mercoledì 13 maggio 2015 anno 119 - numero 111 euro 1,40
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www.gazzetta.it / GazzettaTv canale 59
L’ANALISI di Luca Gialanella
GIRO D’ITALIA MAGLIA ROSA ALL’AUSTRALIANO CLARKE. BENE ARU
FORMOLO MAGICO
25
È NATA UNA STELLA Il momento della svolta forse è davvero arrivato. E ha il volto da ragazzino di Davide Formolo, che con un’azione di altissima classe conquista i tifosi a La Spezia.
Il veronese, 22 anni, trionfa solitario a La Spezia e si conferma predestinato del nostro ciclismo. Oggi si sale sull’Abetone BETTINI, CONTI, GHISALBERTI, GREGORI, MARABINI, PASTONESI, SCOGNAMIGLIO DA PAG. 26 A PAG. 33 Davide Formolo è soprannominato Roccia
CHAMPIONS: ALLE 20.45 JUVE NELLA BOLGIA REAL
VI VOGLIAMO
IN FINALE!
I bianconeri nel ritorno al Bernabeu partono da 2-1 col Madrid. Tevez contro CR7 è un duello da Pallone d’oro. Ancelotti-Allegri tra l’inferno e il paradiso
STAVOLTA LEO ISPIRA, SCONFITTA INDOLORE DEL BARÇA (3-2)
IL COMMENTO di Alessandro de Calò
Messi e Neymar a Berlino Ma i marziani ne prendono 3
25
IL CIRCOLO VIRTUOSO DI MAX I cicli vincenti nel calcio europeo hanno le ali di una farfalla. Oggi la Juve può chiudere quello che Ancelotti aveva acceso un anno fa. La conquista della decima Champions sembrava il primo passo di una lunga egemonia dei Blancos nel calcio che conta.
Il Bayern si illude, subisce la doppietta del brasiliano e poi vince ARCHETTI, CENITI, FROSIO, LICARI DA PAGINA 10 A PAGINA 12
14
RAFA CHE DICI? «IL CALCIO ITALIANO È UNA M...» SQUALIFICATO Benitez paga i veleni di Parma: un turno Sempre più duro il rinnovo col Napoli MALFITANO, G. MONTI A PAGINA 14
Neymar, Suarez, Messi: che tris d’assi!
L'ARTICOLO A PAGINA 25
17
36
MERCATO
TENNIS
Inter: contatti per Jovetic Touré in, Kova out
Pennetta e Giorgi k.o. Oggi è Roma show con Fognini, Nadal, Federer e Murray
BREGA, DALLA VITE A PAGINA 17
IL ROMPIPALLONE di GENE GNOCCHI Giro d’Italia. La polizia postale usa le frequenze per cercare le bici-motorino e si lamenta: «Intercettiamo sempre Radio Maria»
DA NON PERDERE 1 Roma, la resa di Garcia «Si va tutti in ritiro» Soltanto a giorni alterni CECCHINI, PUGLIESE A PAGINA 15
2 Vita da Baselli in Serie A «Atalanta, passo e segno ma voglio giocare di più»
w
Rafa Benitez
9 771120 506000
50 5 1 3>
Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano
BIANCHIN, BOCCI, CONDO’, DELLA VALLE, GRAZIANO, IARIA, RICCI DA PAGINA 2 A PAGINA 9
DI FEO A PAGINA 19
BERTOLUCCI, CALABRESI, CRIVELLI, MARTUCCI, STOPPINI PAG. 36-40
3 Alonso e Montezemolo pungono la Ferrari: «Stagione fortunata» PERNA A PAGINA 35
2
Champions R Ritorno semifinali
da 16’ a 30’
da 31’ a 45’
Real Madrid in casa 6 gol
15 gol
16 gol
8%
21%
Juventus fuori casa 4 gol
14,2%
1° tempo
Gol segnati da 0’ a 15’
2° tempo
GLI OROLOGI DEL GOL TRA CAMPIONATI E COPPE, ECCO QUANDO SEGNANO IL REAL IN CASA E LA JUVE FUORI da 45’ a 60’
da 61’ a 75’
12 gol
5 gol
22%
17%
7%
4 gol
4 gol
4 gol
8 gol
14,2%
14,2%
14,2%
29%
da 76’ a 90’
Tot
72 Tot
28
18 gol
25% 4 gol
14,2% GAZZETTA DELLO SPORT
Paolo Condò
Cuore e Pirlo L nella bolgia del Bernabeu Juve, si può!
INVIATO A MADRID (SPAGNA)
1Il Real in casa segna
il 25% dei gol negli ultimi 15 minuti, ma assalterà subito. Allegri dovrà evitare di chiudersi
STADI E TRIONFI
MONDIALE 1982 Rossi alza la Coppa al Bernabeu
MONDIALE 2006 Buffon campione a Berlino
trattato di una contrattura), di dover usare — a partita in corso — un Benzema ai box da un mese, e insomma di essere appeso a diverse situazioni che nel corso dei 90’ potrebbero cambiare. Allegri probabilmente auspica l’assedio immediato, perché le energie spese prima non rimangono per dopo e quindi il finale sarebbe più gestibile: in questa stagione il Real in casa ha segnato il 25 per cento dei suoi gol nel quarto d’ora conclusivo, un’enormità. Tutto ciò che potrà essere fatto per disinnescare gli ultimi 15’ sarà quindi prezioso, mentre la Juve distribuisce i suoi gol in trasferta in maniera quasi perfetta.
a temperatura sta salendo. Più di trenta gradi stasera, all’ora della partita — il Bernabeu sarà un sudario — e sorrisi tirati dalla tensione un po’ ovunque, campo Real e campo Juve. «Seconds out» si ordina nella boxe quando il suono del gong è ormai imminente, fuori i secondi; in una vigilia di semifinale Champions di ritorno le ultime ad abbandonare il ring sono speranze, illusioni e cabale. Per sopravvivere alla grande prova e guadagnarsi la finale la Juve, dopo essersene servita per arrivare fin qui con animo leggero, in queste ultime ore deve dimenticare ogni discorso intonato al «comunque vada sarà un successo» per entrare in campo deJUVENTUS 2 - 1 Real Madrid terminata e famelica, consapeRitorno Madrid, oggi ore 20.45 vole dell’enormità della posta, disposta a sfasciarsi di concentrazione e fatica pur di non perdere il piccolo vantaggio costruito all’andata. Il Bernabeu non è il tipo di tavolo al quale sedere dopo aver lasciato mezFINALE zo gruzzolo in albergo; in queBERLINO, 6 giugno sto tempio devi giocarti sempre tutto, e non è detto che basti.
LA PROTEZIONE DI PIRLO Il recupero di Pogba è la notizia tattica saliente della vigilia juventina, perché finisce di ridisegnare il suo schieramento base. Non si può venire al Bernabeu pensando di chiudersi a cinque: la quantità di modi nei quali Ronaldo, Bale, James e gli altri possono colpire sono così tante e variegate da condannare Buffon anche in versione dea Kalì. Le Juve migliori dell’anno, quelle dell’andata e di Dortmund, hanno interpretato il 43-1-2 con grande equilibrio, perché quell’1 non è uno svagaBarcellona to trequartista ma un guerriero STRATEGIA D’ASSALTO Il Real come Vidal, capace di inserirsi attaccherà con pazienza, dice in zona gol ma destinato a presAncelotti. Mah. Per il Madrid sare Kroos appena il pallone 3-0 Barcellona Bayern non sarà semplice assecondare tornerà ai madrileni. Marchisio 2 3 o, col lolo la gelida logica dell’1-0, perché e Pogba ai lati di Pirlo, GDS vo ma la torrida magia dello stadio più ro potere costruttivo no in famoso d’Europa non funziona anche dissuasivo, sono ggi a soltanto come incubo per gli avversari ma anche grado di coprire gli eventuali passaggi come tormento per i giocatori di casa. In una si- vuoto dinamici del regista, che resta inveressiomile bolla di passione sarà difficile per Ronaldo e ce unico in fase di lancio per la progressioi suoi amigos fare qualcosa di diverso dal rove- ne di Morata e il senso della porta dii Tevez. ni caso sciarsi subito all’attacco della porta di Buffon: è Per quanto protetta, la difesa in ogni a sotlo stile secolare del Madrid, è ciò che la gente invecchierà più di 90’: la matita rossa mo le chiederà a pieni polmoni, ma è anche la maniera tolinea l’esigenza di ridurre al minimo più diretta per aprire la strada alla Juve — lo spa- punizioni concesse in zona di tiro (Roale i zio dietro Marcelo, guardate quello — consen- naldo e Bale spaventano) e in generale nti tendole di andare a caccia di quel gol che cambie- calci piazzati, perché le fortezze volanti no del Real - occhio a Sergio Ramos - sono rebbe immediatamente la gerarchia del match. troppe. PRECEDENTE COL BAYERN Tre anni fa abbiamo seguito qui una semifinale di ritorno fra Real e STADI AMICI Un filo di speranza e dii o Bayern nella quale i tedeschi partivano dalla ambizione unisce gli stadi che hanno stessa dote di Allegri, un 2-1. Mourinho quella visto le nostre vittorie mondiali del-d sera impostò una partenza sopra ritmo come ra- l’era moderna: il Bernabeu di Madrid o ramente ne avevamo viste, e dopo un quarto e l’Olimpico di Berlino. Forse è giusto od’ora il Real era già avanti 2-0, ma con le gambe continuare a considerare il Real favo5avvelenate dall’acido lattico: il Bayern segnò in rito, ma se all’andata si era detto 65fretta il 2-1 e di lì in poi pasteggiò sul progressivo 35, il fixing di questa vigilia scende a 51o dispegnimento dei padroni di casa. Si qualificò ai 49. Che sia comunque un successo lo rigori, ma quanto a gioco sarebbe dovuto passa- remo eventualmente dopo. Tutto ciò a cui si, rere nei 90’. È anche su questo che medita Ancelot- deve pensare adesso la Juve è battersi, assare, ti nel predicare prudenza, conscio di rischiare sistere, colpire, sopravvivere. E passare, Kroos (girano voci sul fatto che contro il Valencia perché può farlo. © RIPRODUZIONE RISERVATA A non abbia preso soltanto una botta, ma si sia
IL TABELLONE
3
MERCOLEDÌ 13 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
4-4-2
REAL MADRID CASILLAS
CARVAJAL
PEPE
33 anni
23 anni
32 anni
1
15
3
COSÌ IN CAMPO
ARBITRO: Eriksson (Svezia) GUARDALINEE: Klasenius (Sve), Wärnmark (Sve) GIUDICI DI PORTA: Martin Strömbergsson (Sve), Markus Strömbergsson (Sve) QUARTO UOMO: Gustavsson (Sve)
MADRID ore 20.45 STADIO Bernabeu 12. MARCELO 1. CASILLAS
Presenze
9
Presenze Gol
4 0
SERGIO RAMOS
MARCELO
ISCO
29 anni
26 anni
23 anni
4
12
10. J. RODRIGUEZ 3. PEPE
7 0
Presenze Gol
10 1
Presenze Gol
9. MORATA
14. HERNANDEZ
23. ISCO
KROOS
J. RODRIGUEZ
BALE
25 anni
23 anni
25 anni
8
10
11
28 anni
26
19
11
Presenze Gol
21. PIRLO 19. BONUCCI 8. MARCHISIO 3. CHIELLINI
11 0
Presenze Gol
CHIELLINI
EVRA
POGBA
30 anni
33 anni
22 anni
3
33
6
11 0
26. LICHTSTEINER
23. VIDAL
10. TEVEZ
11. BALE
10 0
BONUCCI
31 anni
1
Presenze
6. POGBA Presenze Gol
LICHTSTEINER
37 anni
7. RONALDO
8. KROOS
15. CARVAJAL
23
BUFFON
4. SERGIO RAMOS
6 0
Presenze Gol
4-3-1-2
JUVENTUS
1. BUFFON
Presenze Gol
Presenze Gol
11 0
8 0
8 1
Presenze Gol
PIRLO
MARCHISIO
VIDAL
35 anni
29 anni
27 anni
21
8
23
33. EVRA Presenze Gol
11 0
8 1
Presenze Gol
9 2
Presenze Gol
HERNANDEZ
C. RONALDO
ANCELOTTI
26 anni
30 anni
55 anni
14
7
ALLENATORE
Presenze Gol
7 1
Presenze Gol
11 9
Presenze Gol
PANCHINA: 13 Keylor Navas, 17 Arbeloa, 2 Varane, 16 Lucas Silva, 24 Illarramendi, 20 Jesé, 9 Benzema SQUALIFICATI: nessuno DIFFIDATI: nessuno INDISPONIBILI: Modric, Khedira
Al Real Madrid dal 2013-14
CL
CL
2º
Pareggio
8
17
1
17
CL
PARTITE 2º
1º
2º
8
GOL FATTI
QUI REAL MADRID
10 1
TEVEZ 31 anni
47 anni
9
10
ALLENATORE
Campione Finale Semifinale Quarti Ottavi Gironi SERIE A
GOL FATTI
METEO sereno, temperatura 26°
CL: Champions League
10 3
Presenze Gol
ALLEGRI
11 7
Alla Juventus dal 2014-15
EL CL CL 7º
EL 7º
assente 1º
CL 1º
1º
2009-10 2010-11 2011-12 2012-13 2013-14 CL: Champions League - EL: Europa League
GDS
QUI JUVENTUS
Sergio Ramos torna nel cuore della difesa Davanti sarà tridente
«L’
Sergio Ramos, 29 anni FORTE
20
Vittorie Juventus
3º
2009-10 2010-11 2011-12 2012-13 2013-14
Presenze Gol
LE ULTIME 5 STAGIONI
Vittorie Real Madrid
CL
10 0
22 anni
I PRECEDENTI CL
Presenze Gol
8 1
MORATA
Presenze Gol
TV: Canale 5 INTERNET: www.gazzetta.it
LE ULTIME 5 STAGIONI Campione Finale Semifinale Quarti Ottavi Gironi Liga
PANCHINA: 30 Storari, 15 Barzagli, 20 Padoin, 27 Sturaro, 37 Pereyra, 14 Llorente, 32 Matri SQUALIFICATI: nessuno DIFFIDATI: nessuno INDISPONIBILI: Caceres
ipotesi di vedere Sergio Ramos a centrocampo è scartata?». «No». Così Ancelotti ieri, ma sembra davvero improbabile che il difensore centrale si sposti per la quarta volta nella casella normalmente occupata dall’infortunato Modric dopo gli esperimenti con Atletico, Siviglia e Juventus. Perché la mossa non ha portato i frutti sperati (a parte forse nel derby) e perché espone al ludibrio
mondiale la sfarzosa e non tanto equilibrata campagna acquisti del Madrid. Ramos tornerà in difesa e la cosa dovrebbe provocare l’uscita di Varane, mentre dalla cintola in su il Real avrà tutte le «figurine» care al presidente Perez: Isco, Kroos e Rodriguez oltre Bale, Ronaldo e uno tra Hernandez e Benzema. A proposito del tedesco sul Pais ieri hanno scritto che Kroos soffre una contrattura alla coscia sinistra e non i postumi di una botta alla zona lombare dopo lo scontro di gioco col Valencia. Il tema del dottore del club è argomento caldo al Madrid, ma in ogni caso Kroos sembra recuperato. E anche se non lo fosse dovrà giocare per forza, perché l’ex Bayern è insostituibile. Filippo Maria Ricci © RIPRODUZIONE RISERVATA
C’è anche Agnelli a caricare il gruppo Barzagli in panchina in finale se OK PURE IL K.O. DI MISURA MA SERVONO ALMENO 2 GOL ● Dopo il 2-1 a Torino, la Juve si qualifica per la finale se: a) vince; b) pareggia; c) perde con un gol di scarto segnandone almeno due. Col 2-1 Real, supplementari ed eventuali calci di rigore.
D
entro tutti i big. Massimiliano Allegri dà l’assalto al Bernabeu con il meglio della rosa a disposizione. Anzi sull’aereo si è portato pure David Trezeguet, non si sa mai... Scherzi a parte, Pogba c’è, magari non al cento per cento, ma con una condizione sufficiente per sbaragliare la concorrenza di Sturaro e Pereyra. «Paul sta bene, è giovane, ha 22 anni...», dice Allegri. Dunque, giusto un ultimo pro-
vino prima di pranzo, ma ormai non ci sono più dubbi: la rincorsa del francese è completata, e dopo meno di due mesi tornerà titolare in Champions. Testa libera, consapevoli di aver già fatto in pieno il proprio dovere a livello internazionale, Buffon e compagni arrivano comunque affamati all’appuntamento di questa sera. In mezzo al campo comanda Pirlo, Marchisio sarà l’altro interno, Vidal giocherà a ridosso di Morata e Tevez. Zero sorprese pure in difesa: in panca Barzagli, Bonucci-Chiellini coppia centrale, Lichtsteiner ed Evra i terzini. Ieri, visita in hotel del presidente Agnelli, arrivato in Spagna solo in serata per impegni Exor. Mirko Graziano © RIPRODUZIONE RISERVATA
4
MERCOLEDÌ 13 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Champions R Ritorno semifinali
MERCOLEDÌ 13 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
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Pallone d’oro: e se Tevez bruciasse CR7?
1La semifinale nascosta di Real-Juve: chi passa tra l’argentino e Ronaldo se la giocherà con Messi 1
Mirko Graziano
2
LA BACHECA
TORINO
INTERCONTINENTALE MONDIALE PER CLUB
J
uve cannibale, il gala di Madrid sognando Berlino, e poi la coppa America in Cile, rientro in grande stile con l’adorata maglia dell’Argentina: che fantastico finale di stagione aspetta Carlitos Tevez. Rinato in bianconero, più forte che mai. Poco più di tre anni fa el jugador del pueblo si stava quasi abituando all’idea di lasciare il calcio, emarginato dal Manchester City, deluso da un certo tipo di ambiente e sempre più attratto dall’idea di rientrare nella sua Buenos Aires da «civile» fra amici, luoghi d’infanzia e mazze da golf. Poi, la pace con Roberto Mancini, il titolo col City nel 2012, l’occasione Juve la stagione successiva. Già, estate del 2013: l’Apache non dimentica, decide di chiudere il capitolo Premier League e dice sì al blitz di Beppe Marotta. Da allora, si è ripreso la Nazionale argentina dopo tre anni di esilio, ha vinto due scudetti, sta disputando la miglior stagione della sua carriera e di fatto è in piena corsa per il Pallone d’oro, nomination credibile accanto a quelle di Leo Messi e di Cristiano Ronaldo.
2
CHAMPIONS LEAGUE
1
1
S
tasera la Juventus si gioca la gloria e almeno 11 milioni di euro. Con nuove prospettive economiche e commerciali che si aprirebbero perché la finale di Champions non è, non può essere, un evento fine a se stesso. Ma andiamo con ordine. Il passaggio del turno assegna 6,5 milioni di bonus Uefa che salgono a 10,5 se ci si laurea campioni d’Europa. In più c’è il market pool, la quota dei diritti tv della competizione ripartita Paese per Paese e dipendente, oltre che dal piazzamento nel precedente campionato, dal numero di partite giocate in coppa. Bene, con una gara in più (13 in totale) aumenterebbe leggermente il divario con la Roma, l’altra italiana partecipante, fermatasi a 6 partite. Metà torta del market pool (circa 40 degli 80 milioni complessivi spettanti all’Italia) si divide in funzione dell’andamento in Champions: rispetto alle semifinali il guadagno bianconero sarebbe di circa 700mila euro (da 26,7 milioni a 27,4). Qualificandosi
2004 Boca Juniors
1
2004 Boca Juniors
CAMPIONATO BRASILIANO
1
2005 Corinthians
2
2014 Juventus 2015 Juventus
SCUDETTI
1 Carlos Tevez, oggi 31enne, nel 2008 mentre festeggia il successo nella Premier con Giggs e Ronaldo AFP 2 L’argentino assieme a Mancini dopo la Coppa d’Inghilterra 2011 vinta col City AFP 3 Tevez dopo la medaglia d’oro ad Atene 2004 con l’Argentina AP
gue, due quelli in Supercoppa italiana. Nell’Europa che conta, ha demolito il Borussia Dormund con tre reti in 180 minuti, quindi la prestazione super di otto giorni fa col Real Madrid: da un suo tiro nasce l’1-0 di Morata, poi si procura e trasforma il rigore del definitivo 2-1. Il popolo bianconero adora l’Apache, ma avverte forte il pericolo delle sirene argentine, sponda Boca. Marotta attende una risposta entro il fine settimana. Se Tevez deciderà di restare, l’amministratore delegato della Juve metterà sul tavolo un prolungamento fino al 2017. EROE DEI DUE MONDI A 19 anni, Tevez diede inizio a una serie consecutiva di tre Palloni d’oro sudamericani: due targati Boca Juniors, il terzo (nel 2005) conquistato ai tempi del Corinthians. Quel premio fu istituito nel
Per i bianconeri stasera in palio almeno 11 milioni
twitter@marcoiaria1
2003 Boca Juniors
CAMPIONATO ARGENTINO
I CONTI
Marco Iaria
1
COPPA SUDAMERICANA
CHE NUMERI Numeri eccezionali quelli dell’Apache: 29 reti stagionali, risultato sbloccato in quindici gare, attuale capocannoniere del campionato a quota 20, sette i centri in Champions Lea-
in più arrivando in finale, tra bonus Uefa, market pool e quota sul botteghino
2008 Manchester United
COPPA LIBERTADORES
3
FUORI UNO A Berlino, in pratica, verrà assegnato il Pallone d’oro 2015. Questa sera, invece, uno fra Ronaldo e Tevez abbandonerà la sala del trono. Insomma, sarà una semifinale nella semifinale. E il giocatore argentino parte in leggero vantaggio. Una situazione che era impensabile all’inizio della stagione, «anche se il presidente Agnelli ci ha sempre creduto ha raccontato nei giorni scorsi l’attaccante -. Mi diceva: “Ti abbiamo preso per tornare grandi in Europa”. Adesso siamo in ballo, e ce la giochiamo fino in fondo».
1Sono i proventi
2003 Boca Juniors 2008 Manchester United
per la finale si beneficerebbe, inoltre, di altri proventi. Alle finaliste, infatti, spetta il 30% a testa (il restante 40% rimane all’Uefa) dell’incasso al botteghino. La finale di Champions, dicevamo, non è una partita come le altre: stadio esaurito con prezzi alle stelle per il pubblico e hospitality di super lusso. A Berlino, il 6 giugno, si stima un incasso di 15 milioni. A ciascuna finalista, tolte le tasse, andrà un corrispettivo di 3,7 milioni. PURE LA BIGLIETTERIA Ricapitoliamo: se la Juve stacca il biglietto per l’Olympiastadion riceve 6,5 milioni sicuri di premio Uefa (10,5 alla vincente), 0,7 di market pool e 3,7 dal botteghino. Fanno 11 milioni garantiti. E non è finita qui. Ci sono alcuni contratti di sponsorizzazione che prevedono bonus in caso di finale: le cifre sono riservate ma qualche milioncino in più è da mettere in conto. Senza dimenticare l’effetto a cascata sul fronte commerciale: una finalista di Champions ha un appeal maggiore. Più in generale, al Bernabeu la Juventus si gioca una fetta non banale del suo giro d’affari. Già con le semifinali il fatturato 2014-15 sfonderà quota 300 milioni (erano 280 la scorsa stagione). Una Juve in finale arriverebbe addirittura a 315-320 milioni. Annata da record, dentro e fuori dal campo. Ma già così è un gran successo. © RIPRODUZIONE RISERVATA
1971, il primo vincitore fu il brasiliano Tostao (Cruzeiro), mentre Maradona (allora all’Argentinos Juniors) trionfò nel 1979 e nel 1980, prima della doppietta di Zico, eroe del Flamengo. L’unico, finora, a portare a casa il massimo riconoscimento personale in Sudamerica e in Europa è stato Ronaldinho (2005 col Barcellona e 2013 con l’Atletico Mineiro). Va detto che qui da noi i non europei non potevano essere eletti fino a metà degli Anni 90, altrimenti uno come Maradona avrebbe sicuramente fatto doppietta. Potevano riuscirci, ma non hanno trovato l’occasione giusta, i vari Bebeto, Romario e Riquelme. Occhio invece a Neymar, numero uno sudamericano nel 2011 e nel 2012 con la maglia del Santos, e dal 2013 stella del Barcellona, ma per ora solo attore non protagonista sul palco che è soprattutto di Messi. © RIPRODUZIONE RISERVATA
SUPERCOPPA ITALIANA
1
2013 Juventus
3
2008 Manchester United 2009 Manchester United 2012 Manchester City
PREMIER LEAGUE
COPPA D’INGHILTERRA
1
2011 Manchester City
SUPERCOPPE D’INGHILTERRA
2
2008 Manchester United 2012 Manchester City
COPPA DI LEGA INGLESE
1
2009 Manchester United
IN NAZIONALE 2004 Oro olimpico
PALLONE D’ORO SUDAMERICANO
3
‘03 ‘04 ‘05 GDS
Champions R Ritorno semifinali
6
MERCOLEDÌ 13 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Voilà: un po’ di Francia in più L’ATTACCANTE
IL CENTROCAMPISTA
E’ Benze-mah: il Real lo ritrova Però Ancelotti non lo rischia 1Non gioca da un mese e il tecnico ha un
dubbio: titolare? Ronaldo lo sponsorizza...
Filippo Maria Ricci CORRISPONDENTE DA MADRID @filippomricci
S
arebbe più giusto chiamarlo Benzemah, e magari accompagnarlo da un punto interrogativo. Perché questo è il Grande Dubbio che accompagna Carlo Ancelotti alla partita contro la Juventus. SUBITO O PIU’ AVANTI Ieri tre domande sul francese, tre risposte sincere che testimoniano un’incertezza autentica, senza inquinamenti pretattici o voglia di depistare. «Karim sta bene. E’ al 100 petr cento. Ora devo decidere se usarlo dall’inizio o a partita in corso. Ho questo dubbio. Ha recuperato bene ma è fuori da quasi un mese. Non so se farlo partire per sfruttare la sua qualità nella prima parte della gara o metterlo a più avanti, magari nel secondo tempo quando il ritmo sarà più basso». DIGIUNO STORICO Se non gioca il francese, in mezzo a Bale e Ronaldo si sistemerà il Chicharito Hernandez. Che è partito fortissimo quando si è fatto male Benzema segnando in Europa per la prima volta dal 7 novembre del 2012 il gol decisivo che ha affossato l’Atletico al settimo tentativo e ha portato il Madrid in semifinale di Champions League, e poi una doppietta pesante contro il Celta. Però nelle ultime 4 uscite, 3 da titolare e i 28 minuti di Torino, il giocatore messicano la porta non l’ha mai vista. «Il Chicharito ci dà molta più profondità e attacca bene la linea difensiva avversaria – ha detto ieri l’allenatore del Real – Benzema fa giocare meglio la squadra. Non so se con Karim in campo abbiamo maggior equilibrio perché l’equilibrio dipende soprattutto da centrocampisti e difensori, è su di loro che pesa maggiormente la costruzione del nostro gioco offensivo e di conseguenza l’equilibrio generale della squadra». L’APPOGGIO DI RONALDO Carlo è indeciso: perché Karim non gioca dal 14 aprile quando
IL NUMERO
22
I gol segnati da Benzema in 44 gare di questa stagione: 15 in Liga, 6 in Champions League, 1 nel Mondiale per club
nel derby europeo di andata si è procurato una distorsione al legamento collaterale del ginocchio destro, e perché sabato, quattro giorni fa, nella partita contro il Valencia non è andato nemmeno in panchina. Benzema ha dalla sua l’appoggio incondizionato di re Ronaldo, che adora i suoi movimenti che gli aprono spazi mentre ha mostrato più volte (e senza timori di non essere visto) lo scarso feeling per la posizione del Chicharito, centravanti da area che fa una gran fatica a schiodarsi da dove vorrebbe arrivare in tromba Cristiano. Carlo vuole fortemente la finale e in caso non vorrebbe giocarla senza Benzema. E allora medita. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Da sinistra Karim Benzema, 27 anni, e Paul Pogba, 22 IPP-FORTE
Agente Pogba, licenza di stupire La Juve gli chiede una sera speciale 1Non ha 90’ nelle gambe, ma vuole essere protagonista nel teatro più importante Fabiana Della Valle INVIATA A MADRID
S
i può avere stile anche con uno stecchino in bocca e conservare l’eleganza anche con la camicia bianca mezza dentro e mezza fuori, stropicciata dalla calura di Madrid. Paul Pogba calpesta l’erba della casa Real con il sorriso scanzonato di un bimbo al luna park, pronto a godersi ogni momento di una serata che può diventare magica. La maestosità del Bernabeu non lo intimorisce, anzi lo eccita. Accenna persino qualche passo di danza: più che un walkaround il suo è uno stacchetto da ballerino. Qui, sul palcoscenico dell’etoile Cristiano Ronaldo, il giocatore
che più di tutti incarna l’idea di perfezione di Pogba, Paul cerca la sua prima notte da stella tra le stelle. VERSO LA PERFEZIONE Se potesse, porterebbe via al re della pelota il Pallone d’oro, per metterlo in mostra nella sua casa di Torino. Per quello ci vorrà ancora tempo, stasera intanto proverà a rubare a CR7 la scena a casa sua. Impresa complicata ma non impossibile per Paul, che ha trasformato la straordinarietà delle sue giocate nella sua normalità. Pogba nel nostro campionato è come un adulto in mezzo ai bambini: non c’è partita. In Champions League però è un’altra storia: essere decisivo nelle partite che contano è ciò che distingue un giocatore come tanti da un campione. Paul ha segnato un solo gol in questa Coppa, e non è stato uno qualsiasi: il 3-2 nella gara con l’Olympiacos, quella della metamorfosi bianconera nel giardino europeo: da brutto anatroccolo a cigno. Nei quar ti e nella semifinale di andata ha sofferto in tribuna, ora che è tornato cerca il gol della consacrazione. MATURITA’ Fino all’ultimo ha temuto di non poter partecipare alla serata di gala più importante dell’anno. Proprio lui che è sempre uno dei più attesi negli eventi planetari. Un brutto movimento a Dortmund, serata importante ma meno glamour di quella di Madrid, ha rischiato di fargli perdere l’appuntamento con la storia. Ma la forza di volontà spesso aiuta a superare ostacoli apparentemente insormontabili. «Pogba è un giocatore straordinario, ora potrà dimostrare il proprio valore con una partita di grande maturità», ha detto Allegri. «Non importa se Paul non ha i 90 minuti nelle gambe, l’importante è che ne faccia 60-70 ai suoi livelli. Questo sì che potrebbe rendere tutto più semplice», ha aggiunto Buffon. Se c’è una cosa che a Pogba riesce a meraviglia, è far apparire normale anche la giocata più impensabile. Il pubblico del Bernabeu ha il palato fine, riuscire ad ammutolirlo è un primo passo verso la perfezione. E verso il Pallone d’oro. © RIPRODUZIONE RISERVATA
IL NUMERO
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I gol di Pogba in 35 gare di questa stagione: 8 in campionato, 1 in Champions League, 1 in Coppa Italia
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Champions R Ritorno semifinali
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Sarà l’inferno o il paradiso fANCELOTTI
ALLENATORE REAL MADRID
CARLO SEMPRE IN ALTALENA SE ESCE PUÒ FINIRE COME DEL BOSQUE Luis nel 2003 perse con la Juve e Perez lo cacciò nonostante i titoli. Ancelotti guarda al record: «Nessuno 2 Champions di fila» Filippo Maria Ricci CORRISPONDENTE DA MADRID @filippomricci
I
l 14 maggio 2003 il Madrid di Del Bosque perse 3-1 a Torino contro la Juventus di Lippi e sulla panchina del futuro Marchese di Spagna calò il pesante sipario dell’incontentabile Florentino Perez. All’andata (6 maggio) al Bernabeu il Madrid aveva vinto 2-1. Date quasi identiche a quelle di questa semifinale, stesse squadre,
stessa assurda instabilità del banquillo del Madrid. Carlo Ancelotti ha vinto la Champions lo scorso anno, Del Bosque l’aveva vinta nel 2002. Di più: il futuro ct del primo Mondiale della Roja viaggiava a un trofeo importante a stagione: subito la Champions nel 2000, la Liga nel 2001, la Champions nel 2002, la Liga in quello stesso 2003. Era a 7 titoli in 3 stagioni e mezza. Eppure in una calda serata del giugno 2003 fu esonerato. Giunta direttiva riunita in un ristorante madrileno, tra una crocchetta, una fettina di jamon e un pezzo di carne al sangue la votazione fu unanime: «Adios, Vicente». DECISIONE SCELLERATA Basti pensare che da allora col poderoso Perez il Real ha vinto solo una Liga su 9 (e siamo quasi
certamente a 10…), con Mourinho nel 2012. E il club ha dovuto aspettare 12 anni per rivincere una Champions quando con del Bosque ne aveva alzate due in 3 anni. Il Madrid iniziò un declino irreversibile, Florentino si dimise nel febbraio 2006 ed è tornato nel 2009. Gli hanno imposto Pellegrini, non lo sopportava e se n’è liberato in malo modo. Poi il triennio sturm und drang con Mou, e la pace ancelottiana. Che ha portato la Décima ma non ha fatto breccia nel cuore di Perez: la sua panca ha cominciato a perdere aderenza nella primavera 2014 e un anno dopo balla ancora. APPELLO ALL’UNITÀ Come per Del Bosque l’eventuale caduta contro la Juve potrebbe essere fatale. Già nei quarti contro l’Atletico per Carlo era «vincere o partire», ora ci risiamo. Ancelotti ha una tattica infallibile, quella del sorriso. Ieri l’ha sfoderato per accogliere la stampa italiana, per rispondere a quella spagnola e per lanciare un grande appello all’unità, misura anti-fischi soprattutto per Casillas: «Tutto il madridismo sa quanto è importante questa gara, il pubblico ci ha dato una grande mano in passato, penso alle gare con l’Atletico quest’anno o col Bayern l’anno scorso, e so che con la Juve sarà lo stesso: il madridismo sarà uno solo». PER LA STORIA Lui in quel 2003 vinceva la prima Champions da allenatore, a Manchester contro Lippi: «Berlusconi mi chiese di partecipare alla riunione tecnica con la squadra – ha raccontato in tv da Chiambretti – e alla fine si prese uno dei foglietti con le idee tattiche che avevo preparato per i giocatori. Qualche anno dopo lo rispolverò da Bruno Vespa dicendo che erano le mosse studiate insieme». Carlo è abituato a volare molto più alto dei suoi presidenti: «Noi vogliamo fare la storia di questa competizione. Nessuno è mai riuscito a vincere la Champions due anni di fila e nemmeno ad arrivare in finale consecutivamente. Noi siamo qui per questo, per provarci. Era il nostro obiettivo dall’inizio della stagione e la presenza della Juventus non aggiunge sapore a una sfida già grandissima. Abbiamo una voglia incredibile di questa finale». Per se stessi. © RIPRODUZIONE RISERVATA
IKER FISCHIATO
INVIATA A MADRID
C
hissà quante volte avrà pensato e ripensato alla traversa, a quel piede di Sturaro che ha deviato quanto bastava un pallone destinato a entrare in porta. «E’ stata una cosa incredibile, una di quelle che capitano raramente», ha raccontato James Rodriguez qualche giorno fa. E’ successo proprio a lui, l’uomo per cui Florentino Perez ha speso 80 milioni dopo le meraviglie con la Colombia al Mondiale brasiliano. Il galattico che forse tiene più di tutti alla Champions
ALLENATORE JUVENTUS
MAX AL MASSIMO «IL MIO SOGNO È VINCERE TANTE CHAMPIONS» «Al Bernabeu è impossibile giocare per lo 0-0: dovremo cercare di tenere ancora di più la palla rispetto all’andata» Alessandra Bocci INVIATA A MADRID
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he cosa fanno i generali prima delle grandi battaglie? «Non lo so. Io dormo. L’importante poi sarà non dormire in panchina, quello sarebbe grave». A una notte di distanza, calda più che tenera, dalla partita più importante della sua carriera, Massimiliano Allegri mantiene il parlare asciutto e il sorriso pronto.
Va a dare un’occhiata al Bernabeu, saluta Sacchi che gli chiede come va e risponde «eh, bene, c’è il sole, è una bella giornata». Tutto a posto. Anche se fa caldo («Parecchio, ma il caldo ci sarà anche per loro»), anche se gioca Benzema invece di Chicharito («Per noi è uguale»), anche se un cronista madrileno confessa di non saper mai dire se il Madrid gioca 44-2 o 4-3-3. «C’è grande dibattito», aggiunge speranzoso. Interessante, sembra pensare Allegri: non alza il sopracciglio come Ancelotti, ma ha una buona dose di ironia dipinta in faccia quando ribatte: «Non cambia niente». Ecco. Non cambia niente perché il Madrid ha giocatori fortissimi, non cambia niente perché Cristiano Ronaldo è da fantasy football, non cambia niente perché il
Real segna sempre in Europa in casa forse da 80 partite, scherza Buffon. Allegri è lì, fa finta di essere beato e tranquillo e magari un po’ lo è. «L’emozione c’è sempre, ma quando cominci ad allenare il sogno è vincere una Champions o magari più di una, se sei bravo e fortunato». Mai porre limiti alla provvidenza. NUMERI Niente sembra scalfire l’imperturbabilità di Massi da Livorno, arrivato alla Juve all’improvviso, accolto in modo poco lieto e capace di arrampicarsi con la sua squadra, inaspettato, fra le quattro grandi d’Europa. In realtà, l’arma letale è la statistica: Allegri è scaramantico in modo profondo e inconfessabile e quando gli ricordano che la Juve con il 2-1 all’andata si è sempre qualificata ha un sussulto, poi si ricompone. «Sono solo statistiche. Io so che saranno 95 minuti, interminabili. So che bisognerà gestire la partita in un certo modo: con il Monaco si poteva giocare per lo 0-0, visto il tipo di squadra, al Bernabeu è impossibile e allora bisognerà essere ancora più bravi rispetto all’andata, quando il possesso palla è stato equilibrato. Dovremo cercare di tenere la palla ancora di più». Lapalissiano. Se la palla ce l’hai tu, gli altri non possono segnare. ATTESA Le informazioni basiche sulla formazione, le frasi ripetute mille volte fanno da schermo a pensieri che vorticosamente girano. C’è da scommettere che ci sarà caos calmo dentro Allegri quando entrerà in campo. «Io prima di tutti dovrò restare sereno perché anche la squadra lo sia». Concetti come «non abbiamo nulla da perdere», non compaiono nel parlato juventino alla vigilia di questo match. Non sarebbero neppure graditi in società: la Juve non si sente un’imbucata al banchetto dei grandi club e da perdere c’è molto, i soldi che servirebbero a fare un mercato ancora più ricco, una finale che non arriva da 12 anni. Allegri nel 2003 chiudeva la carriera da giocatore nell’Aglianese, ma non ha mai dubitato di poter arrivare ai piani alti. Di gradini ne ha saliti parecchi e non è contento. «Anche 0-0 soffrendo va bene, basta andare in finale». Poi, com’è noto, ci si può accomodare al circo. © RIPRODUZIONE RISERVATA
IL PORTIERE
Anche BabyJames a difesa di Casillas «Merita rispetto» Fabiana Della Valle
fALLEGRI
League, perché lui non corre il rischio di avere la pancia piena: è l’unico dei titolari a non aver ancora sollevato questa Coppa. L’Europa League conquistata con il Porto è considerata robetta a queste latitudini stellari. GIU’ LE MANI DA IKER Per questo subito dopo la gara dell’andata aveva usato toni forti («Al Bernabeu dobbiamo scendere in campo per uccidere la Juve») e ieri ha definito la semifinale di ritorno «una partita epica». Però ci vorrà la collaborazione di tutti, in campo e fuori. «Casillas è il nostro capitano - ha detto a difesa del portiere
-, ha vinto molto finora e bisogna aver rispetto per lui. Quando è in campo è concentrato e non pensa ai fischi. Se il Bernabeu fischia qualcuno di noi, è come se i fischi fossero per tutti. Dobbiamo restare uniti e aiutarci. Con la Juve dovremo avere pazienza per trovare spazi e crearci delle occasioni. Abbiamo i giocatori giusti per riuscirci». James è uno dei primi della lista, sempre che non ci siano Sturaro e la traversa a rovinargli la festa. © RIPRODUZIONE RISERVATA
James Rodriguez, 23 anni AFP
L’ordine di Buffon «Uscire dal campo senza rimpianti» INVIATO A MADRID
L
a partita dell’orgoglio. Gigi Buffon la chiama così, perché c’era quando la Juve ha giocato in B e c’è adesso, a 90 lunghissimi minuti da una finale lungamente attesa. Da Berlino 2006, il titolo mondiale prima della discesa, a Berlino 2015, con la coppa europea lì ad aspettare: sarebbe tutto bello, un cerchio simbolico, gli fanno notare, ma Buffon sa che prima lo attende il Bernabeu e per ora non si lascia distrarre dai sogni. «Se arrivassi a Berlino manche-
rebbe ancora qualcosa, perché non è previsto andare a fare il turista in finale, quindi pensiamo all’oggi. Dobbiamo uscire dal campo senza rimpianti, poi accada quel che deve accadere. Non si fanno mai gli anticorpi all’emozione di queste sfide, se capitasse dovrei pensare di smetterla con l’agonismo. L’esperienza però aiuta, sai che tipo di sfida ti aspetta e sei preparato». QUALITA’ E SACRIFICIO Una carezza a Casillas: «La contestazione è un gesto ingrato, inaudito per un professionista come Iker». Un elogio a Tevez: «Un trascinatore che capisce i mo-
menti difficili e sa sacrificarsi». Una speranza appiccicata come un francobollo su Pogba: «Anche se non ha i 90’ nelle gambe, l’importante è che ne abbia 60 o 70 con la sua qualità». Una promessa per se stesso e la squadra: «Giocare in maniera intelligente, senza snaturarsi troppo. Quando arrivi a questo punto qualcosa da perdere ce l’hai, e lo senti». Buffon al Bernabeu ha già perso più volte, ma neppure questo gli fa paura. al.bo © RIPRODUZIONE RISERVATA
Gianluigi Buffon, 37 anni LAPRESSE
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Juve, quanto corri. Sei già a Berlino
1In 11 gare ha percorso 1.243 km, più della distanza Torino-Olympiastadion. Il Real è molto più indietro Luca Bianchin @lucabianchin7
IL CONFRONTO COL MADRID E LA SVOLTA NATA A DORTMUND
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OTTAVI ANDATA
Schalke-Real M. Juve-Borussia
OTTAVI RITORNO
Real M.-Schalke Borussia-Juve
a maratona di Berlino non è una corsetta di città: ha storie da raccontare in tutte le lingue del mondo. Accoglie corridori dagli anni Settanta, dal 2006 al 2009 ha premiato Gebrselassie e nel 1990 è passata attraverso la Porta di Brandeburgo, nella prima edizione a Germania unificata. La Juventus è a Madrid ma in questa stagione ha già corso la sua maratona: nelle 11 partite di Champions, i suoi giocatori - titolari e subentrati, Buffon compreso - hanno percorso 1.243 chilometri. Siamo a poco più della distanza tra Torino e Berlino, come se difensori, centrocampisti e attaccanti si fossero messi in fila per una staffetta di otto mesi. Nel caso, avrebbero avuto il tempo per vedere la Porta di Brandeburgo e fare un giro per la città. 116 A 107 La statistica è curiosa ma diventa significativa se paragonata al dato del Real. La Juventus ha corso in media 113 chilometri a partita, contro i 109 del Madrid. La differenza acquista peso se si ignorano i gironi - partitine per il Bate e il Maribor, viste con gli occhi di maggio - e si analizzano solo ottavi, quarti e semifinali. La Juve è cresciuta ed è salita a 116 chilometri ogni 90 minuti, mentre il Real è sceso a 107,8. Senza calcolatrice, che non serve: gli undici di Allegri corrono oltre 8.000 metri più degli av-
CHILOMETRI CORSI NELLE GARE A ELIMINAZIONE DIRETTA Real Madrid Juventus
103,280 114,144
QUARTI Real M.-Atletico M. Monaco-Juve RITORNO
102,896 117,774
Juve-Real M.
108,076 115,656
Real M. Juve
107,802 116,108
MEDIA
Juve Malmö
Atletico Juve
Olymp. Juve
Juve Olymp.
113,142 119,522
QUARTI Atletico M.-Real M. Juve-Monaco ANDATA
SEMIFINALE ANDATA
CHILOMETRI CORSI DALLA JUVENTUS
111,615 113,445
FASCIA A DUE VELOCITÀ Malmö Juve
Juve Atletico
Juve Borussia Borussia Juve
120,882
Juve Monaco
119,522
Monaco Juve
MARCELO Media partite da titolare 9,963 km
Juve Real
117,774
115,694 113,445 110,513 114,144
115,656
QUARTI
LICHTSTEINER SEMIFINALI Media partite da titolare 11,180 km
106,511 104,614
105,001 GIRONI
OTTAVI
CLASSIFICA CHILOMETRI CORSI A PARTITA NELLA FASE A ELIMINAZIONE DIRETTA
Schalke 119,375
Basilea 118,720
Porto 117,239
Juventus 116,108
Borussia 114,726
Barcellona 113,870
Bayer 112,539
Arsenal 112,022
City 111,783
Monaco 111,316
Bayern 111,002
Atletico 108,934
Real Madrid 107,802
Chelsea 107,258
Psg 107,190
Shakhtar 104,760 GDS
Distanza percorsa dalla Juve in questa Champions:
1.243 km Olympiastadion Berlino GERMANIA
1.146 km
Torino
ITALIA
Juventus Stadium
versari. La semifinale di andata conferma: Juve 115,656 chilometri, Real 108,076. Nei gironi non era successo, i bianchi per tre settimane su sei avevano portato il contapassi oltre i numeri dei bianconeri. Dagli ottavi, non è mai successo. In media, solo Schalke, Basilea e Porto - tutte eliminate - hanno corso più della Juve. Solo Chelsea, Psg e Shakhtar - tutte eliminate - hanno corso meno del Madrid. CON KLOPP ALLA KLOPP Queste cifre, da sole, dicono pochino, come ogni preparatore atle-
tico confermerà. Sarebbero da confrontare con il calcolo dei metri percorsi ad alta intensità, le rilevazioni sulla potenza metabolica, il numero di accelerazioni e decelerazioni. Non sempre chi corre di più fa uno sforzo maggiore. Non sempre chi corre di più dà più fastidio agli avversari. Però qualcosa si può dire. Il Real è una squadra che vive (anche) di strappi: non disprezza l’andamento lento e accelera per fare male all’avversario. La Juve invece ha svoltato tra l’andata e il ritorno contro il Borussia. A Dortmund ha giocato una perfetta partita di ag-
gressione, battendo Klopp sul suo campo. Storicamente, le armate gialle del biondo sono tra quelle che macinano più metri, mentre il Milan di Allegri era una squadra da cortometraggio. Quella sera invece la Juve arrivò a 119,5 chilometri - un Torino-Novi Ligure - e Pereyra si mossa da destra a sinistra per 12.868 metri, il record per un singolo giocatore della Juve in questa Champions. LICHT NUMERO UNO Marchisio, Pogba e Vidal sono i più costanti: quasi sempre oltre gli 11
chilometri a partita. Tevez fa partita pari con CR7: sempre titolari, quasi sempre in campo, 103,9 chilometri totali contro 104,8. Pirlo è sottovalutato: quando gioca almeno 75 minuti va sempre oltre i 10.000 metri, che Gebrselassie una volta ha corso in 26 minuti e 22 secondi. I re della maratona però sono Lichtsteiner e Chiellini, gli unici oltre i 115 chilometri complessivi. Stephan stravince il confronto con Marcelo e per capire basta guardarli: uno è un treno ad andamento costante, l’altro un Vespino che sprinta. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Champions R Ritorno semifinali LA MOVIOLA di FRANCESCO CENITI
NO GOL FANTASMA DI LEWANDOWSKI E’ REGOLARE IL PARI DEL BARÇA
La gioia del Barcellona dopo il gol di Neymar, sommerso dai compagni, che ha stoppato sul nascere le ambizioni del Bayern su una possibile rimonta. A destra lo sconforto di Lewandowski AP
Clattenburg esce bene dalla semifinale anche grazie a un paio di ottime chiamate dei collaboratori. Avranno esultato pure Platini e Collina quando nel primo tempo l’addizionale Marriner, non intervenendo, è stato bravo nel valutare un possibile caso di gol fantasma: sulla respinta di Ter Stegen, dopo un tiro di Lewandowski smorzato dal portiere, il pallone non aveva superato del tutto la linea di porta. Sul resto: regolare il pari Barça, non c’è offside di Suarez smarcato in modo magnifico da Messi. In avvio rigore chiesto dal Bayern: Piqué respinge di fianco su Thiago
Neymar stronca le illusioni
1Una doppietta del brasiliano, assistito da Suarez, ribalta il vantaggio-lampo di Benatia L’orgoglioso Bayern vince con Lewandowski e Müller, ma a Berlino va il Barcellona
Fabio Licari INVIATO A MONACO
E
uno, ma si sapeva che sarebbe stato il Barcellona. Probabilmente la domanda d’attualità non è più chi lo fermerà, visto che la missione pare possibile (anche se compiuta dal Bayern a qualificazione ormai blindata). La domanda è: chi mai al mondo può fermare quei tre? E non ci si sono risposte all’orizzonte. Messi, Suarez e Neymar sono devastanti. Sono la bellezza assoluta del calcio perché lo spettacolo istintivo che offrono è sempre al servizio del risultato: ieri Messi a inventare, Suarez rifinire, Neymar concludere due volte da campione, domani a ruoli invertiti. Sono i fenomeni che potrebbero consegnare al Barcellona la quinta Champions della storia. Né la Juve, come ci auguriamo, né il Real possono paragonarsi a questa implacabile macchina di gioco e gol riplasmata da Luis Enrique. L’unica è che, chiunque l’affronti, avrà il teorico vantaggio di farlo in 90’: due sfide sono state troppe anche per il Bayern che esce con un bel 3-2, ma si
conferma una categoria sotto. Per gli assenti Robben e Ribery, sì. E forse anche per troppe variabili tattiche di Guardiola che finiscono con l’inceppare i meccanismi.
schiaccia obiettivamente il Barcellona, gli impedisce di respirare – come all’andata, ma a parti inverse – e crea occasioni compreso il gol immediato, testa di Benatia su angolo, minuto 7. C’è tutto il tempo per recuperare, pensano i 70mila, ma non hanno fatto i conti, loro come Guardiola, con i tre «mammasantissima» là davanti.
RISCHIO PEP D’altra parte non era facile preparare una sfida da tutto in una notte, con tre gol da recuperare. Guardiola s’inventa però un’alLA CHIAVE LOS TRES CAtra formula delle Messi non segna, BALLEROS E quei sue, cominciando tre capiscono che ma ispira. Luis di fatto con un 3gli equilibri un 4-2-1 rischiosissi- Enrique elimina po’ fragili, anche mo: che costringe l’amico Guardiola per motivi psicoXabi Alonso a falogici, della difere il centrale su Alla fine l’Allianz sa tedesca possoSuarez, sempre no essere scardipiù basso degli Arena applaude nati con un po’ di l’orgogliosa e inutile esterni Rafinha e fantasia. E poi i Bernat, un po’ vittoria dei bavaresi tedeschi si muolontano dalla mavono troppo sulla novra nelle zone che contano. scacchiera. Messi arretra allora Non è il solito play che si abbassa a prendere palla e dettare il lannella difesa a quattro, sia chiaro, cio, Suarez s’allarga a destra, è proprio uno stopper: Pep con- Neymar affonda sull’altro verfida nel suo sacrifico, e nella sor- sante. Come per magia, le due presa del Barça, per tentare il azioni che ribaltano il risultato e colpaccio. Con il resto del chiudono il discorso finale, tra il Bayern altissimo e in pressione. 15’ e il 29’, sono quasi speculari. L’effetto dura però soltanto un Con l’argentino (una volta di quarto d’ora: nel quale il Bayern piede, l’altra di testa) che lancia
l’uruguaiano che incrocia per il brasiliano (in gol da 7 gare di fila). Non è un barzelletta, non per il Bayern almeno. Neymar non è controllabile da RafinhaBoateng, Suarez aggredisce Bernat-Benatia, e ci sono sempre quei meccanismi che saltano, quelle posizioni indefinite, quegli esterni troppo avanti. Sia come sia, proprio quello di cui avevano bisogno i tre fenomeni. RIMONTA BAYERN Con tutto il
BAYERN
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bene possibile per il Bayern, la partita finisce qui. Guardiola corre ai ripari passando al 4-23-1 virato spesso in 4-1-4-1, ma il guaio è fatto. La prima versione ha infatti sprecato Lahm troppo largo e avanti a destra, manco fosse Robben, e non lo è. E non ha fatto del bene neanche a Thiago Alcantara, molto più utile quando si sposta accanto al play e sfianca Iniesta. Non è tutta colpa del tecnico, ma non sempre tante soluzioni sono un
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BARCELLONA
MARCATORI Benatia (Bay) al 7’, Neymar (Bar) al 15’ e al 29’ p.t.; Lewandowski (Bay) al 14’, Müller (Bay) al 29’ s.t. (3-4-2-1) Neuer; Boateng, X. Alonso, Benatia; Rafinha, T. Alcantara, Schweinsteiger (dal 42’ J. Martinez), Bernat; Lahm (dal 23’ s.t. Rode), Müller (dal 42’ Götze); Lewandowski. PANCHINA Reina, Dante, Pizarro, Weiser. ALLENATORE Guardiola. CAMBI DI SISTEMA 4-2-3-1 dal 30’ p.t.; 4-1-4-1 dal 1’ s.t.; 4-2-3-1 dal 23’ s.t. BARICENTRO MEDIO 53,9 metri ESPULSI nessuno. AMMONITI Rafinha, T. Alcantara, X. Alonso, Rode per g.s; Lewandowski per c.n.r.
(4-3-3) Ter Stegen; D. Alves, Piqué, Mascherano, J. Alba; Rakitic (dal 26’ s.t. Mathieu), Busquets, Iniesta (dal 30’ s.t. Xavi); Messi, Suarez (dal 1’ s.t. Pedro), Neymar. PANCHINA Bravo, Adriano, Bartra, Rafinha A. ALLENATORE Luis Enrique. CAMBI DI SISTEMA nessuno. BARICENTRO MOLTO BASSO 42,2m ESPULSI nessuno. AMMONITI Rakitic e Pedro per gioco scorretto.
