei disputati in 4 anni, e ha lasciato un segno indelebile nella storia del calcio. Paradossalmente, oggi Luis Enrique nel suo coraggioso e sinora positivo (1° in Liga, in finale di Copa del Rey, nei quarti di Champions) tentativo di far evolvere il concetto blaugrana trova problemi proprio tra gli orfani del Pep, quella scuola di pensiero di evidente derivazione cruijffista che non riesce a scollarsi dai dogmi del maestro: il gioco diretto è un male da evitare a tutti i costi. Non tutti gli allievi di Cruijff hanno avuto la possibilità di allenare il Barça e di poter praticare lo stesso tipo di gioco. E non tutti erano bravi a scuola come Pep. Però l’idea originale è la stessa, il dna è quello portato in Catalogna da Johann.
di Alessandro de Calò
IL MAESTRO E GLI APOSTOLI DI UN CALCIO MERAVIGLIOSO
A destra, Johan Cruijff, 68 anni il 25 aprile, a Barcellona da tecnico dal 1988 al 1996: 11 titoli conquistati (AFP)
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ROGER GARCIA ex vice Sabadell e Catalogna QUIQUE ALVAREZ ex giovanili Barca
JORDI CRUIJFF Team manager Tel Aviv ex Aek Larnaca (Cip) JULIO SALINAS non ha mai allenato ma ha fatto il corso
JUAN CARLOS MORENO vice Numancia MIGUEL ANGEL NADAL ex vice Maiorca
ROBERTO F. BONILLO ex Valencia B e Cordoba
FRANK RIJKAARD ex Galatasaray e Barcellona
GUILLERMO AMOR d.t. Adelaide - ex d.t. cantera Barça ANDONI ZUBIZARRETA ex d.s. Barcellona JOSE’ BAKERO ex Juan Aurich (Per), Lech Poznan, Polonia V.
TXIKI BEGUIRISTAIN d.t. Manchester City - ex d.s. Barça
LUIS VAN GAAL Manchester United ex Barcellona e Olanda
RONALD KOEMAN Southampton ex Ajax, Psv, Valencia, Feyenoord
MAURICIO PELLEGRINO Estudiantes ex Valencia JULEN LOPETEGUI Porto ex Under 19-21 Spagna PHILLIP COCU Psv
LAURENT BLANC Psg ex Francia, Bordeaux RONALD DE BOER vice Ajax
MICHAEL LAUDRUP Al Lekhwiya ex Swansea, Maiorca e Spartak M.
supera addirittura.
L’ultimo è Cannavaro E Lippi ha continuato la semina e la raccolta. Su chi aveva già le basi trapattoniane come Conte, Vialli, Ravanelli, Peruzzi. E su nuovi prospetti da allenatore: Deschamps ora c.t. della Francia e giovanissimo finalista Champions in panchina col Monaco nel 2004, Cannavaro adesso in Cina e Ferrara, Paulo Sousa del Basilea e Zidane, Tudor e Camoranesi alle prime armi in Messico, e poi Vierchowod, Zambrotta, Mon-
FRANK DE BOER Ajax
tero (già un’esperienza al suo Peñarol uruguayano), oltre a un buon numero di dirigenti (fra gli altri Pessotto e Nedved ancora in bianconero). Insomma, un’altra ventina di tecnici futuri.
Fabio, l'anti-Johan La risposta milanista è sull’asse d’oro Sacchi-Capello. Non certo uguali come stili di gioco ma alla pari come buoni docenti. Per dire: Ancelotti, sacchiano pure in panchina (partì da vice di Arrigo con l’Italia nel 199295), il re di Champions 2006
GLI EREDI INDIRETTI
Rijkaard (alla guida del Barça, un incrocio quindi italo-cruijffiano…), e poi Donadoni, Gullit, Van Basten, Tassotti (da eterno vice), Galli, Stroppa, Marco Simone. Con Capello (re di Campions nel 1994 contro il Barça di Cruijff) hanno lavorato Savicevic (ora presidente della federcalcio montenegrina ed ex c.t. della Serbia), e poi Panucci (anche in Russia con don Fabio), Eranio, il francese Papin. E Montella alla Roma. Insomma, sappiamo farci rispettare anche noi. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Giovani Trapattoni, 76 anni, e Marcello Lippi, 67: entrambi sono stati sulle panchine di Juventus, Inter e Italia (ANSA)
Johan Cruijff è stato uno dei grandi re del calcio, come sancito dalla Fifa e come piace ricordare al vecchio guru Luis Cesar Menotti. Aspettando di trovare una definitiva collocazione per Leo Messi e Cristiano Ronaldo - ancora aggrappati all’attualità - si può certamente dire che Cruijff è l’unico europeo che trova spazio nell’olimpo, accanto a Pelé e agli argentini Di Stefano e Maradona. Sono loro i quattro punti cardinali. L’olandese si porta addosso una prima differenza. Da giocatore è passato attraverso il calcio come hanno saputo fare i Beatles o i Rolling Stones nella musica e nel costume. Quando scendeva in campo con l’Olanda, l’Ajax o il Barça, Johan Cruijff scriveva gli accordi, cantava, ballava e suonava. Dava già l’impressione di dirigere tutto e tutti, la squadra, i compagni, le pause e le accelerazioni. Ci metteva la testa, prima della pancia, dell’istinto, dei piedi. Era avanti di mezzo secolo, dopo di lui niente è stato più come prima. Per dirla tutta, anche Di Stefano quando ha smesso di giocare ha fatto l’allenatore. Aveva grande carisma, ha vinto qualche campionato in Spagna e Argentina, è stato un buon tecnico, ma niente di più. L’olandese ha dimostrato di essere un fuoriclasse anche in panchina, caso unico nella storia del calcio. Cruijff aveva una visione molto chiara del calcio, della vita, del campo, dei percorsi, degli spazi. Guardava il mondo dall’alto del suo enorme talento, consapevole che bisogna sfiancarsi di lavoro per non disperderlo nel nulla. Quando gli altri - compresi i suoi giocatori - hanno capito che la visione del maestro Johan coincideva con i risultati trionfali di un’utopia realizzata tutto è diventato più semplice. Con Cruijff il Barcellona ha sepolto l’antico vittimismo ha cominciato a vincere con continuità in Spagna, in Europa e nel mondo. È diventata una squadra egemone, un modello da imitare, una cultura da diffondere. I 37 allenatori usciti dalla sua scuola - a cominciare da Guardiola - sono tante schegge di una storia che continua e che assicura un modo, qualche volta meraviglioso, di interpretare il calcio.
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EXTRATIME
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IL PERSONAGGIO
«Io, Salif Keita Pallone d’oro e i Mali di oggi» 1Il padrino del romanista Seydou nel 1970 fu la prima stella africana ad essere premiata 1«Quei 42 gol con il St. Etienne che bei ricordi! E il 3-0 al Bayern» 1Ha fondato una scuola-
calcio a Bamako, ora in serie A. Apprezza «Origi e Gignac, Balotelli invece...» 1Sul suo Paese: «Che violenza gli jihadisti» Intervista di Andrea de Georgio da Bamako (Mali)
Q uella di Salif Keita è la storia di un giovane africano cresciuto in un quartiere periferico di Bamako, capitale del Mali, che fra gli Anni 60 e 70 è riuscito, grazie al proprio talento, a viaggiare per mezzo mondo. Uno dei più grandi attaccanti africani di sempre, primo Pallone d’oro del continente nel 1970, finalista delle prime due Champions League (torneo che quest’anno festeggia 50 anni), e scopritore di grandi campioni maliani (quali Seydou Keita della Roma e Momo Sissoko ex Juve, Fiorentina, Liverpool), Salif Keita ha esordito in nazionale nel 1963 a 17 anni, a Giakarta. «Era un triangolare con Cina e Indonesia. Lì ho capito per la prima volta il grande potere del calcio. Fino a qualche mese prima non avevo mai sentito parlare di un Paese chiamato Indonesia...».
