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martedì 21 aprile 2015 anno 119 - numero 93 euro 1,40
INTERVISTA ESCLUSIVA ROSSI RACCONTA IL LEGGENDARIO TRIONFO ARGENTINO
VALE: «ECCO COME HO FREGATO MARC»
Il Dottore e il sorpasso su Marquez: «Ti tocca, ti sfiora, gli è andata male: è colpa sua. Se fossi caduto io sarebbe stato un problema» Valentino Rossi, 36 anni, 110 vittorie in carriera
L’INTERVENTO di Arrigo Sacchi 21
IN SEMIFINALE SI VA DOMINANDO COL GIOCO La Juventus è a un bivio importante della sua annata e storia recente. Dopo essersi confermata la migliore in Italia potrebbe raggiungere la semifinale europea o addirittura divenirne regina. I bianconeri stanno bene, sono in forma, Tevez è un’ira di Dio, la squadra ha una buona organizzazione con giocatori funzionali al posto giusto. Ha avuto anche la fortuna di sorteggi favorevoli vedi il Borussia in crisi o il Monaco che forse era l’avversario che tutti avrebbero desiderato incontrare. L'ARTICOLO A PAGINA 21
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Obbadi, autore del gol
IL POSTICIPO
Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano
Diamanti e Neto sbagliano E al 90’ il Verona gela Firenze (1-0) CALAMAI, GOZZINI, LONGHI, SARDELLI A PAGINA 15
EXTRATIME
FALSAPERLA, ZAMAGNI ALLE PAGINE 24-25
CHAMPIONS E FUTURO: DECIDE CARLITOS
ASSALTO APACHE TEVEZ TRA IL MONACO E IL... BOCA
Carlos Tevez, 31 anni, attaccante argentino della Juve da due stagioni INSIDE
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NUOVO DERBY PER IL MILAN VOLATA FINALE A ORIENTE
Il selfie a Milano di Bee fra Dana (a sinistra) e Davies-Yandle
Entro fine mese la vendita? I thailandesi premono: «Dentro o fuori». I cinesi preparano il blitz decisivo IARIA, NICITA A PAGINA 8
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INTER, THOHIR SU 3 FRONTI PODOLSKI SI DA’ ALLE BOCCE
Domani guida la Juve nei q quarti ((Vidal è in dubbio) Gli argentini g offrono 5 milioni p per averlo a fine stagione. g y p Dybala prima scelta ma c’è anche l’Inter
BACCA E IL SIVIGLIA VOGLIA DI BIS IN EUROPA
GRAZIANO, LAUDISA, MAURO ALLE PAGINE 2-3-5
Inserto di 8 pagine al centro del giornale
AMORI, PAURA: VITA DA AGNELLI A MONTECARLO
Thohir, 44 anni, con Moratti, 69
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CHAMPIONS: STASERA
Il Bayern sente aria di rimonta Psg miracolo o flop
DA NON PERDERE 1 Mani, ultimo uomo, rigori Le regole del calcio e gli abbagli da evitare
BOCCI A PAGINA 4
In 48 ore ET vedrà Moratti, Mancini per il mercato e Pisapia per lo stadio. Il tedesco pronto all’addio DALLA VITE, TAIDELLI A PAGINA 11
Sempre in contatto con la tua energia
CENITI A PAGINA 19
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ARCHETTI, GRANDESSO ALLE PAG. 6-7
9 771120 506000
VIOLENZA
Ancelotti attacca «In Italia il calcio è ostaggio degli ultrà» RICCI A PAGINA 17
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IL ROMPIPALLONE di GENE GNOCCHI Voleva ricambiare ma purtroppo, fino ad ora, Maradona sta ancora cercando di infilarsi la tuta di Valentino Rossi
2 Dall’attentato al trionfo La maratona di Boston ancora all’etiope Desisa LOPES PEGNA PAG. 33. NARDUCCI PAG. 21
3 Ciclismo, ahi ahi Aru è allarme Giro d’Italia «Mi sento uno straccio» PASTONESI A PAGINA 27
Attiva il contatto su axpo.com o chiama l’800.199.978
Primo piano R Mercato
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IL CAMPIONATO DELL’APACHE AI RAGGI X QUEST’ANNO IN SERIE A PRESENZE 28
TOCCHI PER ZONA
GOL
Il colore è più intenso nelle zone in cui ci sono stati più tocchi di palla ATTACCO
9 1
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18 24 33 57 30 13
Su azione
Su rigore
Su punizione
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PERCENTUALE REALIZZATIVA
Di sinistro
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MINUTI GIOCATI
8 26 33 69 111 54 20
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19 25 79 68 123 61 15 17 29 90 83 119 56 11
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12 21 37 71 119 40 31
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2.315
15 11 30 40 35 16
MEDIA A PARTITA
Occasioni create
1,96
Di destro
ASSIST
18 Dribbling riusciti
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Sponde
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Palle recuperate
3,96 DATI OPTA-INFOGRAFICA GDS
Boca-Juve, l’offerta c’è E adesso palla a Tevez 1Gli Xeneizes hanno pronti 5 milioni: l’Apache ora pensa solo al Monaco, poi entro metà maggio dovrà decidere L’APACHE ● Carlos Tevez, 31 anni, è arrivato alla Juventus nell’estate del 2013 LAPRESSE
Mirko Graziano MILANO
I
l Boca Juniors ha capito che la Juventus non libererà mai gratis Carlitos Tevez. Sicuramente il club bianconero non si metterebbe di traverso di fronte a una chiara volontà del ragazzo, è infatti tanta la stima per l’uomo e per il professionista, ma allo stesso tempo è impensabile che Marotta lasci a costo zero un simile giocatore, per il quale appena due anni fa sono stati fra l’altro sborsati nove milioni di euro più sei di bonus (ormai raggiunti). Prezzo di favore sì, appunto per andare incontro a Carlitos, ma zero regali. OFFERTA PRONTA Ecco allora che i vertici del prestigioso club di Buenos Aires hanno di fatto già preparato una prima offerta per il cartellino dell’Apache: circa 5 milioni. Al ragazzo andrebbero invece 4 milioni più bonus a stagione, con contratto fino al 2018. La Juve ascolta a distanza, aspetta mosse ufficiali prima di esprimersi. In
ogni modo, la linea bianconera è chiarissima da tempo: a decidere sarà solo Tevez, che in effetti è tentato dall’idea di tornare subito a casa. «Non ho ancora deciso», le parole che l’altra sera hanno seriamente allarmato il popolo juventino. Dal canto suo, l’a.d. bianconero Marotta è pure pronto a intavolare una trattativa per discutere di prolungamento, l’importante è che le varie volontà siano chiare e definitive entro metà maggio.
ventus e a vincere tutto ciò che sarà possibile». Non bluffa. È un vincente, lascia solo briciole per strada, e in particolare vuole la Champions, da protagonista assoluto stavolta (la vinse anche il Manchester United): «Niente è impossibile — ha spiegato —, a prescindere da Barcellona, Real Madrid o Bayern. Ma prima dovremo fare una grande partita a Montecarlo». Può prendersi tutto, nel club e in nazionale, iniziando magari a sognare anche di mettersi in mezzo fra Messi e Ronaldo nella corsa al Pallone d’Oro. Godrebbe la Juventus, il suo popolo al completo. E in caso di addio all’Italia sarebbe un modo per lasciare un «presente» pure alla Seria A, che non vede un suo rappresentante davanti a tutti dal 2007, con Kakà.
PROFESSIONISTA VERO Certo, il caso Tevez sta prendendo corpo in un periodo non proprio ideale, anzi caldissimo a livello di campo, con la Juve a un passo dallo scudetto, in finale di Coppa Italia e soprattutto in piena corsa in Champions, vicina alla semifinale e con ambizioni internazionali sconosciuTIFOSI, NIENTE PAURA! te da tempo. Ma la serenità è coL’eventuale dopo-Tevez non samunque massima a Vinovo, rebbe comunque un salto nel perché sulla professionalità del vuoto. Marotta e Paratici hanno jugador del pueblo non c’è il migià ben chiare le potenziali alnimo dubbio. In questo, Carliternative. Di Dybala parliamo a tos è paragonabile a Ibrahimoparte, ma in cima alla lista c’è vic, uno che fino all’ultimo giorEdinson Cavani. Quest’ultimo, no del contratto sputa sangue cercato pure da Atletico Madrid senza fare calcoli di tipo persoe Manchester United, ha già conale. Con la convocazione in tamunicato ai suoi agenti di voler sca e la Coppa America alle por- LA GALLINA ascoltare con attenzione le ofte, l’argentino avrebbe, per Tevez sabato ha mimato la gallina ferte della Juventus. E l’impresesempio, già potuto iniziare a dopo il gol segnato alla Lazio PEGASO sione è che i bianconeri siano in fare qualche ragionamento parvantaggio nella testa del ticolare: in Cile fra giugno e luglio si giocherà 28enne bomber di Salto. E il Psg? È pronto a tratprobabilmente l’ultima carta per lasciare il segno tare, chiede al momento non meno di 55 milioni, con l’adorata Seleccion. E invece, alla faccia di ma se nell’affare entrasse Pogba ogni cosa divenqualsiasi rischio fisico, gioca ogni gara, risponde terebbe più semplice. Dietro a Cavani e Dybala, presente anche quando potrebbe riposare, per- infine, sempre calde le piste Falcao e Van Persie. corre chilometri su chilometri e segna a raffica. Insomma, ci sarebbe di che consolarsi. «Il mio futuro non conta, ora penso solo alla Ju© RIPRODUZIONE RISERVATA
MARTEDÌ 21 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
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IL CAMPIONATO DE LA JOYA AI RAGGI X QUEST’ANNO IN SERIE A PERCENTUALE REALIZZATIVA
GOL
Su azione
Su rigore
Su punizione
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TOCCHI PER ZONA
PRESENZE 30
Il colore è più intenso nelle zone in cui ci sono stati più tocchi di palla
Di sinistro
ATTACCO
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16%
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MINUTI GIOCATI
ASSIST
Occasioni create
1,63
12 24 23 61 78 53 33
3
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11 24 82 102 53 42
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15 45 54 70 38 28
3
2.605
13
7
3
6 35 43 38 69 36 25 11 32 45 76 112 73 26
1 Dribbling riusciti
2,70
Sponde
4,07
Palle recuperate
16 25 41 87 91 72 41
MEDIA A PARTITA
3
DATI OPTA-INFOGRAFICA GDS
Dybala-Juve, quanti rivali L’Inter fa la sua mossa 1Zamparini alza la posta: «50 milioni». Ausilio vede l’agente
Ma l’offerta bianconera di 33 milioni è ancora il top. Insidia Psg LA JOYA ● Paulo Dybala, 21 anni, fu pescato dal Palermo nell’estate 2012 nella B argentina LIVERANI
giallorosso non ha formalizzato un’offerta, ma si è prenotato per fare la sua puntata a qualificazione in Champions League acquisita. Ma se è per questo l’Inter sta andando anche oltre. Il direttore tecnico nerazzurro Piero Ausilio nel prepartita del derby è stato esplicito: «Dybala ci piace molto, faremo di tutto per schierarlo al fianco di Icardi». Detto, fatto: il manager interista ha convocato a Milano Pierpaolo Triulzi, l’agente del talento albiceleste. L’appuntamento era già per ieri, è slittato per motivi logistici. Ma il pressing interista è sotto gli occhi di tutti. Il management di Thohir conta di chiudere la partita, inserendo nella trattativa dei giovani da valorizzare in Sicilia. Ma la con- JUVENTUS 30% troparte appare agguerrita e pianifica una strategia al rialzo.
sponda rosanera. Il procuratore italo-argentino è garante di un patto con Zamparini stretto non più tardi di due mesi fa dopo fragorose polemiche. Non va mai dimenticato che la Joya ha il contratto in scadenza nel 2016 e il Palermo non può che venderlo in estate. È il motivo per cui la Juve tiene in caldo l’operazione, ma cerca di evitare aste pericolose. Quale sarà l’effettivo ruolo di Chelsea e Psg? Per motivi diversi sia il club francese che quello inglese hanno interesse a trovare nuova linfa in attacco e non hanno certo problemi di budget. Entrambe, però, devono prima definire i loro programmi.
IL SUO FUTURO
Carlo Laudisa @carlolaudisa
F
uoco e fiamme sul futuro di Paulo Dybala. L’assist contro il Genoa, un’altra prestazione super davanti al Tata Martino e i nuovi assalti di Inter e Psg rendono sempre più avvincente l’asta per l’attaccante argentino su cui la Juve ha da tempo messo gli occhi. Il fatto certo è che la proposta più concreta è proprio quella juventina delle scorse settimane: 25 milioni più 8 di bonus. Un totale di 33 milioni che evidentemente non ha soddisfatto appieno il Palermo. Eppure in corso Galileo Ferraris sanno bene che Dybala è tentato dall’idea di restare in Serie A e di cimentarsi nel grande salto con la maglia bianconera addosso. I SUMMIT Tuttavia i concorrenti le stanno provando tutte per incrinare questo feeling. Ci ha provato certamente Walter Sabatini, d.s. della Roma, in un faccia a faccia super segreto dalle parti di Barcellona. Il dirigente
PSG
STRATEGIA I venditori ovviamente devono essere bravi a cogliere il momento giusto. In questi casi il rischio è che il tempo giochi a favore degli acquirenti QUOTA 50 Dopo i segnali manse i concorrenti si defilano stradati da Gustavo Mascardi (spalda facendo. Tuttavia in casa Pala di Triulzi), ieri anche Maurilermo sono incoraggiati dal rezio Zamparini è stato molto netcente blitz del c.t. argentino. Doto: «Da domenica Dybala vale po la gara con il Genoa Martino 50 milioni. Non lo segue soltanha voluto parlare a quattr’occhi to l’Inter, ci sono 6-7 squadre incon Dybala, dandogli importanti teressate a lui». Rispondendo algaranzie per una convocazione le domande di FcInternews il in tempi brevi nella Seleccion. Un numero uno rosanero chiarisce: atto di fiducia che inorgoglisce il «Dall’Inter non ho ricevuto nesINTER CHELSEA giocatore che ha rinunciato alla suna chiamata». Ma è chiaro ROMA 10% 20% chiamata di Conte proprio per che Ausilio prima di un passo uf- 10% GDS coronare il sogno di giocare un ficiale con il club vuole conquigiorno al fianco di Leo Messi. stare la fiducia del giocatore. Ed è una giusta precauzione, considerando che la L’attesa designazione di Martino non fa che accresquadra di Mancini difficilmente giocherà in Eu- scere il valore di mercato del goleador palermitaropa nella prossima stagione, a differenza dei no. E ancora il campionato non si è concluso, magari può ancora scalare posizioni nella classificabianconeri. cannonieri. Evidentemente la Juve ha visto giusto CUSCINETTO Il ruolo più delicato in questa vicen- nel farsi avanti per tempo. Adesso viene il bello. © RIPRODUZIONE RISERVATA da spetta a Triulzi, il negoziatore designato dalla
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Champions League R Verso Monaco-Juventus
MARTEDÌ 21 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
C’ERA UNA VOLTA
CONTENUTO PREMIUM
Il principe Agnelli 1
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LA VILLA, GLI AMORI E QUELLO SCHIANTO A MONTECARLO LA STORIA di ALESSANDRA BOCCI
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ei ricordi di Delfina c’è lo zio Gianni con una giacca bruciacchiata addosso: apparteneva a Lorenzo Bandini, il pilota della Ferrari morto nel 1967 per via delle ustioni riportate nel Gran Premio di Monaco. Aveva urtato una bitta alla chicane del porto, e in quella morte c’è tutto il senso della vita di Gianni Agnelli in Costa Azzurra: le corse, la velocità, il mare. L’omaggio al pilota era del tutto naturale.
FERITE 1967, muore Bandini e finisce anche la dolce vita di Agnelli in Costa Azzurra. La Leopolda, la villa costruita dal re del Belgio a Villefranche sur Mer, comprata da Gianni all’inizio degli anni Cinquanta, viene finalmente venduta, perché lì non c’è più niente da fare. «Questi posti non sono più gli stessi», commenterà laconico l’Avvocato. Sembra la solita uscita snob, ma non lo è: l’edificio, 28 stanze e un parco sterminato, ha fatto parte della sua vita, eppure le cose cambiano. La Leopolda era legata alle feste, agli scherzi, soprattutto alla figura di Pamela Churchill, grande amore giovanile di Agnelli. Pamela si era convertita al cattolicesimo per sposare Gianni, ma erano anni lontani: una divorziata non era una creatura benvoluta in una grande famiglia italiana. Le sorelle di Gianni fecero scudo e Pamela non passò. IL FREDDO DENTRO L’amore però rimase e si trasformò in solida amicizia quando la signora diventò ambasciatrice americana a Parigi. I ricordi di quei giorni appassionati restavano. Erano anni sfrenati, quelli dei ricchi nel secondo dopoguerra, e la vita sembrava divertente soltanto se vissuta in bilico su uno strapiombo. «Questi uomini erano tornati dalla guerra, Gianni aveva sperimentato il grande freddo della campagna di Russia e il caldo e le difficoltà in Africa. La guerra gli era rimasta sotto la pelle, la vita degli anni successivi era una reazione», dice Delfina Rattazzi, la nipote. «Gianni non aveva bisogno del lusso, la sua stanza nella casa di Torino era quella di un soldato. Il lusso era per ridere. Era per gli amici, anche».
VITA A RISCHIO Il lusso, le feste. All’Eden Roc, che fa da scenario anche a «Tenera è la notte» di Scott Fitzgerald, il giovane Gianni Agnelli conosce la divorziata Pamela, Churchill per matrimonio, che resterà sua amica per tutta la vita. Dopo un ballo a Villa Leopolda, che ha comprato per stare con lei, riaccompagna a casa una ragazza. Raccontano che ci sia stata una scenata con Pamela prima dell’uscita indiavolata della sua macchina dalla villa. L’unica cosa certa è che sulla Corniche l’auto va a picchiare contro un camion di macellai, e quella che risulta macellata è la gamba destra di Gianni Agnelli. E’ il 1952, ed è Susanna, la sorella infermiera in tempo di guerra, a capire che la setticemia sta per portarsi via Gianni in una clinica di Cannes. Lo fa trasferire a Firenze, Agnelli passa nove mesi immobile. Si salva, con quella zoppìa che lo accompagnerà per tutta la vita, ma non gli impedirà di continuare a sciare e andare in barca a vela. UN MARE DI SCHERZI A Beaulieu Agnelli tiene barche di ogni tipo e ogni tanto quando torna in porto si fa notare perché con i comandi manuali non è facile raggiungere il molo e lui si ostina a fare da solo. Ha motoscafi, ha il famoso Tomahawk. Correre in mare era meno pericoloso di correre sulla Corniche, ma l’Avvocato univa molte anime. Gli piaceva stare in acqua come gli piaceva stare in quella villa immensa, dove una volta portò una sprovveduta ragazza di Antibes e si divertì facendosi passare per il giardiniere. Villa Leopolda era perfetta per le feste alla Grande Gatsby e gli eccessi passavano inosservati. Agnelli aveva amici nobili e ricchi, ma amava la gente del cinema, le attrici famose. «Sono stato un marito fedele - ripeteva- ma amo il bello e le belle donne sono l’espressione perfetta della bellezza». Verso la fine del 1953 si sposa con Marella Caracciolo, detta Il Cigno da Truman Capote per il suo collo elegante. Marella non amava il passato di Gianni, le notti alla Leopolda, la governante che troppe cose sapeva, l’intesa con Pamela Churchill. Agnelli per anni continuerà ad andare in barca a Beaulieu, a frequentare il Papagayo a Saint Tropez, a giocare al casinò, ma piano piano il rapporto con la Costa Azzurra si sfilaccia. Quando decide di vendere
LA DOLCE VITA, L’IMMENSA CASA A VILLEFRANCHE, L’INCIDENTE CHE LO RIDUSSE IN FIN DI VITA: GIANNI AGNELLI HA AVUTO CON LA COSTA AZZURRA UN LEGAME PROFONDO
Beatrice e Lavinia Borromeo: una fidanzata con Pierre, il figlio di Carolina di Monaco, l’altra sposata con John Elkann
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STORIE DI MARE E DI STRADA ● 1 Gianni Agnelli con Alberto di Monaco . ● 2 Agnelli con amici in Costa Azzurra . ● 3 Il matrimonio di Grace Kelly con Ranieri di Monaco. ● 4 L’Avvocato da giovane, in versione balneare. ● 5 Lorenzo Bandini, il pilota della Ferrari che morì dopo un incidente nel Gran Premio di Monaco nel 1967
la Leopolda, la mette sul mercato come un pacchetto completo: dentro ci sono i quadri dei maestri olandesi così come i piatti usati per servire a tavola in tante cene. La villa va a un nuovo padrone con annessi e connessi, Agnelli vuole tagliare i ponti con quei favolosi anni Cinquanta. Nel tempo la Leopolda è passata a Bill Gates e a diversi milionari russi, ma non è più stata quella che era all’inizio degli anni Cinquanta: una location perfetta per Gatsby trent’anni dopo. Dopo ogni guerra i sopravvissuti hanno desideri esagerati. Gli anni Cinquanta di Agnelli ricalcano i favolosi anni Venti dei coniugi Fitzgerald fra Antibes e dintorni. JET SET Nel 1956 la coppia AgnelliSULLA CORNICHE Caracciolo è invitata al matrimonio Formidabili gli anni del principe Ranieri di Monaco con Grace Kelly insieme a altri esponenti Cinquanta, e un po’ di quello che ormai si chiama jet set. folli: il giovane Con Marella al fianco Agnelli ha su- Agnelli ci si tuffa perato il periodo delle feste sfrenate, anche perché molti dei suoi amici Poi si sposa e la sono morti in circostanze tragiche, mentre lui si è salvato dallo schianto musica cambia. del 1952. La Leopolda viene vendu- Resta l’amicizia ta proprio mentre Saint Tropez di- con Ranieri e Grace venta il centro del mondo per i paparazzi a caccia di Brigitte Bardot e delle follie di Gigi Rizzi. Ai tempi di Agnelli niente paparazzi, niente foto, pochi pettegolezzi e qualche leggenda metropolitana che resiste, come quella di un giovane Gianni che crea scandalo facendo pipì nelle roulette. Giorni lontani. Negli anni Sessanta Agnelli è al timone della Fiat e se deve andare in barca raggiunge Beaulieu in elicottero. «Si finiva sempre per tornarci, a Parigi, chiunque fossimo, comunque essa fosse cambiata o quali fossero le difficoltà. Parigi ne valeva sempre la pena e qualsiasi dono tu le portassi ne ricevevi qualcosa in cambio. Ma questa era la Parigi dei bei tempi andati», scriveva Hemingway. I luoghi dell’anima sono tutti uguali, e chissà quanto sarebbe piaciuto all’Avvocato accomodarsi in tribuna allo stadio di Montecarlo, con la sua Juve davanti e il mare alle spalle. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Champions League R Verso i quarti
MARTEDÌ 21 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
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Allarme Vidal, ha la tonsillite Oggi la decisione 1Staff medico bianconero comunque ottimista Allegri ancora in dubbio fra il 3-5-2 e il «rombo» Mirko Graziano Alberto Mauro
CON IL ROMBO BUFFON LICHTSTEINER BONUCCI VIDAL (STURARO)
CHIELLINI
PIRLO
EVRA
MARCHISIO
PEREYRA MORATA
TEVEZ GDS
CON IL 3-5-2 BUFFON BARZAGLI LICHTSTEINER
BONUCCI
CHIELLINI
PIRLO
VIDAL (PEREYRA) MORATA
EVRA MARCHISIO TEVEZ GDS
A
nsia Vidal a poche ore dalla trasferta di Montecarlo. El Guerrero ieri non si è allenato «in quanto affetto da tonsillite acuta - si legge nel bollettino medico diffuso dalla Juventus nella giornata di ieri -. La sua disponibilità per l’allenamento di rifinitura verrà valutata nelle prossime ore». Insomma, tempi strettissimi, convocazione comunque non a rischio, ma decisione tecnica che verrà presa solo a ridosso del ritorno dei quarti di finale di Champions contro il Monaco. Registriamo un certo ottimismo in casa bianconera, l’impressione dello staff medico è che una giornata di pieno riposo possa bastare a rimettere in pista il 27enne centrocampista di Santiago del Cile. Inevitabile comunque un pizzico di preoccupazione. I DUBBI DI MAX E’ chiaro che nell’eventualità di un Vidal fuori causa, Massimiliano Allegri si vedrebbe quasi obbligato
GLI AVVERSARI
Il segreto di Jardim Sette analisti video per sezionare la Juve 1Il tecnico del Monaco ha messo su un pool di tecnici anti-bianconeri Cruciale la velocità di Carrasco e Kurzawa Alessandro Grandesso PARIGI @agrandesso
N
on si spiegano solo con il sole della Costa Azzurra i sorrisi e la leggerezza con cui si è allenato ieri il Monaco. Alla qualificazione, i ragazzi di Jardim ci credono, alla luce anche dell’andata, decisa su un rigore che non c’era, dopo aver visto la Juventus soffrire la velocità di Martial, Carrasco e Silva. Ventenni che non guardano in faccia a nessuno e che domani avranno come tutore anche Toulalan, probabilmente titolare, per pianificare l’assalto alla porta di Buffon.
Raggi a destra della difesa per contenere Pereyra. Il Monaco comunque punterà sempre sulle sue carte migliori. Cioè la velocità dei ragazzi terribili come Carrasco incontenibile a sinistra con Kurzawa. Due prodotti del centro di formazione a cui si aggiungono la spregiudicatezza di Martial e ormai anche l’estro di Silva, già a quota sei reti in campionato. Le ultime tre firmate nelle ultime due partite. Inclusa quella al Rennes sabato che non è bastata al Monaco per evitare la frenata. Anzi, il club del Principato in casa ha vinto l’ultima volta il 13 marzo (3-0 al Bastia). Da allora, tre pari e una sconfitta, proprio in Champions con l’Arsenal. Ma lo 0-2 era prevedibile contro una squadra condannata a rimontare l’inatteso 1-3 dell’Emirates. Contro la Juve, il Monaco non si limiterà a difendersi. E in ogni caso se la giocherà senza l’angoscia del risultato, perché la priorità è il podio in Ligue 1. © RIPRODUZIONE RISERVATA
NOVITÀ Per scardinare la difesa bianconera, il tecnico portoghese ha cambiato qualche abitudine. Per i quarti di Champions infatti Jardim ha attivato una cellula di analisti video. Sette tecnici per smontare, studiare e rimontare la Juventus di Allegri, e presentare poi ai suoi giocatori stili, punti forti e debolezze dei bianconeri. Magari così sono nate le idee di lasciare Berbatov in panca a Torino e spostare
Leonardo Jardim, 40 anni FORTE
a puntare sul 3-5-2 domani sera, a meno che non punti su Sturaro dal primo minuto. Poi, molto dipenderà anche dalle risposte fisiche da parte di Andrea Pirlo. E qui conteranno molto l’occhio di Allegri e le sensazioni del fuoriclasse azzurro. Con il Genio bresciano al top sarebbe un peccato rinunciare a un più «europeo» 43-1-2. Viceversa, un Pirlo non al cento per cento potrebbe consigliare il 3-5-2, a prescindere dalla presenza o meno di Vidal. Ma andiamo con ordine. Col 3-5-2, il tecnico della Juve si affiderebbe al blocco azzurro in difesa (Barzagli, Bonucci e Chiellini a protezione di Buffon), a Lichtsteiner ed Evra sulle fasce e a Pirlo in regia, con Pereyra (o Vidal) e Marchisio come interni. In caso di «rombo», fuori Barzagli e dentro uno fra Vidal e Sturaro, mentre Pereyra avanzerebbe come trequartista. Zero dubbi in attacco, dove nessuno è in grado di insidiare le maglie da titolare di Carlos Tevez e Alvaro Morata: Llorente è in crisi da tempo, Coman è stato usato col contagocce finora, mentre Matri è
La gioia di Arturo Vidal, 27 anni, e Carlos Tevez, 31. Il cileno ha segnato 7 gol stagionali: 6 in A e 1 in Champions AFP
una carta utile solo a gara in corso. E allora lunga vita a Carlitos e ad Alvaro. Il primo è già a quota ventisei reti in questa stagione, sei delle quali in Champions League, particolarmente pesanti le tre firmate nei 180’ contro il Borussia Dortmund, ottavi di finale. Bene pure Morata, undici gol complessivi, sette nel 2015, due volte a segno contro il Borussia Dortmund. PERICOLO GIALLO Occhio alle diffide. Sì, la Juventus rischia grosso in questo senso. Sono infatti quattro e tutti piuttosto importanti i bianconeri che in caso di ammonizione a Montecarlo salterebbero l’eventuale semifinale: si tratta di Lichtste-
iner, Pereyra, Vidal e Morata; tre titolarissimi, più Pereyra, a sua volta fondamentale dopo il k.o. di Pogba. Chi passa indenne i prossimi 90’ tornerà «immacolato»: dalle semifinali, cartellini gialli azzerati. IL PROGRAMMA La Juventus si allenerà a Vinovo anche oggi, seduta prevista per le 14.30. Poi, il trasferimento a Nizza in aereo, quindi, in pullman, via verso lo “Stade Louis II di Montecarlo, dove i bianconeri prenderanno contatto per qualche minuto con il terreno di gioco. In conferenza stampa, infine, si presenteranno Massimiliano Allegri e il capitano Gigi Buffon. © RIPRODUZIONE RISERVATA
A MONTECARLO
Lo scozzese Collum arbitrerà il match ● Sarà William Collum, scozzese 36enne, l’arbitro di Monaco-Juventus. Al suo fianco gli assistenti Damien MacGraith (irlandese) e il connazionale Graham Chambers. Quarto ufficiale Alastair Mather, mentre addizionali saranno gli scozzesi Bobby Madden e Kevin Clancy. Collum ha già diretto i bianconeri tre volte in passato: 2 vittorie e un pareggio per la Juventus. © RIPRODUZIONE RISERVATA
6
Champions League R Ritorno quarti
MARTEDÌ 21 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Guardiola va oltre «Resto in ogni caso Ma passeremo» 1Il Bayern deve recuperare il 3-1 dell’andata
«Qui si cerca sempre la tripletta, nessuna paura»
I NUMERI
4
● I precedenti in cui il Bayern ha dovuto recuperare due gol di svantaggio incassati all’andata in trasferta. Ma i tedeschi non hanno mai centrato la rimonta.
0
● Le volte in cui Guardiola è uscito prima delle semifinali di Champions nella carriera da allenatore: due trionfi e tre eliminazioni al penultimo turno.
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● Risultati utili consecutivi per il Porto in questa Champions League: mai una sconfitta, il record dell’era Mourinho è stato eguagliato.
Pierfrancesco Archetti
P
ep Guardiola non ha in testa soltanto il Porto, altrimenti ieri non si sarebbe presentato al mondo — perché questa gara stuzzica tutto il pianeta calcistico — con una maglietta nera senza sponsor ma con la scritta «#Justicia para Topo», cioè giustizia per Jorge Lopez, un giornalista argentino. Il Topo, questo il soprannome, è morto in Brasile durante il Mondiale: un incidente d’auto le cui cause, con relativi risarcimenti, non sono ancora state chiarite. «La settimana scorsa la famiglia mi ha mandato questa T-shirt. Stamattina mi sono svegliato e sapevo che l’avrei indossata», ha detto il catalano. Topo era amico di Leo Messi, frequentava anche i barcellonisti del gruppo Guardiola. «NON SCAPPO» Pep non ha in testa soltanto il Porto perché pensa anche oltre: «Se usciamo sarà un problema, perché nei club come il Bayern si sa che la doppietta campionato-coppa nazionale non è abbastanza,
qui si punta sempre alla tripletta. Ma lo sapevo prima di venire e non ho nessuna paura. Anche se veniamo eliminati, io resterò per la prossima stagione. Il mio futuro è qui. Comunque sono ottimista: non sarà facile, ma sono convinto che ce la faremo». FIDUCIA Nelle ultime cinque edizioni, il Bayern è uscito soltanto una volta prima della semifinale: nel 2011 contro l’Inter, agli ottavi. A Pep invece non è mai successo: due vittorie, tre semifinali. E’ ovvio che l’allenatore di una simile corazzata non può dire, alla vigilia del match che orienterà la stagione, che vuole lasciare o che non crede di passare il turno. Non lo ha fatto nemmeno il trasparente Jürgen Klopp prima della Juve, quando aveva già in testa la sua voglia di dimissioni. Sembra solida però la fiducia che il gruppo di leggende che comanda al Bayern ripone nell’allenatore. E quindi anche se non sarà tripletta, ci potrebbe provare nella prossima annata. Dopo l’andata comunque il club è ritornato ad essere il celebre «Fc Hollywo-
Pep Guardiola ieri in conferenza stampa con la maglia per ricordare un giornalista morto al Mondiale GETTY
NON DOBBIAMO ENTRARE E BUTTARCI AVANTI COME KAMIKAZE THOMAS MÜLLER ATTACCANTE BAYERN
od» di qualche anno fa, quando accanto ai trionfi i tifosi si gustavano colpi di teatro e scene da film. Il divorzio con Hans Wilhelm Müller-Wohlfahrt, per quasi quattro decenni medico sociale, ha fatto emergere una spettacolare (per gli avversari) caccia al colpevole già mercoledì notte, a 3-1 ancora caldo. Incolpare del k.o. il dottore, come ha riferito con un comunicato lo stesso dimissionario, per i troppi infortuni entra in una sfera medico-sportiva difficile da valutare. TORNA SCHWEINSTEIGER Fra tutti i malati eccellenti, soltanto Schweinsteiger è recuperato ufficialmente, ma potrebbe andare in panchina perché ha un so-
lo allenamento intero nelle gambe, mentre Pep toglie dai giochi Franck Ribery: «Ho la sensazione che non ce la possa fare, è fuori da troppo tempo». Con il francese sono out anche Robben, Alaba, Benatia e Javi Martinez. Il Bayern non è mai riuscito a rimontare uno svantaggio di due reti incassato in trasferta, ma i precedenti sono soltanto quattro. «Non dobbiamo buttarci avanti come kamikaze dal primo minuto, ma ragionare. Anche lo 0-0 all’intervallo può essere utile» ha detto Thomas Müller. Uno che già a Oporto diede la giusta dimensione alla serata: «Se passiamo, non sarà un miracolo. Siamo il Bayern». © RIPRODUZIONE RISERVATA
I PORTOGHESI
Porto, la ricetta di Jackson Martinez «Noi attacchiamo» 1Lopetegui si gioca
la stagione: stasera all’Allianz e domenica la sfida al Benfica che vale il titolo
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ille tifosi hanno accompagnato la squadra all’aeroporto ieri, prima della partenza per Monaco: «Questo è il Porto, questo è l’affetto che i tifosi hanno per noi, non dovremo deluderli» ha detto il difensore Maicon. Dopo il 3-1 dell’andata l’entusiasmo si è moltiplicato: la striscia di 11 risultati utili consecutivi in Champions pareggia quella da record dell’era Mourinho, nel 2003-04. In quella stagione arrivò la seconda Coppa Campioni della società portoghese, con finale vinta sul Monaco in Germania, a Gelsenkirchen. Anche stavolta il trofeo verrà assegnato da quelle parti, a Berlino e pare che ci sia stata una promessa/ scommessa sulla presenza dei Dragoni tra l’allenatore Julen Lopetegui e il presidente Pinto da Costa: «Le conversazioni con il presidente sono private» ha provato a sfumare ieri sera il tecnico. «Niente è deciso nonostante i tre gol dell’andata. Questo Bayern è uno dei più forti della storia». Lopetegui disse le stesse cose prima dell’andata e poi stese i bavaresi. «Siamo preparati a tutto, loro proveranno cose eccezionali».
DUE SQUALIFICATI Anche il Porto si gioca la stagione in questi giorni: dopo il ritorno di Champions stasera all’Allianz Arena, domenica se la vedrà con il Benfica, capolista del campionato e a portata di aggancio, visti i tre punti di svantaggio: «Una partita per volta, prima penseremo a questa» ha spiegato Jackson Martinez, sette reti preliminari compresi in questo torneo. «Ma l’unico errore che possiamo fare è andare in campo per difenderci. Non siamo una squadra con queste caratteristiche, anche in casa lo abbiamo dimostrato». Al Porto mancheranno i due laterali difensivi Danilo, già venduto al Real Madrid, e Alex Sandro. I due squalificati saranno probabilmente rimpiazzati da Ricardo e da Martins Indi che la settimana scorsa giocò centrale al posto di Marcano, oggi al rientro dopo un turno di stop. p.f.a. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Jackson Martinez, 28 ACTION IMAGES
Champions League R Ritorno quarti
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MARTEDÌ 21 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Psg al bivio: semifinali o rifondazione
1Rientrano Ibra e Verratti, ma qualificarsi contro il Barcellona è un’impresa. E in caso di fallimento... Alessandro Grandesso
VERSO LA FINALE
PARIGI @agrandesso
QUARTI
V
ittoria o rifondazione. Anche se in realtà pure un trionfo in terra catalana spingerebbe il Psg a resettare tutto. Magari non da zero, ma quasi. Il progetto dell’emiro del Qatar va di sicuro rilanciato, senza perdere di vista l’obiettivo prioritario: vincere la Champions, quanto prima. A Doha hanno fretta, ma il target quest’anno rientra già nell’ordine dei miracoli. Mai in Champions si è vista una squadra qualificarsi dopo una sconfitta interna per 3-1. E il Camp Nou non è proprio il posto ideale per lasciarsi travolgere dall’ottimismo di una rimonta. C’è da dire però che il Psg recupera Ibrahimovic e soprattutto Verratti a centrocampo. E in fondo contro il Barcellona i parigini hanno tutto da guadagnare. Come Blanc, di nuovo in bilico dopo il tonfo al Parco dei Principi della scorsa settimana.
INTERESSI Un crollo preventivabile con le assenze pesanti di Verratti e Motta e l’uscita di scena inattesa di Thiago Silva dopo 21’, quando le cose cominciavano a mettersi male. Il capitano mancherà anche il ritorno, impedendo l’ideale di una retroguardia verdeoro. Come quella vista a Stamford Bridge quando andò in scena la qualificazione eroica nel ritorno degli ottavi, in dieci contro undici contro il Chelsea di Mourinho (2-2). Sembrava la data di nascita di una grande squadra. Il Barcellona ci ha messo poco a scriverne l’epitaffio, firmato da Suarez, con l’immancabile tocco di Messi a beneficio di Neymar. Una sconfitta che ha riportato in ebollizione gli interessi dei singoli che rischiano di sa-
Andata - Ritorno: domani
Atletico Madrid Juventus
Filippo Maria Ricci CORRISPONDENTE DA MADRID @filippomricci
C
arlo Ancelotti nel mirino: della sfortuna, visto che dopo Modric e Bale è caduto anche Benzema e con la squalifica di Marcelo salgono a 4 i titolari che domani salteranno il complicato ottavo derby con l’Atletico (0-0 all’andata e nessuna vittoria del Madrid nei 7 precedenti stagionali) che vale le semifinali di Champions. L’ATTACCO DEL MEDICO E nel mirino anche del medico della nazionale croata Boris Nemec, che ha attaccato il tecnico del Real accusandolo di non aver dosato a dovere Modric, causandone di fatto il nuovo infortunio. Il centrocampista si è fatto male il 16 novembre a San Si-
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Real Madrid Monaco
Andata - Ritorno: oggi 1-3
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3-1
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Barcellona Bayern Monaco
SEMIFINALI SORTEGGIO IL 24 APRILE - Andata: 5-6 maggio - Ritorno: 12-13 maggio
FINALE OLYMPIASTADION DI BERLINO - 6 giugno GDS
BAYERN
(4-3-1-2)
PORTO Verratti, Lavezzi e Maxwell in allenamento al Camp Nou alla vigilia della sfida cruciale con il Barcellona AFP
LA CIFRA
0
le volte in cui, dopo una sconfitta interna per 3-1 all’andata, una squadra ha superato il turno in Champions botare il progetto generale. Quello architettato dall’allora d.s. Leonardo, mai rimpiazzato, e che arriva ad esaurimento, senza che emergano indicazioni chiare sul Psg che verrà. SCADENZE Anzi, il club preferisce esasperare posizioni come quelle di Motta la cui assenza contro il Barcellona ha ancora una volta evidenziato come esista un Psg «con» e uno «senza» l’italobrasiliano. L’azzurro va in scadenza nel 2016 senza che gli
siano state offerte prospettive chiare, nonostante il palmares nobile e il ruolo chiave di mediatore in spogliatoio, dove i malumori sono sempre più evidenti. Come quella di Lavezzi, altro a un anno dal termine, scontento ma disposto a rimanere a oltranza per salutare tutti senza vincoli il prossimo gennaio. E tra gli infelici c’è la colonna francese, dal giovane Digne chiuso da Maxwell a Cabaye che non è mai riuscito a scardinare i titolari a centrocampo. Settore dove l’ingaggio da 7 milioni netti di Matuidi stuzzica qualche invidia. Stipendio negoziato da Raiola che dovrà pilotare lo sganciamento di Van Der Wiel, superato pure da Marquinhos nel ruolo di terzino destro. E umiliato mercoledì quando lo speaker del Parco dei Principi ha assegnato il suo gol a Lavezzi. COLICA Poi c’è il mal di pancia di Cavani, diventato vera coli-
ca. L’uruguaiano un altro anno da spalla a Ibrahimovic non intende farlo. Ed è improbabile che lo svedese si congedi prima della scadenza nel 2016, rinunciando a 16 milioni di compensi. Un problema per la direzione che deve trovare un erede e bonificare le cadute di stile dello svedese. Come lo sfogo sugli arbitri, costato tre turni all’ex rossonero e uno spot non certo positivo per il Psg che ormai prevede di trasformare il meno irascibile David Luiz in testimonial del nuovo corso. Magari con un nuovo tecnico. E l’innesto ambizioso di Pogba che potrebbe rimettere in discussione lo status di Verratti, uno che i gradi di titolare inamovibile se li è guadagnati sul campo, con prestazioni che alimentano gli appetiti dei grandi club europei. Toccherà al Psg blindarlo, magari con un sostanzioso aumento, fair play finanziario permettendo. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Ancelotti nel mirino dei croati «Colpa sua l’infortunio di Modric» luogo) è del medico della nazionale. Out anche Benzema e Bale con l’Atletico
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1-0
Psg Porto
IL DERBY DI SPAGNA
1L’accusa (fuori
0-0
(4-3-3)
OGGI Ore 20.45
13 RAFINHA
LA DIFESA DEI NUMERI In questo modo Nemec ha spiegato la lesione del legamento collaterale del ginocchio destro che terrà Modric fermo per alcune settimane: «Non mi arrendo, non considero chiusa la mia stagione», ha detto l’interessato. A difesa di Ancelotti però ci sono i numeri: è stata la Croazia a usare Luka per la prima volta per 90’ dopo il suo rientro. Col Madrid ha giocato 33’, 75’ e 87’. Certo, le 3 gare sono state di-
(4-3-3) 1 TER STEGEN
18 BERNAT
3 6 X. ALONSO T. ALCANTARA 19 GOTZE
25 MULLER
9 LEWANDOWSKI
22 D. ALVES
3 PIQUÉ
5 BUSQUETS
6 XAVI
10 MESSI
9 SUAREZ
11 NEYMAR
8 9 7 BRAHIMI J. MARTINEZ QUARESMA 30 6 16 O. TORRES CASEMIRO HERRERA
14 MATUIDI
3 MARTINS INDI
5 MARCANO
4 MAICON
24 RICARDO
PORTO PANCHINA 1 Helton, 13 Reyes, 15 Evandro, 36 Ruben Neves, 10 Quintero, 17 Hernani, 99 Aboubakar. ALLENATORE Lopetegui SQUALIFICATI Danilo, Alex Sandro DIFFIDATI Maicon, Casemiro, Torres INDISPONIBILI Tello, Adrian Lopez ARBITRO Atkinson (Ing) TV Sky Sport Plus HD e su Sky Calcio 2 HD.
17 32 5 23 MAXWELL D. LUIZ MARQUINHOS VAN DER WIEL
BARCELLONA PANCHINA 13 Bravo, 6 Adriano, 24 Mathieu, 15 Bartra, 12 Rafinha, 8 Iniesta, 7 Pedro. ALLENATORE Luis Enrique SQUALIFICATI nessuno DIFFIDATI nessuno INDISPONIBILI Vermaelen PSG PANCHINA 1 Douchez, 6 Camara, 15 Bahebeck, 21 Digne, 25 Rabiot, 22 Lavezzi, 7 Lucas ALLENATORE Blanc SQUALIFICATI Aurier DIFFIDATI Van Der Wiel, Matuidi INDISPONIBILI T.Motta, T.Silva ARBITRO Moen (Norvegia) TV Sky Sport 1 HD e Sky Calcio 1 HD
MONACO
(4-3-3)
ATLETICO M.
JUVENTUS
(3-5-2)
REAL MADRID
24 RAGGI
15 SILVA
1 CASILLAS
MANDZUKIC OK «Non sono
© RIPRODUZIONE RISERVATA
15 CARVAJAL
9 MORATA
19 BONUCCI
15 BARZAGLI
1 BUFFON
MONACO A DISPOSIZIONE 16 Stekelenburg, 38 Traoré, 12 Carvalho, 13 Wallace, 21 Echiejile, Abdennour, 18 Germain, 9 Berbatov. ALLENATORE Jardim SQUALIFICATI nessuno DIFFIDATI Carvalho, Carrasco, Moutinho, Kurzawa INDISPONIBILI Bakayoko, Dirar JUVENTUS A DISPOSIZIONE 30 Storari, 5 Ogbonna, 20 Padoin, 27 Sturaro, 37 Pereyra, 14 Llorente, 32 Matri. ALLENATORE Allegri SQUALIFICATI nessuno DIFFIDATI Lichtsteiner, Pereyra, Vidal, Pogba, Morata INDISPONIBILI Caceres e Pogba ARBITRO Collum (Scozia) TV Canale 5 HD
3 PEPE
4 5 S. RAMOS COENTRAO
10 6 J. RODRIGUEZ KHEDIRA
23 17 MARTIAL CARRASCO
33 8 21 23 26 EVRA MARCHISIO PIRLO VIDAL LICHTSTEINER 3 CHIELLINI
(4-4-2) (4-2-3-1)
DOMANI Ore 20.45
5 3 ABDENNOUR KURZAWA
10 TEVEZ
24 VERRATTI
30 SIRIGU
BAYERN PANCHINA 23 Reina, 4 Dante, 20 Rode, 31 Schweinsteiger, 30 Weiser, 14 Pizarro, 16 Gaudino ALLENATORE Guardiola SQUALIFICATI nessuno DIFFIDATI Boateng, Bernat, Lahm, Neuer INDISPONIBILI Robben, Ribery, Alaba, Javi Martinez, Benatia
22 28 8 KONDOGBIA TOULALAN MOUTINHO
preoccupato per gli infortuni — ha detto ieri Ancelotti a RadioRai — l’importante è trovare le soluzioni giuste per sostituire bene gli assenti». Un problema che non ha Simeone: ieri è rientrato in gruppo Mario Mandzukic per cui il «Cholo» non avrà solo Mario Suarez, squalificato. Ora resta da vedere se l’argentino userà Mandzukic e il 4-4-2 o preferirà affollare il centrocampo con Raul Garcia lasciando solo Griezmann davanti. Questioni tattiche, perché fisicamente per l’Atletico non ci sono problemi.
4 CABAYE
12 FABIANO
2 FABINHO
sputate in 13 giorni, e la prima e la terza (Schalke in casa e Barça fuori, due sconfitte) sono state probanti a livello fisico. Però poi in nazionale, nonostante il 5-1 alla Norvegia, Modric è rimasto in campo fino alla fine. E quella è stata l’unica gara disputata in altri 13 giorni. Da li col Real 90’, 90’, 59’ e 90’, poi l’infortunio al 59’ sabato col Malaga. Non ci sono dubbi che Modric fosse atteso al Real come il ritorno del figliol prodigo, però le accuse del dottore croato sembrano fuori luogo.
18 J. ALBA
4 RAKITIC
1 SUBASIC
Luka Modric, croato, 29 anni, si è infortunato contro il Malaga GETTY
14 MASCHERANO
9 10 27 CAVANI IBRAHIMOVIC PASTORE
DOMANI Ore 20.45
ro durante Italia-Croazia: rottura del retto femorale sinistro. A caldo il dottor Nemec aveva parlato di 6 settimane di stop, Modric è stato fermo quasi 4 mesi. Ed è stato fortemente rimpianto dal Madrid, che in rosa non ha un altro giocatore come lui. «Ancelotti non ha dosato Luka per niente da quando è rientrato — ha dichiarato Nemec, parole riprese dal quotidiano spagnolo As —. Modric ha giocato 90’ in ogni partita, Ancelotti l’ha messo sotto grande pressione invece di dargli minuti poco a poco. Luka non si è fatto male per i colpi ricevuti ma perché non era al 100%. Se non fosse stata sovraccaricata, la parte inferiore della gamba non si sarebbe mossa tanto».
(4-3-3)
PSG OGGI Ore 20.45
1 NEUER 17 28 J. BOATENG BADSTUBER
21 LAHM
BARCELLONA
8 KROOS
23 ISCO
14 7 HERNANDEZ C. RONALDO 7 GRIEZMANN 6 KOKE
10 A. TURAN 5 TIAGO
18 J. GAMEZ
2 GODIN
8 R. GARCIA
14 GABI 23 20 MIRANDA JUANFRAN 13 OBLAK
REAL MADRID PANCHINA 13 Keylor Navas, 17 Arbeloa, 2 Varane, 24 Illarramendi, 16 Lucas Silva, 37 Javier Munoz, 20 Jesé. ALLENATORE Ancelotti SQUALIFICATI Marcelo DIFFIDATI Coentrao, Kroos, Sergio Ramos INDISPONIBILI Modric, Bale, Benzema ATLETICO MADRID PANCHINA 1 Moyá, 3 Siqueira, 24 Gimenez, 17 Saul, 19 Torres, 11 Jimenez, 9 Mandzukic. ALLENATORE Simeone SQUALIFICATI Mario Suarez DIFFIDATI Gabi, Ansaldi, Jesus Gamez, Fernando Torres, Raul Garcia INDISPONIBILI nessuno ARBITRO Brych (Germania) TV Sky Sport 1 HD, Sky Sport Plus HD e Sky Calcio 1 HD
8
Serie A R Il Diavolo in vendita
MARTEDÌ 21 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Milan, profumo d’Oriente
Il selfie a Milano di Bee Taechaubol in mezzo fra Pablo Victor Dana (a sinistra) e James Davies-Yandle
Richard Lee, uomo d’affari di Hong Kong, in tribuna a San Siro tra Barbara e Silvio Berlusconi
I thailandesi hanno fretta «Dentro o fuori» entro aprile
I cinesi a fari spenti lavorano al blitz decisivo
1Mister Bee vuole far valere
il preliminare siglato in marzo, che prevede una penale
marzo scorso e poi ritarato alla fine dello stesso mese – in collaborazione con l’advisor Rothschild – anticipando la scadenza (prima maggio, ora aprile), cambiando anche il passaggio di quote societarie, che sarà nel caso molto più rapido, con il 60 per cento circa di azioni in mano ai nuovi proprietari già entro l’anno. Una operazione da circa 500 milioni che prevede una clausola penale del 10 per cento. Dunque se Berlusconi non accetterà la proposta thailandese, dovrà anche pagare una cifra importante e potrà farlo a fronte di una cessione più vantaggiosa. CONCLUSA DUE DILIGENCE Ora che è finita la fase di controllo sui bilanci, Mr Bee vuole accelerare i tempi senza attendere altro tempo: «o dentro o fuori», ha detto ai suoi più stretti collaboratori. Al tempo stesso ha già cominciato un’operazione immagine sul suo tifo per il Milan e sul derby seguito in diretta da Bangkok prima dell’alba. E così sono cominciate a girare foto sul suo precedente viaggio a Milano, passando per un Milan Store in compagnia di Dana e di James Davies-Yandle, ceo della Golden Legends Series (la società che organizza grandi eventi fra ex star del calcio).
L’IDENTIKIT
Maurizio Nicita
LA CORDATA DI MISTER BEE
l conto alla rovescia è cominciato. Entro il 30 aprile si saprà se il Milan passerà in mano thailandese oppure se MALDINI POST E nell’operal’accordo salterà. Con conse- zione immagine c’è anche il guenze economiche per le par- coinvolgimento di Paolo Malditi. Il preannunciato arrivo a Mi- ni, che ieri su Facebook, per lano di mister Bee Taechaubol consolare i disorientati «amici» per il fine settimana è un se- milanisti ha scritto: «Il futuro è gnale preciso per dietro l’angolo, Silvio Berlusconon abbiate pauni, cui ovviamenLA CIFRA ra di viverlo a te spetta l’ultima 365°gradi». Al di parola sulla ceslà dei 5 gradi in sione del club eccesso un mesche guida da saggio di ottimiquasi trent’anni. smo su quello I contatti fra il I milioni in ballo che potrà essere broker asiatico e nel preliminare il futuro assetto il presidente rossocietario. Ma siglato fra le parti sonero sono proprima di parlare seguiti cordial- per la cessione di nuovi quadri mente, sempre del 60 % delle azioni societari (sondaattraverso i buoto anche Alesni uffici di Pablo Victor Dana – sandro Nesta, altro campione il finanziere italiano che opera del passato prossimo) occorre negli Emirati Arabi e in passato prima vedere se questa trattatiha anche collaborato con il va andrà in porto davvero. Se gruppo Fininvest –. Ma ora sia- così fosse, al di là di Mr Bee è mo al dunque. Mr. Bee ha ben bene dire che difficilmente si chiaro che Berlusconi sta cer- conosceranno gli altri propriecando di creare un’asta per tari, visto che il nuovo gruppo vendere e non vuole rischiare entrerà con la struttura di un di restare in ballo a lungo. fondo di investimento. Uno strumento finanziario. Il calcio PENALE Per questo arriva a Mi- dei padri-padroni è seppellito lano alla vigilia della scadenza da un pezzo. del preliminare firmato il 5 © RIPRODUZIONE RISERVATA
CAPO CORDATA Bee Taechaubol, 40 anni, proprietario di Thai Prime, società che si occupa di acquisto di parti di aziende non quotate in borsa (private equity) NAZIONALITA’ INVESTITORI Thailandia-Singapore TIPOLOGIA DEGLI AZIONISTI Fondi di investimento NUOVO STAFF Pablo Victor Dana (amministratore delegato), Paolo Maldini (direttore tecnico) PROGETTO Rilancio della squadra e costruzione del nuovo stadio
@manici50
I
500
1Pronto un memorandum
d’intesa per il 75% delle azioni Resta il mistero sui finanziatori
saltare il banco, a meno che qualche altro soggetto non si sia mosso autonomamente. Se Berlusconi vuole vendere davvero, è chiaro che cercherà di incassare il più possibile. Come? Tenendo aperti più fronti, per esempio. Non è un caso se la cosiddetta «due diligence», cioè la fase di verifica sui conti societari, sia stata concessa sia al fronte impersonato da Taechaubol sia alla cordata cinese. MAGGIORANZA E proprio in questi giorni si starebbe ultimando, tanto che – secondo alcune voci – sarebbe pronto un memorandum of understanding, ossia un documento d’intesa che prevede l’acquisizione del 75% delle quote rossonere da parte della cordata cinese. Quindi, le intenzioni di Lee & company sono di puntare subito alla maggioranza del Milan, con la famiglia Berlusconi che resterebbe come azionista di minoranza. Se fosse così i nuovi soci forti avrebbero immediato potere decisionale, con conseguente rivoluzione nell’organigramma. Adriano Galliani andrebbe via, Barbara Berlusconi resterebbe. E rimbalza addirittura il nome di Paolo Maldini, che già è stato accostato dal gruppo di Taechaubol.
L'IDENTIKIT
Marco Iaria Luca Taidelli
LA CORDATA DI MISTER LEE
a partita del Milan, quella fuori dal campo, quella SOCI Sull’identikit dei finanche mette in gioco il club ziatori vige il massimo riserbo. stesso, si gioca su più tavoli. Nel Si è parlato di Zong Qinghou , il mare magnum dell’incertezza re delle bevande; di Wang degli ultimi mesi, questa sem- Jianlin, capo di Wanda propriebra essere la verità incontrover- taria di Infront; di Poe Ying tibile. Il motivo? Semplice. Da Wansuo, ovvero Mister Pink, e quando Silvio Berlusconi si è di altri ancora. La cordata cinemesso in testa di se resta avvolta poter cedere la nel mistero. Di siLA CIFRA squadra rossonecuro ha destato ra, il Milan è distupore il comuventata una sonicato con cui cietà contendibiWanda, smenle, quindi sul tendo l’interesse mercato, quindi per il Milan, avealla ricerca del I miliardi di dollari va deriso la valumiglior offeren- di patrimonio di tazione di un mite. E la Cina è liardo: «Il miliarZong Qinghou, uno sempre stato uno do che chiede il degli epicentri dei tycoon cinesi Milan si riferisce delle speculazio- accostati al Milan a tutta la Serie ni. Ancora oggi è A? Wanda può cinese l’alternativa credibile al- essere così stupida?». Anche la pista thailandese. Zong Qinghou, 124° uomo più ricco al mondo, ha smentito INTERMEDIARIO Ultimamente seccamente. Vedremo. Di sicuRichard Lee, l’uomo d’affari di ro l’interesse del governo cinese Hong Kong che per vent’anni per il calcio è ai massimi livelli. ha venduto Ferrari ai ricchi «co- Il presidente Xi Jinping ha varamunisti», si è dato un gran daf- to un ambizioso programma di fare per muovere le pedine giu- sviluppo per trasformare la Ciste e raccogliere capitali sostan- na in una potenza del pallone. Il ziosi. Dovrebbe essere lui l’in- calcio si studierà anche nelle termediario della cordata che scuole: magari qualche ora sarà in queste settimane si è mossa a dedicata alla storia del Milan… © RIPRODUZIONE RISERVATA fari spenti nella speranza di far
CAPO CORDATA Richard Lee, 58 anni, imprenditore nel commercio, già rivenditore ufficiale della Ferrari a Hong Kong NAZIONALITA’ INVESTITORI Cina TIPOLOGIA DEGLI AZIONISTI Imprenditori NUOVO STAFF Barbara Berlusconi, Paolo Maldini? PROGETTO Rilancio della squadra e costruzione del nuovo stadio
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11,9
Serie A R Strategie rossonere
MARTEDÌ 21 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Van Ginkel-Cerci-Destro Il futuro rimane in bilico tra il Milan e un trasloco 1L’olandese incerto se restare, per il centravanti il club non vuole spendere la cifra pattuita, l’esterno più vicino all’addio
MARCO VAN GINKEL 22 anni, centrocampista, in prestito dal Chelsea FORTE
G.B. Olivero INVIATO A MILANELLO (VA)
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on c’è bisogno di fare il Master a Coverciano per capire che la rosa del Milan abbia bisogno di una profonda ristrutturazione. Ma allo stesso modo non c’è bisogno di laurearsi alla Bocconi per comprendere che la situazione economica del club rossonero complichi molto i progetti di una rivoluzione tecnica. Il Milan dovrà vendere o prestare numerosi giocatori e
ALESSIO CERCI 27 anni, esterno offensivo, in prestito dall’Atletico Madrid FORTE
MATTIA DESTRO 24 anni, centravanti, in prestito dalla Roma LAPRESSE
dovrà acquistare con accortezza: non si può sbagliare nemmeno una mossa. Servono elementi di qualità e di personalità. Campioni già formati o prospetti di campioni. Meglio comprare poco ma bene, anzi molto bene: meglio due grandi giocatori che cinque o sei giocatori normali. Un esempio: il Milan sta pensando a Bertolacci, che è sicuramente bravo ma non sposta gli equilibri, non è quello che serve per cambiare marcia a centrocampo. Adesso, però, è difficile programmare in modo compiuto per-
ché la società è in vendita, non si sa chi sarà l’allenatore e così si naviga a vista. Situazione pericolosa visto che, come detto, la squadra va ricostruita. In attesa di conoscere gli sviluppi della questione societaria e la soluzione del giallo sull’allenatore, sono in corso le valutazioni su tre giocatori arrivati al Milan in prestito: Van Ginkel, Destro, Cerci. VAN GINKEL L’olandese sta pian piano guadagnandosi la fiducia di Inzaghi e di tutto l’ambiente. E il Milan ha chie-
sto al Chelsea il prolungamento del prestito per un’altra stagione. Gli inglesi stanno riflettendo, l’impressione è che sarebbero d’accordo, ma è il centrocampista ad avere dei dubbi. Vorrebbe avere la garanzia di giocare o almeno di essere preso in considerazione più di quanto accaduto in questa stagione. E anche Van Ginkel attende di sapere il nome dell’allenatore. DESTRO Per quanto riguarda il centravanti la situazione è più intricata. Il Milan non vuole spendere i 16 milioni previsti per il riscatto di Destro e quindi è intenzionato a chiedere alla Roma un altro prestito o un acquisto a cifre decisamente più basse. Non è in discussione il valore del giocatore, che sicuramente non è agevolato dalla particolare manovra rossonera, ma anche in questo caso il progetto tattico va chiarito. Se si sceglie un centravanti, poi va servito in un certo modo. E a sua volta il centravanti deve calarsi un po’ di più nel gioco della squadra. Altrimenti è meglio fare scelte diverse. CERCI In teoria Alessio sarebbe l’unico sicuro di restare: prestito di 18 mesi. In realtà è quello che ha più possibilità di lasciare il Milan. Non conviene nemmeno all’Atletico Madrid che Cerci si svaluti sulla panchina rossonera. E allora è previsto in tempi abbastanza brevi un incontro tra i dirigenti rossoneri e quelli spagnoli per cominciare a ragionare sul futuro. Naturalmente nulla è ancora deciso e le ultime sette partite possono anche servire a Cerci per dimostrare di meritare un posto nel Milan della ricostruzione. Ma il suo rendimento dovrà essere decisamente diverso da quello mostrato finora. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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IN SCADENZA
E Mexes chiama: «Il mio rinnovo? Ci spero tanto» 1Il difensore
sul derby: «Serve più personalità». Menez: «Noi bassi nel secondo tempo»
Marco Pasotto MILANO
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l giorno dopo è quello in cui si ragiona a mente fredda, quando l’adrenalina non c’è più e l’orizzonte diventa più nitido. In questo caso i contorni non sono particolarmente piacevoli: gli sguardi dei protagonisti rossoneri raccontano meglio delle parole la consapevolezza di quanto sia diventata (quasi) impraticabile la strada dell’Europa. Diversi giocatori ieri sera si sono ritrovati al Westin Palace per la serata di gala benefica «Salviamo una stella» organizzata da Silvia Slitti, moglie di Pazzini, per aiutare una bambina affetta dalla Sindrome di Berdon. E i discorsi sono virati anche sul calcio. Con punti di vista schietti. A partire dal Pazzo: «Abbiamo fatto male e non possiamo recuperare tutto ora». Stagione da dimenticare per Giampaolo. E dire che lo separano soltanto due gol dai 100 in A: «Questo
obiettivo sembra uno scoglio infinito. Il mio futuro? Sono in scadenza, vedremo». DELUSIONE Incertezza anche per Van Ginkel, in prestito dal Chelsea: «Non so cosa succederà, Milan e Chelsea sono due grandi club. Certo, giocare in Europa è importante, ma sarebbe positivo anche se restassi qui un altro anno». E a proposito di scenari incerti, non può mancare Mexes: «Il rinnovo? Ci spero tanto. Sarebbe importante per la mia famiglia sapere dove andremo, è l’unica cosa che mi dà un po’ fastidio. Il derby? C’è delusione, potevamo fare meglio, è una partita in cui serve personalità». Concetto chiaro, come quello tattico espresso da Menez: «Nella ripresa siamo rimasti troppo bassi». Alla fine, come dar torto a Palombo e alla sua Samp: «Ci sono ancora tante partite, ma le altre sono dietro: dipende solo da noi». © RIPRODUZIONE RISERVATA
Philippe Mexes, 33 anni LAPRESSE
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MARTEDÌ 21 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Serie A R Piani nerazzurri
MARTEDÌ 21 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Le 48 ore di Thohir Moratti, Mancini poi tutto su S.Siro
TRA IL MEAZZA E LE VIE DI MILANO
L’EX PRESIDENTE 1
@LucaTaidelli
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tutta Inter. Erick Thohir si è gettato anima e corpo nelle vicende nerazzurre, inaugurando una settimana fondamentale per il futuro del progetto nerazzurro. E chissà il lavoro sarà servito a mitigare la grande rabbia provata domenica sera per alcune decisioni arbitrali (su tutte, il mancato rigore per mani di Antonelli) che gli hanno impedito di vincere il secondo derby da presidente.
FUTURO IN BALLO Tre tappe pesantissime sono legate agli imminenti incontri con Massimo Moratti, Roberto Mancini e Giuliano Pisapia. Ieri mattina ET ha incontrato nell’hotel in cui soggiorna l’a.d. Michael Bolingbroke e il responsabile finanziario Michael Williamson. Nel pomeriggio le riunioni si sono spostate in sede, dove c’erano anche il direttore generale Marco Fassone e il d.s. Piero Ausilio. Summit sia legato alle questioni di campo e mercato sia a quelle economiche. Come confermato dal fatto che dalla sede di corso Vittorio Emanuele verso sera è uscito anche Alberto Manzonetto, consigliere in quota alla famiglia Moratti e amministratore
del portafoglio di famiglia. COMPATTEZZA Tra Thohir e l’azionista di minoranza invece nessun contatto diretto. Ieri a far visita a Moratti in Saras c’era il socio indonesiano Handy Soetedjo, che lascerà Milano oggi e ha anche lui un’attività legata al petrolio. Thohir e Moratti negli ultimi giorni si erano parlati più volte al telefono e si vedranno nei prossimi giorni. Ma un confronto c’è già stato dopo il derby, quando so-
RL’allenatore
scherza col Tapiro: «Se mi mandano a casa? Pazienza. Ma verranno le gioie»
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utto sommato il giudizio di Massimo Moratti è positivo. «È stato un derby vivace, l’Inter ha giocato bene e lascia un buon ricordo. L’importante è questo». L’ex presidente nerazzurro abbraccia i segnali positivi lanciati dalla squadra di Roberto Mancini sabato sera. «Abbiamo giocato bene i primi 20’ - ha continuato l’attuale socio di minoranza ieri mattina - e anche tutto il secondo tempo. Allo stadio ti arrabbi per il rigore e per il gol annullato e non capisci. Poi ti rendi conto che la gara ha lasciato cose positive».
no scesi insieme negli spogliatoi a salutare la squadra e dove si sono ribaditi e l’esigenza di fare fronte compatto per dare serenità a tutto l’ambiente. I BIG SI PRENDONO ORA Ma la chiave di tutto rimane l’incontro tra Thohir e Mancini. Potrebbe andare in scena già oggi dopo l’allenamento pomeridiano o domani. Il presidente ha più volte ribadito la centralità del tecnico marchigiano nel progetto, ma Mancio chiederà
la conferma che alle parole seguiranno i fatti. Perché è evidente che il mercato apre in estate ma i giochi si fanno adesso. Dopo i vari sondaggi, è giunto il momento di passare all’affondo. Soprattutto su pezzi pregiati come Tourè (che avrebbe dato l’assenso prima di Natale), Dybala, Pedro e Darmian. Un nodo non facile da sciogliere, visto che per fare subito un grande investimento l’Inter dovrebbe avere la certezza di vendere a certe cifre almeno un pezzo pregiato. «Arriveranno le gioie. Se mi manderanno a casa? Pazienza» ha detto un ironico Mancio ricevendo il secondo Tapiro in pochi mesi. STADIO, SI ANTICIPA Non meno importante sarà l’incontro di domani a Palazzo Marino con Barbara Berlusconi e Giuliano Pisapia. Summit anticipato perché il sindaco domenica presenzierà all’apertura della Darsena in chiave Expo. Se il Milan confermerà l’intenzione di costruire un proprio impianto, Thohir dovrà garantire investimenti di almeno 80 milioni su San Siro per ottenerne la proprietà con la cessione del diritto di superficie, anche per 99 anni. Saranno presenti anche Bolingbroke e Fassone e dall’altra parte Alfonso Cefaliello, direttore operatività stadio. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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● 1 Erick Thohir, 44 anni ● 2 Massimo Moratti, 69, al derby tra il figlio Giovanni e l’altro socio di minoranza Handy Soetedjo ● 3 La consegna del Tapiro d’Oro a Mancini da parte di Valerio Staffelli ANSA-LAPRESSE
LE GIORNATE DEL TEDESCO
1Nell’Inter non va
e su twitter pubblica video pure in vespa. «Torno all’Arsenal per essere titolare» Matteo Dalla Vite
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VIDEO Insomma, il fatto è che Lukas Podolski non vede campo ma la città che lo sta ospitando sì. Sul suo profilo, tre cortometraggi che lo vedono molto divertito: c’è Poldi sul tram o in un negozio, all’edicola o a San Siro, addirittura in vespa con giaccone verde. Il problema - si chiedono i tifosi è che in campo non si vede e che quando è in campo il gol non arriva. Dilemmi.
GRANDE INTER «Lì per lì mi sono molto arrabbiato - ha aggiunto ieri nel tardo pomeriggio - poi rivedi anche le immagini e pensi che a quel punto del match un rigore e forse anche l’espulsione cambiavano il match». L’impressione generale di un «derbino» non toglie fiducia e speranza nel futuro. «Mancini ha le qualità per fare una grande Inter, così come Thohir. Ne sono certo». E poi svela un curioso retroscena: «Era molto arrabbiato anche Thohir, ma credo sia normale. Sulla parata di petto di Lopez su Palacio ho detto a Soetedjo (socio interista, ndr) che ci vanno tutte male, che a quel punto non si vinceva, anzi rischiavamo di perdere. Bravo Mancini a lanciare Gnoukouri, ma bravo lui a giocare come ha fatto». © RIPRODUZIONE RISERVATA
LA RIVELAZIONE
Podolski va alla bocciofila «E l’anno prossimo a Londra»
ukas Podolski fa quasi di tutto, per poi pubblicarlo su twitter. Sperimenta ogni cosa che sa di Milano o di italiano, scopre, si informa, gioca. E infatti ieri si è messo a giocare a bocce in zona Tortona e con grande spirito si è fatto anche una simpatica foto con gli avventori della bocciofila. In questo suo «vivere» Milano, beh, niente da dire quanto a originalità e curiosità.
Moratti: «ET e Roberto faranno una grande Inter» MILANO
1Strategie e stadio: il futuro è adesso. Il tecnico chiederà subito a ET l’affondo sui big di mercato Luca Taidelli
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PODOLSKI E LE BOCCE ● Lukas Podolski, 29 anni, in una bocciofila milanese nella zona di via Tortona. Il tedesco ha postato la foto sui profili di twitter e instagram
A LONDRA STO BENE Tutta una serie di quiz che lui risolve in questa maniera, parlando già dell’anno prossimo. «Quando tornerò a Londra - racconta Sportsmail - penso che avrò la possibilità di giocare titolare. Ho ancora un anno di contratto, vediamo cosa succederà. All’Arsenal ho vissuto due stagioni bellissime, segnando tanti gol e facendo molti assist. Quest’anno le cose non sono andate bene e per questo ho deciso di cambiare squadra; ora però mi sento pronto». Nei
R«Sto bene e sono
pronto, ma se altri meritano di più...» Hernanes: «Resto finché non vinco»
giorni scorsi a chi, sempre tramite twitter, gli chiedeva come andava lui predicava voglia di vivere emozioni/partite e soprattutto chiedeva il giusto tempo per potersi ambientare. DECIDE MANCINI Il problema è che la stagione è praticamente finita e che il suo «prestito» all’Inter non ha dato ancora un segnale se non un assist (di tacco) a Shaqiri nella gara di Coppa Italia contro la Sampdoria. «Il fatto di non aver ancora segnato qui in Italia non è un problema per me, sono nel calcio da molto tempo - continua il campione tedesco -. Ovviamente vorrei giocare ogni gara ma la decisione spetta all’allenatore e quando lui crede che ci sono altri undici giocatori che meritano di giocare più di me, allora è giusto che giochino gli altri. Sono pronto e sto bene fisicamente, starò all’Inter fino alla fine della stagione ed avrò anche due partite con la Nazionale. Vedremo». YAYA E ICARDI Si vedrà. E mentre l’obiettivo numero uno Yaya Touré dice «le critiche mi hanno fatto male ma fino alla fine darò tutto per il Manchester City», ed Hernanes giura che «resterò qui finché non avrò vinto», ecco che le prossime ore saranno quelle decisive per il rinnovo di Icardi: ieri il ds Piero Ausilio è stato impegnato in una riunione in sede con Erick Thohir, oggi incontrerà (ancora) l’agente del bomber. Firma in arrivo? © RIPRODUZIONE RISERVATA
La notte di Gnoukouri Mancio: «Hai paura? No? E allora giochi tu» 1Il baby promosso
dopo il primo derby E contro la Roma potrebbe partire nuovamente titolare
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oi gli sono venuti i crampi. Come succede ai grandi. Assane Gnoukouri e l’esordio dal 1’ a San Siro, la vicinanza di tutti, le pacche sulle spalle e il momento in cui avviene la «vestizione» ufficiale nella partita delle partite. Quella dettata dall’allenatore. NIENTE PAURA Roberto Mancini aveva in testa di giocarsela (anche) col baby ivoriano da giorni. Lo provava e lo riprovava ad Appiano. «Bravino questo». Senza paura. Gamba dura, sguardo alto, personalità. «Nei minuti che ha giocato a Verona non ha avvertito pressione» aveva detto il Mancio nei giorni scorsi. Gli allenamenti passano, e il classe ‘96 resta sempre fra i potenziali titolari. Finché arriva la mattina del match: anche Thohir stringe la mano al ragazzo quando va a salutare la squadra; poi, dopo la riunione
tecnica, Mancini si avvicina ad Assane e pone la domanda semplice. «Hai paura per stasera?». Passa mezzo secondo. «No - risponde Assane -: nessuna». E il Mancio: «Allora giochi tu». E così è andato in scena nel derby, poi sostituito da Obi. Tutto il settore giovanile esulta nerazzurro, compreso il responsabile Roberto Samaden che sta firmando il rinnovo fino al 2017. ROMA IN VISTA Ora il Mancio sta già pensando alla Roma. Rientrano Guarin e Brozovic ma sarà squalificato Medel: e se Gnoukouri venisse confermato e addirittura da perno davanti alla difesa? Paura non ne ha, Assane. E con la primavera lì ci sa stare. Mancio ci pensa. Altra settimana di passione. m.d.v. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Assane Gnoukouri, 18 anni
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L’INIZIATIVA
LA VOLATA PER IL SECONDO POSTO LAZIO PT. 58
32ª Chievo
33ª Parma
34ª ATALANTA
35ª Inter
36ª SAMPDORIA
37ª Roma
38ª NAPOLI
ROMA PT. 58
INTER
SASSUOLO
Genoa
MILAN
Udinese
LAZIO
Palermo
Sampdoria
EMPOLI
Milan
PARMA
Cesena
JUVENTUS
Lazio
NAPOLI PT. 53 STATO DI FORMA:
scarso
buono
ottimo DIFFICOLTÀ:
facile
media
difficile
In MAIUSCOLO le gare in trasferta GDS
Contro il Chievo Olimpico pieno C’è il maglia-day
Lazio? No, lazzaretto Biglia si rompe... in ritardo
1In un anno pieno di infortuni, l’ultimo è quello del play. Prima della Juve si era fatto male , ci ha giocato su, ieri verdetto: distorsione alla caviglia Stefano Cieri ROMA
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ra alla Lazio ci si fa male anche se non si gioca e non ci si allena. Ieri secondo giorno di riposo concesso da Pioli dopo il k.o. con la Juve, ed ecco arrivare il fulmine a ciel sereno: c’è un nuovo infortunato, è Lucas Biglia. Il play argentino ha rimediato una contusione-distorsione alla caviglia destra. Ma come è stato possibile se ieri la Lazio neppure si allenava? Il mistero è presto spiegato. Biglia si è fatto male sabato allo Stadium di Torino, addirittura nel riscaldamento prepartita. Solo che, avendo una soglia del dolore piuttosto alta, ha poi giocato come se niente fosse (non l’ha fermato neppure una botta alla testa), solo un po’ al di sotto dello standard abituale (ma ora c’è una spiegazione...). Pare non abbia neanche avvisato i medici del fastidio, salvo accorgersi all’indomani del match con la Juve che la caviglia si era gonfiata. Ieri il verdetto dopo la visita alla clinica Paideia: trauma in iperestensione della caviglia destra. Dovrà stare a riposo assoluto per qualche giorno, salterà sicuramente il match di domenica contro il Chievo e ci sono poche speranze anche per la successiva partita di mercoledì col Parma. CATENA INFINITA Per la Lazio è l’ennesima tegola di una stagione sì da incorniciare, ma costellata da tantissimi infortuni. Per dire. Gentiletti si è fatto male alla seconda partita (crociato) e deve ancora rientrare. Djordjevic è fuori causa da gennaio. Lulic è stato assente per quasi tre mesi, Braafheid per quattro. Radu ha fatto la spola con l’infermeria. Lo stesso Anderson,
nel pieno della sua ascesa, è rientrato ai box per un mese. Gli infortuni non hanno risparmiato praticamente nessuno. Biglia si era già fermato in autunno, poi è toccato anche a Basta e Candreva. Cataldi non è stato disponibile per tutta la prima parte del campionato. Una catena infinita, appunto. In questo momento i giocatori infortunati sono sette e, a parte Konko, gli altri sono tutti titolari: De Vrij, Gentiletti e Radu in difesa, Biglia e Parolo a centrocampo, Djordjevic in attacco. EMERGENZA AL CENTRO La speranza di Pioli è recuperare almeno qualcuno per domenica. Ma l’unico che ha qualche chance è Radu, assente già da venti giorni per una distorsione al ginocchio. Qualche speranza c’è pure per Djordjevic, molto difficile che ce la possa fare De Vrij. L’olandese ieri si è sottoposto ad accertamenti che hanno evidenziato un netto miglioramento (anche lui è alle prese con una distorsione al ginocchio), ma Pioli e i medici paiono orientati a non forzare i tempi. L’importanza di De Vrij (quattro sconfitte nelle quattro partite in cui è mancato) è tale che è meglio non fare scelte affrettate. Così domenica Pioli andrà all’assalto del Chievo senza mezza squadra. Perché oltre agli infortunati mancherà pure lo squalificato Cataldi. SPAZIO A LEDESMA Emergenza, quindi, soprattutto in mezzo al campo, dove del terzetto che ha giocato più spesso (CataldiBiglia-Parolo) non ci sarà nessuno. Torneranno titolari Onazi e Ledesma. Per quest’ultimo, poco utilizzato da Pioli dopo essere stato una colonna biancoceleste per otto stagioni, è l’occasione di mettere anche la sua
I tifosi sono invitati a presentarsi con una maglia degli ultimi tre anni ANSA ROMA
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Lucas Biglia, 29 anni, a Torino ha preso anche un colpo alla testa LAPRESSE
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● Saranno tre su tre i titolari del centrocampo laziale assenti contro il Chievo: Biglia e Parolo sono infortunati, Cataldi squalificato
firma in una annata che per la Lazio può diventare memorabile. Nonostante le tante panchine ha sofferto e gioito per la sua squadra, come testimoniato dai tweet della moglie Marta dopo le partite. A fine stagione gli scade il contratto e non ci sono segnali di rinnovo. La sua storia con la Lazio pare ai titoli di coda, ma qualche altro capitolo interessante può ancora essere scritto. © RIPRODUZIONE RISERVATA
enza mezza squadra, ma con lo stadio pieno. O quasi. Domenica contro il Chievo la Lazio potrà attutire le tante assenze che deve fronteggiare con il calore del suo pubblico. Che si annuncia ancora più numeroso di quello, già oltre le aspettative, presente nell’ultimo match giocato all’Olimpico contro l’Empoli. Al momento, a cinque giorni dal match, i biglietti venduti in prevendita sono già 15 mila, che si aggiungono agli oltre 17 mila abbonati, per una cifra complessiva che supera abbondantemente le 30 mila unità. Ma da qui a domenica è molto probabile che i numeri crescano ulteriormente, almeno fino ai 50 mila presenti con l’Empoli. Oltre all'entusiasmo per il secondo posto (conservato nonostante la sconfitta con la Juve) a spingere i sostenitori biancocelesti a tornare allo stadio sono anche le iniziative adottate dalla società di Lotito. Che ha previsto una serie di sconti per chi acquista i biglietti in anticipo o in abbinata con la successiva
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● mila gli spettatori nell’ultimo match della Lazio all’Olimpico (con l’Empoli). Per domenica è previsto un numero ancora più alto
partita interna di mercoledì col Parma. Inoltre, per domenica, è stato indetto anche il magliaday. I tifosi sono stati invitati ad andare allo stadio con una maglia ufficiale della squadra (una qualsiasi, purché sia di una delle ultime tre stagioni) in cambio ovviamente di un considerevole sconto del prezzo del biglietto. COME NEL 2002 Particolare curioso. Un maglia day c’era già stato nella stagione 2002-03, sempre in occasione di un Lazio-Chievo. Lo ideò l’allora d.g. Baraldi per ringraziare (omaggiandoli, appunto, con una maglia della Lazio) gli oltre 40 mila abbonati che, col loro gesto di sottoscrivere la tessera annuale per le partite interne, avevano contribuito al salvataggio del club che rischiava il fallimento. Poi quella partita finì 1-0 per la Lazio (gol di Mihajlovic su punizione) e a fine stagione la Lazio si qualificò in Champions. C’è dunque anche una componente scaramantica in questa iniziativa. Ma c’è soprattutto la consapevolezza dell’importanza del fattore Olimpico. La possibilità che la banda di Pioli replichi quanto fece quell’altra Lazio (l’allenava Mancini) passa infatti proprio attraverso le gare da giocare in casa. Quella di domenica con il Chievo e poi quella di tre giorni dopo con il Parma. Un doppio impegno interno consecutivo che, se sfruttato bene, può consentire ai biancocelesti di allungare sulla Roma che sarà impegnata in trasferta (con Inter e Sassuolo). Il secondo posto, insomma, passa dall’Olimpico. Normale che la Lazio chieda l’aiuto dei suoi tifosi. s.cie © RIPRODUZIONE RISERVATA
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La Roma nella bufera «Così niente Champions»
I DUBBI DEL BOSNIACO
Miralem Pjanic, 25 anni, centrocampista della Roma LAPRESSE
Pjanic e la caviglia che fa le bizze: rischio operazione
1Garcia striglia la squadra: «Senza più impegno, noi neppure quarti» Caso Iturbe: dopo i fischi c’è l’addio Massimo Cecchini ROMA
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l paradosso più grande, forse, è che la rabbia della gente non è più nemmeno così grande. A poco più di un mese dalla fine della stagione, la Roma ha cominciato la sua ennesima traversata nel deserto. Un deserto che non riguarda solo il pubblico – l’assenza della Curva Sud è quasi un incidente di percorso per arrivare a una bonifica di un certo tipo di tifo – ma soprattutto di sogni. Al netto del discorso nuovo stadio (che ai tifosi in fondo interessa fino ad un certo punto), l’ambiente giallorosso sembra non credere più a niente. Se si pensa al capitale di aspettative che si era creato nell’aprile del 2011 – quando la proprietà americana trovò l’accordo per l’acquisto del club – adesso sembra di respirare polvere di stelle. Persino Garcia pare sfiorito ed è per questo che – tra ipotesi di ritiro anticipato e la gestione dello spogliatoio (domenica è toccato a Iturbe e Paredes) – stavolta ha provato a ringhiare, dopo che domenica aveva addirittura accusato la squadra di poca voglia. IDEA RITIRO Il clima ieri era così da ultima spiaggia che si è sparsa voce della possibilità di un ritiro anticipato, ipotizzando come sede Novarello, dove trovò ristoro la Roma di Andreazzoli. Lo stesso Garcia però è stato perplesso, senza contare le tante difficoltà logistiche che ci sarebbero state. In ogni caso, nei venti minuti di confronto nello spogliatoio, l’allenatore ha espresso concetti non nuovi, anche se con forma inusitata. Il senso è stato questo: «Stavolta non voglio leggere frasi sui giornali, tenete le cose per voi. Sono arrabbiato perché siamo senza alibi. Dobbiamo impe-
1I tendini restano
gnarci di più. Se giochiamo come abbiamo fatto contro l’Atalanta non arriviamo neppure quarti». CASO ITURBE Non sappiamo se il discorso ha fatto breccia nel cuore della squadra, che di sicuro stima l’allenatore. In un periodo però in cui la frattura con la parte più dura del tifo è evidente, gli accenni alla voglia e la mancanza di una chiara adesione alla posizione «pallottiana» sugli ultrà («Fuori dagli stadi») che a loro volta lo hanno eletto come proprio beniamino («Noi vogliamo undici Garcia», hanno cantato) stanno creando qualche perplessità nel gruppo. Come dire: siamo sicuri che il tecnico sia solo dalla nostra parte? Una cosa è certa: a prescindere dall’allenatore, sono diversi i calciatori che vogliono cambiare aria. Se un baby come Paredes è stato ripreso dai compagni per qualche atteggiamento sopra le righe durante la partita, chi preoccupa anche dal punto di vista umano è Iturbe. L’attaccante domenica è stato fischiato sia prima sia (soprattutto) dopo la partita, mentre ad ogni tocco di palla partiva un brusio. Nello spogliatoio i compagni lo hanno descritto distrutto, devastato, come di chi non veda l’ora che la stagione finisca per poter cambiare aria. Il ragazzo è rimasto schiacciato dalla sua valutazione «monstre» (23 milioni più bonus), che adesso rende difficile persino rivenderlo, pena minusvalenza da record. Più probabile che per lui si apra la strada di un prestito che lo rivaluti. CUSCINO BALZARETTI Per la prossima stagione, comunque, a Trigoria c’è voglia di cambiare rotta. Per questo si parla della creazione di una figura cuscinetto tra squadra e società. Si tratterebbe di una figura delica-
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infiammati, possibile intervento a fine stagione. Romagnoli: altro no alla Samp
Andrea Pugliese ROMA
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a speranza è di rivederlo in campo già sabato, a San Siro, quando contro l’Inter ci sarà la necessità di tornare alla vittoria per non perdere terreno sulla Lazio. La certezza, invece, è che quella caviglia destra gli dà ancora fastidio eccome. Sono mesi che è così, con un’infiammazione fortissima ai tendini, tanto da non permettergli di scendere in campo domenica scorsa, contro l’Atalanta. Miralem Pjanic strada facendo ha imparato a conviverci, stringendo i denti. Ma se i dolori non passeranno e l’infiammazione non passerà, allora a fine campionato potrebbe anche decidere di operarsi.
Rudi Garcia ha un contratto con la Roma fino al 2018 ACTION IMAGES
RLa contestazione
sta convincendo l’argentino a chiedere la cessione in estate
RIn vista dell’Inter
congelata l’idea di un ritiro anticipato Balzaretti: ipotesi di un ruolo nel club
ta, perché non dovrebbe essere visto dai giocatori e dall’allenatore come una potenziale «spia» nello spogliatoio, ma una specie di esperto di tutte le dinamiche. Logico che innanzitutto gli occorrerebbe la fiducia di Garcia e questo fa sussurrare il nome di Balzaretti, se lo sfortunato giocatore, fuori da un anno e mezzo, dovesse decidere di smettere col calcio giocato. Comunque, tutto è ancora da decidere, ma l’impressione è che se non ci sarà un colpo di coda di fine stagione, la traversata nel deserto dei sogni per la Roma non finirà così in fretta. © RIPRODUZIONE RISERVATA
CAVIGLIE A RISCHIO Negli occhi della gente c’è ancora quella terribile distorsione del marzo 2013 contro il Genoa, quando Pjanic (che anche ieri a Trigoria ha fatto un lavoro personalizzato) si procurò una lesione capsulo legamentosa alla caviglia sinistra che lo tenne fuori per più di un mese. Questa volta, invece, si tratta dell’altra, della caviglia destra, toccata dura in più di un’occasione, l’ultima delle quali nella recente sfida casalinga contro il Napoli. Ed a forza di prenderci botte la caviglia ha perso di stabilità ed i tendini si sono infiammati. Tanto che Pjanic è spesso costretto a convivere con il dolore ed a ricorrere alle
infiltrazioni per giocare. Se la situazione non migliorerà, appunto, la soluzione più facile sarà l’operazione. Anche perché, andando avanti così, i problemi possono moltiplicarsi. Poggiando male il piede, infatti, negli ultimi tempi il centrocampista bosniaco comincia ad avere fastidio anche al ginocchio destro. IPOTESI FUTURE C’è da capire, dunque, quante partite tra le sette che mancano riuscirà a giocare Pjanic. Che, come gli succede oramai da quando è sbarcato a Roma, continua ad essere al centro di mille voci di mercato. Se Garcia resterà a Roma, Miralem al 99% non si muoverà. Anche se negli ultimi tempi qualcosa con l’ambiente si è incrinato, complice anche qualche insulto subito per strada da tifosi un po’ troppo focosi. Se, viceversa, il tecnico francese non sarà più a Trigoria, allora anche Pjanic potrebbe andare via. Luis Enrique, ad esempio, lo ha già chiamato per dargli l’eredità di Xavi, anche se il Barcellona fino a gennaio 2016 non può fare mercato. Ma anche dalla Premier (Manchester United e Liverpool, per il dopo-Gerrard) sono pronte all’assalto, in caso di possibile cessione del bosniaco. SI PARLA DI MAVUBA Intanto ieri a Trigoria c’è stato movimento, sempre con vista sul mercato. Si è affacciata la Sampdoria, ad esempio, che ha chiesto ancora una volta la conferma del prestito di Romagnoli anche per la prossima stagione, ricevendo però in cambio un secco no. E poi c’era Pascal Boisseau, agente di Garcia, Gervinho e Keita. In ballo c’è il rinnovo del contratto del maliano (di cui si tornerà però a discutere tra un mese) ma soprattutto Rio Mavuba (pallino di Garcia), in scadenza di contratto con il Lille. Potrebbe essere il primo rinforzo della nuova Roma. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Tra Serie A ed Europa R Il personaggio
Mimmo Malfitano NAPOLI
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e l’è ripreso, il Napoli. Con rabbia, deciso a riconquistarsi la stima calcistica dell’intero ambiente, da qualche tempo scemata, per la sua involuzione. Un periodo lungo, iniziato con l’infortunio patito a novembre di due anni fa e terminato da un paio di settimane, da quando il suo talento è ritornato ad impreziosire i successi del Napoli. Ecco, proprio la metamorfosi di Marek Hamsik è tra i motivi del rilancio della squadra: dopo le quattro sconfitte consecutive in trasferta, nell’ultima settimana tre vittorie che l’hanno rilanciata alla grande. DI SLANCIO Hamsik è ripartito dalla partita con la Fiorentina. Un gol e un assist per Callejon ne avevano annunciato la ripresa, confermata dalla magica notte di Wolfsburg, un assist vincente per Higuain e due reti, per poi consacrarsi a Cagliari, dove non ha segnato, ma è stato il migliore in campo. Ora, continuando a giocare su questi livelli, nulla gli potrà essere precluso. E, soprattutto, le ultime prestazioni dovrebbero aver convinto Benitez a capitalizzarne al massimo la fiducia ritrovata. INCUBO PANCHINA L’ha vissuto per diverse settimane, Hamsik, così come l’imbarazzo di essere sostituito ogni qualvolta è stato schierato titolare. Nel periodo no l’allenatore spagnolo gli ha preferito De Guzman, ma le ultime prestazioni dovrebbero aver cancellato anche questo dualismo. Si era parlato pure di un problema tattico, di una posizione non congeniale alle sue caratteristiche, ma il rendimento delle ultime gare ha dimostrato che giocando faccia alla porta e con maggiori spazi a disposizione, Hamsik ha saputo essere devastante. RINCORSA EUROPA Il recupero del capitano potrebbe essere decisivo per questo finale di stagione. Il Napoli è a un passo dalla semifinale di Europa League ed è in piena lotta per conquistare uno dei due posti alle spalle della Juventus, validi per accedere alla prossima Cham-
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OSPITE A GAZZETTA TV
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Valdifiori e il futuro «Napoli? Se chiama per me è un onore»
● i gol segnati da Hamsik con il Napoli: è al 7° posto fra i marcatori azzurri di sempre
1 Il centrocampista dell’Empoli: «Ma non
chiedetemi di scegliere tra gli azzurri e il Milan»
Marek Hamsik, 27 anni, è al Napoli dal 2007. Il suo contratto scade nel 2017 AFP
L’empolese Mirko Valdifiori e Fabio Galante ieri in Gazzetta BOZZANI
Gianluca Monti
Un due tre Hamsik Marekiaro è rinato e il Napoli con lui
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1Fiorentina, Wolfsburg, Cagliari: tre prove da star
dopo la panchina. E Benitez sogna di nuovo il 2° posto pions League. Un calendario molto intenso, insomma, che necessità della migliore condizione fisica ma, soprattutto, della qualità e della concretezza dei giocatori più rappresentativi. E Marek Hamsik è uno di questi insieme al Pipita, Mertens, Callejon, Gabbiadini e il ritrovato Insigne. La suggestione europea è molto forte nel
gruppo, come la convinzione di poter recuperare i 5 punti di svantaggio su Roma e Lazio, per pensare al secondo posto. NELLA STORIA Sette anni di Napoli gli hanno permesso di scalare un bel po’ di posizioni nella classifica assoluta dei cannonieri del club. Hamsik ha raggiunto quota 88, sistemandosi
al settimo posto e ha nel mirino, adesso, Antonio Careca (96) e José Altafini (97). Detto che la sua volontà è quella di finire la carriera a Napoli, l’idea di poter entrare nel gruppetto dei «centenari» non è utopia. Oltre quota 100, infatti, ci sono solo Maradona (115), Sallustro (108), Cavani (104) e Vojak (103). © RIPRODUZIONE RISERVATA
MOMENTI CHIAVE 1
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● Le partite della rinascita di Hamsik: 1 Fiorentina: un gol e un assist; 2 Wolfsburg: due gol e un assist; 3 Cagliari (migliore in campo) LAPRESSE
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azzurro nel destino. Dall’Empoli alla Nazionale per finire, forse, al Napoli. Mirko Valdifiori compie oggi 29 anni, l’età della maturità. Ieri sera l’uomo nuovo del calcio italiano si è confessato a Senza Appello su GazzettaTv (canale 59). Sognava di fare il vigile («Era uno dei mestieri che mi sarebbe piaciuto fare da bambino»), adesso dirige l’orchestra di Sarri che tanto bene sta facendo in campionato. La sua prima stagione in Serie A è stata sorprendente: «Non so se in Italia mancano i campioni — ha detto Valdifiori —, per me è tutto nuovo. Ho incontrato calciatori che prima vedevo soltanto in televisione, come Tevez che è un vero trascinatore, e sono felice di aver fatto bella figura in stadi importanti come San Siro». FUTURO E NAZIONALE Uno come lui farebbe decisamente comodo al Milan (ma anche alla Fiorentina, come ha detto Fabio Galante, attuale d.s. del Chiasso, nel salotto di GazzettaTv insieme a Carlo Freccero). Il club rossonero ha fatto più di un pensierino a Valdifiori, che è soprattutto un pupillo del presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis. «Non sono in grado di fare percentuali sul mio futuro, vorrei coronare prima questa straordinaria stagione con la salvezza dell’Empoli. Il Napoli ha battuto il Cagliari e ci ha fatto un piacere — ha scherzato Val-
difiori —. Dovesse arrivare una chiamata dal club azzurro ne sarei orgoglioso, per me sarebbe un onore. Tuttavia, non chiedetemi di scegliere tra Napoli e Milan». Un regista come Valdifiori è merce rara in Italia, non a caso Antonio Conte lo ha voluto in Nazionale. L’esordio contro l’Inghilterra è stato da brividi, la prestazione di Mirko decisamente all’altezza della situazione: «L’inno è un’emozione straordinaria, ascoltarlo ti fa sentire il senso di appartenenza alla Nazione. In quel momento, ho alzato gli occhi e in tribuna ho visto i miei famigliari. Per me rimane un momento indimenticabile». IDOLO Non resterà, invece, un episodio isolato. Valdifiori ambisce legittimamente al prossimo Europeo. Da giocare, magari, al fianco di Pirlo: «Andrea è da sempre il mio idolo, rende facili le giocate più difficili e continua a lasciarmi a bocca aperta per il suo talento e la capacità di fare ancora la differenza». Chissà se i due potranno coesistere. Di sicuro, a Valdifiori piace stare sempre nel cuore della manovra. Lo fa anche quando si diverte in spiaggia o al parco con gli amici: «In mezzo al campo devi assumerti molte responsabilità e fare giocate anche rischiose per mandare in porta gli attaccanti». Tra i segreti della crescita di Valdifiori c’è ovviamente il tecnico dell’Empoli, Maurizio Sarri: «Mi fa stare sempre al centro del gioco e questa è una fortuna. Secondo me, saprebbe farsi rispettare in qualsiasi spogliatoio. E’ pronto per una grande». Proprio come Valdifiori. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Serie A R Il posticipo della 31a giornata FIORENTINA
0
VERONA
1
MARTEDÌ 21 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
1
3
BADELJ STECCA MATI FA POCHINO MORAS SALVA GRECO È MODERNO
FIORENTINA (4-3-3) Neto; Rosi, Tomovic, Basanta, Pasqual; Aquilani, Badelj, Lazzari (dal 30’ s.t. Mati Fernandez); Ilicic (dal 10’ s.t. Babacar, 17’ s.t. Salah), Gilardino, Diamanti. PANCHINA: Tatarusanu, Savic, Gonzalo Rodriguez, Alonso, Vargas, Kurtic, Richards, Joaquin, Gomez. ALLENATORE Montella. CAMBI DI SISTEMA nessuno. BARICENTRO Molto basso 48 M ESPULSI: nessuno. AMMONITI: Rosi e Ilicic per gioco scorretto.
FIORENTINA
LAZZARI
2
6 I compagni sono poco abituati alla sua presenza, ed è normale dopo 1072 giorni di assenza dai titolari viola. Ma fa di tutto e bene per farsi notare.
● 1 Minuto 21 della ripresa: Alberto Gilardino viene messo giù da Rafael: l’arbitro Mazzoleni non ha dubbi e fischia il rigore. ● 2 Tocca a Diamanti calciare dal dischetto: il tiro viene parato dal portiere del Verona.● 3 L’esultanza di Obbadi dopo il gol che decide la partita IPP-LAPRESSE
Diamanti sbaglia, Neto pure Il Verona ringrazia e vince
1Il fantasista si fa parare il rigore (4 errori su 4 per i viola), al 90’ il portiere regala il gol a Obbadi. La Fiorentina-2 va k.o. tra i fischi
FIRENZE
I
fischi dei trentamila del Franchi sanciscono l’addio della Fiorentina al sogno Champions. Ora solo la vittoria in Europa League può spalancare alla squadra di Montella le porte della Coppa che vale soldi e prestigio. Vince il Verona 1-0 regalandosi la salvezza anticipata. Va a segno al novantesimo il nuovo entrato Obbadi che poi festeggia tra le braccia di papà Toni, il simbolo di una squadra che ha disputato una stagione positiva. Lucagol sarà al suo posto anche il prossimo agosto. Nel suo caso, vecchio è bello. Solo lacrime, invece, per la Fiorentina che brucia nel modo peggiore la possibilità di restare viva in campionato. Anzi, ora Salah e compagni faranno bene a guardarsi alle spalle per difendere, almeno, il posto
in Europa. Visto che le cattive notizie non arrivano mai da sole la Fiorentina esce da questo posticipo portandosi in dote anche l’infortunio a Babacar. Il talento senegalese, entrato al 10’ del secondo tempo, al posto di un deludente Ilicic, esce dopo pochi minuti per una distorsione al ginocchio. Il giovane attaccante quasi certamente non è recuperabile per il ritorno dei quarti di Europa League: giovedì toccherà a Gomez. Ora più che mai la squadra viola ha bisogno di ritrovare il vero Super mar io. Tornando alla sfida con il Verona la Fiorentina resta ancora una volta vittima della maledizione dei rigori. Stavolta è Diamanti ad esibirsi dal dischetto al 22’ del secondo tempo dopo un contatto Gilardino-Rafael. Può essere il momento che decide la gara ma l’ex del Bologna si fa neutralizzare il sinistro. E’ il quarto errore dagli
undici metri su quattro tentativi in campionato. Prima di Diamanti avevano sbagliato Gonzalo Rodriguez, Gomez e Babacar. Una sequenza da incubo. Probabilmente da record. Quanti punti sono costati alla Fiorentina questi errori dagli undici metri? TROPPO TURNOVER Partita strana. Montella esagera con il turnover. Otto giocatori nuovi rispetto alla positiva esibizione di Europa League a Kiev. Confermati solo Neto, Tomovic e Badelj. Una rivoluzione esagerata. La Fiorentina fa la partita. ma senza grandi idee. Nella prima ora di gioco le uniche conclusioni vere sono un sinistro da fuori area di Diamanti e una bella girata di testa di Gilardino, entrambe neutralizzate con bravura da Rafael. Il Verona, invece, si limita ad aspettare gli avversari. Nove uomini dietro la linea della palla e Toni
IL TECNICO
FIRENZE
F
inisce tra i fischi la serata poco viola e molto nera della Fiorentina. Le brutte notizie si accavallano: sconfitta interna scaccia Champions, infortunio al ginocchio destro di Babacar (trauma distorsivo, oggi accertamenti), quarto rigore su quattro sbagliato in campionato. Con altrettanti tiratori diversi. «Sono stati tutti errori decisivi - spiega Montella sui fallimenti dal dischetto - magari il prossimo lo batto io».
LA MOVIOLA di GUGLIELMO LONGHI
OK IL PENALTY PER LA VIOLA La partita si fa complicata nel secondo tempo, ma l’arbitro Mazzoleni la gestisce con sicurezza. Netto il rigore fischiato alla Fiorentina al 21’: fallo di Rafael su Gilardino, il portiere prova a togliere le mani, ma è troppo tardi. Due minuti dopo, Rosi trattiene Toni lanciato a rete e viene ammonito. I veronesi chiedono il rosso, ma non è chiara occasione da gol: l’attaccante non ha il possesso del pallone.
POLLI Il tecnico motiva la decisione, piaciuta poco ai tifosi, di rivoluzionare la squadra. «La turnazione era inevitabile, i giocatori che ho utilizzato di più hanno 32 anni di media. Ha giocato la formazione migliore sotto l’aspetto psicologico e fisico». Il rammarico per l’occasione persa si respira a pieni polmoni. «Non meritavamo di perdere, abbiamo mantenuto sempre la supremazia. Magari con poca velocità. Nel finale siamo stati dei polli, al terzo contropiede di fila ci hanno punito. Forse siamo stati troppo generosi nel voler cercare la vittoria pensando che il
pareggio servisse a poco. Sbagliando. Siamo stati poco lucidi, dovevamo fare fallo nell’azione che ha portato al gol». E alla Rai confida: «L’anno prossimo resto». LO STUDIO PAGA Raggiante Mandorlini. «Questa vittoria era nell’aria, nel secondo tempo abbiamo avuto diverse occasioni sulle ripartenze contro una Fiorentina forte. Sono tre punti meritati, adesso possiamo toglierci altre soddisfazioni». Spiega Rafael -. Il rigore? Ho studiato i tiratori, compreso Diamanti. E l’ho parato». © RIPRODUZIONE RISERVATA
SQUADRE
JUVENTUS LAZIO ROMA NAPOLI SAMPDORIA FIORENTINA GENOA TORINO MILAN INTER PALERMO SASSUOLO CHIEVO VERONA UDINESE EMPOLI ATALANTA CESENA CAGLIARI PARMA (-7)
PT
73 58 58 53 50 49 44 44 43 42 41 36 36 36 35 34 30 23 21 13
davanti a fare la guerra con tutti. Montella prova a inventarsi qualcosa a inizio ripresa. Prima tocca a Babacar poi, dopo l’infortunio al ginocchio del talento senegalese, il tecnico sceglie Salah invece che Gomez. La Fiorentina alza il ritmo. E al 20’ conquista un rigore per un contatto in area Gilardino-Rafael. Il sinistro di Diamanti viene respinto dal portiere del Verona. La partita si accende. Toni chiede l’espulsione di Rosi per una trattenuta che blocca Lucagol lanciato in contropiede. Ma il giallo di Mazzoleni è una scelta giusta. Mentre è bravo Neto a respingere d’istinto una conclusione ravvicinata dell’eterno Toni. CHE FINALE Gli ultimi assalti della Fiorentina producono un sinistro di Salah respinto da Moras, una conclusione di Diamanti che termina a lato. Poco più che carezze. Il finale invece, è tutto del Verona. Il nuovo entrato Obbadi sbaglia al 42’ una comoda occasione da dentro l’area ma si fa perdonare tre minuti dopo appoggiando in rete una maldestra respinta di Neto su tiro di Christodoulopoulos. E’ il gol che decide la partita è che regala al Verona la salvezza. Fischi, invece, per una Fiorentina che si avvicina nel modo peggiore alla sfida di Europa League. L’ultima occasione per salvare la stagione e restituire il sorriso a Della Valle. © RIPRODUZIONE RISERVATA
CLASSIFICA
Montella tra errori e fiducia «L’anno prossimo resto qui» Giovanni Sardelli
5
IL MIGLIORE
VERONA (4-3-3) Rafael; Pisano, Marquez (dal 31’ s.t. Rodriguez), Moras, Agostini; Sala, Tachtsidis (dal 26’ s.t. Obbadi), Greco; Jankovic (dal 38’ s.t. Christodoulopoulos), Toni, Gomez. PANCHINA Benussi, Sorensen, Marques Pinto, Martic, Brivio, Campanharo, Valori, Saviola, Fernandinho. ALLENATORE Mandorlini. CAMBI DI SISTEMA: nessuno. BARICENTRO Molto basso 43 M ESPULSI: nessuno. AMMONITI: Rafael, Sala, Pisano, Gomez e Jankovic per g.s.
Luca Calamai
LE PAGELLE
di ALESSANDRA GOZZINI
PRIMO TEMPO 0-0 MARCATORI Obbadi al 45’ s.t.
ARBITRO Mazzoleni di Bergamo. NOTE paganti 3.934, incasso di 67.072, abbonati 23.160, quota di 385.150. Tiri in porta 7-4. Tiri fuori 11-2; In fuorigioco: 0-1. Angoli 10-6. Rec. p.t. 1’; s.t. 4’.
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PROSSIMO TURNO
PARTITE
RETI
G
V
N
P
F
S
31 31 31 31 31 31 31 31 31 31 31 31 31 31 31 31 31 31 31 31
22 18 15 15 12 13 11 11 10 10 10 8 9 9 8 6 6 4 4 5
7 4 13 8 14 10 11 11 13 12 11 12 9 9 11 16 12 11 9 5
2 9 3 8 5 8 9 9 8 9 10 11 13 13 12 9 13 16 18 21
59 58 42 53 38 43 43 36 44 46 44 37 23 37 34 32 27 28 35 26
15 30 23 37 31 35 36 33 37 37 45 46 32 54 42 38 42 53 61 58
CHAMPIONS PRELIMINARI DI CHAMPIONS EUROPA LEAGUE RETROCESSIONI
SABATO 25 APRILE UDINESE-MILAN ore 18 INTER-ROMA ore 20.45 DOMENICA 26 APRILE, ore 15 ATALANTA-EMPOLI ore 12.30 GENOA-CESENA LAZIO-CHIEVO PARMA-PALERMO TORINO-JUVENTUS VERONA-SASSUOLO FIORENTINA-CAGLIARI ore 18 NAPOLI-SAMPDORIA ore 20.45
(0-2) (2-4) (0-0) (3-0) (0-0) (1-2) (1-2) (1-2) (4-0) (1-1)
MARCATORI 18 RETI Tevez (2, Juventus). 16 RETI Icardi (3, Inter); Menez (8, Milan). 15 RETI Toni (3, Verona). 13 RETI Higuain (2, Napoli); Dybala (3, Palermo). 12 RETI Quagliarella (3, Torino). 11 RETI Callejon e Gabbiadini (Napoli; 7 nella Sampdoria); Berardi (6, Sassuolo); Di Natale (Udinese). 10 RETI Felipe Anderson e Klose (Lazio). 9 RETI Iago Falque’ (1, Genoa); Mauri (Lazio); Eder (1, Sampdoria); Thereau (Udinese). 8 RETI Maccarone (1, Empoli); Ljajic (1, Roma); Zaza (1, Sassuolo). 7 RETI Denis (3, Atalanta); Paloschi (Chievo); Babacar (Fiorentina); Matri (7 nel Genoa), Morata e Pogba (Juventus); Candreva (2), Djordjevic e Parolo (Lazio); Destro (Milan; 5 nella Roma); Vazquez (Palermo); Glik (Torino).
NETO 5 Potrebbe svincolarsi già dopo cinque minuti: ribatte su Jankovic, quando ricompare è solo per l’errore decisivo. ROSI 5,5 Non opera di precisione ma si prende cura della fascia con coraggio, anche quando stende Toni. TOMOVIC 5,5 Un po’ scomodo nel nuovo abito di centrale. BASANTA 5,5 Si occupa da vicino di Toni, senza che lui lo fulmini. PASQUAL 6 Arma il cross senza che davanti ci sia l’artiglieria pesante (Gomez, Babacar). Uno è però ben arpionato da Gila. AQUILANI 5 Un tiro accompagnato da una serie di inserimenti senza esito. BADELJ 5 Sostituto regista di Pizarro, la manovra non scorre. MATI FERNANDEZ 5,5 Poco, e male. DIAMANTI 5,5 Spirito da battaglia, si agita contro tutti gli avversari in campo e fuori (litiga con Mandorlini). Non va d’accordo neppure coi rigori. GILARDINO 6 Primo merito: scavalca nelle preferenze Babacar e Gomez. Secondo merito: si conquista il rigore. ILICIC 5 Dai fischi a prescindere è passato agli applausi per tre tiri sbilenchi. (Babacar s.v.) SALAH 5,5 Poco tempo per scaldare il motore. ALL. MONTELLA 5 Con le terze linee. Chiedeva «fame», rimane a pancia vuota.
VERONA
6 IL MIGLIORE RAFAEL
7 Un rettile in tuta verde che aggancia la testata di Gilardino e poi arpiona il rigore calciato da Diamanti. Dopo mesi, è tornato protagonista. PISANO 6 Come a scuola: poco propositivo ma sufficiente per impegno. MARQUEZ 6 Sfida da ultratrentenni contro Gilardino: di conseguenza, va con l’esperienza. RODRIGUEZ 6 Tiene su il muro. MORAS 6,5 Un salvataggio su Salah, opera che da queste parti è considerata sacrilegio. AGOSTINI 6 Partì da qui il suo viaggio da professionista. Ieri era piuttosto fermo a fare da guardia. SALA 5,5 Senza <h>, dunque più anonimo. Ieri pure troppo. TACHTSIDIS 5,5 Fisico, e modi, da distruttore.. OBBADI 7 Il primo tentativo è utile a prendere la mira, dopo non sbaglia: centro pieno! GRECO 6,5 Un greco moderno nel modo di adoperarsi: supporta Jankovic e copre Agostini. GOMEZ 6 Gioca al Franchi ma non è SuperMario e neppure SuperJuanito. Copre la fascia. TONI 6 Niente fulmini, serata serena. Un lampo solo quando scatta atterrato da Rosi. JANKOVIC 5,5 La cosa peggiore: il retropassaggio che innesca il rigore. La cosa migliore: l’uscita per un cambio vincente. CHRISTODOULOPOULOS 6,5 Il tiro che Neto non trattiene è suo. ALL. MANDORLINI 6,5 Con due mosse mette in scacco Montella: pesca dalla panchina Obbadi e Christodoulopoulos e tira su la vittoria. MAZZOLENI Fa tutte cose giuste. Netto il rigore viola, corretto il giallo a Rosi per fallo su Toni, che si lamenta senza però considerare che l’azione non è chiara occasione da gol. IORI 6 – PADOVAN 6 GAVILLUCCI 6 – SAIA 6
6,5
16
Calcio R Violenza ultrà
Matteo Spini
MARTEDÌ 21 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
SCONTRI, AGGRESSIONI E AUTO BRUCIATE
LE TAPPE
BERGAMO
1
T
re anni al capo ultrà e altri 48 condannati. Il maxiprocesso bergamasco si è chiuso ieri con un colpo di scena e con la sentenza: Claudio «Bocia» Galimberti è stato condannato a tre anni (il pm ne aveva chiesti sei), con attenuanti generiche. In totale sono 48 gli imputati per cui è stato emesso il verdetto di colpevolezza, che complessivamente dovranno scontare più di 48 anni: tra loro, anche il sindaco di Gandosso Alberto Maffi (otto mesi), che aveva fatto da vedetta in occasione degli scontri di Atalanta-Inter del dicembre 2009. Le accuse riguardavano diversi episodi: tra gli altri, gli scontri post-Inter e post-Catania (stagione 2009-2010) e l’assalto alla Berghem Fest di Alzano. Nel processo erano coinvolti anche 56 tifosi del Catania: per loro, sanzioni pecuniarie. Si tratta del primo troncone del processo portato avanti dal pm Carmen Pugliese: il 18 giugno inizierà la seconda parte, quella in cui viene contestata l’associazione per delinquere allo stesso Galimberti e a cinque suoi fedelissimi, con il segretario provinciale della Lega Nord, Daniele Belotti, accusato di concorso esterno. QUERELA RITIRATA Ieri si è arrivati alla sentenza, in una mattinata caratterizzata da un colpo di scena: qualche ora prima, l’avvocato difensore Federico Riva, infatti, ha comunicato al giudice e al pm che il presidente Antonio Percassi ha ritirato la querela relativa all’irruzione a Zingonia del 4 maggio 2010 (l’accusa era di violazione di domicilio e danneggiamento). Un procedimento che era stato avviato da Alessandro Ruggeri, ai tempi presidente. Una decisione che nessuno, in aula, si sarebbe aspettato: «Gli imputati hanno raggiunto un accordo con l’Atalanta concretizzatosi all’ultimo, ma che ha alle spalle alcuni mesi di confronto», ha spiegato Riva. Il club ha rinunciato al risarcimento economi-
2
Risse e violenze Tutto cominciò nel settembre 2009 Sono numerosi gli episodi di violenza che hanno visto protagonisti i tifosi dell’Atalanta in questi ultimi anni e che sono oggetto del maxiprocesso bergamasco che si è chiuso ieri. 23 SETTEMBRE 2009 Dopo Atalanta-Catania, un gruppo di ultrà bergamaschi ha assaltato un bus dei tifosi catanesi: ne è scaturita una violenta rissa.
● 1 L’assalto al centro di Zingonia nel 2010, dopo la retrocessione in B dell’Atalanta 2 Un’auto dei vigili viene incendiata alla Berghem fest nell’estate 2010 3 Gli scontri dopo Atalanta-Catania nel 2009 MAGNI 3
13 DICEMBRE 2009 Dopo Atalanta-Inter, decine di ultrà di casa hanno teso un agguato a un pullman di interisti, che sono scesi: duri scontri e diversi danni. 4 MAGGIO 2010 Dopo la retrocessione in Serie B, una cinquantina di tifosi nerazzurri ha fatto irruzione al centro Bortolotti a Zingonia: lancio di uova contro le pareti dell’edificio e cori contro la famiglia Ruggeri.
Il paradosso di Bergamo Condannati 48 ultrà ma l’Atalanta li «assolve» 1Nel giorno in cui al «Bocia» vengono inflitti 3 anni nel maxiprocesso
25 AGOSTO 2010 Berghem Fest, Alzano Lombardo: gli ultrà assaltano la festa leghista per protestare contro Maroni e la tessera del tifoso, lanciando oggetti e incendiando auto. 9 DICEMBRE 2011 Il giornalista dell’Eco di Bergamo Stefano Serpellini viene aggredito (testata al volto) vicino al tribunale da Claudio «Bocia» Galimberti, che era spalleggiato anche da altre tre persone. 6 MAGGIO 2012 Un tifoso juventino, Francesco Mazzola, viene aggredito selvaggiamente in centro a Bergamo mentre festeggia lo scudetto insieme al figlio.
al tifo violento, il club ritira la querela per l’assalto di Zingonia nel 2010 co prendendo una posizione inaspettata: il giudice, comunque, si sarebbe poi espresso con l’assoluzione per tutti gli imputati su Zingonia. LA LETTERA Il retroscena lo spiega il dg Pierpaolo Marino: «Il 18 marzo l’Atalanta ricevette una lettera toccante da parte dei tifosi che erano stati querelati: si dicevano pentiti e dispo-
sti a risarcire la società lavorando a Zingonia. Accettando questo pentimento, abbiamo deciso di rivolgerci alla Caritas, che il 23 marzo ci ha confermato la disponibilità per un percorso di redenzione: l’accordo era chiaro da quella data, poi sono stati i tempi tecnici a fare slittare tutto all’ultimo». Il club nerazzurro torna a battere la strada del perdono attraverso la re-
denzione, come già accaduto con Masiello, in campo dopo la squalifica per il calcioscommesse: «Non abbiamo subito alcun tipo di pressione. Cestinare la lettera sarebbe stato un errore: dobbiamo mirare al recupero di chi può essere recuperato. Oltretutto l’assoluzione da parte del giudice ha spiegato che la querela sarebbe stata un buco nell’acqua», continua
Marino. C’è chi giura che nella vicenda ci sia stato il contributo di Giorgio Ghilardi, ex direttore dell’ufficio diocesano per la pastorale giovanile, che anni fa abbandonò la vita sacerdotale per motivi personali e che, per conto del presidente Percassi, segue il percorso di Masiello e pare si sia impegnato anche in questa mediazione. © RIPRODUZIONE RISERVATA
IN SARDEGNA
TACCUINO
Conti e quella fascia che non è piaciuta neanche al Cagliari
VIOLENZA/1
Scontri Pisa-Ascoli emessi 17 Daspo
1Dopo l’irruzione degli Sconvolts venerdì in ritiro il capitano
ne ha esibito lo stemma: il club non ha gradito e qualcuno pagherà ma la sua scelta per la partita contro il Napoli, dopo l’agguato di venerdì sera, è apparsa inopportuna a molti, e non è piaciuta per niente alla società guidata da Tommaso Giulini.
Carlo Angioni
L’
aggressione ultrà nel ritiro di Assemini venerdì. Le conferme di Zeman sabato. La contestazione della curva Nord del San- SALVATI Domenica, ed evidentemente non è un t’Elia e la smentita di capitan Conti domenica do- caso, soltanto Conti e Cossu si sono salvati dai po il k.o. con il Napoli. Le indagini che non si fischi e dagli insulti della curva Nord («C’è solo fermano. Il Cagliari vede la Seun capitano» i cori per il primo, rie B sempre più da vicino, ma è «Andrea uno di noi» quelli per il il «fuori campo» che fa discutesecondo). Dimostrazione che Intanto domenica re. Non i malinconici 21 punti per gli ultrà i colpevoli sono alil nostro inviato dei rossoblù, non la partita di tri. Non Daniele, che domenica è stato insultato domenica prossima a Firenze, sera ha smentito che qualche non il futuro di un club che in A compagno sia stato preso a per le sue cronache gioca da 11 stagioni di fila. Ieri, schiaffi dai tifosi, andando da alcuni giocatori quindi contro le parole di Zesui social network, è apparsa una fotografia di Conti rubata man («Venerdì non c’è stato un dalla tv, e il particolare della faconfronto, hanno fatto tutto gli scia da capitano non è passato inosservato: Da- ultrà. Ci hanno spaventati», aveva detto alla viginiele, infatti, nel braccio sinistro indossa una fa- lia del Napoli) e del vicepresidente Filucchi. Non scia blu con i nomi dei tre figli Bruno, Manuel e Andrea, che nel polpaccio destro ha tatuato lo Melody, il (suo) numero 5, e – soprattutto – al stemma degli Sconvolts ed è un vero tifoso rossocentro lo stemma degli Sconvolts. Daniele, a Ca- blù: tra Cossu e gli ultrà c’è un legame fortissimo, gliari dal 1999 ma solamente 17 presenze que- e la sua presenza all’esterno della sede degli st’anno, altre volte aveva portato la fascia dedi- Sconvolts durante una perquisizione della Digos cata al gruppo più caldo degli ultrà cagliaritani, successiva all’assalto contro i tifosi del Cesena, a
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Claudio «Bocia» GalimbertiFOTOGRAMMA
metà gennaio, ha creato più di un imbarazzo. Due bandiere, Conti e Cossu, col futuro in bilico e il contratto in scadenza: al di là dell’età, 36 anni il romano, quasi 35 il cagliaritano, i loro destini sembrano lontani dalla Sardegna, considerando anche quello che è successo negli ultimi giorni. LE INDAGINI Intanto, sul versante delle indagini, sia la Digos sia la magistratura continuano il lavoro per individuare gli autori dell’agguato di Assemini. Nei prossimi giorni verrà risentito Zeman e altri colloqui verranno fatti con i giocatori (le cui ricostruzioni dell’accaduto finora non hanno convinto). Il questore Filippo Dispenza, intervenuto domenica sera al Sant’Elia con i suoi uomini per calmare gli animi dei giocatori cagliaritani, che hanno insultato il nostro collega Francesco Velluzzi per un articolo non gradito, è durissimo: «La società sta facendo un grande lavoro per liberarsi di certi vincoli con gli ultrà – spiega –. Queste violenze non si possono tollerare, c’è stato un vile attacco ai giocatori. Questo non è tifo, è tifo malato, questa è gente che vive di violenze e di intimidazione e basta. Cagliari è una città civile ma questi ragazzi sono solo dei teppisti che vanno fermati». © RIPRODUZIONE RISERVATA
La fascia di capitano esibita da Daniele Conti durante CagliariNapoli di domenica e il tatuaggio degli Sconvolts sul polpaccio di Andrea Cossu
Ieri all’alba la polizia di Pisa ha eseguito 17 perquisizioni domiciliari nei confronti di appartenenti alle tifoserie pisana e ascolana. Si tratta degli ultrà (13 pisani e 4 ascolani) coinvolti negli incidenti del 27 febbraio scorso, in occasione di PisaAscoli. Durante gli scontri, rimasero feriti 4 poliziotti e 3 steward. A ognuno dei 17 tifosi è stato notificato il daspo di 3 anni (6 per i recidivi). Nel corso delle perquisizioni sono stati sequestrati mazze, fumogeni e alcuni degli indumenti utilizzati dai violenti in occasione degli scontri.
VIOLENZA/2
Bomba carta in auto Daspo a ternano Un 22enne di Terni sabato è stato fermato dopo essere stato sorpreso a bordo di un’auto in cui erano nascosti bombe carta, mazze, picconi e altri petardi nei pressi del Liberati, dove si giocava il derby Ternana-Perugia. Ieri al giovane è stato dato un anno di Daspo, ma potrà comunque continuare a giocare a calcio (milita in una squadra di prima categoria) e sarà affidato ai servizi sociali.
MARTEDÌ 21 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
La verità di Ancelotti «In Italia i giocatori ostaggio degli ultrà»
IL PRESIDENTE CONI
Malagò: «Smarcare il calcio dai delinquenti» ROMA
P
sione affinché la gente torni allo stadio e lo faccia in impianti più accoglienti». Sei anni dopo quelle parole sono attualissime e Capello è costretto a ripetersi: «Quanto successo negli ultimi giorni dovrebbe rappresentare il punto di non ritorno per tutti. In passato in pochi avevano il coraggio di dire certe cose e io ero tra questi. Non è un problema della Roma, gli episodi sono ovunque: non vedo perché si debba subire tutto questo». Le critiche dall’estero arrivano da nostri connazionali. E rischiano di restare inascoltate.
rende la parola anche il presidente del Coni. Giovanni Malagò è intervenuto ieri a «La politica nel pallone» su Gr Parlamento. Concetti molto chiari e significativi: «C’è stato uno strascico a Roma, con gli striscioni contro Pallotta, quello che è successo a Cagliari e a Varese è noto. se non riusciamo a spiegare che il calcio non può essere il luogo dove la gente può esprimere pareri offensivi, non ha futuro e non ha speranza. E’ indispensabile riportare negli stadi le famiglie e la parola ultrà non deve significare delinquenza. Se non riusciamo a fare una linea di demarcazione il calcio non riuscirà a uscire dai suoi problemi. Purtroppo il fenomeno della violenza nel calcio è tutt’altro che debellato». Secondo il presidente del Coni bisogna lavorare ancora tanto per riavere pulizia in un settore che è in continua difficoltà ed è spesso sottoposto agli attacchi e alle intemperanze degli ultrà. Malagò ha poi rivolto un augurio a Milan e Inter, due delle squadre simbolo del calcio italiano in grande difficoltà: «Mi auguro per lo sport italiano che tornino tutte a grandi livelli».
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1Il tecnico del Real Madrid: «In Spagna si fischia e si critica, che tristezza quello che succede da noi» Filippo Maria Ricci CORRISPONDENTE DA MADRID @filippomricci
F
abio Capello lo ripete da tanti anni, Carlo Ancelotti lo ha detto chiaro ieri mattina: il calcio italiano è ostaggio degli ultrà. È un problema grave, ed è questa una delle ragioni più importanti del ritardo, della flessione, della perdita di appeal del nostro calcio. VIOLENZA E STADI VUOTI L’allenatore del Real è intervenuto telefonicamente a «Radio anch’io sport», su RadioRai. Prima gli hanno chiesto un parere sulla Serie A, tanto svalutata, e Carlo tra un elogio e l’altro ha messo a fuoco il problema: «Il mio pensiero sul calcio italiano è sempre molto positivo, penso che sia sempre molto competitivo. Ciò che differenzia il calcio italiano da quello degli altri Paesi è soprattutto l’ambiente: gli stadi che sono più vuoti rispetto ad altre Nazioni e la violenza che si continua a notare più in Italia che da altre parti. Sono queste le cose che distinguono
negativamente il calcio italiano, ma non è ciò che mi fa star lontano. Io sono all’estero per il piacere di vivere avventure altrove, di conoscere altre culture sportive, altri Paesi». OSTAGGIO DEGLI ULTRÀ Carlo sorrideva bonario, col chiaro desiderio di non affondare il coltello nella piaga italica. Ma quando da Roma hanno azzardato un parallelo tra le recenti vergogne di Cagliari, Varese, Roma e i fischi del Bernabeu al
IN ITALIA COMANDANO GLI ULTRÀ, FANNO QUELLO CHE VOGLIONO: ALLO STADIO SI PUÒ INSULTARE TUTTO E TUTTI FABIO CAPELLO NEL 2009 A COVERCIANO
suo Real è saltato come se gli avessero fischiato contro un rigore che non c’era: «No, ferma un attimo. Perché c’è una bella differenza. Qua la contestazione si limita, le volte che c’è, ai fischi dello stadio al gioco della squadra. Gli ultrà, gli striscioni, qui sono stati completamente dimenticati e non esistono più. Il Real Madrid ha fatto un grande lavoro negli ultimi due anni per eliminare le frange violente e ha raggiunto l’obiettivo. Al Bernabeu c’è chi critica il gioco della squadra fischiando perché il nostro è un pubblico molto esigente, ma è tutto un altro tipo di violenza. In Italia invece purtroppo si legge di quelli che vanno dentro gli spogliatoi e insultano i giocatori, ed è molto triste: non se ne può più. I giocatori in Italia si sentono ostaggio di tifosi senza cervello». IL MONITO DI CAPELLO Solo qualche giorno fa Fabio Capello a Radio Sportiva aveva parlato di «tribunali inventati da gente con la fedina penale sporca: non capisco perché dobbiamo essere giudicati da questa gente». Il commissario tecnico del-
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Carlo Ancelotti, 55 anni, seconda stagione al Real Madrid GETTY
la Russia aveva già puntato il dito contro gli ultrà nel 2009, quando durante un seminario a Coverciano disse che il calcio italiano era in mano loro. «In Spagna c’è grande rispetto – disse l’allora c.t. dell’Inghilterra – le famiglie vanno alla partita con i propri bambini. In Inghilterra gli stadi sono pieni, non succede mai niente e gli steward svolgono un ruolo perfetto. Mi rammarico molto di quanto sta succedendo in Italia, il declino sarà sempre più evidente, e invece basterebbe solo applicare la legge. Autorità e club devono prendere una deci-
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Magic +3 R Campionato
MARTEDÌ 21 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Iachini: «Vazquez leader E andiamo in Champions»
PER LUGLIO
1Il tecnico del Palermo guarda al futuro: «Sento ogni giorno Zamparini e so che l’anno prossimo costruirà una squadra ancora più attrezzata»
Paulo Sousa, 44 anni, allenatore del Basilea da questa stagione AFP
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a
Panchina Samp: salgono le quotazioni di Paulo Sousa
GIORNATA
Francesco Caruso
I
meriti di Beppe Iachini sono indubbi e sono tanti. In un anno e mezzo ha preso in mano il Palermo in B e lo ha riportato ad alto livello. Ha lanciato talenti che sembravano bluff (Vazquez), ha forgiato campioni che parevano piccoli giocatori (Dybala). Ma soprattutto ha trasformato Zamparini, da «mangiallenatori» a presidente da premio fedeltà. Nessun tecnico aveva resistito così a lungo alle dipendenze dell’imprenditore friulano: avanzando a larghe falcate verso il prossimo campionato, che sarà il terzo in rosanero, Iachini ha polverizzato il record del maestro Novellino, che aveva resistito per due stagioni sulla panchina del Venezia zampariniano. Iachini, ma è vero che ha chiesto a Zamparini di voler prolungare fino al 2018? «Ho un altro anno di contratto con un automatico rinnovo per il 2017 e il presidente vorrebbe prolungarlo ulteriormente, ma a me non piace più di tanto mettere il punto su quest’argomento. Come ha detto Zamparini, fra noi non ci saranno problemi». Resistere fino al 2017 sarebbe già da guinness dei primati: qual è il trucco di questo camaleontico mutamento? «Non ci sono segreti, semplicemente abbiamo un rapporto schietto e diretto e poi, parliamoci chiaro, i risultati sono la molla di tutto e noi da un anno e mezzo mi sembra che marciamo a un buon ritmo. Ora però permettetemi di toccare ferro». In mezzo ai suoi tanti primati, ce n’è uno, per così dire, legnoso: fra pali e traverse avete fatto 18 volte centro. «Che tradotto in termini di risultato fanno almeno 5 punti in meno, quelli che ci avrebbero proiet-
1Bielsa difficile,
italiani con poco appeal, così il portoghese è favorito nella corsa
Alessio Da Ronch GENOVA
I Giuseppe Iachini, 50 anni, siede sulla panchina del Palermo dal 25 settembre del 2013 LAPRESSE
tato in zona Europa League».
ti e dà lì poi ripartire».
Secondo lei, Dybala farebbe meglio a rimanere in Italia o gli consiglierebbe di andare al Psg? «Questo bisognerebbe chiederlo a Zamparini, al giocatore suggerisco di mettersi alla finestra e aspettare l’occasione migliore: tanto una squadra da Champions per lui arriverà».
Lei aveva la possibilità di cambiare bandiera, cosa l’ha convinta a rimanere a Palermo? «Se è per questo, l’avrei ancora, ma la determinazione di Zamparini e la sua voglia di continuare il lavoro intrapreso mi hanno fatto capire che sono nel posto giusto».
A proposito, Zamparini ci ha detto che anche senza gli argentini sarà un Palermo da Champions: che cosa ne pensa? «Intanto rispondo che il mio augurio è che vada via solo uno dei due talenti sudamericani e che Vazquez rimanga. Già sarà difficile sostituire Dybala. E poi penso che bisogna cercare di migliorarsi anno dopo anno, portando avanti un programma di crescita graduale, dando continuità tattica al progetto. Quest’anno speriamo di chiudere sopra i 50 pun-
Quante volte la settimana parla col presidente? «Ci sentiamo ogni giorno, è giusto farlo partecipe della nostra quotidianità. E anche quando non ci troviamo d’accordo, lui conclude sempre con una frase: “Vai avanti così”». Qual è il traguardo massimo per il Palermo? «Non so quanto ci metteremo, ma progredendo a questo ritmo possiamo arrivare in Champions». Alla fine l’ha detto. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Defrel e Viviani I rosanero sono in pressing ● Defrel e Viviani. Il Palermo sta intensificando i contatti per portare in rosanero sia l’attaccante del Cesena che il centrocampista della Roma in forza al Latina. Avendo entrambi come procuratore Giampiero Pocetta, il discorso risulta più fluido e di passi in avanti se ne sono fatti per entrambi. Per il regista con la Roma c’è un discorso ben avviato che prescinde da un’eventuale trattativa per Dybala. L’Under 21 piace molto e Zamparini sarebbe disposto anche a un piccolo sacrificio pur di ottenerlo a titolo definitivo. Fabrizio Vitale
l futuro si fa adesso, e non solo sul campo. Ieri a Roma il presidente Massimo Ferrero si è incontrato con i suoi collaboratori più stretti, per rifinire il progetto Sampdoria. Naturalmente l’argomento principale è stato quello riguardante il nome del tecnico che dovrebbe sostituire Sinisa Mihajlovic, se, come pare probabile, quest’ultimo lascerà la società blucerchiata. E in cima alla lista è passato il nome del portoghese Paulo Sousa ITALIANO Gli identikit tracciati restano due: uno vede alla guida della Samp un tecnico italiano emergente, che conosca bene la serie A. Dopo aver trovato ostacoli su alcune opzioni: Ventura, Iachini, Di Francesco, l’attenzione adesso si sarebbe focalizzata su Colantuono e Mandorlini. Allenatori che possono vantare alcune buone stagioni e un profilo caratteriale interessante. STRANIERO Nomi che, però, affascinano poco. Da tempo Ferrero ha in mente una Sampdoria da copertina, come testimonia soprattutto l’acquisto di Eto’o. Proprio per questo motivo il presi-
dente, spalleggiato dal suo consigliere personale, l’avvocato Romei, sogna un tecnico più intrigante. L’identikit in questo caso porta a un allenatore straniero, con un nome importante e con una buona esperienza internazionale. Due in nomi in cima alla lista: Marcelo Bielsa e Paulo Sousa. Raggiungere il primo, però, appare molto complicato, per il portoghese invece la strada è percorribile. CONTINUITÀ Anzi, un piccolo pezzo di quella strada la Sampdoria lo ha già percorso e, presto proverà ad avvicinarsi alla meta. Dal summit romano, infatti, è arrivata la decisione di concentrarsi maggiormente sull’ex centrocampista di Juventus e Inter, ora tecnico del Basilea, in Svizzera. Un contatto c’è già stato, attraverso un osservatore blucerchiato, già nei prossimi giorni però potrebbe esserci un incontro ufficiale. Uno scambio di idee, insomma. Paulo Sousa piace e convince anche perché rappresenterebbe un elemento di continuità: ha carattere e, come Sinisa, ama il gioco d’attacco, il pressing alto e adotta, preferenzialmente, i modulo 4-1-2-3 e 4-3-3. Ieri allo svizzero Blick il portoghese ha ammesso di poter lasciare Basilea: «Vinco campionato e coppa, poi chissà...». CORSA ALL’EUROPA Nel frattempo la Sampdoria è pronta all’ultimo sprint. Le prossime tre giornate di campionato si disputeranno in otto giorni, con i blucerchiati posti di fronte a Napoli, Verona e Juventus. L’Europa, insomma, potrebbe avvicinarsi o allontanarsi, condizionando così l’operazione, in positivo o in negativo. © RIPRODUZIONE RISERVATA
TACCUINO PRIMAVERA
UNDER 20
Le Final Eight dal 9 al 16 giugno
Oggi alle 15 Italia contro la Germania
● Ufficializzate le date delle Final Eight scudetto, che si terranno dal 9 al 16 giugno a Chiavari, Genova e Savona. Il calendario dopo il sorteggio: al momento solo l’Inter ha già il pass per le finali.
● Oggi alle 15 (RaiSport) a Frosinone l’Italia Under 20 del c.t. Evani sfida i pari età della Germania nell’ultima gara del Quattro Nazioni. Ieri il tecnico azzurro ha incontrato 40 colleghi del settore giovanile dei ciociari.
MICCOLI INDAGATO
PARMA
Arrestato a Palermo il figlio del boss
Manenti non molla: rivuole il club gialloblù
● Arrestati dalla Dia, a Palermo, Mauro Lauricella, 32 anni, figlio del boss Antonino Lauricella detto «’u Scintilluni», e Gioacchino Alioto, 62 anni. I due, accusati di estorsione aggravata, sono rimasti coinvolti nell’inchiesta che vede indagato per lo stesso reato l’ex calciatore rosanero (ora al Lecce) Fabrizio Miccoli.
● (s.p.) Oggi al Tribunale di Parma si terrà l’udienza prefallimentare di «Eventi Sportivi» che ora fa capo a Giampietro Manenti, dopo essere passata dalla famiglia Ghirardi alla Dastraso di Doca e Taci (che pur non compariva). Manenti promette battaglia e, secondo quanto dichiarato dal suo legale Palmieri a Radio Parma, vorrebbe riprendersi il club.
Calcio R
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ARBITRI IMPROVVISATI
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CONTENUTO PREMIUM
QUATTRO CASI DA RICORDARE
Antonelli intercetta con il braccio largo il tiro di Hernanes: da fischiare anche se non c’è la volontà del giocatore di colpire la palla. Il gesto è considerato punibile dai parametri Fifa e Uefa
Totti realizza il rigore contro l’Atalanta: una volta non si poteva fermare la rincorsa, adesso sono consentite finte e stop fino a circa un metro dal pallone. A quel punto il divieto è ancora in vigore
Floro Flores a terra, l’arbitro dà rigore (che non c’era) la palla arriva a Berardi che segna: non esiste la regola «rigore seguito da gol è gol». E’ frutto di leggenda, al fischio l’azione si ferma sempre
Andujar, portiere del Napoli, con la palla in mano. Non c’è più la regola dei 4 passi per il rilancio, adesso un estremo difensore può tenere la palla per sei secondi, poi deve renderla giocabile
Le regole nel pallone ULTIMO UOMO MANI E RIGORI I FALSI MITI DA FISCHIARE L’APPROFONDIMENTO di FRANCESCO CENITI
E
stinte, ma come i dinosauri di Jurassic Park hanno trovato una seconda vita: va in scena ogni maledetta domenica (e dintorni) nei bar sport italiani, ma senza la regia di Steven Spielberg. La «sceneggiatura» è scritta dai tifosi, giocatori, dirigenti, allenatori e giornalisti. Chi è (anzi chi sono) il protagonista dell’insolito film? Le regole che governano il pianeta calcio, in continua evoluzione. Quelle cancellate o sostituite «sgomitano» per sfuggire alle tenebre. Ci riescono grazie a tanti alleati. Una collezione che contempla esemplari rari, regole mai esistite, ma tramandate da leggende, dalle gare disputate in cortile, dove «chi segna vince». Ecco, tra «il fallo da ultimo uomo», «mani involontario», «i 4 passi del portiere», «la regola del vantaggio», «il danno procurato», «le sfumature del fuorigioco», «fermare la rincorsa prima di un rigore» e cose simili, la confusione regna sovrana. Entriamo dentro al film per tentare di fare chiarezza.
ULTIMO UOMO È forse l’abbaglio più diffuso: «Ma come, non l’ha espulso? Eppure era ultimo uomo…». Frase tipo che può essere pronunciata (o scritta) da molti addetti ai lavori. Si sono persi qualcosa: il rosso diretto per fallo da ultimo uomo è stato introdotto a partire dagli anni Novanta, ma da molto tempo è stato soppiantato dalla chiara occasione da gol. Si può benissimo essere il terz’ultimo difensore, ma se si nega a un avversario la possibilità concreta di segnare, allora si dovrà lasciare il campo. Viceversa l’ultimo uomo è spesso punito solo col giallo perché non è colpevole di possibile «gollicidio». Due esempi recenti: corrette le ammonizioni a Carvalho del Monaco (contro la Juve) e Neuer (contro il Porto) perché i loro avversari (Morata e Quaresma) non avevamo il possesso immediato del pallone, uno dei requisiti fondamentali per valutare la chiara occasione da rete. Con palla a mezz’altezza (il caso di Juve-Monaco) oppure distante qualche metro e veloce
(come in Porto-Bayern) il cartellino sarà sempre giallo. MANI E VOLONTARIETÀ «Mani involontario, non si può punire». Sbagliato. La questione è più complessa. Certo, solo su questo tipo di fallo l’arbitro potrà assolvere il difensore se considera il gesto senza dolo, ma Fifa e Uefa hanno stabilito una serie di parametri per ridurre al minimo l’eventualità. Della serie: è punibile il gesto anche se non c’è intenzione di colpire la palla. L’ultima domenica ci ha offerto due situazioni tipo: se un giocatore sceglie di entrare in scivolata sa di correre un rischio, se il pallone gli sbatte sul braccio tenuto largo (non importa dove e come), sarà punito con il rigore come in Roma-Atalanta. Stessa cosa per chi allarga il braccio nel tentativo di contrastare un attaccante: il tiro (o il passaggio) intercettato diventa una «colpa» sanzionabile perché l’imprudenza del gesto è equiparata alla volontarietà. Come nel caso di Antonelli nel derby di Milano: non concedere il rigore è stato una sbaglio di Banti (e una fortuna per il Milan). PORTIERE A SPASSO Una volta il portiere col pallone tra le mani poteva fare solo 4 passi, poi era obbligato al rilancio pena una punizione contro. Da anni vediamo i numeri uno concedersi lunghe passeggiate. Dalla tribuna si grida: «Arbitro, i 4 passi...». Spariti, ora conta il cronometro: in teoria il portiere non deve bloccare il gioco per più di 6 secondi, ma in pratica c’è molta tolleranza. LA REGOLA DEL VANTAGGIO Altro mito da sfatare: non esiste. È solo una facoltà a disposizione dell’arbitro: se valuta la possibilità di uno sviluppo migliore del gioco a favore della squadra che ha subito il fallo, allora può lasciar proseguire l’azione. Ma è un’opzione. Certo, ci sono situazioni evidenti dove è meglio attendere, ma altre imprevedibili. E se arriva il fischio non è un errore perché l’arbitro si è dimenticato la «regola del vantaggio»... DANNO PROCURATO Invenzione giornalistica: non esiste nessun fallo da danno procurato nel re-
Carvalho stende Morata appena fuori area: l’arbitro dà rigore e mostra il giallo. Sbaglia nel primo caso, ma non nel secondo: l’attaccante della Juve non aveva il possesso della palla e quindi non c’era la chiara occasione da gol punita con il rosso. E poco importa se il difensore del Monaco era «ultimo uomo», la regola è cambiata AFP
TIFOSI E ADDETTI AI LAVORI «RESUSCITANO» NORME CANCELLATE, CONFUSI ANCHE GIOCATORI E TECNICI
golamento. Il calcio è uno sport di contatto, tutti quelli irregolari sono codificati. L’involontarietà non mette al riparo il difensore: è punita la negligenza, l’imprudenza e persino l’eccessiva vigoria di un contrasto. Cioè prendere il pallone non è un parametro sempre valido per evitare la punizione. Al contrario ci sono contrasti che possono essere considerati di gioco anche se «procurano un danno». Altrimenti passiamo al basket. FUORIGIOCO E DINTORNI Sul fuorigioco non basterebbe l’intero giornale per spiegarne le sfumature. Il legislatore (l’Ifab) ha le sue colpe: i continui ritocchi alimentano la confusione persino tra gli assistenti, figuriamoci nei tifosi. In questa giungla le forze in campo tra fuorigioco attivo e passivo si sono ribaltate: prima i casi di partecipazione all’azione (punibili) erano tanti, ora sono ridotti al lumicino, al limite dell’estinzione. COME SI BATTE UN RIGORE Interrompere la rincorsa prima di un rigore era cosa vietatissima. Ora non più: si possono fare tutte le finte che si vogliono, fino a quando non si raggiunge la distanza di tiro (circa un metro dal dischetto), a quel punto bloccarsi è vietato e porta alla ripetizione del penalty in caso di gol. ALTRE LEGGENDE Per chiudere un paio di chicche. Tutti sanno che un rigore calciato sul palo o sulla traversa (senza deviazione del portiere) non può essere ripreso dal giocatore autore del tiro. Il motivo? Non perché scatta il fuorigioco, ma solo per il divieto di toccare due volte il pallone. E infine direttamente dai campetti di periferia: «Rigore seguito da gol è gol». Non è così. Se l’arbitro fischia, il gioco s’interrompe e la successiva rete annullata. Se invece si accorge del possibile vantaggio... © RIPRODUZIONE RISERVATA
RRosso diretto se è
negata una chiara occasione da gol: non conta essere in fondo alla difesa
RLa non volontà
di toccare la palla con un braccio non mette al riparo da rigori o punizioni
RIl «danno
procurato» è una invenzione, mentre il vantaggio è una facoltà dell’arbitro
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Siamo in onda! R
MARTEDÌ 21 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
MATTINA 7 Gazzetta News 7.30 Gazzetta News 8 Gazzetta News 8.30 Gazzetta News 9.05 Campioni a confronto 9.30 Explorers: avventure pericolose 10.05 Extreme Fishing 11.05 Perfection: Momenti di gloria
11.30 Campioni a confronto 12.05 The Speedgang - La banda dei motori 13 Gazzetta News 13.30 Gazzetta News POMERIGGIO 14 Gazzetta News 14.15 Le nuove forze del calcio 14.30 Gazzetta News CorriAmo
14.45 Autogol News 15.05 Sfide senza limiti - Prima Tv 15.30 Perfection: Momenti di gloria - Prima 16.05 Extreme Fishing - Prima Tv 17.05 The Speedgang - La banda dei motori 17.45 Autogol News 18.05 Sfide senza limiti 18.30 +3 Fantanews 19 Calcio Market
19.30 Gazzetta News 19.45 Gazzetta News SERA 20 Gazzetta News 20.30 Gazzetta News 20.45 Autogol News 21.05 Condò Confidential 23 Gazzetta News
GazzettaTv tra atletica e CalcioMarket
1Genny Di Napoli ospite di CorriAmo, calcio giovanile e in serata il mercato con l’agente Ferrari clic
Gabriella Mancini
C
alcio giovanile, atletica, mercato e tanto altro ancora su GazzettaTv, canale 59 del digitale terrestre. Una serie di appuntamenti da non perdere. Nel primo pomeriggio, alle 14.15, il programma Le nuove forze del calcio si occupa del derby Primavera di domenica scorsa tra Torino e Juventus e dei calciatori usciti dal vivaio bianconero negli anni Duemila, da Sebastian Giovinco a Claudio Marchisio e Ciro Immobile. Storie, pensieri e parole in vista del derby torinese in A, domenica pomeriggio. Per la classifica dei Top 5 Under 21 della settimana in primo piano ci sono il portiere dell’Atalanta Marco Sportiello, il centrocampista della Sampdoria Pedro Obiang, entrambi classe ‘92, il giovanissimo nerazzurro Assane Gnoukouri, il talentuoso Paulo Dybala e Yvalo Chochev, entrambi del Palermo. In studio Sarah Castellana con il nostro Vincenzo D’Angelo. ATLETICA Poco dopo torna CorriAmo, la rubrica dedicata al running che questa settimana ospita l’ex mezzofondista napoletano Gennaro Di Napoli, due volte campione mondiale indoor ed una volta campione europeo, sempre indoor, sui 3000 metri. Tra i servizi uno sarà dedicato a Giorgio Calcaterra, ultramaratoneta e tre volte mondiale nella 100 km, nei giorni scorsi a Milano: con lui si parlerà di Wings for life, la corsa benefica che si terrà a Verona il 3 maggio prossimo (repliche mercoledì alle 1830 e sabato alle 14.30). Non mancano Gli Autogol, che si scatenano facendo il verso a Claudio Lotito, le sfide, i
COME RISINTONIZZARE I VOSTRI TELEVISORI E VEDERE IL CANALE 59
● Gennaro Di Napoli, ex mezzofondista sui 3000
● Yaya Touré, se ne parlerà in CalcioMarket
momenti di gloria con la storia di Zinedine Zidane, la pesca a temperature impossibili e il Fantacalcio. Alle 18.30 non perdete l’appuntamento con +3Fantanews , che svela i trucchi ai fantallenatori con Deborah Schirru, l’esperto Francesco Letizia, e Marco Guidi. Il pagellista è Guglielmo Longhi, giornalista della Gazzetta dello Sport. Dulcis in fundo, c’è Calciomarket alle 19, con Federica Migliavacca, l’esperto Claudio Laudisa e Fabrizio Ferrari, agente tra gli altri di Rafael Marquez e Faouzi Ghoulam. Al centro del
dibattito in studio il futuro di due campioni: Carlos Tevez, che non nega la possibilità di ritornare subito al Boca Juniors, e Paulo Dybala, nei desideri bianconeri se Carlitos dovesse fare le valigie. Preparatevi, non mancano i sondaggi: tra Milan e Inter chi uscirà prima dalla crisi? Quale sarà il colpo top dell’Inter tra Yaya Tourè, Stevan Jovetic e Paulo Dybala? E al Milan chi sarà confermato tra Alessio Cerci, Mattia Destro e Marco van Ginkel? A voi l’ardua sentenza... © RIPRODUZIONE RISERVATA
● Eseguire le seguenti procedure. Se possiedi Tv o Decoder Digitale Terrestre 1. Premere il tasto MENU sul telecomando 2 Selezionare Impostazioni/Avanzate 3. Posizionarsi sulla voce relativa alla Sintonizzazione automatica dei canali e premere il tasto OK, accedi alla configurazione dei canali 4. Impostare Modalità di sintonia dei canali su DTV 5. Posizionarsi sul pulsante Avvia scansione e premere il tasto OK per avviare la ricerca. Soluzione dei problemi Se avete già provveduto alla risintonizzazione senza esito e il vostro televisore è collegato ad un sistema con antenna centralizzata, fate verificare dal vostro antennista che sia presente nella centralina dell’antenna stessa il modulo (o filtro) necessario per la ricezione dei segnali tv del canale/mux 55 (frequenza 746 MHz), quello che supporta anche il canale 59 di Gazzetta Tv. Se il modulo manca, fatelo inserire: è un’operazione molto semplice. Se possiedi una Sky Digital Key 1. Premere il tasto Menu del telecomando SKY e premere OK per accedere al digitale terrestre 2. Premere il tasto rosso (Ricerca) e lasciare inviata la configurazione 3. Premere due volte il tasto rosso (Avvia ricerca) 4. Attendere il completamento dei canali e quindi premere OK
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OPINIONI La vignetta
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di Stefano Frosini
MARCO ORSI Azzurro di nuoto ● Il mio sogno nel cassetto? Arrivare a 33 anni con il fisico, testa e cuore di un campione come @FiloMagnini @bomber_orsi
WAYNE ROONEY Calciatore dello United ● Grande momento di incontro con i nostri sostenitori presso il Dream Day @MU_Foundation @WayneRooney
ALESSIA TROST Azzurra di atletica ● Primo bagno dell’anno #ghiaccio ore 10:30 - 20 apr 2015 @alessiatrost
Domani Champions a Monaco
squadroni. Porsi questa domanda e trovare una risposta potrebbe significare ribaltare il trend e acquisire una giusta mentalità europea.
L
a Juventus è a un bivio importante della sua annata e della sua storia recente. Dopo essersi confermata la migliore in Italia potrebbe raggiungere la semifinale europea o addirittura divenirne regina. I bianconeri stanno bene, sono in forma, Tevez è un’ira di Dio, la squadra ha una buona organizzazione con giocatori funzionali al posto giusto. Ha avuto anche la fortuna di sorteggi favorevoli vedi il Borussia in crisi o il Monaco che forse era l’avversario che tutti avrebbero desiderato incontrare. Ora però bisogna meritarsela attraverso comportamenti diversi dalla storia juventina. Chi conosce il passato sa anche come sarà il futuro. Questo grande club, eccetto in parte il periodo di Lippi, non ha mai avuto un grande feeling con la coppa dei Campioni prima e poi con la Champions, pur essendo la squadra italiana che più vi ha partecipato e a volte anche con
In Europa in prima analisi si vince attraverso il dominio del gioco, un calcio offensivo e il collettivo, a differenza di quanto succede in Italia dove ancora oggi si vince prevalentemente con le individualità e la difesa. La prudenza, lasciare l’iniziativa agli altri, tenere più giocatori in difesa, difficilmente paga in Europa. Allegri e i suoi uomini devono credere nel gioco e non avere paura: se una squadra si presenta con uno o due difensori in più rispetto agli attaccanti avversari è evidente che lascia il gioco al rivale dimostrando insicurezza. A questi livelli ciò significa dare agli avversari la possibilità di alimentare i propri campioni con conseguenze letali. Su questa trappola però non credo possano cadere il bravo Allegri e i suoi ragazzi, pertanto l’obiettivo deve essere quello di ripetere l’atteggiamento tenuto con il Dortmund. Così la vittoria non dovrebbe sfuggire e sarà una vittoria convincente come hanno sempre fatto
le grandi squadre in questa straordinaria competizione. I bianconeri, per organizzazione e gioco, non sono inferiori alle altre grandi rivali e in Europa queste componenti contano, come dimostrano le finali raggiunte da Borussia e Atletico degli ultimi due anni. Il collettivo migliora il singolo dandogli certezze. Il dominio del gioco aumenta la creatività e l’autostima, essere protagonisti e vincere con merito significa ampliare la personalità e la credibilità. La Juventus non solo vale più del Monaco ma potrebbe mettere in difficoltà con il collettivo anche squadre con individualità famosissime ma che non sempre sono sorrette da un gioco e un’organizzazione adeguati. Solo la paura e una mentalità antica potrebbero pregiudicare il buon lavoro svolto dal club, dall’allenatore e giocatori. Senza la bellezza del gioco si limitano le possibilità di successo e si cresce poco. Diceva Dostoevskij: «La bellezza salverà il mondo». Non si tratta solo di estetica ma di qualcosa che riempie, che colma le persone. In bocca al lupo. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Il re della maratona a Boston
DESISA, LA «SECONDA» VOLTA È PIÙ BELLO morte all’uomo che aveva macchiato il suo trionfo di 2 anni fa.
IL COMMENTO di FAUSTO NARDUCCI email: fnarducci@rcs.it twitter:@Ammapp1
A
Boston dicono «Strong». Più forti delle ferite che si riaprono e si richiudono sull’asfalto insanguinato di Boylston Street come in un domino senza fine. Ma non è un gioco quello che da due anni stanno vivendo qui. Ed è per questo forse che gli abitanti, secondo i sondaggi, non hanno tanta voglia di ospitare l’Olimpiade 2024 nella città che ieri ha celebrato il Patriots’ Day con la più antica maratona del mondo. Eppure è una strana combinazione di eventi quella che ha permesso a Lelisa Desisa di rivincere la gara che ogni appassionato del mondo sogna semplicemente di correre proprio mentre sta per cominciare la seconda fase del processo che può infliggere la pena di
In quel tragico 15 aprile 2013 l’etiope che allora nessuno conosceva aveva appena finito di festeggiare la vittoria della vita quando esplosero le bombe che, oltre alle tre vittime, cambiarono il destino di 250 spettatori feriti e la storia della corsa. Anche la carriera di Desisa che, dopo aver restituito la medaglia in segno di rispetto, era stato argento ai Mondiali di Mosca 2013 ma non aveva ritrovato la strada della felicità. Inseguito dalle ombre del passato più che dagli avversari, l’etiope ieri ha tagliato di nuovo da vincitore il traguardo di Boylston Street proprio mentre gli stessi 12 giurati che ne avevano decretato la colpevolezza tornano a riunirsi nella U.S. Discrict Court per decidere se il più giovane dei fratelli ceceni merita la pena di morte o può cavarsela «solo» col carcere a vita. Decisione complicata dal fatto che, poiché la legge del Massachussets non la
CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DIRETTORE RESPONSABILE ANDREA MONTI andrea.monti@gazzetta.it VICEDIRETTORE VICARIO Gianni Valenti gvalenti@gazzetta.it VICEDIRETTORI Pier Bergonzi pbergonzi@gazzetta.it Stefano Cazzetta scazzetta@gazzetta.it Andrea Di Caro adicaro@gazzetta.it Umberto Zapelloni uzapelloni@gazzetta.it Testata di proprietà de “La Gazzetta dello Sport s.r.l.” - A. Bonacossa © 2015
PRESIDENTE Angelo Provasoli VICE PRESIDENTE Roland Berger AMMINISTRATORE DELEGATO Pietro Scott Jovane CONSIGLIERI Fulvio Conti, Teresa Cremisi, Luca Garavoglia, Attilio Guarneri, Piergaetano Marchetti, Laura Mengoni DIRETTORE GENERALE DIVISIONE MEDIA Alessandro Bompieri
BAMBINO GESÙ Ospedale pediatrico ● andrealocicero Federugby #Fiamme Oro #LionsPomezia #OSCAD sport contro la discriminazione @bambinogesu
LUCA DOTTO Azzurro di nuoto ● Antonelli campione italiano nei 100 rana. Scommessa vinta perciò Maglia as Roma per @Rossetto Claudio @dottolck
La mostra dell’azzurro
JUVE REGOLA PRIMA: DOMINARE COL GIOCO SOPRA LA PANCA ANCA di ARRIGO SACCHI
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prevede, la pena capitale può essere applicata solo in quanto il tribunale di Boston si trova a giudicare un caso federale. Ma anche qui non sono mancati i colpi di scena. Da una parte il Procuratore che sottolineerà la volontà di Dzhokhar Tsarnaev di compiere un massacro, dall’altra la difesa che punterà sull’influenza del fratello maggiore: ma, inattesa, è arrivata la posizione dei familiari delle vittime che sono pronti ad accettare l’ergastolo pur di evitare le lungaggini e i ricorsi che comporterebbe una sentenza di pena di morte. «Per favore non prolungate ulteriormente il più grande dolore della nostra esistenza», hanno detto Bill e Denise, genitori del piccolo Martin che perse la vita a 8 anni in quel 15 aprile. Desisa in fondo la medaglia l’ha ritrovata, loro non potranno più rivedere il proprio figlio.
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PABLITO ROSSI VIAGGIO NEL TEMPO AL MUSEO MUNDIAL TEMPI SUPPLEMENTARII RUTI di ALBERTO CERRUTI email: acerruti@rcs.it
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aolo Rossi non è soltanto il centravanti che ci ha fatto vincere il mondiale nel 1982 in Spagna. Fino a domenica prossima è anche il protagonista della mostra «Pablito, iconografia su Paolo Rossi» in cui è raccolto il suo glorioso passato nei luminosi saloni delle ex cantine Ricasoli, a Gaiole in Chianti sulle colline senesi. Curata personalmente da lui e dalla moglie Federica, con gli indispensabili suggerimenti dell’esperto d’arte Augusto Bianciardi, la mostra è un affascinante viaggio nel tempo che ha già emozionato più di mille visitatori di ogni età, tra i quali anche Cabrini, Antognoni, Tardelli, suoi compagni in Nazionale, e «uccellino» Hamrin l’ex goleador della Fiorentina, primo idolo di Rossi invitato all’inaugurazione alla vigilia di Pasqua. Spietato in campo, ma sensibile fuori, Pablito non ha voluto dimenticare nessuno e così alle pareti del salone più grande, ricoperto da un tappeto verde con righe bianche per simulare un’area di rigore, non ci sono soltanto le sue prime scarpe e la maglia della sua prima squadra a strisce verticali giallorosse della Cattolica Virtus. Tra le maglie degli avversari ai mondiali, affiorano anche volti di colleghi lontani come Roberto Galbiati e Lionello Manfredonia con lui nella nazionale militare, o Egidio Calloni suo compagno nel Perugia. In esaltante crescendo, ecco Paolo non ancora Pablito, con la maglia biancorossa del Vicenza e la «R» della Lanerossi sul petto vicino al presidente Giussi Farina, e poi con quella azzurra della Nazionale, nell’angolo della gratitudine
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riservato ai suoi due indimenticabili maestri, G.B. Fabbri e Bearzot. Il primo lo aveva lanciato a Vicenza, il secondo sfidando tutto e tutti lo ha fatto diventare campione del mondo: il punto più alto della sua carriera simboleggiato da una foto con il mitico presidente della Repubblica di allora Sandro Pertini, da un maxi-collage con i titoli di tutti i giornali del mondo sulle sue imprese in Spagna e dal Pallone d’oro originale vinto nel 1982, allora incredibilmente piccolo. Tra tanti frammenti di campo e tanta Gazzetta c’è anche un incredibile filmato di tre anni fa girato a San Paolo, dove Rossi ha incontrato a sorpresa un tifoso brasiliano, che nel 1982 era stato ritratto in lacrime sulla prima pagina del quotidiano «Jornal da tarde» quando era un bambino e si disperava a Barcellona per la tripletta di Pablito. Perché alla fine si torna sempre a quel mondiale, ripercorso dagli attori Alessandro Pilloni e Andrea Santonastaso nel divertente spettacolo «La pugna e la pipa», applaudito anche da Rossi e Cabrini che ha svelato un retroscena della finale del Bernabeu contro la Germania Ovest. «Mentre stavo per battere il rigore Paolo mi è passato alle spalle e mi ha chiesto: ”te la senti?”. Capito di chi è la colpa se ho sbagliato?». Risate del pubblico e commozione generale quando Cabrini ricorda le parole di Bearzot che lo rincuorò davanti a tutti nell’intervallo: «Antonio, il tuo errore ci darà la carica per vincere la partita». E a quel punto, mentre sullo sfondo compare la dedica finale a Bearzot, come sempre quando si parla di lui, Rossi fatica a trattenere le lacrime. Perché senza il Vecio non ci sarebbe stato Pablito. E senza Pablito non ci sarebbe stato quel mondiale.
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MARTEDÌ 21 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
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Serie B R Il posticipo della 35a giornata
MARTEDÌ 21 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Entella-Pro Vercelli? Un anticipo del playout Poco calcio, niente gol 1L’arrivo di Aglietti non ha rivitalizzato la squadra di Chiavari Il pari piace a Scazzola, ma la strada per la salvezza è lunga
Italo Vallebella
ENTELLA
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PRO VERCELLI
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CHIAVARI (GENOVA)
L’
anno scorso per la promozione diretta in Serie B. Quest’anno per la salvezza nella categoria conquistata (per vie differenti). Entella e Pro Vercelli vanno a braccetto. E pareggiano senza reti, restando in zona-playout. IL DEBUTTO La sfida sugli spalti (con tifoserie che non si amano) si accende sul campo dove i punti in palio sono pesanti. E si vede. Il coraggio che chiede il neo tecnico Aglietti all’Entella sembra non appartenere alla squadra di Chiavari, soprattutto nel primo tempo. Il modulo è lo stesso del suo predecessore Prina e l’inserimento contemporaneo a centrocampo di Troiano e Battocchio per dare più fosforo alla squadra non regala quanto sperato. L’unico coraggioso è Masucci che al 9’ fa partire un tiro al volo che Russo controlla. Con l’Entella più guardinga è la Pro Vercelli a menare le danze. Il gioco non è poi tanto fluido, qualche errore di troppo c’è. Ma tant’è, i piemontesi tengono maggiormente il pallone e si rendono più pericolosi (5 angoli nei primi 16’, alla fine saranno 12). Di fatto, però, non accade quasi nulla. Tra i tre attaccanti nessuno è una prima punta. Luppi si adatta, merita un plauso per l’impegno, ma l’assenza di Marchi si sente. L’occasione più nitida arriva su calcio piazzato: Di Roberto al 23’ lambisce il palo su punizione e poco dopo deve abbandonare il campo per infortunio, sostituito da Fabiano. L’ARBITRO Chiffi contribuisce a rendere più movimentata la
fLA STORIA
ENTELLA (4-3-3) Paroni 6; Belli 6, Russo 6, Ligi 6,5, Iacoponi 6 (dal 34’ s.t. Cecchini s.v.); Volpe 6,5, Battocchio 5,5, Troiano 6 (dal 23’ s.t. Costa Ferreira 6); Cutolo 5,5 (dal 28’ s.t. Mazzarani s.v.), Sforzini 5,5, Masucci 5,5. PANCHINA Coser, Di Tacchio, Staiti, Zigrossi, E. Lanini, Botta. ALLENATORE Aglietti 6. PRO VERCELLI (4-3-3) Russo 6; Germano 6, Coly 7, Cosenza 6,5, Scaglia 6; Ardizzone 6, Castiglia 6, Scavone 6; Di Roberto 6,5 (dal 41’ p.t. Fabiano 5,5), Luppi 6 (dal 28’ s.t. Belloni s.v.), Sprocati 5,5 (dal 23’ s.t. Beretta 6). PANCHINA Viotti, Bani, Liviero, Emmanuello, Musacci, Ferri. ALLENATORE Scazzola 6. ARBITRO Chiffi di Padova 5,5. GUARDALINEE Zivelli 5,5-Villa 6. ESPULSI nessuno. AMMONITI Cosenza (PV) per gioco scorretto; Sforzini (E) per comportamento non regolamentare. NOTE paganti 1.575, incasso di 17.259,40 euro; abbonati 1.120, quota di 9.166,74 euro. Tiri in porta 2-1. Tiri fuori 2-3. In fuorigioco 4-3. Angoli 4-12. Recuperi: p.t. 3’, s.t. 2’.
IL MIGLIORE
7 ● COLY
DIFENSORE PRO VERCELLI
In difesa non sbaglia nulla e nei momenti chiave della partita diventa decisivo per strappare il pareggio
PT
CARPI VICENZA BOLOGNA FROSINONE PERUGIA AVELLINO LIVORNO SPEZIA PESCARA LANCIANO BARI TERNANA CATANIA TRAPANI MODENA CROTONE LATINA PRO VERCELLI ENTELLA CITTADELLA BRESCIA (-6) VARESE (-4)
74 59 59 58 54 53 52 51 51 48 46 44 44 43 42 41 41 41 41 39 32 29
PARTITE
RETI
G
V
N
P
F
S
36 36 36 36 36 36 36 36 36 36 36 36 36 36 36 36 36 36 36 36 36 36
21 16 15 16 13 14 14 13 13 10 12 11 11 10 9 10 9 10 9 8 9 7
11 11 14 10 15 11 10 12 12 18 10 11 11 13 15 11 14 11 14 15 11 12
4 9 7 10 8 11 12 11 11 8 14 14 14 13 12 15 13 15 13 13 16 17
57 40 42 53 41 34 51 46 59 48 38 31 52 49 30 36 32 39 33 42 41 36
24 32 30 44 37 32 42 38 48 42 43 41 50 61 30 43 36 50 48 47 52 60
SERIE A PLAYOFF PLAYOUT RETROCESSIONI
PROSSIMO TURNO
Alfredo Aglietti, 44 anni LAPRESSE
ripresa. Se nel primo tempo il metro di arbitraggio va in archivio catalogato come molto fiscale con molti falli e tre interruzioni per uomini a terra, nel secondo tempo i fischi diminuiscono (anche troppo) e la gara si anima maggiormente. L’Entella è anche più coraggiosa e diventa anche più pericolosa. Ma trova sulla sua strada Coly. Il difensore prima salva sulla linea un gol già fatto di Masucci, pochi minuti dopo sembra in svantaggio su un cross che arriva in area sui piedi di Sforzini, ma con un guizzo riesce a fermarlo a pochi metri dalla porta. Un’occasione arriva anche sui piedi di Troiano che, però, aggancia male, calciando fuori da buona posizione. La Pro Vercelli non sta a guardare. Scazzola prova anche a rinforzare l’attacco: al già entrato Fabiano aggiunge Beretta come punta centrale. Ma si parla, come nel primo tempo, più di tentativi che vere e proprie occasioni. Finisce pari. Nessuno fa il balzo sperato per la corsa alla salvezza. © RIPRODUZIONE RISERVATA
VENERDÌ 24 APRILE ore 19 CATANIA-TERNANA (0-1) ore 21 BARI-BOLOGNA (0-2) SABATO 25 APRILE, ore 15 AVELLINOENTELLA(0-0), BRESCIA-CITTADELLA (11), FROSINONE-CARPI (0-0), LANCIANOPESCARA (1-1), MODENA-CROTONE (4-1) PERUGIA-LIVORNO (0-0), PRO VERCELLI-LATINA (1-1), SPEZIATRAPANI (2-3), VICENZA-VARESE (3-2)
Un doppio Gonzalez e il Novara si rialza Giuseppe Maddaluno NOVARA
D
ue gol del suo uomo simbolo Pablo Gonzalez rilanciano il Novara dopo la penalizzazione di 8 punti. Gli azzurri che si riportano a ridosso di Pavia e Alessandria grazie al settimo successo interno consecutivo. Una vittoria che matura nella ripresa, dopo un primo tempo giocato su ritmi bassi dalle due squadre. Il cambio di passo lo regala l’innesto a sinistra di Garofalo, che spinge e si inventa un gran lancio per Evacuo che al volo incrocia bene: Paleari respinge ma nulla può sulla pronta ribattuta di Gonzalez. La Giana non reagisce, il Novara (in casa non prende gol da 604’) manca il raddoppio con Gonzalez (palo di testa) e con Coraz-
Screzio a Bologna e guaio a Livorno: Siligardi si è rotto
LA SITUAZIONE
● Brutte notizie per due squadre in corsa per la A. Nervi scoperti al Bologna: prima dell’allenamento un tifoso ha urlato a Lopez di tornare in Sardegna. I due, separati dalla recinzione, hanno alzato i decibel del confronto ma nessuno è trasceso nelle offese. «Il Bologna non gioca a calcio e tu che sei l’allenatore cosa fai?» ha urlato il tifoso. Lopez ha risposto: «Sei come i giornalisti, non vi va bene niente». Ancora il tifoso: «Tu non rispondi alle domande, devi smetterla di prenderci in giro». Invece a Livorno campionato finito per Luca Siligardi, uscito per un infortunio dopo 23’ nella gara con il Frosinone: lesione del menisco del ginocchio sinistro, sarà operato. E Panucci perde uno degli attaccanti più importanti.
●
za che si divora due occasioni ghiotte. Al 34’ il colpo del k.o. è ancora di Gonzalez che finalizza, con un gran tiro a giro, un contropiede magistrale. © RIPRODUZIONE RISERVATA
NOVARA-GIANA
2-0
MARCATORE Gonzalez al 12’ e al 34’ s.t. NOVARA (3-4-3) Tozzo 6; Freddi 6,5, Vicari 6,5, Bergamelli 6; Dickmann 7, Bianchi 5,5, Buzzegoli 6,5, Foglio 5 (dal 7’ s.t. Garofalo 7); Gonzalez 7,5 (dal 46’ s.t. Adorjan s.v.), Evacuo 6,5, Corazza 5,5 (dal 42’ s.t. Garufo s.v.). (Montipò, Martinelli, Miglietta, Della Rocca). All. Toscano 6,5. GIANA (4-4-2) Paleari 6; Perico 5,5, Polenghi 6, Montesano 6, Solerio 5,5; Rossini 5 (dal 36’ s.t. Spiranelli s.v.), Marotta 6, Pinto 6, Di Lauri 5,5 (dal 24’ s.t. Augello 5,5); Gasbarroni 6,5 (dal 42’ s.t. Recino s.v.), Sinigaglia 5,5. (Ghislanzoni, Bonalumi, Crotti, Perna). All. Albè 6. ARBITRO Guccini di Albano Laziale 6. NOTE paganti 1.378, abbonati 3.140, incasso di 23.762 euro. Ammoniti Rossini, Perico e Gonzalez. Angoli 5-4.
Benevento, Reggina, Südtirol: si cambia Ufficializzati i tre cambi di allenatore: il Benevento (via Brini) si affida a Landaida e Cinelli, la Reggina (via Alberti) promuove Tedesco, il Südtirol (via Sormani) chiama Stroppa. Dal prossimo turno (36a giornata) le gare di ogni girone sono in contemporanea: SABATO GIRONE A (14.30) AlessandriaComo (2-0); Arezzo-Monza (1-1); Bassano-Renate (1-2); GianaFeralpi Salò (0-1); LumezzaneAlbinoLeffe (1-0); Mantova-Real Vicenza (0-2); Pavia-Südtirol (0-0); Pordenone-Novara (0-2); Pro Patria-Cremonese (1-3); TorresVenezia (0-2). GIRONE C (17.30) Aversa Normanna-Cosenza (0-2); Benevento-Messina (1-1); Catanzaro-Paganese (0-1); FoggiaReggina (2-0); Ischia-Matera (0-0); Martina-Lecce (1-0); Melfi-Juve Stabia (0-2); Salernitana-Barletta (0-1); Savoia-Lupa Roma (2-2); Vigor Lamezia-Casertana (0-3). DOMENICA GIRONE B (ore 15) Ancona-Pisa (1-2); Carrarese-Spal (2-0); ForlìSavona (1-2); Grosseto-Prato (1-1);
Pistoiese-Gubbio (1-1); Pro PiacenzaL’Aquila (1-0); Reggiana-San Marino (45); Santarcangelo-Ascoli (0-2); Teramo-Pontedera (4-2); TuttocuoioLucchese (0-0). LE CLASSIFICHE GIRONE A Bassano p. 67; Pavia (-1) 64; Alessandria 63; Novara (-8) 62; Como 58; Feralpi Salò 50; Real Vicenza 48; Cremonese e Arezzo 46; Venezia (-3) 45; Südtirol 44; Mantova (-3) e Torres 43; Giana 42; Renate 41; Monza (-6) 38; Lumezzane 32; Pordenone 30; AlbinoLeffe e Pro Patria (-1) 29. GIRONE B Teramo p. 68; Ascoli 64; Reggiana 59; Spal e Pisa 55; L’Aquila 54; Ancona 53; Pontedera 48; Lucchese e Tuttocuoio 47; Carrarese 41; Gubbio, Santarcangelo, Grosseto (-1) e Prato 40; Forlì e Pistoiese 39; Savona (-2) 36; San Marino e Pro Piacenza (-8) 30. GIRONE C Salernitana p. 76; Benevento 71; Juve Stabia 66; Matera 63; Lecce 60; Casertana* 59; Foggia (-1) 57; Catanzaro 49; Cosenza e Vigor Lamezia 43; Melfi (-2) 42; Barletta (-6) 41; Martina* e Lupa R. 37; Paganese 35; Messina e Ischia (-1) 30; Aversa Normanna (-1) 28; Savoia (-4) 25; Reggina (-16) 11. (* una gara in meno).
Il Padova ai padovani. Ed è subito trionfo Così una grande piazza torna in Lega Pro
Roberto Pelucchi INVIATO A PADOVA
S
opra le macerie è nato un bel fiore. Si chiama Biancoscudati Padova, ma ancora per poco: tra qualche giorno tornerà a chiamarsi Calcio Padova ed entro alcuni mesi si riapproprierà anche della propria storia, dei trofei, del logo. Tornerà a tutti gli effetti il vecchio Padova, quello che con Nereo Rocco si arrampicò fino al terzo posto della Serie A, quello che fu la culla calcistica di Alessandro Del Piero. Dopo aver riacquistato la speranza il 24 luglio 2014, con la costituzione della nuova società ripartita dai dilettanti, domenica il calcio a Padova si è ripreso definitivamente anche la dignità, spazzata via la scorsa stagione da una gestione irresponsabile. Ci sono voluti 269 giorni per mettere una pietra tombale sul recente passato. Vincendo a Legnago per 2-1, il Padova è tornato tra i professionisti, stabilendo il record di vittorie in 105 anni di
LEGA PRO - GIRONE A: IL POSTICIPO DELLA 35a
CLASSIFICA SQUADRE
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Il tecnico Carmine Parlato, 44 anni, portato in trionfo a Padova AFP
storia (25) e raggiungendo i 78 punti in 31 gare, 2,51 di media, la migliore di tutti i campionati, dalla Serie A ai dilettanti. IN TRIONFO I protagonisti della Liberazione Padovana sono facilmente identificabili. Uno di questi è Massimo Bitonci: dopo
la decisione del vecchio presidente Diego Penocchio di non iscrivere la squadra in Lega Pro, il sindaco è andato a caccia di imprenditori che mettessero cuore e risorse per non lasciare Padova senza calcio. «Si partiva da zero e la condizione del Comune era che la nuova società
desse continuità alla scuola calcio, all’attività di formazione. Quello che hanno fatto i proprietari è stato miracoloso, un esempio per il mondo del calcio». I due «eroi» si chiamano Giuseppe Bergamin e Roberto Bonetto, entrambi padovani e tifosi. Il primo ha 63 anni, per 17 presidente del Villafranca, è titolare della Sunglass, leader nella produzione di vetro curvo, ma con interessi nella nautica di diporto e nell’alta velocità. L’altro è Roberto Bonetto, 61 anni, a capo della Finanziaria Thema Italia (energia, immobili e calzature sportive), che in società ha portato anche il figlio Edoardo, 31 anni, vice presidente con delega al marketing e un passato da difensore in C. «L’inizio non è stato facile - spiega il presidente Bergamin - la gente aveva dei dubbi su di noi, legittimi. Era scottata dalle precedenti esperienze. Noi siamo stati capaci di trasmettere passione e progetto e i tifosi hanno capito». CHE CUORE L’attaccamento è
stato straordinario. Una media di 4 mila spettatori in casa, con picchi di 6 mila. «Non è stato un miracolo - spiega l’a.d. Bonetto – abbiamo lavorato per costruire una società su basi solide, sull’umiltà». La parte tecnica è stata affidata al d.s. Fabrizio De Poli, già calciatore del Padova negli anni 80. «Siamo partiti in ritardo rispetto agli altri - spiega - per formare la rosa abbiamo dovuto selezionare 70 calciatori e tanti giovani bravi si erano già accasati. Per fortuna il Padova è stato un richiamo per alcuni giocatori, che hanno fatto di tutto per venire da noi». Qui Marco Cunico è tornato a volare (12 gol), qui il difensore Sentinelli ha conquistato l’ottava promozione della carriera
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● Sono le squadre di Serie D già promosse in Lega Pro: una settimana prima del Padova aveva festeggiato il ritorno tra i professionisti il Rimini
(«Da quando sono nati i miei due bambini non ho perso un campionato, sono magici»). AMBIZIONI Anche l’allenatore era una sicurezza: Carmine Parlato, 44 anni, napoletano ma padovano d’adozione, già due promozioni dalla Serie D con Rovigo e Pordenone: «In estate avevo detto ai giocatori: non deludiamo questa città, facciamola rivivere. La scomparsa dal calcio professionistico era stato un colpo al cuore, adesso con una scossa li abbiamo risvegliati tutti». La conferma di De Poli e Parlato sembra una formalità e dovrebbe arrivare a giorni. Idee chiare anche sul futuro, parola di Bergamin: «C’era un programma triennale per salire in Lega Pro, è bastato un anno. Ora faremo un programma triennale per tornare in B...». Domenica sera, durante la festa in piazza delle Erbe, i tifosi hanno esposto uno striscione che è tutto un programma (e non serve l’interprete): «Semo tornai, desso xè c... vostri». © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Motomondiale R Dopo il GP Argentina
UNA STORIA ITALIANA
DICONO DI LUI
MARCA (SPAGNA) ● A LEZIONE DA ROSSI Il quotidiano di Madrid rende omaggio al pilota pesarese
L’EQUIPE (FRANCIA) ● MARC AL TAPPETO Il sito del quotidiano d’Oltralpe celebra l’impresa sportiva
EL LIBERAL (ARGENTINA) ● GARA DA INFARTO Il giornale dà spazio a Vale e alla vittoria in casa propria
DAL BACIAMANO DI DIEGO ALL’OMAGGIO SUL PODIO 1
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● 1. Misano 2008: Diego Armando Maradona prima della gara raggiunge Rossi in pista e gli bacia la mano ● 2. Valentino indossa la maglia numero 10, poi ieri twitta: «Oh mamamamamama. Oh mamamamamama. Sai perché innamorato son... AFP
«MARC È COSÌ MA SE FOSSI CADUTO IO SAREBBE STATO UN PROBLEMA» IL DOTTORE DURO: «LUI TI TOCCA, TI SFIORA, GLI È ANDATA MALE: COLPA SUA. GIRO DOPO GIRO LO VEDEVO E PENSAVO: “OGGI TI FREGO”» visto che lui optava per la dura posteriore ho pensato che avevo una possibilità».
Giovanni Zamagni TERMAS DE RIO HONDO (ARGENTINA)
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CLARIN (ARGENTINA) ● FINALE DRAMMATICO Il sito del quotidiano racconta il duello in pista tra i due campioni
arc Marquez, seppure a denti stretti, si toglie simbolicamente il cappello: «C’è sempre da imparare da lui». Jorge Lorenzo quasi non ci crede: «È impressionante quello che ha fatto». Andrea Dovizioso avverte Marquez: «Non sarà facile recuperare contro un pilota così forte e in forma». Quando i rivali riconoscono il tuo valore, hai fatto qualcosa di grande. Valentino Rossi lo sa: ecco perché dà così importanza al successo argentino. «È una vittoria molto significativa: sapevamo che la Yamaha poteva essere competitiva su questa pista, ma sapevamo anche che qui Marquez sarebbe stato fortissimo. A me sarebbe andato bene anche un 2° posto, ma quando ho
Questa vittoria è più importante del Qatar? «Ogni successo lo è e generalmente si tende a dare maggior valore all’ultimo. Al di là di questo, credo che sia una vittoria molto importante: è la conferma che possiamo giocarcela sempre». Doveva mettere pressione a Marquez: ci riesce. «Dobbiamo fare così, non come nel 2014 o ad Austin, quando è andato in testa e non ha avuto problemi fino al traguardo. È così per tutti: se vinci 10 gare di fila, inevitabilmente non commetti errori, perché guidi con più sicurezza. Sta agli avversari dargli fastidio». Anche domenica, per la verità, sembrava
COME UNA ROCKSTAR Valentino Rossi, 36 anni, festeggia coi fan la vittoria del GP di Argentina. Per lui si tratta della 110a in carriera su 315 gare disputate : 84 tra 500 e MotoGP, 14 in 250 e 12 in 125 AP
che potesse fare una cavalcata solitaria. «Ci ha provato, ma la gara era diversa, sapeva che avrebbe dovuto spingere per non farsi riprendere. Fin lì aveva fatto tutto bene, poi ha sbagliato: ho rivisto le immagini, confermo che è stato lui a toccarmi. Marquez dà sempre tutto, per lui è o 100 o è 0. Tante volte ti sfiora, c’è un contatto e stavolta gli è andata male: se mi avesse buttato a terra sarebbe stato un problema…». Cosa la rende più soddisfatto? «Aver battuto Marquez su una pista dove l’anno scorso aveva dominato. Bellissimo, quasi un sogno: lo vedevo lontano, ma, giro dopo giro, la sua figura diventava sempre più grande. Ho pensato: oggi lo
IL BOSS YAMAHA
Jarvis: «Inimmaginabile che partisse così forte» INVIATO A TERMAS DE RIO HONDO
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VEDEVO VALE MOTIVATO E IN FORMA, MA NEMMENO LUI ERA SICURO DI POTER LOTTARE PER IL TITOLO LIN JARVIS MANAGING DIRECTOR YAMAHA
alentino Rossi ha il piacere di stupire. Ma quando a rimanere sorpreso è Lin Jarvis, massimo capo delle corse Yamaha, la soddisfazione deve essere ancora più grande. Il manager inglese trapiantato in Olanda e poi in Italia, proprio dalla prima era-Rossi (2004), non nasconde un certo stupore nel commentare lo straordinario exploit del suo pilota. «Né io, né nessun altro poteva immaginare che avremmo avuto un inizio del genere. Dalla fine
della scorsa stagione sapevamo che i nostri piloti erano in forma e che la moto era cresciuta al livello della concorrenza. Ma nessuno poteva aspettare un inizio del genere di Valentino: era inimmaginabile di vincere due gare su tre ed essere in testa al Mondiale con Marquez staccato di 30 punti». PREPARAZIONE Situazione imprevista, ma un pilota che è una sicurezza. «Non sono sorpreso dal comportamento di Valentino. L’ho visto presentarsi alla nuova stagione veramente motivato». Riprenderlo alla
Yamaha nel 2013 non era stato un salto nel buio. «Quando abbiamo fatto il contratto sapevamo che sarebbe andato più forte che con la Ducati. Ma nemmeno lui avrebbe potuto dire con certezza che avrebbe lottato per il Mondiale». ASPETTATIVE La parola titolo non si può ancora nominare. Non è una questione di scaramanzia, semplicemente è davvero molto presto. Però… «Come si fa a parlarne adesso? Avete visto che campionato è stato in queste prime gare. Chi avrebbe detto che la Ducati sarebbe stata così forte e che Dovizioso sarebbe stato lì vicino alla vetta (a 6 punti da Valentino, n.d.r.)? Quello che è certo è che adesso arriviamo in Europa, su piste favorevoli, con una Yamaha in buona forma e un Valentino perfetto».
PENSIERI L’altra faccia della luna è meno sorridente, con Jorge Lorenzo che ha «bucato» tutte e tre le gare. Domenica lo spagnolo si è assunto l’errore che lo ha portato ad utilizzare la gomma posteriore extradura. «Questo – dice Jarvis – è stato un errore umano. Ma nelle altre due gare ci sono stati elementi imponderabili. Non possiamo fare nulla contro un casco che ha un problema come quello occorso in Qatar, dove Jorge avrebbe potuto vincere. E nemmeno contro la bronchite patita in occasione del GP di Austin». Però qualcosa occorre fare. «Il suo campionato non è compromesso. Proveremo ad aiutarlo il più possibile». All’orizzonte c’è il rinnovo per il 2016, che va eventualmente disdetto da entrambe le parti entro fine maggio, al Mugello. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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CONTENUTO PREMIUM DOPO LE SPORTELLATE
C’eravamo tanto amati Ora Marquez straccerà quel poster di Rossi? 1Lo spagnolo, che ha sempre avuto il pesarese come mito,
freddo: «Anche stavolta ho imparato qualcosa. No problem»
Vale Infinito frego. Una gara così ti aiuta a tenere la concentrazione, ti dà adrenalina, non ti fa sentire la fatica». Quando ha capito che avrebbe potuto batterlo? «Passavo sul traguardo, ma non vedevo quanti giri mancavano: mi interessava solo il suo vantaggio. Quando rimanevano solo 8 giri ho pensato che avrei dovuto sbrigarmi: dai miei calcoli avrei potuto raggiungerlo a 2-3 dalla fine. Così è stato». Secondo lei ha sbagliato a tentare di resistere? «Facile dirlo adesso, ma è vero che a quel punto, era spacciato: avevo recuperato 4”, non ne aveva più per tenere il mio ritmo, andavo molto più forte. Ci ha provato, gli è andata male». In tre gare Marc ha fatto due errori: è in difficoltà? «Mettergli pressione è il solo modo che abbiamo:
ha sbagliato ma il Mondiale è lunghissimo».
Ha vestito la maglia di Maradona numero 10. «Sì, nessun riferimento al decimo titolo. Avrei voluto indossarla anche nel 2014, omaggio a un campione che fin dalla prima volta che l’ho visto, a 7-8 anni, mi ha impressionato, uno capace di fare la differenza». Dovizioso è 2° in campionato a 6 punti da lei, Marquez 5° a 30: chi teme di più per il Mondiale? «Marquez. È talmente forte e veloce che può recuperare. Ma Dovizioso sta facendo benissimo, è pericoloso: nonostante il mio inizio di stagione sia stato praticamente perfetto, è a soli 6 punti. Andrea è un pilota pronto, ha esperienza, velocità: non è in quella posizione per caso». © RIPRODUZIONE RISERVATA
ARMONIA A RISCHIO A sinistra, il feeling tra Marquez e Rossi. Sopra, il contatto di domenica MILAGRO
Filippo Falsaperla INVIATO A TERMAS RIO HONDO
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eravamo tanto amati. E chissà se si ameranno ancora dopo la domenica bestiale d’Argentina... Non ci saranno i cazzotti del podio di Barcellona 2001 con Biaggi, l’ultima curva con spallata a Gibernau del 2005, i muri nel box Yamaha 2010, il «Cavatappi» di Laguna Seca 2008 o, nel 2011, l’«invasione di box» a Jerez di Stoner. Ma i sorrisi, la complicità, tra Valentino Rossi e Marc Marquez sembrano destinati all’album dei ricordi dopo le scintille della gara che ha lanciato l’italiano in orbita. E lo spagnolo nei dubbi: 5° a -30 dopo 3 GP, inimmaginabile 25 giorni fa. CONTATTO Inevitabile quando entrano in collisione due colossi simili. Domenica sera nel paddock, il sorriso da bambino di Marc, che a Barcellona (2008) si era fatto firmare un modellino Yamaha dal suo idolo Valentino, di cui aveva il poster in stanza, era spento. Rossi a far festa alla Maradona, Marquez a rispondere con un sorriso di facciata alle lo-
giche domande: pentito dell’errore? «Le immagini parlano chiaro», ha buttato lì con decisione non ipotizzando uno sbaglio. E facendo scivolare in area di Vale almeno una parte della colpa per il contatto che lo ha visto lasciare in un prato 20 punti certi e l’inerzia di un 2014 da (quasi) imbattibile. REPLICA Rossi a caldo ha detto di non aver capito cosa fosse successo, se non che Marc l’aveva toccato. Con calma si è rivisto le immagini e ha ribadito. «Non ci sono dubbi. Mi ha toccato lui». Prima, aveva allargato il discorso. «Marc guida così. Ci prova sempre e rischia di toccarti. L’importante è che non ti tiri giù, non sarebbe piacevole». RAPPORTI La freddezza viene anche dalle parole di Marc. «Per me Valentino rimane un punto di riferimento, un pilota da cui imparare. E anche da questa esperienza ho imparato qualcosa su come gestire una gara. Problemi tra noi? Non credo». Il dubbio è instillato, le prossime 15 gare possono diventare magnifici thrilling che probabilmente porteranno i due a nuovi duelli. Come Misano 2014. Anche allora lo spagnolo cadde cercando di resistere a una giornata «magica» di Rossi. «Quello era stato un
mio semplice errore», ricorda, come a voler rimarcare la differenza. Era stato più vispo Valentino in Qatar un anno fa, quando lottò duramente con Marc: resa e una posizione perduta, ma in piedi. Sarà un caso? O l’esperienza ha il suo peso? È questo il pericolo peggiore per Marc. Farsi prendere dalla frenesia. «L’obiettivo è recuperare punti e tornare quanto più velocemente possibile davanti». Pericolo nuovi errori, salvo una piccola frenata: «Ma a Jerez se ci sarà da accontentarsi lo farò». STRATEGIA I 30 punti da recuperare a «questo» Valentino sono fardello pesante. Lo sanno entrambi. Rossi ce la può fare a prendersi l’agognato 10° titolo. Non gli manca la visione complessiva delle forze in campo, la capacità di mettere in crisi, anche con una parolina o un sorriso le convinzioni degli altri. Ma oggi ha pure una straordinaria condizione fisica e una moto al livello, «con solo una piccola carenza di velocità massima». Questo mix perfetto, col tesoretto racimolato in quelle che dovevano essere le gare peggiori della stagione, possono fargli guardare il futuro col sorriso. Quello che «Vale de oro» ha smorzato al «bambino de oro». © RIPRODUZIONE RISERVATA
CASA DUCATI
Il tris di Dovi: «Già vicini ai migliori. Più di così...» 1Tre gare sempre sul podio: «Inizio perfetto, finalmente ho una moto competitiva» Iannone: «Io dietro? Per inesperienza»
TERMAS DE RIO HONDO
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eglio di ogni aspettativa: 3 podi, 2° posto nel Mondiale a soli 6 punti da Valentino. Andrea Dovizioso e la Ducati possono sognare: «Il nostro inizio di stagione è stato perfetto: non avrei potuto fare meglio in nessuna delle tre gare. In passato venivo indicato come uno che si lamentava troppo, ma certi risultati li ot-
tieni solo se hai una moto competitiva: prima non avevo la possibilità di combattere, adesso sì. Qui, nel 2014 avevo fatto pena: quest’anno ho patito in prova, ma abbiamo lavorato e in gara eravamo davanti». PUNTO DI SVOLTA Ecco perché il Dovi considera fondamentale questo risultato. «Non è un vero 2° posto, perché sarebbe stato difficile battere Marquez, ma ha grande importanza perché
ottenuto su un circuito per noi ostico e favorevole alla Yamaha. Più della posizione, conta il distacco da Rossi: se non avessi rallentato nel finale, quando non avevo più nulla da ottenere, sarei arrivato a un paio di secondi. E’ un’altra conferma della nostra velocità». Nonostante questo, nonostante sia a soli 6 punti dalla vetta, Dovi non si sente pronto per giocarsi il Mondiale: «Manca pochissimo, ma piccoli dettagli fanno una grande differenza: non siamo indietro, ma ero troppo al limite». GIOCHI DI SQUADRA Dopo aver battuto per tre volte consecutive il compagno di squadra,
Dovizioso non vuole sentire parlare di favoritismi. «Sarebbe sbagliato: a me piacciono le corse di moto anche perché non si fanno “giochetti”. Se Iannone alla prossima gara sarà più veloce di me, sarà giusto che arrivi davanti». Diverso l’umore dell’altro Andrea, evidentemente disturbato di essere finito ancora alle spalle di Dovi. «Non è così: i suoi risultati confermano che la Ducati è competitiva. Io manco di esperienza, in Argentina ho impiegato troppo a cambiare la mappatura. Quando l’ho fatto, ho girato sugli stessi tempi di Rossi e Dovizioso, ma ormai era tardi». g.z. Andrea Dovizioso, 29 anni, terza stagione in Ducati ACTIONIMAGES
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Formula 1 R Dopo il GP Bahrain
MARTEDÌ 21 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
L'ANALISI di ANDREA CREMONESI
IL BOTTONE MAGICO DELLA W06? È LEWIS
Le Ferrari SF15-T di Sebastian Vettel, 27 anni (col numero 7) e Kimi Raikkonen, 35 anni (col numero 7): il 2015 della rossa è iniziato con una vittoria e tre podi in quattro gare LAPRESSE
Lewis Hamilton, 30 anni: 3 vittorie in 4 GP LIVERANI
Vettel vede solo rosso «Non cambio ogni anno»
I
1Il tedesco si immagina ferrarista a vita e sta dando il meglio per
creare un ambiente unito. Le scuse per il GP e quel «bravo» a Kimi
Luigi Perna INVIATO A SAKHIR (BAHRAIN)
S
olo quattro gare e Sebastian Vettel è già pronto a giurare amore eterno per la rossa? Forse è un po’ presto e certe frasi pronunciate dal tedesco («non sono uno che cambia team ogni anno e non penso di correre in eterno») devono essere prese per quello che sono. Non certo la garanzia che Seb concluderà la propria carriera alla Ferrari. Ma di sicuro il quattro volte campione del mondo si sta trovando a meraviglia con il Cavallino. La sua peggior gara da inizio anno (quinto) è coincisa in Bahrain con il primo podio di Kimi Raikkonen dal ritorno in Ferrari nel 2014, ma neppure questo è riuscito a rovinare l’idillio di Vettel. TEAM SPIRIT Seb ha stretto la mano a Kimi, mostrandosi felice, e ha riconosciuto senza scuse i propri errori, con umiltà. Un esempio anche per la vita di tutti i giorni. Quanti altri campioni l’avrebbero fatto? Perciò, anche se il team principal Maurizio Arrivabene non si sbilancia e vorrebbe tenere Raikkonen sulle corde, il rinnovo del contratto 2016 con il finlandese potrebbe subire un’accelerazione e andare in porto entro il GP di Monaco, proprio per favorire la stabilità nel team. Poche volte si è vista una coppia competitiva e allo stesso tempo affiatata come i due. Specchio di uno spirito di squadra fortissimo alla Ferrari, in cui c’è sicuramente l’impronta di Arrivabene.
I piloti col team principal Maurizio Arrivabene COLOMBO
UOMINI Oltre al budget più alto rispetto al passato, alle risorse tecniche maggiori e a un’auto finalmente azzeccata (anche se Arrivabene forse esagera a dire che l’assetto «rake» caricato sul davanti tipo Red Bull è stato realizzato solo negli ultimi tre mesi del progetto), la svolta del Cavallino è anche questione di uomini. Uno sguardo al muretto basta a capirlo. Domenica in cabina di regia della rossa sedevano James Allison, Toni Cuquerella, Inaki Rueda, Massimo Rivola, Dave Greenwood e Riccardo Adami. Fatta eccezione per il d.t. Allison e il d.s. Rivola, una formazione tutta nuova. Cuquerella ha sostituito Pat Fry a capo degli ingegneri, Rueda è arrivato da poco per rinforzare le strategie, Greenwood e Adami hanno preso il posto di Antonio Spagnolo e Andrea Stella (che ha seguito Alonso alla McLaren) come ingegneri di pista rispettivamente di Raikkonen e Vettel.
EMBLEMA È un altro segnale della rivoluzione per niente silenziosa in atto a Maranello, che ha il suo emblema proprio in Arrivabene, un personaggio mediatico alla Flavio Briatore anziché la classica figura istituzionale di manager come Stefano Domenicali o Marco Mattiacci. Con Maurizio, come vuole essere chiamato, la Ferrari ha inaugurato uno stile più aperto, fatto di riunioni in pubblico con piloti e ingegneri davanti all’hospitality (in Australia) e strategie discusse «en plein air» la mattina della gara (in Bahrain), sdoganando un linguaggio nazionalpopolare ideale per i titoli dei giornali. STEP La Ferrari, sotto la spinta del suo capo, è diventata più aggressiva e coraggiosa nelle tattiche (anche se anticipare di un paio di giri i cambi gomme forse avrebbe potuto portare Raikkonen ancora più vicino al vincitore Hamilton). E che dire della bravura dei meccanici, che in entrambi i pit stop hanno sostituito gli pneumatici di Vettel in 2”4, facendolo rientrare per due volte in pista davanti a Nico Rosberg? Le Mercedes hanno ancora 3-4 decimi di vantaggio in qualifica e 20-30 cavalli che fanno la differenza nei sorpassi in rettilineo, ma la rossa può contare sul minore degrado delle gomme, specie con le temperature elevate. Fra tre settimane, al Montmelò, arriverà anche un nuovo pacchetto aerodinamico (ali, fondo e diffusore) che promette bene. Chissà se basterà a Vettel per continuare a cullare il suo sogno mondiale. © RIPRODUZIONE RISERVATA
L’EPISODIO
REGALA UNA PALLA SONORA AL CANE DELL’IRIDATO: CHE NOTTI INSONNI!
Il sorpasso per sdoppiarsi È ancora Alonso-Raikkonen
E Seb «arma» Roscoe contro Hamilton
● (lu.pe.) Quando si parla di Ferrari e Alonso tutto è destinato a caricarsi di polemica: il sorpasso al 39° giro in Bahrain, con cui Fernando si è sdoppiato da Raikkonen, complicandogli la vita, ha fatto sorgere commenti maliziosi. La stampa spagnola ha ricordato che Kimi, con cui Alonso alla Ferrari non ha legato, in Cina disse via radio doppiando l’ex compagno: «Toglietemi davanti questa McLaren». Appena avuta l’occasione Alonso avrebbe restituito lo «sgarbo»: «Ho chiesto al box se mi era permesso passarlo e non ci ho pensato due volte». Alla prossima.
● Sebastian Vettel le prova veramente tutte per vincere il Mondiale piloti. La sua tecnica è quella di «finire» Lewis Hamilton fuori dalla pista, mettendone a dura prova la resistenza con la complicità... del cane Roscoe. È quanto emerge dalla curiosa intervista doppia che i due piloti hanno rilasciato alla Bbc. Vettel
infatti ha regalato una pallina sonora al miglior amico a quattro zampe di Lewis. Che ha gradito molto il regalo di Seb. A farne le spese il malcapitato padrone: «Roscoe non molla quella dannata palla un attimo, soprattutto di notte!» ha detto Hamilton che, rivolgendosi al ferrarista, ha detto con tono scherzoso: «Gran bella tattica, bravo!».
Lewis Hamilton col cane Roscoe IPP
l bottone magico della Mercedes? Ha nome e cognome: si chiama Lewis Hamilton. Certo la W06 è macchina veloce e assai più robusta di quella che ha dominato lo scorso Mondiale (anche se domenica si sono manifestati guai ai freni) e lo staff tecnico capitanato da Paddy Lowe ha fatto i miracoli per cancellare i punti deboli emersi dopo la sconfitta in Malesia, ma se i campioni del mondo hanno ancora sotto controllo il Mondiale, malgrado la notevole crescita della Ferrari, lo devono anche alle prestazioni mostruose del pilota inglese. «Sono nel periodo migliore della mia carriera», ha ribadito alla vigilia del Bahrain. E a dimostrarlo sono i risultati: 4 pole in altrettante gare, quando nel finale della scorsa stagione il sabato si era spesso dovuto inchinare a Rosberg, 3 vittorie e un secondo posto che gli garantiscono una classifica migliore di un anno fa: allora era all’inseguimento di Rosberg (-3 punti), oggi è in fuga nel campionato (+26 sul compagno). Se poi il discorso relativo ai successi si allarga al 2014, i successi diventano 8 nelle ultime 10 gare. Risultati strepitosi che nella sua logica si spiegano così: «Sono innamorato di questa macchina – raccontava Lewis domenica ai microfoni di una tv inglese – si è creata tra di noi una armonia perfetta. Questa a esempio non è stata una gara facile, all’inizio non sono riuscito a creare quel cuscino di secondi che avrei voluto porre tra me e chi seguiva, eppure ho avuto sempre il pieno controllo della situazione». Lui, che una volta era incline all’errore, ha fatto sbagliare chi lo inseguiva: «Ho forse spinto un po’ troppo», ha ammesso Vettel per giustificare la propria domenica no. «Hamilton è un fattore chiave della nostra striscia vincente», riconosce Toto Wolff. Bernie Ecclestone lo adora perché vede in lui, nel suo modo di atteggiarsi e vestirsi da rapper, un formidabile veicolo per catturare i giovani. E con un rinnovo contrattuale che tarda a trovare conclusione, Lewis torna pure al centro del mercato: nel weekend la stampa inglese lo ha di nuovo accostato a Maranello, dove ha un estimatore eccellente in Sergio Marchionne. Ma Lewis costa molto (ci vogliono una trentina di milioni) e pretende mano libera su sponsor personali e i diritti d’immagine come le altri grandi star dello sport. «Il nostro obiettivo è la stabilità», taglia corto Maurizio Arrivabene, che ha pronto un accordo per rinnovare con Kimi Raikkonen. Dal canto suo Wolff garantisce che non ci sono problemi («noi e Lewis siamo due realtà vincenti»). Però un talento del genere ancora senza contratto, può far sempre gola. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Ciclismo R Da oggi a venerdì RIVA-ARCO CRONOSQUADRE
Marco Pastonesi INVIATO A ARCO (TRENTO)
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ra il più atteso. Dalla strada, dalle montagne, dal gruppo, dalla gente, dagli organizzatori. La conferenzastampa della vigilia del Giro del Trentino era dedicata a lui, la nuova stella del ciclismo italiano, oltre che a Davide Cassani, c.t. della Nazionale azzurra. Invece il dorsale numero 11 rimarrà oggetto del desiderio solo per i collezionisti di memorabilia, perché in corsa non si vedrà mai. Fabio Aru – suo il dorsale numero 11 – oggi non parte: un’infezione intestinale lo ha spedito k.o. a neanche tre settimane dalla partenza del Giro d’Italia, il suo supremo obiettivo del 2015. E questa non è una bella notizia. Aru, che cosa è successo? «Sabato mi sono allenato, bene. Ieri (domenica, ndr) ho cominciato a sentirmi male, a entrare e uscire dal bagno, un’infezione intestinale virale, come poi mi è stato diagnosticato in una clinica in cui mi sono fatto ricovera-
MARTEDÌ 21 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Scatta oggi il 39° Giro del TrentinoMelinda con la cronosquadre Riva del Garda-Arco di Trento, km 13,3 (15.15 Bardiani, 15.18 Astana, 15.48 Sky). Domani Dro-Brentonico, km 168; giovedì Ala-Val dei Mocheni, 183; venerdì Malé-Cles, km 161. Tv: RaiSport 1, 18
16 SQUADRE E 122 CORRIDORI Paolini guida la Nazionale di Cassani. I migliori: 1 Pozzovivo, 2 Peraud (Fra), 8 Bardet (Fra), 12 Cataldo, 15 Malacarne, 16 Rosa, 17 Tiralongo, 21 Hesjedal (Can), 22 Dombrowski (Usa), 23 Moser, 28 Villella, 31 Porte (Aus), 32
Ahi ahi Aru «Sono uno straccio» Come si fa per il Giro?
Porte, 30 anni
Nieve (Spa), 34 Konig (Rep. Ceca), 41 Pellizotti, 42 Gatto, 48 Zilioli, 51 Bongiorno, 54 Zardini, 55 Chirico, 61 Cunego, 64 Filosi, 66 A. Nibali, 73 Finetto, 76 Ponzi, 78 Favilli, 81 Paolini, 82 Ciccone, 83 Moscon, 84 Nardelli, 85 Ravanelli, 86 Petilli, 87 Gabburo, 88
BETTINI
re per sottopormi agli esami e saperne di più. In due giorni ho avuto più di 30 attacchi di mal di pancia. Sono ridotto a uno straccio». Che cosa le hanno consigliato? «Un ciclo di antibiotici per debellare il virus, che mi ha colpito in modo particolarmente violento. Ho chiesto se esiste una spiegazione a questo attacco, ma mi hanno risposto di no. Sono malanni che si accaniscono in maniera misteriosa. Adesso sono a Lugano, a casa, a letto, al telefono. Ma spero già domani (oggi, ndr) di potermi sentire meglio e di alzarmi». E i suoi piani? «Finora, nel 2015, mi sono allenato tanto, e tanto anche in altura, venivo da 15 giorni al Teide, e ho corso poco, il programmato, il giusto, 15 giorni fra Parigi-Nizza e Giro di Catalogna, più o meno in linea rispetto al
1Trentino con Porte, Peraud, Bardet e Pozzovivo, ma senza il sardo: «30 attacchi di mal di pancia». Ora Romandia
2014. In Italia l’ultima corsa disputata risale addirittura al Lombardia (5 ottobre, ndr). Il Trentino mi serviva per aggiungere quattro giorni di corsa, anzi, una cronosquadre, non molto diversa da quella che aprirà il Giro, e tre tappe impegnative di montagna». Invece? «Innanzitutto devo cercare di riprendermi. Poi penserò a recuperare. Se guarirò in qualche giorno, potrei correre al Romandia (dal 28, ndr: con Nibali). Se invece ci metterò qualche giorno in più, potrei dedicarmi soltanto agli allenamenti. Il programma originario prevedeva una settimana di preparazione ai 2000 metri del Sestriere fra Trentino e Giro, e la squadra del Giro lo farà comunque. Adesso il programma è tutto da ripensare».
Santoro, 92 Duarte (Col), 94 Torres (Col), 97 Rubiano (Col), 98 Sarmiento (Col), 104 Ignatenko (Rus), 111 Meintjes (S. Af.), 112 Niyonshuti (Rua), 113 Berhane (Eri), 116 Kudus (Eri), 121 Gerdemann (Ger), 131 Benedetti, 137 Salerno, 141 Arroyo (Spa), 151 Schoibl (Aut).
IL CASO-LICENZA
Udienza: sì o no? E Fuglsang attacca l’Uci
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La diatriba Astana-Uci la turba? «No. Sono concentrato sui miei obiettivi. Mi turba molto di più questa maledetta infezione».
a settimana potenzialmente decisiva per il futuro dell’Astana – licenza sì? Licenza no? – si è aperta con un dubbio: ci sarà o no l’udienza supplementare davanti alla commissione prevista attorno al 23-24 aprile? A quanto risulta alla Gazzetta, resta possibile, ma non è sicuro. Perché a ieri sera non era ancora arrivata una convocazione ufficiale. E la cosa può avere effetto sulla tempistica della decisione: se alla fine quest’udienza supplementare (dopo quella del 2 aprile) ci fosse, allora il pronunciamento potrebbe slittare ulteriormente. Il caso contrario potrebbe voler dire che la commissione ritiene di avere acquisito elementi sufficienti per decidere, e allora il pronunciamento sarebbe prossimo. Che la tensione monti lo confermano le dichiarazione del danese Jakob Fuglsang, compagno di Nibali, al giornale del suo paese Ekstrabladet: «Non ho fatto niente di male e se l’Uci mi toglie il lavoro, finiremo in tribunale. Se perdessimo la licenza, gli sponsor si ritirerebbero. E noi ci troveremmo a spasso da un giorno all’altro. L’Uci dovrà coprire la perdita». E il presidente Brian Cookson, da Sochi, dice: «Spero in una decisione rapida». ci. sco.
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Com’era la sua condizione? «Più avanti di un anno fa. Ho lavorato tanto, con serenità, fiducia, ottimismo e, soprattutto, buoni risultati. Nulla è compromesso, però sono molto dispiaciuto. Il Trentino mi sarebbe servito per verificare il mio stato di forma su percorsi impegnativi, perché gli allenamenti non sono mai le corse, e anche per confrontarmi con alcuni probabili protagonisti al Giro, da Porte a Pozzovivo». Al Trentino c’è la sua squadra. «Quella che mi appoggerà durante il Giro. Fra noi si sono creati grandi intesa e affiatamento. Cataldo, Malacarne, Rosa, Tiralongo, l’estone Kangert, lo spagnolo Landa e il kazako Zeits. Un bel gruppo di scalatori».
FABIO ARU 1.81 per 61,5 kg, 24 anni, è cresciuto tra cross e Mtb: 3° al Giro e 5° alla Vuelta nel 2014 BETTINI
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IL SUO 2015 VERSO LA CORSA ROSA 11-25 gen
8-15 mar
3-15 apr
Ritiro a Calpe (Spa)
Parigi-Nizza (Fra)
Ritiro al Teide (Spa)
15
8
13
15
(fino a ieri)
15
GIORNI DI RITIRO (fino al Giro)
7
6
Ritiro al Teide (Spa)
Giro di Catalogna (Spa)
Giro di Romandia (Svi)
16 feb-2 mar
23-29 mar
28 apr-3 mag
11 gennaio 2015
GIORNI DI GARA
9 maggio: Giro d’Italia
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TOTALE GARE E ALLENAMENTI
14.800 km
40.075 km
CIRCONFERENZA TERRA
TOTALE GARE
2.374 km
MIGLIOR PIAZZAMENTO Tappe di Girona e Valls al Giro di Catalogna
5º GDS GDS
fIL TALENTO AZZURRO
E’ l’ora di Moscon Ieri ha compiuto 21 anni C’è Sky che lo aspetta Ciro Scognamiglio cscognamiglio@gazzetta.it twitter@cirogazzetta
C’
è uno squadrone nell’orizzonte di Gianni Moscon: il team Sky. Salvo sorprese, il trentino che ieri ha festeggiato i 21 anni è destinato a vestire i colori del team britannico di Froome e Porte. Già da stagista, nella seconda parte di questa stagione. E la cosa di solito prelude a un contratto tra i grandi. Il ragazzo della Zalf, ennesimo caso di
Gianni Moscon, trentino BETTINI
talento che ci scappa (stante anche la penuria di squadre italiane professionistiche di altissimo livello), sta già vivendo giorni importanti. A inizio mese aveva vinto il Palio del Recioto, una delle gare più belle
del calendario mondiale Under 23. Sabato 11 solo l’australiano Edmondson l’aveva battuto nella volata a due che ha deciso a Oudenaarde il Giro delle Fiandre di categoria. E da oggi Moscon sarà in gara al Giro del Trentino con la maglia azzurra della Nazionale di Cassani, dopo l’esperienza analoga già vissuta a fine marzo alla Settimana Coppi&Bartali. MELE Pupillo di Maurizio Fondriest, Moscon si è diplomato perito agrario e studia ingegneria gestionale a Padova: la famiglia ha un’azienda agricola (mele) in Val di Non. Fu sfortunato alla fine dello scorso al Mondiale di Ponferrada, quando una caduta lo tolse di mezzo sul più bello, ma si era rifatto vincendo il Piccolo Giro di Lombardia. Molti lo considerano il miglior dilettante italiano. Ed era da un po’ che Sky lo aveva messo nel mirino. © RIPRODUZIONE RISERVATA
fLA STORIA
Un francese si perde alla Liegi Under 23 Arriva soltanto alle 21
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entite questa perché sembra incredibile. Eppure è successo davvero. Liegi-BastogneLiegi Under 23 di sabato scorso: vince Guillaume Martin ma il protagonista della storia — scovata dal sito directvelo.com — è Dylan Durand: questo ragazzo di Nantes si è letteralmente perso in corsa e ha raggiunto la zona del traguardo... alle 21, quando il primo era arrivato da quattro ore e il sole appena tramontato. «Ero venuto per fare 180
Dylan Durand, dilettante, ha 19 anni
km, neanche per un momento ho pensato di salire sull’auto del fine corsa», ha detto Durand. DISAVVENTURA Ma che è successo? «Mi sono staccato in zo-
na di campagna, a 75 km dalla fine. Ho lasciato fare all’istinto. Dopo la Redoute, mi sono ritrovato a nord di Liegi e i cartelli indicavano ma Maastricht. Una volta a Liegi, non sapevo dove andare. Ho chiesto indicazioni, ma non ho avuto molto aiuto». Intanto la vettura del fine corsa era passata, le indicazioni mobili ritirate. «Ho girato a lungo a Liegi prima di capire che dovevo passare un ponte sul fiume Meuse. E’ stata dura girare in tondo e restare in sella per più di sette ore. Ho rischiato di finire in autostrada, avevo paura di forare o di farmi investire, ma il panico è stato quando ho visto il sole tramontare». Poi è arrivato un automobile che l’ha caricato e portato al traguardo, il velodromo di Ans. La sua squadra, il team U Nantes Atlantique, era lì ad aspettarlo: «Sapevamo che sarebbe arrivato, prima o poi». ci. sco. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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MARTEDÌ 21 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Basket R Serie A: posticipo 27a giornata
MARTEDÌ 21 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Cremona cede Cantù fa il bis e studia la volata
PLAYOFF NBA
Super Udrih L’ex milanese fa volare Memphis
1Abass e Gentile a tutto gas, 2° derby vinto in 4 giorni Sacripanti: «Spiegherò che a Reggio si può vincere» Massimo Oriani INVIATO A DESIO (MB)
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a ragione Sacripanti: «Tutti si aspettavano che ribaltassimo il -8 dell’andata. Io sono contento d’aver vinto». Con 3 punti di scarto, ma con due in più in classifica, che piazzano Cantù al 7° posto. Ha ragione perché battere Cremona non è stato facile e il coach lo sapeva bene. «Sono forti, organizzati, con tanti tatticismi che spesso noi fatichiamo a leggere, e poi con loro ci accoppiamo male». Non era facile anche perché questa gara è arrivata 4 giorni dopo il trionfale derby vinto con Milano, «che ci è costato tanto a livello di energie» prosegue Pino. E perché la Vanoli continua ad andare ben oltre i propri mezzi. Partita per salvarsi, è ancora ampiamente in corsa per la postseason. Per questo Pancotto
RPancotto sereno:
«La nostra zona è stata grande come la voglia di non arrendersi»
RMetta generoso,
dà l’esempio: si tuffa due volte in tribuna per salvare la palla
si arrabbia quando in conferenza stampa qualcuno critica il 2° quarto negativo dei suoi: «Ma non siamo Milano! Non siamo i Lakers! Cosa vi aspettate da Cremona?». Santa ragione. La Vanoli ha avuto un blackout offensivo che è durato 8’34” nel corso dei quali ha segnato solo due punti, aprendo il 2° quarto con 0/9 al tiro e 4 palle perse (chiudendolo poi con 4/17 e 5 perse in 10’). Cantù ne ha approfittato piazzando un break di 20-2, passando dall’11-17 al 31-19 (e caricando di falli gli avversari, fi-
nendo il periodo con 12/14 dalla lunetta). Ci è voluta una tripla dall’angolo di Vitali a 3’40” dall’intervallo, dove Cremona è arrivata con soli 7 punti dai 5 americani, per sbloccarla. Americani che invece hanno dominato il 3° quarto, con 26 dei 29 punti degli ospiti, grazie agli aggiustamenti di Pancotto, che manda Bell e Clark in post basso permettendogli di sfruttare il maggior peso rispetto agli avversari diretti, riuscendo quasi a colmare il -14 (massimo vantaggio interno) in 10’ (61-59). «Abbiamo sempre voluto cambiare posizione in attacco — spiega il tecnico della Vanoli — leggere dove avevamo dei vantaggi. Mi fa piacere che la squadra abbia seguito le indicazioni che ho dato all’intervallo, continuando a giocare di sistema». TATTICA In una stagione dove di bel basket se ne vede poco, ieri Cantù e Cremona hanno invece messo in scena una partita di alto livello, soprattutto tatticamente. «La nostra zona 3-2 è stata grande — prosegue Pancotto – così come la voglia di rientrare senza mai arrendersi». Sacripanti ha risposto con un ottimo bilanciamento offensivo. «Abbiamo attaccato con dedizione — ha spiegato — cercando sempre di dare palla in post basso. In difesa Williams ha fatto il portiere sulle penetrazioni dai pick and roll, dove hanno fatto canestro solo su arresto e tiro». Cantù ha vinto perché ha avuto il miglior Abass della stagione (sua la tripla del 73-67 a 2’25” dalla fine), uno Stefano Gentile in formato derby (che si morderà le mani però per il sottomano del +9 fallito a 28” dalla fine) e un Metta World Peace sin troppo generoso (clamorosi due tuffi in tribuna per cercare di salvare la palla) ma senza gambe («Era stanco, ha forzato qualcosa» ha detto Sacripanti). Che chiude: «Sono davvero felice, temevo tantissimo questa gara. Ora spiegherò alla squadra che non è vietato andare a vincere a Reggio e a Roma». Santa ragione. © RIPRODUZIONE RISERVATA
CANTÙ
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CREMONA
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(15-19, 42-30; 63-59) ACQUA VITASNELLA CANTU’: Johnson-Odom 6 (1/1, 1/4), S.Gentile 16 (1/4, 2/6), Jones 6 (3/7), Buva 6 (2/5, 0/1), Williams 7 (3/7); Feldeine 5 (1/2, 1/5), Abass 10 (3/6, 1/2), Shermadini 10 (3/3), World Peace 13 (5/12, 0/2), Laganà. N.e.: Bloise, Maspero. All.: Sacripanti. VANOLI CREMONA: Vitali 11 (1/4, 2/2), Hayes 15 (6/13, 0/1), Bell 12 (3/6, 1/4), Clark 11 (4/7, 0/1), Campani 10 (1/2, 2/3); Daniel 4 (2/4), Gazzotti (0/2 da 3), Mian 9 (1/1, 2/5), Ferguson 4 (2/5, 0/5), Mei. All.: Pancotto. ARBITRI: Taurino, Bettini, Weidmann. NOTE - T.l.: Can 20/27, Cre 15/16. Rim.: Can 47 (Williams 9), Cre 34 (Daniel 7). Ass.: Can 11 (Gentile 4), Cre 8 (Vitali 4). Progr.: 5’ 8-7, 15’ 2819, 25’ 54-44, 35’ 69-63. Antisp.: Daniel 12’33” (20-19). Tecn: Jones 23’18” (48-39), Daniel 24’54” (53-44). Spett. 4903.
L’Acqua Vitasnella aggancia Bologna al settimo posto ● La serie A torna domenica a mezzogiorno con l’anticipo di Gazzetta Tv Cremona-Venezia. Classifica: Milano 46; Venezia 40; Reggio Emilia 38; Sassari 34; Trento 32; Brindisi 30; Bologna (-2), Cantù 26; Cremona, Pistoia, Roma 24; Avellino, Varese, Capo d’Orlando 20; Pesaro 14; Caserta (-1) 11. ● EUROLEGA Ieri due gare-3 dei quarti: un canestro di Goudelock a 9” dalla fine del supplementare consegna al Fenerbahce la prima storica Final Four di una squadra turca. Il Panathinaikos invece si impone in volata con un libero di Pappas e porta il Cska a gara-4 (domani, ore 20.45, ad Atene) Panathinaikos Atene-Cska Mosca 86-85 (serie 1-2); Maccabi Tel Aviv-Fenerbahce Istanbul 74-75 dts (serie 0-3). Stasera le altre due: Olympiacos Pireo-Barcellona (ore 19, serie 11); Efes Istanbul-Real Madrid (ore 20.55, serie 0-2).
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«S
ono felice di essere a Milano in una stagione fondamentale per me. Andrò nel draft Nba a fine anno. Qui potrò fare delle esperienze importanti». Così Beno Udrih, nel gennaio 2004, si presentava all’Olimpia Milano. Era il play su cui aveva puntato, con grande acume, l’allora gm Gino Natali, per il post Naumoski. Sembrano passati anni luce. In realtà Beno allora aveva solo 21 anni, oggi ne ha 32 e il suo sogno si è avverato. Non solo è alla 11a stagione tra i pro’ ma è addirittura protagonista nei playoff, lui che è sempre stato un comprimario, spesso dimenticato, ma non da chi capisce di basket.
Metta World Peace, 35 anni: 13 punti, 4 rimbalzi e 4 recuperi CIAM
Sassari: via Sosa Roma, c’è Vukona Mario Canfora
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inisce qui l’esperienza sassarese di Edgar Sosa. Ufficialmente il dominicano newyorchese è stato per ora solo sospeso dagli allenamenti, ma a breve verrà tagliato. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato l’ennesimo comportamento non proprio esemplare nel corso della partita persa in casa domenica dalla Dinamo contro Varese. Un «vaffa» a coach Meo Sacchetti (non il primo peraltro...) dopo che il tecnico lo aveva tolto dal campo visto l’atteggiamento a dir poco rinunciatario del suo play. Il Banco di Sardegna tornerà sul mercato, sul quale peraltro era già attivo, a caccia di un regista, ma senza fretta.
ACEA Da Sassari a Roma, che crede ancora fortissimamente nei playoff e per questo fa un’aggiunta importante al proprio roster, rimasto privo del suo miglior giocatore stagionale, Bobby Jones. Come riporta il principale sito neozelandese di news, stuff.com.nz, l’Acea ha firmato l’ala grande Mika Vukona, 32 anni, 1,96, capitano della nazionale della Nuova Zelanda. Attualmente giocava con i Nelson Giants, il cui allenatore Tim Fanning ha dichiarato: «Non potevamo ostacolare Mika per una chiamata così importante per lui che ha sempre desiderato giocare in Europa». Definito come rimbalzista feroce, Vukona è in possesso pure di passaporto delle Isole Fiji, dove è nato nella capitale, a Suva. A meno di sorpresone, dovrebbe esordire domenica a Trento. © RIPRODUZIONE RISERVATA
MVP Il regista di riserva di Memphis è stato l’mvp di gara-1 contro Portland, trascinando i Grizzlies al successo con 20 punti, 7 rimbalzi e 7 assist. Cifre che in una gara di playoff non si vedevano da un panchinaro dai tempi di Nick Van Exel (nel 2003 in maglia Mavs contro Sacramento). Con Conley acciaccato, Udrih ha avuto un minutaggio superiore alla media (24 contro i 18.9 stagionali) e ne ha approfittato. «La palma del migliore va a Beno – ha detto Zach Randolph – L’assenza di Conley gli ha dato maggiori responsabilità e fiducia». «E’ un giocatore Nba, sa cosa fare al momento giusto» ha aggiunto Terry Stotts, l’ex canturino coach dei Blazers. Lui si schermisce: «Ho solo preso tiri smarcati». Fosse davvero così facile... Est, gara-1: Atlanta-Brooklyn 99-92 (domani gara-2); Cleveland-Boston (serie 1-0, stanotte gara-2); Chicago-Milwaukee (serie 1-0, ieri notte gara-2); Toronto-Washigton (serie 0-1, stanotte gara-2). Ovest, gara-1: Golden State-New Orleans (serie 1-0, ieri notte gara-2); Houston-Dallas (serie 1-0, stanotte gara-2); LA Clippers-San Antonio 107-92 (Belinelli 11, domani gara-2); Memphis-Portland 100-86 (domani gara-2).
BRAVI&CATTIVI di LUCA CHIABOTTI CASERTA SUPER IVANOV
8 Ma il Coni prende 4 Dopo tante partite che meritava di vincere (e forse ci sarebbe riuscita se Domercant stesse in piedi) ha finalmente vinto con un grande Ivanov (foto). Caserta di Esposito sta giocando il miglior basket possibile. Ma è uno scandalo che, preso il punto di penalizzazione il 23 febbraio, il Coni abbia ricevuto il ricorso il 20 marzo e un mese dopo non abbia deliberato su una cosa fondamentale per la salvezza. Forse sperava di decidere a Caserta già retrocessa. Illusi.
4.5
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MILANO Non è mai una buona idea fare figuracce anche se si è primi perché: 1) finora l’EA7 ha perso 2 coppe e fatto 2 passi indietro in Eurolega 2) poi deflagrano le voci sui conflitti interni e i gossip. 3) perdere il derby con Cantù è un affronto ai tifosi e perdere la faccia uno al proprietario. 4) se l’EA7 non fa più paura, poi vincerà davvero lo scudetto?
SASSARI Il Grande Giocattolo s’è rotto? Quattro k.o. consecutivi, cifre da sciopero del personale giocante, Sosa (foto) tagliato per vaffa al coach. E adesso? La leggerezza è una grande qualità fino a quando non si perdono i treni per diventare davvero grandi. Quando devi cacciare qualcuno, è già troppo tardi
7 RAY Settimana sostanziosa per Ray (foto) di Bologna. Gioca male a Cremona e litiga con Valli che sottolinea i suoi errori in un video, viene cacciato, o lascia, l’allenamento, poi torna, chiede scusa, domenica non segna un punto per 27’. Poi ne fa 19 e batte Pesaro (da qui il voto). Tutto e il contrario di tutto: a Bologna, montagnole russe.
8 CAPO D’ORLANDO I numeri non sono tutto. E’ ultima in punti segnati e recuperi, per 0.1 penultima a rimbalzo. Eppure ha battuto Milano, è salva da tempo e alla pari di squadre con organici superiori. Giulio Griccioli (foto) è tra i candidati a coach of the year. Difficile far giocare a pallacanestro una squadra che non fa canestro.
10 TREVISO Treviso (foto: Fabi) ha vinto un campionato a 9 anni dall’ultimo scudetto e ha riconquistato al basket una città che l’aveva dimenticato. Domanda senza togliere nulla alla De’ Longhi: se lo stesso entusiasmo si fosse visto negli ultimi 10 anni biancoverdi, oggi Treviso non lotterebbe ancora per lo scudetto e l’Eurolega?
7 ROMA L’unica squadra italiana con un bilancio positivo in Europa, finita l’Eurocup e rifatta la squadra ha cominciato a vincere anche in Italia. 5 vittorie in 6 gare pur senza Jones, con Rok Stipcevic, foto, da straordinari (35’ di media nel ritorno). Il segreto playoff? Far lavorare i buoni allenatori con lo stesso gruppo per un po’ prima che sia troppo tardi...
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Tennis R Le prospettive azzurre dopo Brindisi
MARTEDÌ 21 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Pennetta-Errani nuovo doppio per aprire il cantiere Rio
CRISI FAMILIARI
1Dopo la Fed Cup ancora insieme per
l’Olimpiade? Intanto recupererà la Vinci e tra gli uomini Fognini e Bolelli sono una certezza
Riccardo Crivelli
D
al mare all’oceano. Dall’Adriatico all’Atlantico. Da Brindisi a Rio. L’esibizione muscolare ma con grazia del duo Pennetta-Errani nel match decisivo di Fed Cup per restare nell’empireo e lasciare all’inferno Serena Williams e compagne, non soltanto conferma l’Italia nel Gruppo Mondiale dopo lo spavento francese, ma schiude succose prospettive a cinque cerchi per la coppia ritrovata (giocarono insieme quattro tornei nel 2009, vincendone pure uno in Olanda). ALCHIMIA La premessa è nota: la secca e clamorosa sconfitta delle Cichi Errani e Vinci a Genova in febbraio ha accelerato il divorzio del sodalizio più bello e più forte del mondo. Così, a un anno e mezzo dall’Olimpiade, il tennis tricolore si è ritrovato improvvisamente, e salvo improbabili ripensamenti, privato di una golden share nella corsa al podio. Dunque, con la necessità di ricostruire sogni e speranze. E che bel punto di partenza, allora, può diventare il pomeriggio del tripudio brindisino, come riconosce anche la Errani: «Non c’è stato un momento della partita in cui non abbiamo avvertito un grande feeling tecnico, come se i cinque anni senza mai giocare insieme non fossero più esistiti. Ora vedremo cosa accadrà». La Pennetta, pur trionfante, si mantiene sotto traccia: «La sto corteggiando — sorride — ma da qui a pensare di giocare insieme l’Olimpiade ce ne corre. Pensiamo solo al prossimo passo». Programmazione, appunto. Che dovrà partire dal responsabile tecnico, il c.t. Barazzutti, e tenere conto di una considerazione non certo relativa: Flavia, al momento, parrebbe intenzionata a riflettere seriamente su un ritiro a fine anno, anche se il traguardo della quarta Olimpiade potrebbe regalarle nuovi stimoli, visto che la condizione fisica e tecnica continuano ad
Wawrinka e la moglie Ilham e Stefano Capriati con la figlia Jennifer
Capriati e Wawrinka Quando i fantasmi sono dentro casa
essere eccellenti. Di certo, il matrimonio con Sarita, se s’ha da fare, va organizzato celermente, per rodare i meccanismi e conservare un posto d’élite nel ranking (attualmente, la Errani è n.2 e la Pennetta 15), decisivo per la qualificazione (24 team su 32 entrano infatti per classifica). ALTERNATIVE La giusta euforia del momento, poi, non può far dimenticare che ai box, ma ferma ancora per pochissimo, resta Roberta Vinci, dal punto di vista puramente tecnico la nostra miglior specialista nella disciplina. Le comuni origini pugliesi e i trascorsi vincenti da giovinette hanno portato la famiglia di Roby e quella di Flavia ad immaginare la ricostituzione della coppia, ma nel gioco può rientrare con validi argomenti anche la Knapp, che sta frequentando il doppio con profitto (finalista a Katowice con la Barbieri) ed è una giocatrice solida e dal rendimento sempre costante. I prossimi tornei toglieranno il velo sulle decisioni da prendere, ma certamente i doppi del tennis costituiranno un atout fondamentale per puntare ad allargare il medagliere azzurro. Tra i maschi, Bolelli e Fognini in questo momento sono il duo più forte di stagione al mondo (Slam in Australia e due finali Masters 1000) e Seppi più di un valido rincalzo. Senza dimenticare il misto, che ha salvato spesso misere spedizioni olimpiche altrui. Per restare in famiglia, Fabio e Pennetta insieme non sarebbero solamente un’operazione di gossip, così come Simone e la Vinci avrebbero le caratteristiche per non temere nessuno. E infatti il presidente Binaghi, ospite alla «Politica nel pallone», già pregusta delizie: «Da questo nucleo di ragazze dobbiamo tirare fuori non solo una possibile medaglia, ma due o tre, visto che c’è anche il doppio misto. Toccherà a Barazzutti capire quali coppie sperimentare». Il cantiere è aperto. © RIPRODUZIONE RISERVATA
1Jennifer perde papà Stefano per il quale
voleva tornare, Stan si separa dalla moglie
Vincenzo Martucci
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Flavia Pennetta, 33 anni e Sara Errani, 27, dopo il trionfo in Fed EVANGELISTA
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● I doppi azzurri ai Giochi di Londra: Bracciali-Seppi (uomini), Errani-Vinci e PennettaSchiavone (donne), BraccialiVinci e Seppi-Errani (misto)
Roberta Vinci, 32, n. 2 Wta in doppio
Playoff Fed, ok anche la Romania Sorteggio il 3/6 ● E’ la Romania l’ultima squadra a uscire vincitrice dai playoff spareggio di Fed Cup, approdando perciò nel Gruppo Mondiale: battuto il Canada 3-2 (doppia sconfitta per una Bouchard sempre più in crisi). Ecco le otto squadre del World Group 2016: Italia, Repubblica Ceca, Russia, Germania, Francia, Olanda, Svizzera e Romania. Sorteggio il 3 giugno. CLASSIFICHE Nadal torna nei primi quattro, donne invariate al top, salgono di un posto Giorgi (35) e Vinci (41), scende di uno Schiavone (71). Uomini: 1. Djokovic (Ser) 13.845; 2. Federer (Svi) 8.385; 3. Murray (Gb) 6.060; 4. (5) Nadal Spa) 5435; 5. (4) Nishikori (Giap) 5.280; 6. Raonic (Can) 5.070; 7. (8) Berdych (Cec) 4960; 8. (7) Ferrer (Spa) 4490; 9 (10) Cilic (Cro) 3495; 10. (9) Wawrinka (Svi) 3495 (-1). Italiani: 30. (28) Fognini 1240; 39. (38) Seppi 1080; 50. (49) Bolelli 931; 99. (83) Lorenzi 552.
pinta dal male incurabile di papà Leo, e rinfrancata dalla nascita di Jada Elle, desideratissima, Kim Cljsters, tornò alle gare per rivincere gli Us Open e perfezionare una carriera da campionessa. Migliorati dalla figliolanza, Roger Federer e Novak Djokovic volano come mai prima, sul binario parallelo vita-carriera. Preoccupato dal matrimonio-capestro con Ilham Vuilloud, ex modella e presentatrice della tv svizzera, dilazionato per quattro anni dalla nascita della piccola Alexia, ma deflagrato clamorosamente la sett i m a n a s c o r s a , St a n Wawrinka, ha letteralmente buttato via la corona nel torneo del Principato di Monaco: «Non sapevo dove mi trovavo, di certo non ero sul campo, non potevo tirare un singolo colpo. Non c’ero proprio, non volevo esserci, non volevo giocare a tennis». Straziata dai rimorsi verso un padre che i più, non conoscendolo, hanno classificato come il classico padre-padrone, Jennifer Capriati, ora che lui era condannato da un tumore, voleva rendergli onore tornando alle gare, a 38 anni, agli Us Open di agosto, dopo un oblio che dura dal novembre 2004. Papà s’è spento domenica e magari la sua amatissima Jenny si eviterà quest’altra brutta figura. Perché non siamo macchine, e il fattore emotivo-sentimentale ci
segue ovunque, in gara e sul lavoro, a dispetto degli psicologi e delle loro laute parcelle. Come confermano le storie difficili di Wawrinka e Capriati, personaggi martoriati da angosce interne. E, quindi, dannati. RIPARAZIONI Stanislas, col viso ancora segnato dall’acne, è rimasto folgorato dalla sua bella. Ma, spiazzato, il 15 dicembre 2009, dal matrimonio riparatore per la nascita della figlioletta, il 15 febbraio 2010, aveva abbandonato addirittura il tetto coniugale, il 4 gennaio 2011: «Ho solo cinque anni per sfondare e devo dedicarmi solo al tennis». Poi, da bravo ragazzo, s’era preso, «le sue responsabilità» e, l’anno scorso, s’è finalmente realizzato, sportivamente parlando, vincendo uno Slam ed arrivando al numero 3 del mondo. Chissà che travaglio deve aver vissuto, fino a domenica, lui che ha tatuato sull’avambraccio Samuel Beckett: «Provaci sempre, anche se fallisci non conta. Provaci ancora. Sbaglia ancora. Sbaglierai meglio». Chissà se funzionerà anche per la povera Jenny, sconfitta nell’impatto con la vita: non per colpa di papà Stefano, colpevole magari di essere italianissimo e quindi iper-protettivo. Stefano che l’ha ripresa per i capelli dopo tutti gli scivoloni, dal furto di un anellino in un grande magazzino ai tanti eccessi di un’adolescente che era troppo debole per le coetanee, nel quotidiano, e troppo forte per le colleghe tenniste. E l’ha portata all’oro olimpico e poi al numero 1 del mondo e a tre Slam. I colpevoli erano altrove. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Pallavolo R Verso gara-3 dei quarti
MARTEDÌ 21 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Perugia, i premi partita sono gag per Youtube
1ll presidente Sirci in spogliatoio sceglie il suo «Man of the
Match» e la cerimonia diventa uno show: «Unisce il gruppo»
Risate nello spogliatoio di Perugia: il tecnico Nikola Grbic, il bomber Aleksandar Atanasijevic, il regista Luciano De Cecco e il presidente Gino Sirci
Mario Salvini
L
o scoppiettante presidente Gino Sirci è d’accordo coi giornalisti e con tutti quelli che domenica a Verona hanno votato Lucio De Cecco come migliore in campo di gara-2. La partita con cui il suo Perugia ha pareggiato la serie e rimandato tutto alla bella di domani sera. Però ieri, contrariamente a quel che fa di solito. il suo palleggiatore non l’ha premiato. Va raccontato infatti che nell’allenamento successivo ad ogni vittoria della Sir Safety, in spogliatoio si registra
una allegra gag: l’assegnazione del «Man of The match», nella quale Sirci tra dichiarazioni roboanti e improbabili soprannomi tonitruanti, decide e comunica chi per lui è stato il più bravo dei suoi giocatori. A cui poi assegna un personalissimo premio. Che dunque stavolta De Cecco non ha avuto. «Perché – spiega lo stesso presidente – quella di domenica a Verona non era una partita come le altre. Per ora non abbiamo vinto niente. Il Man of the Match spero di poterlo assegnare giovedì». Significherebbe che Perugia è in semifinale con Trento.
TRADIZIONE La scena normalmente è abbastanza esilarante, anche se in pratica si ripete sempre molto simile a se stessa fin dai tempi della serie B, se non addirittura dalla C. Dove, nel 2002/03, Sirci è diventato sponsor del club che allora era a Bastia Umbra. Per poi accompagnarlo, da presidente, via via attraverso le promozioni in B-2 e B-1 (dove ha perso 3 finali promozione consecutive), il ripescaggio in A-2, il trasferimento a Perugia, la conquista della A-1 e la finale scudetto dello scorso anno. «E’ stato Dan Peterson, nelle sue telecronache di basket, a darmi l’idea.
Gara-3 che decide la serie con Verona è domani sera ● Dopo la vittoria di Perugia in gara-2 di domenica a Verona che ha portato la serie sull’1-1, la qualificazione alla semifinale si decide domani sera alle 20.30 in gara-3. Stessa situazione tra Macerata e Latina, con la bella domani alle 20.30 in diretta su RaiSport1. Le serie di semifinale, con Trento che aspetta la vincente di Perugia-Verona e Modena per la vincente di Macerata-Latina, al via sabato 25.
Solo che in B il Man of The Match era molto più ruspante. Lo facevamo al ristorante, dopo le partite, davanti a cento e più commensali. Salivo in piedi su una sedia e cominciavo a leggere il tabellino». L’allegra tradizione ha rischiato di perdersi negli anni della A-2, per essere poi riesumata in A-1 e SuperLega. E diventare appuntamento fisso il martedì dopo ogni successo. Da quest’anno viene addirittura filmata e diffusa via Youtube. Per cui bisogna solo stare un po’ più attenti a non fare troppe osservazioni sugli avversari battuti. SOPRANNOMI Così in ogni video Sirci se ne sta in mezzo alla stanza, e attraverso i numeri del tabellino che legge con teatrale enfasi decide le tre nomination. Snocciolate utilizzando i soprannomi che lui stesso ha affibbiato a ognuno dei suoi. Nomignoli tutti piuttosto truci. Per dire: Atanasijevic è Magnum, Fromm il Panzer, De Cecco il Boss, Vujevic il Lupo, Beretta Top Gun, Buti Cannibal, Giovi la Belva. Per ciascuno elenca le motivazioni. Tipo: «Hai fatto 19 punti, ma hai sbagliato 5 battute e ti sei preso 3 murate». E tra i tre nominati naturalmente a insindacabile giudizio del presidente – esce il Man of The match. Che dopo la proclamazione è costretto a mettersi in mutande per ricevere il premio, visto che si tratta sempre un capo di vestiario, rigorosamente Sir Safety, vale a dire l‘azienda-sponsor di indumenti da lavoro di proprietà di Sirci medesimo. Solo opportunamente modificati. Giubbotti, magliette, gilet, sui quali sono stati ricamati il logo del premio, le lettere MOM, Man of the Match, sulle spalle la scritta «La Storia sono io» e un altro acronimo: «CSSB», che sta per «Che soldi spese bene», il mantra di Sirci, il riassunto della sua soddisfazione di sponsor. «Sono come i contadini che quando si vogliono sdebitare ti regalano una gallina. Io do ai miei giocatori uno dei miei prodotti. E’ un modo per divertirci. E stare bene insieme». © RIPRODUZIONE RISERVATA
DONNE:SEMIFINALI
Conegliano sbrana Casalmaggiore 1Davanti a quasi 5000 spettatori le venete non concedono nulla e ora sono avanti 2-0 nella serie Gian Luca Pasini INVIATO A TREVISO
F
orse Conegliano la sua partita l’ha vinta quando ancora non aveva iniziato a giocare. Già un’ora prima della partita la zona attorno al PalaVerde era cinta d’assedio da auto e tifosi gialloblù per andare ad assistere a gara-2 di questa semifinale scudetto. Lo spettacolo è cominciato presto. Esserci, per questa gente, è diventata una tradizione e anche un motivo orgoglio quasi regionale come testimoniano gli striscioni provenienti da diverse parti del Triveneto. ARTIGLI E per ringraziare i quasi 5000 del PalaVerde (in un lunedì sera!!!! Da segnalare a chi dice che non si possono riempire i palasport fuori dal weekend) le Pantere non graffiano solo, ma addirittura sbranano le speranze di Casalmaggiore, grande protagonista della stagione regolare (chiusa con merito al secondo posto), ma già con le spalle al muro dopo due gare di semifinale. Schiacciata dal penso di una squadra che dopo le finali di Coppa Italia e ancora di più dopo gara-1 dei quarti (persa a Mode-
na) ha cambiato pelle. «Giochiamo più di squadra - dice Moki De Gennaro, mentre si tocca la schiena (oggi si merita una giornata di riposo precauzionale per un dolore) dopo un’altra serie di difese che hanno spinto l’Imoco al successo -. Ci crediamo di più, soprattutto abbiamo preso più fiducia in noi stesse. Per il resto non è cambiato quasi nulla». EQUILIBRI «Si sono sistemati certi equilibri nella squadra, rispetto alle finali di Coppa Italia abbiamo anche recuperato un paio di giocatrici, come Glass che ovviamente per il nostro gioco sono molto importanti - spiega Alessandro Chiappini, da qualche settimana tecnico Imoco - e adesso stiamo raccogliendo i frutti. Non vorrei parlare troppo presto, ma nelle ultime gare abbiamo vinto diversi tiebreak. Segno che la squadra ci crede, che ha trovato anche una sua forza interiore. Ha la consapevolezza di poter andare avanti fino in fondo. Certo nessuno crede che sia già finita. Casalmaggiore è una squadra che non molla mai. Ma anche noi in fondo siamo un po’ così». Dieci muri, quasi la metà degli errori, Conegliano è venuta fuori alla distanza, bloccando il gio-
CONEGLIANO
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CASALMAGG.
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(25-22, 25-21, 25-18) IMOCO CONEGLIANO: Fiorin 9, Adams 11, Glass 2, Oszoy 14, Barazza 6, Nikolova 14; De Gennaro (L), Arimattei. N.e. Boscoscuro (L), Katic, Furlan, Nicoletti, Barcellini. All. Chiappini. POMI’ CASALMAGGIORE: Ortolani 12, Tirozzi 4, Stevanovic 11, Skorupa 1, Gennari 14, Gibbemeyer 5; Sirressi (L), Bianchini 2. N.e. Quiligotti, Klimovich. All. Mazzanti.
Emiliya Nikolova, 23 anni, bulgara, top scorer della gara con 14 punti RUBIN
co della Pomì e aggredendola fin dalla battuta che ha minato le certezze della casalasche facendo esplodere la gioia del PalaVerde. «Conoscevo il calore di questo palazzetto da avversario, adesso lo sento anche da «titolare» della panchina dell’Imoco e devo dire che è davvero eccezionale. Non smette mai di incitarci e giocare qua è davvero qualcosa di particolare. Molto bello: uno
spettacolo nello spettacolo». Si guarda intorno. Causa scaramanzia non dirà nulla della gara di venerdì a Cremona. «La frase scontata è che siamo due set avanti e ce ne servono tre, che non abbiamo fatto ancora nulla. Di certo però noi ci siamo». E con questa grinta venerdì sera in trasferta vorrà chiudere subito il conto al primo match ball.. © RIPRODUZIONE RISERVATA
ARBITRI: Longo e Gini. NOTE Spettatori 4861. Durata set: 27’, 28’, 25’; totale 80’. Imoco: battute sbagliate 4, vincenti 2, muri 10, 2a linea 8, errori 12; Pomì: battute sbagliate 6, vincenti 3, muri 6, 2a linea 7, errori 23.
STASERA PIACENZANOVARA Dopo il successo per 3-0 delle novaresi in gara-1, stasera si replica a Piacenza, con gara-2 nella serie al meglio delle 5 partite Ore 20.30 dir. Rai Sport 1
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BEACH VOLLEY
Via alla stagione E torna la Cicolari
Greta Cicolari, 32 anni
C
omincia oggi a Fuzhou, , il 29° World Tour. Nella stessa località cinese un anno fa Daniele Lupo e Paolo Nicolai centrarono il primo, storico, successo azzurro. Stavolta i due campioni d’Europa non ci sono: Lupo è reduce da un intervento chirurgico dal quale si è ripreso ma che ha comprensibilmente ritardato la preparazione. E comunque a questa prima uscita stagionale mancano tutte le coppie della nazionale: quindi non ci sono nemmeno Alex Ranghieri e il suo nuovo compagno, l’uruguaiano naturalizzato (e cresciuto negli Usa) Adrian Carambula, e nemmeno le ragazze tornate sotto la guida di Lissandro, Marta Menegatti e Viki Orsi Toth. Così a rappresentare l’Italia nel maschile a Fuzhou ci cono i gemelli Matteo e Paolo Ingrosso, già qualificati in tabellone principale e quindi in campo da giovedì. Nel femminile invece c’è il ritorno di Greta Cicolari, dopo i 13 mesi di squalifica che l’hanno tenuta ferma per tutto il 2014. Dopo aver annunciato che avrebbe giocato con Giulia Decordi, ha cambiato compagna e al via si presenta con Francesca Giogoli, una dalla lunga esperienza di indoor in serie A-1 e A-2. Costrette a partire dalle qualifiche, debutteranno domani. Mentre Giulia Momoli e Laura Giombini sono i tabellone principale. CHE ESTATE Il Tour avrà 20 tappe, con 38 tornei (19 maschili e 19 femminili), nessuno dei quali in Italia. La grande novità è un ritorno, quello di Swatch che non sponsorizzerà tutto il tour, ma solo tre tornei denominati Major, con 800.000 dollari di montepremi, il primo dei quali a Parenzo, in Croazia, dal 2 al 7 giugno (gli altri a Gstaad e Stavanger) oltre alle Finali del World Tour (altra bella novità), in programma a Fort Lauderdale, negli Stati Uniti, dal 29 settembre al 4 ottobre. E sempre Swatch sarà l’Europeo di Klagenfurt (28 luglio-2 agosto). Anche se l’appuntamento più importante dell’anno sono i Mondiali in Olanda, dal 26 giugno al 5 luglio. Con torneo per la prima volta programmato su 4 sedi (Amsterdam, Rotterdam, Apeldoorn, L’Aia), e per il quale sono cambiati i criteri di qualificazione. Noi portiamo 2 coppia: Lupo-Nicolai e Menegatti-Orsi Toth che nella prima fase saranno entrambe in campo a Rotterdam. m.sal. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Atletica R La maratona di Boston
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A sinistra l’arrivo di ieri di Desisa, 25 anni. Sopra quello del 2103 REUTERS
HANDBIKE: VINCE LA PORCELLATO UOMINI: 1. DESISA (ETI) 2H09’17”; 2. TSEGAY (ETI) 2H09’48”; 3. CHEBET (KEN) 2H10’22”; 4. KIPYEGO (KEN) 2H10’47”; 5. W. KORIR (KEN) 2H10’49”; 6. CHEPKWONY (KEN) 2H10’52”; 7. RITZENHEIN (USA) 2H11’20”; 8. KEFLEZIGHI (USA) 2H12’42”; 9. TOLA (ETI) 2H13’35”; 10. SHAFAR (UCR) 2H13’52”; 15. GOFFI 2H18’44”.
DONNE: 1. C. ROTICH (KEN) 2H24’55”; 2. M. DIBABA (ETI) 2H24’59”; 3. DEBA (ETI) 2H25’09”; 4. LINDEN 8USA) 2H25’39”; 5. CHEROP (KEN) 2H26’05”; 6. KILEL (KEN) 2H26’40”; 7. KEBEDE (ETI) 2H26’52”; 8. DEMISE (ETI) 2H27’14”; 9. FLANEGAN (USA) 2H27’47”; 10. CHEPKIRUI (KEN) 2H29’07”. HANDBIKE. DONNE: 1. PORCELLATO 1H34’12”
Desisa si riprende la medaglia 1L’etiope vinse a Boston nel 2013, ma riconsegnò il trofeo alla città dopo l’attentato Massimo Lopes Pegna CORRISPONDENTE A NEW YORK
N
on sarà mai più una maratona normale, quella di Boston. Non potrà esserlo. Non dopo le bombe del 2013, i tre morti e i 264 feriti sul selciato di Boylston street. Ieri erano in trentamila di corsa sulle strade sacre alla storia d’America nel giorno dei Patrioti; alcune centinaia di migliaia schierate lungo il percorso mozzafiato di una maratona che per l’altimetria di pazzo saliscendi non può essere omologata nei libri dei record. Nel 2014 fu la corsa della ripresa e della riscossa, oltre che quella del ricordo. Da ieri è diventata soprattutto quella della memoria e sarà così per sempre. LA STORIA L’anno passato vinse l’argento olimpico di Atene 2004 (alle spalle di Baldini) e re di New York 2009, Meb Ke-
flezighi, un ex profugo eritreo che aveva vissuto anche in Italia, ma di cittadinanza Usa. Non ci poteva essere un finale più commovente, perché un americano non trionfava dal 1983. Infatti, Meg pianse. Ieri era il momento di Lelisa Desisa, l’etiope che arrivò primo a
Boylston street nel giorno dell’inferno di due anni fa molte ore prima degli scoppi. Nelle foto di quei momenti sorrideva felice con l’alloro in testa e la medaglia al collo. Non poteva ancora sapere che sul suo successo avrebbe pesato un asterisco. Nell’aprile scorso decise di
La vincitrice 2015, la keniana Caroline Rotich, 30 anni REUTERS
restituire quella medaglia e donarla alla città, perché voleva guadagnarne un’altra che non avesse tracce di sangue. LA STRATEGIA Il venticinquenne etiope ha corso al coperto riparandosi dalla pioggia e dal freddo della prima parte di gara. Il più veloce dei partecipanti, il keniano Patrick Makau, aveva tolto il disturbo presto: si era ritirato dopo appena cinque chilometri. Lelisa conosceva bene il tracciato e ha atteso il momento propizio: arrivato poco dopo il 35° chilometro. Si è messo in testa al plotone dei nove atleti migliori e ha allungato il passo. Due del terzetto ancora alle costole, i keniani Wilson Chebet e Wesley Korir, hanno ceduto poco dopo. L’ultimo a resistere alla sua sferzata è stato l’eritreo Samuel Tsegay. A due chilometri dal traguardo, Desisa aveva la faccia di chi stava facendo una piacevole passeggiata. Ha dato un altro colpetto all’acceleratore ed è bastato: è rimasto da
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● mila i partecipanti nella maratona di Boston a numero chiuso, quasi un milione ai lati della strada che porta da Hopkinton al centro di Boston
solo con ai lati due ali di folla impazzita. Ha trovato le energie per salutare: prima con la mano destra, poi con la sinistra. Ha riconquistato Boston in 2h09’17”, non un tempone, comunque più rapido del 2013 (2h10’23”). «C’era pioggia e vento, non si poteva andare più forte di così», raccontava. E poi con parole semplici spiegava come aveva fatto a bissare il trionfo: «Ho spinto dopo il 35°, chilometro e sono rimasto solo. Questa è per te, Boston». Secondo Tsegay (2h09’48”), terzo Chebet (2h10’22”). LE DONNE Fra le donne ha vinto la keniana Caroline Rotich (2h24’55”), che ha percorso
gli ultimi chilometri scortata soltanto dalle etiopi, Bizunesh Deba e Mare Dibaba. Nel finale, come Desisa, ha allungato e fatto il vuoto. GOFFI Ottima la gara dell’azzurro Danilo Goffi che a 42 anni ha regolato la categoria Masters (così come a New York lo scorso novembre) piazzandosi 15° assoluto in 2h18’44”. Quella di Desisa è stata una cavalcata di gloria. Un altro finale che scoperchia sentimenti di profonda tristezza, ma riporta anche il sorriso. Il responsabile dell’attentato insieme al fratello ucciso in quei giorni, Dzhokhar Tsarnaev, è stato condannato l’8 aprile e attende di conoscere il suo destino: ergastolo o pena di morte. Il cerchio si è chiuso. E’ come se il film si fosse riavvolto. Quando Desisa tagliò il traguardo nel 2013, Boston non era ancora in guerra: ora è un po’ come essere ripartiti da quell’atmosfera di pacifica serenità. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Olimpiadi R L’intervista mi tranquillizzo proprio pensando alle straordinarie conoscenze del Coni: con il suo knowhow Roma non teme nessuno. A patto che vinca innanzitutto la sfida con se stessa».
«Cari sindaco e Coni, cooperate» La ricetta di Truno il facilitatore
Meglio costruire impianti che durino nel tempo o ricorrere a soluzioni smontabili? «Credo che vada costruito con un senso: ben vengano impianti da lasciare in eredità ai cittadini, ma che siano davvero utilizzati. Altrimenti, meglio smontare e risparmiare sulla manutenzione».
1Il consulente strategico di Marino per Roma 2024 disegnò i Giochi di Barcellona «Con la visione del Comune e le conoscenze del Comitato non temiamo nessuno»
Alessandro Catapano ROMA
L
a fama lo precede: un guru per gli estimatori, un dittatore per i detrattori. «Per favore, né l’uno né l’altro: io in questa storia mi sento più un facilitatore». Preparato e intelligente, pesa ogni parola, evita accuratamente di fare il passo più lungo della gamba. «Non devo insegnare il mestiere a nessuno, ma aiutare Roma a costruire una proposta convincente. Perciò, fino ad ora, ho ascoltato molto e parlato poco. Nei prossimi giorni cominceremo un’immersione
R«Impianti duraturi
solo se verranno utilizzati anche dopo. Altrimenti meglio smontabili»
profonda da cui riemergeremo solo quando avremo le risposte ad una serie di domande: perché i Giochi a Roma? Come li faremo? E per farci cosa? Enric Truno y Lagares, 65 anni, ingegnere chimico. Per un ventennio assessore a Barcellona,
«disegnò» i Giochi del 1992. Per la prima volta parla da consulente strategico del sindaco Marino per Roma 2024. Perché ha accettato questa sfida? «Perché ho subito condiviso con il sindaco stile e strategie. Oggi la parola d’ordine è la stessa di Barcellona, la “città”: come farla, aprirla e riequilibrarla. L’altro “obbligo” che abbiamo è condividere il nostro progetto con i cittadini, farlo nascere dal basso. Se non saremo in grado di convincere i romani, come faremo a convincere il Cio? Ovviamente, dovremo conciliare il progetto della Giunta con i requisiti olimpici. Perché non di-
mentichiamoci che i Giochi sono fatti innanzitutto per gli atleti». Il primo approccio con il Coni non è stato dei migliori... «Io sono convinto che la città dialogherà con il Coni in modo proficuo. Lo stesso Marino è consapevole che va instaurato un rapporto sincero. A entrambi suggerisco: non dovete competere, ma cooperare». Malagò proprio ieri ha detto di temere “la capacità tipicamente italiana di farci del male da soli”. «Io invece non sono preoccupato. Anzi, quando mi dicono che Parigi ha più impianti di Roma,
MALAGÒ E QUEL «FUOCO AMICO» ● Parigi? No, la vera avversaria di Roma è... Roma, o meglio «il fuoco amico, dovrò stare attento — dice il presidente del Coni Malagò —. Noi italiani siamo capaci di farci del male da soli e quindi fino all’ultimo dovremo avere un dossier credibile».
A proposito di costi, lei ci crede ad una candidatura low cost? «Io credo nel valore dell’austerità, ma anche in quello della completezza». L’arrivo della maratona sotto l’Arco di Costantino, come nel 1960? «Perché no? Ogni città deve sfruttare i suoi punti di eccellenza, è il mondo che vuole ammirarli. E Roma ne ha tanti da mostrare...». © RIPRODUZIONE RISERVATA
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MARTEDÌ 21 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
MARTEDÌ 21 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
TUTTENOTIZIE POLEMICHE A SOCHI
SportAccord attacca il Cio Atletica e tiro lasciano ● L’austriaco Marius Vizer, presidente mondiale del judo e di SportAccord, che raggruppa 107 organizzazioni sportive, critica il Cio «di frenare le iniziative» dell’organismo da lui presieduto. A Sochi — dove si sono ritrovati i massimi i dirigenti sportivi per la consueta kermesse — atletica e tiro si dimettono dall’organismo, ed altre 14 federazioni (tra le più importanti come Fifa, Fina, Fisa) prendono le distanze da Vizer e stanno dalla parte del presidente del Comitato olimpico internazionale, Thomas Bach. Prova a mediare, a ricucire i rapporti il presidente russo Vladimir Putin, amico di Vizer (aspirante membro Cio ma ormai senza speranze) per via della sua passione per il judo: obiettivo tenere unite le federazioni internazionali e sostenere i progetti di Bach, ricevuto proprio ieri dal leader russo che si è garantito il ritorno di SportAccord per il 2016. Intanto oggi nella città che ha ospitato i Giochi 2014, esecutivo Asoif che prenderà le distanze da Vizer, mentre arriva la delegazione italiana di Roma 2024 guidata da Giovanni Malagò per sostenere la candidatura.
BASEBALL
dei quarti di finale alle ore 20,45: Pieve-Forte dei Marmi, Follonica-Cgc Viareggio, BassanoBreganze, Trissino-Valdagno. Gara 2 a campi invertiti giovedì 23, eventuale gara 3 sabato 25.
India: muore in campo colpito da un compagno 1Keshri, 19 anni, crolla, si riprende ma dopo 3 giorni il suo cuore si ferma. Giallo sui soccorsi
U
n giocatore indiano di cricket di 20 anni è morto dopo il ricovero, a causa di un violento scontro con un avversario durante un match a Calcutta. L’incidente è avvenuto tre giorni fa quando Ankit Keshri, che militava per l’East Bengal Club e che in passato era
PALLANUOTO
World League Il Setterosa cerca le finali
Alex Torres e il nuovo cappellino
● Ad Avezzano, oggi, il Setterosa conoscerà il suo destino. Nel centro federale in provincia di L’Aquila, la sfida con la Russia vale l’accesso alla Final Eight di World League (Shanghai, 9-14 giugno). Senza una vittoria o una sconfitta ai rigori, in questa 6a e ultima giornata, bisognerà guardare i risultati dell’altro girone europeo, perché oltre alle capolista si qualifica pure la migliore seconda. «Confidiamo in una piscina piena per battere una delle squadre più forti», dice il c.t. Fabio Conti. È un esame durissimo: nella sfida del 27 gennaio, a Kirishi, le russe si imposero 11-8. Gir. A: Italia-Russia(ore 20, dir. RaiSport 2), FranciaUngheria. Class.: Italia 12; Russia 11; Ungheria 7; Francia 0. Gir. B: Germania-Olanda, Spagna-Grecia. Class.: Olanda 12; Spagna, Grecia 9; Germania 0. Le azzurre: Gorlero, Teani, Barzon, Queirolo, Tabani, Aiello, Garibotti, Di Mario, Cotti, Bianconi, Emmolo, Pomeri, Frassinetti.
Aleksandra Cotti, 26 anni EPA
squadra, Sibsagar Singh, ha provato a rianimarlo con la respirazione bocca a bocca, ma non c’è stato niente da fare: «In un primo momento non respirava, ma si trovava in cona: poi sembrava rianimarsi». I leggersi segnali di ripresa sono durati pochi istanti, le condizioni si sono improvvisamente aggravate subito dopo, e nonostante il rapido trasferimento nel reparto di terapia intensiva ed un successivo trasferimento ad un altro ospedale, il Nightingale Hospital, il battitore indiano domenica non c’è la fatta.
stato selezionato per la nazionale indiana under 19 che ha partecipato alla Coppa del Mondo 2014 di categoria, ha violentemente urtato un compagno di squadra durante un’azione di gioco della sfida tra East Bengala e Bhowanipore. A causa dell’impatto è caduto a terra e ha perso i sensi. Secondo i medici è stato colpito da un attacco cardiaco.
POLEMICHE E PRECEDENTE Ci sono polemiche sul perché inizialmente il giocatore, grande speranza del cricket indiano, fosse stato portato in un pronto soccorso generico: «Non si capisce questa decisione» accusa il dottor Arpan Chowdhury. Il padre, Raj Keshri, rivela che «domenica mio figlio aveva ripreso conoscenza, parlava, anche se aveva febbre alta e nausea». L’ex stella del cricket, Sachin Tendulkar ha espresso il suo dolore per «un promettente campione ed una carriera bruscamente interrotta da uno sfortunato incidente». Anche dal più alto funzionario statale eletto nel Bengala occidentale, Mama Banerjee «prega per la morte di un giovane così bravo». Il suo caso ricorda quello del campione australiano Phil Huges, di 25 anni, morto lo scorso novembre dopo essere stato colpito da una pallina alla testa durante una partita a Sidney. r.c.
POLEMICHE Un compagno di
© RIPRODUZIONE RISERVATA
La salma di Ankit Keshri, 19 anni, viene trasportata al cimitero AP
Mlb: debutta il cappello protettivo
● Al Citi Field, diamante dei NY Mets, nel match contro Miami sul monte s’è visto per la prima volta un lanciatore, Alex Torres, con il cappellino protettivo: esteticamente non è un granché, ma almeno è garanzia di sicurezza in caso di violenti rimbalzi. Intanto Andrew McKirahan (Atlanta) è stato squalificato per 80 partite per doping. COLABELLO E LIDDI (m.c.) In triplo A il prima base Colabello ha battuto contro Lehigh Valley il 2° fuoricampo della stagione, chiudendo a 1/4. In doppio A Alex Liddi, schierato da Arkansas in seconda, batte un fuoricampo da 3 punti contro Frisco (2/4). La sua media sale a 111 (3/27). Prima vittoria dell’anno infine per Da Silva (Dunedin, singolo avanzato), dopo un rilievo di 2,2rl contro Brevard County. ● OTTIMO MAESTRI Nella vittoria 4-1 dei suoi Orix Buffaloes (Npb) sui Saitama Seibu Lions, a Kobe, davanti a 26.000 spettatori, Alessandro Maestri è stato protagonista di un’ottima prestazione: salito al 4° inning, l’azzurro ci è rimasto per 3.2 inning, con 6 strike out, 2 valide e 0 punti. I Buffaloes sono ultimi (5-14).
1HOCKEY PISTA: VIA AI PLAYOFF (m.nan) Iniziano stasera i playoff scudetto con gara 1
CRICKET
NUOVA DELHI (INDIA)
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IPPICA
Olympiatravet sabato in Svezia per Princess Grif
Princess Grif è figlia di Varenne ● Tanta italia sabato ad Aby (Goteborg) nell’Olympiatravet, vinta da Varenne nel 2000, demolendo General du Pommeau che lo aveva battuto nell’Amérique, e nel 2002 dominando. E proprio una figlia di Varenne, Princess Grif, sarà la punta azzurra della spedizione dopo l’ottimo secondo posto di sabato a Enghien nell’Atlantique vinto da Moving On. In Francia ha guidato Andreghetti, stavolta sale in sulky Orjan Kihlstrom e questo ingaggio di Princess potrebbe comprometterne la partecipazione al Lotteria. L’altro italiano è Oasis Bi (da Toss Out), stabilmente attivo in Svezia dove sabato a Mantorp ha ottenuto il terzo successo consecutivo. Di gestione italiana (allenatore Roberto Donati) la coppia francese Roxana de Barbray e Voltiguer de Myrt. OLYMPIATRAVET (m 2140): 1 Roxana de Barbray (L. Donati); 2 Support Justice (Gundersen); 3 Princess Grif (Kihlstrom); 4 El Mago Pellini (Kolgjini); 5 Obi Wan (Fleming); 6 BBS Sugarlight (Untersteiner); 7 On Track Piraten (Adielsson); 8 Oasis Bi (B. Goop); 9 Voltiguer de Myrt (G. Gelormini); 10 Maven (J. Takter)
HOCKEY GHIACCIO
Supplementare L’Italia batte l’Ucraina 2-1 ● (s.b.) L’Italia, nella 2a giornata dei Mondiali 1a Divisione gruppo A di Cracovia, dopo il successo sulla Polonia, batte l’Ucraina con lo stesso 2-1, ma al t.s. Decide, dopo l’1-0 di Ihnacak, a segno già coi padroni di casa, un gol di Insam dopo 16” del t.s. (prova video). Oggi pausa, domani l’Ungheria. Italia-Ucraina 2-1 t.s. (0-0, 11, 0-0, 1-0). Marcatori: s.t. 4’25” Ihnacak (I), 6’25” Zacharow (U); t.s. 0’16” Insam (I). Italia: And. Bernard (Tragust); Hofer, Hofler; Sullivan, Marchetti; M. Zanatta, Egger; Trivellato; Gander, Ant. Bernard, J. Ramoser; Insam, Ihnacak, Di Casimirro; Frigo, Morini, D. Kostner; L. Zanatta; Falicetti, Andergassen, Frei. All. Mair. Tiri: 33-19. Altre: Kazakistan-Ungheria 5-0; Polonia-Giappone 2-0. Classifica: Kazakistan 6; Italia 5; Ungheria, Polonia 3; Ucraina 1; Giappone 0. ● IN NHL Così domenica (completamento) nei quarti di Conference. Eastern: OttawaMontreal 1-2 t.s. (serie 0-3). Western: Chicago-Nashville 42 (serie 2-1); CalgaryVancouver 4-2 (serie 2-1).
ATLETICA STAFFETTE TRICOLORI POKER DELLA BRACCO Assegnati a Jesolo (Ve) i primi titoli italiani del Challenge staffette: tra le donne dominio della Bracco Milano, capace di quattro titoli su cinque. Uomini. 4x100/4x200: 1. Riccardi 41”65/1’38”72. 4x400: Cento Torri 3’26”89. 4x800/4x1500: 1. Atl. Imola 8’04”85/17’08”23. Donne. 4x100/ 4x200/ 4x400/ 4x800: 1. Bracco 48”65/1’41”70/3’57”40/9’21”92. 4x1500: 1. Atl. Mogliano 20’36”41. ● PISTA ITALIA (si.g.) A Misano Adriatico (Rn), record italiano allievi del decathlon di Michele Brini (Atl. Imola) con 6336 punti. A Brusaporto (Bg), Cds marcia pista. Uomini. 10.000: Fortunato 42’22”91. Donne. 10.000: Curiazzi 45’52”22; Colombi 48’32”71. A Cremona. Donne. Disco: Capoferri 51.34. A Pomezia (Rm). Uomini. 150 (+0.1)/300: Beltramini 16”36/34”70. A Pinerolo (To). Donne. 200 hs: Marchiando (j) 28”84. A S. Giovanni Lupatoto (Vr). Cadette. Alto: Pavan (2001) 1.70. ● ITALIANI NEGLI USA (si.g.) A Waco. Uomini. 800. II: Akil 1’51”49. A Charlotte. Uomini. 100 (-0.7)/200 (+0.7): 7./2. Raiteri 10”85/21”59. A North Field. Uomini. Martello: Ferretti 67.48. A Walnut. Uomini. 200. II (+2.3): 7. Spanò 21”62. Donne. 10.000: 13. Del Fava 34’50”00. A Sioux City. Donne. Disco: 2. Zanini 47.14. A Logan. Donne. 200/100 hs: 2./3. Rockwell 24”60/14”65. ● CIAO MAURREN (m.can.) La 38enne brasiliana Maurren Maggi, oro olimpico a Pechino 2008 nel lungo, non disputerà i Giochi di Rio 2016: prima del ritiro, in luglio, gareggerà ai Panamericani di Toronto.
BASEBALL ●
IN CANADA (r.r.) Quattro cubani firmano per la lega canadese: Yunieski Gourriel, Yordan Manduley, Alexei Bell e Ismel Jimenez, giocatori del cub campione nazionale Ciego de Avila.
BOXE ●
MONDIALI E AFFINI (r.g.) Ad Arlington (Usa) Terence Crawford (Usa 26) batte Thomas Dulorme (P.Ric., 22-2) ko 6 e conquista il vacante Wbo superleggeri. A Carson (Usa), Oscar Escandon (Col, 24-1) mantiene l’interim Wba supergallo su Flores (Mes, 22-1) split decision; nei mediomassimi Cesar Chavez jr. (Mes, 48-2-1) cede a Fonfara (Pol, 27-3), per kot 9 e perde l’Internazionale Wbc. A Liverpool (Gb) il locale Mathews (38-9-2) batte Luis (Can, 19-3) per l’interim Wba leggeri. A Verona (Usa) Lucas Matthysse (Arg, 373) supera Ruslan Provodnikov (Rus, 244) ai punti (md) e mantiene il Silver superleggeri Wbc. ● USYK (r.g.) A Kiev (Ucr), il locale Olex Usyk (6), oro di Londra, mantiene l’Intercontinentale massimi leggeri Wbo battendo Andry Knyazev (Rus. 11-2) ko 8. ● ESPOSITO NO (r.g.) A Barcellona (Spa), l’ex tricolore Samuele Esposito (19-3), fallisce per la seconda volta il tentativo di conquistare la cintura vacante Ue superleggeri contro il locale Sandor Martin (22-1) apparso miglior tecnico, p. 12.
GHIACCIO ●
TRIGLAV TROPHY Al 24° Triglav
Trophy di figura, a Jesenice (Slo), terzi posti di Maurizio Zandron (con un buon 170.44) e Ilaria Nogaro. Uomini. Finale: 1. (1.2.) Martinez (Phi) 181.84; 3. (3.4.) Mau. Zandron 170.44; 5. Mar. Zandron 147.44; 6. (6.6.) Betti 115.01. Donne. Finale: 1. (1.1.) Nakashio 148.44; 3. (3.3.) Nogaro 120.36.
HOCKEY IN LINE ●
FINALE (m.l.) Si apre oggi (ore 20.30) al Quanta Village milanese la serie di finale (al meglio delle 5) tra i tricolori del Milano24 e il Cus Verona.
IPPICA ●
IERI 7-12-6-14-13 A Follonica (m 1600): 1 Polluce Caf (D. Di Stefano) 1.12.2; 2 Ribelle Op; 3 Overkam Bi; 4 Narciso Vl; 5 Procella Marina; Tot.: 6,90; 2,50, 2,00, 4,11 (50,37). Quinté: 5.777,56. Quarté: 1.539,41.Tris: 371,53. ● OGGI QUINTÉ A ROMA A Capannelle (inizio convegno alle 15.45) scegliamo Tender Fantasy (2), Cuore di Tenebra (1), Alonset (4), Dreamlifter (3), Lana Pavilla (8) e Patos d’Amore (11). ● SI CORRE ANCHE Trotto: San Giovanni Teatino (15), Trieste (15.10) e Albenga (15.45).
NUOTO ● PRODIGIO RUSSO (al.f.) Ai campionati russi di Mosca, la 16enne Daria Ustinova vince i 200 dorso con il nuovo record mondiale juniores: 2’07”29 (2° t. 2015). Vladimir Morozov nuota 48”36 nelle semifinali dei 100 sl (Izotov 48”59). Uomini: 100 do Rylov 53”17, Tarasevich 53”84; 200 ra Chupkov (17) 2’10”80, Khomenko 2’11”02; 200 mx Gorbunov 2’01”98. Donne: 100 sl Lovtsova 54”15, Popova 54”32; 400 sl Opyonysheva (16) 4’09”91.
RUGBY CHAMPIONS: FINALE FRANCESE (ro.pa.) E’ già corsa al biglietto per i tifosi di Tolone e Clermont in vista della finale di Champions Cup del 2 maggio a Twickenham. Il Tolone ha raggiunto i connazionali superando 25-20 ai supplementari il Leinster (decisiva meta di Habana) a Marsiglia: inseguirà il 3° trionfo consecutivo, senza precedenti. ● CRUDEN K.O. (ro.pa.) Probabile addio alla Coppa del Mondo per Aaron Cruden, apertura All Blacks: rottura del crociato anteriore sinistro in Super 15 tra i suoi Chiefs e i Crusaders. Tempi di recupero stimati in sei mesi e Inghilterra 2015 scatterà il 18 settembre.
TRIATHLON ●
SUPER MOLINARI (al.f.) Giulio Molinari, campione europeo di distanza media, vince il triathlon lungo di Cannes (Fra) in 3h46’33”.
VELA ●
COPPA AMERICA (r.ra) Gli organizzatori della 35a America’s Cup annunciano il formato del 2017 alle Bermuda. In precedenza le qualificazioni degli sfidanti si sarebbero dovute fare a Auckland. Oracle dice sì alle qualificazioni (2 round robin). I primi 4 parteciperanno ai Challengers Palyoff (semifinali e finali) e il 1°sfiderà Oracle nelle regate di Coppa America.
AVVISO RELATIVO AGLI APPALTI AGGIUDICATI I.1) AMMINISTRAZIONE AGGIUDICATRICE: 1000 MIGLIA Srl - Via Enzo Ferrari, 4/6, 25134 Brescia. Tel. 0302318211. Fax 0302319288. II.1.4) OGGETTO DELL’APPALTO: Specifici servizi strumentali allo svolgimento della gara automobilistica di regolarità con partecipazione di vetture storiche, denominata “Mille Miglia”, nonché della connessa manifestazione denominata “Tribute”, relative all’edizione 2015, anche con posa in opera di forniture. CIG n. 6019314F09. IV.1) TIPO DI PROCEDURA: Ristretta accelerata. IV.2) CRITERI DI AGGIUDICAZIONE: offerta economicamente più vantaggiosa. V.1) DATA DI AGGIUDICAZIONE: 24 febbraio 2015. V.2) NUMERO DI OFFERTE PERVENUTE: 4. V.3) SOCIETA’ AGGIUDICATARIA: RTI tra ICET STUDIOS Srl e APP EVENTI Srl - Via Ingegnoli, 40 - 20093 Cologno Monzese (Mi). V.4) INFORMAZIONE SUL VALORE DELL’APPALTO. Valore totale inizialmente stimato dell’appalto: Valore: 730.000 EUR.(oneri fiscali esclusi). Valore finale totale dell’appalto: Valore: 644.000 EUR. (oneri fiscali esclusi). VI.4) DATA DI SPEDIZIONE ALLA G.U.U.E.: 7 aprile 2015. Il Responsabile del Procedimento - Dr Roberto Pagliuca
Unione Europea
COMUNE DI GIUNGANO (SA)
Alex Frei, 21 anni PATTIS
Piazza Veneto 9, Tel. 0828 880285 - www.comunegiungano.gov.it ESITO DI GARA Prot.n. 931 del 18/03/2015 Bando n. 3019 del 08/08/2014 per Affidamento Servizi di Ingegneria ed Architettura inerenti lavori di “Realizzazione di una Strada di Collegamento con l’area P.I.P. e di una struttura finalizzata allo sviluppo, all’allocazione di micro imprese e alla gestione centralizzata di servizi” Aggiudicazione definitiva determina n. 68 del 13/03/2015. Offerte pervenute 14. Escluse 0. Aggiudicatario Ing. De Blasis Giuseppe, capogruppo mandatario RTP, via S.Angelo, 10, Campolattaro (BN). Importo aggiudicazione € 139.758,87. Ribasso 25%. Il responsabile del servizio/procedimento - Geom. Gaetano Mandia
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oppure nei giorni feriali presso l’agenzia:
Milano Via Solferino, 36 tel.02/6282.7555 - 7422, fax 02/6552.436 Si precisa che ai sensi dell’Art. 1, Legge 903 del 9/12/1977 le inserzioni di ricerca di personale devono sempre intendersi rivolte ad entrambi i sessi ed in osservanza della Legge sulla privacy (L.196/03).
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Chi sono? L’operazione si chiama “Glauco 2”, la conduce la Procura di Palermo. Sono finiti dentro 24 uomini. La base operativa era nel centro Cara di Mineo (Catania), il più grande d’Europa. I componenti dell’organizzazione sono etiopi, eritrei, sudanesi e libici. Un’altra centrale era a Villa Sikania nel comune di Siculiana, in provincia di Agrigento. Il personaggio più importante è un egiziano di nome Mohamed Badawy Ramzy, di 49 anni, che sarebbe l’organizzatore dei viaggio di 453 migranti sbarcati a Messina sabato scorso. L’etiope Ermias, responsabile del tragico naufragio del 3 ottobre di due anni fa (366 morti), colpito da mandato di cattura, è invece latitante. Poi c’è Ashgedom Ghermay, etiope anche lui, soprannominato “Amice”, che, dopo aver chiesto asilo politico nel 2013, si occupava dell’ultima tratta del viaggio e, soprattutto, reclutava e sistemava nei vari centri suoi agenti, capaci di organizzare le fughe dalle strutture di accoglienza. Un altro dei latitanti si chiama Mered Medhanie, 34, vita di lusso a Tripoli. Lo si sente ridere in un’intercettazione: «Dicono di me che ne faccio salire sempre troppi sui barconi... Ma sono loro che vogliono partire subito».
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IL FATTO DEL GIORNO L’EMERGENZA UMANITARIA ● 1 La nave della Guardia costiera italiana a Malta con i cadaveri recuperati nel Canale di Sicilia; ● 2 Migranti aggrappati a pezzi di imbarcazione dopo il naufragio di Rodi; ● 3 Prima pagina del francese Libération; ● 4 Il New York Times dedica l’apertura al naufragio e al vertice di Renzi AFP-ANSA
Come possiamo annientare i trafficanti senza dignità 5 che gestiscono i barconi?
Renzi ieri ha tenuto un’altra conferenza stampa. Sì, insieme col primo ministro maltese Joseph Muscat. Ha ribadito che ci vuole un’iniziativa europea, che non possiamo sbarcare truppe in Libia e non possiamo neanche, senza un mandato internazionale, affondare a cannonate i barconi ormeggiati nei porti libici, essenziali per il loro business. Il presidente di turno della Ue, Donald Tusk, ha convocato, sull’immigrazione, un consiglio europeo straordinario per giovedì (ma di questo parliamo meglio qui a fianco). Intanto, il leader della Lega Salvini continua a rilanciare l’idea del Blocco Navale. Di cosa si tratterebbe? È un tipo di azione militare finalizzata a impedire l’accesso e l’uscita di navi dai porti di un territorio. Nella formula proposta da Salvini, fregate, corvette e pattugliatori posizionati a tre miglia dalle coste libiche e coordinati da una nave da assalto anfibio tipo San Giorgio dovrebbero controllare l’area costiera intorno ad al-Zawiya, la più vicina a Lampedusa, da dove salpa la gran parte dei barconi. Secondo Renzi, gli scafisti andrebbero a nozze con questa soluzione: metterebbero le barche in mare e chi fa il blocco sarebbe costretto a prendere i migranti.
1A Palermo 24 arrestati. E anche i 2 scafisti tra i 28 sopravvissuti
I morti dell’ultima ecatombe salgono a 950. A Rodi altro naufragio
di GIORGIO DELL’ARTI gda@gazzetta.it
I morti del grande naufragio sono forse addirittura novecento: un sopravvissuto del Bangladesh, ricoverato a Catania e subito ascoltato dai magistrati, ha detto che a bordo c’erano non 700, ma 950 persone. Numero inimmaginabile se si confronta con le dimensioni del barcone.
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Li tenevano chiusi nella stiva. Sì, e quando la barca s’è rovesciata non hanno avuto scampo. Alcuni di quelli che si sono salvati hanno raccontato di essersi aggrappati ai cadaveri che galleggiavano. Le salme per ora recuperate sono 24: la nave della Guardia costiera italiana le ha trasportate a Malta. E tra i sopravvissuti ci sono due scafisti: arrestati, come ha annunciato all’una il
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ministro Delrio a Catania all’arrivo della nave Gregoretti con 27 dei 28 scampati alla morte.
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C’è stata un’altra tragedia a Rodi. Sì un altro barcone proveniente dalla Turchia e che puntava alla Grecia. I morti accertati finora sono tre, e tra questi c’è un bambino. Ma, secondo i media greci a bordo dell’imbarcazione, abbandonata dagli scafisti a metà tragitto, potevano essere in 200 e quelli salvati sono 93. I testimoni che al momento del naufragio si trovavano sulla spiaggia di Zephyros, di fronte alla quale il barcone ha cominciato ad inabissarsi dopo aver urtato gli scogli, hanno visto persone che si sono buttate in acqua senza attendere i soccorsi. Non basta: nel pomeriggio di ieri l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) ha dato notizia di tre imbarcazioni nel Mediterraneo. Una ha
lanciato una richiesta di aiuto e ha comunicato che 20 persone sono morte. Sarebbero in mare oltre 300 migranti.
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Hanno arrestato parecchia gente, ieri. Esiste una rete che tiene connessi Centro dell’Africa, Libia, la Sicilia, Lazio e Lombardia. I trafficanti organizzano il viaggio dalla sede di partenza fino alla Libia, poi dalla Libia alle coste italiane, quindi dall’Italia ai Paesi del Nord, dove la metà di quelli che arrivano hanno parenti che vogliono raggiungere. Si paga ogni volta, cioè si paga tre volte. La tratta più costosa è la prima, quella che ti porta in Libia: anche 5 mila dollari. Per attraversare il Mediterraneo ce ne vogliono 1.500 (la tariffa è scesa). Per raggiungere Milano e da qui la Germania o la Norvegia o l’Olanda ci vogliono almeno altri 500 euro. L’or-
LA CHIAVE
Il racconto di alcuni sopravvissuti: «Ci siamo aggrappati ai morti per non affondare» Le risate dei criminali nelle intercettazioni: «Le barche strapiene? Vogliono partire subito» ganizzazione fa fuggire i migranti dai campi italiani, li fa dormire un paio di giorni in certi appartamenti affittati apposta, poi li trasferisce in Lombardia. Tutto il movimento (200 mila persone negli ultimi anni) è monitorato e le centrali africane sono sempre informate sul “chi” e sul “come”. Ieri abbiamo saputo qualche nome dei boss di questo traffico. Alcuni di questi sono anche finiti in galera.
IL VERTICE GIOVEDÌ
Renzi all’Ue: «Ora azioni mirate contro gli scafisti»
Il premier ieri a Palazzo Chigi
«D
ire che gli scafisti sono i nuovi schiavisti non è un’espressione a effetto. Tre o quattro secoli fa uomini senza scrupoli facevano commercio di vite umane: sta accadendo esattamente la stessa cosa». Sono queste le parole che Matteo Renzi riserva ai trafficanti di migranti nella conferenza stampa di Palazzo Chigi con il maltese Joseph Muscat. Il premier è pronto a lanciare una dura offensiva: «L’escalation dei viaggi della morte è il segno che siamo in presenza di un’organizzazione criminale che sta facendo tanti soldi e rovinando tante vite. Il nostro Paese non lo può consentire, noi li prenderemo». Ma da sola l’Italia non ce la può fare. Quindi, per l’ennesima volta, Renzi fa appello alla Ue: «Questo è molto più di un naufragio, siamo in presenza di un grave momento di crisi umanitaria. Ho chiesto che l’Europa giovedì dedichi un consiglio ad hoc a questa crisi. Noi presenteremo le nostre proposte concrete, operative. Contro gli scafisti è possibile un’operazione condivisa ma mirata». IL PIANO UE Alla base del vertice straordinario di giovedì ci sarà il piano d’azione europeo sull’immigrazione, presentato dalla Commissione ed approvato ieri a Lussemburgo dai ministri degli Esteri e degli Interni. Le linee guida prevedono il rafforzamento della missione Triton almeno raddoppiando risorse e mezzi a disposizione, nuovi meccanismi di redistribuzione dei profughi, programmi per il rimpatrio «dai Paesi in prima linea» come l’Italia, ma soprattutto prevedono che si compia un «sistematico sforzo per sequestrare e distruggere le barche dei contrabbandieri». Parole che dette due giorni fa da altri (vedi Daniela Santanchè) avevano sollevato un coro di polemiche. e.e. © RIPRODUZIONE RISERVATA
LO STUDIO
LA STRAGE IN LIBIA
La crisi frena gli immigrati Mandano meno soldi a casa 1 Quasi 60 miliardi
di rimesse in 10 anni ma nel 2014 solo 5,3 Le somme più alte in Romania e Cina
C
risi per tutti, pure per ciò chiamiamo «rimesse». Il frutto di lavoro e sacrifici, le somme che i lavoratori stranieri in Italia spediscono verso i Paesi di origine spesso attraversi piccole finanziarie: negli ultimi dieci anni hanno raggiunto
la vertigine di 60 miliardi di euro. Eppure, a leggere un’analisi del Centro Studi «ImpresaLavoro» su elaborazione di dati Bankitalia, si scopre che anche questo settore è in sofferenza. Nel dettaglio, esplorando la ripartizione anno per anno, ecco che le difficoltà complessive del sistema Italia portano a ridurre le rimesse spedite da questi lavoratori alle loro famiglie di origine: dai 7,394 miliardi del 2011 ai 6,833 miliardi del 2012 (-7,6%) e giù fino ai 5,533 miliardi del 2014 (-38%), il livello più basso dal 2007. Utile anche allargare il campo alla geogra-
fia dell’immigrazione in Italia: gli immigranti che hanno trasferito più risorse in patria li trovi in Lombardia (un miliardo e 119,4 milioni), poi ci si trasferisce nel Lazio (985,1 milioni) prima di risalire al nord: Toscana (587,1 milioni), Emilia-Romagna (459,7 milioni), Veneto (426,3 milioni). QUANTE SPEDIZIONI «ImpresaLavoro» ha dovuto navigare in un mare magnum di dati e numeri: nello studio elaborato, contempla cittadini di 176 nazionalità differenti venuti da queste parti per lavorare.
Cristiani uccisi dall’Isis: in fuga dall’Etiopia
I MILIONI SPEDITI ALL’ESTERO 7.394
6.833
6.572 2010
5.545 2011
2012
5.333
2013
I PRINCIPALI PAESI DI DESTINAZIONE
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(16,4)
(15,4)
(6,7)
(6,1)
(4,7)
ROMANIA
CINA
BANGLADESH
FILIPPINE
MAROCCO
DATI IMPRESALAVORO IN MILIONI DI EURO/GDS
Quanto alle diverse nazionalità, si scopre che il flusso maggiore di denaro è partito dall’Italia direzione Romania: 876 milioni guadagnati qui e spediti in patria. E dopo i lavoratori romeni, immancabili, i cinesi (819 milioni). Più distanziata,
la comunità del Bangladesh (360), delle Filippine (324), del Marocco (250), del Senegal (245), dell’India (225), del Perù (193), dello Sri Lanka (173) e dell’Ucraina (144). al.mo. © RIPRODUZIONE RISERVATA
● Il cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, li chiama «martiri»: sono i 29 cristiani etiopi uccisi da miliziani dello Stato islamico in Libia, una strage documentata da un video. Ieri è emerso che i copti potrebbero essere migranti diretti in Europa e in fuga dall’Etiopia, 22° Paese al mondo per persecuzione ai cristiani secondo Portes Ouvertes France. «Se la notizia sarà confermata, sarà un avvertimento per le persone che vogliono rischiare un viaggio in Europa», osserva Adis Abeba.
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MARTEDÌ 21 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
RACCONTARE I PAPI IN RIMA ROMANESCA: BRAVO PAPÀ
Shock a Barcellona Tredicenne uccide il prof con la balestra
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1Il folle gesto del ragazzo a scuola: quattro i feriti
DIVERSAMENTE AFFABILE di FIAMMA SATTA
a parola “tortura” mi fa sempre venire in mente Pilo Albertelli, eroe della Resistenza torturato a Via Tasso dai nazisti e trucidato alle Fosse Ardeatine. Era stato professore liceale di Storia e Filosofia di mio padre, un ingegnere edile, classe 1923, che lo ha sempre considerato un punto di riferimento «per avermi in tempi oscuri illuminato la mente». Papà ha usato queste parole riferite al suo professore nei ringraziamenti inseriti nel suo primo libro appena uscito: Storie de Papi. Effetti collaterali (Gangemi editore), una documentata, gustosissima e sferzante storia del Papato da San Pietro a Papa Francesco in rima romanesca, alla maniera del Belli. Al libro è allegato un dvd nel quale Carlo Verdone, Valerio Aprea, Filippo Scicchitano, Emanuele Salce, Massimo Wertmüller e Paola Minaccioni leggono alcuni capitoli, tra i quali quello intitolato «Inquisizione», a proposito di tempi oscuri e di torture. Come non essere orgogliosa di mio padre che alla sua età ha composto una tale impresa? Eravamo insieme in vacanza quest’estate e mentre io facevo esercizi muscolari in piscina lui scriveva, rileggeva, correggeva, toglieva… Io rinforzavo le gambe e lui la sua mente di splendido 91enne.
«Storie de Papi. Effetti collaterali», di Vittoriano Satta (Gangemi)
Amava le armi. Una compagna: «Strage annunciata»
NOTIZIE TASCABILI DECRETO IN GRECIA
Tsipras fa cassa con i contanti degli enti statali ● La Grecia in crisi ha deciso di ottenere il massimo nel suo territorio e ha messo le mani sui soldi degli enti pubblici. Il governo di Alexis Tsipras ha infatti emanato un decreto legge che obbliga tutti gli enti pubblici e le imprese a capitale pubblico a trasferire le riserve in contanti alla Banca centrale ellenica, compresi i depositi a termine presso i propri conti.
LUNEDÌ SI RIPROVA
Il premier Alexis Tsipras, 40 anni EPA L’obiettivo è reperire le risorse necessarie per far fronte alle prossime scadenze sul debito nei confronti dell’Fmi e di altri creditori. Secondo la stampa finanziaria greca, Atene spera di raccogliere in questo modo circa 3 miliardi. Ma alcuni enti sono pronti a dare battaglia.
SERVONO 1,5 MILIARDI
Whirlpool, rotte Inps, l’idea di Boeri le trattative «Reddito minimo con i sindacati per gli over 55»
La polizia davanti all’istituto Joan Fuster di Barcellona dopo l’irruzione dello studente armato LAPRESSE
Daniele Vaira @danvaira
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petto a finirlo. Il ragazzino avrebbe poi ferito un alunno al torace e una insegnante ad un orecchio. La maggior parte degli studenti si è barricata nelle classi. «Abbiamo messo i banchi contro la porta», ha detto una ragazzina. L’aggressore, che per la legge spagnola non è imputabile, in quanto minore di 14 anni, è stato trasferito nell’unità psichiatrica dell’ospedale Sant-Joan de Deu.
entrato a scuola armato di una balestra, un coltello e una pistola ad aria compressa. Ha ucciso un docente e ha ferito quattro persone, prima di essere fermato e disarmato da un professore di ginnastica. Il protagonista del folle attacco è un ragazzino di 13 anLE SUE PASSIONI Un giovane sini dell’istituto Joan Fuster di lenzioso con una passione per le UNA GRANDE TRAGEDIA, Barcellona. «Aveva minacciato armi, che spesso veniva a scuola FIGLIA DELLA CRISI di uccidere gli insegnanti», ha con dei pantaloni militari. «Ma confidato una sua compagna di da questo a pensare che fosse DELLA NOSTRA SOCIETÀ classe, mentre per il quotidiano capace di fare quello che ha fatE DEI SUOI VALORI: El Mundo il minorenne stava seto...», sono le parole di un inseDOBBIAMO RIFLETTERE guendo un trattamento psichiagnante. Un fan delle serie tv The trico. Aveva mostrato una lista Walking dead e del suo protagocon 25 professori e alunni che nista armato di balestra. ProbaJORGE FERNÁNDEZ DIAZ voleva eliminare, ma nessuno bilmente quella usata dall’adoMINISTRO SPAGNOLO gli aveva dato peso. Tutto è inilescente era stata fabbricata in ziato alle 9 di ieri mattina. Ad casa, grazie a Internet. «Di fronaprire la porta dell’aula al ragazzino è stata la te a questa tragedia dobbiamo riflettere su cosa professoressa di spagnolo che lo ha rimproverato non sta funzionando nella nostra società e su per il ritardo. Il 13enne ha estratto la balestra e quali valori stiamo inculcando ai nostri giovani», l’ha colpita in faccia. Poi si è diretto verso la fi- ha commentato il ministro dell’Interno spagnolo glia, sua compagna di classe, e l’ha ferita ad una Jorge Fernández Diaz. Per un azzardo l’attacco è gamba con una coltellata. Le grida degli alunni avvenuto il 20 aprile. Lo stesso giorno di 16 anni hanno attirato l’attenzione di un insegnante. Era fa si scatenava negli Usa il massacro della Columun supplente di scienze sociali, nella scuola da bine in Colorado. Due studenti uccisero 12 compoco più di una settimana. È stato raggiunto da pagni e un insegnante e poi si suicidarono. un colpo di balestra, ma è stata una coltellata al © RIPRODUZIONE RISERVATA
● Whirlpool conferma la chiusura del sito Indesit di Caserta e il confronto con i sindacati si interrompe. Finisce così il tavolo tra Fim Fiom Uilm e Ugl e i vertici italiani dell’azienda convocato, ieri, dopo l’annuncio del piano che prevede 1.350 esuberi. I sindacati promettono 12 ore di sciopero. Il governo media e convoca le parti per lunedì.
● Il presidente dell’Inps, Tito Boeri, «rivendica il diritto a fare proposte» dell’Istituto e torna a sostenere l’ipotesi di un reddito minimo per gli over 55 che «perdono il lavoro e sono in una condizione di povertà». La proposta da sottoporre a governo e Parlamento dovrebbe arrivare a giugno. L’idea piace al ministro del lavoro, Giuliano Poletti. Si cercano 1,5 miliardi.
I FUNERALI DELLO STORICO RABBINO
La bara di Elio Toaff sotto il colonnato del Tempio Maggiore di Roma ANSA
Toaff, addio a Roma e Livorno Mattarella: «Una via per lui» ● Dai bimbi alle alte cariche dello Stato: tutti per l’ultimo saluto a Elio Toaff, morto domenica a 99 anni, all’ombra del Tempio Maggiore di Roma che per 50 anni l’ha visto rabbino capo. Poi il viaggio verso la sua Livorno per la cerimonia funebre e la sepoltura nella tomba di famiglia. È arrivato l’auspicio del presidente Mattarella, accolto dal Campidoglio: «Si intitoli una via della Capitale a Elio Toaff». Da Oltretevere, il lutto di papa Francesco per «un uomo di pace e di dialogo».
IL PARTITO AI FERRI CORTI
Italicum, il Pd cambia i dissidenti L’opposizione minaccia l’Aventino 1La riforma elettorale
inizia l’iter conclusivo Prevista la sostituzione in Commissione di dieci membri della “sinistra” Filippo Conticello @filippocont
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i attende come il giudizio di dio e, man mano che si avvicina il voto definitivo sull’Italicum, sembra avvicinarsi pure l’armageddon dentro al Pd. Dieci deputati della minoranza saranno sostituiti in Commissione Affari Costituzionali: nessun renziano, tutti critici sulla legge elettorale che lunedì prossi-
Gianni Cuperlo, minoranza Pd, sostituito in commissione Affari Costituzionali
mo atterra alla Camera e, nella compagnia, pure Cuperlo, Bersani e la Bindi. Il dibattito si è incendiato perfino più di prima e si prevedono bracci di ferro e barricate, fino alla mossa più dura immaginata dalle opposizioni. Tutte minacciano l’Aventi-
no di fronte «alla palese volontà di azzerare la discussione», attraverso la sostituzione dei membri democratici. E c’è di più: alla protesta si aggiunge l’azzardo di Scelta civica che valuta seriamente l’uscita dalla stessa Commissione di due pro-
pri elementi. Farebbero parte anche loro della stessa maggioranza di governo. DIVERSE La scorsa settimana in direzione Matteo Renzi aveva messo il lucchetto e portato, di fatto, Roberto Speranza a dimettersi da capogruppo dem alla Camera: per il premier le sorti dell’Italicum (senza modifica alcuna) si sovrappongono a quelle dell’esecutivo. Ma ieri mattina la sua minoranza ha ribadito che la legislatura sarà a rischio se si arriverà davvero alla fiducia. «Sarebbe un atto gravissimo», ha ribadito Gianni Cuperlo e ancora più esplicito è stato il suo collega Stefano Fassina: «Sulla legge elettorale la fiducia è invotabile per principio». Poi si è aggiunta pure l’anticipazione del turnover in Commissione, anche se sul tappeto restano ben 97 proposte di modifiche alla legge, ben 11 a firma Pd. Le si inizierà a votare oggi, con dieci facce diverse. © RIPRODUZIONE RISERVATA
ANCHE FIDEL CASTRO AL VOTO PER LE MUNICIPALI CUBANE ● Anche Fidel Castro ha partecipato alle elezioni di sabato per eleggere i membri delle assemblee municipali cubane (foto Epa). Il lider maximo, 88 anni, ha votato dalla sua residenza de L’Avana, come prevede una legge da lui stesso voluta. Le elezioni hanno visto la sconfitta dei due candidati dissidenti, l’ex avvocato e giornalista Hildebrando Chaviano e il disoccupato Yuniel Lopez, che puntavano a diventare i primi eletti al di fuori del partito comunista in 40 anni.
AltriMondi R
MARTEDĂ&#x152; 21 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Il Penn armato ÂŤLa vera violenza? L'ho vista in faccia e non fa ridereÂť
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Fiorello litiga con Costanzo ÂŤPoco gentileÂť â&#x2014;? Fiorello incassa la solidarietĂ del web quando, dopo un collegamento caotico con il Maurizio Costanzo Show, affida a Twitter la sua delusione per il comportamento irrispettoso di Vittorio Sgarbi, ospite in studio, e per lâ&#x20AC;&#x2122;atteggiamento, ÂŤnon gentileÂť, del padrone di casa, Maurizio Costanzo, che lo aveva invitato. A rovinare lâ&#x20AC;&#x2122;intervento dello showman è stato un problema di audio, a cui si è aggiunto il modo di fare di Sgarbi che ha parlato al telefono come se nulla fosse. Alla fine sms di scuse del padrone di casa. Pace fatta e share che va al 6,23%.
1La star interpreta un ex mercenario in The Gunman ÂŤAnche in un film dâ&#x20AC;&#x2122;azione voglio storie realisticheÂť
Sean Penn, 54 anni, in una scena di ÂŤThe GunmanÂť, di cui è anche produttore e che esce in Italia il 7 maggio. Nella foto in basso è con lâ&#x20AC;&#x2122;attrice romana Jasmine Trinca, 34 anni venerdĂŹ
Francesco Rizzo INVIATO A PARIGI
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carpe da footing malgrado lâ&#x20AC;&#x2122;abito scuro, voce arsa da tre sigarette in mezzâ&#x20AC;&#x2122;ora, Sean Penn spezza lâ&#x20AC;&#x2122;alone del mito con lâ&#x20AC;&#x2122;autoironia. ÂŤIn questo film ho girato molte delle scene dâ&#x20AC;&#x2122;azione perchĂŠ volevamo dare un senso di realismo a un pubblico abituato a stuntman e mostri da ventotto braccia che escono da unâ&#x20AC;&#x2122;auto. Quindi dovevo tenermi in forma. Di solito ho dei ruoli che richiedono lâ&#x20AC;&#x2122;oppostoÂť. E cosĂŹ in The Gunman, in sala il 7 maggio (anche Javier Bardem e Jasmine Trinca nel cast, ma colpisce lâ&#x20AC;&#x2122;ambiguo Mark Rylance), è un ex-mercenario che scava pozzi in Congo per una Ong, finchĂŠ torna a galla il passato: sfiderĂ fiamme, botte, tradimenti. Puro action in cui Penn spara, salta, corre. Pensi a lui politico gay in Milk, rockstar lunare in This must be the place, e ti sorprendi un poâ&#x20AC;&#x2122;. ÂŤĂ&#x2C6; un film ibrido â&#x20AC;&#x201D; risponde lui â&#x20AC;&#x201D; che non salverĂ il mondo: se ne esci incuriosito sullo sfruttamento dellâ&#x20AC;&#x2122;Africa, cui si accenna, puoi
non funzionavano. Di quali ruoli parlo? Ci potete arrivareÂť.
NON AMO QUELLE PELLICOLE IN CUI UN CATTIVO MUORE E IL BUONO DI TURNO DICE UNA FREDDURA
Come avete scelto la Trinca? ÂŤLâ&#x20AC;&#x2122;ho vista in Miele di Valeria Golino, con cui ho girato Lupo solitario. Presa subitoÂť.
LA THERON? NON Ă&#x2C6; LA MIA FIDANZATA, Ă&#x2C6; SOLO UNA NUOVA RELAZIONE... CON LEI HO GIRATO ÂŤTHE LAST FACEÂť SEAN PENN ATTORE
informarti sul web. Io cerco storie basate sulla vita vera: persino in un musical, voglio che si parli di realtĂ con cui puoi fare i conti in concreto. E autentici contractor, io, li ho conosciutiÂť. Un film dâ&#x20AC;&#x2122;azione molto â&#x20AC;&#x153;fisicoâ&#x20AC;? a 54 anni: esplora nuove vie? ÂŤCi sono risvolti che il mio pubblico può riconoscere e qualcosa di diverso rispetto alla violenza â&#x20AC;&#x153;popâ&#x20AC;? che vedo al cinema, in cui il cattivo muore e il buono dice una freddura. Molti di co-
loro che fanno questo genere di film, ignorano di cosa stiano parlando. Il cinema violento genera violenza? Balle. Però i film hanno una responsabilità , mostrare le conseguenze concrete del male sul mondo. Dopo due Oscar, come affronta il rischio della scelta di un ruolo? Mi sono svenduto o sono sincero? Se lo chiedono tutti, nel loro lavoro. Io non permetto agli altri di giudicare ciò che amo fare e, se va male, so che un giorno
OROSCOPO LE PAGELLE di ANTONIO CAPITANI
CONSIGLI
21/3 - 20/4 ARIETE
21/4 - 20/5 TORO
21/5 - 21/6 GEMELLI
22/6 - 22/7 CANCRO
23/7 - 23/8 LEONE
24/8 - 22/9 VERGINE
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7+
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Lâ&#x20AC;&#x2122;umore è buono. E voi potete conseguire certezze, conferme, soddisfazioni un poâ&#x20AC;&#x2122; a tutti i livelli. Fornicazione gaudiosa, viaggi e sport proficui.
Risultati solidi nel lavoro vi motivano e vi incoraggiano. E qualche conforto economico completa lâ&#x20AC;&#x2122;opera. In amore, intanto, vincete il suino dâ&#x20AC;&#x2122;oro.
Qualunque cosa facciate, riscuotete successi. Le iniziative partono col piede giusto, la serenitĂ sâ&#x20AC;&#x2122;insedia, il fascino cresce. Fornicazioni multiple.
Non cadete nel pessimismo, non sentitevi i parenti sfigati di Jean Valjean. PerchĂŠ, nonostante la fatica, soldi, lavoro e piacer suino promettono bene.
Amici e sostenitori in generale vi sono utili, fiuto ed esperienza vi fanno vincere nello sport e nel lavoro. Temperatura sudombelicale bassina, però.
Il lavoro stanca, lâ&#x20AC;&#x2122;umore sfigopenzola (forse per rogne in casa), lâ&#x20AC;&#x2122;amor non ingrana. Ma il suino inside you è in alta classifica e il vigore cresce.
23/9 - 22/10 BILANCIA
23/10 - 22/11 SCORPIONE
23/11 - 21/12 SAGITTARIO
22/12 - 20/1 CAPRICORNO
21/1 - 19/2 ACQUARIO
20/2 - 20/3 PESCI
7-
6-
6,5
6-
7+
6-
Siete fra le poche autoritas attuali dello zodiaco. Perciò oggi lavoro, colloqui, affari riescono bene. E avete idee suine curiose, tutte realizzabili.
Può darsi che notizie non eccelse dal fronte economico/fiscale vâ&#x20AC;&#x2122;infiammino mucho gli zebedei. Lavoro e sport con poca voglia, fornicazione sbiaditina.
I rapporti con gli altri si tendono, il lavoro sâ&#x20AC;&#x2122;incaglia. Va da sĂŠ dunque che lâ&#x20AC;&#x2122;umor diventi una fetecchia e che suinamente siate noiosi. Urge cambiare.
Fare i maestrini non giova. NĂŠ alla vostra immagine nĂŠ al conseguimento dei buoni risultati. Lâ&#x20AC;&#x2122;umore a lâ&#x20AC;&#x2122;amor sono grigi, ma the sudombelic is pink.
potrei trovare chi lo apprezza. Provo a restare fedele a me stesso: come Lawrence Kasdan, penso che il cinema sia la medicina piĂš potente, mentre, sorry, le serie tv mi fanno dormire. Sono cresciuto con lâ&#x20AC;&#x2122;ultima stagione dâ&#x20AC;&#x2122;oro del cinema Usa, quello degli Anni 60 e 70, lascio ai giovani i film ultra-tecnologici, vado a vedere i titoli di registi di cui mi fido. Ma anche io, da ragazzo, ho accettato ruoli di cui poi mi sono pentito. Scelte prese al mattino, quando le sinapsi
Luna pregevole per lavoro, sport, amore. E rassicurazioni finanziarie prendono forse il posto delle ansie recenti. Modestie suine si stagliano, però.
Luna inadatta a chiedere, varare, fare gli splendidi. Forse è meglio aspettare ad agire, ma senza sfigopessimismi. Sudombelico rustico, muy fattivo.
Ha girato il suo quinto lungometraggio, ÂŤThe Last FaceÂť: come è stato lavorare con la sua nuova fidanzata, Charlize Theron? ÂŤFidanzata? Ă&#x2C6; solo una nuova relazione. Ha apprezzato tornare in Sudafrica, dove è nata e dove è ambientata la vicenda. Mi piace dirigere, un lavoro che sâ&#x20AC;&#x2122;impara facendolo: ma non sai mai quanto tempo ti porterĂ via e, intanto, hai una vita da vivere e le bollette da pagare. Non sono come Clint Eastwood, che è sempre sul set: quando ho trovato una nuova storia, mi sono dimenticato come si faÂť. Non vorrebbe far sparire i paparazzi assiepati lĂ fuori? ÂŤGrazie ai social network, la vendetta adesso câ&#x20AC;&#x2122;è: le stesse persone che comprano i giornali di gossip, domani possono scoprire su Internet la moglie a letto con un altroÂť. Š RIPRODUZIONE RISERVATA
SI CONCLUDE QUESTA SERA IL ÂŤ1992Âť DI SKY Gran finale questa sera per ÂŤ1992Âť, la serie tv di Sky che racconta lâ&#x20AC;&#x2122;anno in cui Tangentopoli fece irruzione in unâ&#x20AC;&#x2122;Italia di vallette pronte a tutto e politicanti corrotti, lâ&#x20AC;&#x2122;anno di Falcone e Borsellino, lâ&#x20AC;&#x2122;anno in cui doveva cambiare tutto ma in cui forse non è cambiato niente. Ultime due puntate dunque per sapere di piĂš sui segreti di Stefano Accorsi e la carriera di Miriam Leone. DA VEDERE STASERA SU SKY CINEMA1 ALLE 21.10
â&#x2014;? SarĂ il rapper Emis Killa a condurre gli Mtv Awards 2015 al parco delle Cascine di Firenze, domenica 14 giugno dalle ore 21.10 (diretta su Mtv, Mtv Music e Mtv Hits). Lâ&#x20AC;&#x2122;artista ha annunciato la sua presenza ai suoi fan con un tweet: ÂŤSono contento di annunciarvi che sarò il prossimo presentatore degli #ItalianMTVAwards. Grazie a @mtvitaly! Ci vediamo a Firenze il 14/06. Rudolf Giambelli (questo il suo vero nome) si è dato al rap fin dallâ&#x20AC;&#x2122;etĂ di 14 anni. Nel 2007 si è aggiudicato il titolo di campione italiano di freestyle sul palco di ÂŤTecniche PerfetteÂť mentre nel 2010 è uscito lo street album ÂŤChampagne e spineÂť che lo ha consacrato come giovane promessa del rap made in Italy. Tra i suoi ultimi successi il singolo MaracanĂŁ.
LO SPORT IN TV
LA SERIE TV SU MANI PULITE
Il rapper Killa presenterĂ gli Mtv Awards
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MARTEDÌ 21 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
EXTRA TIME ARMENIA
INGHILTERRA
A un secolo L’Aston Villa dal genocidio: cerca la FA Cup la palla racconta dopo oltre 50 anni
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ECUADOR Il ritorno del Loco Abreu per l’Aucas
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Settimanale di calcio internazionale Extratime@gazzetta.it - @etgazzetta Martedì 21 Aprile 2015 Numero - 175
SERBIA
INTERVISTA
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Belgrado, il derby: Foquinha, ma sarà cambio o dove sei finito? restaurazione? Usa, quarta serie
IO, PATRIA E FAMIGLIA 1Il colombiano del Siviglia, ultimo re
di Europa League e ora nei quarti, si racconta 1«Fino ai 22 anni non mi fidavo del calcio e lavoravo» 1Ha fatto il bigliettaio di autobus e il ragazzo di pescheria: «Poi con l’aiuto dei miei e di mia moglie ho sfondato» 1«Io al Milan? Se il club vuole vendermi...» intervista di Filippo Maria Ricci alle pagine 2-3
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EXTRATIME
L’INTERVISTA
«Io al Milan? Da Siviglia vado via soltanto se mi cacciano»
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I GOLEADOR COLOMBIANI 2014-15 CAMPIONATO COPPE NAZIONALI COPPE EUROPEE NAZIONALE
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MARTINEZ BACCA GUTIERREZ RENTERIA RODRIGUEZ BORRÉ FALCAO RAMOS
Porto Siviglia River Plate Santos Laguna Real Madrid Deportivo Cali Manchester United Borussia Dortmund
(Por) (Spa) (Arg) (Mex) (Spa) (Col) (Ing) (Ger)
1L’attaccante colombiano racconta la sua favola:
faceva il bigliettaio sui bus e lavorava in pescheria, adesso è uno dei centravanti più prolifici d’Europa 1«Del calcio non mi fidavo, poi ho imparato a sacrificarmi. Chi mi ha cambiato? Mia moglie. E poi Pekerman ed Emery. Da qui non mi muovo, ma se hanno bisogno di vendermi ne parliamo»
Intervista di Filippo Maria Ricci inviato a Siviglia
IDENTIKIT
2 titoli in patria, l’Europa League e 1 gol ogni 2 gare
● Carlos Bacca è nato a Puerto Colombia l’8-9-1986. Inizia con Los boy’s di Juan de Acosta; nel 2006 è al Barranquilla (in B), poi va in Venezuela al Minerven, che con i suoi 12 gol trascina in A. Torna a Barranquilla nel 2008, con 14 reti è re dei cannonieri di B. Passa allo Junior in A dove debutta il 1-3-2009 con una doppietta; in 3 anni e 97 gare sigla 50 reti (2 volte capo cannoniere), di cui 3 nella finale per il titolo vinto nel 2011 (dopo l’Apertura 2010). A gennaio 2012 è al Bruges (FOTO): in Jupiler League 45 partite e 28 gol (ancora capocannoniere, e 3 gol in Europa). A Siviglia dal luglio 2013: 67 gare in Liga e 31 centri (e 10 in Europa League, vinta nel 2014). Colombia: 17 gare e 7 gol, era al Mondiale 2014.
C
entro sportivo del Siviglia, dedicato ad Antonio Puerta. Carlos Bacca scende dal macchinone tedesco e ci si avvicina accompagnato dal capo ufficio stampa. «Siamo pronti alla domanda sul Milan», dice il secondo. «Prontissimi», conferma Carlos. E giù a ridere. E allora cominciamo da lì. Radio mercato vuole il colombiano Teo Gutierrez in arrivo dal River Plate al Siviglia per coprire il buco che lascerà Bacca andando a Milanello. «Storie vostre, della stampa. Io non so nulla e il Siviglia ancora non mi ha cacciato... Qui sto bene e non mi voglio muovere. Le cose vanno bene tanto a me come alla squadra. Poi se il Siviglia ha bisogno o intenzione di vendermi, ci sediamo, parliamo e valutiamo».
l’estate 2013, col francese Gameiro e il romeno Rusescu, perché avevano venduto Negredo. È la politica del club: cercare di lasciare una base solida che resista alla partenza di 2-3 giocatori che nella stagione sono stati fondamentali. E poi far venire gente con fame e voglia di far bene. Il sistema funziona e per questo il d.s. Monchi è considerato uno dei migliori operatori del mercato. Per me è il numero 1, per come lavora, per la relazione che stabilisce con i giocatori e le decisioni che prende». In Italia piace tanto anche il vostro allenatore, Emery. «Normale, Unai è un grandissimo tecnico». Tanto qui a Siviglia come prima a Valencia è stato però contestato. «Sì, perché ad alcuni non piace il suo modo di giocare. Però i risultati sono dalla sua parte e infatti qualche giorno fa i tifosi hanno cantato per lui. E se ti piace soltanto un tipo di calcio puoi tifare solo il Barcellona. Io penso che Emery sia perfetto per il Siviglia e spero che resti tanti anni qui, perché sta dando una fenomenale identità di gioco, di lavoro, di sacrificio. L’esempio da seguire è quello dell’Atletico Madrid: club, giocatori e pubblico sono tutti a morte con l’allenatore e i risultati si vedono. La continuità del tecnico è fondamentale per la crescita di una squadra».
Appunto, il Siviglia è un club che vende. «Sì, ogni anno cedono due-tre giocatori per fare cassa e spero che le cose continuino ad andargli bene come in questi anni. Se decideranno di vendermi ne parleremo. Io sono venuto nel-
E lo Zenit risponde col Venezuela: Rondon 1I rivali del Siviglia nei quarti puntano su un altro sudamericano: Salomon da Caracas1Sbocciato a soli 17 anni, l’anno dopo in nazionale, alle Canarie nel 2008, poi Malaga e Rubin1Alto e agile, pagato ben 18 milioni di euro Iacopo Iandiorio
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e il Siviglia ha puntato su un colombiano, i rivali dei quarti di Europa League dello Zenit fanno affidamento su un venezuelano come centravanti. Scelta atipica. La Vinotinto infatti non ha mai partecipato a un Mondiale e non si ricordano grandi attaccanti di Caracas e dintorni. Però… Però quest’ultima è una generazione dorata. E Salomon Rondon è il suo pro-
feta. Con lui in campo la Under 20 nel 2009 si è qualificata per la prima volta a un Mondiale di categoria (arrivando agli ottavi di finale, con 4 reti di Salomon). Nel 2011 la Vinotinto dei grandi per la prima volta è giunta in semifinale di coppa America.
Debutto e gol con l’Inter E soprattutto, lo Zenit per acquistare Rondon dal Rubin Kazan nel gennaio 2014 ha speso ben 18 milioni di euro, record per un calciatore venezuelano. Ma sono soldi ben spesi. Nella prima mezza stagione il ragaz-
zone di Caracas ha colpito 8 volte. Quest’anno già ben 17 centri: 11 in Russia (vice capocannoniere dietro al compagno Hulk a 12), dove lo Zenit sta per vincere il titolo (è a +8 dal Krasnodar a 6 turni dalla fine), 1 in coppa russa e 5 in Europa. Qui poi le italiane gli portano bene: dovesse vedere le semifinali, Napoli e Viola sono avvertite. Salomon, infatti, ha debuttato in Europa (col Rubin) contro l’Inter nel settembre 2012 a 23 anni, andando subito in gol. E contro i nerazzurri al ritorno ha realizzato la prima doppietta in Europa di
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MARTEDÌ 21 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
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● 1) Carlos Bacca, 28 anni, attaccante del Siviglia ● 2) Al Mondiale brasiliano contro i padroni di casa nei quarti di finale (persi 2-1), qui è fra Julio Cesar e David Luiz ● 3) Con la coppa dell’Europa League 2013-14, vinta ai rigori sul Benfica (IPP, REUTERS, AFP)
«Falcao? Van Gaal non ci crede, io sì Siamo la generazione James, meglio di quella Valderrama»
DECATREND
di Alessandro de Calò
UN IDOLO DELLO JUNIOR LA SQUADRA DI GABO
reccio, mio nonno e mio zio lavoravano nel settore della pesca, la mia famiglia ha sempre vissuto in quell’ambiente e io davo una mano, però non è mai stato il mio lavoro vero. Io vengo da una famiglia povera, sono cresciuto in una realtà dove tutti danno una mano. E infatti quando ho conosciuto la mia ragazza, la sua famiglia, che stava meglio di noi, mi ha aiutato tanto nel tentativo di provare a diventare calciatore, specie quando mio padre non aveva i soldi per permettermi di andare ad allenarmi. E poi mia moglie è professoressa e ingegnere civile: ho accanto una professionista che mi ha aiutato tanto». Torniamo alla nazionale. Falcao è in crisi? «Sono decisioni del tecnico però lui è tranquillo. Van Gaal non crede in lui, noi in Colombia sì che crediamo in Falcao. Lui s’impegna per giocare i 10-20 minuti che gli offrono e non ha problemi ad andare con le riserve, perché vuole mantenersi in forma e pensa alla Coppa America in giugno. Ma tutti sanno chi è e quanto vale Falcao».
Gabo Garcia Marquez (1927-2014), icona della Colombia, tifava per lo Junior Barranquilla ex squadra di Bacca REUTERS
L’impatto di James Rodriguez nel Madrid. «Eccezionale. Sta superando le aspettative. In pochi credevano in lui, specie per il prezzo pagato. Ma il Real sapeva ciò che faceva: per quello che James aveva dimostrato nel Porto e nel Monaco e perché non tutti conquistano il Pichichi (capocannoniere, ndr) del Mondiale, e ancora meno se uno gioca a metà campo come lui».
«È successo qualcosa di simile ma su scala ridotta, perché è un club e non una nazionale».
i gol segnati da Bacca nel 2011 con lo Junior di Barranquilla in Colombia: finora la sua miglior stagione. Ne fece 20 in campionato, 8 in coppa nazionale e 4 nella Libertadores. In Europa il top è il 2012-13 col Bruges: 28 centri.
Con la nazionale colombiana siete tornati al Mondiale dopo 16 anni e avete creato di nuovo un gruppo fortissimo dopo tempi duri. Qui a Siviglia sta succedendo qualcosa di simile, dopo il boom e alcune stagioni di crisi ecco la rifioritura. Lei c’è sempre.. «Sono stato fortunato a trovarmi nella situazione giusta al momento giusto. In entrambi i casi i meriti sono del tecnico, in Colombia del profe Pekerman e qui di Emery. Il profe ci ha cambiato la mentalità: in Colombia c’erano giocatori buoni ma si tendeva a pensare che col talento arrivasse automatica anche la vittoria. E il calcio non è così. Il profe ci ha inculcato una mentalità vincente, ci ha spinto a non accontentarci di un successo ma a cercare continuità. Prima il colombiano dopo una vittoria si rilassava e la gara dopo era un disastro. Ora se vinciamo abbiamo mentalità e responsabilità per imporci anche nella partita successiva. È stato un cambio radicale, ed è per questo che ci sono tanti colombiani in grandi squadre europee». E qui a Siviglia? un venezuelano. Quest’anno con lo Zenit ha eliminato il Toro pur senza brillare. Ma per il giudizio della Gazzetta lui e il socio Hulk «sembravano due tir».
Ex cestista, fan di Jordan Non per niente in patria lo chiamano anche La Bestia. 190 cm per quasi 90 kg ma su due piedi da ballerino e un corpo agilissimo. Infatti, dato che col fisico prometteva bene già da piccolo, si diede al basket, che è rimasta la sua grande passione. Per questo ha scelto il n.23 (quello di Michael Jordan) sia
Lei lo scorso anno è stato scelto come miglior giocatore americano della Liga, davanti a Di Maria e a Neymar. Il brasiliano superstar del Barcellona aveva 22 anni: lei a quell’età ha giocato il suo primo match da professionista, entrando nel finale di una gara dello Juniors Barranquilla contro il Pasto. «Sì, e tra i fischi della gente, perché non sapevano chi fossi, stavamo perdendo ed erano disperati. Due palloni, due gol. Da lì un’altra vita». Oggi lei è uno dei migliori attaccanti al mondo. Come mai ci ha messo tanto a sfondare? All’inizio è andato addirittura a giocare nella serie B venezuelana… «Perché non mi fidavo del calcio. Mi chiedeva grandi sacrifici e non ero sicuro che potesse darmi un’opportunità di vita reale. Diciamo che avevo un problema di testa: ero bravo ma non mi piacevano gli allenamenti, non mi piaceva sacrificarmi, non mi piaceva alzarmi presto, così mi ero trovato un lavoro, facevo il bigliettaio sugli autobus da Barranquilla a Puerto Colombia (una ventina di chilometri), che mi dava da vivere senza grande sforzo, mentre nel calcio non guadagnavo. Mi sembrava che il calcio non mi offrisse sbocchi: giocavo, giocavo ma l’opportunità vera non arrivava. Evidentemente anche per colpa mia, avevo la mentalità sbagliata. Avevo perso la fiducia e venendo da una famiglia povera preferivo guadagnare anche poco ma qualcosa per dare una mano e comprarmi qualcosa. Se andavo ad allenarmi non potevo lavorare. Poi con l’aiuto dei miei genitori e della mia ragazza, oggi moglie e madre dei miei figli, ho capito che quella era la mia strada. Sono cresciuto». Vendeva il pesce al mercato, verità o leggenda? «Una via di mezzo: mio padre guida un pesche-
a Malaga che ora allo Zenit. Salomon è sempre stato un ragazzo-prodigio. A 15 anni col Deportivo Gulima sfidò gli Under 20 dell’Aragua e il tecnico del club di Maracay non se lo fece scappare. A 17 anni (8 aprile 2007) debuttava in A con l’Aragua del profe Wilmer Ceballos, firmando una doppietta al Caracas, quell’anno campione nazionale, e vinceva la coppa venezuelana. Nel febbraio 2008, a 18 anni e 4 mesi, debuttava e poi segnava in nazionale maggiore. E il suo valore saliva: per 3,5 milioni di euro il Las Palmas lo strappa fra gli altri alla
Lazio nell’estate 2008. Salva i canari dalla retrocessione e poi è a Malaga (per 9 milioni) con in panca Jesualdo Ferreira e poi con Manuel Pellegrini. In Andalusia segna 25 gol in 2 stagioni in Liga, trascina i suoi al 4° posto valido per la Champions e firma due curiosi record: la rete n. 1.000 in assoluto del club e quella n.100 in Liga dei venezuelani. Poi, come detto, Kazan e da gennaio 2014 San Pietroburgo dove fa a tempo a conoscere Spalletti. Ora è Villas Boas che punta su di lui. E sul socio Hulk. Due animali. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il successo di James, di Falcao, di Jackson Martinez, il suo, fa parte del discorso che faceva prima sulla maturità del calcio colombiano. Siete tanti a un gran livello. Nella generazione precedente non era stato così: Valderrama, vostro simbolo, in Europa si è fermato a un livello medio. «Questa è la differenza. Non è una questione di talento, perché il pibe Valderrama è stato un grandissimo, però la nostra generazione ha fatto un passo in più: l’esempio di James a Madrid è evidente». Argomento Coppa America: la Colombia non si può nascondere… «Siamo preparati per fare un gran torneo. Ma coi piedi per terra, sarà difficile con l’Argentina finalista del Mondiale, col Brasile che ci ha eliminato, col Cile che gioca in casa e con l’Uruguay, però siamo una gran famiglia; con lavoro e umiltà vogliamo far bene». © RIPRODUZIONE RISERVATA
i milioni di euro spesi dal Bruges belga per comprarlo dallo Junior Barranquilla (FOTO) nel gennaio del 2012. Il Siviglia l’ha preso per 7 milioni. Ora ne vale almeno 20; dopo la vittoria in Europa League era già valutato sui 15 Salomon Rondon, 25 anni, Zenit, qui al tiro contro il Siviglia nell’andata dei quarti di Europa League (AFP)
Gabriel Garcia Marquez, uno dei giganti della letteratura del Novecento, era un grande tifoso dello Junior di Barranquilla. Pare che la scintilla fosse scoccata durante una partita con i Millonarios, nello stadio Metropolitano tra la fine degli anni Quaranta e l’inizio dei Cinquanta. Gabo aveva poco più di vent’anni, non si sarebbe mai laureato in giurisprudenza, sognava di diventare scrittore e cominciava a fare il giornalista. Dopo aver provato, come tutti, a giocare a pallone e dopo aver capito che non sarebbe stato un fuoriclasse tra i pali, Marquez aveva preso una certa distanza dal calcio e dallo sport, tanto da meritarsi – tra gli amici – il soprannome di vecchio. Poi è arrivata quella partita. Lo Junior contro lo squadrone di Alfredo Di Stefano, chiusa con una vittoria (2-1) alla faccia di tutti i pronostici. Un successo archiviato nel segno di Heleno de Freitas, attaccante brasiliano celebrato da Gabo in un racconto pubblicato sull’Heraldo nel giugno del 1950. Se i giocatori dello Junior fossero stati scrittori – osserva Marquez – Heleno sarebbe stato certamente un autore di romanzi polizieschi. Quando l’autore di «Cent’anni di solitudine» è morto, un anno fa, Radamel Falcao aveva scritto un messaggio su Twitter per ricordare Gabo: «Grazie infinite per riempire questo mondo con la tua magìa e immaginazione». Falcao è il giocatore colombiano più famoso del pianeta, compagno di squadra di Carlos Bacca, nella nazionale che gioca con un pallone chiamato Macondo, e che ha recentemente sepolto Bahrain e Kuwait sotto una valanga di gol. A differenza di Falcao, Bacca è stato un idolo dei tifosi di Barranquilla: ha vinto due campionati con i colori del «Tiburon», e ha segnato più gol del mitico Freitas (73 in 130 match, contro i 14 nelle 47 presenze del brasiliano). La storia dell’umile Bacca sembra uscita dalla penna di Gabo: manca solo che ci racconti di quando il padre pescatore gli ha fatto scoprire per la prima volta il ghiaccio. Il resto è una rincorsa in salita verso gol e successo. Anche se ha 28 anni, non è mai troppo tardi.
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PRIMO PIANO
Sotto, una foto dell’Armenian Genocide MuseumInstitute, sul genocidio armeno a Istanbul nel giugno 1915. Più in basso, una manifestazione in ricordo delle stragi: «1915, mai più» (AFP, REUTERS)
RUSSIA Mar Nero
GEORGIA
A
Ankara
RM
EN
IA
AZERBAIGIAN
Yerevan
Mar Caspio
TURCHIA
ARME NIA «Noi, i figli dell’orrore IRAN
SIRIA
e quei trofei nell’Urss» 1Il 24 aprile si celebra un secolo dall’inizio del genocidio armeno 1«Mio nonno nascose mia madre
sotto un albero per salvarla» racconta Ishtoyan, stella dell’Ararat Yerevan, campione sovietico nel ’73 Dario Falcini
I GRANDI ARMENI NEL MONDO
Da Alain Boghossian a Sergio Markarian, dalla Francia alle Americhe ● Il «falso amico» del pallone armeno è nato a Legnano nel 1989 ed è sugli scout di mezzo mondo. Matteo Darmian di quelle terre ha solo le ultime tre lettere del cognome eppure forum, centri studi e media nazionali a lungo assicurarono sulle sue origini. Il suffisso tradizionale non compariva nemmeno sulla schiena di Youri Djorkaeff, il più forte giocatore che vanti antenati dalle parti di Yerevan. Da lì proviene la madre mentre papà Jean, ex nazionale francese, è calmucco. Ha vestito la maglia Bleus anche Alain Boghossian, che più volte ha dichiarato sostegno alla causa. Il suo omonimo Joaquin, difensore ex Salisburgo, gioca al Cerro in Uruguay e porta la bandiera degli armeni nelle Americhe. Con lui l’attuale allenatore della Grecia Sergio Markarian (ed ex c.t. del Paraguay) o Efraín Chacurian, che nacque in Argentina e brilla nella Hall of Fame del soccer Usa, di cui è stato nazionale. Ben più vicino ai suoi antenati vive Andranik Teymourian: la fede ortodossa fa di lui il primo capitano non musulmano nella storia dell’Iran.
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a più nota tra le litanie nie armene yan e termiinizia con Abrahamyan na con Petrosyan, tra i due estremi vari attentati alla logopedia e abuso di patronimici.. Fino al ’73 il torneo sovietico eraa un giocatsca e Kiev. tolo dei club di Mosca Quell’anno i ragazzi dell’Ararat creconquistarono un increordibile «scudetto». L’orolo goglio di un popolo vaschiacciato dallo stivase. le della storia esplose. La memoria corre al 24 ani aprile 1915: i Giovani Turchi, al potere nel moribondo Impero Ottomano, diedero il via dial massacro dei cittadini di etnia armena. Dorita po un secolo la ferita ta: non si è rimarginata: tte Ankara non ammette ggi alcun «genocidio». Oggi arat i superstiti dell’Ararat
hanno 70 anni, sabato gran parte di loro sarà a Yerevan per ricordare il sacrificio degli avi. La capitale armena è fuori mano per Levon Ishtoyan, classe 1947, q uno dei bomber di q quella squadra. Vive a Los Angeles, dove dirige una scuola calcio. «La mia famiglia viene da Adana, in Turchia - dice a ET T -. Mia mamma aveva 7 mesi allora e mio nonno la nascose sotto un albero per salvarla dagli ottomani. È
Sotto, la formazione dell’Ararat Yerevan con la coppa Urss del 1973; vinse pure quella del 1975.
un miracolo che io e i miei ex compagni siamo nati, scampati a uno dei peggiori orrori del 900»
La sfida a Beckenbauer La stima dei morti varia dai 500 mila ai 2 milioni. Chi sopravvisse alle marce forzate alimentò una diaspora che ha seminato i discendenti di Noè tra i cinque continenti. Terminata la Grande
Guerra iniziarono gli anni del dominio sovietico. «Noi del’Ararat eravamo una piccola realtà, nessuno credeva potessimo vincere. Il trionfo è di 42 anni fa eppure è come se accadesse ora, tipo un film che riguardi ogni giorno della tua vita», dice Ishtoyan, autore della doppietta che, nell’ottobre 1973, consegnò all’Ararat anche la Coppa dell’Urss. Un anno e mezzo dopo s’incrociava col Bayern di Beckenbauer, futuro trionfatore della Coppa Campioni. «Tornammo a Yerevan sotto di 2 gol. Negli spogliatoi Franz alzò l’indice e mimò 1 a 0 per noi, io sorrisi e agitai 2 dita. Aveva ragione lui. Un giorno andai in Turchia con l’Urss e lo stadio seppellì di fischi il mio nome: il suffisso yan mi aveva rivelato». Il mondo era un altro invece, nel 2009, quando lo stesso copione si presentò ai suoi epigoni. L’Armenia, nata 18 anni prima dallo smembramento sovietico, si arrese due volte alla Mezzaluna nelle qualificazioni per il Mondiale di Sud Africa 2010.
La nonna di Hovsepyan Il giorno dell’esordio in nazionale, nel 1992, ero emozionato e fiero. Contro la Moldavia finì 0-0», ricorda Sargis Hovsepyan, 42 anni. Con 131 gare è il recordman armeno, allena l’Under e il Pyunik di Yerevan. Oggi l’Ararat è caduto in disgrazia e occupa l’8° e ultimo posto, mentre i ragazzi di Hovsepyan sono in testa. Anche lui ha appreso la triste storia dalla voce di una donna. «Quasi ogni notte mia nonna raccontava aneddoti, ci trasmetteva il terrore e la sofferenza di chi fuggì. Era doloroso, ma necessario per tenere salde le radici di un popolo che è rimasto in piedi». «I bambini imparano presto cosa accadde - spiega Vardan Minasyan, ex centrocampista e c.t. della nazionale -. Ogni anno il 24 aprile genitori e bambini posano fiori al memoriale, la pena per il Genocidio scorre nel nostro sangue». Migliaia di vicende umane riassunte da Aras Ozbiliz. Nato a Istanbul nel ’90, rifiutò la convocazione turca per tenere fede al suo nome: colui che conserva la propria identità. Il bisnonno dell’ala dello Sparvisse per mesi in uno tak Mosca Mo scantinato e parlò da solo allo scantin specchio per non scordare la linspecchi c’era nell’ottobre gua. Ozbiliz O nel pari al San Paolo con 2013, n l’Italia. Ora i progressi dell’Armenia di Mkhitaryan paiono essersi sers interrotti, la qualificazioni a Francia 2016 è un miraggio. raggi «La selezione ha appena 20 anni di stor ia: abbiamo costruito gli stadi ab da d zero e mancano strutture per i giovani, ma vedo la crescita di un gruppo di racr gazzi affamati di vittorie» ga conclude Minasyan. Vivo e co sorridente, tre generazioni so dopo do un olocausto che troppi vorrebbero dimenticare, il vo popolo popo armeno attende con pazienza la ragione della stopazie ria e il pallone giusto da spingere in gol. © RIPRODUZIONE RISERVATA
GRECIA
Olympiacos col pilota automatico 1Quinto titolo di seguito per il club del Pireo1Pur cambiando tecnico e
con 5 punti da recuperare a gennaio ha dominato1Paok e Pana crollati
Alessandro Merchiori da Atene
O
Il Chori Dominguez migliore del torneo
Terrorizzato dalla possibilità di perdere il torneo, a gennaio, il presidente-armatore Marinakis (sicurezza economica garantirmai ad Atene ci sono abituati. In ta, cosa non comune qui in questo primavera trionfa l’ Olympiacos. È periodo…) ha dato il benservito a successo per il 5° anno di seguito, il Michel, sostituendolo col portoghe17° nelle ultime 19 stagioni, il 42° in se Vitor Pereira, ex Porto, nel mirino 79 campionati: i biancorossi hanno di Everton, Newcastle e Crystal Palavinto più di tutti gli altri club messi ce, prima di venir attirato dai petroassieme! L’anno scorso ci era riuscito dollari dell’Al Ahli saudita. Per Maricon 5 turni d’anticipo, ora «solo» con nakis il problema di Michel (che in 3. Numeri che rivelano la mancanza Champions aveva vinto con Atletico, di rivali all’altezza. L’Olympiacos ha Alejandro Dominguez Juve e Malmoe) era il gioco lento e imposto in patria una vera dittatura. 33 anni, Olympiacos prevedibile, ma in realtà lo spagnolo Ma basterebbe ricordare che ai primi non piaceva a molti nello spogliatodi dicembre, dopo l’1-2 casalingo col Paok si era io. Così ecco Pereira, il secondo portoghese dopo ritrovato a inseguirlo a -5, mentre ora è a +13. Il Jardim, e il quarto iberico (dopo anche ValverPaok è crollato a febbraio con 3 k.o. in 4 gare. de) ad allenare qui nelle ultime 5 stagioni, che
ha cercato di accontentare tutti, rimettendoci però sul piano del gioco. Ma questo Olympiacos potrebbe benissimo giocare col pilota automatico. Miglior difesa e miglior attacco. L’argentino Dominguez mvp del torneo con 13 gol e 10 assist. Il ritorno di Mitroglu dal Fulham e altri 13 gol assicurati, e quello del difensore Siovas, dopo un infortunio di un anno, che ha sostituito Abidal. Infine il miglior portiere, Roberto, ex Atletico Madrid, costato 6 milioni nel 2014. E mettiamoci il crollo dell’ultima rivale, il Panathinaikos (non vince il titolo dal 2010), che dopo l’inutile vittoria nel derby di febbraio (per i 3 punti di penalità dovuti agli scontri) ha messo di fila nelle ultime 4 gare 3 k.o. e un pari, perdendo 8 punti dai Rossi e per ora anche il secondo posto. Parafrasando Lineker «il calcio è un gioco molto semplice... e alla fine vince l’Olympiacos» © RIPRODUZIONE RISERVATA
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INGHILTERRA
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SERBIA
Belgrado: cambio o restaurazione? Lo decide il derby 1Dopo 6 stagioni di dominio Partizan, nel ’13-14 ha trionfato la Stella Rossa 1Ma alla vigilia della stracittadina i bianconeri sono di nuovo in testa 1 È una sfida fra talenti giovanissimi: come il 17enne Jovic della Zvezda e i promettenti Saponjic e Zivkovic dall’altra parte. Perché sono loro l’ultima risorsa
Andrea Luchetta La gioia dei Villans: da sinistra Benteke, Westwood, Delph e Bacuna dopo il 2-1 al Liverpool (LAPRESSE)
Solo il passato contro la festa di Sherwood
ultime 6 gare. Era stato lui a decidere il campionato dello scorso anno a maggio, segnando una rete meravigliosa 3 minuti dopo l’esordio fra i grandi. Un predestinato, capace di resistere al digiuno dei mesi successivi, con tanto di gol divorati nel derby. Si sono viste carriere infrante contro scogli meno taglienti: lui non ha fatto una piega, sostenuto da un club che ha un bisogno disperato di vendere per non scomparire.
Assi in vendita
1Il tecnico dell’Aston Villa
è un ex tifoso dell’Arsenal, contro cui giocherà la finale di FA Cup 1Villans a un passo da un trofeo dopo 15 anni Stefano Boldrini da Londra
A
l numero 10 di Downing Street, celebre dimora dei premier britannici, non c’è l’abbonamento per BT sport, la tv che domenica ha trasmesso la semifinale di FA Cup Aston Villa-Liverpool. Il primo ministro Cameron, tifosissimo dei Villans, avrebbe seguito il match alla radio e dopo il 2-1 sui Reds che ha riportato in finale di Coppa d’Inghilterra la sua squadra dopo 15 anni, ha detto: «Non vedo l’ora di assistere al match del 30 maggio contro l’Arsenal». Quel giorno, Cameron potrebbe non essere più il premier britannico - le elezioni si svolgono il 7 maggio e l’esito è molto incerto, anche se il partito conservatore dell’attuale premier è in testa nei sondaggi -, ma non avrà di sicuro perso la fede per un club che sostiene dai tempi degli studi ad Eton.
Bentornato, Villa Non è un club qualsiasi quello di Birmingham, nato nel 1874 e tra i padri fondatori della Football League nel 1888. È la quarta squadra più titolata d’Inghilterra (tutte le coppe comprese), dopo Manchester United, Liverpool, Arsenal. È una delle 5 che hanno conquistato la coppa d’Europa: il 26 maggio 1982, superando 1-0 il Bayern nella finale di Coppa dei Campioni, visse il momento più alto della sua storia. Ha tifosi eccellenti nella famiglia reale: il principe William è un fan sfegatato e ha promesso che trasmetterà la sua passione al figlio George. Il Villa ha un
grande passato, ma negli ultimi 25 anni ha vissuto più dolori che gioie. L’ultima Coppa d’Inghilterra risale al 1957, quando Cameron ancora doveva nascere. E l’ultima finale di FA Cup disputata dai Villans è del 2000, quando perse 1-0 col Chelsea (gol di Di Matteo).
C’
Tim old fashion, re a Blackburn nel ’95 L’impresa di due giorni fa è stata figlia di tre protagonisti sul campo: il capitano Delph, il centravanti Benteke e il giovanissimo talento Grealish, che su twitter ha raccontato: «La più grande gioia della mia vita». A dirigere le operazioni, in panchina, Tim Sherwood, 46 anni. Governa il Villa da 2 mesi. In 10 gare ha portato la squadra fuori dalla zona rossa in Premier e ha centrato la finale di FA Cup, dove troverà il club per il quale tifava da bambino. L’impresa ha avuto una grancassa mediatica, specie in quei giornali dove soffia il vento del nazionalismo. Sherwood, londinese della periferia Nord, capitano di quel Blackburn che trionfò in Premier nel 1995, è inglese all’ennesima potenza, a cominciare dai metodi di lavoro. Appartiene al partito dei motivatori. I BIRMINGHAM suoi allenamenti sono vecchia maniera. Non ama - o forse ignora - la tecnologia. È un manager old fashion, tutto urla e imprecazioni. Adora il calcio d’assalto. Sul piano tattico, pur prediligendo il classico 4-4-2, è razionale e alla fine sceglie il modulo più adatto al materiale che si ritrova. Quando è arrivato, il Villa segnava col contagocce: con lui, 16 gol in 10 gare. Sherwood ha già lanciato la sfida ai Gunners: «Quando ero bambino, non perdevo mai la finale di FA Cup. Dopo le partite, correvo in giardino a giocare e sognavo di sollevare un giorno quella coppa. Noi siamo sfavoriti. Il pronostico è per l’Arsenal. Loro sono costretti a vincere, noi non abbiamo pressioni». Non è proprio così. Il Villa cerca il colpaccio per due ragioni: conquistare l’8ª FA Cup della sua storia e tornare in Europa. Lo statunitense Lerner, proprietario del club dal 2006, vuole mettere le mani sul business legato al ritorno nel vecchio continente.
ING
Il quasi default della Zvezda somiglia sempre più alla pantomima sulla Grecia: le ultime voci - dopo lo spettro di una retrocessione d’ufficio - vorrebbero il gigante russo del gas Gazprom pronto a rinnovare l’accordo per 4,5 milioni di euè un bel clima a Belgrado. Il ro all’anno, con l’ovvia benedi«derby eterno» del prossimo zione del governo di Belgrado. weekend vale onore e titolo, A reggere l’attacco del Partizan come da un’eternità a questa sarà Ivan Saponjic, compagnoparte, e i rivali ci arrivano con rivale di Jovic nella Serbia Unl’odio di rito. Qualcuno - forse der 19. Pure Ivan si è sbloccato ultrà della Stella Rossa - si è nelle ultime giornate, e pure premurato di lanciare una mo- qui contano i debiti. D’inverno lotov contro la casa di Milorad il club ha ceduto i suoi migliori Vucelic, vicepresidente del marcatori: Skuletic, ancora caPartizan ed ex direttore della pocannoniere con 14 gol (al tv di Slobodan Milosevic. Nien- Lokomotiv Mosca), e quella te di nuovo, nel caso in vecchia lenza di Lazocui fosse un incidente vic (9 reti, in Cina). a sfondo calcistico: la Fuori squadra anche Serbia è quel Paese in Pantic, regista di 18 cui un giocatore anni che ha rifiutato il (Zarko Udovicic) a rinnovo per prometfebbraio si è visto puntersi al Chelsea. Chi è tare una pistola in faccausa del suo mal cia dopo un rigore fal- BELGRADO pianga se stesso: dopo lito e il suo club (Novi la pausa, il Partizan ha Pazar) lo ha punito per aver infilato tre pareggi in 5 gare. chiesto la rescissione. Che sarà Un’impasse costata la panchimai una molotov in giardino? na a Marko Nikolic, che rischia di passare alla storia solo per il Luka, gol-scudetto petardo con cui i tifosi di Novi Fra le macerie del calcio post- Pazar lo hanno centrato a nojugoslavo, Stella-Partizan è vembre. Al suo posto è arrivato l’unica partita capace di dare Zoran Milinkovic, 46 anni, e un briciolo di significato al tor- fin qui l’azzardo ha pagato. Alneo. Quello di domenica può le spalle di Saponjic cresce Anessere il derby della restaura- drija Zivkovic, più giovane zione come quello del cambio esordiente nella storia della di regime: nel 2014 la Stella ha nazionale maggiore (17 anni e interrotto il dominio dei rivali, 3 mesi): classe cristallina e 6 titoli fra il 2008 e il 2013. Ora mancino da usignolo; in potenil Partizan veleggia a +5. La za, un altro bonifico milionario speranza della Stella è un ra- per tenere in vita quel che resta gazzino: Luka Jovic, 17 anni, del calcio serbo. talento purissimo e 5 gol nelle © RIPRODUZIONE RISERVATA
Sopra, a sinistra, Andrija Zivkovic del Partizan. Qui, in alto, Jovic della Stella Rossa (AFP)
ROMANIA
Bergodi debutta con il Rapid e vince 2-0 ● (safta) Cristiano Bergodi, 50 anni, torna a Bucarest da trionfatore. Ieri col Rapid, dopo 8 anni, è andato in panchina e ha vinto 1-0 contro il Concordia Chiajna; ora è 4 punti sotto la salvezza a 7 giornate dalla fine. Bergodi con il Rapid, che veniva da tre sconfitte consecutive, aveva vinto la Supercoppa di Romania nel 2007. E ha allenato anche il National, il Politehnica Iași e la Steaua.
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SER
NOTIZIE DALL’EUROPA
SPAGNA LIGA
L’Elche supera la Real Sociedad, pari a Madeira
● A sorpresa l’Elche ha superato 1-0 la Real Sociedad nel posticipo del 32° turno della Liga. A sorpresa perché i baschi di Moyes venivano da una serie di 7 gare con un solo k.o. (contro l'Atletico); l’Elche invece er aa un passo dal baratro ma col gol del brasiliano Jonathas (al decimo centro) ora è salito a 34 punti; la Real resta a 38. In Portogallo il derby di Funchal è finito 1-1: Bruno Gallo per il Maritimo, pari di Tiquinho pe ril Nacional.
INGHILTERRA LONDRA
Zola incorsa per il Brentfod, sabato allo stadio
● (bold) Gianfranco Zola può tornare presto in pista. Il suo nome è accostato al Brentfod, club di Championship (B), in corsa per i playoff, ma con 3 punti di ritardo sulla sesta, quando mancano 2 gare al termine del campionato. Il club vuol chiudere il rapporto con Mark Warburton. Magic Box, reduce dall’esonero di Cagliari, era in tribuna allo stadio di Brentford sabato e ha incontrato il proprietario del club, Matthew Benham.
FINLANDIA OULU
Il portiere italiano Marzuoli segna in coppa al 94’
● (adaglio) Alessandro Marzuoli, 31enne portiere di Pescara (ed ex in Olanda, Grecia e Bulgaria), è stato protagonista di una piccola impresa negli ottavi di Coppa di Finlandia. Nella sfida tra il suo Oulu e il Kemi, due squadre dell’estremo nord del Paese, il n.1 italiano ha messo a segno il gol del 3-3 al 94’ con un bel colpo di testa in mischia. L’Oulu - che gioca in B - ha poi vinto la gara ai rigori, conquistando un posto nei quarti di finale.
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ECUADOR
ASIA
E Ito arriva al 22° club in 17 nazioni 1Il centrocampista giapponese, 39 anni, va in Bhutan 1 Da Singapore al Laos, dal Brunei a Myanmar e Nepal ogni anno un team nuovo: «Mi piace scoprire culture» Francesco Rizzo
Il famoso rigore «a cucchiaio» dell’uruguayano Seba Abreu nei quarti di finale del Mondiale 2010 contro il Ghana: diede la qualificazione (AFP)
Infinito Loco Abreu La salvezza dell’Aucas 1L’attaccante uruguayano
a 38 anni è al suo 20° club in 8 nazioni 1Dopo aver vinto tanto (pure la Coppa America) ora lotta per non retrocedere Adriano Seu
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Giramondo con il gol nel sangue Otto Paesi e tre continenti diversi per il Loco: dall’Uruguay all’Ecuador, passando (anche più volte) per Argentina, Spagna, Brasile, Messico e persino Israele e Grecia. Meglio di lui hanno saputo fare solo l’ecuadoriano Eduardo Hurtado, in 22 squadre, il giapponese Dan Ito (vedi articolo a destra) e il portiere tedesco Lutz Pfannenstiel, recordman con 24 maglie in 15 Paesi. Ritiratosi nel 2011 dopo una carriera iniziata con un clamoroso rifiuto al Bayern, Pfannenstiel è an-
L’ultima frontiera del Loco, soprannome guadagnatosi ai tempi del San Lorenzo per l’allegria costante e contagiosa, è Chillogallo, piccolo distretto rurale di Quito, dove l’Aucas lotta con tutte le proprie forze per evitare la retrocessione dopo il ritorno in prima divisione atteso 8 anni. «I miracoli li fa Gesù, io sono solo un operaio», ha detto il giorno della presentazione. Ma al 38enne attaccante sono bastate 6 apparizioni condite da 4 gol per diventare idolo e salvatore della patria. Con lui in campo, nonostante il debutto macchiato da un rigore fallito (traversa), l’Aucas ha raccolto il primo successo in campionaQUITO to e 5 punti in 6 partite, contro i soli 2 conquistati nelle precedenti 7 giornate. Un immediato e incoraggiante cambio di marcia, tanto che il presidente Ramiro Gordon, dopo averlo definito «un autentico miracolo piovuto dal cielo», ha già annunciato il desiderio di estendere il prestito di Abreu «almeno fino a fine anno». Nel 2013, quando prese in mano le redini del club dopo l’assassinio della figlia Monica, unica candidata alla presidenza freddata da due colpi di pistola il giorno prima delle elezioni, Gordon promise di portare in alto l’Aucas. Oggi, anche grazie al Loco, giramondo che ha fatto tappa a Chillogallo, quella promessa non sembra più utopia.
ECU
S
cusi, dov’è il Bhutan? Tra Tibet e India, lungo la catena dell’Himalaya. E giocano a calcio pure lì? Si capisce. Era ultimo nel ranking Fifa, ora è risalito al posto n. 163 (su 209), dopo aver eliminato lo Sri Lanka nel primo turno delle qualificazioni a Russia 2018. E in campionato sono arrivati 7 stranieri, pure da India e Gambia, ma il più esperto di loro, il centrocampista giapponese Dan Ito, li guarda e sorride.
che l’unico ad aver giocato da pro in 5 continenti e in tutte e 6 le federazioni che compongono la Fifa. Ma a differenza di Pfannenstiel, Abreu vanta una discreta bacheca di cui andare fiero. Di soddisfazioni il Loco se n’è tolte parecchie, qualcuna anche con la nazionale (26 gol in 70 partite, una coppa America vinta nel 2011 dopo le semifinali del Mondiale 2010). Ovunque sia stato, salvo forse la prima parentesi in Spagna con il Deportivo (nel 1997), Abreu ha saputo farsi amare dai tifosi a suon di gol, laureandosi capocannoniere in Messico (4 volte, con 3 squadre diverse) ma anche vincendo campionati in patria, in Argentina (con San Lorenzo e River Plate) e in Brasile (un torneo statale con il Botafogo).
Docente liceale
La nuova scommessa
i sono giocatori che tendono a mettere le radici, finendo con l’indossare la stessa maglia per tutta la carriera. C’è chi invece accumula trasferimenti a ripetizione, ritrovandosi con un curriculum più simile alla lista della spesa. Tra questi ultimi, il n.1 è senz’altro Sebastian Abreu. Semplicemente il Loco, per chi mastica un po’ di calcio sudamericano, o più comunemente quello del cucchiaio vincente nella serie dei rigori contro il Ghana ai Mondiali 2010, che proiettò l’Uruguay in semifinale dopo 40 anni. Abreu è anche uno dei più grandi giramondo nella storia del calcio. Autentico globetrotter. Pochi vantano una sfilza di esperienze simile a quella dell’attaccante uruguaiano, che un mese fa ha collezionato il 20° club in 21 anni di carriera trasferendosi in Ecuador, all’Aucas, dove è in prestito dal Nacional di Montevideo per 3 mesi.
Dan Ito, 39 anni, giapponese, qui al Thimpu, in Bhutan
Abreu con la maglia dell’Aucas
i club per cui ha giocato Abreu in 21 anni: Defensor Sporting e Nacional (Uru), San Lorenzo, River e Rosario Central (Arg), Deportivo, Real Sociedad (Spa) Gremio, Figueirense, Botafogo (Bra), Tecos, Cruz Azul, America, Dorados, Monterrey, San Luis, Tigres (Mex), Beitar (Isr), Aris (Gre) e Aucas (Ecu)
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Originario di Sapporo, 39 anni, docente liceale, Ito è stato ingaggiato dal Thimphu, la squadra della capitale - 2.300 metri di quota, campo artificiale, tribuna in legno intarsiato riservata al re -, ovvero il 22° club della sua carriera, in 17 Paesi diversi, tutti fra Asia e Oceania. Tanti, ma lui ne fa una filosofia di vita: «Mi piace scoprire culture diverse e voglio diventare esperto di calcio asiatico, in vista di un futuro da intermediario o da giornalista». Romantico? No, giapponese. Con regole da samurai. «Ho avuto un agente e ho capito come funziona il suo lavoro. Ora mi muovo da solo: tento di non restare mai più di un anno nello stesso Paese e di non firmare il contratto prima di trasferirmi. Mi impongo un budget di viaggio non troppo alto, che deve mettermi fretta a trovare un club. Arrivo e cerco». Del resto, con quale idolo è cresciuto Dan Ito? Capitan Tsubasa, l’eroe del cartone animato Holly e Benji, che sbarca nel San Paolo e nel Barcellona. Dallo schermo alla realtà, con qualche aggiusta-
mento. «Nel 1999, in Giappone, il Vegalta Sendai non mi ha rinnovato il contratto. Ho letto che a Singapore cercavano giocatori e così è cominciata la mia avventura». Che va dall’Australia al Vietnam e ha una storia per ogni tappa. A Hong Kong, con il Kitchee, nel 2004 batte il Milan in amichevole; in Laos «il Lao Toyota cercava un attaccante, ho finto di esserlo e ho passato il provino»; in India, con i Churchill Brothers, «era il presidente a decidere chi andava in campo, non il mister»; alle Maldive nel 2006, con il Club Valencia, «potevo abitare in un resort, a patto che giocassi bene e con me c’era uno svedese che lasciava la spiaggia solo per le partite»; in Nepal nel 2011 firma per un club di Katmandu che, tra le varie attività, offre rinfreschi ai pellegrini del tempio di Swayambhu.
Proprietà reale Dan Ito documenta tutto postando foto su Twitter: piatti di riso al mango e trasferte in treno accanto a monaci buddisti, lividi «gonfi come una torta» e spogliatoi oratoriali, succo di castagno per curare i piedi e campi da gioco sotto curve di cielo. Perché il ragazzo è meticoloso: «Se dimostri interesse per il luogo dove giochi, vieni accettato più facilmente. Cerco di imparare la lingua, mangio per il 30 per cento alla giapponese, per il 70 per cento cibo locale, anche se in Bhutan è troppo piccante. Qui sto bene, faccio l’allenatore-giocatore e la proprietaria del club è una bellissima ragazza della famiglia reale». Ma il tempo passa e lui, prima o poi, dovrà fermarsi. Almeno potrà rispondere a quella battuta del suo manga preferito: «Tsubasa, ma da che pianeta vieni?». «Tanti, ora ti racconto». © RIPRODUZIONE RISERVATA
NOTIZIE DAL MONDO
SUD COPPA AMERICA LIBERTADORES
Già 7 qualificate, San Lorenzo rischia grosso
● (seu) Definito metà tabellone degli ottavi: 7 le qualificate, Boca, Wanderers, Racing, Guaranì, Tigres, River e Corinthians, con gli Xeneizes unici a chiudere la fase gironi a punteggio pieno. Miracolo River, che ha vinto la sua prima gara (3-0 al San José) e ha beneficiato del successo del Tigres col Juan Aurich (5-4). Il San Lorenzo campione in carica domani deve vincere l’ultima gara col Danubio sperando che il San Paolo non vinca col Timao.
ARGENTINA LA PLATA
Veron chiama Gabi Milito, Palermo lascia
● (seu) Juan Sebastian Veron, presidente dell’Estudiantes, ha licenziato il tecnico Mauricio Pellegrino (ex vice di Benitez al Liverpool e all’Inter, e già allenatore del Valencia) per Gabriel Milito, 34 anni, fratello di Diego ed ex di Saragozza, Barcellona e Independiente. E domani si gioca gli ottavi della Libertadores col Barcellona. Intanto Martin Palermo lascia la panchina dell’Arsenal. dopo il ko col Sarmiento.
OR DE EM M
E P RO GR GRE E SSO SSO O
BRASILE SAN PAOLO
Massacro 8 tifosi del Timao: polizia identifica 2 sospetti
● (seu) Si stringe il cerchio attorno agli autori del massacro del Pavilhao 9 a San Paolo. La polizia ha detto di avere i nomi dei sospettati e sarebbero stati identificati 2 dei 3 uomini armati che fra sabato e domenica hanno fatto irruzione in una sede della tifoseria del Corinthians, uccidendo 8 uomini. Intanto gli inquirenti confermano che non si sia trattato di un regolamento di conti fra tifoserie quanto di un crimine legato alla droga.
EXTRATIME
MARTEDÌ 21 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
STATI UNITI
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CONCACAF
Povero Foquinha ma dove sei finito? Miami, quarta serie
Peralta lustra la scarpa al compagno Benedetto dopo un gol (AFP)
Benedetto dall’America, è sfida finale 1Da pochi mesi all’Azteca, l’argentino ha trascinato il club all’ultimo atto della Champions con 4 reti in semifinale1Fan del Boca, ora contro il Montreal Iacopo Iandiorio
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Sopra, a sinistra, Kerlon, 27 anni, alla presentazione a Miami. A destra e sotto, quando era al Cruzeiro e lo chiamavano Foquinha
1Kerlon, ex stellina del Cruzeiro e della Sub 17,
passato da Inter e Chievo è arrivato in Florida.
1Dopo 6 operazioni, prestiti all’Ajax, in Brasile
e nella serie C giapponese riparte: «Ho avuto solo tanta sfortuna, qui mi sento felice e punto alla Mls» Alfredo Spalla da San Paolo (Brasile)
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ol suo dribbling da Foquinha aveva fatto sognare i tifosi del Cruzeiro e quelli dell’Inter, sicuri di aver messo sotto contratto la nuova stella brasiliana. Poi una serie interminabile di infortuni ai legamenti, il prestito opaco al Chievo (4 gare), il ritorno in Brasile, la C giapponese e ora la quarta Usa. Fra cadute e voglia di riscatto oggi la nuova vita di Kerlon Moura inizia da Miami. Amareggiato per come sono andate le cose? «No. Noi atleti passiamo attraverso tante difficoltà. Alcuni riescono a superarle, altri no. Mi ritengo una persona fortunata. Grazie a tutte queste difficoltà sono riuscito a dare il giusto valore alle cose. Oggi mi sento più realizzato di ieri, non ho motivi per pentirmi». A quante operazioni ha dovuto sottoporsi? «Ho avuto 4 lesioni ai legamenti delle ginocchia, 2 per gamba. E una per caviglia. Sei infortuni in totale, recuperavo e poi ne arrivava un altro». i gol realizzati da Kerlon con il Brasile nel Sudamericano Under 17 del 2005 in Venezuela: fu il capo cannoniere del torneo (vinto dalla Canarinha) davanti a Elías Figueroa a 6 reti
Il suo passaggio all’Inter fu ben diverso da quanto immaginato: un anno in prestito al Chievo; dopo l’Ajax e il Brasile. Rimase deluso quando i nerazzurri decisero di non insistere su di lei? «No, nessuno ha colpe specifiche. Il calcio chiede il 100% all’atleta. Avevo subìto uno stop già al Cruzeiro; l’Inter mi fece recuperare e mi mandò al Chievo. Ho imparato molto da Di Carlo, senza gli infortuni sarebbe andata in modo diverso. Ero giovane, 20 anni. La squadra doveva lottare per la salvezza, si preferì puntare su gen-
te d’esperienza: Yepes, Pellissier, Luciano. La mia immaturità mi impediva di accettare certe decisioni. Pensavo di avere una forma migliore. E un tecnico che non ti fa giocare può infastidirti». Dispiaciuto per non aver giocato mai con l’Inter? «Mi aggregai all’Inter nella prima stagione di Mourinho, che però mandò via alcuni giocatori d’esperienza come Crespo, Dacourt... Io mi sono sentito sollevato: se stavano andando via certi giocatori, potevo andarmene pure io. Il problema erano le contusioni continue, comprendo bene l’Inter per non averci creduto». Dopo Ajax, Paraná e il Nacional MG in Brasile, la C giapponese (Fujieda) e ora la NAL, a 27 anni. «Il calcio di oggi è competitivo. Ho accettato questa sfida al Miami Dade F.C. perché ho bisogno di ritrovare il piacere di giocare, di fare qualcosa di produttivo. Il desiderio di essere un grande giocatore non muore mai, al massimo dorme per un po’. M’interessa il campionato brasiliano, ma la stessa MLS è una grande vetrina».
Sotto, l’esultanza di Dario Benedetto, 24 anni, dell’America, dopo il suo poker (e il 6-0) all’Herediano
ué noche, Pipa! L’8 aprile, al debutto stagionale in Champions, in semifinale ha ribaltato da solo i costaricani dell’Herediano. All’andata avevano vinto 3-0 e per l’America, il club di Dario Benedetto, sembrava finita. Poi al ritorno all’Azteca il centravanti di Berazategui, 30 km a sud di Buenos Aires, ha fatto un poker, 2 gol di destro e 2 di sinistro, e così il club più titolato del Messico ha vinto 6-0, approdando alla finale (domani) coi canadesi del Montreal, dell’ex viola Donadel e l’ex leccese Piatti. Exploit non nuovo, quello di Benedetto, 24 anni, origine italiana, all’Azteca dal dicembre scorso, dal Tijuana con cui aveva esordito nel luglio ’13 con una tripletta all’Atlas. E dire che in patria non trovava spazio.
Tevez e Palermo gli idoli, sogna l’Europa
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Con l’Arsenal aveva debuttato a 18 anni, novembre 2008, contro il Boca, per cui tifava da piccolo («ho il suo stemma tatuato, un giorno vorrei giocare lì o anche in Europa, i miei idoli Tevez e Pa Palermo», ha detto a Olé), era finito in prestito in B al Defensa y Justicia e poi al Gimnasia di J Jujuy, al confine con la Bolivia, che con 11 gol a aveva trascinato a un passo dai playoff. Così l’A l’Arsenal nel 2011 l’ha richiamato. Qui vince da co comparsa il Clausura 2012. Ma i 7 gol della seconda stagione (e quello bellissimo all’Atl. Mineiro di Ronaldinho in Libertadores) suscit tano l’attenzione del Turco Mohamed, tecnico ca campione messicano con Tijuana. Che non fa a tem a prenderlo: perché intanto lascia il club. tempo Be Benedetto però agli Xolos ci arriva lo stesso, per 1,5 milioni di euro. El Pelado (da anni porta i cap capelli rasati) è rapido, gran destro ma fa male an anche di sinistro, bravo in acrobazia e nello str stretto, a Tijuana in 43 gare realizza 21 centri (e 1 in Champions). Tanto che l’America sborsa 6,5 mi milioni di euro a fine 2014 per averlo: il suo valor si è così quadruplicato. Orfano di mamma a lore 13 anni, ex percussionista e chitarrista in una ban di cumbia, fidanzato con Noelia una piscoband log el Pipa (8 gol in 12 match con l’America) loga, ha detto che se non lo chiama il Tata Martino sar sarebbe contento di una convocazione del Messic Magari accanto al compagno di club Peralsico. ta, uno che ha trascinato la Tricolor all’oro olimpic nel 2012. Che coppia! pico
● (m.can.) Palmeiras-Santos e Vasco-Botafogo: le finali dei tornei big statali. Il Santos di Robinho elimina il San Paolo di Pato: 2-1, segna pure l’altro ex rossonero Ricardo Oliveira, capocannoniere del paulista con 10 gol. Palmeiras qualificato ai rigori dopo il 2-2 col Corinthians. A Rio il Botafogo si qualifica dal dischetto dopo il 2-1 sul Fluminense al 90° (stesso risultato all’andata per il Flu 2-1). Il Vasco elimina il Flamengo: 1-0 (gol di Gilberto, andata 0-0).
● (seu) Boca e River continuano a vincere e restano sole in teste dopo 10 turni a 24 punti. Il River strapazza il Banfield 4-1 (Driusi, Funes Mori e doppio Cavenaghi), il Boca risponde con un 3-1 a Lanus (Carrizo, Pavon e Lodeiro). Rallentano il Rosario (22 punti), che fa 1-1 con l’Estudiantes, e il San Lorenzo (21) che perde con l'Aldosivi. Sale il Belgrano (21 punti) che batte il Crucero 1-0 (Obolo). Il Racing di Milito fa 0-0 con la Nueva Chicago: 17 punti.
I club faticano ormai a scommettere su di lei? «È molto difficile, non si investe più suii talenti. I club vogliono atletii pronti; non hanno tempo per aspettare, pur conoscendo la mia storia. Preferiscono dare spazio a on meno qualcuno pronto ma con talento».
USA
Ci racconti del suo famoso catenò colpo da Foquinha. Scatenò una rissa. Si disse che era irritante, che l’aveva penalizzata? «Penso sia stata la miglior trovata della lla mia carriera. Lo tentai a 8 anni e avevo già à un buon controllo di palla. Mio padre mi chiese di camminare col pallone in testa, poi di correre, infine perfezioinammo la visione periferica e l’equilitere in brio. Mi preparavo ore per poterlo mettere ollevavo pratica. La maggior parte delle volte sollevavo ivo. Oggi la palla all’altezza del corner e proseguivo. er @Kermi sento ancora Foquinha (su twitter lon_Seal20 ), non mi preoccupo per chii mi criti». ca: li sfido a provarlo, è molto difficile».
MIAMI
(AFP)
NOTIZIE DAL MONDO
OR DE EM M
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BRASILE SAN PAOLO
Edinho, figlio di Pelé, allena il Mogi Mirim, il club di Rivaldo
● (m.can.) Edson Cholbi Nascimento, Edinho, figlio di Pelé, esordisce come allenatore a 44 anni. L’ex portiere stava lavorando come assistente allo staff tecnico del Santos, in cui aveva anche giocato. Ora guiderà il Mogi Mirim, una provinciale dello Stato di San Paolo, club di cui l’ex milanista Rivaldo è presidente. La nuova squadra di Edinho disputerà la Serie B brasiliana a partire da maggio.
OR DE EM M
E P RO GR GRE E SSO SSO O
BRASILE RIO DE JANEIRO
Binho elimina Pato Il Vasco fa fuori il Flamengo
ARGENTINA BUENOS AIRES
Boca e River vincono e vanno in testa da sole
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EXTRA FUN EXTRATIME
STATISANUNITI ANTONIO Morris, il premio Bud è fuori età per la birra
SMS
● (adaglio) Alamodome di San Antonio, Texas: Usa-Messico in amichevole, nel più classico dei derby del Nord America. Vincono gli States 2-0 e il migliore è un ragazzino dell’Università di Stanford, Jordan Morris, che alla sua prima gara da titolare a stelle e strisce realizza il gol che sblocca il punteggio al 4’ della ripresa. Gli elogi si sprecano e la nomina a «Man of the match» sembra scontata. Non sarà così:
lo sponsor del premio è la Budweiser, nota marca di birra, e Jordan non ha ancora 21 anni, età minima per consumare alcolici in terra yankee. In molti pensano a uno scherzo, ma la federcalcio Usa conferma: Morris è ineleggibile. Restano gli elogi di Klinsmann per il primo universitario (è degli Stanford Cardinal, Ncaa) convocato dal 1999, quando Chris Albright militava nei Virginia Cavaliers.
Arjen Robben Bayern Monaco
Jordan Morris, 20 anni, Usa, esulta dopo il gol al Messico (EPA)
Primo «nico» estero
Suarez fa scuola...
Radiate Pinochet!
● (sm) La federcalcio inglese per premio di un concorso mette in palio un pranzo con l’ex Liverpool Michael Owen. Sono arrivate solo risposte tipo: «Solo se mi paghi».
● Primo nicaraguense all’estero: è Juan Barrera, 25 anni, ala del Real Estelí (club campione), che in estate andrà al Rheindorf in massima serie austriaca.
● (sm)Dopo i 10 turni presi nel ’14 col Torquay per un morso, Joss Labadie, del Dag&Reds (4ª serie), ha morsicato Ronnie Henry dello Stevenage: squalificato 6 mesi.
● La tifoseria del Colo Colo ha deciso di raccogliere firme tra i soci del club per chiedere la cancellazione di Pinochet dal registro dei membri onorari.
ROSE
LA MISS DELLA SETTIMANA
INGHILTERRA LONDRA I gemelli Fellaini non confondono Mou
OGGI E DOMANI CHAMPIONS LEAGUE Quarti di finale di Champions: oggi Bayern-Porto (SS 1 HD , 20.45), Barcellona-Psg (SS Plus, 20.45). Domani Juve-Monaco (Canale 5, 20.45), Real M.-Atletico M. (SS1, 20.45).
ARGENTINA BUENOS AIRES
Indagine sui fondi all’Afa dal governo per i diritti tv
SPAGNA MARBELLA
● A esordire sono buoni tutti, stupire all’esordio è roba da pochi. Gregory Van der Wiel fece la sua comparsa a 19 anni all’Ajax: sostituì Stam che si era fatto male e subito vinse 4-1 in casa del Twente. Rose Bertram invece ha fatto la sua comparsa sul catalogo dei costumi da bagno di Sports Illustrated, cioè il Wembley delle modelle. Ed è stata tra le più apprezzate, la combo corpo divino-riccioloni biondi ha fatto capitolare sguardi su sguardi, nonostante le sue foto fossero tra quelle di mammasantissima del bikini tipo Irina Shayk o Emily Ratajkowski. Belga di padre e portoghesesenegalese di madre, Rose sta con Gregory: lui oggi cerca l’impresa al Camp Nou, lei dopo il boom dei costumi da bagno Sports Illustrated è stata eletta anche «coniglietta di Pasqua».
EXTRATIME
La frase della settimana «I muscoli della pancia? Uno degli infortuni più fastidiosi della mia vita: non riesco a ridere e non riesco ad andare in bagno...»
Owen? No, grazie!
Sports Illustrated e Van der Wiel si può consolare
TV
MARTEDÌ 21 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Svaligiata la villa di Caniggia: rubati orologi e preziosi ● (si. mar.). Svaligiata la villa di Claudio Caniggia, 48 anni, a La Mairena, Marbella, coi ladri che hanno approfittato di una falla nel sistema d’allarme per fare razzia di contanti, gioielli, orologi, abiti e borse griffate. A scoprire il furto è stata la moglie dell’argentino, Mariana Nannis, rientrando a casa (Caniggia era a Dubai): pare che la donna abbia avuto uno choc alla scoperta che nel raid era stato ucciso il suo gatto preferito...
● (si. mar.) Quando sabato scorso di mattina il portiere dell’albergo che ospita di solito il Chelsea prima delle gare casalinghe ha visto quel ragazzo in jeans e dall’inconfondibile chioma riccioluta che si aggirava per la hall e faceva le foto con gli altri ospiti dell’hotel, spiegando a precisa domanda - «di essere lì per ritirare i biglietti della partita dal suo amico Eden Hazard», l’uomo non ha esitato a spifferare la notizia a José Mourinho, il tecnico dei Blues che sabato pomeriggio affrontavano il Manchester United: «Oggi Fellaini non gioca», ha detto il solerte concierge al tecnico portoghese non appena questi è sceso per la colazione. Facendogliela di fatto andare di traverso. Già, perché il buon Mou aveva passato tutta la settimana ad ideare una «trappola tattica» per il giocatore belga del
Manchester United, fra l’altro in un momento di forma particolarmente ispirato, salvo ritrovarsi a dover stravolgere tutti i piani a poche ore dal match. «L’intera faccenda mi suonava un po’ strana - ha raccontato divertito l’allenatore del Chelsea a fine partita -, così sono andato su Google col mio telefono per cercare di capirci qualcosa e mi sono imbattuto nella foto del gemello di Fellaini, Mansour, che è identico a Marouane. Allora ho mostrato le due immagini al portiere dell’albergo e gli ho chiesto di dirmi chi avesse realmente visto nella hall. E lui mi ha indicato il gemello...». Mourinho ha tirato un sospirone di sollievo, ma poco ma sicuro che d’ora in avanti al povero concierge verranno fornite le foto di tutti i giocatori avversari. E dei rispettivi familiari.
VENERDÌ 24 E SABATO 25 APRILE IL DERBY DI BARCELLONA, IL PSG COL LILLE Venerdì, Ligue 1: Marsiglia-Lorient (FS, 20.30). Sabato, PsgLille (FS, diff. 21); Premier: Southampton-Tottenham (FS, 13.45), Wba-Liverpool (FS2, 16) e Manchester City-Aston Villa (FS, 18.30). Liga: Espanyol-Barcellona (FS, 16), Atletico Madrid-Elche (FS2, 18) e Real Sociedad-Villarreal (FS2, 22).
Supplemento di calcio internazionale di Iacopo Iandiorio, progetto grafico di Domenico Coppola
INGHILTERRA LONDRA
Lo sprinter Kilty: 40mila euro contro Bellerin e Walcott
● (s.mar) Per il velocista Richard Kilty che Bellerin (Arsenal) possa battere Bolt sui 100, avendo corso i 40 in 4’’42, «è ridicolo». E ha sfidato il terzino e Walcott a una gara sui 60 metri, puntando 40 mila euro sulla sua vittoria. DOMENICA 26 APRILE IL BIG MATCH ARSENAL-CHELSEA In Premier Everton-Manchester Utd (FS, 14.30) e Arsenal-Chelsea (FS, 17). Liga: Malaga-Deportivo (FS 12), SivigliaRayo (FS2, 19) e Celta-Real Madrid (FS, 21). Ligue 1: Reims-Lione (FS2, 21).
● (seu) La Procura generale indaga sull’intricato schema che dal 2009 garantisce sovvenzioni milionarie alla federazione (Afa) per l’emissione delle partite in tv in chiaro. Dubbi sull’esatta cifra elargita dal governo, su spese non motivate e su svariati milioni spariti nel nulla, circa 8 milioni di euro in tutto. Nel mirino della Giustizia tre esponenti di spicco del governo: i ministri Anibal Fernandez (peraltro presidente del Quilmes), Juan Medina e Jorge Capitanich.
INGHILTERRA LIVERPOOL
#VoteBalotelli: presa in giro dei fan Arsenal e United ● (si.mar.) I tifosi di Arsenal e Manchester United stanno tentando di sabotare il concorso per il miglior giocatore del Liverpool di questa stagione, quello che «con la sua passione e con il suo attaccamento alla maglia ha conquistato i fan», come si legge nella motivazione del premio, che sarà consegnato il 19 maggio alla Liverpool Echo Arena. Visto infatti che per esprimere il proprio voto basta indicare un semplice indirizzo email, i dispettosi fan di Gunners e Red Devils invitano gli utenti di Twitter a votare in massa sul sito del club per Mario Balotelli, che ha deluso le attese. L’hashtag #VoteBalotelli pare stia andando fortissimo. Stessa sorte potrebbe avere #VoteMarkovic, con il serbo indicato come il più meritevole al titolo di «giovane promessa», malgrado i soli 3 gol segnati. E dal 27 si vota la miglior performance di stagione. Che s’inventeranno stavolta?
NEL WEEKEND SABATO IL BAYERN ALL’HERTHA Venerdì: Mainz-Schalke (Sky Supercalcio HD 20.30). Sabato: Stoccarda -Friburgo (SS 15.30), Bayern-Hertha (SS3 HD, 18.30). Domenica: Borussia M.-Wolfsburg (SS3 17.30)