ARBITRO Clattenburg (Inghilterra). NOTE spettatori 70mila circa. Tiri in porta 7-4. Tiri fuori 7-1. In fuorigioco 2-0. Angoli 5-1. Recuperi: p.t. 2’; s.t. 3’.
bene. Se il risultato premia il Bayern – nel secondo tempo pareggia Lewandowski «scherzando» Mascherano, poi chiude il conto del 3-2 Müller – non si può nascondere il fatto che il Barça avesse ormai la testa tra Berlino e la Liga da conquistare nel weekend. Però qualche appunto gli osservatori di Juve e Real l’avranno preso. DIFESA E PRESSING Una cosa da non fare è alzarsi troppo e costringere il Barça ad abbassarsi, lasciandogli ripartenze fulminanti: non è più il tiqui-taka da dieci passaggi, per il gol ne bastano tre. Poi la difesa qualche insicurezza la mostra, soprattutto Piqué, e non sempre Ter Stegen potrà ripetere miracoli. Infine Iniesta non può sempre nascondere la palla, soprattutto se aggredito in profondità come potrebbe fare, per esempio, Vidal. Se mai la Juve dovesse affrontare il Barça è lì in mezzo che dovrebbe costruire la partita, e poi con l’anticipo sui tre altrimenti incontrollabili. Se, se, se. Aspettiamo il Real e poi si vedrà, intanto celebriamo questo Barça da paura. © RIPRODUZIONE RISERVATA
LA PARTITA AI RAGGI X
Corsa, cuore, idee Tessera Suarez: Q con lui il mosaico è completato
Alex Frosio Twitter @alexfrosio
1L’uruguaiano si integra alla perfezione con Messi e Neymar. Attacca gli spazi e innesca le reti che valgono la finale
uel morso a Chiellini - che gli costò la prima parte di stagione per squalifica - ha distratto l’attenzione dalle sue straordinarie qualità, la convivenza con Messi e Neymar, ancora più «cannibali» di lui quando si tratta di gol, ha un po’ eclissato le sue doti di goleador. Ma mai sottovalutare Luis Suarez. L’acquisto estivo da parte del Barcellona è forse il più azzeccato degli ultimi anni, perché i catalani hanno finalmente trovato la tessera giusta per completare il trio con Leo e Ney. L’argentino è un solista fuori categoria, perché vince da solo ma è anche capace di ispirare i compagni. Il brasiliano è - soprattutto - un fantastico «finisseur». Suarez invece è l’addetto alla profondità. E quando può andare a prendersi lo spazio, diventa inarrestabile. Con lui, il Barça ha ritrovato il centravanti, un centravanti funzionale (ricordate le accuse all’Ibrahimovic blaugrana, il «tappo» che saturava l’attacco?). E perfettamente integrato con gli altri due. Insieme, possono far saltare da soli il sistema difensivo avversario.
TRE CONTRO SETTE Riguardare, nello specifico, il primo gol di ieri sera: sono loro tre contro sette giocatori del Bayern. Finiscono per segnare a porta vuota: perché Messi, in posizione da regista offensivo partendo da destra e accentrandosi (come faceva prima dell’invenzione del «falso nueve» guardiolesco), inventa il filtrante, Suarez attacca lo spazio passando alle spalle di Benatia, Neymar è lì pronto davanti alla porta. Sul secondo, altra invasione di Suarez che scatta in campo aperto sulla spizzata di Messi, ma lì c’è la complicità di Benatia che esce improvvidamente per andare al contrasto aereo. Nella magica combinazione deve esserci anche qualcosa di Luis Enrique. Lo stesso che, nei giorni romani, dovette leggere «Luis vattene da Roma, s’è liberato er posto ar Barcellona» su uno striscione all’Olimpico. Che non parli con i suoi tre tenori è una voce che gira, di certo li ha convinti a non giocare da soli ma per la squadra. Si vede quando chiede ai due presunti esterni, cioè Messi e Neymar, di rientrare e coprire, oltre che pressare davanti. Ney ha recuperato ben 9 palloni, più di tutti nel Barça, Leo 4, cui ha aggiunto 3 contrasti vinti su 4. © RIPRODUZIONE RISERVATA
LA MOSSA
NEYMAR
SUAREZ MESSI
PASSAGGIO
MOVIMENTO GDS
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fSFIDA NELLA SFIDA
NEYMAR
Un brasiliano contro i tedeschi Due gol per vendicare quel 7-1 1La punta del Barça, infortunato, non era in campo l’8 luglio a Belo Horizonte quando la
Germania inflisse alla Seleçao una disfatta storica. Dopo il gol dell’andata, altri due a Neuer Pierfrancesco Archetti INVIATO A MONACO DI BAVIERA
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l Brasile singhiozzava davanti alla televisione, dieci mesi fa; molti passavano la notte lacrimando nel piazzale dell’ospedale dove era stato trasportato O Neymar, perché loro parlano sempre con l’articolo davanti ai nomi. Oppure basta O Ney, come Pelè, detto O Rei. Il figlio di un popolo che si commuoveva non vide Neuer dal campo, nella partita successiva. Lo ha ritrovato in queste due semifinali. A Barcellona gli diede quasi un appuntamento, con la pugnalata del 3-0 all’ultimo istante: il mattatore era stato Messi, ma Neymar aspirava ad altri frontali con il portiere gigante. Li ha avuti subito, in neanche mezz’ora, rendendo inutile tutto che ciò che è avvenuto dopo, anche il successo dei rossi. Non è soltanto la tecnica a imbalsamare il Bayern, colpisce anche la freddezza. Neymar brasiliano gelido come un tedesco, o meglio come i tedeschi fecero con il Brasile, quando la famosa gara successiva a quella dell’infortunio era la semifinale mondiale. E nessuno si fermò fino a toccare il 7-1. Personale e non così enorme, ma la si può chiamare vendetta.
IN VIAGGIO L’autostrada che da Monaco porta a Berlino nasce a fianco dello stadio. Verrebbe voglia a tanti tifosi catalani di uscire dall’Allianz Arena e puntare subito verso Nord. Il Barcellona inte-
DELUSIONE BAYERN
La resa di Müller «Troppi errori, come all’andata» ● Al fischio finale i giocatori del Bayern ringraziano i tifosi con un lungo giro di campo. «Grande pubblico – spiega Müller – mi è venuta la pelle d’oca. Nel primo tempo abbiamo creato tante occasioni ma poi abbiamo preso di nuovo gol evitabili. Abbiamo dimostrato di poter giocare al loro livello ma non è bastato». Un’opinione condivisa dal capitano Lahm: «Avevamo creduto al miracolo ma abbiamo fatto di nuovo troppi errori e non abbiamo perso oggi la finale». «All’andata abbiamo preso troppi gol», conferma Neuer. Luis Enrique non vuole innescare polemiche: «La vittoria contro Pep non significa nulla, siamo amici e siamo contenti se l’altro vince. Non abbiamo sofferto come pensavo ma l’avversario è forte e si può perdere». Il risultato finale brucia per Ter Stegen: «Abbiamo perso il pallino del gioco e non doveva succedere. Ora però andiamo a Berlino per prenderci la Coppa». Guardiola tiene a lungo i suoi nello spogliatoio: «Ho ringraziato la squadra per la stagione. Abbiamo vinto la Bundesliga nonostante tutte le difficoltà. Non gioco contro la critica ma voglio che i tifosi vedano un bel gioco e io sono orgoglioso di allenare il Bayern. Götze? Sono scelte, ma resta un grande giocatore». Gianluca Spessot
so come squadra invece deve per forza tornare sul Mediterraneo: è atteso da altri match ball per la tripletta, anzi il triplet, alla catalana. Prima del 6 giugno, Luis Enrique potrebbe baciare i trofei della Liga e della coppa nazionale. Tris al debutto in blaugrana, sembra proprio Pep Guardiola. Ma non lo è, come si era già capito ed è stato confermato a Monaco. Ha un contropiede letale e non il possesso che sfinisce. Ha tre attaccanti simili come morfologia e senso del gol, sanno ruba-
Il brasiliano Neymar, 23 anni, alla seconda stagione nel Barcellona AFP
re la profondità in un attimo e massacrare chi si prende quel vento in faccia. Messi-SuarezNeymar: bilancio complessivo 114 reti stagionali. Parziale delle semifinali: doppietta dell’argentino (più un assist), tre centri del brasiliano, primo oltre a Messi a raggiungere quota nove in Champions dai tempi di Rivaldo (992000). Due inviti dell’uruguaiano. E anche i penultimi passaggi sono stati spesso roba loro. Applausi. I FAVORITI Il Barcellona ha calpestato il cuore catalano di Pep Guardiola, ma non lo ha umiliato, ieri. L’uomo dalle sei semifinali in sei partecipazioni ha mostrato cosa può essere il Bayern al completo. Ora tutto il clan blaugrana tifa per la Juventus: non per presunta superiorità, ma perché il Clasico da Champions porterebbe tensioni in quantità industriale. Ma chiunque arrivi non sarà favorito di fronte a questo Barcellona che esce con una sconfitta indolore dall’Allianz Arena e vorrebbe imboccare subito l’autostrada per Berlino. È la A9, se qualcuno volesse partire oggi. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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I NUMERI
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● I gol segnati da Neymar in tutte le competizioni con il Barcellona nelle ultime 10 partite: il brasiliano è andato a segno in 9 gare
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● le reti realizzate da Neymar in questa edizione di Champions: è il primo giocatore oltre a Messi a riuscirci dai tempi di Rivaldo nel 1999-2000
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● A Berlino il Barcellona giocherà la sua ottava finale di Champions/Coppa Campioni. Finora il bilancio è di quattro vittorie e tre sconfitte
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Champions R Ritorno semifinali
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LE PAGELLE di PIERFRANCESCO ARCHETTI BAYERN
BARCELLONA
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BOATENG SOFFRE ANCHE A MONACO MÜLLER SEGNA ALCANTARA VA IL TECNICO GUARDIOLA
6 Non modifica il Bayern: formazione identica a quella del 3-0 e inizio con Xabi Alonso bassissimo. Linea travolta dalla velocità dei contropiede catalani, lui cambia e ricambia fino al sorpasso.
IL MIGLIORE LEWANDOWSKI
7,5 Ancora mascherato, di nuovo pungente in area. Anche se la pugnalata per far sperare arriva quando ormai non si spera più, è l’emblema del Bayern che non molla. Per lui 22 gol in Champions dal 2012. ● TIRI 4 ● SPONDE 2 ● DRIBBLING 2
LAHM
5,5 Come con il Porto, viene allargato molto a destra dell’attacco. Ma non sempre può trasformarsi in Robben, qualche traversone va fuori misura. E Guardiola lo cambia a metà ripresa. ● TIRI 0 ● SPONDE 4 ● DRIBBLING 1
7
6
6
J. BOATENG L’emblema della umiliazione al Camp Nou, con quel capitombolo sulla finta di Messi. Non si riscatta, in ritardo su Neymar.
XABI ALONSO Inizia piantato fra i centrali, da difensore aggiunto, poi si sposta e quando si alza resta il buco per il raddoppio. Dopo è lineare nel possesso.
BENATIA Come conquistare subito l’attenzione del mondo: gol di testa e rivali in ansia. Ma poi è artigianato sofferente nel cuore della difesa.
● PARATE 2 ● RINVII 1 ● PRESE ALTE 1
● CONTRASTI 2 ● LANCI 5 ● PASSAGGI 54
● CONTRASTI 4 ● LANCI 0 ● PASSAGGI 76
● CONTRASTI 4 ● LANCI 3 ● PASSAGGI 68
5,5
7
6,5
6
RAFINHA Questa volta parte sul binario destro, più avanzato dei centrali per il doppio ruolo, ma lascia troppa aria sul suo settore: e Neymar va.
T. ALCANTARA Più di uno slalom eccellente per dimostrare che la settimana scorsa non era lui. Però gli inviti spesso non portano all’esultanza.
SCHWEINSTEIGER Non si nasconde nella boscaglia del centrocampo, cresce nel secondo tempo e si infila nelle scene dei gol del sorpasso.
BERNAT Avrà anche rivisto la partita disastrosa di Barcellona, cerca di sistemare le pendenze con il recente passato. Ci riesce solo a tratti.
● CROSS 2 ● RECUPERI 8 ● PASSAGGI 42
● TIRI 0 ● RECUPERI 6 ● PASSAGGI 65
● TIRI 2 ● RECUPERI 7 ● PASSAGGI 46
● CROSS 2 ● RECUPERI 6 ● PASSAGGI 44
s.v.
s.v.
7
IL PEGGIORE
5,5
NEUER Un disturbo alla vigilia aveva allarmato il Bayern. E’ al suo posto ma viene sempre superato sugli assist di Suarez. E si arrabbia.
6
MÜLLER Quattro reti in quattro partite contro il Barcellona. Manca il raddoppio quando ancora il match è aperto, poi trova il 7° gol in Champions.
RODE Dentro da metà ripresa al posto di Lahm, viene ammonito per fermare Messi. Almeno riesce a prenderlo.
GÖTZE Ha passato giorni da incubo, criticato ovunque dal presidente all’ultimo tifoso. Ma gioca solo qualche minuto per Müller.
MARTINEZ Passerella finale pure per lui, infortunato tutta la stagione. Risente l’aria della Champions al posto di Schweinsteiger.
● TIRI 5 ● SPONDE 2 ● DRIBBLING 2
● TIRI 0 ● SPONDE 2 ● DRIBBLING 1
● TIRI 0 ● SPONDE 0 ● DRIBBLING 0
● TIRI 0 ● RECUPERI 0 ● PASSAGGI 1
7
7
TER STEGEN CONTIENE IL K.O. INIESTA SUDA PIQUE’ SBAGLIA IL TECNICO LUIS ENRIQUE
7 La finale è il coronamento di una stagione straordinaria: ora deve raccogliere i frutti, o meglio i trofei. La partita invece mostra troppe crepe dietro, ma i suoi erano già a Berlino dopo mezzora.
IL MIGLIORE NEYMAR
8 Poteva anche evitare il k.o. ai suoi se non fosse stato generoso alla fine, servendo Messi invece che tirare. Ma è stato decisivo. Sempre a segno nelle sue ultime 7 gare: 52 gol in 89 presenze col club.
PIQUÉ
Tenta di anestetizzare gli attaccanti con sistemi che non sono molto efficaci. Ma nel primo tempo ha un tedesco per amico, il portiere. Mentre dopo gli affanni producono il sorpasso indolore. ● CONTRASTI 1 ● LANCI 0 ● PASSAGGI 28
CLATTENBURG Vede bene subito quando non fischia il rigore richiesto (fianco di Piqué), viene poi assistito alla perfezione sul primo gol di Neymar, non in fuorigioco, e sulla parata sulla linea di Ter Stegen.
6
MASCHERANO Sembra saldo al comando della difesa, invece talvolta si fa disorientare dagli imprevisti, vedi il gol del 2-2.
JORDI ALBA Partecipa talvolta alle azioni avvolgenti sul fianco sinistro, tiene le energie per chi passa dalle sue parti. Non sempre però le sigilla.
● PARATE 5 ● RINVII 12 ● PRESE ALTE 3
● CONTRASTI 3 ● CROSS 1 ● PASSAGGI 50
● CONTRASTI 4 ● LANCI 4 ● PASSAGGI 34
● CONTRASTI 0 ● CROSS 0 ● PASSAGGI 50
5,5
6
6
7.5
RAKITIC Subito fa tuffare Neuer, poi fatica molto nel controllare Schweinsteiger. Viene anche ammonito e cambiato perché a rischio finale.
BUSQUETS Ordina il pressing in mezzo però quando viene saltato il primo sbarramento si deve schiacciare contro la difesa.
INIESTA Ha festeggiato qui in Baviera il 31° compleanno, ci aggiunge la sua quarta finale con raziocinio e qualche rincorsa di troppo.
MESSI Protagonista all’andata, stavolta è il regista del penultimo passaggio. Due volte fa partire i compagni per il gol, una con una spizzata di testa.
● TIRI 1 ● RECUPERI 3 ● PASSAGGI 26
● TIRI 0 ● RECUPERI 4 ● PASSAGGI 37
● TIRI 0 ● RECUPERI 7 ● PASSAGGI 35
● TIRI 1 ● SPONDE 5 ● DRIBBLING 2
8
5,5
6
DANIEL ALVES Cauto dietro, non è più quello senza freni nel 30 del primo match. La fase offensiva risente di questa spinta mancata.
● TIRI 2 ● SPONDE 3 ● DRIBBLING 3
IL PEGGIORE
6
TER STEGEN L’andata era sembrata una vacanza, questa è una dimostrazione di potenza. Salva i suoi in mezza dozzina di scene batticuore.
6
6
6
SUAREZ Il Toro del trio da 114 reti in questa stagione: testa bassa, corsa rapida e assist appuntiti. Poi esce nell’intervallo.
PEDRO Dentro nella ripresa al posto di Suarez. Più difensore che attaccante, prende un cartellino giallo per un’entrataccia su Rafinha.
MATHIEU Dentro per Rakitic in pericolo di espulsione. Si piazza in difesa e sposta Mascherano a centrocampo.
XAVI Quando incassa il 3-2, Luis Enrique spedisce sul terreno l’esperto leader al posto di Iniesta per tentare di frenare la spinta bavarese. Ci riesce.
● TIRI 0 ● SPONDE 3 ● DRIBBLING 1
● TIRI 0 ● SPONDE 2 ● DRIBBLING 0
● TIRI 0 ● RECUPERI 1 ● PASSAGGI 7
● TIRI 0 ● RECUPERI 1 ● PASSAGGI 9
BECK 7 COLLIN 7
TAYLOR 6,5 MARRINER 7
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Europa League R Ritorno semifinali
MERCOLEDÌ 13 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Rafa, ultimi veleni «Questo è il calcio italiano di m...» Un turno di stop
BAGARRE A FINE GARA FRA INSULTI E ASSALTI
DOMANI A KIEV
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1L’argentino vuole vincere 2
1Parma costa al Napoli la squalifica di Benitez INVIATO A KIEV (UCRAINA)
P
roprio così, a pagare le conseguenze per quanto accaduto durante e dopo Parma-Napoli, è stato soltanto lui, Rafa Benitez, per il quale il giudice sportivo ha decretato una giornata di squalifica. La colpa dell’allenatore spagnolo è stata quella di aver detto, uscendo dal campo: «questo è il calcio italiano di merda». Frase scritta nel proprio rapporto dall’ispettore della Procura Federale presente alla partita. Un provvedimento che ha colto di sorpresa il tecnico, impegnato a Castelvolturno per l’allenamento, che - alla notizia - ha avuto una reazione molto stizzita. La punizione è stata commentata dal suo staff con grande amarezza, ed è stata definita vergognosa. UNICO COLPEVOLE Sembra assurdo che di quanto detto e denunciato, nel dopo partita, da Roberto Donadoni e Raffaele Palladino, non sia stata trovata nessuna traccia, alcun riscontro, nei referti arbitrali. Dunque, né il direttore di gara, Giacomelli, né i due guardalinee e gli addizionali hanno sentito le minacce e gli insulti che si sono scambiati i protagonisti. Allora, quando Donadoni ha parlato d’immondizia, di vergogna, di schifo, a cosa si riferiva se nulla è accaduto? L’unica punizione vera, infatti, è stata quella inflitta a Benitez, perché per Gonzalo Higuain c’è stata soltanto una multa di 10.000 euro per la quale Antonio Mirante, tanto per alimentare il papocchio, si è offerto di pagarne una metà. Insomma, il pallone s’è sgonfiato in sole 24 ore, nonostante la gravità delle accuse lanciate dall’allenatore e dal giocatore del Parma nei confronti dei tesserati del Napoli. Probabil-
LE REAZIONI
Il club farà ricorso per la sanzione al tecnico. Mirante: «Pago io metà ammenda» L’episodio allunga lo strappo fra lo spagnolo e l’ambiente: il rinnovo è sempre più difficile mente, ci sarà un’inchiesta della Procura Federale, ma si tratterà di un atto dovuto, perché né la sestina arbitrale né i rappresentati della stessa Procura, dicevamo, hanno annotato nulla di quanto accaduto al Tardini nel tumultuoso dopopartita. RICORSO La squalifica comminata a Rafa Benitez ha mandato su tutte le furie anche il presidente Aurelio De Laurentiis che ha subito contattato il le-
LA GUIDA Corsa alla Coppa: finale a Varsavia il 27 maggio Domani (ore 21.05) si giocano le partite di ritorno delle semifinali di Europa League. IL PROGRAMMA FIORENTINA-Betis Siviglia (Spa) Andata 0-3. Arbitro Skomina (Slo) Tv diretta Mediaset Premium Dnipro (Ucr)-NAPOLI (a Kiev) Andata 1-1. Arbitro Mazic (Ser) Tv diretta Canale 5 LA FINALE Mercoledì 27 maggio a Varsavia LE ITALIANE Il trofeo è detenuto dal Siviglia. L’ultima italiana a vincere la competizione - quando si chiamava coppa Uefa - è stato il Parma nel 1999. Mai nessuna ha poi raggiunto la finale
NAPOLI
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gale della società, Mattia Grassani, dandogli mandato di procedere col ricorso. Che verrà presentato nelle prossime ore, contro i provvedimenti adottati dal giudice sportivo nei confronti dell’allenatore e di Higuain. Ricorso, che se non dovesse essere accolto, impedirà a Benitez di sedere in panchina, lunedì sera, nel posticipo di campionato contro il già retrocesso Cesena. In tal caso, al suo posto ci sarà Fabio Pecchia, il secondo. FUTURO A RISCHIO L’ha trovata insopportabile la squalifica, Rafa Benitez, l’ha ritenuta una grave offesa, alla sua onorabilità, perché quella frase è stata pronunciata in un momento di grande concitazione, nel bel mezzo di un parapiglia che ha coinvolto le due squadre, allenatori e dirigenti compresi. Il rischio che il provvedimento del giudice sportivo possa avere forti ripercussioni sulle decisioni del tecnico spagnolo, dunque, è abbastanza alto. De Laurentiis si aspetta una risposta a breve, dopo il colloquio avuto col suo procuratore, Quilon. Ma gli ultimi eventi potrebbero avere un effetto devastante sul progetto tecnico del Napoli, potrebbero rappresentare il pretesto definitivo perché Benitez sbatta la porta in faccia a questo calcio, da lui offeso e che, probabilmente, non ha mai sentito suo. ULTIMI MOMENTI Kiev, dunque, potrebbe essere una delle sue ultime tappe di questa avventura napoletana. E’ qui che domani sera, col suo Napoli, si giocherà l’accesso alla finale di Europa League, un obbiettivo che adesso, più che mai, non intende fallire. Vuole andare via, certo, ma da vincitore, lasciando in eredità al calcio italiano un altro dei suoi innumerevoli trofei conquistati. © RIPRODUZIONE RISERVATA
l’Europa League per avere la certezza della Champions
Gianluca Monti
e 10 mila euro a Higuain. Furioso De Laurentiis
Mimmo Malfitano
E il Pipita fa paura al Dnipro Segna un gol ogni due partite
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● 1 Benitez mentre segue nervosamente le ultime fasi di Parma-Napoli ● 2 La partita è appena finita, nervi tesi fra i giocatori in campo. Volano insulti e minacce ● 3 Higuain tenta letteralmente di scagliarsi contro il portiere avversario Mirante ma viene fermato appena in tempo ANSA/LAPRESSE
LE ALTRE DECISIONI DEL GIUDICE
L’Atalanta ne perde tre Il Torino senza Padelli: stop per bestemmie ● Oltre ai diffidati Bruno Peres e Amauri, ammoniti a Marassi, il Torino perde per una giornata anche Padelli, squalificato per una espressione blasfema rilevata negli spogliatoi dai collaboratori della Procura federale. Multa di 3 mila euro a Glik per aver insultato il pubblico all’uscita dal campo. Fermati dal Giudice Sportivo, per un turno, altri tredici giocatori: Avramov, Zappacosta e Biava (Atalanta), Schelotto (Chievo), De Maio e Tino Costa (Genoa), Hernanes (Inter), Marchetti e Mauricio (Lazio), Lila (Parma), Florenzi (Roma), Jankovic e Tachtsidis (Verona). Stop di un turno anche per Dejan Stankovic, vice allenatore dell’Udinese. Multate con 10mila euro il Milan per il fascio di luce laser che ha disturbato i giocatori avversari durante la partita e la Roma per l’uso in panchina di una apparecchiatura rice-trasmittente.
inquantuno gol in cento partite con la maglia del Napoli, ma quello più importante deve ancora arrivare. Il bottino di Gonzalo Higuain mette paura al Dnipro perchè in pratica il Pipita da quando si è vestito d’azzurro ha segnato una volta ogni due partite e dunque, visto che a Parma è rimasto a secco, gli ucraini faranno bene a preoccuparsi. Volendo essere scaramantici, le parate di Mirante potrebbero essere un segno del destino. Con il portiere stabiese le cose sono state chiarite via sms ed anche ieri l’attrito post gara è stato minimizzato dallo stesso Mirante. OBIETTIVO CHAMPIONS Higuain schiumava rabbia perchè per lui giocare il prossimo anno la Champions è davvero troppo importante. Sta facendo l’impossibile per riportare il Napoli dove lo aveva trovato. Sin qui ha segnato sette reti in Europa League e potrebbe diventare il capocannoniere della manifestazione visto che quelli davanti a lui in questa classifica (Lukaku dell’Everton e Alan del Salisburgo, entrambi a quota otto) non avranno la possibilità di rimpinguare il proprio bottino. Mai aveva segnato tanto in Europa il centravanti ex Real Madrid e mai Higuain nei suoi anni spagnoli è riuscito ad alzare un trofeo in campo internazionale. Adesso, è a due gare dalla storia. Il Pipita è stato importante, ma non decisivo, sia nella finale di coppa Italia con la Fiorentina sia in Supercoppa a Doha (doppietta prima dei rigori) contro la Juve. Eppure, non è riuscito a cancellare nella mente dei tifosi il ricordo di Cavani che riaffiora ad ogni prestazione incolore da parte sua. CLASSE E CATTIVERIA Così, dopo le varie occasioni fallite con il Dnipro, in tanti nuovamente hanno parlato della cattiveria sotto porta del Matador contrapponendola alla classe cristallina di Higuain, che però talvolta si compiace un po’ troppo in zona gol. Gonzalo ha tirato dritto per la sua strada. In questi giorni di veleni si è goduto il sole di Napoli insieme al fratello manager Nicolas. Il futuro è adesso e passa da Kiev. Scavallato l’ostacolo in finale potrebbe esserci il Siviglia e allora per lui sarebbe una vera e propria corrida. Contro le difese spagnole ha dimostrato di trovarsi a suo agio (tra i suoi gol belli più con il Napoli c’è quello contro il Bilbao) e chi lo conosce bene dice che si è preparato ad un finale di stagione con i fiocchi. E quella di domani è un’occasione da non lasciarsi sfuggire. © RIPRODUZIONE RISERVATA
DOMANI CON IL SIVIGLIA
In 2mila all’allenamento: è già bolgia Ora la Fiorentina crede nell’impresa Giovanni Sardelli FIRENZE
L’
antipasto è stato servito dai primi duemila. Erano i tifosi ieri allo stadio per sostenere la Fiorentina per un allenamento, in via eccezionale, svolto a porte aperte. La cena di gala sarà invece domani sera davanti a 35mila anime. Il luogo sarà il medesimo, il Franchi. L’atmosfera no. Perché la chance di ribaltare il pronostico (si parte dallo 0-3 di Siviglia) passa anche dal fuoco di una tifoseria che ci crede.
LA STORIA È QUI Senza gli infortunati Vargas e Richards, oltre ai soliti noti Rossi e Babacar, la seduta di ieri è iniziata intorno alle 17. Davanti a 500 tifosi che in pochi minuti sono quadruplicati. Bandiere e cori d’incitamento come contorno. Alcuni striscioni fuori dallo stadio a far capire l’umore. «Noi ci crediamo, voi?» e «La storia è fatta per essere scritta, avanti viola». Anche per lo sfiduciato Mario Gomez parole di incoraggiamento. «Io credo in Gomez, io credo in voi, siate il loro inferno, sia Firenze il loro incubo» il testo di un altro striscione. Con 10 gol
La Fiorentina davanti ai tifosi prima dell’allenamento al Franchi VIOLACHANNEL.TV
è il capocannoniere stagionale ma le prestazioni non convincono e anche i suoi sostenitori più incalliti cominciano a dubitare. CHE FARE? Con Joaquin e Salah intoccabili (l’egiziano ha un problema alla schiena ma giocherà), va assegnato il terzo posto in attacco. Dubbi tra lo stesso Gomez e Ilicic, il più in forma. Il panzer è ancora favorito, ma la seduta di oggi e la rifinitura di domani mattina scioglieranno il dubbio. Non preoccupano le condizioni di Gonzalo Rodriguez e Basanta (ieri hanno fatto differenziato), neppure il fastidio al ginocchio di Savic. Giocheranno tutti, anche perché sono gli unici difensori rimasti. In mezzo Pizarro, Mati e Borja Valero. Servirà segnare almeno tre gol, senza subirne alcuno. Durissima. Ma vietato mollare. © RIPRODUZIONE RISERVATA
A COVERCIANO
E oggi «Monchi» tiene lezione ● FIRENZE (g.sar.) Ci sarà anche Ramón Rodríguez Verdejo, il d.s. del Siviglia conosciuto come «Monchi», oggi tra i relatori all’interno del primo corso per «Osservatori calcistici di società professionistiche» che ha preso il via lunedì a Coverciano. Corso reso possibile dalle modifiche regolamentari apportate nell’ambito dell’Elenco speciale dei Direttori sportivi ed organizzato dal Settore Tecnico Figc con l’Associazione Direttori Sportivi e Segretari. Oggi assieme a «Monchi» sarà relatore anche Filippo Fusco, ex d.s. Bologna. Il programma didattico è composto da 72 ore.
Serie A R Capitale di fuoco
MERCOLEDÌ 13 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Garcia stavolta si arrende «Roma, ora tutti in ritiro per chiarirci le idee»
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QUI TRIGORIA
1Il tecnico costretto a varare una clausura a singhiozzo. Dopo il vertice, la dirigenza incontra il gruppo per ribadirgli fiducia. E Renzi «cita» Rudi Massimo Cecchini ROMA
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l paradosso, in fondo, è che – da addetti ai lavori – alla fine sono tutti d’accordo: il ritiro non serve a nulla. Ma sull’altare di una piazza vogliosa di punizioni esemplari e (cosa non secondaria) di una nuova «governabilità» dello spogliatoio che obiettivamente ha perso certezze, il principio viene sacrificato: la Roma andrà in ritiro. Anche se con una formula nuova: a giorni alterni. Ovvero, sonno nel centro sportivo di Trigoria domani; giovedì dopo cena il «rompete le righe» e venerdì e sabato di nuovo tutti dentro. Morale: l’impressione è che a perderci alla fine sia stato Rudi Garcia. VERTICE L’allenatore francese infatti, dopo la sconfitta di San Siro contro l’Inter, aveva tuonato così: «Non portare la squadra in ritiro è una decisione mia, tutte le decisioni sul gruppo sono mie... Voi potete portare un esempio che funziona, io altri dieci che non funziona». Era il 28 aprile. Appena 14 giorni più tardi, invece, il tecnico è costretto al passo indietro che, tra l’altro, neppure accontenta la tifoseria più dura, che avrebbe voluto mettere il gruppo in clausura quasi più per spirito di vendetta che reale convinzione di efficacia del metodo. Ripetiamo, neppure la dirigenza è convinta che il ritiro paghi. Ma è difficile dare torto ai vertici che, al netto della prestazione dei calciatori – giudicati unanimemente i primi colpevoli della situazione – vedono come in effetti ci sia uno scollamento fra desideri dell’allenatore e prestazioni della squadra, anche per scelte poco felici dello stesso Garcia. Intendiamoci, Sabatini chiede spesso conto al francese delle decisioni, così come l’opzione ritiro era già in campo
Gervinho, 27 anni, a terra a San Siro dopo l’infortunio muscolare INSIDE
al fischio finale della partita col Milan, anche se la prima «punizione» per tanti giocatori è stata quella di privarli della serata nei locali milanesi. Ieri però c’è stato una sorta di «plenum» a cui hanno partecipato il d.g. Baldissoni, Sabatini, il ceo Zanzi e l’uomo di fiducia del presidente Pallotta, Alex Zecca, oltre naturalmente a Garcia. Deciso il ritiro – a singhiozzo perché temono che i giocatori si brucino il cervello fra cellulari, tablet e video giochi – l’allenatore lo ha comunicato alla squadra dicendo: «Può essere utile passare un po’ più tempo insieme» Poi eccezionalmente, mentre la squadra era in sala video, la dirigenza è passata anche a parlare brevemente col gruppo, ribadendo: «Abbiamo piena fiducia in voi». URLA La cosa curiosa però è un’altra: lo zoccolo duro dello spogliatoio, quello più di lungo corso, a taccuini chiusi alla fine ammette un concetto scomodo e che lascia intravedere una spaccatura motivazionale: molti di noi avrebbero più bisogno di qualcuno che ci urli e ci rimproveri invece di assecondarci, perché sono tanti qui che avrebbero bisogno di elettrochoc. Invece la filosofia di Trigoria è un’altra: niente pugno duro per i calciatori. RENZI E LA CHIESA L’ultimo paradosso di una giornata tutto sommato malinconica è che proprio ieri il premier Renzi ha onorato l’allenatore con una citazione. «Il mister della Roma ha detto una volta: “Abbiamo rimesso la chiesa al centro del villaggio”. Ecco, noi abbiamo rimesso la politica al centro del villaggio». Garcia apprezzerà, anche se forse – rispetto a un anno fa – nella geografia di Trigoria adesso proprio lui si ritrova a essere meno centrale di quello che credeva.
Ufficiale: stagione finita per Gervinho Si scalda Iturbe 1Per l’ivoriano
lesione confermata al bicipite femorale Maicon: a giugno rischio operazione?
Andrea Pugliese ROMA
C
Rudi Garcia, 51 anni, ha vinto il campionato francese nel 2011 LAPRESSE
LO SPRINT PER LA CHAMPIONS ROMA PT. 64
36ª Udinese
37ª LAZIO
38ª Palermo
LAZIO PT. 63
SAMPDORIA
Roma
NAPOLI
Cesena
JUVENTUS
Lazio
NAPOLI PT. 60
La 2ª classificata va direttamente alla fase a gironi, la 3ª ai playoff (18-26 agosto) scarso STATO DI FORMA: media DIFFICOLTÀ: facile In MAIUSCOLO le gare in trasferta
buono ottimo difficile JUVENTUS campione d'Italia GDS
© RIPRODUZIONE RISERVATA
ome previsto, la stagione di Gervinho si è conclusa sabato scorso a San Siro: gli esami strumentali ieri hanno confermato i sospetti emersi subito dopo lo stop di Milano, per l’ivoriano c’è una lesione di primo grado al bicipite femorale della coscia destra, lo stesso che lo aveva fermato a marzo durante l’amichevole giocata dalla Costa d’Avorio con la Guinea Equatoriale. Per lui, dunque, addio Udinese, addio Lazio e addio anche Palermo. Se ne riparlerà — eventualmente — la prossima stagione. Così Garcia in questi giorni di semiritiro dovrà studiare il tridente d’attacco senza quello che ritiene essere l’uomo più pericoloso in assoluto. Vista l’indisponibilità dell’attaccante ivoriano, facile che possano ritrovare spazio Iturbe e Ljajic. INFERMERIA Ieri a Trigoria Garcia ha dovuto fare i conti con la forma approssimativa di Doumbia e Pjanic: il
primo ha svolto una seduta differenziata, il secondo lavori personalizzati legati ai cronici fastidi ai tendini della caviglia. Entrambi, però, dovrebbero essere a disposizione per la sfida di domenica sera contro l’Udinese. Per Maicon, invece, se le cose non miglioreranno definitivamente a fine stagione si profila anche la possibilità di un intervento al ginocchio destro, quello che lo fa soffrire oramai da mesi (la sua ultima partita risale al 3 febbraio, lo 0-2 casalingo con la Fiorentina che ha sancito l’eliminazione della Roma dalla Coppa Italia). MERCATO Nel frattempo, a Trigoria continuano i contatti per capire come allestire la formazione della prossima stagione. Molto, ovviamente, è legato alla presenza o meno di Rudi Garcia, anche se tutti i segnali fanno pensare che la Roma e il tecnico francese andranno avanti insieme. Uno degli uomini segnati con la matita rossa sul taccuino del d.s. Sabatini continua ad essere André Ayew (Olympique Marsiglia, si svincola a giugno), con cui c’è già un accordo di massima. Sabatini ha gli occhi puntati anche su Benteke, il gigante dell’Aston Villa, ma il problema in attacco è cercare eventualmente di piazzare Doumbia altrove e fare in modo che Destro non torni alla base. Infine da registrare anche l’interesse del Tottenham per Nainggolan, con la situazione del centrocampista belga sempre più complessa. © RIPRODUZIONE RISERVATA
I BIANCOCELESTI
La Lazio perde anche Biglia e c’è l’incubo Juventus 1Se i bianconeri eliminano il Real, Pioli avrà
volata Champions (ed è quindi come un’altra finale).
JUVE, CHE FAI? Accadrà questa sera, quando scenderanno in campo Juve e Real Madrid. L’allenatore della Lazio, ex juventino rimasto legatissimo ai colori bianconeri, sarà suo malgrado costretto a tifare contro l’ex squadra. Lui come tutta la Lazio. Perché se la formazione di Allegri conquistasse la finale di Champions, quella di Coppa Italia (che vedrà di fronte Juve e Lazio) sarà anticipata al 20 maggio. Per i biancocelesti un rischio assolutamente da evitare. Perché la finale di Coppa Italia (che può durare anche 120 minuti) si giocherebbe appena quattro giorni prima del derby che deciderà la
BIGLIA K.O. Un ingorgo da scongiurare per la Lazio anche perché la squadra biancoceleste in questo periodo è ridotta ai minimi termini. Se la finale si disputasse il 20 Pioli l’affronterebbe come minimo in formazione rimaneggiata. Ieri dall’infermeria è arrivata l’ennesima tegola: Biglia dovrà star fermo per una settimana a causa di una forte contusione a un ginocchio. Salterà la trasferta di Genova con la Samp, ma è a rischio pure per il successivo derby del 24 maggio. E lo sarebbe ancora di più per la finale di Coppa Italia se si giocasse il 20. Buone notizie invece dall’altro centrocampista Cataldi: non ha lesioni muscolari, con la Samp ci sarà. Stesso discorso per Novaretti. Per la
la finale di Coppa con uomini contati. Caso Massa: Tare squalificato fino al 25 maggio
Stefano Cieri INVIATO A FORMELLO (ROMA)
C
ampo, infermeria, televisione. La Lazio è impegnata su più fronti in questo periodo. Pioli sarebbe ben lieto di concentrarsi solo sul campo, su come affrontare al meglio le ultime tre partite di campionato che valgono la Champions e sulla finale di Coppa Italia. Sarebbe ben lieto, ma non può. Perché è costretto a fare i conti con un’infermeria che non accenna a svuotarsi (e condiziona umore e scelte). E deve, Pioli, pure trattenere il fiato davanti alla televisione.
Stefano Pioli, 49 anni, prima stagione alla guida della Lazio ANSA
gara di sabato Pioli spera di recuperare anche De Vrij e Lulic: c’è qualche speranza per l’olandese (ieri si è allenato in maniera quasi completa, i prossimi giorni saranno decisivi), mentre per il bosniaco ci sono poche possibilità. TARE INIBITO Sabato a Marassi mancheranno anche Marchetti e Mauricio che, come previsto, ieri sono stati squalificati per una giornata. Il Giudice sportivo ha sanzionato pure Igli Tare. Il d.s. è stato multato e inibito dalle attività di rappresentanza del club fino al 25 maggio per le espressioni ingiuriose rivolte all’arbitro Massa al termine di Lazio-Inter. Con la stessa motivazione è stato inibito fino al 18 maggio anche il segretario generale Armando Calveri. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Serie A R
MERCOLEDÌ 13 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Paradosso Milan Più tiri e più gol senza super Menez
DOPO QUATTRO ANNI
Con Robinho ora è addio: rescissione De Sciglio k.o. MILANO
S
1Contro la Roma, nell’unica vera gara senza Jeremy, rossoneri spietati e divertenti all’attacco Alessandra Gozzini MILANO
M
ai il Milan aveva attaccato tanto quanto l’altra sera, quando non aveva il suo attaccante migliore. Il paradosso era subito visibile: senza lo squalificato Menez, nella notte di sabato sera si sono scatenati Destro, Honda e Bonaventura, il tridente buttato in pista da Inzaghi. Come in una coreografia di gruppo: tiri, movimenti e inserimenti hanno funzionato meglio del solito. Il paradosso è poi certificato dai numeri: dieci tiri in porta contro la Roma, 8 (e qualche decimale) la media delle conclusioni con Menez in campo. MEDIE MIGLIORI Prima degli insulti all’arbitro di Milan-Genoa, Jeremy aveva giocato in tutte le partite: titolare in trentuno su trentatré, comparsa in un paio (finite con una vittoria a Verona e un pari a Cagliari…). Aveva poi saltato il viaggio a Napoli che però non può fare media, considerato che il lavoro dell’attacco aveva risentito di quello che era successo dall’altra parte del San Paolo, con De Sciglio espulso in meno di un minuto. Così via al confronto tra Milan-Roma, la prima senza Menez giocata ad armi pari, e il resto degli incontri con Jeremy in campo. Oltre ad aver tirato di più, sono aumentati i gol (2 l’altra sera, contro una media dell’1,4) e il cinismo, se si abbassa il possesso palla ma sale il numero dei colpi messi a segno.
OK DESTRO E HONDA Quando manca Menez, il gatto acchiappa palloni, gli altri ballano. Honda su tutti, dopo settimane di mare piatto: tre tiri contro una media anonima di 0,96; 3 occasioni create contro 1; 30 passaggi contro 22.13. I numeri (Opta) funzionano anche su Destro, migliorato come bomber (un tiro e un gol, con Menez media-reti pari a 0,58) e come suggeritore (due cross, contro gli 0,08 registrati fin qui in rossonero). E Bonaventura? Ha aggiunto altri tre tiri (1,7 la sua media con Jeremy nei paraggi), tre lanci (2.23) e altrettante sponde (1.10). MEGLIO SENZA MENEZ? Bastava dunque togliere Menez? Nel post partita di sabato sembrava così evidente che Pippo era subissato di domande: «Senza di lui squadra più quadrata? Jeremy ha fatto tantissimo, è il nostro cannoniere e in più si è sempre sacrificato nel ruolo di attaccante esterno. Menez ha fatto un campionato enorme ma la squadra sta facendo bene senza di lui». Parola alla difesa, la voce è ora quella di Kevin Menez, fratello di Jeremy (a footmercato.net): «Dire che Jeremy è il problema è troppo facile, credo che un sacco di allenatori vorrebbero avere un problema da sedici gol, oltre a essere il secondo assist man della squadra». Verdetto finale: Menez è stato uno dei pochissimi raggi di sole in una stagione di piogge fitte, e non serve la riprova dei numeri per dimostrare che senza i suoi gol il Milan avrebbe di certo molti punti
NUMERI CON MENEZ SENZA MENEZ TIRI
8,8
10
GOL
1,4
2
TIRI HONDA
0,96
3
OCCASIONI CREATE HONDA
1
3
GOL DESTRO
0,58
1
CROSS DESTR0
0,08
2
TIRI BONAVENTURA
1,7
3
SPONDE BONAVENTURA
1,10
3
Jeremy Menez, 28 anni, prima stagione con la maglia del Milan ANSA
in meno. Un numero invece serve ed è zero, la spesa dell’estate scorsa necessaria ai rossoneri per mettere sotto contratto il miglior marcatore del gruppo e il quarto di tutta la serie A insieme a Higuain. Oggi (valutazione transfermarkt) il valore di Jeremy è da mega plusvalenza, quattordici milioni di euro. Lo stesso vale per il fatturato personale: mai Menez aveva segnato così tanto, se messe insieme le tre stagioni di Roma si era fermato a sette centri, meno della metà di quanto fatto in una sola stagione milanista. E anche in Francia, nel primo campionato al PSG, il più prolifico, il conto si era lo stes-
so fermato a quota sette, nove in meno di oggi. Ci sono però anche pesanti indizi sul fatto che, senza Jeremy, ci sia maggiore libertà di movimento per gli altri attaccanti: diventeranno prove se si ripeteranno anche nelle prossime due uscite, prima che il francese torni arruolabile. Lo stesso vale per l’ordine tattico, fin qui spesso sconvolto dall’ispirazione di Menez. Per far sì che la verità stia dove deve stare, cioè in mezzo, potrebbe servire unire le due cose: riuscire a far muovere l’attacco insieme al suo solista. Che tocchi a Inzaghi o a un altro direttore d’orchestra. © RIPRODUZIONE RISERVATA
enza neppure rivedersi, e con un oceano in mezzo, il Milan e Robinho si sono detti addio. La storia è durata quattro anni, con 144 partite complessive, 32 gol fatti e qualcuno sbagliato. Dopodiché nell’agosto scorso il brasiliano ha fatto le valigie per tornare da dove era arrivato, cioè al Santos. E lì probabilmente resterà ancora, dopo che a breve verrà firmata la risoluzione consensuale dell’accordo che lo legava al Milan fino al giugno del 2016. Da tempo Robinho ribadiva che la sua volontà era quella di restare in Brasile. L’assist stavolta l’ha fatto a Galliani, a cui consentirà un bel risparmio. Sei milioni di euro lordi per un altro anno di contratto rossonero (i media brasiliani riportano anche una risposta dell’a.d. sul possibile interessamento per Gabigol: «Lo conosco, vedremo...»). Qualche anno prima erano state altre le soddisfazioni: nel palmares milanista di Binho ci sono infatti uno scudetto e una Supercoppa Italiana con Allegri. Nel primo caso Robinho fu protagonista, considerato che giocò e segnò più di tutti, o comunque quanto i migliori: 14 gol nell’anno tricolore, come Pato e Ibra. DE SCIGLIO KO Per l’altra notizia basta viaggiare fino a Milanello: nell’ultimo allenamento De Sciglio è di nuovo finito k.o. Il problema più recente, dopo una stagione di peripezie, è una distorsione alla caviglia destra. Accertamenti nelle prossime ore, esclusa la disponibilità per domenica, per quel poco che resta poi si vedrà. a.g. © RIPRODUZIONE RISERVATA
STRATEGIE SOCIETARIE
Wanda Group e Mr. Pink: i magnati cinesi tentano Silvio 1Sono due delle grandi aziende proposte nella lista del presidente Xi come nuovi
soci del Milan. Berlusconi valuta le garanzie d’investimento: risposta entro giugno Mario Pagliara Marco Pasotto
U
na lista segreta, e due nomi scritti in cima con la matita rossa: il primo è Wang Jianlin, l’altro è Poe Qiu Ying Wangsuo, più noto come «Mr. Pink». Sono alcuni dei giganti dell’economia cinese (e forse anche non i soli) proposti dal presidente della Repubblica Popolare Cinese, Xi Jinping, a Berlusconi come nuovi soci nel Milan. Silvio ha preso nota, valuta la proposta e ha informato il governo di Pechino che qualsiasi decisione «sarà presa a giugno». Prima ci sono le elezioni.
COLOSSI Il presidente Xi ragiona in conference call con Berlusconi, ma non sarà poi il governo a comprare tutto o una parte di Milan. Oltre a definire le linee generali di una trattativa
nella quale s’intrecciano Mediaset e quote di mercati in Oriente dove far entrare Fininvest, nella partita per il club rossonero il governo cinese indica quali saranno le aziende che di fatto realizzeranno la scalata, attraverso lo strumento di un fondo-veicolo da costituire appositamente. La lista segreta di Xi contiene già due nomi di assoluto peso: c’è Wanda Group, anche se non è esposta direttamente, ma celata sotto il nome di una sua società controllata, ingolosita dalla costruzione del nuovo stadio. Un colosso immobiliare (ma non solo) che nel 2014 ha segnato un patrimonio di oltre 75 miliardi e che ha molti interessi nel calcio europeo. L’affare più recente è l’acquisizione del 20% dell’Atletico Madrid per circa 45 milioni. La seconda gamba è Mr. Pink, al secolo Poe Qiu Ying Wangsuo, magnate con un portafoglio di circa 3 miliardi di
dollari celebre per le sue bevande al ginseng, già ospitato ad Arcore in tempi recenti. Mr. Pink vive negli Stati Uniti e la sua azienda, la Kings International Investment Group, ha base a Los Angeles. Da quello che risulta, negli ultimi giorni si sarebbe invece raffreddato l’interesse di Zong Qinghou di Wahaha Group. CONNESSIONE La pista cinese, in questa fase, sembra la più accreditata, in vantaggio rispetto al gruppo del capocordata Bee Taechaubol, anche se da lui e dal suo entourage arrivano segnali di grande ottimismo. Ma da cosa si farà convincere Berlusconi? Gli argomenti sono essenzialmente due: Silvio ha chiesto a entrambi le garanzie per ricostruire un grande Milan che possa restare stabilmente ai vertici del calcio europeo. Ha già svelato che richiede una
75
● miliardi di euro: a tanto ammontava nel 2014 il patrimonio di Wanda Group, gruppo immobiliare con forti interessi nel calcio europeo
2
● miliardi e 700 milioni di euro: è il portafoglio personale di Poe Qiu Ying Wangsuo, alias Mr. Pink, imprenditore celebre per le bevande a base di ginseng
Silvio Berlusconi, 78 anni, abbraccia la sua ricca bacheca BOZZANI
quota d’investimenti intorno ai 200 milioni a stagione. Del tutto aperta è la partita sulle modalità d’ingresso di eventuali nuovi soci: le due cordate spingono per ottenere subito la maggioranza, più probabile che chi entrerà lo farà prendendo una percentuale di minoranza per salire negli anni. Lasciando, così, nell’immediato il timone nelle mani di Berlusconi. La connessione Arcore-Cina comunque è piuttosto forte. Oltre
ai colloqui Berlusconi-Xi, va ricordato l’incontro di due mesi fa con Xiao Wunan, vicepresidente dell’Apecf (consorzio d’imprese governativo cinese), a Villa Gernetto: i due raggiunsero un accordo di cooperazione su «educazione, media, sport e salute» (così si legge in una nota di Apecf). E firmarono anche un memorandum d’intesa riservato. Che ci fosse già qualche riferimento al Milan? © RIPRODUZIONE RISERVATA
Serie A R Mercato
MERCOLEDÌ 13 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Inter, mirino Jovetic Touré in, Kovacic out
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DALL’INDONESIA
1Contatti per Jo-Jo. Offerti Chicharito e Van Persie: ma
il club non è entusiasta. Mateo a Liverpool per avere Yayà
Matteo Dalla Vite
FACCE DA FUTURO NERAZZURRO
@Emmedivu
1
U
n altro centrale difensivo (oltre a Murillo), un altro laterale sinistro (oltre a Zukanovic), due centrocampisti (di cui uno è Touré) e una punta da 10-15 gol, quella che doveva essere Paulo Dybala e non sarà più. Ecco la griglia di partenza manciniana per il prossimo mercato, fermo restando che - in base alle uscite le unità da prendere potrebbero essere di più, per esempio nella zona interna e al centro della difesa. Detto questo, ecco che al momento lo zoom è puntato sull’uomo da gol: occorrerà attendere, ma sarà l’uomo da non sbagliare, quello da affiancare a Icardi che sta per firmare (forse stavolta ci siamo) fino al 2019. QUEI 28 MILIONI Mancini aveva puntato da matti su Paulo Dybala. Niente. L’Inter aveva stanziato 28 milioni più 5 di bonus vari, il che significa che quella disponibilità di denaro esiste. Un po’ per i risparmi di ingaggi che verranno fatti e un po’ per le cessioni quasi programmate. La rosa di nomi non è breve: come detto in passato, va da Lamela a Lavezzi, ma i contatti più insistenti negli ultimi tempi sono stati per Stevan Jovetic. Sull’ex viola c’è gradimento anche se alcuni ripetuti infortuni hanno messo qualche punto interrogativo. Il giocatore, fra l’altro, avrebbe il desiderio di venire in Italia ma attende di sapere cosa ne sarà dell’attuale tecnico del City, Pellegrini, colui che lo ha lasciato fuori dall’ultima lista-Champions: se l’allenatore cambierà aria, JoJo sarebbe più intenzionato a restare salvo capire preventivamente il gradimento del nuovo allenatore; in caso di permanenza di Pellegrini stesso, ecco che l’uscita del montenegrino sarebbe probabilissima. Jovetic non guadagna poco, 4 milioni più bonus: anche questo potrebbe essere un ostacolo.
Il presidente Erick Thohir, 44 ANSA Matthäus con la maglia 1990-91
Thohir a Berlusconi «Contano i risultati non certo le parole» 1Il presidente:
«In passato mi hanno anche dato del filippino...». Nuove maglie per l’ultima Matteo Brega MILANO
«N 2
3
4
1 Stevan Jovetic, 25 anni, ha un contratto fino al 2018 con il Manchester City 2 Yaya Touré, 32 anni oggi, ha un accordo fino al 2017 con i Citizens 3 Gaston Ramirez, 24, gioca nell’Hull, ma è del Southampton fino al 2016 4 Chicharito Hernandez, 26, in prestito al Real dal Manchester Utd con cui ha un accordo al 2016 ACTION
ROggi, compleanno
di Touré: 32 anni e sms di Mancini. Riappare Ramirez Icardi firma vicina
temente cerca titolarità all’estero e in un club di livello; il secondo è Robin Van Persie, olandese in uscita dallo United. Entrambi però, oltre ai costi, non avrebbero scaldato i cuori dell’area tecnica interista, anche se più volte è successo che il nongradimento iniziale si sia poi trasformato in acquisto. YAYA, MATEO, GASTON Nel frattempo, e a proposito di Yaya Touré che è sempre più vicino all’Inter (oggi compie 32 anni, Mancini gli manderà uno o più sms), ecco che s’infittiscono le voci che vorrebbero la Premier
CHICHARITO E ROBIN Nel frattempo, e nel giro di orizzonte sempre attivo, l’Inter (a distanza di settimane) si è vista offrire due giocatori molto quotati: il primo è Chicharito Hernandez, ora al Real Madrid e che eviden-
su Mateo Kovacic: in linea di massima sarà lui il Grande Sacrificato, e l’Inter potrebbe cedere attorno ai 18-20 milioni, cosa che secondo la stampa inglese il Liverpool avrebbe offerto dopo l’iniziale proposta di 10 milioni. Detto che Hernanes e Guarin (confermata la stagione finita, stiramento di 1° grado al retto femorale destro) sono più solidi che no all’Inter, ecco che riappare la voce legata a Gaston Ramirez, ex Bologna ora all’Hull in prestito dal Southampton: il club nerazzurro avrebbe offerto 6 milioni di euro. © RIPRODUZIONE RISERVATA
on è necessario r ispondere a ogni cosa. Non c’è problema, in passato mi hanno anche dato del filippino. Ma poi Ferrero si è scusato». Erick Thohir risponde con il suo stile a Silvio Berlusconi. Avrebbe preferito non farlo perché nella sua indole non esiste spazio per commenti e parole riferiti ad altre società. Così gli piacerebbe che anche i colleghi facessero come lui. Ma tant’è. «Le parole non sono importanti, il duro lavoro darà risultati più tangibili - ha continuato il presidente nerazzurro al quotidiano indonesiano “Tempo” -. Io sono felice di lavorare, non voglio parlare delle opinioni delle altre persone. I risultati la migliore risposta? Sì, questo è lo sport». Thohir replica
THOHIR NON SEMBRA AVERE LA CAPACITÀ DI RENDERE DI NUOVO L’INTER PROTAGONISTA SILVIO BERLUSCONI N°1 MILAN, 9 APRILE 2015
così a Berlusconi che sabato aveva detto: «Thohir non sembra avere la capacità di rendere di nuovo l’Inter protagonista in Italia e nel Mondo». Dichiarazioni che non hanno scosso il numero uno interista, atteso a Milano (salvo imprevisti) per la partita di sabato contro la Juventus. OBIETTIVO EUROPA Partita delicata per tutto quello che significa sfidare i campioni in carica da quattro anni a questa parte e perché rappresenta un’altra tappa del giro d’Italia con traguardo europeo. «Possiamo ancora entrare in Europa League vista la partita giocata contro la Lazio - ha continuato Thohir - e la serietà mostrata dalla squadra». Anche perché la striscia positiva aperta (7 gare consecutive senza sconfitte, 4 vittorie e 3 pareggi) fa ben sperare. MAGLIE ED EUROPA Lo sguardo intanto va oltre, all’ultima giornata, il prossimo 31 maggio, quando al Meazza arriverà l’Empoli. Intenzione della società sarebbe quella di scendere in campo con la maglia della prossima stagione. Si sa che torneranno le strisce classiche nerazzurre (saranno le prime divise approvate da Thohir, tra l’altro) e ricorderanno le maglie della stagione 1990-91. Quell’anno in panchina c’era Giovanni Trapattoni e la squadra vinse l’allora Coppa Uefa. Allo studio, a quanto pare, anche un evento allo stadio in presenza forse dei protagonisti di quella cavalcata di 24 anni fa. INTER NIGHT Qualche giorno prima invece andrà in scena «Inter night». Martedì 26 tutti coloro che avranno sottoscritto un abbonamento 2015-16 entro quella data, incontreranno Mancini e la prima squadra vedendo in esclusiva la nuova maglia. © RIPRODUZIONE RISERVATA
LOUIS HA SOLO 7 ANNI
Le big pazze di Podolski jr. Il papà: «Ora giochi al parco» Elmar Bergonzini
T
ecnica, dribbling e fantasia. Con qualità del genere era inevitabile che i club di Bundesliga facessero la fila per tesserare Podolski. Louis, s’intende. A papà Lukas però l’interesse intorno al figlio, che ad aprile ha compiuto 7 anni, non piace affatto: «Leverkusen, Colonia e Borussia Moenchengladbach vogliono rovinarlo: a quell’età è folle», ha detto l’attaccante dell’Inter a Playboy, nell’edizione che in Germania è uscita stamattina.
CRITICHE «Mio figlio è fortissimo – assicura Lukas – io a quell’età non ero così. Per me però sarebbe malsano se andasse a giocare in società come quelle alla sua età. Deve divertirsi al parco con gli amici, al massimo può giocare con la squadra del paese». La riflessione non riguarda solo suo figlio. «I bambini vengono messi troppo presto sotto pressione. A quell’età ci sono i primi impegni scolastici, se aggiungiamo anche quelli con la squadra di club, diventa troppo. A 11-12 anni magari il calcio nemmeno gli piace più». Entrare in società
importanti da piccolissimi insomma sarebbe malsano: «Impensabile che a quell’età si segua un piano nutrizionale o che si venga sgridati per un passaggio sbagliato. Louis può fare come me: se vuole a 11 anni va al Colonia. Prima no». POLEMICHE In Germania le dichiarazioni hanno alzato un polverone. I tedeschi sono molto attenti a non caricare di pressione i bambini: agli under 16, per esempio, è vietato andare a giocare in club che distino più di 100 chilometri dal luogo di residenza dei genitori.
Lukas Podolski, 29 anni GETTY
Se Jürgen Gelsdorf, responsabile del settore giovanile del Leverkusen, ha ammesso di aver provato a tesserare Louis, Colonia e Gladbach hanno respinto le accuse di Podolski. Tobias Kaufmann ha assicurato che «il Colonia non ha mai pensato a Louis. I nostri osservatori non lo stanno seguendo. Sta bene nella squadra del Brauweiler e non vogliamo portarlo qui. Non ci spieghiamo come Lukas abbia potuto dire queste cose». Simile la risposta del Gladbach: «Non ci interessano i bambini nati nel 2008. L’anno prossimo entre-
ranno in società quelli del 2007, per lui è un po’ presto». FUTURO C’è tempo per capire con chi giocherà Louis. Ce n’è meno per capire il futuro di Lukas. Il tedesco ha ammesso che tornerebbe volentieri a Colonia: «Tutti sanno che quella città, quella squadra e quei tifosi per me sono speciali. Vorrei tanto vestire ancora quella maglia, ma mi devono volere anche loro e per ora non mi hanno cercato». Forse lo faranno, magari per avere informazioni su Louis. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Serie A R Lanterna ruggente
MERCOLEDÌ 13 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
LA CARTA DI MIHAJLOVIC
LA CARTA DI GASPERINI
Samp, contaci Djordjevic va sempre di fretta Anche in porta
Genoa, credici Con Costa i gol per navigare senza Perotti
1Ha già esordito in Champions League e in
1Alle spalle gli infortuni, ecco anche le
nazionale, ma è rimasto un allievo modello per umiltà: in campo e nelle lezioni di italiano
Alessio Da Ronch GENOVA
E
logio della velocità. Luka Djordjevic è abituato a muoversi rapido, sorprendendo chi bada troppo al suo metro e ottantacinque centimetri di statura. Ha solo vent’anni ma vanta un curriculum da campione. Anche per questo Sinisa Mihajlovic lo ha spedito in campo contro l’Udinese sostituendo addirittura Eto’o e pur avendo in panchina Okaka e Bergessio. Per la velocità e non solo per quella: «Anche perché in allenamento - ha sottolineato il tecnico blucerchiato - oltre a correre segna».
RAGAZZINO TERRIBILE Il gol contro l’Udinese non è arrivato, ma da una sua invenzione è nato il 2-0 di Soriano e poi di
RDomenica a Udine
ha cambiato la partita, ora gli manca il primo gol in blucerchiato
reti nella pur breve carriera ne ha già realizzate molte e pure importanti. Luka ha esordito a 16 anni nel campionato montenegrino e alla sua prima vera stagione (2011-12) ha fatto centro 10 volte. Dieci giorni dopo aver compiuto 17 anni ha esordito in Champions League con il Mogren. Nel settembre 2012 ha vestito la maglia della nazionale, a 18 anni, realizzando la sua prima rete dopo soli 24 minuti di gioco. Luka, insomma, è un predestinato ma non per questo si sente già un campione. Proprio questa sua qualità lo ha fatto risplendere agli occhi di Mihajlovic e di tutta la dirigenza blucerchiata.
UMILTA’ Il gioiellino arrivato nelle ultime ore di mercato dallo Zenit, in prestito con diritto di riscatto a favore della Samp, è approdato a Genova insieme ai genitori, e in Liguria vive con loro. In campo è un allievo perfetto: quando le difficoltà di ambientamento al calcio italiano, insieme a qualche piccolo guaio muscolare, ne hanno rallentato il percorso, è finito a giocare con la squadra Primavera allenata da Enrico Chiesa, ma non ha fatto una piega, anzi. Lui, che tre giorni dopo aver firmato il contratto con la Samp ha siglato una tripletta con l’Under 21 montenegrina contro la Romania, ci ha messo l’anima come sempre, come se fosse una partita da scudetto. Lo testimonia il derby primavera contro il Genoa deciso con giocate da fuoriclasse, esaltate dall’amico Lulic. ATTESA Freschezza e professionalità oltre alla velocità, insomma. Luka Djordjevic, che allo Zenit San Pietroburgo era arrivato perché voluto fortemente dal tecnico Luciano Spalletti, sa abbinare e amalgamare le qualità. In campo e fuori ha trovato una spalla perfetta in Karlo Lulic, altro talento, di due anni più giovane. Con lui non ha problemi di lingua, come del resto con i serbi Mihajlovic e Sakic, i suoi tecnici in prima squadra. Un vecchio mix jugoslavo che sta facendo felice la Sampdoria. In ogni caso ha chiesto alla società di poter avere a disposizione una insegnante, per imparare l’italiano un po’ più in fretta. In campo invece si intende già benissimo con tutti, come ha dimostrato sabato a Udine e in ogni allenamento. Ora non resta che aspettare il primo gol in blucerchiato: aspettare poco viste le sue abitudini. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Luka Djordjevic, 20 anni IPP
prime «firme» in rossoblù. E pensare che faceva il panettiere e corsi di taglio e cucito
Tino Costa, 30 anni LAPRESSE
GENOVA
LA VOLATA PER L’EUROPA LEAGUE NAPOLI PT. 60
FIORENTINA PT. 55
SAMPDORIA PT. 54
GENOA PT. 53
INTER PT. 52
TORINO PT. 48
L
e mani aperte, con tutte le dita in mostra per indicare il numero 10. Tino Costa ha voluto esultare così dopo uno dei suoi due gol al Torino. Una dedica per Diego Perotti, infortunato e costretto ad assistere allo sprint finale del campionato dalla tribuna.
36ª
37ª
38ª
Cesena
JUVENTUS
Lazio
Parma
PALERMO
Chievo
Lazio
EMPOLI
Parma
ATALANTA
Inter
SASSUOLO
Juventus
GENOA
Empoli
Chievo
MILAN
Cesena
La 4ª e la 5ª classificata vanno direttamente alla fase a gironi, la 6ª al terzo turno preliminare (30 luglio-6 agosto) scarso STATO DI FORMA: media DIFFICOLTÀ: facile In MAIUSCOLO le gare in trasferta
buono ottimo difficile GDS
Derby per Balo? Dopo Ferrero ecco Preziosi: «Mai dire mai...» ● Derby in campo per l’Europa League e derby sul mercato per Mario Balotelli. Genoa e Sampdoria si sfidano (e si sfideranno) sempre. Così, dopo la manifestazione di interesse di Massimo Ferrero a Gazzetta Tv, anche il collega Enrico Preziosi ieri lo ha detto. «Mario al Genoa? Mai dire mai. Qualsiasi offerta possiamo fargli, tuttavia, sarà meno competitiva rispetto alle big perché non riusciamo a essere competitivi con i top club sui salari». Quel «mai dire mai» tende ad avvicinare i due presidenti, vogliosi nella loro intimità di regalare ai tifosi delle rispettive squadre un colpo a effetto, un premio per la stagione che potrebbe culminare
con la qualificazione europea. E qui Preziosi è entrato nel tema della licenza Uefa che per il momento non gli è stata conferita. «Stiamo preparando il ricorso per mostrare che abbiamo i requisiti - ha commentato a Radio Kiss Kiss -. Non c’è nulla contro il Genoa, non esistono complotti. Vogliamo ovviare alle nostre mancanze, quelle che hanno causato il diniego dell’Uefa ma è solo una questione formale». E Preziosi non vuole sentirsi accostato al Parma. «Nessuno si permetta di accostare le due situazioni. Siamo un club sano, tranquillo ed equilibrato nella gestione di costi e ricavi» - ha chiuso. © RIPRODUZIONE RISERVATA
IL CANNONE Tino che ha raccolto il testimone da Diego come uomo di personalità alla guida della squadra. Tino che con Diego ha in comune alcuni anni trascorsi nella Liga spagnola (l’uno al Siviglia, l’altro al Valencia) e una partita in nazionale. Un’amichevole contro la Nigeria, nella quale Tino esordiva con la maglia biancoceleste e Diego la salutava per l’ultima volta. I due si sono ritrovati in rossoblù e hanno subito fatto amicizia. Spesso si sono fatti notare insieme al porticciolo di Varazze, meta preferita di Tino, che ama la tranquillità, soprattutto ora che attende un erede dalla compagna. Lunedì ha messo a segno i primi due gol in rossoblù, prendendosi finalmente quel ruolo da protagonista che Gasperini gli aveva sempre predetto. L’argentino è arrivato a Genova a gennaio e si è subito fatto notare. In allenamento e in amichevole. Alla prima uscita, a Novi ligure, ha chiarito perché è stato soprannominato «El canon zurdo», il cannone mancino. La sua conclusione su punizione ha lasciato tutti a bocca aperta, in particolare il portiere della Novese, che ha solo osservato la palla infilarsi all’incrocio dei pali. PICCOLI PASSI Gasperini ne ha immediatamente apprezzato la tecnica e la personalità, ma si è dovuto arrendere alla sfortuna. Tino, infatti, si è bloccato tre volte, una proprio per la voglia e la fretta di rivederlo in campo.
Poco male, lui è uno abituato a non darsi per vinto. Da ragazzino ha inseguito in tutti i modi il sogno di diventare un calciatore, magari famoso come il suo idolo Redondo: ha provato al Boca, poi si è trasferito in Guadalupa, quindi in Francia, in terza divisione. Lì, un passo alla volta, ha conquistato il Montpellier. Poi la Spagna, la Russia, la Champions, la nazionale. Un passo alla volta all’inseguimento del massimo traguardo. Come adesso con il Genoa sognando un posto in Europa. ATTESA Per lui Gasperini ha portato avanti il modulo 3-5-2, con lui anche un qualsiasi calcio da fermo può divenire un’arma letale. Il resto lo porta in campo Tino, con la personalità che ne ha fatto un leader fin dalla sua prima apparizione, con le certezze regalate da un
RA Bergamo sarà
out per squalifica, ma l’argentino è già concentrato sulla sfida all’Inter
passato non certo semplice. Da ragazzino faceva il panettiere per aiutare la famiglia, da giovanissimo, in Francia, cercando il successo sui campi di calcio, per ottenere il permesso di soggiorno fu costretto a seguire dei corsi professionalizzanti. Gli toccò quello di taglio e cucito, ma aveva già imparato a vedere il lato positivo delle cose: «Alla fine - racconta - fu un bene: riuscii a fare un borsello per mia madre». A Bergamo sarà squalificato, ma non è tipo da prenderla male, anzi starà già pensando alla sfida con l’Inter e ad un’altra serata a Marassi da sogno europeo. a.d.r. © RIPRODUZIONE RISERVATA0
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Serie A R Il personaggio
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Baselli «PASSO, SEGNO, PESCO, LOTTO E VORREI GIOCARE DI PIÙ» L’INTERVISTA di GIULIO DI FEO @fantedipicche
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l dopo Montolivo». «Il nuovo Pirlo». «Ha qualcosa di Kroos». «È uno alla Busquets». «E se avesse un’evoluzione alla Verratti?». «Può venirne fuori un Fabregas». E via così, tra quelle sentite almeno di recente. Succede, con i talenti ammalianti come Daniele Baselli: piedi e testa ci sono, ma a leggere tutti i paragoni che gli cuciono addosso forse gli serve uno sceneggiatore. Intanto però al registro dei marcatori della Serie A si è iscritto col suo nome: a Palermo tocco all’indietro di Pinilla e piattone destro per lo 0-1 dell’Atalanta. Vuol dire tre cose per cui essere contento: 1) che sa pure segnare; 2) che c’è nei momenti difficili, visto che la vittoria di Palermo probabilmente ha messo la firma in calce alla salvezza; 3) che, come testimonia il fatto che ha segnato al 6’, è tornato titolare. «Lo aspettavo da tempo, il gol. Ci ero andato vicino tante volte e alla fine mi è riuscito questo qui, da attaccante. Mi sono trovato lì in area al momento giusto, tiro e rete».
Visto che tutti la paragonano a qualcuno, cominciamo a circoscrivere il ruolo. «Ho cominciato davanti alla difesa, ma negli ultimi anni ci sono stato poco. Mi trovo bene dove gioco ora, da interno. Sono più vicino alla porta, posso provare più spesso ad andare al tiro o servire qualche buon pallone». Sa cosa dicono di lei i detrattori? Che dovrebbe essere più cattivo in campo. «Vedendo come ho giocato a Palermo, non mi pare di essere poco cattivo. Piuttosto, magari sono altre le cose in cui devo migliorare...».
Tipo? «Mi serve continuità. Vado in campo per dare tutto ciò che ho, ma non è facile se mi capita di giocare una partita ogni tanto». Si aspettava una stagione diversa, insomma... «Speravo di giocare qualche partita in più, sono sincero, ma non sta a me fare le scelte. So solo che mi sono allenato bene e in campo ho sempre dimostrato di poterci stare». E per l’Atalanta, quasi salva ma con tanta paura, si immaginava altro? Reja lo terrebbe o no? «Da quando è arrivato lui è cambiato parecchio e abbiamo fatto tanti risultati utili, ma la stagione non era iniziata bene. È che negli ultimi anni non ci eravamo mai trovati in una situazione così. Il nostro merito è di aver avuto la forza di tirarci fuori». Non vi sarete mica imborghesiti... «No, è solo una di quelle annate in cui tante cose vanno storte, a volte per sfortuna e a volte per degli errori nostri. Ma la voglia di andare in campo e fare risultati non ci è mai mancata». La accostano a tante big, dove rispetto a Bergamo c’è più pressione. Lei come la vive? «Mi piace. C’è quel senso di sfida che mi fa sentire importante, e mi carica». Prima di tornare a Bergamo, due anni di B a Cittadella. Le sono serviti? «Tanto. In B è tutto più basato su fisico e corsa, e in certe circostanze faticavo più lì che adesso in A. Ogni partita era una battaglia, guardavamo molto più al risultato che al gioco, ma penso di essermela cavata bene».
IL TALENTO DELL’ATALANTA AL SUO PRIMO GOL IN A: «ANNATA STORTA, MA CI SIAMO TIRATI FUORI LA PRESSIONE? MI PIACE, MI SENTO IMPORTANTE»
Daniele Baselli, 23 anni, esulta dopo il gol di Palermo. In basso, con la maglia della Nazionale IPP/ACTIVA
Dica la verità: come vive un bresciano a Bergamo? «Ormai bene, ci sono arrivato a 6 anni per le giovanili e non la vivo più come una cosa pesante. Gli amici però me lo rinfacciano sempre, ogni volta le frasi iniziano con un “Nonostante giochi a Bergamo…”». Se le dicono Pirlo, a cosa pensa? «Un esempio, da ragazzino e anche ora. Fare una carriera come la sua sarebbe un sogno». Insomma, lo spendiamo il paragone o no? «Non so... giochiamo in posizioni diverse, io un po’ più avanti. Ce ne sono tanti che mi piacciono, specie quelli come Iniesta che vengono avanti palla al piede e poi dettano l’ultimo passaggio. Ma un paragone da solo no, non lo spendo». Come l’ha visto Quaison del Palermo? «Quando è entrato ci ha messo i bastoni tra le ruote, ha dato vivacità, tecnicamente mi pare bravo. Bel giocatore». No, perché fra un mese circa ci sono gli Europei U21, si inizia con Italia-Svezia e se lo ritroverà contro, lo sa? «Un osso duro. Noi siamo forti ma questi tornei sono insidiosi, ogni partita ha una sua storia. E poi, quando affrontano l’Italia, tutti ci mettono il massimo dell’impegno». Fuori dal campo che fa? «Pesco. Ho poco tempo e non posso organizzarmi per andare in montagna. Ma frequento i laghetti artificiali, nel giorno libero ci vado con gli amici e mi rilasso. E poi c’è il calcio...». Dicevamo fuori dal campo... «Intendo calcio in tv. Seguo ogni partita che danno, e ora che ho una bimba le guardiamo insieme. Cosa mi piace? Tutti dicono che la Liga è il campionato più adatto alle mie qualità, ma amo anche la Premier. Magari lì tornerei a giocare come al Cittadella, io al centro e due mediani a farmi da scudo...».
L'IDENTIKIT DANIELE BASELLI NATO A BRESCIA IL 12 MARZO 1992 RUOLO CENTROCAMPISTA ALTEZZA 182 CM PESO 70 KG
Cresciuto nel vivaio Atalanta, ha giocato in prestito in B con il Cittadella per due stagioni, prima di tornare con i nerazzurri per esordire in A il 1 settembre 2013 (Atalanta-Torino 2-0). Due soli gol in carriera, uno con il Cittadella e uno con i bergamaschi. Stabilmente nel giro delle nazionali giovanili, ha debuttato con l’Under 21 nel novembre 2013 (1-3 con la Spagna a Siena): 13 le presenze totali. LA SUA CARRIERA NEI CLUB ATALANTA CITTADELLA ATALANTA
2010-2011 2011-2013 da luglio 2013
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● partite da titolare quest’anno per Daniele Baselli in Serie A, su 20 giocate
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Magic+3 R Campionato
MAGICAMENTE di MARCO GUIDI
MERCOLEDÌ 13 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Toro seduto La benzina è già finita 1Europa lontana dopo il tonfo
col Genoa. E Quagliarella va k.o.
Gonzalo Rodriguez, 31 LAPRESSE
LA GIORNATA DA INCUBO DELLA BANDA RODRIGUEZ
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i sono coincidenze strane nella vita, nel calcio e anche alla Magic. La 35ª giornata di campionato ce ne ha dato un esempio lampante. Quanti Rodriguez conoscete in Serie A? Andiamo con ordine: al Cesena c’è Alejandro, attaccante spagnolo al primo anno nel massimo campionato italiano; alla Fiorentina ecco Gonzalo, difensore argentino, ormai una certezza anche al fantacalcio, grazie a una media gol non proprio da centrale; in ultimo, al Verona, trova spazio Guillermo, marcatore uruguaiano che ha già girato tre squadre in Italia, prima di accasarsi all’Hellas. Fin qui tutto normale: Rodriguez è un cognome abbastanza comune, tanto che anche Joaquin e Diego Lopez, nella loro moltitudine di nomi, hanno un Rodriguez di mezzo, ma in pochi lo sanno. La strana coincidenza è invece nelle pagelle: nelle tre gare di Cesena, Fiorentina e Verona, il peggiore in campo è sempre un Rodriguez. Un cognome, tre cinque in serie. Una domenica nera. Aspettando tocchi a qualcun altro all’anagrafe... © RIPRODUZIONE RISERVATA
lità di migliorare lo score della stagione passata. Un anno fa di questi tempi Cerci e Immobile avevano 52 punti in classifica, quattro in più del Toro di oggi, 57 punti finali possibili soltanto vincendo tutte e tre le ultime gare. CERCASI PORTIERE Il mese di maggio non è iniziato nel modo migliore per Daniele Padelli. Il portiere del Torino in meno di una settimana è finito nella collezione degli autogol più incredibili del 2015 (papera di piede contro l’Empoli), travolto da cinque reti a Marassi (e qui Padelli c’entra poco), infine appiedato dal giudice sportivo per un’«espressione blasfema» percepita dall’udito fine del direttore di gara al rientro negli spogliatoi. Di fatto domenica prossima contro il Chievo Padelli non ci sarà, era diffidato e il «giallo» gli è costato la tribuna, e Giampiero Ventura si ritrova a sfogliare la margherita. Toro senza portieri, o meglio, con due riserve alle spalle del ragno di Lecco, nessuno dei due con un curriculum tale da agevolare la scelta dell’allenatore. Fino a dicembre in rosa il Toro poteva contare su François Gillet, e su Luca Castellazzi. A gennaio, con la cessione del portiere belga al Bari, è arrivato in prestito dall’Uruguay Salvador Ichazo, 23 anni, capitano nel Danubio e vice in nazionale. Le belle speranze di Ichazo di vestire la maglia granata sono rimaste fino a oggi deluse. Un gatto tra i pali, non ec-
RPadelli squalificato, contro il Chievo è emergenza portiere: Ichazo o Castellazzi?
Fabio Quagliarella, 32 anni, a terra infortunato contro il Genoa LAPRESSE
Francesco Bramardo TORINO
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anti saluti alla compagnia. Il treno per l’Europa League non passerà da Porta Nuova. La seconda sconfitta consecutiva, il Genoa dopo l’Empoli, mette fine alle speranze granata di far ritorno nella competizione che ha visto disputare le migliori gare della stagione dai ragazzi di Ventura. Se Bilbao è stata l’apoteosi, la partita di Marassi rappresenta il punto di arrivo, il segno della resa, al di là dei cinque gol subiti. Che la benzina fosse venuta a mancare lo si era capito da qualche settimana. Nel derby il Toro ha dato tutto, profuso le ultime energie psicofisiche per ritrovarsi svuotato il
giorno dopo una vittoria storica, attesa 20 anni. A Genova la squadra di Ventura ha giocato la partita numero 50 della stagione con una rosa che si è assottigliata strada facendo, tanto che solo 15 giocatori sono arrivati a disputare 25 gare. Il turnover non è riuscito a regalare freschezza ed energia per il rush finale. Per tutti ha pagato Fabio Quagliarella, uscito per infortunio da Marassi, stagione probabilmente finita, il responso medico è atteso per oggi. Quagliarella è lo stakanovista del Toro con 46 partite giocate, 44 gare Darmian, Moretti e El Kaddouri. Nonostante le ultime due sconfitte, il Toro è ancora al quarto posto per punti conquistati nel girone di ritorno. Il k.o. contro il Genoa allontana i granata dalla possibi-
celso con i piedi, anche se con il gioco di Ventura quale portiere può essere immune da errori? Ichazo è fermo al campionato di apertura disputato in inverno in Uruguay (17 presenze, 25 gol subiti) l’ultima partita vittoriosa (2-1) contro il River Plate di Montevideo il 6 dicembre. Luca Castellazzi, 40 anni a luglio, ha giocato solo 37’ agli ottavi di Coppa Italia contro la Lazio al posto di Padelli (espulso). Dalla decisione di Ventura saranno più chiare le scelte future della società in un ruolo che vedrà il ritorno di uno dei fratelli Gomis, per opportunità di regolamento. Il rischio, per il promettente Ichazo, è di salutare a fine stagione la compagnia senza aver messo piede allo stadio Comunale. © RIPRODUZIONE RISERVATA
CAMPIONI SCOMODI
Paulo Dybala, 21 anni, attaccante argentino del Palermo ANSA
Da Dybala a Tevez Se il turnover ti rovina il gioco 1Negli ultimi turni si decidono tante leghe ma i fenomeni hanno già smobilitato
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l campionato del Palermo ha ormai poco da dire. Salvezza ottenuta da tempo, zona Europa League aritmeticamente irraggiungibile. I rosanero, come tante altre squadre della Serie A, utilizzano queste ultime giornate per sperimentare in ottica futura. Niente di male, non fosse che nel Palermo gioca un certo Paulo Dybala, uno dei giocatori più acquistati al fantacalcio, nonché uno dei più bravi per fantamedia. E che in molti tornei con gli amici, la classifica finale si decide proprio in queste settimane. Già contro l’Atalanta Beppe Iachini ha tenuto fuori la Joya, lanciando Belotti titolare. Una scelta arrivata dopo le parole (poi smentite) di Zamparini, che aveva senza troppi indugi raccomandato al tecnico di non impiegare il suo gioiello in un momento clou per la sua cessione. Così i Magic allenatori restano con un palmo di naso. LA JUVE E LE ALTRE Il discorso non si ferma al Palermo. Che dire della Juve? Con lo Scudetto già in bacheca, le fatiche di Champions e una finale di Coppa Italia da giocare, Allegri dovrà centellinare le forze dei suoi. Lo sta già facendo da un po’, con il turnover che ha raggiunto il suo apice nella gara col Cagliari. Fuori gente come Tevez, Morata, Lichtsteiner, Pirlo, Bonucci e via dicendo. Ok, c’era il Real Madrid alla finestra. Ma nelle prossime settimane che ci attende? Molto dipende anche da come andrà stasera al Bernabeu. Napoli e Fiorentina hanno ancora obiettivi da raggiungere, sebbene Benitez e Montella abbiano ampiamente fatto uso del turnover per preservare alcuni elementi per l’Europa League. Potrebbero permettersi di sperimentare squadre come Torino, Milan, Chievo, Empoli, Udinese, Verona e Sassuolo, che non hanno più nulla da chiedere al campionato: tenetelo presente quando farete la vostra formazione al fantacalcio. GRANDOLFO Le ultime giornate di campionato, comunque, sono sempre state caratterizzate per il lancio di giovani o giocatori poco utilizzati. Alla Magic ci si può buttare in intuizioni pazzesche, anche se nessuno ci ha
fatto sapere di aver vinto un fantacalcio grazie alla tripletta di Grandolfo in Bologna-Bari del 22 maggio 2011, ultima giornata. E per la cronaca, il buon Grandolfo oggi gioca nella Correggese, in Serie D. Insomma, più fortuna che altro. La strategia più logica è quindi quella di puntare su quei calciatori che si stanno giocando un traguardo. Che sia la qualificazione in Champions, in Europa League o il titolo di capocannoniere. Sugli altri, poche certezze. ma.gu. © RIPRODUZIONE RISERVATA
CLASSIFICA SQUADRE
JUVENTUS ROMA LAZIO NAPOLI FIORENTINA SAMPDORIA GENOA INTER TORINO MILAN PALERMO CHIEVO UDINESE VERONA EMPOLI SASSUOLO ATALANTA CAGLIARI CESENA PARMA (-7)
PT
80 64 63 60 55 54 53 52 48 46 43 42 41 41 41 40 36 28 24 17
PARTITE
RETI
G
V
N
P
F
S
35 35 35 35 35 35 35 35 35 35 35 35 35 35 35 35 35 35 35 35
24 17 19 17 15 13 14 13 12 11 10 10 10 10 8 9 7 6 4 6
8 13 6 9 10 15 11 13 12 13 13 12 11 11 17 13 15 10 12 6
3 5 10 9 10 7 10 9 11 11 12 13 14 14 10 13 13 19 19 23
65 49 65 64 52 45 54 52 41 48 48 27 39 43 41 42 35 43 34 29
20 27 34 45 44 38 41 40 42 46 51 35 49 60 45 54 49 64 64 68
I VERDETTI: JUVENTUS CAMPIONE D’ITALIA, PARMA E CESENA GIÀ RETROCESSI CHAMPIONS PRELIMINARI DI CHAMPIONS EUROPA LEAGUE RETROCESSIONI
PROSSIMO TURNO SABATO 16 MAGGIO INTER-JUVENTUS ore 18 SAMPDORIA-LAZIO ore 20.45 DOMENICA 17 MAGGIO, ore 15 SASSUOLO-MILAN ore 12.30 ATALANTA-GENOA CAGLIARI-PALERMO TORINO-CHIEVO VERONA-EMPOLI ROMA-UDINESE ore 20.45 LUNEDÌ 18 MAGGIO FIORENTINA-PARMA ore 19 NAPOLI-CESENA ore 21
MARCATORI 20 RETI Tevez (2, Juventus). 19 RETI Toni (3, Verona). 18 RETI Icardi (4, Inter). 16 RETI Menez (8, Milan); Higuain (3, Napoli). 14 RETI Gabbiadini (Napoli; 7 nella Sampdoria); Di Natale (1, Udinese). 13 RETI Dybala (3, Palermo); Quagliarella (3, Torino). 12 RETI Klose (Lazio). 11 RETI Iago Falque’ (2, Genoa); Callejon (Napoli); Berardi (6, Sassuolo). 10 RETI Maccarone (1, Empoli); Felipe Anderson (Lazio).
Magic+3 R Campionato
35a GIORNATA
CLASSIFICA SETTIMANALE POS. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20
NOME PARTECIPANTE PROV. CARLONI RICCARDO PU MARAZIA07091938 GIANCARLO VI PERESSONI GIAN PAOLO UD COPPA GIANCARLO SO KR IOVIENO PASQUALE NA COSTANTINO GIUSEPPE RC CAZANAVE ROSARIO MI CS BACHI RATCLIFF LI PD COSTANTINO GIUSEPPE RC SOFFIATI DAVIDE LT KR FERRO MASSIMILIANO PV LINGUAGLOSSA SALVATORE PV MILOCCO PAOLO BR LANCIOTTI LUCA AP BISI MASSIMILIANO MO MARTIN ALBERTO TO
SQUADRA ALL STARS PESARO MARANGIA BLU ORZANO 058 CIELO STELLATO 173 FORZA 11 SSC AGEROLA JAJA 35 CLUB LITTA A.C AMANTEA 2 KK25 XE A VOLTA BONA JAJA 367 APACHE TEVEZ DON ENRIQUE FENERBHIRON SELECAO MY INTER CARAQUENA FL193 C.C.D.C.L.M.B. 04 GOODFELLAS
PUNTI 93,0 92,0 91,5 91,5 91,0 91,0 91,0 91,0 90,5 90,5 90,5 90,5 90,5 90,0 90,0 90,0 90,0 90,0 90,0 89,5
CLASSIFICA GENERALE POS. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20
NOME PARTECIPANTE PAUSELLI LUCA RECCHI STEFANO PAUSELLI LUCA RUSSO FRANCESCO PRATICI FRANCESCO BARANI WALTER MILO LUCA BIANCOFIORE DONATELLO ROSSI ROBERTO CINQUE ROBERTO TRAVAGLINI ANDREA BIANCOFIORE DONATELLO RUSSO SALVATORE PAOLO ACQUAROLI WALTER SVANOSIO PATARI LUIGI BASILE NATALINO RECCHI STEFANO RUSSO GIUSEPPE FANTONI PAOLO OGGIANO RAFFAELE
PROV. PG PG PG NA MS MO NA BA BS NO BO BA CE SO AV ME PG CL MS SS
SQUADRA BLIBLI S1 STEFCIN 57 BLIBLI U I PEZZETTONI 11 GAVEDO 4 WALCAGLIARI LUIGI O' CAPITAN 94 SEREDONA LAF 196 BEAND14 FAIV 278 TEROLDEGO 2 SEREDONA LAF 121 BOB8 MARE&MONTI88 LUIGI40 BIBÌNANÀ_46 STEFCIN 52 TEX DEL LAF GEN 03 LAURETTA-20 RAFFOGG24
PUNTI 2610,0 2608,0 2606,5 2603,0 2602,5 2601,5 2600,0 2600,0 2599,5 2597,0 2596,0 2596,0 2594,0 2593,5 2593,0 2592,5 2592,5 2592,5 2591,5 2591,0
PORTIERI CODICE GIOCATORE 101 ABBIATI (MIL) 102 AGAZZI (MIL) 103 AGLIARDI (CES) 104 ANDUJAR (NAP) 105 AVRAMOV (ATA) 175 BAJZA (PAR) 106 BARDI (CHI) 107 BASSI (EMP) 109 BENUSSI (VER) 110 BERISHA (LAZ) 111 BERNI (INT) 112 BIGGERI (EMP) 113 BIZZARRI (CHI) 114 BRESSAN (CES) 115 BRKIC (CAG) 116 BUFFON (JUV) 117 CARBONI (CAG) 118 CARRIZO (INT) 171 CASTELLAZZI (TOR) 119 COLOMBI (CAG) 120 COLOMBO (NAP) 121 CONSIGLI (SAS) 122 CRAGNO (CAG) 124 DE SANCTIS (ROM) 168 DIEGO LOPEZ (MIL) 126 FREZZOLINI (ATA) 176 FRISON (SAM) 127 FULIGNATI (PAL) 130 GOLLINI (VER) 131 HANDANOVIC (INT) 132 IACOBUCCI (PAR) 177 ICHAZO (TOR) 166 KARNEZIS (UDI) 134 LAMANNA (GEN) 135 LEALI (CES) 136 LOBONT (ROM) 137 LUPATELLI (FIO) 138 MARCHETTI (LAZ) 165 MASSOLO (SAM) 170 MERET (UDI) 140 MIRANTE (PAR) 141 NETO (FIO) 143 PADELLI (TOR) 144 PEGOLO (SAS) 145 PERIN (GEN) 146 POLITO (SAS) 147 POMINI (SAS) 148 PUGGIONI (CHI) 174 PUGLIESI (EMP) 149 RAFAEL C.B. (NAP) 150 RAFAEL D.A. (VER) 172 ROMERO S. (SAM) 151 ROSATI (FIO) 152 RUBINHO (JUV) 153 SCUFFET (UDI) 154 SECULIN (CHI) 155 SEPE (EMP) 156 SKORUPSKI (ROM) 173 SOMMARIVA (GEN) 157 SORRENTINO (PAL) 158 SPORTIELLO (ATA) 160 STORARI (JUV) 161 STRAKOSHA (LAZ) 162 TATARUSANU (FIO) 164 UJKANI (PAL) 167 VIVIANO (SAM)
MAGIC PUNTI 0 0 3 2,5 3 0 0 0 0 9 0 0 4 0 5,5 0 0 0 0 0 0 5 0 4,5 5 5,5 0 0 0 6,5 0 0 2,5 0 0 0 0 4 0 0 6 5 0,5 0 5 0 0 0 0 0 4 0 0 0 0 0 3 0 0 0 0 5 0 0 2,5 4,5
MEDIA QUOT. 5,12 4 0 2 4,31 5 4,5 5 3 1 6 1 5,25 4 3,8 3 4,47 8 5,5 9 0 1 6 1 5,52 17 0 1 4,47 10 5,89 24 0 1 4 1 6 1 2,67 1 0 1 4,71 16 3,82 4 5,39 21 5,04 17 5,5 1 0 1 0 1 4,83 1 5,5 24 4,06 1 6 1 4,99 16 6,29 1 4,25 9 0 1 0 1 5,12 19 0 1 6 1 4,43 16 4,94 12 4,91 13 0 4 5,44 19 0 1 5,5 4 6 3 6 1 4,57 5 4,59 7 5,4 4 0 1 0 1 3 6 6 1 4,9 14 4,25 1 6 1 4,67 15 5,12 16 5,25 1 0 1 4,56 4 4,5 1 5,15 14
CAMPIONATO MEDIA P. V. G. VOTO 9 -7 6 0 0 0 8 6 -15 6,19 12 4,5 -15 5,75 1 5 -1 5 0 0 0 9 -15 6,17 4 -10 5,75 16 -25 6,06 9 7 -9 6,17 0 0 0 0 0 0 26 6 -20 6,31 0 0 0 18 6,5 -30 6,14 31 -17 6,36 0 0 0 1 -1 7 0 0 0 3 -8 5,5 0 0 0 33 7 -51 6,22 14 -26 5,68 33 6,5 -24 6,14 27 6 -39 6,35 1 6,5 -1 6,5 0 0 0 0 0 0 3 -5 6,5 34 7,5 -39 6,32 6 -14 5,42 0 0 0 35 6,5 -49 6,32 7 -6 6,36 28 -49 5,84 0 0 0 0 0 0 28 6 -25 6,14 0 0 0 0 0 0 30 8 -54 6,15 27 7 -33 6,22 23 5,5 -28 5,96 0 0 0 30 6 -35 6,52 0 0 0 3 -3 6,5 0 0 0 0 0 0 23 -30 5,87 17 6 -30 6,09 10 -12 6,35 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 31 6 -35 6,1 2 -3 5,75 0 0 0 32 -47 6,16 34 -47 6,39 4 6 -3 6 0 0 0 8 -11 6,19 3 5,5 -4 5,83 26 6 -26 6,22
R. 0 0 0 0 0 0 2 0 0 1 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 1 0 0 2 0 0 0 0 4 0 0 1 2 2 0 0 0 0 0 1 0 1 0 1 0 0 0 0 0 2 1 0 0 0 0 0 0 0 0 2 0 0 0 0 0
ESPAMM 0/0 0/0 0/0 0/0 1/0 0/0 0/0 0/0 0/1 0/0 0/0 0/0 0/1 0/0 0/0 0/0 0/0 0/0 0/0 0/1 0/0 1/1 0/0 0/1 1/2 0/0 0/0 0/0 0/0 0/2 0/0 0/0 0/2 0/0 1/1 0/0 0/0 2/5 0/0 0/0 1/4 0/3 0/3 0/0 1/0 0/0 0/0 0/0 0/0 0/0 1/1 0/1 0/0 0/0 0/0 0/0 0/0 0/0 0/0 0/1 0/4 0/0 0/0 0/0 0/0 0/3
MAGIC PUNTI 5,5 5,5 5,5 0 5,5 6 0 3 0 0
MEDIA QUOT. 5,84 5 6,1 10 5,34 4 0 3 5,38 6 5,53 7 5,52 4 5,45 5 5,83 4 5,79 4
CAMPIONATO P. V. G. 22 6 0 29 5,5 3 19 5,5 0 0 0 0 32 6 0 19 6 0 21 0 0 30 5 0 6 0 0 8 0 0
R. 3 0 0 0 1 0 2 1 0 0
ESPAMM 0/5 1/7 0/4 0/0 0/10 0/3 0/4 1/5 0/0 0/2
DIFENSORI CODICE GIOCATORE 201 ABATE (MIL) 202 ACERBI (SAS) 203 AGOSTINI (VER) 204 ALBERTAZZI (MIL) 205 ALBIOL (NAP) 206 ALEX (MIL) 207 ALONSO (FIO) 208 ANDELKOVIC (PAL) 209 ANDREOLLI (INT) 210 ANTEI (SAS)
MEDIA VOTO 5,82 5,95 5,55 0 5,62 5,75 5,52 5,6 5,83 5,93
21
MERCOLEDÌ 13 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
211 ANTONINI (GEN) 212 ARIAUDO (GEN) 213 ASTORI (ROM) 214 AVELAR (CAG) 424 BAGADUR (FIO) 215 BALZANO (CAG) 216 BALZARETTI (ROM) 217 BARBA (EMP) 218 BARZAGLI (JUV) 219 BASANTA (FIO) 220 BASTA (LAZ) 221 BELLINI (ATA) 223 BENALOUANE (ATA) 227 BIANCO (SAS) 228 BIAVA (ATA) 229 BIRAGHI (CHI) 429 BOCCHETTI (MIL) 410 BOCHNIEWICZ (UDI) 230 BONERA (MIL) 231 BONUCCI (JUV) 232 BOVO (TOR) 398 BRAAFHEID (LAZ) 233 BRITOS (NAP) 234 BRIVIO (VER) 235 BUBNJIC (UDI) 236 BURDISSO (GEN) 237 CACCIATORE (SAM) 238 CACERES (JUV) 239 CAMPAGNARO (INT) 241 CANA (LAZ) 243 CANNAVARO (SAS) 244 CAPELLI (CES) 402 CAPUANO (CAG) 245 CASSANI (PAR) 246 CASTAN (ROM) 247 CAVANDA (LAZ) 248 CEPPITELLI (CAG) 249 CESAR (CHI) 250 CHERUBIN (ATA) 251 CHIELLINI (JUV) 253 CIANI (LAZ) 254 CODA (SAM) 255 COLE (ROM) 258 COSTA (PAR) 259 DAINELLI (CHI) 260 D'AMBROSIO (INT) 261 DANILO (UDI) 262 DAPRELA' (PAL) 263 DARMIAN (TOR) 264 DE CEGLIE (JUV) 265 DE MAIO (GEN) 266 DE SCIGLIO (MIL) 267 DE SILVESTRI (SAM) 268 DE VRIJ (LAZ) 403 DEL GROSSO (ATA) 433 DIAKITE (CAG) 271 DODO' (INT) 272 DOMIZZI (UDI) 405 DONKOR (INT) 274 DRAME' (ATA) 275 EDENILSON (GEN) 278 EMANUELSON (ATA) 414 EMERSON (PAL) 279 EVRA (JUV) 281 FEDDAL (PAR) 282 FELIPE (INT) 437 FONTANESI (SAS) 285 FREY (CHI) 286 GABRIEL SILVA (UDI) 287 GAMBERINI (CHI) 289 GASTON SILVA (TOR) 290 GAZZOLA (SAS) 411 GENTILETTI (LAZ) 291 GHOULAM (NAP) 292 GLIK (TOR) 293 GOBBI (PAR) 294 GONZALEZ ALE. (CAG) 417 GONZALEZ G. (PAL) 296 HENRIQUE (NAP) 297 HEURTAUX (UDI) 419 HOLEBAS (ROM) 298 HYSAJ (EMP) 300 IZZO (GEN) 301 JANSSON (TOR) 302 JONATHAN (INT) 303 JUAN JESUS (INT) 304 KONKO (LAZ) 305 KOULIBALY (NAP) 306 KRAJNC (CES) 307 LAURINI (EMP) 308 LAZAAR (PAL) 309 LICHTSTEINER (JUV) 310 LONGHI (SAS) 311 LUCARELLI (PAR) 312 LUCCHINI (CES) 313 MAGGIO (NAP) 314 MAGNUSSON (CES) 315 MAICON (ROM) 316 MAKSIMOVIC (TOR) 413 MANOLAS (ROM) 319 MARCHESE (GEN) 320 MARIO RUI (EMP) 321 MARQUES (VER) 399 MARQUEZ (VER) 322 MARTIC (VER) 324 MASIELLO (TOR) 426 MASIELLO A. (ATA) 428 MAURICIO (LAZ) 326 MESBAH (SAM) 327 MESTO (NAP) 328 MEXES (MIL) 329 MILANOVIC MILAN (PAL) 330 MOLINARO (TOR) 406 MONTELEONE (PAL) 331 MORAS (VER) 332 MORETTI (TOR) 333 MORGANELLA (PAL) 335 MUNOZ (SAM) 336 MURRU (CAG) 338 NAGATOMO (INT) 436 NATALI (SAS) 340 NICA (CES) 341 NOVARETTI (LAZ) 342 OGBONNA (JUV) 430 ORTIZ (PAL) 343 PALETTA (MIL) 404 PARENTE (GEN) 345 PASQUAL (FIO) 346 PASQUALE (UDI) 347 PEDRO MENDES (PAR) 348 PELUSO (SAS) 420 PERES (TOR) 349 PERICO (CES) 400 PIRIS (UDI) 352 PISANO E. (VER) 351 PISANO F. (CAG) 354 RADU (LAZ) 355 RAIMONDI (ATA) 356 RAMI (MIL) 357 RANOCCHIA (INT) 358 REGINI (SAM) 359 RENZETTI (CES) 421 RICHARDS (FIO) 360 RISPOLI (PAL) 362 RODRIGUEZ GON. (FIO) 363 RODRIGUEZ GUI. (VER) 364 ROMAGNOLI (SAM) 365 RONCAGLIA (GEN) 366 ROSI (FIO) 367 ROSSETTINI (CAG) 368 RUGANI (EMP) 371 SANTACROCE (PAR) 432 SANTON (INT) 372 SARDO (CHI) 373 SAVIC (FIO) 374 SCALONI (ATA) 375 SILVESTRE (SAM) 418 SOMMA (EMP) 376 SORENSEN (VER) 434 SPOLLI (ROM)
0 0 4,5 5 0 5,5 0 0 6 5,5 6,5 0 6 0 6,5 6 5 0 0 0 0 5,5 0 0 0 6,5 6 0 0 0 5,5 5,5 0 5,5 0 0 6,5 5,5 0 0 5,5 0 0 6 6 5 5,5 5,5 0 6 6 0 0 0 0 6 0 6 0 6 6,5 0 0 0 6,5 0 0 0 0 0 0 0 0 0 5 6 0 5,5 5,5 6 0 5,5 0 0 0 6 0 5,5 5,5 6 5 0 0 0 0 0 0 0 4,5 6 0 0 0 0 0 0 6 3 0 0 0 0 6,5 0 6 4 0 6,5 0 5,5 0 0 0 6,5 0 6 0 0 0 6 6 4,5 6 5,5 6 0 5,5 0 0 6,5 5,5 5 5,5 5,5 5 5 0 5,5 0 10 6 0 0 0 6 0 6,5 0 0 0
6,29 5 5,83 5,83 0 5,5 0 6,5 6,14 5,89 6,08 5,61 5,6 4,75 6,25 5,41 5,36 6 5,54 6,32 5,9 5,7 5,28 5,62 5,62 5,84 5,75 6,45 5,31 5,35 5,48 5,4 5,79 5,5 5,5 6,04 5,4 5,65 5,68 5,95 5,8 6 5,5 5,88 5,88 5,58 6,13 5,57 6,29 6,15 5,98 4,88 6,2 6 5,9 5,5 5,63 5,67 5 5,48 6,09 6,22 5,62 6,08 5,53 5,42 6 5,8 5,45 5,75 5,88 5,5 6,5 5,67 6,9 5,58 5,27 6,12 5,33 5,84 5,67 5,77 6,35 5,43 6,25 5,48 5 5,86 5,44 5,58 6,19 6,23 5,68 5,46 5,63 5,56 5,5 6,12 5,74 5,93 6,33 5,94 5,47 5,41 5,5 6 5,64 5,29 5,47 5,17 5,79 0 5,72 0 5,7 6,02 5,98 6,15 4,8 5,4 6 4,8 5,2 5,88 0 5,61 6 6,47 5,53 5,69 5,38 6,29 5,42 5,74 5,36 5,38 5,72 6,62 5,72 6 5,46 5,83 5,61 5,72 6,17 5,46 5,88 5,71 5,64 5,86 6,31 5,57 6,12 5,69 5,88 5,75 5,94 5,67 5,39 0
4 3 8 7 1 3 4 8 7 8 12 5 6 3 9 5 4 1 4 15 6 5 3 4 4 9 4 4 4 4 5 5 4 5 4 6 4 7 4 12 4 3 4 8 10 5 12 5 15 4 11 3 14 11 4 5 4 3 1 5 11 7 4 10 1 4 2 8 4 6 4 4 4 5 19 8 3 10 4 8 5 9 8 4 3 6 4 7 5 4 12 15 6 6 7 6 4 4 7 11 4 9 4 5 4 3 4 5 4 4 7 3 8 1 7 11 4 7 2 4 4 2 4 7 3 6 1 12 5 7 5 13 5 8 5 4 7 4 6 12 5 5 4 7 14 4 7 8 4 10 14 4 7 4 8 3 8 1 3 4
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1 0 1 4 0 0 0 2 0 2 0 0 1 0 2 0 0 0 0 3 0 0 1 0 0 1 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 2 0 2 3 1 0 3 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 7 0 0 1 0 1 1 0 1 0 0 0 0 1 0 0 2 3 0 1 1 0 0 1 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 2 0 0 0 1 1 1 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 2 0 0 0 3 0 0 0 0 0 0 1 2 0 0 0 0 6 0 1 0 0 3 3 0 0 0 2 0 0 0 0 0
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0 0 0 3 0 1 0 0 0 0 2 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 2 0 0 0 1 0 0 0 0 0 2 0 0 1 0 1 0 3 0 1 0 2 0 0 2 3 2 0 1 0 0 0 1 0 0 0 0 0 2 0 1 0 0 1 1 1 1 0 0 0 0 0 0 0 0 3 3 0 1 0 1 0 1 1 0 2 4 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 1 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 2 0 0 0 0 0 2 1 0 0 0 0 2 0 0 1 1 0 2 0 1 0 0 0 0 1 0 0 0
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377 STENDARDO (ATA) 427 STRINIC (NAP) 431 TAMBE (GEN) 380 TERRANOVA (SAS) 381 TERZI (PAL) 382 TOMOVIC (FIO) 383 TONELLI (EMP) 384 TOROSIDIS (ROM) 435 UVINI (NAP) 386 VIDIC (INT) 388 VITIELLO (PAL) 389 VOLTA (CES) 390 VRSALJKO (SAS) 391 WAGUE (UDI) 422 YANGA MBIWA (ROM) 392 ZACCARDO (MIL) 394 ZAPATA C. (MIL) 395 ZAPPACOSTA (ATA) 396 ZUKANOVIC (CHI) 397 ZUNIGA (NAP)
0 6,5 0 0 0 0 5,5 4,5 0 6,5 5,5 0 6 0 0 0 0 5,5 0 0
6,05 5,83 5,75 5,67 5,54 5,71 6,42 5,67 0 5,68 6,07 5,47 6,11 6,5 5,58 7,5 5,59 6,25 5,94 5,75
8 6 4 4 4 7 12 5 2 9 7 4 8 6 6 4 4 11 9 4
22 9 3 9 14 21 27 18 0 22 16 21 20 9 26 2 11 27 27 7
0 5,5 0 0 0 0 5,5 5 0 6,5 5,5 0 6 0 0 0 0 6 0 0
2 0 0 0 0 1 5 1 0 1 1 0 0 2 0 1 0 3 2 0
5,89 5,67 5,75 5,67 5,64 5,62 5,98 5,72 0 5,7 5,97 5,66 6,13 5,83 5,66 6 5,82 5,94 5,93 5,42
0 2 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 3 0 1 0 1 1 2 2
0/5 0/1 0/0 0/0 0/3 0/4 2/3 1/6 0/0 1/5 0/3 1/5 1/5 0/3 0/6 0/0 1/1 0/4 0/7 0/0
MEDIA VOTO 5,74 6,09 6,02 5,83 5,92 5,5 5,8 6 6,19 5,92 5,88 5,83 5,65 6,26 6,33 5,83 5,95 5,83 6,08 5,94 6,15 5,71 4,5 5,77 5,88 5,88 6,38 5,58 5,82 5,86 5,92 0 5,83 5,93 5,75 6 6,02 5,79 6 5,58 5,33 5,8 6,2 5,75 6,22 5,89 5,81 5,76 5,66 5,87 5,87 0 5,75 5,85 5,9 6,23 5,9 5,75 6,08 5,95 5,35 5,83 5,25 5,97 6,46 5,73 6,22 6,14 6,14 5,57 6,02 6,08 5,78 6,5 6,08 5,71 6 5,83 0 6,02 5,62 5,5 5,94 5,84 6,11 6,03 5,63 0 6,21 5,98 5,58 6,03 6 0 5,79 5,8 5,67 6,22 5,58 5,93 6,23 5,74 5,79 5,97 5,47 5,71 5,78 5,81 6 5,38 5,67 5,94 5,55 6,17 5,87 6,25 5,5 6,39 5,91 5,64 0 0 6,33 6,12 6,17 5,97 5,85 5,87 5,97 5,95 5,33 6,13 6,04 6 5,38 0 6,38 5,75 6,03 5,67 6,05 0 5,68
R. 0 4 1 0 0 0 1 0 3 2 0 1 0 1 1 0 1 0 1 2 3 0 0 0 0 0 8 2 0 1 2 0 0 0 0 4 2 0 1 0 0 1 0 0 1 1 1 0 1 0 0 0 0 2 0 1 1 0 0 4 0 0 0 5 6 1 3 0 4 1 1 0 0 0 2 0 0 1 0 6 2 0 7 7 1 0 4 0 2 2 0 0 1 0 1 2 2 3 0 1 0 3 1 0 1 1 0 1 0 0 2 0 1 3 1 0 0 4 0 0 0 0 0 0 1 0 2 3 0 2 0 3 0 0 0 0 1 0 0 0 1 0 0
ESPAMM 2/8 0/8 0/6 0/5 0/1 0/2 1/4 0/1 2/2 0/6 1/1 0/8 0/0 0/9 0/5 0/3 0/4 0/3 0/3 0/7 0/2 0/4 0/0 0/5 0/0 0/4 0/5 0/7 1/11 0/7 1/3 0/0 0/0 0/3 0/0 0/3 1/9 0/1 0/0 1/10 0/0 1/4 0/3 0/8 0/4 0/5 0/4 0/5 0/1 0/11 1/11 0/0 0/1 0/4 0/3 0/1 0/3 0/1 0/6 1/8 1/1 0/1 0/0 0/2 0/5 0/4 0/1 0/0 0/8 1/5 0/6 0/11 0/8 0/1 1/0 0/2 0/0 0/8 0/0 0/5 0/4 0/1 1/7 0/1 0/4 0/10 0/1 0/0 0/6 0/6 0/4 0/4 0/3 0/0 0/4 0/4 0/5 0/1 0/5 0/4 1/2 1/7 1/2 0/4 0/3 0/0 0/3 0/2 0/0 0/3 0/2 0/4 0/3 0/7 0/10 0/0 0/0 0/9 0/2 0/2 0/0 0/0 0/0 0/6 0/5 1/10 1/3 1/4 0/7 1/3 0/1 0/3 0/4 0/5 0/5 0/0 0/9 0/2 0/5 0/1 0/12 0/0 0/4
CENTROCAMPISTI CODICE GIOCATORE 501 ACQUAH (SAM) 504 ALLAN (UDI) 506 ANTONELLI (MIL) 507 AQUILANI (FIO) 509 ASAMOAH (JUV) 743 BADELJ (FIO) 510 BADU (UDI) 725 BARELLA (CAG) 512 BARRETO E. (PAL) 513 BASELLI (ATA) 514 BASHA (TOR) 517 BENASSI (TOR) 763 BERGDICH (GEN) 519 BERTOLACCI (GEN) 521 BIGLIA (LAZ) 522 BIONDINI (SAS) 523 BIRSA (CHI) 524 BOLZONI (PAL) 525 BONAVENTURA (MIL) 526 BORJA VALERO (FIO) 527 BRIENZA (CES) 528 BRIGHI (SAS) 529 BRILLANTE (EMP) 759 BROZOVIC (INT) 532 CAIO RANGEL (CAG) 736 CAMPANHARO (VER) 534 CANDREVA (LAZ) 738 CARBONERO (CES) 536 CARMONA (ATA) 537 CASCIONE (CES) 538 CATALDI (LAZ) 539 CAZZOLA (CES) 540 CHIBSAH (SAS) 541 CHOCHEV (PAL) 755 CHRISTIANSEN (CHI) 542 CHRISTODOULOPOULOS (VER) 543 CIGARINI (ATA) 544 COFIE (CHI) 545 COMAN (JUV) 546 CONTI (CAG) 751 CORREA (SAM) 548 COSSU (CAG) 749 COSTA T. (GEN) 549 CRISETIG (CAG) 551 CROCE (EMP) 553 D'ALESSANDRO (ATA) 740 DAVID LOPEZ (NAP) 554 DE FEUDIS (CES) 731 DE GUZMAN (NAP) 555 DE JONG (MIL) 556 DE ROSSI (ROM) 557 DE VITIS (SAM) 558 DELLA ROCCA (PAL) 559 DESSENA (CAG) 754 DIAMANTI (FIO) 563 DONSAH (CAG) 564 DUNCAN (SAM) 566 EDERSON (LAZ) 567 EKDAL (CAG) 568 EL KADDOURI (TOR) 571 ESSIEN (MIL) 572 ESTIGARRIBIA (ATA) 737 EVANGELISTA (UDI) 573 FARNERUD (TOR) 574 FELIPE ANDERSON (LAZ) 575 FERNANDES (UDI) 576 FERNANDEZ M. (FIO) 577 FETFATZIDIS (CHI) 578 FLORENZI (ROM) 580 GALLOPPA (PAR) 581 GARGANO (NAP) 583 GAZZI (TOR) 584 GIORGI (CES) 767 GNOUKOURI (INT) 745 GOMEZ (ATA) 585 GONZALEZ ALV. (TOR) 586 GRASSI (ATA) 587 GRECO (VER) 590 GUARENTE (EMP) 591 GUARIN (INT) 592 GUILHERME (UDI) 722 HALLBERG (UDI) 593 HALLFREDSSON (VER) 594 HAMSIK (NAP) 595 HERNANES (INT) 596 HETEMAJ (CHI) 597 HONDA (MIL) 753 HUSBAUER (CAG) 715 IAGO (GEN) 598 ILICIC (FIO) 600 INLER (NAP) 601 IONITA (VER) 712 IZCO (CHI) 603 JADSON (UDI) 760 JAJALO (PAL) 605 JANKOVIC B. (VER) 744 JOAO PEDRO (CAG) 606 JOAQUIN (FIO) 607 JORGINHO (NAP) 608 JORQUERA (PAR) 609 KEITA S. (ROM) 723 KONE (UDI) 610 KOVACIC (INT) 613 KUCKA (GEN) 615 KURTIC (FIO) 616 KUZMANOVIC (INT) 618 LAXALT (GEN) 619 LAZAREVIC (SAS) 620 LAZZARI (FIO) 621 LEDESMA (LAZ) 741 LESTIENNE (GEN) 750 LILA (PAR) 734 LODI (PAR) 622 LULIC (LAZ) 623 MAGNANELLI (SAS) 747 MANDRAGORA (GEN) 626 MARCHIONNI (SAM) 627 MARCHISIO (JUV) 628 MARESCA (PAL) 746 MARIGA (PAR) 629 MARRONE (JUV) 632 MASTOUR (MIL) 748 MATTIELLO (CHI) 634 MAURI J. (PAR) 633 MAURI S. (LAZ) 720 MEDEL (INT) 635 MENEZ (MIL) 636 MERTENS (NAP) 637 MIGLIACCIO (ATA) 639 MISSIROLI (SAS) 642 MONTOLIVO (MIL) 643 MORALEZ (ATA) 761 MPOKU (CAG) 765 MUDINGAYI (CES) 646 MUNTARI (MIL) 724 MURONI (CAG) 649 NAINGGOLAN (ROM) 652 NOCERINO (PAR) 653 OBBADI (VER) 654 OBI (INT) 655 OBIANG (SAM) 656 OCTAVIO (FIO) 657 ONAZI (LAZ)
MAGIC PUNTI 10 0 5,5 5,5 0 5,5 0 0 0 8,5 0 5 0 10 6 6 6 0 6 0 9 0 0 0 0 5,5 10 5,5 6 7 0 0 0 6 0 0 5,5 6 6 0 0 0 13,5 6 5,5 7,5 6 5 0 6 6 0 0 0 0 6 11,5 0 6 9,5 0 0 0 5,5 8 0 6 0 5,5 0 5 6 0 0 10,5 0 0 0 0 6 4,5 4,5 8 7 13 0 9 0 10,5 14 5,5 0 6 0 6,5 5,5 5 0 0 9,5 0 4,5 5,5 6,5 0 0 0 0 0 0 0 5,5 0 0 0 0 0 6 6 6 0 0 0 6,5 5,5 6 0 9,5 6 10 0 0 0 0 0 0 5 6 5,5 0 0 0 0
MEDIA 5,6 6,21 6,34 5,72 5,83 5,44 5,91 5,5 6,44 6,03 6,2 5,98 5,7 6,63 6,5 5,76 5,92 5,75 6,44 6,12 7,11 5,61 5,25 5,55 5,88 5,73 7,37 5,97 5,61 5,68 5,71 0 5,83 6,46 5,83 6,28 5,9 5,77 6,17 5,42 5,33 5,84 6,92 5,6 6,28 5,84 5,78 5,64 6,09 6 5,85 0 5,5 5,96 6,05 6,67 6,02 7 6,47 6,16 5,2 6,11 5,4 6,37 7,7 5,96 6,56 6,88 6,59 5,59 5,92 5,87 5,63 6,25 6,45 5,86 6 5,69 6 6,79 5,66 5,5 6,17 6,8 6,75 5,87 6,46 0 7,25 6,79 5,64 6,28 6,22 6 5,71 6 6,02 6,65 5,44 6,12 6,43 5,81 6,28 6,03 5,61 5,79 5,65 6,04 6 5,19 5,78 6,41 5,78 6,57 5,71 6,17 5,5 6,56 5,84 5,61 0 0 6,25 6,2 7,15 5,78 7,29 6,31 5,97 6,33 5,28 6,74 6,35 5,69 5,65 0 6,67 6,05 6,06 5,94 6,18 0 5,5
QUOT. 6 14 14 9 4 5 9 1 10 8 5 9 6 18 13 8 10 6 17 13 20 7 3 8 4 4 28 10 8 7 5 4 4 10 4 9 11 4 4 5 4 6 9 5 13 8 8 5 8 11 10 1 3 9 14 10 10 4 13 16 3 4 4 10 25 11 14 6 20 4 7 8 7 4 16 4 1 7 3 18 7 4 12 24 19 10 10 4 23 18 6 5 10 2 6 7 9 14 8 7 10 10 13 12 6 4 4 6 4 4 8 9 8 9 5 1 4 18 6 4 4 2 1 11 20 10 23 19 7 14 3 18 12 6 4 1 17 10 7 4 12 3 4
CAMPIONATO P. V. G. 21 7 1 33 0 1 31 5,5 4 24 5,5 0 6 0 0 19 6 0 24 0 1 1 0 0 24 0 2 20 5,5 1 5 0 1 22 5 2 10 0 0 31 7 5 26 6,5 3 25 6 0 32 6 0 23 0 0 32 6 4 26 0 2 27 6,5 8 22 0 0 3 0 0 12 0 0 6 0 0 15 5,5 0 31 7 9 21 6 3 32 6 0 27 6 1 14 0 0 4 0 0 7 0 0 16 6 3 3 0 0 21 0 1 30 5,5 0 16 6 0 13 6 0 18 0 1 4 0 0 22 0 2 6 7,5 2 26 6 0 34 5,5 1 23 6,5 0 29 6 0 22 5 0 23 0 3 26 6 3 23 6 2 0 0 0 2 0 0 27 0 1 10 0 2 20 6 2 24 7,5 1 4 0 1 31 6 5 30 6,5 3 13 0 0 9 0 1 4 0 0 22 5,5 1 29 7 10 28 0 2 26 6 2 8 0 2 33 6 5 16 0 0 22 5 0 27 6 0 27 0 0 3 0 0 21 7,5 2 8 0 0 1 0 0 22 0 0 1 0 0 28 6 6 32 4,5 0 4 4,5 0 25 6 1 32 6 8 24 7,5 5 32 0 0 26 7 6 2 0 0 29 7,5 11 22 8 6 18 5,5 1 18 0 2 25 6 2 0 0 0 13 5,5 0 16 6 1 26 5,5 4 22 0 2 21 0 0 14 6,5 1 24 0 2 26 4,5 1 32 5,5 5 31 6,5 1 20 0 1 14 0 0 10 0 0 18 0 1 3 0 0 11 0 0 20 0 0 11 6 2 23 0 2 22 0 3 26 0 0 4 0 0 1 0 0 32 6,5 2 17 6 0 8 6 0 0 0 0 0 0 0 4 0 0 30 6,5 2 27 6 9 32 6 0 33 0 16 28 6,5 4 19 6 1 31 7 4 10 0 0 27 0 5 13 0 2 8 0 0 16 0 2 0 0 0 32 5 4 22 6 2 19 6 1 11 0 1 31 0 3 0 0 0 15 0 0
658 PADOIN (JUV) 659 PALOMBO (SAM) 660 PAREDES (ROM) 661 PAROLO (LAZ) 766 PELLEGRINI (ROM) 662 PEPE (JUV) 663 PEREIRINHA (LAZ) 664 PEREYRA (JUV) 666 PEROTTI (GEN) 667 PINZI (UDI) 669 PIRLO (JUV) 670 PIZARRO (FIO) 671 PJANIC (ROM) 672 POGBA (JUV) 673 POLI (MIL) 674 PUCCIARELLI (EMP) 733 PULZETTI (CES) 675 QUAISON (PAL) 677 RADOVANOVIC (CHI) 681 RIGONI (PAL) 714 RINCON (GEN) 682 RIZZO (SAM) 683 ROMULO (JUV) 684 SALA (VER) 762 SALAH (FIO) 686 SAPONARA (EMP) 688 SCHELOTTO (CHI) 752 SHAQIRI (INT) 690 SIGNORELLI (EMP) 691 SORIANO (SAM) 693 STROOTMAN (ROM) 694 STURARO (JUV) 756 SUSO (MIL) 695 TABANELLI (CES) 696 TACHTSIDIS (VER) 697 TAIDER (SAS) 698 UCAN (ROM) 764 VAJUSHI (CHI) 699 VALDIFIORI (EMP) 700 VALOTI (VER) 726 VALZANIA (CES) 742 VAN GINKEL (MIL) 758 VARELA (PAR) 701 VARGAS J. (FIO) 702 VAZQUEZ (PAL) 703 VECINO (EMP) 704 VERDI (EMP) 705 VIDAL (JUV) 768 VITALE (JUV) 706 VIVES (TOR) 707 WIDMER (UDI) 709 WSZOLEK (SAM) 727 YABRE (CES) 713 ZAPATA A. (UDI) 710 ZE' EDUARDO (CES) 711 ZIELINSKI (EMP)
6 6,5 0 7 0 5 0 5,5 0 5 0 6 4 9,5 6,5 5,5 0 6,5 6,5 9,5 6 0 6 0 10 10 6 0 0 13 0 6 0 5 5 9,5 0 0 6,5 6 0 9,5 6 5,5 9 6 0 0 6 0 6 7,5 0 0 0 5,5
5,68 6,05 5,92 6,95 6 5,5 5,25 6,36 6,87 5,76 6,94 6,11 6,5 7,54 6,04 6,29 6,19 6,8 5,93 6,81 6,02 6,12 6,5 6,33 7,46 7,67 5,72 6,15 6,06 6,31 6 5,74 5,75 5,17 6 6,42 5,5 6 6,47 6,75 5,25 5,62 6,03 6,12 6,96 6,23 6,04 6,73 6 5,81 6,18 5,75 0 6 5,5 5,91
5 11 4 24 1 4 4 15 18 7 15 11 18 18 11 12 5 8 9 20 9 4 4 8 20 18 8 17 6 16 4 7 4 4 10 11 4 4 15 2 1 5 11 10 21 13 9 20 1 8 13 5 1 4 3 9
MAGIC PUNTI 5 0 0 0 2,5 0 7,5 0 5,5 0 0 0 8 6 5,5 0 0 0 5 0 9,5 0 9 9 0 6 5,5 5 0 0 0 0 6 0 5 0 0 6 9,5 4,5 6 6 5,5 0 9 0 5 4,5 2,5 0 6,5 0 6 5 5 0 0 5,5 0 0 5 5 5 9 0 0 0 0 7 7 0 0 7,5 9,5 10 0 10 6 11 0 0 7 5,5 0 0 5,5 5 0 0 0 6 5,5 0 0 0 5,5 0 5,5 9,5 9,5 0 0 5 9,5
MEDIA 5,5 5,97 7,17 6 6,41 0 7,19 5,93 5,83 5,53 5,91 5,75 6,08 5,74 6,86 0 5,96 6,5 7 5,5 6,63 6,23 6,66 7,82 7,02 6 5,86 5,88 7,83 7,17 7,5 6,43 6,39 0 6,31 6 6 6,02 7,79 6,06 6,35 5,69 6,45 5,92 6,72 6 7,31 6,21 7,69 6,6 5,95 5 6 7,39 6,82 6,37 5,44 7,14 5 6,62 5,82 6,92 6,35 6,12 6,54 5,5 0 6,96 6,71 7,12 6,66 6,35 6,45 6,08 6,75 6 6,67 5,75 7,21 5,5 5,12 6,83 5,7 5,75 5,5 7,46 6,53 0 0 6 6,44 6,46 6,25 0 6,36 5,91 8,5 6,71 7,74 7,02 0 6,5 7,36 6,57
QUOT. 4 11 15 3 16 1 27 11 4 5 5 3 6 6 22 1 18 6 15 1 18 20 21 34 6 4 8 19 29 24 4 3 21 1 14 5 11 13 30 4 13 5 19 14 17 1 31 6 31 8 13 4 13 29 18 20 8 25 3 4 9 11 16 9 17 3 1 21 15 15 14 15 23 10 23 1 12 12 19 5 5 19 14 4 1 29 13 4 4 4 18 13 9 2 5 11 40 19 37 22 4 3 17 17
22 33 9 31 1 10 3 32 27 18 18 23 31 23 30 31 9 16 29 29 26 14 3 13 13 15 27 13 13 30 6 22 4 4 32 25 3 0 33 9 2 14 16 18 34 33 24 28 1 25 33 6 0 1 11 26
6 6,5 0 7 0 5 0 5,5 0 5 0 6 4,5 6,5 6,5 5,5 0 6,5 6,5 6,5 6 0 6 0 7 7 6,5 0 0 7,5 0 6 0 5 5,5 6,5 0 0 6,5 6 0 6,5 6 6 6 6 0 0 6 0 6 6,5 0 0 0 5,5
0 1 1 9 0 0 0 2 4 1 4 0 5 8 1 3 1 2 1 8 0 1 0 1 5 6 0 1 1 4 0 0 0 0 3 3 0 0 0 1 0 1 1 1 8 2 1 7 0 1 2 0 0 0 1 0
5,73 6,02 5,58 6,23 6 5,5 5,25 6,12 6,41 5,89 6,06 6,11 6,02 6,5 6 5,95 5,88 6,15 5,98 6,14 6,12 5,96 6,5 6,25 6,31 6,5 5,8 5,96 5,72 6,02 5,7 5,95 5,75 5,17 5,89 5,95 6 0 6,36 6,12 5,5 5,46 6,09 5,88 6,26 6,09 5,95 6,1 6 5,77 5,89 5,5 0 0 5,32 6
1 1 0 0 0 0 0 2 5 0 4 2 4 2 0 2 0 1 0 0 1 0 0 1 0 2 0 1 0 2 2 0 0 0 1 3 0 0 7 1 0 0 1 1 6 2 0 2 0 2 5 1 0 0 1 0
1/2 0/6 0/2 0/9 0/0 0/0 0/0 0/2 0/5 0/11 0/0 0/4 0/9 0/4 0/4 0/2 0/1 0/1 1/7 0/9 0/7 0/2 0/0 2/2 0/0 1/2 0/4 0/3 0/0 0/11 0/1 1/6 0/0 0/0 0/9 0/6 0/1 0/0 1/4 0/4 0/1 0/2 0/3 0/2 0/7 0/5 0/3 0/7 0/0 0/8 0/5 0/1 0/0 0/0 1/2 0/3
MEDIA VOTO 5,17 5,88 6,17 0 5,98 0 6,22 5,73 5,75 5,56 5,5 5,75 6,08 5,91 5,87 0 5,46 6,22 5,85 5,5 5,98 5,6 5,8 6,33 5,95 6 5,62 5,12 6,48 6,27 6 6,07 6,07 0 5,74 6 5,7 5,83 6,27 5,62 5,98 5,67 5,75 5,55 6,07 6 6,09 5,97 6,06 6 5,82 5,5 5,93 6,07 6,02 5,7 5,56 6,12 5 6,25 5,45 5,92 5,81 5,81 6,09 5,67 0 6,23 5,98 6,28 5,84 6 5,81 5,56 5,97 0 6 5,41 6,18 5,75 5 6,02 5,5 5,5 5,5 6,28 5,82 0 0 6 5,94 5,88 5,85 0 5,64 5,61 6,65 5,97 6,27 5,98 0 6,1 6,07 5,77
R. 0 0 1 0 1 0 5 0 1 0 0 0 2 0 2 0 3 1 0 0 2 0 0 4 1 0 1 0 7 2 0 3 2 0 1 0 0 0 3 0 3 0 1 0 3 0 5 2 3 3 1 0 0 3 2 0 0 4 0 0 0 3 1 0 4 0 0 1 4 1 2 2 5 1 2 0 0 0 1 0 0 2 1 0 0 2 0 0 0 0 3 1 1 0 0 1 3 0 2 4 0 2 1 1
ESPAMM 0/1 0/4 0/2 0/0 0/2 0/0 1/12 0/0 0/1 0/1 1/2 0/1 0/1 1/4 0/1 0/0 0/0 0/2 0/1 0/0 0/6 0/4 0/5 0/4 0/1 0/0 0/2 0/0 0/3 0/4 0/1 0/2 0/1 0/0 0/7 0/0 0/0 0/4 0/5 0/0 0/1 0/0 0/0 0/3 0/6 0/0 0/5 1/5 0/4 0/0 0/2 0/1 0/3 0/4 0/1 0/0 0/4 0/3 0/0 0/0 0/0 0/2 0/3 0/3 0/8 0/1 0/0 1/4 0/2 0/3 0/3 0/6 0/3 0/1 0/2 0/0 0/3 0/1 0/0 0/1 0/2 1/7 0/2 0/0 0/0 0/3 0/3 0/0 0/0 0/0 1/2 0/3 0/1 0/0 0/2 0/1 0/5 0/3 0/3 0/4 0/0 0/0 0/2 0/11
ATTACCANTI CODICE GIOCATORE 801 AGUIRRE (UDI) 803 AMAURI (TOR) 805 BABACAR (FIO) 807 BARRETO P. (TOR) 810 BELOTTI (PAL) 912 BENTIVEGNA (PAL) 812 BERARDI (SAS) 905 BERGESSIO (SAM) 813 BERNARDESCHI (FIO) 907 BIANCHI (ATA) 814 BOAKYE (ATA) 919 BONAZZOLI (INT) 815 BORRIELLO (GEN) 816 BOTTA (CHI) 817 CALLEJON (NAP) 916 CAPPELLUZZO (VER) 819 CERCI (MIL) 917 CODA M. (PAR) 928 COP (CAG) 938 DAL MONTE (CES) 823 DEFREL (CES) 824 DENIS (ATA) 825 DESTRO (MIL) 826 DI NATALE (UDI) 827 DJORDJEVIC (LAZ) 922 DJORDJEVIC L. (SAM) 828 DJURIC (CES) 935 DOUMBIA (ROM) 829 DYBALA (PAL) 830 EDER (SAM) 923 EL HAMDAOUI (FIO) 831 EL SHAARAWY (MIL) 932 ETO'O (SAM) 915 FARES (VER) 908 FARIAS (CAG) 929 FERNANDINHO (VER) 833 FLOCCARI (SAS) 834 FLORO FLORES (SAS) 835 GABBIADINI (NAP) 925 GEIJO (UDI) 837 GERVINHO (ROM) 838 GHEZZAL (PAR) 931 GILARDINO (FIO) 841 GOMEZ M. (FIO) 842 GOMEZ T. (VER) 934 HARASLIN (PAR) 844 HIGUAIN (NAP) 846 IBARBO (ROM) 847 ICARDI (INT) 848 INSIGNE (NAP) 849 ITURBE (ROM) 924 JOAO SILVA (PAL) 850 KEITA B. (LAZ) 851 KLOSE (LAZ) 853 LJAJIC (ROM) 854 LLORENTE (JUV) 855 LONGO (CAG) 856 MACCARONE (EMP) 914 MAKIENOK (PAL) 857 MARILUNGO (CES) 858 MARTINEZ (TOR) 859 MATRI (JUV) 860 MAXI LOPEZ (TOR) 861 MCHEDLIDZE (EMP) 862 MEGGIORINI (CHI) 863 MICHU (NAP) 911 MONCINI (CES) 864 MORATA (JUV) 865 MURIEL (SAM) 867 NIANG (GEN) 868 NICO LOPEZ (VER) 869 OKAKA (SAM) 870 PALACIO (INT) 871 PALLADINO (PAR) 872 PALOSCHI (CHI) 918 PANICO (GEN) 874 PAVOLETTI (GEN) 875 PAZZINI (MIL) 876 PELLISSIER (CHI) 877 PEREA (LAZ) 936 PERICA (UDI) 878 PINILLA (ATA) 927 PODOLSKI (INT) 880 POZZI (CHI) 933 PUSCAS (INT) 881 QUAGLIARELLA (TOR) 886 RODRIGUEZ (CES) 910 ROSSETI (ATA) 887 ROSSI (FIO) 890 SANABRIA (ROM) 892 SANSONE N. (SAS) 893 SAU (CAG) 921 SAVIOLA (VER) 920 SERENI (SAS) 895 SUCCI (CES) 896 TAVANO (EMP) 897 TEVEZ (JUV) 898 THEREAU (UDI) 899 TONI (VER) 900 TOTTI (ROM) 901 TOUNKARA (LAZ) 930 VERDE (ROM) 903 ZAPATA D. (NAP) 904 ZAZA (SAS)
CAMPIONATO P. V. G. 7 5 0 20 0 1 20 0 7 1 0 0 35 5,5 5 2 0 0 29 6,5 11 21 0 1 6 5,5 0 20 0 0 18 0 3 3 0 0 8 7 0 18 6 0 35 5,5 11 0 0 0 16 0 1 17 0 2 13 5 4 2 0 0 31 6,5 7 31 0 8 30 6,5 8 32 6 14 21 0 7 2 6 0 26 5,5 2 10 5 2 33 0 13 30 0 9 0 1 3 15 0 1 15 6 1 1 0 0 27 5 6 4 0 0 25 0 2 26 6 2 30 6,5 14 11 4,5 1 24 6 2 16 6 0 11 5,5 2 20 0 4 24 6,5 5 1 0 0 34 5 16 21 4,5 2 33 5,5 18 17 0 2 24 6,5 1 1 0 0 23 6 1 31 5 12 30 5 8 29 0 6 24 0 0 32 5,5 10 4 0 0 8 0 1 23 5 2 20 5 7 29 5,5 5 23 6,5 2 27 0 4 3 0 0 1 0 0 27 0 7 24 6 4 19 7 5 23 0 5 31 0 4 32 6,5 6 19 6,5 3 34 7 9 0 0 0 16 7 4 23 6 2 24 7 6 5 0 0 6 0 0 25 6 8 15 5,5 1 3 0 0 3 0 0 34 5,5 13 23 5 5 0 0 0 0 0 0 2 0 0 32 6 5 25 5,5 5 13 0 1 0 0 0 9 0 2 25 5,5 2 31 0 20 34 5,5 9 35 7 19 24 6,5 7 0 0 0 7 0 0 20 5 6 28 6,5 9
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Serie A R La rivelazione
MERCOLEDÌ 13 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Il Chievo ha fretta Maran fa melina per il nuovo sì 1Incontro nel fine settimana per il rinnovo tra club e tecnico, che chiede garanzie. Torna Sorrentino? Francesco Velluzzi
M
eritata. Strameritata. Ecco la conferma. Il Chievo vuole blindare il tecnico Rolando Maran per il prossimo campionato. E ha fissato un incontro con l’allenatore trentino per domani o venerdì al massimo. Maran ha virtualmente la conferma in mano. Che in caso di salvezza sarebbe scattata automatica. Ma la società di Luca Campedelli vuole cautelarsi immediatamente perché teme di perdere l’allenatore che già aveva avuto un timido contatto con l’Udinese (che confermerà Andrea Stramaccioni). Maran ha qualche altro contatto («fa piacere l’interessamento di piazze importanti», ha detto qualche giorno fa), ma in settimana può dire ancora sì al Chievo. Quali sono le resisten-
Rolando Maran, 51 anni, alla guida del Chievo da ottobre LAPRESSE
ze? La sua idea è quella di avere una squadra che soffra meno e si possa salvare con maggior tranquillità. Maran piace molto a Campedelli e al Chievo dove è stato anche calciatore. Da difensore centrale ha totalizzato 330 presenze giocando fino alla B e indossando la fa-
RC’è anche il nodo
portieri: con Bizzarri contatto in agenda martedì prossimo
scia di capitano. E’ stato vice allenatore con Silvio Baldini (1997-98). In questo campionato il 19 ottobre ha preso in mano la squadra dopo l’esonero di Eugenio Corini. Lo spettro della B pendeva sul Chievo che col nuovo tecnico ha raddrizzato completamente la situazione salvandosi in scioltezza e uscendo vittorioso dal doppio confronto con i più titolati cugini dell’Hellas: vittoria all’andata e pareggio (2-2) domenica scorsa nel ritorno. Ora il Chievo è a 42, il Verona a 41. PORTIERI Novità, invece, sul fronte portieri. Premesso che Francesco Bardi, messo da parte proprio da Maran, non rimarrà a Verona, c’è il rischio che non resti neppure chi ne ha preso il posto disputando una stagione eccellente, cioè Albano Bizzarri. Che succede? da giorni a Verona, sponda Chievo, si parla di un ritorno di Stefano Sorrentino che non ha più tanto feeling con il Palermo deciso a dare più fiducia all’albanese Ujkani. E proprio da questo si aprirebbero le basi per un clamoroso rientro del portiere che ha giocato con il club veneto dal 2008 al 2013. L’agente Diego Tavano cura gli interessi di Sorrentino al quale non è mai dispiaciuto riavvicinarsi ai figli. Ma la prossima settimana dovrebbero incontrarsi anche il Chievo e l’agente di Bizzarri, Matteo Materazzi, per capire se ci sono le basi per andare avanti dopo un grande campionato da parte dell’argentino. Perché separarsi? © RIPRODUZIONE RISERVATA
IL PROGETTO
con tre partite e gestione dei dati: dalle analisi al videogame Marco Iaria
S
ta per vedere la luce un progetto che covava da tempo nei cassetti della Lega e che, finora, era stato frenato dal clima di egoismi e gelosie tra i club. Adesso le 20 società di A, tutte o quasi, si sono decise: è tempo che la Lega, collettivamente, sfrutti le po-
PALERMO
Ahi, Bolzoni: crack al tendine Stop di 3-5 mesi ● PALERMO (f.v.) Stop improvviso e stagione finita per Francesco Bolzoni. Il centrocampista del Palermo si è sottoposto ieri a indagini strumentali in seguito all’infortunio accusato nel corso della rifinitura pre partita di sabato scorso in vista della gara con l’Atalanta. Inizialmente non si pensava a qualcosa di grave. Gli esami a cui si è sottoposto, invece,
hanno evidenziato una lesione sub-totale del tendine d’Achille destro. Il calciatore verrà operato domani presso il Policlinico dello Sport di Monza dal dottor Ferdinando Battistella. Il rientro in campo del centrocampista è previsto non prima di tre-cinque mesi.
PRIMAVERA
ACQUISTO PARMA
Francesco Bolzoni, 26 anni FORTE
Tre giornate Seconda asta a Thiao (Torino) ancora deserta C’è Napoli-Roma Lunedì si replica ● Il Giudice Sportivo del campionato Primavera ha squalificato per tre giornate il centrocampista del Torino, Ousseynou Thiao, per una gomitata a un avversario. Fermati per una giornata altri ventidue giocatori. Oggi si giocano due partite: NapoliRoma (recupero girone C) e Pro Vercelli-Trapani (anticipo girone A).
● Anche la seconda asta di ieri a mezzogiorno - si partiva da una base di 15 milioni di euro - per l’acquisto del Parma è andata deserta. Lo confermano in una nota ufficiale i curatori fallimentari Angelo Anedda e Alberto Guiotto. A questo punto una nuova procedura per l’acquisto della società è fissata per lunedì 18 maggio con il prezzo ribassato del 25%.
EURO UNDER 17 - CON L’OLANDA ALLE 18 IN TV
Dirette web e statistiche: i nuovi business della Lega 1Canale Serie A
NOTIZIE TASCABILI
tenzialità nascoste del prodotto campionato. Dalla prossima stagione la Lega commercializzerà le statistiche ufficiali della Serie A, come fa la Premier. L’idea è di sfruttare alla massima potenza i dati che offrono le partite e di trasformarli in opportunità commerciali e promozionali. Per esempio, il cosiddetto video-tracking, grazie a telecamere ad hoc piazzate attorno al campo, consentirà di tracciare il movimento dei calciatori e produrre dati animati per applicazioni su smartphone o tablet, per analisi tecniche a uso e consumo degli allenatori, delle emittenti, delle agenzie di betting. Fino alla nascita di un fantasy game del campionato. WEB TV Nel pacchetto rifinito
Maurizio Beretta, presidente Lega
ieri dalla commissione diritti audiovisivi c’è qualcosa di ancor più ambizioso: sviluppare una vera e propria web tv della Lega che proponga non solo gli highlights, come già succede, ma le dirette in streaming delle partite di campionato. Si tratta di quei diritti del triennio 2015-18 rimasti invenduti (il pacchetto E), destinati a Internet e piattaforme mobili e relativi in particolare a tre gare per giornata, da scegliere tra quelle che non si giocano il sabato o la domenica sera. L’obiettivo di questo prezioso lavoro è duplice: intercettare nuove fette di pubblico, soprattutto giovane, interessato più al contorno (animazioni, second screen, giochi) che ai 90 minuti nudi e crudi davanti allo schermo; esplorare nuove fonti di ricavo. Tutti questi business dovrebbero produrre 5 milioni di entrate annue per arrivare a 10 milioni nel lungo periodo. Ora la palla passa all’assemblea per avviare l’iter della fornitura dei servizi. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Azzurrini, un pari per i quarti Belgio e Spagna qualificate ● Basta il pari. Ma guai ad accontentarsi. L’Italia Under 17 di Bruno Tedino torna in campo oggi a Bourgas (ore 18 italiane, diretta Eurosport) contro l’Olanda per la sfida decisiva per il passaggio ai quarti di finale dell’Europeo in corso in Bulgaria. Soprattutto, resterebbe in corsa anche per la qualificazione al Mondiale di categoria in programma in Cile a ottobre. Maurizio Viscidi, vicecoordinatore tecnico delle Nazionali giovanili, ricorda le qualità dell’avversario: «Gioca un 4-2-3-1 flessibile, che li rende capaci di modificare l’assetto in campo a seconda delle situazioni di gioco. Davanti hanno solide individualità, in particolare Bijleveld, Fernandes e soprattutto Roy Grot». Il capitano Andres Llamas Acuna suona la carica: «Gli olandesi sono alla nostra
portata, dobbiamo stare tranquilli e fare quello che sappiamo fare, solo così il risultato verrà». IERI Girone A Austria-Bulgaria 1-1, Croazia-Spagna 0-0. Classifica Croazia 7 punti; Spagna 5; Austria 2; Bulgaria 1. Girone B Germania-Repubblica Ceca 4-0, Slovenia-Belgio 0-1. Classifica Germania 9; Belgio 6; Rep. Ceca 3; Slovenia 0. OGGI Girone C Francia-Grecia, Russia-Scozia. Classifica: Francia 6; Grecia 4; Russia 1; Scozia 0. Girone D Inghilterra-Irlanda, Olanda-Italia. Classifica Inghilterra 4; Italia 3; Olanda 2; Irlanda 1. AI QUARTI Croazia-Belgio, Germania-Spagna. Già qualificata la Francia.
Serie B R L’intervista
MERCOLEDÌ 13 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
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Aldo Spinelli, 75 anni, presidente del Livorno
TACCUINO
LAPRESSE
BRESCIA
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Tavecchio promette più attenzione al club ● BRESCIA (g.p.l.) Carlo Tavecchio risponde al Brescia, che non avendo ancora potuto fare ricorso contro il rigetto della richiesta di restituzione di un punto, perché la Corte federale non ha depositato le motivazioni, ha chiesto con una lettera alla Figc maggiore considerazione. «Non l’ho ancora ricevuta, ma bastava chiamarmi - assicura il presidente - adesso che so di questo problema, interverrò. Il mio attivismo per il Parma? Non faccio figli e figliastri».
Tre tecnici nel cuore di Spinelli: 1 Osvaldo Bagnoli 2 Franco Scoglio 3 Cristian Panucci ANSA-OMEGA-LAPRESSE
Spinelli, 30 anni da presidente «Fatemi lasciare»
BOLOGNA
Sondaggio coi tifosi per la terza maglia
1Dal Genoa al Livorno: ricordi, affari, fregature
● BOLOGNA Proseguono le iniziative del Bologna per fidelizzare i tifosi. Dopo il Temporary Store, il punto vendita del merchandising aperto in centro, ieri il sito rossoblù ha lanciato il voto sul colore della terza maglia per la prossima stagione, riservato agli abbonati, che potranno scegliere tra tre opzioni: giallo, verde e nero. Ogni abbonato può esprimere una preferenza. Si vota fino al 31 maggio.
«Sto trattando con gente di Dubai, farò il tifoso»
Nicola Binda
«Siamo andati tre volte e in A e ho portato la squadra in Uefa».
«B
Il momento più brutto invece non può che essere Morosini... «Un dolore che va oltre al calcio, tutta l’Italia ha sofferto».
elin, trent’anni sono tanti... E’ arrivato il momento di farmi da parte. Voglio vivere il calcio da tifoso, andando a vedere il Genoa. Ha visto come gioca?». Sì presidente, tutti gli anni in questo periodo dice così e poi... «...E poi non riesco mai a vendere il Livorno. Lo voglio lasciare a gente seria, questa è una bella piazza. Ora un avvocato (Morini, ndr) mi ha chiesto un mandato per vendere a gente di Dubai, speriamo bene. Magari a Livorno sono stufi di vedere questo presidente». Aldo Spinelli, era maggio 1985 e iniziò la sua avventura al Genoa. Un ricordo su tutti? «Liverpool. Quella vittoria è stata il sogno di una vita. Skuhravy, Aguilera, Eranio...». E l’incubo? «La retrocessione di Firenze nello spareggio col Padova, poi fallito, davanti a 20.000 tifosi». Con il Livorno invece l’avventura è iniziata nel 1999.
La tragedia accadde nel 2012 in Pescara-Livorno. La stessa partita, all’ultima giornata, deciderà l’ammissione ai playoff. «Prima c’è il Vicenza sabato, solo se vinciamo possiamo sperare. Magari loro pensano già ai playoff, chissà...». Il Genoa nel cuore, ma anche il Livorno le ha dato tante gioie. «Se tornassi indietro non lo prenderei più. Perdo troppi soldi. Come tutti: anche le grandi si stanno dissanguando. Il più grande errore è stato separare la A dalla B, c’è troppa differenza di contributi». Il Livorno, in 16 anni, le è costato quasi 60 milioni di euro. «Non li ho mai contati, ma basta vedere gli aumenti di capitale... Non ci voglio pensare. Ma oggi la società è un gioiello, senza un euro di debito». Parliamo di presidenti.
«Ammiro Preziosi: ha fatto una grande squadra, bravissimo Gasperini. Ha visto col Torino? Che velocità, che giocatori! Poi Mantovani e Garrone: erano i primi rivali, ma grandi amici». I più antipatici? «Nessuno... Il più simpatico è Zamparini: ora vende Dybala e si paga il campionato. Ricordo le cene con il primo Berlusconi, lui si che ne ha spesi tanti!». Chi l’ha fatta arrabbiare? «Quelli di Serie B che accettarono la divisione dalla A». E quelli che le hanno rovinato le trattative di mercato? «A Ferlaino non ho voluto dare io Ruotolo per 8 miliardi. Mi arrabbiai con l’Empoli che non rispettò l’accordo per riscattare Montella: lo diedero alla Samp e fu un affare per loro».
do con Boniperti, ma il Milan gli offrì 5 volte di più: si mise a piangere, lo accontentai». Fregature? «Quando Dal Cin mi fece prendere Dobrovolsky per 10 miliardi. Venne in Italia e voleva andare a visitare Firenze, Roma... Gli dissi: “Guarda che sei qui per giocare, non per fare il turista”. Sono riuscito a rivenderlo solo per 2,5...». Un rimpianto? «La più grande cretinata è stata non vendere Skuhravy a Tapie (Marsiglia, ndr) per 27 miliardi. E poi Chiellini...». Perché? Lo mandò alla Juve! «Per colpa della sentenza Bosman ho dovuto svenderlo: avessi potuto gestirlo, mi sarei pagato due anni in Serie A».
Anche lei ne ha fatti di affari... «Craxi mi chiamò a Milano per farmi vendere Aguilera al suo amico Borsano: presi 1.980 milioni di parametro, non potevo dire di no a Bettino...».
Quella sentenza non le va giù, ma ha cambiato il calcio. «L’ha rovinato! Ora non c’è più appartenenza al club. A Livorno abbiamo 400 bambini: che senso ha crescerli se te li portano via per due noccioline?».
Nemmeno a Berlusconi... «Sì, per Panucci. Aveva l’accor-
Torniamo a Panucci: che allenatore è?
«Stile Capello, ha dato grande serietà e professionalità al gruppo. Però pareggia troppo: Capello pareggiava e la vittoria valeva 2 punti, oggi un pareggio è una mezza sconfitta». I suoi allenatori? «Bagnoli e Scoglio. Quando sono entrato nel calcio il Verona vinceva lo scudetto, prendere Bagnoli è stato un sogno. Oggi mi piacciono Allegri e Mancini, sanno valorizzare i giocatori».
LA SITUAZIONE
Venerdì l’anticipo è Perugia-Carpi ● Così la 41a giornata. Venerdì (ore 20.30): Perugia-Carpi (04). Sabato (ore 15): AvellinoTrapani (1-4); Bari-Brescia (ore 18, 1-2), Catania-Cittadella (2-3); Entella-Latina (1-1); FrosinoneCrotone (0-2); Lanciano-Spezia (3-3); Livorno-Vicenza (0-0); Modena-Ternana (0-1); Pro Vercelli-Bologna (0-3); VaresePescara (0-2). La classifica: Carpi p. 79; Frosinone 68; Vicenza e Bologna 64; Spezia 61; Perugia 60; Avellino, Pescara e Livorno 58; Bari 51; Lanciano 50; Latina e Trapani 49; Catania e Pro Vercelli 48; Crotone 47; Modena 46; Ternana 45; Entella 43; Cittadella 41; Brescia (-6) 39; Varese (-4) 32.
I giocatori nel suo cuore? «Lucarelli e Protti. Al Genoa dico Signorini: Scoglio lo voleva, diceva che con lui avremmo vinto il campionato, Viola non me lo voleva dare, ma convinsi Liedholm. E Scoglio fu di parola, andammo in Serie A». Lei è uno dei più scaramantici... «E chi non lo è? Ho dato la mano all’intervallo solo al presidente Ciampi in casa con il Chievo e abbiamo perso! E se in tribuna ho dietro una donna... Guai! Però la settimana scorsa sono andato dal barbiere anche se avevamo una partita importante: abbiamo vinto lo stesso! Vuol dire che...». © RIPRODUZIONE RISERVATA
Lega Pro R Verso i playoff LA GUIDA Sabato il debutto con il Como Domenica le altre tre partite ● Concluso il campionato, comincia la fase finale con Supercoppa, playoff e playout. Ecco il programma.
SUPERCOPPA PRIMA GIORNATA Sabato: Novara-Salernitana (20.45). SECONDA GIORNATA Mercoledì 20: il Teramo affronta la squadra che ha perso (Novara in casa o Salernitana fuori) o, in caso di pareggio, riceve il Novara. TERZA GIORNATA Sabato 23: il Teramo o riceve il Novara oppure va a Salerno. REGOLAMENTO Se dopo la terza giornata ci sono due o più squadre a pari punti si guarda nell’ordine: differenza reti, maggior numero di reti segnate, maggior numero di reti segnate in trasferta, infine si va al sorteggio. PLAYOFF ● Da determinare la quarta promozione in B dopo quelle delle prime classificate Novara, Teramo e Salernitana. PRIMO TURNO Sabato: Benevento-Como (ore 17). Domenica: Bassano-Juve Stabia (ore 15, su Raisport), Ascoli–Reggiana (ore 16) e Matera–Pavia (ore 17). SEMIFINALI Andata domenica 24, ritorno il 31: la vincente di Benevento-Como affronta la vincente di Matera-Pavia (andata dalla peggio classificata), la vincente di Bassano-Juve Stabia affronta la vincente di Ascoli-Reggiana (andata dalla peggio classificata). FINALE Andata domenica 7 giugno, ritorno il 14: di fronte le vincenti (l’andata è dalla peggio classificata). PLAYOUT ● Andata sabato 23 (ritorno il 30): chi perde va in D. GIRONE A Pordenone-Monza e Lumezzane-Pro Patria (ore 16). Anche le due sfide di ritorno iniziano alle ore 16. GIRONE B Pro Piacenza-Gubbio e Savona-Forlì (ore 15). le due sfide di ritorno iniziano alle ore 17. GIRONE C Savoia-Messina e Ischia-Aversa Normanna (ore 17). Le due sfide di ritorno iniziano alle ore 15. GIA’ RETROCESSE AlbinoLeffe (A), San Marino (B) e Reggina (C).
Benevento e Serie B c’è da sfatare il tabù «Ma è la volta buona» Gaetano Imparato
E’
un Benevento-Como tutto da gustare. Coi sanniti miglior seconda su tre gironi, quindi… favoriti, su chi è salito al volo sul treno dei playoff, all’ultima fermata. Tutto vero, verissimo, anzi… no. Sulla carta la squadra allenata da Cinelli e Landaida (genero del presidente Vigorito) – subentrati a Brini poche settimane fa – non solo per il valore della rosa ma anche per il piazzamento, sembra predestinata alla B. Miglior difesa di Lega Pro, l’attaccante più prolifico (Eusepi 18 gol) di quelli in campo nei playoff. Sulla carta il discorso non fa una piega, guardando al passato è da brividi. ALLERGIA SPAREGGI In pratica, il Benevento è andato spesso ad un passo dalla B, ma mai ci ha messo piede (nel 1946 vinse il girone di C, ma non si iscrisse
non avendo soldi). Dal 1994-95 di playoff ne ha giocati ben 11 a vario titolo (6 di C2, gli altri di terza serie) vincendone uno: 1998-99, battendo il Messina e accedendo in C1 (regular season al 4 posto). Due volte ha finito il torneo al secondo posto, e due le cocenti delusioni. Nel 2006-07 (C2) col Potenza, ma soprattutto quella inverosimile del 2008-09 col Crotone: 1-1 in Calabria e sconfitta 0-1 in casa, gol di Caetano, lo stesso che ha spinto la Salernitana al sorpasso, alla B diretta. FORCHE CAUDINE A Benevento, splendido, spicca l’arco di Traiano, ma non c’è più traccia – da millenni – delle forche Caudine; anche nel calcio, da un po’, è così: ma per Vigorito contano i numeri. «Con 76 punti realizzati, alla squadra posso imputare nulla – ha detto a Radio Company lunedì –. Sono orgoglioso, hanno giocato un torneo strepitoso, ci prepariamo ai playoff al
IL GIUDICE Mantova stangato: 3 giornate a Said e al tecnico Juric
meglio, nel ritiro di Roma». Un dossier sul Como è già dominio dello spogliatoio, le due finali di Coppa Italia persa dal Como, col Cosenza, ma non solo: la sfida di Le Noci e Ganz (figlio d’arte, autore del gol a Mantova, utile al sorpasso e a inserirsi nei playoff beffando l’Alessandria), alla miglior difesa, è intrigante, specie dopo la virata sannita dal 4-4-2 di Brini al 3-5-2 di CinelliLandaida «La squadra sta bene fisicamente e moralmente – assicurano i due, in ritiro a Roma – e ha assimilato le nostre innovazioni tattiche. Siamo fiduciosi. Il Como? Sappiamo come gioca, non sarà una sorpresa». Ma Benevento fa gli scongiuri. © RIPRODUZIONE RISERVATA
L’attaccante Umberto Eusepi, 26 anni, ha segnato 18 gol in questa stagione con il Benevento LAPRESSE
● FIRENZE Il giudice sportivo ha squalificato 31 giocatori, tre dei quali della Salernitana. Ecco il dettaglio. Espulsi Tre giornate a Rajcic (Casertana) per aver colpito al volto un avversario e Said (Mantova) per reiterate offese all’arbitro; due a Maiorano (Juve Stabia); una a Cinaglia (Ascoli), Mastropietro (Lupa Roma), Cristea (Salernitana), Spirito (Vigor Lamezia) e Morero (Alessandria). Non espulsi Due giornate a Torromino (Grosseto); una a Lanzaro e Pestrin (Salernitana), Mucciante (Matera), Marano (Casertana), Pinna e Fella (Melfi), Spinelli (AlbinoLeffe), Villagatti (Arezzo), Giannusa (Aversa), Beduschi (Lecce), Rosania (Pordenone), Perini (Renate), Cruz (San Marino), Giorico (Venezia), Calderini e Zanini (Cosenza), Formato (Ischia), Conti e Torri (Monza), Baraye (Torres), Cola (Santarcangelo), Held (Vigor Lamezia). Allenatori Tre giornate a Juric (Mantova) per offese all’arbitro. Dirigenti Inibizione fino al 30 giugno a Diego Valente (team manager Foggia) perché offendeva e colpiva con uno schiaffo un tesserato della Paganese. Società Ammende di 2.500 euro al Gubbio; 1.500 a Pavia e Salernitana; 1.000 a Benevento e Casertana. ●
ROSELLI RINNOVA (v.l.) Giorgio Roselli e il Cosenza ancora insieme. Il presidente Guarascio lo ha legato al club calabrese fino a giugno del 2017.
Siamo in onda! R
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MERCOLEDÌ 13 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
MATTINA 7 Gazzetta News 7.30 Gazzetta News 8 Gazzetta News 8.30 Gazzetta News 9.05 Campioni a confronto 9.30 Condò Confidential 10.05 The Speedgang-La banda dei motori 11.05 Perfection: momenti di gloria
11.30 Qui Foro Italico - Diretta 12.05 Bomber 13 Gazzetta News 13.30 Gazzetta News POMERIGGIO 14 Gazzetta News 14.15 Tuttogol 14.45 Autogol News
15 The Speedgang - La banda dei motori 15.55 Sfide senza limiti - Prima Tv 16.20 Pazzi per i derby 17.15 Bomber 18.05 Perfection: Momenti di gloria 18.30 Le nuove forze del calcio 18.45 Gazzetta News CorriAmo 19 Calciomarket 19.30 Gazzetta News Giro d’Italia
SERA 20 Qui Foro Italico - Diretta 20.30 Gazzetta News 21.05 Perfection: Momenti di gloria 21.35 Bomber 22.30 Gazzetta News Champions League 23.15 Gazzetta News Giro d’Italia 23.30 Gazzetta News 24 Calciomarket
GazzettaTv, la notte è da Champions
1Anticipazioni alle 20.30 e Speciale alle 22.30 su Real-Juve. In più Giro d’Italia, tennis e il ritratto di Bobo Vieri Champions. Spazio all’avventura e alle sfide senza limiti, ma anche a tutti quelli che amano i derby: Eric Cantona, l’ex calciatore diventato attore , ci accompagna nell’acceso derby argentino tra il Boca Juniors e il River Plate, sfide che diventano romanzi.
Gabriella Mancini
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anti eventi da non perdere su Gazzetta Tv, tutti sintonizzati sul canale 59 del digitale terrestre. Partiamo dalla fine, cioè dalla partitissima Real Madrid-Juventus, ritorno della semifinale di Champions League, la Partita da non perdere. Tutte le ultime notizie prima del match, le formazioni, i pronostici, i tabù, i duelli, le opinioni su Gazzetta News alle 20.30 con i i nostri inviati dalla Spagna. Seguirà lo speciale dopo la partita alle 22.30 con commenti e retroscena.
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CORSA ROSA Una giornata anche all’insegna del Giro d’Italia e degli Internazionali di tennis, naturalmente. Il primo appuntamento con la corsa rosa è alle 13.15 con il punto sulla quinta tappa, La Spezia-Abetone, il primo arrivo in salita per verificare le condizioni dei big. Il Giro torna alle 19.30 con i commenti di Paolo Bettini e dei nostri giornalisti Paolo Marabini, Ciro Scognamiglio, Marco Pastonesi, Claudio Ghisalberti, Claudio Gregori e Alessandro
BECCALOSSI E VIERI Alle 19 in primo piano c’è il calcio mercato, con le chicche più curiose fornite dal nostro esperto Carlo Laudisa in studio con Marilena Albergo. L’ospite è Evaristo Beccalossi. Obiettivo puntato su Real Madrid-Juventus e il punto sulle panchine italiane ed europee. Poi una nuova puntata di Bomber, il protagonista è Christian Vieri che racconta la stagione 2002-2003, quando giocava nell’Inter e conquistò il titolo di capocannoniere con ventiquattro gol. Un’intervista ricca di aneddoti in cui Bobo, migliore calciatore italiano nel 1999 e nel 2002, ricorda anche i gol più importanti, a partire dai quattro rifilati al Brescia. Fino alla serata di Champions League, incrociando le dita e anche le orecchie.
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MERCOLEDÌ 13 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
OPINIONI La vignetta
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LUCA DOTTO Nuotatore azzurro ● Dovrei cominciare a giocare a baseball? @dottolck
di Stefano Frosini
STEPHAN EL SHAARAWY Attaccante del Milan ● C’è sempre un motivo per sorridere, oggi ancora di più... Allenarsi con il gruppo... #milanello @OfficialEl92
LAURA BARRIALES Modella e show girl ● SARÀ che ERRando si impara sempre??? @SaraErrani #tennis #Champion #Roma @Lbarriales
Messi in finale Champions aspettando...
