domenica 17 maggio 2015 anno LXXI - numero 20 euro 1,40
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JUVE 2 GLI SPIETATI PER L’INTER UN ALTRO RO FILM DA INCUBO: PERDE 2-1 A SAN SIROO
Campioni troppo forti a squadra B. anche con la Morata vincee nettamente la sfida con Icardi. Papera vic. di Handanovic. de un Mancini perde nuovo treno per ague. l’Europa League. nita... Ma non è finita...
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IL TIFOSO SQUINZI «SILVIO, OCCHIO AI SOCI ESOTICI» Il patron del Sassuolo, sostenitore deluso del Milan, avverte l’amico Berlusconi. «E oggi niente sconti» GOZZINI, OLIVERO, PAGLIARA, PASOTTO ALLE PAGINE 14-15
RISULTATI & CLASSIFICA 36a GIORNATA
Domani il Napoli col Cesena: euro patto con De Laurentiis IERI INTER-JUVE 1-2 SAMPDORIA-LAZIO 0-1 OGGI ORE 15 SASSUOLO-MILAN (2-1) 12.30 ATALANTA-GENOA (2-2) CAGLIARI-PALERMO (0-5) TORINO-CHIEVO (0-0) VERONA-EMPOLI (0-0) ROMA-UDINESE (1-0) 20.45 DOMANI FIORENTINA-PARMA (0-1) 19 NAPOLI-CESENA (4-1) 21
JUVENTUS* LAZIO* ROMA NAPOLI FIORENTINA SAMPDORIA* GENOA INTER* TORINO MILAN
83 66 64 60 55 54 53 52 48 46
PALERMO CHIEVO UDINESE VERONA EMPOLI SASSUOLO ATALANTA CAGLIARI CESENA PARMA (-7)
43 42 41 41 41 40 36 28 24 17
*Una partita in più
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ARCHETTI, DALLA VITE, DELLA LA CHI, VALLE, GRAZIANO, SCHIANCHI, RICCI, TAIDELLI, VERNAZZA DA PAGINA 2 A PAGINA 9
IL BRESCIA IN LEGA PRO
Frosinone in festa Ecco la ProvinciA con la A maiuscola
Alvaro Morata esulta con gli occhiali da sole lanciati dalla tribuna AP
GRIMALDI, PUGLIESE PAG. 24, COMMENTO DI ASTORI PAG. 23
IL COMMENTO O mai di Luca Calamai 23
Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano
CARO THOHIR, QUI CI VUOLE YAYA AYA Date Yaya Tourè all’Inter. ter. Anche se la squadra ente nerazzurra probabilmente il prossimo anno non e. parteciperà alle Coppe. Il pressing di Mancini per n convincere Thohir a un dget investimento extra budget osta sul fuoriclasse della Costa a precisa. d’Avorio ha una logica
Delirio Frosinone: due promozioni consecutive
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MONDO
Liverpool, emozione Gerrard Psg: terzo titolo consecutivo BOLDRINI, GRANDESSO ALLE PAGINE 20-21
L'ARTICOLO A PAGINA 23
GENTILETTI FIRMA IL SORPASSO SUI CUGINI: 1-0. LA SAMP SPRECA L’OCCASIONE, IL 6° POSTO RESTA IN GIOCO
LAZIO SUPER: È SECONDA. A TE ROMA BIANCHIN, CECCHINI, CIERI, D’ANGELO, DA RONCH, LICARI, VELLUZZI ALLE PAGINE 10-11-12
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FEDERER-DJOKOVIC SHOW E POLEMICHE GRAN FINALE A ROMA
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GIRO: VINCE INTXAUSTI
BATTUTA NOVARA
1 MotoGP Marquez pole ma Dovizioso lo bracca Lorenzo 3°, Vale è 7° CASADIO, FALSAPERLA, ZAMAGNI DA PAGINA 40 A PAGINA 42
50 5 1 7>
Il serbo: «Centrale pericoloso, troppe buche» Donne: la Sharapova sfida Suarez Navarro 9 771120 506000
SERVIZI ALLE PAGINE 36-37-38
Roger Federer (a sin.), 33 anni e Novak Djokovic, 27
DA NON PERDERE
Aru lo punge Casalmaggiore Contador ferito (15mila abitanti) difende la rosa campione d’Italia e guadagna 2” del volley donne SERVIZI DA PAG. 28 A PAG. 35
GARDANI, PASINI A PAGINA 45
2 Storica Pro Recco La regina della pallanuoto vince il 10° scudetto di fila CARRELLA A PAGINA 43
3 Via ai playoff di basket tutti a caccia di Milano Speciale di 8 pagine ALL’INTERNO DEL GIORNALE
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IL ROMPIPALLONE di Gene Gnocchi Sacchi non si ferma più: «Il fatto che nelle matrioska non ci sia dentro una bambola italiana è una vergogna»
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Serie A R Anticipi 36a giornata
E’ una Juve di cannibali La festa bianconera con Paul Pogba, Alvaro Morata e Leonardo Bonucci LAPRESSE
Morata stende l’Inter ma non il sogno europeo 1Icardi illude, poi i
nerazzurri perdono la cattiveria e sciupano l’occasione
Pierfrancesco Archetti MILANO
C
iò che l’Inter non riesce a capire è che bisogna sempre diffidare delle riserve, se queste hanno all’orizzonte due finali. Anche un minuto a Berlino, ma pure a Roma, potrebbe bastare a qualche gregario juventino per affacciarsi a una cronaca da leggenda, con implicazioni da tripletta riuscita finora solo ai nerazzurri: quindi per conquistare la posizione le seconde scelte di Allegri son disposte anche a sbullonare San Siro. Ciò che non dà pace ai tifosi interisti invece è che anche le riserve della Juve non entrano per smontare lo
stadio, ma vedono questa possibilità dopo, per i troppi regali. Perché, nonostante siano gli unici ad avere un euro-obiettivo, i nerazzurri restano insicuri come spesso è avvenuto in casa (un solo pieno nelle ultime sette gare interne), in questi tempi di delusione e ricostruzione. Come se ci fosse ghiaia al posto dell’erba, l’Inter perde cattiveria strada facendo, sbanda e si affanna, mentre gli altri invece acquistano saldezza fino alla vittoria: negli ultimi dieci frontali, i nerazzurri hanno stirato una sola volta Madama, siamo al complesso di inferiorità. Il 2-1 non è uno show che modificherà la leggende intorno al derby d’Italia, spesso farcito di gustosi e astiosi confronti. Ma nell’ennesima differenza tra due pianeti distanti, ci sono anche le polemiche: un gol di Brozovic annullato per fuorigioco che non c’è. Sarebbe stato il 2-0. I MOTIVI Se non il successo, almeno il pari sarebbe stato un esito più corretto. Ma non è soltanto la sbandierata errata a togliere i punti da Euroleague. Sbagli individuali dietro, soprattutto di Vidic e Handanovic che regalano il rigore del pari e l’urlo del sorpasso. Errori da teneroni davanti, quando Icardi, nonostante la tradizione favorevole, non giustizia Storari, strepitoso nella respinta. Nei gol c’è molto della spiegazione della partita: quel-
Marchisio, vertice basso del rombo. Trovato il pari senza nemmeno forzare il possesso palla (che alla fine è del 34%, il più basso finora), i bianconeri cancellano molti strafalcioni, passano a tre con Ogbonna per Lichtsteiner, immettono carattere e spavalderia con Pogba per Pereyra, e sembra basti la presenza di uno dei big per mandare in confusione i rivali nella scena del sorpasso. Marchisio che infila il penalty; Morata che fa dannare tutti; Pogba che mette paura già a correre. Non sono i gregari di cui si parlava all’inizio: lo sono invece Storari, Matri che a Madrid non aveva posto nemmeno in panchina, Sturaro che tiene botta, Barzagli finito fuori per infortunio. Gente su cui Allegri può contare in qualsiasi momento.
lo del vantaggio interista arriva dopo quattro tocchi liberi, senza aggressione, dal calcio d’angolo al settore opposto. Fa niente se Icardi, al sesto centro in cinque partite con i bianconeri, devia con lo sto- INTER DIVERSA Erick Thohir, in tribuna con la maco. E’ la costruzione che una Juve con la voglia solita faccia poco allegra, vede l’Inter con un trucdi mordere non avrebbe concesso. Ma nell’1-1 si co diverso causa necessità, non per scelta. Hernascorge tutta l’annata dell’Inter: un nes, strepitoso con la Lazio, è squamisto di sgorbi (il passaggio indielificato; Guarin è infortunato. Vuoti tro di Medel) e inadeguatezza, con che pesano. Shaqiri, trequartista, LA CHIAVE Vidic che si fa bruciare nello sprint Una sola partita piglia una traversa: a intermittenza da Matri, poi lo stende per il quarto ma è positivo. Anche Brozovic non vinta nelle ultime 7 penalty causato. Come è capitato è da buttare. Fa da scorta a Medel spesso in stagione, gli interisti si in casa: tabù S.Siro insieme a Kovacic, il quale poi passa complicano l’esistenza anche se per i nerazzurri da interno a regista, quando Mancitutto sembra alla portata. E il radni decide per il 3-4-1-2 e mette Nadoppio, con il portiere in tuffo al Cancellato da un gatomo. Il croato regala una palla budino su destro di Morata, è la gol, ma non è ancora un trascinatofuorigioco che somma delle mollezze. re. E il gran lavoro di Palacio non non c’era il possibile basta. Due volte l’argentino viene fermato dal portiere, poi è spesso al SPIRITO JUVE Perché senza Buf- 2-0 di Brozovic servizio di Icardi o di chi si inserifon, Chiellini, Evra, Pirlo, Vidal e Tevez, più Pogba in panchina, la Juve viene ugual- sce. Ma non trova interlocutori. L’Inter cade dopo mente impostata a quattro dietro ma la linea non 7 turni d’imbattibilità: fa di tutto per buttare via regge all’inizio, soprattutto sui lati (Lichtsteiner e anche questo incontro, come tutta la stagione. Pur Padoin). Però visto che l’Inter non la stritola, anzi se la Samp tiene in vita le sue residue speranze rischia sui contropiede di Morata, il più bravo, gli europee. © RIPRODUZIONE RISERVATA spostamenti del gruppo vengono migliorati da
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DOMENICA 17 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
Arrabbiata e sconsolata: l’Inter esce così dal Meazza dopo il k.o. con la Juve IPP
1 2
INTER
LA MOVIOLA di ANDREA SCHIANCHI
3
JUVENTUS
PRIMO TEMPO 1-1 MARCATORI Icardi (I) al 9’, Marchisio (J) su rigore al 42’ p.t.; Morata (J) al 38’ s.t.
BROZOVIC REGOLARE VIDIC DA ESPULSIONE
(4-3-1-2) Handanovic; D’Ambrosio, Ranocchia (dal 44’ s.t. Gnoukouri), Vidic, J. Jesus; Brozovic (dal 37’ s.t. Podolski), Medel, Kovacic; Shaqiri (dal 26’ s.t. Nagatomo); Icardi, Palacio. PANCHINA Carrizo, Andreolli, Santon, Felipe, Kuzmanovic, Obi, Dimarco, Puscas, Bonazzoli. ALLENATORE Mancini CAMBI DI SISTEMA dal 26’ s.t. 3-4-12, dal 44’ s.t. 3-3-1-3 BARICENTRO MOLTO ALTO 56,4 M. ESPULSI nessuno. AMMONITI Ranocchia, Brozovic, Vidic, Kovacic, Juan Jesus gioco scorretto
(4-3-1-2) Storari; Lichtsteiner (dall’11’ s.t. Ogbonna), Barzagli, Bonucci, Padoin; Romulo, Marchisio, Sturaro; Pereyra (dal 33’ s.t. Pogba); Matri (dal 21’ s.t. Llorente), Morata. PANCHINA Rubinho, Audero, Pepe, Coman, Asamoah, De Ceglie, Marrone. ALLENATORE Allegri CAMBI SISTEMA dall’11’ s.t. 3-5-2 BARICENTRO MOLTO BASSO 43,4 M ESPULSI nessuno AMMONITI Morata per gioco scorretto, Lichtsteiner per c.n.r.
ARBITRO Doveri di Roma. NOTE spett. 60.362, paganti e abbonati n.c.. Tiri in porta 7-4. Tiri fuori 8-6. In fuorigioco 2-3. Angoli 9-3. Recuperi: p.t. 0’, s.t. 5’
Non è un pomeriggio felice per l’arbitro Doveri e per i suoi collaboratori che poco lo aiutano. Nel primo tempo, due errori piuttosto gravi. Nel primo caso, siamo al 39’, viene annullato un gol a Brozovic per fuorigioco. L’assistente Marzaloni alza la bandierina, ma il croato, al momento del tiro di Shaqiri, è tenuto in gioco da Lichtsteiner. Sarebbe stato il 2-0 per i nerazzurri. Due minuti più tardi il secondo errore di Doveri: è il 41’ quando Matri s’invola verso l’area dell’Inter e viene steso da Vidic (nella foto sopra). L’arbitro concede giustamente il calcio di rigore, ma si limita ad ammonire il difensore nerazzurro: l’intervento, visto che Matri era in possesso di palla e a due passi dalla porta, era da cartellino rosso. Corretta, invece, la decisione in occasione del gol del vantaggio dell’Inter: Icardi devia il tiro scagliato da Brozovic con il petto e non con il braccio.
3’ Parte il treno Morata sulla sinistra. Mezzo campo e poi un sinistro sull’esterno della rete. La difesa interista prende solo targa. 9’ Riemerge l’Inter: destro dalla distanza di Brozovic, Icardi mette il petto sulla traiettoria e porta in vantaggio i suoi. Media pazzesca per Mauro contro la Juve: 5 partite, 6 gol. 22’ Non è stanco Alvaro. Doppio numero ballando sulla linea laterale, la palla torna a lui e scarica un mancino che Handanovic devia. 24’ Palacio a botta sicura: Storari la pensa diversamente e dice no. 27’ Anche Sturaro calcia come Palacio: Handanovic fa come Storari. 39’ Shaqiri disegna un arcobaleno che si stampa sulla traversa, Brozovic calcia sulla riposta e segna. Il guardalinee Marzaloni alza la bandierina e Doveri annulla. Ma il croato era in posizione buona. 42’ Errore nerazzurro in fase di copertura, Matri parte in ritardo su Vidic ma arriva prima di lui sulla palla. Il serbo sceglie la scivolata. E sbaglia: fallo, giallo e rigore che Marchisio trasforma.
Hand 30 anni, ha salvato diverse 1Samir Handanovic,
POMERIGGIO DA DIMENTICARE
PRIMO TEMPO 2’ Icardi ha fretta di tenere il passo con se stesso e si mette a calciare anche da lontano. Il destro costringe Storari a volare.
volte l’Inter q quest’anno. Ieri, invece, potrebbe aver affossato affossat le speranze europee...
PALLONI GIOCATI
RINVII DAL FONDO 10 PRESE ALTE
LANCI POSITIVI
2
33
2
TIRI SUBITI
MINUTI GIOCATI
PASSAGGI
90’
LE PARATE
11
24
SECONDO TEMPO
POSITIVI 19 NEGATIVI 5
I GOL SUBITI
2
1’ Replay del primo tempo. Morata anticipa Ranocchia e lo lascia sul posto. Poi, a fine corsa, quasi sul fondo, calcia in porta e quasi segna.
2
Recupero
GDS
26’ Invenzione croata: Kovacic lancia per il taglio di D’Ambrosio che in sforbiciata manda largo di poco. Sarebbe stato un gol spettacolare.
fIL PERSONAGGIO
HANDANOVIC
Samir tra papere e mercato diventa il simbolo dell’anno no 1Lui vuole la
Champions, ma ha allontanato dall’Inter anche l’ultimo traguardo. Cech s’avvicina? Matteo Dalla Vite MILANO @emmedivu
D
ecisivo sì. Ma al contrario. Ne aveva salvate tante, prima. Ora siamo al «Salvate il soldato Handa», anche perché la cosa più carina che il tifoso nerazzurro dice uscendo da San Siro è «ma fatelo andare in Champions ‘sto Handanovic, via via...». Il calcio, a volte, ti dà solo calci. COME STO? BENE Ieri, e per
una volta, Handanovic è stato simbolo e paradigma dell’Inter: mille cose buone ma sempre una in meno degli altri. Buttarsi via, ecco il concetto. E lo scivolone l’ha fatto lui, l’uomo che da tempo sta dicendo di volere l’Europa dei grandi e che con una topica pazzesca ha allontanato anche l’Europa dei piccoli alla sua Inter. «Come sto? Bene» dice lui passando alle 20,35 in mixed zone. Glaciale lo è sempre stato, le scuse ai compagni pare le abbia fatte. Il resto sarà mercato. CECH IN Ieri le mani di Samir Handanovic si sono girate dall’altra parte. E pure la faccia dell’Europa League si è messa a fare smorfie di saluti dando le spalle all’Inter, che non ha sfruttato la sconfitta in serata della Samp. E Handa si è messo dentro un paradossale tunnel: da tempo sta dicendo al club che fatica a credere nel progetto futuro, che alla sua età ha
2’ Azione ragionata bianconera: cross dalla destra di Lichtsteiner, D’Ambrosio sbaglia l’anticipo e di testa Morata sbaglia ancor di più il colpo decisivo. Palla fuori.
voglia di disputare la Champions. «Legittimo» ha detto spesso Mancini che più volte ha cercato di convincerlo e che comunque punta Cech pensando pure a Neto se per caso qualcosa andasse storto con la Juve. Perché per ora il Mancio fa semplicemente una cosa: guarda più avanti che indietro. Forzatamente. UNITED E 6 PUNTI Il problema, per Handanovic, è che al momento una squadra di livello disposta a dargli anche 3 milioni di euro, beh, sul tavolo dei fatti concreti ancora non c’è. Di lui, in Inghilterra, si parla di Manchester United: se De Gea va al Real, ecco che Handa entra nel casting di Van Gaal assieme a Lloris. Nessuno può escludere una cosa: che possa restare, anche se le possibilità si attestano solo sul 30%. Oggi. Su quest’Inter che fa, disfa e che arriva sempre a un passo da qualcosa di buono, ecco Ma-
teo Kovacic. «Abbiamo preso gol un po’ da bambini e questo è il nostro problema. Ma per l’Europa ci sono sei punti e può succedere di tutto». Glaciale verità, come la possibilità che anche lui saluti l’Inter. «Io qui sto bene, del Barça non parlo, decide la società». Doppi saluti? OFFERTA E MARCO Già, perché Handanovic è sempre lì fra coloro che son sospesi. «Nessuna novità del rinnovo» aveva detto dopo l’ennesima partitona. Lo direbbe anche oggi. Il contratto scade fra un anno, ma è in questi giorni che va o non va: o allunga (l’Inter gli ha offerto 2,5 milioni di euro) oppure saluta tutti. Chi invece viene salutato dagli juventini con grandi grazie è Marco Storari, 38 anni e quel ruolo da Viceré che non gli stona affatto. Ieri sembrava Buffon. Ieri Storari ha salvato, Handa... no. © RIPRODUZIONE RISERVATA
38’ L’Inter abbassa il baricentro e ne paga le conseguenze. In tre marcano Pogba in area su una palla vagante, arriva Morata al limite che calcia né forte né angolata, Handanovic ci arriva comodo, ma sbaglia clamorosamente e regala allo spagnolo il gol. 40’ La reazione nerazzurra è fatta di istinti. Prima Palacio che entra in area e calcia (Storari c’è), poi Icardi ribatte (Storari c’è ancora di più, pazzesco, nella foto ANSA). Tutto fermo sull’1-2. 42’ Calcio di punizione da destra, Morata di testa manda largo di poco.
LA VOLATA PER L’EUROPA LEAGUE NAPOLI PT. 60
FIORENTINA PT. 55
SAMPDORIA PT. 54
36ª Cesena
37ª JUVENTUS
38ª Lazio
Parma
PALERMO
Chievo
Lazio
EMPOLI
Parma
ATALANTA
Inter
SASSUOLO
Juventus
GENOA
Empoli
MILAN
Cesena
0-1 GENOA PT. 53
INTER PT. 52
1-2 TORINO PT. 48
Chievo
La 4ª e la 5ª classificata vanno direttamente alla fase a gironi, la 6ª al terzo turno preliminare (30 luglio-6 agosto) scarso buono ottimo STATO DI FORMA: difficile media DIFFICOLTÀ: facile In MAIUSCOLO le gare in trasferta GDS
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DOMENICA 17 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
Serie A R Anticipi 36a giornata
DOMENICA 17 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
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Morata: «L’università del calcio è qui»
1Lo spagnolo: «Se uno vuole diventare grande, prima deve passare dalla Serie A. Lo dice anche mio padre» Mirko Graziano MILANO
V
abbé, se la butti dentro anche quando tiri una ciofeca, oltretutto mirando l’altro angolo della porta... «Sono stato fortunato sorride Morata -, come Icardi però. L’esultanza con gli occhiali da sole? Li ha raccolti da terra Bonucci e me li ha passati, niente di preparato». Alvaro Morata ha cambiato marcia, nel 2015 segna a raffica, gol spesso pesanti: sono quattordici i centri stagionali, dieci realizzati da gennaio in poi, e fra questi spiccano le quattro deINTER
cisive firme fra Borussia Dortmund e Real Madrid. Giocatore straordinario Alvaro: progressione impressionante, tecnica buonissima, gran senso del gol. Lontano dal Real ha conquistato un posto fisso nel gruppo Del Bosque, «e dico grazie all’Italia, alla Serie A spiega il 22enne attaccante -, questa è l’università del calcio. Se uno vuole diventare grande deve prima passare da qui, lo dice sempre anche mio padre. A maggior ragione se ogni giorno, in allenamento, puoi apprendere qualcosa da grandi campioni come Tevez, Llorente e tanti altri». Poco più in là, il «professor» Allegri cocco-
MORATA È CRESCIUTO MOLTO, HA SICUREZZA. SPERO DI TOGLIERGLI IL DIFETTO DI NON PASSARE LA PALLA MAX ALLEGRI ALLENATORE JUVENTUS
la e pungola il gioiellino: «Morata ha acquisito sicurezza e consapevolezza delle sue qualità tecniche, è cresciuto molto, ha metabolizzato il calcio italiano. Spero ora di togliergli il difetto di non passare la palla quando deve».
JUVE, TI AMO... «La Juventus è la mia casa - continua Alvaro -, qui tutti mi vogliono bene, ho trovato un nutrizionista e uno staff tecnico che mi fanno rendere al massimo, e ho una gran voglia di ripagare i tifosi con tantissimi trofei...». E che farà se l’anno prossimo il Real decidesse di esercitare il diritto di ricompra? «Io penso a giocare e a vincere tutto ciò che posso con la Juve. Non penso al Real e nemmeno penso a muovermi da qui». Incoraggiante! Di questa Juve «mi piacciono la fame e la forza di un gruppo che risponde sul campo con tutti gli elementi della rosa. Abbiamo chiuso
una settimana fantastica per la squadra, e non vedo l’ora di giocarmi la finale di Champions, il mio sogno di sempre. Il Barcellona? Non servono motivazioni in più in certe gare». Mercoledì, invece, niente Coppa Italia (è squalificato), «ma posso garantirvi che sarà grande Juve». DYBALA, SÌ Bianconeri che puntano sempre di più sui giovani, là davanti è in arrivo Dybala: «Gran giocatore - conclude Morata -, sarebbe bello averlo qui». E così sarà: in settimana l’incontro con tanto di firme fra Marotta e Zamparini. Alvaro Morata, 22 anni LAPRESSE
© RIPRODUZIONE RISERVATA
JUVENTUS
ANGOLI
BARICENTRO MOLTO ALTO 56,4 metri
3
91
18 23
77
7
89
65,6%
34,4%
104
PALLE PERSE
18 17 7
4
TIRI NELLO SPECCHIO
33
21
128
POSSESSO PALLA
10 15 1
PASSAGGI EFFETTUATI
9
5
FALLI COMMESSI
630
BARICENTRO MOLTO BASSO 43,4 metri
326
20
PASSAGGI RIUSCITI
90,3%
9 32
82,2%
37
72
19 8
2 26
CONTRASTI
30
15
GDS
fL’ANALISI TECNICA
alla forma, ai ghirigori e ai barocchismi di cui spesso gli attaccanti restano prigionieri. Lo spagnolo è uno che, quando riceve il pallone in posiostanza e qualità. La miscela che Alvaro zione di sparo, alza la testa, prende la mira e non Morata riesce a produrre è letale per gli av- ci pensa su un attimo: calcia di potenza o di preversari. Al solito spirito di sacrificio, alla cisione, e la maggior parte delle volte sono dolori voglia di correre e di sgobbare per la causa comu- per i portieri. Nei collaudatissimi meccanismi ne, lo spagnolo unisce doti tecniche che, nel cal- della Juve di Allegri la seconda punta deve svolcio italiano di oggi, sono sconosciute ai più. E co- gere un doppio lavoro: dare una mano ai centrosì eccolo andarsene una volta sulla fascia sini- campisti e indossare l’abito del killer quando arstra, come fosse un equilibrista che lascia sbalor- riva l’occasione giusta. Questo ruolo è ritagliato diti gli spettatori e a bocca aperta i nemici, alla perfezione sulla figura di Carlitos Tevez. In oppure eccolo tagliare il campo con il pallone in- assenza dell’Apache tocca a Morata calarsi nella collato al piede e poi inventare un assist per il parte, e lo fa alla grande. Anzi: alla grandissima. compagno che si fionda nello spaLo spagnolo «alla Tevez» dimostra zio. La differenza tra l’Inter e la Judi avere anche un’ottima visione di IL NUMERO ve, al netto della forza e del caratgioco: rientra, riceve il passaggio e tere dei bianconeri e della pochezsmista il pallone con lucidità e preza dei nerazzurri, la fa lui, il cencisione. Se volete avere una visione della prestazione di Morata, è travanti scartato dal Real Madrid sufficiente osservare quanti dribche, proprio eliminando il Real bling ha effettuato e quanti falli ha Madrid, si è preso la rivincita delle rivincite. Ciò che impressiona, a i recuperi di Palacio. subito: ben 4 dribbling e 5 falli. Ciò significa che per gli avversari è pochi giorni di distanza da un im- Icardi è fermo a imprendibile: li supera in velocità, pegno tanto dispendioso in fatto quota zero. I due, li inganna con una finta di corpo, li di energie fisiche e psicologiche manda a vuoto con un semplice come quello del Bernabeu, è vede- insieme, di palloni movimento... degli occhi. E’ di re Morata scattare con la freschez- ne perdono ben 24. un’altra categoria, insomma. za di un ragazzino, aiutare i centrocampisti nei raddoppi di marcatura, correre ovunque ci sia bisogno di lui. Tanto per capirci: TANTE GRAZIE Ma siccome alla Juve di San Siro Icardi e Palacio, insieme, non arrivano alla metà mancano (per scelta di Allegri) parecchi pezzi pregiati, e c’è dunque bisogno di stringere i denti dei chilometri macinati dallo spagnolo. e fare legna, Morata fa vedere che cos’è lo spirito CONCRETEZZA Sono 48 i tocchi di Morata contro di squadra. Sono addirittura 7 i palloni recuperal’Inter: 23 passaggi (solo 3 sbagliati), 2 lanci riu- ti (numero notevole per un attaccante). I centrosciti, un cross e una sponda. E fin qui, direte, è campisti ringraziano: metà del lavoro è fatto. E tutto nella norma. Ma lo spagnolo impressiona Allegri si coccola questo ragazzo che, nel corso quando si tratta di calciare verso la porta: sono della stagione, allenamento dopo allenamento, addirittura 7 le sue conclusioni (gol compreso), partita dopo partita, è cresciuto tantissimo al 2 nello specchio e 5 fuori. Segnale chiaro della punto da diventare un intoccabile. © RIPRODUZIONE RISERVATA concretezza di gioco di Morata, che poco bada
Andrea Schianchi
Alvaro in stile Tevez S Lancia, recupera, tira E non lo ferma nessuno LA MOSSA TATTICA
MORATA Tiri effettuati 7 MATRI Occasioni create 2 PEREYRA Passaggi 36 MARCHISIO Palloni toccati 65
MARCHISIO MORATA PEREYRA
MATRI
MOVIMENTO PASSAGGIO CONDUZIONE PALLONE
Con Matri a occupare la classica posizione di centravanti, Morata è abile a sdoppiarsi e a muoversi da seconda punta. Va incontro ai centrocampisti per ricevere il passaggio, preferibilmente nel settore sinistro, e poi si accentra e serve i compagni che s’inseriscono negli spazi oppure prova lui stesso la conclusione. Le sue sterzate sono fondamentali per mettere in crisi la difesa dell’Inter
2
ad
azioni offensive: 7 conclusioni, 4 dribbling e ben 5 falli subiti
qu
1Lo spagnolo si muove da seconda punta e imposta tutte le
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Serie A R Anticipi 36a giornata
DOMENICA 17 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
LE PAGELLE di SEBASTIANO VERNAZZA INTER
JUVENTUS
5,5
6,5
D’AMBROSIO, BELLA RISORSA ICARDI-GOL: MA NON BRILLA IL TECNICO
6
ROBERTO MANCINI
Hai voglia ad architettare, progettare e costruire se poi gli errori individuali fanno crollare tutto. Per ora l’Inter è un castello di carte, basta un soffio per scompaginarla. Mancini ha credito, ma nessuno gode di fidi illimitati.
IL MIGLIORE
6,5
RODRIGO PALACIO
L’unico interista che gioca sul serio di squadra e per la squadra. A volte è così avanti, nei pensieri e nelle intuizioni, che i compagni non gli stanno dietro. Ha la sfortuna di imbattersi in uno Storari ad altezza Buffon. ● TIRI 2 ● DRIBBLING 3 ● SPONDE 5
IL PEGGIORE
4,5
SAMIR HANDANOVIC
Handa-no, non così. Sul tiro di Morata l’«epic fail» del portiere sloveno. Papera pazzesca, che ne certifica l’incompletezza. Handanovic rischia di diventare un grande portiere a metà: immensi paratoni ed epici svarioni. ● PARATE 2 ● RINVII 10 ● PRESE ALTE 2
5
5,5
5
6
D’AMBROSIO Nel primo tempo la sua corsa è una bella risorsa. Poi la Juve lo inquadra, ma lui sfiora il gol con un acrobatico sinistro.
RANOCCHIA Il principe è Morata, a lui tocca la parte del ranocchietto. Specie in avvio di ripresa, quando Alvaro lo semina e fa di lui ciò che vuole.
VIDIC Tre passaggi mal calibrati in avvio accendono la spia rossa. Poi il naufragio su Matri. Ora si può dire: Vidic venne,ma non vinse.
JUAN JESUS Anonimo a sinistra, agevolato dalla ricreazione di Lichtsteiner. Né acuti né scivoloni. Non lo si nota granché, né in cielo né in terra.
● RECUPERI 1 ● PASSAGGI 52 ● CONTRASTI 2
● RECUPERI 7 ● PASSAGGI 39 ● CONTRASTI 2
● RECUPERI 7 ● PASSAGGI 35 ● CONTRASTI 2
● RECUPERI 9 ● PASSAGGI 65 ● CONTRASTI 2
6,5
5
6
6,5
BROZOVIC Per mezz’ora lui, D’Ambrosio e Shaq turbinano, roteano, impazzano. Suo il tiro da cui l’1-0. «Brozo» non è un bru-bru (uno finto).
MEDEL Imbarazzante il retro-tocco che innesca Matri. Come regista servirebbe un golden retriever, un cane elegante, non un pitbull.
KOVACIC Sempre più amletico, nella sua ricerca del ruolo. Buone giocate e qualche cavolata. Temiamo che troverà altrove la sua vera identità.
SHAQIRI Non proprio «Shaq to the top», ma Shaq sulla buona strada sì. Colpisce il palo con artistica conclusione, «strappa» di continuo.
● TIRI 2 ● RECUPERI 5 ● PASSAGGI 54
● TIRI 1 ● RECUPERI 6 ● PASSAGGI 84
● TIRI 0 ● RECUPERI 8 ● PASSAGGI 86
● TIRI 3 ● DRIBBLING 2 ● SPONDE 7
5,5
6
s.v.
s.v.
ICARDI Gol «inzaghesco», di petto, a deviare il tiro di Brozovic. Gol sbagliato, sull’1-2 a porta quasi spalancata. Icardi sempre un po’ in ritardo.
NAGATOMO Qualche spunto, qualche cross, Non male, ma neppure benissimo, perché i suoi sono traversoni alla cieca, senza senso della misura.
PODOLSKI Stavolta il giochino non riesce. Podolski entra, ma a segnare sono gli avversari (in precedenza era successo il contrario).
GNOUKOURI Pochi attimi nel finale, al posto di Ranocchia. Un’apertura facile, un fallo. Mancini continua a tenerlo in considerazione e fa bene.
● TIRI 7 ● DRIBBLING 0 ● SPONDE 2
● RECUPERI 1 ● PASSAGGI 9 ● CONTRASTI 0
● TIRI 0 ● DRIBBLING 2 ● SPONDE 2
● TIRI 0 ● RECUPERI 0 ● PASSAGGI 9
6,5
7,5
STORARI SUPER IL FUTURO REGISTA È MARCHISIO BARZAGLI BENE A 4 IL TECNICO MASSIMILIANO ALLEGRI
6,5
Non molla niente, chiude in gloria anche la gita a San Siro. Gli basta schierare una Juve molto sperimentale. Morata e Storari come marcatori di differenze. Se lo spagnolo si presenterà così a Berlino, molto sarà possibile.
IL MIGLIORE ALVARO MORATA
7,5
Stiamo per perdere le parole, gli aggettivi e i paragoni. Rende facile il difficile, e questo è il complimento più bello che si possa fare a un calciatore. Il gol è un contenuto extra. Prima e dopo, fa cose di grande bellezza. ● TIRI 7● DRIBBLING 4 ● SPONDE 1
IL PEGGIORE
5,5
STEPHAN LICHTSTEINER
È uno dei pochi rimasti al Bernabeu. Gambe anchilosate ed errori in serie, uno su tutti, l’assist al contrario che spedisce Palacio al tiro e obbliga Storari alla paratona. Trotterellante, sbadigliante e sostituito. ● PALLE RECUPERATE 2 ● CONTRASTI 1 ● PASSAGGI 8
DOVERI La terna - anzi, la cinquina - commette un ambo di errori. Il gol di Brozovic sul palo di Shaqiri non andava annullato: posizione regolare millimetrica, ma non fuorigioco, ergo pollice verso per Marzaloni. Nell’azione del rigore Vidic andava espulso per interruzione di chiara occasione da gol, e qui sbagliano Doveri e in parte Valeri e Cariolato.
6
6
5,5
STORARI Se questo è un portiere di riserva, chissà il titolare… Super Storari su Palacio e Icardi a più riprese. Buffon può godersi il relax.
BARZAGLI Ordinaria amministrazione nel quadro di una difesa a quattro, segno che anche lui può dire la sua in una linea diversa da quella a tre.
BONUCCI Qualche concessione a Palacio e Icardi, nulla che incida perché Storari tappa ogni falla. Con la testa un po’ a Madrid, come è umano che sia.
PADOIN Per un tempo (il primo) soffre di brutto incisioni e percussioni di D’Ambrosio. Poi si assesta, ma non si desta. Troppo sulle sue.
● PARATE 6 ● RINVII 12 ● PRESE ALTE 2
● RECUPERI 3 ● CONTRASTI 0 ● PASSAGGI 22
● RECUPERI 2 ● CONTRASTI 0 ● PASSAGGI 19
● RECUPERI 6 ● CONTRASTI 4 ● PASSAGGI 31
5,5
7
6
6
ROMULO Romulo non rema ancora come prima, è dura smaltire mesi e mesi di inattività. Da rivedere quando la condizione sarà decente.
MARCHISIO Si può dire che ormai spesso offre il meglio di sé quando Pirlo non c’è? Sempre più credibile come regista del futuro. Marchi-sì.
STURARO Per mezz’ora dà la stura a Brozovic e anche a D’Ambrosio: dalle sue parti la Juve annaspa. Alla lunga però Sturaro mura (gli avversari).
PEREYRA Surrogato di Vidal, se si piglia a parametro il Vidal del Bernabeu, ma certi paragoni sono ingiusti. Pereyra decoroso. Senza acuti, ecco.
● TIRI 0 ● RECUPERI 6 ● PASSAGGI 25
● TIRI 1 ● RECUPERI 8 ● PASSAGGI 42
● TIRI 2 ● RECUPERI 5 ● PASSAGGI 25
● TIRI 1 ● DRIBBLING 1 ● PASSAGGI 34
6
6
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s.v.
MATRI Matri il rubametri. Umilia Vidic allo sprint e lo costringe al fallo da rigore. Tanto basta per garantirgli la piena sufficienza.
OGBONNA A metà ripresa la Juve si mette a tre, ma stavolta non è per difendere il risultato. Ogbonna diligente, senza troppo concedere.
LLORENTE Dà il cambio a Matri, ma in tutta onestà pochi se ne accorgono. La scena dell’attacco juventino se la prende tutta Morata.
POGBA Un quarto d’ora scarso più recupero. Scampoli di gara per mantenere l’abitudine al ritmo partita. Qualche micro«pogbata».
● TIRI 0 ● SPONDE 1 ● DRIBBLING 0
● RECUPERI 0 ● CONTRASTI 1 ● PASSAGGI 16
● TIRI 0 ● DRIBBLING 0 ● SPONDE 0
● TIRI 0 ● RECUPERI 0 ● PASSAGGI 3
CARIOLATO 5,5 MARZALONI 5
VALERI 5,5 CALVARESE 6
DOMENICA 17 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
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Serie A R Anticipi 36a giornata
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fAREA TECNICA
L’ALLENATORE DELL’INTER
MANCINI IL DURO «SERVE CATTIVERIA: QUELLA FA VINCERE. LA COMPREREMO» Luca Taidelli MILANO
R
oberto Mancini le ha provate tutte, anche il passaggio alla difesa a tre prima di virare sul consueto 42-3-1 della disperazione. Ma nulla si può contro l’istinto suicida di questo gruppo. La gara contro la Juventus B è la fotografia di una stagione surreale. L’Inter al 40’ poteva essere sul
3-0, invece ha regalato prima il pareggio e poi anche la partita. Due vittorie in casa in tutto il girone di ritorno testimoniano poi di un imbarazzante effetto boomerang a San Siro. AFONO MA CHIARO Mancio si presenta davanti a microfoni e taccuini quasi afono, ma con le idee chiare. Le stesse che esporrà al presidente Thohir in un faccia a faccia molto delicato per il futuro sportivo della so-
cietà. Ieri i due si sono appena incrociati negli spogliatoi, dove un presidente molto arrabbiato ha fatto una capatina prima di lasciare lo stadio in silenzio. Il Mancio pensiero è lo stesso espresso ieri a caldo: «Servono giocatori forti, di esperienza, che aiutino i ragazzi già in rosa. I quali non meritano questa classifica». Ma che tanti punti hanno sprecato con errori incredibili. Come quelli commessi ieri da Vidic e Handanovic. «Certe cose ci stanno, loro due in passato ci hanno aiutato - fa Mancini -. Certo, alcune disattenzioni non le commettevamo da un po’. Nel primo tempo, quando abbiamo giocato veramente bene, dovevamo segnare il 2-0 o il 3-0. Vero che il gol di Brozovic era regolare. E il guardalinee era pure posizionato bene... Questo risultato non ha una logica. Andare in Europa League era difficile già prima. Ma ora conta costruire qualcosa di importante, lavorando sul campo e sul mercato. Perché è evidente che c’è anche un effetto San Siro, quindi serve gente che certe gare le abbia già giocate. Questa è casa nostra, non dovremmo mai perdere e vincere quasi sempre. Invece soffriamo troppo. In generale siamo molto soft, molli, non abbiamo la giusta cattiveria agonistica. Shaqiri? Ha iniziato bene, ma dopo 20’ è calato notevolmente. Ho provato a passare a tre, inserendo Nagatomo a sinistra per avere più spinta. E per un po’ è stato così. Kovacic e Brozovic? Bravi, sono il nostro futuro». MOLLEZZA E GAP Resta il fatto che, dopo il -42 della stagione scorsa, la Juve ora è a +31 malgrado abbia la testa altrove. Difficile immaginare che questo gap sia colmabile nel breve. «Sono più forti - concede il tecnico -, ma se riusciamo a fare delle operazioni giuste credo
fAREA TECNICA
L’ALLENATORE DELLA JUVENTUS
ORA SI FA DURA PER L’EUROPA, INUTILE NASCONDERCI. LA JUVE È SEMPRE UNA SQUADRA COMPATTA DANILO D’AMBROSIO DIFENSORE DELL’INTER
EUROPA PERSA? FORSE NO, MA OGGI ERA UNA BELLA OCCASIONE: CI SONO 6 PUNTI E PUÒ SUCCEDERE DI TUTTO MATEO KOVACIC CENTROCAMPISTA INTER
che il divario possa diminuire in fretta». Un inguaribile ottimismo che però si scontra con la consapevolezza che le squadre che stanno davanti all’Inter in estate si rinforzeranno e i nerazzurri dovranno dare una risposta che magari vada anche oltre i paletti e le sanzioni Uefa. Perché Mancio ha altri due anni di contratto e crede davvero che l’Inter possa tornare in alto. Ma ora si aspetta passi concreti. © RIPRODUZIONE RISERVATA
ALLEGRI DÀ I VOTI «BRAVISSIMI I MIEI. SBAGLIA CHI PARLA DI SECONDE LINEE» Fabiana Della Valle MILANO
G
ianluca Zambrotta nell’autobiografia ha raccontato che Massimiliano Allegri al Milan perse lo scudetto del 2012 perché non aveva tutto il gruppo dalla sua parte. Beh, se anche in passato dovesse aver fatto quest’errore, di sicuro non l’ha ripetuto alla Juven-
tus. Anzi, dietro alla straordinaria stagione c’è proprio il gruppo allargato. Allegri è stato molto bravo a far sentire tutti coinvolti e a concedere a ognuno la sua opportunità. NON CHIAMATELE RISERVE Ieri contro l’Inter ha mandato in campo molte seconde scelte e il risultato è stato sempre lo stesso: questa squadra sa solo vincere, anche quando le partite non contano più nulla. E’ come se
POLEMICA SUL TRIPLETE
Zanetti a Sacchi «La vergogna è dover rispondere» 1«Altre volte ci ha
mancato di rispetto». Tace Thohir: domani ripartirà, dopo aver parlato con Mancini
MILANO
S
barcato alle 9 del mattino a Malpensa e passato ad Appiano per assistere alla rifinitura della squadra, fatti gli auguri per i 70 anni a Massimo Moratti - assente poi a San Siro -, Erick Thohir ha preferito non parlare nemmeno dopo il match harakiri perso contro la Juve. Il numero uno nerazzurro, che pure tra le ultime uscite di Berlusconi («Moratti ha venduto a questo Thohir, che non è in grado di tenere ai vertici l’Inter») e di Sacchi («L’Inter ha vinto il Triplete senza italiani in campo, una vergogna») è infastidito, ha lasciato che a replicare all’ex c.t. fosse il vicepresidente Javier Zanetti. «Sacchi? Vergognoso è dover commentare queste frasi, anche in passato ha detto cose poco piacevoli sulla nostra Primavera (”Hanno vinto il Viareggio, ma schierando troppi giocatori di colore”, ndr.). Ora si è ripetuto. Manca di rispetto a una grande società come la nostra, il calcio deve unire non dividere. Forse dà fastidio che abbiamo fatto la storia. Nel 2015, dover rispondere a queste cose. Ecco cosa è
vergognoso». In questo blitz milanese - partirà domattina Thohir farà il punto della situazione a tutti i livelli, ma è ovvio che l’appuntamento chiave è quello con Mancini per parlare di futuro. Serve uno sforzo immediato, senza attendere alcune cessioni. IL BIABIATEST L’ipotesi legata a Biabiany è ancora virtuale e delicata. Entourage del francese e Inter hanno chiacchierato, come successo con altre squadre (anche il Milan che lo aveva preso a gennaio), principalmente per sondare la salute del ragazzo dopo i problemi di aritmia cardiaca. Al momento è tutto in stand-by in attesa della definitiva certezza dell’idoneità circa il ritorno all’agonismo: aggiornamenti decisivi entrà metà giugno. Ieri Ariedo Braida, ds del Barça, era a San Siro: «Se sono qui per Kovacic? Ci sono tanti giocatori bravi in campo». m.d.v.-l.t. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Javier Zanetti, 41 anni ANSA
DOMENICA 17 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
non riuscisse più a farne a meno, perché la sua fame e le sue motivazioni sono sempre maggiori di quelle altrui. Storari (che sarà titolare anche mercoledì nella finale di Coppa Italia) ha fatto il Buffon, Marchisio si è preso la responsabilità di tirare il rigore in assenza di Tevez, Vidal e Pirlo, Morata si è esibito nel numero che gli riesce meglio: segnare. «Chi le chiama seconde linee le sottovaluta - ha twittato Allegri - le battaglie si vincono con tutti gli uomini». Stesso concetto espresso nel post partita: «Faccio i complimenti ai ragazzi, tutti durante la stagione si sono dimostrati all’altezza. Abbiamo fatto una gara di carattere. Nel primo tempo loro hanno giocato sopra ritmo e noi sembravamo dormienti, poi nella ripresa l’Inter è calata e siamo stati bravi a rallentare le giocate. Una grande squadra deve saper soffrire. Storari è stato determinante. Ora dobbiamo mantenere alta la tensione perché abbiamo una finale di Coppa Italia e poi quella di Champions». «E’ stata una grande prova di forza - ha aggiunto Marchisio -. Berlino è lontana, ma noi dobbiamo cercare di tirare fuori emozioni, adrenalina e carattere per rimanere con la spina accesa fino alla fine». CONTE? NO, CONTA VINCERE Allegri anche stavolta ha cambiato sistema di gioco in corso d’opera. Dal trequartista alla difesa a tre, ed è stata ancora una mossa vincente: «Nel primo tempo eravamo troppo bassi ha spiegato il tecnico - e loro ci creavano delle difficoltà, così ho messo un difensore in più per avanzare i due esterni e andare a prenderli più alti». Le squadre di solito rispecchiano il carattere dell’allenatore: Max si è sbracciato e ha urlato fino all’ultimo minuto di recupero. Poi, finita la partita, si è rimesso ad-
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fL’EUROAVVERSARIA DEI BIANCONERI
NON PER ESSERE PRESUNTUOSO, MA ALLA STAGIONE DI QUESTA SQUADRA DAREI UN BEL 10
Barça, caccia alla Liga puntando al salto triplete
1Titolo n. 23 se oggi batte l’Atletico Madrid, poi Copa del Rey e Juve
E Simeone scherza ma non troppo: «Che perda il Real, e tutti contenti»
CLAUDIO MARCHISIO CENTROCAMPISTA JUVENTUS
poi è sempre pericolosa. Quando l’abbiamo affrontata in autunno ho capito che sarebbe andata lontano». Quindi la difesa di Ancelotti, in bilico sulla panchina del Real: «Se se ne andrà, il Madrid perderà una parte importantissima del proprio ingranaggio. Carlo è un grandissimo allenatore e un eccellente gestore: ha formato un gruppo straordinario». In ballo anche la lotta per il Pichichi e la Scarpa d’Oro: Ronaldo è in vantaggio 42-40 su Messi, che oggi affronta la sua seconda vittima preferita della Liga, dopo il Siviglia. Leo ha già fatto 18 gol all’Atletico in 17 partite. Nel Barça in dubbio Suarez, tornato acciaccato da Monaco.
Filippo Maria Ricci CORRISPONDENTE DA MADRID @filippomricci
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GRANDE MARCONE STORARI. ORGOGLIOSO DI CHI SPINGE PER PORTARE LA JUVE DOVE MERITA GIGI BUFFON PORTIERE JUVENTUS
dosso il solito aplomb, glissando con eleganza su Conte: «Era normale che un allenatore che ha fatto tanto come lui rimanesse nel cuore dei tifosi. Antonio è nella storia della Juve, ma io non ero preoccupato, nel calcio l’unica cosa che conta è fare risultati. Avevo capito che questa squadra aveva margini di miglioramento». Dopo 10 mesi di Juve i risultati già parlano per lui. © RIPRODUZIONE RISERVATA
n anno dopo, passaggio di consegne? Il 17 maggio del 2014 l’Atletico aveva bisogno di un pareggio al Camp Nou per rimettere le mani sulla Liga dopo 18 anni. Il Barcellona aveva bisogno dei tre punti per vincere il titolo, era l’ultima giornata di una Liga appassionante chiusa da una partita trasformata in una finale. Alexis Sanchez portò in vantaggio la squadra del Tata Martino, Godin pareggiò e il Cholo trionfò. Oggi, esattamente un anno dopo, il Barcellona è di nuovo alla ricerca di una vittoria che vale la 23a Liga, la quinta negli ultimi 7 anni. La differenza rispetto al 2014 è che l’Atletico non ha nulla da chiedere alla partita: comunque vada sarà terzo (e quindi automaticamente in Champions). VITTORIA DA LIGA Il Barça ha 4 punti di vantaggio sul Madrid quando mancano due giornate: oggi sarà
Messi, 27 anni, in carriera ha segnato 18 gol all’Atletico in 17 partite EPA
campione vincendo o facendo gli stessi o più punti dei rivali impegnati a Barcellona con l’Espanyol alla ricerca di punti europei. Altrimenti per i blaugrana secondo ed ultimo match point domenica prossima al Camp Nou col Deportivo in acque agitatissime al fondo della classifica. Per la squadra di Luis Enrique è la prima di tre finali: con tre partite possono arrivare tre titoli. Dopo la Liga, il 30 maggio al Camp Nou la fi-
nale di Copa del Rey con l’Athletic Bilbao, il 6 giugno a Berlino quella di Champions con la Juventus. IL ‘CHOLO’ DIFENDE CARLO «Che perda il Madrid: Barcellona campione, tutti contenti», ha detto ieri scherzando ma nemmeno troppo Simeone. Che poi ha parlato della Juventus: «Il successo dei bianconeri non mi sorprende: la Juve quando passa la fase a gironi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
37A GIORNATA Oggi alle 19: Atletico Madrid-Barcellona, Espanyol-Real Madrid, Valencia-Celta, Siviglia-Almeria, Deportivo-Levante, Real SociedadGranada, Villarreal-Malaga, ElcheAthletic Bilbao, Getafe-Eibar. CordobaRayo Vallecano. CLASSIFICA Barcellona 90, Real Madrid 86, Atletico Madrid 77, Valencia 73, Siviglia 70, Villarreal 57, Malaga 50, Athletic Bilbao, Espanyol 49, Celta 47, Rayo Vallecano 46, Real Sociedad 43, Elche 40, Levante, Getafe 36, Deportivo, Granada, Eibar 31, Almeria* 29, Cordoba 20. *3 punti di penalizzazione.
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Serie A R Anticipi 36a giornata
LE PAGELLE di LUCA BIANCHIN
SILVESTRE DIGA MURIEL NON C’È PAROLO PUNTUALE CANDREVA SUPER SAMPDORIA
5,5
IL MIGLIORE SILVESTRE
6,5 Il Frosinone in A, i Warriors favoriti in Nba, Silvestre che ferma tutta la Lazio: sì, è tutto vero. Anticipa Klose, salva su Felipe, alla fine tira anche in porta. VIVIANO 6 Para quel che può e Klose gli tira la maglia sull’angolo del gol. DE SILVESTRI 6 Dare e avere: si fa infilare da Felipe al 31’, sfonda a destra al 43’. ROMAGNOLI 6 Klose gli spiega un paio di movimenti ma chiude bene su Candreva. REGINI 5,5 Spesso sotto assedio, respinge gli assalitori. Certo, perde Gentiletti sul gol. ACQUAH 5,5 Dovrebbe fare diga ma, con quel nome, non è credibile. La Samp va sotto a metà campo. PALOMBO 5 Perde due palloni pericolosi e l’Inter riflette: un giorno, invece di Parolo, scelse lui. (Okaka s.v.) OBIANG 5 La Spagna non è solo tapas: si mangia un gol grosso come l’Acquario. SORIANO 6,5 Gira con benzina a 98 ottani: corre più degli altri, smarca Eto’o, calcia. MURIEL 5,5 Zero tiri, zero dribbling, un’occasione creata. A volte i numeri parlano. ETO’O 5 Un’azione, un voto: solo contro Berisha, la allarga troppo. BERGESSIO 5,5 Non un comizio per la candidatura a titolare: entra e si nota poco. RIZZO 6 Entra col mantello da supereroe: salva sulla linea. ALL. MIHAJLOVIC 5,5 «Più bravi di Boskov sono quelli sopra di lui in classifica», diceva Vuja, che ieri avrebbe compiuto gli anni. Sì, la Lazio ha più soluzioni.
LAZIO
7 IL MIGLIORE CANDREVA
7,5 Se il Pil è cresciuto dello 0,3%, lui ha contribuito: a destra o al centro, corre per due come giocasse sui pattini. Un 10 inedito ma decisivo. (Mauri s.v.) BERISHA 6 Un’uscita di tocco, una alta: niente male. Poi Eto’o gli firma la grazia. BASTA 6,5 A tratti resta basso ma lì si soffre zero. CIANI 5,5 Male nella punteggiatura: sbaglia qualche lettura e svirgola due palloni in area. GENTILETTI 7 Ferrero invocava San Culino, ma lui è della squadra del Papa, che conta di più: torna dall’infortunio col gol. RADU 6 Prende la targa di De Silvestri nell’occasione di Obiang, poi risale. PAROLO 7 Puntuale come le tasse: contrasta e attacca: 11esimo voto di fila sopra il 6 (!). LEDESMA 6,5 Capitano di ritmo e schermo: non era facile. LULIC 6,5 Interno, poi largo. Fa male quando fa l’alfiere e taglia da sinistra. KLOSE 6 Romagnoli è nato quando lui usciva già con le ragazze, ma regge il duello. FELIPE ANDERSON 7 Quando sgasa, FA7 sembra la sigla di una Ferrari. Accende e spegne, ma tre cross sono pericolosi. DJORDJEVIC 6 Un tiro, ma è quasi un gol. Rizzo gli dice che non è il caso. DE VRIJ 6 Politica dei piccoli passi. Torna dall’infortunio e con lui la Lazio non soffre. ALL. PIOLI 7,5 L’immaginazione al potere: Candreva da 10 e un po’ di difesa a tre. Funziona tutto. MAZZOLENI Gestione ok, episodi no: Eto’o è in fuorigioco (Manganelli maluccio), sul gol c’è fallo (Giacomelli male). MANGANELLI 5,5–VUOTO 6 TAGLIAVENTO 6 GIACOMELLI 5
5,5
Blitz Champions Gentiletti-gol lancia la Lazio Roma alle spalle 1Biancocelesti a +2 per una notte:
mercoledì c’è la finale di Coppa Italia, poi il derby. Samp: l’Europa è a rischio e oggi può essere superata dal Genoa Fabio Licari INVIATO A GENOVA
S
e uno dovesse giudicare dagli ultimi 90’, per il secondo posto non ci sarebbe storia. Da un lato l’«andamento lento» della Roma contro il Milan, una settimana fa, sanzionato dalla sconfitta. Dall’altro una Lazio impressionante che corre, aggredisce, anticipa e raddoppia come fosse quella degli 8 successi consecutivi: la Samp è schiantata da questi ritmi infernali, da un Candreva enorme e dalle mosse di Pioli che vince alla grande la sfida con Mihajlovic. L’1-0 firmato Gentiletti, al rientro dopo 8 mesi, è anche poco (pur se viziato da un fallo di Klose). Probabilmente alla Roma riuscirà oggi il controsorpasso – d’altra parte l’Udinese di questi tempi non è il massimo – ma poi nel derby servirà molto di più. E anche la Juve, se vuole davvero il «triplete», non potrà affrontare in Coppa Italia questa Lazio come ieri l’Inter. CANDREVA SUPER Impressionante la Lazio lo è fin dall’inizio. Impressionante e sorprendente. Merito soprattutto di
Pioli, alla cui disposizione tattica Mihajlovic non trova mai contromisure. La chiave è Candreva: per i tabellini, centrale del 4-3-1-2 dietro Klose-Anderson; ma, per una notte, personificazione del concetto di «calciatore totale». Candreva sconquassa i blucerchiati per 83’, fino al cambio per sfinimento. In fase di non possesso tende ad allargarsi a destra, per chiudere la fascia, poi taglia subito in diagonale verso il centro: così affolla la mediana – zona dove la Lazio è sempre in superiorità e in anticipo – e fa ripartire contropiede irresistibili. Una quindicina, forse più. E mai che la Samp riesca a chiudere il suo dribbling, ostacolare la corsa, spezzare il possesso palla. Anche perché attorno si dispiega in velocità mezza Lazio, con Basta ala aggiunta a destra, Lulic esterno alto sull’altro versante e Anderson che incrocia aspet-
RIl ritmo laziale, un
enorme Candreva e le mosse di Pioli schiantano i blucerchiati
tando l’appoggio (mentre Klose tiene occupati i due centrali della Samp). Che il gol arrivi su angolo, quindi palla inattiva, è soltanto un caso. O forse per troppa fretta di concludere. PIOLI E GENTILETTI Il gol, appunto, farà discutere. Nato da una delle tante ripartenze laziali, calciato da Ledesma e timbrato da Gentiletti al 9’ s.t.: nessuno, tranne il replay tv, si accorge della furbata di Klose che tiene Viviano. Però non si può mettere in discussione il successo laziale, né sottovalutare gli incroci romantici del calcio: proprio su questo campo, Genoa-Lazio, Gentiletti s’era rotto il crociato otto mesi fa. E qui il suo gol potrebbe essere fondamentale nella rincorsa al 2° posto che vale i gruppi di Champions (e un’estate meno frenetica). Pioli – bravo ad aggredire subito la Samp, piazzando i suoi uomini sui centrocampisti avversari in modo da liberare la corsia di Basta e lasciare in inferiorità Regini – passa quindi al 3-4-2-1. Nuovo modulo con il quale imbriglia il tentativo, solo tentativo, eh, della Samp di offendere col 43-3 entrati Okaka e Bergessio. Anzi, così la Lazio conquista la
fQUI SAMP
Alessio Da Ronch GENOVA
Massimo Ferrero, 53 anni LAPRESSE
«Q
uesto ha gli occhi hi del delle bambole, non vede. Questo signore è la terza volta che sbaglia contro di noi. Spero che abbia imparato e non gli capiti più». orni Massimo Ferrero, che nei giorni scorsi aveva richiamato tuttii a imaggior fair play con gli arbitri, esplode. Il colpo subito dalla sua Samp è troppo duro. Il tono della voce di Viviano, invece, è basso, ma anche la sua protesta è decisa. Sul gol c’era fallo: «Ho fatto un passo per uscire e mii on sono sentito trattenere. Non etto so da chi, ma mi hanno detto che nelle immagini il fallo è evidente. L’arbitro, tra l’altro, mi ha
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LAZIO
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PRIMO TEMPO 0-0 MARCATORE Gentiletti al 9’ s.t. SAMPDORIA (4-3-1-2) Viviano; De Silvestri, Silvestre, Romagnoli, Regini; Acquah (dal 17’ s.t. Rizzo), Palombo (dal 36’ s.t. Okaka), Obiang; Soriano; Muriel, Eto’o (dal 17’ s.t. Bergessio) PANCHINA Romero, Cacciatore, Muñoz, Wszolek, Duncan, Coda, Marchionni, Correa, L. Djordjevic ALLENATORE Mihajlovic BARICENTRO BASSO 49,6 M CAMBIO DI SISTEMA 4-3-3 dal 36’ s.t. AMMONITI Palombo e Silvestre per gioco scorretto LAZIO (4-3-1-2) Berisha; Basta, Ciani, Gentiletti (dal 31’ s.t. De Vrij), Radu; Parolo, Ledesma, Lulic; Candreva (dal 38’ s.t. Mauri); Klose (dal 25’ s.t. F. Djordjevic), F. Anderson PANCHINA Guerrieri, Strakosha, Novaretti, Braafheid, Cavanda, Cataldi, Onazi, Perea, Keita ALLENATORE Pioli BARICENTRO BASSO 49,3 M CAMBIO DI SISTEMA 3-4-2-1 dal 20’ s.t.; 4-4-2 dal 38’ s.t. ARBITRO Mazzoleni di Bergamo NOTE paganti 3.766, incasso 65.085,87 euro; abbonati 18.077, quota 153.730 euro. Tiri in porta 1-2. Tiri fuori 5-11. Angoli 5-6. In fuorigioco 2-2. Recuperi: p.t. 0’, s.t. 3’
supremazia totale della mediana e arriva al tiro altre 10 volte. SAMP LEAGUE Se la partita è bella – non avrebbe sfigurato in Premier con i suoi cambi di gioco, la velocità, i lanci spettacolari – un po’ di merito va alla Samp, anche per le sue colpe. Molto più improvvisata della Lazio, all’apparenza più lunga (in realtà è solo illusione ottica dettata dal minor movimento), di sicuro meno pronta sulle fasce. Miha si affida troppo al lancione lungo per Muriel, sperando che succeda qualcosa, ma Eto’o non è l’iradiddio di Mou e Soriano deve sacrificarsi per i buchi lasciati da Obiang e Acquah. In più Palombo è lento. E ci si mette anche Obiang che, finalmente su un’azione laterale di De Silvestri, arriva in corsa tutto solo e di piatto spreca il più facile del gol. Sarebbe stato 1-0 a fine primo tempo, nel quarto d’ora migliore della Samp prima di riperdere il filo del gioco e aprirsi ai contropiede. Non tutto è perduto per l’Europa League, il contrario, visto il k.o. dell’Inter, i guai del Genoa (che oggi potrebbe effettuare il sorpasso) e il calendario. Ma col fiatone. © RIPRODUZIONE RISERVATA
fQUI LAZIO
IL PRESIDENTE BLUCERCHIATO
IRA FERRERO: «QUESTO ARBITRO AVEVA GLI OCCHI DELLE BAMBOLE»
SAMPDORIA
L’ALLENATORE BIANCOCELESTE
detto di non aver considerato falloso l’intervento, non di non averlo visto. Non voglio dire che la nostra sconfitta dipende da questo, perché abbiamo avuto le nostre occasioni e le abbiamo fallite, noi poi non siamo abituati a tirare in ballo l’arbitro. Ma ultimamente gli episodi non sono stati positivi per noi, anche contro Verona e Cesena». Sinisa Mihajlovic preferisce concentrarsi sul lato tecnico: «Abbiamo sbagliato due occasioni più semplici da sfruttare che da sprecare. Contro un grande squadra come la Lazio non ti puoi permettere di spreca sprecare così tanto, perché dopo loro lo ti puniscono. Dopo aver ssubito il gol non abbiamo trovat trovato la forza per reagire. Io ho provato pro a schierare tre attacc taccanti, loro si erano schierat rati in difesa a tre e volevo pr provare a metterli in diffico coltà. Ci sono rimasto male le, ma dobbiamo guardar avanti. Abbiamo due re p partite da vincere. Dobb biamo fare di tutto per and dare in Europa League p perché ce la meritiamo p quello che abbiamo per sa saputo fare lungo tutta la st stagione». © RIPRODUZIONE RISERVATA
PIOLI FELICE: «CHE RISPOSTA DI COMPATTEZZA ORA LA JUVE» GENOVA
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uesti tre punti ci consentono di ottenere quello chee volevamo: potercii giori dicare i prossimi due scontri retti, come sfide decisive per la Champions». Stefano Pioli tanlancia lo sprint finale esaltando la sua Lazio: «Ai miei giopocatori – spiega – nello spoato gliatoio ho detto: pensato alla partita contro l’Inter, a quello che avete messo in macampo quando siamo rimasti in 10 e a quanto avete fatto co lo quando eravamo in 9. Ecco nizio. spirito che ci vuole dall’inizio. o del Questo è stato il successo ostra nostro carattere, della nostra empo mentalità. Nel primo tempo arecnon abbiamo sfruttato parec-
Stefano Pioli, 49 anni ANSA
chie situazioni favorevoli, poi invece abbiamo avuto pure un pizzico di fortuna. Vincere dove era riuscita solo la Juventus, è una grande impresa. Il k.o. contro l’Inter poteva lasciare qualche strascico, invece ci siamo dimostrati fortissimi». GENTILETTI Il colpo vincente è arrivato da Santiago Gentiletti, la sua mossa dell’ultima ora: «Quando ho deciso che avrebbe giocato gli ho detto che in fondo poteva essere un segno del destino: qui si era fatto male e qui poteva rilanciarsi. Lui è gi un giocatore di grande personalità aveva una voglia matta aiu di aiutare la squadra e lo ha fatne modo migliore. Ha softo nel ferto, meritava questa soddisfazio sfazione. In settimana l’ho visto la lavorare bene, non avevo centr centrali al massimo così ho dec deciso di rilanciarlo». Ora l’ob l’obiettivo è la Juve. «Possiam concentrarci su questa mo f finale che ci siamo merit tati. De Vrij aveva solo u spezzone nelle gambe uno e ho voluto farglielo giocar per prepararlo al rienre tro. Si presenterà in buone condizioni». a.d.r. © RIPRODUZIONE RISERVATA
DOMENICA 17 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
ETO’O NON SALVA Santiago Gentiletti, al centro, guarda il pallone entrare nella porta della Samp (Eto’o non salva): è il primo gol in A LAPRESSE
fIL PERSONAGGIO
LA MOVIOLA di VINCENZO D’ANGELO
IL DIFENSORE ARGENTINO
RETE IRREGOLARE KLOSE STRATTONA VIVIANO: SVISTA DI GIACOMELLI ● Mazzoleni dirige bene, ma commette l’unico errore sull’episodio chiave nell’azione del gol partita di Gentiletti. Sul corner di Candreva, Klose sul primo palo va a tirare la maglia del portiere Viviano prima che la palla arrivi al difensore, impedendogli di rientrare in porta poi per parare. Nella confusione dei blocchi, l’episodio sfugge all’arbitro (coperto) ma soprattutto a Giacomelli. Nella ripresa è irregolare — seppur di poco — la posizione di Eto’o lanciato da Soriano, che sfiora il gol. Giuste le ammonizioni, poteva starci un giallo a Candreva che scalcia Acquah senza palla.
LA VOLATA CHAMPIONS 36ª
37ª
38ª
LAZIO PT. 66
SAMPDORIA 1-0
Roma
NAPOLI
ROMA PT. 64
Udinese
LAZIO
Palermo
NAPOLI PT. 60
Cesena
JUVENTUS
Lazio
La 2ª classificata va direttamente alla fase a gironi, la 3ª ai playoff (18-26 agosto) STATO DI FORMA: DIFFICOLTÀ:
facile
scarso media
In MAIUSCOLO le gare in trasferta
buono
ottimo
difficile JUVENTUS campione d'Italia GDS
Il cammino di Santiago Da Marassi a Marassi, dal k.o. al ginocchio d’oro 1Gentiletti si era rotto il crociato contro il Genoa ed era fuori da settembre: «È tutto incredibile, ma io credo nelle favole»
Stefano Cieri INVIATO A GENOVA
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embra un film, invece è tutto vero. Otto mesi dopo il terribile crac che gli costò la rottura del legamento crociato Santiago Gentiletti torna in campo nello stesso stadio in cui si fece male e firma il gol che regala alla Lazio un successo che può valere la Champions. Sempre a Marassi (s’infortunò il 21 settembre contro il Genoa), sempre nella stessa metà campo (sotto la gradinata Nord), sempre nel secondo tempo, sempre con il ginocchio protagonista. Quello sinistro si ruppe nel match col Genoa, quello destro ha regalato ieri tre punti d’oro ai biancocelesti. Un tocco quasi involontario, ma preziosissimo, al 9’ del secondo tempo. Una rete pesantissima, che tra l’altro è anche il primo gol di un difensore laziale in campionato. LA SORPRESA Una trama incredibile che neppure il più
fantasioso dei romanzieri avrebbe saputo disegnare. O forse è stato solo il presentimento di un uomo, Stefano Pioli, che oltre ai più volte sottolineati meriti tecnici, da ieri può annoverare nel suo repertorio anche doti da veggente. Perché Gentiletti non doveva scendere in campo. Il posto di centrale accanto a Ciani se lo giocavano Novaretti e De Vrij (con quest’ultimo poi subentrato nel finale al posto dello stesso Gentiletti). Il tecnico emiliano ha invece sorpreso tutti, rilanciando dal primo minuto l’ex capitano del San Lorenzo che, a parte un tempo giocato con la Primavera un paio di settimane fa, non disputava una partita da quasi otto mesi, appunto da quel terribile (per lui e per la Lazio) 21 settembre scorso. Il primo a restare sorpreso della decisione è stato proprio Gentiletti. Ma lo smarrimento è durato un attimo. L’argentino, uomo di temperamento e di grande personalità, ha subito detto sì. E si è calato immediatamente nello
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spirito di una partita dura e giocata a ritmi altissimi da entrambe le squadre. Un battesimo di fuoco, insomma, che per Gentiletti sarebbe stato bello portare a termine in ogni caso, anche senza acuti. LA RIVINCITA Ma quando il destino ti toglie qualcosa, è facile che poi te lo restituisca con gli interessi. «Sì, è incredibile — dice il difensore —. Qui mi sono fatto male, qui sono rientrato e ho segnato. Ma io credo nelle favole: è tutto bellissimo, la dedica è per mio figlio e per la mia famiglia. È una gioia vera, ma ora sotto con la finale di Coppa Italia, poi penseremo al derby con la Roma». Fino a quel maledetto 21 settembre, Gentiletti aveva vissuto un 2014 da sogno. La vittoria della Coppa Libertadores da capitano del San Lorenzo, la squadra per cui fa tifo Papa Francesco, poi il trasferimento in Italia, alla Lazio. Una rivincita per lui dopo la precedente sfortunata parentesi europea con il Brest. Sembrava tutto fin troppo perfetto. E infatti dopo due ottime prestazioni con la maglia della sua nuova squadra ecco arrivare quel terribile infortunio. La riabilitazione è stata lunga e molto difficile. E il diavolo sembrava averci messo la coda ai primi di aprile, quando una contrattura ha rinviato di un mese il suo rientro. La stagione sembrava compromessa. Sembrava.
Santiago Gentiletti, 30 anni ANSA
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● I giorni trascorsi dal grave infortunio subito da Gentiletti proprio al Ferraris contro il Genoa il 21 settembre 2014. Il giocatore della Lazio, al rientro, ha trovato ieri il suo primo gol in Serie A
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DOMENICA 17 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
QUI UDINESE
Garcia si adegua per la volatona «Roma, devo fare il papà cattivo»
Di Natale non ce la fa Con Strama c’è la mamma
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Rudi Garcia, 51 anni, è alla seconda stagione nella Roma. L’allenatore francese la scorsa estate ha rinnovato il contratto col club giallorosso, che ora scadrà nel 2018 ANDREOLI
Punti Champions e duelli per tutti i gusti. De Sanctis-Karnezis esperienza e concretezza. Nainggolan-Allan: come essere fondamentali con piedi normali. Olimpico, ore 20.45
Massimo Cecchini ROMA
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espressione è quella di chi pare masticato dal campionato, ma diffidate delle sensazioni. Rudi Garcia non rinnega le sue idee e manda tre chiari segnali su tre fronti: ritiro, rafforzamento e derby. Tre argomenti con cui la
«NON SONO BIMBI» Cominciamo da questi giorni di clausura a singhiozzo (ieri ad esempio la squadra è stata lasciata libera fino al primo pomeriggio), che tante polemiche aveva sollevato soprattutto perché si sapeva che l’allenatore non ne fosse entusiasta. «Io sono francese e il ritiro non è nella mia cultura. Non ho mai detto che in assoluto non serve a niente, ma quello punitivo non serve a niente. È utile solo se aiuta la squadra a vivere insieme e a preparare la partita. Il ritiro mette tanta pressione, a volte ne hanno bisogno, a volte no. Non giochiamo con la Primavera, ma con uomini che hanno le loro responsabilità. Non devo trattare i miei calcia-
tori come bambini, anche se a volte devo fare il papà cattivo». Altra cosa che ha colpito è il vademecum dato ai giallorossi a tre partite dalla fine: segno che evidentemente qualcosa non è andato nel verso giusto. «È un richiamo del regolamento. Ne abbiamo parlato con i dirigenti e siamo stati d’accordo a farlo perché è un momento eccezionale e quindi occorre un atteggiamento eccezionale». LUI E LA JUVE In chiave futuro, torna d’attualità la Juve, anche se stavolta i toni autunnali («Siamo più forti») sono ormai coperti di polvere. «La Juve è sopra tutti – ammette –. Ha già vinto il campionato, è in finale di Champions e Coppa Italia. Noi possiamo solo fare sforzi per ridurre il gap: sono bravi non solo i giocatori, ma anche
CAGLIARI-PALERMO
in società. Sono sopra tutti. Non è un gap di personalità, ma di esperienza, economico e sportivo». I desideri però non mancano. «A Roma i tifosi vogliono vincere, così come la dirigenza e l’allenatore. Non sarà quest’anno, ma almeno raggiungiamo l’obiettivo di qualificarci per la Champions. Da gennaio il nostro campionato è stato così così, ma se siamo ancora secondi è segno che fino a dicembre era stato strepitoso. Contro l’Udinese saremo concentrati al massimo. Anche Nainggolan, nonostante la sua situazione di mercato non sia stata risolta. D’altronde da gennaio, ogni volta che abbiamo fatto male, c’è stata subito una reazione. Dobbiamo esser pronti a morire sul campo perché mancano tre partite e abbiamo il destino tra i nostri pie-
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di: se vinciamo le prossime due siamo secondi».
ATALANTA-GENOA
Festa: «Non mollo Gara della dignità» Iachini: vai Belotti PERCHÉ VEDERE CAGLIARI-PALERMO
Mario Frongia Fabrizio Vitale
Per un ripasso di geografia nel calcio moderno: bulgari, sloveni, serbi, ghanesi, costaricani, congolesi. Bella, offensiva, anche se manca l’argentino: Dybala in panca. Sant’Elia, ore 15
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Gianluca Festa, allenatore del Cagliari, con il vice Suazo GETTY
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La vigilia della sfida contro l’Udinese non fa dimenticare a Totti di fare il bravo papà e così, prima di tornare in ritiro, è stato presente ieri alla comunione dei figli, Cristian e Chanel, presso la chiesa di San Camillo MANCINI
ma sfruttiamolo per chiudere al secondo posto Spostare il derby? Le regole vanno rispettate»
Roma è destinata a fare i conti per costruire il futuro.
CASO DERBY I titoli di coda li lasciamo sul possibile spostamento del derby del 24 maggio con la Lazio, che ha infiammato la Capitale. Garcia però se la cava con chiarezza ed eleganza. «C’è un regolamento, bisogna seguirlo e rispettarlo, ma che giochiamo domenica, lunedì, martedì, mercoledì o giovedì non cambia nulla: faremo di tutto per vincerlo». E se il presidente Beretta, in un convegno al tribunale di Roma, seduto fra Lotito e Baldissoni, dice con un filo d’ansia: «Sceglieremo la cosa che ha meno controindicazioni», Domani la decisione. Garcia intanto appare sicuro. L’Udinese farà bene a non sottovalutarlo.
LA COMUNIONE DEI DUE FIGLI? E TOTTI ARRIVA
1Il tecnico francese: «Il ritiro punitivo non serve,
PERCHÉ VEDERE ROMA-UDINESE
abbraccio all’Olimpico tra Totti e Di Natale non ci sarà, ma Strama porterà comunque 8 maglie di Totò. Tocca a Thereau. Il capitano bianconero non ha recuperato dal fastidio all’adduttore ed è rimasto a Udine. Ci proverà con Sassuolo e Cagliari ad avvicinare Altafini e Meazza a 216 gol in A. Lui è a 207. A Roma ci torna Andrea Stramaccioni («Rifinitura alla Romulea, impianto del mio quartiere, San Giovanni») che nella Capitale è nato e col club giallorosso ha avviato la carriera. «La Roma da tecnico non l’ho mai battuta. Sono romano e tifavo Roma. Se sono tra i pro’ lo devo a loro, a chi mi vuole bene, a Bruno Conti. Allo stadio verranno mia mamma Anna, con la quale ho visto la prima partita all’Olimpico, Roma-Saragozza, papà Sandro, abbonato con me in curva Sud per anni, mio fratello Marco e tanti amici. Ho chiesto 25 biglietti». Sulla partita: «Loro giocheranno per vincere. La chiave? I tanti duelli. Se noi, non rinunciando ad attaccare, resteremo organizzati e con voglia di soffrire e correre, potremo creare difficoltà». Strama ha voluto chiudere con Stankovic, il vice destinato a lasciare (Inter?): «Molte cose sono state gonfiate. Lui e lo staff hanno una situazione uguale, solo la mia è differente per volontà societaria». fr.vell.
l «marine» è sul pezzo. Con grinta e determinazione: Gianluca Festa sa che oggi il Cagliari potrebbe salutare la serie A dopo 11 anni. Sa anche che nei 90’ con il Palermo ballano rinnovi e conferme, inclusa la sua. «Dobbiamo fare e dare tutto il possibile da qui alla fine: voglio il massimo dei punti. Il risultato dell’Atalanta? Non mi importa: devo pensare alla mia squadra»: l’allenatore se la cava così con chi gli chiede se oggi si terrà aggiornato sul match dei bergamaschi con il Genoa, in concomitanza con Cagliari-Palermo. Con 23 convocati, out Ceppitelli infortunato, in rientro da squalifica Dessena e Mpoku, il tecnico rilancia: «La squadra è motivata. Finché non siamo matematicamente retrocessi non si molla». Sul Palermo poche storie: «Dybala fuori? Magari l’hanno già venduto e non vogliono rischiarlo. Sono comunque una squadra dura da battere, con ottime individualità». Sulla formazione Festa glissa: «Dovrei ripartire con l’undici di Torino a meno non mi vengano in mente altre soluzioni. Dobbiamo uscire dal campo a
testa alta. Serve a poco? No, c’è da rispettare i tifosi, la società che ti ha scelto e ha avuto fiducia in te, la maglia e se stessi». L’allenatore rossoblù – in conferenza indossa la Tshirt che inneggia al «Tifo positivo-Nel nome di Candido»: il logo del progetto curato da Cagliari, Coni, Fondazione Candido Cannavò e Lega calcio, oggi sarà sulle maglie di Ekdal e soci – tira dritto: «Al futuro non ci penso. Se fossi arrivato prima magari avrei fatto meno punti. Guardo avanti». QUI PALERMO Sul fronte rosanero, ci sarà ancora Belotti in coppia con Vazquez. Dybala rivedrà il campo nella gara con la Fiorentina per congedarsi dai tifosi. Iachini anche a Cagliari continuerà con le valutazioni in chiave futura proprio per iniziare a lavorare sul dopo Dybala. Quaison sembra in vantaggio su Rispoli, mentre in porta dovrebbe tornare Sorrentino. «Mi è dispiaciuto leggere che con l’Atalanta eravamo già in vacanza – spiega il tecnico –. C’è stata anche un po’ di sfortuna. Penso ai 20 legni colpiti, forse oggi avremmo un’altra classifica. Come ho visto Belotti? Dispiaciuto soprattutto per il rigore sbagliato domenica scorsa, gli attaccanti vivono per il gol, ma lui sa che non può arrivare sempre tutto e subito. Il presidente Giulini ha pensato a me per la prossima stagione? Lo ringrazio, ma ho già un impegno col Palermo». © RIPRODUZIONE RISERVATA
Reja e Gasperini agli antipodi Per far spettacolo PERCHÉ VEDERE ATALANTA-GENOA
Misteri: punticino salvezza o tre punti europei? Certezze: Papu e Iago di questi tempi sono uno spettacolo, Sportiello e Perin assomigliano al futuro dell’Italia postbuffonica. Azzurri d’Italia, ore 15
A destra Reja, che a Pescara ha allenato Gasperini nell’89-90 LAPRESSE
Alex Frosio Twitter @alexfrosio
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aggezza e audacia difficilmente vanno d’accordo. Sono elementi contrastanti: combinati in una partita di calcio, possono esprimere un confronto stimolante. Ed è quanto ci si aspetta tra l’Atalanta di Edy Reja e il Genoa di Gian Piero Gasperini, allenatori che più diversi di così non si potrebbe. PICCOLI PASSI Reja è il tecnico più anziano della Serie A, con i suoi quasi 70 anni. Nel suo caso, meglio non parlare di vecchiaia: semmai, di saggezza, appunto. Si è seduto sulla panchina che negli ultimi cinque anni era stata di Stefano Colantuono e, come gli si addice, non ha portato rivoluzioni. L’amico Pierpaolo Marino, d.g. dei bergamaschi, gli ha chiesto di ricomporre il filo che era andato un po’ perdendosi e condurre in porto la salvezza, questione che stava complicandosi. Il saggio Edy ha applicato la politica dei piccoli passi. Poche alzate d’ingegno, molto pragmatismo, persino qualche inusuale lampo di spettacolo (oltre alle rovesciate di Denis e Pinilla: quelle
non sono merito suo), soprattutto punti, ogni volta che fosse possibile. E con lui in panca, l’Atalanta ha finito per inciampare una sola volta, in casa contro il Torino a inizio aprile. Poi ben sette pareggi, quei famosi punticini che, come si diceva una volta, muovono la classifica: anche su campi e contro avversari teoricamente proibitivi, come a Napoli, all’Olimpico giallorosso, in casa contro la Lazio. A chiudere il discorso, le due sole ma pesantissime vittorie: contro il Sassuolo e infine domenica scorsa a Palermo, per avvicinare quasi definitivamente la salvezza. RISCHI E SPETTACOLO Un po’ più su può puntare Gasperini: il suo Genoa ha ancora la vista sull’Europa. E il Gasp la persegue con il solito spirito da avventuriero. Non è tipo da star fermo, il tecnico del Genoa. Come le sue squadre, del resto. Un movimento continuo, un fluido in espansione e contrazione, difensiva e offensiva, con quel 34-3 che, in questo caso si può dire davvero, sono solo numeri, perché il sistema di base è solo l’elemento di partenza per variazioni, inserimenti, voglia di osare (ricordate il debutto del 17enne Mandragora, titolare contro la Juve all’andata, partita poi vinta dal Grifone?). Gasp amante del rischio? Forse. Di certo amante del bel gioco e dello spettacolo. Il suo Genoa ha il quarto attacco della Serie A, dietro Juve, Lazio e Napoli. Con Niang e Iago Falque, mica punte «mondiali» come Tevez, Higuain o Klose. Per la saggezza c’è tempo. © RIPRODUZIONE RISERVATA
DOMENICA 17 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
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Scelta di cuore: Berlusconi si tiene la maggioranza 1Il presidente ha deciso di cedere per ora solo una quota di minoranza del Milan: al massimo il 35%
dobbiamo tornare per capire che cosa sta accadendo in questo momento, di estrema delicatezza per il futuro rossonero, nelle stanze di Arcore.
Mario Pagliara Marco Pasotto
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irrefrenabile amore dal quale è sempre IN PRINCIPIO Era il tempo delle voci, dei primi stato travolto da quando è al comando del sussurri, delle indiscrezioni sulla possibilità che Milan ha preso ancora una volta il soprav- Berlusconi potesse vendere la maggioranza a vento. Se c’è un sentimento, una pulsione vera e cordate orientali. In uno scenario confusionario sincera, che Berlusconi proprio non riesce a do- come pochi, Fininvest pose una pietra sulla quaminare, è quella che lo unisce al Milan: resterà le è stata costruita la trattativa nei mesi successipresidente, al comando, in una società nuova vi: «Da parte di vari soggetti è stato mostrato dove, per l'immediato, le porte interesse per partnership con saranno aperte solo all'ingresFininvest relative al Milan». Si so di un socio di minoranza. Ha parlava di partnership, da SeI nuovi soci grate filtrò chiaramente che le scelto l’aria del Salento per andovranno versare nunciare, in coda a una settiporte del Milan erano aperte mana vissuta tra riflessioni e per favorire l'entrata di soci di subito 200-250 tormenti, nell’intervista di ieri minoranza. Da allora, sulla scemilioni. Barbara e na si è palesato il capocordata alla Gazzetta, quali saranno le strategie e gli obiettivi al tavolo Galliani confermati Bee Taechaubol che ha richiesto il 60% (resta sullo sfondo, della trattativa. Detto in sintecongelato, non convince Silsi: è alla ricerca di un partner che entri con una quota di minoranza, che gli vio), si è affacciato Richard Lee (a capo di una consenta di ricostruire un grande Milan, e quel cordata cino-americana, del tutto fuori dalla passaggio televisivo di appena 7 giorni fa dove partita), si è aperto il filo diretto col governo cispiegava «pronto a cedere la maggioranza se do- nese (oggi l'unica controparte attiva), con Bervessi trovare acquirenti che mi garantissero top lusconi che ieri ha confermato di trattare con Xi investimenti» è stato rimosso con un colpo di Jinping: «Sta dimostrando di avere grande rispazzola (almeno per il momento). Non è un spetto per il calcio italiano e per il Milan: aspetcolpo di scena secco, Berlusconi è tornato tiamo, non posso dire ora che cosa accadrà». all'idea originaria, lì dove tutto è nato: navigando controcorrente nella storia recente degli ulti- CONDIZIONI Il governo di Pechino si è detto dimi mesi, riemerge dagli archivi il primo comuni- sponibile a un ingresso «morbido» nel Milan. cato di Fininvest. Era il 14 febbraio. Ed è qui che Berlusconi preferisce un'azione meno traumati-
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«XI HA GRANDE RISPETTO PER NOI E VUOLE CHE IO RIMANGA. SONO ORGOGLIOSO DEL RAPPORTO CON LUI» SILVIO BERLUSCONI SU XI JINPING
ca, consapevole che ha bisogno di alleanze per ricostruire un Milan forte (ha detto: «Da sola la mia famiglia non può più farcela. Ho il dovere di trovare nuove risorse, continuo la ricerca»): cerca un socio al quale consegnare subito massimo il 35%, con la promessa di salire negli anni, e di questo ha informato ieri ad Arcore la figlia Barbara. Su due aspetti, Silvio è stato chiaro coi cinesi: primo, chi entra dovrà versare subito 200250 milioni; secondo, il mantenimento di tutto il management attuale è fuori discussione (da Barbara e Galliani in giù). Quando troverà l'accordo con il governo cinese, al quale toccherà individuare il privato che entrerà nel club, Berlusconi manterrà così il comando. «La mia preoccupazione è solo fare il bene del Milan e di noi milanisti», ha ripetuto da Bari. E nella sua testa sta crescendo un sogno: un mercato sontuoso insieme al nuovo socio per tornare a vincere nel 2015-2016. Guarda caso, nell'anno in cui festeggerà il trentennale della sua dynasty rossonera. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Silvio Berlusconi, 78 anni, e Barbara, 30: il presidente del Milan ha affidato alla figlia le competenze sul marketing ANSA
DOMENICA 17 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
Squinzi, l’ex milanista «Caro Sassuolo non farti problemi» 1Il patron degli emiliani: «Tifare Milan adesso è dura
Serve cambiare, ma degli investitori esotici non mi fido»
Alessandra Gozzini INVIATA A REGGIO EMILIA
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hiuso il dibattito, Giorgio Squinzi è sommerso dagli interrogativi: il Job Acts, il futuro di Di Francesco, che un contratto di lavoro già ce l’ha ma non è detto che venga rispettato, i dati Istat che spingono l’Italia verso la ripresa e quelli del Milan, che invece confermano lo stato di crisi. In mezzo il Sassuolo, l’impegno sull’efficienza energetica per lo sviluppo del paese e pure Pippo Inzaghi. A Reggio Emilia c’è il convegno sul «Monitoraggio alla base della prestazione»: Squinzi è prima di tutto amministratore unico di Mapei, organizzatore dell’evento, poi presidente di Confindustria, patron del Sassuolo e infine dichiarato tifoso rossonero. Concede un’unica battuta spontanea: «Tutti sanno che sono milanista ma la raccomandazione che oggi faccio a Eusebio e alla squadra è quella di non farsi il minimo scrupolo». Di fianco c’erano Di Francesco, il capitano Magnanelli e Zaza, guida dell’at-
Eusebio Di Francesco, 45 anni, e il patron Giorgio Squinzi, 72 ANSA
PERCHÉ VEDERE SASSUOLO-MILAN
Due delusioni, però giocano leggere. Un anno fa 7 gol, per divertirsi ne basterebbero meno. Se cercate ordine e precisione non pagate la pay per view, ma se volete 90’ spensierati... Mapei Stadium, ore 12.30
TORINO-CHIEVO
Ventura lavora al futuro: i rincalzi sotto osservazione PERCHÉ VEDERE TORINO-CHIEVO Ecco, non la partita più sentita del mondo: il Toro difende il nono posto, il Chievo la leadership cittadina. Non imperdibile, anche se non si faranno calcoli: tanti gol? Olimpico, ore 15
Bramardo-Tavan
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argo ai giovani, contro il Chievo si cambia. Tra infortuni e squalifiche (Amauri, Bruno Peres, Quagliarella e Bovo) e la necessità di testare, ad obiettivo Europa League sfumato, chi si è arrugginito in panchina, Giampiero Ventura oggi pomeriggio farà una mezza rivoluzione. Con un dubbio: ancora titolare Padelli (squalifica per una frase blasfema trasformata in 10 mila euro di multa) o spazio all’uruguaiano Ichazo? Contro il Chievo dovrebbe scendere in campo la miglior gioventù del Torino, giocatori in prestito, come Ichazo appunto, o dal futuro granata incerto, Jansson (vice Glik, buona gara da titolare a Firenze), Gaston Silva (21 anni, 603’ giocati, 1 gol in Europa League), Martinez (37 paritte e 6 gol nella stagione). Spazio a gara in corso anche al baby della Primavera Rosso e ad Alvaro Gonzalez, che giovanissimo non è, ma che dall’arrivo a
gennaio ha faticato a trovare posto. «Ora che l’obiettivo Europa League è andato è giusto premiare chi ha atteso a lungo, lavorando seriamente, in panchina», le parole di Ventura. «So che questi ragazzi valgono, hanno bisogno di giocare per verificare la crescita, ora tocca a loro». Con l’ottavo posto come ultimo obiettivo della stagione, per spostare il debutto in Coppa Italia a dicembre e incassare più premi dalla Lega, la partita odierna rappresenta per i padroni di casa un test per scelte legate alla prossima stagione. Una vittoria servirebbe per chiudere meglio la stagione e festeggiare martedì sera al Teatro Nuovo al Gran Galà di fine anno di “Toro.it” con i tifosi, presenti Giampiero Ventura, Kamil Glik, Rolando Bianchi, e le giovanili granata. QUI CHIEVO «La voglia di vincere è rimasta intatta e non c’è nessuna intenzione di alzare il piede dall’acceleratore perché ci anima la volontà di lasciare un segno su questo campionato». L’allenatore Rolando Maran inquadra così la gara in casa del Torino dove, tra l’altro, il Chievo non ha mai vinto e nella stagione dei record cercherà di togliersi anche questa soddisfazione. Non ci saranno, oltre a Mattiello, l’infortunato Hetemaj e lo squalificato Schelotto. Gli altri sono tutti convocati, compresi gli acciaccati Frey e Zukanovic. © RIPRODUZIONE RISERVATA
tacco: oggi, contro il Milan, «non fatevi problemi». CAMBI NECESSARI In passato Squinzi era stato spesso più dolce («Il giorno che ci sarà Sassuolo-Milan tiferò Milan, sia chiaro»), magari categorico («Che io acquisiti quote del Milan? Zero possibilità»), ma mai duro come ieri: «In questo momento mi preoccupo del Sassuolo e non del Milan, anche perché di questi tempi è difficile
esserne tifosi». Al massimo freddi commentatori: «Che serva cambiare qualcosa è fuori discussione, basta vedere gli ultimi risultati e la classifica, se questi cambi vuole farli Berlusconi da solo o con qualche alleato non l’ho capito e dunque non lo so. Non dimentico che dal 1986 Berlusconi ci ha fatto sognare come nessun altro e allo stesso tempo penso agli investitori esotici, anche a quelli dell’Inter , e qualche dubbio mi viene. Ma Silvio è già bravo a sbagliare da solo, non ha bisogno dei miei consigli…». PIPPO O DI FRANCESCO? L’unica interpretazione che Squinzi dà alla frase «prendere il Milan» è oggi collegata all’aggancio in classifica ai rossoneri (il Sassuolo è staccato di sei punti): «Mi aspetto un gran finale dalla mia squadra, dopo le ultime battute a vuoto. L’attuale posizionamento non ci rende giustizia. Prendere il Milan? Mesi fa mi ero anche illuso di poter addirittura puntare all’Europa». Magari si industrierà per riprovarci l’anno prossimo, con o senza Di Francesco. «Ha un contratto di un altro anno e noi non abbiamo contattato altri allenatori. Se poi sarà lui a non voler tenere fede all’accordo vedremo…» (Replica dell’interessato: «Del mio futuro discuteremo in settimana, dobbiamo parlare di obiettivi»). Fosse senza Di Francesco magari sarebbe con Inzaghi: «È uno di quelli che non abbiamo mai contattato, nonostante quello che si dice». Proprio mai è difficile crederlo, se sedici mesi fa Squinzi ne parlò addirittura al telefono con Berlusconi. «Si ma ora posso dirlo: non fui io a chiamarlo, ma lui che chiamò me. Allora mi disse che Pippo sarebbe servito a loro...». Può darsi che anche Berlusconi abbia nel frattempo cambiato idea. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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L’ALLENATORE
Inzaghi avvisa tutti «I giocatori devono meritarsi il Milan» 1Pippo guarda
al futuro: «La base è buona: con qualche innesto si può lottare per il terzo posto» G.B. Olivero MILANO
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a cerca da inizio anno come fosse il Sacro Graal. Pippo Inzaghi pronuncia quella parola, «continuità», a bassa voce. Ormai serve a poco, ma chiudere con un filotto di vittorie e di buone prestazioni dimostrerebbe che c’è stata quella crescita su cui il tecnico rossonero giura. Sassuolo-Milan è una tappa di trasferimento: il Giro d’Italia è finito e ci sono solo partite che non hanno nulla da dire per la classifica. Qualcosa, però, possono dire per quanto riguarda il valore, tecnico ma soprattutto caratteriale, di molti giocatori. Il Milan, in diversi momenti della stagione, ha battuto la seconda, la terza e la quarta del campionato. Però molte altre volte è stato deludente e si avvicina il momento dei bilanci. Quali sono i giocatori che meritano la conferma? C’è qualcuno su cui si può costruire il
Milan del futuro? «I giocatori devono tenersi stretta questa maglia - afferma Inzaghi -. Io credo che non sia tutto nero: la base è buona e con qualche innesto il Milan potrà lottare subito per il terzo posto e presto tornerà ad alti livelli». FUTURO Oggi Pippo riabbraccia El Shaarawy («Lui e Montolivo ci sono mancati molto»), potrebbe far debuttare Mastalli («E’ il primo cambio di centrocampo, è pronto»), chiede attenzione alla squadra: «Il segreto è la compattezza». Per quanto riguarda il futuro, invece, il tecnico sparge serenità e ironia: «Sento Galliani tre volte al giorno e il presidente molto spesso. Penso solo a lavorare e al bene del Milan. E poi, scusate, sull’allenatore avete già deciso voi, no? Quindi siamo tutti tranquilli...». Sorride. Amaro, ma sorride. In attesa di sapere quello che succederà. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Filippo Inzaghi, 41 anni ANSA
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Serie A R La guida
DOMENICA 17 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
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Roma avanti nei precedenti in A E Stramaccioni rilancia Kone
JUVENTUS LAZIO ROMA NAPOLI FIORENTINA SAMPDORIA GENOA INTER TORINO MILAN PALERMO CHIEVO UDINESE VERONA EMPOLI SASSUOLO ATALANTA CAGLIARI CESENA PARMA (-7)
83 66 64 60 55 54 53 52 48 46 43 42 41 41 41 40 36 28 24 17
36 36 35 35 35 36 35 36 35 35 35 35 35 35 35 35 35 35 35 35
25 20 17 17 15 13 14 13 12 11 10 10 10 10 8 9 7 6 4 6
N
8 6 13 9 10 15 11 13 12 13 13 12 11 11 17 13 15 10 12 6
RETI P
3 10 5 9 10 8 10 10 11 11 12 13 14 14 10 13 13 19 19 23
F
67 66 49 64 52 45 54 53 41 48 48 27 39 43 41 42 35 43 34 29
S
21 34 27 45 44 39 41 42 42 46 51 35 49 60 45 54 49 64 64 68
I VERDETTI: JUVENTUS CAMPIONE D’ITALIA, PARMA E CESENA GIÀ RETROCESSI CHAMPIONS PRELIMINARI DI CHAMPIONS EUROPA LEAGUE RETROCESSIONI
PROSSIMO TURNO SABATO 23 MAGGIO PALERMO-FIORENTINA ore 18 JUVENTUS-NAPOLI ore 20.45 DOMENICA 24 MAGGIO, ore 15 EMPOLI-SAMPDORIA ore 12.30 CESENA-CAGLIARI CHIEVO-ATALANTA GENOA-INTER LAZIO-ROMA PARMA-VERONA UDINESE-SASSUOLO MILAN-TORINO ore 20.45
(3-4) (3-1) (0-1) (1-2) (1-1) (1-3) (2-2) (1-3) (1-1) (1-1)
MARCATORI 20 RETI Tevez (2, Juventus). 19 RETI Icardi (4, Inter); Toni (3, Verona). 16 RETI Menez (8, Milan); Higuain (3, Napoli). 14 RETI Gabbiadini (Napoli; 7 nella Sampdoria); Di Natale (1, Udinese). 13 RETI Dybala (3, Palermo); Quagliarella (3, Torino). 12 RETI Klose (Lazio). 11 RETI Iago Falque’ (2, Genoa); Callejon (Napoli); Berardi (6, Sassuolo). 10 RETI Maccarone (1, Empoli); Felipe Anderson (Lazio). 9 RETI Paloschi (Chievo); Candreva (2), Mauri e Parolo (Lazio); Eder (1, Sampdoria); Zaza (1, Sassuolo); Thereau (Udinese).
GAZZAWEB www.gazzetta.it
20
81
Pareggi
23
6. ALLAN 19. IBARBO
Ultimo pareggio: 7/3/2009, Roma-Udinese 1-1 Ultima vittoria Udinese fuori casa: 28/10/2012, Roma-Udinese 2-3
PUNTI Nelle ultime 4 giornate
146 Udinese
95
Roma
6
Udinese
6
27. WIDMER
33. KONE 5. DANILO
66. PINZI
Ultima vittoria Roma in casa: 17/3/2014, Roma-Udinese 3-2
RETI FATTE
Roma
7. BADU
31. KARNEZIS 11. DOMIZZI
ROMA (4-3-3)
UDINESE (4-3-1-2)
89. PIRIS
PANCHINA 28 Skorupski, 33 Spolli, 3 Cole, 2 Yanga-Mbiwa, 42 Balzaretti, 20 S. Keita, 48 Uçan, 32 Paredes, 53 Verde, 96 Sanabria, 8 Ljajic, 88 Doumbia. ALLENATORE Garcia. BALLOTTAGGI Pjanic-S. Keita 60-40%, Totti-Doumbia 60-40%, Ibarbo-Ljajic 60-40%, Astori-Yanga-Mbiwa 60-40%. SQUALIFICATI Florenzi (1). DIFFIDATI Florenzi, Maicon, S. Keita. INDISPONIBILI Strootman (stagione finita), Castan (da valutare), Maicon (10 giorni), Gervinho (14). ALTRI Curci, Lobont, Pellegrini.
PANCHINA 22 Scuffet, 97 Meret, 18 Bubnjic, 75 Heurtaux, 3 Neuton, 19 Guilherme, 8 B. Fernandes, 34 Gabriel Silva, 26 Pasquale, 94 Aguirre, 82 Geijo. ALLENATORE Stramaccioni. BALLOTTAGGI Kone-Guilherme 70-30%. SQUALIFICATI nessuno. DIFFIDATI Heurtaux, Kone, Pinzi, Thereau, Wague. INDISPONIBILI Di Natale (7 giorni), Wague (15), Hallberg ed Evangelista (stagione finita). ALTRI A. Zapata, Perisan, Pontisso.
SASSUOLO
(4-3-3)
ATALANTA
(4-3-3)
CAGLIARI
(4-3-1-2)
TORINO
(3-5-2)
VERONA
(4-3-3)
MILAN
(4-3-3)
GENOA
(3-5-2)
PALERMO
(3-5-2)
CHIEVO
(4-4-2)
EMPOLI
(4-3-1-2)
OGGI Ore 12.30 ARBITRI Guida; VivenziGava; Stallone; Damato-Chiffi TV Sky Calcio 1 e Supercalcio; Premium Calcio (And. 2-1)
OGGI Ore 15 ARBITRI Gervasoni; Di FiorePegorin; Longo; Di Bello-Merchiori TV Sky Calcio 2; Premium Calcio 2 (And. 2-2)
OGGI Ore 15 ARBITRI Cervellera; BianchiPreti; Dobosz; Nasca-Abbattista TV Sky Calcio 1; Premium Calcio 3 (And. 0-5)
47 CONSIGLI
57 SPORTIELLO
44 BRKIC 21 37 15 8 BALZANO DIAKITÉ ROSSETTINI AVELAR 30 4 20 DONSAH CRISETIG EKDAL
11 VRSALJKO
15 ACERBI
28 CANNAVARO
31 PELUSO
6 2 33 BELLINI STENDARDO CHERUBIN
93 DRAMÉ
8 BIONDINI
4 MAGNANELLI
7 MISSIROLI
21 CIGARINI
8 MIGLIACCIO
17 CARMONA
25 BERARDI
10 ZAZA
17 SANSONE
11 MORALEZ
51 PINILLA
10 A. GOMEZ
28 BONAVENTURA
9 DESTRO
10 HONDA
21 VAN GINKEL 19 BOCCHETTI
34 DE JONG
16 POLI 20 ABATE
29 PALETTA
5 MEXES 23 DIEGO LOPEZ
19 PAVOLETTI BERGDICH 18
99 BELOTTI
14 8 BURDISSO RONCAGLIA 1 PERIN
5 IZZO
PANCHINA 78 Frezzolini, 24 Merelli, 29 Benalouane, 5 Scaloni, 3 Del Grosso, 16 Baselli, 95 Grassi, 28 Emanuelson, 7 D’Alessandro, 27 Rosseti, 99 Boakye, 9 Bianchi. ALLENATORE Reja. BALL. Moralez-D’Alessandro 55-45%, Stendardo-Benalouane 60-40%. SQUALIFICATI Denis (2), Avramov (1), Biava (1), Zappacosta (1). DIFFIDATI Boakye, Moralez, Dramé, Carmona, Pinilla, Migliaccio. INDISP. Estigarribia (stagione finita), Raimondi (15 giorni), A. Masiello (5). ALTRI Kresic, Kessie.
PANCHINA 32 Abbiati, 66 Gori, 36 Mastalli, 81 Zaccardo, 25 Bonera, 33 Alex, 8 Suso, 17 C. Zapata, 14 Albertazzi, 98 Mastour, 92 El Shaarawy, 11 Pazzini. ALL. Inzaghi. BALL. Mexes-C. Zapata 70-30%, BocchettiBonera 65-35%. SQUAL. Menez (2). DIFF. Alex, Bonaventura, De Jong. INDISP. Agazzi e Montolivo (stag. finita), De Sciglio ed Essien (da valutare), Cerci (7 giorni), Antonelli e Rami (2). ALTRI Muntari. 1 X 2 3.00 3.40 2.25
PANCHINA 23 Lamanna, 39 Sommariva, 2 També, 38 Mandragora, 16 Lestienne, 93 Laxalt, 22 Borriello. ALLENATORE Gasperini. BALLOTTAGGI Bergdich-Lestienne 60-40%. SQUALIFICATI De Maio (1), Tino Costa (1). DIFF. Niang, Pavoletti, Edenilson, Laxalt, Rincon. INDISP. Ariaudo e Perotti (stagione finita), Marchese (5 giorni), Niang (20). ALTRI Ghiglione, Antonini, Prisco, Panico, Soprano. 1 2.55
X 3.10
2 2.80
FIORENTINA
(4-3-3)
NAPOLI
(4-2-3-1)
PARMA
(4-5-1)
CESENA
(4-3-1-2)
DOMANI Ore 19 ARBITRI Tommasi; La RoccaTegoni; Costanzo; Peruzzo-Fabbri TV Sky Calcio 1 e Supercalcio; Premium Calcio (And. 0-1)
DOMANI Ore 21 ARBITRI Irrati; BarbiratiMusolino; Nicoletti; Rizzoli-Baracani TV Sky Sport 1, Calcio 1 e Supercalcio; Premium Calcio (And. 4-1)
1 NETO
45 ANDUJAR
15 2 23 SAVIC GO. RODRIGUEZ PASQUAL
20 BORJA VALERO
5 BADELJ
29 33 BERNARDESCHI M. GOMEZ
10 AQUILANI 74 SALAH
17 PALLADINO 5 GHEZZAL 18 GOBBI
NOCERINO 23
80 JORQUERA
11 MAGGIO
33 5 3 ALBIOL BRITOS STRINIC 19 8 DAVID LOPEZ JORGINHO 7 17 14 CALLEJON HAMSIK MERTENS 9 HIGUAIN 18 DJURIC
J. MAURI 8
26 VARELA
28 FEDDAL
4 2 MENDES CASSANI 83 MIRANTE
PANCHINA 12 Tatarusanu, 38 Rosi, 19 Basanta, 28 Alonso, 14 Mati Fernandez, 16 Kurtic, 7 Pizarro, 32 Lazzari, 17 Joaquin, 18 Diamanti, 72 Ilicic, 9 Gilardino. ALL. Montella. BALLOTTAGGI M. Gomez– Gilardino 60-40%, Bernardeschi-Ilicic 60-40%, Neto–Tatarusanu 60-40%. SQUAL. nessuno. DIFF. Basanta, Neto, M. Gomez, Kurtic, Diamanti, Borja Valero. INDISP. Babacar (20 giorni), Rossi (30), Vargas (7), Richards (7). ALTRI Lezzerini, Rosati, Bagadur, Lupatelli, El Hamdaoui. PANCHINA 22 Iacobucci, 1 Bertozzi, 6 Lucarelli, 15 Costa, 58 Esposito, 37 Broh, 31 Mariga, 14 Galloppa, 21 Lodi, 88 M. Coda, 34 Haraslin. ALLENATORE Donadoni. BALL. Palladino-Coda 55-45%, J. MauriMariga 55-45%. SQUALIFICATI Lila (1). DIFFIDATI Varela, Lodi. INDISP. Prestia, Bajza e Santacroce (da valutare). ALTRI Erlic, Rossetto. 1 X 2 1.20 6.25 13.00
90 COP
24 IAGO
BERTOLACCI EDENILSON 91 21 33 88 KUCKA RINCON
PANCHINA 1 Pomini, 86 Celeste, 3 Longhi, 20 Bianco, 21 Fontanesi, 32 Natali, 19 Taider, 6 Chibsah, 19 Taider, 33 Brighi, 99 Floccari, 30 Lazarevic, 83 Floro Flores. ALL. Di Francesco. BALL. Biondini-Taider 5545%, Zaza-Floccari 55-45%, Vrsaljko-Fontanesi 60-40%. SQUAL. nessuno. DIFF. Missiroli, Biondini, Acerbi, Zaza. INDISP. Terranova e Antei (stagione finita), Donis, Polito, Gazzola e Pegolo (da valutare). ALTRI Caselli, Lodesani, Alhassan, Benucci, Mandelli.
40 TOMOVIC
Se vuoi restare aggiornato sulle formazioni, conoscere i consigli dei nostri esperti, consultare le statistiche di ogni giocatore (nella foto, Elseid Hysaj, 21 anni) e scoprire i segreti per vincere al fantacalcio, la Gazzetta mette a disposizione degli appassionati, gratis sul proprio sito, un’intera sezione dedicata. Su Fantanews i voti il giorno dopo l’ultima partita di campionato, gli assist ufficiali al termine di tutte le gare, gli articoli esclusivi e la trasmissione +3 di presentazione della Magic di giornata. E se vuoi consultare i nostri esperti per decidere chi schierare al momento di fare la formazione, c’è anche un blog, Magic Blog, con tutte le dritte del caso.
9. PERICA
77. THEREAU
Girone unico Vittorie Roma Vittorie Udinese
38
7. ITURBE 10. TOTTI
LE ULTIME VOLTE ALL’OLIMPICO
PRECEDENTI IN SERIE A
PARTITE V
4. NAINGGOLAN
UDINESE
ROMA
G
15. PJANIC
35. TOROSIDIS
X 2 5.25 10.00
ARBITRO Banti ASSISTENTI Tonolini-Crispo QUARTO UOMO Petrella ADDIZIONALI Orsato-Di Paolo TV Sky Sport 1 HD, Calcio 1 HD e Supercalcio HD; Premium Calcio e Calcio HD
23. ASTORI
16. DE ROSSI
44. MANOLAS
Per confermare la storia, Garcia punterà su Ibarbo-Totti-Iturbe. Stramaccioni senza Totò: ci sarà Kone dietro a Perica e Thereau
CLASSIFICA PT
1 1.28 25. HOLEBAS 26. DE SANCTIS
1Giallorossi in vantaggio nel bilancio in campionato coi friulani.
GIORNATA
SQUADRE
OGGI Ore 20.45 a Roma Stadio Olimpico Andata 1-0
OCCHI PUNTATI SU...
92 DEFREL 11 BRIENZA 34 26 7 CASCIONE MUDINGAYI CARBONERO 24 15 25 33 KRAJNC CAPELLI PERICO RENZETTI 30 AGLIARDI
LAZAAR 7
18 CHOCHEV
40 MPOKU
2 17.00
30 PADELLI 25 GLIK
1 RAFAEL
19 MAKSIMOVIC DARMIAN 36
27 RIGONI
QUAISON 21
2 4 12 ANDELKOVIC G. GONZALEZ VITIELLO 70 SORRENTINO
PANCHINA 1 Ujkani, 68 Fulignati, 19 Terzi, 5 Milanovic, 22 Ortiz, 3 Rispoli, 33 Daprelà, 14 Della Rocca, 25 Maresca, 9 Dybala, 10 Joao Silva, 96 Bentivegna. ALL. Iachini. BALL. Sorrentino-Ujkani 70-30%, QuaisonRispoli 60-40 %, Lazaar-Daprelà 60-40%. SQUALIFICATI nessuno. DIFFIDATI Terzi, Vitiello, Chochev, Vazquez, Dybala, Daprelà, Bolzoni, Morganella. INDISPONIBILI Bolzoni e Morganella (stagione finita), Makienok (da valutare). ALTRI E. Barreto, Emerson. X 3.55
19 BOTTA 34 BIRAGHI
PANCHINA 1 Colombi, 3 Murru, 14 F. Pisano, 2 Ale. Gonzalez, 33 Capuano, 5 Conti, 7 Cossu, 16 Dessena, 9 Longo, 10 Joao Pedro, 25 Sau. ALLENATORE Festa. BALLOTTAGGI Donsah– Dessena 60-40%, Mpoku–Joao Pedro 70-30%, Cop–Sau 60-40%. SQUALIFICATI nessuno. DIFFIDATI Ale. Gonzalez, Ceppitelli, Sau, Farias. INDISP. Ceppitelli (5 giorni). ALTRI Cragno, Husbauer, Barella, Caio Rangel, Muroni.
1 2.05
GAZZI 14
94 BENASSI
17 MARTINEZ
20 VAZQUEZ JAJALO 28
24 MORETTI MOLINARO 3 7 EL KADDOURI
11 MAXI LOPEZ
69 43 MEGGIORINI PALOSCHI IZCO CHRISTIANSEN 8 13 10 RADOVANOVIC 12 CESAR
3 DAINELLI 1 BIZZARRI
21 FREY
PANCHINA 1 Ichazo, 13 Castellazzi, 18 Jansson, 21 Silva, 4 Basha, 20 Vives, 15 A. Gonzalez, 90 Rosso. ALL. Ventura. BALLOTTAGGI nessuno. SQUALIFICATI Amauri (1), Peres (1). DIFFIDATI Glik, Maksimovic, Maxi Lopez, Quagliarella. INDISP. Bovo (5 giorni), Quagliarella (20), Farnerud (da valutare). PANCHINA 25 Bardi, 90 Seculin, 14 Cofie, 20 Sardo, 6 Gamberini, 87 Zukanovic, 23 Birsa, 11 Vajushi, 18 Feftatzidis, 9 Pozzi, 31 Pellissier. ALLENATORE Maran. BALLOTTAGGI Frey-Sardo 55-45%, Christiansen-Cofie 55-45%, Paloschi-Pozzi 60-40%. SQUALIFICATI Schelotto (1). DIFFIDATI Izco, Radovanovic, Zukanovic, Dainelli, Biraghi, Cesar. INDISPONIBILI Mattiello (stagione finita), Hetemaj (da valutare). ALTRI Puggioni, Anderson.
2 3.35
1 1.75
X 3.50
2 4.75
26 SALA
4 MARQUEZ
18 MORAS
3 E. PISANO
19 GRECO
8 OBBADI
10 HALLFREDSSON
17 NICO LOPEZ
9 TONI
21 J. GOMEZ
7 MACCARONE
20 PUCCIARELLI 5 SAPONARA 88 6 11 VECINO VALDIFIORI CROCE 2 26 24 23 TONELLI RUGANI LAURINI HYSAJ 33 SEPE
PANCHINA 22 Benussi, 95 Gollini, 28 Brivio, 2 Gu. Rodriguez, 25 Marques, 5 Sørensen, 33 Agostini, 71 Martic, 70 Fernandinho, 20 Christodoulopoulos, 27 Valoti, 7 Saviola. ALL. Mandorlini. BALL. Greco-Agostini 70-30%, Nico Lopez-Saviola 70-30%. SQUALIFICATI Tachtsidis (1), Jankovic (1). DIFF. Martic, E. Pisano, Hallfredsson, Toni, Christodoulopoulos, Nico Lopez. INDISPONIBILI Ionita (stagione finita). ALTRI Campanharo, Fares, Cappelluzzo. PANCHINA 28 Bassi, 1 Pugliesi, 50 Somma, 19 Barba, 8 Signorelli, 4 Dioussé, 18 Verdi, 25 Brillante, 30 Gemignani, 27 Zielinski, 9 Mchedlidze, 10 Tavano. ALL. Sarri. BALLOTTAGGI Saponara-Zielinski 60–40%, Pucciarelli-Mchedlidze 60–40%. SQUALIFICATI nessuno. DIFF. Maccarone, Zielinski, Mchedlidze. INDISP. nessuno. ALTRI nessuno. 1 2.45
X 3.50
2 2.65
VERONA-EMPOLI
Mandorlini: «Aiutiamo Toni» Sarri rinuncia al turnover 1Il Verona vuole
il suo bomber sul trono del gol. Ma l’Empoli non fa riposare i titolari
PANCHINA 1 Leali, 81 Bressan, 6 Lucchini, 2 Nica, 14 Volta, 8 De Feudis, 23 Tabanelli, 77 Zé Eduardo, 9 A. Rodriguez, 19 Succi, 27 Dal Monte. ALLENATORE Di Carlo. BALLOTTAGGI Djuric-A. Rodriguez 60-40%, Capelli-Lucchini 60-40%. SQUAL. nessuno. DIFFIDATI Perico, Cascione, Krajnc, Renzetti, A. Rodriguez. INDISPONIBILI Giorgi, Marilungo, Pulzetti e Valzania (stagione finita), Magnusson (da valutare). ALTRI Yabré, Moncini. X 7.50
OGGI Ore 15 ARBITRI La Penna; PaganesiLiberti; De Pinto; Ghersini-Minelli TV Sky Calcio 4; Premium Calcio 4 (And. 0-0)
17 FARIAS
PANCHINA 1 Rafael, 15 Colombo, 16 Mesto, 4 Henrique, 26 Koulibaly, 31 Ghoulam, 88 Inler, 77 Gargano, 23 Gabbiadini, 24 Insigne, 91 D. Zapata. ALL. Benitez. BALLOTTAGGI David Lopez-Gargano 60-40%. SQUALIFICATI nessuno. DIFFIDATI Albiol, Maggio, Koulibaly, Britos. INDISPONIBILI Michu (un mese), Zuniga e De Guzman (da valutare). ALTRI Uvini.
1 1.14
OGGI Ore 15 ARBITRI Rocchi; MarrazzoAvellano; Schenone; Massa-Sacchi TV Sky Calcio 2; Premium Calcio 1 (And. 0-0)
Luca Toni, 37 anni ANSA
Matteo Fontana Giacomo Cioni
L’
Hellas «americano» si mette in lista d’attesa per un giorno (e forse anche più): «L’offerta Usa? Mi attengo al comunicato di smentita della società. Non credo che ci sia del vero», taglia corto il tecnico Andrea Mandorlini. Le voci circolate su un gruppo statunitense interessato al club avrebbero potuto monopolizzare la vigilia della gara del Verona contro l’Empoli, ma il tema è stato messo in ghiaccio dal deciso «no» via web dell’Hellas, che ha negato ogni contatto. E ora c’è una partita che, dice Mandorlini, arriva portando con sé un duplice obiettivo: «Vogliamo migliorare la nostra posizione, anche perché, se ci riuscissimo, aumenterebbero i contributi da parte della Lega Calcio. E dopo c’è da dare una mano a Toni nella corsa al titolo di capocannoniere. Se lo merita lui, ce lo meritiamo noi. Il rinnovo? Gli
incontri sono iniziati». QUI EMPOLI Il turnover non sta proprio nelle corde di Maurizio Sarri. «Non mi sembra giusto dare dei ‘contentini’: gioca chi è in forma - ha dichiarato il tecnico alla vigilia -. Affrontiamo questa gara con uno spirito da battaglia e con l’obiettivo di fare una partita di grande livello e intensità. Puntiamo a fare più punti possibile e arrivare nella parte sinistra della classifica. Non ci sentiamo assolutamente rilassati e vogliamo sempre fare qualcosa in più». Ma Sarri ha parlato anche dell’orario del match e della formula della Serie A: «Ci ostiniamo ancora a far giocare partite alle 15 di maggio. È da pazzi. E sarebbe bello avere play off e play out per rendere il campionato più interessante». Infine, l’allenatore azzurro ha risposto pure sul futuro, non il proprio, ma quello della squadra: «Questo gruppo può ancora far bene e di più, ma dovrà fare i conti col mercato». © RIPRODUZIONE RISERVATA
Serie A R
DOMENICA 17 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
Napoli-De Laurentiis, nel menu c’è l’Euro patto
1Il presidente pranza con Benitez e i giocatori: chiesto almeno il 3° posto e confermato il premio Champions. Ma la tifoseria è inquieta Gianluca Monti NAPOLI
I
ncredibile, ma Napoli. Una giornata, quella di ieri, da raccontare tutta di un fiato. Dall’incontro tra i tifosi e la squadra nell’inaccessibile (per stampa e curiosi) Castel Volturno fino al confronto, a pranzo sul lungomare, tra Benitez, Bigon, i calciatori ed il presidente De Laurentiis. Lì dove da anni le macchine non transitano più, Higuain e compagni hanno parcheggiato le loro potenti automobili anche in quarta fila, praticamente al centro della carreggiata. I vigili hanno annotato tutte le targhe, ma qualcuno sosteneva che la sosta fosse stata autorizzata. Chissà. Di certo, per un normale cittadino il verbale sarebbe stato automatico. CI VUOLE…FEGATO Nei pressi dell’hotel che ha ospitato il faccia a faccia tra De Laurentiis e la squadra c’erano più steward e poliziotti che tifosi. Quei pochi che hanno incrociato gli sguardi dei calciatori e dell’allenatore hanno avuto reazioni differenti. Qualcuno ha invitato Rafa ad andar via, qualcun altro gli ha urlato che il calcio italiano non lo merita. Il più sarcastico ha detto a gran voce
Rafa Benitez, 55 anni, con Aurelio De Laurentiis, 65: colloqui frequenti, ma il futuro di Rafa è altrove CUOMO
ad Higuain e compagni: «Voi mangiate, noi ci mangiamo il fegato». Non si può parlare di vera e propria contestazione, ma il clima non era dei migliori. Del resto, in città la delusione per l’eliminazione dall’Europa League è ancora palpabile. Molti dei trecento sostenito-
ri che erano a Kiev ieri si sono recati di buon ora al centro di allenamento del Napoli per parlare con i loro beniamini. Legittimo l’invito a dare il massimo in queste ultime tre partite di campionato. In pratica, prima di tirare le somme bisognerà profondere fino all’ulti-
RIncontro sul
lungomare: il presidente ha tentato di dare una scossa
17
ma goccia di sudore. INCENTIVO Concetti ripresi anche da Aurelio De Laurentiis, piombato all’hotel Vesuvio per provare a salvare la stagione. Il progetto del club, a tutti i livelli (a proposito, ieri la Primavera ha detto addio al sogno play off), rischia di implodere senza i soldi della Champions per il secondo anno consecutivo. Così, il presidente ha chiesto alla squadra di conquistare almeno il terzo posto. Toni fermi, decisi, e l’impegno a tener fede ad una vecchia promessa di un premio in caso di qualificazione Champions, da elargire anche qualora sia necessario passare dalla porta secondaria del preliminare. Un ulteriore incentivo per motivare il gruppo. CHE PIETANZA L’umore di De Laurentiis dopo il ko in casa del Dnipro è logicamente tendente al nero, ma il presidente del Napoli sa troppo bene quanto importanti siano gli impegni con Cesena (domani sera), Juventus e Lazio. Di conseguenza, non ha calcato troppo la mano con i suoi calciatori anche perché il rapporto con lo spogliatoio si è già sfilacciato in occasione dell’imposizione del ritiro e dunque non era il caso di riscaldare gli animi. L’assenza di De Laurentiis a Kiev non è passata inosservata, ieri il tentativo è stato quello di dare un ultimo scossone come era già accaduto nel pranzo di Natale prima di Doha e poi, appunto, dopo l’eliminazione in coppa Italia per mano della Lazio. Già, la Lazio. Dopo la sfida con i biancocelesti sarà futuro. Probabilmente senza Benitez, quasi certamente con Mihajlovic. Se ne riparlerà presto, ieri in tavola c’era la Champions. Un piatto prelibato che vale milioni di euro. © RIPRODUZIONE RISERVATA
PRIMAVERA
Bari, è Final 8 Lazio e Empoli ai playoff ● È il Bari l’ultima squadra qualificata alle Final 8: come da pronostico, vincono i pugliesi e la Lazio, ma il Bari si qualifica in virtù degli scontri diretti; Lazio ai playoff. GIRONE A Bologna-Fiorentina 1-0, Carpi-Genoa 1-2, Juventus-Parma 6-2, Sampdoria-Spezia 3-4, Varese-Torino 0-0, EntellaModena (oggi, ore 15), Trapani-Pro Vercelli 2-1. Classifica (prime posizioni): Fiorentina 60 punti; Torino 57; Spezia 55; Juventus 53; Sampdoria 46; Parma 43. GIRONE B Chievo-Milan 3-0, Cittadella-Udinese 1-1, InterVerona 1-1, Perugia-Brescia 22, Sassuolo-Pescara 2-2, Lanciano-Cesena 3-1, Atalanta-Cagliari 5-1. Classifica: Inter 57 p.; Milan 52; Chievo 45; Udinese 44; Atalanta 41; Cesena 40; Verona 38; Perugia 32. GIRONE C Bari-Avellino 4-0, Catania-Frosinone 4-1, Crotone-Roma 0-4, LatinaLivorno 2-1, Lazio-Ternana 4-3, Napoli-Empoli 0-2, Vicenza-Palermo 0-2. Classifica: Roma 61 p.; Bari e Lazio 55; Palermo, Empoli e Catania 48; Napoli 43. Il tabellone playoff 1) Lazio-Sampdoria 2) Juventus-Palermo 3) Spezia-Empoli 4) Chievo-Udinese Secondo turno Vincente 1-Vincente 2 Vincente 3-Vincente 4 Le due finaliste raggiungono Fiorentina, Torino, Inter, Milan, Roma e Bari alle Final Eight in Liguria (9-16 giugno)
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DOMENICA 17 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
Un Evento
Calcio R Il caso
DOMENICA 17 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
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Gabbiadini e le altre: «Belloli si dimetta»
1Il n.1 dei Dilettanti nel caos per le frasi omofobe: pronta mozione di sfiducia. La centravanti: «Noi discriminate» Mario Pagliara @MarioPagliara
È
un uomo solo e, con molta probabilità, resterà al comando della Lega nazionale dilettanti ancora per poco. Il defenestramento di Felice Belloli appare sempre più una questione di giorni, e anche molti dei suoi fedelissimi storici hanno rotto gli indugi: dopo essere stato scaricato da Carlo Tavecchio e da Giovanni Malagò, si stanno mobilitando i presidenti regionali. Ieri una email è partita dal presidente del comitato provinciale autonomo di Trento (che da statuto ha lo stesso riconoscimento giuridico di un comitato regionale), Ettore Pellizzari, inviata a Tavecchio e a tutti i presidenti dei comitati. Pellizzari (ormai ex pro Belloli) è stato netto («Presunte, gravi, offensive e sessiste dichiarazioni»), e ha chiesto a Belloli di «valutare seriamente l’opportunità di una sua autosospensione in attesa del doveroso accertamento della verità». Breccia aperta, ma è solo un primo passo perché Belloli ha perso il controllo dei dilettanti, regno ereditato da Tavecchio appena il 10 novembre 2014: 14 comitati regionali più il calcio femminile, il calcio a 5 e l’Interregionale stanno preparandogli la mozione di sfiducia (17 componenti sulle 23 della Lnd), che potrebbe essere presentata già nel consiglio di Lega del 20 (convocazione alle 15) e 21. L’orribile frase messa a verbale e attribuita a Belloli, «Basta! Non si può sempre parlare di dare soldi a queste 4 lesbiche», potrebbe costargli la poltrona.
TERZA TESTIMONIANZA Lui continua a negare di aver pronunciato questa frase contenuta nel verbale della riunione del consiglio di dipartimento calcio femminile del 5 marzo. Oltre al documento ufficiale della Lnd, acquisito dalla Procura federale, ci sono tre testimonianze che inchiodano Belloli: i dirigenti federali Patrizia Cottini e Sonia Pessotto, presenti alla riunione incriminata, hanno già dichiarato di aver «ascoltato la frase», e ora spunta anche una terza testimonianza. È quella di Dario Fantini, componente del consi-
TACCUINO COPPA ITALIA FEMMINILE
Finale Brescia-Tavagnacco ● (m.cal.) Sarà BresciaTavagnacco la finale di Coppa Italia del 23 maggio. Le lombarde hanno battuto 5-0 il Mozzanica, mentre il Tavagnacco ha eliminato la Roma 1-0. Playout: il San Zaccaria batte 2-1 il Riviera di Romagna, che retrocede in B.
PLAYOFF CALCIO A 5
Montesilvano in A ● (m.cal.) Con la vittoria per 8-3 sul PesaroFano, il Montesilvano torna in A dopo due anni con Orte e Atletico Belvedere, vincitrici dei gironi di A2.
TROFEO MIKE BONGIORNO
Anche Zelig in campo contro la leucemia ● Si gioca a Vimodrone (Milano) il 24 maggio il «Memorial Mike Bongiorno», categoria Pulcini, con Inter, Juve, Torino e Varese. Al termine in campo i comici di Zelig per una raccolta fondi per la ricerca contro la leucemia.
La protesta delle giocatrici prima di Brescia-Mozzanica: «Noi donne indignate dall’ignoranza. Rispettateci!»
glio di dipartimento del calcio femminile, anche lui presente quel 5 marzo: «È stato inaccettabile: Belloli ha disprezzato tutto il calcio femminile – spiega Fantini –. Tutti abbiamo ascoltato le sue parole: siamo indignati». Oltre a chiarire davanti alla Procura federale, il presidente Belloli dovrà rispondere anche alla giustizia ordinaria: il Codacons domani presenterà «un esposto alla Procura di Roma e al Dipartimento per la Pari Op-
portunità della Presidenza del Consiglio e un'azione collettiva risarcitoria – si legge in una nota – in favore delle donne offese e umiliate da frasi offensive e omofobe di Felice Belloli». SCHIAFFO ISTITUZIONALE E ieri, a Milano, nella sede della Figc Lombardia, è stato presentato il 54o Torneo delle Regioni (30 maggio-6 giugno in Lombardia), l’evento di punta della stagione dei dilettanti. C’era
Belloli, mancavano tutti gli altri. Hanno disertato Regione Lombardia e Comune di Milano, vuota anche la poltrona riservata a Tavecchio (c’era il nipote Mario, consigliere nel comitato lombardo: «Se vera, la frase di Belloli è molto grave», ha detto) e da Roma non è arrivato nessun dirigente federale (ad eccezione del vicepresidente lombardo Claudio Bocchietti). Pochissimi in sala, assenti anche gli sponsor. «Belloli come
BASTA. NON SI PUÒ SEMPRE PARLARE DI DARE SOLDI A QUESTE QUATTRO LESBICHE FELICE BELLOLI 5 MARZO 2015
minimo deve dimettersi: oltre a non fare niente per noi, ci discrimina», attacca Melania Gabbiadini, stella della Nazionale. Ieri le calciatrici sono scese in campo con 15' di ritardo, poi hanno formalizzato la loro protesta in una lettera: «Chiediamo le dimissioni del presidente Belloli qualora la Procura federale confermi la sua responsabilità – scrivono –. Basta: siamo stanche che la nostra identità sessuale sia argomento di interesse e giudizio primario. Da quando il calcio femminile è passato sotto il controllo diretto della Lnd la situazione va sempre peggiorando: crediamo che il calcio femminile debba essere governato da chi veramente crede nel movimento». C’è aria di scissione: offeso e denigrato, il calcio femminile rivendica autonomia. Nella galassia Lnd non vuole più starci. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Mondo R Francia
DOMENICA 17 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
Et voilà, il Psg centra il tris «scudetto» 1Parigini campioni col successo
di Montpellier: mini triplete vicino. Ora si pensa a un futuro senza Ibra MONTPELLIER
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PSG
PRIMO TEMPO 1-2 MARCATORI Matuidi (P) al 17’, Lavezzi (P) al 26’, Mounier (M) al 40’ p.t. MONTPELLIER (4-2-3-1) Ligali 6,5; Deplagne 6, Hilton 5,5, El Kaoutari 5,5, Congré 5; Marveaux 5,5 (dal 33’ s.t. Camara 6), Saihi 6 (dal 39’ p.t. Dabo 6); Lasne 6,5, Martin 5, Mounier 6,5 (dal 1’ s.t. Berigaud 5); Barrios 5. PANCHINA Jourdren, Tiené, Wutrhich, Bakar. ALLENATORE Courbis 6. CAMBI DI SISTEMA Nessuno. ESPULSI Nessuno. AMMONITI Hilton per c.n.r., Deplagne, Dabo per gioco scorretto.
PSG (4-3-1-2) Sirigu 5; Aurier 7, Silva 6,5, Luiz 6,5, Maxwell 6,5; Rabiot 6,5, Cabaye 6 (dal 33’ s.t. Marquinhos 6), Matuidi 7; Pastore 6; Cavani 6,5, Lavezzi 7 (dal 24’ s.t. Lucas 5). PANCHINA Douchez, Camara, Digne, Van Der Wiel, Augustin. ALLENATORE Blanc 7. CAMBI DI SISTEMA Nessuno. ESPULSI Nessuno. AMMONITI Pastore per c.n.r., Rabiot, Cabaye, Aurier, Marquinhos per gioco scorretto.
ARBITRO Fautrel 6. NOTE Spettatori 30mila circa. Tiri in porta: 3-7 (1 palo Psg). Tiri fuori: 6-6. In fuorigioco: 0-0. Angoli: 4-4. Recuperi: p.t. 3’; s.t. 3’.
Alessandro Grandesso PARIGI @agrandesso
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re anni fa, agli albori del progetto qatarino, l’allora d.s. Leonardo incerottava un balbuziente Psg ancelottiano in campionato definendolo squadra per palcoscenici europei. Nel frattempo però l’undici parigino non è mai andato oltre i quarti in Champions. Neanche quest’anno, sbattuto fuori dal Barcellona, come tre anni fa. In compenso, il Psg si consola con il 3o titolo di fila, certificato ieri a Montpellier. Il 5o campionato del club vale 400mila euro a testa e potrebbe fare da preludio a uno storico en plein per il calcio francese. Dopo supercoppa e coppa di Lega, nel mirino c’è la coppa di Francia, a portata il 30 maggio contro l’Auxerre, 8o di B. Razzia per guardare con fiducia al futu-
ro. Anche in Europa, magari affidandosi definitivamente a Verratti, ieri squalificato con Motta, ma vero talento in un’annata controversa. Negli altri verdetti di giornata, l’Evian è retrocesso e il Lione ha certificato l’accesso diretto alla Champions. IL BILANCIO Al primo posto il Psg è salito solo alla 30a giornata, il 20 marzo, dopo aver inseguito prima il Marsiglia di Bielsa, poi il Lione di Lacazette (27 gol). E senza evitare il tonfo europeo, nonostante la qualificazione dagli ottavi a spese del Chelsea. Sembrava la svolta, invece il Psg è crollato prendendo atto dei propri limiti. Quelli legati ai difetti di Ibrahimovic, deludente nei grandi appuntamenti. Lo stesso che poi occupa la scena in Francia, non solo con i gol: gliene mancano tre per eguagliare il record parigino di Pauleta (109). Ma anche con le sue sfuriate, im-
barazzanti come quella contro gli arbitri e la Francia «Paese di m...». Troppo, pure per la dirigenza che fa i conti con un testimonial di quasi 34 anni, in scadenza nel 2016. Il futuro va ripensato senza l’ex rossonero, ieri fuori per infortunio. Ma con Blanc in panchina. Il tecnico ha placato gli scettici recuperando dai traumi post mondiale Silva e Luiz, rilanciando Pastore, valorizzando Marquinhos e l’estro di Verratti, blindandosi con l’indispensabile Motta, e il discusso Sirigu. Mostrandosi duro con Cavani dopo il ritardo dalle va-
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● I campionati vinti dal Psg: il primo nel 1985-86, poi nel 199394. Tre successi consecutivi con la proprietà del Qatar: 2012-13, 2013-14 e 2014-15.
canze. Blanc l’ha prima messo fuori, poi gli ha concesso un modulo più consono alle sue aspirazioni di bomber, ottenendo raffiche di gol. Due in meno di Ibrahimovic a cui contende il ruolo di prima punta. Tutto in attesa che si allenti il fair-play finanziario, permettendo al Psg di tornare sfacciatamente sul mercato. Per il sogno Pogba scende in campo l’ex presidente Nicolas Sarkozy, ieri a Montpellier a tifare: «Sono pronto a partecipare a una colletta per comprarlo». © RIPRODUZIONE RISERVATA
37a GIORNATA Bastia-Caen 1-1; EvianSt Etienne 1-2; Guingamp-Tolosa 2-1; Lilla-Marsiglia 0-4; Lione-Bordeaux 1-1; Monaco-Metz 2-0; Montpellier-Psg 1-2; Nantes-Lorient 1-1; Nizza-Lens 2-1; Reims-Rennes 1-0. CLASSIFICA Psg 80; Lione 72; Monaco 68; Marsiglia, St Etienne 66; Bordeaux 60; Montpellier 56; Lilla 53; Rennes 50; Guingamp 49; Bastia 47; Nizza, Nantes 45; Reims 44; Caen, Lorient 43; Tolosa 42; Evian 37; Metz 30, Lens 26.
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FIERO DEI RAGAZZI E DELL’ALLENATORE, VOGLIAMO CONTINUARE A VINCERE. L’OBIETTIVO È LA CHAMPIONS. La gioia dei giocatori del Psg. In primo piano capitan Thiago Silva, 30 anni, a Parigi dal 2012 ACTION IM.
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Una serie di immagini del saluto dell’Anfield a Steven Gerrard, 34 anni
Tonfo Bayern Di Matteo in Europa tra i fischi Gianluca Spessot
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Bye bye Stevie Anfield piange l’ultima di Gerrard «Mi mancherete, siete i migliori»
1Il capitano del Liverpool saluta il suo stadio perdendo col Crystal Palace I tifosi dei Reds sono tutti per lui e i compagni indossano la maglia n. 8 Stefano Boldrini CORRISPONDENTE DA LONDRA
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ou’ll never walk alone, Steven Gerrard. È scritto anche nelle scarpette che hai indossato nella tua ultima gara all’Anfield. L’abbraccio del tuo popolo non ti lascerà mai solo. Anche quando correrai sui campi di calcio degli Stati Uniti, o sarai semplicemente in giro per il mondo, ci sarà sempre Liverpool con te. Una città che si unisce ad un uomo: capita solo ai grandi. E solo i grandi, anzi i grandissimi, possono vivere una giornata così. L’1-3 incassato dai Reds con il Crystal Palace non ha scalfito questo pomeriggio baciato dal sole. Persino il perfido clima britannico si è inchinato di fronte a Gerrard. E lui, capitano vero, duro fino all’ultimo secondo, ha vissuto con fierezza il suo saluto a Liverpool. Si è emozionato, ma non ha versato una lacrima. LA FESTA L’addio di Steven
È STATO UNO DEI TRE MIGLIORI AL MONDO, SEMPRE DECISIVO FRANCESCO TOTTI CAPITANO DELLA ROMA
Gerrard alla maglia dei Reds, nel suo stadio e nella sua città, è una di quelle cose che spiegano la grande bellezza del calcio. L’Anfield è pieno da un’ora: striscioni, maglie numero 8, cori. Gli altoparlanti sparano le note delle canzoni dei Beatles, ma c’è posto per altri mostri sacri della musica: David Bowie, Rem, Queen. Steven è accolto dalla guardia d’onore delle due squadre. Gerrard attende qualche
istante prima di entrare in campo. Ha la figlia più piccola, Lourdes, in braccio. Le altre due, Lilly-Ellia e Lexie, lo tengono e si tengono per mano. La moglie, Alex Gunnan, ex modella e giornalista, è seduta in tribuna. Nel tunnel, Steven tocca il simbolo dello stadio: l’Anfield. La sua casa. Quando percorre il corridoio d’onore, il rumore è assordante. La piccola Lourdes si copre le orecchie con le mani. Comincia la gara. Gerrard lotta fino all’ultimo secondo. Non vuole perdere, ma il Palace vince 3-1. Moss fischia la fine e tutti corrono ad abbracciare Gerrard: compagni, avversari, staff, inservienti. In tribuna, le vecchie glorie applaudono: Dalglish, Rush, Carragher. Steven rientra negli spogliatoi e aspetta che tornino in campo tutti i giocatori del Liverpool con la maglia numero 8 e la scritta Gerrard. Poi tocca a lui. Ha la figlia Lourdes di nuovo in braccio. Gli danno il microfono: «Mi mancherà tantissimo questo stadio. Lo porterò sempre con me. È un momen-
to devastante: è un dolore pensare che non giocherò più in questo stadio. Non saprei quale momento indicare tra i più belli vissuti all’Anfield. Mi piace ricordare la prima volta che sono sceso qui con la maglia del Liverpool. Voglio ricordare tutti: compagni di oggi e di ieri, tutti gli allenatori che ho avuto e i nostri tifosi, anche quelli sparsi nel mondo. Siete i migliori».
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TOTTI Il capitano della Roma è un antico estimatore di Gerrard. A casa, conserva una maglia del capitano del Liverpool con l’autografo. Le parole di Francesco Totti: «Lo metterei tra i tre migliori giocatori non solo in Inghilterra, ma al mondo. Ha sempre fatto la differenza. I tifosi del Liverpool dovrebbero sentirsi onorati di aver avuto un capitano come lui. Decide le partite, gioca in ogni posizione, segna, crea, è un campione sensazionale. Gerrard è una leggenda del Liverpool». Da bandiera a bandiera.
BALO: «GIOCARE CON TE È STATO UN ONORE» «Stevie, è stato un piacere lasciarti battere rigori e punizioni». Firmato Balotelli, che ha preso carta e penna per salutare Gerrard nel giorno dell’addio. Qualche inciampo grammaticale, ma il senso resta chiaro: «Sei un grande uomo e un capitano mitico!».
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IL BIG MATCH quillo, anche se firmerebbe per non perdere oggi: «La priorità è andare in Champions senza il dramma dei playoff. Cominciare la stagione con lo stress di un traguardo così importante crea problemi». Anche Wenger ha una discreta lista di assenti: Arteta, Oxlade-Chamberlain, Welbeck e Debuchy. bold
United-Arsenal, spareggio tra Champions e mercato 1Van Gaal e Wenger
si sfidano per il terzo posto. Però tiene banco il caso De Gea: finirà al Real Madrid?
CORRISPONDENTE DA LONDRA
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ercato e Champions: Manchester UnitedArsenal oggi è questo. Da una parte i Red Devils di Van Gaal, con il solito pienone
di nomi in partenza e in arrivo, mentre, dall’altra, i Gunners che mercoledì recupereranno la gara con il Sunderland e il 30 maggio giocheranno la finale di FA Cup con l’Aston Villa. Un supplemento di fatica, per Wenger, che impone la gestione delle energie, ma dà alla sua squadra l’indubbio vantaggio di avere una gara a disposizione per rimediare a un eventuale scivolone all’Old Trafford. DE GEA La questione-De Gea ha oscurato la vigilia dello United. In Spagna danno per scontato il trasferimento del portiere al
Real Madrid. Van Gaal in qualche modo alimenta queste voci: «Non so cosa potremo fare per trattenere De Gea. In ogni caso abbiamo già una lista di nomi per la sua sostituzione». Il contratto di De Gea, 24 anni, allo United dal 2011, scade nel 2016 e questo fatto dà un’enorme forza contrattuale al portiere spagnolo. Il favorito per la sua sostituzione è l’interista Handanovic, ma in Inghilterra sparano anche i nomi di Lloris (Tottenham) e Begovic (Stoke). A bilanciare la vicenda, si parla della volontà dei Red Devils di arruolare Kane, centra-
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37 GIORNATA Southampton-A. Villa 6-1; Burnley-Stoke 0-0; Qpr-Newcastle 2-1; Sunderland-Leicester 0-0; Tottenham-Hull 2-0; W. Ham-Everton 1-2; Liverpool-C. Palace 1-3. Oggi: Swansea-Man. City (14.30); Man. United-Arsenal (17). Domani: Wba-Chelsea (21). CLASSIFICA Chelsea 84; Man. City 73; Arsenal 70; Man. United 68; Liverpool 62; Tottenham 61; Southampton 60; Swansea 56; Stoke 51; Everton, West Ham 47; C. Palace 45; Wba 41; A. Villa, Leicester 38; Sunderland 37; Newcastle 36; Hull 34; Burnley, Qpr 30. a
David De Gea, 24 anni GETTY
vanti del Tottenham. La grancassa di queste ore ha oscurato l’assenza di Rooney, fermato da problemi fisici: Van Gaal deve rinunciare a un giocatore che ha fatto spesso male ai Gunners. Non è l’unico indisponibile: out anche Shaw, Carrick e Rafael, mentre Evans è in dubbio. Wenger, invece, è più tran-
l Bayern fa la partita, ma il Friburgo lotta e batte due volte Neuer, rendendo inutile il gol di Schweinsteiger (500a partita ufficiale con i bavaresi). Decise le due squadre che faranno compagnia agli uomini di Guardiola nella prossima Champions: il Wolfsburg — che ha battuto il Dortmund nell’assaggio della finale di Coppa di Germania (si gioca il 30 maggio a Berlino) — e il Borussia Mönchengladbach. Nel Wolfsburg grande De Bruyne (assist numero 21, record), mentre i puledri tornano nella coppa regina dopo 37 anni. Il Leverkusen si deve quindi accontentare dei preliminari. Niente tifo nei primi 45’ e tanti fischi a Gelsenkirchen, ma lo Schalke di Di Matteo conquista un posto in Europa League dopo una settimana difficile, culminata con la cacciata di Boateng. Il resto è bagarre, soprattutto in coda. L’Amburgo, sconfitto a Stoccarda nello scontro fra nobili decadute, rischia la retrocessione, la prima della storia, in seconda divisione. Si deciderà tutto all’ultima giornata, con gli anseatici che ospiteranno lo Schalke e il calendario che propone due partite da brivido: Paderborn-Stoccarda e Hannover Friburgo. 33a GIORNATA Ieri: Schalke-Paderborn 1-0; Leverkusen-Hoffenheim 2-0; Wolfsburg-Dortmund 2-1; Mainz-Colonia 2-0; AugsburgHannover 1-2; Hertha-Eintracht 0-0; Werder-Borussia M. 0-2; Friburgo-Bayern 2-1; StoccardaAmburgo 2-1. CLASSIFICA Bayern 76; Wolfsburg 68; Borussia M. 66; Leverkusen 61; Schalke 48; Augsburg 46; Dortmund, Werder 43; Hoffenheim 41; Mainz, Eintracht 40; Colonia 39; Hertha 35; Friburgo, Hannover 34; Stoccarda 33; Amburgo 32; Paderborn 31.
EUROPEO UNDER 17
L’Italia va k.o. Ora la Croazia per il Mondiale ● L’illusione è durata poco. Appena 6’, il tempo per ammirare e applaudire la prodezza di tacco di Edouard che ha sbloccato la partita. Francia troppo forte per l’Italia, che è rimasta in gara soprattutto grazie alle parate di Donnarumma nel primo tempo. In semifinale, è quindi al Mondiale di ottobre in Cile, va la Francia; all’Italia resta la possibilità di staccare il visto mondiale nello spareggio di martedì, contro la Croazia. Eppure l’Italia ha avuto la grande occasione per continuare a sognare a inizio ripresa, quando Scamacca ha servito a Cutrone la palla per il possibile 1-1, ma Zidane (figlio di Zinedine) ha salvato la Francia che poi ha legittimato il successo con i gol di Boutoubba e il 3-0 ancora di Edouard. Nell’altra sfida, la Russia ha eliminato l’Inghilterra (1-0), condannandola allo spareggio contro la Spagna. Semifinali Belgio-Francia Germania-Russia
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98° Giro d’Italia R Il canale rosa
DOMENICA 17 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
MATTINA 7.05 Campioni a confronto 7.30 Campioni a confronto 8.05 Perfection: momenti di gloria 8.30 Perfection: momenti di gloria 9 Gazzetta News 9.30 Gazzetta News 10.05 The Speedgang-La banda dei motori 11.05 Perfection: Momenti di gloria
11.30 Qui Foro Italico - Diretta 12.05 Bomber 13 Gazzetta News 13.30 Gazzetta News
19 Gazzetta News Sottorete 19.30 Gazzetta News Giro d’Italia
POMERIGGIO 14 Gazzetta Live - Serie A 17.35 Explorers: avventure pericolose 18.05 The Speedgang - La banda dei motori
SERA 20 Gazzetta News 20.30 Gazzetta News 21.05 Perfection: momenti di gloria 21.35 Bomber 22.30 Condò Confidential
23 Gazzetta News 23.30 Gazzetta News 24 Gazzetta News 0.30 Gazzetta News 1 Gazzetta News 1.30 Gazzetta News 2 Gazzetta News 2.30 Gazzetta News 3 Gazzetta News
Galeone attracca a GazzettaTv
1L’allenatore è ospite di Serie A. E ci sono anche il Giro, le finali degli Internazionali d’Italia e il volley salmaggiore. E’ la settima volta che una finale scudetto è stata giocata fino alla quinta partita, la prima che si è svolta a Cremona nella storia di ogni sport.
Gabriella Mancini
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a 36a giornata del campionato, il Giro d’Italia, la pallavolo e gli Internazionali di tennis in primo piano su GazzettaTv, tutti sintonizzati sul canale 59 del digitale terrestre. Il programma Serie A scatta alle 14, in studio Viviana Guglielmi, Paolo Condò, Nicola Cecere e Carlo Laudisa per gli aggiornamenti sul calciomercato. I commenti sulla vittoria della Juventus sull’Inter, con i gol di Icardi, Marchisio su rigore e Morata, ancora lui; la rivisitazione di Sampdoria-Lazio e le prime impressioni sulla partita all’ora di pranzo, SassuoloMilan. Gli aggiornamenti dei match pomeridiani arrivano dallo studio di Gazzetta News con Nino Morici e Francesca Baraghini. Ospite di Serie A l’allenatore napoletano Giovanni Galeone, una sfilza di panchine alle spalle, tra le quali Pescara e Udinese, un legame fortissimo con Massimiliano Allegri al quale ha trasmesso la sua filosofia calcistica. Accanto a lui il comico e attore inglese John Peterson Sloan, tifoso del Napoli
NONA TAPPA Continuano gli appuntamenti con il Giro d’Italia. Oggi la nona tappa ricca di saliscendi, partenza da Benevento, arrivo a San Giorgio del Sannio, 215 chilometri di fatica. Il punto sulla tappa scatta alle 13.15 e alle 19.30 ci sarà lo Speciale Giro con i commenti del campione del mondo Paolo Bettini e degli inviati della Gazzetta dello Sport che seguono la corsa rosa minuto per minuto. Alle 23.15 il riassunto della giornata con Andrea Berton in
studio, gli interventi di Pier Bergonzi, vicedirettore della Gazzetta, e Luca Gialanella, responsabile della redazione ciclismo per rivivere la giornata ciclistica a 360 gradi. VOLLEY Sempre presente la pallavolo femminile, lo sport più praticato dalle donne nel nostro Paese. Sarah Castellana e l’ex pallavolista Rachele Sangiuliano commentano l’appassionante finale scudetto Igor Gorgonzola Novara-Pomì Ca-
L’allenatore Giovanni Galeone, 74 anni, è stato il «maestro» di Massimiliano Allegri ANSA
GRANDE TENNIS Proseguono i due appuntamenti quotidiani con gli Internazionali Bnl d’Italia che si svolgono a Roma. Oggi, da non perdere le finali femminile e maschile. Alle 11.30 e alle 20 Marilena Albergo con il vicedirettore della Gazzetta dello Sport Gianni Valenti e i nostri inviati commentano il torneo, scelgono il colpo più bello della giornata e mostrano gli highlights degli incontri più importanti. Carrellata di ospiti nel nostro studio, nella magnifica cornice del Foro italico, dai campioni ai tecnici a vari personaggi che in questi giorni seguono il torneo. Continui aggiornamenti anche durante le edizioni di Gazzetta News per non perdere nulla di questi avvincenti Internazionali d’Italia. Non mancano le nostre rubriche legate all’avventura, ai motori, ai momenti di gloria e alle storie dei bomber e il programma Condò Confidential. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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OPINIONI La vignetta
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di Lorenzo Castellani
ALESSANDRO NESTA Calciatore ● Uno dei miei avversari più difficili ma più sportivi. Un esempio su e fuori dal campo. Buona fortuna Steven Gerrard @sandronesta13
GIGI DATOME Cestista Nba ● Grazie di tutto BB King. Padre del blues e pietra miliare della musica. Un immortale! Riposa in pace @GigiDatome
FABIO CANNAVARO Allenatore ● Insieme a Sven Goran Eriksson. Rispetto @fabiocannavaro
Il campionato
IL COMMENTO di LUCA CALAMAI
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ate Yaya Tourè all’Inter. Anche se la squadra nerazzurra probabilmente il prossimo anno non parteciperà alle Coppe. Il pressing di Mancini per convincere Thohir a un investimento extra budget sul fuoriclasse della Costa d’Avorio ha una logica precisa. Serve un leader in mezzo al campo, serve un trascinatore che obblighi i compagni ad alzare l’asticella. Serve un uomo che veda il calcio come il suo allenatore. Senza questo salto di qualità l’Inter rischia di restare un progetto incompiuto. La sconfitta contro la Juve ha messo a nudo ancora una volta i difetti della formazione nerazzurra. Geniale in partenza poi, ingenua nel non riuscire a piazzare il colpo del kappaò e infine capace di suicidarsi con due errori incredibili. Date Yaya Tourè ai nerazzurri e Mancini non
avrà più voglia di prendere a calci una bottiglia d’acqua o simulare uno svenimento vedendo i suoi allievi buttarsi via. E se Thohir ha bisogno di fare cassa può sacrificare un Handanovic che è diventato un portiere quasi normale. L’altra faccia del derby d’Italia è una Juve che non stacca mai la spina neppure quando si affida a un turnover robusto. Il cinismo di Marchisio e compagni rende più credibile l’assalto dei bianconeri al triplete. Vincere aiuta a vincere. La Juve ha aggiunto un’altra tacca al suo trionfale campionato poggiando sulla solidità del reparto difensivo. Il meno battuto del torneo. Una buona notizia pensando alla finale di Champions e al tridente da incubo Messi, Neymar e Suarez. E a proposito di attaccanti è bello sottolineare che il tanto bistrattato calcio italiano si può godere oggi e si godrà domani le prodezze di un talento come Morata. E magari anche di Icardi, se tralasciamo l’opaca prova di ieri. Tra pochi anni potrebbero essere dei fuoriclasse. Si infiamma, invece, il derby della
Capitale. Che vale l’acceso diretto alla Champions e la possibilità di poter operare nel mercato estivo avendo già in tasca i soldi garantiti dall’Uefa. Un vantaggio non da poco. La favola di Gentiletti consente alla Lazio di andare a dormire con due punti di vantaggio sui giallorossi. Ma è una storia ancora tutta da scrivere. Totti e compagni hanno la possibilità di effettuare il controsorpasso stasera contro l’Udinese. Sarà decisivo il derby, appuntamento chiave del prossimo turno di campionato. Una sfida da gladiatori. Domani infine torneranno in campo Napoli e Fiorentina dopo il disastroso giovedi di Coppa. Benitez e Montella hanno già le valigie pronte. E insieme agli allenatori potrebbero partire anche Higuain e Gomez. Ma intanto c’è un presente da vivere. De Laurentiis sogna ancora un posto in Champions e Della Valle pretende di riprendersi l’Europa League. Poi, si volterà pagina. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Dopo la promozione di Carpi e Frosinone
L’ORO DI PROVINCIA E LO SMACCO A LOTITO LO SPUNTO di LORENZO ASTORII email: lastori@rcs.it
adesso con Lotito come la mettiamo? Sulle sue doti di grande veggente nessun dubbio. Basta andarsi a rileggere la trascrizione della telefonata (resa pubblica, però registrata clandestinamente; ma non è questo il punto) col d.g. dell’Ischia Iodice, quella in cui il presidente della Lazio, ma soprattutto consigliere federale, si augura che squadre come Carpi, Frosinone o Latina non approdino in Serie A «perchè non valgono niente» e la loro presenza sarebbe un disastro per la vendita dei futuri diritti tv. Quella conversazione è del 28 gennaio, lo scandalo provocato dalla pubblicazione di quelle telefonate della metà di febbraio: pronostico azzeccatissimo in tempi non sospetti visto che, allora, solo il Carpi, già capolista, poteva cullare
un sogno promozione. Ma quelle parole, sventolate con l’arroganza del potere dall’interno della Figc, suonavano come una minaccia: quelle squadre in A non ci devono arrivare. Malgrado la bufera invernale Lotito è rimasto al suo posto di consigliere federale, col placet della Lega che l’ha scelto e mai messo in discussione, ma le cose non sono andate proprio in quel senso... Così Carpi, da un po’, e Frosinone, da ieri, possono festeggiare orgogliosi un traguardo storico, quella Serie A conquistata sul campo a dispetto dei pronostici e delle inquietanti ombre lotitiane, mai dimenticate dai tifosi che, ad ogni partita e soprattutto nel giorno del trionfo, hanno dedicato cori e striscioni a chi, nel calcio dei grandi, proprio non li voleva. E’ vero, le due future debuttanti in A sono realtà piccole, che saranno probabilmente costrette a traslocare per trovare uno stadio all’altezza, che staranno ben attente alla campagna acquisti, a non fare il
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GERARD PIQUÉ Calciatore del Barça ● Un pazzo taglio di capelli @3gerardpique
La staffetta di Los Angeles ‘84
THOHIR SENTI MANCINI: SERVE YAYA TOURÈ
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PRESIDENTE Maurizio Costa AMMINISTRATORE DELEGATO Pietro Scott Jovane CONSIGLIERI Gerardo Braggiotti, Laura Cioli, Paolo Colonna, Teresa Cremisi, Dario Frigerio, Tom Mockridge, Stefano Simontacchi
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passo più lungo della gamba, che non faranno girare il business come avrebbe voluto Lotito, ma tutto questo non può essere una colpa. Come non lo è mai stato per tutte quelle «provinciali» che, da sempre, hanno costituito l’altra anima della nostra Serie A, quella capace di lanciare talenti in campo e in panchina, di aprire orizzonti tattici e di far tornare per un giorno il clima sereno di una partita come evento della domenica (o del sabato, del venerdì, del lunedì...) a metà fra gioco e festa. Il Foggia di Zeman, il Pescara di Galeone, il Parma di Scala, il Vicenza di Guidolin e prima ancora il Cesena di Marchioro o il Perugia di Castagner, e poi ancora l’Avellino e l’Ascoli, il Lecce e il Pisa, fino ad arrivare al Sassuolo, all’Empoli e al Chievo di oggi: è davvero tanta la provincia che si è fatta grande e che ha contribuito alla crescita di tutto il nostro calcio. Questo ci si aspetta anche dalle due neopromosse Carpi e Frosinone. Non altro.
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DIAMO QUEL BRONZO A MENNEA E TILLI NON SOLO CALCIO ARDUCCI di FAUSTO NARDUCCI email: fnarducci@rcs.it @rcs.it twitter: @Ammapp1 p1
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e vie della giustizia (anche sportiva) sono lunghe e imperscrutabili. Ora ce n’è una più tortuosa delle altre che merita di essere percorsa fino in fondo perché potrebbe portare all’Italia una prestigiosa medaglia olimpica dimenticata. Niente meno che il bronzo della 4x100 di Los Angeles ’84 dove il nostro quartetto, guidato da un certo Pietro Mennea, conquistò un quarto posto che già di per sé aveva appagato le nostre ambizioni. Cosa è successo, dunque, per giustificare la mozione azzurra per una promozione sul podio dopo ben 31 anni? Tutto nasce dalla recentissima decisione del Cio di chiedere al comitato olimpico americano di restituire la medaglia d’argento della 4x100 a Londra 2012 perché in quella formazione compariva Tyson Gay, squalificato due anni per la positività a uno steroide anabolizzante nel 2013. Una pena retroattiva scattata dal luglio 2012 che aveva già costretto l’americano, rientrato alle gare il 2 luglio 2014, a restituire la sua medaglia olimpica della staffetta (e simbolicamente anche la medaglia di cartone ottenuta con il quarto posto nei 100 individuali). Le squalifiche retroattive valgono soltanto per l’atleta incriminato o riguardano anche la staffetta di cui questo atleta ha fatto parte? Finora il Cio, a differenza della Iaaf per quanto riguarda i Mondiali di atletica, aveva mostrato una certa riluttanza a squalificare le intere staffette per le positività individuali: emblematici i casi di Marion Jones e Crystal Cox le cui tre medaglie in staffetta (bronzo 4x100 e oro 4x400 con la Jones a Sydney 2000, oro 4x400 con la Cox in batteria ad Atene 2004) sono state tolte alle atlete squalificate ma, dopo i ricorsi delle compagne di squadra, riassegnate formalmente alle nazioni: un’assurdità giuridica ancora non risolta definitivamente.
Angeles la medaglia di bronzo, alle spalle di Stati Uniti e Giamaica, era finita al Canada, che in prima frazione schierava nientemeno che Ben Johnson. Inutile ricordare di chi stiamo parlando: trovato positivo dopo la vittoria di Seul ’88 davanti a Carl Lewis, Ben fu squalificato retroattivamente e nel corso della colossale Dubin Inquiry il suo allenatore Charlie Francis ammise di averlo sottoposto a un programma di steroidi fin dal 1981. Il momento non era ancora maturo per un grande repulisti e la Iaaf si limitò a togliergli l’oro iridato di Roma ’87, lasciandogli fra l’altro i due bronzi di Los Angeles ’84, nei 100 e nella 4x100. In effetti soltanto dieci anni dopo, secondo la ricerca dello statistico Silvio Garavaglia, la situazione divenne matura per automatizzare la cancellazione delle medaglie: da Atene ’97 in poi nei Mondiali open e indoor sono state ben 10 le medaglie delle staffette cancellate per singole positività (compreso l’oro della Jones a Edmonton 2001). Al contrario il Cio, prima del caso Gay, si era limitato a cancellare l’oro della 4x400 Usa per la presenza di Pettigrew. È da qui che parte la mozione che Stefano Tilli, anche a nome dei compagni Ullo e Bongiorni, ha intenzione di presentare alla Fidal per chiedere la restituzione di quello storico bronzo rimasto nelle mani di Ben Johnson, reo confesso di doping dall’83 in poi. «Sono stato defraudato tante volte, ma quella medaglia persa proprio non mi va giù — spiega il commentatore Rai —. Tre quarti della squadra canadese che ci finì davanti era allenata da Charlie Francis. All’epoca Primo Nebiolo era presidente della Fidal e della Iaaf e non era nelle condizioni di rivendicare una medaglia per l’Italia ma, come dimostra il caso Gay, ora i tempi sono maturi per fare giustizia». In effetti una rivisitazione degli albi d’oro olimpici alla luce dei casi doping conclamati potrebbe restituire la giusta luce a tanti atleti che, in quei tempi di ingenua fiducia sulla pulizia dello sport, dovettero sottostare allo strapotere del doping di Stato e non solo. Il Coni e la Fidal hanno i mezzi per avviare con Cio e Iaaf un’azione giuridica complessa ma giusta, anche nel nome del compianto Mennea.
Ed eccoci all’inghippo: nell’84 a Los
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Serie B R La seconda promozione
DOMENICA 17 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
LA FESTA SUL PULLMAN SCOPERTO
3 DOMANDE A... ANGELO PALOMBO
GIOCATORE DELLA SAMP
FROSINONE La festa era iniziata poco prima delle 15 con una coreografia da brividi (la curva nord colorata di gialloblù e lo striscione «I nostri colori simbolo di vittoria e tradizione»), per poi scoppiare alle 16.52, con il fischio finale dell’arbitro Maresca. Bandiere, stendardi e sciarpe al centro del Matusa, poi in giro per la città. Con la squadra che è salita su un pullman scoperto (foto D’ANNIBALE) per prendersi nelle vie di Frosinone gli applausi dei tifosi. Poi via, tutti a cena. In attesa della festa ufficiale.
«Grande gruppo Ottimo Stellone E Stirpe potrà garantire la A»
Il Frosinone irrompe in A La promessa è mantenuta 1Il presidente Stirpe: «Mio padre salì in C e diceva che un giorno...» La gioia di Stellone e un gruppo vincente: saranno tutti confermati
Andrea Pugliese INVIATO A FROSINONE
A
lla fine non ne vuole parlare nessuno, l’eleganza di una vittoria sta anche nel non fare polemiche e godersi solo la gioia dell’impresa. Eppure lo spettro c’era, era lì, e alla fine la prima Serie A del Frosinone lo chiude ben bene in un cassetto, a doppia mandata. Se poi Lotito sarà contento o meno di questa promozione, a conti fatti da queste parti non interessa a nessuno. Almeno adesso, dove la trepidazione è diventata estasi e l’attesa si è trasformata in incredulità. Anche se poi, alla fine, il presidente Maurizio Stirpe il sassolino se lo toglie eccome: «Dopo il Carpi, anche noi abbiamo fatto qualcosa di straordinario. Che messaggio è? Semplice, che la differenza nel calcio la fanno l’umiltà, i progetti e la competenza. E non i bacini di utenza». Lotito non lo nomina mai, ma il messaggio in codice non ha bisogno di altri destinatari. L’UOMO DELLE PROMOZIONI E’ stata una festa come doveva essere e come era stata annunciata. Il campanile di Frosinone imbandierato, le strade colorate di giallo e blu, la gente nervosa ed eccitata fin dalle prime ore del mattino. Del resto, in 87 anni di storia la Serie A il Frosinone non l’aveva vista mai, ma
neanche sfiorata. Ed invece, poi, sono arrivati un presidente come Stirpe (quarta promozione in 12 anni), un d.s. come Marco Giannitti (4 campionati vinti in 7 anni) e un allenatore giovane ma già bravo come Roberto Stellone. Un altro che di promozioni se ne intende, visto che da giocatore ne aveva centrate quattro (con Napoli, Torino, Genoa e Lecce) e da allenatore è alla seconda consecutiva. «Ma vincere in panchina è molto più bello che da giocatore», dice lui alla fine, con in braccio il piccolo Jeremy e la compagna Sandy a mangiarselo con gli occhi. «Questo successo lo dedico a loro e al presidente. Non è facile credere subito in un giocatore che ha appena smesso e affidargli la panchina». Stirpe lo ha fatto, anche se Stellone quella fiducia se l’era conquistata con lo scudetto Berretti. «Eravamo partiti per salvarci, poi abbiamo pensato ai playoff,
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finché abbiamo anche capito che potevamo spingerci oltre continua - la A era un traguardo impensabile, ma nelle ultime 8 partite siamo stati perfetti, con 6 vittorie e 2 pari. Questo è un grande gruppo, fatto di uomini veri. Il mio futuro? Resto qui, dove volete che vada».
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IL FUTURO Già, il gruppo, quello che ha fatto la differenza. Dei 14 giocatori che ieri hanno toccato il paradiso, ben 11 (tranne Cosic, Dionisi e Zanon) c’erano anche l’anno prima, in Lega Pro, quando il Frosinone salì all’ultima battaglia, contro il Lecce. «Questo è stato il nostro segreto, mantenere inalterata la struttura - insiste il presidente Stirpe - e sarà così anche in Serie A, resteremo con questo gruppo e faremo qualche innesto». E’ una promessa, sarà difficile mantenerla. In cuor suo lo sa anche Stirpe, ma in un momento di gioia così è giusto che
● I campionati di Serie B del Frosinone (fondato nel 1928): i primi cinque sono stati quelli dal 2006 al 2011, poi c’è quello in corso che l’ha portato in A
● Gli anni alla guida della prima squadra di Roberto Stellone, che a Frosinone ha smesso di giocare: dopo i successi nelle giovanili, ha vinto 2 campionati
tutti sognino ad occhi aperti. «A volte le favole finiscono così e questa la dedico a mio papà Benito: portò la squadra in C e mi diceva sempre che un giorno saremmo arrivati in A. Stentavo a crederci. Adesso spero che le istituzioni ci aiutino con gli impianti». Ora che la A c’è, verrà finalmente completato il Casaleno, lo stadio degli scandali, iniziato nel 1972 e mai finito. Il Frosinone si allena lì, un giorno forse ci giocherà. Per ora, i primi vagiti della Serie A continuerà a viverli nel Matusa, la Bombonera ciociara. Ieri ribolliva di tifo, qualcuno come Marko Bader, 34 anni, è arrivato addirittura da Dusseldorf per partecipare alla festa. Le favole sono anche queste, come prima lo era la Serie A. E ora che Frosinone ce l’ha, proverà anche a tenersela. E pazienza se Lotito storcerà la bocca, la Ciociaria da ieri è in festa. © RIPRODUZIONE RISERVATA
● Palombo, lei è originario di Ferentino, a 14 km da Frosinone, dove ha anche iniziato a giocare. Si aspettava un risultato così? «Sono felicissimo, è una grande gioia e un motivo di orgoglio per me. Conosco molti giocatori, sapevo quanto fossero forti. Loro, ma anche Stellone, che ha ottenuto uno straordinario risultato. Ho fatto il tifo per tutta la stagione, non me lo sarei aspettato. Mi fa molto piacere anche per Soddimo, mio compagno alla Samp». ● Quale è stata la chiave di questa cavalcata? «La rosa solida e compatta. Ma soprattutto il grande lavoro di Roberto, che ha guidato il gruppo con grande intelligenza. E poi so la passione e la competenza del presidente Stirpe. Ora che arriva su certi palcoscenici vedrete che moltiplicherà gli sforzi per mantenere la A». ● Lei e la sua famiglia avete una stretta collaborazione con il Frosinone. Ci spiega? «E’ successo tutto per caso. A Ferentino, adiacenti all’azienda di pulizie di papà c’erano dei campi da calcio quasi abbandonati. Hanno chiesto a mio padre Aldo di rimetterli a posto, e grazie anche al lavoro di mio fratello Davide è nato un centro sportivo dove oggi lavorano i ragazzi dell’Accademia Frosinone». Filippo Grimaldi
I PROTAGONISTI
MASSIMO ZAPPINO portiere
LEONARDO BLANCHARD difensore
● PRESENZE 25 ● MINUTI 2.250 ● GOL PRESI 23
● PRESENZE 35 ● MINUTI 3.055 ● GOL 3
ROBERTO STELLONE allenatore
● STAGIONI 3 ● PROMOZIONI 2 ● TIT. BERRETTI 1
ROBERTO CRIVELLO difensore
ADRIANO RUSSO difensore
ROBERT GUCHER centrocampista
DANILO SODDIMO centrocampista
DANIEL CIOFANI attaccante
FEDERICO DIONISI attaccante
● PRESENZE 28 ● MINUTI 2.483 ● GOL 0
● PRESENZE 23 ● MINUTI 1.996 ● GOL 0
● PRESENZE 34 ● MINUTI 2.903 ● GOL 3
● PRESENZE 28 ● MINUTI 1.802 ● GOL 3
● PRESENZE 40 ● MINUTI 3.106 ● GOL 12
● PRESENZE 36 ● MINUTI 2.809 ● GOL 14
LA PARTITA
Ciofani-Dionisi in gol Prodezza di Zappino INVIATO A FROSINONE
A
mettere la firma sulla vittoria della storia del Frosinone sono stati ancora loro, i gemelli del gol, Dionisi e Daniel Ciofani, 26 gol in coppia per volare fino al paradiso. Era scritto quasi in cielo che dovesse andare così, anche se poi il Crotone ci ha provato anche a mettere paura alla
squadra di Stellone, soprattutto all’inizio, quando Ricci e Suciu hanno messo i brividi a Zappino. Poi, al 16’, ci ha pensato proprio Ciofani (girata al volo su angolo di Gucher) a cambiare la partita e a scacciare via la tensione di inizio gara. GESTIONE Una volta in vantaggio, il Frosinone ha cominciato a distendersi meglio, anche se 5’ dopo Gucher ha dovuto sal-
vare sulla linea su colpo di testa di De Giorgio. Scampato il pericolo, sull’ennesima percussione di Carlini è arrivato il 2-0 di Dionisi, con un destro dalla distanza su cui Stojanovic qualche colpa ce l’ha. La ripresa doveva essere una festa e a renderla tale ci ha pensato Zappino, parando il rigore di Suciu al 17’ che poteva riaprire i giochi. Da lì al 3-0 ancora di Dionisi (patatrac tra Gigli e Stojanovic) è stato come bere l’ultimo bicchiere d’acqua tutto di un fiato. Poi il gol di Gigli su assist di De Giorgio, la doppia espulsione (ancora Gigli e Blanchard) e il via alla festa. pug.
FROSINONE
IL MIGLIORE
3
1
CROTONE
PRIMO TEMPO 2-0 MARCATORI Ciofani (F) al 16’, Dionisi (F) al 41’ p.t.; Dionisi (F) al 25’, Gigli (C) al 34’ s.t.
7,5 ● CARLINI
ESTERNO DEL FROSINONE
Dionisi fa due gol, Zappino para un rigore, ma lui brilla per le giocate: nel finale di stagione è stato decisivo
FROSINONE (4-4-2) Zappino 7; M. Ciofani 6,5, Cosic 6 (dal 36’ s.t. Bertoncini s.v.), Blanchard 7, Crivello 6,5; Carlini 7,5 (42’ s.t. Zanon s.v.), Gori 6, Gucher 7, Soddimo 6,5 (28’ s.t. Frara 6); Dionisi 7,5, D. Ciofani 7. PANCHINA Pigliacelli, Santana, Fraiz, Paganini, Lupoli, Sammarco. ALLENATORE Stellone 7,5.
CROTONE (4-3-3) Stojanovic 5; Zampano 5,5 (dal 27’ s.t. Rabusic 5), Gigli 5, Cremonesi 5,5, Modesto 5,5 (dal 30’ s.t. Salzano 5,5); Suciu 6, Maiello 6 (dal 27’ s.t. Galardo 5), Dezi 6; Ricci 6, Torregrossa 5, De Giorgio 6,5. PANCHINA Cordaz, Dos Santos, Matute, Padovan, Ciano, Stoian. ALLENATORE Drago 5,5.
ARBITRO Maresca di Napoli 6. GUARDALINEE Valeriani 6-Bottegoni 6. ESPULSI Blanchard (F) e Gigli (C) al 41’ s.t. per gioco scorretto. AMMONITI Crivello (F), Carlini (F), Cosic (F), De Giorgio (C), Galardo (C) e Gigli (C) per g. sc.: Dionisi (F) e Zampano (C) per c.n.r.; Dezi (C) per proteste. NOTE paganti 5.362, incasso di 44.363 euro; abbonati 3.060, quota di 18.041 euro. Tiri in porta 6-6. Fuori 8-7. Fuorigioco 3-0. Angoli 5-2. Rec.: p.t. 1’, s.t. 4’.
Serie B R 41a giornata L'ANALISI di NICOLA BINDA
Il Vicenza blinda il terzo posto Livorno, occasione sprecata
TUTTO QUELLO CHE LA SERIE A 1Un rigore al 93’ PUÒ IMPARARE firma il pari. Rosso a Mazzoni: rabbia DA QUESTA B
S
orpresa? Certo, nessuno la scorsa estate poteva pensare al Carpi e al Frosinone promossi direttamente in Serie A. Nessuno. Però una cosa l’abbiamo capita: i progetti seri portano lontano. Già, i progetti. In tanti nel calcio si riempiono la bocca con questa benedetta parola, ma in pochi li realizzano davvero. Quello del Carpi è iniziato nei dilettanti, quello del Frosinone nel settore giovanile. Sono arrivati entrambi in Serie A. Insieme. E non potevano trovare un momento storico migliore. L’attualità politica parla di trattative vicine alla fumata bianca per la riforma dei campionati, che dovrebbe portare a una riduzione degli organici (era ora), a una più sostanziosa distribuzione delle risorse (ma siete sicuri?) e a una riduzione di promozioni e retrocessioni tra A e B. Una cosa questa che ovviamente piace solo alla A, e che Abodi dovrà far accettare alle sue perplesse società. Questo sembra un modo per allontanare sempre di più le due categorie, dopo la discussa separazione delle leghe. La sensazione è evidente al di fuori degli uffici delle trattative. Il laboratorio Serie B, dopo un anno di lavoro, sta mettendo in vetrina i suoi prodotti; ci sono giocatori, allenatori e manager di grande valore che meriterebbero il salto di categoria e potrebbero aiutare la A a migliorare. Invece niente. Per ora, la Serie B viene totalmente snobbata. È questo l’aspetto più triste. Perché la A può anche avere le sue ragioni nel condurre la trattativa per le riforme, chiudendo le porte del suo attico ai pittoreschi inquilini del piano di sotto, ma dovrebbe per lo meno avere l’umiltà di riconoscere quanto di buono offrono loro suonando il campanello. Forse, se la A prestasse una maggior attenzione al meglio della B, l’ulteriore tentativo di distacco potrebbe essere digerito meglio. Intanto la B ha vissuto una penultima giornata che in alto ha chiarito tutto o quasi: va definita solo la griglia dei playoff e trovata la sesta squadra tra Livorno e Pescara. In coda invece sarà un’ultima giornata pazzesca, visto che sono da trovare la terza retrocessa e le due dei playout con 8 squadre in corsa. Per ora saluta il glorioso Brescia. La retrocessione è la logica conseguenza di una stagione tribolata. E dopo il Varese, la B - salvo sorprese dalla Lega Pro ha perso la Lombardia. © RIPRODUZIONE RISERVATA
DOMENICA 17 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
Panucci, che deve fare pari a Pescara Roberto Pelucchi INVIATO A LIVORNO
U
n pareggio che vale oro. Il Vicenza l’ha acciuffato soltanto al 93’ grazie a un rigore trasformato da Cocco e guadagnato da Petagna (fallo ingenuo di Emerson). Marino, battendo venerdì in casa il Frosinone già promosso, potrà giocare i playoff da terzo, con tutti i vantaggi che questo comporta. Livorno beffato, ma non morto. Il pareggio è gradito anche a Panucci ed è diventato pesante grazie al favore enorme del Varese: adesso basterà non perdere a Pescara per conquistare gli spareggi. Ma dovrà farlo mettendo in porta Cipriani, portiere della Primavera, classe 1996. Mazzoni, infatti, a partita finita ha tirato uno scappellotto a Brighenti, prendendosi un rosso sacrosanto. Con Bastianoni infortunato, sarà inevitabile giocare la partita della vita con un ragazzino in porta. Panucci è furioso. «A Mazzoni non ho detto niente, altrimenti... Lo farò domattina (oggi, ndr), quando penso avrà capito la gravità della sua stupidata. E per fortuna sono intervenuto, altrimenti avrebbe preso il rosso anche Maicon, un altro che deve capire che per giocare a calcio serve il cervello. Io ero considerato una testa matta, ma queste cose non le ho mai fatte».
LIVORNO
1
VICENZA
1
PRIMO TEMPO 1-0 MARCATORI Vantaggiato (L) al 33’ p.t.; Cocco (V) su rigore al 48’ s.t. LIVORNO (4-3-3) Mazzoni 4,5; Maicon 5, Ceccherini 6,5, Emerson 5,5, Lambrughi 6; Biagianti 6 (dal 27’ p.t. Appelt 6), Luci 6, Djokovic 6; Moscati 6 (dal 30’ s.t. Gemiti s.v.), Vantaggiato 7 (dal 44’ s.t. Galabinov s.v.), Jelenic 6. PANCHINA Cipriani, Remedi, Strasser, Empereur, Belingheri, Jefferson. ALLENATORE Panucci 6,5. VICENZA (4-3-3) Vigorito 6; Laverone 6, Brighenti 5, Manfredini 5,5, Sampirisi 6; Moretti 5 (dal 1’ s.t. Vita 5,5), Di Gennaro 6 (dal 31’ s.t. Petagna 6), Cinelli 5,5; Spinazzola 6, Cocco 6, Ragusa 5,5 (dal 39’ s.t. Sbrissa s.v.). PANCHINA Bremec, Camisa, Garcia Tena, Alhassan, Gentili, Mancini. ALL. Marino 5,5. ARBITRO Pasqua di Tivoli 6. GUARDALINEE Alassio 6-Di Francesco 6. ESPULSI Mazzoni (L) per c.n.r. dopo il fischio finale. AMMONITI Brighenti (V) ed Emerson (L) per gioco scorretto. NOTE paganti 2.836, incasso di 13.049 euro; abbonati 4.351, quota di 21.274,31 euro. Tiri in porta 2-5. Tiri fuori 3-3. In fuorigioco 1-1. Angoli 2-7. Recuperi: p.t. 1’, s.t. 3’.
IL MIGLIORE
7 ● VANTAGGIATO
ATTACCANTE DEL LIVORNO
Avellino beffato ma va ai playoff Il Trapani è salvo Gaetano Imparato
AVELLINO
1
TRAPANI
1
V
IN COPERTINA Una spanna su tutti nella fase difensiva siciliana, Caldara prima salva sulla linea il tiro del raddoppio di Castaldo (41’ s.t.) , poi beffa Bittante (appena entrato) sul secondo palo, deviando, di testa, una punizione cross precisa di Falco. Pareggio sostanzialmente giusto, vista la rete campana viziata e che aveva mandato su tutte le furie Cosmi (con il d.s. Faggiano che si fa cacciare), pronto a soffiare sulle 500 candeline (le panchine da pro): cross di Almici, Marcone (Lys Gomis s’infortuna nel pre-gara) esce in elevazione, ma perde palla per fallo di Almici con
PRIMO TEMPO 0-0 MARCATORI Sbaffo (A) al 10’, Caldara (T) al 51’ s.t. AVELLINO (4-3-1-2) Frattali 6,5; Almici 7, Ely 6,5, Pisacane 6,5, Visconti 6 (dal 35’ s.t. Bittante 5); D’Angelo 6,5 (dal 29’ s.t. Kone 6), Arini 6, Zito 6; Sbaffo 6,5; Mokulu 5,5 (dal 42’ s.t. Comi s.v.), Castaldo 6. PANCHINA Gomis, Fabbro, Vergara, Regoli, Angeli, Trotta. ALLENATORE Rastelli 6. TRAPANI (4-3-1-2) Marcone 6,5; Daì 6 (dal 42’ s.t. Malele s.v.), Pagliarulo 6,5, Caldara 7,5, Rizzato 6; Ciaramitaro 6 (dal 31’ s.t. Citro 6,5), Scozzarella 6,5, Barillà 6; Falco 6,5; Nadarevic 6, Curiale 5 (dal 17’ s.t. Basso 6). PANCHINA Ferrara, Abate, Perticone, Feola, Lo Bue, Aramu. ALLENATORE Cosmi 7.
CLASSIFICA SQUADRE
CARPI FROSINONE VICENZA BOLOGNA SPEZIA PERUGIA AVELLINO LIVORNO PESCARA BARI TRAPANI LANCIANO LATINA PRO VERCELLI CATANIA TERNANA CROTONE MODENA ENTELLA CITTADELLA BRESCIA (-6) VARESE (-4)
PT
79 71 65 65 64 63 59 59 58 54 50 50 49 49 48 48 47 46 46 44 39 35
PARTITE
RETI
G
V
N
P
F
S
41 41 41 41 41 41 41 41 41 41 41 41 41 41 41 41 41 41 41 41 41 41
22 20 17 16 17 15 15 15 15 14 12 10 11 12 12 12 12 10 10 9 11 9
13 11 14 17 13 18 14 14 13 12 14 20 16 13 12 12 11 16 16 17 12 12
6 10 10 8 11 8 12 12 13 15 15 11 14 16 17 17 18 15 15 15 18 20
59 61 42 48 58 47 40 57 66 43 54 49 37 45 59 34 42 36 37 47 51 40
28 47 36 35 40 40 39 47 55 48 66 47 40 55 60 47 52 38 52 54 61 65
SERIE A PLAYOFF PLAYOUT RETROCESSIONI
RISULTATI
Andrea Petagna, 19 anni, si procura il rigore poi realizzato da Cocco LAPRESSE
LIVORNO CORAGGIOSO La partita non è stata esaltante. Nel primo tempo il Livorno ha sfruttato la prima vera occasione per andare in vantaggio: cross di Moscati e bella capocciata di Vantaggiato, perso per strada da Brighenti. Poco dopo l’attaccante, sempre di testa, ha avuto la chance per il raddoppio, ma ha sbagliato la mira. Nella ripresa il 4-3-3 è diventato un abbottonato e un po’ ingolfato 4-5-1, anche per colpa di qualche retropassaggio folle di troppo (vero Emerson e Maicon?). Da segnalare anche un contatto dubbio Brighenti-Vantaggiato in area vicentina: tutto regolare per l’arbitro. Il pareggio incassato nel recupero fa felice l’Avellino, ma cambia poco per Panucci, che grazie al Varese andrò a Pescara con due risultati a disposizione. Poteva andare peggio. Sbaffo a spingere in rete. Fino a quel frangente (10’ s.t.), il vantaggio se non era proprio un furto gli somigliava molto: 2-2 le azioni gol (testa di Mokulu e Castaldo contro due tiri di Falco), ma l’Avellino legittimava una eventuale vittoria con la successiva traversa di Mokulu (30’ s.t.), oltre al salvataggio dell’uomo copertina che ribatteva la bordata al 41’ s.t.. Solo i playoff alleviano la rabbia avellinese.
INVIATO AD AVELLINO
issero tutti felici e contenti, terna compresa, vista la piega che stava prendendo la gara decisa da un gol da annullare a Sbaffo per carica (Arini) sul portiere. E’ una festa doppia: l’Avellino ai playoff aritmeticamente, per scontri diretti e il prossimo Pescara-Livorno; il Trapani? Rigenerato da Cosmi è salvo. Succede tutto nel recupero con un ragazzo — 21 anni da pochi giorni — in copertina: Mattia Caldara.
25
LA CHIAVE L’Avellino, che non vince da 7 gare, prende larga l’ultima curva. Rastelli preferisce Mokulu (assente ingiustificato, tranne la traversa combina nulla) e Sbaffo dietro le punte che — fino al gol — può poco. Accelera solo Zito, Almici da destra scodella palloni in quantità e difende bene. Falco, sull’altro fronte, tira la carretta, la difesa regge, Caldara spicca, e nel finale Cosmi attacca col tridente (4-3-3). Ma ci pensa un difensore 21enne, prestito Atalanta: prendetegli la targa, lo ritroverete in A.
VICENZA IN AFFANNO Il Vicenza non è piaciuto granché. Nonostante qualche buono spunto di Spinazzola e Ragusa, nel primo tempo è andato a rimorchio contro una squadra che — se attaccata con convinzione nei punti deboli — appariva vulnerabile. E, nella ripresa, pur comandando il gioco, ha faticato a essere pericoloso. Per intenderci: primo tiro nello specchio al 18’ della ripresa con una punizione spedita tra le braccia di Mazzoni; unica vera grande occasione un minuto più tardi, una cannonata di Cocco da 20 metri che il portiere ha deviato in angolo. Il rigore è merito di Petagna e interrompe a 402’ il digiuno dal gol del Vicenza. Ma senza la rete della Pro Vercelli, questo pareggione sarebbe stato un pareggino, meglio tenerlo a mente a futura memoria. © RIPRODUZIONE RISERVATA
IL MIGLIORE
7,5 ● CALDARA
DIFENSORE DEL TRAPANI
1-1 3-2 2-3 2-0 3-1 0-2 1-1 1-2 2-0 1-1 2-1
PROSSIMO TURNO VENERDÌ 22 MAGGIO, ore 20.30 BOLOGNA-LANCIANO (2-1) BRESCIA-AVELLINO (0-2) CARPI-CATANIA (2-0) CITTADELLA-PERUGIA (1-3) CROTONE-ENTELLA (1-1) LATINA-MODENA (0-0) PESCARA-LIVORNO (2-1) SPEZIA-BARI (3-0) TERNANA-VARESE (0-2) TRAPANI-PRO VERCELLI (0-1) VICENZA-FROSINONE (0-1)
MARCATORI 19 RETI Granoche (7, Modena); Catellani (7, Spezia). 18 RETI Calaio’ (7) e Maniero (Catania; 12 con 7 rigori nel Pescara); Cocco (3, Vicenza). 17 RETI Ciano (6, Crotone); Marchi (5, Pro Vercelli). 16 RETI Castaldo (6, Avellino). 15 RETI Mbakogu (4, Carpi); Vantaggiato (3, Livorno).
Pescara, che tonfo Ora tocca a Oddo E’ orgoglio Varese Filippo Brusa VARESE
F
rena il Pescara, battuto dal Varese già retrocesso ma pieno d’orgoglio. La clamorosa sconfitta della squadra abruzzese ha ripercussioni pesanti: dopo la partita la società ha deciso di esonerare Marco Baroni e di promuovere al suo posto Massimo Oddo, tecnico della Primavera. Ora il futuro del Pescara passa dalla partita con il Livorno, da vincere per i playoff, con un’affascinante sfida in chiave milanista tra i due tecnici, visto che Oddo si troverà di fronte Panucci.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
ARBITRO Pezzuto di Lecce 5. GUARDALINEE De Troia 5-Gori 4,5. AMMONITI Visconti (A), Barillà (T), Daì (T) e Castaldo (A) per gioco scorretto; Marcone (T) per proteste. NOTE spettatori 10.000 circa; abbonati 2.796, paganti, incasso e quota non comunicati. Tiri in porta 6 (con una traversa)-3. Tiri fuori 7-3. In fuorigioco 1-2. Angoli 8-7. Recuperi: p.t. 1’, s.t. 5’.
AVELLINO-TRAPANI BARI-BRESCIA CATANIA-CITTADELLA ENTELLA-LATINA FROSINONE-CROTONE LANCIANO-SPEZIA LIVORNO-VICENZA MODENA-TERNANA PERUGIA-CARPI PRO VERCELLI-BOLOGNA VARESE-PESCARA
LA PARTITA Se il destino del Pescara si giocherà in 90’, quello del Varese si gioca fuori dal campo: una cordata sembra interessata al club a cui garantirebbe l’iscrizione in Lega Pro, evitando il fallimento. In attesa delle novità societarie, il pubblico di Masnago ha applaudito il Varese, che in casa non vinceva dal 28 dicembre 2014. Solo gli ultrà hanno fischiato ingenerosamente la squadra, trascinata da Jakimovski (punizione di sinistro al 47’ del primo tempo) e da Forte, im-
placabile nell’ultimo minuto di recupero con un destro da fuori che ha deciso la partita. Il resto l’ha fatto il portiere La Gorga, sorpreso solo dalla testa di Memushai ma sempre pronto sui tentativi di Melchiorri e soprattutto Pasquato, che nel finale s’è visto negare il gol del pareggio. © RIPRODUZIONE RISERVATA
VARESE-PESCARA 2-1 PRIMO TEMPO 1-0 MARCATORI Jakimovski (V) al 47’ p.t.; Memushaj (P) al 28’, Forte (V) al 49’ s.t. VARESE (4-4-2) La Gorga 7; Fiamozzi 6, Luoni 6, M. Rossi 6,5, De Vito 6,5; Culina 6,5 (dal 37’ s.t. Truzzi s.v.), Barberis 6, Capezzi 6,5, Jakimovski 7 (dal 27’ s.t. Dondoni 5,5); Forte 7, Miracoli 5,5 (dal 19’ s.t. Capello 5,5). (Birighitti, Seitaj, Corti, Lores, Mancino, Rojas). All. Bettinelli 7,5. PESCARA (4-3-1-2) Fiorillo 6; Abecasis 6, Fornasier 5,5, Zuparic 5,5, A. Rossi 6; Selasi 5,5, Torreira 5,5 (dal 13’ s.t. Politano 6,5), Memushaj 6,5; Bjarnason 5 (dal 1’ s.t. Pasquato 6,5); Pettinari 5 (dal 35’ s.t. Lazzari s.v.), Melchiorri 5,5. (Aresti, Pucino, Caprari, Salomon, Gessa, Venuti). All. Baroni 5,5. ARBITRO Abisso di Palermo 6,5. GUARDALINEE Raparelli 6–D’Apice 6. AMMONITI Jakimovski (V), A. Rossi (P), Torreira (P), Dondoni (V) e Politano (P) per gioco scorretto. NOTE paganti 633, incasso di 3.237,50 euro; abbonati 1.883, quota di 11.800 euro. Tiri in porta 6-8. Tiri fuori 1-3. In fuorigioco 1-3. Angoli 6-6. Recuperi: p.t. 2’, s.t. 4’.
26
Serie B R 41a giornata
DOMENICA 17 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
Troppo poco questo Bologna Pro Vercelli pari e in dieci per 45’ 1Tutti delusi e
Andrea Tosi
arrabbiati. Luppi nel finale risponde al gol di Buchel. Critiche all’arbitro PRO VERCELLI
1
BOLOGNA
1
PRIMO TEMPO 0-0 MARCATORI Buchel (B) al 12’, Luppi (PV) al 42’ s.t. PRO VERCELLI (4-3-3) Russo 6,5; Germano 5,5, Cosenza 6, Coly 5, Scaglia 6,5; Ardizzone 6, Musacci 5,5 (dal 46’ p.t. Bani 6), Castiglia 6; Di Roberto 6, Beretta 6 (dal 26’ s.t. Luppi 7), Sprocati 5 (19’ s.t. Fabiano 6,5). PANCHINA Viotti, Belloni, Liviero, Emmanuello, D’Alessandro, Ferri. ALLENATORE Scazzola 6,5. BOLOGNA (4-3-1-2) Da Costa 5; Mbaye 6, Oikonomou 5,5, Maietta 5,5, Masina 6; Casarini 6, Matuzalem 5,5, Buchel 7 (dal 25’ s.t. Krsticic 5,5); Laribi 5,5; Mancosu 5 (dal 1’ s.t. Cacia 5), Sansone 6 (dal 43’ s.t. Acquafresca s.v.). PANCHINA Coppola, Garics, Ferrari, Morleo, Bessa, Improta. ALLENATORE Rossi 5,5. ARBITRO Mariani di Aprilia 5. GUARDALINEE Mondin 6-Del Giovane 6. ESPULSI Coly (PV) per comp. non regolamentare al 44’ p.t. AMMONITI Casarini (B) per proteste; Coly (PV), Buchel (B) e Ardizzone (PV) per gioco scorretto; Cacia (B) e Mbaye (B) per c.n.r. NOTE paganti 1.882, incasso di 14.700 euro; abbonati 1.775, quota di 8.100 euro. Tiri in porta 1-4 (con un palo). Tiri fuori 2-4. In fuorigioco 2-2. Angoli 3-4. Rec.: p.t. 1’, s.t. 3’.
INVIATO A VERCELLI
I
l pareggio del Piola acciuffato in extremis avvicina la Pro Vercelli alla salvezza (manca un punto a Scazzola) mentre respinge il tentativo del Bologna di salire al terzo posto. Alla fine sono tutti delusi e arrabbiati. La squadra di casa lamenta l’espulsione di Coly alla fine del primo tempo per un «vaffa» che l’arbitro coglie nei suoi confronti mentre il difensore senegalese spiega inutilmente di avere lanciato l’epiteto al compagno Musacci. Il presidente Massimo Secondo è ironico sulla direzione di gara: «Col signor Mariani siamo sfortunati, quest’anno ci ha arbitrato sei volte con questo ruolino: 4 k.o. e due pari. Stavolta ci è andata pure bene, visto che non abbiamo perso, ma preferisco tacere sul suo operato perché non vorrei beccarmi 20 anni di squalifica e uno di galera. Ci manca un punto per salvarci, lo prenderemo a Trapani venerdì prossimo». Invece il Bologna recrimina sulla cattiva gestione del finale nel quale ha gettato alle ortiche il piazzamento migliore per i playoff e adesso, con un solo punto di vantaggio su Spezia e Perugia, deve battere il Lanciano per non rischiare di finire al sesto posto. «Per come intendo io il calcio, gestire un risultato avanti di un gol e con un uomo in più significa puntare al 2-0 per chiudere la partita. Perciò non siamo stati bravi a control-
lare il doppio vantaggio» sospira Delio Rossi, due punti in due partite sulla panca rossoblù, bastonato anche dal pari nel recupero del Vicenza a Livorno. PRO CORAGGIOSA La Pro gioca ad alti ritmi nel primo tempo per mettere in soggezione il blasonato avversario. Subito Berretta ha la palla-gol ma la sua girata di testa su cross di Scaglia esce di un soffio. L’espulsione di Coly, probabilmente per un equivoco, altera l’equilibrio e nella ripresa i padroni di casa devono abbassare il baricentro. Scazzola inserisce Luppi, ala veloce cresciuto nelle giovanili del Bologna e sbolognato a gennaio dal Modena. Tocca a lui, con una deviazione sottomisura infilare l’1-1 su assist di Bani servito da una punizione di Fabiano. BOLOGNA NEL GUADO La squadra rossoblù continua a rimanere in mezzo al guado dei suoi equivoci. L’attacco non punge, solo Sansone scalda le mani a Russo su punizione. Nella ripresa, Casarini imbecca Buchel che segna di testa (secondo gol di fila dell’austriaco), il Bologna ha in tasca i tre punti ma sbaglia tutte le posizioni nell’unico tiro in porta della Pro. La difesa dorme su un pallone che filtra nell’area piccola. E al 90’ Laribi pizzica il palo esterno con un tiro dal limite. Che fatica essere il Bologna oggi. © RIPRODUZIONE RISERVATA
IL MIGLIORE
7 ● LUPPI
ATTACCANTE PRO VERCELLI
Spezia in forma Situm-Giannetti per lo scatto al quinto posto 1 Bjelica passa a Lanciano e dice: «Ora dobbiamo giocare la prima gara in casa»
Massimiliano Ancona INVIATO A LANCIANO (CHIETI)
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LANCIANO
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SPEZIA
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PRIMO TEMPO 0-1 MARCATORI Situm al 45’ p.t.; Giannetti al 46’ s.t. LANCIANO (4-3-3) Nicolas 6; Conti 6, Troest 6, Ferrario 6, Nunzella 6; Vastola 6, Bacinovic 5,5 (dal 12’ s.t. Pinato 5,5), Agazzi 6; Piccolo 6 (dal 35’ s.t. De Silvestro s.v.), Monachello 5,5 (dal 13’ s.t. Gatto 5,5), Thiam 5,5. PANCHINA Aridità, Aquilanti, Paghera, Grossi, Di Cecco, Cerri. ALLENATORE D’Aversa 5,5. SPEZIA (4-3-3) Chichizola 7; De Col 6,5 (dal 35’ s.t. Milos s.v.), Piccolo 6,5, Bianchetti 6,5, Migliore 6; Brezovec 7, Canadjija 6,5, De Las Cuevas 6 (dal 20’ s.t. Bakic 6); Kvrzic 6,5, Catellani 6 (dal 29’ s.t. Giannetti 7), Situm 7. PANCHINA Nocchi, Acampora, Cisotti, Stevanovic, Gagliardini, Valentini. ALLENATORE Bjelica 7. ARBITRO Fabbri di Ravenna 6. GUARDALINEE Di Iorio 6Borzomì 6. AMMONITI Conti (L) per gioco scorretto; Nunzella (L) per proteste. NOTE paganti 485, incasso di 5.187 euro; abbonati 2.007, quota di 12.098,88 euro. Tiri in porta 4-7. Tiri fuori 3-1. In fuorigioco 1-0. Angoli 4-6. Recuperi: p.t. 0’, s.t. 4’.
arco Situm, poi Niccolò Giannetti. Missione compiuta. Lo Spezia s’impone (2-0) a Lanciano e conquista i playoff. «L’importante sarà giocare il primo turno degli spareggi in casa — dice Nenad Bjelica, tecnico dei liguri — dobbiamo battere il Bari, così chiuderemo quinti. Il quarto posto? I risultati di Bologna (che ospita il Lanciano, ndr) e Vicenza (attende il Frosinone, ndr) che ci precedono in classifica non dipendono da noi». Lucido e concreto, il croato Bjelica. Come il suo Spezia. Quello visto al Biondi sarà davvero un brutto cliente. È in ottima condizione psicofisica, conscio dei propri mezzi e imbattuto da sei gare (14 punti). Il Lanciano? Si congeda dal proprio pubblico con il quinto stop interno. Invero troppo pesante rispetto agli effettivi demeriti, ma accettabile per un club che può già pensare al quarto torneo di B.
fasce Situm a sinistra e Kvrzic a destra, abili a sdoppiarsi in appoggio a Catellani, unica punta, e ai tre mediani creando così la superiorità numerica. Il Lanciano ci prova. Sfiora l’1-0 nei primi 45’ con Thiam e Vastola, ma Chichizola c’è. Poi cade a pochi attimi dall’intervallo, e dopo un salvataggio sulla linea di Conti su palombella di Situm e una parata del pur incerto Nicolas su punizione di Brezovec. Situm, esterno croato, classe ‘92, firma la quinta rete stagionale schiacciando in rete di testa un cross da destra dell’ex De Col, smarcato da un’azione in linea avviata da Brezovec e continuata da De Las Cuevas. RIPRESA Spezia corto e accorto. Tiene palla e rischia il giusto. Spesso passa al 4-2-3-1 con Canadjija appoggiato a turno da Brezovec e De La Cuevas (poi Bakic) che vanno subito ad aggredire il portatore di palla avversario (Bacinovic, poi Agazzi) soffocando sul nascere le iniziative abruzzesi. Da segnalare solo un sinistro di Piccolo e un colpo di testa di Vastola. Ma a entrambi si oppone un ottimo Chichizola. Lo Spezia comprende di non poter rischiare e va all’attacco. Ancora Brezovec da fermo impegna Nicolas. E una manciata di secondi dopo il 90’, Giannetti (fuori Catellani) sigla il 2-0 (7° centro) con un’azione personale e la complicità degli avversari.
LA CHIAVE Il 4-3-3 dello Spezia si lascia preferire per mobilità e copertura degli spazi. Tutto gira intorno a Canadjija, crocevia obbligato e punto di riferimento in ogni azione. Ai suoi lati, le qualità di Brezovec e le chiusure di De Las Cuevas mettono il Lanciano in soggezione. Al resto, pensano sulle
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IL MIGLIORE
7 ● SITUM
ATTACCANTE DELLO SPEZIA
Cuore Cittadella tra mille brividi Il Catania crolla e viene fischiato
Disastro Modena Torna Novellino? Ternana, un blitz e salvezza vicina
Aglietti, arriva la prima vittoria e l’Entella spera Latina rimandato
Brescia, è finita: c’è la Lega Pro Il Bari incassa tre punti e fischi
Francesco Caruso
Paolo Reggianini
Andrea Ferro
Giuseppe Calvi
CATANIA
MODENA
CHIAVARI (GENOVA)
INVIATO A BARI
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P
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l Cittadella riacciuffa la flebile speranza di evitare la retrocessione e il Catania si rimette nei guai riassumendo in 90’ un’intera stagione: sconcertante. Fischi e insulti per tutti, dal duo Pulvirenti-Cosentino per finire coi giocatori e Marcolin. Avanti i veneti con Gerardi che anticipa Ceccarelli, a 3’ dal riposo pareggia Schiavi di testa. In avvio di ripresa torna in vantaggio il Cittadella con Kupisz che brucia Mazzotta. Allo scadere pareggia su rigore (contatto Pellizzer-Maniero) Calaiò che appaia Maniero a 18. Il Catania sarebbe salvo, ma al 90’ Stanco anticipa Ceccarelli per il 2-3.
otrebbe tornare Novellino alla guida del Modena. Lo ha detto Caliendo, preso di mira dall’accesa contestazione. La terza sconfitta consecutiva getta nel dramma gli emiliani che per salvarsi devono vincere a Latina. Quasi salva invece la Ternana che si conferma squadra da trasferta (28 punti su 48) vincendo con merito in rimonta dopo l’autorete di Meccariello. Il Modena spreca troppo nella prima parte, Fazio lo raggiunge al 43’ e nella ripresa viene punito da Avenatti. A tempo quasi scaduto Cionek di testa spreca il 2-2. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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CATANIA-CITTADELLA 2-3 PRIMO TEMPO 1-1 MARCATORI Gerardi (Ci) al 39’, Schiavi (Ca) al 42’ p.t.; Kupisz (Ci) all’8’, Calaiò (Ca) rig. al 41’, Stanco (Ci) 45’ s.t. CATANIA (4-3-3) Gillet 5,5; Del Prete 5,5, Schiavi 5,5 (dal 17’ s.t. Sauro 5), Ceccarelli 4,5, Mazzotta 5; Sciaudone 5,5, Rinaudo 5, Coppola 5 (31’ s.t. Chrapek sv.); Rosina 5 (17’ st Maniero 5,5), Calaiò 5,5, Castro 4,5. (Terracciano, Odjer, Belmonte, Capuano, Escalante, Barisic). All. Marcolin 5. CITTADELLA (4-3-3) Pierobon 6; Cappelletti 5,5, De Leidi 6, Pellizzer 5,5, Donazzan 6; Paolucci s.v. (11’ p.t. Kupisz 7), Rigoni 6, Benedetti 6; Minesso 7, Stanco 6,5, Gerardi 6,5 (dal 36’ s.t. Coralli s.v.). (Valentini, Pecorini, Camigliano, Barreca, Signorini, Lora, Bizzotto). All. Foscarini 6,5. ARBITRO Gavillucci di Latina 5. GUARDALINEE De Meo 6-Zappatore 6. ESPULSI il tecnico Foscarini (Ci) al 45’ s.t. per proteste. AMMONITI Rinaudo (Ca), Coppola (Ca), Gerardi (Ci), Rigoni (Ci), Del Prete (Ca), Pellizzer (Ci), Sciaudone (Ca) e Calaiò (Ca) per gioco scorretto; Stanco (Ci) per comportamento non regolamentare; Pierobon (Ci) per proteste. NOTE paganti 2.320, incasso di 14.738 euro; abbonati 10.270, quota non comunicata. Tiri in porta 6-7. Tiri fuori 4-2. In fuorigioco 1-1. Angoli 5-2. Recuperi: p.t. 2’, s.t. 5’.
MODENA-TERNANA 1-2 PRIMO TEMPO 1-1 MARCATORI autorete di Meccariello (T) al 31’, Fazio (T) al 45’ p.t.; Avenatti (T) al 32’ s.t. MODENA (4-2-3-1) Pinsoglio 5; Calapai 5,5, Gozzi 5,5, Cionek 5, Rubin 5,5; Salifu 5, Martinelli 5 (dal 38’ s.t. Nizzetto s.v.); Garritano 5,5 (dal 14’ s.t. Ferrari 5), Signori 5, Fedato 5,5 (dal 23’ s.t. Acosty 4,5); Granoche 6. (Manfredini, Zoboli, Marzorati, Manfrin, Besea, Sakaj). All. Melotti-Pavan 5. TERNANA (3-5-2) Brignoli 7; Valjent 6, Meccariello 5,5, Popescu 5; Fazio 7, Gavazzi 7, Viola 6,5, Eramo 6 (dal 29’ s.t. Russo s.v.), Vitale 5,5 (dal 35’ p.t. Falletti 6,5); Ceravolo 6,5 (dal 40’ s.t. Janse s.v.), Avenatti 7. (Bojinov, Dianda, Sala, Palumbo, Gagliardini, Milinkovic). All. Tesser 7. ARBITRO Pairetto di Nichelino 6. GUARDALINEE Colella 6-Caliari 6. ESPULSI il tecnico Melotti (M) al 34’ s.t. per proteste; Acosty (M) al 43’ s.t. per gioco scorretto. AMMONITI Gozzi (M), Salifu (M), Martinelli (M) e Meccariello (T) per gioco scorretto; Signori (M) per proteste; Rubin (M) per comportamento non regolamentare. NOTE paganti 2.562, incasso di 6.339 euro; abbonati 3.621, quota di 25.281 euro. Tiri in porta 6-5. Tiri fuori 4-6. In fuorigioco 1-0. Angoli 15-7. Recuperi: p.t. 2’, s,t, 5’.
a prima vittoria di Alfredo Aglietti coincide con il ritorno al successo dell’Entella dopo quasi due mesi di digiuno. Un risultato che lascia i biancocelesti in corsa per la salvezza (venerdì trasferta decisiva a Crotone) e, allo stesso tempo, non consente ancora al Latina di dormire sonni tranquilli. La squadra di Iuliano paga un avvio di gara timido, anche per merito dell’aggressività dei padroni di casa. Il gol del vantaggio, firmato da Troiano, arriva infatti dopo 5’. Fatta eccezione per una traversa colpita da Bidaoui alla mezzora, l’Entella non rischia nulla trovando il raddoppio a metà ripresa grazie a una giocata di Mazzarani, ben imbeccato dal rientrante Moreo.
l Bari si aggiudica per 3-2 la sfida senza significati contro il Brescia, retrocesso in Lega Pro ancor prima di andare in campo (posticipo alle ore 18), per effetto del successo dell’Entella. Dopo mezz’ora la squadra di Nicola – fischiata dai tifosi della curva nord, che neppure hanno esultato dopo le reti - è già sul 2-0, con i gol di Schiattarella e Bellomo. Nella ripresa, appena entrato, Corvia riapre il match, firmando l’1-2 su cross di Sestu. Poi fanno centro Boateng e Benali, ma l’unica notizia è la condanna del Brescia, che torna in terza serie dopo 30 anni di A e B. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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BARI-BRESCIA ENTELLA-LATINA 2-0 PRIMO TEMPO 1-0 MARCATORI Troiano al 5’ p.t.; Mazzarani al 28’ s.t. ENTELLA (4-3-3) Paroni 6; Belli 6, Russo 6,5, Ligi 7, Iacoponi 7; Volpe 6,5, Battocchio 6,5, Troiano 6,5 (dal 33’ s.t. Staiti s.v.); Costa Ferreira 6,5, Sforzini 6 (19’ s.t. Moreo 6,5), Mazzarani 7 (dal 40’ s.t. Botta s.v.). (Coser, Cecchini, Di Tacchio, Rozzi, E. Lanini, Baldanzeddu). All. Aglietti 6,5. LATINA (4-3-3) Di Gennaro 6,5; Ristovski 5, Brosco 5,5, Figliomeni 6,5 (dal 16’ s.t. Mangni 5,5), Bruscagin 5; Crimi 5,5, Ammari 5, Valiani 5,5; Jaadi 6 (dal 25’ s.t. Angelo 5,5), Litteri 5,5 (20’ s.t. Talamo 5,5), Bidaoui 6. (Farelli, Atiagli, Criscuolo, Bohuna, Celli, Shahinas). All. Iuliano 5,5. ARBITRO Pinzani di Empoli 6,5. GUARDALINEE Peretti 6,5-Bellutti 6,5. ESPULSI Ammari (L) al 32’ s.t. per gioco scorretto. AMMONITI Ristovski (L) per gioco scorretto; Valiani (L) per proteste. NOTE paganti 1.213, incasso di 8.651,70 euro; abbonati 1.120, quota di 9.166,74 euro. Tiri in porta 6-1 (con una traversa). Tiri fuori 3-6. In fuorigioco 0-0. Angoli 4-5. Recuperi: p.t. 0’, s.t. 3’.
3-2
PRIMO TEMPO 2-0 MARCATORI Schiattarella (Ba) all’11’, Bellomo (Ba) al 31’ p.t.; Corvia (Br) al 10’, Boateng (Ba) al 16’, Benali (Br) al 23’ s.t. BARI (4-3-1-2) Micai 6,5; Schiattarella 6, Contini 6, Rada 6, Sabelli 6; Defendi 6, Donati 6, Gomelt 5,5 (dal 30’ s.t. Romizi s.v.); Bellomo 6,5; De Luca 6 (dal 13’ s.t. Boateng 6,5), Ebagua 5 (dal 20’ s.t. Caputo 5,5). (Guarna, Donnarumma, Salviato, Rinaudo, Filippini, Galano). All. Nicola 6. BRESCIA (4-3-1-2) Arcari 5,5; Zambelli 5,5, Tonucci 6, Di Cesare 6, Coly 5,5 (dal 32’ s.t. Sodinha s.v.); H’Maidat 6, Budel 6 (dal 25’ s.t. Quaggiotto 6), Scaglia 5,5; Benali 6,5; Valotti 5,5 (dal 7’ s.t. Corvia 6,5), Sestu 6,5. (Tognazzi, Lancini, Gargiulo, Da Silva, Boniotti, And. Caracciolo). All. Calori 5,5. ARBITRO Aureliano di Bologna 6. GUARDALINEE Citro 6-Bindoni 6. AMMONITI Tonucci (Br) per gioco scorretto. NOTE paganti 4.083, incasso di 9.858,90 euro; abbonati 11.019, quota di 81.099 euro. Tiri in porta 9-10 (con una traversa). Tiri fuori 3-2. In fuorigioco 2-0. Angoli 9-7. Recuperi: p.t. 1’, s.t. 3’.
Lega Pro R Il primo turno dei playoff
DOMENICA 17 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
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Segna sempre Ganz: impresa del Como
1Una doppietta dell’attaccante per la rimonta vincente. Maledizione Benevento: il presidente lascia BENEVENTO-COMO
con un ottimo settore giovanile, senza pretendere nulla, perché le cose che amo non le vendo, al massimo le regalo».
1-2
MARCATORI Mazzeo(B) al 6’, Ganz (C) al 15’ e al 46’ s.t. BENEVENTO (4-3-3) Piscitelli 5; Celjak 6, Padella 6, Lucioni 6,5, Pezzi 5,5 (dal 29’ s.t. Som 5); De Falco 5, Allegretti 6,5, Agyei 5,5; Melara 6 (dal 13’ s.t. Alfageme 5), Eusepi 5, Mazzeo 6,5 (dal 34’ s.t. Campagnacci s.v.). (Pane, Scognamiglio, D’Agostino, Marotta). All. Cinelli-Landaida 5. COMO (3-5-2) Crispino 6,5; Ambrosini 6, Giosa 7, Lebran 6,5; Marconi 6 (dal 31’ s.t. Fautario s.v.), Castiglia 6, Fietta 6,5, Casoli 6, Cristiani 6,5; Ganz 7,5, Le Noci 6,5. (Falcone, Cassetti, Ardito, Maritato, Rolando, Defendi). All. Sabatini 6,5. ARBITRO Martinelli di Roma 6. NOTE paganti 5.000 circa, incasso non comunicato. Ammoniti Ganz, Padella, De Falco, Mazzeo e Crispino. Angoli 0-3.
Antonio Buratto BENEVENTO
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mpresa del Como, ennesima delusione per il Benevento. Protagonista assoluto il 22enne Simone Ganz, figlio d’arte, autore della doppietta che ha portato alla rimonta vincente: «Il risultato ci premia oltre il dovuto – ammette Ganz, arrivato a 13 reti, oltre alle 3 in Coppa Italia - siamo stati più fortunati del Benevento. Però siamo stati bravi a chiuderci e a colpire con calma. Per me è una giornata stra-
Simone Ganz, 21 anni: in campionato aveva segnato 11 gol LAPRESSE
ordinaria ed ora cercheremo di andare il più lontano possibile: siamo diventati la vera mina vagante di questi playoff». DIMISSIONI Anche al quinto tentativo, i playoff per la Serie B sono risultati avversi al Benevento e, dopo nove anni di presidenza, Oreste Vigorito ha inteso rassegnare le dimissioni da presidente. Le sue dichiara-
zioni di fine gara, dopo la contestazione di circa 500 tifosi che a gran voce chiedevano appunto le sue dimissioni del presidente, sono state molto taglienti: «Lascio il Benevento, il ciclo è terminato. Ho già comunicato la decisione al sindaco Fausto Pepe». Vigorito, palesemente emozionato e con un nodo alla gola ha concluso che «lascio una società sana e
LA PARTITA Per il Benevento s’è trattato di un vero flop, specie dopo essere passato in vantaggio nella ripresa al 6’ con Mazzeo che, dopo aver ricevuto la sfera da Melara, ha insaccato a porta sguarnita. Il Como, che per tutto il primo tempo era rimasto rannicchiato nella sua metà campo, s’è svegliato lì: De Falco ha perso palla a centrocampo, Fietta ha smistato verso Le Noci che ha impegnato Piscitelli, e sulla respinta Ganz l’ha messa in rete. La squadra di casa al 32’ sarebbe potuta passare in vantaggio, ma Pezzi ha colpito il palo interno. Quando si stavano avvicinando i supplementari, con il Como a chiudere bene ogni varco e il Benevento ad annaspare e a corto di fiato, il colpo di scena: Som ha perso palla, Cristiani ha lanciato sulla destra Ganz che ha controllato e cercato un cross, che però ha sorpreso clamorosamente Piscitelli, fuori posizione. E’ il gol che vale la semifinale per il Como (sfiderà la vincente di Matera-Pavia) e apre la crisi del Benevento.
BASSANO-JUVE STABIA (ore 15) Il Bassano recupera Bizzotto ma rinuncia al portiere Rossi (distorsione al ginocchio): titolare Grandi. In panchina come numero 12 andrà Scaranto della Berretti. Intanto, dopo il presidente Stefano Rosso, anche il sindaco Riccardo Poletto ha scritto una lettera a Malagò (e con lui anche a Tavecchio, a Macalli e al Procuratore Capo dello Sport, Cataldi) rimarcando le sue perplessità sul tira-molla delle penalizzazioni e chiedendo regole chiare e certe. La Juve Stabia sarà seguita da circa 500 tifosi. Savini avrà di nuovo a disposizione il centrocampista Jidayi, assenti lo squalificato Maiorano e gli infortunati Caserta e Gammone. BASSANO (4-2-3-1) Grandi; Toninelli, Priola, Bizzotto, Semenzato; Cenetti,
Proietti; Furlan, Nolè, Iocolano; Pietribiasi. (Scaranto, Zanella, Stevanin, Davì, Cattaneo, Cortesi, Maistrello). All. Asta. JUVE STABIA (4-4-2) Pisseri; Cancelotti, Migliorini, Polak, Contessa; Nicastro, La Camera, Jidayi, Bombagi; Ripa, Di Carmine. (Santurro, Liotti, Romeo, Burrai, Aveni, Carrozza, Gomez). All. Savini. ARBITRO Serra di Torino (Margani-Lanotte). TV Diretta su Raisport 2. ASCOLI-REGGIANA (ore 16) Una o due punte? Questo il dilemma dell’Ascoli. Dal Canada è rientrato il presidente Francesco Bellini. Petrone dovrebbe optare per il modulo che più gli è caro, con due centrocampisti, Pirrone e Addae (Altobelli non è al meglio) e un solo attaccante (Perez favorito su Altinier). La Reggiana dal canto suo insegue l’impresa su un campo dove non ha mai vinto nella sua storia, provando anche a spezzare la maledizione dei playoff: quattro precedenti, dal 2005 al 2010, tutti senza il lieto fine. «Vogliamo sfatare il pronosti-
co - le parole di Alberto Colombo l’Ascoli è favorito e ha la pressione di dover vincere. Chi avrà i nervi più saldi riuscirà ad emergere». A sostenere i granata ci saranno 672 tifosi (al Del Duca sono previsti 10mila spettatori), mentre nel cuore della città, in piazza San Prospero, verrà installato un maxischermo per chi rimarrà a Reggio (come gli ultrà della curva sud, contrari alla Supporter Card). In piazza ci sarà anche il sindaco Luca Vecchi. L’unico dubbio nella formazione riguarda il ballottaggio tra Ricci (favorito) e Giannone. ASCOLI (4-2-3-1) Lanni; Avogadri, Pelagatti, Mengoni, Dell’Orco; Pirrone, Addae; Nardini, Grassi, Chiricò; Perez. (Ragni, Mori, Carpani, Mustacchio, Tripoli, Berrettoni, Altinier). All. Petrone. REGGIANA (4-3-3) Feola; Andreoni, Spanò, De Giosa, Mignanelli; Bruccini, Vacca, Maltese; Ricci, Ruopolo, Siega. (Messina, Sabotic, Parola, Giannone, Messetti, Alessi, Petkovic). All. Colombo. ARBITRO Morreale di Roma (CecconiRaspolini).
SUPERCOPPA
Novara, che Evacuo Salernitana avanti due volte e ribaltata NOVARA-SALERNITANA 3-2 MARCATORI Favasuli (S) al 13’ p.t.; Evacuo (N) su rigore al 4’, Gabionetta (S) al 12’, Corazza (N) al 27’, Evacuo (N) al 31’ s.t. NOVARA (3-4-3) Montipò 5,5; Freddi 6 (dal 20’ s.t. Della Rocca 6,5), Vicari 6, Bergamelli 6; Dickmann 6,5, Buzzegoli 6,5, Pesce 6, Garofalo 6; Gonzalez 6, Evacuo 7,5 (dal 34’ s.t. Schiavi s.v.), Adorjan 6,5 (dal 13’ s.t. Corazza 7). (Tonozzi, Beye, Garufo, Faragò). All. Toscano 6,5. SALERNITANA (4-3-3) Gori 7; Tuia 6, Bocchetti 5,5, Trevisan 5,5, Franco 6; Bovo 5,5 (dal 33’ s.t. Perrulli s.v.), Moro 6,5, Favasuli 6,5; Gabionetta 6,5, Caetano 6 (dal 40’ s.t. Cappiello s.v.), Negro 6. (Russo, Bianchi, Grillo, Penta, Tavaglione). All. Menichini 6. ARBITRO Marini di Roma 6. NOTE paganti 2.625, inc. nc. Espulso Trevisan al 42’ s.t.; amm. Bovo, Tuia, Bergamelli e Gonzalez. Angoli 3-0.
1° TURNO
Benevento
1
Como
2
La vincente viene promossa in Serie B
SEMIFINALI
Bassano Juve Stabia SEMIFINALI
24/5 e 31/5
24/5 e 31/5 Como
FINALE
Matera
Domenica 7 e domenica 14 giugno
Pavia Gare di andata Sabato 23 maggio
Ascoli Reggiana
PLAYOUT GIRONE A
Gare di ritorno Sabato 30 maggio
Pordenone-Monza Lumezzane-Pro Patria GIRONE B
Pro Piacenza-Gubbio Savona-Forlì GIRONE C
Savoia-Messina Ischia-Aversa Normanna GDS
LA GUIDA
Ascoli e Matera, due sfide per diecimila
O
PLAYOFF
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LE PARTITE DI OGGI
ggi le altre tre gare dei playoff. In caso di parità di punteggio al 90’ verranno disputati due tempi supplementari di 15’ e, se la parità persiste, si tirano i rigori.
IL QUADRO DEGLI SPAREGGI
NOVARA
V
ittoria in rimonta per il Novara, che supera 3-2 la Salernitana al termine di una partita spettacolare in cui gli azzurri si sono trovati per due volte a inseguire prima del gol decisivo firmato da Evacuo, autore di una doppietta contro una delle poche squadre campane dove non è riuscito a giocare. LE MOSSE Toscano ha fatto debuttare dal primo minuto Adorjan mentre l’ex Menichini era senza cinque titolari, ma la sua squadra è partita bene tenendo alto il ritmo del match,
trovando il vantaggio al 13’ con Favasuli che ha sorpreso dalla distanza Montipò. La Salernitana ha anche sfiorato il colpo del k.o. con Bovo, al 39’, in area piccola e il Novara in avvio di ripresa ha trovato il primo pareggio quando Adorjan, protagonista di una bella partita, si è procurato il rigore che Evacuo ha trasformato. La Salernitana però non si è arresa ed è tornata in vantaggio al 12’ con Gabionetta, che ha anticipato Bergamelli e infilato con una splendida girata. Sotto nel punteggio, Toscano ha inserito Corazza e Della Rocca passando al 4-2-4, mossa che si rivelerà decisiva. Proprio Corazza ha trovato il secondo pareggio con una grande azione personale, poi alla mezz’ora c’è stata la zampata vincente di Evacuo, che ha deviato alle spalle di Gori il rasoterra dal limite di Della Rocca. E il primo spunto in Supercoppa è del Novara. g.madd. © RIPRODUZIONE RISERVATA
MATERA-PAVIA (ore 17) Il vecchio stadio XXI Settembre-Franco Salerno di Matera sarà pieno. Saranno quasi in 10 mila a tifare per i padroni di casa nonostante il rincaro dei biglietti. Ieri è saltata la conferenza stampa del pre-partita: tutti con le bocche cucite per evitare distrazioni. Rientra in panchina il tecnico Auteri, il solo Mucciante non sarà della partita per il turno di squalifica: al suo posto è pronto Flores. Il Pavia arriva a Matera accompagnato da un pullman con una sessantina di tifosi. Mancano all’appello solo gli infortunati Cristini e Malomo, ma rientra il capocannoniere Ferretti. MATERA (3-4-3) Bifulco; D’Aiello, Faisca, Flores; Bernardi, Iannini, Coletti, Mazzarani; Carretta, Letizia, Madonia. (Russo, Di Noia, Albadoro, Diop, Ashong, Pagliarini, D’Angelo) All. Auteri. PAVIA (4-4-2) Facchin; Cardin, Abbate, Biasi, Marino; Ghiringhelli, Pederzoli, Rosso, Corvesi; Ferretti, Cesarini. (Fiory, Sabato, Sereni, Carraro, Carotti, Marchi, Soncin). All. Vavassori. ARBITRO Rapuano di Rimini (MutoOpromolla).
La seconda partita mercoledì: Teramo di scena a Salerno ● La Supercoppa eleggerà la squadra regina di questa stagione di Lega Pro. Ecco il programma delle partite: SECONDA GIORNATA Mercoledì 20: Salernitana-Teramo. TERZA GIORNATA Sabato 23: Teramo-Novara. CLASSIFICA Novara p. 3; Salernitana e Teramo 0. REGOLAMENTO In caso di parità di punti, si guardano nell’ordine: differenza reti della fase finale, maggior numero di reti segnate, maggior numero di reti segnate nella partita in trasferta; se la parità persiste, si va al sorteggio. ALBO D’ORO 2000 Siena, 2001 Modena, 2002 Ascoli, 2003 Treviso, 2004 Arezzo, 2005 Rimini, 2006 Spezia, 2007 Grosseto, 2008 Sassuolo, 2009 Gallipoli, 2010 Novara, 2011 Nocerina, 2012 Spezia, 2013 Avellino, 2014 Perugia.
Le semifinali 24 e 31 Finali 7 e 14 giugno Il 23 il via ai playout ●
La fase post campionato della Lega Pro è cominciata ieri con un anticipo dei playoff. Oggi si giocano le altre tre partite del primo turno, mentre tra una settimana avranno inizio le sfide dei playout. Ecco comunque il programma e il regolamento. PLAYOFF Servono per determinare la quarta squadra promossa in B dopo le tre prime classificate in campionato (Novara, Teramo e Salernitana). SEMIFINALI Andata domenica 24, ritorno il 31: il Como affronta la vincente di Matera-Pavia (andata sul campo della peggio classificata), la vincente di Bassano-Juve Stabia affronta invece la vincente di AscoliReggiana (andata sul campo della peggio classificata). FINALE Andata domenica 7 giugno, ritorno il 14: di fronte le vincenti delle semifinali (l’andata sarà giocata sul campo della peggio classificata).
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REGOLAMENTO Anche nei turni successivi, che appunto saranno con andata e ritorno, in caso di parità non si guarda il piazzamento in classifica: prima si va ai tempi supplementari e poi eventualmente ai rigori. PLAYOUT ● Le sei partite di andata sono sabato 23 e quelle di ritorno sabato 30: le squadre che perdono retrocederanno in Serie D. GIRONE A Pordenone-Monza e Lumezzane-Pro Patria (ore 16). Anche le sfide di ritorno iniziano alle ore 16. GIRONE B Pro Piacenza-Gubbio e Savona-Forlì (ore 15). Le sfide di ritorno iniziano alle ore 17. GIRONE C Savoia-Messina e IschiaAversa Normanna (ore 17). Le sfide di ritorno iniziano alle ore 15. REGOLAMENTO In caso di parità di punteggio dopo le gare di ritorno, per determinare la squadra vincente si tiene conto della differenza reti; in caso di ulteriore parità viene considerata vincente la squadra che si è meglio piazzata in campionato. GIA’ RETROCESSE AlbinoLeffe (A), San Marino (B) e Reggina (C) dopo il campionato sono scese dirette in D.
SERIE D Scudetto e playoff: partono gli spareggi Ecco Siena-Rimini ●
Comincia la fase post campionato della Serie D con la prima giornata dei triangolari nella poule scudetto, la prima fase dei playoff (tra la quarta e la quinta in classifica nei nove gironi) aperta da due anticipi e uno spareggio-salvezza. Ecco il programma con gli arbitri (ore 16). POULE SCUDETTO Castiglione-Padova: Salvatori di Rimini (riposa Cuneo). Siena-Rimini: Lenarduzzi di Merano (riposa Maceratese). Akragas-Lupa Castelli Romani: Esposito di Tolmezzo (riposa Fidelis Andria). PROGRAMMA Si torna giocare mercoledì, la terza partita sarà domenica 24. PLAYOFF In caso di parità al 90’ si giocano i supplementari, se persiste la parità passa il turno la squadra di casa (che giocherà mercoledì la seconda fase in casa della terza classificata). GIRONE A Borgosesia-Caronnese 2-0 (giocata ieri).
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GIRONE B Ciserano-Virtus Verona 3-2 (giocata ieri). GIRONE C BellunoArzignanoChiampo: Avalos di Legnano. GIRONE D Este-Abano: Catamo di Saronno. GIRONE E Ponsacco-Massese: Biava di Vercelli. GIRONE F Campobasso-San Nicolò: Cecchi di Pistoia. GIRONE G Budoni-Ostia Mare: Baldelli di Reggio Emilia. GIRONE H Bisceglie-Brindisi: Blasi di Jesi. GIRONE I Torrecuso-Neapolis: Pizi di Termoli. SPAREGGIO SALVEZZA GIRONE F Agnonese-Castelfidardo (a Francavilla): Ruggieri di Pescara. In caso di parità al 90’, si andrà ai supplementari, eventualmente ai rigori: chi vince va ai playout (le cui sfide si giocano domenica 24), chi perde scende in Eccellenza. ● MACERATA SENZA STADIO Sarà probabilmente lo stadio Del Duca di Ascoli ad ospitare il debutto in Lega Pro della neo promossa Maceratese. Dfficilmente le opere di messa a norma dell’Helvia Recina saranno completate entro fine agosto e quindi serve uno stadio alternativo.
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98° Giro d’Italia R Ottava tappa, Fiuggi-Campitello Matese San Lorenzo al Mare
1 km 17,6
Albenga
Rapallo
2 km 177 Sanremo
TEAM ORICA GERRANS
Genova VIVIANI MATTHEWS
L'ANALISI del nostro inviato a Campitello Matese PAOLO MARABINI
TATTICA SBAGLIATA? FABIO POTEVA ESSERE IN ROSA
C
ampitello Matese, secondo arrivo in quota di questo Giro, temuto dai big più di quello dell’Abetone, sorride al basco Benat Intxausti, vincitore solitario dopo una tappa in avanscoperta, prima con altri e poi da solo. Ma l’uomo del giorno è lo spagnolo più famoso. Alla fine ha vinto lui, il Pistolero ferito. Hanno provato a stuzzicarlo, a isolarlo, ad attaccarlo. L’Astana di Fabio Aru ci ha provato più di tutte. Ma niente da fare. Anzi, Alberto Contador si è preso anche 2” di abbuono (!), sprintando al primo traguardo volante di giornata. Della serie: un altro atto di forza in questa guerra di nervi quasi giornaliera tra gli aspiranti alla maglia rosa; un altro punto a favore del leader, benché il dolore alla spalla sinistra uscita malconcia dalla caduta di due giorni prima a Castiglione della Pescaia sia tutt’altro che sparito e lasci l’allarme acceso. Perché oggi, nella Benevento-San Giorgio del Sannio, oltre a una bella dose di salite ci saranno anche tanti chilometri di discesa, con il loro carico di preoccupazione. Passata indenne dall’esame di venerdì nella lunga maratona da Grosseto a Fiuggi, la spalla del Pistolero doveva misurarsi ieri con i 26 km della salita di Forca d’Acero, ma soprattutto con i 12 verso l’arrivo, ideale campo di battaglia per gli uomini di classifica. Quassù aveva spiccato il volo verso il secondo trionfo rosa Bernard Hinault, nell’82. Quassù Eugenio Berzin aveva messo l’ipoteca sul Giro ‘94. E quassù, ieri, Contador ha trovato tante risposte in quel quinto posto, in scia ad Aru e subito davanti a Porte e al ritrovato Uran.
Chiavari
3 km 136 Sestri Levante MATTHEWS MATTHEWS
4 km 150
La Spezia
5 km 152 La Spezia
FORMOLO CLARKE
Abetone POLANC CONTADOR
Montecatini Terme
6 km 183 Castiglione della Pescaia GREIPEL CONTADOR
Grosseto
Fiuggi
7 km 267 Fiuggi ULISSI CONTADOR
8 km 186 Campitello Matese
Benevento
Civitanova Marche
9 km 215 10 km 200 San Giorgio del Sannio
Forlì
INTXAUSTI CONTADOR
Contador il
Per nulla in ansia per l’inferiorità numerica con cui ha affrontato la salita finale - due gregari al suo fianco, Kreuziger e Rogers, contro i cinque al servizio di Aru: Tiralongo, Landa, Cataldo, Rosa e Kangert Alberto è stato prontissimo a 5 km dall’arrivo, quando la maglia bianca del rivale è schizzata via dalla testa del gruppettino dei big. Cento metri, o poco più, e Contador - rimasto senza compagni 2 km prima - gli era sotto, con Porte e Uran a ruota. A quel punto l’Astana ha lanciato all’attacco Landa. Si poteva ancora vincere la tappa, perché Intxausti stava pian piano perdendo terreno e lo svizzero Reichenbach pure. E poi Landa, come sull’Abetone, avrebbe anche potuto diventare la testa di ponte per aiutare il capitano, qualora Aru fosse riuscito a mandare a segno un altro affondo. Ma non è successo nulla di tutto ciò. Anzi, i 6” di abbuono che Landa s’è preso col secondo posto, hanno di fatto impedito ad Aru di strappare il primato in classifica a Contador: sarebbero andati a pari tempo, ma il sardo oggi partirebbe in rosa in virtù dei migliori piazzamenti di tappa. Per cui, visti i risultati, non si può certo dire che la tattica di casa Astana sia stata azzeccata. Ma volendo vedere il bicchiere mezzo pieno, si può dire che il team kazako ora ha tre uomini nei primi cinque e può giocarsi più carte per cercare di mettere alla frusta Contador, Porte e un Uran che torna decisamente in corsa per la maglia rosa. A noi pare, però, che il Pistolero stia usando meglio di tutti i propri uomini. E nell’economia di una corsa dura ed estenuante come questo Giro, non è un particolare di poco conto.
Alberto Contador, 32 anni, finalmente felice IPP. A destra, Fabio Aru all’attacco con Porte, Contador e Uran BETTINI
Aru lo punge S Alberto allunga «Era cruciale, sono ottimista»
Claudio Ghisalberti INVIATO A CAMPITELLO MATESE (CAMPOBASSO)
i siede su uno sgabello e parla. Anche più di quello che i tempi del protocollo gli richiederebbero. Persino il suo addetto stampa vorrebbe fargli premura. Ma Alberto Contador ha tanta voglia di stemperare la tensione accumulata. Soprattutto ha occhi che sorridono. L’ha vista brutta, ha temuto di dovere abbandonare il Giro, la corsa per cui ha messo in secondo piano persino il Tour. Qualcuno altro al suo posto, dopo la caduta di Castiglione della Pescaia, non ci avrebbe pensato due volte a fare la valigia. Contador è rimasto: orgoglioso, cocciuto, se possibile più determinato di prima. Vincente nato. S’è messo la maglia rosa, e nemmeno una sublussazione della spalla, più o meno grave, gli fa cambiare idea.
1Arrivo in salita a Campitello Matese: il Pistolero ferito solo contro tutti. L’Astana lo mette alle corde, lui non cede e ora è a +4” sul sardo
Contador, come va la spalla? «Continua a darmi un po’ fastidio. Ho un bendaggio che quando si bagna diventa ancora più teso, più forzato e forse mi costringe a una posizione innaturale. Però mi dà fiducia e mi protegge. In questi giorni è cruciale che il braccio non si muova, che non esca di nuovo». Quanto questo si ripercuote sulla prestazione? «E’ complicato per non dire impossibile stabilire
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DOMENICA 17 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA Forlì
Imola
11 km 153
12 km 190 Imola
Vicenza (Monte Berico)
Montecchio Maggiore
13 km 147 Jesolo
Treviso
Marostica
Pinzolo
14 km 59,4 15 km 165 16 km 174 Valdobbiadene Madonna di Campiglio
Aprica
Tirano
Melide
17 km 134
18 km 170 Lugano (Svizzera)
Gravellona Toce
19 km 236 Verbania
Saint-Vincent
20 km 199 Cervinia
Torino
21 km 178 Sestriere
Milano
giorno del sorriso OGGI TAPPA DURISSIMA BENEVENTO 135 m
COSÌ A SORA GUADAGNA DUE SECONDI Sora, km 50,9: sul primo traguardo volante di giornata, Alberto Contador (tutto a destra) finisce 2° dietro al romeno Eduard Grosu e strappa 2” di abbuono. Sorpresa è dir poco: lo spagnolo porta a 4 i secondi di vantaggio in classifica su Aru BETTINI
una percentuale. Sicuramente il problema che ho condiziona non solo la corsa, ma anche il resto. Pensate che dormo con il braccio immobilizzato, sono tutt’altro che comodo». Il dubbio più grande era legato alla possibilità che avrebbe avuto di alzarsi sui pedali senza problemi. Vediamo che ci riesce abbastanza tranquillamente «Ci riesco abbastanza bene però forse non ho la cadenza migliore, non ho la mia pedalata. Sono un pochino più duro. Poi bisogna tenere conto che non ho picchiato solo la spalla, ma anche il ginocchio destro e due giorni dopo la caduta è quello che se ne risente maggiormente». Che tappa è stata? «La prima ora e mezzo è stata molto molto rapida, frenetica tanto che a un certo punto davanti saremo rimasti 30-35. Forse proprio l’andatura della prima parte ha reso l’ultima salita più dura, ma sono riuscito a controllare bene sia Fabio (Aru, ndr), sia Richie (Porte, ndr)». A circa 7 km dal traguardo però lei non aveva più compagni di squadra. Aru invece ne aveva quattro, Uran uno e Porte due. Preoccupato? «Il Giro è appena iniziato. Noi siamo sicuramente ben preparati per inseguire l’obiettivo di vincere la maglia rosa. Forse i miei compagni sono meno potenti rispetto agli Astana, ma ho piena fiducia in loro».
LA GUIDA ARRIVO 1. Benat INTXAUSTI (Spa, Movistar) 186 km in 4.51’34”, media 38,275; 2. Mikel LANDA (Spa, Astana) a 20”; 3. Sébastien REICHENBACH (Svi, Iam) a 31”; 4. Aru a 35”; 5. Contador (Spa); 6. Porte (Aus); 7. Uran (Col); 8. Cataldo; 9. Cunego a 45”, 10. Caruso CLASSIFICA 1. Alberto CONTADOR (Spa, TinkoffSaxo); 2. Aru (Astana) a 4”; 3. Porte (Aus, Sky) a 22”; 4. Cataldo a 30”; 5. Landa (Spa) a 42”; 6. Kreuziger (R.Cec) a 1’; 7. Visconti a 1’16”; 8 Uran (Col) a 1’24”; 9. Caruso a 1’34”; 10. Amador (Col) a 1’38”; 13. Formolo a 2’15”
TRE APPUNTAMENTI OGNI GIORNO: 13.15, 19.30 E 23.15
Intanto ha messo in tasca i due secondi di abbuono del traguardo volante di Sora. «Ho visto che c’era una buona possibilità dopo che la mia squadra aveva fatto un gran lavoro e non me la sono lasciata sfuggire. Due secondi non si buttano mai via». Possiamo parlare quindi di crisi superata, di pericolo scampato? «Sì, sono più ottimista rispetto ai giorni scorsi o rispetto alla partenza di Fiuggi. Questo arrivo era un test davvero molto importante per il prosieguo della corsa. Anzi, era una giornata cruciale e l’ho salvata senza problemi. Ma anche per questo bisogna dire che il Giro è appena iniziato». La prossima frazione, Benevento-San Giorgio del Sannio è molto movimentata con un gpm di 1a categoria e due di 2a con un finale movimentato. Che cosa si aspetta? «Una tappa difficile, ma sono convinto che andrò meglio, che mi sentirò più comodo in sella. Il tempo gioca a mio favore». La chiusura è una domanda filosofica di Claudio Gregori: “Il dolore fa la grandezza del corridore?” «Venerdì abbiamo pedalato in totale per oltre 270 chilometri, spesso con vento in faccia e avevo la spalla che mi dava molto fastidio. È una domanda che durante la tappa mi sono posto anch’io». © RIPRODUZIONE RISERVATA
SAN GIORGIO DEL SANNIO 395 m GPM GPM 2 1 R S Monte Terminio Colle 1.240 m Bagnoli Molella Irpino 1.087 m 670 m S Lioni 532 m
km 10 0
102
126
132
156
GPM 2
Passo Serra 584 m
212
224
Come una classica nel Sannio Ci sono 4000 metri di dislivello ● Oggi 9a tappa, Benevento-San Giorgio del Sannio di 224 km (9 più del previsto): 4000 metri di dislivello. Poca pianura e 3 gpm: Monte Terminio (2a categ., 20 km al 4,2% con punte al 9%), Colle
Molella (1a, 9,5 km al 6,3%, punte al 12%), Passo Serra a 11,6 km dall’arrivo (2a, 3,6 km a 8% e punte 13%, fine discesa ai -5 km). Rettilineo finale di 600m al 3%. Via alle 11.05, arrivo tra 17 e 17.30
SCATTA IL BETTO di PAOLO BETTINI
ASTANA, SE HAI ARU NON CORRI COSÌ
S
ono convinto che in questo Giro ne vedremo proprio delle belle. Contador è un fenomeno, ma resta solo troppo presto su salite facili. La Tinkoff per il momento non ha fatto vedere granché quando serve. Porte con la sua Sky è da inizio Giro che non fa niente, anzi si fa portare in carrozza, ma quando serve salta fuori in un baleno. Chi vorrà gustarsi il successo di Milano è meglio che ne tenga conto, perché sono lì zitti zitti ma sono svegli e pericolosi.
L’Astana invece ieri ha corso in modo davvero spregiudicato. Se fai la corsa per un corridore, se punti alla maglia rosa con Aru, non si manda via nessuno né per vincere la tappa e neppure per rientrare in classifica. Alla fine cosa è successo? Non hanno vinto la tappa, non hanno recuperato nulla e hanno lasciato la maglia rosa a Contador. Hanno lavorato come cani negli ultimi 15 chilometri per ritrovarsi con niente in mano. Complimenti! © RIPRODUZIONE RISERVATA
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98° Giro d’Italia R Intervista esclusiva « RITMO DELL’ASTANA ERA TROPPO «IL ALTO PER ME, SPERO VADA MEGLIO» A IVAN BASSO 37 ANNI, TINKOFF-SAXO I
Oleg Tinkov, 47 anni, con Alberto Contador, 32. Lo spagnolo corre per il businessman russo dal 2012: con la Tinkoff-Saxo ha vinto due volte la Vuelta BETTINI
Ciro Scognamiglio INVIATO A CAMPITELLO MATESE (CAMPOBASSO) @cirogazzetta
F
are discutere è nel suo destino. Sarà così anche dopo questa intervista esclusiva che ha concesso alla Gazzetta. Oleg Tinkov è il patron russo della Tinkoff-Saxo. Originario della Siberia, figlio di minatore, uomo d’affari di successo da sempre innamorato della bici. Ed eccone il pensiero su alcuni dei temi più caldi del momento. Anzitutto una curiosità. Sa chi è Maurizio Zamparini? «No». E’ il presidente del Palermo, calcio, serie A. Licenzia spesso gli allenatori e ha la fama di volere decidere sempre tutto. Lei gli assomiglia? «Beh, io finora ho cambiato un solo tecnico. Se ne cominciassi a cambiare un paio ogni anno, riparliamone. Sono il proprietario del mio team solo da poco più di un anno». Il riferimento è a Bjarne Riis. Ci risulta che la situazione è precipitata perché alla vigilia della Tirreno-Adriatico lei è arrivato in serata nell’hotel del team e Riis non era presente, perché era andato a cena fuori. Lei si sarebbe arrabbiato moltissimo. E’ vero? «Ci sono molte ragioni per la separazione, questa potrebbe essere una. E’ la mia personale opinione, non quella della squadra. Tutto quello che si dice in giro sul perché ho allontanato Bjarne, è vero. Prendete tutto e mettetelo insieme. Vorrei aggiungere un’altra cosa». Prego. «Questa è un’esclusiva per la Gazzetta, la rispetto e per questo ho risposto alla domanda. Ma non tornerò più sulla questione Riis. Ormai è finita, è il passato, e io guardo avanti. Gli auguro il meglio, ora credo che la squadra sarà più forte senza di lui». Però in questi primi mesi del 2015 i risultati sono stati al di sotto delle attese. «Sì, è vero. Siamo uno dei migliori team al mondo, non possiamo essere battuti nei grandi giri e questa è un’altra differenza con Bjarne. Lui costruiva la squadra solo per il Tour, e non mi piaceva. A me piace essere forti al Giro, che è molto importante, è la mia corsa preferita. Il Tour è la più grande, è difficile competere con il Tour per la forza economica, ma non esiste solo il Tour».
DOMENICA 17 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
2006
Sentite Tinkov «Giro, Tour e Vuelta? Non mi bastano» 1Il patron russo della Tinkoff-Saxo di
Contador: «Non sono soddisfatto. E’ il mio giocattolo, il denaro non è tutto» L'IDENTIKIT OLEG TINKOV NATO IL 25 DICEMBRE 1967 A LENINSK-KUZNETSKY (RUSSIA) VIVE A SAN PIETROBURGO PROFESSIONE IMPRENDITORE
Figlio di un minatore, corre in bici tra i dilettanti. Nel 1998 fonda la Tinkoff Brewery (produzione di birra). Nel 2007 vende e crea l’istituto di credito Tinkoff Credit Systems. Debutta nel ciclismo nel 2006 con la Tinkoff Restaurant, poi Tinkoff Credit Systems per due stagioni. Nel 2012 affianca la Saxo Bank e Riis. Dal dicembre 2013 è proprietario della TinkoffSaxo. A destra, pedala (foto Roberto Bettini)
● L’anno del debutto nel ciclismo di Oleg Tinkov: la Tinkoff Restaurant, team Continental affiliato in Russia
Lei vuole una squadra vincente da gennaio a ottobre? «Esatto. Ci sono le grandi classiche, le altre corse World Tour, le gare in Australia, in Medio Oriente, Abu Dhabi sta arrivando… Per questo abbiamo preso Sagan e gli abbiamo costruito un pezzo di squadra attorno, ma non siamo mai andati sul podio. Non posso essere soddisfatto. Certo, non mi ammazzo, stiamo parlando di sport e non ci sono certezze. E' chiaro che il denaro non è tutto. Le dirò: se anche vincessimo Giro, Tour e Vuelta crederei ancora che non sia abbastanza per una squadra dal budget come il nostro. Non dobbiamo vincere solo i grandi giri, ma tante altre gare in tutto il mondo. Questa non si può ancora considerare la mia squadra, è stata costruita per lo più da Riis. E’ un anno di transizione. Nelle classiche per esempio, non avevamo un piano B, ma solo il piano Sagan». A proposito: in California Peter è tornato a vincere, ma abbiamo saputo che lei è arrabbiato e vorrebbe decurtargli lo stipendio. E’ vero? QUESTO È UN ANNO DI «Il problema nel ciclismo è che TRANSIZIONE. SIAMO non è facile tagliare lo stipenUNO DEI MIGLIORI dio, abbiamo un contratto. TEAM, VOGLIO VINCERE Quando i corridori vincono vogliono più soldi, ma il contrario DA GENNAIO A OTTOBRE non succede. Se trovassi qualche possibilità legale, vorrei ridurre quel contratto, ma dobSAGAN? NEL CICLISMO biamo lavorarci. Penso che i NON È FACILE TAGLIARE corridori debbano aumentare LO STIPENDIO. SE l’ingaggio quando hanno buoni AVESSI LA POSSIBILITÀ risultati e diminuirlo se non li hanno, non firmare un accordo LEGALE, CI PROVEREI alto di 3 anni in anticipo e poi non portare risultati». OLEG TINKOF Parliamo di Contador. Sembra 47 ANNI rispondere bene dopo la caduta di giovedì. Va tutto bene con lui dopo i contrasti del 2013? Pensa che vincerà il Giro? «Ancora a parlare del 2013? Siamo nel 2015! Non c’è nessun problema. Abbiamo avuto buoni e cattivi momenti. Non siamo amici, non dobbiamo esserlo. Ma lo rispetto tantissimo, la relazione è eccellente, ci confrontiamo, ora c’è una relazione diretta tra me e lui, prima c’erano troppe persone di mezzo. E’ un grande campione.. Più lo conosco, più lo apprezzo. Mai visto uno più iù professionale. E, naturalmente, siamo qui perr vinceoposito, re il Giro con lui. Possiamo farcela. A proposito, ismo ritorno su un concetto già espresso. Il ciclismo ette deve essere spettacolo, le tappe di oltre sette ore non vanno bene, e trovo stupido che Niro. bali, Froome e Quintana non siano al Giro. ndi I grandi devono partecipare alle grandi corse». Per quanto tempo pensa che resterà nel ciclismo? «Non so, io sono una persona emotiva. Vesia diamo mese per mese. La crisi in Russia enon è buona ma non influenzerà quest’anno, il budget c’è. Per il futuro, dipen-derà dai risultati. Se la Saxo Bank va via,, bposso continuare da solo ma mi piacerebare, be avere altri grandi sponsor ad aiutare, metto a disposizione l’intero spazio sullaa maglia. Non posso dire se è un progetto di diecii anni, di venti, di due. Questo non è business, è il mio giochi con il cattolo. Come un bambino, quando giochi a di intetuo giocattolo può capitare che smetta za alla firessarti. Magari potrei averne abbastanza ne di quest’anno. Non lo so, difficile rispondere». © RIPRODUZIONE ONE RISERVATA
98° Giro d’Italia R Casa Astana
DOMENICA 17 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
«PER NOI È MEGLIO CHE SIA LA TINKOFF A CONTROLLARE LA CORSA» DAVIDE MALACARNE 27 ANNI, ASTANA
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fIL PERSONAGGIO
«Non si può indovinare tutto»
«Ci abbiamo provato, Contador l’ho visto bene»
1Il d.s. : «Abbiamo fatto quello che volevamo. Non è un videogioco, i conti alla fine» INVIATO A CAMPITELLO MATESE
È
difficile che Giuseppe Martinelli si sottragga al confronto. Anche ieri è andata così. Dopo il traguardo, il d.s. dell’Astana è rimasto intruppato nel traffico con l’ammiraglia, così ha pensato bene di scendere e raggiungere il bus a piedi, a poca distanza dal traguardo di Campitello Matese.
1Tattica e risultato, il sardo
non si pente di nulla. «Ma il Giro non si vince con gli abbuoni»
INVIATO A CAMPITELLO MATESE twitter@cirogazzetta
«S
enza fretta. Però senza pausa». Uno dei motti di Rafa Benitez, l’attuale allenatore del Napoli («Sin prisa pero sin pausa», in spagnolo), sembra calzare a pennello al Giro di Fabio Aru. Anche ieri non ha rinunciato a punzecchiare in salita Alberto Contador: in classifica gli rende soli 4” e il bilancio in vista del primo riposo (domani, dopo la tappa non banale tra Benevento e San Giorgio del Sannio) può soddisfarlo. Ieri Fabio — che ha la maglia bianca dei giovani — è arrivato al bus Astana alle 17.33 e ne è uscito dopo 20 minuti per salire sul furgoncino e muovere verso l’hotel di Benevento. Lo aspettavano più di 100 tifosi, che hanno intonato tanti cori per lui: ad Aru è dispiaciuto non potersi fermare, ma il tempo alle premiazioni passa — da registrare che non ha escluso la possibilità di essere al Tour («Per ora i programmi sono fino al Giro, poi non si sa mai, potrei partecipare anch’io») — e il recupero in un grande Giro è la prima cosa. «Per fortuna — dice il 24enne sardo, 3° nel 2014 — i trasferimenti finora non sono stati troppo lunghi, non stiamo arrivando tardissimo in hotel. Sto vivendo nel migliore dei modi questa avventura».
Aru, cosa dice della tappa? «Ci abbiamo provato e abbiamo corso veramente bene. I miei compagni vanno forte, hanno tirato tutta la salita finale. Non era durissima, ma il ritmo è stato alto. Landa ci ha provato, Cataldo ha trovato la forza di tirarmi la volata». Veramente la tattica non ha convinto tutti… «No, era calcolato. Va bene così. Avete presente quante tappe mancano a Milano? Tredici». Resta quindi convinto che il suo team sia quello più forte? «Ma queste non sono cose che devo dire io. Né mi interessa dirle. A me basta guardare quello che facciamo. E finora posso dormire sonni tranquilli senza mai abbassare la guardia. La tappa che ci aspetta prima del riposo, per dire, è molto impegnativa». Anche verso Campitello Matese, è sembrato che pedalasse più agile rispetto al passato. «Ma l’agilità è sempre stata una mia caratteristica. Poi magari quando sei più stanco, ti riesce meno, ma ho sempre lavorato in questa direzione». Ha visto Contador da vicino, in che condizione fisica pensa che sia? E dell’abbuono di 2” guadagnato cosa dice? «Al traguardo volante è stato scaltro. D’altro canto anche io all’Abetone avevo guadagnato
● I sardi che hanno corso almeno una volta il Giro: il primo fu Domenico Uccheddu nel 1930 come indipendente
PARLA MARTINELLI
FABIO ARU
Ciro Scognamiglio
31
PAROLE «Le critiche sono sempre bene accette, siamo qui per questo — dice il 60enne bresciano, che ha vinto il Giro d’Italia con cinque corridori diversi e il Tour con Pantani e Nibali —. Però bisogna anche avere pazienza e ricordarsi che le somme del Giro si tireranno a Milano». Sul tappeto c’è tutto: l’alta andatura in salita per sfiancare Contador, Landa sganciato per vincere la tappa (e farlo avvicinare in classifica), il gioco degli abbuoni e Fabio Aru che si è ritrovato a 4” invece che a 2” dalla maglia rosa. «Non si può indovinare tutto — ammette Martinelli —, né pensare che le corse siano un videogio- Beppe Martinelli, 60 BETTINI co. Si prova a fare determinate cose e noi abbiamo messo in pratica esattamente quello di cui abbiamo parlato alla mattina. Di questo devo essere contento. Devo ricordarvi io che in maglia rosa c’è un certo Contador, fino a prova contraria il migliore del lotto? Se poi vinciamo la tappa con Landa e Aru fa terzo, siamo eroi, altrimenti stupidi. Ma fa parte del gioco».
Fabio Aru, 24 anni, tira in salita verso Campitello Matese. Alle sue spalle la maglia rosa Contador e Porte BETTINI
quattro secondi con il terzo posto di tappa, ma difficilmente la vittoria finale del Giro si giocherà sugli abbuoni. Come forma l’ho visto bene, ha risposto senza apparenti problemi in salita e l’andatura non era bassa, quindi… So che ha parlato bene di me, non è la prima volta, lo ringrazio ancora». Uran sembra migliorare, avete perso un’occasione per fargli perdere più tempo quando non era al massimo? «Negli ultimi due anni è arrivato due volte secondo. Non l’avevo mai tolto dai candidati alla rosa». Una curiosità: qui al Giro ha diversi compagni italiani in squadra, ma divide la camera con il kazako Zeits. Perché? «Cambio spesso compagno di camera, sono stato anche con Boom e con altri. Così ci conosciamo meglio e facciamo gruppo. Le vittorie nascono anche così». © RIPRODUZIONE RISERVATA
POZZOVIVO: «CADUTA? È UN BUCO O NERO» NERO «La caduta? Come un buco nero». Applaudito Domenico Pozzovivo a Campitello: «La prossima volta che vado in salita mi fermerò a pregare la Madonna» BETTINI
SGUARDO Poi Martinelli ragiona a voce alta anche sulla attuale situazione in classifica generale: «Aru è secondo, Cataldo quarto, Landa quinto. Siamo messi così male? E vorrei ricordare che a me “basta” vincere il Giro con Aru, non siamo qui per fare primo, secondo e terzo…». L’ultima battuta è sulla possibilità non esclusa dal sardo di una partecipazione al Tour de France al fianco di Nibali (venerdì il siciliano era vicino a Fiuggi, traguardo di tappa, ma è rimasto ad Acuto, il paese della moglie): «Resto a quanto detto da Vinokourov. Il programma di Aru prevede la Vuelta, dove potrebbe avere belle opportunità». ci.sco. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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98° Giro d’Italia R La guida
DOMENICA 17 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
900
«DOVEVO GESTIRMI MEGLIO, HO IMPARATO LA LEZIONE» SEBASTIEN REICHENBACH 25 ANNI, IAM
L’ARRIVO Reichenbach terzo Caruso nella top 10
Franco Pellizotti, 37 anni, capitano dell’Androni, ancora in fuga BETTINI
POS.CORRIDORE TEMPO 1 INTXAUSTI (SPA) 186 km in 4h51’34”, media 38,275 km/h 2 LANDA (SPA) a 20" 3 REICHENBACH (SVI) a 31" 4 ARU (ITA) a 35" 5 CONTADOR (SPA) 6 PORTE (AUS) 7 URAN (COL) 8 CATALDO (ITA) 9 CUNEGO (ITA) a 45" 10 CARUSO (ITA) 11 IZAGUIRRE (SPA) 12 VISCONTI (ITA) a 53" 13 AMADOR (C.RICA) 14 KONIG (R.CEC) 15 ATAPUMA (COL) 16 VAN DEN BROECK (BEL) 17 MONFORT (BEL) a 1'11" 18 HESJEDAL (CAN) 19 KREUZIGER (R.CEC) 20 NIEVE (SPA) 21 FORMOLO (ITA) a 1'33" 22 TROFIMOV (RUS) a 1'41" 23 GENIEZ (FRA) a 1'55" 24 VANDEWALLE (BEL) a 1'57" 25 KRUIJSWIJK (OLA) a 2'03"
26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52
PIRAZZI (ITA) POLANC (SLO) CLEMENT (OLA) KANGERT (EST) MOINARD (FRA) ANTON (SPA) ZAKARIN (RUS) NIEMIEC (POL) CARDOSO (POR) BONGIORNO (ITA) DANIELSON (USA) BETANCUR (COL) CHAVES (COL) HENAO (COL) ELISSONDE (FRA) DE LA CRUZ (SPA) TIRALONGO (ITA) ROGERS (AUS) SAMOILAU (BIE) FINETTO (ITA) ARMEE (BEL) BASSO (ITA) CHAVANEL (FRA) BROWN (USA) SZMYD (POL) DUPONT (FRA) KEIZER (OLA)
CLASSIFICA GENERALE POS.CORRIDORE 1
TEMPO
CONTADOR (SPA)
63 BOUET (FRA)
a 39'51"
126 MODOLO (ITA)
a 1h23'58"
64 KEIZER (OLA)
a 40'50"
127 BEPPU (GIAP)
a 1h24'03"
65 HERRADA (SPA)
a 41'48"
128 GREIPEL (GER)
a 1h24'39"
ARU (ITA)
a 4"
66 GILBERT (BEL)
a 42'42"
129 RICHEZE (ARG)
a 1h25'45"
3
PORTE (AUS)
a 22"
67 ZARDINI (ITA)
a 44'59"
130 REZA (FRA)
a 1h25'47"
4
CATALDO (ITA)
a 30"
68 GERRANS (AUS)
a 45'02"
131 QUINTANA (COL)
a 1h25'49"
5
LANDA (SPA)
a 42"
69 HANSEN (AUS)
a 46'18"
132 OWSIAN (POL)
a 1h25'54"
6
KREUZIGER (R.CEC)
a 1'00"
70 CHEVRIER (FRA)
a 46'25"
133 BUSATO (ITA)
a 1h25'59"
7
VISCONTI (ITA)
a 1'16"
71 CHAVANEL (FRA)
a 46'31"
134 DE NEGRI (ITA)
8
URAN (COL)
a 1'24"
72 VANDEWALLE (BEL)
a 46'43"
135 BEWLEY (N.ZEL)
9
CARUSO (ITA)
a 1'34"
73 DUPONT (FRA)
a 46'51"
136 VIVIANI (ITA)
a 1h27'03"
10 AMADOR (C.RICA)
a 1'38"
74 DANIELSON (USA)
a 47'25"
137 MALACARNE (ITA)
a 1h27'06"
a 1h26'34"
a 1'44"
75 BATTAGLIN (ITA)
a 48'22"
138 XU (CINA)
a 1h27'37"
12 ATAPUMA (COL)
a 2'09"
76 ZILIOLI (ITA)
a 49'24"
139 LINDEMAN (OLA)
a 1h27'42"
13 FORMOLO (ITA)
a 2'15"
77 SLAGTER (OLA)
a 49'48"
140 BERLATO (ITA)
a 1h29'06"
14 CUNEGO (ITA)
a 2'24"
78 FERNANDEZ (SPA)
a 51'53"
141 MEZGEC (SLO)
a 1h29'34"
15 TROFIMOV (RUS)
a 2'32"
79 VILLELLA (ITA)
a 52'02"
142 FISCHER (BRA)
a 1h29'37"
16 VAN DEN BROECK (BEL)
a 2'47"
80 ARMEE (BEL)
a 54'27"
143 MARYCZ (POL)
a 1h30'11"
17 MONFORT (BEL)
a 3'14"
81 BOLE (SLO)
a 55'02"
144 BOONEN (BEL)
a 1h30'17"
18 GENIEZ (FRA)
a 3'55"
82 PUCCIO (ITA)
a 55'53"
145 HOFLAND (OLA)
a 1h30'28"
19 MOINARD (FRA)
a 4'45"
83 PAOLINI (ITA)
a 56'16"
20 IZAGUIRRE (SPA)
a 5'01"
21 NIEVE (SPA)
a 6'39"
22 HESJEDAL (CAN)
a 6'49"
23 CHAVES (COL)
a 7'50"
24 NIEMIEC (POL)
a 10'24"
25 KRUIJSWIJK (OLA)
a 11'21"
26 ROSA (ITA)
a 12'51"
27 KANGERT (EST)
a 12'52"
28 TIRALONGO (ITA)
a 12'53"
29 ROGERS (AUS)
a 14'58"
30 REICHENBACH (SVI) 31 SIUTSOU (BIE)
a 15'52"
32 MONSALVE (VEN)
a 16'07"
33 PIRAZZI (ITA)
a 17'14"
34 POLANC (SLO)
a 19'29"
35 CLEMENT (OLA)
a 20'31"
36 BETANCUR (COL)
a 21'21"
37 CARDOSO (POR)
a 21'26"
38 BONGIORNO (ITA)
a 22'01"
39 INTXAUSTI (SPA)
a 22'40"
40 CLARKE (AUS)
a 24'52"
41 ANTON (SPA)
a 27'34"
84 COLBRELLI (ITA)
a 57'33"
85 MORI (ITA)
a 57'51"
86 BISOLTI (ITA)
a 58'30"
87 BROWN (USA)
a 58'43"
88 KÜNG (SVI)
a 58'57"
89 GRETSCH (GER)
a 59'02"
90 MATTHEWS (AUS)
a 59'31"
91 DOMONT (FRA)
a 1h00'37"
92 FAVILLI (ITA)
a 1h02'21"
93 KIRYIENKA (BIE)
a 1h02'40"
94 PATERSKI (POL)
a 1h06'01"
95 BOOKWALTER (USA) a 1h06'33" 96 BOARO (ITA)
a 1h06'38"
97 LUDVIGSSON (SVE)
a 1h10'43"
98 NOCENTINI (ITA)
a 1h10'45"
99 GESCHKE (GER)
a 1h13'56"
100 ACEVEDO (COL)
a 1h14'12"
101 WEENING (OLA)
a 1h14'28"
102 BARBIN (ITA)
a 1h14'29"
103 HOULE (CAN)
a 1h14'44"
104 ROUX (FRA)
a 1h14'56" a 1h15'57"
a 7'46" a 7'57" a 8'00" a 8'40"
a 9'19" a 9'53"
LAGUTIN (RUS) SANCHEZ (SPA) KOCHETKOV (RUS) ROSA (ITA) MOUREY (FRA) PELLIZOTTI (ITA) BISOLTI (ITA) FERNANDEZ (SPA) ULISSI (ITA) GRETSCH (GER) DOMONT (FRA) VILLELLA (ITA) ZILIOLI (ITA) CHEVRIER (FRA) SLAGTER (OLA) MONSALVE (VEN) FAIRLY (USA) GAVAZZI (ITA) DILLIER (SVI) KÜNG (SVI) XU (CINA) STORTONI (ITA) HANSEN (AUS) KIRYIENKA (BIE) SIUTSOU (BIE) MALACARNE (ITA) ZEITS (KAZ)
a 10'23" a 11'38" a 11'42" a 12'18" a 12'58"
a 13'43"
80 81 82 83 84 85 86 87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 100 101 102 103 104 105 106
FRAPPORTI (ITA) BOLE (SLO) MARYCZ (POL) BERARD (FRA) MORI (ITA) RUTKIEWICZ (POL) GERRANS (AUS) GRMAY (ETI) LANCASTER (AUS) MONTAGUTI (ITA) BOUET (FRA) BATTAGLIN (ITA) BUSATO (ITA) PATERSKI (POL) ZARDINI (ITA) BURGHARDT (GER) COLBRELLI (ITA) LUDVIGSSON (SVE) SABATINI (ITA) BOONEN (BEL) VAN DER LIJKE (OLA) LINDEMAN (OLA) MARANGONI (ITA) HAGA (USA) ACEVEDO (COL) QUINTANA (COL) VAKOC (R.CEC)
a 17'19"
a 19'48"
107 108 109 110 111 112 113 114 115 116 117 118 119 120 121 122 123 124 125 126 127 128 129 130 131 132 133 134
IN TV
Tra i santuari Diretta dalle 14 e i monti irpini su RaiSport1 con Autostrade Dalle 15.05 Rai3
2
KONIG (R.CEC)
a 5'00" a 5'47" a 5'58" a 6'49"
53 54 55 56 57 58 59 60 61 62 63 64 65 66 67 68 69 70 71 72 73 74 75 76 77 78 79
L'INIZIATIVA
1268,6 km in 32h40’07”, media 38,832 km/h
11
a 2'18" a 2'30" a 2'46" a 3'14" a 3'32"
146 HENDERSON (N.ZEL) a 1h30'34" 147 FERRARI (ITA) 148 PORSEV (RUS)
a 1h31'11" a 1h32'07"
149 VAN DER LIJKE (OLA) 150 TJALLINGII (OLA)
a 1h32'08"
151 ALAFACI (ITA)
a 1h32'50"
152 BELKOV (RUS)
a 1h33'01"
153 LANCASTER (AUS)
a 1h33'17"
154 MATYSIAK (POL)
a 1h33'40"
155 MARANGONI (ITA)
● La nona tappa del Giro 2015 si conclude a San Giorgio del Sannio. Per l’occasione, Autostrade per l’Italia ha organizzato “Area di Servizio Irpinia sud - experience: Irpinia. Santuari tra i monti”, un viaggio intimo e suggestivo verso i monasteri e i santuari della montagna irpina. L’itinerario parte dall’abbazia di San Francesco a Folloni, poi si sale verso le alture di Montella e il santuario del Santissimo Salvatore. Ecco poi Caposele, la bellissima abbazia di San Guglielmo al Goleto e il piccolo borgo medievale di Gesualdo. L’ultima tappa arriva in territorio di Grottaminarda, a Maria Santissima a Carpignano, luogo di culto ricostruito dopo il terremoto del 1980 e ancora molto frequentato dai pellegrini.
Ecco la programmazione della Rai nel giorno della nona tappa del Giro, da Benevento a San Giorgio del Sannio. GIRO MATTINA Rai3, ore 11.45-12.00 ANTEPRIMA GIRO RaiSport1, ore 14 DIRETTA TAPPA RaiSport1-Rai3, canale 501 dig. (HD), ore 15.05 PROCESSO ALLA TAPPA Rai3, al termine della tappa. Con Alessandra De Stefano, Stefano Garzelli e Beppe Conti TGIRO RaiSport1, ore 20. Con Andrea De Luca e Massimiliano Lelli GIRO NOTTE RaiSport1, ore 0.30 SU EUROSPORT diretta dalle 13.15 Giro Extra dalle 17.30
a 1h35'25"
156 MIHAYLOV (BUL)
a 1h36'24"
157 NIZZOLO (ITA)
a 1h37'00"
158 JUUL JENSEN (DAN) a 1h37'18" 159 ARNDT (GER)
a 1h39'34"
160 SILVESTRE (POR)
a 1h40'05"
161 FLENS (OLA)
a 1h40'11"
162 VERVAEKE (BEL)
a 1h40'22"
163 ZABEL (GER)
a 1h40'43"
164 KEISSE (BEL)
a 1h41'35"
165 PINEAU (FRA)
a 1h41'56"
166 TVETCOV (ROM)
a 1h42'07"
167 WATSON (AUS)
a 1h42'26"
168 VAN POPPEL (OLA)
a 1h42'39"
42 ZAKARIN (RUS)
a 29'53"
105 BELLETTI (ITA)
169 CHERNETSKI (RUS)
a 1h42'53"
43 SANCHEZ (SPA)
a 30'24"
106 RUTKIEWICZ (POL)
a 1h16'10"
170 EISEL (AUT)
a 1h44'56"
44 ELISSONDE (FRA)
a 31'31"
107 HAGA (USA)
a 1h16'39"
171 RUFFONI (ITA)
45 ULISSI (ITA)
a 33'15"
108 LOBATO (SPA)
a 1h17'06"
172 GATTO (ITA)
a 1h46'02"
46 KOCHETKOV (RUS)
a 33'29"
109 TOSATTO (ITA)
a 1h17'19"
173 BANDIERA (ITA)
a 1h46'40"
47 PELLIZOTTI (ITA)
a 33'30"
110 SABATINI (ITA)
a 1h17'23"
174 VEIKKANEN (FIN)
a 1h47'53"
48 LAGUTIN (RUS)
a 34'40"
111 BERARD (FRA)
a 1h17'47"
175 BROECKX (BEL)
a 1h48'28"
49 FINETTO (ITA)
a 35'22"
112 DURBRIDGE (AUS)
a 1h18'12"
176 STACCHIOTTI (ITA)
a 1h48'48"
50 MONTAGUTI (ITA)
a 36'00"
113 VAKOC (R.CEC)
a 1h18'52"
177 MALAGUTI (ITA)
a 1h53'05"
51 GRMAY (ETI)
a 36'39"
114 PETACCHI (ITA)
a 1h19'48"
178 DE BACKER (BEL)
a 1h53'31"
52 GAVAZZI (ITA)
IL MONDO SI COLORA DI ROSA CONDIVIDI LA TUA PASSIONE SU #SANTINIROSA
a 1h45'13"
a 36'40"
115 PINEAU (FRA)
a 1h20'19"
179 ZHUPA (ALB)
a 1h54'23"
53 DE LA CRUZ (SPA)
a 36'47"
116 BURGHARDT (GER)
a 1h20'52"
180 HEPBURN (AUS)
a 1h57'25"
54 BASSO (ITA)
a 36'53"
117 ROVNY (RUS)
a 1h21'09"
181 STAMSNIJDER (OLA) a 1h59'02"
55 SZMYD (POL)
a 37'12"
118 PAULINHO (POR)
182 GROSU (ROM)
a 1h59'20"
56 SAMOILAU (BIE)
a 37'50"
119 APPOLLONIO (ITA)
a 1h21'40"
183 BOEM (ITA)
a 1h59'55"
57 MOUREY (FRA)
a 38'02"
120 COURTEILLE (FRA)
a 1h21'54"
184 KLUGE (GER)
a 2h02'15"
58 ZEITS (KAZ)
a 38'19"
121 FRAPPORTI (ITA)
a 1h21'57"
185 JI (CINA)
a 2h04'51"
59 STORTONI (ITA)
a 38'31"
122 BAK (DAN)
a 1h22'01"
186 SARAMOTINS (LET)
a 2h05'26"
60 DILLIER (SVI)
a 38'41"
123 CHIRICO (ITA)
a 1h22'12"
187 COLEDAN (ITA)
61 HENAO (COL)
a 38'59"
124 HAUSSLER (AUS)
a 1h23'37"
188 PELUCCHI (ITA)
a 2h15'39"
62 FELLINE (ITA)
a 39'15"
125 FAIRLY (USA)
189 ISHIBASHI (GIAP)
a 2h17'00"
a 2h12'14"
:
SANTINISMS.IT/GIRO15 @santini_sms
santinimaglificio
La Maglia Rosa è fatta a mano in Italia con passione da Santini dal 1993
LOBATO (SPA) HERRADA (SPA) PETACCHI (ITA) PINEAU (FRA) OWSIAN (POL) ZABEL (GER) CHERNETSKI (RUS) ROVNY (RUS) PORSEV (RUS) BERLATO (ITA) DE NEGRI (ITA) HOFLAND (OLA) FLENS (OLA) PUCCIO (ITA) ALAFACI (ITA) FISCHER (BRA) ROUX (FRA) HAUSSLER (AUS) SILVESTRE (POR) WATSON (AUS) GILBERT (BEL) KEISSE (BEL) TJALLINGII (OLA) DURBRIDGE (AUS) FELLINE (ITA) MATYSIAK (POL) BOOKWALTER (USA) COURTEILLE (FRA)
● I km all’attacco dell’Androni, in fuga in tutte le tappe con Bandiera e Pellizotti (2 volte), Frapporti, Zilioli, Stortoni e Tvetcov
135 136 137 138 139 140 141 142 143 144 145 146 147 148 149 150 151 152 153 154 155 156 157 158 159 160 161
VEIKKANEN (FIN) NOCENTINI (ITA) BAK (DAN) CHIRICO (ITA) MODOLO (ITA) HOULE (CAN) BOARO (ITA) PAULINHO (POR) TOSATTO (ITA) BANDIERA (ITA) JUUL JENSEN (DAN) FAVILLI (ITA) BELKOV (RUS) VIVIANI (ITA) GESCHKE (GER) VERVAEKE (BEL) PAOLINI (ITA) MATTHEWS (AUS) CLARKE (AUS) REZA (FRA) PINEAU (FRA) EISEL (AUT) GATTO (ITA) HEPBURN (AUS) GROSU (ROM) TVETCOV (ROM) MALAGUTI (ITA)
a 22'02" a 23'10" a 24'07"
a 28'17"
162 163 164 165 166 167 168 169 170 171 172 173 174 175 176 177 178 179 180 181 182 183 184 185 186 187 188 189
GREIPEL (GER) ZHUPA (ALB) ISHIBASHI (GIAP) KLUGE (GER) BEPPU (GIAP) BARBIN (ITA) RUFFONI (ITA) HENDERSON (N.ZEL) BEWLEY (N.ZEL) VAN POPPEL (OLA) APPOLLONIO (ITA) MEZGEC (SLO) DE BACKER (BEL) COLEDAN (ITA) BELLETTI (ITA) BROECKX (BEL) WEENING (OLA) STACCHIOTTI (ITA) SARAMOTINS (LET) NIZZOLO (ITA) RICHEZE (ARG) FERRARI (ITA) MIHAYLOV (BUL) BOEM (ITA) PELUCCHI (ITA) STAMSNIJDER (OLA) ARNDT (GER) JI (CINA)
a 30'02" a 36'58"
22 SQUADRE, RESTANO IN 189 AG2R LA MONDIALE D.S. Biondi 1 POZZOVIVO 2 BERARD 3 BETANCUR 4 DOMONT 5 DUPONT 6 GRETSCH 7 HOULE 8 MONTAGUTI 9 NOCENTINI
ITA FRA COL FRA FRA GER CAN ITA ITA
ANDRONI-SIDERMEC D.S. Savio 11 PELLIZOTTI 12 APPOLLONIO 13 BANDIERA 14 DALL'ANTONIA 15 FRAPPORTI 16 GATTO 17 STORTONI 18 TVETCOV 19 ZILIOLI
ITA ITA ITA ITA ITA ITA ITA ROM ITA
ASTANA PRO TEAM D.S. Shefer 21 ARU 22 CATALDO 23 KANGERT 24 LANDA 25 MALACARNE 26 ROSA 27 SANCHEZ 28 TIRALONGO 29 ZEITS
ITA ITA EST SPA ITA ITA SPA ITA KAZ
BARDIANI CSF D.S. Reverberi 31 BONGIORNO 32 BARBIN 33 BATTAGLIN 34 BOEM 35 CHIRICO 36 COLBRELLI 37 PIRAZZI 38 RUFFONI 39 ZARDINI
ITA ITA ITA ITA ITA ITA ITA ITA ITA
BMC RACING TEAM D.S. Baldato 41 GILBERT 42 ATAPUMA 43 BOOKWALTER 44 BURGHARDT 45 CARUSO 46 DILLIER 47 KÜNG 48 MOINARD 49 ZABEL
BEL COL USA GER ITA SVI SVI FRA GER
CCC SPRANDI POLKOWICE D.S. Wadecki 51 PATERSKI POL 52 BOLE SLO 53 MARYCZ POL 54 MATYSIAK POL 55 MIHAYLOV BUL 56 OWSIAN POL 57 RUTKIEWICZ POL 58 SAMOILAU BIE 59 SZMYD POL ETIXX - QUICK-STEP D.S. Bramati 61 URAN 62 BOONEN 63 BOUET 64 DE LA CRUZ 65 KEISSE 66 MEERSMAN 67 SABATINI 68 SERRY 69 VAKOC FDJ D.S. Guesdon 71 GENIEZ 72 COURTEILLE
COL BEL FRA SPA BEL BEL ITA BEL R.CEC
FRA FRA
73 74 75 76 77 78 79
ELISSONDE FISCHER MOUREY PINEAU RÉZA ROUX VEIKKANEN
FRA BRA FRA FRA FRA FRA FIN
IAM CYCLING D.S. Carlstrom 81 CHAVANEL 82 CHEVRIER 83 CLEMENT 84 HAUSSLER 85 KLUGE 86 PELUCCHI 87 PINEAU 88 REICHENBACH 89 SARAMOTINS
FRA FRA OLA AUS GER ITA FRA SVI LET
LAMPRE - MERIDA D.S. Maini 91 ULISSI 92 FERRARI 93 GRMAY 94 MODOLO 95 MORI 96 NIEMIEC 97 POLANC 98 RICHEZE 99 XU
ITA ITA ETI ITA ITA POL SLO ARG CINA
LOTTO SOUDAL D.S. Leysen 100 VAN DEN BROECK 101 ARMEE 102 BAK 103 BROECKX 104 GREIPEL 105 HANSEN 106 HENDERSON 107 MONFORT 109 VERVAEKE
BEL BEL DAN BEL GER AUS N.ZEL BEL BEL
MOVISTAR TEAM D.S. Garcia 111 INTXAUSTI 112 AMADOR 113 ANTON 114 FERNANDEZ 115 HERRADA 116 IZAGUIRRE 117 LOBATO 118 D. QUINTANA 119 VISCONTI
SPA C.RICA SPA SPA SPA SPA SPA COL ITA
NIPPO - VINI FANTINI D.S. Giuliani 121 CUNEGO 122 BERLATO 123 BISOLTI 124 COLLI 125 DE NEGRI 126 GROSU 127 ISHIBASHI 128 MALAGUTI 129 STACCHIOTTI
ITA ITA ITA ITA ITA ROM GIAP ITA ITA
ORICA GREENEDGE D.S. White 131 MATTHEWS 132 BEWLEY 133 CHAVES 134 CLARKE 135 DURBRIDGE 136 GERRANS 137 HEPBURN 138 LANCASTER 139 WEENING
AUS N.ZEL COL AUS AUS AUS AUS AUS OLA
SOUTHEAST D.S. Parsani 141 BELLETTI 142 BUSATO 143 CARRETERO 144 FAVILLI 145 FINETTO 146 GAVAZZI
ITA ITA PAN ITA ITA ITA
147 MONSALVE 148 PETACCHI 149 ZHUPA
VEN ITA ALB
TEAM CANNONDALE - GARMIN D.S. Wegelius 151 HESJEDAL CAN 152 ACEVEDO COL 153 BROWN USA 154 CARDOSO POR 155 DANIELSON USA 156 FORMOLO ITA 157 MARANGONI ITA 158 SLAGTER OLA 159 VILLELLA ITA TEAM GIANT - ALPECIN D.S. Engels 161 MEZGEC 162 ARNDT 163 DE BACKER 164 FAIRLY 165 GESCHKE 166 HAGA 167 JI 168 LUDVIGSSON 169 STAMSNIJDER TEAM KATUSHA D.S. Konyshev 171 PAOLINI 172 BELKOV 173 CHERNETSKI 174 KOCHETKOV 175 LAGUTIN 176 PORSEV 177 TROFIMOV 178 VOROBYEV 179 ZAKARIN
SLO GER BEL USA GER USA CINA SVE OLA
ITA RUS RUS RUS RUS RUS RUS RUS RUS
TEAM LOTTO NL - JUMBO D.S. Boven 181 KRUIJSWIJK OLA 182 BENNETT N.ZEL 183 FLENS OLA 184 HOFLAND OLA 185 KEIZER OLA 186 LINDEMAN OLA 187 TJALLINGII OLA 188 VAN DER LIJKE OLA 189 WAGNER GER TEAM SKY D.S. Cioni 191 PORTE 192 EISEL 193 HENAO 194 KIRYIENKA 195 KONIG 196 NIEVE 197 PUCCIO 198 SIUTSOU 199 VIVIANI
AUS AUT COL BIE R.CEC SPA ITA BIE ITA
TINKOFF SAXO D.S. De Jongh 201 CONTADOR 202 BASSO 203 BOARO 204 JUUL JENSEN 205 KREUZIGER 206 PAULINHO 207 ROGERS 208 ROVNY 209 TOSATTO
SPA ITA ITA DAN R.CEC POR AUS RUS ITA
TREK FACTORY RACING D.S. Baffi 211 NIZZOLO ITA 212 ALAFACI ITA 213 BEPPU GIAP 214 COLEDAN ITA 215 FELLINE ITA 216 SILVESTRE POR 217 VAN POPPEL OLA 218 VANDEWALLE BEL 219 WATSON AUS
A PUNTI
MONTAGNA
GIOVANI
TEAM A TEMPI
TEAM A PUNTI
ULTIMO KM
La maglia rossa «Algida» va al leader della classifica a punti, assegnati a seconda della categoria della tappa su ognuno dei traguardi volanti. Classifica: 1. Elia VIVIANI 78 punti; 2. Greipel (Ger) 75; 3. Bandiera 60; 4. Ulissi 50; 5. Nizzolo 47; 6. Frapporti 40; 7. Hofland (Ola) 40; 8. Lobato (Spa) 37; 9. Belletti 36; 10. Pelucchi 35.
La maglia azzurra «Mediolanum» va al leader della classifica dei gran premi della montagna, con punteggi diversi a seconda della categoria delle salita; il massimo è previsto per la Cima Coppi, poi 9 gpm di 1a categoria, 8 di 2a, 13 di 3a e 8 di 4a. Classifica: 1. Benat INTXAUSTI (Spa) 39 punti; 2. Landa (Spa) 19; 3. Kruijswijk (Ola) 15; 4. Jan Polanc (Slo) 15; 5. Kochetkov (Rus) 15.
La maglia bianca «Eurospin» va al leader della classifica (a tempi) dei giovani, nati cioè dopo il 1° gennaio 1990. Class.: 1. Fabio ARU; 2. Formolo a 2'11"; 3. Chaves (Col) a 7'46"; 4. Polanc (Slo) a 19'25"; 5. Bongiorno a 21'57"; 6. Elissonde (Fra) a 31'27"; 7. Grmay (Eti) a 36'35"; 8. Dillier (Svi) a 38'37"; 9. Henao (Col) a 38'55".
La classifica per squadre a tempi prende in considerazione i primi tre corridori di ciascuna squadra. La somma dei loro tempi determina il tempo di squadra. Class.: 1. ASTANA 97h22'29"; 2. Sky a 3'32"; 3. Bmc a 4'20"; 4. Movistar a 5'19"; 5. TinkoffSaxo a 14'46"; 6. Cannondale-Garmin a 23'06"; 7. Lotto Soudal a 36'09".
La classifica a squadre a punti si basa sui punti presi dalle squadre in più classifiche coi piazzamenti dei ciclisti. Class.: 1. ORICA 194 punti; 2. Astana 188; 3. Movistar 141; 4. Lampre-Merida 139; 5. Southeast 118; 6. Sky 112; 7. Iam 112; 8. Bmc 110; 9. Tinkoff-Saxo 85; 10. Trek Factory Racing 84.
La classifica Energia «Engie» premia il corridore che, lungo l’intero Giro, avrà percorso più rapidamente gli ultimi 3 km di ogni tappa in linea. A ogni tappa si assegnano punti ai tre corridori più veloci. Class.: 1. Fabio Aru 4; 2. Visconti 4; 3. Trofimov (Rus) 4; 4. Lagutin (Rus) 4; 5. Gerrans (Aus) 4; 6. Greipel (Ger) 4; 7. Hofland (Ola) 4.
98° Giro d’Italia R La lotta per la rosa
DOMENICA 17 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
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«LA SKY HA FATTO IL LAVORO CHE CI ASPETTAVAMO FACESSE LA TINKOFF» DARIO CATALDO 30 ANNI, ASTANA
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● vittorie al Giro di Rigoberto Uran: nel 2013 la CordenonsMontasio, nel 2014 la crono Barbaresco-Barolo
Richie&Rigo attenti a noi due 1Non solo Contador-Aru. Porte è tosto, Uran sta recuperando dopo un inizio nero fL’AUSTRALIANO
fIL COLOMBIANO
3° IN CLASSIFICA A 22”
8° IN CLASSIFICA A 1’24”
Porte, 30 anni BETTINI
PORTE TIENE «GUARDATE ME? A CRONO AVRETE UNO SHOCK...» Marco Pastonesi INVIATO A CAMPITELLO MATESE
S
esto all’arrivo (a 35” da Intxausti), terzo nella generale (a 22” da Contador). Poi l’antidoping. Poi i rulli. Qui Richie Porte si concede per l’intervista. Porte, stavolta Sky ha fatto la corsa? «La gente fa domande sulla squadra, ma noi non dovevamo fare la corsa, non avrebbe avuto senso. Finora ognuno di noi si sta prendendo cura di se stesso. Abbiamo visto che Alberto Contador era isolato là davanti. Invece l’Astana c’era in massa, ma poi Landa è scattato. Non sono molto sicuro che quello fosse il loro piano. Sono comunque molto felice per come sia andata. Fin dalla partenza, Henao è stato bravis-
CONTADOR È UN GRAN LOTTATORE, NON CREDO CHE MOSTRERÀ QUANTO SIA LA SUA SOFFERENZA RICHIE PORTE TEAM SKY
simo e poi avere Konig e Nieve davanti, impegnati per me, è stato bello da vedere. Io mi sento bene, ed è stato bello anche andare davanti, allungare, vedere l’effetto che avrebbe fatto. Siamo stati bravissimi nel gestire la squadra. Qualcuno la considera una debolezza. Ma non abbiamo bisogno di correre come Astana e Saxo, quel modo spetta a loro. La 2ª e la 3ª settimana saranno quelle in cui avremo bisogno di compagni freschi».
Che cosa pensa del comportamento di Contador? «Ha la maglia rosa, no? E allora l’unica cosa che Alberto deve fare è seguire le azioni e coprire i movimenti. Penso che gli avrebbe fatto piacere avere qualche compagno in più vicino a sé sull’ultima salita, ma loro hanno fatto la prima settimana in testa al gruppo per controllare la corsa, e ovviamente questo richiede energie extra». E che cosa pensa della salute di Contador? «Bisogna valutare nelle prossime tappe. Non penso che si possa essere in grande difficoltà se si riesce a pedalare così forte su una salita così, non durissima, ma da rapporto. Dico che vedremo giorno dopo giorno. Ho un grande rispetto per Alberto, so bene che è un grande lottatore, non penso che mostrerà quanta è la sua sofferenza». La sua tattica? «Ce la viviamo giorno dopo giorno, ma già nella terza e nella quarta tappa abbiamo visto come potrà andare: quelle due sono state, fin qui, le frazioni più spettacolari. La tappa di oggi (ieri, ndr) era più prevedibile, ci si marcava l’uno con l’altro, ma quella di domani (oggi, ndr) potrà essere un’altra tappa di guerra a tutto campo. E’ ovvio che l’Astana senta l’odore del sangue, ed è altrettanto ovvio che l'Astana proverà ad attaccare Contador. Cercherò di vedere quello che succederà, magari di approfittarne». Sarà una tappa per la classifica generale? «Tutti hanno bisogno di guadagnare secondi. C’è anche Uran, che mi sembra si sia ritrovato e che avrà anche il vantaggio della cronometro. Se tutti adesso guardano me, poi nella tappa a cronometro rischieranno di avere uno shock. Ci sono molti più corridori di cui preoccuparsi che non soltanto i Tre Tenori». © RIPRODUZIONE RISERVATA
goranti delle ginestre, i grappoli d’oro del maggiociondolo. La salita era continua, priva di rampe e strappi. Un percorso adatto a lui. Uran seguiva gli uomini della Tinkoff Saxo e dell’Astana, che compivano evoluzioni in testa al gruppo.
Rigo Uran, 28 anni BETTINI
URAN TORNA «CATARRO E MAL DI GOLA SONO ALLE SPALLE» Claudio Gregori CAMPITELLO MATESE
L’
emorragia è finita. Rigoberto Uran Uran aveva perduto 12” da Contador e 6” da Aru nella cronosquadre iniziale, poi 42” a Chiavari e 28” all’Abetone dai suoi tre rivali più grandi: Aru, Contador, Porte. «Finalmente è finita. Ho superato l’influenza. Qui mi sono sentito bene», ha dichiarato felice. TERAPIA Questa salita era attesa come un giudizio di Dio per lui. Afflitto da mal di gola e catarro, il colombiano non aveva potuto che difendersi nella prima settimana di corsa. Solo a Campitello Matese è apparso in grado di recitare da protagonista e di lottare alla pari
ASPETTAVO QUESTA SALITA COME UNA SENTENZA. NON POTEVO PERDERE TERRENO UN’ALTRA VOLTA RIGOBERTO URAN ETIXX-QUICK STEP
con Contador, Porte e Aru per la vittoria del Giro. «Ero fiducioso prima del via. Ma aspettavo questa salita come una sentenza. Non potevo perdere terreno un’altra volta», ha detto Uran. Il traguardo non è solo un obiettivo di vittoria. È anche un terapeuta meraviglioso, che può guarire, confortare. Saliva Uran verso un cielo di nuvole. Inquieto. Punzecchiato da dubbi molesti e interrogativi, che solo la strada avrebbe sciolto. Sfiorava i cespugli sfol-
L'ATTACCO Poi, all’improvviso, con bagliore di scimitarra, Aru era scattato. Uran era subito pronto a rispondere, seguendo come un’ombra Contador e Porte. «Mi aspettavo lo scatto. Ero pronto», ha spiegato, poi, sul traguardo. «Sono tornato sotto con facilità». L’ambiente era bello. Prima boschi di querce. Poi faggi secolari. In alto tra pietre taglienti, prati radi. Qui corre il lupo appenninico, il tasso scava le sue tane. Nel verde, in alto, gli sorridevano le viole e le primule gentili. Battagliava con valore contro Aru, Porte e Contador. Non ne perdeva mai la scia. Tagliava il traguardo settimo e si rallegrava: «Finalmente sto bene. L’influenza è alle spalle. Ora posso giocarmi al meglio le mie chances». L'OCCASIONE Uran guarda avanti. Non è un attaccante, che cerca gloria. Gli basta contrare gli assalti di Contador, Porte e Aru. «Aspetto la cronometro. Sarà la tappa fondamentale per tutti», dichiara. «Nelle altre tappe, naturalmente, dovrò essere lì anch’io con i migliori». Un anno fa, nella cronometro Barbaresco-Barolo, 41,9 km, dodicesima tappa, Uran – oltre a staccare di 1’15” Ulissi e di 1’34” lo specialista Cadel Evans – inflisse distacchi netti ai due rivali più temibili per la vittoria finale: 2’41” a Quintana, 2’55” a Fabio Aru. Nella Treviso-Valdobbiadene di sabato ha a disposizione una cronometro di 59,4 km per recuperare lo svantaggio di 1’24” che lo separa dalla maglia rosa. «Un’occasione da non perdere», dice Uran. Al Giro è stato il primo colombiano a indossare la maglia rosa. Ora, dopo due secondi posti, punta al successo finale. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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98° Giro d’Italia R Il vincitore
DOMENICA 17 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
«HO PROBLEMI MUSCOLARI, MA NON MI IMPEDIRANNO DI RIPROVARCI» FRANCO PELLIZOTTI 37 ANNI, ANDRONI
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● Le vittorie in carriera di Benat Intxausti, al Giro le due più importanti: ieri e nel 2013 a Ivrea
Intxausti per Tondo Il calciatore mancato H ha fatto ancora gol
Claudio Gregori
OGGI CICLOAMATORI
CAMPITELLO MATESE
1A 14 anni era una promessa, provò per l’Athletic Bilbao. Poi la bici: seconda tappa rosa dopo Ivrea 2013, sempre per l’amico
IL GIRO AI RAGGI X MAGLIA ROSA
ROSSA
AZZURRA
9/5
1a SAN LORENZO AL MARE-SANREMO (cronosquadre) 17,6 ORICA
GERRANS
-
-
MATTHEWS
10/5
2 ALBENGA-GENOVA
MATTHEWS
VIVIANI
LINDEMAN
MATTHEWS
DATA TAPPA a
KM ARRIVO 177 VIVIANI
BIANCA
11/5
3 RAPALLO-SESTRI LEVANTE
136 MATTHEWS
MATTHEWS
VIVIANI
KOCHETKOV
MATTHEWS
12/5
4a CHIAVARI-LA SPEZIA
150 FORMOLO
CLARKE
VIVIANI
KOCHETKOV
CHAVES
13/5
5 LA SPEZIA-ABETONE
152 POLANC
CONTADOR
VIVIANI
POLANC
14/5
6a MONTECATINI T.-CASTIGLIONE DELLA PESCAIA 183 GREIPEL
CONTADOR
GREIPEL
POLANC
ARU
15/5
7a GROSSETO-FIUGGI
267 ULISSI
CONTADOR
VIVIANI
POLANC
ARU
Ieri
8a FIUGGI-CAMPITELLO MATESE
186 INTXAUSTI
CONTADOR
VIVIANI
INTXAUSTI
ARU
a
a
DATA TAPPA Oggi
9a BENEVENTO-SAN GIORGIO DEL SANNIO
KM DIFFICOLTÀ e GIUDIZIO GAZZETTA 224
****
Più dura del previsto, si sale e scende di continuo: 4000 metri di dislivello
* *** *** * ***** ****
Si inizia la risalita dopo il primo riposo, spazio agli uomini da volata
***** * ** ***** ***** *
Tonale, Aprica, Mortirolo, Aprica: bastano i nomi. Saranno emozioni forti
Domani RIPOSO a CIVITANOVA MARCHE 19/5
10a CIVITANOVA MARCHE-FORLÌ
200
20/5
11a FORLÌ-IMOLA (Autodromo Ferrari)
153
21/5
12 IMOLA-VICENZA (Monte Berico)
190
22/5
13a MONTECCHIO MAGGIORE-JESOLO
23/5
14a TREVISO-VALDOBBIADENE (crono individuale)
24/5
15 MAROSTICA-MADONNA DI CAMPIGLIO
25/5
RIPOSO a MADONNA DI CAMPIGLIO
26/5
16a PINZOLO-APRICA
174
27/5
17a TIRANO-LUGANO
134
28/5
18a MELIDE-VERBANIA
170
29/5
19a GRAVELLONA TOCE-CERVINIA
236
30/5
20a SAINT-VINCENT-SESTRIERE
199
31/5
21a TORINO-MILANO
178
a
a
ARU
147 59,4 165
Tappa non facile: nel finale 3 volte il circuito Tre Monti e arrivo nell’autodromo Ultimi 60 km da fuoco e fiamme, i 1200 metri finali con punte all’11% Un biliardo: la quiete prima della tempesta, finale velocissimo, e le rotatorie... L’unica crono: 30 km piatti, poi 29,4 su e giù tra i vigneti. Molti qui perdono il Giro Ecco le Dolomiti: il Daone - salita e discesa - è da temere più di Campiglio
Giornata di recupero, via libera ai velocisti usciti sani e salvi dalle Dolomiti Il Monte Ologno (10 km al 9%; Gpm a 36 km dall’arrivo) è un trampolino Quasi 4800 metri di dislivello, per lo più negli ultimi 90 km con 3 salite da 20 km Si decide il Giro, il Colle delle Finestre con gli ultimi 9 km di sterrato fa paura Passerella finale a Milano dopo 2 anni: si passa dall’Expo, poi circuito in corso Sempione
a dedicato la vittoria a Xavier Tondo Volpini, il compagno di squadra, che morì tra le sue braccia 4 anni fa, dopo essere stato ferito a morte dalla porta elettronica del garage durante un ritiro sulla Sierra Nevada. Un ricordo che brucia come una ferita e che l’amicizia fa splendere di luce viva. Beñat Intxausti è un basco di Muxika, un paesino a 2 chilometri da Guernica, che Picasso ha reso immortale. Guernica è la cittadina della Biscaglia, che, il 26 aprile 1937, fu bombardata dagli aerei tedeschi della Legione Condor, aiutati dagli italiani dell’Aviazione Legionaria. Picasso dipinse il massacro nella sua opera cubista più famosa. Intxausti conosce quelle strade e anche la quercia, sacro simbolo della città. Salendo verso il traguardo si è trovato in un bosco di querce. Da lì forse ha tratto ispirazione. È schizzato avanti. A 3 km dal traguardo si è trovato solo. «Non ho mai avuto paura. Il mio direttore sportivo mi diceva i tempi. Così ho potuto calibrare lo sforzo».
CALCIO? NO, BICI Intxausti (soprannominato «Perla») ha 29 anni. Era un calciatore promettente, centrocampista mancino. A 14 anni fece un provino con l’Athletic Bilbao, la squadra, che, con Real Madrid e Barcellona, non è mai retrocessa, orgoglio basco con 8 scudetti e 23 Coppe del Re. Fallì il provino. Seguendo un cugino, s’innamorò della bici. Aveva davanti l’esempio del compaesano An-
Granfondo Giro, tutti sul Mortirolo
Benat Intxausti, , 29 anni BETTINI
drès Gandarias, scudiero di Fuente. Otto anni fa Intxausti era la speranza del ciclismo basco. Poi, risultò impari ai sogni. Patisce il caldo. La crisi lo coglie e mozza i suoi voli. L’ultima, quattro giorni fa, sull’Abetone. Sorpreso dal caldo, ha patito 10’28” di distacco. Intxausti aveva già conosciuto momenti di gloria al Giro. Due anni fa ha indossato la maglia rosa a Pescara. «Un momento bellissimo, con un rammarico. Non ho mai portato la maglia rosa in gruppo. Il giorno dopo c’era la crono e Nibali me l’ha strappata». SOGNO (AZZURRO) Ora ha due obiettivi: «Vincere un’altra tappa e il Gran Premio della Montagna. Non sarà facile». Il 30 maggio Intxausti sarà distratto da un altro confronto: l’Athletic Bilbao sfida al Camp Nou il Barcellona nella finale della «Copa del Rey». Meglio vincere il GPM o meglio che l’Athletic batta il Barcellona? «Meglio vincere il Gran Premio della Montagna». Sui monti abitano gli dei. © RIPRODUZIONE RISERVATA
● Il Mortirolo è storia e fatica: 11,8 km verso il cielo, con una pendenza media da brividi (10,9%) e punte massime da temerari (18%). Il Giro affronterà il 26 maggio la salita dove sbocciò Marco Pantani, in occasione della 16a tappa da Pinzolo ad Aprica. Ma già oggi, nove giorni prima, cicloamatori e appassionati potranno confrontare i propri tempi di scalata con quelli dei grandi del ciclismo. Da Pinzolo parte (ore 8) la Granfondo Giro organizzata da Rcs Sport e Gazzetta. Due percorsi: la Medio Fondo, di 102 km, con le salite di Campo Carlo Magno, passo del Tonale e arrivo ad Aprica; la Granfondo, di 177 km, con in più la salita del Mortirolo da Mazzo di Valtellina, quindi discesa su Monno, Edolo e arrivo definitivo ad Aprica. Ogni bicicletta è munita di trasponder: sull’asfalto sono stati messi tappeti per il rilevamento cronometrico, sia alla base dell’ascesa che in cima. I dati verranno pubblicati su giroditalia.it e granfondogiroditalia.com. Una curiosità: il record di scalata del Mortirolo appartiene a Ivan Gotti. Al Giro 1996 impiegò 42’40’’ per raggiungere la vetta, con Tonkov a ruota.
98° Giro d’Italia R L’incidente di Castiglione della Pescaia «HO PASSATO IL COMPLEANNO FACENDO IL LAVORO CHE AMO» SIMON GERRANS 35 ANNI COMPIUTI IERI, ORICA
DOMENICA 17 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
40
Marco il fotografo «Colli, mi dispiace»
E per un giorno Cunego ritorna Piccolo Principe Marco Pastonesi INVIATO A CAMPITELLO MATESE
P
la caduta. Ieri è arrivata la denuncia aconti@rcs.it @alfa_conti
L
a denuncia e le prime parole dello spettatore-fotografo. Ma anche la permanenza all'ospedale di Grosseto che potrebbe durare più del previsto per Daniele Colli. Sono molte le novità sul caso del volo del 33enne velocista della Nippo-Vini Fantini. Finito in camera operatoria dopo l'urto con un teleobiettivo di una macchina fotografica sul rettilineo di arrivo di Castiglione della Pescaia, a 250 metri dal traguardo, nella 6a tappa. SCAFOIDE I medici, dopo avere operato Colli all'omero sinistro
con l'inserimento di un ferro endomidollare e due viti per ridurre la frattura, vogliono accertare le condizioni dello scafoide sinistro. È probabile che il velocista della Nippo-Vini Fantini rimanga ricoverato qualche giorno in più. Ieri ha ricevuto la visita del sindaco di Castiglione, Giancarlo Farnetani. ANGOSCIA «Sono dispiaciuto da quanto è successo, spero che Daniele Colli guarisca presto e che Contador finisca il Giro in sella alla bicicletta», ha detto Marco, il 32enne di Castiglione, tramite l'avvocato Fabio Tavarelli. Nell'urto ha riportato anche lui una ferita al volto per cui è stato medicato con un paio di punti. Marco è fiorentino di nascita ed è titolare da circa un an-
● I giorni di prognosi per Daniele Colli per la frattura scomposta dell’omero sinistro rimediata giovedì
fLA STORIA
1Parla lo spettatore che ha causato Alessandro Conti
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no di un negozio di fotografia nella località costiera. Chi lo conosce bene in paese, lo descrive come molto scosso. «Quello che è successo mi ha profondamente addolorato e benché sia convinto di non aver commesso imprudenze, l'idea che un giovane abbia dovuto abbandonare il Giro a causa della caduta mi angoscia, così come tutte le ricostruzioni e le dichiarazioni di questi giorni che purtroppo vogliono trasformare un incidente in un mistero e una persona normale in un mostro. Sono vicino ai due corridori feriti e spero che Daniele mi dia modo di andarlo a trovare quanto prima», conclude la nota. PENALE E CIVILE «Chi ha provocato la caduta certamente
non è un mostro, ma è una persona che ha fatto un errore madornale. È stato incauto» ha replicato il general manager della Nippo-Vini Fantini, Francesco Pelosi. Ieri Colli ha presentato denuncia contro ignoti per lesioni, la prognosi è di 40 giorni. La Polizia di Grosseto che ha raccolto l'esposto accerterà le responsabilità anche grazie alla mole di foto e filmati che hanno ripreso l'incidente. «Intendiamo andare sino in fondo — ha proseguito Pelosi — sia con la causa penale che civile». Per quanto riguarda il futuro di Colli «potrebbe tornare a correre ad agosto». Il milanese ha un contratto annuale: «Siamo una grande famiglia», ha concluso il general manager. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Daniele Colli, 33 anni, ha presentato denuncia contro ignoti per la caduta a Castiglione in cui ha riportato la frattura scomposta dell'omero BETTINI
er un attimo è sembrato di tornare indietro di 11 anni. E' sembrato che Campitello Matese avesse la spiritualità di Montevergine di Mercogliano o la natura di Falzes o l’altitudine di Bormio 2000. Per un attimo è sembrato che la sua bici avesse ritrovato le ali che la faceva volare più in alto e più in fretta di tutte le altre. Ma un attimo dura un attimo, poco più o poco meno, anche quando l’immaginazione va al potere, anche quando la fantasia sconfigge la cronaca, anche quando la macchina del tempo ingrana la quarta. E quel corridore blu e arancione, dorsale 121, è stato inghiottito dal gruppo e riassorbito dal tempo. Damiano Cunego, 9° a 45” da Intxausti, 14° in classifica (a 2’24” da Contador), pedala il suo personale Giro d’Italia. Non avrà più il colpo di pedale del 2004, quando da gregario fu promosso capitano, quando da piccolo scalatore s’ingigantì in Piccolo Principe, quando ci si chiese dove potessero essere tracciati i suoi confini da specialista di classiche o da stacanovista di grandi giri. Ma adesso, con dignità, con orgoglio, con fierezza, Cunego lotta. E a schiena piegata, ma a testa alta, prova, tenta, cerca. Va a finire che troverà. Forse una vittoria, forse un piazzamento. Forse in una tappa, forse nella generale. Cunego ha però già ritrovato l’affetto e la stima della gente. Su quella bici, in quella maglia blu e arancione, in quel dorsale numero 121, il vecchio Piccolo Principe non è più solo. © RIPRODUZIONE RISERVATA
36
ITAL A Internazionali Bnl
d’
Nadal 7° a Parigi ● (l.mar.) Per la prima volta in carriera, Rafael Nadal arriva al Roland Garros senza vittorie stagionali sulla terra rossa europea. Lo spagnolo approderà a Parigi da numero 7 del mondo; l’ultimo slam giocato con una classifica così bassa è stato l’Open d’Australia del 2005 (da numero 56). Nadal è 7° anche nella race (ottavo se Wawrinka approda in finale)
Federer show Wawrinka k.o. E oggi assalto al tabù-Roma 1Lo svizzero in finale contro Nole, che lo ha
battuto due volte in semifinale al Foro Italico: «Me la gioco, sulla terra non è insuperabile»
mana, il più affamato, nell’unico Masters 1000 tabù a dispetto delle tre finali (2003, 2006 e ROMA 2013), il favorito per il 15-2 nei precedenti con Stan, 3-2 sulla terra. Che sarà anche argillosa, @vincemartucci troppa, « e pericolosa a fondocampo, alla sinistra Federer-Djokovic sia, oggi, per arricchire dell’arbitro», come accusa Djokovic. «E sul caml’albo d’oro, sperando in una bella partita, po centrale, giocando di sera, la palla resta di più come altre indimenticabili finali al Foro. sulle corde, mentre a Parigi c’è più out e i rimbalL’attesa nel sabato di semifinali è stata vana e zi sono più alti», come si lamenta Nadal. Ma è lunga. Dalle 12 alle 20 con tanti nomi doc, a con- sempre terra e così veloce, a Roma (come al Roferma di un grande cast di attori, ma povero di land Garros), esalta i più ricchi di fisico e tecnica, sorprese. La spagnoletta Suarez come il campione di 17 Slam, riNavarro gioca meglio a tennis dellanciato dal tennis champagne di la ordinatissima Halep, e stavolta LA GARA Stefan Edberg, e non il picchiatore non regala vuoti di intensità. Fer- Roger lascia sfogare allenato dall’altro svedese Magnus rer si spreme, ma Djokovic ha Norman. Stan: dopo il 3-0 sprint da numero 1. Baby Gavriloiniziale lo demolisce va si stiracchia invano gli addomiUPPERCUT E pensare che, al via, nali nell’impossibile derby con col suo rovescio Wawrinka parte a razzo e Federer Maria Sharapova. E poi delude anresta sui blocchi. Ma il 3-0 in appeche Federer-Wawrinka. Proprio Federer in forma na 7 minuti è irreale, Stan non può quello che la folla vuole: la sfida tirare solo vincenti, Roger non può fra classe e potenza, il braccio di strepitosa: «Bella continuare a sbagliare rigori di ferro fra amici dal rovescio a una gara, ho imposto dritto. Infatti il re dei re comincia a mano, la rivincita del litigioso Ma- il mio gioco» muovere l’avversario con lo slice, sters di novembre a Londra, quanchiamandolo a rete con palle intrido Roger piegò «Stan the man» dopo aver salvato se di difficoltà. E il cucciolo svizzero, che pure 4 match point, ma si spezzò la schiena e poi do- l’ha battuto due volte sulla terra di Montecarlo, vette anche giustificare il tifo della propria signo- dimentica il ripassino specifico nel riscaldamenra, Mirka, prima della trionfale finale svizzera di to delle 17.30 e smarrisce prima il dritto e poi Davis. Gli ingredienti ci sarebbero tutti: «Stani- anche il fantastico rovescio, concede il pari e poi mal», come lo chiama il Magnifico, è caricato a anche il 4-5. Certo, il rovescio bloccato di polso di pallettoni dopo il divorzio con antipatici strasci- Federer illumina la serata come un flash e lascia chi web e, qui al Foro, è rimbalzato dai balbettii attonita la folla ma, soprattutto, colpisce al men(da febbraio a Rotterdam non vinceva due match to il povero Wawrinka. Lanciando l’immediato di fila in torneo) all’esecuzione di Nadal - col 6-4 in 34 minuti. E mandando in tilt il numero 9 braccino corto -, venerdì sera, con 25 vincenti, del mondo con un’imbarcata di 20 punti a 2, fino 7/9 nelle palle-break salvate ed un superbo tie- al fulmineo 5-1. Che diventa 6-2 in 54 minuti. break. RogerExpress è l’unico semifinalista romano senza set persi, il più brillante della setti- DANZA Il numero 2 della classifica si fa beffe dei
Vincenzo Martucci
E
TUTTO SUL TORNEO DUE APPUNTAMENTI IN DIRETTA DAI CAMPI ● Da quest’anno l’offerta della Gazzetta per gli Internazionali d’Italia triplica. Oltre a giornale e gazzetta.it, arriva anche la televisione con due appuntamenti imperdibili. Ogni giorno alle 11.30 e alle 20 si parla del torneo a «Qui Foro Italico», la trasmissione di Gazzetta Tv che va in onda sul canale 59 del digitale terrestre. In studio, oltre alle firme della Gazzetta, giocatori, allenatori e personaggi del mondo dello sport. Grandi ospiti che commentano i risultati più salienti, anche con l’ausilio delle immagini dei match più significativi. Gli Internazionali d’Italia hanno poi uno spazio in tutte le edizioni del Tg Gazzetta news.
33 anni, corre e danza per il campo sciorinando il repertorio unico da fenomeno di straordinaria semplicità. È il più bel Federer di sempre, quello che cerca il punto più in fretta che mai, quello che attacca la rete appena può: «Sono stato molto felice di come ho giocato perché sono riuscito a imporre il mio gioco». Quello che dimentica in fretta l’incidente sul 3-3 15-15, quando rischia una storta e impreca: «Le condizioni del campo sono destabilizzanti, ma so che gli organizzatori fanno quello che possono. Pensano che per la finale sarà tutto a posto. Adesso abbiamo paura di muoverci». Tutti restano a bocca aperta, a partire da Wawrinka: «Con Rafa ho giocato così bene, invece stavolta no, ma dopo quel bell’inizio, mi sono sentito sgonfio. Contro Roger, se non lo pressi, le cose vanno in fretta perché mixa molto i colpi e diventa aggressivo. Non posso paragonare lui e Djokovic, con Rafa sono fra i più forti di sempre. Vedremo alla fine dell’anno chi avrà vinto più tornei». Roger sorride, ma quando guarda alla prossima sfida, bluffa: «Vincere qui non sarebbe così speciale. Non faccio caso al fatto che a Roma non ci sono mai riuscito». Qui al Foro, contro Djokovic, ha giocato e perso 2 volte su 2 (2009 e 2012): «Sempre in semifinale. Ma stavolta sento di potermela giocare, sulla terra non è Rafa». Riecco, quindi, Federer-Djokovic: si riparte da 18-20 nei testa a testa, 4-3 sulla terra. Con una gemma, la semifinale del Roland Garros 2012 che ancora brucia al numero 1, una partita tutta d’attacco da Federer versione Edberg. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Roger Federer, 33 anni: battendo Wawrinka ha conquistato la 4a finale a Roma. Lo svizzero non ha mai vinto sulla terra battuta del Foro Italico PLPRESS
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Martina, la 6a finale ● (l.mar) Martina Hingis, ultima tennista a realizzare il Grande Slam in doppio (nel 1998), giocherà oggi con l’indiana Sania Mirza la sua 6a finale a Roma. L’ex baby regina mondiale ha giocato a Roma 3 finali in singolare (due vinte nel 1998 e 2006) e 2 in doppio (una vinta nel ‘99 con Anna Kournikova)
● (l.mar.) Le partite vinte di fila da Novak Djokovic che non perde dal 28 febbraio scorso quando fu battuto da Roger Federer in semifinale a Dubai. Nei Masters 1000 Djokovic non perde dall’11 ottobre 2014 quando perse da Federer in semifinale a Shanghai
Djokovic, vittoria con polemica «Questo Centrale è un pericolo»
1Il serbo batte Ferrer in due set e conquista la sesta finale agli Internazionali d’Italia
Duro attacco al terreno di gioco: «Su quelle buche si inciampa, le caviglie sono a rischio» LA SFIDA
Riccardo Crivelli
NOVAK DJOKOVIC ROGER FEDERER
U
ROMA
ANNI
27
33
CLASSIFICA
1
2
TESTA A TESTA
LA GUIDA UOMINI Singolare, semifinali Djokovic (Ser) b. Ferrer (Spa) 6-4 6-4; Federer (Svi) b. Wawrinka (Svi) 6-4 6-2. Doppio, semifinali Cuevas/Marrero (Uru-Spa) b. Anderson/Chardy (S.Af.-Fra) 6-4 6-4; Granollers/Lopez (Spa-Spa) b. Kyrgios/Sock (Aus-Usa) 6-1 3-6 11-9. DONNE Singolare, semifinali Suarez Navarro (Spa) b. Halep (Rom) 2-6 6-3 7-5; Sharapova (Rus) b. Gavrilova (Rus) 7-5 6-3. Doppio, semifinali Babos/Mladenovic (Ung-Fra) b. Kudryavtseva/Pavlyuchenkova (RusRus) 6-2 6-3; Hingis/Mirza (Svi-Ind) b.Garcia/Srebotnik (Fra-Slo)- 6-2 7-6 (5). OGGI Campo Centrale Ore 11: Hingis/Mirza (Svi-Ind) c. Babos/Mladenovic (Ung-Fra). Non prima delle 13.30: Sharapova (Rus) c. Suarez Navarro (Spa). Non prima delle 16: Djokovic (Ser) c. Federer (Svi). Pietrangeli ore 14.30: Cuevas/Marrero (Uru-Spa) c. Granollers/Lopez (SpaSpa). IN TV Finale femminile su SuperTennis, finale maschile su Sky Sport 2 e Supertennis
18 20 TORNEI VINTI
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85
SLAM
8
17
MASTERS 1000
23
23
VITTORIE NEL 2015
34
25
SCONFITTE NEL 2015
2
4
RIVERA E BONOLIS IN CAMPO PER «TENNIS AND FRIENDS» (m.cal.) C’era anche Gianni Rivera tra i personaggi dello sport, dello spettacolo e dell’imprenditoria che hanno partecipato a «Tennis and Friends Master Special Edition», l’evento organizzato al Foro Italico in collaborazione con il Policlinico Gemelli per sensibilizzare alla prevenzione e alla cultura della salute. Rivera, in coppia con Paolo Bonolis (nella foto TEDESCHI), ha sfidato in doppio Gene Gnocchi e il presidente della Federtennis, Angelo Binaghi.
no splendido cavallo di razza. Un purosangue che avverte la tensione del momento, l’importanza della corsa, il peso del traguardo che si avvicina. E così allunga il passo, si ritrova di nuovo a muoversi potente ed elegante, accelera intoccabile. Eccolo, il Djokovic energetico, stimolato, iperconcentrato, che sfrutta le occasioni e poi chiude la porta, implacabile. Robottino Ferrer ci prova, rema sempre due metri dietro la riga di fondo, prova ad opporsi con le solite gambe da podista, ma si arrende con onore, con un break per set e non senza aver provato a rimanere attaccato al match con la solita tigna. Nole, però, gli neutralizza le tre palle break che Ferru si procura nella partita e, quando si tratta di abbassare il sipario, mette tre prime pesantissime.
SOLIDO Come ammetterà lui stesso, la miglior esibizione settimanale, il viatico più esaltante verso la 6a finale e l’eventuale quaterna di successi a Roma: «Non ho mai perso il servizio contro un grande ribattitore, non ho avuto cali di concentrazione, non gli ho consentito di rientrare nel match. Se dovessi usare una parola per questa vittoria, sarebbe solidità». Come di consueto, Nole si congeda dagli ottomila del Foro con la dedica siglata a pennarello sulla telecamera nel suo italiano personale («Come bella è questa Roma»), ma stavolta ha il fuoco dentro: «Su questo campo non si poteva giocare, troppo pericoloso». POLEMICA Durante il match, più volte, il numero uno chiama gli addetti a sistemare la terra lungo la linea di fondo, ma
NADAL È SEMPRE IL FAVORITO IO GIOCHERÒ GARA DOPO GARA IL TENNISTA SERBO SUL ROLAND GARROS
Il serbo Novak Djokovic, 27 anni, primo nel ranking mondiale TEDESCHI
quella con la superficie diventa una battaglia frontale: «Questo è un bellissimo torneo, perciò non vorrei parlare delle condizioni del campo, però l’anno scorso era preparato molto meglio e a questi livelli tutti i dettagli contano. So - prosegue - che ci hanno lavorato solo nelle ultime tre settimane, e sono troppo poche per un Masters 1000. Sono sicuro saranno più bravi l’an-
no prossimo, però adesso si formano buche sulle quali è facile inciampare e vedersi girare una caviglia». Poca terra, il sole al mattino e un clima più umido al pomeriggio, tanto che a un certo punto Djokovic si fa lanciare un paio di scarpe nuove dal suo angolo: «Le condizioni sono cambiate velocemente, si scivolava di più, ho cambiato per avere più tenuta».
IL SOGNO PARIGINO Novak non perde dal 28 febbraio, finale di Dubai contro Federer, che è stata anche l’unica sconfitta dell’anno fin qui contro un top ten in 14 partite. Un cammino di grazia verso il sogno della conquista di Parigi, l’unico Slam che lo ha sempre respinto. E dove Nadal, incredibilmente, avrà una testa di serie al di fuori delle prime sei. Nole, che prima di tutto è un uomo di sport, applicherebbe per Rafa la clausola-Wimbledon: «Lì succede che giocatori più indietro in classifica vengano premiati con una testa di serie più alta per il loro valore sull’erba, credo che Nadal lo meriterebbe sulla terra, anche se dobbiamo rimetterci alle decisioni di ogni organizzatore». Certo che le difficoltà del più grande di sempre sul rosso sembrano un cancello aperto verso la grande, ultima meta: «Ovunque sarà in tabellone, Rafa ha vinto così tanto a Parigi che continua ad essere favorito. Quanto a me, non mi importa trovarlo già nei quarti o in finale: in uno Slam, devi solo pensare a una partita per volta». E la sua mente è già al Bois de Boulogne. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Tennis R Internazionali d’Italia
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Sharapova-Suarez Navarro: che sfida!
1La russa e la spagnola in finale. «Posso vincere», dice Maria. «Sulla terra è da giocare» risponde Carla VOLÉE DI ROVESCIO di PAOLO BERTOLUCCI
LA SECONDA FAVORITA PRONTA AL SORRISO
A
ll’inizio del torneo Maria Sharapova era la seconda favorita e quindi la sua presenza nella finale odierna non può certo stupire. La sorpresa fino a un certo punto arriva invece dal nome dell’avversaria: Carla Suarez Navarro, numero 10 della classifica mondiale. Se a livello maschile l’elezione del miglior rovescio ad una mano vede in lizza diversi pretendenti, tra le femmine il riconoscimento viene assegnato di diritto alla spagnola. Ma questo fenomenale colpo non sarebbe stato sufficiente da solo a superare gli ostacoli se la tennista non avesse inserito nel proprio gioco la continuità e una buona dote di alternative tattiche. Purtroppo accusa alcuni problemi fisici e si lascia ancora prendere dall’ansia nei momenti decisivi. Vedere Maria Sharapova agire sul campo con la sicurezza e la determinazione di questi giorni è un piacere per gli occhi. Al sontuoso atteggiamento abbina con estrema disinvoltura la ferocia agonistica e alla consueta finta nei colpi di rimbalzo unisce un’inconsueta efficacia nelle esecuzioni di inizio scambio. Accusata da molti di eccessiva freddezza nell’atteggiamento oggi scende in campo con i favori del pronostico e in caso di successo probabilmente si lascerà andare e regalerà al pubblico il più smagliante dei sorrisi. © RIPRODUZIONE RISERVATA
aggiunge Maria.
Davide Stoppini
M
aria, Carla, Daria, Simona: di italiano c’erano solo i nomi in semifinale, meglio non farsi illusioni. La finale è tra le prime due: Sharapova contro Suarez Navarro, Russia contro Spagna, arbitra Roma. Non sarà la partita più attesa, ma è quella tecnicamente più logica per questi Internazionali. Perché lo dice la storia di questa stagione. Lo dice, soprattutto, una Sharapova tornata numero 2 del ranking: la Halep è alle spalle, non proprio una storiaccia aspettando Parigi. Ma per parlare francese, c’è tempo. Roma è anche la sua terra, in fondo l’aveva detto a
RIn semifinale
battute Gavrilova e Halep. Il bilancio dice 3-1 per la Sharapova
inizio settimana: «Sento che posso vincere il torneo, ho buone sensazioni». Non dice sempre così. Forse la passeggiata in Vaticano con l’amato Grigor Dimitrov di domenica scorsa le ha fatto bene. Magari il gelato di limone e pistacchio per cui va pazza l’avrà aiutata a rilassarsi. O forse, molto più semplicemente, Maria ha trovato ancora una volta il modo di mostrare che la terra è una superficie che la stimola. Per intendersi: una
vittoria oggi, vorrebbe dire 11° titolo in carriera sul rosso, numero che ora può vantare solo Serena Williams. Mica semplice arrivarci, però, in finale. Maria ha dovuto domare Daria Gavrilova, una che forse venerdì sera in camera aveva visto Rocky IV. Perché stata venendo fuori un po’ la storia di Ivan Drago e Sylvester Stallone, con il Centrale a fare il tifo inizialmente per Maria, prima di cambiare sponda e cominciare a ur-
lare «Daria, Daria». L’avessero mai fatto: Sharapova a quel punto ha dato ancora di più le spalle al campo e ha trovato la forza di reagire, battendo un’avversaria che già a Miami, storia di marzo, l’aveva battuta, alla faccia di quelle palle alte sul rovescio difficili da gestire. Alla faccia di una terra del Centrale che non va giù neppure a lei, non solo a Djokovic: «Non è una storia di oggi, è da anni che il campo qui è un problema»,
L’esultanza della russa Maria Sharapova, 28 anni, da ieri seconda nel ranking Wta ACTION
QUI CARLA Un problema sarà pure affrontare oggi una come Carla Suarez Navarro, uscita vincitrice dalla battaglia con Simona Halep, a colpi di break (9 solo nel terzo set) e di winners. E non sorprenda, perché Carla è una delle tenniste più in forma del 2015, anno nel quale ha raggiunto almeno i quarti di finali in 10 degli 11 tornei disputati. E che ieri, contro la romena, ha vinto la 31° partita dell’anno. Ha migliorato il suo best ranking: ora è numero 8, vincendo oggi potrebbe diventare 7a. E nella classifica Race è 4a. Occhio, perché c’è pure il lato negativo: è alla terza finale dell’anno, le altre due le ha perse. Con Maria Sharapova è in svantaggio 3-1 nei precedenti. Ma sulla terra non si è mai giocato. E qui punta tutte le sue fiches la spagnola: «Da quando ho cambiato racchetta il mio gioco è diventato più aggressivo, del resto per affrontare le top ten non posso fare altrimenti. Ma il segreto è nella testa, è lì che sono migliorata. Maria? Sa fare tutto e gioca bene nei momenti cruciali. Però siamo sul rosso, ho fiducia». Chissà, magari qualche consiglio arriverà pure da Francesca Schiavone, con la quale condivide quello straordinario rovescio a una mano, ormai una rarità tra le donne: «Con Francesca mi sono allenata a lungo, è un’amica, oltre che un punto di riferimento». Lo vedi che, scavando scavando, un po d’Italia in finale c’è? © RIPRODUZIONE RISERVATA
GLI SPARRING PARTNER
Volandri con Federer Marcon è il preferito di Venus e Wawrinka Marco Calabresi
chi acquisisce le prime nozioni per diventare maestro.
ROMA
V
enerdì, passata la mezzanotte e finita l’ovazione del Centrale per la vittor ia su Nadal, Stan Wawrinka ha incontrato Riccardo Marcon. «Domani voglio te, tieniti libero». Un’emozione, per Riccardo, anche se già sapeva di non poterlo accontentare: Riccardo, 30 anni, stamattina sarà in campo con il suo Tennis Club Padova per una partita di Serie B e ieri non ha potuto fargli da sparring partner. La sua settimana in campo con i big è finita ieri mattina, con Venus Williams, con cui si è allenato quasi tutti i giorni, su specifica richiesta dell’americana. E come quella di Riccardo, anche quella di altri ragazzi italiani che hanno fatto scaldare, sfogare o provare colpi a chi oggi sarà ancora sul Centrale: c’è Giacomo Vianello, figlio di maestri di tennis, romano come Federico Teodori, o Nicola Barraco, siciliano che aveva già lavorato al Foro Italico, o Claudio Grassi, ex nazionale Under 14 con Bolelli, o Gianmarco Moroni, che la prossima settimana giocherà il Bonfiglio. Tre motivi per fare lo sparring partner: c’è chi lo fa per vivere l’esperienza di palleggiare con i campioni, chi – come Moroni, classe 1998 – ha l’obiettivo di diventare giocatore e sfrutta gli Internazionali per crescere e
RAPPORTO L’ufficio che gestisce gli sparring partner e conosce le loro caratteristiche (quelle tecniche e la categoria devono essere compatibili con chi ne fa richiesta) è stato a disposizione dei giocatori: è capitato più spesso che fossero le donne a chiedere lo sparring partner ma anche Federer, Djokovic e, appunto, Wawrinka, ne hanno approfittato. «Non esistono standard – racconta Marcon, che al Foro Italico ha giocato le pre-qualificazioni –. C’è chi vuole sentire la palla e chi vuole correre tanto, chi prova schemi particolari o chi chiede di giocare tante volte lo stesso colpo per abituarsi all’avversario. L’emozione più forte è stata giocare con Federer, davanti a tremila persone». E il rapporto con i giocatori? «Sono molto gentili ed educati. Se vedi che ti danno confidenza, chiedi una foto o una dedica, ma spesso capita di trovarli concentrati al massimo per il match». Federer, che ieri si è allenato con il 19enne Matteo Berrettini («all’inizio tremavo», ha confessato) - , al Foro Italico ha palleggiato anche con Filippo Volandri (con cui perse nel 2007), qui opinionista per Sky e partito ieri per Parigi, dove giocherà le qualificazioni del Roland Garros. E dove non ha intenzione di fare lo sparring partner. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Motomondiale R GP Francia
VIA ALLE 14 DIRETTA SU SKY SPORT MOTOGP HD, DIFFERITA IN CHIARO SU CIELO ALLE 18.35 1ª FILA
2ª FILA
3ª FILA
4ª FILA
5ª FILA
6ª FILA
7ª FILA
8ª FILA
9ª FILA
M. MARQUEZ
CRUTCHLOW
V. ROSSI
A. ESPARGARO
M. VIÑALES
BRADL
BARBERA
BAZ
MELANDRI
Spa-Honda
GB-Honda
Ita-Yamaha
Spa-Suzuki
Spa-Suzuki
Ger-Yamaha Forward
Spa-Ducati
Fra-Yamaha Forward
Ita-Aprilia
93
46
35
1 1'32’’246
4 1'32’’897
41
7 1'33’’352
6
25
10 1'33’’665
13 1'34’’245
8
16 1'34’’575
76
19 1'34’’870
33
22 1'35’’456
25 1'37’’522
DOVIZIOSO
IANNONE
PEDROSA
HERNANDEZ
HAYDEN
DI MEGLIO
ABRAHAM
BAUTISTA
Ita-Ducati
Ita-Ducati
Spa-Honda
Col-Ducati
Usa-Honda
Fra-Ducati
R.Cec-Honda
Spa-Aprilia
4
29
2 1'32’’749
26
5 1'33’’001
68
8 1'33’’419
69
11 1'33’’714
63
14 1'34’’267
17
17 1'34’’833
19
20 1'34’’940
23 1'35’’458
LORENZO
SMITH
PETRUCCI
P. ESPARGARO
REDDING
MILLER
E. LAVERTY
DE ANGELIS
Spa-Yamaha
GB-Yamaha
Ita-Ducati
Spa-Yamaha
GB-Honda
Aus-Honda
Irl-Honda
Rsm-Art
45
43
99 3 1'32’’846
38 6 1'33’’299
9 9 1'33’’556
44 12 1'33’’724
15 1'34’’551
18 1'34’’858
50 21 1'34’’947
15 24 1'35’’680 METEO: SOLE, TEMPERATURA MASSIMA 19o
MOTO2 1. RINS (KALEX)
1’37”114 MEDIA 155,1 KM/H 2. LOWES (SPEED UP) 1’37”114 3. ZARCO (KALEX) 1’37”222 4. RABAT (KALEX) 1’37”329 5. NAKAGAMI (HONDA) 1’37”415 6. LUTHI (KALEX) 1’37”442 7. SALOM (KALEX) 1’37”641 8. SIMEON (KALEX) 1’37”645 9. SIMON (SPEED UP) 1’37”724 10. KRUMMENACHER (KALEX) 1’37”764 11. KALLIO (KALEX) 1’37”790 12. MORBIDELLI (KALEX) 1’37”900 13. SYAHRIN (KALEX) 1’37”937 14. SCHROTTER (TECH 3) 1’37”941 15. FOLGER (KALEX) 1’37”968 16. A. PONS (KALEX) 1’37”969 17. WEST (SPEED UP) 1’38”065 18. CORTESE (KALEX) 1’38”152 19. AEGERTER (KALEX) 1’38”199 20. CORSI (KALEX) 1’38”290 21. A. MARQUEZ (KALEX) 1’38”511 22. BALDASSARRI (KALEX) 1’38”512 23. L. ROSSI (TECH3) 1’38”721 24. SHAH (KALEX) 1’38”748 25. CARDUS (TECH3) 1’38”787 26. MULHAUSER (KALEX) 1’38”817 27. WAROKORN (KALEX) 1’39”733
MOTO3 1. QUARTARARO (HONDA) 1’44”763 MEDIA 143,8 KM/H 2. NAVARRO (HONDA) 1’44”885 3. BAGNAIA (MAHINDRA) 1’45”457 4. KORNFEIL (KTM) 1’45”575 5. FENATI (KTM) 1’45”665 6. DANILO (HONDA) 1’45”671 7. ANTONELLI (HONDA) 1’45”689 8. OLIVEIRA (KTM) 1’46”011 9. I. VIÑALES (HUSQVARNA) 1’46”234 10. SUZUKI (MAHINDRA) 1’46”846 11. HERRERA (HUSQVARNA) 1’46”885 12. FERRARI (MAHINDRA) 1’46”974 13. LOCATELLI (HONDA) 1’47”019 14. MANZI (MAHINDRA) 1’47”027 15. GUEVARA (MAHINDRA) 1’47”037 16. MIGNO (KTM) 1’47”130 17. GARDNER (MAHINDRA) 1’47”171 18. BASTIANINI (HONDA) 1’47”220 19. MCPHEE (HONDA) 1’47”225 20. AJO (KTM) 1’47”556 21. TONUCCI (MAHINDRA) 1’47”623 22. LOI (HONDA) 1’48”004 23. RODRIGO (KTM) 1’48”134 24. HANIKA (KTM) 1’48”380 25. B. BINDER (KTM) 1’48”402 26. MASBOU (HONDA) 1’48”474 27. D. BINDER (MAHINDRA) 1’49”631 28. CARRASCO (KTM) 1’51”344 N.Q. VAZQUEZ (HONDA) 1’52”610 N.Q. KENT (HONDA) 1’52”819
Marquez, pole da chirurgo Mezzo secondo a Dovizioso 1L’iridato si è sobbarcato un lungo lavoro di evoluzione della moto
Poi, al momento cruciale, ha steso il ducatista e Lorenzo. Il Dottore 7° mente Valentino valuta di non essere (per il momento) da podio, ma i suoi recuperi domenicali sono ormai leggenda. E poi… parte in terza fila, come in occasione delle due vittorie: anche se in Qatar e Argentina era ottavo.
Filippo Falsaperla INVIATO A LE MANS (FRANCIA)
N
on è ammissibile. E non è nemmeno giusto dover vivere momenti di paura vera come quando le corse si facevano sulle strade, tra muri e balle di paglia, mentre in realtà si corre su una pista con grandi vie di fuga. Quello che è successo nella gara del Cev Moto3, ora Mondiale Junior su pressioni della Dorna, è fuori da ogni logica: dopo il brutto incidente di Tony Arbolino (di cui leggete a parte), il gruppone dei ragazzini era lanciato verso la prima chicane come se nulla fosse accaduto. In effetti, dopo la caduta del 14enne italiano, la direzione gara aveva esposto la bandiera rossa, senza che però nessuno dei commissari la sventolasse ai piloti. Che si sono trovati in traiettoria la macchina medica che dava soccorso a Tony. Tragedia evitata per niente (tac negativa). «Non siamo noi che gestiamo le operazioni», dice Loris Capirossi, che fa parte della direzione gara MotoGP. Ok, ma sulla sicurezza non si fanno sconti.
STRANEZZE L’unica certezza della gara di oggi pomeriggio sembra essere che il podio verrà fuori dalla lotta tra i protagonisti della prima fila e appunto Valentino: i convalescenti Iannone e Pedrosa difficilmente potranno reggere il ritmo per i 28 giri, mentre Crutchlow e Smith (come gli altri) non hanno il ritmo. Piuttosto sicuro dei propri mezzi sembra Lorenzo in versione Martillo, anche se «questa forse è stato il terzo tempo peggiore della mia carriera. Ma nell’ultima uscita l’elettronica ha iniziato a dare i numeri, con le marce sul display, e poi mi dava delle strane sensazioni». Altro discorso della gara, dove è consistente e veloce più o meno come Dovizioso. Per una «santa alleanza»?
Marc Marquez, 25 anni, in sella alla Honda: quella di ieri è la terza pole consecutiva a Le Mans MILAGRO
RIMONTA Meglio pensare a quello che si era visto un’oretta abbondante prima, con la qualifica che non ti aspetti. Certo, quando parli di Marc Marquez la sorpresa è sempre relativa. Ma trovare il campione già in forma da pole, tre settimane dopo l’operazione al mignolo sinistro, soprattutto dopo libere a singhiozzo, non era la cosa più prevedibile di questo GP. «Per una volta ho pensato alla gara più che al tempo», si è giustificato lui, sottolineando di
TEMPO REALE SU GAZZETTA.IT
aver fatto tantissime prove differenti, perché questa Honda non la sente più perfetta come nelle 2 stagioni passate. ATTACCO Merito della Yamaha e della Ducati, la prima cresciuta, la seconda rinata, che hanno costretto Tokyo a forzare per recuperare. Ma la Honda punta soprattutto sul motore e non sempre potenza significa tempi più veloci. Così Marc (il suo compagno Pedrosa è soddisfat-
to che l’operazione al braccio destro abbia avuto successo: 8° ma con discrete sensazioni) si è sobbarcato il lavoro di evoluzione, che qui significa soprattutto un forcellone più flessibile. Cosa che ha comportato una lunga messa a punto, ma al momento cruciale non gli ha impedito di piazzare un tempo da stroncare le gambe anche ad Andrea Dovizioso, che puntava decisamente alla pole, e a Jorge Lorenzo, che ha fatto due giorni
INSEGUITORE Come spesso succede Valentino Rossi non ha saputo cogliere il tempo per l’attacco alla qualifica, chiudendo solo 7°, anche dietro Cal Crutchlow (4° con la solita zampata finale), il redivivo Andrea Iannone e la sua spalla sinistra lussata di fresco, e Bradley Smith, protagonista solo del primo giorno di libere. Onesta-
Oggi sul circuito Bugatti di Le Mans (4.185 m) si corre il GP di Francia, 5a tappa del Motomondiale. Tutto in diretta su Sky Sport MotoGP HD. OGGI Warm-up Moto3 8.40-9; Moto2 9.109.30; MotoGP 9.40-10. Gare Moto3
alle 11 (24 giri, 100,4 km); Moto2 alle 12.20 (26, 108,8 km); MotoGP alle 14 (28, 117,2 km). Differite su Cielo: alle 14.15 la Moto3; alle 15.35 la Moto2; alle 18.35 la MotoGP. GAZZETTA.IT Tempo reale, risultati, notizie e fotogallery sul nostro sito.
GAZZETTATV Approfondimenti e collegamenti con i nostri inviati. CLASSIFICHE MotoGP: 1. V.Rossi 82; 2. Dovizioso 67; 3. Lorenzo 62; 4. M.Marquez 56. Moto2: 1. Zarco 73. Moto3: 1. Kent 91.
di libere a livello di Jerez, cioè stellari.
FUGA «Questo non è il Tour de France – dice il maiorchino – qui se vuoi vincere devi cercare di pensare a te e andare il più forte possibile». Tradotto dal «lorenzese»: al semaforo proverò a scappare come ho fatto due settimane fa in modo che nessuno mi possa dare fastidio. Non è dello stesso parere Dovizioso che sente di avere la prima grande occasione della stagione. Andrea non si nasconde e, sulla pista che ama, è pronto a tenere sotto pressione Jorge, magari per una volata a due. Ma con (possibili) sorprese. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Un leone a caccia della gazzella 1Il campione del mondo firma la 25 pole e lancia l’inseguimento al leader del Mondiale a
MARC «LA HONDA 2015 DERAPA TROPPO MA IO NON PARTO PER MARCARE VALE» Mauro Casadio
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SFIDA Probabilmente Marc non lo sa, però oggi è un giorno importante nella sfida ItaliaSpagna in MotoGP. Finora, dal 2002, anno di fondazione dell’attuale classe regina, il computo di vittorie è in perfetta parità: 89 a 89. Chi trionfa oggi a Le Mans si porta in vantaggio. «L’obiettivo è vincere», ripete Marquez. E tutta la Spagna si carica. © RIPRODUZIONE RISERVATA
sputate). Una percentuale stratosferica: 60,9%.
INVIATO A LE MANS
on è il Marc...ziano del 2014, quando faceva quello che voleva. E il dito ancora convalescente non lo aiuta. Per questo, il «numero» in qualifica a Le Mans assume un significato ancora più importante. Marc Marquez appartiene a quella stretta cerchia di fenomeni che riesce a estrarre il coniglio dal cilindro quando meno te lo aspetti. Ieri era uno di quei giorni. Le condizioni facevano pendere l’ago dalla parte della Ducati. Le extrasoft di Borgo Panigale avrebbero dovuto far volare Dovizioso. E in effetti il forlivese ha fatto il suo compitino: 1’32”749. Poi però è arrivata la furia di Cervera: 1’32”246. Mezzo secondo in meno. Pole n°3 della stagione, e n°25 in MotoGP (su 41 qualifiche di-
RITMO Su questa pista, Marquez vede favorito Lorenzo, «anche se io mi sento più vicino rispetto a Jerez. Il problema è che Jorge ha un gran ritmo, e pure Dovizioso è messo bene». L’obiettivo è «provare comunque a vincere, più che pensare a rosicchiare punti nel Mondiale a Valentino. Non dimentichiamoci che io sono 4° nel campionato: prima, da superare, ci sono Lorenzo e Dovizioso…». Il manager Emilio Alzamora ha un sorriso che non finisce più. Il team principal Hrc Livio Suppo continua a ripetere che «fare un tempo del genere, in queste condizioni, è davvero qualcosa di eccezionale. È stato solo 2 decimi più lento rispetto alla sua pole 2014». E allora finalmente, dopo l’ennesimo complimento, Marquez si scioglie leggermente e ammette che «sì, non è stato facile. Nelle libere avevamo provato tante cose, ma la moto era sempre diversa. In qualifica, per fortuna, abbiamo trovato il set up migliore. Vediamo domani mattina (stamani; n.d.r.) nel warm up, importantissimo per capire il mio passo gara. Nelle quarte libere, che servivano proprio a quello, non abbiamo potuto infatti testare nulla in proiezione gran premio».
STANCO Ma il tono di voce che, un paio d’ore dopo, Marc sfodera, non è quello di uno che ha appena fatto l’impresa. E qui emerge il secondo grande punto di forza di Marquez: non accontentarsi mai, guardare il pelo nell’uovo. La perfezione fatta persona. Solo che stavolta il pelo è piuttosto ingombrante: «La moto continua a muoversi troppo. L’anno scorso la derapata era creata ad hoc da me, in questa stagione invece arriva quando non la voglio e io sono costretto sempre a correggere. Sto meglio fisicamente rispetto al 2014, eppure mi stanco di più». Alla Honda stanno cercando di risolvere il problema, ma sembra che la soluzione non sia vicinissima: «Gli altri hanno fatto un passo avanti, noi invece siamo rimasti lì».
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Vittorie dei piloti italiani e spagnoli da quando è nata la MotoGP nel 2002: chi trionfa oggi porta in vantaggio la sua nazione
Dani Pedrosa è al rientro CIAM
nel: «Un grande cambiamento, le sensazioni sono state migliori. Tutto sommato il tempo che ho fatto non è disastroso, sono riuscito a essere più costante e a guidare in modo più fluido. Alla seconda uscita ho cominciato a capire meglio la moto, ma serviva più tempo». E ora, il tanto amato warm-up. I venti minuti in cui Rossi riesce a rivoltare la Yamaha come un calzino facendole spiccare il volo. Valentino, che non ha mai amato alzarsi presto la mattina, ultimamente la domenica fa volentieri questo «sacrificio»: «Spero che sia bel tempo, perché a mio parere il potenziale è buono. Soffro ancora alla prima curva, ma meno. Il problema più grande è che i tre piloti col miglior passo partono in prima fila». Marquez, il grande rivale per il titolo, «è quello con il ritmo più difficile da interpretare, anche se in qualifica è stato molto veloce. Dovizioso e Lorenzo hanno invece il passo più veloce e io al momento sono il 4o, sulla carta fuori dal podio».
ROSSI «CHE SFIGA QUELLA PIOGGIA, PER ORA NON HO IL PASSO PER IL PODIO» INVIATO A LE MANS
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antipasto del Mugello è bello che servito: una pista mitica, un pubblico pazzesco. Valentino Rossi potrebbe adottare tranquillamente Le Mans come circuito di casa, visto che i francesi sono arrivati qui (quasi) tutti per lui. Sono lontani i tempi delle «incazzature» per Bartali (come cantava Paolo Conte). In uno dei templi della velocità, Valentino è venerato come un Dio. Quest’anno, forse, ancora di più, visto che è in testa al Mondiale e può lottare sul serio per la conquista del decimo titolo.
SFORTUNA I campioni però sono cinici. Sentono l’affetto dei tifosi, ma sono più interessati al trofeo da portare a casa, al risultato da conquistare per essere sempre mi-
gliori. In questo senso, il 7o posto di ieri in qualifica non ha fatto sorridere Valentino. Anche se, ormai, sappiamo che quella del sabato è solo la brutta copia del Dottore. E che nel warm up, poi, magicamente, Rossi riesce a sistemare gran parte dei problemi. «Speriamo che il settimo valga come l’ottavo posto», prova a scherzare ricordando la posizione da cui è scattato in occasione delle sue ultime tre vittorie (Phillip Island 2014, Losail e Rio Hondo 2015). «Oggi (ieri; n.d.r.) si è messa di mezzo anche un po’ di sfiga. Avrei avuto bisogno di girare nell’ultimo turno di libere ma purtroppo è piovuto. In qualifica ho usato una moto diversa come assetto, non l’avevo mai guidata prima e all’inizio ho faticato. Avrei avuto bisogno di fare qualche chilometro in più».
METEO Ma perché anche stavolta Vale scatta ad handicap? «È stata una combinazione di fattori — spiega il pesarese —. Da una parte abbiamo sbagliato partendo dalle regolazioni dello scorso anno: la M1 è cambiata e ora va guidata in un altro modo, quindi ci prendiamo la colpa. Dall’altra la pioggia ha scombinato i piani. Avevo anche tenuto una gomma nuova per le libere del pomeriggio, ora me la porterò a casa…». E ride. Forse anche pensando al meteo, che per oggi dà bel tempo: «Nel caso dovesse alzarsi la temperatura, potrebbe esserci solo qualche dubbio sulla scelta della gomma posteriore». mau.ca. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Le vittorie di Jorge Lorenzo su questo tracciato: tre in MotoGP (2009, 2010 e 2012) e una in 250 (2007)
SVEGLIA Il nuovo set-up ha fatto vedere la luce in fondo al tun-
Jorge Lorenzo in forma Jerez CIAM
l’è presa con più calma, ma il terzo tempo di Pecco Bagnaia, miglior risultato di sempre in Moto3, è meritato. «Ho un buon passo, sono competitivo: bisogna sfruttare la prima fila, partire bene e imprimere un buon ritmo», dice giustamente, anche perché alcuni protagonisti, come il dominatore delle prime gare Danny Kent, o come Efren Vazquez dovranno partire dalle ultime file. Bene invece Romano Fenati, quinto: è il suo miglior risultato stagionale in qualifica. «Avrei anche potuto fare meglio se non avessi fatto un errore alla curva 6.
Comunque va bene così: ho un buon passo, mi sento bene sulla mia Ktm».
LE ALTRE CLASSI
Quartararo cade ma resta primo Bagnaia 3o, Fenati 5o 1Fa il giro buono prima di farsi sorprendere
dall’acqua. Rins e Lows ex aequo in Moto2: la pole va al primo perché ha un 2o tempo migliore
Giovanni Zamagni LE MANS
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a sessione di qualifica più corta della storia regala a Fabio Quartararo, 16enne di Nizza, la seconda pole in cinque gare iridate. Fenomenale e anche fortunato: appena dopo aver ottenuto il miglior tempo al 2O giro, ha cominciato a piovere più forte, Quartararo è caduto rovinosamente, assieme al compagno di squadra Jorge Navarro, 2O, ma nessuno ha più potuto portargli via la pole. «Siamo entrati in pista che sta-
va già sgocciolando — ripercorre la sua impresa – ma ho detto al team di preparare comunque l’assetto da asciutto. Ho tirato al massimo e ho conquistato il primo tempo, poi sono scivolato, facendomi un po’ male al mignolo sinistro. Ma in gara non avrò problemi: bisognerà provare a scappare per scongiurare la rimonta di chi è rimasto fregato dalla pioggia». ITALIANI In pratica con due soli giri a disposizione, le qualifiche hanno premiato chi ha tirato fortissimo appena entrato in pista e penalizzato che se
EX AEQUO Sessione molto equilibrata un Moto2: Alex Rins e Sam Lowes hanno ottenuto lo stesso tempo al millesimo, con Rins in pole (la prima in questa categoria) per avere il 2° miglior crono più veloce. A completare la prima fila, il capoclassifica Johann Zarco, terzo ad appena 0”108 dai primi due. Dodicesimo Franco Morbidelli, solo 20° Simone Corsi e 22° Lorenzo Baldassarri. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Motomondiale R GP Francia
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BORGO PANIGALE TRA LE BIG TEAM UFFICIALE E SATELLITE POSITIVI ANCHE A LE MANS 1
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1. Andrea Dovizioso precede Andrea Iannone in qualifica; 2. Prima fila del GP Francia: Dovi (2°), Marc Marquez (1°) e Jorge Lorenzo (3°); 3. L’ingegnere Gigi Dall’Igna segue nel box le qualifiche; 4. Foto di gruppo col Dovi; 5. Danilo Petrucci in costante crescita; 6. Il colombiano Yonny Hernandez MILAGRO-IPP-CIAM-GETTY
«Peccato, occasione sprecata» 1Dovizioso: «Non ero pronto con la testa, ma il tempo di Marc era alla mia portata» Giovanni Zamagni LE MANS (FRANCIA)
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econdo e arrabbiato: c’è da essere ottimisti. In passato Andrea Dovizioso avrebbe gioito per la prima fila, questa volta si rammarica per una pole mancata: buon segno. «Marquez ha fatto un ottimo tempo, considerando anche le condizioni della pista, ma non stratosferico: credo fosse alla nostra portata», sottolinea il Dovi con grinta, consapevole di avere a disposizione una Ducati davvero competitiva. «La pioggia caduta durante l’ultimo turno di libere mi ha un po’ destabilizzato, non mi sono preparato bene mentalmente alla qualifica e per questo non ho sfruttato al meglio tutto il nostro potenziale, tanto che ho fatto lo stesso tempo ottenuto nel 2014
con una GP14 certamente meno competitiva. Peccato, è un’occasione persa, ci tenevo a conquistare la pole», ribadisce con un pizzico di delusione. È l’unica nota negativa di due giorni di prove molto soddisfacenti: la prima fila è comunque un buon risultato, Dovizioso può guardare con ottimismo alla gara. INCOGNITE Anche se, come sempre, non mancano i punti interrogativi. «A parte Lorenzo, che sembra forte e determinato come a Jerez, non è facile interpretare il passo degli altri, di Marquez e di Rossi. La gara è sempre imprevedibile, al di là delle tattiche che si fanno a tavolino. Ce la possiamo giocare, esattamente come abbiamo fatto nei primi tre GP». Andrea si sente a posto, al di là di FP3 non troppo convincenti. Ma c’è una spiegazione. «Ab-
GLI ALTRI MOTORI F.1: LA RIVOLUZIONE DEL 2017
Rifornimenti, uno studio dirà se i costi sono sostenibili ● L’aumento dei costi potrebbe impedire il ritorno ai rifornimenti in F.1 nel 2017. La proposta scaturita dallo strategy group di giovedì a Londra ha infatti trovato d’accordo i principali team, Bernie Ecclestone e la Fia, ma dovrà essere supportata da uno studio di fattibilità che stabilisca se le maggiori spese siano sostenibili, prima di passare alla F.1 Commission e al Consiglio Mondiale per l’approvazione. Così hanno deciso i rappresentanti delle squadre, preoccupati di varare una misura pro-spettacolo (ma lo è davvero?) che alla fine potrebbe rivelarsi un boomerang. Tornare ai rifornimenti, aboliti alla fine del 2009, comporta tutta una serie di voci destinate ad avere un impatto economico. Spese per la gestione e il trasporto dei macchinari per pompare la benzina, ma soprattutto investimenti per riprogettare le monoposto, visto che tutte le squadre si orienterebbero su vetture con serbatoi più piccoli rispetto agli attuali. Anche Toto Wolff, team principal della Mercedes, pur essendo favorevole all’idea, ammette che sia necessario studiarne l’impatto economico: «Le auto sarebbero più leggere (si partirebbe con circa 33 chili di carburante in una gara da due stop contro i 100 chili attuali; n.d.r.) e i piloti potrebbero spingere di più dall’inizio, avendo un consumo di gomme inferiore. Inoltre ci sarebbe più incertezza, a beneficio del pubblico», ha detto Wolff ad Autosport. I team si sono posti l’obiettivo di creare auto più veloci di 56 secondi al giro, grazie a power unit potenziate fino a 1000 Cv, aerodinamica più evoluta e gomme più larghe: «Sarebbero le F.1 più veloci della storia». Mentre per i piccoli team e quelli in crisi si è fatta largo l’idea delle «customer car»: i costruttori potrebbero creare modelli base di F.1 da vendere ai clienti o far gareggiare una loro terza macchina con al volante un pilota giovane.
biamo fatto delle prove, facendo uscite con due moto differenti: quando eravamo pronti per spingere, si è arricciato l’antiscivolo tra le sella e il serbatoio e non potevo guidare bene. Mancava poco tempo, invece di montare una gomma nuova, abbiamo deciso di finire la preparazione per la gara. Non abbiamo girato forte, ma abbiamo lavorato bene», racconta con estrema tranquillità, facendo capire come i tempi del terzo turno di libere non rispecchino il suo potenziale. FLUIDO Non solo. C’è un altro aspetto che lo rende fiducioso. «Sono stato veloce fin da venerdì, con relativa facilità e incoraggiante naturalezza. Poi abbiamo continuato a lavorare bene: stando a quanto si è visto fino adesso, si potrebbe anche ipotizzare di provare ad andare via insieme a Lorenzo,
LA RISCOSSA
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Iannone si piazza in 2a fila: «Non ci speravo. Venerdì avevo sofferto troppo. Per la corsa non so che cosa aspettarmi»
Andrea Iannone nel box CIAM-CAST
però Marquez è sempre molto aggressivo e determinato e Rossi ha un buon passo, anche se parte dalla terza fila». Non si pone limiti il Dovi, che considera tutt’altro che casuale che in prima fila ci siano una Honda, una Ducati e una Yamaha. «Il livello delle tre moto è molto simile, anche se con caratteristiche differenti. Tutte e tre le Case hanno piloti forti, normale che ci sia questo equilibrio». OTTIMISTA Decisamente su di morale anche il compagno di squadra, che sembra aver superato le difficoltà di venerdì, fisiche e psicologiche. «Non mi aspettavo di essere così veloce — è il commento di Andrea Iannone, quinto con la spalla sinistra infortunata martedì scorso al Mugello —, non credevo di poter partire in seconda fila. Venerdì ho sofferto
molto dolore, ma in Clinica Mobile mi hanno curato fino a notte inoltrata e, finalmente, ho potuto riposare bene. Sento ancora male, ma il limite è stato spostato più in là, posso essere più efficace. Per tutta la giornata ho avuto paura di scivolare e di compromettere la mia situazione, ma in qualifica ho spinto, pur non usando la gomma extra soffice». La velocità c’è, rimane la grande incognita della tenuta alla distanza. «Non ho fatto più di quattro passaggi consecutivi, non posso fare alcuna previsione sulla mia tenuta sui 28 giri della gara. Non so bene che cosa aspettarmi, ma ogni giorno la spalla va sempre meglio: devo compensare con il braccio destro la minore forza della parte sinistra. Sono ben allenato, spero di non avere troppi problemi». © RIPRODUZIONE RISERVATA
NOZZE
MONDIALE TURISMO
Festa Red Bull Horner sposa «Ginger Spice»
Vittoria e secondo posto per Lopez L’iridato si esalta al Nürburgring
● Il team principal della Red Bull Christian Horner, 41 anni, si è sposato venerdì con Geri Halliwell, 42: ad accompagnare «Ginger Spice» la figlia Bluebell, 9 anni. Alla cerimonia nella chiesa di San Mary a Woburn (che si affitta per 30 mila euro) anche Stewart, Lauda, Coulthard, Newey e Emma Bunton (Baby Spice).
Geri Halliwell e Horner LAPRESSE
CIV A VALLELUNGA
AL VIA DEL CEV
● (ant. gat.) Josè Maria Lopez supera a pieni voti l’esame di maturità sui 25 km del vecchio Nürburgring, nella quarta prova del Wtcc. Il campione in carica al volante della Citroën C-Elysee vince a mani basse gara-1, scattando dalla pole davanti a Sebastien Loeb e Yvan Muller molto staccati. In gara-2 l’argentino è secondo in volata alle spalle di Yvan Muller mentre Tiago Monteiro (Honda) finisce terzo dopo una rimonta dal 10o posto. Lopez ora comanda con 177 punti, 5 di vantaggio su Loeb, 5o in gara. Bene Gabriele Tarquini (Honda) 6° e 4o. Ottavo D’Aste ritirato in gara-2. Sabine Schmitz (Chevrolet) 10a è la prima donna a conquistare punti in una gara iridata. EURO F.3 Antonio Giovinazzi 2o e 3o nelle due gare dell’Euro F.3 a Pau vinte da Jake Dennis (Prema): per lui 8° podio di fila e leadership.
Sbk: Pirro domina Che brivido E’ leader tricolore per Arbolino: Oggi le rivincite vola via e sviene ● (p.g.) Michele Pirro (Ducati) ha dominato round 3 del tricolore a Vallelunga davanti a Roberto Tamburini (Bmw), al compagno Ivan Goi e all’Aprilia di Alex Andreozzi. Il tester MotoGP è primo in campionato. Gli altri vincitori: Moto3 Di Giannantonio (Mahindra), Supersport Cruciani (Kawasaki), PreMoto3 Nepa (RMU). Oggi via dalle 14.
● LE MANS – (f.f.) La paura è svanita quando mamma e papà Arbolino sono usciti dal centro medico, dove da qualche minuto c’era il figlio: «Ha preso una botta in testa, ma non ha fratture». Tony è stato protagonista di un volo terribile alla prima frenata del Cev Moto3. Il milanese di Garbagnate, 15 anni ad agosto, che corre con il Team Sic58 di
Tony Arbolino sbalzato da sella. A destra la Safety in mezzo al gruppo MILAGRO Paolo Simoncelli e che partiva dal centro della terza fila, ha sbagliato la staccata ed è volato sopra il gruppo, mentre la sua Ktm falciava 3-4 avversari, compreso Nicolò Bulega. Ha perso conoscenza per qualche minuto, ma poi si è ripreso. Paura
anche per l’auto medica in pista e di una bandiera rossa non (o mal) segnalata. Gara allo spagnolo Canet leader del campionato, sul malese Pawl e sull’olandese Bendersneyder (tutti su Honda); 5° Dalla Porta (Husqvarna), 6° Bulega (Ktm), 8° Valtulini (Ktm).
Pallanuoto R Finale gara-3
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Le strisce più lunghe
PALLANUOTO DONNE ● 15: ORIZZONTE CATANIA Le siciliane (nellla foto AP Giusi Malato) hanno vinto quindici scudetti consecutivi tra il 1992 e il 2006.
Atleti e dirigenti della Pro Recco festeggiano il decimo scudetto consecutivo, ventinovesimo in assoluto per i liguri, conquistato ieri coinvolgendo anche i loro piccoli BORSARELLI
Pro Recco supera se stessa Decimo scudetto consecutivo
1Piega Brescia e batte il suo primato 1964-72. Felugo, anche lui a quota
10 tricolori: «Forse il più difficile: non è semplice trovare sempre stimoli» LA GUIDA
Franco Carrella
L’ultimo titolo «delle altre» lo vinse Savona nel 2005
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Gara-1 Pro Recco-Brescia era terminata 8-4, gara-2 Brescia-Pro Recco 12-13 ai rigori. Da quest’anno, la serie è tornata al meglio delle 5 partite. ALBO D’ORO RECENTE 1985, ‘86 Posillipo; 87 Pescara; 88, 89 Posillipo; 90 Canottieri Napoli; 91, 92 Savona; 93-96; Posillipo; 97, 98 Pescara; 99 Roma; 2000, 2001 Posillipo; 02 Pro Recco; 03 Brescia; 04 Posillipo; 05 Savona; 06-15 Pro Recco. LE ALTRE Nel ritorno della finale per il 3° posto, Carpisa Yamamay Acquachiara-Bpm Sport Management 5-8 (sit. 0-2). Nella sfida per il 5° posto, Canottieri NapoliBogliasco 9-8 (sit. 2-0). Sport Management in Champions, Acquachiara e Canottieri in Euro Cup. DONNE Si è giocata anche la finale per il 3° posto del campionato femminile: Despar Messina-Bogliasco 9-5: siciliane in Eurolega. Oggi, gara-2 della finale scudetto: la Mediterranea Imperia ospita la Lantech Padova che conduce 1-0 (ore 21, dir. RaiSport 2).
fLA STORIA
ieci di fila, là dove neppure la mitica squadra di Eraldo Pizzo si era spinta. Missione compiuta: la Pro Recco supera se stessa, aggiornando il primato del ‘64-’72. «L’impero colpisce ancora» è la scritta sulle T-shirt celebrative dei giocatori, già stampate alla faccia della scaramanzia. «Vuol dire che abbiamo investito bene. Paragoni col passato? Era una pallanuoto diversa, non sarebbero giusti» dice Gabriele Volpi, il munifico patron che un anno fa non poté festeggiare in piscina a causa di un acciacco. E la stagione dei liguri non è terminata, perché a fine mese ci sarà la Final Six di Champions League a Barcellona. L’anno prossimo, poi, la nuova missione diventerà la conquista della 3a stella. Onore al Brescia che lotta con le unghie e con i denti, ma il tabù resta: sul campo dei biancocelesti non vince dall’8 maggio 2003, quando Roberto Cal-
ALTALENA Nella serata in cui Igor Milanovic ritrova Niccolò Figari, assente nelle prime sfide tricolori per un infortunio al mignolo sinistro, gli ospiti partono a razzo e colpiscono con facilità da posizione 4: 0-3 in 5’, con Michael Bodegas che si sacrifica generosamente in marcatura sui centri liguri, la zona che dà frutti e Marco Del Lungo molto attento tra i pali. Quando i campioni si fanno più aggressivi, la rimonta è inesorabile: a metà del 2° tempo, mentre il bresciano Nicholas Presciutti colleziona il secondo fallo grave, 3 reti in successione a uomini pari valgono il sorpasso. Le firmano il figlio d’arte Andrea Fondelli con una meravigliosa doppietta («Chissà se anche stavolta papà dirà che ho avuto culo...») e il cannoniere Pietro Figlioli, per il 6-4 che mette il match sulla carreggiata recchese. Anche perché sale in cattedra Stefano Tempesti, un muro davanti alle superiorità numeriche avversa-
PRO RECCO BRESCIA
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(2-3, 4-2, 2-1, 3-1) MARCATORI: 28” C.Presciutti, 2’10” Rizzo, 5’08” Bodegas, 5’26” Prlainovic, 6’49” N.Gitto s.n.; 9’16” Molina, 10’29” Aicardi s.n., 12’34” e 14’01” A.Fondelli, 15’35” Figlioli, 15’56” Rizzo s.n.; 16’45” Aicardi, 21’32” D.Pijetlovic s.n., 22’ Bodegas; 24’37” Figlioli s.n., 26’10” Rizzo s.n., 26’34” D.Pijetlovic, 27’26” N.Gitto. PRO RECCO: Tempesti, D.Pijetlovic, Prlainovic, Figlioli, Giorgetti, Felugo, Giacoppo; F.Di Fulvio, Figari, A.Fondelli, Aicardi, N.Gitto. N.e.: Pastorino. All.: Milanovic. BRESCIA: Del Lungo, C.Presciutti, Molina, Rizzo, Bodegas, D.Fiorentini, Napolitano; Bruni, Pagani, Giorgi, Nora, N.Presciutti. N.e. Dian. All. Bovo. ARBITRI: Gomez e Ceccarelli. NOTE: sup. num. Pro Recco 8 (4 gol), Brescia 13 (2). Usc. 3 f. N.Gitto 29’34”. Amm. Bovo. Spett. 1200.
rie: alla fine, per i ragazzi di Sandro Bovo, la miseria di due gol su 13 occasioni. Sul 9-6, l’ultimo quarto non concede troppe emozioni, ma la rete più bella della serata sì: il 10-7 di Du-
ERRORI «Avevamo iniziato bene, poi abbiamo commesso troppi errori – osserva Bovo, che in estate aveva sorprendentemente stracciato il contratto che lo legava alla Pro Recco –. Certo, rinnoviamo la sfida per la prossima stagione, ma se continuano a sottrarci giocatori sarà sempre dura...». Il riferimento è al francese Bodegas, prossimo alla naturalizzazione e corteggiatissimo dai campioni. «Sono felice di essere entrato in questa finale giusto in tempo per godermi la festa. Meno male che stavolta la serie era su 5 partite», sorride Figari. «Forse è stato lo scudetto più difficile, perché non è facile trovare sempre nuovi stimoli. Ma abbiamo dimostrato di averne ancora più degli altri», rimarca Maurizio Felugo, al 10° titolo personale (il primo lo vinse col Posillipo). In tutti e 10 questi ultimi scudetti liguri compare invece il nome di Tempesti. E’ una sfida che va in archivio con un altro primato da consegnare agli archivi: Massimiliano Caputi, dirigendo gara-2, ha collezionato la 20a finale personale eguagliando Amedeo Clara. Non solo Recco: abbiamo anche arbitri grandi numeri.
Eraldo Pizzo, oggi 77enne
t’Anna (sorta nel ‘66), quella che oggi non riesce a rivedere la luce. Nel ’54 il primo campionato di serie A, nel ‘59 il primo scudetto (allenatore Piero Pizzo), dal ‘64 nove titoli consecutivi nel segno di Eraldo Pizzo e Franco Lavoratori, Alberto Alberani e Mario Cevasco. Fino al 4 agosto ‘73, nove anni di imbattibili-
tà con 153 risultati utili consecutivi (11 pareggi). A spezzare l’egemonia, grazie a uno storico 5-7, la Canottieri Napoli di Fritz Dennerlein, l’inventore della zona. Raccontava alla Gazzetta il portiere genovese Eugenio Merello: «La squadra è invecchiata e non ha ricambi. L’ambiente è impigrito dalle troppe vittorie, attorno a noi c’è clamore ma non vera assistenza. Ferro ha cantato e portato la croce da solo, per troppo tempo». OGGI Dopo decenni di fortune alterne (sottolineando il tris dell’82-’84 con Imre Szikora), ecco dunque un altro straordinario ciclo che stavolta si deve a Gabriele Volpi, 71 anni, magnate del settore petrolifero (logistica), trasferitosi nel ‘76 in Ni-
geria e patron anche dello Spezia Calcio. Della Pro Recco era stato pure giocatore, nel 2005 strappava Pino Porzio ai nemici del Posillipo e cominciava ad acquistare i migliori fuoriclasse: da Vlado Vujasinovic a Tibor Benedek, da Norbert Madaras a Vanja Udovicic, da Boris Zlokovic a Tamas Kasas, da Alex Calcaterra ad Alberto Angelini. Un’eccezionale orchestra capace di incantare anche in Europa sotto la guida del tecnico napoletano, l’uomo delle decisioni a sorpresa: dava l’addio alla panchina nell’estate 2012, per riprenderla a gennaio 2014. In mezzo, l’interregno del fiorentino Riccardo Tempestini, gentleman delle piscine che aveva condotto al successo anche la formazione femminile.
PALLAMANO DONNE ● 11: CASSANO MAGNANO Dominatrici dall’86 al ‘96, fusesi poi nel 2005 con la Virtus Malnago per formare la Pallamano Malnate
PALLAVOLO DONNE ● 11: TEODORA RAVENNA Dall’83 al ‘91 Manuela Benelli (foto Omega) e compagne furono imbattibili, vincendo anche 2 Coppe Campioni
RUGBY DONNE ● 11: RED PANTHERS TREVISO Tricolori dal ‘93 al 2003. Ci sono poi altri 8 scudetti, quelli dall’85 al ‘92, che non sono ufficialmente riconosciuti
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Quando nel regno della focaccia ci si tassò per far nascere la piscina
C’
era un Picasso pittore anche qui: Matteo Antonio, 1794-1879. Ma a dipingere capolavori, in una cittadina di appena diecimila abitanti, sono stati soprattutto quelli della pallanuoto, collezionando la bellezza di 29 scudetti. Nel regno della focaccia al formaggio, la svolta arrivò negli Anni 50, quando si giocava in mare con l’arbitro in barca: il regolamento imponeva una passerella fissa su cui il direttore di gara potesse camminare, e Antonio Ferro (che fu presidente e sindaco) lanciò la «campagna del cemento» per costruire un molo. Il paese si tassò, c’era chi portava direttamente i sacchi oppure offriva soldi per comprarli. Il passo iniziale per lanciare la piscina di Punta San-
caterra risolse al golden gol la splendida gara-5.
INVIATO A SORI (GENOVA)
sko Pijetlovic dai 2 metri («È il miglior centroboa del mondo» dice Milanovic, che nel ruolo è stato il top ogni epoca), nonostante la rocciosa marcatura del’ex Willy Molina. L’11-7 conclusivo è invece di Niccolò Gitto in controfuga. Gli arbitri non perdono mai la bussola, nonostante il clima infuocato.
LA FONDAZIONE Ma quanti anni ha questo club? Nel 2013 ha festeggiato il centenario, però qualche purista storce il muso perché nei primi anni del Novecento esisteva in realtà l’Enotria, dal nome dei bagni che ospitavano le partite. Nel ‘37 sarebbe comparsa per la prima volta la denominazione Pro Recco (va però detto che precedentemente esisteva già la polisportiva), nel vittorioso torneo di Prima divisione. Raccontavano a Camogli gli storici rivali della Rari Nantes, con cui certi derby finivano in malo modo: «L’importante per Recco era far risultare la data di fondazione antecedente alla nostra...». Anno di nascita 1914. f.carr. © RIPRODUZIONE RISERVATA
PALLANUOTO UOMINI ● 10: PRO RECCO Il 29° scudetto (Felugo nella foto AP) è il 10° in fila. Nel 2002 aveva interrotto un digiuno che durava dall’84. 9 SCUDETTI SQUADRA SPORT ANNI COMENSE BASKET DONNE ‘91-’99 PRO RECCO PALLANUOTO ‘64-’72
7 SCUDETTI MPS SIENA BASKET ‘07-’13 VOLTURNO PALLANUOTO D. 85-91 VICENZA BASKET DONNE ‘82-88 AMATORI MI RUGBY ‘38-46 NOVARA HOCKEY PISTA ’69-75
6 SCUDETTI LORENZONI BRA H. PISTA 74-79 NOVARA HOCKEY PISTA ‘97-02 TRIESTINA HOCKEY PISTA ‘37-42 Con 5 scudetti: 12 squadre
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Atletica R Diamond League a Shanghai
DOMENICA 17 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
Bondarenko-Barshim Riparte la sfida al cielo
1Oggi primo duello stagionale fra i due protagonisti dell’alto. Da
seguire anche Kirani James nei 400. Diretta su Fox Sport 2 alle 13
VAI KIRANI Tanti altri i temi di giornata: dai 400 di Kirani James, contro il quale il LaShawn Merritt di questa prima parte di stagione potrà poco, ai 100 di Shelly-Ann Fraser e Veronica Campbell. Poi la sfida nei 110 hs tra gli statunitensi David Oliver e Aries Merritt e i giovani cinesi orfani di Liu Xiang che, dopo l’annuncio del definitivo ritiro, al termine del meeting verrà festeggiato dal suo pubblico. Quindi il mezzofondo, con Jairus Birech nei 3000 siepi e, in campo femminile, Eunice Sum negli 800 e Agnes Tirop, campionessa del mondo di cross, nei 5000. Dopo l’impalpabile presenza di Libania Grenot nei 400 di Doha, nessun azzurro in gara. Diretta su Fox Sport 2 (canale 213 di Sky) alle ore 13.
Andrea Buongiovanni INVIATO A SHANGHAI (CINA)
C
on ancora negli occhi le imprese di venerdì a Doha, la Diamond League, nemmeno 48 ore più tardi, fa tappa a Shanghai, dove le condizioni meteo si preannunciano favorevoli: una temperatura intorno ai 25° e umidità contenuta. L’attesa è tutta per la sfida nell’alto tra Mutaz Barshim e Bohdan Bondarenko. I due, che a differenza di certi velocisti non hanno alcuna paura ad affrontarsi, si ritrovano per la prima volta nell’anno dopo che la scorsa stagione le rispettive strade si sono incrociate sette volte, con un bilancio leggermente favorevole all’ucraino (4-3), che si è aggiudicato anche l’ultimo scontro diretto, quello di Marrakech per la Continental Cup (ma il bilancio complessivo è di perfetta parità, 8-8). Insieme, nel 2014, hanno superato il muro dei 2.40 addirittura nove volte (5-4 per Bondarenko, ma Barshim con 2.43 è andato un cm oltre il rivale e ha vinto la Diamond League). Mutaz, escludendo il successo ai campionati arabi di Manama, in Bahrain, del mese scorso con 2.19 (poi s’è fermato per il maltempo), è sostanzialmente al debutto all’aperto (indoor, in febbraio, ha saltato un 2.40 e un 2.41). Bohdan domenica scorsa a Kawasaki, in Giap-
Mutaz Barshim sull’asticella. Il qatarino ha chiuso il 2014 con 2.43, la miglior misura dal 1988 REUTERS
PICHARDO A ROMA
pone, ha esordito con 2.37. Insomma: si volerà a quote alte, è garantito.
Il Golden Gala gongola: le stelle di Doha, Pedro Pablo Pichardo (18.06 nel triplo) e Justin Gatlin (9”74 nei 100) il 4 giugno saranno in gara all’Olimpico di Roma. La più bella gara della storia della specialità, con anche Christian Taylor a 18.04, ha però un triste strascico: Teddy Tamgho, il francese già campione del mondo che s’è rotto il tendine d’Achille sinistro, in Qatar è già stato operato a Doha e i tempi di recupero saranno molti lunghi. «Dopo il record – dice intanto Pichardo – speravo che qualcuno mi battesse per stimolarmi a fare ancor meglio, ma ho rinunciato a due prove perché coach Osorio non ha voluto strafacessi».
IL RECORD Una nuova caccia al 2.45 del record del mondo di Javier Sotomayor sta dunque per cominciare. «Per esprimermi al meglio – dice il 25enne ucraino – ho bisogno di gareggiare e di trovare concorrenti di livello. E’ quel che ho fatto l’anno passato, ha funzionato e non vedo perché dovrei cambiare. Mi mancano alcuni lavori di qualità, ma dopo il meeting dello scorso weekend ho deciso che mettermi alla prova a Shanghai sarebbe stata la cosa mi-
BOHDAN BONDARENKO ucraino, 25 anni, è alto 1.97 per 80 kg. Ha un primato personale di 2.42 fissato nel 2013 ed è campione mondiale (Mosca 2013) ed europeo (Zurigo 2014) in carica
Ippica R Oggi la classica per eccellenza a Roma
Derby: Goldstream-Sound una coppia imbattibile? Nicola Melillo ROMA
S
e c'è una corsa per fare la storia, questo è il Derby. E oggi a Capannelle va a caccia della storia Stefano Botti, trainer del momento, che appena 3 settimane fa si portò a casa Parioli, Regina Elena e Botticelli. Proprio in quella giornata sono arrivate candidature a go go per il Nastro Azzurro. E così oggi il trainer di Cenaia, vincitore nel 2011, 2013 e 2014, presenta la bellezza di 6 allievi su 15 partenti. E sono loro le carte più pesanti sui 2200 metri del Derby 2015. GOLD&SOUND Brillano ancora gli occhi di chi c'era al Botticelli: la volata di Goldstream, imbattuto in 4 corse, fu devastante. Un allungo e via, 3 lunghezze su Time Chant (altro allievo di Stefano Botti e oggi al via) e 9 sugli altri. Come non darlo favorito oggi? Si può, perché nel Regina Elena fece stropicciare gli occhi l'altra imbattuta Sound of Freedom, che prova oggi a strappare una vittoria al femminile che manca dal 1936 (Archidamia). Unico dubbio la distanza, ma quel finale messo in mostra sul miglio dell'Elena vale tanto. Ultima novità invece, l’acquisto di Goldstream da parte della scuderia Effevi di Felice Villa, già proprietaria di Sound of Free-
gliore». «Negli ultimi mesi – sostiene il 23enne qatarino – ho sviluppato gli aspetti mentali e psicologici legati all’essere atleta di vertice nell’alto. Prima di una gara devo rimanere da solo, rilassarmi, riposarmi e... guardare cartoni animati». I due oggi, tra gli altri, troveranno lo statunitense argento olimpico Kynard, il russo neo campione europeo al coperto Tsyplakov e il cinese Zhang Guowei, il mese scorso capace di un 2.35.
Goldstream, allenato da Stefano Botti, è imbattuto dopo quattro uscite GRASSO
Montegiorgio: brilla Smeralda ● Ieri a Montegiorgio altra perla di Smeralda Jet (A. Di Nardo). La figlia di Gigant Neo ha dominato il GP San Paolo in pratica dall’inizio alla fine (ha fatto solo uno scambio al via con Spinello Jet, finito secondo) e ha conquistato in scioltezza in 1.13 il terzo GP del 2015 dopo Trinacria e Regione Campania. ● GP ORLANDI Oggi a Modena un GP Orlandi (m 1600) in tono minore. Dieci al via con Radiofreccia Fi che può far valere il suo curriculum, anche
se i veloci Miguel Wf e Papandreu e Rue du Bac non sono avversari da sottovalutare. ● IERI 15-6-4-16-14 A Montegiorgio (m 1600): 1 Radice del Nord (L. Becchetti) 1.13.1; 2 Prime Team; 3 Raissa Sere; 4 Oklaoma Ek; 5 Rivale d’Amore; Tot.: 2,28; 1,65, 3,11, 5,86 (30,28). Quinté: Quarté: 7.266,93. Tris: 285,17. ● OGGI SI CORRE A Trotto: Modena (15.15), Napoli (14.50) e Torino (15.10). Galoppo: Roma (14.30) e Milano (14.40).
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MUTAZ ESSA BARSHIM qatarino, è alto 1.92 e pesa 70 kg. Ha un primato personale di 2.43, centrato il settembre scorso nella tappa finale della Diamond League a Bruxelles
TACCUINO MARCIA A MURCIA
Oggi Giorgi e Rigaudo in Coppa del Mondo Oggi a Murcia (Spa) Coppa Europa di marcia. Da seguire Giorgi e Rigaudo nella 20 km donne, De Luca nella 50 km, Rubino, Fortunato, Antonelli e Dei Tos nella 20 km maschile. ● TRICOLORI 10.000 Oggi a Isernia campionati italiani dei 10.000. Fra gli uomini in gara El Mazoury, Rachik, Cominotto, D’Onofrio, Bona, Zanatta, Scaini, Gariboldi e Carletti. Fra le donne Dal Ri, Galimberti, Roffino, Pinna, Del Fava, Pulina, Brogiato e Silvia La Barbera. ● MEETING GAVARDO (w.b.) Oggi a Gavardo (BS) in gara il campione mondiale ed europeo dei 60 indoor Richard Kilty nei 100, il connazionale Mark Lewis Francis e il vice campione europeo dei 400 Matthews Hudson-Smith. Presenti gli azzurri Cerutti e Tumi (100), nel lungo Jacobs e la sfida nel lungo tra Vicenzino e Strati. Nei 1500 Yema Crippa, Bussotti con El Kabbouri negli 800. ● LANCI HALLE (si.g.) Così ad Halle (Ger), dove David Storl 24 ore dopo Doha ha ottenuto 21.72 nel peso. Uomini. Peso: Storl 21.72. Jr (6 kg): 3. BIANCHETTI 19.24. Disco: C. Harting 67.93 (mpm ‘15); Harradine (Aus) 65.47. Martello: Fajdek (Pol) 82.76 (mpm ‘15). Giavellotto: Vetter 82.13; 6. BONVECCHIO 74.65. Donne. Peso: 8. NICOLETTI 16.02. Disco: Fischer 63.59. Martello: Liu Tingting (Cina) 71.40; 9. SALIS 62.52. ● MULTISTAR Il polacco Pawel Wiesolek con p. 7863 e la greca Sofia Yfantidou (5900) hanno vinto il Multistar a Firenze. Nel decathlon Simone Cairoli (3°) ha portato il personale a 7611 punti.
Rugby R Pro 12: ultimo turno dom. Una coppia terribile dunque, pronta a regalare al suo proprietario il quarto Derby dopo quelli di Awelmarduk (2007), Crackerjack King (2011) e Dylan Mouth (2014). TEDESCHI E NON SOLO Su 15 al via due sono tedeschi e, anche se privi di linee importanti, fanno paura, come insegna il passato (nel 2012 trionfò Feuerblitz). Graasten piace più di Summer Paradise, che sarà montato da Miki Cadeddu, ex attore (Ciccio di «Un medico in famiglia») ma soprattutto figlio d'arte. Tra gli altri italiani Greg Pass, ottimo nel Filiberto, e Azari, piaciuto nel finale del Parioli vinto da Hero Look in cui fu secondo. Stefano si affida anche a Firun, Ora dei Desideri e Roccia d'Oro, ma c'è un altro Botti al via, e conta tanto: è General Sherman, 3° nel Parioli, con cui Edmondo, cugino di Stefano, punta a conquistare il doppio Derby da fantino (con Awelmarduk) e da allenatore. Prima c'è riuscito solo Enrico Camici, l'uomo di Ribot. ALTRI DUE GP Oggi anche due gruppi 3: il D'Alessio (m. 2400) con Dylan Mouth al via, e il Tudini (m. 1200) con Omaticaya che cerca il bis. Ore 17.55 - DERBY (gr. 2, m 2200) 1 Appunto (A. Fresu); 2 Azari (U. Rispoli); 3 Firun (C. Colombi); 4 General Sherman (C. Fiocchi); 5 Goldstream* (C. Demuro); 6 Graasten (A. Starke); 7 Greg Pass (F. Bossa); 8 High Explosive (L. Maniezzi); 9 Misty Love (P. Convertino); 10* Ora dei Desideri (P. Borrelli); 11 Panther Cat (G. Bietolini); 12 Roccia D’Oro (A. Atzeni); 13* Sound of Freedom (F. Branca); 14 Summer Paradise (M. Cadeddu); Time Chant (D. Vargiu). © RIPRODUZIONE RISERVATA
Treviso getta via la quarta vittoria Zebre, un altro crollo TREVISO-SCARLETS 13-17
CARDIFF BLUES 29 ZEBRE 5
MARCATORI: p.t. 13’ m. Giazzon, 20’ c.p. Hayward, 26’ c.p. Priestland, 30’ m. Hayward; s.t. 21’ m. L. Williams tr. Priestland, 29’ m. S. Evans tr. Priestland. TREVISO: Hayward; Pratichetti, Morisi, Bacchin (1’ s.t. Esposito), Ragusi; Christie, Seniloli; Luamanu, Minto, Derbyshire (36’ s.t. Cattina); Van Zyl (15’ s.t. Swanepoel), Pavanello (8’ s.t. Fuser); Harden (18’ s.t. Manu, 29’ s.t. Harden), Giazzon (24’ s.t. Anae), Zanusso (32’ s.t. Acosta). All. Casellato. SCARLETS: L. Williams; Warren, Parkes, S. Williams, S. Evans; Priestland (38’ s.t. D. Jones), G. Davies (25’ s.t. R. Williams); Barclay, J. Davies, A. Shingler (26’ s.t. Pitman); Rawlins, Ball (38’ s.t. Earle); Edwards (8’ s.t. W. Jones), Owens, R. Evans (21’ s.t. John). All. Pivac. ARBITRO: Clancy (Irlanda). NOTE: p.t. 13-3; spettatori: 3895. Nessun giallo. Calci: Treviso 1/3 (Hayward 3 pt), Scarlets 3/3 (Priestland 7 pt). Uomo del match: Van Zyl. Punti: Treviso 1, Scarlets 4. TREVISO Sciupa negli ultimi 20’ la quarta vittoria stagionale il Benetton che festeggia l’approdo in Champions cup chiudendo in classifica davanti alle Zebre,. Vantaggio anche di 10 lunghezze con le due mete nel primo tempo di Giazzon e Hayward (13-3). Al 5’ della ripresa clamoroso errore di Seniloli che perdeva l’ovale in mezzo ai pali. Così, dopo la standing ovation per Van Zyl che lascia Treviso dopo 8 stagioni, la rimonta dei gallesi con due mete e trasformazioni di Priestland. EMANUELE SPIRONELLO
MARCATORI: P.t. 30’ m. Cuthbert, 35’ m. Jenkins tr. Patchell. S.t. 9’ m. Cuthbert, 17’ m. Patchell tr. Patchell, 29’ m. Bernabò, 40’ m. G. Smith. CARDIFF BLUES: Summerhill; Cuthbert, Isaacs, Evans (26’ s.t. G. Smith), R. Smith (11’ s.t. Anscombe); Patchell, Knoyle (28’ p.t. L. Williams); Navidi (20’ s.t. Vosawai), Warburton, Cook; Reed (31’ s.t. Turnbull), Paulo; Jones (20’ s.t. Filise), Dacey (11’ s.t. R. Williams), Jenkins (20’ s.t. Davies). All.: Hammett. ZEBRE: Berryman; Toniolatti (20’ s.t. Iannone), Mi. Bergamasco, Garcia, Odiete; Orquera, Leonard (18’ s.t. Palazzani); Vunisa, Van Schalkwyk (35’ s.t. Cristiano), Ma. Bergamasco (19’ s.t. Ferrarini); Bortolami (11’ s.t. Bernabò), Geldenhuys; Chistolini (11’ s.t. Redolfini), Fabiani (24’ s.t. D’Apice), De Marchi (18’ s.t. Lovotti). All.: Jimenez. ARBITRO: Conway (Irl). NOTE p.t. 12-0. Gialli: p.t. 34’ Bortolami. Calci: Patchell 2/4 (4 punti), Paulo 0/1, Orquera 0/1. Man of the match: Cuthbert. Punti: Cardiff Blues 5, Zebre 0. CARDIFF Le Zebre chiudono la terza stagione con la 19a sconfitta. Ultima di club per Mauro Bergamasco. MATTEO PIA RISULTATI: Benetton Treviso- Scarlets 13-17; Cardiff Blues-Zebre 29-5; Connacht-Ospreys 20-24; EdimburgoLeinster 23-36; Glasgow WarriorsUlster 32-10; Munster-Newport Dragons 50-27. CLASSIFICA: 1. Glasgow 75; 2. Munster 75; 3. Ospreys 74; 4. Ulster 69; 5. Leinster 62; 6. Scarlets 57; 7. Connacht 50; 8. Edimburgo 48; 9. Newport 42; 10. Cardiff 35; 11. Treviso 19; 12. Zebre 15. Semifinali: venerdì 22 maggio Glasgow-Ulster; sabato 23 maggio Munster-Ospreys.
Pallavolo R Finale femminile, gara-5
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NOVARA
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CASALMAGG.
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(23-25, 25-22, 23-25, 20-25) IGOR GORGONZOLA NOVARA: Hill 3, Chirichella 5, Barun 17, Klineman 23, Guiggi 9, Signorile 3; Sansonna (L), Partenio 5, Bonifacio 1. N.e. Zanette, Alberti, Kim. All. Pedullà. POMI’ CASALMAGGIORE: Gennari 18, Gibbemeyer 9, Ortolani 15, Tirozzi 17, Stevanovic 14, Skorupa 1; Sirressi (L), Bianchini. N.e. Klimovich, Quiligotti, Agrifoglio. All. Mazzanti.
3
ARBITRI: La Micela e Rapisarda. NOTE Spettatori 3500. Durata set: 34’, 33’, 33’, 30’; totale 130’. Igor Gorgonzola: battute sbagliate 6, vincenti 7, muri 15, 2a linea 10, errori 13; Pomì: battute sbagliate 8, vincenti 1, muri 14, 2a linea 10, errori 24. SERIE Novara-Casalmaggiore 2-3 (3-2, 1-3, 3-1, 2-3, 1-3)
4
● 1. Valentina Tirozzi, la capitana e mvp, alza la coppa nel tripudio del podio ● 2. Un attacco di Serena Ortolani ● 3. L’allenatore Davide Mazzanti e Serena Ortolani, i due sono sposati e hanno una figlia ● 4. Alessia Gennari, nata a Parma, a 30km da Casalmaggiore TARANTINI
Casalmaggiore, è tutto vero
1La Pomì batte Novara al quarto set: è scudetto per la Cenerentola cremonese
Gara perfetta delle ragazze di Mazzanti, abili a sfruttare le lacune dei piemontesi
Gian Luca Pasini INVIATO A NOVARA
E
venne la sera in cui il pomodoro si trasformò in carrozza e poco prima della fatidica mezzanotte resa famosa da Cenerentola la storia di Casalmaggiore si è trasformata in favola. Proprio come aveva pronosticato il suo «Principe azzurro» Davide Mazzanti un minuto dopo la fine della quarta partita che aveva rilanciato le quotazioni in rosa. Una favola che non finisce più, una favola che racconta di una pallavolo ruspante, nel centro più piccolo di tutta la serie A. Che mescola alla modernità un volley che non c’è più, quello in cui vincevano i non capoluoghi di provincia come Vignola o Scandicci. CREMONA Una squadra itinerante (a causa del crollo del tet-
L’ALBO D’ORO
to del palasport di Viadana) ha trovato la nuova casa in Cremona facendo innamorare una piazza appassionata di calcio, canottaggio e basket maschile. Che nelle ultime settimana si è scoperta esperta di bagher e schiacciate grazie all’epopea di questa «Cenerentola» della pallavolo, capace di sovvertire il pronostico, non una ma cinque volte durante tutto l’anno. Sembrava sul punto di crollare quando aveva perso la qualificazione in Coppa Italia e invece in un playoff capolavoro ha co-
QUELL’ULTIMA PALLA È STATA LA FOTOCOPIA DELLE FINALI: NON VOLEVA MAI CADERE, POI È ANDATA GIÙ
struito questo incredibile scudetto. «Non succede, ma se succede...», era il mantra dei tifosi casalaschi. E’ successo per tante ragioni. A cominciare dal tecnico Mazzanti, già scudettato a Bergamo e troppo presto etichettato in maniera negativa. Ha lavorato su se stesso. Ha lavorato sulla squadra che è cresciuta di partita in partita, con meno centimetri delle avversarie, ma con tecnica e tenacia a compensare. Insomma sempre di favola si tratta, ma qui non c’è nessuna fata con la bacchetta magica: quello che hanno conquistato Valentina Tirozzi (eroica anche in gara-5) e compagne è frutto del lavoro in palestra e al massimo di tanta tattica.
VALENTINA TIROZZI CAPITANA CASALMAGGIORE
ERRORI Il principe azzurro (con moglie e figlia in squadra!) Mazzanti gioca le tutte le sue carte, prepara la partita molto bene, come le altre in preceden-
1948 e 1949 Invicta Trieste 1950 Lega Nazionale Trieste 1951 e 1952 Fari Brescia 1953 Audax Modena 1954 e 1955 Minelli Modena 1956 - 1959 Audax Modena 1960 - 1962 Casa Lampada Trieste
1962-63 Muratori Vignola 1963-64 UISP Sesto Fiorentino 1964-1968 Max Mara Reggio Emilia 1968-70 Fini Modena 1970-71 Cus Parma 1971-73 Fini Modena 1973-76 Valdagna Scandicci
15.348 ● Gli abitanti di Casalmaggiore: il comune più piccolo a vincere una scudetto nel volley donne. Vignola (Mo), che vinse nel 1962-63, ne aveva 15.459 (a.a.)
2
● Gli scudetti di Davide Mazzanti e Serena Ortolani, entrambi lo avevano già conquistato con la maglia di Bergamo nel 2011
za, ed evidenzia le lacune di Novara, macchina da guerra che vinceva tutto fino alla finale scudetto. Basterebbe dire che la squadra di Pedullà ha perso 3 gare in tutta la stagione italiana e 3 gare nella finale scudetto. Questo esalta ancora di più i meriti di Casalmaggiore che ieri sera festeggiava sul campo di Novara sotto gli applausi dei tifosi avversari, nonostante le paure del questore che aveva ridotto la capienza dell’impianto. E’ finita in un diluvio di lacrime con la curva rosa dei tifosi Pomì che si riversava sul campo e con le ragazze che continuavano a ripetere che non ci credevano. «E’ stato davvero incredibile, ancora non ci rendiamo conto di quello che abbiamo fatto. Ma forse così smetteranno/smetterete di dirci che siamo sorprese. Questo ci ha fatto un po’ rabbia, ma ci ha caricate a mille». Favola fino alla fine.
clic PAESE DEL CANOTTAGGIO CON 4 MEDAGLIE AI GIOCHI PRIMO TITOLO IN PROVINCIA ● Entrando in paese, a Casalmaggiore, il monumento che si incontra è una riproduzione di un’imbarcazione di canottaggio. Casalmaggiore è la culla dello sport a remi. Nella sua storia ci sono 4 medaglie olimpiche, tutte nel 4 di coppia con Gianluca Farina (oro a Seul 1988 e bronzo a Barcellona 1992) e Simone Raineri (oro a Sydney 2000 e argento a Pechino 2008). E ieri ha centrato il primo scudetto in uno sport di squadra per la provincia di Cremona.
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1976-77 Alzano Bergamo 1977-78 Burro Giglio Reggio Emilia 1978-79 2000 Uno Bari 1979-80 Alidea Catania 1980-91 Teodora Ravenna 1991-95 Latte Rugiada Matera 1995-99 Foppapedretti Bergamo
1999-2000 Phone Limited Modena 2000-2001 non assegnato 2001-2002 Foppapedretti Bergamo 2002-2003 Despar Perugia 2003-2004 Radio 105 Bergamo 2004-2005 Despar Perugia 2005-2006 Radio 105 Bergamo
2006-2007 Despar Perugia 2007-2010 Scavolini Pesaro 2010-2011 Norda Bergamo 2011-2012 Yamamay Busto Arsizio 2012-2013 Rebecchi Piacenza 2013-2014 Rebecchi Piacenza 2014-2015 Pomì Casalmaggiore
LA FESTA DEI TIFOSI pubblico che alza i decibel dal terzo set in poi, ossia dal momento in cui tutto si compie: quelli che prima erano applausi timidi, nel terzo parziale diventano boati ad ogni punto, nel quarto addirittura ad ogni salvataggio. C’è pure chi è arrivato da Bergamo perché, amico di Mazzanti, conosceva Casalmaggiore dai tempi dell’Adb Cucine, serie A-2 negli anni ’80, e pur di non vedersela da solo a casa ha scelto una cattedrale di provincia per una sera. L’estasi passa concretamente da tanti cliché: birra e salamelle, tifo esperto, indotto o profano. Scaramanzie e posti scambiati per propiziare un punto o una rimonta. L’ultimo punto non sorprende nessuno e c’è chi esulta molto prima che Mazzanti scatti come una molla dalla panchina: Casalmaggiore ha già metabolizzato il suo capolavoro. O forse no. Forse se ne renderà conto solo tra qualche anno.
Birre, salamelle e passione nella Torcida lungo il Po 1Tre maxischermi nei paesi sulle rive del fiume dove la pallavolo ha conquistato tutti
Giovanni Gardani RIVAROLO DEL RE (CR)
E’
una notte scolpita nel terreno della fertile Pianura Padana, una di quelle che qui si narrerà ancora tra cent’anni ai nipotini. Come una favola, quella che Mazzanti cercava, passando da Pollici-
no a Cenerentola, solo che al posto di una zucca ci hanno messo un pomodoro. Qui a Rivarolo del Re, nella patria del Consorzio Casalasco, che ha dato e ancora dà lavoro a generazioni di operai della terra, ieri sera tramite l’emanazione sportiva di quell’industria, la Pomì Volley Casalmaggiore, il regalo è stato enorme ed eterno. «Ieri si è aperto il cielo con bombe d’acqua e fossi straripati – racconta prima del match il sindaco di Rivarolo del Re Marco Vezzoni - . Speriamo che stasera il cielo si apra anche per la Pomì». E’ tutto vero, anche se qualcuno stenta ancora a crederci. Novara cade ancora alla quinta finale, Casalmaggiore
conquista lo scudetto alla sua prima, al suo secondo anno di A-1. Quando si dice bruciare le tappe e insegnare ai grandi. MAXIFESTA Parte piano la serata davanti al maxischermo di Rivarolo, gemello di quelli piazzati tra Cremona e Casalmaggiore, in riva al Po. Come per il PalaRadi, vale lo stesso assioma: ci si scalda piano piano. E quando la Pomì strappa il primo set, qualcuno è ancora a tavola, a gustare i cibi di questa terra, quasi sorpreso dall’inizio veemente delle ragazze di Mazzanti. C’è chi di volley sa tutto da una vita, chi non sa nulla e si affida al punteggio in sovraimpressione, o agli ululati di un
Uno dei tre maxischermi, a Rivarolo del Re, a 8 km da Casalmaggiore
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L’evento R La prima tappa
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L’AMBASCIATRICE
Valentina Marchei «Amo correre Colpa di papà» 1La pattinatrice azzurra è
figlia di Marco. ex azzurro della maratona: «Io farò la mezza
Fabrizio Turco
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alentina Marchei è l’eccellenza italiana nel mondo del pattinaggio artistico. Eppure, abbandonati i pattini e le lame, Vale si riscopre con la corsa nel sangue. «E’ vero, sarà forse perché papà Marco ha partecipato a due maratone olimpiche, a Mosca 1980 e a Los Angeles 1984. In realtà, correre mi è sempre piaciuto. Senza tempo e senza frenesie, proprio come qui a Torino per la Color Run».
Color Run a Torino: trionfo Una gran festa per 25.000
1Rcs Sport ha dovuto cambiare la location dal Valentino allo Juventus
Stadium per dare uno spazio adeguato alla marea multicolore dei corridori
luogo fino ad oggi dedicato al Dio bianconero Eupalla, un sano pomeriggio di sport attivo. Maglietta bianca, almeno alla partenza, occhialini TORINO da piscina per proteggere la vista, cappellino e opo la grandine e i nubifragi, l’arcobaleno, scarpe da running di riserva il look, simile alla per un giorno. A colorare l’asfalto della pe- maggior parte dei partecipanti pronti a sottoporriferia torinese ci ha pensato la prima tap- si ad ogni chilometro al rito dello «spruzzo», delpa dell’edizione 2015 della «The Color Run». Un la polvere magica (a base di mais, anallergica e successone, tanto che RcsSport biodegradabile). Pettorale roha dovuto chiudere in tutta sa, non poteva essere diverso, fretta le iscrizioni a quota 25 LA CHIAVE rischiamo di perdere il turno di mila e cambiare location, troppartenza attirati dalla musica po angusto il Parco del Valentidi Radio105 e dal preriscaldano per ospitare una marea mulmento. Mica flessioni e allunticolore di runner, l’area adiagamenti, roba d’antan, oggi i cente lo Juventus Stadium idemuscoli si scolpiscono a tempo ale per accogliere la festa. Le prossime tappe: 23/5 di zumba. Glutei sodi, signore e Triplicati gli iscritti, mutato il Firenze, 6/6 Trento, signorine pronte a mostrare il palcoscenico, la 5 km più diverduro lavoro tra dieta e palestra, 20/6 Trieste, 27/6 tente del pianeta è andata in anche se la cellulite ed il soscena lungo le strade solita- Genova, 11/7 Bari, 1/8 vrappeso hanno la meglio. Si mente percorse in auto da tifosi Rimini, 12/9 Milano parte, con il sacchetto in mano di calcio. Abbandonate per un di polvere colorata, l’inizio di pomeriggio auto, moto e biciclette, dalla tarda quella che più che una corsa senza cronometro è mattinata è iniziato il rituale prima dello start: una camminata festosa. Si suda per il sole e si partenze scaglionate a gruppi di 300 alla volta. socializza. Tanti i giovani, famiglie che spingono i figli nel passeggino, i cani (anche loro multicoL’ESPERIENZA Memore dell’esperienza dell’edi- lori), belle ragazze, inutile nasconderlo, vestite zione passata, questa volta abbiamo lasciato a (quelle vestite visto che abbondano i bikini da casa la tuta firmata, le scarpette da 150 euro, e spiaggia) in modi bizzarri: maschere da sub, l’auto. Meglio il tram, per evitare di imbrattare i parrucche multicolori, creste di capelli multicosedili al ritorno, l’obiettivo, ricoprire di colore il lori. Ad ogni chilometro lo stop per tatuarsi sul
Francesco Bramardo
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Che effetto le fa ritrovarsi ambassador della Color Run? «Questo è davvero il mio posto. Lo scorso anno partecipai a Milano e mi divertii un sacco. Stavolta ho avuto anche la possibilità di fare l’ambassador: meglio di così…» Emozionata? «Mi piace ma sono emozionata. Il piacere è legato alla passione per la corsa, l’emozione invece è per da questa marea enorme che si è messa in calzoncini e maglietta per correre». 25 mila persone sono tanta roba anche per chi è abituato alla folla, non trova? «Tanta gente così non viene a seguire il pattinaggio nemmeno se riunissimo tutti i campioni olimpici in un unico palazzetto». Come si passa dal pattinaggio alla corsa? «Da quando ho scelto di lasciare il singolo e di fare coppia ho ancora più opportunità perché il mio preparatore atletico è Gianni Perricelli, 2° ai Mondiali di Goteborg nella 50 km di marcia. E oggi Gianni allena anche Eleonora Giorgi, che ha partecipato ai Giochi di Londra». Che benefici le dà la corsa? «Guardi, io quando corro sto molto meglio. Ecco perché vado spesso anche con le amiche; anziché un aperitivo, meglio una corsa. Che poi rappresenta anche un’occasione per far muovere chi di solito sport non ne fa». Quali sono i suoi prossimi obiettivi da runner? «Mi piacerebbe provare la mezza maratona. La farò appena smetterò di pattinare».
Valentina Marchei, 28 anni, colorata e felice
corpo più colore possibile prima del traguardo (giallo, verde, azzurro, viola). Il selfie più gettonato è nel parcheggio dello Stadium, i runner di fede bianconera si mettono in posa nell’anno magico del possibile triplete, gli altri abbassano la testa e tirano dritto. La festa di gruppo deve però ancora cominciare. L’apoteosi, l’esplosione di colori è al traguardo finale. Come in un villaggio estivo gli animatori invitano a gettare in aria la polvere colorata e stellata con le buste di glitter consegnate all’arrivo. Cullati da una musica assordante ha inizio la «runnerdance» il ballo dei partecipanti, sporchi e felici come bimbi dentro una pozzanghera. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il 3 ottobre la Electric Run C’è l’iscrizione scontata ● Dopo la data del 25 aprile al Parco di Monza Torino ospiterà anche la Electric Run, la «5 km più luminosa del pianeta»” portata lo scorso anno in Italia da RCS Sport. L’evento si disputerà il 3 ottobre al Parco Dora che l’aveva già ospitato al debutto l’anno scorso. Come promozione fino al 23 maggio sarà possibile iscriversi collegandosi al sito www.electrirun.it pagando 27 euro e non 31: basterà inserire il codice promo “SOLOXCOLORRUNNER”.
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DOMENICA 17 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
TUTTENOTIZIE
1Carrozzina record (f.co.) Santa Lucia Roma batte 72-52 la Briantea84 e si aggiudica il suo 21
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scudetto. Un grande Cavagnini autore di 26 punti spinge Roma alla vittoria in un Pianella gremito, 3800 persone al palazzo firmano il record assoluto di presenze per un evento Paralimpico in Italia.
SCHERMA: FIORETTO
Una Di Francisca insaziabile A Shanghai fa tris di Coppa «Ma penso già ai Mondiali» 1L’olimpionica infila il terzo successo di fila. Cipressa: «Campionessa straordinaria». Brava Volpi (terza) che elimina Errigo nei quarti
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er Elisa non è cambiato nulla. In verità, il terzo successo consecutivo in Coppa del Mondo di fioretto a Shanghai, il secondo dal via delle qualificazioni olimpiche, sta cambiando tutto. E’ un altro segnale di forza della Di Francisca: più si avvicina ai Giochi di Rio 2016, più sta entrando nella parte della detentrice. Dopo L’Avana e Tauber, la campionessa olimpica sulla pedana cinese ha rimandato ancora, come a Cuba, la russa Inna Deriglazova, che in semifinale aveva domato Alice Volpi (che sarà così terza dopo aver eliminato la bicampionessa mondiale Arianna Errigo): un 15-11 dopo un percorso che ha visto la jesina superare la tedesca Franziska Schmitz 15-6, la polacca Walczyk 15-6 e la statunitense Nicole Ross 15-5. Ai quarti, Elisa aveva superato il derby con l’argento mondiale Martina Batini 15-11, mentre in semifinale
HOCKEY PISTA
Viareggio passa a casa del Forte Finale in parità
Forte e Viareggio sull’1-1 BALDI ● (m.nan) Colpo esterno del Cgc Viareggio che sovverte il pronostico e viola il Palaforte con un sonoro 1-6, riportando in parità la serie scudetto. Primo tempo a reti inviolate nonostante spettacolo ed occasioni non siano mancate: oltre ad un palo per parte, Palagi per il Cgc e Cancela per il Forte, sono le parate dei portieri Stagi e Barozzi a mantenere il risultato in equilibrio. Nella ripresa la doppietta di D’Anna dopo 5’ spezza in due la partita: il Forte dei Marmi campione d’Italia non riesce più a recuperare e non trova gli automatismi di gara 1, il Viareggio prima controlla e poi dilaga. La tripletta di Muglia al 15’ mette il punto esclamativo alla serata del Cgc, perfetto in difesa e cinico in attacco. Forte dei Marmi-Cgc Viareggio 1-6 (p.t. 0-0; Cancela; 2 D’Anna, M. Bertolucci, 3 Muglia). Serie (al meglio di 5): 1-1, Gara 3 martedì 19 maggio a Forte dei Marmi, gara 4 giovedì 21 maggio a Follonica, ev. gara 5 sabato 23 a Forte dei Marmi.
Elisa Di Francisca, a destra: dopo L’Avana e Tauber trionfo anche a Shanghai
la tunisina Ines Boubakri 15-7. PERCORSO NETTO Un percorso netto che ha esaltato ma anche provato la biolimpionica: «Sono contentissima ma anche distrutta - fa la trentaduenne marchigiana che mercoledì sarà a all’Expo di Milano per l’evento Fileni-. Ogni gara è davvero dura sia sul piano fisico che su quello mentale. Quella di Shanghai è una vittoria che rappresenta soltanto un
NUOTO
Comanda Orsi: 4x100 sl super Flop Phelps ● (al.f.) La 4x100 sl azzurra batte il Brasile nel primo scontro in stagione: alle Pro Series di Charlotte (Usa), Luca Dotto (49”25), Marco Orsi (48”21), Michele Santucci (49”64) e Marco Belotti (49”81), reduci da Auburn, chiudono in 3’16”91 davanti ai sudamericani (Santana 49”94, Fratus 49”38, Chierighini 49”60, Cielo 48”64) di 65/100. Flop di Michael Phelps, battuto da Shields e Lochte nei 100 farfalla e solo in finale B nei 200 sl. Uomini: 200 sl Dwyer 1’47”04, 4. Lochte 1’48”35, 9. Phelps 1’49”12, 13. Belotti 1’50”55; 50 do Koga (Giap) 24”75; 100 ra Miller 1’01”04; 100 fa Shields 52”12, Lochte 52”52, Phelps 52”59; 400 mx Kalisz 4’14”56. Donne: 200 sl-400 mx Hosszu (Ung) 1’55”89 (Schmitt 1’57”24), 4’35”19 (Leverenz 4’39”46); 50 do Coventry (Zim) 28”23; 100 ra Meili 1’06”50, Hardy 1’06”87; 100 fa Worrell 58”86. SENZA DETTI (al.f.) Da oggi raduno mezzofondisti azzurri in Sierra Nevada. Federica Pellegrini e Gregorio Paltrinieri fianco a fianco. Non ci sarà Gabriele Detti, ancora condizionato dall’infiammazione alle vie urinarie.
La staffetta 4x100 sl azzurra
tassello di un puzzle che deve comporsi passo dopo passo. Il tris? Beh, sì è importante ma io penso subito ai prossimi impegni, cioè gli Europei di giugno a Montreux (dove difenderà l’oro, ndr) e i Mondiali di luglio a Mosca». Ammirato dalla prestazione di Elisa è il c.t. del fioretto Andrea Copresa: «Ancora una volta una grande prova corale, ma la Di Francisca ha ribadito di essere una straordinaria campionessa. Non si vin-
GOLF
Chicco Molinari è in rimonta a Barcellona: 3°
Francesco Molinari, 32 anni ● Chicco Molinari è in risalita, all’ nell’Open de España dell’European Tour: dall’ottavo al terzo posto con 211 colpi (72 69 70, -5). E ora sogna il bis di quanto fu capace di fare nel 2012, quando nello stesso torneo conquistò la terza e per ora ultima vittoria nel circuito. A Terrassa (par 72), nei pressi di Barcellona, Molinari ha un ritardo di due colpi dai leader, gli inglesi James Morrison (209 - 70 71 68, -7) e David Howell (209 - 71 69 69), con qualche rammarico per averli persi con un doppio bogey alla 17, dopo un buon giro con quattro birdie. Lontani Alessandro Tadini, 53° con 221 (70 76 75, +5), Marco Crespi (77 70 75) e Matteo Manassero (73 72 77), sono al 57° posto con 222 (+6). Sono almeno dodici i giocatori che possono aspirare al titolo nel turno conclusivo, tra loro lo spagnolo Sergio Garcia, che ha rimontato dal 54° al 7° posto (214 - 75 72 67, -2) con un gran 67 (-5) miglior punteggio di giornata. E’ affiancato dal connazionale Jorge Campillo, da Hebert (Fra), da Hoey (N.Irl), Ricardo Gonzalez (Arg) e Byeong Hun An (S.Cor).
cono tre gare di Coppa del Mondo consecutive se non si ha un grande talento e soprattutto tenacia e grinta. E’ stata ottima la prova anche di Alice Volpi: ha dimostrato di essere in costante crescita e di potersi oramai misurare alla pari con tutte le avversarie. In semifinale è arrivata ad un soffio dal successo e nell’assalto ammetto che non siamo stati del tutto d’accordo con alcune ricostruzioni arbitrali». Nonostante il podio di ieri, la Volpi non dovrebbe essere promossa per i due appuntamenti principali della stagione. Il fioretto rosa dovrebbe essere ormai definito con lo stesso quartetto di un anno fa: Di Francisca, Errigo, Batini e Vezzali (sconfitta agli ottavi 15-12 dalla francese Astrid Guyart, e dunque nona). Oggi toccherà agli uomini: una gara importante per la composizione del quartetto. Valerio Aspromonte è in calo (eliminato come Luca Simoncelli a Shanghai) e rischia, l’altro olimpionico Giorgio Avola deve confermare la buona prova di San Pietroburgo per difendere il posto. s.a. RISULTATI - Fioretto donne (a Shanghai). Finale: Di Francisca b. Deriglazova (Rus) 15-11; semifinali: Deriglazova (Rus) b. Volpi 15-14; Di Francisca b. Boubakri (Tun) 15-7; quarti: Volpi b. Errigo 15-11, Deriglazova (Rus) b. Ivanova (Rus) 14-9, Boubakri (Tun) b. Guyart (Fra) 15-9, Di Francisca b. Batini 15-11; ottavi: Errigo b. Lyczbinska (Pol) 15-4, Volpi b. Thibus (Fra) 15-14, Guyart (Fra) b. Vezzali 15-12, Batini b. Korobeynikova (Rus) 15-14, Di Francisca b. Ross (Usa) 15-5; sedicesimi: Errigo b. Lim (S.Cor) 15-5, Thibus (Fra) b. Palumbo 15-12, Volpi b. Jeon (S.Cor) 15-13, Vezzali b. Chen (Cina) 15-10, Batini b. Bingenheimer (Ger) 15-10, Di Francisca b. Walczyk (Pol) 15-6.
GINNASTICA
Solo 4 atleti per squadra da Tokyo 2020 ● Storica decisione della FIG (Federazione Internazionale di ginnastica) che ha approvato ieri nel Council di Melbourne a stragrande maggioranza un nuovo format che a partire da Tokyo 2020 prevede di ridurre il numero degli atleti per nazione nella competizione a squadre da 5 a 4. Una riduzione ulteriore, visto che fino a Pechino 2008 i team avevano sei componenti, voluta dal presidente Bruno Grandi per ottenere 24 posti in più per le nazioni non qualificate per la gara squadre ma solo per le competizioni individuali. Un’apertura soprattutto al Terzo Mondo della ginnastica che va appoggiata ma non piace alle nazioni leader, in particolare agli Stati Uniti, dove l’editorialista di Usa Today ha parlato di «scelta politica». Al massimo due componenti dei team potranno gareggiare nell’all-around e nelle prove di specialità a cui si accederà con un sistema di qualificazione che tiene conto di campionati continentali, Coppa del Mondo e World Challenge Cups oltre a Mondiali e Ranking.
Vanessa Ferrari, 24 anni
BASEBALL BIG MATCH AL BOLOGNA RIMINI SOLO IN TESTA (m.c.) E’ del Bologna il primo brindisi nella supersfida con Padova, in volata. Rimini rimane solo in testa: si aggiudica una sfida di lanciatori a Roma col Nettuno: decide il singolo di Desimoni al 5° per il punto di Babini. A San Marino, con Rodriguez intoccabile per 6 riprese, basta un 5° inning da 7 punti (3 battuti dal doppio di Vazquez) contro Nettuno2. Godo, con un super Oviedo, consolida il sesto superando Parma con fuoricampo di Sanchez 8° turno, gara1: Godo Knights-Parma 2-1 (v. Uviedo 3bv-10so, p. Acosta, hr Sanchez), T&A San Marino-Angel Service Nettuno2 8-5 (v. R.Rodriguez 0bv-9so6rl, Gonzalez), Città di Nettuno-Rimini 0-1 (v. Candelario 2bv-8so, p. Estrada 5bv,10so), Tommasin Padova-UnipolSai Bologna 2-3 (v. Fleming, p. E.Gonzalez, s. Rivero). Class.: Rimini 733 (11-4); Padova e Bologna 667 (10-5); San Marino 600 (9-6); Città di Nettuno 429 (6-8); Godo 357 (5-9); Nettuno2 e Parma 267 (4-11).
BEACH VOLLEY A LUCERNA: IN SEMIFINALE RANGHIERI-CAMINATI (c.f.) Nella final four maschile tutta europea dell’Open a Lucerna (Svi) ci sono anche gli azzurri RanghieriCaminati che alle 12 affrontano a Beeler-Strasser (Svi). Alex e Marco, per la 1ª volta insieme al World Tour, hanno continuato ieri la loro striscia vincente: 2-0 a Gabathuler-Gerson (Svi) e poi nei quarti nel derby con i gemelli Ingrosso (quinti), i quali in precedenza avevano prevalso 2-0 su Koshakarev-Barsouk (Rus). L’altra semifinale è tra gli iridati BrouwerMeeuwsen (Ola) e Giginoglu-Gögtepe (Tur).
● PLAYOFF NHL Così ieri in gara-1 della finale della Eastern-Conference dei playoff Nhl: NY Rangers-Tampa Bay 2-1.
HOCKEY PRATO ● FINALE DONNE (g.l.g.) Oggi a Bra la finale scudetto è il derby sardo tra Amsicora e Ferrini Cagliari. Ieri, semifinali: Amsicora-Lorenzoni Bra 32 (Scenna 2, Ronsisvalli; Vhyanyaylo, Tosco); Ferrini-Cus Pisa 1-0 (Raineri). Oggi finale 3° posto Lorenzoni-Cus Pisa. ore 15:30 Finale Amsicora-Pol. Ferrini Cagliari.
PALLAMANO ●
FINALE DONNE (an.gal.) A Conversano (Ba) Indeco ConversanoCassano Magnago 28-19 (11-7) in gara1 della finale scudetto femminile. In evidenza tra le pugliesi il portiere Giona (2 penalty respinti), Rotondo, Ganga e Madella con 6 reti a testa. Gara-2 il 23/5 a Cassano Magnago, ev. gara-3 il 30/5 a Conversano.
PALLAVOLO ●
EMIRO (a.a.) l’Al Arabi di Osmany Juantorena vince la Coppa dell’Emiro del Qatar, in finale ha superato 3-0 (25-23, 25-14, 25-23) l’Al Rayyan di Daniele Bagnoli e Cristian Savani. Qualificazioni Mondiale Juniores ● AZZURRINE (a.a.) Si ferma contro le padrone di casa della Russia la corsa delle azzurrine verso la qualificazione ai Mondiali. Ad Anapa (Rus) la formazione di Luca Cristofani cede solo al tiebreak (25-14, 21-25, 2426, 25-23, 15-10) alla Russia. Vincono gli azzurrini di Totire con la Francia a Belchatow 3-1 (25-22, 25-19, 20-25, 2522) ma con i padroni di casa della Polonia irraggiungibili (3-0 all’Austria), oggi l’ultima sfida con l’Austria.
RUGBY BOXE ●
MALIGNAGGI OUT (r.g.) Salta il previsto rientro dell’italo americano Pauli Malignaggi (33-6), già mondiale di due categorie, previsto per il 29 maggio a New York, contro Danny O’Connor (Usa 25-2). Malignaggi, che non combatte dal 19 aprile 2014, si è infortunato (ferita al sopracciglio sinistro) in allenamento. ● LAURI (r.g.) A Podgorica ( Montenegro) Europeo Wbo superwelter tra il locale Pedrag Radosevic (28-1) e il varesino residente in Ungheria, Giuseppe Lauri (55-16) sui 12 round.
HOCKEY GHIACCIO MONDIALE: LA FINALE E’ CANADA-RUSSIA A Praga, mentre stamattina Lucio Topatigh verrà ufficialmente introdotto nella Hall of Fame Iihf, la finale del Mondiale stasera (ore 20.45) sarà Canada-Russia. Ieri, in semifinale, il Canada ha superato la R.Ceca padrona di casa 2-0 (1-0, 1-0, 0-0) e poi la Russia ha superato 4-0 gli Stati Uniti. Intanto il Congresso Iihf ha definito date e sedi di rassegne future: l’Italia, nel 2016, ospiterà il primo girone di qualificazione ai Giochi 2018 (11-14/2, sede da definirsi, contro Gran Bretagna, Olanda e una qualificata) e disputerà i Mondiali di Prima Divisione gruppo A nuovamente a Cracovia, in Polonia (23-29/4) contro i padroni di casa, Austria, Slovenia, Giappone e Sud Corea. ● INSAM-RENON (m.l.) Il 64enne gardenese Adolf Insam è il nuovo d.s. del Renon campione 2014 e finalista 2015.
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ROVIGO BENE A Roma il Rovigo vince contro le Fiamme Oro 33-31 (mete 5-3) la semifinale d’andata dei play-off di Eccellenza conquistando il punto di bonus, ma soffrendo troppo in mischia (una meta tecnica) e chiudendo la partita in 13 per due gialli e un rosso ai piloni. Al ritorno nel punteggio si ripartirà da 5-1. Oggi alle 18,05 l’altra semifinale MoglianoCalvisano, diretta Raisport 1.
TAEKWONDO MONDIALI IN RUSSIA MALE I BIG AZZURRI Male i due big azzurri ai Mondiali di Chelyabinsk, in Russia. Sia Carlo Molfetta (-87kg) che Leo Basile (+87kg) escono agli ottavi enrambi contro un avversario uzbeko. Molfetta doo aver battuto il neozelandese Sanders 12-5 è stato eliminato da Bayjuziyev (5-9). Basile ha cominciato con un 4-2 a Ballesteros Gomez (Mes), poi ha ceduto a Shokin 2-8. Oggi sul quadrato Cristina Gaspa (57kg) e Simone Crescenzi (-63kg). Uomini -54: 1. Tae Hun-Kim (s.Cor); 2. Danisov (Rus); 3. Sawekwiharee (Tha). Donne +73: 1. Walkden (Gb); 2. Epangue (Fra); 3. Ivanova (Rus), Kus (Tur). -53kg: 1. Geum-Byeol Lim (S.Cor); 2. Yun-Wen Huang (Taiwan); 3. Asprogeraka (Gre), A. Zaninovic (Cro)
VELA ●
VOLVO RACE (r.ra) Gli spagnoli di Mapfre hanno vinto ieri la In Port Race di Newport. Oggi in programma la partenza della 7° tappa della Volvo Ocean Race: Newport – Lisbona per un totale di 2800 miglia.
AltriMondi R
DOMENICA 17 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
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POLEMICA APERTA
IL FATTO DEL GIORNO IL TOUR ELETTORALE
damento. In ogni caso, sono partite un bel po’ di manganellate e i contestatori sono stati respinti. Poco dopo si sono visti altri incidenti a Viareggio: i soliti due-trecento hanno accerchiato l’automobile del capo leghista e l’hanno presa a pugni e a calci. Salvini ha ordinato all’autista di fermarsi ed è sceso dall’automobile, ha affrontato i contestatori, per fortuna non è successo niente ed è risalito in macchina. Al mercato aveva rinunciato a parlare: «Non mi fanno paura tre deficienti, ma ho visto un bambino spaventato che piangeva per colpa di questi dementi. Non posso parlare in mezzo ai bambini e mettere a rischio l’incolumità della gente». Il capo leghista vorrebbe radere al suolo i centri sociali, da cui promana la contestazione, in modo da liberare le forze di polizia dal problema di proteggerlo e permetter loro di dedicarsi a problemi più seri.
Cobas scuola: «Scrutini fermi per due giorni»
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Un momento degli scontri di ieri a Massa prima del comizio del leader leghista Matteo Salvini ANSA
Come mai Salvini con i suoi comizi è un problema di ordine pubblico? 1 Si ripetono le contestazioni al leader del Carroccio Ieri scontri a Massa e Viareggio: una decina i contusi di GIORGIO DELL’ARTI gda@gazzetta.it
Si tenta una cronaca degli ultimi comizi di Matteo Salvini (foto Ansa), ed invece di una cronaca di discorsi e prese di posizione – magari impossibili da condividere, ma comunque idee – esce fuori una specie di bollettino di guerra, lanci di uova e pomodori, calci alle automobili, sassate schivate sul palco, sputi.
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Ieri anche cariche della polizia, e qualche ferito. Una decina di contusi, anche tra gli agenti. Un padre e un figlio finiti in ospedale, e il figlio poi fermato per resistenza a pubblico ufficiale, il figlio avrebbe tentato di difendere il padre dai poliziotti, sarebbe interessante saperne di più di questo padre e di questo figlio, età e professione, tanto per farsi un’idea di chi va a fare queste cose (ci viene impedito ogni approfondimento dalla legge sulla privacy).
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In che parte d’Italia siamo? Ieri in Toscana, prima a Massa, poi a Viareggio, in serata a Pisa, nei giorni precedenti in Puglia, in Umbria, nelle Marche. La scena è più o meno sempre la stessa: due-trecento persone, iscritte a un numero impressionante di sigle (anarchici, antagonisti, comitati di tutti i tipi, per esempio i Carc, Comitati di Appoggio alla Resistenza per il Comunismo), si mettono in testa di non far parlare Salvini, credendo di dare in questo modo un contributo alla democrazia. La polizia si mette in mezzo, possono esserci degli scontri. Ieri ci sono stati degli scontri: a Massa, dopo i soliti lanci di uova e pietre, c’è stato un assalto ai poliziotti, con sfondamento e tentativo di marciare verso il palco su cui era salito Salvini. Dall’altra parte negano che vi sia stato uno sfon-
Ci sono state prese di distanza? O danno tutti addosso alla Lega? Prese di distanza per modo di dire. Emanuele Fiano, del Pd, ha detto: «Condanniamo le aggressioni a Salvini senza esitazione. La nostra opposizione alle idee della Lega è totale, ma anche quella alla violenza». Renzi ha ritwittato, ma ci sarebbe piaciuto leggere la frase: «Salvini ha diritto di esprimere le sue idee, qualunque siano». Così avrebbe parlato Voltaire, per esempio.
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Però Salvini certe volte è proprio un provocatore... Può darsi. Il governatore della Regione Toscana, Enrico Rossi, un democratico antirenziano a cui Renzi ha permesso di ripresentarsi, ha detto: «Salvini è un incendiario, uno che provoca, che cerca lo scontro e lancia proposte demagogiche e inutilizzabili». Non è un buon argomento per giustificare i cortei di quelli che non lo vogliono far parlare.
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È vero che Alfano, il ministro dell’Interno, lo ha protetto poco? Salvini ha detto: «Ci sono stati scontri a Foggia, a Senigallia bombe carta, la sede della Lega è stata imbrattata a Marsciano... Abbiamo dovuto cambiare tre bar in Versilia, dove la Lega terrà un aperitivo con gli elettori, perché i proprietari sono stati minacciati. È normale questo? È democrazia? Dove sono i fenomeni “Je suis Charlie” adesso? Sono incazzato, non ne posso più, non riesco a parlare con la gente. Vorrei sapere dove sono Renzi e Alfano». Alfano ha fatto rispondere al ministero dell’Interno con questo comunicato: «Dal 28 febbraio 2015 a oggi, in relazione alle iniziative politiche dell’onorevole Matteo Salvini, che si sono svolte in 62 province, sono state impiegate 8465 unità delle forze dell’ordine». Poi ieri Alfano ha detto: «Non condivido le parole di Salvini, ma come sempre proteggeremo il suo sacro diritto a manifestare», che è una citazione di Voltaire. Il ministro poi ha abbandonato i classici: «Salvini, in malafede, il solito bugiardo, è ormai irrecuperabile. Forse non ricorda che quando il ministro dell’Interno era della Lega, il presidente del Consiglio in carica, Silvio Berlusconi, veniva raggiunto sistematicamente ovunque da contestatori di ogni genere, fino a essere colpito in faccia da una statuetta, nel pieno centro di Milano. Il ministro dell’Interno era Maroni. C’entrava con l’aggressione? Secondo me, no. Né allora e neanche ora». © RIPRODUZIONE RISERVATA
La protesta dei docenti nel centro di Roma ANSA
1Sfida al garante degli scioperi
Intanto Renzi rilancia su Twitter «Ascoltare non è assecondare» Francesco Rizzo
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iovedì Roberto Alesse, garante sugli scioperi, aveva acceso il semaforo: «Il blocco degli scrutini è illegittimo», sperando che la precettazione «resti un’opzione teorica». Ma i Cobas passano con il rosso: blocco degli scrutini e di ogni attività scolastica per due giorni consecutivi, a partire dal giorno seguente la fine delle lezioni (quindi con modalità diverse, dall’8-9 giugno in Emilia Romagna al 17-18 per l’Alto Adige): secondo il contratto nazionale, il blocco degli scrutini non può superare i cinque giorni né riguardare classi sotto esame. La dichiarazione di guerra si legge su cobas-scuola.it, dove il sindacato spiega i suoi dubbi sulla riforma (per esempio, «come potrebbe un preside con centinaia di docenti nei vari plessi giudicarne le capacità didattiche?»; «perché precari con la stessa anzianità di servizio dei possibili stabilizzati verrebbero gettati fuori dalla scuola?»). «Spero che gli altri sindacati ci seguano — dice Piero Bernocchi dei Cobas —. La precettazione? Una minaccia ingigantita». L’idea è proseguire la battaglia, anche oltre i due giorni, sui tre temi cruciali: i poteri dei presidi, i precari e le tutele contrattuali. TWITTER Nelle stesse ore, il premier Matteo Renzi discuteva via Twitter con i docenti. «Faremo tesoro di suggerimenti e critiche», ma «ascoltare significa ascoltare, non assecondare per forza. Le elezioni politiche saranno nel 2018. Quelle europee nel 2019. La scuola c’e’ sempre». E poi, su temi specifici: «Non stiamo licenziando nessuno. La card per formazione dei prof anche per i docenti di sostegno? Sì. E il piano pluriennale c’è. Ma con concorso». Venerdì la Camera ha concluso la prima giornata di votazioni sul ddl per “la Buona Scuola”, dopo l’approvazione dei primi sette articoli. Si riprende domani. E Alesse torna alla carica: «Chi si muove al di fuori della legge, produce un danno contro studenti e famiglie». © RIPRODUZIONE RISERVATA
NOTIZIE TASCABILI L’EX PRESIDENTE DEPOSTO NEL 2013
Egitto, per Morsi condanna a morte «Favorì le evasioni» ● L’ex presidente egiziano Mohamed Morsi, deposto con il colpo di Stato militare del 3 luglio 2013, è stato condannato a morte per il caso dell’evasione di massa dalla prigione di Wadi El Natroun dei vertici dei Fratelli Musulmani, durante la rivoluzione del 2011 che portò alla caduta di Hosni Mubarak. L’azione coinvolse 11.151 detenuti e causò la morte di diversi agenti. La sentenza sarà ora rimessa al muftì, massima autorità religiosa del Paese, che emetterà un verdetto non vincolante prima che il tribunale pronunci la sentenza definitiva il 2 giugno. Insieme a Morsi, sono state condannate a morte
Mohamed Morsi alza le mani in segno di sfida AP altre 104 persone, tra cui membri di spicco dei Fratelli Musulmani, messi al bando in Egitto. Per ripicca nel Sinai sono stati uccisi tre giudici. L’ex presidente egiziano era già stato condannato a 20 anni per l’uccisione dei manifestanti di fronte al palazzo presidenziale nel dicembre 2012.
IL PAESE IN DIFFICOLTÀ
IL TEMA DELLA GIUSTIZIA
Confesercenti: una famiglia su due non vede ripresa
Ira dei magistrati contro il governo «Riforme deboli»
● Oltre metà delle famiglie non sente ancora la ripresa: il 56% denuncia una situazione finanziaria insoddisfacente, il 14% non riesce a coprire le spese indispensabili, in più il lavoro resta al centro dei crucci. Ben sei famiglie su 10 temono che un parente possa perdere il posto. Emerge da una rilevazione di Confesercenti-Swg, che segnala tuttavia una stabilizzazione generale verso il miglioramento. Per il momento, però, si nota anche una forte polarizzazione sul fronte del reddito mensile, con un 47% dei nuclei familiari che afferma di riuscire appena a coprire le spese, mentre solo il 2% può concedersi dei lussi.
Il ministro del Tesoro Varoufakis AFP
BCE: «INSOSTENIBILE»
La crisi di Atene Fitch conferma il rischio default ● Mentre Fitch conferma il rating CCC (ovvero “rischio considerevole”) per la Grecia, anche la Bce parla di situazione «insostenibile». Le trattative per evitare il default proseguono oggi ma Atene non accetta le riforme chieste su pensioni e flessibilità del mercato del lavoro.
● «Timidezza riformatrice», «incoerenza», «il compromesso nascosto dietro interventi deboli che hanno caratterizzato le decisioni adottate dalla politica». Torna all’attacco l’Associazione nazionale dei magistrati (Anm) sui provvedimenti che riguardano il processo civile, quello penale e la discussione sulla riforma del Consiglio Superiore della Magistratura. Critiche anche ai disegni di legge su corruzione e prescrizione, nei quali i magistrati vedono «segnali di arretramento». È stato il presidente dell’Associazione, Rodolfo Sabelli, a riprendere, ieri, il tema in apertura del Comitato direttivo centrale.
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Il Papa vede Abu Mazen «Sei l’angelo della pace»
AVANZATA JIHADISTA
In Siria ucciso capo dell’Isis Palmira in bilico
1Il leader palestinese in Vaticano:
«I cristiani stiano nella nostra terra»
Filippo Conticello @filippocont
U
n paio di abbracci, baci, sorrisi e un regalo che rischia di diventare una gigantesca responsabilità: ieri Abu Mazen ha donato al Papa un medaglione con la figura dell’Angelo della Pace, quello che «distrugge lo spirito cattivo della guerra». «Ho pensato a te, che sei un angelo di pace», ha detto il pontefice al presidente palestinese venuto in visita solenne in Vaticano: non quel genere di carezze che piacciono agli israeliani. Così il regalo è diventato il simbolo della possibilità una vera missione di pace nella martoriata Terra Santa. Per l’occasione, Francesco si è intrattenuto con l’ospite per venti calorosissimi minuti: «Come stai? Ti vedo più giovane», il saluto in arabo di Abu Mazen, tradotto dal segretario egiziano monsignor Gaid. Poi, sterzando, il colloquio si è focalizzato sia sull’accordo che manca – tra Israele e Palestina –, sia sull’accordo che c’è – tra Santa Sede e Palestina. Raggiunto da poco, sarà firmato in un futuro prossimo e prevede la libertà di azione della Chiesa nella Striscia: «Cristiani non lasciate la nostra terra, restate fino a quando raggiungeremo la libertà, la dignità e la sovranità umana», è stato infatti il messaggio ribadito da Abu Mazen. Senza girarci attorno, un ulteriore riconoscimento vaticano dello Stato di Palestina. A SAN PIETRO La coppia si rivedrà oggi in Piazza San Pietro
LA PETROLIERA IN LIGURIA
Due sub morti in immersione nella Haven ● Per Roland Vervoort, 46, e Paul Hendriks, 53, non era la prima immersione sui fondali liguri per ammirare la Haven, la petroliera affondata nel 1991 al largo di Arenzano. Ma è stata l’ultima: ieri i due sub olandesi si sono sentiti male subito dopo essere entrati in acqua. Un terzo compagno, un tedesco di 51 anni, è stato trasportato in elicottero in codice rosso, ma non è in pericolo di vita, mentre un quarto uomo ha avuto un malore dopo avere assistito alla tragedia. Erano arrivati in Italia con la propria attrezzatura e ad Arenzano avrebbero soltanto preso in affitto due gommoni. Gli investigatori vogliono capire se vi sia stato un malfunzionamento delle bombole o un difetto di ricarica. Il magistrato di turno Marcello Maresca ha sequestrato le bombole e i computer in dotazione ai sub.
CON IL SOSTEGNO INTERNAZIONALE, PER LA PACE SERVE CORAGGIO PAPA FRANCESCO PONTEFICE
RAGGIUNGIAMO INSIEME LIBERTÀ, SOVRANITÀ E DIGNITÀ UMANA ABU MAZEN PRESIDENTE ANP
La città siriana di Palmira, assediata dai jihadisti AFP
e ancora una volta l’occasione è storica: si canonizzano le due suore nate nella Palestina ottomana dell’Ottocento, le prime in tempi moderni, Marie Alphonsine Danil Ghattas di Gerusalemme e Mariam Baouardy della Galilea. In ogni caso, sui temi più complessi, già prima di ieri le due delegazioni diplomatiche avevano concluso il lavoro preliminare su un concordato per il riconoscimento dei due Paesi, più volte sollecitato dal pontefice come soluzione definitiva della questione arabo-israeliana. Un’apertura che ha deluso e non poco il governo di Tel Aviv: «Non contribuisce a riportare i palestinesi al tavolo delle trattative», la bacchettata del portavoce del ministero degli Esteri israe-
Il presidente dell’Autorità nazionale palestinese, Abu Mazen, 80 anni, ieri in Vaticano durante la sua visita a Papa Francesco, 78 anni ANSA
liano. Invece, nell’incontro tra leader, si è ribadito l’auspicio che si possano riprendere i negoziati diretti «con il sostegno della comunità internazionale»: servono «decisioni coraggiose» a favore della pace e Bergoglio spinge per questo. Del resto, aveva incontrato in trasferta Abu Mazen già nell’ottobre del 2013 e anche allora era stato creativo nel regalo: una penna che riproduce la colonna del baldacchino del Bernini, la stessa che consegna ai veri capi di Stato. «Sicuramente avrà molte cose da firmare», gli aveva detto allora. «Spero di usarla per l’accordo con Israele», la risposta del leader palestinese. Valida ieri, oggi e chissà per quanto. © RIPRODUZIONE RISERVATA
FLOP STELLARE RAZZO RUSSO CADE IN SIBERIA A due settimane dalla perdita del razzo Progress, che doveva trasportare rifornimenti sulla Stazione Spaziale Internazionale (Iss), arriva un altro flop per i russi; un’avaria del terzo stadio del vettore Proton-M (foto Epa) ha impedito di mettere in orbita il satellite messicano MexSat-1 per le telecomunicazioni. I resti sono caduti in Siberia. Guai anche per la navicella Progress M-26M, che doveva correggere l’orbita della Iss: problemi al motore. Nuovo tentativo domani.
Daniele Vaira @danvaira
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a battaglia in Siria per il controllo di Palmira prosegue. La città, che è stata dichiarata patrimonio dell’umanità dall’Unesco, è assediata. I jihadisti avanzano e hanno issato la loro bandiera nera nel nord, su un edificio nell’area di Al Badiyah. Gli scontri sono stati duri. Almeno 12 i soldati governativi uccisi, mentre i terroristi caduti sono stati almeno 16. Anche l’aviazione di Damasco è intervenuta contro il califfato bombardando la parte moderna della città. Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani gli estremisti avrebbero giustiziato 23 persone, tra cui nove minori e 5 donne. I jihadisti premono anche in Iraq. Violenti scontri si sono verificati a Ramadi, dove gli estremisti si sono impadroniti di alcuni quartieri. PROVA DI FORZA I commandos americani hanno però effettuato un importante blitz contro il Califfato in Siria, durante il quale è stato ucciso Abu Sayaf, dirigente dell’Isis che gestiva traffici di petrolio e gas nel Paese. Nel raid, effettuato senza comunicarlo al governo di Damasco, è stata catturata anche la moglie del dirigente jihadista. E sono stati sequestrati documenti e materiali. Il presidente americano Barack Obama ha dato personalmente il via libera, nonostante i fallimenti delle precedenti operazioni condotte per cercare di liberare alcuni ostaggi in mano ai jihadisti nelle roccaforti siriane. Ma stavolta il quadro era completo: indicazioni precise da parte degli informatori sul terreno di Cia e Pentagono, immagini via satellite e riprese coi droni che non lasciavano dubbi sulla presenza dell’obiettivo. Come inequivocabili erano le informazioni ottenute con le intercettazioni telefoniche. Così è arrivato l’ok della Casa Bianca agli uomini della Delta Force, alla prima operazione terrestre in Siria il cui scopo non fosse la liberazione di ostaggi, ma la cattura di uno dei più stretti collaboratori di al Baghdadi. «Distruggeremo l’Isis e i terroristi ovunque siano», promette Obama. © RIPRODUZIONE RISERVATA
LA LITE PER IL BUCATO
NUOVA IPOTESI SULLA STRAGE DI MILANO
La sparatoria di Napoli In casa dell’infermiere trovato un kalashnikov C’ era pure un kalashnikov tra le armi di Giulio Murolo, l’infermiere del Cardarelli di 48 anni che venerdì si è messo a sparare all’impazzata a Napoli, dal suo balcone, dopo una lite per il bucato, uccidendo quattro persone e ferendone sei. L’uomo aveva anche due machete e diverse munizioni. E così, oltre ai reati che gli sono già contestati di duplice omicidio volontario, strage resistenza a pubblico ufficiale, spari in luogo pubblico, è stato denunciato per detenzione illegale di arma clandestina e ricettazione. Increduli i colleghi di lavoro: «Era una persona schiva, un po’ riservata, ma che non ha mai dato problemi». A nessuno dei
colleghi o dei superiori aveva mai parlato della sua passione per le armi. E anche Napoli si è svegliata in stato di shock. C’è il lutto cittadino. Ogni attività elettorale in vista delle Regionali si è fermata. Tra i feriti, a preoccupare sono soprattutto
Giulio Murolo, 48 anni, l’infermiere arrestato per aver ucciso 4 persone e ferite 6 in una lite ANSA
le condizioni del vigile Vincenzo Cinque: è in rianimazione e in coma indotto. IL RICORDO Sul fronte delle indagini emerge intanto che Luigi Cantone, il passante ucciso venerdì, non era un fioraio, ma un cuoco del Convitto Nazionale. Era andato al lavoro in scooter a causa dello sciopero dei mezzi pubblici. Il sindaco di Napoli Luigi de Magistris ha annunciato che attiverà le procedure necessarie affinché sia consegnata la Medaglia d’oro al valore civile alla memoria del capitano della polizia municipale Francesco Bruner e proprio dello chef Luigi Cantone. «Quanto accaduto — ha detto de Magistris — ci sta facendo riflettere sulla necessità di ricordare nel modo più alto possibile le vittime di questa tragedia». Il primo cittadino ha ricordato «il coraggio» di Bruner che ha tentato di fermare il killer in preda al raptus omicida e «l’innocenza» di Cantone che stava rientrando a casa dal lavoro. dan. va. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Killer del tribunale, i pm: «L’allarme era suonato ma Giardiello è passato» ● «Ci stiamo scervellando per capire come sia possibile che Giardiello sia passato con un’arma sotto il metal detector e non sia stato controllato con lo scanner manuale e fermato». Le guardie giurate in servizio al Palazzo di Giustizia di Milano reagiscono con ovvio stupore all’ipotesi su cui indaga la Procura di Brescia a proposito della strage del 9 aprile scorso. Quando Claudio Giardiello, entrando armato nell’edificio, uccise tre persone. Come anticipato dal «Corriere della Sera», l’uomo non si sarebbe mescolato agli avvocati, in un accesso senza metal detector (quello di via Manara) ma sarebbe passato dal varco pubblico di via San Barnaba. Secondo questa ipotesi, il metal detector suonò quando l’imputato-killer entrò con la pistola, ma poi l’uomo non sarebbe stato sottoposto al controllo con lo scanner manuale e avrebbe proseguito. A confermarlo le immagini delle telecamere: quando passa Giardiello, il sistema di allarme si illumina ma con lo scanner manuale vengono controllati l’uomo che lo precede e quello che lo segue. Verifiche incomplete forse anche per la ressa: in un altro ingresso, quello di via Freguglia, il metal detector era rotto. Se la dinamica venisse confermata, cambierebbe la posizione delle società di vigilantes in sede processuale.
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SHOWBIZ L’ANNUNCIO Ăˆ ARRIVATO VIA TWITTER
Sherilyn Fenn e Kyle MacLachlan in una scena di ÂŤTwin PeaksÂť John Turturro, Margherita Buy e Nanni Moretti a Cannes per ÂŤMia madreÂť. A destra Matthew McConaughey, protagonista di ÂŤSea of TreesÂť REUTERS/EPA
Nanni e l’amore per Cannes Qui contano i film e basta
1Ovazione per “Mia Madreâ€? di Moretti, giĂ tra i favoriti al festival
Twin Peaks, Lynch dice sĂŹ ÂŤPronto a girare il sequelÂť â—? ÂŤLe voci non sono quello che sembrano... è cosĂŹ! AccadrĂ ancora. “Twin Peaksâ€? ritornaÂť. Con un annuncio via Twitter proprio nel suo stile, il regista David Lynch ha svelato che si farĂ la terza stagione di “Twin Peaksâ€?, la serie che ha segnato la tv a inizio Anni 90. Un mese fa Lynch si era chiamato fuori dal progetto, perchĂŠ Showtime non gli aveva garantito abbastanza soldi ÂŤdopo un anno e quattro mesi di negoziatiÂť. Ora il regista ha cambiato idea. Sono previste piĂš di nove puntate, che dovrebbero andare in onda nel 2016.
Il regista si commuove ma tuona: L’Italia sul cinema è distratta ICONA IN TV RACCONTO UN EVENTO IMPORTANTE, CIÒ CHE RESTA QUI, TRA I VIVI, QUANDO QUALCUNO DI CARO SE NE VA
Elisabetta Esposito INVIATA A CANNES
S
orride Nanni Moretti. Cannes continua ad amare profondamente lui e il suo cinema, capace di regalare risate e lacrime, di descrivere la sensibilità umana piombando all’interno di chiunque lo guardi. Basta osservare i volti contratti di chi ieri sera usciva dalla proiezione ufficiale di Mia madre, secondo film italiano in concorso, dove gli sono stati regalati dieci minuti di applausi. Si commuove il regista con il cast, si commuove il pubblico ed è andata cosÏ anche alla visione riservata ai giornalisti, pronti a battere le mani come mai accaduto finora al Festival. Alcuni non ce la fanno nemmeno a parlare, sono troppo scosso ora, altri vogliono celebrarlo: Il film piÚ bello tra quelli visti fino a questo momento, dicono dal Sunday Times. Un capolavoro pronto a vincere la Palma d’Oro, continua il magazine francese Positif. L’ACCUSA Alla sua settima partecipazione a Cannes, dove ha
NANNI MORETTI REGISTA
già ricevuto la Palma d’Oro nel 2001 per La Stanza del Figlio e nel 1994 il premio per la miglior regia per Caro Diario, Moretti riesce anche a dare una spiegazione a quest’accoglienza, migliore di quella ricevuta in Italia. Chi guarda un mio film a un festival internazionale, lo fa senza subire interferenze di altro tipo come avviene da noi. Non pensano al personaggio pubblico Nanni Moretti, alle sue opinioni politiche, a quante interviste rilascia, a quanto sia simpatico o antipatico. Qui guardano un film e basta. Di sicuro la Francia avrà apprezzato anche tutto quello che di sÊ Moretti ha messo in quest’opera, forse la sua piÚ intima. Il film è su un passaggio importante della mia vita, la morte di mia ma-
dre: è successo durante il montaggio di Habemus Papam e ho voluto, senza sadismo, raccontare quei momenti. Ăˆ un film su ciò che resta, qui, tra noi vivi, dopo che qualcuno se ne vaÂť. Ma c’è Moretti anche nella regista interpretata da Margherita Buy. ÂŤĂˆ vero, nel suo senso di inadeguatezza c’è molto di me. Mentre il mio personaggio, suo fratello Giovanni (che ha una risposta pronta per tutto, ndr), è la persona che vorrei essereÂť. CON TURTURRO Moretti, Garrone e Sorrentino, tre italiani in concorso. ÂŤSono molto contento, ma mi sembra che sia frutto di iniziative individuali: il clima intorno al cinema da noi è sempre molto distrattoÂť. Accanto a lui John Turturro, che nel 1991 fu premiato qui come migliore attore per il film Palma d’Oro Barton Fink dei fratelli Coen (oggi presidenti di giuria‌), annuisce. Nel film è un attore in crisi, ora ricorda: ÂŤLa sceneggiatura mi ha affascinato, il tema principale è qualcosa che mi ha toccato personalmente, mi ha colpito dentroÂť. Cannes la pensa esattamente come lui. Š RIPRODUZIONE RISERVATA
OROSCOPO LE PAGELLE di ANTONIO CAPITANI 21/4 - 20/5 TORO
21/5 - 21/6 GEMELLI
22/6 - 22/7 CANCRO
23/7 - 23/8 LEONE
24/8 - 22/9 VERGINE
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La Luna vi fa intortare, capire, fiutare, inventare, progettare. In altre parole, vi rende facce di glutei di successo. CuriositĂ suine muy soddisfatte.
Ignorate sia le provocazioni delle tifoserie avversarie, sia gli eterni depressi. Amando voi stessi. Sudombelico un po’ stanchino. Pure lui. UssignÚr.
La Luna vi fa realizzare ogni progetto domenicale, di lavoro o privato che sia. Moderate però il dispendio di energie. Meno che fornicando, ovvio.
Non mantecate gli zebedei al mondo intero, oggi, con lagne e tirannie, bensÏ siate propositivi e fattivi. Area depressionaria a sud dell’ombelico.
La Luna conferma la vostra rimonta e riduce il volume degli zebedei causato dalle tensioni made in Marte. L’ormone sembrerebbe in zona retrocessione.
23/9 - 22/10 BILANCIA
23/10 - 22/11 SCORPIONE
23/11 - 21/12 SAGITTARIO
22/12 - 20/1 CAPRICORNO
21/1 - 19/2 ACQUARIO
20/2 - 20/3 PESCI
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Nonostante le buone intenzioni potreste non fare molto. Preferibile vincere l’indolenza. Sudombelico cosmopolita, aperto al mondo, in mood Expo.
Talvolta il rapporto di coppia è complicato dalla presenza di una persona. Il partner. Lo capirete oggi. Ma siate chiari, non acidi. Anche fornicando.
Operosi e minuziosi, siete punti di riferimento solidi. E vi liberate di illusioni, spirito naif e aculei caratteriali. Amor e slancio suino are two ciofecs, però.
La Luna vi infonde nuova linfa, vi rende meno simili al rottweiler di Nosferatu, vi consente performance fortunate. Fornication geniale.
â—? Ăˆ nientemeno che di Gus Van Sant il primo film in concorso fischiato a Cannes. Il suo ÂŤSea of TreesÂť si è concluso tra i buu dei giornalisti, che hanno addirittura negato al regista di ÂŤWill HuntingÂť, ÂŤElephantÂť (Palma d’Oro 2003) e ÂŤMilkÂť l’applauso in sala stampa. Con lui anche il premio Oscar Matthew McConaughey e Naomi Watts. ÂŤOgnuno è libero di giudicareÂť, dice a proposito dei fischi l’attore che interpreta un uomo disperato nella Foresta dei Suicidi, in Giappone. ÂŤIn effetti ho letto una pessima recensione — continua Van Sant — ma anche “Elephantâ€? era stato accolto in modo controversoÂť. Quanto al film, McCounaghey spiega: ÂŤIn “Interstellarâ€? compivo un viaggio verso l’esterno, nello spazio piĂš lontano, questo è il viaggio di un uomo all’interno di sĂŠ, un uomo che cerca la morte e trova la vitaÂť.
IL CONSIGLIO
21/3 - 20/4 ARIETE La voglia di oziare c’è. La possibilità di farlo, meno. Però siete fascinosi, organizzati, cucchevolissimi: uscite allo scoperto! E fornicherete pure.
Gus Van Sant, la sua Foresta tra buu e fischi
Gli zebedei vorticano come l’uragano Cesira. Controllatevi, riflettete, fate la tara. Come suini siete pure troppo tradizionalisti: svecchiare, please.
La vostra cordialitĂ supera (di poco) quella solita del varano di Komodo, ma la Luna vi porta verso ogni trionfo. Viaggi OK, sudombelico very affamed.
IL PROGRAMMA ÂŤQUELLI CHE...Âť
A CASA SAVINO RIVIVE FALETTI CON ÂŤLA PIUMAÂť Tanti ospiti da Nicola Savino a ÂŤQuelli che il calcioÂť: Roberta Bellesini presenterĂ il libro postumo del marito Giorgio Faletti dal titolo ÂŤLa PiumaÂť. Nello spazio musicale ci sarĂ il ritorno di Marcella Bella. Paola Iezzi si esibirĂ in una cover di ÂŤLive to tellÂť di Madonna. Spazio anche per il vincitore dei giovani del Festival di Sanremo, Giovanni Caccamo, con il singolo ÂŤDistante dal tempoÂť. DA VEDERE OGGI SU RAI2 ALLE 13.45
IL FAMOSO SHOW
C’è anche Dylan Ballerino pugliese per l’epilogo di 22 anni vince del Letterman il Got Talent belga � La chiusura di uno show leggendario come il David Letterman smuove anche le star meno socievoli: la penultima puntata del talk show americano ospiterà il 19 maggio Bob Dylan, che non appariva al Letterman dal 1993, quando si esibÏ sulle note di Like a rolling stone. Il Letterman va in onda in differita in Italia su Rai 5.
� Il sogno di Domenico Vaccaro si è realizzato... in trasferta: il campione di Acropole Flag Man (prese di forza e di slancio su una pertica) è diventato il vincitore di Belgium’s Got Talent 2015, la versione belga dello show appena concluso con successo anche in Italia. Per il 22enne atleta di Trani, in Puglia, anche il premio di 50 mila euro messo in palio dalla trasmissione.
L’ARTISTA A RAGUSA CON L’ORA DEL ROSARIO
Fiorello, festa in scena per i 55 anni E in provincia scopro un Paese vero � Compleanno in scena per Fiorello (foto Lapresse): lo showman siciliano ha festeggiato ieri i 55 anni a Ragusa, quart’ultima tappa del suo L’ora del Rosario (Latina, Paestum, Taormina le prossime piazze). Non troverete una battuta sulla politica. Mi interessa far divertire la gente comune — spiega — Ho scelto di tornare nei teatri di provincia per ritrovare il contatto col Paese reale, dove scopri le piccole cose.
LO SPORT IN TV
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DOMENICA 17/05/2015
Milano, il bis passa da Hackett 1L’Olimpia è la grande favorita, il suo play l’uomo chiave: «È cambiato tutto rispetto a un anno fa, ma è sempre una grande emozione essere alla guida dell’Armani» LA SQUALIFICA È UN LONTANO RICORDO Una stagione sotto traccia per il regista dell’EA7 dopo i guai estivi con la Nazionale. Ora Daniel è pronto per la caccia al secondo scudetto. E si racconta, parlando del suo rapporto d’amicizia con Ale Gentile, del piacere di giocare accanto a un centro dominante come Samuels ma anche dell’impatto di Metta su Cantù e della voglia di riscattare i playoff non brillanti della scorso campionato Luca Chiabotti
L
a lunga squalifica sembra preistoria, l’acqua è passata restando calma come quella dei laghetti dove ama andare a pescare per rilassarsi. Daniel Hackett è stato sotto traccia se non in 3 partite, le migliori della sua stagione italiana dimezzata, contro Venezia, Reggio Emilia e Sassari. Un segnale per il giocatore più atteso dei playoff. «Ho vissuto questa stagione con serenità – racconta – era quello che volevo dopo le turbolenze estive con la Nazionale, cercando di offrire alla squadra una buona pallacanestro e il mio impegno per aiutare a vincere il più possibile. Sul vincere siamo ancora in lavorazione, ma sono maturato come persona e migliorato. Ora ci sono i playoff, spero di rifarmi, di dare più sostanza alla squadra, perché l’anno scorso non li ho giocati benissimo». Ora non c’è più Siena con quello che comportava per lei giocarci contro. «Psicologicamente non è stato semplice affrontarla avendo cambiato in corsa ma ormai è parte del mio passato, dei capitoli del mio libro personale. E’ stata un’esperienza unica come lo è questa a Milano». Nei commenti vi abbiamo fatto vincere lo scudetto a ottobre. «Come sempre, il pronostico fa parte del giochino se sei a Milano, ma ci vorrà tanta umiltà e pazienza. Quest’anno abbiamo perso
LA CHIAVE
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È la 6a volta che Milano entra nei playoff come n.1 del tabellone. Nei 5 precedenti ha vinto il titolo 2 volte (‘86 e 2014)
due trofei contro Sassari che è una squadra che storicamente ci ha messo in difficoltà, meglio concentrarsi sul passare il primo turno con Bologna». Le altro non hanno un Samuels. «I miglioramenti che ha fatto sono sotto gli occhi di tutti, sposta in Italia e ha giocato ad altissimo livello in Europa. Me lo coccolo finché è qui e posso dargli la palla giocando al fianco di un giocatore dominante».
L'ANALISI di CHIABO
CHE GIALLO È SE SAI GIÀ CHI È L’ASSASSINO?
S
iamo bravi o no? Negli ultimi anni, alla vigilia dei playoff, abbiamo sempre azzeccato chi avrebbe vinto lo scudetto. L’anno scorso Milano, in quelli precedenti Siena... Troppo facile, sono capaci tutti? Vero, ed è un problema nazionale. Perché anche stavolta, ragionando di numeri e fatti, non si vede una logica alternativa allo scudetto di Milano. Ogni campionato europeo importante ha almeno due squadre di pari livello tecnico e di budget, da noi l’EA7 è inavvicinabile. La serie A deve ancora riprendersi dal dominio di Siena, il monopolio è una questione da affrontare, che non significa mettere un tetto alle ambizioni legittime di Armani. Bisogna ricominciare a pensare non solo alla comunicazione e alla politica ma, anche, al modo per fare risalire la competitività e la qualità del prodotto e dei club. Invece di spaccarsi su sorteggio o designazioni arbitrale (facendo finta di dimenticarci che il sorteggio è una soluzione di emergenza nata perché nessuno si fidava più non degli arbitri ma del sistema, con pesanti responsabilità della Fip), pretendere, ad esempio, che l’evento cruciale del basket italiano si debba giocare in palazzi almeno da 5000 posti sarebbe il minimo sindacale. Milano, col Forum e col grande lavoro che ha fatto sul pubblico, sarà sempre più ricca e sola al comando: può essere una strategia di un campionato?
Daniel Hackett, 27 anni, play di Milano, cresciuto alla University of Southern California CIAMILLO
L’amicizia con Gentile? «Fin da Treviso c’è stato buon sangue tra noi. Siamo figli d’arte, ci piace confrontarci. Negli anni delle grandi sfide tra Milano e Siena è stato difficile mantenere lo stesso rapporto ma si è consolidato al mio arrivo a Milano perché mi ha “accettato”. So di poter contare su di lui, è un rapporto forte e sereno. Ha avuto una stagione di svolta da grande giocatore europeo, in attacco è devastante, sottovalutato come passatore, sa fare anche il play e ha solo 22 anni che è la cosa che fa più paura». Col suo ritorno e quello dei ragazzi Nba ci aspettiamo grandi cose all’Europeo. «Siamo in un girone molto competitivo e poi devo arrivarci... Non è scontata la mia presenza, devo fare la mia parte, rientrare in un gruppo già forte. Poi dipenderà solo da noi».
Al di la dell’eccellente stagione di Venezia, Reggio Emilia e Trento e della ventata di novità ed energia che portano delle rookie nel ruolo di pretendenti per la finale scudetto, una potenziale antagonista dell’Olimpia ci sarebbe: Sassari. Che avrebbe le qualità per mettere in difficoltà i campioni e giocarsela come ha già fatto, vincendo, in Supercoppa e Coppa Italia. Ma, come dice il presidente Sardara, la sua squadra quest’anno è come un’anguria, solo aprendola si può capire se è buona: in questo caso, anche Milano rischia, ma se la Dinamo uscisse subito con Trento, qualcuno si stupirebbe? In un tabellone nel quale le prime 4 sono 2-0 in stagione contro le loro avversarie dei quarti, ci sono delle trappole per chi ha il fattore campo: non solo il Banco di Sardegna con Trento, ma anche Cantù, la n.7, non parte sfavorita con Venezia, perché l’effetto Metta è tangibile. E Brindisi avrebbe i numeri per passare il turno, ma si è fermata sempre davanti all’ultimo gradino. Saranno dei playoff divertenti? Si. Ma che giallo è se sai già l’assassino?
Cosa pensa di Metta? «Che non mi aspettavo nulla di differente da un campione come lui, tatticamente utilissimo, che in campo non guarda in faccia a nessuno. L’ultimo califfo era stato Jumaine Jones e mi viene la pelle d’oca quando penso di aver giocato a Pesaro con uno che aveva fatto le finali Nba. Penso sia così anche per i ragazzi di Cantù». Entrare ai playoff da campioni? «E’ cambiato tutto rispetto a un anno fa, alcuni protagonisti, assetto, personalità, stile di gioco. Ma è sempre emozionante essere alla guida dell’Armani e vedere che tipo di pallacanestro riusciremo a fare». © RIPRODUZIONE RISERVATA
1. MILANO 8. BOLOGNA 18, 20, 22, 24 e 26/5 4. TRENTO 5. SASSARI
SEMIFINALI Dal 29/5 al 10/6
FINALE Dal 14 al 26/6
SEMIFINALI Dal 29/5 al 10/6
2. VENEZIA 7. CANTÙ 19, 21, 23, 25 e 27/5 3. REGGIO EMILIA 6. BRINDISI
II
domani via ai quarti ● I playoff cominciano domani con le gare-1 dei quarti di finale al meglio delle 5 partite (semifinali e finali al meglio delle 7 gare). Ecco la copertura televisiva: lunedì, ore 20, Milano-Bologna (Rai Sport 1). Martedì, ore 20.45, Venezia-Cantù (Rai Sport 1). Ogni sera, dalle 23, su GazzettaTv commenti, highlights e approfondimenti sulle partite di playoff appena concluse. Nella foto Allan Ray (Virtus Bologna)
IL PIVOT DI MILANO
IL LUNGO DI SASSARI
Totem Samuels «A caccia del bis A ottobre vorrei il Madison...» 1Il centro: «La
Di sicuro è lei il pivot più forte del campionato. C’è qualche collega che l’ha messa in difficoltà? «James Mays di Brindisi. Ogni volta che ci affrontiamo è una battaglia».
Serie A mi ha cambiato. Il futuro? Mi piacerebbe fare il tour negli Usa»
In Eurolega però anche lei ha faticato non poco. Come la giudica? «Abbiamo avuto problemi ad alzare il nostro livello perché l’Eurolega è il meglio del meglio. In Italia te la puoi anche cavare con un approccio più superficiale, in Europa no».
LA SFIDA MILANO VIRTUS BOLOGNA
Due anni di Serie A cosa le hanno dato? «L’accoglienza che abbiamo ricevuto in posti come Brindisi e Capo d’Orlando: una festa da quando siamo arrivati a quando siamo partiti. Certo, poi ci sono posti dove ti odiano a morte… La Serie A è anche questa».
MEDIA PUNTI
86.1 77.7 % TIRI DA DUE
59.1 45.2 % TIRI DA TRE
37.7 35.6 RIMBALZI
38.1 37.7 ASSIST
17.7 12.3 PALLE PERSE
13.9 15.4 VALUTAZIONE
99.9 77.1
difficoltà». Tony Mitchell mvp della stagione regolare davanti a lei. Giusto così? «Ditemelo voi – ride -. Faccio i complimenti a Tony e a Trento per la grande stagione che stanno facendo. Mitchell ha trovato un contesto dove è emersa principalmente la sua figura, anche a livello statistico. Io faccio parte di un gruppo che ha caratteristiche diverse, dove è più difficile emergere, ma che mi dà un vantaggio: gli avversari non devono concentrarsi solo su di me”.
Samardo Samuels, 26 anni: è in scadenza di contratto LAPRESSE
Vincenzo Di Schiavi
S
amuels, che playoff saranno? Sofferenti come quelli dell’anno scorso?
«Il problema è che i nuovi non hanno la reale percezione di quello che li aspetta e dovremo spiegarglielo per farci trovare tutti pronti. L’intensità aumenta in maniera esponenziale, la pressione, via via che si avanza, diventa sempre più asfissiante e devi stare attento perché anche l’ottava trova risorse insospettabili». C’è Bologna, poteva essere Cantù. Vi è andata bene? «Cantù è una delle squadre più in forma e negli accoppiamenti ci avrebbero potuto mettere in difficoltà, ma io non sottovaluto nessuno. Bologna è tra le prime otto e quindi merita rispetto. Se ripenso a quanto ci ha fatto penare Pistoia…».
E dal punto di vista tecnico? «Sono cambiato dal giorno alla notte rispetto a quando sono arrivato. Ho giocato anche in D-League, ma il livello tecnico e i margini di crescita che hai in Europa sono imparagonabili. E’ un’esperienza da fare». Lei è in scadenza. Cosa succederà? «Se il club mi rivuole non ho alcun problema ad impegnarmi perché a Milano mi trovo benissimo». A ottobre Milano giocherà a Chicago e al Madison Square Garden. Conta di esserci? «Sono cresciuto a New York, le mie partite più belle le ho fatte al Madison. Sarebbe proprio bello esserci…». © RIPRODUZIONE RISERVATA
Lawal, una vita da film: «Che paura quella fuga dalla Libia» 1«Sappiamo di
essere i più forti in Italia, ora dobbiamo dimostrarlo di nuovo in campo»
LA SFIDA TRENTO SASSARI
MEDIA PUNTI
81.3 85 % TIRI DA DUE
50
50.6
% TIRI DA TRE
33.7 35.6 RIMBALZI
38.5 38.2 ASSIST
14.6 15.2 PALLE PERSE
LE CHIAVI
Sfida tra gli specialisti della A: Samuels è 1° nel tiro da due (66,8%), Ray in quello da tre (46%) Allan Ray è anche il migliore ai liberi (93%) ma è anche primo nelle palle perse (3,4 a partita)
Tutti si chiedono: chi può battere Milano? Ce lo dica lei. «Spero nessuno. Rimane Sassari quella che, a mio avviso, ha il potenziale per poterci mettere in
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13.4 14.2 VALUTAZIONE
85.4 92.1
Olaseni Abdul Jelili «Shane» Lawal, 28 anni, nigeriano CIAMILLO
Massimo Oriani
F
iguriamoci se uno che è scampato alla Primavera Araba fuggendo da Bengazi su un barcone assieme a 150 profughi ha paura di una partita di playoff. Shane Lawal ha una storia incredibile alle spalle, di quelle da film. Ma prima di raccontarla si concentra su Trento, avversaria della sua Sassari nei quarti. PARI «Ripartiamo da 0-0 – dice il nigeriano – non conta nulla arrivare alla postseason avendo vinto le ultime 5 o avendole perse». Serie negativa che la Dinamo ha attraversato, uscendone solo nelle due giornate conclusive. «Ci siamo un po’ persi per strada – prosegue l’ex veronese – soprattutto abbiamo smesso di difendere, giocando troppo individualmente. E così diventiamo una brutta squadra. La partita di Milano è stata pessima, Trento e Varese hanno fatto prestazioni super, ma ci abbiamo messo molto del nostro». Ciò nonostante, la fiducia di Lawal non vacilla. Forse deriva
dal fatto di aver vinto due coppe in stagione. «No – smentisce lui – siamo convinti di essere i più forti in Italia a prescindere dall’aver già alzato due trofei, cosa che non ci ha affatto sorpreso. Siamo profondi, abbiamo una panchina lunga, possiamo dar fastidio a chiunque». Anche a Trento. «Ci hanno battuto due volte su due – prosegue Shane – quindi hanno dimostrato di saperlo fare, sono ben allenati e hanno giocatori forti. Ma se giochiamo la nostra pallacanestro li possiamo eliminare». NIGERIA L’infanzia di Shane non è stata facile. «Sono cresciuto in Nigeria, quando avevo 7 anni mia madre è emigrata negli Usa e dopo essersi sistemata, 12 mesi più tardi, io e mia sorella l’abbiamo raggiunta. Prima a Mobile, in Alabama, poi nel Michigan. Non che mi voglia lamentare, le cose per cui farlo son ben altre, ma non esattamente il posto più semplice dove crescere...». Dopo il college, l’esperienza in Qatar e poi in Spagna, prima che il destino (ovvero gli stipendi non pagati a Guadalajara) lo portasse all’Al-Ahli Bengazi. Col via della Rivoluzione del 17 febbraio, Bengazi diventò uno dei punti caldi della battaglia contro Gheddafi. Shane si diede alla fuga assieme al compagno di squadra Kingsley Oguchi, anche lui di origini nigeriane. «Ci rifugiammo in hotel, senza telefono o internet per 10 giorni. Furono quelli i momenti più difficili, non potevo contattare i miei cari che pensavano fossi morto – spiega il sassarese – Poi riuscimmo a raggiungere il porto, rischiando la vita perché i ribelli ci scambiavano per mercenari africani. Ci salvò un soldato dell’esercito britannico. Una volta sbarcati a Malta, raggiungemmo l’Egitto, la Turchia e da lì New York». Normale che per Shane il futuro sia un concetto relativo: «Non sai mai cosa ti riserva la vita. Per ora penso solo a battere Trento e diventare il miglior giocatore possibile. Certo, essere protagonista in una squadra che vince il titolo non sarebbe male». © RIPRODUZIONE RISERVATA
LE CHIAVI
Difese allegre: Trento è 12a per punti subiti con 80,1 a partita e Sassari 14a con 81,2 di media Rimbalzi offensivi: Trento ne concede 11,9 a gara (14a), Sassari ne cattura 13,4, 1a in Serie A
1I k.o. interni di Milano nei playoff 2014 L’EA7 è arrivata
allo scudetto perdendo tre volte in casa: gara-2 e gara-4 di semifinale contro Sassari e gara-5 nella finale con Siena. In stagione regolare la striscia vincente aperta è di 33 gare
DOMENICA 17 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
III
● È la Grissin Bon Reggio Emilia la squadra più «italiana» della Serie A con una media di utilizzo del 60.99% pari a 3.339 minuti giocati sui 5.475 disponibili concessi ai giocatori di cittadinanza e formazione italiana. Al secondo posto Cremona che chiude con il 44.89% e 2.458 minuti di utilizzo; al terzo la Virtus Bologna con il 36.33% e 1962 minuti di utilizzo. Le tre società si divideranno il 60% dei 700 mila euro garantiti dalla Fip: 210 mila euro Reggio Emilia (nella foto Amedeo Della Valle), 126 mila a Cremona e 84 mila euro a Bologna
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Premio italiani a Reggio Emilia, Cremona e Bologna
I QUATTRO DUELLI LA POLIZZA DEI LAGUNARI
LA GUARDIA LITUANA
Ress, l’uomo della sicurezza «Venezia fa solo passi in avanti» 1Per l’ex senese,
RESPONSABILITÀ Scorrendo le cifre di Ress, si notano i 6,8 punti di media a partita, un numero che neppure a Siena aveva mai avuto, col top a quota 5,3 proprio nella passata stagione. «Ma a Siena ero un gregario dietro a Stonerook e Lavrinovic, qui il ruolo è diverso, grazie a Recalcati sono un “cinque” atipico — racconta — e ho modo di prendermi più tiri e maggiori responsabilità». L’accoppiamento del primo turno ha riservato ai lagunari la mina vagante Cantù, non il massimo. «Non è il migliore ma neppure il peggiore quarto di finale — continua Ress —: la squadra di Sacripanti è molto fisica, dovremo essere bravi a fermare il loro contropiede. Avremo il vantaggio del fattore campo in un’eventuale quinta gara, non è poco».
ora centro atipico, sette finali di fila «Qui sono molto più protagonista»
LA SFIDA VENEZIA CANTÙ
MEDIA PUNTI
80
79.6
% TIRI DA DUE
53.5 52.1 % TIRI DA TRE
33.9 36.4 RIMBALZI
37.6 38.6 ASSIST
18.3 14 PALLE PERSE
13.5 16 VALUTAZIONE
89.9 85
to finali di fila, e lì sì che sarebbe record scavalcando pure l’ex compagno Carraretto. «Calma, qui dobbiamo solo restare umili e continuare a lavorare come abbiamo fatto per una stagione intera — dice Tomas —, il secondo posto al termine della stagione regolare è giunto a sorpresa, all’inizio abbiamo avuto qualche difficoltà come era logico per i tanti volti nuovi, ma poi sono stati fatti solo passi in avanti. Ci sarà indubbiamente un po’ di pressione, ma sappiamo come gestirla».
Tomas Ress, 34 anni, ala di Venezia, 6 volte tricolore con Siena CIAMILLO
Mario Canfora
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ette finali consecutive, sette. Prendendo Tomas Ress dalla pesca senese della scorsa estate, Venezia sapeva bene di essersi assicurata la migliore polizza acquistabile sul mercato. Il Sole 24 Ore avrebbe messo cinque stelle accanto al prodotto... Ress Italy: neanche ai tempi della bolla speculativa di inizi anni Duemila si videro rendimenti simili. Scherzi a parte, il ruolino di marcia del lungo di Salorno è stupefacente. «Forse solo Pittis riuscì in un’impresa simile», osserva. Macché, siamo andati a controllare. Il milanese ne centrò quattro in cinque anni, ma sette finali consecutive (con sei scudetti) proprio no. Ecco, Pittis vinse nei playoff sette scudetti (come Carraretto che con Siena li centrò di fila, dal 2007 al 2013), ma mai raggiunse sette finali una dietro l’altra.
VACANZA Ancora una volta Milano parte favorita. «Detto che nei playoff può accadere di tutto e io con Siena l’ho sperimentato nel 2013 quando vinsi lo scudetto dopo aver chiuso la stagione regolare al quinto posto, Milano resta comunque una spanna superiore a tutte, ha tante opzioni in attacco e una panchina lunghissima che al meglio delle sette gare, tra semifinale e finale, si fa sentire». Il suo contratto con Venezia scade tra un anno, d’estate ormai si concede un bel po’ di vacanza, visto che gli impegni della Nazionale non lo coinvolgono più. A meno che... «No no, è sempre bello giocare con la maglia dell’Italia ma ormai dove vado più, d’estate ho i bimbi...», chiude sorridendo. © RIPRODUZIONE RISERVATA
LE CHIAVI
Collettivo: entrambe non hanno giocatori nei primi tre in tutte le categorie statistiche Assist: la Reyer è prima con 18.3 a partita, mentre Cantù ne concede 16,3, terzultima
PRIMA FILA La Reyer nella griglia dei playoff parte in prima fila, accanto a Milano. Per Ress, insomma, l’obiettivo sono le ot-
2-0
Reggio Emilia con il fattore K «Giovani e forti E poi ci sono io» 1Kaukenas:
«Quando gioco mi viene ancora la pelle d’oca: non penso al ritiro, anzi...»
LA SFIDA REGGIO EMILIA BRINDISI
MEDIA PUNTI
77.2 72 % TIRI DA DUE
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% TIRI DA TRE
35.3 32.4 RIMBALZI
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13.2 13.8 VALUTAZIONE
87.3 76.3
Rimas Kaukenas, 38 anni, lituano, 2a stagione a Reggio CIAM
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e i momenti critici, date la palla a Kaukenas: non ve ne pentirete mai. Lo sanno bene anche i ragazzotti di Reggio Emilia che spesso si rifugiano da «papà» Rimas quando bisogna fare ricorso al jolly per vincere le partite. Lui se la ride, ed è un fiume di simpatia. «Facciamo quel che si può — attacca —: io a 38 anni ancora ho la pelle d’oca quando scendo in campo, mi sento eccitato. E a ritirarmi non ci penso proprio. Sono in scadenza di contratto, qui ho la mia famiglia, le mie tre figlie studiano alle scuola internazionale di Modena, il club è super, insomma sto bene e mi farebbe piacere restare, ma parliamone dopo i playoff, ok?». CRESCITA In un solo anno, la crescita della Grissin Bon allenata da Max Menetti è stata netta. Da settima, la squadra ha chiuso la stagione regolare al terzo posto, con i punti passati da 30 a 42. È stato dimezzato anche il distacco dalla capolista Milano. Non più 20 punti, ma 10. Insomma, Reggio Emilia c’è, pur con una serie di infortuni
impressionanti. «Non ci hanno lasciato mai in pace — spiega Kaukenas —, a turno un po’ tutti ci siamo dovuti fermare. Comunque, non era facile disputare una stagione di tale livello quando ci sono tanti giovani in squadra. Ci vuole tempo, devi trovare l’intesa giusta per spingere sempre al massimo e vincere le partite». BIG IN CALO È onesto, il lituano, quando osserva che nell’avanzata di Reggio ai vertici della classifica c’è pure il calo di alcune big. «Siena non c’è più, Roma ha avuto difficoltà e Cantù ha cambiato tanto trovando solo alla fine la quadratura del cerchio. Anche Pistoia era più forte, insomma la A di quest’anno direi che è stata più debole — continua —. Ma siamo stati bravissimi. E una grande mano è arrivata dalla partecipazione all’Eurocup. Disputare gare di qualità aiuta tanto ed è un’esperienza che ci porteremo dietro nei playoff, dove si gioca ogni due giorni». Cinque scudetti vinti: Kaukenas sa bene cosa sono i playoff. «Semplicemente un altro campionato, è vero — spiega —, ma alla fine i più forti vincono sempre. Anche perché con semifinali e finali al meglio delle sette gare conta tanto avere la panchina lunga. Milano? È la favorita netta». AMBIENTE Il primo turno con Brindisi, per Reggio, non lo si può considerare di sicurezza. «Assolutamente, sono temibili, siamo noi ad avere tutto da perdere — prosegue —: conterà come al solito difendere duro... Io intanto spero che il nostro ambiente non sia troppo carico, potrebbe essere deleterio». Per chiudere, ma questi giovanotti italiani reggiani di belle speranza potranno davvero arrivare in alto? «Di giocatori di talento ormai ce ne sono tanti, ma per differenziarsi dagli altri servono sempre tre cose — conclude —: avere un bel fisico e curarlo, essere fanatico del basket, ossia metterlo al centro della propria vita e poi non stancarsi mai di lavorare: ricordatevi che il solo talento non può mai bastare». canf © RIPRODUZIONE RISERVATA
LE CHIAVI
Assist man: Andrea Cinciarini ha chiuso al 1° posto con 6,2, Reggio 3a tra le squadre con 16,4 Niente falli: l’Enel è la squadra che ne subisce di meno in Serie A, con una media di 18,6 a gara
1Il bilancio dei quarti in regular season Tutte e quattro le
sfide presentano curiosamente lo stesso bilancio in stagione regolare: Milano-Bologna (2-0), Trento-Sassari (2-0), Venezia-Cantù (2-0) e Reggio Emilia Brindisi (2-0)
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DOMENICA 17 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
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DOMENICA 17 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
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Trento, il 4 porta male ● Da quando esistono i playoff (‘76-77) in tutti i suoi formati, 21 volte lo scudetto è andato alla testa di serie n. 1, dieci alla n. 2, due alla n. 3, una sola volta alla n. 4 (Tracer Milano nell’87) e quattro volte alla n. 5, testa di serie più bassa ad aggiudicarsi il titolo (ultima volta Siena nel 2013). Il compito più duro, stando alle statistiche, spetta quindi a Trento (nella foto Davide Pascolo), n.4 del tabellone
PAROLA DI METTA «Resterei a Cantù in una serie A piena di star»
PLAYOFF NBA
Curry magico Warriors in finale Ovest 1Ci arrivano dopo 39 anni col
canestro della svolta da 19 metri dell’mvp. Atlanta avanti col brivido
L’
avesse fatto qualcun altro, diremmo solo che è stato un colpo di fortuna. Ma siccome il canestro da 19 metri che ha girato gara-6 di semifinale Ovest tra Warriors e Grizzlies lo ha infilato Steph Curry (mvp della stagione), diciamo che è stata una magia. La tripla (avrebbe dovuto valere il doppio vista la distanza, ma non siamo al Luna Park) ha in effetti tagliato le gambe a Memphis, che lamentava un secondo prima un fallo su Jeff Green che, con 3 liberi, avrebbe potuto portare i suoi a -2, invece di andare all’ultimo intervallo sul -8. Così Golden State torna in finale di conference per la prima volta dal 1976, l’anno dopo l’unico titolo per la squadra che chiama Oakland casa ma che nel 2018 dovrebbe tornare a San Francisco nella nuova arena in zona Mission Bay. Erano i tempi di Rick Barry, con Al Attles in panchina. Allora ci arrivò sbancando la Cobo Arena di Detroit (all’epoca nella Western Conference) all’overtime con 37 punti di Phil Smith. Quei Warriors furono poi piegati in gara-7 da Phoenix, che diede vita alla storica finale per il titolo persa coi Celtics. Stavolta entra nel penultimo step verso il titolo da favorita, aspettando l’avversaria che uscirà dalla bella Houston-Clippers.
1World Peace: «Stiamo trattando ma ora penso solo a vincere» Massimo Oriani INVIATO A CANTÙ (COMO)
G
iocatore prima che personaggio. Leader, professionista, esempio. Dubbi? No, perché Metta World Peace è tutto questo e di più. E’ uno che ferma l’allenamento dopo due palle perse banalmente dai compagni, ricordando a tutti che ora si fa sul serio, che leggerezze simili nei playoff si pagano e si va a casa. E’ uno che in treno, al ritorno da Roma, tira fuori un sacchettino di bacche e le mangia, stando alla larga da patatine e junk food. E’ uno che non vuol saperne di andare in vacanza.
Mr. Metta, ora che ha un po’ d’esperienza alle spalle come giudica il campionato italiano? «E’ un’ottima lega, ci sono regole molto diverse rispetto ai campionati dove ho giocato, alle quali non ero abituato. La zona, l’infrazione di passi, tanti falli non chiamati. Nella Nba fischiano molto di più i contatti, in Cina poi non ne parliamo. Ma è solo questione di adattarsi. Io penso solo a giocare perché se dovessi preoccuparmi delle regole non riuscirei a rendere come posso».
l’unica strada per chiudere con successo la stagione. Ma è dura, così come lo sarà per gli altri venire a vincere al Pianella». Johnson-Odom ha parlato di un problema di mentalità in trasferta. «Ci sta. E’ qualcosa che ciascuno deve trovare dentro se stesso. Quando sei un professionista, devi riuscire a tirar fuori lo spirito da lottatore, la tua natura agonista». C’è qualcuno dei compagni che l’ha sorpresa? «Sorpreso direi di no, più che altro mi sono reso conto del loro valore. Tutti stanno rendendo per quello che valgono. Direi che siamo un’ottima squadra, sono soddisfatto di quello che abbiamo fatto sin qui». Dia un voto alla sua esperienza italiana sin qui. «Sicuramente il più alto possibile, l’unico neo è non avere la mia famiglia accanto. Per il resto tutto è stato super: il cibo, il posto, il clima, il basket, i nostri tifosi, le trasferte, ho visto Roma, Milano, Venezia. Quando mi alzo la mattina apro la finestra e vedo le montagne, non posso chiedere di meglio». Cosa la spinge ad allenarsi come una matricola a 35 anni dopo aver vinto un titolo Nba?
Ha già giocato contro Venezia in stagione, cosa ricorda di quella partita? «Non molto, solo che eravamo sopra all’intervallo, poi abbiamo perso troppi palloni contro il loro pressing. E ricordo che hanno ottimi tiratori».
I 18 punti nel girone di ritorno di Cantù, che le varrebbero il quinto posto in classifica
Cantù ha fatto tanta fatica in trasferta quest’anno. Per far strada nei playoff dovrete sempre vincere fuori. «Non ci sono alternative, è
I 15.3 punti di media di Metta gli varebbero il 7° posto tra i bomber (con 8 gare non è eleggibile)
LE CHIAVI
NELLA NBA SI PARLA DELL’ITALIA GRAZIE A ME? NE SONO OROGLIOSO
VOGLIO CONTINUARE AD ESSERE TRA I PIÙ FORTI DEL MONDO
Metta World Peace, 35 anni, nato Ron Artest, ha cambiato nome nel 2011. A Cantù da fine marzo SCACCINI
METTA WORLD PEACE ALA DI CANTÙ
L’EX RON ARTEST CAMPIONE NBA 2010
«Voglio continuare ad essere uno dei più grandi giocatori al mondo. Non voglio che fattori esterni condizionino la mia passione come è accaduto nella Nba. Se non sei tra i numero uno lì, la gente non ti considera. A volte tra i pro’ un allenatore o un gm non ti vogliono in squadra non perché sei scarso ma perché non fai al caso loro o preferiscono qualcun altro. Capita spesso che siano i giocatori stessi a reclutare dei compagni. In estate mi ha chiamato DeMarcus Cousins, voleva che firmassi coi Kings, idem Kobe coi Lakers e Westbrook coi Thunder. So di essere più forte di tante ali piccole Nba, quindi voglio dimostrarlo anche nel campionato italiano. In estate quando giochiamo al campetto o al centro d’allenamento dei Clippers sono in tanti i pro’ che faticano quando li marco io».
re a Cantù la prossima stagione? «Stiamo già trattando. Ma ora penso solo ai playoff, ne abbiamo parlato tante volte. Sarebbe bello, mi trovo benissimo. Non siamo a Los Angeles ma sto avendo esposizione in tutto il mondo. Grecia o New York che sia, i giocatori Nba seguono la mia carriera, non sono sparito dalla cartina».
Realisticamente pensa di resta-
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Datome ha detto che in Nba ora si parla anche del campionato italiano proprio grazie a lei. «La cosa mi rende orgoglioso. Voglia che la serie A diventi più competitiva, che ci siano più squadre che lottano per il titolo, voglio essere più forte l’anno prossimo, ma che lo siano anche Pistoia, Pesaro, Roma. Portate qui tutti i giocatori migliori. So che c’è crisi ma magari qualche altro sponsor può dare una mano. Vogliamo vederli!».
GUERIN Storica anche la finale Est, con Atlanta che vi entra per la prima volta dal 1970, quando era nella Western e non esistevano neppure le conference, che venivano chiamate division. Il miglior realizzatore di allora era Lou Hudson, 6 volte All Star, in panchina c’era Richie Guerin, che tornò in campo per gara-4, anche se i suoi 31 punti non bastarono per evitare il 4-0 Lakers . Per un nano secondo questi Hawks non sono andati a gara-7 coi Washington Wizards, visto che l’ennesima tripla capolavoro di Pierce che avrebbe portato all’overtime, è stata annullata all’instant replay. Gara-1 coi Cavs, ad Atlanta, si gioca mercoledì. m.o. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Est, gara-6: Washington-Atlanta 91-94 (serie 2-4); Cleveland-Chicago 4-2. Ovest, gara-6: Memphis-Golden State 95-108 (serie 2-4); Houston-LA Clippers 3-3 (stasera gara-7, ore 21.30, diretta Sky Sport 2).
Eurolega: alle 20 a Madrid la finale Real-Olympiacos ● Stasera (ore 20, Fox Sports 2) si gioca la finale di Eurolega a Madrid tra Real e Olympiacos Pireo. Alle 17 Cska Mosca e Fenerbahce Istanbul si sfideranno per il terzo posto. PLAYOFF A-2 - Ieri gara-1 di semifinale, al meglio delle 5: Casale Monferrato-Agrigento 53-60 (domani gara-2). Oggi (ore 18), gara-1 Brescia-Torino. ITALDONNE - Amichevole a Roma: ItaliaUngheria 62-53 (Sottana 11, Crippa 7).
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1Vittorie esterne di Cantù L’Acqua Vitasnella ha sbancato
solamente Pesaro, Caserta, Avellino e Roma. Peggio hanno fatto solo l’Acea, la Pasta Reggia e l’Upea. Contro le squadre ai playoff, i brianzoli hanno un bilancio di 5 vinte e 9 perse
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DOMENICA 17 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA