La Gazzetta dello Sport (05-15-2015)

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venerdì 15 maggio 2015 anno 119 - numero 113 euro 1,40

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www.gazzetta.it / GazzettaTv canale 59

GIRO

Alberto Contador all’uscita dalla clinica mobile BETTINI

UNA CADUTA ASSURDA CONTADOR SPALLA K.O. MA RIPARTE

QUESTI RAGAZZI POSSONO AFFONDARE IL BARÇA Un centrocampo come quello con Pirlo più Pogba è in grado di togliere i rifornimenti a Messi e soci BOCCI, CONDÒ, GRAZIANO, IANDIORIO E RICCI ALLE PAGINE 2-3-5-6-8-10

Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano

Uno spettatore si sporge per fare una foto e causa il mucchio: Colli, omero fratturato

HIGUAIN STOPPATO IN UCRAINA SFUMA LA FINALE

Europa League addio. Dubbi sul gol del Dnipro (1-0) per un fallo di Seleznyov su Britos CECERE, D’ANGELO, MALFITANO, SCHIANCHI PAGINE 12-13

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TENNIS

FIORENTINA

Fognini addio a Roma tra appalusi e matrimonio

Il Siviglia non perdona (2-0) Montella respinge i fischi

Battuto da Berdych si consola con la Pennetta. I genitori: «Presto sposi»

BIANCHI, BIANCHIN, CALAMAI, ELEFANTE PAGINE 14-15

ANCHE DYBALA DICE SÌ ALLA JUVE PER 32 MILIONI LAUDISA A PAGINA 7

CALABRESI, CRIVELLI, MARTUCCI, POZZONI, STOPPINI E UN COMMENTO DI BERTOLUCCI PAG. 36-40

STORIE E PERSONAGGI DA NON PERDERE 1

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Il Pipita Higuain, 27 anni, non ha inciso col Dnipro

GHISALBERTI, GREGORI, MARABINI, PASTONESI, SCOGNAMIGLIO, PAOLO BETTINI DA PAGINA 26 A PAGINA 33

Milan, c’è il Sassuolo E se Inzaghi finisse proprio in Emilia? GOZZINI A PAGINA 17

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NAPOLI

Shaqiri torna in campo contro i bianconeri per riprendersi l’Inter TAIDELLI A PAGINA 16

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Rossi missione podio «Qui a Le Mans non sbaglio come a Jerez» FALSAPERLA A PAGINA 34

IL COMMENTO di Luigi Garlando

L’ANALISI di Arrigo Sacchi

L’INTERVENTO di Santiago Segurola

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PERCHÉ LA JUVE VA VIOLA E NAPOLI NO

UN CAPOLAVORO PROGRAMMATO

LE COLPE DI PEREZ E I PREGI CATALANI

Portiamo in finale una squadra sola. Ok, dire «una squadra sola» suona un po’ da spacconi. Non è che ogni anno ci giochiamo una coppa...

La Juventus compie l’impresa e meritatamente va a Berlino a disputare una finale che nessuno aveva previsto. I bianconeri, grazie a un capolavoro...

La Juve si è sbarazzata di un Real Madrid confuso e disorientato. Si punta il dito contro Ancelotti e alcuni elementi della squadra, Bale su tutti.

L'ARTICOLO A PAGINA 2

L'ARTICOLO A PAGINA 25

L'ARTICOLO A PAGINA 25

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DA YASHIN A BAGGIO DOMANI IN EDICOLA «GIOCHIAMO» UN MATCH SPECIALE

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IL ROMPIPALLONE di Gene Gnocchi Il dottor Castellacci esalta la Juve: «E vedrete quando Marchisio sarà guarito dalla rottura del crociato…»


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Dopo la Champions R «BUFFON NON SI FERMERÀ, È UNO DEI MIGLIORI AL MONDO» MARCELLO LIPPI

VERSO BERLINO IRONIA E SORRISI

PERCHÈ LA JUVE SÌ E VIOLA E NAPOLI NO

Tridente da isolare con Pirlo più Pogba: così il Barça è abbordabile

L’esultanza dei bianconeri dopo il gol di Morata

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ortiamo in finale una squadra sola. Ok, dire «una squadra sola» suona un po’ da spacconi. Non è che siamo abituati a giocarci una coppa europea a ogni stagione; aver portato la splendida Juve a Berlino è già grasso che cola, ma con tre club nelle semifinali era legittimo sperare di più. Invece la Fiorentina ha ribadito la netta inferiorità sul Siviglia e il Napoli non ha segnato il golqualificazione al piccolo Dnipro. Anzi, lo ha preso. Peccato. Ma, evaporata la delusione, non disperdiamo l’orgoglio di queste tre squadre italiane in semifinale, che segnano comunque un Rinascimento.

1I numeri dimostrano che i

blaugrana soffrono se sono costretti a crossare. Un altro vantaggio per la Juve: più tempo per preparare la finale

Sono arrivate lontano con merito e con logica, premiate da un progetto di gioco raffinato nel tempo con sapienza, in linea con i parametri europei: l’intensità aggressiva di Conte-Allegri, la qualità di palleggio di Montella, l’esasperazione offensiva di Benitez. Sono state buone ambasciatrici del nuovo calcio italiano. Anche grazie alla lezione azzurra di Prandelli, hanno saputo andare oltre la tradizione del contropiede. Ma c’è una logica anche nel fatto che la Juve ce l’abbia fatta e le altre due no. Cos’è mancato a Fiorentina e Napoli?

L’ultimo gradino, quello che trasforma un campione in un fuoriclasse, sembra il più basso, il più agevole, e invece è il più ostico. Come conferma Higuain, splendido centravanti, ma ancora una volta incompleto. Ha sbagliato il gol della vita nelle finale mondiale con la Germania e quelli della qualificazione in queste due semifinali. Pippo Inzaghi era meno forte di lui, ma aveva la grazia magica dell’inesorabilità: decideva nei momenti più importanti. A naso, ce l’ha anche il giovane Morata. Il Pipita no. Il paragone tra i due ex Real spiega i destini di Juve e Napoli. Ma non solo. Benitez non ce li ha guerrieri trascinanti come Bonucci, Chiellini, Vidal, Tevez... Il Napoli, troppo abituato a scaricare colpe sui fattori esterni, ricco di gente che medita di andarsene (Benitez, Higuain...) non ce l’ha l’orgoglioso spirito di lotta e appartenenza che ha consentito alla Juve di sopravvivere nell’inferno del Bernabeu. Peccato che in finale ci sia «solo» la Juve. Ma forse è giusto così. © RIPRODUZIONE RISERVATA

● gare stagionali per la Juve: mai così tante in un’annata

Juve

L'ANALISI di LUIGI GARLANDO

Il palleggio di qualità è un’ottima idea di riferimento per edificare una squadra. Montella lo ha fatto bene, ma poi serve il resto: quelli che fanno i gol, quelli che non li fanno fare, i leader dall’anima grande. E qui la Fiorentina non è mai cresciuta completamente. Immaginate la faccia di Buffon se i suoi difensori avessero preso i cinque gol balordi presi dai viola contro il Siviglia? Un carnevale di errori. Il sivigliano Bacca ha spiegato in due partite quanto pesi un attaccante concreto. Non si vive di solo tiqui taka. Dopo due anni, la Fiorentina rischia di ridursi a museo, a ostentazione di bellezza; rischia di implodere, perché le vittorie fanno crescere, danno sicurezza, e se non cresci, ti rimpicciolisci.

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Tweet VERONICA ZIMBARO Moglie di Storari ● «Noi andiamo a Berlino». Nella foto: Roberta Marchisio, Veronica Zimbaro, Maria, fidanzata di Llorente e Ilaria D’Amico, compagna di Buffon.

Paolo Condò

A

SU RIGORE

desso possiamo dirvelo: la qualificazione della Juve era (quasi) scritta dal giorno del sorteggio. In sei delle ultime sette edizioni di Champions (l’eccezione è il 2011) hanno infatti prevalso le semifinaliste con gara d’andata in casa: 12 volte su 14, un dato che rovescia la legge dell’andata in trasferta e ritorno in casa come combinazione migliore per prevalere nel doppio confronto. Il calcio è così, ci sono dogmi secolari che vengono spazzati via dall’evoluzione del gioco. La Juve a Berlino se ne troverà davanti un altro, il più recente, quello che recita «il Barcellona di oggi è imbattibile». Mica vero, impossible is nothing: sul fatto che il Barça sia il favorito della finale non ci piove, ma da qui a considerarla chiusa ce ne corre.

AUTOGOL

Verratti

6 Juanmi

ANALISI «LIVE» Vediamo perché, con l’avvertenza che quest’analisi di qui al 6 giugno andrà aggiornata, perché Juventus e Barcellona sono realtà in movimento e la condizione avrà una forte influenza sul match, specie a questo punto della stagione. La discrepanza di date tra le due finali di coppa nazionale (la Juve affronta la Lazio mercoledì 20, il Barcellona sfida l’Athletic Bilbao il 30) gioca a favore della Juve, che avrà 17 giorni e sono molti, valgono la preparazione a un Mondiale - per organizzare un ciclo di lavoro capace di far arrivare la squadra al top la sera del 6 giugno. Il Barcellona dovrà invece raggiungere il picco il giorno 30, e mantenerlo per una settimana: meno semplice, specie considerando che domenica in campionato dovrà comunque timbrare il titolo su un campo complicato come il Calderon. Se utilizzato bene, il fattore preparazione sorride alla Juve: nel giro di tre settimane Pogba raggiungerà l’apice della forma e anche Pirlo, preoccupante nei due confronti col Real, metterà benzina in un motore che quest’anno ha tossito un po’ troppo.

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Matuidi 9 7 David Luiz

5 Jordi Alba

2 Pepe

Benatia 10 1

Lewandowski 11

Ronaldo 3 Benzema

4 Larrivey

Müller 12

● Ecco da dove ha preso gol il Barça nelle 6 gare perse in questa stagione tra Liga e Champions: 1-2-3 Real Madrid-Barcellona 3-1 (Liga, 25 ottobre) 4 Barcellona-Celta 0-1 (Liga, 1 novembre 2014) 5 Real Sociedad-Barcellona 1-0 (Liga, 4 gennaio 2015) 6 Barcellona-Malaga 0-1 (Liga, 21 febbraio 2015) 7-8-9 Psg-Barcellona 3-1 (Champions, 30 settembre 2014) 10-11-12 Bayern-Barcellona 3-2 (Champions, 12 maggio 2015) Gigi Buffon, 37 anni, capitano della Juve AFP

IL TRIO DI KILLER Il Barcellona ha perso sei partite in stagione come la Juve, ma soltanto due - e una è il ritorno in carrozza col Bayern - dal giorno del grande freddo (seguito dal chiarimento) tra Messi e Luis Enrique. San Sebastiano, 4 gennaio. Spulciando fra le cifre delle sconfitte non si fanno particolari scoperte: diminuiscono un po’ percentuale del possesso palla e precisione delle conclusioni, ma questo è ovvio. Più interessante annota-


VENERDÌ 15 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

«PER IL REAL UN TRIPLETE DI FALLIMENTI» MUNDO DEPORTIVO

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Tweet IKER CASILLAS Portiere del Real Madriddd ● «Abbiamo lottato come non mai, ma non siamo riusciti a vincere... continueremo a lottare nella Liga»

● Milioni e 620mila spettatori che mercoledì su Canale 5

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hanno assistito alla semifinale di ritorno tra Real e Juve. La rete ha registrato il 45,62% di share per l’evento sportivo più visto dell’anno. Il match di Madrid ha toccato un picco di ascolto di oltre tredici milioni pochi minuti prima del triplice fischio.

si può fare re come, in coincidenza con i k.o., aumentino di parecchio i cross: è un dato che consiglia alla Juve di deviare il più possibile sulle corsie il traffico catalano, perché appena si accentra il trio entra in azione, e sono dolori. Messi, Neymar e Suarez hanno segnato 114 gol, tutti figli di un fraseggio celestiale. Tengono la palla a terra, se la passano senza gelosia, smentiscono il dogma - un altro che tre assi del genere debbano giocare con tre palloni. Accoppiato a simili killer, Messi si è perfino evoluto in uomo dell’ultimo passaggio, l’abilità che ancora gli mancava per reggere ovunque il paragone con Maradona. Pagato il giusto tributo a quello che rischia di essere il tridente migliore della storia - il tempo dirà - va ricordato che una parte consistente di quei 114 gol arrivano dagli 8-0 o giù di lì che il Barça infligge abitualmente in Liga alle rivali di seconda e terza fascia. Una fase difensiva come quella della Juve, per capirci, quest’anno non l’ha ancora incontrata. DIFESA A 4 Detto che a meno di emergenze il dubbio sullo schieramento di Allegri non esiste più, perché se difendi a 4 al Bernabeu puoi farlo ovunque, la chiave juventina sarà l’isolamento del tridente rivale; se il filtro riesce, a centrocampo la Juve è più forte, con Pirlo che richiamerà un uomo in pressing su di lui - sperando non sia una punta - per scaricare su Marchisio, Vidal e Pogba. Il peso del francese sulla sfida sarà enorme, me, perché sul suo lato dovrà preoccuparsi dellee scorristo duelbande di Dani Alves, e chi prevale in questo lo ha la chance di indirizzare la partita. Ill passare n po’ asdei giorni dirà della crescita di Tevez, un o di sente al Bernabeu, e del mantenimento Morata, che in questo momento vale le miigliori punte europee. Dirà anche degli sviluppi mediatici della finale, perché nell 1994 il favoritissimo Barcellona crollò ad Atene al cospetto del Milan anche perchéé Cruijff non era riuscito a frenare la suaa la proverbiale spocchia, motivando alla rigrande i rossoneri. Peccato che Luis Enrioria. que non sia tipo da sbagliare per vanagloria.

IL CONFRONTO Il Barcellona che vince o pareggia (è successo 50 volte in questa stagione tra campionato e coppe) e quello che perde (6 volte): ecco un confronto statistico per capire se ha punti deboli VITTORIE/PAREGGI

50 6 55,02

Tiri nello specchio

% 45,16

24,13

● Le semifinaliste (su 14) che nelle ultime 7 edizioni della Champions hanno conquistato la finale dopo aver giocato in casa la gara d’andata

1«Sarà una finale

scelto un ironico: «Che peccato! Niente Clasico a Berlino», con tanto di smile. E la prima parola del sommario è un caustico neologismo: «trifracaso», ovvero triplo fallimento da contrapporre al possibile triplete blaugrana.

spettacolare». E a Barcellona si ride per l’uscita del Real Madrid

Realizzativa

% 8,06

Iacopo Iandiorio Filippo Maria Ricci

MEDIE

Leo Messi, 27 anni, argentino, gioca nel Barcellona dal 2004 REUTERS UTERS

BARCELLONA

GOL

0,83

3,2

I

TIRI

10,33

13,3

CHIARE OCCASIONI DA GOL CREATE

1,5

3,5

LEGNI COLPITI

0,44

0,83

POSSESSO PALLA

68,30

62,60

%

CROSS SU AZIONE

20,2

13,3

GOL SUBITI

© RIPRODUZIONE RISERVATA RVATA

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SCONFITTE

Partite

Neymar: «I bianconeri non sono una sorpresa»

2

0,4

giornali catalani se la ridono per la caduta del Madrid, il presidente Bartomeu guarda al futuro con eccitazione, Neymar parla della Juve con rispetto e si aspetta una gran finale. TRE GARE, TRE TITOLI?Il day after di Real Madrid-Juventus a Barcellona scorre via con un discreto buonumore alimentato dalla straordinaria forma della squadra di Luis Enrique, che in 3 (o 4) partite può conquistare 3 titoli e ripetere le gesta del Barça di Guardiola che nel 2009, stagione d’esordio del Pep, portò a casa il primo triplete della storia blaugrana. Domenica il Bar-

Il brasiliano Neymar, 23 anni, seconda stagione al Barcellona

cellona va a al Calderon: se batte l’Atletico la Liga sarà conquistata matematicamente, altrimenti secondo matchball il sabato successivo in casa col Deportivo. Il 30 maggio sempre al Camp Nou ci sarà la finale di Copa del Rey contro l’Athletic Bilbao, il 6 giugno il gran finale con la Juve. LA PRESA IN GIRO L’eliminazione del Real Madrid ha suscitato l’ilarità dei due quotidiani sportivi catalani: «Mamma mia», si legge a grandi caratteri sulla prima pagina del Mundo Deportivo, mentre Sport ha

«PARTITA DIFFICILE» Sul set della nuova campagna di Police, Neymar si è soffermato sulla Juventus: «E’ un’ottima squadra con tanti giocatori di gran qualità. Sarà una gara molto difficile ma non potrebbe essere altrimenti visto che si tratta di una finale di Champions. Non ho dubbi, sarà sicuramente una partita spettacolare». Si aspettava di trovare la Juventus in finale? «A dir la verità non è stata una vera sorpresa per me perché in semifinale arrivano solo grandi squadre». Il presidente Bartomeu alla presentazione del dizionario A-Z della storia del Barça è parso euforico: «Ci aspettano giorni emozionanti, questo Barça non si ferma». Ci invece rischia un (breve) stop è Luis Suarez che contro il Bayern ha accusato una contrattura alla coscia. Niente di grave, ma è in dubbio per il Calderon. © RIPRODUZIONE RISERVATA

RECUPERI PALLA

57,70

OBIETTIVO TRIPLETE PER DUE

59,70

%

RESPINTE DIFENSIVE

13,3

12,8 GDS

IL BARÇA PRIMA DEL 6 GIUGNO Sabato 30 la finale di coppa del Re Atletico Madrid-Barcellona (Liga, domenica, ore 19) Barcellona-Deportivo (Liga, sabato 23, ore 18.30) Barcellona-Athletic Bilbao (finale di coppa del Re, sabato 30, ore 21.30)

LA JUVE PRIMA DEL 6 GIUGNO Mercoledì 20 la finale di coppa Italia Inter-Juve (serie A, domani, ore 18) Juve-Lazio (finale di coppa Italia, mercoledì 20, ore 20.45) Juve-Napoli (serie A, sabato 23, ore 20.45) Verona-Juve (serie A, domenica 31, ore 20.45)


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VENERDÌ 15 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT


Dopo la Champions R

VENERDÌ 15 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

«L’EROE DELLA JUVE È EL CHICO DE LA FABRICA» EL PAIS

VERSO BERLINO LA NOTTE DI ALVARO

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Tweet ALVARO MORATA centravanti della Juve ● «Siamo in finaleee!!! Gracias a todos por vuestro apoyo y a @llorentefer19 por todo lo que me ha ayudado!! #ForzaJuve»

● Palloni recuperati da Morata al Bernabeu

«Col Barça esulto eccome»

1Morata: «A livello emotivo la finale sarà molto diversa dalla doppia sfida col Real Loro grandi ma in una gara secca non ci sono favoriti. Questa Juve può sognare»

una semifinale da vincere. E nessun problema con Ancelotti, nessun conto da regolare. Carlo aveva le sue idee e le sue priorità, Alvaro ha fatto una scelta di vita che si sta dimostrando azzeccata: «Ho dovuto ingoiare tante critiche, ho sentito tanta gente dire che ero un lvaro è davvero un bravo ragazzo. La discre- pazzo ad andar via però mio padre, mia madre, il mio zione, i sentimenti, le buone maniere non so- agente mi dicevano che potevo aver successo lontano no di facciata. Così è stato educato, così si dal Madrid e avevano ragione. Anche a Torino ho viscomporta. L’abbiamo visto piangere di commossa fe- suto momenti complicati però il calcio, che tante volte licità quando nella prima convocazione in nazionale i è ingiusto, sa anche renderti molto felice». A 22 anni colleghi della radio Onda Cero gli Morata può diventare il quinto gio«regalarono» due messaggi di concatore capace di vincere due gratulazioni di Carvajal e Nacho, Champions di fila dopo Paulo Sougrandi amici ed ex compagni nella sa, Desailly, Piqué ed Eto’o. La gracantera e nella prima squadra del titudine nei confronti della JuvenMadrid. tus è assoluta, superiore all’amore per il Madrid. Sì, il contratto tra i VALANGA EMOZIONALE L’abdue club dice che la Casa Blanca biamo visto guardare con gli occhi pagando 30 milioni di euro (e 35 lucidi il video con i messaggi dei ● i gol stagionali segnati da nel giugno del 2017) potrebbe risuoi ex professori al Colegio el Pra- Alvaro Morata con la maglia portare Alvaro al Bernabeu già nel do, la scuola che frequentava e che della Juventus così distribuiti: 7 2016 ma la volontà del giocatore poteva quasi vedere dalla stanza in campionato, 4 in Champions conta più dei soldi e della strategia d’albergo madrileno dove martedì League e 2 in Coppa Italia di un club. Morata vuole restare a ha dormito come giocatore della Torino e al Madrid lo sanno molto Juve. Una valanga emozionale, bene: «Pensare adesso ad un ritorquesto sono state le due partite no rappresenterebbe una mancancontro il Real per Alvaro Morata. za di rispetto nei confronti della «Entrando in campo tanto a Torino Juventus». come al Bernabeu ho avuto la sen- ● i milioni di euro necessari sazione che fosse un allenamento, alla Juventus per riscattare «VOGLIAMO VINCERE» La testa ho dovuto fare uno sforzo extra per nel prossimo luglio l’attaccante è tutta bianconera, gli obiettivi ben concentrarmi rapidamente, la sen- spagnolo dal Real Madrid. chiari: «Abbiamo lottato tantissisazione era molto strana» ha rive- Nel 2016 salirebbero a 35 mo per arrivare fin qui, e la storia lato a Canal+. «Non ho fatto alcunon è finita: ora vogliamo vincere na fatica a non festeggiare i gol sia la finale della Champions». E quea Torino che al Bernabeu. Non li ho sto gli hanno chiesto gli ex compacelebrati e non lo farei nemmeno gni, Casillas, Isco, Sergio Ramos, se mi capitasse altre mille volte. l’amico Carvajal: «Si, mi hanno auOvvio che ho vissuto una situazio- ● le presenze stagionali di gurato tutta la fortuna possibile, ne strana, perché dentro di me ho Morata con la Juve. Allegri lo ha vogliono che vinciamo noi, sono sentito una grande emozione per- mandato in campo 27 volte in A, amici veri. E per fortuna a livello ché il gol dell’1-1 è stato importan- 11 in Champions, 4 in Coppa emotivo la finale sarà molto divertissimo però allo stesso tempo ave- Italia e una in Supercoppa sa da quanto ho vissuto nelle semi. vo un sentimento agrodolce, partiIl Barça è una grande squadra ma colare. Per me è stato difficile giocare queste due par- lo stesso vale per noi, dovremo lavorare tanto ma non tite e questi sono i gol più dolorosi che ho segnato. Ci ci sono dubbi sul fatto che possiamo continuare a sotengo a ringraziare i tifosi del Madrid che mi hanno gnare. In una gara secca non ci sono favoriti». In nasempre appoggiato e magari avessi potuto far gol a zionale in autunno aveva detto scherzando che per un’altra squadra. Però purtroppo il calcio e la vita so- arrivare e vincere a Berlino avrebbe pagato un milione no così». di euro: «Beh, solo di biglietti per gli amici questa Champions mi sta costando una fortuna… La doppia NESSUNA VOGLIA DI TORNARE Per questo a Mo- sfida col Madrid è stata un bagno di sangue». Alvaro rata ha dato parecchio fastidio veder apparire qui e la ride e se ne va: un giovane sentimentale si, ma con le parola «vendetta» alla vigilia e durante questa sfida idee molto chiare e l’ambizione giusta. con il «suo» Madrid. Per lui nessuna vendetta, solo © RIPRODUZIONE RISERVATA

Filippo Maria Ricci

clic

CORRISPONDENTE DA MADRID @filippomricci

IN MAGLIA REAL 51 PRESENZE E 9 RETI

A

● Dopo 51 presenze e 9 gol con il Real Madrid, Alvaro Morata, 22 anni, la scorsa estate è passato alla Juventus per 20 milioni di euro. L’accordo sull’attaccante, prodotto della cantera, prevede un diritto di «recompra» da parte degli spagnoli al termine della stagione 2015-16 per 30 milioni

I SUOI NUMERI

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IL RIENTRO

Dal Bernabeu a Torino con lo show sull’aereo 1 Una notte di

festa. La squadra è arrivata alle 3.15, a Caselle l’hanno accolta 3.000 tifosi Mirko Graziano TORINO

F

ischia Eriksson, e al Bernabeu esplode la festa bianconera! La Juventus torna in finale di Champions dopo 12 anni. Lo fa eliminando i campioni d’Europa e del mondo in carica. Vince Tevez (pagato 9 milio-

ni di euro più bonus), vanno a casa Cristiano Ronaldo (96 milioni), Bale (100 milioni) e James Rodriguez (80 milioni). Gode lo spicchio di Bernabeu bianconero, gode anche il nutrito battaglione di tifosi fuori dallo stadio: non pochi, infatti, quelli arrivati a Madrid senza biglietti nella speranza di trovare il bagarino giusto. Cantano, eccome. Si sentono fin dentro la cattedrale del calcio spagnolo. La Curva è sistemata in piccionaia, ultimissimo anello, «Fondo Norte», ma pure loro fanno un casino pazzesco e risfoderano il «popopopopo...» che accompagnò gli azzurri mondiali nel 2006. Contemporaneamente, a Torino scattano i caroselli.

Le auto bloccano le arterie principali, a piazza Castello si arriva solo a piedi, via Roma è la passerella d’onore. Ma torniamo a Madrid: nello spogliatoio della Juve si canta, si urla e ci si abbraccia. «Ce ne andiamo a Berlino, ce ne andiamo a Berlino...». Si brinda pure, ma al massimo con la birra. Tanta birra! ECCO L’INGEGNERE Forte emozione negli occhi di Andrea Agnelli, presidente stravincente. Accanto a lui, a un certo punto compare John Elkann, a Madrid con l’intera famiglia: «È stata una partita bellissima — dice il numero uno Exor e Fca —, una delle più belle della mia vita. E ora la finale!». I vertici

La festa dei tremila tifosi all’arrivo della squadra a Caselle LAPRESSE

della Juve ricevono i complimenti di Florentino Perez. «Un vero signore, come Carletto Ancelotti», dice Beppe Marotta, l’altro uomo chiave della rinascita post Calciopoli. I giocatori del Real, delusi, ma salutano così i colleghi bianconeri: «Ora non fate scherzi e battete il Barcellona...». IN AEREO Da Madrid si decolla

dopo l’una di notte. I tifosi ospiti dell’aereo della squadra sono già seduti. Fra i primi, entra Bonucci, che subito chiama un paio di cori. Ecco Buffon, Tevez e Pogba: boato! Il francese, quasi imbarazzato, ringrazia. In volo, viene organizzata una vera e propria processione per autografi e fotografie. Si alza potente, nel frattempo, musica da discoteca. Si dice che le casse fos-

sero proprietà di Pereyra: non verificato, va detto. Il carrello dei pasti fatica a passare, ma qualche giocatore ha fame. Pepe prende allora possesso del microfono: «Per cortesia, sedetevi e allacciate le cinture di sicurezza, in arrivo turbolenze piuttosto serie...». Uno spasso Simone. Finito di giocare, potrebbe anche fare cabaret... Le turbolenze arrivano davvero in fase d’atterraggio. Tutto gestito alla grande. E a Caselle ci sono 3.000 tifosi. Un furgoncino si è attrezzato con stereo e altoparlanti: suona l’inno della Champions. Sono le 3.15, allestita pure una bancarella con sciarpe e bandiere. Fumogeni ed entusiasmo da stadio salutano la partenza del pullman bianconero. A bordo non c’è Tevez. È uscito a sorpresa dalla porta principale, e infatti non trova ostacoli, guadagna l’auto di un amico e va casa «indisturbato». Professionista del dribbling a prescindere. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Dopo la Champions R

Tweet

«L’ADRENALINA DI QUESTA COMPETIZIONE MI ESALTA» PATRICE EVRA

VERSO BERLINO VECCHI E NUOVI CAMPIONI

fIL PROTAGONISTA

CARLOS TEVEZ Attaccante della Juve, con Evra ● «Un’altra finale fratello! Come sempre facendo la storia. Inseguiamo il sogno!!! Forza Juve» (a sinistra i due in maglia United)

Mirko Graziano

PATRICE EVRA

TORINO

Una vita in Coppa Parole da leader e riecco Suarez... 1Quinta finale del francese, con 3 squadre diverse. Al 45’

ho detto: «Un gol glielo facciamo. Al Pistolero darò la mano» Patrice Evra, 33 anni, esterno, è alla sua prima stagione con la maglia della Juventus IPP

A

fine primo tempo, con il Real in vantaggio 1-0 e quindi qualificato, nello spogliatoio Juventus sono emersi i senatori a dare man forte a Massimiliano Allegri e a tenere alto il morale della truppa. Gigi Buffon, Andrea Pirlo e Carlos Tevez sicuramente, ma soprattutto il leader che non ti aspetti, Patrice Evra, prestazione mostruosa al Bernabeu, specialista in Champions League: è per lui la quinta finale nell’Europa che conta con tre squadre diverse, Monaco, Manchester United e Juve. «Il clima era tranquillo — racconta —, nessun discorso solenne sia chiaro, ma ai ragazzi ho detto così: “Non ci credo che il Real abbia più fame di noi e che non possiamo fare un gol a questa squadra, stiamo sereni e passiamo il turno”. Ero sicuro che avremmo recuperato la partita, ci dicevamo che fisicamente non LA CIFRA avrebbero retto il confronto, non potevano competere con questa Juve. Abbiamo una gamba eccezionale. In Italia Le giornate di si lavora in ma- squalifica che scontò niera pazzesca, Suarez nel 2011 per gli qui devi correre insulti razzisti a Evra anche quando dormi. Ho l’im- in Premier League pressione di essere stato in vacanza a Manchester...».

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«CARO SUAREZ...» Il 34enne francese (compie oggi gli anni) è ottimista, «possiamo giocarcela anche con il Barcellona — dice —. E chi pensa che sia imbattibile lo dica ad Allegri e si chiami fuori. Sono impaziente di conoscere il menu del tecnico per questa finale, qualcosa si inventerà di certo. Già, bisogna dire bravo al nostro allenatore, è fondamentale sotto molti punti di vista». Contro i catalani, Patrice ritroverà come avversario Luis Suarez. Ai tempi della Premier League il Pistolero, allora al Liverpool, si beccò otto giornate di squalifica per insulti razzisti rivolti ad Evra. Non contento, l’attaccante uruguaiano si rifiutò di stringere la mano al francese prima di una sfida con lo United. Ride oggi Patrice: «Certo che gli porgerò di nuovo la mano, nessun problema. Mi interessa solo che senta la mia presenza sul campo, non altro. Sono orgoglioso di ciò che sono e

QUATTRO FINALI E UN TRIONFO CON LO UNITED

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del colore della mia pelle, il resto conta zero. E poi stavolta avrò eventualmente l’aiuto di Chiellini...». Ricordate il morso di Suarez a Giorgione in Brasile? Altra bravata del talento di Salto, che in quell’occasione rimediò quattro mesi senza gare ufficiali, stabilendo il poco invidiabile record di 39 giornate di squalifica collezionate dal 2010 senza essere mai espulso sul campo. UOMINI STRAORDINARI Stagione da incorniciare per Evra, in crescendo, iniziata con il «trauma» Conte. Già, l’addio dell’attuale c.t. «mi preoccupò non poco in prima battuta — ricorda il francese —. Avevo già vissuto il poco positivo cambio Ferguson-Moyes. Poi, l’ottimo inizio di stagione fece svanire tutti i cattivi pensieri: non pensavo, infatti, di vincere le prime sei gare ufficiali della stagione, addirittura senza subire reti. Questo è un gruppo eccezionale, composto da uomini veri. In estate, mi capitò di parlare con Buffon e Tevez, e in loro vidi una determinazione incredibile. Mi dissero che volevano dimostrare che certi risultati non erano targati solo Conte. Sentivano forte la responsabilità di trascinare la squadra in un momento obiettivamente deliSuarez non dà la mano a Evra IPP cato. Ho ammirato in loro una personalità enorme, e alla fine mi convinsi che tutto sarebbe andato bene, a dispetto della partenza del tecnico che mi aveva voluto a Torino». SIPARIETTO Sono trentuno le presenze di Evra in bianconero, tutte da titolare. Uomo di fiducia di Massimiliano Allegri, punto di riferimento nello spogliatoio nonostante sia alla prima stagione torinese. Questione di personalità e carisma, riconosciuti in particolare da Paul Pogba, che proprio in Evra aveva trovato un fratello maggiore già in Nazionale. L’altra sera, nella zona interviste del Bernabeu, Paul ha travolto d’affetto il connazionale, strappandolo ai microfoni delle tv francesi con un energico abbraccio. Al settimo cielo, Pogba si è poi messo a cantare «ce ne andiamo a Berlino...», tentando di far saltellare il compagno. Euforia figlia forse anche del piccolo derby personale vinto contro i connazionali Benzema e Varane. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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● 1. 2004: il tecnico del Monaco Didier Deschamps consola Evra dopo la sconfitta con il Porto ● 2. 2008: la festa per l’unico trionfo con il Manchester ● 3. 2009: il k.o. il Barcellona di Eto’o ● 4. 2011: ancora il Barcellona, ancora una sconfitta (nella foto Evra in azione contro Villa) REUTERS/LAPRESSE/PHOTOVIEWS

IL RITORNO IN CAMPO

Bianconeri double face Turnover da Coppa Italia 1Probabile Juve bis domani con l’Inter: titolari a riposo per la finale del 20 contro la Lazio Fabiana Della Valle MILANO

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on c’è tempo per dormire e neanche per tirare il fiato: la Juventus è tornata nella notte da Madrid e

qualche ora dopo i giocatori erano già a Vinovo (assente giustificato Vidal, rientrato stamattina perché è rimasto bloccato all’antidoping), per preparare la prossima partita di campionato. Domani si torna già in campo contro l’Inter, non una rivale qualsiasi, anche se i bianconeri dovranno fare i conti con il calendario, fittissimo di impegni da qui al 6 giugno. La qualificazione alla finale di Champions ha avuto come conseguenza l’anticipo di quella di Coppa Italia: si giocherà mercoledì 20, appena quattro giorni dopo la sfida con i nerazzurri. A

questo punto il turnover è una necessità, anche alla luce del fatto che la Juventus è già matematicamente campione d’Italia. TURNOVER, ORA SI PUÒ Domani a San Siro fuori quasi tutti i big, che devono recuperare dalle fatiche di Champions in tempo per la finale di Roma. Discorso che non vale per Marchisio e Morata, tutti e due squalificati in Coppa Italia e quindi probabili titolari con l’Inter. Dovrebbero restare a riposo quasi certamente Tevez e Pirlo. Facile che Allegri li lasci a Vinovo a fare lavori specifici (Carlitos nel-

l’ultima con il Real è sembrato un po’ stanco). Anche Bonucci e Chiellini potrebbero fare spazio alla coppia Ogbonna-Barzagli e sulle fasce il recuperato Romulo e Padoin dovrebbero far rifiatare Lichtsteiner ed Evra. In attacco possibile tridente in campionato, con Morata punta centrale e Pepe e Coman esterni (ma occhio a Matri, che scalpita), mentre in Coppa Italia Allegri dovrebbe puntare su Llorente e Tevez. Discorso a parte per Pogba, che è appena rientrato dall’infortunio e ha bisogno di giocare: magari non titolare, ma l’allenatore potrebbe comunque fargli giocare uno spezzone di partita anche in campionato. L’unico indisponibile al momento è Caceres: anche Asamoah è rientrato in gruppo e contro l’Inter potremmo rivederlo in panchina. © RIPRODUZIONE RISERVATA

LE DUE VERSIONI COSÌ A MILANO? STORARI ROMULO

BARZAGLI

OGBONNA

PADOIN

PEREYRA

MARCHISIO

STURARO

PEPE

MORATA

COMAN

COSÌ IN COPPA ITALIA BUFFON LICHTSTEINER BONUCCI VIDAL

PIRLO

CHIELLINI

EVRA

POGBA

PEREYRA LLORENTE

TEVEZ GDS

Finale, è già boom di richieste: biglietti in vendita da lunedì ● Voglia di finale: la caccia al biglietto è già partita, ma bisognerà aspettare l’inizio della prossima settimana per cercare di accaparrarsi un tagliando per Juventus-Barcellona del 6 giugno a Berlino. «I pacchetti per la finale saranno prenotabili esclusivamente sul sito www.francorossoitalia.com a partire da lunedì 18 o martedì 19 maggio», informa la direzione del tour operator che si occupa delle trasferte europee del club bianconero. L’Olympiastadion di Berlino ha una capienza di 70.500 posti. Ogni società avrà 20-25 mila tagliandi a disposizione. © RIPRODUZIONE RISERVATA


VENERDÌ 15 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

«JUVE IN FINALE, UN ORGOGLIO PER IL NOSTRO CALCIO» MAURIZIO BERETTA

Tweet GARY LINEKER Ex centravanti del Barça ● «Non sarà il Clasico, ma Barcellona-Juve in finale sarà comunque una classica d’Europa»

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IL PRECEDENTE ● Nella foto a destra, l’attuale allenatore del Barça Luis Enrique esce dal Camp Nou con una maglia bianconera sulle spalle. Era il 22 aprile 2003, con un gol di Zalayeta nei supplementari la Juve butta fuori i blaugrana ai quarti di Champions

● vittorie su 42 gare per Luis Enrique nel 2011-12 in panchina alla Roma

Marotta ha vinto Anche Dybala gli ha detto sì

vo, i fatidici dettagli assumono particolare rilevanza. CARLITOS Intanto la Juve incassa un altro segnale positivo da Carlitos Tevez, pronto ad allungare la sua esperienza in bianconero. Proprio nelle ore della fiesta madrilena l’Apache ha risposto in maniera netta al l’ennesima domanda sul suo ritorno in Argentina: «Resto sicuramente a Torino», ha detto il centravanti a Sky. La sensazione è che nelle prossime ore l’a.d. Beppe Marotta e il d.s. Fabio Paratici troveranno il modo per prospettargli il prolungamento sino al 2017, ricordando che Carlitos è sotto contratto con i bianconeri sino al giugno 2016. La fumata bianca va messa in preventivo, ricordando che l’idea di un ritorno al Boca Juniors è sfumata nelle scorse settimane. E l’attaccante nella squadra di Allegri si trova a meraviglia.

1Dopo l’ok di Zamparini (a 32 milioni) ecco quello

del giocatore (2,5 a stagione). Bruciate Inter e Milan

Carlo Laudisa

I

l sì di Paulo Dybala è arrivato puntuale. Ieri a Torino l’agente del centravanti argentino, Pierpaolo Triulzi, ha avuto un lungo incontro con Beppe Marotta e Fabio Paratici in un albergo del capoluogo. La fumata bianca è arrivata, anche se è condizionata a una successiva intesa tra il goleador rosanero e il suo attuale presidente: Maurizio Zamparini. In ballo ci sono le note pendenze che nei giorni scorsi erano state il pretesto per una clamorosa polemica, poi rientrata per il bene comune. E questo passaggio è decisivo per considerare chiusa un’intesa che la

scorsa settimana il manager juventino ha definito nei dettagli con il presidente del Palermo. E dire che Silvio Berlusconi ed Erick Thohir hanno bussato alla porta del club siciliano con insistenza in queste settimane. Tuttavia Zamparini ha tenuto fede alla parola data. Il trasferimento prevede un pagamento di 32 milioni di euro in 4 anni. Da questa cifra, però, la società di corso Galileo Ferraris può scontare 4 milioni legati al passaggio in rosanero di alcuni giovani del vivaio juventino: nel pacchetto c’è sicuramente il difensore Goldaniga (ora a Perugia), si parla anche di Spinazzola (Atalanta) e del difensore Mattiello (Chievo). Ovviamente uno esclude l’altro.

LE CLAUSOLE In aggiunta il Palermo ha ottenuto anche altri 4 milioni di bonus condizionati a traguardi tecnici particolarmente importanti (Champions o Triplete). Ma c’è dell’altro, vale a dire una percentuale un’eventuale rivendita. Il criterio è che alla società siciliana spetti il 20 per cento del surplus rispetto alla cifra di vendita di 32 milioni. Ma è previsto un tetto massimo di 8 milioni di euro ed un limite temporale di due anni. L’INGAGGIO Anche con l’attaccante la Juve ha chiarito da tempo i termini dell’ingaggio: un quinquennale da 2,5 milioni a stagione più vari incentivi. In effetti Dybala ha da tempo

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Paulo Dybala, 21 anni, attaccante argentino del Palermo ANSA

aperto le porte alla soluzione juventina. Ad ogni modo è necessario un nuovo summit. Stavolta tra il suo agente e Zamparini. Entrambi aspettano martedì l’arrivo da Buenos Aires del legale del giocatore che dovrà supervisionare la transazione che le parti hanno pattuito da un po’ di tempo a questa

parte. Una vicenda evidentemente ormai chiarita che non dovrebbe portare ad ulteriori scossoni. Ma è altrettanto chiaro che Dybala prima del grande passo vuole che tutto sia chiaro fino in fondo. A prescindere dalla sua scelta per la Juve. Per un’operazione di questa entità, quando si è in dirittura d’arri-

L’ATTESA Tempi più lunghi, invece, per la pratica-Cavani. Incassato il gradimento tecnico ed economico dell’attaccante uruguayano, il management juventino ora deve attendere forzatamente le mosse del Psg. Il potente club dello sceicco AlThani deve fare i conti con il Fair-play finanziario e ciò condiziona non poco le sue strategie: sia in entrata che in uscita. Ma in casa bianconera regna l’ottimismo anche su questo fronte. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Dopo la Champions R

VENERDÌ 15 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

«IN UNA GARA SECCA, IL BARÇA SI PUÒ FERMARE» M. ALLEGRI

VERSO BERLINO MAX ALLA RISCOSSA

Tweet

AMARCORD ● Fine anni Settanta, Livorno, una squadra di calciatori di 10 anni o poco più del circolo sportivo dei Portuali. Massimiliano Allegri è quello nel cerchio, con la fascia da capitano. Leader già da bambino e anche un po’ spaccone, dicono quelli che lo conoscono bene.

MASSIMILIANO ALLEGRI Allenatore della Juve ● L’abbiamo davvero fatta grossa! #unaolaperquestajuve

Un Allegri da oscar «Amici miei» il suo film

FINO AL 2017

Adesso il rinnovo E con lo stipendio quasi raddoppiato 1Allegri passerà da due a tre milioni e mezzo di euro netti a stagione

1Lo staff e i fedelissimi della sua

Livorno: dalla provincia al mondo

Carlo Laudisa Alessandra Bocci

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on ton in tv con Sacchi, va bene. Physique du role rispolverato (dopo il tracollo col Milan non se n’era più parlato molto), va bene anche questo. Elogi della stampa internazionale che adesso lo studia nei dettagli, bello e lusinghiero, non c’è che dire. Ma ci sono cose che non cambieranno mai nella vita di Massimiliano Allegri. Il rito della torta da Cecco il lunedì per esempio, le cene di pesce da Oscar, il pranzo alla vigilia di Natale da Benito, a Orentano, con gli amici di sempre, che sembrano usciti da un film di Monicelli. Legenda: la torta, altresì definita in alcune forme 5 e 5, è la farinata di ceci che a Livorno è notissima e mangiatissima in locali piccoli e affollati. Quanto a Benito, non è esattamente un posto da consigliare ai vegetariani, visto l’assortimento di bistecche alla fiorentina. IL FILO CONDUTTORE Una casa davanti al mare per il momento, il pensiero del ritiro sul molto citato gommone che decisamente si allontana: un anno fa Allegri era ancora un allenatore disoccupato, non troppo amato dai tifosi milanisti, corteggiato da qualche club dell’ex Unione Sovietica, ricco ma un po’ periferico. Adesso ha gli occhi del mondo addosso, è un uomo copertina, eppure gli amici e i collaboratori di sempre sono sicuri: non cambierà mai. Amerigo Lessi era accom-

pagnatore della Primavera del Livorno quando Massi era un ragazzino. «Lo avevo incontrato tante volte da avversario e mi faceva sempre 5-6 gol». Amerigo è diventato negli anni un appoggio fondamentale, uno di famiglia. Il cerchio magico di Allegri funziona nella vita e anche nel calcio: ci sono gli amici di Livorno e quelli accumulati negli anni a Pescara, Napoli o Cagliari, ma anche ad Agliana e Sassuolo. L’Allegri allenatore nasce proprio all’Aglianese, con Emilio Doveri osservatore e Giovanni Rossi d.s. Da lì in poi il sodalizio con Doveri non si interromperà mai, mentre quello con Rossi, che è ancora a Sassuolo, si è interrotto solo sul piano professionale: l’amicizia con il clan del club emiliano è rimasta. IL PATRIARCA Allegri ama aggregare: dopo Doveri è arrivato Folletti, preparatore atletico conosciuto alla Spal, poi Marco Landucci, il suo attuale vice, quindi Dolcetti e Trombetta, le new entry di questa stagione. Fra i fedelissimi c’è anche il fisioterapista Stefano Grani, massaggiatore dell’Aglianese quando Allegri giocatore stava concludendo la carriera. Una carriera segnata da Giovanni Galeone, il padre calcistico di Allegri, quello che quando non si presenta allo stadio («a volte ho paura di portargli sfiga»), si incolla davanti alla tv. Allegri ha creato negli anni il suo staff e cerca di dare spazio a tutti, ma tutti stanno un passo indietro. Massi è il leader, era così

I

complimenti ripetuti di Andrea Agnelli sono la prova che il futuro bianconero di Max Allegri è sempre più corazzato. In maniera discreta il tecnico livornese ha già affrontato la questione del rinnovo con l’a.d. Beppe Marotta, che gli ha dato appuntamento a breve per formalizzare le intese già abbozzate. Ora la conquista della finale di Berlino potrebbe anche far slittare l’ora degli annunci, ma il più è sostanzialmente già deciso.

Massimiliano Allegri, 47 anni, prima stagione alla Juve e scudetto REUTERS

«MAX ERA UNO DEI RARI ESEMPI DI GIOCATORE CHE AIUTANO IL TECNICO A CAPIRE E CAMBIARE IN FRETTA» GIOVANNI GALEONE ALLENATORE

già in campo, assicura Galeone. «Era uno di quei rari esempi che aiutano il tecnico a capire subito le situazioni e a cambiarle». IL COVO Massimiliano il testardo, o il sognatore: a Livorno molti dubitavano delle sue capacità di allenatore, ma come comunica Amerigo con orgoglio ora sono arrivati a Canossa. «Hanno cambiato opinione anche gli antijuventini. Massi sa come ispirare simpatia». Forse a Livorno, dove quasi tutti apprezzano l’ironia e il senso dell’umorismo, e a volte neppure il sarcasmo dispiace. Altrove è diverso: a Milano i problemi non sono mancati, a Torino Allegri ha dovuto avere

grande fiducia in se stesso per osare l’impresa, aiutato da dirigenti che lo hanno sempre sostenuto. E per ricucire le ferite c’è sempre Livorno, ci sono le passeggiate con Giorgio, il figlio piccolo («a calciare di sinistro è già fortissimo») ci sono gli Amici Suoi, c’è l’imperdibile gabbionata (traduzione: partita giocata sul cemento, in uno spazio recintato anche in alto) che si gioca preferibilmente un paio di giorni prima o dopo Natale. L’obiettivo di Allegri, neppure troppo segreto, è diventare un allenatore di rango internazionale, per questo studia da tempo l’inglese, per questo si è applicato con pazienza feroce alla costruzione di una personalità europea per la Juve. Ma sotto la divisa da allenatoremodello, mai in panchina con la tuta, c’è un’armatura che non si può scalfire. E’ l’armatura di un ragazzo che è caduto parecchie volte senza mai dubitare di sé. Convinzione, magari incoscienza: forse è proprio questo il mix necessario che maturando è stato in grado di trasmettere ai suoi giocatori. © RIPRODUZIONE RISERVATA

TACCUINO ARGENTINA

LIBERTADORES

L’EX PIBE DE ORO

Muore calciatore, il campionato si ferma

Santos eliminato e Ceni si ritira

Maradona: «I miei gol più belli di quelli di Leo»

BUENOS AIRES (seu) Un fine settimana senza calcio, dalla settima alla prima divisione, nessuna esclusa. E’ la decisione presa da Luis Segura, presidente della federcalcio argentina, come conseguenza della fatalità costata la vita a Emanuel Ortega, deceduto ieri mattina per le ferite riportate nell’impatto contro un muro di cemento a bordo campo durante la sfida di terza divisione tra San Martin de Burzaco e Juventud Unida, disputata il 3 maggio. Il giocatore di 21 anni è morto dopo undici giorni di coma nella clinica Trinidad de Balvanera, dov’era stato operato al cranio per fratture multiple.

RIO (m.can.) Rogério Ceni si congeda dalla Libertadores. Il portiere-cannoniere è il miglior marcatore della storia del San Paolo nel torneo: 14 gol. Ma ora il San Paolo è eliminato agli ottavi in rigori (Ceni ne para due ma non è sufficiente) dal Cruzeiro dopo la sconfitta per 1-0 ai 90’. Il contratto scade ad agosto: Ceni non dice ancora se lo allungherà sino a dicembre ma vuol ritirarsi quest’anno. Altro duello brasiliano in Libertadores: Internacional (qualificato)-Atlético Mineiro 3-1. Il Corinthians, che ha finito in nove per due espulsioni, è eliminato in casa battuto dai paraguaiani del Guaraní (1-0).

«Meglio Messi o Cristiano Ronaldo? Meglio Messi o Maradona?» Anche la CNN si è rivolta a Diego Armando Maradona per chiedergli un parere sui due fuoriclasse di oggi. «Leo è ancora alla ricerca di un suo stile e credo che lo troverà presto - ha detto ancora l’ex commissario tecnico dell’Argentina e capitano del Napoli -. Il mio era riconoscibilissimo già agli inizi della carriera. Forse è per questo che potrei essere indicato come migliore di Leo. Messi ha segnato più gol? Vero, ma i miei erano molto più belli di quelli che sta segnando il fuoriclasse del Barcellona».

BIENNALE Quando la scorsa estate la Juve si trovò a scegliere in tutta fretta l’erede di Antonio Conte, non ci fu tanto tempo per disegnare i programmi. Ma ora l’ex allenatore rossonero ha avuto modo per farsi apprezzare dalle parti di corso Galileo Ferraris. E non solo per la sua gestione della squadra in campo. Nel luglio scorso ha preso al volo la proposta di un biennale da 2 milioni netti a stagione (meno di quanto guadagnava al Milan). Adesso, però, il vento è cambiato e sul tavolo c’è una fisso da 3,5 milioni netti a stagione, vale a dire livello top per il campionato italiano. Se si eccettua, infatti, il c.t. Conte (che porta a casa 4 milioni con gli sponsor) i tecnici più pagati nella massima serie attualmente sono Benitez, Mancini e Mazzarri con 3,5 milioni netti.

PORTIERI Gruppo A A B B E E E F F

Sq. Cod. (JUV) 104 (JUV) 145 (RMAD) 106 (RMAD) 130 (BAY) 131 (BAY) 139 (BAY) 158 (BAR) 103 (BAR) 149

Nome BUFFON STORARI CASILLAS NAVAS K. NEUER REINA STARKE BRAVO TER STEGEN

Costo 28 1 20 5 23 1 1 4 19

Punti 7 6 4 4

Costo 11 16 4 16 13 18 4 4 11 8 11 17 5 12

Punti 6,5 7 6 7 6 5,5 5,5 -

DIFENSORI Gruppo A A A A A A A A B B B B B B

Sq. Cod. (JUV) 221 (JUV) 231 (JUV) 234 (JUV) 244 (JUV) 266 (JUV) 311 (JUV) 352 (JUV) 427 (RMAD) 212 (RMAD) 238 (RMAD) 246 (RMAD) 324 (RMAD) 347 (RMAD) 357

Nome BARZAGLI BONUCCI CACERES CHIELLINI EVRA LICHTSTEINER OGBONNA DE CEGLIE ARBELOA CARVAJAL COENTRAO MARCELO NACHO PEPE

B B E E E E E E E E F F F F F F F F F

(RMAD) 365 (RMAD) 405 (BAY) 205 (BAY) 217 (BAY) 222 (BAY) 226 (BAY) 227 (BAY) 251 (BAY) 308 (BAY) 361 (BAR) 204 (BAR) 220 (BAR) 249 (BAR) 261 (BAR) 295 (BAR) 329 (BAR) 331 (BAR) 358 (BAR) 407

RAMOS S. VARANE ALABA BADSTUBER BENATIA BERNAT BOATENG J. DANTE LAHM RAFINHA ADRIANO BARTRA DANI ALVES DOUGLAS JORDI ALBA MASCHERANO MATHIEU PIQUE' VERMAELEN

13 12 16 10 9 10 21 9 15 10 7 6 20 4 17 17 7 19 4

6 5,5 9 6 5,5 5,5 5 6 6 6 6 5,5 -

Costo 4 17 3 3 2 12 19 21 22 4 27 7 13 20 14 19 6 5 2

Punti 7 6,5 7,5 8 5 5 6 5,5 -

CENTROCAMPISTI Gruppo A A A A A A A A A A B B B B B B B B B

Sq. Cod. (JUV) 537 (JUV) 621 (JUV) 624 (JUV) 654 (JUV) 658 (JUV) 659 (JUV) 661 (JUV) 663 (JUV) 722 (JUV) 762 (RMAD) 515 (RMAD) 594 (RMAD) 597 (RMAD) 611 (RMAD) 634 (RMAD) 679 (RMAD) 742 (RMAD) 768 (RMAD) 769

Nome COMAN MARCHISIO MARRONE PADOIN PEPE S. PEREYRA PIRLO POGBA VIDAL STURARO BALE ILLARRAMENDI ISCO KROOS MODRIC RODRIGUEZ J. KHEDIRA LUCAS SILVA ODEGAARD

IL BIVIO L’unico dubbio da sciogliere è la formalizzazione della durata del nuovo legame. L’idea è quella di unire il percorso professionale dell’allenatore a quello del management, che ha appena ottenuto il rinnovo sino al 2018. Ma è altrettanto concreta la possibilità che si opti per una sottoscrizione sino al 2017, condita da un’opzione per il prolungamento sino alla stagione successiva. Ma non appare uno scoglio insormontabile. Marotta e Paratici hanno legato molto con lui e anche il lavoro di programmazione procede all’insegna di un feeling evidente. LE NUVOLE Come sono lontane le ansie di un anno fa quando Allegri si era ritrovato a spasso, dopo il traumatico esonero di gennaio per la disfatta di Reggio Emilia con il Sassuolo. In quei mesi nessuno bussava alla sua porta. Solo Claudio Lotito fece fuoco e fiamme per convincerlo a sposare la causa della Lazio, ma evidentemente quella rinuncia alla lunga ha rilanciato la sua carriera. Adesso è sulla cresta dell’onda e tutti (d’incanto) scoprono le sue qualità di stratega. Ovviamente questa considerazione non riguarda i vertici bianconeri. Non a caso in più occasioni Agnelli e Marotta hanno messo in evidenza la bontà della loro scelta estiva, nonostante le contestazioni di un ambiente condizionato dallo scetticismo. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Beppe Marotta, 58 anni

B E E E E E E E E E E E F F F F F F F F

(RMAD) 770 (BAY) 578 (BAY) 583 (BAY) 674 (BAY) 676 (BAY) 677 (BAY) 694 (BAY) 711 (BAY) 735 (BAY) 758 (BAY) 759 (BAY) 760 (BAR) 527 (BAR) 596 (BAR) 668 (BAR) 669 (BAR) 697 (BAR) 736 (BAR) 752 (BAR) 753

MEDRAN GAUDINO GOTZE RIBERY ROBBEN RODE SCHWEINSTEIGER THIAGO XABI ALONSO WEISER SCHOLL MARTINEZ J. BUSQUETS INIESTA RAFINHA A. RAKITIC SERGI ROBERTO XAVI SERGI HALILOVIC

3 4 27 25 26 10 14 11 16 2 1 5 11 25 8 22 4 15 2 1

5,5 6,5 6,5 6,5 6 6 5 6 -

Costo 22 27 40 12 32 17 7 56 44 43 5 3 64 7 48 21 5 45

Punti 10,5 6 6,5 5 9 10 10 7,5 14 5,5 10

ATTACCANTI Gruppo A A A A B B B B E E E E F F F F F F

Sq. Cod. (JUV) 855 (JUV) 866 (JUV) 902 (JUV) 924 (RMAD) 809 (RMAD) 834 (RMAD) 841 (RMAD) 883 (BAY) 852 (BAY) 867 (BAY) 877 (BAY) 923 (BAR) 862 (BAR) 869 (BAR) 871 (BAR) 876 (BAR) 887 (BAR) 899

Nome LLORENTE MORATA TEVEZ MATRI BENZEMA HERNANDEZ JESE' RONALDO LEWANDOWSKI MULLER PIZARRO KURT MESSI MUNIR NEYMAR PEDRO SANDRO SUAREZ L.


VENERDÌ 15 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

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Dopo la Champions R Il caso

LE TAPPE DELLA VICENDA

24 MAGGIO 2014 Marcia indietro dopo la Décima Il Madrid sta perdendo la finale di Champions con l’Atletico e Perez, che da tempo minacciava di esonerare il tecnico, ha preso la decisione: via Ancelotti. Poi l’arrivo della «Décima» e la marcia indietro.

VENERDÌ 15 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

20 DICEMBRE 2014 Quattro trofei in un anno Con la vittoria sul San Lorenzo il Real conquista il Mundialito: mai aveva vinto 4 trofei in un anno solare. E arriva a 22 successi consecutivi, altro record. Il rinnovo di Ancelotti (scadenza 2016) è dato per immediato.

5 MAGGIO 2015 La delusione dell’andata Il Madrid perde a Torino nella semifinale d’andata con la Juve con o Sergio Ramos a centrocampo. Perez è doppiamente deluso: per il risultato e per questa mossa tattica.

13 MAGGIO 2015 Spezzato il sogno europeo La Juve spezza il sogno europeo del Real e sono tutti convinti che Ancelotti abbia le ore contate. Perez resta in silenzio, sfoglia la margherita dei possibili candidati alla panchina e riflette.

Incertezza Real Ancelotti in dubbio Zizou non convince play off. Il nome grosso che gira è quello di Klopp, però Perez ha paura che l’ilare Jurgen una volta sbarcato a Valdebebas possa fare di testa sua e magari lasciare in panchina una delle figurine comprate a caro prezzo. Così come Florentino non si fida granché del calcio di Benitez, candidatura caldeggiata da José Angel Sanchez, braccio destro del «presi» e amico di Rafa. Si è pensato anche a Lopetegui, che però non ha fatto benissimo al Porto e ha esperienza assai limitata. Perez sfoglia la margherita. In silenzio. E non è escluso che possa giungere alla sorprendente conclusione di confermare Ancelotti: perché pur amandolo poco è cosciente che difficilmente potrà incontrare un tecnico più presidenzialista di Carlo. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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perplessi. Perez teme che Klopp faccia di testa sua CORRISPONDENTE DA MADRID @filippomricci

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lorentino Perez resta in silenzio. Riflette. Ieri fuori dalla saletta del Bernabeu nella quale stava intrattenendo Ian Rush, Robbie Fowler e alcuni dirigenti del Liverpool invitati a Madrid per la presentazione della partita del cuore in salsa madridista, i giornalisti aspettavano avidi. Si sollazzavano con gazpacho e jamon, gustoso antipasto in attesa del piatto forte: lui, il «presi». Che si conosce, si sa quanto ami chiacchierare con i giornalisti, intrattenersi e intrattenerli con battute sagaci e riflessioni a voce alta, tra off the record e dichiarazioni senza freni. Così alla fine ha deciso di uscire da dietro. Sa che

ogni sua parola, espressione, gesto sarebbero stati vivisezionati e interpretati alla ricerca di un indizio sul futuro della panchina del Real. ANCELOTTI SUL PIAVE Nel discorsetto di presentazione di questo Madrid-Liverpool vecchie glorie Perez ha definito la stagione «a due facce» e ha ringraziato giocatori e allenatore. Il Madrid vuole di più e ripartirà a caccia della Undécima Champions. Ma con chi? Non ci sono dubbi che se dovesse decidere seguendo umore e istinto Florentino licenzierebbe Ancelotti il 24 maggio, day after della chiusura della Liga. Del resto l’avrebbe licenziato già il 24 maggio dell’anno scorso, così aveva deciso fino al minuto 92’ della finale poi vinta contro l’Atletico. L’arrivo della Décima

gli ha legato le mani ma la stagione che sta per chiudersi è stata molto complicata nei rapporti tra tecnico e presidente. I CANDIDATI Ora Florentino deve prendere una decisione. Sa che i giocatori sono con Carlo ma la cosa per lui non è granché rilevante visto che non ha grandi rapporti con i suoi milionari dipendenti, su tutti Casillas, Ramos e Ronaldo. Non tre nomi qualsiasi. E, soprattutto, guardandosi intorno non è ancora riuscito a trovare un candidato che lo possa tranquillizzare e soddisfare appieno: Zidane è uscito con discrete ustioni dalla stagione d’esordio panchinaro col Castilla, la seconda squadra del Madrid. Guardiola quando prese in mano il Barça B vinse subito il campionato, Zizou non è arrivato nemmeno ai

In alto, Florentino Perez con Carlo Ancelotti. Sotto, Zinedine Zidane e Jurgen Klopp LAPRESSE/EPA/REUTERS

Lo sciopero è revocato: Liga in campo ● MADRID Com’era lecito attendersi, lo sciopero convocato dalla Federcalcio spagnola e spalleggiato dal sindacato calciatori è stato revocato. L’idea era quella di far saltare le ultime due giornate di Liga (17 e 23 maggio) nonché la finale di Copa del Rey (30 maggio) per protestare contro la presunta iniquità del decreto legge votato dal governo spagnolo che sancisce l’obbligo della vendita collettiva dei diritti televisivi. Federazione e sindacato sono in lotta aperta e acerrima per il potere e l’uso del termine sciopero non pareva esattamente ortodosso. Perché l’idea era quella di «scioperare» sì, salvo poi recuperare le giornate saltate. E di norma se ci si ferma per protesta non si lavora a scoppio ritardato. Anche per questo ieri il tribunale superiore Audiencia Nacional ha stabilito l’illegalità di fatto dello sciopero indetto dalla federazione, che è quindi tornata sui suoi passi insieme al sindacato: «Non comprendiamo la decisione ma ci adeguiamo al verdetto». La guerra però continua perché alla base di tutto c’è la lotta tra la Liga, appoggiata dal governo, e la Federazione, che ha al suo fianco il sindacato. Si battono per soldi e potere: è difficile individuare chi siano i buoni. f.m.r.

1L‘esordio in panchina di Zidane ha lasciato Filippo Maria Ricci

CASO DIRITTI TV


VENERDÌ 15 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

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Europa League R Ritorno semifinali

Higuain & C. sbagliano tutto Napoli fuori, ciao Benitez

1Come all’andata, il Pipita si divora occasioni: ancora decisivo il portiere Boyko Nella ripresa cresce il Dnipro e passa con Seleznyov. Inutile l’assalto finale

Nicola Cecere

LA MOVIOLA di VINCENZO D’ANGELO

INVIATO A KIEV

N

iente da fare, il Napoli il gol non riesce a farlo, anzi lo prende. A Varsavia, quindi, ci va il Dnipro. Traguardo storico per il Dnipro, che centra la finale sei anni dopo l’unico successo ucraino, firmato Shakhtar. Il Napoli, tradito dal suo giocatore più importante, Higuain, esce addirittura sconfitto da avversari di caratura complessiva assai inferiore. Laddove era riuscito Diego, 26 anni fa, ha stavolta fallito Gonzalo che fra andata e ritorno avrebbe potuto realizzare sette gol. E ha invece esaltato un portiere, Denys Boyko, semi sconosciuto che agli occhi del bomber argentino dev’essere sembrato Superman: arrivava dappertutto. FESTA MA RISCHIOSA Finisce con una invasione di campo mastodontica (c’erano 65.000 spettatori) e anche molto pericolosa per i duecento napoletani sugli spalti «puntati» dal una fetta considerevole di tifosi del Dnipro. Un pronto intervento della polizia (mille gli uomini in servizio) ha evitato il contatto. Così i giocatori-eroi hanno potuto abbracciare il loro popolo sotto la pioggia mentre gli azzurri, mestamente guadagnano gli spogliatoi. C’è ancora un piazzamento Champions da inseguire in campionato, il fallimento totale quindi può ancora essere evitato. Ma l’assenza del presidente in una serata-chiave non è di sicuro un buon segnale: c’è il pericolo di uno scollamento, l’ambiente deve reagire subito.

SU MAGGIO TRATTENUTA DA RIGORE IL GOL È OK

IL GOL DECISIVO Imbeccato da un cross di Konoplyanka, Seleznyov si spinge con Britos e di testa infila l’1-0 ucraino ANSA

letto davanti al gigantesco portiere Boyko. La posizione di sparo è ideale, l’attaccante ha tutto lo specchio di porta a disposizione ma la soluzione scelta, botta potente anziché tocco di fino, agevola la reattività di Boyko, già nota ai tifosi napoletani: fu lui l’eroe dell’andata.

L’ULTIMO ATTO SEMIFINALI 3-0 Siviglia FIORENTINA 2-0

NAPOLI

1-1 Dnipro 0-1

FINALE

PIPITA NO Ma dicevamo di Higuain, carico e determinato alla vigilia e poi molle e insicuro sul campo. Ha avuto fra i piedi subito l’occasione per ribaltare la situazione di svantaggio determinatasi al San Paolo. E’ Inler (8’), una delle due sorprese di formazione, a costruirla con una verticalizzazione sulla quale l’argentino, scattando a tempo debito, si presenta solo so-

VARSAVIA, 27 maggio

SIVIGLIA DNIPRO

Stadio nazionale di Varsavia Capienza 58.000 spettatori Inaugurazione 2012 GDS

IL BIS Higuain ha una seconda chance nell’ambito di un primo tempo equilibrato: al 28’ va a deviare di testa, stavolta meglio che può, un cross radente di Ghoulam. Ancora una volta la risposta in tuffo del portiere è eccellente. Rispetto all’andata, dove badò unicamente a non prenderle, il Dnipro si dispone alla manovra rinunciando al catenaccio. Markevich evidentemente non ritiene giusto di-

fendere a oltranza l’1-1 in un match che si disputa davanti ai tifosi della capitale accorsi per conquistare lo storico traguardo. ORGOGLIO Questo mutato atteggiamento tattico offre al Napoli maggiori spazi. Ma Gabbiadini, preferito ad Hamsik proprio per sfruttarne le qualità realizzative, non riesce a trovare la posizione giusta per incidere. Insigne, sul terreno sempre più inzuppato (si gioca sotto a un diluvio) non incide e Callejon conferma i limiti di questa stramba stagione. E allora è Andujar a rivelarsi prezioso quando vola per deviare una cannonata di Seleznyov. PATATRAC Nella ripresa arriva

in fretta la svolta. Andujar non esce perché si fida di Britos, il quale non salta poiché nel duello a sportellate con Seleznyov ha la meglio l’attaccante che così devia di testa, e fa centro, il cross dalla sinistra che pareva di facile lettura per i difensori partenopei. E’ il patatrac che orienta il match verso la squadra di casa. Adesso il tecnico ucraino ordina un ripiegamento stabile nella propria metà

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● le vittorie italiane in Europa League. L’ultimo successo risale alla stagione 1998-99: lo ottenne il Parma quando la coppa si chiamava Uefa

Qualche macchia nella direzione di Mazic: prima grazia in avvio Kankava per un fallo volontario di mano ad impedire una ripartenza del Napoli, poi al 30’ non vede una trattenuta dello stesso Kankava in area su Maggio, su azione d’angolo. Al 32’ del primo tempo errore rilevante del secondo assistente Djurdjevic, che ferma Higuain per un fuorigioco inesistente. A inizio ripresa, Mertens chiede il rigore per un intervento scomposto di Fedetskiy, che tocca col braccio mancando il colpo di testa. Dubbi infine sul gol di Seleznyov: la punta e Britos si strattonano a vicenda, così l’arbitro decide per il non fischio e assegna il gol.

campo formando due linee di quattro uomini in venti metri. I CAMBI Benitez, che aveva già messo Hamsik per lo spaesato Gabbiadini, inserisce pure Mertens per Insigne, infine il possente Henrique per Lopez: bisognerebbe alzare i ritmi dell’attacco ma il terreno diventato pesantissimo è un argine in più. C’è solo una palla gol, anche questa per Higuain, salvata in extremis sulla linea da Douglas. In compenso Matheus prende la traversa a portiere battuto. Il Napoli non avrebbe meritato di uscire sconfitto, anche qui un paio di decisioni arbitrali gli sono state avverse. Ma Platini non fa né l’arbitro né il guardalinee. © RIPRODUZIONE RISERVATA

LE PAGELLE di MI.MAL. ANCHE STAVOLTA BOYKO PARA TUTTO. NON BASTA INLER. MERTENS ENTRA E DRIBBLA MA È FRAGILE DNIPRO

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BOYKO 7 Un gigante tra i pali, per ben due volte sa essere prodigioso su Higuain. FEDETSKLY 6 Non deve preoccuparsi più di tanto, Insigne si annienta da solo. DOUGLAS 6,5 Sulle palle alte è incontrastabile. Higuain riesce a superarlo soltanto una volta e per lui risolve Boyko. CHEBERYACHKO 6,5 Mette il fisico contro la fragilità degli attaccanti napoletani e vince facile. LEO MATOS 6,5 Inesauribile sulla fascia sinistra, spinge senza preoccuparsi di Callejon la cui serata non ha senso. KANKAVA 6 Si preoccupa di dare ordine ala manovra dei suoi. FEDORCHUK 6,5 Ha due polmoni

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grandi così, controlla Inler e va spesso in raddoppio su Insigne. LUCHKEVYCH 6 Resta spesso arretrato per contrastare Ghoulam quando spinge sulla sinistra. Sfiora il gol con un tiro da lontano. MATHEUS 6 Entra quando c’è da sopportare lo sforzo maggiore e non fa mancare il suo apporto alla fase difensiva. Colpisce la traversa. ROTAN 6 Va spesso a inserirsi tra le line per provare a sorprendere Britos, più lento e meno reattivo. KONOPLYANKA 7 Grande prestazione, tiene palla come pochi e il suo lavoro è utile quando il Napoli pressa per pareggiare. BRUNO GAMA s.v. Gli toccano meno di dieci minuti e lui non si sottrae alla battaglia finale. KALINIC 6,5 Venti minuti a ritmi incredibili, si piazza tra Britos e Albiol tenedoli in apprensione.

IL MIGLIORE SELEZNYOV

7 Al di là del gol, lotta come un forsennato contro i due difensori avversari: esce stremato dopo una vera battaglia.

IL TECNICO MARKEVICH

7 Il muro eretto a difesa di Boyko è stato perfetto. Ha il merito di aver portato il Dnipro, per la prima volta, a giocare una finale europea

MAZIC Non era semplice dirigere questa gara. Lui sbaglia a non ammonire subito Kankava, poi non vede una possibile trattenuta su Maggio. Sul gol, strattonano attaccante e difensore.

NAPOLI

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ANDUJAR 5,5 Evita il gol, prima di subirlo, con un intervento prodigioso. Poi, non esce su Seleznyov. MAGGIO 5 Ha spinto poco e male, senza mai riuscire a crossare. Konoplyanka resterà il suo incubo. ALBIOL 5,5 Ha faticato parecchio contro Seleznyov prima e Kalinic dopo. Nel finale ha provato a rinforzare il centrocampo. BRITOS 5 Ingenuo e fragile in occasione del gol, si fa sopraffare da Seleznyov sullo stacco e nel contrasto. GHOULAM 6,5 L’unico che non s’è fatto impressionare dal muro ucraino. DAVID LOPEZ 5,5 Si preoccupa di limitare le giocate di Kankava e ci riesce soltanto in parte. HENRIQUE 5 È sembrato spaesato, s’è dovuto inventare esterno di fascia

per dare supporto all’azione offensiva. CALLEJON 4,5 Non è mai andato via a Leo Matos che lo ha respinto ogni qualvolta ha messo piede dalle sue parti. Inconcludente. GABBIADINI 5 Stavolta non ha reso dietro Higuain. Ha faticato a liberarsi dell’uomo e non ha mai tirato. HAMSIK 5 Ci si aspettava quel qualcosa in più da uno come lui. Ma s’è perso tra i muscoli degli avversari che l’hanno sempre anticipato. INSIGNE 5 Niente da fare contro il colosso Fedetskly. Nemmeno palla a terra riesce a superarlo. MERTENS 5,5 Un paio di dribbling senza conseguenze e nulla più. Anche lui s’è dimostrato troppo fragile. HIGUAIN 4 L’eliminazione ce l’ha sulla coscienza: tra andata e ritorno ha sbagliato almeno 5 gol. In certi momenti occorrerebbero più fatti che chiacchiere. RISTIC 6 DJURDJEVIC 5

IL MIGLIORE INLER

6,5 Non ha mai dato l’impressione di voler mollare. Anzi, stavolta è stato lui l’anima di questo Napoli senza verve.

IL TECNICO BENITEZ

5 Un altro obbiettivo fallito, dopo l’uscita dalla Coppa Italia. Gli restano la A e un posto Champions per farsi, eventualmente, rimpiangere. GRUJIC 6 FILIPOVIC 6


VENERDÌ 15 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

DNIPRO

1 0

NAPOLI

PRIMO TEMPO 0-0 MARCATORE Seleznyov al 12’ s.t. DNIPRO (4-2-3-1) Boyko; Fedetskiy, Douglas, Cheberyachko, Leo Matos; Kankava, Fedorchuk; Luchkevich (dal 22’ s.t. Matheus), Rotan, Konoplyanka (dal 40’ s.t. Bruno Gama); Seleznyov (dal 30’ s.t. Kalinic) PANCHINA Lastuvska, Vlad, Bezus, Shakhov ALLENATORE Markevich AMMONITI Leo Matos, Fedetskiy, Seleznyov, Kankava, Matheus per gioco scorretto BARICENTRO molto basso 45,2 m CAMBI SISTEMA 4-4-1-1 dal 22 s.t.

NAPOLI (4-2-3-1) Andujar; Maggio, Albiol, Britos, Ghoulam; David Lopez (dal 34’ s.t. Henrique), Inler; Callejon, Gabbiadini (dal 10’ s.t. Hamsik), Insigne (dal 15’ s.t. Mertens); Higuain PANCHINA Rafael, Jorginho, Koulibaly, Gargano ALLENATORE Benitez AMMONITI Gabbiadini, Ghoulam per gioco scorretto, Callejon per proteste. BARICENTRO medio 53,3 m CAMBI DI SISTEMA nessuno

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fIL PERSONAGGIO

IL TECNICO SPAGNOLO

La triste resa di Rafa lasciato solo dal club

1Il presidente De Laurentiis assente a Kiev e l’allenatore dopo

l’addio all’Europa non cerca scuse: «L’arbitro? Inutile parlarne»

ARBITRO Mazic (Serbia) NOTE spettatori paganti 62.344. Tiri in porta 8 e una traversa-7. Tiri fuori 1-3. Angoli 3-9. In fuorigioco 5-2. Recuperi 2’ e 5’

PRIMO TEMPO 3’Toh, il Dnipro attacca Avvio insolitamente intraprendente degli ucraini, dopo il catenaccio dell’andata. Subito si conquistano una punizione da posizione centrale che Konoplyanka tira fra le braccia di Andujar 7’ Ancora tu Ricomincia il duello personale fra Higuain e Boyko, che al San Paolo gli parò tutto. Sull’imbucata di Inler, il Pipita si trova solo davanti al portiere e si vede il suo diagonale respinto da un goffo ma efficace - intervento di coscia, con l’aiuto di un braccio. 28’ E sono due. Stavolta Higuain ci prova di testa, su splendido invito dalla sinistra di Ghoulam, Boyko si allunga e gli devia la palla in calcio d’angolo 33’ Lopez cosa fai. Il centrocampista si fa rubar palla (e non è la prima volta), sugli sviluppi dell’azione Seleznyov costringe Andujar a un difficile intervento

SECONDO TEMPO 4’ Altra partenza sprint del Dnipro Seleznyov trova il buco e se la fila, il passaggio è raccolto da Luchkevych che, disturbato da Britos, non trova la porta 9’ Ecco Konoplyanka Il giocatore ucraino di maggior tasso tecnico si porta via un paio di avversari e serve Seleznyov, la cui conclusione centrale è fermata da Andujar 12’ Passa il Dnipro La maggior intraprendenza dei padroni di casa è premiata: uno scatenato Konoplyanka se ne va a sinistra. Palla in mezzo e Seleznyov precede Albiol di testa. 28’ La telefonata Buca la palla Fedorchuk, sugli sviluppi dell’azione tenta una molle conclusione centrale David Lopez e per Boyko è facile l’intervento. 31’ Questa è jella Su un corner, non esce Boyko, ne nasce un mischione. Higuain ci prova due volte, sul secondo tentativo salva sulla linea Douglas 41’ Mia o tua? Maggio, disturbato da...Callejon, lanciato in verticale non riesce a chiudere la conclusione e Boyko se la cava 43’ Rischio finale Ghoulam sale in ritardo, Matheus è solo in area e di testa, su un lungo lancio, coglie la traversa

Mimmo Malfitano INVIATO A KIEV (UCRAINA)

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inisce in una notte di pioggia l’avventura del Napoli in Europa League. In una notte in cui i tifosi del Dnipro hanno invaso il campo, pazzi di gioia, per un’impresa che persino a loro è apparsa incredibile. D’altra parte, nessuno avrebbe mai immaginato che a condannare il Napoli fossero loro due, Rafa Benitez e Gonzalo Higuian.

ERRORI Il primo per le scelte, il secondo per le tante opportunità fallite tra la gara di andata e quella di ritorno. Niente Varsavia, dunque, e niente più pagine di storia da scrivere nuovamente: dopo la Coppa Italia conquistata l’anno scorso a Roma e la Supercoppa italiana vinta a Doha ai rigori sulla Juventus, l’allenatore spagnolo ha ceduto in Europa, in quella che da sempre è stata la sua roccaforte, la zona franca dove ha potuto diventare imbattibile, conquistando tre Europa League e una Champions League col Liverpool. EUROPA ADDIO Ed ora, ci sarà spazio per le riflessioni, per capire che cosa comporterà questa eliminazione. Di certo, Aurelio De Laurentiis chiederà spiegazioni al tecnico, e non solo. Gli chiederà anche una risposta immediata per quanto riguarda il rinnovo del contratto. Insomma, l’amarezza di Kiev servirà per accelerare i tempi per tutte le questioni in sospeso, situazione Benitez compresa. Resta comunque la delusione per un obbiettivo fallito a pochi metri dal traguardo. Il Napoli ha dimostrato quante siano evidenti alcune lacune, tecniche e societarie. Ieri sera, la squadra è stata lasciata sola al proprio destino, il presidente s’è te-

Rafa Benitez, 55 anni, prova a dare indicazioni al Napoli nel diluvio di Kiev. Sarà tutto inutile, eliminato AP

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● i tiri del Napoli nella sfida contro gli ucraini: solamente contro lo Young Boys (24) ne aveva realizzati di più in questa Europa League

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● le partite del Napoli senza trovare il gol nelle 14 uscite di questa edizione dell’Europa League. Le 4 gare a secco sono state tutte in trasferta

nuto lontano da Kiev, ha preferito restare a Roma. Un comportamento strano quello di De Laurentiis: nel momento di maggiore tensione, dove la sua presenza avrebbe potuto servire a dare maggiore forza ai suoi giocatori, lui se n’è stato a casa. Probabilmente, è stato lui il primo a non crederci. ATTENUANTI NON VALIDE Ha avuto di che lamentarsi, Rafa Benitez a fine partita: «Credo che nelle due gare abbiamo creato tante occasioni per fare gol. Così come nel primo tempo qui a Kiev. Poi, nella ripresa c’è stato un assedio. Avremmo potuto fare gol, chiaramente sarebbe cambiato tutto», ha tentato di giustificarsi l’allenatore. Ma è davvero difficile trovare attenuanti per questa sconfitta. «Il gol del Dnipro è stato irregolare. E’ un fatto grave, ma non possiamo cambiare la situazione. Ho visto il

replay, ma non si può fare nulla». Sull’arbitraggio ha aggiunto: «È inutile parlarne adesso, se avessimo fatto gol avremmo risolto tutti i problemi». E ancora sugli errori di Higuian: «La squadra ha avuto tante chance per fare gol, parlare della sua opportunità mancata, è riduttivo. Alla fine vinciamo tutti e perdiamo tutti». Negli spogliatoi, non ha saputo nascondere la sua delusione alla squadra. «Ho detto ai ragazzi che sono dispiaciuto, che avremmo potuto fare meglio». Poi, ha concluso sul futuro ribadendo sempre gli stessi concetti: «Ora penso al Cesena. Dobbiamo concentrarci sulle prossime gare. Ho parlato col presidente, poi parlerò con la mia famiglia. Decisione che arriverà a fine stagione? Non lo so, ora pensiamo al Cesena. Poi parlo con De Laurentiis e decidiamo». © RIPRODUZIONE RISERVATA

L’ANALISI TECNICA

Troppi passaggi sbagliati e troppi lanci nel nulla 1David Lopez e Inler non sono adatti a servire gli attaccanti. Nel primo tempo senza Hamsik il Napoli è in inferiorità a centrocampo Andrea Schianchi

I

l primo tempo di Kiev, per il Napoli, è la brutta copia di quello giocato una settimana fa al San Paolo. Troppo lenta e troppo prevedibile, la manovra della squadra di Benitez, che non riesce mai a sgommare sulle fasce laterali dove Insigne (a sinistra) e Callejon (a destra) sono ben ingabbiati dal dispositivi del Dnipro. Inoltre Gabbiadini è molto più attaccante e molto meno suggeritore di Hamsik, quindi il Napoli si trova con un centrocam-

po in inferiorità numerica dove i soli David Lopez e Inler (che non sono Rivera e Bulgarelli...) hanno il compito di rompere le iniziative avversarie e rilanciare con precisione l’azione. Ovvio che, con una tavola apparecchiata in questo modo, le difficoltà aumentino. Le punte di Benitez vanno servite negli spazi (Insigne e Callejon) o con rapidità (Higuain): tutto ciò, nei primi quarantacinque minuti non avviene. SPAZI INTASATI Al 10’ della ripresa Benitez si accorge che qualcosa non funziona nel mo-

tore del suo Napoli, toglie Gabbiadini, inserisce Hamsik, tentando di ristabilire la parità a centrocampo, ma la mossa non è la medicina giusta. Il Dnipro segna, grazie alla solita disattenzione difensiva del Napoli, Benitez butta nella mischia Mertens al posto di Insigne e a questo punto viene spontanea la domanda: perché due tra i migliori, cioè Hamsik e Mertens, sono partiti dalla panchina? Il problema della squadra di Benitez è la mancanza di idee e di qualità in mezzo al campo. I piedi ruvidi dei mediani non sono adatti a servire

80

● Sono i lanci effettuati dai giocatori del Napoli. Spesso, però, sono risultati imprecisi.

adeguatamente gli attaccanti. Per gli ucraini è abbastanza semplice costruire il successo aggrappandosi alla grinta, alla determinazione e all’occupazione degli spazi difensivi. QUANTI ERRORI Troppi i passaggi sbagliati: su 558 appoggi soltanto il 78,7 per cento va a buon fine. L’imprecisione regna sovrana: Ghoulam, Albiol, Callejon e Insigne sono a quota 12 errori, Higuain a 11, Inler e Britos a 10. Dove si vuole andare se non si riesce a fare un passaggio elementare? Inoltre, a che serve avere il 63,2 per cen-

to del possesso palla se poi non si sfruttano a dovere le iniziative? I 27 cross producono ben poco, anche perché il portiere ucraino e i suoi compagni della difesa sono sempre molto attenti. E altrettanto si può dire delle 212 verticalizzazioni e degli 80 lanci effettuati, che sono lo specchio delle disperazione e dell’assenza di fantasia che imprigiona il Napoli. Non ci sono i guizzi, non ci sono i dribbling (solo 10 riusciti), non ci sono i lampi improvvisi che possono accecare il nemico. E il Napoli piomba nel buio totale. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Europa League R Ritorno semifinali

Altro che remuntada La Fiorentina perde ancora 1Fischi per i viola sconfitti pure a Firenze

dal Siviglia. E Ilicic tira altissimo un rigore FIORENTINA

SIVIGLIA

0 2

PRIMO TEMPO 0-2 MARCATORI Bacca (S) al 22’, Carrico (S) al 26’ p.t. FIORENTINA (3-5-2) Neto; Savic, Gonzalo Rodriguez, Basanta (dal 1’ s.t. Pasqual); Joaquin, Mati Fernandez (dal 22’ s.t. Badelj), Pizarro, Borja Valero (dal 40’ s.t. Lazzari), Alonso; Salah, Ilicic. PANCHINA Tatarusanu, Aquilani, Bernardeschi, Gomez. ALLENATORE Montella. CAMBI DI SISTEMA nessuno. BARICENTRO MOLTO ALTO 57.4 M ESPULSI nessuno. AMMONITI Savic e Pizarro per gioco scorretto; Borja Valero per simulazione. SIVIGLIA (4-2-3-1) Rico; Coke, Daniel Carrico, Kolodziejczak, Tremulinas; Mbia, Krychowiak; Alex Vidal, Banega (dal 10’ s.t. Iborra), Vitolo (dal 29’ s.t. Reyes); Bacca (dal 24’ s.t. Gameiro). PANCHINA Beto, Navarro, Figueiras, Suarez. ALLENATORE Emery. CAMBI DI SISTEMA nessuno. BARICENTRO MOLTO BASSO 41.5M ESPULSI nessuno. AMMONITI Banega per gioco scorretto.

PRIMO TEMPO 2’ Subito brivido Vitolo crossa teso in mezzo, la palla supera Neto ma non trova nessuno. 4’ Primo tentativo Borja Valero si libera e tira dal limite dell’area: alto. 17’ Miracolo Rico Sul corner di Ilicic, gran zuccata di Gonzalo, Rico ci arriva incredibilmente con una mano. 22’ Bacca spegni speranze Punizione di Banega che attraversa l’area, irrompe Bacca che anticipa Savic e Neto. 27’ Carriço tira giù il sipario Punizione-cross di Banega per Koke che rimette in mezzo, Basanta cicca e Carriço solo non sbaglia. 30’ Rico si ripete Sassata di Pizarro dal limite appena deviata, Rico pronto a deviare in angolo. 39’ Altro brivido Torre di Vitolo per Koke che da buonissima posizione non centra la porta

SECONDO TEMPO 7’ Non vuole entrare Salah s’accentra e tira, respinge Rico, arriva Ilicic che finta e tira ma Rico non ci casca e devia di piede in angolo. 15’ Appuntamento mancato Bacca s’invola in area e, defilato. mette in mezzo. Vidal è in ritardo all’appuntamento 16’ Bacca ci mette...una vertebra Tiro a colpo sicuro di Ilicic, Carriço è sulla traiettoria e devia di schiena 20’ Ecco il faraone Tiro secco di Salah, Krychowiak devia in angolo 21’ Disastro Ilicic Pizarro atterrato da Krychowiak. Rigore. Ilicic lo manda alle stelle.

ARBITRO Skomina (Slovenia). NOTE paganti 32.466, incasso 719.096 euro. Tiri in porta 6-3; tiri fuori 12-3; angoli 18-3; fuorigioco. Recuperi: pt 1’; st 2’

35’ Super Rico Triangolo Badelj-Ilicic che cerca di soprendere Rico in uscita ma il portiere spagnolo ci arriva ancora.

Luca Calamai FIRENZE

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inisce con i tifosi viola che invocano Batistuta e le sue corse alla bandierina. Quanto sarebbero servite le reti e la grinta del Re Leone. La Fiorentina esce dall’Europa League nel peggiore dei modi. Niente remuntada ma un’altra dolorosa sconfitta. Dopo la goleada dell’andata il Siviglia va a segno altre due volte. Totale 5-0 e tanti saluti a Montella. Avevano ragione gli spagnoli a considerare questa sfida senza storia. La squadra di Emery ha dimostrato di essere più forte in ogni angolo del campo. Giocatori migliori e idee migliori. Se veramente ne ha la possibilità il Milan non perda l’occasione di affidare al tecnico basco il suo progetto di rilancio. Emery è un allenatore che sa trovare il giusto punto di equilibrio tra un calcio ragionato e la continua voglia di attaccare. Pilota i suoi allievi dalla panchina come se avesse un telecomando in mano e riesce a tirare fuori il meglio dal materiale che gli viene messo a disposizione. Il bomber Bacca è il fiore all’occhiello. Il centravanti colombiano ha potenza e piedi sudamericani. Un cocktail micidiale. Berlusconi o chi guiderà la società rossonera lo

convinca a scegliere la Serie A. Emery-Bacca sarebbero una bella coppia. Ma, in questa semifinale di Coppa, è stata altrettanto micidiale la coppia di c e n t r o c a mp i s t i MbiaKrychowiak. Due «muri» sui quali sono rimbalzati Pizarro, Mati Fernandez, Borja Valero e chiunque si sia trovato a passare da quelle parti. SCELTE DISCUTIBILI Montella ha fatto scelte che non hanno pagato. La clamorosa boccia-

RGara perfetta

della squadra di Emery con il bomber Bacca decisivo

tura di Gomez è destinata a diventare un caso. E’ stato saggio rinunciare a un giocatore in difficoltà ma abituato a sfide di questo livello? Ilicic, il suo sostituto, ha giocato malino, ha sbagliato un rigore e soprattutto non è e non sarà mai una punta centrale. Una Fiorentina obbligata ad attaccare si è trovata senza un riferimento nell’area di rigore avversaria. L’ideale sarebbe stato partire con Ilicic e Gomez insieme sacrificando un centrocampista.

Ma il tecnico viola ha preferito restare all’interno del suo abituale copione. Scelta discutibile visto che c’era da inventare una notte speciale. Gomez si è riscaldato per tutto il secondo tempo ma non è stato schierato neppure un minuto. Dimenticato da Montella. Supermario non l’ha presa bene. Sorprende anche l’ennesima bocciatura in partenza di Pasqual. Giocatore di esperienza e di sostanza. Il tecnico viola ha un debole per Alonso ma lo spagnolo non propone cross, non lascia il segno negli ultimi venti metri e, soprattutto, è sempre in affanno nella fase difensiva. Quasi tutti i gol subiti dalla Fiorentina in questa doppia sfida lo hanno visto protagonista in negativo. Perché ostinarsi a proporlo titolare? SUPER RICO Come tutte le storie anche questa notte del Franchi ha un se che merita di essere raccontato. Come sarebbe cambiata la partita se al 16’ il giovane portierino Rico non avesse compiuto un vero miracolo respingendo d’istinto una girata di testa di Gonzalo Rodriguez? Un miracolo. Emery dedica quasi un minuto di applausi al suo portierino. La Fiorentina non sa andare oltre questa girata di testa. Sei minuti dopo su una punizione di

LE PAGELLE di ANDREA ELEFANTE BASANTA E ALONSO VERI DISASTRI. SI SALVA SOLTANTO SALAH. MBIA E’ UN MURO, BACCA E’ UNA SENTENZA FIORENTINA

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NETO 6 Gli succede tutto davanti agli occhi, lì a due passi: ma stavolta senza che possa far nulla. SAVIC 5 Va molle molle sul killer Bacca, però il danno era già quasi fatto. GO. RODRIGUEZ 4,5 Ancora non sa come Rico gli abbia preso quel colpo di testa, e l’episodio lo ammazza: vero padre dello 0-1 e poi smarrimenti assortiti, a parte un muro su Bacca. BASANTA 4,5 Che fa sul 2-0? Mani nei capelli, non lo sa neanche lui. E aveva già strarischiato su Vidal. PASQUAL 6 Ok, non ci voleva molto: ma spinge e crossa meglio di Alonso. JOAQUIN 5 Il primo a far sfilare il pallone dell’1-0, il veleno dell’ex è

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rimasto a Siviglia. MATI FERNANDEZ 5 Pronti-via e pasticciaccio brutto, poi solo qualche guizzo qua e là BADELJ 6 Prova a non adagiarsi sullo 0-2 PIZARRO 5,5 Intermittente nel disegno delle coordinate, morbido se c’è da difendere, sotto ritmo. Almeno si prende un rigore, e alla fine piange BORJA VALERO 5 Fregato come un bambino da Aleix Vidal (assist del 2-0) e i duelli con Mbia lo mortificano: e via coi fischi (LAZZARI S.V.) ALONSO 4 Due partite, lo stesso incubo: Coke e Vidal gli fanno venire il mal di testa e dalla sua parte diluvia sempre. Ripresa da centrale mancino. ILICIC 5 Almeno rispetto a Gomez si muove un po’ di più e ogni tanto tira: dal dischetto e quasi solo davanti a Rico molto male, però

IL MIGLIORE SALAH

6,5 Povero, è costretto a giocare una partita nella partita, ovvero quasi da solo. Anche lui non segna, ma ci prova più degli altri.

IL TECNICO MONTELLA

5 Squadra recidiva per le incertezze in fase difensiva, in particolare sui calci piazzati. E non riesce a segnare proprio mai.

SKOMINA Ok gli episodi-chiave, a cominciare dai rigori: quello che non dà (Basanta su Vidal) e soprattutto quello che dà (Krychowiak su Pizarro). Ok anche le ammonizioni.

SIVIGLIA

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COKE 7 Meglio quando attacca che in fase difensiva, ma i pericoli arrivano sempre da destra: sforna palloni su palloni, e un assist per Carriço. CARRIÇO 6,5 Dice grazie a Rico perché si era perso Gonzalo Rodriguez, poi è al posto giusto per incartare la partita. KOLODZIEJCZAK 6 Alza il primo muro su Salah e visto che un vero centravanti nemico non c’è, dà una mano anche a Tremoulinas. TREMOULINAS 6 Mezza serata di riposo, tanto Joaquin non morde. MBIA 7 Un muro su cui rimbalzano tiri e giocatori viola: è dappertutto, a dispetto dei chili che porta a spasso. KRYCHOWIAK 6 Andatura caracollante e senso della posizione da uomo ombra, molto utile. Peccato

quel rigore regalato a Pizarro, ma la «sua» Varsavia lo aspetta lo stesso. ALEIX VIDAL 6,5 Ha sistemato le cose all’andata, per 45’ apre corridoi per Coke. Nella ripresa, già che c’è, ricomincia a martellare. BANEGA 6 Si specchia a distanza con Pizarro, e si piace abbastanza. Più che un assist per Bacca, è un gentile omaggio della compagnia viola. IBORRA 6 Mezzora da amministratore del condominio. VITOLO 6,5 Stringe, taglia e si insinua: fa quasi sempre quello, ma lo fa bene. REYES 6 Quando entra, ormai si giochicchia. BACCA 7 Tre gol nelle ultime quattro di Europa League, ventisei gol sui 26 stagionali dentro l’area: una sentenza. GAMEIRO 6 Non c’è chance per la gloria come una settimana fa.

Per la 2a finale di fila non serve inventare nulla: ha plasmato una squadra spietata come i movimenti dei suoi 5 centrocampisti.

PRAPROTNIK 6 VUKAN 6

JUG 6 VINCIC 6

IL MIGLIORE RICO

7,5 La parata su Gonzalo è stratosferica – e lì nasce tutta un’altra gara – più umane quelle su Pizarro, Salah, Ilicic e pure Badelj.

IL TECNICO EMERY

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fL’ALLENATORE VIOLA

VINCENZO MONTELLA

«Con queste risorse abbiamo fatto troppo Forse mi cacciano...» 1Il tecnico della Fiorentina deluso dal pubblico del Franchi:

«Per come abbiamo giocato quest’anno, non meritavamo i fischi» Mbia e Krychowiak contrastano e due secondi dopo la palla è già ai quattro attaccanti. Se volete una spiegazione sul perché tutti lo stimino, guardate la difesa. Un terzino rimbalzato da Dinamo Kiev e St. Etienne e uno con un nome scritto male: questo è Coke, non il Koke dell’Atletico. Un centrale preso a Nizza, Kolodziejczak, e uno famoso solo per un bacio a Rakitic, Carriço. Il Milan avrà fatto i suoi conti: Emery è in finale con una linea di comparse e conosce il senso dell’eleganza. «La Fiorentina ha avuto dei meriti – ha detto alla fine –. Mi è piaciuta molto».

Luca Bianchin INVIATO A FIRENZE

U 22’ PRIMO TEMPO Carlos Bacca con un guizzo in area anticipa il portiere della Fiorentina Neto e firma l’1-0 per il Siviglia ANSA

Banega la difesa viola va in tilt permettendo al solito Bacca di scaraventare in rete da due passi. E al 26’ arriva il raddoppio su un tocco ravvicinato di Carriço dopo un altro black out di tutto il pacchetto arretrato viola. I numeri della stagione parlano chiaro: la formazione di Montella ha subito una valanga di reti in tutti i tornei. Indipendentemente se si fosse schierata a tre o a quattro. Il secondo tempo scivola via sullo stesso copione. Da una parte i cori di scherno dei tifosi viola, dall’altra una Fiorentina alla ricerca del gol della bandiera. Obiettivo, pure questo fallito. RECORD NEGATIVO Eppure al 35’ Ilicic usufruisce di un rigore per fallo di Krychowiak su Pizarro. Impresentabile la conclusione dello sloveno, un sinistro altissimo sopra la traversa. Per la squadra di Montella un altro record negativo: sei rigore sbagliati in questa stagione su dieci tentativi. Gli ultimi assalti dei viola si infrangono su un altro paio di belle parate di Rico, il migliore in campo. Finisce con una parte di tifosi viola che applaude la passerella finale del Siviglia, la squadra più prolifica di questa Europa League insieme al Napoli. Ma in finale, a Varsavia, ci sarà il maestro Emery e non Benitez. © RIPRODUZIONE RISERVATA

LA MOVIOLA di FABIO BIANCHI

IL PENALTY È GIUSTO CI STANNO PURE I 4 GIALLI

nai Emery è spigoloso, appassionato come i baschi: in estate gli hanno smontato la squadra, lui ha ricostruito e rimesso tutti sull’aereo per la finale. Nelle interviste dice di essere ossessionato dai dettagli e si capisce: il 4-23-1 del Siviglia vive di meccanismi. Chiude le linee di passaggio, blocca gli inserimenti centrali, riparte. Se cercate un segreto, provate con la transizione offensiva:

IL BIGLIETTAIO Nel Siviglia, invece, l’uomo del giorno è Carlos Bacca. Carlos nel 2006 aveva 20 anni e faceva il controllore sugli autobus. Quell’anno ha passato un provino, ha giocato a livello bassissimo, poi ha svoltato. Il Milan lo seguiva, quando giocava in Belgio il Chievo è stato a tanto così dal prenderlo. Oggi ha sei gol nelle ultime nove partite tra Liga e Europa League. Il bigliettaio ha timbrato anche stavolta. © RIPRODUZIONE RISERVATA

in vantaggio il Siviglia. Per lui 2 tiri e un gol in 70’. Il colombiano, 28 anni, è alla seconda stagione con il club spagnolo (GETTY)

TOCCHI PER ZONA Il colore è più intenso nelle zone in cui ci sono stati più tocchi di palla ATTACCO

PALLE RECUPERATE 2

MINUTI GIOCATI

PALLE PERSE 1

2 1 2 1

Secondo me la squadra non meritava i fischi. I tifosi stavolta non hanno riconosciuto la loro dimensione. Il Bayern martedì è stato applaudito, qui invece…». E ancora, più duro: «In questo periodo abbiamo dato più di quanto ricevuto dal pubblico. Dispiace, andiamo a casa con amarezza. I giocatori importanti valutano anche queste cose. Il mio futuro? Vediamo alla fine. Può essere che non mi confermino…». Una frase per rompere con l’ambiente? Diego Della Valle si è detto “amareggiato” ma occhio anche a queste due frasi di Montella. Una sulla conferma: «Ciclo finito? I cicli si possono anche riaprire e mi auguro di riaprirlo. La società conosce il mio pensiero da tre mesi». Una sul mercato: «A un certo livello probabilmente prevale la fisicità. Ma con queste risorse abbiamo fatto anche troppo». Sembra un’abiura.

1Bacca è il centravanti mancato alla Fiorentina in stagione. Ieri ha portato

BACCA DUE TIRI UN GOL

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Una partita con poca storia dopo il gol di Bacca, ma comunque combattuta e piena di episodi. Lo sloveno Skomina l’ha arbitrata bene. Già al 6’ Vidal ruba palla a Basanta, entra in area e cade nel contatto con lo stesso Basanta, ma non è rigore: Vidal sembra incespicare da solo. Come non è rigore quello su Borja Valero, che simula proprio. Carriço tira indietro il piede. Meritato il giallo a Borja (anche gli altri 4 cartellini gialli sono giusti). Poi c’è l’episodio del rigore: Pizarro entra in area e Krychowiak lo stende. Non ci sono dubbi. Se vogliamo, c’è un neo nella direzione: manca una punizione dal limite a Borja Valero, atterrato da Carriço.

MONTELLA POLEMICO Emery e Montella, uniti dai progetti di Galliani, sono stati portati su pianeti diversi. La Fiorentina ha confermato la patologia: è bella ma non fa mai gol. Non segna in 180’, non segna con un falso nove, non segna su rigore. La Fiorentina è arrivata a fine inverno da promessa sposa ma è scivolata (e ora entra in silenzio stampa). Poteva centrare il tripletino – Europa League, Coppa Italia, qualificazione Champions – ma ha finito con zero su tre. «Abbiamo provato a fare la partita, abbiamo reagito con orgoglio ma è andata male – ha commentato Montella –.

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70’

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FUORIGIOCO 1

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FALLI FATTI

SUBITI

2 PASSAGGI POSITIVI 3

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PALLONI GIOCATI

CALCI PIAZZATI 1

NEGATIVO 7

25 TIRI IN PORTA

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DRIBBLING NEGATIVI 1

GOL

GOL IN EUROPA LEAGUE 2014-15

FUORI

2

5 IL PUNTO DA CUI HA TIRATO

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RANKING E BERLINO

Caccia al 4° club in Champions: Inghilterra nel mirino 1E la Juventus può ancora migliorare

Champions). Insomma, il 3° posto — quello che regala la quarta squadra in Champions — sarebbe a circa 3 punti. Questa è teoria, naturalmente. Nelle prossime coppe si dovrà ancora far meglio di inglesi (i cui club saranno presto bagnati da una pioggia di milioni dal contratto tv) e tedeschi, per superarli. Ma aver affrontato le coppe seriamente, soprattutto l’Europa League, ha dato risultati.

il nostro coefficiente, con effetti dal 2017-18 Arbitri: la finale col Barça a Çakir o Brych Fabio Licari

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tempi sono lunghi, ma bisognava pur cominciare. I tempi sono lunghi per riprendersi la quarta squadra in Champions — se ne parla eventualmente dal 2017-18 — ma l’inseguimento a Inghilterra e Germania va alla grande. Ecco quello che può succedere attorno al mitico ranking Uefa. DISTACCO RIDOTTO Per il 2015

siamo e restiamo al 4° posto. Però il nostro coefficiente annuale è 19 punti, altissimo: soltanto la Spagna ha fatto meglio (in più ha due finaliste). E la Juve può ancora conquistare punti utili contro il Barça. Quello che conta è l’anno prossimo: il 1° luglio partirà infatti il ranking 2016 che decide i posti nelle coppe 2017-18. Quel giorno, dietro una Spagna siderale, ci saranno Germania (63,7), Inghilterra (62) e Italia (58,9 al momento, 59,2 vincendo la finale di

Inter 2010: l’ultima Champions ANSA

EXTRA-TERRESTRI... Si capisce anche dalle finali. Negli ultimi 8 anni, dopo Milan-Liverpool 2-1, la Juve è, dopo l’Inter, la seconda squadra non spagnola (5), non inglese (5) e non tedesca (4) a qualificarsi per la finale di

Champions. E al 2004 (PortoMonaco 3-0) risale l’ultima finale senza almeno un club dei tre campionati top. Peccato per l’Europa League con due semifinaliste out. ARBITRO: ÇAKIR O BRYCH Chi arbitrerà Juve-Barcellona? Due i nomi in ballo per la finale: il tedesco Felix Brych e il turco Cuneyt Çakir. Brych, 39 anni, ha un leggero vantaggio dato dall’aver diretto l’ultima finale di Europa League (Siviglia-Benfica), spesso trampolino per la Champions. Çakir è tecnicamente superiore: meriterebbe la finale, ma poi magari sarebbe difficile dargli anche l’Europa League un giorno. Il designato-

re Uefa Collina ha un paio di settimane per decidere. C’è sempre un terzo candidato, per ogni evenienza: Mazic. Nella stagione arbitrale in corso è emerso l’inglese Clattenburg, premiato con una semifinale. PROSSIME COPPE Nella Champions 2015-16 c’è sicuramente la Juve (testa di serie al sorteggio). Roma e Lazio sono in vantaggio per gli altri due posti. Se non supera una delle due romane, il Napoli entra nei gruppi di Europa League. Torneo in cui sono altre due italiane: oggi Fiorentina e Samp, con l’Inter a minacciarle (il Genoa ha problemi di licenze). © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Serie A R Il personaggio

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AGENDA E MERCATO

Mancini e Thohir: riunione chiave Blitz-Mammana 1L’incontro, salvo

intoppi, domenica. Blitz in Argentina del ds Ausilio per il centrale del River Matteo Dalla Vite MILANO

Xherdan Shaqiri, 23 anni, nazionale svizzero AFP

Shaq, si gioca di nuovo C’è da riprendersi l’Inter

1Dopo sei panchine di fila, lo svizzero trequartista contro la Juve «Nessun problema se resto fuori, ma spero di essere decisivo»

Luca Taidelli @LucaTaidelli

H

a lasciato il Bayern Monaco perché giocava poco. È arrivato all’Inter come uomo della svolta, ma da sei partite sta in panchina. Il tutto mentre gli infortuni di Ribery e Robben a Monaco ne avrebbero fatto un titolare nella semifinale di Champions contro il Barcellona. LA SUA PARTITA Difficile che Xherdan Shaqiri non abbia pensato a questo paradosso. Lo svizzero paga un calo di forma ma anche l’esplosione di Hernanes, che dopo mesi di anonimato si è preso le chiavi della trequarti e ha acceso l’Inter. Oltre che con lo spostamento di Juan Jesus a sinistra, la svolta nerazzurra è coincisa con questa staffetta dietro alle punte. Un fallo su Biglia è però costato al Profeta la squalifica proprio contro la Juve. Ecco perché – a meno che Mancio non gli preferisca Kovacic, inserendo Gnoukouri in mediana, dove mancherà pure Guarin – domani dovrà per forza essere la partita del ritorno di Shaq.

CONTANO GRUPPO E 3 PUNTI «Man of the match contro la Juve – fa lui a Sky –? Lo spero! Ma l’importante è che la squadra faccia bene e vinca. Loro hanno grande esperienza, vorranno i tre punti, ma noi stiamo giocando bene e cercheremo di farlo anche sabato. Le ultime gare in panchina? Non è un problema, Mancini deve pensare al gruppo». E negli ultimi giorni ha sottoposto Shaq a esercizi sul pressing alto e tante punizioni. DUE MESI ALLA GRANDE Arrivato a gennaio per 18 milioni (da pagare a rate) perché facesse decollare l’Inter sulle ali del 4-2-3-1, Shaqiri aveva iniziato appunto da esterno offensivo, con alcuni lampi. Ma quando, dopo la scoppola col Sassuolo (1° febbraio), Mancio ha dovuto virare sul rombo, l’ex Bayern si è piazzato dietro alle punte.

RPartenza boom, poi il calo ed esplode Hernanes. Mancio certo: il prossimo sarò il suo anno

Vivendo il suo momento migliore. Vedi gare contro Samp (primo gol, in Coppa Italia), Palermo, Atalanta (unico centro in campionato, su rigore), Celtic (il solo acuto in Europa). Tra febbraio e la prima metà di marzo, si sono visti lampi alla Sneijder dei tempi d’oro: velocità d’esecuzione e di testa, visione del gioco con quel secondo d’anticipo che cambia la vita. FERMO AL PARMA Poi... Poi, oltre all’esplosione di Hernanes, Shaq ha accusato un calo di condizione. L’ultima (impresentabile) gara da titolare risale al 4 aprile: Inter-Parma 1-1. Da quel giorno solo manciate di minuti. A volte pepati (Roma), altre insipidi (Chievo). Un po’ come i suoi compagni di destino Brozovic e Santon. Anche loro arrivati a gennaio, capaci di scaldarsi come un microonde malgrado venissero da un periodo di inattività, ma poi ingolfatisi alla distanza. Nulla che comunque preoccupi Mancini, certo che saranno decisivi nella prossima stagione. «Lavoriamo per alzare trofei» chiosa Shaq. Ai tifosi interisti basterebbe che domani «sollevasse» la Juve. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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rauma distorsivo del ginocchio sinistro con blocco articolare. Nella volata per un posto in Europa il Genoa si ritrova di fronte anche un avversario spietato come la sfortuna. Dopo Perotti, Gasperini rischia fortemente di per-

arà il secondo round. E sarà - dovrà essere propedeutico allo scatto decisivo sul mercato. Erick Thohir al 90% arriverà a Milano domani mattina per la gara contro la Juventus. In agenda: San Siro, incontri, riunioni e Roberto Mancini. Serve parlare, dopo il patteggiamento con la Uefa circa il fairplay finanziario e perché in fondo l’ultimo blitz di ET a Milano fu solo parziale visto che il presidente dovette rientrare in Indonesia per motivi personali. Fra i due, l’appuntamento è per domenica, salvo contrattempi. IL FORTE PORTA I FORTI Fra Thohir e Mancini la riunione verterà soprattutto su strategie di mercato. Un vìs-à-vìs in cui il tecnico chiederà rapidità d’azione dando di fatto concretezza a ciò che disse prima della Lazio. «Per andare in parità bisogna costruire una squadra che vinca e che vada in Champions: ora è arrivato il momento di farlo». In pratica, il Mancio darà seguito e sottolineature a questo concetto: perché i giocatori vanno acquistati oggi. Perché cominciare a costruire una squadra forte porta i giocatori forti: ecco il passepartout. In pratica: se prendi Touré allora anche un Thiago Motta si convince. I 28 milioni proposti al Palermo per Dybala sono lì: pronti ad essere investiti.

YAYA, MAMMANA E DRIUSSI A Yaya i tifosi del City hanno fatto l’«Happy birthday» a voce e fatto volare uno striscione di buon compleanno. Thohir è stato chiaro («Farò di tutto per prenderlo»), ed è altrettanto chiaro che le telefonate di Mancini potranno contare ma la rapidità d’azione molto di più. Anche di questo parleranno tecnico e presidente: Mancio, poi, vedrebbe l’ingaggio di Yaya un po’ come spartiacque della possibilità di competere ad alti livelli l’anno prossimo oppure no. Il mancato arrivo di Touré (che il tecnico vorrebbe già a Riscone) sarebbe una discreta delusione. Intanto, a Madrid, la stampa fa il toto-panchina post Ancelotti: Zidane primo posto, ma fra i nomi c’è anche quello di Mancini. Che vuole poter contare su una squadra da scudetto e di prospettiva, ed è per questo che ieri e l’altroieri il ds Piero Ausilio è andato in missione: Madrid prima, Buenos Aires poi. Nel mirino, Emanuel Mammana, centrale difensivo di 19 anni del River Plate. Occhi anche su Sebastian Driussi (seconda punta, 19 anni, River) e Jonathan Calleri del Boca, punta, 21 anni, passaporto italiano e argentino. Intanto resta forte l’idea-Motta con alternativa Felipe Melo. FAIRPLAY Nel frattempo, sono state rese disponibili le 5 pagine-Uefa sul fairplay: detto che il club verrà monitorato anche se non entrerà in Europa, ecco un’annotazione positiva, cioé che «le proiezioni mostrano un trend positivo visto che il club ha già mosso passi concreti presentando un piano credibile». © RIPRODUZIONE RISERVATA

PRIMO: ACQUISTARE. POI... Un altro concetto-chiave sarà il seguente: considerando che fra risparmi di ingaggi e cessioni e obblighi di riscatto altrui un gruzzoletto c’è, ecco che l’ideale sarebbe quello di investire subito per poi operare sulle cessioni. Ergo: prima acquistare e poi cede-

A COVERCIANO

Anche Niang va k.o. Genoa, un’Europa sempre più in salita perde pure l’ex Milan: trauma distorsivo del ginocchio sinistro

Sesto posto? Pronto il piano salva tournée ● (l.t.) L’opzione sesto posto resta in vita. Piazzamento che costringerebbe l’Inter a giocare il terzo preliminare di Europa League il 30 luglio e il 6 agosto. Date non facilmente compatibili con la tourné asiatica che prevede i match già ufficializzati in Cina contro Bayern (21 luglio), Milan (25) e Real Madrid (27). Proprio questo match creerebbe dei problemi. Ma è pronto il piano B. Alcuni giocatori rientrerebbero a Milano subito dopo il derby, il resto del gruppo con Mancini onorerebbe l’ultimo impegno. Se invece l’Inter arrivasse quinta (playoff il 20-27 agosto), tournée piena. Anzi, verrebbero aggiunte una o più probabilmente due amichevoli di lusso. Test che quasi certamente verranno giocati in Indonesia.

A RISCHIO IL MENISCO

1Dopo Perotti, Gasp

CAOS CALENDARIO

S

re, cosa possibilissima in una pianificazione giusta. La sostanza che serve una squadra da Champions è basilare: perché con la Champions si scatena un sistema di introiti che farà preoccupare meno delle multe.

dere pure M’baye Niang. L’attaccante francese, infatti, si è bloccato ieri mattina, ritrovandosi in pochi attimi il ginocchio gonfio. RISCHIO MENISCO Stamattina il ragazzo, che è in prestito al Genoa ma il cui cartellino è di proprietà del Milan, sarà a Milanello per sottoporsi ad una visita specialistica, ma c’è in fondato timore che l’infortunio riguardi anche il menisco, cosa che renderebbe impossibile un suo recupero in tempi brevi. Se

così fosse, insomma, la sua stagione sarebbe terminata. ALTERNATIVE Un guaio particolarmente importante per il Genoa, visto che Niang stava attraversando un momento di ottima forma. Contro il Torino i suoi scatti prolungati e i suoi dribbling avevano aperto la strada al successo rossoblu. Ora Gian Piero Gasperini, che durante la prossima settimana incontrerà Preziosi per fare un punto sul possibile prolungamento del suo contratto, in scadenza nel 2016, dovrà inventarsi un’alternativa: Lestienne o Laxalt i maggiori candidati, oppure potrebbe prevalere l’avanzamento in attacco di Kucka o Bergdich, sempre che il tecnico non decida di passare al 3-5-2. a.d.r. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Report calcio 2015 a Firenze: parlano Conte e Tavecchio 1Il 18 e il 19 una

«due giorni» per fare il punto sui temi del pallone

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ue giorni di confronto su alcune delle principali tematiche legate al calcio italiano il 18 e il 19 maggio al Centro Tecnico Federale di Coverciano, con la presentazione del «Report Calcio 2015» sui dati del si-

stema calcistico italiano e con gli interventi del c.t. Antonio Conte e del c.t. dell’Under 21 Gigi Di Biagio. E’ in programma l’8° edizione del Seminario di aggiornamento per giornalisti sportivi promosso dalla Figc e dall’Ussi (Unione Stampa Sportiva Italiana) e che verrà aperto dal presidente federale Carlo Tavecchio e dal presidente Ussi Luigi Ferrajolo. Il Report è uno studio sviluppato in collaborazione con Arel (Agenzia di Ricerche e Legislazione) e PwC (PricewaterhouseCoopers). In-

terverranno per la Figc il dg Michele Uva, per Arel Enrico Letta, per PwC Emanuele Grasso. SARRI E ORSATO La conclusione dei lavori verrà affidata a Conte che parlerà dopo l’intervento di Di Biagio chiamato ad illustrare le prospettive degli azzurrini all’Europeo Under 21. Tra gli interventi previsti nel corso della due giorni: una lezione tecnica di Maurizio Sarri, allenatore dell’Empoli rivelazione; una lezione sui diritti televisivi tenuta dal d.g. della Lega A Marco Brunelli e dal presidente di Infront Italy Marco Bogarelli; un approfondimento sul calcio femminile con la presenza del c.t. Antonio Cabrini; una lezione sulle novità dell’arbitraggio in vista della «goal line technology»«dell’arbitro internazionale Daniele Orsato. © RIPRODUZIONE RISERVATA


Serie A R Tra presente e futuro

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PROGETTO GIOVANI

I SUOI NUMERI

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Milan e Santos, prove tecniche di collaborazione

● le stagioni trascorse in tutto da Inzaghi al Milan: 11 da giocatore (dal 2001-02 al 201112) e 3 da allenatore (Allievi, Primavera e prima squadra)

1Galliani incontra il presidente

2016

paulista: i club avranno un filo diretto per giocatori e allenatori

● l’anno di scadenza del contratto che lo lega al Milan. Il primo andava fino a giugno 2014, poi arrivò la firma per prolungare altre due stagioni

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● il trofeo vinto da Inzaghi sulla panchina della Primavera rossonera: il Torneo di Viareggio, conquistato a febbraio dell’anno scorso

Pippo Inzaghi, 41 anni, prima stagione alla guida del Milan. In precedenza ha allenato Allievi e Primavera dei rossoneri GETTY

Pippo, riecco Sassuolo Dal muro di Berlusconi alla seconda possibilità 1Nel gennaio 2014 Silvio disse di no a Squinzi per il tecnico,

che adesso sfida Di Francesco: il rossonero finirà in Emilia?

Alessandra Gozzini MILANO

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ippo era un allenatore giovane e di grande prospettiva, richiestissimo sul mercato. Arrivavano direttamente a Silvio Berlusconi proposte d’ingaggio, che il presidente allontanava con garbo. E Galliani, a.d. rossonero, rafforzava la difesa: «Inzaghi? Ce lo hanno chiesto e abbiamo detto di no, non possiamo certo lasciarlo andare». Succedeva solo sedici mesi fa. MURO MILAN SU PIPPO Alla fine del gennaio 2014 il Sassuolo salutava Di Francesco «desiderando altresì ringraziarlo per l’importante lavoro svolto»: grazie e arrivederci, con la squadra al terzultimo posto e ferita dalle sconfitte con Torino e Livorno. Opzioni per la successione: Di Matteo o Malesani le alternative all’allenatore della primavera milanista, Filippo Inzaghi. L’idea, tecnica e d’impatto, pia-

ceva così tanto da spingere Squinzi, presidente del club, a contattare Berlusconi (e lo stesso fece, ripetutamente, l’a.d. Carnevali con il collega-amico Galliani): «Silvio, mi dai Pippo?», titolava la Gazzetta del 29 gennaio. Quella del giorno dopo: «Dal Milan altro no a Squinzi». Con sotto: «Pippo: “Obbedisco”», che poi era la sintesi del pensiero espressa da Inzaghi in un lungo post su Facebook: «Desidero ringraziare per l’opportunità: sono lusingato ed onorato che il Sassuolo, società ambiziosa con idee chiare, innovative e concrete, abbia pensato a me per la guida tecnica. Mi è sembrato giusto, però, assecondare e rispettare la decisione del Milan di farmi rimanere alla guida della Primavera rossonera». Il rispetto del contratto valido fino all’estate del 2016 non era un sogno personale, come adesso, ma un’esigenza del club: più tardi Inzaghi vincerà il torneo di Viareggio e poi ancora la panchina della prima squadra.

INZAGHI E IL PATRON INSIEME NELLA TRIBUNA DEL MAPEI STADIUM Pippo Inzaghi in tribuna al Mapei Stadium in occasione del Trofeo Tim la scorsa estate. In tribuna, insieme al cantante Paolo Belli che è in piedi e parla con Inzaghi, si riconoscono seduti in prima fila il patron del Sassuolo Giorgio Squinzi e Romano Prodi ANSA

MURO CROLLATO Il muro che il Milan aveva tirato su, pensando che i successi tra i baby di Pippo fossero subito replicabili tra i grandi, si è piano piano incrinato, rischiando di venire demolito del tutto sotto i colpi di Zaza, centravanti (guarda un po’) del Sassuolo: con il gol al volo segnato da ospite a San Siro il centravanti aprì una delle prime vere, tesissime crisi tecniche rossonere. Inzaghi sopravviverà a quell’imbarcata restituendo il favore nella partita di Coppa Italia, una settimana più tardi, e poi anche alle altre che seguiranno: condotto il Milan in un porto sicuro ma senza più obiettivi, Pippo salterà giù dalla nave a fine campionato. Non è uno scenario certo («Per l’anno prossimo non abbiamo ancora deciso, Inzaghi ha sempre un contratto fino al 2016 e noi non abbiamo preso impegni con altri allenatori» ripeteva Galliani già prima di sapere della vittoria sulla Roma) ma comunque l’orizzonte di gran lunga più prevedibile. FUTURO SASSUOLO Domenica all’ora di pranzo Inzaghi incrocerà di nuovo il Sassuolo, prima che in estate magari si riproponga la scena dell’inverno del 2014: non è ipotesi affatto scontata, anzi, ma se Di Francesco fosse in uscita (ora condivisa) dal Sassuolo, Pippo tornerebbe tra gli eventuali candidati alla successione. È una possibilità, cambierebbe solo la scaletta dei protagonisti: per esempio non servirà una telefonata di Squinzi, Berlusconi non dovrà fare muro e Pippo «assecondare le decisioni del Milan» di trattenerlo in panchina.

Adriano Galliani, 70 anni, a.d. rossonero GETTY MILANO

E’

stato un colloquio lungo, per forza di cose se gli argomenti da trattare erano così diversi. Nell’incontro di ieri mattina a Casa Milan Adriano Galliani e Modesto Junior Roma, presidente del Santos, hanno avviato solide basi per una futura collaborazione tra i club. Tecnica: l’asse coinvolgerà giocatori, per lo più giovani, e anche qualche allenatore, sempre del settore giovanile. Il Milan potrà magari avere la possibilità di testare per primo i baby brasiliani più interessanti e i tecnici di arricchirsi conoscendo un’altra realtà. PARTNERSHIP Tra i grandi qualche chiacchierata è stata fatta su Alex, che in estate non è escluso segua Robinho (definita la risoluzione contrattuale, sei milioni lordi di risparmio rossonero) in Brasile. Tra i nomi rimbalzati nella conversazione c’è stato magari anche quello di Gabriel Barbosa, giovane centravanti (classe 1996) più noto con il benaugurante soprannome di «Gabigol» («Come calciatore lo conosco, vedremo...» il virgolettato di Galliani riportato qualche giorno fa dai media brasiliani). Ma la partnership potrà anche essere economica: l’idea è quella di unire due brand popolarissimi in tutto il pianeta per amichevoli, tournée e altre manovre commerciali. Insomma, non solo calciomercato ma anche tutta un’altra serie di iniziative. TOUR Così, oltre a guardare a Est il Milan punta anche l’Occidente, per quanto sia evidente che nelle prossime settimane i fari saranno accesi soprattutto in direzione dell’estremo oriente. Per avere certezze in più sul futuro societario occorrerà attendere giugno, e intanto Berlusconi si divide fra sport e politica. Più politica che sport negli ultimi giorni, per il presidente rossonero, in pieno tour elettorale in vista delle Regionali. Ieri, nonostante qualche linea di febbre che ha modificato parte dei programmi, Silvio ha raggiunto Bari, mentre oggi sarà a Lecce. E, come spesso avviene in questi casi, non è da escludere che intervenendo coi media o chiacchierando coi tifosi, torni di nuovo a parlare di Milan. a.g.-m.pas.

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I SUCCESSI DEL VIVAIO

Cutrone-Donnarumma, baby rossoneri e stelle azzurre 1La punta e il portiere fondamentali

all’Europeo U17, con l’Italia ai quarti: «Grazie al Milan sogniamo il Mondiale»

Vincenzo D’Angelo

I

n fondo al tunnel di una stagione tormentata, il Milan vede un po’ di luce. E su quella luce spera di poter gettare le basi per un futuro nuovamente luminoso. Se i grandi faticano e continuano la loro stagione sulle montagne russe, i piccoli crescono e continuano a imporsi. Su tutti, Gianluigi Donnarumma e Patrick Cutrone, talentini della Primavera di

Cristian Brocchi e protagonisti nella fase finale dell’Europeo Under 17 nell’Italia di Tedino, che mercoledì in Bulgaria ha staccato il pass per i quarti di finale. Domani c’è la Francia: vincere significherebbe innanzitutto garantirsi un posto nel Mondiale in Cile di ottobre. Donnarumma e Cutrone ci credono, del resto questa stagione per loro è stata fin qui esaltante. Dovevano giocare con gli Allievi, sono diventati fondamentali per Brocchi.

Patrick Cutrone, 17 anni, e Gianluigi Donnarumma, 16 FIGC.IT

COME MORATA Cutrone, classe 1998, quest’anno è sinonimo di gol: ne ha realizzati 29 con il Milan tra Allievi, Berretti e Primavera. Arrivato in rossonero nei Pulcini, Patrick già quest’anno ha iniziato ad allenarsi con Inzaghi: «È speciale allenarsi sotto gli occhi di un attaccante che ha fatto la storia del Milan e della A. È una sensazione speciale. Devo molto a mister De Vecchi, ma anche a Galbiati e Rampoldi, che mi portò al Milan». Punta moderna di qualità e grande fiuto del gol, Patrick può ricoprire tutti i ruoli dell’attacco: «Il mio modello è Morata. Ha una tecnica sopraffina e sa proteggere palla come pochi. Poi in area è letale».

SUPER GIGI Donnarumma invece è al Milan da due anni. Lui, classe 1999, le tappe le ha davvero bruciate. I paragoni con Buffon si sprecano, «colpa» anche del nome che lo rende ancor di più un predestinato: «Credo sia il mito di qualsiasi bambino che vuole fare il portiere. Sto vivendo un sogno, col Milan e in Nazionale. Non pensavo di arrivare così presto a questi livelli». Inzaghi lo ha portato in panchina in A: «I tanti infortuni mi hanno portato presto in Primavera e in A, ma resto con i piedi per terra». C’è una missione europea da portare a termine. Ma in futuro, il Milan, sembra essere in buone mani. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Serie A R Il caso

VENERDÌ 15 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Derby capitale, ipotesi posticipo 1La Lazio, impegnata 4 giorni prima in Coppa Italia, lo chiederà oggi. Ma la Roma non ci sta mente non lo farà, la Lazio sta invece seriamente pensando di farlo. È chiaro che per i biancoINVIATO A FORMELLO (ROMA) celesti 24 o 48 ore di riposo in ora anche la data del der- più cambierebbero e di molto by non è più una certezza. la situazione. Il club di Lotito Si dovrebbe giocare (anzi, avrebbe potuto già ieri inoltrasi gioca, almeno fino a nuovo re la richiesta. Non lo ha fatto ordine) domenica 24 maggio perché prima ha voluto valutaalle 15. Ma l’anticipo della fina- re con oculatezza i pro e i conle di Coppa Italia Lazio-Juve tro di una simile iniziativa. C’è infatti da fare i dal 7 giugno al conti con le esi20 maggio (caugenze della Rosa qualificazione LA DATA ma (che preferidei bianconeri rebbe giocare alla finale Chamdomenica pomepions) ha rimesriggio e i cui tifoso tutto in disi hanno già fatto scussione. O mesapere che non glio, potrebbe ri- maggio. E’ il giorno accetterebbero metterlo i n in cui è fissato il l’ok del loro club discussione. La derby romano. allo spostamenLazio dovrebbe La Lazio chiede di to) e quelle di infatti giocare P r e fet t u r a e quella che nella giocarlo il 25 o il 26 Questura (la geCapitale è sempre la madre di tutte le partite stione dell’ordine pubblico in (e che quest’anno lo sarà anco- un derby romano è qualcosa di ra di più perché in ballo c’è l’as- estremamente complesso). Cosegnazione del secondo posto) sì ieri la società biancoceleste appena quattro giorni dopo la non ha compiuto alcun passo finale di Coppa Italia. Anche ufficiale, mentre sono fioccati i meno di quattro giorni, visto contatti informali con i vari che il derby è in programma soggetti interessati per capire domenica alle 15 e la finale di la fattibilità dell’operazione. Coppa Italia (che potrebbe anche andare ai supplementari) DECISIONE COMPLESSA La richiesta ufficiale alla Lega sarà alle 20.45 di mercoledì. inoltrata oggi dalla Lazio. Il GRANDI MANOVRE È uno di club di Lotito pare voglia addiquei casi (fanno sapere dalla rittura chiedere il posticipo a Lega) in cui una squadra può martedì (in questo caso si giochiedere il posticipo della suc- cherebbe il 26 maggio, giorno cessiva gara di campionato. La della vittoria laziale di due anJuve (già scudettata) ovvia- ni fa in Coppa Italia sulla Ro-

Stefano Cieri

E

24

Stefano Mauri, 35 anni, capitano della Lazio, esce dal campo dopo il derby di andata finito 2-2, con gol dello stesso Mauri, di Felipe Anderson e Totti (2) ANSA

ma), ma accetterebbe di buon grado anche quello a lunedì. La Roma (il cui parere non è vincolante, ma la Lega lo terrà in massima considerazione) vuole giocare solo domenica. E su questo è irremovibile. Al massimo potrebbe accettare un posticipo a domenica sera. Ad opporsi a quest’ultima ipotesi sarebbero però le autorità pubblic he. «Derby sempre di pomeriggio» sentenziò qualche tempo fa il Prefetto, difficile che ci possa essere un ripensamento. Il discorso ordine pubblico, peraltro, comporterebbe problemi organizzativi anche se si giocasse lunedì o martedì,

QUI SAMPDORIA

spesso al telefono, sarà bello ritrovarci in campo da avversari»

Pedro Obiang, 23 anni, centrocampista della Samp AFP

LE SPINE DI PIOLI La decisione finale spetta in ogni caso alla Lega. Difficile che arrivi già oggi, più probabile domani. L’attende con ansia Stefano Pioli. Il tecnico laziale si ritrova con gli uomini contati (per Biglia campionato finito, De Vrij e Lulic sono sempre in dubbio) e farà le sue scelte di formazione con Samp e Juve anche in base alla data del derby.

LA CORSA CHAMPIONS 36ª

37ª

38ª

ROMA PT. 64

Udinese

LAZIO

Palermo

LAZIO PT. 63

SAMPDORIA

Roma

NAPOLI

Cesena

JUVENTUS

Lazio

NAPOLI PT. 60

La 2ª classificata va direttamente alla fase a gironi, la 3ª ai playoff (18-26 agosto) STATO DI FORMA: DIFFICOLTÀ:

facile

scarso media

buono

ottimo

difficile GDS

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CALCIOSCOMMESSE

Obiang racconta l’amico Keita: «Sta crescendo, diventerà un big» 1«Ci sentiamo

perché si tratta di giorni feriali. Così se alla fine si dovesse optare per questa soluzione (lunedì o martedì) sarebbe sicuramente alle 15 o al più tardi alle 17.

Alessio Da Ronch GENOVA

«L’

ho invitato spesso quando è venuto a giocare qui, ma non si è mai potuto fermare, stavolta niente da fare: lo rimandiamo a casa subito...». Pedro Obiang scherza sul suo amico, e per una sera avversario, Keita Balde. I due hanno in comune la nazionalità spagnola e le origini africane (Guinea equatoriale il genoano, Senegal il laziale), e pure qualcosa in più. Quando Keita, che è più giovane di Pedro di tre anni, arrivò a Roma, al centrocampista della Samp, grazie all’amicizia dei rispettivi procuratori, fu richiesto un aiuto: diventare una sorta di confidente, un punto d’appoggio già ambientato in Italia: «Così me lo hanno affidato – spiega Obiang, partecipando divertito alle premiazioni del Torneo Ravano –. Ci siamo parlati al telefono, scambiandoci i saluti via twitter, ma quando me lo sono trovato di fronte, e l’ho visto giocare, gli ho detto: “Ma cosa vuoi da me? Sei tu che dovresti aiutarmi”. Lui ha un potenziale davvero notevole, che a mio avviso dobbiamo ancora scoprire. Fateci caso: sta migliorando anno dopo anno, quando si è così giovani si ma-

tura progressivamente. Guardate Morata, anche lui è molto giovane, io lo conosco da tanto tempo, da quando ci incontrammo per dei provini con l’Atletico Madrid. Avete visto come è maturato? Beh, probabilmente lo ha fatto pure troppo. Anche Keita, vedrete, diventerà un grande». EMOZIONI Loro si sentono spesso, ma non l’hanno fatto questa settimana. «È bello – continua Obiang – ritrovarci in campo in una sfida così importante per entrambi. Abbiamo obiettivi diversi, la zona Champions lui, l’Europa league noi, ma li dovremo inseguire cercando entrambi in tutti i modi di vincere questa partita. Io ho appena saltato per squalifica la sfida di Udine e spero di riuscire a ritrovare subito un posto da titolare. Non posso dire che lo stop mi abbia dato una voglia particolare di giocare, in momenti simili, con traguardi così importanti la voglia di scendere in campo è sempre al massimo. Queste sono le emozioni che si ricordano per sempre». FERRERO SHOW Pedro racconta le sue emozioni, mentre pochi metri più in là Massimo Ferrero si diverte: «Sentire questi ragazzini che urlano il mio nome – afferma felice il presidente della Sampdoria – mi fa pensare di essere riuscito a fare qualcosa di buono. Vi dico una cosa: chi ha coraggio avanza, chi ha paura si ferma: io non ho paura. La prossima estate vi regalerò un altro grande colpo di mercato. Cassano o Balotelli? No, impossibile. Cosa penso di Mazzoleni per Samp-Lazio? Nel calcio tutti urlano per un torto, ma stanno ben zitti ad ogni favore. Io urlo solo quando faccio gol». © RIPRODUZIONE RISERVATA

Il gip libera Ilievski «Svelati combine e il ruolo di Mauri» Ora tocca a Palazzi 1Resta l’obbligo

di dimora per lo slavo: le sue parole possono riaprire i processi sportivi

Hristyian Ilievski, 38 anni, da ieri non è più in carcere ANSA

Francesco Ceniti

S

e fosse un numero di maglia sarebbe il 17, come i giorni trascorsi in carcere da Hristyian Ilievski. Giorni contrassegnati dagli interrogatori: sei in tutto, divisi tra il gip Guido Salvini e il pm Roberto di Martino, titolare dell’inchiesta sul calcioscommesse. Da ieri Ilievski è ritornato in libertà: il giudice gli ha concesso l’obbligo di dimora in provincia di Piacenza. Un «premio» per la scelta, concordata con l’avvocato Luca Curatti, fatta dallo slavo: collaborare con gli inquirenti, raccontando e aggiungendo molti particolari sulle combine degli ultimi anni. Parole che avranno un effetto doppio: da una parte vanno a blindare l’inchiesta penale, con il pm pronto a chiedere i rinvii a giudizio per associazione a delinquere transnazionale (i soldi per i tarocchi arrivavano anche dall’Asia) finalizzata alla frode sportiva; dall’altra i verbali dello slavo, considerato il capo degli «Zingari», rischiano di avere un effetto domino anche sulla giustizia sportiva. Gli atti arriveranno alla Procura Federale di Stefano Palazzi tra circa un mese: nessuno (tesserati e club) è al sicuro, compresi quelli che sono stati

giudicati e prosciolti nei processi passati. NOMI E FATTI Il gip mette in evidenza nell’ordinanza di scarcerazione il contributo prezioso portato dall’ex latitante: «Ilievski ha descritto in modo dettagliato l’intervento su Lazio-Genoa e Lecce-Lazio, sicuramente i due episodi più sensibili e di rilievo». La visita a Formello, l’incontro con Mauri, i 70 mila euro dati a Zamperini da girare all’amico capitano e la frase che avrebbe detto il laziale: «Ti faccio io un regalo, nel primo tempo finisce 1-1. C’è già l’accordo tra noi giocatori». Insomma, sono passaggi significativi e potrebbero portare a una revoca del processo sportivo per fatti e prove nuove, emersi solo ora dall’inchiesta penale. Vale per Mauri e la Lazio, ma vale anche per Milanetto (lo slavo sostiene di averlo incontrato), il Genoa e tutti gli altri giocatori nominati dal macedone. C’è Bettarini («Gli ho dato 60 mila euro per una combine del Siena»), c’è Ferrario («Incontrato per Lecce-Lazio»), ci sono Ventola, Shala e Fontana assolti dalla giustizia sportiva per Chievo-Novara («Mi hanno detto che il portiere, molto religioso, dopo la combine ha restituito parte dei soldi in chiesa»), c’è De Lucia («A lui 70 mila euro sotto la tormenta sul passo della Cisa dopo Bari-Livorno)e ci sono altri calciatori riconosciuti come corrotti nelle centinaia di fotografie che gli sono state mostrate dal pm. Insomma, l’estate si preannuncia calda: Ilievski ha già detto di essere pronto a testimoniare in aula. E magari quando ritornerà dalla Macedonia porterà in Italia la foto fatta a Formello che lo ritrae con Mauri. © RIPRODUZIONE RISERVATA


Serie A R Mercato

VENERDÌ 15 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Sprint Nainggolan Ora per blindarlo la Roma ha 3 gare

IL CASO

Strootman cauto Il rientro sarà verso fine luglio 1Il secondo k.o. al ginocchio

spinge il club a non avere fretta Fra un mese la nuova visita

1Con l’ingresso in Champions aumenterebbero

ROMA

le chance di tenerlo. Ma Juve, Psg e United premono

Massimo Cecchini ROMA

N

el gioco delle rivoluzioni, in questi anni a stelle e strisce la Roma ha dimostrato di cavarsela abbastanza bene. Nelle ultime quattro stagioni, infatti, è noto come siano arrivati a Trigoria cinquanta giocatori solo per la prima squadra e non è escluso che da luglio il d.s. Walter Sabatini – ieri a Milano – torni di nuovo a salire sulla giostra. L’ingresso in Champions League, però, potrebbe almeno temperare la necessità di scelte radicali. Il più attento a queste situazioni, al momento, sembra essere Radja Nainggolan, il cui cartellino è a metà fra Roma e Cagliari. Inutile dire che un finale di stagione sprint – magari con tre vittorie contro Udinese, Lazio e Palermo – potrebbe portare la dirigenza a fare delle valutazioni diverse sul futuro del centrocampista, che al momento pare in bilico. COSTO E INGAGGIO Per Nainggolan la società giallorossa ha

speso 3 milioni per il prestito e 6 per la prima metà. Dopo le ottime prove agli ordini di Garcia, la Roma ha proposto al Cagliari 11 milioni per il riscatto, mentre i sardi ne vogliono almeno 15. La forbice, come si vede, è ancora sensibile, nonostante negli intrecci fra le sue società ci siano anche Ibarbo e Astori. JUVE & CO. Ma non basta. Forte degli interessamenti che ha suscitato fra «big» come Juventus, Psg, Manchestef United e Liverpool, il centrocampista belga di origine indonesiana ha chiesto anche un ingaggio sui livelli di quelli che potrebbe percepire altrove. La base è di

9

● i milioni spesi per ottenere dal Cagliari la comproprietà: 3 per il prestito e 6 per metà del cartellino. Ora per cederlo la richiesta dei sardi è di 15 milioni

A

desso sembra tutto archiviato alla voce «sfortuna», e forse sarà anche giusto così, ma probabilmente la stagione della Roma è svoltata in senso negativo quando ha perso ancora una volta Kevin Strootman. Col senno di poi, si può dire che probabilmente tanta della grazia piovuta nella scorsa stagione sulla squadra di Rudi Garcia era dovuta alla possibilità di impiegare il talento olandese.

circa 3 milioni più bonus, come dire una cifra assai simile a quella che percepisce Pjanic. Una cosa è certa: una sua cessione per una cifra intorno ai 30 milioni consentirebbe sia alla Roma sia al Cagliari di mettere a segno una buona plusvalenza, anche se il Ninja è ormai un idolo della tifoseria giallorossa e anche a livello di immagine, fra creste e tatuaggi, è di sicuro uno dei personaggi più mediatici e quindi appetibili dal marketing. DOUMBIA E DIGNE Il mercato giallorosso, comunque, non si muove solo sul fronte Nainggolan. Dalla Russia, infatti, giunge la notizia che il Cska sarebbe disponibile a riprendere in prestito Doumbia e non è escluso che la Roma, per non fare minusvalenza dopo un accordo di pagamento pari a 14,4 milioni più 1,5 di bonus, decida di accettare, sperando in una rivalutazione, differendo la spesa e liberando il posto per un altro attaccante. Detto che i giallorossi hanno riscattato Paredes dal Boca per 4,5 milioni e che per la difesa piace sempre Digne

19

Radja Nainggolan, 27 anni, belga LAPRESSE

A sinistra, Kevin Strootman, 25 anni, olandese ANSA

(Psg), sul fronte offensivo giungono anche notizie dell’interessamento per l’esterno offensivo Luchkevich (Dnipro), anche se il vero obiettivo resta la stella del club ucraino, Konopljanka, il cui contratto scadrà a giugno, e che già a gennaio è stato ad un passo dal vestire la maglia giallorossa. Impressioni? Le prove di una nuova rivoluzione romanista sono già cominciate. © RIPRODUZIONE RISERVATA

NUOVA VISITA Per questo adesso sia la Roma sia il giocatore hanno intenzione di andare con i piedi di piombo per quanto riguarda il recupero, visto che il ginocchio sinistro – dopo l’operazione ai legamenti del marzo 2014 – ha accusato anche quei problemi alla cartilagine che rendono il suo rientro più delicato. Fra un mese circa Strootman sarà sottoposto a una nuova visita di controllo in Olanda, ma l’impressione è che difficilmente il centrocampista potrà essere a regime già ai primi di luglio, quando è previsto il raduno e poi il ritiro. Assai più probabile che l’olandese possa essere stabilmente pronto a fare i lavori del gruppo solo a fine luglio. Motivo in più, quindi, per evitare il rischio preliminari Champions e sfoderare uno Strootman tirato a lucido con l’inizio del prossimo campionato. ma.cec. © RIPRODUZIONE RISERVATA


20

VENERDÌ 15 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT


Serie A R La guida

36

I numeri sono con la Juve L’Inter spera nell’effetto coppa

INTER

JUVENTUS ROMA LAZIO NAPOLI FIORENTINA SAMPDORIA GENOA INTER TORINO MILAN PALERMO CHIEVO UDINESE VERONA EMPOLI SASSUOLO ATALANTA CAGLIARI CESENA PARMA (-7)

PT

80 64 63 60 55 54 53 52 48 46 43 42 41 41 41 40 36 28 24 17

33. D’AMBROSIO

PARTITE

RETI

V

N

P

F

S

35 35 35 35 35 35 35 35 35 35 35 35 35 35 35 35 35 35 35 35

24 17 19 17 15 13 14 13 12 11 10 10 10 10 8 9 7 6 4 6

8 13 6 9 10 15 11 13 12 13 13 12 11 11 17 13 15 10 12 6

3 5 10 9 10 7 10 9 11 11 12 13 14 14 10 13 13 19 19 23

65 49 65 64 52 45 54 52 41 48 48 27 39 43 41 42 35 43 34 29

20 27 34 45 44 38 41 40 42 46 51 35 49 60 45 54 49 64 64 68

I VERDETTI: JUVENTUS CAMPIONE D’ITALIA, PARMA E CESENA GIÀ RETROCESSI CHAMPIONS PRELIMINARI DI CHAMPIONS EUROPA LEAGUE RETROCESSIONI

SABATO 23 MAGGIO PALERMO-FIORENTINA ore 18 JUVENTUS-NAPOLI ore 20.45 DOMENICA 24 MAGGIO, ore 15 EMPOLI-SAMPDORIA ore 12.30 CESENA-CAGLIARI CHIEVO-ATALANTA GENOA-INTER LAZIO-ROMA PARMA-VERONA UDINESE-SASSUOLO MILAN-TORINO ore 20.45

(3-4) (3-1) (0-1) (1-2) (1-1) (1-3) (2-2) (1-3) (1-1) (1-1)

MARCATORI 20 RETI Tevez (2, Juventus). 19 RETI Toni (3, Verona). 18 RETI Icardi (4, Inter). 16 RETI Menez (8, Milan); Higuain (3, Napoli). 14 RETI Gabbiadini (Napoli; 7 nella Sampdoria); Di Natale (1, Udinese). 13 RETI Dybala (3, Palermo); Quagliarella (3, Torino). 12 RETI Klose (Lazio). 11 RETI Iago Falque’ (2, Genoa); Callejon (Napoli); Berardi (6, Sassuolo). 10 RETI Maccarone (1, Empoli); Felipe Anderson (Lazio).

GAZZAWEB www.gazzetta.it

45

77

163

Pareggi

7. PEPE 37. PEREYRA

9. MORATA

Ultima vittoria Inter in casa: Inter-Juventus 2-0 il 16/4/2010 Ultimo pareggio a San Siro: Inter-Juventus 1-1 il 14/9/2013

RETI FATTE

PUNTI Nelle ultime 5 giornate

Inter

194

11

Inter

Juventus

236

10

Juventus

2. ROMULO

11. COMAN

Ultima vittoria Juventus in trasferta: Inter-Juventus 1-2 il 30/3/2013

41

2 3.20

15. BARZAGLI

8. MARCHISIO

27. STURARO

30. STORARI

5. OGBONNA

INTER (4-3-1-2)

JUVENTUS (4-3-3)

20. PADOIN

PANCHINA 30 Carrizo, 6 Andreolli, 21 Santon, 26 Felipe, 55 Nagatomo, 17 Kuzmanovic, 20 Obi, 27 Gnoukouri, 96 Palazzi, 11 Podolski, 28 Puscas, 97 Bonazzoli. ALLENATORE Mancini. BALLOTTAGGI D’Ambrosio-Santon 60-40% SQUALIFICATI Hernanes (1) DIFFIDATI Campagnaro, D’Ambrosio, Dodò, Palacio, Shaqiri. INDISPONIBILI Guarin, Dodò e Jonathan (stagione finita), Campagnaro (da valutare). ALTRI Berni, Dimarco, Camara.

PANCHINA 1 Buffon, 34 Rubinho, 3 Chiellini, 19 Bonucci, 26 Lichtsteiner, 6 Pogba, 23 Vidal, 22 Asamoah, 17 De Ceglie, 39 Marrone, 32 Matri, 14 Llorente. ALLENATORE Allegri BALLOTTAGGI Padoin-De Ceglie 70-30%, Morata-Matri 70-30%. SQUALIFICATI nessuno. DIFFIDATI Chiellini, De Ceglie, Lichtsteiner, Pereyra, Sturaro, Vidal. INDISPONIBILI Caceres (5 giorni) ALTRI Tevez, Pirlo, Evra.

SAMPDORIA

(4-3-1-2)

SASSUOLO

(4-3-3)

ATALANTA

(4-3-3)

CAGLIARI

(4-3-1-2)

TORINO

(3-5-2)

LAZIO

(4-2-3-1)

MILAN

(4-3-3)

GENOA

(3-4-3)

PALERMO

(4-3-1-2)

CHIEVO

(4-4-2)

DOMANI Ore 20.45 ARB. Mazzoleni; Manganelli-Vuoto; Galloni;Tagliavento-Giacomelli TV Sky Sport 1; Premium Calcio (and. 0-3) 2 VIVIANO 29 26 5 DE SILVESTRI SILVESTRE ROMAGNOLI 30 ACQUAH

7 F. ANDERSON

5 BRAAFHEID

17 PALOMBO 21 SORIANO

14 OBIANG 99 ETO'O

11 KLOSE 6 S. MAURI

87 CANDREVA

16 PAROLO

32 CATALDI

26 RADU

2 CIANI

1 BERISHA

19 REGINI

8 BASTA

DOMENICA Ore 12.30 ARBITRI Guida; Vivenzi-Gava; Stallone; Damato-Chiffi. TV Sky Calcio 1; Premium Calcio. (and. 2-1) 47 CONSIGLI 15 28 ACERBI CANNAVARO

11 VRSALJKO

31 PELUSO

DOMENICA Ore 15 ARBITRI Gervasoni; Di Fiore-Pegorin; Longo; Di Bello-Merchiori TV Sky Calcio 2; Premium Calcio 2 (and. 2-2)

6 BELLINI

57 SPORTIELLO 2 29 93 STENDARDO BENALOUANE DRAMÉ

8 BIONDINI

4 MAGNANELLI

7 MISSIROLI

21 CIGARINI

8 MIGLIACCIO

17 CARMONA

25 BERARDI

10 ZAZA

17 SANSONE

7 D’ALESSANDRO

51 PINILLA

10 A. GOMEZ

28 BONAVENTURA

9 DESTRO

10 HONDA

16 LESTIENNE

22 BORRIELLO

21 VAN GINKEL

34 DE JONG

16 POLI

19 29 BOCCHETTI PALETTA

21 EDENILSON

5 MEXES

33 KUCKA

5 IZZO

20 ABATE

91 88 BERTOLACCI RINCON

8 14 BURDISSO RONCAGLIA 1 PERIN

PANCHINA 33 Romero, 88 Frison, 25 Coda, 20 Munoz, 86 Cacciatore, 77 Wszolek, 6 Duncan, 22 Rizzo, 8 Correa, 27 Djordjevic, 18 Bergessio, 9 Okaka. ALLENATORE Mihajlovic. BALLOTTAGGI Eto’o-Bergessio 60-40%. SQUAL. nessuno. DIFF. Duncan, Munoz, Soriano, Viviano. INDISPONIBILI Eder (stagione finita), Mesbah (5 giorni).

PANCHINA 79 Pegolo, 1 Pomini, 20 Bianco, 21 Fontanesi, 3 Longhi, 32 Natali, 6 Chibsah, 19 Taider, 33 Brighi, 30 Lazarevic, 83 Floro Flores 99 Floccari. ALL. Di Francesco. BALL. Biondini-Taider 55-45%. SQUALIFICATI nessuno DIFFIDATI Missiroli, Biondini, Acerbi, Zaza INDISP. Terranova, Antei (stagione finita), Donis e Polito (7 g.), Gazzola (da valutare).

PANCHINA 77 Strakosha, 55 Guerrieri, 85 Novaretti, 3 De Vrij, 18 Gentiletti, 39 Cavanda, 23 Onazi, 24 Ledesma, 19 Lulic, 14 B. Keita, 9 F. Djordjevic, 34 Perea. ALLENATORE Pioli. BALLOTTAGGI Mauri-Lulic 70-30%, Braafhied-De Vrij 70-30 %. SQUALIFICATI Marchetti (1), Mauricio (1). DIFFIDATI Cataldi, De Vrij, B. Keita, Ledesma, Radu. INDISPONIBILI Biglia (15 giorni), Cana (7), Ederson (10).

PANCHINA 32 Abbiati, 81 Zaccardo, 25 Bonera, 33 Alex, 17 Zapata, 14 Albertazzi, 8 Suso, 98 Mastour, 92 El Shaarawy, 11 Pazzini. ALLENATORE Inzaghi. BALLOTTAGGI Mexes-Zapata 70-30%. SQUALIFICATI Menez (2). DIFFIDATI Alex, Bonaventura, De Jong. INDISP. Agazzi e Montolivo (stagione finita), De Sciglio e Essien (da valutare), Cerci (7 giorni), Antonelli e Rami (2).

PANCHINA 78 Frezzolini, 24 Merelli, 33 Cherubin, 5 Scaloni, 3 Del Grosso, 16 Baselli, 95 Grassi, 28 Emanuelson, 11 Moralez, 27 Rosseti, 99 Boakye, 9 Bianchi. ALL. Reja. BALLOTTAGGI Cigarini-Baselli 60-40%. SQUALIFICATI Denis (2), Avramov (1), Zappacosta (1), Biava (1). DIFFIDATI Boakye, Moralez, Dramé, Carmona, Pinilla, Migliaccio. INDISPONIBILI Raimondi (15 giorni), Masiello (5 g.), Estigarribia (da valutare).

1 2.95

X 3.35

VERONA

(4-3-3)

EMPOLI

(4-3-1-2)

DOMENICA Ore 15 ARBITRO La Penna; Paganessi-Liberti; De Pinto; Ghersini-Minelli TV Sky Calcio 4; Premium Calcio 4 (and. 0-0)

3 PISANO

4 MARQUEZ

18 MORAS

33 AGOSTINI

26 SALA

8 OBBADI

10 HALLFREDSSON

17 NICO LOPEZ

9 TONI

21 J. GOMEZ

20 PUCCIARELLI 5 SAPONARA

88 VECINO

6 VALDIFIORI 26 TONELLI

33 SEPE

11 CROCE

24 RUGANI

2 LAURINI

PANCHINA 22 Benussi, 95 Gollini, 2 Gu. Rodriguez, 25 Marques, 5 Sorensen, 71 Martic, 28 Brivio, 19 Greco, 20 Christodoulopoulos, 27 Valoti, 70 Fernandinho, 7 Saviola. ALL. Mandorlini. BALLOTTAGGI Agostini-Brivio 70-30%. SQUALIFICATI Tachtsidis (1), Jankovic (1). DIFFDATI Martic, Pisano, Hallfredsson, Christodoulopoulos, Sorensen, Nico Lopez, Toni. INDISPONIBILI Ionita (stagione finita). PANCHINA 28 Bassi, 1 Pugliesi, 23 Hysaj, 50 Somma, 8 Signorelli, 4 Diousse, 25 Brillante, 30 Gemignani, 18 Verdi, 27 Zielinski, 9 Mchedlidze, 10 Tavano. ALL. Sarri. BALLOTTAGGI nessuno. SQUALIFICATI nessuno. DIFF. Maccarone, Zielinski, Mchedlidze, Verdi. INDISPONIBILI nessuno. 1 2.45

X 3.50

2 2.65

X 3.40

ROMA

(4-3-1-2)

DOMENICA Ore 20.45 ARBITRI Banti; Tonolini-Crispo; Petrella; Orsato-Di Paolo. TV Sky Sport 1; Premium Calcio (and. 1-0) 26 DE SANCTIS 35 44 23 TOROSIDIS MANOLAS ASTORI 4 NAINGGOLAN 18 IBARBO

7 BADU 89 PIRIS

16 DE ROSSI 10 TOTTI

PANCHINA 23 Lamanna, 39 Sommariva, 2 Tambè, 38 Mandragora, 18 Bergdich, 93 Laxalt, 19 Pavoletti. ALL. Gasperini. BALLOTTAGGI Borriello-Bergdich 60-40. SQUALIFICATI De Maio (1), Tino Costa (1). DIFFIDATI Niang, Pavoletti, Edenilson, Laxalt, Rincon. INDISPONIBILI Ariaudo (stagione finita), Perotti (stagione finita), Marchese (5 giorni), Niang (15 giorni).

2 2.25

(4-3-3)

UDINESE

10 DI NATALE

7 MACCARONE

21 MARIO RUI

1 3.00

2 2.30

1 2.55

25 HOLEBAS

X 3.10

18 CHOCHEV 7 LAZAAR

2 VITIELLO 1 UJKANI

X 2 5.25 10.00

3 RISPOLI

19 BASANTA

5 BADELJ

28 ALONSO

10 AQUILANI 72 ILICIC

18 GOBBI

28 FEDDAL

83 MIRANTE

15 COSTA

4 MENDES

PANCHINA 12 Tatarusanu, 38 Rosi, 2 G.Rodriguez, 23 Pasqual, 14 Mati Fernandez, 16 Kurtic, 7 Pizarro, 32 Lazzari, 17 Joaquin, 18 Diamanti, 74 Salah, 9 Gilardino. ALLENATORE Montella BALLOTTAGGI Gomez–Gilardino 60-40% Ilicic–Salah 60-40%. SQUAL. nessuno. DIFFIDATI Basanta, M.Gomez, Kurtic, Diamanti, Neto, Borja Valero. INDISP. Babacar (20 g.), Rossi (stagione finita), Vargas (10 g.), Richards (7 giorni). PANCHINA 22 Iacobucci, 1 Bertozzi, 6 Lucarelli, 2 Cassani, 58 Esposito, 37 Broh, 31 Mariga, 14 Galloppa, 21 Lodi, 34 Haraslin, 88 Coda. ALL. Donadoni. BALLOTTAGGI Palladino-Coda 55-45%, Mendes-Cassani 55-45%. SQUAL. Lila (1). DIFFIDATI Varela, Lodi. INDISP. Santacroce e Bajza (da valutare). 1 1.20

X 2 6.25 13.00

34 BIRAGHI

12 CESAR

8 23 RADOVANOVIC BIRSA 3 DAINELLI

21 FREY

1 BIZZARRI

PANCHINA 70 Sorrentino, 5 Milanovic, Andelkovic 19 Terzi, 22 Ortiz, 33 Daprelà, 14 Della Rocca, 8 Barreto, 25 Maresca, 9 Dybala, 10 Joao Silva, 96 Bentivegna. ALL. Iachini. BALLOTTAGGI ChochevBarreto 70-30%. SQUALIFICATI nessuno. DIFFIDATI Terzi, Vitiello, Chochev, Vazquez, Dybala, Daprelà, Bolzoni, Morganella. INDISPONIBILI Bolzoni (stagione finita), Makienok (da valutare), Morganella (stagione finita).

PANCHINA 25 Bardi, 90 Seculin, 20 Sardo, 6 Gamberini, 10 Christiansen, 14 Cofie, 11 Vajushi, 18 Feftatzidis, 31 Pellissier, 9 Pozzi. ALLENATORE Maran. BALLOTTAGGI Frey-Sardo 55-45%, BirsaCofie 55-45%. SQUALIFICATI Schelotto (1). DIFFIDATI Izco, Radovanovic, Zukanovic, Dainelli, Biraghi, Cesar. INDISPONIBILI Mattiello (campionato finito), Zukanovic e Hetemaj (da valutare). ALTRI Puggioni, Anderson

1 2.05

X 3.55

2 3.35

LUNEDÌ Ore 21 ARBITRO Irrati; BarbiratiMusolino; Nicoletti; Rizzoli-Baracani. TV Sky Sport 1; Premium Calcio (and. 4-1) 45 ANDUJAR 33 5 ALBIOL BRITOS

11 MAGGIO

19 LOPEZ 7 CALLEJON

31 GHOULAM

8 JORGINHO 17 HAMSIK

24 INSIGNE

9 HIGUAIN 18 DJURIC

23 8 NOCERINO 80 MAURI 5 26 GHEZZAL JORQUERA VARELA

13 IZCO

PANCHINA 13 Castellazzi, 18 Jansson, 21 Silva, 4 Basha, 20 Vives, 8 Farnerud, 15 Gonzalez. ALLENATORE Ventura. BALLOTTAGGI Ichazo-Castellazzi 60-40%. SQUAL. Amauri (1), Padelli (1), Peres (1). DIFFIDATI Glik, Maksimovic, Maxi Lopez, Quagliarella. INDISPONIBILI Bovo (5 giorni), Quagliarella (20 giorni). ALTRI Barreto e Masiello.

(4-2-3-1)

15 SAVIC

19 BOTTA

43 PALOSCHI

PANCHINA 1 Colombi, 27 Cragno, 14 Pisano, 2 Gonzalez, 3 Murru, 33 Capuano, 5 Conti, 16 Dessena, 7 Cossu, 10 Joao Pedro 9 Longo, 25 Sau. ALL. Festa. BALLOTTAGGI Donsah–Dessena 60-40%, Cop–Sau 60-40%. SQUALIFICATI nessuno. DIFFIDATI Gonzalez, Ceppitelli, Sau, Farias INDISPONIBILI Ceppitelli (5 g.).

(4-3-1-12)

40 TOMOVIC

11 MAXI LOPEZ

69 MEGGIORINI

27 RIGONI

24 MORETTI

7 14 EL KADDOURI 3 GAZZI MOLINARO

94 BENASSI

17 MARTINEZ

CESENA

LUNEDÌ Ore 19 ARBITRO Tommasi; La Rocca-Tegoni; Costanzo; Peruzzo-. TV Sky Calcio 2; Premium Calcio (and. 0-1)

1 ICHAZO 25 GLIK

19 MAKSIMOVIC

99 BELOTTI

12 GONZALEZ

2 2.80

17 PALLADINO

PANCHINA 22 Scuffet, 97 Meret, 75 Heurtaux, 18 Bubnjic, 26 Pasquale, 34 Gabriel Silva, 8 Bruno Fernandes, 33 Kone, 94 Aguirre, 9 Perica, 82 Geijo. ALL. Stramaccioni. BALL. nessuno. SQUALIFICATI nessuno. DIFF. Heurtaux, Kone, Pinzi, Thereau, Wague. INDISP. Wague (7 giorni), Evangelista (15 giorni), Hallberg (stagione finita) Zapata (U 20).

28 JAJALO

17 FARIAS

NAPOLI

7 ITURBE

27 WIDMER

20 VAZQUEZ

DOMENICA Ore 15 ARB. Rocchi; MarrazzoAvellano; Schenone; Massa- Sacchi. TV Sky Calcio 3, Premium Calcio 1 (andata 0-0)

36 DARMIAN

(4-5-1)

29 33 BERNARDESCHI M.GOMEZ

PANCHINA 28 Skorupski, 33 Spolli, 3 Cole, 2 Yanga-Mbiwa, 42 Balzaretti, 20 Keita, 48 Ucan, 32 Paredes, 53 Verde, 96 Sanabria, 8 Ljajic, 88 Doumbia. ALL. Garcia. BALL. Pjanic-Keita 60-40%, Totti-Doumbia 60-40%, Ibarbo-Ljajic 60-40%. SQUAL. Florenzi (1). DIFFIDATI De Rossi, Maicon e Keita. INDISP. Strootman (stagione finita), Castan (da valutare), Maicon (10 giorni), Gervinho (14 giorni).

1 1.28

90 COP

20 EKDAL

(4-3-3)

20 BORJA VALERO

6 ALLAN

4 CRISETIG 40 MPOKU

PARMA

15 PJANIC

5 DANILO

31 KARNEZIS

30 DONSAH

8 AVELAR

FIORENTINA

77

66 PINZI

44 BRKIC 37 15 DIAKITÈ ROSSETTINI

21 BALZANO

1 NETO

19 THEREAU GUILHERME

11 DOMIZZI

DOMENICA Ore 15 ARBITRO Cervellera Bianchi-Preti; Dobosz; Nasca-Abbattista; TV Sky Calcio 1; Premium Calcio 3 (and 0-5)

21 QUAISON

24 IAGO

23 DIEGO LOPEZ

1 RAFAEL

Se vuoi restare aggiornato sulle formazioni, conoscere i consigli dei nostri esperti, consultare le statistiche di ogni giocatore (nella foto Toni) e scoprire i segreti per vincere al fantacalcio, la Gazzetta mette a disposizione degli appassionati, gratis sul proprio sito, un’intera sezione dedicata. Su Fantanews i voti il giorno dopo l’ultima partita di campionato, gli assist ufficiali al termine di tutte le gare, articoli esclusivi e la trasmissione +3 di presentazione della Magic di giornata. E se vuoi consultare i nostri esperti per decidere chi schierare al momento di fare la formazione c’è anche un blog, Magic Blog, con tutte le dritte del caso.

8. PALACIO

LE ULTIME VOLTE

Girone unico Vittorie Inter Vittorie Juventus

24 MURIEL

PROSSIMO TURNO

9. ICARDI

91. SHAQIRI 77. BROZOVIC

JUVENTUS

PRECEDENTI IN SERIE A

G

18. MEDEL

X 3.30

ARBITRO Doveri di Roma GUARDALINEE Cariolato-Marzaloni IV Di Liberatore. ADD. Valeri-Calvarese TV Sky Sport 1 HD, Supercalcio HD; Premium Calcio HD INTERNET www.gazzetta.it

15. VIDIC 10. KOVACIC

23. RANOCCHIA

vinto lo scudetto, sono in finale di Champions e forse appagati. I nerazzurri a caccia della vittoria in casa che manca da 5 anni

CLASSIFICA

1 2.20 5. JUAN JESUS 1. HANDANOVIC

1Bianconeri in vantaggio negli scontri diretti, ma hanno già

GIORNATA

SQUADRE

DOMANI Ore 18 Milano, Stadio San Siro Andata 1-1

OCCHI PUNTATI SU...

a

21

VENERDÌ 15 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

34 CASCIONE 33 RENZETTI

11 BRIENZA

92 DEFREL

26 7 MUDINGAYI CARBONERO

15 KRAJNC

25 CAPELLI 30 AGLIARDI

24 PERICO

PANCHINA 1 Rafael, 15 Colombo, 16 Mesto, 4 Henrique, 26 Koulibaly, 3 Strinic, 88 Inler, 77 Gargano, 23 Gabbiadini, 14 Mertens, 91 Zapata. ALLENATORE Pecchia (Benitez squalificato). BALLOTTAGGI nessuno SQUALIFICATI nessuno DIFFIDATI Maggio, Koulibaly, Britos, Albiol. INDISPONIBILI Michu (30 giorni), Zuniga (da valutare), De Guzman (da valutare). PANCHINA 1 Leali, 81 Bressan, 2 Nica, 6 Lucchini, 14 Volta, 8 De Feudis, 23 Tabanelli, 77 Ze Eduardo, 9 Rodriguez, 19 Succi, 27 Dalmonte. ALLENATORE Di Carlo. BALLOTTAGGI Djuric-Succi 60-40% SQUALIFICATI nessuno. DIFFIDATI Cascione, Krajnc, Perico, Renzetti, Carbonero e Rodriguez. INDISPONIBILI Giorgi, Marilungo, Pulzetti e Valzania (stagione finita), Magnusson (da valutare). 1 1.14

X 7.50

2 17.00

1 1.75

X 3.50

2 4.75

Ulivieri: «Se il Papa vuole, può diventare un allenatore...» ● «Se il Papa vuole, gli mando la tessera dell’associazione allenatori. Per noi sarebbe un onore, un sogno». Renzo Ulivieri, presidente dell’Associazione allenatori, si dice «profondamente toccato» dal contenuto del messaggio che Papa Francesco ha inviato al cardinale Stanislaw Rylko, presidente del Pontificio Consiglio per i laici, in occasione del seminario internazionale sul tema «Allenatori educatori di persone». Gli allenatori, ha detto il Pontefice, sono «importanti per sviluppare nei giovani una personalità matura, armonica e completa» e la loro figura può rivelarsi «provvidenziale negli anni dell’adolescenza». «Sono parole che mi emozionano - dice Ulivieri -. Guai a quell’allenatore che non sentisse la responsabilità di guidare ed educare i ragazzi. Può capitare che i ragazzi ascoltino più volentieri il messaggio di un tecnico rispetto a quelli di altre persone». «Il nostro calcio - aggiunge Ulivieri - può uscire dalla crisi grazie agli allenatori. E’ stato speciale vedere la semifinale di Champions con due italiani in panchina».


22

Palazzo R L’ultima polemica

VENERDÌ 15 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

IN MENO DI UN ANNO UN’INCREDIBILE SERIE DI GAFFE ISTITUZIONALI OPTI POBA PRIMA MANGIAVA LE BANANE, ORA GIOCA NELLA LAZIO

SI PENSAVA CHE LE DONNE FOSSERO HANDICAPPATE RISPETTO AI MASCHI

CARLO TAVECCHIO/1 PRESIDENTE FIGC

CON FROSINONE E CARPI IN A SIAMO ROVINATI: CHI COMPRA I DIRITTI?

CARLO TAVECCHIO/2 PRESIDENTE FIGC

CLAUDIO LOTITO/1 CONSIGLIERE FIGC

Patrizia Panico e Melania Gabbiadini esultano dopo un gol segnato con la maglia della Nazionale ACTIVA

Bufera dilettanti «Basta dare soldi a quattro lesbiche» 1L’offesa sessista di Belloli, presidente della Lega, in un verbale. Figc in imbarazzo, inchiesta di Palazzi Mario Pagliara

L’

offesa sessista è contenuta in un documento ufficiale della Lega Nazionale Dilettanti. «Basta! Non si può sempre parlare di dare soldi a queste quattro lesbiche». Tutto nero su bianco, aperte e chiuse virgolette, riportato in un verbale di riunione del consiglio di dipartimento del calcio femminile del 5 marzo. Questa frase, pesantissima, è attribuita a Felice Belloli, il presidente della Lega Nazionale Dilettanti e successore di Carlo Tavecchio, presidente Figc, di cui è da sempre uno degli uomini più fidati e vicini (anche se recentemente da Belloli

Tavecchio si era già smarcato). Belloli nega: «Non ho mai detto questa frase», ha risposto alla Gazzetta. La Procura federale ha già aperto un'inchiesta, del caso sono state informate anche Fifa e Uefa, in Figc l’imbarazzo è fortissimo. Dopo «l’optì pobà» di Tavecchio, scivolone razzista quando era il numero 1 della Lnd (incarico ricoperto oggi da Belloli), alla quale ha fatto seguito l’uscita sulle donne ritenute «handicappate nel calcio», un’altra bufera scoppia in Figc. Colpa ancora di frasi di pessimo gusto che espongono l’Italia ad un'altra e gratuita figuraccia internazionale. IL VERBALE In un soffio, sono state mortificate migliaia di di-

Felice Belloli, 65 anni, n.1 della Lnd

RAlla riunione

presenti altri nove dirigenti, compreso il rappresentante del calcio femminile

rigenti, allenatrici e calciatrici: la frase arriva dalla riunione del consiglio di dipartimento del calcio femminile del 5 marzo, a Roma. Presenti, oltre a Belloli, 9 dirigenti federali, tra i quali anche Antonio Cosentino, vicepresidente vicario Lnd e delegato al calcio femminile. Ieri, alcuni stralci del verbale sono circolati sul web (nel giorno in cui è stata ufficializzata la prima amichevole della Nazionale femminile di calcio a 5 e mentre si giocava la finale Champions donne). «Alle ore 14.30 rientra il presidente della Lnd Felice Belloli – si legge a pagina 4 del verbale – e risponde al consigliere Picheo che i finanziamenti sono per lo sviluppo del calcio femminile ma che il calcio professionistico, pur volendo, non potrebbe stanziare contributi e autotassarsi perché i soldi non ci sono per nessuno, è inutile sperare in un aiuto. Se il calcio femminile vuole vivere e crescere deve fare affidamento sulle proprie forze, senza lamentarsi troppo e senza sperare in aiuti dall'alto. Si apre un breve ma acceso dibattito, chiuso poi da Belloli che afferma: Basta! Non si può sempre parlare di dare soldi a queste 4 lesbiche». LA TESTIMONE La Procura federale ha acquisito gli atti e, a breve, ascolterà i dirigenti presenti. Tavecchio non parla, filtra l’intenzione di non difendere ciò che è indifendibile: se l’inchiesta proverà che la frase di Belloli è vera, ci sarà un terremoto nella Lnd e Belloli potrebbe essere defenestrato. «Sono senza parole: su questa vicenda va fatta chiarezza – ha commentato Alessandra Signorile, coordinatrice del consiglio dipartimento femminile, tra i presenti alla riunione –. Mi chiede se Belloli ha detto quella frase? Ci sono delle carte… Parlerò solo con la Procura». Damiano Tommasi twitta: «Scripta manent, verba volant, verbale… fugit». E Luca Di Bartolomei, figlio di Agostino (ex di Milan e Roma): «Belloli, prima di dire va dimostrato che quelle parole sono mie, andrebbe detto che sono parole vergognose ed inaccettabili». © RIPRODUZIONE RISERVATA

BERETTA IN LEGA A E MACALLI IN LEGA PRO CONTANO MENO DI ZERO CLAUDIO LOTITO/2 CONSIGLIERE FIGC

L’INTERVISTA

«Frase mai detta Non mi dimetto e farò chiarezza» 1La difesa

di Belloli: «Ci può essere stata un’alterazione. Saprò reagire»

F

elice Belloli, 65 anni, è stato eletto presidente della Lega Nazionale Dilettanti il 10 novembre 2014. Lombardo, presidente del comitato in Lombardia per 5 anni, è stato indicato da Tavecchio come suo erede a capo dei dilettanti. Belloli, perché ha detto quella frase? «Va dimostrato che quelle frasi sono mie. Nego: sono false».

Nazionale Dilettanti sia stato diffuso e sia arrivato alla stampa. Faremo accertamenti e capiremo». Scusi: ma lei si preoccupa più di come questo verbale sia stato diffuso pubblicamente e non dell’offesa gravissima contenuta in quella frase? «In questo momento mi preoccupo di capire innanzitutto come mai sia uscito quel documento, che è un atto riservato della Lega Nazionale Dilettante. Glielo ripeto». Dovrà chiarire anche nel merito, quando sarà chiamato dalla Procura federale: come si difenderà? Che cosa dirà? «Alla Procura saprò cosa dire, sono pronto a chiarire, ma con tutto il rispetto non verrò a spiegarlo ai giornali».

C’è un documento ufficiale della Lnd dove è riportata la sua frase: come lo spiega? «Quel verbale io non l’ho firmato: lei legge la mia firma? No, glielo dico io che non c’è. Un verbale può essere stato scritto e modificato da chiunque: so come si scrivono i verbali nella Lega Nazionale Dilettanti…».

Lei non deve spiegarlo ai giornali, ma alle dirigenti donne e alle tantissime calciatrici. «Dico solo che la frase è falsa».

Che cosa vuole dire? Che è abitudine all’interno della Lnd manomettere i verbali? «Assolutamente non ho detto questo e non lo penso. Dico solo che quella frase io non l’ho detta. Ma andremo fino in fondo: ci saranno da chiarire tante cose».

Ritiene che dare delle «4 lesbiche» all’intero movimento calcistico femminile sia offensivo? «Se fosse uscita dalla mia bocca, sì, sarebbe un’offesa».

Per esempio? «Per esempio come sia stato possibile che un verbale interno e secretato della Lega

Intanto la Assist-Associazione Nazionale Atlete ha chiesto le sue dimissioni: che cosa farà? «Saprò come reagire. Ma non lo vengo a spiegare all’opinione pubblica».

Si dimetterà? «Assolutamente no, non mi dimetto. Continuo a dire che fondi a pioggia non ne avrei distribuito. Soldi non ce ne sono più come in passato». paglia © RIPRODUZIONE RISERVATA

CAMPIONATO ITALIANO | A1PALLANUOTO SABATO 16 MAGGIO Sori

Piscina Comunale

FINALE SCUDETTO CAMPIONATO MASCHILE SABATO 16 MAGGIO - GARA TRE - DIRETTA ALLE 19:30

PRO RECCO

vs AN BRESCIA

MARTEDÌ 19 MAGGIO - EV. GARA QUATTRO - DIRETTA ALLE 19:00

AN BRESCIA

vs PRO RECCO

MASCHILE

SABATO 16 MAGGIO

PRO RECCO

vs AN BRESCIA

MEDITERRANEA IMPERIA

vs PLEBISCITO PADOVA

LUNEDÌ 18 MAGGIO - GARA TRE - DIRETTA ALLE 19:00

MEDITERRANEA IMPERIA

vs PLEBISCITO PADOVA

CARPISA YAMAMAY ACQUACHIARA

Napoli

Piscina Scandone

20:30

CC NAPOLI

Napoli

Piscina Scandone

18:00

CARPISA YAMAMAY ACQUACHIARA

Napoli

Piscina Scandone

19:30

CC NAPOLI

Brescia

Piscina di Mompiano

19:00

AN BRESCIA

DOMENICA 17 MAGGIO DOMENICA 17 MAGGIO

Sori

FEMMINIILE

DOMENICA 17 MAGGIO - GARA DUE - DIRETTA ALLE 21:00

19:00

VENERDÌ 22 MAGGIO

FINALE SCUDETTO CAMPIONATO FEMMINILE

PRO RECCO

Piscina Scandone

MARTEDÌ 19 MAGGIO

VENERDÌ 22 MAGGIO - EV. GARA CINQUE - DIRETTA ALLE 19:00

FINALE SCUDETTO  GARA TRE 19:30

Napoli

SABATO 16 MAGGIO

Piscina Comunale

19:00

PRO RECCO

SABATO 16 MAGGIO Messina

Piscina Cappuccini Piscina Cascione

14:30

DESPAR MESSINA

21:00

MEDITERRANEA IMPERIA

Piscina Cascione

BPM SPORT MANAGEMENT

FINALE QUINTO POSTO  GARA DUE RN BOGLIASCO

FINALE TERZO POSTO  EV. GARA TRE BPM SPORT MANAGEMENT

FINALE QUINTO POSTO  EV. GARA TRE RN BOGLIASCO

FINALE SCUDETTO  EV. GARA QUATTRO PRO RECCO

FINALE SCUDETTO  EV. GARA CINQUE AN BRESCIA

19:00

MEDITERRANEA IMPERIA

RN BOGLIASCO

FINALE SCUDETTO  GARA DUE

LUNEDÌ 18 MAGGIO Imperia

AN BRESCIA

FINALE TERZO POSTO  GARA DUE

FINALE TERZO POSTO

DOMENICA 17 MAGGIO Imperia

ALBI D’ORO RECENTI

PLEBISCITO PADOVA

FINALE SCUDETTO  GARA TRE PLEBISCITO PADOVA

MASCHILE dal 1985 al 1986 CN Posillipo 1987

Pescara

dal 1988 al 1989 CN Posillipo 1990

Canottieri Napoli

dal 1991 al 1992 RN Savona dal 1993 al 1996 CN Posillipo dal 1997 al 1998 Pescara 1999

Roma

dal 2000 al 2001 CN Posillipo 2002

Pro Recco

2003

Brescia

2004

CN Posillipo

2005

RN Savona

dal 2006 al 2014 Pro Recco

FEMMINILE dal 1985 al 1991 Volturno dal 1992 al 2006 Orizzonte Catania 2007

Fiorentina WP

dal 2008 al 2011 Orizzonte Catania 2012

Pro Recco

2013

Rapallo Pallanuoto

2014

Mediterranea Imperia


Serie B R L’anticipo della 41a giornata

VENERDÌ 15 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

E’ la notte del Perugia Deve battere il Carpi per blindare i playoff 1Al Curi arriva Castori già promosso, Camplone all’attacco

«Se in 2 gare non facciamo 3 punti meritiamo di stare fuori» Max mi ispiro abbastanza». L’idea è di tornare alla difesa a 4, viste squalifiche e diffide del pacchetto arretrato. Tra l’altro, all’andata, difendendo a tre beccò 4 gol, ma fu «una gara strana, diversa, il primo gol lo contestammo. Attenti a non fare arrembaggi», attenti a non mangiare... Lasagna indigesta.

Gaetano Imparato

S

antopadre da presidente vuole la A, e Camplone gli assembla... i playoff. Tutto pronto, anche il Curi, più che mai… bello di notte, visto come il catino in ferro e cemento, per tradizione, nelle notturne si riempie sempre di più. Si arriverà sui 13.000 spettatori, la gara col Carpi sarà tra le tre sfide più affollate dell’annata. Il Perugia ci arriva con l’imbattibilità di 11 gare: 6 pari e 5 vittorie. «Tabelle? In pratica – sussurra Camplone a microfoni spenti – mi hanno assicurato che basterebbero anche due punti. Comunque – rinforza poi in sala stampa – se in due gare non ne facessimo tre meriteremmo di tornarcene tutti a casa». Incroci, scontri diretti e calendario: gli esperti dello staff di Santopadre hanno studiato tutto. Battendo il Carpi, l’appendice degli spareggi è garantita (all’ultima giornata c’è Pescara-Livorno). «Il Carpi? Sta facendo ruotare i giocatori che hanno giocato meno, ha il grande vantaggio di avere nulla da perdere essendo già in A, ma sarà una gara vera, giocheremo con la rabbia di chi sa che deve centrare i playoff». MODULO PER LA FESTA Camplone dà per scontato l’accesso ai playoff, tant’è che prepara un «vestito» nuovo ai suoi per la fe-

Andrea Camplone, 48 anni LAPRESSE

REntusiasmo tra

i tifosi, stasera allo stadio in 13 mila. L’allenatore: «Mi ispiro ad Allegri»

sta, non solo quella eventuale di stasera: il modulo. Già col Carpi, a gara in corso, potrebbe essere diverso, di sicuro si proverà in vista dei playoff: «Vero, cambiare pelle può essere un vantaggio, un valore aggiunto, ne guadagneremmo in imprevedibilità», conferma il tecnico amico di Allegri. Tanto amico da spingere un po’ tutti a sussurragli: copialo, imita la sua magica Juventus. «Prendo spunti da tutti i colleghi, però è vero, a

ATTESA Il presidente Santopadre non ha seguito l’allenamento di vigilia, come del resto preferisce da sempre. Da Pescara è tornato – dopo il 2-2 in fotofinish e in 9 uomini – con una carica esplosiva, tanto da scrivere una lettera aperta a squadra, città, tecnico e alla muraglia umana biancorossa: il tifo. «Pronti all’ennesima battaglia, al Curi uniti... Insieme a te combatterem» recita la missiva supercliccata sul sito web del club. Ha alzato l’asticella in tempi non sospetti, ha chiesto la A – sebbene appena tornati in B – poco prima del derby a Terni. «Premi playoff? Non se ne parla, solo in caso di A, perché dobbiamo crederci» più volte ha detto in interviste e dichiarazioni per fare da pungolo. Col Carpi rientra Rizzo, quello che appena comprato – a gennaio – contribuì ad una sfilza di vittorie in fila. Perugia ci crede, vuole i playoff e piazzarsi il più in alto possibile. Se ne sbatte di essere appena tornata in B. © RIPRODUZIONE RISERVATA

PERUGIA

(3-5-2)

CARPI

(4-3-3)

OGGI ore 20.30

ANDATA 0-4 1 KOPRIVEC

5 HEGAZY

29 44 GIACOMAZZI MANTOVANI

2 7 19 28 15 FARAONI VERRE FOSSATI LANZAFAME CRESCENZI 9 FALCINELLI

45 ARDEMAGNI

11 15 DI GAUDIO LASAGNA 8 BIANCO 3 LETIZIA

17 PORCARI

6 GAGLIOLO

14 GATTO

LA STORIA

I due Gomis contro: Avellino-Trapani un affare di famiglia Vincenzo D’Angelo

4 SABBIONE

21 ROMAGNOLI

23

13 STRUNA

22 GABRIEL

PERUGIA Tornano Fazzi, Falcinelli e Parigini. C’è anche Hegazy. PANCHINA 32 Amelia, 20 Baldan, 4 Nielsen, 8 Nicco, 18 Rizzo, 10 Taddei, 17 Fazzi, 11 Fabinho, 27 Parigini. ALL. Camplone. SQUAL. Comotto e Goldaniga. DIFF. Ardemagni, Giacomazzi, Hegazy e Mantovani. CARPI Lollo e Poli non recuperano, Castori non ha nemmeno Mbakogu, Pasciuti, Laner, Molina, Modolo e Suagher. PANCHINA 30 Brunelli, 12 Maurantonio, 32 Pasini, 24 Mbaye, 27 Torelli, 26 Loi, 18 Pugliese, 9 Inglese, 25 Palmieri. ALL. Castori. SQUAL. Mbakogu e Pasciuti. DIFF. nessuno. ARBITRO Saia di Palermo. GUARDALINEE Tolfo-Calò. PREZZI 12-35. TV Sky Sport 1, Calcio 1, Mediaset Premium.

LA SITUAZIONE Pasqua arbitrerà Livorno-Vicenza ● Ecco programma e arbitri. Domani (ore 15): Avellino-Trapani (1-4, Pezzuto di Schio); Bari-Brescia (ore 18, 1-2, Aureliano di Bologna), CataniaCittadella (2-3, Gavillucci di Latina); Entella-Latina (1-1, Pinzani di Empoli); Frosinone-Crotone (0-2, Maresca di Napoli); Lanciano-Spezia (3-3, Fabbri di Ravenna); Livorno-Vicenza (0-0, Pasqua di Tivoli); Modena-Ternana (0-1, Pairetto di Nichelino); Pro Vercelli-Bologna (0-3, Mariani di Aprilia); Varese-Pescara (0-2, Abisso di Palermo). La classifica: Carpi p. 79; Frosinone 68; Vicenza e Bologna 64; Spezia 61; Perugia 60; Avellino, Pescara e Livorno 58; Bari 51; Lanciano 50; Latina e Trapani 49; Catania e Pro Vercelli 48; Crotone 47; Modena 46; Ternana 45; Entella 43; Cittadella 41; Brescia (-6) 39; Varese (-4) 32.

U

na famiglia in missione. Per una passione e un ruolo tramandato di padre in figlio. Anzi, in figli. Casa Gomis, Cuneo. Qui si nasce portieri. Lys, Alfred, Maurice e, chissà, presto anche il piccolo David, sei anni, sceglierà l’area piccola come sua seconda casa. Papà Charles faceva il portiere in Senegal, poi scelse l’Italia per garantire ai figli un futuro migliore. Lys, il primogenito, era piccolissimo e qualche anno dopo arrivò Alfred. Sono passati più di venti anni dall’arrivo in Italia, e domani papà Charles potrebbe assistere alla prima sfida a distanza tra i suoi figli maggiori. Il Partenio di Avellino potrebbe essere il teatro di questa prima assoluta, con Alfred a difendere la porta dell’Avellino e Lys quella del Trapani. All’andata il confronto saltò per un problema fisico di Alfred, che un girone dopo rischia di saltare ancora l’incrocio con il fratello maggiore, per scelta tecnica. Nelle ultime settimane è sempre in ballottaggio con Frattali, ora titolare. FRATELLI DIVERSI Lys e Alfred hanno fatto più o meno la stessa trafila. Entrambi sono arrivati al Torino (ancora proprietario dei loro cartellini) per giocare nei Giovanissimi, e da lì non si sono più fermati. Ma le loro qualità, tecniche e non, sono molto diverse. Lys è esplosivo, forte fisicamente e

Sopra Lys Gomis, 26 anni, sotto il fratello Alfred, 22 anni LAPRESSE

reattivo tra i pali. Alfred invece si fa preferire nelle uscite – alte e basse – e nella personalità, con una predisposizione speciale per il palleggio. Nel novembre 2013, in Russia con la B Italia, Alfred confessò: «Non fossi diventato portiere, avrei fatto il centrocampista». Ma il destino era segnato, come per i suoi fratelli: «Chi è più forte tra me e Lys? Siamo diversi. Lui tra i pali è più bravo» disse all’epoca. E pochi giorni dopo Lys debutto in A in Torino-Genoa — primo portiere di colore in A —, e omaggiò i fratelli: «Diventeranno più forti di me…». Dietro ad Alfred, c’è Maurice, classe ’97, vice nella Primavera del Toro. In attesa del piccolo David, papà Charles può sorridere con orgoglio: i suoi «piccoli» hanno già conquistato la B, magari un giorno si sfideranno per una maglia da titolare nel Torino, in Serie A. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Lega Pro R Il nuovo tecnico del Pavia

Ecco Vavassori, 5 anni dopo «Con la testa alleni sempre» Roberto Pelucchi INVIATO A RANICA (BERGAMO)

S

e gli ricordi che era cinque anni che non allenava, strabuzza gli occhi. «Cinque anni? Mi sembra l’altro ieri che tentavo di vincere i playoff di Lega Pro con il Verona… Sarà che un allenatore è tale anche quando non lavora e resta a casa a ripensare al suo percorso professionale. Non si smette mai di vivere di calcio». Giovanni Vavassori, 63 anni, bergamasco, è tornato in panchina a Pavia. Un’altra scommessa o missione impossibile, chiamatela come volete. Dopo un debutto sofferto (1-1 in rimonta con il Real Vicenza e con due rigori falliti), ecco alle porte il primo turno secco di playoff a Matera. «Partita difficilissima, ma noi siamo pronti». GIOVANI Vavassori gli spareggi per salire in B li ha già vinti con Genoa e Avellino, ma il meglio l’ha dato a Bergamo: scudetto Primavera, promozione dalla B con la prima squadra e alcuni anni di A che ancora adesso gli atalantini ricordano come i migliori – per emozioni, qualità del gioco, mentalità – degli ultimi vent’anni. Mai l’Atalanta aveva lanciato in A così tanti giovani del vivaio (11) come con lui nella stagione 2000-01. «La mia storia di tecnico è cominciata tanti anni fa con la scuola calcio del Clusone di

Percassi e Calzaferri. Lì ho avuto le soddisfazioni più belle. Quando hai a che fare con i giovani, non sei soltanto un allenatore, sei un docente. Trasmetti le tue conoscenze ai ragazzi. Sì, tornerei volentieri a lavorare con loro, ma bisogna trovare società che credano fortemente nella crescita dei giovani. E non soltanto a parole. Il problema è che molta gente nei settori giovanili mette come obiettivo il risultato e que-

IL CALCIO ATTUALE METTE CONFUSIONE AI GIOCATORI E CON I GIOVANI SI CERCA IL RISULTATO: ASSURDO GIOVANNI VAVASSORI ALLENATORE DEL PAVIA

sto è un concetto assurdo. Allenare vuol dire avere il sentimento del donare, invece a volte i ragazzi vengono “usati” per ottenere soltanto un riconoscimento personale. Non è accettabile». CALCIO CONFUSIONE Sempre fedele al suo modo di essere, il Vava in carriera ha passato alcuni momenti complicati (a Terni e Cesena, per esempio) e anche dove ha ottenuto risultati (Genova e Avellino) la convivenza non è durata a lungo: «Ad Avellino erano venuti a mancare certi pre-

supposti per continuare, a Genova non ho deciso io. Che cosa ho fatto in questi cinque anni? Oltre a giocare a carte e a discutere di football con gli amici di Arcene, il mio paese natale, ho seguito l’evoluzione del calcio. Calcio che, secondo me, sta mandando in confusione i giocatori. C’è un cambiamento impressionante di sistemi di gioco, anche nella stessa partita. A volte per scelta, altre per disperazione. In Italia se ne usano decine e questo non mi sembra di vederlo nelle squadre straniere. Abbiamo ragione noi o loro? Finora, loro. Attenzione: non esiste un sistema vincente, altrimenti tutti lo utilizzerebbero. Il migliore è quello che è più razionale e adatto alle caratteristiche dei calciatori. Se si cambia spesso, evidentemente, o si è sbagliata la valutazione iniziale dei giocatori oppure non si hanno le idee molto chiare». MISSIONE Adesso, poi, c’è anche la moda di affidare le squadre ad allenatori di primo pelo. Spiega Vavassori: «La nostra è una professione a chiamata. Non siamo noi che scegliamo, sono le squadre che scelgono noi e sono fortunati quelli che hanno libertà di decidere, che possono dire no. L’esperienza è importante. Prima di partire per Coverciano per fare il patentino di seconda, incontrai il mio amico Eugenio Perico. Parlando con lui capii che avevo in testa poche idee e molta

LA SITUAZIONE Domani il via ai playoff con Benevento-Como E per la Supercoppa c’è Novara-Salernitana

Giovanni Vavassori, 63 anni LAPRESSE

confusione per quanto concerne l’insegnamento calcistico. Un peccato di gioventù. Quando si smette di giocare, si è convinti di sapere tutto, a fine carriera si diventa un po’ presuntuosi». Il Vava, invece, non cambia mai: faccia stropicciata dal tempo, ma stessa passione di quando nel 1999, dopo aver perso la finale scudetto con la Primavera atalantina a Lignano Sabbiadoro, tirò mattina disegnando schemi di gioco su pezzi volanti di carta. Perché, come dice lui, «quando sei allenatore, lo sei per sempre». © RIPRODUZIONE RISERVATA

SUPERCOPPA PRIMA GIORNATA Domani: NovaraSalernitana (ore 20.45, arbitro Marini di Roma). SECONDA GIORNATA Mercoledì 20: il Teramo affronta la squadra che ha perso alla prima giornata (Novara in casa o Salernitana fuori) o, in caso di pareggio, riceve il Novara. TERZA GIORNATA Sabato 23: il Teramo o riceve il Novara o va a Salerno. REGOLAMENTO Se dopo la terza giornata ci sono due o tre squadre a pari punti, si guardano: differenza reti, maggior numero di reti segnate, maggior numero di reti segnate nella partita giocata in trasferta; se la parità persiste. si va al sorteggio. PLAYOFF PRIMO TURNO Domani: BeneventoComo (ore 16, Martinelli di Roma). Domenica: Bassano-Juve Stabia (ore 15, su Raisport, Serra di Torino), Ascoli– Reggiana (ore 16, Morreale di Roma) e Matera–Pavia (ore 17, Rapuano di Rimini). SEMIFINALI Andata domenica 24,

ritorno il 31: la vincente di Benevento-Como affronta la vincente di Matera-Pavia (andata sul campo della peggio classificata), la vincente di Bassano-Juve Stabia affronta la vincente di Ascoli-Reggiana. FINALE Andata domenica 7 giugno, ritorno il 14: di fronte le vincenti (l’andata è dalla peggio classificata). PLAYOUT Andata sabato 23 (ritorno il 30): chi perde va in D. GIRONE A Pordenone-Monza e Lumezzane-Pro Patria (ore 16). Anche le sfide di ritorno iniziano alle ore 16. GIRONE B Pro Piacenza-Gubbio e SavonaForlì (ore 15). Le sfide di ritorno iniziano alle ore 17. GIRONE C Savoia-Messina e Ischia-Aversa Normanna (ore 17). Le sfide di ritorno iniziano alle ore 15. ● VIGOR LAMEZIA C’è anche il vicepresidente della Vigor, Franco Perri di 47 anni, tra le 36 persone arrestate ieri nell’ambito dell’operazione Andromeda. Secondo l’accusa, Perri avrebbe chiesto alla cosca Iannazzo la gambizzazione di suo fratello Marcello per motivi di natura economica.

Quattordici club anti-Macalli chiedono di nuovo l’assemblea ● Le società anti-Macalli, che si sono autoconvocate lunedì scorso a Firenze, non si danno per vinte e chiedono ancora una volta al Direttivo (che, tra l’altro, si riunisce oggi) la convocazione di un’assemblea per discutere dei gravi problemi che attanagliano la Lega Pro. In particolare vorrebbero

parlare della situazione economico-finanziaria, della riforma dei campionati e dei regolamenti per il prossimo torneo. Le società ostili all’attuale gestione ritengono che in questo momento l’assemblea sia l’organo sovrano per analizzare la situazione e per assumere decisioni che siano il più possibile condivise.


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Siamo in onda! R

VENERDÌ 15 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

MATTINA 7.00Gazzetta News 9.05Campioni a confronto 9.30Condo’ Confidential 10.0011x90 10.05The Speedgang - La banda dei motori 11.0011x90 11.05 Perfection: momenti di gloria 11.30Qui Foro Italico - Diretta

12.00 11x90 12.05 Bomber 13.00 Gazzetta News 13.30 Gazzetta News POMERIGGIO 14.00Gazzetta News 14.15 Gazzetta News Sottocanestro 14.45 Autogol News 15.00The Speedgang - La banda dei motori

15.55 Sfide senza limiti - 1a TV 16.20 Pazzi per i derby 17.10 Bomber 18.05 Perfection: momenti di gloria 18.30 +3 Fantanews 19.00 Calcio Market 19.30 Gazzetta News Giro d’Italia SERA 20.00 Qui Foro Italico - Diretta

20.30 Gazzetta News 21.00 11x90 21.05Perfection: momenti di gloria - 1a TV 21.35 Bomber 22.30 Condo’ Confidential - 1^ TV 23.00 Gazzetta News 23.15 Gazzetta News Giro d’Italia 23.30 Gazzetta News 00.00 Gazzetta News Sottocanestro

Zanardi, le verità di un superman

1La premiere dell’intervista di «Confidential» va in onda questa sera alle 22.30. Alex sorprende sempre Paolo Condò

L’

intervista Confidential con Alex Zanardi si svolge in una sala della biblioteca comunale di Noventa Padovana, e le molte signore presenti dall’assessore alla cultura alle curatrici delle rassegne, fino alle impiegate dell’ufficio - si mettono in coda per la foto ricordo col metodico ordine di una griglia di partenza. Zanardi è uno straordinario ipnotizzatore, e un uomo elettrico: tutto ciò che dice ti colpisce nel vivo perché il suo splendido carattere fa da amplificatore alle incredibili vicende della sua vita. Fosse almeno uno scostante, sarebbe naturale pensare «logico, con quel che ha passato»: invece niente, simpatico e affabile. Spiazzante. LA FRASE DI MAESTRI Una volta Cesare Maestri, per descriversi davanti alle nostre domande, ci disse «sono un uomo per cui morire è difficilissimo». Frase impressionante, ma che si cuce perfettamente addosso a Zanardi, e all’inci-

dente del 2001 che gli fece perdere le gambe. «Ringrazio ancora i medici del primo soccorso, il grande lavoro iniziale fu loro, e poi quelli dell’ospedale di Berlino, che fecero il resto. In mezzo a questi due interventi c’è il trasferimento, e quindi ci sono io, capace di sopravvivere per 50 minuti con meno di un litro di sangue nelle vene. Dovete sapere che la cosa è ancora oggi oggetto di studio da parte di un equipe di scienziati della Nasa. Lo consi-

derano impossibile, secondo loro non avevo nessunissima chance di sopravvivere. Tiè: alla faccia della Nasa, sono ancora qui». IL PILOTA «GELOSO» Nel corso dell’intervista, la cui première va in onda stasera alle 22.30, arriva una domanda che ad Alex è piaciuta particolarmente: quella relativa alla «gelosia» che il vecchio pilota potrebbe nutrire nei confronti dell’eroe delle Paralimpiadi.

Alex Zanardi, 48 anni, ha vinto da pilota due titoli Cart e sulla handbike due ori olimpici

Perché Zanardi era forte, e anche se la sua carriera in Formula Uno non è mai stata esaltata dalla macchina giusta, i due campionati Cart vinti in America testimoniano a sufficienza del suo talento. «Un po’ di gelosia la sento, è vero. Ci ho pensato tempo fa, giocando a biliardo col mio amico Filippo, quando lui mi ha detto “anche questo che ti hanno affiancato quest’anno è un pilota che non va un cavolo”. Attenzione. Io capisco il ragionamento, Sandrino non ha le gambe eppure si mette dietro tutti i compagni che gli mettono accanto, vorrà dire che sono scarsi. No! In questi anni ho avuto come partner il campione di categoria, i migliori giovani spagnoli, quelli italiani, eppure per vincere una corsa il team ha avuto bisogno di questo vecchio zio quarantenne e senza gambe. Non sarà che sa fare ancora bene il suo antico mestiere di pilota?». E’ così. E i movimenti in griglia delle signore di Noventa sono un’autorevole conferma. Lasciamo Alex alle sue ammiratrici, e ci scopriamo emozionati: non è un incontro come tanti, no davvero. © RIPRODUZIONE RISERVATA

clic COME RISINTONIZZARE I VOSTRI TELEVISORI E VEDERE IL CANALE 59 ● Eseguire le seguenti procedure. Se possiedi Tv o Decoder Digitale Terrestre 1. Premere il tasto MENU sul telecomando 2 Selezionare Impostazioni/Avanzate 3. Posizionarsi sulla voce relativa alla Sintonizzazione automatica dei canali e premere il tasto OK, accedi alla configurazione dei canali 4. Impostare Modalità di sintonia dei canali su DTV 5. Posizionarsi sul pulsante Avvia scansione e premere il tasto OK per avviare la ricerca. Soluzione dei problemi Se avete già provveduto alla risintonizzazione senza esito e il vostro televisore è collegato ad un sistema con antenna centralizzata, fate verificare dal vostro antennista che sia presente nella centralina dell’antenna stessa il modulo (o filtro) necessario per la ricezione dei segnali tv del canale/mux 55 (frequenza 746 MHz), quello che supporta anche il canale 59 di Gazzetta Tv. Se il modulo manca, fatelo inserire: è un’operazione molto semplice. Se possiedi una Sky Digital Key 1. Premere il tasto Menu del telecomando SKY e premere OK per accedere al digitale terrestre 2. Premere il tasto rosso (Ricerca) e lasciare invariata la configurazione 3. Premere due volte il tasto rosso (Avvia ricerca) 4. Attendere il completamento dei canali e quindi premere OK


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di Stefano Frosini

TANIA CAGNOTTO Campionessa di tuffi ● Grazie X gli auguri ma in realtà ne ho ancora 29 oggi è domani il mio compleanno! non invecchiatemi di 1 giorno please @TCagnotto

FLAVIO BRIATORE Ex team manager F.1 ● @fabiofogna Sei stato un grande oggi... peccato (Risposta: Grazie mille, ma la strada è quella giusta) @Briatore

DAVID COULTHARD Ex pilota di F.1 ● Indovinate chi è arrivato per primo alla cima? Di Resta, Prost, Ricciardo o il matto irlandese EJ? @therealdcf1

I verdetti della Champions/1

individuali nella norma ma un gioco importante e uno spirito di squadra enorme.

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a Juventus compie l’impresa e meritatamente va a Berlino a disputare una finale che nessuno aveva previsto. I bianconeri, grazie a un capolavoro di programmazione, di serietà, di lavoro e di idee ripetono quello che negli ultimi due anni era già successo con altre due sorprese: il Borussia Dortmund e l’Atletico di Madrid. Molti pensano che bastino i soldi e i campioni ma se tre indizi fanno una prova, come diceva Agatha Christie, evidentemente non è così. Il calcio è uno sport di squadra con momenti individuali e non il contrario. Puoi avere i migliori giocatori del mondo ma se questi non giocano con la squadra quel team vale poco. Anche all’ultimo Mondiale il favoritissimo Brasile delle stelle più pagate del mondo fu travolto dalla Germania, qualità

MERCEDES AMG F1 Team di Formula 1 ● Sir Stirling Moss e Hans Herrmann con la 300SLR. Chissà come si sentivano 60 anni fa! @MercedesAMGF1

La Juventus, pur non avendo i fatturati delle grandissime d’Europa, ha raggiunto questo straordinario risultato grazie alla scelta di giocatori non solo capaci ma con passione, amore, etica del collettivo, serietà, professionalità e intelligenza. Funzionali al progetto di gioco del tecnico, complementari tra loro e possibilmente con talento. Mirando ad un’interazione non solo tecnico-tattica ma anche umana e psicologica. L’acquisto di campioni senza seguire tutto questo progetto si trasforma - per fare un paragone con l’automobilismo - nell’avere un grande pilota (i giocatori) con poca benzina (la motivazione) e un motore scadente (il gioco). Impossibile esprimersi al top. Tutto inizia dal club che deve possedere idee chiare, competenza e modernità. Una società che metta al centro di tutto il pallone e non il business o la politica. Un club capace

di pianificare, scegliere e prendere decisioni importanti: così è la Juve attuale diretta magistralmente dal duo Andrea Agnelli e Beppe Marotta. La loro linea permette questo straordinario percorso, consente ai tecnici di esprimere al massimo capacità e intuizioni. È successo a Conte e ora ad Allegri, che ha raccolto un testimone scomodo uscendone alla grande grazie a intelligenza e capacità didattica. Come dicevo ad Antonio così ora lo dico a Max: abbiate più fiducia nelle vostra grandi capacità, non solo di gestori ma di autori, uscite dall’ortodossia italiana, giocate un calcio da protagonisti. Lo sapete fare. Insegnate ai vostri meravigliosi calciatori che una vittoria senza merito non è una vittoria. L’obiettivo è convincere, divertire, vincere. Ci sono i presupposti societari, umani, tecnici, professionali e lavorativi perché questo si verifichi anche a Berlino. Credeteci. Intanto grazie per avere fatto vedere all’Italia calcistica il sole, sperando che sia di buon auspicio anche per l’altra Italia.

I FATTURATI, MORATA CONTE E GIPO VIANI PORTO FRANCO CO TURI di FRANCO ARTURI email: farturi@gazzetta.it tta.it twitter: @arturifra

Sono un interista, pieno d’invidia. Ma non ci avevano raccontato tutti che con i fatturati di certe squadre non c’era nulla da fare? E allora perché la Juve è in finale di Champions e la mia squadra è persa per la pista con un giro d’affari più o meno uguale? Marco Insenni Si era sbagliato Conte ad andarsene con l’apologo del ristorante troppo caro, ma c’eravamo sbagliati in molti anche noi, di sangue bianconero, a non avere fiducia in Allegri...

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Giulio De Sanctis

I verdetti della Champions/2

LE COLPE DI PEREZ E I PREGI DEL BARÇA MARCA LA DIFFERENZA ENZA di SANTIAGO SEGUROLA

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opo 12 anni la Juve torna ad assaporare la finale della Champions. Si è sbarazzata di un Real Madrid confuso e disorientato. Si punta il dito contro Ancelotti e alcuni elementi della squadra, Gareth Bale su tutti. È una storia già vista in un club guidato da un presidente blindato, che non ascolta né accetta le critiche. Ma è stato Florentino Pérez il vero ideologo di una squadra costruita senza ricambi affidabili, e i cui centrocampisti - Kroos, Isco e James si sono visti obbligati a svolgere mansioni sconosciute o poco consone alle loro caratteristiche naturali. Nell’organigramma del Real manca un manager: dalla destituzione di Jorge Valdano e dall’uscita di Mourinho, Florentino Pérez ha agito da direttore sportivo del club. La

scorsa estate ha ceduto Di María, Xabi Alonso e Morata, tre giocatori che davano alla squadra versatilità, energia, profondità e alternative. Se per il Real Madrid si prospetta un’altra estate turbolenta e di cambi traumatici, il Barça vive un momento di grande felicità ed è in piena corsa per la vittoria dei tre grandi titoli, Liga, Copa del Rey e Champions. Con quattro punti di vantaggio a due partite dal termine, si è praticamente assicurato la Liga. Nella finale della Copa del Rey affronterà l’Athletic di Bilbao. La partita si giocherà al Camp Nou, un ulteriore vantaggio che si aggiunge all’enorme divario che separa le due squadre. Quella contro la Juve sarà l’ultima sfida, la più importante per il Barça, la squadra del secolo XXI. Negli ultimi 15 anni il Barcellona si è aggiudicato tre edizioni della Champions e 6 della Liga. A Berlino disputerà un’altra finale. Ha già vinto tutte quelle che ha giocato in questo secolo: tre finali e tre successi, sempre contro squadre inglesi (Arsenal e due volte Manchester United). Tre giocatori

CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DIRETTORE RESPONSABILE ANDREA MONTI andrea.monti@gazzetta.it VICEDIRETTORE VICARIO Gianni Valenti gvalenti@gazzetta.it VICEDIRETTORI Pier Bergonzi pbergonzi@gazzetta.it Stefano Cazzetta scazzetta@gazzetta.it Andrea Di Caro adicaro@gazzetta.it Umberto Zapelloni uzapelloni@gazzetta.it Testata di proprietà de “La Gazzetta dello Sport s.r.l.” - A. Bonacossa © 2015

MARCO BELINELLI Giocatore basket NBA ● Cena al casatua col mio amico @marko_jaric10 ....#ajde ajde @marcobelinelli

Lettere alla Gazzetta

JUVE, COME SI PROGRAMMA UN’IMPRESA SOPRA LA PANCA ANCA ACCHI di ARRIGO SACCHI

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PRESIDENTE Maurizio Costa AMMINISTRATORE DELEGATO Pietro Scott Jovane CONSIGLIERI Gerardo Braggiotti, Laura Cioli, Paolo Colonna, Teresa Cremisi, Dario Frigerio, Tom Mockridge, Stefano Simontacchi DIRETTORE GENERALE DIVISIONE MEDIA Alessandro Bompieri

rappresentano l’egemonia dei catalani: Xavi, Iniesta e Messi. Cresciuti nelle giovanili del club, hanno raggiunto precocemente la prima squadra e sono stati protagonisti di tutte le imprese dell’ultimo decennio. Iniesta e Xavi sono gli apostoli dello stile. Messi è il genio che trasferisce il modello Barça dal terreno di gioco alla vetrina dei trofei. In questa stagione l’argentino è tornato ai suoi livelli, quelli di un giocatore inarrestabile. A 28 anni non ancora compiuti, Messi è un goleador implacabile (già 40 gol nella Liga e 10 in Champions) e il miglior direttore d’orchestra del mondo. Dal 4 gennaio il Barça ha perso soltanto due partite – contro Málaga e Bayern - , e ne ha pareggiata una, a Siviglia. In questo momento è una squadra quasi perfetta, con il migliore attacco del mondo. Messi, Suárez e Neymar hanno finora messo a segno la bellezza di 104 goal. Sono amici, sono complementari, e ad oggi niente riesce a fermarli.

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Sono juventino e ieri sera ci sono rimasto male, e non è certo la prima volta. Che cos’è questa moda, purtroppo sempre più virale, di non esultare dopo un gol? Lo sport è gioia: se Morata dopo il gol al Real non esulta per rispetto verso la precedente squadra e i vecchi tifosi, al contempo manca di rispetto verso quelli nuovi... Alessandro Benatti (San Rocco di Guastalla, Re) Bei quesiti dopo l’indimenticabile notte di Madrid. Comincio dal primo. Per metà ci raccontano delle balle, signor Insenni. Le opinioni sono libere, i fatti dicono che anche società di medio fatturato, cioè attorno ai 200 milioni o anche meno sono competitive in Champions. E’ la norma degli ultimi anni: 2015 in finale la Juve, 2014 l’Atletico Madrid, 2013 il Borussia Dortmund, 2010 l’Inter, senza parlare di Milan e Liverpool del 2007 o dell’Arsenal nel 2006. Il fatturato conta, ma non è tutto. Spesso diventa l’alibi di chi non ha il coraggio di programmare e di sognare, scegliendo i giocatori giusti al di fuori del club degli sceicchi e assimilati.

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Ora la questione degli allenatori che mollano dopo serie vincenti ancora aperte, giudicando la truppa sfiancata e demotivata: raro, ma ogni tanto accade. L’avvicendamento Sacchi-Capello al Milan all’inizio degli anni 90 ha premesse quasi identiche. Forse anche l’addio di Guardiola al Barcellona appartiene alla stessa famiglia. Non so se si tratti di errori di valutazione degli allenatori uscenti o di un logorio scontato della loro forza di convincimento, che molto spesso scaturisce da una mobilitazione di energie molto stressante. Penso che si tratti di uno spostamento in senso psicologico: gli allenatori che se ne vanno attribuiscono ai giocatori (cioè spostano su di essi) una stanchezza che è in realtà personale. La verità del campo è che Tevez e Van Basten (più Messi) hanno continuato ad incantare e a sudare, ma non è detto che l’avrebbero fatto con Conte o Sacchi (e Guardiola). L’esultanza che non c’è? Capisco che possa dar fastidio. E’ una delle tante contorsioni nella comunicazione del calcio d’oggi. Quello di Morata è un caso limite. Mettetevi nei suoi panni: proviene dal club che ha condannato e nel quale forse vorrebbe tornare. A volte il gesto, anzi il non gesto, è pura ipocrisia. Ma può provenire da un sentimento genuino. A me sembra comunque una sovrastruttura che toglie spontaneità in un ambiente in cui nessuno può dire ciò che pensa davvero. Sentite questa: «Il mio giocatore avrebbe bisogno di qualche bastonata sul groppone. Non ha toccato palla fino al gol. Io non lo capisco, dev’essere un po’ matto. Lo aspettiamo da 6 mesi, per settimane e settimane facciamo di tutto accontentandoci di impiegarlo con una gamba sola, e lui per tutta risposta si presenta con le gambe molli e le idee confuse, bestia che non è altro...». Dichiarazioni uscite sulla Gazzetta del 29 dicembre 1964. Sono di Gipo Viani, un guru del calcio di allora, personaggio un po’ Trapattoni e un po’ Marotta. Parlava di un titolare del suo Milan, «Ciapina» Ferrario, 12 gol quell’anno. Sono un po’ cambiate le cose, vero?

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98° Giro d’Italia R Sesta tappa, Montecatini-Castiglione della Pescaia San Lorenzo al Mare

1 km 17,6

Albenga

Rapallo

2 km 177 Sanremo

Genova

TEAM ORICA GERRANS

VIVIANI MATTHEWS

3 km 136 Sestri Levante MATTHEWS MATTHEWS

Chiavari

La Spezia

4 km 150

5 km 152 La Spezia

Abetone

FORMOLO CLARKE

POLANC CONTADOR

Montecatini Terme

6 km 183 Castiglione della Pescaia

Grosseto

Fiuggi

7 km 264 Fiuggi

8 km 186 Campitello Matese

Benevento

Civitanova Marche

9 km 215 10 km 200 San Giorgio del Sannio

Forlì

GREIPEL CONTADOR

Il Giro ferito per una foto 1

2

3

A circa 300 metri dall’arrivo di Castiglione della Pescaia, ecco una nuova caduta.● 1. In alto a destra, si vede l’obiettivo della macchina fotografica di un incauto spettatore che centra la testa di Daniele Colli. Il milanese vola e innesca il capitombolo FOTO IPP DALLA TV ● 2. Dall’altra parte del rettilineo, l’onda travolge la maglia rosa Contador, che cade di schiena e viene centrato da altri due corridori IPP DALLA TV ● 3. Immediati i soccorsi allo sfortunato Colli, che verrà operato oggi BETTINI

Paolo Marabini INVIATO A CASTIGLIONE DELLA PESCAIA (GROSSETO)

I

l Giro è ferito. E rischia di perdere subito la sua stella. Alberto Contador, l’uomo in rosa, lo spagnolo che è qui per tentare la doppietta con il Tour riuscita l’ultima volta a Pantani 17 anni fa, è in ginocchio. Disarcionato dalla caduta di gruppo nella volata della sesta tappa, catapultato in aria, atterrato pesantemente sull’asfalto, travolto da un avversario: troppo per sperare di uscirne indenne, solo con qualche sbucciatura e un po’ di paura. No, è tutto assai più serio. Sublussazione della spalla sinistra. O, per usare le parole esatte del bollettino medico, «leggera instabilità dell’articolazione sinistra rispetto alla controlaterale». Ma il leone ferito non si arrende. Non è da lui, non fa parte del suo dna uscire di scena senza prima averci provato, anche se il dolore è forte e potrebbe indurre altri al ritiro. Fu così anche un anno fa al Tour, quando sopportò 18 chilometri con un ginocchio tumefatto prima di alzare bandiera bianca. No, Alberto il Grande stamane a Grosseto sarà al via. Poi si vedrà. Solo la corsa gli darà la risposta. E il Giro incrocia le dita. Perdere il faro in questo modo non vale. Non sarebbe giusto. ERA FESTA Dannazione, verrebbe da dire. Il giorno dopo lo show sull’Abetone e quella prima bellissima sfida in salita con i due rivali Aru e Porte, era cominciato col sorriso, il bagno di folla, gli abbracci della gente di Montecatini, gli striscioni inneggianti il suo nome. Una festa, su quelle stra-

Tifoso urta Colli Contador vola, gli esce la spalla Ma oggi riparte 1In volata una macchina fotografica

tenuta oltre le transenne innesca la carambola. Braccio rotto per il milanese

de che odorano come poche altre di ciclismo. Lui fasciato di rosa, pronto a godersi la prima tappa da re della corsa che ama, magari senza l’assillo di mettere ancora la squadra in fila indiana. Castiglione della Pescaia, dopo tre giorni da uomini di classifica, aspettava i velocisti. Loro avrebbero preso in mano la corsa. E così, di fatto, è stato. LA BOTTA Tutto sembrava filare come da copione. Fuga a cinque dopo 20 chilometri, pochi sussulti, gruppo compatto ai meno 14, quindi spazio ai «treni» da volata e il lancio delle ruote veloci sul chilometro del lungo rettilineo d’arrivo. Il gruppo si apre. Davanti la Lotto a pilotare «Gorilla» Greipel, la Lampre per Modolo, la Iam per Pelucchi, la Trek per Nizzolo, Sky per Viviani, la Southeast per Belletti o Petacchi, gli altri in scia pronti a sfruttare un varco. Come Daniele Colli, che ne ha una decina davanti e, appena passato il cartello dei -300 metri, prova a infilarsi sulla sinistra, a fil di transenne. Nemmeno il tempo di battezzare quel metro libero - un corridoio, non uno spiffero - e boom. Un incauto tifoso sporge la sua macchina fotografica - perché, diamine, perché? - e il lungo teleobiettivo colpisce alla spalla sinistra il milanese, che salta in aria, innescando una carambola tremenda. Mentre Greipel, ignaro di tutto, si invola verso la sua terza vittoria al Giro davanti a sei italiani, dietro cadono corridori - almeno una decina - come birilli, da sinistra a destra, su tutto il fronte della volata. Ed è lì, in quel groviglio di bici e di gambe, su quell’asfalto diventato pista da bowling, freni che stridono, spettatori ammutoliti dalla paura, che Contador piomba a tutta velocità. La maglia rosa - benedet-


VENERDÌ 15 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Forlì

Imola

11 km 153

12 km 190 Imola

Montecchio Maggiore

13 km 147

Vicenza (Monte Berico)

Jesolo

Treviso

Marostica

Pinzolo

14 km 59,4 15 km 165 16 km 174 Valdobbiadene Madonna di Campiglio

Aprica

Tirano

Melide

17 km 134

18 km 170 Lugano (Svizzera)

Gravellona Toce

19 km 236 Verbania

Saint-Vincent

20 km 199 Cervinia

27

Torino

21 km 178 Sestriere

Milano

L’ANALISI di PIER BERGONZI

NON ROVINATE LO SPORT PIÙ POPOLARE

I

l ciclismo è uno sport di strada. Va incontro alla gente che non paga alcun biglietto e aspetta il passaggio del gruppo per ore. In quell’attesa, in quei pochi secondi di bruciante emozione c’è la sintesi dello sport più popolare. Ecco perché il tifoso che ieri ha urtato Daniele Colli scatenando una caduta a catena che potrebbe costare il Giro ad Alberto Contador ha tirato un pugno in faccia e ha insultato l’essenza stessa del ciclismo.

«VI RINGRAZIO PER IL SOSTEGNO: NESSUNA FRATTURA, SPERO DI ESSERE AL VIA» to uomo, che ci facevi così avanti in una volata di gruppo, maledizione... - sbatte contro un avversario, piroetta con una capriola, atterra sul sedere. E fin lì sarebbe ancora poca cosa. Ma una frazione di secondo dopo, Van den Broeck gli rovina addosso, sulla spalla sinistra. Basso e Kreuziger, che si erano chiamati fuori dalla mischia per tempo, si avvicinano al capitano, lo aiutano a rialzarsi e lo accompagnano all’arrivo. IL BILANCIO Ai più, sul traguardo, la scena sfugge. Tutti a seguire Greipel in estasi. Tutti, semmai, a stare in trepidazione per Colli, che giace a terra, tramortito dal dolore, il braccio sinistro girato all’indietro, il servizio medico subito in azione, la barella, il collarino, il trasporto in ospedale: per lo sfortunato milanese frattura scomposta dell’omero sinistro, ne avrà per 40 giorni. Intanto gli altri caduti sono già risaliti in bici: botte e

Sul podio, Alberto Contador non ha la forza di mettersi la maglia rosa IPP. Sotto, sconsolato e con il braccio sinistro bloccato BETTINI

sbucciature, Tiralongo, Bongiorno e Matysiak un po’ più malconci. Greipel è già sul podio. Poi tocca a Contador. Il braccio sinistro è inanimato. La smorfia di dolore, e di rabbia al tempo stesso, è evidente. E quando la miss prova ad aiutarlo a infilarsi la maglia rosa, Alberto declina gentilmente l’invito. Impugna la casacca simbolo del primato con la mano destra, saluta il pubblico, abbozza un sorriso forzato - di più non riesce a fare - e scappa via. È lì, in quel momento, che tutti afferrano meglio il dramma del Pistolero. S’è rotto il braccio? Va in ospedale? Si ritira? Riparte? Le domande si accavallano a raffica. Poi, due ore dopo, il bollettino medico. E la notizia che tutti volevamo avere: domani (oggi, ndr) Alberto parte. Poi, appunto, si vedrà. Chissà se basteranno il tifo e la sua tempra di leone.

Non c’è sport che consenta ai tifosi una vicinanza, anche fisica, con i campioni. Questa vicinanza è avvertita e apprezzata dai fuoriclasse, come Contador, che ogni mattina al raduno di partenza si fermano a ornare autografi e si prestano per ogni sorta di selfie. Il problema è che ogni gesto sconsiderato, ogni atteggiamento irresponsabile può costare un prezzo inaccettabile. Gli appelli delle organizzazioni di categoria e di Mauro Vegni a nome dell’organizzazione del Giro d’Italia sono un atto dovuto. Ma il vero appello a cui i tifosi devono far riferimento è quello della propria coscienza. Non è pensabile che l’ultimo chilometro abbia transenne alte due metri e non è ipotizzabile che i 170 chilometri (è la media) di ogni tappa siano transennati. Sulle salite alpine lo strepitoso pubblico della bici è spesso a contatto diretto con i protagonisti. Li può incitare da vicinissimo e li potrebbe toccare (altro gesto da non fare...).

FIORENZO A proposito di leoni: fosse ancora in vita Fiorenzo Magni, gli racconterebbe di quando proprio al Giro, anno domini 1956, non lontano da queste parti, a Volterra, cadde e si fratturò una clavicola. Ma mica mollò. Cinque giorni dopo - per non sforzare le braccia e lenire il dolore - corse la cronoscalata di San Luca stringendo tra i denti un pezzo di camera d’aria legato al manubrio: chi non ricorda quel fotogramma passato alla storia? L’indomani cadde di nuovo, si ruppe l’omero, ma risalì di nuovo in sella e portò a termine quel Giro, battuto solo dal grande Charly Gaul. E quell’impresa fu leggendaria quanto le sue più belle vittorie. Coraggio Alberto, il Giro è una corsa da leoni.

È così da oltre cento anni, ma abbiamo l’impressione che il livello di educazione sia calato e che i pericoli quotidiani si siano moltiplicati. A Genova uno sconsiderato ciclista è entrato in gruppo con una bici a scatto fisso provocando una megacaduta e il giorno dopo un tifoso si è lanciato (con buonissimi propositi) in soccorso di Pozzovivo senza pensare che in quei casi l’atleta ferito non può essere toccato da chi non abbia vere competenze di pronto soccorso. Con l’intento di fare del bene rischiava di compromettere seriamente la situazione. Nell’era dei social network, dei telefonini con telecamera digitale e dei selfie come momento identitario, vorremmo ricordare che il ciclismo continua ad essere uno sport che si fa su un triangolo di metallo mosso da due ruote su un dito di gomma. Quello del ciclista continua ad essere il mestiere più simile a un lavoro. Il rispetto per questi atleti che fanno il loro lavoro deve venire prima di una foto a tutti i costi. Mettete Loro davanti al vostro Io.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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98° Giro d’Italia R Il campione spagnolo

9

«IL CICLISMO È DURO, MA SPERO CHE IL PISTOLERO CONTINUI A COMBATTERE» OLEG TINKOV PATRON TINKOFF-SAXO

● I giorni in rosa di Alberto Contador: 7 al Giro del 2008 e 2 in quello di quest’anno, oltre ai 13 nel 2011 persi a tavolino

Rosa di dolore Ha una sublussazione «Ma io da questa corsa non me ne voglio andare» 1A Contador è uscito l’omero sinistro per due volte. Correrà con

un bendaggio protettivo. Lo specialista: «Anche frenare sarà dura» OTTIMISMO Una manciata di minuti dopo Contador sbuca dal camion dell’antidoping, braccio sinistro aderente al corpo, avambraccio flesso, occhi lucidi, sofferente. Brutto segno. Sale su un’auto nera, alla guida Jacinto Vidarte, il suo addetto stampa, dietro si siedono Piet Daneels, il medico di squadra, e Cristian Valente, il massaggiatore. Non puntano verso l’ospedale di Grosseto, ma verso l’hotel della squadra a Punta Ala. Quando mancano due minuti alle 18, con la clinica mobile, la stessa usata anche nel mondiale rally, arrivano due medici dello staff del Giro: sono Nicola Colombo, ortopedico, e Fabio Volontè, specialista in medicina d’urgenza. Esattamente cinque minuti dopo, nella hall appare Alberto Contador. La faccia è molto più distesa rispetto a prima. Vidarte, sospira sottovoce: «Soy optimista». «Vediamo com’è — dice la maglia rosa mentre cammina —. Mi fa male, però ora la cosa più importante è capire la situazione per prendere la decisione giusta». Entra e con lui c’è anche il medico della squadra. Arrivano Mauro Vegni, il direttore del Giro, e Stefano Allocchio, direttore di corsa. Vogliono capire la situazione, soprattutto stare vicino a un amico.

Claudio Ghisalberti

FOCUS

INVIATO A PUNTA ALA (GROSSETO)

I

GDS

LA SOFFERENZA GIÀ PROVATA AL TOUR 2014 ● 1. Alberto Contador, subito dopo l’arrivo, fa cenno di non essere toccato. La spalla sinistra gli fa troppo male. ● 2. Si tiene il braccio stretto quando sale in macchina ● 3. Tour 2014: si ritira a 77 km dal traguardo della 10a tappa dopo una caduta: microfrattura alla tibia FOTOSERVIZIO BETTINI

l torero è ferito. Alberto Contador è stato incornato due volte alla spalla sinistra, ma non si è arreso. Si è rialzato, è stato medicato e questa mattina tornerà nell’arena del Giro per difendere, con un orgoglio che sfiora la cattiveria, la sua maglia rosa. Davanti alle sue ruote troverà una salita lunghissima, dura. Per conquistare la vetta di Milano dovrà soffrire più del previsto. Succede tutto per colpa di uno sciagurato spettatore, poco prima del cartello dei 250 metri del traguardo di Castiglione della Pescaia, sesta frazione del Giro. Attorno alla 40a posizione il gruppo salta in aria e anche la maglia rosa finisce giù. Al momento non sembra grave, tanto che Alberto risale subito in sella e riparte. Però che l’incidente sia cosa seria si intuisce pochi minuti dopo quando sul podio delle premiazioni Contador non riesce a indossare la rosa e poi non si presenta alle interviste. Al suo posto arriva Stefano Feltrin, il general manager della Tinkoff-Saxo: «Alberto ha problemi a una spalla, non può venire».

Lo sconforto di Alberto Contador, 32 anni, dopo le radiografie sulla clinica mobile del Giro ROBERTO BETTINI

GRINTA Passano altri venti minuti, finalmente la portiera scorrevole della clinica mobile si riapre. 1

2

Contador ha il braccio sinistro bloccato da un tutore. Fa impressione, però gli occhi trasmettono grinta. Il fatto che parli, che spieghi, è già un buon segnale: «Mi è uscito l’omero quando sono caduto e l’istinto è stato quello di rimetterlo dentro. Non ho neanche sentito male. Più che altro è stato lo spavento, temevo di essermi rotto la clavicola e non mi era mai successo. Il problema maggiore è stato dopo, al podio per le premiazioni perché, quando ho alzato le braccia per togliermi la maglia da gara, l’omero mi è uscito di nuovo e il dolore è stato più grande, molto più 3


VENERDÌ 15 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

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«IL GIRO DI ALBERTO NON PUÒ FINIRE COSÌ, DEVE LOTTARE FINO ALLA FINE» DAVIDE BRAMATI D.S. ETIXX-QUICK STEP

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● I Grandi Giri vinti da Alberto Contador: il Giro d’Italia nel 2008, il Tour de France nel 2009 e nel 2010, la Vuelta a Espana nel 2008, nel 2012 e nel 2014

1Sembrava una caduta banale, ma quando Contador sale sul podio

per indossare la maglia rosa, fa una smorfia di dolore. No, non vuole che le miss lo tocchino. Da quel momento sono ore di tensione e ansia po di tirare il fiato e un ruggito: «Voglio proseguire, non mi arrendo. Domani mattina mi metteranno un nuovo bendaggio protettivo (l’equipe del professor Tredici tornerà in hotel, ndr) e andrò alla partenza». Dal resto del team, bocche cucite, nessuno che si sbilancia. La prognosi parla solo d’instabilità della spalla sinistra. LO SPECIALISTA Ma in queste condizioni è possibile correre in bicicletta? Anzi, è possibile correre una gara a tappe dura come il Giro? «Sicuramente la sublussazione di spalla è un infortunio molto condizionante — spiega Franco Carnelli, primario di Ortopedia alla Multimedica —. Se fosse una gara di un giorno a cronometro la situazione sarebbe più semplice da gestire. Così invece le cose cambiano completamente. Si possono fare dei bendaggi, ma questi più libertà lasciano, meno sono efficaci. E non si può certo bloccare il braccio di un corridore». Anche la tipica andatura sui pedali di Contador potrebbe diventare davvero problematica. «Sì — prosegue Carnelli — l’esasperazione del gesto atletico rende le cose ancora più complicate. Ma non pensate solo alla salita, anche le discese ad alta velocità e le frenate potrebbero costituire un problema». Anche ipotizzare i tempi di recupero completo è praticamente impossibile. «Bisognerebbe valutare l’esatta entità dell’instabilità per poter fare una corretta diagnosi — conclude Carnelli —. Ma di certo, con ancora 15 tappe da disputare, e tra queste ci sono pure le più impegnative, per Contador la situazione non è per niente facile».

forte. Ora dagli esami è emersa la necessità di mettere questo tutore per evitare che l’incidente si ripeta, magari mentre dormo. Devo tenere il braccio immobile e cercare di passare la notte bene. Poi bisognerà incrociare le dita e sperare». Contador, abituato alle prove ben più dure che la vita gli ha riservato, accompagna le parole con un sorriso. Sembra quasi ottimista. «Ottimista? Farò tutto il possibile per andare avanti. A meno che nella notte non succeda qualche fatto imprevisto, sarò alla partenza. Ho lavorato moltissimo già da questo inverno per essere al Giro». Il tem-

LA CHIAVE

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I Giri d’Italia disputati da Alberto Contador: 2008 (vinto), 2011 (vinto, ma revocato) e 2015

SCATTA IL BETTO di PAOLO BETTINI

CONTADOR DOVEVA STARE PIÙ INDIETRO

I

n vista di un arrivo come ieri, per velocisti, chi fa la tappa appena è in vista del traguardo sfrutta ogni centimetro disponibile della sede stradale. È normale e allora voglio fare un appello agli spettatori: rispettate le transenne, dovete

LA CENA Intanto, davanti all’ingresso dell’hotel, il camion cucina è in funzione. Devono preparare le cene per gli atleti. Nonostante il vento, vicino all’automezzo c’è un tavolino ben apparecchiato. Oleg Tinkov, il padrone del circo, è seduto per un ricco aperitivo. Dentro stanno preparando la cena degli sponsor, un centinaio di persone. Alberto alle nove scende in tuta, al suo fianco Ivan Basso, il compagno di camera. Oggi il torero ferito, il José Tomas del ciclismo, torna da solo nell’arena. Sarà dura, ma Contador ha coraggio e orgoglio. La genetica gli ha dato talento per la bici, la vita gli ha proposto lungo il cammino prove tremende. Questa in fondo non è neanche la più dura.

considerarle come un muro invalicabile. Il rischio che succeda qualcosa è grande e ieri purtroppo se ne è avuta l’ennesima conferma. Ma il fatto del giorno è stato la caduta di Contador e va fatto un ragionamento articolato: prima era neutralizzato, in questo tipo di traguardi, solo l’ultimo chilometro. I corridori hanno lottato – io me lo ricordo bene perché avevo ancora il numero sulla schiena – affinché il limite si allargasse ai 3 chilometri. Scelta giusta, c’era e c’è un

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motivo preciso: permettere agli uomini di classifica di togliersi dai rischi e lasciare spazio ai velocisti. Non si possono fermare in mezzo alla strada, ma si defilano per non correre pericoli. Il leader che punta alla maglia rosa di Milano deve isolarsi dalla mischia, non gli cambia nulla se sta un po’ più indietro. Per questo, secondo me, la posizione di Alberto ieri era sbagliata. Un errore suo e anche della squadra.

LO SFIDANTE

Fabio Aru, 24 anni, e Alberto Contador, 32, alla partenza BETTINI

Aru: «Così no! Dai, Alberto ti aspetto» Claudio Gregori CASTIGLIONE DELLA PESCAIA

S

i arrivava in paradiso. Anche il mare vibrava. Lo scirocco, viaggiando a 8 nodi all’ora, era venuto ad accogliere il Giro. Il gruppo aveva sfiorato la riserva di Diaccia Botrone. Anche il rospo smeraldino e la testuggine di Hermann si erano sporte per vedere lo sciame colorato. Il cuculo dal ciuffo sbirciava dalla pineta e l’anguilla dai canali. Ma la strada è una spada affilata. Una lama di Toledo. Più che una spada, una «misericordia», corta e fatale. Il suo fendente ha atterrato Colli, ha ferito anche Contador. Aru, invece, l’ha scampata di giustezza. Si rattrista, appena sente dei guai di Contador. Dichiara: «Mi dispiace che sia caduto. Spero non si sia fatto niente. Mi auguro di ritrovarlo intatto al via della 7ª tappa». Poi aggiunge: «Contador onora il Giro e il ciclismo. È il mio modello, lo sapete. Voglio battermi con lui ad armi pari sulla strada». IL COLPO «Contador ha già pagato un duro prezzo alla

sfortuna nel Tour 2014. Mi pare abbastanza», dichiara Aru. S’informa. Mostra apprensione. Le notizie sulla maglia rosa, però, sono ancora vaghe. Non ci sono certezze. Aru rincuora Paolo Tiralongo, antico gregario di Contador. Che si è ferito in quella mischia cruenta. «Ero riuscito a fermarmi in tempo. Ma sono stato travolto da dietro. Ho picchiato la spalla sull’asfalto. Ma è una botta. Penso di ripartire», dichiara Tiralongo, il viso di chi soffre. Più tardi il dottor Andreazzoli, medico dell’Astana, preciserà: «La botta è stata forte, ma sono escluse fratture. È un trauma contusivo. Tiralongo ha dolore e tumefazione alla spalla destra e alla coscia destra». Aru, dopo aver confortato il compagno, dice: «Bisogna sempre stare vigili. Al Giro ci vuole coraggio, prudenza e anche fortuna. Faccio a Contador gli auguri di rimettersi subito dalla botta. Spero possa ripartire al cento per cento». A sera arrivano notizie confortanti su Contador. Aru sorride: «Senza di lui il Giro sarebbe mutilato. Spero che non patisca per la caduta. Sarebbe bello poter regalare a Campitello Matese il secondo round di una sfida vera». Pare che solo per Colli il Paradiso sia trasmutato in Inferno. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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98° Giro d’Italia R Il velocista colpito da un tifoso

VENERDÌ 15 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

«CADUTE COSÌ? DURE DA ACCETTARE. CERTI SPETTATORI SONO INCOSCIENTI» STEFANO GIULIANI D.S. NIPPO-VINI FANTINI

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● Le vittorie da pro’ di Daniele Colli: 1 tappa al Tour of Szeklerland 2008 e 1 tappa al Giro d’Austria

«All’improvviso un oggetto nero» L’incubo di Colli

giorno faccio perfino fatica a tornare a casa. Per cinque giorni rimango chiuso dentro di me, a farmi domande e inventarmi risposte». Gli va bene: nessuna metastasi, è un tumore benigno. Stop-prontivia. Ricorda: «Le prime uscite in bici mi superano anche le massaie che vanno a fare la spesa. I primi allenamenti molti pensionati hanno più fiato di me». La malattia lo rende più aperto, sereno, ottimista, consapevole. La salute è un diritto, ma anche un privilegio. Confessa: «Senza il ciclismo non ce l’avrei mai fatta». Sostiene: «Siamo gente abituata a sacrificarsi, andare avanti comunque. E’ sulle salite della vita che si vede se sei un vero corridore».

1Doppia frattura, oggi si opera. Nel 2010 il tumore

a un ginocchio, sconfitto. «Mi rialzerò, come sempre» L'IDENTIKIT DANIELE COLLI

NATO A RHO (MI) IL 19 APRILE 1982 VIVE A PARABIAGO (MI) PRO’ DAL 2005 CORRE CON LA NIPPO-VINI FANTINI

Passa pro’ con la LiquigasBianchi dopo 4 stagioni da under 23 nella Zalf-Fior. Due vittorie in carriera: nel 2008 con la P-Nivo al Tour of Szeklerland; nel 2012 con la Team Type 1 al Giro dell’Austria. Dal 2013 all’attuale Nippo-Vini Fantini

Marco Pastonesi INVIATO A CASTIGLIONE DELLA PESCAIA (GROSSETO)

«V

olata. Ai 300 metri. Cerco un corridoio. Lo trovo a sinistra. Sfioro la transenna. All’improvviso mi si para davanti un oggetto nero. Non riesco a evitarlo. Ci sbatto con il braccio sinistro. E volo». Daniele Colli ricorda con lucidità gli attimi precedenti l’impatto contro l’obiettivo della macchina fotografica di uno spettatore. Istantanee. Fotogrammi. Flash. “Cado, rotolo, striscio. Poi il dolore: pazzesco. E lo spavento: ancora più pazzesco. Perché non sento più il braccio. E lo vedo girato in maniera innaturale». Chi si rialza dall’asfalto, chi risale in bici, chi procede a piedi. Lui viene assistito dai medici del Giro d’Italia, accolto e imbra-

gato su una barella pieghevole, infilato nell’autoambulanza, trasportato all’Ospedale della Misericordia di Grosseto, sottoposto a Rx e Tac: frattura scomposta dell’omero sinistro e del capitello radiale. Stamattina sarà operato nello stesso ospedale, un ferro per facilitare guarigione e riabilitazione. Quaranta giorni. Stop-pronti-via. SARONNIANO La vita rotonda di Colli è tutta uno stop-pronti-via. Milanese, nasce a Rho e abita a Parabiago, luoghi di ciclismo e rugby. Sceglie il ciclismo, che nelle volate è rugby a pedali. Il papà saronniano, la scuola dell’obbligo alla Ciclistica Biringhello, l’università da emigrante alla Zalf-Fior, poi dal 2005 il professionismo, comincia in uno squadrone, la Liquigas, finisce in una squadretta, in Ungheria, passa dalla Flaminia con Ric-

Soccorsi immediati allo sfortunato velocista Daniele Colli, 33 anni BETTINI

cò alla Team Type 1 dei diabetici, finché nell’agosto 2013 approda all’attuale Nippo-Vini Fantini. Ragioniere, diploma ideale per chi deve analizzare i pericoli. Professione velocista: veloce, non velocissimo, piazzato, anche piazzatissimo. Due vittorie: una tappa al Tour of Szeklerland in Romania, nel 2008, e una al Giro dell’Austria, nel 2012.

TUMORE Ma nella vita di Colli ci sono altre corse e altre vittorie, altri stop-pronti-via. Il primo nel 2010, quando un fastidio diventa mistero, dubbio, sospetto, infine dolore. Un tumore al condilo-femorale del ginocchio sinistro, che gli ha già mangiato 3 centimetri di osso e ridotto il ginocchio a un gruviera. «Un volo senza paracadute. Azzero il contachilometri della mia vita. Quel

ANCA Al Giro d’Italia 2014 Colli cade nella Modena-Salsomaggiore Terme, si rialza, abbandona nella tappa con Gavia e Stelvio, in una tormenta di neve. Per scrupolo, torna in ospedale: frattura all’anca sinistra. Ha corso una settimana, 800 km, sublimando il sacrificio, convivendo con il dolore. Altra operazione. Altro stop-pronti-via. Il 2015 sembra la rinascita. Lo è, fino a ieri pomeriggio. Ieri sera, dal letto d’ospedale, Colli twitta: «Sto bene, grazie a tutti per l’affetto, domani verrò operato per la frattura scomposta dell’omero e del radiale, mi rialzerò come sempre. Dispiace cadere per colpa di gente sprovveduta, ci sono delle regole, rischiamo la vita ogni giorno, rispettate il nostro lavoro, grazie». Stop-pronti-via. © RIPRODUZIONE RISERVATA


98° Giro d’Italia R Le istituzioni sportive

VENERDÌ 15 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

«LA NEUTRALIZZAZIONE NELLE TAPPE PER VELOCISTI VA FATTA A -10 KM» ELIA VIVIANI 26 ANNI, TEAM SKY

L’appello di Vegni al pubblico: «Tifate ma rispettateci» 1Il direttore del Giro: «Tornare alle transenne alte

due metri? Penalizzerebbe tutti, basta il buon senso»

1

cità altissima. In questo caso non si tratta di stupidità, ma di un incauto che però provoca un grande danno. Diciamolo ancora, bisogna stare attenti!». APPELLO Sul tema ieri si è espressa in maniera ufficiale anche l’associazione dei corridori italiani: «Tifate, ma rispettateci. State dietro alle transenne senza sporgervi, evitando azioni rischiose sia per voi stessi sia per gli atleti solo per mettervi in mostra». E lo stesso Mauro Vegni ha approfondito il tema: «Il ciclismo è una festa, attira migliaia di persone alle partenze, agli arrivi, lungo le strade. Dobbiamo penalizzare tutti? E però è vero che soprattutto negli ultimi tempi c’è sempre più frenesia, si sporgono le braccia con i telefonini, i selfie, e non si pensa ai rischi. Ma la forza del ciclismo è anche questa, il contatto dei corridori con la gente mentre in altri sport gli eroi sono inavvicinabili, quasi blindati. E’ una peculiarietà che non dobbiamo perdere, non ce lo possiamo permettere».

31

● Ieri il Giro arrivava per la prima volta a Castiglione della Pescaia. In passato solo due partenze di tappa: 1980 e 1994

DAL POLIZIOTTO DEL TOUR A GUERINI «ABBATTUTO» L’INTRUSO DI GENOVA 1

2

Ciro Scognamiglio

MESSAGGI A partire da oggi, l’organizzazione pensa alla possibilità di diffondere agli arrivi dei messaggi di sensibilizzazione per il pubblico ata faccia di Mauro Vegni è tutta un program- traverso gli altoparlanti: «In condizioni normali, ma. L’umore volge, comprensibilmente, al cioè in assenza di un intervento esterno, difficilmente questa caduta si sarebbe verificata in quelbrutto. «Il Giro era partito bela fase di corsa e a quell’altezza del ne, anzi è partito bene. E la situagruppo. Quanto all’altezza delle zione in classifica, un dualismo con transenne, non c’è un regolamento LE FRASI un terzo incomodo, ideale. Contapreciso ma nelle corse Rcs Sport dor è fuoriclasse assoluto e perso- «La forza del siamo molto rigorosi, negli ultimi naggio di primo livello, spero dav- ciclismo è il contatto 250 metri l’altezza si aggira sul mevero che possa continuare. Non è con la gente tro e cinquanta, prima sono leggergià il caso di parlare di lui al passamente più basse». Il ritorno al pasNon perdiamola» to, io non voglio farlo perché conosato non lo convince: «Sì, c’è stato sco bene il suo carattere». Il diretun tempo, e me lo ricordo, in cui si tore del Giro d’Italia era rimasto af- Da oggi messaggi di usavano nel finale le transenne alte fascinato dal coraggio di Alberto sensibilizzazione al due metri. Ma onestamente penso nel mettersi in gioco e accettare la pubblico attraverso che siano troppo penalizzanti per sfida d’altri tempi di tentare la dop- gli altoparlanti gli spettatori, si vede poco e solo in pietta con il Tour. Così come ne ha una direzione, non si ha la percesempre apprezzato la disponibilità e l’amore ver- zione dello spettacolo, si rischia di perdere l’emoso la corsa rosa. «La caduta ci sta nel ciclismo. Ma zione del momento. Perché, ripeto, dobbiamo pese viene provocata da un evento esterno, dà fasti- nalizzare tutti? Io credo che basterebbe usare ridio. Già avevamo avuto l’episodio di Genova, lo spetto e buon senso e episodi di questo tipo non si stupido di turno che si butta in mezzo alla strada verificherebbero più». per cercare di affiancare i corridori lanciati a velo© RIPRODUZIONE RISERVATA

INVIATO A CASTIGLIONE DELLA PESCAIA (GROSSETO)

L

Il Giro d’Italia porta sulle strade oltre 10 milioni di tifosi ogni anno. Un affetto senza confini BETTINI

3

● 1. Tour 1994, Armentieres: il poliziotto fotografo centrato dal gruppo in volata. ● 2. Tour 1999, Alpe d’Huez: Beppe Guerini colpito da un tifoso fotografo. Riuscirà lo stesso a vincere ● 3. Giro 2015: l’intruso sulla bici a Genova


32

98° Giro d’Italia R La guida

VENERDÌ 15 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

«SOFFRO DOPO GENOVA, MA SONO FELICE DEL 2” POSTO. GRAZIE AL TEAM» MATTEO PELUCCHI 26 ANNI, IAM CYCLING

L'ARRIVO Modolo sul podio Bene anche Belletti

Due rumeni in gara, e ancora in fuga: ecco Edoard Grosu BETTINI

POS.CORRIDORE TEMPO 1 GREIPEL (GER) km 183 in 4h19’42”, media 42,279 km/h 2 PELUCCHI (ITA) a 0" 3 MODOLO (ITA) 4 BELLETTI (ITA) 5 NIZZOLO (ITA) 6 PETACCHI (ITA) 7 VIVIANI (ITA) 8 MEZGEC (SLO) 9 RUFFONI (ITA) 10 APPOLLONIO (ITA) 11 HOFLAND (OLA) 12 REZA (FRA) 13 PORSEV (RUS) 14 LOBATO (SPA) 15 BOLE (SLO) 16 MARYCZ (POL) 17 MATTHEWS (AUS) 18 BOONEN (BEL) 19 HENDERSON (N.ZEL) 20 GRETSCH (GER) 21 RICHEZE (ARG) 22 SABATINI (ITA) 23 PORTE (AUS) 24 ROSA (ITA) 25 PAOLINI (ITA)

26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52

ARU (ITA) CARDOSO (POR) CLEMENT (OLA) CARUSO (ITA) TROFIMOV (RUS) FAVILLI (ITA) KÜNG (SVI) FORMOLO (ITA) FLENS (OLA) MONFORT (BEL) LANDA (SPA) ROUX (FRA) NIEVE (SPA) VAN POPPEL (OLA) CHAVES (COL) ROGERS (AUS) VISCONTI (ITA) REICHENBACH (SVI) AMADOR (C.RICA) KRUIJSWIJK (OLA) BOOKWALTER (USA) BEPPU (GIAP) IZAGUIRRE (SPA) BERARD (FRA) ALAFACI (ITA) HOULE (CAN) GERRANS (AUS)

CLASSIFICA GENERALE

53 54 55 56 57 58 59 60 61 62 63 64 65 66 67 68 69 70 71 72 73 74 75 76 77 78 79 80

SANCHEZ (SPA) HERRADA (SPA) CUNEGO (ITA) BISOLTI (ITA) QUINTANA (COL) MOINARD (FRA) ARNDT (GER) RUTKIEWICZ (POL) HANSEN (AUS) OWSIAN (POL) MALACARNE (ITA) GENIEZ (FRA) URAN (COL) PINEAU (FRA) CATALDO (ITA) KEIZER (OLA) SARAMOTINS (LET) ANTON (SPA) FERNANDEZ (SPA) VAKOC (R.CEC.) SIUTSOU (BIE) LAGUTIN (RUS) SAMOILAU (BIE) ATAPUMA (COL) CLARKE (AUS) LANCASTER (AUS) GILBERT (BEL) PATERSKI (POL)

1

TEMPO

CONTADOR (SPA)

63 MOUREY (FRA)

a 28'02"

127 OWSIAN (POL)

a 55'47"

a 28'23"

128 MIHAYLOV (BUL)

a 56'01"

km 815,6 in 20h25’36”, media 39,928 km/h

65 DE LA CRUZ (SPA)

a 28'37"

129 GREIPEL (GER)

a 56'22"

2

ARU (ITA)

a 2"

66 SAMOILAU (BIE)

a 29'44"

130 VAN DER LIJKE (OLA)

a 57'01"

3

PORTE (AUS)

a 20"

67 FERNANDEZ (SPA)

a 31'01"

131 TJALLINGII (OLA)

a 57'02"

4

KREUZIGER (R.CEC)

a 22"

68 HENAO (COL)

a 31'03"

132 BEWLEY (N.ZEL)

a 57'07"

5

CATALDO (ITA)

a 28"

69 BOOKWALTER (USA)

a 31'27"

133 PINEAU (FRA)

a 57'09"

6

CHAVES (COL)

a 37"

70 KEIZER (OLA)

a 31'30"

134 DURBRIDGE (AUS)

a 57'14"

7

VISCONTI (ITA)

a 56"

71 BATTAGLIN (ITA)

a 31'39"

135 LANCASTER (AUS)

a 57'38"

8

LANDA (SPA)

a 1'01"

72 HANSEN (AUS)

a 32'58"

136 ALAFACI (ITA)

a 57'44"

9

FORMOLO (ITA)

10 AMADOR (C.RICA) 11

CARUSO (ITA)

64 GERRANS (AUS)

a 1'15"

73 BROWN (USA)

a 33'32"

137 BELKOV (RUS)

a 57'55"

a 1'18"

74 CHEVRIER (FRA)

a 33'41"

138 LOBATO (SPA)

a 58'00"

a 1'22"

75 PUCCIO (ITA)

a 35'43"

139 RICHEZE (ARG)

76 ZILIOLI (ITA)

a 36'04"

140 TVETCOV (ROM)

a 58'32"

77 BOARO (ITA)

a 36'31"

141 FAIRLY (USA)

a 58'33"

12 URAN (COL) 13 TROFIMOV (RUS)

a 1'24"

14 KONIG (R.CEC)

a 58'01"

78 PATERSKI (POL)

a 36'36"

142 RUTKIEWICZ (POL)

a 58'44"

15 MOINARD (FRA)

a 1'46"

79 DUPONT (FRA)

a 36'48"

143 FRAPPORTI (ITA)

a 59'04"

16 ATAPUMA (COL)

a 1'49"

80 PAOLINI (ITA)

a 37'01"

144 JUUL JENSEN (DAN)

a 59'10"

17 CUNEGO (ITA)

a 2'12"

81 CHAVANEL (FRA)

a 37'11"

145 BUSATO (ITA)

a 59'30"

18 CLARKE (AUS)

a 2'21"

82 SLAGTER (OLA)

a 37'23"

146 VAKOC (R.CEC)

a 59'37"

19 VAN DAN BROECK (BEL)

a 2'27"

83 MATTHEWS (AUS)

a 37'24"

147 PORSEV (RUS)

a 1h00'13"

20 GENIEZ (FRA)

a 2'33"

84 BOLE (SLO)

a 38'19"

148 MARANGONI (ITA)

a 1h00'19"

21 MONFORT (BEL)

a 2'36"

85 VILLELLA (ITA)

a 38'54"

149 MARYCZ (POL)

22 SIUTSOU (BIE)

a 2'42"

86 DANIELSON (USA)

a 40'14"

150 BERARD (FRA)

a 1h01'01"

23 MONSALVE (VEN)

a 3'02"

87 MORI (ITA)

a 40'38"

151 BAK (DAN)

a 1h01'06"

24 ROSA (ITA)

a 1h00'46"

a 3'31"

88 COLBRELLI (ITA)

a 40'50"

152 MALACARNE (ITA)

25 ROGERS (AUS)

a 4'44"

89 ARMEE (BEL)

a 41'56"

153 HENDERSON (N.ZEL) a 1h01'36"

26 TIRALONGO (ITA)

a 4'46"

90 FAVILLI (ITA)

a 42'11"

154 RUFFONI (ITA)

a 1h01'38"

27 IZAGUIRRE (SPA)

a 4'49"

91 SABATINI (ITA)

a 42'17"

155 MATYSIAK (POL)

a 1h01'46"

28 NIEMIEC (POL)

a 5'10"

92 ROVNY (RUS)

a 43'01"

156 MEZGEC (SLO)

a 1h01'50"

29 NIEVE (SPA)

a 6'01"

93 PAULINHO (POR)

157 BROECKX (BEL)

a 1h01'51"

30 HESJEDAL (CAN)

a 6'11"

94 VANDEWALLE (BEL)

a 44'48"

158 SILVESTRE (POR)

a 1h01'57"

31 KRUIJSWIJK (OLA)

a 9'54"

95 WEENING (OLA)

a 45'35"

159 FERRARI (ITA)

a 1h02'09"

32 KANGERT (EST)

a 9'57"

96 GRETSCH (GER)

a 45'57"

160 VAN POPPEL (OLA)

a 1h02'16" a 1h02'29"

33 ZEITS (KAZ)

a 1h01'17"

a 12'30"

97 BEPPU (GIAP)

a 46'00"

161 ARNDT (GER)

34 ANTON (SPA)

a 14'52"

98 BARBIN (ITA)

a 46'12"

162 EISEL (AUT)

35 REICHENBACH (SVI)

a 15'04"

99 KÜNG (SVI)

a 46'18"

163 XU (CINA)

a 1h02'33"

36 BETANCUR (COL)

a 15'06"

100 HAGA (USA)

a 47'05"

164 ZABEL (GER)

a 1h02'35"

37 PIRAZZI (ITA)

a 15'29"

101 BISOLTI (ITA)

a 47'11"

165 REZA (FRA)

a 1h03'13"

38 BONGIORNO (ITA)

a 15'45"

102 DOMONT (FRA)

a 47'53"

166 MODOLO (ITA)

a 1h04'43"

39 CARDOSO (POR)

a 1h05'05"

a 16'01"

103 KIRYIENKA (BIE)

a 48'06"

167 FLENS (OLA)

40 POLANC (SLO)

a 17'18"

104 BURGHARDT (GER)

a 48'15"

168 STACCHIOTTI (ITA)

a 1h05'13"

41 CLEMENT (OLA)

a 18'18"

105 BELLETTI (ITA)

a 48'16"

169 VERVAEKE (BEL)

a 1h05'16"

42 GRMAY (ETI)

a 18'24"

106 TOSATTO (ITA)

a 48'35"

170 KEISSE (BEL)

a 1h06'29"

43 MONTAGUTI (ITA)

a 19'00"

107 QUINTANA (COL)

a 50'43"

171 GATTO (ITA)

a 1h06'37"

44 FELLINE (ITA)

a 20'03"

108 PETACCHI (ITA)

a 50'50"

172 STAMSNIJDER (OLA) a 1h06'46"

45 SANCHEZ (SPA)

a 21'04"

109 DE NEGRI (ITA)

a 50'55"

173 PINEAU (FRA)

a 1h06'50"

46 ULISSI (ITA)

a 21'43"

110 NOCENTINI (ITA)

a 51'19"

174 DE BACKER (BEL)

a 1h06'54"

47 INTXAUSTI (SPA)

a 22'28"

111 LUDVIGSSON (SVE)

a 51'28"

175 WATSON (AUS)

a 1h07'20"

48 HERRADA (SPA)

a 22'33"

112 HAUSSLER (AUS)

a 51'43"

176 LINDEMAN (OLA)

a 1h07'32"

49 PELLIZOTTI (ITA)

a 22'45"

113 VIVIANI (ITA)

a 51'57"

177 CHERNETSKI (RUS)

a 1h07'47"

50 BOUET (FRA)

a 22'54"

114 COURTEILLE (FRA)

a 52'56"

178 BANDIERA (ITA)

a 1h08'38"

51 GILBERT (BEL)

a 23'30"

115 CHIRICO (ITA)

a 53'14"

179 MALAGUTI (ITA)

a 1h09'30"

52 ELISSONDE (FRA)

a 23'53"

116 NIZZOLO (ITA)

a 53'25"

180 JI (CINA)

a 1h09'33"

53 KOCHETKOV (RUS)

a 24'09"

117 COLLI (ITA)

a 53'53"

181 ZHUPA (ALB)

a 1h10'48"

54 GAVAZZI (ITA)

a 24'18"

118 APPOLLONIO (ITA)

a 53'59"

182 GROSU (ROM)

a 1h12'46"

55 BASSO (ITA)

a 24'22"

119 BERLATO (ITA)

a 54'00"

183 VEIKKANEN (FIN)

a 1h12'47"

56 STORTONI (ITA)

a 25'11"

120 ACEVEDO (COL)

a 54'02"

184 BOEM (ITA)

a 1h12'58"

57 LAGUTIN (RUS)

a 25'23"

121 FISCHER (BRA)

a 54'31"

185 HEPBURN (AUS)

a 1h14'58"

58 ZAKARIN (RUS)

a 25'26"

122 GESCHKE (GER)

a 54'41"

186 KLUGE (GER)

a 1h15'38"

59 DILLIER (SVI)

a 25'47"

123 BOONEN (BEL)

a 55'11"

187 SARAMOTINS (LET)

a 1h25'03"

60 FINETTO (ITA)

108 109 110 111 112 113 114 115 116 117 118 119 120 121 122 123 124 125 126 127 128 129 130 131 132 133 134 135

ZABEL (GER) KEISSE (BEL) VAN DER LIJKE (OLA) BOUET (FRA) NIEMIEC (POL) VAN DAN BROECK (BEL) HESJEDAL (CAN) BATTAGLIN (ITA) KANGERT (EST) ZEITS (KAZ) XU (CINA) SZMYD (POL) DE BACKER (BEL) ACEVEDO (COL) BETANCUR (COL) HAUSSLER (AUS) KLUGE (GER) ULISSI (ITA) MORI (ITA) PIRAZZI (ITA) HENAO (COL) POLANC (SLO) GAVAZZI (ITA) GRMAY (ETI) MONSALVE (VEN) PELLIZOTTI (ITA) COLBRELLI (ITA)

OGGI LA SETTIMA TAPPA GROSSETO 16 m

POS.CORRIDORE

81 82 83 84 85 86 87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 100 101 102 103 104 105 106 107

1991

a 26'36"

124 HOFLAND (OLA)

a 55'22"

188 COLEDAN (ITA)

61 ZARDINI (ITA)

a 27'20"

125 HOULE (CAN)

a 55'29"

189 PELUCCHI (ITA)

a 1h27'17"

62 SZMYD (POL)

a 27'30"

126 ROUX (FRA)

a 55'44"

190 ISHIBASHI (GIAP)

a 1h30'23"

a 1h25'37"

Tuscania 176 m

km 10 0

Autodromo di Vallelunga 214 m

95

151

FIUGGI 616 m

S

Monterotondo Cave 156 m 386 m

168

184

229

264

Grosseto-Fiuggi, la frazione più lunga: 264 km Liveblog su Gazzetta.it a partire dalle 9.50 Oggi la settima tappa, 264 km da Grosseto a Fiuggi. È la frazione più lunga del Giro 2015. Percorso sostanzialmente privo di difficoltà altimetriche, ma con una parte finale abbastanza mossa. Ritrovo alle 9 a Grosseto in piazzale Caduti di Nassiriya, incolonnamento alle 10.15, partenza alle 10.25 sulla sp.154 dopo 3,6 km di trasferimento. Il traguardo di Fiuggi è posto in viale 4 Giugno, l’orario di arrivo è previsto tra le 17 e le 17.30. Finale in leggera salita (2%), negli ultimi 350 metri la strada si fa leggermente più ripida (3-4%). Un solo gran premio della montagna, di quarta categoria, a Monterotondo (79,5 km dall’arrivo). Il gruppo lascia la Toscana ed entra nel Lazio, quattro le province interessate: Grosseto, Viterbo, Roma e Frosinone. La tappa attraversa le località di Montalto di Castro, Tuscania, Sutri, Campagnano di Roma, Castelnuovo di Porto, Monterotondo, Guidonia, Cave e Genazzano. ABBUONI Due traguardi volanti ad abbuoni (3’’, 2’’ e 1’’): Autodromo di Vallelunga (112,2 km all’arrivo) e Cave (a 34,3 km dal traguardo). All’arrivo, abbuoni di 10’’ per il primo, 6’’ per il secondo e 4’’ per il terzo. METEO Alla partenza: velato con 19°; all’arrivo: variabile con 23°. DIRETTA Il liveblog dell’intera tappa, con tweet, foto, video e aggiornamenti, su gazzetta.it a partire dalle 9.50.

IN TV

Diretta dalle 14 su RaiSport1 Dalle 15.10 Rai3

FESTA TOSATTO 41 ANNI CON 31 GRANDI GIRI ● È il più anziano al Giro 2015 dopo Alessandro Petacchi: Matteo Tosatto ha festeggiato ieri i 41 anni. Per l’inossidabile veneto della Tinkoff-Saxo, questo è il 31° grande giro in carriera. Auguri! BETTINI

a 1'14" a 0"

136 137 138 139 140 141 142 143 144 145 146 147 148 149 150 151 152 153 154 155 156 157 158 159 160 161 162

MONTAGUTI (ITA) TJALLINGII (OLA) ZILIOLI (ITA) WEENING (OLA) HEPBURN (AUS) DURBRIDGE (AUS) GATTO (ITA) BARBIN (ITA) FRAPPORTI (ITA) COURTEILLE (FRA) KONIG (R.CEC) FAIRLY (USA) VEIKKANEN (FIN) BONGIORNO (ITA) COLEDAN (ITA) TIRALONGO (ITA) LUDVIGSSON (SVE) GESCHKE (GER) ZHUPA (ALB) EISEL (AUT) HAGA (USA) BOARO (ITA) MIHAYLOV (BUL) DE NEGRI (ITA) BERLATO (ITA) STACCHIOTTI (ITA) FINETTO (ITA)

a 1'18" a 0"

a 1'35" a 0" a 1'47" a 2'36" a 2'38" a 2'59" a 3'12" a 0"

a 4'10"

163 164 165 166 167 168 169 170 171 172 173 174 175 176 177 178 179 180 181 182 183 184 185 186 187 188 189 190

DILLIER (SVI) GROSU (ROM) SLAGTER (OLA) ELISSONDE (FRA) VILLELLA (ITA) DUPONT (FRA) MARANGONI (ITA) CHIRICO (ITA) TVETCOV (ROM) DANIELSON (USA) BURGHARDT (GER) ZARDINI (ITA) PAULINHO (POR) BANDIERA (ITA) DOMONT (FRA) INTXAUSTI (SPA) MALAGUTI (ITA) JUUL JENSEN (DAN) PINEAU (FRA) ROVNY (RUS) JI (CINA) MATYSIAK (POL) ISHIBASHI (GIAP) WATSON (AUS) ARMEE (BEL) VERVAEKE (BEL) LINDEMAN (OLA) COLLI (ITA)

a 4'13"

a 4'18"

a 4'22" a 4'24" a 0" a 5'36" a 6'57" a 7'00" a 0"

22 SQUADRE, RESTANO IN 189

Castelnuovo di Porto 283 m GPM S R 4

R

STAMSNIJDER (OLA) DE LA CRUZ (SPA) BOEM (ITA) ZAKARIN (RUS) KOCHETKOV (RUS) BROWN (USA) NOCENTINI (ITA) FISCHER (BRA) CHERNETSKI (RUS) FERRARI (ITA) CHAVANEL (FRA) FELLINE (ITA) VANDEWALLE (BEL) CHEVRIER (FRA) KIRYIENKA (BIE) BUSATO (ITA) BROECKX (BEL) BEWLEY (N.ZEL) PUCCIO (ITA) STORTONI (ITA) TOSATTO (ITA) BAK (DAN) KREUZIGER (R.CEC) BASSO (ITA) SILVESTRE (POR) MOUREY (FRA) CONTADOR (SPA) BELKOV (RUS)

● L’anno in cui, dopo 6 tappe, l’ultimo aveva un ritardo più alto dal primo (1.30’23”). Leoni aveva 1.34’19 da Chioccioli

La programmazione della Rai sul Giro: GIRO MATTINA Rai3, ore 12.25-12.45 ANTEPRIMA GIRO RaiSport1, ore 14 DIRETTA TAPPA RaiSport1-Rai3, canale 501 dig. (HD), ore 15.15 PROCESSO ALLA TAPPA Rai3, al termine della tappa TGIRO RaiSport1, ore 20. Con Andrea De Luca e Massimiliano Lelli GIRO NOTTE RaiSport1, ore 0.30

AG2R LA MONDIALE D.S. Biondi 1 POZZOVIVO 2 BERARD 3 BETANCUR 4 DOMONT 5 DUPONT 6 GRETSCH 7 HOULE 8 MONTAGUTI 9 NOCENTINI

ITA FRA COL FRA FRA GER CAN ITA ITA

ANDRONI-SIDERMEC D.S. Savio 11 PELLIZOTTI 12 APPOLLONIO 13 BANDIERA 14 DALL'ANTONIA 15 FRAPPORTI 16 GATTO 17 STORTONI 18 TVETCOV 19 ZILIOLI

ITA ITA ITA ITA ITA ITA ITA ROM ITA

ASTANA PRO TEAM D.S. Shefer 21 ARU 22 CATALDO 23 KANGERT 24 LANDA 25 MALACARNE 26 ROSA 27 SANCHEZ 28 TIRALONGO 29 ZEITS

ITA ITA EST SPA ITA ITA SPA ITA KAZ

BARDIANI CSF D.S. Reverberi 31 BONGIORNO 32 BARBIN 33 BATTAGLIN 34 BOEM 35 CHIRICO 36 COLBRELLI 37 PIRAZZI 38 RUFFONI 39 ZARDINI

ITA ITA ITA ITA ITA ITA ITA ITA ITA

BMC RACING TEAM D.S. Baldato 41 GILBERT 42 ATAPUMA 43 BOOKWALTER 44 BURGHARDT 45 CARUSO 46 DILLIER 47 KÜNG 48 MOINARD 49 ZABEL

BEL COL USA GER ITA SVI SVI FRA GER

CCC SPRANDI POLKOWICE D.S. Wadecki 51 PATERSKI POL 52 BOLE SLO 53 MARYCZ POL 54 MATYSIAK POL 55 MIHAYLOV BUL 56 OWSIAN POL 57 RUTKIEWICZ POL 58 SAMOILAU BIE 59 SZMYD POL ETIXX - QUICK-STEP D.S. Bramati 61 URAN 62 BOONEN 63 BOUET 64 DE LA CRUZ 65 KEISSE 66 MEERSMAN 67 SABATINI 68 SERRY 69 VAKOC

SU EUROSPORT diretta dalle 14.30 Giro Extra dalle 17.30

FDJ D.S. Guesdon 71 GENIEZ 72 COURTEILLE

COL BEL FRA SPA BEL BEL ITA BEL R.CEC

FRA FRA

73 74 75 76 77 78 79

ELISSONDE FISCHER MOUREY PINEAU RÉZA ROUX VEIKKANEN

FRA BRA FRA FRA FRA FRA FIN

IAM CYCLING D.S. Carlstrom 81 CHAVANEL 82 CHEVRIER 83 CLEMENT 84 HAUSSLER 85 KLUGE 86 PELUCCHI 87 PINEAU 88 REICHENBACH 89 SARAMOTINS

FRA FRA OLA AUS GER ITA FRA SVI LET

LAMPRE - MERIDA D.S. Maini 91 ULISSI 92 FERRARI 93 GRMAY 94 MODOLO 95 MORI 96 NIEMIEC 97 POLANC 98 RICHEZE 99 XU

ITA ITA ETI ITA ITA POL SLO ARG CINA

LOTTO SOUDAL D.S. Leysen 100 VAN DEN BROECK 101 ARMEE 102 BAK 103 BROECKX 104 GREIPEL 105 HANSEN 106 HENDERSON 107 MONFORT 109 VERVAEKE

BEL BEL DAN BEL GER AUS N.ZEL BEL BEL

MOVISTAR TEAM D.S. Garcia 111 INTXAUSTI 112 AMADOR 113 ANTON 114 FERNANDEZ 115 HERRADA 116 IZAGUIRRE 117 LOBATO 118 D. QUINTANA 119 VISCONTI

SPA C.RICA SPA SPA SPA SPA SPA COL ITA

NIPPO - VINI FANTINI D.S. Giuliani 121 CUNEGO 122 BERLATO 123 BISOLTI 124 COLLI 125 DE NEGRI 126 GROSU 127 ISHIBASHI 128 MALAGUTI 129 STACCHIOTTI

ITA ITA ITA ITA ITA ROM GIAP ITA ITA

ORICA GREENEDGE D.S. White 131 MATTHEWS 132 BEWLEY 133 CHAVES 134 CLARKE 135 DURBRIDGE 136 GERRANS 137 HEPBURN 138 LANCASTER 139 WEENING

AUS N.ZEL COL AUS AUS AUS AUS AUS OLA

SOUTHEAST D.S. Parsani 141 BELLETTI 142 BUSATO 143 CARRETERO 144 FAVILLI 145 FINETTO 146 GAVAZZI

ITA ITA PAN ITA ITA ITA

147 MONSALVE 148 PETACCHI 149 ZHUPA

VEN ITA ALB

TEAM CANNONDALE - GARMIN D.S. Wegelius 151 HESJEDAL CAN 152 ACEVEDO COL 153 BROWN USA 154 CARDOSO POR 155 DANIELSON USA 156 FORMOLO ITA 157 MARANGONI ITA 158 SLAGTER OLA 159 VILLELLA ITA TEAM GIANT - ALPECIN D.S. Engels 161 MEZGEC 162 ARNDT 163 DE BACKER 164 FAIRLY 165 GESCHKE 166 HAGA 167 JI 168 LUDVIGSSON 169 STAMSNIJDER TEAM KATUSHA D.S. Konyshev 171 PAOLINI 172 BELKOV 173 CHERNETSKI 174 KOCHETKOV 175 LAGUTIN 176 PORSEV 177 TROFIMOV 178 VOROBYEV 179 ZAKARIN

SLO GER BEL USA GER USA CINA SVE OLA

ITA RUS RUS RUS RUS RUS RUS RUS RUS

TEAM LOTTO NL - JUMBO D.S. Boven 181 KRUIJSWIJK OLA 182 BENNETT N.ZEL 183 FLENS OLA 184 HOFLAND OLA 185 KEIZER OLA 186 LINDEMAN OLA 187 TJALLINGII OLA 188 VAN DER LIJKE OLA 189 WAGNER GER TEAM SKY D.S. Cioni 191 PORTE 192 EISEL 193 HENAO 194 KIRYIENKA 195 KONIG 196 NIEVE 197 PUCCIO 198 SIUTSOU 199 VIVIANI

AUS AUT COL BIE R.CEC SPA ITA BIE ITA

TINKOFF SAXO D.S. De Jongh 201 CONTADOR 202 BASSO 203 BOARO 204 JUUL JENSEN 205 KREUZIGER 206 PAULINHO 207 ROGERS 208 ROVNY 209 TOSATTO

SPA ITA ITA DAN R.CEC POR AUS RUS ITA

TREK FACTORY RACING D.S. Baffi 211 NIZZOLO ITA 212 ALAFACI ITA 213 BEPPU GIAP 214 COLEDAN ITA 215 FELLINE ITA 216 SILVESTRE POR 217 VAN POPPEL OLA 218 VANDEWALLE BEL 219 WATSON AUS

A PUNTI

MONTAGNA

GIOVANI

TEAM A TEMPI

TEAM A PUNTI

ULTIMO KM

La maglia rossa «Algida» va al leader della classifica a punti, assegnati a seconda della categoria della tappa su ognuno dei traguardi volanti. Class. 1. Andrè GREIPEL (Ger) 75 punti; 2. Viviani 73; 3. Frapporti 40; 4. Nizzolo 40; 5. Hofland (Ola) 40; 6. Pelucchi 35; 7. Polanc (Slo) 34; 8. Formolo 26; 9. Gilbert (Bel) 26; 10. Clarke (Aus) 26.

La maglia azzurra «Mediolanum» va al leader della classifica dei gran premi della montagna, con punteggi diversi a seconda della categoria delle salita; il massimo è previsto per la Cima Coppi, poi 9 gpm di 1a categoria, 8 di 2a, 13 di 3a e 8 di 4a. Classifica: 1. Jan POLANC (Slo) 15 punti; 2. Kochetkov (Rus) 15; 3. Formolo 14; 4. Zardini 14; 5. Ulissi 12.

La maglia bianca «Eurospin» va al leader della classifica (a tempi) dei giovani, nati cioè dopo il 1° gennaio 1990. Class.: 1. Fabio ARU; 2. Chaves (Col) a 35’’; 3. Formolo a 1’13’’; 4. Bongiorno a 15’43’’; 5. Polanc (Slo) a 17’16’’; 6. Grmay (Eti) a 18’22’’; 7. Felline a 20’01’’; 8. Herrada (Spa) a 22’31’’; 9. Elissonde (Fra) a 23’51’’.

La classifica per squadre a tempi prende in considerazione i primi tre corridori di ciascuna squadra. La somma dei loro tempi determina il tempo di squadra. Class.: 1. ASTANA 60.39’05’’; 2. Bmc a 43’’; 3. Sky a 2’23’’; 4. Tinkoff a 3’43’’; 5. Movistar a 5’14’’; 6. Cannondale-Garmin a 15’54’’; 7. Lotto Soudal a 25’09’’.

La classifica a squadre a punti si basa sui punti presi dalle squadre in più classifiche coi piazzamenti dei ciclisti. Class.: 1. ORICA 169 punti; 2. Astana 127; 3. Bmc 100; 4. Sky 98; 5. Southeast 98; 6. Lampre-Merida 88; 7. Iam 87; 8. Lotto Soudal 79; 9. Trek 68; Tinkoff 66; 11. Lotto NL-Jumbo 56; 12. Cannondale-Garmin 54; 13. Androni 48.

La classifica Energia «Gdf Suez» premia il corridore che, luno l’intero Giro, avrà percorso più rapidamente gli ultimi 3 km di ogni tappa in linea. A ogni tappa si assegnano punti ai tre corridori più veloci. Class.: 1. Giovanni VISCONTI 4 punti; 2. Trofimov (Rus) 4; 3. Lagutin (Rus) 4; 4. Hofland (Ola) 4; 5. Greipel (Ger) 4; 6. Cataldo 2.


98° Giro d’Italia R Il vincitore

VENERDÌ 15 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

«C’È CHI VUOLE MORIRE. PRENDERE RISCHI COSÌ IN VOLATA NON HA SENSO» SACHA MODOLO 27 ANNI, LAMPRE-MERIDA

Gorilla Greipel fa 13 «Stavolta niente sbagli» «I Dietro di lui sei italiani

Claudio Gregori CASTIGLIONE DELLA PESCAIA (GROSSETO)

1Beffato a Genova, riscatto del tedesco al 13° centro nei giri Battuti Pelucchi, Modolo, Belletti, Nizzolo, Petacchi e Viviani

IL GIRO AI RAGGI X MAGLIA ROSA

ROSSA

AZZURRA

9/5

1a SAN LORENZO AL MARE-SANREMO (cronosquadre) 17,6 ORICA

GERRANS

-

-

MATTHEWS

10/5

2 ALBENGA-GENOVA

MATTHEWS

VIVIANI

LINDEMAN

MATTHEWS

DATA TAPPA a

KM ARRIVO 177 VIVIANI

BIANCA

11/5

3 RAPALLO-SESTRI LEVANTE

136 MATTHEWS

MATTHEWS

VIVIANI

KOCHETKOV

MATTHEWS

12/5

4a CHIAVARI-LA SPEZIA

150 FORMOLO

CLARKE

VIVIANI

KOCHETKOV

CHAVES

13/5

5 LA SPEZIA-ABETONE

152 POLANC

CONTADOR

VIVIANI

POLANC

ARU

Ieri

6a MONTECATINI T.-CASTIGLIONE DELLA PESCAIA 183 GREIPEL

CONTADOR

GREIPEL

POLANC

ARU

a

a

DATA TAPPA Oggi

7a GROSSETO-FIUGGI

Domani 8a FIUGGI-CAMPITELLO MATESE

KM DIFFICOLTÀ e GIUDIZIO GAZZETTA 264 186

17/5

9a BENEVENTO-SAN GIORGIO DEL SANNIO

18/5

RIPOSO a CIVITANOVA MARCHE

19/5

10a CIVITANOVA MARCHE-FORLÌ

200

20/5

11a FORLÌ-IMOLA (Autodromo Ferrari)

153

21/5

12 IMOLA-VICENZA (Monte Berico)

190

22/5

13 MONTECCHIO MAGGIORE-JESOLO

147

23/5

14 TREVISO-VALDOBBIADENE (crono individuale)

24/5

15 MAROSTICA-MADONNA DI CAMPIGLIO

25/5

RIPOSO a MADONNA DI CAMPIGLIO

26/5

16a PINZOLO-APRICA

174

27/5

17a TIRANO-LUGANO

134

28/5

18a MELIDE-VERBANIA

170

29/5

19a GRAVELLONA TOCE-CERVINIA

236

30/5

20a SAINT-VINCENT-SESTRIERE

199

31/5

21a TORINO-MILANO

178

a

a

a

a

215

59,4 165

** **** ****

Tappa-maratona, la più lunga. Ultimi 350 metri al 4%, adatti a Gilbert & C.

* *** *** * ***** ****

Si inizia la risalita dopo il primo riposo, spazio agli uomini da volata

***** * ** ***** ***** *

Tonale, Aprica, Mortirolo, Aprica: bastano i nomi. Saranno emozioni forti

Primo vero esame per i big, con l’infinita Forca d’Acero e i 13 km finali al 7% Più dura del previsto, si sale e scende di continuo: 4000 metri di dislivello

Tappa non facile: nel finale 3 volte il circuito Tre Monti e arrivo nell’autodromo Ultimi 60 km da fuoco e fiamme, i 1200 metri finali con punte all’11% Un biliardo: la quiete prima della tempesta, finale velocissimo, e le rotatorie... L’unica crono: 30 km piatti, poi 29,4 su e giù tra i vigneti. Molti qui perdono il Giro Ecco le Dolomiti: il Daone - salita e discesa - è da temere più di Campiglio

Giornata di recupero, via libera ai velocisti usciti sani e salvi dalle Dolomiti Il Monte Ologno (10 km al 9%; Gpm a 36 km dall’arrivo) è un trampolino Quasi 4800 metri di dislivello, per lo più negli ultimi 90 km con 3 salite da 20 km Si decide il Giro, il Colle delle Finestre con gli ultimi 9 km di sterrato fa paura Passerella finale a Milano dopo 2 anni: si passa dall’Expo, poi circuito in corso Sempione

3

33

● Le vittorie al Giro di André Greipel: prima di ieri, nel 2008 a Locarno e nel 2010 a Brescia

difficile. Abbiamo dovuto lottare per tenere la posizione, ma ci siamo riusciti. E stavolta io non ho sbagliato». Già a 3 chilometri dal traguardo Bal, in testa al gruppo, guidava il treno della Lotto Soudal, forte di quattro vagoni l’ultimo era Greipel, con la maglia di campione tedesco. La battaglia tra i vari treni è stata aspra. Ma, racconta Greipel: «La squadra è stata perfetta. Sander Armée aveva tirato tutto il giorno. Poi, nel momento cruciale, Adam Hansen ha condotto dai 1200 ai 600 metri. Poi Gregory Henderson ha tirato a lungo, prima che uscissi io. Devo ringraziare i miei compagni».

l Gorilla», forte e intelligente, non fallisce il secondo colpo. Trafitto da Viviani e Hofland a Genova, André Greipel ha respinto l’assalto di sei leopardi italiani Pelucchi, Modolo, Belletti, Nizzolo, Petacchi, Viviani – che invano lo hanno assalito. Li ha respinti in modo superbo, al termine di una volata difficile e cruenta di 150 corridori. Una mischia tremenda. Greipel era raggiante. Ha alzato le braccia al cielo nel gesto di trionfo. È il LA CADUTA Greipel non si è Re della Foresta. «È stato uno accorto della caduta, avvenusprint difficile, che abbiamo ta alle sue spalle in cui ad avegovernato negli ultimi tre chire la peggio sono stati Colli e lometri. Un successo esaltanContador. «Le cadute fanno te», ha detto. Ha abbracciato i parte del ciclismo. Ma spesso suoi compagni della Lotto si possono evitare. Per questo Soudal uno a uno. Si è trattato, ci vuole la collaborazione di infatti, di un capolavoro di tutti», ha detto «Il Gorilla». squadra. «Il Gorilla» ha fatto «Dobbiamo andare dal punto 13. Ha collezionato la 13a vitA al punto B. Ma ci muoviamo toria nei grandi giri: ha vinto, in uno spazio aperto, accessicon quella di ieri, 6 tappe al bile a tutti, la strada. Ci vuole Tour, 4 alla Vuelta e ora 3 al rispetto. Il rispetto tra i corriGiro d’Italia. Non solo, signore dori. Il rispetto del pubblico. delle volate, ha strappato a Vi«SPRINT DIFFICILE, LO Tutti quelli che sono con noi viani la maglia rossa di leader ABBIAMO GOVERNATO della classifica a punti. «A Gesulla strada debbono onorare NEGLI ULTIMI 3 KM: nova il traguardo è arrivato il fair-play». Si tratta della 26a IMPORTANTE RESTARE troppo tardi, così sono stato vittoria di tappa tedesca al Gisuperato da Viviani e Hofland. LONTANO DAI GUAI» ro. La prima avvenne a Udine O meglio ho sbagliato i tempi e il 15 maggio 1932: Hermann ho sprintato troppo presto. La ANDRÉ GREIPEL Buse arrivò solo con 11 minuti strada era in leggera salita, al 32 ANNI (FOTO BETTINI) di distacco, conquistò la ma2%, così sono stato rimontato. glia rosa, che portò fino a FogQui, invece, la misura era perfetta», ha detto gia. Rudi Altig, con 4 tappe, è il tedesco che ha Greipel. vinto di più. Greipel ora ne ha collezionate 3. Al via del Giro aveva dichiarato: «Il mio obiettiA TAVOLINO Si è trattato di una volata studiata vo è vincere una tappa». a tavolino. «Nella riunione del mattino sul bus Ed ora? «Proviamo a vincere la seconda». abbiamo studiato il piano. Avevo visto che «Achtung!» «Il Gorilla» sa moltiplicare le vittoc’erano alcune curve prima del rettilineo fina- re. Ha vinto 4 tappe nella Vuelta 2009 e 3 nel le. Era importante restare lontano dai guai e Tour 2012. Può diventare il tedesco più vincenallora abbiamo deciso di stare davanti», ha rac- te della storia del Giro. contato Greipel. «Restare davanti, però, è stato © RIPRODUZIONE RISERVATA

Caffè Motta, su di Giro!


34

Motomondiale R GP Francia

GARA ALLE 14 DIRETTA SU SKY

Domenica sul circuito Bugatti di Le Mans (4.185 m) si corre il GP di Francia, 5a tappa del motomondiale. Tutto in diretta su Sky Sport MotoGP HD e in differita su Cielo. OGGI Prime libere: 9-9.40 Moto3; 9.55-10.40 MotoGP; 10-55-11.40

VENERDÌ 15 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Moto2. Seconde libere: 13.10-13.50 Moto3; 14.05-14.50 MotoGP; 15.0515.50 Moto3. DOMANI Terze libere 9-9.40 Moto3; 9.55- 10.40 MotoGP; 10.55-11.40 Moto2. Qualifiche Moto3 12.35-13.15. Quarte libere MotoGP 13.30-14.

Qualifiche 1 MotoGP 14.10-14.25. Qualifiche 2 MotoGP 14.35-14.50. Qualifiche Moto2 15.05-15.50. DOMENICA Warm-up Moto3 8.40-9; Moto2 9.10-9.30; MotoGP 9.40-10. Gare: Moto3 alle 11 (24 giri) ; Moto2 alle 12.20 (26); MotoGP alle 14 (28).

GAZZETTA IT Tempo reale e risultati. GAZZETTA TV Approfondimenti e collegamenti con i nostri inviati. CLASSIFICHE MotoGP: 1 Rossi 82; 2. Dovizioso 67; 3. Lorenzo 62; 4. Marquez 56. Moto2: 1. Zarco 73. Moto3: 1. Kent 91.

Rossi: «Mai più come Jerez» 1«Là ho sbagliato strada. Da interista dico: brava Juve». Iannone: «Correrò coi calmanti» Filippo Falsaperla

Pedrosa, tanti dubbi «Il braccio destro? Non so come reagirà»

INVIATO A LE MANS (FRANCIA)

D

i nuovo lepre. Anche se durante l’ultima fuga ha dovuto limitare i danni, «ma non è il momento di giocare in difesa». Valentino nel Mondiale continua a recitare da protagonista. Gli altri steccano, lui martella: 4 podi su 4 con 2 vittorie. In classifica ha ancora un bel margine anche se gli avversari incalzano. «Allora subito al lavoro. Perché a Jerez abbiamo preso una strada che in gara ci ha portato a girare qualche decimo più lenti: venerdì pomeriggio ci siamo incaponiti con la gomma dura posteriore e abbiamo dovuto inseguire tutto il weekend». VERIFICA Non si può fare due volte di fila lo stesso errore. Allora da stamattina in carena a cercare la strada migliore. Anche se il tempo a tratti scarica catinelle d’acqua sul mare di motociclisti e di tende già in zona (sono giorni di vacanza, questi, in Francia) e rischia di rovinare la festa su un circuito, che tranne gli ultimi due anni, è sempre stato favorevole alla Yamaha. «I test di Jerez sono stati molto costruttivi. Abbiamo provato tanti piccoli particolari nuovi che ci hanno dato qualcosina in più. Soprattutto abbiamo lavorato sulla messa a punto che non avevamo trovato per la gara. Qui l’anno scorso Marquez era andato molto forte e anche se avevo fatto secondo, il distacco era stato grande». NEMICI In Spagna, due settimane fa, il martellatore era stato invece il suo compagno Jorge Lorenzo. I due suoi nemici più grandi, senza dimenticare Andrea Dovizioso, secondo in classifica. Uno strano triangolo che Valentino deve cercare di… allargare. «Rientra Pedrosa. A Jerez aveva preferito aspettare, ma se è qui, significa che si sente pronto. Magari dovrà riprendere il ritmo». Gli altri due ba-

● (f.f.) Dani Pedrosa che ride è un buon segno: «Anche se non so come mi sentirò dopo aver guidato». L’operazione al braccio destro è stata importante, ma aver saltato 3 gare gli ha fatto tornare la voglia. «Non ho guardato la tv. Per le terapie e perché soffrivo a veder correre gli altri. Prima di Jerez il dolore era ancora troppo grande. Nei giorni scorsi invece ho provato la motard e l’infiammazione sta regredendo, ma la MotoGP è un’altra cosa. Neppure Angel (Villamor, il chirurgo; n.d.r.) può prevedere il risultato».

Valentino Rossi, 35 anni, incappucciato in corsia box a Le Mans: il Motomondiale ha trovato freddo in Francia MILAGRO

stano e avanzano. Meglio soli (come Marquez) o… bene accompagnati (con Lorenzo)? «Le due situazioni presentano pro e contro, ma si bilanciano. Yamaha è contenta di avere due piloti forti che possono vincere. Per noi è un po’ più difficile. Ma con Jorge ormai siamo una coppia affiatata, ci conosciamo e riusciamo a gestire bene la situazione». PROVE Per tenersi in allenamento Valentino in settimana è stato a Misano. «La Yamaha mi ha dato in uso una R1M, moto fantastica. Siamo stati a girare coi ragazzi dell’Academy: buon allenamento, che ripeteremo, visto che abbiamo fatto un accordo con la pista. Serve e forse si rischia meno che con motard

e cross. Se ho provato la Ktm Moto3? Assolutamente no!», e il naso si allunga sopra una sonora risata. TIFO Il passaggio dalla pista al campo di calcio con Rossi è sempre facile. La super occasione della Juve è troppo ghiotta, anche se mancano i giornalisti spagnoli da sfottere. «Io sono interista, ma da italiano sono contento che abbiano vinto e che vadano a Berlino a giocarsi la finale. Ho visto la partita e capito fin dall’inizio che la Juve c’era, che poteva portare a casa la partita. Ora la finale… Sulla carta il Barcellona è più forte, ma in una partita secca può succedere di tutto, magari un episodio a inizio incontro… E poi si gioca in campo neutro».

DOLORE Ha decisamente meno voglia di sorridere Andrea Iannone, chiamato all’esame più duro dell’anno dopo la caduta di martedì nei test Ducati al Mugello. «Nelle azioni normali ho una mobilità della spalla sinistra quasi perfetta, ma sento tanto dolore. Ma quello si può controllare. Sicuramente dovrò prendere dei calmanti. Il dottore Zasa vorrebbe darmi subito una piccola dose, per vedere come reagisco e dormire un po’. Io preferisco fare il primo turno senza prendere nulla per capire come e dove mi fa male». L’incidente è stato forte. «Una semplice scivolata, ma appena entrato nella ghiaia alta ho iniziato a rotolare: da lì non ricordo più niente». © RIPRODUZIONE RISERVATA

Dani Pedrosa, 29 anni MILAGRO

I NUMERI

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● Tanti i GP iridati corsi a Le Mans. Il primo nel 1969: la gara della 500 fu vinta da Giacomo Agostini, che doppiò tutti in sella alla sua Mv Agusta.

4

● Lorenzo e Pedrosa sono i piloti che hanno vinto di più qui: Jorge 3 volte in MotoGP e una in 250; Dani ha trionfato una volta in 125 e MotoGP e 2 in 250

MOTOGRINGO RINGO di RINGO

IL DOTTORE DEVE CURARE GLI SPAGNOLI IN RIPRESA

G

ran Premio Infermeria! Iannone caduto nei test ha una spalla lussata, ma corre. Pedrosa ha l’avambraccio bionico e rientra. Marquez slowhand è guarito. Insomma, l’allegra brigata MotoGP torna a battersi a Le Mans al completo. Vi ricordo che in testa al Mondiale abbiamo un Dottore che ha il compito di mantenere le debite distanze dalla muta di spagnoli molto reattivi a Jerez. Ma parliamo delle Ducati che in Spagna hanno avuto un po’ di sfiga: se qui tornano in palla, possiamo contare su un confronto diretto di tre italiani contro tre spagnoli. Insomma, direi che se tutto va come sperato, al Mugello sarà «bordello» con uno scontro tra titani su e giù per le colline toscane, con noi che ci guadagneremo dei bei duelli magari all’Arrabbiata o alla Bucine, come veri assoli di chitarra alla Slash o alla Angus Young.E che rock sia! Ringo twitter @virginringo ringo@virginradio.it

I RIVALI DI VALENTINO

Marquez torna a caccia «Mignolo un po’ gonfio ma il morale è alto» 1Lorenzo: «Qui la Yamaha è stata forte pure nelle annate no» Dovizioso: «Recuperate le buone sensazioni prima di Jerez» Giovanni Zamagni LE MANS

F

iduciosi. Un classico del giovedì. Ma Andrea Dovizioso, Jorge Lorenzo e Marc Marquez hanno buoni motivi per esserlo. «Nei test al Mugello abbiamo trovato una messa a punto che mi fa essere ottimista anche per questo GP», dice sorridente Andrea. «La Yamaha qui è sempre andata

bene, anche in stagioni difficili: ora che la M1 è cresciuta, è ragionevole ipotizzare di essere competitivi», commenta Lorenzo. «Il mignolo sinistro è un po’ più grande del normale, ma ormai ho recuperato al 100%. Qui nel 2009 conquistai la mia prima pole (in 125; n.d.r.) e vinsi il primo GP in Moto2 (2011): sono dietro in classifica, ma non c’è panico, siamo a un buon livello», afferma Marc. Piloti e moto sono differenti, ma alla vi-

gilia lo stato d’animo è simile, così come l’obiettivo: almeno salire sul podio. DETERMINATO Tutti e tre pronti a infastidire il capoclassifica Valentino Rossi, a cominciare da Dovizioso, rinfrancato da due giorni di test al Mugello giudicati «molto positivi» dopo un GP di Spagna al di sotto delle aspettative. «Non abbiamo provato niente di particolare — spiega —, ma abbiamo recupe-

Da sinistra: l’iridato Marc Marquez, 22 anni, Jorge Lorenzo, 28 e Andrea Dovizioso, 29 MILAGRO

rato le buone sensazioni che avevo prima di Jerez, dove per cercare di migliorare la GP15 avevamo perso la giusta direzione. Anche se Le Mans è una pista molto differente dal Mugello, arrivo carico e ottimista: possiamo essere competitivi. Difficile dire a quale risultato si possa puntare, ma sono convinto che qui la Ducati può fare bene, anche se su questa pista, per diversi motivi, non è facile essere costanti, tenendo conto che

ci sono almeno 4-5 piloti che ogni GP si giocano la vittoria». IN FORMA Reduce da una strepitosa gara a Jerez, Lorenzo mostra la tranquillità di chi sa di avere il potenziale per conquistare qualsiasi risultato. «Ogni GP, però, si riparte da zero: qui è un’altra storia, curve e asfalto sono differenti… A Jerez abbiamo migliorato l’entrata in curva: se continueremo a essere così efficaci, si può fare bene,

considerando che la Yamaha qui è sempre andata forte e ha vinto tre delle quattro gare disputate quest’anno». CARICO Marquez è il più lontano, a -26 punti da Rossi. «Arrivo qui in una situazione molto differente rispetto al 2014 (a punteggio pieno dopo aver dominato le prime 4 gare; n.d.r.), ma non sono preoccupato, conosco il nostro potenziale». © RIPRODUZIONE RISERVATA


Formula 1 R L’intervista

VENERDÌ 15 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

La Philip Morris resta con Maranello per altri tre anni

Valtteri Bottas, 25 anni, è 5O nel Mondiale: due quarti posti in Bahrain e Spagna i migliori risultati 2015 GETTY IMAGES

● La Philip Morris resterà legata alla Ferrari sino alla conclusione del Mondiale 2018: lo sostiene Bloomberg. In realtà, fanno sapere da Maranello, il prolungamento dell’accordo che sarebbe scaduto a fine 2015 era già stato siglato (ma non ufficializzato) nel 2014. Per restare sponsor della rossa la multinazionale spenderebbe circa 160 milioni di dollari, 140 milioni di euro. Intanto lo Strategic Working Group di ieri è stato definito «costruttivo»: nulla di ufficiale ma ad esempio si sarebbe deciso di lasciare inalterate le dimensioni delle gomme (13 pollici) e di consentire (dal 2017?) l’uso libero da parte di ciascun team delle 4 mescole realizzate da Pirelli. Nulla di fatto invece per il quinto motore.

Bottas, futuro in rosso? «La Ferrari un mito ma...»

1Il finlandese a Londra: «Anche Mercedes e Williams grandi nomi

L’idolo dell’infanzia era Hakkinen. Ora ammiro Vale, straordinario»

Stefano Boldrini CORRISPONDENTE DA LONDRA

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a storia di Valtteri Bottas comincia a Nastola, paese di 15 mila abitanti nel Sud della Finlandia. «Avevo 5 anni, quando partecipai alla prima gara di kart. Quel giorno decisi che avrei fatto il pilota di F.1. Sono cresciuto col mito di Mika Hakkinen. Anche lui aveva cominciato coi kart». Era il 1994. Bottas oggi è uno degli emergenti della F.1. Alla guida della Williams sta dimostrando, gara dopo gara, di avere i numeri del pilota di qualità. Valtteri è un ragazzo tranquillo, che viene da una famiglia normale. Bottas sarà un uomo-mercato a fine stagione, il suo nome è spesso affiancato a quello della Ferrari ma gli ordini di scuderia nella serata londinese dedicata a uno sponsor sono di non parlare del futuro. L’aiuto della sua famiglia è stato determinante?

LA MERCEDES È DAVANTI MA LA ROSSA È VICINA E NOI CRESCIAMO VALTTERI BOTTAS PILOTA WILLIAMS

«Senza i miei genitori non sarei arrivato a questi livelli. Non sono ricchi, ma mi hanno sostenuto con i consigli giusti. Sono stati bravi a indicarmi le persone affidabili e ad aiutarmi a trovare gli sponsor». Il momento in cui ha detto «posso farcela»? «Il 2008. Vinsi la Formula Renault Eurocup e mi resi conto che la F.1 non era un sogno».

CELEBRAZIONE IL 23 LUGLIO

La Finlandia è terra di grandi piloti: la sua spiegazione? «Il nostro circuito kart è di alto livello e molto selettivo. Chi vince, e va avanti, ha buone possibilità di diventare un pilota importante. L’altra ragione è nella nostra natura: abbiamo ottime strade, ma guidare sul ghiaccio diversi mesi dell’anno ci aiuta. È un’ottima scuola». Ha un debole per altri sport? «Ho giocato a hockey su ghiaccio almeno dieci anni, ma non ho mai pensato che potesse essere quella la mia strada». Che cosa rappresenta la Ferrari? «È un marchio di grande fascino, famoso nel mondo. Il colore rosso alimenta il mito. In F.1 esistono però altre icone: la Mercedes e la Williams». Il favorito del Mondiale? «La Mercedes è ancora davanti, ma il divario si è accorciato. La Ferrari è più vicina e anche la Williams ha margini di miglioramento».

PARTITA DA BRESCIA

Hall of Fame dell’auto Entra Montezemolo ● Luca di Montezemolo entra nella Automotive Hall of Fame. La cerimonia si terrà il 23 luglio a Detroit (Usa) quando l’ex presidente della Ferrari riceverà il prestigioso riconoscimento «per aver riaffermato il prestigio del marchio, restituendo alla Scuderia Ferrari il dominio sul campionato Mondiale e affermando al tempo stesso il brand Ferrari come potenza

Luca Montezemolo, 67 anni ANSA

globale». Montezemolo, sotto la cui presidenza la Ferrari ha vinto 14 titoli Mondiali (8 costruttori e 6 piloti) oltre a 118 gran premi, è il settimo italiano ad entrare nel club: prima di lui Giovanni Agnelli, il fondatore della Fiat (2002), Nuccio Bertone (2006) Ettore Bugatti ed Enzo Ferrari (2000), Giorgetto Giugiaro (2002) e Sergio Pininfarina (2007). A Detroit con Montezemolo saranno premiati Ratan Tata, che ha acquistato i marchi Jaguar e Range Rover, rilanciandoli e Roger Penske, fondatore e gran capo della Penske Corporation, leader mondiale nel trasporto. Penske è pure titolare di un team che ha vinto ben 15 volte la 500 Miglia di Indianapolis. La Automotive Hall of Fame è una associazione statunitense fondata nel 1939.

I rapporti con Felipe Massa? «Eccellenti. L’obiettivo comune è aiutare la Williams a essere competitiva. Sul piano personale, un compagno con la sua esperienza per me è solo un vantaggio».

CRAM MOTORSPORT SI FA IN TRE

È stato la fucina di una generazione di fenomeni degli anni ’90 e di tutto il decennio successivo, forgiando dei talenti come Tony Kanaan, Enrique Bernoldi, Zsolt Baumgartner e poi Felipe Massa, José María Lopez, Pastor Maldonado e Jérome D’Ambrosio. Solo alcuni dei piloti che hanno iniziato con il team della famiglia Rosei la loro carriera nelle categorie “minori”, per approdare successivamente in F.1, nella Indycar e nel Mondiale Turismo. Il nome della Cram Motorsport ritorna oggi in auge nella Formula Renault 2.0 ALPS e la squadra di Erba quest’anno si è fatta… in tre, puntando sui giovanissimi Matteo Ferrer, Travis Jordan Fischer e Vasily Romanov. Debutto con la lode per il primo, nel round inaugurale di Imola, dove ha raccolto un settimo e un sesto posto. Ma Romanov (19 anni, passaporto russo) ha fatto ancora meglio e in Gara 2 ha concluso quarto, mentre l’americano è entrato nella top-10. Un’ottima “ripartenza” in vista di importanti traguardi futuri.

Dove può migliorare la F.1? «Credo che debba essere più vicina ai tifosi che vogliono una F.1 più spettacolare». Nel rapporto uomo-macchina chi prevale? «La miglior macchina non vincerà mai se non è guidata da un grande pilota. Il capitale umano è l’aspetto più importante». Il dramma di Schumacher? «Una tragedia. Pensare a quanto ha rischiato nella vita e a che cosa gli sia accaduto fa male». Lo sportivo che ammira di più? «Valentino Rossi. Straordinario. Ma non ho mai pensato alle moto».

ARTA ENGINEERING RINNOVA IL “CONTRATTO” CON L’ALPS

© RIPRODUZIONE RISERVATA

TACCUINO MONDIALE TURISMO

Libere: domina Lopez

Mille Miglia Con Moss e la... Stella ● (mar.ge.) È scattata ieri da Brescia la 33a Mille Miglia storica. Al via 438 vetture: 4 tappe con arrivi a Rimini, Roma, Parma e ritorno a Brescia. Novità il passaggio domenica all’autodromo di Monza. Tra i vip Stirling Moss, a 60 dalla sua vittoria record, Martina Stella in coppia con Stefano Marzotto su una Lancia Aurelia B20 GT 2500 del ‘53. Al via mancavano Ralf Schumi e Javier Zanetti.

● (an.gat.) Dominio Citroën nelle libere sul vecchio Nürburgring che ospita la 4a prova del Wtcc. Josè Maria Lopez ha coperto i 25 km in 8’41”192 davanti a Loeb e Müller; 5ò Tarquini (Honda), 11o D’Aste (Chevrolet). Oggi (18.20) la pole, domani dalle 11.15 le gare. Diretta su Eurosport.

EURO F.3

Vai Giovinazzi ● (an.gat.) Antonio Giovinazzi difende la leadership nella 3a tappa dell’Euro F3 a Pau (Spa) Il pugliese (106 punti) ha 5 lunghezze di vantaggio sul debuttante Leclerc e 14 su Rosenqvist. Domani qualifiche, sabato le prime due manche, domenica la terza. TORNA KUBICA — Sarà al via del Rally di Portogallo (21-24 maggio) con la Ford Fiesta.

Quinto anno nella Formula Renault 2.0 ALPS per la Arta Engineering, che dal 2011 ad oggi ha visto avvicendarsi sulle sue monoposto ben 15 piloti: un vero record. La squadra di Arnaud Tanguy punta nel 2015 sull’australiano James Allen, 18 anni, alla seconda stagione nella categoria in cui, in occasione del primo appuntamento di Imola ha evidenziato subito una buona crescita entrando nella zona punti. Assieme a lui, il francese Amaury Richard, che sul Santerno ha fatto il suo debutto nella categoria. Ma i riflettori sono adesso per Pau, la gara di casa, dove la squadra di Teloche gioca la carta di Matthieu Vaxivière, protagonista nella F.Renault 3.5 ed occasionalmente al suo ritorno nella stessa serie in cui aveva esordito nel 2012.

www.renaultsportitalia.it

a cura di RCS MediaGroup Communication Solutions

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ITAL A Internazionali Bnl

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L’«azzurra» Hsieh ● Erano 18, impegnati tra singolari e doppi: è rimasta solo Flavia Pennetta. Sì, c’è ancora un’italiana in gara al Foro Italico: l’azzurra ha vinto ieri il secondo turno di doppio con la Hsieh (Taipei), battendo 10-2 al long tie-break la coppia Aoyama-Voracova. E oggi, nei quarti di finale, sul Pietrangeli affronterà la coppia russa Kudryavtseva-Pavlyuchenkova.

Fognini, arrivederci Roma Un k.o. con tanti applausi

L’ANNUNCIO

1Si arrende a Berdych in tre set ma ritrova gioco e fiducia «Sono uscito a testa alta e mi è rimasto un bel languorino»

«Presto sposi» Lo dicono i papà di Flavia e Fabio

Vincenzo Martucci ROMA @VinceMartucci

B

entornato, grazie, onore al guerriero sconfitto, questo è il Fognini che il tennis e la gente vogliono. Anche se ha perso, anche se si è arreso al tie-break del terzo set al numero 5 del mondo, Berdych, Fabio ricorderà con enorme piacere il dolce applauso dei 5000 e più che accalcano il campo Pietrangeli, abbracciati per 2 ore 34 minuti alle statue di marmo e all’ultimo singolarista in gara al Foro. «L’anno scorso, da 15 della classifica, la gente, qui a Roma, aveva tantissime aspettative e voleva che spaccassi il mondo, quest’anno invece ho ricevuto solo applausi ed aiuto, e io ho proprio bisogno di questo per lottare. Come mi è successo anche a Napoli in coppa Davis. Loro hanno aiutato me e io ho aiutato loro, loro mi seguono e io seguo loro. Perciò adesso questa sconfitta mi fa male e mi lascia un languorino in bocca, ma sono uscito a testa alta, e devo vedere il bicchiere mezzo pieno». Basta cortocircuiti, Fabio si batte con cuore, qualità e continuità: «Ho dato tutto, purtroppo non è bastato». Conquista due punti (99 a 97) in più del bell’atleta ceco, top ten dal luglio 2010, ha più palle-break (10 a 4) e ha anche una miglior percentuale di punti con la prima di servizio (81% a 69%), ma paga dazio contro la potenza di Tomas-bazooka, scontando le occasioni mancate. «Più che al tiebreak, sull’1-0, la chance è stata quella nel primo game del terzo set, quando lui ha avuto un calo al servizio, che poi ha ritrovato.

1«Entro un anno. A giugno 2016,

prima delle Olimpiadi, e poi andranno in viaggio di nozze a Rio»

Emiliano Pozzoni ROMA

M E, in fondo, sul mini-break, ho fatto la cosa giusta, sono andato avanti e ho sbagliato una volée non facile». SCIOLINA La falsa partenza gli costa in pratica il primo set. «Ho cambiato scarpe, scivolavo troppo, ma ho anche perso un game da 0-30 lui e un altro da 30-15 io, e sono stato subito 0-3, con un set in salita». In realtà, oltre alla sciolina, sbaglia anche tattica, insistendo troppo sulla diagonale di rovescio, e fallisce lui almeno due delle quattro pallebreak per raddrizzare la situazione ed evitarsi il 6-3. I famigliari soffrono, con la fidanzata, Flavia Pennetta, tutta sola nella famosa «buca» dell’ex centrale e i papà tifosi, Fulvio (Fognini) e Oronzo (Pennetta), che duettano. Sotto il bombardamento del

ceco, Fabio non trova il suo timing, sbaglia, scivola 0-2 anche nel secondo set: «Ho trovato la via d’uscita nella tattica che avevo in mente dall’inizio, giocandogli nella parte destra del campo e portandolo in avanti, perché lui è molto alto». Così, d’incanto, per la gioia del pubblico che si ricarica, dopo un’ora in trincea, l’azzurro ritira fuori la testa e, 50 minuti dopo l’ultima palla-break, non solo si prende il primo servizio dal totem biondo ma, col parziale di 14 punti a 1, sale addirittura 5-2. Viatico del 6-3 che riapre la partita. OCCASIONE Sul 40-0 del primo game, Berdych si incarta con tre doppi falli e sbracciate scomposte da fondo, offrendo il fianco a due palle-break. Si salva solo perché Fabio manca un paio di

rovesci e una smorzata. Ma poi alza ancora, e di tanto, il livello, vanifica due miracoli di rovescio di quel gatto d’italiano ed arriva al tie-break più carico. Ha anche più fiducia perché quest’anno ha perso solo contro i primissimi: Ferrer, Murray, Wawrinka, Djokovic, Federer e Nadal. Mentre Fabio, che è sceso al 31, risorge solo ora: «La voglia c’è, è tornato il gioco, e anche il feeling per lottare, ho lasciato l’anima in partita». Perciò, se pure manca la volée alta di rovescio, e si spegne in pratica sul 2-2, incassando il sanguinoso 7-2 finale, guarda fiducioso al Roland Garros: «Devo cogliere l’occasione per buttar giù qualche portone, devo tenere quest’attitudine un’altra settimana». Parigi val bene una messa. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Fabio Fognini, 27 anni, numero 31 del mondo. In alto: Flavia Pennetta (33) LAPRESSE

urray si è sposato e non sbaglia più un colpo; Djokovic è diventato papà e il suo piedistallo è più solido che mai; Federer dedica parole incantevoli alla sua famiglia. E Flavia Pennetta-Fabio Fognini? Lo scopriremo presto. I rispettivi genitori hanno infatti confermato la notizia che era nell’aria: Fabio sposerà Flavia. A confessarlo è Fulvio Fognini, il padre di Fabio. «Si sposeranno presto, entro un anno» dice nell’area lounge della Gazzetta agli Internazionali. La conferma arriva poco dopo da papà Pennetta, Oronzo, che ha appena assistito alla vittoria di Flavia nel doppio con la Hsieh: «Si sposano prima delle Olimpiadi. A giugno del 2016. E poi andranno in viaggio di nozze a Rio de Janeiro. Chissà che non ci scappi anche qualche medaglia...». È visibilmente felice il padre di Flavia e durante l’intervista doppia tra i genitori scherza: «Il suo sogno? Avere dei figli, purtroppo». Ride. «No, non purtroppo, scusate. È da quando ha vent’anni che vuole dei figli e penso che tra un paio d’anni arriveranno». Fabio e Flavia sono diventati una coppia solida e riservata. Lei preferisce evitare le domande su di lui: tende a mascherare le risposte con il solito sorriso solare. Per lui garantisce il padre di Flavia: «E’ un bravissimo ragazzo. E Flavia lo aiuta molto quando gioca. Si guardano, lo incoraggia sempre. Hanno messo su casa a Barcellona e spesso si vedono in Liguria o a Brindisi. Anche le nostre famiglie sono molto legate ormai. Si vede che stanno bene insieme». Parola di papà.

SUL CAMPO 6

TUTTO SUL TORNEO DUE APPUNTAMENTI IN DIRETTA DAI CAMPI ● Da quest’anno l’offerta della Gazzetta, per gli Internazionali d’Italia, triplica. Oltre a giornale e gazzetta.it c’è anche la televisione, con due appuntamenti imperdibili. Ogni giorno alle 11.30 e alle 20 si parla del torneo a «Qui Foro Italico», la trasmissione di GazzettaTv che va in onda sul canale 59 del digitale terrestre. In studio, oltre alle firme della Gazzetta, giocatori, allenatori e personaggi del mondo dello sport. Insieme commentano i risultati e i fatti più salienti, giorno dopo giorno, anche con l’ausilio delle immagini dei match più significativi. Gli Internazionali di Roma hanno poi uno spazio in tutte le edizioni del Tg Gazzetta news.

Oggi comincia anche il torneo in carrozzina ● Sarà la sfida fra l’olandese Tom Egberink, attuale numero 9 del ranking mondiale, e l’austriaco Martin Legner, uno dei più longevi giocatori nel circuito, ad aprire questa mattina alle 10 la sesta edizione del Trofeo Internazionali Bnl d’Italia, tappa di categoria ITF2 con montepremi di 13.000 dollari e inserita nel circuito mondiale «Uniqlo Wheelchair Tennis Tour». Al pomeriggio (dalle 14) l’azzurro Fabian Mazzei, numero 28 al mondo, trova il britannico Alfie Hewett, a 17 anni uno dei giovani più forti del tennis in carrozzina. A chiudere la giornata la partita fra David Phillipson, n.18 della classifica mondiale, e l’azzurro Luca Arca, numero 61.


VENERDÌ 15 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

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Il ceco trova Roger ● Dopo aver superato il nostro Fabio Fognini, il numero 5 al mondo Tomas Berdych trova Roger Federer. Lo svizzero, numero 2 al mondo, ieri ha battuto il sudafricano Anderson. Roger Federer non è mai riuscito a conquistare gli Internazionali d’Italia.

● Gli italiani ancora in gara in singolare agli Internazionali d’Italia. All’inizio erano in 15: 8 uomini e 7 donne. Fognini l’unico ad approdare agli ottavi di finale. Hanno superato un turno Donati, Errani e Knapp.

Federer e Nadal non tradiscono Nole è un diesel

tato gli errori, ho recuperato buone palle soprattutto con il passante». Era la sua 50a partita a Roma, il bilancio è un abbacinante e incredibile 47-3: «In passato, quando vincevo moltissimo sul rosso, non l’ho mai considerata una cosa normale, ma qualcosa di assolutamente speciale. Per questo devo accettare tutte le sfide che mi si presentano, sapendo che arrivano settimane buone ed altre cattive, però con la motivazione di trovare sempre la via giusta».

1Roger e Rafa: Roma già sogna una semifinale vecchio stile, mentre Djokovic vince in rimonta

Riccardo Crivelli ROMA

I

l pubblico di Roma, se non ci fosse, bisognerebbe inventarlo. Perché in una giornata in cui il torneo palpita altrove, fuori dal Centrale, cioè sul Pietrangeli da Fognini e in sala stampa con i forfeit di Serena e Murray, alle nove di sera la battuta della settimana sgorga improvvisa dal genio di uno spettatore non particolarmente attizzato, come tanti del resto, dai 4 match fin lì andati in scena sul campo principale: «Aho, ma nun ce potevate mette la Bellucci vera?». Le risate che come un diapason cominciano ad allargarsi a tutta la tribuna hanno il potere di risvegliare dal letargo un Djokovic sonnacchioso, che contro il Bellucci giocatore, numero 68 del mondo, ha appena regalato il primo set e sembra incapace di leggere le velenose traiettorie di dritto del coetaneo do Brazil. La seconda ora di gioco, così, torna a non avere storia come era nei pronostici, anche se il numero uno continua ad essere troppo falloso e nervoso, pur con gambe assai reattive. TABELLONE SLAM Papà Nole, al 19° successo consecutivo in stagione, avrà bisogno di ben altra consistenza contro Nishikori, il giapponese di Florida re dell’understatement ma ormai rivale assai tignoso sulla terra. Un quarto nobile, che rivaleggia per blasone con quelli della parte bassa del tabellone, degni davvero di un quinto Slam, con tre vincitori di Major

e un finalista di Wimbledon, in s o l d o n i Na d a l c o n t r o Wawrinka e Federer contro Berdych. Roger, che manco doveva starci a Roma, ha già fatto meglio dell’anno scorso (uscì al 2° turno da Chardy) e sta mostrando una condizione atletica spumeggiante. Il numero due del mondo si incarta un po’ al momento di mettere all’angolo lo spilungone Anderson, facendosi recuperare da 5-2 a 5-5 nel secondo set, ma non dà mai l’impressione di trovarsi in pericolo: «Perché ho deciso di giocare questo torneo? Nella testa di un tennista passano tante cose, dopo Madrid mi sono reso conto che poteva essere un’opportunità, credo occorra essere flessibili e proporre aggiustamenti al proprio programma e al proprio fisico, questo era lo scenario ideale dopo l’eliminazione precoce a Madrid». E poi la città lo ama, forse fin troppo: «Succede, nelle grandi piazze. Gente che vuole autografi e foto, amici che chiedono di te. Ma la soluzione qual è? Andarsene? A volte sei felice solo quando tutto finisce».

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● I titoli agli Internazionali d’Italia di Novak Djokovic. Il numero 1 al mondo è campione in carica. Ha vinto anche nel 2008 e nel 2011.

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● I successi di Rafa Nadal agli Internazionali d’Italia. Il mancino di Manacor ha vinto la prima volta nel 2005 e l’ultima nel 2013.

IL QUINTO INCOMODO L’ultim a vo l t a c h e i n c r o c i ò Wawrinka, il rivale di oggi, in palio c’era un torneo dello Slam, gli Australian Open 2014, e lo svizzero lo batté per l’unica volta in 13 incontri. Ricordi amari e sanguinosi. Allora, peraltro, pareva che Stanimal potesse insediarsi stabilmente nel meraviglioso mondo dei Fantastici Quattro, ma il 2015 non è stato altrettanto prodigo di sorrisi, con il doloroso strascico del divorzio condito da polemiche e accuse (a lui) di adulterio. Per dire: lo svizzero di scorta, prima di ieri, non aveva vinto due partite consecutive nello stesso torneo da Rotterdam in febbraio. Malgrado pantaloncini rivedibili, Stan the Man rinfodera le velleità dell’austriaco Thiem, talentino che si farà. Nel 2008, proprio a Roma, Wawrinka giocò la finale e per la prima volta entrò nella top ten. L’ispirazione, a volte, può tornare dal passato. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Novak Djokovic, n.1 al mondo, compie 28 anni il 22 maggio ANSA

Rafa Nadal, numero 7 al mondo, ha 28 anni e 14 titoli Slam AFP

IL DUELLO Lo si sussurra ancora a bassa voce, ma l’idea di una semifinale vecchio stile e vecchi tempi contro Nadal comincia a far tremare la terra del Foro. Rafa stampa due break chirurgici in faccia all’altro gigantone Isner, uno per set, diventando il primo a strappare il servizio all’americano dopo 86 turni di battuta( l’ultimo, peraltro, era stato sempre lui, a Montecarlo). Un altro passo verso il paradiso perduto: «Ho giocato bene da fondo, ho limi-

RISULTATI E PROGRAMMA Djokovic e Sharapova nel pomeriggio mentre in serata Nadal sfida Wawrinka Doppio: sul Pietrangeli c’è la Pennetta Terzultimo giorno degli Internazionali d’Italia (Roma, 3.830.000 euro, terra). UOMINI Singolare, 3° turno: Federer (Svi) b. Anderson (S.Af) 6-3 7-5; Berdych (Cec) b. FOGNINI 6-3 3-6 7-6 (2); Nadal (Spa) b. Isner (Usa) 6-4 6-4; Wawrinka (Svi) b. Thiem (Aut) 7-6 (3) 6-4; Ferrer (Spa) b. Garcia-Lopez (Spa) 6-1 6-3; Goffin (Bel) b. Murray (GB) rit.; Nishikori (Gia) b. Troicki (Ser) 6-4 6-3; Djokovic (Ser) c. Bellucci (Bra) 5-7 6-2 6-3. DONNE Singolare, 3° turno: Halep (Rom) b. V. Williams (Usa) 6-2 6-1; Dulgheru (Rom) b. Makarova (Rus) 6-4 6-3; Kvitova (Cec) b. Jankovic (Ser) 6-3 6-2; Suarez Navarro (Spa) b. Bouchard (Can) 6-7 (2) 7-5 7-6 (7); Sharapova (Rus) b. Jovanovski (Ser) 6-3 6-3; Gavrilova (Rus) b. Bacsinszky (Svi) 6-4 7-6 (0); McHale (Usa) b. S. Williams (Usa) rit. Doppio 2° turno: Hsieh/PENNETTA (Tai-Ita) b. Aoyama/ Voracova (GiaCec) 7-5 2-6 10-2; Kudryavtseva/ Pavlyuchenkova (Rus-Rus) b. Halep/SCHIAVONE (Rom-Ita) 6-4 6-4.

OGGI Campo centrale, ore 12: Dulgheru (Rom) c. Halep (Rom). Non prima delle 14: Berdych (Cec) c. Federer (Svi). Non prima delle 16: Djokovic (Ser) c. Nishikori (Gia). Non prima delle 19.30: Sharapova (Rus) c. Azarenka (Bie) o Begu (Rom). Non prima delle 21: Wawrinka (Svi) c. Nadal (Spa). Grandstand, ore 12: Goffin (Bel) c. Ferrer (Spa). Non prima delle 14: Suarez Navarro (Spa) c. Kvitova (Cec), a seguire McHale (Usa) c. Gavrilova (Rus). Pietrangeli, ore 11: Garcia/Srebotnik (Fra-Slo) c. Dabrowski/Rosolska (CanPol), a seguire Kudryavtseva/ Pavlyuchenkova (Rus-Rus) c. Hsieh/PENNETTA (Tai-Ita); Kyrgios/ Sock (Aus-Usa) c. Dodig/Melo (CroBra), Rojer/Tecau (Ola-Rom) c. Cuevas/Marrero (Uru-Spa), Anderson/Chardy (S.Af-Fra) c. Cabal/Farah (Col-Col). TV diretta su Sky Sport e SuperTennis (tutti i quarti femminili e WawrinkaNadal).

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Tennis R Internazionali d’Italia

VENERDÌ 15 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

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Andy e Serena, fantasmi del Foro 1Murray e Williams si ritirano per riposare in vista di Parigi. E c’è chi chiede il rimborso gno di andare a casa (dalla moglie Kim, sposata poco più di un mese fa, ndr) e dormire, poi andrò a Parigi». Meno allusioni sul discorso Grandstand, ma un dettaglio: oggi, Murray festeggia il suo 28° compleanno. E se Kim gli avesse promesso una torta? L’amore conta, canta Ligabue: erano due anni che non si viveva una situazione così grottesca. Nel 2013, fu Maria Sharapova a lasciare Roma, sempre prima dei quarti, sempre per un malessere non meglio precisato, forse per raggiungere l’allora neo-fidanzato Dimitrov, eliminato al 2° turno.

Davide Stoppini Marco Calabresi ROMA

I

70 minuti che hanno sconvolto gli Internazionali d’Italia iniziano alle 13.40, quando viene annunciata l’imminente conferenza stampa di Andy Murray: si capisce subito che c’è qualcosa di strano, i giocatori parlano dopo la partita, non prima. Il motivo? Presto spiegato: lo scozzese deve ritirarsi. Pazienza, avrà pensato chi sul Grandstand ha appena finito di vedere Ferrer battere il connazionale Garcia-Lopez: adesso restiamo qui e ci godiamo Serena Williams. Che però sul campo che porta il nome di SuperTennis, la tv della federazione, non ci arriverà mai: dopo i trionfi del 2013 e del 2014, non gioca neppure gli ottavi. Lì, dovevano giocarsi 5 incontri, diventano 3: per riempire, viene spostato il match tra Kvitova e Jankovic, previsto sul campo n°1, ma è una beffa, tanto che c’è persino chi si informa negli info point (che vengono solitamente utilizzati per fare l’«upgrading» dei biglietti, da Ground a Grandstand o Centrale) per chiedere il rimborso del tagliando. CALENDARIO Su Twitter, però, comincia a infoltirsi l’esercito delle malelingue: e se Serena si fosse ritirata perché non le è stato riservato il Centrale? Uno, due, dieci, cinquanta commenti simili: «Nessun numero uno

Lo scozzese Andy Murray compie oggi 28 anni: n. 3 del mondo AP

10

● I match giocati da Andy Murray negli ultimi 12 giorni. Lo scozzese aveva saltato il torneo di Montecarlo per il matrimonio con la fidanzata Kim Sears.

2

● I titoli conquistati sulla terra rossa da Andy Murray, entrambi nelle ultime due settimane: a Monaco contro Kohlschreiber e a Madrid dove ha battuto Nadal

VOLÉE DI ROVESCIO PAOLO BERTOLUCCI

gioca sul Grandstand». La versione ufficiale, invece, è un problema al gomito destro, «cominciato a Madrid – spiega Serena –. Non è stata una decisione facile, ma in chiave futura è la migliore per me. Amo Roma (tanto che nei giorni scorsi, con la sorella Venus e la Wozniacki ha pranzato in un ristorante a due passi dal Vaticano, ndr) e i tifosi sono speciali: volevo difendere il titolo, ma devo fare il meglio per la mia carriera». Che, tradotto, vuol dire non rischiare di saltare il Roland Garros: si torna al solito problema, di un calendario sulla terra troppo compresso (con Roma che, non a ca-

Serena Williams, 33 anni, numero 1 del mondo e 66 titoli Wta GETTY

so, da anni chiede più spazio), che porta i giocatori a dover fare delle scelte. Prima Madrid, poi il Foro Italico, infine Parigi in un tabellone a 128. Tanti sono macchine, non tutti. Andy Murray, da Madrid, ci era arrivato da vincitore e da vincitore aveva iniziato gli Internazionali, battendo il francese Chardy (che non deve averla presa bene…). Tutto bene mercoledì, non ieri mattina: «Dopo 40 minuti di allenamento, ho accusato molta stanchezza. Sono state settimane intense per me: ho giocato 10 match in 12 giorni, non mi era mai capitata una stagione così sulla terra. Ho biso-

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LO SCOZZESE ORA È MATURO AL ROLAND GARROS PER VINCERE

Lo scozzese Andy Murray ha vinto Wimbledon nel 2013

«M

i sento fiacco volevo giocare questo torneo ho giocato una buona prima partita ma sento che ho bisogno di riposare e recuperare per Parigi» con queste parole Andy Murray ha giustificato il suo ritiro al torneo di Roma che perde così uno dei favoriti per la vittoria finale. Si ripropone l’assoluta necessità da parte dell’Atp di rivedere il calendario tennistico. Un peccato perdere Murray che, è vero, ha impiegato forse troppo tempo per prendere coscienza dei proprio mezzi e far valere il talento anche sulla terra battuta ma che al fine ce l’ha fatta. I consigli della Mauresmo e gli ultimi allenamenti sotto la guida di Bjorkman avevano fatto breccia nella testa dello scozzese fino a

convincerlo a modificare la strategia tattica. Negli ultimi anni solo in alcune circostanze Andy aveva dato segnali incoraggianti sul rosso. Alla ritrovata attitudine nella fase difensiva non aveva unito un giuoco aggressivo. Si accontentava di svolgere il compitino senza prendere in mano lo scambio. Per sua fortuna ha capito il problema ha smesso di lottare con la palla ha trovato angoli acuti e ha lasciato libera la morbida mano. Adesso prende di petto la situazione si spinge in avanti osa con la smorzata e gioca con disinvoltura la volèe. A Monaco e a Madrid ha superato due esami importanti e dopo questo breve riposo potrebbe presentarsi a Parigi per ritirare la laurea anche sul rosso seppur partirà come terzo favorito.

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● Le vittorie di Serena Williams agli Internazionali d’Italia. La numero 1 al mondo ha alzato il trofeo la prima volta nel 2002 poi nel 2013 e 2014.

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● I titoli dello Slam conquistati da Serena Williams. Nel dettaglio: 6 Australian Open, 2 Roland Garros, 5 Wimbledon e 6 Us Open.

BEFFA AZZURRA Nei quarti ci sono il belga Goffin che ha approfittato del ritiro di Murray e oggi affronterà Ferrer, e l’americana McHale, che in una sfida tra qualificate se la vedrà con la Gavrilova, che l’altro ieri aveva fatto fuori Ana Ivanovic. Due forfait eccellenti esattamente nello spicchio dei tabelloni dove c’erano gli italiani: non tanto Arnaboldi, che se avesse battuto Goffin si sarebbe trovato davanti Tsonga (un altro che se incrocerà Murray, proverà a vendicarsi), quanto Sara Errani, che battendo la McHale si sarebbe qualificata ai quarti e nello stesso tempo evitato di riaffrontare Serena Williams, con cui l’anno scorso giocò una finale da infortunata. Durò 74 minuti, quattro in più del doppio misto di ritiri di ieri, ma nessuno si azzardò a pensar male. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Tennis R Internazionali d’Italia

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Halep, umiltà e fantasia «Ho tanto da imparare»

1La numero 2 al mondo: «Non sono in cerca di attenzioni, capisco che

Serena e Maria ne abbiano più di me, forse quando vincerò uno Slam...» Riccardo Crivelli ROMA

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icono che Virginia Ruzici, la prima grande giocatrice romena della storia (vittoria a Parigi nel 1978 e tre finali perse a Roma), fosse un’abilissima lettrice di tarocchi, prevedendo addirittura successi e sconfitte delle colleghe. Perciò, quel vaticinio sulla connazionale Halep il giorno che scelse di farle da manager («Ho preso con me una ragazza che un giorno conquisterà uno Slam») attende solo la convalida, dopo il colpo quasi riuscito al Roland Garros dell’anno scorso (Simona venne battuta in finale dalla Sharapova). Numero due del mondo, 11 tornei vinti in due anni, ormai stella luminosissima del circuito, la Halep sta uscendo solo ora dal cliché più ritrito su di lei: la giocatrice che si è ridotta il seno quando aveva 18 anni. Parliamone per l’ultima volta, avvenne nel 2009... «Il seno era troppo grande e io facevo fatica a muovermi bene in campo, era un peso. Per il mio tennis è stata una decisione giusta, la rifarei». Due anni fa, proprio qui a Roma, lei raggiunse la semifinale partendo dalle qualificazioni. Da lì, non si

è più fermata. Cosa è cambiato? «Le vittorie ti danno fiducia e quando scendi in campo senti di potertela giocare con tutte. E poi sono diventata più coraggiosa, prima giocavo bene ma prendevo pochi rischi». E come persona, come si sente cambiata? «Ho più esperienza, prima sono entrata tra le 20 più forti al mondo, poi tra le prime dieci, è stato qualcosa di graduale e ora affronto i match con lo spirito giusto». Visti i successi e la posizione in itare classifica, non crede di meritare più considerazione? «Uhmm, bella domanda. Io sono ce, è arrivata da poco al vertice, harachiaro che la Williams e la Sharanziopova abbiano molte più attenzioni, sono sul circuito da tanti anni esse. e sono grandissime campionesse. rza e Ma credo che alla fine la forza penla grandezza di un’atleta dipenne e dano dai successi che ottiene nient’altro». L’ultimo passo per vincere uno Slam è tecnico o mentale? «Quando ne vincerò uno, forse saprò rispondere...In realtà,, imenza magino mi manchi l’esperienza uei per gestire la pressione a quei o livelli, in fondo ho giocato solo la finale di Parigi dell’anno scorso. Ecco, tor-

«AMO MOLTO ROMA, PER I RICORDI POSITIVI MA SOPRATTUTTO PER IL CIBO CHE MI FA IMPAZZIRE» «UNO STALKER MI HA COSTRETTO AD AVERE LA SCORTA, MA ORA È PASSATA E NON VOGLIO PIÙ PENSARCI» SIMONA HALEP ROMENA N.2 AL MONDO

nando a quel giorno, ricordo quanto fu difficile stare concentrata solo sulla partita, alla fine giocai piuttosto bene e non ci fu troppa differenza con la Sharapova, se non quella determinata dalla sua maggior abitudine a match del genere. Sarà una lezione che terrò a mente». Roma le piace? «Tantissimo, e non solo perché qui in realtà è cominciata una fase molto importante della carriera. Il cibo, ad esempio, mi fa impazzire». E la terra? E la sup «E’ superficie su cui sono nata, ma poi mi m sono resa conto di poter giocare gioca bene anche sul veloce. Quest’an Quest’anno, per tanti motivi, devo ancora farci l’abitudine, perché ci ho giocato poche partite». Sono stati mesi difficili per So lei, causa c problemi personali e l’infortunio alla schiena. Per Però chi la conosce dice ch che la crisi è passata, perch ché è tornata ad alzare il p pugno dopo un punto vince cente. «Sì, è vero, ho ricomincia«S to a farlo, perché mi sento m molto meglio in campo e anche fisicame fisicamente sono migliorata rispetto a Madrid. Ma è un gesto naturale per caricarmi».

Simona Halep, romena di Costanza, a 23 anni è numero 2 al mondo AP

Cosa può dirci della vicenda dello stalker, che per un po’ l’ha costretta a girare con la scorta? «Che per fortuna si è risolta e adesso non voglio più pensarci». Come si descriverebbe in campo? «Mi piace immaginarmi come una giocatrice creativa, non ho quasi mai un piano partita, decido di volta in volta e magari cambio durante il match a seconda dell’avversaria». Qual è l’aspetto quotidiano che l’ha più colpita nel diventare una giocatrice tra le più forti del mondo?

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«Il rapporto con la stampa: ho dovuto capire che le interviste, le conferenze, gli incontri con i media sono un aspetto fondamentale per una tennista. E di conseguenza ho dovuto migliorare molto il mio inglese. Ma la trovo una situazione eccitante». Un’immagine che contrasta con il suo carattere piuttosto schivo. «Infatti io continuo a vivere cercando di rimanere rilassata, senza pressioni. Perché so che tutto quello che decido di fare è una cosa buona per me e per il mio tennis». © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Basket R Da oggi le finali di Eurolega

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REAL-FENERBAHCE

CSKA-OLYMPIACOS

Il segreto di Madrid ha 35 anni Bjelica Mvp

Finale 2012 Semi 2013 La classica è sempre greca

Felipe Reyes, 35, del Real AFP

Andrei Kirilenko, 34, del Cska AFP

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a strafavorita, non solo per il suo budget da oltre 40 milioni di euro, contro la squadra capace di vincere due titoli da sfavorita nel 2012 e 2013: Cska-Olympiacos è il classico di questa Final Four, per la presenza costante dei due club (i russi sono alla 12a apparizione in 13 anni, i greci la quarta in 6) e per i loro scontri che hanno fatto storia: la finale del 2012 vinta allo scadere col tiro di Printezis contro un Kirilenko Mvp, la semifinale 2013 ancora appannaggio dei greci. Di quelle squadre sono tanti oggi in campo, compreso il tre volte mvp Spanoulis e Teodosic: la continuità è il segreto del loro successo. Ci sono due allenatori debuttanti, anche se Itoudis del Cska era al fianco di Obradovic al Panathinaikos. I Reds sono passati attraverso il quarto col Barcellona, l’unica esclusa che avrebbe meritato di essere oggi a Madrid. La scimmia della semifinale persa l’anno scorso col Maccabi può pesare sul Cska, che resta favorito. Ma solo 60-40.

eal Madrid-Fenerbahce sembra la classica semifinale segnata. Da una parte, Madrid che gioca in casa, finalista delle ultime due edizioni e reduce da 3 Final Four nelle ultime 4 stagioni, dall’altra i turchi al debutto tra le migliori 4 squadre d’Europa. Pronostico chiuso? No e non solo perché col Fener c’è l’allenatore più vincente della storia del basket europeo, Zelimir Obradovic, che tenta di conquistare il nono tirolo con la quinta squadra diversa. Il Fenerbahce è una squadra di altissimo livello con giocatori come Nemanja Bjelica (votato Mvp della stagione), Bogdan Bogdanovic e Emir Preldzic che hanno giocato per le medaglie con le nazionali in partite secche come le Final Four e Nikos Zisis che le ha disputate a Siena e Mosca. La pressione su Pablo Laso del giocare in casa e il ricordo di due sconfitte in finale potrebbero essere degli handicap psicologici sui quali Obradovic è pronto a buttarsi. Pronostico: Real 55%. REAL MADRID Bilancio: 22 vinte-6 perse. Punti: fatti 86.2, subiti 75. Rimbalzi: 34.8. Assist: 21.5, prima in Europa. Top Scorer: Rudy Fernandez 13 punti di media. Attenti a: Felipe Reyes, miglior stagione di sempre a 35 anni. Quintetto: Rivers, Llull, Fernandez, Reyes, Ayon. FENERBAHCE Bilancio: 22 vinte, 5 perse. Punti: fatti 81.7, subiti 75.3 Rimbalzi: 36.2 Assist: 16.4. Top Scorer: Andrew Goudelock, 16.4 punti di media. Attenti a: Jan Vesely, ex Nba, decisivo dalla panchina. Quintetto: Zisis, Bogdanovic, Goudelock, Bjelica, Erden. ●

TV: FoxSports ore 21

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Vasilis Spanoulis, 32 anni, dell’Olympiacos Pireo è stato eletto tre volte mvp delle Final Four in occasione di tre titoli: 2009, 2012, 2013 AFP

Il bello delle Final Four La favorita non vince...

1A Madrid, il pronostico dice finale Real-Cska: il Fenerbahce

è la novità. La svolta? Col g.m. Gherardini e il pluritricolore Zisis Luca Chiabotti

I

l meglio. In 48 ore. Le Final Four di Eurolega sono il momento più entusiasmante della stagione: le migliori squadre d’Europa, l’eliminazione diretta, la consuetudine che a vincere non sia la più ricca e la favorita, almeno nelle ultime edizioni, ma la squadra riuscita ed elevare al massimo livello nelle gare decisive il concetto di gioco di squadra: il Maccabi l’anno scorso, l’Olympiacos nelle due edizioni precedenti. Oggi si ricomincia, con le due squadre deputate a disputare la finale, Real Madrid e Cska, ma che sono anche quelle che hanno perso di più, e in modo più doloroso, nelle passate edizioni. Sapranno sopportare la pressione?

NOVITA’ L’unica novità è il Fenerbahce Istanbul, considerata una grande d’Europa prima di aver vinto qualcosa, in virtù degli investimenti stellari. Era stato così anche con l’Olympiacos, prima che conquistasse il titolo nell’anno in cui aveva rinunciato alle stelle Childress, Teodosic, Papaloukas, Kleiza riducendo il budget ed ad altre squadre che abbagliavano per gli investimenti. Ha di fronte la missione impossibile per antonomasia, battere stasera il Real sul campo del Real. Ma dare il Fener per spacciato sarebbe un errore perché è stato l’anno della svolta, grazie a persone che hanno grandi legami con l’Italia. O sono italiani come Maurizio Gherardini, il g.m., alla sua quinta Final Four dopo le 4 conquistate con Treviso prima passare, per 8 anni, nella Nba. «Maurizio è un allenatore — dice Zelimir Obradovic, il coach più vincente d’Europa che porto la Benetton tre

REAL MADRID E CSKA SONO FORTI MA NOI ABBIAMO OBRADOVIC E L’OLYMPIACOS HA SPANOULIS... IL FENER MI VOLEVA E ABBIAMO DECISO IN 2 GIORNI. SONO GRATO A KAZAN DI AVERMI DATO QUESTA OPPORTUNITA’ NIKOS ZISIS PLAY DEL FENERBAHCE

le top 4 d’Europa nel 1998 — abbiamo cercato di costruire una squadra migliore di quella della passata stagione, più fisica, equilibrata. Confrontarmi quotidianamente con lui è stato fondamentale, mi tranquillizza». NIKOS La seconda svolta nella stagione del Fener è stato l’arrivo per le Top 16 di Nikos Zisis. Ha giocato 6 anni in Italia, vinto 4 scudetti a Treviso e Siena, conquistato l’Eurolega col Cska. Ma al di la del palmares, ogni grande squadra ha bisogno di un grande uomo disposto a dedicarsi completamente ai compagni. «L’innesto come una persona, oltre che di un giocatore di alto livello, ha fatto migliorare la squadra facendole superare le difficoltà di inizio stagione» dice Gherardini. Sono arrivate le 9 vittorie consecutive nelle Top16, 13 su 14 per arrivare alle Final Four: «Sono molto grato all’Unics Kazan che mi ha permesso di cogliere questa opportunità — dice Nikos che era stato portato in Russia da Trinchieri allora suo c.t. — alla mia età era probabilmente l’ultima per giocare ancora una volta per un titolo continentale. E’ stata una cosa fatta in due giorni, temevo la difficoltà ma mi sono ritrovato in un gruppo già molto forte e molto unito». L’obbiettivo è stato centrato al primo colpo: «Difficile fare pronostici in una Final Four — ammette — il Real Madrid e il Cska sono squadre fortissime ma tutto è possibile perché noi abbiamo Obradovic. E l’Olympiacos ha Spanoulis...». Allontanata dal grande basket che conta dai risultati e dai budget, l’Italia rientra dalla finestra con le persone che sono passate da noi restando al vertice. «Considero l’Italia la mia seconda patria» dice Zisis. Detto da lui, è un onore. © RIPRODUZIONE RISERVATA

CSKA Bilancio: 25 vinte-3 perse. Punti: fatti 87.8, subiti 75.6. Rimbalzi: 37.4, primi in Europa. Assist: 20.9 Top scorer: Milos Teodosic 15 punti di media. Attenti a: Nando De Colo, sesto uomo da 14 punti di media. Quintetto: Teodosic, Weems, Kirilenko, Vorontsevich, Kaun. OLYMPIACOS Bilancio: 21 vinte, 7 perse. Punti: fatti 75, subiti 71.1. Rimbalzi: 33.9. Assist: 17.6. Top Scorer: Vassilis Spanoulis 14.9 punti di media. Attenti a: la coppia DunstonHunter, ex italiani sotto canestro. Quintetto: Mantzaris, Spanoulis, Darden, Printezis, Dunston. ●

TV: FoxSports ore 18.

PLAYOFF NBA

Vince chi resta in piedi Hawks e Warriors sul 3-2 Massimo Oriani

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ast man standing. I playoff edizione 2015 rischiano di premiare chi riesce ad arrivare in fondo sano. O con meno infortunati rispetto agli altri. Sinora è stato questo il motivo dominante della postseason. Anche le partite di mercoledì notte non hanno fatto eccezione. Memphis probabilmente avrebbe perso ugualmente in casa dei Warriors, ma presentarsi alla palla a due senza il suo miglior difensore, Tony Allen, il marcatore designato di

Klay Thompson (16.5 punti di media col 34% dal campo contro Allen, 21 col 43% senza di lui), è stato un colpo letale. Anche Golden State peraltro sta facendo a meno di un pezzo importante della panchina, Marreese Speights (stiramento a un polpaccio). Il lungo non tornerà nella serie contro i Grizzlies. MANO ROTTA Sull’altra costa, il rientro di John Wall nonostante le 5 fratture alla mano sinistra, non è bastato ai Wizards. Il play è ora in dubbio per gara-6 di stanotte, ma sembra improbabile che non ci sia in un

match senza domani per Washington. Atlanta dal canto suo, sopra 3-2 grazie al canestro di Horford a 1” dalla fine, sta giocando senza Thabo Sefolosha, che si è fratturato una gamba nell’alterco con la polizia newyorchese che aveva portato al suo arresto. PAU L’altra semifinale Est è forse quella più segnata dai problemi sanitari. I Bulls hanno fatto a meno di Pau Gasol in gara-4 e 5. A un certo punto sembrava che il più sano fosse Derrick Rose... Che invece ha preso un altro colpo alla spalla nella

sconfitta di martedì notte. I Cavs sono senza Kevin Love, i Clippers hanno recuperato dopo 2 partite Chris Paul, i Rockets sono privi di Beverley e Motejunas. Fa parte del gioco, chiaro, ma mai come quest’anno il peso specifico degli infortuni è stato così alto. E proprio per questo, col collettivo che zoppicca mancando di pezzi chiave, sono le superstar (quelle sane) a far ancora di più la differenza. Sta quindi a LeBron, Curry, Griffin, Pierce (ci ha provato con la tripla del +1 a -8” in gara-5) decidere chi s’infilerà l’anello. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Semifinale Est, gara-5: Atlanta-Washginton 82-81 (serie 3-2, stanotte gara-6); Cleveland-Chicago 3-2 (ieri gara-6). Ovest, gara-5: Golden StateMemphis 98-78 (serie 3-2, stanotte gara-6); LA Clippers-Houston 3-2 (ieri gara-6).

Tony Allen (Memphis), 33 anni, contende la palla a Klay Thompson AP


Atletica R Diamond League in Qatar

VENERDÌ 15 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Ecco Pichardo la cavalletta «Sono pronto per i 18 metri»

Olimpiadi R

Luca Pancalli, 51 anni

1Il ribelle cubano oggi a Doha dopo il 17.94

Roma 2024 in Comune verso il sì bipartisan

«Io veloce come Edwards, verrò a Roma» Andrea Buongiovanni INVIATO A DOHA (QATAR)

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recchini a entrambi i lobi, una catena d’oro al collo e un cappellino dell’Italia in testa: il 21enne Pedro Pablo Pichardo, dopo il clamoroso 17.94 nel triplo di venerdì scorso a L’Avana (sesta prestazione mondiale all-time) e prima di volare a Doha, dove oggi è tra i più attesi protagonisti della prima tappa stagionale di Diamond League, ha fatto «scalo» due giorni a Clusane, nel bresciano. Lì fa base Federico Rosa, manager che lavora a stretto contatto con la federazione cubana. A Chiari, sotto l’occhio attento di Daniel Osorio, suo coach e c.t. della Nazionale caraibica, si sono allenati anche gli azzurri Marcell Jabobs, Ilaria Strati e Ottavia Cestonaro. Il ragazzo ha l’aria seria, la voce bassa e un fisico normale: anzi, con i suoi 70 kg distribuiti lungo 187 cm, è un peso-piuma. Senor Pichardo, può presentarsi al grande pubblico? «Sono di Santiago di Cuba, ma trascorro nove mesi su dodici a L’Avana. Fino ai 10 anni ho fatto atletica e boxe, poi mi hanno ”selezionato” solo per la prima disciplina. Ho provato diverse specialità, dal 2009 ho puntato sul triplo. L’oro ai Mondiali juniores di Barcellona 2012 ha segnato una svolta». Arriva da una famiglia sportiva? «Mio padre Jorge è stato uno da 2.10 in alto. Insegnante di educazione fisica, lavorava in un impianto polisportivo di Santiago, mi faceva correre e saltare su un campo da baseball. Mamma Rosa Iris faceva la ballerina. Ho due fratelli e una sorella maggiori: lei ha provato il triplo, ma si è rotta una caviglia e ha smesso».

Il fantastico argento iridato di Mosca 2013, il bronzo indoor di Sopot 2014 preceduto da un 17.76 e poi, sul più bello, l’uscita di scena, squalificato: perché? «Per questioni caratteriali non volevo più allenarmi col professor Ricardo Ponce, responsabile di settore e mi sono affidato a papà. La federazione non ha gradito e mi ha sospeso sei mesi, dal 9 maggio al 9 novembre. Le indoor, quest’inverno, non mi interessavano: sono rimasto più di un anno senza gare». Ha continuato ad allenarsi? «Certo, soprattutto da quando mi ha preso in cura Daniel. E’ stato a sua volta triplista: ai Mondiali di Stoccarda 1993 arrivò a 16.78. Mi ha aiutato a superare un periodo difficile e mi fatto compiere un ulteriore salto di qualità». Si aspettava questo 17.94? «Sapevo di star bene, ma mi ha sorpreso. Ho esordito con un 17.34 frenato, ho allungato la rincorsa di due piedi ed è arrivato un 17.52 con -1.7 m/s di vento. Altri due piedi in più ed ecco il misurone. Senza che il tentativo sia stato perfetto: l’azione non è stata proprio armonica. Ho altri margini». Quali sono le sue caratteristiche tecniche? «Sfrutto la velocità di base, che mi consente un’”entrata” di qualità. Il primo balzo, l’hop, è notevole, su step e jump devo lavorare. Dicono che il mio stile di corsa sia da prendere ad esempio e che esco dai canoni del triplista cubano, tutta forza e potenza».

Sotto: Pedro Pablo Pichardo con il suo allenatore Daniel Osorio (che sempre nel triplo partecipò ai Mondiali di Stoccarda 1993), durante il soggiorno a Clusane

Valerio Piccioni

É

C’è qualche grande del passato che le somiglia? «Per la velocità direi il meglio del meglio, Jonathan Edwards, per la rapidità d’esecuzione lo statunitense Kenny Harrison o il francese Teddy Tamgho, iridato in carica». Dove crede di poter arrivare? «L’obiettivo di questa stagione era il personale, quindi va già bene così. Non so quanto valgo: ma comincio a sognare i 18 metri». Non le basta un po’ di concorrenza? «Soprattutto un impianto all’altezza: lo stadio de L’Avana, di fatto l’unico a Cuba per l’atletica, ha pedane deteriorate. Una è inutilizzabile, l’altra, quella sulla quale abbiamo gareggiato, è quasi d’asfalto. Ci hanno garantito che presto le sistemeranno». E se l’exploit arrivasse a Doha dove, oltre a Tamgho, a sua volta fermo nel 2014, ma per infortunio, trova l’olimpionico statunitense Christian Taylor? «Nel mio mirino ci sono i Panamericani di

Toronto della seconda metà di luglio e sui Mondiali di Pechino di fine agosto. Le altre saranno tappe di avvicinamento». E’ Tamgho, allievo di Ivan Pedroso, il suo vero rivale? «Non fosse per i tanti acciacchi, forse sarebbe imbattibile. La sfida di Mosca è stata bellissima, nel 2013 ci siamo incontrati altri due volte: a Losanna ho vinto io, a Bruxelles lui».

Gatlin sfida Bolt e Powell Nei 400 c’è la Grenot L pongo luogo, data e gara che potrebbero andar bene a entrambi: Parigi, 4 luglio, nei 200. Sarebbe meglio di Mayweather-Pacquiao, certo più divertente, anche se con un budget ben inferiore». Nemmeno la notizia della perdita dell’argento olimpico della 4x100 di Londra 2012 per il doping di Tyson Gay ne scalfisce le sicurezze: «Qui cerco solo la vittoria – dice, reduce dalla grande impressione offerta ai Mondiali di staffette di Nassau e dallo spavento preso tre giorni fa al decollo da Orlando, quando l’aereo sul quale vola-

va ha fatto dietro-front per problemi elettrici –: ma l’obiettivo della stagione è arrivare intorno a 9”70 o anche meno». Oggi, tra gli altri, troverà Mike Rodgers e Nesta Carter. IL MEETING A tener banco saranno anche i confronti. Da quello negli 800 tra Mo Aman e Asbel Kiprop, a quello nei 3000 tra Mo Farah (col 7’26”62 del record europeo del belga Mourhit nel mirino) e gli africani, da quello nel triplo a quello nei 1500 donne tra Abeba Aregawi e Sifan Hassan. Fari poi sul 17enne Abdellah Haroun

Pedro Pablo Pichardo è nato a Santiago del Cuba il 30 giugno 1993. E’ alto 1.87 per 70 kg. Ha un primato personale di 17.94 ottenuto quest’anno REUTERS

Chi altri teme? «Taylor, Will Claye e i miei connazionali Ernesto Revè e Lazaro Martinez: ha solo 17 anni, ma è un fuoriclasse». Conosce Fabrizio Donato e Daniele Greco? «Fabrizio gareggia ancora? So che Daniele si è rotto un tendine d’Achille. Ha sempre avuto una tecnica rischiosa». Cosa prevede il suo calendario? «Dal 26 al 28 maggio sarò di nuovo a L’Avana per i campionati nazionali, poi, è una novità, farò Roma e quindi New York». Le piace l’Italia? «Per i cubani, se non fa freddo, è il paradiso. C’ero già stato nel 2013, per il meeting di Rovereto. Spero di tornarci presto». © RIPRODUZIONE RISERVATA

SU FOX SPORTS ALLE 23

a sesta Diamond League parte col botto: al Qatar Sport Club di Doha stasera ci sarà di divertirsi. Tante le sfide attese e un possibile protagonista assoluto: Justin Gatlin. Il 33enne sprinter statunitense, nel 2014 imbattuto (18 vittorie consecutive), sui 100 va a caccia di una risposta al 9”84 di Asafa Powell di sabato a Kingston per confermarsi sprinter n.1 al mondo nonostante il ritorno di Bolt. «Dite che con Usain non ci incontreremo prima dei Mondiali di Pechino? Se vuole, sa dove trovarmi – sibila –. Anzi, gli pro-

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(44”68 sui 400), Joe Kovacs (22.35 nel peso), Allyson Felix e Murielle Ahoure (200), Sanya Richard (400), sulla novità Jasmin Stowers (100 hs), su Brittney Reese (lungo) e su Sandra Perkovic (disco). C’è la sola Libania Grenot, nei 400, a rappresentare l’Italia: la campionessa europea, reduce dal 52”95 di sabato a Saint Martin, non avrà vita facile. Il meeting sarà proposto in differita alle 23 su Fox Sports 2, canale (213 di Sky) che oltre a trasmettere tutte le 14 tappe del circuito (finali in settembre a Zurigo e a Bruxelles), ha acquisito i diritti per cinque appuntamenti del World Challenge (Hengelo, Ostrava, Madrid, Berlino e Zagabria). Il montepremi complessivo della Diamond League è di otto milioni di dollari. a.b. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Oggi Multistar a Firenze Stecchi nell’asta Oggi e domani allo stadio Ridolfi di Firenze è in programma il Multistar, seconda tappa del Challenge Iaaf di prove multiple. In campo maschile da seguire il serbo Mihail Dudas (8275 punti di personale), il neozelandese Brent Newdick (8114). Nell’eptathlon in pista la bielorussa Katsiaryna Netsviatayeva, la greca Sofia Ifadidou, la nigeriana Osazuwa Uhunoma e l’estone Mari Klaup. Italiani in gara: Simone Caroli, Marco Ribolzi Roberto Paoluzzi e Vincenzo Migliotti; nell’eptathlon Anna Generali. Gara extra di asta maschile con in pedana Stecchi contro Piantella, Boni e Sinno.

vero che il capogruppo del Movimento 5 Stelle era assente (giustificato). Ma in ogni caso è significativo che ieri la missione del comitato Roma 2024 in Campidoglio si sia risolta con un’unanimità di consensi. Naturalmente con una candidatura che è ancora un contenitore tutto da riempire. E con una serie di proposte: Forza Italia chiede un’apposita commissione, Sel vuole che non si trascurino le periferie e promette di lavorare anche per portare i Gay Games, «le Olimpiadi della diversità», la Lista civica Marino invoca il coinvolgimento dei comuni dell’hinterland(d’altronde fra i siti olimpici candidati ci sono i Pratoni del Vivaro e il bacino di Castelgandolfo); l’ex sindaco Alemanno spinge per «mozioni parlamentari che impegnino Parlamento e Governo a sostenere i Giochi in ogni caso perché nel 2020, il cambio del Governo portò alla cancellazione della candidatura». TAPPE DECISIVE Alla fine, Alessandra Cattoi, che dirige la task force olimpica del Campidoglio, e Valeria Baglio, presidente del Consiglio comunale, sintetizzano soddisfatte: «L’Olimpiade è stata considerata da tutti una grande opportunità». Entro giugno si arriverà dunque alla delibera in Consiglio comunale in una seduta straordinaria alla quale dovrebbero partecipare Malagò e Montezemolo, presupposto fondamentale per il sì della giunta e del Consiglio nazionale del Coni del 2 luglio a Milano, dove ci sarà pure il sindaco Marino. Insomma, procede il tentativo di sminare il percorso dei rapporti fra Roma Capitale e comitato per la candidatura. Un percorso a cui si sta dedicando Luca Pancalli, numero 2 del Comitato: «L’incontro è stato proficuo, abbiamo tutte le carte per potercela fare». ESEMPIO LONDRA «Il nostro lavoro è stato quello di fornire tutte le delucidazioni tecniche», spiega Claudia Bugno, che coordina il Comitato Roma 2024. Non a caso si è partiti dai numeri positivi di Londra, anche sotto il profilo del «dopo Olimpiadi». Certo prima o poi bisognerà anche entrare nel vivo delle opzioni, passando dalla filosofia generale alle scelte per il Villaggio Olimpico (per cui comunque la zona di Tor Vergata resta in pole position) e per i differenti siti olimpici da utilizzare. Per ora, però, si lavora a un sì il più esteso possibile per evitare ogni «fuoco amico». © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Pallavolo R Il giorno dopo lo scudetto

Il duro Stoytchev «Avevo scommesso sulla nostra vittoria» 1Il tecnico di Trento rivela: «Sfida coi dirigenti, ero

certo che avremmo vinto un trofeo. Colaci il mio mvp»

uattro scudetti come Silvano Prandi e Gian Paolo Montali. Quattro scudetti come Julio Velasco, che al tempo in cui li conquistò non era ancora italiano, e quindi quello di Rado Stoytchev è un primato eguagliato: adesso è uno dei due tecnici stranieri più titolati nella storia del nostro campionato. «Non ne avevo idea – risponde lui – mi fa piacere, ma io non amo molto le statistiche e ancora di meno mi piacciono confronti. Non ho tra i miei obiettivi quello di conquistare uno scudetto più di Prandi o più di Velasco. Sono tutti tecnici che stimo e da cui ho preso molte cose. Ma non faccio le gare con loro. Anche perché vincere il campionato è frutto di tante componenti, del lavoro di molte persone. Voglio dire: se invece che a Trento fossi arrivato in un’altra società forse non ne avrei vinto nem-

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«Trento non è una questione di soldi, la stessa mia scelta l’han fatta anche Kaziyski e Zygadlo, solo che io qui avevo la famiglia, per loro è stato più difficile. Il fatto è che tornando sentivo il peso di dover vincere».

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Si è almeno stupito di qualcosa? «Stupito no. Sono contento della stagione dei ragazzi: della crescita di Giannelli, di come Lukasz (Zygadlo, ndr) ha reagito al sacrificio richiesto, di come Solé è ripartito dopo l’intervento, del campionato di Max Colaci, il mio mvp: in tutta la

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LE 16 PERLE (15 CON IL BULGARO)

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● Gli scudetti con Trento: nel 2007-08 contro Piacenza (21 nella serie), poi ‘10-11 contro Cuneo (1-0, V-Day), ‘12-13 contro Piacenza (3-2) e questo

● Ha conquistato 4 Mondiali per club: 2009 sul Belchatow (30), nel 2010 con Belchatow (3-1) nel 2011 con Jastrzebsk (3-1) e nel 2012 Belo Horizonte (3-0)

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● Champions League. Nel 2008-09 in finale sull’Iraklis Salonicco (3-1), nel 2010 con la Dinamo Mosca (3-0) e nel 2010-11 contro Kazan (3-1)

● Gli altri trofei: 3 Coppe Italia (2009-10, 2011-12, 2012-13) e due Supercoppe italiane nel 2011 e nel 2013 (unico trofeo senza Stoytchev)

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Peso di vincere? Questo smentisce tutto quel che si dice di Trento da inzio stagione... «Nessuno me lo ha chiesto, ero io che me l’ero posto come obiettivo. Anche perché negli ultimi dieci anni avevo sempre conquistato qualcosa, mi avrebbe pesato non riuscirci. E infatti a settembre avevo scommesso con Bruno Da Re che ce l’avremmo fatta».

B&B

Interpreti e traduttori

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meno uno». E siamo quindi al con il lavoro, piano piano, fulcro di questo trionfo: il tema avremmo potuto avvicinarci a del ritorno. Trento che per sei loro». anni di fila era andato in finale scudetto con lui in panchina. Dal che si capisce che i meriti Lui (e non solo, certo, anche dell’allenatore sono tanti… fuoriclasse come Kaziyski e «I meriti sono dei giocatori. Juantorena) che se ne va ad Non sono un mago. Io imposto Ankara, a vincere ancora, e il lavoro, loro lo svolgono. Se Trento che non avessi per un anno avuto i giocasalta la finatori giusti, se A INZIO STAGIONE HO le. Stoytchev anche solo un DETTO A RADO CHE SE che rientra e paio di loro FOSSE ARRIVATO IN Trento che riavessero reSEMIFINALE GLI AVREI comincia sumato contro, bito a vinceFATTO UN MONUMENTO non avremmo re. E’ la storia vinto». di una vittoria che anche BRUNO DA RE E’ la vittoria tutti i suoi ra- DIRETTORE GENERALE TRENTO più bella? gazzi hanno «La più bella definito straordinaria, ma lui, resta la prima. Questa è partiRado, no: «E’ il frutto di un colare, perché tornando volevo buon lavoro. Se avessimo per- dimostrare il valore mio e della so, il bilancio non sarebbe me- squadra». no positivo. Quello che è vero è che a inizio stagione c’erano al- Anche perché per tornare ha rimeno tre squadre superiori a nunciato a un po’ di soldi di noi, e io ho sempre detto che Ankara...

Alloggi

Mario Salvini

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VENERDÌ 15 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Radostyn Stoytchev, 45 anni, festeggia il 4° titolo TARANTINI

LA GUIDA

POKER TRICOLORE

Rado come Velasco E anche Kaziyski eguaglia Blangé

2007-08 Trento, 7 maggio 2008

V.Nikolov Birarelli Kaziyski (a.a.) L’albo d’oro degli allenatori campioni d’Italia da quando sono stati introdotti i playoff. Daniele Bagnoli ha vinto 8 scudetti, di cui 6 con Treviso e 2 con Modena, eguagliando il record di Franco Anderlini (8 tra il 1957 e il 1974). Con Angelo Costa (Ravenna) e Aldo Bellagambi (Firenze), entrambi a 5 in era pre-playoff, Stoytchev con 4 eguaglia Silvano Prandi, Gian Paolo Montali e Julio Velasco, con cui ora è il tecnico straniero più titolato in Italia. Lo stesso per Matey Kaziyski che con 4 titoli eguaglia Peter Blangé come straniero più scudettato: il palleggiatore olandese ne conquistò 2 con Parma e 2 con Treviso. Questo l’albo d’oro dei tecnici.

Winiarski Jeroncic

stagione non ha sbagliato non dico una partita, ma nemmeno un allenamento. E’ intelligente, dà sempre il massimo. Gli altri hanno avuto alti e bassi, è comprensibile, lui no. Peccato che giocando libero non può fare punti, se no sarebbe il vero leader». Fin da inizio stagione era previsto che Giannelli avrebbe via via preso più spazio? «No, era previsto di farlo crescere, non che sarebbe diventato titolare. E’ un talento, che deve stare coi piedi per terra. E voi giornalisti meno ne parlate meglio è». Mercoledì sera i suoi ragazzi se li è abbracciati uno a uno… «E’ stato un modo per ringra-

ziarli per i loro sacrifici». Questa vittoria smentisce chi diceva che Stoytchev vinceva solo perché aveva grandi campioni… «Non perdo nemmeno un minuto a commentare questo. In Bulgaria diciamo che la compassione se la meritano tutti, ma l’invidia bisogna conquistarsela». E intanto tutti vogliono Stoytchev…. «Nei prossimi giorni si saprà tutto. Sono i scadenza di contratto e per prima cosa sentirò la mia società, Trento. Se non dovessero più avere bisogno di me, allora vedremo. E’ solo questione di pochi giorni». © RIPRODUZIONE RISERVATA

Nella finale donne l’acuto del Padova È 1-0 su Imperia

N.Grbic

Federico Fusetti

2010-11 Roma, 15 maggio 2011

I

Kaziyski 1981-82 Parma Claudio Piazza 1982-83Parma Claudio Piazza 1983-84 Torino Silvano Prandi 1984-85 Bologna Nerio Zanetti 1985-86 Modena Julio Velasco 1986-87 Modena Julio Velasco 1987-88 Modena Julio Velasco 1988-89 Modena Julio Velasco 1989-90 Parma Gian Paolo Montali 1990-91 Ravenna Daniele Ricci 1991-92 Parma Bebeto 1992-93Parma Bebeto 1993-94 Treviso Gian Paolo Montali 1994-95 Modena Daniele Bagnoli 1995-96Treviso Gian Paolo Montali 1996-97 Modena Daniele Bagnoli 1997-98 Treviso Daniele Bagnoli 1998-99 Treviso Daniele Bagnoli 1999-00 Roma Gian Paolo Montali 2000-01 Treviso Raul Lozano 2001-02 Modena Angelo Lorenzetti 2002-03 Treviso Daniele Bagnoli 2003-04 Treviso Daniele Bagnoli 2004-05 Treviso Daniele Bagnoli 2005-06 Macerata Fefé De Giorgi 2006-07 Treviso Daniele Bagnoli 2007-08 Trento Radostin Stoytchev 2008-09 Piacenza Angelo Lorenzetti 2009-10 Cuneo Alberto Giuliani 2010-11 Trento Radostin Stoytchev 2011-12 Macerata Alberto Giuliani 2012-13 Trento Radostin Stoytchev 2013-14 Macerata Alberto Giuliani 2014-15 Trento Radostin Stoytchev

PALLANUOTO

LIBERO Bari ALLENATORE Stoytchev

Stokr

PADOVA

Birarelli Juantorena

Sala

Raphael

LIBERO Bari ALLENATORE Stoytchev 2012-13 Trento, 12 maggio 2013

Stokr

Kaziyski

Birarelli Juantorena

Djuric

Sintini

LIBERO Colaci e Bari ALLENATORE Stoytchev 2014-15 Modena, 13 maggio 2015

Djuric

Solè

Kaziyski Birarelli

Lanza

Giannelli

LIBERO Colaci ALLENATORE Stoytchev RCS

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l Lantech fa valere il fattore casalingo, e si aggiudica gara-1 della finale scudetto donne grazie soprattutto a un primo tempo a senso unico, chiuso sul 5-1. Padrone di casa a segno nelle prime tre azioni d’attacco (Laura Barzon, Bosello e Rocco), mentre la difesa neutralizza i primi attacchi delle liguri con efficacia. L’unico gol delle ospiti del primo tempo arriva infatti con Ralat su mischia davanti alla porta. Imperia fa fatica a trovare spazio, soffocata dalla difesa padovana, che invece segna anche da lontano con Queirolo. Nel secondo parziale la Mediterranea prende le misure: la potenza al tiro di Pomeri (che quando trova spazio fa la differenza) e l’agilità di Ralat fanno registrare un parziale favorevole (2-1). BRAVA TEANI Dopo l’intervallo, emozioni e gran circolazione di palla, e dopo tre reti consecutive delle campionesse in carica è Padova a fissare un parziale di 3-1, e solo due parate di Teani (tra le migliori) negano a Imperia la possibilità di entrare nell’ultimo quarto ancora in gioco. Le liguri

partono infatti a testa bassa, Motta e Pomeri in una manciata di secondi colpiscono tre volte la traversa e si fanno parare un tiro. Stieber sfrutta la superiorità numerica, ma la capitana di casa Rocco replica subito con un delizioso tiro al volo che fissa il punteggio finale. Gli ultimi minuti scivolano via con Padova che cerca di tenere palla al limite dei 30”, e Imperia che si vede parare il rigore di Borriello e altri due tiri poco convinti. Doppia gioia per i gemelli Barzon: Laura, il secondo portiere Anna e il team manager Filippo festeggiavano infatti il 23° compleanno. Prossime due gare domenica (alle 21) e lunedì (alle 19) a Imperia. © RIPRODUZIONE RISERVATA

PADOVA-IMPERIA 10-6 (5-1, 1-2, 3-2, 1-1) Lantech Padova: Teani, L.Barzon 1, I.Savioli, Gottardo, M.Savioli 1, Queirolo 2, A.Millo 2, Dario, Rocco 2, Bosello 2, Nencha, Lascialandà, A.Barzon. All. S.Posterivo. Mediterranea Imperia: Gorlero, Ralato 3, Borriello, Tedesco, Stieber 1, Casanova, Pomeri 2, Motta, Emmolo, Bencardino, Drocco, Amoretti, Solaini. All. Capanna. Arbitri: L.Bianco e Collantoni. Note: sup.num. Padova 7 (2 gol), Imperia 7 (2). Usc. 3 f. Pomeri e Queirolo 4° t. Rigori sbagliati da L.Barzon (palo), Queirolo e Borriello (parati). Spett. 600 . La serie: Gara-2 domenica e gara-3 lunedì a Imperia. Eventuale gara-4 il 23 e gara-5 il 24 a Padova.


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VENERDÌ 15 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT


VENERDÌ 15 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

TUTTENOTIZIE

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1SCACCHI: CARUANA (a.c.) Intervistato a Khanty-Mansiysk (Rus) al Grand Prix FIDE,

Caruana ha dichiarato di non sapere quale sarà il suo primo torneo con la bandiera Usa perché è ancora sotto contratto con la Federazione Scacchistica Italiana.

FOOTBALL: NFL

BOXE

Caso «palloni sgonfiati» Malignaggi scatenato I Patriots contrattaccano all’attacco di Pacquiao 1L’avvocato

1Il pugile italo-

di New England ribatte le accuse in un sito web creato ad hoc

americano contro il filippino: «Fa di tutto per evitare l’antidoping»

D

Massimo Lopes Pegna CORRISPONDENTE DA NEW YORK

I

l Deflategate non si sgonfia. Anzi. Dopo il verdetto di colpevolezza nei confronti di Tom Brady, il quarterback dei New England Patriots, con relativa sospensione per 4 giornate, la società non si arrende e passa al contrattacco. L’avvocato incaricato di rappresentarla, Daniel Goldberg, ha ribattuto paragrafo per paragrafo a tutte le accuse emerse dall’investigazione della Nfl condotta dal collega Ted Wells. SITO La strenua difesa dei Patriots è stata pubblicata su un sito Wellsreportcontext.com e si basa su 5 punti cardine. Come se si trattasse di una battaglia pubblica per instillare il maggior numero

BASEBALL

Tom Brady, 37 anni, quattro Super Bowl vinti coi Patriots REUTERS

di dubbi su quanto emerso nel file di Wells: conclusioni che comunque non erano fondate, per sua stessa ammissione, su fatti certi. Goldberg scrive che Wells respinge a priori possibili spiegazioni scientifiche sul perché i palloni possano essersi sgonfiati. Considera i messaggini spiritosi scambiati fra i due magazzinieri, Jim McNally e John Jastremski (sospesi a tempo indeterminato), la base principale del suo verdetto. Non riesce a provare che Brady preferisse palloni più sgonfi. Non considera che il minuto e 40” in cui McNally rimane chiuso in bagno con il sacco dei pal-

SCHERMA

loni sia il tempo che si impiega per «liberarsi» e lavarsi le mani, ma dà per scontato che l’uomo abbia usato quel paio di minuti per sgonfiare gli ovali. Infine il termine usato da McNally in uno dei text, «deflator», sgonfiatore, secondo i Patriots avrebbe a che vedere con la possibilità di perdere peso, insomma nessuna implicazione relativa ai palloni. Intanto in un sondaggio delle tv Espn e Abc è risultato che almeno 2 tifosi su 3 appoggino la decisione della Nfl di sanzionare Brady e i Patriots e la metà di loro ritengano il quarterback un disonesto. © RIPRODUZIONE RISERVATA

al ring al microfono dell’emittente Showtime e di nuovo sul ring. Paulie Malignaggi, il pugile nato a Brooklyn ma cresciuto anche in Sicilia e con passaporto italiano, fra un paio di settimane ritornerà a combattere, contro Daniel O’Connor, a distanza di un anno dalla sconfitta per k.o. tecnico (4° round) contro il campione del mondo dei welter Ibf, Shawn Porter. Paulie, ex campione iridato dei super leggeri, con i guantoni ti punge con il jab e senza con la lingua. E’ solo una persona genuina, celebre per dire quello che pensa. ESAGERATO Come l’altro ieri su Manny Pacquiao: «Ha esagerato la gravità dell’infortunio alla spalla e nel 2010 cercò di evitare il match con Mayweather perché non voleva essere testato

IPPICA ATLETICA

Via al ritorno il clou oggi è Padova-Bologna

Enrico Crepaldi BELLOCCHIO/FIBS ● (m.c.) E’ Padova-Bologna la partita più importante della prima giornata del girone di ritorno. I veneti guidano la classifica insieme al Rimini ed hanno un punto in più del Bologna campione d’Italia. Stasera Quevedo cercherà di imporre subito lo stop ai felsinei che presentano Fleming. «Per noi inizia un nuovo campionato», dice Smith, manager del Padova. Rimini rischia invece contro il Nettuno, partendo subito con Candelario. Il Nettuno2 (senza Ciarla) va a far visita ad un San Marino (a riposo Jairo Ramos) in ripresa, senza Ibarra, tagliato per far posto all’ex Parma e Rimini Tabata. 8° turno, gara1, oggi 20,30: Godo KnightsParma, T&A San Marino-Angel Service Nettuno2, Città di NettunoRimini, Tommasin PadovaUnipolSai Bologna. Classifica: Rimini, Padova 714 (10-4); Bologna 642 (95); San Marino 571 (8-6); Città di Nettuno 461 (6-7); Godo 307 (4-9); Nettuno2, Parma 285 (4-10).

Coppa Fioretto a Shanghai «Qui si fa l’Italia» ● Si decide l’Italia del fioretto in quello che sarà l’ultimo test di Coppa del Mondo di fioretto per l’Italia, in Cina, a Shanghai. Sono 12 gli azzurri di Andrea Cipressa impegnati: Aspromonte, Avola, Baldini, Cassarà, D. Garozzo, Biondo, Foconi, Lari, Luperi, Nista, Paroli e Simoncelli. Tra le donne, Di Francisca, Errigo, Vezzali, Batini, Cini, Cipriani, Erba, Mancini, Monaco, Palumbo, Teo e Volpi. Dice il c.t. Cipressa: «Siamo nella qualificazione olimpica e questo punteggio maggiorato può valere davvero tanto nella definizione del ranking internazionale. In Cina prenderò la decisione definitiva circa la quaterna che parteciperà agli Europei di Montreux, in Svizzera, e ai Mondiali di Mosca». Differita alle 8 lunedì su Eurosport. ASSOLUTI A TRIESTE Treviso ospiterà da venerdì tricolori cadetti e giovani diventando la dodicesima «City partner Fis» d’Italia.

Andrea Cipressa BIZZI

Bravo Atzeni A York è bis nelle Middleton

● PISTA MONDO (si.g.) A Nobeoka (Giap). Uomini. 5000: Kwemoi (Ken) 13’16”14. 10.000: Murayama 27’39”95; Shitara 27’42”71. A Pechino (Cina). Uomini. Alto: Zhang Guowei 2.29. Lungo: Li Jinzhe 8.26 (+1.3). Donne. Triplo: Wang Wupin 14.10 (+0.6). A Mangaluru (India). Uomini. Peso: I. Singh 20.65. A L’Avana (Cuba). Uomini. Lungo: Massò (’99) 8.12. ● ISINBAYEVA La regina dell’asta Yelena Isinbayeva, che ha firmato un contratto per rimanere nell’Esercito per altri 5 anni, è stata promossa e decorata come comandante per i suoi successi sportivi.

La vittoria di Atzeni a York ACTION ● Bella vittoria a York per il sempre più convincente Andrea Atzeni, che al primo anno con un contratto per una scuderia importante si sta comportando alla grande. Ieri Atzeni ha portato al traguardo Secret Gesture (trainer Ralph Beckett) nelle Middleton Stakes (gruppo 2, metri 2100) di York, corsa già vinta lo scorso anno dal nostro fantino in coppia con My Ambivalent, che precedette proprio Secret Gesture, che ora ha come obiettivo le Pretty Polly Stakes (gr. 1) del 28 giugno a Dublino. Nelle Dante Stakes (gr. 2) in preparazione al Derby di Epsom, Frankie Dettori montava per John Gosden il favorito (5/1) del «Blue Ribbon», Jack Hobbs, che è stato però battuto dal compagno di allenamento Golden Horn. La quota è ora salita a 8/1. ● NESTA EFFE KO (lu. migl.) Infortunio in paddock per Nesta Effe (trovato zoppo ieri mattina) che rinuncia al Finlandia Ajo di domenica. Le radiografie dovranno rivelare la gravità del danno.

BEACH VOLLEY ●

RANGHIERI&CAMINATI OK (c.f.) Alex Ranghieri e Marco Caminati super ieri nell’Open di Lucerna (Svi), 2ª tappa del World Tour. Nei primi due match della pool hanno superato 2-1 Saxton-Schalk (Can) e 2-0 Fuchs-Kaczmarek (Ger) oggi si giocano il 1° posto con BrylKujawiak (Pol), mentre i gemelli Ingrosso hanno battuto 2-0 RogersSlick (Usa), poi k.o. 2-0 con Herrera-Gavira (Spa). Tra le donne, pur sconfitte 2-0 da Carol MaximoLili (Bra), Giombini-Momoli nei sedicesimi contro Forrer-Vergé Dépré (Svi).

BOXE ●

TORNA LAURI (r.g.) A Berlino il 12 giugno, Giuseppe Lauri (55-16) 38 anni, varesino residente in Ungheria, difende la cintura Gbc dei superwelter contro l’imbattuto Robert Maess (13+ 13 ko) 25 anni, sui 12 tempi. Lauri ha conquistato la cintura a ottobre a Francoforte (Ger), con Rico Schultz (Ger) ko 7,. ● A VOGHERA (r.g.) La Boxe Loreni, allestirà a Voghera (Pv), 11/18 luglio, la sfida per il vacante titolo italiano leggeri tra Francesco Acatullo (7-31) e Pasquale Di Silvio (18-7-1), nella stessa serata probabile il confronto tra Alessandro Balestri (9) e Mario Pisanti (14-2-1), tricolore vacante superpiuma. ● CIAO MARTINEZ A 40 anni si ritira per infortunio l’ex iridato dei medi Sergio «Marvellous» Martinez.

Paulie Malignaggi, 34 anni: ha vinto 33 dei 39 incontri disputati AP

dall’antidoping». Ha spiegato: «Tutti gli atleti professionisti con un certo numero di anni di carriera hanno delle lesioni in qualche parte del corpo. Garantisco che se andassi a farmi una risonanza magnetica oggi, scoprirebbero delle magagne anche alla mia spalla destra. Ma non per questo mi fermo. A me sembra chiaro che l’infortunio di Pacquiao non fosse grave. Se lo fosse stato, sarebbe stata la prima cosa a uscirgli di bocca nell’intervista dell’immediato post-match, invece si era lamentato del verdetto: era certo di aver vinto l’incontro». Infine, a Paulie non è mai pia-

ciuto il rifiuto del filippino di rendersi disponibile ai controlli anti-doping: «Pensateci, nel 2010 buttò dalla finestra la possibilità di guadagnare 50 milioni di dollari perché sosteneva di non amare gli aghi. Poi si è indignato perché prima della sfida con Mayweather non gli hanno permesso una iniezione antidolorifica». Chiaro che le sue dichiarazioni non siano state apprezzate dal clan del filippino e anche Showtime potrebbe non aver gradito. m.l.p.

L’argentino per 20 anni è stata tra l star del Wbc ed ha animato le sfide contro il portoricano Miguel Cotto, da cui ha perso a giugno il titolo. ● AZZURRI (i.m.) Una vittoria con Francesco Maietta (56), 2 secondi e 2 terzi posti per l’Italia al torneo Boxam di Cartagena (Spa). Semifinali. Uomini: 52 Picardi b. Konki (Fra) wo, 56 Maietta b. Kisthourry (Fra) 3-0. Donne: 51 Petrova (Bul) b. Gordini 3-0, 54 Davide b. Pertova (Bul) 3-0, Beliakova (Rus) b. Marenda 21. Finali: Linares (Spa) b. Picardi 3-0, Maietta b. Szoros (Ung) 3-0, Slavelyeva (Rus) b. Davide 3-0.

biancoverde per Van Zyl che ha vestito otto volte anche la maglia azzurra.

GOLF

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TAEKWONDO ●

MONDIALI ieri a Chelyabinsk nella -68 Claudio Trevios fuori ai 1/16: dopo aver superato per squalifica l’iracheno Bahadil, l’azzuro ha ceduto 1-5 al bulgaro Dalakliev. Oggi combattono Antonio Flecca (-54) e Licia Martignani (-53). Uomini -74: 1. Hajizavareh (Iran); 2. Rafalovic (Uzb); 3. Gaun (Rus), Coulibaly (Mal). Donne -49: 1. Jingyu Wu (Cina); 2. Min-Ah (S.Cor); 3. Bogdanovic (Ser), Igumenova (Rus).

ITALIANI IN SPAGNA Alessandro Tadini è al 17° posto con 70 (-2) colpi dopo il giro iniziale dell’Open de España (European Tour) a Barcellona, dove è al comando con 65 (-7) il sudafricano Trevor Fisher jr. In gara altri sei italiani: Edoardo e Francesco Molinari, 46.i con 72 (par), Matteo Manassero, 63° con 73 (+1), Renato Paratore, 82° con 74 (+2), Marco Cespi, 130° con 77 (+5), e Andrea Pavan, 146° con 79 (+7).

IPPICA ●

IERI 9-12-13-10-2 A Montecatini (m 1640): 1 Maier (E. Baldi) 1.15.5; 2 Poseidon Bar; 3 Ovy Rob; 4 Pleasant Jolly; 5 Per Bibi; Tot.: 4,35; 1,86, 1,74, 2,46 (20,23). Quinté: 2.346,16. Quarté: 90,92. Tris: 50,73. ● OGGI QUINTÉ A PADOVA Al Breda (inizio convegno alle 15.30) scegliamo Paco (10), Revolver (14), Picolit (13), Madyson de Gloria (12), Patagonia Dvm (8) e Mirier (9). ● SI CORRE ANCHE Foggia (15.05), Milano (15.55). Galoppo: Roma (15).

TIRO A SEGNO ●

COPPA Nicco Campriani entra in finale in Coppa del Mondo a Fort Benning, nella 10m, ma esce subito, all’8° posto. Sempre nella 10m Petra Zublasing è 9ª, a un solo decimo dall’ingresso in finale. Tre successi serbi nelle prime prove. Uomini, carabina 10m: 1. Stefanovic (ser) 209.7 - 626.3; 2. Yang Haoran (Cina) 209 - 630.5; 3. Rizon (Bul) 185.8 626.1; 8. Campriani 80.3 - 629.5; 10. Pappalardo 625.6. Pistola 25m: 1. Mikec (Ser) 193.1 - 567; 2. Jin JongOh (S.Cor) 191.9 - 569; 3. Hoang Xuan Vinh (Vie) 168.3 - 563; 38. Amore 548; 48. Bruno 543; 52. Badaracchi 541. Donne, carabina 10m: 1. Arsovic (Ser) 208.1 - 416.2; 2. Peji (Cro) 207.8 - 415.7; 3. Nielsen (Dan) 184.5 - 417.3; 9. Zublasing 415.6; 39. Sena 412.8

VELA ●

NUOTO ●

LEDECKY CAMBIA (al.f.) Katie Ledecky, 18enne con 1 oro olimpico e 4 mondiali, lascia il coach Bruce Gemmell: per un anno si allenerà all’Università di Stanford con Greg Meehan.

RUGBY ● VAN ZYL (e.sp.) Corniel Van Zyl lascia Treviso e il rugby. Il seconda linea dopo otto anni tornerà in Sudafrica dove affiancherà Franco Smith nello staff tecnico dei Cheetahs, come tecnico degli avanti. Domani contro gli Scarlets a Monigo 163ª e ultima presenza in

COPPA AMERICA (r.ra.)Dopo tanta incertezza a causa della mancanza di fondi Team New Zealand ha confermato la sua presenza alla 35° America’s Cup. I kiwi hanno recentemente rinnovato la sponsorizzazione con la compagnia aerea di Dubai che garantirà la copertura fino alla Coppa in programma nel 2017. ● D’ALI E BRENCO (r.ra.)Pietro D’Alì e Carlo Brenco a bordo del Class 40 bet1128 hanno vinto la Corsica per due. Regata d’altura per equipaggi di 2 persone sul percorso Golfo del Tigullio, giro della Corsica e ritorno per un totale di 400 miglia: in . 4 giorni 16 ore 47 minuti, 35 secondi


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IL FATTO DEL GIORNO EMERGENZA IMMIGRATI

Le operazioni di salvataggio della Guardia di Finanza di un barcone ad una trentina di miglia a nord del porto di Zuwara, in Libia

La missione dell’Europa per colpire gli scafisti è un atto di guerra o no? 1L’Ue finalmente si muove con un’operazione anti-sbarchi

L’intervento però difficilmente risparmierà vittime innocenti di GIORGIO DELL’ARTI gda@gazzetta.it

Ieri il ministro degli Interni Angelino Alfano è andato al programma televisivo Agorà e ha detto quanto segue: «Noi, se l’Onu ci dà l’ok, siamo pronti ad azioni mirate contro i trafficanti di esseri umani e a fare tutto quello che serve».

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Le azioni umane contro i trafficanti non sarebbero atti di guerra? Come mai ne parla il ministro degli Interni invece del ministro della Difesa? O magari degli Esteri? La preoccupazione principale dei Paesi che l’altro giorno hanno raggiunto un accordo è di tenere un tono basso, al limite di non dire quasi quello che vogliono fare, in modo che al Consiglio di Sicurezza dell’Onu la Russia e la Cina possano far finta di non capire, e quindi non mettere il veto sulle intenzioni europee – stavolta condivise anche da-

gli inglesi – di andare a sparare sui barconi libici. Quindi è meglio che non si chiamino “atti di guerra” ed è meglio che ne parli il ministro meno titolato a parlare di questioni come questa (che sarebbe appunto argomento da Farnesina o da Difesa), cioè il capo del Viminale, Alfano. Il quale tratta la questione, appunto, come operazione di polizia. «Siamo pronti ad un piano militare energico, assumendocene anche la leadership. Siamo pronti ad un’azione di polizia internazionale contro gli scafisti sul modello di come si è fatta l’operazione antipirateria in Somalia…»

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Di che sta parlando? Della missione Atalanta, varata nel 2008 dal Consiglio di sicurezza dell’Onu: navi dell’Unione europea, aerei tedeschi o svedesi, che pattugliano l’area compresa tra il Golfo di Aden, il Corno d’Africa, l’Ocea-

Federica Mogherini, 41 anni Alto rappresentante per la politica estera Ue dal 1º novembre 2014

no Indiano e le isole Seychelles. L’Italia è entrata nel gruppo delle 17 nazioni partecipanti nel 2009. La missione ha dato buoni risultati (in effetti della pirateria somala non sentiamo quasi più parlare) ed è stata proprio adesso prolungata fino al 2016.

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Questo accordo europeo è la stessa cosa? Beh, è un po’ più feroce direi. Si preparerebbe una nuova missione, cui parteciperebbero una decina di nazioni, coordinata da Roma (ammiraglio Enrico Credendino) e destinata a contrastare i barconi degli schiavisti con un atto che è difficile non definire di guerra. I nostri scenderebbero nei porti del Nord Africa e affonderebbero le imbarcazioni. Oppure le prenderebbero di mira da lontano. Infine potrebbero affondarle anche in acque internazionali.

Ammazzando i migranti imbarcati? Tutti dicono di no, ma non è facile da credere. La morte di qualche civile sarebbe messa nel conto dei danni collaterali. Ci si deve anche chiedere: gli scafisti staranno fermi a guardare? Non ingaggeranno dei combattimenti? E in ogni caso: non potrebbero schiavisti e relative barche, una volta vista la mala parata in Libia, trasferirsi in Tunisia o in Egitto e partire da lì? Ieri il generale Mini ha scritto esplicitamente che, senza dirlo, ci stiamo preparando a una guerra. «L’intervento contro i trafficanti e le imbarcazioni comporta sicuramente combattimenti con le milizie locali e “danni collaterali”, ossia migranti innocenti, magari usati come scudi umani, che ci rimettono la pelle. L’ipocrisia di chiamarli danni collaterali può essere tradotta dal militarese (da un militare) in termini ancora più chiari: questi “danni” sono perdite previste e deliberate. Nel momento in cui si fa saltare un barcone sulla spiaggia con il dubbio che sia occupato da innocenti, si decide di sacrificarli. Se si mandano truppe contro uomini armati, qualcuno muore. Non è niente di casuale e non è collaterale, ma diretto».

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D’altra parte qualcosa bisogna fare. Quest’estate si prevede un esodo di 200 mila disperati. Non è positivo che l’Europa abbia finalmente fatto suo il problema? Sì, questo è molto positivo. La Commissione Ue ha stabilito che i profughi vadano redistribuiti tra 25 Paesi della Ue, escludendo Regno Unito, Irlanda e Danimarca, i cui accordi per l’ingresso nell’Unione danno loro la possibilità di chiamarsi fuori. Il numero di profughi da assegnare a ciascun Paese sarà stabilito tenendo conto della popolazione al 1° gennaio 2014, del Pil 2013, del numero di richieste ricevute e concesse, del tasso di disoccupazione a fine 2014. In base a questi criteri, all’Italia spetterebbe l’11,84% dei profughi, e questo significa che siamo già al di là di quanto ci viene richiesto: avremmo cioè il diritto di assegnare ai nostri partner circa 30 mila rifugiati. Dovremo però mettere in piedi, probabilmente entro luglio, sette campi in ciascuno dei quali ospitare 400 persone in attesa dello smistamento (mentre si tenterà di rimpatriare i clandestini): a Taranto, Augusta (Sr), Pozzallo (Rg), Porto Empedocle (Ag), Lampedusa, San Giuliano (Pi). E due caserme a Civitavecchia e a Messina. © RIPRODUZIONE RISERVATA

IN VISITA A TORINO

FINALMENTE! SI VA VERSO LA LEGGE

Prescrizione: Pd e Alfano d’accordo sui tempi nei reati contro la PA

Intesa nella maggioranza sulla prescrizione ANSA ● C’è l’accordo sulla prescrizione: alla fine Pd e e Area popolare (in pratica l’Ncd di Alfano e l’Ucd di Casini) hanno trovato la quadra, grazie all’ennesimo vertice tenutosi al ministero della Giustizia. L’intesa raggiunta nella maggioranza prevede l’avvio di un tavolo tecnico con lo scopo di rivedere e ridurre i tempi della prescrizione per i reati contro la pubblica amministrazione, senza rischiare di allungarli troppo (il ddl prevederebbe un aumento della metà) per altri tipi di reati, rendendo la durata dei processi eccessiva. L’obiettivo è quello di raccordare i disegni di legge su prescrizione e anticorruzione. Il primo già approvato alla Camera è ora in commissione al Senato, il secondo inizia oggi l’iter per l’approvazione finale a Montecitorio. Le norme dovrebbero essere legge entro la prossima settimana, rispettando i tempi annunciati da Renzi e dal suo ministro della Giustizia Orlando.

IL 37ENNE IN CURA A ROMA

Ebola, più gravi le condizioni dell’infermiere ricoverato ● Si aggrava l’infermiere sardo, 37 anni, di Emergency ricoverato a Roma per Ebola: alla febbre si aggiunge una sintomatologia gastrointestinale. Avviato il trattamento con un secondo farmaco sperimentale. Tre famigliari dell’uomo e tre colleghi sono in quarantena. È polemica sulla pubblicazione di foto che mostrano persone, non protette, che scattano immagini dell’infermiere durante il trasferimento da Sassari a Roma.

LE VIOLENZE DI UN SENEGALESE

Coppia ospita un immigrato Lui abusa della loro bimba ● Un senegalese di 25 anni, in Italia dal 2011 con lo status di profugo, è stato arrestato dai carabinieri con l’accusa di aver abusato di una bambina di sei anni. La piccola è la figlia di una coppia di connazionali che lo avevano ospitato in casa a Casalecchio di Reno, nel Bolognese. È stata la stessa bambina a raccontare le violenze ai genitori. L’uomo è accusato di violenza sessuale su minore.

IN AULA IL 1° LUGLIO AD ASTI

Mattarella contro la corruzione «Non si può vivere per rapinare» U

n anno fa, uno studio di Unimpresa sui costi dell’illegalità faceva due conti: il fenomeno della corruzione in Italia fa diminuire gli investimenti esteri del 16% e, tra il 2001 e il 2011, ci è costato 10 miliardi l’anno di prodotto interno lordo. Ieri, su questa ferita, ha gettato sale il capo dello Stato Sergio Mattarella, in visita a Torino. Senza mezzi termini: «I corruttori sono i peggiori peccatori, lo ha scritto Papa Francesco prima di diventare arcivescovo di Buenos Aires. Parole di fuoco che condivido. Ma la corruzione, il potere fine

TASCABILI

a se stesso sono conseguenze di una caduta della politica; c’è una corruzione che vediamo diffusa come se ci fosse una sorta di concezione rapinatoria della vita e la cattiva politica ne è complice». Frasi che Mattarella ha pronunciato davanti ai ragazzi incontrati al Sermig (Servizio Missionario Giovanni), aggiungendo un messaggio per non far sembrare i corrotti personaggi lontani, antieroi da cronaca nera. «Credo che ognuno di noi debba riflettere sul proprio operato. Dobbiamo pensare criticamente a quello che facciamo, ricordare che ol-

Il presidente Mattarella ieri al Salone del Libro di Torino

tre ai diritti abbiamo dei doveri. L’antidoto alla corruzione? Il senso civico». EPOCALE Mattarella, che — tra una foto e una stretta di mano — ha inaugurato il Salone del Libro e visitato in forma privata la Sindone («la fede può dare ancora speranza al presente»), ha parlato anche di immigrazione. «Migrazioni ve ne sono sempre state. Ma sta avvenendo qualcosa di diverso perché la facilità nella comunicazione di chi vive in condizioni difficili e vede che ci sono condizioni migliori in altri continenti, è un fenomeno epocale da affrontare con intelligenza». E, forse, con quella «concretezza» della politica di cui ha parlato lo stesso presidente, ovvero «tradurre i principi in scelte concrete». f.riz. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Omicidio Ceste: per il marito via al giudizio immediato

Elena Ceste, trovata morta nell’Astigiano a ottobre ‘14 ● Giudizio immediato per Michele Buoninconti. In carcere dal 29 gennaio, il 1° luglio comparirà in Corte d’Assisi, ad Asti, per difendersi dall’accusa di avere ucciso la moglie, Elena Ceste, e nascosto il suo cadavere, trovato dopo mesi in un campo non lontano da casa, nell’Astigiano. Rischia l’ergastolo. A fissare l’udienza, ieri, il gip secondo cui le prove sarebbero «manifeste» e l’accusa «fondata».


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LA TRAGEDIA A MILANO

Lo studente in gita precipitato dall’hotel Torchiati i compagni 1I prof hanno saputo

della morte del 19enne padovano da una foto Non convincono le versioni dei ragazzi

A sinistra, la polizia nei pressi dell’hotel assaltato; a destra, Sandro Abati, 48 anni: era a Kabul insieme alla fidanzata kazaka AP/ANSA

Strage talebana a Kabul: 14 morti Ucciso un italiano 1Tra le vittime un bergamasco e la fidanzata kazaka Le autorità: «L’offensiva degli estremisti era attesa»

Francesco Rizzo

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annuncio era arrivato in aprile: i talebani lanciavano in Afghanistan la campagna di primavera, battezzata azm, “perseveranza”. Obiettivo, «la completa liberazione della nostra amata patria dal giogo dell’occupazione straniera e l’implementazione della legge coranica nel Paese». Mercoledì sera, al Park Hotel di Kabul — non lontano da una sede Onu, teoricamente una zona sicura — si attendeva l’inizio di un concerto di un cantante locale e invece è piombata la “perseveranza” dei talebani, in guerra dal 2001 contro la presenza occidentale e quelle che considerano «le marionette» del governo di Kabul. Tre terroristi hanno fatto irruzione nel ristorante e causato almeno 14 morti in un attacco durato 5 ore

dentro un hotel molto frequentato dagli stranieri: caccia all’“infedele” stanza per stanza, 54 persone salvate dalla polizia locale, ora in azione senza il pieno appoggio dei militari alleati. Il portavoce dei talebani, Zabiullah Mujahid, ha parlato di un solo assalitore, Muhammad Idrees, dotato di un fucile d’assalto AK-47, granate ed esplosivi e ha specificato che «tutti gli stranieri di un Paese invasore, specialmente dei Paesi della Nato, sono considerati invasori e non civili». Mujahid si era già detto «contrariato» per la decisione presa mercoledì dalla Nato di mantenere in Afghanistan una missione dopo che, a fine 2016, terminerà Sostegno Risoluto, l’operazione che il 1° gennaio (con 700 militari italiani) ha posto fine alla International Security Assistance Force scattata nel 2001. Tra le vittime dell’assalto, un bri-

L’ATTACCO Il punto dell’attacco di mercoledì in un hotel frequentato da stranieri Ambasciata americana

Park Hotel

Sede Isaf Palazzo presidenziale Kabul AFGHANISTAN km

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GDS

Buona Scuola in aula E il garante boccia il blocco degli scrutini

Il contro-video con cui gli studenti dell’Uds rispondono al video di Renzi

«I

l blocco degli scrutini è illegittimo». Ha giocato d’anticipo il garante sugli scioperi, Roberto Alesse, perché al momento, per sua stessa ammissione, non c’è nessuna comunicazione ufficiale su un’iniziativa per interferire sulle valutazioni di fine anno. Ma il suo «promemoria» non pare scoraggiare i sindacati che intendono continuare la battaglia contro il

ddl Buona scuola, arrivato ieri in Aula, alla Camera, e strenuamente difeso dal ministro Giannini nella sua replica ai parlamentari. «È inutile che Renzi mostri i muscoli, non si deve illudere, nessuno riforma il Paese da solo», il messaggio spedito dalla leader Cisl, Annamaria Furlan. Non solo schermaglie verbali: per spiegare le loro ragioni, i sindacati hanno dato ap-

GUERRA Avrebbero dovuto sposarsi in estate a San Pellegrino (Bg), dopo aver già detto “sì” secondo un rito kazako. Abati, noto nell’ambito del volontariato, aveva collaborato a progetti in Uganda, Montenegro, India e progettava di vivere in Canada. È la vittima italiana numero 55 in Afghanistan dal 2004 (32 in azioni ostili) ed è la dolorosa testimonianza di quanto ancora lontana sia la pace in quelle terre: «L’offensiva dei talebani era attesa, tanto più mentre la coalizione internazionale si appresta a trasferire la responsabilità della sicurezza nelle mani degli afghani», ammette la vice presidente della Camera, Marina Sereni. Mentre uno dei circa cento italiani che lavorano a Kabul, Luca Radaelli, coordinatore di Emergency, spiega: «La situazione peggiora in tutto il Paese: su 34 province, in 21 si registrano combattimenti attivi. Nel 2014 abbiamo ricevuto 4.832 feriti di guerra. In un momento in cui la guerra dovrebbe essere finita, in realtà, da anni, non è mai stata così drammatica». © RIPRODUZIONE RISERVATA

I SINDACATI ALL’ATTACCO puntamento a senatori e deputati oggi a piazza del Pantheon a Roma. E hanno già raccolto l’invito sia Sel sia il deputato della minoranza Pd Stefano Fassina. Lunedì e martedì le stesse sigle sindacali (Flc-Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Gilda e Snals) hanno organizzato a piazza Montecitorio una sorta di «Speaker’s Corner» in concomitanza con la fase finale della discussione del disegno di legge. GUERRA VIDEO Ieri in Parlamento il ministro Giannini ha assicurato che il progetto «vuole portare la scuola italiana dal Novecento a questo secolo» e «ricostruire la normalità che decenni di scelte mancate hanno fatto scomparire». Ma soprattutto, passaggio su cui ha battuto parecchio, formare «i cittadini dell’Italia di domani». Oltre lo scontro verbale, quella sulla Buona scuola è però diventata anche una “guerra” di video. Dopo quello di Renzi di mercoledì con tanto di lavagna e gessetti, ieri ecco il controvideo degli studenti. E la “disfida” potrebbe allargarsi: ogni scuola è stata invitata dall’Unione degli studenti a produrre un ulteriore video usando l’hashtag #laverascuola. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Filippo Conticello @filippocont

tannico, uno statunitense, quattro indiani (il vero obiettivo era forse l’ambasciatore di New Delhi, assente), due membri di Actionaid Afghanistan, organizzazione che si batte contro la povertà e un italiano, Sandro Abati, 48 anni, bergamasco di Alzano Lombardo. Lavorava come consulente per progetti infrastrutturali e viveva ad Astana insieme alla fidanzata Aigerim Abdulayeva, 27 anni, di origini kazake, a sua volta rimasta uccisa durante l’assalto.

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otto torchio a Padova, lontano da Milano, dall’Expo e dall’Hotel Da Vinci dove domenica notte una gita allegra è diventata tragedia. Il cuore dell’indagine sulla morte di Domenico Maurantonio, lo studente precipitato dal quinto piano in circostanze molto, molto confuse, si è spostata nella città veneta. Nel cuore del Liceo Nievo frequentato dal diciannovenne con buon profitto: dopo averli già sentiti a caldo, gli investigatori milanesi hanno interrogato per ore una decina di compagni di classe, assieme a lui a Milano per vedere l’Esposizione universale. Si cercano nuovi particolari sulle ore che hanno preceduto quel volo assurdo, verificando eventuali incongruenze nei racconti dei ragazzi. Tra paure e silenzi, le loro versioni convincono poco: per il momento, il fascicolo aperto in Procura a Milano è a «modello 45», senza reato né indagati, ma i pm sembrano sterzare verso l’omicidio colposo con omissione di soccorso. L’ipotesi è che nella stanza dove dormiva il giovane fosse in corso una «festa» o che tutto sia dovuto a un assurdo gioco goliardico. In ogni caso, una delle poche certezze di un’indagine zeppa di punti oscuri (a partire dall’orario del decesso, che si colloca ancora genericamente fra le 2 e le 6 del mattino) è che niente sia stato accidentale. Il davanzale della finestra da dove poi Domenico è precipitato è alto un metro e dieci centimetri: un’enormità che fa pensare che il giovane sia salito vo-

Domenico Maurantonio, di Padova

lontariamente. O che sia stato «indotto» a salire. PERCHÉ? C’è poi un altro mistero in tanta nebbia: uno sconosciuto di origine slave sarebbe stato in quel dannato quinto piano domenica notte. La presenza dell’uomo è stata segnalata agli investigatori dalla preside del liceo, Maria Grazia Rubini: la donna ha appreso che quel tale avrebbe anche aiutato alcuni ragazzi ad entrare nella stanza con la chiave magnetica. Non bastasse, i prof spediti dalla preside in gita sono stati incredibilmente informati solo la mattina dopo: a colazione hanno visto il corpo morto in una foto scattata dai gestori dell’albergo e l’insegnante di storia dell’arte sarebbe svenuto per lo shock. Comunque, al più presto bisognerà capire se il ragazzo aveva bevuto troppo o assunto droghe e passi avanti in questa direzione si faranno soltanto grazie agli esami tossicologici. Per ora, il dato più importante dal punto di vista medico-legale è che sul cadavere non c’è traccia di colluttazione. Un compagno, però, potrebbe averlo trattenuto prima del volo di dieci metri: c’è un «segno oblungo» su un braccio, compatibile con un «tentativo di presa». Un’opzione che richiama alla mente la domanda senza risposta: perché? Perché Domenico si è sporto fin lì? © RIPRODUZIONE RISERVATA

Gelosia morbosa La Cassazione: «È un reato» ● Essere gelosi in modo morboso può costare un’accusa per maltrattamenti: lo ha scoperto un 50enne siciliano che assillava la moglie (assistente di volo) con controlli sul cellulare, insistenti contestazioni di tradimenti inesistenti, richieste della prova del Dna sui figli. Per la Cassazione quel «comportamento vessatorio» può condurre a una condanna penale: la sesta sessione ha per questo annullato con rinvio una sentenza con cui la Corte d’appello di Palermo aveva assolto l’uomo dall’accusa di maltrattamenti.

La Corte di Cassazione a Roma

I ROHINGYA: POPOLO FANTASMA ALLA DERIVA NELL’OCEANO «Le persone ci chiedono cibo e acqua. Ci sono molte donne e bambini a bordo di un vecchio peschereccio completamente pieno di gente. Abbiamo visto bere urina...». Così un inviato della Bbc racconta il dramma dei barconi pieni di migranti di etnia Rohingya alla deriva nel Golfo del Bengala. I Rohingya, una minoranza musulmana perseguitata dai buddisti, sono in fuga dalla Birmania, dove oltre 120 mila di loro vivono in campi di raccolta: i governi di Indonesia, Malesia e Thailandia hanno chiuso le frontiere ma un profugo racconta che «una decina di persone sono già morte durante il viaggio e abbiamo gettato i corpi in mare». Sarebbero migliaia, secondo le organizzazioni internazionali, i disperati in attesa di approdo: oltre duemila sono arrivati in Indonesia e Malesia tra domenica e lunedì. Nella foto Afp, un gruppo di migranti vicino all’isola di Koh Lipe.


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ANNUNCIO SUI SOCIAL

Pausini, nuovo disco In arrivo �Simili� 

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Salma Hayek ieri a Cannes con Matteo Garrone e Vincent Cassel. A destra Charlize Theron sfila sul tappeto rosso assieme al compagno Sean Penn REUTERS

Salma la caliente a Cannes Regina dark e selfie ribelle

1La messicana Hayek protagonista dell’applauditissimo film di Garrone ÂŤUna fiaba che esplora i lati oscuri dell’animoÂť. Domani tocca a Moretti Moretti, il 20 a Sorrentino) ha ricevuto grandi applausi e tra la stampa internazionale c’è chi, come il Guardian, lo ha definito “un capolavoroâ€?.

Elisabetta Esposito INVIATA A CANNES (Francia)

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tringe tra le mani quel gigantesco cuore di dra- FAVOLA Il Racconto dei Racconti, che ha nel cast ango, poi ci affonda la faccia, lo morde con rab- che Vincent Cassell, John C. Reilly e Toby Jones, racbia, aviditĂ , speranza. Il sangue la sporca, lei conta tre favole tratte da Lo cunto de li cunti di Giamcontinua. Le hanno detto che cosĂŹ resterĂ finalmente battista Basile, scrittore napoletano del ‘600. ÂŤIo sono incinta. Salma Hayek ride ripensando a quando ha una regina ossessionata dalla maternitĂ . Non ho fatto dovuto girare per Matteo Garrone fatica a capirla, è un problema coquesta scena, una delle piĂš potenti mune a tantissime donne. Del redel Festival. ÂŤĂˆ stato disgustoso! sto queste favole non sono le classiLA SCENA DEL CUORE Per fortuna mia figlia Valentina, 7 che fiabe per bambini, lĂŹ c’è speranDI DRAGO CHE SBRANO? anni, mi ha consigliato di mordere za, qui un’esplorazione delle zone Ăˆ STATO DISGUSTOSO il cuore da davanti e sputarlo subimeno note e forse meno nobili delPER FORTUNA to dietro, cosĂŹ nessuno lo vedeva. l’animo umano. Ti portano in un Mi ha salvato la vitaÂť. E nonostante mondo sconosciuto e sorprendenL’HO SUBITO SPUTATO questo, la protagonista de Il RacteÂť. Salma, 48 anni di piena bellezconto dei Racconti, presentato ieri a za, ha vissuto tra Messico, Stati Cannes in contemporanea con SALMA HAYEK Uniti e Francia (con il marito-mil’uscita nelle sale italiane, ha ama- ATTRICE liardario Francois-Henri Pinault), to profondamente questo film. ÂŤHo ma che resti una vera latina è evigirato con vestiti che pesavano trenta chili, fisicamen- dente dal modo diretto e potente che ha di dire le te è stato devastante! Ma Matteo è straordinario. Del- cose. Basta parlare di discriminazione femminile per le volte dopo lo stop lo guardavo soddisfatta, ma lui: farla scattare: ÂŤNel cinema è un problema grave, ma “Qualcosa non va. Ăˆ bella, ma mi sembra di averla giĂ le donne non hanno ancora voce nel mondo. Dobbiavistaâ€?. Capite chi è Garrone? Un regista a cui non ba- mo lottare per dire la nostra a modo nostro, funzionesta fare una cosa meravigliosa, deve anche renderla rebbeÂť. Poi scatta un selfie: a Cannes quest’anno sono sua e quindi unicaÂť. Ieri sera, alla proiezione ufficia- proibiti, ma chi si azzarda a rimproverare lei? le, il primo film italiano in concorso (domani tocca a Š RIPRODUZIONE RISERVATA

OROSCOPO LE PAGELLE di ANTONIO CAPITANI 21/4 - 20/5 TORO

21/5 - 21/6 GEMELLI

22/6 - 22/7 CANCRO

23/7 - 23/8 LEONE

24/8 - 22/9 VERGINE

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Creatività e vitalità crescono, la fortuna vi s’incolla ai glutei santi: ogni successo possibile. Sudombelico divertito, in compagnia o in solitudo.

Lavorare da soli vi fa gioco. E vi fa produrre per tre. Non vi insfighite! Serpeggiano voglie suine alternative, da assecondare, per non aver rimpianti.

Il lavoro di squadra è figo e proficuo. Ma pure se lavorate da soli, una dritta può schiudervi orizzonti proficui. Spiccati guizzi suini vi evidenziano.

Lo sfigopessimismo incombe. Scacciatelo. PerchÊ attira gli ostacoli. E perchÊ fa male alla pancia. Il vigore cala, il sudombelico è però fantasioso.

Lo stress è tanto. E gli zebedei vi seguono trascinandosi sul selciato. Ma oggi il capo v’apprezza e l’appetito suino è soddisfatto. Si migliora, dunque.

Ăˆ tempo di svolte. Ma fate in modo che la Luna odierna non vi demotivi. Buone notizie finanziarie vi confortano, il sudombelico, invece, langue.

23/9 - 22/10 BILANCIA

23/10 - 22/11 SCORPIONE

23/11 - 21/12 SAGITTARIO

22/12 - 20/1 CAPRICORNO

21/1 - 19/2 ACQUARIO

20/2 - 20/3 PESCI

6+

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I rapporti con gli altri necessitano che mandiate giĂš un antiacido per digerirli. Ma il lavoro fila e il colpo di glutei c’è. Apoteosi suina, muy goduta.

Il lavoro trionfa. Ma non riducete in confettura gli zebedei altrui, con la vostra pedanteria. Sudombelico cortesemente turpe: si combina.

L’intuito è ottimo consigliere, specie nel lavoro (favorito) e nella semina di cose nuove. L’amore è rassicurante, ma forse suinamente poco avvincente.

Applicatevi nel lavoro e in amore. E non azzannate i legamenti crociati di nessuno: meglio la diplomazia e la furbizia. Modestie sudombelicali giungon.

Potete compiere meraviglie nel lavoro. I colloqui vanno a buon fine, l’amor è ebbro di complicitĂ , il suino inside you adempie mucho. Soldi in arrivo!

Economia, lavoro e privacy trovano sollievi inattesi. Anche se Marte vi rompe non poco. Calmi: tutto è in via di miglioramento. Fornicazione epicurea.

Laura Pausini, 41 anni domani

raccontarvela in musica. Simili come siamo da sempre, #Simili come saremo insieme, anche dal vivo, nel 2016Âť. In arrivo, infatti, anche un nuovo tour negli stadi, come conferma nel lungo post: ÂŤVe lo dico tutto d’un fiato, a piĂš di un anno di distanza: Giugno2016#Pausinistadi. Dopo aver girato il mondo tornerò a cantare nella mia terra, dal nord al centro al sud, non vedo l’ora! Il 4 giugno a Milano, l’11 giugno a Roma, il 18 giugno a Bari. SarĂ il nostro appuntamento... Io ci sarò. ÂŤHo creduto in un sogno e non ho mai smesso!Âť, ha concluso.

Adrenalina pura per Mad Max Charlize incanta â—? Smoking abbottonati e acconciature costruite hanno tremato ieri sera a Cannes durante la proiezione, fuori concorso, di ÂŤMad Max – Fury RoadÂť. George Miller è tornato con un carico di adrenalina. Non c’è piĂš Mel Gibson, ma Tom Hardy è apparso sufficientemente in forma da poter reggere due ore di inseguimenti su camion, moto, auto con le ruote giganti in un deserto post-apocalittico. Accanto a lui c’è Furiosa, la guerriera Charlize Theron rasata e muscolosa: ÂŤGeorge mi aveva promesso che sarei stata femminile, è stato bravoÂť. Impegnatissima nel sociale come il compagno Sean Penn: ÂŤDobbiamo fare qualcosa perchĂŠ il mondo di Mad Max non diventi il nostroÂť.

CONSIGLI

21/3 - 20/4 ARIETE

ncora una volta l’annuncio di un disco arriva attraverso i social. Stavolta è Laura Pausini — in questi giorni impegnata a Miami nella giuria del talent La banda assieme a Ricky Martin — a svelarlo ai fan sui suoi profili: ÂŤNon riesco piĂš a tenerlo solo per me, voglio condividerlo con voi, perchĂŠ noi, da sempre, siamo cosĂŹ: Simili. Questo è il titolo del mio nuovo albumÂť. Il disco, che segue l’ultimo del 2011, Inedito, uscirĂ il prossimo autunno. ÂŤSimili — scrive la cantante romagnola — perchĂŠ è quello che siamo, perchĂŠ esprime esattamente quello che sento quando penso a noi. Uguali e differenti, uniti dagli stessi sogni, le stesse paure, le stesse emozioni. Simili come le impronte digitali: uguali e diverse. In cerca di altri noi per diventare una storia. Simili arriverĂ in autunno, sentirete nuove note, nuove storie, una nuova fase della mia vita e non vedo l’ora di

CHIEDE LA TORTA CON LITTLE PONY ARRIVA QUELLA CON LITTLE TONY Evelina per i suoi 9 anni aveva chiesto una torta con l’effige del suo giocattolo preferito. Al momento di festeggiare, però, la delusione: il pasticciere di Gangi, provincia di Palermo, aveva raffigurato il cantante Little Tony. La “disavventuraâ€? ha fatto il giro dei social e #Little Tony è entrato tra i trend di twitter.

LO SPORT IN TV

ÂŤE NON HAI ANCORA VISTO...Âť

UN VIAGGIO SUL PIANETA JOVANOTTI Alla vigilia del nuovo tour, che scatta il 20 giugno da Ancona, in ÂŤE non hai ancora visto nienteÂť Jovanotti racconta aneddoti, curiositĂ ed emozioni di ÂŤLorenzo 2015 ccÂť, l’album pubblicato nel febbraio scorso. Il proposito è far conoscere meglio Jovanotti e il suo mondo anche conducendo lo spettatore nella “casaregnoâ€? di Cortona e negli studi dove ha è stato inciso l’album. In prima tv. DA VEDERE STASERA SU SKY UNO HD ALLE 20.20

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VENERDÌ 15 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

GAZZA GOLOSA

1La scoperta di un piatto nuovo è più preziosa per il genere umano che

Dal terzigno, che contiene le alici, escono le gocce di colatura. Sopra i classici spaghetti

L’oro di Cetara è fatto con le alici 1Alla scoperta dei

segreti della colatura: la salsa che deriva dall’antico Garum romano

Francesco Velluzzi

E’

l’oro di Cetara. Sua maestà la colatura di alici. «Il nostro orgoglio, siamo in 2300 a Cetara e 200 persone vivono di pesca. Ci stiamo battendo per avere il riconoscimento della Dop (denominazione di origine protetta). Perché Cetara, un bel borgo marinaro della Costa Amalfitana, in provincia di Salerno, dopo Vietri sul Mare, si identifica nella colatura di alici», racconta il sindaco Secondo Squinzano. Che promuove il paese attraverso il prodotto più nobile. «Un elemento unico che riesce a sorprendere». CONDIMENTO La colatura di alici è un condimento. Pregiatissimo. «Perché per produrne un litro occorrono 20 chili di alici», spiega Gennaro Benincasa che con la Cetarii commercializza il prodotto in tutta Italia. I produttori più importanti sono tre (lo storico Nettuno, la Iasa, la più grande e Delfino Battista, il più industriale), anche se alcuni più giovani si stanno organizzando. Il condimento si unisce agli spaghet-

ti: «Vanno cotti senza mettere il sale nell’acqua e poi uniti a un soffritto di aglio e prezzemolo», spiega Pasquale Torrente (fratello del tecnico Vincenzo), che dal sud è venuto al nord, in Franciacorta a Erbusco col nuovo locale Burro e Alici, per portare i segreti della cucina campana. A Cetara il ristorante di punta è Acquapazza che commercializza la colatura di Nettuno prodotta da Giulio Giordano, che si picca di essere il più artigianale e vende solo nel suo laboratorio e ai privati che amano il suo prodotto. «Cominciano a chiederla anche negli Usa e in Francia. La colatura tradizionale la facciamo solo qui. La pesca è cominciata da qualche settimana. Per realizzarla ad alti livelli ci vogliono due anni di maturazione. Usiamo solo pesce del nostro golfo che peschiamo da aprile e saliamo fino ad agosto, rispettando il disciplinare». COME SI OTTIENE Le acciughe, appena pescate, vengono «scapezzate» (decapitate ed eviscerate), quindi, cosparse di sale marino, inserite nel terzigno, un terzo di una botte. Il contenitore viene coperto con un disco in legno sul quale si collocano dei pesi. Per 48 ore la pressatura è molto alta, poi comincia a scendere. Così inizia a comparire il liquido in superficie. Il processo dura 4-5 mesi. A quel punto il liquido viene versato nuovamente nel terzigno dove le acciughe erano rimaste in maturazione. Colan-

Pagina a cura di Pier Bergonzi e Daniele Miccione

la scoperta di una nuova stella. Anthelme Brillat-Savarin (politico e gastronomo francese, 1755-1826)

SOSTIENE LO CHEF di ALESSANDRA DEL FAVERO E OLIVER PIRAS

do lentamente i vari strati si raccoglie il meglio e il risultato è un distillato limpido di colore ambrato dal sapore deciso e corposo. «Quando si fa la pasta bisogna stare attenti alle dosi. Non più di un cucchiaio di colatura per piatto», aggiunge Benincasa. A Natale a Cetara le linguine con il prezioso condimento sono il piatto tradizionale del paese. Un rituale antico al quale nessuno vuole rinunciare. PRODUZIONE La produzione non è enorme. «Ogni azienda non supera le tremila bottigliette di qualità». Una bottiglietta da 100 ml costa cara. Arriva anche ai 30 euro. Ma il contenitore in vetro può durare a lungo dopo essere stato utilizzato. Basta non metterlo in frigorifero. Non si usa solo per la pasta. «Ma anche per le patate lesse, per l’insalata, per il pesce», dice ancora Giordano. «Si può utilizzare per tutto quel che si vuole». Un insaporitore per gourmet. Che acquista sempre più valore. Il nobile discendente dell’antico Garum romano. Una salsa di pesce cremosa, adorata a quei tempi, che ha superato i millenni. A Genova, questo week-end, il Presidio della colatura tradizionale di Cetara è a Slow Fish. Una bella occasione per assaggiare, comprare e scoprire come si produce. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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SORSEGGIANDO di LUCA GARDINI

QUAGLIE CON CAROTE GINEPRO E... ASSENZIO

CLEMENTE I OTTAVIANI ROMAGNA FRAGRANTE

Alessandra Del Favero, 26 anni, e Oliver Piras, 29, coppia nella vita e al ristorante Aga di San Vito di Cadore (BL), pensano piatti fuori dalle convenzioni. Sfruttano gli scarti e stanno costruendo una cucina fatta solo con i prodotti di montagna.

elle terre dei Malatesta, tra il mare di Rimini e le colline che aprono la volata agli Appennini, ci sono da secoli vigne generose. Alcune di queste sono lavorate, da oltre 50 anni, dalla famiglia Ottaviani. Enio, il fondatore, ha messo le radici della cantina di San Clemente. Ora sono i nipoti a pedalare sul percorso indicato da Enio Ottaviani e lo fanno con risultati sorprendenti. Noi vogliamo parlarvi del «Clemente I» 2014, un bianco del Rubicone, che ci convince. E’ frutto di un riuscito equilibrio tra l’aromaticità di Riesling e Sauvignon e la solidità del Pagadebit (proverbiale vitigno autoctono romagnolo). Il Clemente Primo è di colore oro brillante. Ha profumi di pesca gialla e lavanda con note di eucalipto. Al palato è rotondo e fragrante di piacevolissima freschezza con chiusura di spettacolare sapidità.

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vete mai provato una vera quaglia, una di quelle allevate a terra, nutrite con farina di polenta, cresciute con amore? Noi abbiamo la fortuna di conoscere Oscar Colussi, un grande allevatore di Vodo di Cadore, che ci rifornisce di quaglie strepitose. Di un livello tale che quando ragioniamo su come cuocerle la prima preoccupazione è non rovinarle. Così abbiamo messo a punto una cottura che consente di tenere la carne tenera, rosata e succulenta. Facciamo andare la quaglia a fuoco alto rapidamente. Poi la facciamo «riposare» a 60° dentro un fornetto per 40 minuti. Il risultato è perfetto. Separiamo petto e cosce e le serviamo con un purè dolce-amaro. Teniamo le bacche di ginepro a bagno nell’acqua fredda per 12 ore, poi le frulliamo con un po’ d’acqua fino a farne una pasta dal sapore molto intenso che setacciamo finemente. Le note amare si sposano alla perfezione con il dolce delle carote cotte al cartoccio e passate. Il piatto si completa con qualche fogliolina amara di artemisia (quella dell’assenzio…), delle lamelle di carote fermentate tre mesi nel macis e una carota al vapore essiccata e schiacciata.

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CLEMENTE I, Bianco Rubicone, 2014, Enio Ottaviani, San Clemente (Rimini). UVE: Riesling, Sauvignon e Pagadebit. PREZZO: circa 8 euro IL VOTO

90/100 RAPPORTO QUALITÀ PREZZO OTTIMO ★★★★★ SI ABBINA CON ALICI MARINATE DEGUSTARE ASCOLTANDO VASCO ROSSI «ALBACHIARA»

h K 3 $

L’OLIO

Il consiglio

Quinta Luna in Umbria «giovane» capolavoro

L

a quaglia domestica è stata selezionata in Giappone attraverso numerosi incroci dalla quaglia selvatica. Viene allevata per le uova e per la carne che è gustosa e sana. A casa potete seguire una tradizionale ricetta veneta. Le quaglie vanno avvolte nella pancetta, cotte nel tegame con burro e salvia e servite con la polenta. Il consiglio è il solito: non fatele stracuocere. Meglio una passata veloce su fuoco vivace e poi una mezzora nel forno, alla temperatura più bassa possibile. In questa stagione, con il caldo, potete anche accostare la quaglia a della verdura fresca, a foglia larga, come bietole e spinaci.

QUINTA LUNA A ROMA DA SAPORD’OLIO BOTTIGLIA DA 0,5 A 13,80 EURO

● Non è facile trovare giovani impegnati nella produzione di eccellenze. Nel cuore verde italiano, in Umbria, Stefano ed Andrea Gaudenzi (48 anni in due) rappresentano la terza generazione di produttori di olive (Moraiolo, Frantoio e Leccino). Quinta Luna è un olio con un fruttato erbaceo e note di carciofo e mandorla, che si apre poi in bocca con amaro e piccante, intensi ma equilibrati. Perfetto sulla carne al forno o alla griglia. Marino Giorgetti ● www.frantoiogaudenzi.it


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VENERDÌ 15 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT


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