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cicli vincenti nel calcio europeo hanno le ali di una farfalla, rischiano di durare sempre meno. Oggi la Juve può chiudere quello che Ancelotti aveva acceso un anno fa. La conquista della decima Champions sembrava il primo passo di una lunga egemonia dei Blancos nel calcio che conta. Arrivava dopo un poderoso successo sul Bayern di Guardiola, sarebbe stato seguito dal Mondiale per club, un Pallone d’oro a Cristiano Ronaldo e un filotto di 22 vittorie consecutive. Da un po’ il Real di Ancelotti cigola e scricchiola, la sua panchina è bollente non solo per l’ondata di 40 gradi che incombe su Madrid. La maestosità del Real non si discute, i castigliani rimangono più forti ma molti piccoli indizi spingono la Juve oltre al gigantesco ostacolo del Bernabeu. Non ci sono
RAFA NADAL Campione di tennis ● Già a Roma per allenarmi... In un posto meraviglioso @RafaelNadal
solo le certezze spalmate sul campo nell’andata, il fixing dei rapporti di forza che promuovono a pieno titolo l’ingresso dei bianconeri nell’elite delle prime quattro squadre d’Europa. C’è di più. L’anno d’oro di Tevez, mai così decisivo. La rabbia e il talento di un Morata che rivede casa. La serena maturità dei Buffon e dei Pirlo. La geometrica potenza di un Pogba finalmente in corsa col suo futuro. Max Allegri, che ha restituito la giusta dimensione internazionale a questa Juve, può contare sulla freschezza di tutti i titolari. E’ una questione che può fare la differenza, in questo svincolo della Champions e della stagione. Anche Luis Enrique ha portato tutti i suoi giocatori chiave al punto giusto di preparazione sul rettilineo finale. Non è un caso che sia già a Berlino, in corsa per il triplete come Allegri. Anche a Monaco ci hanno pensato Messi, Suarez e Neymar (oltre a Ter Stegen): il 3-2 del Bayern salva l’orgoglio del Pep, ma non fa male. Per Luis Enrique sarà la prima finale di Champions, per i blaugrana l’ottava nella storia, le
ultime tre vinte dal 2006 a oggi. Le sette semifinali giocate in otto anni, più che di un ciclo lungo, danno il senso di una permanenza importante. Non è possibile vincere sempre, conta esserci, frequentare l’elite. E’ un circolo virtuoso avvitato attorno a prestigio, brand, commercializzazione e soldi che alimenta i risultati sportivi. Il Barça di Luis Enrique vive in questo circolo, sul bordo di un enorme punto interrogativo: in giugno si elegge il nuovo presidente, non si sa chi sarà l’allenatore. Neanche al Bayern il futuro ha contorni chiarissimi, ora che il mito di Guardiola è leggermente scalfito. Come dice il vecchio Beckenbauer serve «sangue nuovo». Piuttosto, il circolo virtuoso riguarda sicuramente la Juve che ha già mosso il mercato per rimanere nell’olimpo. Comunque andrà a finire al Bernabeu, questa semifinale è un punto di partenza. Per Ancelotti – invece – e i suoi fedelissimi del Real, rischia di essere un capolinea.
CULTURA ED EROI DENTRO LO SPORT PORTO FRANCO CO TURI di FRANCO ARTURI email: farturi@gazzetta.it etta.it twitter: @arturifra
Capisco che le sponsorizzazioni sono una colonna portante delle società calcistiche, capisco che la visibilità di chi concretamente sborsa denaro debba avere il suo ritorno economico, capisco e posso anche condividere anche l’idea di associare il calcio con altre realtà sportive. Ma i colori sociali di una squadra non si toccano, mi auguro che in futuro l’Udinese calcio continui le collaborazioni sportive con altre società, ma senza intaccare e modificare i colori della nostra gloriosa casacca bianconera. Ai tifosi lasciate almeno questo.
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Giovanni Jenco Paoloni (Orsaria di Premariacco, Ud)
Un talento al Giro
FORMOLO, LA STELLA DELLA BABY ITALIA L’ANALISI di LUCA GIALANELLA email: lgialanella@rcs.it
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l momento della svolta forse è davvero arrivato. Il volto da ragazzino di Davide Formolo, che con un’azione di altissima classe conquista i tifosi a La Spezia, si specchia nelle cifre della stagione 2015: l’Italia è la nazione più giovane del circuito mondiale. Abbiamo il maggior numero di corridori nati dopo il 31 dicembre 1989: 41, contro i 37 del Belgio e i 28 della Francia. E in questi mesi ne abbiamo già ammirati due. Alla Sanremo è arrivato quinto Niccolò Bonifazio, 9 ottobre 1993, che già nel 2014 con la vittoria alla Coppa Agostoni aveva cancellato dall’albo d’oro Beppe Saronni. E ieri Davide Formolo, nato il 25 ottobre 1992, ha ubriacato il Giro, lui che viene dalla Valpolicella, terra di Amarone e
Recioto (ma non beve!). Formolo abita a Negrar, il paese di una delle più affascinanti corse dei dilettanti, il Palio del Recioto, che esprime al meglio la fusione tra ciclismo e cultura. E’ vero, abbiamo dovuto aspettare anni, tanti. Ingoiato amarezze. Ammirato campioncini stranieri darci lezioni. Non abbiamo le scuole di ciclismo delle altre nazioni, ma i talenti sbocciano anche da noi, eccome. L’importante è che trovino direttori sportivi ispirati, che non guardino alla corsa del campanile per avere una coccarda in più sul petto. Il c.t. Davide Cassani ha fatto benissimo a chiamarlo in Nazionale per il Mondiale di Ponferrada 2014. Formolo si era messo in evidenza a fine giugno, quando soltanto Vincenzo Nibali riuscì a piegarlo sulle ondulazioni del Trofeo Melinda che assegnava il Tricolore. Cassani sta facendo della linea verde il suo credo. Con l’inserimento di alcuni «piloti esperti», come Paolini, per esempio, ma la strada è
CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DIRETTORE RESPONSABILE ANDREA MONTI andrea.monti@gazzetta.it VICEDIRETTORE VICARIO Gianni Valenti gvalenti@gazzetta.it VICEDIRETTORI Pier Bergonzi pbergonzi@gazzetta.it Stefano Cazzetta scazzetta@gazzetta.it Andrea Di Caro adicaro@gazzetta.it Umberto Zapelloni uzapelloni@gazzetta.it Testata di proprietà de “La Gazzetta dello Sport s.r.l.” - A. Bonacossa © 2015
PRESIDENTE Maurizio Costa AMMINISTRATORE DELEGATO Pietro Scott Jovane CONSIGLIERI Gerardo Braggiotti, Laura Cioli, Paolo Colonna, Teresa Cremisi, Dario Frigerio, Tom Mockridge, Stefano Simontacchi DIRETTORE GENERALE DIVISIONE MEDIA Alessandro Bompieri
ELISA DI FRANCISCA Campionessa di scherma ● In partenza per Coppa del Mondo a #shanghai insieme alla mia prima sostenitrice: mia madre. @ElisaLovesJesi
Lettere alla Gazzetta
JUVE, IL CIRCOLO VIRTUOSO DI MAX IL COMMENTO O di ALESSANDRO DE CALÒ
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segnata. Davide Villella, Valerio Conti, Liam Bertazzo, Iuri Filosi, Paolo Simion, Federico Zurlo, sono soltanto alcuni dei ragazzi di cui sentiremo parlare. Certo, per chi corre nelle squadre Professional il cammino sarà più duro. Sono gli scontri ad alto livello che ti formano. E Formolo, in questo, ha avuto la fortuna di arrivare nel ciclismo alla Cannondale di Basso, cioè l’università, di cui il varesino è stato il professore. Permetteteci, infine, una nota personale. Formolo è stato l’ultima scommessa di Daniele Tortoli, il d.s. che nei dilettanti aveva lanciato Cipollini e Bartoli. L’ha guidato alla Petroli Firenze, tre anni da Under 23, una piccola squadra, una grande famiglia. Daniele ha lottato come un leone, se n’è andato due anni fa. Proprio Formolo, in chiesa, in un caldissimo luglio, aveva portato in lacrime l’ultimo saluto della squadra. Daniele da lassù ieri è stato molto felice. Sì, aveva visto bene.
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Lei sa che combattiamo su questo fronte da sempre e ci ritorniamo ogni tanto. Intaccare i colori sociali significa attentare a processi identitari consolidati, tagliare radici con rischi elevati di disaffezione. Non vedo nella sua posizione alcuna valenza nostalgico-passatista. Al contrario, mi sembra materia di modernità e futuro. Tutto si riferisce ad una cultura sportiva che in questo Paese è terribilmente deficitaria. Eppure lo sport è un grande veicolo di elevazione sociale. Tende a produrre buoni cittadini, che a volte diventano eroi. Forse è appartenuta a questa categoria la persona che voglio ricordare a pochi giorni dalla sua scomparsa. Si tratta di Sara Aldrovandi Balboni, aveva 88 anni. Ragazza del ‘26, a 14 anni vinse il titolo italiano di salto in alto con 1.45. Nell’albo d’oro è preceduta dalla celebre Ondina Valla, la prima olimpionica italiana, che fu sua amica. Sara (curioso: molti anni dopo lo sport italiano ha prodotto un’altra, e molto più celebre, saltatrice in alto con lo stesso nome, la Simeoni) fu premiata a Roma dal Duce in persona. Ma qualche anno dopo la ragazza fece una rischiosa
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scelta di segno opposto: divenne partigiana nella trentaseiesima brigata Garibaldi Bianconcini. Lei uscì indenne dalla guerra civile, il fratello Luciano no: cadde in combattimento, con il nome di battaglia Andrea, partigiano a sua volta, a soli 10 giorni dalla liberazione. Sara ne fu segnata per sempre: non se la sentì di proseguire la sua attività sportiva. Ricordiamo lei e tutti gli sportivi che hanno testimoniato in quegli anni per la libertà di cui godiamo oggi. Il ricordo, la cultura. Da una digressione all’altra, ma sempre in tema. Il 26 maggio a Milano verranno consegnati i diplomi ai 33 studenti che hanno composto la decima classe del Master in «Strategie in Business dello Sport». Un evento ormai tradizionale, che lancia contemporaneamente l’undicesima edizione del corso, che si terrà come sempre nella splendida cornice della Ghirada, a Treviso, organizzato da Verdesport, società del Gruppo Benetton. Nell’occasione avrà luogo un breve convegno, che sottolinea qualcosa di fondamentale, a mio avviso: la saldatura fra l’anima social-popolare dello sport con il mondo accademico. Troppe volte, soprattutto in questo Paese, si confina lo sport nell’ambito angusto del salutismo, dimenticandone i profondi valori culturali. Che, a proposito di modernismo, producono anche importanti opportunità sul fronte del lavoro. In questo Master si costruiscono i manager sportivi di domani. «Li reclutiamo un po’ dovunque in Italia — racconta l’entusiasta amministratore delegato di Verdesport, Enrico Castorina — e diamo loro teoria ma soprattutto tanta pratica e immersione nel mondo reale delle aziende. L’85% degli studenti passati di qui sono occupati e il 50% sono rimasti nell’ambito dello sport. Vengono da noi sognando di essere tanti Galliani alle prese con una sorta di fantacalcio, ma imparano presto che cosa significa lavorare davvero in questi ambiti». Ecco: identità, valori, cultura. Partendo dai colori di una maglia, abbiamo fatto un lungo percorso. Per riflettere un po’.
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98° Giro d’Italia R Quarta tappa, Chiavari-La Spezia San Lorenzo al Mare
1 km 17,6
Albenga
Rapallo
2 km 177 Sanremo
TEAM ORICA GERRANS
Genova VIVIANI MATTHEWS
L'ANALISI del nostro inviato a La Spezia PAOLO MARABINI
ARU-CONTADOR, SCINTILLE POZZOVIVO LASCIA L’OSPEDALE
I
l giorno dopo la grande paura, il Giro rimuove dagli occhi l’immagine di Domenico Pozzovivo, immobile a terra nella discesa del Barbagelata - ma, grazie a Dio, sano e salvo - e applaude uno dei giovani italiani di maggior talento. Davide Formolo, 22 anni e mezzo, è l’uomo del giorno. Pardon, il ragazzo del giorno. Di cui da tempo si fa un gran parlare, che qualcuno azzarda quanto prima sul podio più alto di un grande giro. Un ragazzo che al quarto giorno della sua prima corsa a tappe di tre settimane, alla seconda stagione da pro’, s’inventa un numero da campione. Entrare dopo 20 chilometri nella folta fuga di giornata, poi battezzare il momento chiave della tappa, quindi scappare da solo, subito prima dell’ultima salita, con una perfetta scelta di tempo, e resistere davanti a tutti per 14 chilometri nonostante la bagarre tra i big: se non è un numero da campione questo... Prima vittoria in carriera nella corsa più importante, proprio come Fabio Aru a Montecampione un anno fa. E l’Italia può coccolarsi anche il veronese, che con il sardo dell’Astana ha preso già in mano l’eredità di Vincenzo Nibali, anche se non è certo il caso di mettere pressione sul baby svezzato da Ivan Basso e di aspettarsi la luna in questo gran debutto.Tre settimane sono lunghe, estenuanti, infinite. Lo sono per un veterano, figuriamoci per uno sbarbato alla prima esperienza, mai andato oltre una corsa di nove tappe. Ma state pur certi che nei prossimi giorni lascerà altri segni: forte è forte; non gli manca la personalità; e non gli fa difetto la sfrontatezza, da non confondersi con supponenza. Non è entrato per caso, un anno fa, nella Nazionale di Cassani per il Mondiale, benché da riserva.
Formolo e l’australiano Simon Clarke, nuova maglia rosa, hanno messo la firma su una tappa-spettacolo. E la fuga di 29 corridori nata poco dopo il via - vantaggio fino a 10’15” ha rischiato di far saltare il banco, come cinque anni fa all’Aquila. C’è chi ha criticato la tattica della Tinkoff-Saxo. Ma a ben guardare, forse, non è stata sbagliata. Già la presenza nel gruppetto di testa di Kreuziger, uomo di Contador, ha fatto discutere. Poi, quando mancava ancora un’ora e mezza all’arrivo, il «pistolero» è rimasto con un solo compagno, Rogers. Con Kreuziger davanti - non certo un corridore di secondo piano - Alberto ha però costretto Astana e Sky ad assumersi il peso dell’inseguimento, fidandosi delle sole proprie gambe per rispondere a eventuali attacchi di Aru e Porte. In caso di necessità, avrebbe sempre potuto ordinare al ceco di fermarsi ad aspettarlo. Ma non è servito, perché la fuga - Formolo a parte - si è spenta sull’ultima salita. E la fiammata accesa da Aru in vista del gpm, costata 42” a Rigoberto Uran, non ha sorpreso lo spagnolo. Intanto gli altri suoi compagni, Basso compreso, già molto impegnati nelle due giornate precedenti, hanno potuto risparmiare energie utili oggi sull’Abetone, arrivo della quinta tappa. Una salita che, presa da sola, non mette troppa paura. Ma dopo due giornate molto dispendiose, può far male. Il Giro si vince giorno dopo giorno. Contador lo sa bene.
TRE APPUNTAMENTI: 13.15, 19.30 E 23.15 CON GLI HIGHLIGHTS
3 km 136 Sestri Levante MATTHEWS MATTHEWS
Chiavari
La Spezia
4 km 150
5 km 152 La Spezia
Abetone
Montecatini Terme
6 km 183 Castiglione della Pescaia
Grosseto
Fiuggi
7 km 264 Fiuggi
8 km 186 Campitello Matese
Benevento
Civitanova Marche
9 km 215 10 km 200 San Giorgio del Sannio
Forlì
FORMOLO CLARKE
Formolo QUA LA MANO, CAMPIONE
● Malè, 28 giugno 2014. Vincenzo Nibali stringe la mano a Davide Formolo (2°) al Tricolore. Nato a Negrar (Vr) il 25 ottobre 1992, Formolo inizia con l’Ausonia Pescantina a 6 anni e qui resta sino a junior. Dal 2011 al 2013 è Under 23 alla Petroli Firenze: 2° al Tricolore e 8° al GiroBio nel 2012; 1° al Pesche Nettarine, 2° al Val d’Aosta e 6° al Tour de l’Avenir 2013. Pro’ dal 2014 alla Cannondale, ieri la prima vittoria FOTO ROBERTO BETTINI
1
«Avevo i brividi» L’Italia ammirata: il futuro è oggi Claudio Ghisalberti INVIATO A LA SPEZIA
«C
he spettacolo! Negli ultimi 300 metri avevo i brividi. Mi giravo e non vedevo nessuno, solo una moto. Non mi sembrava vero, avevo paura che qualcuno mi saltasse. Non ci credo ancora. È il giorno più bello della mia vita». Davide Formolo è un predestinato, un diamante del ciclismo italiano. Lo guardi e sembra ancora più giovane di quei 22 anni che dice l’anagrafe. Lo vedi prima del via e ti fa tenerezza, lo vedi in corsa e ti fa paura per la grinta, sembra un predatore in caccia. Ha coraggio, tanto da fare a spallate con Nibali per tenere le posizioni, come alla Freccia Vallone. Gli parli e pare sia assorto nel
LA GUIDA SUA LA VOLATA PER IL 2° POSTO CLARKE VA IN MAGLIA ROSA
suo mondo, ma poi ti risponde con una battuta e un sorriso. Ha gambe forti, il «bambino», ma anche la testa da corridore. Alle distrazioni lascia poco spazio: «Voglio sempre dare il meglio di me, ogni giorno, anche se sono in allenamento da solo. Solo così si migliora, solo così si va avanti». Alla seconda stagione da pro’ ha centrato la prima vittoria in carriera, dal peso specifico enorme. Ci vuole coraggio ad attaccare da lontano e rendere la corsa durissima il giorno prima del primo arrivo in salita. Molti sono convinti che sia meglio uscire di classifica e aspettare la tappa buona. «Sì, io sono convinto che bisogna battere il ferro quando è caldo. Le occasioni, quando si presentano, non vanno sprecate. Diciamo che sono stato molto fortunato e sono arrivato solo». ARRIVO 1. Davide FORMOLO (Ita, Cannondale-Garmin) 150 km in 3h47’59”, m. 39,476 km/h; 2. Simon CLARKE (Aus, Orica). 3. Jonathan MONSALVE (Ven, Southeast). 4. Visconti (Ita). 5. Chaves (Col). 6. Aru (Ita). I BIG 9. Contador (Spa); 10. Porte (Aus); 18. Van den Broeck (Bel); 21 Uran (Col); 37. Hesjedal (Can).
MERCOLEDÌ 13 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Forlì
Imola
11 km 153
12 km 190 Imola
Montecchio Maggiore
13 km 147
Vicenza (Monte Berico)
Jesolo
Treviso
Marostica
Pinzolo
14 km 59,4 15 km 165 16 km 174 Valdobbiadene Madonna di Campiglio
Aprica
Tirano
Melide
17 km 134
18 km 170 Lugano (Svizzera)
Gravellona Toce
19 km 236 Verbania
Saint-Vincent
20 km 199 Cervinia
Quali sono i suoi limiti? «I miei limiti li scopriremo strada facendo. Esatto. Vedremo come reagisce il mio fisico alle tre settimane. Sono qui per capire, per conoscermi. Ma oggi c’era da spendere e ho speso bene». Formolo e la bici: quando sboccia l’amore? «Ho iniziato a pedalare a 6 anni. La mia è una famiglia di grandi appassionati di ciclismo, ma non c’è mai stato un corridore vero. Anch’io prima di tutto sono un appassionato. Poi ho avuto la fortuna che il ciclismo sia diventato anche il mio lavoro. Mi sveglio al mattino che ho voglia di andare a lavorare e questo credo sia un privilegio enorme. Soprattutto per un giovane, di questi tempi».
del veronese, 22 anni, diamante del nostro ciclismo. Attacca in pianura e trionfa. Adesso si sale: c’è l’Abetone CLASSIFICA 1. Simon CLARKE (Aus, Orica); 2. Chaves (Col) a 10”; 3. Kreuziger (R. Cec) a 17”; 4. Contador (Spa) a 17”; 5. Aru (Ita) a 23”; 6. Cataldo (Ita) a 23”. I BIG 10. Porte a 37”; 14. Uran a 1’11”; 20. Van den Broeck a 1’21”; 30. Hesjedal a 6’06”. OGGI Quinta tappa La Spezia-Abetone, 152 km.
Punta alla classifica? «Il leader resta Ryder (Hesjedal, ndr) però vediamo. Non so neanch’io cosa posso fare. E pensare che non dovevo neppure esserci, l’ho saputo solo ai Baschi: mi sono fatto trovare sull’attenti. Corro senza pormi limiti e senza grandi pressioni». Che cosa si aspetta dall’Abetone? «Che soffriremo in tre: io e le mie gambe».
LACRIME E FELICITÀ Davide Formolo, 22 anni, incredulo all’arrivo e felice tra le miss sul podio BETTINI/REUTERS
A quali corridori assomiglia? «Adesso noi scalatori siamo tutti abbastanza simili fisicamente. Sono alto 1.81, da under ero meno di 60 chili, troppo poco per un pro’. Così leggero in pianura ti staccano. Ora sono 64-65. Tecnicamente vado abbastanza bene in salita, ma non ho grande cambio di ritmo. Anzi, non ce l’ho per niente». L’idolo è Basso, giusto? «Sicuramente! Sono cresciuto guardandolo in tv, che imprese! Ha sempre corso mettendoci l’anima. Lo scorso anno, da neopro’, ho avuto anche la fortuna di essere suo compagno. Quella squadra era stupenda. Lo stimo molto anche come uomo: non ho letto molti libri, ma la sua autobiografia l’ho divorata in tre giorni. Che grande Ivan». Idoli negli altri sport? «No, però mi piacciono i campioni, quelli che vin-
Torino
21 km 178 Sestriere
cono. Calcio? Non lo seguo molto. L’unica cosa è che mi fa piacere se Hellas e Chievo vanno bene».
1Colpo di classe
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Il bello del ciclismo? «Che ogni giorno è un’emozione nuova». Un giornalista americano, immaginandolo in difficoltà, si scusa perché gli chiede in inglese come si trova nella Cannondale-Garmin. Formolo lo spiazza sorridendo, e rispondendo in inglese. «Il primo mese mi sentivo un po’ spaesato, in difficoltà con la lingua, poi ho pensato che anche in America le bici hanno due ruote e due pedali. Si tratta pur sempre di pedalare. Dal quel momento è migliorata anche la conoscenza della lingua. Non sono ancora bravissimo, magari non ancora in grado di raccontare bene le barzellette. Però miglioro giorno per giorno. Essere in questo team credo sia grandioso per il mio futuro». La dedica? «Per quelli che mi vogliono bene e tutti quelli che credono in me. Soprattutto Mirna, la mia fidanzata. Ha la mia età, da due mesi viviamo insieme». Viene dalla Valpolicella: amarone o recioto? «Nessuno dei due, non bevo altrimenti avrei la pancia». E della vittoria di Davide se ne parlerà anche nell’hotel Tinkoff. Pare già di sentire Basso dire a Contador: «Te l’avevo detto che Formolo è forte forte». © RIPRODUZIONE RISERVATA
Milano
SCATTA IL BETTO di PAOLO BETTINI
HA CORAGGIO E GRANDI DOTI
A
spettiamo un attimo a dire che è nata una stella, però a La Spezia Formolo ha fatto davvero un gran numero. Di lui abbiamo sentito spesso parlar bene, oggi è lui che fa parlare di sé. Questa era una gran tappa, dura, forse anche più esigente di una frazione di montagna. Questa è una vittoria che vale più di una semplice tappa. Dire ora che tipo di corridore è Formolo è complicato. Ce lo spiegherà lui col tempo, è un giovane tutto da scoprire e forse neppure lui sa che tipo di corridore potrà diventare. Per ora prendiamo per buono quello che ha fatto vedere. Di certo, comunque, ha doti importanti: sa prendere il vento, sa osare, e queste sono caratteristiche che tanti rivali non hanno. Nella bagarre sa prendersi responsabilità. E poi ci vuole coraggio a buttarsi nella fuga prima del primo arrivo in salita.
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98° Giro d’Italia R Il protagonista
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«È FANTASTICO: HA GAMBE IRREALI E UN TALENTO DAVVERO SPECIALE» RYDER HESJEDAL 34 ANNI, IN SQUADRA CON FORMOLO
1927
● L’anno della prima vittoria di un veronese al Giro d’Italia: Arturo Bresciani, 11a tappa, Pescara-Pesaro, il 30 maggio
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fLA STORIA
Ecco l’Abetone Il santuario dello sport dal volo di Coppi a Zeno Colò
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Davide Formolo attaccante coraggioso: nel 2012 (foto sotto) riceve il premio «Corsaro Nero» SCANFERLA ● 1. Ieri sulla salita di Biassa SIROTTI ● 2. In azzurro prima del Mondiale 2014, tra i vigneti BETTINI ● 3. Da junior, 17 anni: Ausonia Pescantina VIGANÒ ● 4. Under 23 nel 2012, Formolo alla Petroli Firenze vince il Giro delle Pesche Nettarine: eccolo con il d.s. Tortoli BETTINI
Marco Pastonesi INVIATO A LA SPEZIA
S
ei anni e lo chiamano Roccia. Ma la prima volta che quelli dell’U. S. Ausonia Pescantina lo vedono, si stupiscono: perché è piccolo, piccolo, piccolo, così. Davide, figlio di Livio, nipote di Sante e fratello di Jonathan: i Formolo, di San Rocco di Marano di Valpolicella. La famiglia: con la passione per il ciclismo. Lui: pane e bici. Le prime bici sono di Livio e Sante, ma troppo grandi per salirci su. La prima bici per salirci su è di Jonathan: il papà che gli dice «vai» e lui che, magicamente, va. La prima bici da corsa è fucsia, di acciaio, prestatagli dall’U. S. Ausonia di Pescantina, ancora adesso di proprietà della società e in uso per qualche bambino ignaro dei predecessori. I primi allenamenti intorno al salumificio Pavoncelli: il pomeriggio, appena la fabbrica chiude, i giovanissimi cominciano a pedalare, il giro è un chilometro scarso, ma libero dalle macchine, ed è lì che Davide, sempre indietro nello sviluppo rispetto ai coetanei, prepara la rincorsa al Giro d’Italia 2015, quarta tappa, Chiavari-La Spezia. RADICI Formolo, una famiglia sana: papà Livio, 55 anni, camionista, avanti e indietro dalla Germania; mamma Marina, 49, che dirige la casa; Jonathan e Davide ad abbassare l’età media; i nonni Luigi, 89, e Giuseppe, 85, ad alzarla. Racconta mamma Marina: «Jonathan e Davide, così diversi. Jonathan esplora, bici, nuoto, sci, ancora bici, però mountain bike, per tenersi in forma. Davide concentra, bici, solo bici, sempre bici, tutto in funzione della bici. Jonathan insegue altri sogni e suoni, pianoforte compreso. Davide insegue se stesso, senza sapere bene chi sia, ma sapendo benissimo dove vuole arrivare». Già. La prima corsa a sette anni, a Vigasio di Verona, da G2: «Un circuito di un chilometro da fare fino allo svenimento, tutta la gara con la corona piccola davanti, perché non so che ce n’è anche una più grande». E — non a caso lo chiamano «Roccia» — arriva in fondo. La prima vittoria a 11 anni, a Cadidavid, una frazione di Verona: «L’arrivo tira un po’ in su, rimango da solo, dopo tanti piazzamenti mi sembra impossibile, alzo le mani al cielo. Magari, penso, non mi succederà
«Roccia», il corsaro delle Cinque Terre: pesche, scuola e bici 1Formolo si diploma perito meccanico con 100: semplice
e sincero. In Valpolicella le campane hanno suonato per lui più». Succede, ma raramente: da allievo altre due volte. ioco. RacPESCHE La bici è sempre gioco. no scuse conta: «Gli allenamenti sono per andare a rubare le pesche che nei campi dei contadini. Da junior nior ritrovo un amico di un anno maggiore. Mi dice: "Guarda che qui bisogna allenarsi". Così niente te pesche e molti chilometri». «Finalmente, nalmente, al primo anno da junior, Davide de comincia ad aggiungere centimetri e ottenere nere piazzamenti — ricorda Gaetano Zanetti, tti, direttore sportivo dell’Ausonia —. La rivelazione: il terzo posto nella gara internazionale di Offida. La conferma: rma: le quattro vittorie il secondo anno nno da junior, e all’arrivo ci vuole sempre empre una salita. Il segreto: è un duro, non molla mai». A 18 anni, in tasca il diploma di perito meccanicanico celebrato con 100 centesimi, simi, nel cuore la passione per il cicliiclismo, Davide viene «sponsorizizzato» da papà Livio e mammma Marina: «Ti diamo duee anni per provarci. Se vai, vai. ai.
E se non vai, vai a lavorare». Davide va a correre in Toscana,, e anche a lavorare. «D’estate, quando c’è più tempo per insegnare e anche impat rare — ricorda Nicola Bussola, titolare della Bussola Cicli di Pedemonte —. Lui la bici, già l’ama. Noi, la bici, ci Lui, lim limitiamo a mostrargliela e spiegargl gliela. Come si centra il cerchione, co come si registra il cambio, come si as assembla una bici. Davide sa tutto. Fo Forse gli manca l’ultima lezione: come, partendo partend da zero, si costruisce una ruota. Ma questo v vale un master universitario». CAMPA CAMPANE Neanche il professionismo cambia Davide. Da «Il suo bello — svela mamma Marin Marina — è la sincerità: dice sempre quello che pensa». «Il suo bello — sostiene Bu Bussola — è la semplicità: prima di anda al Giro, è passato a salutarci». Il andare pae ne è orgoglioso. Ieri il parroco paese su suona le campane a festa, e la gente, « «anche quella che — dice mamma M Marina — non sa che cosa sia il ciclism piange di gioia. Era l’ottavo dei smo», se nani: Formolo. E’ diventato un sette bo bolide da gran prix: Formolo 1. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Fausto Coppi sull’Abetone al Giro d’Italia del 1940 BORDIN
L’
Abetone è un santuario. Qui abitano gli dei. Sulle sue nevi sono cresciuti Zeno Colò, il discesista più grande della nostra storia, e Celina Seghi. Sulle sue strade è sbocciato Fausto Coppi. Si trattò di un’apparizione portentosa. Coppi non aveva ancora vinto da pro’ ma il 29 maggio 1940, nell’11a tappa del Giro, FirenzeModena, attaccò sull’Abetone, scollinò a pochi secondi da Cecchi, lo saltò in discesa e, dopo 100 km di fuga solitaria, vinse a Modena e conquistò la maglia rosa. Sull’Abetone, nel ‘59, arrivò primo anche Charly Gaul, «L’Angelo della Montagna», vincitore di due Giri, scalatore formidabile, capace dei rovesciamenti più clamorosi. Oggi il Giro trova l’Abetone per la 19a volta: la prima nel 1928, quando Alfredo Binda era il re. Per la quarta volta è traguardo d’arrivo: nel 1954 s’impose Gianneschi, e, oltre a Gaul, nel 2000 Francesco Casagrande. È il primo arrivo in salita del Giro. Vedrà la prima battaglia campale tra Contador, Uran, Porte e Aru. La salita è lunga 17,3 chilometri e presenta un dislivello di 928 metri. Dopo un avvio con pendenze dolci, il tratto centrale presenta 8 km al 7% con punte al 10%, poi la pendenza diminuisce verso la fine. Formolo ieri ha portato al Giro la voce squillante della giovinezza. Fausto Coppi, quando apparve sull’Abetone aveva vent’anni. La sua cavalcata accende la fantasia e apre il cuore alle speranze più audaci. Claudio Gregori
98° Giro d’Italia R Gli attaccanti
MERCOLEDÌ 13 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
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«FORMOLO? SAREBBE IL PRIMO AL QUALE PROPORREI UN CONTRATTO» IVAN BASSO CON DAVIDE NEL 2014
fLA SPERANZA ITALIANA QUINTO IN CLASSIFICA A 23” Aru scatta, lo seguono Contador e Porte BETTINI
LO SCATTO DI ARU L’ASTANA PADRONA «SEMBRAVA LA CRONOSQUADRE» Alessandro Conti INVIATO A LA SPEZIA twitter @alfa_conti
«D
ai 70 all’arrivo abbiamo fatto una cronosquadre». È così che Fabio Aru ha dato il senso della tappa di ieri. «Avevamo previsto di fare un po’ meno fatica», ha poi aggiunto il ds dell’Astana
Beppe Martinelli. Una frazione, la quarta Chiavari-La Spezia, estremamente impegnativa, che coi suoi continui saliscendi è stata percorsa alla media di 39,476 km/h. In cui Aru ha anche sprintato per il secondo posto, ed è arrivato sesto a 22” davanti ad Alberto Contador, nono, con lo stesso tempo. Ora nella generale Aru è quinto, a 23” dalla maglia rosa e a 6” (distacco invariato ri-
spetto alla tappa precedente) da Contador, che lo precede di una posizione in classifica e che prima era 6°. Dopo l’arrivo al pullman della squadra kazaka l’aria era festosa, i tifosi tanti, come anche l’entusiasmo. In particolare per i molti bambini presenti: «Un autografo di Aru? Preferiamo un saluto» ha detto una donna con un paio di bambine. SULL’ATTENTI Soddisfazione ma anche guardia alta. «Qui al Giro — ha aggiunto lo scalatore — bisogna stare sempre concentrati. Abbiamo 17 tappe davanti». «La squadra ha fatto un grande lavoro», ha proseguito Aru sulla quarta frazione. A lungo in fuga sono stati Dario Cataldo e Andrey Zeits. In gruppo gli Astana hanno fatto l’andatura. E «ha fatto tanto caldo, il percorso era duro» ha aggiunto il ciclista. Sul vincitore di giornata: «Con Formolo abbiamo corso insieme da dilettanti. Ha fatto un bel numero». APPUNTI Martinelli si è soffermato sulla forma di Aru, «quando sull’ultima salita è scattato in faccia a Contador». E sulla volata del sardo che «significa che aveva ancora un po’ di forza e che stava bene». Le tappe di ieri e lunedì erano state studiate dal ds Astana: «Una giornata di 1213 ore in macchina. Diverse salite le ho fatte anche più di una volta per prendere appunti». Oggi c’è l’Abetone, il primo arrivo in salita del Giro: «Con quello che è successo a La Spezia potrebbe essere un po’ più facile — ha aggiunto Martinelli —. Sull’Abetone sicuramente sarà battaglia tra i migliori». © RIPRODUZIONE RISERVATA
● I Giri disputati da Aru: prima di questo, 42° nel 2013 come gregario di Cunego, 3° con 1 vittoria di tappa nel 2014
fIL GRANDE FAVORITO QUARTO IN CLASSIFICA A 17”
Contador saluta il pubblico BETTINI
LA TATTICA TINKOFF NON CONVINCE, CONTADOR SOFFRE «COSÌ È DURISSIMA» Ciro Scognamiglio INVIATO A LA SPEZIA twitter @cirogazzetta
«S
apevo sarebbe stato un giorno duro, ma mi sbagliavo: è stato molto, molto duro. E l’Astana ha fatto un ritmo incredibile dovunque. In salita, in pianura, in discesa». Alberto Conta-
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dor rientra al bus della TinkoffSaxo e c’è un nutrito gruppo di tifosi che l’applaude. «La fuga era molto numerosa — prosegue lo spagnolo, re del Giro 2008 —, e la presenza di Kreuziger ci dava tranquillità. Quando nel finale ho visto Uran in difficoltà ho chiesto a Roman che era con me di tirare per guadagnare secondi. L’Abetone? Non è molto pen-
dente, ma pensiamo al ritmo col quale abbiamo corso negli ultimi due giorni. Se continuiamo così, allora sì che anche l’Abetone potrà presentare il conto. Attenzione pure a caldo e umidità, due fattori che hanno influenzato le prime tappe». TATTICA Ieri s’è discusso a lungo in ambito «TinkoffSaxo», perché la tattica della squadra ormai orfana di Bjarne Riis non ha convinto tutti. «Perché tirano se hanno Kreuziger nella fuga?», è il sunto. «Kreuziger non è la nostra scelta per vincere il Giro, noi vogliamo la maglia rosa con Contador», la risposta. Ieri, oltre ai tecnici De Jongh, Cenghialta e Michaelsen, c’era anche il boss Oleg Tinkov (che dovrà subire una operazione al menisco): «Stavo tornando nella casa di Forte dei Marmi, ma mi hanno avvisato che stava succedendo di tutto e allora sono rientrato». Sulla tattica, ha sorriso: «Non sono io il ds», anche se in tanti pensano il contrario. E in tanti hanno anche notato che Ivan Basso, uomo chiave per Alberto, sia arrivato a 20 minuti. Il varesino però non ha segnalato problemi («Tutto ok, Contador doveva essere coperto e lo era, ci alterniamo per avere forze fresche») e ci può stare che sia stato «conservato» in vista di alcuni, ben precisi appuntamenti. E oggi, per l’appunto, l’Abetone chiama anche Ivan, che dovrà rispondere presente. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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98° Giro d’Italia R Il deluso
MERCOLEDÌ 13 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
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«ABBIAMO SPESO TANTO PER TIRARE MA ANCHE GLI ALTRI PER STARE A RUOTA» PAOLO TIRALONGO 37 ANNI, ASTANA PRO TEAM
1Il colombiano si stacca sulla salita di Biassa: perde 42” dai big,
ora in classifica è a 54” da Contador. Lefevere: «Non respirava bene»
IL GIRO AI RAGGI X MAGLIA ROSA
ROSSA
AZZURRA
BIANCA
9/5
1a SAN LORENZO AL MARE-SANREMO (cronosquadre) 17,6 ORICA
GERRANS
-
-
MATTHEWS
10/5
2 ALBENGA-GENOVA
177 VIVIANI
MATTHEWS
VIVIANI
LINDEMAN
MATTHEWS
11/5
3 RAPALLO-SESTRI LEVANTE
136 MATTHEWS
MATTHEWS
VIVIANI
KOCHETKOV
MATTHEWS
Ieri
4 CHIAVARI-LA SPEZIA
150 FORMOLO
CLARKE
VIVIANI
KOCHETKOV
CHAVES
DATA TAPPA a
a
a
DATA TAPPA Oggi
5a LA SPEZIA-ABETONE
KM ARRIVO
KM DIFFICOLTÀ e GIUDIZIO GAZZETTA 152
Domani 6a MONTECATINI T.-CASTIGLIONE DELLA PESCAIA 183 15/5
7a GROSSETO-FIUGGI
264
16/5
8a FIUGGI-CAMPITELLO MATESE
186
17/5
9a BENEVENTO-SAN GIORGIO DEL SANNIO
215
18/5
RIPOSO a CIVITANOVA MARCHE
19/5
10a CIVITANOVA MARCHE-FORLÌ
200
20/5
11a FORLÌ-IMOLA (Autodromo Ferrari)
153
21/5
12 IMOLA-VICENZA (Monte Berico)
190
22/5
13a MONTECCHIO MAGGIORE-JESOLO
23/5
14a TREVISO-VALDOBBIADENE (crono individuale)
24/5
15 MAROSTICA-MADONNA DI CAMPIGLIO
25/5
RIPOSO a MADONNA DI CAMPIGLIO
26/5
16a PINZOLO-APRICA
174
27/5
17a TIRANO-LUGANO
134
28/5
18a MELIDE-VERBANIA
170
29/5
19a GRAVELLONA TOCE-CERVINIA
236
30/5
20a SAINT-VINCENT-SESTRIERE
199
31/5
21 TORINO-MILANO
178
a
a
a
147 59,4 165
**** * ** **** ****
Il primo arrivo in salita, dove il mondo scoprì Coppi: i big si possono testare
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Si inizia la risalita dopo il primo riposo, spazio agli uomini da volata
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Tonale, Aprica, Mortirolo, Aprica: bastano i nomi. Saranno emozioni forti
Si tira il fiato dopo la partenza scoppiettante, occasione per le ruote veloci Tappa-maratona, la più lunga. Ultimi 350 metri al 4%, adatti a Gilbert & C. Primo vero esame per i big, con l’infinita Forca d’Acero e i 13 km finali al 7% Più dura del previsto, si sale e scende di continuo: 4000 metri di dislivello
Tappa non facile: nel finale 3 volte il circuito Tre Monti e arrivo nell’autodromo Ultimi 60 km da fuoco e fiamme, i 1200 metri finali con punte all’11% Un biliardo: la quiete prima della tempesta, finale velocissimo, e le rotatorie... L’unica crono: 30 km piatti, poi 29,4 su e giù tra i vigneti. Molti qui perdono il Giro Ecco le Dolomiti: il Daone - salita e discesa - è da temere più di Campiglio
Giornata di recupero, via libera ai velocisti usciti sani e salvi dalle Dolomiti Il Monte Ologno (10 km al 9%; Gpm a 36 km dall’arrivo) è un trampolino Quasi 4800 metri di dislivello, per lo più negli ultimi 90 km con 3 salite da 20 km Si decide il Giro, il Colle delle Finestre con gli ultimi 9 km di sterrato fa paura Passerella finale a Milano dopo 2 anni: si passa dall’Expo, poi circuito in corso Sempione
Ciro Scognamiglio
IL NUOVO LEADER
INVIATO A LA SPEZIA twitter@cirogazzetta
Clarke: «Sogno Ho esultato per la rosa»
«Q
uell’azione di Fabio Aru mi ha fatto male». Dei quattro moschettieri seduti alla vigilia alla tavola del Giro d’Italia, Rigoberto Uran è quello che esce peggio dalla tappafrullatore nel fantastico scenario naturale delle Cinque Terre. Il 28enne colombiano della Etixx-Quick Step ha perso quelle ruote da non perdere nemmeno al giorno di riposo: Aru, Contador, Porte. A La Spezia è arrivato 42 secondi dopo di loro e in classifica generale adesso è 14° a 1’11” e soprattutto rende 54” a Contador che è «maglia rosa» dei big. ATMOSFERA Al bus della squadra l’umore, comprensibilmente, volge al brutto. Dev’essere tutta un’altra storia l’aria californiana, visto che in questi giorni Mark Cavendish ha vinto i primi due sprint della corsa americana. Forse anche il team manager Patrick Lefevere preferirebbe essere lì, invece è arrivato al Giro e svela un particolare fino ad ora inedito: «Negli ultimi giorni Rigoberto non respirava troppo bene, aveva il naso chiuso. Prima del Romandia stava benissimo, ma il giorno della tappa che arrivava a Friburgo (primo maggio, n.d.r.) era piovuto tutto il giorno e c’erano otto gradi. L’ha pagato. Ma naturalmente non vuole essere una scusa. Purtroppo la fortuna non ci ha dato certo una mano all’inizio di questo Giro».
Rigoberto Uran, 28 anni, 14° a 1’11” dalla maglia rosa Clarke BETTINI
PROSPETTIVE «Quella fuga così numerosa ha un po’ scombussolato i piani, la tappa è divenuta dura da subito, a una media molto elevata — ha continuato Uran, 2° al Giro 2013 e 2014 —. A un certo punto l’Astana ha preso il mano la corsa, e io ho sofferto per l’accelerazione di Aru. Non potevo seguirlo, ho cercato di difendermi. Ora non devo buttarmi giù. La salita dell’Abetone non la conosco, ma me l’ha spiegata il mio compagno Fabio Sabatini che non abita molto lontano da qui. Se starò bene, credo che sia buona per le mie caratteristiche. Potrei rifarmi subito». C’è da aggiungere che la Etixx ha perso un altro uomo: dopo Pieter Serry, è andato a casa anche Gianni Meersman, dolorante dopo essere caduto lunedì. «Siamo rimasti in sette — sorrideva amaro il d.s. Davide Bramati — e in questi due giorni abbiamo visto due squadre molto forti. Prima la Tinkoff-Saxo, ora l’Astana. E non dimentichiamoci Sky…». © RIPRODUZIONE RISERVATA
RIGHT BRAIN: PASSIONE CREATIVITÀ EMOZIONE
● È il più italiano dei corridori australiani. Tanto da sentirsi, in rosa, quasi un profeta in patria. Simon Clarke, da Melbourne, ha corso in Italia 7 dei suoi 28 anni: cinque da Under 23, due da pro’. Ha spiegato: «Non potevamo permetterci di correre in difesa, perciò abbiamo attaccato. Sull’ultima salita sono passato a 10” dai migliori, però ho tenuto duro, vinto lo sprint e ho esultato proprio per avere conquistato la maglia rosa». Ha confidato: «Ho sempre amato l’Italia, qui ho imparato a correre e a vincere». Ha rivelato: «Non abbiamo uomini da classifica, ma giovani forti come Chaves, i tecnici però non vogliono spingerlo troppo, le corse di 3 settimane sono estenuanti». Ha confessato: «Sto vivendo un sogno meraviglioso». past. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Simon Clarke, 28 anni BETTINI
LEFT BRAIN: CONTROLLO AFFIDABILITÀ ATTENZIONE AI DETTAGLI
© 2014 - 2015 CWT
Uran accusa il colpo «Quell’azione di Aru mi ha fatto male»
● Gli arrivi di tappa del Giro sull’Abetone: nel ‘54 (1° Mauro Gianneschi), poi ‘56 (Carly Gaul) e ‘01 (Casagrande)
L’emisfero destro e sinistro del nostro cervello influenzano il pensiero e le scelte di ciascuno. Ci vuole il giusto mix di entrambi. E noi ve lo offriamo.
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98° Giro d’Italia R La curiosità
MERCOLEDÌ 13 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
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«SKY PROVA SOLUZIONI INNOVATIVE, IL MOTORHOME È SOLO L’ULTIMA» ELIA VIVIANI 26 ANNI, TEAM SKY, COMPAGNO DI PORTE
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● I Giri disputati da Porte: prima di questo, 7° posto e maglia bianca (leader giovani) nel 2010, poi 81° nel 2011
DODICI METRI DI LUSSO: LETTO QUEEN SIZE, DOCCIA, AREA MASSAGGI, CUCINA 1
SPECIFICHE TECNICHE Motore Cilindrata 6700 cmc Cavalli 340
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ALLESTIMENTO INTERNO
Comfort a cinque stelle
Letto queen size
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Ecco il dettaglio del motorhome che il team Sky ha noleggiato per Richie Porte: è il modello Fleetwood Excursion 39 R di produzione statunitense, che viene utilizzato da grandi stelle dello sport e dello spettacolo. Non manca proprio nulla
Bagno
1
Lunghezza 12 m Larghezza 2,59 m
Doccia
Altezza 3,9 m Altezza interna 2,13 m
Area massaggi
Peso 14 tonnellate
Cucina
6
5
4
Divano Serbatoio 340 litri di gasolio
Tv
6
5
4
Consumo Con 1 litro si fanno 3 km Passeggeri 4 adulti e 2 bambini Costo 250 mila dollari (senza allestimento interno) GDS
Porte: «Benvenuti a casa mia» 1E’ il motorhome da popstar dove dorme l’australiano al Giro: «Ho un ottimo letto» Ciro Scognamiglio INVIATO A LA SPEZIA twitter@cirogazzetta
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e si tratta dell’inizio di una tendenza, di una idea troppo estrema o di una trovata estemporanea, per adesso non è dato sapere. Sicuramente è l’ultima novità, una frontiera che in un grande giro non era stata ancora mai varcata: il motorhome all’americana, quello che Sky ha affittato per Richie Porte, uno dei candidati-principe alla maglia rosa di Milano. TENDENZA La Gazzetta ne ha parlato e l’ha mostrato lunedì, e da allora l’argomento tiene banco. Fa discutere, nel bene per chi la considera un’idea geniale e nel male per chi la vede come il fumo negli occhi. Ma il diretto interessato, anzitutto, che cosa ne pensa? «La squadra mi ha proposto questo esperimento e io ho accettato — spiega Richie Porte, 30 anni —. E’ una cosa buona avere il tuo proprio spazio e non fare e
disfare il bagaglio ogni giorno. Mi piace anche avere la possibilità di isolarmi da tutta la routine di un grande giro (usa la parola «sanctuary», non in senso religioso ma come una sorta di rifugio, n.d.r.). Sì, penso che sia una buona cosa. E’ lo sport che sta al passo con i tempi». STRATEGIA E’ da tempo che Sky, sbarcata in grande stile nel ciclismo nel 2010, cura con attenzione maniacale — troppo, secondo i critici — i dettagli. E’ la teoria dei «marginal gains», dei «guadagni marginali», dei piccoli particolari che sommati possono fare la differenza, specie in una corsa di tre settimane (Sky ha vinto due Tour con Wiggins e Froome, mentre non è mai riuscita a conquistare una classica monumento). «E’ un esperimento, vi saprò dire alla fine il bilancio — ha ribadito il team manager Dave Brailsford —, se sarà positivo potremmo riproporlo». «E’ piuttosto lussuoso — ha continuato Porte, che lo utilizza da solo —. La cosa più importante è che abbia un ottimo letto. Alle 22 io vado a dormire (ne abbiamo spiegato la
struttura complessiva nel grafico in pagina, n.d.r.). Se ci copieranno altre squadre? Penso proprio di sì. E’ stato così per il warm up e pure per i rulli dopo la tappa. Lo sport guarda sempre avanti e secondo me questa è la direzione giusta. Penso che la nostra squadra lo farà più spesso». STRUTTURA Il veicolo — dove Porte fa anche i massaggi: qui per lui c’è il 28enne sloveno Marco Dzalo — è parcheggiato sempre nella zona adiacente l’hotel della squadra. La sua posizione non è una questione che riguardi la giuria di gara, come ha chiarito il presidente Ingo Rees, e non c’è una vera e propria distanza «codificata» dall’albergo, ma certo deve restarne nelle immediate vicinanze anche nell’ottica di eventuali controlli, compresi quelli antidoping a sorpresa: il motorhome (con targa inglese) non è zona franca. Sky lo ha affittato dalla «Empire RV», società britannica del Somerset specializzata nella vendita e nel noleggio di questi lussuosi «bestioni» di produzione americana. L’autista è
un dipendente di «Empire RV»: si chiama Mick Everett, ha 65 anni ed è di Nottingham. «Il prezzo base per l’acquisto è di circa 200 mila sterline — ci ha spiegato —. Quattro adulti e due bambini ci stanno comodi. E’ diesel, un pieno costa circa 300 euro. Mezzi del genere sono molto usati negli sport motoristici o ai concerti. Credo che per la prossima 24 Ore di Le Mans la mia società ne manderà una trentina». OPINIONI «Ognuno ha i suoi metodi, io rispetto tutti», ha detto Fabio Aru, rivale diretto di Porte, sollecitato sull’argomento. Così invece il grande rivale di Sky, Oleg Tinkov, boss della TinkoffSaxo: «E’ un’idea interessante e controversa nello stesso tempo, ci si può ragionare, il costo è importante per un solo corridore». E quando gli hanno chiesto se è pronto a darne uno a Contador per il Tour, ha sorriso: «Chiedete a lui se lo vuole, qui c’è la mia casa di Forte dei Marmi a disposizione…». Battute a parte, il dibattito è aperto. Anzi, è appena cominciato. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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98° Giro d’Italia R La guida
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«FORMOLO LAVORATORE FORMIDABILE È LA CONFERMA DEL SUO TALENTO» CHARLIE WEGELIUS D.S. CANNONDALE
L'ARRIVO Visconti all’attacco Bene anche Cataldo
Da sinistra Philippe Gilbert, 32 anni, e Tom Boonen, 34 BETTINI
POS.CORRIDORE TEMPO 1 FORMOLO (ITA) km 150 in 3h47’59”, media 39,476 km/h 2 CLARKE (AUS) a 22" 3 MONSALVE (VEN) 4 VISCONTI (ITA) 5 CHAVES (COL) 6 ARU (ITA) 7 MOINARD (FRA) 8 CATALDO (ITA) 9 CONTADOR (SPA) 10 PORTE (AUS) 11 SIUTSOU (BIE) 12 ATAPUMA (COL) 13 KREUZIGER (R.CEC) 14 GENIEZ (FRA) a 1'04" 15 COLBRELLI (ITA) 16 AMADOR (C.RICA) 17 CARUSO (ITA) 18 VAN DEN BROECK (BEL) 19 TROFIMOV (RUS) 20 MONFORT (BEL) 21 URAN (COL) 22 LANDA (SPA) 23 KONIG (R.CEC) 24 CUNEGO (ITA) a 1'22" 25 NIEVE (SPA) a 2'24" 26 TIRALONGO (ITA)
27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54
ROSA (ITA) HAGA (USA) NIEMIEC (POL) PUCCIO (ITA) FERNANDEZ (SPA) IZAGUIRRE (SPA) ROGERS (AUS) FINETTO (ITA) MONTAGUTI (ITA) KOCHETKOV (RUS) HESJEDAL (CAN) STORTONI (ITA) ZEITS (KAZ) ZARDINI (ITA) KANGERT (EST) KRUIJSWIJK (OLA) PELLIZOTTI (ITA) DANIELSON (USA) COURTEILLE (FRA) GRMAY (ETI) INTXAUSTI (SPA) GILBERT (BEL) CARDOSO (POR) PIRAZZI (ITA) ANTON (SPA) SZMYD (POL) BONGIORNO (ITA) REICHENBACH (SVI)
CLASSIFICA GENERALE
a 2'46" a 2'56"
a 4'22"
a 4'56" a 5'25"
a 8'27"
a 8'34" a 9'21" a 13'15"
55 56 57 58 59 60 61 62 63 64 65 66 67 68 69 70 71 72 73 74 75 76 77 78 79 80 81 82
TEMPO
63 BOOKWALTER (USA)
a 20'13"
127 RICHEZE (ARG)
a 20'14"
128 OWSIAN (POL)
65 BATTAGLIN (ITA)
a 20'25"
129 LANCASTER (AUS)
a 39'52"
2
CHAVES (COL)
a 10"
66 BOLE (SLO)
a 20'33"
130 ALAFACI (ITA)
a 39'58"
3
KREUZIGER (R.CEC)
a 17"
67 PATERSKI (POL)
4
CONTADOR (SPA)
5
ARU (ITA)
6
CATALDO (ITA)
70 LAGUTIN (RUS)
7
VISCONTI (ITA)
a 29"
71 BOARO (ITA)
a 21'26"
8
MOINARD (FRA)
a 31"
72 DILLIER (SVI)
9
CLARKE (AUS)
a 23"
a 37"
13 LANDA (SPA)
a 40'14"
132 DOMONT (FRA)
a 40'18"
a 21'18"
133 HAUSSLER (AUS)
a 40'29"
a 21'24"
134 BELKOV (RUS)
a 41'52"
135 EISEL (AUT)
a 42'05"
a 21'32"
136 BAK (DAN)
a 42'06"
73 SAMOILAU (BIE)
a 21'42"
137 TJALLINGII (OLA)
a 42'15"
74 SLAGTER (OLA)
a 21'56"
138 PORSEV (RUS)
a 42'27"
75 HANSEN (AUS)
a 22'45"
139 PINEAU (FRA)
a 57"
76 SZMYD (POL)
a 23'32"
140 RUTKIEWICZ (POL)
a 42'45"
a 1'05"
77 KEIZER (OLA)
a 23'42"
141 BERLATO (ITA)
a 42'46" a 43'00"
SIUTSOU (BIE)
12 MONSALVE (VEN)
131 LOBATO (SPA)
69 HERRADA (SPA)
a 42'39"
14 URAN (COL)
a 1'11"
78 FAVILLI (ITA)
a 24'25"
142 MARYCZ (POL)
15 AMADOR (C.RICA)
a 1'13"
79 DE LA CRUZ (SPA)
a 24'30"
143 FRAPPORTI (ITA)
16 CARUSO (ITA)
a 1'17"
80 COLBRELLI (ITA)
a 24'47"
144 BUSATO (ITA)
a 43'27"
17 GENIEZ (FRA)
a 1'18"
81 BURGHARDT (GER)
a 26'11"
145 HENDERSON (N.ZEL)
a 43'50"
18 KONIG (R.CEC)
a 1'19"
82 HAGA (USA)
a 26'20"
146 RUFFONI (ITA)
a 43'52"
83 VILLELLA (ITA)
a 26'39"
147 MATYSIAK (POL)
a 44'00"
84 ROVNY (RUS)
a 27'23"
148 MEZGEC (SLO)
a 44'04"
149 BROECKX (BEL)
a 44'05"
19 TROFIMOV (RUS) 20 VAN DEN BROECK (BEL)
a 1'21"
21 MONFORT (BEL)
85 PAULINHO (POR)
a 27'29"
22 ATAPUMA (COL)
a 1'44"
86 HENAO (COL)
a 27'41"
23 CUNEGO (ITA)
a 2'07"
87 WEENING (OLA)
a 27'49"
24 TIRALONGO (ITA)
a 2'25"
88 DUPONT (FRA)
a 28'00"
25 NIEVE (SPA)
a 2'39"
89 DANIELSON (USA)
a 28'13"
26 ROSA (ITA)
a 2'47"
90 CHEVRIER (FRA)
a 29'06"
27 ROGERS (AUS)
a 4'17"
91 MORI (ITA)
a 29'24"
28 IZAGUIRRE (SPA)
a 4'31"
92 BARBIN (ITA)
a 30'09"
29 NIEMIEC (POL)
a 4'52"
93 KIRYIENKA (BIE)
a 30'20"
30 HESJEDAL (CAN)
a 6'06"
94 ARMEE (BEL)
a 30'24"
31 FINETTO (ITA)
a 6'23"
95 BELLETTI (ITA)
a 30'30"
32 KANGERT (EST)
a 6'35"
96 SABATINI (ITA)
a 31'03"
33 ZARDINI (ITA)
a 6'59"
97 BROWN (USA)
a 31'27"
34 STORTONI (ITA)
a 7'25"
98 ZILIOLI (ITA)
a 32'42"
35 KOCHETKOV (RUS)
a 8'06"
99 VIVIANI (ITA)
a 34'12"
36 KRUIJSWIJK (OLA)
a 8'51"
100 GRETSCH (GER)
a 34'43"
37 INTXAUSTI (SPA)
a 43'01"
150 SILVESTRE (POR)
a 44'11"
151 FERRARI (ITA)
a 44'23"
152 LINDEMAN (OLA)
a 44'29"
153 VAN POPPEL (OLA)
a 44'30"
154 ARNDT (GER)
a 44'43"
155 ZABEL (GER)
a 44'49"
156 VAKOC (R.CEC)
a 45'07"
157 MALACARNE (ITA)
a 45'14"
158 REZA (FRA)
a 45'27"
159 VAN DER LIJKE (OLA)
a 45'51"
160 ACEVEDO (COL)
a 46'08"
161 BERARD (FRA)
a 46'14"
162 XU (CINA)
a 46'30"
163 BANDIERA (ITA)
a 46'37"
164 ROUX (FRA)
a 46'59"
165 MODOLO (ITA)
a 47'01"
166 FLENS (OLA)
a 47'19"
a 9'30"
101 PETACCHI (ITA)
a 34'47"
a 10'09"
102 DE NEGRI (ITA)
a 34'52"
39 MONTAGUTI (ITA)
a 10'15"
103 KÜNG (SVI)
a 35'04"
40 GRMAY (ETI)
a 10'30"
104 COURTEILLE (FRA)
a 35'10"
41 SANCHEZ (SPA)
a 13'16"
105 LUDVIGSSON (SVE)
a 35'11"
170 STACCHIOTTI (ITA)
42 GILBERT (BEL)
a 13'18"
106 NIZZOLO (ITA)
a 35'39"
171 PINEAU (FRA)
43 BONGIORNO (ITA)
a 13'40"
107 GESCHKE (GER)
a 35'42"
172 WATSON (AUS)
a 47'42"
44 ANTON (SPA)
a 13'43"
108 BISOLTI (ITA)
a 36'01"
173 VERVAEKE (BEL)
a 48'04"
45 BETANCUR (COL)
a 13'51"
109 COLLI (ITA)
a 36'07"
174 KEISSE (BEL)
a 48'43"
46 CARDOSO (POR)
a 13'56"
110 APPOLLONIO (ITA)
a 36'13"
175 GATTO (ITA)
a 48'51"
47 REICHENBACH (SVI)
a 14'37"
111 FISCHER (BRA)
a 36'45"
176 STAMSNIJDER (OLA)
a 49'00"
48 PIRAZZI (ITA)
a 14'49"
112 VANDEWALLE (BEL)
a 37'00"
177 TVETCOV (ROM)
49 GERRANS (AUS)
a 17'09"
113 BEPPU (GIAP)
a 37'15"
178 JI (CINA)
a 49'06"
50 BOUET (FRA)
a 17'30"
114 TOSATTO (ITA)
a 37'21"
179 DE BACKER (BEL)
a 49'08"
51 CLEMENT (OLA)
a 17'34"
115 BOONEN (BEL)
a 37'25"
180 CHERNETSKI (RUS)
a 50'01"
38 ZEITS (KAZ)
52 FELLINE (ITA)
167 FAIRLY (USA) 168 QUINTANA (COL)
a 47'21"
169 MALAGUTI (ITA)
a 47'27" a 47'41"
a 49'01"
116 CHAVANEL (FRA)
a 37'35"
181 ZHUPA (ALB)
a 50'24"
53 ELISSONDE (FRA)
a 17'35"
117 HOFLAND (OLA)
a 37'36"
182 GROSU (ROM)
a 50'53"
54 PAOLINI (ITA)
a 17'38"
118 CHIRICO (ITA)
a 37'47"
183 BOEM (ITA)
a 55'12"
55 ZAKARIN (RUS)
119 DURBRIDGE (AUS)
a 38'10"
184 HEPBURN (AUS)
a 55'54"
56 PUCCIO (ITA)
a 17'57"
120 MIHAYLOV (BUL)
a 38'15"
185 VEIKKANEN (FIN)
a 56'44"
57 GAVAZZI (ITA)
a 18'01"
121 MARANGONI (ITA)
a 38'20"
186 DALL'ANTONIA (ITA)
a 56'57"
58 POLANC (SLO)
a 19'19"
122 JUUL JENSEN (DAN)
a 38'45"
187 KLUGE (GER)
a 57'52"
123 GREIPEL (GER)
a 38'46"
188 COLEDAN (ITA)
59 ULISSI (ITA)
a 17'23"
a 20'00"
GPM 3
111 112 113 114 115 116 117 118 119 120 121 122 123 124 125 126 127 128 129 130 131 132 133 134 135 136 137 138
R
S
S
ABETONE 1386 m GPM 2
a 1h06'16"
60 PELLIZOTTI (ITA)
a 19'23"
124 BEWLEY (N.ZEL)
a 39'21"
189 ISHIBASHI (GIAP)
61 MATTHEWS (AUS)
a 19'38"
125 NOCENTINI (ITA)
a 39'26"
190 SARAMOTINS (LET)
a 1h07'17"
62 FERNANDEZ (SPA)
a 19'47"
126 HOULE (CAN)
191 PELUCCHI (ITA)
a 1h09'37"
a 1h07'01"
Bagni di Lucca 147 m
Foce Carpinelli Castelnuovo 839 m Garfagnana 270 m Barga 370 m
km 0
10
57
83
97
114
152
Abetone, arrivo in salita: 17 km al 5.4% Tv: diretta RaiSport1 dalle 14, Rai3 15.10 Oggi quinta tappa, La Spezia-Abetone, 152 km e primo arrivo in salita del Giro. Dalla Liguria si passa in Toscana. Dopo una prima parte pianeggiante gli atleti affronteranno due soli Gpm: Foce Carpinelli (57.6 km, 839 m, 3ª categoria) e l'Abetone (152 km, 1386 m, 2ª categoria). La prima ascesa, non particolarmente impegnativa, inizia presso Aulla dopo 27 km di gara. I corridori poi scenderanno per superare la breve salita di Barba e portarsi ai piedi del secondo Gpm posto nelle fasi finali: l'Abetone. BARTALI L'ascesa in provincia di Pistoia è stata resa storica, tra l'altro, dai passaggi di Gino Bartali (1947 e 1948), al quale è dedicata la frazione odierna. La località è stata 3 volte arrivo di tappa: nel 1954 (Gianneschi), nel 1959 (Gaul - Lux) e nel 2000 (Casagrande). La salita è lunga 17.3 km con una pendenza media del 5.4% e punte del 10. Il dislivello dell'ascesa è di 928 m. Nel finale, rettilineo di 100 metri tutto in salita al 5%. Si parte alle 13.05 da Piazza Bayreuth, ritrovo per iil foglio firma dalle 11.35 alle 12.45. Arrivo previsto tra le 16.15 e le 17 circa. ABBUONI Due traguardi volanti ad abbuoni (3’’, 2’’ e 1’’): Torriglia e Montebruno. All’arrivo, abbuoni di 10’’ per il primo, 6’’ per il secondo e 4’’ per il terzo. PREVISIONI METEO Sole e 26 gradi, sia alla partenza che all’arrivo. TV Diretta RaiSport1 a partire dalle 14.00, Rai3 15.10, Eurosport 14.15
L’INCIDENTE
PATERSKI (POL) STAMSNIJDER (OLA) JI (CINA) DURBRIDGE (AUS) HAUSSLER (AUS) PINEAU (FRA) KEISSE (BEL) EISEL (AUT) GESCHKE (GER) BOOKWALTER (USA) HERRADA (SPA) SAMOILAU (BIE) BOLE (SLO) DE LA CRUZ (SPA) HOULE (CAN) FAVILLI (ITA) XU (CINA) DE NEGRI (ITA) MATTHEWS (AUS) BISOLTI (ITA) HENDERSON (N.ZEL) HANSEN (AUS) LAGUTIN (RUS) LANCASTER (AUS) CHIRICO (ITA) PORSEV (RUS) BEWLEY (N.ZEL) PINEAU (FRA)
139 140 141 142 143 144 145 146 147 148 149 150 151 152 153 154 155 156 157 158 159 160 161 162 163 164 165
BAK (DAN) BATTAGLIN (ITA) BARBIN (ITA) RICHEZE (ARG) MOUREY (FRA) FERRARI (ITA) JUUL JENSEN (DAN) WEENING (OLA) FRAPPORTI (ITA) MODOLO (ITA) BANDIERA (ITA) WATSON (AUS) ZHUPA (ALB) HEPBURN (AUS) APPOLLONIO (ITA) VAN POPPEL (OLA) BROECKX (BEL) SLAGTER (OLA) BELLETTI (ITA) ARNDT (GER) NIZZOLO (ITA) GREIPEL (GER) RUFFONI (ITA) ZABEL (GER) SILVESTRE (POR) LOBATO (SPA) TVETCOV (ROM)
a 21'15"
166 167 168 169 170 171 172 173 174 175 176 177 178 179 180 181 182 183 184 185 186 187 188 189 190 191
DALL'ANTONIA (ITA) GATTO (ITA) MALAGUTI (ITA) STACCHIOTTI (ITA) COLLI (ITA) VANDEWALLE (BEL) MATYSIAK (POL) VERVAEKE (BEL) FISCHER (BRA) VEIKKANEN (FIN) MIHAYLOV (BUL) MEZGEC (SLO) DE BACKER (BEL) VILLELLA (ITA) BELKOV (RUS) CHERNETSKI (RUS) FAIRLY (USA) BOEM (ITA) KLUGE (GER) PELUCCHI (ITA) COLEDAN (ITA) MALACARNE (ITA) SARAMOTINS (LET) REZA (FRA) GROSU (ROM) ISHIBASHI (GIAP) MEERSMAN (BEL) WAGNER (GER)
a 23'01"
a 23'38" n.p. n.p.
22 SQUADRE, RESTANO IN 191
a 39'44"
a 21'00"
68 BASSO (ITA)
FORMOLO (ITA)
10 PORTE (AUS) 11
64 MOUREY (FRA)
a 17'21"
BEPPU (GIAP) VAN DER LIJKE (OLA) KÜNG (SVI) TJALLINGII (OLA) PETACCHI (ITA) RUTKIEWICZ (POL) GRETSCH (GER) VIVIANI (ITA) VAKOC (R.CEC) LINDEMAN (OLA) ALAFACI (ITA) BASSO (ITA) LUDVIGSSON (SVE) KIRYIENKA (BIE) TOSATTO (ITA) MARYCZ (POL) NOCENTINI (ITA) MARANGONI (ITA) FLENS (OLA) HOFLAND (OLA) ACEVEDO (COL) PAULINHO (POR) BERLATO (ITA) OWSIAN (POL) BOONEN (BEL) DILLIER (SVI) BUSATO (ITA) QUINTANA (COL)
a 39'38"
km 480,6 in 11h54’48”, media 40,341 km/h
1
83 84 85 86 87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 100 101 102 103 104 105 106 107 108 109 110
LA TAPPA DI OGGI LA SPEZIA 3m
POS.CORRIDORE
BETANCUR (COL) SANCHEZ (SPA) KEIZER (OLA) BROWN (USA) CHEVRIER (FRA) DOMONT (FRA) CLEMENT (OLA) ARMEE (BEL) HENAO (COL) GERRANS (AUS) ZILIOLI (ITA) GAVAZZI (ITA) DUPONT (FRA) ELISSONDE (FRA) SABATINI (ITA) BOUET (FRA) BOARO (ITA) ROVNY (RUS) ZAKARIN (RUS) BURGHARDT (GER) PAOLINI (ITA) POLANC (SLO) MORI (ITA) ULISSI (ITA) FELLINE (ITA) ROUX (FRA) CHAVANEL (FRA) BERARD (FRA)
● I veronesi del Giro 2015: Davide Formolo, Elia Viviani, Damiano Cunego, Edoardo Zardini e Mauro Finetto
L’INIZIATIVA
Keizer cade Con Autostrade Ragazzino ferito un bell’itinerario Escluse lesioni tra arte e natura ● Intorno al 70° chilometro della gara di ieri, nei pressi della località La Baracca, quasi in prossimità del Passo del Bracco, la caduta di Martin Keizer ha coinvolto un ragazzino che stava assistendo alla tappa a bordo strada. Colpito dalla bicicletta dell’olandese, ha riportato un trauma contusivo del quadrante addominale superiore destro. Assistito dai medici di gara, è stato trasportato in condizioni di stabilità dal locale 118 all’ospedale più vicino per prestargli le cure del caso. Gli accertamenti radiografici hanno escluso lesione degli organi interni.
● Oggi il Giro parte da La Spezia: Autostrade per l’Italia presenta «Area di Servizio Riviera nord – experience: San Fruttuoso e i tesori di Portofino», itinerario alla scoperta dell’arte immersa nella natura, in un paesaggio da sogno. I boschi verdissimi del Parco Naturale di Portofino si dischiudono su panorami mozzafiato. Da Camogli, a piedi o in battello, si raggiunge la caletta che accoglie l’abbazia di San Fruttuoso, da secoli il più importante insediamento del monte di Portofino. E da lì Portofino Vetta o il porticciolo di Portofino, con le case alte e strette e gli yacht ancorati a un passo dalla Piazzetta.
AG2R LA MONDIALE D.S. Biondi 1 POZZOVIVO 2 BERARD 3 BETANCUR 4 DOMONT 5 DUPONT 6 GRETSCH 7 HOULE 8 MONTAGUTI 9 NOCENTINI
ITA FRA COL FRA FRA GER CAN ITA ITA
ANDRONI-SIDERMEC D.S. Savio 11 PELLIZOTTI 12 APPOLLONIO 13 BANDIERA 14 DALL'ANTONIA 15 FRAPPORTI 16 GATTO 17 STORTONI 18 TVETCOV 19 ZILIOLI
ITA ITA ITA ITA ITA ITA ITA ROM ITA
ASTANA PRO TEAM D.S. Shefer 21 ARU 22 CATALDO 23 KANGERT 24 LANDA 25 MALACARNE 26 ROSA 27 SANCHEZ 28 TIRALONGO 29 ZEITS
ITA ITA EST SPA ITA ITA SPA ITA KAZ
BARDIANI CSF D.S. Reverberi 31 BONGIORNO 32 BARBIN 33 BATTAGLIN 34 BOEM 35 CHIRICO 36 COLBRELLI 37 PIRAZZI 38 RUFFONI 39 ZARDINI
ITA ITA ITA ITA ITA ITA ITA ITA ITA
BMC RACING TEAM D.S. Baldato 41 GILBERT 42 ATAPUMA 43 BOOKWALTER 44 BURGHARDT 45 CARUSO 46 DILLIER 47 KÜNG 48 MOINARD 49 ZABEL
BEL COL USA GER ITA SVI SVI FRA GER
CCC SPRANDI POLKOWICE D.S. Wadecki 51 PATERSKI POL 52 BOLE SLO 53 MARYCZ POL 54 MATYSIAK POL 55 MIHAYLOV BUL 56 OWSIAN POL 57 RUTKIEWICZ POL 58 SAMOILAU BIE 59 SZMYD POL ETIXX - QUICK-STEP D.S. Bramati 61 URAN 62 BOONEN 63 BOUET 64 DE LA CRUZ 65 KEISSE 66 MEERSMAN 67 SABATINI 68 SERRY 69 VAKOC FDJ D.S. Guesdon 71 GENIEZ 72 COURTEILLE
COL BEL FRA SPA BEL BEL ITA BEL R.CEC
FRA FRA
73 74 75 76 77 78 79
ELISSONDE FISCHER MOUREY PINEAU RÉZA ROUX VEIKKANEN
FRA BRA FRA FRA FRA FRA FIN
IAM CYCLING D.S. Carlstrom 81 CHAVANEL 82 CHEVRIER 83 CLEMENT 84 HAUSSLER 85 KLUGE 86 PELUCCHI 87 PINEAU 88 REICHENBACH 89 SARAMOTINS
FRA FRA OLA AUS GER ITA FRA SVI LET
LAMPRE - MERIDA D.S. Maini 91 ULISSI 92 FERRARI 93 GRMAY 94 MODOLO 95 MORI 96 NIEMIEC 97 POLANC 98 RICHEZE 99 XU
ITA ITA ETI ITA ITA POL SLO ARG CINA
LOTTO SOUDAL D.S. Leysen 100 VAN DEN BROECK 101 ARMEE 102 BAK 103 BROECKX 104 GREIPEL 105 HANSEN 106 HENDERSON 107 MONFORT 109 VERVAEKE
BEL BEL DAN BEL GER AUS N.ZEL BEL BEL
MOVISTAR TEAM D.S. Garcia 111 INTXAUSTI 112 AMADOR 113 ANTON 114 FERNANDEZ 115 HERRADA 116 IZAGUIRRE 117 LOBATO 118 D. QUINTANA 119 VISCONTI
SPA C.RICA SPA SPA SPA SPA SPA COL ITA
NIPPO - VINI FANTINI D.S. Giuliani 121 CUNEGO 122 BERLATO 123 BISOLTI 124 COLLI 125 DE NEGRI 126 GROSU 127 ISHIBASHI 128 MALAGUTI 129 STACCHIOTTI
ITA ITA ITA ITA ITA ROM GIAP ITA ITA
ORICA GREENEDGE D.S. White 131 MATTHEWS 132 BEWLEY 133 CHAVES 134 CLARKE 135 DURBRIDGE 136 GERRANS 137 HEPBURN 138 LANCASTER 139 WEENING
AUS N.ZEL COL AUS AUS AUS AUS AUS OLA
SOUTHEAST D.S. Parsani 141 BELLETTI 142 BUSATO 143 CARRETERO 144 FAVILLI 145 FINETTO 146 GAVAZZI
ITA ITA PAN ITA ITA ITA
147 MONSALVE 148 PETACCHI 149 ZHUPA
VEN ITA ALB
TEAM CANNONDALE - GARMIN D.S. Wegelius 151 HESJEDAL CAN 152 ACEVEDO COL 153 BROWN USA 154 CARDOSO POR 155 DANIELSON USA 156 FORMOLO ITA 157 MARANGONI ITA 158 SLAGTER OLA 159 VILLELLA ITA TEAM GIANT - ALPECIN D.S. Engels 161 MEZGEC 162 ARNDT 163 DE BACKER 164 FAIRLY 165 GESCHKE 166 HAGA 167 JI 168 LUDVIGSSON 169 STAMSNIJDER TEAM KATUSHA D.S. Konyshev 171 PAOLINI 172 BELKOV 173 CHERNETSKI 174 KOCHETKOV 175 LAGUTIN 176 PORSEV 177 TROFIMOV 178 VOROBYEV 179 ZAKARIN
SLO GER BEL USA GER USA CINA SVE OLA
ITA RUS RUS RUS RUS RUS RUS RUS RUS
TEAM LOTTO NL - JUMBO D.S. Boven 181 KRUIJSWIJK OLA 182 BENNETT N.ZEL 183 FLENS OLA 184 HOFLAND OLA 185 KEIZER OLA 186 LINDEMAN OLA 187 TJALLINGII OLA 188 VAN DER LIJKE OLA 189 WAGNER GER TEAM SKY D.S. Cioni 191 PORTE 192 EISEL 193 HENAO 194 KIRYIENKA 195 KONIG 196 NIEVE 197 PUCCIO 198 SIUTSOU 199 VIVIANI
AUS AUT COL BIE R.CEC SPA ITA BIE ITA
TINKOFF SAXO D.S. De Jongh 201 CONTADOR 202 BASSO 203 BOARO 204 JUUL JENSEN 205 KREUZIGER 206 PAULINHO 207 ROGERS 208 ROVNY 209 TOSATTO
SPA ITA ITA DAN R.CEC POR AUS RUS ITA
TREK FACTORY RACING D.S. Baffi 211 NIZZOLO ITA 212 ALAFACI ITA 213 BEPPU GIAP 214 COLEDAN ITA 215 FELLINE ITA 216 SILVESTRE POR 217 VAN POPPEL OLA 218 VANDEWALLE BEL 219 WATSON AUS
A PUNTI
MONTAGNA
GIOVANI
TEAM A TEMPI
TEAM A PUNTI
ULTIMO KM
La maglia rossa «Algida» va al leader della classifica a punti, assegnati a seconda della categoria della tappa e su ognuno dei traguardi volanti. Class. 1. Elia VIVIANI 53 punti; 2. Frapporti 40; 3. Hofland (Ola) 35; 4. Formolo 26; 5. Gilbert (Bel) 26; 6. Clarke (Aus) 26; 7. Matthews (Aus) 25; 8. Greipel (Ger)
La maglia azzurra «Mediolanum» va al leader della classifica dei gran premi della montagna, con punteggi diversi a seconda della categoria delle salite: il massimo è previsto per la Cima Coppi, poi 9 gpm di 1a categoria, 8 di 2a, 13 di 3a e 8 di 4a. Classifica: 1. Pavel KOCHETKOV 15 punti; 2. Formolo 14; 3. Zardini 14; 4. Ulissi 12.
La maglia bianca «Eurospin» va al leader della classifica (a tempi) dei giovani, nati cioè dopo il 1° gennaio 1990. Classifica: 1. Esteban CHAVES (Col); 2. Aru a 13”; 3. Formolo a 21”; 4. Grmay (Eti) a 10’20”; 5. Bongiorno a 13’30”; 6. Felline a 17’24”; 7. Elissonde (Fra) a 17’25”; 8 Polanc (Slo) a 19’09”; 9. Matthews (Aus) a 19’28”.
La classifica per squadre a tempi prende in considerazione i primi tre corridori di ciascuna squadra. La somma dei loro tempi determina il tempo di squadra. Class.: 1. ASTANA PRO TEAM 35h06’57”; 2. Bmc Racing Team a 12”; 3. Team Sky a 14”; 4. Tinkoff Saxo a 3’12”; 5. Movistar Team a 4’08”; 6. Cannondale-Garmin a 12’44”.
La classifica a squadre a punti si basa sui punti presi dalle squadre in più classifiche coi piazzamenti dei ciclisti. Classifica: 1. ORICA-GREENEDGE 169; 2. Bmc Racing 83; 3. Astana 80; 4. Team Sky 68; 4. SouthEast 68; 6. Trek Factory Racing 52; 7. Cannondale Gramin 51; 7. Lotto-Jumbo 51; 9. Tinkoff-Saxo 48; 10. Movistar Team 38.
La classifica Energia «Gdf Suez» premia il corridore che, lungo l’intero Giro, avrà percorso più rapidamente gli ultimi 3 km di ogni tappa in linea. A ogni tappa si assegnano punti ai tre corridori più veloci. Classifica: 1. Giovanni VISCONTI 4 punti; 1. Lagutin (Rus) 4; 1. Hofland (Ola) 4; 4. Matthews (Aus) 2; 4. Chaves 2.
98° Giro d’Italia R Dopo la drammatica caduta «È AMMACCATO MA INTEGRO, PER UN PO’ ABBIAMO TEMUTO IL PEGGIO» LEONARDO POZZOVIVO PAPÀ DI DOMENICO
Vale, il bacio più dolce Pozzovivo torna a casa 1La fidanzata del lucano in ospedale: «Ora prepariamo il matrimonio»
Il corridore dimesso oggi: «Sarò al Giro di Svizzera. L'idea folle? Il Tour» Claudio Gregori GENOVA
D
opo l’inferno il bacio. Valentina lo ha stampato sulla fronte martoriata di Domenico Pozzovivo alle cinque della sera, l’ora dei toreri. Un bacio lieve come un petalo di fiore. Un bacio cauto. Più bello del Bacio di Magritte o di Picasso o di De Chirico. Meno appassionato del Bacio di Hayez. Meno aereo di quello di Chagall. Però un bacio d’amore. Un bacio lungo mille chilometri. Da Montalbano Jonico al Pronto Soccorso dell’Ospedale San Martino. Un bacio fiorito in una lunga corsa flagellata dall’ansia, urticata dal presentimento. «Avevo temuto di perderlo. Questo è un momento bellissimo», diceva Valentina, con un sospiro di gioia. «Ora che lo rivedo, dico che si è trattato di un miracolo. Sono passata dalla disperazione alla gioia. Come fare una montagna: dopo la salita, la discesa». L’8 agosto Valentina e Domenico
Sopra, il bacio in ospedale tra Domenico Pozzovivo, 32 anni, e la fidanzata Valentina. Sotto, la caduta di lunedì ESPOSITO
si sposeranno a Cassano Jonico. «Approfitterò della pausa per aiutare Valentina nei preparativi», prometteva Domenico. «Questo mi spaventa. Sono così che nascono i litigi», replicava Valentina con ironia. LIBERAZIONE Pozzovivo, coperto di ferite come un antico crociato dopo la battaglia,
sorrideva. Sulla tibia la cicatrice della brutta frattura dell’agosto scorso: in gennaio era stato operato per togliere la placca metallica. La pelle era maculata di abrasioni. Sopra l’occhio destro le bende da Lazzaro risorto, da mummia egizia, capace però di parlare. Intorno a Pozzovivo c’era l’affetto silenzioso di papà Leonardo e mamma Rosanna.
MERCOLEDÌ 13 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
25
33
● I punti di sutura applicati al viso di Pozzovivo dopo la caduta di lunedì, avvenuta al km 95 della terza tappa
Gente semplice, solida, vera. Con Valentina erano partiti alle 7. Sono arrivati dopo dieci ore di viaggio con l’Alfa Romeo 159 color beige, guidata da papà. Un’anabasi dura, trapunta di dubbi e di speranza, di trepidazione e di cattivi pensieri. Poi, la liberazione dell’abbraccio. TRE MINUTI Per Pozzovivo è stata una lunga attesa, durata 24 ore. Tra barelle, ambulanze, l’elicottero, esami, ferite che bruciano, analgesici, medicazioni. «Ho dormito solo due-tre ore. Poi ho aspettato solo il momento di ritrovare i miei. Rivedere Valentina è stato molto bello. Mi ero addolorato per aver procurato la sua disperazione: quando ha visto la caduta è corsa sul balcone a piangere», ha detto. «I miei ricordi si fermano a qualche centinaio di metri prima della caduta. Ho come un buco di tre minuti», ha raccontato, cercando invano una spiegazione della caduta. «Oggi mi sento molto meglio, anche se sono ancora molto debole. Ma riesco ad alzarmi e a muovermi. Questo mi dà la certezza del mio pieno recupero. Anche stavolta l’ho scampata bella». Anche sul letto d’ospedale, il Giro ha attratto Pozzovivo con la sua malìa. «Non ho resistito. Ho seguito la tappa di La Spezia al telefonino per quanto ho potuto. Mi ha fatto piacere la vittoria di Formolo, un italiano. Però, se devo essere sincero, vederlo mi ha fatto più male che bene. L’amarezza di essere fuori corsa è grande. Il Giro era
l’appuntamento più importante della stagione». Il dott. Moscatelli ha preferito trattenerlo un giorno in più in ospedale, per non esporlo troppo presto a un lungo viaggio: «Le condizioni del paziente sono buone. Continuiamo le medicazioni locali e la somministrazione di antidolorifici. Domani pensiamo di dimetterlo». PAZZA IDEA Oggi, dunque, Pozzovivo torna a casa, dopo due giorni d’ospedale. Andrà a Pisa in macchina, poi prenderà l’aereo per Lamezia, mentre i genitori affronteranno la lunga catabasi in auto fino a Montalbano Jonico. Ieri sera appariva ottimista, proiettato già in un progetto di rientro. «Tra tre o quattro giorni penso di poter risalire in bici e riprendere ad allenarmi», ha confidato, aggiungendo però: «Prima devo sentire il parere del chirurgo plastico. Non voglio compromettere la mia faccia per accelerare i tempi del rientro», ha detto Pozzovivo, che ha il volto ricucito da 25 punti di sutura intorno all’occhio destro. La prima gara? «Credo proprio che sarà il Giro della Svizzera, che era già nel mio programma (dal 13 al 21 giugno, ndr). Sarà lì che tornerò alle corse». E perché non fare il Tour, in sostituzione del Giro? «È un’idea pazza, ma poi non tanto pazza». Sbocciano speranze. Valentina, del resto, studia ingegneria edile. È esperta in restauri. Con lei Domenico Pozzovivo rifiorirà. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Motomondiale R Parla il capo della Honda
MERCOLEDÌ 13 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
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CONTENUTO PPREMIUM REMIUM
Nakamoto «CASEY&MARC? NO AL REVIVAL SENNA-PROST» L’INTERVISTA di GIOVANNI ZAMAGNI
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oto, F.1, nuovamente moto: Shuhei Nakamoto, vicepresidente esecutivo dell’Hrc, il reparto corse della Honda, è prima di tutto un appassionato di tecnica. «Mi piace tutto ciò che ha un motore», sorride come fa spesso, mostrando un lato del suo carattere molto differente dai canoni giapponesi: Nakamoto è uno che scherza spesso e volentieri, che ha sempre la battuta pronta, che accetta il confronto dialettico. Cinquantotto anni, l’ingegnere giapponese racconta come è arrivato al Motomondiale, parlando di Stoner, Marquez, Rossi, Ducati, della MotoGP del futuro… Nakamoto, ripercorriamo un po’ la sua storia e il suo arrivo in MotoGP. «Sono stato assunto in Hrc nel 1983 come responsabile sviluppo e progettazione dei telai: sono rimasto lì per 17 anni. Poi, nel 2000, sono stato a capo del progetto F.1, dove sono rimasto fino alla fine del 2008, quando la Honda si ritirò. Sono tornato alla Hrc con il ruolo di vice presidente, occupandomi non solo della MotoGP, ma anche di motocross, Dakar, supercross». Che differenze trova tra MotoGP e F.1? «La più grande differenza è il numero delle ruote… (ride). Nella F.1 il 70% delle prestazioni è dato dall’aerodinamica, mentre nelle moto non ci sono appendici aerodinamiche. In F.1 le sospensioni sono importantissime, mentre in MotoGP, proprio perché non ci sono alettoni, contano molto meno. Dal punto di vista motoristico, in MotoGP è fondamentale l’affidabilità, ancora più della potenza massima». E dal punto di vista organizzativo, che cosa cambia? «Il budget della F.1 è almeno dieci volte superiore a quello della Hrc. Un esempio: per disegnare un motore di F.1 allora erano coinvolti un centinaio di tecnici, per la MotoGP una decina. Ma tecnicamente entrambi i campionati sono molto interessanti e conta molto l’organizzazione: quando sono arrivato qui ho semplificato la struttura e posto degli obiettivi precisi, prima c’era un po’ di confusione».
È opinione comune che la Honda detti le regole, che imponga il suo potere sul Motomondiale. «Le decisioni politiche spettano a Carmelo Ezpeleta, non alla Honda. Naturalmente parlo spesso con Carmelo per trovare la formula migliore per la MotoGP del futuro: 20 anni fa ogni team aveva uno sponsor importante, oggi non ci sono soldi. L’obiettivo di Ezpeleta è chiaro: ridurre i costi. Ma i costruttori sono ancora interessati a utilizzare le corse per sviluppare tecnologia: bisogna trovare un compromesso. Come è stato fatto per l’elettronica. Per il futuro chiediamo un regolamento stabile, perché lo sviluppo della moto è l’aspetto più costoso».
«STONER E MARQUEZ FORMEREBBERO UNA COPPIA FORTISSIMA MA DURA DA GESTIRE»
Marquez-Stoner sarebbe la squadra perfetta, il team dei sogni? «Dal punto di vista delle prestazioni sì, ma sarebbe difficile da gestire: un po’ come Senna e Prost con la McLaren-Honda…». Che cosa pensa di Valentino Rossi? «Tanto di cappello! Non mi aspettavo tornasse così competitivo. Lui è uno che ha conquistato nove mondiali, quando vinci così tanto non è facile cambiare: se perdi, continui a combattere, ma se vinci tanto non pensi a modificare il tuo stile, il tuo approccio o il capo tecnico. Perlomeno così farebbero le persone “normali”, mentre lui c’è riuscito: impressionate».
Parliamo di piloti: pensa che abbiano troppo potere? «Sono la parte più importante di tutta la struttura. Io ho un buonissimo rapporto con Marquez e Pedrosa. Ma ritengo un errore il fatto che i piloti vogliano intervenire sui regolamenti tecnici: quello è un compito che spetta alle Case». Marquez ha rischiato di compromettere il GP di Spagna per una caduta in allenamento, come è successo in passato ad altri piloti: bisognerebbe impedirlo in qualche modo? «Sarebbe stupido dire a un pilota che non può guidare una moto! Tutti noi sappiamo che il nostro è uno sport pericoloso, ma stiamo parlando di professionisti. Alcune cose si potrebbero evitare: i salti del motocross non servono a niente per la MotoGP. In F.1 i piloti contrattualmente non possono guidare moto o andare a sciare: su alcune attività dovremmo forse intervenire». Ha vinto il Mondiale con Stoner nel 2011 e con Marquez negli ultimi due anni: quale dei due campioni l’ha impressionata di più? «Sono differenti. Casey mi ha dato tanto, anche
se è uno con il quale è difficilissimo comunicare a causa della sua personalità. Ma è estremamente onesto: mi piace molto. È uno che ci prova sempre, anche quando non è al 100%. Marc è simile, sia come stile di guida sia come mentalità: in Argentina è caduto proprio per aver voluto provare a vincere, anche se non era posto».
Sorpreso dalle prestazioni della Ducati? «No, perché è in crescita dall’anno scorso: da fuori, il motore appare molto più piccolo, mentre il telaio sembra quello della Honda». Vuol dire che hanno avuto qualche spiata? «I team ufficiali nascondono sempre i propri segreti, ma è facile fare delle foto alle squadre private che hanno una ciclistica del tutto simile alla nostra. Ma non so se loro l’abbiano fatto».
HA LAVORATO IN F.1 PER 9 ANNI Shuhei Nakamoto è nato il 29 aprile 1957 a Tottori (Giappone). È stato dal 1984 al ‘90 leader del progetto 125 e 250. Dal 2000 al 2008 ha ricoperto diversi ruoli alla Honda in F.1. Ora è vice presidente Hrc MILAGRO
IL VICE PRESIDENTE HRC: «CHE BRAVO ROSSI, SI È RIMESSO IN GIOCO PER TORNARE A VINCERE. DUCATI FORTE? FELICE PER DOVIZIOSO, NON MOLLA MAI»
Pensa che Ducati abbia troppi vantaggi regolamentari? «No. Honda e Yamaha sono felici di avere più concorrenti, che sia rientrata la Suzuki. Personalmente sono contento per Dovizioso, un pilota che non ha mai mollato». La Yamaha ha vinto tre GP su quattro: è preoccupato? «Credo che il livello di Honda e Yamaha sia simile a quello dello scorso anno, con piste più o meno favorevoli all’una o all’altra. Le nostre prime quattro gare sono state influenzate da qualche errore e dall’assenza di Pedrosa, ma siamo ancora competitivi». © RIPRODUZIONE RISERVATA
Formula 1 R Test a Montmelò
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LA GIORNATA
Il rinato Rosberg abbassa la pole e avvisa Hamilton «Pronto a lottare» 1Nico saggia altre novità: «Qui
gran salto in avanti. Ed è giusto che i titolari facciano i collaudi» INVIATO A MONTMELÒ
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Raffaele Marciello sulla Ferrari SF15-T nei test di Montmelò. Era dallo scorso novembre, ad Abu Dhabi, che Marciello non collaudava una rossa di F.1 COLOMBO
Montezemolo e Alonso pungono «Questa Ferrari è fortunata»
1L’ex n.1: «A podio perché senza rivali». Fernando: «Distacco come un anno fa»
Marciello completa prove aerodinamiche. Ma per i tecnici la colpa è delle gomme Luigi Perna INVIATO A MONTMELÒ (SPAGNA)
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uesta è bella: la Ferrari analizza più a fondo le prestazioni del GP di Spagna e se la prende... con le gomme. Già, la linea di Maranello è che le mescole dura e media si sarebbero adattate poco a una vettura delicata coi pneumatici come la SF15-T e meglio alla Mercedes. Beh, se pure fosse vero (e potrebbe esserlo) vengono spontanee un paio di riflessioni. La prima è che la Pirelli è tenuta a fare le sue scelte in base a quella che ritiene l’opzione più affidabile, non per venire incontro alle esigenze di un team: quali polemiche sarebbero esplose portando delle soft destinate a durare solo pochi giri? Secondo, si trattava delle stesse gomme con cui Sebastian Vettel aveva trionfato nel caldo infernale della Malesia. CARICO CHIAVE Ovviamente cambiava la pista. E al Montmelò, dove l’asfalto ha meno
aderenza di Sepang, a parità di mescole e di temperature, conta il carico aerodinamico. La Mercedes semplicemente ne aveva molto di più della Ferrari, complice il formidabile pacchetto di sviluppi varato da Aldo Costa sfruttato grazie a una power unit con tanti cavalli che compensava la resistenza. Mentre la rossa non è riuscita a fare gli stessi progressi e si è ritrovata a 45” da Nico Rosberg. Morale: le gomme sono uguali per tutti, sta alle squadre farle funzionare. Non sono invece fondate le speculazioni dei media tedeschi secondo cui la Ferrari avrebbe pagato i controlli più stretti sul flusso di carburante, poiché anche in Mercedes si sono dovuti allineare alle nuove direttive della Fia. AVANTI COL NUOVO Ieri i team sono tornati al lavoro al Montmelò. E la Ferrari è andata a cercare risposte (quelle vere) facendo prove aerodinamiche e verifiche nelle stesse condizioni di gara, con le gomme medie e dure che (specie le seconde) l’hanno fatta tanto pe-
nare. La vecchia configurazione aerodinamica, con cui ha corso Kimi Raikkonen, è stata definitivamente accantonata, a favore della nuova, che Vettel aveva preferito dalle qualifiche. Segno che si è convinti che abbia un potenziale maggiore e debba essere perfezionata. GIGANTE Sulla SF15-T c’era l’italo-svizzero Raffaele Marciello, pilota del vivaio Academy, che aveva già guidato la vettura dell’anno scorso a novembre nei test di Abu Dhabi. Per il gigante di 1.88 infilarsi nell’abitacolo resta un esercizio da fachiro e infatti già al mattino aveva un ematoma di una decina di centimetri alla base della schiena. Ma ormai Marciello ci è abituato: «Ci sto un po’ stretto. Con la Sauber (che guiderà oggi; n.d.r.) va meglio». Era un test importante per l’ex campione europeo di F.3, reduce da un inizio stagione negativo in GP2. «È stata un’emozione tornare sulla rossa. Mi sono trovato bene ed è bastato un giro per capire che è molto meglio della precedente
Raffaele Marciello, 20 anni, pilota della Ferrari Driver Academy COLOMBO
— dice Lello, che ha provato anche un nuovo software motore —. Non ho fatto errori, in 125 giri abbiamo raccolto molti dati e lavorato per le prossime gare. Secondo me, bene». Toni Cuquerella, capo degli ingegneri, lo promuove: «Ha guidato da veterano, non come uno che impara. Dal primo run abbiamo potuto contare su indicazioni utili e affidabili». FRECCIATE Intanto Luca di Montezemolo e Fernando Alonso mandano frecciatine alle loro ex squadra. Il primo osserva: «La Ferrari è stata un po’ fortunata finora. Oltre alla Mercedes non ha rivali e parte col podio garantito a ogni gara». Lo spagnolo aggiunge: «L’anno scorso ero a mezzo minuto o un minuto dalla Mercedes, in Spagna la Ferrari ha preso 43”. Non è cambiato niente. Non volevo ripetere quello che ho vissuto per 5 anni. Ho fatto bene ad andare alla McLarenHonda». Come se ci avesse guadagnato… © RIPRODUZIONE RISERVATA
ico Rosberg sale in cattedra in pista e fuori. Prima abbassa di 3 decimi il tempo della «sua» pole position, grazie a gomme (soft) più morbide di quelle usate nel GP, ma con una facilità ugualmente impressionante. Poi si sobbarca 146 giri come se fosse un debuttante da mettere sotto torchio. E infine dà una «lectio magistralis» sull’importanza dei test per i piloti titolari: «Era la mia unica occasione in tutto l’anno ed è stata utile. Abbiamo provato l’assetto per Monaco e altri particolari. È giusto che nei test le squadre utilizzino un titolare e un giovane: il primo conosce bene la vettura e può dare indicazioni precise, l’altro deve allenarsi per arrivare in F.1!». SCELTA DUBBIA Vallo a dire alla Ferrari, che oggi sulla SF15-T farà girare il messicano Esteban Gutierrez anziché uno fra Vettel e Raikkonen: Kimi s’è trovato male col nuovo pacchetto aerodinamico e sarebbe stato giusto lo provasse più a fondo. «Purtroppo il regolamento impone che un giorno giri un rookie», ha replicato domenica il team principal Maurizio Arrivabene. Ma il problema non è quello (anzi la regola è opportuna e ieri è toccato a Marciello), piuttosto la scelta Ferrari di destinare l’altro giorno a un pilota non titolare solo per interessi di sponsor. ARTIGLIERIA È un momento chiave del campionato e la Mercedes lo ha fatto capire calando tutta l’artiglieria pesante. Oltre alle novità già viste in gara, ieri ce n’erano altre sulla W06, che in Canada getterà nella mischia il primo motore evoluzione (con gettoni) al pari della Ferrari. «Abbiamo fatto davvero un grande salto in avanti e serviva, la Ferrari era arrivata un po’ troppo vicina — confessa Rosberg —. Dopo la vittoria penso più positivo in vista della gara di casa, a Montecarlo. Con Lewis ora sarà una bella lotta». lu.pe. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Ericsson 2° con le soft McLaren, quanta fatica ● Così nella prima giornata di test collettivi al Montmelò (4.655 m): 1. Rosberg (GerMercedes) 1’24”374 (146 giri); 2. Ericsson (SveSauber) 1’26”624 (98); 3. Marciello (Ita-Ferrari) 1’26”648 (125); 4. Kvyat (Rus-Red Bull) 1’26”904 (101); 5. Maldonado (Ven-Lotus) 1’27”338 (60); 6. Yelloly (GB-Force India) 1’27”396 (109); 7. Gasly (Fra-Toro Rosso) 1’27”639 (131); 8. Massa (Bra-Williams) 1’27”911 (54); 9. Turvey (GBMcLaren) 1’28”542 (68). Oggi seconda e ultima giornata di test sul circuito catalano.
MOTOGP AL MUGELLO
Iannone, che giornata: record e spalla lussata 1Andrea chiude la due giorni Ducati
con il primato, poi cade all’Arrabbiata 2 Visitato da Porcellini, a Le Mans correrà
Paolo Gozzi
L
a spalla sinistra fa male ma Andrea Iannone sarà regolarmente in pista venerdi nelle prime prove del GP di Francia a Le Mans. Il 25enne abruzzese si è fatto male cadendo durante i test Ducati al Mugello in preparazione del GP d’Italia del 31 maggio. Una scivolata ad alta velocità, circa 200 km/h, all’Arrabbiata 2, una delle curve più veloci e difficili. La seconda caduta in due giorni: Iannone era volato an-
che venerdì alla precedente Arrabbiata 1, rialzandosi senza danni. Stavolta è atterrato più duramente e la spalla sinistra, già lesionata nel 2013 al GP di Germania, è uscita di sede. Iannone si è autoridotto immediatamente la sublussazione, ma i responsabili della squadra hanno convinto il pilota a recarsi in auto a Cattolica per un controllo approfondito dal professor Giuseppe Porcellini, esperto di chirurgia della spalla che conosce bene le problematiche di questa parte a rischio per i motociclisti.
RIPOSO Accompagnato da Davide Tardozzi, team manager Ducati, Iannone è stato visitato al Cervesi da Porcellini, che già lo aveva operato dopo il Sachsenring: «L’esito della radiografia è negativo — ha spiegato lo specialista —, ho prescritto ad Andrea 48 ore di riposo, ma Le Mans non è in discussione. Abbiamo simulato i movimenti in moto e non prevedo particolari problemi». OPERATI ILLUSTRI Il 14 novembre 2010 sempre Porcellini aveva operato Valentino Rossi infortunatosi in primavera allenandosi in cross. E nel 2013 ha risolto i seri problemi di Marco Melandri finito sotto i ferri dopo l’apertura in Australia e in pista già la gara successiva.
RECORD Incidente a parte, è stato un collaudo estremamente positivo per la Ducati, convinta di aver risolto con l’introduzione di parti sviluppo i problemi di ciclistica emersi nel GP di Spagna a Jerez. Prima di cadere Iannone, con gomma dura, è sceso in 1’47”5, sotto il primato ufficiale del Mugello siglato nel 2013 da Marc Marquez (Honda) in 1’47”639. Benissimo anche Andrea Dovizioso, 1’47”8 con copertura media usata. Subito dopo il test la squadra è partita per Le Mans dove è atteso un week end perturbato con possibile pioggia domenica. Condizioni inedite per la GP15, ma che potrebbero dare una mano a Iannone se fisicamente non al top. Andrea Iannone convalescente IPP
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Pedrosa torna nel GP Francia: «Non vedo l’ora» ● «Ci tenevo a dirvi che... ci vediamo a Le Mans». Dani Pedrosa ufficializza su Twitter il ritorno alle gare. Lo spagnolo della Honda sarà regolarmente in pista nel GP Francia di domenica, 5° round del Mondiale, tornando così a far coppia con Marc Marquez. Pedrosa aveva saltato le ultime tre gare (Texas, Argentina e Spagna) a seguito dell’operazione chirurgica all’avambraccio destro: «Tornare in sella è il modo migliore per testare come sto, non vedo l’ora». CHECA — L’iridato 2011 della Sbk Carlos Checa correrà il Sardegna Rally Race (6 giugno) con una Beta RR del Team Dirt Racing.
Tennis R
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ITAL A
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Internazionali Bnl
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Italiani tutti k.o. E il martedì da azzurro diventa nero
● Il tennis donne dà i numeri. Sabine Lisicki colleziona 41 errori gratuiti e concede il match alla combattiva Bacsinszky. La rediviva Vika Azarenka (nella foto) commette 16 doppi falli, ma riesce comunque a spuntarla in tre set folli contro la Hradecka. Dopo appena 2 settimane assieme, Caroline Wozniacki ha già lasciato coach Arancia Sanchez, e viaggia sempre con papà Piotr, se ne riparla l’anno prossimo.
UOMINI FUORI ANCHE IL BABY DONATI E ARNABOLDI 1
1Pennetta travolta: «Mai in partita»
La Giorgi forza e cede con la Jankovic E oggi tocca a Fognini, Errani e Knapp
Vincenzo Martucci ROMA
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uando cala il sipario e si chiude il martedì nero dei tennisti di casa, vince solo il nutritissimo e appassionatissimo pubblico, vince il meraviglioso cielo di Roma, vince il torneo sempre più ricco e importante. Perché degli 11 italiani scesi in campo sorride solo Francesca Schiavone in un doppio mezzo straniero, con la romena Simona Halep. Lasciando oggi a Fabio Fognini, Sara Errani e Karin Knapp il compito di tener ancora vivo il tricolore. GIUSTIFICAZIONI L’italiano del giorno non è Flavia Pennetta che entra nel match da 0-3, pareggia 3-3, ma ne esce ancora, e definitivamente, senza mai capire come contrastare la prorompente vitalità di Elina Svitolina, cui rende 13 anni d’età (33 a 20) e 7 posti in classifica (numero 26 a 19). «Che peccato, sul Pietrangeli, un campo così bello, con quel pubblico così appassionato che fa venire la pelle d’oca, non sono riuscita ad esprimere il mio miglior tennis, e ho vissuto una partita a senso unico, senza chances. Il bello del tennis è che la settimana dopo c’è sempre un’altra occasione di riscatto, a 33 anni c’è poco su cui lavorare, devo cercare di essere serena», commenta il famoso sorriso che conquista. «L’ucraina era un muro invalicabile», tenta di giustificarla il c.t. di Fed Cup e Davis, Corrado Barazzutti. L’italiano del giorno doveva essere Camila Giorgi, contro Jelena Jankovic, bi-campionessa al Foro Italico un po’ spellacchiata che radio spogliatoi dà con la spalla malconcia. Ma la marchigiana non è da «top ten», come scommettevano i supercoach, Nick Bollettieri e Patrick Mouratoglou, è una furia suicida che, in quel suo sparacchiare qualsiasi palla alla massima velocità, butta via il
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1° set da 5-2. Così, rimette in partita la serba, al solito isterica col fratello coach e fa scappare dalla tribuna papà Sergio dai capelli elettrici. Poi, col bazooka nel braccio, arriva 4-1, scivola 4-5, riagguanta il 5-5 ma, fra un asciugamani premuto in faccia e un preoccupante tremolìo delle gambe, getta alla fine la spugna con 52 errori gratuiti. Troppi. ORGOGLIO E così l’italiano del giorno è baby-Donati, il ventenne che al primo turno aveva superato in modo convincente il veterano Giraldo. L’esame contro bum-bum Berdych (5 del mondo) era ancora troppo difficile per il 282 della classifica, emerso dalle pre-qualificazioni. Ma l’alessandrino dalla faccia pulita si batte, sciorina tutto il suo tennis, spara il servizio a 200 all’ora, mette giù 8 ace fra i 18 vincenti, tiene botta da fondo, corre, fa palle corte, cerca gli angoli, non abbassa mai lo sguardo, non si lamenta e alla fine raccoglie sei game e migliaia di applausi, in primis per il comportamento impeccabile, sotto gli occhi di mamma, papà e fratello. Al secondo posto nella hit-parade italiaca c’è comunque «Arna», Andrea Arnaboldi, da Cantù, al primo tabellone Atp della carriera, grazie al colpo nelle qualificazioni contro Stefano Napolitano, bissando quello di 12 mesi fa al Roland Garros. Perché il mancino di talento, ex promessa junior mai esplosa da pro, al massimo numero 165 (oggi è 212), si ribella al più quotato David Goffin (20 Atp), rimonta da 2-4 a 5-4, e poi sprinta fino al 7-5 del primo set, esaltando il Pietrangeli col suo gioco di spinta, fiammate classiche da mancino e soluzioni sempre diverse. Purtroppo, soffre troppo nel primo game del 2° set salvando 6 palle-break e, poco dopo, va fuori giri. «Quel game è stato durissimo, è durato dieci minuti, mi sono salvato da 0-40 e ho speso tanto, troppo. Come sul 2-2. Credevo che la vittoria si stesse avvicinando, ho cominciato ad andare di
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● Gli italiani ancora in gara agli Internazionali d’Italia. Partivano in 8 ora c’è solo Fognini, che oggi incontra il bulgaro Dimitrov
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● Le italiane che continuano il torneo. Erano 7, ora rimangono la Knapp, oggi in campo contro la ceca Kvitova, e la Errani che incontra la statunitense McHale
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fretta e sono uscito dal match, non sono più riuscito a prendere il comando del gioco, come avevo fatto prima. Bravo lui, ma io sono calato». PSICOLOGIA A 16 anni, Arnaboldi si è trasferito a Valencia da coach José Luis Aparisi. Nel 2001 è rientrato in Italia, e da due anni si allena con coach Fabrizio Albani a Zingonia: «Ho un mio team, con lo psicologo dello sport Roberto Cadonati e il preparatore atletico Simone Sabbadin. E’ un investimento economico importante per me che gioco i tornei Challenger e, a fine anno, in pratica, mi pago solo le spese, ma è necessario per entrare nei primi 100. Io ci credo, so dove devo lavorare, sta a me scegliere la chiave per aprire le porte». A 27 anni si può ancora sognare, nel tennis, lo insegnano gli amici Lorenzi e Vanni: «Sono stati bravissimi, io so che sono un talento inespresso». Deve imparare a superare gli ostacoli più duri, quelli dentro se stesso: «Tutti abbiamo dei momenti difficili, bisogna imparare ad affrontarli e superarli, con coraggio». Come questo martedì nero. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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1 Flavia Pennetta, 33 anni 2 Matteo Donati, 20 anni 3 Camila Giorgi, 23 anni 4 Andrea Arnaboldi, 27 anni. LAPRESSE/GETTY/A NSA/INSIDE
MERCOLEDÌ 13 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Federer in campo
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Un re nel Foro Il numero 2 entra in gioco contro Cuevas
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● Gli Internazionali d’Italia vinti da Roger Federer. Il fenomeno svizzero ha perso tre volte in finale. Nel 2003 contro lo spagnolo Felix Mantilla (7-5 6-2 7-6), nel 2006 (ultima volta a Roma con la finale al meglio dei 5 set) contro Rafa Nadal dopo una sfida epica (6-7 7-6 6-4 2-6 7-6) e nel 2013 ancora contro Nadal (6-1 6-3).
VOLÈE DI ROVESCIO di PAOLO BERTOLUCCI
NOLE, RITORNO VINCENTE LA PERFEZIONE È LONTANA DJOKOVIC AGLI OTTAVI Il numero uno del mondo e campione NADAL INCROCIA DEL PIERO Rafa ieri ha incrociato Alessandro in carica ieri ha battuto al terzo set lo spagnolo Almagro GETTY Del Piero, mentre passava Francesca Schiavone R.TEDESCHI
Riccardo Crivelli ROMA
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rrivano i nostri. Tocca all’artiglieria pesante. Dopo i giorni delle certezze, dei trionfi, dei dubbi, delle tante domande irrisolte, Roma si apre finalmente ai Fantastici Quattro. E pazienza se Nadal è sceso al numero 7 del mondo, la peggior classifica dal 2005: qualcuno, di fronte ai sette successi al Foro e alla carriera di più grande di sempre sulla terra, può accusarlo di lesa maestà se continua a rimanere nell’olimpo? PRIMA NOLE Dunque, ci saranno tutti: Djokovic, Federer, Murray e appunto Rafa. Il gotha. Toccherà al campo rivelarne le condizioni, illustrarne lo status mentale, a una settimana dal Roland Garros. Nole, il numero uno, si è già mostrato in scena, ieri contro Almagro. Rappresentazione a due facce: primo set da guerriero in missione, un’impressionante dimostrazione di forza con i colpi a rimbalzo pesanti come cannonate e il povero Almagro a inseguire traiettorie imprendibili. Poi, sul 5-2 a favore nel tiebreak del secondo set, il Djoker si sgonfia, perde il parziale e ha bisogno di un surplus di energia e cattiveria per imporsi al terzo: «Troppi alti e bassi ammetterà il numero uno, che scrive «Forza Roma» sulla telecamera e così oggi riceverà una maglia di Totti - e a un certo punto non sono più riuscito a leggergli il servizio. Vorresti sempre vincere facile, ma queste partite ti aiutano
MURRAY E MAURESMO IN ATTESA Andy con coach Mauresmo. Lui ha sciolto la riserva: giocherà. Lei resta in (dolce) attesa TEDESCHI
Da Djokovic a Nadal La banda dei quattro alla conquista di Roma 1In campo i migliori. Nole: «Ho ancora troppi alti e bassi» Murray marito felice, i dubbi di Rafa e Federer fa il turista a ritrovare subito la condizione. Pentito di non aver giocato a Madrid? Assolutamente no, ho avuto un inverno particolare: anziché andare in vacanza ho cambiato i pannolini a mio figlio. Avevo bisogno di fermarmi».
La russa Maria Sharapova, 28 anni, terza nel ranking mondiale GETTY
MARITO ANDY Tre giorni fa, ormai perfettamente calato nel ruolo di padre di famiglia e marito amorevole, il serbo aveva attribuito i freschi successi sulla terra di Murray, a Monaco e Madrid, i primi in carriera sul rosso, al matrimonio appena celebrato. Andy, dopo una giornata a sfogliare la margherita tra allenamenti intensi e fughe in albergo, in serata conferma la presenza e oggi debutta con Chardy, vittima in mattinata del blocco dell’ascensore in hotel, che l’ha tenuto prigioniero per qualche minuto: «Se sei molto felice fuori dal
campo, e io lo sono - la replica dello scozzese - le cose ti vengono più facili quando ti alleni e quando giochi. Quanto alla fede al dito, non mi dà affatto fastidio e non ho paura di perderla mentre gioco». I DUBBI DI RAFA Murray arriva a Roma sicuramente stanco, ma con un record di 9 vittorie e nessuna sconfitta sulla terra e con lo scalpo del più forte di tutti sulla superficie, quel Nadal strapazzato in finale in Spagna. Come sta il re? Dagli allenamenti, che restano comunque un rito collettivo per migliaia di appassionati, traspare un leone ferito ma orgoglioso. Anche quando lo pizzicano sulla possibilità di cambiare coach: «Non ne vedo la ragione. In uno sport individuale, le colpe eventualmente sono individuali, quindi se non sto giocando bene me ne assumo la responsabilità. Con zio
RISULTATI E PROGRAMMA Così ieri al 1° turno (giocate anche partite del 2°) degli Internazionali Bnl d’Italia (Roma, 3.830.000 euro, terra). UOMINI Singolare, 1° turno: Garcia-Lopez (Spa) b. Cilic (Cro) 6-4 6-3; Lopez (Spa) b. Kyrgios (Aus) 6-4 7-6 (4); Goffin (Bel) b. ARNABOLDI 5-7 6-2 6-1; Tsonga (Fra) b. Querrey (Usa) 7-6 (6) 6-0; Troicki (Ser) b. Tomic (Aus) 7-6 (3) 6-7 (4) 7-6 (4); Bellucci (Bra) b. Schwartzman (Arg) 6-4 6-3; Dolgopolov (Ucr) b. Klizan (Slk) 6-4 6-1, Bautista Agut (Spa) b. Granollers (Spa) 6-1 6-3. 2° turno: Wawrinka (Svi) b. Monaco (Arg) 4-6 6-3 6-2; Djokovic (Ser) b. Almagro (Spa) 6-1 6-7 (5) 6-3; Berdych (Cec) b. DONATI 6-2 6-4; Ferrer (Spa) b. Gasquet (Fra) 6-4 7-5; Anderson (S.Af.) b. Kohlschreiber (Ger) 3-0 rit. Doppio: 1° turno: Cabal/Farah (Col-Col) b. LORENZI/VANNI 7-6 (5) 6-3. DONNE Singolare, 1° turno: Azarenka (Bie) b. Hradecka (Cec) 7-5 2-6 6-1; Suarez Navarro (Spa) b. Barthel (Ger) 6-4 2-6
6-3; Svitolina (Ucr) b. PENNETTA 6-4 62; Jankovic (Ser) b. GIORGI 7-5 7-5; Gavrilova (Rus) b. Bencic (Svi) 6-7 (2) 75 6-2; Safarova (Cec) b. Schmiedlova (Slk) 7-6 (6) 6-7 (3) 6-4; Jovanovski (Ser) b. Garcia (Fra) 7-6 (4) 4-6 6-2; Mladenovic (Fra) b. Puig (Pue) 7-5 6-2; Dulgheru (Rom) b. Doi (Gia) 6-7 (2) 6-3 6-3. Begu (Rom) b. Radwanska (Pol) 46 6-2 6-1. 2° turno: Sharapova (Rus) b. Gajdosova (Aus) 6-2 3-1 rit.; S. Williams (Usa) b. Pavlyuchenkova (Rus) 6-1 6-3; Bacsinszky (Svi), b. Lisicki (Ger) 6-4 63. Doppio, 1° turno: Halep/SCHIAVONE (Rom-Ita) b. Jurak/Parra Santonja (Cro-Spa) 6-2 6-2; Hlavackova/Hradecka (Cec-Cec) b. KNAPP/VINCI 6-3 6-4; Hantuchova/Stosur (Svk/Aus) b. CAMERIN/DENTONI 6-0 6-4. OGGI: Campo Centrale, ore 12: Murray (Gbr) c. Chardy (Fra), a seguire Ilhan (Tur) c. Nadal (Spa), Azarenka (Bie) c. Wozniacki (Dan). Non prima delle 19.30: Cuevas (Uru) c. Federer (Svi).
Toni e tutto lo staff sono arrivato dove sapete, non capisco che senso abbia un cambiamento». L’esordio soft contro il turco Ilhan, uscito dalle qualificazioni, lo aiuterà a riprendere il ritmo, mentre Federer, l’ultimo a debuttare questa sera, contro il non facile Cuevas, ieri se n’è andato a zonzo per Roma (zona Pantheon) a dimostrazione che probabilmente non è la terra, ma l’erba di Wimbledon, a interessarlo di più. LE REGINE Serata romana, soft, anche per la Sharapova, avvantaggiata nel pomeriggio dal ritiro dell’australiana Gajdosova a giochi ormai quasi fatti e piuttosto seccata per la consueta domanda nuziale: «Matrimonio con Dimitrov? Non rispondo, grazie». Serena, invece, travolge la Pavlyuchenkova. Le regine non scherzano. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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in dall’inizio dell’anno Nole Djokovic aveva indicato nel Roland Garros l’obbiettivo principale del 2015. Strada facendo aveva pensato bene di fare incetta di trofei ma, arrivato a Montecarlo, si era sentito stanco e in riserva di benzina. Aveva, allora, deciso di fermarsi saltando Madrid, di ricaricare le pile con il riposo e di rimettere a posto il motore con un richiamo fisico. Tutto perfetto ma, se non avesse superato il primo turno a Roma contro Almagro, si sarebbe poi trovato con una sola partita nelle gambe in circa 40 giorni e la programmazione sarebbe andata a farsi benedire. Non che abbia realmente rischiato, ma il serbo visto ieri ha palesato alcuni problemi dovuti al lavoro effettuato e diverse carenze di concentrazione. Il ritmo nel palleggio non era tambureggiante come al solito, con la seconda di servizio raccoglieva solo le briciole, la palla veniva subita e non aggredita, il drop shot e il rovescio lungo riga erano rimasti nello spogliatoio. Niente di grave sia chiaro, i rientri alle gare non sono mai agevoli e la forma completa deve essere trovata giorno dopo giorno, partita dopo partita. Nole sa bene però che le partite vanno vinte ma che la testa e il fisico vanno gestiti con oculatezza e la massima attenzione. Proprio come ha fatto lui ieri.
TACCUINO Non prima delle 21: KNAPP c. Kvitova (Cec). Grandstand, ore 11: Riske (Usa) c. Halep (Rom), a seguire Vesely (Cec) c. Nishikori (Gia), Thiem (Aut) c. Simon (Fra), V.Williams (Usa) c. Svitolina (Ucr). Non prima delle 19: Lopez (Spa) c. Troicki (Ser). Pietrangeli, ore 11: Gavrilova (Rus) c. Ivanovic (Ser), a seguire McHale (Usa) c. ERRANI, FOGNINI c. Dimitrov (Bul), Goffin (Bel) c. Tsonga (Fra), Jankovic (Ser) c. Rybarikova (Svk). Campo 1, ore 11: Garcia-Lopez (Spa) c. Dolgopolov (Ucr), a seguire Makarova (Rus) c. Mladenovic (Fra), Bouchard (Can) c. Diyas (Kaz), Watson (Gbr) c. Suarez Navarro (Spa), BOLELLI-FOGNINI c Kyrgios/Sock (Aus-Usa). Campo 2, ore 11: Isner (Usa) c. Mayer (Arg), Jovanovski (Srb) c. Keys (Usa), Bellucci (Bra) c. Bautista Agut (Spa), Kerber (Ger) c. Begu (Rom), DONATI/NAPOLITANO c. Dodig/Melo (Cro-Bra). Campo 3, dalle 11: doppi, a seguire Dulgheru (Rom) c. Safarova (Cec), a seguire doppi. Campo 4, dalle 13: doppi, a seguire Kudryatseva/Pavlyuchenkova (Rus-Rus) c. BURNETT/PAOLINI, a seguire doppi. Campo 6, dalle 15: doppi.
TUTTO SUL TORNEO DUE APPUNTAMENTI IN DIRETTA DAI CAMPI ● Da quest’anno, oltre a giornale e gazzetta.it arriva anche la televisione. Ogni giorno alle 11.30 e alla 20 si parlerà del torneo a «Qui Foro Italico», la trasmissione di Gazzetta Tv che va in onda sul canale 59 del digitale terrestre. In studio oltre alle firme della Gazzetta, i giocatori, allenatori e personaggi del mondo dello sport. Grandi ospiti che commenteranno i risultati anche con l’ausilio delle immagini dei match più significativi. Roma avrà poi uno spazio in tutte le edizioni del Tg Gazzetta news.
L’INFORTUNIO
LA POLEMICA
Raonic operato rischia anche Parigi
Scontro Fit-Comune per piazza del Popolo
● Il numero 4 del mondo, Milos Raonic, s’è operato ieri a Strasburgo per sistemare un nervo del piede destro. Dopo aver rinunciato a Roma, il montenegrino di bandiera canadese rischia di saltare anche il Roland Garros. Infortunatosi a Montecarlo, l’allievo di Riccardo Piatti e di Ivan Ljubicic aveva tentato di evitare l’intervento chirurgico molto particolare e delicato ed aveva optato per un trattamento conservativo, rinunciando al torneo di Barcellona, ma non è riuscito a risolvere il problema. I tempi di recupero sono di un paio di settimane.
● E’ scontro tra la Fit e il Comune di Roma. Angelo Binaghi, presidente Fit: «Non ci danno la possibilità di piazzare un maxischermo e due campi di mini tennis in piazza del Popolo, lì dove qualsiasi politico può fare un convegno e dire le sue porcherie. Con noi il Comune è un disastro. E perché non posso fare il sorteggio al Colosseo? Il Comune non si rende conto che gli Internazionali possono essere uno spot per l’Italia. L’unico con il quale abbiamo rapporti è l’assessore Masini». A cui il Comune ha affidato una «replica» soft: «Con Binaghi c’è sintonia, per piazza del Popolo il prossimo anno siamo già a lavoro».
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Dimitrov: «Maria, un amore riservato lontano dai social» 1Il fidanzato della Sharapova: «Non parlo di lei, non mi
interessa che cosa dicono di noi. E a Roma posso vincere»
Riccardo Crivelli
vo? «Il mio, perché no?»
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o, non è facile, povero Grisha. Perché tra le onde perennemente in movimento dei cacciatori di autografi, c’è sempre qualcuno che dopo averne ottenuto con bramosia la firma, lo accomiata con la solita richiesta: «Grigor, salutaci Maria!». No, non è facile per Dimitrov essere il fidanzato della Sharapova, perché non bastano le vittorie, il numero 11 in classifica (ma è stato anche 8), il talento sopraffino da Baby Federer (copyright dello stesso Roger) per sottrarsi dall’ombra di una liason così mediatica. Grigor, come si gestisce la pressione di una relazione così esposta all’interesse planetario? «Cercando di parlarne il meno possibile. Se mi fate domande dopo una partita, immagino vogliate sapere perché ho vinto o perso e non della mia vita privata. Altrimenti la considero un’invasione della mia privacy». Però non è facile nell’era dei social media. «È vero, oggi tutti sanno tutto di tutti. Io per fortuna frequento poco i social, non mi interessa leggere le cose che gli altri dicono di me». L’anno scorso a Roma fu semifinalista e per tutta l’estate sembrò davvero sul punto di avvicinare i big. Come si sente ora? «Il problema è che sono molto esigente con me stesso, e quindi mi pongo sempre ambizioni molto alte. Solo che ci sono anche gli avversari e la condizione può crescere oppure diminuire. Quindi, resta un’unica certezza: bisogna lavorare duro per raggiungere il livello più alto e rimanerci». In questo torneo, da 10 anni, vincono o Nadal o Djokovic. Ci può essere finalmente un nome nuo-
Ma come si battono quei due? «Stiamo parlando di due dei giocatori più forti della storia, quindi di un’impresa molto difficile. Io sono consapevole che se devo migliorare il risultato dell’anno scorso, quantomeno ho l’obbligo di arrivare in finale. Dura. Però vincere qui sarebbe bellissimo». Le piace Roma? «E’ meravigliosa, per il poco che riesco a girarla durante il torneo. Storia, cibo, il calore della gente. Mi trovo davvero bene». Nel secondo turno, ritrova Fognini per la terza volta in un mese, dopo averlo battuto le altre due. Cosa pensa di lui? «Riesce ad essere due persone diverse dentro e fuori dal campo. A volte quando gioca si comporta in modo strano, ma nel quotidiano è un ragazzo alla mano. Soprattutto, è un giocatore di talento, che ha i colpi per risolvere ogni situazione complicata. Lo rispetto molto». Teme che il pubblico possa giocare un ruolo importante durante il match? «Non vedo pericoli, è giusto che la gente in Italia faccia il tifo per il suo giocatore. A Roma c’è sempre un’atmosfera particolare, molto bella e coinvolgente anche per chi magari si trova ad affrontare un avversario preferito dal pubblico».
non è impegnato in un torneo? «Lo so che è difficile da immaginare, ma io sono piuttosto pigro. Mi piace rimanere in casa, magari guardando la tv. Una volta amavo anche la bicicletta, ma adesso, con la vita che faccio, è più difficile». Cosa avrebbe fatto se non fosse diventato tennista? «Uhm, difficile da dire. Forse qualcosa comunque legato allo sport, visto che mia madre giocava a pallavolo ed è una disciplina che mi piace. In ogni caso, penso di avere il tennis nei geni. Mio padre era allenatore, è stato il mio primo coach e il ricordo più lontano da bambino che ho è una palla colpita contro il muro per ore e ore. Avevo tre anni». Ed è a suo padre che si deve il suo straordinario rovescio a una mano. «Vero. Lui amava quel colpo, non me ne ha mai insegnato un altro. E’ stato il suo primo obiettivo fin dal giorno in cui ha deci-
so di farmi diventare un giocatore di tennis». Fuori dal tennis, qual è stata la manifestazione sportiva che l’ha emozionata di più? «Sicuramente le partite dell’Nba. Un grande spettacolo. Ammiro Kobe Bryant e Lebron James, sono atleti di altissimo livello, campioni straordinari. Vivo a Los Angeles, per fortuna quando posso vado allo Staples». Qual è l’avversario più difficile da affrontare? «Nadal, sicuramente». Ha avuto un idolo da giovane? «Be’, come non si può ammirare Federer? E poi ho l’orgoglio di averlo come amico. Ma da piccolo mi piaceva molto anche Safin». E adesso? «Il mio tennista preferito sono io stesso». © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Immagino seguirà il torneo femminile... Chi lo vince? «Credo che Maria e Serena (Williams, ndr) siano le giocatrici più forti, quelle con più esperienza, quelle che gestiscono meglio i momenti delicati che possono capitarti in tutta la settimana. Sono le favorite, ma la terra nasconde sempre delle insidie». Cosa ama fare Dimitrov quando
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OGGI SFIDA FOGNINI E... PENNETTA Il gioco delle coppie: Fognini-Pennetta e Dimitrov-Sharapova. Le più glamour e fotografate in queste giornate romane. Stamattina poi ci sarà il faccia a faccia tra Fabio e il russo nel 2° turno: terzo match nel giro di un mese e l’azzurro è ancora a secco...
Maria Sharapova, 28 anni, e il fidanzato Grigor Dimitrov, 23 LAPRESSE
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Marco Calabresi ROMA
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onsiglio di cuore: se in questi giorni vi capita di passare per il Foro Italico, fermatevi un attimo sui campi numero 5 e numero 6. Al primo impatto potrebbe non farvi effetto, ma con un po’ di attesa e uno sguardo al programma degli allenamenti, vivrete momenti unici nel loro genere. Qualche esempio degli ultimi due giorni? Un’ora con Federer su un campo e Nadal su quello accanto, con lo svizzero (ieri in visita al Pantheon e a caccia di gelato) che prima di andare in doccia si siede sulla panchina, beve un sorso d’acqua e osserva lo spagnolo. Stessa scena ieri, con Federer e, vicino, Serena Williams a sciogliere il braccio in vista del match contro la Pavlyuchenkova. Poco prima, altro «doppio misto» (Sara Errani e Nadal) e un’altra coppia di allenamenti niente male: Murray e Nishikori. ASSALTO Il bello degli Internazionali Bnl d’Italia è anche questo: con un biglietto per il Ground (che permette l’accesso a tutti i campi secondari e al Pietrangeli, ma non al Centrale o al Grandstand), si può comunque entrare a strettissimo contatto con i campioni, anche nelle tantissime iniziative organizzate negli stand commerciali o nel Kids Village, dove ieri è comparsa la bella Eugenie Bouchard tra gli «oooh» del pubblico maschile. Vedendoli durante i loro match, magari nei settori più «alti», i campioni sono poco più che puntini: a pochi centimetri, nelle tribunette dei campi destinati agli allenamenti, si può invece vedere ogni segreto. Il rumore dei colpi, le parole con il coach
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Il Foro esaurito Spalti pieni anche per gli allenamenti 1 Ressa ai campi 5 e 6 dove gli atleti si riscaldano: solo lì si vedono Federer, Nadal e i big da vicino
Tribune stracolme anche per gli allenamenti: che folla per la Errani R.TEDESCHI
o gli sparring partner, e ogni volta che i big si danno il cambio con i giocatori dell’ora successiva, scatta l’assalto alla balaustra. Autografi ovunque: sulle magliette, sulle maxi-palline vendute negli stand del Foro, persino sulla pelle, con il rischio di non lavare un braccio per giorni. Andrea, 15 anni, arrivato da Firenze, ieri non è andato a scuola: sull’avambraccio destro ha una firma di Federer, sul sinistro uno scarabocchio di Nadal. Ma tanto basta per
vederlo tornare a casa felice, la doccia integrale può aspettare. CENTRALE ESAURITO Riscuotono successo anche gli italiani: ci sono tre campi anche sotto il Centrale, anch’essi dedicati agli allenamenti, così come ce ne sono altri due tra il Bar del tennis e il Pietrangeli, sempre pieni. La speranza del popolo del Ground è quella che i grandi dei due tabelloni vadano avanti il più possibile, in modo da poterli vedere in alle-
namento nei «magici» campi 5 e 6. Anche perché il Centrale, da oggi e fino alle finali di domenica, è tutto esaurito: ancor prima dell’inizio del torneo, era già stata superata la soglia dei 100mila biglietti venduti, il resto è una scena che si vive tutte le mattine ai botteghini. File lunghissime, che saranno ancor più lunghe sabato e domenica, quando saranno in vendita circa 50 biglietti rispettivamente per le semifinali e le finali. Il fatturato totale sulla biglietteria è già superiore del 20% rispetto a quello dello scorso anno, e chissà quanti altri record verranno battuti, considerando che per quanta gente c’è si fa la coda anche solo per bere alla fontanella. E per chi proprio non può essere al Foro, c’è la diretta tv su Sky e SuperTennis, il canale della federazione che cresce in ascolti e punta anche sui nuovi media, i social network e WhatsApp, con la novità della chat con Paolo Bonolis (lunedì) e Gene Gnocchi (ieri). Chissà se anche loro si sono fatti un giro sul campo numero 5. © RIPRODUZIONE RISERVATA
La canadese Eugenie Bouchard insegnante di lusso per i piccoli GETTY
IN CRESCITA
Voglia di paddle! Gli ex del tennis cambiano racchetta 1Tra i 2.000 curiosi anche il laziale Keita E la Testud dà spettacolo con la «pagaia»
Da sin.: Javier Concepcion (numero 10 del mondo) in coppia con Keita (Lazio) e Alejandro Ruiz (n. 9) con la velista Alessandra Sensini TEDESCHI
Davide Stoppini ROMA
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rancese di Roma, Sandrine Testud. Come quando la senti dire «Anvedi come va ‘sta pagaia, oh», l’accento che è uno spasso, una forma fisica impeccabile, gli occhi che raccontano il divertimento. Ex numero 9 Wta, con un altro tipo di racchetta. Ora il suo mondo è la pagaia, il paddle appunto. Ieri pomeriggio giocava in coppia con un altro numero 9 mondiale...ma di paddle: Matias Marina, spagnolo. Tra i curiosi mettici pure Keita, calciatore della Lazio. Tanto curioso al punto di indossare pantaloncini, t-shirt, scarpe...e via in campo. Lui sì, mentre i compagni De Vrij e Felipe Anderson si sono limitati a un po’ di selfie con la racchetta in mano: meglio evitare di mettere a repentaglio la corsa Champions. «Speriamo di giocare sabato», dice l’olandese.
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CHI SCEGLIERE? Di là la Testud, di qua un doppio vero: Keita con Javier Concepcion, numero 10 del mondo di paddle, contro Alessandra Sensini e Alejandro Ruiz, altro campione. Difficile scegliere chi seguire, per chi stava in mezzo ai due campi. Un occhio di qua, uno di là. In mezzo, prima protagonisti poi spettatori indecisi, c’erano pure Luigi Di Biagio, allenatore dell’Under 21, Fernando Orsi, tecnico ed ex portiere, il regista Fausto Brizzi. Lo show era tutto della Testud, ad essere onesti. Metafora perfetta, Sandrine, di un movimento in crescita esponenziale: passa le sue giornate al Tc Parioli, dentro le pareti di un campo da paddle, perché una volta che entri nel «tunnel» non esci più.
APPASSIONATI Il tunnel è sudore, è una pallina che non si ferma mai. È un mondo da scoprire, in fondo questo stanno facendo circa 2mila curiosi al Foro Italico: è il numero di persone che ha messo piede dentro l’Estathe Paddle Arena, con 7 istruttori federali costantemente sul posto. Adulti e bambini, ovvio: turni da 20 minuti, con attività di engagement a premi sui due campi da gioco, frutto di una gestione del comitato Paddle - all’interno della Fit - completamente nuova. E i frutti si vedono: circa 1.000 tesserati solo nei primi 4 mesi del 2015, i campi in Italia da 15 sono diventati 70 negli ultimi 12 mesi. Il torneo si è concluso lunedì, sui campi Superpaddle: 200 coppie in gara, tra le donne vittoria di Testud-Sabino, tra gli uomini trionfo per Sinisi-Resti-
RIn Italia 1.000
tesserati nei primi 4 mesi del 2015 E i campi da 15 ora sono 70
vo. E mica è finita: da ieri al Foro Italico c’è il numero 1 di paddle, l’argentino Fernando Belasteguin, che ha giocato proprio con Di Biagio. E con lui altri 7 tra i migliori 15 giocatori in esibizione. Impossibile batterli. Provate a chiedere a Federico Delbonis, oggi numero 73 Atp, un anno fa 34°: qui a Roma, con il tennis ha perso nelle qualificazioni. E allora si è messo a sfidare con la pagaia il connazionale Ramiro Moyano, 25° al mondo nel paddle. Un inedito singolare - di regola si gioca in doppio - in cui Delbonis si è preso gli applausi e la bella figura. Solo quelli, perché ha vinto Moyano. Il paddle è una cosa seria, mica s’inventa. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Basket R Serie A: il personaggio
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Il ritorno di Aradori «Venezia proviamoci Ho voglia di finale» 1La guardia azzurra in Italia per i playoff: «In punta di piedi Recalcati e i ragazzi hanno fatto una stagione fantastica» Vincenzo Di Schiavi
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radori, innanzitutto, perché Venezia?
«Premessa: mai avrei lasciato l’Estudiantes se ci fossero stati playoff o una salvezza in ballo. Domenica scorsa ci siamo salvati e tutto il palazzo mi ha tributato una standing ovation che mi riempie d’orgoglio e che non dimenticherò. Quindi ho cominciato a ragionare seriamente sulla proposta di Venezia: la Reyer ha fatto un campionato super, guidata da Recalcati che è un grande allenatore e mi conosce da tempo. Non ci ho pensato due volte». Scelta innovativa: in Italia per i playoff. Con che ruolo? «Situazione particolare, non lo nego. Entrerò in punta di piedi, adattandomi a tutto, senza fare problemi sul mio utilizzo. Ress e Viggiano sono amici, Goss lo conosco da tanto tempo perché ci siamo sfidati un sacco di volte. Anche Peric è un amico. Il mio
R«Ritrovo Cantù, strana la vita... Metta? Non ho miti, ma ho comprato la sua maglia»
obiettivo è aggiungere qualcosa a questa squadra senza toglierle nulla, anche perché questo splendido secondo posto è tutto merito loro». Con lei dove può arrivare Venezia? «Sono qui per vincere, quindi l’obiettivo è arrivare in finale. Escludendo Milano, che è la super favorita, vedo sfide playoff molto equilibrate, compresa la nostra: considero Cantù la variabile impazzita di questa post season». Già, ritrova la sua Cantù. Strana la vita... «Sì, molto. Mesi fa mai avrei pensato di tornare per i playoff e trovarmi davanti il mio passato. Sarà una sfida intrigante, che per me non può essere come tutte le altre». Cantù, con un Metta in più, fa paura? «Venezia ha talento e organizzazione e quindi non deve temere nessuno, ma Artest è un giocatore fuori dai parametri della Serie A. Confesso: non mi sono mai affezionato ai giocatori, non ho miti, ma la maglia dei Lakers col numero di Artest è l’unica che ho comprato. Ero a Los Angeles quando giocò gara-7 contro i Celtics e vin-
Pietro Aradori, 26 anni. Quest’anno ha giocato nel Galatasaray e all’Estudiantes prima di accettare la proposta di Venezia CIAMILLO
se il titolo da protagonista. Le sue qualità non si discutono, il suo approccio ha sorpreso molti ma non il sottoscritto. I grandi campioni non sono tali per caso: hanno un’attitudine al lavoro non comune». Torniamo a lei. L’avevano cercata altri club, tipo Sassari. «Ma ero ancora in ballo con l’Estudiantes, non potevo dare garanzie, poi non ci siamo più sentiti». Ha già detto che il prossimo anno vorrebbe tornare all’estero. Ma se Venezia giocasse l’Eurolega? «Bella domanda... Il mio futuro lo vedo all’estero, ma se dovesse arrivare l’Eurolega in Laguna, non so... Meglio pensare ai playoff». Com’è l’Italia dei canestri vista da fuori? «Un campionato un po’ in decadenza ma ancora rispettato. Gli spagnoli però non concepiscono una Serie A con così tanti americani. In Acb c’è il limite di 2 per squadra, ma diversi club ne schierano solo uno. Spesso mi sono sentito dire che l’Italia è una mezza Summer
League». Un anno tra Turchia e Spagna. Bilancio? «Positivo, anche se devi essere pronto a tutto. Io non ho mai avuto grossi problemi di adattamento e la Turchia è una scelta che rifarei sebbene sia stato un po’ sfigato perché il Galatasaray, che rimane un grande club, ha vissuto un periodo piuttosto difficile. Sulla Spagna c’è poco da dire: semplicemente è il massimo». Infine l’Europeo di settembre. Ci sta pensando? «Un po’ sì anche se al momento ho altri pensieri per la testa. Il girone è tosto, l’hanno già detto tutti, ma io sono carico: la squadra è competitiva, siamo tutti all’apice della carriera e possiamo giocarcela contro chiunque». © RIPRODUZIONE RISERVATA
NBA
1Facchini: «Tra
tre anni avremo dieci big in meno» Marino: «Wild card per gli over 50»
(vincendo gara-4) poi prova a ricucire
LeBron James, 31, e David Blatt, 55, stella e coach dei Cavaliers AFP
L’
ammutinamento di LeBron James al suo allenatore, nell’ultimo timeout a 1”5 dalla fine di gara-4 (Cavs-Bulls), sarebbe forse rimasto chiuso in un file secretato da custodire con cautela nello spogliatoio, se il Prescelto non avesse raccontato l’episodio, come una prodezza, in conferenza stampa. E così adesso, non si parla d’altro. In ballo, c’era l’ultimo tiro di LeBron che ha dato il successo ai Cavs. Coach Blatt disegnava lo schema con James a rimettere la palla come un qualunque comprimario. Invece the King imponeva il suo grado regale e disponeva in maniera diversa: «Ho cancellato il suo schema e
Decisi gli orari e la programmazione televisiva di gara-1 e gara-2 dei quarti di finale playoff (al meglio delle 5 gare) che iniziano lunedì. Gara-1, lunedì ore 20: Milano– Bologna su Rai Sport 1; ore 20.45: Dolomiti Trento –Sassari. Martedì, ore 20.45: Venezia–Cantù su Rai Sport 1; ore 20.45: Reggio Emilia–Brindisi. Gara-2, mercoledì ore 20.45: Milano–Bologna; ore 20.45: Trento–Sassari su Rai Sport 1. Giovedì 21, ore 20.45: Venezia–Cantù; ore 20.45: Reggio Emilia-Brindisi su Rai Sport 2. CUSIN (a.r.) Operazione riuscita per Marco Cusin. Il dottor Cortina, ortopedico della Nazionale, ha rimosso placca e viti dal secondo metacarpo della mano destra del pivot azzurro. Cusin indosserà un tutore conformato all’arto per una trentina di giorni e successivamente potrà riprendere l’attività di preparazione. PLAYOFF A-2 GOLD Stasera, ore 20.30, la decisiva gara-5 dei quarti tra Brescia e Trieste. Chi passa affronterà Torino nelle semifinali che cominceranno sabato con gara-1 Casale Monferrato-Agrigento.
Lega-Fip che attrito «Pochi arbitri validi? Non pensionateli...»
1 LeBron prima disubbidisce al coach CORRISPONDENTE A NEW YORK
I playoff cominciano lunedì Gara-1 di Milano e Venezia in diretta su Rai Sport 1
CASO DESIGNATORE
James: «È Blatt il generale...» Ma il rapporto non è decollato Massimo Lopes Pegna
LA GUIDA
gli ho detto: “La rimessa la fa qualcun altro: dammi la palla. Sono il leader della squadra e quel tiro lo prendo io”». Il ragionamento più logico, risultato anche vincente. Peccato per quella insubordinazione, poi resa pubblica. RAPPORTO Il fatto è che il rapporto fra uno degli allenatori più quotati d’Europa (ma senza esperienza Nba) e il miglior giocatore della Lega non ha mai cliccato. Quando Blatt è stato assunto doveva far crescere un gruppo di giovani. LeBron, personaggio ingombrante, non era previsto e arrivò un mese dopo. Nel corso della stagione, da Cleveland il tam-tam ha suggerito che qualcuno non s’impegnasse al massimo e che LeBron fosse il vero coach. Forse, una verità
un po’ forzata. C’è un episodio, però, che per molti è diventato più di un semplice indizio. A inizio gennaio, durante la partita Cavs contro Suns, mentre Blatt discuteva con un arbitro, James interveniva spingendolo via bruscamente. Per qualcuno, un segnale potente. PEZZA Alla vigilia di gara-5, ieri notte, con LeBron che annunciava di giocare nonostante i problemi alla caviglia sinistra, si è cercato di metterci una pezza. Il tecnico si è risentito con le speculazioni dei media: «Su quell’ultimo gioco, avevo disegnato un paio di schemi e LeBron non ha messo alcun veto, ma era talmente sicuro del fatto suo che abbiamo optato per dare la palla a lui. Ed è stata la scelta giusta». E ha rincarato la dose: «Fin dal
principio operiamo sotto una sorta di microscopio. E mi pare che ce la stiamo cavando piuttosto bene. Ci stiamo battendo come leoni per arrivare alle finali dell’Est. Certe critiche le trovo ingiuste». Poco dopo, LeBron, forse compreso quanto fosse stata inopportuna la sua rivelazione, stemperava: «La nostra relazione? Ogni giorno facciamo dei passi avanti per conoscerci meglio. Il generale è lui, io sono soltanto la sua propaggine in campo». Non proprio così: the King si sente re e gli piace comandare. ● SEMIFINALI CONFERENCE Est: Washington-Atlanta 101-106 (Beal 34; Teague 26): serie 2-2. Cleveland-Chicago 2-2 (ieri notte gara-5). Ovest: Memphis-Golden State 84-101 (Gasol 19; Curry 33): serie 2-2. LA Clippers-Houston 3-1 (ieri notte gara-5).
Mario Canfora
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a polemica non si placa. L’argomento è sempre caldo: l’eliminazione del sorteggio arbitrale voluto dalla Fip. Che avrà probabilmente agito in maniera troppo dittatoriale, ma in sua difesa porta avanti un bel po’ di tesi. «Il sorteggio non aiuta la crescita dei nostri fischietti», ripete Gaetano Laguardia, attuale commissario del Cia da ben tre stagioni (e potrebbe anche restare per una quarta). NUMERI Fabio Facchini, responsabile degli arbitri di Serie A, cita numeri. «Al 30 giugno 2018 avremo ben 10 arbitri in meno degli attuali: Begnis, Filippini, Sabetta, Seghetti e Caiazza oltre agli internazionali Chiari, Taurino, Lamonica, Paternicò e
Mattioli — spiega —. Oggi la situazione, specialmente in Gold, è che l’80% ha più di 37 anni... In Dnb, invece, ci sono 7-8 elementi destinati ad arrivare in alto. Il sorteggio non aiuta, anzi. Solo il designatore può capire, conoscere lo stato di forma, far migliorare pian piano le nuove leve. Petrucci quando era commissario della Figc eliminò il sorteggio nel calcio. Da allora, prima Collina, poi Braschi e adesso Messina hanno cresciuto grandi arbitri come Rizzoli, Tagliavento, Orsato, Rocchi. Vi risulta che Rizzoli abbia diretto all’esordio un Milan-Inter? Col sorteggio potrebbe accadere». La Lega sostiene però che il sorteggio, introdotto tre stagioni fa dopo circa 25 anni, alimenta sospetti: i club avevano proposto di nuovo le fasce di merito. «Cambiandole anche ogni settimana — dice il numero uno della Lega, Nando Marino —. Non abbiamo capito questa fretta. I proprietari investono tanto, si sarebbe potuto condividere la decisione. Piuttosto, se il ricambio è lento, perché la Fip non concede una wild card ai migliori? Ha senso far smettere a 50 anni gente che potrebbe arbitrare per altri anni ancora?». © RIPRODUZIONE RISERVATA
Pallavolo R Finale donne: gara-4 CASALMAGG.
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NOVARA
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LE RAGAZZE IN ROSA HANNO MILLE VITE 1
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(25-19, 22-25, 25-21, 20-25, 16-14) POMI’ CASAMAGGIORE: Gibbemeyer 13, Ortolani 19, Tirozzi 25, Stevanovic 15, Skorupa 4, Gennari 12; Sirressi (L), Bianchini, Quiligotti. N.e. Agrifoglio, Klimovich, All. Mazzanti. IGOR GORGONZOLA NOVARA: Hill 18, Chirichella 6, Barun 26, Klineman 13, Guiggi 15, Signorile 1; Sansonna (L), Kim, Bonifacio, Partenio, Alberti, Zanette. All. Pedullà. ARBITRI: Gnani e Boris. NOTE Spettatori 3500. Durata set: 23’, 28’, 29’, 28’, 20’; totale 128’. Pomì: battute sbagliate 8, vincenti 6, muri 18, 2a linea 11, errori 24; Igor: b.s. 10, v. 5, m. 12, s.l. 11, e. 20.
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Gian Luca Pasini INVIATO A CREMONA
«V
incere, Vincere, Vincere a Novara», il coro è assordante e sale altissimo nella notte di Cremona. A metà fra un sogno e un incoraggiamento. Come scriveva Nelson Mandela il vincitore è un sognatore che non si è arreso mai. E anche ieri sera Casalmaggiore ha sognato tanto, tantissimo. Assieme alla sua gente, pigiata e sudata in un PalaRadi bollente che all’apparenza aveva ben più dei 3500 spettatori, assieme a quella marea di cartoncini rosa che sventolava nell’afa, assieme a quelle manone di cartone che si alzavano e abbassavano ad ogni muro di Stevanovic e compagne (e anche gara-3 sono stati tanti per la delusione di Novara). Così la festa scudetto di Novara, già preparata come da prassi in questi casi, è rimasta a raffreddarsi nella serata di Cremona, ogni punto di più. Mentre Valentina Tirozzi e compagne stupivano, per l’ennesima volta quest’anno, l’Italia delle schiacciate oltre che le loro avversarie. EX SORPRESE Non dovevano essere qui, non dovevano essere in Champions League e invece ci sono arrivate. Infilando la seconda vittoria nella serie di finale: come dire che Novara vincitutto quest’anno ha perso soltanto 3 partite in tutta la stagione, ma in questa serie di finale ne ha già lasciate a Cremona due contro la ormai ex sorpresa Casalmaggiore. Capace di sorprendere l’Igor un’altra volta, in questa gara-4 fin dal primo pallone, fin dalla prima battuta, perché come urla una Serena Ortolani ebbra di gioia «Noi non molliamo mai, non ci arrendiamo». «Volevamo stare assieme fino all’ultimo giorno, all’ultima partita, all’ultimo punto», certifica Valentina Ti-
1. La festa delle ragazze in rosa di Casalmaggiore: la centrale statunitense Lauren Gibbemeyer, 26 anni. a braccia allargate sembra voler abbracciare tutte le compagne di squadra. dopo questa ennesima impresa che le lancia verso gara-5. 2. Una panoramica del ParaRadi di Cre,mona, la casa che ha adottato la Pomì dopo il parziale crollo del tetto del palazzetto di Viadana. 3. La stessa Gibbemeyer, vince un duello a muro (in tutta la gara ne ha presi 5) con la connazionale statunitense Kimberly Hill, la mvp dell’ultimo Mondiale TARANTINI
Casalmaggiore è infinita Adesso si va alla bella 1Ortolani stavolta resiste fino alla fine, Tirozzi e Gibbemeyer sono
eroiche e la Sirressi è la mvp: Novara rimanda ancora il suo sogno «SIAMO DAVVERO UN PO’ MATTE. E ANCHE QUESTA SERA LO ABBIAMO DIMOSTRATO. DAVVERO UNA BELLA SQUADRA» SERENA ORTOLANI /1 OPPOSTO DEL CASALMAGGIORE
«E ADESSO COSA SUCCEDE SABATO SERA? CHE GIOCHIAMO E CHE CI DIVERTIAMO E CI DIVERTIAMO…» SERENA ORTOLANI / 2 OPPOSTO CASALMAGGIORE
rozzi in mezzo alle bolgia. Mentre le ragazze in rosa si abbracciano e vanno a salutare a uno a uno quasi tutti gli spettatori. SOFFERENZA Perché nulla ha mollato la Pomì anche quando intorno le cose giravano male, tipo quando l’Igor Novara ha annullato anche due match ball. «Quando me lo sento sono più tranquillo - dice Davide Mazzanti - e questa sera me lo sentivo. Così quando ho visto che ci avevano raggiunto sono riuscito a stare tranquillo. La squadra tecnicamente ha giocato come può, eravamo un po’ stanche, un po’ sulle ginocchia, ma tatticamente è stata grandissima. E io l’avevo visto subito». RIMONTE Non solo nel quinto set, ma anche nel secondo e
Serena Ortolani, 28 anni TARANTINI
nel quarto Guiggi e compagne hanno preso il largo forti dei loro centimetri e del loro pedigree, per mettere le mani su quello scudetto che inseguono da 13 anni e che finora è sempre sfuggito. Anche al termine di questa battaglia. Battaglia vera per due ore e mezza con Ortolani («evviva evviva sono rimasta in campo per 5 set diceva alla fine») ancora una volta simbolo di questa squadra che la puoi mettere in ginocchio, ma stai certa che si alza sempre un’altra volta. Sempre una volta in più. Come il suo libero volante Imma Sirressi (alla fine premiato come Mvp) che con le sue difese funamboliche ha frenato la voglia tricolore di Novara. Casalmaggiore continua a sognare e a questo punto lo farà fino a sabato sera.. © RIPRODUZIONE RISERVATA
UOMINI: OGGI GARA-4
Bruno calma Modena «E’ come una semifinale» Paolo Reggianini MODENA
F
accia distesa, il suo sguardo, con un pizzico di complicità, incrocia quello di Lorenzetti seduto al tavolo in attesa di iniziare la lezione di tattica. Il coach ascolta il «suo» Bruno, quasi incuriosito di quanto dirà in questa vigilia di Modena-Trento atto quarto. «Angelo – dice il regista – ci ha detto di affrontare questa gara come se fosse una Coppa: siamo in semifinale e dobbiamo provare a conquistare la finale
di Trento, cercando di fare il nostro di gioco, di divertirci, di restare attaccati al match e di battere con più aggressività». Si parla di strategie. Delle scelte di Bruno nelle ultime due sfide. Il regista, che legge e ascolta tutto, taglia corto. «Ognuno avrà il suo lavoro da fare e io proverò a mettere tutti in partita. Il fatto poi che uno riceva più palloni di un altro, sono chiacchiere che lascio fare a voi. Non esiste la strategia giusta. A Perugia c’era una opzione: Atanasijevic. Se è in giornata, Perugia vinceva. Qui c’è una maggiore varietà e io
La grinta di Bruninho TARANTINI
dove cercare di fare rendere tutti al massimo». GARA-3 Un rapido accenno a gara tre e ad un 3-0 che Bruno sembra aver rimosso. Ma per metterlo nelle condizioni di dare sfogo alla sua fantasia, Modena dovrà ricevere meglio. «Normale subire qualche ace, loro hanno battitori come Kazyiski e Diurjc che fanno danni, ma il calo del nostro cambio palla non dipende solo dalla seconda linea. L’esito di domenica? Anche quattro anni fa perdemmo nettamente in gara 3 poi vincemmo a Modena e portammo Trento alla quinta in casa». Bruno aveva appena un anno nel 1987 quando la Panini, sotto 2 a 1, vinse con la Santàl impattando 2 a 2 e andando a vincere a Parma il secondo scudetto dell’era Velasco. Una situazione simile
a quella attuale. «Speriamo che succeda ancora – sostiene in modo deciso – sarà difficile, ma davanti al nostro pubblico possiamo guadagnarci la bella e andare a vincere lo scudetto». Inevitabile parlare di Giannelli, il gioiello di Trento, di dieci anni più giovane del brasiliano. «Ha dimostrato in campionato di avere tanta personalità entrando e risolvendo gare complicate. Ha grandi potenzialità, è un alzatore moderno, batte bene e mura. Se non gli metteranno troppa pressione, se farà il passo lungo come la gamba, diventerà ancora più forte. Gente come Kaziyski e Birarelli o Djuric - conclude . è più abituata a gare tirate. Ma non è colpa nostra se in campionato spesso abbiamo vinto nettamente. La nostra è stata una stagione da 10 in pagella». © RIPRODUZIONE RISERVATA
Sabato gara-5 a Novara alle 20.45 ● E adesso di decide tutto in gara-5, in programma al PalaTerdoppio di Novara sabato 16 alle 20.45 con diretta su RaiSport 1. Serie: Gara-1 NovaraCasalmaggiore 3-2. Gara-2 CasalmaggioreNovara 3-1. Gara-3 Novaracasalmaggiore 3-1. Gara-4 Casalmaggiore-Novara 3-2 MERCATO (m.mar.) Mario Junior, quest’anno a Piacenza, si è accasato al Sao José in Brasile, mentre Jacopo Massari va al Parigi, squadra che pare stia cercando anche il palleggiatore Davide Saitta.
Trento inizia con Giannelli Tutto esaurito ● (p.r.-niba) Stasera a Modena (20.30, dir. RaiSport1) gara-4 della finale scudetto in un Palapanini esaurito da giorni e con oltre 1000 richieste rifiutate. Modena con Bruno-Vettori; Verhees-Piano; Ngapeth Petric, Rossini libero. Per Trento è il match bal con Simone Giannelli che parte in in regia con Djuric opposto, Birarelli- Solé; LanzaKaziyski, Colaci libero. POTENZA PICENA SU (f.c.) A 36 anni dalla nascita, Potenza Picena ha centrato la storica promozione in SuperLega. Ieri in gara-4 di finale A-2: Aello Corigliano-BChem Potenza P. (Casoli 22) 1-3 (26-28, 25-22, 24-26, 21-25; serie 1-3)
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Pallanuoto R Il regista dei campioni
MERCOLEDÌ 13 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Felugo alla Pirlo: la fantasia al potere
1Dalla fede juventina ai titoli vinti, tante analogie. «Contro i colossi bisogna farsi valere con l’estro» 1
Franco Carrella
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FINALE SCUDETTO
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essun provvedimento disciplinare per la prima finale scudetto, neppure una semplice ammonizione: se non è record, poco ci manca. Non sorridete, è una notizia. Se stavolta è filato tutto liscio, è perché il successo della Pro Recco è stato netto e meritato. «Gara-1 è sempre la più imprevedibile, noi abbiamo avuto l’approccio giusto nonostante la responsabilità di giocare in casa. E al di là di una difesa superlativa, contro il Brescia anche in attacco ci siamo finalmente mossi con più fluidità rispetto alle uscite precedenti» dice Maurizio Felugo, uno dei grandi protagonisti soprattutto nelle vesti di uomo assist e autore dell’8-4 conclusivo. Il faro biancoceleste ha dimostrato di valere ancora. RAFFRONTI Tifosissimo juventino («Dopo gara-2 scapperò a vedere la semifinale di ritorno col Real Madrid: non dovremo farci schiacciare nella nostra metà campo»), si presta volentieri al paragone calcistico, considerato il ruolo di regista col fiuto del gol: «Io come Pirlo? Sono lusingato. Effettivamente le analogie non mancano». Prendiamo i palmares: Maurizio e Andrea hanno conquistato il Mondiale, l’argento europeo e, rispettivamente, un argento e un bronzo olimpico. A livello di club, nove scudetti e cinque Champions per Felugo, sei scudetti e due Champions
Recco avanti 1-0 Gara-2 alle 19 si gioca a Brescia
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● 1 Maurizio Felugo, 34 anni , con la calottina del Recco BORSARELLI ● 2 Qui allo Juventus Stadium richiama una foto celebre... ● 3 La posa di Michel Platini dopo uno splendido gol annullato nella Coppa Intercontinentale ‘85 con l’Argentinos Juniors, a Tokyo ● 4 Andrea Pirlo, 35 anni LAPRESSE 4
per Pirlo (guarda caso, bresciano come la squadra che prova a sottrarre il tricolore alla Pro Recco). «È un piacere vederlo giocare: anche quando non è al top, può sempre inventare la prodezza decisiva. Sa mettersi al completo servizio dei compagni, è altruista. Lui, come me, deve farsi valere con la fantasia, contro avversari che spesso possiedono un fisico più prestante. E mi viene in mente un’altra analogia: entrambi abbiamo giocato in storiche rivali dei nostri club attuali. Io nel Posillipo, lui nel Milan». Non solo: entrambi progetterebbero una chiusura di carriera all’estero. «Due anni fa, a
Sydney, ho partecipato alla sfida tra Australia e stelle straniere. L’estate scorsa, in California, ho vinto gli US Open col New York Athletic Club. Tornare in quei posti mi piacerebbe, ma per adesso mi diverto ancora qui a Recco. Se vincessimo anche gara-2 nella vasca del Brescia, effettivamente una bella fetta di scudetto sarebbe nostra» sottolinea il trentaquattrenne di Chiavari, la città da cui è partita ieri la quarta frazione del Giro d’Italia. TRAGUARDI Inseguendo il decimo scudetto personale, senza abbandonare i sogni di una
quarta Olimpiade («Col c.t. Sandro Campagna ho sempre avuto uno splendido rapporto, estremamente schietto. Ha giustamente rinnovato il gruppo, se servisse un contributo di esperienza ne parleremmo serenamente»), Maurizio si prodiga pure come presidente dell’Associazione giocatori: «Tanto abbiamo già fatto, sensibilizzando la categoria su molti aspetti, ma tantissimo c’è da fare. Nei confronti della Fin e delle società, ci proponiamo costantemente in maniera costruttiva». Sul polpaccio destro ha tatuato i versi di una poesia di Alda Merini che parla di spiritualità e del rapporto con Dio
Da questa stagione, la finale scudetto è tornata al meglio delle cinque partite. Con la Pro Recco che conduce 1-0 grazie all’8-4 di Sori, stasera gara-2 si gioca a Brescia: ore 19, diretta su RaiSport 2. Gara-3 è in programma sabato in Liguria. L’eventuale gara-4 il 19, gara-5 (sul campo dei campioni d’Italia) il 22. Alla fine di ogni match, in caso di parità, si tirano i rigori. DONNE E domani scatta la finale del campionato femminile, anch’essa al meglio delle cinque partite. Si sfidano il Plebiscito Padova (che ha chiuso al comando la stagione regolare) e la Mediterranea Imperia. Gara-1 sul campo veneto (ore 19), gara-2 domenica e gara-3 lunedì in Liguria, eventuale gara-4 e gara-5 il 23 e il 24.
(«Io lo conosco: ha riempito le mie notti con frastuoni orrendi/ha accarezzato le mie viscere/ imbiancato i miei capelli per lo stupore»). Resta tra i promotori più attivi di «Tene Ti Ala», associazione che raccoglie fondi per le suore francescane del Sacro Cuore di Maigaro, piccolo villaggio nella savana a pochi chilometri da Bouar, nella Repubblica Centrafricana. Con lui, la moglie Sara che 17 mesi fa gli ha regalato la meravigliosa Nina. «E a fine agosto mi renderà di nuovo papà: sarà un maschietto. Per il nome siamo in trattative...». © RIPRODUZIONE RISERVATA
Varie R Novità editoriale
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IL LIBRO
CONTENUTO PREMIUM
I papi e lo sport 1
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● 1 Papa Francesco in un selfie con un atleta paralimpico LEV ● 2 Un giovane Karol Wojtyla praticava anche la canoa oltre allo sci alpino ANSA ● 3 Achille Ratti, poi Papa Pio XI, sul ghiacciaio del Rothorn nell’agosto 1897: a lui sono intitolate due vette DANIELE ROSSI ● 4 Pio XII riceve Gino Bartali, col figlio Andrea ARCHIVIO GAZZETTA
RATTI E WOJTYLA ALPINISTI ORA C’E’ IL TIFOSO BERGOGLIO LA STORIA di MAURIZIO NICITA
C’
è un filo che lega i tweet di Papa Francesco a un incontro storico del 1905 fra Pio X e il barone Pierre de Coubertin: la convinzione in Vaticano che lo sport sia un modo per rendere l’uomo migliore. Oltre un secolo di incontri e interventi raccontati in un prezioso volume che ci aiuta a comprendere cosa è stata ed è la Chiesa nei confronti di un mondo sportivo in continua trasformazione, ma che deve sempre avere la crescita dell’uomo al centro. Si aprono pagine di storia poco conosciute e gustosi aneddoti. DE COUBERTIN AMMALIATO Scrive l’inventore dei Giochi nelle sue «Memorie olimpiche»: «Papa Pio X non condivideva le prevenzioni della maggior parte dei direttori degli istituti religiosi contro lo sport». All’epoca il fenomeno è circoscritto alla borghesia e ai militari. Per questo quando, nel luglio del 1904, lo stesso pontefice assiste compiaciuto a prove ginniche dei ragazzi in Vaticano, in parecchi rimangono interdetti. L’incontro del 1905 dimostra come la Chiesa non opponesse veti a che l’Olimpia-
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de del 1908 si svolgesse a Roma, ma poi l’Italia disse no. Tutto questo non influisce sulle innovative convinzioni di Pio X che nel 1911, in un congresso per educatori, dirà in maniera esplicita: «Allorché qualche anno fa avevo aperto il Vaticano ai grandi concorsi dei ginnasti cattolici, ho dato una dimostrazione chiara del mio pensiero. Se oggi sussistono ancora dei dubbi, allora non mi resta che mettermi io stesso a fare esercizi, affinché sia seguito il mio esempio». PAPA RATTI L’ALPINISTA Sul soglio di Pietro succede Achille Ratti, Pio XI, la cui attività alpinistica fu notevole. Due cime portano il suo nome: «Picco Ratti» del Pizzo Intermesoli e «Vetta Ratti» nella Grigna settentrionale. Grande passione che lo porta nel 1923 a proclamare San Bernardo da Mentone patrono degli alpinisti. E nello stesso anno fa inserire nel rituale romano la formula per benedire «corda e piccozza». SPORT E POLITICA Siamo nel ventennio fascista, e il regime usa lo sport come propaganda. Nel 1928 viene organizzato il primo concorso ginnico femminile. E se il segretario del partito fascista, Augusto
PIO X VOLEVA L’OLIMPIADE NEL 1908 LE METAFORE DEI COMUNICATORI GIOVANNI PAOLO II E FRANCESCO «I Papi e lo sport - Oltre un secolo di incontri e interventi da San Pio X a Papa Francesco» a cura di Antonella Stelitano, Alejandro Mario Dieguez e Quirino Bortolato. Libreria Editrice Vaticana pagg. 380, euro 28
Turati, afferma ridondante: «Le giovani fasciste alzino verso il cielo d’Italia il moschetto», Pio XI ribatte: «Se mano di donna si deve alzare, sia sempre e solo atto di preghiera e di benefica azione». Il successore Pio XII (il primo a incontrare i ciclisti del Giro d’Italia, nel ‘46) attraversa la seconda Guerra Mondiale e nel post di ricostruzione, spinge i cattolici che cercano una collocazione più consona nel nuovo Stato democratico. Sono i tempi delle imprese di Gino Bartali, ricevuto più volte e definito «magnifico atleta cristiano». La metafora usata dallo stesso pontefice nel ‘47, appare ardita: «Guardate il vostro Bartali, egli ha più volte guadagnato l’ambita “maglia”. Correte anche voi in questo campionato ideale, in modo da conquistare una ben più nobile palma». E la bicicletta era la grande passione di Giovanni Paolo I che nel suo brevissimo pontificato non ebbe tempo di toccare temi sportivi a lui cari, visto che era «il Patriarca in bicicletta» per la sua abitudine a girare in bici per la sua diocesi veneziana. OLIMPIADE E FRATELLANZA Giovanni XXIII, in occasione dell’Olimpiade di Roma ‘60, intuisce il punto di forza dei Giochi, che le stesse Nazioni Unite molti anni dopo faranno proprio: «L’Olimpiade come momento di pace, come simbolo di fratellanza e solidarietà tra i popoli». Ma la Guerra fredda e alcuni massacri – quello di piazza delle Tre culture a Città del Messico, a pochi giorni dall’Olimpiade del ‘68 e l’attacco terroristico al villaggio olimpico a Monaco, nel ‘72 – offuscano i valori sportivi e Paolo VI (il primo papa a citare «il buon simbolo della torcia olimpica») sottolinea: «C’è bisogno di riconciliazione e di concordia fra tutti gli uomini (...) e lo sport, di natura sua nobile e pacifico, vi concorra». Lo sport come strumento di pace è colto pure da Benedetto XVI, un esempio? Il messaggio di augurio al popolo iracheno per la vittoria nella Coppa d’Asia di calcio del 2007. I COMUNICATORI La Chiesa vive l’epoca dei Grandi Comunicatori. Prima Giovanni Paolo II ora Papa Francesco. Per il primo è difficile persino elencare gli stadi dove ha celebrato o tenuto discorsi, dal Maracanà di Rio allo Yankee Stadium di NY. Quando Wojtyla – famosa la sua sciata sull’Adamello davanti a un entusiasta Sandro Pertini – nel ‘95 incontra i vescovi polacchi, dice: «Dovrete dire di me non solo che ero il Papa, ma che sciavo e andavo in canoa e chissà che altro. E anche che mi rompevo le gambe, ogni tanto». La sua passione sportiva è profonda e durante la sua permanenza estiva a Castel Gandolfo, nel ‘94, ammira dalla sua finestra le pagaiate di due grandi atleti e chiede a un cardinale di volerli conoscere: sono Antonio Rossi e Beniamino Bonomi, entrambi saranno olimpionici, pure in coppia a Sydney. E se Woityla è il «Papa polisportivo», Bergoglio è il «tifoso», non nasconde la sua passione per il San Lorenzo di Almagro e spesso ama ricordare la sua presenza sugli spalti a Buenos Aires. Tanto che quando riceve, nell’estate del 2013, le nazionali italiane e argentine, rivolgendosi ai giocatori chiede: «Chissà se qualcuno di voi riuscirà a fare un gol come quello di Pontoni, che ne dite?». Era il centravanti del San Lorenzo nel ‘46, quando il piccolo Jorge andava al «Gasometro» con la famiglia. Quello era l’impianto del San Lorenzo che ora ne sta costruendo uno nuovo, da intitolare a Papa Francisco. E se i tweet di Bergoglio raggiungono milioni di giovani senza intermediazioni, le sue parole rimangono profonde, con l’uso di semplici metafore. Su tutte quella rugbistica: «Anche nella vita la ricerca della meta è faticosa, richiede lotta, impegno, ma l’importante è non correre da soli. Per arrivare bisogna correre insieme e la palla viene passata di mano in mano, e si avanza insieme, finché si arriva alla meta. E allora si festeggia!». © RIPRODUZIONE RISERVATA
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MERCOLEDÌ 13 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
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TUTTENOTIZIE
1RUGBY: MURRAY E IL GIGANTE (i.m.-e.sp.) Il pilone della Scozia Euan Murray (66 caps) che non
giocava la domenica per motivi religiosi annuncia il ritiro dalla nazionale: no Mondiale. Treviso annuncia il seconda linea sudafricano Rudolph Duncan Naudè, gigante di 205 cm per 135 kg, 6 anni a Chalon (Fed 1).
FOOTBALL
Scandalo palloni sgonfiati Brady fuori per 4 giornate e la fama di imbroglione 1La Nfl squalifica la star più conosciuta. Il manager di Tom: «Punizione
ridicola». Ai Patriots un milione di dollari di multa e tolte due scelte ai draft Massimo Lopes Pegna CORRISPONDENTE DA NEW YORK
L
a National Football League non guarda in faccia a nessuno, neppure al poster boy del suo campionato: Tom Brady, il quarterback che ha vinto quattro Super Bowl, come riuscito solo ad altri due monumenti della storia, Joe Montana e Terry Bradshaw. Lunedì pomeriggio la Lega ha deciso di squalificarlo per 4 giornate, ritenendolo implicato in quello che è stato chiamato il «Deflategate» o scandalo dei palloni sgonfiati. MEGA MULTA Quattro partite non sono una carezza, rappresentano un quarto dell’intera stagione in cui si giocano sedici gare. Inoltre ha affibbiato un milione di dollari di multa ai New England Patriots, i campioni in carica, togliendo loro anche due scelte al draft (una al primo round del 2016, l’altra
ATLETICA
Lavillenie k.o. Niente Doha Esordio a Roma?
Renaud Lavillenie REUTERS ● (l.e.) Infortunio a una spalla per il primatista del mondo dell’asta, il francese Renaud Lavillenie, costretto così a dare forfeit allla tappa di apertura della Diamond League venerdì a a Doha in Qatar. Lavillenie, che nel febbraio 2014 ha strappato il record indoor a Bubka con 6.16 l’anno scorso a Donyetsk, si è fatto male in Francia partecipando a una staffetta 4x100 con il suo club a Lione. L’astista è caduto sul traguardo, ferendosi alla spalla. Rene Auguin, manager del campione, ha fatto sapere che Lavillenie sarà fuori gioco per una decina di giorni. Auguin ha precisato che l’infortunio non è grave ma rovinerà l’inizio della stagione all’aperto finalizzata a conquistare a Pechino il primo titolo mondiale. Lavillenie, eletto dalla Iaaf miglior atleta del 2014, potrebbe quindi esordire nel circuito al Golden Gala del 4 giugno a Roma, che per il momento non è compromesso come partecipazione, dove troverà il tedesco Holzdeppe ed il polacco Wojciechowsk.
Tom Brady, 37 anni, quarterback dei New England Patriots, 4 Superbowl vinti
al 4° del 2017), non facendo sconti al proprietario, Robert Kraft, un amico (forse ora ex) del commissioner Roger Goodell. Per capire, occorre fare un passo indietro. Fino al gennaio di quest’anno, quando all’indomani della finale Afc del football, in cui i New England Patriots batterono gli Indianapolis Colts per 45-7 ottenendo l’accesso al Super Bowl (poi vinto contro Seattle), la Nfl rivelò che 11 palloni su 12 dopo l’interval-
PALLAMANO
Via alla finale: è Fasano contro Bolzano (an.gal.) Oggi a Noci (Ba), alle 20,30 (dir. Rai Sport 2) la finale di andata tra il Fasano campione in carica e il Bolzano, remake della finale di un anno fa e conferma del dominio della Puglia e dell’Alto Adige. Dal 2002-03 il tricolore finisce sulle maglie dei club di queste regioni: Bolzano (2), Merano (1), Conversano (5), Casarano (3), Fasano (1). Quella tra Fasano e Bolzano, formazioni che hanno dominato la regular season (entrambe prime senza sconfitte) e la pouleplayoff, è sfida incerta tra squadre che si conoscono benissimo (vi giocano i 2/3 della nazionale) e che rispetto allo scorso anno hanno potenziato i roster: il Bolzano con i terzini Starcevic (italocroato) e Dallago e il portiere greco Tsilimparis; il Fasano col 40enne bomber lituano Raupenas e i terzini italoargentini Taurian e Riccobelli. Finale in due gare. Titolo a chi vince le due sfide o a chi avrà la migliore differenza reti. Lo scorso anno, in entrambe le sfide saltò il fattore-campo e il titolo dopo 2 stagioni in Alto Adige tornò in Puglia.
Un tiro di Pasquale Maione
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lo erano sgonfi sotto il livello regolamentare. Un evento naturale o doloso? Dopo 4 mesi di indagini, l’investigazione pubblicata cinque giorni fa e condotta da Ted Wells, l’avvocato indipendente (ma incaricato e pagato dalla Lega), non era arrivata a una conclusione di colpevolezza certa (i due magazzinieri responsabili dei palloni sono stati però sospesi a tempo indeterminato). Aveva scritto: «E’ più probabile che no che i pallo-
HOCKEY PISTA: FINALE
Il Forte vince Tifosi Viareggio ne feriscono 3
Pedro Gil, 34 anni CATTINI ● (m.nan-g.l.) Il Forte dei Marmi espugna il Palabarsacchi di Viareggio e si porta avanti 1-0 nella serie scudetto. Tensione alla fine: tifosi bianconeri hanno lanciato una bottiglia di plastica piena di olio bruciato nello spogliatoio del Forte rompendo un vetro della finestra: le schegge hanno ferito leggermente il portiere Stagi, il suo vice Verona e il massaggiatore Carducci. Indaga la polizia. In campo, il derby regala gol e spettacolo soprattutto nel 1° tempo: botta e risposta e punteggio in equilibrio fino al 19’ quando il break del Forte con la doppietta di un sempre ispirato Pedro Gil spezza la partita e manda al riposo sul 35 per i tricolori. Nella ripresa, gli ospiti non rischiano e pungono in contropiede mentre il Viareggio subisce nella parte finale i gol di Torner e Cancela che chiudono gara 1. Cgc Viareggio-Forte dei Marmi 4-7 (p.t. 3-5) Marcatori: 2 Montigel, Mirko Bertolucci, Cinquini; 2 Torner, 2 Cancela, Motaran, 2 Gil. Serie (al meglio di 5) Gara-2 sabato Forte; gara 3 martedì 19 a; ev. gara 4 giovedì 21 a Viareggio, ev. gara 5 sabato 23 a Forte.
ni siano stati sgonfiati ed è più probabile che no che Brady fosse a conoscenza dell’accaduto». Difficile leggere le 243 pagine del faldone e non avere la percezione che l’Mvp dell’ultima finalissima non sapesse almeno qualcosa. E poi il giocatore, marito della modella brasiliana Gisele Bundchen, aveva rifiutato di consegnare mail e text del cellulare, peraltro nei suoi diritti. Il messaggio lanciato è chiarissimo: chi sgarra, paga. Anche se a farne le spese è l’uomo immagine della Lega. Soprattutto dopo lo scivolone alla vigilia della stagione 2014/15, quando Goodell squalificò inizialmente Ray Rice, reo di aver picchiato la fidanzata dentro a un ascensore, per appena 2 giornate. Salvo poi fare marcia indietro e sospenderlo per un periodo indefinito, travolto dalle critiche dell’opinione pubblica. APPELLO Brady, che rientrerà il 18 ottobre (contro Indianapolis, incredibile coincidenza), farà appello. Il suo agente, Don Yee, ha avuto parole durissime: «Punizione ridicola e preconcetta». Il padre, Tom Sr. ha definito lo scandalo «framegate», come se ci fosse l’intenzione di incastrare il figlio. Il proprietario, Kraft, fatica a inghiottire l’amaro boccone: «Pur essendo innocenti, accetteremo la punizione che va al di là di ogni ragionevole aspettativa e non è basata su alcuna prova». Anche se il crimine commesso non è gravissimo, rimane la sensazione che Brady abbia mentito. «Liar & Cheater», bugiardo e imbroglione: negli Usa, una specie d’infamia. © RIPRODUZIONE RISERVATA
BOXE
Teppisti picchiano in metro a Berlino Boystov in coma E’ il 29enne peso massimo russo Denis Boytsov l’uomo in coma artificiale dopo essere stato aggredito e picchiato in un tunnel che unisce due stazioni della metropolitana di Berlino, nella zona di Charlottenburg. Lo hanno rivelato le autorità locali, che si stanno occupando di un problema che ha assunto dimensioni preoccupanti, ovvero quello delle aggressioni che gruppi di teppisti, per puro gusto di sadismo e violenza, mettono in atto in alcune stazioni metro della capitale tedesca. La polizia ha reso nota in queste ore l’identità dell’ultima persona aggredita in ordine di tempo, che è appunto il russo che da tempo vive in Germania, e ora indaga sull’accaduto con il contributo dei filmati delle telecamere. Boytsov vanta un record di 36-1, dopo essere stato iridato giovanile dilettanti: era nella lista dei possibili sfidanti di Wladimir Klitschko, ma due anni fa perse l’occasione, battuto dall’australiano Alex Leapai. Il suo ultimo match risale a marzo: vittoria per ko2 sul brasiliano Beato Costa jr.
BOXE/2 ATLETICA ●
RUSSA RECIDIVA La 21enne russa Tatyana Akulinushkina, rientrata un anno fa dalla prima squalifica di 13 mesi, è stata squalificata 4 anni (recidiva) dalla federazione russa dopo essere stata trovata positiva il 20 febbraio in un camp a Sochi e potrà rientrare il 1° marzo 2019. La russa è fra i 20 atleti allenati da Viktor Chegin trovati positivi. ● HARTING JUNIOR (si.g.) Christoph Harting, fratello minore dell’olimpionico e iridato Robert, ha lanciato il disco a Wiesbaden (Ger) a 67.53 (pb e mpm ‘15). Uomini. Disco: 2. Harradine (Aus) 66.75. Donne. Disco: Ruh 66.14; Muller 65.30. A Bratislava (Slk). Donne. 3000 sp: Mismas (Slo, ‘96) 9’35”10 (r.n.). A Chania (Gre). Uomini. 200 (0.0): Tsakonas 20”31. A Venissieux (Fra). Uomini. 110 hs (-0.5)/Lungo (+1.5): R. Lavillenie 14”73/7.27. Donne. Martello: Tavernier 71.38. A Schwechat (Aut). Uomini. Disco: Mayer 67.20 (r.n.). A Brest (Bie). Donne. Martello: Miankova 72.94; Sobaleva 72.67; Krechyk 72.06. A Klatovy (R Cec). Uomini. Giavellotto: Frydrych 85.52 (mpm). ● SPRINTER NUOVO (si.g.) Clayton Vaughn, 23enne velocista Usa, ha corso i 100 in 9”93 (+1.7) a Mobile, con lo jr Jaylen Bacon a 10”10. Vaughn, che aveva 10”12 di pb, sale al 2° posto mondiale 2015. A Hammond. Donne. Asta: Payne 4.71 (mpm ‘15=). A Los Angeles. Uomini. Peso: Kovacs 21.04. Asta: 4. COLELLA (j) 5.00.
BASEBALL ●
COLABELLO OK (m.c.)Toronto si arrende a Baltimore ma Colabello chiude 2/3: media 571 (12/21) dopo il rientro in Major. Per Jason Grilli (Atlanta) contro Philadelphia 9a salvezza (ora è 3° National, dietro Familia 13 e Rosenthal 11). Fuoricampo per Rizzo (Cubs).
● Incassi superiori alle previsioni per Mayweather-Pacquiao che tocca i 500 milioni di dollari di incasso (contro i 400 previsti). La PPV ha raccolto 4,4 milioni utenti Usa per un incasso di 4 milioni di dollari che raddoppia quasi il precedente record (MayweatherDe La Hoya 2.48mio $). Triplicato il record precedente al botteghino: 71mio $ contro i 20 di Mayweather-Canelo. scegliamo Tedorna Jet (7), Tomahawk Lg (6), Tahir Tadd (2), Taormina Mail (9), Tamara Falco (12) e Tea Dl (10). ● SI CORRE ANCHE Trotto: Aversa (15.05). Galoppo: Milano (14.45) e Grosseto (15.45).
NUOTO ●
PICCOLO RECORD A Lignano, Nicolò Martinenghi (Brebbia) in 28”48 ha migliorato il suo record italiano ragazzi, fermo a 28”70 del 14 aprile a Riccione.
OLIMPIADI INCONTRO MALAGÒ- MARINO Un’ora abbondante di colloquio fra Malagò e Marino per Roma 2024. «Piena sintonia» dice il presidente Coni. I due hanno preparato l’incontro tecnico di domani in cui il Comitato per la candidatura e la task force comunale parleranno delle prime scelte dei siti olimpici. Per la votazione del Consiglio, Malagò ha detto di «aspettare indicazioni e istruzioni».
RUGBY BEACH VOLLEY ●
SABBIA SVIZZERA (c.f.) Qualifiche amare a Lucerna (Svi) per Cicolari-Giogoli, k.o. 2-1 con Mashkova-Tsimbalova (Kaz) nel match decisivo dopo il 2-0 su Lunde-Solvoll (Nor). MomoliGiombini nella pool con BonnerovaHermannova (R. Cec). Nel maschile Ranghieri-Caminati e MartinoCecchini per raggiungere i gemelli Ingrosso tra le 32 coppie.
BOXE
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AUSTRALIA (i.m.) Dopo gli All Blacks nel 2014 anche l’Australia sbarca negli Usa: test match il 5 settembre al Soldier di Chicago.
SPORT INVERNALI ●
MASSI Andrea Massi, leader del «Team to a-Maze», squadra personale di Tina Maze, sarà nella prossima stagione supervisore della nazionale slovena di sci alpino. Accordo raggiunto con la Federazione dopo l’annuncio di Tina Maze della pausa di un anno.
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PIANETA (r.g.) Il massimo Francesco Pianeta (31-1-1), residente in Germania, avrà una nuova opportunità mondiale: l’11 luglio a Magdeburgo (Ger) affronta l’uzbeko Chagaev (33-2-1) re Wba. ● GALASSI (r.g.) Il 26 giugno sulla piazza di Manerba sul Garda (Bs) il mondiale Ibf supermosca, tra la sfidante Simona Galassi (23-3-1) e Deborah Dionicius (Arg. 19),27 anni, titolare dal 2012, alla sesta difesa.
FOOTBALL ●
TRAVOLTA E IL FILM SU OJ John Travolta nei panni di Robert Shapiro, l’avvocato che ha difeso OJ Simpson per l’omicidio nel ‘94 della ex moglie Nicole Brown.
HOCKEY GHIACCIO
VARIE ●
COLOR RUN A TORINO (f.t.) La Color Run organizzata da Rcs, torna a Torino e sabato raddoppia. Si passerà da 10.000 del 2014 ai 25.000 (iscrizioni chiuse). Il fiume di appassionati andrà a colorare i dintorni dello Juventus Stadium fin da sabato mattina, la prima partenza alle 14.30.
IPPICA
Timoz rompe il muro dell’1.13 alla Maura
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MONDIALI Ultima prima fase ai Mondiali: la Francia resta nell’elite. Gir. A (a Praga): Canada-Austria 10-1; Lettonia-Francia 2-3; R.CecaSvizzera 2-1; Class.: Canada 21; Svezia 16; R.Ceca 15; Svizzera 10; Germania 7: Francia, Lettonia e Austria 5. Gir.B (a Ostrawa): Norvegia-Bielorussia 2-3; UsaSlovacchia 5-4; Finlandia-Russia 32. Class.: Usa 17; Finlandia 16, Russia 15; Bielorussia 14; Slovacchia 9; Norvegia 6; Danimarca 4; Slovenia 3. Quarti (domani). A Praga: Bielorussia-Canada; Finlandia-R.Ceca; a Ostrawa: UsaSvizzera; Svezia-Russia.
IPPICA ●
Denis Boytsov, 29 anni, russo EPA
Mayweather straccia i record
IERI 14-15-1-11-12 A Roma (m 1000): 1 Etavat (A. Polli); 2 Vonadiak; 3 Ekendriya; 4 Saum; 5 Gaiagol; Tot.: 44,23; 12,09, 14,76, 3,24 (1.079,28). Quinté: Quarté: Tris: 3.944,51. ● OGGI QUINTÉ A ROMA A Capannelle (inizio convegno alle 15.25) prova modestissima in cui
● La pista della Maura, il nuovo ippodromo di trotto a Milano si dimostra già molto veloce. Ieri, al secondo convegno dopo quello inaugurale di sabato, il 3 anni Timoz, guidato da Pietro Gubellini (foto DE NARDIN) ha già rotto il muro dell’1.13 del tracciato, trottando vittoriosamente il miglio in 1.12.8. Per il figlio di Ganymede quarta vittoria su 12 uscite e prestazione a due soli decimi dal record della generazione, stabilito da Tutankhamon Mrs (da Pine Chip) a Follonica.
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MERCOLEDÌ 13 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
blocco degli scrutini colpisce le famiglie italiane su un punto delicatissimo, cioè le vacanze. Se non si fanno gli scrutini e magari si bloccano anche gli esami, vanno a carte quarantotto le ferie, con ricadute sul comparto turistico. Si fa presto a passare dalla parte dell’eventuale ragione alla parte del sicuro torto.
IL FATTO DEL GIORNO UN DIFFICILE CAMBIAMENTO
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Hanno ragione oppure no? Guardiamo intanto le due delegazioni di ieri. Per il governo c’erano il ministro Giannini come detto, il ministro della Pubblica Amministrazione Marianna Madia, il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi, il ministro dei Trasporti Graziano Delrio e il sottosegretario Claudio De Vincenti. Ma non c’era il presidente del Consiglio. Per i sindacati, oltre a quelli della scuola, c’erano le segreterie nazionali al completo: Camusso per la Cgil, Furlan per la Cisl e Barbagallo per la Uil. È chiaro che il sindacato ha scelto per lo scontro frontale questo terreno. E che Renzi, al momento, vuole soprattutto schivarli.
3 Una studentessa mostra un cartello di protesta contro le prove Invalsi in una foto postata su Twitter
Sindacati e studenti possono far fallire la riforma che Renzi vuole per la scuola? 1È già rottura tra il governo e le rappresentanze dei “prof”
Scontro sul ruolo dei presidi, si rischia il blocco degli scrutini E alle Superiori i ragazzi boicottano i test di valutazione
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di GIORGIO DELL’ARTI gda@gazzetta.it
Ieri due notizie sulla scuola. La prima: gli studenti hanno continuato a boicottare i test Invalsi (le prove ministeriali di valutazione) che si tenevano nelle seconde classi delle Superiori. Molti si sono limitati a flashmob, ma non sono mancate le aule deserte, con un’astensione che si stima superiore al 12%. La seconda: una nutrita rappresentanza del governo (ma senza Matteo Renzi) ha incontrato un’ancor più nutrita rappresentanza di sindacalisti. All’ordine del giorno: la riforma renziana della scuola, detta “la buona scuola”. L’incontro è finito male, il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini ha illustrato allo schieramento di sindacalisti gli emendamenti apportati alla legge dal governo, a suo dire proprio in conseguenza delle critiche sindacali, ma i sindacati hanno risposto, in sostanza, «è poco, è poco» e minacciano adesso il blocco degli scrutini. A cui mancano poche settimane.
D’altra parte mancano quindici giorni anche alle elezioni regionali. Il governo, che adopera toni accondiscendenti adesso, potrebbe irrigidirsi parecchio dopo il voto. Renzi, a forza di sfrugugliare il sindacato, deve mettere nel conto un qualche scontro epocale, tipo quelli della Thatcher con i minatori. La scuola sarebbe un buon terreno per il sindacato. Lo sciopero del 5 maggio è andato bene, le organizzazioni di famiglie e studenti sono pure loro contrarie a Renzi. D’altra parte l’eventuale
NON C’È NESSUNA RISPOSTA ALLE CRITICITÀ CHE ABBIAMO PROPOSTO: SIAMO LONTANI DAL CAMBIAMENTO SUSANNA CAMUSSO SEGRETARIO DELLA CGIL
Quali sono i punti di contrasto? Sostanzialmente tre: manca un rinnovo contrattuale da sette anni e i sindacati vogliono un adeguamento degli stipendi e un nuovo contratto; è vero che il governo assumerà in pianta stabile centomila professori a partire dal prossimo settembre: ma ne resteranno fuori molti altri (circa sessantamila) che risultano abilitati in altri concorsi o comunque meritevoli per un lungo servizio reso alla scuola in condizioni di precariato assoluto. Le sigle vogliono sapere che fine farà tutta questa gente, vogliono un piano di stabilizzazione, magari in più anni… È difficile dar loro torto su questi due punti. C’è poi il terzo punto che è politico e che sarà quello su cui si rischia lo scontro più acceso. Renzi vuole un preside dotato di poteri veri, che possa assumere i professori, valutarli, premiarli, decidere il piano formativo (in sigla Pof) eccetera. Il sindacato vede questo come la rivoluzione dell’“uomo solo al comando”, soprattutto per il fatto che in questa assunzione di responsabilità da amministratore delegato da parte del preside il rappresentante Cgil o Cisl non ha nessuna parte. Il governo ha offerto su questo punto della riforma (articoli 1 e 7) un emendamento che riduce i poteri del preside: il “dirigente scolastico”, come si chiama adesso, per premiare un docente dovrà attenersi ai criteri stabiliti da un Comitato formato dallo stesso preside, da due insegnanti e da due professori. Cioè, in pratica, un piccolo soviet.
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Ai sindacati non basta neanche questo? Il preside resta potente e nel piccolo soviet i sindacati non ci sono, o rischiano di non esserci se non sarà stabilito chi e come sceglierà i due insegnanti e magari i due genitori. La Furlan ha detto: «L’accentramento delle funzioni e delle responsabilità del dirigente parte da un presupposto concettuale sbagliato: la comunità, le famiglie, gli studenti hanno il diritto di giudicare la scuola come servizio. Ma la valutazione dei docenti, le loro capacità didattiche e professionali è meglio che siano lasciate a persone competenti che peraltro ci sono nel sistema scolastico».
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Come mai il preside non sarebbe competente a valutare le «capacità didattiche e professionali» di un docente? Lo chieda alla Furlan, perché io non lo so. È un fatto che la partecipazione comunitaria alla vita scolastica dei genitori e degli studenti ha contribuito a creare la scuola che ci ritroviamo adesso, da cui esce troppo spesso gente non preparata.
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TASCABILI SALDATA LA NUOVA RATA ALL’FMI
Borse europee in rosso Pesa l’incertezza di Atene ● L’incognita Grecia continua a tenere in scacco i mercati: ieri la maggior parte delle Borse europee ha chiuso in ribasso. Piazza Affari ha perso lo 0,93%, Londra -1,37% e Parigi -1,06%. Atene, in controtendenza, ha guadagnato l’1,37%. Dopo il nulla di fatto alla riunione dell’Eurogruppo di lunedì, la Grecia è riuscita a rispettare la nuova scadenza con il Fondo monetario internazionale: ha rimborsato la tranche da 750 milioni, ma ha attinto alle riserve detenute presso l’Fmi.
IL LEADER DELLA LEGA NORD
Salvini sul buco-pensioni «Per restituire i soldi tassiamo la prostituzione»
Matteo Salvini, 42 anni, al ministero del Tesoro ANSA ● Sempre arrembante la campagna elettorale di Matteo Salvini. Il leader del Carroccio ieri ha visitato Gela («I siciliani non meritano strade e autostrade interrotte, ferrovie inefficienti, ma ospedali che funzionano e servizi») e litigato con il governatore leghista della Lombardia Roberto Maroni, che vuole introdurre il reddito di cittadinanza («Elemosina di Stato, servono misure concrete di avviamento al lavoro»). E ha protestato al ministero dell’Economia per il caso pensioni: «Devono restituire i soldi. Come? Applicando costi uguali per tutti nella sanità in tutte le Regioni e tassando la prostituzione».
IL SEQUESTRO NEL 2010
Briatore e il suo mega yacht Chiesti 4 anni per tasse evase ● I pm Patrizia Petruzziello e Walter Cotugno hanno chiesto quattro anni di reclusione per Flavio Briatore al processo che, a Genova, lo vede imputato insieme ad altre quattro persone per reati fiscali legati al noleggio del mega yacht «Force Blue», sequestrato nel 2010 a La Spezia. Secondo l’accusa, Briatore, con gli altri imputati, avrebbe simulato un’attività commerciale di noleggio dell’imbarcazione per godere di tariffe agevolate non pagando l’Iva per 3,6 milioni.
LAVORAVA IN SIERRA LEONE
Ebola, è positivo al virus l’infermiere di Sassari
EMERGENZA MIGRANTI
«Italia a capo della missione Ue anti-sbarchi» 1 Roma propone
di mettere alla guida l’ammiraglio Credendino, esperto di lotta ai pirati
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l piano europeo per affrontare l’emergenza migranti entra nel vivo, in attesa di trovare un accordo (oggi a Bruxelles tra tutti gli Stati), a cominciare dalle quote di migranti da ospitare. L’Italia ha proposto di ospitare il quartier generale della missione europea contro i trafficanti di esseri umani nel Mediterraneo. Il nostro Paese, inoltre, ha anche indicato un capo della missione, l’ammiraglio di divisione Enri-
co Credendino, scelto per la sua lunga esperienza nelle attività antipirateria. Il piano, illustrato all’Onu dall’Alto rappresentante Ue Federica Mogherini, sarà sul tavolo del Consiglio dei ministri esteri e difesa Ue di lunedì prossimo a Bruxelles. Il disco verde, però, appare vicino. Secondo i dati di Eurostat, l’Ue ha dato protezione a oltre 185 mila richiedenti asilo nel 2014, il 50% in più rispetto al 2013. Circa due terzi degli status di protezione sono stati concessi da quattro Paesi: Germania, Svezia, Francia e Italia. L’ALLARME A gettare benzina sul fuoco ci ha pensato però il ministro dell’Informazione del governo libico di Tobruk, quello riconosciuto internazionalmente, Omar al Gawari. «Nelle
prossime settimane sui barconi si infiltreranno oltre ai poveri anche dei terroristi legati all’Isis». «È solo propaganda», commentano l’intelligence e l’Antiterrorismo italiani, che hanno accolto queste affermazioni con scetticismo. Le parole del ministro libico sono state interpretate piuttosto come una sollecitazione all’Italia a rompere con la sostanziale equidistanza che la comunità internazionale sta osservando rispetto a Tobruk e a Tripoli, sede dell’altro governo che si divide la Libia. Il proposito è, infatti, quello di agevolare la mediazione dell’Onu per la formazione di un governo di unità nazionale, che sia un referente unico nella lotta all’Isis e all’emigrazione clandestina. Federica Mogherini, ieri in visita in Lussemburgo EPA
© RIPRODUZIONE RISERVATA
● Mentre l’epidemia di Ebola va attenuandosi (11.065 morti, ma nell’ultima settimana in Africa ci sono stati solo 9 nuovi contagi), un infermiere di Emergency, 37 anni, rientrato dalla Sierra Leone dove si trovava dal 15 febbraio, è risultato positivo al virus. È il secondo caso italiano dopo Fabrizio Pulvirenti, guarito in 37 giorni. L’uomo è stato trasferito ieri a Roma da Sassari, dove vive e dove domenica ha avvertito i primi sintomi. «Le sue condizioni sono stabili», assicura Emergency.
L’EX DIRETTORE DEL «CORRIERE»
Longanesi sceglie De Bortoli come nuovo presidente ● Il Cda della casa editrice Longanesi ha nominato ieri presidente Ferruccio de Bortoli. L’ex direttore del Corriere della Sera, a capo di Rcs libri dal 2003 al 2005, succede a Enrico Zanelli, che era al vertice da 15 anni. «La nomina alla presidenza di una casa editrice fondata quasi 70 anni fa da uno dei maestri del giornalismo italiano ci pare particolarmente felice», è stato il commento del Consiglio di amministrazione. La società è controllata dal gruppo Mauri Spagnol.
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MERCOLEDÌ 13 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Le 280 spiagge da Bandiera Blu Liguria al top e 11 nuove mete
TERREMOTO SENZA FINE
1 Gli “oscar” per il turismo al mare e sui laghi
L’esperto: «Ma i comuni non sanno sfruttarli»
ABRUZZO E SICILIA IN CALO 2014 2015 5 Trentino A.A. 20 Liguria 23 +3 Lombardia 2 Friuli Venezia Giulia 1 18 Toscana 18 = Piemonte Veneto 8 2 17 Marche 17 = 9 Emilia Romagna 23 13 Campania 14 +1 17 Marche 10 Puglia 11 +1 Liguria 18 9 Emilia R. 9 = Abruzzo 8 Toscana 10 Abruzzo 8 -2 3 Puglia Lazio 8 Molise 7 8 +1 Lazio 11 7 Veneto 8 +1 Campania 14 1 6 Sardegna 8 +2 8 Sardegna Basilicata 5 -1 6 Sicilia Calabria 4 5 Trentino 5 = 5 4 Calabria 4 = Sicilia 3 Molise 3 = 2 Friuli V.G. 2 = 1 Piemonte 2 +1
TOTALE 2014 2015
1 Lombardia 1 = 140 147 1 Basilicata 1 = FONTE: FONDAZIONE PER L’EDUCAZIONE AMBIENTALE/GDS
Due edifici piegati dal terremoto a Katmandu ANSA
Il sisma in Nepal Altre 7 scosse Almeno 60 morti
Francesco Rizzo
I
l cielo non si direbbe ma le coste italiane sono sempre più blu. Almeno a sentire la Fee (Fondazione per l’Educazione Ambientale) che, per l’anno numero 29, ha premiato le migliori località balneari del Paese. Il loro numero è aumentato: 147 comuni contro i 140 del 2014, un totale di 280 spiagge (sono il 7% del totale di quelle scelte nei 48 Paesi valutati) contro le 269 di 12 mesi fa e 66 porti. Regione regina risulta la Liguria, che sale a 23 località aggiungendo Santa Margherita Ligure, Taggia e Borghetto Santo Spirito; seguono Toscana e Marche, rispettivamente con 18 e 17, davanti alla Campania con 14, grazie all’ingresso di Capaccio. Solo settima, con altre, la Sardegna (8 Bandiere, scelte
Castiglioncello, in Toscana, è una delle Bandiere Blu 2015 ANSA
Sorso e Castelsardo), davanti a Sicilia, Calabria e Molise. Tra le new entry Terracina, nel Lazio, Rosolina in Veneto e Castellaneta in Puglia (Regione al 5° posto), ma pure Cannobio, sul lato piemontese del Lago Maggiore: le località di lago aumentano, sono 5 in Trentino Alto Adige. CRITERI Le Bandiere Blu, che in fase iniziale si basano sulle autocandidature dei Comuni (quindi c’è chi non viene moni-
CONCORDIA FINE VIAGGIO SARÀ RICICLATA ALL’80% Dopo una notte di navigazione a 2 nodi, il relitto della Concordia ha concluso il suo ultimo viaggio ed è stato ormeggiato ieri mattina al molo Ex Superbacino del porto di Genova (nella foto Ansa). La carcassa adesso verrà smantellata, ma prima occorrerà recuperare tutto ciò che sia riciclabile: si dovrebbe trattare dell’80% dell’intero relitto, tra cui 55 mila tonnellate di acciaio e 2 mila di rame. Lo smantellamento progressivo, dal ponte 14 fino al ponte 2, sarà compiuto dal Consorzio Ship Recycling (Saipem e San Giorgio del Porto) e saranno al lavoro 250 persone. Terminerà entro il 2016.
torato), portano vantaggi nel turismo che uno studio delle università di Urbino e Perugia, condotto fra 131 comuni nel 2012, ha quantificato: l’88% riscontra un aumento della soddisfazione da parte del pubblico. «In realtà — osserva Tonino Pencarelli, docente di economia ed esperto del tema — i comuni non sfruttano abbastanza il valore di immagine di una Bandiera Blu. Che non si ottiene solo per la pulizia dell’acqua ma riguarda molti altre voci, dalla raccolta dei rifiuti alla gestione delle spiagge fino all’attenzione alla mobilità sostenibile e l’educazione ambientale. E il turista non lo sa. Ci si può fidare delle Bandiere Blu? Sì, ricordando però che riguardano diversi aspetti, non solo l’acqua, la cui valutazione dipende anche dal luogo e dal periodo». Così, nella stessa Italia in cui Legambiente, un anno fa, riferiva di un punto inquinato ogni 51 km di costa, le Bandiere aumentano. E la politica esulta: «Un prezioso riconoscimento ai nostri investimenti», dice la Regione Campania, «riparte lo sviluppo», commenta il Lazio. © RIPRODUZIONE RISERVATA
PROCESSO SULL’AMIANTO
Disperso un elicottero di soccorso con a bordo sei marine americani
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li esperti lo avevano previsto, la terra in Nepal non avrebbe smesso di tremare dopo il sisma del 25 aprile scorso, da 7,8° della scala Richter: e infatti ieri mattina sono arrivate sette vibrazioni nel giro di un’ora e mezza, tra cui una da 7,4°. Risultato: crolli di edifici a Katmandu, frane nelle vallate interne, almeno 60 vittime (per un totale di 8219 morti) e mille feriti. E poi elettricità interrotta per alcune ore, comunicazioni telefoniche sospese, aeroporto brevemente chiuso. Colpiti, oltre al Nepal, anche gli stati indiani del Bihar e dell’Uttar Pradesh e il Tibet: i sismografi hanno vibrato a 1800 km di distanza. Nel frattempo un elicottero della marina Usa, coinvolto negli aiuti per il terremoto, è stato dichiarato disperso nell’area di Charikot. A bordo viaggiavano sei marine e due soldati nepalesi. Potrebbe aver avuto problemi di carburante. NAVE L’epicentro della scossa più forte di ieri è stato individuato a Namche Bazar, 80 km a est di Katmandu, oltre 3.400 metri di altitudine: il punto di sosta verso l’Everest era semideserto dopo le valanghe dei giorni scorsi. Nella capitale, intanto, «si ballava come sul ponte di una nave», racconta Erica Beuzer, operatrice di una ong. Le nuove scosse rallenteranno il difficile ritorno alla normalità in un Paese che conta mezzo milione di senza tetto. E tra un mese arriva la stagione dei monsoni. f.riz. © RIPRODUZIONE RISERVATA
IN UN AUTOLAVAGGIO
A Torino l’Eternit bis Il patron imputato: «Violati i miei diritti» «L
a riapertura del processo Eternit viola i diritti umani». Questa volta la difesa di Stephan Schmidheiny, imputato per 258 morti provocate dall’amianto lavorato in quattro stabilimenti italiani della multinazionale, tra Piemonte, Emilia e Campania, è partita al contrattacco. L’imprenditore svizzero, e padrone degli stabilimenti, non c’era, ieri, nella maxi aula del Palagiustizia di Torino dove si è celebrata l’udienza preliminare, ma i suoi avvocati hanno fatto sapere il suo pensiero: «In Piemonte è in corso una caccia alle streghe». I pubblici ministeri Raffaele Guariniello e Gianfranco Colace gli contestano l’omicidio volontario, un’accusa da ergastolo. E la difesa non ci sta. «La Cassazione si è già pronunciata sul caso Eternit dichiarando prescritto il
1Toccati i 7,4° della scala Richter
I familiari delle vittime, ieri in aula a Torino ANSA
reato di disastro ambientale. E allora non si può essere processati due volte per lo stesso fatto. Si sta violando la Convenzione europea dei diritti dell’uomo». LA TESI In procura non la vedono così, infatti per i magistrati qui si procede per singoli casi di morte, alcuni dei quali, assai recenti, dal momento che nella sola Casale Monferrato (Alessandria) si registrano 60 decessi all’anno, e nel primo processo non erano nemmeno contestati. «È stata la Cassazione — ha spiegato Guariniello — a dirci che non erano entrati in gioco gli omicidi». «Speriamo che questa volta il diritto e la giustizia finiscano per coincidere», ha detto Titti Palazzetti, sindaco di Casale Monferrato, in aula per costituire il Comune parte civile. Gli altri impianti in cui si lavorava la fibra cancerogena erano a Cavagnolo (To), Rubiera (Re) e Bagnoli (Na). L’udienza è stata aggiornata a domani. La difesa dovrà esaminare le richieste di costituzione di parte civile: quaranta fra residenti, sindacati, associazioni. A mancare i rappresentanti del governo e delle Regioni interessate. dan. va. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Napoli, seviziò ragazzino Condannato a 12 anni 1Per il tribunale
ci furono violenza e lesioni gravissime Alla famiglia anche 200 mila euro
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erte notizie di cronaca finiscono nel dimenticatoio. E anche quella del ragazzino di 14 anni che fu seviziato con un compressore per gioco in un autolavaggio di Pianura, periferia degradata e dura di Napoli, ha rischiato la stessa fine. Ieri, però, è arrivata la condanna a 12 anni per Vincenzo Iacolare, 24 anni, accusato di aver compiuto il gesto. Iacolare è stato riconosciuto responsabile di lesioni gravissime e violenza sessuale aggravata e condannato anche al pagamento di una provvisionale di 200 mila euro alla famiglia del ragazzo,che si era costi-
tuita parte civile. La richiesta del pm era stata di 18 anni, ma il tribunale ha derubricato da tentato omicidio a lesioni gravissime. L’episodio accadde il 7 ottobre del 2014: il ragazzino fu vittima di un gruppo di tre che lo schernivano perché grasso, gli altri due presunti aggressori sono in attesa di essere processati.
Il corteo che solo 4 giorni dopo la violenza sfilò sotto casa del ragazzino a Napoli, chiedendo la scarcerazione di Iacolare ANSA
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MERCOLEDĂŒ 13 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
A NEW YORK
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CREATIVITĂ€ IN ASCESA
Asta record nella pittura: 179 milioni per Picasso
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La gigantografia di Ingrid Bergman al Festival di Cannes. in alto a sin. Charlize Theron, protagonista del film ÂŤMad Max: Fury RoadÂť. Sotto, la coppia Michael Caine e Harvey Keitel in ÂŤYouth - La giovinezzaÂť di Paolo Sorrentino REUTERS
Cannes al via Tra azione, eros e docu-scandalo l’Italia sogna 1Il film con la Deneuve inaugura il festival
Attesi Mad Max e il biopic sulla Winehouse
Emanuele Bigi CANNES (Francia)
L
a croisette si sta scaldando. Il volto radioso di Ingrid Bergman, icona della 68a edizione del Festival di Cannes che parte oggi, giganteggia sulla facciata del palais, è lÏ che scruta i primi curiosi giunti sul boulevard principale e i giornalisti in coda sotto il sole. Ad inaugurare la kermesse francese sarà A testa alta di Emmanuelle Bercot, un dramma famigliare con Catherine Deneuve, la prima di molte star attese. I patiti di Interceptor non vedono l’ora di gustarsi la nuova versione di Mad Max- Fury Road (nelle
sale da domani) con la guerriera Charlize Theron e Tom Hardy, diretti da George Miller, ovvero colui che nel 1979 lanciò Mel Gibson proprio con Interceptor. Ben diverso sarà il tono di Irrational Man di Woody Allen con la coppia inedita Emma Stone e Joaquin Phoenix o dei cartoon Inside Out, targato Pixar, e de Il piccolo principe di
RIn gara anche
i tre moschettieri di casa nostra: Garrone, Moretti e Sorrentino
Mark Osborne (Kung Fu Panda) che da noi verrà doppiato niente meno che da Toni Servillo, Stefano Accorsi, Alessandro Gassmann e Paola Cortellesi, tanto per citare qualche nome. Sul fronte della gara si attendono Macbeth di Justin Kurzel con Michael Fassbender e Marion Cotillard nei panni del barone di Glamis e della moglie, il ritorno di Gus Van Sant (già vincitore della Palma d’Oro nel 2003 con Elephant) che dirige Matthew McConaughey in The Sea of Trees, Carol (tratto dal romanzo di Patricia Highsmith) con Cate Blanchett e Rooney Mara catapultate da Todd Haynes nell’America conformista degli Anni 50 e il poliziesco Sicario con Benicio Del Toro ed Emily Blunt. SCANDALI Sul fronte Italia la squadra è robusta: Il racconto dei racconti di Matteo Garrone con Salma Hayek e Vincent Cassel, Mia madre di Moretti e La giovinezza di Paolo Sorrentino con Michael Caine, Rachel Weisz e Harvey Keitel se la batteranno ad armi pari. Nella sezione Un Certain Regard il tifo è tutto per il nostro Roberto Minervini, in gara con Louisiana. Come ogni anno non mancheranno gli scandali: il documentario Amy sulla cantante Amy Winehouse, da cui la famiglia si dissocia completamente, e Love di Gaspar Noè, che promette scene di sesso esplicite. Š RIPRODUZIONE RISERVATA
OROSCOPO LE PAGELLE di ANTONIO CAPITANI 21/4 - 20/5 TORO
21/5 - 21/6 GEMELLI
22/6 - 22/7 CANCRO
23/7 - 23/8 LEONE
24/8 - 22/9 VERGINE
6-
7
6
7+
6
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La Luna spazza via sfighe e fumo salente dagli zebedei. CosĂŹ i piani della giornata vi riescono e voi ricevete consensi e assensi. Pure suini. Uau.
Noia e demotivazione vi fanno arrancare, lavoro & c. sbriciolano gli zebedei. Ma il sudombelico è in maglia rosa-suino: primo fra tutti.
Giornata di risultato utile. Chi vi è veramente amico ve lo prova senza ombre, chi vi vuol fornicare ve lo dice schiettamente. Viaggi e Pr fruttano.
Una lieve tensione (pure economica) è nell’aria, l’equivoco aleggia, i fallocefali li dareste in pasto alle triglie. Ma il rendimento per fortuna suino s’impenna.
La gente vi fa venir gli zebedei melanzaniformi: calmi, non durerà . Il fair play premia, ma il sudombelico è velleitario: ponetevi obiettivi ragionevoli.
23/9 - 22/10 BILANCIA
23/10 - 22/11 SCORPIONE
23/11 - 21/12 SAGITTARIO
22/12 - 20/1 CAPRICORNO
21/1 - 19/2 ACQUARIO
20/2 - 20/3 PESCI
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7,5
6-
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6+
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Assist astrali utili si dirigono sul lavoro, in provvida evoluzione. News inattese vi rinfrancano non poco, il sudombelico es muy resistente e costante.
La Luna vi aiuta a correggere e conseguire gli obiettivi, a sbrigare gli impegni, a sgrossare. La grinta cresce, voi siete irresistibili e fornichevoli.
Abbattimenti e giramenti di zebedei oggi si alternano: state su, controllatevi, don’t scler e producete. Ormone stressato. O ignorato, poveretto.
Tutto o quasi vi è concesso, oggi, in ogni ambito. Il vigore aumenta, il sudombelico prosegue con le proprie buone abitudini, colloqui e lavoro OK.
D’ORO In alto, Donne di Algeri di Picasso; sotto, L’homme au doigt di Giacometti AFP/EPA
IL CONSIGLIO
21/3 - 20/4 ARIETE Un po’di melancholia aleggia. E certi posti e persone vi procurano la gioia d’una stomatite. Ma la fornicazione tonifica l’anima. Fantasiosally. Bene.
tutta una moina: l’arte diventa la celebrazione massima della ricchezza: è divertente competere perchÊ è divertente giocare a essere ricchissimi. CosÏ il critico d’arte Philippe Daverio commenta l’asta record di Christie’s a New York che ha visto staccare assegni da 179,4 milioni di dollari (compresa la commissione per la casa d’aste) per Donne di Algeri (versione O) di Picasso (una scena in un harem del 1955) ed i 141,3 milioni per L’homme au doigt, bronzo dello scultore svizzero Alberto Giacometti, anno 1947. La cifra versata da un anonimo, al telefono, per l’opera di Picasso, dopo 11 minuti di rialzi, rappresenta il record per un quadro a un’asta. Supera i 142,4 milioni versati per Tre Studi di Lucian Freud di Francis Bacon due anni fa. Anche i 141,3 milioni spesi per il bronzo di Giacometti sono un primato, relativamente alle sculture. Il venditore è un magnate del cemento, Sheldon Solow. La cifra piÚ alta precedentemente versata all’asta per una scultura, 104 milioni, era sempre destinata a un Giacometti.
Gestite i vostri soldi con pragmatismo e siate concreti nel lavoro (che premia). L’amor è contorto, ma il piacer suino, muy ludicofestoso, è conforto.
Fascino, esperienza e marpionaggine sono concausa dei vostri superbi successi. Tutto comincia col piede giusto, la fornicazione abbonda d’idee.
IL PROGRAMMA ÂŤCAMBIO CASA...Âť
APPARTAMENTI E RESTYLING: ECCO IL MAESTRO Anche le case hanno diritto a un ritocco o un restyling che rispecchi la personalità e le esigenze dei proprietari. Questa è l’essenza del programma Cambio casa, cambio vita. Andrea Castrignano, insieme alle sue assistenti seguirà tutte le fasi dei lavori, dalle richieste degli inquilini alla scelta dei materiali e dei colori, dall’esecuzione delle opere ai trucchi del mestiere DA VEDERE STASERA ALLE 23.15 SU LA 5 (CANALE 30 DTT)
Il collettivo ÂŤIl Terzo segreto di SatiraÂť, noto dal 2011 grazie a YouTube
ÂŤRidiamo dei difetti della democrazia E presto di SalviniÂť 1Il Terzo Segreto di Satira spopola sul web,
stasera il gruppo porta i suoi sketch su Laeffe ÂŤApplichiamo i tic della politica al quotidianoÂť Daniele Vaira
ÂŤSTIAMO LAVORANDO A UNA SERIE SIAMO IN CINQUE, DISPARI: UN ACCORDO LO TROVIAMO SEMPRE
@danvaira
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i chiamano Il Terzo Segreto di Satira, ma ormai i loro sketch politici intrisi di tic, caratterizzazioni in salsa agrodolce e tormentoni sono usciti dall’ombra e li hanno resi super noti, prima su YouTube e poi in tv. Chi non ha presente il militante dalemiano o chi non si è imbattuto nel Favoloso mondo di Pisapie o nell’esilarante decalogo Chi non può votare? Ora il gruppo di cinque menti condensate in un solo braccio operativo ha preparato una nuova sfida con Democrazia, portami via, una produzione irriverente in onda stasera su Laeffe, alle ore 21 (e in replica sabato alle 22). Un tema spinoso e attuale, che verrà sviscerato con gag, filmati, stereotipi tricolori e anche interventi di Serena Dandini e Paolo Rossi. La ricetta del collettivo satirico è semplice ma non banale: Cerchiamo di prendere le caratterizzazioni della politica e di estenderle al mondo quotidiano, spiega Andrea Fa-
ANDREA FADENTI AUTORE SATIRICO
denti, uno dei componenti del quintetto, uscito, come gli altri, dalla Civica Scuola di Cinema di Milano. E il tema che tratteranno stasera riguarda da vicino anche loro. Le nostre decisioni non sono mai facili, a volte discutiamo tantissimo e non troviamo un accordo, ma essere dispari aiuta: una soluzione, infatti, si trova sempre, aggiunge sorridendo Fadenti. Sul futuro Il terzo segreto di satira ha le idee chiare. Stiamo lavorando a una serie, che potrebbe essere visibile sul web o in tv. Il sogno resta quello di fare un film. E presto un nuovo personaggio politico potrebbe essere preso di mira dopo i vari Berlusconi, Renzi, Civati. Ci stiamo scervellando su Salvini, ormai non possiamo piÚ trascurarlo, confida Fadenti. Š RIPRODUZIONE RISERVATA
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MERCOLEDÌ 13 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT