La Gazzetta dello Sport (04-27-2015)

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lunedì 27 aprile 2015 anno 119 - numero 98 euro 1,40

LOTTA CHAMPIONS

IL FILM GRANATA CHE HA OSCURATO I CAMPIONI

GRAN TORINO GOL DA OSCAR

Higuain+Insigne E’ Napoli show a -2 dalla Roma 3ª Al San Paolo 4-2 alla Samp: anche la Lazio, frenata dal Chievo, è più vicina ARCHETTI, BERARDINO, CIERI, D’ANGELO, MALFITANO, G. MONTI ALLE PAGINE 15-16-17

Dopo 20 anni Juve incornata nel derby: segna Pirlo, poi Darmian e Quagliarella firmano il sorpasso. Tre pali bianconeri: per lo scudetto ripassare mercoledì

L’ANALISI di Luigi Garlando 27

BENITEZ AL SECONDO POSTO NON SAREBBE UNA SORPRESA

BIANCHI, BRAMARDO, DELLA VALLE, GRAZIANO, SCHIANCHI ALLE PAGINE 2-3-7-8-11 Fabio Quagliarella, abbracciato dai compagni ANSA

L'ARTICOLO A PAGINA 27

UN DERBY MALEDETTO FUORI DAL CAMPO

DOMENICA BESTIALE Sassi contro il bus Juve, bomba carta sulla curva granata 10 feriti, 5 arresti. Tavecchio: «Adesso sanzioni esemplari» IL COMMENTO di Umberto Zapelloni

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DOPO ATALANTA-EMPOLI

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Follia Denis: irrompe nello spogliatoio ospite e tira un pugno a Tonelli

FERMIAMOLI O NEGLI STADI RESTERANNO SOLO GLI IDIOTI Il calcio sarà anche lo sport più bello del mondo, ma continua ad essere frequentato da troppi «fucking idiots», per dirla alla Pallotta, uno che non ha avuto paura di rendere pubblici i suoi pensieri. Sassaiole contro il pullman della Juve, bomba carta contro i tifosi del Torin, scene da Far West nello spogliatoio di Bergamo dopo Atalanta-Empoli.

FROSIO A PAGINA 19

L'ARTICOLO A PAGINA 27

Scene da un derby di ordinaria follia: in alto, la curva granata dove è esplosa la bomba carta. Sotto, la sequenza dell’assalto al bus juventino

Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano

RISULTATI & CLASSIFICA 32a GIORNATA

ATALANTA-EMPOLI FIORENTINA-CAGLIARI GENOA-CESENA INTER-ROMA LAZIO-CHIEVO NAPOLI-SAMPDORIA PARMA-PALERMO TORINO-JUVENTUS UDINESE-MILAN VERONA-SASSUOLO

2-2 1-3 3-1 2-1 1-1 4-2 1-0 2-1 2-1 3-2

JUVENTUS LAZIO ROMA NAPOLI SAMPDORIA FIORENTINA GENOA TORINO INTER MILAN

73 59 58 56 50 49 47 47 45 43

PALERMO VERONA UDINESE CHIEVO SASSUOLO EMPOLI ATALANTA CAGLIARI CESENA PARMA(-7)

Nel disegno di Rinaldi, Denis irrompe nello spogliatoio dell’Empoli e sferra un pugno a Tonelli

41 39 38 37 36 35 31 24 23 16

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IL ROMPIPALLONE di Gene Gnocchi Milan. Durissimo botta e risposta tra Inzaghi e i giocatori. «Siete indegni» «Non sai più rimorchiare nessuna» CATAPANO, MAURO, PICCIONI ALLE PAGINE 4-5

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VIOLA BATTUTA

Cagliari, è Festa Inter: l’Europa ora è possibile

DA NON PERDERE 1 Buon sangue non mente Schumi jr a 16 anni va subito a segno in F.4 CATALDO A PAGINA 33

50 4 2 7>

CALAMAI, DALLA VITE PAGINE 21-23

9 771120 506000

LA VENDITA

E’ arrivato Mister Bee via alla trattativa per il Milan OLIVERO, PAGLIARA, PASOTTO, PESSINA, SCHIRA PAGINE 12-13

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MONDO

Frenata Mou Real, è ancora Chicharito BOLDRINI, RICCI PAGINE 28-29

2 La Liegi-Bastogne-Liegi è sempre Valverde: tris Nibali cede e si scusa GHISALBERTI, PAOLO BETTINI PAG. 34-35

3 In Nepal 2500 morti Gli italiani sull’Everest «Noi vivi per miracolo» NIGRO, RIZZO, REINHOLD MESSNER PAG. 44


Serie A R 32a giornata

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Derby da sogno E dopo 20 anni di cariche il Toro incorna la Signora Fabio Quagliarella, 32 anni, segna il gol del 2-1 LAPRESSE

1 Fabio Bianchi INVIATO A TORINO @fabiowhites

I

cavalieri che fecero l’impresa hanno i visi stravolti dalla felicità, corrono su e giù per il campo, vorrebbero restarci fino al tramonto, si denudano per gettare ai tifosi i loro pezzi di divisa. Ai tifosi che se lo meritano. Perché anche questo bel derby, corretto e pieno di emozioni e che contiene l’impresa, è stato rovinato dalla parte marcia del nostro calcio, quella che prima o poi si dovrà fermare, quella del tifo ultrà. Prima i granata che assaltano il pullman degli odiati rivali, poi gli juventini che li «superano» mandando all’ospedale una dozzina di nemici grazie a una bomba carta. Il derby della delinquenza è una vergogna e bisogna occuparsene, il derby della Mole è un piccolo fiore granata è questa è la sede per assaporarlo.

Pirlo illude la Juve, Darmian la riacciuffa, Quagliarella regala ai granata una vittoria attesa dal ‘95. Sassi al pullman bianconero. Bomba carta nella curva del Toro

Vent’anni dopo, ecco che il cuore Toro riesce ad aver la meglio. E il fatto che succeda contro una Juve ammazza campionato e in semifinale di Champions è un’ulteriore soddisfazione. Se facciamo il conto delle occasioni, forse un pareggio sarebbe stato più giusto. Ma se analizziamo l’atteggiamento delle squadre e la qualità espressa, in rapporto alle forze in campo, è giusto che la banda Ventura abbia sfatato il tabù. Così la Juve non approfitta della caduta della Roma e del mezzo stop della Lazio e deve portare più in là la conquista aritmetica dello scudetto. Ma non è quello il problema. Il problema è ritrovarsi per la Fiorentina e portare i suoi uomini di nuovo nella forma migliore in tempo per la madre di tutte le sfide con il Real. SUPER QUAGLIA Come a volte succede, è decisivo l’ex di turno, che approfitta delle inaspettate debolezze della difesa più

blindata del campionato. Una difesa da turnover, con Padoin e Ogbonna titolari. Non sono loro i colpevoli, lo è tutto il reparto. Un dato la dice lunga: per la prima volta in questo campionato la Juve ha subito sette tiri nel primo round. Segno di spazi larghi e concentrazione annacquata. Nel primo tempo il Torino ha giocato meglio, ha contrastato la Juve con efficacia ed è stato più pericoloso. Eppure è stata la Juve a passare in vantaggio, grazie a una deliziosa punizione di Pirlo. L’architetto juventino si è portato a quota 27 reti su punizione diretta in serie A ed è a un solo gradino dal record di Sinisa Mihajlovic. Comunque, una punizione che poteva abbattere un toro, ma non il Toro. Che ha riagguantato la Juve allo scadere del primo tempo grazie a un’azione ostinata di Quagliarella che ha superato Bonucci e ha servito dietro l’accorrente Darmian. Dalla foga, l’esterno azzurro ha fallito

l’aggancio, ma allungandosi il pallone si è prodotto un auto assist che l’ha portato nel centro di un’area vuota, dove ha potuto battere senza problemi Buffon, anche lui sorpreso. Bonucci non ha chiuso, Ogbonna è rimasto incollato a Maxi Lopez, Lichtsteiner era in ritardo. Ecco la grande distrazione collettiva. Poi all’alba del secondo round il super ex Quagliarella ha completato la rimonta bruciando tutti sul cross di Darmian. Ma prima c’era stata un’altra prelibatezza di Pirlo (lui sì nota lieta bianconera) da fermo finita sul palo. SVEGLIA TARDIVA Fino a quel momento il Torino lo meritava tutto il vantaggio. Anche la Juve è umana. Un po’ di rilassatezza ci sta se hai appena conquistato la semifinale di Champions dopo tanti anni. E c’è anche la sensazione che qualcuno debba ritrovare la forma. Vidal, per dirne uno: ha perso il duello

clic LE DUE POSSIBILITÀ DI VINCERE LO SCUDETTO GIÀ MERCOLEDÌ ● La Juventus già mercoledì ha di nuovo la possibilità di conquistare il titolo. Due le possibilità: 1) Vince con la Fiorentina e la Lazio non vince in casa con il Parma; con 15 punti ancora a disposizione non può più essere raggiunta dalla squadra di Pioli. 2) Pareggia, la Roma non vince e la Lazio perde. Le due squadre romane potrebbero al massimo raggiungere i bianconeri a quota 74 ma sarebbero entrambe in svantaggio nei confronti diretti. Tutte le altre combinazioni rinvierebbero invece il verdetto-scudetto.

con El Kaddouri. Spentissimo, si è un po’ ripreso solo nel forcing finale. O Pereyra, per dirne un altro, che non ne ha azzeccata una ed è stato cancellato da Gazzi. Allegri aveva deciso di far riposare Barzagli, Chiellini e Tevez e ha scelto Matri-Morata coppia d’attacco. Meglio il primo del secondo. Dopo lo svantaggio, ha dovuto spendere Carlitos per Morata e Pepe per Pereyra per dare più incisività alla squadra. Il Toro che assaporava l’impresa si è tirato troppo indietro (anche se è riuscito a segnare ancora, ma l’arbitro ha annullato per giusto fuorigioco) e così ha subìto parecchie occasioni. Decisivo Padelli su Vidal e Sturaro. Decisivi i pali sul tiro cross di Padoin e la zuccata di Matri. L’innesto nel finale di Llorente per Padoin è servito a poco. La fortuna ha aiutato gli audaci, ok. Ma almeno nei derby, la fortuna era in debito col Toro. © RIPRODUZIONE RISERVATA

L’ANALISI TECNICA

Il «metodista» Gazzi spegne Pereyra: 10 recuperi 1Il centrocampista granata organizza la

manovra e alza il muro davanti alla difesa. E la Juve non trova gli spazi per graffiare

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● i passaggi effettuati dalla Juventus (375 quelli del Toro) che ha avuto un possesso palla del 55,2 per cento e una precisione dell’86,6 per cento.

Andrea Schianchi

I

l centrocampo è, da sempre, il reparto d’oro della Juve. Lì nascono le vittorie bianconere, con un lancio di Pirlo, un’incursione di Vidal, una sgommata di Pereyra. E anche nel derby, nonostante fosse in crisi d’identità per le tante assenze (solo due titolari su quattro a disposizione: Pirlo e Vidal), si pensava che il centro-

campo fosse decisivo. Il Torino, invece, con molto coraggio e altrettanta determinazione, ha costruito il proprio successo spegnendo le idee dei pensatori juventini, andando a rubare palloni su palloni nella zona centrale e aggredendo in pressing con ottimo tempismo e buoni sincronismi. E’ stato Gazzi il regista di questa operazione di sbarramento che ha impedito alla squadra di Allegri di piantare le tende davanti alla porta granata. TANTA SOSTANZA Nel classico 3-5-2 di Ventura a Gazzi sono affidati i compiti del cosiddetto «metodista»: deve, in sostanza, organizzare la manovra facili-

tando il disimpegno difensivo e, in fase di contenimento, ha l’obbligo di fare muro prima che gli avversari attacchino frontalmente la retroguardia. Gazzi svolge il lavoro con metodo, raziocinio e impegno. Non gli possono chiedere i colpi di genio che sono prerogative di gente come Pirlo, ma ugualmente lui ci mette parecchia qualità nella prestazione: sono 57 i suoi tocchi, 41 passaggi e soltanto 5 sbagliati. Se consideriamo che questi appoggi vengono effettuati in una zona molto calda del campo, e spesso con il nemico che gli è addosso, a Gazzi vanno fatti i complimenti. Lucidità di idee e concretezza nell’esecuzione. Inoltre, due lanci

riusciti a pescare i suoi compagni che si muovono davanti.

Alessandro Gazzi, 31 anni, è alla sua terza stagione con il Torino

DOV’E’ PEREYRA? Il meglio, comunque, Gazzi lo dà quando si tratta di ringhiare: sono 10 i palloni recuperati e 5 quelli intercettati. A questi dati vanno aggiunti i 3 contrasti effettuati, i 5 falli commessi e i 3 subiti. Le gambe, insomma, le è messe al servizio della causa, cercando sempre di far sì che le distanze tra i reparti fossero minime in modo da non consentire i raid dei bianconeri. E difatti Pereyra, il trequartista deputato a creare scompiglio, non riesce mai a essere pericoloso. Merito di Gazzi, ovviamente. © RIPRODUZIONE RISERVATA


LUNEDÌ 27 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

TORINO

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JUVENTUS

PRIMO TEMPO 1-1 MARCATORI Pirlo (J) al 35’, Darmian (T) al 45’ p.t.; Quagliarella (T) al 12’ s.t. TORINO (3-5-2) Padelli; Maksimovic, Glik, Moretti; Peres, Benassi (dal 26’ s.t. Vives), Gazzi, El Kaddouri, Darmian (dal 37’ s.t. Molinaro); Quagliarella, Maxi Lopez (dal 16’ s.t. J. Martinez). PANCHINA Ichazo, Castellazzi, Basha, Bovo, Farnerud, Gonzalez, Jansson, Silva, Amauri. ALL. Ventura CAMBI DI SISTEMA nessuno BARICENTRO MOLTO BASSO 46,9 M ESPULSI nessuno AMMONITI Gazzi e Moretti per gioco scorretto, Vives per c.n.r.

JUVENTUS (4-3-1-2) Buffon; Lichtsteiner, Bonucci, Ogbonna, Padoin (dal 41’ s.t. Llorente); Vidal, Pirlo, Sturaro; Pereyra (dal 34’ s.t. Pepe); Matri, Morata (dal 20’ s.t. Morata). PANCHINA Storari, Rubinho, Chiellini, Coman, Barzagli, De Ceglie, Marrone. ALLENATORE Allegri CAMBI DI SISTEMA dal 41’ s.t. 3-4-3 BARICENTRO MOLTO ALTO 56,5 M ESPULSI nessuno. AMMONITI Bonucci per gioco scorretto

ARBITRO Tagliavento di Terni NOTE Spettatori paganti 16.222, incasso di 660.750 euro; abbonati 10.074, quota di 124.428 euro. Tiri in porta 4-7. Tiri fuori 5-9. In fuorigioco 5-1. Angoli 3-2. Recuperi: 0’ p.t., 5’ s.t.

PRIMO TEMPO

fIL PERSONAGGIO

FABIO QUAGLIARELLA

Perché non ha esultato? «Ma ho salutato la curva E posso firmare a vita» 1Giorno di promesse: a Cairo per il contratto, ai tifosi per l’Europa e poi ad Allegri: «La prossima volta a colazione gli pago il caffé»

Mirko Graziano TORINO

12’ MATRI VOLA BASSO Pirlo pesca Matri in area che stoppa di petto e tira al volo in mezza rovesciata, ma altissimo. 17’ GUIZZO DEL TUCUMANO Pereyra scatta in ripartenza e mette una palla d’oro in mezzo, Glik la sfiora e Matri non ci arriva. 26’ ECCO IL QUAGLIA Pirlo perde palla su Quagliarella che s’accentra e tira ma a lato. 35’ IL SOLITO PIRLO Morata atterrato da Gazzi, punizione al bacio di Pirlo all’incrocio dei pali. 45’ DARMIAN E L’AUTOLANCIO Gran lavoro di Quagliarella in area e passaggio a Darmian che, sbagliando l’aggancio, si autolancia in porta nell’area vuota e tira a colpo sicuro.

V

ittoria in rimonta, contro la Juve. Il derby è di nuovo granata dopo venti lunghissimi anni. Quando Tagliavento chiude la battaglia, l’Olimpico esplode. Parte l’inno del Toro, Ventura e il resto della panchina si scaraventano in campo, capitan Glik è fuori di testa per la gioia, Darmian quasi piange. Non c’è un solo tifoso che abbia già abbandonato il proprio posto, lo stadio resta esaurito almeno per un’altra mezzoretta, il tempo di gustarsi giro di campo e balli della squadra. A un certo punto c’è chi riesce a sfondare, è mini invasione: caccia all’idolo di turno, Maxi Lopez esce in mutande dopo un pieno di baci e abbracci, stessa sorte per altri compagni. Quagliarella si guarda attorno e si gode «uno dei momenti più belli della mia carriera». Il napoletano ha firmato il gol-partita, e per le strade della

7’ PIRLO QUASI BIS Altra super punizione di Pirlo, stavolta finisce sul palo. 12’ LA ZAMPATA DELL’EX El Kaddouri si beve Vidal e lancia Darmian: cross in mezzo e zampata di Quagliarella.

ATTACCO

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PASSAGGI

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31’ ALTRO PALO Su cross di Lichtsteiner, Matri di testa colpisce il palo.

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37’ TOH, CHI SI VEDE Invito di Pirlo, Sturaro schiaccia di testa, bravo Padelli a respingere.

OCCASIONI CREATE

Il colore è più intenso nelle zone in cui ci sono stati più tocchi di palla

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FALLI FATTI 3

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● L’ultima vittoria nel derby del Torino risaliva all’aprile del 1995. Si giocava al Delle Alpi e una doppietta di Rizzitelli (il gol juventino arrivò su autorete di Maltagliati) regalò il successo ai granata, allora allenati da Nedo Sonetti, mentre sulla panchina bianconera c’era Marcello Lippi.

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1

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1

1

NEGATIVI 8

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PALLE RECUPERATE 4

FALLI SUBITI 2

13 Gol di Quagliarella

POSITIVI

DRIBBLING POSITIVI

Fabio Quagliarella ieri ha segnato ato. il tredicesimo gol in questo campionato. Ha eguagliato il record personale in serie A. Aveva ottenuto lo stesso bottino con la Samp (2006-07) e con l’udinese (2008-09)

MINUTI GIOCATI

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IL GOL

IL PUNTO DA CUI HA TIRATO

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no. L’anno successivo mi prese proprio il Torino, capite bene allora quale sia la mia gioia oggi. So di essere entrato nella storia di questo magnifico club». Sono 13 i gol in campionato, altri quattro nelle coppe, un crescendo che sta trascinando la banda Ventura verso l’Europa League: «Dobbiamo crederci - dice l’attaccante -, è da sciocchi non provare fino in fondo. Possiamo tornare in Coppa, la classifica parla chiaro. Il gruppo è comunque solido, qui si rema tutti nella stessa direzione. Da parte mia, poi, sono orgoglioso di quanto fatto finora. Volevo dimostrare a tutti che non ero sul viale del tramonto, e ci sto riuscendo». Con 13 reti ha già eguagliato i suoi migliori bottini in A (Sampdoria 2006-2007 e Udinese 20082009), «e ancora è lunga questa stagione». SIPARETTI Gli passa vicino Allegri, i due si abbracciano, spesso si incontrano a colazione, abitano vicini. «Gli ho detto che la prossima volta pago io il caffè», ride Fabio. «Alla Juve vanno fatti i complimenti per questa stagione». Subito dopo, ecco il faccia faccia con Cairo ai microfoni di Sky. Il presidente annuncia: «Contratto a vita per Quagliarella». Il ragazzo si gira e dice: «Presidente, mi dia la penna. Guardi che ci sono le telecamere, è tutto registrato». Poi, continua: «Questo è un successo fondamentale, meritato, ci dà fiducia e ci tiene là davanti. Abbiamo battuto una grande Juve, e forse apprezzeremo maggiormente il tutto più avanti». I vari incidenti? «Un vero peccato, non c’entrano nulla col calcio. Non sono tifosi, una domenica di sport non deve essere macchiata con certi episodi». © RIPRODUZIONE RISERVATA

nell’estate 2014. L’attaccante di Castellammare di Stabia nelle quattro precedenti stagioni aveva giocato nella Juventus

TOCCHI PER ZONA

25’ CRESTE IN AZIONE Cross di Pereyra, zuccata di Vidal appena fuori.

36’ CHE CHANCE Padoin sforna un tiro cross che prende il palo, sulla respinta Vidal da due passi tira ma Padelli c’è.

GRANATA DA BIMBO Il 9 aprile 1995, quando Rizzitelli (doppietta) punì per l’ultima volta la Juve in un derby, «io avevo solo 12 anni, e ancora giocavo a Castellammare di Stabia, nella speranza di diventare qualcu-

COSÌ QUAGLIA CANCELLA RIZZITELLI

1Fabio Quagliarella, 32 anni, è stato acquistato dal Torino

IL GRANATA AI RAGGI X SECONDO TEMPO

città vanno già in scena caroselli di ogni tipo. Segna e non esulta, non l’ha mai fatto contro le sue ex squadre, da ieri tutte battezzate con il classico gol dell’ex: reti, quest’anno, a Fiorentina, Napoli, Udinese, Sampdoria e appunto Juventus. Certo, un po’ stona: parte della curva ci resta male e anche sui social prendono corpo commenti risentiti. Fabio ha appena scritto una pagina storica del Toro, viene travolto dai compagni, ci rimette il piede per tanto entusiasmo, «subito dopo, però, ho alzato le braccia verso la Maratona. Sono felicissimo per me e per i nostri tifosi, questo è uno dei gol più importanti che abbia mai fatto. Ho sempre rispettato il passato, ma ciò non mi impedisce di essere al settimo cielo».

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90’

RECUPERO

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Serie A R 32a giornata

Derby da far west 1

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● 1 L’assalto dei tifosi del Torino al pullman della Juve: calci e sassi ● 2 La Curva Primavera granata colpita da una bomba carta: tensione tra tifosi avversari ● 3 I vetri rotti del mezzo bianconero dopo il blitz ● 4 Un supporter granata soccorso dopo il lancio dell’ordigno ANSA

Assalto al bus della Juve Bomba carta in curva Toro 1E’ stata una guerriglia. Sassi e petardi contro il pullman bianconero, poi gli ultrà juventini lanciano un ordigno nel settore granata: 10 feriti e 5 arresti

Alberto Mauro TORINO

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na domenica di ordinaria follia a Torino. La guerriglia urbana in città e sugli spalti ruba la scena alla festa granata, il derby diventa occasione per sfogare vecchie ruggini e il triste bilancio è di 10 feriti, 5 arresti e 3 denunce. Le prime scintille in mattinata, poco prima dell’apertura dei cancelli: un gruppo di ultrà juventini viene a contatto con quelli granata, in piazza San Gabriele da Gorizia (a 250 metri dallo stadio Olimpico). Le due fazioni si affrontano, costringendo le forze dell’ordine a intervenire con due cariche di alleggerimento. Vengono arrestati due tifosi per lancio di oggetti e resistenza a pubblico ufficiale. Era solo l’inizio. ATTACCO AL PULLMAN Alle 13.35 il pullman della Juventus imbocca via Filadelfia, e si trova di fronte quasi 300 tifosi granata, in attesa dei giocatori del Toro. Parte l’assalto: pugni, calci, sputi, giornali, bottigliette, pietre e bastonate contro le fiancate, petardi e fumogeni sotto il mezzo, che fatica a farsi strada tra due ali di folla inferocita, nonostante la scorta della polizia. Il bilancio è di un vetro rotto e fortunatamente nessun ferito a

bordo, solo un grande spavento. Grazie alle telecamere a circuito chiuso del pullman, le forze dell’ordine hanno individuato e denunciato un tifoso per danneggiamento aggravato in concorso. La notizia dell’agguato al pullman fa il giro dello stadio, violenza chiama violenza, e poco dopo sugli spalti si scatena l’inferno. Cinque minuti dopo il fischio d’inizio dal settore ospiti bianconero viene lanciata una bomba carta in curva Primavera.

LA VIOLENZA NEGLI STADI

28 OTTOBRE 1979 Il tifoso laziale Vincenzo Paparelli muore durante il derby, colpito da un razzo.

cia. Mattia e “Cava” (i due ricoverati al Cto) sono stati i primi a essere portati via in ambulanza, ora stanno bene, solo qualche punto di sutura e un po’ di stordimento».

BISOGNA FARE IN MODO CHE I BAMBINI TORNINO ALLO STADIO, PERCHÉ PORTARLI ORA SAREBBE DA FOLLI

LA BOMBA L’esplosione violentissima disintegra 3 seggiolini e le schegge feriscono 10 persone. Due tifosi vengono medicati alle Molinette, con prognosi di 5 e 7 giorni, uno all’Ospedale Mauriziano, sotto osservazione per intossicazione da fumo, set- MASSIMILIANO ALLEGRI te al Cto, tutti in codice bianco, ALLENATORE DELLA JUVE di cui cinque subito dimessi. Gli altri due sotto osservazione per lievi problemi all’udito, e qualche punto di sutura a coscia, spalle e viso. «Cos’ è successo? Ci hanno tirato tre bombe carta addosso - racconta chi era presente in Primavera, a pochi metri dai seggiolini distrutti -. Ho la giacca squarciata, ma mi è andata bene, per fortuna le schegge non mi hanno colpito in fac-

INDAGINI E ARRESTI Il bilancio è di due juventini e un granata arrestati per il lancio di bombe carta all’interno dello stadio, altri due per gli incidenti prima della partita. Tre i denunciati. La Juventus ha stigmatizzato quanto accaduto in occasione del derby con una nota ufficiale. «Juventus Football Club condanna ogni forma di violenza sia essa proveniente dai propri tifosi o da quelli avversari ed esige pari trattamento nella valutazione di essi in sede di giustizia sportiva o di commento». Allegri chiede punizioni esemplari: «In Italia siamo ancora indietro, finché chi di dovere non prenderà provvedimenti sarà sempre così. Ne va del calcio ma anche dell’Italia, dobbiamo migliorare per riportare le persone allo stadio: venire a vedere le partite con i bambini oggi sarebbe da folli». Gli fa eco Bonucci: «Questo non è il calcio che sognano i bambini». Una festa a metà per il presidente Urbano Cairo: «Prima c’erano gli striscioni beceri, ora le bombe carta. Bisogna metterci un punto e smetterla. Spiace che certi non tifosi abbiano rovinato tutto».

17 GIUGNO 2001 Antonino Currò è colpito da una bomba carta durante Catania-Messina. Morirà pochi giorni dopo

22 NOVEMBRE 2014 A Bergamo, dopo AtalantaRoma follia degli ultrà locali: bombe carta, 2 agenti feriti

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LE REAZIONI POLITICHE

Alfano: «Per i violenti nessuna clemenza» Il sindaco Fassino: «Offeso lo sport» 1Dal ministro elogi alla Polizia. Verso il Daspo di gruppo. Coccia (Pd): «Stop alla Serie A»

Valerio Piccioni

«E

ora sospendiamo il campionato». La proposta shock la firma su twitter Laura Coccia, giovane deputato del Pd, un passato da velocista nell’atletica dello sport disabile. È la prima reazione politica all’allucinante domenica di Torino. «Le parole sono finite, bisogna fare qualcosa. È un miracolo che non sia successo niente. Se non bastano i daspo, se non basta chiudere le curve e responsabilizzare le società chiedendo un contributo alle spese per l’ordine pubblico

(norma ancora inapplicata, ndr), dobbiamo riflettere sul serio tutti, anche sospendendo il campionato. Non dimentichiamoci che non è passato neanche un anno dalla morte di Ciro Esposito». DE LAURENTIIS ATTACCA Interviene anche il ministro degli Interni. Alfano preferisce sottolineare la tempestività dell’intervento investigativo. «Complimenti alla Polizia che ha subito individuato e arrestato i responsabili dell’assalto ai pullman della Juve e dell’esplosione della bomba carta avvenuta all’Olimpico. Nessuna clemenza verso i

nemici dello sport: questi sono i teppisti che vorrebbero rovinare una passione». È possibile che i fatti di Torino portino all’applicazione del daspo gruppo, uno dei punti chiave della legge antiviolenza dell’autunno scorso. Alfano invita tutti a dissociarsi: «Questi teppisti vorrebbero rovinare una passione, allontanando le famiglie, la gente, gli sportivi dagli stadi. Ci aspettiamo che tutti prendano le distanze da questi gravissimi comportamenti». In serata il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis gli risponde per le rime: «Basta che Alfano faccia quello che gli chiediamo da tempo, che anche

un bambino di 8 anni farebbe: applichi la legge inglese e metta la polizia negli stadi. Ma lui fa orecchie da mercante». Mentre Antonio Gentile, esponente Ncd, parla di un calcio italiano «fermo all’Heysel», Stefano Pedica del Pd vuole far giocare «le squadre di Torino a porte chiuse fino alla fine del campionato». IL SINDACO A fine giornata, interviene anche il sindaco di Torino Piero Fassino: «Allo stadio non si va con bombe carta, pietre o bastoni. Chi lo fa offende lo sport e i tanti sportivi che seguono il calcio con passione». © RIPRODUZIONE RISERVATA


LUNEDÌ 27 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

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Tavecchio e Malagò «Un atto eversivo» «Ora leggi speciali» 1Il presidente Figc: «Cosa c’è di più grave di una

bomba?». Possibile chiusura della curva juventina

Alessandro Catapano ROMA

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concerto. Ma non stupore. Il Viminale lo dice da tempo: «Prima o poi ci scapperà un altro morto». E, solitamente, aggiunge: «Se il calcio non dà il suo contributo...». Ora sbotta anche il presidente del Coni Giovanni Malagò, durissimo nel commentare gli episodi criminali di Torino. «Non se ne può più, sono stanco — dichiara il numero uno dello sport italiano —. In tutti i fine settimana si vorrebbe commentare quanto di buono arriva dagli altri sport e invece si finisce sempre soffocati da quello che succede sui campi di calcio. E questo nonostante i rimedi e gli sforzi degli ultimi mesi. Evidentemente — annuncia Malagò —, bisogna affrontare nuovamente il problema. Domani (oggi per chi legge, ndr) incontrerò Alfano e gli chiederò leggi speciali».

RISPOSTA DURA Dunque, il calcio, ancora una volta, finisce sotto accusa. È un ritornello sempre più stanco, ma non passa mai di

moda: l’atteggiamento delle società nei confronti dei violenti, a parte rare eccezioni, continua ad essere ambiguo; gli investimenti per prevenire le violenze ridotti all’osso; le dichiarazioni dei dirigenti, a parte quelle più recenti di James Pallotta, apprezzate dal ministero dell’Interno ma non a caso rimaste isolate nel mondo calcistico, assenti o faziose. E non fanno eccezione, in questo senso, gli interventi di ieri di Giuseppe Marotta e Pierpaolo Marino, che il Viminale non ha gradito. Perciò, il 16 aprile scorso nessuno si stupì che al convegno sulla violenza negli stadi organizzato da La Sapienza con le massime autorità di pubblica sicurezza, le istituzioni calcistiche fossero assenti in massa. E nessuno si è stupito che ieri, pur di fronte a episodi criminali, sia pervenuta solo una voce delle istituzioni calcistiche, quella di Carlo Tavecchio. La questione, presumibilmente, riempirà il Consiglio federale di oggi, che già aveva all’ordine del giorno la discussione sulle sanzioni da applicare ai giocatori che intrattengono rapporti con gli ultrà. Ma i club faranno sul serio? «Buttare

una bomba carta in una curva di uno stadio è un atto eversivo, oltre che premeditato — dice il presidente della Figc —. Cosa c’è di più grave che lanciare una bomba? Ora per i responsabili ci vogliono sanzioni penali di massimo livello». Non solo. «La società è intrisa di violenza e il calcio non può rimanerne fuori, anche se c’è bisogno di risposte repressive — annuncia il presidente federale —. Bisognerà valutare attentamente quanto accaduto, sentiti gli organi di giustizia, per poi prendere provvedimenti conseguenti di ordine pubblico». TUTTO E NIENTE I primi provvedimenti arriveranno oggi e li firmerà Gianpaolo Tosel. Il lancio di pietre al pullman juventino è fuori dalla sua giurisdizione, la bomba carta che ha fatto dieci feriti nella curva torinista ci rientra benissimo. Il giudice sportivo deciderà sulla base del referto degli ispettori federali. Per il Codice di giustizia sportiva quanto accaduto all’interno dello stadio Olimpico è catalogabile come «fatto violento da cui derivi un pericolo per l’incolumità

C’È BISOGNO DI AZIONI REPRESSIVE, A LIVELLO PENALE E COME ORDINE PUBBLICO pubblica o un danno grave all’incolumità fisica di una o più persone». Punibile, in casi particolarmente gravi o se il club sia già stato diffidato, con una o più gare a porte chiuse o con una o più gare con un settore privo di spettatori. Qualora il club sia già stato sanzionato, invece, possono arrivare anche uno o più turni di squalifica del campo. Di contro, c’è anche la possibilità che il club sfrutti una serie di attenuanti o esimenti, previste per le società più diligenti in materia di contrasto alla violenza: è il caso della Juventus, che in linea di principio, quindi, potrebbe ottenere un alleggerimento della sanzione. Non è tutto. Codice al-

NON SE NE PUÒ PIÙ, DOBBIAMO AFFRONTARE DI NUOVO IL PROBLEMA. VEDRÒ ALFANO

la mano, per l’introduzione della bomba carta il giudice potrebbe rilevare anche una responsabilità oggettiva del Torino, come società ospitante. Un solo dubbio, invece, sulla sanzione da applicare per il cazzotto di German Denis a Tonelli nel post-Atalanta-Empoli: se la condotta violenta del centravanti argentino sia da considerarsi o meno particolarmente grave, nel qual caso gli arriverebbe una stangata (almeno 5 turni di squalifica). «Mi aspetto sanzioni molto gravi — auspica Tavecchio: i giocatori devono darsi una calmata, il campo e i suoi dintorni non sono un ring». © RIPRODUZIONE RISERVATA

SERIE D

A Cava petardi lanciati in panchina ● Scene di violenza anche in Serie D. A Cava dei Tirreni, durante Cavese-Andria (vinta 3-2 dagli ospiti, tornati in Lega Pro), dagli spalti dello stadio sono stati lanciati in campo tre petardi, uno dei quali è esploso vicino alla panchina della Fidelis: tanta paura ma nessun ferito tra i giocatori ospiti. L’episodio ha costretto l’arbitro a sospendere l’incontro per circa 5 minuti.


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LUNEDÌ 27 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT


Serie A R 32a giornata

LUNEDÌ 27 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

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LE PAGELLE di FABIO BIANCHI TORINO

JUVENTUS

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6,5

GLIK NON DELUDE, DARMIAN SAETTA EL KADDOURI C’È E SI ACCENDE IL TECNICO VENTURA

7 Mette la ciliegina sulla bella torta del suo ciclo, come desiderava. Con lui il Toro è cresciuto ed è più consapevole dei suoi mezzi. Via con un altro ciclo?

IL MIGLIORE QUAGLIARELLA

7,5 L’ex del partido. Crea l’azione per Darmian-gol, mette la firma che rompe il tabù dei 20 anni. Eguaglia il suo record di gol in A (13).

● TIRI 5● SPONDE 1 ● DRIBBLING 2

6,5

6

PADELLI Si iscrive alle vittime preferite di Pirlo. Ma quando soffia la bufera, lui resiste. Ok su Sturaro e Vidal. Gli amici pali fanno il resto

MAKSIMOVIC Chi ha paura di Morata? Non lui. Oscura lo spagnolo quando è nella sua zona. Superato rare volte, giusto il minimo sindacale.

GLIK Matri è fastidioso come una zanzara. Il capitan coraggioso cerca di scacciarla via e il più delle volte ci riesce. Nel finale qualcosa concede.

MORETTI Nel momento migliore della Juve traballa un po’ ma non cade. Dalla sua fascia si scende più facilmente. Rischia col fallaccio a Tevez.

● PARATE 4 ● RINVII 11 ● PRESE ALTE 1

● CONTRASTI 3 ● LANCI 1 ● PASSAGGI 43

● CONTRASTI 1 ● LANCI 3 ● PASSAGGI 46

● CONTRASTI 1 ● LANCI 3 ● PASSAGGI 46

6

6,5

6,5

7

PERES Per i numeri, ripassare. Frenato dalle aspettative, regala solo un paio di galoppate delle sue e non tira mai. Si concentra sulla difesa.

BENASSI Il ragazzo è cresciuto, in tutti i sensi. Si prende dei rischi e tracina la squadra. Generoso, cala nel secondo round e lascia il campo.

GAZZI Nell’arena di centrocampo, fa valere i suoi muscoli. Lotta e rilancia, blinda Pereyra. Un neo? Suo il fallo che regala a Pirlo la punizione dell’1-0.

EL KADDOURI Vince di netto il duello col più quotato Vidal. Nel primo round è l’anima del gioco Toro, nel secondo inizia l’azione del 2-1.

● CONTRASTI 2 ● CROSS 2 ● PASSAGGI 34

● TIRI 1 ● RECUPERI 3 ● PASSAGGI 18

● TIRI 0 ● RECUPERI 10 ● PASSAGGI 36

● TIRI 1 ● RECUPERI 14 ● PASSAGGI 22

7

IL PEGGIORE

6,5

5,5

6

s.v.

Mini Lopez. Ogbonna lo cancella dalla partita. Non riesce mai a liberarsi al tiro né a dialogare con i compagni. Sostituito, giustamente, dopo il vantaggio.

DARMIAN Raro caso di auto assist. Involontario certo, ma che importa. Quello a Quagliarella invece è voluto. Derby di grazia, in tutti i sensi.

MARTINEZ Ventura lo spende per sfruttare eventuali ripartenze. Ma il venezuelano non ne trova e fatica pure a tener su il pallone.

VIVES Saggezza e rudezza con lui vanno di pari passo. Entra nel momento peggiore del Toro e cerca di tamponare come e dove può.

MOLINARO Cambio per il compagno che non ce la fa più. Tiene botta

● TIRI 0● SPONDE 2 ● DRIBBLING 0

● CONTRASTI 2 ● CROSS 2 ● PASSAGGI 26

● TIRI 0 ● SPONDE 1 ● DRIBBLING 0

● TIRI 2 ● RECUPERI 3 ● PASSAGGI 3

● CONTRASTI 1 ● CROSS 0 ● PASSAGGI 4

MAXI LOPEZ

5

6,5

5,5

6

PIRLO È TORNATO MATRI DA LOTTA MALE PEREYRA VIDAL APATICO IL TECNICO ALLEGRI

5,5 Un po’ di turn over era doveroso. Però la Juve regala distrazioni viste di rado in difesa e anche un tempo ai granata. Poi la Juve crea ma è sfortunata.

IL MIGLIORE PIRLO

6,5 Buone notizie in vista Champions. Pirlo is back, coi piedi e le idee. Due punizioni da maestro e lanci ispirati che i compagni sprecano. ● TIRI 4 ● RECUPERI 5 ● PASSAGGI 72

PEREYRA

5 Forse il peggior tucumano della stagione. Sbatte contro Gazzi, è a corto di dribbling e invenzioni. Da registrare solo una ripartenza con cross. Davvero poco. ● TIRI 0 ● RECUPERI 3 ● PASSAGGI 20

TAGLIAVENTO Giusto annullare il terzo gol del Torino per fuorigioco di Martinez. E il mani di Moretti in area di rigore non andava punito.

ZUPPING di VINCENZO CITO

I PALLONI SPARITI ALL’OLIMPICO TUTTA COLPA DEI GUARDALINEE

F

orse a qualcuno sarà sfuggito, ma per i prossimi tre anni la Champions sarà un’esclusiva Mediaset: lo ripetono solo trecento volte a telecronaca. Ultime concitate fasi del derby, si fatica a recuperare i palloni finiti fuori. Fabio Caressa (Sky) spiega perché «sono spariti i guardalinee!». Post derby, a «90° minuto» (Rai Due) scatta il solito dibattito sul calcio malato. Iacopo Volpi: «Senza fare della facile retorica, non abbassiamo la guardia». Beppe Dossena: «E’ anche colpa della società». Marco Mazzocchi: «Le leggi ci sono, applichiamole». «A mo’ di battuta, a fine partita ho detto a quelli dell’antidoping. Non chiamate Toni» (Andrea Mandorlini, Stadio sprint). Riccardo Gentile: «Geijo è all’Udinese dal 2010 poi lo hanno prestato a Granada, Watford, Maiorca». Giancarlo Marocchi: «Non sanno proprio dove metterselo». A Stefano De Grandis (Sky) viene la battuta su Hamsik: «Visto che è uscito il sole è venuto il tempo di Marek».

Alessia Tarquinio (Sky) non si dà pace: «Ma Iturbe era una pippa prima o lo è diventato adesso?». Federico Zancan (Sky): «Questo gol manda il Bayern nelle ultime quattro della Champions League!». Pensavamo andassero avanti le migliori . Daniele Adani (Sky, Bayern-Porto): «Boateng è riuscito a indirizzare questa partita sui binari locali!» Quelli dei treni merci? Dario Di Gennaro (pallanuoto su Raisport): «44 è lo schema chiamato da Baldineti e non c’entra nulla con i famosi gatti schierati in fila per tre». Anche perché erano in fila per sei. Su Raisport2 tutto il primo tempo della semifinale playoff di pallamano RomagnaBolzano senza risultato né cronometro. All’intervallo se ne sono accorti e hanno rimediato ma solo per due minuti: nuovo stop. Ma alla fine, in un generoso sforzo, risultato e cronometro sono tornati nell’ultimo quarto d’ora. Crediamoci: forse un giorno, succederà per la partita intera © RIPRODUZIONE RISERVATA

5

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LICHTSTEINER Il motorino svizzero ha bisogno di una sosta ai box. Stanco e dunque poco lucido, non incide davanti e balbetta dietro.

BONUCCI Con onestà, recita il mea culpa sul gol di Darmian: prima non ferma Quagliarella e poi non chiude in mezzo. Fatica con l’ex compagno.

OGBONNA Fischiate pure, io non sento. L’ex granata fa il suo dovere su Lopez, intercetta in scivolata un pericolo in area. Anche lui sorpreso da Darmian.

● PARATE 1 ● RINVII 10 ● PRESE ALTE 3

● CONTRASTI 3 ● CROSS 2 ● PASSAGGI 47

● CONTRASTI 0 ● LANCI 10 ● PASSAGGI 58

● CONTRASTI 2 ● LANCI 1 ● PASSAGGI 49

5,5

5

5,5

6

PADOIN Protagonista per caso con un tiro cross che finisce sul palo. Ma dietro soffre Peres quando scende. Per sua fortuna scende poco.

VIDAL A cresta bassa. Due passi indietro rispetto alle ultime gare. Soffre El Kaddouri, apatico per lunghi tratti. Si riprende nel finale.

STURARO Perde il duello della gioventù con Benassi. Poco dinamico e poco incisivo, fallisce di testa una ghiotta occasione.

MATRI Il centravanti è mobile. Prende un palo, sbaglia parecchio ma c’è quasi sempre nelle iniziative della Juve. Almeno lotta.

● CONTRASTI 1 ● CROSS 5 ● PASSAGGI 32

● TIRI 3 ● RECUPERI 5 ● PASSAGGI 46

● TIRI 1 ● RECUPERI 6 ● PASSAGGI 23

● TIRI 3 ● SPONDE 3 ● DRIBBLING 1

5,5

IL PEGGIORE

5,5

BUFFON Sorpreso dal buco nero in area dove s’infila Darmian, non riesce ad uscire in tempo. Uno stop a Quagliarella e il resto è noia.

5,5

6

s.v.

MORATA Il contrario di Matri. Non si avvicina mai alla porta. Sembra svogliato, in realtà lotta ma soffre le marcature strette. Giornata triste.

TEVEZ Carlitos no way. A partita in corso non trova la posizione. Aiuta la Juve ad andare all’assalto più con il suo carisma che con il gioco.

PEPE Entra con la grinta giusta. Corre, tampona, spinge ma gli spazi sono crudeli e lui non riesce a metterci lo zampino.

LLORENTE Meno di dieci minuti, recupero incluso, per tentare di riprendere il derby. Ma il tempo è scarso, la forma pure.

● TIRI 2 ● SPONDE 0 ● DRIBBLING 0

● TIRI 0 ● SPONDE 0 ● DRIBBLING 0

● TIRI 1 ● RECUPERI 0 ● PASSAGGI 6

● TIRI 0 ● SPONDE 0 ● DRIBBLING 0

DI LIBERATORE 6 STEFANI 6

BANTI 6 GEVASONI 6


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«Un successo da manicomio In stile Toro Anni 70...»

C’ERA UNA VOLTA IL 1995 SUCCEDEVA 20 ANNI FA Domenica 9 aprile 1995 muoiono Edda Ciano e Paola Borboni. Lo stesso giorno il Torino vince l’ultima volta contro la Juve, prima di ieri. Sono trascorsi 20 anni, ai ritmi della vita di oggi un secolo fa. Ecco quello che succedeva nel 1995 in Italia e nel mondo.

1Cairo euforico: «Agnelli

all’andata aveva ironizzato, io sono più elegante. Non è una vittoria casuale, siamo arrivati per gradi» Mirko Graziano TORINO

«P Matteo Darmian, 25 anni, esulta dopo il gol. Per lui è il quarto anno al Torino ANSA

rima del derby d’andata Agnelli si era divertito parecchio a ironizzare sul fatto che non segnavamo e non vincevamo da tantissimo tempo - sorride fino a un certo punto Cairo -, ora io voglio invece essere più elegante, e non starò a sottolineare nulla, mi godo semplicemente una vittoria stile Anni 7080...». LA RINCORSA Si chiude il cerchio, il Toro ha coronato ieri una rincorsa figlia dell’organizzazione aziendale, di un progetto credibile e di una crescita tecnica costante, destinata a mete ancor più alte grazie a basi solide, quelle gettate appunto dalla gestione Cairo. Sì, certo, battere la Juventus è roba da manicomio, è un qualcosa di storico se consideriamo il lunghissimo digiuno granata, «ma ciò che mi rende più orgoglioso - continua il presidente del Toro -, è che non si tratta di un successo casuale. Ci siamo arrivati per gradi, mattone dopo mattone. Da qualche tempo contro la Juve non si scende più in campo intimoriti: giochiamo convinti di poter dire la nostra, come oggi, gara bellissima, a tratti condotta con autorità vera. Prestazioni che abbiamo fra l’altro già visto quest’anno, penso soprattutto alla notte di Bilbao. Insomma, non è più ca-

suale che il Toro sia lì, a ridosso delle posizioni altissime, viviamo una stagione positiva su tutti i fronti. In pochi credevano che ci saremmo ripetuti dopo l’anno scorso, siamo invece andati addirittura meglio». CHE MERCATO SARA’... E ora la gente granata si attende forse un ulteriore salto di qualità, nel frattempo Cairo dà un segnale importante, garantendo «che qui non abbiamo la necessità di vendere. Possiamo tenere tutti i nostri campioni, la società è solida economicamente. Poi, naturalmente, dovremo verifica-

RNon abbiamo

la necessità di vendere e in caso reinvestiremo eventuali incassi

re le motivazioni dei vari ragazzi. Vogliamo con noi solo gente convinta. L’anno scorso, per esempio, avevo subito capito che Cerci non sarebbe rimasto, invece pensavo di poter trattenere Immobile. Tutti e due avrebbero avuto bisogno di un altro anno qui, i ragazzi scelsero diversamente, e alla fine avevo ragione io. In ogni modo, se qualcuno partirà, sapremo come reinvestire gli incassi». C’è totale fiducia nei confronti di Petrachi, uomo mercato di Cairo: «Lavoriamo insieme da cinque anni - racconta il presidente -, ci eravamo incontrati anche prima, e mi aveva fatto un’ottima impressione. Sono

POLITICA SCALFARO INCARICA DINI Lamberto Dini diventa premier il 17 gennaio. Nel corso dell’anno Fini scioglie il Msi, Andreotti va a processo per mafia. Nasce l’Ulivo.

Urbano Cairo, 57 anni, presidente del Torino dal 2005 IPP

contento del suo operato, abbiamo valorizzato molti giocatori e la nostra rosa è validissima. Avvicinare la Juve? A livello di fatturato il rapporto è uno a cinque... In ogni modo, abbiamo idee, sappiamo dove cercare i talenti che fanno per noi». CAPITOLO VENTURA L’altro uomo chiave di un Torino finalmente internazionale è indubbiamente Ventura, tecnico che ama il bel gioco senza perdere di vista praticità e ambizione. Sotto la sua gestione, sono decollati giocatori che altrove erano dati per finiti o con scarsi margini di miglioramento. Qualche grande club ha iniziato a puntare il tecnico genovese, Cairo mette allora i suoi paletti: «Siamo cresciuti insieme: noi con Ventura, e Ventura con il Toro. Il mister ha un contratto fino al 2016, e non ci sono problemi: se vorrà rinnovare e prolungare lo faremo, sarà naturale e automatico. Non abbiamo mai dovuto negoziare. Ne parleremo volentieri, anche presto, nonostante io preferisca andare avanti di anno in anno, non di quadriennio in quadriennio: è bene fare un passo alla volta, nel calcio non si sa mai. Non rinnovando inizierebbe la stagione in scadenza? L’anno scorso portò fortuna, e nel calcio siamo scaramantici. Scherzi a parte, non vedo problemi». Lì accanto, si fa avanti un giornalista polacco, chiede di Glik. Cairo, in perfetto inglese, lo tranquillizza: «Kamil è il nostro capitano. Gran giocatore e uomo eccezionale: se lui vuole, resta a vita».

HA DETTO MONDO FINE DELLA GUERRA IN JUGOSLAVIA Il 14 dicembre firma della pace a Parigi: fine della guerra in Jugoslavia. Il premier israeliano Rabin viene ucciso. Attentato neonazista a Oklahoma City.

SE VORRÀ PROLUNGARE LO FAREMO, SARÀ AUTOMATICO URBANO CAIRO SU GIAMPIERO VENTURA

SOCIETÀ BILL GATES LANCIA WINDOWS 95 Microsoft lancia il primo sistema operativo a 32 bit per il grande pubblico. Viene fondata eBay. Lo Shuttle si aggancia alla piattaforma russa Mir.

IL CAPITANO È UN GRANDE UOMO: PUÒ RESTARE CON NOI A VITA URBANO CAIRO SU KAMIL GLIK CULTURA FORREST GUMP È PREMIO OSCAR Forrest Gump miglior film agli Oscar. Primo disco dei Queen senza Freddie Mercury. Bruce Springsteen «politico» con The Ghost of Tom Joad.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

L’ALLENATORE

Ventura: «La ciliegina di fine ciclo. Ora l’Europa» 1Darmian e il gol n. 2000 del Torino

in A girone unico: «Ho trasformato uno stop sbagliato in un assist... per me stesso»

Francesco Bramardo TORINO

S

ervono i numeri per scalpellare sul granito l’impresa del Toro di Ventura: 26 aprile 2015, una data che potrebbe entrare nella storia anche se i tifosi granata si augurano il contrario. Dopo 20 anni di astinenza, granata vittoriosi nel derby dopo 7.322 giorni, 13 sconfitte e 4 pari

GOL 2000 Cinque i gol di Darmian nella miglior stagione in granata, protagonista del derby il difensore con la seconda rete in A e l’assist del 2-1 a Quagliarella. Poco importa che la rete del momentaneo pari sia nata da un controllo poco perfetto. «Mi sono servito un assist da solo» scherza Darmian a fine gara ripensando all’azione del gol. L’imprecazione dei tifosi granata si è strozzata in gola pochi attimi dopo l’errore tecnico. «Uno

stop sbagliato. Però ho visto che nessuno ci poteva arrivare, allora ci ho provato. A dire il vero non sapevo se tirare o stoppare, è uscito uno stop a seguire particolare... Ma va bene così». Il pari allo scadere del primo tempo, rete 2000 per il Toro in casa nel girone unico, ha dato fiducia alla squadra. «Io cerco di dare il mio contributo sia a destra che a sinistra, chiaro che essendo il destro il mio piede preferito mi viene più naturale giocare a destra, ma anche sulla mancina posso rientrare». GIOIA VENTURA Non c’era bisogno della rete nel derby per farlo un protagonista del prossimo mercato, trattenuto l’esta-

Giampiero Ventura, 67 anni. È sulla panchina dei granata dal 2011 LAPRESSE

te scorsa al Toro da un patto con il presidente Cairo. Oggi Barcellona e Bayern si contendono il difensore azzurro a suon di milioni (da 13 a 15). «Il mio futuro? Do il meglio di me stesso per

la squadra, poi non so prevedere il futuro, vedremo. Battere la Juve è fenomenale, stupendo, godiamoci questa impresa». C’è la mano di Ventura anche in questa partita. «Abbiamo cam-

biato schema all’ultimo, pensavamo che la Juve giocasse a tre dietro, nello spogliatoio prima della gara abbiamo ripassato i movimenti» spiega l’allenatore. Mentre il tecnico parla in sala stampa arriva il suono dei caroselli dei tifosi, un derby che vale una stagione per il popolo granata, un passo importante per il 6° posto a due lunghezze dalla Fiorentina. «In questi 4 anni abbiamo costruito dal nulla una torta importante per la storia della società — gongola Ventura — mancava solo la ciliegina per concludere bene il quadriennio. E non finisce qui: l’approdo in Europa League ce lo giochiamo fino in fondo». © RIPRODUZIONE RISERVATA


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stire il vantaggio e siamo stati un po’ sfortunati. Perdere il derby brucia tanto!».

La strigliata di Allegri «Mi girano le scatole per i due gol presi» 1Il tecnico: «Dopo

il vantaggio bastava tenere la palla. E sull’1-1 eravamo già negli spogliatoi» Fabiana Della Valle INVIATA A TORINO

S

trano tipo di allenatore, Massimiliano Allegri. Va a cercare il pelo nell’uovo quando vince ma difende la squadra a spada tratta dopo una sconfitta che considera immeritata. Si arrabbia per le critiche del dopo-Monaco, ma poi

IL DIFENSORE

Mea culpa di Bonucci: «Ho sbagliato sul gol di Darmian» INVIATA A TORINO

G

iampiero Ventura glielo aveva chiesto come favore personale prima della partita: «Andrea, se mi vuoi bene non tirare, perché se tiri tanto si sa che segni». Pirlo non lo ha ascoltato: gol alla prima punizione, palo alla seconda. La buona prova del regista è una delle note liete del derby: rete a parte, è in netta crescita e Allegri ha bisogno del miglior Pirlo nella semifinale di Champions League contro il Real Madrid. Di solito quando Andrea segna la sua squadra non perde: era successo l’ultima volta più di sette anni fa, il 23 dicembre 2007 (Inter-Milan 2-1), da allora Andrea ha collezionato 27 vittorie e 4 pareggi. Aveva fatto centro anche nel derby d’andata, regalando alla Juve una vittoria preziosissima all’ultimo secondo. Stavolta la sua mira praticamente perfetta non è stata sufficiente. TRE PALI, ZERO PUNTI Però non è tutto da buttare via. L’ha detto Allegri e lo ha ribadito Leonardo Bonucci, che sul primo gol ha fatto mea culpa: «Ho sbagliato, perché sullo stop di Darmian dovevo essere io a proteggere l’eventuale uscita di Buffon e non andare verso la porta. Forse se avessi continuato la corsa sarei arrivato a contrastare lo stop sbagliato. Ma sono attimi... Noi siamo stati sfortunati, perché sinceramente non mi è mai capitato di prendere tre pali e non portare a casa punti. Loro invece sono stati cinici. Però io ho visto una buonissima Juventus, è stata una gara molto diversa da quella di Montecarlo, dove abbiamo pensato solo a difenderci. Con il Toro abbiamo giocato male solo gli ultimi cinque minuti del primo tempo. E’ normale che i tifosi granata siano in festa, per il Toro il derby è la partita dell’anno, dopo vent’anni di sconfitte anche se la vittoria cambia poco a livello di classifica a loro dà gloria». f.d.v. © RIPRODUZIONE RISERVATA

lui stesso ammette che con il Torino «si è giocato meglio rispetto alle ultime partite». Però si dice «fiducioso anche per la Champions». Meno male, perché dopo aver visto le due reti granata (in particolare la prima: Darmian ha avuto il tempo di controllare la palla e tirare senza che nessun bianconero lo disturbasse) ai tifosi un po’ di preoccupazione sarà venuta, visto che tra meno di due settimane Buffon e compagnia dovranno affrontare Cristiano Ronaldo, Benzema e Bale, che — con tutto il rispetto — sono un po’ più difficili da marcare rispetto a Quagliarella e Maxi Lopez. Detto questo, la Juve ha colpito tre pali: senza la sfortuna magari il derby sarebbe finito di-

versamente. In fondo all’andata la Juve aveva giocato ben peggio, però aveva vinto. MI GIRANO LE SCATOLE «Abbiamo fatto una bella partita — è l’analisi del tecnico bianconero —, la squadra non meritava di perdere. Dobbiamo pensare positivo perché alla fine abbiamo comunque “guadagnato” due punti sulla Lazio. Una volta in vantaggio, siamo andati a cercarci delle rogne. Bastava tenere di più la palla, le occasioni poi sarebbero arrivate: infatti abbiamo creato tanto, di più rispetto alle ultime partite. La cosa che mi fa più girare le scatole è aver preso due gol, visto che ne avevamo subiti solo due nelle ultime 10 gare tra campiona-

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La splendida punizione di Andrea Pirlo che ha portato avanti la Juve GETTY

PERDERE IL DERBY BRUCIA, MA PENSIAMO POSITIVO: ABBIAMO “GUADAGNATO” DUE PUNTI SULLA LAZIO MASSIMILIANO ALLEGRI ALLENATORE JUVENTUS

to e Champions. Di buono c’è che la squadra ha finito in crescendo anche fisicamente. A livello difensivo non abbiamo rischiato tanto, forse sul pareggio eravamo già negli spogliatoi. Ma l’errore non è stato tanto lì quanto nella gestione della palla». In serata ecco la sintesi dell’Allegri pensiero via Twitter: «Abbiamo saputo ge-

ERRORI DA EVITARE Allegri come sempre preferisce vedere il bicchiere mezzo pieno e non sbaglia, visto che la Juventus ha praticamente in tasca lo scudetto e quindi la sconfitta risulta indolore. Però prima si chiude matematicamente l’operazione scudetto e prima ci si può concentrare sulla Champions. In più ogni disattenzione è un campanello d’allarme in prospettiva Real: contro i blancos la Juve non potrà permettersi di sbagliare. Altra considerazione: anche a Parma la Juve aveva perso senza Tevez, che ieri è entrato nella ripresa e non è sembrato ai soliti livelli. Elementi su cui Allegri dovrà riflettere, anche se non avrà molto tempo: mercoledì si torna in campo allo Stadium contro la Fiorentina e sarà un altro match ball da non buttare via: se la Juve vincesse e la Lazio no, stavolta sarebbe scudetto. Mica male a una settimana dall’andata della semifinale di Champions. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Inzaghi in cerca del Milan Ora tutti sono sotto esame

CHI ENTRA, CHI ESCE

1Ieri il tecnico ha nuovamente rimproverato la squadra: allenamenti

e atteggiamenti saranno decisivi. Il club: «Ritiro a tempo indeterminato»

Contro il Genoa c’è De Sciglio Con Destro Honda o Cerci

G.B. Olivero MILANO

I

l pullman è molto diverso dallo spogliatoio. Il pullman è lungo e stretto, si intravedono le sagome, ma non si scorgono le facce: le parole rimbalzano, raggiungono i destinatari, ma si possono celare reazioni ed emozioni. Lo spogliatoio è largo e avvolgente, nessuno può nascondersi, è tutto più trasparente: le parole finiscono dritte al cuore e alla mente, senza deviazioni. Ieri mattina nello spogliatoio di Milanello Pippo Inzaghi ha fatto alla squadra lo stesso discorso pronunciato la sera prima a Udine sul pullman: stessi concetti, stessa serietà, stessa determinazione, solo un tono di voce più basso. Mentre parlava, gli occhi del tecnico passavano da un giocatore all’altro: tutti imputati, tutti inchiodati di fronte alle proprie responsabilità. IN RITIRO E’ cominciato così il ritiro del Milan. Dopo l’allenamento del mattino i giocatori hanno avuto il pomeriggio libero per passare a casa a ritirare gli effetti personali. Appuntamento a Milanello per la cena nella speranza che la clausura finisca mercoledì dopo la partita con il Genoa. Ma «la squadra può rimanere a Milanello fino al 3, al 10, al 17, al 24 o al 31 maggio, a seconda delle decisioni dell’allenatore che verranno prese in base alla qualità del-

GALLIANI RIDE E SI CONSOLA DAGLI ALLIEVI ● In una giornata grigia per la prima squadra di Inzaghi, Galliani ha avuto buone notizie dagli Allievi. Ieri l’a.d. era in tribuna con Filippo Galli, responsabile del settore giovanile, nella vittoria all’ultimo secondo contro il Cagliari: il Milan ha chiuso il girone al primo posto.

Mattia De Sciglio, 22 anni FORTE

N

Filippo Inzaghi, 41 anni, alla sua prima stagione sulla panchina rossonera: dopo il k.o. di Udine la prima sfuriata pubblica contro la squadra ANSA

LA CRISI

I giocatori assicurano che nessuno rema contro l’allenatore e che erano d’accordo con il ritiro Pippo infastidito per la fuga di notizie: adesso si aspetta una reazione caratteriale del gruppo

le prestazioni», recita il sito rossonero con una formula che fa sorridere. Se si andasse avanti fino al 31 maggio saremmo al sequestro di persona o giù di lì... E comunque se la discriminante è la qualità delle prestazioni (e non l’impegno o il risultato), il rischio che il ritiro sia lungo è forte. Al di là delle battute, il Milan ha toccato il fondo. VOCI E CONTROVOCI La società e Inzaghi si aspettano una reazione caratteriale. La presa di

coscienza c’è stata, tutti sono consapevoli di aver fallito. I giocatori hanno voluto far sapere che nessuno si è ribellato alla decisione del ritiro e che nessuno ha mancato di rispetto all’allenatore. Prendiamo atto, ma la realtà è che molti hanno mancato di rispetto a Inzaghi e alla storia del Milan giocando in modo indegno a Udine: altre volte i rossoneri avevano deluso, ma sabato non sono proprio scesi in campo. Sempre dallo spogliatoio arrivano rassicurazioni sulla serietà della rosa: nessuna spaccatura, nessuna conferma alle voci che vorrebbero un gruppo pro-Inzaghi (con Menez e Mexes in testa) e un gruppo anti-Pippo (guidato da Cerci e da chi gioca meno). Ma se tutti remano dalla stessa parte, l’unica spiegazione è che la squadra abbia staccato la spina per mancanza di obiettivi e per il peso di una stagione troppo brutta: reazione gravissima e inaccettabile. Inzaghi, tra l’altro, è stato negativamente impressionato dalla fuga di notizie, ma lui ha frequentato per vent’anni gli spogliatoi e non dovrebbe stupirsi. Il problema non è parlare con i giornalisti, ma correre in campo: a Udine

non l’ha fatto nessuno. Nei prossimi due giorni il tecnico osserverà con più attenzione del solito gli allenamenti, gli atteggiamenti, i comportamenti, le mezze smorfie: tutto, insomma. E la formazione anti-Genoa sarà sicuramente condizionata da quanto accadrà a Milanello. Non è una caccia al colpevole, ma una garanzia per i tifosi: la maglia del Milan non sarà più indossata da chi non la merita. Da chi non è in grado di onorarla almeno con l’impegno. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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● le sconfitte stagionali del Milan: poi i rossoneri hanno ottenuto 10 vittorie, 13 pareggi. Impossibile raggiungere così un piazzamento europeo

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● i gol incassati dal Milan su calci piazzati in questo campionato. A Udine la rete di Pinzi che ha sbloccato il risultato è nata da corner

ell’agitato post partita di Udine Inzaghi aveva dettato la linea: «Da ora in poi gioca solo chi ci tiene». Con poco tempo a disposizione per dimostrare un sentito attaccamento alla maglia, l’allenatore valuterà ogni minimo dettaglio, e su questo costruirà la squadra di mercoledì. Conteranno però anche gli aspetti tecnici: dopo l’exploit nel derby Suso è apparso spaesato nello stadio dell’Udinese, ed è il motivo per cui Pippo opterà per fargli ritrovare l’orientamento in panchina. Contro il Genoa verrà probabilmente riproposto uno tra Honda e Cerci: il primo non ha proseguito sulla buona strada tracciata a inizio stagione, ma ha spesso dimostrato un impegno da samurai; il secondo, al contrario accusato di rincorrere poco l’avversario, ha fornito l’assist per l’unica cosa buona vista nel weekend, il gol di Pazzini. A proposito, è possibile che anche il Pazzo torni a sedersi per ridare spazio a Destro. Potrebbe pagare Van Ginkel in favore di Poli e di certo uno tra Antonelli (probabile) e Abate per De Sciglio, cambio annunciato da Inzaghi già prima del flop di Udine. Ieri si sono rivisti in gruppo Montolivo (pronto per Napoli) ed El Shaarawy, autore di una doppietta in partitella: buoni segnali, ma ci vuole ancora un po’ di prudenza. a.g. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Stretti nel vostro dolore, vi siamo vicini per la perdita di nonno

Serafino Tassi Un abbraccio forte a Mattia ed a tutta la famiglia Destro da Claudio Vigorelli e tutto lo staff di Milano e Londra. - Milano, 26 aprile 2015. Il Presidente Onorario Silvio Berlusconi, i vice presidenti Adriano Galliani, Barbara Berlusconi e Paolo Berlusconi, il consiglio di amministrazione, i dirigenti, i tecnici, i calciatori e il personale tutto dell AC Milan partecipano profondamente commossi al dolore di Mattia Destro per la perdita del caro nonno

Serafino Tassi

- Milano, 26 aprile 2015.


Serie A R Strategie societarie

LUNEDÌ 27 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Mr Bee è puntuale e bussa ad Arcore Berlusconi attende 1Il thailandese è arrivato a Milano e fra oggi e domani vedrà il numero uno del Milan. Ma attenzione ai cinesi Pasotto-Pessina-Schira MILANO

L

a prima parte dell’agenda, resa pubblica qualche giorno fa direttamente da un portavoce dell’azienda di cui è amministratore delegato, è stata rispettata: Bee Taechaubol ieri pomeriggio è arrivato a Milano, come annunciato. Volo su Malpensa, atterrato intorno alle 17. Ora non resta che capire se si concretizzerà anche la seconda parte: acquisire il Milan. Il piano d’azione illustrato la settimana scorsa infatti è proprio questo: blitz ad Arcore per chiudere la pratica. Ovviamente si tratta di ciò che Mr. Bee vorrebbe fare, e non di una scienza esatta: l’affare potrebbe anche chiudersi, ma nel senso di sgonfiarsi. MOSSE E CONTROMOSSE Occorrerà capire, ad esempio, quale sarà la cifra effettiva messa sul piatto da Taechaubol, dal momento che nei giorni scorsi circolava con insistenza l’indiscrezione che il broker thailandese intendesse giocare al ri-

Bee Taechaubol, 41 anni, ieri all’arrivo nell’hotel milanese dove alloggia

basso dopo aver analizzato con attenzione i conti rossoneri (cosa che non trova riscontro in Fininvest). È piuttosto evidente che, giocando su più tavoli, se Berlusconi sentisse una proposta del genere l’appuntamento di lavoro si potrebbe considerare concluso. Anche perché la decisione finale a cui dovranno adattarsi tutti gli offerenti sarà di Silvio. Di certo c’è che la due

RIl gruppo di

Taechaubol cerca di far leva sulla penale fissata nel preliminare

diligence – ovvero l’analisi dei conti – si è conclusa e quindi i bluff non sono più contemplati. E in più sulla trattativa con Taechaubol pende anche la penale del 10% che toccherebbe a Berlusconi nel caso in cui si tirasse indietro. Mr. Bee comunque è tornato a Milano decisamente agguerrito, con la ferma intenzione di bruciare sul tempo Richard Lee, l’uomo d’affari di Hong Kong che rappresenta la cordata cinese. Su questa sponda si sono mossi con molta più cautela mediatica, tanto che in molti sono pronti a scommettere che Berlusconi chiuderà con loro. GIORNI CALDI Intanto, fra oggi e domani, ad Arcore si presenterà Mr. Bee (giovedì 30 scadrà il preliminare siglato con Silvio), che ieri ovviamente non è passato inosservato. Il thailandese alloggia nel consueto hotel in centro e i suoi spostamenti nelle aree comuni della struttura sono controllati a vista da tre bodyguard molto zelanti e piuttosto severi con chi si avvicina troppo al perimetro del broker di Bangkok. Ieri è stato sufficiente che un paio di smartphone scattassero qualche foto per scatenare il trambusto. Mr. Bee si è infilato in hotel in compagnia di un collaboratore (possibile fosse uno dei suoi avvocati) dai tratti orientali, ma in vista del faccia a faccia con Berlusconi si affiderà come le altre volte a Pablo Victor Dana, finanziere italiano con giro d’affari a Dubai, che fin qui è stato il collegamento con Villa San Martino. Inizia dunque una settimana decisiva per il club rossonero, sotto molteplici aspetti: è in arrivo anche il verdetto sullo stadio e domani pomeriggio è in programma l’assemblea dei soci per l’approvazione del bilancio 2014, che chiuderà con una perdita di 91 milioni. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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IL NUOVO IMPIANTO

Fondazione Fiera voterà Barbara Primo sì allo stadio 1Oggi il progetto

rossonero potrebbe essere indicato come quello più gradito per riqualificare l’area

Mario Pagliara MILANO

I

ncasserà la nomination, e sarà indicato come il progetto più gradito per riqualificare l’area della vecchia Fiera Campionaria di Milano. Poco dopo pranzo, il Milan potrebbe ricevere il primo sì ufficiale dalla Fondazione Fiera Milano per la costruzione dello stadio di proprietà al Portello, di fronte a Casa Milan. Dopo tre mesi di valutazioni, sembra essere davvero giunto il momento della svolta: lo stadio urbano immaginato dal team di Barbara Berlusconi ha piazzato, in volata, una ruota davanti al progetto del polo dell’innovazione e della tecnologia presentato dal gruppo Prelios, convincendo anche gli ultimi scettici. Quelle del Milan e di Prelios rappresentano le due proposte finaliste tra le 4 in corsa per la rinascita del Portello. ULTIME RICHIESTE Il grande sogno di Barbara Berlu-

sconi è a un passo dal diventare realtà. Alle 10.30, il Comitato esecutivo di Fondazione Fiera Milano, l’organo esecutivo dell’ente che è proprietario dei suoli e dei padiglioni della Fiera, ha la prima occasione per emettere il verdetto sul bando per la riqualificazione dell’area. A poche ore da una riunione del Comitato così importante, le ultime indiscrezioni sorridono al progetto messo in piedi da Lady B. Non ci sarà la scelta del progetto vincitore, ma la svolta – quella sì – arriverà: Fondazione indicherà lo stadio del Milan come l’idea con il più alto indice di gradimento. Una nomination in piena regola sulla strada verso la vittoria del bando, che conterrà anche una richiesta di approfondimenti per alcuni aspetti tecnici e puntualizzazioni in vista degli eventuali accordi economici. Poche ore ancora, l’attesa sta per finire. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Barbara Berlusconi, 30 anni ANSA

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LUNEDÌ 27 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

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Serie A R 32a giornata LA VOLATA PER LA CHAMPIONS 33ª

34ª

35ª

36ª

37ª

38ª

Parma

ATALANTA

Inter

SAMPDORIA

Roma

NAPOLI

SASSUOLO

Genoa

MILAN

Udinese

LAZIO

Palermo

EMPOLI

Milan

PARMA

Cesena

JUVENTUS

Lazio

LAZIO PT. 59

ROMA PT. 58

NAPOLI PT. 56

STATO DI FORMA:

scarso

buono

ottimo DIFFICOLTÀ:

facile

media

difficile

In MAIUSCOLO le gare in trasferta CENTIMETRI

Paloschi aggancia Klose Lazio, è una fughetta

1La squadra biancoceleste in vantaggio con il tedesco, il pareggio del Chievo gela Pioli: 2° posto solitario, ma sulla Roma è solo +1 LAZIO

1

CHIEVO

1

PRIMO TEMPO 1-0 MARCATORI Klose (L) al 46’ p.t.; Paloschi (C) al 31’ s.t. LAZIO (4-2-3-1) Marchetti; Basta, Novaretti, Mauricio, Radu; Onazi (dal 41’ s.t. Perea), Ledesma; Candreva, F. Anderson, Lulic (dal 37’ s.t. Ederson); Klose (dal 14’ s.t. B. Keita). PANCHINA Berisha, Strakosha, Ciani, Braafheid, Konko, Oikonomidis. ALLENATORE Pioli. ESPULSI nessuno. AMMONITI Ledesma e Onazi per gioco scorretto. CAMBI DI SISTEMA dal 30’ p.t. 4-3-3. BARICENTRO medio 52,3 CHIEVO (4-4-2) Bizzarri; Frey, Dainelli (dal 19’ s.t. Sardo), Cesar, Zukanovic (dal 1’ s.t. Botta); Schelotto, Izco, Radovanovic, Hetemaj; Paloschi, Pellissier (dal 30’ s.t. Fetfatzidis). PANCHINA Bardi, Seculin, Gamberini, Biraghi, Cofie, Christiansen, Vajushi, Pozzi. ALLENATORE Maran. ESPULSI nessuno. AMMONITI Zukanovic, Radovanovic, Dainelli, Schelotto e Cesar per gioco scorretto. CAMBI DI SISTEMA dal 1’ s.t. 3-4-3, dal 30’ s.t. 4-3-1-2. BARICENTRO basso 48,6 ARBITRO Tommasi di Bassano del Grappa. NOTE paganti 27.955, abbonati 17.404, incasso e quota non comunicati. Tiri in porta: 7-1. Tiri fuori: 11-5. In fuorigioco: 0-4. Angoli: 8-2. Recuperi: p.t. 2’; s.t. 3’.

A fine gara la delusione dei giocatori della Lazio per la vittoria sfumata a un quarto d’ora dalla fine ANSA

Stefano Cieri ROMA

E

la Lazio rallentò sul più bello. Il secondo posto solitario arriva, ma l’allungo sulla Roma non è quello sperato dopo il k.o. dei giallorossi a San Siro. A bloccare la corsa della banda Pioli ecco arrivare la tagliola-Chievo. Una maledizione che non perdona (quasi) mai: solo 2 vittorie per i biancocelesti nelle 13 sfide giocate all’Olimpico con i veronesi. In realtà, a impedire all’aquila laziale di spiccare il volo (forse) decisivo sono soprattutto le assenze. Tante (cinque titolari fuori) e fondamentali. Perché

senza De Vrij la difesa non è la stessa (dopo la Juve ne beneficia pure Paloschi, che peraltro s’inventa un gol bellissimo) e perché senza Biglia e Parolo manca il motore della squadra. KLOSE PERLA INUTILE Così quello che si vede stavolta è, parafrasando la Formula 1, un «muletto», non la macchina ufficiale. Onazi e Ledesma (poco utilizzati quest’anno, quindi subito a corto di fiato) fanno quel che possono, cioè poco. La Lazio pare la copia sbiadita di quella scintillante delle otto vittorie consecutive e della stessa sconfitta con la Juve, al netto degli errori difensivi. Il Chievo ha vita facile (ma anche meriti

LA CHIAVE

I padroni di casa pagano le tante assenze: cinque titolari fuori E quanto manca De Vrij Premiato il coraggio di Maran che inserisce Botta e Fetfatzidis per l’assalto finale

propri) nel controllare la gara. La formazione di Maran lo fa con un pressing asfissiante che impedisce alla squadra di casa di ragionare per lunghi tratti. E con continui raddoppi di marcatura, specie sullo spauracchio-Anderson, che infatti combina poco. Lo 0-0 sembra impossibile da schiodare. A meno che non ci pensi un fuoriclasse. Quello della Lazio si chiama Miro Klose. Il tedesco allo scadere della prima frazione ferma il tempo e torna indietro di una decina d’anni. Lo scatto con cui brucia Dainelli e Cesar e il tocco con cui beffa Bizzarri sono di un venticinquenne, non di un quasi trentasettenne. SUPER BIZZARRI Il portiere argentino s’inchina, ma avrà modo di rifarsi con gli interessi nella ripresa. Il pari del Chievo è soprattutto merito suo. Sì perché la Lazio, nonostante la giornata poco brillante ed una manovra che non scorre fluida, le sue occasioni le crea. Arrivano dopo che alla mezzora Pioli lascia il 4-2-3-1 per passare al 43-3. Alla fine saranno ben 23 le conclusioni verso la porta avversaria (7 tiri in porta, 11 fuori, 5 respinti). Ma su quelle più importanti Bizzarri sale in cattedra. Prima della prodezza di Klose nega il gol a Novaretti, poi a inizio ripresa si supera. Dicendo no a Candreva e poi soprattutto a Keita (subentrato nel frattempo all’acciaccato Klose). Il sogno della Lazio di salutare la Roma finisce qui, sui guantoni di quello che per quattro anni è stato il suo secondo portiere. BRAVO MARAN Certo, le parate di Bizzarri da sole non bastano. Il pareggio (il primo quest’anno per la Lazio in casa) arriva perché Maran dopo aver spento il gioco della Lazio fino quasi all’intervallo, nella ripresa getta il cuore oltre l’ostacolo inserendo la terza punta, Botta, e alla mezzora un altro trequartista, Fetfatzidis (passa prima al 34-3, quindi al 4-3-1-2). Così dopo aver rischiato il 2-0, nei venti minuti finali la squadra veronese diventa padrona delle operazioni. Con la Lazio in debito d’ossigeno (a Pioli mancano i cambi per far rifiatare qualcuno a centrocampo) il Chievo deve solo aspettare l’occasione propizia. Che arriva poco dopo la mezzora quando l’intelligente apertura di Radovanovic viene trasformata dalla deviazione di Mauricio in un assist al bacio per Paloschi. Che annichilisce Marchetti con un’esecuzione bella e letale. La Lazio non ne ha più, gli ospiti «rischiano» addirittura di vincere (provvidenziale chiusura di Basta sullo stesso Paloschi), ma il pari (meritato) li soddisfa già ampiamente. Per la Lazio la maledizione Chievo continua. Ma anche il sogno Champions. © RIPRODUZIONE RISERVATA

LA DURA LEGGE DELL’EX

Bizzarri, parate e auguri: «Andrete in Champions» 1I laziali avevano

esultato per il favore di Hernanes, ora fanno i conti col portiere del Chievo Nicola Berardino ROMA

L

a legge dell’ex si riavvolge nel week end romano. Sabato sera due ex laziali, Mancini e Hernanes, hanno fermato la Roma. Un segnale propizio nella lettura biancoceleste prima che ieri pomeriggio un altro nome con trascorsi laziali bloccasse la squadra di

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LUNEDÌ 27 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Pioli, Albano Bizzarri. E contro il portiere del Chievo la Lazio non riesce a vincere. Argentino, 37 anni, 7 mesi più anziano o, sarebbe il caso di dire, meno giovane di Miro Klose che lo ha infilato sull’illusorio vantaggio biancoceleste. Prima e dopo, quattro prodezze di Albano Bizzarri a far da muro all’attacco di Pioli; stessa cifra di superparate della gara d’andata, quando il 29 novembre al Bentegodi mantenne inviolata la porta del Chievo. E un anno fa, nell’unica presenza in campionato col Genoa, era titolare nella sfida di Marassi vinta (2-0) contro la Lazio di Reja. La legge dell’ex imperversa. Dal 2009 al 2013 Bizzarri è stato alla Lazio: appena 12 gare di A. Con Mu-

slera e, poi, Marchetti, davanti. Era arrivato dal Catania: 32 presenze nel secondo campionato di A. «Ho passato 4 anni qui, conosco quasi tutti e ho un grande rapporto con loro, era una giornata speciale» ha detto nel dopo partita dell’Olimpico. Bel feeling anche con i tifosi. Nel riscaldamento, prima della partita, era con i compagni sotto la Curva Maestrelli e ha ricevuto applausi laziali. Due anni fa la decisione di andare via. «Perché pensavo di poter giocare» spiegò da migliore in campo dopo la gara d’andata. RINCORSA Alle spalle una carriera cominciata in patria col Racing e impreziosita in Spagna col Real Madrid (7 gare) e

col Valladolid. Al Chievo ha conquistato il posto da titolare 23 partite fa e non lo ha più mollato. «Abbiamo pareggiato contro una grande squadra e siamo contenti. Le parate? Qualcuno mi ha mandato a quel paese (sorride riferendosi agli ex compagni, ndr), l’importante era allontanarci dalla zona retrocessione». La legge dell’ex non disconosce il cuore, quello di Albano Bizzarri. «Magari la gente non è contenta per il risultato, ma i giocatori della Lazio mettono paura ogni volta che toccano la palla. Credo che raggiungeranno il loro obiettivo. La Lazio arriva in una forma migliore rispetto alle altre. Sarà importante l’ultimo mese». Albano Bizzarri, 37 anni ANSA

© RIPRODUZIONE RISERVATA

LE PAGELLE di S.CIE.

ONAZI IN RITARDO KEITA È IN PALLA BIZZARRI PARA L’IMPOSSIBILE LAZIO

6 IL MIGLIORE KLOSE

7,5 Ci deve essere un errore nella carta d’identità. Lo scatto con cui brucia Dainelli non può essere di un quasi 37enne. Il tocco con cui supera Bizzarri è una delizia. MARCHETTI 6 Spettatore per quasi tutta la gara, sul tiro di Paloschi non può far altro che arrendersi. BASTA 6,5 Spinge a fasi alterne, però dietro ci mette la pezza in un paio di occasioni. NOVARETTI 6 Pulito ed efficace, Bizzarri gli nega il gol sullo 0-0. MAURICIO 5 Prova sufficiente fino alla rete del Chievo, sulla quale ha grosse responsabilità. RADU 6 Percussione e assist per l’1-0 di Klose. Sull’1-1 lo tradisce Mauricio. ONAZI 4,5 Sempre in ritardo. Fallisce la palla del 2-0. Ammonito, sarà squalificato. (Perea s.v.) LEDESMA 5 Torna a giocare dopo due mesi e fa una fatica tremenda. CANDREVA 6 Tante iniziative, solite accelerazioni, ma poca freddezza sottoporta. Sbaglia sullo 0-0 e poi di nuovo sull’1-0. F. ANDERSON 5,5 Fa partire l’azione dell’1-0 e dà a Candreva la palla del possibile 2-0, ma per il resto fa pochissimo. LULIC 5,5 Stavolta non ingrana e finisce per ingolfarsi nel traffico di centrocampo. (Ederson s.v.) B. KEITA 6,5 Entra bene in partita. Costringe Bizzarri alla parata più difficile della giornata. ALL. PIOLI 6 Lazio con gli uomini contati. Riesce anche a correggerla, abbandonando l’iniziale 4-2-3-1 per un più efficace 4-3-3. Gli mancano però i cambi.

CHIEVO

6,5 IL MIGLIORE BIZZARRI

7,5 Parate miracolose e fondamentali su Candreva (due volte), Novaretti e Keita. Tra andata e ritorno toglie alla sua ex squadra quattro punti pesantissimi. FREY 6 Vita agevole con Lulic, ma se la cava pure con Anderson. DAINELLI 4,5 In difficoltà sin dall’inizio, sul gol di Klose si fa bruciare in maniera imbarazzante. SARDO 5,5 Pure lui lascia spesso a desiderare. CESAR 5 Sull’1-0 Dainelli lo tradisce, ma dovrebbe fare di più. ZUKANOVIC 5 Soffre Candreva. Troppo falloso, Maran lo toglie. BOTTA 6 Il suo ingresso cambia la gara. Sfiora la rete con un colpo di testa. SCHELOTTO 6,5 Centrocampista e poi anche terzino nel finale. Va vicino al gol poco prima dell’1-1. IZCO 6 Presidia bene la zona, utile a rallentare il ritmo nel finale. RADOVANOVIC 6,5 Tocco d’esterno da palati fini che, grazie alla spizzata di Mauricio, diventa assist ideale per Paloschi. HETEMAJ 6,5 Lotta spesso anche oltre il consentito. Salvataggio provvidenziale in pieno recupero. PALOSCHI 7,5 Un gol da incorniciare, al termine di una partita tutto cuore e sostanza. PELLISSIER 5,5 Non trova mai la giocata giusta. FETFATZIDIS 6 Il suo ingresso porta fortuna, perché dopo appena un minuto arriva l’1-1. ALL. MARAN 6,5 Chievo concentrato e affamato nonostante sia già virtualmente salvo. Cambi coraggiosi ed efficaci nel corso della ripresa. TOMMASI Qualche piccola sbavatura, ma senza conseguenze. Vede bene sul gol di Paloschi , che è buono perché l’attaccante del Chievo è tenuto in gioco da Onazi. MARZALONI 6,5 - STALLONE 6 GIACOMELLI 6 - BARACANI 6

6


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Serie A R 32a giornata

Poker Napoli Higuain da urlo E la Champions torna a un passo 1Benitez rimonta la Samp: 3

vittoria di fila con 2 gol dell’argentino, Gabbiadini e Insigne. Roma a 2 punti, Lazio a 3 a

NAPOLI

4

2

SAMPDORIA

PRIMO TEMPO 2-1 MARCATORI Albiol (N) autogol al 12’, Gabbiadini (N) al 31’, Higuain (N) al 34’; Insigne (N) al 2’, Higuain (N) su rigore al 36’, Muriel (S) al 44’ s.t. NAPOLI (4-2-3-1) Andujar; Henrique, Albiol, Britos, Ghoulam; Jorginho, D. Lopez (dal 31’ s.t. Gargano); Callejon, Gabbiadini (dal 21’ s.t. Hamsik), Insigne; Higuain (dal 37’ s.t. D. Zapata). PANCHINA Rafael, Colombo, Strinic, Mertens, Mesto, Koulibaly, Inler. ALL. Benitez. CAMBI DI SISTEMA nessuno. BARICENTRO BASSO 49,9 METRI ESPULSI nessuno AMMONITI Britos per gioco scorretto.

SAMPDORIA (4-2-3-1) Viviano; De Silvestri, Silvestre, Romagnoli, Mesbah; Palombo (dal 18’ s.t. Duncan), Obiang; Eder (dal 45’ p.t. Muriel), Soriano (dal 31’ s.t. Bergessio) Eto’o; Okaka. PANCHINA Romero, Correa, Regini, Munoz, Rizzo, Coda, Acquah, Marchionni, Wszolek. ALL. Mihajlovic. CAMBI DI SISTEMA dal 31’ s.t. 4-2-4 BARICENTRO BASSO 50,3 METRI ESPULSI nessuno. AMMONITI Mesbah e Muriel per gioco scorretto.

ARBITRO Doveri di Roma. NOTE Paganti 22.299, incasso di 441.617,44. Tiri in porta 11-3. Tiri fuori 8-3. In fuorigioco 2-0. Angoli 9-3. Recuperi: p.t., 1’, s.t. 3’.

Pierfrancesco Archetti INVIATO A NAPOLI

S

e davvero gli cederà la panchina, come indicano sussurri, incontri pseudo-segreti e un abbraccio alla fine tra Higuain e il tecnico doriano, Rafa Benitez sta cercando con una gentilezza assoluta di lasciare un Napoli da Champions a Sinisa Mihajlovic. Non solo attraverso l’Europa League, ma ora con rinnovate possibilità attraverso il campionato. In tre turni, sempre chiusi con il successo e con 10 gol, gli azzurri hanno mangiato in totale 12 punti alle romane che

QUI NAPOLI

sembravano avviate verso il derby dei milioni (della Champions). Roma e Lazio si scontreranno alla penultima, il Napoli ospiterà i laziali all’ultimo show: con questa andatura Benitez se la giocherà fino a quel giorno. E se poi non se ne andrà, con la rimonta avrà fatto una gentilezza a se stesso. NAPOLI SUPERIORE Il merito maggiore in questo match è non aver gettato quanto i concorrenti hanno offerto in una giornata in cui nessun altra fra le altre prime sei ha vinto. Il secondo pregio è quello di non aver scontato la sudata di giovedì con il Wolfsburg; l’agenda

fitta di solito incatrama le gambe. Il terzo è aver affiancato ai soliti Higuain (doppietta, 26 in stagione) e Gabbiadini (il graffio dell’ex) anche le lacrime di Insigne: stavolta non per un crack, ma per l’esultanza del 3-1. Pur favorita da De Silvestri, la fuga del ragazzo nominato capitano entusiasma il San Paolo. Se il Pipita, sempre rabbioso e concreto, è il migliore, i suoi compari rialzano la componente di genialità e la Samp non può opporre altro che il dinamismo. Non basta perché il Napoli riesce anche a correre di più. I MOTIVI A tratti è una partita

QUI SAMPDORIA difensiva. Non siamo stati bravi ad accorciare sui loro trequartisti e così si creavamo spazi tra le linee dove loro potevano sfruttare la qualità dei singoli nell’uno contro uno».

re storica. Il confine è sottile, ma c’è un fattore che fa ben sperare il pubblico (sempre poco numeroso ultimamente) del San Paolo: il Napoli ha ritrovato fiducia e brillantezza. Quando Benitez parlava di «nuotare per arrivare alla spiaggia», intendeva questo.

Aurelio De Laurentiis, 65 anni, presidente del Napoli dal 2004 LIVERANI

Gabbia e Pipita, l’attacco atomico che piace ad ADL: «Continuate così» Il presidente De Laurentiis coccola i suoi bomber: «Bottino bellissimo, in 5 partite 16 gol. Ora concentrati fino alla fine» Gianluca Monti NAPOLI

I

n ritiro il Napoli ha ritrovato i gol. Tre reti alla Fiorentina, sei in due partite al Wolsfburg, tre al Cagliari e quattro alla Samp. Sono 16 in 5 partite. «È un bellissimo bottino, auguriamoci che i ragazzi rimangano concentrati sul pez-

molto verticale, con sistemi, raccordi geometrici e pure difetti che si somigliano. Anche uno schema lancio-portierecentravanti si vede da una parte e dall’altra. La differenza è che il Napoli tiene questa impostazione per un’ora (dopo il terzo centro non c’è più contesa ma rilassato divertimento); il Doria invece rimane lineare fino al pari, quindi si trova con le linee spezzettate e non riesce nemmeno più a ripartire, anche perché perde Eder, infortunato. Gli angoli mal custoditi sono il difetto da sistemare; anche in questo caso gli azzurri ci riescono dopo lo svantaggio, gli altri no fino al termine

zo e che si continui cosi fino alla fine», ha detto il presidente De Laurentiis, che però era rabbuiato da quanto accaduto prima del derby di Torino: «Il ministro degli interni Alfano si interroghi sul da farsi. In questo Paese ci sono la mafia, la mafia capitale, la ‘ndrangheta e la camorra. Bisogna dare maggiori poteri alla polizia, anche negli stadi». CONFINE SOTTILE Argomenti di attualità, come la corsa al secondo posto che per il Napoli è più vicino. Considerato il fatto che gli azzurri sono in semifinale di Europa League, una stagione che rischiava di essere fallimentare potrebbe diventa-

VENDETTA Certo, a fare la differenza poi sono sempre le individualità e quelle al Napoli non mancano. Per fare un esempio, la Samp a gennaio ha ceduto il suo miglior cannoniere e Benitez si è portato a casa Manolo Gabbiadini. Fin qui sono 12 in campionato, di cui 7 con i blucerchiati, e 17 in stagione, 8 con il Napoli. Numeri aggiornati a ieri quando Gabbiadini ha consumato la sua vendetta. Vederlo al fianco di Higuain è uno spettacolo. Non a caso da una sua giocata è nato il gol del Pipita. UOMO IN PIU’ Il Pipita di suo è arrivato a 26 gol in stagione (15 in campionato), due in più dell’anno scorso. L’uomo in più del Napoli è lui (per la precisione 50 gol in 96 presenze). Sta trascinando la squadra con prestazioni d’autore. Non sentire quella musichetta è stato uno smacco che ha faticato ad accettare, ora si è messo in testa di giocare la Champions il prossimo anno con la maglia azzurra. I napoletani non chiedono altro. Mihajlovic pure, almeno a giudicare dal modo in cui Sinisa ha abbracciato il suo «carnefice» di ieri sera che potrebbe però essere il suo bomber a partire dalla prossima stagione. Storie di calcio. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Sinisa Mihajlovic, 46 anni, tecnico della Samp dal novembre 2013 LAPRESSE

Mihajlovic usa bastone e ironia: «Regalati tre gol, perdere qui ci sta» Il tecnico risponde con una battuta quando gli chiedono del futuro: «Mi hanno fatto tante foto? È perché sono un bell’uomo» NAPOLI

S

inisa Mihajlovic, candidato numero uno al ruolo di allenatore del Napoli il prossimo anno, avrebbe voluto fare bella figura al San Paolo. Invece, la Sampdoria non ha certamente giocato la miglior partita della stagione. Anzi, ha concesso troppi spazi agli attaccanti azzur-

ri. Mihajlovic non si nasconde, ammette la superiorità degli avversari ma prova ad instillare fiducia nel gruppo a sole sei partite dalla fine di una stagione che potrebbe riportare la Samp in Europa. «Abbiamo regalato tre reti, era impossibile portare a casa un risultato positivo. Ci sta di perdere a Napoli contro una squadra che ha valori individuali diversi dai nostri». ERRORI DIFENSIVI Spesso, però, la Samp era riuscita a mascherare il gap tecnico grazie ad una perfetta organizzazione di gioco. Ieri non è andata così. La spiegazione di Mihajlovic non fa una grinza: «Potevamo certamente fare meglio, soprattutto in fase

EDER PREOCCUPA In effetti, Gabbiadini e compagni hanno fatto sfracelli. Mihajlovic mastica amaro e prova a guardare avanti: «Siamo ancora quinti e non dobbiamo rovinare una stagione bellissima propria alla fine. Dobbiamo avere paura solo di noi stessi — continua l’allenatore —. Cerchiamo di pensare positivo e guardare già a mercoledì visto che sulla carta ci attende un turno favorevole col Verona. Certo, le nostre concorrenti si stanno avvicinando e bisogna recuperare le forze in fretta. Purtroppo, non sono molto ottimista sulle condizioni di Eder». Per l’attaccante della Nazionale si teme una lesione del collaterale ( oggi esami strumentali). FUTURO A proposito di attaccanti, Mihailovic a fine gara si è abbracciato con Higuain. Per molti un indizio in prospettiva futura. «Se è vero l’interesse del Napoli, mi fa piacere, poi per il resto ho già detto tutto e non voglio ripetermi, mi hanno fatto tante foto sulla panchina del San Paolo solo perché solo un bell’uomo». Una battuta da applausi come da applausi è stato lo show di Ferrero prima della partita. Il presidente della Sampdoria ha abbozzato un giro di campo, poi ha preso una macchina fotografica per scattare qualche istantanea ai, pochi, tifosi presenti al San Paolo ed infine si è concesso un giro con gli operai della Indesit di Carinaro che rischia la chiusura. Ferrero ha posato con loro dietro uno striscione. A quel punto ha ricevuto una meritata ovazione. g.m. © RIPRODUZIONE RISERVATA


17

LUNEDÌ 27 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

34’ PRIMO TEMPO L’abbraccio tra Higuain (al centro), Gabbiadini (sinistra) e Insigne dopo il gol del 2-1 della punta argentina INSIDE

fIL PROTAGONISTA

LA MOVIOLA di VINCENZO D’ANGELO

CALLEJON FERMATO MA NON C’È OFFSIDE OK IL RIGORE BRITOS GRAZIATO ● Un paio di macchie nella serata di Doveri (una per tempo), non aiutato nelle circostanze dal primo assistente Tonolini. Al 19’ del primo tempo, Tonolini ferma Callejon (che manderà in gol Insigne a gioco ormai fermo) servito da Higuain, ma lo spagnolo, seppur di pochissimo, è tenuto in gioco dal piede di Silvestre. Chiamata difficile, certo, però sbagliata. Al 12’ della ripresa rischia il secondo giallo Britos, che strattona Okaka dopo essere stato saltato. Ci stava l’ammonizione e il rosso. Nessun dubbio infine sul rigore fischiato ad Hamsik, steso da De Silvestri.

quando l’ennesimo pasticcio esterno porta al rigore causato su Hamsik da De Silvestri, il peggiore. Anche prima in quei recinti crescono le palpitazioni; il tragitto rasoterra che porta all’autogol di Albiol somiglia ad alcune entrate facili sul territorio opposto. Non conta se pure il pari del Napoli è un simil autogol, dato il regalo di Viviano a Gabbiadini; risalta il fatto che in quel recinto si transita liberi. Eto’o, che dovrebbe chiudere la sbarra, non è più l’attaccante-terzino dei tempi di Mourinho e Miha lo deve richiamare. Il Napoli individua un’altra sacca di libertà tra i centrocampisti e i centrali: Gabbiadini cir-

cola in quella bolla e per contrarlo deve uscire in difensore. Ma quando la tecnica prevale, tipo sul dialogo del raddoppio, lo spazio viene utilizzato per sprintare senza alcun freno. MIHA STESO Eder e il suo sostituto Muriel, ma soltanto per la sassata del 4-2, sono gli unici a salvarsi nella Samp che non vince da 4 turni. Il 4-2-3-1 di Mihajlovic non migliora con l’entrata anche di Duncan per Palombo e Bergessio per Soriano. Troppi errori singoli hanno provocato uno smarrimento totale: anche Sinisa corre per l’Europa, ma ha il fiato grosso. © RIPRODUZIONE RISERVATA

LE PAGELLE di MI.MAL. BRITOS È UNA CERTEZZA, LOPEZ SENZA SOSTA INCUBO DE SILVESTRI, EDER ELETTRICO NAPOLI

7,5

SAMPDORIA

5

IL MIGLIORE

IL MIGLIORE

HIGUAIN

MURIEL

7,5

6,5

Cercasi aggettivi per magnificarne le prestazioni. Torna al gol (doppietta) dopo 5 gare di campionato, il 25° in stagione.

Entra e assicura maggiore vivacità all’azione dei suoi. E poi, segna un gran gol, peccato che sia stato inutile per la Sampdoria.

ANDUJAR 6 Compie una sola parata vera, su Mesbah. Poi, si limita a controllare. HENRIQUE 6 Non deve impegnarsi troppo per avere ragione di Eto’o. ALBIOL 6 Sfortunato nell’autorete, l’unico neo della sua prestazione. BRITOS 7 Si sta dimostrando il migliore tra i difensori, ha vinto la concorrenza con Koulibaly. GHOULAM 6 Fino a quando Eder è stato in campo, ne ha sofferto la velocità. JORGINHO 6,5 Agisce dinanzi alla difesa e partecipa all’organizzazione del gioco. D. LOPEZ 6,5 Ha tenuto fino alla fine, limitando Palombo. GARGANO 6 Quando è entrato, il grosso era già stato fatto dai suoi compagni. CALLEJON 6 Ha avuto due opportunità per segnare, ma ha calciato su Viviano. GABBIADINI 7 Molto più bello lo scambio sul gol di Higuain. Sul suo, c’è la papera del portiere. HAMSIK 6 Avrebbe potuto partecipare anche lui alla goleada, ma ha calciato su Viviano. INSIGNE 7 Bentornato, Lorenzo. Gol e giocate di tecnica pura: sicuramente un valore aggiunto ZAPATA s.v. Gioca soltanto 10’, ma s’impegna al massimo. ALL. BENITEZ 7,5 Bisogna fare un passo indietro e ammettere che il ritorno del Napoli è il risultato del lavoro e della sua esperienza.

VIVIANO 5 Grave l’errore in occasione del pareggio di Gabbiadini, poi limita il passivo. DE SILVESTRI 4 Ha sulla coscienza una rete e il fallo di rigore. SILVESTRE 5 Serata da incubo, Higuain gli sfugge in continuazione. ROMAGNOLI 5 Gli avversari sono ovunque e lui va in confusione. MESBAH 5 Nel primo tempo è più intraprendente, cala molto nella ripresa. PALOMBO 5 Viene travolto dal dinamismo di David Lopez e fa fatica a ritrovare la posizione. DUNCAN 5 Sbaglia l’appoggio e dà il via all’azione del rigore su Hamsik. OBIANG 5 Lento e poco reattivo, Jorginho che non è un fulmine, lo rende innocuo. EDER 6,5 Va via due volte a Ghoulam, sulla seconda s’inventa il cross per l’autorete di Albiol. SORIANO 5 L’impressione è che sia stato travolto dal ritmo elevato del Napoli. BERGESSIO 5 Diciassette minuti, pochi per impensierire gli avversari. ETO’O 5 Mourinho lo utilizzava a sinistra, ma aveva 5 anni in meno: adesso, gioca da fermo. OKAKA 5 Sta lì davanti, solo, e finisce prigioniero dei difensori napoletani. ALL. MIHAJLOVIC 5 Poca roba la sua Samp, sarà rimasto impressionato da quella che potrebbe essere la sua prossima squadra.

DOVERI Un solo errore: non ammonisce Britos, sarebbe stata la seconda, che strattona Okaka. Il rigore c’è tutto. TONOLINI 5 – DE PINTO 6 ROCCHI 6 – DI PALO 6

6

LA SUA GARA

LORENZO INSIGNE

Magie, gol, lacrime Il Magnifico è tornato e adesso fa il capitano 1Senza Hamsik e Maggio la fascia è andata a lui, per la prima volta

dall’inizio: l’ultimo napoletano a metterla era stato Paolo Cannavaro Mimmo Malfitano

CROSS

TIRI

recuperare e tornare ai suoi livelli.

e se dovessero arrivare anche i gol di Lorenzo Insigne.

RITORNO PREZIOSO L’ultima rete l’aveva segnata al Torino, il 5 ottobre, in un momento in cui il Napoli stentava a trovare la continuità nei risultati. Poi, l’infortunio di Firenze e il patema di dover ripartire daccapo per conquistare il Napoli e, perché no?, quella nazionale dalla quale si è sentito escluso troppo in fretta. Tanto pensare, dunque, e tanta voglia di rimettersi subito a disposizione di Rafa Benitez che, adesso, sa di poter contare sul talento del giovane napoletano in questo finale di stagione. Poco più di un mese durante il quale il Napoli si giocherà tutto o quasi, a partire dalla possibilità di giocare la finale di Europa League, fino a tentare di completare la rincorsa per il secondo posto: i tre punti conquistati ieri sera lo hanno portato a -2 dalla Roma e a -3 dalla Lazio. Il traguardo è lì, alla portata, soprattutto se la squadra continuerà a giocare su questi livelli

SERA DA CAPITANO I motivi per giustificare quelle lacrime ci sono tutti, dunque. Insieme al gol, c’è stata anche la sua prima volta da capitano, un’emozione che aveva già vissuto, ma mai dall’inizio. Senza Hamsik e Maggio, è toccato a lui indossare la fascia. Ed è stato in quel momento che ha tirato fuori tutto l’orgoglio, la forza delle origini: dopo Paolo Cannavaro è stato lui il primo napoletano a ricoprire il ruolo di leader in campo. Insomma, la ricorderà a lungo questa notte, Lorenzo, rappresenterà una bella pagina della sua breve storia di calciatore, che conserverà gelosamente. Il futuro è tutto dalla sua parte, col Napoli è destinato a durare a lungo, almeno fino al 2018, anno in cui gli scadrà il contratto. Ma l’impressione è che già alla fine di questa stagione, le parti si ritroveranno per ridiscutere e prolungare il rapporto.

1

3

LANCI

SPONDE 4 5

OCCASIONI CREATE 3 PALLE RECUPERATE 10 DRIBBLING 2

71

PASSAGGI

NAPOLI

C

he notte! Sicuramente speciale per il Napoli, ma particolare per Lorenzo Insigne, ritornato al gol cinque mesi dopo l’infortunio patito a Firenze, nello scorso novembre. Quel destro a rientrare, pezzo di bravura del suo repertorio tecnico, lo ha restituito alla normalità. Il gol realizzato alla Sampdoria, il terzo per il Napoli, gli è servito per sbloccarsi e per cancellare del tutto il brutto ricordo di un inverno trascorso a curarsi, dopo l’operazione al ginocchio. Così, dopo aver sistemato il pallone alle spalle di Viviano, Lorenzo è volato via verso i distinti a raccogliere gli applausi della gente, lasciandosi andare, poi, a un pianto liberatorio. In quelle lacrime ha racchiuso tutti i sacrifici a cui si è sottoposto, quotidianamente, per

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POSITIVI 57

NEGATIVI 14

MINUTI GIOCATI

90’

GDS


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Magic +3 R Campionato

LUNEDÌ 27 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

DAL CAMPO ALLA SCRIVANIA

QUI TRIGORIA 1

Fiducia Garcia «Crediamoci» Ljajic, giallo sull’infortunio

2

Davide Stoppini ROMA

«L

e possiamo vincere tutte», diceva Rudi Garcia ieri mattina alla squadra a Trigoria, provando a scuotere facce desolate dopo la sconfitta con l’Inter. Fiducia incrollabile, quando ancora il tecnico non sapeva che la Lazio avrebbe fallito il set point Champions nel pomeriggio contro il Chievo e che in serata il Napoli avrebbe accorciato a -2. In sostanza: il morale resta basso. Perché la Roma non riesce a trovare la formula giusta lì davanti, in mezzo a un attacco che non segna più di un gol in una partita di campionato dall’8 febbraio. Un film horror, condito da un Doumbia che ora è diventato anche argomento di discussione per il suo (mancato) riscaldamento a San Siro.

3

● 1 Miralem Pjanic, 25 anni, alla quarta stagione con la Roma. Il bosniaco un anno fa ha rinnovato il contratto fino al 2018 ● 2 Rudi Garcia, 51 anni, è arrivato in giallorosso nell’estate 2013 dal Lilla, con il quale aveva vinto campionato e Coppa di Francia ● 3 Il d.s. giallorosso Walter Sabatini, 59 anni MANCINI-ANSA-LIVERANI

La «versione» di Pjanic adesso spacca la Roma

1Il bosniaco: «Occorre cambiare atteggiamento durante la settimana»

Il gruppo non gradisce, il club sì: «Parla degli allenamenti, è da applausi»

32

a

GIORNATA

Massimo Cecchini

cato l’ambiente e resa inquieta la squadra soprattutto perché Rudi Garcia, da buon attore (per sua stessa ammissione) durante tutte le ultime settimane di evidente declino in ogni vigilia ha sempre ripetuto il solito mantra: «La squadra si è allenata bene questa settimana».

ROMA

P

er un attimo, un solo, ieri la Roma si è tinta di gialloblù. Il pareggio del Chievo, infatti, ha reso meno amaro il sorpasso Champions da parte della Lazio. La carezza della sorte, però, ha soltanto reso attutito la caduta di San Siro, che ha visto nel dopo partita un protagonista a sorpresa: Miralem Pjanic. Il bosniaco è stato sincero ed il senso del suo discorso è stato: la squadra deve cambiare atteggiamento, a partire dal lavoro settimanale. In fondo, a pensarci bene, è come la favola del bimbo che dice: il re è nudo. Ma la cosa ha ovviamente spac-

MUGUGNI... Questo è il sunto del pensiero di Pjanic, protagonista ieri di un blitz in Bosnia e in progresso per il match col Sassuolo: «Occorre cambiare atteggiamento anche durante la settimana. Bisogna avere rabbia, determinazione e voglia di risultati. Così non va bene. Se vogliamo arrivare in alto non possiamo accettare certe cose. Dobbiamo svegliarci e dare molto di più». Inutile dire che questo ha diviso lo spogliatoio della Roma. C’è chi pensa che Pjanic abbia ragione perché tanti fanno il minimo sindacale e questo in campo si vede; altri invece ritengono che, pur con

fondati motivi, quelle cose Miralem avrebbe fatto bene a dirle prima al gruppo; altri ancora infine giudicano sbagliato il concetto in sé. Ovvero, loro danno il massimo ma Garcia si fida sopratutto dei suoi prediletti (Pjanic è tra questi, con Gervinho, Keita, De Rossi e qualche altro), senza contare che sia a livello di preparazione che di tattica il francese, secondo la pancia di Trigoria, non è ancora un allenatore di primo livello. Il perché di molti malu-

LA CHIAVE

3

Sono gli assist di Pjanic in questo campionato. L’ultimo lo ha servito sabato sera a Nainggolan in Inter-Roma

mori del gruppo è chiaro: non vogliono fare da capri espiatori nei confronti di una tifoseria calda, che tra l’altro ha eletto l’allenatore come idolo («Noi vogliamo undici Garcia», hanno cantato gli ultrà nel giorno dell’eliminazione in Europa League contro la Fiorentina). ... E SORRISI. Tutto sommato però, se la sortita di un suo fedelissimo non deve essere dispiaciuta a Garcia, di sicuro è stata gradita dalla società. Non a caso il d.s. Sabatini ha così chiosato: «Quando le dice un calciatore, noi ci sentiamo più autotutelati. Faccio un applauso a Pjanic. Credo che si riferisse agli allenamenti, e se lo dice lui io lo accetto». Tutto sommato, anche una raccomandazione implicita al tecnico che, a dispetto del piglio decisionista, quasi tutti raccontano nello spogliatoio come abbastanza morbido, sopratutto con i più esperti.

RIVOLUZIONE O NO? Adesso, però, non è possibile pretendere rivoluzioni copernicane negli atteggiamenti. Se è vero che alcuni giocatori credono si siano fatti due pesi e due misure per certe situazioni (le bizze agostane di Gervinho opposte alla rigidità adottata con Benatia, i problemi di Maicon, l’esuberanza di Nainggolan e altro), non è il momento per arrivare alla resa dei conti. Troppo tardi. A fine stagione si faranno i bilanci e a quel punto è possibile anche che possano confrontarsi filosofie differenti. Se sabato Sabatini è andato giù piatto («Non arrivare in Champions sarebbe un fallimento») lasciando ipotizzare la quinta rivoluzione in altrettante stagioni, il d.g. Baldissoni è stato più cauto: «Non pensiamo di dover distruggere la squadra. Cercheremo di ritoccare quanto stiamo facendo». Magari sopratutto in attacco, visto che il reparto è il nono del campionato. In ogni caso, la tabella di marcia stilata da Garcia alla vigilia della partita con l’Atalanta è giù saltata («10 punti in 4 partite»), ma l’accesso in Champions League e al tesoro che porta in dote resta sempre portata di mano. E in fondo ormai è questa l’unica cosa che conta.

GIALLO LJAJIC E rafforzato pure dal giallo Ljajic. Singolari le ultime 48 ore vissute dal serbo. Piccolo riepilogo: venerdì, nella rifinitura, l’attaccante accusa un lieve problema muscolare tanto da non terminare la seduta con i compagni. Nulla di grave, infatti scatta puntuale la convocazione. Ma poi, nel riscaldamento pre-partita con il preparatore Rongoni, Ljajic avverte nuovamente un guaio al flessore e vede Inter-Roma dalla tribuna, invece che dalla panchina. Problema serio o no? A scanso di equivoci viene fissata una risonanza magnetica, che ieri mattina esclude lesioni muscolari. Ljajic è ok, 12 ore dopo la tribuna di Milano. E arruolabile anche per la partita di mercoledì con il Sassuolo. Resta da vedere se Garcia avrà voglia di spedirlo in campo dall’inizio. Mica scontato, visto che Florenzi potrebbe tornare in attacco con Gervinho e Ibarbo. Con Ljajic a quel punto verso la panchina, magari vicino a Keita: il maliano ha il solito ginocchio dolorante, ma non preoccupa Garcia. I pensieri sono altri. E tutti legati a una classifica complicata. «Senza Champions il fallimento sarebbe evidente», ha detto il d.s. Sabatini. Il guaio è che l’ipotesi sta diventando via via sempre più verosimile.

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L’ANTICIPO/1

L’ANTICIPO/2

Pinzi-Badu da k.o. Milan al tappeto

Icardi nel finale Giallorossi battuti

UDINESE

2

INTER

2

MILAN

1

ROMA

1

MARCATORI Pinzi (U) al 13’, Badu (U) al 29’, Pazzini (M) al 43’ s.t.

MARCATORI Hernanes (I) al 15’ p.t.; Nainggolan (R) al 18’ e Icardi (I) al 43’ s.t.

UDINESE (4-3-1-2) Karnezis s.v.; Widmer 6,5, Danilo 6, Domizzi 6,5, Piris 7; Allan 7, Pinzi 7, Badu 7; Guilherme 7 (dal 39’ s.t. Kone s.v.); Geijo 5,5 (dal 9’ s.t. Thereau 6), Di Natale 7. (Scuffet, Meret, Bubnjic, Pasquale, Gabriel Silva, Hallberg, A. Zapata, Aguirre, Perica). All. Stramaccioni 7.

INTER (4-3-1-2) Handanovic 6; D’Ambrosio 5,5, Ranocchia 6, Vidic 6,5, Juan Jesus 6; Brozovic 5 (dal 26’ s.t. Kovacic 6), Gnoukouri 6,5 (dal 41’ s.t. Podolski 6,5), Guarin 6 (dal 33’ s.t. Shaqiri 6); Hernanes 7; Palacio 6,5, Icardi 7. (Carrizo, Obi, Santon, Felipe, Puscas, Nagatomo, Dimarco, Palazzi, Bonazzoli). All. Mancini 7.

MILAN (4-3-3) Diego Lopez 6; Abate 5, Paletta 6 (dal 1’ s.t. Rami 5), Mexes 5,5, Antonelli 5; Van Ginkel 4,5, De Jong 5,5, Bonaventura 5 (dal 29’ s.t. Destro 5); Suso 4,5 (dal 19’ s.t. Cerci 6), Pazzini 5,5, Menez 4. (Abbiati, Donnarumma, Bonera, Bocchetti, C. Zapata, De Sciglio, Zaccardo, Poli, Honda). All. Inzaghi 4.

ROMA (4-3-3) De Sanctis 5,5; Florenzi 5, Manolas 5,5, Yanga-Mbiwa 5,5, Holebas 5; Nainggolan 6,5, De Rossi 5,5 (dal 44’ s.t. Doumbia s.v.), Pjanic 6,5 (dal 33’ s.t. Iturbe 5,5); Ibarbo 6,5, Totti 5 (S. Keita 5,5 dal 7’ s.t.), Gervinho 5,5. (Skorupski, Cole, Paredes, Spolli, Torosidis, Balzaretti, Ucan, Verde). All. Garcia 5,5.

ARBITRO Damato 6. NOTE Spettatori paganti 2.800, per un incasso di 55.516 euro; abbonati 6.206. Ammoniti Domizzi, Pinzi e Pazzini per gioco scorretto.

ARBITRO Orsato 6. NOTE spettatori 37.695. Ammoniti Palacio, Brozovic, Juan Jesus, Ranocchia, Gnoukouri, Yanga-Mbiwa e De Rossi per gioco scorretto; Handanovic per comportamento non regolamentare; Nainggolan e De Sanctis per proteste.


Serie A R 32a giornata

LUNEDÌ 27 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

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Follia Denis: cazzotto a Tonelli 1Il Tanque va nello spogliatoio ospite e colpisce al volto il centrale: ora rischia la stangata Alex Frosio INVIATO A BERGAMO

I

l peggio della domenica bergamasca arriva una decina di minuti dopo la fine della partita. Le squadre sono già negli spogliatoi, German Denis bussa a quello dell’Empoli, chiama fuori Tonelli e gli rifila un pugno, mentre le luci nel corridoio del misfatto si spengono. Il pugno è l’unica cosa che si può considerare certa: lo dimostra la ferita sotto l’occhio sinistro che il difensore toscano esibisce nervosamente mentre sale sul pullman della squadra, lo conferma in qualche modo il d.g. atalantino Pierpaolo Marino che pure denuncia una provocazione. Come siano andate veramente le cose lo stabiliranno gli uomini della Procura federale, che qualcosa devono aver visto: dal loro rapporto dipenderà la squalifica di Denis.

L’AGGUATO Per il resto, bisogna affidarsi al racconto di chi c’era, e le varie versioni presentano qualche contraddizione. Comincia Maccarone,

capitano dell’Empoli, che si presenta infuriato IL PERCHÉ Ma perché Denis avrebbe avuto questa davanti ai microfoni: «È successo un fatto vera- reazione? «In campo c’era stata qualche parola di mente brutto nello spogliatoio. È arrivato Cigari- troppo, ma avevo detto a Denis che da capitano ni, ha chiamato Tonelli, dietro di lui c’era Denis avrei parlato con Tonelli», dice Big Mac. Il (presunto) vero motivo lo spiega invece che ha dato un pugno a Lorenzo, Marino, confermando il pugno gli ha rotto il naso e procurato una LE REAZIONI ma... «Denis ha sbagliato e chiediaferita sotto l’occhio. E la cosa più mo scusa, ma non è un pazzo. Pribrutta è che hanno spento la luce: L’argentino va via ma di lui ha sbagliato Tonelli. Ha o c’è stato un black out generale o mentre salta la luce minacciato di morte il nostro attacl’hanno fatto apposta per favorire cante e la sua famiglia e German, la fuga di Denis, e allora è preme- Big Mac: «Vigliacco, che è particolarmente sensibile ditato e della cosa sapevano in tan- spero abbia chiuso» quando si tirano in mezzo gli affetti ti. Per Denis spero che il campionafamiliari, ha sbroccato. Quello di to sia finito. È un vigliacco. Si criti- Il d.g. Marino: Tonelli è stato un avvertimento di ca il fatto che c’è violenza nel cal«Minacce di morte tipo mafioso, che ha fatto perdere cio e poi noi siamo i primi a alla famiglia, German la testa a un uomo buono come Decommetterla in spogliatoio». Poi, nis, un ragazzo che fa beneficenza. un po’ più a freddo, Maccarone ha perso la testa» Le luci? Non si sono spente di procorregge il tiro: «Cigarini mi ha chiamato e mi ha giurato sui suoi figli che lui non posito, nella colluttazione c’erano almeno venti c’entra niente. Anch’io ho dei figli e gli credo». Il persone nel corridoio e qualcuno deve aver schiacTanque avrebbe dunque fatto tutto da solo, Ciga- ciato l’interruttore». Le (presunte) minacce sarebrini - da capitano - lo aveva seguito solo per con- bero arrivate nel tunnel di rientro dal campo, dove Tonelli avrebbe aspettato Denis, «ritardato» daltrollare cosa stesse combinando.

Atalanta salva al 93’ Con l’Empoli è un pari che vale doppio oro 1Toscani avanti due volte con Saponara e Maccarone, che prende anche un palo. Denis di testa rimedia nel recupero ATALANTA

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EMPOLI

2

PRIMO TEMPO 1-1 MARCATORI Saponara (E) al 41’, Gomez (A) al 43’ p.t.; Maccarone (E) al 15’, Denis (A) al 48’ s.t. ATALANTA (4-2-3-1) Sportiello; Benalouane (dal 30’ s.t. Emanuelson), Stendardo, Masiello, Dramé; Cigarini, Carmona; Estigarribia (dal 24’ s.t. D’Alessandro), Moralez, Gomez (dal 24’ s.t. Bianchi); Denis. PANCHINA Frezzolini, Merelli, Del Grosso, Bellini, Biava, Zappacosta, Migliaccio, Baselli, Rosseti. ALL. Reja. CAMBI DI SISTEMA 4-4-2 dal 24’ s.t., 4-2-1-3 dal 33’ s.t. BARICENTRO ALTO 54,3 METRI ESPULSI nessuno. AMMONITI Benalouane per gioco scorretto, Cigarini per c.n.r., D’Alessandro per proteste. EMPOLI (4-3-1-2) Sepe; Laurini (dal 34’ s.t. Barba), Tonelli, Rugani, Hysaj; Vecino, Valdifiori, Croce; Saponara (dal 40’ s.t. Mario Rui); Pucciarelli (dal 14’ s.t. Zielinski), Maccarone. PANCHINA Pugliesi, Bassi, Signorelli, Mchedlidze, Tavano, Diousse, Brillante, Somma. ALL. Sarri. CAMBI DI SISTEMA 4-3-2-1 dal 14’ s.t., 5-4-1 dal 40’ s.t. BARICENTRO MOLTO BASSO 46,8 M ESPULSI nessuno. AMMONITI Pucciarelli per comp non reg. ARBITRO Cervellera di Taranto. NOTE paganti 2.973, incasso di 25.083,60 euro; abbonati 10.678, quota di 110.406,98 euro. Tiri in porta 5-11 (con un palo). Tiri fuori 7-7. In fuorigioco 6-3. Angoli 7-1. Recuperi: p.t. 2’, s.t. 4’.

L’esultanza di German Denis, 33 anni, dopo il gol del 2-2 al 93’ LAPRESSE INVIATO A BERGAMO

E

pensare che era stato proprio German Denis, all’ultimo assalto, a segnare il 2-2, quarto gol nelle ultime tre partite. Se anche non dovesse finire il campionato per squalifica, il Tanque ancora una volta è l’uomo salvezza dell’Atalanta. La zona rossa si allontana di un altro punticino, vista la sconfitta del Cesena, e l’imminente scontro diretto, tra due giorni al Manuzzi, ora fa meno paura: ci sarà da lottare ancora un po’, ma il più è fatto. Il pareggio con l’Empoli, che ne se sta ancora più al sicuro, sembra la perfetta

sintesi del campionato delle due squadra. L’Atalanta soffre e strappa di cuore il risultato, l’Empoli gioca in scioltezza, impressiona per trame di gioco, svapora solo un po’ in fase di realizzazione, considerando che marca sì due gol ma va alla conclusione complessivamente ben 18 volte. Uno slalom speciale di Zielinski, chiuso da un sinistro facile spedito a lato a porta spalancata - sarebbe stato il 3-1 definitivo -, ne è l’esempio più calzante. SOLUZIONI EMPOLI Reja inizia con il 4-2-3-1 che tiene molto larghi Estigarribia e il Papu Gomez, spesso sollecitati dai cam-

bi gioco, sballottano la difesa dell’Empoli. Moralez in pressione su Valdifiori complica le solite uscite palle al piede della squadra di Sarri, che si infuria al limite dell’espulsione per l’errato posizionamento dei suoi sulle rimesse dal fondo (che spesso coincidono con una palla persa). Ma le risorse di gioco dei toscani sono molteplici. Saltata la prima linea di pressing, Saponara può giocare fronte alla porta, Pucciarelli e Maccarone propongono tagli succulenti, Croce si inserisce anche lui guardando la porta. Altro aspetto eccellente: l’Empoli cerca spesso anche la giocata difficile, in velocità, come l’uno-due al limite dell’area che porta allo 0-1. Presto rimediato, tuttavia, da un’incursione centrale avviata e conclusa da Gomez per l’1-1. A margine, due highlights che non vedrete in tv. Il primo: punizione per l’Empoli, trattenute in area, allora Valdifiori chiama il cambio schema e i giocatori si spostano come alla Playstation. Il secondo: dopo l’1-1, schema da calcio d’inizio, stop di Tonelli per lancio di Rugani, ne nasce un tiro di Maccarone fermato da Sportiello. ASSALTO Lo stesso Big Mac segna il 2-1 dopo che Sarri ha risistemato l’assetto, con il doppio trequartista grazie a cui gestisce meglio il controllo del pallone. Che porta a un palo ancora di Maccarone e all’occasione di Zielinski. Reja invece molla la tattica e ricorre a tutto l’arsenale: tre punte, Emanuelson a supporto, D’Alessandro terzino che in realtà fa l’ala. Sarri risponde chiudendosi prima con il 4-5-1 e poi con il 5-4-1 anche perché l’Atalanta corre di più (e di questo va dato merito a chi c’era prima di Reja). Ne nasce una decina di minuti di assalto quasi disperato, al quale partecipa anche Sportiello. L’ultimo, al 93’, è quello buono. a.fr. © RIPRODUZIONE RISERVATA

l’intervista post-partita e rientrato con il figlio-raccattapalle. Incassate le minacce, sarebbe tornato in spogliatoio e rimuginato, fino a esplodere. REAZIONI E CONSEGUENZE Sarri ci è andato giù duro: «Servirebbe il Daspo più che la squalifica». E il d.s. dell’Empoli Carli: «Il nostro giocatore avrà anche detto qualcosa di sbagliato, ma pensate davvero che sia uno che va a cercare le persone a casa per rifarsela con la famiglia? Denis ha sbagliato e deve pagare». Ecco, la squalifica. Il Tanque sarà pesantemente multato dall’Atalanta (e oggi a Zingonia scenderanno il presidente Percassi e il figlio Luca, a.d.) e lo stop potrebbe essere di almeno 5 giornate. Si configura infatti la condotta violenta nei confronti di calciatore - 3 giornate - ma anche «particolarmente grave». Non tanto per il danno procurato (non ci sarebbero fratture per Tonelli) ma per l’aggressione a partita finita. L’Empoli deciderà se presentare denuncia solo dopo che si sarà espressa la Procura federale, Tonelli invece non ha ancora deciso. Parola alla Procura. In tempi brevi, si spera. © RIPRODUZIONE RISERVATA

LE PAGELLE di A.FR. FINALMENTE GOMEZ, CARMONA FLOP CROCE È UNA DELIZIA, CHE REGALO SEPE ATALANTA

6

EMPOLI

6,5

IL MIGLIORE

IL MIGLIORE

MAXI MORALEZ

SAPONARA

7

7

La sua rapidità funziona sia in campo aperto che nello stretto. Sfonda e scarica ai compagni, mandati al tiro con frequenza. Prezioso anche nell’andare a disturbare Valdifiori.

Messo in condizione di giocare fronte alla porta, penetra, calcia in porta, assiste. Si piazza in verticale a Valdifiori e inventa: 5 occasioni create, gol incluso (Mario Rui s.v.)

SPORTIELLO 6,5 Almeno tre ottime parate nel primo tempo, passa gli ultimi minuti in area Empoli per cercare il colpo. BENALOUANE 5,5 Incrocia Croce che gli sfugge spesso. EMANUELSON 6 Prova ad aggiungere qualità nel finale. Suo il corner per Denis-gol. STENDARDO 5 Vede arrivarsi di fronte Saponara, Pucciarelli e Maccarone. Resta spesso inchiodato. MASIELLO 5,5 Utile per i cambi campo, un po’ preso in mezzo dalle combinazioni empolesi. DRAMÉ 5 Sta a guardare Maccarone che gli segna in faccia, poco aiuto anche in spinta. CIGARINI 7 Il duello diretto con Valdifiori lo esalta. Sbaglia tanto? Sì, ma quanta qualità complessiva. CARMONA 5 Non vigila tra le linee, dove imperversa Saponara. ESTIGARRIBIA 5,5 Non sfrutta l’uno contro uno con Hysaj. D’ALESSANDRO 6 Ala travestita da terzino, partecipa all’assalto. GOMEZ 6,5 Appare e scompare, ma finalmente segna il primo gol con l’Atalanta. BIANCHI 6 Affolla l’area, crea disagi. DENIS 7 Giudizio limitato alla partita: salva un gol sulla linea poi sbaglia tutto. Fino all’imperioso 2-2. ALL. REJA 6 Tanto cuore, salvezza più vicina. Ma gli è andata bene.

SEPE 5 Imperdonabile il calcio d’angolo regalato all’ultimo assalto che porta al 2-2. LAURINI 5,5 Difficile star dietro a Gomez e Moralez (Barba s.v.) TONELLI 5,5 Duello ruvido con Denis. Pure troppo, come s’è capito dopo. RUGANI 6 Freddezza da veterano, sfiora anche il gol di testa. HYSAJ 5,5 A sinistra perde un po’ d’attenzione. In ritardo sul primo gol atalantino. VECINO 5,5 Sua la zona da dove colpisce Denis sul 2-2: scavalcato. VALDIFIORI 6 Infastidito dal disturbo di Moralez, la distribuzione, sempre buona, si riduce. CROCE 6,5 Appoggi sbagliati in avvio, poi collabora con Valdifiori e soprattutto non manca mai l’inserimento. PUCCIARELLI 5,5 L’uno-due che manda in porta Saponara è una delle poche cose buone che combina. ZIELINSKI 6 Il suo ingresso aiuta la manovra. Va via da fenomeno ma poi si divora il gol a porta spalancata che avrebbe chiuso la partita. MACCARONE 7 Nello score di giornata una gran parata di Sportiello, un gol e un palo. ALL. SARRI 6,5 L’Empoli non si accontenta della giocata semplice, cerca anche quella complicata in velocità. E spesso riesce. Peccato essersi abbassati troppo nel finale.

CERVELLERA Valuta (giustamente) interventi di gioco le scintille tra Denis e Tonelli. Fa correre sullo «sfondamento» di Saponara-gol su Stendardo, non così violento. LA ROCCA 6,5 – GALLONI 6,5 CALVARESE 6 – LA PENNA 6

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LUNEDÌ 27 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT


Serie A R Il personaggio

LUNEDÌ 27 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

LA RIVELAZIONE

LA VOLATA PER L’EUROPA LEAGUE SAMPDORIA PT. 50

FIORENTINA PT. 49

GENOA PT. 47

TORINO PT. 47

INTER PT. 45

STATO DI FORMA:

33ª

34ª

35ª

36ª

37ª

38ª

Verona

Juventus

UDINESE

Lazio

EMPOLI

Parma

JUVENTUS

Cesena

EMPOLI

Parma

PALERMO

Chievo

MILAN

ROMA

Torino

ATALANTA

Inter

SASSUOLO

PALERMO

Empoli

GENOA

Chievo

MILAN

Cesena

UDINESE

Chievo

LAZIO

Juventus

GENOA

Empoli

scarso

buono

ottimo DIFFICOLTÀ:

facile

media

difficile

Gnoukouri vola «Ma la mia vita non è cambiata» 1Dai complimenti

In MAIUSCOLO le gare in trasferta GDS

Patto Inter-Icardi Il trono del gol per Coppa e bonus 1L’Europa è a soli 5 punti: Mauro prova la rimontona e se chiude la A da capocannoniere guadagnerà di più Matteo Dalla Vite MILANO

I

l trono del gol porterà il bonus. Sia per questa stagione e sia per l’anno prossimo. Il killer sta per firmare(«Datemi la penna e faccio l’autografo»), ma intanto l’Inter gli apparecchia il contratto che prevede anche la vittoria della classifica dei bomber. Vincendo quella, Mauro Icardi potrebbe avere il bonusponte che colmerebbe il divario fra l’attuale stipendio e ciò che andrà a prendere; se poi sarà il miglior bomber l’anno prossimo, ecco che il compenso salirà da 2,8 milioni a 3,2. Vedere la vetta porta regali. Per l’Inter tutta e per Maurito: che potrebbe diventare Mister Europa se... l’Europa League arriverà. La competizione è distante 5 punti considerando lo scontro diretto negativo con la Fiorentina. LE TRE FASI L’evoluzione di Mauro Icardi è un libro tutto da sfogliare. Ha vissuto tre fasi, il bomber argentino. Quando arrivò, Mancio era convinto che su Icardi si dovesse lavorare e che magari anche lavorandoci difficilmente si sarebbero visti risultati immediati. «Lui come Tevez - diceva il Mancio -? Deve

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Mauro Icardi, 22 anni, è arrivato all’Inter nell’estate 2013 KOMUNICARE

crescere e migliorare, sono sicuro che un giorno diventerà un grandissimo bomber. Questo però dipende solo da lui, se riuscirà o meno a non perdersi per strada». Poi, ecco la fase di mezzo: Icardi che lavora anche per la squadra. È lì che il tecnico capisce che la scolarizzazione va veloce. E va rapida a tal punto che si spalanca la terza fase: Icardi diventa attaccante moderno mantenendo l’istinto da

17

● i gol realizzati in questa Serie A da Mauro Icardi (3 su rigore): al suo fianco, Luca Toni del Verona. In cima alla classifica cannonieri c’è Tevez con 18 gol

killer innato. Ed è per questo che Mancini riunito con Thohir chiede Yaya Touré, Dybala e pure di fondare la futura Inter su Mauro Icardi. «Mauro - ha detto il tecnico sabato sera - è un attaccante straordinario, anche quando sbaglia si fa scivolare le cose addosso ed è pronto a fare gol». Carattere e qualità: in Icardi c’è l’una e l’altra cosa. TIQUI-TAKA E ICARDI Già, perché un giocatore di 22 anni, al momento a quota 22 gol stagionali, dove lo trovi potendo spendere poco o niente? Appunto: non si trova. Maurito ha fermamente ribadito di voler restare a Milano. L’Inter non lo vuole perdere perché sarebbe un segnale di resa in chiave-futura. Tutti d’accordo: anche nel capire che la crescita della squadra attorno a lui è palese. C’è un video (già apparso nel dopo-gara) che mostra la sintesi di quel che Mancini vuole: tutto porta al gol di Icardi, e quel «tutto» significa 10 passaggi di fila senza che la Roma tocchi palla. Un’Inter costruita attorno a Icardi. E MANCIO VEDE DYBALA Per Mauro è il gol numero 17 in campionato: più 4 in Europa League e 1 in Coppa Italia fanno appunto 22. L’anno scorso si fermò a 9 (annata senza coppe). Sul contratto-tormentone manca solo l’annuncio e la classifica cannonieri attuale potrebbe dare un’ulteriore mano al killer argentino. Comanda Tevez con 18 gol, poi seguono Icardi e Toni a 17: il pungolo a vincere la classifica dei bomber può dunque portare un regalo ulteriore. Lo stesso bonus (oltre a quelli per scudetto e Champions League) sarà valido anche nel 2016-17: se Icardi vincerà, il suo stipendio avrà 400.000 euro di bonus. Intanto, ieri, Mancio è andato a Parma per vedere all’opera José Mauri ma soprattutto Dybala: il sogno di affiancare Paulo a Maurito è vivissimo. © RIPRODUZIONE RISERVATA

degli altri ivoriani Gervinho-Doumbia alla chance di fare la 3a di fila da titolare

Matteo Brega MILANO

L’

intero Meazza ad applaudirlo quando è uscito, un’ora di interviste post gara, i complimenti dei connazionali della Roma e le battute dei compagni. Lui, come risposta, chiede solo di poter andare a cena. Assane Gnoukouri vive con la giusta leggerezza questo momento. Titolare nel derby, replay con la Roma in una zolla ancor più delicata. CHE SERATA! Sabato sera quando è uscito al 41’ della ripresa i tifosi nerazzurri se lo sono stropicciato di applausi: i crampi questa volta sono arrivati più in là nel match rispetto al derby, sintomo di una condizione crescente e di un ambientamento a questi ritmi. Poi, Assane è stato portato in zona mista. Quotidiani, siti e televisioni lo hanno «bloccato» per un’ora. E lui, senza fare una piega, ha «resistito». Capisce l’italiano, lo parla anche bene (continua a studiarlo per migliorarlo), ma per il momento preferisce esprimersi in francese per poter essere più chiaro. I compagni passano dietro e lo scherzano: «Parli ancora? Che cosa avrai da dire?», ride Juan Jesus. Quindi arrivano le pacche sulle spalle di Andrea Ranocchia e Fredy Guarin. L’inserimento è completo. L’ambiente alla Pinetina è più o meno di questo tenore. Ogni giorno. COMPLIMENTI IVORIANI Poi passano Gervinho e Doumbia. E qui il giovanotto si prende una pausa dagli impegni con la stampa. Si appartano, per quel che si può in uno spazio limitato (e di fronte a decine di giornalisti), e iniziano a parlare in francese. Fuori i cellulari, parte lo scambio dei numeri.

Assane Gnoukouri, 18 anni INSIDE

Un po’ come con le figu: celo, manca. Sorrisi, pacche sulle spalle, Gnoukouri si prende i complimenti dei suoi due connazionali appena abbattuti. Non era la prima volta che si vedevano, era una primizia in Italia. Nei centro federali ivoriani si erano incrociati durante le convocazioni delle nazionali. MODELLO INIESTA Così come avrà incrociato Yaya Tourè, il grande sogno di Roberto Mancini. Potrebbero giocare insieme lui e Assane, spalancherebbe un sorriso così il ragazzo venuto dalle strade di Abidjan prima e dal Vicentino poi. Yaya è un simbolo per l’Africa intera, figuriamoci per un ivoriano. Anche se il suo idolo, il calciatore a cui si ispira è Andres Iniesta del Barcellona. Insomma, punti di riferimento nobili. Intelligenza calcistica, qualità, talento, la forza di saper correre per un compagno in difficoltà. Com’è finito il sabato di Assane? A cena, con le persone a lui più care. E poi a letto: ieri mattina si è presentato silenzioso e carico come sempre per lavorare. Anche perché domani a Udine si giocherà di nuovo il posto da titolare. Questa volta con Marcelo Brozovic. «Mancini mi dà consigli importanti, ogni posizione in cui gioco per me va bene – ha detto nella notte dopo la Roma –. La fiducia mi viene dal mister che mi parla spesso e non è mai duro con noi. La mia vita non è ancora cambiata». © RIPRODUZIONE RISERVATA

L’EVENTO

Thohir: «Zanetti è un’icona. La sua 4 verrà ritirata» 1ET dà l’annuncio: la cerimonia a S.Siro

ca sempre meno or mai all’evento, alla cerimonia che porterà direttamente la numero 4 nerazzurra dal campo alla storia. Il 4 maggio la partita benefica che si giocherà al Meazza e organizzata da Zanetti, sancirà praticamente l’apertura di Expo. E questa mattina, alle 11 nella «Sala Alessi» di Palazzo Marino a Milano verrà presentata la serata. Con lui ci sarà anche il sindaco della città, Giuliano Pisapia.

il 4 maggio, per la sfida benefica per l’Expo. Pupi: «Fiero che sia per sempre»

MILANO

«T

u sei un’icona dell’Inter, una leggenda del club, una leggenda del calcio mondiale. C’è una maglia che tu non vedrai più indossare a nessuno, la numero 4, la tua numero 4». Il messaggio di Erick Thohir inizia così. Il presidente è nella sala trofei della sede nerazzurra, alle spalle, tra tante coppe, la Champions è quella più vicina a

lui. E parla alla telecamera rivolgendosi a Javier Zanetti, la cui maglia numero 4 non verrà mai più indossata da nessun calciatore interista. «PER SEMPRE TUA» «Quattro è per sempre, per sempre tuo – continua il presidente interista -. Perché tu e la tua numero 4, sarete per sempre Inter. Grazie!». «Sono veramente onorato di far parte della famiglia Inter. E fiero di esserlo per sempre» - ha risposto Zanetti. Man-

Javier Zanetti e famiglia dopo l’ultima con l’Inter, il 10 maggio 2014 ANDREOLI

MAURO&RODRIGO Intanto ieri Zanetti ha parlato a Espn: «Sono molto felice, avevamo bisogno di una vittoria così, dopo tanto tempo e un grande avversario come la Roma». Il vicepre-

sidente sabato sera era raggiante per il successo che ha avuto un effetto benefico sul morale del gruppo di Roberto Mancini e sulla classifica che adesso si è accorciata molto in zona Europa League. Zanetti ha poi parlato dei singoli: «Icardi ha dato ancora una volta la dimostrazione di essere un giocatore di classe - ha detto -. Da molto tempo sta facendo ottime cose, e credo che avrà un’opportunità con l’Albiceleste. Palacio ha avuto un momento pesante a inizio stagione per problemi alla caviglia, giocava su una gamba sola. Anche se non al 100% è stato fondamentale per noi». m.b. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Serie A R 32a giornata

LUNEDÌ 27 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Gasp, che Genoa! L’Europa è lì 1Bertolacci, Perotti e Pavoletti colpiscono a raffica, per il Cesena è dura sperare GENOA

Filippo Grimaldi GENOVA

I

l paradosso del Genoa: domina un Cesena in crisi profonda (scavalcato ora pure dal Cagliari: la retrocessione s’avvicina), sale a meno due dalla Fiorentina in questa lunga volata per l’Europa League, eppure se ne torna a casa con il magone, perchè lo stiramento che costringe alla resa Perotti (l’assist per Bertolacci, il rigore procurato ed il raddoppio dal dischetto con i romagnoli) nella settimana che porta verso le trasferte contro Milan e Roma è doppiamente pesante. Ben che vada, l’argentino tornerà infatti a metà maggio. ACCERCHIATI E’ stato quasi un monologo del Grifone, al terzo successo interno consecutivo, ed i numeri lo certificano: un tiro ogni cinque minuti e spiccioli (record stagionale), ed una pressione costante che ha mandato fuori giri gli ospiti, invano alla ricerca del colpaccio in contropiede. I soliti errori di mira ed almeno tre interventi del rientrante Perin hanno limitato i danni alla perla di Carbonero, quando la vittoria per il Genoa era però già in cassaforte. Gasp dovrà studiare alternative: l’idea-Lestienne, ieri, s’è rivelata un tentativo poco fortunato. Per il resto, il solito canovaccio: Genoa arrembante, ma non altrettanto preciso e Cesena che

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1

CESENA

PRIMO TEMPO 2-0 MARCATORI Bertolacci (G) al 38’, Perotti (G) su rigore al 48’ p.t.; Pavoletti (G) all’8’, Carbonero (C) al 23’ s.t. GENOA (4-3-3) Perin; Roncaglia, Burdisso, De Maio, Marchese; Rincon (dal 36’ s.t. Izzo), Bertolacci (dal 23’ s.t. Laxalt), Kucka; Iago, Pavoletti, Perotti (dal 4’ s.t. Lestienne). PANCHINA Lamanna, Sommariva, Tambè, Niang, Bergdich, Edenilson, Mandragora. ALL. Gasperini. CAMBIO DI SISTEMA dal 35’ s.t. 42-3-1, dal 43’ s.t. 5-4-1. BARICENTRO MOLTO BASSO 48,2 M. ESPULSI nessuno. AMMONITI Bertolacci e Pavoletti per g.s.

CESENA (4-3-1-2) Agliardi; Nica, Volta, Krajnc, Lucchini (dal 1’ s.t. Renzetti); Carbonero, Cascione, Ze’ Eduardo; Brienza (dal 14’ s.t. Dalmonte); Defrel, Djuric (dal 35’ s.t. Succi). PANCHINA Leali, Bressan, Rodriguez, Tabanelli, Perico, Capelli, Moncini, Cazzola. ALL. Di Carlo. CAMBIO DI SISTEMA dal 16’ s.t. 43-3, dal 48’ s.t. 4-2-3. BARICENTRO BASSO 49,4 M. ESPULSI Ze’ Eduardo al 47’ s.t. per g.s., l’allenatore Di Carlo al 48’ s.t. per proteste. AMM. Volta, Cascione e Carbonero per g.s.

ARBITRO Peruzzo di Schio. NOTE paganti 3.161, incasso di 51.739 euro. Abb. 16.502, quota di 170.781 euro. Tiri in porta: 5-3. Tiri fuori: 14-4. In fuorigioco: 0-1. Angoli: 9-6. Recuperi: p.t. 2’, s.t. 5’.

soffre di mali ben noti. Punto primo: non vince da sette gare (in cui ha raccolto la miseria di quattro pareggini, fa gol a fatica, e dietro la squadra fa acqua. CHE PASTICCI Non neghiamo che per il povero Di Carlo (ieri pure espulso nel recupero, un attimo dopo il rosso a Zé Eduardo) l’emergenza-difesa sia reale, ma Nica ad esempio ha prodotto danni incalcolabili. Nell’ordine: perdendosi prima Perotti nell’azione del primo gol, causando nove minuti dopo il rigore del due a zero proprio sull’argentino e tenendo in gioco Pavoletti nell’azione del tre a zero. Se a ciò si aggiunge un

Brienza senza brio, ecco spiegato perchè già a metà gara s’è intuito che per il Cesena sarebbe stata dura rientrare in partita. Di là, Bertolacci ha dettato legge in mezzo e Kucka s’è dimostrato degno del suo soprannome di carrarmato. Uomo-ovunque, e il quattro a uno mancato di un soffio. ULTIMA CHIAMATA Ciao Cesena. Di Carlo, non esattamente fortunato, ha perso pure Lucchini per un guaio muscolare, cercando poi di tenere alta la squadra passando al tridente in attacco. Tutto inutile: i suoi ragazzi hanno coraggio, buona volontà, idee discrete, ma pol-

veri bagnate. E, adesso, la sfida di dopodomani in casa contro l’Atalanta ha tutta l’aria di un primo verdetto. Diciotto punti ancora in palio, ma la strada è ripidissima. Con o senza Perotti, però, Gasp ha ottenuto quel che voleva: far vacillare Preziosi, diviso adesso fra le necessità inderogabili della gestione finanziaria del club e la consapevolezza di avere fra le mani un gioiellino che in futuro, senza troppe rivoluzioni, con la mano del tecnico potrebbe crescere ancora. Se era partito per una salvezza tranquilla, ed ora ha l’Europa a un passo, qualcosa vorrà pur dire. © RIPRODUZIONE RISERVATA

GLI ALLENATORI

Gasperini: «Tutto può succedere» Di Carlo: «Ci crediamo ancora»

La gioia del Genoa sotto la gradinata Nord. Per la squadra di Gasperini è la terza vittoria di fila in casa GETTY

● GENOVA (a.d.r.) «Grande soddisfazione e grande pubblico. Ci stiamo divertendo e se vinciamo una delle due trasferte che ci attendono (Milan e Roma), allora può succedere di tutto». Gian Piero Gasperini inizia a credere alla corsa all’Europa, anche se rischia di fare lo sprint finale senza Perotti: «Temiamo uno stiramento, che comporterebbe almeno 3 settimane di stop. Vediamo. Ma ho alternative e Kucka ha

giocato la miglior partita degli ultimi due anni». Domenico Di Carlo, invece, incassa e riparte: «Guardiamo avanti prendendo la parte buona della giornata – dice l’allenatore del Cesena: la squadra si è battuta e ci crede. Purtroppo alcuni errori dei singoli ci hanno fatto incassare i tre gol. Per salvarci dobbiamo evitare questi sbagli. L’espulsione? Un malinteso, stavo solo cercando di evitare che Carbonero si facesse espellere per proteste». © RIPRODUZIONE RISERVATA

LE PAGELLE di A.D.R. KUCKA È UN TRATTORE, PEROTTI INVENTA. CARBONERO GOL-PRODEZZA, DEFREL TIENE IN ANSIA TUTTI GENOA

7

PERIN 7 È tornato e non è cambiato. Almeno tre interventi importanti, sul gol di Carbonero può fare poco. RONCAGLIA 6,5 Veloce e attento, più intraprendente del solito in fase offensiva. BURDISSO 5,5 Sempre un po’ indeciso e impreciso, in particolare nel finale. DE MAIO 6 Parte malissimo, deconcentrato e fuori posizione, poi si rifà con l’assist a Pavoletti. MARCHESE 5,5 Non è al massimo e si vede. Sbaglia più passaggi del solito, ma è bravo a limitare i danni dalla sua parte. RINCON 6 Spreme energie per stoppare Ze Eduardo e ripartire. Esce esausto. (Izzo s.v.)

6,5

LAXALT 6 Si rende utile nel finale quando si piazza dietro Pavoletti e punta gli avversari in dribbling. KUCKA 7 Un trattore, spinge indietro il Cesena con strappi tremendi. Potrebbe essere l’uomo in più nel finale di stagione. IAGO 6,5 Una fonte di gioco continua e illuminata. Rispetto ad altre volte un pizzico meno letale quando si trova davanti alla porta. PAVOLETTI 6,5 Un guerriero: lotta, corre e segna. Sta conquistando la fiducia di Gasperini. PEROTTI 6,5 Sembra in giornata no e per mezz’ora soffre Nica, poi lo schianta. Inventa i primi due gol del Genoa. Esce per un problema muscolare. ALL. GASPERINI 7 Con il gioco insegue l’Europa e ha conquistato il pubblico. I cori per lui sono meritati e significativi.

IL MIGLIORE BERTOLACCI

7,5 Inizia con un’ammonizione, chiude con un’ovazione. Continuo, con classe e lucidità, nella guida della squadra. Letale in zona gol.

IL PEGGIORE LESTIENNE

5 La voglia di mostrare il suo talento lo porta spesso a esagerare. Corre ovunque, invasato, sbaglia praticamente tutto.

PERUZZO Severo, mobile, attento. Tiene bene sotto controllo una partita che non gli propone difficoltà particolari. Esagera un po’ espellendo Di Carlo nei minuti finali.

CESENA

5,5

AGLIARDI 6 Bene su Iago, incassa tre reti ma non è certo lui il colpevole della sconfitta. VOLTA 5,5 Soffre la fisicità e la grinta di Pavoletti. KRAJNC 6 Giovane di carattere: nei momenti difficili cerca di guidare il reparto. LUCCHINI 6 Terzino di contenimento, limita la pericolosità di Iago. Esce infortunato. RENZETTI 5,5 Al rientro fatica un po’, ma spinge con volontà sulla corsia di sinistra. CARBONERO 6,5 Gioca e corre tanto, ma sbaglia parecchio. Il gol però è una prodezza. CASCIONE 5 Di Carlo lo mette nella zona di Bertolacci, missione difficile in questa partita impossibile.

ZÉ EDUARDO 5 Finisce spesso in inferiorità numerica sul lato sinistro, limita Rincon ma soffre terribilmente Roncaglia. BRIENZA 5 Non azzecca un dribbling, nè un assist. Dovrebbe fornire qualità ma i limiti fisici non gli consentono nulla. DAL MONTE 5,5 Esordio in Serie A a 17 anni, si piazza a sinistra e fa quel che può. DJURIC 5 Qualche sponda, un tiro. Sfrutta poco il fisico e sparisce presto senza incidere minimamente sul match. SUCCI 5 È la mossa della disperazione ma tocca pochissimi palloni. ALL. DI CARLO 6 Ha il merito di presentare sempre una squadra viva e combattiva, quindi di alimentare le ultime speranze di salvezza. COSTANZO 6 MARRAZZO 6

IL MIGLIORE DEFREL

6,5 Si fa stoppare da Perin l’occasione del 2-3. La sua velocità tiene in ansia la difesa del Genoa per tutta la sfida.

IL PEGGIORE NICA

4,5 Una vera calamità: perde Bertolacci sull’1-0, provoca il rigore del 2-0 su Perotti, tiene in gioco Pavoletti sul 3-0. VALERI 6 SACCHI 6


Serie A R 32a giornata

LUNEDÌ 27 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

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DA UN’AREA ALL’ALTRA: IL CAPOLAVORO DEL BRASILIANO

1 - LO SCATTO Farias parte dalla sua area L’azione del 3-1 del Cagliari parte quasi dall’area rossoblù: Diego Farias, 25 anni, raccoglie il pallone e si lancia nello spazio sulla fascia sinistra SKY

2- IL DRIBBLING Tomovic messo a sedere Dopo aver superato Joaquin di slancio, Farias si avvicina all’area viola: Tomovic prova a frenarlo ma una finta del brasiliano lo mette a sedere SKY

3- FINTA E TUNNEL Pallone nascosto a Savic In area Farias ha di fronte Savic, che stringe lo spazio per contrastarlo: il brasiliano ritarda il tiro e fa passare il pallone tra le gambe del difensore SKY

4 - PALLA NELL’ANGOLINO Partita chiusa da artista Il tiro di Farias, un rasoterra con leggero effetto, si infila nell’angolo basso alla sinistra di Neto. La magia del brasiliano sigilla la partita SKY

Cagliari, è Festa. Viola, è un flop 1Due gol di Cop e la magia di Farias danno 3 punti al neotecnico. Fiorentina al 3° k.o. di fila Luca Calamai

FIORENTINA

1

CAGLIARI

3

ro che la squadra di Montella ha testa, cuore e gambe solo per l’Europa League. Una scelta rischiosa. Ora è a rischio anche il posto in Europa: Genoa e Torino sono indietro di appena 2 punti e l’arrembante Inter ha 4 lunghezze di ritardo. Stavolta Montella evita un turnover massiccio, ma il risultato è lo stesso. Per un’ora l’unica idea tattica sono i cross di Pasqual. Stecca Diamanti, stecca Salah, va in tilt la difesa. Montella le prova tutte: inserisce Joaquin passando dal 4-3-3 iniziale al 4-2-3-1 e nel finale lancia nella mischia pure Gomez sperimentando un inedito 4-2-4.

FIRENZE

F

orse non servivano rivoluzionari del pallone o vecchi eroi per salvare il Cagliari. L’allenatore degli Allievi Gianluca Festa, con una normale carriera da difensore alle spalle, si sistema sulla panchina rossoblù e rifila un secco 3-1 alla celebrata Fiorentina di Montella. L’ultimo successo dei sardi al Franchi risaliva all’aprile 1972. Ma c’è un altro dato da sottolineare: il Cagliari non vinceva in campionato da 11 giornate e non conquistava tre punti in trasferta dal 25 ottobre 2014. Da allora prima Zeman e poi Zola hanno ottenuto 4 pareggi e 6 sconfitte: un ruolino da incubo. FIDUCIA Festa azzecca tutte le mosse. Concede fiducia in attacco a Cop e il croato lo ripaga realizzando una doppietta. Perfetta la deviazione in corsa su assist di Farias (7’ primo tempo), ancora più bello il raddoppio con un dribbling che mette a sedere Savic e un diagonale chirurgico che fa secco Neto (14’ secondo tempo). Cop è stato un buon acquisto nel mercato invernale ma aveva bisogno di sentirsi importante. Il tecnico del Cagliari azzecca anche la formula tattica, un 43-3 con Farias bravo a coprire tutta la fascia. Il talento brasiliano chiude la sua esibizione da migliore in campo. Per lui due assist e il gol, in pieno recupero, che uccide la Fiorenti-

PRIMO TEMPO 0-1 MARCATORI Cop (C) al 7’ p.t.; Cop (C) al 14’, Gilardino (F) al 29’, Farias (C) al 47’ s.t. FIORENTINA (4-3-3) Neto; Tomovic, Savic, Basanta, Pasqual (dal 30’ s.t. Gomez); Badelj, Pizarro, Borja Valero (dal 13’ s.t. Joaquin); Salah, Gilardino, Diamanti (dal 1’ s.t. Vargas). PANCHINA Tatarusanu, Rosi, Gonzalo Rodriguez, Alonso, Kurtic, Mati Fernandez, Aquilani, Lazzari, Ilicic. ALL. Montella. CAMBI DI SISTEMA dal 13’ s.t. 42-3-1; dal 30’ s.t. 4-2-4 BARICENTRO molto alto (58,8) ESPULSI: nessuno. AMMONITI: Borja Valero per gioco scorretto. CAGLIARI (4-3-3) Brkic; Pisano, Ceppitelli, Diakitè, Avelar (dal 17’ s.t. Murru); Dessena, Ekdal, Joao Pedro (dal 34’ s.t. Donsah); Mpoku, Cop (dal 24’ s.t. Sau), Farias. PANCHINA: Colombi, Cragno, Balzano, Gonzalez, Capuano, Conti, Cossu, Crisetig, Barella. ALL. Festa. CAMBI DI SISTEMA nessuno. BARICENTRO molto basso (42,9) ESPULSI nessuno. AMMONITI Avelar, Farias, Ekdal e Murru per gioco scorretto, Sau per proteste. ARBITRO Guida di Torre Annunziata. NOTE Spettatori 30.000 circa. 4.400 paganti per un incasso di 57.587, 23.160 abbonati per una quota di 385.150. Tiri in porta 2-7. Tiri fuori 11-5. Angoli 10-3. Fuorigioco: 1-4. Recuperi: 1’ p.t.; 5’ s.t.

Duje Cop, 25 anni, due gol ieri: è arrivato al Cagliari a gennaio GETTY

na, con fuga, dribbling e destro che si infila nell’angolino basso. Festa conquista così il diritto a restare aggrappato alla lotta salvezza. L’Atalanta, quart’ultima, ha ancora 7 punti di vantaggio, tantissimi. Ma questo Cagliari che riesce a sommare qualità e concretezza se la giocherà. E chissà che rimpianti tra i dirigenti per non aver avuto prima il coraggio di affidare la squadra a Festa.

IL NUMERO

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Gli anni senza successi per il Cagliari a Firenze. L’ultima vittoria era datata aprile 1972: 1-0, gol di Gigi Riva

RIMONTE Terza sconfitta consecutiva in campionato invece per la Fiorentina. Ormai è chia-

VIOLA ANCORA SCONFITTA

Montella: «Black out mentale»

RISCHI Ma non c’è mai la giusta intensità. Il gol che per qualche minuto riapre la partita lo realizza Gilardino che devia casualmente un sinistro da fuori area di Vargas. Dieci minuti dopo l’occasione arriva sulla testa del nuovo entrato Gomez ma Supermario colpisce in maniera goffa, testa-collo e la palla vola sopra la traversa. Il migliore in campo tra i viola finisce per essere Vargas, entrato a inizio ripresa e cattivo come dovrebbe essere una Fiorentina che fino a un mese fa era in corsa su tre fronti. Ora la squadra viola è costretta a giocare tutte le sue fiches al tavolo dell’Europa League. Sfida intrigante visto che da quest’anno regala l’accesso diretto alla Champions, ma rischiosa. Andare in Champions sarebbe un trionfo, restare fuori dalle Coppe un fallimento totale.

● FIRENZE «Fischi giusti». Stavolta Montella concorda con la reazione finale del Franchi (solo la Fiesole ha applaudito). «Li abbiamo meritati, ce li prendiamo e speriamo di trasformarli presto in applausi». Ma cosa è successo alla Fiorentina? Scintillante in Europa, al terzo k.o. consecutivo in campionato. «L’impegno c’è stato, la testa si è spenta. A livello nervoso non c’eravamo e questo è un nostro limite. In Europa abbiamo speso molto ottenendo grandi soddisfazioni. Magari — sorride — potremmo avere un allenatore per l’Europa e uno per il campionato». Decisamente freddo invece alle domande su un possibile ritiro. «Non ne abbiamo bisogno, non è mancata la voglia. E non servono punizioni». Il Cagliari non vinceva a Firenze da 43 anni: un successo che alimenta speranze. «Sono molto orgoglioso», dice Gianluca Festa. «L’approccio alla gara ha mostrato quanto questa squadra sia recettiva ai miei input. Crediamo ancora alla salvezza». Giovanni Sardelli

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LE PAGELLE di L.CAL VARGAS MERITA PIÙ SPAZIO, PER COP UNA DOPPIETTA CHE VUOL DIRE SPERANZA DI RESTARE IN SERIE A FIORENTINA

4,5

NETO 6 Evita alla Fiorentina una sconfitta tennistica con due o tre parate importanti. E dire che aveva accusato un piccolo infortunio nel riscaldamento. TOMOVIC 4 Si perde Cop nell’azione del primo gol. BASANTA 4,5 Va spesso in tilt come del resto succede a tutta la difesa viola. PASQUAL 6 Confeziona una decina di cross che vengono sfruttati male dai compagni. GOMEZ 5 Ha la palla del pareggio ma la brucia con un errore incredibile. BADELJ 4,5 Appare sempre lento e confuso. PIZARRO 5,5 Prova in qualche modo a dare ordine alla manovra

6

ma predica nel deserto. BORJA VALERO 5 Due passi indietro dopo la bella prova di Europa League contro la Dinamo. JOAQUIN 5,5 È lui a servire direttamente da calcio d’angolo la palla giusta per il gol che Supermario Gomez spreca. Però si fa bruciare da Farias nell’azione che chiude la gara. SALAH 4,5 Un pomeriggio decisamente sotto tono. Stavolta non c’è traccia del Messi d’Egitto. GILARDINO 6 Va a segno con un colpo da opportunista. L’unico acuto in una gara modesta. DIAMANTI 4,5 Poche gambe e poche idee. MONTELLA 4,5 Questa volta fa meno turnover: dosa in maniera corretta titolari e riserve, senza esagerare. Ma presenta una squadra senz’anima.

GUIDA Partita ruvida. Ammonisce molto per controllarla.

IL MIGLIORE VARGAS

6,5 Sembra avere due marce in più rispetto ai compagni. Da un suo tiro nasce la deviazione vincente di Gilardino. Merita più spazio.

IL PEGGIORE SAVIC

4 Finisce a terra sul dribbling secco di Cop nell’azione del secondo gol. E per tutta la partita è sempre in affanno. Irriconoscibile.

CAGLIARI

7

BRKIC 6,5 Sempre sicuro nel rispondere agli attacchi viola nei momenti caldi della sfida. Però deve ringraziare Gilardino e Gomez per un paio di errori di esecuzione davvero clamorosi. PISANO 6 Una prova da onesto soldatino. DIAKITE’ 7 I palloni alti li prende tutti lui. Respinge sempre di testa un siluro dalla distanza di Pizarro a porta vuota. AVELAR 6 Non dà mai la sensazione di essere in difficoltà. MURRU 6 A volte fatica nell’uno contro uno con Joaquin. Ma non affonda. DESSENA 6,5 Una presenza preziosa in mezzo al campo. EKDAL 6,5 Belle alcune sue

accelerazioni. JOAO PEDRO 6 Si sacrifica andando in pressing su Pizarro. DONSAH s.v. In campo solo una manciata di minuti. MPOKU 6 Si rende utile facendo molto movimento su tutto il fronte offensivo. Manca però di incisività nella fase conclusiva. COP 7,5 La sua prima doppietta italiana regala al Cagliari tre punti preziosi per sperare nella salvezza nonostante una classifica complicata. E ha ancora margini di crescita. SAU 5,5 Entra e si fa tradire dal nervosismo. Si becca un cartellino giallo meritato e non sfrutta le praterie che ha disposizione per il contropiede. ALL. FESTA 7 Presenta una squadra logica, ordinata, con giocatori di qualità. Scelte da allenatore vincente. DI FIORE 6 PEGORIN 6

IL MIGLIORE FARIAS

7,5 Due assist e un gol che ricorda alcune giocate del magico Messi. Il talento brasiliano merita palcoscenici importanti.

IL PEGGIORE CEPPITELLI

5,5 E’ in colpevole ritardo quando Gilardino corregge in rete il tiro cross di Vargas. E non è l’unica pecca della sua partita. IRRATI 6 NASCA 6


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LUNEDÌ 27 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

L’uomo in più? È Toni Al Sassuolo non basta giocare 11 contro 10 1Rosso a Rafael, poi si scatena il cannoniere: doppietta e 17 in totale E Di Francesco striglia i suoi attaccanti: «Prendano esempio da lui» VERONA

3

SASSUOLO

2

PRIMO TEMPO 1-1 MARCATORI Gomez (V) al 30’, Moras (V) autogol al 35’ p.t.; Toni (V) al 18’ e 26’, Floro Flores (S) al 44’ s.t. VERONA (4-3-3) Rafael; Pisano, Marquez, Moras, Agostini; Sala (38’ s.t. Fernardinho), Obbadi, Greco; Gomez, Toni, Jankovic (14’ p.t. Valoti, 19’ p.t. Benussi). PANCHINA Rodriguez, Marques, Sorensen, Brivio, Martic, Christodoulopoulos, Campanharo, Tachtsidis, Saviola. ALLENATORE Mandorlini BARICENTRO MOLTO BASSO 43M CAMBI DI SISTEMA 18’ p.t. 4-4-1 ESPULSI Rafael al 18’ p.t. per comp. non regolamentare AMMONITI Greco, Obbadi, Moras SASSUOLO (3-4-3) Consigli; Acerbi, Cannavaro, Peluso; Lazarevic (13’ s.t. Brighi), Biondini, Missiroli, Longhi (13’ s.t. Floccari); Berardi, Zaza, Sansone (28’ s.t. Floro Flores). PANCHINA Pomini, Fontanesi, Pegolo, Bianco, Natali, Alhassan, Taider, Chibsah, Sereni. ALLENATORE Di Francesco. BARICENTRO MOLTO ALTO 59,2M CAMBI DI SISTEMA 13’ s.t. 4-2-4 ESPULSI nessuno AMMONITI Berardi, Cannavaro ARBITRO Chiffi di Padova NOTE paganti 4.268. Tiri in porta 9-7 (con 1 palo). Tiri fuori 4-9. In fuorigioco 3-1. Angoli 6-4 Rec. p.t. 3’, s.t. 4’

Luca Toni, 37 anni, realizza la terza rete del Verona GETTY IMAGES

Guglielmo Longhi INVIATO A VERONA

I

l vigile che si fingeva malato per andare a vedere il Verona potrebbe portare come prova al processo il video di questa partita, perché se l’Hellas ha la mente sgombra e voglia di giocare è la tentazione ideale per chi cerca emozioni forti. Come l’anno scorso, come ai tempi della B. Negli ultimi anni ha fatto una corsa parallela col Sassuolo: scambio di allenatori e dirigenti, incroci di classi-

fica, una promozione condivisa nel 2013. Si sono ritrovati senza l’ansia del risultato ed è successo di tutto: 5 gol, un’espulsione dubbia, giocate di classe. La verità, semplice, è che la squadra rimasta in dieci ha vinto e giocato meglio dell’altra che ha ormai staccato la spina. Merito, ma non solo, di un ragazzo di 38 anni che non finirà mai di stupirci. Luca Toni: con questa doppietta sale a quota 37, stacca Mascetti e si conferma il miglior marcatore dei gialloblù in A. ORGOGLIO Il rosso a Rafael, che fuori area blocca Sansone lan-

ciato a rete, avrebbe potuto condizionare la partita. E invece no, anzi paradossalmente fa scattare l’orgoglio del Verona. Mandorlini fa la cosa più logica, toglie Valoti appena entrato e passa al 4-4-1. Soffre un po’, poi la squadra si assesta: due linee ben determinate con Gomez che scala a centrocampo. C’è il pieno di diffidati e il tecnico decide di tutelare Tachtsidis, premiando Obbadi, decisivo a Firenze, con i gradi del regista. Mossa riuscita. L’1-0 è una splendida coproduzione della catena di destra: no look di Sala per Gomez e pallonetto vincente. Bello e sfortunato, l’Hellas paga poi il preoccupante vizietto di Moras: secondo autogol in tre partite. Si ricomincia, e molti pensano: adesso il Sassuolo... RABBIA Niente di più sbagliato e qui dovremmo entrare nella testa dei giocatori. Di Francesco l’ha fatto trovando poco di interessante se alla fine dirà: «Dei nostri attaccanti si parla tanto, ma dovrebbero prendere esempio da uno che ha 38 anni». Il pensiero va all’evanescente Zaza, all’inutile Floccari, all’isterico Berardi. Il tecnico passa anche al 4-2-4 col doppio centravanti e due mediani davanti a una difesa traballante. Inutile, però, riempire la squadra di attaccanti se non si fa la cosa fondamentale quando hai l’uomo in più: allargare il campo. Il Sassuolo non ci riesce, fa possesso palla ma va a sbattere contro il muro anziché aggirarlo. Intanto, Toni aspetta, solo nella metà campo avversaria. Aspetta e colpisce. Prima su assist di Gomez, poi nell’azione che ha il suo marchio di fabbrica: superando a sportellate Acerbi e Brighi mentre Biondini sta a guardare. Il gol di Floro Flores rende solo ancora più rabbioso Di Francesco: «Troppo leggerini, non posso accettarlo». © RIPRODUZIONE RISERVATA

LE PAGELLE di G.LO. OBBADI CONVINCE, GOMEZ INVENTA ZAZA E’ IN CRISI, FLORO FLORES E’ PRONTO VERONA

8

SASSUOLO

5

IL MIGLIORE

IL MIGLIORE

TONI

MISSIROLI

6,5

8 Avanti, Luca, non fermarti. Colpisce di fino e di potenza. Sgobba, agita il testone, incassa colpi poco educati, ma non si arrende. All’età e al Sassuolo.

Da regista, con accanto un mediano svangapalloni, va decisamente meglio: due assist e 80 passaggi positivi. Senza Magnanelli, l’uomo guida è lui.

RAFAEL 5,5 L’uscita disperata gli costa il rosso. Ma aveva alternative? PISANO 6 Va a destra e limita al minimo la spinta, perché Sansone lo spaventa. Un solo cross. MARQUEZ 5 In settimana ha fatto autocritica «Posso fare meglio». Ma sbaglia la diagonale sul primo gol e dorme sul secondo. MORAS 5 Comincia a esagerare con le autoreti: solo sfortuna? Anche Cesar (sponda Chievo) è a due. La città ringrazia... AGOSTINI 6 Come l’altro terzino. Tiene la posizione davanti a Berardi. SALA 7,5 L’assist per Gomez va fatto vedere e rivedere nelle scuole calcio. (Fernardinho s.v.) OBBADI 7 Al posto di Tachtsidis. Convince: 40 passaggi e 11 palle recuperate. Salterà la prossima. GRECO 7 Molto vivace, per un’ora. GOMEZ 7 Corre, attacca, inventa, segna, difende: elogi da Mandorlini JANKOVIC S.V. Subito fuori, botta alla coscia. VALOTI S.V. La sostituzione più rapida del campionato: fuori dopo 4 minuti e 55 secondi. BENUSSI 6,5 Entra e devia una punizione di Sansone. Sempre pronto, poi è vittima del fuoco amico. ALL. MANDORLINI 7 Con la la salvezza in tasca, il suo Verona fa vedere le cose migliori. Il futuro? «Non mi vedo in altre squadre».

CONSIGLI 6 Poco assistito da una difesa in equilibrio instabile. ACERBI 5 Partita con poche certezze, colpevole sul terzo gol. CANNAVARO 5 Il capitano sbaglia invece sull’1-0. PELUSO 6 Usa le cattive maniere con Toni, per poco non batte Rafael con un cross riuscito male. LAZAREVIC 5,5 Una buona palla per Sansone, ma fa il terzino. BRIGHI 5 Di Francesco gli chiede il lavoro sporco quando cambia modulo. Male sul secondo gol di Toni. BIONDINI 5 Duella con Obbadi, finisce in difesa col 4-2-4. Alibi: non è un terzino. LONGHI 6 Ci prova con tre tiri dalla distanza. FLOCCARI 5 Doveva dare la scossa alla squadra, fatica a trovare la posizione accanto a Zaza. BERARDI 5 Come al solito tradito dai nervi: ammonizione numero 12. Sarà squalificato. ZAZA 5 La crisi continua: non segna dal 1 febbraio (con l’Inter). Troppa Juve in testa? SANSONE 5,5 Provoca il rosso a Rafael, poi resta ai margini. FLORO FLORES 6 L’impatto con la gara è buono, pronto sul gol. ALL. DI FRANCESCO 5 Insiste col 3-4-3 perché gli manca il terzino destro,poi sterza sul 4-2-4 ma è tradito dagli attaccanti.

CHIFFI Il rosso a Rafael è una decisione difficile, ma giusta. Dubbi sul primo gol di Toni, che sembra in fuorigioco. VIVENZI 6 LONGO 6 MERCHIORI 6 AURELIANO 6

6

LE PAGELLE di A.D’U.

11 PUNTI IN 6 PARTITE

Parma, professione sgambetto Al Tardini cade pure il Palermo 1I gialloblù vincono con un rigore di Nocerino: la retrocessione può attendere

Rosanero molli e svagati: Iachini sbaglia le scelte tattiche, Chochev sbaglia i gol PARMA

1

PALERMO

0

Alessio D’Urso INVIATO A PARMA

PRIMO TEMPO 1-0 MARCATORI Nocerino (Par) su rigore al 22’ p.t. PARMA (3-5-2) Mirante; Mendes (dal 26’ s.t. Lila), Costa, Feddal; Varela (dal 17’ s.t. Cassani), Mauri, Jorquera, Nocerino, Gobbi; Coda (dal 10’ s.t. Belfodil), Ghezzal. PANCHINA Iacobucci, Bajza, Lucarelli, Broh, Palladino, Lodi, Mariga, Esposito, Santacroce. ALL. Donadoni. CAMBI DI SISTEMA nessuno. BARICENTRO MOLTO BASSO 47 metri. ESPULSI nessuno. AMMONITI Costa, Feddal, Gobbi e Lila per gioco falloso. PALERMO (3-5-1-1) Ujkani; Vitiello, Gonzalez, Andelkovic; Rispoli (dal 25’ s.t. Quaison), Bolzoni (dal 12’ s.t. Belotti), Maresca, Chochev, Lazaar; Vazquez (dal 40’ s.t. Bentivegna); Dybala. PANCHINA Sorrentino, Milanovic, Daprelà, Joao Silva, Ortiz, Terzi, Makienok, Della Rocca, Rigoni. ALLENATORE Iachini. CAMBI DI SISTEMA dal 12’ s.t. con il 3-4-1-2. BARICENTRO MEDIO 51,6 metri ESPULSI NESSUNO. AMMONITI nessuno. ARBITRO Di Bello di Brindisi. NOTE Spettatori paganti 1.341, incasso di 15.180 euro, abbonati 9.580, quota 140.052,72 euro. Tiri in porta 5 (1 traversa)-3. Tiri fuori 3-4. In fuorigioco 2-4. Angoli 3–5 per il Palermo. Recuperi p.t. 2’, s.t. 5’.

L

a malinconia, il Palermo e le tenebre della Serie B possono accomodarsi più in là. Almeno per un’altra giornata. Il Parma non firma la resa, è vivo e vince la partita dell’orgoglio infinito: quello di una squadra che, spensierata, senza più i chiari di luna di Cassano, si diverte a giocare con i pronostici infliggendo democraticamente dispiaceri agli avversari. Tocca ai rosanero di Iachini bere fino in fondo l’amaro calice: dopo Udinese e Juventus, al Tardini cadono i siciliani trascinati da Vazquez e Dybala, belli da vedere ma stavolta limitati con efficacia dagli umanissimi eroi di Donadoni. CARATTERE Ed ecco, a grande richiesta, il Parma mina vagante del campionato. Undici punti nelle ultime 6 gare, alla terza vittoria interna di fila (senza i 7 punti di penalizzazione i crociati sarebbero a pari punti col Cesena al terzultimo posto), si può parlare ormai quasi di normalità per una vicenda calcistica che di normale in verità ha poco. Perché le emergenze gialloblù le raccontano da mesi solo i noti problemi societari, non le dinamiche di gioco. In

Antonio Nocerino, 30 anni, napoletano, segna il gol decisivo LAPRESSE

campo i ragazzi di Donadoni regalano partite esemplari. E a farne le spese è in quest’occasione il Palermo, venuto su dalla Sicilia forse con un po’ troppa vanità, alimentata probabilmente anche dai riflettori puntati sull’uomo mercato Dybala, seguito al Tardini dall’allenatore dell’Inter Mancini. ACCERCHIATO Senza mai vittorie a Parma nell’era Zamparini, i rosanero falliscono l’operazione tris dopo due acuti di fila. Iachini può prendersela con alcuni dei suoi, specie Chochev, divoratori di nitide pallegol. Ma il tecnico deve pure recitare il mea culpa per le scelte perdenti di Bolzoni e Maresca e per un approccio soft al ma-

tch: nulla di più sbagliato con gli indemoniati gialloblù, cui riescono pure colpi notevoli. Come il no look dell’ex Nocerino per Gobbi in occasione del fallo da rigore, schema che il mediano (freddo poi dal dischetto) proponeva già ai tempi di Palermo a Balzaretti. Quella sorta di gabbia per Dybala (preso di mira talvolta dai difensori per vecchie ruggini risalenti alla gara d’andata) faciliterà poi il compito. E così, malgrado lunghi minuti di equilibrio, le mosse in corsa e l’innesto di Belotti, il Palermo si fa sorprendere: con quelli del Parma c’è poco da scherzare. Si rischiano, e si rimediano pure, cocenti sconfitte. © RIPRODUZIONE RISERVATA

MIRANTE INSUPERABILE, COSTA EFFICACE DYBALA PUNGE. RISPOLI, CHE INGENUITÀ PARMA

6,5

PALERMO

5,5

IL MIGLIORE

IL MIGLIORE

MIRANTE

DYBALA

7

6,5

Due interventi risolutivi (strepitoso su Chochev, attento su Belotti), coraggioso in uscita e in presa alta. Una certezza. Applaudito a fine gara da Donadoni.

Centravanti di movimento, da solo tiene in allarme tutta la difesa gialloblù. Ci prova da tutte le posizioni e offre un assist al bacio per Chochev.

MENDES 6 Presidia la fascia con ordine. Accompagna l’azione. LILA 6 Fa gioire i suoi venti tifosi albanesi presenti al Tardini: corsa e impegno. Nel conto pure qualche fallo e un giallo. COSTA 6,5 Entrate da duro, efficacia ai massimi livelli. Sempre incisivo e concreto. FEDDAL 6 Salva su Chochev, para e rilancia. Usa la testa. VARELA 6,5 Fa ammattire i dirimpettai, può diventare un gran giocatore: decida lui. CASSANI 6 Cerca fortuna in attacco, c’è sempre nelle fasi più calde. MAURI 6,5 Si butta su tutti i palloni, prezioso in copertura. JORQUERA 6,5 Governa il centrocampo, continuo. NOCERINO 6,5 Primo gol in serie A su rigore e un super assist per Gobbi. GOBBI 7 Si procura il penalty, ma non solo. Tappa tutte le falle. Gamba superiore. CODA 6 Una traversa colpita e altre iniziative. Minaccia costante. BELFODIL 6 Ci mette il cuore, non sempre la precisione. GHEZZAL 5,5 Dove lo metti gioca, e lui la squadra la aiuta sempre, ma stavolta in attacco non punge. ALL. DONADONI 6,5 Parma organizzato, carattere da vendere. Non merita l’ultimo posto.

UJKANI 6 Si oppone a Belfodil, si ritaglia momenti di gloria. VITIELLO 5,5 Meno brillante del solito, ha effettuato un disimpegno da brividi. GONZALEZ 6 Buon centrale, compie qualche chiusura importante. ANDELKOVIC 6 Che scontro con Mirante, ma si tira su. Sempre reattivo. RISPOLI 5 Stende Gobbi in area, un’ingenuità bella e buona. QUAISON 6 Spunti interessanti a destra. Se la cava bene. BOLZONI 5,5 Perde il duello con Nocerino nel primo tempo. BELOTTI 6 Ci prova in un’occasione, non vede la luce. MARESCA 5,5 Lento e macchinoso, 73 passaggi (almeno 14 in più di ogni altro giocatore in campo), ma nessuna idea geniale. CHOCHEV 5 Divora l’1-1, è la caricatura del castiga-Genoa di sette giorni fa. LAZAAR 6 Spreca un’occasione. Un salvataggio su Cassani. Non troppo sfiatato. VAZQUEZ 6,5 Assist per Belotti, gran numero. In più un tracciante al volo di rara bellezza di poco fuori. (Bentivegna s.v.) ALL. IACHINI 6 Occasioni fallite dai suoi a parte, è un Palermo per lunghi tratti confuso. Centrocampo in sofferenza.

DI BELLO Rigore ineccepibile, gialli condivisibili. Ben assistito, dirige il match con disinvoltura. CRISPO 6,5 PRENNA 6,5 MARIANO 6,5 ABBATTISTA 6,5

6,5


Siamo in onda! R

LUNEDÌ 27 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

MATTINA 7 Gazzetta News 7.30 Gazzetta News 7.45 Gazzetta News 8 Gazzetta News 8.30 Gazzetta News 8.45 Gazzetta News 9.05 Campioni a confronto 9.30 Explorers: avventure pericolose

10.05 Extreme Fishing 11.05 Perfection: momenti di gloria 11.30 Campioni a confronto 12.05 The Speedgang - La banda dei motori 13 Gazzetta News 13.30 Gazzetta News POMERIGGIO 14 Gazzetta News Extra Time

14.30 Offside 15.05 Sfide senza limiti - 1^ TV 15.30 Perfection: Momenti di gloria - Prima 16.05 Extreme Fishing 17.05 The Speedgang - La banda dei motori 18.05 Sfide senza limiti 18.30 Gazzetta News Extra Time 19 Gazzetta News 19.30 Gazzetta News

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SERA 20 Offside 20.30 Tuttogol 21.05 Condò Confidential 21.35 Senza appello 23 Tuttogol 23.30 Gazzetta News 24Offside 0.30 Gazzetta News

GazzettaTv è mundial con Gentile

1Il campione del mondo ‘82 a «Senza Appello», nel pomeriggio i campionati esteri e «Offside» clic

Gabriella Mancini

L

unedì intenso su GazzettaTv, canale 59 del digitale terrestre. Una serie di appuntamenti da non perdere. Si parte con il grande calcio internazionale. Alle 14 va in onda Extra Time, dedicato ai campionati esteri, con il giornalista della Gazzetta dello Sport Stefano Cantalupi. In particolare, riflettori puntati sul derby tra Espanyol e Barcellona, vinto dai blaugrana con le due fantastiche reti di Neymar e Messi. E ancora, Celta Vigo-Real Madrid, Paris Saint Germain-Lilla, il pareggio tra Arsenal e Chelsea all’Emirates Stadium, il successo per 3-0 dell’Everton sul Manchester United e ReimsLione. La replica è alle 18.30. INTER E DERBY Mezz’ora dopo e in replica alle 20 prosegue l’appuntamento con la rubrica settimanale Offside: gol, commenti e retroscena della giornata numero 32. Nel dettaglio ampio spazio al successo dell’Inter contro la Roma, con i felici azzardi tattici di Roberto Mancini che hanno azionato il sorpasso sul Milan. Grande visibilità anche al derby vinto dal Torino sulla Juventus dopo vent’anni, purtroppo contornato da follia, violenza e feriti. Alle 15.05 largo a Sfide senza limiti con il campione del mondo di freesking Griffin Post che si avventura in una scalata di 1.800 metri: il suo sogno di scendere dal monte Middle Teton, nel Wyoming, con gli sci ai piedi. SHARAPOVA E SUPERBOWL Non manca Perfection: Momenti di gloria, che ci racconta il Career Grande Slam di Maria Sharapova, il Miracolo di

COME RISINTONIZZARE I VOSTRI TELEVISORI E VEDERE IL CANALE 59

Lionel Messi, 27 anni, e Neymar, 23 anni EFE

Claudio Gentile nella storica marcatura su Zico

Medinah, una delle più grandi rimonte nella storia del golf, e traccia un profilo di Tom Brady, che ha guidato i Patriots al quarto SuperBowl. Il quarterback fu nominato Most Valuable Player.

Gazzetta News. Gentile, undici anni alla Juve, con Zoff, Scirea e Cabrini ha formato una linea difensiva implacabile. Storiche le sue marcature a uomo su Diego Armando Maradona e Zico al mitico Mondiale spagnolo. Da allenatore ha vinto l’Europeo Under 21 nel 2004, poi sono subentrate polemiche con la Figc. Si soffermerà sul derby di Torino, sulla Juve in Champions League, ma anche sui mali del calcio italiano. Una voce fuori dal coro sempre schietta e pungente.

BRIZZI E FRECCERO Infine, oltre al solito rullo di news, appuntamento con l’atteso Senza Appello. Viviana Guglielmi e il nostro Luigi Garlando commentano il wekend con il campione del mondo ‘82 Claudio Gentile, lo scrittore Enrico Brizzi e Carlo Freccero, collegato dallo studio di

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● Eseguire le seguenti procedure. Se possiedi Tv o Decoder Digitale Terrestre 1. Premere il tasto MENU sul telecomando 2 Selezionare Impostazioni/Avanzate 3. Posizionarsi sulla voce relativa alla Sintonizzazione automatica dei canali e premere il tasto OK, accedi alla configurazione dei canali 4. Impostare Modalità di sintonia dei canali su DTV 5. Posizionarsi sul pulsante Avvia scansione e premere il tasto OK per avviare la ricerca. Soluzione dei problemi Se avete già provveduto alla risintonizzazione senza esito e il vostro televisore è collegato ad un sistema con antenna centralizzata, fate verificare dal vostro antennista che sia presente nella centralina dell’antenna stessa il modulo (o filtro) necessario per la ricezione dei segnali tv del canale/mux 55 (frequenza 746 MHz), quello che supporta anche il canale 59 di Gazzetta Tv. Se il modulo manca, fatelo inserire: è un’operazione molto semplice. Se possiedi una Sky Digital Key 1. Premere il tasto Menu del telecomando SKY e premere OK per accedere al digitale terrestre 2. Premere il tasto rosso (Ricerca) e lasciare inviata la configurazione 3. Premere due volte il tasto rosso (Avvia ricerca) 4. Attendere il completamento dei canali e quindi premere OK


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RISULTATI

CLASSIFICA

ATALANTA-EMPOLI 2-2 Saponara (E), Gomez (A), Maccarone (E), Denis (A) 1-3 FIORENTINA-CAGLIARI Cop (C), Cop (C), Gilardino (F), Farias (C) 3-1 GENOA-CESENA Bertolacci (G), Perotti (G) rigore, Pavoletti (G), Carbonero (C) 2-1 INTER-ROMA Hernanes (I), Nainggolan (R), Icardi (I) 1-1 LAZIO-CHIEVO Klose (L), Paloschi (C) 4-2 NAPOLI-SAMPDORIA Raul Albiol (N) autorete, Gabbiadini (N), Higuain (N), Insigne (N), Higuain (N) rigore, Muriel (S) 1-0 PARMA-PALERMO Nocerino (P) rigore 2-1 TORINO-JUVENTUS Pirlo (J), Darmian (T), Quagliarella (T) 2-1 UDINESE-MILAN Pinzi (U), Badu (U), Pazzini (M) 3-2 VERONA-SASSUOLO Gomez (V), Moras (V) autorete, Toni (V), Toni (V), Floro Flores (S)

SQUADRE

MARCATORI

PT

PARTITE IN CASA

JUVENTUS LAZIO ROMA NAPOLI SAMPDORIA FIORENTINA GENOA TORINO INTER MILAN PALERMO VERONA UDINESE CHIEVO SASSUOLO EMPOLI ATALANTA CAGLIARI CESENA PARMA (-7)

73 59 58 56 50 49 47 47 45 43 41 39 38 37 36 35 31 24 23 16

RETI

FUORI

TOTALE

IN CASA

FUORI

RIGORI TOTALE

FAVORE

CONTRO

G

V

N

P

G

V

N

P

G

V

N

P

F

S

F

S

F

S

DIFF. RETI

T.

R.

T.

R.

16 16 16 16 15 16 17 16 16 16 16 16 16 16 15 16 16 16 16 17

14 11 8 9 7 6 7 6 6 7 8 6 6 3 5 5 4 2 3 5

2 1 7 5 8 6 6 7 6 5 5 4 5 7 7 7 6 4 6 2

0 4 1 2 0 4 4 3 4 4 3 6 5 6 3 4 6 10 7 10

16 16 16 16 17 16 15 16 16 16 16 16 16 16 17 16 16 16 16 15

8 7 7 7 5 7 5 6 5 3 2 4 3 6 3 1 2 3 1 1

5 4 6 3 6 4 5 4 6 8 6 5 6 3 5 10 7 5 5 3

3 5 3 6 6 5 5 6 5 5 8 7 7 7 9 5 7 8 10 11

32 32 32 32 32 32 32 32 32 32 32 32 32 32 32 32 32 32 32 32

22 18 15 16 12 13 12 12 11 10 10 10 9 9 8 6 6 5 4 6

7 5 13 8 14 10 11 11 12 13 11 9 11 10 12 17 13 9 11 5

3 9 4 8 6 9 9 9 9 9 11 13 12 13 12 9 13 18 17 21

38 34 26 38 20 21 25 18 28 24 24 23 24 12 19 19 19 16 15 15

7 14 11 22 10 16 18 13 18 15 17 26 22 16 16 16 25 32 25 23

22 25 17 19 20 23 21 20 20 21 20 17 12 12 20 15 10 22 14 12

10 17 14 17 25 22 19 21 20 24 29 30 21 17 33 24 19 30 31 35

60 59 43 57 40 44 46 38 48 45 44 40 36 24 39 34 29 38 29 27

17 31 25 39 35 38 37 34 38 39 46 56 43 33 49 40 44 62 56 58

43 28 18 18 5 6 9 4 10 6 -2 -16 -7 -9 -10 -6 -15 -24 -27 -31

6 5 6 6 2 4 6 6 5 9 5 5 0 1 8 3 4 7 5 2

4 3 5 4 2 0 4 3 4 9 4 3 0 0 7 3 3 4 4 2

2 4 4 1 6 3 6 7 5 3 5 6 8 4 5 2 6 4 9 5

1 4 4 1 5 3 2 6 1 2 4 4 7 2 4 1 4 3 6 4

PUNTI POSIZIONE '13-14 STAGIONE E DIFFERENZA 13-14

84 (-11) 48 (+11) 76 (-18) 64 (-8) 41 (+9) 55 (-6) 39 (+8) 45 (+2) 50 (-5) 45 (-2) in B 46 (-7) 38 (0) 27 (+10) 24 (+12) in B 46 (-15) 32 (-8) in B 50 (-34)

1 7 2 3 12 4 13 10 5 11 in B 9 14 16 19 in B 8 15 in B 6

A parità di punti e di partite giocate, la classifica tiene conto di quest’ordine preferenziale: 1) punti e differenza reti negli scontri diretti se tutti giocati 2) differenza reti globale 3) gol segnati 4) ordine alfabetico Le ultime tre retrocedono in serie B. CHAMPIONS PRELIMINARI DI CHAMPIONS EUROPA LEAGUE RETROCESSIONI

PROSSIMO TURNO MARTEDÌ 28 APRILE, ore 20.45 UDINESE-INTER (2-1) MERCOLEDÌ 29 APRILE, ore 20.45 CESENA-ATALANTA (2-3) CHIEVO-CAGLIARI (2-0) JUVENTUS-FIORENTINA (0-0) LAZIO-PARMA (2-1) MILAN-GENOA (0-1) PALERMO-TORINO (2-2) SAMPDORIA-VERONA (3-1) SASSUOLO-ROMA (2-2) GIOVEDÌ 30 APRILE, ore 20.45 EMPOLI-NAPOLI (2-2)

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LA MOVIOLA di FRANCESCO CENITI FCENITI@GAZZETTA.IT

MORETTI, OKAY NON DARE IL RIGORE REGOLARE IL PAREGGIO DI PALOSCHI GENOA E PARMA: PENALTY CORRETTI Giornata più che positiva per la squadra arbitrale del designatore Messina: errori ridotti al minimo. Non c’è tempo per festeggiare: già domani si ritorna in campo con Udinese-Inter

A I gol e gli highlights della Serie A (nella foto Ansa Juanito Gomez) e del calcio estero li puoi trovare su Gazzetta.it, con gli approfondimenti e le reazioni dei protagonisti. Poi, le probabili formazioni del turno infrasettimanale, i video di Gazza Offside e tutte le news sugli altri sport.

TALANTA-EMPOLI 2-2 Cervellera di Taranto C’è un contatto sospetto sul primo gol dell’Empoli: Saponara finisce per scontrarsi con Stendardo, siamo al limite dello sfondamento. Nella ripresa l’arbitro mostra il giallo a Cigarini per una evidente simulazione (non c’è nessun tocco da parte di Zielinski). Regolare il pareggio dell’Atalanta: Denis trova il tempo giusto per liberarsi di Tonelli. Poi negli spogliatoi il fattaccio con il pugno dell’argentino al difensore. FIORENTINA-CAGLIARI 1-3 Guida di Torre Annunziata Gara tranquilla per l’arbitro, meno per gli assistenti chiamati a valutazioni non semplici: bene nel primo tempo quando la bandierina resta giù sullo scatto di Cop (che spreca); sbagliato alzarla nella ripresa sul-

l’inserimento di M’Poku partito in posizione regolare. GENOA-CESENA 3-1 Peruzzo di Schio Nulla da dire sul rigore assegnato al Genoa: Nica stende Perotti. Regolare il 3-0 dei rossoblù: sempre Nica tiene in gioco Pavoletti. Nel finale espulso Ze Eduardo per un placcaggio su Falque: giudicata chiara occasione da gol anche se siamo vicini al centrocampo, forse un po’ tirata come interpretazione. Allontanato anche Di Carlo per proteste. LAZIO-CHIEVO 1-1 Tommasi di Bassano del Grappa

CONCORSI N. 34 DEL 26/4/2015

TOTOCALCIO - COLONNA VINCENTE 1-1-X-1-1-2-1-2-2-X-X-1-1-1

Il tocco di Moretti: sì, involontario SKY

Timide proteste della Lazio sul gol del pareggio, ma Paloschi non è in offside sul tocco di Hetemaj e anche se lo fosse stato la giocata di Mauricio (devia il pallone con la testa) avrebbe sanato l’irregolarità. PARMA-PALERMO 1-0 Di Bello di Brindisi Giusto concedere il rigore al Parma: Gobbi è messo già da uno sgambetto di Rispoli. Nel recupero ci stava anche un altro rigore per i gialloblù: l’arbitro non si accorge del tocco con la mano (volontario) di Gonzalez su Belfodil. TORINO-JUVENTUS 2-1 Tagliavento di Terni La Juve reclama il rigore nel primo tempo per il tocco col gomito di Moretti sul cross di Pereyra: la distanza è molto ravvicinata e soprattutto il movimento del braccio è verso il corpo per non aumentare il volume. Resta un rischio minimo, ma è okay considerarlo involontario. Bel vantaggio concesso da Tagliavento dopo un’entrata dura di Moretti su Tevez (poi ammonito): la Juventus sfiora il 2-2. Giusto annullare il 3-1 al Torino: Martinez è in fuorigioco sulla girata di Quagliarella. VERONA-SASSUOLO 3-2 Chiffi di Padova Rafael con la mano fuori area intercetta il pallonetto di Sansone: rosso diretto corretto. Resta un’ombra sul 2-1 di Toni: da capire se l’attaccante evita l’offside(Biondini potrebbe tenerlo in gioco) sullo scambio con Gomez. NAPOLI-FIORENTINA pagina 17 TOTOGOL - COLONNA VINCENTE 7 – 2 – 13 – 6 – 1 – 8 – 9

RECORD DI GOL Nel 32° turno di campionato è stato stabilito il nuovo record stagionale di reti: ne sono state realizzate ben 35, migliorato il record precedente stabilito con 33 reti alla 18a giornata; delle 20 squadre scese in campo solo il Palermo non è andato a segno. Questa la classifica marcatori aggiornata: 18 RETI Tevez (2, Juventus) 17 RETI Icardi (3, Inter); Toni (3, Verona) 16 RETI Menez (8, Milan) 15 RETI Higuain (3, Napoli) 13 RETI Dybala (3, Palermo); Quagliarella (3, Torino) 12 RETI Gabbiadini (Napoli; 7 nella Sampdoria) 11 RETI Klose (Lazio); Callejon (Napoli); Berardi (6, Sassuolo); Di Natale (Udinese) 10 RETI Felipe Anderson (Lazio) 9 RETI Maccarone (1, Empoli); Iago (1, Genoa); Mauri (Lazio); Eder (1, Sampdoria); Thereau (Udinese) 8 RETI Denis (3, Atalanta); Paloschi (Chievo); Ljajic (1, Roma); Zaza (1, Sassuolo) 7 RETI Babacar (Fiorentina); Matri (7 nel Genoa), Morata e Pogba (Juventus); Candreva (2), Djordjevic e Parolo (Lazio); Destro (Milan; 5 nella Roma); Vazquez (Palermo); Glik (Torino) 6 RETI Pinilla (Atalanta; 3 nel Genoa); Brienza (2) e Defrel (Cesena); Guarin e Palacio (Inter); Vidal (2, Juventus); Honda (Milan); Hamsik e Zapata (Napoli); Rigoni (Palermo); Totti (3, Roma) 5 RETI Moralez (Atalanta); Farias e Sau (Cagliari); Pellissier (Chievo); Tonelli (Empoli); Rodriguez (Fiorentina); Kovacic e Osvaldo (Inter; ora è nel Boca J.); Llorente (Juventus); Belotti (1, Palermo); Cassano (1, Parma); Sansone (Sassuolo); Nico Lopez (Verona) 4 RETI Avelar (3), Ekdal e Joao Pedro (Cagliari); Rodriguez (1, Cesena); Saponara (1, Empoli); Cuadrado (ora è nel Chelsea), Gomez e Salah (Fiorentina); Niang e Perotti (2, Genoa); Pirlo (Juventus); Antonelli (3 nel Genoa) e Bonaventura (Milan); Nainggolan e Pjanic (Roma); Muriel e Okaka (Sampdoria); Maxi Lopez (Torino; 1 nel Chievo); Gomez (Verona) 3 RETI Boakye e Zappacosta (Atalanta); Cop (Cagliari); Meggiorini (Chievo); Pucciarelli e Rugani (Empoli); Bertolacci e Pavoletti (Genoa; 1 nel Sassuolo); Hernanes (Inter); Bonucci, De Ceglie (3 nel Parma) e Lichtsteiner (Juventus); Biglia (1) e Lulic (Lazio); De Jong (Milan); De Guzman e Mertens (1, Napoli); Chochev (Palermo); Florenzi (1, Roma); Obiang (Sampdoria); Acerbi e Missiroli (Sassuolo); Tachtsidis (Verona) 2 RETI 55 giocatori 1 RETE 85 giocatori RETI SEGNATE in questo turno 35 (3 rigori, 2 autoreti); RETI TOTALI 820 (68 rigori, 25 autoreti)


LUNEDÌ 27 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

OPINIONI La vignetta

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di Stefano Frosini

IKER CASILLAS Portiere del Real ● Complimenti a PauGasol, candidato @NBA per la #NBACommunityAssist che premia il lavoro di aiuto alle Comunità! @CasillasWorld

SHAQUILLE O’NEAL Cestista Nba ● RedNose. Per sostenere la giornata del naso rosso che aiuta a liberare i bambini dalla povertà. @SHAQ

ANDREA CASSARÀ Olimpionico di scherma ● Stravizio della domenica #chocolate #domenica #relax @andreacassara

La domenica di violenza

ripiombare nel buio pesto dopo i fuochi d’artificio di metà settimana quando avevamo portato tre italiane nelle semifinali del calcio europeo, tre italiane tra le otto belle d’Europa.

email: uzapelloni@rcs.it twitter: @uzapelloni

I

l calcio sarà anche lo sport più bello del mondo, ma continua ad essere frequentato da troppi «fucking idiots», per dirla alla Pallotta, uno che non ha avuto paura di rendere pubblici i suoi pensieri. Sassaiole contro il pullman della Juve, bomba carta contro i tifosi del Torino, scene da Far West nello spogliatoio di Bergamo dopo Atalanta-Empoli. Nulla in confronto a quello che è accaduto a Belgrado, dove il derby tra Stella Rossa e Partizan ha prodotto una cinquantina di feriti e 40 arresti. Ma non è il calcio serbo con cui dobbiamo paragonarci. Almeno per quanto accade fuori dai campi. In una tranquilla domenica di campionato, senza alte tensioni da classifica, il nostro calcio ha prodotto una serie di incidenti che ci fanno

Dai, che ci stiamo rialzando, veniva da dire giovedì sera. Invece, ecco la domenica che non ti aspetti, anche se con i «fucking idiots» in circolazione, tranquilli non si può e non si potrà mai stare. Non ci sono parole, anche le più estreme, che possano giustificare chi va incontro ad un pullman armato di sassi e chi va allo stadio con una bomba carta nello zainetto. Che cosa c’è di più grave di una bomba carta portata all’interno di uno stadio e fatta esplodere nella curva avversaria? E poi ci meravigliamo se alla partita non ci vanno le famiglie: tra un po’ non ci andranno più neppure i tifosi... L’episodio di Torino, gravissimo e fortunatamente senza le conseguenze che si temevano dopo i primi minuti, è un campanello d’allarme all’inizio di

una settimana in cui non solo il calcio, ma tutto il nostro Paese sarà nell’occhio del ciclone e nel mirino di altri e forse ancora più pericolosi «fucking idiots» in occasione della grande apertura dell’Expo milanese. Quello che serve adesso, per salvare almeno il calcio, sono provvedimenti forti. Ma ad essere necessaria oltre alla durezza della pena deve essere anche la certezza. Chi risulterà colpevole di aver portato una bomba all’interno dell’Olimpico di Torino, dovrà avere la certezza di una condanna penale e di non poter più entrare in un impianto sportivo in vita sua. Ma soprattutto ci vuole una volontà comune di chi comanda nel calcio per fare piazza pulita. E per dare il buon esempio. Come si fa a giustificare un proprio giocatore che prende a pugni un avversario? Come si fa a dire che chi ha tirato sassi e bombe è stato provocato? Fermiamoci prima che sia troppo tardi. E che negli stadi rimanga davvero solo qualche inutile idiota. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Il decatleta transgender

LA PERSONALITÀ MULTIPLA DI JENNER NON SOLO CALCIO CIO DUCCI di FAUSTO NARDUCCI email: fnarducci@rcs.it

V

enerdì sera abbiamo seguito in diretta sul canale ABC l’intervista fiume di Dianne Sawyer nel programma 20/20 al transgender più famoso del mondo, Bruce Jenner. Il fatto che nell’Olimpiade di Montreal ’76 l’allora ventottenne decatleta abbia strappato ai sovietici l’oro che etichetta il vero Superman dello sport c’entra poco o niente con la sua fama di oggi. Bruce è semplicemente il protagonista di un popolare reality che si chiama «Keeping Up with the Kardashian» dove, nella saga di una famiglia ricca e famosa in cui ogni americano sogna di identificarsi, recita benissimo la parte del marito di Kris con cui gestisce l’inezia di 10 figli fra biologici e acquisiti dopo il matrimonio. Quel che più conta è che finora l’«uomo» di casa si era distinto per un comportamento

sotto le righe, compensazione agli eccessi della sua famigliola di sbandati. Che il ruolo gli stesse stretto? C’è di fatto che è stato quasi impossibile sottrarsi al bombardamento mediatico sulla prima intervista dell’«uomo diventato donna» anticipata dalle paginate dei quotidiani e dalle copertine dei rotocalchi. Secondo questi spregiudicati venditori di gossip, la neomamma stava pensando concretamente al suicidio, come si addice a ogni buon transgender per gli esperti interpellati, nella sua lussuosissima dimora di Malibu dal cui terrazzo esibiva le nuove fattezze. L’attesa era stata creata ad arte perché delle trasformazioni genetiche del protagonista, compresa l’operazione al pomo d’Adamo, e della crisi di personalità che lo aveva portato perfino a provocare un incidente mortale con la sua auto, sapevamo già tutto. E infatti con queste premesse la diretta tv da casa Jenner e poi in giro per Los Angeles e New York, è stata una cocente delusione: quella della indagatrice seriale Dianne Sawyer è

CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DIRETTORE RESPONSABILE ANDREA MONTI andrea.monti@gazzetta.it VICEDIRETTORE VICARIO Gianni Valenti gvalenti@gazzetta.it VICEDIRETTORI Pier Bergonzi pbergonzi@gazzetta.it Stefano Cazzetta scazzetta@gazzetta.it Andrea Di Caro adicaro@gazzetta.it Umberto Zapelloni uzapelloni@gazzetta.it Testata di proprietà de “La Gazzetta dello Sport s.r.l.” - A. Bonacossa © 2015

MARCO MELANDRI Pilota di moto ● Quale sarà il casco preferito per la prossima gara?? @MarcoMelandri33

ALESSIA TROST Azzurra di atletica ● Valigia quasi pronta, ci attendono sette ore di auto in direzione Formia per allenarsi @alessiatrost

Il campionato

FERMIAMOLI O RESTERANNO SOLO GLI IDIOTI IL COMMENTO LLONI di UMBERTO ZAPELLONI

27

PRESIDENTE Maurizio Costa AMMINISTRATORE DELEGATO Pietro Scott Jovane CONSIGLIERI Gerardo Braggiotti, Laura Cioli, Paolo Colonna, Teresa Cremisi, Dario Frigerio, Tom Mockridge, Stefano Simontacchi DIRETTORE GENERALE DIVISIONE MEDIA Alessandro Bompieri

stata un’intervista che noi definiremmo «accovacciata». L’unica domanda scomoda è stata sulla presunta ricerca di popolarità che si celava dietro l’operazione televisiva. Era scontato il «sì» visto che dal 31 maggio la privatissima confessione sarà inserita in versione integrale nell’ultima stagione del reality e che da luglio Jenner avrà una trasmissione tutta sua sulla rete scandalistica E!, ma l’ovvia risposta è stato un «noooo». Così l’unico interesse della confessione è stato quello di vedere per la prima volta l’ex campione nelle sue sembianze femminili mentre il variegato pianeta dell’omosessualità si divide ancora su una scelta personale così strombazzata. C’è da dire che in America un personaggio dell’atletica, non era mai stato così popolare neanche ai tempi di Carl Lewis. Ma nel caso di Bruce Jenner l’unico paragone col suo passato sportivo che ci viene in mente è questo: una personalità «multipla» che continua a dividersi fra tutte le discipline della vita.

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NAPOLI SECONDO? CON QUESTO HIGUAIN UN ATTO DOVUTO L’ANALISI ANDO di LUIGI GARLANDO

S

e Cristiano Ronaldo potrà permettersi uno stop a seguire di una decina di metri nell’area della Juve come quello di Darmian prima del gol, difficilmente la Signora si avvicinerà a Berlino. Ma non accadrà. «I miei giocatori avevano la testa in vacanza», ha spiegato ieri Allegri. Ci sta, dopo il prestigioso approdo nel G4 e lo scudetto in tasca che hanno già dato un senso importante alla stagione. È vero che il derby, per costituzione, dovrebbe trasmettere stimoli autosufficienti; ma è anche vero che se affronti uno che non mangia da 20 anni e non ci metti un po’ di fame, finisci male. Il Torino (non solo cuore) ha voluto e trovato una vittoria storica in una partita appassionata che tramanderà alle prossime generazioni, tralasciando magari sassaiole e bombe-carta, perché ai nipotini davanti al camino è meglio raccontare altro. Più del tonfo indolore della Juve, fa rumore l’inattesa frenata della Lazio: pareggino alla Garcia contro il Chievo già sereno. La Roma una settimana fa ha steccato il sorpasso e non ha approfittato della sconfitta di Pioli con la Juve. Ora la Lazio spreca l’occasione di allungare dopo la caduta di Garcia a San Siro. Roma e Lazio sembrano diventati all’improvviso due vicini di casa che, dopo una vita di risse sul pianerottolo, si scambiano inaspettate cortesie. Se non la piantano, si ritrovano il Napoli in salotto. Mihajlovic ha provato a presentare le sue credenziali al San Paolo, prossimo possibile ufficio di lavoro, e ha fatto subito un figurone: vantaggio su autogol. Poi però ne ha prese 4. Rafa Benitez è tipo pacioso, ma ha un orgoglio proporzionale al girovita: avrà goduto un sacco a stropicciare il curriculum del candidato Sinisa. Nel caso venisse

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scelto, di sicuro il serbo non si porterà dietro Viviano. E così ora il Napoli è piombato a soli 3 punti dal secondo posto. Se ci arriva non sarà una sorpresa. La sorpresa è che ci sia rimasto così lontano per tanto tempo, con tuta la qualità che può armare. Ma lo vedete cosa combina Higuain? Chi se lo può permettere uno così? Non smetteremo mai di ripeterlo: Rafa merita l’incenso per il gioco affascinante che ha saputo educare a tempo di record e il carbone per non essere riuscito a dotare la sua creatura di una continuità da campionato in due stagioni. Il Napoli è cinematografico come il suo presidente: dà spettacolo soprattutto in certe notti di gala. La Juve è industriale come gli Agnelli: timbra il cartellino tutte le domeniche. Si spiegano così i 17 punti di distacco che il paragone d’organico non giustifica. Come la Juve, anche la Fiorentina ha pagato il passaggio in coppa (turnover, fatica, distrazioni), confermando un’attrezzatura carente per il doppio impegno. La sconfitta interna col Cagliari ingolosisce gli appetiti europei di Toro, Genoa e Inter. Del Genoa e soprattutto del lavoro di Gasperini si parla sempre troppo poco. In un mare di aspiranti scienziati, meglio fidarsi dello squisito artigianato del Gasp. In una giornata imbruttita dalla violenza, salviamo le lacrime di Lorenzo Insigne, tornato al gol. Le salviamo anche perché il ragazzo, come Gabbiadini, pure lui in gol, può venir utile alla Nazionale. Non è che il convento passi molto al c.t. Conte. La classifica cannonieri sta diventando una club-house di reduci. Toni, ieri prodigioso, a forza di ringiovanire, tornerà presto utile all’Under 21. Quagliarella ha deciso il derby. Si è rivisto il Gila. Segnano più i bomber di Lippi che quelli di Prandelli e Conte. Ha ragione il bravo Di Francesco a strigliare i suoi Qui Quo Qua offensivi e a puntare il dito: «Sbarbati, imparate dallo zio, imparate dal vecchio Toni».

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La tiratura di domenica 26 aprile è stata di 263.636 copie

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Mondo R Inghilterra

LUNEDÌ 27 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

L’Arsenal fa troppo poco Chelsea, 6 punti alla festa

LE PAGELLE di BOLD BELLERIN AMMUTOLISCE ANCHE HAZARD SPETTACOLARE TERRY, UN VERO MURO ARSENAL

1Nel derby di Londra ancora una volta Wenger non riesce a

superare Mourinho a cui mancano due vittorie per vincere il titolo ARSENAL

0

CHELSEA

0

ARSENAL (4-2-3-1) Ospina; Bellerin, Mertesacker, Koscielny, Monreal; Coquelin (dal 31’ s.t. Welbeck), Cazorla; Ramsey, Ozil, Sanchez; Giroud (dal 38’ s.t. Walcott). PANCHINA Szczesny, Debuchy, Gibbs, Flamini, Wilshere. ALLENATORE Wenger. AMMONITI Coquelin, Ramsey, Monreal e Cazorla, tutti per gioco scorretto. CHELSEA (4-2-3-1) Courtois; Ivanovic, Cahill, Terry, Azpilicueta; Matic, Fabregas (dal 45’ s.t. Zouma); Ramires, Willian (dal 48’ s.t. Cuadrado), Hazard; Oscar (dal 1’ s.t. Drogba). PANCHINA Cech, Filipe Luis, Mikel, Loftus-Cheek. ALLENATORE Mourinho. AMMONITI Fabregas per comportamento non regolamentare, Ivanovic e Willian per gioco scorretto. ARBITRO Oliver. NOTE spettatori 60.066. Tiri in porta 1-3. Tiri fuori 6-2. Angoli 6-2. In fuorigioco 1-0. Recuperi: p.t. 2’; s.t. 4’.

La gioia di John Terry, 36 anni, capitano del Chelsea a fine partita. Alle sue spalle Cahill e Ivanovic LAPRESSE

Stefano Boldrini CORRISPONDENTE DA LONDRA

L

a noia è il titolo di uno dei romanzi più celebri di Alberto Moravia, scrittore che amava poco lo sport. Ieri si sarebbe però incuriosito nello scoprire che la noia ha ispirato l’ennesima battaglia dialettica tra Josè Mourinho e Arsene Wenger, sovrastando lo 0-0 finale tra Arsenal e Chelsea, risultato che, di fatto, assegna il titolo ai Blues. Mancano solo 6 punti per la conquista matematica. Con cinque gare da affrontare, un crollo verticale appare impensabile e Wenger, seppur frustrato da un bilancio con il rivale ai limiti del comico – 7 successi del portoghese e 6 pareggi –, ha ammesso che la stagione ormai è andata: «Il Chelsea vincerà il titolo e lo merita». Un giudizio che gli fa onore e che, essendosi presentato per

MOU REPLICA Mai però stare tranquilli con l’odore del sangue che eccita sempre i cronisti inglesi e con Mourinho che, fedele allo stile delle sue squadre in campo, non molla mai la presa. I tifosi dell’Arsenal si sono sfogati alla fine del match urlando «boring, boring» ai giocatori del Chelsea, in festa dopo il fischio finale, con un John Terry letteralmente scatenato nelle celebrazioni. La prestazione del capitano dei Blues è stata straordinaria. Mourinho l’ha definita «la miglior gara dei cinque anni trascorsi insieme». Arsenal-Chelsea poteva finire con queste immagini, ma i cori «boring, boring», «noiosi», hanno offerto il pretesto al tecnico del Chelsea per riaprire il fronte con Wenger: «Noiosi noi? Noiosi sono i tifosi

dell’Arsenal, o forse è meglio dire che sono annoiati. Penso che sia noioso trascorrere dieci anni senza vincere un titolo. Ma può anche essere che i fans dell’Arsenal non ce l’avessero con noi. Quando vedi che il tuo allenatore leva Giroud negli ultimi sei minuti e che solo nel finale inserisce Walcott e Welbeck, che cosa puoi pensare? Noi siamo così noiosi che abbiamo il secondo attacco della Premier e la miglior differenza reti». LEZIONE La verità è che ancora una volta Mourinho ha stracciato il rivale. I numeri inchiodano l’Arsenal: un solo tiro in porta. Nel primo tempo, le occasioni migliori sono passate per i piedi del Chelsea. Fallito il tentativo di recuperare Costa, Mou ha disorientato Wenger con una mossa a sorpresa: Oscar a recitare da centravanti e linea di trequarti composta

13

● I confronti tra Mourinho e Wenger. Il francese non ha mai vinto. Questo il bilancio: 7 successi per il portoghese, 6 pareggi.

6

● I punti necessari al Chelsea per la conquista matematica del titolo. I Blues sono a quota 77: a 83 è fatta. L’Arsenal può arrivare solo a 82.

FRANCIA

Il Lione passa anche a Reims Ma domani il Psg può allungare Alessandro Grandesso PARIGI Twitter @agrandesso

I

l messaggio è chiaro. Il Lione non molla. Anzi, il Psg dovrà sudarsi il terzo scudetto consecutivo, evitando passi falsi già domani nel recupero contro il Metz, che diventa cruciale per scrollarsi di dosso un avversario scomodo, tenace e come sempre spettacolare. A Reims, infatti, il Lione non perde il vizio del gol e torna primo per la differenza reti. In 6’ la squadra di Fournier si porta sullo 0-2, con Tolisso e soprattutto Lacazette. Il capocannoniere

firma pure il primo gol di sinistro, entrando con una conclusione al volo nella storia del club, da miglior marcatore in una stagione: 26 per ora. Uno in più di Guy, il cui record durava dal ’69. Benzema, invece, vinse la classifica cannonieri nel 2008 con 20 reti. Al successo partecipa anche Njie, in costante crescita, come l’insieme della squadra di Fournier. Il Lione va in campo con otto elementi formati in casa, tenendo a bada un Reims che forse meritava di più nella ripresa: due pali di Devaux e un’autorete di Tacalfred, prima del sigillo finale di Charbonnier. Il Monaco consolida il terzo posto con il 3-0 al Lens. Sprofonda inve-

Festa Lione: Reims è espugnata AFP

ce il Marsiglia di Bielsa. Venerdì è arrivata la quarta sconfitta consecutiva, umiliante: 5-3 in casa con il Lorient. E Ranieri si candida per rimpiazzare il Loco. © RIPRODUZIONE RISERVATA

REIMS-LIONE 2-4 MARCATORI Tolisso (L) al 2’, Lacazette (L) al 6’, Peuget (R) al 13’, Njie (L) al 20’ p.t.; aut. Tacalfred (L) al 45’, Charbonnier (R) al 47’ s.t. REIMS (4-1-4-1) Agassa 6; Mandi 6, Fofana 5, Tacalfred 6, Roberge 5,5; Peuget 6,5 (dal 39’ s.t., Charbonnier 7); Fortes 6,5 (dal 26’ s.t., De Preville 6), Devaux 7, Oniangué 6, Diego 5,5; Moukandjo 5 (dal 33’ s.t., Ngog 6,5). All. Guegan 6. LIONE (4-3-1-2) Lopes 7; Jallet 7, Koné 6, Umtiti 6, Bedimo 7; Grenier 7 (dal 17’ s.t., Ferri 6), Gonalons 7, Tolisso 7; Fekir 7 (dal 36’ s.t., Malbranque 6); Njie 7 (dal 39’ s.t., Yattara 6), Lacazette 7. All. Fournier 7. ARBITRO Fautrel 6. NOTE ammoniti Lacazette (L), Jallet (L), Fekir (L), Peuget (R)

CHELSEA

6,5

IL MIGLIORE

IL MIGLIORE

BELLERIN

TERRY

8

7 Tiene in gioco Oscar nell’azione cult della gara, ma il recupero e il pallone allontanato salvano i Gunners. Ammutolisce Hazard. Decisivo.

Ha ragione Capello: il miglior difensore inglese. Prestazione spettacolare. Con lui non passa nessuno. The Wall, stile Pink Floyd.

OSPINA 6,5 La parata più importante è sul rasoterra di Ramires, poi affonda Oscar in uscita. MERTESACKER 5,5 Gambadilegno formato tedesco: ha un pallone d’oro e tira uno straccio bagnato. Lento come un treno dell’Ottocento. KOSCIELNY 6 Deve controllare anche il pard di Germania. Fa il suo, come la sentinella nel deserto. MONREAL 6 Nel primo tempo è l’assistente migliore di Sanchez, nella ripresa batte in ritirata. COQUELIN 6,5 Il più solido di un centrocampo tutto leggerezza e fantasia. La concretezza al potere (Welbeck s.v.). CAZORLA 5,5 Non è colpa sua se Wenger gli chiede di recitare da mediano. Risponde obbedisco, ma non è il suo ruolo. RAMSEY 5 Altro paradosso: dà il meglio al centro e il francese lo piazza a destra. OZIL 5,5 Zampetta in orizzontale, impressionato dai muscoli del centrali dei Blues. Cuore di panna. SANCHEZ 6 Nei primi 20 minuti, è un martello. Un paio di calcioni frenano l’ardore, poi frena da solo. GIROUD 5 Una di quelle giornate in cui il francese è il fantasma sul palcoscenico (Walcott s.v). ALL. WENGER 5 Dicono che si sveglia la notte sognando Mourinho e urlando. Dopo 13 tentativi a vuoto per battere il rivale, è comprensibile.

COURTOIS 6,5 L’Arsenal piazza un solo tiro, il grosso del lavoro è nelle uscite alte. Il fisico lo aiuta. IVANOVIC 5,5 E’ stremato dopo una stagione da onnipresente e si vede. Più calci che calcio. CAHILL 7 È vero che avere Terry vicino è come vincere alla lotteria, ma lui fa il suo. Bravissimo. AZPILICUETA 7 Basco di quelli tosti, che mangiano l’erba e la polvere. Una sicurezza. MATIC 6,5 Tocca palloni in quantità industriale. Non è un fenomeno, ma uno di quei giocatori che vorresti avere sempre nella tua squadra. FABREGAS 6,5 I fischi iniziali del suo vecchio popolo non lo turbano. L’assist per Oscar è un colpo di genio. Esce tra gli applausi (Zouma s.v.). RAMIRES 6,5 Un diesel applicato al calcio. Parte piano, ma nel finale è il più fresco. Viva la sostanza. WILLIAN 6,5 Nel primo tempo è un satanasso, ma non si possono reggere quei ritmi e infatti cala (Cuadrado s.v.). HAZARD 6 Prova d’intelligenza. Sente che non è giornata da imprese memorabili e usa il cervello. L’umiltà è una virtù. OSCAR 6 Parte da centravanti e chiude la giornata in ospedale dopo la testata di Ospina. DROGBA 5 Rispetto e simpatia per il vecchio Didier, ma il monumento sta crollando. ALL. MOURINHO 7 Un’altra lezione di tattica e di perfetta gestione della gara. The Number One.

7 primo in sala stampa, pareva il preludio di un pomeriggio tranquillo.

5,5

OLIVER Ha uno stile alla Rizzoli: dialogo e buon senso. Negli episodi contestati, ha ragione lui. BROOKS 6,5-BETTS 6,5

da Ramires, Willian e Hazard. Il piano dello Special One era perfetto: colpire l’Arsenal nel suo punto debole, la coppia difensiva centrale. E così è andata, perché dopo i fuochi d’artificio iniziali accesi da Sanchez, i Blues hanno preso in mano la situazione e sul lancio lungo di Fabregas, Oscar è volato verso la porta. Il pallonetto del brasiliano ha scavalcato Ospina, ma il recupero di Bellerin ha evitato il gol. Lo scontro OspinaOscar è stato durissimo. Il giocatore del Chelsea è stato medicato, è tornato in campo, ma nell’intervallo è stato sostituito da Drogba. A fine match, è stato trasportato in ospedale per i controlli: sospetta leggera commozione cerebrale. Giusta, in ogni caso, la decisione di Oliver di non concedere il rigore e altrettanto oculata la scelta di punire Fabregas per una mezza simulazione. A completare il trittico delle scelte az-

zeccate, l’arbitro non ha punito il fallo di mano di Cahill, caduto in area in un’azione ad alta velocità. A ribadire i meriti del Chelsea, l’occasione fallita da Ramires su apertura di Willian: Ospina ha salvato la patria. Il rumore dei tamburi dei Gunners ha prodotto in tutto il primo tempo solo un tiro molle di Ozil. EPILOGO La ripresa è stata un inno alla frustrazione dell’Arsenal. La doppia linea del Chelsea ha funzionato a dovere, anche se i Blues hanno pagato il pedaggio dell’uscita di Oscar: giocare con il Drogba attuale è come avere un uomo in meno. Terry e Cahill hanno giganteggiato, Ramires e Fabregas sono stati bravi nelle ripartenze. Con un attaccante vero, poteva scapparci anche il colpaccio, ma a Mou va bene così. Il titolo è ad un passo, basta prenderlo. © RIPRODUZIONE RISERVATA

TACCUINO GERMANIA

C’è la matematica Bayern campione ● ll Bayern Monaco ha conquistato il 25° titolo nazionale, il terzo consecutivo. Alla vittoria dei bavaresi di Guardiola mancava soltanto la conferma della matematica che è arrivata ieri grazie alla sconfitta del Wolfsburg 1-0 a Moenchengladbach.

PORTOGALLO

Tra Benfica e Porto pareggio senza reti ● Finisce senza reti lo scontro diretto fra Benfica e Porto nella 30ª giornata del campionato lusitano. Partita nervosa con acceso diverbio nel finale tra i due tecnici,

Jorge Jesus del Benfica e Lopetegui del Porto quasi venuti alle mani e separati dai rispettivi staff. A 4 giornate dalla fine del torneo, il Benfica mantiene 3 punti di vantaggio sui rivali.

UCRAINA

Vittoria sofferta per il Dnipro ● Arrivano i tre punti nella 21ª giornata del campionato ucraino per il Dnipro, prossimo avversario del Napoli nelle semifinali di Europa League. La squadra di Markevich ha infatti battuto 1-0 (Blyznychenko al 15’ del primo tempo) l’Illichivets, utlimissimo in classifica con soli 8 punti. Sono 47, invece quelli del Dnipro che si trova al terzo posto della graduatoria a 6 lunghezze dalla capolista Dinamo Kiev.


Mondo R Spagna LA RIVALE DEI VIOLA

Il Siviglia fa turn-over e spazza via il Rayo CORRISPONDENTE DA MADRID

N

Javier Chicharito Hernandez, 26 anni, ha firmato due dei quattro gol del Real al Celta Vigo GETTY

Chicharito-show Segna due gol e il Real resta a -2 1Ancelotti passa sul campo del Celta Vigo con lo scatenato messicano e i gol di Kroos e James Filippo Maria Ricci

CELTA VIGO

2

REAL MADRID

4

CORRISPONDENTE DA MADRID

N

iente ÂŤfatal VigoÂť. Ancelotti spezza la maledizione di Balaidos e anche se dice che la Liga è piĂš complicata della Champions non ha alcuna intenzione di buttarla via. Allo stadio di Vigo Carlo aveva perso 4-0 con la Juventus, pareggiato 0-0 col Milan ed era caduto (2-0) anche lo scorso anno alla terzultima di campionato: il Celta di Luis Enrique gli aveva tolto le ultime speranze di vincere la Liga. Tre visite, nemmeno un gol segnato. Ieri il Madrid ha vinto 4-2, 18ÂŞ vittoria su 58 trasferte a Vigo. Una partita meravigliosa per intensitĂ , passione e ritmo che permette al Real di restare a -2 dal Barça a 5 giornate dalla fine. Buon per la Juve. TRA VOGLIA E NECESSITĂ€ Rispetto al derby di Champions Ancelotti ha fatto due soli cambi: Marcelo per Coentrao e Illarramendi per Pepe con Ramos riportato in difesa dopo la notte a metĂ campo. Il Celta tranquillissimo a metĂ classifica ha deciso di giocarsela con una formazione decisamente offensiva con Mina, Nolito e Larrivey e il brillante cileno Orellana alle loro spalle. Il Celta voleva vincere per la gloria, il Madrid doveva vincere per necessitĂ : la formula per una partita divertente e apertissima, con 5 gol,

PRIMO TEMPO 2-3 MARCATORI Nolito (C) al 9’, Kroos (R) al 16’, Hernandez (R) al 24’, Mina (C) al 28’, James Rodriguez (R) al 43’ p.t.; Hernandez (R) al 24’ s.t. CELTA (4-3-3) Sergio 6; Hugo Mallo 6, Cabral 5, FontĂ s 5, Jonny 5; Augusto Fernandez 7, Orellana 7 (dal 25’ s.t. Bongonda 6), Krohn-Dehli 6,5; Mina 7 (dal 30’ s.t. HernĂĄndez 6), Larrivey 7 (dal 25’ s.t. Charles 6), Nolito 7,6. PANCHINA GĂłmez, LĂłpez, Blanco, Madinda. ALLENATORE Berizzo 7 AMMONITI Jonny per g.s., KrohnDehli, Orellana per c.n.r. REAL MADRID (4-3-3) Casillas 6; Carvajal 5, Varane 6,5, Sergio Ramos 7, Marcelo 5; Illarramendi 5, Kroos 7, Isco 6,5 (dal 37’ s.t. JesĂŠ 6); James Rodriguez 7,5 (dal 40’ s.t. Arbeloa s.v.), Hernandez 7,5 (dal 28’ s.t. Pepe 6), Ronaldo 7. PANCHINA Keylor Navas, Nacho, Coentrao, Lucas Silva. ALL. Ancelotti 7. AMMONITI Sergio Ramos per g.s., Carvajal per c.n.r. ARBITRO Perez Montero 5,5 NOTE spettatori 28.000 circa Tiri in porta 3-8. Tiri fuori 8-2. Angoli 5-4. In fuorigioco 1-3 Recuperi: p.t. 1’, st 3‘.

due pali e occasioni sparse solo nel primo tempo. PRIMO TEMPO INCREDIBILE Brevemente, le reti. Errore di Illarra, fuga di Nolito che s’infila tra lo stesso basco e Carvajal. Pari

di Kroos con un destro chirurgico dopo percussione di Ronaldo. Il tedesco non segnava da 30 partite e l’ultimo gol lo aveva fatto sempre a Balaidos, con la Germania contro la Spagna. Vantaggio del ÂŤChicharitoÂť dopo un brillante doppio triangolo a destra con James Rodriguez. Nuovo pari di Santi Mina: contropiede lanciato da Orellana, Marcelo superato, palo col sinistro, rimbalzo e gol col destro a testimoniare le grandi doti del 19enne gioiello della cantera del Celta, che nell’ultima partita in casa ne aveva fatti 4 al Rayo. Madrid ancora avanti con James, servito da Ronaldo (che due minuti prima aveva colpito il 6° palo in questa Liga) e fortunato nel trovare il tacco di Fontas sulla traiettoria del suo tiro: portiere spiazzato, per il colombiano 11 gol e 11 assist.

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PellĂŠ non perde il vizio, Balotelli sĂŹ Che marcia Napoleoni e Bergodi

A

volte ritornano. E fanno bene. Per esempio PellĂŠ (7,5, Southampton): firma una doppietta al Tottenham ed era da metĂ ottobre che non ne infilava una in Premier. Sul 1° gol è bravo a credere nel retropassaggio sbagliato e nel 2° arriva la solita inzuccata. Torna al gol anche Napoleoni (Atromitos, 7) ma tardi per rimontare il 2-0 del Levadiakos: 10 centri in stagione, ha eguagliato l’anno scorso, il suo top in Grecia. E si rivedono in panchina Vanoli (6,5) di nuovo col Koper dopo quasi un anno: pari

con l’Olimpija, 4°. E bene fa Bergodi col Rapid fuori casa, 2-1 col Brasov, e cosĂŹ 2 sono vittorie su 2 gare, ora è a solo 1 punto dalla salvezza. Va bene Napoli (6,5, Iasi) con lo 0-0 fuori casa col Botosani: è a +7 dalla zona retrocessione. Fra le note liete i francesi: Motta (Psg, 8) è geniale, dai suoi piedi passano 4 dei 6 gol al Lilla. Verratti (7) da play basso ma con la solita efficacia e Sirigu (6,5) esce dopo 31’ per un problema a una caviglia. Raggi (Monaco, 7) da terzino destro innesca Carrasco per il gol dell’1-0 sul Lens. Se PellĂŠ gode Balotelli (5,5, Liverpool) soffre: titolare dopo 2 mesi (in Premier era da novem-

on che ce ne fosse gran bisogno, però il Siviglia avvisa la Fiorentina mostrando tutta la profonditĂ della sua rosa. Per sfidare il Rayo Vallecano Emery ha fatto 7 cambi rispetto a San Pietroburgo e ha vinto con grande comoditĂ : 2-0, e solo perchĂŠ il portiere del Rayo ToĂąo ha fatto 4 grandissime parate. E a proposito di portieri, da segnalare che nel turnover del Siviglia è finito anche Beto, che dopo la disastrosa prova con lo Zenit ha lasciato il posto al giovane Sergio Rico, canterano che giĂ lo aveva ben sostituito durante i suoi 2 mesi e mezzo di assenza per infortunio. Il Siviglia allunga a 14 la striscia di partite senza sconfitte nelle varie competizioni, e addirittura a 34 gare l’imbattibilitĂ casalinga, le 26 partite di questa stagione piĂš 8 della scorsa: 28 vittorie e 6 pareggi. In classifica la squadra di Emery si è portata al 4° posto con un punto sul Valencia, in campo stasera col Granada. I GOL Guidato da un Banega in stato di grazia e con l’attacco di scorta, gli esterni Reyes e Denis Suarez e il centravanti Gameiro, decisamente ispirato il Siviglia è partito forte ed è passato al 16’. Discesa sulla sinistra di Diogo, triangolo con Banega e cross nel cuore dell’area per Iborra che ha segnato di sinistro. Dopo le parate di ToĂąo su Gameiro un attimo prima dell’intervallo Carriço ha girato in rete con una torsione perfetta il cross di Denis Suarez. Nella ripresa il Siviglia ha sprecato ancora senza soffrire piĂš di tanto la positiva reazione del Rayo. f.m.r. Š RIPRODUZIONE RISERVATA

SUPER CHICHARITO La ripresa è iniziata con lo stesso incredibile ritmo e un copione preciso: assedio del Celta, contropiede del Madrid. I padroni di casa hanno spinto come ossessi e chiesto un rigore di Kroos su Orellana, il Madrid ha sprecato con Hernandez e Isco ma al 24’ ha chiuso la gara: grande lancio di esterno di Ramos, controllo e gol del Chicharito. Per il messicano 4 gol nelle ultime 4 partite, in Liga 6 reti con 10 tiri nello specchio. In attesa di tornare in panchina.

ITALIANI ALL’ESTERO

Iacopo Iandiorio

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LUNEDĂŒ 27 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

bre che non partiva nell’11..) fa 75’, ha una mezza occasione, pare metterci la voglia ma non sfonda. Borini (5,5 Liverpool) per Balo, non trova spazi. In Scozia Pascali (4,5) va in barca col Kilmarnock: 1-4 dal St. Mirren e causa un rigore. In Germania Immobile (s.v.) in campo 3’ e centra un palo. Di Matteo (Schalke, 5,5) perde a Mainz e ha 2-3 occasioni con Farfan e Draxler; ora l’Europa è a rischio. Criscito (s.v., Zenit) ha un problema muscolare dopo 25’. Il Guangzhou di Cannavaro (6) rischia 2 volte il k.o. ma rimedia (3-3) col Jiangsu. Ancelotti (Real M., 7) passa a Vigo. Š RIPRODUZIONE RISERVATA

SIVIGLIA-RAYO 2-0 MARCATORI Iborra al 16’, Carriço al 43’ p.t. SIVIGLIA (4-2-3-1) Sergio Rico; Diogo, Carriço, Kolodziejczak, Tremoulinas; Krychowiak, Banega (dal 17’ s.t. Deulofeu); Reyes (dal 32’ s.t. Iago Aspas), Iborra, Denis Suarez; Gameiro (dal 24’ s.t. Bacca). All. Emery. RAYO VALLECANO (4-2-3-1) ToĂąo; Quini, Amaya (dal 14’ p.t. Morcillo), Ba, Insua; Baena, Trashorras; Kakuta, Pozuelo (dal 38’ s.t. Miku), Aquino (dal 25’ s.t. Embarba); Manucho. All. Jemez. ARBITRO Jaime Latre

Scarpa d’Oro Griezmann sale da solo al 3° posto

LE CLASSIFICHE

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CHAMPIONS PRELIMINARI DI CHAMPIONS EUROPA LEAGUE RETROCESSIONI

TOP 11: CHE BELL, 2 GOL A MAINZ 8 7,5 8 Antoine Griezmann, 24 anni â—? 1) 78 punti, Ronaldo (Real Madrid/Spa), 39 gol; 2) 72, Messi (Barcellona/Spa), 36 gol; 3) 44, Griezmann (Atletico Madrid/Spa), 22 gol; 4) 42, AgĂźero (Manchester City/Ing), 21 gol; 5) 40,5, Soriano (Salisburgo/ Austria), 27 gol

MESSI Barcellona

LASOGGA Amburgo

7,5

7,5

FERREIRA CARRASCO Monaco

STOPPELKAMP Paderborn

8 SIGURDSSON Swansea

WIJNALDUM Psv

7,5

LAVEZZI Psg

7,5 KOLAROV Man. City

7,5

8

BELL Mainz

BALTA Galatasaray FABRICIO Deportivo

8

GDS


Serie B R L’anticipo della 38a giornata

LUNEDÌ 27 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Brividi Bologna-Catania La A passa dai tre punti

1Squalificati Lopez, Corvino e tre giocatori: adesso tocca a Cacia Marcolin dopo cinque vittorie vede i playoff e fa riposare Rosina (3-5-2)

CATANIA

(4-3-1-2)

OGGI ore 20.30

ANDATA 2-2

35 COPPOLA 2 26 24 OIKONOMOU GASTALDELLO FERRARI 32 16 6 21 3 CECCARELLI CASARINI KRSTICIC LARIBI MORLEO 9 CACIA

11 SANSONE

7 MANIERO

19 CASTRO

42 COPPOLA

9 CALAIÒ

21 44 RINAUDO SCIAUDONE

43 45 5 MAZZOTTA CECCARELLI SCHIAVI 1 GILLET

15 SAURO

BOLOGNA PANCHINA 1 Da Costa, 7 Mbaye, 8 Garics, 15 Perez, 23 Bessa, 18 Acquafresca, 19 Troianiello, 10 Mancosu, 33 Improta. ALLENATORE Fini. SQUALIFICATI il tecnico Lopez, Maietta, Masina e Buchel. DIFFIDATI Abero, Bessa, Garics, Gastaldello, Maietta e Mancosu. CATANIA PANCHINA 22 Terracciano, 26 Belmonte, 24 Capuano, 8 Escalante, 6 Martinho, 20 Chrapek, 39 Odjer, 10 Rosina, 34 Rossetti. ALLENATORE Marcolin. SQUALIFICATI Del Prete. DIFFIDATI Ceccarelli, Chrapek, Escalante e Gyomber. ARBITRO La Penna di Roma. GUARDALINEE Avellano-Bottegoni. TV Sky Sport 1 HD, Calcio 1 HD, Supercalcio HD e Premium Calcio. PREZZI 12-65 euro.

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oba da ultima spiaggia, o quasi. Se il Bologna vuole la promozione diretta, dopo una sconfitta e tre pareggi, deve vincere. Se il Catania vuol rincorrere i playoff, dopo 5 vittorie di fila, pure. Alta tensione dunque stasera, con le due grandi del torneo che, dopo la retrocessione, si giocano una fetta importante di possibilità di risalire subito in A. QUI BOLOGNA I danni collaterali del contestato pareggio di Bari li ha portati il giudice sportivo: due giornate di squalifica all’allenatore Lopez (atteggiamento intimidatorio verso l’arbitro e un insulto), una a Maietta (evidentemente non c’era violenza nel suo spintone a Contini), Masina e Buchel. Inoltre, il d.s. Corvino, che nell’intervallo della partita del San Nicola ha affrontato a muso duro e insultato l’arbitro Maresca, è stato inibito fino al 10 maggio. Ieri Lopez è intervenuto nella conferenza di vigilia dell’anticipo col Catania usando toni concilianti prima che uscissero le sanzioni: «Ritengo che l’arbitro abbia sbagliato nell’azione del rigore più espulsione contro Maietta. La mia posi-

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Da sinistra Daniele Cacia, 31 anni, e Riccardo Maniero, 27 IPP-FOTOPRESS

zione ricalca quella del club, ma capita a tutti di commettere errori, non dobbiamo cercare alibi. Peraltro non ho insultato Maresca. E’ la prima volta che vengo espulso da quando faccio l’allenatore. Ora concentriamoci sul Catania e sulle prossime partite. Tutto è ancora aperto per il secondo posto». Stasera al posto di Lopez ci sarà il vice Massimo Fini, che ritrova Ga-

staldello e conferma la difesa a tre. In mezzo tornano Laribi e Morleo mentre davanti dovrebbe rientrare a tempo pieno Cacia accanto a Sansone. Intanto sale l’adrenalina dei tifosi (stasera sono attesi 18mila al Dall’Ara) che chiedono al club di farsi sentire con le istituzioni. Alcuni forumisti hanno dato vita ad un lungo scambio di tweet polemici con il presidente di Le-

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QUI CATANIA Quasi un anno è passato dall’ultima volta al Dall’Ara. Era l’11 maggio 2014 e il Catania, allenato allora da Pellegrino, si impose per 2-1. Era la penultima giornata del campionato di Serie A ed entrambe le squadre giocavano per la salvezza. Ebbe la meglio il Catania (reti di Monzon e Bergessio, per i rossoblù segnò Morleo) al termine di una partita combattutissima. A nulla servì però il successo dei siciliani, vanificato dalle vittorie di Chievo (a Cagliari) e Sassuolo (sul Genoa) e così Bologna e Catania finirono in Serie B. I rossazzurri sono reduci da cinque successi consecutivi e se vincono anche stasera eguagliano il record di dieci anni fa ottenuto anche in quel caso in B nella stagione dell’ultima promozione. Rispetto al successo di venerdì contro la Ternana, Marcolin potrebbe cambiare qualcosa in attacco. Sembra infatti assai probabile una staffetta Rosina-Castro, nel senso che stavolta l’argentino appare favorito nella corsa per una maglia da titolare, mentre l’italiano osserverebbe un turno di riposo, pronto magari a entrare in corsa se le circostanze della gara lo richiedessero. Confermato quindi il duo d’attacco Calaiò-Maniero con Castro alle spalle nelle vesti di rifinitore. Cambi anche in difesa e a centrocampo: dietro Sauro sostituirà lo squalificato Del Prete, mentre Escalante esce per far posto al rientrante Sciaudone che ha scontato la squalifica e affiancherà la coppia Rinaudo-Coppola. Da Catania sono attesi circa duecento tifosi, che si uniranno a quelli che vivono in zona. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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ga B Abodi che ha ovviamente respinto le ipotesi di complotto contro il Bologna. Il presidente Tacopina per ora tace.

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LA SITUAZIONE Raffica di sanzioni anche al Lanciano E domani si gioca ● MILANO Detto a parte delle squalifiche per il Bologna (Maietta, Buchel, Masina, il tecnico Lopez e il d.s. Corvino) e per il Catania (Del Prete), il giudice sportivo ha squalificato altri 21 giocatori. Due giornate Cerri (Lanciano). Una giornata Castaldo (Avellino), Minala (Bari), Letizia (Carpi), Cremonesi (Crotone), Cappelletti e Donazzan (Cittadella), Dionisi (Frosinone), Aquilanti, Conti e Mammarella (Lanciano), Ristovski (Latina), Selasi (Pescara), Coly e Scaglia (Pro Vercelli), Falletti (Ternana), Lo Bue e Zampa (Trapani), Falcone e Luoni (Varese) e Cinelli (Vicenza). Ammende 10.000 euro Lanciano, 3.000 Pescara, 2.000 per Bari e Pro Vercelli. Dirigenti Inibito fino al 10 maggio anche Guglielmo Maio, vicepresidente del Lanciano. ● Intanto il campionato prosegue a ritmo serrato e, dopo le gare di venerdì e sabato, stasera con l’anticipo si apre la 38a giornata, che vedrà le altre partite domani alle 20.30: ecco il programma (solo oggi avremo gli arbitri). Brescia-Vicenza (0-2) Carpi-Bari (1-0) Cittadella-Spezia (0-0) Crotone-Avellino (2-1) Entella-Varese (2-2) Latina-Perugia (0-0) Livorno-Modena (0-0) Pescara-Pro Vercelli (4-0) Ternana-Frosinone (1-0) Trapani-Lanciano (2-2) ● Questa è la classifica dopo 37 giornate: al Carpi basta un punto per essere promosso. Carpi p. 74; Vicenza 62; Frosinone 61; Bologna 60; Perugia 55; Avellino, Spezia e Pescara 54; Livorno 53; Lanciano 48; Bari e Catania 47; Modena 45; Ternana 44; Trapani 43; Pro Vercelli, Latina ed Entella 42; Crotone 41; Cittadella 40; Brescia (-6) 33; Varese (-4) 29.

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Lega Pro - Girone B R 36a giornata CLASSIFICA SQUADRE

PT

TERAMO ASCOLI REGGIANA SPAL PISA ANCONA L'AQUILA TUTTOCUOIO PONTEDERA LUCCHESE GROSSETO (-1) PISTOIESE CARRARESE GUBBIO SANTARCANGELO PRATO FORLI' SAVONA (-2) PRO PIACENZA (-8) SAN MARINO

71 67 62 58 56 54 54 50 48 47 43 42 41 40 40 40 40 37 33 30

PARTITE

RETI

G V N P

36 36 36 36 36 36 36 36 36 36 36 36 36 36 36 36 36 36 36 36

20 18 17 17 15 13 14 13 12 12 10 11 8 9 9 8 10 10 11 7

11 13 11 7 11 15 12 11 12 11 14 9 17 13 13 16 10 9 8 9

F

RISULTATI 1-1 1-2 1-1 1-0 3-2 1-0 3-2 1-2 2-0 2-1

PROSSIMO TURNO SABATO 2 MAGGIO ore 15 ASCOLI-ANCONA GUBBIO-PRO PIACENZA L’AQUILA-GROSSETO LUCCHESE-REGGIANA PISA-TUTTOCUOIO PONTEDERA-CARRARESE PRATO-SANTARCANGELO SAN MARINO-FORLI’ SAVONA-TERAMO SPAL-PISTOIESE

Ci pensa Lapadula-bis Altinier che spettacolo Il Teramo avvicina la B L’Ascoli resta in corsa

(1-2) (0-1) (2-1) (1-1) (4-1) (1-1) (0-1) (0-1) (0-4) (5-1)

MARCATORI 20 RETI Donnarumma (4) e Lapadula (2, Teramo). 18 RETI Cellini (6, Carrarese). 17 RETI Altinier (4, Ascoli). 15 RETI Arma (5, Pisa); Bocalon (2, Prato). 14 RETI Torromino (4, Grosseto). 13 RETI Ruopolo (Reggiana). 12 RETI Loviso (5, Gubbio); Forte (3, Lucchese; 2 nel Forli’). 11 RETI Perez (2, Ascoli). 10 RETI Grassi (Ascoli; 8 con 1 rigore nel Pontedera); Docente (2, Forli’); Guidone (1, Santarcangelo); Scappini (3, Savona); Colombo (3, Tuttocuoio). 9 RETI Merini (Carrarese); Melandri (Forli’); Pichlmann (1, Grosseto); Sandomenico (L’Aquila); Fanucchi (1, Prato); Matteassi (Pro Piacenza); Zigoni (3, Spal). 8 RETI Tavares (2, Ancona); Regolanti (Gubbio); Lo Sicco (Lucchese); Finotto e Fioretti (3, Spal). 7 RETI Pacilli (1, L’Aquila); Alessandro (3, Pro Piacenza).

REGOLAMENTO SALGONO IN 4: UNA DAI PLAYOFF SCENDONO IN 9: SEI DAI PLAYOUT ●

Ecco il regolamento della Lega Pro unica, che prevede quattro promozioni in Serie B (con una nuova formula dei playoff) e nove retrocessioni in Serie D. PROMOZIONI Salgono in Serie B le prime di ciascun girone. Le seconde e le terze più le due migliori quarte (si guardano i punti conquistati, poi la differenza reti, o il maggior numero di reti, ecc...) accedono ai playoff, nei quali (primo turno a gara unica) la miglior seconda riceve la peggior quarta, la seconda miglior seconda riceve l’altra quarta, la peggior seconda riceve la peggior terza, la miglior terza riceve la seconda delle terze. In caso di parità si va a supplementari e poi eventualmente ai rigori. Poi ci sono semifinali e finali con andata (in casa delle peggio classificate) e ritorno: anche qui in caso di parità supplementari e rigori.

RETROCESSIONI Scendono in Serie D le ultime classificate di ogni girone. Ai playout vanno 16a, 17a, 18a e 19a di ogni girone con la seguente formula: 19a contro 16a, 18a contro 17a. Sono partite di andata e ritorno: in caso di parità di punteggio si salva la squadra meglio classificata in campionato.

TERAMO

2

PONTEDERA

0

MARCATORE Lapadula al 40’ p.t. e al 30’ s.t. TERAMO (3-5-2) Tonti 6; Caidi 6,5, Speranza 7,5, Perrotta 6; Scipioni 6,5, Di Paolantonio 6,5 (dal 21’ s.t. Masullo 6), Amadio 6,5, Cenciarelli 7, Di Matteo 5,5 (dal 35’ s.t. Fiore s.v.); Lapadula 8 (dal 43’ s.t. Petrella s.v.), Donnarumma 6,5. (Narduzzo, Diakite, Brugaletta, Bucchi). All. Zambardi 6,5 (Vivarini squalificato). PONTEDERA (3-5-2) Anacoura 6,5; Redolfi 5 (dal 19’ s.t. Ceciarini 6), Vettori 5,5, Gasbarro 5 (dal 33’ s.t. Libertazzi s.v.); Videtta 5,5, Luperini 6, Lombardo 6 (dal 40’ s.t. Bennati s.v.), Settembrini 6,5, Galli 5,5; Cesaretti 6, De Cenco 6. (Cardelli, Francesa Gherra, Romiti, Segoni). All. Indiani 6. ARBITRO Baldicchi di Città di Castello 6.

Pazza Reggiana Va sotto per 2-0 e poi vince al 95’

NOTE paganti 6.790, abbonati 342, incasso non comunicato. Ammoniti Redolfi, Lombardo, Galli, Perrotta e Videtta. Angoli 3-3.

SANTARCANGELO

1

ASCOLI

2

La Salernitana festeggia la B: ora il Bassano?

tecnico Cuttone al 35’ p.t.; ammoniti Taugourdeau e Grassi. Angoli 5-2. ●

TERAMO Un altro passo verso la B. Il Teramo, spinto da Lapadula (20 reti, raggiunto Donnarumma), liquida il Pontedera e si avvicina allo storico traguardo della promozione. Sabato, a Savona, la squadra di Vivarini ha la possibilità di fare festa e chiudere il discorso prima dello scontro diretto con l’Ascoli del 9 maggio. Teramo in B se vince, oppure se pareggia e l’Ascoli non vince con l’Ancona, o ancora se perde e i bianconeri perdono. Davanti a un pubblico da record (migliore afflusso di tutti i tempi per una gara casalinga del Teramo) gli abruzzesi segnano un gol per tempo con Lapadula, che sfrutta gli assist di Amadio e Donnarumma. Gaetano Lombardino

MARCATORI Altinier (A) al 21’ e su rigore al 34’ p.t.; Guidone (S) al 38’ s.t. SANTARCANGELO (4-3-1-2) Nardi 6; Traoré 5,5 (dal 27’ s.t. Argeri 6), Cola 6, Olivi 5, Rossi 6; Bisoli 6 (dal 18’ s.t. De Respinis 6), Taugourdeau 5,5, Obeng 6,5; Berardino 6; Guidone 6,5, Graziani 5,5 (9’ st. Radoi 5,5). (Lombardi, Adorni, Possenti, Garufi). All. Cuttone 5,5. ASCOLI (4-3-1-2) Lanni 6; Nardini 6 (dal 20’ p.t. Mori 6), Pelagatti 6,5, Mengoni 5,5, Avogadri 6; Addae 6,5, Pirrone 6 (dal 35’ s.t. Gualdi s.v.), Altobelli 6 (dal 28’ s.t. Carpani 6); Grassi 6,5; Altinier 7,5, Tripoli 6,5. (Ragni, Berrettoni, Mustacchio, Perez). All. Petrone 6,5. ARBITRO Lacagnina di Caltanissetta 5,5. NOTE paganti 1.285, abbonati 252, incasso n.c.. Espulsi Olivi al 33’ p.t. e il

SANTARCANGELO (Rn) L’Ascoli parte forte, va sul doppio vantaggio e ha un uomo in più dalla mezz’ora. Eppure soffre nel finale, col Santarcangelo che va vicinissimo al pari. I tre punti sono degli ospiti, che vanno in vantaggio con Altinier, bravo al 21’ a vincere un rimpallo in area e a fulminare Nardi. Al 33’, lanciato da Tripoli, Grassi è agganciato in area da Olivi: rigore ed espulsione, con Altinier che spiazza Nardi per il raddoppio. L’Ascoli sembra poter gestire bene la gara, ma nel finale il Santarcangelo spinge e prima Guidone in mischia, da due passi, mette dentro l’1-2, poi ha due occasioni: il palo di Obeng e Radoi che, solo in area, manca il pari. L’Ascoli tira un sospiro di sollievo e resta in scia al Teramo: le speranze passano (anche) dal derby di sabato con l’Ancona. Loriano Zannoni

Incredibile Spal: ribaltone finale e 8a vittoria di fila

Segna Tavares Pisa recuperato: addio ai playoff

Matteassi in gol La Pro Piacenza ora vede i playout

REGGIANA

3

CARRARESE

1

ANCONA

1

PRO PIACENZA

1

SAN MARINO

2

SPAL

2

PISA

1

L’AQUILA

0

MARCATORI Musetti (SM) al 27’ p.t.; Cruz (SM) al 21’, Ricci (R) al 39’, Angiulli (R) al 44’, Petkovic (R) su rigore al 50’ s.t. REGGIANA (4-3-1-2) Feola 6; Andreoni 6, Spanò 6, De Giosa 6, Mignanelli 5,5 (dal 24’ s.t. Alessi 5,5); Bruccini 6 (dal 30’ s.t. Messetti s.v.), Vacca 6 (dal 14’ s.t. Ricci 6,5), Angiulli 6,5; Siega 5,5; Petkovic 6,5, Ruopolo 5. (Messina, Gueye, De Biasi, Parola). All. Colombo 6,5. SAN MARINO (3-5-2) Secco 7,5; Bregliano 5, Fogacci 6, Cammaroto 6; Bationo 5, Soligo 5,5, Diawara 6,5, Cuffa 6 (dal 14’ s.t. Ferrero 5), Cruz 6,5; Musetti 6,5 (dal 36’ s.t. La Mantia s.v.), Sensi 6,5 (dal 23’ s.t. Magnanelli 5,5). (Vivan, Varone, Baldazzi, Bangal). All. D’Adderio 6. ARBITRO Proietti di Terni 6. NOTE paganti 2.045, abbonati 1.176, incasso di 13.241 euro. Espulso Bregliano al 7’ s.t.; ammoniti Bruccini, Ricci, Messetti e Cammaroto. Angoli 10-1.

MARCATORI Cellini (C) al 25’ p.t.; Finotto (S) al 45’, Giani (S) al 48’ s.t. CARRARESE (4-3-2-1) Zanotti 6,5; Berra 5, Massoni 5, Teso 5, Lancini 5; Brondi 6, Castagnetti 6, Gnahoré 5; Gherardi 6,5 (dal 42’ s.t. Sbraga s.v.), Disabato 6,5 (dal 34’ s.t. Beltrame 6); Cellini 6,5 (dal 45’ s.t. Merini s.v.). (Anedda, Battistini, Di Nardo, Ademi). All. Remondina 5. SPAL (3-5-2) Menegatti 6; Gasparetto 6, Cottafava 6, Giani 7; Lazzari 5,5 (dal 39’ s.t. Veratti 6), Bellemo 5 (dal 1’ s.t. Filippini 6), Capece 5,5 (dal 29’ s.t. Rovini 6,5), Togni 6,5, Di Quinzio 6; Finotto 7, Zigoni 5,5. (Albertoni, Gerbaudo, Landi, Silvestri). All. Semplici 6,5. ARBITRO Marinelli di Tivoli 7. NOTE paganti 627, abbonati 380, incasso di 5.514 euro. Ammoniti Brondi, Zigoni, Gherardi, Lazzari e Beltrame. Angoli 4-4.

MARCATORI Iori (P) al 27’, Tavares (A) al 34’ s.t. ANCONA (4-1-4-1) Lori 6; Parodi 6 (dal 38’ p.t. Cangi 5,5), Dierna 6,5, Bacchetti 6,5, D’Orazio 6; Sampietro 6,5; Lisai 6 (dal 31’ s.t. Tavares 7), Di Ceglie 6, Bambozzi 6,5 (dal 16’ s.t. Bondi 6), Tulli 6; Paponi 6. (Aprea, Paoli, Camillucci, Gelonese). All. Cornacchini 6. PISA (4-4-2) Pelagotti 6; Pellegrini 5,5, Lisuzzo 6,5, Sini 6, Costa 6; Ricciardi 5,5 (dal 7’ s.t. Finocchio 5,5), Misuraca 5,5 (dal 38’ s.t. Mandorlini s.v.), Iori 6,5, Floriano 5,5; Arma 5,5, Arrighini 5 (dal 16’ s.t. Napoli 6). (Adornato, Caponi, Rozzio, Paci). All. Amoroso 5,5. ARBITRO Dionisi di L’Aquila 6,5. NOTE paganti 780, abbonati 678, incasso non comunicato. Ammoniti Pellegrini, Misuraca, Floriano e Tulli. Angoli 3-6.

REGGIO EMILIA Una partita dal finale pazzesco mantiene la Reggiana al 3° posto a +4 sulla Spal, rivale all’ultimo turno. Il San Marino, sul 2-0 fino a 6’ dal 90’, rimane invece ultimo da solo. Dopo aver segnato con Musetti e Cruz e aver neutralizzato un rigore di Bruccini, la squadra dell’ex D’Adderio ha subito i gol di Ricci, Angiulli (bolide da 20 metri) e Petkovic su rigore al 95’. Ezio Fanticini

CARRARA Una Spal indomita supera la Carrarese negli ultimi minuti e continua la caccia alla Reggiana, che visiterà all’ultima giornata. Carrarese costretta a leccarsi le ferite per la pessima gestione della fase decisiva di gara: è l’ennesima beffa per gli uomini di Remondina, passati in vantaggio con un’incornata di Cellini. La Spal confeziona l’ottava vittoria di fila in pieno recupero, prima con Finotto che ribatte in rete una respinta di Zanotti e poi con il bolide da fuori area di Giani. Luca Santoni

ANCONA Il Pisa fa poco per vincere e dice addio ai playoff. «Non abbiamo fatto quattro passaggi di fila, è stata una prestazione disastrosa», dice senza mezzi termini il tecnico Amoroso. L’Ancona fa la partita e riprende con merito i toscani. Accade tutto a metà ripresa. Iori sblocca di testa sull’angolo di Costa, ma Tavares, appena entrato, risponde con un gran destro sulla sponda di Paponi, che sullo 0-0 sfiorato il vantaggio. E sabato per l’Ancona c’è l’atteso derby sul campo dell’Ascoli. Stefano Rispoli

PIACENZA Missione compiuta per la Pro Piacenza, che continua a sperare nella salvezza, grazie soprattutto alla vittoria in extremis della Reggiana contro il San Marino. La vittoria con L’Aquila è stata fortemente voluta dai padroni di casa, che nel primo tempo soffrono, partono male anche nelle ripresa, poi cambiano marcia e stringono d’assedio un avversario che non ha più nulla da chiedere al campionato. Ancora decisivo l’asse Alessandro (assist)-Matteassi (gol), dopo che lo stesso Alessandro si era presentato per due volte solo davanti a Zandrini, senza trovare la rete. La Pro conquista tre punti dopo sette partite di attesa: i playout ora sono più vicini. Paolo Gentilotti

Torromino fa 14 Grosseto sorride Il Prato nei guai

Cuore Pistoiese: rimonte e 3 punti Acori è a rischio

Forlì, gol e paura Il Savona segna poi sbatte sui pali

Grande Tuttocuoio Entra Cherillo e la Lucchese crolla

MARCATORE Matteassi al 27’ s.t. PRO PIACENZA (4-3-3) Alfonso 6; Castellana 6, Sall 5,5, Bini 6, Sane 5,5; Schiavini 6 (dal 41’ s.t. Marmiroli s.v.), Bacher 6,5, Barba 7,5; Matteassi 6,5, Speziale 5 (dall’11’ s.t. Caboni 6), Alessandro 6,5. (Iali, Mascolo, Petrini, Mella, Giovio). All. Franzini 6. L’AQUILA (4-2-3-1) Zandrini 5; Scrugli 5, Pomante 6, Carini 6, Gotti 6; De Francesco 6 (dal 18’ s.t. Perpetuini 6), Del Pinto 5,5 (dal 34’ s.t. Virdis s.v.); Pacilli 6, Corapi 6,5, Sandomenico 5 (dal 25’ s.t. Pozzebon 5,5); Perna 6. (Cacchioli, Karkalis, Gizzi, Di Lollo). All. Zavettieri 6. ARBITRO Illuzzi di Molfetta 5. NOTE paganti 348, abbonati 154, incasso di 3.500 euro. Amm. Bini, Sall, Del Pinto, Caboni e Pacilli. Angoli 8-7. ●

GROSSETO

1

PISTOIESE

3

FORLÌ

1

TUTTOCUOIO

2

PRATO

0

GUBBIO

2

SAVONA

1

LUCCHESE

1

MARCATORI Torromino su rigore al 23’ s.t. GROSSETO (3-4-1-2) Baiocco 6; Monaco 6,5 (dal 37’ s.t. Ferraro 6,5), Biraschi 6,5, Legittimo 7,5; Formiconi 6,5 (dal 44’ s.t. Albertini s.v.), Verna 6 (dal 16’ s.t. Lugo 6,5), Della Latta 6, Paparusso 6; Volpe 6; Fofana 6,5, Torromino 7,5. (Mangiapelo, Boron, Gambino, Pichlmann). All. Silva 6,5. PRATO (3-5-2) Gazzoli 7; Matteo 5,5 (dal 36’ s.t. Ghidotti s.v.), Pasa 6 (dal 36’ s.t. Gabbianelli s.v.), Sorbo 5,5; Grifoni 6, Tassi 5,5 (dal 12’ s.t. Knudsen 6), Urso 6, Santini 6, De Agostini 6; Bocalon 5,5, Rubino 5. (Ivusic, Coccolo, Romano, Ogunseye). All. Esposito 6. ARBITRO Vesprini di Macerata 6,5. NOTE paganti 642, abbonamenti non validi, incasso di 3.456 euro. Ammoniti Fofana, Monaco, Tassi e Sorbo. Angoli 6-2. GROSSETO Il Grosseto fa un passo forse decisivo verso la salvezza, battendo il Prato con un rigore di Torromino (14 gol in tutto). La squadra di Silva ha dominato e, prima del fallo di mano di Matteo sul cross di Torromino, è andata vicina al gol due volte con Formiconi, di piede e di testa, mentre Lugo su punizione ha sfiorato il 2-0. Il Grosseto è andato al tiro 11 volte, mentre il Prato non ha saputo reagire e adesso rischia di finire nei playout. Maurizio Caldarelli

MARCATORI Guerri (G) al 14’, Mungo (P) al 25’, D’Anna (G) al 42’ p.t.; Mungo (P) al 2’, Anastasi (P) al 36’ s.t. PISTOIESE (4-2-3-1) M. Ricci I 6; Golubovic 6, L. Ricci 6, Piana 6,5, Frascatore 6,5; Mungo 7, Vassallo 6; Falzerano 5,5 (dal 26’ s.t. Martignago 6), Coulibaly 5 (dal 1’ s.t. Anastasi 7), Piscitella 5,5; Romeo 6 (dal 26’ s.t. Calvano s.v.). (Olczak, Celiento, Narciso, Provenzano). All. Sottili 7. GUBBIO (4-4-2) Iannarilli 5,5; Luciani 6, Manganelli 6, Lasicki 6, D’Anna 6,5; Mancosu s.v. (dal 16’ s.t. Esposito 5,5), Guerri 6 (dal 4’ s.t. Tutino 5,5), Loviso 6, Casiraghi 5,5; Cais 5 (dal 15’ s.t. Bentoglio 5,5), Vettraino 5,5. (Citti, Rosato, Caldore, Castelletto). All. Acori 6. ARBITRO Formato di Benevento 6. NOTE paganti 984, abbonati 501, incasso di 8.810 euro. Ammoniti Mungo, M. Ricci I, Anastasi, Martignago e Bentoglio. Angoli 5-1. ●

PISTOIA Per due volte sotto, la Pistoiese ha la forza di rimontare e vincere la sfida salvezza. Vittoria meritata, tenuto conto anche delle occasioni sprecate da Romeo, Falzerano e Coulibaly. Gubbio avanti con l’ex Guerri, pari di Mungo prima di una serie di errori della Pistoiese. L’1-2 è di D’Anna, ma nella ripresa prima Mungo fa 2-2 e poi Anastasi ribalta il risultato: ora la panchina di Acori traballa. Enzo Cabella

MARCATORI Capellini (F) al 16’ p.t.; Scappini (S) al 12’ s.t. FORLI’ (4-3-1-2) Scotti 6,5; Casini 6, Catacchini 5, Drudi 6, Turi 5,5; Jidayi 6, Pettarin 5,5 (dal 34’ s.t. Rosafio 6), T. Arrigoni 6; Capellini 6 (dal 25’ s.t. Fantoni 6); Melandri 6, Docente 6 (dal 38’ s.t. Morga s.v.). (Casadei, Castellani, Bisoli, Cejas). All. Firicano 6. SAVONA (4-4-2) Rossini 6,5; Marchetti 6, Galimberti 6, Marconi 6,5, Eguelfi 5,5; Taddei 6, Cabeccia 6, D’Amico 5,5 (dal 25’ p.t. Demartis 6,5), Carta 6 (dal 49’ s.t. Morosini s.v.); Giovinco 6,5 (dal 33’ s.t. Sanna 6), Scappini 6,5. (Addario, Bramati, Ficagna, Frugoli). All. Riolfo 6,5. ARBITRO Marini di Roma 6. NOTE spettatori 1.500 circa; paganti e abbonati non comunicati, incasso di 3.720 euro. Espulso Catacchini al 48’ s.t.; ammoniti Pettarin, Marconi, Casini, Jidayi e Carta. Angoli 4-7. ●

FORLI’ Un punto per continuare a sperare nella salvezza diretta. Forlì e Savona possono però recriminare per aver avuto le occasioni per vincere. I padroni di casa, oltre al gol di Capellini, hanno sprecato altre tre occasioni con Melandri. I liguri hanno trovato il pari con Scappini, che ha battuto Scotti dopo essersi liberato di Catacchini, e hanno colpito due volte i legni, con lo stesso Scappini e con Sanna, sempre di testa. Gavino Cau

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I GIRONI A E C

S

5 58 30 5 57 34 8 50 29 12 43 30 10 41 29 8 43 36 10 40 33 12 42 55 12 40 37 13 42 41 12 40 38 16 42 59 11 45 45 14 43 48 14 32 37 12 39 47 16 35 51 17 35 54 17 32 49 20 37 54

PROMOSSE PLAYOFF PLAYOUT RETROCESSA

ANCONA-PISA CARRARESE-SPAL FORLI'-SAVONA GROSSETO-PRATO PISTOIESE-GUBBIO PRO PIACENZA-L'AQUILA REGGIANA-SAN MARINO SANTARCANGELO-ASCOLI TERAMO-PONTEDERA TUTTOCUOIO-LUCCHESE

LUNEDÌ 27 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

MARCATORI Espeche (L) al 38’ p.t.; Cherillo (T) al 21’, Deiola (T) al 32’ s.t. TUTTOCUOIO (3-5-2) Bacci 6,5; Bachini 6 (dal 12’ s.t. Civilleri 6), Falivena 6, Colombini 6; Deiola 6,5, Gargiulo 6, Balde 6,5, Serrotti 5,5, Agrifogli 6 (dal 36’ s.t. Ingrosso s.v.); Tempesti 5,5 (dal 17’ s.t. Cherillo 6,5), Colombo 6,5. (Morandi, Mancini, Scicchitano, Gioè). All. Alvini 6,5. LUCCHESE (4-2-3-1) Pazzagli 6; Calcagni 6, Calistri 5,5, Espeche 6,5, Nolè 6; Mingazzini 5,5 (dal 34’ s.t. Strizzolo s.v.), Pizza 6; Ferretti 6 (dal 38’ s.t. Raicevic s.v.), Scapinello 6,5 (dal 20’ s.t. Lo Sicco 5,5), Pagano 5,5; Forte 6,5. (Di Masi, Risaliti, Cazè, Degeri). All. Galderisi 6. ARBITRO Spinelli di Terni 6. NOTE paganti 298, abbonati 138, incasso di 3.501 euro. Espulso Pizza al 42’ s.t.; ammoniti Bacci, Ingrosso, Deiola e Nolè. Angoli 3-5. ●

PONTEDERA (Pi) La terza sconfitta consecutiva della Lucchese arriva a Pontedera contro un Tuttocuoio che prenota un posto nella prossima Coppa Italia. La squadra di Alvini vince in rimonta grazie a un grande secondo tempo. Nella prima frazione meglio la Lucchese: Bacci deve superarsi in due occasioni, ma non può niente sul tap-in di Espeche. Nella ripresa i rossoneri vanno vicini al raddoppio (traversa di Forte), poi accusano un evidente calo fisico. Cherillo, appena entrato, pareggia a metà ripresa e Deiola ribalta il risultato 10’ dopo. Luca Calò

I gironi A e C hanno giocato sabato la 36a giornata scrivendo la prima promozione stagionale: la Salernitana si è portata a +7 sul Benevento e quindi è ritornata in Serie B dopo cinque anni. Nel prossimo turno (penultima giornata) può toccare anche al Bassano, se da 3 porta ad almeno 4 i punti di vantaggio sul Pavia: la squadra di Tonino Asta (mai stata in B nella sua storia) deve quindi vincere a Monza e sperare che il Pavia non vinca a Como, oppure alla capolista basta il pareggio in caso di sconfitta dei rivali.

Ecco comunque il programma della 37a giornata nei due gironi e le rispettive classifiche a 180 minuti dalla fine. GIRONE A VENERDI 1 MAGGIO (ore 15) AlbinoLeffe-Mantova (1-2), ComoPavia (2-1), Cremonese-Torres (23), Feralpi Salò-Lumezzane (3-1), Monza-Bassano (1-2), NovaraArezzo (0-0), Real VicenzaPordenone (1-1), RenateAlessandria (1-1), Südtirol-Giana (01), Venezia-Pro Patria (2-0). CLASSIFICA Bassano p. 70; Pavia (-1) 67; Novara (-8) e Alessandria 63; Como 61; Feralpi Salò 53; Arezzo 49; Real Vicenza 48; Mantova (-3), Torres e Cremonese 46; Venezia (-3) 45; Südtirol 44, Giana 42; Renate 41; Monza (-6) 38; Lumezzane 35; Pro Patria (-1) 32; Pordenone 31; AlbinoLeffe 29. GIRONE C DOMENICA 3 MAGGIO (ore 15) Barletta-Foggia (1-0), CasertanaSavoia (3-0), Cosenza-Benevento (2-3), Juve Stabia-Vigor Lamezia (11), Lecce-Ischia (1-2), Lupa RomaAversa Normanna (1-3), MateraMelfi (1-1), Messina-Salernitana (0-1), Paganese-Martina (0-2), Reggina-Catanzaro (0-1). CLASSIFICA Salernitana p. 79; Benevento 72; Matera e Juve Stabia 66; Casertana 65; Lecce 63; Foggia (-1) 60; Catanzaro 50; Melfi (-2) 45; Cosenza 44; Vigor Lamezia 43; Barletta (-6) 41; Lupa Roma 40; Martina 37; Paganese 36; Messina 31; Ischia (-1) 30; Aversa Normanna (-1) 29; Savoia (-4) 25; Reggina (-16) 11. PLAYOFF Se il campionato finisse oggi, questa sarebbe la griglia del primo turno dei playoff (Ascoli e Pavia hanno gli stessi punti, ma i marchigiani sono in vantaggio nella differenza reti): BeneventoAlessandria, Ascoli-Juve Stabia, Pavia-Reggiana e Matera-Novara.

SERIE D PROMOSSE IN 4: CASTIGLIONE, LUPA, ANDRIA E AKRAGAS ● (r.c.) Dopo Rimini e Padova, sono salite in Lega Pro anche il Castiglione (è un fresco ritorno) di Alessio Delpiano, i laziali della Lupa Castelli (di Frascati) guidati da Giorgio Galluzzo (che è anche andato in campo alla prima giornata) al secondo salto di fila come la Fidelis Andria, guidata di Giancarlo Favarin (ha vinto la D anche con Castelnuovo, Lucchese e Venezia) e infine i siciliani dell’Akragas di Vincenzo Feola, che fa il bis dopo il trionfo col Savoia. Mancano tre promosse: il Cuneo (A) perdeva in casa 2-0 sino al 54’ poi ha vinto grazie al solito França (27 reti): a 180’ dal termine ci sono a -2 Chieri e a -3 Sestri Levante, che nel prossimo turno si sfidano; il Cuneo può farcela domenica quindi come il Siena (E), sempre a +4 sul Poggibonsi, e la Maceratese (F), che pareggia facendo arrivare il Fano a -4. In Eccellenza scende anche il Valle d’Aosta (A). ● PROMOSSE Rimini, Padova, Castiglione, Lupa Castelli, Fidelis Andria e Akragas ● RETROCESSE Atl. Montichiari, Orlandina, Anziolavinio, Borgomanero, Mezzocorona, Bastia, Mori Santo Stefano, Celano, Terracina, Valle d’Aosta. ● Risultati e classifiche li trovate sul nostro sito www.gazzetta.it.


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Motomondiale R Verso il GP Spagna

LUNEDÌ 27 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

L'ANALISI di FILIPPO FALSAPERLA

INEVITABILI QUEI K.O.? SÌ, PERCHÉ LA MOTOGP VIETA DI ALLENARSI

I

l pericolo è il mio mestiere. Faccio il pilota! Ma l’insidia, la trappola sono dietro l’angolo. Squilla il telefono e scatta l’allarme. Team manager in fibrillazione, ospedali allertati, dottori precettati: che sia lunedì o domenica non cambia nulla se c’è da provare a salvare il salvabile. Che per i nostri eroi significa correre, anche rotti e operati di fresco: nel 2013 Jorge Lorenzo non si arrese ad Assen con una clavicola aperta e riassemblata a meno di 48 ore dal via. TUTTA COLPA DEL DIRT TRACK A sinistra, Marc Marquez all’uscita dall’ospedale ieri mattina con il dottor Xavier Mir, lo specialista della mano e uno dei membri dell’équipe medica della MotoGP che lo ha operato. In alto, Marc in azione sul motard durante il Superprestige PORROZZI

Il mignolo sotto una ruota Ma Marquez vuole correre

1Marc colpito dalla moto che seguiva: dito ruotato di 180°. Suppo (Honda): «Un rischio che metti in conto». Ora Jerez diventa il crocevia del Mondiale

Paolo Ianieri

C

i sono momenti in cui ti vanno tutte dritte e ti senti imbattibile. E altre in cui...basta appoggiare una mano per terra e ti rompi qualcosa. Le ultime settimane di Marc Marquez sembrano poter certificare che «il Marziano» è tornato sulla terra. Lo svarione alla prima curva della prima gara in Qatar un mese fa, l’erroraccio di valutazione (o presunzione?) con il quale solo 8 giorni fa nel tentativo di resistere a Valentino Rossi è finito a gambe all’aria in Argentina, adesso l’incidente in motard di sabato, mentre si allenava a Rufea su quella che ormai è quasi diventata la sua pista. Innocui i primi due, fatti salvi i punti pesanti gettati e regalati a Valentino, decisamente pesante l’ultimo, che pone un grosso interrogativo sulla condizione fisica che porterà il dominatore delle ultime due stagioni all’appuntamento di questo weekend a Jerez. TUTTI IN PISTA Quella fortuna che negli ultimi anni ha spesso sorriso a Marquez, non è stata dalla sua parte sabato mattina. In pista con lui c’erano anche il fratello Marc, il manager Emilio Alzamora e José Luis Martinez, da quest’anno entrato nello staff del pilota: l’ex crossista, oltre che allenare i due fratelli e Tito Rabat nel dirt track, in pista è un po’ il factotum di Marc, dalla preparazione del materiale ad altri compiti logistici che fino all’anno scorso erano assolti da Hector Martin, oggi più concentrato sui rapporti con media e sponsor.

L’URTO La dinamica è stata parecchio sfortunata, perché dopo Dani Pedrosa, operato anche lui perché dopo essere finito a terra, sulla mano sini- d’urgenza dopo il Qatar per il riacutizzarsi della stra di Marquez è passata la ruota della moto sindrome compartimentale all’avambraccio de(non si è saputo chi la guidasse) che lo seguiva. stro, ora c’è la grana Marquez. «Correremo con L’urto è stato devastante per il mignolo, che nel- Stoner e Aoyama e fuori dal box metteremo la H l’impatto è uscito dalla sua sede, ruotando di di ospedale invece di quella Honda — scherza 180°: è in questo stato che il dottor Xavier Mir, Suppo, prima di tornare serio —. Pedrosa domauno dei più grandi specialisti della mano e da al- ni (oggi; n.d.r.) farà una prova di sforzo per valucuni anni tra i membri dell’équipe medica della tare la condizione, il piano è correre a Jerez anMotoGP, ha trovato Marc Marquez quando, un che se per precauzione in Spagna verrà anche Aopaio di ore dopo l’incidente, il piloyama. Quanto a Marc, mi ha detto ta della Honda è arrivato in macdi essere sicuro di correre e di non LA CIFRA china da Lleida alla clinica univerpreoccuparmi. Bisogna essere positaria Dexeus di Barcellona. Opesitivi, del resto anche un anno fa si rato d’urgenza per la riduzione fece male in inverno con il motard, della falange prossimale, a Marc è poi arrivò in Qatar e vinse. Tutti i stata applicata una placca in titapiloti si allenano così, è un rischio nio con l’inserzione di sei viti, con che metti in conto. Valentino e i la mano che è stata poi immobiliz- I punti che Marc suoi ragazzi girano al Ranch, Marc zata in un tutore. Marquez, che ha Marquez deve ha la sua pista, gli serve per restare passato la notte di sabato in ospeal massimo. Certo, potrebbero anrecuperare a dale (all’uscita ha postato una foto che andare in bici, ma magari si facon Mir e ringraziamenti, «cosa fa- Valentino Rossi rebbero male lo stesso. Lui poi è remmo senza di lui»), oggi potrà dopo 3 GP disputati uno che non scherza mai, qualsiasi già provare a iniziare la riabilitacosa faccia, la fa al massimo». zione, ma è chiaro che, dovesse correre a Jerez (la visita è fissata per giovedì alle ore 14), la sua SPIETATI Una filosofia che però rischia di costare sarà una condizione fisica tutt’altro che ottimale. caro: Rossi è in fuga lontano 30 punti, Andrea Dovizioso a 24, Andrea Iannone e Jorge Lorenzo EMERGENZA «Non è per niente giù, anzi. L’ho gli sono appena davanti. E come squali attirati sentito bello carico. Del resto lui è sempre di buo- dal sangue, saranno tutti pronti ad azzannare la numore». Livio Suppo, team manager Hrc sdram- vittima per finirla. Jerez, in questo senso, potrà matizza, ma è chiaro che questa è l’ennesima bot- chiarire parecchie cose sul futuro del Mondiale. © RIPRODUZIONE RISERVATA ta di un inizio di stagione tutt’altro che ideale:

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GLI ALTRI MOTORI RALLY TARGATO CITROËN

Argentina: Meeke al primo successo Ostberg secondo ● (an.gat.) Kris Meeke ha vinto il rally di Argentina, la sua prima volta nel Wrc. Il modo migliore per ricordare Colin McRae che 20 anni fa vinse il titolo mondiale e nel 2002 fu l’ultimo a portare la bandiera inglese sul gradino più alto del podio. Un weekend da incorniciare per la Citroën che mette segno una doppietta dopo 3 anni con Mads Ostberg 2° davanti alla Ford Fiesta RS di Elfyn Evans. Argentina tabù per Sebastien Ogier che incassa i punti della Power Stage, utili per la corsa all’iride e a salvare la faccia della Volkswagen in una gara da dimenticare con i ritiri di Jari-Matti

Kris Meeke in Argentina con la Citroën DS3 AP Latvala e Andreas Mikkelsen. Migliore dei nostri Simone Tempestini 17° davanti a Lorenzo Bertelli. CIVM — A Christian Merli (Osella FA30) la Coppa Nissena, 2° appuntamento del Tricolore della Montagna. Ha preceduto Scola e Cubeda entrambi su Osella PA2000.

I piloti hanno risorse infinite e siamo pronti a scommettere che Marc Marquez tra 6 giorni sarà in griglia a Jerez. La capacità di andare oltre i limiti dei comuni mortali è certificata. Marc l’aveva fatto un anno fa, quando dopo il primo test in Malesia, allenandosi col motard si ruppe il perone della gamba destra: due test saltati, poi al debutto in Qatar, zoppicante, pole e vittoria. Con sospiro di sollievo Honda. Ha una discreta «esperienza» la Casa dell’ala per i brividi extra. Nel 2005 fu addirittura doppietta: in inverno Max Biaggi, finalmente ufficiale, mentre girava a Latina con il motard si procurò una doppia frattura alla gamba destra. Ma anche lui corse la prima gara dell’anno. Poi, prima del Portogallo, mentre era in America in vacanza, il compagno Nicky Hayden si fece una lesione al ginocchio sempre in motard e perse una gara. E può mancare il pilota di cristallo Dani Pedrosa? Nel 2011, dopo l’incidente (con polemiche) in Francia con Marco Simoncelli, saltò il rientro a Silverstone per un misterioso incidente: lui disse in bici, qualcuno sussurrò in moto e... nemmeno Honda. Proprio il povero Sic partì col piede sbagliato nel 2009 da campione 250 con la Gilera. Una settimana prima dell’apertura in Qatar, mentre girava alla Cava con Valentino si ruppe lo scafoide del polso destro: addio gara e, forse bis. Ma anche Rossi ha avuto i suoi guai. Nel 2010 disastroso (si romperà la gamba destra al Mugello e il titolo andrà a Lorenzo) dopo l’esordio in Qatar, facendo cross a Cavallara si appoggiò con la mano destra per terra in una curva e si lesionò il cercine, la cartilagine della spalla, che lo limitò le gare successive, fino all’operazione. E così si ripropone l’annosa domanda: è giusto che professionisti attorno ai quali girano interessi milionari mettano a repentaglio una stagione per «giocare» con motine, bici o qualsiasi altro attrezzo pericoloso? La logica direbbe no, la pratica dice: impossibile fare diversamente. Perché la MotoGP, come la F.1, dove però impazzano i simulatori, è l’unico sport dove non ci si può allenare. Per regolamento. Ma il contatto con la moto è indispensabile. E allora tutti alla ricerca della soluzione perduta. In sella, ma con giudizio. Fino alla prossima scivolata... © RIPRODUZIONE RISERVATA

TRICOLORE VELOCITÀ

CROSS IN OLANDA

A Pirro gara-2 della Superbike Moto3: Bezzecchi

Cairoli, ancora una stecca Il re è Paulin

● (p.g.) Michele Pirro (Ducati) ha dominato gara-2 dell’apertura tricolore Sbk a Misano staccando Alessio Corradi (Bmw) e il compagno Ivan Goi. In campionato guida l’Aprilia con Alex Andreozzi. Prossima prova 17 maggio a Vallelunga. Nella classe Supersport, dopo il 3° posto di sabato è stato Massimo Roccoli a trionfare in gara-2. Il pilota MV ha preceduto la Kawasaki di Luca Vitali e la Yamaha di Andrea Boscoscuro. In Moto3, bis di Marco Bezzecchi (Mahindra Peugeot) che vince anche gara-2, interrotta da bandiera rossa a pochi giri dalla fine. Dietro di lui, Alessandro Del Bianco e Fabio Di Giannantonio.

Niccolò Bulega, 16, VR46 Academy

IL VIA A PORTIMAO

Cev: Bulega terzo in Moto3 Moto2: Marini 4° ● (p.g.) Al via anche il Cev. Nel Mondiale Moto3 Junior a Portimao terzo Niccolò Bulega (Ktm), dopo essere scivolato duellando col vincitore Joan Mir (Spa-Honda). In Moto2, vince Xavi Vierge (Spa-Tech3), chiude quarto Luca Marini (Kalex) fratello di Valentino Rossi.

● (m.z.) Doppietta di Gautier Paulin (Honda) nella MXGP del Gran Premio d’Europa a Valkenswaard (Olanda) che ha registrato la caduta e il ritiro nella prima manche di Antonio Cairoli (Ktm), poi 7° nella seconda nonostante la mano sinistra e una spalla dolorante. Doppia affermazione anche nella MX2 con il pilota di casa Jeffrey Herlings (Ktm) che ha preceduto Jordi Tixier (Kawasaki) e Aleksandr Tonkov (Husqvarna). La classifica del Mondiale (primi dieci): 1. Nagl 214; 2. Desalle 209; 3. Cairoli 184; 4. Paulin 178; 5. Febvre 156; 6. Bobryshev 138; 7. Villopoto 124; 8. Simpson 98; 9. Waters 92; 10. Coldenhoff 86.


Motori R In Germania

LUNEDÌ 27 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

STORIE E DINASTIE GIÀ VINCENTE COME IL PADRE «NON CI CREDO»

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CONTENUTO PREMIUM FIGLI D’ARTE IN FORMULA 1 ECCOLI

Alcuni dei figli d’arte arrivati in F.1. In alto da sinistra Damon Hill, 54 anni; Jacques Villeneuve, 44; Michael Andretti, 52; Nico Rosberg, 29; Max Verstappen, 17; Carlos Sainz jr, 20. I primi due hanno vinto anche il titolo

IL RACCONTO di Filippo Cataldo OSCHERSLEBEN (GERMANIA)

N

on c’è niente da fare, gli Schumacher sono nati così, le vittorie ce le hanno nel sangue. Mick Schumacher ha vinto la terza gara della Adac Formula 4 a Oschersleben. Al debutto con le monoposto il figlio del sette volte iridato di F.1 ha subito fatto centro. Smentendo i soliti scettici che credevano che sarebbe entrato nel mondo dell’automobilismo solo per il nome famoso. No, Mick è sbarcato in F.4 non soltanto per imparare o divertirsi. Chi porta la scritta «M. Schumacher» sulla macchina, corre per vincere. Mick, accompagnato in circuito anche dal nonno Rolf, ha inoltre fugato i dubbi sul fatto di saper reggere, ad appena sedici anni, la pressione legata all’enorme interesse mediatico che lo circonda. Per capirci, c’erano 180 giornalisti accreditati: roba da F.1. CON KAISER «Non ci posso credere, non ho parole! La prima vittoria al primo evento! Incredibile», ha detto Mick subito dopo aver abbracciato Peter Kaiser, il migliore amico del padre nel mondo del kart e preparatore ora della monopo-

sto Tatuus-Abarth nera-argento di Mick, il cui telaio e motore 1400 cmc sono prodotti in Italia. Mentre Sabine Kehm, portavoce e manager della famiglia, per tutto il week-end lo ha protetto dalle domande dei giornalisti e dalle richieste di autografi e selfie: «Dategli un pò di tempo per crescere e guadagnare esperienza. Un passo dopo l’altro», è stato il suo mantra. Ma, dopo la vittoria, anche lei si è rilassata e rideva piena d’orgoglio.

Sopra Mick Schumacher, 16 anni, taglia vittorioso il traguardo della terza gara della Adac F.4 IPP

SORPASSI Nelle due prime gare di sabato e domenica mattina, Mick aveva già provato di essere un abile sorpassatore. Sabato aveva chiuso 9° dopo aver rimontato dal 19° posto delle qualifiche e si era aggiudicato i suoi primi punti in campionato e il trofeo di miglior esordiente. Domenica mattina, il pilota tedesco della scuderia Van Amersfoort (la stessa con cui ha corso Max Verstappen in F.3) ha rimontato dal 20° al 12° posto, non entrando in zona punti per due neutralizzazioni della gara per incidenti. Ma la frazione più attesa è stata la terza, nel pomeriggio. Grazie al piazzamento di gara-1, Mick si è ritrovato in prima fila sulla griglia. E con una partenza fortissima, dove sorpassato il connazionale Thomas Preining, si è infilato al comando nella

Schumi jr MICK, 16 ANNI, SUBITO A SEGNO IN F.4 PER LUI C’ERANO 180 GIORNALISTI

prima curva. Posizione che non ha più perso. Al primo giro il vantaggio era già più di un secondo sugli inseguitori e Mick a un certo punto non aveva rivali nello specchietto. Solo negli ultimi dieci minuti di gara l’australiano Joey Mawson, anche lui della Van Amersfoort, si è avvicinato, senza però riuscire ad attaccarlo. Negli ultimi tre minuti Mick ha poi approfittato di un altro incidente e dell’ennesima uscita della safety car per tagliare il traguardo vittorioso. Sul podio, il suo sguardo sembrava rivolto nel vuoto. Chissà che cosa ha pensato. O meglio a chi. Solo la famiglia e gli amici più intimi sanno se papà Michael, ancora in convalescenza dopo il grave incidente di sci sulle nevi di Meribel del 29 dicembre 2013, abbia potuto guardare in tv la prima vittoria del figlio. Ma da ieri tutto il mondo sa che il campionissimo ha un erede. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Da Ascari a Verstappen, anche iridati ● La storia dei GP ha visto molti figli di grandi campioni arrivare in F.1. Alberto Ascari, iridato con la Ferrari nel 1952-53, seguì le orme del padre Antonio e come lui morì tragicamente in un incidente in pista. Negli Anni 90 è toccato al britannico Damon Hill bissare (unico caso) l’impresa del padre Graham, iridato nel 1962-68, vincendo il titolo nel 1996 con la Williams. Nel 1997 Jacques Villeneuve, sempre con la Williams, centrò il Mondiale piloti che era sempre sfuggito al grande Gilles. Non tutti però hanno avuto un destino vincente come i genitori. È il caso per esempio di Michael Andretti, primogenito di Mario, appiedato dopo una sola stagione con la McLaren al fianco di Ayrton Senna (1993). Stesso discorso per Christian Fittipaldi e Nelsinho Piquet. Attualmente ci sono Nico Rosberg, figlio di Keke, iridato 1982 con la Williams; Max Verstappen, il cui papà Jos ha corso con Michael Schumacher alla Benetton; Carlos Sainz jr, erede della leggenda spagnola dei rally.


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Ciclismo R 101a Liegi-Bastogne-Liegi

COSÌ «BALAVERDE» PRIMA E DOPO LO STOP (2010-2011) PER L’OPERACION PUERTO Campionati del Mondo

Amstel Gold Race

Freccia Vallone

Liegi-Bastogne-Liegi

1° 3°

Tour de France

San Vuelta Sebastian

1° 4° 6° 8°

1° 3°

Giro di Lombardia 1°

2° 4°

13°

12°

Il rendimento di Valverde Prima della squalifica

Dopo la squalifica

39° 2003 2005 2006 2012 2013 2014 2005 2007 2008 2013 2014 2015 2006 2007 2014 2015 2006 2007 2008 2013 2014 2015 2007 2008 2013 2014 2008 2014 2003 2004 2006 2008 2009 2012 2013 2014 2003 2005 2013 2014 GDS

Monumentale Valverde

1Tris a Liegi a distanza di 9 anni. Lo spagnolo, che nella sua Murcia andava a tifare

Pantani, fa un capolavoro negli ultimi 600 metri in salita: 2° Alaphilippe, 3° Rodriguez significa entrare nella storia di questo fantastico sport. Io posso dire di me che sono un buon corridore». A pensare al 2006, sembra un’altra epoca. «I miei avversari erano Bettini, Cunego, Rebellin, Schleck… Ora sono i giovani come Alaphilippe o Kwiatkowski. Solo Purito c’è ancora in mezzo a questo cambio generazionale. Pensate che ho corso anche con Pantani. Da ragazzino lo andavo a vedere sul Collado Bermejo, alla Vuelta Murcia. Poi sono stato in gruppo con lui. Che grande era! E quanti anni sono passati».

Claudio Ghisalberti INVIATO A LIEGI (BELGIO)

I

mmenso Valverde. La Liegi-Bastogne-Liegi, sua per la terza volta, è un capolavoro. Nove anni dopo, lo spagnolo ripete la clamorosa doppietta con la Freccia Vallone. Ma quello di ieri è forse il più bel trionfo di una carriera straordinaria. Anzi, di due carriere straordinarie. Nella prima, dall’esordio nel 2002 in maglia Kelme a fine 2009 con la Caisse d’Epargne, centra due Liegi, una Freccia e una Vuelta. Per due stagioni è il numero 1 al mondo. Nella seconda, dal 2012 a oggi, maglia Movistar (cambia lo sponsor ma la struttura è sempre quella di Eusebio Unzue, diventata famosa con la Banesto di Indurain) colpisce due volte alla Freccia, una alla Clasica de San Sebastian e rivince la classifica Uci. Sette volte sul podio su nove classiche nelle Ardenne negli ultimi tre anni. E ieri è tornato anche in testa al ranking. «La prima parte della mia carriera è stata molto buona. Lo scorso anno e questo mi sembrano perfetti. Il segreto? Nessuno. Semplicemente sono più tranquillo, ho più fiducia. Però è vero, sembra quasi che ogni anno abbia qualcosa in più». Ah: sabato ha compiuto 35 anni.

TESTO La monumentale vittoria di ieri è da libri di testo di ciclismo. Dopo aver lasciato sfogare l’Astana nella gestione della corsa, Alejandro sale in cattedra nel finale. Ai piedi del Saint-Nicolas, l’ultima delle dieci côtes in programma, un’accelerazione. Più per vedere cosa succede che per fare selezione. A lui, che da giovane è stato anche campione nazionale di velocità e velocità olimpica (sì, in pista), del resto va bene anche lo sprint. A rispondergli è Nibali, ma Vincenzo deve sedersi subito e dire addio ai sogni di gloria. La Katusha, che ha già speso un ottimo Giampaolo Caruso, a quel punto ci prova con Moreno, tenendo Rodriguez per il finale. «L’attacco di Moreno è stato molto duro al termine di una corsa veloce — prosegue Valverde —. Però mi è sembrato un po’ lungo. Tutti hanno lasciato il peso della responsabilità sulle

Espressioni opposte: gioia per Valverde, 35, a destra; delusione per Alaphilippe, 22 EPA

clic GIRARDENGO, MERCKX, COPPI E BARTALI: QUEI TRIONFI «LONTANI» ● Vincere una corsa-mito a distanza di 9 anni non è facile. Alcuni esempi: Costante Girardengo, prima Sanremo nel 1918 e l’ultima nel 1928 (6 in tutto); Eddy Merckx, sempre nella Classicissima, 1° nel 1966 e nel 1976 (7 successi); Baronchelli 1° al Lombardia 1977 e 1986. Grandi Giri: 13 anni tra il primo e l’ultimo Giro d’Italia di Coppi (1940-53), 10 tra i due trionfi al Tour di Bartali (1938-48).

mie spalle, ma lo sapevo che sarebbe stato così». È lì, prima ancora che sul rettilineo d’arrivo, che lo spagnolo vince la corsa: «Ho aspettato i 600 metri e sono partito, però tenendo un colpo in canna per la volata». Volata che non ha storia. Alaphilippe, giovane talento francese, prova una rimonta disperata ma il risultato è stato identico a quello di mercoledì alla Freccia: 2°. «Seguitelo questo corridore», dice il vincitore. Forse «Balaverde», come lo chiamano, si potrebbe mangiare le mani per quel 2° posto all’Amstel (domenica dietro Kwiatkowski) che gli ha impedito la tripletta. «Per niente — risponde sorridendo —. Certo mi sarebbe piaciuto ma non mi lamento, è stata una settimana fantastica, speciale». E ora, visto che ha anche sei podi mondiali, in che posizione si potrebbe collocare Valverde tra i grandi degli ultimi decenni? «Bella domanda, ma questo non sta a me dirlo. Io un’idea potrei anche avercela, ma siete voi che dovete dire a che posto mi mettete. Certo, avere vinto tre volte questo Monumento

MALIGNI C’è chi, malignamente, lo stuzzica. Che spiegazione dà al fatto che ha ripetuto la doppietta Freccia-Liegi come nel 2006, l’anno dell’Operacion Puerto (venne squalificato per due stagioni, 2010 e 2011)? La rispoLA CHIAVE sta di Valverde è affilata, orgogliosa: «Come faccio? Cosa volete che vi dica? Alejandro Valverde Da quando ho iniziato a correre, a 9 anni, ho cominciato a vincere. Poi ho è nato il 25 aprile proseguito. In Spagna mi chiamavano 1980 a Las l’Imbatido. Per me questa vittoria non Lumbreras (Spagna) è una sorpresa. Ma credo che non lo sia per nessuno che ami questo magni- E’ la zona di Murcia, fico sport chiamato ciclismo». Punto e una delle più povere a capo. La prima volta che Valverde inforcò della Spagna: famosa una bici da corsa era il 1989, la maglia per frutta e verdura quella del Puente Tocinos. A Jumilla, pochi chilometri dalla casa di Murcia, terminò secondo. La domenica dopo si correva a Yecla e lì la vittoria non gli sfuggì. Cominciò a crearsi la leggenda dell’Imbatido. Del resto il ciclismo è sempre stato nel cuore della famiglia Valverde. Juan, il padre, era stato dilettante prima di diventare camionista. Anche Juan Francisco, il maggiore dei tre fratelli, aveva provato la carriera di corridore, ma anche lui s’era fermato tra i dilettanti. Ieri sul traguardo ad applaudirlo c’era Pablo, il terzo di quattro figli. «Quando non sono in bici sono per loro. La mia è una vita tranquilla: figli, moglie, cene in casa, qualche volta al cinema». Quando parlano di lui, in Spagna dicono una cosa: un señor. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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LUNEDÌ 27 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Nibali, la resa «Chiedo scusa a tutti i tifosi»

LA GUIDA Pozzovivo ottavo Bravo Formolo

1Il Tricolore ci prova sul Saint-Nicolas

ma è senza gambe: 13°. Astana eccellente «LA CONDIZIONE DI VINCENZO È QUESTA. L’ATTACCO? DOMANDATELO A LUI PERCHÉ LO HA FATTO» GIUSEPPE MARTINELLI 60 ANNI, D.S. ASTANA

Claudio Ghisalberti INVIATO A LIEGI (BELGIO)

«H

o provato a vincere, ma le gambe mi hanno detto subito no. Lo so, forse ho deluso molta gente che sperava ce la potessi fare. Scusate». Vincenzo Nibali dopo la doccia («Ci voleva anche per lavare via la delusione») è in piedi davanti al bus dell’Astana. Piove, potrebbe usare il maltempo come scusa per sgattaiolare in ammiraglia senza parlare. Lo fanno quasi tutti i suoi colleghi dopo una sconfitta. Nibali, invece, resta lì. Non fugge, parla, spiega. Dimostra il suo valore anche in un momento negativo. TIRATA «È stata una corsa molto tirata, come squadra abbiamo corso bene. Sapevo che bisognava aspettare dopo la Haute-Levée per attaccare. Poi però c’è stata quella maxicaduta prima della Redoute (a 42 km dal traguardo, i più malconci sono Roche, Martin e Arashiro, ndr) che ha complicato le cose. Ho messo il piede a terra ma sono rimasto in piedi, e come dice papà Salvatore è già un bel risultato perché bisogna portare a casa la pelle. Era una tratto dove si andava velocissimi, attorno ai 70 all’ora. Ho visto la caduta e ho fatto in tempo a frenare. Non so neanche come ho fatto a restare in piedi. L’unica cosa bella della giornata». Martinelli non si spiega come mai lui fosse in quella parte del gruppo,

troppo dietro. «E dove dovevo essere? Guardate che la caduta è stata nella prima parte». ILLUSIONE Poi l’inseguimento. «Sono rientrato da solo, ho speso tantissimo perché la corsa ormai era lanciata. In cima alla Redoute ero di nuovo davanti. Se fosse andato tutto bene, avrei attaccato sulla Roche aux Faucons, così ho deciso di aspettare il Saint-Nicolas». Lì, sulla «salita degli italiani», a 6,5 km dalla linea, l’affondo. Una fugace illusione e il fuorigiri gli costa caro. Nibali perde le ruote dei migliori. «Mi sono alzato sui pedali e mi sono riseduto subito. Ma cosa dovevo fare? Se stavo fermo, ero battuto in partenza. Mi pare che Valverde sia un po’ più veloce di me… In volata posso solo guardarlo. Avete visto i suoi ultimi 600 metri? Che corridore! Complimenti». Forse Amstel Gold Race e Freccia Vallone ci avevano un po’ illusi. Oppure ci sono cause specifiche che hanno portato a questo risultato negativo? «Le cause non le so. Mi sembrava di stare bene, ma non ho la bacchetta magica. Avrò deluso, ma ho dato il massimo. Non ho rimpianti. Sto bene, non benissimo. Mi è mancato il finale, lo so». Che voto si darebbe per queste classiche delle Ardenne? «Brutto. Non bruttissimo, ma neppure bene. Sì, sono deluso anch’io». Però alla fine parliamo sempre di un 13° posto, il secondo miglior italiano dopo Pozzovivo, 8°. Non è un disastro. Il suo compagno Jakob Fuglsang, poco distante, è ancora più deluso. Il danese s’era trovato in avanscoperta con Kreuziger e Caruso, ma l’azione è stata rintuzzata. «Non c’era niente da fare. Roman tirava, ma Caruso stava passivo a ruota. Abbiamo deciso di non spingere a tutta. Due volte che ci provo, due volte che becco compagni sbagliati». © RIPRODUZIONE RISERVATA

LE SUE CIFRE Nibali ha sempre disputato la Liegi da professionista: ecco i piazzamenti ANNO POSIZIONE 2005

112° e ultimo

2006 Ritirato 2007

71°

All’arrivo, tutta la fatica di Vincenzo Nibali, 30 anni BETTINI 10°

2008 2009 2010

39°

2012 2013 2014 2015

SCATTA IL BETTO di PAOLO BETTINI

27°

2011

35

23°

ARRIVO: 1. Alejandro VALVERDE (Spa, Movistar) 253 km in 6.14’20”, media 40,552; 2. Julian Alaphilippe (Fra, Etixx); 3. Joaquin Rodriguez (Spa, Katusha); 4. Rui Costa (Por); 5. Kreuziger (Cec); 6. Bardet (Fra); 7. Henao (Col); 8. Pozzovivo; 9. Fuglsang (Dan); 10. Moreno (Spa); 11. Mentijes (Saf) a 10”; 12. Nordhaug (Nor); 13. Nibali a 24”; 14. Weening (Ola); 15. G. Caruso; 16. Gasparotto; 17. Simon (Fra) a 32”; 18. Kiserlovski (Cro) a 44”; 19. Kiryienka (Bie) a 52”; 20. Gallopin (Fra) a 58”; 21. Kwiatkowski (Pol); 22. J. Vanendert (Bel) a 1’04”; 23. Mendes (Por); 24. Reichenbach (Aut) a 1’06”; 25. T. Dumoulin (Ola); 26. Cummings (Gb); 27. Voeckler (Fra); 28. Molard (Fra); 29. S. Sanchez (Spa); 30. L. L. Sanchez (Spa); 31. Teuns (Bel) a 1’10”; 32. Formolo; 33. Majka (Pol); 34. Barguil (Fra); 35. Mollema (Ola) a 1’30”; 36. Gilbert (Bel) a 1’41”; 37. Kelderman (Ola); 38. Siutsou (Bie) a 2’03”; 39. S. Yates (Gb) a 2’41”; 40. Visconti a 2’49”; 41. Scarponi a 4’37”; 55. Felline a 6’05”; 64. Bono a 8’18”; 76. Montaguti a 9’32”; 77. Nocentini; 83. N. Quintana (Col); 95. Mori a 16’43”; 100. Howes (Can). Partiti 200, arrivati 100. ALBO D’ORO: 2005 Vinokourov (Kaz), 2006 Valverde (Spa), 2007 Di Luca, 2008 Valverde (Spa), 2009 A. Schleck (Lus), 2010 Vinokourov (Kaz), 2011 Gilbert (Bel), 2012 M. Iglinskiy (Kaz), 2013 D. Martin (Irl), 2014 Gerrans (Aus), 2015 Valverde (Spa) GIRO DI ROMANDIA Da domani fino a domenica Giro di Romandia: Nibali, Froome, Quintana e Pinot sono i più attesi.

ALAPHILIPPE AVEVA IL 22 QUELLO DELLA MIA PRIMA LIEGI

30° 13° GDS

Lo sai? PETACCHI A 41 ANNI IL «NONNO» AL 14° GIRO

-12 ● Mancano 12 giorni al via del 98° Giro d’Italia, che scatta sabato 9 maggio da Sanremo per concludersi domenica 31 maggio a Milano. La curiosità di oggi è legata ad Alessandro Petacchi, attualmente in gara in Turchia: il 41enne spezzino della Southeast sarà il più anziano al via della corsa rosa che affronterà per la 14a volta: ha vinto 22 tappe ed è stato 7 giorni in maglia rosa.

S

ì, ho sentito dire a molti che Alaphilippe, per carattere e attitudine a un certo tipo di corse, mi somiglia. Io non lo so ma vi posso svelare un dettaglio: a corsa finita da poco, l’addetto stampa della Etixx, il mio amico Alessandro Tegner, mi ha mandato una foto della bici di Alaphilippe con in bella evidenza il numero di gara. Era il 22. Cioè lo stesso di quando io vinsi la mia prima Liegi, e a lui è mancato davvero poco. Ha 22 anni e ad AmstelFreccia-Liegi ha fatto 7°, 2° e 2°. Beh, facendo una battuta si potrebbe dire: da tempo in Italia si cerca il nuovo Bettini, non è che l’hanno trovato prima in Francia? Un francese non faceva così bene alla Liegi da Jalabert, 2° nel 1998... Valverde ha dimostrato di essere nella condizione della vita, perché è stato lucidissimo nella gestione

dell'ultimo chilometro. D’altro canto è sempre così: se hai tanta gamba, ti funziona molto meglio anche la testa. La Liegi poi ha cominciato a vincerla da subito, cioè da quando ha salvato la squadra facendo lavorare gli altri. Nel finale, Moreno è partito forte e se non si fosse mosso Alejandro, sarebbe andato al traguardo. Chapeau. Quanto a Nibali, ha certo l’attenuante di essere stato rallentato da una caduta in un momento importante della corsa. Però, anche se questo Valverde era davvero imbattibile, se fosse stato benissimo Vincenzo non si sarebbe staccato dal gruppetto dei migliori sul Saint Nicolas. Non ha avuto una giornata buona, ma la Liegi resta nelle sue corde così come il Lombardia. Per vincerle però deve stare benissimo. E fare la corsa perfetta. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Da sin.: Pirazzi, 2°, il vincitore Fraile e Cunego, 3° BETTINI GIRO DELL’APPENNINO CUNEGO IL PIÙ FORTE, VINCE IL BASCO FRAILE SERVIZI SU GAZZETTA.IT Il più forte è stato Damiano Cunego, ma il più veloce uno spagnolo, il basco Omar Fraile, 24 anni, al primo successo in quattro anni da professionista. Fraile ha conquistato a Pontedecimo (Genova) il 76° Giro dell’Appennino, superclassica del calendario italiano e festival dei gran premi della montagna, davanti a Stefano Pirazzi e a Cunego. E’ stato il Piccolo Principe, in formissima, ad accendere la battaglia sulla Bocchetta: è passato primo davanti al monumento a Fausto Coppi, è fuggito con Edoardo Zardini, non si è arreso quando sei inseguitori lo hanno acciuffato ai -15, ha lottato anche allo sprint. «Deluso del risultato, contento della condizione. Il 1° maggio correrò a Francoforte, poi penserò soltanto al Giro. Ma non faccio promesse: non voglio illudere nessuno, me compreso». Tutti i servizi su Gazzetta.it. TURCHIA Prima tappa, vince Mark Cavendish (Gb, Etixx) su Ewan, Ruffoni e Modolo, 7° Ratto.

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Basket R Serie A: 28a giornata

Reggio Emilia cementa il 3o posto Cantù sovrastata 1La Grissin Bon può ancora arrivare seconda

Menetti: «Ottima gara, senza ansia anche sul -11» REGGIO EMILIA86

Andrea Tosi INVIATO A REGGIO EMILIA

W

hite men can jump. I bianchi possono saltare e fare la differenza. Lo dimostra Polonara che al 33’ con Reggio in trance agonistica va ad affondare uno schiaccione volante sulla testa dello stranito World Peace. E’ il simbolo della partita che la Grissin Bon vince sprigionando un maggiore atletismo quando nella ripresa sale l’adrenalina e l’intensità della sfida. CASA La squadra di casa infila la 13a vittoria consecutiva nella sua caverna inviolabile producendo 5 uomini in doppia cifra di cui due in doppia doppia, con gli over trentenni Diener (12 rimbalzi), Kaukenas e Lavrinovic che danno una lezione al black power di Cantù, surclassato in tutte le voci dei possessi (anche 26-14 negli assist, 12 di Cinciarini). Nell’ultimo quarto Reggio dilaga a +18 (77-59) volando sul break di 15-4. «Abbiamo fatto un’ottima partita senza cadere nell’ansia quando siamo caduti a -11 — recita coach Menetti —. Nella ripresa è salita la nostra difesa. Adesso al di sotto del terzo posto non possiamo scendere. Questa è la bella notizia. La zona del mio maestro Dado Lombardi è stata utile». Peraltro, il successo consente ai biancorossi di rimanere sulla scia del secondo posto di Venezia mentre Cantù vede restringersi la strada verso i playoff. PANDA O NON PANDA In avvio Menetti regala il quintetto all’ultimo arrivato Chikoko men-

CANTU’

74

(18-16, 39-40; 62-57) GRISSIN BON REGGIO EMILIA: Cinciarini 11 (4/8, 1/2), Kaukenas 14 (5/10, 1/4), Diener 13 (3/7, 2/5), Polonara 8 (4/7, 0/4), Chikoko 3 (1/2); Cervi (0/1), Della Valle 8 (2/4, 1/4), Mussini 3 (0/1, 1/2), Silins 10 (1/1, 2/5), Lavrinovic 16 (4/4, 2/4), Pini. All.: Menetti. ACQUA VITASNELLA CANTU’: Gentile (0/2, 0/1), Johnson Odom 14 (3/9, 2/5), Jones 6 (3/6), Buva 5 (1/5, 1/2), Shermadini 8 (2/4); Abass (0/2 da 3), World Peace 16 (3/6, 3/6), Feldeine 18 (3/7, 4/6), Williams 7 (3/5). N.e: Laganà, Bloise, Maspero. All: Sacripanti. ARBITRI: Lanzarini, Vicino, Quarta. NOTE T.l: REm 8/10, Can 8/16. Rim: REm 48 (Diener 12), Can 40 (Feldeine, Shermadini, Williams 5). Ass.: REm 26 (Cinciarini 12), Can 14 (Johnson Odom 6). Progr: 5’ 10-5, 15’ 23-33, 25’ 54-48, 35’ 74-59. Tecn: World Peace 34’37” (71-59). Spett. 3500.

Alle ore 20 Brindisi ancora in emergenza ospita Avellino ● (g.m.-l.z.) Brindisi in emergenza. Quasi certa l’assenza di Zerini (caviglia), rientrano anche se non al top Harper (out da tre settimane per un problema muscolare) ed Eric (ginocchio). Ci saranno Denmon (mano) e Mays (schiena). Sidigas al completo con Cadougan sempre fuori per scelta tecnica. Ore 20: Enel Brindisi-Sidigas Avellino (Rai Sport 1), arbitri Begnis, Baldini, Aronne.

tre il collega Sacripanti tiene in panca il suo Panda World Peace per gettarlo nella mischia come ottavo uomo nella marmellata dei cambi di due squadre profonde. Reggio cambia qualcosa in attacco, Diener tira dal palleggio e dagli scarichi veloci ma dopo un iniziale 3+1 non vede più il canestro come Kaukenas, eroe delle ultime vittorie casalinghe, che non riesce a salire sul suo scooter dentro la difesa canturina, sbagliando tutti i suoi tiri. La prima tripla di World Peace, che sigla il sorpasso esterno sul 15-16, scuote la partita e soprattutto gasa Cantù che nel secondo quarto cavalca l’onda di Johnson-Odom, autore di 8 punti filati, e di Feldeine per volare sul 25-36. La rimonta è di Lavrinovic che risponde con 10 punti e ricuce quasi tutto lo svantaggio mentre la 2-3 match up di Menetti, toglie ritmo all’attacco brianzolo. SVEGLIA REGGIANA Al ritorno in campo Reggio ripete la prova che 15 giorni aveva messo k.o. Sassari. Si svegliano Kaukenas e Diener, cresce Cinciarini, subito arriva un 11-1 mentre scompaiono i mori di Cantù. World entra ed esce dal campo facendo bottino a gara morta. Così Sacripanti scuote la testa deluso: «Abbiamo approcciato bene la partita — sospira il tecnico dell’Acqua Vitasnella — ma nel secondo tempo, quando la difesa di Reggio ha aumentato la pressione, ci siamo smarriti con alcune scelte offensive sbagliate. E’ vero che l’atletismo dei nostri avversari ci ha sovrastato ma questa Cantù, anche con tanti giocatori di colore, non è una squadra fisica». © RIPRODUZIONE RISERVATA

Samuels travolge Bologna Milano in casa non perde mai MILANO

117

Luca Chiabotti MILANO

BOLOGNA

92

(30-22, 55-44; 94-60) EA7 MILANO: Hackett 7 (1/2, 1/1), Gentile 3 (1/2, 0/1), Moss 12 (4/6, 1/2), Melli 17 (3/5, 3/5), Samuels 25 (9/10); Ragland 26 (7/9, 4/4), Brooks 13 (3/4, 2/3), Gigli 6 (3/4, 0/1), Cerella 3 (1/2 da 3), Kleiza 5 (2/4). N.e.: Elegar, James. All.: Banchi. GRANAROLO BOLOGNA: Gaddy 7 (3/3, 0/2), Ray 21 (5/10, 2/4), Hazell 25 (5/7, 5/10), White 24 (4/8, 3/4), Cuccarolo 1; Imbrò 6 (0/2, 2/3), Fontecchio 2 (1/3, 0/4), Mazzola4 (2/2), Reddic 2 (174), Tassinari (0/1). N.e.: Benetti. All. Valli. ARBITRI: Martolini, Rossi, Borgioni. NOTE - T.l.: Mil 15/22, Bol 14/21. Rim.: Mil 36 (Gentile 11), Bol 24 (White 6). Ass.: Mil 28 (Gentile 8), Bol 12 (Gaddy 6). Ass.: 5’ 16-15, 15’ 43-28, 25’ 75-51, 35’ 107-80. Usc. 5 f.: White 39’17” (114-90). Tec.: Kleiza 34’39” (104-74). Spett.: 8750.

S

amardo Samuels realizza 11 dei primi 14 punti di Milano nella ripresa in nemmeno 4’ e una sfida già segnata dall’11-0 dell’EA7 alla fine del primo quarto, diventa la solita vittoria casalinga (la n.32 consecutiva in stagione regolare, la 15a assoluta) con vantaggi abissali. Perché la Granarolo crolla sotto i colpi di Samardo, 15 punti nel terzo quarto, gli assist di Gentile, le volate di Melli e Moss, il 9/13 da 3 al 30’ con Ragland infallibile. Bologna subisce 39 punti in 10’, 94 al 30’ concedendo il 70% al tiro. RECORD Samuels viene tenuto in campo nell’ultimo periodo e, perdendo un giro senza tornare in difesa, si trova poi in mano la palla del suo record di punti in campionato prima di uscire. Poco da dire? Su Milano, che ancora una volta, si trova di fronte un avversario non all’altezza e lo tritura, senza che questo possa cancellare le brutte sensazio-

ne del derby con Cantù o di Capo d’Orlando. «Finalmente avremo anche la possibilità di lavorare una settimana al completo, dato che nei giorni scorsi Elegar e Kleiza sono stati lontani da Milano per motivi personali» dice Luca Banchi. FUOCO C’è molto, invece, da dire sulla Virtus che, in lotta per i playoff, gioca una partita senza fuoco dentro. Se i continui k.o. in trasferta sono colpa della gioventù, ci aspettiamo almeno che i giovani si dannino l’anima prima di concedere un canestro facile, come tutti quelli di Milano. Guardando i roster lo scarto può anche starci (in casa aveva perso di 23...), sotto canestro, la Granarolo non può competere. La Virtus dei talenti italiani(che non ricevono palla dagli americani fino a quando al 15’ non entra Imbrò), giocando così non può migliorare. I giovani che partono battuti diventano vecchi prima di essere dei giocatori veri. Parliamo anche di Gaddy e White, che fa 12 punti quando Bologna è già -30. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Darjus Lavrinovic, 34 anni: il suo rendimento sta crescendo. Con Cantù ha segnato 16 punti in 22’ LAPRESSE

L'ANALISI di MASSIMO ORIANI

UN TRIVENETO DA COPERTINA

U

na frase di Recalcati al termine della vittoria in casa Vanoli che tiene la sua Venezia al 2° posto dovrebbe far preoccupare gli avversari dell’Umana: «Goss ha ancora qualche margine di miglioramento». Bene, per la Reyer. Male per chi dovrà affrontarla. Perché in questo momento è la squadra che esprime il miglior basket, ha una panchina lunga (fondamentale nella postseason) e i migliori giocatori che stanno entrando in forma nel

momento chiave della stagione. Oltre a Goss, reduce da infortunio, c’è un Viggiano che fa canestro bendato. E un Ortner che fa sempre la cosa giusta al momento giusto. Resta solo un dubbio, che deriva dal suo passato anche recente: quando affronterà gare senza domani e gli avversari saranno di primo livello, riuscirà a restare fedele al canovaccio? Lo deve ancora dimostrare, ma per quanto visto sin qui, ci sentiamo di sbilanciarci. Duecento chilometri a Nord Ovest del Taliercio, restando nel

Triveneto, c’è un’altra squadra che merita la copertina non solo della giornata, ma dell’intera stagione: Trento. Stavolta non ha vinto dominando e col solito gioco spumeggiante: lo ha fatto soffrendo, lottando, in una partita «sporca», di quelle che vedrà nei playoff. Da neopromossa è 4a in classifica, come solo la Verona di Marcelletti nel ‘94 e la Pesaro di Caja nel 2000. La parola miracolo non le si addice, perché la concretezza e la programmazione non si sposano con l’estemporaneità e il caso. Si è messa dietro Sassari, al 5° k.o. in fila, col fantasma di Travis Diener che aleggia, pur solo nella testa dei tifosi. La Dinamo, bene che vada, troverà Milano in semifinale, ammesso che ci arrivi...

I MIGLIORI DELLA GIORNATA PUNTI

RIMBALZI

26

13

1. CJ Williams

1. Ed Daniel

PISTOIA

CREMONA

25 anni guardia

24 anni ala

1. Joe Ragland MILANO

3. Jeremy Hazell BOLOGNA

3. Samardo Samuels MILANO

5. Okaro White BOLOGNA

26 25 25 24

TIRI DA DUE

2. Drake Diener REGGIO EMILIA

3. Alessandro Gentile MILANO

3. Shane Lawal SASSARI

5. Peter Lorant PESARO

TIRI DA TRE

9/10

4/4

1. Samardo Samuels

1. Joe Ragland

MILANO

MILANO

25 anni pivot 2. James Bell CREMONA

3. Peter Lorant PESARO

3. Joe Ragland MILANO

5. Phil Goss VENEZIA

12 11 11 10

25 anni play

5/6 7/9 7/9 6/8

2. Valerio Amoroso

4/5 4/6 4. Kenny Hayes 3/4 4. Mich. Antonutti 3/4 PISTOIA

3. James Feldeine CANTÙ

CREMONA CASERTA


LUNEDÌ 27 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Colpaccio Caserta Festa Venezia Salvezza possibile Sbanca Cremona Sassari 5° k.o. in fila Recalcati record CASERTA

94

SASSARI

87

CREMONA

84

VENEZIA

91

(19-24, 38-48; 64-67)

(25-24, 35-50; 63-72)

PASTA REGGIA CASERTA: Mordente 8 (1/2, 2/4), Vitali 13 (5/5, 1/3), Moore 12 (4/5, 0/1), Scott 12 (3/6, 2/2), Ivanov 16 (7/13); Antonutti 19 (4/5, 3/4), Domercant 12 (1/5, 2/3), Tommasini (0/1 da 3), Tessitori 2 (1/4), Michelori. N.e.: Capuano, De Franciscis. All.: Esposito.

VANOLI CREMONA: Vitali 9 (3/5, 0/1), Hayes 18 (2/7, 3/4), Bell 18 (5/6, 2/5), Clark 12 (6/9, 0/2), Campani 7 (2/3, 0/1); Daniel 9 (4/9), Gazzotti 2 (1/1), Mian (0/2, 0/2), Ferguson 9 (3/6 da 3), Mei (0/1 da 3). All.: Pancotto.

BANCO SARDEGNA SASSARI: Logan 16 (2/4, 4/10), Sanders 12 (1/2, 3/7), Dyson 17 (6/11, 1/6), Mbodj (0/1), Brooks 12 (2/5, 2/5); Lawal 9 (4/8), Sosa 10 (2/2, 2/8), Devecchi (0/1), Vanuzzo 1 (0/1), B. Sacchetti 11 (3/5), Formenti. N.e.: Chessa. All. R.: Sacchetti. ARBITRI: Partenicò, Sardella, Paglialunga. NOTE - T.l.: Cas 12/13, Sas 11/12. Rimb.: Cas 35 (Scott 7), Sas 34 (Lawal 11). Ass.: Cas 18 (Moore 7), Sas 10 (Sanders, Lawal, Dyson 2). Progr.: 5’ 13-9, 15’ 30-35, 25’ 47-55, 35’ 78-82. Spett. 4450 per 24.575 euro.

Lucio Bernardo CASERTA

E

nzo Esposito, a prescindere da come finirà il campionato della Juve, ha già un merito, quello di aver trasfuso nella squadra il suo carattere, la sua voglia di non mollare mai. Così Caserta riesce a battere Sassari e a portarsi a -1 da Pesaro. «E’ riduttivo parlare di squadra dal cuore enorme, è una caratteristica dimostrata – commenta il tecnico, che ha ereditato la squadra a 0-11 e ha vinto 7 gare su 17 – è stata una gara importante anche per le statistiche, quando si gioca con cifre così non si merita di perdere. Quando sei stanco servono tecnica e cervello contro Sassari l’abbiamo fatto in difesa e in attacco. Gara dominata dal cuore ed energia con tanta tecnica». AMAREZZA Meo Sacchetti , al 5° stop in fila, è amareggiato: «E’ dura perdere una gara così,

Enzo Esposito, 46 anni CIAMILLO

non siamo riusciti a portarci in dote il vantaggio che avevamo – spiega – siamo stati poco lucidi specie nei due contropiede quando eravamo avanti di 4. Loro avevano già preso confidenza, certo è un demerito nostro. C’è poco da dire, sapevamo che Caserta ha carattere, una partita non è mai chiusa». PARTITA Caserta dopo 4’ è avanti 13-7, poi arriva la reazione ospite con un parziale di 10-0 fino al 13-17 al 7’ con Dyson e Brooks. Nel secondo quarto la Pasta Reggia tiene fino al 34-37 con Ivanov al 16’, poi Sacchetti e Sanders scavano il solco fino al 38-48 al 20’. La gara sembra segnata, Caserta fatica a segnare anche da 2, le bocche di fuoco sassaresi tirano da tre che è un piacere e la Pasta Reggia va sotto di 13 punti: 42-55 al 23’, poi recupera in tre minuti: 57-58 al 27’ spinta da Antonutti, dalla tripla di Domercant e ci crede nonostante la precisione di Logan e la potenza fisica di Lawal. Nell’ultimo quarto Antonutti e Vitali replicano agli ospiti, Ivanov impatta 82-82 al 35’, poi le triple di Vitali, Logan e Domercant fanno 88-85 al 39’. Scott fa valere il suo atletismo e Moore mette la firma al match 90-85 che consente a Caserta di inseguire il sogno salvezza. © RIPRODUZIONE RISERVATA

UMANA VENEZIA: Ruzzier 5 (1/1, 1/1), Goss 23 (6/8, 2/3), Viggiano 21 (3/4, 4/7), Peric 16 (4/8, 2/3), Ortner 13 (5/7); Jackson 10 (1/4, 2/4), Ress 3 (1/4 da 3), Nelson (0/1), Ceron, Dulkys (0/1, 0/1). N.e.: Stone, Ambrosin. All.: Recalcati. ARBITRI: Chiari, Biggi, Calbucci. NOTE – T.l.: Cre 14/23, Ven 15/17. Rimb.: Cre 37 (Daniel 13), Ven 25 (Peric 5). Ass.: Cre 19 (Vitali 8), Ven 12 (Goss 6). Progr.: 5’ 13-12, 15’ 28-34, 25’ 47-63, 35’ 74-83. F. tecn.: panchina Cremona 19’59” (35-49), Conti 20’00” (35-50), Goss 24’17” (47-60). Usc. 5f.: Clark 33’58” (71-79). Spett. 3000.

Alessandro Rossi CREMONA

P

rova di maturità della Reyer, capace di sbancare Cremona e vincere la 3a partita consecutiva. E’ il successo n° 525 della carriera per Charlie Recalcati, che raggiunge in vetta Tonino Zorzi e blinda il 2° posto a 80’ dal termine della stagione regolare. Senza Stone, ai box dopo il riscaldamento per un problema muscolare, Venezia trova le giocate decisive dalla coppia Goss-Viggiano, 44 punti con il 68% al tiro. FIDUCIA «Goss ha giocato con grande fiducia e autorità, gestendo al meglio una situazione di emergenza, quando, a 15’ dal termine, aveva commesso il 4° fallo personale – dirà Recalcati – Senza Stone, abbiamo subito a rimbalzo, vincendo però in altre parti del campo. Un bravo a chi lo ha sostituito. A poche set-

FINALE DONNE

Pierson firma l’1-1 Ragusa sbanca Schio a sorpresa

ASSIST

12 1. Andrea Cinciarini REGGIO EMILIA

28 anni play

2. Luca Vitali

8 8 8 7

CREMONA

2. Alessandro Gentile MILANO

2. David Moss MILANO

5. Ronald Moore CASERTA

VALUTAZIONE

31 1. Phil Goss VENEZIA

32 anni guardia 1. Samardo Samuels MILANO

3. Stanley Okoye VARESE

4. Joe Ragland MILANO

5. LaQuinton Ross PESARO

31 30 29 27

● Dopo il -32 di gara-1, Ragusa sbanca Schio e pareggia la finale scudetto (al meglio delle 5). Mercoledì gara-3 in Sicilia. Schio-Ragusa 58-65 (13-17, 31-36; 41-48) FAMILA WUBER SCHIO: Yacoubou 13 (3/6, 0/2), Gatti 2, Sottana 8 (4/6, 0/3), Anderson 13 (5/10, 1/3), Masciadri 1 (0/1, 0/3), Sliskovic (0/2), Zandalasini 1, Ress 2 (0/4, 0/2), Macchi 18 (4/8, 1/4). All. Martinez. PASSALACQUA RAGUSA: Ivezic 5 (2/3, 0/2), Gorini 7 (2/4, 1/1), Cinili 6 (1/6, 1/4), Mauriello (0/1), Galbiati 2 (1/1), Walker 11 (4/10), Gonzalez 10 (2/5, 2/3), Nadalin 6 (3/7), Pierson 18 (6/10). All.: Molino. PLAYOFF A-2 - Dopo la vittoria di sabato di Treviso su Agrigento che ha portato la serie in parità, anche le altre 3 sfide del 1° turno vanno alla bella di mercoledì: RecanatiFerentino 78-91 (serie 1-1); Treviglio-Biella 70-67 (serie 11); Ferrara-Trieste 73-80 (serie 1-1, gara-3 giovedì). Già ai quarti Verona, Brescia, Torino e Casale Monferrato.

timane dai playoff, è una risposta importante del collettiv». Cremona esce per prima dai blocchi, perché Vitali punisce le letture difensive sui pick and roll. Al massimo vantaggio (22-17, 8’) i lombardi si bloccano, non segnano dal campo per 6’ minuti (2/13 al tiro nel 2° quarto) e la Reyer sprinta anche grazie a Ruzzier e Ortner. Cremona si innervosisce, a cavallo della pausa viene presa d’infilata dall’ennesimo parziale (10-0), sprofondando a meno 18 (35-53, 22’). RIMONTA Bell guida la rimonta, che si infrange prima contro Peric (8 punti nei 10’ finali) poi contro Goss e Viggiano, quando i lombardi, con Hayes, erano arrivati a meno 5 (84-89) con 35” sul cronometro. Le chance di playoff si assottigliano: «E’ uno sprint su una montagna da oggi un po’ più alta – dice Pancotto –. Abbiamo ancora birra, energia, ambizione e voglia. Contro Venezia dovevamo giocare la partita perfetta. Sono stati più bravi. Nel 2° quarto ci è mancata attenzione difensiva. Però non abbiamo mai mollato, giocando con coraggio e personalità». © RIPRODUZIONE RISERVATA

RISULTATI VANOLI CREMONA UMANA VENEZIA

84 91

CONSULTINVEST PESARO GIORGIO TESI PISTOIA

82 86

OPENJOBMETIS VARESE UPEA CAPO D'ORLANDO

80 73

EA7 MILANO GRANAROLO BOLOGNA

117 92

DOLOMITI ENERGIA TRENTO 82 ACEA ROMA 68 PASTA REGGIA CASERTA 94 BANCO DI SARDEGNA 87 GRISSIN BON REGGIO EMILIA 86 ACQUA VITASNELLA CANTU' 74 ENEL BRINDISI SIDIGAS AVELLINO (OGGI ORE 20)

CLASSIFICA SQUADRA EA7 MILANO UMANA VENEZIA GRISSIN BON REGGIO EMILIA DOLOMITI ENERGIA TRENTO BANCO DI SARDEGNA SASSARI ENEL BRINDISI GRANAROLO BOLOGNA (-2) GIORGIO TESI GROUP PISTOIA ACQUA VITASNELLA CANTU' ACEA ROMA VANOLI CREMONA OPENJOBMETIS VARESE SIDIGAS AVELLINO UPEA CAPO D'ORLANDO CONSULTINVEST PESARO PASTA REGGIA CASERTA (-1)

PT 48 42 40 34 34 30 26 26 26 24 24 22 20 20 14 13

G 28 28 28 28 28 27 28 28 28 28 28 28 27 28 28 28

V 24 21 20 17 17 15 14 13 13 12 12 11 10 9 7 7

P 3 7 8 11 11 12 14 15 15 16 16 17 17 19 21 21

F S 2421 2052 2230 2066 2185 2081 2276 2254 2362 2268 2063 2012 2160 2243 2143 2151 2228 2212 1991 2042 2142 2165 2249 2315 2059 2115 1960 2064 2022 2310 2108 2249

PLAYOFF RETROCESSIONE

PROSSIMO TURNO DOMENICA 3/5, ORE 20.30 BRINDISI-MILANO BOLOGNA-ROMA CASERTA-REGGIO EMILIA PISTOIA-VARESE

LE ALTRE GARE

Spanghero porta Trento al 4° posto fermando Roma TRENTO

82

ROMA

68

SASSARI-VENEZIA AVELLINO-CREMONA CANTU'-PESARO CAPO D'ORLANDO-TRENTO

Pistoia in volata Ora Pesaro è nei guai PESARO

82

PISTOIA

86

(15-21, 34-37; 51-54)

(17-16, 41-42; 60-63)

DOLOMITI ENERGIA TRENTO: Forray 4 (2/3, 0/2), Sanders 13 (3/4, 1/4), Mitchell 8 (1/4, 1/4), Owens 12 (5/9), Baldi Rossi 6 (3/6, 0/1); Grant 4 (2/3, 0/1), Pascolo 13 (3/3) Armwood, Spanghero 20 (3/3, 3/3), Flaccadori 2 (1/2, 0/1). All.: Buscaglia.

CONSULTINVEST PESARO: Wright 16 (5/13, 0/4), Myles 2 (1/4, 0/3), Musso 11 (1/2, 3/7), Lorant 21 (7/9, 1/5), Judge 2 (1/4); Ross 23 (4/9, 2/7), Basile 5 (1/1, 1/1), Raspino, Crow 2 (0/1, 0/3). N.e. Tortù. All.: Paolini.

ACEA ROMA: Stipcevic 13 (3/4, 2/11), Freeman 13 (2/3, 3/8), Curry 4 (2/5, 0/2), Eijim 11 (4/5, 1/2), Ebi 18 (7/12, 1/3); D’Ercole 2 (1/3, 0/1), Sandri 7 (1/3 da 3), De Zeeuw (0/2), Vukona. N.e.: Kushchev. All.: Dalmonte.

Phil Goss, 32 anni CIAMILLO

37

ARBITRI: Lamonica, Bartoli, Filippini. NOTE - T.l.: Tre 21/26, Rom 6/7. Rimb.: Tre 32 (Baldi Rossi 6), Rom 32 (Ebi 9). Ass.: Tre 17 (Forray 5), Rom 10 (Curry 3). F. tecn.: Buscaglia 18’ (33-34). Progr.: 5’ 7-15, 15’ 26-25, 25’ 40-47, 35’ 63-59. Usc. 5f.: De Zeeuw 33 (56-68). Spett. 3240. TRENTO - Nel match che porta Trento al 4° posto e allontana Roma dalla carovana playoff, non è bastato il buon avvio degli ospiti per espugnare il PalaTrento: un ritrovato Marco Spanghero segna 15 punti negli ultimi 10’ (100% dal campo) e consegna la vittoria ai suoi. «Ci è mancato un po’ il contropiede» dice coach Buscaglia. Roma all’inizio è riuscita a tagliare fiato e gambe a Trento: 4-13 dopo 5’. Nel 2° quarto Mitchell dalla lunetta sigla il primo vantaggiosul 22-21, ma Roma non molla. Nel 3° quarto l’Acea ritrova il vantaggio (26’, 40-50), ma Owens e Grant recuperano a suon di schiacciate (50-54). Spanghero si rivela l’uomo partita, autore del +10 che segna l’inizio della fine per gli ospiti. «Abbiamo subito l’energia di Trento» spiega laconico Dalmonte. Chiara Turrini

Varese, 3a in fila con super Okoye Upea sconfitta VARESE

80

C.D’ORLANDO

73

(18-15, 34-35; 56-50) OPENJOBSMETIS VARESE: Maynor 7 (2/5, 1/7), Rautins 15 (0/2, 3/9), Okoye 22 (9/14, 1/2), Kangur 6 (0/1, 0/1), Jefferson 7 (3/6); Letho 5 (0/2, 1/4), Callahan 8 (2/4 da 3), Diawara 7 (2/4, 1/2), Casella 3 (1/4 da 3). N.e.: Balanzoni, Lepri, Vescovi. All.: Caja. UPEA CAPO D’ORLANDO: Henry 13 (4/5, 0/3), Pecile 5 (1/1, 1/1), Campbell 5 (1/1, 1/3), Nicevic 8 (3/10), Hunt 6 (3/7); Basile 8 (1/2 da 3), Sulejmanovic 3 (1/2 da 3). Soragna 6 (0/2, 2/4), McGee 19 (4/6, 3/7). N.e.: Karavdic, Bianconi. All.: Griccioli. ARBITRI: Taurino, Bettini, Weidmann. NOTE - T.l.: Var 18/20, Cap 14/23. Rimb.: Var 43 (Jefferson, Okoye e Callahan 9), Cap 27 (Hunt e Campbell 10). Ass.: Var 16 (Maynor 6), Cap 14 (Basile, Henry, Campbell 3). Usc. 5f.: Nicevic 38’53” (72-73). Spett. 3861 per 55.449 euro. VARESE - Con un 16-3 negli ultimi 3’ per recuperare da -6 (64-70 al 37’), Varese ha ottenuto la 3a vittoria consecutiva grazie soprattutto a Okoye: l’ala nigeriana, in quintetto al posto dell’infortunato Eyenga, ha chiuso con 30 di valutazione, il 62% al tiro (10/16) e 9 rimbalzi. E se Griccioli ha visto il suo quintetto giocare con buone mentalità - «Ci siamo fatti trovare impreparati alla fine, può starci: non sempre gli episodi ti sono favorevoli» - anche Caja è soddisfatto: «Abbiamo fatto ricorso alle nostre migliori risorse, dando la soddisfazione che meritava al pubblico di Masnago. Okoye ha giocato bene, merito anche di chi l’ha messo in ritmo. Penso a Letho, sostituto di un Maynor che, in difficoltà fisica, non avrebbe dovuto esserci. Eppure anche lui ha fatto la sua parte!». Antonio Franzi

GIORGIO TESI GROUP PISTOIA: Hall 11 (3/5, 1/3), Brown (0/1, 0/3), Milbourne 20 (2/3, 3/3), Williams 26 (4/8, 3/4), Amoroso 16 (2/3, 4/5); Easley (0/2), Filloy 8 (1/4, 2/6), Magro 3 (1/1), Cinciarini 2 (1/1, 0/3). N.e. Mastellari. All.: Moretti. ARBITRI: Sahin, Seghetti, Ranaudo. NOTE - T.l.: Pes 21/23 Pis 19/23. Rim.: Pes 36 (Lorant 10), Pis 34 (Filloy 8). Ass.: Pes 9 (Musso 3), Pis 10 (Filloy 3). Progr.: 5’ 6-9, 15’ 29-29, 25’ 47-55, 35’ 66-72. Usc. 5 f.: Easley 26’15” (49-60), Judge 33’73” (6667). Tecn.: Easley 26’15” (49-60). Spett. 4580. PESARO La sesta sconfitta consecutiva spedisce Pesaro sempre più in basso, un solo punto davanti a Caserta. Pistoia torna a vincere in trasferta dopo quasi tre mesi e resta in corsa per i playoff grazie al duo Williams-Milbourne decisivo nell’ultimo quarto. «Il canestro di Filloy in terzo tempo bruciando la difesa è stata la chiave, perché ha messo due possessi tra noi e loro. La nostra è stata una prestazione molto positiva» ha ammesso coach Moretti, che ha ritrovato Cinciarini dall’infortunio. «Abbiamo lottato per 40’ e, se siamo ancora questi, sono convinto che raggiungeremo la salvezza», dice Paolini. Parla anche il presidente Costa: «Niente facce da funerale, un anno fa ci siamo salvati all’ultima in casa e possiamo ripeterci» Camilla Cataldo

PLAYOFF NBA

Cavs e Warriors chiudono 4-0 Love infortunato ● Cleveland vince anche gara4 a Boston e completa il cappotto al termine di una partita diventata rissosa dopo la mancata espulsione di Perkins (fallaccio su Crowder). Ad essere cacciato poco dopo è stato JR Smith (sospensione in arrivo) per una gomitata allo stesso Crowder (che cadendo ha patito una distorsione a un ginocchio). Datome ha fallito la tripla del -3 a 28” dalla fine. La lussazione a una spalla per Kevin Love (uscito nel 2° quarto e non rientrato) preoccupa i Cavs in attesa degli esami odierni. «Olynyk lo ha fatto apposta» ha accusato il lungo di Cleveland. Sweep anche per i Warriors sui Pelicans con Steph Curry immarcabile. I 39 punti, 8 rimbalzi e 9 assist del futuro mvp sono stati troppi per tener viva la serie. Ora Golden State dovrà aspettare almeno sino a sabato per aprire la semifinale Ovest contro Memphis, a cui manca un solo successo per eliminare Portland. Est, gara-4: Boston-Cleveland 93-101 (Thomas e Sullinger 21; James 27, Irving 24, serie 04); Milwaukee-Chicago 92-90 (serie 1-3, stanotte gara-5); Washington-Toronto 3-0 (ieri gara-4); Brooklyn-Atlanta 9183 (stanotte gara-4). Ovest, gara-4: New Orleans-Golden State 98-109 (serie 0-4); Portland-Memphis 109-115 (serie 0-3, stanotte gara-4); San Antonio-LA Clippers 2-1 (ieri gara-4); Dallas-Houston 0-3 (ieri gara-4).


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Atletica R Maratona

LUNEDÌ 27 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Kipchoge beffa Kimetto e Kipsang E’ il re di Londra

RISULTATI Donne: l’etiope Tufa batte le keniane Guerra primo europeo UOMINI: 1. Kipchoge (Ken) 2h04’42”; 2. Kipsang (Ken) 2h04’47”; 3. Kimetto (Ken) 2h05’50”; 4. Biwott (Ken) 2h06’41”; 5. Regassa (Eti) 2h07’16”; 6. Kitwara (Ken) 2h07’16”; 7. Guerra (Spa) 2h09’33”; 8. Kibrom (Eri) 2h09’36”; 9. Reunkov (Rus) 2h10’10”; 10. Lebid (Ucr) 2h10’21”. DONNE: 1. Tufa (Eti) 2h23’22”; 2. Keitany (Ken) 2h23’40”; 3. Tsegaye (Eti) 2h23’41”; 4. Mergia (Eti) 2h23’53”; 5. F. Kiplagat (Ken) 2h24’15”; 6. Sumgong (Ken) 2h24’23”; 7. P. Jeptoo (ken) 2h25’01”; 8. Dulce Felix (Por) 2h25’15”; 9. Mazuronak (Bie) 2h25’36”; 10. El Moukim (Mar) 2h26’33”.

1Nuovo spettacolo keniano con finale a sorpresa

Eliud irresistibile negli ultimi km: vince in 2h04’42” Stefano Boldrini CORRISPONDENTE DA LONDRA

S

orprese, lacrime, spettacolo, quasi 37 mila partecipanti e mezzo milione di persone per le strade: la maratona di Londra come sempre non ha deluso, ribadendo la piena legittimità ad essere l’Olimpo della specialità. Anche il tempo ha retto bene: grigio britannico, ma niente pioggia e vento leggero. Le nuvole hanno giocato d’anticipo, bagnando la capitale del Regno Unito durante la notte e lasciando in pace gli atleti. Tra gli uomini, ha vinto il keniano Eliud Kipchoge, abilissimo ad inserirsi nel duello tra Wilson Kipsang e Dennis Kimetto. Sorpresa anche nella prova femminile, con il successo dell’etiope Tigist Tufa. Tra i colossi del fondo, parità: Kenya-Etiopia 1-1. Nelle prove dei disabili, trionfo dello statunitense Josh George e vittoria annunciata della connazionale Tatyana McFadden. GLI UOMINI Con otto atleti con

il personale sotto 2h05’, a cominciare dal primatista mondiale Kimetto (2h02’57’’) e via via Wilson Kipsang, Emmanuel Mutai, Eliud Kipchoge, Geoffrey Mutai, Sammy Kitwara, Tsegaye Mekonnen (unico etiope tra i keniani) e Stanley Biwott, la presenza delle lepri, vestite con la maglia bianconera stile Juventus, sembra inutile. La gara è velocissima. I primi 15 km sono ad andatura record, ma ai 20 km c’è una leggera frenata. Al 30 km partono le grandi manovre. Kipsang tira il gruppo, Kimetto è sempre alle sue spalle, Kipchoge appare il più fresco. Al primo strappo, restano in quattro: Kipsang, Kimetto, Kipchoge e Biwott. Nel sottopassaggio tra il 38° e il 39° km, con il tratto iniziale in discesa ideale per scattare, la svolta. Kipsang e Kipchoge si allontanano, mentre Kimetto e Biwott non riescono a tenere il passo. Fino al 41° i due leader si studiano, ma quando Kipchoge allunga la falcata, Kipsang, che ha saltato l’ultimo rifornimento, non risponde. Kipchoge vince salutando il pubblico. Kipsang è secondo a cinque secon-

di. Kimetto è terzo. Il primo degli europei è lo spagnolo Javier Guerra, settimo con 2h09’33’’. DONNE Anche tra le donne il momento decisivo è il famoso sottopassaggio. Nel tunnel, l’etiope Tigist Tufa sorprende la keniana Mary Keitany. La falcata della leader è sciolta. La Tufa si volta un paio di volte per controllare la situazione, ma il vantaggio sulla Keitany è rassicurante e l’etiope trionfa con otto secondi di distacco sulla rivale. Tirfi Tsegaye è terza con 2h23’41’’. La portoghese Ana Dulce Felix, ottava, è la migliore delle europee. SPETTACOLO La volata della prova maschile dei disabili entra nella storia dello sport. Sono in sette a sprintare nei cinquecento metri finali. Il britannico David Weir, che cerca il settimo successo, viene bruciato negli ultimi dieci metri dallo statunitense Joshua George. Trionfo a stelle e strisce anche tra le donne: Tatyana McFadden domina la gara e stacca di oltre 2 minuti la svizzera Manuela Schaer.

L’arrivo a braccia alzate di Eliud Kipchoge, 30 anni, davanti a Kipsang COLOMBO

NEL 2003, ORO IRIDATO 5000: AVEVA 18 ANNI...

L’etiope Tigist Tufa, 27 anni, ha un personale di 2h21’52” COLOMBO

NEL MONDO Al keniano Rotich la maratona di Amburgo

● Parigi, 31 agosto 2003: Eliud Kipchoge, allora 18enne, con 12’52”79 batte il marocchino Hicham El Guerrouj di 4/100 e l’etiope Kenenisa Bekele (12’53”12): è oro mondiale dei 5000 (AP)

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CELEBRITA’

Radcliffe, applausi e lacrime. Button, che cuore...

H

a corso con le lacrime agli occhi gli ultimi mille metri, tra gli applausi di migliaia di persone impazzite per lei. Paula Radcliffe ha chiuso la carriera, come voleva e dove voleva: nella maratona di Londra e tagliando il traguardo in un tempo dignitoso, 2h36’55’’, quasi un miracolo dopo i problemi al tendine d’Achille al piede sinistro che, a febbraio, avevano rischiato di compromettere la gara d’addio. La britannica è primatista mondiale da 12 anni, ma le ultime stagioni sono state un autentico calvario. Una serie impressionante d’infortuni, ancora più pesanti con l’età che avanzava. Paula, 41 anni, ha

detto basta nel modo con cui tutti i grandi atleti sognano il congedo: nelle strade di casa, tra la sua gente e con la famiglia, il marito-allenatore Gary Lough, i figli Isla e Raphael, i genitori Peter e Pat, ad attenderla al traguardo. LE LACRIME Maglietta rossa, occhiali quasi per nascondere le lacrime, guanti e orologio bianco, Paula ha corso libera. Nessun obiettivo da centrare, nessun avversario da rincorrere, nessun tempo da stabilire. E’ il modo più bello di vivere la maratona e la Radcliffe si è goduta la sua ultima fatica tra sorrisi e saluti al suo popolo. L’emozione l’ha tradita negli

ultimi metri. «Ho cercato di dare il meglio per chiudere con dignità e perché Londra ti trascina, ma sono contenta per come è andata, soprattutto se ripenso alla paura di non poter affrontare la gara. Correndo, ho rivisto tutta la mia carriera». Al traguardo, Paula è stata premiata dal principe Harry. IL PILOTA Jenson Button vola anche a piedi. Il pilota della McLaren-Honda ha chiuso in 2h52’30”, migliorando di circa 6’ il suo personale. Button è stato il testimonial di un’associazione che raccoglie fondi per la cura del cancro. bold © RIPRODUZIONE RISERVATA

«CORRENDO HO RIVISTO TUTTA LA MIA CARRIERA. CHE AFFETTO LA GENTE, NON POTEVO NON COMMUOVERMI» PAULA RADCLIFFE PRIMATISTA MARATONA

HA RACCOLTO FONDI CONTRO IL CANCRO E FATTO IL SUO RECORD: 2H52’30” JENSON BUTTON CAMPIONE MONDIALE F.1 NEL 2009

L’arrivo di Rotich ad Amburgo AFP (d.m.) Il keniano Lucas Rotich ha vinto in 2h07’17” la maratona di Amburgo (Ger). Uomini: 1. Rotich (Ken) 2h07’17”; 2. Gh. Gebrselassie (Eti) 2h07’47”; 3. Chebogut (Ken) 2h08’01”. Donne: 1. Hailu (Eti) 2h25’41”. A VARSAVIA (d.m.) Doppietta etiope alla maratona di Varsavia (Pol) con vittorie di Lemi Birhanu (2h07’57”) e Fatuma Sado (2h26’25”). Uomini: 1. Birhanu (Eti) 2h07’57”; 2. C. Kwemoi (Ken) 2h08’05”; 3. Geneti (Eti) 2h08’11”. Donne: 1. Sado (Eti) 2h26’25”; 2. Ehitu (Eti) 2h32’19”. IN CINA (d.m.) Il keniano Ernest Ngeno ha vinto in 2h11’47” la maratona del fiume giallo a Dongying (Cina). Uomini: 1. E. Ngeno (Ken) 2h11’47”; 2. Chemtan (KEN) 2h11’49”; 3. Kwambai (Ken) 2h13’26”. Donne: 1. Kirop (Ken) 2h31’36”. A DUSSELDORF (d.m.) Il romeno Mariel Ionescu (2h13’29”) e l’americana Anne Bersagel (2h28’28”) hanno vinto la maratona di Dusseldorf (Ger).


Boxe R Il Mondiale dei massimi al Madison

LUNEDÌ 27 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

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Klitschko, chi ferma il ragioniere? 1Contro Jennings, solita vittoria monotona: senza big a sfidarlo, ora toccherà a Fury Massimo Lopes Pegna CORRISPONDENTE A NEW YORK

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ladimir Klitschko ha rimesso la tuta rossa sgargiante e chiacchiera al cellulare dentro la pancia del Tempio, il Madison Square Garden. Il re dei massimi ha appena dominato ai punti (116-111 per due giudici, 118-109 per il terzo, persino un’esagerazione) la sua vittima numero 64, l’americano Bryant Jennings, e si muove nei larghi corridoi della mitica arena come fossero quelli di casa sua, anche se l’ultima volta c’era stato nel 2008 (successo contro Sultan Ibragimov). IN UFFICIO Sabato il Garden sembrava un pezzo di Ucraina: tribune zeppe di connazionali emigranti con bandiere e cori incessanti, nonostante il rivale venisse dalla vicina Philadelphia. Avevano ascoltato le sue parole alla vigilia sul conflitto con i russi, cogliendo forse una sorta di richiamo a raccolta: come fosse l’occasione più opportuna per far sentire la propria voce a chi soffre in patria. All’ultimo momento, è arrivato anche il sindaco di Kiev: suo fratello Vitali, fosse stato necessario per dare un ulteriore risvolto politico alla serata. Ha la faccia appena segnata, Klitschko, come se Jennings, l’avversario che ha l’unico merito (non molto di più) di averlo bloccato al lavoro per tutte e dodici le riprese, fosse stato una fastidiosa pratica da archiviare. Perché Wladimir pare troppo spesso solo un diligente ragioniere. E’ entrato in ufficio (il ring), ha studiato il rivale, lo ha tenuto a distanza con una mitragliata di jab (383), doppiati ogni tanto con qualche solida combinazione, e ha accumulato punti. Si è distratto per un paio di round, come se l’impiegato, lui, fosse un po’ annoiato. L’arbitro gli ha pure tolto un punto per una trattenuta alla 10a, ma non ci sono stati sussulti: niente sangue, nessun atterramento, tutto così poco

VITTORIA AI PUNTI IN 12 ROUND: 116-111, 116-111, 118-109 A sinistra, il destro di Wladimir Klitschko, 39 anni, si abbatte su Bryant Jennings, 30. Il record del campione ora è 64-3, lo sfidante è 19-1 AFP

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● Le sfide iridate sostenute in carriera da Wladimir Klitschko, che eguaglia Joe Louis: il suo bilancio è di 25 vittorie e 2 sconfitte (Sanders e Brewster)

2007

● L’anno dell’ultimo campione del mondo dei massimi statunitense: il 2 giugno Shannon Briggs perde la cintura Wbo contro Ibragimov

drammatico e spettacolare. BASTA AMERICA E’ il rimprovero che gli viene mosso dagli americani: Klitschko? Bravo, ma non ha l’aggressività di gente come Mike Tyson. Perché è vero che ora Wladimir (64-3 con 54 k.o.) ha raggiunto il record del grandissimo Joe Louis (27 match con un titolo in palio) e ha messo in fila 18 difese consecutive vincenti (terzo dietro allo stesso Louis, 25, e a Larry Holmes, 20), ma molti dei suoi critici s’infastidiscono nel vedere il suo nome citato assieme a quella generazione di supercampioni. Sicuramente un giudizio troppo severo. Intanto lui, si gode le carezze dell’attrice americana e madre di sua figlia Kaya (nata a dicembre), Hayden Panettiere, e si congeda dagli Stati Uniti con una frase più da amministratore delegato, che da pugile: «Il mio prossimo match? Sarà quasi certamente contro l’inglese Ty-

son Fury, perché è lo sfidante ufficiale della Wbo. Difficile, però, che si possa fare qui in America». Tyson Fury è un ragazzone alto 2,15m, di 26 anni, con un record immacolato di 24 vittorie, ma senza avere nella lista dei battuti gente di rango. E’ il problema principale anche del ragionier Klistchko: trovare avversari adeguati all’indiscussa abilità. Jennings non era male, ma lo hanno lanciato su un palcoscenico così prestigioso dopo appena 19 incontri. Wladimir ammette: «E’ stato il più bravo fra quelli che ho affrontato negli ultimi tempi. Velocità di braccia, grande atleta. Metterebbe in difficoltà molti dei top massimi di oggi». Sa bene, però, che per entusiasmare chi gli rimprovera troppa poca azione nel match di sabato, ci vuole altro. Si giustifica: «Contro pugili più piccoli di me, come Jennings, non è facile mettere a segno colpi spettacolari. Mi trovo meglio con quelli più

alti. Vedrete, con Fury ci sarà da divertirsi: non vedo l’ora». MONTAGNA Più che uno slogan pubblicitario, sembra un invito a concedergli ancora fiducia. In verità, non ne ha mai avuto bisogno. Perché nonostante alle sue recite ci sia spesso il rischio di annoiarsi, ovunque Wladimir si esibisca non ci sono vuoti in tribuna. In Germania, la sua Nazione adottiva, ha riempito uno stadio da oltre 60 mila posti. Non fa i soldi di Floyd Mayweather, ma nel 2014 ha guadagnato 24 milioni di dollari in due incontri, diventando, secondo Forbes, il 25° sportivo più pagato del mondo. Quando qualcuno gli chiede se a 39 anni stia pensando al ritiro, liquida la vicenda con filosofia: «Cerco di arrivare in cima alla montagna, solo che non so mai quale sia la cima». Ride di gusto. Ma in platea, forse, non tutti hanno afferrato. © RIPRODUZIONE RISERVATA

A BERGAMO

Dual match L’Italia supera la Germania (r.g.) Primo impegno per gli azzurri in vista dei Giochi Olimpici Europei di giugno. A Bergamo l’Italia del c.t. Bergamasco batte 6-3 la Germania: 52 Grande (I) b. Klein 3-0; 56 Bagatin (I) b. Sokolov 3-0; 60 Boufrakech (I) b. Harutyunyan 3-0; 64 Dahiten (Ger) b. Benkoriki 3-0; 69 Arecchia (I) b. Kerber 30; 75 Attanjauoi (G) b. Lizzi 3-0; 81 Rosciglione (I) b. Bunn; 91 E. Spahiu b. Fress 3-0; +91 Schulz b. Carbotti kot 2. EUROPEO (r.g.) A Helsinki (Fin) Edis Tatli (25-1), finlandese nato in Kosovo, conquista il vacante Europeo leggeri, battendo il francese Yvan Mendy (30-4-1) con verdetto unanime.

Ippica R Le due grandi corse romane

Il team Botti prende tutto Non accadeva da 44 anni 1Parioli ed Elena

dominati da una sola scuderia (Villa) e un solo trainer: l’ultima nel 1971

Nicola Melillo ROMA

«V

oglio ringraziare il mio staff che ha lavorato in modo fantastico: oggi per noi un pomeriggio memorabile». Non sta nella pelle, Stefano Botti, che si è portato a casa a Capannelle il Parioli, il Regina Elena e il Botticelli. Un en plein netto, chiaro, impressionante nei modi, con una superiorità dei suoi alfieri eccezionale.

DOPPIO STORICO Un trionfo

che assume dimensioni storiche, coinvolgendo un estasiato Felice Villa, proprietario con la sua Effevi di Hero Look, trionfatore sul miglio de Parioli, e di Sound of Freedom, spaziale nell’Elena. Un doppio di scuderia che si era verificato l’ultima volta nel 1990: vinse l’Ajb (Atoll e Candy Glen), ma solo nel 1971 il doppio fu marcato anche dallo stesso allenatore: Fulvio Passa per la Spineta sellò Arnaldo da Brescia e Adelaide Adams. BRIVIDO PARIOLI La classica sul miglio per i maschi ha regalato almeno 4 nomi che potrebbero tentare i 2200 del metri del Derby del 17 maggio. Non ci sarebbe da stupirsi. Fantastico il finale di Hero Look, che dopo un km a ritmo blando, col drammatico infortunio di Pelandrun (pastorale del posteriore sinistro esploso, si sta cercando di salvargli la vita), si sono accese le polveri e un Winklemann sor-

prendente per cattiveria agonistica, provava a tenere la testa, arrendendosi al finalone furioso di Hero Look, portato sul palo da Fabio Branca lasciando a oltre una lunghezza un ottimo Azari (Grizzetti: «Che finale! Dritti al Derby!») e un General Sherman che forse ha pagato più del dovuto il ritmo blando. Per il vincitore un bel dubbio. Villa: «Vorrei andare in Inghilterra (Saint James Palace Stakes, n.d.r.), ma potremmo provare il Derby. La distanza la fa». L’ospite spagnolo Muqaweel? Settimo. La trainer Imaz Ceca: «Meglio sul dirt». TUTTI AL NASTRO AZZURRO? Un bel dilemma, per Stefano Botti, che al Derby ci andrà di sicuro con un siluro chiamato Goldstream, supersonico nel Botticelli, vinto con un cambio di marcia e una volata incredibile e solitaria su Time Chant e poi il vuoto. Ma al

TEST PER IL LOTTERIA

Pascià Lest ottimo secondo in Francia

Hero Look, montato da Fabio Branca, vince il Premio Parioli GRASSO

Derby potrebbe andarci anche l’altra grande trionfatrice del giorno: l’imbattuta (in 4 corse) Sound of Freedom, assoluta dominatrice del Regina Elena, che pilotata da Cristian Demuro («Fantastica, ha fatto tutto da sola») guadagnava 5 metri con uno scatto chiudendo su Anchise e Kocna: «Una cavalla dai mezzi superiori. Merita tentativi importanti. Forse in Francia (Prix de Diane? n.d.r.) ma il signor Villa

ha un sogno: vincere il Derby con una femmina». Pienone per il team Botti il 17 maggio? 4ª corsa - Premio Parioli - (gr. 3) - m 1600: 1 Hero Look (F. Branca); 2 Azari; 3 General Sherman; 4 Winklemann; Tot.: 1,58; 1,17, 1,62, 1,39 (11,17). Tris: 19,93. 6ª corsa - Premio Regina Elena (gr. 3) - m 1600: 1 Sound of Freedom (C. Demuro); 2 Anchise; 3 Kocna; 4 Reset Un Blue; Tot.: 1,31; 1,63, 3,68, 8,03 (30,66) Tris: 273,30.

● Un altro secondo posto, ma questo di un valore specifico piuttosto alto, visto il livello degli avversari. Dopo il posto d’onore nel Mirafiori, Pascià Lest si ripete nel Criterium de Vitesse de Basse Normanie (m 1609), finendo dietro al solo Aladin d’Ecajeul (E. Raffin) che ha dominato in un strepitoso 1.09.8 (record della pista) che lo lancia dritto verso l’Elitlopp. Pascià Lest, con in sulky Andrea Guzzinati, ha concluso in 1.10 e prenderà la rotta di Napoli, per il Lotteria di domenica prossima. L’ultima vittoria di Pascià risale all’Atlantique dell’aprile 2014. ● OGGI QUINTÉ A PALERMO Alla Favorita (inizio convegno alle 15.30) scegliamo Raion Gv (4), Procida (9), Nuvolari di Stra (12), Romeo da Pisa (13), Reflex Grif (8) e Merkury Caf (1). ● SI CORRE ANCHE Trotto: Follonica (15.10) e Taranto (15.20).


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Pallavolo R Semifinale scudetto maschile

LUNEDÌ 27 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

clic

Domani sera in gara-2 Latina gioca a Frosinone

SUL CASO-NGAPETH INTERVIENE FALIVENE «SOLO UN MALINTESO»

● (a.a.) Domani semifinale si giocano le gara-2 della semifinale scudetto. Ore 20.15 a Frosinone: Top Volley Latina–Parmareggio Modena (serie 0-1, diretta su Rai Sport 1). Ore 20.30 Sir Safety Perugia- Energy T.I. Diatec Trentino (serie 0-1). Si gioca a Frosinone in quanto l’impianto di Latina non ha la capienza prevista dalla Lega per le gare più importanti della stagione, necessario quinti la migrazione. Gara-3 Eventuale venerdì 1 maggio, ore 18: ENERGY T.I. Diatec Trento-Sir Safety Perugia; Parmareggio Modena–Top Volley Latina. FINALE SCUDETTO Gara-1, domenica 3 maggio, ore 18.15; Gara-2, mercoledì 6 maggio, ore 20.30; Gara-3, domenica 10 maggio, ore 17.30; Gara-4, mercoledì 13 maggio, ore 20.30 (eventuale); Gara-5, domenica 17 maggio, ore 18.15 (eventuale).

Al termine di tutte le gare i giocatori di Trento vanno a dare il «5» ai tifosi TARANTINI

● (p.a.) In merito alle accennate polemiche sorte in gara-1 tra i tifosi pontini e Ngapeth ha pensato di intervenire il presidente della Top Volley per spegnere subito eventuali tensioni in vista del ritorno di domani: «Voglio ringraziare la presidente di Modena, Catia Pedrini per le belle parole nei nostri confronti - ha detto Falivene -. Sul caso Ngapeth c’è stato un grosso malinteso nel momento in cui lui si è girato dalla parte del pubblico dove c’erano i nostri tifosi con un gesto equivoco. È stato uno sfottò che non ha superato il limite della decenza. Attendo quindi domani i tifosi di Modena a Frosinone per continuare il clima di gemellaggio che c’è stato sabato».

«La 7 finale per questa gente» a

1Lanza: «Trento e il suo pubblico meritano il traguardo, ma occhio a Perugia» pita di essere sotto e di non riuscire a reagire. Noi abbiamo una grande consapevolezza, di essere una squadra unita e che lotta sempre, ma per la finale c’è ancora da macinare».

Nicola Baldo TRENTO

U

na vittoria separa il Trentino Volley dalla settima finale scudetto. Dal 2008 a oggi solo nella stagione scorsa i Dolomitici non hanno disputato la sfida per il tricolore, con un bilancio di 3 vittorie e 3 sconfitte. Fra la squadra di Rado Stoytchev e il settimo assalto al trono c’è la Sir Perugia di Nikola Grbic, capitano del primo scudetto e della prima Champions. Gara-1 ha messo in mostra una Energy T.I. che ha in canna un Filippo Lanza splendida e consolidata realtà di SuperLega.

Questi, dopotutto, sono i playoff... «E sono diversi dalle gare normali, c’è un’altra atmosfera. Sia in campo sia per la gente fuori, c’è la consapevolezza che ogni punto può essere decisivo. Giochiamo un campionato lungo per arrivare a questo punto e fare bene. Quando perdi qualche punto e sei in difficoltà senti addosso un macigno, riuscire a rialzarsi in quei momenti è una cosa da applausi».

«Adesso non possiamo pensare troppo in là, oltre alla partita di domani a Perugia – commenta il 23enne – dobbiamo tenere i piedi ben saldi per terra. In gara-1 abbiamo visto che non è facile battere Perugia, una gran bella squadra». Massima attenzione per gara-2, ma la consapevolezza di essere a una sola vittoria dalla finale? «Sì ma ogni partita ha una storia a sé. Le consapevolezze che ti sei costruito rischi sempre di perderle in un attimo, se ti ca-

Filippo Lanza, 23 anni, veronese punto di forza del Trentino Volley

R«Playoff con serie più lunghe? Perché non provare, i tifosi si divertono molto»

«A Trento c’è un ambiente che sa cosa vuol dire lavorare per provare sempre a vincere. Se arriveremo alla settima sarà un traguardo che questo gruppo si è costruito con fatica ed energia, non partendo certo da favorita in questa stagione. Ma, ripeto, è presto per fare questi ragionamenti».

Non la stupisce vedere Macerata eliminata da Latina e Modena vincere soffrendo? «No, non mi stupiscono i risultati a sorpresa. Credo che Latina lo volesse più di Macerata e questo ha fatto la differenza. Qui non conta il sestetto, non conta il budget... contano gli uomini che vogliono vincere. Mi spiace per la Lube, perché lì giocano ragazzi che conosco e che ci tengono tantissimo».

Per lei non è la prima semifinale, ma è la prima da titolare. «Vero, ho giocato le semifinali con la Trento dei campioni, ma questa ha un gusto molto diverso. È la mia prima semifinale da protagonista e spero ce ne saranno ancora tante altre. Me la sto godendo tutta: stare lì, in campo, punto dopo punto per lottarsi e guadagnarsi un traguardo così come lo scudetto col pubblico che tifa tantissimo, è meraviglioso».

Sei finali dal 2008 a oggi sono, comunque, tante...

A proposito di playoff: si parla di fare serie più lunghe, accor-

ciando la stagione regolare... «Sarebbe una buona idea provare. Si sa che i playoff sono partite tutte decisive perché non si può mai sbagliare, in campionato invece c’è un percorso diverso. Avere dei playoff lunghi sarebbe molto più entusiasmante credo per tutto l’ambiente, perché avrebbe a che fare con gare tutte da dentro o fuori». Un’altra cosa che spesso è tipica del periodo dei playoff sono le voci di mercato. Ma da giocatori come vivete tutto questo parlare di voi intorno? «Quello che si dice e si legge noi lo usiamo per farci degli scherzi e delle battute. Ci si prende un po’ bonariamente in giro, chiedendo ad esempio al proprio compagno se aveva già trovato casa in quella città dove si dice dovrebbe andare a giocare e cose così». Però avere tanti estimatori in Italia e all’estero sarà motivo di soddisfazione. «A me non frega nulla dei contratti o di quello che gli altri si aspettano da me. A me interessa solo vincere. L’unica cosa che voglio adesso è mettere un nuovo gagliardetto sul tetto del PalaTrento».

LA GUIDA Modena: Bruno adesso è italiano (p.r.) Ufficiale che Bruno, il regista di Modena, è diventato italiano da qualche tempo (per via della mamma Vera Mossa) anche se nel playoff la cosa non avrà effetto. A-2 MASCHILE (f.c.) Potenza Picena è la seconda finalista dei playoff di A-2. In finale (3 su 5: gara-1 prevista venerdì 1 maggio) affronterà l’Aiello Corigliano. Ieri gara-5 di semifinale: Globo Sora (Hirsch 29)-B-Chem Potenza (Moretti 22) 1-3 (25-23, 12-25, 2527, 24-26; serie 2-3). MOTTA PROMOSSA (f.c.) La Pallavolo Motta (club fondato nel 1969), nelle cui file militano, fra gli altri, l’opposto Cetrullo (ex Monza: è stato lui con un ace a firmare il punto vincente), il regista Visentin (in A-1 con Sisley e Loreto) e il centrale Tomassetti (trascorsi a Perugia, Latina e Piacenza) è la prima promossa in A-2 maschile. La squadra trevigiana, guidata da Pino Lorizio (lo scorso anno ha vinto col Levski Sofia la Coppa di Bulgaria) ha battuto 3-0 il Rimini centrando questo traguardo a cui già andò vicina nel maggio scorso. I biancoverdi, terzi in classifica a metà campionato (B-1, gir. B), sono stati protagonisti di un girone di ritorno strepitoso con 10 vittorie di fila che riportano in A una squadra della provincia di Treviso.


Pallavolo R Semifinale scudetto, gara-4

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L’impresa di Casalmaggiore: fa 2-2!

1Ortolani & C. completano la rimonta e mercoledì sera giocano la bella con Conegliano a Cremona mantenuto lo spirito di squadra, è cresciuta cresce. Ovunque. Gli scambi diventano più lunghi, più tattici, più ragionati. E’ rilassato coach Davide Mazzanti a fine gara, consapevole di aver realizzato un’impresa (anche se si guardano le dichiarazioni della vigilia e un po’ ci credeva). «La squadra ha saputo mettere in campo la nostra pallavolo, in queste partite di semifinale vedo un po’ la sintesi di tutto il nostro anno. Me lo sentivo che sarebbe stata una serie lunga, adesso noi dobbiamo essere capaci di prolungare l’aggressività delle ultime due gare».

Alberto Rosa CONEGLIANO

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uello che non ti aspetti a volte accade. Casalmaggiore espugna il Palaverde replicando in gara-4 la maiuscola prova di venerdì scorso contro l’Imoco, che in casa non perdeva (udite udite) addirittura dal 19 novembre scorso. Il secondo 3-0 della Pomì in sole 48 ore farà decidere la sfidante di Novara per la finale scudetto in gara-5, mercoledì sera, al Pala Radi di Cremona, ma con uno stato d’animo radicalmente diverso rispetto a quello con cui si è andati in campo ieri sera. Tirozzi e compagne hanno realizzato quello che sembrava più o meno impossibile. LACRIME DA EX E la rincorsa iniziata in gara-3 Casalmaggiore la completa trovando ancora quelle forze, soprattutto mentali, che le hanno fatto terminare la regular season al secondo posto della classifica. L’ultimo punto è di Valentina Tirozzi, ex di Conegliano. «Do-

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● E’ l’8a volta che in una serie femminile si rimonta da 0-2 a 22. Solo in 3 occasioni chi ha rimontato ha vinto. La prima Perugia contro Napoli nel 1999

po l’ultimo punto ho pianto. Capovolgere il 2 a 0 della serie è una grande soddisfazione. E poi non nascondo che contro la mia ex squadra avevo un po’ la voglia di rivalsa, legata solo allo sport, naturalmente. Credo che questa gara sia stata la fotocopia di gara-3. Prima della partita abbiamo fatto il più naturale dei patti: non dovevamo mollare e lo abbiamo fatto. Le abbiamo costrette a rischiare e abbiamo realizzato quello che siamo. Non siamo sul 2 a 2, ma sullo 0 a 0. Si riparte. Da noi». Conegliano è riuscita a tenere il campo solo all’inizio del secondo set, concentrandosi soprattutto sul muro. Saranno 6 i muri punto di Conegliano a fine della frazione. Certo il doppio di Casalmaggiore che, però, conferma quella capacità di concentrazione che nelle serie lunghe dei playoff fanno la differenza. Soprattutto la Pomì, nelle flessioni di ritmo che ha avuto, non si è mai disunita, ha

LA GUIDA Sabato comincia la finale scudetto Gara-1 a Novara Mercoledì sera (ore 20.15) quinta fra Pomì Casalmaggiore e Imoco Volley Conegliano (2-2 nella serie). Mentre l’Igor Gorgonzola Novara attende l’avversario: gara-1 di finale è in programma sabato. A-2 DONNE (m.l.) Playoff promozione. Il Club Italia porta Monza a gara-3. Semifinali gara-2 (su 3). Ieri: Club Italia-Saugella Team Monza 3-1 (22-25, 25-22, 25-23, 25-23). Sabato: RovigoVicenza 3-0 (1-1). Gara-3: mercoledì ore 20.30: Vicenza-Rovigo; Monza-Club Italia. OGGI A ROMA (a.a.) Primo raduno azzurro maschile a Roma per Randazzo e Mazzone (Altotevere), Raffaelli (Club Italia), Ricci (Ravenna), Massari e Alletti (Piacenza), Bossi e Spirito (Molfetta), Balaso e Milan (Padova), Saitta (Toulouse) e Preti (Milano). Lo staff tecnico sarà composto da Mauro Berruto, Mirko Corsano, Simone Roscini, Piero Benelli, Sebastiano Cencini, Giorgio D’Urbano, Matteo Carancini e Stefano Sciascia.

La gioia della Pomì Casalmaggiore che ha pareggiato la serie TARANTINI

E’ proprio la concretezza che difetta tra le fila venete. Una partita a scacchi, come è diventata questa serie di playoff, si gioca e vince anche sulla capacità di mantenere una concen-

trazione prolungata. Tirozzi e compagne dimostrano di avere nelle mani e nei pensieri la concentrazione di un maratoneta. E quando Conegliano si è trovata con le spalle al muro e ha rischiato quello che ancora poteva nell’ultima frazione la Pomì nuovamente ha cambiato passo, annichilendo Conegliano, la cui delusione è tutte nella parole di Nikolova:«Adesso non abbiamo più possibilità, dobbiamo cambiare atteggiamento. Casalmaggiore ha puntato molto sul ritmo, ha forzato tanto. E’ difficile giocare contro un avversario così. La mia sostituzione? Naturalmente non ero contenta, Nicoletti ha fatto bene ed è rimasta in campo. Giusto così. Adesso dobbiamo cercare di cancellare tutto e subito. Siamo a gara-5, non dovevamo esserci, ora siamo all’aut aut».

CONEGLIANO

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CASALMAGGIORE 3 (20-25, 20-25, 17-25) IMOCO CONEGLIANO: Fiorin 6, Adams 12, Glass 4, Barazza 2, Özsoy 11, Barazza 2, Nikolova 2; De Gennaro (L). Nicoletti 9, Barcellini, Katic. N.e.: Boscoscuro, Arimattei, Furlan. All. A. Chiappini POMI’ CASALMAGGIORE: Gennari 9, Gibbermeyer 9, Ortolani 17, Tirozzi 9, Stevanovic 10, Skorupa 1; Siressi (L). Bianchini 1. N.e.: Quiligotti, Klimovich, Agrifoglio. All. D. Mazzanti. ARBITRI: Cipolla e Zucca. NOTE Spettatori: 5.031. Durata set: 24’, 28’, 28’: tot. 120’. Imoco: battute sbagliate 6, vincenti, muri 11, seconda linea 5, errori 31; Pomì: battute sbagliate 3, vincenti 1, muri 13, seconda linea 4, errori 11.


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TUTTENOTIZIE BASEBALL

Una one-hit di De Santis Bologna batte Rimini: aggancio (m.c.) Una one-hit di Riccardo De Santis consente a Bologna di pareggiare i conti con Rimini e di affiancarla in testa alla classifica. Il line-up emiliano si scatena al 4° inning. Cade ancora Padova, sulla battuta di Santalupo al decimo. San Marino si riscatta con una rimonta dallo 0-4 sul diamante di Roma. 5° turno, gara-2: ParmaPadova 5-4 (10°, v. Petralia, p. Faccini); Bologna-Rimini 4-0 (v. De Santis, p. Richetti); Città di Nettuno-San Marino 4-7 (v.Oberto, p. Salciccia); GodoNettuno2 5-7 (v. Andreozzi, p. Galeotti). Classifica: Rimini, Bologna 700 (7-3); Padova, San Marino 600 (6-4); Città di Nettuno 444 (4-5); Parma 400 (4-6); Nettuno2 300 (3-7); Godo 222 (2-7). ● SOFTBALL (m.c.) Il 4° turno. Girone A: Bollate-La Loggia 52, 6-3; Legnano-Caronno 5-11, 1-2; Staranzano-Nuoro 9-8, 30. Classifica: Bollate 1000 (60); La Loggia 667 (4-2); Staranzano 750 (3-1); Caronno, Rovigo, Nuoro 333 (2-4); Legnano 167 (1-5). Girone B: Bologna-Bussolengo 7-6, 0-9 (5°); Parma-Sestese 3-2, 1-4. Classifica: Forlì 1000 (4-0), Collecchio 1000 (2-0); Bussolengo 750 (3-1); Sestese, Bologna 333 (2-4); Parma 167 (1-5).

ATLETICA

Penn Relays La Giamaica batte gli Usa 3-1

Michael Rodgers (4x100 Usa) AP ● (si.g.) Nelle 121e Penn Relays di Philadelphia 3-1 per la Giamaica sugli Usa nelle staffette. Renaud Lavillenie solo 3° con 5.62 nell’asta a Des Moines (Drake Relays), al coperto per il maltempo. Impressiona Jasmine Stowers che si porta a 12”40 nei 100 hs. A La Jolla la rivelazione 2015 del peso Joe Kovacs vince con 22.06: misurato in riscaldamento un pazzesco 24.29, oltre un metro oltre il primato mondiale. A Philadelphia. Uomini. 4x100: Usa Red (Rodgers, Gatlin) 38”68; Giamaica (Carter, Frater, Powell) 38”88. 4x400: Usa 3’00”86 (mpm ‘15); Bahamas 3’01”63. Donne. 4x100: Giamaica 43”70; Usa 43”79. 4x400: Giamaica 3’26”58 (mpm ‘15); Usa 3’28”42. A Des Moines. Uomini. 110 hs (+1.7): McLeod (Giam) 13”21. Asta (indoor): Kendricks 5.82; Barber (Can) 5.82; R. Lavillenie (Fra) 5.62. Triplo: Claye 16.94 (+1.8, mpm ‘15). Donne. 400 McCorory 50”13 (mpm ‘15); Richards 51”09. 100 hs (+1.5): Stowers 12”40 (mpm ‘15); Harper 12”71; Castlin 12”72; Rollins 12”75. A La Jolla. Uomini. Peso: Kovacs 22.06.

1BEACH VOLLEY: IN CINA (c.f.) Nell’Open di Fuzhou (Cina) via al World Tour 2015 e prima volta per i

tedeschi Böckermann-Flüggen e per le canadesi Broder-Valjas. Sul podio anche Brouwer-Meeuwsen (Ola) e Krou-Rowlandson (Fra) e, tra le donne, Laboureur-Sude (Ger) e Walsh-Ross (Usa). Finali chiuse sul 2-0.

TENNIS

Nishikori fa il bis Garcia Lopez e Kerber a sorpresa 1Il giapponese si conferma a Barcellona, lo

spagnolo brilla a 31 anni, colpo della tedesca

Il giapponese Nishikori (n. 5 del mondo) si conferma a Barcellona REUTERS

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opo aver interrotto l’anno scorso 11 edizioni di egemonia spagnola, Kei Nishikori si conferma, sulla terra rossa di Barcellona (Spa, 1.990.000 ). Il successo del n. 5 del mondo non era così scontato, con il nono titolo Atp del giapponese, contro il sorprendente Pablo Andujar (n. 66). Perché l’uomo di casa aveva eliminato Fognini (il castigatore

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di Nadal) e poi anche Ferrer. Il 6-4 6-4 finale conferma le qualità sulla superficie del pupillo di Michael Chang: non dimentichiamo, più giovane campione del Roland Garros (1989), a 17 anni e 4 mesi. A Bucarest (Rom, 440.000 ), imprevisto il 5° successo Atp Tour, per 7-6 (5) 7-6 (11), del veterano spagnolo Guillermo Garcia-Lopez (31 anni, n. 45 mondiale) contro il potente ceco Jiri Vesely, più giovane di 10 anni e lonta-

PALLANUOTO

no appena una posizione in classifica (n. 46). Esaltante il doppio Copil e Ungur, che, alla prima finale Atp, rimonta dopo un’ora e tre quarti per 3-6 7-5 17-15 Monroe-Sitak (Usa-N.Zel), salvando 5 match point, e diventando la prima coppia di romeni campioni da Pavel-Trifu del 1998. NUOVA SPECIALITA’ Fra le donne, a Stoccarda (Ger, 670.000 ), la mancina Angelique Kerber (Ger, n. 14 del mondo) rimonta due volte Caroline Wozniacki (n. 5), da 1-3 e 3-5, imponendosi per 3-6 6-1 7-5. Porta così a 11-0 la striscia sulla terra aperta vincendo Charleston e corona per la seconda volta in carriera il successo su due «top ten» nella stessa settimana, avendo eliminato la n. 2 del mondo, Sharapova. «Qualche giorno fa ho detto che la terra non è la mia migliore superficie, ma devo cambiare idea. Nelle ultime settimane ho giocato davvero bene. E non vedo l’ora di affrontare gli altri tornei prima di Parigi». ITALIANI E FEDERER Questa settimana riappare Roger Federer, nell’insolito teatro di Istanbul (Tur, 494.000 ), sicuramente attratto da un succulento ingaggio. A Monaco (Ger, 494.000 ), Fabio Fognini esordirà con un qualificato e Simone Bolelli con il ceco Rosol (precedenti 1-0, sul veloce). Donne a Marrakech (Mar, 230.000 ), con al 1° turno Pennetta-Jovanovski, Vinci (al rientro dopo i problemi al gomito)-qualificata e KnappBuyukakcay. © RIPRODUZIONE RISERVATA

TIRO A VOLO

A Napoli nervi tesi e proteste L’Acquachiara supera il Posillipo e sfida il Brescia in semifinale

Coppa a Larnaca Bacosi, che bis nello skeet

● NAPOLI Due vittorie in due giorni e il ribaltone è servito: dopo il successo di sabato sera in gara-2, che aveva portato in parità la serie del quarto di finale con il Posillipo, l’Acquachiara vince anche la bella giocata 17 ore dopo. Partita che si conclude con le proteste della squadra di Occhiello per l’arbitraggio: colpito a 35’’ dalla fine dalla rete dell’11-8 di Luongo, il Posillipo non gioca l’ultimo possesso, fermandosi per applaudire polemicamente Bianchi e Riccitelli e permettendo a Lanzoni di arrotondare il punteggio. A motivare le proteste è il numero dei falli gravi (20 contro 13, contando doppie inferiorità e rigori) e soprattutto la rete del 10-8 di Paskvalin, viziata da un fallo su Radovic e arrivata a stroncare, a 1’45’’ dalla fine, il tentativo di rimonta rossoverde. Il Posillipo era sotto da metà secondo quarto, quando le reti di Lanzoni e Rossi avevano portato l’Acquachiara dal 3-4 al 5-4. Ma i biancazzurri vincono anche perché ritrovano i gol di Luongo e la mira su uomo in più: dopo aver perso l’Euro Cup, la semifinale scudetto contro il Brescia, che ha chiuso sul 2-0 la serie con la Canottieri, è una bella consolazione. Il derby napoletano era l’unico quarto arrivato a gara-3: la Pro Recco ha eliminato il Bogliasco e ora affronterà la Sport Management, che ha avuto la meglio sul Savona. Fabrizio Napoli

● Ancora Diana Bacosi. E’ un evento, in Coppa del Mondo, quando un tiratore vince due prove consecutive. Nello skeet donne a dire il vero era successo relativamente poco tempo fa, nel 2013, ed era stata un’altra azzurra: Chiara Cainero. Ora è il momento di Diana, 31enne dell’Esercito, mamma di Mattia (6 anni): un mese fa esatto aveva trionfato a Al Ain (davanti a Cainero e Spada) e ieri ha fatto il bis a Larnaca (Cip). Nelle qualifiche ha chiuso a 72, in testa insieme a Yu Xiumin (Cina) e Nadine Messerschmidt (Ger). In semifinale è stata perfetta (16/16), si è trovata in finale con la stessa Yu Xiumin e l’ha battuta 15-13. Per la Bacosi è la terza vittoria in Coppa (la prima a Suhl 2008) e il nono podio. Terzo posto per la 21enne statunitense Morgan Craft, al primo podio in carriera. Chiara Cainero ha chiuso le qualifiche a 71 e nello spareggio a 6 (con 3 posti) è uscita al secondo piattello. Skeet donne: 1. Bacosi 15–16– 72; 2. Yu Xiumin (Cina) 13–15 (+11)–72; 3. Craft (Usa) 15–14 (+4)–71 (+6); 9. Cainero 71 (+1); 43. Di Marziantonio 63.

Stefano Luongo, 25 anni AFP ACQUACHIARA-POSILLIPO 12-8 (3-3, 3-2, 2-1, 4-2) Carpisa Yamamay Acquachiara: Caprani, Perez, Rossi 1, Paskvalin 1, Marziali 1, A. Petkovic 1, Lanzoni 3, Ferrone, S.Luongo 4 (1 rig.), Valentino 1, Astarita, M. Gitto. N.e. Lamoglia. All. De Crescenzo. Posillipo: Negri, Dolce, Briganti, Foglio, Klikovac 2, Radovic 1, Renzuto 2, Gallo, E.Russo, Bertoli, Mandolini, Saccoia 3. N.e. Caruso. All. Occhiello. Arbitri: Bianchi e Riccitelli. Note: sup. num. Acquachiara 15 (8 gol), Posillipo 13 (6). Usc. 3 f. E.Russo 18’14’’, Klikovac 21’10’’, Bertoli 25’47’’, Perez 29’23’’. Petkovic fallisce un rigore (traversa) al 18’14’’. Esp. Occhiello al 30’15’’ e Radovic al 31’30’’, entrambi per proteste. Semifinali (29/4, 5/5, ev. 6/5): Sport Management-Pro Recco, Acquachiara-Brescia. Ritorno ed eventuale bella sui campi di Pro Recco e Brescia. La finale al meglio delle cinque partite. Semifinali 5°-8° posto (29/4, 5/5, ev. 6/5): Bogliasco-Savona, Canottieri Napoli-Posillipo. Ritorno ed eventuale bella sui campi di Savona e Posillipo. La quinta classificata si qualifica per l’Euro Cup.

Diana Bacosi, 31 anni

ARCO ● SOCIETARI (gu.l.g.) Ai Societari di Sarzana successi dell’Orione (9-7 al Città di Pescia) tra gli uomini e del Delle Alpi (9-6 all’Altopiano Piné) tra le donne.

ATLETICA ●

LINGUA LUNGO Exploit di Marco Lingua al 5° trofeo di lanci di Vila Nova de Cerveira (Por). Il piemontese ha lanciato il martello a 76.01. A Napoli. Uomini. 300: Riccardi 33”28. A Trento. Uomini. 300: Lorenzi 33”82. A Busto Arsizio (Va). Uomini. Decathlon: M. Leone (a) 6528 (m.p.i. all/i; prec. 6336; Michele Brini; Misano A. 19/4/15). ● A LOMELLO A Matteo Giupponi e Eleonora Giorgi, sui 5 km, le prove seniores del trofeo Frigerio di marcia a Lomello (Pv). Uomini: 1. Giupponi 20’51”; 2. Chiesa (j) 22’02”; 3. Rigamonti 22'13”. Donne: 1. Giorgi 22’22”; 2. Curiazzi 22’35”, 3. Giordano 23’05”.

OLIMPIADI ●

BUDGET RIO (m.can.) Il piano di politiche per le opere pubbliche porta il budget olimpico 2016 a oltre 155 milioni di euro. Secondo i governi federale, statale e comunale, l’11% delle opere pubbliche di infrastrutture è pronto e l’89% dei lavori in corso.

RUGBY ●

CANOA ITALIA U. 23 IRIDATA (a.fr.) Ai Mondiali di slalom jr e u. 23 a Iguacu (Bra), oro nel C1 u. 23 a squadre di Roberto Colazingari, Raffaello Ivaldi e Paolo Ceccon (già d’argento individuale) isu Gran Bretagna e R.Ceca.

FOOTBALL ●

IFL (m.l.) Week 6. Risultati: AnconaRoma 34-7; Seamen Milano- Parma 443; Bologna-Ferrara 6-20; Torino-Rhinos Milano 6-32; Bolzano-Bergamo 26-6; Lazio-Napoli 70-0. Classifiche. Nord: Seamen Milano, Bolzano 833 (5-1); Parma 667 (4-2); Rhinos Milano 500 (33); Torino 167 (1-5); Bergamo 0 (0-6). Sud: Lazio 1000 (6-0); Ancona 833 (51); Bologna 500 (3-3); Roma, Ferrara 333 (2-4); Napoli 0 (0-6).

GOLF CHINA OPEN A SHANGHAI MANASSERO E PARATORE 18I Ad Ashun Wu, con 279 colpi (73 66 69 71, -9), il Volvo China Open al Tomson Shanghai Pudong GC (par 72). E’ il terzo cinese a imporsi nel torneo, il primo da quando è sotto l’egida dell’European Tour. Diciottesimi con 286 (-2), Matteo Manassero (71 68 73 74) e Renato Paratore (74 71 71 70). Manassero era 4° al secondo giro, ma poi ha perso posizioni, Paratore era partito 63°. ● MOLINARI OK Francesco Molinari ha risolto i problemi a un polso e tornerà in campo per il secondo Wgc della stagione: il Cadillac Match Play a San Francisco da mercoledì prossimo.

HOCKEY GHIACCIO ●

PLAYOFF NHL Chicago e Calgary alle semifinale di Conference dei playoff Nhl. Così sabato nei quarti. Eastern: Tampa Bay-Detroit 0-4 (serie 2-3); NY Islanders-Washington 3-1 (s. 3-3). Western: Chicago-Nashville 4-3 (s. 4-2); Calgary-Vancouver 7-4 (s. 4-2).

HOCKEY IN LINE ● FINALE In gara-2 (al meglio di 5) della finale scudetto, Cus VeronaMilano24 3-2 (serie 1-1).

HOCKEY PRATO ●

QUINTA (g.l.g.) Il 5° turno: AmsicoraBra 1-1; Bonomi-De Sisti Roma 0-2; Cus Cagliari-Tevere Eur 5-3; S. Vito-Romeo Giglio 2-6; Ferrini-Fincantieri 5-1. Anticipo 6°: Cus Cagliari-Bra 3-5. Classifica: Amsicora, Bra 33; Suelli 26; Ferrini 23; De Sisti Roma 22; Bonomi 19; Tevere Eur 16; Monfalcone 13; S. Vito 10; Cus Ca 3.

NUOTO ●

continuerà sino al 2020, ma dal 2018 si dedicherà solo alle staffette. Il 28enne brasiliano rinuncerà ai Panamericani di Toronto per preparare i Mondiali di Kazan. E’ polemica col francese Leveuax, nel cui libro il brasiliano viene attaccato per la vicenda doping. ● FRANCO ED ERCOLI (al.f.) A Cozumel (Mex), nella 15 km del Gp Fina, 2° e 3° posto per Alice Franco e Simone in 3h04’04” e 2h49’49”. Vincono gli olandesi Ferry Weertman in 2h48’23” e Sharon Van Rouwendaal (allieva di Lucas) in 3h03’56”.

CIELO (m.can.) Cesar Cielo

REGGIO-GOLDEN LIONS LIONS Prestigioso accordo tra il Rugby Reggio e i Golden Lions di Johannesburg (Currie Cup e Vodacom Cup): all’Ellis Park firmato un patto di amicizia tra il presidente dei sudafricani, l’ex Springboks Kevin de Klerk e dal d.g. emiliano Roberto Manghi. Previsti stage per i più giovani e gli allenatori. ● AZZURRI ESTERI (ro.pa.) Così gli azzurri all’estero nel weekend. Premiership inglese (20° turno): London Wasps-Exeter 36-29 (Cittadini/L 80’, Masi/L 80’, Festuccia/L 53’); Leicester-London Welsh 38-17 (Ghiraldini/L e Rizzo/T 47’, Brugnara/T dal 64’); Gloucester-Newcastle 42-40 (Furno/N 80’). Top 14 francese (23° turno): Stade Français-Tolosa 12-21 (Parisse/S 80’); La Rochelle-Tolone 3229 (Cedaro/L 80’, Castrogiovanni/T 48’).

SCHERMA EUROPEI U.23 A VICENZA ITALIA, ORO E BRONZO Agli Europei u. 23 di Vicenza, l’Italia è d’oro nella spada femminile e di bronzo nella sciabola maschile. Camilla Batini e Luisa Tesserin, oro e bronzo individuali, insieme ad Alberta Santuccio e a Federica Santandrea, battono la Russia 45-33. Luca Curatoli, Leonardo Affede, Stefano Scepi e Francesco Bonsanto domano la finalina contro la Romania 45-44. Oro alla Russia, 45-34 sulla Bielorussia. Il medagliere è vinto dall’Italia (7 oro, 5 argenti e 7 bronzi).

TENNISTAVOLO ●

MONDIALI Cominciati i Mondiali di Suzhou (Cina): tutti vittoriosi gli azzurri nelle qualificazioni. Singolo uomini: Rech-Jayasingha (Sri) 4-0, Mutti-Oyler (Gal) 4-1. Doppio uomini: Mutti/RechBajracharya/Che (Nep/Mac) 3-0. Singolo donne: Vivarelli vince 4-1 con Mohamed (Qat) e 4-0 con Dasani (Ken); Piccolin supera 4-0 Kauther (Sud) e 4-1 Mergen (Mong). Doppio donne: Piccolin /Vivarelli-Kuok/Wong (Mac) 3-0. Oggi conclusione delle qualificazioni e 1° turno del tabellone di doppio misto: Mutti/Piccolin contro Fertikowski/ Grzybowska (Pol), Rech/Vivarelli contro Yang Zi/Yu Mengyu (Sin).

TUFFI ● BATKI-VERZOTTO (al.f.) Maicol Verzotto e Noemi Batki quarti nel sincro misto dai 10 m alle World Series di Kazan (301.80). Successo dei cinesi Lian Junjie e Si Yajie (345.18).

VELA ●

CLASSI OLIMPICHE (r.ra.) Giulia Conti e Francesca Clapcich terze nel 49er FX l’ISAF Sailing World Cup di Hyeres, (prima tappa europea di Coppa del Mondo classi olimpiche); ottavi Gabrio Zandonà e Andrea Trani nel 470 M.

TRIBUNALE DI PARMA Fallimento Parma Football Club S.p.A. (31/2015) INVITO A MANIFESTARE INTERESSE I Curatori del Fallimento Parma Football Club S.p.A. invitano tutti gli interessati a manifestare interesse per l’acquisto dell’Azienda Sportiva così come identificata e valutata dalla perizia depositata dal prof. Fabio Buttignon e dal dott. Roberto Marrani in data 14.4.2015. Possono presentare una manifestazione d’interesse gli imprenditori collettivi italiani aventi veste giuridica di società di capitali e gli imprenditori collettivi stranieri aventi, nel paese d’origine, veste giuridica corrispondente a quella di società di capitali. Il bando di gara, contenente informazioni più dettagliate sulla procedura di vendita competitiva, è disponibile sul sito internet del Parma FC all’indirizzo www.fcparma.com. Il presente annuncio costituisce un invito a manifestare interesse e non un invito a offrire, né un’offerta al pubblico ex art. 1336 c.c., né una sollecitazione del pubblico risparmio ai sensi dell’art. 94 ss. del d.lgs. 24 febbraio 1998, n. 58. Parma, 22 aprile 2015 I Curatori del Fallimento Parma Football Club S.p.A. (Dott. Angelo Anedda) (Dott. Alberto Guiotto)


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AltriMondi R

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Sisma in Nepal, 2500 morti

1Oltre 6 mila feriti e si continua a scavare sotto le macerie: ieri una scossa di 6,7 gradi Dispersi quattro nostri speleologi. Una volontaria: «Sembrava di stare sopra l’acqua»

Francesco Rizzo

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er le vie di Katmandu, le jeep dei soccorsi scavalcano ampie fratture nell’asfalto: intorno macerie, edifici piegati, il fumo delle pire su cui bruciano i cadaveri. Ma il Nepal colpito sabato da un terremoto di magnitudo 7,9, ieri è stato scosso da altre vibrazioni, fra cui una durata 2 minuti (grado 6,7), avvertita anche a Nuova Delhi, in India, oltre 1000 km più a ovest. «Il pavimento dondolava come se si fosse sull’acqua — racconta Fulvia Clerici, coordinatrice di Amici dei Bambini in Nepal —. Ho pensato che ci stessero bombardando. Molti hanno dormito in auto o per strada, malgrado il freddo». Il conto delle vittime, intanto, corre verso l’alto: 2460 morti (almeno 1100 solo nella capitale, Katmandu) e 6.492 feriti. Non solo: in India sono morte 66 persone, 4 in Bangladesh e 20 in Tibet (da dove arrivano immagini di palazzi che vibrano come fosse-

ro di cartone). Nel frattempo, l’Onu calcola che le persone colpite dal sisma siano 6,6 milioni; per l’Unicef 940 mila bambini hanno bisogno di assistenza umanitaria. Ma nel poverissimo Nepal (che stava ospitando 300 mila turisti) solo l’esercito ha i mezzi per scavare sotto le macerie, gli altri si arrangiano; gli ospedali, strapieni, sono già costretti a curare i feriti sotto la pioggia e i cadaveri vengono conservati con pezzi di ghiaccio sulla pancia; mancano acqua, elettricità, medicinali. La Ue ha fornito 3 milioni di euro di aiuti. PLACCA A nord di Katmandu c’è il villaggio di Langtang, 3300 metri di quota, base di partenza per i trekking: pare sia stato spazzato via da una valanga. Erano lì quattro speleologi italiani che risultano dispersi: Giuseppe «Pino» Antonini, direttore della Scuola forre del Soccorso alpino, di Ancona come l’anestesista Gigliola Mancinelli, Oskar Piazza, del Soccorso alpino del Trentino Alto Adige e il torrentista genovese Nanni Pizzor-

MILIONI DI PERSONE

6,6

Secondo l’Onu, sono 6,6 milioni le persone colpite dal terremoto in India, Bangladesh e Tibet, oltre che in Nepal

Gli italiani sull’Everest «Investiti dalla valanga Siamo vivi per miracolo» 1Le testimonianze: «Metà campo base spazzato via, è pieno di cadaveri» Soccorsi difficili, il bilancio sulla montagna sale a 22 morti e 200 dispersi

«S

iamo vivi per miracolo». Non puoi raccontarlo diversamente quando una valanga con un fronte di 200 metri ti passa sopra la testa e, protetto da una roccia, resti incolume. Annalisa Fioretti, medico specializzato in malattie dell’apparato respiratorio, 37 anni, di Carugate, due figli, era al campo base dell’Everest quando sabato il terremoto ha innescato la valanga. Con lei i compagni di spedizione Sebastiano Valentini, di Canazei, Marco Vielmo, di Vicenza, e Marco Sala, di Belluno. Per lei, sul blog e sulla pagina Facebook a tema «A 8000 metri e oltre», scrive il marito Luca Guzzi, che a casa tira un sospiro di sollievo ogni volta che gli arrivano notizie dal satellitare in Nepal. «La situazione è devastante — racconta lui —: la valanga ha investito la metà superiore del campo base, dove erano, ma la tenda era montata in una zona riparata da una roccia e non li ha investiti direttamente». Ha scritto Annalisa: «La situazione là è tragica: metà campo base è stato spazzato via. Molti sono i morti e i feriti in gravissime condizioni... E’ un

disastro e la paura per ogni piccolo rumore è una costante». I quattro sono scesi da sabato ai 5200 metri a Gorakshep, un’ora e mezzo di cammino dal campo base, e da qui servono quattrocinque giorno di cammino per l’aeroporto di Lukla da cui raggiungere Katmandu. «Io e Marco Sala— dice Annalisa — siamo risaliti al campo base e siamo scampati a due valanghe da Pumori e Nutse dopo una scossa di terremoto forte. Stiamo bene, stanchi e ammaccati ma bene. Il campo fa paura. Noi siamo dei miracolati, c’è materiale sparato ovunque lontano centinaia di metri: tende distrutte, tavolini distrutti lanciati sui seracchi e la terra continua a tremare. Ogni rumore ci fa saltare. Il campo è pieno di cadaveri che abbiamo impacchettato o coperto: un disastro». Non sono molto distanti dalla Piramide, ai 5050 metri, il laboratorio del Cnr il cui sismografo è uno dei pochissimi che ha registrato il sisma senza andare fuori scala. «Li ho sentiti terrorizzati. Abbiamo consigliato a tutti di andare alla Piramide, c’è una trentina di posti letto», ha detto Agostino Da Polenza, presidente del Ev-K2-Cnr che gestisce il laboratorio. Ieri Annalisa Fioretti, con Marco Sala, è tornata

al campo base ai 5500 metri per recuperare l’attrezzatura ma anche per dare una mano in quanto medico. «Ci sono tantissimi feriti, anche gravi». BILANCIO «Possiamo confermare che i morti sono 22 e 62 i feriti. Risultano oltre 200 dispersi, ma non ci sono conferme su quanti possono essere sotto la valanga e quanti stanno cercando di scendere», è il bilancio ufficiale per l’intero Everest del portavoce del ministero del turismo nepalese, che sabato aveva quantificato in circa

● 1 Si scava fra le macerie a Katmandu; 2 I parenti di una vittima; 3 Il pianto di una donna; 4 Un uomo fa provvista di acqua; 5 Un’alpinista cinese ricoverata; 6 Frattura nel suolo a Katmandu AFP/EPA/LAPRESSE

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Giuseppe Nigro

ni, in Nepal per esplorare due corsi d’acqua. Un’ora prima della seconda scossa, Antonini ha telefonato in Italia, rassicurando circa il suo stato di salute ma da allora non è più raggiungibile. «Sono convinti abbiano problemi di comunicazione — si fa forza Adriano Alimonta, presidente del Soccorso alpino del Trentino —. Saranno lì a dare una mano». Salvi, tra gli altri, Daniel ed Elia Lituani, due ragazzi di Firenze e alcuni escursionisti come due marchigiane, Claudia Greganti e Tiziana Cimarelli, uscite illese da un’auto distrutta da «una frana con macigni di 30 kg», raccontano. La Farnesina ha raggiunto 300 nostri connazionali incolumi, ma solo 8 italiani si erano registrati a dovesiamonelmondo.it prima di partire. Intanto, secondo i geologi, lo sciame sismico si sposta a Est e ha un fronte di 150 km. È stato causato dalla spinta della placca indiana, 5 cm l’anno verso quella euroasiatica a nord. Gli Appennini si muovono verso le Alpi di 2 millimetri all’anno.

I soccorsi al campo base dell’Everest, distrutto per metà dalla valanga dopo il terremoto di sabato mattina AFP

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mille gli scalatori sulla montagna. Tra le vittime, anche il manager di Google Dan Fredinburg, 34 anni, co-fondatore di Google Adventure. Con lui in questi giorni sull’Everest c’erano altri due colleghi, salvi: Flo Nagl e l’italiano Michele Battelli, già Technical Program Manager, che guida i programmi di supporto delle Google Apps in America Latina e ha studiato a Ferrara e Roma. Stanno bene, secondo fonti ufficiali, le circa cento persone tra scalatori e sherpa sui campi 1 (a 6050 metri di altitudine) e 2 (a 6500), bloccate dall’impraticabilità dell’Icefall, unica via per scendere al campo base. CAMPO 1 Tra gli alpinisti fermi al Campo 1, anche Marco Zaffaroni e Roberto Boscato. «Siamo vivi ma bloccati qua senza più tenda, ospiti delle delegazioni commerciali», è stato il loro sms sabato a Roberto Catti, addetto stampa della spedizione, che a loro nome cura dall’Italia la pagina Facebook «Everest 2015 in stile gitante». I contatti sono limitati agli sms col satellitare. Il giorno prima del terremoto i due erano indecisi se salire dal campo base al campo 1: sono arrivati alle 7 di mattina ora italiana, e dopo neanche due ore ecco il terremoto. Dopo un primo messaggio non avevano più fatto avere notizie fino a ieri pomeriggio: «Qui situazione stazionaria, hanno cominciato a volare i primi elicotteri. Domani toccherebbe a noi. State tranquilli, noi lo siamo». Ai campi 1 e 2 sono rimasti un centinaio di persone: ogni elicottero (dall’Italia sono partiti i piloti Piergiorgio Rosati e Maurizio Folini) può portare al massimo un paio di persone, e ieri mattina c’è stata solo una finestra di un’ora di bel tempo per i soccorsi. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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L'AVVENTUROSO di REINHOLD MESSNER

QUELLE GRIDA DI AIUTO DA SOTTO IL GHIACCIO

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olevo scrivere dell’imminente Film Festival di Trento, ma in queste ore non è possibile occuparsi di montagna trascurando il tremendo terremoto che ha colpito il Nepal e i paesi limitrofi. Tutti abbiamo potuto vedere la devastazione di Katmandu, con migliaia di morti e decine di migliaia di feriti. E abbiamo avuto informazioni dal campo base dell’Everest, con decine di morte e centinaia di feriti, di cui alcuni molto gravi e per fortuna già evacuati con gli elicotteri. Ma ancora nulla sappiamo di quanto è accaduto nella miriade di piccoli centri, sparsi per le innumerevoli valli himalaiane. Saranno sicuramente rimasti isolati per le frane e bisogna sperare che queste non li abbiano travolti. Le comunicazioni sono interrotte. In Nepal la maggioranza delle abitazioni è in pietra e argilla. Una scossa così potente, seguita da tante altre, - che non cesseranno presto e che già sono state nuovamente molto forti - ne ha sicuramente distrutto e danneggiato tantissime. Ci vorranno giorni per avere un quadro esatto della situazione e di questa immensa tragedia. Per quel che riguarda l’Everest, il campo base è stato distrutto soprattutto nella parte più vicina al Pumori. Si è staccato un enorme seracco fra questa montagna e il vicino Lingtren. I circa 200 alpinisti e sherpa che erano già a campo 1 e 2 per l’acclimatamento non possono scendere, perché la via attrezzata nella Cascata di ghiaccio è distrutta. Due soli sherpa ieri sono riusciti a passare. Hanno sentito delle grida di aiuto: non si sa quanti, al momento del terremoto, fossero impegnati su quel verticale ammasso di instabili blocchi di ghiaccio. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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LUNEDÌ 27 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

IL FATTO DEL GIORNO SOLO CONTRO TUTTI

sito i fondi degli enti locali e con quelli dovrebbe sfangarla fino alla fine di maggio. Da qui ad allora qualcosa succederà. Potrebbe andare a nuove elezioni, licenziare il suo ministro, prendere cinque miliardi dai russi…

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Yanis Varoufakis, 54 anni, ministro delle Finanze greco. Ha studiato a Londra e ha insegnato economia

Ma ci si può fidare di questo Varoufakis ministro della Grecia o è un «dilettante»? 1In Europa crescono le critiche, lui risponde citando Roosvelt L’accordo con Atene non arriva e ora c’è di che preoccuparsi

di GIORGIO DELL’ARTI gda@gazzetta.it

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ra oggi e mercoledì l’Italia andrà a chiedere ai mercati una quindicina di miliardi e l’appuntamento è atteso con una certa ansia perché lo spread ha dato segni di nervosismo (siamo a quota 130), i rendimenti dei Btp non sono così banali (l’1,4%) e insomma il tempo finanziario non è bellissimo.

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Colpa della Grecia? Sì, sostanzialmente è colpa della Grecia. Se la Grecia fallisse e uscisse dall’euro, gli speculatori sarebbero autorizzati a giocare contro l’Italia. Sfilato un filo, come negare che potrebbe venir via tutta la trama che tiene insieme la moneta unica? I peggio messi, dopo i greci, siamo noi. Ed è per questo che la Merkel sembra in questo momento la meglio disposta verso un meccani-

smo che tenga comunque Atene dentro l’area euro. La soluzione o piano B, sarebbe questa: trovandosi la Grecia nell’impossibilità di restituire una qualche rata del debito, la Bce stamperebbe a suo favore una sorta di cambiale, da riscuotere chi sa quando, con cui verrebbero intanto pagati stipendi e pensioni, mentre gli euro presenti in cassa servirebbe a rimborsare le rate del debito. Anche se non lo ha mai detto, l’avversario di questo piano è il proprio il ministro delle Finanze Yanis Varoufakis.

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Quello che gli altri ministri delle finanze hanno definito «dilettante, giocatore d’azzardo, perditempo». Varoufakis ha risposto citando una frase pronunciata da Roosevelt nel 1936, vigilia delle elezioni presidenziali che poi avrebbe vinto: «Sono unanimi nel loro odio contro di me e io darò il benvenuto al loro odio». Varoufakis ha aggiunto: «Parole vicine al mio animo e alla realtà di questi giorni». È chiaro infatti

che il ministro greco vuole semplicemente il fallimento (default) della Grecia. Che cosa succede quando un’azienda fallisce? Che i creditori devono rinunciare in tutto o in parte ai loro soldi. La Grecia farebbe marameo a tutti noi, rimetterebbe in circolazione le dracme e magari riuscirebbe pure a riprendersi in qualche modo. Un pericolo assoluto per Merkel e compagnia: nei Paesi dove si vota quest’anno i movimenti anti-euro sulle ali del successo greco raccoglierebbero ancora più consensi. Movimenti ben presenti anche in Germania. Merkel non vuole fare la prova della dracma, Varoufakis – che non è per niente un dilettante (si legga, per convincersene, il suo Minotauro globale, pubblicato da Asterios) – invece sì.

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Il leader Tsipras? Tsipras ha l’aria di non essere d’accordo col suo ministro delle Finanze e manovra all’interno delle secche provocate dalle casse vuote. Ha requi-

Ma come è fatto questo debito greco? Alla fine, a parte il fatto che ci devono restituire 240 miliardi (40 solo a noi), non se ne sa niente. Il grosso è costituito dai 141,8 miliardi prestati dal fondo salva-stati Efsf. Atene comincerà a rimborsarli davvero solo a partire dal 2023 e avrà restituito tutto solo nel 2054. In questa somma sono compresi 25 miliardi italiani che rivedremo, appunto, nel 2054. Altri 10 miliardi, usciti dalle nostre casse grazie ad accordi bilaterali, rientreranno nel 2020. Nelle segrete stanze, sono tutti soldi che si considerano persi. In ogni caso: a breve Atene deve rimborsare 200 milioni al Fmi (1° maggio) e, sempre al Fmi, 780 milioni il 12 maggio. A questi impegni farà fronte con i soldi sequestrati agli enti locali. Il 19 giugno c’è un altro miliardo e mezzo da restituire al Fmi. Per dichiarare il fallimento, però, il Fmi deve aspettare un mese, quindi questa scadenza è di fatto spostata al 19 luglio. Supponendo che, nel frattempo, sia stato raggiunto l’accordo con l’ex Troika, la Grecia avrà a disposizione i 7,2 miliardi, ultima tranche del prestito da 240 miliardi ottenuto nel 2010 e nel 2012. Con questi 7 miliardi e passa potrà resistere un anno. Bisognerà cioè dargli altri soldi per 2530 miliardi (stime Barclays). In tutto il 2015, Atene è chiamata a tirar fuori 28 miliardi.

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NOTIZIE TASCABILI SULLA NAVE SAN GIUSTO L’EVENTO A MILANO

Migranti, oggi Renzi incontra Ban Ki Moon ● Oggi pomeriggio Matteo Renzi incontrerà il segretario generale dell’Onu Ban Ki Moon per trattare l’emergenza sbarchi. I due si vedranno insieme con l’Alto rappresentante Ue Federica Mogherini a bordo della nave San Giusto della Marina Militare, impegnata nelle operazioni soccorso nel Canale di Sicilia. «Voglio fargli vedere cosa accade», ha detto il premier che punta a una risoluzione Onu sulla Libia. Il segretario sui migranti ha già detto: «Non esiste una soluzione militare a questa tragedia, bisogna guardare alla radice delle cause».

Expo, dieci milioni di biglietti venduti «Numeri record»

Giuseppe Sala, commissario Expo ● «C’era scetticismo, ma il mondo crede in noi. La prova: 10 milioni di biglietti venduti, un record nella storia delle esposizioni universali», ha detto il commissario unico di Expo Sala ieri all’inaugurazione della nuova Darsena a Milano.

IL COOPERANTE UCCISO L’ATTACCO DEL 2014

Lo Porto, Bindi: «Commissione d’inchiesta ora»

Gli hacker russi hanno letto le mail di Obama

● La mancanza di chiarezza sulla morte del cooperante Giovanni Lo Porto fa discutere ancora. Rosy Bindi (Pd) ritiene «fondamentale una commissione d’inchiesta», Di Battista (M5S) si lamenta perché a riferire in Parlamento è venuto Gentiloni e non Renzi «che aveva parlato con Obama» e la Prestigiacomo (Fi) chiede «verità dal governo».

● L’attacco alla rete informatica della Casa Bianca avvenuto lo scorso anno ad opera di hacker russi è stata «una delle intrusioni più sofisticate a cui abbiamo assistito», fanno sapere da Washington. Gli hacker sono, infatti, arrivati a leggere alcune delle email non classificate di Barack Obama che contenevano potenziali informazioni sensibili.

PER LA MORTE DI UN GIOVANE AFROAMERICANO

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E come farà? Tra la metà di giugno e la metà di luglio Tsipras potrebbe chiamare il Paese alle urne. Il consenso per Syriza è in calo, ma è probabile che vincerebbe lo stesso le elezioni. Il voto, le lungaggini per formare un altro governo (senza Varoufakis), il vuoto di agosto indurrebbero i partner europei a spostare il redde rationem a settembre. Tsipras potrebbe schivare i colpi dei creditori imbarcando la Nuova Democrazia di Antonis Samaras, l’ex primo ministro fedelissimo della Troika, e mostrando un volto più disponibile (Syriza perderebbe un terzo del partito, cioè l’ala sinistra degli irriducibili). A quel punto una qualche soluzione politica sarebbe a portata di mano e Mario Draghi sarebbe autorizzato ad allentare i cordoni della borsa.

Gli scontri durante la manifestazione per Freddy Gray a Baltimora REUTERS

Migliaia in marcia a Baltimora Scontri con la polizia e arresti ● Doveva essere una manifestazione pacifica quella organizzata ieri a Baltimora per ricordare Freddie Gray, il ragazzo afroamericano morto il 19 aprile dopo essere stato arrestato. Ma non tutti, tra le migliaia di persone scese in strada, hanno rispettato gli appelli alla calma lanciati dalle forze dell’ordine e dalla stessa famiglia Gray: ci sono stati infatti violenti scontri con la polizia (il bilancio è di sei agenti lievemente feriti), con vetrine rotte e automobili distrutte, al termine dei quali sono state arrestate almeno 34 persone.


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LUNEDĂŒ 27 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Ordina la pizza in casa a Milano Violentata dal fattorino

DA OGGI IN AULA

Italicum, tensioni per la fiducia Ipotesi slittamento

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1La polizia cerca l’aggressore, un egiziano La vittima: Mi ha chiesto se ero da sola

La violenza giovedĂŹ sera nel quartiere Lambrate, alla periferia est di Milano

Filippo Conticello MILANO

ÂŤS

ei a casa da sola?Âť, parole strane, l’inizio della fine. D’istinto, non ha dato molto peso alla domanda, Roberta, 41 anni, che vive da sola a Milano: aveva semplicemente ordinato una pizza a domicilio, pare le capiti spesso quando ha poca voglia di cucinare. A consegnarla, giovedĂŹ sera, 20.30 o poco piĂš, un ragazzo egiziano. Appena si è sentito rispondere dalla donna con una battuta (ÂŤstasera siamo io e il gattoÂť), avrebbe chiuso la porta dopo aver appoggiato il cartone fumante su un tavolino. CosĂŹ, si sarebbe consumata un’assurda violenza sessuale, l’ennesima nella cittĂ dell’Expo, rivelata ieri sulle pagine del Corriere della Sera. Adesso quest’uomo, 30 anni o poco piĂš, un

metro e ottanta, carnagione olivastra e occhi scuri, sembra sparito nel nulla: la ricerca di chi avrebbe violentato brutalmente Roberta si è trasformata in una caccia all’uomo, in cittĂ e non solo. Le indagini della polizia stanno ricostruendo i dettagli del racconto della donna, prima davanti al Servizio antiviolenza della clinica Mangiagalli, poi nel commissariato di Lambrate, il quartiere in cui tutto si è consumato in poco tempo. PALLINO La settimana prossima dovrebbe iniziare un nuovo lavoro in un call center e da lunedĂŹ scorso Roberta era tornata dopo due anni nella sua casa alla periferia est. In zona, conosceva la pizzeria take away gestita da un egiziano a cinquanta metri dal suo portone: conosceva pure i volti dei ragazzi che in motorino consegnano di solito

RLa denuncia della

donna l’indomani E Salvini attacca: Castrazione chimica anche qui

le pizze. Mai visto, però, il nordafricano che le è piombato a casa quattro giorni fa: l’avrebbe buttata sul divano, le avrebbe strappato i vestiti, portandosi via pure poche decine di euro, prima di uscire di casa. E poi scappare. La donna, sotto shock, non ha dato subito l’allarme, poi la mattina dopo l’sms a una amica: ÂŤMi hanno violentataÂť. Il caso è, comunque, delicato: il racconto della vittima è al vaglio degli esperti della polizia. Alla Mangiagalli i medici hanno repertato i vestiti, un pigiama simile a una tuta, indos-

sato al momento della violenza per scoprire se ci sono tracce con cui risalire all’aggressore. In piĂš, sono stati ascoltati sia l’amica sia il titolare del locale ed è stata verificata una strana chiamata: è partita dalla stessa pizzeria qualche ora dopo, ma la 41enne non ha risposto. Pare, però, che giĂ venerdĂŹ pomeriggio Roberta sia stata avvicinata dal proprietario del locale e da un cugino del violentatore: ÂŤVediamo se possiamo sistemare quello che è successoÂť, la frase ascoltata dalla donna prima di scappare via in lacrime. In ogni caso, Matteo Salvini ha colto l’ennesima aggressione a Milano per ripescare un vecchio pallino con una domanda mirata su Facebook: ÂŤQuante altre violenze dovremo aspettare, prima di introdurre anche in Italia la pena, anzi la cura, della castrazione chimica?Âť. Š RIPRODUZIONE RISERVATA

algono le tensioni con l’avvicinarsi del voto finale della Camera sull’Italicum che da oggi verrĂ discusso in Aula. Il governo ha giĂ manifestato la propria intenzione a porre quattro fiducie, ma intanto si fa strada l’ipotesi di far slittare la votazione da domani alla prossima settimana per consentire il contingentamento dei tempi in aula e ridurre al minimo la giĂ annunciate forme di ostruzionismo. ÂŤIl M5S userĂ mosse e azioni extraparlamentari perchĂŠ il Parlamento è totalmente esautorato. Il Paese lo cambia l’opinione pubblica, il popolo che si solleva e democraticamente protestaÂť, ha detto ieri Di Battista.

LE POLEMICHE Ma la discussione ancora ieri si è concentrata soprattutto sulla fiducia. ÂŤĂˆ una scelta irricevibile — ha detto il capogruppo dimissionario del Pd Roberto Speranza — sarebbe un errore politico madornale, una violenza vera e propria al Parlamento. Io fino all’ultimo istante farò il possibile perchĂŠ la fiducia non venga messa, porterebbe ad un vero logoramento all’interno del PdÂť. E Rosy Bindi: ÂŤIo non negherò la fiducia al governo, negherò la fiducia a un atto improprio del governo: le leggi elettorali le fa il ParlamentoÂť. Scatenato anche Vendola: ÂŤLa fiducia sulla legge elettorale è un vero e proprio stravolgimento della natura della democrazia. Sarebbe una subordinazione servile del Parlamento al governo. Non è l’Italicum ma il SovieticumÂť. E per Forza Italia parla Gasparri: ÂŤRenzi è un baro. Ha mentito su tutto e sulla legge elettorale sta commettendo un abuso inaccettabileÂť. Infine il leghista Salvini: ÂŤĂˆ un’infamia del premier inchiodare il Parlamento a discutere di questo, il Paese ha altri problemiÂť. e.e.

Giornate calde per Matteo Renzi

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NUOVA MICHELLE RICCI E CAPRICCI DA FIRST LADY

LA SAGA SUI BOLIDI GUADAGNA 1,32 MILIARDI DI DOLLARI

� Nuovo look per Michelle Obama che, nella tradizionale cena di gala con i corrispondenti accreditati alla Casa Bianca, sabato sera, ha sfoggiato per la prima volta un’elegante cascata di morbidi ricci. All’evento c’erano 2600 invitati, tra cui molti giornalisti, ma anche modelle, attori e politici. Qui accanto Michelle con il comico Keegan-Michael Key, piÚ a destra le attrici Ashley Judd e Jane Fonda (foto Epa/Afp)

â—? ÂŤFastÂť ma soprattutto ÂŤFuriousÂť, nel senso che non conosce rivali: il settimo capitolo della saga cinematografica nata nel 2001 ha raggiunto un totale di incassi nel mondo di 1,32 miliardi di dollari, grazie ai 18,3 milioni guadagnati da venerdĂŹ in Nord America. Ăˆ il quinto incasso globale di sempre. Può fare meglio: tra i film che lo precedono, ÂŤHarry Potter e i Doni della Morte - Parte 2Âť, quarto con 1,34, è forse raggiungibile. Sul

Fast & Furious 7 da record Quinto incasso di sempre

OROSCOPO LE PAGELLE di ANTONIO CAPITANI

CONSIGLIO

21/3 - 20/4 ARIETE

21/4 - 20/5 TORO

21/5 - 21/6 GEMELLI

22/6 - 22/7 CANCRO

23/7 - 23/8 LEONE

24/8 - 22/9 VERGINE

7,5

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6,5

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Il lavoro vi offre la possibilitĂ di brillare e ottenere tanto, anche con creativitĂ . L’economia si consolida, l’amor è tutto palpiti e fornicazione.

Gli zebedei cedono un tantino, l’ansia v’assale, uno stop al lavoro è probabile. Vendereste pure volentieri la famiglia al mercato. Domani migliora.

La Luna sponsorizza p.r e lavoro, con sviluppi che si fanno via via piĂš interessanti. Il vigore però è scarso, il sudombelico s’annoia. Serata spentina.

Le notizie migliori giungono dal fronte finanziario. Ma casa e famiglia liofilizzano gli zebedei. Ci vuole impegno. Domani vi ripigliate, suinally too.

La fortuna c’è. E opera in fatto di soldi, d’amore e di lavoro. Le rogne cessano, voi siete ipercucchevoli e fate gola suinamente a tanti.

Ancora una volta, da soli compirete meraviglie. E ogni successo vi depurerĂ probabilmente dal vostro sfigopessimismo. Fare pure miracoli suini. Uau.

23/9 - 22/10 BILANCIA

23/10 - 22/11 SCORPIONE

23/11 - 21/12 SAGITTARIO

22/12 - 20/1 CAPRICORNO

21/1 - 19/2 ACQUARIO

20/2 - 20/3 PESCI

7+

6-

7,5

6-

6

6,5

Ogni successo è conseguibile, voi potete addossarvi una gran mole di lavoro. E tanta gente v’elargisce aiuti. Magari anche il corpo. Ma selezionate.

LunedÏ di zebedei come lancette sulle 6 e 30 per via di circostanze e persone che vogliono togliervi l’autonomia. Arginate le pretese. Pure le vostre.

Luna in orbita eccelsa che vi fa stravincere nel lavoro, con fiuto e solerzia. I sentimenti si fanno accesi, la fornicazione è a sorpresa, muy gradita.

Il malumore vi toglie l’obiettivitĂ : non giudicate nĂŠ decidete impulsivamente. La forma fisica però è tonica, il sudombelico è ricettivo e incoraggia.

Latrare come i cocker, animati dallo sfigopessimismo, non serve a nulla. Molto meglio proporre, mediare, finalizzare: la fortuna, pure suina, arriva.

Operosi e fattivi, potete eccellere. E sbrigare pure rogne burocratiche e quei lavori piÚ noiosi d’una rosolia. Sudombelico animato da curiosità nuove.

IL NUOVO SHOW DI ITALIA 1

IL KARAOKE DI PINTUS VA IN PUGLIA Il nuovo Karaoke di Italia 1 riparte oggi dalla Puglia. Da questa sera al primo maggio a cantare assieme ad Angelo Pintus sarĂ l’affollatissima piazza di Martina Franca, che ha visto la partecipazione di piĂš di 3 mila persone. E la prossima settimana toccherĂ ad Ostuni. Il tour del Karaoke è comunque ancora lungo: prossima tappa Emilia Romagna. Per partecipare www.karaoke.mediaset.it. DA VEDERE STASERA SU ITALIA 1 ORE 19.55

podio ci sono ÂŤAvatarÂť (oltre 2,7), ÂŤTitanicÂť (2,1), ÂŤThe AvangersÂť (1,5). Nel prossimo weekend, almeno negli Usa, la sfida si farĂ però dura con l’arrivo di ÂŤAvengers: Age of UltronÂť, che ha giĂ incassato 201 milioni di dollari nei Paesi in cui si è uscito, compresa l’Italia. ÂŤFast and Furious 7Âť è anche il terzo film della storia a superare il miliardo di dollari in incassi internazionali, dopo ÂŤAvatarÂť e ÂŤTitanicÂť. Intanto segnatevi la data del 14 aprile 2017: quel giorno uscirĂ infatti l’ottavo capitolo della saga.

LO SPORT IN TV

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LUNEDÌ 27 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

GAZZA EXPO

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1Quattro giorni al via Venerdì a Milano alle 10 in punto scatta Expo,

su un milione di metri quadrati in zona Rho Fiera si ragiona su come «Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita»: 145 Paesi e 6 mesi oltre 160 eventi 1

2

Buffon «Un incontro di popoli che ricorda l’Olimpiade» 1Il n.1 di Juve e Italia in campo per

Expo: «Non resisto alla carbonara»

lenamenti e gli sforzi fisici sono davvero impegnativi».

Serena Gentile

E

xpo è una partita importante per Milano e l’Italia tutta, una partita da vincere, ecco che hanno convocato anche Gigi Buffon.

«Quando mi è arrivata la telefonata e la proposta di diventare Ambassador, avevo da poco terminato di leggere Expo 58 di Jonathan Coe, dove emerge in maniera evidente il discorso dell’incontro tra popoli… un po’ forse quello che per noi sportivi è l’Olimpiade. E ho detto sì perché credo che nel progetto di grande rinnovamento che sta investendo il nostro Paese, un’esperienza simile non possa che fare del bene. E credo che tutti – ognuno con le proprie possibilità – dovrebbero mettersi in uno stato d’animo (e non solo, potendo) di grande disponibilità nei confronti di Expo». Andiamo a cena, che commensale è? «Con il cibo ho un rapporto magnifico. A volte un po’ inespresso per via della mia professione. Fortunatamente ho un metabolismo che mi permette di non ingrassare immediatamente, ma è comunque meglio non tirare la corda. Soprattutto in certi periodi dell’anno dove gli al-

Tra Inzaghi l’estremista (bresaola e pasta in bianco, pasta in bianco e bresaola per trent’anni) o Pepito Rossi ghiotto di hamburger (pare che a Firenze debbano toglierglieli di bocca), Buffon dove si siede? (sorride) «In mezzo. So cosa mi posso permettere e a cosa devo fare attenzione per non esagerare. Poi, onestamente, dopo vent’anni di professionismo mi sono abituato, sono riuscito a consolidare alcune abitudini alimentari da atleta». Con la Juve e l’Italia, tra Coppe e Mondiali, ha girato praticamente il mondo. Quale cucina preferisce? Sperimenta o è un tradizionalista? «Mi piace molto il sushi. Ma non proviamo neanche lontanamente a paragonare nulla alla cucina italiana. Diciamo che sperimento mantenendo sempre un piede nella scarpa giusta… O meglio nello “stivale” giusto. Quello italiano».

LA CHIAVE

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le partite giocate con la Juve che lo ha acquistato dal Parma nel 2001 insieme a Thuram per 75 miliardi di lire Bachini Debutta in Nazionale il 29 ottobre 1997 in RussiaItalia (1-1), qualificazioni Mondiali: 147 presenze e la Coppa del Mondo 2006

Quanto conta l’alimentazione nella carriera di un atleta, quindi nelle vittorie di una squadra? «Tanto. Quasi forse più per l’atteggiamento mentale che ne deriva, oltre che per un ovvio beneficio fisico».

E quanto educare gli uomini di domani ad una vita alimentare sana? È questa la sfida epocale in un mondo di contraddizioni, dove si muore ancora di fame (circa 870 milioni di persone denutrite nel 2010-2012) o per cattiva alimentazione (circa 2,8 milioni di decessi per malattie legate a obesità o sovrappeso). «È un tema importantissimo e delicatissimo, che mi porta a fare necessariamente un po’ di autocritica. Certamente rappresento una piccola élite di persone agiate che, proprio a causa della condizione economica avvantaggiata, spesso non si pone il problema del consumo consapevole, tema centrale di Expo. È invece indispensabile farlo. Innanzitutto nei confronti dei nostri figli a cui deve essere data un’educazione che valorizzi ogni giorno le fortune e le ricchezze – non mi riferisco esclusivamente a quelle materiali – che la vita ci ha donato. E poi, in secondo luogo, sarebbe necessario un consumo consapevole. Si tratta tutto sommato di sviluppare una coscienza critica nell’acquisto di ciò che riteniamo ci possa essere utile in quel determinato momento. Non credo in questo modo di poter risolvere il dramma delle morti infantili causate dalla mal nutrizione, ma almeno ritengo che così facendo si possa quantomeno contribuire alla diffusione di una cultura consapevole delle enormi fortune che ha ricevuto. E per questo maggiormente rispettosa».

1. Gigi Buffon è nato a Carrara il 28 gennaio 1978. Indossa la maglia della Juventus (sponsorizzata da qualche giorno Expo) dal 2001. 2. In bacheca ha una Coppa Uefa con il Parma nel 1999, lo stesso anno vince la Coppa Italia e una delle 5 Supercoppe italiane (le altre con la Juve, più 5 scudetti tutti bianconeri. Gli manca solo al Champions... GETTY E ACTION IMAGES

Quindi, Louis Thomas e David Lee a tavola... «Hanno pochi stravizi e tante regole. Sono un padre molto attento in questo: si mangia di tutto e, soprattutto, si finisce tutto quello che è nel piatto. Piuttosto chiedendo prima di iniziare piccole quantità». Ma qualche volta sgarrerà anche lei... Ci sarà un piatto a cui non sa resistere? «Davanti alla pasta alla carbonara… potrei non controllarmi!». Il piatto della mamma, quello dei ricordi, quello che le prepara ogni volta che torna a Carrara? «Pasta alla carbonara, appunto…». Ride. Tra i pali è il numero uno, dietro ai fornelli invece come si muove? «Lasciamo stare: la cucina è il regno di qualcun altro. Non certamente il mio. Se poi si parla di sopravvivenza, beh allora posso certamente affermare di non rischiare il digiuno: un piatto di pasta, un uovo o una bistecca sono in grado di prepararmeli». © RIPRODUZIONE RISERVATA

LA STORIA - 10 CONTINUA

Dalla nursery al pesce palla, tutto quello che devi sapere A spettando i vip («Per il primo maggio non ce ne aspettiamo molti. Ma nel corso del tempo ci saranno Hollande, Putin, la Merkel e Cameron, mentre per gli Stati Uniti, con rispetto per Obama, punteremo su sua moglie» ha garantito il commissario unico Giuseppe Sala), Expo apre alle famiglie con una serie di agevolazioni sull’acquisto dei biglietti, tanti eventi dedicati ai più piccoli, una nursery per i pitstop e nella Welcome Area di Chicco, adiacente all’ingresso ovest Triulza, passeggini di cortesia gratuiti da prenotare tramite l’app di Chicco. SERVIZI Expo ha Infopoint dislocati in tutta Italia, un Expo gate in Piazza Castello e una navetta gratuita, People Mover, che compie un

Le bandiere dei 145 Paesi partecipanti a Expo in viale Forlanini OMNIROMA

percorso circolare lungo il perimetro del Sito Espositivo di Fiera-Rho, effettua 10 fermate e passa ogni 5’ (che in alcune fasce orarie possono diventare 7’). E una connessione gratuita alla rete wireless, una App uffi-

ciale e un contact center 0202015 attivo da lunedì a sabato dalle 8 alle 23. Expo ha un Wellness Club allestito da Technogym, la +Medical Parafarmacia sulla Strada 24 Nord, banche, aree fumatori e tabacche-

rie, un’area di vendita dei biglietti Trenitalia nel Padiglione Expo Partner 1 (Strada 22 Nord) mentre nel padiglione Alitalia/Etihad (Strada 22 Nord) è possibile acquistare voli aerei e pacchetti di viaggio. Expo ha quattro punti dedicati al Primo Soccorso Sanitario e posti fissi con Forze dell’ordine. Expo ha novemila operai e tecnici che stanno lavorando giorno e notte perché tutti i padiglioni siano visitabili già da primo maggio. Expo è aperto tutti i giorni dal primo maggio al 31 ottobre dalle 10-23 (biglietterie 9.30 – 21), ingresso serale 1923 con chiusura dei tornelli in entrate alle 21. Il 21 di giugno, che è una domenica, a Expo si tenterà i battere il Guinness dei primati con la pizza più lunga del mondo che sarà impastata e stesa lungo il Decumano, per un chilometro e mezzo (il re-

cord attuale è di un chilometro e 300 metri). Gentilmente offerta dalle aziende che producono pomodoro, dopo la cottura sarà lì per essere mangiata.

CIBI STRANI A Expo si potrà consumare anche il pesce palla, prelibatissimo piatto giapponese che necessita di un’accurata e delicata preparazione per evitare che il suo pericoloso veleno ne contamini la carne. Il ministero della Salute ha concesso la deroga per il consumo del fugu (questo il nome nipponico)

RAspettando Papa

Francesco, volata finale per 9mila operai. Venerdì concerto di Bocelli

ma solo nel perimetro dell’esposizione. Stesso nullaosta per il coccodrillo dello Zimbawe che è in viaggio verso l’Italia, mentre sono già arrivati dalla Thailandia invece gli scorpioni ricoperti di cioccolato e le larve giganti. Resta vietata, per fortuna, la carne di cane. Expo ha la benedizione di Papa Francesco che venerdì interverrà durante la cerimonia di inaugurazione di Expo Milano 2015 con un collegamento in diretta reso possibile dalla collaborazione tra la Rai e il Centro televisivo vaticano. La sera prima apre le danze il concerto di Bocelli in piazza Duomo e in diretta su Rai 1, il primo dei 160 eventi in cartellone. Buon Expo, Milano. Che sia un successo. s.g. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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LUNEDÌ 27 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT


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