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L’ANALISI di Alessandro de Calò 23
IL VENTO DI ALLEGRI E I DERBY DI CARLETTO C’è un simpatico vento, in questa primavera già calda, che soffia nelle vele della Juve. Allegri lo annusa e lo asseconda, Vidal – come promesso – tira su lo spinnaker e porta i bianconeri in vantaggio sulla prima boa dei quarti di finale. L’1-0 sul Monaco è un ottimo risultato in vista del ritorno, mentre lo 0-0 del Calderon lascia tutto aperto tra Ancelotti e il Cholo sul fronte di Madrid. Bisogna dire anche qualcosa su Gigi Buffon, perché è stato decisivo un paio di volte, quando la barca ondeggiava. L'ARTICOLO A PAGINA 23
IL PUNTO DI VISTA di Marco Marsullo
mercoledì 15 aprile 2015 anno 119 - numero 88 euro 1,40
CHAMPIONS: LA JUVE BATTE IL MONACO 1-0
COSI’ ARTURO E’ A META’ DELL’OPERA
VIDAL URLO D’ORO La prima pagina della Gazzetta di ieri con l’intervista a Vidal e la foto premonitrice del suo urlo. La gara di ritorno ci dirà se il cileno è stato di parola anche sul passaggio del turno
Prezioso risultato dei bianconeri nell’andata dei quarti di finale Il cileno segna su rigore (contestato). Buffon migliore in campo
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PIPPO E IL MISTERO DELLA SODDISFAZIONE
BOCCI, CENITI, CONDO’, DELLA VALLE, GRAZIANO, SCHIANCHI, VERNAZZA DA PAGINA 2 A PAGINA 9
Il mistero della soddisfazione di Pippo Inzaghi nelle interviste post partita del Milan di quest’anno. La gente è venuta da fuori a studiare questo fenomeno che, analizzato dai più eminenti scienziati calcistici, resta ancora irrisolto. Un enigma, misterioso, che divide, al pari di quello della statua della Madonna che piangeva sangue a Civitavecchia. I turisti cominciano a invadere Milanello durante la settimana (perché a San Siro, la domenica, se ne vedono pochi). L'ARTICOLO A PAGINA 23
DA NON PERDERE 1 Schürrle vede Napoli «Per il mio Wolfsburg vale come una finale» Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano
BERGONZINI A PAGINA 14
2 Manovre in Formula 1: Raikkonen-Ferrari c’è voglia di rinnovo PERNA A PAGINA 26
3 Nba, la sfida di Belinelli «Per un altro anello pronto a fare pazzie»
OGGI IL PSG SENZA IBRAHIMOVIC CONTRO IL BARCELLONA, IL BAYERN SFIDA IL PORTO
L’ATLETICO RESISTE ALL’ASSALTO REAL
A Madrid Simeone evita la sconfitta in casa grazie agli errori di Bale e alle parate di Oblak FROSIO, LICARI, RICCI ALLE PAGINE 10-11
PRATESI A PAGINA 31
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INTER-MILAN
IL CASO ROMA
IL MEMORIALE
La nuova verità di Schwazer «Doping dal 2011»
Sempre in contatto con la tua energia
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PICCIONI A PAGINA 32 Il cileno Medel e l’olandese De Jong
James Pallotta
Medel-De Jong Benvenuti al derby dei mediani
Attacco ultrà contro Pallotta «Disertate lo stadio»
DALLA VITE, PASOTTO ALLE PAGINE 20-21
CECCHINI A PAGINA 19
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IL ROMPIPALLONE di GENE GNOCCHI Pena estinta per Berlusconi. Per i tifosi rossoneri invece continuerà fino alla fine del campionato.
Attiva il contatto su axpo.com o chiama l’800.199.978
CHampions R Andata quarti
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Disco verde
Juve, lo spreco poi il rigore Il Monaco s’arrende a Vidal
1Morata, Tevez e Vidal divorano occasioni, Buffon salva il risultato. I bianconeri
trovano il gol-partita dal dischetto, ma il fallo di Carvalho è avvenuto fuori dall’area
Paolo Condò INVIATO A TORINO
@PaoloCond
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a palla che Arturo Vidal deposita sul dischetto pesa come quella dei galeotti ai lavori forzati. Se qualcuno gliela volesse togliere verrebbe incenerito con un’occhiata, e infatti Carlitos Tevez - uno che sa vivere - lo lascia fare senza muovere un muscolo (Vidal poi lo ringrazierà con un gesto fugace): il rigore non ci sarebbe perché Carvalho -
pollo la sua parte a tamponare l’astuto Morata - ha procurato l’incidente appena fuori area, ma in quel momento non se ne è accorto nessuno e tutti pensano al penalty che Arturo si fece parare qui a novembre dal portiere dell’Olympiacos. Un errore che spinse la Juve pericolosamente vicina a un’altra eliminazione ai gironi. Vidal, giusto un attimo prima dell’intervallo, s’era pure divorato la chance solare - la migliore di questo match brutto, sporco e nemmeno cattivo - fornitagli da Tevez. E dunque ci so-
no dodici anni di irreale silenzio quelli dell’assenza della Juve dalle semifinali di Champions - a gravare sulla cresta appuntita del guerriero di Santiago. Il suo destro stappa finalmente il risultato, e la serata - sia pure molto faticosamente - prende la direzione attesa. Non è certo finita, ma l’1-0 porta la Juve molto più avanti di quanto sembri: mercoledì il Monaco dovrà attaccare, e lì lo vogliamo vedere. GRANDI RISCHI Certo che la strada per Berlino è lastricata di
imprevisti. Dopo aver corso a velocità da circuito il temuto rally di Dortmund, la Juve procede sbuffando, cigolando e tremando sulla Grand Corniche del Monaco, e anziché godersi il paesaggio - magari ci sarà tempo al ritorno - è costretta a benedire una volta di più il suo eterno portiere. Si sapeva che il contropiede dei monegaschi era di livello, ma si pensava che Allegri avesse appreso un po’ meglio la lezione dell’Emirates. La sindrome dell’Arsenal pare invece materializzarsi al minuto 10, quando Mar-
tial e Ferreira-Carrasco si scambiano le posizioni e la lunga discesa del primo, di cui Chiellini e Bonucci stentano a vedere la targa, innesca la conclusione dal dischetto del secondo: il tiro non è abbastanza angolato, ma non per questo Buffon si guadagna una fetta minore di paradiso nei pensieri grati dell’intero Stadium. Un minuto dopo FerreiraCarrasco pretende una verifica con un bel diagonale da fuori, e il portiere ritira fuori i documenti con un tuffo dei suoi. Il Monaco aspetta con la brillante cerniera
Fabinho-Kondogbia davanti alla difesa organizzata attorno ad Abdennour, recupera facilmente palloni in pressing e aziona le sue frecce, sempre pericolose. Nella Juve non si trova a suo agio Pirlo, che sbaglia diversi passaggi costringendo i compagni ad affannosi ripiegamenti, e pure Marchisio è inferiore al suo standard. Per 25’ il dominio tattico del Monaco è netto, poi Vidal stringe più verso il centro, Pereyra e Tevez arretrano ad aiutare e il pressing rivale comincia a perdere qualche colpo. Un’occasione sba-
IL TABELLONE QUARTI Andata: ieri - Ritorno: 22 aprile
Atletico Madrid Juventus
0-0
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-
1-0
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Real Madrid Monaco
Andata: oggi - Ritorno: 21 aprile
Psg Porto
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Barcellona Bayern Monaco
SEMIFINALI SORTEGGIO IL 24 APRILE - Andata: 5-6 maggio - Ritorno: 12-13 maggio
FINALE OLYMPIASTADION DI BERLINO - 6 giugno GDS
L’EPISODIO CHIAVE E’ il minuto 10 della ripresa: Pirlo per Morata che viene messo giù da Carvalho appena fuori area, ma l’arbitro concede il rigore per la Juve
E VIDAL SEGNA Arturo Vidal segna dal dischetto il gol che decide la partita con il Monaco: il suo tiro è forte e angolato, il portiere Subasic è battuto
MERCOLEDÌ 15 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
JUVENTUS
MONACO
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PRIMO TEMPO La Juve rompe il ghiaccio. Al 7’ ci prova Tevez appena fuori area, il destro è angolato, ma non troppo potente. Subasic si distende in tuffo e blocca nonostante un rimbalzo pericoloso
MONACO (4-4-1-1) Subasic; Raggi (dal 26’ s.t. Berbatov), Carvalho, Abdennour, Kurzawa; Dirar (dal 6’ s.t. Bernardo Silva), Fabinho, Kondogbia, Ferreira-Carrasco; Moutinho; Martial (dal 42’ s.t. Matheus). ALLENATORE Jardim PANCHINA Stekelenburg, Wallace, Elderson, Germain CAMBI DI SISTEMA dal 26’ s.t. 4-23-1 ESPULSI nessuno AMMONITI Carvalho per gioco scorretto ARBITRO Kralovec (Rep.Ceca) NOTE paganti 40.801, incasso 3.017.692 euro. Tiri in porta 5-5. Tiri fuori 7-7. Angoli 6-7. In fuorigioco 2-0. Recuperi p.t. 0, s.t. 3’.
Monaco vicino al vantaggio. Grande azione di Martial: entra in area sulla sinistra, difende il pallone nonostante sia circondato da difensori bianconeri, poi scarica per Carrasco che calcia a botta sicura da pochi metri, ma non angola. Buffon capisce tutto e para. Ancora Monaco pericoloso. Carrasco prova a sorprendere Buffon da fuori area (tiro deviato da Bonucci), il portiere si rifugia in angolo Scossa Juve. Al 26’ Marchisio crossa, Tevez dall’altra parte calcia tra le braccia di Subasic. Occasione gol sfumata. Spreca Evra al 40’: calcia dal limite dell’area, pallone ai tifosi... Che errore Vidal. La migliore occasione della Juve proprio allo scadere. Tevez di esterno destro libera di Vidal in area: il cileno sull’uscita del portiere mette sopra la traversa.
SECONDO TEMPO Squillo Monaco. Da un angolo per la Juve, scatta la ripartenza dei monegaschi con Bernardo che può andare al tiro da sinistra: Buffon è attento sul suo palo e mette in corner Rigore per la Juve. Al 10’ lancio di Pirlo per Morata messo giù da Carvalho appena fuori area, ma l’arbitro concede il penalty Juve avanti. Vidal trasforma il rigore alla perfezione: piazza il pallone sotto l’incrocio alla destra di Subasic che si era tuffato dall’altra parte. Reazione Monaco. Kondogbia recupera un buon pallone sulla trequarti, poi scarica un sinistro potente, ma centrale: Buffon alza in angolo. Rischio Juve. Vicino al pari il Monaco: su angolo dalla sinistra Berbatov va più in alto di Bonucci e di testa cerca l’angolo, la palla passa di pochissimo sopra la traversa.
situazione IN SEMIFINALE ANCHE PERDENDO DI UN GOL A PATTO CHE SEGNI ● Con l’1-0 di ieri, la Juve si qualificherà per le semifinali vincendo o pareggiando con qualunque risultato e anche perdendo con un solo gol di scarto, a patto di segnare. In caso di 1-0 per il Monaco, supplementari ed eventuali calci di rigore.
gliata da Carlitos - in tribuna a seguirlo il c.t. argentino Martino - è il segnale che la Juve sta riprendendo campo e personalità. Ma resta dura, perché Jardim muove gli uomini, ne scambia le posizioni, non resta mai passivo nemmeno quando va in sofferenza. E Vidal, come già detto, al 45’ lo grazia fallendo una palla-gol paragonabile a quella di Ferreira-Carrasco all’alba di partita. BLINDATURA A TRE Il comandamento della vigilia, non incassare gol in casa, condiziona un
fL’UOMO DELLA PARTITA
ARTURO VIDAL
Una notte e 11 metri per cancellare tutto «Carlos, lo tiro io»
PRIMO TEMPO 0-0 MARCATORI Vidal su rigore al 12’ s.t. JUVENTUS (4-3-1-2) Buffon; Lichtsteiner, Bonucci, Chiellini, Evra; Marchisio, Pirlo (dal 29’ s.t. Barzagli), Vidal; Pereyra (dal 42’ s.t. Sturaro); Morata (dal 38’ s.t. 32 Matri), Tevez. PANCHINA Storari, Padoin, Pepe, Llorente. ALLENATORE Allegri CAMBI DI SISTEMA dal 29’ s.t. 3-52. ESPULLSI nessuno AMMONITI nessuno
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po’ la pressione della Juve, comprensibilmente spaventata dai rischi corsi in apertura. Il versante che dovrebbe attaccare è quello di Evra, invece è Lichtsteiner al solito a sciropparsi l’intera fascia, col resto della squadra che prudentemente si adegua per evitare i contropiede del tandem Kurzawa-Ferreira. Morata è un incendio che non può mai svilupparsi, perché anche quando riesce a girarsi le trappole dei monegaschi gli impediscono di prendere velocità: vince comunque lui la partita aspettando di farsi travolgere da Carvalho sul lancio al bacio di Pirlo - classico colpo di un campione pure distante dalla forma migliore - e di lì in poi Allegri, pragmatico e pure saggio, blinda la difesa togliendo appunto il regista per Barzagli. Mossa perfetta, questa non è serata da lettura di poesie ma da guerra di trincea, perché la magnifica Juve di Dortmund è soltanto un ricordo, ma chi vuole arrivare fino in fondo deve sapersela cavare in tutte le discipline, compreso il corpo a corpo con un Monaco che non è certo il Bayern, ma nemmeno un arrendevole pacifista del Tibet. Lui si batterà ancora. E la Juve può batterlo ancora. © RIPRODUZIONE RISERVATA
LO AVEVA PROMESSO...
● Ecco come Arturo Vidal aveva presentato nell’intervista alla Gazzetta la sfida col Monaco: «Ci penso io». E’ stato di parola
LA MOVIOLA di FRANCESCO CENITI
IL PENALTY FA DISCUTERE MORATA GIÙ FUORI AREA La gara di Pavel Královec, ingegnere di 37 anni, gira intorno all’episodio decisivo: il rigore dato alla Juve nella ripresa. Il replay svela l’errore scaturito da un consulto tra arbitro, l’assistente Slyško e l’addizionale Příhoda. C’è il fallo di Carvalho su Morata, ma lo sgambetto arriva qualche centimetro fuori area. L’azione aveva già richiesto una valutazione non facile (sul possibile fuorigioco di Morata) e proprio per questo si può comprendere lo sbaglio dell’assistente. Siamo di fronte a un episodio molto difficile da decifrare. Tutto nasce da un bellissimo lancio di Pirlo che taglia la difesa del Monaco: Morata (partito in posizione regolare) è tallonato da Carvalho, il difensore guarda la palla e forse inavvertitamente (solo nei falli di mano è punita la volontarietà) stende Morata. C’è pure un successivo contatto col braccio, ma da solo non sarebbe valso il rigore e non può essere considerato come la continuazione dello sgambetto. Nel primo tempo Královec aveva invece visto bene sul duello in area Martial-Chiellini: entrambi si aiutano col braccio, ok non fischiare.
1L’infortunio, due
rigori sbagliati, zero reti in Champions: «Ho guardato mia moglie in tribuna e ho preso fiducia» Alessandra Bocci INVIATA A TORINO
C’
è qualcosa di definitivo nel modo in cui Arturo Vidal si prende il pallone subito dopo il fischio dell’arbitro. C’è qualcosa di insondabile nella tranquillità con la quale resta fermo sul dischetto mentre i monegaschi baruffano, Kralovec tira fuori dal taschino il cartellino giallo e l’aria già tiepida dello Stadium si surriscalda. Capita a chi sente dentro qualcosa di speciale, e anche il pallone più pesante diventa lieve. Arturo Vidal veniva da due rigori sbagliati, uno assai importante contro l’Olympiacos, che pareva aver complicato il passaggio agli ottavi della Juventus, l’altro a Cesena, in campionato, in una delle poche serate sbagliate dei bianconeri di questi tempi. E allora contro il Genoa toccò a Tevez, e sbagliò pure lui. Ieri non ci sono state incertezze, non c’è stata trattativa, non c’è stata neppure l’idea di una gerarchia di rigoristi da discutere o sovvertire: semplicemente, Vidal sapeva che doveva tirare quel rigore. Ha preso la palla e ha aspettato il suo momento. ZERO CANCELLATO Voleva scrollarsi di dosso il ricordo del tiro sbagliato contro i greci che aveva fatto inferocire Allegri, cancellare lo zero alla voce «gol segnati in Champions League», togliere la polvere del calciomercato (in estate è stato dato per fidanzato con il Manchester United), ripulirsi delle scorie di un infortunio che, come ha detto il suo allenatore, lo ha condizionato a lungo. Una spirale difficile da interpretare e bloccare: l’infortunio, la decisione di non fermarsi prima della semifinale di Europa League con il Benfica, il Mondiale riacciuffato per la coda, la stanchezza arrivata dopo, le gambe sempre un po’ imballate. Con Conte e il suo piano di inserimenti dei centrocampisti a mille all’ora Vidal si sentiva bene e segnava, con il gusto di Allegri per un gioco diverso Vidal ha dovuto ripensare se stesso dentro la Juve e il fisico non lo ha aiutato. «Ho giocato anche in condizioni disastrose, soltanto io e i dottori sappiamo quanto». Contro il Monaco aveva sbagliato un gol, solo davanti al portiere, ma neppure questo gli ha appesantito l’anima. «Quando ho sbagliato ho pensato che c’era proprio una maledizione in Europa per me, ma ho guardato mia moglie in tribuna e ho preso fiducia». Quando l’arbitro fischia il rigore, c’è quel pallone da mandare in rete e Arturo lo tiene stretto come fanno i bambini
1Arturo Erasmo Vidal, 27 anni,
IL CILENO AI RAGGI X
è alla quarta stagione nella Juventus: ha vinto 3 scudetti
TOCCHI PER ZONA
CLASSIFICA TIRI
Il colore è più intenso nelle zone in cui ci sono stati più tocchi di palla
Yannick Ferreira-Carrasco
Attacco
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9 Carlos Tevez
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ARTURO VIDAL
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GOL SU RIGORE 12’ ST
quando giocano in cortile. CARATTERE «Ho chiesto palla a Carlito, ne avevo bisogno. Il rigore lo calcia chi si sente di farlo, l’ho detto a Carlos ed è andata bene così». Tevez sogna la Champions, come tutti, ma più che sognare pretende lo scatto. «Questa coppa si può vincere». Lo chiamano il Guerriero e un motivo ci sarà: non è soltanto questione di tatuaggi, di taglio da mohicano, di faccia da duro. Già dopo pochi minuti contro il Monaco, Vidal va a incitare il pubblico: la Juve srotola il suo possesso palla come un tappeto, ma lui vuole di più, vuole la corsa, la furia agonistica. Con
6 Stephan Lichtsteiner
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2 Layvin Kurzawa
2 GAZZETTA DELLO SPORT - DATI OPTA
Conte erano cose normali, tutti erano giocatori ultrà, con Allegri la dimensione è cambiata, ma Vidal apprezza anche questa, soltanto che ha avuto bisogno di tempo per cambiare. «L’anno scorso ho fatto cinque gol in Champions League e non sono serviti perché non abbiamo nemmeno passato il primo turno. I gol arriveranno». Guerriero e profeta: il gol è arrivato e servirà forse ad allungare la corsa in Europa. Tolta la polvere dalla maglia, Vidal dovrà provare a lucidare altri pensieri: sono dodici anni che la Juve non raggiunge una semifinale di Champions League. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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MERCOLEDÌ 15 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Champions R Andata quarti
MERCOLEDÌ 15 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
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Allegri teso e felice «Chi vuol divertirsi vada pure al circo» 1Davanti a Conte, Max si accende: «Il Monaco ha
una gran difesa, a me interessa solo la semifinale» Mirko Graziano ITORINO
L
e squadre sono già in campo, l’inno della Champions suona, il catino bianconero quasi esplode, di entusiasmo sì, ma anche di tensione. A un certo punto, nella tribuna dietro la panchina di Allegri si girano un po’ tutti. Quello spicchio di pubblico ha riconosciuto un volto amico: c’è Antonio Conte. E’ la prima del c.t. azzurro allo Juve Stadium a vedere la sua ex squadra, la sua creatura di fatto. E chissà, magari con tanta malinconia. La Juve nei quarti di finale di Champions, come quella del 2013, con Conte alla guida tecnica appunto. Solo che quella volta Buffon e compagni furono costretti a cedere il passo al mostruoso Bayern Monaco di Jupp Heynckes. Max lo sapeva, il Mou italiano era nella lista degli invitati. I due negli ultimi tempi si sono confrontati in maniera spigolosa, ma professionalmente la stima reciproca non è mai mancata. Quando Max venne
esonerato dal Milan, fu proprio Conte a regalargli le parole più significative: «E’ un grande tecnico -disse- mi dispiace molto per lui, posso solo evidenziare come il suo Milan ci abbia sempre messo in grandi difficoltà. Forse l’avversario più complicato da affrontare da quando sono alla Juve». E non è da escludere che Agnelli e Marotta abbiano ripensato an-
PER QUALIFICARCI DOVREMO SEGNARE ANCHE AL RITORNO VIDAL? È DA UN PO’ CHE GIOCA BENE IL RIGORE? NON SO SE ERA DENTRO O FUORI PERÒ MI SEMBRAVA COMUNQUE UN FALLO DA ULTIMO UOMO MAX ALLEGRI ALLENATORE JUVENTUS
IL TECNICO DEL MONACO
La rabbia di Jardim «Rigore inesistente sconfitta ingiusta» 1«Deluso perché
abbiamo giocato una buona partita. Ma al ritorno dovremo fare di più per passare»
Leonardo Jardim, 40 anni ANSA INVIATA A TORINO
L
eonardo Jardim è arrabbiato e deluso e non lo manda a dire. L’allenatore del Monaco arriva in conferenza stampa con la faccia scura e ribadisce con orgoglio la buona prova dei suoi ma anche quella pessima, a suo parere, della terna arbitrale. «Abbiamo creato molte difficoltà alla Juventus - dice il tecnico dei francesi - e siamo molto contenti di come abbiamo giocato. Abbiamo dominato i primi venti minuti del primo tempo e anche del secondo. Peccato che la gara sia stata decisa da un rigore inesistente, speriamo che non influisca sulla qualificazione. Quando siamo arrivati a Torino pensavamo di uscire
con un risultato migliore. Al ritorno bisognerà fare di più per passare il turno, però non possiamo dire di non aver tenuto testa ai bianconeri. Io amo la giustizia, il diritto e il dovere devono essere uguali per tutti, sono deluso perché abbiamo fatto una buona partita, il risultato però non rispecchia quello che abbiamo fatto in campo. E’ il frutto di una decisione ingiusta». DIFESA PERFORATA Il Monaco è arrivato a Torino con la miglior difesa della Champions League: 4 gol subiti come Atletico e Bayern Monaco. Non solo, i monegaschi sono i meno battuti anche in campionato. In più hanno un rendimento migliore in trasferta: 32 punti conquistati in 16 gare esterne. Jardim ha scelto di lasciare fuori l’esperto Berbatov per far giocare Martial e alla fine la decisione non ha pagato. Ma la stagione resta comunque positiva, a prescindere da come andrà la gara di ritorno. «I quarti sono un risultato straordinario per noi - ha detto l’italiano Andrea Raggi, ieri capitano per l’assenza di Toulalan -. Ho sposato il progetto del Monaco e ne sono felice. Io mi ambiento subito e mi faccio voler bene da tutti nello spogliatoio. Una chiamata in Nazionale? Io ci credo sempre». Chissà che cosa ne pensa il c.t. Antonio Conte, che ieri era in tribuna allo Stadium. f.d.v.
che a quel giudizio quando fu il momento di agire in fretta per sostituire proprio Antonio Conte. SOGNARE SI PUO’ Beh, voluto o non voluto quel «consiglio» si è dimostrato vincente. Allegri mantiene la Juve in piena corsa ovunque, con lo scudetto di fatto già in bacheca. Gara durissima ieri sera, il Monaco è squadra tatticamente intelligentissima, micidiale in contropiede. Max ha macinato chilometri nell’area tecnica di competenza, anzi ha «sconfinato» parecchie volte, in particolare quando ha calciato con rabbia aria, erba e tutto ciò che gli capitava a tiro in seguito a un colpo di tacco inutile di Morata. Ha poi abbracciato Pirlo, lo ha fatto con sincera gratitudine per quell’ora e un quarto di sapienza calcistica messa a disposizione della squadra nonostante una condizione fisica precaria: il genio bresciano non giocava minuti ufficiali da 50 giorni. Al posto di Pirlo, ecco l’altro Andrea: dentro Barzagli, Juve col 3-5-2, un sistema che probabilmente Max ri-
Massimiliano Allegri, 47 anni, prima stagione alla guida della Juve e a un passo dallo scudetto LAPRESSE
proporrà a Monaco fin dal primo minuto. Lì, la partita dovrà farla la banda Jardim. ANDATE AL CIRCO... «Sì, il risultato è buono, non ci sono dubbi - dice Allegri -, è stato fondamentale non prendere gol in casa. Detto questo, vediamo di non sentirci già in semifinale». Complimenti a Vidal, «che in verità sta giocando bene già da qualche tempo. Stavolta ha pure segnato, meglio così. I rigoristi sono lui e Tevez: si sono parlati e Carlitos gli ha lasciato il tiro». C’è grande rispetto da parte del tecnico livornese per «una squadra che ci ha messo in seria difficoltà nei primi 20’. Il Monaco non è
solo difesa è contropiede, ma ha anche grande velocità e fisicità. Nell’uno contro uno sono sempre pericolosi». Subito dentro Andrea Pirlo, «ed è andato davvero bene se consideriamo il lungo stop muscolare. Avevo bisogno della sua qualità. Il Monaco intasava la propria metà campo, e allora in certe situazioni diventano decisivi i piedi buoni e le menti veloci. Non è un caso che l’azione del rigore sia nata da un gran lancio di Andrea. E ora avremo altri otto giorni per alzare la condizione fisica». Il cambio tattico nel finale (35-2) si è reso necessario anche “per tamponare l’ingresso di Berbatov. E con Barzagli per
Pirlo non abbiamo perso in esperienza». Riassumendo, «sono soddisfatto della prestazione, la vittoria è meritata. Chi pensava che sarebbe stato un quarto di finale facile si sbagliava di grosso. Il Monaco è la miglior difesa in Champions e nel campionato francese: i numeri non mentono. La qualificazione dovremo conquistarla a Montecarlo, e lì servirà almeno un altro gol. E’ stata una gara noiosa? C’è il circo per divertirsi, a me ora interessa andare in semifinale». Chiusura sulle lamentele del Monaco. «Non so se il fallo fosse dentro o fuori dall’area, a me comunque sembrava fallo da ultimo uomo...». © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Champions R Andata quarti
MERCOLEDÌ 15 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
LE PAGELLE di SEBASTIANO VERNAZZA MONACO
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BONUCCI È UN LEONE PEREYRA IN ALTALENA L’ALLENATORE ALLEGRI
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LICHTSTEINER Per osare, osa, il problema è che ogni sua azione offensiva rischia di aprire una falla difensiva. Su quel lato sgroppa Ferreira Carrasco e tende a scavallare pure Martial. Premiare le sue incursioni o punire le sue scarse coperture? Alla fine scegliamo una pilatesca sufficienza.
BONUCCI Capisce in fretta che non è serata per bonucciate e bonuccismi, con quei tre del Monaco Ferreira, Moutinho e Martial - non c’è spazio per sofismi, bisogna andarci decisi. Concede qualcosa, soprattutto un’inzuccata a Berbatov verso la fine, ma regge e sorregge.
CHIELLINI Martial è un bell’osso, però fa parte di quella schiera d’attaccanti ai quali uno come il «Chiello» è abituato. Più difficile decidere che cosa fare quando all’orizzonte si profila Moutinho, breve di fisico, ma di ampie vedute. Chiellini diviso in due e a volte preso in mezzo.
EVRA Opta per la tattica del quieto vivere. Per un tempo non attacca Dirar come dovrebbe e potrebbe, né si spinge fin dalle parti di Raggi. Più visibile via via. L’impressione è che giochi un po’ a nascondino, ma non fa danni e questo gli vale l’assoluzione per insufficienza di prove.
● CONTRASTI 1 ● CROSS 4 ● PASSAGGI 32
● CONTRASTI 1 ● LANCI 4 ● PASSAGGI 51
● CONTRASTI 1 ● LANCI 4 ● PASSAGGI 72
● CONTRASTI 1 ● CROSS 2 ● PASSAGGI 52
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ABDENNOUR E’ DECISIVO RAGGI ATTENTO L’ALLENATORE JARDIM
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Tutto vero, il Monaco è una signora squadra. Juve bloccata da ataviche euro-paure e da una condizione non eccelsa. L’importante però è non aver preso gol in casa, questo ci sembra il merito maggiore.
Tecnica alla portoghese, la palla scorre bene e si alza solo quando è necessario. Tattica all’italiana: due linee strette e bella prontezza di contropiede. Se qualcuno in Italia cerca un allenatore, ci pensi su.
IL MIGLIORE BUFFON
7 Non un bellissimo segno, che Buffon risulti per distacco il migliore, con parate importanti su Ferreira Carrasco e Martial. Buffon da 7 significa che la Juve ha rischiato. San Gigi para e la Juve cavalca la gara.
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PIRLO Jardim, come tanti colleghi, gli appiccica un uomo addosso. Solo che il francobollatore non è uno qualsiasi, ma Moutinho, così “Mastro” Pirlo patisce un po’ in fase difensiva. Con lancio del rigore, però, incide sul risultato. Non il miglior Pirlo, ma un Pirlo che basta.
VIDAL È vero, si mangia un gol davanti a Subasic col più improbabile dei piattoni, anche se prima di imprecare riguardatevi come mette giù la palla. Nel complesso combattente e resistente. Che personalità sul rigore: piglia subito il pallone e poi lo sbatte dentro senza tremori o timori.
PEREYRA Vale un po’ il discorso fatto per Marchisio, anche se lui crea un paio di superiorità numeriche con slalom repentini sul fondo, tipici suoi. La verità è che la Champions resta un’altra cosa rispetto al nostro calcio. Pereyra è luccicante in Italia, ma in Europa resta ancora lampeggiante.
MORATA Per un tempo non pervenuto o quasi, fa la prima cosa bella all’inizio della ripresa, con uno slalom dei suoi. Poco dopo dimostra di essere un gran procacciatore di rigori, con astuzia si frappone e fa abboccare Carvalho all’amo. Tanto basta per un’ampia sufficienza.
● TIRI 0 ● RECUPERI 3 ● PASSAGGI 64
● TIRI 5 ● RECUPERI 10 ● PASSAGGI 56
● TIRI 0 ● RECUPERI 6 ● PASSAGGI 33
● TIRI 1 ● SPONDE 1 ● DRIBBLING 1
● PARATE 4 ● RINVII 12 ● PRESE ALTE 4
s.v.
s.v.
TEVEZ Il fatto è che ci ha abituati ad altri standard. Ci si può accontentare di un Tevez più lottatore che esecutore? Sì, se quel che conta è il risultato. Anche lui partecipa alla sagra del piattone: Marchisio lo pesca davanti a Subasic, ma Carlitos lo grazia.
BARZAGLI Allegri lo inserisce quando capisce che è l’ora di blindare il risultato. Fuori Pirlo, dentro Barzagli e difesa a tre, perché nell’ultimo quarto d’ora bisogna assolutamente evitare che il Monaco trovi il gol della grande beffa. Missione compiuta col solito mestiere.
MATRI Dentro per Morata, un cambio impegnativo, perché lo spagnolo è sempre più un punto fermo di questa Juve. Nel finale però più della tecnica servono stazza, fisico e muscoli e Allegri lo butta dentro per tali motivi, per fare massa e volume.
STURARO Pochi minuti che gli valgono il debutto in Champions League. Niente male per il ragazzo di Sanremo. A proposito, nel ritorno tra una settimana sentirà aria di casa e chissà che non regali qualcosa di importante, se Allegri gliene darà modo e maniera.
● TIRI 2 ● SPONDE 2 ● DRIBBLING 2
● CONTRASTI 5 ● LANCI 0 ● PASSAGGI 0
● TIRI 0 ● SPONDE 0 ● DRIBBLING 0
● TIRI 0 ● RECUPERI 0 ● PASSAGGI 0
6 MARCHISIO
5,5 Forse ci frega il fatto che abbiamo negli occhi la sua mostruosa partita una settimana fa a Firenze in Coppa Italia. Niente a vedere con quel Marchisio. Questo è corricchiante e impreciso.
6
KONDOGBIA
6,5 Vale tutto il bene che si dice di lui. Lavora per tre e ha i tempi del passaggio. Ci piacerebbe rivederlo insieme a Pogba, perché in effetti i due sembrano disegnati apposta per comporre il centrocampo perfetto.
6,5
6
RAGGI Molto ci saremmo aspettati dal calcio, ma non di vedere Raggi capitano del Monaco in un quarto di Champions. Per questo, sinceri complimenti. Per il resto, attenzione e concentrazione. Concede poco o niente e nel dubbio spazza via. Esce sullo 0-1 per Berbatov.
ABDENNOUR Parecchi interventi risolutivi, di testa e in tackle. La scivolata gli piace da matti e appena può si lascia andare al suo gesto tecnico preferito, sfidando il vecchio detto («difensore scivoloso difensore pericoloso»). Prestazione molto intrigante contro Morata e Tevez.
KURZAWA Se la sua missione era arginare Lichtsteiner, si può dire che l’abbia compiuta: ieri lo svizzero non ha girato al massimo dei suoi giri. Da Kurzawa però aspettavamo qualcosina di più in spinta. E’ partito sparato, poi si è un po’ acquietato. Tipo interessante, ad ogni modo.
● PARATE 4 ● RINVII 11 ● PRESE ALTE 6
● CONTRASTI 1 ● CROSS 1 ● PASSAGGI 15
● CONTRASTI 2 ● LANCI 2 ● PASSAGGI 24
● CONTRASTI 5 ● CROSS 2 ● PASSAGGI 31
5,5
6
6
6
DIRAR Evra non spinge, Dirar non ne approfitta e la fascia destra del Monaco (la sinistra della Juve) per un tempo è la fiera dell’anonimato. Dirar soltanto «tatticheggiante» , poco spingente e in affanno come difendente. Fuori per infortunio a inizio ripresa. Il futuro Dirar se è bravo come dicono.
FABINHO Adattato alla mediana per via dell’assenza di Toulalan, fa quel che può e quel che sa. Si danna nel recupero del pallone, ma una volta che ce l’ha tra i piedi non ha la stessa lucidità di Kondogbia nella giocata. Sarebbe strano il contrario, visto che di base gioca dietro, nella linea di difesa.
F. CARRASCO A sinistra, con licenza di accentrarsi. Disbrigo delle due fasi, ripiegare e ripartire. Sarebbe da 6,5 tendenza 7 se in apertura di serata non si impappinasse davanti a Buffon. Bravo SuperGigi a stregarlo, ma in quella situazione doveva segnare: Ferreira «ci casco» (nell’ipnosi di Buffon).
MOUTINHO Si chiama Moutinho, ha un bel passato, ma non si vergogna di braccare e silenziare il più possibile Pirlo. Anche questa ci tocca vedere, un giocatore di talento in marcatura. Mossa azzeccata, Pirlo non pirleggia tanto, ma Moutinho procura solo spaventi a Chiellini
● TIRI 0 ● RECUPERI 9 ● PASSAGGI 9
● TIRI 0 ● RECUPERI 3 ● PASSAGGI 28
● TIRI 4 ● RECUPERI 3 ● PASSAGGI 22
● TIRI 1 ● RECUPERI 10 ● PASSAGGI 38
● TIRI 4 ● RECUPERI 10 ● PASSAGGI 35
IL PEGGIORE
● TIRI 1 ● RECUPERI 7 ● PASSAGGI 58
IL MIGLIORE
6
SUBASIC Non si esibisce in parate decisive, casomai in interventi agevolati (il riferimento è al «passaggio» di Tevez a porta spalancata). Anche Vidal gli fa la grazia, con tiro sbilenco a tu per tu. Si conferma portiere affidabile. Sbaglia un’unica uscita nel primo tempo, ma forse non era tutta colpa sua.
6
IL PEGGIORE CARVALHO
5,5 Il fallo lo commette fuori area, però uno della sua esperienza, con la sua età, non può cadere così nel trappolone di Morata. Questione di tempo e di spazio, che il vero Carvalho avrebbe coniugato alla grande. ● CONTRASTI 2 ● LANCI 0 ● PASSAGGI 14
KRALOVEC Sul rigore è tradito dall’assistente Slysko, che via auricolare gli comunica l’esistenza del fallo (giusto) e il luogo (sbagliato, la scorrettezza di Carvalho si consuma fuori area, seppure di poco). Nel complesso una direzione credibile, senza smanie di protagonismo.
6,5
6,5
MARTIAL Possibile che Jardim lo preferisca a Berbatov? Più che altro è giusto, anzi sacrosanto. Se non si perderà in qualche meandro, il ragazzo farà strada, perché possiede le tre p dell’attaccante di sfondamento e di aggiramento: potenza, progressione e piede.
BERNARDO SILVA Sostituisce Dirar per infortunio e bastano pochi minuti per capire che Jardim avrebbe fatto bene a schierarlo dall’inizio: forse è stato questo l’unico errore del tecnico. Bernardo Silva porta in dote vivacità e agilità. È rapido nella corsa e col suo tocco crea problemi (agli avversari).
BERBATOV Passano gli anni, ma Berbatov rimane un serpente. Gli basta un cross, uno soltanto, per rendersi pericoloso: su quel pallone si fa trovare al posto giusto, discretamente libero da marcature. Per fortuna della Juve la sua strisciata di testa non trova lo specchio...
MATHEUS C. Spiccioli di partita, agli sgoccioli. Rileva l’esausto Martial, ma non ha il tempo per ambientarsi né per lasciare tracce di sé.
● TIRI 0 ● SPONDE 2 ● DRIBBLING 1
● TIRI 1 ● RECUPERI 1 ● PASSAGGI 14
● TIRI 1 ● SPONDE 0 ● DRIBBLING 0
● TIRI 0 ● RECUPERI 1 ● PASSAGGI 2
SLYSKO 5,5 WILCZEK 6
6
PRIHODA 6 PATAK 6
s.v.
Champions R Andata quarti 137
MONACO
JUVENTUS
BARICENTRO
ANGOLI
MEDIO 51 metri
JUVENTUS
6
33
19
121
PASSAGGI EFFETTUATI
7
605
POSSESSO PALLA
3 1
MERCOLEDÌ 15 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
21
23
63,6%
BARICENTRO MOLTO BASSO 47,4 metri
342
MONACO 7
PASSAGGI RIUSCITI
37 10 9
8
36,4%
5
4
TIRI NELLO SPECCHIO
26
7 15 PALLE PERSE
FALLI COMMESSI
15 25
77,2%
6 22
17
CONTRASTI
24
2
23 8
86,4%
7
1
5 3
GAZZETTA DELLO SPORT - DATI OPTA
fLA PARTITA AI RAGGI X
appoggiano a lui quando si deve uscire con il pallone e impostare la manovra. E il regista, pur non al meglio, cerca di gestire le operazioni senasta un guizzo, un tocco, un lampo, un’in- za rischiare e stando sempre attento a non farsi venzione, una genialata. Il calcio è questo. intercettare i passaggi dall’onnipresente MouMeglio: è anche questo. Per Andrea Pirlo, tinho. Sono 14 i palloni persi da Pirlo, su un totaal rientro dopo un lungo stop per infortunio, le di 82 toccati: non tantissimi. Ciò significa che non è una serata straordinaria, le gambe non gi- non è mancata l’attenzione e non c’è stata superrano ancora a meraviglia, ci vuole tempo per ri- ficialità. E poi, quando l’orizzonte sembra lontatrovare il ritmo. E quelli del Monaco, oltretutto, no e le forze diminuiscono minuto dopo minuto, gli dedicano un’attenzione particolare e piazza- ecco la giocata decisiva. Pirlo alza la testa, cerca no Joao Moutinho sulle sue orme nel tentativo uno spazio libero, un compagno cui appoggiare di frenare sul nascere le iniziative bianconere. il pallone: vede lo scatto di Morata, che ruba il La mossa riesce perché la squadra di Allegri, pur tempo a Carvalho e si fionda verso l’area, e lo spendendo parecchie energie fisiserve con un lancio di rara preciche, non accelera quasi mai e quesione. Al resto provvedono il dista lentezza nel far girare il palloIL NUMERO fensore del Monaco, l’arbitro e ne è la principale causa della stel’assistente di porta. E’ rigore, Virilità offensiva. Con questo scenadal trasforma e Pirlo è il primo a rio l’unica possibile via d’uscita è correre ad abbracciare il cileno. la «trovata» del singolo, il colpo di Sa che quello è il momento della classe che spariglia e consente di svolta, e sa pure di essere stato defare un salto in avanti. cisivo nella ricerca dell’attimo i chilometri corsi vincente. dai giocatori della PRESENZA FONDAMENTALE I bianconeri, pur non entusiasman- Juventus. Quelli del APPLAUSI Ci sono 7 lanci riusciti do, dimostrano di avere birra nel- Monaco si sono nel personalissimo score del regile gambe. Corrono 114 chilometri fermati a 108 km. sta bianconeri, e non sono pochi. rispetto ai 108 chilometri del MoInoltre, a testimoniare una precinaco, ma sembra che la velocità non sia ancora sione notevole, 71 passaggi e soltanto 7 errori. elevata. Dei francesi, ad esempio, impressiona Come dire: quando c’è l’ha Pirlo, il pallone è in la rapidità con la quale trasformano l’azione di- banca. Al sicuro, ben protetto dalla furia degli fensiva in azione offensiva: pochi passaggi, idee avversari che lo inseguono e lo braccano ovunchiare, verticalizzazioni che sono spesso pugna- que. Moutinho è un Furino dei tempi moderni, late per il centrocampo e per la retroguardia del- effettua 10 recuperi, corre tantissimo (11,3 chila Juve, in affanno quando Martial e Ferreira lometri), si muove su tutto il fronte cercando di Carrasco partono con il pallone incollato al pie- supportare la manovra in zona offensiva e di asde e puntano dritto verso la porta. La bravura secondare i movimenti degli attaccanti che si dei ragazzi di Allegri sta nel saper chiudere i var- «aprono» sulle fasce laterali. Ma contro una gechi, «abbassarsi» quando è il caso e stringere i nialata come quella che sforna Pirlo non c’è prodenti nel momento di maggiore pressione av- prio nulla da fare. Non resta che inchinarsi e apversaria. La presenza di Pirlo, in una simile si- plaudire. © RIPRODUZIONE RISERVATA tuazione, è fondamentale perché i compagni si
Andrea Schianchi
B Pirlo illumina il buio Un lancio e il destino prende un’altra strada 1Appena 7 errori sui passaggi e l’idea da cui nasce il rigore:
anche con il «limitatore», il regista bianconero decide la serata LA MOSSA TATTICA PIRLO: lanci riusciti 7 MARCHISIO: palloni persi 17 PEREYRA: dribbling tentati 7 TEVEZ: tiri effettuati 3 MORATA: falli subiti 5
MORATA TEVEZ
PEREYRA
MARCHISIO
PIRLO
PASSAGGIO MOVIMENTO
Il rientro di Pirlo consente alla Juve di cominciare la manovra da dietro. Ma il regista bianconero è sempre seguito da Moutinho che lo contrasta in ogni zona. Fondamentale il movimento di Pereyra e di Tevez che devono dettare il passaggio, aprire spazi e non dare punti di riferimento ai difensori del Monaco. A Morata il compito di fiondarsi in profondità per raccogliere i suggerimenti GAZZETTA DELLO SPORT
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Champions R Andata quarti
Buffon superstar parate e dediche «Era decisivo non prendere gol»
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1Il capitano è il migliore e al 90’ si emoziona: «Questa
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vittoria la dedico a Quattrocchi e Morosini, che mi hanno reso orgoglioso di essere italiano e giocatore» Fabiana Della Valle INVIATO A TORINO
S
e continua così, certo che può giocare fino a quarant’anni. Gigi Buffon prima della partita con il Monaco aveva raccontato all’Equipe di non sentirsi affatto vicino alla pensione, ieri lo ha ribadito coi fatti prima di spiegare ancora: «Penso che uno debba smettere quando entra in campo e non è più lui. Finché sto bene, mi sembrerebbe anche uno spreco smettere. Sono stato sempre molto autocritico, non ho mai fatto né voglio fare brutte figure. Mi fermerò un metro prima». Stavolta Gigi è invece tornato al suo posto, e dopo due partite in tribuna (turnover in Coppa Italia e virus intestinale in campionato) e ha dimostrato che si può essere decisivi anche senza se-
gnare. «Non abbiamo subito gol in casa e questo ci avvantaggerà in vista del ritorno. I problemi iniziali ce li siamo un po’ creati da soli ma va dato merito anche al Monaco che è riuscito a rendersi pericoloso». E lì ci ha pensato lui, del resto Allegri aveva chiesto concentrazione massima, perché nelle doppie sfide prendere gol in casa suona come una mezza condanna, lui è semplicemente stato il migliore: per 4 volte ha ricacciato indietro l’assalto dei monegaschi. Due nel primo tempo, quando il risultato era ancora sullo 0-0, e due nella ripresa, prima e dopo il rigore di Vidal. Ha bloccato il primo tiro di Ferreira-Carrasco (il più pericoloso dei francesi) e poi ha deviato in angolo con la punta delle dita il secondo, con l’intervento più difficile. Poi è stato ugualmente provvidenziale su Bernardo Silva, appena en-
trato, e su Kondogbia pochi minuti dopo il vantaggio bianconero. «Se mi permettete, vorrei dedicare questa vittoria a due persone che mi hanno reso orgoglioso di essere un calciatore e un italiano: Piermario Morosini e Fabrizio Quattrocchi. Sono sempre nel mio cuore». Un dopo gara speciale per il capitano juventino, che si commuove e dedica il successo sul Monaco al collega del Livorno (morto sul campo il 14 aprile 2012) e il vigilante privato preso in ostaggio e poi ucciso in Iraq nel 2004. BASTA UNA GIOCATA Buffon è uomo d’esperienza. Quando c’è si sente, perché lì dietro trasmette una sicurezza incredibile. Lui come Pirlo, un altro senatore di cui Allegri non ha voluto fare a meno. Mancava da quasi due mesi, non poteva avere il ritmo partita. Ha perso parec-
● 1 L’esultanza di Gigi Buffon, 37 anni, dopo la sfida vinta col Monaco; 2 L’abbraccio con l’attaccante argentino Carlitos Tevez a fine partita; 3 Una grande parata di Buffon, splendido protagonista della gara d’andata giocata ieri allo Juventus Stadium ANSA/LIVERANI/BOZZANI
chi palloni, però non ha sbagliato le misure quando ha lanciato Morata in occasione del fallo da rigore. Il tecnico questo voleva: un pallone buono a volte può essere più che sufficiente per decidere una partita. Per questo lo Stadium lo ha applaudito a lungo quando intorno alla mezzora è stato sostituito da Barzagli. «Pirlo sa far cantare la palla anche da fermo», aveva detto
Beppe Marotta nel prepartita. E così è stato. PIÙ DURA DEL PREVISTO La vecchia guardia della Juve non tradisce nelle serate che contano. Anche quando la lotta si fa più dura del previsto. «Abbiamo sbagliato l’approccio - ha detto Giorgio Chiellini -, concedendo troppe ripartenze, ma poi siamo stati attenti e per for-
tuna siamo riusciti a rimanere lucidi. Non abbiamo mai sottovalutato il Monaco, sapevamo che sarebbe stata una partita completamente diversa rispetto a quelle con il Borussia. Loro non ti concedono spazi e ripartono velocemente, dovevamo interpretare meglio la gara nei primi 20 minuti, poi però ci siamo sciolti. Risultato importante, ma tra l’1-0 di stasera e il 2-1
MERCOLEDÌ 15 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
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Mirko Graziano
AL CORRIERE DELLA SERA
TORINO
Premio Stracca consegnato dal c.t. Conte
U
fficialmente, ad oggi in casa Juve non esiste nessun caso Tevez. Nel senso che l’argentino finora non ha mai confidato a Marotta di voler lasciare Torino con un anno di anticipo, per raggiungere l’amato Boca Juniors. Detto questo, i vertici di corso Galileo Ferraris non si metterebbero di traverso di fronte all’eventuale volontà dell’Apache di tornare subito in patria. «Troppo grande la stima reciproca - ha più volte dichiarato Marotta -. Per lui, se vuole, è già sul tavolo il rinnovo, ma allo stesso tempo siamo pronti a rispettare ogni sua volontà». Insomma, decide Carlitos, ma un paletto c’è: i vertici bianconeri chiedono al ragazzo di non andare oltre metà maggio con la decisione definitiva, anche perché un’eventuale simile partenza andrebbe arginata con un colpo parecchio importante, e dunque servirebbero i giusti margini a livello di tempo.
col Borussia cambia poco: per passare il turno ci vuole lo stesso atteggiamento di Dortmund, a Monaco sarà dura». Ci vorrà la miglior Juve. Intanto Morata è uscito toccandosi la coscia sinistra: le sue condizioni verranno valutate oggi, nella speranza che non sia niente di grave. L’assenza di Pogba è già abbastanza pesante. © RIPRODUZIONE RISERVATA
NON LI ABBIAMO MAI SOTTOVALUTATI, MA CI SIAMO SCIOLTI SOLO DOPO I PRIMI 20’. RISULTATO IMPORTANTE GIORGIO CHIELLINI DIFENSORE JUVE
ASTA PAUL Capitolo Paul Pogba: avanzano verso Torino le corazzate europee. In Spagna sono convinti che sarà un discorso a due, fra Real Madrid e Barcellona. In realtà, occhio alla Premier. Le ultime mosse sono quelle del Manchester United, che sta risalendo velocemente in campionato e che di fatto è già in piena campagna acquisti per dare un assalto concreto alla prossima Champions. C’è poi il City, pronto a una vera e propria rivoluzione tecnica, quindi occhio sempre al
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L’argentino Carlos Tevez, 31 anni e, a destra, il francese Paul Pogba, 22 AP
Tevez, la scelta: la Juve aspetta la sua decisione entro un mese 1Per Pogba si tratta da 90 milioni in su.
Rinnovo Marchisio: manca solo l’annuncio
Chelsea. Infine, resta vivissima e politicamente forte la candidatura del Psg, club che informalmente avrebbe già sondato la volontà del ragazzo e le pretese della Juve. Che si dice in casa bianconera? Pogba non è sul mercato, a meno che non sia lui stesso a chiedere di andarsene. Di certo, servirebbero non meno di 90 milioni di euro per convincere Marotta a trattare.
MARCHISIO Intanto, Claudio Marchisio e la Juve hanno risolto ogni dettaglio contrattuale per il rinnovo. L’annuncio potrebbe anche arrivare nelle ore precedenti il derby del 26 aprile, nella speranza di avere nel frattempo messo in tasca la qualificazione alle semifinali di Champions. Marchisio resterà bianconero fino a giugno del 2019. © RIPRODUZIONE RISERVATA
MILANO «Di solito siamo noi a ricevere premi, per una volta è bello poterne consegnare uno. Anche perché mi riconosco perfettamente nei valori del giornalista a cui è intitolato: passione, fede in ciò che si fa, voglia di crescere, anche professionalmente». Con queste parole ieri il c.t. della Nazionale, Antonio Conte, nella Sala Montanelli del Corriere della Sera, alla presenza del direttore Ferruccio de Bortoli e del vice direttore Venanzio Postiglione, ha consegnato alla giovane giornalista Elisabetta Invernizzi il Premio Roberto Stracca. Un concorso voluto dal quotidiano di via Solferino e dalla mamma di Stracca, Maria Pia, per ricordare il collega scomparso nel 2010 a soli quarant’anni. Al fianco di Conte, come sempre, c’era anche il team manager azzurro, Lele Oriali: è toccato a lui, prima di un revival sul Mondiale ‘82 («quando seppi che avremmo giocato con Argentina e Brasile, dissi a mia moglie di prenotare le vacanze...»), consegnare invece il Premio Speciale Lega Pro, anch’esso intitolato alla memoria di Roberto, a Federica Andrea De Cesco. La Lega Pro, rappresentata ieri dal presidente Mario Macalli, è da quattro anni partner del Corriere nell’ideazione e promozione di questo concorso, che è rivolto a giornalisti under 30 che frequentano la Scuola «Walter Tobagi» di Milano.
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Champions R Andata quarti IL MURO Jan Oblak, 22 anni, portiere slovacco dell’Atletico Madrid è stato protagonista di quattro parate decisive AP
IL PRESSING Karim Benzema cerca di liberarsi tra tre avversari, l’Atletico non ha lasciato spazi al Real LAPRESSE
L’ERRORE La clamorosa occasione fallita da Gareth Bale, 25 anni, solo davanti a Oblak che intercetta la palla EPA
Tabù Atletico Il Real Madrid non sfonda e ora trema 1Al Calderon Simeone imposta una partita
completamente difensiva, lo salvano gli errori di Bale e le parate di Oblak RRonaldo incide
Fabio Licari INVIATO A MADRID
S
e sette indizi fanno una prova, il Real potrebbe cominciare a preoccuparsi. Sette come i derby stagionali con l’Atletico finiti tutti senza mai vincere: l’ultimo successo risale alla finale di Champions dell’anno scorso, quel 4-1 terribile che sulla sponda del Manzanarre grida ancora vendetta (soprattutto per come s’era consumato a 90’ abbondantemente concluso). Da allora quasi una «maledizione» negli scontri diretti: quattro sconfitte e tre pari, compreso quest’ultimo che è uno 0-0, quindi il peggiore possibile in Europa a causa della re-
poco: resta a secco dopo 13 trasferte europee di fila in gol
gola dei gol in trasferta. Dall’1-1 in poi, nel ritorno caldissimo del Bernabeu, in semifinale va l’Atletico. In due parole: ad Ancelotti non resta che vincere. Prima o poi. Ma non sarà facile. COME COL CHELSEA? E non solo per la tradizione recente. Non sarà facile visto come anche qui, nella tana dell’Atletico, al Real è rimasto il possesso palla (60%), qualche bella giocata, un paio di occasioni sprecate e poco altro: compreso un finale in apnea nel quale all’Atletico, improvvisamente offensivo dopo tanta attesa, per poco
non riesce la beffa. Impossibile non ripensare alla semifinale di un anno fa, allo 0-0 dell’andata con il Chelsea: tutti sicuri che in Inghilterra i Blues si sarebbero divertiti e invece Simeone, nella situazione a lui ideale, cioè chiuso con due linee bassissime e pronto per ripartire, impostò la partita perfetta. Era lui ad aver incartato Mou all’andata, non il contrario. Lo 0-0 in casa gli faceva comodo e se l’era studiato bene. E se succedesse anche con il Real? UNA MEDIANA REAL MA… In teoria non ci sarebbe gara con l’Atletico. Da un lato un gruppo di fenomeni, orchestrato da un centrocampo che sembra quello di un «Top 11» e invece è reale: Modric, Kroos e James Rodriguez, tre trequartisti incantevoli che agiscono da mezzali, s’impossessano del gioco, sviluppano la manovra per linee orizzontali intendendosi a oc-
chi chiusi, e fanno da sponda intelligente per chi arriva da dietro, gli aggressivi Carvajal, ala aggiunta, e Marcelo, che predilige accentrarsi e dialogare in mediana. Dall’altro lato i bravi lavoratori dell’Atletico che però non possono competere: soprattutto perché i «solisti» Turan e Koke sono lontani dalla condizione migliore, e al centro anche Gabi aiuta poco Mario Suarez. A completare il quadro, i due laterali difensivi – Juanfran e Siqueira – sono spesso fuori posizione e in velocità le prendono sempre. Ma l’Atletico non crolla. La colpa? Più che altro del Real. CR7 DOVE SEI? Tutto il gran lavoro del centrocampo – che aiuta a spaccare in due l’Atletico, lasciando Griezmann e Madzukic lontani dal resto della squadra, preda di Ramos e Varane (eccellente) – viene sprecato appena c’è da inquadrare
LE PAGELLE di F.M.R. GRIEZMANN E KOKE FANTASMI, SUAREZ SALTA IL RITORNO. ELEGANZA MODRIC, BENZEMA SCIUPA TUTTO ATLETICO M.
6
JUANFRAN 5,5 Parte in costante sofferenza difensiva, cosa che lo limita anche offensivamente. Rifiata nella ripresa. MIRANDA 6 Un errore evidente non sfruttato da Ronaldo all’alba della gara e la generale impressione di scarsa comodità. GODIN 6,5 Parte con un buco notevole che lancia Bale, migliora progressivamente e come di consueto è pericoloso anche in attacco. SIQUEIRA 5,5 Non piace al Cholo, che però ieri l’ha preferito a Gamez: non ha ottenuto granché ARDA TURAN 5,5 Fuori dal gioco, il profeta turco a lungo non ha parole né idee per i compagni, poi un finale brillante.
6
GABI 5 Ultimamente gioca meno, ieri si è capito perché: fase di appannamento serio. MARIO SUAREZ 6,5 Uno dei più positivi, ma si deve fare in 3 per coprire la scarsa vena di Gabi e Koke. Generoso, squalificato al Bernabeu. TORRES 6 Il suo ingresso coincide con il tardivo risveglio dell’Atletico. MANDZUKIC 5,5 Lasciato a lungo troppo solo, inizia a litigare e finisce ferito e innervosito, rischiando l’espulsione. GRIEZMANN 5,5 Parte timido e nascosto, sembra crescere ma è un’illusione. RAUL GARCIA 6,5 Un quarto d’ora scarso ma sufficiente per portare entusiasmo e andar vicino al gol. ALL. SIMEONE 6 Una partita da «Cholo»: l’Atletico non è in gran forma e allora meglio non prenderle e giocarsela al Bernabeu.
IL MIGLIORE OBLAK
7 Inizia con una gran parata su Bale e continua sulla stessa lunghezza d’onda. Decisivo su James e ancora sul gallese.
IL PEGGIORE KOKE
5 Assente fino alla mezz’ora, un lampo poi sbaglia due assist che per lui sono un marchio di fabbrica. Una delusione.
MAZIC Non vede i colpi proibiti tra Carvajal e Mandzukic, per il resto partita non complessa gestita adeguatamente.
REAL MADRID 6,5 CASILLAS 6 Nel 4-0 in Liga aveva cominciato con una papera, ieri attento in uscita e in generale poco lavoro, a parte il convulso finale. CARVAJAL 6,5 Partenza motorizzata: spinge in continuazione spaventando Koke e Siqueira, nella ripresa un cazzotto sul petto a Mandzukic e meno verve (Arbeloa, s.v.). SERGIO RAMOS 6,5 Per l’eroe di Lisbona una gara di dura concentrazione. Ne esce bene. VARANE 7 Un altro che era affondato nel derby di Liga, si riscatta con una prestazione sicura e piena di qualità. Muro decisivo nel finale. MARCELO 6,5 Tormenta Gabi e Juanfran, zittisce Arda Turan. Uno dei migliori, squalificato al ritorno. MODRIC 7 L’eleganza al servizio della
squadra, produttività e qualità, un piacere per gli occhi. Due bei tiri appena alti. KROOS 7 Costretto a vestirsi da Makelele, accetta la sfida con applicazione teutonica, coprendo, tappando e rilanciando quando può. Sacrificio esemplare. BALE 6 Pronti, via, gol mangiato come un gustoso fish and chips. Poi ci riprova, e in generale partecipa di più all’attività della squadra. ISCO 5,5 Un quarto d’ora senza lasciare traccia. C. RONALDO 6 Due punizioni tirate male, i fischi continui del Calderon, una gara senza grandi lampi. ALL. ANCELOTTI 6 Come al Camp Nou, il Madrid parte benissimo. Poi si accontenta e forse ci voleva un po’ più di coraggio. E allora i derby senza vincere sono 7, le partite al Calderon senza gol 4. RISTIC 5,5 DJURDEVIC 5,5
IL MIGLIORE JAMES RODRIGUEZ
7 E’ il più ispirato tra i tre centrocampisti del Real. Difende, attacca e va vicino al gol con un esterno sinistro gioioso.
IL PEGGIORE BENZEMA
5 I movimenti sembrano perfetti, l’applicazione meno: sbaglia scelta in almeno 4 occasioni da rete, due delle quali importanti. GRUIJC 6 FILIPOVIC 6
MERCOLEDÌ 15 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
ATLETICO M.
REAL MADRID
0 0
ATLETICO MADRID (4-4-2) Oblak; Juanfran, Miranda, Godin, Siqueira; Arda Turan, Gabi, Mario Suarez, Koke (dal 38’ s.t. Torres); Mandzukic, Griezmann (dal 32’ s.t. Raul Garcia). PANCHINA Moya, Jesus Gamez, Gimenez, Tiago, Niguez. ALLENATORE Simeone. CAMBI DI SISTEMA nessuno BARICENTRO M. BASSO 48.2 M. ESPULSI nessuno. AMMONITI Mandzukic, Raul Garcia e Mario Suarez per gioco scorretto. REAL MADRID (4-3-3) Casillas; Carvajal (dal 40’ s.t. Arbeloa), Sergio Ramos, Varane, Marcelo; Modric, Kroos, James Rodriguez; Bale, Benzema (dal 31’ s.t. Izco), Cristiano Ronaldo. PANCHINA Navas, Pepe, Khedira, Illarramendi, Jesé. ALLENATORE Ancelotti. CAMBI DI SISTEMA nessuno. BARICENTRO MEDIO 52.9 M ESPULSI nessuno. AMMONITI Sergio Ramos e Marcelo per gioco scorretto. ARBITRO Mazic (Ser). NOTE spettatori 52.553. Tiri in porta 2-8. Tiri fuori 3-3. Angoli 6-6. In fuorigioco 0-0. Recuperi: p.t. 0’, s.t. 3’.
fIL PERSONAGGIO
PRIMO TEMPO
DA LISBONA A MADRID
2’ Il primo tentativo Real subito in pressione: la prima conclusione è del terzino destro Carvajal, appena dentro l’area, Oblak blocca. 4’ Bale, che spreco! Un liscio di Godin lascia via libera a Bale che si presenta tutto solo davanti a Oblak che riesce a intercettare il tocco del gallese.
Undici mesi dopo Simeone deciderà il destino di Carlo
31’ Bale da lontano L’Atletico è troppo basso, Bale sulla trequarti è libero e il pallone gli rimbalza giusto davanti: sinistro potente, Oblak controlla in due tempi. 36’ Ci prova James Sugli sviluppi di un angolo, James raccoglie al limite: il pallone è sul destro ma il colombiano va con l’esterno sinistro, Oblak si allunga e devia lateralmente. 37’ Occasione Griezmann Ramos sbaglia il rinvio, Gabi di testa serve immediato Griezmann solo al limite, ma la girata di destro è debole. 43’ Ancora Oblak! Contropiede Real condotto da un impressionante allungo di Varane, poi Benzema non riesce a servire Ronaldo, subentra James ma il suo sinistro è intercettato in tuffo da Oblak.
1Mercoledì al Bernabeu l’ottava stracittadina
SECONDO TEMPO
della stagione e Ancelotti finora non ha mai vinto
4’ Guizzo di Arda L’Atletico alza il baricentro a inizio ripresa: Juanfran riesce a prendere il fondo, Arda Turan schiaccia a lato. 7’ Sangue Atletico Mandzukic viene anticipato in aria da Sergio Ramos, che lo colpisce alla fronte: il croato sanguina (foto AP)
REAL MADRID ATLETICO MADRID BARICENTRO Molto basso 48,27 metri
24’ Benzema troppo altruista Marcelo serve in area Benzema che invece di girarsi e calciare cerca di tacco Ronaldo, l’azione sfuma.
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44’ Mischia in area Real Acrobazia di Mario Suarez in area su mischia dopo angolo, Casillas disturbato da Raul Garcia riesce a deviare!
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6 4 9 7 10 14
CORRISPONDENTE DA MADRID @filippomricci
D
a Lisbona a Madrid, dall’Atletico all’Atletico, sempre con la Champions sullo sfondo. Undici mesi dopo, Ancelotti torna a giocarsi il suo futuro madridista in un derby europeo, il 6° nella storia della capitale spagnola, che ieri sera ha superato Milano, ferma a 4.
ATLETICO POCO CATTIVO Sa-
rebbe un brutto colpo per il Real, semifinalista da quattro edizioni di fila. E sarebbe l’ennesimo riconoscimento per un Atletico però meno «cattivo» e ossessivo del solito, che lascia giocare di più e concede qualche corsia dove in altri tempi l’aggressione sarebbe stata a viso scoperto. La verità è che anche gli «atletici» soffrono in attacco, come s’era visto negli ottavi con il Leverkusen (eliminato ai rigori): Mandzukic e Griezmann che si parlano poco; Koke sarebbe un aspirante Xavi ma partendo così largo, e con tutti quegli errori di mira, resta un «aspirante»; e Turan ha la barba meno minacciosa. Non è difficile immaginare al Bernabeu una doppia linea ancora più bassa, ma a Simeone servirà più velocità - e più gente - nelle ripartenze per far paura a Casillas. Tutto può ancora succedere.
TIRI DA DENTRO L’AREA
7 POSSESSO PALLA
38,5%
2
● le partite nelle quali il Real Madrid non è riuscito a segnare neanche un gol nelle ultime 47 partite giocate in Champions.
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● i gol segnati da Cristiano Ronaldo nei secondi tempi delle partite di questa Champions: ha realizzato 8 gol tutti prima dell’intervallo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
TRE SU DODICI Quella del Bernabeu di mercoledì prossimo sarà l’ottava stracittadina di questa stagione, e Carlo non ne ha ancora vinta una. Lunedì ha detto che per passare potevano bastare anche due pareggi: dopo lo 0-0 del Calderon va bene solo un risultato omologo (sempre che il Real vinca poi ai rigori): se l’Atletico segna il Madrid per andare in semifinale deve per forza vincere. E in 12 derby giocati da quando è arrivato al Bernabeu Ancelotti ne ha vinti solo 3, con 4 pari e 5 sconfitte. IL MESSAGGIO Non esattamente una piattaforma rassicurante. E i venti di guerra soffiano forte intorno alla Casa Blanca. Già alla vigilia i giornalisti locali avevano chiesto a Carlo se sentiva di giocarsi qualcosa in più di una semplice semifinale. Il nostro aveva fatto spallucce, contenendo
Medio 52,9 metri
BARICENTRO
8
15 11 19
61,5%
9 7
2 1
8 10
4 12
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45’ Mandukic su Arbeloa Mandzukic calcia a botta sicura, ma sulle parti basse di Arbeloa
Filippo Maria Ricci
la porta. Neanche il clamoroso «buco» di Godin, che dopo 4’ spiana a Bale l’autostrada del gol, ha effetto: più a testa bassa del solito, il gallese si fa ipnotizzare dal bravo Oblak e fallisce un potenziale match-ball. E il paradosso è che l’impreciso Bale alla fine risulta il migliore dei tre d’attacco: soprattutto paragonato a Cristiano Ronaldo, appena un tiro in porta (dopo 15 gol negli ultimi 20 derby), e a Benzema, soltanto un tiro alto e tanta tanta imprecisione negli appoggi decisivi, fino all’inevitabile sostituzione. Può darsi che CR7 soffra i fischi di un pubblico che non gliene perdona una, può darsi che malgrado i 49 centri stagionali sia umano pure lui: resta il fatto che per la prima volta resta a secco dopo 13 trasferte di Champions consecutivamente in gol (18 reti).
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l’irritazione. Ma per capire come vanno le cose intorno al Bernabeu, basta tornare su un particolare: ieri, a un paio d’ore dal calcio d’inizio del Calderon, Marca ha messo in apertura del proprio sito un pezzo marchiandolo col bollino rosso che dice «Confidencial», quello riservato ai messaggi in codice, i pezzi cifrati. La firma è di quelle vicine a Floren-
tino, il titolo inequivocabile: «Ancelotti si gioca qualcosa più dei quarti». È lo stesso giornalista che aveva scritto che al Madrid si allenano male, che a Carlo manca la mano dura, e il nostro fece notare che «Con questa mano moscia ho vinto 3 Champions», e che causò la plateale e frettolosa smentita di Perez dicendo che Carlo non rischiava il posto. Un allegro teatrino. Che ieri ha offerto un nuovo atto della sua commedia.
LA SOFFERENZA DI FLORENTINO Però il concetto è quello del titolo apparso ieri sul sito di Marca: l’eventuale eliminazione costerà la panchina all’allenatore italiano, contratto fino al 2016 che a Natale sembrava dovesse essere rinnovato subito dopo Capodanno. Secondo gli uomini del presidente, anche se dovesse arrivare la Liga. Si, sembra assurdo, ma qui alla Casa Blanca succedono cose che voi umani... Perez non sopporta l’Atletico: questa perdita del potere nella capitale gli provoca più dolore che le vittorie del Barça. Mai nella sua ultracentenaria storia il Madrid non era riuscito a battere «l’Atleti» per 7 partite di fila, come in questa fresca striCarlo scia. E allora per Carlo ecco Ancelotti, un’altra finale. Il messag55 anni, gio presidenziale è stato allenatore recapitato, forte e chiaro, del Real in un momento topico. Madrid GETTY © RIPRODUZIONE RISERVATA
LA PARTITA AI RAGGI X
Kroos in HD: così salta il pressing del Cholo 1La precisione del tedesco, unita a
Modric e James, costringe i Colchoneros a rincorrere. Ma l’attacco spreca Alex Frosio
A
Madrid hanno il coraggio di discutere Carlo Ancelotti. E Carletto che fa? Risponde con il coraggio. Forse alla Casa Blanca hanno dimenticato i tempi, tecnicamente mai rimpianti, del «trivote» di Mourinho. Il portoghese affrontava spesso i derby spagnoli con il Barcellona, in Patria e in Europa, con un centrocampo di tanti
muscoli e poco cervello, perché al fianco dell’architetto Xabi Alonso metteva Pepe e Khedira. Allora, era lui il «Simeone» della situazione. Ancelotti punta sulla qualità, sui piedi buoni. Così per contrastare la «garra» degli uomini del Cholo sceglie una mediana con Modric, Kroos e James Rodriguez. Non solo: davanti ci sono tre punte vere, che si sacrificano ma neanche troppo, e due terzini di spinta come Carvajal e Marcelo: lo spagnolo
KM PERCORSI Atletico Madrid
109,9 Real Madrid
è addirittura il primo a calciare verso la porta avversaria, il brasiliano gioca un secondo tempo praticamente da ala aggiunta.
103,2 CLASSIFICA PASSAGGI OK Kroos
66 Modric
65 James
51 Marcelo
50 Ramos
49 Carvajal
47 Gabi
37
ALTA QUALITÀ L’azzardo di Carlo non paga in termini di risultati ma mai come stavolta, al settimo tentativo, il suo Real è andato così vicino a battere l’Atletico. Perché per la prima volta il Madrid riesce subito a prendere il possesso della partita. I Colchoneros hanno sempre messo in difficoltà il Real, dalla finale di Lisbona ai sei precedenti stagionali, non permettendogli di respirare, aggredendo, buttandola sul fisico. Ieri non ci è riuscito a lungo. E non sembra per una questione fisica: alla fine, i bian-
corossi corrono complessivamente quasi 7 chilometri in più dei bianchi (109,98 chilometri contro 103,274), ma sempre in rincorsa. L’altissima qualità del centrocampo madridista taglia infatti fuori il pressing nemmeno altissimo dell’Atletico: giro palla in rapidità, possesso palla al 61,5% complessivo (64,1 nel primo tempo!), aggiramento sulle fasce perché il 4-4-2 di Simeone non gode dell’aiuto in prima battuta di Griezmann e gli spostamenti frequenti di Benzema sul lato sinistro creano la superiorità. Mostruosi i numeri di Kroos: 66 passaggi ok su 68, 13 lanci positivi, anche 7 palle recuperate. In più, anche il recupero alto con anticipi frequenti di Va-
rane e Ramos. POCA BBC Il difetto del Real è che per una sera non riesce a ricavare abbastanza né dalle tante occasioni create, soprattutto nel primo tempo, né dalla sua celebrata triade d’attacco (all’intervallo, l’Atletico aveva già subito più tiri in porta che in ogni altra gara di Champions in stagione). Le occasioni migliori arrivano dai centrocampisti, che arrivano a rimorchio sfruttando lo spazio lasciato da un Atletico molto schiacciato. Ne ha sofferto più di tutti Ronaldo, che ha trovato la conclusione soltanto da punizione. Se ne riparla al Bernabeu. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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MERCOLEDÌ 15 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Champions R Andata quarti
MERCOLEDÌ 15 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
IL TRIDENTE FRANCESE
EZEQUIEL LAVEZZI ● IN CHAMPIONS 9 GOL Lavezzi, 30 anni il 3 maggio, ha segnato 9 gol in Champions: 2 col Napoli e 7 col Psg AFP
EDINSON CAVANI ● IN CHAMPIONS 15 RETI Cavani, 28 anni, ha segnato 15 reti in Champions League: 5 col Napoli e 10 con il Psg AFP
IL TRIDENTE SPAGNOLO
JAVIER PASTORE ● IN CHAMPIONS 4 GOL Pastore, 25 anni, in Champions ha giocato solo col Paris Saint Germain, segnando 4 gol AFP
LIONEL MESSI ● IN CHAMPIONS 75 RETI Messi, 27 anni, dal 2005 a oggi ha segnato 75 gol in Champions sempre col Barcellona GETTY
Psg, difesa e contropiede contro il Barça spettacolo
1Blanc si affida a Cavani, Lavezzi e Pastore che Cantona elegge
migliore del mondo. Luis Enrique scaramantico: «Ci saranno gol»
ALESSANDRO GRANDESSO PARIGI Twitter @agrandesso
N
on tutto il male viene per nuocere. Anzi, stavolta potrebbe fare pure del bene al Psg. O almeno lo spera Laurent Blanc che contro il Barcellona di Luis Enrique fa la conta di chi gli resta. Fuori per squalifica Ibrahimovic, Verratti e Aurier. In infermeria Thiago Motta. Insomma, non proprio le condizioni ideali per impostare l’assalto alle agognate semifinali, contro una squadra cannibale che con Messi, Neymar e Suarez almeno un gol finisce sempre per rifilartelo. Ma Blanc ha un piano. Paradossale: rinnegarsi per
sopravvivere. Niente possesso palla quindi, l’arma con cui il Psg fece pure una gran bella figura contro i catalani al primo appuntamento in fase a gironi (3-2). Stavolta il tecnico francese, che fu contagiato dalla mania per il bel gioco nel suo anno blaugrana (’96-’97), si affida a sani principi italici: difesa e contropiede. Lezioni imparate tra Napoli (’91-’92) e Inter (’99-‘01). Toccherà a tre emissari della A tradurle in campo. Cioè Cavani, Lavezzi e Pastore, benedetto da Cantona come «il miglior giocatore al mondo». PLAYSTATION L’effetto positivo non è scontato, per carità. Ne è cosciente Blanc: «Quando giochi l’andata in casa, l’obiettivo è non prendere gol. Ma
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con il Barcellona è praticamente impossibile». Colpa di Messi, ovviamente, e dei suoi compari di reparto che nel primo appuntamento stagionale al Parco dei Principi s’inventarono un gol «alla playstation», secondo il lessico di Blanc, rendendo vano l’iniziale vantaggio dei padroni di casa: «Uno come Messi non puoi marcarlo a uomo. Il problema va risolto in modo collettivo. Spetta a noi chiudere spazi e serrare le linee». E l’ex King del Manchester United Cantona ribadisce che a alla pulga preferisce Pastore: «Ha grazia e creatività. Nel calcio non conta solo fare gol». FILOSOFIA Conta anche farli fare, come spera Blanc che al-
l’ex del Palermo chiede di illuminare di nuovo il Parco dei Principi servendo in profondità Cavani. E l’ex stella del Napoli si prende il palcoscenico, in assenza di Ibrahimovic. L’uomo giusto al momento giusto, per Blanc: «Edy è generoso in copertura e può far male al Barcellona con la sua velocità». E poi a Cavani riesce bene la Champions: sei gol finora, di cui uno pesante al Chelsea agli ottavi. Mentre Lavezzi, in vantaggio su Lucas al rientro da infortunio, cerca sempre il primo sigillo europeo, anche se ha mostrato segni di ripresa nelle ultime settimane. Insomma, sono loro gli anticorpi contro un Barça che, secondo Blanc rimane fedele a sé stesso: «Magari hanno giocatori nuovi, ma
LUIS SUAREZ ● IN CHAMPIONS 9 GOL Suarez, 28 anni, in Champions ha firmato 9 reti: 5 con l’Ajax e 4 con il Barcellona GETTY
la filosofia è la stessa: possesso palla per schiacciare l’avversario nella sua metà campo, stremandolo, colpendolo». Da qui l’idea di cambiare volto, perché Motta e Verratti cedono il ruolo a Rabiot e Cabaye. E il Psg rischia così di perdere l’effetto magnetico sul pallone, nonostante il recupero lampo di David Luiz, dato inizialmente indisponibile fino a maggio. SFIGA Luis Enrique non si fida lo stesso: «Il Psg ha una rosa di qualità, ci ha già battuto senza Ibrahimovic». Però all’ex tecnico della Roma non parlate del caso Neymar, che non ha gradito l’ultima sostituzione: «Chi decide sono io. Sono argomenti che non mi interessano. Parliamo d’altro, per esempio oggi è il compleanno di mia madre». E quando gli chiedono come faccia Messi a non farsi mai male, il “mammone” Enrique replica in italiano: «Non rispondo: porta sfiga». Nonostante tutto, con Neymar, Messi e Suarez, la sfida difficilmente prenderà una piega catenacciara. Lo sa bene il catalano: «Anche noi abbiamo giocatori per attaccare gli spazi. E’ una partita aperta, alla pari. Ci saranno gol». E non gliene voglia il nostalgico Blanc. © RIPRODUZIONE RISERVATA
NEYMAR ● IN CHAMPIONS 7 RETI Neymar, 23 anni, con il Barça ha messo segno 7 gol in Champions, 4 la scorsa stagione AFP
PSG
(4-3-3)
BARCELLONA
(4-3-3)
OGGI Ore 20.45 30 SIRIGU 23 5 2 17 VAN MARQUINHOS SILVA MAXWELL DER WIEL 4 25 14 RABIOT CABAYE MATUIDI 27 PASTORE
9 CAVANI
22 LAVEZZI
11 NEYMAR
9 SUAREZ
10 MESSI
8 INIESTA
5 BUSQUETS
4 RAKITIC
18 14 3 JORDI MASCHERANO PIQUÉ ALBA 1 TER STEGEN
2 MONTOYA
PSG PANCHINA 1 Douchez, 34 Kimpembe, 21 Digne, 6 Camara, 7 Lucas, 15 Bahebeck, 33 Augustin. ALLENATORE Blanc. SQUALIFICATI Ibrahimovic, Verratti, Aurier. DIFFIDATI Van Der Wiel, Matuidi INDISPONIBILI Thiago Motta, David Luiz. BARCELLONA PANCHINA 13 Bravo, 6 Adriano, 24 Mathieu, 15 Bartra, 12 Rafinha, 6 Xavi, 7 Pedro. ALLENATORE Luis Enrique. SQUALIFICATI Dani Alves. DIFFIDATI nessuno. INDISPONIBILI Vermaelen. ARBITRO Clattenburg (Ing) TV Canale 5.
EX COMPAGNI
Lopetegui-Guardiola, intervallo di un’amicizia 1 I tecnici di Porto
come istruttore dei numerosi talenti del paese. Da c.t dell’Under 19 ha pigliato l’Europeo 2012 con in squadra Juan Bernat, stasera esterno sinistro bavarese; con l’Under 21 del 2013 già sappiamo, poiché ha steso Verratti, Insigne, Immobile e gli azzurri nella finale in Israele (4-2). Thiago Alcantara segnò tre reti: sabato è tornato titolare nel Bayern dopo 378 giorni e tanti brutti pensieri per un ginocchio sbiellato. In quella juniores giostrava pure Tello, un debuttante di Guardiola nel Barça. L’ex c.t. lo ha portato in Portogallo, ma oggi è fuori causa per un infortunio, come Adrian Lopez, altro giovane connazionale.
e Bayern contro. Pep: «Da giovani non l’avremmo mai immaginato»
Pier Francesco Archetti INVIATO A OPORTO
P
er adeguarsi, la Uefa ha mandato un arbitro di Madrid, Carlos Velasco Carballo, perché Porto-Bayern è la terza partita dei quarti di Champions che profuma di Spagna e del suo calcio delicato e fragrante. Pur senza averne le bandiere ufficiali, come il derby Atletico-Real o Psg-Barcellona, questo duello ha un idioma misto catalano-basco-castigliano: Pep Guardiola e Julen Lopetegui, gli allenatori, sono stati compagni nel Barça e nella nazionale anche al Mondiale del ’94, un torneo frequentato da cinque degli otto tecnici in corsa adesso per l’Europa. Oltre a loro due, anche Carlo Ancelotti (secondo di Sacchi), Luis Enrique, altro titolare nelle Furie Rosse eliminate dall’Italia e Diego Simeone, testimone
Guardiola e Lopetegui si divertono mentre guardano Atletico-Bayer OJOGO
sul campo delle ultime follie di Maradona, nella coppa del mondo di 21 anni fa. CHI CI CREDEVA E’ difficile vedere Guardiola ridere di gusto, in ambito calcistico lavorativo. Ma quando ha incontrato Lopetegui in tribuna al Calderon, piazzato accanto per osservare Atletico-Leverkusen, è scappata la sghignazzata serena, con tanto di foto per gli scettici. «Quando eravamo giovani,
non ci saremmo aspettati di trovarci un giorno di fronte nei quarti europei», ha sussurrato ieri Pep, tornato serio, spiegando che il Porto «non è lanci, difesa e contropiede. La giocano sempre». Come lui: ma se le sue idee sono regional-universali, quelle dell’amico prevaricano una territorialità catalana, perché Lope, basco di origine, è passato anche dal Madrid, come portiere di riserva, e dalla «reale federazione di futbol»
PORTO MACCHINA DA SOLDI Allo stadio Dragao c’è l’imbocco del corridoio dei milioni per chi arriva dal Sudamerica o dalla provincia: si sa che Deco, Falcao, Hulk, James Rodriguez e tanti altri (fra cui Guarin) sono transitati da questo piazzale e rivenduti con valutazioni anche decuplicate, perché anche se i debiti hanno toccato i 280 milioni di euro, le entrate nel mercato dell’ultimo decennio – stimati 778 milioni - hanno determinato plusvalenze per 376. L’ultima cessione, quella del laterale destro Danilo al Madrid
da luglio, ne ha fatti incassare 31,5, ed era stato pagato 11 al Santos. Ma se i 250 scouts sparsi per il mondo non scovano il campioncino, ci si muove con la spagnolizzazione: Lopetegui non cancella dall’agenda i ragazzini visti in patria e con la politica dei prestiti ha fatto venire Casemiro (Real), Oliver Torres (Atletico) oltre a Tello, per avere rappresentate tutte le filosofie della Liga. BAYERN SENZA ALI Pep invece ha dovuto lasciare a casa una lista di protagonisti: Robben, Ribery, Alaba, Schweinsteiger, Benatia, più il solito Javi Martinez. «Non ci lamentiamo» è la parola d’ordine tedesca. L’altro Martinez, il centravanti Jackson, è l’incognita di Lope, perché fresco di infortunio ma ieri è stato inserito nella lista dei convocati. Il Porto è l’unica imbattuta in questa Champions, Lopetegui racconta che Guardiola «è uno dei migliori allenatori della storia» e l’altro si incupisce e non si fida. Il Bayern non ha mai perso in Portogallo, ma quando non era spagnolizzato lasciò ai Dragoni la Coppa Campioni dell’87. Gol di Madjer, di tacco, e di Juary. Anche allora a Oporto sapevano far rendere gli scarti. © RIPRODUZIONE RISERVATA
PORTO
(4-3-3)
BAYERN MONACO (4-3-3) OGGI Ore 20.45 12 FABIANO 4 3 26 MAICON MARTINS ALEX INDI SANDRO 6 16 30 HERRERA CASEMIRO O. TORRES
2 DANILO
99 7 QUARESMA ABOUBAKAR 19 GOTZE
8 BRAHIMI
9 25 LEWANDOWSKI MULLER
6 3 T. ALCANTARA X. ALONSO 18 BERNAT
4 DANTE
21 LAHM
17 J. BOATENG
13 RAFINHA
1 NEUER
PORTO PANCHINA 1 Helton, 13 Reyes, 15 Evandro, 10 Quintero, 39 Paciencia, 17 Hernani, 9 Jackson Martinez. ALLENATORE Lopetegui SQUALIFICATI Marcano DIFFIDATI Alex Sandro, Danilo, Maicon, Torres INDISPONIBILI Tello, Adrian Lopez BAYERN PANCHINA 23 Reina, 28 Badstuber, 20 Rode, 30 Weiser, 14 Pizarro, 16 Gaudino ALLENATORE Guardiola SQUALIFICATI nessuno DIFFIDATI J. Boateng INDISPONIBILI Robben, Ribery, Alaba, Schweinsteiger, Javi Martinez, Benatia. ARBITRO Velasco Carballo (Spa) TV Sky Sport 1 HD, Calcio 1 HD, Sport Plus HD
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A TU PER TU CON...
Schürrle «NAPOLI, VALE COME LA FINALE» Elmar Bergonzini
A
inizio carriera André Schürrle veniva considerato un grande bluff. Sia chiaro: nessuno ne ha mai messo in dubbio le dote calcistiche. A 19 anni giocava al Mainz insieme a Lewis Holtby e Ádám Szalai. I tre si fingevano una boy-band. Prendendolo in prestito dallo stadio di Magonza si erano perfino dati un nome: «Bruchweg Boys». A ogni gol André usava la bandierina come chitarra, Holtby faceva finta di cantare e Szalai si fingeva batterista. Vennero perfino invitati in tv. Non per parlare, per suonare. Soprattutto André però era un bluff. La chitarra non la sapeva pro-
C’è un giocatore che teme? «Higuain. Ma tutto l’attacco del Napoli è forte, dobbiamo stare attenti». Ha dichiarato di non sentirsi al 100%, ma due sabati fa ha segnato allo Stoccarda... «Continuo a non essere in forma però. Al Chelsea giocavo poco e in Inghilterra ci sono così tante partite che non c’è modo di allenarsi bene e se non si gioca si va facilmente fuori condizione. Arriverò al 100% solo l’anno prossimo, dopo essermi finalmente riposato un po’ e aver fatto il ritiro». Rapporto con Mourinho? «Ottimo. Lui è semplicemente “The special one”. Non è un caso se i giocatori non parlano
male di lui. È sempre onesto, sa come stimolare ogni atleta sia dal punto di vista mentale che fisico. Ti entra nel cuore e ti rendi conto che con lui giochi meglio, dai di più. Dopo il Mondiale sono tornato stanco e con qualche problema fisico. Non giocavo, la squadra vinceva e lui comprensibilmente non cambiava nulla. Io volevo giocare di più e allora sono partito, ma non ho mai avuto problemi con lui». Perché a gennaio ha scelto il Wolfsburg? «Questo club è proiettato al futuro. Anche se la società non dovesse investire sul mercato, resteremmo una squadra giovane. Molti quest’anno gioca-
CONTENUTO PREMIUM no per la prima volta un torneo internazionale. Non si può che migliorare. E qualcuno arriverà...». I tedeschi in Italia hanno fortune alterne: partiamo da Klose… «Per me è un giocatore e un uomo straordinario. Arrivai in nazionale a 19 anni: poteva considerarmi un antagonista, invece mi diede tantissimi consigli. Per me è stato un secondo padre. Lo è stato per tutti i più giovani, fondamentale per l’intera squadra. Non mi sorprende abbia segnato tanti gol pure quest’anno: ha una voglia matta di giocare, è malato di calcio. Per questo pure dopo il Mondiale vinto e i record raggiunti continua a impegnarsi al massimo. Ammiro tantissimo la sua intelligenza calcistica. Spero di incontrarlo l’anno prossimo in Champions». Come si spiega invece le difficoltà di Podolski e Gomez? «Andare in un campionato nuovo a gennaio non è facile. Lukas all’Arsenal giocava poco, quindi non è arrivato in buone condizioni. Contro l’Australia ha segnato: va servito nel modo giusto, noi in nazionale sappiamo come fare, i compagni all’Inter forse no. Mario invece... dispiace abbia avuto infortuni gravi e non abbia mostrato tutte le sue qualità. Ma qualche gol pesante per la Fiorentina lo ha segnato: visti i tanti problemi è significativo».
IL SUO WOLFSBURG HA GIÀ ELIMINATO L’INTER «SQUADRA INSICURA» E NEI QUARTI HA UN TIMORE: «HIGUAIN» Mai stato vicino a un club di A? «Ho avuto un contatto prima di passare al Chelsea (probabilmente con l’Inter, ndr). I Blues erano però l’unica società per la quale fin da piccolo avrei voluto giocare. Il calcio inglese, Londra, quel colore così intenso e quel quartiere così elegante. Era un sogno, non potevo rifiutare». Capitolo Mondiale: più forte l’emozione per i due gol al Brasile o per l’assist a Götze in finale? «Quella al fischio finale. Certo che fa piacere segnare e fare assist, ma nulla è paragonabile al fischio finale. Quella sera resterà irripetibile nella realtà come nella fantasia». © RIPRODUZIONE RISERVATA
L'IDENTIKIT ANDRÉ SCHÜRRLE «KLOSE È COME UN SECONDO PADRE SEGNA PERCHÉ VIVE DI CALCIO»
NATO IL 6 NOVEMBRE 1990 A LUDWIGSHAFEN (GERMANIA) RUOLO ATTACCANTE ALTEZZA 183 CM PESO 74 KG
«MOURINHO TI ENTRA NEL CUORE, È DAVVERO UNO SPECIAL ONE» ANDRÉ SCHÜRRLE ATTACCANTE WOLFSBURG
prio usare. «E sono ancora scarso», ammette ridendo. Con i piedi tutta un’altra storia. Doppietta al Brasile nel famoso 1-7, assist a Götze in finale. E dopo aver eliminato l’Inter in Europa League, ora sfida il Napoli. Il Wolfsburg con l’Inter ha vinto all’andata e al ritorno: aspettava di avere vita così facile? «Non è stato facile. Sono andati in vantaggio da noi e al ritorno hanno attaccato fino alla fine. Quello che manca all’Inter è la sicurezza nei propri mezzi. Hanno buone individualità e lo hanno dimostrato, ma sono sembrati un po’ timorosi. Quando si affronta l’Inter ci si aspetta una squadra più forte mentalmente». Col Napoli sarà più difficile? «Penso sia una finale anticipata. Siamo le due squadre più forti fra quelle rimaste. Sarà difficile in trasferta, per questo dobbiamo vincere in casa. Lì l’ambiente è caldissimo».
Esterno offensivo, cresciuto nel Mainz, ha debuttato in Bundesliga nel 2009 (nella foto, André nella «boy band» tra compagni di cui si parla nell’intervista). Dopo due stagioni nel club «madre» viene ingaggiato dal Leverkusen, dove resta fino al 2013. In quell’estate José Mourinho lo chiama al Chelsea, che sborsa 22 milioni per avere il tedesco. Una stagione e mezza a Londra, quindi il ritorno in patria, per 32 milioni di euro, al Wolfsburg, club con il quale a gennaio ha firmato un contratto fino al 2019. Con la Germania (ha segnato 17 gol in 44 presenze) ha vinto il Mondiale in Brasile nel 2014. LA CARRIERA NEI CLUB MAINZ 2009-2011 BAYER LEVERKUSEN 2011-2013 CHELSEA 2013-dicembre 2014 WOLFSBURG da gennaio 2015
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Higuain? No, Benitez vive di difesa
1Il Napoli ha preso meno gol europei delle altre sette in corsa. E con il Wolfsburg fiducia a Koulibaly NAPOLI
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elle otto qualificate ai quarti di finale di Europa League, soltanto lo Zenit ha subito meno gol del Napoli in questa manifestazione (uno in quattro partite), ma la squadra di Villas Boas ne ha beccati sei in Champions in altrettante gare. Di conseguenza, gli azzurri con appena quattro reti al passivo in dieci partite europee (uno nelle ultime sette) possono vantare la miglior difesa tra le pretendenti alla vittoria finale. Un dato in assoluta controtendenza con il preliminare Champions contro l’Athletic Bilbao (quattro gol al passivo in 180’), ma soprattutto con quanto espresso dal Napoli in campionato dove Rafael ed Andujar hanno incassato la bellezza di 37 gol in 30 giornate. Il Napoli è addirittura la decima difesa italiana e condivide questa scomoda posizione con Inter e Milan. PALLE INATTIVE I numeri non spiegano questa incredibile differenza di rendimento, dettata probabilmente anche dal fatto che le avversarie incontrate sin qui in giro per l’Europa dal Napoli non sono state di altissimo livello e, soprattutto, si sono dimostrate tatticamente meno preparate di molte formazioni del nostro campionato. Difficilmente il Napoli in Europa League è stato beccato in contropiede (è accaduto solo a Berna in occasione del gol del 2-0 dello Young Boys) mentre in un paio di circostanze ha preso gol su palla inattiva (contro Sparta Praga e Dinamo Mosca). In tal senso, Benitez ha lavorato sodo in questi giorni di ritiro a Castelvolturno, mentre ieri in sede si è visto Edu Vargas, ancora di proprietà azzurra: per lui scongiurata l’operazione dopo l’infortunio al ginocchio con il Qpr. Sempre ieri, doppia seduta intervallata da un pranzo a base di asado, con alla griglia i sudamericani. Messi sotto la lente di ingrandimento proprio gli schemi da calcio piazzato del Wolfsburg. Naldo è un ottimo colpitore di testa, Ricardo Rodriguez con il mancino disegna traiettorie micidiali. I tedeschi fanno
PROGRAMMA E ARBITRI
Lahoz per Rafa Marciniak dirige la Fiorentina ● Questo il programma completo dei quarti di Europa League: domani alle 21.05 le quattro partite di andata. Dinamo Kiev-Fiorentina arbitro Marciniak (Pol) Bruges-Dnipro arbitro Skomina (Slo) Siviglia-Zenit arbitro Nijhuis (Ola) Wolfsburg-Napoli arbitro Mateu Lahoz (Spa) Nei fine settimana il Wofsburg ha vinto ad Amburgo e il Siviglia ha pareggiato 2-2 con il Barcellona: i risultati migliori con la vittoria del Napoli. Lo Zenit ha fatto 1-1 con il Rubin Kazan ma gli 8 punti sulla seconda restano un buon margine. Un pareggio in Ucraina anche per la Dinamo Kiev, con lo Zorya, e il Dnipro, con il Metalist Kharkiv. . Una sola sconfitta, per il Bruges contro il Courtrai. Le partite di ritorno, ovviamente a campi invertiti, giovedì 23 aprile.
PAROLA ALLA DIFESA Rafa ha messo in guardia i suoi. Sono vietati cali di concentrazione, specie se si vuole tornare presto a casa. Il ritiro proseguirà, salvo sorprese, almeno fino alla sfida di campionato con il Cagliari mentre oggi, temporaneamente, verrà sospeso il silenzio stampa per non incappare nella salatissima multa Uefa. Benitez
potrà così difendersi dalla critiche (come avrebbe voluto fare già prima di Napoli-Fiorentina) e poi preparerà la sua difesa anche in campo durante la rifinitura. Domenica il Napoli ha fermato l’emorragia di gol subiti nell’ultimo periodo complice il fatto che i viola nel primo tempo non avessero un centravanti di ruolo ma anche grazie al rientro di Koulibaly e Strinic. Quest’ultimo, seppur aggregato al gruppo, non sarà disponibile perché non in lista Uefa (ha già giocato con il Dnipro). Al suo
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paura lì davanti perché hanno qualità e fisicità. In Europa League hanno segnato già ventuno reti.
Gianluca Monti
Kalidou Koulibaly, 23, titolare con la Fiorentina dopo 21 giorni LAPRESSE
● Il Napoli ha subito solo 4 gol in Europa League: 1 da Sparta Praga e Dinamo Mosca, 2 dallo Young Boys. Ne aveva presi 4 nel preliminare di Champions
● Lo Zenit ha concesso un solo gol in quattro gare di Europa League, a Glik. Considerando anche la Champions, preliminari esclusi, però il conto sale a 7
posto ci sarà uno tra Ghoulam e Britos (Zuniga è infortunato) mentre difficilmente Benitez rinuncerà a Maggio e Albiol. Importante dare protezione alla retroguardia con un centrocampo da battaglia. David Lopez, squalificato in campionato, dovrebbe partire titolare con al fianco uno tra Inler e Gargano. ESODO Per il resto, tanti dubbi e poche certezze tra trequarti e attacco. Di sicuro, invece, al seguito degli azzurri ci sarà un folto gruppo di tifosi. Circa 1300, la metà provenienti da Napoli. Anche il presidente De Laurentiis dovrebbe essere al fianco della squadra e sarebbe la sua prima trasferta europea quest’anno. Una ulteriore dimostrazione dell’importanza che riveste la partita con il Wolfsburg. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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MERCOLEDÌ 15 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Europa League R Domani i quarti
MERCOLEDÌ 15 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
La Fiorentina di Coppe ritrova il suo sergente Pizarro dice signorsì 1A oltre un mese dall’infortunio, con la Dinamo Kiev
torna il regista cileno leader in campo e nello spogliatoio
Giovanni Sardelli FIRENZE
T
orna il leader maximo. Oltre un mese dopo l’ ultima apparizione da titolare. Infortuni, ricadute, precauzioni. Tutto ha influito nella prolungata assenza di David Pizarro: cervello di una viola che conosce e padroneggia ormai come Valparaìso, luogo che lo ha visto nascere quasi 36 anni fa. Non gioca dal primo minuto dallo scorso 12 marzo, andata dell’ ottavo di finale di Europa League contro la Roma. Un problema muscolare lo mise k.o. alla fine del primo tempo. Guarire è stato più complicato del previsto, ma domani a Kiev il centrocampo sarà roba sua. CARISMA La Fiorentina si è avvitata su sé stessa, un tilt mentale difficile da spiegare arrivato oltretutto nel momento chiave della stagione. Per scacciare i fantasmi servono i migliori. Quelli che uniscono alle qualità in campo delle naturali doti di leadership e personalità. Identikit perfetto del Pek, cileno tut-
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● I marcatori diversi della Fiorentina: David Pizarro, che rientra dopo l’infortunio, non ha ancora segnato, ma è sempre una roccia a centrocampo
to tecnica e temperamento che ha fatto le fortune della Viola targata Montella. «Il problema di Pizarro è che quando lo hai in squadra non puoi più fare a meno di lui» disse l’Aeroplanino sul regista. Contro Roma (Europa League), Milan e Sampdoria la Fiorentina ha sorriso anche senza il Pek. Con l’Udinese è an-
David Pizarro, 35 anni, cileno, a Firenze dal 2012 ANSA
data così così. Contro la Juve è arrivato il tracollo. Sotto nel punteggio a Napoli, Montella lo ha ributtato nella mischia a gara in corso. Ma la partita ormai era indirizzata ed il tonfo non evitabile. SU E GIU’ Gli anni passano: le presenze, equazione piuttosto logica nel calcio, diminuiscono. L’uso dell’arma Pek è stato centellinato da Montella al fabbisogno. Nelle trenta partite di campionato disputate fino ad ora, Pizarro è partito titolare appena 14 volte, meno della metà. Ventuno le presenze totali nel campionato in corso. Ventinove considerando anche le Coppe. Il cileno è fra i pochi a non essere ancora riuscito ad andare in gol (i viola hanno segnato con 21 marcatori diversi). Ma fare a meno di lui non è mai semplice.
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RINNOVI E DINTORNI
Pasqual eterno: c’è il sì fino al 2016 Aquilani in uscita FIRENZE
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iola a vita. Manuel Pasqual ha rinnovato con la Fiorentina fino al 2016. Prolungamento annuale (e ingaggio che rimane sul milione di euro) che soddisfa le parti e anticipa un rinnovo che sarebbe diventato automatico con la ventesima presenza da 45 minuti. L’importanza del calciatore è tale da imporre un segnale diverso. Ingiusto arrivare a un prolungamento formale scattato con i bonus. Meglio autografare accanto al ds Pradè e al consigliere Mencucci. Pasqual, classe 1982, è a Firenze dal 2005. In viola ha già toccato le Alberto Aquilani GETTY IMAGES 330 presenze (10° assoluto nella storia viola): 10 le reti realizzate.
ROJA E RICADUTE L’infortunio muscolare subìto contro la Roma sembrava poter essere risolto in breve tempo e la convocazione in Nazionale di fine marzo è stata comunque salvaguardata. Rapporto complicato quello di Pizarro con il Cile. Prima le gioie, con l’esordio nel febbraio del 1999 ed il bronzo olimpico a Sydney 2000. Poi il ritiro nel 2005 ed 8 anni di assenza dalla Roja. Fino al rientro del giugno 2013. Durato un lampo (e addio convocazione per il Mondiale in Brasile). Qualche settimana fa ci ha riprovato. Ventisette minuti in campo contro l’Iran, zero a Londra (avversario il Brasile di Dunga). Anche perché il fisico ha ceduto di nuovo. Una ricaduta che lo ha riportato in campo nel secondo tempo di Napoli. Ora sta bene, domani tocca a lui. I compagni si fidano, allenatore e società idem. C’è una rinascita da guidare ed un turno europeo da superare.
MACIA OUT, ANGELONI IN Nel quadro di ristrutturazione dirigenziale, dopo l’addio del d.t. Eduardo Macia (andato al Betis), potrebbe presto esserci un nuovo ingresso. Trattasi dell’ex capo osservatore di Udinese e Inter, Valentino Angeloni, in uscita dal Sunderland.
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AQUILA A D’AMICO Opposta la situazione di Alberto Aquilani. Anche il numero 10 viola ha il contratto in scadenza a giugno, ma le speranze di trovare un nuovo accordo sono ridotte al lumicino. Da qualche settimana Aquilani ha lasciato il suo storico agente, Franco Zavaglia. Decidendo di affidarsi ad Andrea D’Amico. Il nuovo procuratore si sta muovendo a 360 gradi, consapevole che il prolungamento con la Fiorentina è quasi impossibile.
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Serie A R I conti tornano
MERCOLEDÌ 15 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
LA TOP 5: I PEZZI PREGIATI DI CASA FERRERO
CLASSIFICA
MANOLO GABBIADINI
SAMUEL ETO’O
ROBERTO SORIANO
EDER
attaccante
attaccante
centrocampista
attaccante
+5
13*
8
0** anni 23
valore inizio stagione
+4
4
valore attuale
+3,5
8
+2,5
10
5,5 anni 24
7,5 anni 28
anni 23
differenza Valori in milioni di euro * prezzo al quale è stato ceduto al Napoli a gennaio ** ingaggiato a gennaio da svincolato GAZZETTA DELLO SPORT
Mihajlovic come Re Mida Con lui la Samp vale oro
1Da Eto’o a Soriano, l’effetto Sinisa non si vede solo in campo:
il potenziale economico della rosa è cresciuto di quasi 30 milioni
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sciuto di oltre ventisei milioni, dai novanta circa (91,8) iniziali. Più o meno, il valore della Ferrari 250 Testa Rossa del ’57 appartenuta a Stirling Moss, battuta all’asta per una cifra simile due mesi fa.
UN PASSO ALLA VOLTA Soprattutto dall’estate scorsa a oggi, dopo avere gettato la base della rinascita nel campiona to scorso, Mihajlovic ha trasformato letteralmente i giocatori, vecchi e nuovi, portandoli a una maturità prima sconosciuta. Sempre. Autostima all’ennesima potenza. Con quale esito? E’ aumentato, esponenzialmente, anche il loro valore di mercato. Il nostro è soltanto un gioco, certo, ma secondo le stime ufficiose il valore della rosa — al di là delle singole situazioni contrattuali e senza considerare il discorso legato alle clausole rescissorie — è cre-
RIGORE E’ anche una questione di chimica, perché Mihajlovic ci ha sempre messo la faccia, nella buona e nella cattiva sorte, e il fatto non è passato inosservato. Di più: ha introdotto e imposto una disciplina quasi militare nello spogliatoio, ma la strategia ha pagato. Il rischio era che non tutti lo seguissero, ma con Sinisa — ovunque lui sia stato ad allenare — sei fuori, se non lo segui. I risultati hanno fatto il resto, trasformando la Sampdoria di oggi in un gruppo che può guardarsi intorno (e indietro, con riferimento alla classifica) con la consapevolezza di poter decidere del proprio destino. E di questi tempi, specie nella ex nobiltà del calcio, leggi Milan e Inter, non è aspetto da sottovalutare.
Filippo Grimaldi IL SALDO
GENOVA
26,6
Il saldo teorico delle plusvalenze doriane se il club cedesse i giocatori in rosa. Nel conto è incluso l’affare Gabbiadini
LA SITUAZIONE GIOCATORE RUOLO VALORE ATT. ETO’O A 4 SORIANO C 8 EDER A 8.5 OBIANG C 10 DE SILVESTRI D 5.5 ROMAGNOLI D 6.5 VIVIANO P 5.5 SILVESTRE D 3.8 REGINI D 2.9 OKAKA A 6 PALOMBO C 2.5 RIZZO C 1.8 ROMERO P 4.5 DUNCAN C 4.5 WSZOLEK A 1.5 CACCIATORE D 1 MESBAH D 1.3 MURIEL A 10.5 MUÑOZ D 4 ACQUAH C 3 CORREA C 4
DIFF. +4 +3.5 +3 +2.5 +2 +1.7 +1.5 +1.3 +1.1 +1 +1 +0.8 +0.5 +0.5 +0.5 +0.4 +0.3 +0 +0 +0 -4
esilienza. E’ la capacità di adattamento alle avversità mutuata nelle persone con un fenomeno simile a quello che avviene nei materiali. In altre parole: reagisco. Mi piego, ma non mi spezzo. La nuova Samp nasce da questa parolina magica, che sta alla base della crescita impressionante del gruppo di Sinisa. Prima di tutto a livello di testa: l’accresciuta resa in campo e l’elevato rendimento in fatto di risultati ne sono infatti una conseguenza.
Sinisa Mihajlovic, 46 anni REUTERS
QUASI AMICI Un burbero (benefico): Sinisa è anche questo. Il tempo e l’esperienza lo hanno fatto diventare anche un fine psicologo. Dà e prende, chiede e restituisce, ma alla fine il saldo è sempre in attivo: i giocatori lo sanno. E i risultati sono evidenti: in attesa di veder esplodere Correa, giocatori già affermati come Pedro Obiang e Roberto Soriano sono diventati ambiti sul mercato, Emiliano Viviano ha ritrovato a Genova la migliore condizione. Anche Romero è riuscito a mettersi in mostra, quando Mihajlovic gli ha dato spazio. Il pentatleta De Silvestri ha avuto la meritata consacrazione, Romagnoli (e pazienza se a giugno farà festa Sabatini riportandolo alla Roma) ha trovato la continuità che cercava, Silvestre ha cancellato un passato a tratti buio, Eder — nuovo idolo dopo il felicissimo debutto azzurro — è oggi insieme a Palombo l’elemento più affidabile della rosa sampdoriana, a cui la società vorrebbe affidare le chiavi dell’attacco per gli anni futuri. Poi c’è Gabbiadini: la torta della cessione è stata divisa fra i blucerchiati e la Juventus, ma il grande merito della sua esplosione e della ricca cessione a De Laurentiis è figlio del lavoro di Sinisa. Per non parlare di Eto’o. E’ sbarcato a Bogliasco con la sua bacheca gonfia di trofei e quell’aria un po’ snob di chi pena di poter comandare. Mihajlovic ha impiegato dieci giorni per riportarlo sulla terra. Questa è la Samp, terra di miracoli. © RIPRODUZIONE RISERVATA
IL RECUPERO DI MARASSI
«Azienda da 25 milioni» Parma, la partita è doppia Genoa, Gasp fa 400 da pro 1Ieri è arrivata la
stima dei periti, oggi è atteso l’ok dei curatori all’esercizio provvisorio del club Alessio Da Ronch Sandro Piovani
L’
ultima in classifica batte la Juve e qualcuno parla di possibile miracolo salvezza. Ma il calcio del Parma, purtroppo, non è solo giocato. Anzi. Ieri è arrivata la valutazione del club: «valore complessivo attribuito all’azienda collocato in un range tra 20 e 25 milioni di euro. Tra le componenti più rilevanti, i diritti pluriennali relativi ai calciatori professionisti, valutati tra 13,6 e 15,5 milioni di euro e il
settore giovanile tra 4,7 e 6,2 milioni di euro. Al marchio “Parma F.C.” è stato attribuito un valore tra 1,5 e 2,5 milioni di euro». Il comunicato spiega anche che «la valutazione non considera il debito sportivo né eventuali incentivi quale il paracadute retrocesse». Questa la valutazione degli esperti Buttignon e Marrani, ma sarà poi il giudice a stabilire l’effettiva base d’asta. Oggi altro passaggio importante: i curatori fallimentari Anedda e Guiotto si dovranno esprimere sulla possibilità che il club prosegua nel suo cammino, almeno sino alla fine della stagione. Un passaggio, quest’ultimo, che sembra scontato visto il lavoro importante fatto dai curatori, soprattutto nella raccolta di fondi attraverso nuovi sponsor. SI GIOCA E meglio parlare di calcio giocato: stasera c’è la trasferta contro il Genoa. «Affron-
In alto il tecnico del Genoa Gian Piero Gasperini, 57 anni, sotto Roberto Donadoni, 51 ANSA
SQUADRE
PT
JUVENTUS LAZIO ROMA NAPOLI FIORENTINA SAMPDORIA TORINO MILAN GENOA INTER PALERMO SASSUOLO CHIEVO UDINESE EMPOLI VERONA ATALANTA CESENA CAGLIARI PARMA (-3)
70 58 57 50 49 49 43 42 41 41 38 35 35 34 33 33 29 22 21 16
centrocampista
+3
8,5
4,5 anni 34
PEDRO OBIANG
tiamo giornata dopo giornata – spiega Donadoni - sapendo comunque che ci sono difficoltà. Faremo il nostro dovere fino in fondo». Intanto chi si sta mettendo in mostra è il giovane Mauri, italoargentino arrivato a Parma poco più che quattordicenne e sabato, a soli 18 anni, autore del gol vittoria contro la Juventus. «La sua storia non va riassunta in un gol, Josè è un ragazzo giovane che deve fare ancora tanta strada – ribatte Donadoni - Ma deve ancora crescere e sacrificarsi molto. Questo discorso vale per tutti». 400 Il Genoa non sbaglierà atteggiamento contro il Parma ultimo in classifica. Gasperini, che stasera raggiunge le 400 panchine da professionista, ha preparato la sfida nei minimi particolari: allenamenti a porte chiuse, turn over zero, con una sola sicura mossa diversa rispetto al successo sul Cagliari: Bergdich al posto dell’affaticato Marchese. Niang e Rincon confermati, con Borriello e Kucka ancora in panchina. Burdisso è in vantaggio su Izzo. In più il tecnico ha convocato Perin, non ancora a posto ma già tornato ad allenarsi con intensità. Nessun particolare è stato trascurato per inseguire ancora il sogno di un posto in Europa. © RIPRODUZIONE RISERVATA
GENOA
(3-4-3)
PARMA
(3-5-2)
PARTITE
RETI
G
V
N
P
F
S
30 30 30 30 30 30 30 30 29 30 30 30 30 30 30 30 30 30 30 29
21 18 15 14 13 12 11 10 10 10 9 8 9 8 6 8 6 4 4 5
7 4 12 8 10 13 10 12 11 11 11 11 8 10 15 9 11 10 9 4
2 8 3 8 7 5 9 8 8 9 10 11 13 12 9 13 13 16 17 20
57 58 41 50 43 38 35 44 40 46 42 36 22 33 30 36 26 28 35 24
15 28 22 37 34 31 32 37 34 37 44 45 31 41 36 54 41 53 58 54
CHAMPIONS PRELIMINARI DI CHAMPIONS EUROPA LEAGUE RETROCESSIONI
PROSSIMO TURNO SABATO 18 APRILE SAMPDORIA-CESENA ore 18 JUVENTUS-LAZIO ore 20.45 DOMENICA 19 APRILE, ore 15 SASSUOLO-TORINO ore 12.30 CHIEVO-UDINESE EMPOLI-PARMA PALERMO-GENOA ROMA-ATALANTA CAGLIARI-NAPOLI ore 18 INTER-MILAN ore 20.45 LUNEDÌ 20 APRILE, ore 20.45 FIORENTINA-VERONA
(1-1) (3-0) (1-0) (1-1) (2-0) (1-1) (2-1) (3-3) (1-1) (2-1)
MARCATORI 17 RETI Tevez (2, Juventus). 16 RETI Icardi (3, Inter); Menez (8, Milan). 15 RETI Toni (3, Verona). 13 RETI Higuain (2, Napoli); Dybala (3, Palermo). 11 RETI Quagliarella (2, Torino). 10 RETI Gabbiadini (Napoli; 7 nella Sampdoria); Di Natale (Udinese). 9 RETI Felipe Anderson e Klose (Lazio); Callejon (Napoli); Eder (1, Sampdoria); Berardi (5, Sassuolo); Thereau (Udinese). 8 RETI Mauri (Lazio); Ljajic (1, Roma); Zaza (1, Sassuolo). 7 RETI Paloschi (Chievo); Maccarone (1, Empoli); Babacar (Fiorentina); Iago Falque’ (1, Genoa); Matri (7 nel Genoa), Morata e Pogba (Juventus); Djordjevic e Parolo (Lazio); Destro (Milan; 5 nella Roma); Vazquez (Palermo); Glik (Torino).
TACCUINO SASSUOLO
Rinnovi ok per Brighi Magnanelli e Gazzola ● (l.p.-n.s.) Tempo di rinnovi al Sassuolo. Tutto fatto per il capitano Francesco Magnanelli e l’esterno Marcello Gazzola (2017). Allungano sino al 2016 Alberto Pomini e Matteo Brighi. Lavori in corso anche per Simone Missiroli (scadenza nel 2016), che il club vorrebbe blindare per altri due anni.
OGGI ore 18.30 ARBITRO Gavillucci
PRIMAVERA
23 LAMANNA 14 RONCAGLIA 21 EDENILSON
8 BURDISSO
88 RINCON
24 IAGO
91 18 BERTOLACCI BERGDICH
11 NIANG 88 CODA
4 DE MAIO
10 PEROTTI 10 BELFODIL
18 23 80 8 26 GOBBI NOCERINO JORQUERA MAURI VARELA 28 FEDDAL
6 LUCARELLI
2 CASSANI
83 MIRANTE
Spinte all’arbitro Sei turni di stop ● Il Giudice della Primavera ha squalificato per 6 turni Daniele Sarzi Puttini (Carpi): espulso con la Pro Vercelli, aveva insultato e spintonato l’arbitro. Fermati per un turno altri 19 giocatori. Oggi recupero di campionato: la Fiorentina ospita il Trapani (ore 15).
UNDER 19 DONNE
Euroqualificazioni Italia eliminata
GENOA PANCHINA 1 Perin, 39 Sommariva, 2 Tambè, 5 Izzo, 15 Marchese, 33 Kucka, 38 Mandragora, 93 Laxalt, 16 Lestienne, 19 Pavoletti, 22 Borriello. ALL. Gasperini. BALL. Niang-Borriello 55-45%, Burdisso-Izzo 60-40%, Edenilson-Tambè 70-30%. SQUAL. nessuno. DIFFIDATI Burdisso, Niang, Kucka, Roncaglia. INDISP. Ariaudo (40 giorni), Tino Costa (20).
● (m.cal.) Anche l’U17 donne dice addio alla qualificazione all’Europeo: a Siena, azzurrine k.o. 5-0 con la Germania e 3° posto finale nel girone.
PARMA PANCHINA 22 Iacobucci, 91 Bajza, 27 Santacroce, 15 Costa, 58 Esposito, 31 Mariga, 3 Lila, 21 Lodi, 40 Erlic, 20 Taider, 17 Palladino, 5 Ghezzal. ALL. Donadoni. BALL. Coda-Palladino 55-45%, Feddal-Costa 55-45%, Cassani-Santacroce 5545%. SQUAL. Mendes (1). DIFFIDATI Lodi, Feddal, Costa. INDISP. Galloppa e Prestia (da verificare).
L’Università di Udine omaggia Bruno Pizzul
TV Sky Supercalcio HD e Sky Calcio 2 HD; Premium Calcio, Premium Calcio HD.
LAUREA AD HONOREM
● (a.fr.) L’Università di Udine consegnerà il 29 aprile una laurea ad honorem in «Comunicazione integrata» a Bruno Pizzul, storico telecronista della Rai.
Serie A R Il caso
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LA RICHIESTA DEI PM
L’omicidio di Ciro: «Processate De Santis» Un’immagine della Curva Sud, che domenica resterà chiusa per l’esposizione di quattro striscioni contro la mamma di Ciro Esposito e reiterati cori di discriminazione territoriale FORNASARI
Roma, l’attacco ultrà a Pallotta «Domenica disertate lo stadio»
1Alla vigilia del via alla campagna abbonamenti, l’ala del tifo più duro insulta il presidente
«Non hai tutelato e hai offeso la Sud». E c’è allarme per il doppio derby Primavera di Coppa Massimo Cecchini ROMA
S
cherzi del destino, o forse no. Proprio alla vigilia del giorno in cui la Roma apre la campagna abbonamenti (prelazione per i rinnovi da oggi al 21 maggio), gli ultrà della Nord – di concerto con quelli della Sud – attaccano a testa bassa James Pallotta, invitando «i veri tifosi giallorossi» a non andare domenica allo stadio in segno di solidarietà con i supporter della Curva Sud, chiusa per via dei cori discriminatori e dell’esposizione di 4 striscioni contro Antonella Leardi, madre di Ciro Esposito, il tifoso del Napoli ucciso da un ex ultrà della Roma. Il presidente giallorosso non è stato tenero contro i propri ultrà, chiamandoli «stronzi e fottuti idioti» e non appellandosi alla decisione del giudice sportivo. Un’azione benedetta ieri anche dal presidente federale Carlo Tavecchio e Fabio Capello (vedi accanto), Azione che giunge tra l’altro a pochi giorni di distanza dalla pubblica arringa rivolta ai giocatori dell’Atalanta (prossimo avversario) da un capo ultrà, senza che ci siano state – fanno notare a Roma – dissociazioni di sorta. Come dire, culture sportive diverse. VOLGARITÀ E RETORICA A Roma, comunque, il comunicato ultrà (scritto «virtualmente» su un abbonamento degli anni
Trenta) ha fatto rumore. Depurato dalla solita retorica, oltre all’invito al boicottaggio, i punti chiave sono questi: «...quando nelle palle di tuo padre non c’era ancora traccia di te, noi stavamo a Torino per un Roma-Milan che sancì la nostra unica retrocessione. Quando ti emozionavi con i tuoi Boston Celtics... noi piangevamo per la nostra Roma-Liverpool. A 53 anni sei diventato proprietario della nostra Roma e per prima cosa hai modificato lo stemma facendo tante belle promesse a cui abbiamo creduto. Nel frattempo, su tutti i campi, noi tifosi della Roma venivamo come sempre insultati con cori e striscioni, di cui mai ci siamo lamentati perché in fondo è il gioco delle parti ed il calcio non è quello sport con un canestro e un megaschermo che dice a dei giullari sugli spalti quando e come applaudire. Però ti sei permesso di dare dei “fottuti idioti” a 14 mila tifosi e di non tutelare chi anticipatamente ti ha pagato facendo il gioco dei moralisti del nuovo millennio che da sempre fanno le pulci solo alla Roma e ai suoi tifosi. È anche per questo che siamo arrabbiati con te... Meglio essere “fucking idiots”, piuttosto che “fucked idiots”». Le imprecisioni sono evidenti. Al netto dell’ignoranza sul basket e degli eleganti anglicismi, in realtà Pallotta ha insultato solo coloro che avevano esposto gli striscioni e non certo i 14.000 della Sud, molti dei quali si sono dissociati dagli ultrà.
TESSERE: LINEA DURA Proprio per questo da Trigoria rispondono chiaramente: «Quel comunicato per noi non esiste». E in fondo la decisione di non rinviare l’apertura della campagna abbonamenti (che avrà aumenti non elevati), nonostante avvenga nella settimana del sorpasso della Lazio, è il messaggio più chiaro. Anzi, la proprietà Usa punta ad arrivare a quota 30.000 tessere (ora sono circa 26.000), in attesa che il nuovo stadio permetta di alzare i prezzi in stile Premier, così da espellere definitivamente i teppisti e conservare solo la parte migliore del tifo. ALLARME DERBY Ma lo stato di fibrillazione del momento potrebbe creare effetti collaterali, visto che il 24 aprile e il primo maggio si giocherà all’Olimpico la doppia finale di Coppa Italia Primavera proprio tra Roma e Lazio. La vendita dei biglietti comincia domani e al momento è libera. Ovvero, il rischio che gli ultrà delle opposte fazioni possano approfittarne per scontrarsi non è remoto, tant’è che oggi della questione ne discuterà anche l’Osservatorio del Viminale. C’è quindi la possibilità che si possa aprire solo ai possessori di tessere del tifoso propriamente dette, anche se questo svuoterebbe ulteriormente lo stadio. Questo d’altronde è lo stato del calcio italiano al momento. Il groppo in gola è d’obbligo. © RIPRODUZIONE RISERVATA
LO STRISCIONE DELLA VERGOGNA Ecco lo striscione esposto a Trigoria dagli ultrà romanisti contro il presidente giallorosso Pallotta due giorni fa MANCINI
LO STRISCIONE CONTRO PALLOTTA PUNTO DI NON RITORNO PER TUTTI
LA CHIUSURA DELLA SUD PROVVEDIMENTO ESEMPLARE
MAI GIUDICATI DA PERSONE CON LA FEDINA PENALE NON PULITA
BISOGNEREBBE VIETARE GLI STRISCIONI IN TUTTI GLI STADI
FABIO CAPELLO C.T. DELLA RUSSIA
CARLO TAVECCHIO PRESIDENTE FEDERCALCIO
LA CURIOSITA’
1Parte sempre forte la squadra di Pioli Prima calava nella ripresa, ora no Ma con la Juve out De Vrij e Cavanda
ROMA
F
ast and furious. Tra i tanti appellativi che la Lazio di Pioli sta collezionando c’è anche questo. Fast and furious perché, come i protagonisti dell’omonima saga cinematografica, questa Lazio ha una fretta tremenda di chiudere le pratiche. La Pioli band non temporeggia aspettando di trovare il varco giusto, non lavora ai fianchi l’avversario in attesa di colpirlo. No, lo affronta a viso aperto sin dalle prime battute e, molto spesso, riesce a castigarlo subito. Già nella prima mezzora di gioco, al più tardi entro la fine della prima frazione.
Davide Stoppini ROMA
I
l passaggio è molto più simbolico che sostanziale. Ma tant’è: 293 giorni dopo la morte di Ciro Esposito, 346 dopo il suo ferimento, per Daniele De Santis è scattata la richiesta di rinvio a giudizio da parte della procura di Roma. Non c’era dubbio alcuno in merito: ora la palla passa al gup, che il 28 aprile esaminerà la richiesta. Cinque i capi d’accusa: omicidio volontario, tentato omicidio, rissa aggravata, lesioni volontarie, porto d’ami abusivo e lancio di materiale esplosivo. Ma «Gastone» non è l’unico a viaggiare verso il rinvio a giudizio: sono infatti accusati di rissa aggravata anche Gennaro Fioretti e Alfonso Esposito, i due tifosi napoletani (feriti anch’essi dagli spari) che insieme con Ciro Esposito si scagliarono contro De Santis. Stralciate invece le posizioni di altri 4 ultrà romanisti che avrebbero aiutato De Santis. RICOSTRUZIONE Negli atti di fine indagine, c’è la ricostruzione. Il festino a base di sesso e coca di De Santis, poi l’assalto al bus dei napoletani e la... «risposta»: Ciro, insieme con Gennaro Fioretti, Alfonso Esposito e Adriano Cammisa, è il primo a raggiungere Gastone. I loro telefonini, secondo il rapporto Digos, sono in contatto con quelli di alcuni ultrà della curva B del San Paolo, tutti con precedenti penali. Poi lo scontro, fino ai colpi sparati da terra da De Santis. © RIPRODUZIONE RISERVATA
L’EX BIANCOCELESTE
La Lazio va di fretta: vince nei primi tempi Stefano Cieri
Daniele De Santis, 49 anni
PARTENZE SPRINT E’ il dato che si ricava analizzando le ultime otto vittorie (consecutive) dei biancocelesti. In cinque casi la Lazio ha sbloccato il risultato e ipotecato la vittoria nel primo tempo. E’ accaduto domenica con l’Empoli, ma all’Olimpico era successo anche con Verona e Fiorentina, e si era verificato pure a Udine e a Reggio Emilia col Sassuolo. Con il Palermo e a Cagliari la vittoria è maturata nella ripresa, ma nella prima frazione la Lazio ha comunque segnato (coi rosanero è andata all’intervallo sull’1-1 dopo essere passata in svantaggio per poi vincere 2-1; con i sardi era sull’1-0 al 45’, poi è stata raggiunta per poi chiudere la gara sul 3-1). Nel filotto di otto successi
L’esultanza di Klose, Cavanda, Candreva e Mauri domenica all’Olimpico INSIDE
di fila, quindi, solo a Torino la Lazio ha atteso la ripresa (dopo lo 0-0 del primo tempo) per mettere le mani sui tre punti. Ma già prima della serie d’oro la PioLazio aveva chiaramente manifestato la tendenza a fare in fretta. Se è vero che i 58 gol segnati sono quasi equamente divisi (28 nei primi tempi, 30 nei secondi) è altrettanto vero che nelle 18 partite complessivamente vinte la Lazio ha sem-
pre sbloccato il risultato nella prima frazione di gioco tranne in tre occasioni, con l’Atalanta e il Milan all’Olimpico e, appunto, a Torino col Toro. DA LIMITE A PREGIO La bravura di Pioli è stata quella di trasformare questa caratteristica da limite (meglio, da arma a doppio taglio) in pregio. Perché fino a gennaio la Lazio alternava primi tempi da favola a
Il Rapid Bucarest richiama Bergodi Oggi la firma
riprese col fiato corto. Spesso le è comunque andata bene, ma altre volte ha finito col pagare dazio. Emblematiche, a tal proposito, le partite con l’Inter a San Siro del 21 dicembre e il derby dell’11 gennaio. In entrambi i casi la Lazio era andata al riposo sul 2-0 al termine di sontuose prime frazioni di gioco per poi farsi riprendere nella ripresa sul 2-2 tanto dai nerazzurri quanto dai giallorossi. Ora, però, la Lazio è più equilibrata, riesce a dosare meglio le energie. Parte sempre forte, ma non cala nella ripresa. Proverà a farlo pure sabato sera allo Juventus stadium, anche per cancellare lo 0-3 dell’andata, in cui il rendimento laziale fu eguale nei due tempi, ma in senso negativo. Pioli deve tuttavia fare i conti con numerose assenze: De Vrij, Djordjevic e Gentiletti infortunati, Cavanda e Novaretti squalificati, Marchetti e Radu in bilico (più no che sì).
● BUCAREST Cristiano Bergodi è il nuovo allenatore del Rapid Bucarest. L’allenatore italiano, ex difensore della Lazio tra il 1989 e il 1996, era nel mirino del club già da gennaio ma l’accordo era saltato per le distanze economiche tra le parti. Reduce dall’esperienza a Brescia, Bergodi torna così al Rapid dove aveva allenato anche nel 2007 (vincendo la Supercoppa). L’ex laziale ha allenato in Romania anche National, Cluj e Steaua. Bergodi è atteso stamani a Bucarest per la firma del contratto e nel pomeriggio dovrebbe guidare il suo primo allenamento come nuovo tecnico del Rapid. «Il nostro accordo è fino alla fine della stagione. Poi, se la squadra si salverà, si parlerà di rinnovo», ha detto il patron romeno Valeri Moraru. Dopo 26 giornate, il Rapid è in zona retrocessione a 6 punti dalla salvezza. Gabriel Safta
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Serie A R Milano si accende
Un derby da Matteo Dalla Vite INVIATO AD APPIANO GENTILE (CO)
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l sopravvissuto non ci mette molto a confezionare la zattera del rilancio. I materiali per costruire un derby salvastagione sono tre. «Intelligenza, cuore e huevos». C’era Arrigo Sacchi che ragionava di «occ, pazenza e bus de cul». Gary Medel – il sopravvissuto – ci mette la ragione, il sentimento e le palle. Insomma: c’è qualcosa da mettere ad ogni latitudine del corpo. E Gary Pitbull Medel, quando pronuncia la sua frase-kombat, non ha esattamente il viso da festa. IO SO COME SI VIVE Gary è il sopravvissuto per due motivi: primo, lì in mezzo hanno girato e si sono alternati tutti tranne lui; secondo, contro il Verona erano diffidati in tre a centrocampo e lui – a differenza di Guarin e Brozovic – ha salvato la pellaccia per potersi giocare il primo derby italiano. Quello d’andata il cileno non lo giocò per squalifica. Insomma, siamo al battesimo: ma i problemi sono altri anche perché «io ho giocato nel Boca vivendo uno dei derby più sentiti del mondo, quindi so cosa significa una gara così. San Siro mette pressione? Vestiamo una maglia im-
Medel il Sopravvissuto «Inter, fuori le palle»
1Mancini non ha mai rinunciato al Pitbull: «I derby si vivono con cuore,
intelligenza e huevos. E’ la prima contro il Milan? Io ho vissuto il Boca...» portante, una delle più pesanti del mondo... Sarà un bel derby, e l’Europa è ancora possibile». COMBATTO PER IL MIO POSTO Gary Medel ha dei numeri straordinari. E non ha paura di nulla. Uscì vivo da un incidente automobilistico pauroso tanti anni fa; ha duellato (anche via twitter) con l’intoccabile Neymar nell’ultimo Brasile-Cile; se gli dici di giocare di qua e di là lo fa («Sono sempre a disposizione»); se da ogni parte viene scritto che si cerca un centrale di centrocampo (anche due...) come Touré o Thiago Motta, lui non fa smorfie, ti guarda dritto e con huevos fa: «Più la squadra si rinforza e meglio è: detto questo, la scelta di altri centrocampisti dipende dalla società ma resta certo che chiunque ar-
riverà io combatterò sempre per il mio posto». DARE DI PIÙ Secondo Gary «il Milan merita rispetto». Secondo Gary (un Chuck Norris del calcio) «se Mancini ha detto che siamo fragili e che ci sarà una rivoluzione significa che possiamo e dobbiamo dare di più». Secondo Gary «le critiche dobbiamo accettarle». Secondo Gary «nonostante Erick Thohir viva lontano, beh, c’è sempre, anche con gli sms o altri messaggi che ci fa arrivare». Gary ha portato alla Pinetina i figli e, in Italia, il suo vivere ogni gara come fosse una battaglia. «Il bello del calcio italiano? Che prima di giocare non puoi mai dire vinciamo 3-0. Tutte partite difficili qui, ma soprattutto imprevedibili».
I FIANCHEGGIATORI Il bello di Gary è la semplicità. Tipo: alla conferenza si presenta in ciabatte. Naturalezza. E visto che lui è l’intoccabile di Mancini (37 presenze fra A e Coppe), ecco che parte il toto-interni che lo affiancheranno contro il Milan: ieri il Mancio (che ha perso Campagnaro per 10 giorni a causa di una lesione di primo grado al gemello destro) ha provato il 4-3-1-2. Si è rivisto in partitella Kuzmanovic (con tutore al braccio) che a meno di lanci immediati potrebbe essere considerato alternativa di Medel a gara in corso. E allora: chi saranno i fiancheggiatori di Medel? Ad oggi, Obi ed Hernanes. Perché girano tutti attorno a lui. Dando, spera, «intelligenza, cuore e huevos». Palle. © RIPRODUZIONE RISERVATA
GARY IN CIFRE TOCCHI PER ZONA Il colore è più intenso nelle zone in cui ci sono stati più tocchi di palla Attacco
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STRATEGIE SOCIETARIE
Thohir il 26 vedrà Pisapia e Milan per definire il futuro di San Siro 1I rossoneri dovranno confermare l’uscita, andrà ridiscussa la Convenzione e all’Inter toccherà garantire 80 milioni di investimenti sul Meazza
Mario Pagliara Luca Taidelli
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genda fitta con finale dedicato al cruciale tema stadio per Erick Thohir. Il presidente dell’Inter arriverà domenica per il derby e si fermerà sino al 26 aprile, dopo aver assistito anche al match contro la Roma del 25 sera. Oltre ai vari incontri con i manager nerazzurri, al faccia a faccia con Roberto Mancini, ET - che tornerà
per Inter-Juve del 17 maggio con il dg Marco Fassone darà il via libera al rinnovo del contratto dei dirigenti del settore giovanile. Un fiore all’occhiello per il club, che non vorrà certo privarsi, in primis, del responsabile tecnico Roberto Samaden. SUMMIT A TRE Un appuntamento chiave del soggiorno milanese di Thohir sarà comunque quello con il Comune e il Milan per la questione stadio: per la prima volta, domenica, a Palaz-
zo Marino, il Sindaco Giuliano Pisapia, il suo vice Lucia De Cesaris (delegata all’Urbanistica), e l’assessora allo Sport, Chiara Bisconti, apriranno un tavolo congiunto con l’Inter (oltre a Thohir, ci sarà l’a.d. Michael Bolingbroke e forse Fassone) e con il Milan, rappresentato dall’a.d. Barbara Berlusconi e da Alfonso Cefaliello, direttore operatività stadio. Tre i punti (concatenati) da affrontare. Il primo passo spetterà al Milan: la prossima settimana, potrebbe ricevere l’ok da Fondazione Fiera per la costruzione dello stadio al Portello (di fronte a Casa Milan), e allora questa potrebbe essere la prima occasione per comunicare la decisione di lasciare il Meazza, for-
se già dal 2018.
Erick Thohir, 44 anni, presidente del’Inter dal novembre 2013 ANSA
INVESTIMENTI Il secondo step sarà pianificare la strategia di uscita del Milan dal Meazza: definire, cioè, modalità ed eventuali oneri per interrompere la convenzione che impegna i club fino al 2030 nella gestione del Meazza. Quando, nel 2012, Massimo Moratti pensava di costruire uno stadio per l’Inter, era nato un patto: chi avesse lasciato per primo San Siro non avrebbe pagato penali. Oggi, però, Thohir appare intenzionato a ridiscuterne e così il faccia a faccia servirà per cercare una nuova intensa. A cascata, il pallino passerà nelle mani di ET: il Comune di Milano attende che presenti il
suo piano per fare del Meazza una casa esclusiva dei nerazzurri. Spiegare cosa intende fare e quanto è disposto ad investire per ottenerne la proprietà con la cessione del diritto di superficie, anche per 99 anni. Scenario che al Comune piace. A patto che ET garantisca quegli investimenti che in Comune ipotizzano in non meno di 80 milioni. DERBY CON GOL Ora però testa al derby. «Sarà una sfida con molti gol» pronostica Bolingbroke. «Avrei voluto giocare quell’ultima stracittadina» fa invece il vicepresidente Zanetti, cui quella gioia fu negata da Walter Mazzarri. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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MERCOLEDÌ 15 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
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GENERALE Una cosa comunque è certa: anche se Nigel ha già la valigia pronta sul letto di Milanello, darà tutto fino all’ultimo minuto di campionato. Due frasi su tutte per capire bene il soggetto: «Alla fine ognuno di noi dovrà mettersi davanti a uno specchio e chiedersi “ho dato davvero il cento per cento per i miei compagni?»; e ancora: «Io sono l’uomo che deve prevenire il gol e intercettare palloni. E’ questo il mio mestiere». Un numero per capire ancora meglio: 1.540 palloni giocati (su 1.876 minuti in campo) dall’inizio del campionato, nessuno al Milan ne ha toccati tanti. Quattro di questi li ha pure depositati in rete, tre in campionato e uno in Coppa Italia, ed è la sua terza stagione di sempre per numero di gol. Dedicati, come ha scritto su Twitter, all’«armata rossonera». Un buon generale sa come motivare la truppa.
Il colore è più intenso nelle zone in cui ci sono stati s più tocchi di palla Attacco
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I derby di Milano giocati fin qui in partite ufficiali, escludendo le due gare del «Torneo Alta Italia» 1944
e quasi certamente se ne andrà, ma resta l’anima della squadra NIGEL IN CIFRE
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De Jong il Generale Il Milan è la sua armata
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Contrasti vinti
I PRECEDENTI
percorrere le ultime dichiarazioni di Nigel, in cui racconta di voler prima capire quale sarà il progetto rossonero e che comunque si prenderà tutto il tempo necessario per pensarci su. E dire che lo scorso novembre l’olandese spiegava di essere «contento qui a Milano» e di non vedere «problemi per il contratto».
1Spirito guerriero e un gol ogni tanto: l’olandese è in scadenza
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Marco Pasotto MILANO
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detrattori lo accusano di non fare passaggi più in là di cinque metri e ritengono delittuoso che gli allenatori lo piazzino davanti alla difesa, là dove dovrebbe stare chi lavora all’uncinetto e non alle presse. Gli ammiratori replicano che averne, di gente così nello spogliatoio e in campo, e che se in molte occasioni non ci fosse stata la punta provvidenziale del suo piedino a quest’ora il Milan avrebbe abbandonato da tempo qualsiasi ambizione europea. Probabilmente c’è un po’ di tutto questo in Nigel de Jong, fermo restando che lui non si è mai spacciato per fine dicitore e chi lo compra sa bene il prodotto
che acquista: un combattente, un leader, uno che ci mette l’anima e pure di più, uno che comunque ha giocato ottantuno volte in nazionale, è cresciuto nel settore giovanile di un club che il Milan ammette pubblicamente di avere per modello (l’Ajax), maturato in Germania (Amburgo) e soprattutto in Premier League (City, che lo pagò 17 milioni di sterline). Uno che festeggia i gol mettendosi sull’attenti e facendo il saluto militare davanti ai tifosi. Da bravo soldato. O guerriero. Fate voi, lo spirito è quello. E cioè: un olandese piuttosto atipico, ma un perfetto «animale» da derby, che proprio un anno fa il Milan portò a casa grazie a un suo gol. PARTI DISTANTI L’importanza di un giocatore peraltro è facil-
mente deducibile da quanto pesano le sue assenze. E quest’anno quando Nigel ha marcato visita sono stati problemi abbastanza seri perché Montolivo da centrale non ha convinto, tanto meno Essien. Ai tifosi milanisti piacerebbe avere un giocatore con i piedi del Monto e lo spirito di Nigel, ma siccome non si può si tengono volentieri il combattente, che ricorda tanto Gattuso e che molti rimpiangeranno da giugno in poi. Sì perché il futuro di Nigel, che è in scadenza di contratto, quasi certamente sarà altrove. Le parti sono concettualmente lontane: l’olandese vorrebbe un rinnovo con relativo aumento di stipendio (guadagna tre milioni e mezzo netti a stagione), il Milan vorrebbe ridurre l’ingaggio. La distanza è ormai chiara da un po’. Basta ri-
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L’EX ROSSONERO
Gullit: «Pippo ha bisogno di tempo, Galliani è troppo importante» 1L’olandese: «I tifosi milanisti sono viziati,
ma Inzaghi crescerà. I cinesi? Ben vengano, però Berlusconi non cederà la maggioranza»
Mauro Casadio INVIATO A SHANGHAI (CINA)
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e guarda la classifica del Milan, il suo sorriso contagioso quasi scompare. C’è poco da fare: Ruud Gullit ha ancora il cuore rossonero. Poi però osserva dov’è messa l’Inter e il suo viso torna sereno. Domenica il derbino di Milano servirà a dirci se i ragazzi di Inzaghi riusciranno a confermarsi davanti ai cugini, o se i Man-
cini boys metteranno la freccia. L’olandese, protagonista del favoloso trio (con Van Basten e Rijkaard) del Milan vincitutto a cavallo fra anni Ottanta e Novanta, è appena sbarcato in Cina per i Laureus Awards. Partiamo dall’allenatore: il club deve dare fiducia a Inzaghi? «Sì. Pippo è giovane, deve imparare. E poi non ha i campioni della Juve. Bisogna dargli tempo perché possa far vedere i frutti della sua idea di gioco».
La pazienza che il Milan invece non ha avuto con Seedorf… «Esatto, anche Clarence stava facendo bene. I milanisti sono abituati troppo bene, sono viziati. E poi Seedorf ha allenato in un periodo molto particolare, con la maretta in società, Galliani quasi estromesso…». A proposito di Galliani: è davvero indispensabile? «Sì. Sa tutto quello che succede nel mondo del calcio. Il Milan ha bisogno della sua esperienza. Il problema è che anche lui ora ha le mani legate: sono stati venduti i migliori giocatori, non ci sono più soldi…». Per trovarli, Berlusconi sembra
stia trattando la vendita di una fetta importante del club a una cordata di imprenditori cinesi. «Potrebbe essere una cosa positiva. In fondo, perché scandalizzarsi? Guardate l’Inghilterra: tante squadre sono in mano a stranieri. Credo comunque che Berlusconi alla fine si terrà la maggioranza».
IL MILAN RIPARTA DAL VIVAIO E DALLO STADIO DI PROPRIETÀ RUUD GULLIT SUL FUTURO ROSSONERO
Che futuro vede per il Milan? «Sta trovando una nuova strada, è nella direzione giusta. Tornerà al top, vedrete. I due pilastri da cui ripartire sono il vivaio, ora affidato a Filippo Galli, e lo stadio di proprietà». San Siro non le piace? «È vecchio. E spesso mezzo
vuoto. È anche una questione di soldi: il Milan sta spendendo tanto di affitto e non ha niente in mano». Se Berlusconi la chiamasse e le chiedesse di allenare il Milan, accetterebbe? «Sarei onorato. Con questo però non dico che vorrei diventare l’allenatore del Milan. Ribadisco: devono dare a Inzaghi il tempo per crescere». Un giocatore che porterebbe in rossonero, per provare a svoltare? «Non è un singolo a fare la differenza. Il Milan deve costruire una squadra». © RIPRODUZIONE RISERVATA
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MERCOLEDÌ 15 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
MATTINA 7 Gazzetta News 7.45 Gazzetta News 8 Gazzetta News 8.45 Gazzetta News 9.05 Campioni a confronto 9.30 Explorers: avventure pericolose 10.05 Extreme Fishing 11.05 Condò Confidential
12.05 The Speedgang - La banda dei motori 13 Gazzetta News 13.30 Gazzetta News POMERIGGIO 14 Gazzetta News 14.15 Tuttogol 14.45 Autogol News 15.05 Sfide senza limiti - Prima Tv
15.30 Perfection: Momenti di gloria - Prima 16.05 Extreme Fishing - Prima Tv 17.05 The Speedgang - La banda dei motori 17.45 Autogol News 18.05 Sfide senza limiti 18.30 Le nuove forze del calcio 18.45 Gazzetta News CorriAmo 19 Calciomarket 19.30 Gazzetta News
SERA 20 Gazzetta News 20.30 Gazzetta News 20.45 Autogol News 21.05 Condò Confidential 21.35 The Speedgang - La banda dei motori 22.30 Campioni a confronto 23 Gazzetta News
La sfida di San Siro anima GazzettaTv
1Gli Autogol scherzano sulla partitissima, in serata le ultime notizie e i retroscena del mercato 1
Gabriella Mancini
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ARIA DI DERBY Il pomeriggio si apre con il trio comico degli Autogol, ovvero Alessandro Iraci, Alessandro Trolli e Michele Negroni: frizzi, lazzi e soprattutto il sosia di Federico Buffa che ci racconterà il derby Inter-Milan di domenica sera con il suo linguaggio forbito. L’appuntamento è per le 14.45 con replica alle 20.45. Nel pomeriggio Sfide senza limiti ci conduce in Antartide, sulla cresta nord orientale del monte Ulvetanna, una sfida che sfiora l’impossibile. Alle 15.30 torna l’appuntamento con Perfection: Momenti di gloria riproporrà la storica impresa dello straordinario cestista statunitense LeBron James nelle finali Nba, il record mondiale della saltatrice russa Yelena Isinbayeva e il Mondiale ‘86 firmato da Diego Armando Maradona. E ancora, puntata esotica di Extreme fishing che ci accompagna nella caotica Bangkok. Poi linea ai motori. Alle 17.05 debutta la seconda stagione di The Speedgang - La banda dei motori: David Coulthard sfida Raimund Baumschlager e Dieter Quester prova la macchina elettrica più veloce del mondo.
● Eseguire le seguenti procedure. Se possiedi Tv o Decoder Digitale Terrestre 1. Premere il tasto MENU sul telecomando 2 Selezionare Impostazioni/Avanzate 3. Posizionarsi sulla voce relativa alla Sintonizzazione automatica dei canali e premere il tasto OK, accedi alla configurazione dei canali 4. Impostare Modalità di sintonia dei canali su DTV 5. Posizionarsi sul pulsante Avvia scansione e premere il tasto OK per avviare la ricerca. Soluzione dei problemi Se avete già provveduto alla risintonizzazione senza esito e il vostro televisore è collegato ad un sistema con antenna centralizzata, fate verificare dal vostro antennista che sia presente nella centralina dell’antenna stessa il modulo (o filtro) necessario per la ricezione dei segnali tv del canale/mux 55 (frequenza 746 MHz), quello che supporta anche il canale 59 di Gazzetta Tv. Se il modulo manca, fatelo inserire: è un’operazione molto semplice. Se possiedi una Sky Digital Key 1. Premere il tasto Menu del telecomando SKY e premere OK per accedere al digitale terrestre 2. Premere il tasto rosso (Ricerca) e lasciare inviata la configurazione 3. Premere due volte il tasto rosso (Avvia ricerca) 4. Attendere il completamento dei canali e quindi premere OK
I TIFOSI FACCHINETTI In serata tutte le curiosità e le anticipazioni del mercato e di tutto ciò che vi ruota attorno a Calciomarket, con Marilena Albergo e il nostro esperto Carlo Laudisa,
● 1 Roberto Mancini, 50, e Pippo Inzaghi, 41, in vista del derby. 2 Marcello Lippi, 67 BOZZANI GETTY IMAGES
giornalista della Gazzetta dello Sport. L’appuntamento è per le 19 con replica alle 23. E nel notiziario delle 20 c’è una nuova pillola con due tifosi speciali, intervenuti in Gazzetta News di ieri: Roby Facchinetti, tastierista dei Pooh e il figlio Francesco, insieme nel talent The Voice. Papà Roby sta per l’Atalanta, Francesco ama gli stessi colori, ma sono quelli dell’Inter. Insieme hanno commentato alcune fotografie si sono divertiti ad abbinare calciatori e canzoni. Un brano per Balotelli? Si può dare di più.
LIPPI E vi ricordiamo le interviste a tutto tondo di Paolo Condò, giornalista della Gazzetta dello Sport. Venerdì ci sarà il faccia a faccia con l’ex commissario tecnico della Nazionale Marcello Lippi, che racconterà i suoi Mondiali, a partire da quello indelebile del 2006, in cui furono proprio i Pooh a cantare la colonna sonora. E ancora, gli anni trascorsi con la Juventus, l’esperienza in Cina e tanto altro ancora. Retroscena, curiosità e tanti aneddoti a Condò Confidential. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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OPINIONI La vignetta
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TUTTE LE NOTIZIE SUL NOSTRO SITO
di Stefano Frosini
ALESSIA TROST Azzurra di atletica ● All’Istituto Torricelli di Maniago si è parlato di sport, pace e valori! Complimenti alle vincitrici del premio di scrittura! @alessiatrost
NICO ROSBERG Pilota di F.1 ● Non posso vincere il premio @LaureusSport, ma posso donare la mia tuta di gara in Cina per United Charity @nico_rosberg
RAFAEL NADAL Tennista ● In macchina con i miei due piccoli amici @RafaelNadal
La Champions League
IL COMMENTO O di ALESSANDRO DE CALÒ
C’
’è un simpatico vento, in questa primavera già calda, che soffia nelle vele della Juve. Allegri lo annusa e lo asseconda, Vidal – come promesso – tira su lo spinnaker e porta i bianconeri in vantaggio sulla prima boa dei quarti di finale. L’1-0 sul Monaco è un ottimo risultato in vista del ritorno, mentre lo 0-0 del Calderon lascia tutto aperto tra Ancelotti e il Cholo sul fronte di Madrid. Bisogna dire anche qualcosa su Gigi Buffon, perché è stato decisivo un paio di volte nei primi venti minuti, quando la Juve sbagliava qualche passaggio di troppo in costruzione e rischiava di dare segni di cedimento davanti agli affondo di Ferreira Carrasco e compagnia. Il momento era molto delicato, per via del fatto che i gol in trasferta valgono doppio. Il Monaco
ha una difesa super, sappiamo: un solo gol incassato nei sei match della fase a gironi, la retroguardia meno battuta del campionato francese. Con difesa e contropiede, il portoghese Jardim aveva fatto fuori l’algido Wenger e il suo Arsenal; aveva chiuso il discorso andando a vincere a Londra 3-1, il resto è letteratura e poca fortuna per i Gunners. Ieri, allo Stadium, Buffon ha salvato l’Europa della Juve. Probabilmente il Monaco ha giocato meglio, rimanendo a lungo in controllo per poi pungere col mestiere di Moutinho e la velocità dei Martial e Carrasco. Se non ci fosse stata l’ingenuità del vecchio Carvalho sul baby Morata, quello sgambetto che l’arbitro ha visto dentro l’area monegasca saremmo qui a pesare quanto può valere uno 0-0 in prospettiva del ritorno a Montecarlo. Dal 1996 a oggi, la Juve è arrivata nove volte nei quarti di Champions. E, a parte il match di ieri, soltanto in un caso era riuscita a vincere il round dell’andata, sedici anni fa contro l’Olympiacos. Questo 1-0, firmato su rigore da Arturo Vidal, vale più del 2-1 di allora visto
che i fantasmi dei gol in trasferta esistevano già. Allegri ha una settimana di tempo per mettere a punto la condizione dei malconci Tevez e Pirlo, importanti ma non al top. Anche senza ripetere in versione fotocopia il capolavoro di Dortmund, la Juve può gestire il vantaggio e piazzarsi tra le prime quattro d’Europa. Basta che mantenga questa umiltà e non perda autostima. E’ molto più dura la salita che aspetta Ancelotti nel derby di ritorno a Madrid. Ieri il suo Real ha dominato per 70 minuti l’Atletico del Cholo, ma è rimbalzato contro il portiere Oblak e alla fine del lungo corpo a corpo ha anche rischiato di perdere. Certo è che in questa stagione Carletto ha affrontato sette volte Simeone ma non l’ha mai battuto. Il derby è stregato dalla finale di Lisbona. Stasera il quadro si completa. Senza Ibra, con difesa e contropiede, Blanc cercherà battere Messi. C’è niente di scontato anche a Porto dove il poderoso Bayern di Guardiola deve dimostrare di aver ritrovato sprint e continuità per andare in meta. © RIPRODUZIONE RISERVATA
PIPPO E IL MISTERO DELLA SODDISFAZIONE IL PUNTO DI VISTA di MARCO MARSULLO twitter: @MarsullOfficial
l mistero della soddisfazione di Pippo Inzaghi nelle interviste post partita del Milan di quest’anno. La gente è venuta da fuori a studiare questo fenomeno che, analizzato dai più eminenti scienziati calcistici, resta ancora irrisolto. Un enigma, misterioso, che divide, al pari di quello della statua della Madonna che piangeva sangue a Civitavecchia. I turisti cominciano a invadere Milanello durante la settimana (perché a San Siro, la domenica, se ne vedono pochi). Tutti vogliono vedere da vicino com’è possibile che Pippo, uno che non era contento se faceva un gol perché ne voleva fare due, sia sempre felice della sua squadra, del gioco espresso, che si senta offeso se qualcuno che in quella squadra ci ha giocato (e che
squadra, all’epoca) esprima il pensiero di milioni di milanisti. Un pensiero semplice, nemmeno maligno, un pensiero che non dipende neanche da Inzaghi, in fondo: il Milan è scarso. Perché è così, Pippo. Il Milan è scarso. Tecnicamente, atleticamente, fisicamente. Il Milan non soltanto non è più il Milan in cui tu, Pippo, segnavi e sollevavi le Champions. Ma non è più neanche una squadra in grado di garantire una lotta per il terzo posto né per un posto in Europa League. Il Milan non ha neanche più quella «garra» che aveva un tempo, quella dei Gattuso, degli Ambrosini, quella che è tramontata con Ibra, Thiago e Nocerino. A volte mi sembra di vedere che quella voglia di mangiarsi il centrocampo a spicchi ce l’abbia soltanto tu, mister. A vederti applaudire dalla panchina dopo una rimessa laterale conquistata, il braccialetto rossonero intrecciato al polso, qualche capello bianco in più su quel cervello a sinapsi diavolesche.
CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE
VICEDIRETTORE VICARIO Gianni Valenti gvalenti@gazzetta.it VICEDIRETTORI Pier Bergonzi pbergonzi@gazzetta.it Stefano Cazzetta scazzetta@gazzetta.it Andrea Di Caro adicaro@gazzetta.it Umberto Zapelloni uzapelloni@gazzetta.it Testata di proprietà de “La Gazzetta dello Sport s.r.l.” - A. Bonacossa © 2015
ITALRUGBY Federazione italiana ● La Coppa dei #Mondiali U20 #Italia2015 ai #Fori Imperiali di #Roma. Scopri le prossime tappe @Federugby
I POVERI TECNICI ATTACCATI IN TV PORTO FRANCO RI di FRANCO ARTURI email:farturi@gazzetta.itt twitter:@arturifra
Sono un tifoso del Milan al di sopra di ogni sospetto per il discorso che farò fra un attimo: non mi piace Inzaghi, ritenevo impreparato Seedorf e non reggevo Allegri. Di gioco vero, di prospettive io negli ultimi Milan non ne ho visti. Dico: a parte la chiusura del rubinetto dorato berlusconiano dal quale parte quasi tutto. Però quando l’altra sera ho sentito l’attacco concentrico di Mauro-Boban sul povero Pippo e il modo con cui cercava di difendersi, il «mio» (lasciamo perdere) allenatore mi ha fatto tenerezza e ho tenuto per lui. Ma perché lo devono attaccare così subito dopo una partita, allagato di adrenalina?
Lo scrittore
DIRETTORE RESPONSABILE ANDREA MONTI andrea.monti@gazzetta.it
CLEMENTE RUSSO Pugile ● Ciao amici!!! Cosa avete mangiato di buono a pranzo? Ecco il mio #gelato #passion #food @ClementeRusso
Lettere alla Gazzetta
IL VENTO DI ALLEGRI E I DERBY DI CARLETTO
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PRESIDENTE Angelo Provasoli VICE PRESIDENTE Roland Berger AMMINISTRATORE DELEGATO Pietro Scott Jovane CONSIGLIERI Fulvio Conti, Teresa Cremisi, Luca Garavoglia, Attilio Guarneri, Piergaetano Marchetti, Laura Mengoni DIRETTORE GENERALE DIVISIONE MEDIA Alessandro Bompieri
Se è vero che un allenatore è l’uomo più solo del mondo, è anche vero che è il solo a metterci la faccia davvero, dopo la partita, a bocce ferme e cuore a battiti impazziti. A volte per la stizza di non far coincidere pensiero e azione, che nella tua testa, Pippo, noi lo sappiamo: gli schemi di gioco portano a vincere tre a zero tutte le partite, perché per te c’è un solo risultato: la stravittoria. La vittoria, quella, neanche ti basta. Però, tu lo sai perché il calcio ti ha formato alla vita, e non il contrario, non si può vincere sempre. Neanche in conferenza stampa o se uno che lo chiamavano Zorro, e non a caso, piazza la stoccata di giustezza. Il Milan è scarso, amen. Pippo, a volte, un fuorigioco contro possono fischiarlo anche a te. E in giacca e cravatta vederti sbracciare contro gli ex 10 nei post partita sulle pay tv, no, non va bene più. Sarà per la prossima palla in profondità, sicuri che farai gol.
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Bruno Aleardi I diverbi in diretta con gli opinionisti (più raramente con i conduttori) sono eventi sempre più frequenti. Uno degli ultimi era stato lo scambio Allegri-Sacchi, celebre anche il match Ibra-Sacchi. Penso una cosa, prima di tutto: i tecnici devono guadagnarsi il proprio stipendio, non proprio trascurabile, allenando se stessi anche a questo tipo di interviste-trappola in diretta. Non solo: devono sforzarsi di esprimere concetti il più possibile interessanti (e magari motivanti) per la truppa. Un requisito così importante al giorno d’oggi che io al loro posto pagherei un «ghostwriter», o un autore di discorsi, così come si fa con l’allenatore dei portieri o il tattico sui calci da fermo. È il modo migliore per rapportarsi a milioni di persone. Non una mera questione d’immagine, ma di sostanza. Che cosa deve fare un allenatore prima di ogni cosa? Saper trasmettere, e quindi comunicare, ai giocatori le proprie idee. Ecco, la stessa cosa va fatta nei confronti del pubblico pagante (anche televisivo). Rilevante anche il versante del discorso sul livello di critica, quando
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diventa abrasiva o urticante. Non è umanamente facile dare (in buona fede: non parlo di lingue biforcute) schiaffoni in faccia tipo «la tua squadra non ha gioco» oppure «i tuoi giocatori sono scarsi». Però è giusto sostenere queste tesi, cercando di rispettare il più possibile il malcapitato. Perché il contrario risulta essere uno stucchevole teatrino con parti preordinate, all’insegna del «non mordiamoci tra di noi», di orgie encomiastiche e celebrazioni osannanti. Il calcio è come l’acqua: inafferrabile. Però delle idee sul calcio ci innamoriamo e siamo disposti a scendere molto in basso pur di affermarle e non abbandonarle. Sì, anche a tifare (dentro: fuori non lo si dice per vergogna) contro i propri colori se li guida un allenatore che non ci piace. E se proprio vince, altri al suo posto avrebbero fatto meglio. Questa mancanza di flessibilità dialettica trasforma spesso i dibattiti in crociate ideologiche fondate sui partiti presi o sulle convinzioni inscalfibili. Con un po’ di pratica ci si accorge se si è piombati in una palude del genere. Lei si dice molto critico sul Milan. Passiamo dalla teoria alla pratica: risultati a parte, che cosa si può dire del gioco di Inzaghi? Nella risposta più benevola, che nessuno ha capito esattamente quale sia, al di là del vetusto difesa-econtropiede. E che direbbe della rosa del Milan che a 8 giornate dal termine esprime una classifica più modesta di Samp, Torino e forse Genoa con un monte ingaggi che è ancora tre volte superiore a quello delle squadre citate? Ognuno deve fare in buona fede il proprio mestiere, a partire dai critici. E dagli allenatori aspettiamoci, almeno in pubblico, una difesa a spada tratta dei propri giocatori. È così che funziona. Ho citato altre volte il mitico allenatore di football americano George Allen, che di fronte a una catastrofica sconfitta della sua squadra, da lui scelta a sorpresa, gelò così l’aggressività dei giornalisti: «Dite che i miei giocatori sono dei cani? Sì, però sono i miei cani, chiaro?».
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MERCOLEDÌ 15 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Serie B R La sentenza e il recupero della 33a giornata
Punto restituito Il Bologna resta secondo da solo
CLASSIFICA SQUADRE
PT
Andrea Tosi
CARPI BOLOGNA FROSINONE VICENZA PERUGIA AVELLINO LIVORNO SPEZIA PESCARA LANCIANO BARI TERNANA MODENA TRAPANI CATANIA LATINA CROTONE PRO VERCELLI ENTELLA CITTADELLA BRESCIA (-6) VARESE (-4)
71 58 57 56 53 52 51 50 48 47 45 43 42 42 41 41 40 40 40 39 32 28
BOLOGNA
SERIE A PLAYOFF PLAYOUT RETROCESSIONI
1C’è stato un errore della Procura Figc. L’a.d. Fenucci esulta: «Che sia una spinta per la promozione»
I
n crisi di risultati sul campo di gioco, il Bologna riconquista su quello di giustizia un punto pesantissimo per la sua stagione che gli consente di salire a quota 58 e di rimanere ancora solitario al secondo posto, perciò favorito nella corsa alla promozione diretta. La decisione della Corte d’Appello Federale di annullare il -1 permette alla squadra rossoblù di contenere il ritorno del Frosinone (terzo) e di guadagnare sul Vicenza, adesso quarto. IRPEF Ieri l’avvocato Mattia Grassani, legale di fiducia del club emiliano, e l’a.d. Claudio Fenucci hanno convinto l’assise di secondo grado, convocata in sezioni unite (nove giudici guidati dal presidente Mastrandrea), a cassare la pronuncia emessa in primo grado due mesi fa dal Tribunale Federale per il ritardato pagamento dell’Irpef del trimestre gennaio-marzo 2014, un inadempimento che risaliva alla gestione Guaraldi. La tesi del Bologna, ovvero che il deferimento della Procura, ripetuto due volte per un vizio di forma, era fuori dai termini previsti per la difesa, ha avuto buon gioco. Infatti la Corte d’Appello, ascoltati il sostituto procuratore Chinè, l’avvocato Grassani e Fenucci in dibattimento, dopo quattro ore di camera di consiglio ha dichiarato estinti i procedimenti accogliendo il ricorso del Bologna. BEL REGALO Per il presidente Joe Tacopina che ieri ha com-
MERCOLEDÌ 15 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
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11 13 9 11 14 10 9 11 12 17 9 10 15 12 11 14 10 10 13 15 11 11
4 7 10 9 8 11 12 11 11 8 14 14 11 13 14 12 15 15 13 12 15 17
54 42 53 39 41 33 51 46 58 47 37 31 30 48 50 31 35 39 33 42 41 35
24 30 44 32 37 31 42 38 48 41 42 41 29 60 49 34 42 50 48 46 49 59
PROSSIMO TURNO
L’avvocato Mattia Grassani, 49 anni
piuto 49 anni, si tratta del più bel regalo di compleanno. La nuova proprietà nordamericana vede così riconosciuta anche l’opera di risanamento del Bfc. «Siamo molto soddisfatti per questo verdetto – argomenta l’a.d. Fenucci –. La Corte ha giudicato con grande attenzione un caso che non aveva precedenti. Spero che la restituzione del punto dia ulteriore stimolo e motivazioni al gruppo per la conquista della Serie A». Per l’avvocato Grassani, che una settimana fa aveva fatto cancellare la squalifica di Cacia per lo scambio di sms offensivi con un agente, è un momento d’oro: «Si tratta di un grande risultato, il coronamento di un percorso iniziato il 21 agosto con il deferimento della Procura Federale e concluso con l’accoglimento integrale del ricorso – chiosa il legale, grande esperto di diritto sportivo –. E’ una sentenza definitiva perché in 17 anni non è mai successo che la Procura abbia fatto ricorso al Coni contro la pronuncia della Corte d’Appello. Con Fenucci abbiamo fatto un grande gioco di squadra. La giustizia sportiva ha fatto il suo corso con serietà, coscienza e scrupolo». © RIPRODUZIONE RISERVATA
VENERDÌ 17, ore 20.30 CITTADELLA-VICENZA (1-1) SABATO 18, ore 15 BOLOGNA-SPEZIA (1-1); CARPI-BRESCIA (3-3); CROTONE-LANCIANO (1-1); PESCARA-MODENA (0-2); TERNANA-PERUGIA (2-2); TRAPANI-BARI (1-2); VARESE-AVELLINO (0-0) DOMENICA 19, ore 15 LATINA-CATANIA (0-1); LIVORNO-FROSINONE (1-5) LUNEDÌ 20, ore 20.30 ENTELLA-PRO VERCELLI (0-2)
FROSINONE
1
LATINA
0
PRIMO TEMPO 1-0 MARCATORE Dionisi su rigore al 31’ p.t. FROSINONE (4-4-2) Zappino 6,5; M. Ciofani 6, Russo 6, Blanchard 6,5, Crivello 7,5 (dal 32’ s.t. Zanon s.v.); Carlini 6,5, Gori 6, Gucher 6,5, Soddimo 6,5 (dal 28’ s.t. Santana 5,5); Dionisi 7, Lupoli 6 (dal 21’ s.t. Frara 5,5). PANCHINA Pigliacelli, Cosic, Bertoncini, Pamic, Sammarco, D. Ciofani. ALLENATORE Stellone 6,5. LATINA (4-3-3) Di Gennaro 6; Ristovski 6,5, Brosco 5, Dellafiore 6, Bruscagin 6; Crimi 5, Viviani 6, Ammari 5,5 (dal 21’ s.t. Oduamadi 5,5); Mangni 5, Sowe 5,5 (dal 30’ s.t. Bounha 5,5), Bidaoui 5 (dal 35’ s.t. Litteri s.v.). PANCHINA Farelli, Figliomeni, Angelo, Alhassan, Jaadi, Talamo. ALLENATORE Iuliano 6. ARBITRO Fabbri di Ravenna 7. GUARD. Di Vuolo 6,5-Mondini 6,5. ESPULSI Figliomeni (L) dalla panchina al 12’ p.t. per c.n.r.; Crimi (L) al 37’ s.t. per doppia ammonizione (c.n.r. e g.s.). AMMONITI Lupoli (F), M.Ciofani (F), Dionisi (F), Gucher (F), Gori (F) e Crivello (F) per gioco scorretto; Carlini (F) per comp. non regol. NOTE paganti 2.958, incasso di 33.799,90 euro; abbonati 3.060, quota di 18.041 euro. Tiri in porta 3-3. Tiri fuori 2-6. In fuorigioco 1-0. Angoli 3-2. Recuperi: p.t. 2’, s.t. 4’.
Derby elettrico per il Frosinone Adesso è terzo 1Basta un rigore
di Dionisi: il Latina resta in 10 e cade. Tanti cartellini, nessun incidente
M
CHIAVE Il primo tempo è tutto del Frosinone, il Latina la prima palla gol l’assembla a 5’ dal rientro in campo (Mangni stoppa e si assembla un bel tiro al volo, manda alle stelle), è il copione della ripresa: Latina a
IL RICORDO
Messa per Morosini I compagni commossi ● LIVORNO Tutto il Livorno ha partecipato in Duomo alla Messa in ricordo di Piermario Morosini, morto il 12 aprile 2012 a Pescara con la maglia amaranto. I più commossi Luci, Mazzoni, Lambrughi, Belingheri e Bernardini che facevano parte di quel Livorno. «Mi piace pensare a Piermario – ha detto padre Bezzi – come colui che ci attende negli spogliatoi quando sentiremo il nostro triplice fischio».
LA PRESENTAZIONE
7,5
INVIATO A FROSINONE
issione compiuta, anzi... no. Il Frosinone voleva derby e secondo posto, vince giocando bene il primo tempo e rischiando (troppo) nella ripresa però il Bologna riguadagna il punto di penalizzazione, Stellone e company si accomodano in terza fila, soli soletti. Il Latina impreca sul malanno di sempre: l’anemia da gol. Le solite punte... spuntate: nella ripresa Mangni ha due palloni d’oro e li manda alle stelle, poi Blanchard salva sulla linea un tiro di Crimi, contrastato da Zappino e Crivello, ma non tanto da vietargli di spedire la palla in porta, respinta dal difensore con cognome francese e natali maremmani. Derby caldo, corretto in campo, incanalato dall’ottimo Fabbri nell’alveo della tranquillità. Abodi – presidente Lega B – presente, i due sindaci anche: alla fine ha avuto ragione chi ha fatto slittare la gara in tempi di bonaccia. Lo spettacolo? Godibile, senza scintille in campo (solo Figliomeni si fa espellere dalla panchina non rimandando in campo il pallone di gioco, un po’ troppo aggressivo dopo il cartellino rosso), e leggera maretta a fine gara (urla e offese «Si è “parlato” un po’, in modo acceso, solo questo» precisa Stellone), strascico di quel rosso.
TACCUINO
IL MIGLIORE
Gaetano Imparato
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Entella, ecco Aglietti «Esaltiamo le punte»
● CRIVELLO
● CHIAVARI (Ge) Primo giorno sul campo di Alfredo Aglietti all’Entella. Il tecnico ha annunciato di volere «una squadra più aggressiva e in grado di mettere gli attaccanti in condizione di essere più pericolosi». Probabile la conferma del 4-3-3, ma non è escluso il trequartista.
DIFENSORE DEL FROSINONE E’ il padrone della sinistra, si beve Mangni come vuole e guadagna il rigore decisivo. In fase difensiva sventa in tutti i modi. Era diffidato, dovrà saltare Livorno
giocare, attaccare, Frosinone che cala (stanchezza?), non tira più in porta, si difende non sempre bene. Ma aveva ipotecato tutto nel primo tempo, sfondando sui lati, con un Crivello indemoniato e Soddimo suo degno compare, tanto da inventarsi il «dai e vai» con Soddimo: Brosco l’atterra in area. Perfetto il rigore di Dionisi, che mostra la maglia in ricordo di Morosini, morto tre anni fa: lui c’era, era suo compagno di squadra a Livorno. Il pensiero vola a lui, come la dedica per la rete che pesa come una pepita d’oro.
IL GIUDICE SPORTIVO
Livorno: squalificati Jelenic e Ceccherini ● MILANO Dopo le decisioni prese lunedì per il recupero, il giudice sportivo ha fermato per una giornata Schiavon (Avellino), Donati (Bari), Oikonomou (Bologna), Lollo (Carpi), Maiello (Crotone), Ceccherini e Jelenic (Livorno), Nizzetto (Modena), Milos (Spezia), Boghese (Varese), Ciaramitaro (Trapani), Moretti (Vicenza), Cesar (Entella) e Ronaldo (Pro Vercelli).
EPISODI Tre palle gol contro nessun tiro in porta del Latina, il riposo rivolta il copione come un calzino. Iuliano vira sul 44-2, inserisce Oduamadi in mediana proprio mentre Crimi avanza un po’. Si becca l’ammonizione per simulazione (cade in area, chiedendo il rigore) poi una entrata dura lo esclude dall’assalto finale. Il Frosinone soffre, 4-1-4-1 la prima mossa, ma la mediana non filtra più e Zappino si salva deviando su Viviani (punizione 14’ s.t.) e benedicendo la testata di Mangni che manda fuori a due metri dal primo palo. Il Latina spuntato non si smentisce.
B ITALIA
Oggi a La Spezia sfida alla Croazia ● LA SPEZIA Oggi B Italia gioca a La Spezia (ore 13) un’amichevole contro l’Under 21 della Croazia. Questa la formazione dal tecnico Piscedda (4-3-3) Provedel; Zampano, Milesi, Chiosa, Bittante; Battocchio, Schiavone, Acampora; Boateng, Moreo, Improta. A casa Beltrame, Agazzi e Gonnelli, al loro posto Moreo e lo spezzino Ceccaroni.
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Lega Pro R La Disciplinare
Tre club penalizzati Novara, altro rinvio 1Monza -4, Savona
-2, Aversa -1. Slitta la sentenza per la capolista del girone A e per la Reggina
L
a Disciplinare s’è presa altre 24 ore di tempo prima di pronunciarsi sui deferimenti di Novara (6) e Reggina (4). Sono casi veramente spinosi e le rispettive difese sono state molto incisive nella discussione; i punti di penalizzazione inoltre (ma questo problema ovviamente non riguarda i giudici) andranno inevitabilmente a incidere sulla volata per la promozione del girone A e su quella per la salvezza nel girone C. Le sentenze dovrebbero arrivare questa mattina, ma i continui rinvii (la discussione era stata venerdì scorso) fanno pensare a qualsiasi soluzione.
LE CONDANNE Intanto la stessa Disciplinare ha comunicato le sentenze per i deferimenti di altri tre club, tutti in corsa per la salvezza. Al Monza sono arrivati altri 4 punti di penalizzazione (totale 6) per i mancati pagamenti di stipendi e contributi di due bimestri (gli ultimi del 2014) entro la scadenza del 16 febbraio. Al Savona invece 2 punti di penalizzazione per i mancati pagamenti di stipendi e contributi di un bimestre (l’ultimo del 2014). E all’Aversa Normanna un punto di penalizzazione per il mancato pagamento dei soli contributi di un bimestre (l’ultimo del 2014). MACALLI Sempre oggi il Collegio di Garanzia discuterà la questione in atto tra Mario Macalli e le società che hanno richiesto - nei termini di legge la convocazione di un’assemblea per la verifica della governance, senza ottenere risposta. © RIPRODUZIONE RISERVATA
LA SITUAZIONE
IL CASO
Il Teramo è a un passo dalla promozione
Ischia, pesante contestazione a Maurizi
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● ISCHIA (Na) (g.s.) Ischia ancora nell’occhio del ciclone. Dopo la sfuriata di domenica del tecnico Maurizi, ieri allo stadio circa 50 tifosi hanno contestato la squadra, protetta dalle forze dell’ordine. Nel mirino soprattutto Maurizi e il centrocampista Millesi, reo di di aver mancato di rispetto ai tifosi. Il tecnico ha detto: «Chiedo a tutti di starci vivini: ci stiamo giocando la salvezza e così è dura».
Questa la situazione in Lega Pro con le classifiche aggiornate dopo le penalizzazioni e il programma della 35a giornata, ultima con lo spezzatino: VENERDÌ Ore 19.30 Monza-Pordenone (girone A, andata 1-0). Ore 20.45 Real Vicenza-Bassano (A, 1-1, diretta su Raisport). SABATO Ore 14.30 Como-Arezzo (A, 1-0); Lucchese-Ancona (B, 2-2); MessinaIschia (C, 2-2). Ore 15 Venezia-Pavia (A, 1-2); Cosenza-Martina (1-1), Juve StabiaSalernitana (2-3) e Matera-Benevento (C, 3-3). Ore 16 Cremonese-Lumezzane (A, 1-1); L’Aquila-Forlì (B, 2-2). Ore 17 Feralpi Salò-Alessandria (A, 0-2); Pontedera-Pro Piacenza (B, 1-1); Lupa Roma-Melfi (C, 0-3). Ore 19.30 Spal-Tuttocuoio (B, 0-1); Paganese-Aversa Normanna (C, 2-1). DOMENICA Ore 11 Südtirol-Mantova (A, 1-0). Ore 12.30 Ascoli-Carrarese (B, 0-0); Barletta-Vigor Lamezia (C, 2-0). Ore 14.30 AlbinoLeffe-Torres (A, 0-2); Gubbio-Santarcangelo (2-0) e Prato-Teramo (B, 0-1); Reggina-Savoia (C, 0-2).
Ore 16 San Marino-Grosseto (1-2) e Savona-Reggiana (B, 0-5); Lecce-Foggia (C, 0-2). Ore 18 Renate-Pro Patria (A, 1-1); PisaPistoiese (B, 0-2); Casertana-Catanzaro (C, 1-0). LUNEDÌ Ore 20.45 Novara-Giana (A, 2-1). LE CLASSIFICHE GIRONE A Novara p. 67; Bassano 64; Pavia (-1) 63; Alessandria 62; Como 57; Feralpi Salò 49; Real Vicenza 48; Venezia (-1) 46; Cremonese e Arezzo 45; Südtirol 44; Giana 42; Mantova (-3), Renate e Torres 40; Monza (-6) 35; Lumezzane 31; Pordenone 30; AlbinoLeffe 29; Pro Patria (-1) 28. GIRONE B Teramo p. 68; Ascoli 61; Reggiana 59; L’Aquila 54; Pisa e Spal 52; Ancona 50; Lucchese e Tuttocuoio 47; Pontedera 45; Carrarese 41; Grosseto (-1) e Gubbio 39; Santarcangelo* e Pistoiese* 38; Prato 37; Forlì 36; Savona (-2) 33; Pro Piacenza (-8) 30; San Marino 29. (*una gara in meno). GIRONE C Salernitana p. 76; Benevento 71; Juve Stabia 63; Matera 60; Foggia (-1) e Lecce 57; Casertana* 56; Catanzaro 49; Barletta (-2) 44; Cosenza e Vigor Lamezia 42; Melfi (-2) 41; Martina* e Lupa Roma 36; Paganese 35; Messina e Ischia (-1) 29; Savoia (-1) 27; Aversa Normanna (-1) 25; Reggina (-4) 22. (* una gara in meno).
IL GIUDICE SPORTIVO Mantova e Südtirol, stop per 3 ● FIRENZE Il giudice sportivo ha squalificato 39 giocatori: ecco il dettaglio dei provvedimenti. Giocatori espulsi Tre giornate a Said (Mantova) e Volturo (Savoia) per gravi offese alla terna; due a Fautario (Como), Gigliotti (Foggia), Pastore (Forlì) e Mladen (Südtirol); una a Mengoni (Ascoli), Zima (Mantova), Crescenzi (Arezzo), Mazzitelli (Südtirol) e Gallo (Melfi). Non espulsi Due giornate a Bergamini (Paganese); una a Colombini (Tuttocuoio), Branca (Südtirol), Pinardi (Feralpi Salò), Pesce (Novara), Sabatino (Arezzo), Stendardo e Fall (Barletta), Perrulli (Salernitana), Sirri (Alessandria), Gnahoré (Carrarese), Videtta (Pontedera), Caccetta (Cosenza),
Pettarin (Forlì), Varano (Venezia), Di Lorenzo e Maimone (Reggina), Chimenti (Renate), Lazzari (Spal), Magnanelli e Soligo (San Marino), Sarr (Catanzaro), Sarno (Foggia), Della Latta (Grosseto), Vinetot (Lecce), Mingazzini (Lucchese), Raggio Garibaldi (Mantova) e Taddei (Savona). Allenatori e dirigenti Una gara a Mangone e stop fino al 28 per il d.s. Valoti, entrambi AlbinoLeffe. Ammende 3.000 euro Aversa Normanna; 2.000 Savoia; 1.500 Arezzo, Foggia, Torres e Teramo. IL RECUPERO Oggi Pistoiese-Santarcangelo Si completa oggi il girone B con il recupero Pistoiese-Santarcangelo. Così in campo le due squadre (ore 15): PISTOIESE (4-3-3) M. Ricci I; Golubovic, Di Bari, Piana, Frascatore; Calvano, M. Ricci II, Mungo; Falzerano, Anastasi, Piscitella. (Olczak, L. Ricci, Falasco, Vassallo, Martignago, Coulibaly, Romeo). All. Sottili. SANTARCANGELO (4-3-1-2) Nardi; Traoré, Olivi, Capitanio, Possenti; Bisoli, Taugourdeau, Garufi; Berardino; Guidone, Falconieri. (Lombardi, Adorni, Cola, Obeng, Radoi, Graziani, De Respinis). All. Cuttone. ARBITRO Mainardi di Bergamo (Bertasi-Zanetti). (andata 0-3) ●
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Formula 1 R Verso il Bahrain
Raikkonen e Ferrari C’è voglia di rinnovo 1Team e pilota sono contenti di questo inizio stagione E nel contratto di Kimi c’è già un’opzione per il 2016...
Luigi Perna twitter@pernagazzetta
L
e vittorie allungano la vita (sportiva). Ma anche una bella macchina e una grande fiducia da parte della squadra possono avere lo stesso effetto. Sembra che a Kimi Raikkonen sia capitato proprio questo. Il finlandese ha ritrovato la voglia che gli mancava un anno fa, complice una Ferrari nuovamente competitiva e un clima sereno nello spogliatoio, perciò sarebbe deciso a cancellare i propositi di ritiro e a continuare almeno un’altra stagione con la rossa. MERCATO Il suo contratto da 12 milioni di euro premi esclusi, che si conclude a fine 2015, prevede un’opzione anche per il 2016. E la Ferrari sarebbe propensa a farla valere, dal momento che le prestazioni di Raikkonen stanno convincendo e sul mercato non ci sono piloti liberi che possano dare le stesse garanzie dell’ex campione del mondo ferrarista. Per la trattativa si discuterà nelle prossime settimane e comunque entro metà stagione. Kimi
in tre gare ha raccolto due quarti posti, a dispetto di sfortune ed errori che lo hanno penalizzato in qualifica. E a tratti ha mostrato un passo uguale se non superiore a quello del compagno di squadra Sebastian Vettel, in corsa per il Mondiale con le Mercedes. Chi potrebbe arrivare a Maranello e fare certamente meglio? A parte Lewis Hamilton, ormai a un passo dal rinnovo con Stoccarda e comunque inavvicinabile per la sua richiesta di 34 milioni di euro, scarseggiano i nomi. Nico Hulkenberg, a cui la Ferrari fece firmare un contratto rimasto lettera morta, non riesce ad emergere con una Force India da ultime file. Valtteri Bottas (Williams) è blindato dalla Mercedes. Il giovane Raffaele Marciello, promessa del vivaio della rossa, avrebbe prima bisogno dell’apprendistato in un team minore. Mentre Daniel Ricciardo, appetibile per età e caratura, ha un vincolo con la Red Bull che richiederebbe un’operazione simile a quella servita per prendere Vettel e quindi non del tutto conveniente. RINASCITA Per contro in casa
LA CHIAVE
Gli piace la vettura, va forte e sente la fiducia, perciò il finlandese non pensa più al ritiro La rossa non ha grandi alternative sul mercato Per Ricciardo servirebbe un’operazione tipo Vettel
c’è un Raikkonen che a 35 anni sembra rinato. La motivazione è tutto. E Kimi l’ha ritrovata. Rispetto a dodici mesi fa, quando giù di corda al GP di Gran Bretagna si lasciò scappare «smetto a fine contratto, il tempo per la F.1 ha una scadenza e dopo vorrei fare altro», molte cose sono cambiate. La SF15-T firmata James Allison gli piace, gli trasmette le sensazioni che cercava da tempo, grazie all’ottimo equilibrio che consente sia a lui sia a Sebastian Vettel di «giocarci» con facilità. Raikkonen ha detto agli ingegneri che trova la vettura ottima anche in frenata. Inoltre fisicamente sta bene. I dolori alla schiena che lo tormentavano sono spariti con l’operazione di fine 2013. E anche il fattore umano e caratteriale sta contando. Kimi con Vettel si trova a meraviglia, sono grandi amici, mentre con Fernando Alonso non c’era intesa. PARI GRADO In più, a creare un’atmosfera ideale, c’è l’appoggio del team principal Maurizio Arrivabene, capace di elogiarlo e allo stesso tempo pungolarlo. Perfino il rimprovero di Sepang, quando gli dis-
se di aver «dormito» in qualifica, è stato preso bene. Raikkonen ci ha riflettuto e in Cina, dopo un altro sbaglio, ha ammesso: «Non dovrò fare altri errori d’ora in poi». Così, pur restando una sorta di Forrest Gump della F.1, il finlandese ombroso e abulico del 2015 ha lasciato il posto a un pilota capace finanche di sorridere nei box e a lasciarsi andare a mo-
menti di tenerezza in privato, con la compagna Minttu e il figlioletto Robin di 2 mesi. A Raikkonen ora serve solo un podio per sbloccarsi. «Non voglio sentire parlare di ordini di squadra — garantisce Arrivabene —. Daremo a Kimi e a Seb lo stesso appoggio. Sono liberi di lottare per il titolo». Delizia per le orecchie di Raikkonen. © RIPRODUZIONE RISERVATA
IN GRAN BRETAGNA
Hamilton messo sotto accusa «Atto sessista sul podio» 1 Attaccato per lo champagne spruzzato su una hostess. «Nico? Ho più fame di lui»
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on c’è pace per Lewis Hamilton: attaccato frontalmente da Nico Rosberg, che domenica sera lo accusato di averlo rallentato apposta durante il GP di Cina, il campione del mondo è finito nel mirino di un movimento anti sessista per aver spruzzato champagne in faccia a una delle hostess sul podio di Shanghai. «Riteniamo che Hamilton debba scusarsi per quello che ha fatto e debba riflettere sul proprio comportamento», ha tuonato Roz Hardie, capo esecutivo della associazione Object, dalle colonne del Daily Mail. «È davvero una disdetta che una grande vittoria debba essere accomunata a quello che appare come un comportamento egoistico e sconsiderato». Parole forti riferite a un gesto che per la verità sui podi dei gran premi è ripetuto spesso tanto che ieri su Twitter giravano foto con Alonso (in tuta rossa) e Vettel, durante le trionfali annate con la Red Bull, che puntavano il collo della bottiglia contro alcune bellezze locali.
BRACCIO DI FERRO Hamilton (per ora) non ha replicato ma è tornato sul duello verbale con Rosberg che sembrava doversi essere placato dopo la riunione tecnica di domenica sera. Le sue parole, riportare da Guardian e Telegraph, rischiano invece di scaldare ulteriormente il clima in casa Mercedes alla vigilia del GP del Bahrain. «Qualcuno all’interno della squadra — è il concetto chiave del campione del mondo — ha ipotizzato che, forse, Nico si sentiva saziato per il secondo posto. Io ho detto che questa è la differenza tra noi due. Io voglio vincere, sempre. E avrei fatto di tutto per superarlo se mi fossi trovato nella sua posizione, ad inseguire. Avrei almeno provato a spingere al massimo per 3 giri, mentre lui non ha provato nemmeno ad attaccarmi». Insomma, secondo Lewis, la colpa del compagno di squadra è di essere meno affamato, confermando ciò che aveva sostenuto l’anno scorso quando aveva detto che Nico non «aveva mai dovuto dormire sul divano di casa». Un modo per di-
Motomondiale R Il caso Kimi Raikkonen, 35 anni, 13 stagioni in F.1, ha vinto il titolo nel 2007 con la Ferrari AFP
MERCOLEDÌ 15 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
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Lorenzo disperso? Soffre Vale e la Ducati 1In tilt da quando ha capito che non è l’unico rivale di Marquez Filippo Falsaperla INVIATO A BUENOS AIRES (ARG)
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● I punti di Kimi Raikkonen dopo 3 GP (ritiro in Australia per un dado ruota sfilettato al pit stop e poi due quarti posti). Nel 2014 aveva appena 7 punti
«NON DOMINIAMO PIÙ, DOVREMO DARE ORDINI IMPOPOLARI» TOTO WOLFF CAPO DELLA MERCEDES F.1.
re che Rosberg proveniva da una famiglia ricca contrariamente alla sua e dunque aveva meno appetito. Dal canto suo Rosberg sulla Bild ripropone il proprio mantra: «La stagione è molto lunga e devo usare le mie virtù da tedesco: continuare a lavorare con disciplina insieme alla mia squadra». ORDINI Un anno fa i due Mer-
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● Le stagioni di Kimi con la Ferrari: nel 2007 vinse il Mondiale all’esordio in rosso, poi rottura al veleno a fine 2009 e ritorno inatteso nel 2014
cedes diedero spettacolo proprio in Bahrain, rendendosi protagonisti di un bellissimo duello nella fase finale della corsa: il rischio è che scene simili diventino più rare perché con una Ferrari che si è pericolosamente avvicinata Toto Wolff si è convinto che in alcuni casi sarà necessario imporre ordini di scuderia. «Potrebbe capitare che nel caso in cui rischiassimo di perdere contro la Ferrari, dovremo essere costretti a fare una scelta impopolare. Non c’è più il divario dell’anno scorso quando potevamo lasciare che i nostri piloti spingessero fino alla fine. In passato abbiamo visto ordini di scuderia che costringevano un pilota a restare dietro anche se era più veloce del compagno. Io non credo che accadrà ancora, ma posso capire le squadre che in passato lo abbiano fatto perché rischiavano di perdere il titolo». a.cr.
ue quarti posti sono ottimi risultati in una MotoGP stellare come questa. No, sono due mezzi flop. Non è ancora il caso di far scattare l’allarme rosso però Jorge Lorenzo sia in Qatar sia in America è stato l’ombra del combattente che conosciamo. Per carità, il maiorchino non si tira mai indietro, tenta con i denti di strappare ogni briciola di risultato. Ma sono stati più i momenti di difficoltà che quelli in cui ha fatto vedere di poter entrare a pieno diritto nel firmamento 2015. RINCORSA Non parliamo solo della gara. Per un motivo o per l’altro quasi tutti i turni di prove lo hanno visto alla ricerca di un «assetto», e non parliamo soltanto di moto, che gli consentisse di essere comodamente lì davanti in mezzo agli altri. Sabato ad Austin ci ha messo una pezza, riuscendo a piazzarsi in prima fila, ma poi in gara è stato anonimo come lo era stato nel primo appuntamento stagionale. Nella notte qatariana a causa dell’imbottitura del casco che a un certo punto, scivolando sulla fronte, gli aveva ristretto il campo visivo, in Texas per le conseguenze della bronchite che si è portato dietro dalle prove. «In gara, con il sole, la temperatura si è alzata notevolmente e questo mi ha messo in crisi fisicamente», ha ammesso poi il maiorchino.
problema è che gli altri scappano e perdere colpi in questa fase può condizionare il resto della stagione. Anche se Jorge la vede diversamente. «Se devo guardare i risultati, vedo che l’anno scorso ero messo peggio. C’era stata la caduta in Qatar e il problema al via di Austin (era scattato... mezz’ora prima che i semafori si spegnessero ed era stato punito con un ride through, finendo 10o; n.d.r.), quindi dopo due gare adesso ho molti più punti (26 a 6; n.d.r.) ». Analisi corretta. Ma in questo sport, in generale nello sport, si vive e si vince soprattutto cogliendo l’attimo e cavalcando le sensazioni positive. Che lui in questo momento non ha. OMBROSO Da questo punto di vista Lorenzo sembra nettamente in difficoltà. La partenza dei test in Malesia era stata molto positiva. Un inverno sereno e di intenso allenamento lo avevano caricato a dovere. Ma il brusco risveglio dei test in Qatar, dove la Yamaha avrebbe dovuto fare faville e invece faticava inaspettatamente, lo ha forse destabilizzato. Per non parlare della concorrenza di Valentino, ancora più concreto dell’anno scorso.
«L’ANNO SCORSO ERO MESSO PEGGIO SE GUARDO SOLO AI RISULTATI. ORA HO VENTI PUNTI IN PIÙ IN ARGENTINA ANDRÒ MEGLIO, L’ANTIBIOTICO AVRÀ FATTO EFFETTO. POSSO PUNTARE ANCHE ALLA VITTORIA JORGE LORENZO IRIDATO MOTOGP 2010-12
Sopra la smorfia di Jorge Lorenzo in questo periodo no: sotto in sella alla Yamaha: sinora ha colto 2 quarti posti AP EPA
E della crescita Ducati, con Dovizioso e Iannone entrati a giocare al tavolo dei grandi. Sembra disorientato. Si aspettava una Yamaha più forte rispetto a quella che guidava a fine 2014 e lo è ma solo di poco. Si aspettava di essere protagonista di un testa a testa con Marquez e invece ha scoperto che la situazione è più complicata e delicata. ATTESE Jorge deve ritrovare la linea di galleggiamento. E non è facile mentre gli altri sembrano andare a mille, senza nuvole nella testa, quelle che ha lui in questo momento. Ma lo spagnolo sembra fiducioso. «In Argentina, l’anno scorso ho fatto bene (podio, a 3 secondi dalle due Honda; n.d.r.). Sono sicuro che l’antibiotico farà effetto nei prossimi giorni e quest’anno la mia Yamaha va meglio. Posso fare bene. Magari pure vincere». Ci si può provare, ma prima l’imperativo è ritrovare il sorriso e la concentrazione. © RIPRODUZIONE RISERVATA
PROGRESSO Dati di fatto, ma il
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Lo spruzzo di champagne incriminato di Hamilton alla hostess cinese GETTY IMAGES
VALE INTRAMONTABILE
Rossi: «Spero di continuare a correre anche dopo il 2016» ● «Ho un contratto per due anni, spero non sia l’ultimo»: così Valentino Rossi ad Autosport. Il pesarese, malgrado abbia già trentasei anni, vuole rimanere in sella anche dopo il 2016, quando scadrà l’attuale accordo con la Yamaha. Aver iniziato bene la stagione contribuisce a non sentirsi vecchio. «Essere al comando del Mondiale dopo due gare non significa granché — ha detto il nove volte iridato —. Ma è senz’altro positivo essere primo dopo il Gp di Austin che, sulla carta, è uno dei più difficili per la Yamaha». Qui in precedenza Vale non era mai riuscito a salire sul podio. Dopo il successo in Qatar, Valentino domenica si è piazzato terzo alle spalle di Marc Marquez e di Andrea Dovizioso e ora guida la classifica con un punto sul ducatista e cinque sul campione del mondo in carica.
TACCUINO PRIMA GARA IN BAHRAIN
F.4 FRANCESE
GP2 al via: c’è Marcello
Debutta Alesi junior
● Oltre alla F.1 questo fine settimana il Bahrain ospita la prima tappa 2015 della GP2 (motori 4 litri da 613 Cv). Tra i favoriti ad ereditare la corona di Jolyon Palmer, il belga Stoffel Vandoorne (Art) , 22 anni, e il francese Pierre Gasly (Dams), 19 anni. Al via anche il nostro Raffaele Marciello, pilota di Ferrari Driver Academy che corre con l’italiana Trident.
● Dopo Mick Schumacher, ora tocca a Giuliano Alesi, figlio di Jean. Questo fine settimana a Ledenon scatta il campionato francese di F.4.
MINOLI PRESIDENTE
Silei a.d. di Dainese ● Cristiano Silei è il nuovo a.d. di Dainese, mentre Federico Minoli diventerà presidente.
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Ciclismo R La coppia d’oro dell’Astana
MERCOLEDÌ 15 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
DOPO LE GARE SUL PAVÉ
Claudio Ghisalberti
T
occa a loro. Vincenzo Nibali e Fabio Aru, ovvero la coppia d’oro del ciclismo italiano e forse mondiale (almeno per le grandi corse a tappe) è pronta a scendere in campo. Amstel Gold Race, Freccia Vallone, Liegi-Bastogne-Liegi e Romandia per il re del Tour; Giro del Trentino, Liegi e Giro d’Italia per la giovane promessa. Anche i kazaki dell’Astana, in attesa della sentenza da parte della Commissione licenze e di un risultato pesante (finora 7 vittorie, ma solo una in una gara World Tour, quella di Landa nella 5a tappa del Giro dei Paesi Baschi) si aggrappano al loro talento. Per preparare gli assalti i
E ora le Ardenne Felline e Moser subito in azione 1Oggi la Freccia del Brabante
lancia il «Trittico»: domenica Amstel, poi Freccia Vallone e Liegi
RTre «triplette»
da 16 ore e 11 mila metri di dislivello. Aspettando la grana licenza... Da sinistra Fabio Aru, 24 anni, e Vincenzo Nibali, 30: sono le due punte dell’Astana per il Giro d’Italia e per il Tour de France BETTINI
due sono andati al Teide. Vincenzo dal 28 marzo a sabato scorso; Fabio, che è arrivato il giorno 3, torna oggi in Italia. Lì, sul vulcano delle Canarie, hanno trovato il consueto «traffico». Tra gli altri, c’erano il duo Tinkoff, Contador-Basso, e quello Sky, Froome-Porte (che, risultati alla mano, è il vero favorito per il Giro). «Sono state giornate intense, di allenamenti duri — spiega Paolo Slongo, il responsabile della preparazione —. Abbiamo fatto tre “triplette” piene. Ovvero primo allenamento da cinque ore e mezzo, secondo da sei e mezzo-sette, terzo da tre e mezzo-quattro con la bici da crono. Quarto giorno riposo. Sono circa 16 ore di allenamento a tripletta, 11mila metri di dislivello. Moltiplicate per tre e ne esce un blocco di lavoro importante». TUTTO SULLA CRONO «Aru — aggiunge Slongo — ha avuto un avvicinamento al Giro d’Italia graduale. Il Trentino (dal 21 al 24, ndr) sarà una verifica importante, ma siamo messi bene. Se non dovesse essere così, ci sarebbe ancora tempo per recuperare con dei lavori di qualità durante il ritiro pre-Giro al Sestriere». Rispetto allo scorso anno, il sardo ha puntato molto sui miglioramenti a crono. Del resto la Treviso-Valdobbiadene peserà moltissimo nella corsa alla maglia rosa. «Nel 2014 Aru usava la bici da crono nel giorno di riposo solo per curare la posizione — prosegue Slongo —. Ora, invece, gli abbiamo dedicato il terzo giorno di ogni tripletta, non solo curando la posizione ma inserendo anche dei lavori specifici su ritmi-gara. I dati sono migliori di quelli dello scorso an-
Attenti a questi due Aru-Nibali, il piano per il grande colpo 1Allenamenti durissimi sul Teide. Per volare al Giro
il sardo punta al Trentino. Vincenzo ha la Liegi nel mirino
Archiviato il pavè, sotto con le Ardenne. E a lanciare il Trittico Amstel-Freccia Vallone-Liegi, che scatterà domenica 19 e terminerà domenica 26, tocca alla Freccia del Brabante, che oggi (Tv: Bike Channel dalle 15.10) chiama a raccolta molti degli attesi protagonisti delle tre corse più importanti della settimana di chiusura della Campagna del Nord. Una semiclassica di rodaggio sino a un certo punto, come dimostra l’albo d’oro, infarcito di nomi forti, a cominciare da sei campioni del mondo: Janssen, Merckx, Criquielion, Museeuw, Freire e Gilbert, quest’ultimo a segno un anno fa. Senza dimenticare altri big come Maertens, De Vlaeminck, Pollentier, Sagan. E un «semi-big» come l’olandese Van Hooydonck, unico ad aver vinto quattro edizioni. TANTA ITALIA Si corre da Leuven a Overijse: 205,4 km senza un attimo di respiro, con la bellezza di 26 côte. Oltre a Gilbert, gli altri nomi più noti sono quelli di Matthews, Chavanel, Gallopin, Meersman, Leukemans, Bardet e Kelderman. Ricca la partecipazione dell’Italia. Ai vari Felline (reduce dalle vittorie al Criterium International e ai Paesi Baschi: a destra nella foto Bettini), Moser, Battaglin, Marcato, Gasparotto, Rebellin, Colbrelli, Villella e Damiano Caruso il compito di aggiungersi nell’albo d’oro a Pambianco (1° nel ‘64), Bartoli (‘94 e ‘99), Pianegonda (1997) e Paolini (2004). © RIPRODUZIONE RISERVATA
I BIG PER LA CORSA ROSA
Contador, Uran, Porte E anche Boonen dice sì ● Il 98° Giro d’Italia scatterà sabato 9 maggio con la cronosquadre da San Lorenzo al Mare a Sanremo (17.6 km sulla Ciclabile della Riviera dei Fiori) e si concluderà domenica 31 maggio a Milano. In totale 21 tappe, per 3481,8 km, così suddivise: 1 cronosquadre, 1 cronometro individuale, 4 tappe di alta montagna con arrivo in salita, 3 tappe di media montagna con arrivo in salita, 5 tappe di media montagna e 7 tappe per velocisti. Due i giorni di riposo: lunedì 18 maggio e lunedì 25 maggio. Primo vero esame per gli uomini-classifica la 5a tappa, La Spezia-Abetone. Lo spauracchio per tanti sarà la crono da Treviso a Valdobbiadene (59,2 km il 23 maggio: 14a tappa). E nell’ultima settimana due tappe da circolino rosso: la 16a, Pinzolo-Aprica, col Mortirolo, e la 20a, Saint Vincent-Sestriere, con il Colle delle Finestre (Cima Coppi del Giro, 2178 metri). Per la corsa alla maglia rosa, Fabio Aru se la dovrà vedere soprattutto con Alberto Contador, Rigoberto Uran e Richie Porte. Intanto è di ieri il sì ufficiale di Tom Boonen: per il belga, grande assente nelle classiche del pavé, è il debutto al Giro.
no. Alla soglia, Fabio ha circa 510 watt in più, ovvero è sui 395400 con un peso di 61,5 kg». «Rispetto al 2014 — ribadisce Maurizio Mazzoleni, che segue più da vicino la preparazione di Aru — abbiamo deciso di anticipare un po’ i tempi. Al via del Giro, infatti, Fabio si presenterà con 17-18 giorni di corsa nelle gambe, rispetto ai 13 del 2014. E durante il ritiro al Sestriere potremmo andare a studiare la 3a tappa, Rapallo-Sestri Levante, che ha un finale complicato». LA «PURIFICAZIONE» Discorso diverso per Vincenzo Nibali che, al momento, non ha in programma il Giro. «Dopo la vittoria al Tour è ovviamente cambiato il contesto intorno a lui — riprende Slongo —. Così Vincenzo è arrivato al Teide un po’ sovraccaricato da una serie di situazioni extra-ciclistiche. Diciamo più stressato del solito. Questo ritiro gli è servito anche, o forse soprattutto, per scaricare
la testa dalle tensioni, per “purificarsi” e ritrovare l’equilibrio personale. Però io credo che sia anche messo bene come condizione. Abbiamo lavorato molto pure con lui su quello che gli è mancato nella prima parte della stagione, ovvero i cambi di ritmo, i fuorigiri. Amstel e Freccia Vallone gli serviranno per mettersi a posto, ma Vincenzo con la Liegi ha un conto in sospeso. Sapete bene quanto ci tenga e perciò, rispetto al passato, abbiamo anticipato questo ritiro di qualche giorno. Poi anche al Romandia andrà per fare classifica». Al momento, dicevamo, per Nibali niente Giro. «Ma se le cose dovessero cambiare non ci sarebbero problemi. Vincenzo sarebbe preparato. Ricordate quello che fece nel 2010 quando venne convocato al posto di Pellizotti all’ultimo momento? Terzo. Bene, ora Vincenzo è molto più forte di allora», conclude Slongo. © RIPRODUZIONE RISERVATA
AD AGOSTO I PRIMI TEST IN GARA
Freni a disco, parte la sperimentazione ● È arrivato il via libera alla sperimentazione dei freni a disco nelle gare dei pro’. L’Uci, l’Unione ciclistica internazionale, e la Wfsgi, la federazione mondiale dell’industria per lo sport, hanno dato la luce verde all’uso nelle corse su strada. La sperimentazione si svolgerà durante la stagione 2015, tra agosto e settembre, in due gare in cui i team avranno la possibilità di utilizzare i freni a disco. La sperimentazione proseguirà nel 2016 in tutti gli eventi del calendario Uci. Se tutto sarà a posto, i dischi saranno introdotti ufficialmente nel World Tour 2017. «I freni a disco sono usati da circa un decennio nella mountain bike e negli ultimi due anni nel ciclocross. La loro introduzione sulla strada deve essere seguita attentamente» ha detto il presidente dell’Uci, Brian Cookson. Ma i freni a disco possono già vantare un titolo iridato: erano montati sulla bici di Mathieu Van der Poel, il 20enne olandese figlio di Adri che l’1 febbraio ha conquistato il Mondiale di ciclocross a Tabor in Repubblica Ceca.
Varie R Il testo passerà al Senato
Ius soli sportivo, c’è il sì della Camera 1Ok al tesseramento per minori stranieri Apertura anche per le Nazionali
Valerio Piccioni
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o «ius soli sportivo» è a metà dell’opera. Ieri la Camera l’ha votato a stragrande maggioranza: 422 sì, 12 no, 6 astenuti. Ora anche il Senato sarà chiamato a dire la sua per far diventare Legge il testo che prevede che «i minori
di 18 anni che non sono cittadini italiani e che risultano regolarmente residenti nel territorio italiano almeno dal compimento del decimo anno di età, possono essere tesserati presso società sportive appartenenti alle federazioni nazionali o presso associazioni di promozione sportiva con le stesse procedure previste per il tesseramento dei cittadini italiani». INGIUSTIZIA ABBATTUTA Ricordate la ragazza marocchina che praticava il nuoto sincronizzato e che fu «stoppata» perché non era previsto il tesseramento agonistico per minori stranieri residenti? Ora
non sarà più possibile. «Finora era una norma facoltativa, da oggi c’è l’obbligo per tutte le federazioni. É stata abbattuta una grande ingiustizia, e a grandissima maggioranza», dice il primo firmatario Bruno Molea, di Scelta Civica, che è anche presidente dell’Aics. Qualche sport ci aveva già pensato. Dall’hockey prato alla boxe, dall’atletica al calcio, diverse federazioni avevano anticipato alla Legge. Ora il percorso diventa uguale per tutti, tutelando il passaggio dall’attività di base a quella agonistica. E il diritto non si fermerà ai 18 anni, ma al «completamento delle pratiche per l’acquisizione
della cittadinanza», un’altra svolta. «Piccolo grande passo avanti», aggiunge Laura Coccia, deputato, ex atleta paralimpica. IL NO DELLA LEGA La Lega è stata l’unica a dire di no, dopo la bocciatura di un suo emendamento che prevedeva un tetto obbligatorio per «almeno il 70 per cento di atleti italiani nelle squadre professioniste e semiprofessioniste di ogni disciplina». «La pretesa di una presenza minima di atleti italiani è necessaria per tutelare i vivai», hanno detto i deputati del Carrocchio, Guido Guidesi e Roberto Simonetti.
La deputata Laura Coccia, 29 anni, ex atleta paralimpica fra i promotori della legge
PURE IN NAZIONALE É stato invece votato a maggioranza (ma qui c’è stato anche il no dei 5 Stelle) un ordine del giorno per il diritto alla «convocabilità» in Nazionale. A presentarlo è stato Filippo Fossati del Pd: «Sono soddisfatto che il Governo abbia accolto la mia sollecitazione di affiancare al riconoscimento del tesseramento sportivo societario anche quello di poter far parte delle nazionali di categoria». Il testo era stato inizialmente un emendamento, ma il Governo aveva risposto che era «implicita» l’apertura alla convocazione in Nazionale, ottenendo che diventasse un ordine del giorno. Ora bisognerà vedere come e quando le Federazioni, dopo il sì del Senato, assorbiranno anche questa novità nelle loro regole. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Tennis R Masters 1000 di Montecarlo
MERCOLEDÌ 15 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Dimitrov, genio o dannato? Lo dirà il test con Fognini
1Il fidanzato della Sharapova sta vivendo un’involuzione tecnica
e oggi affronta l’italiano: «Crisi? Io lavoro soltanto per migliorare» VOLÉE DI ROVESCIO di PAOLO BERTOLUCCI
RIECCO CILIC: PROMOSSO SOLO A META’
C’
era molto attesa per vedere all’opera Marin Cilic alle prese con la terra battuta dopo la lunga assenza dovuta a problemi fisici. Il tedesco Mayer si è dimostrato un avversario sufficientemente tenero per superare l’ostacolo ma non abbastanza coriaceo per fugare ogni dubbio sulla consistenza del campione croato. Cilic ha disputato un match ondivago con trame eccellenti alternate a momenti opachi, durante i quali ha smarrito il bandolo della matassa a causa di errori pacchiani. Ha bisogno di partite per ritrovare la fiducia e di vittorie per riassaporare il dolce gusto del successo. Da vincitore di uno Slam non può pensare di viaggiare a fari spenti e deve essere in grado di gestire le aspettative sotto la luce dei riflettori. Il servizio deve tornare ad essere la base per impostare lo scambio e mettere sotto pressione l’avversario così come il dritto deve trovare traiettorie precise e ficcanti. Ha perso la prima parte dell’anno ma la stagione e le superfici preferite devono ancora arrivare.
Grigor Dimitrov, 24 anni, è numero 11 del mondo ma in carriera è salito anche al numero 8 ad agosto GETTY IMAGES
Vincenzo Martucci INVIATO A MONTECARLO @vincemartucci
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nche i ricchi piangono. Anche qui a Montecarlo, tra fuoriserie sfreccianti, vestiti e gioielli sfavillanti sotto il sole della Costa Azzurra e davanti a un mare verde smeraldo solcato da barche da sogno. Anche Grigor Dimitrov, ricco di talento tennistico e fisico oltre che di un futuro prossimo straordinario, ad appena 24 anni, come già numero 11 della classifica. Dopo essere salito fino all’8, nell’agosto di un anno fa. «Grisha» dalla fidanzata bella, famosa ed agognata, Masha Sharapova. Grisha che è alla continua ricerca di se stesso e passa da un allenatore all’altro, dallo spagnolo Pato Alvarez al francese Mouratoglou, dallo svedese Peter Lundgren all’australiano McNamara, allo svedese Tillstrom, all’australiano Rasheed. Grisha che,
quest’anno, dagli Australian Open, non riesce più a vincere due match di fila in torneo, e al Country Club deve tirar fuori l’anima per domare il mancino spagnolo di scorta, Fernando Verdasco, dopo due ore e mezza di mazzate, di paura, di su e giù. In attesa, di incrociare, oggi, Fabio Fognini, partendo dall’1-1 nei testa a testa, ma di due anni fa e sul cemento. FRENATE Il coach dell’italiano, José Perlas, se l’è studiato attentamente, soprattutto nella propensione a sbagliare dritti clamorosi e ad addormentarsi ogni qual volta è avanti nel punteggio. Mentre Roger Rasheed che, da preparatore atletico, s’è reinventato coach, è assente: magari sparirà anche lui, dopo due anni di involuzione tecnico-tattica. Perché, invece di esaltare le doti di tocco e di inventiva, Grisha «rema» da fondocampo, stancandosi e mischiandosi alla massa. Anche se, magari, chissà,
très vite CHARDY , CHE PAURA TRE GAME COL BATTICUORE «E’ COLPA DEL VIAGGIO» ● Paura in campo: Jeremy Chardy, già pallido di suo, si ferma più volte e si tocca il cuore contro Schwartzman: «Sono arrivato domenica tardi da Houston, lunedì ho giocato il doppio e nel primo set di singolare avevo delle palpitazioni, non riuscivo a far scendere i battiti del cuore. Per tre giochi è stata davvero dura. Mi ha aiutato il servizio». CAMPI SCIVOLOSI Si fermano per qualche minuto Djokovic e Ramos Vinolas, Verdasco si asciuga da solo le righe con l’asciugamani, Dimitrov lascia fare l’operazione all’arbitro.
dopo la battaglia con Verdasco, le cose cambieranno. Dopo quel lunghissimo nono game, quando cede il secondo parziale al sesto set point. Dopo la reazione del principino, targato «Baby Fed» per via di dritto e rovescio a una mano davvero molto vicini al divino Federer. Sul 6-4 4-6 potrebbe implodere, col caldo, col campo scivoloso, con quel micidiale dritto a uncino strettissimo di Verdasco, con la scusa del primo torneo sulla terra rossa europea della stagione. Invece l’eroe nazionale bulgaro rispolvera, d’istinto, la famosa smorzata, una, due, tre volte, e scappa 4-1 fra l’euforia del pubblico più giovane, ragazzi e ragazze, con differenti motivazioni. Poi, appena ricade nell’errore di autocompiacersi della sua bellezza, cede due games, quindi arriva a servire per il match sul 5-3, epperò scivola 0-40 e deve salvare 7 palle-break del drammatico 5-5. E’il momento-clou della giornata. E’ l’acme della sua arte, ma pure lo specchio delle sue follie. Come lo smash che affonda a metà net. Anche se alla fine gioisce per una vittoria che vale doppio: «Non è mai facile, soprattutto il primo match e con un avversario così. Verdasco è noto per la sua forza, soprattutto sulla terra. E quindi sono estremamente contento: dimostra che ho fatto le cose giuste, prima di qui. Ed è positivo anche per il prossimo match». SFIDE NUMERO 1 Grisha che punta al numero 1 del mondo, si esalta nella lotta: «Ho un sorteggio duro, lo devo accettare e devo essere pronto per tutto. Del resto è un Masters 1000 e chi è in tabellone è forte. Anzi, io sono contento se è dura, è un buon punto di partenza, io voglio situazioni difficili, io lavoro e cerco di migliorare proprio per superarle. E ora sono nella posizione giusta per giocare contro i più forti e vedere alla fine chi vince». Per ora, vince la battaglia degli errori gratuiti con Verdasco (49 a 44!), ma anche quello dei vincenti (28 a 19). Mentre il poliglotta Djokovic vince anche quella col francese: «Ho due cugine di Ginevra che mi hanno insegnato i fondamentali. Poi, negli anni, vivendo a Montecarlo, volevo impararlo. Anche se ancora non sono soddisfatto del mio livello». Parla proprio come un francese, ma un numero 1 non s’accontenta. Mai. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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LE ALTRE PARTITE
Seppi stop con Robredo Tocca a Nadal
Andreas Seppi, 31 anni AP
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i sono cascato ancora: è la quarta volta che ci perdo allo stesso modo, lui alla fine spinge più di me e vince la partita. Non so se è bravo lui o è colpa mia». Andreas Seppi grazia Tommy Robredo quando sembra averlo in pugno, sul 4-2 del terzo set. Oggi Fabio Fognini, contro Dimitrov, che doma Verdasco con la complicità del mancino spagnolo. Precedenti 1-1
Masters 1000 Montecarlo (3.288530 , terra). Secondo turno: Djokovic (Ser) b. Ramos-Vinolas (Spa) 6-1 6-4; Ferrer (Spa) b. Estrella Burgos (R.Dom.) 6-2 2-0; primo t.: Dimitrov (Bul) b. Verdasco (Spa) 6-4 4-6 6-4; Tsonga (Fra) b. Struff (Ger) 6-4 6-4; Monfils (Fra) b. Kuznetsov (Rus) 4-6 6-3 6-4; Robredo (Spa) b. SEPPI 6-3 1-6 6-4; Chardy (Fra) b. Schwartzman (Arg) 7-5 6-2. Doppio, 1° t.: BOLELLI-FOGNINI b. Cabal-Farah (Col) 6-3 6-4. Altri risultati su www.gazzetta.it. OGGI, inizio ore 10.30. Campo Centrale: Wawrinka (Svi) c. Monaco (Arg), a seguire Nadal (Spa) c. Pouille (Fra), Federer (Svi) c. Chardy (Fra), Tsonga (Fra) c. Goffin (Bel). Campo dei Principi: Berdych (R.Cec) c. Stakhovsky (Ucr), a seguire FOGNINI c. Dmitrov (Bul), Raonic (Can) c. Sousa (Por), Monfils (Fra) c. Dolgopolov (Ucr). TV. Diretta Sky Sport 2 e 3. VENUS NO Ufficiale l’assenza di Venus Williams dal playoff di Fed Cup di sabato e domenica a Brindisi tra Italia e Usa: motivi personali. Al suo posto Lauren Davis, numero 57 del mondo. FRANCESCA OUT Francesca Schiavone ko al 1° turno a Bogotà (Col, 220.000 , terra). L’azzurra, numero 70 del mondo e 4 del seeding, è stata battuta dalla brasiliana Teliana Pereira, numero 130 , 6-1,6-4.
Raonic, terra e non più terra: «Voglio il numero 1» 1Il canadese vive a Montecarlo, ma sul rosso non ha ancora vinto: «La superficie non conta, il mio obiettivo sono gli Slam» Certo, la parola Wimbledon ha un fascino tutto suo. «Wimbledon fa pensare al prestigio, alla storia. Il mio idolo è Pete Sampras, ho registrato tutti i suoi match più importanti, ma non so nemmeno io quanto ho rivisto la finale di Wimbledon 2000 con Rafter».
MONTECARLO
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ui, al Country Club, nel 2011 ha vinto il suo primo match sulla terra rossa. Aveva 20 anni e superò Llodra 6-3 0-6 6-0. Qui, nel Principato, ha stabilito la residenza, perché ci vivono gli angeli custodi, Ivan Ljubicic e Riccardo Piatti, che l’allenano alle insidie della terra rossa all’aperto per portare Milos Raonic in paradiso. «Loro credono in me e io credo in loro: ci spingiamo a vicenda». Milos, questo circolo non ha segreti per lei. «No, anzi, non mi sono mai allenato nei campi superiori, sotto le rocce. Però qui mi sento a casa, ho l’auto mia, conosco i posti, non devo farmi guidare. Frequento Bernard, Tomic, lo conosco dagli juniores». A Montecarlo, il talento giovane più concreto e costante, che, a 24 anni, è numero 7 del mondo, cerca il primo acuto sul rosso, sulla scia dei 3 match point sal-
Il canadese Milos Raonic, 24 anni, è numero 6 del mondo REUTERS
vati contro Nadal a Indian Wells... «Il posto mi piace, come mi stimola la superficie. Le difficoltà sono i rimbalzi più alti e quindi gli aggiustamenti nei movimenti. Non devo certo stravolgere il mio gioco che è offensivo: devo dettare i punti. Non è immediato, ci vuole un po’ di tempo per farlo anche sulla terra». Certo, chi ha vinto 6 tornei in 14 finali, sempre sul duro, con quel servizio-bazooka, penserà di
vincere uno Slam a Wimbledon, piuttosto che agli Us Open o agli Australian Open, non certo al Roland Garros. «Io cerco di dare il meglio, e di migliorarmi. Progressi ne faccio, e non mi sono ancora espresso al meglio del mio potenziale». Qual è il miglioramento maggiore, al di là del rovescio e dei movimenti? «Conosco meglio me stesso e il mio tennis, so gestire meglio le situazioni e scegliere i colpi».
Sampras ha vinto 14 Slam ed è stato n. 1 del mondo, Raonic a che cosa punta? «A vincere gli Slam e a diventare il numero 1. L’obiettivo è quello, l’ho detto dall’inizio anche a Piatti e Ljubicic: è per quello che lavoro. Ma bisogna che prima salga di livello, e che lo tenga, poi, a lungo». Il guantone al braccio è sempre lì: è una protezione o un portafortuna? «E’ nata come protezione, come confort per il braccio che stimolo tanto, ed è rimasta. Anche se in allenamento non l’uso mai». Raonic è figlio del Montenegro, ma è cittadino canadese. «Il Canada ha dato ai miei geni-
tori la possibilità di dare a noi figli una possibilità, l’ho capito quando sono cresciuto ed ho cominciato a viaggiare. Gli ho promesso che, dopo il tennis, mi laureerò come i miei due fratelli che sono tornati a Podgorica. Lì sono nato, ma non ho davvero radici: l’ho lasciata a 3 anni...». Raonic, lei sembra troppo intelligente per concentrarsi solo sul tennis.
«Divento ossessivo. Allora cerco di fare qualcosa di diverso, per distrarmi, e ho imparato che non c’è niente di meglio che visitare le città dei tornei. A Parigi devo assolutamente farmi un giro sul fiume. A Roma ho visto qualche museo, ma mi manca il Vaticano. Amo i musical, il teatro, la musica. Per la mia testa è una bellissima fuga dal tennis». © RIPRODUZIONE RISERVATA
v.m.
La Lega Nazionale Professionisti Serie A comunica l’avvio della procedura di commercializzazione dei diritti audiovisivi da esercitarsi nei territori internazionali relativi alla Coppa Italia e alla Supercoppa Italiana da disputarsi nelle stagioni sportive 2015/2016, 2016/2017 e 2017/2018. La Lega Nazionale Professionisti Serie A comunica che sono disponibili sul sito Internet della Lega Serie A: www.legaseriea.it. le descrizioni dei diritti in epigrafe e le condizioni alle quali saranno accettate offerte dai soggetti interessati alla loro acquisizione. Le offerte per l’acquisto dovranno essere presentate alla LNPA entro e non oltre le ore 12.00 di giovedì 7 maggio 2015.
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Basket R Serie A
MERCOLEDÌ 15 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Trento, il bello della debuttante «Crescita mirata»
PLAYOFF EUROLEGA
Gara-1: il Cska spazza via il Panathinaikos ● Sono scattati i playoff di Eurolega con le prime due gare-1 dei quarti di finale al meglio delle 5. Travolgente successo del Cska sul Pana, mai in partita e già sotto 5627 all’intervallo. Vittoria in rimonta del Fenerbahce sul Maccabi. Gara-1: Fenerbahce IstanbulMaccabi Tel Aviv 80-72 (Vesely 23; Pargo 25, serie 10, gara-2 domani a Istanbul); Cska Mosca-Panathinaikos Atene 93-66 (Teodosic 18; Pappas 16; serie 1-0, gara-2 domani a Mosca). Oggi: Barcellona-Olympiacos Pireo (ore 19, Fox Sports 2); Real Madrid-Efes Istanbul (ore 21, Fox Sport 2).
1Buscaglia: «Dalla salvezza ai playoff ci sta tutto E ora non ci accontentiamo del quinto posto» Mario Canfora
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ette vittorie nelle ultime otto gare: mica male, questo finale di regular per una neopromossa come Trento che non solo ha già raggiunto matematicamente i playoff, ma che addirittura ora lancia l’attacco al quarto posto di Sassari, distante appena due lunghezze. «Nei mesi siamo cresciuti in molti aspetti del gioco, ma soprattutto ci ha appassionato la sfida di poter reggere la categoria», spiega Maurizio Buscaglia, 46 anni, per il quinto anno di fila alla guida dei trentini. Fa più notizia che ora voi siate quinti o che Roma e Cantù siano fuori dai playoff? «Beh, indubbiamente fa più notizia Trento. Non fosse altro per il fatto che eravamo partiti per salvarci». Milano, Reggio Emilia, Venezia e Sassari in estate erano state più o meno pronosticate tra le prime quattro. Vedere invece Trento come migliore delle «altre» è una grande sorpresa.
L’INCREDIBILE UNIONE DI INTENTI TRA STRANIERI E ITALIANI È STATA FONDAMENTALE MI ERA STATA APPICCICATA L’ETICHETTA DI COACH DELLE MINORS: A VOLTE CI VUOLE FORTUNA... MAURIZIO BUSCAGLIA ALLENATORE TRENTO
«Non posso negarlo. Ma io, ottimista di natura, giorno dopo giorno ho visto la squadra crescere con un’incredibile unione d’intenti tra stranieri e italiani. Da una parte Mitchell, Owens, Sanders, Grant e Armwood, dall’altra Pascolo, Spanghero, Baldi Rossi, Forray e Flaccadori. Un gruppo che anche dopo le quattro sconfitte di fila contro Bologna, Reggio Emilia, Milano e Cantù non si è abbattuto, anzi ha trovato la forza di reagire».
E non è ancora finita... «La politica dello step by step è sempre stata alla base del club. D’altronde, i tanti campionati vinti testimoniamo la nostra programmazione. Non ci nascondiamo: vogliamo provare ad attaccare il quarto posto». Ci parli di Tony Mitchell: è un tipo fumantino? «No, ma è uno che ha sempre voglia di vincere. Talento offensivo pazzesco, sa pure passare bene la palla. Alcuni colleghi mi hanno detto che da tempo non vedevano in Italia un’ala piccola così forte. È ancora giovane, penso comunque che sia pronto per una squadra di Eurolega anche se è sempre il contesto alla fine a fare la differenza». Lei è arrivato in Serie A a 45 anni: tardi? «A volte ci vuole fortuna, a volte si è etichettati solo come allenatore delle categorie minori. Ecco, forse questa negli anni passati mi era stata appiccicata. Un motivo in più per essere soddisfatto della stagione attuale. In attesa di giocare i playoff, naturalmente: un’altra sfida vinta».
Maurizio Buscaglia, 46 anni, tecnico di Trento dal 2010 CIAMILLO
Ci fa tre nomination stagionali? Extracomunitario, comunitario e italiano: non i soliti noti... «White, Peric e poi non saprei chi scegliere tra Michele Vitali e Fontecchio. Naturalmente ho tolto i miei, eh». Cosa fa Buscaglia nel tempo libero? «Ne ho poco, in verità. Ma appena posso suono la chitarra, mia vecchia passione, cammino per i sentieri del Trentino e poi mi piace gustare i sapori della buona tavola...». © RIPRODUZIONE RISERVATA
4°
● Miglior piazzamento di una neopromossa nella serie A a 16 squadre, la Verona di Marcelletti con 40 punti nel ‘93-94 e la Pesaro di Caja con 36 nel ‘99-00
● ESTATE AZZURRA Saranno 12 le partite di preparazione che la Nazionale affronterà prima di trasferirsi a Berlino, il 2 settembre, per la prima fase dell’EuroBasket 2015. Dal 21 luglio gli azzurri saranno a Folgaria e dal 4 agosto si ritroveranno a Trieste per la seconda fase della preparazione. Il programma: Trentino Cup (Trento): 30/7 Italia-Olanda; 31/7 ItaliaAustria; 1/8 Italia-Germania. Torneo a Tbilisi (Georgia): 14/8 Italia-Israele; 15/8 ItaliaLettonia; 16/8 Italia-Georgia. Torneo a Capodistria (Slovenia): 21/8 ItaliaUcraina; 22/8 Italia-Finlandia; 23/8 Italia-Slovenia. Torneo a Trieste: 28/8 Italia-Georgia; 29/8 Italia-Michigan State; 30/8 Italia-Russia.
Basket R Nba
MERCOLEDÌ 15 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
AMERICA AMERICA
CONTENUTO PREMIUM
Belinelli
LA SITUAZIONE
Nets k.o. Datome e i Celtics ai playoff
«PER UN ALTRO TITOLO FAREI UNA PAZZIA» L’INTERVISTA di RICCARDO PRATESI San Antonio (Texas)
Gigi Datome, 27 anni CIAM
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conta ogni azione, ogni dettaglio, potrà fare ancor di più la differenza. E a me dà tanti consigli».
Bilancio personale della stagione regolare? elinelli non vede l’ora. I playoff sono «I conti si faranno dopo i playoff. Sono 6° in dietro l’angolo e i San Antonio Spurs squadra come punti segnati, sì. Ma gli infortuni sono impazienti di giocarli. I campioni mi hanno condizionato. Ho perso 20 partite. arrivano al meglio al momento culmi- L’infortunio all’inguine patito in inverno me lo nante della stagione. Hanno vinto 11 continuo a portar dietro, dà fastidio. Senti di partite di fila. Marco ha una voglia matta di dare avere qualcosina che non va come dovrebbe. la caccia a un altro titolo. «Per il primo mi sono Condiziona a livello mentale, non puoi spingere fatto un tatuaggio. Sarei pronto a qualcosa di al 100%. E quando stai fuori poi devi rimetterti pazzo per il secondo. Stiamo giocando la nostra al pari con gli altri, come forma, e le rotazioni miglior pallacanestro della stagione. Dopo il Ro- sono spietate. Il gioco di squadra degli Spurs mi deo Trip siamo migliorati tanto. Siamo più solidi valorizza: per caratteristiche mi muovo sugli in difesa, il nostro marchio di fabbrica. Ci ha aiu- scarichi o creo dal palleggio per i compagni. Ma tato l’impennata di Leonard, cresciuto anche in questo sistema ha le sue difficoltà: giochi solo se attacco. Ora abbiamo schemi proprio per lui. difendi forte, Pop è esigente. Alcune volte giochi L’altro motivo del cambio di marcia è che abbia- meno. Sarebbe più facile avere ogni volta 40’, con la possibilità di sbagliare senmo avuto tanti infortunati, da Leza temere la panchina. Io devo daonard a Parker, da Splitter a Mills. IL NUMERO re tutto subito. Cercando di farmi Ora siamo più sani. Con una vittotrovare sempre pronto». ria a New Orleans, ultima partita di stagione regolare, conquisteLa qualità a Ovest è super. Che remmo il 2° posto a Ovest, cruciaplayoff vi aspettate? le per i playoff. E’ una volata paz«I playoff sono quasi un altro zesca, 4 squadre quasi sulla stessa sport, si gioca più duro, gli arbitri linea». Il bilancio degli Spurs nelle ultime 24 fischiano meno. Le 8 squadre dell’Ovest sono tutte forti. Può capiGli Spurs, su 82 partita, hanno avutare che ogni serie finisca in 4 parto la costante Duncan. Il compa- partite. Le sconfitte a Dallas, New York tite o in 7. Golden State favorita? I gno più forte di sempre? Warriors – Curry vale l’mvp –, so«Ho giocato con grandi talenti, in e in casa coi Cavs no andati forte tutto l’anno. Ma ce 8 stagioni Nba. Lui è unico. Non solo per come gioca a 39 anni. Per la passione la giochiamo almeno alla pari. Siamo in forma, che ci mette. L’altro giorno si è tuffato tra gli abbiamo più esperienza. E occhio a Houston e spettatori per recuperare una palla vagante. Du- Memphis. Se guardo a Est, sono felice per il rirante una partita poi stravinta. Rischiando di torno di Rose, importante per Chicago. Ma la farsi male, lui che zoppica nella quotidianità per Cleveland di LeBron è la squadra da battere. un ginocchio malandato. Poi, è ancora immar- Stiamo giocando bene, il top sarebbe farlo come cabile. E passa alla grande, abbiamo un bel fee- negli scorsi playoff da gara-7 con Dallas, che poling. Mi trova sempre se mi muovo senza palla». tremmo incrociare pure stavolta al 1° turno. Il fattore campo è importante, giocare la bella in Cosa ha portato Messina come valore aggiunto? casa fece la differenza con i Mavs». «Ci ha dato tanto, grazie alla sua esperienza vincente tra Italia, Russia, Spagna. E’ bravo in tut- Dopo i playoff ci sarà da pensare all’Europeo. Beto: attacco, difesa, strategie. Nei playoff, dove linelli ci sarà?
arco Belinelli non sarà l’unico italiano ai playoff. A fargli compagnia, nell’altra conference, Gigi Datome. I suoi Boston Celtics sono infatti entrati nella postseason senza scendere in campo, grazie alla sconfitta dei Nets con i Bulls. Resta solo da decidere se i biancoverdi chiuderanno al 7° o all’8° posto, sfidando quindi Cleveland o Atlanta al 1° turno. «Gigione ai playoffs!!! #LetsGoCeltics #CelticsNation» l’entusiastico tweet di Datome. Stanotte si decide l’8°posto a Ovest. Le vittorie di New Orleans a Minneapolis e di Oklahoma City su Portland, lasciano le squadre alla pari (vantaggio scontro diretto ai Pelicans). Il calendario favorisce i Thunder, in casa dei Wolves, mentre NoLa ospiterà gli Spurs, costretti a vincere per mantenere il 2° posto
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21-3
DA SABATO L’AZZURRO DEGLI SPURS DIFENDERÀ L’ANELLO: «ALMENO ALLA PARI COI WARRIORS. VOGLIO L’EUROPEO MA DECIDO A FINE STAGIONE»
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«L’obiettivo è giocarlo. Ma a 29 anni devo prima vedere come sto fisicamente. E poi decidere post playoff. Pianigiani sa delle mia condizioni, sto stringendo i denti. Per chi chiude la stagione già adesso (Gallinari e Bargnani, Datome invece farà i playoff con Boston, ndr.) sarà più facile riposare, recuperare e tornare in forma. Ma ne parliamo con gli altri azzurri in Nba. Vogliamo riportare l’Italia a livelli importanti».
Marco Belinelli, 29 anni, scelto con il numero 18 da Golden State nel draft 2007, seconda stagione a San Antonio AFP
Il contratto con gli Spurs è in scadenza. Il futuro sarà a San Antonio? «Possono succedere tante cose. Ero quasi sicuro di restare a Chicago, Coach Thibodeau mi chiamava tutti i giorni. E invece…Sono tante le variabili. Se Duncan e Ginobili si ritireranno. Cosa faranno Popovich e Messina. Cosa conterà di più tra soldi, minutaggio e squadra vincente? Tutto. Ho rifiutato cifre più alte per andare a Chicago. La chiave sarà giocare dove posso crescere come giocatore. Quando vinci un titolo ti cambia la prospettiva, capisci quanto sia importante il successo. Finita la stagione andrò a San Giovanni, in famiglia. Il futuro lo deciderò dall’Italia». © RIPRODUZIONE RISERVATA
SEFOLOSHA Lo svizzero Thabo Sefolosha, finito in manette assieme al compagno di Atlanta Pero Antic settimana scorsa a New York per aver ostacolato la polizia durante le indagini dopo l’accoltellamento di Copeland, ha accusato le forze dell’ordine di avergli rotto una gamba durante l’arresto. «Non posso entrare nei dettagli per motivi legali» ha poi spiegato l’ex biellese. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Risultati: Charlotte-Houston 90100; Cleveland-Detroit 109-97; Philadelphia -Milwaukee 97-107; Atlanta-New York 108-112; Brooklyn-Chicago 86-113; Miami-Orlando 100-93; Minnesota-New Orleans 88-100; Oklahoma City-Portland 101-90; Utah-Dallas 109-92; Sacramento-LA Lakers 102-92; Golden State-Memphis 111-107; LA ClippersDenver 110-103 (Gallinari n.e.).
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Atletica R Il caso doping
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● mesi il patteggiamento (con sospensione della pena) di Alex Schwazer nel procedimento penale aperto a Bolzano dalla sua positività al doping
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● I mesi di squalifica della condanna «sportiva». Nel primo processo tre anni e mezzo, poi tre mesi per l’elusione del controllo a casa di Carolina
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● luglio 2012. Il giorno del controllo antidoping che scoprì l’assunzione di epo del marciatore olimpionico a pochi giorni dalle gare di Londra 2012
2008 29 ● La vittoria di Alex Schwazer a Pechino nella 50 chilometri olimpica. L’altoatesino si aggiudicò la gara con il tempo di 3 ore, 37 minuti e 9 secondi
● Il giorno di aprile del 2016 in cui scadrà la squalifica di Schwazer. A meno che il Tribunale Nazionale Antidoping decida per uno «sconto»
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● I marciatori azzurri che possono gareggiare nella 50 km. di Rio. De Luca certo, Giupponi quasi. Sul 3° posto uno spiraglio teorico per Schwazer
La nuova verità di Schwazer
1Memoria in Procura: «Dopato con il testosterone già dal 2011, presi epo per le gare di marzo 2012. Lo dissi al dottor Fiorella. Fidal e Carabinieri sapevano di Ferrari»
Valerio Piccioni
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lex Schwazer ha confessato davanti ai magistrati di Bolzano di aver assunto sostanze proibite già dall’estate del 2011, e di aver collaudato il suo «piano doping» per Londra assumendo eritropoietina dal 20 febbraio del 2012, prima dei grandi risultati del marzo successivo, a Lugano e Dudince. Nella memoria scritta un mese fa, poi ribadita in un interrogatorio, spiega che il suo doping all’epo era stato preceduto da quello con il testosterone. Inoltre rivela di avere raccontato già nell’aprile 2012 a uno dei medici rinviati a giudizio (il processo comincerà il 29 aprile), Pierluigi Fiorella, di essersi dopato. Una verità a scoppio ritardato che l’olimpionico tuttora squalificato spiega così: confessare di essersi dopato a Lugano e a Dudince, in presenza di un controllo negativo, avrebbe messo in discussione anche i risultati precedenti, Olimpiadi comprese, che Schwazer continua a giurare siano pulitissimi. Ma allora perché ora? Perché vuole liberarsi da un «peso» che renderebbe impossibile ripartire. E perché, si deve aggiungere, «dire la verità» era una delle «condizioni» che Sandro Donati gli aveva posto per allenarlo. OSSESSIONE E MICRODOSI Le ammissioni naturalmente spaccheranno il già ultradiviso pubblico dell’atletica e dell’antidoping, che continua a sbranarsi sui social network fra i tifosi della seconda chance e quelli che non ne vogliono sapere. Di certo, nella confessione ci sono passaggi che descrivono una vera e propria ossessione. Come quando Schwazer spiega come assumeva l’epo, le macrodosi un giorno sì e un giorno
lontano dalle competizioni e dall’eventualità di un controllo, le micro che scompaiono in sole 8 ore. Infine, l’aver architettato una serie di ripetuti cambi di reperibilità nel suo «whereabout» per attirare i sospetti e il controllo degli ispettori Wada, subirlo da pulito per poi cominciare a doparsi subito dopo. LO DISSI A FIORELLA Una parte importante della nuova confessione riguarda i suoi rapporti con i medici e le istituzioni. Dopo un esame per il passaporto biologico a ridosso di un’assunzione proibita, Schwazer sostiene di aver avvertito Fiorella dell’assunzione di epo. Si incontrano a Parma. Schwazer racconta dell’incredulità del medico sul doping «fai da te», ma poi del fatto che anche lui si convinse che aveva agito da solo. Dopodiché, prosegue il racconto di Schwazer, Fiorella lo tranquillizza, gli ricorda la vittoria dell’Olimpiade (cioè senza doping), gli spiega che la Iaaf sarebbe stata prudente nell’analizzare i dati, di smettere di assumere sostanze dopanti e di fare controlli del sangue mensilmente. Poi della vicenda non si parla più, mail a parte («alla Iaaf puzzerà questo tuo andare su e giù dalla Germania a Londra», scriverà Fiorella). Schwazer lo rimprovera di non avere impedito la «fuga» a Oberstdorf. Anche perché nell’incontro di Parma, pur non dichiarando esplicitamente l’intenzione di doparsi per Londra, l’altoatesino avrebbe detto al medico della «prova completa» dell’epo nella gare di marzo. SPRAY PER L’ASMA Quanto a Fischetto, anche lui rinviato a giudizio a Bolzano, viene chiamato in causa per una questione che riguarda il 2008, quando – secondo le parole di Schwazer – il medico federale
Le accuse ai medici
PIERLUIGI FIORELLA Medico della Fidal Schwazer ha raccontato nella sua memoria di avergli rivelato il «segreto» dell’epo nell’aprile 2012, 4 mesi prima del controllo della positività, in un incontro avvenuto a Parma
GIUSEPPE FISCHETTO responsabile medico della Fidal fino al 2013 Schwazer racconta un episodio del 2008, quando Fischetto avrebbe insistito per utilizzare senza ragione, uno spray contro l’asma
E SI ALLENA SULL’ANIENE ● Alex Schwazer, 30 anni, seguito in bici dal tecnico Sandro Donati, 67: avvistati ieri sulla pista ciclabile che costeggia l’Aniene. Un percorso che è quello della via Francigena percorsa sin dal Medioevo dai cattolici per chiedere perdono dei peccati...
insistette con lui e con altri atleti nella richiesta di utilizzare uno spray contro l’asma senza che lui chiedesse nulla, «perché non soffro di asma». Tanto che dal test non uscirono valori tali da giustificare l’esenzione terapeutica. CAROLINA INGANNATA Ora spetterà alla procura antidoping del Coni valutare quanto queste pagine, già da giorni negli uffici «sportivi», rappresentino una «collaborazione fattiva» capace di scoprire o accertare una violazione «da parte di altra persona». A questo proposito, oltre alle parole su Fischetto e Fiorella, Schwazer aggiunge che è chiaro che la Fidal ed il gruppo sportivo dei Carabinieri sapevano dei rapporti (vietati) con il dottor Ferrari. Insomma, un altro fronte che si potrebbe aprire nel lavoro dei procuratori antidoping. Che forse potrebbero risentire Schwazer prima di chiedere un parere sullo «sconto» a Iaaf e Wada. A decidere sarà comunque il Tribunale Nazionale Antidoping, che aveva aperto un varco per la riduzione della squalifica proprio nella sentenza di condanna per il controllo dribblato a Oberstdorf, a casa di Carolina. Schwazer torna anche su questo, ammettendo di averla ingannata: il cambiamento della reperibilità all’ultima ora era una scusa, l’obiettivo era saltare il controllo. Parole che il marciatore è disposto a ribadire anche al Tas di Losanna per difendere la Kostner. DATI SU INTERNET Intanto ieri l’olimpionico ha effettuato al San Giovanni di Roma i primi esami ematici nell’ambito del progetto di monitoraggio lanciato da Donati con i professori Ronci e D’Ottavio. I dati saranno pubblicati su internet. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Pallanuoto R Preliminari di World League a Spalato CROAZIA
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ITALIA
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(3-1, 5-2, 1-4, 5-4) MARCATORI: 3’23” N.Gitto s.n., 5’09” Obradovic, 5’53” Jokovic, 7’45” Buljubasic s.n.; 8’42” Setka s.n., 8’56” Bukic, 10’46” Loncar, 13’26” Gallo s.n., 13’49” Jokovic rig., 14’17” S.Luongo s.n., 14’46” Setka; 16’45” A.Fondelli, 17’18” Giorgetti, 17’40” Jokovic, 19’27” Aicardi s.n. 23’26” Gallo rig.; 24’36” Giacoppo, 25’04” Petkovic s.n., 25’57” Buljubasic, 26’47” Jokovic rig., 28’37” Giorgetti, 29’53” F.Di Fulvio, 30’16” Jokovic s.n., 30’33” Giacoppo, 31’54” Setka s.n. CROAZIA: Pavic, Bukic, Petkovic, Loncar, Jokovic, Buslje, Obradovic; Buljubasic, Cagalj, Macan, Setka. N.e.: Marcelic. All.: Tucak. ITALIA: Tempesti, Figlioli, Giorgetti, A.Fondelli, Gallo, N.Gitto, Aicardi; F.Di Fulvio, Velotto, Giacoppo, S.Luongo, Bruni, Del Lungo. All.: Campagna. ARBITRI: Alexandrescu (Rom) e Marjay (Rom). NOTE: sup. num. Croazia 11 (5 gol), Italia 11 (5). Usc. 3 f. Obradovic 19’02”, N.Gitto 24’45”, Giacoppo 30’49”. Amm. Campagna. Spett. 1200.
Settebello, dopo la sconfitta pellegrinaggio a Medjugorje 1Battuti dalla
Croazia, a fine match Giorgetti porta i compagni nel luogo sacro
Franco Carrella
solano con la rivincita olimpica di Londra: s’impone 14-11 la squadra di Tucak, dimostrando di saper sopperire a qualche assenza pesante (Buric e Sandro Sukno, acciaccati, e Dobud, sospeso cautelativamente dalla Fina per aver eluso un controllo antidoping), contro un Settebello a due velocità. Inguardabile per due quarti, poi da applausi.
INVIATO A SPALATO (CROAZIA)
C
roazia-Italia a porte aperte, a Spalato, almeno nella pallanuoto c’è. Aspettando la sfida del 12 giugno che conduce all’Europeo del calcio, quando gli slavi pagheranno il comportamento razzista dei propri tifosi, in Dalmazia si con-
TOP «Qualche giocatore non era al top e si è visto, comunque mi è piaciuta la reazione nella seconda parte» commenta Sandro Campagna. L’ultima giornata dei preliminari di World League definisce le ultime 2 qualificate dalla zona europea. Alla Final 8 di Bergamo ( 23-28/6), con un
Alex Giorgetti, 27 anni EPA
pass olimpico in palio, approdano anche Ungheria (12-11 sulla Grecia) e Serbia (11-10 alla Russia). Nel gruppo del Settebello ci saranno i serbi, Australia e Usa; nell’altro gli ungheresi, i croati, Brasile e Cina. «Il nostro è il girone più duro – osserva il c.t. – ma con la prospettiva di poter ottenere un quarto meno impegnativo». BRUTTO APPROCCIO Nella città che vive di sport (200 mila abitanti e 75 medaglie olimpiche!), in una piscina gremita, la formazione di casa con 12 uomini a referto parte di slancio, facendo leva su un pressing asfissiante e su un attentissimo Pavic in porta. L’Italia è distratta in difesa e subisce troppo a uomini pari (alla fine, saranno ben 8 gol), facendo arrabbiare Campagna che nel 2° quarto avvicenda Tempesti e Del Lungo tra i pali cercando una scossa (poi rientrerà il capitano). Sull’8-3 di metà partita, gli azzurri si svegliano facendo più movi-
mento in attacco: si arriva al -1 a inizio 3a frazione (9-8 di Giacoppo) ma con un break di 3-0 gli slavi chiudono la contesa. Cinque reti per Jokovic. IN PREGHIERA A fine match, per gli azzurri, un viaggio improvvisato molto speciale. In bus si sono diretti a Medjugorje, antica meta di pellegrinaggi: la cittadina bosniaca dista un’ora e mezza da Spalato, dove la squadra tornerà stamattina dopo aver scalato la Collina delle Apparizioni. Un’idea lanciata da Alex Giorgetti, il giocatore che ha fatto della fede la sua ragione di vita. La prima volta a Medjugorje fu dopo la conquista dell’oro mondiale, nell’estate 2011: «Qui, anche chi non crede non può restare impassibile» ha detto l’attaccante della Pro Recco. E i compagni non hanno esitato. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Girone C: Croazia 24; Italia 17; Montenegro* 10; Francia, Turchia* 3. (*una partita in meno).
Nuoto R Primaverili a Riccione
MERCOLEDÌ 15 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Pellegrini a fondo Nei 400 si inchina a Mizzau e Carli 1Fede solo terza in 4’08”27. «Non ho più il passo per questa distanza». Sarà portabandiera a Rio?
La vincitrice, Alice Mizzau, sotto gli occhi di Federica Pellegrini, solo terza nella finale dei 400 BINDA
Stefano Arcobelli INVIATO A RICCIONE
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a prima donna al mondo ad averli nuotati sotto i 4 minuti dice addio ai 400 stile libero. E’ un altro momento assai simbolico, questo passaggio di consegne italiano ad Alice Mizzau e Diletta Carli, nate nel ‘93 e nel ‘96, mentre Federica Pellegrini si dispiace un po’ per questa uscita di scena «sottotono, ma non ho più i passi gara per nuotarli bene, ed è giusto non insistere». Lo ammetterà subito dopo anche il tecnico Matteo Giunta che si assume tutte le responsabilità di questa scelta del programma gara di
Sui 100 Orsi fa 48”50 La rana è di Di Lecce FINALI UOMINI (1a g.). 100 sl: 1. Orsi 48”50 (23”18, qual. Mondiali); 2. Magnini 48”79 (23”64); 3. Dotto 49”04 (23”19); 4. Santucci 49”07; 5. Belotti 49”22; 6. Leonardi 49”46. 800 sl: 1. Paltrinieri 7’50”43 (3’52”77, qual. Mondiali); 2. Pizzetti 7’57”83; 3. Vanelli 8’02”26; 4. Ruffini 8’04”58. 100 dorso: 1. Sabbioni 53”49 (rec. ital., prec. 53”77 Di Tora, 27-7-’09 a Roma,
Fede alle selezioni mondiali: «E’ colpa mia se l’ho “costretta” a gareggiare in questa specialità, non era preparata per disputarli ad alto livello: mi spiace». Fede che passa dal 4’09”33 della batteria al 4’08”27 della finale non è solo il segno del contrappasso ma l’ammissione che anche a livello italiano non puoi più far pesare il nome e il passato. MERAVIGLIA Alice fa la sua meraviglia in 4’06”22 e si qualifica per i Mondiali, Diletta si migliora da 4’08”84 e 4’06”78 e dimentica i guai fisici di dicembre a Doha: sono le eredi di Fede nella specialità che non è mai stata nelle corde dell’azzurra, tanto che prima di Giunta erano
stati Castagnetti e Lucas ad obbligarla a tuffarsi per raccogliere 2 ori mondiali e un oro europeo. La gara delle fughe, dell’ansia, dei patemi, e delle delusioni olimpiche ed europea. Resta quel record europeo di 3’59”15, e resta una speranza: che sacrificarli comporterà una possibile chiamata del Coni fra un anno, quando sarà scelta la portabandiera. Fede non potrà più rinunciare perché il giorno dopo l’apertura olimpica è impegnata nei 400, ma sarà libera di guidare la delegazione tricolore a Rio 2016. E sarebbe come esaudire un desiderio di mamma Cinzia (presente ieri in tribuna con papà Roberto a consolarla) che quando guardava la
pas. 25”88, qual. Mondiali); 2. Ciccarese 54”15; 3. Bonacchi 54”51; 4. Milli 54262; 5. Mencarini 54”72. 50 rana: 1. Di Lecce 27”75; 2. Scozzoli 27”80; 3. Toniato 27”98; 4. Ossola 28”10; 5. Antonelli 28”17; 12. Martinenghi (’99) 28”70 (rec. ital. ragazzi, prec. 28”81 bat., prec. Toniato 28”96 del 2007). DONNE 400 sl: 1. Mizzau 4’06”22 (p. qual. Mondiali); 2. Carli 4’06”78 (3° t. ital. alltime); 3. Pellegrini 4’08”27; 4. Masini Luccetti 4’09”00 (7° t. ital.alltime), 5. Musso 4’09”56 (8° t. ital. alltime). 100 dorso: 1. Panziera
1’00”83 (p., 5° t. ital. alltime); 2. Cartapani 1’01”22 (p.); 3. Barbieri 1’01”29; 4. Neri 1’01”47; 5. Zofkova 1’01”51. 200 farf.: 1. Polieri 2’08”62 (1’02”01); 2. Pirozzi 2’10”55; 3. Albenzi 2’11”59; 4. Strickner 2’11”92. 4x100 sl: 1. Esercito 3’40”68 (rec. ital. soc., prec. 3’40”68, Letrari 55”45, Nesti 55”91, Biondani 55”57, Ferraioli 53”75); 2. Aniene 3’42”71 (3a f. Pellegrini 54”47); 3. Forestale (4a f. Di Pietro 54”82) 3’45”54. OGGI (batt. ore 10, finali 17, dir. Rai Sport 1): 50 farf. donne, 100 farf. U, 200 rana D, 400 mx U, 1500 sl D, 100
sfilata di Seul ‘88 teneva in braccio la piccola precoce e futura star Federica. «L’occasione per dimenticarli facendo la portabandiera? Sinceramente lo spero, sarebbe come un premio alla carriera: a Rio avrò 28 anni e sarà la mia ultima Olimpiade: potrebbe essere un onore. A Londra sarebbe stato difficile e ci furono polemiche, stavolta se si deciderà sul mio nome ne sarei davvero onorata. Mi dispiace ma è arrivato davvero il momento giusto per accantonarli per sempre: i 400 non li vivo più non solo come passo ma neanche come tensione. Preoccupata per i 200? Saranno un’altra gara. I 100? C’è tempo per farne». NELLA STORIA Fede pensa esclusivamente ad un test fondamentale nella gara in cui ha scritto la storia e potrebbe aggiornarla: nessuna donna, infatti, è salita sul podio nella stessa specialità ininterrottamente per 6 Mondiali di fila (la ranista australiana Leisel Jones, ormai ex, è a 5 come Fede, e tra gli uomini solo Lochte e Phelps ci sono riusciti). E dunque a tutto 200. La gara che interessa anche le eredi dei 400, in chiave 4x200. La Mizzau s’abbraccia con Max Di Mito, ex mentore di Fede, che le ha consigliato di preparare i trials a Barcellona da Fred Vergnoux con Mireia Belmonte, e lei s’è potenziata, fortificata, è uscita dal dramma della morte della mamma avvenuta durante gli Europei di Berlino 2014, «Ma lei mi ha insegnato tanto, da gennaio ho deciso di rimettermi in moto e i risultati si vedono: i 400 mi piacciono perché c’è più tempo per pensare». Al contrario di Fede che quasi s’annoia tanto sono lunghi. «E’ arrivato il momenti di uscire dal complesso di Fede, ormai non si regala più niente, finora ho sempre perso qualcosa per strada». Fede non perdeva dai tempi della Filippi questa gara ai campionati italiani: «Tocca a loro, queste ragazze hanno 20 anni ed è giusto che si migliorino di volta in volta, io ho già dato tanto anche in questa gara che non è mai stata prediletta». Ora ci sono Diletta e ed Alice. Fede non confeziona più quattrocento meraviglie. © RIPRODUZIONE RISERVATA
rana U, 100 sl D, 4x200 sl U. VAN DER BURGH (al.f.) Ai campionati sudafricani di Durban, Cameron Van Der Burgh, compagno di allenamenti di Scozzoli a Graz, vince i 100 rana in 59”78 (3° t. 2015). Uomini: 200 sl Le Clos 1’47”93 (s.); 50 fa Schoeman 23”69. Donne: 50 sl Gallagher (16) 25”93; 100 fa Mohr 1’00”21. SUBIRATS (al.f.) Ai campionati venezuelani di Caracas, Albert Subirats vince 50-100 dorso (26”03, 56”00) e 50-100 farfalla (24”22, 53”62).
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L’IMPRESA
Sabbioni batte e cancella Di Tora sui 100 dorso 1Ha portato il primato italiano a 53”49 abbassando il limite di 28 centesimi
La gioia di Simone Sabbioni, 19 anni: record nella piscina di casa
I
l colpo del Bomber che porta se stesso e la staffetta veloce (3’15”40) ai Mondiali, il monologo del mezzofondista e il record italiano del dorsista: zampillano emozioni nelle altre finali dei trials per Kazan. La finale più attesa erano i 100 sl: il quartetto azzurro torna a diventare quintetto anche se si perde al sesto posto il medagliato europeo Luca Leonardi e recupera Michele Santucci, il più veloce al mattino (49”28) e miglioratosi al pomeriggio ma non abbastanza per il podio. Su cui sale Luca Dotto, che vira come Marco Orsi (23”18/23”19) ma tocca male e si fa superare dall’intramontabile Magnini, 33 primavere. Orsi doma l’ex bicampione del mondo col 5° crono mondiale stagionale (48”50), ma Magnini fa un figurone al cospetto dei compagni e li chiama a fare gruppo per regalarsi «un’ultima grande gioia in staffetta». Consapevolezza e carisma, e quelle bracciate memorizzate per emergere sempre e non patire mai la concorrenza. Una forza mentale straordinaria, ammirata proprio da Dotto che tra alti e bassi schiuma rabbia ma ammette di essere sulla via buona: «La cattiveria sta tornando». Filo difende il suo record italiano di 48”04 e il 48”79 di ieri diventa prioritario per il secondo pass individuale (Orsi centro il tempo limite in 48”5, Magnini per un decimo è lì). «Avessi la loro età...» fa il capitano con i po-
stumi di una flebite. Orsi ama di più i 50 sl («il mio pallino»), ma si sta confermando il miglior velocista azzurro: «Ho dovuto battere anche tutte le aspettative». GREG CERTIFICA Non ditelo a Gregorio Paltrinieri, campione europeo degli 800 sl, che senza il gemello Detti, prova a fare tutto da solo e fino a metà (3’52”77) tiene un ritmo alto, poi produce un 7’50”43 che dista 7” dal suo personale di un anno fa ma è il 4° tempo 2015. E’ un pomeriggi indimenticabile per il reuccio di casa Simone Sabbioni, capace di cancellare il primato «gommato» del 2009 di Di Tora nei 100 dorso: 53”49 (sesto al mondo nel 2015) e una felicità irresistibile per il ragazzone del ‘96 che s’allena tutti i giorni in questa vasca: «Fino a 5 minuti prima della gara era un sogno, ma i sogni a volte si avverano». Alessia Polieri nei 200 delfino scavalca la Cavallino al 4° posto italiano alltime e sfiora di 6 decimi il pass mondiale, la Panziera si prende i 100 dorso rosa: si migliora ma non basta. s. a © RIPRODUZIONE RISERVATA
I 100 DORSO 55”78 EMANUELE MERISI 55”61 EMANUELE MERISI 55”53EMANUELE MERISI 55”50 ENRICO CATALANO 55”49 MIRCO DI TORA 54”84 MIRCO DI TORA 54”74 MIRCO DI TORA 54”39 MIRCO DI TORA 54”05 MIRCO DI TORA 53”77 MIRCO DI TORA 53”49 SIMONE SABBIONI
1995 1996 1996 2006 2007 2007 2008 2008 2008 2009 2015
L’iniziativa R Oggi giornata di ALT contro la trombosi
Antonietta, un ictus e la vita da riconquistare 1«Avevo 34 anni quando mi ha colpito, nove anni di terapie e lo sport mi hanno aiutato tanto per ritrovare il gusto di vivere» Silvia Galimberti
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a trombosi è una cosa da vecchi? Non più. Per questo oggi in tutta Italia si dà voce ad Alt, l’Associazione per la lotta alla trombosi, attraverso iniziative che hanno come primo obiettivo informare e sensibilizzare chi, certe parole non sa neppure che esistono: i bambini. Sono loro i protagonisti della quarta giornata nazionale dedicata alla trombosi. Perché saperlo da piccoli aiuta. Perché non c’è un’età esente.«Il 24 febbraio del 2006, avevo 34 anni: una doccia calda dopo una giorna-
ta di sci, pronta per andare a un happy hour. Il mio corpo non risponde più ai comandi. Un black-out totale. Secondi che durano un’eternità. All’ospedale i medici dicono ai mici genitori di salutarmi per sempre». IL DOPO È il racconto lucido di Antonietta Mollica, una donna che oggi – dopo 9 anni di terapia (8 ore al giorno) – può dire a tutti che «ce la si può fare». Si può tornare a vivere dopo un ictus che azzera la tua vita e ti costringe a rivedere tutti i piani: da manager in carriera a persona che scopre di avere «Una sensibilità d’animo per
parlare agli altri», come lei stessa riconosce. «Tutta colpa di una pervietà del forame ovale, un buchino tra atrio destro e sinistro, come Cassano – spiega Antonietta, nata a Gaggiano –. In un attimo il 20 per cento dei neuroni del cervello si è bruciato, il lato sinistro del corpo immobile. Eppure conducevo una vita esemplare: nessun vizio, tantissimo sport. Proprio quello che mi ha salvato: la memoria motoria è stata fondamentale per consentirmi di recuperare, anche se non totalmente, la funzionalità dei miei arti. L’equilibrio, la percezione di me nello spazio: cose banali che sono diventate con-
quiste difficilissime». Prima il nuoto, la vela, lo sci, le immersioni. Oggi: tornare ad andare in bicicletta, battere la sella al trotto, una vasca a stile libero tra i desideri più grandi. SECONDA VITA «Anche grazie allo sport ho ritrovato l’amore per la vita, è come se ne avessi già vissute due: prima credevo di poter fare tutto, ero concentrata solo su di me e vivevo troppo velocemente per vedere gli altri. Oggi ho imparato ad amarmi, ho trovato energia per reinventarmi anche nell’arte, ho scoperto che si può essere migliori». Antonietta Mollica in sella. Lo sport l’ha aiutata a recuperare
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MERCOLEDÌ 15 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
MERCOLEDÌ 15 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
TUTTENOTIZIE
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1OLIMPIADI: DENUNCE ANONIME CONTRO I CORROTTI Un filo diretto sul web per raccogliere denunce anonime sulla corruzione. Lo lancia il presidente del Cio, Thomas Bach. Si chiama «Linea per l’integrità e la conformità»: accessibile a chi voglia segnalare attività che minano la regolarità di gare sportive.
PALLAVOLO / DONNE
Conegliano avanti Modena eliminata 1Venete in semifinale: vincono gara-3 al tie-break GIAN LUCA PASINI
IL TROFEO GAZZETTA ALLA FABRIS
MODENA
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el momento più buio si accende una luce e Conegliano, apparentemente spacciata, trova la strada per conquistare la terza semifinale della sua storia. Anche se per arrivarci sceglie la strada più difficile e complicata. L’ultima fiaccola la accende Anna Nicoletti, classe 1996, vicentina, azzurrina chiamata nelle ultime due partite a sostituire la bomber titolare Nikolova. E proprio Anna, 19 anni, firma il punto finale, scatenando la gioia dei tifosi gialloblù arrivati al PalaPanini per una partita tipica dei playoff, con tanti alti e bassi, tanti, tantissimi errori (in totale 66!), ma che entusiasma il pubblico per un tiebrak che lancia la squadra di Alessandro Chiappini (arrivato all’Imoco a stagione in corso) verso la sfida contro la Pomì Casalmaggiore. Già venerdì la
PALLAVOLO/2
● Il presidente della Liu, Jo Modena, prima del match ha consegnato a Samanta Fabris il trofeo Gazzetta 2015. La schiacciatrice croata lo ha vinto a pari merito con la connazionale Barun di Novara
prima gara (al palasport di Cremona), di una serie al meglio delle cinque partite. SETTIMANA «Se ripenso a una settimana fa – prova a dire Valentina Fiorin, una delle veterane della squadra di Conegliano – era difficile da pronosticare che ci trovassimo a questo punto. E invece è andata proprio così. Noi ci abbiamo creduto. Bisogna crederci sempre». Aggiunge con un filo di voce, tutta rossa in volto e anche un po’ provata dalla grande
IPPICA
fatica, per una maratona di oltre due ore, con continui capovolgimenti di fronte. «Nel quarto set siamo calate, ma ci siamo ritrovate completamente nel quinto, quando contava. Le partite in questo periodo sono così, è difficile fare un pronostico, ma penso che alla fine abbia vinto la squadra che aveva un po’ di fame in più dell’altra». 19ENNE Non sta più nella pelle Anna Nicoletti, prodotto del Club Italia catapultata dalla B-1 azzurra fino al massimo
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(25-21, 23-25, 18-25, 25-23, 13-15) LIUJO MODENA: Piccinini 16, Folie 13, Fabris 18, Rousseaux 15, Heyrman 8, Rondon 2; Arcangeli (L), Maruotti, Crisanti 2, Kostic 1, Muri, Ikic. N.e. Petrachi (L). All. Beltrami. IMOCO CONEGLIANO: Barazza 9, Nikolova 4, Fiorin 10, Adams 14, Glass 4, Oszoy 26; De Gennaro (L), Nicoletti 6, Katic , Barcellini. N.e. Furlan, Boscoscuro (L), Arimattei. All. Chiappini. ARBITRI: Boris e Braico. NOTE: Spettatori 2000. Durata set: 26’, 28’, 23’, 29’, 18’; totale 124’. LiuJo: b.s. 16, v. 3, m. 13, 2a l. 7, e. 36; Imoco b.s. 10, v. 4, m. 20, 2a l. 11, e. 30. SEMIFINALE Venerdì gara-1 a Cremona: Pomì CasalmaggioreImoco Conegliano (al meglio delle 5)
palcoscenico italiano per sostituire la bulgara. «Non riesco a descrivere l’emozione. Sono contenta, sono davvero contentissima. Non posso chiedere di più. Sono qui, in semifinale, con questa grande società». Le fanno quasi più paura i microfoni e registratori che i muri delle giocatrici avversarie: è stata decisiva in gara-2 (al Palaverde), lo ha rifatto ancora in gara-3. Ha dato una mano a una immensa Oszoy, che si è caricata del peso maggiore dell’attacco e ha chiuso la serata con 26 punti, lei assieme a una ancora grande Adams (14). E fra poche ore semifinale. «Io ci credo – chiude Fiorin –. Chi si aspettava che ci saremmo arrivate. Si può fare ancora...».
Vigor Bovolenta, morto a 38 anni Il giudice del Tribunale di Forlì, Giorgio Di Giorgio, ha assolto («perché il fatto non sussiste») i due medici accusati per la morte in campo di Vigor Bovolenta, stroncato il 24 marzo 2012 da un malore cardiaco mentre con Forlì stava disputando una partita di B-2 a Macerata. Si tratta di Matteo Scarpa e Maurizio Mambelli. Erano imputati per omicidio colposo per aver rilasciato l’idoneità sportiva a Bovolenta: Scarpa per il 2011, Mambelli per il 2012. Il Pm Filippo Santangelo aveva chiesto l’assoluzione, ma per insufficienza di prove, mentre il Tribunale, in accoglimento delle richieste della difesa, ha assolto gli imputati per l’insussistenza del fatto a loro imputato. I familiari di Vigor avevano già revocato la loro costituzione come parti civili ed erano stati risarciti dalle assicurazioni. ● A-2 DONNE (m.l.) Oggi (ore 20.30) si gioca l’andata dei quarti dei playoff di A-2 donne: Club Italia-Delta Informatica Trentino; Corpora Aversa-Beng Rovigo. Ritorni: domenica (ore 18).
Favoloso Nenè Un altro colpo alla sella parigina ● Seconda straordinaria vittoria consecutiva dell’italiano (di nascita) Nenè degli Ulivi nel trotto montato parigino. Dieci giorni dopo la sorprendente (a 44/1) nel Prix Lallouet (battendo tra gli altri la regina della sella Roxane Griff), il figlio di UConn Roc si conferma una grande realtà del trotto montato parigino. Con la vittoria, facilissima, nel Prix Cornelia (m 2850) sempre in coppia con Alexandre Abrivard, Nenè, favorito a 1,65/10, ha sempre viaggiato a centro gruppo, per poi sferrare l’assalto decisivo in retta, prendendo la meglio in 1.13.7 su Veloce du Banney e Remember Jihem, con l’altra italiana Nonant Le Pin (D. Thomain) buona quarta. ● ANCORA CRISTIAN Altro bel successo di Cristian Demuro in Francia. Dopo la vittoria di settimana scorsa a Longchamp, ieri è arrivata quella a Saint Cloud, sempre con un cavallo allenato da Alessandro e Giuseppe Botti: si tratta dell’italiano Zamuja, a segno nel Prix de Montmagny sul miglio.
Nenè e la sua vittoria di ieri FORNI
Sergio Parisse, 31 anni FAMA ● (ro.pa.) La Nazionale dichiara guerra al suo presidente. E lo fa attraverso Twitter, il social network più utilizzato dai giocatori, creando un hashtag per replicare alle parole di Alfredo Gavazzi, che giovedì si era detto «stufo dei pensionati», accusando i giocatori di aver trascinato l’Italia al 15° posto del ranking mondiale. Ha iniziato il capitano Sergio Parisse alle 21: #portacirispetto la chiave individuata per rispondere al n. 1 della Fir. E a ruota, sono arrivati tutti gli altri: dai più anziani, come Bortolami, Zanni, Ghiraldini, Masi e Barbieri, ai giovani, con Morisi, Ragusi, Minto, Gori, Visentin e Venditti. Il tutto a pochi mesi dalla Coppa del Mondo. BARBIERI-TREVISO (e.sp., ma.p.) Treviso annuncia il rientro dopo una sola stagione del flanker ’azzurro Robert Barbieri da Leicester. Conferma per Budd. Altri cinque rinnovi alle Zebre: De Marchi, Cristiano, Garcia, Toniolatti e Berryman. Ormai fatta anche per il ritorno da Rovigo di Caffini.
L’ALTRA BELLA
GARA-1 QUARTI UOMINI
Piacenza o Busto?
C’è Trento-Molfetta
(m.mar.) La ripetizione dell’ultima finale scudetto eliminerà Piacenza o Busto già dai quarti. Oggi (ore 20.30) gara-3 decreterà chi affronterà Novara in semifinale. Serie strana: dal 2011 solo una volta era saltato il fattore campo, in maggio per lo scudetto di Piacenza: nelle prime due gare dei quarti ha vinto la squadra in trasferta... In stagione cinque scontri diretti tra campionato, playoff e Supercoppa: Piacenza ha vinto tre volte.
Trento-Molfetta (ore 20.30, diretta RaiSport 2), completa gara-1 dei quarti uomini. Stoytchev, con Djuric dalla panchina, deve scegliere chi lasciare in tribuna tra Fedrizzi, Mazzone e Thei. Sestetto canonico con Zygadlo alzatore e Nemec opposto, Kaziyski e Lanza schiacciatori, Birarelli e Solè centrali e Colaci libero. Di Pinto schiera Torres opposto, al palleggio Hierrezuelo, al centro Bossi-Candellaro, Sket e Noda Blanco in banda, libero Romiti.
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RUGBY
Caso premi Gli azzurri contro Gavazzi
STASERA ANCORA PLAYOFF
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ATLETICA
Morte Bovolenta Assolti i due medici imputati
Un attacco di Emilija Nikolova, 23 anni, bulgara di Conegliano
MAGAKWE FERMATO MARHOUM POSITIVO (si.g.) Il velocista Simon Magakwe, campione d’Africa 2012, 9”98 (2014) nei 100 e 20”23 (2010) nei 200, è stato sospeso dalla federazione sudafricana per doping: si sarebbe rifiutato di sottoporsi a un controllo dell’Usada e ora rischia la squalifica. In Spagna positivo (all’Epo) il 27enne di origine marocchina Mohamed Marhoum, campione nazionale di cross, pescato a un controllo a sorpresa il mese scorso. ● PISTA ITALIA (si.g.) Al via la stagione all’aperto. A Pavia. Uomini. 80 (+0.4): Ceriani 8”92. 150 (+0.4): Bilotti 15”92. 300: Danesini 34”17. A Treviso. Uomini. 600: Picello 1’20”02. Alto: Azzaro 2.10. Donne. 10.000 (mista): Zanatta 35’09”11. Peso: Stevanato 14.10. A Cagliari. Donne. 80 (+2.8): Marcedu 9”84. ● NCAA ITALIANA (si.g.) Così nei meeting universitari Usa. A Mississippi St. Uomini. 800: 4. Lahbi 1’49”47. Ad Austin. Uomini. Martello: Ferretti 66.17. A Coral Gables. Uomini. Peso/Disco: 3./2. Ragonesi 17.67/54.48. A Cullowhee. Uomini. 200 (+2.1): 2. Raiteri 21”33. A Jacksonville. Donne. 400/1500: 3./1. Mattagliano 55”63/4’32”58.
BASEBALL ●
AZZURRI MINORS (m.c.) Per quattro azzurri iniziata la stagione nelle Minors Usa. In triplo A, Chris Colabello, prima base dei Buffalo Bison ha battuto una valida su 10 turni; in doppio A Alex Liddi, prima base degli Arkansas Natural è a 1/14 dopo 4 incontri. In doppio A avanzato Tiago Da Silva, lanciatore dei Dunedin, è stato utilizzato due volte come rilievo: ha tirato tre riprese, con 4so e un punto subito; Alberto Mineo, ricevitore dei Mirtle Beach Pelicans ha battuto un singolo nella sola chance avuta.
BOXE ●
FIORDIGIGLIO (r.g.) Il 13 giugno a Brescia, per la Boxe Loreni, la sfida tra Orlando Fiordigiglio (21) e il francese Cedric Vitu (41-2) per il vacante Europeo superwelter.
ASSEMBLEA EUBC (m.moro.) Ieri ad Assisi (Pg), all’assemblea Eubc 2015, eletti due vice-presidenti (il tedesco Jurgen Kyas e il russo Vladimir Tebekin) e dodici componenti del comitato esecutivo con a capo Franco Falcinelli. Tra gli ospiti anche il presidente del Coni Giovanni Malagò che con entusiasmo ha parlato del movimento rosa.
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OGGI QUINTÉ A ROMA A Capannelle (inizio convegno alle 15.30) scegliamo Polipo Jet (12), Mondial Gar (15), Luce del Nord (7), Oskar Allmar (9), Maestrale Spin (10) e Rintone di Risaia (5). Si corre anche - Trotto: Aversa (15.10). Galoppo: Milano (14.30).
PESI ●
GHIACCIO ●
SINCRO Così ai Mondiali di sincro di di Hamilton (Can). Classifica: 1. (1.2.) Canada I 214.73; 2. (2.1.) Finlandia I 214.06; 3. (5.3.) Russia I 203.48; 13. (12.13.) Italia (Hot Shivers 141.04.
HOCKEY GHIACCIO ITALIA-KAZAKISTAN 1-3 (m.l.) Italia sconfitta anche nella seconda amichevole col Kazakistan: ad Asiago finisce 3-1 (0-1, 0-2, 1-0) con gol di Frei. In porta Tragust. ● CIAO SCHOFIELD (m.l.) Il Bolzano perde un altro pezzo importante: il 27enne attaccante canadese Rick Schofield, tra i protagonisti del successo nella Ebel 2014, va al Villach.
HOCKEY IN LINE ● FINALE (m.l.) La finale è Milano-Cus Verona. Ieri gara-4 (su 5) di semifinale: Cus Verona-Cittadella 4-2 (serie 3-1).
IPPICA
EUROPEI Così ieri agli Europei di Tblisi (Geo). Uomini. 77 kg: 1. Martirosyan (Arm) 351; 2. Getts (Rus) 351; 3. Karapetyan (Arm) 350. Oggi 63 kg donne con Giorgia Bordignon.
SURF TRAGEDIA ELIO: «I DIVIETI FANNO L’EFFETTO OPPOSTO» A due giorni dalla tragica morte del 13enne Elio Canestri, sbranato da uno squalo all’Ile de la Réunion, il presidente della federazione francese Jean-Luc Arassus ha chiesto la rapida adozione di «dispositivi di sicurezza» contro gli attacchi nell’isola. «I divieti non generano sicurezza: quando si vieta di fare qualcosa a un 13enne, lui cercherà di farlo di nascosto» ha detto, riferendosi al divieto di andare in acqua al di fuori delle zone controllate, norma che il piccolo aveva infranto. Intanto in Australia, gli allenamenti della terza tappa del World Tour a Margareth River sono stati sospesi proprio per l’apparizione di uno squalo.
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IERI 9-2-6-4-11 A Roma (m 1600): 1 Norbanus (P. Aragoni); 2 Quiz Evolution; 3 Comiso Soul; 4 Elettronica; 5 Whip Storm; Tot.: 6,92; 2,26, 2,33, 2,21 (68,95). Quinté: n.v. Quarté: 506,39. Tris: 194,81.
TRIATHLON ●
PASSUELLO IRONMAN (al.f.) A Domenico Passuello l’Ironman Taiwan sullo svedese Crneborg.
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MERCOLEDÌ 15 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
meno 70 mila uomini, pronti a combattere (valutazione Venturini, ieri sul Corriere), ma forse di 200 mila (valutazione Luttwak, qualche settimana fa). E la copertura internazionale che impedisca ai libici di fare propaganda contro lo straniero colonizzatore, specie se lo straniero siamo noi. C’è un’ipotesi del rappresentante Onu Bernardino León di unificazione dei due parlamenti esistenti in Libia, con strutture pubbliche comuni dove ci sia in pratica un posto per tutte le tribù. Si tratta di convincere anche emiri ed egiziani, che continuano a finanziare l’ex generale Haftar, il quale sembra non abbia voglia di deporre le armi (e secondo alcuni Haftar avrebbe dietro gli americani). Quindi la Libia è una soluzione lunga e invece sembra urgente una soluzione breve.
IL FATTO DEL GIORNO L’EMERGENZA SENZA FINE Un neonato che ha visto la luce su un barcone partito dalla Libia e soccorso ieri nel Canale di Sicilia ANSA
Se non viene risolta 4 la crisi della Libia dove li mettiamo altri 500 mila profughi? 1Le stime più pessimistiche sono da esodo biblico, ma già adesso
si cerca posto per 6500. La chiave di tutto nello Stato nordafricano di GIORGIO DELL’ARTI gda@gazzetta.it
Le storie dei migranti sono sempre uguali. Bastimenti di disperati partono dalla Libia verso le nostre coste, a metà strada la gente muore asfissiata oppure il barcone affonda, arrivano le navi della marina italiana, vengono ripescati in tutto o in parte i vivi e i morti, al rientro si fa la conta, il bollettino è di regola tragico, ma a parte i numeri è tutto più o meno sempre uguale, i giornali invece sono affamati di novità, se ne parla e non se ne parla, la sensazione è che, in generale, ai lettori degli immigrati freghi pochissimo, a parte il desiderio di non averli tra i piedi, specie se sistemati nei centri d’accoglienza (tutt’altro discorso se c’è da impiegarli in lavori che nessuno di noi italiani è disposto a fare). Ieri, per esempio c’è stato anche un assalto dei libici a una nave per riprendersi un barcone.
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Qual è il fatto nuovo? Due fatti nuovi: uno scafista, poi arrestato a Ragusa, s’è visto morire uno degli imbarcati per via dei vapori di benzina, cioè asfissiato. Dietro alla barca ha visto che c’era una scia di squali affamati. Ha preso il cadavere di quel poveretto e l’ha gettato in mare. I pescecani lo hanno sbranato in pochi minuti. Questo fatto ha eccitato enormemente i giornalisti, ieri i siti erano pieni di titoli drammatici. Ne stiamo parlando anche noi. Ma non è il solo fatto.
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Che altro? Gli arrivi dalla Libia stanno aumentano vertiginosamente e in fondo la bella stagione non è cominciata. I salvati di ieri (più di mille) hanno raccontato che le traversate di questi giorni hanno provocato la morte di 400 persone. Negli ultimi cinque giorni sono arrivati in 8 mila, dall’inizio dell’anno più di 19 mila, le previsioni più equilibrate prevedo-
no un assalto da qui alla fine dell’anno di 250 mila migranti, i più pessimisti si spingono a ipotizzare un esodo di mezzo milione di profughi, queste cifre dicono forse poco, ma ricorderemo che l’anno scorso gli arrivi furono in tutto 170 mila, dunque stiamo parlando di un aumento del flusso oscillante tra l’80 e il 150%. Se me lo chiede, tenderei per la previsione peggiore: in Libia campano sul business dell’immigrazione almeno 20 mila persone, gente specializzata nel succhiare soldi ai poveri disgraziati che vanno in cerca di un passaggio. Questo borseggio continuo si accompagna a violenze di ogni genere, stupri, botte. Per non parlare degli italiani (cooperative, funzionari comunali e simili) i quali lucrano alla grande sui 30-60-120 euro di contributo pubblico che ogni rifugiato può fruttare.
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Bisogna risolvere la crisi libica. Ci vuole un esercito di al-
Esiste? Non lo so. Non mi pare. Una soluzione rapida, anche se d’emergenza, è difficile per via delle divisioni che attraversano forze politiche e apparati. Le nostre strutture di ricezione sono zeppe, e il Viminale l’altro giorno ha chiesto a Regioni e Comuni di trovare al più presto, in qualsiasi modo, 6.500 posti «anche con provvedimenti di occupazione d’urgenza e requisizione». Dalle strutture territoriali arrivano però risposte negative o ambigue. La Lombardia ha detto che ha problemi con l’Expo, il Veneto s’è girato dall’altra parte, eccetera. Il ragionamento nascosto è: gli elettori questi qui non li vogliono. Gli attacchi di Salvini (ieri ha detto: «La Lega occuperà fisicamente le strutture che verranno messe a disposizione dei presunti profughi: alberghi, ostelli, scuole e caserme») non sono senza conseguenze: il 48% delle richieste d’asilo oggi sono respinte dalle Commissioni territoriali. Nel 2013 le richieste respinte erano il 29%.
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Questa non potrebbe essere la soluzione? I migranti, sapendo che di solito da noi le richieste d’asilo sono respinte, potrebbero smettere di prendere il mare. La stragrande maggioranza di quelli che arrivano vogliono raggiungere qualche altro paese della Terra, talvolta persino gli Stati Uniti. Per ora i no alle richieste d’asilo hanno solo aumentato l’intasamento dei tribunali: l’immigrato bocciato presenta sempre ricorso. Fino a sentenza (che spesso gli dà ragione) bisogna tenerselo.
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NOTIZIE TASCABILI FERITA PURE LA MOGLIE
Cuneo, spara e uccide il vicino dopo un litigio ● Una lite tra vicini di casa è finita in tragedia, ieri a Villanova Solaro (Cn). Giovanni Battista Peiretti, 68 anni, ha sparato e ucciso il vicino di casa Mario Barra, 64 anni e ha ferito la moglie di quest’ultimo alle gambe. La donna è ricoverata in ospedale. La coppia, che ha due figli, stava raccogliendo asparagi in un campo, quando è stata raggiunta dall’aggressore,
che l’ha seguita in auto. Il killer si è poi dato alla fuga ma è stato arrestato e interrogato. Nella sua casa sono stati trovati un fucile e una pistola. L’agguato sarebbe scattato dopo un banale diverbio per motivi che, forse, si trascinavano da tempo.
L’ASSALTO DI GENOVA
LA RIPRESA RESTA LENTA
Poliziotto posta «Diaz? Lo rifarei» Scoppia la bufera
L’Fmi alza le stime sulla crescita «Italia a +0,5%»
● «Io sono uno degli 80 del VII Nucleo. Io ero quella notte alla Diaz. Io ci rientrerei mille e mille volte». È il messaggio shock lasciato su Facebook da Fabio Tortosa, 42 anni, romano, uno dei poliziotti che assaltarono la Diaz durante il G8 di Genova del 2001. «Faremo presto chiarezza», promette il governo. L’agente ha precisato: «Mie frasi travisate».
● Il Fondo monetario internazionale rivede al rialzo la crescita per l’Italia che, tuttavia, resta fanalino di coda dell’Ue. Il Paese crescerà quest’anno dello 0,5%, per poi accelerare all’1,1% nel 2015 (+0,3%). Le previsioni del Fmi sono più basse di quelle del governo (+0,7% nel 2015 e +1,4% nel 2016). L’area euro intanto, salirà dell’1,5% solo quest’anno.
I carabinieri a Villanova Solaro (Cn)
LA CORTE D’ASSISE ASSOLVE IL BOSS MAFIOSO
Il Rapido 904 dopo l’esplosione: era il 23 dicembre del 1984 ANSA
La strage del Rapido 904 «Riina non fu il mandante» ● Totò Riina, il capo dei capi di Cosa Nostra, ora in carcere a Parma, è stato assolto dall’accusa di essere il mandante della strage del Rapido 904, passata alla storia come la strage di Natale. Nella sera del 23 dicembre 1984, sul treno da Napoli a Milano, un ordigno esplose nella grande galleria dell’Appennino. Morirono 16 persone, i feriti furono 267. La bomba era stata posizionata durante la sosta nella stazione di Firenze Santa Maria Novella su una griglia dei bagagli nella carrozza nove di seconda classe, proprio al centro del treno. Riina è stato assolto dalla Corte d’Assise perché «manca la prova piena che sia colpevole». Il pm Angela Pietroiusti aveva chiesto l’ergastolo perché il boss «non poteva non sapere» ciò che faceva Cosa Nostra. Trent’anni dopo i colpevoli per la giustizia restano “solo” i mafiosi Pippo Calò, Guido Cercola e Francesco Di Agostino, e un artificiere tedesco, Friedrich Schaudinn, tutti già condannati. Riina, 84 anni, non ha voluto assistere alla lettura della sentenza in collegamento video.
NECESSARI 30 MILIONI
Delrio in Sicilia: «Va demolito tutto il ponte» 1Il ministro sul viadotto inclinato parla
Palermo a Catania, pronta fra tre mesi. Inevitabile parlare di soldi: «I fondi saranno messi nel contratto di programma di Anas per la manutenzione straordinaria e per gli imprevisti — ha sottolineato Delrio — non si tratta di risorse sottratte alla prevenzione, non facciamo confusione». L’Anas stima che saranno necessari 30 milioni. Ma c’è di più. Il ministro ha fatto sapere di aver firmato proprio ieri «il provvedimento per l’istituzione di una commissione d’inchiesta per fare luce sul cedimento del ponte Himera».
di «Paese fragile» e annuncia: «Ho istituito una commissione d’inchiesta»
L’
Italia crolla e il governo cerca di correre ai ripari. Il neo ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio, subito decisamente impegnato, ieri mattina ha effettuato un sopralluogo sul ponte Himera dell’autostrada A19, quello che venerdì scorso ha subito un vistoso avvallamento in seguito a una frana. Accompagnato dai tecnici dell’Anas ha constatato i danni al viadotto della Palermo-Catania dopo il cedimento di due piloni, quindi ha annun-
ciato: «Purtroppo bisognerà demolire l’intero ponte, quindi entrambe le carreggiate e non una come si ipotizzava inizialmente: si tratta di 300 metri di autostrada e 5 piloni, occorreranno dai 18 ai 24 mesi. Stiamo lavorando per capire come intervenire immediatamente e ridurre al minimo i disagi. Dobbiamo impegnarci ad evitare che la Sicilia sia danneggiata dall’interruzione di questa arteria». Intanto, verrà realizzata una bretella alternativa per ricollegare
Il ministro delle Infrastrutture Gaetano Delrio sul ponte Himera ANSA
IL TERRITORIO Il problema, però, non riguarda soltanto il viadotto siciliano. Negli ultimi
giorni abbiamo assistito a diversi cedimenti, che hanno coinvolto non solo strade ma anche scuole. Delrio è apparso perfettamente consapevole del rischio che corre il nostro Paese e ha commentato: «Noi abbiamo bisogno di lavorare meglio sul nostro territorio, a partire dal dissesto idrogeologico. Renzi ha voluto che avessimo un’unità speciale a questo scopo, che adesso verrà coordinato dal ministero delle Infrastrutture per realizzare al meglio gli interventi. Questo governo ha messo in campo grande sensibilità su questo tema, ha stanziato sette miliardi e ha fatto un piano pluriennale di sette anni». E ha concluso: «È chiaro, il Paese è fragile perché per troppi anni questa cura al territorio non c’è stata. Ora è necessario che ci si concentri sulle opere in maniera adeguata».
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MERCOLEDÌ 15 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Caso Mediaset Pena estinta E Berlusconi torna libero
CONDANNA PER MAFIA
Strasburgo all’Italia «Lo 007 Contrada era da assolvere» 1L’ex numero due
1L’ok dopo 10 mesi e mezzo di servizi sociali
del Sisde: «Sono stati 23 anni devastanti che nessuno mi ridarà»
Daniele Vaira
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L’ex Cav voterà, ma non potrà essere eletto
@danvaira
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opo dieci mesi e mezzo di affidamento in prova ai servizi sociali il tribunale di Sorveglianza di Milano ha dichiarato estinta la pena per Silvio Berlusconi. L’ex Cav aveva iniziato la «rieducazione» un anno fa in seguito alla condanna definitiva a 4 anni di carcere, tre dei quali coperti da indulto, per il caso Mediaset. L’accusa era quella di frode fiscale. Il leader di Forza Italia è tornato così un uomo libero. Il tribunale ha cancellato anche la pena accessoria, vale a dire l’interdizione dai pubblici uffici per un periodo di due anni. Restano tuttavia gli effetti della legge Severino, la cui applicabilità retroattiva è contestata dai legali dell’ex premier che sono ricorsi alla Corte di Strasburgo. Al momento, dunque, Berlusconi potrà votare, ma rimane ineleggibile fino al 2019. Il tribunale presieduto da Pasquale Nobile de Santis si era riunito giovedì scorso, poco prima della sparatoria a Palazzo di Giustizia. Il provvedimento ha cer-
ORA LA PACCHIA È FINITA: TREMINO LA SINISTRA E PURE IL PREMIER RENATO BRUNETTA PARLAMENTARE FORZA ITALIA
tificato il comportamento corretto mantenuto da Berlusconi, dopo il «passo falso» delle dichiarazioni contro la magistratura che gli erano costate una diffida da parte del giudice Beatrice Crosti. Nel marzo scorso era stato concesso all’ex presidente del Consiglio lo sconto di pena per buona condotta, che aveva ridotto di un mese e mezzo la durata della condanna. GLI ALTRI SCOGLI La sua agenda giudiziaria rimane, però, piena. Oltre al caso Ruby ter in cui è indagato per corruzione in atti giudiziari e al processo per la compravendita dei senatori, già i primi giorni della prossima settimana dovrà sostenere l’udienza davanti al Tribunale civile di Monza per defi-
Silvio Berlusconi ha svolto i servizi sociali a Cesano Boscone (Mi) AP
nire gli aspetti economici del suo divorzio da Veronica Lario. LE REAZIONI L’estinzione della pena di Berlusconi ha ringalluzzito gli animi all’interno di Forza Italia. «Renzi e la sinistra comincino pure a tremare. La pacchia è finita», ha twittato Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia a Montecitorio. «Resta l’auspicio, dopo anni di accanimento giudiziario, che la Corte europea dei diritti dell’uomo accolga anche il ricorso presentato contro le storture della legge Severino e gli restituisca quindi la piena agibilità politica», il pensiero della parlamentare Renata Polverini, condiviso anche da Maurizio Gasparri e Mariastella Gelmini. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Renzi sull’Italicum «Si andrà avanti Non è il Monopoli» ● Si allarga il fronte del “no” nel Pd sull’Italicum. Area riformista, la corrente di minoranza, ha avvisato il premier-segretario Matteo Renzi, in vista dell’assemblea di oggi: «Voteremo “no” se non vedremo accolte le nostre richieste». Ma Renzi tira dritto. Il premier conferma che «entro l’anno il grande processo di riforma del Paese sarà terminato». E, parlando a Milano, aggiunge: «L’iter delle riforme e dell’Italicum in particolare, non è il Monopoli».
CAOS E CODE AL TRIBUNALE DI NAPOLI
SOTTO L’OCEANO C’ERA UN TESOR0 DA 50 MILIONI
● Avvocati in rivolta ieri davanti al Tribunale di Napoli. I nuovi sistemi di sicurezza allestiti dopo la sparatoria al Palazzo di Giustizia di Milano, negli ultimi due giorni hanno creato infatti lunghissime code con attese di oltre tre ore (foto Ansa). «Dobbiamo lavorare, vergogna», gridano. E nel tentare di forzare l’ingresso, nonostante l’intervento della polizia penitenziaria, una vetrata va in frantumi.
● L’argento è corroso ma parliamo pur sempre di cento tonnellate di monete, parte di un tesoro dal valore di 50 milioni di dollari. Si trovava nella nave britannica “City of Cairo”, affondata da un sottomarino tedesco durante la Seconda Guerra Mondiale, nel 1942: gli archeologi della Deep Ocean Search (dal cui sito è tratta la foto) lo hanno ripescato a 5 mila metri di profondità, nell’Atlantico.
LO STRAPPO
RIABILITATO Contrada si è rivolto alla Corte europea nel 2008 affermando che «il reato di concorso esterno in associazione di stampo mafioso è il risultato di un’evoluzione della giurisprudenza italiana posteriore all’epoca dei fatti». E i giudici di Strasburgo, a differenza di quelli italiani, gli hanno dato ragione, sottolineando la «non retroattività e di prevedibilità della legge penale». Contrada è contento per la “ria-
Bruno Contrada oggi ha 83 anni
bilitazione”, ma ha voluto sottolineare quanto gli è stato tolto: «La Corte europea mi ha dato giustizia ma non ci può essere soddisfazione. La giustizia italiana deve recepire questa sentenza. Io voglio giustizia dall’Italia. Ora voglio capire come è possibile che i giudici europei hanno capito quello che qui non hanno ancora compreso. In questi 23 anni, terribili per me e per le persone che mi vogliono bene, c’è stata sofferenza incredibile, fisica, morale, professionale e familiare». Non cambia opinione, invece, Antonio Ingroia, l’ex pm che sostenne l’accusa nel processo di primo grado: «È colpevole e resta tale, non ci sono nuove prove e, a mio parere, non esistono margini per alcune revisione. La Corte ha preso una cantonata»..
CORTEI A UN ANNO DAL SEQUESTRO DELLE 219 LICEALI
Erdogan minaccia Francesco «Sugli armeni non si sbagli più» Francesco Rizzo
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l termine “condanna” si associa spesso ai moniti del Papa. Questa volta, i ruoli si rovesciano: a “condannare” le parole del pontefice è il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan. È una risposta al discorso in cui Francesco ha definito “genocidio” il massacro e la deportazione degli armeni nel 1915: 1,3 milioni di vittime per mano dei turchi, per i quali i morti furono mezzo milione e si trattò di repressione contro una popolazione che collaborava con la Russia zarista durante la guerra ‘15-‘18. «Condanno il Papa e desidero avvertirlo: spero che non commetta di nuovo un errore di questo tipo — ha detto Erdogan
a mia vita ormai è distrutta, 23 anni devastati che nessuno potrà restituirmi. Così come i 10 anni trascorsi in carcere». È questo il primo commento di Bruno Contrada dopo che la Corte europea dei diritti umani ha sancito che l’ex numero due del Sisde non doveva essere condannato per concorso esterno in associazione mafiosa. Secondo Strasburgo, all’epoca dei fatti (1979-1988), il reato non «era sufficientemente chiaro» e l’Italia dovrà adesso corrispondergli 10 mila euro per danni morali.
Recep Tayyip Erdogan durante l’incontro del 2014 con Bergoglio ANSA
— Se i politici e i leader religiosi si mettono a fare gli storici, non dicono delle verità, ma stupidaggini. Non permetteremo che incidenti storici siano tolti da un contesto e usati come strumento di propaganda contro la Turchia».
RIl leader turco
replica al Pontefice: «Politici e religiosi che fanno gli storici dicono stupidaggini»
ELEZIONI «Toni poco comprensibili», commenta il nostro ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, che ammette come il percorso di avvicinamento della Turchia alla Ue rallenti. Ma la stampa turca osserva come la crisi con il Vaticano sia una carta che Erdogan e il suo partito, gli islamisti dell’Akp, potranno giocare sul tavolo delle elezioni politiche di giugno. La Turchia è preoccupata, invece, dei rapporti con gli Stati Uniti: la portavoce del Dipartimento di Stato Usa, Marie Harf, ha chiesto ad Ankara un «pieno e schietto» riconoscimento dei fatti. Il quotidiano Hurriyet scrive che l’ ambasciata a Washington e diverse organizzazioni «lavorano duramente» per evitare che Obama riconosca il genocidio. Dall’Onu, invece, arriva un esempio di equilibrismo lessicale: Stephane Dujarric, portavoce di Ban Ki-moon, definisce il massacro degli armeni «crimine atroce». Non “genocidio”. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Rapite da Boko Haram La Nigeria scende in strada ● La Nigeria, accompagnata dal resto del mondo, ha ricordato ieri le 219 liceali della scuola di Chibok, a un anno esatto dal loro drammatico rapimento da parte dei miliziani di Boko Haram. Ad Abuja, la capitale del Paese, c’è stata una marcia silenziosa in cui 219 ragazze erano chiamate a rappresentare le giovani di
La protesta a Londra GETTY
cui non si è più saputo nulla. «Sono passati 365 giorni e siamo ancora qui a urlarlo a voce alta e chiara, più forte che mai. Non ci stancheremo di chiedere il rilascio delle nostre sorelle», grida Rebecca Ishaku, una delle 57 ragazze che riuscirono a sfuggire ai rapitori pochi giorni dopo la cattura. Sulle studentesse rapite, che un anno fa fecero mobilitare il mondo, ieri è intervenuto anche il neo eletto presidente Muhammadu Buhari: «Il mio governo farà tutto quanto sarà in suo potere per riportarle a casa». Il ricordo delle liceali non si è limitato alla Nigeria. Oltre alle tante marce in diverse capitali del mondo, sono state organizzate alcune iniziative particolari. A New York, l’Empire State Building si è illuminato di viola e rosso, colori simbolo della lotta alle violenze sulle donne.
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MERCOLEDĂŒ 15 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
IN CORSO A MILANO
TITOLO CULT
Quella strana coppia regina del box office
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L’ANTEPRIMA A ROMA
SostenibilitĂ e tradizione al Salone del Mobile
Il primo successo della star Sy � L’attore franco-senegalese fu lanciato a livello internazionale da Quasi amici, (2011), film che ha incassato 426 milioni di dollari
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L’attore Omar Sy, 37 anni: presto lo vedremo anche in Jurassic World
Samba: si ride sugli sfruttati ÂŤRubiamo a Risi e MonicelliÂť
registi, ndr) Rispetto a Quasi amici, volevamo raccontare un incontro umano piÚ che un incontro di classe. Abbiamo mescolato diversi generi, dalla commedia sentimentale a quella sociale, dal realismo al dramma. Il film è tratto dal libro Samba Pour La France di Delphine Coulin: lo abbiamo utilizzato come base solida che affronta la realtà dei sans-papiers, persone sfruttate che vengono assunte pur non esistendo per lo Stato. Un paradosso.
1I due registi e l’attore rivelazione di Quasi
Quali sono i vostri punti di riferimento cinematografici? La commedia all’italiana: C’eravamo tanto amati di Scola, Il sorpasso di Risi, fino a I soliti ignoti di Monicelli.
Amici tornano con una “commedia sociale�
Emanuele Bigi ROMA
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a commedia Quasi amici ha sbancato i botteghini di mezzo mondo: in Italia è diventato il film francese piÚ visto di tutti i tempi, mentre in patria è il secondo lungometraggio di maggior successo dopo GiÚ al Nord. Un trionfo che ha contribuito a lanciare a Hollywood l’attore di origine senegalese Omar Sy, che presto vedremo in Jurassic World e a fianco di Tom Hanks in Inferno, il prossimo progetto di Ron Howard tratto da Dan Brown. Insomma l’estroverso Driss, badante del tetraplegico Philippe in Quasi amici, ha portato fortuna al giovane Sy. Ora gli stessi
registi, Eric Toledano e Olivier Nakache, portano al cinema un’altra storia sociale, Samba (nelle sale dal 23 aprile), interpretata sempre dall’amico Omar, questa volta affiancato da Charlotte Gainsbourg, l’attrice feticcio di Lars Von Trier. Samba (Sy) è un senegalese clandestino che vive a Parigi e colleziona lavori sporadici, ma intende regolarizzarsi. Anche Alice (Gainsbourg) vuole cambiare vita dopo un crollo psicofisico. I due si incontrano in un’associazione di volontariato e si innamorano, ma la felicità non è dietro l’angolo. Cosa lega i due film? Un concetto: bisogna cadere affinchÊ le persone si incontrino (rispondono insieme i due
Samba in Francia non ha però ottenuto il successo sperato... Beh, 3,5 milioni di biglietti strappati per un film che tocca un tema cosÏ ostico rappresentano un buon risultato. Dobbiamo aspettare il bis di Quasi amici? Ce lo hanno chiesto ma è troppo pericoloso, deluderemmo il pubblico: non ci interessano operazioni alla Fast & Furious, noi seguiamo ciò che ci ispira. Il successo del Front National dice che la Francia sta diventando meno tollerante? Temiamo Marine Le Pen quanto il padre. Ci piacerebbe si annullassero a vicenda. Š RIPRODUZIONE RISERVATA
OROSCOPO LE PAGELLE di ANTONIO CAPITANI 21/4 - 20/5 TORO
21/5 - 21/6 GEMELLI
22/6 - 22/7 CANCRO
23/7 - 23/8 LEONE
24/8 - 22/9 VERGINE
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Gli amici vi supportano, il lavoro premia, idee e progetti si rivelano vincenti: il successo è vostro! Pure il corpo altrui può esserlo. E che fighi, siete!
Oneri e individui ansiogeni vi stressano un cicinĂŹn: non disossate nessuno, mediate. E praticate sport suino, chĂŠ rilassa, brucia e fa smaltir.
Luna, Marte e Nettuno vi aiutano ad evidenziarvi in ogni ambito. E con la creativitĂ incantate chiunque. Vigore OK, zebedei e sudombelico granitici!
La Luna è storta, ma tenete su gli zebedei. E accettate di cambiare i dettagli che necessitano di mutamenti. Sudombelico fulminato.
Le richieste altrui sembrano essere troppe: stoppatele subito. E niente impulsività , manco suine. La giornata è comunque sfigoplumbea, tutto affatica.
23/9 - 22/10 BILANCIA
23/10 - 22/11 SCORPIONE
23/11 - 21/12 SAGITTARIO
22/12 - 20/1 CAPRICORNO
21/1 - 19/2 ACQUARIO
20/2 - 20/3 PESCI
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Siate operosi, ma senza ottundere gli zebedei di nessuno: cosÏ otterrete il successo facilmente. L’amor vi candisce, ma c’è un filo di stasi suina, forse.
Gli eventi si incastrano bene. News, incontri e idee accendono la speranza e preludono alle certezze, il sudombelico ricava molti appagamenti.
Lavoro e/o famiglia sembrano volervi stressare parecchio, oggi. Ma con tolleranza e prontezza tutto si può risolvere. Fornicazione distratta e confusa.
Giornata vivace e mordace, piena di mosse intelligenti. Vostre, ovviamente. Siete pure piĂš solerti e oratori piĂš abili. Anche nelle suine intimitĂ . Uau.
In alto, una sedia della collezione Living Divani; sotto, una lampada della Carvalho
CONSIGLI
21/3 - 20/4 ARIETE Da soli produrrete bene. E se qualcuno rompesse ve lo mangerete come una coscia di pollo fritta, masticando pure la pelle, godendo. Sudombelico pigro.
l Salone del Mobile entra nel vivo con appuntamenti che legano tradizione e futuro. Oggi il Samsung District (ore 18.30, via della Liberazione) presenta i prodotti creati dagli studenti dell’accademia nata per crescere una nuova generazione di artigiani, mentre al Museo della Scienza sono in programma i workshop curati da Alex Schindlbeck, inventore di un orologio che insegna la matematica. PerchÊ Salone e Fuori Salone toccano tanti temi: come l’architettura sostenibile, di cui Daniel Libeskind, che ha progettato City Life, parlerà all’Università Statale alle 14.30 (presentando una sua installazione). O il recupero di ciò che offre la natura, nelle lampade progettate da Angela Carvalho, realizzare con i frutti della zucca lagenaria ed esposte al Tortona Design District. In Triennale c’è anche The Art of Living, con 12 set domestici a cura di 35 designer e architetti. E in pieno centro, in piazza San Fedele, attenzione ai box di Favilla, un allestimento curato da Ford e da Attilio Stocchi in cui si entra, fisicamente, in un gioco di riflessi, forme e colori.
I soldi confortano e le eventuali incertezze s’attenuano. Ergo: niente paranoie inutili. E applicatevi di piÚ sul piano suino. O scegliete almeno meglio.
Fortuna, fiuto e capacitĂ affabulatorie vi fanno trionfare (non solo) nel lavoro. E beatitudini fornicatorie vi rendon felici di stare al mondo.
Una giovane protagonista sul set del documentario ÂŤI bambini sannoÂť
I bambini sanno Veltroni dà voce all’infanzia di oggi 1La sincerità dei piÚ piccoli in 39 interviste
per un film prodotto da Sky e in sala il 23 La Boldrini: ÂŤInsegnano anche alla politicaÂť Elisabetta Esposito ROMA
Q
uando dal palco viene fatto il nome di Walter Veltroni, gli applausi si riempiono di allegria. All’Auditorium Parco della Musica di Roma l’atmosfera cambia, perchÊ quegli applausi sono diversi dagli altri, compresi quelli reverenziali riservati al presidente della Repubblica Mattarella. PerchÊ ad applaudire il regista de I bambini sanno (nelle sale dal 23 aprile e ad autunno su Sky, che lo ha prodotto) sono proprio i piccoli protagonisti del suo secondo film. Si girano sulle poltrone, si alzano, si agitano con quell’entusiasmo che si dimentica troppo presto. Veltroni, in questo documentario fatto di immagini e parole semplici ma mai scontate, commoventi ma anche divertenti, ha conquistato i bambini e loro, ieri sera, lo hanno saputo ringraziare. DAI 9 AI 13 ANNI Ma gli applausi a Veltroni sono arrivati anche da una sfilza di personalità . Oltre a Mattarella, c’erano Grasso, la Boldrini e
QUEI RAGAZZINI VANNO MATTI PER LE PADELLE Quattordici piccoli aspiranti chef di etĂ compresa tra gli 8 e i 13 anni, ovvero i piĂš bravi emersi dalla prima fase di selezioni. Saranno loro, da stasera, i protagonisti di MasterChef Junior, seconda edizione della sfida per piccoli cuochi: i concorrenti verranno giudicati da Bruno Barbieri, Lidia Bastianich e Alessandro Borghese. Previste anche due prove in esterno, a Roma e Monza. DA VEDERE STASERA SU SKY UNO HD ALLE 21.10
WALTER VELTRONI REGISTA
otto ministri, da Alfano alla Boschi, c’erano Napolitano e il presidente del Coni Malagò e poi artisti di ogni genere, da Verdone a Baudo a Venditti. Qualcuno ricorda l’infanzia, molti sorridono per la sincerità dei 39 baby intervistati (tra i 9 e i 13 anni), altri hanno gli occhi lucidi. Laura Boldrini ammette: La politica ha da imparare dai bambini. Anche l’a.d. di Sky Italia, Zappia, pensa a loro: Dobbiamo valorizzare i loro talenti. Abbiamo avviato il progetto Sky Academy, per offrire ai ragazzi un percorso formativo anche con scuola e istituzioni. Š RIPRODUZIONE RISERVATA
LO SPORT IN TV
IL TALENT MASTERCHEF JR
NEL FILM HO VOLUTO RACCONTARE LE RISPOSTE CHE I BAMBINI SI SON DATI ALLE GRANDI DOMANDE
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