«Mai dimenticato di essere africano» Keita apre volentieri le porte della sua villetta di Korofina, periferia est di Bamako. S’intrattiene in giardino a chiacchierare con giovani calciatori che gli chiedono consigli. Nella sua tunica ocra è semplice e cordiale. Abbassa la testa umilmente ogni volta che la gente del quartiere lo chiama Presidente, ricordandolo più per gli incarichi ricoperti nella Federazione che per i gol da bomber all’estero. Tre volte campione francese col St. Etienne (1968, ’69 e ’70), con cui ha vinto anche 1 Coppa di Francia, una stagione a Marsiglia, 3 anni a Valencia, 3 allo Sporting di Lisbona e due a Boston, dove ha finito la sua carriera nel 1980 ed è rimasto qualche anno a studiare Economia. «Il ricordo più bello? Difficile dirlo. Forse i 42 gol segnati in una sola stagione col St. Etienne nel ’70-71. E quel match contro Pelé e il Santos nel marzo 1971: vincemmo ai rigori. O quando nell’ottobre ’69 eliminammo il Bayern dopo lo 0-2 dell’andata: io siglai il 3-0, non avrei scommesso un franco sulla nostra qualificazione». La Scarpa d’argento del 2° bomber d’Europa giace impolverata su uno scaffale in salotto, vicina al Pallone d’oro e ad altri cimeli. Soprammobili ingialliti dal tempo che raccontano, come le foto e i ritagli di giornale appesi ai muri, un passato in bianco e nero
che appare lontano dal mondo e dal calcio di oggi. «Quello che più mi ha aiutato nella mia carriera è stato non dimenticare mai da dove venivo. Sono arrivato giovanissimo in Europa, mi vestivo come i miei coetanei europei per integrarmi, ma non ho mai dimenticato di essere africano».
Qatar, Mondiali e Al Qaeda anti-calcio In casa la tv è sempre accesa per qualche partita. «Adoro la Premier e la Liga. Amavo la Serie A, prima, ma ora è in crisi». La moglie, Aissata, non nasconde sbuffando il proprio pacato disappunto: «Non si parla che di calcio in questa casa. La televisione non la spegne mai, neanche a tavola». In effetti durante il pranzo l’attenzione di Salif è assorbita dal grande schermo piatto che domina il salotto. I racconti e gli aneddoti della sua carriera, le discussioni sulla Champions e sui giovani talenti africani che giocano in Europa sono inframmezzati da commenti tecnici e imprecazioni contro la tv. «Ho visto giocare in tv Origi del Lille e Gignac del Marsiglia: che gol, che forza...». Poi quando parla del passato gli s’illuminano gli occhi e si adombra riferendosi, invece, al presente. «Quando ho lasciato il Mali era la fine del Colonialismo, l’era dell’Indipendenza per molti Paesi africani. A quei tempi tutto il continente vibrava d’entusiasmo e speranza, noi giovani credevamo nel futuro». Ben diversa, sembra suggerire Salif, dall’Africa di oggi dominata dall’Ebola e dai massacri di Boko Haram. Nonostante il colpo di Stato militare del marzo 2012, la conseguente occupazione dei due terzi settentrionali del Paese da parte dei jihadisti di Al Qaeda, la guerra di «liberazione» francese e il dispiegamento di oltre 10mila caschi blu dell’Onu, Keita negli ultimi anni è sempre rimasto in Mali, incredulo davanti alle violenze e alle privazioni perpetrate nel suo Paese. «Si gioca a calcio dappertutto, pure in Arabia Saudita. Ci sarà un Mondiale in Qatar. E questi jihadisti sono venuti qui a proibire il gioco del calcio perché sarebbe una cosa occidentale contro l’Islam?». L’attentato al ristorante-bar La Terrasse dei primi di marzo in cui hanno perso la vita 3 maliani, un francese e un belga è la ferita più fresca. La casa di Keita dista neanche un chilometro dal luogo dell’attacco rivendicato da un gruppo pro l’Isis. «Dormivo, mi ha svegliato mia moglie che ha sentito gli spari e l’esplosione. Terrificante». Keita spera nella firma dell’accordo di pace stilato ad Algeri il primo marzo ma ancora non ratificato dai gruppi indipendentisti tuareg del nord. «È l’unica soluzione per ritrovare pace e serenità».
La Champions n.50 è dominata dal nord K.o. Nigeria e Ghana 1Agli ottavi 3 club algerini, 2 egiziani, 2 tunisini e due marocchini1Fuori pure quelli di Camerun e Sudafrica1A sorpresa avanti i guineani di Conakry Iacopo Iandiorio
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a Champions League Africana numero 50 ha offerto subito delle sorprese nel primo turno della settimana scorsa (dopo il preliminare di febbraio). Fuori già tutti i club di Camerun, Nigeria, Sud Africa e Ghana, fra le grandi potenze del continente, e dominio assoluto dei team del nord: agli ottavi si sono qualificate infatti 3 squadre algerine (fra cui i campioni in carica del Sétif), 2 marocchine, 2 tunisine e 2 egiziane. Fra queste l’Al Ahly del Cairo, con 8 trionfi di gran lunga il team più
Sopra, Keita a 69 anni. E con Revelli dopo il 3-0 al Bayern il 1°-10-1969 in coppa dei Campioni. Sotto, 1° gol col St. Etienne (DE GEORGIO, IPP)
Seydou come Baggio Il più grande lascito che ha ereditato dai suoi viaggi in Europa e Usa è la passione per la formazione dei giovani. Così, di ritorno in Mali, oltre a un hotel ha aperto nella capitale una scuola calcio che negli anni ha sfornato talenti come il romanista Seydou Keita, e un club che è arrivato nella A maliana. «Ciò che apprezzo in Seydou sono le sue qualità morali. È sempre stato un giovane promettente, che unisce doti da lottatore a un’ottima tecnica. Ma quello che l’ha reso un vero campione sono le sue virtù morali». Quando si discute di Seydou con un maliano si finisce sempre a parlare di quel dannato rigore sbagliato dal capitano nel match decisivo dei gironi Coppa d’Africa con la Guinea, a gennaio. Il Mali è alla disperata ricerca di un titolo continentale che non è mai arrivato. «Io - dice Salif -, c’ero nella finale persa nel ’72 col Congo (3-2), ma mi ero fatto male a un malleolo nel 2° match e in finale uscii dopo un’ora dolorante». Neanche Seydou è riuscito nell’impresa: «io sono suo zio all’africana, anche se i giornali scrivono che siamo parenti, sono un padrino». E lo difende a spada tratta: «Chi non ha sbagliato un rigore importante? Pelé, Maradona, Messi…Quando Baggio ha sbagliato il rigore ai Mondiali ’94 abbiano pianto tutti, non solo voi italiani». Appena sente nominare Balotelli, invece, cambia espressione, assumendo i tratti severi dell’anziano maestro: «Quando ero giovane io, non ho dovuto fare nessuno sforzo per restare semplice e modesto, tutti attorno a me lo erano. Oggi, invece, nel calcio girano troppi soldi e troppi interessi. I veri campioni, come Keita della Roma, sono quelli che non si montano la testa».
IDENTIKIT
Tre titoli e 4 coppe con il St. Etienne, Scarpa d’argento ● Salif Keita è nato a Bamako (Mali) il 12-12-1946. Con lo Stade Malien perde la prima finale di Champions nel 1965, poi quella del 1966 col Bamako (vince 3 coppe nazionali). FRANCIA Al St. Etienne dal 1967: vince 3 titoli e una coppa di Francia (più 3 supercoppe) sigla 42 gol nel 1970-71 ed è Scarpa d’Argento dietro a Josip Skoblar del Marsiglia (44 gol), poi un anno all’OM, nel 1973-76 è al Valencia, quindi 3 stagioni allo Sporting Lisbona (vince una coppa nazionale) e due ai New England di Boston, Usa. Pallone d’oro africano nel 1970 e Scarpa d’argento europea nel 1972. NAZIONALE Col Mali disputa 13 gare e segna 11 gol, una finale persa nel 1972 di coppa d’Africa.
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Nonostante l’Ebola
vincente d’Africa (seguito dai «cugini» dello Zamalek a 5, ma non presenti in questa edizione), e lo Smouah di Alessandria, al debutto nelle coppe, che ha eliminato l’Enyimba nigeriano, già 2 volte campione.
Sempre Mazembe Bene anche il solito Congo ex Zaire con il TP Mazembe (4 trionfi nella storia della coppa) che ha ribaltato l’esiguo vantaggio dei sudafricani Mamelodi Sundowns, e il Sanga Balende (un solo titolo nazionale, nel 1983) che ha fatto fuori i camerunesi del Coton Sport, altra nazione in crisi di risultati: e pensare che il Camerun dominò i primi anni della Champions con 5 trofei fino al
Emad Moteab, Al Ahly (AFP)
1980, fra cui il primo assoluto nel 1965 con gli Oryx Douala. In crescita pure i club sudanesi: i due giganti di Omdurman, l’Al-Merreikh (19 titoli nazionali) e l’Al-Hilal (28 allori e semifinalista di Champions nel 2007, 2009 e 2011), tornano insieme alla terza fase dopo tre anni.
Una vera sorpresa la promozione del Kaloum Star di Conakry, club della Guinea, colpita dall’Ebola (al 1° aprile 2.314 morti e 3.492 casi per l’Oms), che dopo aver raggiunto i quarti di finale nell’ultima coppa d’Africa, ha mandato avanti ai rigori il suo club campione contro lo Zesco United dello Zambia, e prima nel preliminare aveva eliminato gli ivoriani del Séwé Sport, già finalisti l’anno scorso della Confederation Cup. Il Kaloum ha un passato glorioso: semifinalista Champions nel 1970 e nell’81 ma non partecipava a questa manifestazione da 7 anni. Finché c’è vita... © RIPRODUZIONE RISERVATA
EXTRATIME
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INGHILTERRA
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YOUTH LEAGUE
Che fine faranno questi Pellegrini? 1Dopo la pesante sconfitta nel derby, il cileno ha davvero
poche chance di salvare la panchina del Manchester City 1Ma con lui potrebbero andar via anche in tanti: da Touré a Nasri, da Jovetic a Milner, fino ai dirigenti spagnoli 1Per non parlare del Kun Aguero, che inizia a perdere fiducia
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Solanke, 17 anni, e Brown, 18, eroi del Chelsea (UEFA.COM)
Stefano Boldrini corrispondente da Londra
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anchester è di nuovo rossa? Le elezioni britanniche, in programma il 7 maggio, non devono trarre in inganno: le domande che si pongono i giornali sul web analizzano la festa del popolo United dopo il 4-2 nel derby. Il 12 aprile 2015 sarà ricordato come la festa della liberazione: dopo tre ko di fila all’Old Trafford, i Red Devils sono tornati al successo. Si è sciolto persino Louis Van Gaal, beccato domenica sera dai paparazzi all’uscita di un ristorante cinese nel cuore della città e immortalato con due giocatrici del Manchester City femminile, Isobel Christiansen e Toni Duggan. Quest’ultima, per la cronaca, è stata insultata su twitter per le foto con il santone olandese.
taccato duramente da Gary Neville: l’ex Manchester United lo ha definito «un’erbaccia da estirpare dal giardino del City». Anche Milner, Nasri, Kolarov, Sagna, Demichelis sono nella lista dei cedibili. Bony è sotto esame: pagato uno sproposito a gennaio, il suo bilancio è di appena 5 presenze e un gol. Jovetic, specchio degli errori di Pellegrini - assurda l’esclusione del montenegrino dalla lista-Champions -, attende di conoscere il nome del nuovo allenatore per decidere il futuro. Ma la vera incognita è Aguero. Il centravanti argentino, 100 gol con la maglia del City, di cui 25 in questa stagione, potrebbe anche cercare di cambiare aria, nonostante il contratto valido fino al 2019. I due gol nel derby non lo hanno consolato: nel finale di partita è apparso sfiduciato, come mai si era visto in Inghilterra. Aguero sul mercato può essere il tormentone della prossima estate.
● 1) Yaya Touré, 31 anni, già accostato all’Inter; 2) Samir Nasri, 27 anni, centrocampista francese; 3) James Milner, 29 anni, centrocampista, inglese; 4) Stevan Jovetic, 25 anni, montenegrino, seconda punta
gli attaccanti Solanke (capocannoniere) e Brown
IL POSTICIPO
Il Liverpool senza Balo batte il Newcastle
Tutto il mondo è paese e applicando questa regola al calcio è evidente che per Manuel Pellegrini l’avventura in Inghilterra appare agli sgoccioli. Il cileno dovrebbe restare al suo posto fino alla conclusione della Premier, anche se, secondo il Daily Mail, il City potrebbe anche anticipare i tempi dell’esonero, affidando la squadra a Patrick Vieira. L’ex centrocampista francese di Milan, Juve e Inter sta infatti svolgendo un ottimo lavoro con l’Accademia e lo sceicco Mansour stravede per lui. Lo scenario più probabile è però quello che rimanda l’addio in estate. I nomi per la sostituzione sono quelli di Carlo Ancelotti, Jurgen Klopp, Sabella e Frank De Boer, con Vieira nel ruolo di outsider. L’allena- MANCHESTER tore non sarà però l’unica vittima di una stagione balorda e di un 2015 in cui il Manchester City vanta un bilancio fallimentare: in 17 gare in tutte le competizioni, ben 8 k.o., 6 vittorie e 3 pari. Bruciati, in serie, FA Cup, Champions e Premier, dove la squadra è scivolata al 4° posto. Un bagno di sangue che riguarderà anche i giocatori. Se il City non riuscirà a chiudere la Premier tra le prime 3, ogni componente della rosa perderà un bonus di 500mila sterline, legato alla qualificazione diretta in Champions. Il flop di quest’annata ispirerà una rivoluzione. Rischiano tutti, a partire dai dirigenti Ferran Soriano e Txiki Begiristain.
ING
Ciclone internazionale
Manuel Pellegrini 61 anni REUTERS
1I baby Blues vincono la «Champions dei piccoli» in finale contro lo Shakhtar Donetsk1In evidenza Vincenzo D’Angelo
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Totoallenatore
Il ciclone-City è destinato ad animare il mercato internazionale. Tra entrate ed uscite, si muoveranno almeno dieci-dodici giocatori di un certo livello. Per una volta non conteranno solo gli arrivi, ma anche gli addii. La mannaia del fair play finanziario, che ha già tagliato le gambe al City quest’anno, non offre via d’uscita. I primi rumors sono indicativi. Yaya Touré, totem dei campioni d’Inghilterra fino a 2 mesi fa, potrebbe aprire la lista degli esodi. L’ivoriano è stato at-
Ecco i quattro che potrebbero fare le valigie in estate
E il Chelsea trionfa pure negli Under 19
● (bold) Nel pirotecnico mondo della Premier capita pure questo: il Liverpool torna a vincere dopo 2 k.o. di fila e col 20 al Newcastle sale al 5° posto (57 punti), spaventando il City, avanti solo di 4 punti. La rete di Sterling dopo appena 9’ è l’ennesima conferma che il calcio è un mistero buffo. L’uomo sulla graticola da settimane per la questione del rinnovo del contratto firma l’1-0 con un colpo alla sua maniera: controllo del pallone, due rivali saltati in dribbling e tiro a giro, di destro, che impallina Krul. Il portiere olandese è protagonista del primo tempo del Newcastle: para anche l’imparabile. Nella ripresa, il Liverpool gestisce il risultato e cerca il 2-0. Il bis arriva al 70’ con Allen e tra i protagonisti dell’azione c’è Borini, in campo al 58’ al posto di Ibe. L’attaccante italiano si procura infatti la punizione che avvia il lungo film del 2-0. L’espulsione di Sissoko per doppia ammonizione – orribile il fallo su Lucas - è l’ultimo svarione di una notte da dimenticare. Un giorno speciale per Liverpool: ricordata, con un minuto di silenzio, la tragedia di Hillsborough, che nel 1989 fece 96 vittime. Ancora una volta nessuna notizia di Balotelli. Ufficialmente è infortunato, in realtà con i Reds ha praticamente chiuso.
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rendete un foglio e una penna e segnatevi questi due nomi. Vi faranno compagnia spesso nei prossimi quindici anni. C’è gigantesca la firma di Isaiah Brown e Dominic Solanke nella Youth League 2014-15, che ieri a Nyon ha celebrato il trionfo del Chelsea di Adi Viveash. Un premio all’incredibile cammino dei giovani Blues, che hanno chiuso la Champions giovanile con 9 vittorie in 10 gare, 36 gol fatti e appena 6 subiti. E un terzo delle reti (12) le ha segnate la stelline Solanke, neanche a dirlo, capocannoniere del torneo. José Mourinho stravede per lui, tanto da averlo già fatto debuttare a soli 17 anni in Champions, quest’anno, contro il Maribor, ed essersi esposto scommettendo pubblicamente sul futuro del suo giovanissimo numero 9. «Se Solanke non diventa presto un giocatore internazionale, dovrò rimproverarmi», ha detto lo Special One. Ma qui gli «special» sono due: Brown (doppietta) e Solanke sono stari gli autori dei gol che hanno permesso al Chelsea di superare in finale lo Shakhtar per 3-2 e salire sul tetto d’Europa. Ma non è stata la prima volta per i due, già campioni d’Europa con l’Under 17 nel 2014.
Qualità e forza fisica Capitan Brown è la classica ala moderna, tutto potenza fisica e dribbling. Impressionante in accelerazione palla al piede, immarcabile nell’uno contro uno e letale in area di rigore. Brown calcia bene con entram-
bi i piedi ed è difficile per chi lo affronta star dietro ai suoi doppi passi. Ieri un gol di destro (su assist rasoterra di Solanke) e uno pensato e costruito da solo, con finta a rientrare e sinistro (lui che è destro) a giro sul palo lontano. Solanke (che vanta già un allenamento con la nazionale maggiore) è invece un centravanti alla Torres: scatti e sponde per i compagni e in area guai a lasciargli: il sigillo allo Shakhtar di testa in apertura di ripresa. Ma il Chelsea è anche Musonda, Boga, Colkett, Abraham: un inno alla qualità. Lo Shakhtar ha retto un tempo e s’è giocato troppo tardi l’asso Kovalenko. Ha vinto la squadra più forte, degna erede del Barcellona 2014.
SHAKHTAR-CHELSEA 2-3 Marcatori Brown (C) al 7’, Christensen (C) autogol al 37’ p.t.; Solanke (C) al 2’, Brown (C) al 10’, Kovalenko (S) al 47’ s.t.
Shakhtar (4-2-3-1) Kudryk; Kyryukhantsev, Sagutkin, Matviyenko, Hladchenko; Vachiberadze, Pikhalonok; Arendaruk (dal 33’ s.t. Merkushov), Zubkov, Shtander (dal 26’ s.t. Kovalenko); Boryachuk. (Yefanov, Shevchenko, Fursov, Senytskyy, Hlahola). All. Kryventsov.
Chelsea (4-2-3-1) Collins; Aina, Christensen, Clarke-Salter, Dasilva; LoftusCheek, Colkett; Brown, Musonda (dal 40’ s.t. Abraham), Boga (dal 26’ s.t. Palmer); Solanke. (Thompson, Tomori, Sterling, Scott, Sammutt). All. Viveash.
Arbitro Gözübüyük (Ola).
NOTIZIE DALL’EUROPA
SPAGNA VALENCIA
I Nuno boys annientano il Levante: 3-0
● Il Valencia vince facile nel derby-posticipo e arriva a 65 punti, soltanto uno sotto l’Atletico Madrid, staccando il Siviglia, a 62. Il Levante perde 3-0, con i gol di Paco Alcácer (l’ottavo in Liga), dell’algerino Feghouli e di Negredo nei minuti di recupero. I ragazzi di Nuno mostrano autorità e conservano così la seconda migliore difesa del torneo (solo 23 gol subìti), dietro al Barcellona (19 reti). Il Levante resta terzultimo.
ROMANIA BUCAREST
Tre anni di galera per l’ex capo degli arbitri
● (safta) L’ex capo degli arbitri, Vasile Avram, è stato condannato a 3 anni di prigione: si chiude così il processo (iniziato nel 2011) per tangenti, ricevute dai presidenti di alcuni club di massima divisione, come il Targu Mures di Sorin Ţerbea e Nicolae Iacobescu, morti intanto in un incidente con l’elicottero. L’anno scorso, a marzo, Avram era candidato alle elezioni per la presidenza della Federazione ed è stato sconfitto da Razvan Burleanu, 29 anni.
ISRAELE GERUSALEMME
Primi 2 palestinesi sono autorizzati a giocare a Tel Aviv
● (e.giul) Mentre la Federcalcio palestinese (Pfa) presenterà all’assemblea della Fifa di maggio la richiesta per la sospensione di Israele e dei suoi club dalle competizioni internazionali «per le limitazioni (pure di movimento) imposte dall’occupazione», due palestinesi sono stati autorizzati dalla federcalcio a trasferirsi in club israeliani: Mohammad Fudi al Beitar Tel Aviv-Ramla di B, e Mohammad Zuabi al Sandala Gilboa (di serie C).
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EXTRATIME
MARTEDÌ 14 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
GERMANIA
BELGIO
«Dunga, fidati di me» Firmato Firmino Il tecnico Preud’Homme, 56 anni, con capitan Simons, 38 (AFP)
Ora il Bruges in Europa non perde più 1Il club di Preud’Homme nell’ex Uefa (è ai quarti) vanta 15 risultati utili di seguito1E adesso, dopo aver vinto la coppa nazionale, punta al Triplete
Alec Cordolcini
P
Roberto Firmino, 23 anni, attaccante dell’Hoffenheim, 22 gol nel 2013-14 col club, e 9 in questa stagione; in Germania dal gennaio 2011 (IPP)
1La punta dell’Hoffenheim è la novità della Seleção 1Coi suoi gol ha convinto il Brasile a puntare su di lui come centravanti1«Spero proprio di esserci in
Coppa America. E poi voglio una squadra per giocare nelle coppe europee. Anche italiana, perché no»
cietà di multarmi, anche pesantemente, basta che non mi impediscano più di scendere in campo. Io sono felice solo quando gioco». L’Hoffenheim senza di lui perse, ma da quel giorno, Firmino di sveglie ne ha tre. Con le sue reti e i suoi assist ha conquistato tutti. Il 23 maggio ’13, nello spareggio per non retrocedere col Kaiserlautern, segnò una doppietta, diventando l’idolo di Hoffenheim.
Elmar Bergonzini
In gol con Austria e Cile
G IDENTIKIT
Alla Figueirense e poi in Germania dal gennaio 2011 ● Roberto Firmino è nato a Maceió (Brasile) il 2-10-1991. A 14 anni nel club cittadino CRB, nel 2008 al Figueirense, dove 2 anni dopo in serie B segna 8 gol. Gennaio 2011 è in Germania per 4 milioni di euro: 15 gol in Bundesliga nelle prime 2 stagioni e mezzo e poi nel 201314 ben 16 centri e 6 in coppa. Quest’anno 9 gol in tutto (di cui 3 in coppa). Col Brasile debutta il 12-11-14 e segna 2 gol in 4 gare.
ennaio 2011: l’Hoffenheim annuncia di aver acquistato un campione dal Brasile. Colpo sensazionale per un club che solo nel 2008-09 è riuscito a raggiungere la Bundesliga. Hoffenheim conta 3.262 abitanti, frazione di Sinsheim, impensabile che un campione attraversi l’oceano per indossare il bianco-blu. I tifosi più accesi si spinsero fino all’aeroporto di Stoccarda per accoglierlo, ma rimasero spiazzati. Quello non era un campione: era un 19enne magro, magro. Il sorriso del ragazzino era coperto da un apparecchio per i denti che sembrava degli anni 20. Doveva essere uno scherzo. Roberto Firmino, 8 gol in B brasiliana...
Si è dato la sveglia I primi mesi passarono senza che il brasiliano lasciasse traccia. Nemmeno una gara e la sensazione che si trattasse di un flop. Poi i primi scampoli di partita, fino a quando, il 16 aprile, in campo da 4 minuti, segnò al 78’ all’Eintracht l’1-0. Si tolse la maglia e cominciò a ballarle intorno. Per quell’esultanza fu ammonito e multato, ma dichiarò che «è talmente bello segnare che la pagherei 2 volte la multa». Sembrava un bambino felice. E i tifosi cominciarono ad affezionarsi. In questi anni ha perso il sorriso solo una volta: novembre 2011. Il giorno dopo aver segnato l’1-1 col Friburgo Firmino si presentò all’allenamento con 10 minuti di ritardo: «La sveglia ha suonato ma l’ho spenta, ero troppo stanco…». Giustificazione inaccettabile. Mister Stanislawski non lo convocò per la gara successiva col Leverkusen. «Ho chiesto alla so-
Nel 2013-14 ha segnato 16 gol in campionato servendo 11 assist. Pur giocando nell’Hoffenheim ha attirato l’attenzione di Dunga che a ottobre lo ha convocato per la prima volta in nazionale. Il nuovo Brasile vuole crescere con lui. A novembre le prime 2 partite e il primo gol in verdeoro all’Austria. A marzo si è ripetuto segnando l’unico gol della partita in Brasile-Cile: 4 gare, 2 gol. Ora Firmino vuole fare il salto di qualità anche col club. A ET dice: «Ho un contratto fino al 2017, il mio futuro non dipende solo da me. Negli ultimi giorni si è detto che avrei firmato con un club inglese (Arsenal), non è così. Ma non mi nascondo: vorrei giocare le coppe europee». Firmino la maglia del Brasile se la vuole tenere stretta: «Con la nazionale purtroppo non c’è un contratto: o giochi bene o non ti chiamano più. Però proprio per questo è così appagante indossare quella maglia. Il Brasile attacca gli avversari e cerca di dominarli, l’Hoffenheim gioca più di rimessa: giocare in entrambi i sistemi mi aiuta a crescere». Il futuro potrebbe essere in Italia: SINSHEIM «C’è stato un contatto (con l’Inter, ndr), ma a me va bene qualsiasi torneo europeo, l’importante è giocare le coppe». Soltanto così può continuare a mettersi in mostra e convincere Dunga a puntare su di lui. Magari già a giugno: «La Coppa America sì, non sono uno di quei giocatori certi della convocazione. Spero che il Brasile arrivi in finale e vinca. È un torneo fantastico e già soltanto poter partecipare sarebbe meraviglioso, giocare qualche gara in Coppa America sarebbe un sogno». Quello che nel 2011 sembrava un bambino arrivato in Germania per sbaglio ora è un campione. E ha le idee chiare.
GER
Boli BolingoliMbombo, 19 anni, nipotino dei Lukaku, esterno del Bruges, tre gol in Europa League (AFP)
rima dell’arrivo di Preud’Homme, il nerazzurro in Belgio non andava di moda da una decina di anni. In casa Bruges il titolo mancava dal 2005, la coppa dal 2007. Ci avevano provati in tanti, da Ceulemans a Leekens, da Daum a Garrido, ma la bacheca è sempre rimasta vuota. Poi è toccato a Preud’Homme, uno che ha sempre sollevato trofei con ogni squadra allenata (Standard, Gent, Twente, Al Shabab), e il mese scorso finalmente pure a Bruges si è tornato a fare festa: 2-1 all’Anderlecht e coppa di Belgio riportata nelle Fiandre Occidentali. Ma la fame arretrata è tanta che in nerazzurro si sogna addirittura il triplete.
A questo livello dopo 20 anni In campionato il Bruges ha vinto la regular season ed è il favorito ai playoff (è in testa) perché Preud’Homme ha trasformato la squadra, capace di prescindere dalle giocate dei singoli (fino a metà stagione è stato il Bruges dei latinos, poi tra infortuni e cessioni sono usciti dal radar senza che il rendimento della squadra ne abbia risentito) e di mandare in rete ben 19 giocatori. Mai si erano visti veterani come l’israeliano Refaelov e la punta De Sutter così efficaci, per non dire del 38enne Simons, l’unico superstite del Bruges di Sollied che 10 anni fa vinse l’ultimo titolo. E per il rush finale sta rientrando Vazquez, scuola Barça, fuoriclasse per il torneo belga. Ma il grande capolavoro di Preud’Homme è BRUGES arrivato in Europa, con i quarti di Europa League, a 20 anni di distanza dall’ultimo quarto disputato dai fiamminghi, eliminati dalla Coppa Coppe ’94-95 dal Chelsea di Hoddle. E il Bruges odierno tra le 8 in corsa è l’unica a non aver mai perso. L’ultimo match, il 3-1 in trasferta al Besiktas (con doppietta del giovane nipotino di Lukaku Boli Bolingoli, terzino sinistro) ha portato a 15 la striscia di risultati utili consecutivi, battendo il record belga che apparteneva a RWDM e Mechelen, a 14. In quel Mechelen, vincitore di Coppa Coppe e Supercoppa, c’era tra i pali un fuoriclasse: Michel Preud’Homme.
BEL
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NOTIZIE DAL MONDO
CROAZIA ZAGABRIA
Ultrà contro Kovac e dirigenti federali: paura e 12 arresti
● Un gruppo di ultrà, presumibilmente dell’Hajduk Spalato, si è reso protagonista ieri di un’aggressione ai danni di sette dirigenti della federcalcio croata, tra cui anche il c.t. Niko Kovac. Il fatto è avvenuto nella mattina di ieri in una stazione di servizio tra Spalato e Zagabria, dove la delegazione si stava dirigendo per discutere l’organizzazione della partita contro l’Italia a giugno: nessun infortunato ma danni ai veicoli e 12 arresti da parte delle forze dell’ordine.
OR DE EM M
E P RO GRE GRE ES SSO O
BRASILE SAN PAOLO
Robinho e Oliveira trascinano il Santos Fred a quota 301 gol
● (m.can.) Gli ex milanisti Robinho e Ricardo Oliveira segnano un gol a testa su rigore nel 3-0 sul XV che qualifica il Santos alla semifinale paulista col San Paolo. Oliveira comanda i cannonieri con 9 reti con Crislan. Il Corinthians batte il Ponte Preta (1-0) e affronterà il Palmeiras (che ha sconfitto 1-0 il Botafogo Sp). A Rio, andata semifinali: Vasco-Flamengo 0-0, Fluminense-Botafogo 2-1, con doppietta di Fred che tocca 301 gol in carriera, dei quali 150 col club di Rio.
ARGENTINA BUENOS AIRES
Doppietta di Silva Perde il Newell’s In testa in quattro
● (seu) L’inatteso 0-0 fra Boca e la Nueva Chicago porta un quartetto in testa al torneo a 21 punti: gli stessi Xeneizes, raggiunti dal San Lorenzo (1-0 all’Independiente, gol di Villalba), River (2-1 con l’Argentinos Juniors, Cavenaghi e Boyé) e Rosario Central (altro 2-1, al San Martín, reti di Cervi e Donatti). A inseguire il Newell’s che ieri sera ha perso nel posticipo con l’Arsenal de Sarandí (3-0, doppietta dell’ex fiorentino Santiago Silva e Ruiz) e che resta così a 14 punti.
EXTRATIME
MARTEDÌ 14 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
GALEANO
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URUGUAY
LA CITAZIONE
Obdulio compassionevole Diego «pisciò, fu sconfitto» e Robi buddista misterioso
1940-2015
● Ecco alcuni brani tratti da «Splendori e miserie del gioco del calcio», Sperling & Kupfer, 1997. Su Obdulio Varela, capitano dell’Uruguay 1950 «Obdulio passò quella notte bevendo birra, di bar in bar, abbracciato agli sconfitti, ai banconi di Rio de Janeiro. I brasiliani piangevano. Nessuno lo riconobbe. Il giorno seguente fuggì dalla folla che lo aspettava all’aeroporto di Montevideo, dove il suo nome brillava in un enorme cartellone luminoso. In mezzo a quella euforia, riuscì a passare inosservato travestito da Humphrey Bogart, con un cappello calato fin sul naso e un impermeabile con i risvolti sollevati».
● Eduardo Galeano nato a Montevideo (Uruguay) il 3 settembre 1940 è morto ieri a 74 anni all’ospedale Casmu, per un cancro ai polmoni, male che l’aveva già colpito nel 2007 e per il quale era stato operato. Era entrato in ospedale venerdì scorso. Giornalista, scrittore, militante politico, fra le sue opere più famose tradotte in Italia: Le vene aperte dell’America Latina, Splendori e miserie del gioco del calcio, Memoria del fuoco, Il libro degli abbracci, Giorni e notti di amore e di guerra, Specchi. Ha vinto il Premio Dagerman.
Su Diego Maradona «Giocò, vinse, pisciò, fu sconfitto» Su Roberto Baggio «Il suo calcio possiede un mistero: le gambe pensano per conto loro, il piede spara da solo, gli occhi vedono i gol prima che questi si materializzino. Tutto Baggio è una gran coda di cavallo, che avanza scacciando la gente in un elegante andirivieni. Gli avversari lo aggrediscono, lo mordono, colpiscono duro. Baggio porta messaggi buddisti scritti sotto la sua fascia di capitano. Buddha non gli evita i calci ma lo aiuta a sopportarli».
Adios Eduardo Maestro de futbol 1È morto ieri a 74 anni il grande scrittore uruguayano. Nel 1971 compose la sua opera più importante, per la quale fu perseguitato 1Ma nel 1995 diede alle stampe «Splendori e
miserie del gioco del calcio», testo di storia «pelotera» e di denuncia, contro le storture del pallone 1«Giocavo benissimo, ero un fenomeno, ma soltanto di notte mentre dormivo» Iacopo Iandiorio
«C
ome tutti gli uruguagi, avrei voluto essere un calciatore. Giocavo benissimo, ero un fenomeno, ma soltanto di notte mentre dormivo; durante il giorno ero il peggior scarpone che sia comparso nei campetti del mio paese». Così Eduardo Galeano confessava il suo amore per la pelota. In Splendori e miserie del gioco del calcio (El fútbol a sol y sombra, nella versione originale), una piccola enciclopedia tascabile sul gioco del calcio. Se uno si chiede per esempio: chi ha inventato la rovesciata e perché in Sud America la chiamano chilena? Eduardo Galeano risponde: «Ramon Unzaga inventò questa giocata sul campo del porto cileno di Talcahuano: con il corpo sospeso nell’aria, di spalle al suolo, le gambe lanciavano il pallone all’indietro nel repentino andirivieni delle lame di una forbice». Futbol e poesia. Per tutto Galeano e il suo libro hanno una risposta, o un pensiero o una dedica.
E lui mostra sprezzo del pericolo. O della disfida, anche quella letteraria.
Contro Vargas Llosa Sulla chilena, infatti, Galeano «osò» contraddire il suo ex collega di gioventù al periodico Marcha: loscrittore peruviano Mario Vargas Llosa che nel 1962 già rivendicava il copyright del gesto tecnico e lo attribuiva ai chalacos, gli abitanti del Callao, porto peruviano appunto, e non ai cileni. Ieri Eduardo Galeano ci ha lasciati a 74 anni nella sua Montevideo, per un cancro ai polmoni. All’inizio della sua odissea, non potendo fare il calciatore, si inventò operaio, meccanico, disegnatore, pittore e finanche impiegato di banca. Poi fu giornalista, scrittore, soprattutto oppositore dei regimi del Sud America negli anni Settanta e Ottanta. Nato nel settembre del 1940, in una famiglia della classe agiata, cattolica, mix italiano-spagnola-tedesca-gallese, col papà Eduardo Hughes Roosen dal quale non volle prendere il nome d’arte (usò quello della madre Licia Esther
Galeano), pubblicò la sua opera più famosa a neanche 31 anni: Le vene aperte dell’America Latina. «Voleva essere un’opera di economia politica - ha detto qualche anno fa - solo che non avevo ancora la formazione necessaria. Non me ne pento, però è una tappa superata». Certo che resta comunque un’opera letteraria di altissimo valore, un reportage attraverso cinquecento anni, un’inchiesta sullo sfruttamento del suo continente dal tempo delle colonie fino agli anni 70.
La persecuzione di tre regimi Un testo di denuncia che infatti fu bandito dai regimi di Argentina, Cile e Uruguay, che nel 1973, dopo il colpo di Stato, lo arrestò e poi lo spedì in esilio, prima a Buenos Aires (dove scappò per sfuggire agli scagnozzi del generale Videla) e poi fino in Spagna. Dalla quale tornò soltanto nel 1985. La grande scrittrice cilena Isabel Allende ha def inito Le vene aperte «un’opera che risveglia la coscienza, riunisce le persone, interpreta, denuncia e provoca cambiamenti».
Dal piacere al dovere Tifoso del Nacional di Montevideo, il team che è stato ed è ancora del Chino Recoba, come il poeta Mario Benedetti (che con lui e Vargas Llosa collaborò al periodico Marcha), ha scritto fra l’altro la trilogia Memoria del fuoco, Il libro degli abbracci, Giorni e notti di amore e di guerra, Specchi. Ma per i calciofili resterà sempre l’autore di Splendori e miserie del gioco del calcio, scritto nel 1995. Una «guida» soprattutto nel calcio di ieri, raccontato per personaggi e aneddoti. Ma anche una storia del calcio «triste viaggio dal piacere al dovere. A mano a mano che lo sport si è fatto industria, è andato perdendo la bellezza che nasce dall’allegria di giocare per giocare». Un calcio usato dai dittatori, distorto pure per fini economici. «La realtà regala le storie migliori, non c’è bisogno di ricamarci troppo - ha detto una volta -, poi noi sudamericani cerchiamo di tradurre la voce della realtà mescolandola al sogno e alla magia». E che magia nel racconto del Maracanazo del 1950, quando nella gara finale del girone mondiale a Rio l’Uruguay sovvertì i pronostici, battendo il Brasile. Che era andato in vantaggio con gol di Friaça e tutti i carioca pregustavano la goleada. Ma il capitano di Montevideo, Obdulio Varela, ci mise una vita per riportare la palla al centrocampo, fece raffreddare gli animi e calare i cori di incitamento e poi guidò Schiaffino e Ghiggia a una delle rimonte più celebri della storia. Ebbene, Varela, campione del mondo «passò quella notte bevendo birra, di bar in bar, abbracciato agli sconfitti», «esempio bellissimo di compassione» l’ha definito tanti anni dopo lo stesso Galeano.
Le ragioni degli altri «È così, solo comprendendo le ragioni degli altri, soprattutto gli infelici, che forse si realizza un mondo migliore». Per questo Galeano è stato il cantore degli indigeni, dei neri, dei poveri e delle cause ambientaliste. Quando nel 2009 l’ex capo di Stato venezuelano Chavez regalò il suo libro più famoso (Le vene aperte) al presidente americano Obama, Galeano commentò: «Un gesto generoso, però un po’ crudele». Raccontava lui, pazzo di futbol, che durante i Mondiali di calcio, per non essere disturbato, appendeva sempre un cartello fuori dalla porta di casa: «Chiuso per calcio». Adios, Eduardo. Maestro di futbol e di vita. I tuoi Splendori ci mancheranno. Di miserie, invece, ne restano tante. © RIPRODUZIONE RISERVATA
SUD AMERICA
Libertadores River rischia Guerrero k.o. 1I Millonarios all’ultima spiaggia 1Il peruviano del Timao ha il dengue Adriano Seu
C
i si gioca tutto, o quasi, tra stasera e giovedì, senza più margine d’errore. Vale un po’ per tutti, salvo per un terzetto che il pass per gli ottavi di Libertadores se l’è già guadagnato. Boca , Tigres e Racing sono già una certezza, almeno altre tre si aggiungeranno nelle prossime 72 ore con le ultime sfide dei gruppi 5, 6 e 8. A un passo dall’obiet-
tivo c’è anche il Corinthians, che però dovrà fare a meno del suo simbolo e trascinatore tanto domani col San Lorenzo quanto mercoledì prossimo col San Paolo: ricoverato d’urgenza domenica per dengue, il peruviano Paolo Guerrerro starà fuori per almeno 15 giorni, prima di riprendersi ad allenare. Quasi impossibile, comunque, che il Timao si faccia sfuggire quell’unico punto che vale qualificazione e primo posto nel famigerato «gruppo della morte», dove una tra il Ciclon campione in carica e il Tricolor di Pato è
condannata all’eliminazione.
Colo Colo con Paredes Due big con l’acqua alla gola, come il River che, partito favorito, adesso dipende da un mezzo miracolo: ancora a secco di vittorie (il successo in Libertadores manca addirittura da 6 anni), è costretto a fare bottino pieno domani notte contro il San José sperando che il Juan Aurich non faccia altrettanto contro il Tigres. Musica opposta per il Boca, unico a punteggio pieno dopo 5 giornate grazie ai gol di Osvaldo (3), le
Paolo Guerrero, 31 anni, del Corinthians (AP)
geometrie di Lodeiro e i lampi di nuovi gioielli come Meli e Calleri (i due hanno già catturato l’attenzione del Palermo). Sorrisi anche per il Racing, lanciato verso la qualificazione anticipata dai gol di Bou (capocannoniere con 6 reti) e Milito. Un giovane emergente e un vecchio, ma sempre affamato leone. Come Esteban Paredes (5 gol), che a 34 anni suonati ha spinto il Colo Colo a un passo dalla qualificazione, da festeggiare magari domani notte col Santa Fe. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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EXTRA FUN EXTRATIME
FRANCIA MARSIGLIA La Bielsa Mobile è ipertecnologica
SMS
(si. mar.). L’hanno già definita la «Bielsa Mobile» e in effetti il caddy ipertecnologico ideato dal tecnico argentino dell’Olympique Marsiglia per monitorare gli allenamenti dei suoi giocatori e migliorarne il rendimento è il primo del suo genere nel calcio. Realizzata grazie ai designer della Rodania, l’azienda di orologi sponsor del club francese che ne ha finanziato la costruzione,
la «Rodania Mobile» (questo il nome ufficiale) è dotata di lavagna tattica, schermo ad alta risoluzione per spiegare gli esercizi e analizzare le sessioni di allenamento, videocamera in presa diretta, sistema slowmotion per correggere gli errori in tempo reale e timer digitale e sarà impiegata anche per la formazione dei giovani del club. Nonostante gli ultimi k.o., è un Bielsa 2.0
Diego Armando Maradona sul tecnico del Manchester United
Ecco la Bielsa Mobile, con lavagna tattica, schermo e video.
Trapianto ok per Rojas Fan paga per petardo
● (cordol) Il belga Michel Sablon, 67 anni, è il d.t. di Singapore: è stato una figura centrale nella ristrutturazione del calcio belga dei vari Hazard e Courtois.
● (seu) Trapianto di fegato ok per l’ex n.1 cileno Roberto Rojas, 57 anni. Nell’89 nel match di qualificazione col Brasile finse di esser stato ferito da un petardo.
● (seu) Gli stadi di Salvador e Natal sono in vendita. Travolta dallo scandalo Petrobras, la Oas che ha il 50% della Fonte Nova e il 100% della das Dunas li vende.
ALINA
● (e.b.) Tifoso del Colonia condannato a pagare 30mila euro per un petardo lanciato (7 feriti) il 5 agosto: la società condannata si è rivalsa su di lui.
LA MISS DELLA SETTIMANA
SVEZIA STOCCOLMA In campo di giorno sul palco la sera
OGGI E DOMANI CHAMPIONS LEAGUE Quarti di finale di Champions: oggi Juventus-Monaco (Sky Sport 1, 20.45) e Atletico M.-Real M. (SS Plus, 20.45). Domani Porto-Bayern (SS 1 , 20.45), Psg-Barcellona (Canale 5, 20.45).
GERMANIA STOCCARDA
Sararer posta foto a 282 km/h: messo fuori rosa
INGHILTERRA LONDRA
● Trofei vinti in carriera da Alexander Kokorin, asso della Dinamo Mosca: zero. Trofei vinti in carriera da Alina Yeremenko, in arte Henessy: uno, e pure importante. Trattasi della prima pornostar russa ad aver conquistato un AVN award (Oscar del settore), quello del 2015 come protagonista della miglior scena di sesso in un film straniero. Un giornale russo l’ha intervistata a tema pallone, e lei ne sa: «Il calcio è come il porno, pieno di bei ragazzi». E via coi voti. La leggenda Ignasevich? 3: «Virile, ma non mi piace». Arshavin? 8: «Carino». Lodygin? 9: «Begli occhi». E Kokorin? Scatta la promessa: «Se da qui alla fine del campionato fa almeno 5 gol, lo ringrazierei con una maratona di 16 ore di sesso». Il calendario della Dinamo è facile, si può fare...
EXTRATIME
La frase della settimana «Louis Van Gaal? Non è affatto una brava persona. Anzi, è più vicino al demonio di chiunque altro»
Singapore: Sablon d.t. Brasile, vendesi stadi
Quella promessa a Kokorin: «16 ore di sesso per 5 gol»
TV
MARTEDÌ 14 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Casa Beckham: stop all’aria condizionata
● (s.mar.) Memori dei trascorsi a Los Angeles, dove senza non vivi, David e Victoria Beckham volevano mettere l’aria condizionata in cinque stanze della loro residenza londinese (comprata nel 2013 per 43 milioni di euro). Ma un vicino si è opposto, sostenendo che l’impianto rovina lo stile vittoriano della via. La palla passa adesso al municipio di Kensington, uno dei quartieri più esclusivi e lussuosi di Londra.
● (adaglio) Capelli lunghi, sorriso smagliante e una voce da urlo: Kevin Walker, 25 anni, ha tutte le carte in regola per diventare una popstar. E infatti, nel dicembre 2013, il ragazzo di Örebro – Svezia centrale – si è aggiudicato l’edizione locale di «Idol», talent canoro simile al nostro «X Factor». Da quel giorno la sua carriera musicale è decollata: un duetto con Robbie Williams, un disco entrato nella top 10 svedese e migliaia di ragazzine ai suoi piedi. Può bastare? No, perché tra una registrazione e l’altra Walker si dava da fare sul campo da calcio, e pure con discreti risultati: al termine della scorsa stagione la sua squadra, il Sundsvall, ha conquistato la promozione in serie A, grazie anche ai 5 gol e ai 6 assist del centrocampistacantante. L’ottimo campionato disputato gli è valso un contratto
col Djurgården, storico club di Stoccolma, col quale si è imposto subito come titolare nelle prime partite della nuova stagione. Buona visione di gioco e tecnica più che discreta, Kevin ha il calcio nel sangue: suo padre Pat, irlandese di Carlow, ha speso gli ultimi vent’anni della sua vita sui campi del Nord Europa, prima come giocatore e poi come tecnico; suo fratello Robert, anch’egli centrocampista, dopo un inizio di carriera folgorante si è un po’ perso. Kevin, invece, con gli anni è migliorato, come se la musica lo avesse ispirato anche sul terreno verde. Un amore nato nel 2009, quando una grave infezione lo costrinse a letto per diversi mesi: «Piuttosto che passare il tempo a giocare alla Playstation, ho preferito imparare a suonare bene la chitarra». Mai scelta fu più azzeccata.
VENERDÌ 17 E SABATO 18 APRILE BIG MATCH CHELSEA-UNITED E LE GRANDI DI LIGA Venerdì: Ligue 1 Nantes-Marsiglia (FS, 20.30). Sabato: Liga, Barcellona-Valencia (FS, 16) e Real Madrid-Malaga (FS2, 20). In Premier: Chelsea-Manchester Utd (FS, 18.30), in FA Cup Reading-Arsenal (FS2, 18.20). In Francia: Nizza-Psg (FS2, diff 22) e Monaco-Rennes (FS, 21, solo 2° tempo).
Supplemento di calcio internazionale di Iacopo Iandiorio, progetto grafico di Domenico Coppola
ARGENTINA SANTA ROSA
Muore d’infarto 2 giorni dopo la nomina a tecnico ● (seu) È morto 48 ore dopo la nomina a tecnico: Leonardo Fernandez, 45 anni, ex River, stroncato da un infarto 2 giorni dopo la conferenza stampa di presentazione come tecnico dell’All Boys di Santa Rosa. DOMENICA 19 APRILE IL CITY, E IL LIVERPOOL IN FA CUP Premier: M. City-West Ham (FS, 14.30), Newcastle-Tottenham (FS, 17). FA Cup A. Villa-Liverpool (FS, 16). Ligue 1: LilleBordeaux (FS2, 14), Lione-St. Étienne (FS, 21). Villarreal-Cordoba (FS2, 19).
● (e.b.) Sercan Sararer, 25 anni, centrocampista turco dello Stoccarda, posta su instagram una foto scattata in auto a 282 km/h, mentre fa il dito medio alla macchina da presa, con una sciarpa che gli copre il viso. Il club, in zona retrocessione, non l’ha presa bene e ha deciso di multarlo e metterlo fuori rosa. A febbraio era stato mandato per scarso impegno in serie C con la seconda squadra: «Con questi comportamenti non migliora la situazione».
INGHILTERRA LONDRA
Abramovich scuce 40 mila euro per i 18 anni della figlia ● (s.mar.) Cosa non farebbe paparino Roman Abramovich, 48 anni, per la sua piccolina... D’altronde il boss russo del Chelsea, patrimonio stimato da Forbes in oltre 12 miliardi di euro, se lo può permettere di spendere circa 30 mila sterline (ovvero oltre 40 mila euro) per la festa del 18° compleanno della figlia Sofia (la terza erede dopo Ilya e Arina, e maggiore di Arkadiy e Anna). E così, su desiderio di Sofia, ha ingaggiato per la serata al night club Under The Bridge di Londra, con oltre 500 invitati, la pop band McBusted e la band rock Scouting for Girls. Sofia ha riversato su Instagram decine di foto e poi alla fine è salita sul palco con i McBusted e si è esibita nei classici della band. Chissà a questo punto che cosa organizzerà paparino Abramovich se la band di Mourinho riuscirà a conquistare la Premier...
NEL WEEKEND I LUPI E DI MATTEO Venerdì Eintracht -Borussia M. (Sky Supercalcio 20.30); sabato: Hoffenheim-Bayern M. (Sky S. 15.30); domenica: WolfsburgSchalke (Sky Calcio 9, 17.30).