La Gazzetta dello Sport (05-18-2015)

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lunedì 18 maggio 2015 anno 119 - numero 115 euro 1,40

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www.gazzetta.it / GazzettaTv canale 59

MOTOGP

GIRO D’ITALIA

Aru pizzica Contador e poi si commuove per l’amico Tiralongo

Djokovic imperatore della terra di Roma La Sharapova regina

A Le Mans bis del maiorchino, adesso a -15 da Vale. Dovizioso sul podio. Marquez 4°

Il gregario, a 37 anni, è il più vecchio vincitore di tappa. Il sardo rosicchia 1” alla maglia rosa

Il serbo al quarto trionfo: più che con Federer rischia soltanto con il tappo dello champagne

CASADIO, FALSAPERLA, ZAMAGNI DA PAG. 42 A 47

DA PAGINA 34 A PAGINA 41, COMMENTO A PAGINA 27

Lorenzo è magnifico La rimonta di Rossi si ferma al 2° posto

TENNIS

CALABRESI, CRIVELLI, MARTUCCI PAG. 48-49. COMMENTO DI VALENTI PAG. 27

BERARDI

UN ANTIDIAVOLO PER LA JUVE La sua tripletta (con gol non gol) condanna il Milan col Sassuolo e risveglia la voglia dei bianconeri

Il bacio di Domenico Berardi, 7 gol al Milan in 2 stagioni, ad Antonio Floro Flores

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UDINESE, CHE LISCIO GARCIA TORNA 2° E ORA DERBYSSIMO

Il gol di Torosidis. I giallorossi vanno a +1 sulla Lazio

Perica spaventa la Roma, pari di Nainggolan. Poi Torosidis, su clamoroso svarione difensivo, firma il 2-1 e il nuovo sorpasso CECCHINI, PUGLIESE, STOPPINI, ZUCCHELLI ALLE PAG. 12-13

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MANCINI E THOHIR UN VERTICE DI 90’ OK PER YAYA TOURÉ

BIANCHI, CENITI, FOGLIANI, OLIVERO, PASOTTO ALLE PAGINE 2-3, 6, 9, 14

BOLDRINI, BREGA ALLE PAGINE 10-11

Altra rete fantasma ma l’occhio di falco slitta

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LA MAXI OFFERTA

Pronti 50 milioni per Anderson United in pressing sulla Lazio

9 771120 506000

50 5 1 8>

Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano

PESSINA, SCHIRA A PAGINA 14 Svista sull’1-0: la palla ripresa da Diego Lopez non supera la linea. E l’occhio di falco, previsto per la finale di Coppa Italia, slitta...

IL COMMENTO di Fabio Licari 27

INTRIGANTE CORSA ALL’EUROPA

LA SIGNORA DEL MERCATO

VIDAL VIA? ECCO NAINGGOLAN. E POGBA... Il Liverpool va sul cileno, Marotta pronto a sostituirlo col romanista e a tenere Paul a Torino GRAZIANO, LAUDISA A PAGINA 5

Tre campionati in uno, c’è ancora da divertirsi e soffrire. Quello della Juve si gioca ormai su un’altra dimensione, tra Coppa Italia, Berlino e mercato: Berardi può aggiungersi a Dybala, Pogba restare, Nainggolan è una suggestione da non sottovalutare, e il vantaggio sulle rivali teoricamente aumenta ancora. L'ARTICOLO A PAGINA 27

RISULTATI & CLASSIFICA 36a GIORNATA

ATALANTA-GENOA CAGLIARI-PALERMO INTER-JUVE ROMA-UDINESE SAMPDORIA-LAZIO SASSUOLO-MILAN TORINO-CHIEVO VERONA-EMPOLI OGGI FIORENTINA-PARMA (0-1) ORE 19 NAPOLI-CESENA (4-1) ORE 21 JUVENTUS ROMA LAZIO NAPOLI* GENOA FIORENTINA* SAMPDORIA INTER TORINO PALERMO

83 67 66 60 56 55 54 52 51 46

*Una partita in meno

MILAN VERONA SASSUOLO CHIEVO UDINESE EMPOLI ATALANTA CAGLIARI CESENA* PARMA* (-7)

30 1-4 0-1 1-2 2-1 0-1 3-2 2-0 2-1

46 44 43 42 41 41 36 28 24 17

DA NON PERDERE

SPAGNA

Barça campione nel segno di Messi in casa di Simeone

1 Il Cagliari perde ancora Dopo undici anni va in B Genoa boom: è quinto ALLE PAGINE 16-17 E 23

2 Tocca alle panche calde Napoli, Benitez ai saluti Firenze, Montella tuona

Titolo numero 23, il primo per Luis Enrique allenatore. Inutile la tripletta di CR7 RICCI A PAGINA 30

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IL ROMPIPALLONE di GENE GNOCCHI

La festa del Barcellona a Madrid

Dopo l’erroraccio di sabato, Handanovic lascia l’Inter. Ha firmato un biennale col Paperopoli

MALFITANO, SARDELLI A PAGINA 15

3 Basket: via ai playoff Bologna guida l’assalto alla favorita Milano DI SCHIAVI E PETERSON A PAGINA 50


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Primo piano R Tra campionato e mercato

Un esorcista AI ROSSONERI NE SEGNÒ GIÀ 4 LO SCORSO ANNO

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L’incredibile domenica vissuta ieri da Domenico Berardi, 20 anni. L’attaccante del Sassuolo, quando vede Milan al Mapei Stadium, diventa letale. Nella scorsa stagione realizzò quattro reti, ieri s’è fermato a tre. 1 Il primo grazie alla complicità di Diego Lopez, che non trattiene una sua conclusione dalla distanza, prima di respingerla sulla linea. ANSA 2 Splendida la seconda rete, con un sinistro di collo esterno a fil di palo, su bella imbeccata di Missiroli ANSA 3 Il terzo da opportunista, a spingere con la punta un tacco di Zaza GETTY

● I milioni con i quali la Juve potrebbe riscattare la seconda metà di Domenico Berardi dal Sassuolo, se pagati però entro il 10 giugno. Diventerebbero invece 20 se pagati nei dieci giorni successivi. Dal club emiliano la Juve riscatterà anche Simone Zaza

fIL PERSONAGGIO

L’ATTACCANTE DEL SASSUOLO

Berardi vede il Diavolo e lo manda al tappeto Sette gol in due partite «Il Milan mi porta bene Il futuro? Non ci penso» 1Una tripletta che conferma il grande bagaglio tecnico dell’attaccante. Ma uno così piace troppo alla Juve...

G.B. Olivero INVIATO A REGGIO EMILIA

C

omprarlo non si può: costerebbe troppo e comunque andrà alla Juve. Marcarlo si potrebbe, almeno in teoria: però quando Domenico Berardi si alza bene dal letto, controllarlo diventa complicato. E anche per questo motivo la Juve vuole riportarlo alla base. Quando gioca contro il Milan sembra che Berardi corra su una nuvoletta. Quattro gol il 12 gennaio 2014: vittoria del Sassuolo per 4-3 ed esonero di Massimiliano Allegri. Tre gol ieri, vittoria del Sassuolo per 3-2 e altra giornata difficile per Inzaghi al di là delle recriminazioni per le decisioni arbitrali.

COMPLETO I tre gol di Berardi a Diego Lopez sono tutti diversi tra di loro, a testimoniare l’ampiezza del bagaglio tecnico. Il primo è un classico del repertorio: movimento da destra verso il centro e tiro da lontano. Un tiro parabile, certo, ma le conclusioni di Domenico sono sempre maligne e anche un grande portiere come Lopez è stato ingannato. Il secondo gol è un gioiellino: sul lancio di Missiroli lo scatto di Berardi è secco, ma poi ci si sarebbe aspettati un tiro di destro, ossia la soluzione più normale da quella posizione. E invece la stella del Sassuolo si è inventato un esterno sinistro tutt’altro che banale: tiro forte e preciso con un movimento consono del corpo, palla nell’angolino. La tripletta, invece, è arrivata con un’azione da opportuni-

sta: sul tocco di Zaza, Berardi è stato bravissimo ad anticipare tutti a pochi metri da Lopez e a toccare di punta. Un gol alla Inzaghi, da uomo d’area: Domenico ha capito prima dove sarebbe andata la palla e ha approfittato della situazione. Così Berardi ha servito il tris, ma avrebbe potuto perfino bissare l’incredibile poker del 2014 se non avesse sprecato l’occasione più semplice: a due passi da Lopez ha esagerato con le finte e poi, forse convinto di aver già segnato, non è stato sufficientemente cattivo consentendo al portiere spagnolo di intervenire con una grande parata di piede. All’andata a San Siro Berardi aveva fatto gli assist per i gol decisivi di Sansone e Zaza, ieri ha preferito risolvere direttamente la partita. Al Milan ha già segnato 7 gol e, tanto per fare un paragone importante legato alla squadra in cui probabilmente andrà a giocare, gliene mancano solo due per eguagliare il bilancio contro i rossoneri di Alessandro Del Piero. LE FRASI Domenico, che all’uscita dello stadio ha dovuto mettersi in posa per tante foto e selfie richiesti dai tifosi, non è un chiacchierone. E l’ufficio stampa del Sassuolo, forse un po’ troppo ossequioso con lui, ha evitato che gli fossero rivolte domande escluse quelle a caldo in campo. Ieri, così, sono stati quasi più i tiri delle parole: «Giocare contro il Milan mi porta fortuna. Ho lavorato molto ogni settimana per migliorare sempre di più. Adesso non penso al futuro, vedremo a giugno, credo di restare». Sulla partita un’analisi rapida: «Abbiamo giocato come volevamo e come avevamo preparato la gara in settimana. Siamo contenti, ma dobbiamo già concentrarci sulla prossima partita. Quest’anno abbiamo iniziato bene ed è arrivata la salvezza nel nostro momento migliore». Infine sul suo primo gol, quello contestato dal Milan perché la palla non supera completamente la linea: «Non ho visto bene, avevo un giocatore del Milan davanti. Il giudice di porta avrà visto meglio di me». Pare di no, ma non è questo il punto. Il punto è che, ancora una volta, Domenico Berardi ha mostrato di avere qualcosa di speciale. Un qualcosa di speciale che piace alla Juve. © RIPRODUZIONE RISERVATA

L'IDENTIKIT DOMENICO BERARDI NATO IL: 1/8/1994 A: CARIATI MARINA (COSENZA) RUOLO: ATTACCANTE ALTEZZA: 183 CM PESO: 70 KG

Berardi comincia a giocare in Calabria, quindi nel 2010 approda in Emilia: il Sassuolo lo acquista dal Cosenza e lo inserisce nel suo vivaio. La stagione successiva Berardi gioca con la Primavera, realizzando 5 reti in 18 partite. Nel 2012-13 è tra i grandi protagonisti della storica promozione in A: realizza 11 gol in 37 partite. In queste due stagioni di Serie A, Berardi ha segnato con la tripletta di ieri al Milan 30 gol. Fa parte della Nazionale Under 21, con cui a giugno parteciperà all’Europeo di categoria in Repubblica Ceca. Per la qualificazione, decisivo un suo gol contro la Serbia (3-2). CARRIERA AL SASSUOLO DAL 201O


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per la Signora 2

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E ora ha convinto la Juve A giugno sarà riscattato 1Per il Sassuolo 15 o 20 milioni in base ai tempi dell’affare, poi

l’attaccante potrebbe essere ceduto in prestito proprio ai neroverdi Mirko Graziano Carlo Laudisa MILANO

L

a Juventus resterà parecchio italiana anche nella prossima stagione, è una politica che Marotta e Agnelli hanno voluto imporre fin dai primissimi giorni della loro gestione, ormai quinquennale. La filosofia bianconera verrà rafforzata in estate dal sicuro ingresso del 21enne difensore centrale Daniele Rugani (già riscattato dall’Empoli) e dai probabilissimi innesti di Simone Zaza e Domenico Berardi. Su Zaza esiste di fatto una prelazione fissata intorno ai 15 milioni di euro, Berardi è invece in comproprietà con il Sassuolo, e la cosa andrà risolta per forza entro la fine di giugno. In questo senso, particolare fondamentale, il contratto fra Sassuolo e Juve, stipulato insieme

agli agenti Simone Seghedoni e Beppe Galli, consente ai bianconeri di portare a casa il 20enne per 15 milioni di euro se riscattato entro il 10 giugno e per 20 milioni nei dieci giorni successivi. E l’intenzione di Beppe Marotta è quella di tenere assolutamente nell’orbita del club entrambi gli attaccanti, girandone eventualmente uno solo in prestito. Valutazioni che verranno fatte più avanti, insieme allo staff tecnico. Zaza si è detto più volte pronto a fare il salto di qualità, per nulla intimorito dall’inevitabile forte concorrenza che troverà in una piazza tanto prestigiosa. STRATEGIE «Il mio futuro? A giugno vedremo, ma è probabile che resti...», ha detto invece ieri Berardi, dopo aver asfaltato il Milan (tripletta), raggiungendo quota quattordici reti in campionato. Deciderà appunto insieme alla Juventus, senza

RLa cifra della

trattativa è legata alla definizione entro il 10 o il 20 giugno

RRientrerà anche

Zaza. E con l’arrivo di Rugani sarà un gruppo sempre più made in Italy

quindi escludere proprio un prestito al Sassuolo, nell’ambito di un processo di maturazione più ampio. L’intenzione di Massimiliano Allegri è quella di avere una rosa di cinque attaccanti, dei quali due di esperienza e tre giovani. Insomma, a oggi potrebbero essere Carlos Tevez, Fernando Llorente, Alvaro Morata, Paulo Dybala e uno fra Berardi e Zaza. In caso di partenza di Tevez o Llorente, ecco che entrerebbero in scena altri pezzi da novanta come Cavani, Falcao, Van Persie e il sogno Higuain. Eventuali operazioni parecchio care, va detto, e dunque legate anche a possibili cessioni eccellenti, tipo quelle di Arturo Vidal o Paul Pogba. CARATTERISTICHE Ma torniamo a Berardi. La punta calabrese, già 30 reti in Serie A, quest’anno è stato seguito settimanalmente dai vertici torinesi,

che ne hanno constatato un’importante crescita non solo tecnica, ma anche caratteriale. Il baby talento ha personalità da vendere e caratteristiche di fantasia che in effetti dalla metà campo in avanti servono non poco alla banda Allegri. Attaccante esterno in un tridente, seconda punta pura e all’occorrenza anche trequartista: tutto questo è l’azzurro Under 21, giocatore che là davanti garantirebbe al tecnico campione d’Italia più soluzioni tattiche. Non è un segreto, infatti, che Max voglia alzare di parecchio il tasso tecnico negli ultimi trenta metri, e non a caso nel mirino della Juve resta Franco Vazquez, trequartista puro, fresco convocato da Conte e «gemello» di Dybala nel Palermo. Sogni al momento impossibili, invece, Javier Pastore del Paris Saint Germain e Kevin De Bruyne del Wolfsburg. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Primo piano R Mercato

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Vidal accende il Liverpool Ora tutto su Nainggolan così Pogba resta a Torino

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IL VICE DI BUFFON

Marco Storari, 38 anni, vice Buffon alla Juventus dal 2010 LAPRESSE

1Un’eventuale cessione del cileno

bloccherebbe la partenza del francese salvo offerte mostruose. Witsel e Ramires le alternative al belga della Roma

Storari, la finale poi il futuro: c’è aria di addio 1Sarà titolare in

Coppa Italia. Il club gli ha promesso il rinnovo, lui non vuole fare il terzo Mirko Graziano MILANO

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Carlo Laudisa @carlolaudisa

A

ssoci Radja Nainggolan alla Juve e pensi al futuro di Paul Pogba. Ma c’è un terzo incomodo in questa sceneggiatura del grande mercato bianconero: Arturo Vidal. Proprio in questi giorni in Premier League s’è risvegliato l’interesse per il cileno che la scorsa estate era stato a lungo nel mirino del Manchester United. Stavolta le indiscrezioni portano ad Anfield Road: il Liverpool che ha appena salutato Gerrard sta progettando un rimpasto a centrocampo e la freccia juventina potrebbe fare al caso dei Reds. Questo nuovo indizio consiglia così di prestare sempre maggiore attenzione alla trama che l’a.d. bianconero Beppe Marotta sta tessendo per Radja Nainggolan, da tempo indicato da Max Allegri come uno degli incursori di suo gradimento. Il centrocampista belga è in comproprietà tra Roma e Cagliari, che stanno faticando a trovare un’intesa considerando peraltro le questioni aperte per i riscatti del difensore Davi-

de Astori e dell’ala Victor Ibarbo. La prima metà è costata nel complesso 9 milioni (3 di prestito più 6 a bilancio), adesso i sardi ne chiedono 15 per uscire definitivamente di scena, mentre il d.s. giallorosso Sabatini si è fermato a quota 11. Tra oggi e domani è previsto un nuovo summit tra il dirigente romanista e Marroccu, d.s. cagliaritano. Il rischio è quello di impantanarsi, magari con la regia della Juve sulla sponda isolana. Queste sono vicende delicate, non c’è mai la controprova su determinati assi, tuttavia a Torino sono costantemente informati sull’evoluzione di un riscatto condizionato anche dal mancato adeguamento del con-

tratto del nazionale belga con la società di James Pallotta. Ovviamente questa è una partita che rischia di protrarsi sino al 25 giugno, data entro la quale i club italiani devono trovare un’intesa sulle comproprietà se vogliono evitare la roulette delle buste. La Juventus potrà pazientare sino ad allora? L’interesse tecnico è esplicito, la disponibilità economica è rilevante, ma non vanno sottovalutate le sfumature politiche. La Roma non può vendere Nainggolan ai rivali bianconeri, a meno che non si determini una situazione tale da perm et t e r e i l t r a s l o c o i n bianconero con un’imponderabile soluzione alle buste a favo-

Arturo Vidal, 27 anni GETTY

Radja Nainggolan, 27, ANSA

re dei sardi. I contorni del giallo ci sono tutti, anche per questo le prossime mosse meritano di essere seguite con particolare attenzione. ALTERNATIVE Ad ogni modo in corso Galileo Ferraris non trascurano altre opzioni di primo livello. Sia Witsel (compagno di squadra in nazionale di Radja) dello Zenit San Pietroburgo che il brasiliano Ramires del Chelsea, sono al centro degli interessi del management bianconero. In particolare il belga è ormai dichiaratamente in rotta con il club russo e anche il suo valore di mercato è sceso in maniera sensibile, considerando che al suo arrivo in Russia fu pagato oltre 35 milioni di euro. Nel caso del centrocampista sudamericano, invece, va sottolineato come sia uscito dai radar di Mourinho e ciò l’ha posto automaticamente sul mercato. Considerato tutto si può ben capire come alla Juve seguano con serenità le evoluzioni sul futuro di Pogba. Deve proprio arrivare un’offerta-monstre per cadere in tentazione. Altrimenti il francesone resta dov’è. © RIPRODUZIONE RISERVATA

no di noi, Storari uno di noi...», cantava la curva bianconera l’altra sera, a Milano. Il vice di Buffon aveva appena vanificato l’ennesimo assalto interista con una doppia prodezza su Palacio e Icardi. In precedenza, altro miracolo a stoppare sempre Palacio. E se un ragazzo di 38 anni sfodera una prestazione simile con appena nove presenze stagionali sulle spalle, ci sono prove concrete che trattasi di giocatore fisicamente integro, professionista serio e soprattutto portiere di alto livello. PROSPETTIVE Per molti, Storari è il vice più forte d’Italia. Allegri lo «premierà» con la finale di Coppa Italia, ma intanto il mercato è tornato a farsi caldo attorno all’eterno giovanotto romano, perché non è per nulla certo che resti bianconero anche l’anno prossimo. La Juventus ha infatti da tempo preso il brasiliano Neto, che ha già fatto sapere di preferire una maglia da vice a una soluzione in prestito lontano da Torino. Storari terzo portiere? Non se ne parla nemmeno. Dunque, la Juve è in piena riflessione: affrontare

anche la prossima stagione con un 37enne numero uno e un 38enne numero «dodici», oppure affiancare a Buffon un potenziale successore, insomma un vice di prospettiva? L’impressione è che si vada verso la seconda ipotesi. UN ANNO CHE BALLA... L’anno scorso Storari rifiutò un biennale (con opzione per il terzo anno) offertogli dal Sassuolo: preferì restare alla Juve. Qualche mese fa, ecco la promessa bianconera di un altro anno di contratto, fino al 2016: nessuna firma finora, ma non c’è pericolo che il portiere venga in un certo senso abbandonato al proprio destino. Da corso Galileo Ferraris emerge forte la gratitudine nei confronti del professionista e dell’uomo. Insomma, come dire: “se addio sarà, gli daremo una mano noi a trovare la giusta soluzione”. E questo è ciò che eventualmente si aspetta Storari stesso: forte appunto della promessa di un nuovo contratto, non è che ultimamente si sia messo a cercare nuove avventure, e a fine maggio è difficile pianificare qualcosa di particolarmente gradito. La priorità di Storari è e resterà la Juve, sia chiaro, ma intanto occhio alle piste Fiorentina e Bologna. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Norberto Murara Neto, 25 anni

LA SFIDA DELL’OLIMPICO

Cannibale Allegri: si giocherà la Coppa con i big 1Turnover limitatissimo. Assenti

soltanto gli squalificati Marchisio e Morata, dentro Pereyra e Llorente

COSÌ MERCOLEDÌ STORARI LICHTSTEINER BONUCCI CHIELLINI VIDAL

PIRLO

EVRA

POGBA

PEREYRA LLORENTE

TEVEZ GDS

MILANO

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a oggi inizia di fatto l’operazione Coppa Italia. Prima seduta tattica della Juve in vista della finale di mercoledì, contro la Lazio. Assenti gli squalificati Marchisio e Morata, in porta giocherà Storari, per il resto zero sorprese a livello di formazione con un unico ballottaggio in difesa. Insomma, si va verso un 4-3-1-2 con appunto Storari in porta,

Lichtsteiner ed Evra terzini, Bonucci-Chiellini coppia centrale, Pirlo in regia, Vidal e Pogba interni, Pereyra alle spalle di Tevez e Llorente. Ancora in corsa, però, Andrea Barzagli che contende la maglia da titolare a Leonardo Bonucci. BIGLIETTI CHAMPIONS Sta per scattare intanto la caccia ai biglietti per la finale di Champions. Oggi, la Juve comunicherà ufficialmente le modalità attraverso le quali arrivare al prezioso tagliando, mentre già ieri il tour operator che si occupa delle trasferte europee del club bianconero ha pubblicato sul suo sito un comunicato per i tifosi. Quattro le categorie di

prezzi: 390 euro, 280 euro, 160 e 70 euro. Proprio in queste ore Uefa, Juve e Barcellona stanno definendo ogni dettaglio a livello di disponibilità per ciascun club. La stima è di 20-25 mila biglietti a società: la capienza dell’Olympiastadion di Berlino è di 70.500 spettatori. La quota di tagliandi per il pubblico generale è già stata venduta a marzo dall’Uefa, ancora prima che si conoscessero i nomi delle finaliste. ELKANN E AGNELLI... Serata di campioni e artisti il 2 giugno allo Juventus Stadium, ci sarà la Partita del Cuore tra la Nazionale Cantanti e i Campioni per la ricerca. Dopo l’adesione di

Andrea Agnelli, anche John Elkann sarà della partita. E’ la prima volta che i due cugini giocheranno insieme davanti al pubblico torinese e ai milioni di telespettatori che seguiranno l’incontro benefico su Rai 1. Nella loro squadra anche Allegri e Nedved, poi Eros Ramazzotti e Massimo Giletti. Anche i cantanti stanno consolidando la rosa: in arrivo lo straniero, ovvero Liam Gallagher, tra l’altro tifoso del Manchester City. L’incasso andrà alla Fondazione piemontese per la Ricerca sul cancro, presieduta da Allegra Agnelli, in particolare al Centro di Candiolo, e a Telethon. Mauro-Mancini Carlitos Tevez, 31 anni ANSA

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Serie A R 36a giornata

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SASSUOLO

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MILAN

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LUNEDÌ 18 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

PRIMO TEMPO 2-1 MARCATORI Berardi (S) al 13’ e al 31’, Bonaventura (M) al 33’ p.t.; Alex (M) al 6’, Berardi (S) al 33’ s.t. SASSUOLO (4-3-3) Consigli; Fontanesi (dal 29’ s.t. Magnanelli), Cannavaro, Acerbi, Peluso; Biondini, Missiroli, Taider (dal 16’ s.t. Brighi); Berardi, Zaza, Sansone (dal 25’ s.t. Floro Flores). PANCHINA Pomini, Celeste, Longhi, Chisbah, Bianco, Lazarevic, Natali, Floccari. ALL. Di Francesco CAMBI DI SISTEMA nessuno BARICENTRO MOLTO BASSO 46.5M AMMONITI Missiroli per gioco scorretto, Consigli per proteste MILAN (4-3-3) Diego Lopez; Abate (dal 1’ s.t. Suso), Alex, Paletta, Bonera; Poli, De Jong, Van Ginkel; Honda (dal 34’ s.t. El Shaarawy), Destro (dal 23’ s.t. Pazzini), Bonaventura. PANCHINA Abbiati, Gori, Menes, Suso, Pazzini, Albertzzi, Zapata, Bocchetti, Mastalli, Zaccardo, El Shaarawy. ALL. Inzaghi CAMBI DI SISTEMA dal 1’ s.t. 4-2-3-1, dal 12’ s.t. 4-2-2-1 BARICENTRO MEDIO 52.2M ESPULSI Bonaventura al 12’ s.t, doppio giallo: proteste e fallo di mano, Suso al 49’ s.t. rosso diretto per g.s.. AMMONITI Bonera e Paletta per gioco scorretto, Honda e El Shaarawy per c.n.r ARBITRO Guida di Torre Annunziata NOTE Paganti 5980, incasso di 150.533 euro; abbonati 7797, quota di 91.520 euro. Tiri in porta 6-4. Tiri fuori 2-4. In fuorigioco 4-0. Recuperi: 1’ p.t., 4’ s.t.

La delusione a fine partita di Filippo Inzaghi, 41 anni: a Reggio Emilia è finita con una nuova sconfitta, addirittura la 12esima in questo campionato per la squadra rossonera AP

Pippo affonda, povero Milan

1I rossoneri si confermano la vittima preferita del Sassuolo, che vola con Berardi Gli arbitri sbagliano a dare la prima rete, Inzaghi rimonta da 0-2 e poi chiude in 9

Fabio Bianchi INVIATO A REGGIO EMILIA @fabiowhites

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embrava una tranquilla domenica di fine stagione. Sole, tanto caldo, conseguente ritmo da democrazia globale, sostenibile per chiunque. Sul campo dieci minuti di nulla lontano dalle aree e dalle idee. Sì, sembrava una scampagnata all’insegna del non facciamoci del male. Invece da qualche parte si nascondevano le tenebre e la luna piena, perché si è scatenato il lupo mannaro, e sono comparsi fantasmi e incubi. Per il Milan. Contrordine compagni: la vittoria sulla Roma è stata una casualità. Si ripiomba nella stagione nera. Il Milan deve essere la vittima preferita del Sassuolo. E la personale luna piena di Berardi che quando vede i rossoneri si trasforma in lupo mannaro. L’anno scorso al Giglio gli rifilò 4 morsi. E decretò l’esonero di Allegri. Stavolta si limita a 3. Quanto basta per lasciare una pesante ferita alle speranze di riconferma di Inzaghi. TUTTO STORTO Povero Diavolo, che pena ci fa. Quando le cose vanno male, andranno peggio, recita un famoso detto. Ma qui si esagera. Il fantasma si presenta presto, sotto forma di gol. Diego Lopez, invidioso forse di Handanovic (inse-

gue anche lui la Champions?) fa una papera sul tiro centrale e da lontano di Berardi: la palla gli sfugge e riesce ad agguantarla sulla linea. Ma è dentro o fuori? L’addizionale Damato, a un metro dal palo, suggerisce gol e Guida conferma. In verità la palla non è entrata del tutto. Era difficile giudicare ma nel dubbio non è meglio non convalidare? Gli errori arbitrali non si fermano IL NUMERO qui, ma sono equi. Guida nega un rigore al Sassuolo per un fallo di De Jong su Berardi, sul 2-2. le espulsioni del Milan Ma il danno più in campionato, record serio lo fa al Mil a n , qu a n d o della Serie A: ieri espelle Bonaven- sono stati espulsi tura a inizio se- Bonaventura e Suso condo round con il 2° giallo per un fallo di mano. Che c’è, ma Jack sembra volersi coprire la faccia. Decisione da regolamento, ma troppo severa. Tant’è. Il Milan che aveva appena segnato il 2-2 ed era nel suo momento migliore si trova con le gambe già poco stabili piegate. Nel recupero l’arbitro caccerà anche Suso per un fallo cattivo ma non brutale su Magnanelli e forse poteva risparmiarlo. Ecco do-

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ve è primo il Milan: nella classifica delle espulsioni, siamo arrivati a 12. Un altro segnale che c’è parecchio che non va. Persino El Shaarawy, al rientro dopo mesi, era talmente nervoso da dover essere cacciato per insulti dopo pochi minuti. RITROVATO Da contorno ai tanti episodi, c’è la partita. Che il Sassuolo, diciamolo chiaro, ha meritato di vincere. Ha giocato meglio, è stato più incisivo, aveva un super Berardi. Sette punti in tre partite, dopo una sfilza di sconfitte. Sassuolo is back, in Sconforto di Galliani in tribuna IPP questo finale. Nel primo round il Milan ha tenuto il pallino in mano, ma lo faceva girare così lentamente che mezzo stadio aveva i crampi alle mandibole dagli sbadigli. Il Sassuolo era più vivo e puntava sulle ripartenze e le pecche della difesa davanti allo speedy tridente. Berardi ha colpito due volte: la seconda con uno stupendo esterno nell’angolino dopo aver bruciato Paletta sul lancio di Missiroli. Inzaghi ave-

va chiesto risposte ai giocatori: vediamo chi merita di essere da Milan. Ne ha avute davvero poche. Non dalla difesa, non dall’attacco. Un tiro in porta (il gol) in 45 minuti. Si può? Meglio giocare col «falso nueve» che con i «nueve inesistenti». Destro è un palo della luce, Pazzini ha fatto poco di più. Curioso che Inzaghi non riesca a trovare formule per far funzionare i centravanti. Il Milan è rimasto in piedi per la voglia di Honda (lui sì che ha preso alla lettera le parole del tecnico) e di Bonaventura, che ha accorciato le distanze con un’azione personale. SENTENZA BERARDI Nella ripresa il Milan è entrato con più cattiveria e ha raccolto subito il pari. Ma dopo l’espulsione di Bonaventura è di nuovo sparito. Inzaghi ha perso Abate per infortunio e ha fatto i cambi che doveva fare ma non ha raccolto frutti, incluso l’innesto di El Shaarawy nel finale. Di Francesco invece sì. Floro Flores speso per Sansone non ha sbagliato nulla e Brighi per Taider ha dato solidità al centro. Il Sassuolo ha mostrato la sua bellezza quando scambia in velocità coi suoi attaccanti. Berardi si è mangiato un gol prima di firmare il sigillo della vittoria. È un cerchio che si chiude: a il Milan cominciò il periodo buio all’andata con la sconfitta casalinga col Sassuolo. È ancora qui a leccarsi le ferite. © RIPRODUZIONE RISERVATA

LE PAGELLE di FA.BI. MALE CONSIGLI, MISSIROLI DÀ QUALITÀ. PALETTA AFFONDA, DESTRO È IMMOBILE. SI SALVA BONAVENTURA SASSUOLO

6,5

CONSIGLI 5,5 I conti non tornano: prende due gol su 4 tiri in porta. Esce male sul gol di Alex. FONTANESI 6,5 Baby neroverdi crescono. Bell’esordio da titolare di questo ragazzo del ’96. Esce per infortunio. MAGNANELLI 6 Un quarto d’ora di sostanza e di un pestone che rimedia nel finale dal Suso espulso. CANNAVARO 6 Chiude e imposta senza problemi. Concede, lui come tutti, solo l’incursione di Bonaventura-gol. ACERBI 6,5 Destro non è un problema, gioca attento e si concede parecchie avventure in avanti. PELUSO 6 Non riesce a cavalcare l’Honda, però gli limita il raggio d’azione e va in crescendo.

4,5

BIONDINI 6,5 Capelli rossi ovunque. Maratoneta di qualità. Bella l’azione in doppio tacco con Berardi. MISSIROLI 6,5 Uomo giusto al posto giusto. Al centro della manovra fa sentire il peso del suo dinamismo e della sua qualità. TAIDER 5,5 Corpo estraneo alla manovra. Non riesce a trovare posizione. BRIGHI 6 Sparge cemento sul centrocampo. Con lui il Sassuolo è più solido. Ma sono già in superiorità. ZAZA 6,5 Dove sta Zaza? In zona assist più che in zona gol. Ma va bene così. Lotta dura e senza paura con Alex. SANSONE 5,5 Nomen «non» omen. Subisce la forza di Abate, in generale insiste troppo nei dribbling. FLORO FLORES 6,5 Così si entra in partita. Subito nel vivo del gioco, subito incisivo.

IL MIGLIORE BERARDI

8 Vedi Milan e poi esaltati. Tripletta dopo il poker dell’anno scorso. E si ,mangia anche un gol. Ogni volta che parte è un pericolo.

L’ALLENATORE DI FRANCESCO

7 Ha riportato in salute il Sassuolo dopo la crisi delle ultime settimane. I suoi schemi d’attacco divertono di nuovo.

GUIDA Il gol fantasma colpa di Damato. C’è un rigore su Berardi. Dubbi sul terzo gol di Berardi, Zaza gol è regolare.

MILAN

5

DIEGO LOPEZ 5 Statue milanesi che cadono. Ma a differenza di Handanovic, lui ha rimediato. Poi prodezza su Berardi. ABATE 5,5 Tiene a bada Sansone, ok, ma non fa una discesa una. Il Milan ne risente. Esce per una contusione al piede. SUSO 5,5 Sarebbe sufficiente, senza l’inutile pestone del finale. Perché una piccola sveglia la dà. ALEX 6 Fa a sportellate con Zaza, poi segna il del momentaneo pari. In difesa però balbetta anche lui. PALETTA 5 L’anello debole. Quando Berardi s’accentra non riesce a prenderlo. Bruciato dal lancio di Missiroli. BONERA 5,5 Adattato ancora una volta a terzino sinistro, fa quel che

può con Berardi. Ma sale più di Abate. POLI 6 Il più attivo al centro e funziona discretamente anche in difesa al posto di Abate. DE JONG 5,5 Il guardiano che non protegge. Davanti alla difesa non chiude i varchi, nell’impostazione se la cava. VAN GINKEL 5 O dell’insostenibile lentezza del gioco. Poco «presente», spesso superato EL SHAARAWY s.v. Tornato troppo nervoso: andava espulso. DESTRO 5 L’uomo è immobile. Non ha rifornimenti ma la non sua voglia di andare a cercarli è imbarazzante. PAZZINI 5,5 Anche il Pazzo non combina nulla. Ma almeno si muove. BONAVENTURA 6 Jack squarta la difesa da solo e ridà speranza al Milan. Poi gliela toglie con l’espulsione non del tutto meritata. VIVENZI 5 GAVA 5

IL MIGLIORE HONDA

6,5 Giapponese versione samurai. Il Milan s’appoggia su di lui perché ha voglia, ritmo e palleggio. Non basta, ovviamente.

L’ALLENATORE INZAGHI

5 Ha l’alibi degli episodi arbitrali, ma il suo Milan è una squadra sempre inaffidabile. E ancora con poca qualità. DAMATO 4 CHIFFI 5


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Serie A R 36a giornata

LUNEDÌ 18 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

fQUANTI ERRORI

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LA POLEMICA

LA DOMENICA NERA DEGLI ARBITRI 1

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Inzaghi: «Partita non commentabile Colpa dell’arbitro» 1L’allenatore:

3

«Una gara decisa da scelte dubbie, alla squadra nulla da rimproverare» Marco Pasotto INVIATO A REGGIO EMILIA

C 1-2 Nei fotogrammi Sky si vede come la palla che sfugge a Diego Lopez sulla conclusione dalla distanza di Berardi non ha completamente varcato la linea di porta, dunque è scorretto assegnare il gol 3 L’espulsione per doppia ammonizione di Bonaventura: da regolamento ci sta ANSA

Gol fantasma, fuorigioco e rigori Guida-Damato flop 1Sulla papera di Diego Lopez il pallone non supera la linea: non è gol. De Jong su Berardi è da penalty Francesco Ceniti

M

ale, male, male. Da dimenticare la domenica di Guida e soci: errori su errori e anche molta sfortuna. Perché quando gira in un certo modo stai sicuro che andrà peggio (è la legge di Murphy): persino gli episodi al limite sono andati al contrario e vanno ad aggiungersi a una partita da cancellare in fretta. ANCORA TU... Come antipasto sostanzioso al menu di pranzo (si giocava alle 12.30) Guida e soprattutto l’addizionale Damato servono l’ennesimo caso di gol fantasma. Siamo al 13’ quando sul tiro non irresistibile

di Berardi c’è la mezza papera di Diego Lopez: il portiere si lascia sfuggire il pallone, ma poi si lancia per recuperarlo. Cosa che avviene nei pressi della linea di porta. Gol o non gol? Per Damato il pallone ha varcato del tutto la linea, così Guida assegna la rete. Le immagini, invece, danno torto all’occhio umano: per pochissimo (2-3 centimetri) la sfera pizzica la linea. Quindi non gol. Dalla prossima stagione di queste cose si occuperà l’Occhio di falco. Nulla da fare per la finale di Coppa Italia (ne parliamo in un pezzo a parte) a causa della data anticipata (si gioca mercoledì invece del 7 giugno), ma questa è un’altra storia. Torniamo a Sassuolo-Milan.

RGiusto convalidare il pari di Alex, ci sta l’espulsione per doppio giallo di Bonaventura

I FUORIGIOCO C’è da dire anche sul 2-0 del Sassuolo. Di mezzo c’è sempre Berardi: sul lancio di Missiroli, l’attaccante neroverde potrebbe essere di pochissimo davanti a Paletta. Quindi fuorigioco anche se Fifa e Uefa danno un’indicazione: nei casi dubbi (e al limite) tenere giù la bandierina. Insomma, quasi un «non errore», ma bisogna spiegarlo al Milan... Nel fi-

nale stessa cosa si può dire per il gol annullato a Zaza: questa volta la posizione sembra regolare. Qui l’aggravante è una: l’assistente decide di alzare la bandierina. Vuol dire che non aveva dubbi (sbagliando). RIGORE E ROSSI Gli altri errori sono sparpagliati nella partita, ma in mezzo ci sono anche decisioni giuste: come quella di convalidare il 2-2 di Alex perché è davvero minimo il contatto con Consigli. Semmai è il portiere a sbagliare il tempo dell’uscita. Dopo il Milan resta in 10: secondo giallo a Bonaventura. Può sembrare una scelta forzata, ma per il regolamento quel fallo di mani volontario (braccio sopra la testa) a interrompere un passaggio tra due compagni è da ammonizione. Guida sbaglia, invece, quando non assegna un netto rigore al Sassuolo: De Jong stende Berardi. Penalty chiesto anche da Honda che però si lascia cadere: ammonito per simulazione. Dubbi, invece, sull’intervento di Biondini su El Shaarawy. A proposito del Faraone: doveva essere espulso per la protesta clamorosa (prende il pallone e lo scaraventa in cielo) dopo una rimessa laterale data al Sassuolo (era del Milan), ma soprattutto Guida «accetta» un paio d’insulti sentiti pure in tribuna. El Shaarawy se la cava col giallo. Ok, infine, l’espulsione diretta di Suso nel recupero: entrata durissima su Magnanelli. © RIPRODUZIONE RISERVATA

RIENTRO AMARO

T

roppe scorie accumulate per riuscire a entrare in campo sereno. Troppe difficoltà di squadra per riuscire a lasciare il segno sulla partita. Troppi mesi costretto a guardare i compagni dalla tribuna per convincersi di essere davvero tornato. A raccontare il suo rientro sarà solo il tabellino, perché di certo El Shaarawy aveva immaginato in maniera diversa la presenza numero 100 in maglia rossonera. Avrebbe dovuto essere una festa, e non

Filippo Inzaghi, 41, prima stagione sulla panchina del Milan ANSA

50’ del secondo tempo. Il quadretto è completato dagli ultrà, che hanno disertato in blocco la trasferta per protesta. TECNOLOGIA Già, protesta. Loro protestano perché non vedono il Milan che vorrebbero. Il Milan protesta perché non si sente tutelato dall’arbitro. Il protagonista assoluto del dopogara rossonero è Guida. Intanto la doppia espulsione fa arrivare il Milan al 12° rosso di questo campionato (mai un dato così pesante: al massimo si era arrivati a 10 nel ‘96-97), però i cartellini sono solo una parte delle accuse. Il club non commenta ufficialmente, ma filtra che attenderà con attenzione le valutazioni del designatore. Ci pensa Inzaghi, peraltro, a chiarire bene lo stato d’animo comune: «Io non mi lamento mai, ma stavolta è difficile parlare di calcio. È una partita da cui usciamo troppo penalizzati. In parità numerica sarebbe finita diversamente. Se vai sotto con un gol immeritato che non c’è, il risultato viene fortemente condizionato. Sono assolutamente a favore della tecnologia in campo. E il secondo gol è dubbio, forse era fuorigioco. Questo cambia la partita, perché poi è dura reagire. Tante espulsioni? Quella di De Sciglio a Napoli non c’era, il primo giallo a Bonaventura nemmeno, il tocco di mano sul secondo era involontario, e quello di Suso non mi è parso un intervento spaccagambe. Sono tre partite che facciamo un buon calcio, sul 2-2 abbiamo anche provato a vincere». © RIPRODUZIONE RISERVATA

IL TECNICO DEL SASSUOLO

ElSha, 100a senza festa «Il futuro? Vedremo...» INVIATO A REGGIO EMILIA

ome spesso avviene in questi casi, e come spesso è avvenuto quest’anno, il confine tra lamentele legittime e l’inopportunità di nascondere la squadra sotto l’ombrello dell’ennesimo alibi, è molto sottile. Perché se è vero che il signor Guida ha mancato l’appuntamento con le decisioni più importanti della gara, penalizzando il Milan (ma non solo), è altrettanto vero che i rossoneri hanno fatto il primo tiro nello specchio della porta - e cioè il gol di Bonaventura - dopo oltre mezzora (ed è stato l’unico del primo tempo). Eppure i cardini attorno ai quali ruota il grosso delle parole di Inzaghi sono due. Il primo: «La partita non è commentabile perché è stata decisa da interpretazioni arbitrali dubbie». Il secondo: «Alla squadra non ho nulla da rimproverare. Eravamo padroni del campo, ma quando prendi due gol in quel modo poi la partita cambia». Ecco, quel «padroni del campo» appare un tantino benevolo e amplifica a dismisura la portata della prova di una squadra che ha già ampiamente superato l’orlo della crisi di nervi: nel senso che ci è proprio dentro. Altrimenti non si spiegherebbe perché uno pacato come Bonaventura dovrebbe sbraitare in faccia all’arbitro beccandosi il primo dei due gialli, o perché El Shaarawy dovrebbe farsi ammonire dopo aver calciato il pallone con rabbia a gioco fermo. Oppure perché Honda, personaggio intimamente zen, ha lasciato il campo con un evidente gesto di stizza al momento della sostituzione, e perché Suso si è fatto cacciare per un (evitabile) intervento su Magnanelli al

una specie di girone dantesco costellato da errori arbitrali e di squadra. Questa stagione è stata un disastro e Stephan è tornato in campo con un macigno legato alla vita: ogni passo, uno sforzo sovrumano. ESTERO? Mancava da quattro mesi, cancellato dai guai che nelle ultime due stagioni hanno messo sulla strada di questo ragazzo un percorso perennemente in salita. ElSha è entrato pochi secondi dopo il terzo gol del Sassuolo, con la voglia di spaccare il mondo e di rimettere il Milan sulla strada. Come

El Shaarawy consolato da Magnanelli

faceva una volta. Si è invece ritrovato a litigare con l’arbitro, a calciare il pallone verso il cielo con tutta la forza per una semplice rimessa laterale negata. Si è visto sventolare il cartellino giallo davanti alla cresta, e viste le parole uscite dalla sua bocca è andata ancora bene. Stephan sta concludendo un anno vissuto all’insegna dell’incertezza, ma anche l’estate potrebbe essere così. «Se rimarrò? Penso di sì. Ora voglio recuperare, l’anno prossimo vedremo cosa fare». Convinto fino a un certo punto. Di sicuro parole molto diverse rispetto a quando giurava fedeltà negli anni scorsi. Il fratelloagente qualche tempo fa raccontava: «Il futuro di Stephan? Resta al Milan o va all’estero». Un’opzione che potrebbe diventare sempre più concreta. m.pas. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Di Francesco: «Resto? Probabile Abbiamo meritato la vittoria» ● «Quante possibilità ci sono che resti? Non faccio percentuali, ma sono tante». Il futuro neroverde di Di Francesco è porta aperta, il presente è la soddisfazione di aver ritrovato il suo Sassuolo. «Liberi da assilli di classifica, abbiamo giocato da Sassuolo: imponendo il nostro gioco costruito dal basso e meritando la vittoria. Sento parlare di episodi, ma io mi tengo stretto atteggiamento e prestazione», dice il tecnico neroverde, che liscia il suo Sassuolo giovane e italiano. Nel Berardi che non lo stupisce più («il Milan gli porta fortuna») e nel quasi deb Fontanesi, «simbolo di

una società che fa crescere i giovani. Personalità, cultura, spirito di sacrificio: in distinta avevamo diversi ’90 e la cosa mi riempie di soddisfazione, perché vuol dire che siamo dentro un percorso di crescita importante». Non privo di alti e bassi, «fisiologici: intanto ci godiamo un risultato di prestigio e l’obiettivo fissato in estate, ovvero la salvezza in anticipo: non è stata una stagione di altissimo livello, perché si può sempre migliorare, ma di alto livello sì…». E adesso che l’asticella si alza, Di Francesco aspetta l’incontro con la società per capire dove può arrivare il Sassuolo… Stefano Fogliani © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Serie A R Mercato

ET-Mancini, patto Touré E si punta sul genio Fekir

1Thohir incontra il tecnico e dà l’ok per l’ivoriano. Il club tenterà l’ultimo affondo su Dybala prima di virare sul talento del Lione

selfie. Nei suoi piani Touré deve diventare l’ombelico dell’Inter. C’è ottimismo su questo fronte. Anche se il d.s. Piero Ausilio, ann’ora e un quarto per fir- cora in Argentina per visionare mare il rilancio nerazzur- alcuni giovani prospetti, dovrà ro. Erick Thohir e Rober- fare in fretta perché su Yaya ora to Mancini si sono incontrati ie- ci sarebbe anche il Chelsea di ri per mettere nero su bianco Mourinho. Non facile nemmeno l’Inter del futuro. Espressione raggiungere un accordo col City forzata, visto che le strategie di per un pagamento rateizzato mercato sono già delineate da del cartellino, come avvenuto tempo. Ma nel summit di ieri col Bayern per Shaqiri. I citizens pomeriggio - alla presenza an- al momento chiedono 28 milioni di euro. che del Ceo Michael BoL’Inter vuole lingbroke e come minimo Yaya vedrà lo del direttore dimezzare la sceicco Mansour generale Marrichiesta e co Fassone - il per liberarsi. Nella confida molto presidente ha nell’incontro lista del Mancio siglato davanche entro la ti al tecnico anche Mammana prossima setuna sorta di timana il calimpegno per ciatore avrà soddisfarne le richieste. con il proprietario del City, lo sceicco Mansour Bin Zayed, per PUNTO YAYA Il punto di parten- ribadirgli l’intenzione di camza è ovviamente Yaya Touré, ma biare aria dopo cinque stagioni. si è parlato anche degli altri ruoli che vengono considerati sco- FEKIR E ASSALTO DISPERATO perti. Una chiacchierata inizia- Ovviamente si è parlato anche ta intorno alle 14.15, quando degli altri obiettivi. Con ManciMancini ha raggiunto i dirigenti ni che ha mostrato buon senso nell’hotel che per un giorno è di- nelle richieste, specificando che ventato il quartier generale in- se si prende in considerazione le terista. Alle 15.45 Mancini se ultime dieci giornate l’Inter san’è andato. Bocca cucita, ma rebbe terza. Una buona base ampi sorrisi e disponibilità per i quindi c’è, ma per il salto di quatifosi pronti per l’immancabile lità da Champions servono i giu-

Matteo Brega Luca Taidelli

U

sti rinforzi. A partire da una seconda punta integra che - sfumato Dybala, anche se l’Inter farà un rilancio per provare sino all’ultimo a strapparlo alla Juve - si sposi con Icardi e garantisca almeno 15 reti. Anche per questo Jovetic e Lamela non convincono sino in fondo. Senza dimenticare gli argentini Driussi e Pavon, che però sono classe ‘96, salgono le quotazioni di Fekir (21 anni) e Lacazette (23, votato miglior giocatore della Ligue 1), entrambi reduci da un’ottima stagione con il Lione. Bottega però cara e disposta a cedere più il secondo del primo, che piace anche per la sua duttilità. MAMMANA E TESORETTO Oltre a un portiere (Reina o Cech) se partirà Handanovic, Mancio poi chiede un terzino, un altro centrocampista (Thiago Motta il favorito) e un centrale difensivo, oltre a Murillo, già bloccato nel gennaio scorso. Qui verrà trovato il compromesso, perché se arriveranno Touré e una punta di peso poi il tecnico è pronto a scommettere su alcuni giovani prospetti come gli argentini di cui sopra, Mammana o Kranevitter. Senza dimenticare quelli già in casa. Un mercato comunque oneroso, che verrebbe finanziato con alcune cessioni ma oltre a Icardi, intoccabile, Mancio ha chiesto di trattenere anche Kovacic - tra pesanti (Handanovic, forse Juan Jesus e almeno uno tra Hernanes e Guarin) e meno (Kuz, Andreolli, Obi, forse anche Crisetig e uno se non due tra D’Ambrosio, Dodò e Nagatomo). Ma poi ci sono anche gli ingaggi risparmiati con Campagnaro, Felipe, Jonathan, Podolski e forse Vidic. Senza dimenticare i potenziali 22 milioni che frutterebbero i riscatti obbligatori, ma a determinate condizioni, di Alvarez, Mbaye, Pereira e Schelotto.

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Roberto Mancini, 50 anni, con il presidente dell’Inter Erick Thohir, 44 GETTY,

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Obiettivi nerazzurri

YAYA TOURÉ Ivoriano, 32 anni, è arrivato al Manchester City nell’estate del 2010 dal Barcellona. Ha un contratto fino al 2017.

NABIL FEKIR Trequartista francese, nato a Lione, origini algerine. Il suo accordo con i lionesi scadrà nel 2019 e il prezzo è elevatissimo.

EMANUEL MAMMANA Difensore centrale e anche terzino destro all’occorrenza, argentino, gioca nel River Plate.


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fIL PERSONAGGIO

IL LEADER CHE MANCA

Intanto Yaya si scalda con 2 gol da Champions Regalo d’addio al City? 1Ieri Touré ha toccato quota 50 reti in Premier, a Swansea dove

Yaya Touré, 32 anni, segna il primo dei due gol al Swansea LIVERANI

i citizens hanno blindato il 3° posto. E la stampa ora si ricrede... Stefano Boldrini INVIATO A MANCHESTER

L

a quarta qualificazione di fila in Champions in regalo. Doppietta di Yaya Touré a Swansea chiude una delle settimane più lunghe dell’ivoriano del City, cominciata con la partecipazione al meeting anti-razzismo di Londra e proseguita con le voci di mercato che lo danno ormai in partenza. E con editoriali sui giornali in cui, riassumendo il concetto, si invita lo sceicco Mansour a trattenerlo in Inghilterra. «Una stagione opaca non cambia l’importanza di Yaya per il City. Senza di lui non si perde solo un campione, ma un leader».

LEADER Che Yaya abbia personalità da vendere si è visto a Londra, dove ha parlato con competenza e passione del problema razzismo, tema che in Italia potrebbe tornare di attualità. «Il calcio sta facendo molto, ma non è ancora abbastanza. Bisogna inasprire le pene, non potete neppure immaginare che tormento e che offesa sia per

C’È L’EX GASPERINI

Ripresa domani Contro il Genoa torna Hernanes ● Domani mattina inizia la preparazione per la trasferta di Genova di sabato sera. Contro la squadra dell’ex Gasperini si giocheranno davvero le ultime chance di raggiungere l’Europa League. La gara con l’Empoli, in caso di sconfitta o pareggio al Ferraris, diventerebbe inutile. Roberto Mancini recupererà Hernanes, di rientro dalla squalifica, e forse otterrà un aggiornamento sulle condizioni fisiche di Guarin. Il colombiano è atteso da una risonanza tra domani e mercoledì: non ci sono margini per averlo sabato, si attendono notizie sullo stato dell’infortunio. Domani sarà anche l’occasione per tornare con ogni probabilità sulla sconfitta contro la Juventus. Soprattutto per analizzare l’atteggiamento della squadra nel secondo tempo. Il lato positivo del prossimo turno è che si giocherà lontano dal Meazza dove l’inter ha vinto solo 2 volte in tutto il girone di ritorno, una nelle ultime 7. Nello stesso lasso di tempo, i nerazzurri hanno vinto 5 volte su 7 lontano da casa (più un pareggio a Napoli e la sconfitta di Genova contro la Sampdoria). E questo potrebbe essere un vantaggio contro il Genoa che comunque al momento non possiede la licenza Uefa per poter disputare la prossima Europa League. Infine, una notizia che renderà felice il presidente Thohir. Roberto Samaden, direttore del settore giovanile nerazzurro, è stato nominato Responsabile della Sezione per lo sviluppo del calcio giovanile e scolastico del Settore Tecnico federale. © RIPRODUZIONE RISERVATA

un calciatore nero essere offeso da centinaia di persone. Non è facile giocare in quelle condizioni e neppure prendere decisioni forti. Uno vorrebbe prendere e mollare tutto, ma in quel momento stai svolgendo la sua professione e andarsene significa mollare il lavoro». FEELING Yaya è questo e si capi-

sce perché roberto Mancini voglia portarlo a Milano. Tra i due ci fu feeling vero nelle stagione dell’allenatore italiano a Manchester. Mancio lo chiamava Yaya, come fosse uno di casa. Approdato al City nel 2010, l’ivoriano è l’architrave dei successi del club di Mansour. Come i gol di Aguero, forse di più. Anche lui segna molto: ieri ha raggiunto quota 50 in Premier.

50

● I gol segnati da Yaya Touré in Premier League, tutte con la maglia del Manchester City, club al quale è approdato nell’estate del 2010 dal Barcellona.

In questa stagione, ha pagato il post-mondiale, le lune del Manchester City, le voci di mercato e qualche dramma in famiglia, come la morte di un fratello. Al conto, va aggiunta la coppa d’Africa. Non è un caso se il City, che a capodanno aveva affiancato in vetta alla classifica il Chelsea, è crollato a gennaio, quando Yaya è partito per la Guinea Equatoriale.

DESTINO L’addio di Yaya al club inglese è cominciato un anno fa quando si manifestarono i primi mal di pancia. la voglia di cambiare aria è diventata più forte strada facendo. Il desiderio ha trovato una sponda perfetta nel profetto di Roberto Mancini. L’Inter è la squadra giusta al momento giusto.


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Serie A R 36a giornata

La Roma guarderà la Lazio dall’alto nel derby dei derby 1La sofferta vittoria sull’Udinese regala il secondo posto

a Garcia. E adesso sfida Champions decisiva con Pioli a -1 ROMA

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«Calmi, che a questi je ne famo 4». L’impresa riuscirà ma dimezzata, senza contare che prima del ribaltone l’Udinese sfiorerà quattro volte il raddoppio. Vero che nel primo tempo Ibarbo on lasciatevi fuorviare dalle maglie bian- sciupa un bell’assist di Holebas (39’) e Kernezis conere dell’Udinese. Al netto delle mat- miracoleggia su Totti da punizione (26’) e su tane del Napoli, anche stavolta all’Olim- Ibarbo bravo in dribbling su Piris (41’), ma dalpico il vero avversario della Roma è in realtà la l’altra parte al 45’ Allan e Thereau non riescono Lazio, prima rivale per il lungo sprint Cham- neppure a tirare in porta in un contropiede solipions che vedrà il derby – la cui data si conosce- tario a campo aperto. Come da manuale, gli errà solo oggi – come momento rori si pagano e così sul rovechiave della stagione. A rensciamento di fronte Pjanic e Totti confezionano l’assist dederlo più vivo che mai, in foncisivo per Nainggolan che pado, è proprio il 2-1 con cui si reggia segnando il suo quinto conclude una partita vivace, gol stagionale, record per lui in grazie alle reti di Perica, ● i tiri verso la porta della Serie A e biglietto da visita per Nainggolan e Torosidis, oltre a Roma nei primi 45 minuti. un mercato assai vivace. È il tre legni non banali. Insomma, Soltanto all’andata contro il una partita in rimonta che vale Sassuolo i giallorossi ne avevano 45’, ma l’Udinese – che 10’ prima aveva sciupato ancora con il nuovo sorpasso e perciò un fatti di più prima del riposo (14) Perica di testa – trova il tempo balsamo per un ambiente in nel recupero di colpire una trachiara fibrillazione, certificato versa con Guilherme su punidal fatto che ancora una volta zione. all’inizio del match si sono sentiti cori pesanti degli ultrà roVERSO IL DERBY Nella ripresa manisti contro il presidente ● il numero di partite consecutive a segno in la Roma prende di nuovo il Pallotta e il d.g. Baldissoni. campionato della Roma: insieme centro del ring – il possesso palla sarà suo al 67 per cento – LA FIDUCIA DI TOTTI Garcia con l’Atalanta detiene la striscia più lunga tra quelle aperte però l’Udinese non ha affatto viene fuori dal discusso ritiro intenzione di chiudersi. Lo cer«light» della settimana rilantifica il fatto che al 10’ De Sancciando Totti titolare al posto di tis deve deviare di piede una Doumbia, mentre Yangaconclusione velenosa dell’onMbiwa gioca per Astori e Holenipresente Thereau e al 18’ Albas torna titolare approfittanlan si presenta da solo ma cindo della squalifica di Florenzi. ● le sconfitte consecutive cischia quanto basta per far reLa voglia sembra quella dei dell’Udinese contro la Roma in giorni migliori, ma Stramac- campionato: le due della scorsa cuperare Yanga-Mbiwa. Perciò, se Ibarbo in fase offensiva cioni – orfano di Di Natale – stagione (1-0 e 3-2) e le due di si spegne in fretta e Iturbe è sì studia bene in avvio le contro- questa (1-0 e 2-1) autore di buone iniziative ma mosse, piazzando Guilherme sui piedi di De Rossi, Pinzi praticamente a uo- non inquadra mai la porta, non è un caso che il mo su Pjanic e Badu pronto a scalare nella linea gol arrivi nel modo più sciocco. Ovvero, un a quattro difensiva. Ne viene fuori che la circo- cross dell’ottimo Nainggolan viene mancato lazione di palla al limite dell’area della Roma prima da Heurtaux e poi sbucciato nell’area picper un tempo è abbastanza asfittica, mentre le cola da Widmer consentendo a Torosidis di firlinee di tiro risultano spesso intasate dal muro mare il sorpasso giallorosso. Solo a questo punfriulano. La difesa alta poi alza il tasso rischio to l’Udinese – che con l’ingresso prima di Kone sulle ripartenze, condotte spesso da Allan e e poi di Geijo aveva cambiato modulo due volte Thereau in praterie invitanti e pericolose. Ne (4-4-1-1 e 4-3-2-1) – pare arrendersi, mentre la consegue che al 19’ Manolas pasticci, la- Roma si blinda alzando Pjanic nel tridente. sciando campo a Thereau abile a presen- L’inerzia e gli spazi, perciò, stavolta sono tutti tarsi davanti a De Sanctis. Risultato: il per i giallorossi, che legittimano a questo punto portiere respinge la conclusione che però la vittoria con un palo di Nainggolan, su cui è finisce sui piedi di Perica per un agevole bravo Karnezis nella deviazione (36’), e con tap-in che vale la prima rete in Serie A. una traversa di Holebas (40’). Sono questi i veri L’impressione, però, è che la Roma sia titoli di coda che introducono il derby. Avverpiù viva del solito, e così non meraviglia tenza: la settimana sarà lunghissima. © RIPRODUZIONE RISERVATA che capitan Totti dica ai compagni:

Masssimo Cecchini ROMA

UDINESE

1

PRIMO TEMPO 1-1 MARCATORI Perica (U) al 19’, Nainggolan (R) al 45’ p.t.; Torosidis (R) al 20’ s.t. ROMA (4-3-3) De Sanctis; Torosidis, Manolas, Yanga-Mbiwa, Holebas; Pjanic (dal 42’ s.t. Ljajic), De Rossi, Nainggolan; Iturbe (dal 37’ s.t. Doumbia), Totti (dal 30’ s.t. Keita), Ibarbo. PANCHINA Lobont, Skorupski, Cole, Balzaretti, Astori, Uçan, Paredes, Sanabria, Pellegrini. ALLENATORE Garcia. BARICENTRO MOLTO ALTO 57,3 M ESPULSI nessuno. AMMONITI Nainggolan per proteste, Ljajic per gioco scorretto. UDINESE (4-3-1-2) Karnezis; Widmer, Heurtaux, Danilo, Piris; Allan, Pinzi (dal 28’ s.t. Bruno Fernandes), Badu; Guilherme (dal 37’ s.t. Geijo); Perica (dal 21’ s.t. Kone), Thereau. PANCHINA Scuffet, Meret, Bubnjic, Domizzi, Neuton, Gabriel Silva, Pasquale, Aguirre. ALLENATORE Stramaccioni. CAMBIO DI SISTEMA dal 21’ s.t. 4-41-1; dal 37’ s.t. 4-3-2-1 BARICENTRO MOLTO BASSO 45,9 M AMMONITI Piris e Heurtaux per gioco scorretto. ARBITRO Banti di Livorno. NOTE spettatori 35.720, incasso 1.000.905 euro; abbonati 27.639, quota 603.709 euro. Tiri in porta 6-4. Tiri fuori 6-5. In fuorigioco 2-2. Angoli 8-5. Recuperi: p.t. 2’; s.t. 4’.

Daniele De Rossi, 31 anni ANSA

N

12 9

4

L’esultanza di Vasilis Torosidis, 29 anni, e capitan Francesco Totti, 38, dopo il gol del 2-1 della Roma AP

LA VOLATA CHAMPIONS 36ª

37ª

38ª

ROMA PT. 67

Udinese 2-1

LAZIO

Palermo

LAZIO PT. 66

SAMPDORIA 1-0

Roma

NAPOLI

Cesena

JUVENTUS

Lazio

NAPOLI PT. 60

La 2ª classificata va direttamente alla fase a gironi, la 3ª ai playoff (18-26 agosto) scarso STATO DI FORMA: media DIFFICOLTÀ: facile In MAIUSCOLO le gare in trasferta

buono ottimo difficile JUVENTUS campione d'Italia GDS

LE PAGELLE di ANDREA PUGLIESE DE SANCTIS E KARNEZIS PARATE DA CAMPIONI. DE ROSSI GLADIATORE, WIDMER DA FILM DEGLI ORRORI ROMA

6,5

DE SANCTIS 6,5 Sul gol chiude bene su Thereau, poi sull’attaccante francese salva anche nella ripresa. Decisivo. TOROSIDIS 6,5 Mette dentro tanti palloni, ma molti a vuoto. Poi segna un gol che pesa senza quasi rendersene conto. MANOLAS 5 A volte la presunzione è una brutta bestia da domare. L’errore sul gol di Perica è troppo grave, quasi da dilettante. YANGA-MBIWA 6 Stavolta il difensore francese è pulito e si concede anche un paio di preziosismi. Prima, però, di lasciarsi andare a due erroracci. HOLEBAS 6 Prova a dare intensità, ci riesce a tratti. Oltre alla traversa, l’assist d’oro a Ibarbo.

6,5

DE ROSSI 6,5 Salva su Badu e ci rimette un sopracciglio. È l’istantanea della sua gara, da autentico gladiatore. PJANIC 6,5 Mette subito due volte Ibarbo davanti a Karnezis, poi lavora tanti palloni in transizione, come quello dell’1-1. (Ljajic s.v.) ITURBE 6 Smania, a volte sbaglia per eccesso di foga. Ma ci mette voglia e corsa. (Doumbia s.v.) TOTTI 6 C’è l’assist delizioso per Nainggolan. Ma non riesce mai a trovare campo per giocare. KEITA 6 Garcia lo mette dentro con l’obiettivo di congelare il risultato, lui che in questi casi è un freezer perfetto. IBARBO 5,5 L’ex cagliaritano sembra vivo, ma è soltanto un’illusione. Davanti a Karnezis, infatti, il colombiano sbaglia tutto quello che si può sbagliare.

IL MIGLIORE NAINGGOLAN

7 Corre, pressa tutti i portatori di palla e segna il quinto gol stagionale. È il suo record in Serie A. E il prezzo lievita...

IL TECNICO GARCIA

6,5 Stavolta la Roma è più reattiva. Il gol preso poteva uccidere un leone, ma la squadra si rialza e lui si gode il record delle 50 vittorie giallorosse.

BANTI Indovina il giallo su Piris (e non il rosso), come il non rigore di Heurtaux su Totti ad inizio gara. Buona in generale la gestione della partita.

UDINESE

6

WIDMER 5 La svirgolata sul 2-1 giallorosso è da manuale degli orrori. Quello da far vedere su cosa non fare a chi inizia a giocare. DANILO 6 Si mette lì e respinge tutto quello che c’è da respingere. Ma in impostazione perde 7 palle. HEURTAUX 5,5 All’inizio sembra un muro, poi si sgretola strada facendo. Colpevole sul pari giallorosso, è fuori posizione. PIRIS 5,5 Gli sarà venuto lo strabismo a forza di rincorrere palloni solo con gli occhi. In sofferenza. ALLAN 6 Gestisce tutti i palloni e regala geometrie. Meriterebbe di più, ma fallisce prima la ripartenza a campo aperto e nella ripresa il colpo del 2-1, da solo davanti a De Sanctis. PINZI 5,5 Ha il compito di annullare

Pjanic e lo segue ovunque. Con i soliti limiti in fase di palleggio. BRUNO FERNANDES 6 Entra sul 2-1. Tocca pochi palloni, ma si fa notare per cattiveria agonistica. BADU 6,5 Importante in fase difensiva (dove allunga la linea a 5), nella ripresa cresce negli inserimenti. GUILHERME 6 Va in verticale, chiude con 23 passaggi positivi. Sfortunato sulla traversa (Geijo s.v.). THEREAU 6,5 Gioca di fino, a volte sembra danzare sul pallone. Qualità e alcune invenzioni, come il pallone in verticale per Allan. PERICA 6 Segna il gol del vantaggio, a porta vuota poi si divora di testa il 20. Poteva vivere una serata di gloria, dovrà accontentarsi del primo gol in serie A. KONE 5,5 In 24 minuti riesce a perdere ben dieci palloni sui 20 giocati, senza mai entrare in partita. TONOLINI 6 CRISPO 6

IL MIGLIORE KARNEZIS

7 Subisce gol per uno sbilanciamento difensivo e per un errore individuale. Ma si distingue su Totti, Ibarbo e Nainggolan.

IL TECNICO STRAMACCIONI

6 L’Udinese se la gioca: fraseggio orizzontale e verticalità improvvisa a sfruttare il movimento della punta. Se si spreca troppo non è colpa sua. ORSATO 6 DI PAOLO 6


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fIL PERSONAGGIO

IL FRANCESE

Le 50 vittorie di Garcia Rudi meglio di Capello «Ora non penso al pari» 1L’allenatore: «La Lazio? Noi non siamo fatti per puntare

al pareggio. Partite come il derby si devono soltanto vincere»

Davide Stoppini ROMA

L’

allenatore in campo l’aveva letta bene, con quella frase urlata ai compagni che a rileggerla a giochi fatti pare una profezia. L’allenatore in panchina si è regalato qualche ora di relax, perché di lavoro ora ce n’è da fare. C’è da sistemare un villaggio che ha perso qualche riferimento, una chiesa che rischia il trasloco, una Champions che vale un’ipoteca sul futuro. Rudi Garcia deve lavorare sulla Roma, perché il derby è laggiù in fondo: non si sa quando si gioca, ma si sa cosa si gioca. Tanto, anche il francese si gioca tanto. E allora buon per lui se Francesco Totti, la guida in campo di una squadra che pareva smarrita, dopo il gol di Perica si è sbattuto per dire a chiunque indossasse la maglia rossa che «non è successo niente, je ne famo 4». Non sarà il «4 e a casa» ai tempi della Juve e di Igor Tudor, ma valgono un segnale di fiducia. E poi quattro i

L’EX GIALLOROSSO

Amarezza Strama «Sfiorato il colpaccio Troppi errori fatali» 1Il tecnico: «Ma la mia

Udinese ha un grande avvenire». Il giovane Perica: «Felice per il gol, qui mi sento a casa»

Chiara Zucchelli ROMA

P

er preparare bene la partita e cercare l’ispirazione giusta, ieri mattina Andrea Stramaccioni ha portato l’Udinese al campo della Romulea, zona San Giovanni, a due passi da dove è nato Francesco Totti. Lì, 10 anni fa, lo scoprì Bruno Conti e lì ha scelto di far allenare la sua squadra, sperando di riuscire a evitare all’Udinese la quarta sconfitta di fila contro la Roma. C’era quasi riuscito, con la prima rete in Serie A del ventenne Perica, che dopo 7 presenze (di cui 3 da titolare), ha gelato l’Olimpico. Poi l’Udinese «ha sbagliato troppo, soprattutto fallendo un contropiede che poteva chiudere la gara e abbiamo subito il pareggio che ha cambiato l’inerzia», spiega il tecnico. Nonostante la sconfitta, Stramaccioni si gode «una squadra in crescita» e, racconta, «i complimenti di Garcia e di alcuni giocatori della Roma che mi hanno detto di averci visto migliorati rispetto all’andata. Li abbiamo messi in difficoltà perché sapevamo che aveva-

Stipe Perica, 19 anni LAPRESSE

no molta pressione dopo la vittoria della Lazio e se avessimo chiuso in vantaggio il primo tempo non sarebbe servito fare il conto dei gol (il riferimento è a Garcia che aveva detto che la Roma avrebbe dovuto vincere 5-2, ndr)». Dello stesso avviso anche Thereau: «Peccato che dopo una prestazione così torniamo a casa senza punti. Dovevamo segnare di più». FUTURO La soddisfazione di Stramaccioni si proietta poi al prossimo anno: «La società è ambiziosa e anche io, possiamo fare una stagione importante grazie al nuovo stadio e ad alcuni innesti. La base è molto buona». In questa base c’è anche Perica, in prestito dal Chelsea: «Sono felice per il mio primo gol, ma purtroppo non è servito a vincere. Adesso devo continuare così, Udine mi piace, voglio restare qui e spero che succeda». © RIPRODUZIONE RISERVATA

Rudi Garcia, 51 anni, seconda stagione sulla panchina giallorossa ANSA

gol potevano essere davvero, se i centimetri non avessero fatto il loro sporco lavoro sul tacco di Naiggolan e sulla traversa di Holebas. «Vincere era indispensabile, la squadra ha risposto bene allo svantaggio», ha commentato il capitano. COME SPALLETTI I gol sono stati (solo) due, sufficienti alla Roma e a Garcia per un altro due: secondo posto, +1 sulla Lazio,

Totti dice ai compagni «je ne famo 4» dopo lo 0-1 dell’Udinese

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la possibilità di approcciare a una partita più leggeri nell’animo. È stata una serata tonda, pure nei numeri: 50a vittoria giallorossa di Garcia, in 90 panchine. Come Luciano Spalletti, meglio persino di un totem come Fabio Capello, che per fare 50 impiegò 98 match. Ma pure uno che con i derby di Roma aveva un rapporto ottimo. In fondo neppure Rudi può lamentarsi: due pareggi e una vittoria. La Vittoria, con quella con la V maiuscola, quella della famosa «chiesa al centro del villaggio», quella che fece di Rudi un personaggio oltre che un allenatore. E forse sarà per questo che il francese torna a citare la stessa frase di quel settembre 2013: «Mi chiedete se abbiamo due risultati su tre contro la Lazio? Non siamo fatti per giocare per il pareggio. È un derby. E un derby si vince». Della serie: fatto 50, l’obiettivo è 51. Una vittoria che vorrebbe dire secondo posto matematico con una giornata di anticipo: «L’ho detto ai miei giocatori, abbiamo fatto solo metà strada. Domenica abbiamo i nostri veri preliminari di Champions». E per fortuna che con l’Udinese è riuscito il ribaltone: «Il risultato giusto sarebbe stato 5-2, ma per il prossimo futuro sarà bene non regalare un gol come fatto con l’Udinese e molte altre volte quest’anno», ha sorriso Rudi. Uscito vincitore in fondo alla prima settimana della sua storia con la Roma con un ritiro in mezzo: «Se ha funzionato? Credo che riflettere un po’ e fare cose intelligenti serva a una squadra, molto più che fare le cose a caldo», ancora Garcia. Sembra un messaggio a chi in società non voleva un ritiro light. Leggero, come sarà il riposo dopo la «fatica»: due giorni liberi, Trigoria riaprirà solo mercoledì. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Serie A R Mercato

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Anderson boom! Offertona United 50 milioni alla Lazio

VERSO LA JUVE

Biglia è ai box A centrocampo pronto Cataldi

mento dello United sta, però, diventando sempre più forte. Insieme allo juventino Paul Pogba, Felipe Anderson incarna la stella più brillante del firmamento della Serie A. Non a caso i due classe ‘93, che si affronteranno mercoledì all’Olimpico nella finale di Coppa Italia, hanno catturato l’attenzione delle big del Vecchio Continente, pronte a contenderseli a suon di rilanci milionari.

● E adesso tocca a Cataldi. Dopo i rientri a Genova di Gentiletti, De Vrij e Lulic, il prossimo laziale a tornare disponibile è un altro centrocampista, Danilo Cataldi. Il romano era stato bloccato da un guaio muscolare che gli aveva fatto saltare sia la partita con l’Inter sia quella di sabato sera contro la Sampdoria. In entrambe le gare, peraltro, è andato in panchina, pur non essendo ancora al meglio. Adesso, però, il peggio è alle spalle e l’ex capitano della Primavera biancoceleste è pronto a tornare in campo. Lo farà nelle due partite più importanti dell’anno: la finale di Coppa Italia di mercoledi sera contro la Juventus e il derby con la Roma. E’ probabile che, con Biglia assente (per l’argentino campionato finito a meno di miracoli), Cataldi sia utilizzato da Pioli nelle vesti di play, con Parolo e Lulic ai suoi fianchi. Il tecnico infatti, almeno nella finale dell’Olimpico contro la Juventus, pare intenzionato a riproporre il 4-3-3. Se così sarà, oltre a questo trio di centrocampo ci sarà un tridente d’attacco CandrevaKlose-Anderson e una difesa con Basta e Radu sulle fasce e De Vrij e uno tra Mauricio e Gentiletti al centro. Dilemma in porta: Marchetti o il titolare di coppa Berisha? Stefano Cieri

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1Lotito vuole trattenerlo con gli introiti Champions

ma il brasiliano piace anche a Psg, Chelsea e Atletico

Luca Pessina Nicolò Schira

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l Manchester United piomba in maniera decisa su Felipe Anderson, Lotito permettendo. Il gioiello brasiliano della Lazio è in cima alla lista dei desideri di Louis Van Gaal per rinforzare il reparto offensivo dei Red Devils. Gli inglesi hanno fatto seguire con costanza il trequartista brasiliano negli ultimi mesi, inviando puntualmente i propri osservatori alle gare di campionato della Lazio. OFFERTA UNITED Il rendimento elevatissimo fornito dal classe ‘93 non è passato inosservato in Premier League e ha stregato lo United, pronto a investire almeno cinquanta milioni di euro per colorare di rosso il gioiello cresciuto nel Santos. La valutazione della mezzapunta brasiliana è cresciuta in maniera esponenziale in meno di un biennio. Lotito e Tare l’avevano acquistato per circa 7,5 milioni nel luglio 2013. Un’ascesa iperbolica della quotazione coinci-

sa con lo straordinario impatto avuto sulle prestazioni della squadra di Pioli. Da dicembre, ovvero da quando FA7 è diventato titolare con continuità, la Lazio ha intrapreso un ruolino incredibile di risultati, che l’hanno portata ad arrampicarsi in zona Champions League. Continuità di rendimento che ha fatto breccia nei dirigenti dello United, a caccia di un elemento con le sue caratteristiche tecniche. Van Gaal potrebbe perdere in estate un tassello importante del suo schieramento: Angel Di Maria. L’argentino è corteggiato, infatti, in modo serrato dal Bayern Monaco (fa-

RI biancocelesti

acquistarono il trequartista per 7,5 milioni. Ora il valore è schizzato

ri puntati anche su Antoine Griezmann dell’Atletico Madrid) e dal Psg di Laurent Blanc. L’ex Real Madrid lascerà probabilmente Old Trafford dopo una sola stagione, liberando un posto in avanti e garantendo a Van Gaal un tesoretto importante per dare l’assalto al brasiliano ex Santos, autentica rivelazione della Serie A. Gli estimatori in Europa per Felipe non mancano; infatti a monitorare da vicino le prestazioni del numero sette laziale si sono mossi anche Psg, Chelsea e Atletico Madrid. Il Gotha del calcio internazionale che potrebbe innescare un’asta al rialzo durante la sessione estiva di calciomercato. PIANI LAZIALI La qualificazione diretta della Lazio alla prossima Champions League dovrebbe allontanare le pretendenti. Gli introiti economici derivanti dalla partecipazione alla massima manifestazione internazionale rappresentano lo scudo tramite il quale Lotito intende allontanare le milionarie sirene estere per il suo gioiello. Felipe Anderson poche settimane fa ha esteso il proprio

LA TECNOLOGIA

IL CALENDARIO

Occhio di falco: salta il debutto in Coppa Italia Arbitra Orsato? 1Finale anticipata e niente esperimento Il fischietto di Schio è favorito su Banti

Il gol della Francia convalidato dalla goal-line technology al Mondiale AP

Francesco Ceniti

T

utta colpa della Juventus. L’esperimento dell’Occhio di falco slitta alla prossima stagione: nulla da fare nonostante la volontà di Lega, Federcalcio e Associazione arbitri di anticipare l’introduzione della tecnologia in Italia, proprio utilizzando come test la finale della Coppa nazionale. Tutto era stato calibrato, ma c’era una condizione non eludibile: per questio-

Il brasiliano Felipe Anderson, 22 anni, 10 gol in questo campionato LAPRESSE

contratto con i capitolini sino al 2020. Segno del desiderio comune di proseguire insieme. Un binomio che nella prossima stagione affronterà la vetrina della Champions League. Un palcoscenico destinato ad estendere su scala mondiale le doti tecniche di Felipe Anderson. Per questo motivo Lotito non vuole privarsene, conscio di come le gesta di FA7 in campo europeo possano, ulteriormente, innalzarne il valore. Il corteggia-

ni tecniche l’Olimpico di Roma sarebbe stato dotato degli strumenti necessari all’Occhio di falco solo per il 7 giugno, la data scelta dalla Lega per l’ultimo atto della Coppa Italia. PROSSIMA STAGIONE La Juve ha scompaginato i piani. Con l’approdo dei bianconeri alla finale della Champions League, le cose sono cambiate: a Berlino si giocherà il 6 giugno e ovviamente la squadra di Allegri non può disputare due partite così impor-

tanti in 24 ore. Ecco perché si era già trovata una data di riserva nel caso (poi avvenuto) che la Juve eliminasse il Real Madrid in semifinale: il 20 maggio. Cioè dopodomani. Tempi troppo stretti per avere l’Occhio di falco: venerdì prossimo è in programma una assemblea di Lega a Milano e in quell’occasione ci sarà (salvo clamorose retromarce) il via definitivo alla tecnologia. Attiva dalla prossima stagione a questo punto. Certo, il caso ha voluto che proprio nella settimana dell’ennesimo episodio di gol fantasma (in SassuoloMilan), c’è il rinvio dell’introduzione dell’Occhio di falco. Dopodomani ci sarà, quindi, la cinquina tradizionale: arbitro, assistenti e due addizionali. ORSATO, POI BANTI A questo punto la domanda è d’obbligo: chi dirigerà la delicata sfida tra Juventus e Lazio. Il designatore Domenico Messina ha già deciso e la sua scelta sarà ufficializzata oggi. C’è un favorito naturale: Daniele Orsato di Schio. Anche qui non dovrebbero esserci sorprese anche se il designatore si è tenuto un nome di riserva: Luca Banti di Livorno che proprio ieri ha ben diretto Roma-Udinese. A proposito di Roma: l’altra scelta pesante è quella dell’arbitro a cui toccherà il derby della capitale, decisivo per il secondo posto. Il favorito è Nicola Rizzoli con almeno due possibili outsider: Paolo Tagliavento e lo stesso Banti anche se praticamente impossibile dirigere la stessa squadra per due sfide di fila. La designazione del penultimo turno del campionato saranno rese note il prossimo giovedì. Non resta che attendere. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Derby, rebus sul posticipo Supercoppa: Cina a rischio 1Oggi la Lega decide su Lazio-Roma

E ad agosto il trofeo può giocarsi in Italia

Una fase del derby d’andata tra Roma e Lazio, terminato 2-2 ANSA

Marco Iaria

I

l calendario è ormai diventato un gioco a incastri. Che si fa complicatissimo quando ci sono di mezzo le coppe europee. Quest’anno, con le italiane fortunatamente protagoniste delle fasi a eliminazione diretta, è una piacevole complicazione. Prendete il derby di Roma. Fissato per domenica 24 alle 15, si è ritrovato nell’imbuto di date

creato dall’exploit della Juventus, planata sulla finale di Champions del 6 giugno. Di conseguenza, la finale di Coppa Italia tra gli stessi bianconeri e la Lazio, originariamente in programma il 7, è stata anticipata al 20 maggio, cioè nel pieno della volata finale del campionato. Non si poteva fare altrimenti, il piano B era noto da tempo. Solo che, una volta ufficializzato il cambio, Claudio Lotito si è messo in moto : a giudizio dei biancocelesti, sono troppo pochi 4 giorni di distan-

za tra la finale di Coppa Italia e la stracittadina di campionato che vale l’accesso alla Champions. Insomma, la Lazio vuole giocare il derby il lunedì e avere un giorno in più di recupero. La Roma non è affatto d’accordo. Anche ieri il d.s. Sabatini ha detto: «Sarebbe sbagliato spostare il derby perché la Lazio gioca mercoledì, noi abbiamo spesso giocato la domenica dopo aver giocato il mercoledì. Non vedo perché si debba cambiare un calendario che già esiste». La Lega, però, può agire in autonomia, il parere della Roma non è vincolante. La decisione dovrebbe arrivare oggi. In Lega sono pronti a posticipare la partita al lunedì per aderire a «un’esigenza sportiva», ma sono anche consapevoli che il derby, non potendosi giocare in notturna per motivi di ordine pubblico, verrebbe svilito nella collocazione del lunedì pomeriggio. SUPERCOPPE Più in prospettiva, c’è un’altra data in bilico. E’ quella della Supercoppa italiana, sempre tra Juventus e Lazio, fissata per l’8 agosto in Cina, quasi sicuramente a Shanghai. Bisogna onorare l’ultimo anno di contratto coi cinesi, ma ci sono due deroghe: che una delle finaliste sia impegnata nella Supercoppa europea o nel terzo turno preliminare di Europa League. Quest’ultimo caso è scongiurato, visto che la Lazio è in orbita Champions. La Juve, però, è in lizza per la Supercoppa europea, che si giocherà l’11 agosto a Tbilisi: se i bianconeri vinceranno la Champions la Supercoppa italiana cambierà data e salterà la trasferta orientale. La data di riserva già predisposta dalla Lega è il 16 agosto, come da regolamento allo stadio Olimpico di Roma. © RIPRODUZIONE RISERVATA


Serie A R Posticipi 36a giornata

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Una fragile tregua fra Napoli e Benitez Prima dei saluti 1C’è il Cesena da battere per inseguire il terzo posto

Poi il tecnico andrà via. Insieme a Callejon e Higuain? NAPOLI

(4-2-3-1)

Mimmo Malfitano NAPOLI

CESENA

(4-3-1-2)

OGGI 21 ARB. Irrati; Barbirati-Musolino Nicoletti; Rizzoli-Baracani. TV Sky Sport 1 e Supercalcio; Premium Calcio (A. 4-1) 45 ANDUJAR 11 MAGGIO

33 ALBIOL 19 LOPEZ

5 3 BRITOS STRINIC 8 JORGINHO 7 17 14 CALLEJON HAMSIK MERTENS 91 ZAPATA 18 92 DJURIC DEFREL 11 BRIENZA

23 8 7 TABANELLI DE FEUDIS CARBONERO 33 15 14 24 RENZETTI KRAJNC VOLTA PERICO 30 AGLIARDI

PANCHINA 1 Rafael, 15 Colombo, 16 Mesto, 4 Henrique, 26 Koulibaly, 31 Ghoulam, 88 Inler, 77 Gargano, 23 Gabbiadini, 24 Insigne, 9 Higuain. ALLENATORE Benitez. SQUALIFICATI nessuno. DIFFIDATI Albiol, Maggio, Koulibaly e Britos. PANCHINA 1 Leali, 81 Bressan, 2 Nica, 6 Lucchini, 25 Capelli, 34 Cascione, 44 Cazzola, 77 Ze Eduardo, 19 Succi, 9 Rodriguez, 27 Dalmonte. ALL. Di Carlo. SQUAL. nessuno. DIFF. Cascione, Krajnc, Perico, Renzetti e Rodriguez.

L

a tregua gli spetta, almeno per una notte. Perché, stasera, il Napoli è atteso da un altro impegno dai contenuti importanti. La sfida col Cesena ha poco o nulla da dire per gli avversari, già retrocessi. L’unico loro interesse sarà quello di onorare il campionato fino in fondo, così come sta facendo il Parma. Ma avrà mille significati per il collettivo napoletano, il cui obbiettivo resta il terzo posto. Di certo, non avrà alternative, Rafa Benitez, stasera. Per evitare il fallimento totale della stagione, dovrà battere il Cesena per restare agganciato alle posizioni che contano. Il timore di un flop ha convinto persino Aurelio De Laurentiis a ritornare al fianco della squadra: il pranzo offerto sabato ai giocatori e allo staff tecnico gli è servito per ribadire l’importanza di conquistare un posto Champions e per promettere loro un robusto premio se dovessero riuscire nell’intento. LA GRANDE FUGA Intanto, da queste parti si sta preparando la grande fuga, prevista per i primi

di giugno quando, cioè, la serie A chiuderà la competizione. Rafa Benitez andrà via, a prescindere dalle offerte che gli sono giunte (West Ham e Newcastle, in Premier League) e dal conseguimento del risultato (qualificazione Champions League). Il rapporto con De Laurentiis è del tutto compromesso, specialmente dopo l’eliminazione dall’Europa League. Con lui, lascerà l’intero staff tecnico, mentre resta in sospeso la questione legata alla permanenza di Riccardo Bigon. Il diesse ha ancora un anno di contratto e l’unica opportunità a disposizione delle parti è quella della risoluzione consensuale. Diversamente, ci sarebbero da pagare delle penali in caso di separazione unilaterale. Le indiscrezioni sul sostituito di Benitez si susseguono. Quillon, procuratore dello stesso allenatore spagnolo, avrebbe consigliato a De Laurentiis il tecnico del Siviglia, Unai Emery. Ma il presidente è già in parola con Sinisa Mihajlovic, che verrà annunciato a fine campionato. TRISTEZZA HIGUAIN Persino lui è stato contestato da quel gruppetto di tifosi che s’era radunato dinanzi all’hotel che ha ospitato il pranzo del riavvicina-

L’argentino Gonzalo Higuain, 27 anni, e il tecnico Rafa Benitez, 55: sono arrivati nel club azzurro nel 2013 AFP

Aria di contestazione Ok Jorginho-Strinic Lopez più di Gargano ● NAPOLI (g.m.) Aria di contestazione stasera al San Paolo, dove ci saranno 25mila spettatori per Napoli-Cesena. Per evitare che i fischi diventino ancora più assordanti di quelli di sabato all’esterno dell’hotel Vesuvio, Rafa Benitez cercherà di mandare in campo gli uomini più freschi. A sinistra dovrebbe tornare titolare Strinic, che non era in lista Uefa. A centrocampo Jorginho partirà dal primo minuto mentre Lopez è in vantaggio nel ballottaggio con Gargano. Mertens sarà preferito a Insigne.

mento tra la società e la squadra. Gonzalo Higuain è a pezzi, svuotato mentalmente dopo l’eliminazione dall’Europa League, determinata dai suoi errori, principalmente, e stasera andrà in panchina: al suo posto ci sarà Zapata. Qualcosa è cambiato nell’umore del Pipita, sempre più nervoso e irascibile in campo. I fatti di Parma ne hanno evidenziato il disagio di questo periodo. L’impressione è che anche lui stia progettando la fuga, ma nel suo caso l’operazione appare molto complicata: c’è un contratto che lo lega fino al 2018 al Napoli e De Laurentiis non ha alcuna intenzione di cederlo. A lui non dispiacerebbe ritornare a Madrid, all’Atletico, così come vorrebbe anche Callejon: Simeone li ha chiesti ai

suoi dirigenti che stanno preparando l’offerta da presentare al presidente napoletano. FRAGILE TREGUA Il periodo non è dei migliori, dunque. Per il Napoli, ma anche per i giocatori più rappresentativi, dai quali i tifosi si sarebbero aspettati quel qualcosa in più in grado di fare la differenza. Invece, ancora una volta, Higuain e Callejon sono venuti meno proprio nel momento più intenso della stagione, quando forse ci sarebbe voluto il loro talento per scrivere nuove pagine della storia del club. Resta l’importanza della gara di stasera: i 3 punti sono l’unico modo per tenere in piedi la tregua, che sta diventando sempre più fragile. © RIPRODUZIONE RISERVATA

L’ALTRO POSTICIPO

Montella contro i tifosi: «Rispettate la Fiorentina» 1Il tecnico aspetta

primo tempo con la Viola sotto di due gol. Gli «olè» canzonatori ai passaggi poco fruttuosi. L’esultanza di buona parte dello stadio al rigore calciato alto da Ilicic. «Non ho mai visto una cosa del genere verso una squadra con i nostri risultati – prosegue Montella- In meno di tre anni abbiamo ottenuto due volte il quarto posto, e ora possiamo e vogliamo arrivare quinti. Una finale di Coppa Italia, una semifinale della stessa Coppa, una semifinale di Europa League. Abbiamo perso con squadre che si sono mostrate più brave. Ma ne abbiamo fatte fuori tante altre in teoria superiori a noi. La nostra tifoseria ha dimostrato sempre grande civiltà. Ma stavolta ha sbagliato».

il Parma e tuona: «Sbagliato deridere questa squadra. Pronto a sfidare la città per difenderla»

Giovanni Sardelli FIRENZE

O

ltre il massimo. Il corto circuito creatosi fra alcune parti del pianeta viola nelle ultime quarantotto ore, ha l’epicentro in un concetto. La ferma convinzione di Vincenzo Montella che il suo gruppo di lavoro, per risultati, impegno e orgoglio, sia andato ben oltre i propri limiti. Per questo nessuna caduta, anche fragorosa, può giustificare la presa in giro: soprattutto se giunta dal fuoco amico. «Questa squadra non merita di essere derisa – spiega - magari fischiata, al limite offesa, ma non derisa. I calciatori hanno dato grandissime soddisfazioni a me, ai tifosi e alla società. E io per loro sono disposto ad andare anche contro una città intera». Non è una guerra. Anzi. Ma una difesa totale della squadra. «Le mie parole sono rivolte alla voglia di motivare i miei per arrivare quinti». NESSUNA TATTICA Il fermo pensiero dell’Aeroplanino suo-

Vincenzo Montella, 40 anni, qui con Pizarro, da tre stagioni alla Fiorentina: ha allenato anche Roma e Catania ANSA

Donadoni: «Io viola? Non parliamone» Società, oggi l’asta ● PARMA (s.p) Roberto Donadoni sorride quando gli si fa presente che potrebbe essere proprio lui il sostituto di Montella sulla panchina della Fiorentina e liquida l’argomento con un serafico «Non è elegante parlare di quello che succede in casa d’altri». Intanto oggi c’è un’altra asta, che presumibilmente andrà deserta, aspettando le decisioni di ex come Cassano e Amauri che ancora non hanno firmato.

na più o meno così. «Impossibile fare di più». E spiega. «Se un figlio non riesce a fare qualcosa più grande di lui, vi sembra giusto deriderlo? Questo era lo stato d’animo della squadra, che non meritava di essere ferita. Ho parlato di pancia, ma siamo andati a braccetto con i tifosi per anni e questo deve continuare. Farci del male come stiamo provando a fare sarebbe controproducente». Giusto dire che non tutto lo stadio ha reagito così. E che buona parte di coloro che si sono lasciati andare al dileggio, non lo rifarebbe. Alcuni hanno invece visto lo sfogo del tecnico come una voglia di

rompere per poter approdare verso altri lidi. «Niente di più sbagliato. Io sono super corretto e non ho mai parlato con altre squadre. Lo scorso anno ho rifiutato l’incontro con un grande presidente (Berlusconi?, ndr.) per rimanere dove sono. Quando deciderò di andarmene, la Fiorentina sarà la prima a saperlo». FATTI Almeno tre gli episodi accaduti nel corso della gara con il Siviglia che hanno ferito a tal punto da far sbottare il tecnico nel post match. I cori di scherno verso i calciatori («Fate ridere», un esempio) intonati già nel

FUTURO Montella ribadisce anche di «sentirsi dentro fino al collo alla causa viola», ma solo parlando della volata finale di questo campionato. Sul resto invece rimanda a fine stagione «Quando mi incontrerò con la società». Il contratto è lungo (2017). Ma le possibilità che le strade possano dividersi sono in aumento. Intanto stasera contro il Parma i ballottaggi sono agli estremi. Dubbi in porta (Neto o Tatarusanu?) e davanti. Con il duello Gomez-Gilardino apertissimo. Che spiega da solo quanto siano poche le possibilità di conferma del tedesco per la prossima stagione. «Il Parma ha insegnato qualcosa a tutti noi. Complimenti a Donadoni, darei a lui la Panchina d’Oro». © RIPRODUZIONE RISERVATA

FIORENTINA (4-3-3) PARMA

(4-5-1)

OGGI Ore 19 ARBITRI Tommasi; La RoccaTegoni; Costanzo; Peruzzo-Fabbri TV Sky Calcio 1 e Supercalcio; Premium Calcio (And.0-1) 1 NETO 40 TOMOVIC

15 SAVIC

2 23 G.RODRIGUEZ PASQUAL

14 7 MATI PIZARRO FERNANDEZ 18 DIAMANTI

33 M.GOMEZ

10 AQUILANI 74 SALAH

17 PALLADINO GHEZZAL 5 18 GOBBI

JORQUERA 23 8 80 NOCERINO MAURI 28 FEDDAL

4 MENDES 83 MIRANTE

VARELA 26 2 CASSANI

PANCHINA 12 Tatarusanu, 31 Rosati, 38 Rosi, 19 Basanta, 28 Alonso, 20 Borja Valero, 16 Kurtic, 5 Badelj, 32 Lazzari, 17 Joaquin, 72 Ilicic, 9 Gilardino. ALLENATORE Montella. BALLOTTAGGI Gomez-Gilardino 5149% Diamanti-Ilicic 60-40%; NetoTatarusanu 60- 40%. SQUALIFICATI nessuno. DIFFIDATI Basanta, M. Gomez, Kurtic, Diamanti, Neto, Borja Valero. INDISP. Babacar (20 giorni), Rossi (30 giorni), Vargas (7 giorni), Richards (7 giorni), Bernardeschi (da valutare) ALTRI Lezzerini, Bagadur, Lupatelli, Octavio, El Hamdaoui. PANCHINA 22 Iacobucci, 1 Bertozzi, 6 Lucarelli, 13 Prestia, 58 Esposito, 37 Broh, 31 Mariga, 14 Galloppa, 21 Lodi, 7 Ravanelli, 34 Haraslin, 88 Coda. ALLENATORE Donadoni. BALLOTTAGGI Palladino-Coda (5545%) SQUALIFICATI Lila (1). DIFFIDATI Varela, Lodi. INDISP. Costa, Santacroce e Bajza (da verificare). ALTRI Rossetto, Taider, Erlic.


16

Serie A R 36a giornata

L’Atalanta si salva ma non dal Genoa Infuria il tifone Gasp 1Dopo i 5 gol al Toro, ecco i 4 ai bergamaschi che

festeggiano comunque la salvezza. Il Grifo supera la Samp LA VOLATA PER L’EUROPA LEAGUE 36ª

37ª

38ª

NAPOLI PT. 60

Cesena

JUVENTUS

Lazio

GENOA PT. 56

ATALANTA 1-4

Inter

SASSUOLO

FIORENTINA PT. 55

Parma

PALERMO

Chievo

SAMPDORIA PT. 54

Lazio 0-1 Juventus 1-2

EMPOLI

Parma

GENOA

Empoli

Chievo 2-0

MILAN

Cesena

INTER PT. 52 TORINO PT. 51

La 4ª e la 5ª classificata vanno direttamente alla fase a gironi, la 6ª al terzo turno preliminare (30 luglio-6 agosto) scarso STATO DI FORMA: facile media DIFFICOLTÀ: In MAIUSCOLO le gare in trasferta

buono difficile

ottimo

Andrea Elefante INVIATO A BERGAMO

E

pedalarono tutti felici e contenti. Reja lo farà per sciogliere il voto che aveva fatto invocando la salvezza, e magari si fermerà anche per accendere un cero dedicato al Palermo, che ha spedito il Cagliari in B: strana sensazione festeggiare il quinto anno consecutivo in A perdendo in casa 4-1, e infatti l’annuncio dello speaker sopra il fischio finale di Gervasoni faceva il rumore di un sospiro liberatorio. QUINTO POSTO Gasperini e la sua banda, invece, continuano a pedalare forte verso frontiere extraitaliane. Suonerà anche

retorico, banale e pure ripetitivo, ma va detto ancora: dover pensare già oggi che questa squadra rischia di non poter giocare nell’Europa League che ieri ha iniziato a toccare più che accarezzare, sbarcando al 5° posto in attesa del risultato di stasera della Fiorentina, è un’ingiustizia, per tutti. Solo per i tifosi rossoblù, invece, il pensare di farsi fregare quel passaporto, fra l’altro per vederlo finire proprio nelle tasche della Samp scavalcata ieri, è un incubo: il danno che si aggiungerebbe alla beffa (e chissà se più danno o più beffa). Resta da capire se Preziosi, che in settimana ha sentenziato «avere la licenza Uefa sarà dura», ha già assolute certezze negative e preferisce non illudere nessu-

LA CIFRA

58

I gol segnati finora dai rossoblù, 2 in più del 2008-09 (c’erano Gasp, Milito e Thiago Motta) quando andò in Europa

no, oppure nell’incertezza abbia scelto di mettere le mani avanti, prospettando il peggio per poter festeggiare il meglio (la «sorpresa» di cui ha parlato sabato Gasp). PARADOSSI E LOGICA Già sicure invece sono altre cose: quasi nessuno ha lo score attuale del Genoa, che ha vinto sei delle ultime otto partite e non sa più cosa sia un pareggio; forse nessuno ha momenti di calcio come quelli che ieri hanno consentito ai rossoblù di sbattere in un cassetto le recriminazioni nerazzurre (rigore non concesso per fallo di Roncaglia su D’Alessandro a fine primo tempo, sull’1-1) e di stravincere in una ripresa che alla partita ha restituito logica dopo i paradossi di un

LE PAGELLE di A.E. CIGARINI MORTIFICATO DA BERTOLACCI, STENDARDO SOVRASTATO DA PAVOLETTI, KUCKA STRAPOTENTE ATALANTA

5

SPORTIELLO 6 Come prendere quattro gol e non avere colpe specifiche. Anzi: sicuro all’alba della partita su Lestienne, poi frena Bertolacci e dice no al 4-1 di Rincon. BELLINI 5,5 Ha spesso il fianco scoperto su Lestienne, che pure non sempre ne approfitta: con Zappacosta (squalificato) forse il belga avrebbe avuto più necessità di difendere STENDARDO 5 Non è piccolino, ma sul gol Pavoletti gli mangia in testa. CHERUBIN 4,5 Iago e Rincon lo prendono in mezzo, Bertolacci e per due volte Iago lo fanno arrossire per impotenza. E si era pure mangiato l’1-0. BENALOUANE 6 Fa in tempo a sfiorare il 4-2: con il senno di poi, sarebbe stato da preferire a Cherubin DRAMÉ 6 Nessuno nell’Atalanta ha la sua corsa e con Bellini così bloccato sull’altra fascia ha spesso via libera (infatti quasi segna il 2-1). Però in fase difensiva paga per

5

forza qualcosa: il Genoa sfonda preferibilmente dalla sua parte CARMONA 5,5 In quel tourbillon lì in mezzo si perde anche lui: non basta correre i soliti chilometri. MIGLIACCIO 5 Solo quantità (e qualche fallo di troppo) dove servirebbe almeno un po’ d’ordine. CIGARINI 5 Il confronto con Bertolacci a livello di idee è mortificante: luce spenta come poche volte, e se lì in mezzo non la accende neanche lui... MORALEZ 5,5 Ha più di mezzora di tempo ma sposta poco e la mira è troppo alta su assist di tacco di Pinilla. D’ALESSANDRO 4,5 Più che annullato da Edenilson e poi da Roncaglia, si annulla da solo. Timido, incostante: non pervenuti lui e la profondità che avrebbe dovuto dare BIANCHI 5,5 Pochi rifornimenti anche dalle fasce, poche chance per svoltare A. GOMEZ 6 Mette due palloni in area e ne nascono un quasi gol e un rigore procurato (regalato, da Burdisso). Poi sono più che altro sprazzi e tentativi, ma comunque sei occasioni create.

IL MIGLIORE MAURICIO PINILLA

6 Il 5° gol nelle ultime sei presenze, salva sulla linea l’1-2, un quasi assist per Moralez: peccato solo il possibile 4-2 sulla traversa.

IL TECNICO REJA

5 In emergenza, ok: però i fatti dicono che sbaglia la scelta CherubinBenalouane e forse anche quella Cigarini-Baselli. Quando azzarda un quasi 4-2-4 ormai è tardi.

GERVASONI Giusto non essere fiscale quando Bertolacci va giù in area, invece ci sarebbe rigore per il contatto Roncaglia-D’Alessandro.

GENOA

8

PERIN 7 Non riesce a incantare l’ex compagno Pinilla dal dischetto, ma fa bene tutto il resto: le uscite che servono su Cherubin (che lo grazia) e Dramé e poi una paratissima su Benalouane RONCAGLIA 5 Rischia con Dramé e soprattutto D’Alessandro: il rigore c’è, ma Gervasoni lo «pedona». Poi arriva anche la «roncagliata», su Gomez, e non è 4-2 solo per poco. BURDISSO 4,5 E quel rigore da pallavolista? Troppo esperto per non parlare di incidente di percorso, infatti poi si rialza e compatta il reparto IZZO 6 Tutto sommato sempre puntuale: si lascia andare soltanto a un’incertezza che quasi costa il 3-2 di Moralez. EDENILSON 6,5 Per lui cambiare fascia – da sinistra a destra – è come bere un bicchier d’acqua: resta sempre un ottimo ago della bilancia per far oscillare la squadra fra difesa a quattro e 3-4-3, senza mai squilibrarla. RINCON 7 Stretto o largo, a destra fa

tutto e con Iago ormai si capisce a occhi chiusi. Accarezza anche il 4-1, ma c’è Sportiello. KUCKA 7 Se Bertolacci con 45 passaggi e 12 lanci positivi è il fosforo e l’essenzialità che fanno sgorgare calcio e occasioni, lui un po’ gli copre le spalle e un po’ lo affianca: partenza all’insegna della strapotenza, poi governa con sicurezza. IAGO 8 Ok, Cherubin lo fa accomodare, ma quei sinistri a girare sono canzoni. Prima doppietta, e siamo a 13 gol (11 nel 2015: soltanto Toni meglio di lui). Perdonatissimi i 18 palloni persi. (També s.v.) PAVOLETTI 7 Prende l’ascensore e non perdona Stendardo, dà a Iago la palla del 3-1. E’ arrivato alla quarta firma nelle ultime 5 partite, sempre a segno nella ultime tre: sta diventando sentenza. LESTIENNE 6 Idee di qualità a volte ancora irrisolte, ma cerca subito la porta ed è lui che inizia a «vedere» il 3-1. Quando migliorerà l’esecuzione dell’ultimo spunto... BERGDICH 6 Largo a sinistra, quando il risultato della partita è già nella tasca del Genoa. DI FIORE 6 PEGORIN 6

IL MIGLIORE BERTOLACCI

8 Aggiorna i suoi primati personali: 7° assist e 6° gol - una goduria per gli occhi - dopo averne sfiorato un altro (Mandragora s.v.)

IL TECNICO GASPERINI

8 Nelle difficoltà Gasperini sembra sguazzare: il suo Genoa è forte di un disegno che esalta gli uomini, non viceversa.

DI BELLO 6 MERCHIORI 6

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LUNEDÌ 18 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

ATALANTA

1

GENOA

4

ATALANTA

E Reja va già oltre «La mia conferma è lapalissiana»

PRIMO TEMPO 1-1 MARCATORI Pinilla (A) su rigore al 18’, Pavoletti (G) al 30’ p.t.; Bertolacci (G) al 12’, Iago (G) al 16’ e al 28’ s.t. ATALANTA (4-3-3) Sportiello; Bellini, Stendardo, Cherubin (dal 30’ s.t. Benalouane), Dramé; Carmona, Migliaccio, Cigarini (dal 15’ s.t. Moralez); D’Alessandro (dal 21’ s.t. Bianchi), Pinilla, A. Gomez. PANCHINA Frezzolini, Merelli, Del Grosso, Scaloni, Baselli, Grassi, Emanuelson, Rosseti, Boakye. ALLENATORE Reja BARICENTRO BASSO 49.7 M. CAMBI DI SISTEMA dal 15’ s.t. 42-3-1, dal 21’ s.t. 4-4-2. ESPULSI nessuno. AMMONITI Migliaccio, Carmona e Pinilla per gioco scorretto.

primo tempo schizofrenico, ma dagli ingredienti chiarissimi: il gioco comunque già limpido del Genoa contro quello speculativo dell’Atalanta, fatto di occasioni trovate più che create, e sempre su calci da fermo (una chance per Cherubin, e poi la gigantesca sciocchezza del mani da rigore di Burdisso). Dunque i rischi rossoblù (blitz di Dramé murato da Perin e poi il sospettissimo rigore di cui sopra), anche dopo aver pareggiato con Pavoletti e prima di gridare alla beffa, per un gol di testa di Bertolacci ricacciato fuori dalla porta da Pinilla. Insomma la scivolosa sensazione di incompiuto a dispetto del potere delle proprie idee, incarnate perfettamente da Kucka e soprattutto Bertolacci nel cuore

GENOA (4-3-3) Perin; Roncaglia, Burdisso, Izzo, Edenilson; Rincon, Bertolacci (dal 39’ s.t. Mandragora), Kucka; Iago (dal 42’ s.t. També), Pavoletti, Lestienne (dal 22’ s.t. Bergdich). PANCHINA Lamanna, Sommariva, Soprano, Gulli, Laxalt, Ghiglione, Panico ALLENATORE Gasperini. BARICENTRO BASSO 49.4 M. CAMBI DI SISTEMA dal 22’ s.t. 3-4-3, dal 42’ s.t. 4-4-2 ESPULSI nessuno AMMONITI Izzo per gioco scorretto. ARBITRO Gervasoni di Mantova NOTE paganti 6.203 per un incasso di euro 60.851,09; abbonati 10.678 per una quota di euro 110.406,98. Tiri in porta 6-7. Tiri fuori 9-4. In fuorigioco 1-4. Angoli 9-7. Recuperi: 2’ p.t., 3’ s.t.

Edy Reja, 69 anni, a marzo ha sostituito Colantuono

del campo, dove il Genoa ha iniziato a vincere la patita. DEDICATO ANCHE A CONTE Il c.t. Conte, che ultimamente vede Genova e sorride (domenica scorsa era toccato a Soriano) e ieri dev’essersi compiaciuto anche per la reattività di Sportiello e Perin, avrà preso nota con speranza: proprio a Bertolacci è toccato il primo ciak del film dedicato alla bellezza del gol - inserimento già faccia alla porta, tunnel, finta al portiere - e poi sciambola. Come se il Genoa avesse deciso di vincere la partita, nel giro di 4’, e la cosa diventasse inevitabile: perché poi è entrato in scena anche Iago ed è sembrato che con il sinistro i suoi due gol li disegnasse, più che segnasse, soprattutto il 4-1;

perché le vie del gol per Gasperini sono quasi infinite come le sue possibili variabili tattiche, anche e soprattutto in corsa; in buona sostanza perché il Genoa oggi è così: anche se un giorno dopo l’altro gli mancano i dribbling di Perotti e Niang, e poi le soluzioni di Tino Costa, e poi la potenza di Borriello, continua ad essere una gioiosa macchina che percorre quelle strade verso la porta avversaria senza sbandare. E spera che tutto questo serva a qualcosa che non sia solo pura gloria calcistica: tipo avere un attacco che già oggi, con altre due partite da giocare, ha segnato più gol (58-56) del Genoa 2008-09, quello di Gasp, Milito e Thiago Motta. Solo che quello in Europa ci andò. © RIPRODUZIONE RISERVATA

GENOA

Iago ha fatto 13 tra i marcatori Ora è il gioiello sul mercato 1Lo spagnolo,

Bertolacci, Perotti: sarà dura per Preziosi resistere alle offerte Matteo Brega MILANO

I

l giochino del «vorrei ma non posso» si mischia con la realtà. E questo Genoa, ripetutamente bello sul campo e meritatamente in prima fila per strappare il codino dell’Europa League rischia la doppia burla. Senza licenza Uefa la squadra di Enrico Preziosi cederà il gettone a chi arriva dietro e senza cambi

di linea il giocattolo rischierà di essere smontato ancora una volta. Il Gasp, se resterà, dovrebbe ricominciare ancora tutto dalle fondamenta. Perdendo con ogni probabilità i fari della gara di ieri, Iago Falque e Andrea Bertolacci, oltre che Diego Perotti. Il mercato chiama, anzi urla. E Preziosi difficilmente non ascolterà. Perché le cifre che circolano sono decisamente interessanti nell’ottica presidenziale. FALQUE, BASTA LA PAROLA Iago era stato acquistato dalla Juventus nell’estate 2008, in uscita dalla cantera del Barcellona. Non è mai sbocciato il feeling e dopo vari passaggi anglo-iberici, l’estate scorsa ha trovato la terra promessa al Genoa. «Mi ispiro a Del Piero - aveva rivelato giorni fa -. Ho imparato molto

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allenandomi con lui nella Juventus». Gasperini lo ha elogiato per la sua maturità tattica. Non è solo un attaccante che segna e inventa, ma mette a sua disposizione le corse di sacrificio per accorciare e cucire in fase difensiva. «Proprio quando pensi che non ne abbia più e ti prepari a sostituirlo - ha detto Gasperini - lo vedi ripartire in aiuto alla difesa. Per questo è un giocatore fondamentale per il Genoa». Su di lui il movimento aumenta: con 13 gol in A è comprensibile. BERTOLACCI Le attenzioni buone che circondano Bertolacci sono quelle di Antonio Conte che ormai lo tiene avvinghiato al gruppo azzurro. «Il futuro per me adesso non è importante - ha spiegato ieri il genoano -, voglio

far parlare il campo, devo dimostrare le mie qualità sul terreno di gioco, poi a queste cose ci pensa la persona che mi segue che per me è come un secondo papà». Niente mercato, niente Nazionale. Nella testa di Bertolacci c’è solo il Genoa. «Dobbiamo restare con i piedi per terra, mancano due gare difficili con Inter e Sassuolo, crediamo nell’obiettivo europeo - ha chiuso -, ma dobbiamo restare concentrati. Abbiamo comunque dimostrato di essere una squadra forte e di meritare questa classifica».

Iago Falque (in alto lo splendido gol del 4-1), 25 anni, con la doppietta di ieri è arrivato a 13 gol in Serie A: 11 li ha fatti nel 2015 ANSA

1«Siamo salvi, quindi resto:

lo dice il contratto. Abbiamo bisogno di tre-quattro rinforzi»

Matteo Spini BERGAMO

«M

ai sconfitta fu così dolce». Nel giorno della salvezza matematica, Edy Reja non riesce proprio a dispiacersi, nemmeno di fronte ad un brusco k.o. come quello di ieri contro il Genoa (il settimo in casa per l’Atalanta). Obiettivo centrato con una sconfitta, metafora di una stagione strana e difficile: «Avere raggiunto la salvezza a due giornate dalla fine ci rende orgogliosi attacca il tecnico - viste le condizioni in cui eravamo, il traguardo è importante e possiamo dire di esserci salvati con i nostri meriti. Dispiace avere perso sonoramente: i giocatori erano abbattuti, avremmo preferito festeggiare in una maniera più adeguata». Merito di un Genoa bellissimo, ma non solo: «Eravamo in vantaggio ma forse dopo avere visto che il Palermo vinceva a Cagliari, ci siamo sentiti salvi e abbiamo abbassato il ritmo: è mancata l’intensità e di fronte avevamo la squadra più in forma del campionato».

SGUARDO AL DOMANI Da ieri, a Bergamo, si parla di futuro: innanzitutto quello imminente, con le ultime due partite. «L’obiettivo è raggiungere i fatidici 40 punti – continua Reja -: mi piacerebbe finire il campionato in maniera dignitosa, in quanto a gioco e risultati. In queste partite proverò qualche soluzione diversa per trovare stimoli nuovi». Ma all’orizzonte c’è la prossima stagione: «Secondo il mio contratto, la conferma è lapalissiana in caso di salvezza. Quanto ai giocatori, non ho ancora parlato con la società: finora il pensiero era la permanenza in A. Bisogna essere riconoscenti ai ragazzi. Poi l’Atalanta ha una filosofia giovane: vedremo anche se avremo bisogno di due, tre o quattro pedine per alzare il tasso tecnico». CIGARINI A DUE FACCE Luca Cigarini è diviso tra la soddisfazione per la salvezza e la delusione per la sconfitta: «Siamo contenti di avere raggiunto l’obiettivo, al termine di una stagione nella quale non ci saremmo aspettati tutte queste difficoltà. Dispiace per il risultato e per una prestazione non all’altezza».

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Magic+3 R Campionato

LUNEDÌ 18 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Samp, è allarme attacco Quanto pesa il k.o. di Eder

ZUPPING di VINCENZO CITO

QUELLI DEL COORDINAMENTO, CONSIGLI PARA PER IL MILAN 1Con l’infortunio del brasiliano le punte di Mihajlovic si sono spente E L’OSPIZIO DI MANDORLINI Okaka fuori forma, Muriel va a fiammate ed Eto’o fatica in zona gol ancano solo due aizzare Benitez senza

M

36a

Polveri bagnate

GIORNATA

Alessio Da Ronch

giornate alla fine e forse un giorno ce lo diranno chi sono quelli del famigerato «coordinamento» che prima dell’arbitro, prima degli assistenti, prima del bordocampista, sanno sempre quanti saranno i minuti di recupero...

GENOVA

Andrea Bertolacci a Sky sul suo futuro «Non dipende da me, l’ultima parola spetta a me»

S

inisa Mihajlovic ora dovrà cercare in ogni angolo della sua mente e scandagliare ogni piccola piega della sua esperienza calcistica per trovare le mosse giuste per rivitalizzare la Sampdoria.

ASSENZA PESANTE Il problema principale è proprio il fatto che Eder non ci sarà neppure nelle ultime due partite contro Empoli e Parma. L’infortunio rimediato a Napoli lo costringe ancora a camminare con difficoltà: il brasiliano sarà pronto soltanto a luglio, in tempo per aggregarsi ai compagni in ritiro. Mihajlovic sa che deve puntare l’obiettivo altrove, sui tre problemi risolvibili. CASA AMARA Il Ferraris è stato per quasi tutta la stagione una fabbrica di punti: 7 successi e 7 pareggi, nelle prime 14 sfide a Marassi, per un totale di

Inter-Juve, il solito incipit della coppia CaressaBergomi su Sky «Ciao Beppe!». «Ciao Fabio!». «Come può trovare motivazioni la Juve?». «Le troverà». Ciao Beppe, ciao Fabio, per fortuna il campionato sta finendo. EDER L’italo-brasiliano ha chiuso il suo campionato il 26 aprile facendosi male durante Napoli-Samp: per lui 30 gare e 9 reti FORTE

SAMUEL ETO’O Il camerunese è arrivato alla Samp nel mercato di riparazione: in 16 partite di campionato ha realizzato un solo gol ANSA

28 punti, alla media di 2 punti a partita. Ora però lo stadio di casa è divenuto una trappola: nelle ultime quattro sfide, contro Cesena, Verona, Juventus e Lazio, sono arrivati 2 pareggi e due sconfitte, 2 soli punti, alla media di 0,5 a partita. Il tutto condito con un solo gol, quello che aveva illuso i blucerchiati contro il Verona, messo a segno da De Silvestri, un difensore.

Mihajlovic aveva intuito tutto in anticipo, contro il Cesena aveva provato a forzare il destino, inserendo in campo tutti i suoi attaccanti di maggior qualità contemporaneamente. A Udine il tecnico ha azzeccato la mossa Djordjevic, ora dovrà inventarsi altre magie. Non sarà semplice.

ETO’O Ecco il secondo problema: l’attacco fatica perché Eder non c’è, ma anche perché Okaka è scaduto di condizione, Muriel va a fiammate ed Eto’o pare annebbiato dalla fatica. La sostituzione del camerunese nelle ultime due sfide la dice lunga, il suo errore, pesante, contro la Lazio è la prova di un momento difficile.

GLI ANTICIPI DI SABATO

Marchisio-Morata Che Gentiletti La Juve affonda La Lazio supera l’Inter in rimonta la Sampdoria INTER

1

SAMPDORIA

0

JUVENTUS

2

LAZIO

1

MARCATORI Icardi (I) al 9’, Marchisio (J) su rigore al 42’ p.t.; Morata (J) al 38’ s.t. INTER (4-3-1-2) Handanovic 4,5; D’Ambrosio 6,5, Ranocchia 5,5 (dal 44’ s.t. Gnoukouri s.v.), Vidic 5, Juan Jesus 6; Brozovic 6,5 (dal 37’ s.t. Podolski s.v.), Medel 5, Kovacic 6; Shaqiri 6,5 (dal 26’ s.t. Nagatomo 6); Icardi 5,5, Palacio 6,5. All. Mancini 6. JUVENTUS (4-3-1-2) Storari 7,5; Lichtsteiner 5,5 (dall’11’ s.t. Ogbonna 6), Barzagli 6, Bonucci 6, Padoin 5,5; Romulo 5,5, Marchisio 7, Sturaro 6; Pereyra 6 (dal 33’ s.t. Pogba s.v.); Matri 6 (dal 21’ s.t. Llorente 6), Morata 7,5. All. Allegri 6,5. ARBITRO Doveri 5. NOTE Ammoniti Ranocchia (I), Brozovic (I), Vidic (I), Kovacic (I), Juan Jesus (I), Morata (J), Lichtsteiner (J).

MARCATORE Gentiletti al 9’ s.t. SAMPDORIA (4-3-1-2) Viviano 6; De Silvestri 6, Silvestre 6,5, Romagnoli 6, Regini 5,5; Acquah 5,5 (dal 17’ s.t. Rizzo 6), Palombo 5 (dal 36’ s.t. Okaka s.v.), Obiang 5; Soriano 6,5; Muriel 5,5, Eto’o 5 (dal 17’ s.t. Bergessio 5,5). All. Mihajlovic 5,5. LAZIO (4-3-1-2) Berisha 6; Basta 6,5, Ciani 5,5, Gentiletti 7 (dal 31’ s.t. De Vrij 6), Radu 6; Parolo 7, Ledesma 6,5, Lulic 6,5; Candreva 7,5 (dal 38’ s.t. S. Mauri s.v.), Klose 6 (dal 25’ s.t. F. Djordjevic 6), F. Anderson 7. All. Pioli 7,5.

DIFESA Nel frattempo anche il reparto arretrato fa acqua. Otto reti subite nelle ultime 5 sfide sono troppe, anche perché in buona parte sono scaturite da errori banali. Alla squadra manca lo spirito di sacrificio degli attaccanti visto nei mesi precedenti. A Empoli, contro l’amico Sarri e le sue ripartenze, sarà fondamentale ritrovare la difesa per rilanciare il sogno Europa.

STEFANO OKAKA Era partito bene da titolare, poi è lentamente scivolato in panchina, complici gli arrivi di Eto’o e Muriel. Per lui 31 gare e 4 gol in campionato LAPRESSE

Sassuolo Milan, sul gol dell’1-0 fa chiarezza Massimo Barchiesi (Radiorai) «Forse il pallone è entrato del tutto, forse no». Sulla rete del 2-2 Antonio Nucera (Sky) non ne azzecca una. «De Jong anticipa il portiere del Milan Consigli». Ha segnato Alex e Consigli è del Sassuolo….

GONZALO BERGESSIO Acquistato in estate dal Catania, il Toro non ha quasi mai lasciato il segno a Genova: solo una rete in campionato in 21 gare LAPRESSE

Arriva Massimo Veronelli e gli dice «Guardi che il gol del Dnipro era irregolare!». Benitez «Non lo possiamo cambiare». L’inviato insiste, il tecnico ribadisce «Non lo possiamo cambiare» Graziano Cesari dallo studio, dopo la moviola, rincara la dose «Il gol non c’era!». L’allenatore imperterrito «Non lo possiamo cambiare». (A Canale5, tanto per non fare polemiche, cercano di

Gaia Brunelli (diretta gol serie B, Sky) dopo la rete del Cittadella. «Grande assist di Minesso per Gerardi che conosce il suo compagno di squadra!». E volevamo pure vedere, dopo 41 partite… I grandi servizi esterni di «Novantesimo minuto» (Rai due). L’inviato Alberto Rimedio è fuori dallo stadio di Bergamo, dopo la partita. Il conduttore Marco Mazzocchi è ansioso di sapere «Ma lì come va, sai che a a me piace inquadrare l’ambiente, entrare nelle situazioni..». Veramente c’è solo il piazzale vuoto e un tipo che mette gli attrezzi nel pullman Fabrizio Frates (basket su Sky, playoff serie A2) «Carra segna con la mano sinistra, è quello che ha fatto in 35 anni di carriera!». E quanti ne ha? Su Raisport le ultime palpitanti fasi della settima tappa GrossetoFiuggi del Giro d’Italia, c’è la volata. Francesco Pancani «Spunta da quest’altra parte anche Lobato, cerca Lobato il tentativo..» Silvio Martinello «Modolo!». Francesco Pancani «Modolo, Modolo, c’è la vittoria di Sacha Modolo!». Martinello «Attenzione, Diego Ulissi, attenzione!». Uno stupito Pancani «No, Ulissi! E’ Ulissi! Ulissi.....Anche lui non credeva a questo successo!» (veramente non ci credevano loro). Un amaro Martinello «Ulissi ci ha sorpreso….ci ha sorpreso…Io primo avevo detto Modolo…Mi sembrava la sua sagoma….». Che sagome © RIPRODUZIONE RISERVATA

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BEATI GLI ABBONATI PREMIUM PERCHÈ VEDRANNO LA CHAMPIONS Non è una parabola. Da agosto 2015 e per le successive tre stagioni tutta la Champions League è un’esclusiva Mediaset Premium. Le partite non saranno visibili sulla pay tv satellitare.

ARBITRO Mazzoleni 5,5. NOTE Ammoniti Palombo (S), Silvestre (S).

We are the Champions

DIREZIONE CREATIVA COORDINAMENTO IMMAGINE MEDIASET

NUMERI I numeri parlano chiaro: nella volata per un posto in Europa la squadra blucerchiata ha la velocità più bassa: nelle ultime otto partite Palombo e compagni sono riusciti a esultare una sola volta, a Udine. Dopo il successo sull’Inter, datato 22 marzo, sono arrivati anche tre pareggi e ben quattro sconfitte. Rispetto alla Sampdoria delle prime tre settimane di marzo, quella che con 4 successi consecutivi su Atalanta, Cagliari, Roma e Inter aveva quasi messo le mani sul rinnovo del passaporto europeo, manca Eder, l’uomo dei gol, ma anche e soprattutto del sacrificio e dell’imprevedibilità, l’attaccante che aiutava la difesa, l’ala che riusciva spesso a creare superiorità numerica con i suoi dribbling e la sua velocità.

LUIS MURIEL Voluto fortemente da Mihajlovic a gennaio, ha messo in cascina quattro reti in 14 presenze in campionato con la Samp GETTY

«Il mio futuro è quello di Toni? Siamo due vecchietti, vorrà dire che ce ne andremo assieme all’ospizio» (Andrea Mandorlini a «Stadio sprint», Rai Due)

riuscirci dopo la partita di Europa League fra Dnipro e Napoli).


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Serie A R 36a giornata

LUNEDÌ 18 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Doppio Maxi LE PAGELLE Toro motivato Questo Chievo è troppo timido di A.FR.

SAETTA DARMIAN GAZZI CONCRETO CESAR LENTO IZCO SI SALVA TORINO

1L’argentino tiene aperta ai granata una piccolissima speranza di Europa TORINO

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CHIEVO

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PRIMO TEMPO 0-0 MARCATORI Maxi Lopez al 6’ e al 24’ s.t. TORINO (3-5-2) Padelli; Maksimovic, Jansson (dal 23’ s.t. Glik), Moretti; Darmian, Vives, Gazzi, El Kaddouri (dal 40’ s.t. Benassi), Gaston Silva (dal 27’ s.t. Molinaro); Maxi Lopez, Martinez. PANCHINA Ichazo, Castellazzi, Basha, A. Gonzalez, Rosso. ALLENATORE Ventura. CAMBI DI SISTEMA nessuno. BARICENTRO BASSO 49,2 METRI ESPULSI nessuno. AMMONITI Maksimovic, Gaston Silva e Moretti per g. scorretto. CHIEVO (4-4-2) Bardi; Frey, Gamberini, Cesar, Biraghi; Izco, Christiansen (dal 31’ s.t. Pellissier), Radovanovic, Birsa (dal 12’ s.t. Botta); Meggiorini (dal 19’ s.t. Fetfatzidis), Paloschi. PANCHINA Bizzarri, Seculin, Dainelli, Cofie, Sardo, Zukanovic, Anderson, Vajushi, Pozzi. ALLENATORE Maran. CAMBI DI SISTEMA dal 28’ s.t. 5-31-1, dal 1’ s.t. 3-4-3, dal 31’ s.t. 4-2-4. BARICENTRO MEDIO 52,3 METRI ESPULSI nessuno. AMMONITI nessuno ARBITRO Rocchi di Firenze. NOTE spettatori 15mila circa, paganti e incasso n.c.; abbonati 10.074, quota di 124.428 euro. Tiri in porta 10-1. Tiri fuori 10-3. In fuorigioco 1-1. Angoli 61. Recuperi: p.t. 3’, s.t. 4’.

Alex Frosio INVIATO A TORINO

P

oteva lasciar perdere, acc o n t e n t a r s i , r if lettere sul destino avverso toccato in passato ad altre squadre poco abituate all’Europa ed evitato da tempo. Poteva ricordare la prima delle 50 partite che hanno preceduto questa — a Stoccolma il 31 luglio — e dirsi «va bene, basta così». E invece il Torino si è concentrato sull’ultima, su quei minuti finali contro il Genoa, che avevano macchiato l’im-

magine da lottatori, e il pensiero è stato un altro: serve un’altra gara da Toro. Così, le energie che sembravano in riserva a Marassi, sono tornate prepotenti col Chievo, invece sì timido. Doppietta dell’ex Maxi Lopez (nella foto Lapresse), che non esulta («perché al Chievo sono stato benissimo»), e il Torino tocca quota 51, appena 6 punti in meno di quanti ne abbia fatti nella stagione scorsa, con Immobile capocannoniere e il Cerci che si era meritato l’Atletico Madrid. La porticina per l’Europa è ancora aperta, oltrepassarla sarebbe un altro orgoglio ma forse non proprio il desiderio più intenso dei granata, che sarebbero costretti a un’altra partenza anticipata. MOSSE E CONTROMOSSE Ieri è stata la voglia a fare la differenza. E il Toro ce l’aveva. Il Chievo si è visto costretto a cambiare per tre volte disposizione (compreso un tentativo di marcatura a uomo di Meggiorini su Gazzi, epicentro del giro-palla torinista), e sempre il Toro ha trovato il modo di metterlo in imbarazzo. Alla fine saranno venti le conclusioni granata verso la porta. A inizio ripresa quella che sblocca, dopo un’ottima idea verticale di El Kaddouri per Martinez. Sull’angolo che segue, risolve in mischia aerea Maxi Lopez. Reazione del Chievo: zero. Corsa del Torino: ancora a mille. Inevitabile il 2-0: Maxi si scatena su un rinvio dalla difesa, svernicia Cesar e colpisce di nuovo. Botta, Fetfatzidis e il 4-2-4 finale producono niente per un Chievo c he c hiude con un solo tiro nello specchio (di Birsa su punizione: innocua) e che appena due settimane fa aveva frustrato l’assalto all’Europa dell’Inter a San Siro. Capito quanta voglia aveva il Toro? © RIPRODUZIONE RISERVATA

7

PADELLI 6 Un paio di disimpegni per esorcizzare la papera con l’Empoli. MAKSIMOVIC 6,5 Anticipi puliti, mette becco sull’1-0. JANSSON 6,5 Scuola Glik, chiude tutto lì dietro. GLIK 6,5 L’originale aggiunge gli applausi dei tifosi. MORETTI 6 Qualche grattacapo con Meggiorini. DARMIAN 7 Saetta sulla fascia e difende anche. VIVES 7 Corsa e aperture: bella prova. GAZZI 6,5 Il muratorino granata, ogni passaggio è un mattoncino utile. EL KADDOURI 6,5 Break preziosi, gli manca un po’ di precisione (Benassi s.v.) G. SILVA 6 Sfiora l’involontario ma memorabile gol da metà campo in una partita da compitino a sinistra. MOLINARO 6 Qualche sgroppata sulla fascia. IL MIGLIORE MAXI LOPEZ 7,5 In versione Maxi-bon, two is megl’ che uan. MARTINEZ 6,5 Agile, rapido, quando riceve al limite sente profumo di porta. ALL. VENTURA 7 Il Toro sta ancora bene, di testa e di gambe.

CHIEVO

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BARDI 6 Su Martinez rimanda la sentenza dell’1-0, su cui sbaglia in uscita. FREY 6 Dalla sua parte pochi pericoli. GAMBERINI 5,5 Quel pallone aereo in area da cui sgorga l’1-0 dovrebbe essere roba sua. Salva su Maxi Lopez ma già sul 2-0. CESAR 5 Investito da Maxi Lopez sul raddoppio. BIRAGHI 5 Impietoso il confronto con Darmian. IZCO 6 Match pari, ma al ribasso, con Gaston Silva. CHRISTIANSEN 5 Presenza fantasmatica in mezzo (Pellissier s.v.) IL MIGLIORE RADOVANOVIC 6 Prova a tenere insieme i reparti sbagliando meno dei compagni. BIRSA 5,5 Cerca idee, non le trova mai. BOTTA 5,5 Buona tecnica, scarsa sostanza. MEGGIORINI 6 Sua la cosa migliore del Chievo: dribbling su Moretti in area e sinistro (alto). FETFATZIDIS 5,5 Combina poco. PALOSCHI 5,5 Non gli arrivano palloni giocabili. ALL. MARAN 5,5 Rivolta la squadra tre volte, ma senza cattiveria serve a poco. ROCCHI La partita è semplice semplice, trova il modo di affibbiare tre ammonizioni, almeno due delle quali evitabili. MARRAZZO 6 - AVELLANO 6 MASSA 6 - SACCHI 6

5,5

Moras più Sala Verona show tra lo scudetto e gli americani 1Empoli k.o.: al Bentegodi premio ai campioni del 1985. Setti ai giocatori: «Non vendo il club» VERONA

2

EMPOLI

1

PRIMO TEMPO 1-1 MARCATORI Saponara (E) al 6’, Moras (V) al 21’ p.t.; Sala (V) al 22’ s.t. VERONA (4-3-3) Rafael; Pisano, Marquez, Moras, Agostini; Greco, Obbadi, Hallfredsson (dal 38’ s.t. Christodoulopoulos); Sala (dal 45’ s.t. Marques), Toni, Gomez (dal 38’ p.t. Fernandinho). PANCHINA Belussi, Gollini, Rodriguez, Brivio, Martic, Valoti, Campanharo, Lopez, Saviola ALLENATORE Mandorlini BARICENTRO MOLTO BASSO 46,8 metri CAMBI DI SISTEMA nessuno AMMONITI Fernandinho per comp. non reg. EMPOLI (4-3-1-2) Bassi; Laurini, Rugani, Barba, Hysaj; Vecino (dall’11’ s.t. Croce), Valdifiori, Zielinski (dal 33’ s.t. Verdi); Saponara; Pucciarelli, Maccarone (dal 26’ s.t. Mchedlidze). PANCHINA Sepe, Pugliesi, Mario Rui, Tonelli, Somma, Brillante, Signorelli, Tavano. ALLENATORE Sarri BARICENTRO MEDIO 52,8 metri CAMBI DI SISTEMA nessuno AMMONITI Croce e Verdi g. s. ARBITRO La Penna di Roma NOTE paganti 4.481, incasso di 27.465 euro, abbonati 14.107, quota di 208.204 euro. Tiri in porta 5 (1 traversa)-6. Tiri f. 8-6. In fuorig. 30. Angoli 5-3. Recup. p.t. 2’, s.t. 2’

Guglielmo Longhi INVIATO A VERONA

L’

ultima volta al Bentegodi, due anni fa, era stata una non partita. Serviva il pari al Verona per andare in Serie A, all’Empoli per blindare i playoff. Come ovvio, era finita 0-0. Ieri invece si è giocato sul serio: la testa libera da pensieri di classifica ha favorito lo spettacolo e impedito gli sbadigli. L’Hellas di Mandorlini aveva forse qualche motivo in più per vincere, stretto tra passato e futuro che si sono incrociati prima del via: il presidente Setti ha assicura-

to ad allenatore e giocatori che non venderà alla cordata americana, poi sul campo sono stati premiati Osvaldo Bagnoli, Pierino Fanna e altri grandi protagonisti dello scudetto di 30 anni fa. LA POLEMICA A Moras (nella foto LaPresse)non è bastato: «Mi fido del presidente, ma ora ci vuole chiarezza, servono risposte», ha detto il «sindacalista» greco senza farne un caso personale visto che ha il contratto già rinnovato. Andrea Mandorlini, in scadenza come il d.s. Sogliano, gli ha replicato: «Non mi aspettavo che potesse dire questo, non lo capisco, anche se arriva da un anno travagliato». In attesa dell’Hellas che verrà, il 2-1 sull’Empoli ha confermato che la squadra è in salute e ha nel proprio dna la voglia di non mollare: sono 17 i punti conquistati dopo una rimonta, record del torneo. L’obiettivo di giornata - far segnare Luca Toni rimasto dietro il capocannoniere bianconero Tevez - non è stato raggiunto, anche se un po’ tutti ci hanno provato. Il monoschema, semplice e quasi ossessivo, prevedeva il cross dalle fasce, ma non ha funzionato per errori di mira, sfortuna (traversa) e la bravura dell’empolese Barba, che sulla linea ha salvato un gol fatto. Maurizio Sarri, l’incontentabile, non ha gradito e ha lanciato una frecciata ai suoi: «Presuntuosi e poco concreti, avevano la testa alle vacanze». Esagerato. L’Empoli ha fatto una buona partita seguendo le idee del proprio tecnico: possesso palla e verticalizzazioni. Maccarone si è inventato uomo assist per Saponara, e questa è una notizia. Poi Barba, classe 1993, è stato messo alla prova accanto a Daniele Rugani, in partenza (rientrerà alla Juve): esame superato. Sarà il centrale del futuro con Tonelli. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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LE PAGELLE di G.LO.

TONI SFORTUNATO OBBADI CONVINCE BIG MAC ASSIST E SPORTELLATE VERONA

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RAFAEL 6,5 Si guadagna la sufficienza volando su un gran tiro di Verdi. PISANO 5,5 Spinta pressoché nulla, soffre Croce. MARQUEZ 5 Dorme sull’1-0, ci prova con un paio di tiri (sballati). MORAS 6,5 Inciampa e fa passare Big Mac, si riscatta col gol. AGOSTINI 5 Non spinge e sbaglia molto: 18 palloni persi. GRECO 5,5 Si nasconde, fatica a trovare la posizione. OBBADI 6,5 Promosso da play: 12 contrasti vinti e 11 palle recuperate. IL MIGLIORE HALLFREDSSON 7 Quello che crossa di più (9) e meglio. (Christodoulopoulos s.v.) SALA 7 Bene anche nel tridente. Dove lo metti, gioca. (Marques s.v.) TONI 7 La squadra vuole mandarlo a quota 20, lui è anche sfortunato. GOMEZ 6 Qualche discreta giocata, esce per guai muscolari. FERNANDINHO 6,5 Ma che bella sorpresa. Rabbia e velocità. ALL. MANDORLINI 7 L’incertezza non aiuta, lui offre nuovi traguardi, come la quota 100 punti.

EMPOLI

6

BASSI 5,5 Male sul 2-1: smanaccia proprio per Sala. LAURINI 5 Scarsa opposizione su Moras in occasione del gol. RUGANI 6,5 Guida Barba nella marcatura su Toni. L’allievo lo segue. BARBA 6,5 Concede poco, salva sulla linea un gol già fatto. HYSAJ 6 Se la deve vedere con Sala e fatica molto. VECINO 5,5 Uruguaiano un po’ spento. Un’ora e viene sostituito. CROCE 6,5 Dà una scossa al centrocampo. VALDIFIORI 6 Dirige il traffico: 83 passaggi ok, ma anche 18 errori. ZIELINSKI 6 Un paio di brutti errori, sfiora il centro al 13’ s.t. VERDI 6 Si fa vedere nel finale con una sventola da fuori. IL MIGLIORE SAPONARA 7 Due gol (e un assist) nelle ultime due partite, 4 nelle ultime 5. Al Milan sembrava finito... PUCCIARELLI 6 Gran movimento attorno a Maccarone. MACCARONE 7 Da rivedere l’assist: sportellata con Moras e no look. MCHEDLIDZE 5,5 Non entra in partita. ALL. SARRI 6 L’identità di gioco resiste all’usura di un campionato difficile. LA PENNA Vede giusto sull’episodio chiave della partita: il mani di Valdifiori. Immotivate le proteste dei veronesi. PAGANESSI 6 LIBERTI 6 GHERSINI 6 MINELLI 6

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Serie A R 36a giornata CAGLIARI

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PALERMO

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LE PAGELLE di A.D’U. AVELAR ED EKDAL NON SI ARRENDONO MAI JAJALO CUCE E IMPOSTA, BELOTTI SPRECA

PRIMO TEMPO 0-1 MARCATORE Vazquez (P) all’8’ p.t. CAGLIARI (4-3-1-2) Brkic; Balzano (dal 39’ s.t. Longo), Diakitè, Rossettini, Avelar; Donsah (dal 1’ s.t. Joao Pedro), Ekdal, Dessena; Mpoku (dal 18’ s.t. Sau); Farias, Cop. PANCHINA Colombi, Pisano, Capuano, Gonzalez, Murru, Conti, Crisetig, Cossu. ALL. Festa. CAMBIO DI SISTEMA nessuno. BARICENTRO MEDIO 53,1 METRI ESPULSI nessuno. AMMONITI Balzano, Diakitè ed Ekdal per gioco falloso.

CAGLIARI

6

PALERMO

6

IL MIGLIORE

IL MIGLIORE

MPOKU

SORRENTINO

6,5

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Assist in quantità, intuizioni felici. Ha il passo e i tempi giusti. Arma tattica, spina nel fianco, con lui il Cagliari dispiega appieno il suo gioco d’attacco.

Dice di no due volte a Cop e ipnotizza pure Ekdal, Farias e Joao Pedro, attacca bene i palloni. Trasmette sicurezza al reparto. Partitona.

Vazquez fa lo scherzetto Ciao Cagliari: è Serie B

BRKIC 6,5 Intervento risolutore su Belotti, nulla può su Vazquez. BALZANO 5 Duro su Vazquez. Non è il brillante sprinter d’inizio stagione. (Longo s.v.) DIAKITE’ 5,5 Meglio nella ripresa (chirurgico una volta su Rigoni), anche lui soffre le sfuriate del Palermo. ROSSETTINI 5 Erroraccio di tacco sul gol di Vazquez, intesa precaria con Diakitè. AVELAR 6 Valica la metà campo con regolarità, soffre in copertura. Ci prova da piazzato, cross prezioso nella ripresa. DONSAH 6 Il ghanese si sbatte. Tanta corsa, un tiro da fuori. JOAO PEDRO 5,5 L’ex rosanero impegna in un’occasione Sorrentino. EKDAL 6,5 Incursioni a getto continuo, cerca sempre la profondità. Fucilata respinta da Sorrentino, sfiora il pari. DESSENA 6 Prima a sinistra e poi a destra, lotta in mezzo al campo. Qualche errore negli appoggi. SAU 5,5 Carta della disperazione, lotta in mezzo ai giganti. FARIAS 5 Sbaglia a porta vuota. Un po’ rattrappito. Giornataccia. COP 5 Due errori sottoporta da attaccante qualunque. ALL. FESTA 5,5 Non riesce a spostare l’inerzia. Deluso dai subentranti.

VITIELLO 6 Rischia il rigore con la spinta a Dessena nel primo tempo, partita di ramazza. GONZALEZ 6,5 Regista della difesa, tappa tutte le falle. ANDELKOVIC 6,5 Chiusure importanti sui tagli degli attaccanti sardi. QUAISON 6,5 Torna a giocare esterno a destra e scollina in territorio nemico. Entra nell’azione dell’1-0, suo il cross trasformato in assist (per Vazquez) da Rossettini. Vince il duello con Avelar. (Bentivegna s.v.) RIGONI 6 Lavoro di raccordo e qualche sortita offensiva. DELLA ROCCA 6 Minuti di contenimento, e poco altro. JAJALO 6,5 Si cala subito nel match. Niente effetti speciali, solo concretezza. Ha personalità e visione di gioco. Cuce il gioco. (Maresca s.v.) CHOCHEV 6 Sinistro da calibrare, ci prova in due occasioni ma alza sempre la mira. Spazzola quello che ha davanti. DAPRELA’ 5,5 Al posto di Lazaar, puntella la fascia. Tutto sostanza. VAZQUEZ 7 Giocoliere sulla trequarti, al 9° gol stagionale. BELOTTI 5 Spreca una nitida occasione, attaccante da ricostruire. ALL. IACHINI 6,5 Mosse azzeccate. Gestione oculata.

i rossoblù lasciano la A dopo 11 anni, contestazione dei tifosi sardi

CERVELLERA Direzione sicura. Si fa rispettare. Qualche dubbio sulla spinta di Vitiello a Dessena in area nella ripresa. Gialli condivisibili. (BIANCHI 6-PRETI 6; NASCA 6-ABBATTISTA 6)

PALERMO (3-5-2) Sorrentino; Vitiello, Gonzalez, Andelkovic; Quaison (dal 47’ s.t. Bentivegna), Rigoni (dal 22’ s.t. Della Rocca), Jajalo (dal 42’ s.t. Maresca), Chochev, Daprelà; Vazquez; Belotti. PANCHINA Ujkani, Fulignati, Milanovic, Rispoli, Terzi, Ortiz, Lazaar, Dybala. ALL. Iachini. CAMBIO DI SISTEMA dal 15’ s.t. 4-3-2-1. BARICENTRO BASSO 48,8 METRI ESPULSI nessuno. AMMONITI Rigoni e Chochev, Gonzalez per gioco falloso. ARBITRO Cervellera di Taranto. NOTE spettatori 5mila circa, incasso non comunicato, abbonati 4.059, quota non comunicata. Tiri in porta 5-3. Tiri fuori 4-4. In fuorigioco 2-0. Angoli 4–2. Recuperi p.t. 0, s.t. 4’.

Marco Sau, 27 anni, a testa bassa a fine partita: è una delle immagini simbolo della retrocessione del Cagliari GETTY

1Il Palermo passa al Sant’Elia con una rete dell’italo-argentino: Alessio D’Urso INVIATO A CAGLIARI

C

hissà che ne pensa Gigi Riva: facile immaginarlo. Una regione intera, la Sardegna, si risveglia senza il suo vanto, il suo gioiello, la Serie A. E i tifosi, colmi di rabbia, urlano alla fine tutta la loro frustrazione. La sentenza Vazquez li lascia senza fiato: il Cagliari retrocede dopo 11 anni di fila nel massimo campionato, con 2 giornate d’anticipo, e i giocatori e il presidente Giulini sono costretti a bere fino in fondo l’amaro calice della contestazione. Col capo chino, i rossoblù, in fondo all’ultimo viaggio della speranza. Mentre dal cielo plumbeo viene giù una pioggerellina che sa già tanto di malinconia.

tro stagionale con un sinistro preciso, dopo una serie infinita di pali e traverse colpiti qua e là nell’ultimo periodo, ad assolvere il Palermo dall’accusa di aver staccato in anticipo la spina e a condannare i sardi all’epilogo più amaro. E il Sant’Elia, come un teatro greco, apostrofa gli «sciagurati» con cori irridenti, velenosi, accusandoli di non avere la dignità e gli attributi. È in un contesto così, acceso e carico di tensione, che Vazquez si rivelerà il giustiziere perfetto, freddo e distaccato.

I VERDETTI Campione d’Italia Juventus

Cagliari Cesena

SPERANZE DISSOLTE È l’acuto dell’italo-argentino, al 9° cen-

punti

83

Retrocesse in B

Parma

28 24 (-7) punti 17 punti punti

INCUBO Dal volere potere di Torino (1-1 con la Juventus) al vorrei ma non posso di ieri. Sul quadrante della storia rossoblù scatta l’ora della resa definitiva: è il secondo tempo dei sardi, stanchi e angosciati, a certificare il tracollo. Nemmeno il k.o. interno dell’Atalanta riesce a rianimare i padroni di casa, sui quali cala la scure della matematica. Una prestazione carica di promesse che riassume una stagione, costruita attorno all’idea di calcio di Zeman e compromessa strada facendo da errori in difesa e da qualche equivoco di fondo (Conti, per dirne uno) su cui andava fatta chiarezza per tempo. PROTAGONISTI Sul podio dei migliori salgono allora il tecnico Iachini, bravo a gestire il match, e a braccetto Vazquez, appunto, leader designato per la prossima stagione, e Sorrentino, portiere saracinesca, che

con le sue parate vuole convincere i dirigenti di meritare appieno il milione di euro netto a stagione d’ingaggio della prossima stagione (la società vorrebbe spalmarlo in un arco temporale più ampio): gli interventi dell’estremo su Farias, Cop, Mpoku e Joao Pedro hanno l’effetto di indebolire l’autostima già precaria dei rossoblù. FUTURO Finisce così, ad appena un anno dall’insediamento del presidente Giulini, l’avventura in A del Cagliari. Che potrebbe ripartire da Montero, da Colantuono o dallo stesso Festa (dopo il no del medesimo Iachini) nella prossima stagione, ma che deve soprattutto riflettere sulle proprie superficialità. Per ripartire di slancio in B e non replicare più lo stesso copione. Quello di una squadra costretta ad inseguire l’arcobaleno che non toccherà mai. © RIPRODUZIONE RISERVATA

6

Dessena duro: «Noi presuntuosi» Iachini felice : «Giusto approccio» ● «Abbiamo affrontato la A con presunzione». Daniele Dessena non si nasconde. E spiega: «Qui mi sono salvato soffrendo una partita dopo l’altra. Mi assumo le mie responsabilità, ci dispiace per i tifosi, non siamo riusciti a ripagarli. Dalla retrocessione non si salva nessuno. Cosa serve? Un progetto per risalire subito con giocatori che ci tengano e abbiano le palle». Dalla mezzala a Gianluca Festa: «Siamo dispiaciuti, nel primo tempo abbiamo giocato bene ma poi abbiamo pagato la fatica e non siamo riusciti a segnare». Il tecnico spiega: «È stata una stagione difficile. Occorre una squadra che senta il senso di appartenenza alla maglia e alla Sardegna. Penso che il

presidente Giulini sappia cosa fare. Io in panca? Piena disponibilità ma la decisione spetta alla società». Aria opposta in casa Palermo: «Temevamo il Cagliari ma abbiamo mostrato le motivazioni giuste per andare dalla parte sinistra della classifica», dice Giuseppe Iachini. Dall’allenatore rosanero a magic Sorrentino. Il portiere ha sbattuto i guantoni in faccia ai rossoblù. «Bravi noi a fare gol e difenderlo. E ora testa a Fiorentina e Roma: vogliamo superare il Milan in classifica». Infine, gioia Vazquez: «Spero di fare 10 reti. Dybala? Sono — dice il match winner — molto contento per Paulo alla Juve». Mario Frongia


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Il caso R

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HANNO DETTO

BASTA, NON SI PUÒ SEMPRE PARLARE DI DARE SOLDI A QUESTE QUATTRO LESBICHE FELICE BELLOLI PRESIDENTE LEGA DILETTANTI

La protesta contro le dichiarazioni di Belloli. Ieri le ragazze dell’Agsm Verona sono state premiate al Bentegodi per lo scudetto vinto e hanno esposto questo striscione ANSA

Renzi e la gaffe di Belloli «Figuraccia per l’Italia»

1Il premier interviene sulle offese alle calciatrici del n.1 dei Dilettanti: INCORAGGIO CHI SI BATTE CONTRO OGNI DISCRIMINAZIONE SULL'ORIENTAMENTO SESSUALE SERGIO MATTARELLA CAPO DELLO STATO

PAROLE DEPLOREVOLI. SMETTIAMOLA! IL CALCIO ITALIANO EVITI LE FIGURACCE DEGLI ULTIMI GIORNI MATTEO RENZI PRESIDENTE DEL CONSIGLIO

«Parole deplorevoli». Tavecchio chiede la sfiducia: mercoledì si decide Mario Pagliara

C

arlo Tavecchio ha schiacciato il bottone: per lui l'avventura di Felice Belloli a capo della Lega nazionale dilettanti è da considerarsi conclusa. Sabato pomeriggio, mentre era nella sua Ponte Lambro, si è incollato al telefono e ha chiamato tutti i presidenti dei comitati regionali e i due autonomi di Trento e Bolzano. «Ho dato disposizione di presentare la mozione di sfiducia per Belloli», è il senso della comunicazione netta trasmessa ai presidenti. Non difende ciò che è indifendibile e, dopo aver già bollato come «odioso»

l'insulto sessista di Belloli al calcio femminile, ha accelerato i tempi mettendo pressione sulla Procura federale (che ha acquisito gli atti e prepara il calendario degli interrogatori). L'ordine di Tavecchio innesca il conto alla rovescia verso il redde rationem che farà saltare in aria la poltrona di Belloli. Mercoledì, alle 15 a Roma, le 23 componenti della Lnd sono state convocate per il consiglio di Lega. Impossibile non pensare che sarà l'ultimo che Belloli aprirà da presidente Lnd. SI REGISTRA TUTTO Tavecchio vorrebbe che la mozione di sfiducia fosse accolta all'unanimità: 18 componenti si sono

già schierate per il sì alla sfiducia (15 comitati più il calcio a 5, femminile e interregionale), gli altri 5 comitati (Emilia Romagna, Lazio, Umbria, Piemonte e Toscana), tentennano pur non essendo però con Belloli. L'insulto attribuito a Belloli («Basta! Non si può sempre parlare di dare soldi a queste quattro lesbiche») nel verbale del consiglio di dipartimento calcio femminile del 5 marzo e confermato da tre testimoni (i dirigenti Patrizia Cottini, Sonia Pessotto e Dario Fantini), nonostante il fatto che Belloli continui a negare, sarà un punto di non ritorno. Mercoledì non ci sarà bisogno di verbalizzare: i consigli di Lega sono au-

Carlo Tavecchio, 71 anni ANSA

dio registrati, così si eviteranno equivoci e fraintendimenti. La tecnologia sostituisce il protocollo: per la sfiducia basta che uno dei presenti la enunci. SENZA PANTALONCINI E, ieri, nella giornata mondiale di lotta all'omofobia, è arrivato l'invito del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: «Desidero incoraggiare chi si batte contro ogni forma di discriminazione sull'orientamento sessuale». Duro il Premier Matteo Renzi, che seppellisce Belloli: «Parole deplorevoli. Smettiamola! Il calcio italiano eviti le figuracce degli ultimi giorni». Al Bentegodi, nell'intervallo di Verona-Empoli, le calciatrici dell'Agsm Verona campioni d'Italia hanno esposto lo striscione «Noi donne indignate dall'ignoranza, rispettateci». E di rispetto nel calcio rosa si sono perse le tracce: sabato, a Soverato, per il torneo delle regioni femminile U15, lo staff della rappresentativa della Puglia non aveva il medico, i pantaloncini per tutte le calciatrici e le casacche per le panchinare. Il comitato Calabria era senza pullman. Benvenuti in Italia, nel 2015. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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RISULTATI

CLASSIFICA

ATALANTA-GENOA 1-4 Pinilla (A) rigore, Pavoletti (G), Bertolacci (G), Iago Falque’ (G), Iago Falque’ (G) 0-1 CAGLIARI-PALERMO Vazquez (P) FIORENTINA-PARMA stasera, ore 19 1-2 INTER-JUVENTUS Icardi (I), Marchisio (J) rigore, Morata (J) NAPOLI-CESENA stasera, ore 21 2-1 ROMA-UDINESE Perica (U), Nainggolan (R), Torosidis (R) 0-1 SAMPDORIA-LAZIO Gentiletti (L) 3-2 SASSUOLO-MILAN Berardi (S), Berardi (S), Bonaventura (M), Alex (M), Berardi (S) 2-0 TORINO-CHIEVO Maxi Lopez (T), Maxi Lopez (T) 2-1 VERONA-EMPOLI Saponara (E), Moras (V), Sala (V)

SQUADRE

MARCATORI

PT

PARTITE IN CASA

JUVENTUS 83 ROMA 67 LAZIO 66 NAPOLI 60 GENOA 56 FIORENTINA 55 SAMPDORIA 54 INTER 52 TORINO 51 PALERMO 46 MILAN 46 VERONA 44 SASSUOLO 43 CHIEVO 42 UDINESE 41 EMPOLI 41 ATALANTA 36 CAGLIARI 28 CESENA 24 PARMA (-7) 17

RETI

FUORI

TOTALE

IN CASA

FUORI

RIGORI TOTALE

G

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N

P

G

V

N

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S

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18 18 18 17 18 17 18 18 18 18 18 18 18 18 18 18 18 18 18 18

15 10 12 10 8 7 7 6 7 8 8 7 6 4 6 6 4 3 3 5

3 7 1 5 6 6 9 7 7 6 5 4 8 8 5 7 7 4 7 3

0 1 5 2 4 4 2 5 4 4 5 7 4 6 7 5 7 11 8 10

18 18 18 18 18 18 18 18 18 18 18 18 18 18 18 18 18 18 17 17

10 8 8 7 7 8 6 7 6 3 3 4 4 6 4 2 3 3 1 1

5 6 5 4 5 4 6 6 5 7 8 7 5 4 6 10 8 6 5 3

3 4 5 7 6 6 6 5 7 8 7 7 9 8 8 6 7 9 11 13

36 36 36 35 36 35 36 36 36 36 36 36 36 36 36 36 36 36 35 35

25 18 20 17 15 15 13 13 13 11 11 11 10 10 10 8 7 6 4 6

8 13 6 9 11 10 15 13 12 13 13 11 13 12 11 17 15 10 12 6

3 5 10 9 10 10 8 10 11 12 12 14 13 14 15 11 14 20 19 23

42 30 39 41 30 24 21 29 20 28 27 25 22 15 26 25 21 20 19 17

10 12 16 22 19 17 13 20 14 22 19 28 21 18 28 21 30 33 30 25

25 21 27 23 28 28 24 24 23 21 23 20 23 12 14 17 15 23 15 12

11 16 18 23 23 27 26 22 28 29 30 33 35 19 23 26 23 32 34 43

67 51 66 64 58 52 45 53 43 49 50 45 45 27 40 42 36 43 34 29

FAVORE

CONTRO

DIFF. RETI

T.

R.

T.

R.

21 46 28 23 34 32 45 19 42 16 44 8 39 6 42 11 42 1 51 -2 49 1 61 -16 56 -11 37 -10 51 -11 47 -5 53 -17 65 -22 64 -30 68 -39

7 7 5 7 7 7 2 7 6 6 9 5 8 2 1 3 5 7 6 2

5 6 3 4 5 2 2 5 3 4 9 3 7 1 1 3 4 4 5 2

4 4 5 1 7 3 7 6 7 5 6 7 5 4 9 2 8 4 10 5

2 4 4 1 3 3 6 2 6 4 4 5 4 2 8 1 5 3 7 4

S

PUNTI POSIZIONE '13-14 STAGIONE E DIFFERENZA 13-14

96 (-13) 85 (-18) 53 (+13) 72 (-12) 41 (+15) 61 (-6) 44 (+10) 57 (-5) 55 (-4) in B 54 (-8) 53 (-9) 31 (+12) 30 (+12) 42 (-1) in B 47 (-11) 39 (-11) in B 54 (-37)

1 2 10 3 14 4 12 5 6 in B 8 9 16 17 13 in B 11 15 in B 7

A parità di punti e di partite giocate, la classifica tiene conto di quest’ordine preferenziale: 1) punti e differenza reti negli scontri diretti se tutti giocati 2) differenza reti globale 3) gol segnati 4) ordine alfabetico Le ultime tre retrocedono in serie B. CHAMPIONS PRELIMINARI DI CHAMPIONS EUROPA LEAGUE RETROCESSIONI

PROSSIMO TURNO SABATO 23 MAGGIO PALERMO-FIORENTINA ore 18 JUVENTUS-NAPOLI ore 20.45 DOMENICA 24 MAGGIO, ore 15 EMPOLI-SAMPDORIA ore 12.30 CESENA-CAGLIARI CHIEVO-ATALANTA GENOA-INTER LAZIO-ROMA PARMA-VERONA UDINESE-SASSUOLO MILAN-TORINO ore 20.45

(3-4) (3-1) (0-1) (1-2) (1-1) (1-3) (2-2) (1-3) (1-1) (1-1)

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LA MOVIOLA di FRANCESCO CENITI FCENITI@GAZZETTA.IT

D’ALESSANDRO E SAU, RIGORI NON DATI: ATALANTA E CAGLIARI PENALIZZATE OK BANTI, PIRIS NON È DA ESPULSIONE ● Giornata da dimenticare per la squadra arbitrale: la copertina se la prende Sassuolo-Milan, ma ci sono stati altri errori, a partire da quelli pesanti dei due anticipi di sabato.

I I gol e gli highlights della Serie A (nella foto Lapresse Radja Nainggolan) e del calcio estero li puoi trovare su Gazzetta.it, con gli approfondimenti e le reazioni dei protagonisti del fine settimana. Poi le statistiche, i commenti, i video di Gazza Offside e tutte le news sugli altri sport.

nsomma, non solo il gol fantasma di Berardi (assegnata la rete, ma la palla non aveva superato del tutto la linea). E comunque la sfida di Reggio Emilia è stata quella peggiore: tanti, troppi errori di Guida e i suoi collaboratori. Il più grave, forse, la mancata espulsione di El Shaarawy autore di un paio d’insulti, capiti anche dalla tribuna, verso l’arbitro. Per il milanista solo giallo: scelta che ha ricordato da vicino quella di Rizzoli con Totti nel 2008 in Udinese-Roma. Per il colore di quel cartellino il fischietto della finale mondiale ritrovò la A dopo diversi mesi (c’era di mezzo l’estate). Ma gli errori non sono circoscritti alla sfida tra Sassuolo e Milan: male sabato (sviste gravi sia in Inter-Juve, sia in Samp-Lazio), male ieri anche a Bergamo e a Cagliari. Certo, parCONCORSI N. 41 DEL 17/5/2015

Piris stende Ibarbo: ok solo il giallo

liamo di sbagli diversi, ma zavorrano un turno tra i più negativi. E stasera ci sono altre due gare: Tommasi (Fiorentina-Parma) e Irrati (NapoliCesena) dovranno cercare di invertire la tendenza. ATALANTA-GENOA 1-4 Gervasoni di Mantova Poco da dire sul rigore concesso all’Atalanta: Burdisso si esibisce in un intervento da pallavolo in area. Molto da dire, invece, su un secondo penalty non concesso ai bergamaschi sul finire del primo tempo per il netto fallo di Roncaglia su D’Alessandro. Altre proteste: il Genoa chiede TOTOCALCIO - COLONNA VINCENTE 2-2-1-1-1-X-X-X-2-X-2-1-X-2

un rigore per il contatto Kucka-Cherubin (non c’è nulla), resta un minimo dubbio sulla spinta di Pinilla a Bertolacci. CAGLIARI-PALERMO 0-1 Cervellera di Taranto Anche qui c’è qualcosa da rivedere: nella ripresa contatto tra Gonzalez e Sau, c’è un tocco sul giocatore del Cagliari meritevole del rigore. ROMA-UDINESE 2-1 Banti di Livorno La Roma protesta molto per il giallo mostrato a Piris nel primo tempo: Pjanic innesca Ibarbo e il difensore bianconero abbatte Ibarbo prima dell’area. De Rossi e Totti vorrebbero il rosso diretto, ma ha ragione Banti: non c’è chiara occasione da gol (palla distante e soprattutto indirizzata verso l’esterno), va bene il giallo. Arbitro positivo anche sulla deviazione di Heurtaux sul tiro di Nainggolan: niente rigore è di piede. Regolare il 2-1 di Torosidis: non conta nulla il fuorigioco del greco sul cross. TORINO-CHIEVO 2-0 Rocchi di Firenze Martinez giù in area dopo il duello con Radovanovic: dubbi legittimi del Torino. Ok annullare il 3-0 di Maksimovic a causa del fuorigioco di Maxi Lopez. VERONA-EMPOLI 2-1 La Penna di Roma Buona gara per l’arbitro romano alla seconda gara in A, l’esordio risaliva al maggio 2013 (Atalanta-Chievo 2-2). SASSUOLO-MILAN A PAGINA 9 TOTOGOL - COLONNA VINCENTE 11 – 9 – 13 – 1 – 14 – 7 – 3

Questa sera Fiorentina-Parma e Napoli-Cesena completeranno il programma della trentaseiesima giornata 20 RETI Tevez (2, Juventus) 19 RETI Icardi (4, Inter); Toni (3, Verona) 16 RETI Menez (8, Milan); Higuain (3, Napoli) 14 RETI Gabbiadini (Napoli; 7 nella Sampdoria); Berardi (6, Sassuolo); Di Natale (1, Udinese) 13 RETI Iago (2, Genoa); Dybala (3, Palermo); Quagliarella (3, Torino) 12 RETI Klose (Lazio) 11 RETI Callejon (Napoli) 10 RETI Maccarone (1, Empoli); Felipe Anderson (Lazio) 9 RETI Pinilla (1, Atalanta; 3 nel Genoa); Paloschi (Chievo); Candreva (2), Mauri e Parolo (Lazio); Vazquez (Palermo); Eder (1, Sampdoria); Zaza (1, Sassuolo); Thereau (Udinese) 8 RETI Denis (3, Atalanta); Brienza (3, Cesena); Morata e Pogba (Juventus); Destro (Milan; 5 nella Roma); Hamsik (Napoli); Rigoni (Palermo); Ljajic (1, Roma) 7 RETI Defrel (Cesena); Saponara (1, Empoli); Babacar (Fiorentina); Matri (7 nel Genoa) e Vidal (2, Juventus); Djordjevic (Lazio); Totti (4, Roma); Glik e Maxi Lopez (Torino; 1 nel Chievo) 6 RETI Farias (Cagliari); Pellissier (1, Chievo); Ilicic (1) e Rodriguez (1, Fiorentina); Bertolacci (Genoa); Guarin e Palacio (Inter); Llorente (Juventus); Honda (Milan); Zapata (Napoli) 5 RETI Moralez (Atalanta); Ekdal e Sau (Cagliari); Rodriguez (1, Cesena); Tonelli (Empoli); Salah (Fiorentina); Niang e Pavoletti (Genoa; 1 nel Sassuolo); Hernanes, Kovacic e Osvaldo (Inter; ora è nel Boca J.); Bonaventura (Milan); Belotti (1, Palermo); Cassano (1, Parma); Florenzi (1), Nainggolan e Pjanic (Roma); Sansone (Sassuolo); Gomez e Nico Lopez (Verona) 4 RETI Avelar (3), Cop e Joao Pedro (Cagliari); Meggiorini (Chievo); Cuadrado (ora è nel Chelsea) e Gomez (Fiorentina); Perotti (2, Genoa); Pirlo (Juventus); Antonelli (Milan; 3 nel Genoa); Mertens (1, Napoli); Muriel, Okaka e Soriano (Sampdoria); Missiroli (Sassuolo) 3 RETI Boakye e Zappacosta (Atalanta); Rossettini (Cagliari); Carbonero (Cesena); Pucciarelli e Rugani (Empoli); Bonucci, De Ceglie (3 nel Parma), Lichtsteiner e Marchisio (1, Juventus); Biglia (1) e Lulic (Lazio); De Jong (Milan); De Guzman (Napoli); Chochev (Palermo); Palladino (Parma); De Silvestri e Obiang (Sampdoria); Acerbi e Taider (Sassuolo); Bruno Peres e El Kaddouri (Torino); Tachtsidis (Verona) 2 RETI 57 giocatori 1 RETE 86 giocatori RETI SEGNATE in questo turno 23 (2 rigori); RETI TOTALI 939 (78 rigori, 31 autoreti)


LUNEDÌ 18 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

OPINIONI La vignetta

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Il tennis a Roma

L’ANALISI di GIANNI VALENTI

I

l Cannibale. Quel soprannone che piaceva poco a Rafa Nadal calza perfettamente per Novak Djokovic. Il serbo ormai se li mangia tutti gli avversari, senza distinzione di rango o classifica. La vittoria schiacciante di Roma alimenta una striscia incredibile che da inizio stagione conta uno Slam, quello d’Australia, e quattro Master 1000, tutti dominati. Oggi non ci sono sfidanti che possono competere con questo giocatore sempre più completo dal punto di vista tecnico e in fiducia come non mai nell’animo da guerriero che ha saputo costruirsi con il trascorrere del tempo. Djokovic è una macchina che gestisce al meglio il proprio motore. Così ha fatto anche al Foro Italico, carburando con i tempi giusti, senza il timore di lasciare per strada nei primi turni qualche set agli avversari che si frapponevano tra lui e

la finale. Quando poi decide di accelerare allora non ce n’è più per nessuno. Ieri pomeriggio l’ha capito presto anche Roger Federer dentro uno stadio stracolmo che a dispetto dei pronostici non vedeva l’ora di veder trionfare lo svizzero che agli Internazionali giocava la sua quarta finale inseguendo il primo successo. Ma la sensazione è che quella casella nel suo incredibile palmares resterà vuota. Di certo finchè ci sarà in circolazione un giocatore come Djokovic. Il Cannibale è affamato e non ha intenzione di lasciare niente agli altri, nemmeno le briciole. Dal cemento americano di marzo ha inanellato ventidue successi consecutivi. Se vuole fermarsi per prendere fiato allora decide di non giocare proprio, come ha fatto saltando il torneo di Madrid. Una volta che mette piede in campo a perdere non ci pensa proprio e combatte soprattutto contro se stesso alla ricerca di ulteriori record da superare. Non c’è bisogno di guardare la classifica per capire che è l’indiscusso numero uno del mondo. Basta osservare la fierezza che

esprime il suo gioco, fatto di potenza e atletismo, sempre impreziosito da qualcosa a seconda delle superfici dove si trova a giocare. A Roma è stata la volta della smorzata, utilizzata con inusuale frequenza e rara efficacia. Quel che smonta l’avversario di turno è che la pallina, anche la più difficile, in un modo o nell’altro torna sempre da dov’era venuta grazie a recuperi a volte prodigiosi figli di un fisico tirato come non mai. La quarta vittoria di Roma fa già parte della storia del tennis. Ora Nole punta diretto su Parigi, il piatto più prelibato della stagione perché il Roland Garros è l’unico torneo del Grande Slam che ancora non è riuscito a mettere in bacheca. Potete capire con che fame affronterà quello che viene definito il «campionato del mondo sulla terra rossa». Il fatto che i match siano al meglio dei tre set su cinque è un ulteriore freccia al suo arco. Il Cannibale, insomma, può governare il destino con la sua racchetta verso un’annata che potrebbe diventare davvero eccezionale. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Giro d’Italia

ARU, LA BELLEZZA DI QUELLE LACRIME LO SPUNTO NZI di PIER BERGONZI email: pbergonzi@rcs.it s.it twitter: @pierbergonzi zi

A

vete mai visto un capitano esultare come Fabio Aru per il successo del compagno di squadra Paolo Tiralongo? Avete mai visto un capitano piangere come Fabio mentre abbraccia l’amico Paolo sotto il palco della premiazione? A memoria d’uomo e di Giri ne abbiamo visti tanti... diremmo: no, un capitano così non si è mai visto. Fabio Aru gioca con l’entusiasmo della sua gioventù (è sempre maglia bianca di leader degli under 25) e per natura è un uomo che manifesta e verbalizza le emozioni. Paolo Tiralongo è un solido gregario, nel senso più nobile del termine, di lungo corso. In quindici anni di carriera ha vinto 4 gare in tutto e tre di queste sono tappe del

Giro d’Italia. Ieri era andato in avanscoperta per fare da punto di riferimento di un eventuale attacco di Aru, il capitano. Le ultime 15 stagioni lo aveva fatto spesso per Basso e per Nibali. Poi l’hanno messo a fare da chioccia ad Aru e col tempo i due sono diventati amici. Ieri il siciliano, di poche parole e tanti chilometri col vento in faccia, ha scritto una piccola grande pagina nella storia del Giro: è diventato il più anziano vincitore di tappa di sempre. Ma non ha mai perso la coscienza del suo ruolo. Tiralongo sa di essere in gara per aiutare Aru a conquistare la maglia rosa. Così quando Fabio lo ha abbracciato, scoppiando in quel pianto senza argini, è stato il «vecchio» Paolo a consolare il «bambino» dicendogli: «Non fare così, controllati». Ecco quel quadretto di amicizia senza filtri, imbucato come una cartolina in mondovisione nelle nostre case, è uno dei momenti più intensi di questo Giro d’Italia.

CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE

VICEDIRETTORE VICARIO Gianni Valenti gvalenti@gazzetta.it VICEDIRETTORI Pier Bergonzi pbergonzi@gazzetta.it Stefano Cazzetta scazzetta@gazzetta.it Andrea Di Caro adicaro@gazzetta.it Umberto Zapelloni uzapelloni@gazzetta.it Testata di proprietà de “La Gazzetta dello Sport s.r.l.” - A. Bonacossa © 2015

JACK SINTINI Pallavolista ● Complimenti alle ragazze e allo staff di Casalmaggiore per la conquista dello SCUDETTO. @JackSintini

FILIPPO POZZATO Ciclismo ● Ho sempre sognato una #bikeacademy ora c’è grazie ad @angelofurlan! Educhiamo i ragazzi alla bici @PippoPozzato

Il campionato

DJOKOVIC, IL CANNIBALE NON SI FERMA PIÙ

DIRETTORE RESPONSABILE ANDREA MONTI andrea.monti@gazzetta.it

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PRESIDENTE Maurizio Costa AMMINISTRATORE DELEGATO Pietro Scott Jovane CONSIGLIERI Gerardo Braggiotti, Laura Cioli, Paolo Colonna, Teresa Cremisi, Dario Frigerio, Tom Mockridge, Stefano Simontacchi DIRETTORE GENERALE DIVISIONE MEDIA Alessandro Bompieri

Avevamo già avuto qualche segnale, ma ora sappiamo che in corsa per la maglia rosa c’è un Capitano unico. Tutti i leader ringraziano i gregari. Coppi passava nelle camere d’albergo a dare pacche sulle spalle ai compagni d’avventura. Lo stesso faceva, ogni sera, Gianni Bugno. Lo stesso fanno Contador e Nibali, entrambi molto attenti e riconoscenti. Ma il pianto per il successo dell’amico è un omaggio inedito che in qualche modo ci commuove. Ora sappiamo che il carisma di leader di Aru sta nella sua straripante emotività. Sta nella sua capacità di fare gruppo più con le carezze che con il bastone. Chi lo dice che un leader di carattere debba avere per forza un brutto carattere? Il pianto di Aru è l’ideale premio alla carriera di un gregario che ha passato la sua vita a pedali lavorando per gli altri. Fabio passerà la sua carriera da capitano pensando(anche) agli altri.

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INTRIGANTE CORSA ALL’EUROPA IL COMMENTO NTO ICARI di FABIO LICARI twitter: @fabiolicarigaz icarigaz

T

re campionati in uno, c’è ancora da divertirsi e soffrire. Quello della Juve si gioca ormai su un’altra dimensione, tra Coppa Italia, Berlino e mercato: Berardi può aggiungersi a Dybala, Pogba restare, Nainggolan è una suggestione da non sottovalutare, e il vantaggio sulle rivali teoricamente aumenta ancora. Si fa più intrigante il torneo con vista sull’Europa che conta — la Champions — con premi ricchissimi per investire (o sopravvivere): Roma, Lazio e Napoli in corsa per due posti. Chiusa, infine, la terza volata che condanna anche il Cagliari. Arrivederci. Replicando alla Lazio, con meno enfasi ma altrettanto spirito guerriero, la Roma fa un gran passo avanti: adesso può accontentarsi di un pari nel derby, dovendo poi chiudere col Palermo. La Lazio, invece, deve proteggersi dal rientro del Napoli oggi impegnato nel recupero contro il condannato Cesena, poi rivale diretto il 31 maggio. Sì, il calendario offre due spareggi Champions. Oltre alla qualificazione è in ballo, importantissimo, il 2° posto: altrimenti playoff terribili. C’è anche l’Europa League, obiettivo non più secondario che accoglierà la grande delusa della triplice sfida più, probabilmente, Fiorentina e Samp (più dell’Inter). Con lo spettro che il Genoa possa conquistare sul campo un diritto di cui sarà privato per ragioni extra-calcistiche. Intanto la Juve può dedicarsi alla programmazione come fanno Bayern, Barcellona e Chelsea (il Real, più che altro, entra nella boutique e compra). Il futuro prossimo è Dybala, categoria dei Tevez e degli Aguero, velocità irresistibile, baricentro basso, senso del gol (se difficile, meglio), ideale come Morata per il gioco ampio di Allegri. Sul taccuino di Marotta torna d’attualità la meglio gioventù italiana, due nomi prenotati da

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tempo, Berardi e Zaza. Il primo talento purissimo e fin troppo originale, ancora tre gol ieri al suo bersaglio preferito (il Milan), la possibilità di interpretare tutti i ruoli d’attacco; l’altro in cerca di continuità o almeno di un rendimento da Nazionale. Non è più tempo di rinvii, o sono da Juve o no, e le scelte non saranno facili. In questa abbondanza non è chiaro a cosa serva Cavani che già nel Psg soffre l’ombra di Ibra. Visto che il 43-1-2 è ormai il modulo conclamato, fossimo nella Juve punteremmo su un «10» vero, il tassello mancante: Pastore, altro da larghi spazi, perché non ritentare?, o in subordine quel Vazquez che, senza pali e traverse, di gol ne avrebbe fatti una ventina. Comunque più attivo sottorete del suo predecessore nel Palermo. Berardi, con tutti i saliscendi del Sassuolo, è uno dei nomi che il campionato impone al futuro. Bertolacci, esaltato dalle lezioni di Gasperini, sembra pronto al salto già riuscito a Sturaro (altrimenti non si gioca così al Bernabeu). Saponara — e Sarri c’entra qualcosa — fa vedere una tecnica non comune di cui si sarà accorto anche Conte. Infine Candreva: non debuttante, ma fisicamente e tatticamente così elastico da reinventarsi contro la Samp, copyright Pioli, trequartista moderno e devastante che combina fisicità e tecnica. Una soluzione da non sottovalutare. Per il laziale vale però, anche se con minor evidenza, il discorso che investe Verratti: l’urgenza di recuperare in azzurro lo stesso valore del club. Berardi, Bertolacci e Candreva, cioè Di Francesco, Gasperini e Pioli, dopo Allegri i migliori tecnici dell’anno perché, nel bene e nel male, Sassuolo, Genoa e Lazio sono le «loro» squadre. Di Francesco, sì, perché nel torneo dell’utilitarismo si prende tutti i rischi delle tre punte effettive. In questa lista sta di diritto anche Montella, la cui impronta è riconoscibilissima come la sapienza tattica: qualcosa nel finale non sta girando per il verso giusto, ma in caso di addio alla Fiorentina è uno dei tecnici ideali con cui faremmo ripartire un ciclo.

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LUNEDÌ 18 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

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LUNEDÌ 18 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

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POMERIGGIO 14.30 Offside 15 The Speedgang - La banda dei motori 15.45 Sfide senza limiti - Prima Tv 16.10 Sport Science 17.05 Bomber 18 Perfection: momenti di gloria 18.30 Gazzetta News Extra Time 19 Gazzetta News

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SERA 19.30 Gazzetta News Giro d’Italia 20 Offside 20.30 Tuttogol 21.05 Perfection: Momenti di gloria - Prima 21.35 Senza appello 23 Gazzetta News 23.30 Gazzetta News 24 Offside

GazzettaTv, nel salotto c’è Sacchi

1Sarà l’ospite di «Senza Appello» con Bertolacci alle 21.30. Anche calcio estero e Giro d’Italia terventi del vicedirettore della Gazzetta Pier Bergonzi e il nostro Luca Gialanella. Non mancano i collegamenti con i nostri inviati Paolo Marabini, Ciro Scognamiglio, Marco Pastonesi, Claudio Ghisalberti, Claudio Gregori e Alessandro Conti.

Gabriella Mancini

P

ensieri e parole su campionato, calcio estero e Giro d’Italia, serata col botto con Arrigo Sacchi in studio . Tutto su GazzettaTv, canale 59 del digitale terrestre. GERRARD Nel primo pomeriggio, alle 14, parte Extra Time con il nostro Stefano Cantalupi, dedicato ai campionati esteri. In primo piano il successo dei Paris Saint Germain sul Montpellier: la squadra di Blanc, a una giornata dalla fine, ha vinto il quinto titolo della sua storia, il terzo consecutivo. Gran festa a Parigi. E ancora, il pareggio tra Manchester United e Arsenal, la Liga con Barcellona-Atletico Madrid ed Espanyol-Real Madrid, il Manchester City che batte lo Swansea e consolida il secondo posto in classifica e l’immancabile Liverpool-Crystal Palace con l’addio ai Reds di Steven Gerrard; la commozione dell’Anfield, l’omaggio dei compagni e degli avversari, la fierezza del capitano del Liverpool e tanto altro ancora in una carriera da incorniciare. La repli-

ca di Extra Time è prevista per le 18.30. SERIE A Alle 14.30 linea a Offside per raccontare la 36a giornata di campionato: lo strapotere della Juventus, gli errori dell’Inter, Berardi bestia nera del Milan, il Cagliari in serie B, la lotta al vertice per un posto in Europa e tutti i retroscena delle partite. CORSA ROSA Anche durante la giornata di risposo si parlerà

del Giro d’Italia. Ieri la vittoria di Paolo Tiralongo dell’Astana sul traguardo di San Giorgio del Sannio, oggi giornata di riposo a Civitanova Marche in vista della tappa di domani che arriverà a Forlì. Negli appuntamenti delle 13.15, delle 19.30 e delle 23.15 faremo il punto della situazione, a cominciare dalla maglia rosa indossata dallo spagnolo Alberto Contador, inseguito in classifica generale dal nostro Fabio Aru. In studio Andrea Berton con in-

L’ex allenatore del Milan e della Nazionale Arrigo Sacchi, 69 anni, romagnolo BOZZANI

SACCHI E BERTOLACCI Serata con Arrigo Sacchi, dicevamo. Sarà lui il protagonista di Senza Appello, con un altro ospite, il talentuoso centrocampista del Genoa e della Nazionale Andrea Bertolacci. L’appuntamento è per le 21.30 con Viviana Guglielmi e il responsabile della redazione calcio Luigi Garlando. In primo piano i temi del campionato, a partire dallo scudetto dei bianconeri di Massimiliano Allegri e dal 4-1 che il Genoa ha rifilato all’Atalanta, fino ai temi più scottanti che ruotano attorno al pallone. L’ex allenatore del Milan e della Nazionale, che recentemente ha pubblicato il libro Calcio totale, la sua vita raccontata come un romanzo, chiarirà le sue ultime dichiarazioni che hanno scatenato un polverone. Da non perdere. © RIPRODUZIONE RISERVATA

clic COME RISINTONIZZARE I VOSTRI TELEVISORI E VEDERE IL CANALE 59 ● Eseguire le seguenti procedure. Se possiedi Tv o Decoder Digitale Terrestre 1. Premere il tasto MENU sul telecomando 2 Selezionare Impostazioni/Avanzate 3. Posizionarsi sulla voce relativa alla Sintonizzazione automatica dei canali e premere il tasto OK, accedi alla configurazione dei canali 4. Impostare Modalità di sintonia dei canali su DTV 5. Posizionarsi sul pulsante Avvia scansione e premere il tasto OK per avviare la ricerca. Soluzione dei problemi Se avete già provveduto alla risintonizzazione senza esito e il vostro televisore è collegato ad un sistema con antenna centralizzata, fate verificare dal vostro antennista che sia presente nella centralina dell’antenna stessa il modulo (o filtro) necessario per la ricezione dei segnali tv del canale/mux 55 (frequenza 746 MHz), quello che supporta anche il canale 59 di Gazzetta Tv. Se il modulo manca, fatelo inserire: è un’operazione molto semplice. Se possiedi una Sky Digital Key 1. Premere il tasto Menu del telecomando SKY e premere OK per accedere al digitale terrestre 2. Premere il tasto rosso (Ricerca) e lasciare invariata la configurazione 3. Premere due volte il tasto rosso (Avvia ricerca) 4. Attendere il completamento dei canali e quindi premere OK


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Mondo R Spagna

LIGA L’ALBO D’ORO

1980-81 1981-82 1982-83 1983-84 1984-85 1985-86 1986-87

LUNEDÌ 18 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Real Sociedad Real Sociedad Athletic Bilbao Athletic Bilbao Barcellona Real Madrid Real Madrid

1987-88 1988-89 1989-90 1990-91 1991-92 1992-93 1993-94

Real Madrid Real Madrid Real Madrid Barcellona Barcellona Barcellona Barcellona

1994-95 1995-96 1996-97 1997-98 1998-99 1999-00 2000-01

Real Madrid Atletico Madrid Real Madrid Barcellona Barcellona Deportivo La Coruña Real Madrid

2001-02 2002-03 2003-04 2004-05 2005-06 2006-07 2007-08

Valencia Real Madrid Valencia Barcellona Barcellona Real Madrid Real Madrid

2008-09 2009-10 2010-11 2011-12 2012-13 2013-14 2014-15

LA FESTA BLAUGRANA

Barcellona Barcellona Barcellona Real Madrid Barcellona Atletico Madrid Barcellona

LA PARTITA 1

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La pulce killer E il Calderon all’unisono «Juve, Juve!» CORRISPONDENTE DA MADRID

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1. La festa del Barcellona. 2. Leo Messi esulta dopo il gol. 3. L’abbraccio del numero 10 con Neymar, al primo titolo. 4. Invece il capitano Iniesta è alla settima Liga. 5. L’onore degli sconfitti. Simeone, campione uscente, abbraccia Luis Enrique AFP, EPA, ACTION

Ci pensa sempre Messi Barcellona campione

viene sostituito regolarmente. Il brasiliano strepita in mondovisione, il suo dissenso è palese e Luis Enrique di nuovo piega la sua rigidezza: Neymar non esce più. E visto che Luis Suarez entrato in squadra in ottobre dopo due mesi di comprensibile e faticoso adattamento sembra aver giocato da anni nel Barça, il cerchio si chiude.

in 7 anni, in totale sono 23. E’ la stagione del trio Leo-Suarez-Neymar

MSN LETALE Il trio Messi-Suarez-Neymar diventa intoccabile e ripaga la fiducia: da gennaio nelle varie competizioni i 3 hanno fatto 75 gol, in totale sono 115, in Liga 79, più di tutti meno il Madrid: e hanno ancora 3 partite per superare il record di 118 stabilito nel 2012 dai madridisti Ronaldo-Benzema-Higuain. Per restare alla Liga Messi è passato da 28 a 41 gol, Suarez nonostante la squalifica ha quasi ammortizzato i 19 di Sanchez (è a 16) e Neymar è esploso. Grazie all’amicizia e agli assist di Messi è passato da 9 a 22 reti. La difesa con Martino aveva incassato 33 gol, con Luis Enrique si è fermata a 19. Fame, corsa e talento smisurato: con questa ricetta l’ex tecnico della Roma si è preso il suo primo titolo. E ora lo aspettano due finali, Copa del Rey con l’Athletic e Champions con la Juve: l’obiettivo è il Triplete conquistato da Guardiola nel 2009.

CORRISPONDENTE DA MADRID @filippomricci

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inque campionati in 7 anni, 23 in totale. Il Barcellona dopo due stagioni di dolore, angustia e tristezza torna a mettere le mani sulla Liga. Simbolico il passaggio di consegne con l’Atletico, che il 17 maggio 2014 aveva vinto la sua Liga pareggiando al Camp Nou e che un anno dopo ha perso al Calderon col Barça, matematicamente campione. Il Madrid pur vincendo in casa dell’Espanyol si avvia ad un 2015 da «zero tituli» dopo il 2014 da record con i 4 trofei in un anno solare, per la prima volta nella sua storia. DIFFERENZA MOSTRUOSA La Liga 14-15 del Barça non ha

avuto nulla a che vedere con quella passata. I catalani un anno fa chiusero con tre pari, l’ultimo con l’Atletico: una vittoria valeva il titolo, ma il Barça si fece rimontare e si fermò sull’1-1 lasciando la Liga al «Cholo». Mosci, tristi, incapaci di correre, reagire, imporsi. Come Messi, che evidentemente pensava al Mondiale e aveva deciso di non passare mai la palla all’ultimo arrivato, Neymar. L’arrivo di Luis Enrique ha cambiato la squadra. Prima in alcuni suoi elementi: il portiere, Bravo per Victor Valdes, poi Rakitic per Xavi e, da ottobre, Suarez per Pedro. Tre cambi in campo, una rivoluzione fuori. Dagli obsoleti metodi del «Tata» all’ossessione per il fisico di Luis Enrique. Il tecnico asturiano ha portato con sé un’esigenza fisica che al Barça non si vedeva dai tempi di

Guardiola. E per giocare a 300 all’ora, per recuperare palla nella trequarti e farla girare insieme alla testa degli avversari, il fisico conta quasi come la tecnica. Quella c’era ed è stata solo rispolverata. Come le motivazioni. Quando il 12 gennaio Ronaldo ha urlato in faccia a Messi e al mondo il suo godimento per il terzo Pallone d’oro, il piccolo Leo se l’è presa di brutto. Da lì in poi il Barça ha giocato 29 partite: 26 vittorie, un pari e 2 k.o. Vinta la Liga, raggiunte le finali di Copa del Rey e di Champions. IL POZZO DI ANOETA La stagione del Barça era cominciata alla grande: dopo 8 giornate aveva 3 punti sul Siviglia e 4 sul Madrid. A fine ottobre la prima «crisi»: sconfitta 3-1 al Bernabeu e poi 1-0 in casa col Celta, ex squadra di Luis Enrique. Il

Madrid a +2 e pensieri molto bui. Di nuovo una buona striscia, poi il pari a Getafe il 13 dicembre e soprattutto la caduta nel pozzo di Anoeta, 1-0 con la Real Sociedad con Neymar e Messi in panchina il 5 gennaio. Il giorno dopo Leo accusa un tattico mal di pancia e non va all’allenamento a porte aperte, l’unico dell’anno. Luis Enrique e Messi avevano litigato il 3 gennaio, e si parla con insistenza di ultimatum del reuccio argentino ai dirigenti: «O lui o io». LA SVOLTA La squadra, Xavi in testa, lavora alacremente a livello diplomatico e la frattura si ricompone. Il Barça inizia a volare e in Liga rimedia 55 punti su 60, perdendo solo in casa col Malaga e pareggiando a Siviglia. In questi mesi trionfali c’è solo un altro intoppo: Neymar

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ATL. MADRID-BARCELLONA 0-1 MARCATORI Messi (B) al 20’ s.t. ATLETICO MADRID (4-4-2) Oblak 7,5; Juanfran 6, Gimenez 6,5, Godin 6, Siqueira 6,5; Arda Turan 5 (dal 27’ s.t. Mandzukic 6), Gabi 6, Mario Suarez 6 (dal 22’ p.t. R. Garcia 5,5), Koke 5,5; Torres 5 (dal 35’ s.t. Saul s.v.), Griezmann 5,5. All. Simeone 6. BARCELLONA (4-3-3) Bravo 7; Dani Alves 7, Piqué 6,5, Mascherano 6,5, Jordi Alba 7 (dal 34’ s.t. Mathieu 6); Rakitic 6,5 (dal 41’ s.t. Rafinha s.v.), Busquets 7, Iniesta 6,5 (dal 36’ s.t. Xavi s.v.); Messi 7,5, Pedro 7, Neymar 6,5. All. Luis Enrique 7. ARBITRO Undiano Mallenco 5 AMMONITI Pedro (B), Godin (A), Koke (A), Gabi (A), Gimenez (A), Neymar (B), Siqueira (A), Messi (B), Bravo (B). NOTE 55.000 spettatori

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Filippo Maria Ricci

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1Con la vittoria sul campo dell’Atletico Madrid arriva il quinto titolo

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ome tante altre volte in questa stagione, quando Leo Messi ha deciso la partita è finita. Poco dopo il primo gol di Ronaldo a Cornellà, quello che dava il vantaggio al Madrid, Leo ha battuto Oblak e ha regalato al Barça il successo di cui aveva bisogno per vincere la Liga. Era il 20’ della ripresa. Dopo una magnifica parata di Bravo su Gimenez in apertura di partita i catalani avevano assediato la porta avversaria, tirando tanto e chiedendo due rigori: uno per una mano di Juanfran su testa di Messi e un altro per un fallo di Godin a Dani Alves che l’arbitro ha giudicato prima dentro e poi, su segnalazione del guardalinee, fuori dall’area, facendo innervosire non poco i blaugrana. I minuti passavano ma il pareggio del Madrid non richiedeva uno sforzo extra. Poi ecco Cristiano ed ecco Leo, con buona parte del Calderon che ha cantato «Messi, Messi». Alla fine Ronaldo ha fatto una tripletta nel 4-1 all’Espanyol e quasi sicuramente vincerà Pichichi e Scarpa d’Oro, è in vantaggio 45-41 su Messi a una giornata dalla fine, ma il Barça ha festeggiato il titolo e il Calderon, questa volta sì all’unisono, ha intonato un lungo «Juve, Juve». f.m.r.

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Mondo R Inghilterra TACCUINO RUSSIA

Zenit e Criscito già campioni � Lo Zenit San Pietroburgo di Criscito ha vinto il campionato russo per la quarta volta. Decisivo il pareggio contro l’Ufa (1-1). La squadra di San Pietroburgo ha 8 punti di vantaggio su Cska Mosca e Krasnodar a due giornate dalla fine. Louis Van Gaal, 63 anni, a sinistra, parla con il portiere David De Gea, 24, spagnolo che vuol andare al Real GETTY

Buonanotte United Addio al terzo posto e (quasi) a De Gea 1L’1-1 con l’Arsenal condanna virtualmente Van Gaal

ai preliminari Champions. Sul portiere: ÂŤVuole il RealÂť Stefano Boldrini

MAN. UNITED

1

ARSENAL

1

INVIATO A MANCHESTER

L’

incrocio Championsmercato all’Old Trafford ci consegna due sentenze: il Manchester United è quasi condannato alla Cayenna dei playoff di Champions, mentre David De Gea potrebbe aver giocato l’ultima gara di fronte al popolo dei Red Devils. La questione del futuro del portiere spagnolo, che è nel mirino del Real Madrid, oscura persino l’1-1 che fa sorridere Wenger e scatena invece la rabbia di Louis Van Gaal: ÂŤDobbiamo imparare a chiudere le partite. Non puoi gestire l’1-0. Siamo stati sfortunati, ma nella ripresa ci siamo tirati indietroÂť. Discorso che sarebbe condivisibile, se l’olandese non fosse la guida della squadra: che ci sta a fare lui in panchina? Ma è sempre Van Gaal, e si torna alla vicenda De Gea, a regalare i titoli di mercato: ÂŤDe Gea è spagnolo. La sua fidanzata è spagnola. La voglia di tornare in Spagna è una logica conseguenzaÂť. VAN GAAL Con il massimo rispetto che si può nutrire nei confronti di un club come il Manchester United, nella scelta di De Gea non c’è solo il cuore, ma anche la logica. Il quarto posto dei Red Devils migliora il

PRIMO TEMPO 1-1 MARCATORI Herrera (M) al 30’ p.t, Blackett (M) autorete al 37’ s.t. MANCHESTER UNITED (4-1-4-1) De Gea 7,5 (dal 29’ s.t. Valdes 5,5); Valencia 6, Smalling 6, Jones 6,5, Rojo 7 (dal 28’ s.t. Blackett 5); Blind 6; Mata 5, Herrera 6,5, Fellaini 6, Young 7; Falcao 5 (dal 16’ s.t. Van Persie 5). PANCHINA McNair, Di Maria, Januzaj, Wilson. ALLENATORE Van Gaal 5. AMMONITO Herrera per gioco scorretto. ARSENAL (4-2-3-1) Ospina 6; Bellerin 5 (dal 27’ s.t. Wilshere 6,5), Mertesacker 6,5, Koscielny 6, Monreal 6; Coquelin 6,5, Cazorla 5 (dal 28’ s.t. Walcott 6,5); Ramsey 6,5, Ozil 7, Sanchez 5,5 (dal 45’ s.t Flamini sv); Giroud 5. PANCHINA Szczesny, Gibbs, Gabriel, Rosicky. ALLENATORE Wenger 7. ARBITRO Dean 6. NOTE spettatori 75.323. Tiri in porta: 3-4. Tiri fuori: 5-4. Angoli: 55. In fuorigioco: 7-2. Recuperi: 1’ p.t.; 5’ s.t.

risultato orribile di una stagione fa, ma dimostra che il cammino per il ritorno ad alti livelli è lungo e tormentato. Troppi i nodi da risolvere. Falcao ha dato ancora una volta l’impressione di essere quasi incompatibi-

le con il calcio inglese. Di Maria è condannato alla panchina e Van Gaal continua a bacchettarlo: ÂŤDeve adattarsi al nostro giocoÂť. Van Persie sta perdendo colpi. L’assenza di Rooney, infortunato, ha dimostrato che l’unico giocatore di personalità è il capitano. L’ascesa di Young, il migliore con De Gea, è l’unico raggio di sole. Herrera segna e migliora, ma non è un leader. IL FILM L’1-1 con l’Arsenal è figlio di una gara dove lo United ha alzato la voce nel primo tempo e i Gunners, inesistenti per 45’, hanno replicato con una ripresa all’assalto. Il vantaggio dello United è arrivato dopo l’ennesimo affondo di Young. Il cross dell’inglese ha trovato Herrera libero in area: botta al volo e 1-0. Wenger ha strigliato i suoi e nel secondo tempo, solo Arsenal. Rojo ha salvato due volte l’1-0 con i recuperi su Ramsey. A quel punto, è salito in cattedra Wenger. Il francese ha dato una lezione di tattica al collega olandese, inserendo il duo Wilshere-Walcott e arretrando Coquelin a destra, con Ramsey riportato a centrocampo. Van Gaal ha perso De Gea e l’esordio di Valdes non è stato fortunato: l’ex Barcellona è stato abbattuto dal tiro di Walcott, deviato da Blackett. Buonanotte, United. Š RIPRODUZIONE RISERVATA

ITALIANI ALL’ESTERO

Graziano Pellè dodicesimo tuono Giovinco ora fa gli assist per Bradley Iacopo Iandiorio

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a chicca del 6-1 all’Aston Villa firmata da Pellè (7,5, Southampton) gli vale il 12° gol in Premier e il 16° in stagione: buona, davvero, la prima in Inghilterra. Sabato fra l’altro Graziano è entrato in altre due azioni-gol. Nella vicina Scozia Pascali (6,5, Kilmarnock) vince, salva la Premier ed esce alla fine del primo tempo, con i suoi avanti 2-0 (finirĂ 4-1 al Partick Thistle). Con Motta e Verratti fuori, solo Sirigu (Psg, 5) si gode in campo il titolo; ma senza gioia, per la papera sul gol del Montpellier.

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LUNEDĂŒ 18 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Raggi (Monaco, 6) tutela il 2-0 al Metz che ipoteca i preliminari di Champions. Anche Criscito (Zenit, 6,5), come Sirigu, festeggia il titolo; è uno dei migliori dei suoi con l’Ufa, anche se becca l’1-1 a 3 minuti dalla fine. Di Matteo (Schalke, 6,5) invece riesce a battere il Paderborn, ultimo, con un’autorete a 2 minuti dalla fine, e ad agguantare l’Europa League con un turno d’anticipo. Per Immobile (Borussia D., s.v.) 20 minuti per Kampl nel k.o. col Wolfsburg. In Spagna mesta vittoria di Ancelotti (Real Madrid, 7,5) che però perde la Liga. Rossi (Cordoba, s.v.) entra al 72’ nel k.o.

col Rayo. Clamoroso capitombolo in casa per Napoli (5) e il suo Iasi ko col Cfr Cluj 3-0, anche se si vede fischiare contro 2 rigori. Il Rapid di Bergodi (5,5) perde con il Csu Craiova e spreca un’occasione per mettersi in salvo. In Slovenia Vanoli (5,5) col Koper perde col Krka, 8° (su 10) in classifica; per fortuna è settimo e giĂ salvo. Pari per Cannavaro (6,5) e il Guangzhou in casa con lo Shanghai Sipg, capolista: è sempre secondo a un punto dalla testa. Assist di Giovinco (6,5, Toronto) per l’ex romanista Bradley, che fa un gran gol, nel pari esterno col New England. Š RIPRODUZIONE RISERVATA

PORTOGALLO

Pari in trasferta e il Benfica festeggia � Benfica campione per il secondo anno consecutivo (34o titolo della sua storia). L’affermazione arriva con un turno d’anticipo: +3 sul Porto e scontri diretti a favore. Alle aquile basta uno 0-0 sul campo del Guimaraes: fatale al Porto il gol incassato a 5’ dalla fine col Belenenses (1-1).

SVIZZERA

Trionfa il Basilea con Paulo Sousa â—? (p.l.g.) Con il pareggio interno (0-0) contro gli inseguitori dello Young Boys, il Basilea si laurea campione di Svizzera per la diciottesima volta (e sesta consecutiva). Quando mancano tre giornate alla fine, gli uomini di Paulo Sousa (campione al debutto svizzero) hanno un vantaggio di 11 punti sugli avversari di ieri.

ALTRI TITOLI

Slovenia: Maribor Ucraina: Dinamo Kiev â—? Altri titoli nazionali assegnati nel fine settimana. Quinto campionato sloveno consecutivo per il Maribor. Il successo per 1-0 (gol di Tavares) contro il Domzale ha regalato alla squadra la certezza del trionfo. In Ucraina la Dinamo Kiev ha messo al sicuro il titolo con 7 punti sullo Shakhtar a due dal termine. In Bulgaria il Ludogorets si è aggiudicato il quarto campionato consecutivo, a due giornate dal termine del torneo, battendo 4-1 la Lokomotiv Sofia. In Albania lo SkĂŤnderbeu ha vinto il quinto ÂŤscudettoÂť di fila con una giornata di anticipo. Il QarabaÄ&#x;, giĂ avversario dell’Inter in Europa League, ha trionfato per la seconda volta consecutiva in Azerbaigian e ora punta alla doppietta nella finale di coppa. In Georgia primo titolo per il Dila Gori. In Macedonia il Vardar Skopje ha vinto la volata sul Rabotnicki.

Scarpa d’Oro CR7 fa 90 (punti) Solo Leo in scia

LE CLASSIFICHE

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CHAMPIONS PRELIMINARI DI CHAMPIONS EUROPA LEAGUE RETROCESSIONI

TOP 11: MANÉ, 3 GOL IN 3 MINUTI 8 8,5 8,5 Ronaldo, 30 anni (ACTION IMAGES) � 1) 90 punti, Ronaldo (Real Madrid/Spa) 45 gol; 2) 82, Messi (Barcellona/ Spa) 41 gol; 3) 50, Agßero (Manchester City/Ing) 25 gol; 4) 45, Soriano (Salisburgo/ Aut) 30 gol; 5) 44, Griezmann (Atletico M./Spa) e Neymar (Barcellona/ Spa) 22 gol

RAFFAEL Borussia M.

DE LEEUW Groningen

RONALDO Real M.

8,5 STINDL Hannover

8,5 9

MANÉ Southampton

Y. TOURÉ Man. City

7,5 OTAMENDI Valencia

8 PAYET Marsiglia

7,5 NALDO Wolfsburg BUTLAND Stoke

7 AURIER Psg

8

GDS


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Serie B R Dopo la promozione

LUNEDÌ 18 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

«Serie A rieccomi Ma uno come me farebbe panchina»

IL PROBLEMA STADIO

L’obiettivo è di rimanere al Matusa

1Stellone e lo storico traguardo col Frosinone

«Chiedo ai miei attaccanti cose che non amavo» Andrea Pugliese

H

a festeggiato la Serie A a Terracina, in famiglia. Oggi, invece, si godrà l’ennesima gioia di un percorso incredibile, con il premio Maestrelli a corollario di una stagione chic. Poi, però, Roberto Stellone si ritufferà subito nel lavoro, perché per il Frosinone c’è ancora una gara da onorare, quella di Vicenza. Il giorno dopo una gioia così grande come si sta? «Sono felicissimo. Da allenatore è più bello vincere: c’è più pressione, più responsabilità. In campo vanno i giocatori, ma tu sei l’attore principale». Ha mai fatto così tanti punti in carriera? «Da giocatore forse nelle promozioni in Serie A con Genoa e Torino (76 con entrambe, ndr). Ma questa è la mia gioia più grande, la metto davanti ad ogni altra cosa. A Napoli e Genova eravamo obbligati a vincere, questa è stata un’impresa».

Lo Stellone giocatore giocherebbe con Stellone allenatore? «Farebbe fatica. Per le qualità che avevo sì, ma io chiedo ai miei attaccanti cose che non amavo fare. Diciamo che mi metterei in panchina, per spronarmi». E’ vero che cura in maniera maniacale la fase difensiva? «Ci lavoro di più. Essendo stato attaccante, so cosa mi dava fastidio. E lavoro su quelle cose». Quando ha iniziato con la Berretti avrebbe mai pensato di poter arrivare in alto così presto? «No, ma ci speravo. Come quando si comincia da bambino a giocare e sogni la Serie A». Ha timore di non essere all’altezza della Serie A, di arrivarci troppo presto? «Non avevo timore il primo anno in Lega Pro, non ce l’ho ora. Non vedo l’ora di cominciare». Carpi e Frosinone sono state davvero le due più forti della B? «Di certo le più complete. All’inizio venivano date in terza fascia, mentre chi doveva vin-

cere ora magari è in fondo. A dimostrazione che non bastano i nomi per vincere». Ciofani-Dionisi è una coppia anche per la Serie A? «Sì, si sposano alla grande per qualità tecniche e fisiche. Hanno una grande dote, che non si compra ma la devi avere: la determinazione, lo spirito sacrificio. Con il Crotone, sul 3-0, ho visto Ciofani rincorrere un attaccante avversario».

Roberto Stellone, 37 anni, festeggiato dai suoi giocatori GETTY IMAGES

Il momento più duro di questa cavalcata quale è stato? «Quando abbiamo fatto un punto tra Brescia, Spezia e Bari. La partita chiave, invece, è stata la vittoria col Bologna. E quelle con Perugia e Latina».

IL MOMENTO DECISIVO È STATO DOPO LA VITTORIA COL BOLOGNA. ADESSO ATTENZIONE A PERUGIA E SPEZIA

Dopo la promozione dello scorso anno disse che aveva saldato il debito con la città per la retrocessione da calciatore. Ora Frosinone è in debito con lei? «No, questa è soltanto una chicca, una cosa in più».

NON AVEVO PAURA DI DEBUTTARE IN LEGA PRO, FIGURARSI ADESSO: NON VEDO L’ORA DI COMINCIARE

A chi si ispira come allenatore? «Mi piacciono per come sono Conte e Allegri, diversi ma vin-

ROBERTO STELLONE ALLENATORE DEL FROSINONE

centi. Un po’ come Mourinho e Ancelotti». Chi sale con Carpi e Frosinone? «Perugia e Spezia stanno bene, il Bologna con Rossi non ha ancora vinto ma ha grande qualità, il Vicenza è in calo. Di certo, chi arriverà terzo o quarto avrà un grande vantaggio». Il prossimo anno si troverà ad affrontare Allegri, Garcia, Montella, Mancini. «Il sogno di arrivare in A è questo: giocare in stadi fantastici, contro top club e contro grandi allenatori. Sarà bellissimo». © RIPRODUZIONE RISERVATA

Il Pescara nel nome degli Oddo C’è Massimo 20 anni dopo papà

L’ALTRA CRISI

1L’ex difensore campione del mondo promosso dalla Primavera al posto di Baroni

● MODENA Torna Novellino. Anzi no. Il Modena va avanti con Melotti e Pavan, quasi sfiduciati dopo la terza sconfitta consecutiva ma costretti a continuare in una situazione che ha del grottesco. Il presidente Caliendo sabato, dopo il k.o. interno contro la Ternana, si era preso una notte di riflessione per valutare l’idea di richiamare l’allenatore esonerato due mesi fa e ancora sotto contratto fino al 2017. Ieri mattina, dopo aver deciso di mandare la squadra in ritiro a Roma in vista della trasferta di Latina, Caliendo ha chiamato Novellino ma si è trovato di fronte a un fatto inatteso. Il tecnico si è sottoposto lo scorso 10 aprile a un intervento al ginocchio, si muove solo con le stampelle e non può andare in panchina. Ordine del suo medico. «Lo abbiamo convocato ma lui non si è presentato – ha detto Caliendo – non sapevamo della sua condizione di salute, motivo per cui Melotti e Pavan andranno avanti fino alla fine». Mentre Novellino presenterà un certificato medico per giustificare il suo no, diventa difficile capire con quale stato d’animo i due allenatori proseguiranno nel loro cammino. Il Modena può ancora salvarsi direttamente vincendo a Latina, con un pari dovrebbe finire ai playout, con una sconfitta invece rischia ancora la retrocessione diretta. Paolo Reggianini

«Sono carico, credo nei playoff». Il padre Franco ha allenato il club dal 1994 al 1996

Orlando D’Angelo PESCARA

M

assimo Oddo allena il Pescara da un giorno ed è già entrato nella storia del calcio italiano. Non c’entrano i successi ottenuti nella sua lunga carriera da difensore, compreso il Mondiale 2006, ma il dato statistico che da tecnico il fatto che lui e il papà, il 69enne Franco, sono i primi padre e figlio ad aver allenato la stessa squadra, quella della loro città, a livello professionistico. Oddo senior si era seduto sulla panchina del Pescara per due anni, dal 1994 al 1996. Da ieri Massimo ha lasciato la guida della Primavera per prendere il posto di Marco Baroni. CARICO Al mattino l’ex terzino del Milan ha diretto la sua prima seduta al centro Vestina di Montesilvano dopo essere rientrato sabato sera da Milano, dove ha casa e passa spesso il fine settimana. Il presidente Sebastiani lo ha chiamato alle 18, un’ora dopo il k.o. imbarazzante di Varese costato la panchina a Baroni. Oddo ha detto sì senza esitare, d’altronde era la chance che sognava da tempo. «Sono molto carico, ci credo al raggiungimento dell’obiettivo, altrimenti non avrei accettato», le uniche parole del nuovo tecnico prima di entrare negli spo-

Da sinistra Massimo Oddo, 37 anni, che dalla Primavera del Pescara passa in prima squadra. Sopra il papà Francesco, 68 anni, tecnico dal 1994 al 1996 MOSCA

66

● Sono i gol segnati dal Pescara, che dopo 41 giornate ha il miglior attacco di tutta la Serie B davanti al Frosinone (61), al Carpi e al Catania (59)

12

● Sono le squadre di Serie B che hanno cambiato allenatore. In totale i cambi sono stati 18: 3 per il Catania, 2 per Brescia, Latina, Livorno e Varese

gliatoi. Oggi la presentazione. Tanti tifosi ad accoglierlo, un entusiasmo difficile da spiegare a chi non vive l’estremismo umorale di una piazza come quella pescarese, capace di riaccendersi a una giornata dalla fine della regular season. NESSUNA SPINTA Il papà non era al campo ad assistere all’allenamento e non sarà allo stadio venerdì per il debutto contro il Livorno. «Ho un bellissimo rapporto con Massimo – ha detto – , ma dal punto di vista professionale non sono mai entrato nel suo lavoro. In giro spesso sento dire “tanto lui ha alle spalle il padre”. Una balla! Deve fare la sua strada e andare avanti con le proprie convin-

zioni. E’ stato così anche quand’era calciatore. Ognuno deve avere la propria personalità e farsi valere con la sua testa. L’ho chiamato sabato dopo aver appreso la notizia in tv: l’ho sentito molto motivato e convinto. Non sarà facile subentrare a una giornata dalla fine del campionato: dovrà essere bravo a capire velocemente quali sono i difetti della squadra, ma anche quelli dei prossimi avversari». Se il 6 giugno Buffon, Pirlo e Barzagli potranno tornare a Berlino per una finale, Massimo Oddo la sua partita della vita la giocherà venerdì vicino casa: non all’Olympiastadion, ma sulla panchina dell’Adriatico. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Modena, il no di Novellino per infortunio

● ROMA «Mi aspetto che la Serie A sia un’occasione per tutti. Vogliamo lo stadio nuovo, aiuteremo l’amministrazione». Maurizio Stirpe, presidente del Frosinone, è stato chiaro e già da questa settimana si incontrerà con gli enti locali per studiare tempi, costi ed interventi. Lo stadio è quello del Casaleno, l’impianto degli scandali, la cui costruzione è iniziata nel 1972 e non è finita mai. Miliardi di vecchie lire in fumo proprio dove il Frosinone si allena e giocherà in futuro. Ma non subito, difficile che in 4 mesi sia tutto pronto. Più facile avere una deroga per continuare a giocare al Matusa qualche mese, se non tutta la stagione. L’obiettivo è ampliarlo con delle semicurve tra la tribuna laterale sud e quella nord, c’era anche l’idea di alzare i distinti ma i costi sarebbero troppo alti. Per completare invece il Casaleno (la cui capienza dovrebbe essere di 12.500 posti, ma c’è un progetto più ampio per oltre 16mila unità) servono 4 milioni di euro e i lavori dovrebbero partire in due settimane. In società, poi, entrerà a breve Vittorio Ficchi, un manager di Ferentino. Qui nascerà Frusinello all’interno della cittadella dello sport, che verrà ampliata con un altro paio di campi per ospitare tutte le squadre gialloblù. pug.

TACCUINO BOLOGNA

Ansia per Gastaldello Si teme un lungo stop ● BOLOGNA In giornata è atteso l’esito degli esami clinici a cui si è sottoposto il difensore Daniele Gastaldello dopo l’infortunio occorsogli venerdì in allenamento. Il difensore del Bologna, alla vigilia della trasferta di Vercelli, ha riportato un forte trauma contusivo-distorsivo del ginocchio sinistro. A Casteldebole temono che la stagione dell’ex doriano sia finita in anticipo.

LA SITUAZIONE

Venerdì ultimo turno In campo alle 20.30 ● A 90 minuti dalla fine della stagione regolare ci sono ancora da definire alcune posizioni nella griglia playoff, l’ultima retrocessa e le squadre che giocheranno il playout. Ecco il programma della 42a giornata, che sarà giocata in contemporanea venerdì (ore 20.30): BolognaLanciano (2-1); BresciaAvellino (0-2); Carpi-Catania (2-0); Cittadella-Perugia (1-3); Crotone-Entella (1-1); LatinaModena (0-0); PescaraLivorno (2-1); Spezia-Bari (30); Ternana-Varese (0-2); Trapani-Pro Vercelli (0-1); Vicenza-Frosinone (0-1). Questa la classifica: Carpi p. 79; Frosinone 71; Vicenza e Bologna 65; Spezia 64; Perugia 63; Avellino e Livorno 59; Pescara 58; Bari 54; Trapani e Lanciano 50; Latina e Pro Vercelli 49; Catania e Ternana 48; Crotone 47; Modena ed Entella 46; Cittadella 44; Brescia (-6) 39; Varese (-4) 35.


Lega Pro R Primo turno playoff

LUNEDÌ 18 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

33

La Reggiana trionfa, l’Ascoli s’infuria

1Ruopolo super, poker nei supplementari. La squadra di Petrone chiude in 8, il presidente accusa Macalli ASCOLI-REGGIANA

soprattuto il 3-3 annullato nei supplementari a Mustacchio: «Eccessiva l’espulsione, regolare il nostro pareggio. Paghiamo l’avere votato contro Macalli. Il futuro? Petrone è strariconfermato». Difficile dare colpe all’ex scugnizzo che iniziò ad allenare tra i faraglioni a Capri. In 10 per 80’, aveva raddrizzato la gara sfiorando l’impresona, passando in vantaggio con un 4-3-1-1 raccolto e lanci lunghi per Perez: pareggio quasi immediato di Pelagatti (di testa, cross di Grassi), vantaggio quando le gare vanno chiuse (37’ s.t. stop e tiro di Mustacchio). Poi Petrone fa uscire Grassi, non presagendo la genialata di Spanò del 2-2 (tap-in in spaccata, dopo paratissima di Lanni su Petkovic). E i supplementari gli sono fatali.

2-4

Dopo i supplementari (2-2 dopo il 90’) MARCATORI Bruccini (R) su rigore al 10’, Pelagatti (A) al 15’ p.t.; Mustacchio (A) al 37’, Spanò (R) al 46’ s.t.; Ruopolo (R) al 15’ p.t.s.; Giannone (R) al 6’ s.t.s. ASCOLI (4-2-3-1) Lanni 6,5; Avogadri 6, Pelagatti 7, Mengoni 6,5, Dell’Orco 6; Pirrone 5,5 (dal 27’ s.t. Altobelli 6), Addae 6; Nardini 7, Grassi 6,5 (dal 39’ s.t. Mori 6), Tripoli 5,5 (dal 21’ s.t. Mustacchio 6,5); Perez 5. (Ragni, Chiricò, Berrettoni, Altinier). All. Petrone 6. REGGIANA (4-3-3) Feola 6,5; Andreoni 6,5, Spanò 7, De Giosa 6,5, Mignanelli 6,5; Vacca 6,5 (dal 38’ s.t. Alessi 6), Bruccini 7, Angiulli 6; Ricci 6,5 (dal 14’ s.t. Giannone 7), Ruopolo 8, Siega 6,5 (dal 29’ s.t. Petkovic 6,5) . (Messina, Sabotic, De Biasi, Parola). All. Colombo 7. ARBITRO Morreale di Roma 4,5. NOTE paganti 9.452 (con 2.000 biglietti omaggio alle scuole), incasso di 102.619 euro. Espulsi Avogadri al 10’ p.t., Perez al 10’ s.t.s. e Altobelli all’11’ s.t.s.; ammoniti Addae, Siega, De Giosa, Bruccini, Spanò, Alessi e Mengoni. Angoli 5-3.

Gaetano Imparato INVIATO AD ASCOLI PICENO

A

vanti Reggiana, è la vittoria del cuore. Corre, lotta, morde. Va in vantaggio, poi rincorre, ribalta il 2-1 nel recupero e vince nei supplementari, manco avesse deglutito una scorta di Dura-

Francesco Ruopolo, 32 anni, (con la fascia) festeggia il gol LA BOLOGNESE

cell. Due ore di lotta, dura, arrivando però lucida dopo i 90’: Ruopolo devia, al volo, il cross di Andreoni (2-3) e sempre lui regala l’assist a Giannone per il rasoterra del 2-4 finale. Gol che chiude la gara e fa sfiorare la rissa. L’Ascoli è incavolato nero, probabilmente a ragione: Perez e Altobelli si beccano due espulsioni per rabbia e i bianconeri finiscono in otto.

LA SVOLTA Sì, avanti Reggiana, ma condiziona tutto l’espulsione di Avogadri a 10’ dall’inizio. Giocarsi uno spareggio con un uomo in meno pesa: spalla a spalla con Siega, in area, il reggiano cade, Morreale a due metri concede rigore e il rosso. Scelta eccessiva, che cambia la gara. Bruccini segna il rigore. Ma fa inviperire Bellini, presidente dell’Ascoli,

Entra, pareggia e poco prima dei rigori firma il 2-1 MATERA-PAVIA

2-1

Dopo i supplementari (1-1 al 90’) MARCATORI Marchi (P) al 10’, Pagliarini (M) al 31’ s.t.; Pagliarini (M) al 15’ s.t.s. MATERA (3-4-3) Bifulco 6; D’Aiello 6, Faisca 6,5, Flores 6; Bernardi 6,5, Coletti 7, Iannini 6,5 (dal 6’ p.t.s. Di Noia 6), Mazzarani 6,5; Carretta 6 (dal 25’ s.t. Pagliarini 7,5), Letizia 6, Madonia 5,5 (dal 25’ s.t. Diop 6). (Russo, Ashong, J. Ferretti, Albadoro). All. Auteri 7. PAVIA (4-3-1-2) Facchin 6; Marino 6 (dal 35’ s.t. Cardin 6), Abbate 6, Biasi 6, Ghiringhelli 5,5; Carotti 6 (dal 9’ s.t. Cogliati 6), Pederzoli 6,5, Rosso 6,5; Cesarini 6,5 (dal 14’ p.t.s. Soncin 5); A. Ferretti 5,5, Marchi 6,5. (Fiory, Sabato, Carraro, Corvesi). All. Vavassori 6. ARBITRO Rapuano di Rimini 6,5. NOTE paganti 4.693, incasso di 75.696 euro. Ammoniti Marchi, Rosso, Pederzoli, Bernardi, Abbate, Letizia e Mazzarani. Angoli 5-4.

Giuseppe Calvi INVIATO A MATERA

M

archi fa sognare il Pavia, poi Pagliarini, all’ultimo minuto dei supplementari, scaccia l’incubo per il Matera, trascinandolo alla semifinale playoff contro il Como. La doppietta dell’esterno offensivo, 21 anni, romano del rione Montesacro, premia i lucani, che hanno a lungo dominato. Come un segno del destino, per sbloccarsi il ragazzo cresciuto nelle giovanili della Roma – solo una rete in Coppa Italia contro il Barletta – ha dovuto attendere il match più importante della stagione. In sala stampa i tecnici si scambiano pillole di stima. «Ho apprezzato i complimenti di Vavassori, che ha grande etica morale», dice Gaetano Auteri, mentre in città esplode la felicità del popolo biancazzurro. «C’è modo e modo di difendersi, non siamo stati aggressivi: abbiamo

Manniello si dimette: «Il Palazzo non ci vuole» BASSANO-JUVE STABIA 6-5

Francesco Pagliarini, 21 anni LAPRESSE

lasciato fare troppo a una formazione che esprime davvero un buon calcio», commenta Giovanni Vavassori. PAGLIARINI BIS Nel 3-4-3 del Matera Coletti e Iannini sono infaticabili play, abili nel dettare ritmi e aperture improvvise. Il Pavia, sin troppo sulla difensiva, si limita ad alzare una diga efficace davanti alla propria area, ispirato da Pederzoli in cabina di regia. Nel primo tempo il Matera si rende pericoloso su punizione di Coletta; i lombardi con Ferretti fanno tremare il portiere Bifulco. Nella ripresa, su un cross di Cogliati (appena entrato), Marchi porta in vantaggio il Pavia. Il Matera aumenta la pressione e domina il match, grazie alla vivacità di Francesco Pagliarini. Inserito da Auteri al 25’ s.t., realizza il pareggio al 31’ con una bella girata. Sull’1-1 si va ai supplementari: Diop non centra il bersaglio, invece all’ultimo respiro Pagliarini con una volée (respinta di Facchin, palo e gol) apre la festa del Matera. Poi la gioiosa invasione di campo per abbracciare i protagonisti biancazzurri, mentre i tifosi del Pavia (quasi cento) tributano comunque applausi a tutti. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Vincenzo Pittureri BASSANO (VICENZA)

B

ombagi è la vittima e il carnefice della Juve Stabia: è lui a rimediare al vantaggio del Bassano con l’inzuccata dell’istantaneo 1-1 e sempre lui è l’unico a fallire nella rumba dei rigori, facendosi stregare dal portiere Grandi, promosso titolare in questa coda stagionale dopo l’infortunio del numero uno Rossi. POLEMICA Lo spareggio si tinge di giallo per la decisione della terna che a 2’ dal gong dei supplementari ha annullato l’1-2 di Gomez per un presunto fallo dello stesso su Toninelli prima di colpire di testa. Una fischiata che manda su tutte le furie il patron campano Manniello che in sala stampa rassegnerà polemicamente le dimis-

1° TURNO

Benevento

1

Como

2

La vincente viene promossa in Serie B

6

Bassano

5

Juve Stabia

d.c.r

SEMIFINALI

SEMIFINALI

24/5 e 31/5

24/5 e 31/5 Como*

Bassano

Matera

*Reggiana FINALE

Domenica 7 e domenica 14 giugno

d.t.s

Matera

2

Pavia

1

d.t.s

2

Ascoli

4

Reggiana

* giocano la prima gara in casa Gare di andata Sabato 23 maggio

PLAYOUT GIRONE A

Gare di ritorno Sabato 30 maggio

Pordenone-Monza Lumezzane-Pro Patria GIRONE B

Pro Piacenza-Gubbio Savona-Forlì GIRONE C

Savoia-Messina Ischia-Aversa Normanna GDS

© RIPRODUZIONE RISERVATA

1Gol annullato a Gomez, para tutto Grandi Dopo i calci di rigore (1-1 dopo i supplementari) MARCATORI Davì (B) al 20’, Bombagi (JS) al 23’ p.t. BASSANO (4-3-2-1) Grandi 7,5; Toninelli 6, Priola 6,5, Bizzotto 7, Semenzato 6,5; Davì 6,5, Proietti 5,5 (dal 37’ s.t. Cenetti 6,5), Furlan 6,5; Nolè 6,5 (dal 2’ s.t.s. Cattaneo 6,5), Iocolano 7; Pietribiasi 5,5 (dal 29’ s.t. Maistrello 6). (Scaranto, Zanella, Stevanin, Cortesi). All. Asta 6,5. JUVE STABIA (4-3-1-2) Pisseri 6,5; Cancelotti 6, Polak 6,5, Migliorini 6,5, Contessa 6; Jidayi 6,5 (dal 1’ p.t.s. Burrai 6,5), La Camera 6,5, Bombagi 6; Nicastro 6 (dal 37’ s.t. Ripa 6); Carrozza 6, Di Carmine 6,5 (dal 3’ s.t.s. Gomez 6,5). (Santurro, Romeo, Liotti, Aveni). All. Savini 6,5. ARBITRO Serra di Torino 5,5. NOTE spettatori 1.800 circa; paganti e incasso n.c. Ammoniti Proietti, Bizzotto, Di Carmine, Nicastro e Migliorini. Angoli 7-5.

PLAYOFF

GARIBALDINI Undici camicie granata, in campo, con una linea mediana che tesse gioco, col tridente che buca l’Ascoli e Mignanelli a sinistra che fa terra bruciata tanto che Petrone gli piazza - quasi a uomo - l’armadio Addae. Una pecca? Certo, con un uomo in più per 80’ non devi arrivare ai supplementari per farla franca. Ma, aiutino di Morreale a parte, la Reggiana ha vinto e convinto.

Marchi illude il Pavia Bassano ok ai rigori Pagliarini lo ribalta Juve Stabia furiosa 1L’esterno premia il Matera dopo 120’ di dominio

IL QUADRO DEGLI SPAREGGI

Guido Davì, 24 anni LAPRESSE

sioni. «Lascio, scusate, ma non ce la faccio proprio più. Ci sentiamo presi in giro da una Lega che prima ci nega il ripescaggio in B in estate (in realtà i ripescaggi sono figli di un regolamento della Figc, ndr) e ora ci nega l’accesso in semifinale per una rete regolarissima. Non ce l’ho col Bassano, ma con istituzioni sportive che evidentemente non vogliono che la Juve Stabia faccia strada». LA PARTITA Così va avanti il Bassano che al turno successivo vede sfumare il confronto con l’ex tecnico Petrone e trova la Reggiana nella rivincita del testa a testa 2008 con in palio la C1. Il verdetto è arrivato ai rigori, come detto. Una volèe dell’ex Davì sugli sviluppi di un corner aveva stappa la partita al 20’, l’incornata immediata di Bombagi l’ha riallineata 3’ più tardi. Poi, nella fornace del Mercante, Pietribiasi nella ripresa si è divorato il 2-1, mentre Grandi al 36’ ha sventato sulla traversa con la mano aperta la conclusione a botta sicura di Di Carmine. Nel primo supplementare due minacce Cenetti, nel secondo la rete annullata a Gomez. Poi i rigori: di Iocolano quello decisivo nel 5 su 5 del Bassano. © RIPRODUZIONE RISERVATA

LA GUIDA Mercoledì Supercoppa, sabato i playout ● Ecco la situazione nella fase post campionato di Lega Pro dopo la prima partita della Supercoppa e il primo turno dei playoff, in attesa dei playout che iniziano sabato.

SUPERCOPPA PRIMA GIORNATA NovaraSalernitana 3-2. SECONDA GIORNATA Mercoledì 20: Salernitana-Teramo. TERZA GIORNATA Sabato 23: Teramo-Novara. REGOLAMENTO Se ci sono due o tre squadre a pari punti, si guardano nell’ordine: differenza reti della fase finale, maggior numero di reti segnate, maggior numero di reti segnate nella partita in trasferta; se la parità persiste, si va al sorteggio. PLAYOFF ● Servono per determinare la quarta squadra promossa in B dopo le tre prime in campionato (Novara, Teramo e Salernitana). SEMIFINALI Andata domenica 24: le partite sono Como-Matera e Reggiana-Bassano. Il ritorno è domenica 31 con Matera-Como e

Bassano-Reggiana. FINALE Andata domenica 7 giugno, ritorno il 14: di fronte le vincenti delle semifinali (l’andata sarà giocata sul campo della peggio classificata in campionato). REGOLAMENTO In caso di parità di punteggio al termine dei minuti regolamentari, verranno disputati due supplementari di 15 minuti ciascuno e a seguire, se la parità persiste, si tirano i calci di rigore. PLAYOUT Andata sabato 23 e ritorno sabato 30: la squadra che perde retrocede in Serie D. Ecco il programma: GIRONE A Pordenone-Monza e Lumezzane-Pro Patria (ore 16). Anche le sfide di ritorno iniziano alle ore 16. GIRONE B Pro Piacenza-Gubbio e Savona-Forlì (ore 15). Le sfide di ritorno iniziano alle ore 17. GIRONE C Savoia-Messina e IschiaAversa Normanna (ore 17). Le sfide di ritorno iniziano alle ore 15. GIA’ RETROCESSE AlbinoLeffe (A), San Marino (B) e Reggina (C) dopo il campionato sono scese dirette in D.

SERIE D Playoff: grande impresa del San Nicolò ● E’ cominciata in Serie D la fase post campionato con la prima giornata dei triangolari nella poule scudetto, la prima fase dei playoff e lo spareggio per la salvezza. Ecco i risultati e la situazione.

POULE SCUDETTO TRIANGOLARE 1 CastiglionePadova 1-1 (ha riposato Cuneo). Classifica: Castiglione e Padova p. 1, Cuneo 0. Mercoledì: CuneoCastiglione. Domenica: PadovaCuneo. TRIANGOLARE 2 Siena-Rimini 1-0 (ha riposato Maceratese). Classifica: Siena p. 3, Rimini e Maceratese 0. Mercoledì: Rimini-Maceratese. Domenica: Maceratese-Siena. TRIANGOLARE 3 Akragas-Lupa Castelli 4-1 (ha riposato Fidelis Andria). Classifica: Akragas p. 3, Lupa Castelli e Fidelis Andria 0. Mercoledì: Lupa Castelli-Fidelis Andria. Domenica: Fidelis AndriaAkragas. PLAYOFF - PRIMA FASE GIRONE A Borgosesia-Caronnese 2-0 (sabato). Mercoledì: ChieriBorgosesia.

GIRONE B Ciserano-Virtus Verona 3-2 (sabato). Mercoledì: SeregnoCiserano. GIRONE C BellunoArzignanoChiampo 3-1 d.t.s. Mercoledì: Sacilese-Belluno. GIRONE D Este-Abano 3-1. Mercoledì: Piacenza-Este. GIRONE E Ponsacco-Massese 1-0. Mercoledì: Rieti-Ponsacco. GIRONE F Campobasso-San Nicolò 0-3. Mercoledì: SambenedetteseSan Nicolò. GIRONE G Budoni-Ostia Mare 1-1 d.t.s. Mercoledì: Olbia-Budoni. GIRONE H Bisceglie-Brindisi 3-2 d.t.s. Mercoledì: Potenza-Bisceglie. GIRONE I Torrecuso-Neapolis 3-3 d.t.s. Mercoledì: Agropoli-Torrecuso. REGOLAMENTO Anche nella seconda fase in caso di parità al 90’ ci sono i supplementari; persistendo la parità passa la squadra ospitante, meglio classificata in campionato. SPAREGGIO SALVEZZA GIRONE F Agnonese-Castelfidardo 0-1 d.t.s. Il Castelfidardo va ai playout: le dieci sfide salvezza (nessuna nel girone A) si giocano tutte domenica. L’Agnonese scende in Eccellenza.


34

98° Giro d’Italia R Nona tappa, Benevento-San Giorgio del Sannio San Lorenzo al Mare

1 km 17,6

Albenga

Rapallo

2 km 177 Sanremo

TEAM ORICA GERRANS

Genova VIVIANI MATTHEWS

L'ANALISI del nostro inviato PAOLO MARABINI

UNA PRIMA PARTE DURISSIMA PORTE HA SPESO MENO DI TUTTI

L

a temevano tutti. Quasi 4000 metri di dislivello e tre gran premi della montagna. Tanta salita, ma anche tanta discesa. Metri di pianura davvero pochi. Una classica di 224 km, una sorta di tappone dolomitico nel cuore della Campania, tra l’Irpinia e il Sannio, punto più a sud di questo Giro. Come se non bastasse, veniva dopo due giornate a loro volta difficili: la più lunga - quasi sette ore e mezza da Grosseto a Fiuggi - e quella di Campitello Matese, secondo arrivo in quota. Alla fine la nona tappa da Benevento a San Giorgio del Sannio sorride a Paolo Tiralongo, prossimo ai 38 anni, che diventa il più anziano vincitore al Giro, 16 stagioni da pro’, gregario votato da sempre al sacrificio per capitani importanti: Contador, Nibali e adesso Aru, di cui è stato sin da subito la chioccia. In avanscoperta con altri dieci al km 52, il siciliano trapiantato a Bergamo cambia in corsa il suo ruolo, passando da possibile testa di ponte per il capitano a cacciatore di tappa, appena capisce che il vantaggio della fuga sarà difficilmente sarà colmato. E il suo numero negli ultimi 15 km, quando sul Serra va a prendere Slagter per poi sciropparsi tutto solo gli ultimi 4200 metri, dà un senso alla giornata Astana, dopo l’analogo film fallito però da Landa nel finale di Campitello. Con Tiralongo, sorride anche lo stesso Aru. Non solo perché a vincere è il suo fedelissimo tutor. Ma anche perché, a chiusura di una tappa esigente, velocissima sin dai primi chilometri, che lascerà i segni nel serbatoio d’energia dei corridori, dimostra gambe buonissime: l’attacco che spacca il gruppo dei big sul Serra, trampolino di 3600 metri capace di far male in vista del traguardo, lo porta proprio lo scalatore sardo, che poi nella volata per il 10° posto a 56” da Tiralongo si

dannerà l’anima fino a strappare 1” (ma valeva la pena tutto quello sforzo?) a Contador. Però i vincitori di giornata sono pure il sornione Porte e, soprattutto, la stessa maglia rosa. Che prima controlla tutta la tappa mettendo in testa al gruppo la sua Tinkoff-Saxo, poi nel finale marca a uomo Aru anche senza compagni al fianco. E gli bastano 20 metri per chiudere l’attacco del rivale. Poi pace amen se gli concede un misero secondo nella volata. L’importante era difendersi senza soffrire troppo, visto che la spalla sinistra qualche problemino glielo procura ancora. Chi rimbalza di nuovo indietro è Rigoberto Uran: all’indomani della risposta di Campitello cede altri 46” a Contador e varca il primo giorno di riposo con un fardello di 2’10”. Riflessioni generali. Porte sembra essere quello che sinora ha speso meno, avendo lasciato sempre il timone della corsa - così come vetrina e attenzioni - a Tinkoff-Saxo e Astana. Contador, dal canto suo, ha portato a casa la pelle dopo la caduta di giovedì e ora avrà altri due giorni - tra riposo e Civitanova-Forlì - per rimettersi in sesto del tutto. E Aru? Provocazione: non è che forse la sua Astana ha speso troppo? E poi: ha senso che una squadra che vuol conquistare il Giro, evidentemente con lui, abbia tre corridori tra i primi cinque della generale e anche ieri abbia mandato un gregario a vincere la tappa? Lo sapremo a Milano fra due settimane.

TRE APPUNTAMENTI OGNI GIORNO: 13.15, 19.30 E 23.15

3 km 136 Sestri Levante

Chiavari

4 km 150

MATTHEWS MATTHEWS

La Spezia

5 km 152 La Spezia

FORMOLO CLARKE

Abetone POLANC CONTADOR

Montecatini Terme

6 km 183 Castiglione della Pescaia GREIPEL CONTADOR

Grosseto

Fiuggi

7 km 267 Fiuggi ULISSI CONTADOR

8 km 186 Campitello Matese INTXAUSTI CONTADOR

Benevento

Civitanova Marche

9 km 215 10 km 200 San Giorgio del Sannio

Forlì

TIRALONGO CONTADOR

Capitano, o mio capitano Felicità Tiralongo Lo scudiero d’oro fa piangere Aru 1L’Astana si riscatta.

A 37 anni il siciliano è il più vecchio vincitore di tappa; il sardo, che è cresciuto con lui, strappa 1” a Contador Marco Pastonesi INVIATO A SAN GIORGIO DEL SANNIO (BENEVENTO)

C

on quella faccia un po’ così, da ciclismo pionieristico, avrebbe potuto correre con Garin e Ganna. Con quelle gambe un po’ così, da ciclismo eroico, avrebbe potuto gareggiare con Bottecchia e Girardengo. Con quel cuore un po’ così, da ciclismo romantico, avrebbe potuto fare da gregario a Bartali e Coppi. E con quel cognome un po’ così, da ciclismo infinito, forse non scenderà mai dalla bicicletta. Paolo Tiralongo, 37 anni, 10 mesi e 9 giorni, è il più vecchio vincitore di tappa nella storia del Giro d’Italia. «Tira», si sente così antico? «C’è chi dorme in camper, chi fa i trasferimenti in elicottero, chi pedala anche prima della par-

tenza e dopo l’arrivo, chi beve succhi solo di barbabietole o solo di mirtilli. Anch’io mi sono aggiornato, anch’io cerco di non cambiare le mie abitudini, anch’io, per esempio, ho chiesto di dormire in camera da solo, perché ho bisogno di spazio, altrimenti divento nervoso. Ma tutte queste tecnologie moderne, secondo me, non hanno così senso. Ho vissuto altre epoche ciclistiche, e il ciclismo, stringi stringi, è testa bassa e pedalare, è passione e sacrificio, è fatica e divertimento, è disciplina e volontà». Seconda vittoria dell’anno, quarta della carriera. Com’è andata? «Il programma prevedeva che Rosa e io entrassimo nelle fughe. La fuga buona l’ho tirata fuori proprio io. Dentro c’erano buoni corridori, dentro c’era anche la consapevolezza di potercela fare. L’obiettivo era essere davanti come punto di riferimento, per Aru, nel finale. L’occasione avrebbe potuto essere la salita di Lago Laceno o quella del Passo Serra. Invece la corsa ha preso un’altra piega e mi sono ritrovato davanti non per Aru, ma per me. E quando dall’ammiraglia mi hanno dato l’ok, ho fatto la mia corsa. L’ultima salita l’ho fatta alla morte, Slagter aveva preso quasi un paio di minuti di vantaggio, in discesa l’ho ripreso, e quando si è staccato per sfinimento, ho pedalato gli ultimi 5 km in apnea». Aru dice di essere più felice per la sua vittoria di quanto lo sarebbe stato se avesse vinto lui. «A volte Fabio dice che sono suo fratello, altre che sono suo padre. E’ un po’ confuso, ma ha

RUltima tappa

prima del giorno di riposo. Il Sannio regala una storia di grande amicizia

RAru attacca sulle

pendenze del 13% del Passo Serra: solo la maglia rosa e Porte rispondono

URAN CEDE ANCORA: 46”


LUNEDÌ 18 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT Forlì

Imola

11 km 153

12 km 190 Imola

Vicenza (Monte Berico)

Montecchio Maggiore

13 km 147 Jesolo

Treviso

Marostica

Pinzolo

14 km 59,4 15 km 165 16 km 174 Valdobbiadene Madonna di Campiglio

1

Aprica

Tirano

Melide

17 km 134

18 km 170 Lugano (Svizzera)

Gravellona Toce

19 km 236 Verbania

Saint-Vincent

20 km 199 Cervinia

35

Torino

21 km 178 Sestriere

Milano

2

3

4

● 1. Curioso episodio durante la premiazione: quando Paolo Tiralongo apre la bottiglia di spumante, il tappo gli vola sulla fronte, senza conseguenze LAPRESSE ● 2. Il siciliano esausto dopo il traguardo BETTINI ● 3. Lo scatto di Aru nel finale di tappa: il sardo guadagna 1” sulla maglia rosa BETTINI ● 4. Aru in bianco (miglior giovane), Contador con la maglia più prestigiosa BETTINI

ragione: sono troppo giovane per essere suo padre e troppo vecchio per essere suo fratello. Fabio è un duro, ma anche un testone. Lui ha le sue idee, io le mie, lui difende le sue attaccando, ne discutiamo ma non litighiamo. Il nostro è un gruppo solido, costruito giorno dopo giorno, corsa dopo corsa, raduno dopo raduno. Stiamo insieme, anche qui, per lavorare e migliorarci. La sera, dopo la cena, abbiamo l’abitudine di ritrovarci sul bus per tenere una riunione aperta soltanto a noi corridori. Quel confronto è il più vero e sincero».

37

● anni e 313 giorni (127 più di Rossignoli, 1920): l’età di Paolo Tiralongo, vincitore di tappa più anziano BETTINI

far tirare sia Saxo sia Sky. Al resto ci penserà Aru, attaccando in salita per staccare tutti». Quanto è utile la sua vittoria? «E’ importante per la squadra: per dare morale e serenità, ma anche perché abbiamo guadagnato una cinquantina di secondi su Uran. E’ importante anche per il Sud: conosco questa gente, è valorosa e generosa. Importante anche per Avola: immagino che sarà festa grande e mobile».

Come vede questo Giro? «Contador è il più forte e non ha punti deboli. E’ tosto, lo ha dimostrato anche in questi giorni, non ha mollato nonostante l’infortunio alla spalla. Ogni occasione sarà buona per attaccarlo. Porte corre al risparmio, e così anche la sua squadra, che non ha mai preso la corsa in mano. E Porte ha il vantaggio della cronometro. Uran sta pagando con un paio di minuti di ritardo, ma non è certo fuori dai giochi. Noi stiamo facendo tutto quello che dobbiamo fare, la nostra tattica era avvantaggiare Cataldo e Landa in modo da

E per lei? «Tira», tirerà avanti? «Ho un’età da ciclopensionato. Questo doveva essere il mio ultimo anno da professionista. Io e mia moglie avevamo deciso che dopo il Giro avremmo fatto il punto della situazione, e stabilito se continuare o no. La verità è che non voglio andare avanti all’infinito, soprattutto non voglio farlo in maniera patetica, per rispetto verso il pubblico, il ciclismo e soprattutto me stesso. Ma ho ancora voglia di allenarmi e di correre, di aiutare a vincere e anche di vincere. Mi sa che tirerò ancora un anno. O due. E’ che mi diverto ancora da matti. Come un bambino. Il bambino che c’è dentro di me. E forse dentro ogni corridore».

ARRIVO 1. Paolo TIRALONGO (Astana) 224 km in 5h50'31", media 38,343 km/h; 2. Steven KRUIJSWIJK (Ola, Lotto NL Jumbo) a 21"; 3. Simon GESCHKE (Ger, Giant-Alpecin) a 23"; 4. Moinard (Fra); 5. Herrada (Spa); 6. Betancur (Col); 7. Slagter (Ola); 8. Elissonde (Fra); 9. Hesjedal (Can) 27"; 10. Aru a 56"; 11. Contador (Spa) a 57"; 12. Porte (Aus); 28. Uran (Col) a 1'43".

CLASSIFICA 1. Alberto CONTADOR (Spa, Tinkoff-Saxo); 2 Aru (Astana) a 3”; 3. Porte (Aus, Sky) a 22”; 4. Landa (Spa) a 46”; 5. Cataldo a 1’16”; 6. Kreuziger (R. Cec) a 1’46”; 7. Visconti a 2’02”; 8. Uran (Col) a 2’10”; 9. Caruso a 2’20”; 10. Amador (Col) a 2’24”; 13. Formolo a 3’01”; 21. Hesjedal (Can) a 6’16”. OGGI giornata di RIPOSO

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SCATTA IL BETTO di PAOLO BETTINI

LE OCCASIONI PERSE DI VISCONTI

A

nche ieri una bella tappaccia. Doveva essere una giornata impegnativa ma interlocutoria, da fughe. Invece è venuta fuori bagarre e ha fatto più selezione, dal 4° in giù perché Contador, Aru e Porte sono più forti, che in salita a Campitello Matese. Tra Aru e Tiralongo ho visto commozione, una grande sintonia e mi ha fatto piacere. Però resto convinto che in casa Astana cerchino troppo. Ognuno a casa sua fa quello che vuole e c’è chi deve gestire il team, loro sono sicuramente il gruppo più forte, però mi pare lo stesso che ci sia un grande dispendio di

energie: tirano, vanno in fuga, inseguono, vogliono vincere le tappe, puntano al Giro…. Poi vorrei dire una cosa su Visconti. Giovanni non va piano, ma sta perdendo le occasioni perché non entra nelle fughe giuste. Ho parlato con lui e l’ho visto molto nervoso. Se non si ferma un attimo a tirare un bel respiro profondo va in confusione. Ora è 7° a 2’02”: se resta in classifica normale che non lo lascino fuggire. Se invece punta a qualche bella vittoria di tappa, tra Campitello Matese e ieri doveva prendere almeno dieci minuti e finire lontano nella generale.


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98° Giro d’Italia R L’uomo del giorno «ABBIAMO VISTO CONTADOR PEDALARE REGOLARE E CI ABBIAMO PROVATO» MIKEL LANDA 25 ANNI, ASTANA

2000-2002: FASSA BORTOLO CON BASSO Paolo Tiralongo è nato ad Avola (Siracusa) l’8 luglio 1977. Passa pro’ nel 2000 con la Fassa Bortolo di Ferretti: 3 stagioni, il capitano è Ivan Basso BETTINI

2006-2009: ALLA LAMPRE CON CUNEGO Dopo tre anni alla Panaria, dal 2006 al 2009 Tiralongo è alla Lampre: il suo capitano è Damiano Cunego, che nella foto lo segue a ruota BETTINI

4

● Le vittorie da pro’ di Paolo Tiralongo, 3 al Giro: prima di ieri, nella Bergamo-Macugnaga 2011 e nella Recanati-Rocca di Cambio 2012

2010: ALL’ASTANA CON RE CONTADOR Nel 2010 Paolo Tiralongo passa all’Astana. Il primo capitano è Alberto Contador, che nel 2011 lo aiuta a vincere la tappa al Giro di Macugnaga BETTINI

Basso, Contador, Nibali e Aru Come Tira il gregario perfetto

1Dal mare di Avola ai monti della Lombardia: Tiralongo e una vita per

i migliori. «Sono l’occhio del mio capitano». Tre tappe al Giro come premio

Claudio Gregori SAN GIORGIO DEL SANNIO (BENEVENTO)

C

hiamiamolo «L’Occhio». Paolo Tiralongo, infatti, non è un semplice «aguador», così gli spagnoli chiamano il gregario, né un efficiente e scrupoloso «domestique», come chiamano il gregario i francesi. Ha vestito la livrea di importanti capitani: Contador, Nibali, Aru, oltre che del primo Basso. Ha battagliato su tutte le strade del mondo. Con fedeltà. Con intelligenza. Con dignità. Non con cecità servile. È stato educato dalla pioggia e dal vento. Ha respirato i pollini di tutti i fiori. Così oggi può dire fiero: «Un capitano deve avere un gregario che

segue la corsa. Io sono l’occhio del mio capitano». In questo Giro, dunque, è l’Occhio di Aru, la grande speranza italiana. L’Occhio non guarda, vede. L’Occhio osserva e interpreta. L’Occhio legge quella «chanson de geste», perigliosa e cruenta, che è la corsa. L’Occhio mette in azione la mente, che elabora, la bocca, che comunica, i pedali, che eseguono. LA STORIA ABITA QUI Tiralongo viene da Avola, dal golfo di Noto, dalla Sicilia magica e solare, l’isola, che è una grande portaerei nel cuore del Mediterraneo, connessa con il mondo. Terra di emigranti. Terra di bellezza e di dolore. Tiralongo non era ancora nato, quando, il 2 dicembre 1968, la cronaca si occupò dei «fatti di Avola»: la

polizia sparò sui contadini, che protestavano. E il sangue concimò quella terra dura. Sin da ragazzo Tiralongo ha conosciuto l’emigrazione. Come Pino Cerami, di Misterbianco. Cerami lasciò gli aranceti e le lave dell’Etna per le miniere di carbone della Vallonia. Tiralongo, invece, ha abbandonato la terra dove fioriscono i limoni e le zagare per la Lombardia alacre e dura. Ha lasciato il mare e i sogni dei naviganti per la bicicletta. Si è riconvertito e convertito, passando dal mare ai monti. Ha incominciato a scalare le montagne, inerpicandosi come una formichina su giganti di pietra. Lui così piccolo ha scoperto il gusto di guardare il mondo dall’alto. Ha ritrovato le sue radici. Avola era un paesone di montagna. Ma in tre giorni — dal 9 all’11 gennaio

«CHI SI FA IL MAZZO PER IL CAPITANO MERITA PIÙ DI UNA SEMPLICE PACCA SULLA SPALLA» BEPPE MARTINELLI D.S. ASTANA


LUNEDÌ 18 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

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«RISULTATI COME QUESTO TI FANNO DIMENTICARE ANCHE LA FATICA» DARIO CATALDO 30 ANNI, ASTANA

● Fabio Aru ha vinto una tappa al Giro d’Italia: il 25 maggio 2014 nella Valdengo-Plan di Montecampione

CASA ASTANA

2013: SEMPRE ASTANA, MA CON NIBALI E ARU Tiralongo al Trentino 2013: gregario di Vincenzo Nibali e di un giovanissimo Aru BETTINI. A sinistra, ieri l’abbraccio con Fabio Aru dopo la tappa IPP DALLA TV

che, in gioventù fu addirittura segretario del comitato organizzatore del Giro della Provincia di Reggio Calabria. Come hanno fatto anche scrittori di successo come Gesualdo Bufalino, di Comiso, o Andrea Camilleri, di Porto Empedocle. Come loro anche Tiralongo scrive poesie e romanzi. Non lo fa con la penna, ma col pedale. Ha percorso un cammino lungo come 15 volte l’Equatore. Ma ha scelto un territorio privilegiato per la prodezza. Per chi va in bicicletta non c’è avventura più bella del Giro d’Italia. Tiralongo, sin da bambino, ne ha sentito la malìa. Il Giro è stato il suo paradiso.

1693 — fu cancellato dal terremoto. Fu ricostruita sulla costa, in riva al mare. Tiralongo, così, da bimbo ha conosciuto la spuma del mare. La sua è una storia antica. Viene da orizzonti lontani. I suoi antenati qualche millennio fa innalzarono il «Dolmen di Avola». Tiralongo porta nei geni una storia antica e misteriosa. Ha una bella faccia saracena. Lorenzo Lotto, se l’avesse vista, l’avrebbe degnata di un ritratto. Nei suoi occhi, a ben vedere, a volte sembra di notare il balenìo della scimitarra. Le sue notti, certo, sono attraversate dal galoppo di cavalli numidi e di vele fenicie. Per questo ama l’avventura. Per questo Tiralongo è salito in bicicletta, come ha fatto il suo capitano Nibali. Come hanno fatto anche il Premio Nobel Salvatore Quasimodo, di Modica,

LA DEA VITTORIA Paradiso è una bella parola persiana che vuol dire «giardino». Lì il piccolo Tiralongo ha colto per tre volte il frutto magico della vittoria. Macugnaga, Rocca di Cambio, San Giorgio del Sannio, nomi fioriti tra le montagne. Li ha colti con la mano dura dello scalatore, educato alla roccia. Ieri era bello vederlo trascinare il suo nome bello come uno strascico, volare sul Monte Serra, scendere a tomba aperta per Dentedicane, luogo fiero, dal nome armato. Lì un tempo gli esattori facevano pagare esosi balzelli ai viandanti, letteralmente azzannandoli. Tiralongo ha sorvolato quella barriera volando verso il traguardo per incontrare quella dea seducente e bellissima che è la Vittoria. L’Occhio scruta, osserva, capisce. A volte vede miraggi. E la strada gli regala l’estasi e l’incanto. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Le lacrime di Fabio «Come se avessi vinto» 1«Ho saputo del

successo di Paolo ai 500 metri dal traguardo: che emozione» Ciro Scognamiglio INVIATO A S.GIORGIO DEL SANNIO (BENEVENTO)

«H

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o saputo del successo di Paolo ai 500 metri dal traguardo. Mi sono emozionato come se avessi vinto». Ieri forse è stata la volta in cui abbiamo visto Fabio Aru più felice dall’inizio del Giro. Anche al bus Astana il dopo-tappa è stato una festa: nonostante avesse davanti il lungo trasferimento verso Civitanova Marche, il sardo si è intrattenuto con i tanti tifosi che lo hanno atteso. «Mi resta il mal

di gambe. Ma è stata una giornata spettacolare». ANALISI A Fabio resta il secondo guadagnato su Contador e la gioia per il successo di Tiralongo che per lui è molto di più che un compagno di squadra. Ha anche la sua fascia per tenersi al caldo. «E’ una vittoria corale, nei primi 60 chilometri era veramente difficile entrare in fuga e Paolo è stato bravissimo. Noi, come squadra, abbiamo fatto la corsa a Lago Laceno, volevamo che succedesse qualcosa». E il 24enne di Villacidro, ora residente a Lugano dopo anni passati nel Bergamasco, fuga senza indugio i dubbi sulla tattica: «Era proprio nostra intenzione mettere un uomo in fuga, Tinkoff e Sky non avevano nessuno. E io ero sufficientemente protetto, hanno tirato tutti, Landa poi sta andando fortissimo ed è rimasto con me nel momento decisivo. Di che cosa dovrei lamentarmi?». Le telecamere hanno inquadrato anche un dialogo

con Contador nelle calde fasi finali: «Non è che io mi sia rivolto a lui o viceversa, ci siamo parlati assieme. Sapevamo che Uran era indietro e allora ci siamo detti di collaborare, di tirare. Porte è rimasto un pochino più defilato ma lo considero molto, molto pericoloso, d’altro canto quest’anno ha vinto quasi ogni gara a cui ha partecipato, quindi…». SQUADRA E’ poi il d.s. Beppe Martinelli a spiegare compiutamente il retroscena legato alla tattica del team: «Volevamo isolare Contador. E stanare Porte. Sulla salita verso Lago Laceno, di prima categoria, che conoscevo molto bene, a un certo punto nel gruppo dei migliori c’erano non più di venti corridori. Volevamo fare un’azione di squadra, non con il solo Cataldo. Ma il vento ha girato, è diventato contrario e più forte di quello del previsto. E abbiamo dovuto fermarci, il traguardo era lontano e non si poteva fare troppa differenza». Sull’opportunità di lasciare Tiralongo in fuga: «Speravamo che potesse fare da punto d’appoggio ad Aru se la corsa si fosse messa in un certo modo. Ma poi, a chi si fa il mazzo per il capitano, bisogna ogni tanto cercare di dare delle soddisfazioni che non siano semplicemente una pacca sulla spalla o un piatto di pasta. Lo stato di forma dei ragazzi è ottimo e abbiamo il dovere di provarci». Infine, un pensiero sul grande Landa visto in questi ultimi giorni: «Sono io che l’ho voluto, su segnalazione di un amico dei Paesi Baschi. Sulle salite più dure, andrà ancora più forte. Sarà il nostro jolly». © RIPRODUZIONE RISERVATA


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98° Giro d’Italia R La guida

LUNEDÌ 18 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

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«I PRIMI TRE HANNO UN ALTRO PASSO, MA PENSO DI USCIRE ALLA DISTANZA» JURGEN VAN DEN BROECK 32 ANNI, LOTTO SOUDAL

L’ARRIVO Kruijswijk secondo Hesjedal, fuga e nono

Barba color... azzurro: Simon Geschke, re della montagna BETTINI

POS.CORRIDORE TEMPO 1 TIRALONGO (ITA) 224 km in 5h50’31”, media 38,343 km/h 2 KRUIJSWIJK (OLA) a 21" 3 GESCHKE (GER) a 23" 4 MOINARD (FRA) 5 HERRADA (SPA) 6 BETANCUR (COL) 7 SLAGTER (OLA) 8 ELISSONDE (FRA) 9 HESJEDAL (CAN) a 27" 10 ARU (ITA) a 56" 11 CONTADOR (SPA) a 57" 12 PORTE (AUS) 13 LANDA (SPA) a 1'01" 14 VISCONTI (ITA) a 1'43" 15 POLANC (SLO) 16 MATTHEWS (AUS) 17 AMADOR (C.RICA) 18 FELLINE (ITA) 19 PIRAZZI (ITA) 20 CARUSO (ITA) 21 BARBIN (ITA) 22 CATALDO (ITA) 23 CUNEGO (ITA) 24 VAN DEN BROECK (BEL) 25 FORMOLO (ITA)

26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52

KREUZIGER (R.CEC) MONFORT (BEL) URAN (COL) REICHENBACH (SVI) IZAGUIRRE (SPA) TROFIMOV (RUS) ROUX (FRA) FINETTO (ITA) CLEMENT (OLA) GENIEZ (FRA) NIEMIEC (POL) NIEVE (SPA) CARDOSO (POR) KONIG (R.CEC) KANGERT (EST) SZMYD (POL) DOMONT (FRA) BONGIORNO (ITA) ROSA (ITA) ATAPUMA (COL) KOCHETKOV (RUS) DUPONT (FRA) INTXAUSTI (SPA) CHAVANEL (FRA) MONSALVE (VEN) KEIZER (OLA) GILBERT (BEL)

CLASSIFICA GENERALE POS.CORRIDORE

TEMPO

62 GRMAY (ETI)

a 48'54"

125 BUSATO (ITA)

63 CHAVANEL (FRA)

a 48'56"

126 LINDEMAN (OLA)

a 1h37'46"

64 SLAGTER (OLA)

a 49'11"

127 PAULINHO (POR)

a 1h38'05"

2

ARU (ITA)

65 DE LA CRUZ (SPA)

a 50'19"

128 VAN DER LIJKE (OLA) a 1h38'11"

3

PORTE (AUS)

a 22"

66 BASSO (ITA)

a 50'25"

129 CHIRICO (ITA)

a 1h39'08"

4

LANDA (SPA)

a 46"

67 SAMOILAU (BIE)

a 51'22"

130 QUINTANA (COL)

a 1h39'21"

5

CATALDO (ITA)

a 1'16"

68 ZEITS (KAZ)

a 51'29"

131 OWSIAN (POL)

6

KREUZIGER (R.CEC)

a 1'46"

69 CHEVRIER (FRA)

a 56'29"

132 FAIRLY (USA)

a 1h40'33" a 1h40'35" a 1h40'54"

CONTADOR (SPA) a 3"

7

VISCONTI (ITA)

a 2'02"

70 ARMEE (BEL)

a 56'52"

133 VIVIANI (ITA)

8

URAN (COL)

a 2'10"

71 DANIELSON (USA)

a 57'29"

134 MODOLO (ITA)

9

a 1h39'26"

CARUSO (ITA)

a 2'20"

72 HANSEN (AUS)

a 58'33"

135 GREIPEL (GER)

a 1h41'35"

10 AMADOR (C.RiCA)

a 2'24"

73 GERRANS (AUS)

a 58'34"

136 BELKOV (RUS)

a 1h41'40"

11

a 1h42'38"

a 2'30"

74 MATTHEWS (AUS)

a 1h00'17"

137 BERLATO (ITA)

12 ATAPUMA (COL)

a 2'55"

75 VILLELLA (ITA)

a 1h00'43"

138 RICHEZE (ARG)

a 1h42'41"

13 FORMOLO (ITA)

a 3'01"

76 DOMONT (FRA)

a 1h01'23"

139 FISCHER (BRA)

a 1h43'19"

KONIG (R.CEC)

a 3'10"

77 BOUET (FRA)

a 1h02'36"

140 BOONEN (BEL)

a 1h43'49"

15 TROFIMOV (RUS)

a 3'18"

78 ZILIOLI (ITA)

a 1h02'56"

141 ROVNY (RUS)

a 1h43'54"

16 VAN DEN BROECK (BEL)

a 3'33"

79 VANDEWALLE (BEL) a 1h03'39"

142 TJALLINGII (OLA)

a 1h44'23"

17 MONFORT (BEL)

a 4'00"

80 BOLE (SLO)

a 1h04'32"

143 FERRARI (ITA)

a 1h44'43"

144 ALAFACI (ITA)

a 1h45'05"

145 BEPPU (GIAP)

a 1h46'48"

146 MARYCZ (POL)

a 1h47'07"

147 DE NEGRI (ITA)

a 1h48'44"

148 MARANGONI (ITA)

a 1h48'57"

149 LANCASTER (AUS)

a 1h50'13"

14 CUNEGO (ITA)

18 MOINARD (FRA)

a 4'09"

81 BISOLTI (ITA)

a 1h04'34"

19 GENIEZ (FRA)

a 4'41"

82 BATTAGLIN (ITA)

a 1h05'18"

20 IZAGUIRRE (SPA)

a 5'47"

83 FERNANDEZ (SPA)

21 HESJEDAL (CAN)

a 6'16"

84 ZARDINI (ITA)

a 1h07'44"

22 NIEVE (SPA)

a 7'25"

85 BROWN (USA)

a 1h08'47"

23 KRUIJSWIJK (OLA)

a 1h05'25"

a 10'39"

86 KÜNG (SVI)

24 NIEMIEC (POL)

a 11'10"

87 PUCCIO (ITA)

a 1h09'25"

25 TIRALONGO (ITA)

a 11'46"

88 PAOLINI (ITA)

a 1h09'48"

26 ROSA (ITA)

a 13'37"

89 COLBRELLI (ITA)

a 1h11'13"

27 KANGERT (EST)

a 13'38"

90 GRETSCH (GER)

a 1h11'17"

28 REICHENBACH (SVI)

a 15'44"

91 KIRYIENKA (BIE)

a 1h11'21"

29 PIRAZZI (ITA)

a 18'00"

92 MORI (ITA)

a 1h11'23"

30 MONSALVE (VEN)

a 18'32"

93 GESCHKE (GER)

a 1h13'17"

31 POLANC (SLO)

a 20'15"

94 BOARO (ITA)

a 1h15'04"

32 BETANCUR (COL)

a 20'47"

95 BARBIN (ITA)

a 1h15'15"

a 1h09'01"

150 XU (CINA)

a 1h50'22"

151 NIZZOLO (ITA)

a 1h50'32"

153 MEZGEC (SLO) 154 HOFLAND (OLA)

a 9'23" a 9'38"

a 10'27" a 11'01"

a 13'12"

a 14'07" a 14'29"

107 108 109 110 111 112 113 114 115 116 117 118 119 120 121 122 123 124 125 126 127 128 129 130 131 132 133 134

TV

GIRO DI CALIFORNIA

Il Giro riposa, da domani la diretta Rai

Sagan sorride: due tappe e la classifica

● La diretta Rai della corsa riprenderà domani con la decima tappa, Civitanova Marche-Forlì (200 km). GIRO MATTINA Rai3, ore 12.25-12.45 ANTEPRIMA GIRO RaiSport1, ore 14 DIRETTA TAPPA RaiSport1-Rai3, canale 501 dig. (HD), ore 15.10 PROCESSO ALLA TAPPA Rai3, al termine della tappa. Con Alessandra De Stefano, Stefano Garzelli e Beppe Conti TGIRO RaiSport1, ore 20. Con Andrea De Luca e Massimiliano Lelli GIRO NOTTE RaiSport1, ore 0.30

● Peter Sagan (Tinkoff-Saxo) ha vinto la 10ª edizione del Giro della California, che si è svolta dal 10 al 17 maggio negli Stati Uniti. Il 25enne slovacco ha conquistato la maglia gialla della classifica generale precedendo di 3" - grazie agli abbuoni - il francese Julian Alaphilippe (Etixx-Quickstep). Nella corsa a tappe, Sagan è andato a segno due volte: nella 4ª frazione (Pismo beach-Avila beach, 173.1 km) e nella 6ª, la crono individuale di Big Bear Lake. Positiva anche la prova di Mark Cavendish (Etixx-Quickstep): il 29enne britannico ha trionfato in quattro tappe, chiudendo la corsa al top della classifica a punti. La maglia del re della montagna è stata vinta da Daniel Oss (Bmc), uno dei sette italiani presenti al via.

SU EUROSPORT diretta dalle 14.15 Giro Extra dalle 17.30

a 1h53'13"

155 HENDERSON (N.ZEL) a 1h53'19" 156 PORSEV (RUS)

a 1h54'52"

157 MATYSIAK (POL)

a 1h56'25"

159 SILVESTRE (POR)

a 1h57'01"

160 ZABEL (GER)

a 1h57'39"

161 KEISSE (BEL)

a 1h58'31"

162 PINEAU (FRA)

a 1h58'52"

a 21'17"

96 ROUX (FRA)

a 1h15'42"

97 FAVILLI (ITA)

a 1h15'53"

35 CARDOSO (POR)

a 22'12"

98 LUDVIGSSON (SVE)

a 1h16'47"

36 BONGIORNO (ITA)

a 22'47"

99 PATERSKI (POL)

a 1h19'33"

37 ROGERS (AUS)

a 25'02"

100 BOOKWALTER (USA) a 1h20'05"

38 INTXAUSTI (SPA)

a 25'03"

101 ACEVEDO (COL)

39 ELISSONDE (FRA)

a 30'57"

102 HAGA (USA)

a 1h21'01"

40 SANCHEZ (SPA)

a 32'49"

103 NOCENTINI (ITA)

a 1h24'17"

41 KOCHETKOV (RUS)

a 34'15"

104 WEENING (OLA)

a 1h24'32"

168 WATSON (AUS)

a 2h05'11"

42 FINETTO (ITA)

a 36'08"

105 RUTKIEWICZ (POL)

a 1h25'40"

169 VAN POPPEL (OLA)

a 2h05'24"

43 LAGUTIN (RUS)

a 37'05"

106 BURGHARDT (GER)

a 1h26'56"

170 EISEL (AUT)

a 2h07'41"

163 TVETCOV (ROM)

a 1h59'03"

164 MIHAYLOV (BUL)

a 1h59'09"

165 ARNDT (GER)

a 2h02'19"

166 FLENS (OLA)

a 2h02'56"

167 VERVAEKE (BEL)

a 2h03'07"

a 37'37"

107 APPOLLONIO (ITA)

a 1h27'44"

171 RUFFONI (ITA)

a 2h07'58"

45 SZMYD (POL)

a 37'58"

108 PETACCHI (ITA)

a 1h28'14"

172 GATTO (ITA)

a 2h08'47"

46 CLARKE (AUS)

a 38'24"

109 TOSATTO (ITA)

a 1h30'51"

173 BANDIERA (ITA)

a 2h09'25"

47 SIUTSOU (BIE)

a 38'37"

110 SABATINI (ITA)

a 1h30'55"

174 VEIKKANEN (FIN)

a 2h10'38"

48 FELLINE (ITA)

a 40'01"

111 HOULE (CAN)

a 1h31'40"

175 BROECKX (BEL)

49 ANTON (SPA)

a 41'06"

112 DURBRIDGE (AUS)

a 1h31'44"

176 STAMSNIJDER (OLA) a 2h11'17"

50 HERRADA (SPA)

a 41'13"

113 VAKOC (R.CEC)

a 1h32'24"

177 STACCHIOTTI (ITA)

a 2h11'33"

51 ZAKARIN (RUS)

a 42'08"

114 PINEAU (FRA)

a 1h32'34"

178 MALAGUTI (ITA)

a 2h15'50"

52 GAVAZZI (ITA)

a 42'44"

115 BEWLEY (N.ZEL)

a 1h32'38"

179 GROSU (ROM)

a 2h16'16"

53 KEIZER (OLA)

a 43'15"

116 BELLETTI (ITA)

a 1h32'53"

180 DE BACKER (BEL)

54 MOUREY (FRA)

a 44'06"

117 MALACARNE (ITA)

a 1h33'10"

181 BOEM (ITA)

a 2h16'51"

55 STORTONI (ITA)

a 44'35"

118 HAUSSLER (AUS)

a 1h33'41"

182 ZHUPA (ALB)

a 2h17'08"

56 GILBERT (BEL)

a 45'07"

119 LOBATO (SPA)

a 1h34'02"

183 HEPBURN (AUS)

a 2h20'10"

57 MONTAGUTI (ITA)

a 46'04"

120 BERARD (FRA)

a 1h34'43"

184 JI (CINA)

a 2h21'47"

58 PELLIZOTTI (ITA)

a 47'02"

121 COURTEILLE (FRA)

a 1h35'26"

185 KLUGE (GER)

a 47'37"

122 FRAPPORTI (ITA)

a 1h35'29"

186 SARAMOTINS (LET)

a 2h28'11"

a 47'40"

123 BAK (DAN)

a 1h35'33"

187 COLEDAN (ITA)

a 2h34'59"

a 48'45"

124 REZA (FRA)

a 1h35'51"

188 PELUCCHI (ITA)

a 2h38'24"

GROSU (ROM) MARYCZ (POL) GREIPEL (GER) ZABEL (GER) HOULE (CAN) SILVESTRE (POR) VANDEWALLE (BEL) KEISSE (BEL) TVETCOV (ROM) LANCASTER (AUS) LOBATO (SPA) BERARD (FRA) FAIRLY (USA) BELLETTI (ITA) PAULINHO (POR) JI (CINA) MODOLO (ITA) RICHEZE (ARG) CHIRICO (ITA) BATTAGLIN (ITA) BOEM (ITA) BROECKX (BEL) HOFLAND (OLA) FLENS (OLA) ZARDINI (ITA) ROVNY (RUS) SIUTSOU (BIE)

a 23'42"

162 163 164 165 166 167 168 169 170 171 172 173 174 175 176 177 178 179 180 181 182 183 184 185 186 187 188

SARAMOTINS (LET) BEPPU (GIAP) STACCHIOTTI (ITA) MALAGUTI (ITA) DE NEGRI (ITA) BANDIERA (ITA) PELUCCHI (ITA) PORSEV (RUS) ZHUPA (ALB) RUFFONI (ITA) VEIKKANEN (FIN) XU (CINA) BOUET (FRA) GATTO (ITA) MIHAYLOV (BUL) COLEDAN (ITA) MATYSIAK (POL) WATSON (AUS) HEPBURN (AUS) EISEL (AUT) HENDERSON (N.ZEL) VERVAEKE (BEL) MEZGEC (SLO) DE BACKER (BEL) VAN POPPEL (OLA) ARNDT (GER) KLUGE (GER) ISHIBASHI (GIAP)

rit.

22 SQUADRE, RESTANO IN 188 AG2R LA MONDIALE D.S. Biondi 1 POZZOVIVO 2 BERARD 3 BETANCUR 4 DOMONT 5 DUPONT 6 GRETSCH 7 HOULE 8 MONTAGUTI 9 NOCENTINI

ITA FRA COL FRA FRA GER CAN ITA ITA

ANDRONI-SIDERMEC D.S. Savio 11 PELLIZOTTI 12 APPOLLONIO 13 BANDIERA 14 DALL'ANTONIA 15 FRAPPORTI 16 GATTO 17 STORTONI 18 TVETCOV 19 ZILIOLI

ITA ITA ITA ITA ITA ITA ITA ROM ITA

ASTANA PRO TEAM D.S. Shefer 21 ARU 22 CATALDO 23 KANGERT 24 LANDA 25 MALACARNE 26 ROSA 27 SANCHEZ 28 TIRALONGO 29 ZEITS

ITA ITA EST SPA ITA ITA SPA ITA KAZ

BARDIANI CSF D.S. Reverberi 31 BONGIORNO 32 BARBIN 33 BATTAGLIN 34 BOEM 35 CHIRICO 36 COLBRELLI 37 PIRAZZI 38 RUFFONI 39 ZARDINI

ITA ITA ITA ITA ITA ITA ITA ITA ITA

ETIXX - QUICK-STEP D.S. Bramati 61 URAN 62 BOONEN 63 BOUET 64 DE LA CRUZ 65 KEISSE 66 MEERSMAN 67 SABATINI 68 SERRY 69 VAKOC

a 2h25'00"

61 DILLIER (SVI)

a 14'37" a 17'53"

135 136 137 138 139 140 141 142 143 144 145 146 147 148 149 150 151 152 153 154 155 156 157 158 159 160 161

BEL COL USA GER ITA SVI SVI FRA GER

CCC SPRANDI POLKOWICE D.S. Wadecki 51 PATERSKI POL 52 BOLE SLO 53 MARYCZ POL 54 MATYSIAK POL 55 MIHAYLOV BUL 56 OWSIAN POL 57 RUTKIEWICZ POL 58 SAMOILAU BIE 59 SZMYD POL

a 2h11'13"

60 HENAO (COL)

BOONEN (BEL) BASSO (ITA) DE LA CRUZ (SPA) PATERSKI (POL) VAKOC (R.CEC) SAMOILAU (BIE) OWSIAN (POL) ANTON (SPA) GERRANS (AUS) DURBRIDGE (AUS) PELLIZOTTI (ITA) FISCHER (BRA) CLARKE (AUS) BOOKWALTER (USA) BAK (DAN) ZILIOLI (ITA) BERLATO (ITA) CHAVES (COL) QUINTANA (COL) FERNANDEZ (SPA) FRAPPORTI (ITA) JUUL JENSEN (DAN) CHERNETSKI (RUS) PAOLINI (ITA) COURTEILLE (FRA) FERRARI (ITA) COLBRELLI (ITA) PINEAU (FRA)

BMC RACING TEAM D.S. Baldato 41 GILBERT 42 ATAPUMA 43 BOOKWALTER 44 BURGHARDT 45 CARUSO 46 DILLIER 47 KÜNG 48 MOINARD 49 ZABEL

158 CHERNETSKI (RUS)

a 21'22"

59 DUPONT (FRA)

a 7'01"

ROGERS (AUS) BROWN (USA) DANIELSON (USA) WEENING (OLA) LINDEMAN (OLA) MONTAGUTI (ITA) BUSATO (ITA) REZA (FRA) HAUSSLER (AUS) TJALLINGII (OLA) HANSEN (AUS) GRETSCH (GER) STAMSNIJDER (OLA) GRMAY (ETI) ZAKARIN (RUS) PINEAU (FRA) ALAFACI (ITA) ZEITS (KAZ) NOCENTINI (ITA) SABATINI (ITA) TOSATTO (ITA) MORI (ITA) PUCCIO (ITA) VIVIANI (ITA) NIZZOLO (ITA) MARANGONI (ITA) FAVILLI (ITA)

a 1h52'19"

34 CHAVES (COL)

44 ULISSI (ITA)

a 5'19"

80 81 82 83 84 85 86 87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 100 101 102 103 104 105 106

152 JUUL JENSEN (DAN) a 1h50'50"

33 CLEMENT (OLA)

a 1h20'16"

ARMEE (BEL) SANCHEZ (SPA) LAGUTIN (RUS) HAGA (USA) ULISSI (ITA) BURGHARDT (GER) LUDVIGSSON (SVE) VAN DER LIJKE (OLA) MOUREY (FRA) APPOLLONIO (ITA) GAVAZZI (ITA) BISOLTI (ITA) BEWLEY (N.ZEL) ACEVEDO (COL) STORTONI (ITA) MALACARNE (ITA) BOARO (ITA) PETACCHI (ITA) KIRYIENKA (BIE) HENAO (COL) VILLELLA (ITA) BELKOV (RUS) BOLE (SLO) RUTKIEWICZ (POL) DILLIER (SVI) KÜNG (SVI) CHEVRIER (FRA)

a 1h36'03"

1492,6 km in 38h31’35’’, media 38,742 km/h

1

a 3'20" a 3'22"

53 54 55 56 57 58 59 60 61 62 63 64 65 66 67 68 69 70 71 72 73 74 75 76 77 78 79

● Grandi corse a tappe vinte da Martinelli in ammiraglia: 5 Giri (Pantani, Cunego, Garzelli e Nibali) e 2 Tour (Pantani e Nibali)

FDJ D.S. Guesdon 71 GENIEZ 72 COURTEILLE

COL BEL FRA SPA BEL BEL ITA BEL R.CEC

FRA FRA

73 74 75 76 77 78 79

ELISSONDE FISCHER MOUREY PINEAU RÉZA ROUX VEIKKANEN

FRA BRA FRA FRA FRA FRA FIN

IAM CYCLING D.S. Carlstrom 81 CHAVANEL 82 CHEVRIER 83 CLEMENT 84 HAUSSLER 85 KLUGE 86 PELUCCHI 87 PINEAU 88 REICHENBACH 89 SARAMOTINS

FRA FRA OLA AUS GER ITA FRA SVI LET

LAMPRE - MERIDA D.S. Maini 91 ULISSI 92 FERRARI 93 GRMAY 94 MODOLO 95 MORI 96 NIEMIEC 97 POLANC 98 RICHEZE 99 XU

ITA ITA ETI ITA ITA POL SLO ARG CINA

LOTTO SOUDAL D.S. Leysen 100 VAN DEN BROECK 101 ARMEE 102 BAK 103 BROECKX 104 GREIPEL 105 HANSEN 106 HENDERSON 107 MONFORT 109 VERVAEKE

BEL BEL DAN BEL GER AUS N.ZEL BEL BEL

MOVISTAR TEAM D.S. Garcia 111 INTXAUSTI 112 AMADOR 113 ANTON 114 FERNANDEZ 115 HERRADA 116 IZAGUIRRE 117 LOBATO 118 D. QUINTANA 119 VISCONTI

SPA C.RICA SPA SPA SPA SPA SPA COL ITA

NIPPO - VINI FANTINI D.S. Giuliani 121 CUNEGO 122 BERLATO 123 BISOLTI 124 COLLI 125 DE NEGRI 126 GROSU 127 ISHIBASHI 128 MALAGUTI 129 STACCHIOTTI

ITA ITA ITA ITA ITA ROM GIAP ITA ITA

ORICA GREENEDGE D.S. White 131 MATTHEWS 132 BEWLEY 133 CHAVES 134 CLARKE 135 DURBRIDGE 136 GERRANS 137 HEPBURN 138 LANCASTER 139 WEENING

AUS N.ZEL COL AUS AUS AUS AUS AUS OLA

SOUTHEAST D.S. Parsani 141 BELLETTI 142 BUSATO 143 CARRETERO 144 FAVILLI 145 FINETTO 146 GAVAZZI

ITA ITA PAN ITA ITA ITA

147 MONSALVE 148 PETACCHI 149 ZHUPA

VEN ITA ALB

TEAM CANNONDALE - GARMIN D.S. Wegelius 151 HESJEDAL CAN 152 ACEVEDO COL 153 BROWN USA 154 CARDOSO POR 155 DANIELSON USA 156 FORMOLO ITA 157 MARANGONI ITA 158 SLAGTER OLA 159 VILLELLA ITA TEAM GIANT - ALPECIN D.S. Engels 161 MEZGEC 162 ARNDT 163 DE BACKER 164 FAIRLY 165 GESCHKE 166 HAGA 167 JI 168 LUDVIGSSON 169 STAMSNIJDER TEAM KATUSHA D.S. Konyshev 171 PAOLINI 172 BELKOV 173 CHERNETSKI 174 KOCHETKOV 175 LAGUTIN 176 PORSEV 177 TROFIMOV 178 VOROBYEV 179 ZAKARIN

SLO GER BEL USA GER USA CINA SVE OLA

ITA RUS RUS RUS RUS RUS RUS RUS RUS

TEAM LOTTO NL - JUMBO D.S. Boven 181 KRUIJSWIJK OLA 182 BENNETT N.ZEL 183 FLENS OLA 184 HOFLAND OLA 185 KEIZER OLA 186 LINDEMAN OLA 187 TJALLINGII OLA 188 VAN DER LIJKE OLA 189 WAGNER GER TEAM SKY D.S. Cioni 191 PORTE 192 EISEL 193 HENAO 194 KIRYIENKA 195 KONIG 196 NIEVE 197 PUCCIO 198 SIUTSOU 199 VIVIANI

AUS AUT COL BIE R.CEC SPA ITA BIE ITA

TINKOFF SAXO D.S. De Jongh 201 CONTADOR 202 BASSO 203 BOARO 204 JUUL JENSEN 205 KREUZIGER 206 PAULINHO 207 ROGERS 208 ROVNY 209 TOSATTO

SPA ITA ITA DAN R.CEC POR AUS RUS ITA

TREK FACTORY RACING D.S. Baffi 211 NIZZOLO ITA 212 ALAFACI ITA 213 BEPPU GIAP 214 COLEDAN ITA 215 FELLINE ITA 216 SILVESTRE POR 217 VAN POPPEL OLA 218 VANDEWALLE BEL 219 WATSON AUS

A PUNTI

MONTAGNA

GIOVANI

TEAM A TEMPI

TEAM A PUNTI

ULTIMO KM

La maglia rossa «Algida» va al leader della classifica a punti, assegnati a seconda della categoria della tappa su ognuno dei traguardi volanti. Classifica: 1. Elia VIVIANI 78 punti; 2. Greipel (Ger) 75; 3. Bandiera 60; 4. Ulissi 50; 5. Nizzolo 47; 6. Frapporti 40, 7. Hofland (Ola) 40; 8. Tiralongo 37; Lobato (Spa) 37.

La maglia azzurra «Mediolanum» va al leader della classifica dei gran premi della montagna, con punteggi diversi a seconda della categoria delle salita; il massimo è previsto per la Cima Coppi, poi 9 gpm di 1a categoria, 8 di 2a, 13 di 3a e 8 di 4a. Classifica: 1. Simon GESCHKE (Ger) 50 punti; 2. Intxausti (Spa) 39; 3. Kruijswijk (Ola) 37.

La maglia bianca «Eurospin» va al leader della classifica (a tempi) dei giovani, nati cioè dopo il 1° gennaio 1990. Class.: 1. Fabio ARU; 2. Formolo a 2'58"; 3. Polanc (Slo) a 20'12"; 4. Chaves (Col) a 21'19"; 5. Bongiorno a 22'44"; 6. Elissonde (Fra) a 30'54"; 7. Felline a 39'58"; 8. Herrada (Spa) a 41'10"; 9. Henao (Col) a 47'37'.

La classifica per squadre a tempi prende in considerazione i primi tre corridori di ciascuna squadra. La somma dei loro tempi determina il tempo di squadra. Class.: 1. ASTANA 114h55'59"; 2. Sky a 5'58"; 3. Bmc a 6'12"; 4. Movistar a 7'11"; 5. CannondaleGarmin a 23'42"; 6. Tinkoff-Saxo a 24'52"; 7. Lotto Soudal a 41'.

La classifica a squadre a punti si basa sui punti presi dalle squadre in più classifiche coi piazzamenti dei ciclisti. Class.: 1. ASTANA 247 punti; 2. Orica 194; 3. Movistar 162; 4. Lampre-Merida 140; 5. Bmc 133; 6. Southeast 118; 7. Sky 116; 8. Iam 112; 9. Lotto NL Jumbo 99; 10. Tinkoff-Saxo 90.

La classifica Energia «Engie» premia il corridore che, lungo l’intero Giro, avrà percorso più rapidamente gli ultimi 3 km di ogni tappa in linea. A ogni tappa si assegnano punti ai tre corridori più veloci. Class.: 1. Fabio Felline 5; 2. Aru 4; 3. Visconti 4; 4. Trofimov (Rus) 4; 5. Lagutin (Rus) 4; 6. Gerrans (Aus) 4; 7. Greipel (Ger) 4.


98° Giro d’Italia R Il leader

LUNEDÌ 18 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

12

«DOPO LA CRONO DI TREVISO DECIDO: O CLASSIFICA O PUNTO ALLE TAPPE» DAVIDE FORMOLO 22 ANNI, CANNONDALE-GARMIN

fLA MAGLIA ROSA

ALBERTO CONTADOR

«Quelle parole in corsa con Aru? Uran era dietro...» 1Nel dopo-tappa è stato colpito involontariamente allo zigomo da una telecamera. «Dovevamo collaborare»

Il Giro non è solo sport, ma cultura, tradizioni, storia. Nella tappa più a sud di questa edizione della corsa, ecco il passaggio della maglia rosa nel Sannio BETTINI

Claudio Ghisalberti INVIATO A SAN GIORGIO DEL SANNIO (BENEVENTO)

N

on è finito k.o., ma ha traballato. Alberto Contador ieri è stato messo alle corde. Non è successo durante la tappa, nella quale la maglia rosa ha dimostrato di avere sempre la situazione sotto controllo, e questo nonostante la sua Tinkoff non sia il massimo dell’affidabilità. Lo spagnolo ha rischiato di finire al tappeto nella gazzarra incontrollata del dopotappa, pochi secondi dopo avere tagliato il traguardo. A colpire involontariamente, sullo zigomo destro con una specie di gancio, è stato un cameraman della Rai la cui telecamera si è stampata sul volto

di Contador. Nonostante questo, il fuoriclasse spagnolo non perde l’autocontrollo. Sorride incredulo. «Sì a volte per i cameraman è complicato organizzarsi. Fatto sta che uno mi ha colpito e mi ha fatto venire le pulsazioni più alte di quando ero in bicicletta. Ora speriamo che con un pochino di ghiaccio passi». Però dal suo umore non sembra tanto grave? «Sì dai, poi adesso ho anche un giorno per recuperare». Negli ultimi chilometri di corsa Aru si è avvicinato e le ha detto qualcosa, poi vi siete parlati altre volte. Che cosa vi siete detti? «Vediamo… Siamo qui entrambi per cercare di vincere questa corsa e uno dei rivali

LA CHIAVE

5

a

La tappa del Giro 2015 (Abetone) in cui Contador ha conquistato la rosa: mai così presto per lui in un grande giro che è poco distante in classifica, Uran, che nella crono può essere pericoloso perché è più forte di noi, era rimasto dietro. Era importante sfruttare un’occasione come questa. Possiamo dire che è stata una buona giornata per noi». Solo questo? «Sì, era questione di collabo-

rare tra noi per potere distanziare Uran. Ho tirato fino alla fine e pazienza se nel finale Aru mi ha preso un secondo, non credo abbia una grandissima importanza». TIFOSI Qualche fastidio, peraltro ben mascherato, Contador lo aveva avuto anche in mattinata a causa dell’eccessivo calore dei tifosi di Benevento. Come accade di consuetudine, il bus giallofluo era stato preso d’assalto dai tifosi in cerca di un autografo o ancora meglio un autoscatto con il campione. Alberto s’era mostrato come sempre disponibile, ma a un patto: che i tifosi restassero dietro una fettuccia che delimitava lo spazio e, ovviamente, niente abbracci o pacche sulle spalle. Invece il calore dei tifosi ha fatto sì che non fosse così e per un attimo Alberto s’è innervosito. È stato un attimo, poi gli è tornato subito il sorriso in volto: «Incredibile l’affetto che la gente mi dà sempre».

39

● Le maglie rosa indossate da Alberto Contador al Giro: 7 nel 2008 e 5 quest’anno, oltre alle 13 perse a tavolino nel 2011

IL LEADER SKY

Porte in volo Dal motorhome all’elicottero 1L’australiano, 3° a 22”, viaggia

nel comfort: «Aspetto la crono» Uran perde ancora 46”: è a 2’10”

SAN GIORGIO DEL SANNIO

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ichie Porte è «Il Temporeggiatore». I Romani lo chiamerebbero «Cunctator», come Quinto Fabio Massimo, il generale romano, che fermò Annibale aspettando. Il Giro ieri passava per il Sannio proprio dove il suo esercito seguiva le truppe cartaginesi, evitando sempre la battaglia. Porte ha fatto lo stesso. Ha seguito Aru e Contador, controllandoli. Come a Campitello Matese. Dopo la battaglia del Trasimeno, i Romani diedero il comando a Quinto Fabio Massimo. Questi passava per gli altipiani, logorava il nemico, senza accettare la battaglia. Arrivò in Puglia sulle orme di Annibale. Risalì per il Sannio e la Campania. Quando accerchiò Annibale, questi gli sfuggí accendendo fascine. Quando Quinto Fa- Richie Porte, 30 anni, in elicottero bio Massimo fu sostituito ci fu la sconfitta di Canne, che indusse i Romani a riprendere la tattica temporeggiatrice fino alla vittoria finale.

PRIMO BILANCIO Oggi Contador sfrutta il giorno di riposo a Montegranaro, nelle Marche. Il primo blocco di Giro gli ha dato indicazioni contrastanti. Innanzitutto gli ha consegnato la maglia rosa ed è bene ricordare che Alberto quando ha indossato una maglia di leader nei grandi giri non l’ha più tolta. Poi l’incidente di Castiglione della Pescaia ha, se possibile, aumentato la sua grinta e gli ha dimostrato che la strada è quella giusta, la condizione è ottimale. Il problema, invece, è legato alla squadra: Contador per ora sa di potere contare un pochino su Kreuziger, ma per il resto la Tinkoff non sta affatto brillando. L’Astana di Aru al momento è decisamente più forte, la Sky di Porte non s’è fatta vedere molto, ma quando è servito c’è stata. Contador professa fiducia nei compagni. A questo punto non ha alternative. Intanto il suo pensiero è già sulla lunghissima crono di Treviso, in programma sabato. «E’ una domanda che mi gira spesso per la testa – conferma -. Conto i giorni che mancano all’appuntamento. Quello che mi fa preoccupare, anche se miglioro giorno per giorno, è la posizione delle braccia, di solito le tengo molto vicine. Forse dovrò cambiare un pochino la posizione». No, non la cambierà. Anzi, per l’incidente che ha avuto l’assetto da crono è proprio quello che crea meno problemi.

IN VOLO Richie Porte segue un’antica lezione, vecchia di oltre 2200 anni. Lo fa con metodi nuovi. Non dorme in tenda, ma nel motorhome. E ieri è stato l’unico a fare il trasferimento a Civitanova Marche in elicottero. È un fantasma, che incombe sulle scapole di Contador e Aru. Porte si nasconde anche quando parla. «Mi sento bene e guardo avanti». «Sono contento che la prima parte del Giro sia finita». «È bello essere nel cuore della corsa. Sono andato veramente forte». E avverte: «Sto aspettando la cronometro. Ma, come oggi, devi saper cogliere le opportunità dove vengono». Uran, staccato per la terza volta in montagna, ha spiegato: «Mi porto dietro la bronchite dal giro di Lombardia. Ho preso antibiotici fino a venerdì. Mi sono sentito bene a Campitello Matese, ma, dopo tre giorni duri, ho pagato. Quando Aru ha attaccato non mi sono sentito bene e ho dovuto rimanere nella pancia del gruppo». Però non demorde. «Non sono fuori classifica: 2’10” è un distacco importante, ma non definitivo. Io sono un guerriero, che lotta fino alla fine. Spero di tornare al 100% per la cronometro di sabato. Lì darò tutto. Poi vedremo quale sarà il mio obiettivo finale». greg

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L’INCIDENTE IN VOLATA

«Sono angosciato per quanto successo a Colli» 1Marco Caruso è il fotografo che ha

involontariamente innescato la caduta «Mi è cascato il mondo addosso»

Maurizio Caldarelli CASTIGLIONE (GROSSETO)

«V

DELLA

PESCAIA

enga a trascorrere dieci giorni di convalescenza a Castiglione della Pescaia, sarà nostro ospite». L’assessore al turismo di Castiglione della Pescaia, Pier Paolo Rotoloni, tende la mano a Daniele Colli, il corridore milanese della Nippo-Vini

Fantini coinvolto nella caduta all’arrivo della sesta tappa del Giro, partita da Montecatini Terme, e ricoverato all’ospedale di Grosseto per una doppia frattura all’omero sinistro. «Vogliamo che Colli — aggiunge Rotoloni — apprezzi le bellezze della nostra cittadina e magari vada a cena, per chiarirsi, con Marco Caruso, che ci terrebbe ad incontrarlo dopo lo spiacevole incidente di giovedì scorso e fargli di persona

le sue sentite scuse». La località balneare maremmana vive con partecipazione le vicende legate all’incidente che ha coinvolto il 33enne milanese e si stringe intorno ad un suo concittadino salito alla ribalta della cronaca suo malgrado. Ed anche l’assessore ha voluto far sentire la vicinanza a Colli, dopo la visita del sindaco Farnetani in ospedale. MOMENTO «Mi è cascato il mondo addosso – dice Marco Caruso, che è coetaneo di Colli – in questi giorni preferisco stare lontano dal mondo, evitare di rilasciare dichiarazioni, ammetto di soffrire l’eccessiva pressione della gente, ma sono

Daniele Colli, 33 anni, in ospedale a Grosseto dopo l’intervento

sinceramente dispiaciuto e angosciato di quanto è accaduto a Colli e a Contador». Parole che non riescono a nascondere il difficile momento che sta vivendo il giovane fiorentino trapiantato in Maremma da qualche anno, sostenuto dalla fidanzata, che abita nella frazione di Tirli. «E’ un bravo ragazzo – ci siamo sentiti ripetere girando per il paese – chiedetelo anche al parroco della chiesa di San Giovanni Battista: frequenta la gioventù francescana e il catechismo, oltre ad essere un professionista serio». «Giovedì scorso però era fuori servizio — dice Fabio Tavarelli, avvocato difensore di Caruso — era senza accredito, voleva

godersi un pomeriggio insieme alla famiglia. La macchina fotografica era al collo e Marco, che era appoggiato alla balaustra, è a sua volta vittima di quello che è accaduto, visto che l’obiettivo, nell’urto involontario con il corridore, gli è sbattuto in faccia, provocandogli un taglio, suturato con due punti all’ospedale». «Poteva capitare a chiunque – prosegue Tavarelli — si trovasse lungo quel rettilineo, visto che la balaustra ai 250 metri era bassa. Mi auguro solo che questo venga compreso da Colli e da tutto il suo entourage e che tutto si risolva con una stretta di mano tra i due». © RIPRODUZIONE RISERVATA


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98° Giro d’Italia R Evento Rcs Sport-Gazzetta

LUNEDÌ 18 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

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«DOPO POLANC E ULISSI, ADESSO PROVEREMO A VINCERE CON NIEMIEC» MANUELE MORI 34 ANNI, LAMPRE-MERIDA

● Le vittorie da pro’ di Daniele Colli, all’undicesima stagione da professionista: esordì nel 2005 con la Liquigas

Mito Mortirolo Ciclisti e tifosi, è qui la festa

PILOTA, SPALLA K.O.

A terra la moto di un fotografo: bandiera rossa

1Un migliaio di amatori alla Granfondo

Giro, antipasto del tappone (26 maggio) Un’immagine spettacolare della Granfondo Giro d’Italia-Mortirolo FOTO ANSA/DANIELE MOSNA

Francesco Ceniti INVIATO A APRICA (SONDRIO)

E’

qui la festa: Pinzolo, Campo Carlo Magno, passo del Tonale, Aprica, il mitico Mortirolo (quello classico, da Mazzo di Valtellina) e ancora Aprica. Ben 174 chilometri colorati di rosa, nel nome del Giro e della Gran Fondo organizzata da Rcs Sport. Una sfida nella sfida, sullo stesso percorso che sarà il palcoscenico dei vari Contador, Aru e Porte il prossimo 26 maggio (sedicesima tappa). Il tempo è stato alleato dei corridori, oltre 1000 quelli che si sono presentati alle 8 per la partenza da Pinzolo: sole e temperature gradevoli anche in cima (quasi 2000 metri su Tonale e Mortirolo). E la gente si è divertita ad applaudire i ciclisti, affollando i Gran premi della montagna e incitando tutti, specie gli ultimi che hanno concluso la loro fatica quasi alle 18. Almeno i temerari: poco più di un centinaio tra gli uomini e sei tra le donne. Si sono lanciati nella grande

avventura, affrontando i 174 chilometri. Gli altri hanno scelto di fermarsi dopo «solo» 102, senza sfidare le pendenze micidiali del Mortirolo: quasi 13 km al 10,1 medio e un paio di rampe al 20. APRICA COLORATA Alla fine l’arrivo all’Aprica è stato l’antipasto di quello che accadrà al Giro: la gente è scesa in strada perché la strada è l’essenza del ciclismo. Tanti i cartelli e le scritte sui vari tornanti. E c’è chi ha giocato d’anticipo, prenotando la sosta camper per vedere da molto vicino la tappa del 26 maggio. Sul Mortirolo la carovana è triplicata: diversi gli amatori fuori classifica impegnati nella scalata. C’è chi si è fermato dopo qualche tornante per rifiatare, ma la missione era arrivare in cima. Prima o poi. Insomma, una giornata da portare a casa e da raccontare a figli e nipoti. I vincitori della Gran Fondo? Tra gli uomini Tiziano Lombardi (in 5 ore, 52’ e 13’’), Astrid Schartmueller (in 6 ore, 46’ e 47’’) per le donne. © RIPRODUZIONE RISERVATA

IL GIRO AI RAGGI X MAGLIA ROSA

ROSSA

AZZURRA

9/5

1a SAN LORENZO AL MARE-SANREMO (cronosquadre) 17,6 ORICA

GERRANS

-

-

MATTHEWS

10/5

2 ALBENGA-GENOVA

MATTHEWS

VIVIANI

LINDEMAN

MATTHEWS

11/5

3 RAPALLO-SESTRI LEVANTE

136 MATTHEWS

MATTHEWS

VIVIANI

KOCHETKOV

MATTHEWS

12/5

4a CHIAVARI-LA SPEZIA

150 FORMOLO

CLARKE

VIVIANI

KOCHETKOV

CHAVES

13/5

5 LA SPEZIA-ABETONE

152 POLANC

CONTADOR

VIVIANI

POLANC

ARU

DATA TAPPA a

a

a

KM ARRIVO 177 VIVIANI

BIANCA

14/5

6a MONTECATINI T.-CASTIGLIONE DELLA PESCAIA 183 GREIPEL

CONTADOR

GREIPEL

POLANC

ARU

15/5

7a GROSSETO-FIUGGI

267 ULISSI

CONTADOR

VIVIANI

POLANC

ARU

16/5

8a FIUGGI-CAMPITELLO MATESE

186 INTXAUSTI

CONTADOR

VIVIANI

INTXAUSTI

ARU

Ieri

9a BENEVENTO-SAN GIORGIO DEL SANNIO

224 TIRALONGO

CONTADOR

VIVIANI

GESCHKE

ARU

DATA TAPPA Oggi

KM DIFFICOLTÀ e GIUDIZIO GAZZETTA

RIPOSO a CIVITANOVA MARCHE

Domani 10a CIVITANOVA MARCHE-FORLÌ

200

20/5

11a FORLÌ-IMOLA (Autodromo Ferrari)

153

21/5

12 IMOLA-VICENZA (Monte Berico)

190

22/5

13 MONTECCHIO MAGGIORE-JESOLO

147

23/5

14 TREVISO-VALDOBBIADENE (crono individuale)

24/5

15 MAROSTICA-MADONNA DI CAMPIGLIO

25/5

RIPOSO a MADONNA DI CAMPIGLIO

26/5

16a PINZOLO-APRICA

174

27/5

17a TIRANO-LUGANO

134

28/5

18a MELIDE-VERBANIA

170

29/5

19a GRAVELLONA TOCE-CERVINIA

236

30/5

20a SAINT-VINCENT-SESTRIERE

199

31/5

21a TORINO-MILANO

178

a

a

a

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59,4 165

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Si inizia la risalita dopo il primo riposo, spazio agli uomini da volata

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Tonale, Aprica, Mortirolo, Aprica: bastano i nomi. Saranno emozioni forti

Tappa non facile: nel finale 3 volte il circuito Tre Monti e arrivo nell’autodromo Ultimi 60 km da fuoco e fiamme, i 1200 metri finali con punte all’11% Un biliardo: la quiete prima della tempesta, finale velocissimo, e le rotatorie... L’unica crono: 30 km piatti, poi 29,4 su e giù tra i vigneti. Molti qui perdono il Giro Ecco le Dolomiti: il Daone - salita e discesa - è da temere più di Campiglio

Giornata di recupero, via libera ai velocisti usciti sani e salvi dalle Dolomiti Il Monte Ologno (10 km al 9%; Gpm a 36 km dall’arrivo) è un trampolino Quasi 4800 metri di dislivello, per lo più negli ultimi 90 km con 3 salite da 20 km Si decide il Giro, il Colle delle Finestre con gli ultimi 9 km di sterrato fa paura Passerella finale a Milano dopo 2 anni: si passa dall’Expo, poi circuito in corso Sempione

● Yuzuru Sunada è un fotografo giapponese di stanza da tempo in Italia, tra i più apprezzati in gruppo. Ieri, con la moto con la quale segue di solito le tappa del Giro d’Italia, è scivolato nella discesa del Colle Molella (Gpm di prima categoria), davanti al gruppo della maglia rosa: per lui niente di serio (lamentava dolore a un ginocchio), mentre il suo pilota, Arturo Parenti, è stato portato all’Ospedale di Avellino dove gli è stata diagnosticata una lussazione all’anca sinistra. A quel punto in corsa è entrata in azione una moto dell’organizzazione con la bandiera rossa, stile safetycar nella Formula 1, e il gruppo ha rallentato (mentre la fuga era già davanti a tutti) per pochi secondi. Il direttore del Giro d’Italia, Mauro Vegni, ha spento sul nascere ogni polemica: «La sicurezza viene prima di tutto, è sempre la nostra priorità. In quel momento non si poteva fare altrimenti. E il gruppo non ha rallentato per molto tempo. Sicuramente quanto accaduto non ha influito sull’esito finale della tappa di San Giorgio del Sannio». ci.sco. © RIPRODUZIONE RISERVATA


98° Giro d’Italia R Il personaggio

LUNEDÌ 18 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

«MI HA INSEGNATO ANCHE A FARE LA VALIGIA. DA ALLORA È IL “PROFESSORE”» EDDY MERCKX 69 ANNI, SU VITTORIO ADORNI

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● Le tappe al Giro d’Italia vinte da Vittorio Adorni tra il ‘62 e il ‘68, con 19 giorni in rosa e il trionfo nel ‘65

conda guerra mondiale, lei dopo. Durante, più che vivere, c’era da sopravvivere». La prima bici? «Comprata con i miei risparmi di commesso in una ferramenta, da un cugino, Sergio Giacopelli, 30mila lire, una cifra enorme. Una bici sportiva, verde scura, con il manubrio diritto, però senza cambio. Avevo 16 anni. Ed ero felice. Un mese dopo, me la rubarono. Per un giorno girai Parma, cercai la bici dovunque, poi mi arresi. Finché ne comprai un’altra, ma siccome i miei risparmi non bastavano, stavolta il resto ce lo mise mio padre. Una bici identica a quella di prima».

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Tre immagini della straordinaria carriera di Vittorio Adorni. ● 1. Vince il Mondiale 1968 sul circuito di Imola (mercoledì ospita la tappa del Giro): sull’ammiraglia esulta il meccanico Ernesto Colnago. ● 2. Si diverte con Eddy Merckx campione del mondo: 1968, squadra Faema ● 3. In maglia rosa: ha vinto il Giro 1965

Adorni il laureato «Persino Merckx chiedeva permesso» 7 anni diventa dottore: oggi il riconoscimento 1A 77

INVIATO A SAN GIORGIO DEL SANNIO (BENEVENTO)

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itt ittorio Adorni, il laureato. Laurea honoris causa dell’Università di Parma in Sc Scienze e tecniche delle attività motorie preventiv e adattate. Oggi, alle 18, nel Teatro preventive d Salsomaggiore Terme, il campione Nuovo di mond di ciclismo su strada nel 1968 e vindel mondo citore de del Giro d’Italia nel 1965, nonché di altre vitto (esclusi circuiti e kermesse), a 77 40 vittorie di anni diventa dottore. Dotto Dottor Adorni, ma lei, la ginnastica a scuola, la fa faceva? «L’a «L’avrei fatta se solo ci fosse stata. Ma nelA SALSOMAGGIORE ● La motivazione della laurea di Vittorio Adorni sarà illustrata dalla «laudatio» del nostro direttore Andrea Monti FOTO BETTINI

La prima corsa? «M’iscrissi all’Audax di Parma. Cicloamatori, pedalate della domenica, 70, 80, 100 km, finché un giorno andammo a Reggio Emilia per la cronoscalata Reggio Emilia-Casina, 20 km di pianura e 10 di salita, felici e contenti tornammo a casa. Il giorno dopo, sulla ‘Gazzetta di Parma’, c’era scritto che, su 230 partenti, avevo vinto io. Fra i battuti, anche Romano Prodi. ‘Ma avevo un anno meno di te’, mi ha detto 40 anni dopo. ‘Sì – gli ho risposto – ma ti ho dato 4 minuti». Professionista nel 1961. «Nella Vov, direttore sportivo Learco Guerra. Scattavo, attaccavo, andavo in fuga, poi crisi e cotte. Di ciclismo non sapevo nulla. Guerra se la rideva: ‘Per imparare, ci devi sbattere la testa’. La strada fu maestra. Da neoprofessionista ero in squadra con Bahamontes. Si lamentava: ‘Tu non vai mai a prendermi l’acqua’. Una volta entrai in un bar, gli altri gregari, abilissimi, svuotarono banconi e frigoriferi, io presi l’unica bottiglia rimasta e, con orgoglio, la porsi a Bahamontes. Lui ne bevve un sorso: era salsa di pomodoro. Poi da quel giorno fui esonerato dal compito».

E’ stato il capitano di Gimondi e Merckx. «Due duri e due testoni, ma più Felice di Eddy. Avrei dovuto insegnare loro come vincere i grandi giri. La differenza è che Gimondi aveva già vinto il Tour de l’Avenir, Merckx no, e allora la scuola elementare Michele Vitali la ginnasti- era più ubbidiente. Siccome erano più forti di ca non era prevista. E non si faceva, né fra i me, il mio obiettivo era non farmi staccare banchi, né nei corridoi. Strade e campi erano la troppo. Con Merckx avevo adottato questo sinostra palestra. Si correva, si saltava, si saliva stema: lui, per attaccare, doveva ottenere il sugli alberi. E si giocava: a namio consenso, un sì con il moscondino, a bandiera, a figurivimento della testa. Ma siccone, a pallone e a gerlo-merlo. me lui voleva sempre attaccare «STRADE E CAMPI SONO Era una specie di baseball con e mi cercava con gli occhi, io STATI LA MIA PALESTRA. un bastone di legno e un pezguardavo sempre da un’altra LA MIA SCUOLA? zetto di legno appuntito. Chi parte. Finché poi cedevo». QUELLA DEL LAVORO batteva, diceva ‘gerlo’. Chi colpiva, ‘merlo’. Se quello non E DEL CICLISMO» Dottor Adorni, è in formissima. colpiva, gli altri correvano». «Smesso di correre, per non ingrassare, ho trovato la dieta A scuola? VITTORIO ADORNI giusta: il primo a pranzo, il se«In quella ufficiale, solo le ele- 77 ANNI condo a cena. E poi un po’ di mentari, però molto bene. Poi bici. Ho una Colnago nuova. E’ la scuola della strada, del lavoro e del ciclismo. ancora in cantina. La battezzerò appena finito Famiglia modesta, semplice, operaia. Mio pa- il Giro, 30-40 km, non di più. Da piccolo sognadre Giovanni era muratore, poi in un’officina vo la bici, con la bici sognavo il ciclismo, nel per caldaie. Mia madre Ines lavorava in una ciclismo sognavo il Giro, e il bello è che sono cantina di vini. Mia sorella Mirella è diventata ancora in giro con il Giro». © RIPRODUZIONE RISERVATA professoressa di inglese. Io nato prima della Se-

«honoris causa» dell’università di Parma

Marco Pastonesi Pa

La prima pedalata? «Con quella di mio padre, con tre amici, sul Passo della Cisa, che a noi pareva lo Stelvio, 60 km ad andare e 60 a tornare, senza allenamento. Tant’è che al ritorno, finita la discesa, ci vennero i crampi. Però mi divertii da matti».


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Motomondiale R GP Francia

Lorenzo, martellata che spaventa Rossi Dovi ancora sul podio 1Lo spagnolo della Yamaha è risalito a -15 da Valentino

Marquez solo 4o : piega Iannone dopo una duello emozionante Filippo Falsaperla INVIATO A LE MANS (FRANCIA)

A

un certo punto, purtroppo solo per pochi giri, nel cielo finalmente azzurro di Le Mans è balenata un’idea meravigliosa. Quella che in MotoGP si potesse bissare il meraviglioso podio tutto tricolore della Moto3, con Romano Fenati, Enea Bastianini e Francesco Bagnaia. C’erano, infatti Andrea Dovizioso, Valentino Rossi e Andrea Iannone a menare le danze in MotoGP. Ma qui, purtroppo, davanti c’era il «martillo castigatore». Il distacco non era abissale: sarebbe bastato un piccolo cedimento, un lungo e sarebbe stata una giornata meravigliosa. DOMINIO Purtroppo, però, quando Jorge Lorenzo inserisce la modalità «distruzione», c’è poco da fare. I suoi avversari lo avevaLA CHIAVE no sperimentato due settimane La sua cavalcata mai fa, in Spagna. Si poteva sperare in discussione: in due che fosse un po’ gare il maiorchino appagato. Invece si è rilanciato questo Jorge assomiglia molto Vale recupera con un al Marc Marquez dominatore de- assetto miracoloso, gli ultimi due an- Marc affonda. La ni. Una marcia Ducati si conferma trionfale, sul filo dei centesimi o dei decimi, ma inesorabile, che lo fanno diventare il nemico numero 1 per il compagno Valentino Rossi, primo inseguitore ieri, che continua la fuga in campionato. Ma ora cambia il punto di riferimento: non più Andrea Dovizioso, che torna sul podio con una Ducati in cerca di stabilità, ma proprio il maiorchino, arrivato in 2 balzi a soli 15 punti.

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● Le vittorie ottenute in MotoGP da Jorge Lorenzo (foto Milagro): per lo spagnolo questa è la seconda stagionale dopo quella di Jerez due settimane fa

CONTROLLO Sembra prematuro fare discorsi di Mondiale ma la classe regina dopo 5 gare sembra aver invertito i valori. Lo sfidante di Valentino sulla strada del decimo Mondiale è proprio Jorge, in una lotta in famiglia destinata a diventare furiosa col passare dei gran premi. Con la rossa terzo incomodo e la Honda che in un mese e mezzo da imbattibile armata si è trasformata in inseguitrice affannata, con i piloti che chiedono quella stabilità di cui la Yamaha sembra essere diventata regina: 4 centri a 1, un dominio. PERICOLI Insieme alla Honda (14 vittorie su 18 nel 2014) si è sciolta anche la sicurezza di Marquez nell’affrontare i rischi senza nemmeno accorgersene. Adesso Marc, appena fa una sbava-

DOTTORE CHE SORPASSI JORGE IMPRENDIBILE

SUBITO IN TESTA ● «POR FUERA», BRIVIDI E SCATTO Jorge Lorenzo, malgrado un contatto con Iannone, balza subito al comando, mentre Marquez sbaglia la staccata GETTY

tura, paga pegno: ieri in una gara anonima, ha chiuso 4o dopo una battaglia senza quartiere con un fantastico Andrea Iannone, che guidava con un braccio solo, a causa della lussazione della clavicola sinistra di martedì. Tre giri di adrenalina pura e di lucida follia, che hanno regalato emozioni. Nella testa dei due devono essere passati i duelli non risolti della Moto2 e così è andata in scena una serie di sorpassi da cardiopalma risoltisi a favore di Marc. RECUPERO Davanti, come detto, la cavalcata di Lorenzo non è stata mai messa in discussione. Ma le premesse non erano state incoraggianti. Perché nel warm up Marquez aveva girato ad un ritmo impressionante, mettendo in apprensione il box Yamaha. Il quale, dalla parte di Valentino, era pieno di dubbi: tutte le modifiche provate non funzionavano. Ma per Jorge il cambio netto di temperatura (al mattino 13 gradi al suolo, in gara 32!) rimetteva a posto le prestazioni della M1, mentre la Honda andava in crisi, soprattutto con la gomma davanti. Dall’altra parte la squadra di Rossi faceL’abbraccio Lorenzo-Rossi CIAM va una messa a punto «al buio» che miracolosamente funzionava. DUELLO Così, mentre Jorge scappava, Valentino inseguiva Dovizioso e riusciva a impallinarlo praticamente a metà gara. Ma il pur risicato ritardo dal compagno (tra 1”4 e 2”2) diventava un solco incolmabile. Idem per Dovizioso all’inseguimento del connazionale. Anche se i 9” rimediati da Rossi sono in gran parte frutto della rilassatezza finale, la strada per risalire è ancora lunga. Anche se davanti c’è il Mugello, dove la rossa ha preparato bene l’attacco ai grandi, con due giorni di test nella passata settimana. RECUPERO Per la Honda, invece, l’unica buona notizia è il recupero di Pedrosa. Certo, Dani è caduto (come Crutchlow e Redding) ma poi è risalito in sella e ha fatto tutta la gara da solo in fondo al gruppo, per capire come sta il suo braccio operato di fresco. Risposta positiva, anche se non è arrivato nemmeno un punto: Dani ha fatto il suo miglior giro, il 9° assoluto, a due passaggi dalla fine. Tra due domeniche al Mugello in bagarre ci sarà anche lui. © RIPRODUZIONE RISERVATA

RIENTRO AMARO ● DANI FINISCE A TERRA Un commissario aiuta Pedrosa a rialzare la Honda dopo la caduta: Dani convalescente finisce la corsa al 16o posto CIAMILLO E CASTORIA

DUELLO TRICOLORE ● LA M1 S’IMPONE SULLA GP15 Dopo Marquez e Iannone, Rossi scavalca pure Dovizioso e si lancia all’inseguimento di Lorenzo. Invano: finisce secondo REUTERS

SECONDO TRIONFO DI FILA ● JORGE NON SMETTE PIÙ Pugno alzato: la gioia di Jorge Lorenzo dopo aver tagliato il traguardo a Le Mans. Per lui è il secondo successo dopo Jerez GETTY IMAGES


Motomondiale R GP Francia

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fIL RE DI LE MANS

fIL RE DEL MONDIALE

IL MAIORCHINO ALLA 2a VITTORIA DI FILA

IL PESARESE AL 5° PODIO STAGIONALE loso è Jorge. Sta correndo in formato “Martillo”, così diventa davvero dura batterlo. Com’è lottare contro il compagno di squadra? Forse senti di più la sfida perché non puoi dare la colpa alla moto, quando perdi. Io e Jorge ormai siamo abituati a condividere il box, non ci saranno problemi particolari».

Jorge: grande concentrazione, capacità di essere velocissimo al via, aggressività nei primi giri, ritmo asfissiante, controllo totale della situazione. «Sono partito bene — ripercorre —, superando sullo slancio Marquez, ma Dovizioso è stato più rapido di me. La mia tattica era non perdere tempo e così alla prima chicane ho forzato, passando la Ducati all’esterno. Poi, una volta al comando, ho cominciato a martellare». Prima Dovi, poi Rossi hanno provato a resistergli, ma non c’è stato nulla da fare. «Ho spinto forte, ma Andrea ha tenuto il ritmo per un po’ di giri. Prima della gara ero preoccupato per la tenuta delle gomme, ma ho potuto continuare a spingere. Sono arrivato ad avere 1”4-1”8 di vantaggio e quando mi hanno segnalato che Rossi si stava avvicinando, ho aumentato il ritmo, sono stato ancora più aggressivo in curva».

JORGE «QUANDO NON HO PROBLEMI SI VEDE COSA SONO CAPACE DI FARE»

TARLO Neanche un secondo posto così bello cancella il tarlo di questa stagione: l’incapacità di partire davanti («Scattare 7o è dura, alla terza curva avevo già 1” da Lorenzo»). E qui spunta un bel siparietto a distanza tra Valentino e Galbusera. Sotto il podio, mentre osserva il suo pilota in festa, il capo tecnico si prende la responsabilità dei risultati mediocri del sabato: «Forse il problema è la mia mancanza di esperienza». Ma subito dopo è Rossi a cospargersi il capo di cenere: «No, è il pilota che è pessimo… Ci metto troppo a capire la strada giusta, a me piacerebbe arrivare prima alle soluzioni, così Galbusera non perderebbe anni di vita ogni fine settimana!».

GP ITALIA Il prossimo appuntamento è al Mugello, dove Jorge è sempre andato fortissimo. «È una delle mie piste preferite, ma lì è molto competitivo anche Rossi e mi aspetto una Ducati velocissima». Il fenomeno Yamaha non si dimentica di Marquez. «Prima di Jerez ero molto lontano da Vale e si diceva che ero in crisi. Adesso sento dire le stesse cose di Marquez, ma la realtà è che io, Valentino o Marc abbiamo il talento per tornare competitivi dopo un GP deludente. Ora abbiamo un po’ di vantaggio e lo dobbiamo conservare: credo che la Honda sia a livello del 2014, forse un po’ meglio, ma noi siamo cresciuti, soprattutto in frenata e ingresso curva».

VALE «QUESTO SECONDO POSTO È IL FRUTTO DI UN AZZARDO»

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Giovanni Zamagni LE MANS (FRANCIA)

H

a ragione Valentino Rossi. «Ho pensato di prendere Lorenzo, ma quando lui è in versione “Martillo” è difficile da battere». Non difficile: (quasi) impossibile. Veloce, preciso, determinato, costante dal primo giro di venerdì all’ultimo di domenica. Impressionante. Ancor più se si pensa che è già il secondo GP consecutivo che fa così: ma nessuna sorpresa, questo è il vero Jorge Lorenzo. «Quando è tutto a posto, quando non ci sono strani problemi, come quello del casco in Qatar, o come la bronchite in Texas, posso dimostrare il mio valore», dice con orgoglio. Dopo tre gare difficili, quasi da dimenticare, tornare a certi livelli è arduo, specie in una MotoGP così competitiva,

con un Rossi velocissimo, un Marquez sempre protagonista e un Dovi pronto ad approfittare di qualsiasi incertezza. «La 2a seconda vittoria di fila mi dà grande confidenza, ho potuto dimostrare il mio potenziale: da Jerez non faccio errori, ma Rossi è efficace da inizio campionato. Non sarà facile ridurre il gap».

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Mauro Casadio INVIATO A LE MANS

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Jorge Lorenzo, 28 anni AP-EPA

RIVALE Ma al di là della classifica, Lorenzo in questo momento è il pilota da battere, il primo rivale per Valentino, che conserva 15 punti di vantaggio. Le Mans ha confermato le qualità di

MUGELLO Tra due settimane c’è il Mugello. La pista che Valentino ama di più. «Ma è pure il circuito preferito di Lorenzo, e Ducati ci ha fatto i test…». L’anno scorso però ha vinto Marquez, il grande deluso di questa prima parte di stagione: «Innanzitutto mi scuso con Marc per averlo portato un po’ fuori durante il sorpasso. Il Mondiale? È troppo presto darlo per spacciato. È un due volte campione del mondo: non sarebbe una sorpresa se vincesse al Mugello».

tavolta la resurrezione di Valentino Rossi è arrivata proprio al limite. Ben dopo il warm up, all’ora di pranzo. La mossa della disperazione che il team guidato da Silvano Galbusera ha azzeccato in pieno. È nato così il 5o podio su 5 gare del Dottore nel 2015. Bisogna risalire addirittura al 2005 — seconda stagione della prima avventura in Yamaha, culminata con la conquista del 7° Mondiale — per trovare un filotto simile a inizio campionato. «Stavolta me l’ero vista davvero brutta — spiega Rossi —. Pensavamo di aver fatto la modifica giusta nel warm up, invece non ero veloce. Abbiamo deciso di rischiare e il mio team è stato bravis-

simo, facendo una modifica mai provata prima. E in gara è andata bene, ero veloce, sono riuscito a rimontare, ma Jorge è stato più bravo di me».

Valentino Rossi, 36 anni MILAGRO-IPP

SANGUE È un 2° posto che vale come una vittoria, «per il quale dopo il warm up avrei firmato con il sangue». Permette a Valentino di mantenere la testa della classifica sempre con 15 punti di distacco sul più immediato inseguitore, che adesso non è più Dovizioso ma Lorenzo. Rossi guadagna anche altre 7 lunghezze su Marc Marquez, ora a -33. «Siamo in quattro a lottare per il Mondiale: io, Lorenzo, Dovizioso e Marc. In questo momento però l’avversario più perico-

LO SCONFITTO

Marquez, è crisi? «Lotto contro la mia Honda» 1«Il davanti si chiudeva, ho rischiato di cadere. Tanti piccoli guai ci fanno perdere tempo. E non si risolveranno domani» INVIATO A LE MANS

L

a Honda e Marc Marquez nel tunnel della crisi. Le Mans ha certificato i problemi del colosso giapponese, reduce da un anno di dominio incontrastato. Ma in MotoGP le cose possono cambiare velocemente. Problemi squisitamente tecnici sulla RC213V 2015. E, probabilmente, anche difficoltà a livello mentale per il bicampione del mondo, messo costantemente sotto pressione dagli avversari di Yamaha e Ducati. Sarà una coincidenza, però Marc ha iniziato a soffrire dopo il sorpasso subìto da Valentino Rossi. Il team principal Livio Suppo si affretta a fare il pompiere, evidenziando come non ci sia «alcun problema psicologico. Semplicemente è stata una giornata storta, Marc ha avuto un guaio al-

l’anteriore, ma comunque ha portato a casa il massimo. E il Mondiale è ancora lungo». CALDO Quando nell’hospitality dell’Hrc arriva l’entourage di Marquez, l’aria che si respira non è delle migliori. Il manager Emilio Alzamora, di solito molto disponibile, si trincera dietro un sorriso forzato e un «parlate con Marc». Pure il fenomeno di Cervera prova a fare la solita faccia allegra, ma capisce che gli sta venendo male: «Lo ammetto, ho combattuto più contro la mia moto che contro i miei rivali. Peccato, nel warm up ero stato veloce ed ero convinto di fare una buona gara. Ma l’aumento delle temperature ha mandato in crisi il set up che avevamo scelto. Il davanti si chiudeva molto, ho rischiato di cadere più volte, ho pensato solo a finire la gara. Il 4° posto è il miglior risultato possibile, mi son consolato con

la battaglia con Andrea Iannone». SOLUZIONE Se in qualifica, nel giro secco, i problemi si riescono a mascherare, in gara emergono pienamente. «Sono tanti piccoli guai, che però ci fanno perdere tempo. Dobbiamo lavorare, non sono cose che si risolvono domani. Telaio? No, Pedrosa ne ha usato uno diverso eppure ha avuto gli stessi problemi. Motore? È congelato, quindi non si può toccare…». Non si può nemmeno tornare alla moto 2014, perché, come evidenzia Livio Suppo, «il propulsore 2015 non ci starebbe come dimensioni». Soluzione non facile. Idem per Pedrosa, al rientro dopo l’operazione al braccio destro: è caduto, ripartito e ha chiuso 16°: «Fisicamente sto meglio, tecnicamente invece…». mau.ca. Marc Marquez, 22 anni, ha poco da annoiarsi AFP

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LUNEDÌ 18 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

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Motomondiale R GP Francia

LUNEDÌ 18 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

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Cuore Iannone: eroe d’altri tempi 1Il ducatista malconcio vende cara la pelle con Marquez, che commette troppi errori GARA MOTOGP

LE STATISTICHE

MONDIALE MOTOGP

Che Yamaha: 4 trionfi su 5 mai così bene dal 2010

PILOTI

ARRIVO POS PILOTA

NAZ

MOTO

1. LORENZO

SPA

Yamaha

TEMPO/DISTACCO

2. ROSSI

ITA

Yamaha

3. DOVIZIOSO

ITA

Ducati

a 12”380

4. M. MARQUEZ

SPA

Honda

a 19”890

5. IANNONE

ITA

Ducati

6. SMITH

GB

Yamaha

a 21”145

7. P. ESPARGARO SPA

Yamaha

a 35”493

8. HERNANDEZ

COL

Ducati

a 39”601

9. M. VIÑALES

SPA

Suzuki

a 41”571

10. PETRUCCI

ITA

Ducati

a 42”789

11. HAYDEN

USA

12. BAZ

FRA

Yamaha Forward

a 1’00”617

13. BARBERA

SPA

Ducati

a 1’04”272

14. LAVERTY

IRL

Honda

a 1’05”259

15. BAUTISTA

SPA

Aprilia

a 1’05”515

16. PEDROSA

SPA

Honda

a 1’20”907

17. DE ANGELIS

RSM

Art

a 1’21”663

18. MELANDRI

ITA

Aprilia

in 43’44”143 media 160,7 km/h a 3”820

a 20”237

Honda

a 53”636

a 1 giro

POS PILOTA 1. ROSSI 2. LORENZO 3. DOVIZIOSO 4. M. MARQUEZ 5. IANNONE 6. CRUTCHLOW 7. SMITH 8. P. ESPARGARO 9. A. ESPARGARO 10. M. VIÑALES 11. PETRUCCI 12. HERNANDEZ 13. REDDING 14. BARBERA 15. PEDROSA 16. HAYDEN 17. BAZ 18. MILLER 19. AOYAMA 20.BAUTISTA 21. LAVERTY 22. BRADL

NAZ PUNTI QAT AME ARG SPA FRA ITA 102 25 16 25 16 20 SPA 87 13 13 11 25 25 ITA 83 20 20 20 7 16 SPA 69 11 25 20 13 ITA 61 16 11 13 10 11 GB 47 9 9 16 13 GB 46 8 10 10 8 10 SPA 35 7 8 11 9 SPA 31 5 8 9 9 SPA 27 2 7 6 5 7 ITA 25 4 6 5 4 6 COL 20 6 6 8 GB 13 3 7 3 SPA 13 1 4 3 2 3 SPA 10 10 USA 8 3 5 FRA 6 2 4 AUS 6 2 4 GIA 5 5 SPA 3 1 1 1 IRL 2 2 GER 1 1 -

Giovanni Cortinovis

S

algono con quella di ieri a 4 le vittorie Yamaha nei 5 GP stagionali finora disputati: 2 a testa per Lorenzo (Spagna e Francia) e Rossi (Qatar e Argentina), a fronte dell’unico successo Honda (Americhe) per mano di Marc Marquez. In sole 5 gare la Yamaha vanta lo stesso bottino di successi di tutto il 2014.

● RITIRATI: al 1° giro BRADL (GER/Yamaha Forward); al

2° giro A. ESPARGARO (SPA/Suzuki); al 3° giro DI MEGLIO (FRA/Ducati); al 4° giro REDDING (GB/Honda); all’8° giro CRUTCHLOW (GB/Honda); al 14° giro ABRAHAM (R.CEC/Honda); al 14° giro MILLER (AUS/Honda); ● GIRO PIÙ VELOCE: il 4° di VALENTINO ROSSI in 1’32”879, media 162.2 km/h ● DISTANZA GARA: 28 giri per 117.18 km

AMARCORD, TODT CON ROSSI

COSTRUTTORI 1. 2. 3. 4. 5. 6.

YAMAHA DUCATI HONDA SUZUKI YAMAHA FORWARD APRILIA

116 86 85 38 6 3

25 20 11 5 -

16 20 25 8 1

25 20 16 9 2 -

25 10 20 9 1

PRECEDENTE Era dal 2010 che la Casa di Iwata non iniziava così bene la stagione. L’anno scorso, infatti, la Honda si aggiudicò i primi 12 GP: i primi 10 con Marquez, l’11o (a Brno) con Dani Pedrosa e il 12o ( a Silverstone) di nuovo con Marc. A rompere la serie fu Rossi a Misano ma a fine campionato il bilancio fu per l’appunto di 14 trionfi Honda e 4 Yamaha.

25 16 13 7 4 1

C’era anche Jean Todt, presidente della Fia, ieri a Le Mans per il GP di Francia: eccolo al box di Valentino Rossi, Va ricordato che il pesarese provò la Ferrari di Formula 1 quando il francese era a capo della Gestione Sportiva di Maranello MILAGRO

LE PAGELLE di FILIPPO FALSAPERLA IL MIGLIORE JORGE LORENZO

9

10

IANNONE Una gara da eroe d’altri tempi, di quelli che piacciono al dottor Costa. Sapeva di doversi piegare a Marquez, ma ha venduto cara la pelle CIAMILLO E CASTORIA

Super weekend! Col contratto e la testa a posto chi lo batte più? Lo dobbiamo ringraziare, perché se avesse iniziato il campionato in questa condizione psico-fisica sarebbe stato un mortorio, tipo Marquez 2014: 10 su 10. Lui dice che la testa non conta, ma, da quando si è messo a posto col rinnovo del contratto e ha dimenticato tutte le sciocchezze che ogni tanto gli passano per la testa, ha lasciato a tutti gli altri solo qualche turno di prova. Occhio che sarà difficile batterlo CIAMILLO CASTORIA

7 PEDROSA Un voto di incoraggiamento per la dedizione e la voglia di tornare a correre. Magari l’errore è stato solamente frutto della disabitudine CIAMILLO E CASTORIA

GLI ALTRI Baz 6,5 L’aria di casa gli regala il miglior risultato in MotoGP (12o); Hayden 6 Piccola soddisfazione aver vinto la Open; Petrucci 5 Troppo solo per le sue ambizioni; Barbera 5 Troppo lontano dall’obiettivo Open; De Angelis 6 Almeno ha evitato il doppiaggio; Pol Espargaro 5 Continua a prendere paga dal compagno; Bautista 5 Si difende come può e prende un punto; Eugene Laverty 4 Ultimo delle moto normali; Melandri 4 Arriva anche il primo doppiaggio; Miller 4 Non riesce a finire; Abraham 4 Ritirato, ma quando è già lontanissimo; Crutchlow 4 Per terra ma era dietro; Redding 4 Idem; Di Meglio 4 Botto casalingo; Bradl 4 Sta scomparendo e cade anche; Aleix Espargaro n.g. Subito fuori per la frizione.

MOTO2

8

7

DOVIZIOSO Volitivo con una Ducati che deve trovare stabilità e anche un piccolo incremento di prestazioni generali. Ma Andrea resta protagonista assoluto AFP

M. VIÑALES Le botte delle prove non lo hanno destabilizzato. Debuttante lui, debuttante la Suzuki: entrare nei dieci è sempre un bel risultato CIAMILLO E CASTORIA

6,5 HERNANDEZ L’arrivo di un pilota grintoso come Petrucci sembrava averlo messo in crisi, invece sta reagendo. Manca ancora il vero salto di qualità MILAGRO

6 SMITH Ha perso il filo nella battaglia tra Marquez e Iannone, però la sua gara resta poderosa. E nettamente meglio del compagno più quotato AFP

5 MARQUEZ Forse questa Honda non lo aiuta ma lui fa tanti errori. E prende anche troppi rischi: ieri poteva stendersi per piegare un ospedalizzato: nel duello con Iannone AFP

MOTO3

ARRIVO POS PILOTA 1. LUTHI

8 ROSSI Il recupero, rispetto al disastro delle prove, è stato sorprendente e ottima la rimonta. Resta la macchia della sconfitta dal compagno CIAMILLO E CASTORIA

NAZ MOTO SVI KALEX

2. RABAT SPA 3. ZARCO FRA 4. LOWES GB 5. MORBIDELLI ITA 6. SIMON SPA 7. NAKAGAMI GIA 8. SIMEON BEL 9. SYAHRIN MAL 10. AEGERTER SVI 11. WEST AUS 12. KRUMMENACHER SVI 13. SCHROTTER GER 14. CORTESE GER 15. A. PONS SPA

KALEX KALEX SPEED UP KALEX SPEED UP KALEX KALEX KALEX KALEX SPEED UP KALEX TECH 3 KALEX KALEX

TEMPO/DISTACCO in 42’27”011 media 153.7 km/h a 1”767 a 3”760 a 4”076 a 14”492 a 14”681 a 14”845 a 15”135 a 19”243 a 19”531 a 29”478 a 29”646 a 30”220 a 30”691 a 33”097

POS PILOTA 1. ZARCO 2. LUTHI 3. FOLGER 4. LOWES 5. MORBIDELLI 6. RABAT 7. RINS 8. SIMEON 9. KALLIO 10. SYAHRIN 11. SIMON 12. CORTESE 13. NAKAGAMI 15. BALDASSARRI 18. CORSI

NAZ FRA SVI GER GB ITA SPA SPA BEL FIN MAL SPA GER GIA ITA ITA

PUNTI 89 68 57 54 54 53 49 39 31 31 25 22 17 17 13

PILOTI

POS PILOTA 1. FENATI

NAZ ITA

MOTO KTM

2. BASTIANINI 3. BAGNAIA 4. KENT 5. ANTONELLI 6. KORNFEIL 7. I. VIÑALES 8. OLIVEIRA 9. MIGNO 10. OETTL 11. ONO 12. GUEVARA 13. LOI 14. KHAIRUDDIN 15. MANZI

ITA ITA GB ITA R.CEC SPA POR ITA GER GIA SPA BEL MAL ITA

Honda Mahindra Honda Honda KTM Husqvarna KTM KTM KTM Honda Mahindra Honda KTM Mahindra

TEMPO/DISTACCO in 41’22”829 media 145.6 km/h a 0"122 a 0"457 a 0"693 a 2"244 a 2"421 a 2"587 a 4"065 a 14"876 a 22"588 a 23"247 a 26"231 a 26"470 a 26"677 a 26"841

COSTRUTTORI 17. RINS (SPA/Kalex) a 38”293; 18. CORSI (ITA/Kalex) a 39”001; 21. BALDASSARRI (ITA/Kalex) a 1’09”399 ● GIRO PIU’ VELOCE : il 6° di LUTHI in 1’37”281, media 154.8 km/h (nuovo record)

1. KALEX 2. SPEED UP 3. TECH 3

120 62 19

ANNATA NO Particolarmente deludente il 2011 di Yamaha: una vittoria nei primi 5 GP, con Lorenzo a Jerez, e solo 4 successi stagionali, contro i 13 Honda. Nel 2010, al contrario, la Yamaha vinse la gara inaugurale con Rossi e il 2o, il 3o e il 5o GP dell’anno con Lorenzo che non contento si aggiudicò pure il 6o e il 7o. In quell’intero campionato Yamaha trionfò 11 volte (9 Jorge, 2 Valentino), Honda 4 (tutte con Pedrosa) e Ducati 3 (con Stoner). © RIPRODUZIONE RISERVATA

IL CALENDARIO

ARRIVO

PILOTI

PARITÀ Nel 2013 invece la Yamaha colse 2 successi nei primi 5 GP, entrambi con Lorenzo (Losail e Mugello), poi accelerò e chiuse l’annata eguagliando la Honda: 9 GP vinti a testa. Meglio ancora partì nel 2012, con 3 vittorie (Losail, Le Mans e Barcellona) nei primi 5 GP, tutte firmate Lorenzo. Nella seconda parte di stagione però Honda cambiò marcia, trascinata da Casey Stoner e Dani Pedrosa, e riuscì a doppiare i rivali: 12 vittorie a 6.

16. LOCATELLI (ITA/Honda) a 28”484; 17. MCPHEE (GB/Honda) a 33”193; 18. CARRASCO (SPA/KTM) a 38”979; 19. HERRERA (SPA/Husqvarna) a 39”450; ● GIRO PIU’ VELOCE: il 3° di BASTIANINI in 1’42”525, media 146,9 km/h

POS PILOTA 1. KENT 2. BASTIANINI 3. VAZQUEZ 4. QUARTARARO 5. FENATI 6. I. VIÑALES 7. BINDER 8. OLIVEIRA 9. BAGNAIA 10. MCPHEE 12. ANTONELLI 15. LOCATELLI 17. MIGNO 26.MANZI 27. FERRARI

NAZ GB ITA SPA FRA ITA SPA S.AF POR ITA GB ITA ITA ITA ITA ITA

PUNTI 104 67 60 52 51 47 44 41 37 28 19 14 11 1 1

COSTRUTTORI 1. HONDA 2. KTM 3. HUSQVARNA

120 75 47

29/3 Qatar (1. V.Rossi) 12/4 Americhe (1. M.Marquez) 19/4 Argentina (1. V.Rossi) 3/5 Spagna (1. Lorenzo) 17/5 Francia (1. Lorenzo) 31/5 Italia (Mugello) 14/6 Catalogna (Montmelò) 27/6 Olanda (Assen) 12/7 Germania (Sachsenring) 9/8 Indianapolis 16/8 Repubblica Ceca (Brno) 30/8 Gran Bretagna (Silverstone) 13/9 San Marino (Misano) 27/9 Aragon 11/10 Giappone (Motegi) 18/10 Australia (Phillip Island) 25/10 Malesia (Sepang) 8/11 Valencia


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ALTRI MOTORI

DA BRIVIDI CORPO A CORPO TRA IL 93 E IL 29

MILLE MIGLIA

Tonconogy e Berisso: un successo argentino

Un duello da adrenalina tra Marquez e Iannone (foto Milagro): sorpassi e controsorpassi. Lo ha vinto l’iridato, ma grazie a tutti e due per lo show

Dovizioso: «Ma per vincere ci manca ancora qualcosa»

1«Era troppo rischioso stare con Vale. Il guaio? Consumiamo eccessivamente

la gomma posteriore». Iannone: «Pensavo di ritirarmi, ho fatto soffrire Marquez» Giovanni Zamagni

MOTO2: A SEGNO LUTHI ZARCO RESTA LEADER

LE MANS (FRANCIA)

D

ue conferme: la Ducati è competitiva, ma manca ancora qualcosa per potersi giocare la vittoria. Quattro podi in cinque gare confermano che Andrea Dovizioso è costantemente protagonista, ma 12”380 dal primo dicono che la Yamaha, in questo momento, ha qualcosa in più. «Sì ed è inevitabile che sia così — spiega il Dovi —: non dimentichiamo che è solo la quinta gara della GP15. Siamo vicini, ma dobbiamo trovare qualcosa per poter lottare per la vittoria». Dopo le ottime prove, si pensava che Andrea ci sarebbe riuscito già a Le Mans, invece solo per pochi giri ha potuto tenere il passo in-

LE MANS – (f.f.) Gara ad eliminazione con 5 big fuori. Il padrone di casa Zarco non sfrutta l’incoraggiamento di un pubblico oceanico (93 mila spettatori ieri, 183 mila nel fine settimana) ma strappa coi denti un podio che lo tiene in testa alla classifica. Ma è ora incalzato dallo svizzero Thomas Luthi, tornato al successo per la prima volta da Valencia 2014 che ha piegato il campione Rabat. Mentre volano via Rins (pole) e Folger, Morbidelli è ancora 5o (4a volta su 5) e appaia in classifica a -35 Sam Lowes, che corre con la Speed up. Solo 18o Corsi, 21o Baldassarri.

● Dopo una cavalcata lunga 1.600 km da Brescia a Roma e ritorno, gli argentini Juan Tonconogy e Guillermo Berisso (Bugatti T 40 del 1927) hanno vinto la Mille Miglia 2015 davanti ai bresciani Andrea Vesco e Andrea Guerini (Fiat 514 MM del 1930). Terzi Ezio Martino Salviato e Caterina Moglia ( Bugatti T 40 del 1928) che a Monza, dove la corsa passava per la prima volta, si sono aggiudicati il premio Alberto Ascari.

MONDIALE ENDURO

Salvini e Redondi terzi dopo i trionfi di sabato ● (d.a.) Dopo le vittorie di sabato, Alex Salvini (Honda) nella E2 e Giacomo Redondi (Beta) nella EJ, hanno ottenuto ieri la terza posizione nelle rispettive classi nella giornata conclusiva del GP Portogallo a Gouveia, terza prova del Mondiale Enduro. Nelle altre classi dominio Ktm: Christophe Nambotin in E1, Antoine Meo in E2, Matthew Phillips in E3, Laia Sanz in EW. In EJ vittoria dell’inglese Steve Holcombe (Beta).

EURO F.3

Giovinazzi espugna Pau Nono podio consecutivo

IL FORLIVESE: «SIAMO COMPETITIVI NON ABBASTANZA PER IL TITOLO. PERÒ LA GP15 È SOLO AL QUINTO GP»

demoniato di Jorge Lorenzo, per poi arrendersi anche a Valentino Rossi. «Diciamo che speravo di potergli stare vicino, ma non mi ero fatto illusioni, perché in prova non riesci mai a simulare tutto, non puoi creare le condizioni che ritrovi nel GP. Abbiamo iniziato con una grandissima intensità: sono molto contento della velocità che avevamo perché, quando Lorenzo ha dato il primo strappo, sono riuscito a tenere il suo ritmo. È una bella soddisfazione. Ci manca costanza: consumiamo troppo la gomma posteriore. Per compensare, ho provato ad aggredire la frenata, ma ho fat-

La gioia dei vincitori sul podio di Brescia FOTOGRAMMA

Andrea Dovizioso festeggia, 29 anni, 4° podio stagionale. A destra, particolare aerodinamico della Ducati GP15 MILAGRO

to degli errori. Piccole cose ma che fanno la differenza: ci è mancato poco, ma per tenere il passo di Rossi avrei dovuto prendere troppi rischi». DETTAGLI Il difficile è capire quali sono le modifiche che possono consentire a Dovizioso e alla Ducati di giocarsi la vittoria. «Non siamo maghi: sono dettagli, ma devi avere tempo per fare certe prove. La nostra è una moto molto giovane, non abbiamo anni di esperienza alle spalle per avere la situazione totalmente sotto controllo: c’è da lavorare, ma manca davvero poco. Siamo competitivi ma

non ancora per il campionato. È bello parlare di questo dopo cinque gare: vuol dire che ci sono le basi per fare bene». Già al Mugello, fra due settimane. «Possiamo essere competitivi perché abbiamo fatto i test e siamo stati veloci, però non credo alle favole: se ci è mancato qualcosa oggi, ci mancherà qualcosa anche là. Ma mai dire mai». COMMOVENTE Se Dovizioso è stato bravo, Iannone è stato commovente: con la spalla sinistra sub-lussata martedì scorso non solo è arrivato quinto, ma ha dato spettacolo in una incredibile sfida con Marquez. «Al-

l’inizio non stavo male, ma sapevo che la mia forza sarebbe stata limitata. Dopo 10 giri ho dovuto compensare con il braccio destro, ho perso sensibilità in frenata: era pericoloso, non controllavo bene la moto, ho pensato di fermarmi. Per 3-4 giri ho rallentato per recuperare un po’ di forze e così mi hanno raggiunto Marquez e Smith: con Marc ho lottato duramente, alla fine mi ha battuto, ma più di così non potevo fare. L’ho addirittura portato all’errore un paio di volte, ha dovuto faticare per andare via: sono orgoglioso di quello che ho fatto». © RIPRODUZIONE RISERVATA

● (ant.gat.) Antonio Giovinazzi vince gara-3 dell’euro F.3 a Pau (Francia) e centra il nono podio di fila. Il pugliese ha piegato ha preceduto sul traguardo Gunther e Leclerc. In campionato il pugliese comanda (164 punti) con un vantaggio di 15 lunghezze su Leclerc. CERRUTI SESTA — Michela Cerruti (Bmw) al 6° posto nella 24 Ore del Nürburgring, vinta dall’Audi di Mies, Müller, Sandström e Vanthoor.

IL CIV A VALLELUNGA

Pirro, un’altra gioia La rossa prende il largo ● (p.g.) A Vallelunga la Ducati prende il largo nel tricolore Superbike con il terzo trionfo di Michele Pirro. Sul podio anche Fabrizio Perotti (Bmw) e Jeremy Guarnoni (Fra-Yamaha). In Supersport la MV Agusta vince con Massimo Broccoli in volata sul campione Stefano Cruciani (Kawasaki). In Moto 3 successo di Marco Bezzecchi (Mahindra) 1° anche in campionato.


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UN-DUE-TRE Romano Fenati guida il gruppo dei ragazzi terribili della Moto3; l’ascolano tra Enea Bastianini (sinistra) e Pecco Bagnaia; con Rossi nel parco chiuso MILAGRO-AFP

Mauro Casadio INVIATO A LE MANS

R

ibenvenuta, splendida baby Italia. Nella classe più piccola il nostro Paese vive una giornata perfetta: primo Romano Fenati, secondo Enea Bastianini, terzo Pecco Bagnaia. Tris tricolore, come non succedeva dal 19 settembre 2004: Dovizioso a cantare l’inno di Mameli nel GP Giappone, con Lai e Corsi al suo fianco. Il Papa era ancora Giovanni Paolo II, il presidente degli Stati Uniti George W. Bush. E a fine anno il giovane Dovi avrebbe conquistato il Mondiale, l’ultimo dell’Italia nella classe più piccola. Corsi e ricorsi storici? I nostri pilotini, tutti (chi più, chi meno) superstiziosi, si staranno toccando le parti basse. Con il sorriso sulle labbra, però. Consapevoli che annate così propizie non si possono buttare alle ortiche. GODURIA L’Italia non vive di solo Valentino Rossi. Anche se il Dottore c’ha messo lo zampino anche ieri mattina. Due dei tre

ABBIAMO FATTO FATICA A CAPIRE IL POTENZIALE DELLA KTM, MA ORA... È PIÙ BELLO LOTTARE CON I CONNAZIONALI, CI SI CAPISCE ROMANO FENATI NEL MONDIALE DAL 2012

pilotini sul podio (Fenati e Bagnaia) fanno infatti parte della VR46 Academy, la scuola ideata dal nove volte campione del mondo. Rossi ha seguito la gara dal muretto, con la solita emozione e un occhio di riguardo soprattutto per Fenati, che veste la tuta del team VR46 marchiato Sky: «Mi ha fatto godere per come ha guidato, quando è in giornata è imbattibile». Alla fine baci, abbracci e urla di liberazione. Valentino ha sempre creduto in questo ragazzo, talentuoso come pochi, ma finora protagonista di troppi alti e bassi. Nel 2014 sembrava volare (4 vittorie). Nel 2015 — che sarebbe dovuto essere l’anno della consacrazione — ha iniziato con il freno a mano tirato, «colpa di una Ktm di cui abbiamo fatto fatica a trovare il potenziale. Sono stati mesi difficili — continua Fenati —, ma non mi sono mai demoralizzato. E adesso guai ad accontentarsi: Kent ha 53 punti di vantaggio, ma la stagione è all’inizio». CALCETTO Fenati strizza l’occhio a Bastianini (ora 2° nel Mondiale) e Bagnaia: «È più bello lottare con altri italiani, ci si capisce meglio, è divertente come una partita di calcetto con

Cucù, l’Italia sta lassù Fenati trionfa in Moto3 con Bastianini e Bagnaia 1Il pupillo di Rossi guida il podio tricolore (non accadeva dal 2004) e punta il leader iridato Kent: «La stagione è all’inizio»

tre squadre diverse». Romano ha fatto un ultimo giro perfetto, però anche gli altri due non hanno scherzato, respingendo alla grande gli attacchi di Kent. Per Bastianini, che quest’inverno ha detto di no all’offerta di Rossi, è il 5° podio iridato. Al pilotino di Gresini manca solo la vittoria, che «arriverà, ne sono sicuro, ma partendo da dietro è difficile ottenerla. Questa corsa l’ho persa al penultimo giro, quando la moto mi è partita al posteriore e ho perso due posizioni». Primo podio in carriera, invece, per Pecco Bagnaia, alla 5a gara con la Mahindra ufficiale: «Non po-

tevo lasciare il 3° posto a Kent, sarebbe stato brutto. Ora è tutto più facile, la strada è in discesa». Avrebbe potuto essere addirittura un 4 su 4, ieri: peccato che un ottimo Niccolò Antonelli (pure lui della VR46 Academy!) nel finale si sia fatto superare da Kent. E ora il GP di casa, al Mugello. Dove Fenati vinse l’anno scorso con la moto tricolore. E dove i magnifici tre hanno voglia di confermarsi. Ma prima c’è un appuntamento speciale: Vale ha promesso di rivedere la gara assieme ai suoi pupilli. L’emozione non finisce mai. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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ITAL A Internazionali Bnl

Albo d’oro recente

d’

● UOMINI: 2000 Norman; 2001 Ferrero; 2002 Agassi; 2003 Mantilla; 2004 Moya; 200506-07 Nadal (foto); 08 Djokovic; 09-10 Nadal; 11 Djokovic; 12-13 Nadal: 14-15 Djokovic DONNE; 2002 S. Williams; 2003 Clijsters; 2004-05 Mauresmo; 2006 Hingis; 2007-08 Jankovic; 09 Safina; 10 Martinez Sanchez; 11-12 Sharapova; 13-14 S. Williams; 15 Sharapova

Djokovic re del Foro Più che con Federer rischia con il brindisi

PREMIAZIONE COL BOTTO

1Il n. 1 centra il quarto successo a Roma in sei finali

Poi il tappo impazzito dello champagne gli sfiora l’occhio... Roland Garros e negli altri tornei, ma in questo momento ho molta fiducia e concentrazione, spero di continuare così. Ci vediamo il prossimo anno». Insomma, aveva stravinto, come spesso gli accade da quando i grandi rivali, Roger e Rafa hanno cominciato a balbettare. Ma, poi, nello stappare lo champagne, ecco il colpo a sorpresa del destino: il tappo è fuoriuscito di botto e ha rischiato di prendergli un occhio, menomandolo magari proprio a una settimana da Parigi: «Ho avuto una discussione con lo champagne, perché non lo bevo e non lo amo. Il tappo mi ha colpito al naso e ci ho messo subito il ghiaccio. Per fortuna ho ancora l’occhio...».

Vincenzo Martucci ROMA @VinceMartucci

D

icono che il destino ce lo scriviamo noi. Dicono che la fortuna non esiste. Dicono che le sliding-doors della vita, gli incroci, sono un dettaglio, perché volere è potere, e bisogna lavorare duro per trovarsi pronti a cogliere l’occasione. Ma non è proprio così. Lo sa bene anche un superatleta come Novak Djokovic, uno che s’è guadagnato con allenamenti e dedizione ferrea tutti i suoi successi, come l’ultima imbattibilità da 21 partite su tutti i camFIDUCIA La verità è che, oggi copi da tennis di questo 2015 da inme oggi, sembra proprio che «Grazie a voi vincibile, «la stagione migliore Djoker possa battersi soltanto da questo torneo è della mia vita, insieme al 2011», solo, tanto è superiore, mentalspeciale, questa coi successi nei tornei più impormente e fisicamente, a tutti gli tanti, dagli Australian Open a Inavversari. Tanto è capace di acè casa mia, qui dian Wells, da Miami a Montecelerare in qualsiasi momento e mi sento bene» carlo, a Roma. «Con la miglior di ingranare una marcia che gli partita del torneo», aveva appealtri non possiedono. Come fa alna demolito Roger Federer in la prima palla-break del match due set dopo 75 minuti, boccian«Ho avuto una contro Federer, dopo mezz’ora, dolo alla quarta finale su quattro quando il ponentino attenua un discussione con al Foro, rubandogli il tempo col po’ i 30 gradi della mattina assosuo asfissiante, profondissimo, lo champagne, lata, rubando poi il tempo al re palleggio da fondocampo, ed imdei re, e facendogli sbagliare di perché non lo bevo pedendogli qualsiasi balletto rovescio dopo un batti e ribatti di sotto rete, qualsiasi prova d’illue non lo amo» 20 colpi. Poi si prende il decisivo sionismo: «Sul 4-4 mi aveva mesprimo set, toglie tanta fiducia also tanta pressione sul servizio, l’avversario, vola in quindici miho tenuto, poi l’ho mosso per il campo, gli ho fatto nuti sul 4-1 anche nel secondo set, sposta la conteio il break e mi sono preso anche il primo set». Con sa tutta da fondocampo ed allunga quindi la malela sua linea Maginot, aveva soffocato non solo la dizione di Roma di Federer, infliggendogli la quarclasse del re dei re, ma anche il pubblico. «Sempre ta bocciatura in quattro finali. Cosicché quello al al 90% con Roger», come sottolineava Nicola Pie- Foro Italico resta l’unico torneo Masters 1000 che trangeli, la bandiera del tennis italiano agli Inter- manca allo svizzero delle meraviglie, insieme a nazionali. Per poi blandirlo disegnando un gran Montecarlo. L’86% di punti con la prima palla di cuore sulla telecamera, con dedica: «Grazie ancora servizio, il 63 con la seconda e gli appena 10 errori Roma», a suggello del quarto urrà in sei finali. Che gratuiti sono la fotografia di un campione sempre poi è il titolo 53 della carriera, il numero 5 dell’an- più sicuro di sè, concentrato, sempre più dedicato. no, il 24 Masters 1000, per accorciare le distanze Un campione con una missione. «Secondo me vuonei testa a testa con il Magnifico a 19-20. «Qui pro- le diventare il più forte di tutti i tempi» rivela l’amivo sensazioni troppo belle sul campo, grazie a voi co Tipsarevic. Magari è proprio così. questo torneo è speciale, questa è casa mia, è uno dei miei tornei preferiti», diceva in perfetto italia- Finale: Djokovic (Ser) b. Federer (Svi) 6-4 6-3 © RIPRODUZIONE RISERVATA no al microfono in campo. «Non so come andrà al

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LA SFIDA NOVAK DJOKOVIC ROGER FEDERER

ACE

5

7

DOPPI FALLI

1

1

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62

% PRIME

VINCENTI

19

10

GRATUITI

24

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PUNTI TOTALI

66

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BREAK POINT VINTI

2/5 0/1


LUNEDÌ 18 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

4

Hingis-Mirza k.o ● (m.cal.) Martina Hingis (vincitrice in singolare nel 1998 e nel 2006), in coppia con l’indiana Sania Mirza, è stata battuta 6-4 6-3 nella finale del doppio dalla coppia Babos (Ung)-Mladenovic (Fra). Tra gli uomini, trionfano Pablo Cuevas (Uru) e David Marrero (Spa), che hanno superato 6-4 7-5 gli spagnoli Marcel Granollers e Marc Lopez.

49

● Per Djokovic è il quarto trionfo negli Internazionali d’Italia, per Federer la quarta sconfitta in finale. Il bilancio degli scontri diretti tra Novak Djokovic e Roger Federer è ora quasi in parità: 19 vittorie per il serbo e 20 per lo svizzero in 39 incontri.

fI PROTAGONISTI

IL PRESIDENTE

L’ETERNA SFIDA

Nole: «Il mio miglior tennis» Roger re anche nel fair play «Gli auguro di continuare» 1Il serbo: «Negli anni ho capito come gestire la paura. Non bisogna

evitarla, ma affrontarla. Gli Internazionali altrove? No, la tradizione è qui» Angelo Binaghi, presidente Fit

Binaghi: «Il torneo potrebbe traslocare»

ROMA

N

on c’è davvero battaglia, e quindi non c’è rabbia, non c’è frustrazione, ma piuttosto rassegnazione. Roger Federer vede il bicchiere mezzo pieno: «È stata comunque una settimana magnifica, in un anno per me molto impegnativo. E fin qui è andato bene. Nole è stato più forte, sta giocando molto bene, gli auguro di continuare così». La gente del tennis l’adora sempre e comunque. Lui pensa a Roma che impazzisce per lui: «Voglio ringraziarvi, siete stati incredibili. Ci vediamo l’anno prossimo. Ciao ciao».

Novak Djokovic, numero 1, compie 28 anni venerdì INSIDE

CAMPIONE Ma questa è l’ora di un altro re, Djokovic I di Serbia: «Mi sento più forte di quello che vinceva la prima volta Roma nel 2008, ma avevo bisogno del processo che mi ha portato fin qui». Il passato è importante: «I risultati del 2011 mi aiutano oggi a pensare che posso ripeterli. Non so che c’è nel mio futuro, non voglio pensare a qualcosa che l’intralci, voglio continuare a fare il meglio possibile, voglio continuare ad andare avanti finché ce la faccio. L’importante è farsi trovare nella giusta posizione per influenzarlo, il futuro, e valutare il lavoro che c’è dietro le vittorie e anche dietro certe sconfitte». Così è un campione: «Non è questione solo di risultati, bisogna avere tante altre qualità, essere completi come persona, e responsabili, dentro e fuori dal campo, esser grati alle opportunità che si presentano giorno dopo giorno, dedicarsi totalmente alla causa, essere umili, avere un approccio olistico, cioé vedere le cose

Marco Calabresi

A nella loro globalità. Questo per me è un vero campione». SEGRETO La risposta, contro i gran servitori moderni, è un’arma, come quel fisico elastico da super eroe, come la determinazione allevata sotto le bombe della Nato sulla sua Serbia. Ma per fare un numero 1 così dominante ci vuole di più: «La pressione la sento anch’io, certo, come tutti, sia in partita come in classifica. Ma, negli anni, ho capito come gestire la paura. Non bisogna evitarla, bisogna imparare a conviverci, bisogna affrontarla. E’ successo anche a me di perdere finali, anche di Slam, anche di Masters 1000, perché accusavo la pressione. Ma proprio i fallimenti mi hanno reso più forte e mi hanno portato dove sono oggi. Così, credendo in se stessi, la paura si supera, insieme alla pressione. Anche se qualche volta hanno comunque la meglio loro. Ma

succede anche che la paura tira fuori il meglio di se stessi». E diventa l’imbattibile Novak? «Non mi sento invincibile. Vincere tanti incontri mi aiuta mentalmente contro gli avversari. E quando sono arrivato a Roma mi sentivo già forte di testa, e ancor di più mi sento ora che l’ho rivinto. Sono in fiducia, ma so anche che può passare e trasformarsi in qualcos’altro».

Roger Federer, 33 anni, ha vinto 17 Slam. Nella sua bacheca infinita mancano gli Internazionali d’Italia LAPRESSE

ngelo Binaghi dice che «qua non ci stiamo più». Rispetto all’anno scorso, il pubblico che ha seguito gli Internazionali, è cresciuto ancora. Dai 175.697 del 2014 ai 193.940 di quella conclusa ieri. Un aumento enorme ma piccolo allo stesso tempo: al Foro Italico si fa fatica a entrare, le cinque file in piedi sul Pietrangeli per i match di Fognini ne sono la testimonianza. Binaghi, allora, va dietro alle parole di Malagò su un possibile spostamento del torneo: «Il Centrale è nato piccolo. Un’area bellissima, ma fortemente vincolata, che ci impedisce di realizzare strutture definitive per il torneo, che inciderebbero anche sui costi».

RECORD I primati non si fermano ai successi di Djokovic: in sette giorni di torneo ci sono stati 193.940 spettatori paganti, battendo i 175.796 dell’edizione di dodici mesi fa. Mercoledì c’è stato il record storico con 31.059 paganti. Emigrando a Fiumicino sarebbero di più? Secondo Djokovic, bisogna restare al Foro: «La tradizione è qui». Ma il business è business. O no? v.m.

APPELLO Un appello alle istituzioni («Chi ci governa si ricordi di noi»), uno all’Atp che dovrebbe concedere l’upgrading del torneo dal 2019 («Il divario con Madrid è sempre più evidente, lo dicono i giocatori») e l’ipotesi Fiumicino come nuova sede degli Internazionali: «Se il Coni, anche in chiave olimpica, dovesse creare un nuovo impianto per il tennis, la situazione si potrebbe approfondire. Il Foro Italico è un luogo unico, ma la forza del torneo prescinde dalla location».

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DONNE

Sharapova tre volte regina: «Felice come Bambi» 1Maria batte la Suarez Navarro in una maratona di 2 ore e 35’, segna il tris a Roma e torna numero 2: « Parigi? Ho molta fiducia» Riccardo Crivelli ROMA

L

e belle favole muovono emozioni e ispirano sogni. Ma poi c’è la realtà. A volte illusoria, eppure cruda e sincera. La spagnoletta Suarez Navarro, formichina che si sta costruendo con tenacia, lavoro e applicazione una classifica e un presente da giocatrice di vaglia, ci prova, a cambiare la storia. Fermandosi a un passo dal lieto fine. Emblema di chi si fa artefice di un destino vincente attraverso la fatica e dunque subito

adottata dal pubblico romano che la chiama Carletta, si oppone per un set al romanzo già scritto, alla Sharapova bionda regina prenditutto a caccia di altra gloria e altri trionfi. ALTI E BASSI Una partita che si esalta solo nella durata, due ore e 35 minuti, ma non nel confronto di stili che invece dovrebbe farla esplodere di bellezza. Perché si sbaglia troppo, soprattutto Masha all’inizio, quando i traccianti a incrociare il campo, specialmente di dritto, finiscono sempre un palmo al di là delle righe oppure sprofondano in re-

te, mentre il bel gioco classico della canaria produce pochi vincenti ma riduce gli errori e fa muovere la russa togliendole ritmo. Neppure un nastro benedetto sul primo set point del primo set per la spagnola salverà Maria dalla sorte perdente nel parziale, ma la china della partita ondeggia verso la Sharapova dalla fine del secondo set, quando sale sopra l’avversaria di fisico e carisma, fino a chiudere di prepotenza. BAMBI E’ la terza corona romana, dopo il 2011 e il 2012, per Masha, da oggi di nuovo secon-

Maria Sharapova, 28 anni ANSA

da giocatrice del mondo e alla pari con Serena Williams per tornei vinti sulla terra tra atlete in attività (11): «Non è stato facile, anche nel primo e nel secondo set ero convinta di fare le cose giuste, ma lei è davvero una giocatrice a tutto campo, che sta molto dietro la riga di fondo e poi è abile a fare due passi avanti. Alla fine credo abbiano fatto la differenza la mia maggiore aggressività e l’aver finalmente saputo leggere il suo servizio». Così, mentre alza al cielo la Coppa, il sorriso trabocca di ambizioni parigine: «Se penso a come mi sentivo a Stoccarda (k.o. dal-

la Kerber, ndr) e a come sto ora, non posso che essere molto contenta. Anche perché fisicamente ho retto una partita lunga contro una specialista della terra, che ama le sfide tirate. Perciò è una vittoria che mi dà molta fiducia. Come mi sento sulla superficie in vista di Parigi? Felice come il cerbiatto Bambi». E magari dolce come le sue caramelle Sugarpova, che continuano ad essere un affarone. Perché il talento, anche per i soldi, non si insegna. Sharapova (Rus) b. Suarez Navarro (Spa) 4-6 7-5 6-1 © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Basket R Serie A: oggi il via ai playoff

Sentite Vitali «Venezia in finale ma tifo Reggio» 1Il migliore italiano della A e i pronostici dei quarti

«Scudetto a Milano ma sofferto. L’mvp? Ale Gentile»

Vincenzo Di Schiavi

I

capace di mandare in tilt una Dolomiti a volte troppo legata alle percentuali di Mitchell e questo può diventare insidioso in un playoff. In fondo tutto dipende da Sassari: dico 60%-40% per il Banco se è quello che ha vinto la Coppa Italia: 70%-30% Trento se la squadra di Sacchetti è quella dell’ultima parte di stagione regolare».

l migliore giocatore del campionato per valutazione è italiano, si chiama Luca Vitali e i playoff se li vedrà in televisione dal momento che, dopo un’ottima prima parte di stagione, la sua Cremona è scivolata fino al tredicesimo posto finale. L’amaro paradosso non ha però tolto il sorriso al Luca Nazionale (è uno dei VENEZIA-CANTÙ «Il peggior accoppiamento senatori azzurri che ha conquistato il pass per per Venezia perché Cantù ha un roster complel’Europeo) e la voglia di fare le to, dotato di grande fisicità, e carte a questi quarti di finale poi l’arrivo di Metta ha camche cominciano oggi, partenbiato la stagione. Come l’imido però dall’epilogo che non si tarlo? Il problema è che non è discosta di molto dal sentire solamente un realizzatore ma comune: «Scudetto a Milano, quel tipo di giocatore che sa ovvio, ma sarà come l’anno cosa si deve fare per vincere. scorso: sangue, sudore e lacriHa la classe e il sangue freddo me. Scherzi a parte, non sarà per proporre la giocata giusta, una passeggiata come molti in attacco come in difesa, nel possono pensare. Per quanto momento cruciale del match. riguarda l’mvp mi butto su Forse, visti i precedenti, l’unica Alessandro Gentile perché è cosa da fare è innervosirlo... un giocatore di grande talento, Venezia ha comunque elemenha carattere e mentalità vinti come Goss, Ress e Peric che cente e, soprattutto, è un mio si sono dimostrati determinangrande amico e quindi voglio ti, oltre a una costanza di rensbilanciarmi con un pronostico dimento che hanno avuto in assolutamente di parte». pochi. E poi c’è Aradori che SE SASSARI È QUELLA parte dalla panchina ed è una DEL FINALE MILANO-BOLOGNA «La Virtus bomba pronta a esplodere in DI STAGIONE è cresciuta tantissimo durante questi playoff. Dico 60%-40% CONTRO TRENTO la stagione e i playoff sono il per Venezia. Se batte Cantù, RISCHIA GROSSO meritato riconoscimento per secondo me arriva in finale quanto fatto da tecnico, squacontro Milano». dra e società, ma questo pare LUCA VITALI proprio il quarto apparente- PLAY DI CREMONA E ITALIA REGGIO EMILIA-BRINDISI mente più scontato, ovvero Mi«Reggio ha giocatori che poslano può solo perderla questa serie. Una chiave sono risolvere la partita da soli come Kaukenas per Bologna? Provare a limitare Gentile. Certo, e Diener, oltre a tanti italiani e quindi faccio il anche Samuels è un fattore, ma se Bologna rie- tifo per loro. Ma attenzione: il roster di Brindisi, sce a mandare fuori giri Ale allora il discorso specie il quintetto, è di alto livello e poi in pancambia, per cui dico 80% Milano, 20% Virtus». china c’è Bucchi, tecnico di grande esperienza e coach da playoff. Piero è capace di proporre gli TRENTO-SASSARI «Trento è la squadra che ha aggiustamenti che possono fare la differenza in messo più in difficoltà Sassari, forse perché l’ha sfide così ravvicinate. Comunque vedo Reggio affrontata nei momenti di calo. Il Banco è fisi- Emilia avanti: 65%-35%». © RIPRODUZIONE RISERVATA camente superiore e può produrre un’intensità

Armani Milano è la strafavorita per lo scudetto ma ha imparato l’anno scorso che nei playoff nessuno ti regala niente, perdendo ben 7 partite; 2 vs. Pistoia; 2 vs. Sassari (entrambe a Milano); 3 vs. Siena. Per me, Alessandro Gentile è stato l’mvp della Serie A. E’ diverso dal premio “Migliore Giocatore”. Altra musica. Mvp vuol dire: «Chi ha fatto più per fare la sua squadra vincere ... e vincere tanto». Venezia mi ricorda, per certi versi, la Cantù di Arnaldo Taurisano: intelligenza, tecnica, semplicità; che è logico perché coach Charley Recalcati giocava in quella Cantù. Recalcati non ha vinto Allenatore dell’Anno (2° nel voto), ma ci stava, eccome! Ha portato ORDINE a Venezia! Squadra, gioco, coesione e una mentalità di certezze al posto dei dubbi. Reggio Emilia, come

SI GIOCA AL FORUM E A TRENTO QUARTI

QUARTI

1. MILANO

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-

2. VENEZIA

Oggi, 20, 22, 24 e 26/5

FINALE

Domani, 21, 23, 25 e 27/5

8. BOLOGNA

Dal 14 al 26/6

-

-

SEMIFINALI

SEMIFINALI -

-

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Dal 29/5 al 10/6

4. TRENTO

Dal 29/5 al 10/6

-

Oggi, 20, 22, 24 e 26/5 5. SASSARI

7. CANTÙ

-

3. REGGIO EMILIA

Domani, 21, 23, 25 e 27/5 -

-

6. BRINDISI GDS

Milano-Bologna alle 20 in diretta su Rai Sport 1 ● Oggi, ore 20, gara-1 dei quarti di finale MilanoBologna in diretta su Rai Sport 1. Alle ore 23 highlight, e commenti delle due gare-1 (anche Trento-Sassari) su GazzettaTV, canale 59 del digitale terrestre. ● A-2 GOLD Ieri gara-1 di semifinale playoff (al meglio delle 5 partite). Brescia-Torino 78-73 Brescia: Brownlee 17, Cittadini 15, Fernandez 10, Nelson 11, Alibegovic 11, Benevelli 10, Passera 4. Torino: Mancinelli 19, Miller 14, Giachetti 10, Fantoni 5, Lewis 11, Rosselli 8, Bruttini 3, Gergati 2. Serie 1-0, gara-2 domani, ore 20.45, a Brescia. Oggi, gara-2 (ore 20.30) Casale MonferratoAgrigento.

RECALCATI COME TAURISANO, VIRTUS OPERAIA ARTEST HA FATTO DI CANTÙ UNA MINA VAGANTE

NESSUNO ME LO HA CHIESTO, PERÒ... di DAN PETERSON

L’

Alessandro Gentile, 22 anni, ala di Milano. L’anno scorso ha vinto lo scudetto da mvp delle finali CIAM

poteva anche dominare la Serie A, uno che poteva portare Brindisi in finale.

Venezia, è una squadra da campionato che deve dimostrare, ancora, di essere una squadra da playoff, dove conta meno la tecnica (anche se conta) e più la cattiveria agonistica.

Ora, però, Brindisi sta vincendo con una squadra forse atipica, non perfetta, sbilanciata ... e questo è merito di coach Piero Bucchi, che ha saputo adattarsi alla sfortuna, alle necessità.

Reggio Emilia dovrà superarsi in difesa ... che è loro punto forte. Dovrà fare anche taglia fuori (qualche volta punto debole) come non mai, quindi devono essere pronti per battagliare per ogni rimbalzo. Trento, chiaro, è la sorpresa dell’anno (neo-promossa, Final 8; 4° posto; playoff), ma l’effetto-sorpresa non c’è più e dovrà vincere contro gente pronta, preparata, e incattivita. Trento è la squadra che fa le cosidette «piccole cose», la palla vagante, lo sfondamento, il passaggio deviato, il recupero, il tapin, il tap-out. E’ la carta che vale di più adesso. Trento ha Tony Mitchell, migliore giocatore (voto Lega) dell’anno. Lo vedo

Brindisi vive spesso, in attacco, con un giocoKamikaze, con entratoni funambolici, ma nei playoff, dovrà misurare queste avventure di più, giocare più con il cervello, ma sempre con il cuore. Metta World Peace (già Ron Artest), 35 anni, ala di Cantù CIAMILLO

migliorato recentemente; più passaggi, meno forzature. Se lui continua a giocare così, loro sono ancora più forti. Sassari è un brutto cliente per chiunque perché ha coach Sacchetti, uno che ha vinto l’argento olimpico, quindi sa come si deve fare per vincere in situazioni di grande stress.

Sassari ha anche il giocatore più pericoloso della Serie A: Jerome Dyson, capace di risolvere partite con entrate, tiri da tre, recuperi, passaggi, tiri liberi e gioco di squadra, una macchina da guerra. Brindisi è stata la squadra più sfortunata dell’anno, con la perdita, subito, di Simmons, un giocatore che

Cantù ... è la mina vagante di questi playoff, la squadra che non vorrei mai incontrare, un team versatile, di gran atletismo, con un grande allenatore, Pino Sacripanti, che sa allenare nei playoff. Cantù è stata trasformata dal grande Ron Artest (Metta World Peace). Con lui, è arrivato tutto: mentalità vincente, durezza agonistica, squadra, professionalità,

difesa, e uno spirito incredibile. Cantù deve avere un rendimento da tutti, però, per vincere, non solo Ron Artest. Ed è per questo che sono saliti dal 12° posto al 7° posto in poco tempo. Ripeto: mina vagante. Virtus Bologna è «La Classe Operaia va in Paradiso». Nonostante infortuni, gioventù e due punti di penalizzazione, sono arrivati ottavi, con tanti Italiani in campo. Molto merito di questo va a coach Valli, non solo uno scienziato di basket, ma anche un coach esigente, che pretende il massimo e che non accetta scuse. Ovvio, per vincere, Bologna deve tirare fuori la migliore partita dell’anno ... ogni partita. Dovranno fare un salto di qualità paurosa adesso, difficile perché, se sbagliano, i piranha li aspettano sotto. © RIPRODUZIONE RISERVATA


Basket R Eurolega: la finale

LUNEDÌ 18 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

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Rotto il tabù, il Real è campione 1Madrid sul tetto d’Europa dopo 20 anni. Nocioni mvp: «Forse mi ritiro. Scherzo...» REAL MADRID 78

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OLYMPIACOS 59 (15-19, 35-28; 53-46) REAL MADRID: Llull 12 (2/3, 2/6), Carroll 16 (2/2, 4/5), Fernandez 7 (2/3, 1/6), Ayon 2 (0/3), Reyes 2 (1/4); Rivers 5 (1/1, 1/3), Nocioni 12 (1/3, 2/3), Maciulis 9 (1/2, 2/2), Rodriguez 11 (3/7, 1/5), Bourousis, Slaughter 2 (1/3). All.: Laso. OLYMPIACOS PIREO: Mantzaris 1 (0/4 da 3), Spanoulis 3 (1/1, 0/4), Darden (0/1, 0/1), Printezis 11 (4/6, 0/2), Dunston 4 (1/2); Petway 2 (1/1), Hunter 10 (4/8), Papapetrou, Sloukas 10 (1/2, 2/3), Agravanis, Lafayette 1 (0/3 da 3), Lojeski 17 (4/4, 3/6). All.: Sfairopoulos. ARBITRI: Pukl (Slo), Ryzhyk (Ucr), Belosevic (Ser) NOTE - T.l.: Real 11/13, Oly 12/26. Rim.: Real 40 (Nocioni 7), Oly 25 (Hunter 7). Ass.: Real 16 (Rodriguez, Llull 4), Oly 15 (Spanoulis, Printezis 3). Prog.: 5’ 12-10, 15’ 24-24, 25’ 40-36, 35’ 62-55. Tec.: Sfairopoulos 8’07” (12-17), Spanoulis e Fernandez 39’47” (78-59). Ant.: Petway 14’46” (22-24).

Luca Chiabotti INVIATO A MADRID

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ent’anni dopo, il Real Madrid torna campione d’Europa. Il trionfo arriva come era stato sognato, giocando una stagione da Real, uno stile di vita prima ancora che una questione tecnica, passato attraverso il peso di due finali perse consecutive ma senza dubbi su come proseguire la strada. Come nel 1995, quando Arvydas Sabonis dettò la legge del Real per l’ultima volta, ha battuto il meraviglioso Olympiacos stavolta tradito dal suo dio, Spanoulis. La sua incarnazione si chiama Jaycee Carroll, autore di 11 punti di fila in 2’40”, quando l’Olympiacos caduto a -11, con un 12-0 aveva rispolverato il mito delle sue straordinarie e inarrestabili rimonte. Ma la squadra dello spettacolo a tutti i costi, dei canestri al volo di Rudy Fernandez, dei passaggi inimmaginabili di Sergio

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1) Andres Nocioni, 35 anni, mvp della finale 2) Il Real Madrid in trionfo: un titolo che mancava dal 1995 3) Vassilis Spanoulis, 32 anni: non ha ripetuto i miracoli della semifinale CIAMILLO

Rodriguez, delle triple in transizione di Sergio Llull, avrebbe fatto fatica a vincere una sfida giocata ai ritmi degli avversari senza la cruda sostanza del Chapu, Andres Nocioni, «Il re dell’aggressività» come lo definisce Llull, l’uomo che ha cambiato la storia del basket con l’Argentina, un Carlos Monzon che in semifinale ha spolpato vivo l’mvp della stagione, Nemanja Bjelica, e in finale ha reso innocuo il killer Printezis. OLD BUT GOLD «Quando si parla di un giocatore lo si fa di tante cose, il tiro, il passaggio ma spesso ci si dimentica del cuore. E’ quello che ha Nocioni - dice coach Laso -: con una carriera così grande alle spalle, è venuto qui e ha dimostrato cos’è la fame di vincere». A 35 anni suonati, a 11 dall’oro olimpico, con 8 anni Nba sul contachilometri, viene votato Mvp della Final Four, è la sua durezza, oltre alla gara di Carroll (che ha iniziato la sua carriera a Teramo), e di Maciulis

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● Le Coppe Campioni vinte dal Real. Questa è la 1a Eurolega. Nel complesso è il club più titolato: seguono Cska, Maccabi e Panathinaikos con 6

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● Gli anni dall’oro olimpico. Nocioni era nell’Argentina che vinse il titolo olimpico ad Atene 2004. Ha giocato 8 anni in Nba e questa è la sua 1a Eurolega

per un Fernandez sempre in difficoltà nelle partite decisive, che ha permesso al Real di battere l’Olympiacos, forse la miglior squadra d’Europa come concetti di collettivo, «una Juventus con Messi» come l’hanno definita qua. «E’ un bel momento per pensare al ritiro — dice El Chapu —. Scherzo, non è una deci-

sione facile per me. Arrivare al Real e vincere da Mvp è una cosa incredibile. Ho buttato il mio corpo e la mia mente in qualcosa di differente a ciò che avevo fatto finora con un solo obbiettivo: oggi. Ora le mie emozioni esplodono fuori dal mio corpo, ma ci sono volute tante ore di lavoro e tanto dolore alle ginocchia e le caviglie ogni giorno per arrivare a questo». Ancora una volta, la lezione più bella che si porta a casa dalle Final Four di Eurolega è che vincono le squadre non solo i gruppi di star, che si costruiscono e si mantengono nel tempo: sono sette i giocatori, più l’allenatore, che il Real ha confermato, nonostante le due finali perse, andando dritto per la sua strada e il suo stile di gioco. E’ il nono titolo continentale, record, per un club comunque condannato a vincere solo per la maglia che porta. «So cosa vuol dire allenare a Madrid - dice Pablo Laso, il tecnico che coi Galacticos ha anche giocato -. Ti costringe a fare bene, è un biso-

gno». VASSILIS NON C’È Spanoulis non riesce come in semifinale a far diventare memorabile negli ultimi 3’ una gara disastrosa, l’Olympiacos sta a galla con Lojeski, Sloukas e l’ex senese Hunter, ma senza la sua stella non riesce, una volta tornato avanti con Printezis, a non crollare nel parziale di Carroll che diventa il 16-5 decisivo, travolto a rimbalzo, mortificato dal 12/26 ai liberi, e dal 22% da tre. «Sono stati tre anni molto lunghi - dice Sergio Rodriguez - nei quali si è parlato tanto di come arrivare in una finale e vincerla. Avevamo un po’ di paura, dopo averne perse due sentivamo la pressione ma anche l’eccitazione positiva. Siamo stati grandi a rimbalzo e bravi a contenere Spanoulis. Adesso dobbiamo goderci la vittoria, l’ultima l’ho vista in televisione da bambino...». C’era Sabonis, oggi c’è Nocioni. Stesso Real. © RIPRODUZIONE RISERVATA

ALBO D’ORO Questa è la prima Eurolega per il Real Madrid che quindi sale a quota nove titoli complessivi. Finale terzo posto: Cska Mosca-Fenerbahce Istanbul 8480 (De Colo 17, Nichols 14; Goudelock 24, Bjelica 18). ALBO D’ORO 1958-60 Riga; 1961 Cska; 1962 Dinamo Tbilisi; 1963 Cska; 1964-65 Real Madrid; 1966 MILANO; 1967-68 Real Madrid; 1969 Cska; 1970 VARESE; 1971 Cska; 1972-73 VARESE; 1974 Real Madrid; 1975-76 VARESE; 1977 Maccabi; 1978 Real Madrid; 1979 Bosna Sarajevo; 1980 Real Madrid; 1981 Maccabi; 1982-83 CANTÙ; 1984 ROMA; 1985-86 Cibona; 1987-88 MILANO; 1989-91 Spalato; 1992 Partizan; 1993 Limoges; 1994 Badalona; 1995 Real Madrid; 1996 Panathinaikos; 1997 Olympiacos; 1998 VIRTUS BOLOGNA; 1999 Zalgiris; 2000 Panathinaikos; 2001 VIRTUS BOLOGNA; 2002 Panathinaikos; 2003 Barcellona; 2004-05 Maccabi; 2006 Cska; 2007 Panathinaikos; 2008 Cska; 2009 Panathinaikos; 2010 Barcellona; 2011 Panathinaikos; 2012-13 Olympiacos; 2014 Maccabi; 2015 Real Madrid

Ippica R La classica romana del galoppo

Goldstream troppo forte nel Derby Stefano Botti magico: suoi i primi 3 Nicola Melillo

TUDINI A FALEST

ROMA

D

i forza, da padrone assoluto: così Goldstream si porta a casa il Derby 2015. Padrone assoluto, come testimoniano le parole di Cristian Demuro, jockey al primo trionfo nel Nastro Azzurro a 22 anni: «Ci siamo trovati a ridosso di Misty Love in testa. Mi son detto: “troppo presto, ma ci siamo e balliamo”. Gli ho chiesto uno, due cambi di marcia, poi ancora e ancora. Fino a 7. Alla fine era un siluro e se ne è andato. Sensazione pazzesca. Agli ultimi 200 metri ho messo la retromarcia». Sì, perché con la mano destra Cristian, che ha scoperto l’amore per i cavalli da bimbo proprio grazie ai pony a Capannelle, non lontana dalla sua Frascati, teneva le redini, mentre con la sinistra invitava gli altri, lontanissimi, ad andarlo a prendere. Pazzesco.

Goldstream (C. Demuro) domina il Derby a Capannelle GRASSO

SFIDE GRANDI Un’edizione bellissima e indimenticabile per la scuderia Effevi (quarto Nastro Azzurro) e per il trainer Stefano Botti (poker anche per lui), che piazzano al secondo posto un’infinita Sound of Freedom, mentre Botti fa addirittura tripletta con Time Chant, terzo, su un ottimo - e sfortunato per gli intralci - General Sherman di Endo, cugino di Stefano. Una corsa fatta di sportellate al via e

poi agli 800 metri finali, una battaglia vera per trovare la luce. E alla fine i migliori erano lì: con 3 lunghezze fra Goldstream (da Martino Alonso) e Sound e poi gli altri rassegnati. Giorno da urlo per Stefano Botti, che ha vinto 5 delle 6 corse in cui aveva allievi al via e fra queste anche il D’Alessio con un Dylan Mouth (derbywinner 2014) spaziale trionfatore solitario al rientro. Ovviamente anche lui Effevi.

ROMA Ecco i risultati delle pattern di ieri alle Capannelle. Pr. Carlo D’Alessio - (gr. 3) - m 2400: 1 Dylan Mouth (F. Branca); 2 Bertinoro; 3 Victis Hill; 4 Celticus; Tot.: 1,18; 1,03, 1,05, 1,46 (2,13) Trio: 19,19. Pr. Tudini - (gr. 3) - m 1200: 1 Falest (F. Bossa); 2 Alatan Blaze; 3 Traditional Chic; 4 Harlem Shake; Tot.: 10,85; 3,63, 4,83, 4,31 (171,33) Tris: 210,90. Derby italiano - (gr. 2) - m 2200: 1 Goldstream (C. Demuro); 2 Sound of Freedom; 3 Time Chant; 4 General Sherman; 5 Roccia d’Oro; Tot.: 1,69; 1,30, 1,71, 2,05 (5,11) Tris: 17,97. ● MIGUEL DOMINA A Modena bella vittoria di Miguel Wf (G. Minnucci) nel GP Renzo Orlandi. Il figlio di Super Arnie ha dominato dal primo all’ultimo metro a media di 1.11.7 davanti a Per Amore Gual e Rue du Bac. Per Miguel Wf secondo GP della carriera dopo il Due Mari 2011 a Taranto. ● OGGI QUINTÉ A FOLLONICA Al Dei Pini (inizio convegno alle 15.30) scegliamo Narciso Vl (13), Ribot Zs (15), Rainbow As (5), Rocco Grif (14), Procella Marina (12) e Plutonio (9). ● SI CORRE ANCHE Trotto: Albenga (15.40), Palermo (14.45) e Taranto (15.05).

Botti e il proprietario Felice Villa: «Giorno speciale che ripaga delle scelte di lavorare come l’ippica antica: professionalità, pagamenti puntuali ai collaboratori e maniacalità, dall’allevamento alle corse. Così si vince. Goldstream? Ora potremmo andare al Royal Ascot, nelle King Edward VII Stakes, mentre per Dylan la strada è tracciata: vogliamo tentare le King George, passando per il GP di Milano. E il sogno, nel 2016, è l’Arc. Mentre Sound, che volava quando finalmente ha avuto strada libera, si merita Parigi e il Prix de Diane. Ma oggi ci godiamo questa enorme soddisfazione: dopo Parioli ed Elena ora tutto questo». IN 8.000 Gli 8mila di Capannelle, in una giornata da 31 gradi, bellissima nel clima e nelle corse, hanno avuto in regalo un numero di Falest (da 10/1) sui 1200 metri del Tudini, che ha commosso Renato Varesio, al primo colpo grosso dopo 50 anni di colori. «Sono partito in macchina da Asti per vedere lui. Un’emozione così...». E basta, perché il fiato era finito. Toccante. Il trainer Domenico Crisanti: «Falest soffre il caldo, ma in autunno, con una prova così (1’07”58!) si va in Francia. Sicuro». Bello. Tutto. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Triplice Usa: American sbanca pure le Preakness

American Pharoah domina AFP ● American Pharoah fa sul serio. Né una pioggia torrenziale, né il fango, né tantomeno gli avversari lo hanno fermato nelle Preakness Stakes di Pimlico (m 1950), 2ª tappa della Triplice Corona del galoppo Usa inviolata dal 1978 (Affirmed). American Pharoah (V. Espinoza), dopo aver vinto il Kentucky Derby, ha dominato di 7 lunghezze le Preakness per la gioia dei 131.680 spettatori (record) in tribuna: ora si giocherà tutto nelle Belmont Stakes di sabato 6 giugno a New York. Il suo trainer Bob Baffert sarà al quarto tentativo di centrare la triplice: in passato ha fallito con Silver Charm, Real Quiet e War Emblem.


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Golf R European Tour

LUNEDÌ 18 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Riecco il Molinari di Spagna CHALLENGE

Bertasio crolla in Danimarca Orrin è primo

1Francesco chiude al 2° posto alla pari

con l’eterno Jimenez: «Ho lottato, sono soddisfatto». Morrison vince dopo 5 anni

Federica Cocchi

L

a Spagna porta bene a Francesco Molinari che, dopo un lungo periodo negli Stati Uniti per giocare sul Pga Tour, è tornato «a casa» sullo European per disputare l’Open di Spagna Real Club de Golf El Prat vicino a Barcellona. Questa volta Francesco, vincitore del torneo nel 2012, si è piazzato al secondo posto dietro l’inglese James Morrison che ha chiuso a -10. Una buona notizia per Chicco alla vigilia del Bmw Pga Championship al Wentworth Club di Virginia Water la settimana prossima. «Ho fatto del mio meglio - ha detto dopo la gara Francesco che ha chiuso con 282 colpi (72 69 70 71, -6) -. Alla fine sono contento di come ho giocato tutta la settimana, ho fatto molti birdie, sono stato aggressivo, solo un po’ corto». Il successo di Morrison a distanza di cinque anni dall’ultima volta mette d’accordo tutti: «James ha giocato alla grande - conferma Molinari -, non ha segnato neanche un bogey, e in queste condizioni è piuttosto complicato, col vento e la pressione di essere in testa, davvero bravo».

LA GARA Morrison ha preso il comando nel terzo giro insieme a Howell e nel quarto non ha avuto cedimenti. Si è liberato quasi subito del compagno di gioco e

James Morrison, 30 anni. In alto: Francesco Molinari, 32 anni REUTERS

poi ha evitato rischi e ha approfitETERNO JIMENEZ Nel gruppo dei IL NUMERO tato delle occasioni che gli si sono secondi anche il campione uscente presentate sotto forma di tre birMiguel Angel Jimenez che a 51 andie (69, -3), potendo anche contani continua a stupire tra i «giovare su avversari che non lo hanno ni». Per lui un ultimo giro in 67 mai messo sotto pressione. Si è av(-5) con un eagle e una buca in vicinato soltanto Molinari, ma uno sfiorata alla 8, cinque birdie e quando era a due colpi dalla lea- Gli anni di Miguel due bogey: in totale 11 posizioni dership, la fortuna e il putter gli Angel Jimenez che guadagnate. «Cerco sempre di dihanno voltato le spalle. Infatti due vertirmi in campo - ha detto Jimedeteneva il titolo e volte la pallina ha girato sull’orlo nez tra una boccata e l’altra del suo ha chiuso al secondo della buca, dopo putt piuttosto inseparabile sigaro -. Sento che i corti, trasformando in par e bogey posto con Molinari 50 anni sono arrivati troppo presto quelli che sembravano un birdie e per me, quindi giocherò il Chamun par. Un altro bogey alla 17 lo ha allontanato pions Tour ma anche qualche appuntamento sul anche dalla seconda posizione, ma Chicco è riu- circuito principale». Giocherà in casa molto prescito a risollevarsi con un birdie in extremis. In sto anche il vincitore James Morrison: «La prossitotale cinque birdie e quattro bogey per il 71 ma sarà una settimana in famiglia - spiega il (-1) e le buone sensazioni ritrovate dopo l’in- 30enne che ha guadagnato, con il successo di iefortunio al polso di qualche settimana fa ri, un posto nel field di Wentworth - abito a una negli Usa. La truppa italiana all’Open di manciata di chilometri da Virginia Water e stare Spagna era al completo: oltre a Fran- vicino a mia moglie e mio figlio sarà una spinta in cesco erano in campo anche Edoardo più a fare bene. Ora sono gasato, sono sulla creMolinari, Matteo Manassero, e poi sta dell’onda, spero di provare questa sensazione Crespi, Tadini, Pavan e Paratore. anche al Pga Championship». Casa dolce casa. Manassero e Tadini hanno chiuso in 61esima posizione con 294 (+6), Cre- Classifica: 1. Morrison (Ing) -10; 2. Espana (Fra), Howell spi è terminato 67° con 295 (+7). Non (Ing), Jimenz (Spa), MOLINARI -6; 61. MANASSERO, TADINI avevano invece superato il taglio, Edoar- +6; 67. CRESPI +7. © RIPRODUZIONE RISERVATA do Molinari, Pavan e Paratore.

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Da sinistra: Miguel Angel Jimenez, 51 anni, scherza col vincitore James Morrison. Al centro Morrison in azione e alla premiazione, a destra Francesco Molinari in campo GETTY

● L’inglese Max Orrin ha vinto con 285 colpi (74 68 72 71, +1) il Made in Denmark Challenge (Challenge Tour) sul tracciato del Royal Golf Club (par 71) a Copenhagen in Danimarca, dove si è giocato in condizioni difficili e con tutti i concorrenti autori di score sopra par. Ha ceduto Nino Bertasio, scivolato dal primo al 14° posto con 293 (69 73 69 82, +9), dopo un inatteso 82 (+11), mentre Matteo Delpodio, 33° con 298 (75 74 71 78, +14), è terminato a metà classifica. Per Orrin è il secondo titolo nel circuito.

ALPS TOUR

A Di Nitto il Colli Berici Molteni 3°

● Enrico Di Nitto (nella foto) ha vinto con 202 colpi (68 67 67, -11) l’Alps Tour Colli Berici, torneo in calendario nell’Alps Tour e nell’Italian Pro Tour disputato sul percorso del Golf Club Colli Berici. Dopo aver terminato la gara alla pari con l’olandese Darius Van Driel (202 - 68 65 69) il 22enne neoprofessionista romano lo ha superato alla prima buca di spareggio. Bella prova anche di Gregory Molteni, terzo con 204 (-9), e tra i top ten altri due giocatori italiani, Federico Elli, sesto con 208 (-5), e Andrea Bolognesi, nono con 209 (-4). Al vincitore è andato un assegno di 5.800 euro su un montepremi di 40.000 euro. il circuito golfistico Alps Tour resta in Italia, trasferendosi sul percorso padovano del Golf Club Frassanelle, dove da mercoledì verrà si gioca il Frassanelle Open.


Pallavolo R L’impresa

LUNEDÌ 18 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

BASKET maschile

CALCIO maschile

PALLAVOLO maschile

RUGBY maschile

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PALLAVOLO femminile

CITTÀ PIÙ GRANDE

LO SCUDETTO DEI PICCOLI IN 4 SPORT

Roma 2.638.842 abitanti

Roma 2.638.842 abitanti

Roma 2.638.842 abitanti

Roma 2.638.842 abitanti

Casale Monferrato 34.597 abitanti

Macerata 42.036 abitanti

Mogliano 4802 abitanti

Bari 313.213 abitanti

CITTÀ PIÙ PICCOLA

Il confronto tra la città più grande e la città più piccola tricolori in quattro sport di squadra. Casalmaggiore, cittadina sul Po in provincia di Cremona, ha 15.265 abitanti

Cantù 39.272 abitanti

Casalmaggiore 15.265 abitanti

Casalmaggiore si sente grande 1La notte da favola e i piani per il futuro: Mazzanti, Ortolani e Skorupa vanno via 1

Giovanni Gardani

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CASALMAGGIORE (CR)

«I

magination is not a crime». Campeggia sulla facciata di una casa che chiude l’imbuto di via Cavour e conduce in piazza Garibaldi, lo slogan ideale (in inglese, per ricordarsi che da qui passerà la Champions) dello Scudetto Pomì. Definito in mille modi – capolavoro, miracolo, favola o sogno di provincia – col rischio di non trovare mai la chiave di lettura corretta. Servirebbe la fantasia di chi ha saputo osare fino a questo punto, per diventare i più piccoli di sempre a vincere uno scudetto, dato che Villa Cortese, 6mila abitanti contro i 15mila di Casalmaggiore, le sue finali le aveva perse. Ci vorrebbe quel pizzico di sana incoscienza che ha spinto il presidente Massimo Boselli Botturi, sul 23-18 Pomì nel quarto set di Novara, a battezzare il futuro su Facebook anticipando la scritta «Campioni d’Italia». BELLA ADDORMENTATA Se vogliamo parlare di favola, allora Casalmaggiore ieri di prima mattina è parsa una «Bella Addormentata»: festoni, striscioni e coccarde, oltre alle immancabili bandiere tricolori, sono comparsi solo dopo mezzogiorno, vuoi per la notte insonne, vuoi perché l’attesa festa «in casa» (quasi in 5mila a scatenarsi in rosa contro i 700 di Cortile Federico II, la notte prima, a Cremona) è partita solo alle 19 come il corteo, con Mazzanti in bicicletta, che ha scortato le giocatrici nel cuore del centro storico, una delle piazze più originali d’Italia, anche se a volte ci se ne dimentica. Senza pensare al futuro, che però ora, con Casalmaggiore caput mundi, fa parlare. Perché non bastano i cori, una litania di suppliche, per propi-

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● 1. L’allenatore Davide Mazzanti ha aperto in bicicletta il corteo della festa, ieri pomeriggio, in centro a Casalmaggiore. ● 2. Sulla facciata del palazzo comunale sono state esposte le gigantografie di tutte le protagonista della cavalcata tricolore ● 3. La festa a notte fonda tra sabato e domenica nel Cortile Federico II di Cremona: scatenatissima il libero Imma Sirressi

1

● Solo una delle giocatrici della Pomì aveva già vinto lo scudetto: Serena Ortolani, due volte: nel 2006 e 2011 con Bergamo

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● La Pomì ha vinto con 3 attaccanti di palla alta italiane, come solo Bergamo 2011 (con Mazzanti allenatore): ma nessuna delle 3 azzurra l’anno scorso

ziare il ripetersi dell’irripetibile, con gli stessi protagonisti. Kasia Skorupa andrà al Fenerbahce, Davide Mazzanti e Serena Ortolani, come anticipato, hanno già le valigie per Conegliano. Uno di quei romanzi talmente intensi da gustare una volta sola, d’un fiato, senza ripetizioni. Sul tecnico e su Serena arrivano conferme a mezza bocca e comunque non si alzano smentite. Impossibile trattenere un tecnico talmente bravo e modesto da mascherare tra ironia e verità i decisivi meriti, quando nella notte cremonese ebbra di sudore e champagne, ringraziando il club che l’ha rimesso in gioco, s’inventa che «l’alchimia è arrivata solo per un grande c…». FATTORE CHAMPIONS Dunque, che Pomì sarà nell’anno della ribalta europea? Il fattore Champions può essere una

chiave per aprire molte porte. «Tante giocatrici si sono offerte – racconta Boselli – ma ora vogliamo goderci il trionfo. Siamo una società sana e abbiamo dimostrato di saper costruire trionfi anche con un budget umano, puntando su ragazze altrove non valorizzate: il nostro sarà ancora un mercato alternativo». LLOYD IN ARRIVO Sul tavolo i nomi di Lloyd, molto vicina, ma la vox populi non ha mancato di accostare alla prima campagna continentale della Pomì anche Arrighetti e addirittura Lo Bianco. Smentita secca dal club. Il tecnico? Con Parisi, non più destinato all’Azerbaigian, un tassello del puzzle andrebbe al suo posto. «Se andrà via Mazzanti, che però noi vorremmo trattenere – spiega Boselli – una squadra scudettata non potrebbe pre-

scindere da un grande coach». CANOTTAGGIO E SCUDETTI A questa gente, comunque, i nomi interessano poco. «Ci basta che chiunque arrivi incarni il senso di appartenenza: noi avremo sempre il cuore caldo» ripetono i tifosi nella stessa piazza, intarsiata di porfido e marmo e ieri impreziosita dalle gigantografie delle undici pantere, che già festeggiò i primi ori olimpici della storia di Cremona (nel canottaggio tra il 1988 e il 2000) e ora fa salire tutti sul treno scudetto. Sì, perché Casalmaggiore sarà anche il terzo centro provinciale, il più piccolo di un territorio per tradizione diviso in tre parti. Ma quando si tratta di sport sale in cattedra e dà lezione a tutti. Inventando nuove favole da tramandare durante gli abbacinanti tramonti sul Po.

clic CAMPIONESSE D’ITALIA PREMIATE IN REGIONE DA MARONI E ROSSI ● Dopo la festa in piazza a Cremona bissata il giorno dopo a Casalmaggiore, le campionesse d’Italia della Pomì questa mattina sono attese da un impegno istituzionale. Alle 10.30 la squadra del presidente Boselli verrà premiata per lo scudetto appena conquistato in Regione Lombardia dal Governatore Roberto Maroni e dall’assessore allo sport Antonio Rossi. La possibilità per la belgradese Stevanovic di incontrare l’altro belgradese Djokovic.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

BEACH VOLLEY

Ranghieri & Caminati da favola Alla prima subito una vittoria 1Debutto vincente insieme al World Tour a Lucerna: è il terzo successo azzurro di sempre

Carlo Ferraro

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alle qualifiche direttamente al gradino più alto del podio del World Tour. Prima dell’Open di Lucerna (Svi), inedita sede di una tappa

del circuito Fivb e nel 2016 teatro della rassegna iridata Under 21, l’exploit era riuscito solo sette volte in 14 anni ed i protagonisti erano stati sempre brasiliani o statunitensi. Tra giovedì e ieri a compiere questa impronosticabile impresa sono stati anche gli azzurri Alex Ranghieri e Marco Caminati, seconda coppia italiana a trionfare nel circuito mondiale (due i successi di Nicolai-Lupo nella scorsa stagione), nel quale erano al debutto di coppia. Sono stati bravissimi a conquistare la finale con otto vittorie di fila e poi fortunati a beneficiare del

forfeit degli olandesoni Meeuwsen-Brouwer, campioni iridati in carica che, nell’anno del Mondiale in casa, hanno preferito rinunciare per non forzare il ginocchio dolorante di Meeuwsen. BRIVIDI Una finale conquistata con spavalderia in mattinata di fronte ai beniamini di casa Stasser-Beeler, altra grande sorpresa del torneo, ai quali non è bastato il calore del pubblico ed un vantaggio di 5 punti in apertura del 3° set. «Sono stati quattro giorni straordinari, pazzeschi - ha commentato Ranghieri

-. A pensare quello che abbiamo fatto, mi vengono i brividi...». Una gioia che Alex e Marco hanno condiviso con tutto lo staff azzurro, guidato in terra elvetica dal vice c.t. Matteo Varnier. MAI DA COSI’ GIU’ Ranghieri e Caminati, n° 13 delle qualifiche, un record l’hanno agguantato: mai in passato aveva trionfato una coppia partita così in basso nel tabellone. Una coppia assemblata dal c.t. Paulao («di problemi così comunque ne vorrei ogni giorno») solo per la Continental Cup di due settimane fa a Montpellier (Fra) e

Marco Caminati, 22 anni e Alex Ranghieri, 27: primo successo FIVB

per il torneo svizzero. I piani di questa stagione prevedono infatti che Ranghieri abbia quale nuovo partner l’oriundo Adrian Carambula, 27enne con genitori di origine italiana, nato e cresciuto in Uruguay, pescato l’anno passato quasi per caso nell’Avp e cooptato da gennaio in nazionale, solo da qualche giorno in regola per la Fivb. I coetanei Ranghieri e Carambula hanno già giocato insieme nel Tricolore indoor, il debutto a livello internazionale è previsto la prossima settimana nel Grande Slam di Mosca (Rus), dove rivedremo anche Nicolai-Lupo. Caminati, 23 anni a settembre, almeno per il momento, tornerà a far coppia con l’altro emergente romagnolo, Enrico Rossi (’93), con il quale è atteso questo giovedì al via del Masters Cev di Jurmala (Let). © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Vela R Volvo Ocean Race

LUNEDÌ 18 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

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IL NUMERO

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Le barche che sono al via. A Lisbona dovrebbe rientrare Team Vestas che sabato esce dal cantiere Persico

Tre momenti della partenza alla volta di Lisbona: gli spagnoli, in testa (1), Brunel davanti al faro (2) e l’ospite che si getta da Dongfeng (3) altra novità

«Un giro sempre nuovo»

1Frostad, il numero 1 della regata alla vigilia della 7

tappa: «Mai più percorsi uguali, stiamo esplorando territori inediti. E dalla Cina molte soddisfazioni» a

Gian Luca Pasini

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l numero 1 della Volvo Ocean Race, Knut Frostad, ex velista, alla viglia della settima tappa, da Newport a Lisbona. Toccando ferro o legno questa scelta della barca monotipo si dimostra vincente, per la sicurezza, ma anche per la serenità degli organizzatori. «Si sono soddisfatto. Certo che si pensa sempre a migliorare. Adesso abbiamo tranquillità. Si può dire che le barche sono più sicure. Abbiamo più margine di controllo rispetto al passato. Ma appena c’è qualcosa che non va si rivolgono a me. Le responsabilità sono aumentate».

Ritiene sia immaginabile un cambio radicale del percorso? «Abbiamo testato così tanti Paesi in questi anni. Ma io spero che sia possibile fare anche qualche cambio radicale nel futuro. Abbiamo nuove proposte, nuove idee dobbiamo bilanciarle con la realtà. Ma non penso avremo mai più due Volvo con la stessa rotta. Mai più».

Ice Limit

Nel periodo primaverile, sulla Costa Est, si sviluppano basse pressioniche rimangono stazionarie, prima di prendere una rotta Nord-Est verso Nord. Se ciò dovesse accadere, la flotta potrebbe incontrare Newport forti venti USA freddi da Nord-Est

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Iceberg Alisei Depressioni settentrionali

R«L’Italia ci segue

In questa nuova Volvo si è guardato molto alla sicurezza, si è perso un po’ in avventura? «Il rischio che c’è è la combinazione degli elementi. In modo che il materiale sia sufficientemente forte per resistere agli stress. Non credo che la sicurezza faccia perdere l’avventura, perché la barca si rompe meno. Il rischio sono in relazione alle persone (che devono essere sempre in sicurezza). É vero si rompono meno che in passato, ma allo stesso tempo si può dire che sono molto più veloci. E se gli skipper sbagliano qualcosa si possono rompere. Lo abbiamo visto anche prima di Capo Horn. No non è solo questione di rotture, ma di persone. E della loro gestione. E della loro esperienza».

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Bassa pressione

2 La costa occidentale della Groenlandia, è l'area dove si sviluppa la maggior parte degli iceberg che si spostano verso Sud. Il loro viaggio viene ostacolato dalla Corrente del Golfo ma potrebbero sempre prendere una rotta Est nell'Atlantico settentrionale. Gli organizzatori della regata definiranno la zona di esclusione dai ghiacci

La Volvo Race sembra essere entrata in una nuova dimensione con progetti pluriennali che hanno allargato gli orizzonti della regata anche commerciali. Che si aspetta per il futuro? «Vogliamo fare un altro passo avanti, come in questa edizio-

tanto. Speriamo che nel 2017 ci sia davvero un team del vostro Paese»

to dietro. Dobbiamo essere orgogliosi».

2800 MIGLIA DI ATLANTICO FINO IN PORTOGALLO

Settima tappa: 2800 miglia

Lisbona PORTOGALLO

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Anticiclone delle Azzorre Una volta passata la longitudine dell'Ice Limit, la flotta potrebbe incontrare un altro ostacolo l'anticiclone delle Azzorre. Si tratta di un fattore decisivo dal punto di vista strategico, perché i team dovranno decidere se sarà il caso di tenersi a Nord, e fare più strada, navigare verso l centro della alta o ancora approcciarla da Sud

Poi sarà il momento di decidere quando puntare la prua verso il Portogallo, andando a cogliere il flusso degli Alisei portoghesi. Nella parte finale l’insidiosa risalita del fiume Tago, nel cuore di Lisbona, con le sue correnti e possibili arie leggere

Equatore

RCS

ne siamo cresciuti a livello di barche e organizzazione dei team. Abbiamo trovato altri settori da migliorare. Il rapporto costi-benefici per gli sponsor, trovare nuove forme di visibilità per chi investe. In concreto mi auguro che i team con cui stiamo parlando ritornino nella prossima edizione. Stiamo dialogando con sponsor che vogliono restare. Il fatto che le barche resteranno è un incentivo. Stiamo cercando un modello di regata ancora più sostenibile per la vela in generale e per la Volvo in particolare». Dal punto di vista tecnico questo andare a cercare porti nuovi come in Cina, negli Emirati ha cambiato un po’ il modo di rega-

L’INNOVAZIONE CHE HA DATO UNA SVOLTA È STATO IL GIORNALISTA A BORDO. NESSUNO HA QUALCOSA DI SIMILE KNUT FROSTAD CEO VOLVO OCEAN RACE

tare, che cosa ne pensa visto che lei aveva fatto più volte questa regata in altri tempi? «Non bisogna vergognarsi di provare cose nuove. Soprattutto in questa regata. Sono stato sempre un grande innovatore. Nella Volvo coesistono le due anime: spingere verso le novità e difendere l’eredità. Perché abbiamo la necessità di mantenere lo sport “selvaggio, avventuroso”. Le tappe in Cina o negli Emirati hanno portato nuovi velisti, nuovi interessi, nuovi mercati. In Cina abbiamo iniziato a avere un impennata di contatti. Tutti gli sport necessitano di svilupparsi. E così dobbiamo fare noi. Da un punto strettamente velico è vero le cose sono cambiate. Ma abbia-

mo tenuto una tappa classica come quella dalla Nuova Zelanda al Brasile. Dobbiamo bilanciare le cose. Per me è sempre una nuova sfida. Ma l’imprevedibilità resta una costante: basta vedere quello che è accaduto a Vestas». Cosa è la cosa che le è piaciuta di più fino a oggi? «I velisti cinesi. Siamo andati in Cina la prima volta nel 2008/2009 e mi ricordo la prima conferenza stampa in cui dovevamo spiegare che cosa era una barca a vela. E adesso vedere quanto sono migliorati, quanto tempo hanno dedicato. Quando hanno imparato. Questa non è solo una bandiera di facciata, c’è qualcosa di concre-

Mapfre parte prima Tappa non lunga ma molti pericoli ● (r.ra) E’ partita la 7a tappa della Volvo (2800 miglia da Newport a Lisbona). Primi a puntare verso il mare aperto gli spagnoli di Mapfre guidati dall’olimpionico Iker Martinez. La flotta dei 6 VOR 65 affronta l’ultima traversata oceanica non priva di pericoli. «Se si guarda alla storia ci sono stati molti incidenti, una barca è affondata e uomini hanno perso la vita – ha ricordato Bekking skipper di Brunel -. Stiamo tornando in Europa, tutti spingeremo al massimo».

Si parla tanto di un ritorno dell’Italia che poi non si concretizza. Secondo lei perché? «Abbiamo tanta gente che ci segue dall’Italia e speriamo che nella prossima edizione ci sia un team italiano. La partecipazione però non dipende strettamente dal Paese. Come hanno detto spesso personaggi di esperienza nella regata: la cosa più difficile alla Volvo è presentarsi al via. E’ difficile trovare sponsor, organizzare il progetto. Appena c’è una persona che si fa carico di mettere assieme l’organizzazione, al 100% vedremo una barca italiana al via. E io mi auguro che ci sia presto un Viva l’Italia boat in regata». Quando le manca tornare in mare, in tappe così? «Molto. Non solo la Volvo, mi manca la regata».


Atletica R Diamond League a Shanghai

LUNEDÌ 18 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Barshim va sull’1-0 James re dei 400 La novità è l’Ayana

I RISULTATI

David Oliver, 33 anni REUTERS

Oliver primo nei 110 hs Ibarguen tripla: 14.85

1Mutaz nell’alto vince a 2.38 il duello con Bondarenko. Kirani fa 44”66. Etiope scatenata: 14’14”32 nei 5000

Andrea Buongiovanni INVIATO A SHANGHAI (CINA)

L’

impetuoso 400 di Kirani James, che con un comodo 44”66 rifila quasi un secondo al più vicino degli avversari; la sfida nell’alto tra Mutaz Barshim e Bohdan Bondarenko, vinta dal qatarino con un sontuoso 2.38; soprattutto, tecnicamente parlando, la grande sorpresa firmata dalla 23enne etiope Almaz Ayana che nei 5000 vola in 14’14”32, terza prestazione mondiale all-time, a soli 3”17 dal record della connazionale Tirunesh Dibaba. Il meeting di Shanghai, seconda tappa della Diamond League 2015, non è all’altezza di quella d’esordio di Doha, ma non tradisce le attese.

2

● I tempi di Kirani James sui 400 in vetta alla classifica mondiale stagionale: 44”22 a Des Moines e 44”31 a Tempe, ambedue realizzati in aprile

23

● Le vittorie consecutive della colombiana Caterine Ibarguen nel triplo, una collana iniziata nel 2013. Caterine ha un primato personale di 15.31

KING JAMES Se c’è James, non ce n’è per nessuno. Almeno in questo momento. Il grenadino corre in quarta corsia, in quinta c’è LaShawn Merritt, col quale lo scorso anno ha dato vita a epiche sfide. Ma basta la prima curva e il decalage è recuperato. Kirani, con quella falcata che divora la pista, dà sempre l’impressione di non faticare. Solo nel finale, senza stimoli, l’azione si fa un po’ più rigida. Tanto che il crono finale resta a 44/100 dallo stagionale. Ma McQuay, piazzato con 45”54, resta lontanissimo. Merritt? Terzo in 45”58. MOLLA BARSHIM A ogni salto, un «ohhh» di meraviglia. Il pubblico cinese è fatto così: è composto, quasi distaccato, poi si scalda di colpo e a modo suo. I 30.000 spettatori di quell’enorme catino che è lo Shanghai Stadium stravedono per Barshim e Bondarenko. Lo scontro diretto che apre le contese dopo il 4-3 del 2014 per Bohdan, vede prevalere Mutaz, con l’ucraino fermo a 2.32. Il problema è che la coppia ha abituato troppo be-

Kirani James, 22 anni, ha un personale sui 400 metri di 43”74 del 2014

ne e che ora, ogni volta che è in pedana, si fa riferimento al 2.45 del record di Sotomayor. Eccessivo. Barshim, con quell’arco dorsale che pare disegnato, alla prima prova a 2.35 è perfetto come a quella 2.38. Bondarenko invece «passa» la prima misura e commette due nulli sulla seconda, riservandosi un tentativo a 2.41. Vanamente. Mutaz, a quel punto, saluta: «Perché – dice – nonostante la meravigliosa atmosfera, è troppo presto per saltare più in alto». Arrivederci a Eugene. NOVITA’ AYANA La signora Fida (il marito-allenatore Soreasa è uno specialista da 3’34” dei 1500), non è una sconosciuta. Proprio sui 5000 è stata bronzo ai Mondiali di Mosca 2013. Ma non è certo un personaggio. Che fosse in condizione si sapeva: per lei erano stati chiesti passaggi da 69” al giro, cioè 2’52” al km per una proiezione da 14’20” o giù di lì, sotto il personale di 14’25”84 firmato al meeting di Parigi 2013. Prima l’ucraina Tverdostup (2’53”84 al primo), poi la keniana Wafula (5’48”74 al secondo), svolgono il compito a dovere. E da lì in poi la cavalcata solitaria dell’etiope, complici condizioni ideali (21° e il 60% di umidità), è impressionante. L’ultimo 3000 è coperto in 8’25”58, il 1000 finale in 2’47”57. «Puntavo al personale – racconta intimidita – nemmeno ricordavo quale fosse il record del mondo». Il resto della giornata vede tante conferme: nel lungo di Menkov (8.27) altri tre volano oltre gli 8.20 e l’Ibarguen, nel triplo (14.85), centra il 23° successo consecutivo. Nei 100 della Okagbare (10”98), Campbell e Fraser si fermano però al 4° e 5° posto (11”22 e 11”25). Poi i 110 hs: vincono Oliver (13”17) e... Liu Xiang: la cerimonia di tributo che al cinese in pensione viene riservata nella sua città è commovente.

REUTERS

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Mutaz Barshim, 24 anni, ha un personale di 2.43 del 2014 REUTERS

IL TACCUINO Coppa Europa di marcia: Giorgi seconda con il record italiano della 20 km: 1h26’17” Cresce la Rigaudo, De Luca terzo nella 50 km Il primato nazionale di Eleonora Giorgi sulla 20 km ha nobilitato la partecipazione italiana alla Coppa Europa di Marcia a Murcia (Spa). La Giorgi ha chiuso seconda alle spalle della russa Alembekova in 1h26’17”, 29” in meno del precedente limite fissato il 21 marzo a Dudince (Slk). Bene anche Elisa Rigaudo, al rientro dopo la seconda maternità, ottava in 1h28’01”, gterzo De Luca nella 50 km. Uomini. 20 km: 1. Lopez (Spa) 1h19’52; 11. Rubino 1h22’55”; 29. Fortunato 1h27’04”; 31. Dei Tos 1h27’34”; 33. Antonelli 1h28’17”. 50 km: 1. Ryhzov (Rus) 3h43’32”; 3. De Luca 3h46’21”; 8. Caporaso 3h51’44”; 17. Dessi 4h02’45”. 10 km j.: 1. Garcia (Spa) 40’38”; 11. Angelini 42’42”16. Picchiottino 43’26”. Donne. 20 km: 1. Alambekova (Rus) 1h26’15”; 2. Giorgi 1h26’17” (primato italiano; prec 1h26’46” della stessa atleta, 2015); 8. Rigaudo 1h28’01”; 20. Trapletti 1h32’08”; 35. Ferraro 1h39’54”. 10 km j.: 1. Afanasyeva (Rus) 45’55”; 4. Stella 47’19”; 8. Dominici 48’46”; 16. Ciabini 50’38”.

L’ALLIEVO TORTU 10”33 SUI 100 (w.b.) Filippo Tortu 16 anni della Riccardi di Milano ieri a Gavardo (Bs) ha corso i 100 in semifinale in 10”34, quindi la finale in 10”33 piazzandosi 2° alle spalle del britannico Kilty (10”09). Ha così migliorato per 2 volte il limite allievi di Giovanni Grazioli, 10”49 del 1976. Uomini: 100 (1,4): 1. Kilty 10”09; 2. Tortu (all.) 10”33; 6. Tumi 10”58. II: Riparelli 10”34. 1500: Bussotti Nieves 3’40”75. Lungo: Kabore 7,58. Donne: 100 (0,7): Evtimova (Bul) 11”48. 800: 1. Zenoni (all.) 2’05”63.5000: Weissteiner 15’36”66;.3. Reina 16’59”52, Lungo: Vicenzino 6,58. TRICOLORI 10.000 Said El Otmani e Claudia Pinna hanno conquistato ieri a Isernia il titolo italiano dei 10.000 su pista. I titoli promesse sono andati a Daniele D’Onofrio (30’02”22) e Martina Merlo (34’49”69). Uomini: 1. El Otmani 29’22”46; 2. El Mazoury 29’27”85;3. Ghebrehiwet 29’27”86. Donne: 1. Pinna 34’04”71; 2. Roffino 34’09”92; 3. Dal Ri 34’21”72.

UOMINI 200 (v. +1.1 m/s): 1. Edward (Pan) 20”33; 2. Forte (Giam) 20”36; 3. Ashmeade (Giam) 20”44; 4. Dwyer (Giam) 20”56. 400: 1. James (Grn) 44”66; 2. McQuay (Usa) 45”54; 3. Merritt (Usa) 45”58; 4. Verbung (Usa) 45”65; 5. K. Borleé (Bel) 45"74. 1500: S. Kiplagat (Ken) 3’35”29; 2. Ngetich (ken) 3’35”40; 3. Cheboi (Ken) 3’35”46; 4. Blankenship (Usa) 3’35”48; 5. Biwott (Ken) 3’35”75; 6. Magut (Ken) 3’35”91. 3000 sp: 1. Birech (Ken) 8’05”36; 2. K. Koech (Ken) 8’11”39; 3. Kipruto (Ken) 8’14”59; 4. Ndiku (Ken) 8’15”54; 5. Kim. Kemboi (ken) 8’16”22. 110 hs (+0.4): 1. Oliver (Usa) 13”17; 2. Ortega (Cuba) 13”19; 3. A. Merritt (Usa) 13”25; 4. Ash (Usa) 13”29; 5. Shubenkov (Rus) 13”35; 6. Xie (Cina) 13”36. Alto: 1. Barshim (Qat) 2.38; 2. Bondarenko (Ucr) 2.32; 3. Zhang (Cina) 2.32; 4. Tobe (Giap) 2.29; 5. Mason (Can) 2.25. Lungo: 1. Menkov (Rus) 8.27 (+0.4); 2. Henderson (Usa) 8.26 (+0.1); 3. Wang (Cina) 8.25 (+0.9; 4. Li (Cina) 8.21 (+0.4)5. Mokoena (S.Af) 8.11 (+0.5); 7. Rutherford (Gb) 8.05 (+1.1). Disco: Malakowski (Pol) 64.65; 2. Urbanek (Pol) 64.47; 3. Gowda (Ind) 63.90; 4. Kupper (Est) 63.07; 5. Morgan (Giam) 62.26. DONNE 100 (+0.9): Okagbare (Nig) 10”98; 2. Bowie (Usa) 11”07; 3. Ahye (Tri) 11”13; 4. Campbell (Giam) 11”22; 5. Fraser (Giam) 11”25; 6. Lee (Usa) 11”48. 800: Sum (Ken) 2’00”28; 2. Akkaoui (Mar) 2’00”73; 3. Busianei (Ken) 2’01”14; 4. Beckwith Ludlow (Usa) 2’01”31; 5. Meadows (Gb) 2’01”37. 5000: 1. Ayana (Eti) 14’14”32; 2. Kibiwot (Ken) 14’40”32; 3. Teferi (Eti) 14’41”98; 4. Heroye (Eti) 14’43”28; 5. Jelagat (Ken) 14’55”49; 6. Cheptai (Ken) 14’58”40; 7. Masai (Ken) 14’58”54. 400 hs: 1. Spencer (Giam) 54”71; 2. T. Williams (Usa) 55”27; 3. Tate (Usa) 55”68. Asta: Kyriakopuolou (Gre) 4.73; 2. Stefanidi (Gre) 4.58; 3. Silva (Cuba) 4.58. Triplo: 1. Ibarguen (Col) 14.85 (+1.2); 2. Saladuha (Ucr) 14.62 (+0.5); 3. Rypakova (Kaz) 14.38; 4. Gierisch (Ger)14.15 (-0.3). Peso: 1. Gong (Cina) 20.23; 2. Schwanitz (Ger) 19”94; 3. Brooks (Usa) 18.66. Giavellotto: 1. Lu (Cina) 64.08; 2. Viljoen (S.Af) 63.60; 3. Mikle (Aus) 63.60.

Boxe R A Los Angeles il 20° k.o. consecutivo

Golovkin, la «tripla G» che fa paura a tutti Massimo Lopes Pegna CORRISPONDENTE DA NEW YORK

P

rima di cominciare, si è baciato il guantone, ha eseguito un inchino e sorriso mettendo in mostra sul paradenti le tre grandi G del suo soprannome: Tripla G, appunto. Poi Gennady Gennadyevich Golovkin, 33 anni, campione dei medi Wba e Ibo e interim Wbc, modi gentili, è andato all’attacco. Al secondo round aveva già messo giù due volte l’avversario Willie Monroe; al quarto e quinto si era preso un’inusuale pausa; ma al sesto era già tutto finito. Nulla di nuovo: i suoi turni di lavoro sul ring sono brevissimi e spettacolari. Mena come un fabbro e fa male. Insomma, rapido, preciso, ma non certo indolore. Nessuno lo ha mai messo in difficoltà nei

suoi 33 trionfi, 30 finiti per k.o.. L’ultimo a resistergli in piedi è stato un anonimo algerino, Amar Amari, nel 2008: da allora ne ha stesi venti di fila. Ha la percentuale di k.o. più alta della storia di questa categoria e con 14 difese vincenti ha eguagliato Monzon ed è a sei match dal record di Hopkins. PAURA Golovkin è un fenomeno, ma ha un grosso problema: la sua fama di invincibilità mette paura. Così, i grandi avversari come Miguel Cotto o Canelo Alvarez gli stanno alla larga. E non solo, Tripla G fatica pure a trovare gli sparring, dopo che alcuni sono finiti in ospedale. Sabato a Inglewood (Los Angeles) ha persino provato ad allungare l’incontro: «Ho dato al mio rivale una chance di mettere in mostra le sue qualità, poi l’ho finito. L’ho

fatto per voi», ha gridato al pubblico, provocando un frastuono incredibile. Perché Golovkin, kazako con residenza in Germania (da poco vive a Los Angeles), ha un seguito pazzesco negli Usa. Karaganda, la sua città, è una fucina di lottatori, ma i suoi fratelli maggiori (entrambi poi uccisi combattendo per l’esercito sovietico) lo spinsero sul ring: attaccavano briga per la strada e lasciavano al 14enne Gennady il compito di stendere il malcapitato. Aveva vinto l’argento ad Atene 2004, ora vorrebbe altra gloria: «Chi è il migliore in circolazione? Cotto? Canelo (nei super welter)? Wa d e (nei supermedi)? Portatemeli qui». Probabile che non succederà tanto presto. E’ strana la legge della boxe: quando sei troppo bravo, è come se tu avessi la peste. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Gennady Golovkin, 33 anni, mette al tappeto Monroe nel 6° round AFP

Sottoclou. Mosca Wbc: Gonzales (Nic.) b. Sosa (Mes) kot 2.

Superleggeri Wba Benavidez batte Paez al 12° round ● (r.g.) A Phoenix (Usa) Jose Benavidez (Usa 23) mantiene l’interim superleggeri WBA, battendo kot 12 Jorge Paez (386-2), figlio d’arte. EUROJUNIOR (im) A Lviv (Ucr) negli Eurojunior (U16) due vittorie (Di Sivo già ai quarti) e tre sconfitte nel 1° turno. 48 Di Sivo b. Hvesi Toth (Ung) 3-0, 57 Nash (Irl) b. Ferlick 2-1, 60 Lorusso b. Deliu (Mda) 3-0, 75 Pavloskyi (Ucr) b. Maniscalco 30,80 Kartsan (Ung) b. Scala 3-0. DONNE (m.moro.) Monica Gentili (4-3-0) battuta a Inowroclaw (Pol) da Ewa Brodnicka (8) p.8. Ai Mondiali jr di Taipei vanno ai quarti C. Marchese (youth) e G. Marchese (junior). Testa (youth) va agli ottavi e oggi cerca i quarti. Fuori Bressan.


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LUNEDÌ 18 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

TUTTENOTIZIE

1 ARRAMPICATA: SCARPERI BRONZO Stefan Scarperi è bronzo europeo nel boulder. A Innsbruck

(Aut), il bolzanino ha chiuso alle spalle del tedesco Jan Hojer e dell’iridato ceco Adam Ondra. Per l’Italia è il primo podio dal 2004, quando Gabriele Moroni fu terzo a Lecco. Michael Piccolruaz ha chiuso settimo.

PALLANUOTO

HOCKEY GHIACCIO ATLETICA

Padova vola sul 2-0 nella finale donne Oggi gara-3 a Imperia

Annalisa Bosello e Laura Barzon

Carlo Ferraro IMPERIA

R

estano meno di 24 ore alla Mediterranea Imperia, dopo la sconfitta maturata in gara-2 davanti al pubblico amico e nuovamente con 4 reti di scarto, per non scucirsi lo scudetto di dosso e rinviare al fine settimana, quando si tornerebbe nella vasca patavina, il verdetto tricolore. Stasera, ancora alla Cascione, va già in scena il 3° atto. Che per quanto visto sinora sia in regular season che in questa serie di finale rappresenta per il Lantech Pado-

SCHERMA

Fioretto in Cina Cassarà e Avola stop ai quarti

Giorgio Avola, 26 anni BIZZI ● Nella tappa della Coppa del Mondo di fioretto uomini a Shanghai (sintesi oggi alle 9 su Eurosport), Andrea Cassarà e Giorgio Avola si fermano ai quarti: l’ex iridato è battuto dallo statunitense, poi vincitore della gara, Miles Chamley-Watson, 15-14, mentre il siciliano è stato superato 15-12 dal russo Dmitry Zherebchenko. Stop nel primo assalto per Daniele Garozzo, sconfitto 1512 dal russo Renal Ganeev, come Andrea Baldini fermato dall’altro russo Komissarov per 15-13. Finale: Chamley-Watson (Usa) b. Choupenitch (R.Cec) 15-7; semifinali: Choupenitch b. Le Pechoux (Fra) 15-9, ChamleyWatson b. Zherebchenko (Rus) 15-7. Quarti: Choupenitch b. Kwon (S.Cor) 15-10, Le Pechoux (Fra) b. Ganeev (Rus) 15-10, Zherebchenko (Rus) b. Avola 15-12, Chamley-Watson (Usa) b. Cassarà 15-14; ottavi: Avola b. Massialas (Usa) 15-8, Cassarà b. Akhmatkhuzin(Rus) 15-7 sedicesimi: Rigin (Rus) b. Luperi 15-11, Avola b. Komissarov (Rus) 15-9, Cassarà b. Cheung (Hong Kong) 15-7.

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va una più che ghiotta occasione di chiudere i conti e, dopo esserci arrivato ad un passo l’anno scorso, portare in Veneto il primo titolo nella pallanuoto. Per non abdicare, Emmolo e compagne dovranno ritrovare quelle energie e quella lucidità che sono completamente mancate nella seconda parte del match di ieri, nella quale sono addirittura rimaste a secco. Implacabili per tutta la partita, dalla distanza, le ragazze di Posterivo, sei delle quali sono andate a segno, contro le tre sole imperiesi. «Ci siamo vicini, ci crediamo – dice il tecnico veneto – ma non è finita». Dall’altra parte, Capanna non vuole mollare: «Ci vuole più cattiveria. Loro hanno dimostrato di averla, le mie ragazze non ancora». © RIPRODUZIONE RISERVATA

IMPERIA-PADOVA 4-8 (2-2, 2-3, 0-2, 0-1) Mediterranea Imperia: Gorlero, Ralat, Borriello, Tedesco, Stieber 1, Casanova, Pomeri, Motta 1, Emmolo 2 (1 rig.), Bencardino, Drocco, Amoretti, Solaini. All. Capanna. Lantech Padova: Teani, L.Barzon 1, I.Savioli, Gottardo, M.Savioli 1, Queirolo 2, A.Millo 2, Dario, Rocco 1, Bosello 1, Nencha, Lascalandà, A.Barzon. All. S.Posterivo. Arbitri: Taccini e Calabrò. Note: sup. num. Imperia 10 (2 gol), Padova 7 (2). Spett. 800. La serie: Gara-1 Padova-Imperia 10-6. Gara-3 oggi a Imperia (19, dir. RaiSport 2). Ev. gara-4 il 23, gara-5 il 24.

NUOTO

Dotto e Orsi vicini negli Usa Delude Phelps ● (al.f.) A Charlotte (Usa), Luca Dotto nuota 22”40 nella finale B dei 50 sl mentre Marco Orsi si ferma a 22”44 (5°). Phelps solo 7° nei 200 farfalla. Uomini: 50 sl Schneider 21”96, Cielo (Bra) 22”05, Adrian 22”19, Fratus 22”22, Orsi 22”44, 9. Dotto 22”40, 11. Santucci 22”91; 400 sl Jaeger 3’46”30, 30. D’Arrigo 4’03”55; 100 do Vyatchanin (Ser) 53”69, 4. Lochte 54”43; 200 ra Prenot 2’09”30; 50 fa Cielo (Bra) 23”26, 9. Belotti 24”13; 200 fa Kalisz 1’57”58, 7. Phelps 2’00”77 (b. 2’00”64). Donne: 50 sl/fa Vanderpool (Bah) 24”35, 25”93; 400 sl Smith 4’07”45; 100 do-200 fa Hosszu (Ung) 59”47, 2’08”00; 200 ra Lawrence 2’24”61. CHE AUSTRALIANE (al.f.) A Canberra (Aus). Uomini: 50 sl Shioura (Giap) 22”08; 200 sl McEvoy 1’48”68, 5. Hackett 1’50”52; 100 ra Koseki (Giap) 1’00”83; 100 fa Kawamoto (Giap) 52”37; 200 mx Hagino (Giap) 1’57”79, Seto 1’58”37. Donne: 100 sl C. Campbell 53”00, B. Campbell 53”89, E. McKeon 54”47; 400 sl Ashwood 4’08”19; 100 do Seebohm 59”39; 200 ra Watanabe (Giap) 2’24”31.

Marco Orsi, 24 anni LAPRESSE

Mondiali: trionfo Canada La Russia travolta 6-1 Ed è festa per Topatigh che quelli vinti come Urss. Sydney Crosby, attaccante di Pittsburgh, è diventato il 26° membro del Triple Gold Club, che riunisce i giocatori capaci di vincere l’oro olimpico, quello mondiale e la Stanley Cup. Nella finale per il terzo posto, gli Stati Uniti hanno battuto 3-0 la Repubblica Ceca.

Lucio Topatigh, 49 anni SEMINO

I

l Canada è campione del mondo. Ieri sera, nella finale di Praga, ha battuto la Russia detentrice con un pesantissimo 6-1. Per i nordamericani è il primo titolo dal 2007 e la prima medaglia iridata dal 2009. I campioni olimpici in carica, imbottiti di stelle Nhl, hanno chiuso il torneo da dominatori, vincendo nove partite su nove, tutte entro i tempo regolamentari, e realizzando 66 reti contro le 15 incassate. Per la nazionale della foglia d’acero è il 25° titolo iridato: si avvicina alla Russia,che è a 27 contando an-

HOCKEY PRATO

Amsicora donne dopo 28 anni torna tricolore

La festa dell’Amsicora LUSSO ● (g.l.g.) A Bra (Cuneo), battendo 2-1 (gol di Dalla Vittoria, Vynhoradova e Peretti) la Ferrini nel derby sardo di finale, l’Amsicora Cagliari si aggiudica lo scudetto femminile 2014/15. L’anno scorso l’Amsicora, allenata sempre da Roberto Carta, aveva raggiunto la finale ma era stata battuta dal Catania, fuori dai play off in questa stagione. È il quinto titolo per la società sarda, che arriva a 28 anni di distanza dall’ultima affermazione in questa categoria. Amsicora e Ferrini si qualificano le coppe internazionali del 2015/16. Terzo posto per il Cus Pisa, che agli shoot out ha superato il Lorenzoni (tempi regolamentari chiusi 4-4). PENULTIMA UOMINI (g.l.g.) Si è giocata la penultima giornata del campionato maschile: Tevere EUR-Bra 45, Ferrini-Amsicora 2-5, Suelli-CUS Cagliari 4-1, De Sisti Roma-Fincantieri 5-3, San Vito-Bonomi 0-1. Classifica: Amsicora 42; Bra 37; Ferrini, De Sisti Roma, Suelli 29; Bonomi 26; Tevere Eur 16; San Vito 13; Monfalcone 12; Cus Cagliari 3.

PER IL FALCO Sempre a Praga, nel corso della cerimonia di induzione nella Hall of Fame internazionale dei cechi Dominik Hasek (portiere) e Robert Reichel (attaccante) e del difensore canadese Scott Niedermayer, è stato premiato anche Lucio Topatigh. Il 49enne attaccante di Gallio ha ricevuto il «Bibi Torriani Trophy», destinato ai giocatori che hanno avuto una carriera al top, ma non in nazionali d’elite. Topatigh è stato premiato per i 23 anni sul ghiaccio tra Italia (14 tra Mondiali di Top Division ed Olimpiadi e 4 Mondiali di Pool B) e Asiago, Devils Milano e Bolzano. Canada-Russia 6-1 (1-0; 3-0; 2-1). Marcatori. Primo tempo: 18’10” Eakin. Secondo tempo: 21’56” Ennis, 27’22” Crosby, 28’06” Seguin. Terzo tempo: 48’58” Grioux, 49’50” Mackinnon, 52’47” Malkin (R). © RIPRODUZIONE RISERVATA

BASEBALL

Nettuno frena Rimini Guida Bologna (m.c.) Bologna fa il pieno contro Padova e torna in testa. Gli emiliani si portano sull’8-0 dopo due inning con 10 valide su Enrico Crepaldi e poi frenano la rimonta di Padova. Rimini si fa superare da Nettuno (11bv), che trova il break decisivo al terzo supplementare con una valida di Ferrini. Godo centra la terza vittoria di fila, contro Parma, che si arrende per i quattro punti subiti al 3°, dopo essersi portata sul 2-0. San Marino aggancia il terzo posto con qualche sofferenza contro il Nettuno 2 che recupera dal 3-5 al 6-5, ma subisce un big inning al 6° da 5 punti e non si rialza più. 8° turno, gara-2: BolognaPadova 8-6 (v. De Santis, p. E.Crepaldi, s. F. Crepaldi); Godo-Parma 4-3 (v. Galeotti, p. Spada, s. Bassani); San Marino-Nettuno 2 10-7 (v. Oberto, p. Morellini, s. Y. D’Amico); Nettuno-Rimini 7-6 (12°, v. Salciccia, p. Corradini). Classifica: Rimini, Bologna 687 (11-5); Padova, San Marino 625 (10-6); Città di Nettuno 466 (7-8); Godo 400 (6-9); Nettuno2, Parma 250 (4-12)

● HOOPER OK (si.g.) Nel meeting delle isole Cayman, a Georgetown, due terzi posti per Gloria Hooper: 11”61 nei 100 e 23”52 nei 200. Exploit nei 400 del 19enne Machel Cedenio con 44”36 (2° tempo mondiale 2015). Uomini. 200 (0.0): Jobodwana (Saf) 20”06 (r.n.); Hughes (Angu) 20”15. 400: Cedenio (Tri) 44”36. 110 hs (+0.4): Parchment (Giam) 13”49. Donne. 100 (-0.1)/200 (+0.4): Tarmoh (Usa) 11”16/22”75. ● FOFANA (l.e.) Nel meeting francese di Montgeron (Fra) Hassane Fofana si è piazzato terzo in 13”77 (-1.7) dopo 13”68 in batteria (+1.6) con Tedesco (13”97) è stato eliminato. Vittoria di Darien (13”32) su T. Martinot-Lagarde (13”68). Nei 100 Obou 10”49 (+0.1) e nella distanza spuria dei 250 Galvan 26”44 a spalla col francese Jeffrey John. A Santhià 20”64 (-0.1) di Davide Manenti sui 200 a 4/100 dal personale. ● PISTA USA (si.g.) Tempi ancora di rilievo da Clermont, dove con vento irregolare Isiah Young ha corso i 100 in 9”82 e i 200 in 19”75. Uomini. 100. I (+3.0): Young 9”82 (b. 9”91/+3.2); Smellie (Can) 10”05; Haynes (Can) 10”06; Walker 10”06. II (+3.9): Blum (Ger) 10”05. 200. I (+4.1): Young 19”75; Spearmon 20”33. II (+2.7): Smellie 20”16. 110 hs: Porter 13”35 (+1.2). Donne. 100 (+4.5): Jeter 10”87; Henry Robinson (Giam) 10”99; Bingham (Can) 11”06. Batt (+0.8): Baptiste (Tri) 11”00. 200 (+2.1): Jeter 22”84. A Tallahassee. Uomini. 100 (+2.1)/200 (+1.8): Hester 9”87/20”18; K. Williams 9”98/20”26. Donne. 200 (+0.3): Wimbley 22”43. A Starkville. Uomini. 200 (+0.6): Dukes 19”99 (mpm ‘15). 400: Gordon (Tri) 44”41; Norwood 44”76. 800: 6. LAHBI 1’47”65. Donne. 200 (+0.9): Jefferson 22”39. 100 hs (+1.8): K. Harrison 12”50. 400 hs: Little 54”68 (mpm ‘15). Lungo: Burks 6.84 (+1.9). A Westwood. Uomini. Batt. 100 (+2.2)/200 (-0.1): De Grasse (Can) 10”12/20”03 (r.n.).

BOXE ●

LORENI PREMIATO (r.g.) Il 6 giugno a Parigi, l’Ebu premierà Mario Loreni quale miglior promoter europeo, mentre il 20 maggio a Montreal (Can), in occasione della convention IBF, verrà indicato come miglior organizzatore mondiale delle cinture Intercontinentali ● CONSIGLIO PRESIDENZIALE (r.g.) Il presidente della Filippine, Benigno Aquino III, ha consigliato bonariamente Manny Pacquiao (57-6-2) a prendere in considerazione l’idea del ritiro. «Manny ha dato moltissimo alla sua nazione e non deve dimostrare nulla a nessuno. Oltre tutto il suo impegno sul piano sociale, verso i ceti più poveri, avrebbe una spinta ulteriore. La rivincita con Mayweather rappresenta un impegno molto faticoso, anche se sarà lui a decidere». Nel frattempo si cerca di definire amichevolmente la posizione del campione col fisco filippino. Al momento l’IRS, vanta un credito superiore ai 20 milioni di dollari.

FOOTBALL ● IFL (m.l.) Il 9° turno di Ifl: Warriors Bologna-Grizzlies Roma 0-24; Panthers Parma-Giants Bolzano 24-13; Lions BergamoSeamen Milano 25-21; Marines Lazio-Aquile Ferrara 58-20. Classifiche. Nord: Seamen Milano, Parma 750 (6-2); Bolzano 625 (53); Rhinos Milano 571 (4-3); Bergamo 125 (1-6); Torino 125 (1-7). Sud: Lazio 1000 (8-0); Ancona 857 (6-1); Bologna 500 (4-4); Roma 375 (3-5); Ferrara 250 (2-6); Napoli 0 (0-7).

RUGBY ANDATA SEMIFINALI MOGLIANO-CALVISANO 15-30 (e.sp.) Calvisano tricolore si aggiudica 15-30 (p.t. 3-13) l’andata delle semifinale doppiando un Mogliano nervoso e poco concreto. Un vantaggio importante in vista del ritorno, 4-0 (e +15 nella differenza punti), costruito nella parte centrale dell’incontro, dopo che per mezz’ora si viaggiava sul filo dell’equilibrio (3-6). Ma prima e dopo l’intervallo le due mete giallonere scavavano il solco decisivo (21-3) con Violi e la potenza di Costanzo. Poi la replica dei padroni di casa che sfruttavano la percussione di Halvorsen e la superiorità numerica per giallo a Cavalieri, che portava alla maul vincente con Filippucci (15-24). Qui però Mogliano commetteva una serie di ingenuità regalando tre piazzati agli ospiti.

SOFTBALL ●

ULTIMA D’ANDATA (m.c.) Primo k.o. per Bollate nell’ultima di andata. Girone A: Rovigo-La Loggia 5-6, 10-3 (6°); StaranzanoBollate 0-3, 1-0; Nuoro-Legnano 515 (4°), 4-7. Classifica: Bollate 916 (11-1); La Loggia 750 (9-3); Staranzano 583 (7-5); Caronno e Legnano 416 (5-7); Rovigo 250 (39); Nuoro 167 (2-10). ● GIRONE B: Forlì-Bussolengo 6-1, 7-0 (5°), Collecchio-Bologna 4-0,3-1. Classifica: Forlì 900 (9-1); Bussolengo e Collecchio 700 (7-3); Bologna 300 (3-7); Parma e Sestese 200 (2-8).

TAEKWONDO ●

MONDIALI Altra giornata difficile per la spedizione azzurra ai Mondiali di Chelyabinsk, in Russia. Nella -57 donne Cristina Gaspa nei 1/32 è stata eliminata dalla greca Kontou. Nella -63 maschile Simone rescenzi ha vinto i 1/32 per 14-12 sul turco Evez, poi nei 1/16 ha ceduto al sudcoreano Dae-hoon Lee per 4-15. Oggi si chiude, nella -80 c’è Roberto Botta, nella -62 donne Daniela Rotolo. Uomini. -73: 1. Shokin (Uzb); 2. Zokou (C.Av); 3. Despaigne (Cuba), Obame (Gab). -87: 1. Isaev (Aze); 2. Baykuziev (Uzb); 3. Castillo (Cuba), Larin (Rus). Donne. – 73kg: 1. Hyeri Oh (S.Cor); 2. Shuyin Zheng (Cina); 3. Galloway (Usa), Rados (Cro).

TENNIS ●

AZZURRE A NORIMBERGA Karin Knapp e Roberta Vinci hanno superato il primo turno del torneo di Norimberga (Ger, 226.00 euro, terra): KNAPP b. Lottner (Ger) 6-2 7-5; VINCI b. Diatchenko (Rus) 6-1 6-1.

TIRO A SEGNO ● COPPA Si ferma a un passo dal podio Petra Zublasing, nella carabina tre posizioni alla seconda tappa di Coppa del Mondo a Fort Benning (Georgia, Usa). La carabiniera altoatesina ha chiuso al 4° posto le qualifiche e con lo stesso piazzamento la finale. Donne, carabina tre posizioni: 1. Chang Jing (Cina) 463.3 - 585; 2. Pejcic (Cro) 461.1 - 592; 3. Engleder (Ger) 449.8 - 590; 4. Zublasing 437.7 - 586.

TUFFI ●

GOLF ●

ROYAL PARK TRICOLORE Il team del Royal Park I Roveri ha battuto in finale quello del Parco di Roma, campione uscente, per 5-2 e ha vinto il Campionato Nazionale Assoluto a squadre maschile disputato sul percorso del Golf Nazionale a Sutri (VT).

NUOTO Enrico Crepaldi, Padova

Luca Leonardi, costretto a saltare il raduno dei velocisti negli Usa a causa dell’infortunio al polso destro, ha recuperato a tempo di record: operato nella clinica mobile del dott. Costa, ha già ripreso a nuotare con l’ausilio di un tutore.

LEONARDI IN ACQUA (al.f.)

DOMINIO HUNT (al.f.) Gary Hunt (Gb) vince la tappa di La Rochelle (Fra) delle Red Bull Cliff Diving World Series; sul podio il connazionale Aldridge e il colombiano Duque.

VELA ●

TORPYONE OK (r.ra) Torpyone di Edoardo Lupi (tattico Bressani) ha vinto a Porto Venere la 2° tappa del circuito Audi Tron Sailin Series per i Melges 32. 2° G Spot (Serena di Lapigio-Brcin)3° Delta (DeVosMcKee).


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LUNEDÌ 18 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Disobbedire alla Corte non si può, i soldi da restituire non ci sono, l’annuncio di un qualche decreto che, sia pure in forma morbida, ribadisse il congelamento avrebbe dato argomenti all’opposizione e si sarebbe potuta pagar cara nelle urne delle elezioni regionali. Ed ecco la scappatoia: Giletti!

IL FATTO DEL GIORNO LA MOSSA DEL PREMIER

NOTIZIE TASCABILI MATTARELLA SI TOGLIE LA PENSIONE DA PROF

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Massimo Giletti mostra la maglia della Juventus (che giocherà la finale di Champions League) al premier Matteo Renzi, noto tifoso della Fiorentina LAPRESSE

Renzi dà 500 euro ai pensionati È un bonus o uno spot elettorale? 1L’annuncio in diretta tv da Giletti: lo riceveranno 4 milioni di persone il 1° agosto Esclusi gli assegni oltre i 3 mila euro al mese. È un acconto del rimborso dovuto

di GIORGIO DELL’ARTI gda@gazzetta.it

Ieri Matteo Renzi è andato a L’Arena, il salotto televisivo di Giletti su Rai 1, e ha promesso un’una tantum di 500 euro a tutti i pensionati che prendono meno di tremila euro al mese. Incasso calendarizzato per il 1° agosto.

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Solita mossa preelettorale. Tipo gli 80 euro dell’altra volta. Abile modo di girare la frittata. E, di sicuro, mossa elettorale. Ricorderà la storia delle pensioni e della Corte costituzionale.

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No, non me la ricordo. Alla fine del 2011, avendo l’allora capo della Stato Napolitano mandato a casa Berlusconi e chiamato Monti a Palazzo Chigi, il nuovo governo decise di congelare gli adeguamenti Istat delle

pensioni. Cioè, ogni anno l’Istat ci dice di quanto è aumentato il costo della vita – 1%, 5% o quello che sia – e sulla base di questa percentuale si aumentano tutta una serie di costi. Per esempio, il costo dell’affitto delle case. Oppure il costo delle pensioni per lo Stato. Per i pensionati, l’aggiornamento Istat è di solito un regalo piacevole, le loro pensioni dall’inizio dell’anno vengono adeguate al costo della vita. Ma alla fine del 2011 eravamo con le casse vuote, e dovevamo risparmiare, dunque Monti annunciò che, per chi prendeva di pensione 1.500 euro al mese circa (tre volte il minimo), non ci sarebbe più stato nessun adeguamento. Anche grazie a questo, l’Europa ci permise di continuare a vivere senza commissari, cioè senza la Troika che ha asfissiato i greci. Ma due sindacati, Federmanager e Manageritalia, ricorsero alla Corte costituzionale, sostenendo che il congelamento dell’ade-

LA CHIAVE

È una prima risposta alla sentenza della Consulta: i soldi arrivano dai due miliardi di euro destinati alle misure antipovertà La Cgil: «Bene, ma non se la caverà con un bonus una tantum». Brunetta: «Intollerabile che sotto elezioni sia andato in tv senza contradditorio»

guamento Istat violava certi principi della nostra Magna Charta. E poche settimane fa la Corte costituzionale gli ha dato ragione!

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Adesso mi ricordo: per Renzi si tratterebbe di un esborso da 18 miliardi. Addio conti italiani. La Corte è stata criticatissima per quella decisione, presa oltre tutto con la maggioranza di un solo voto, quello del presidente, e infatti adesso è in corso tutto un dibattito sulla Corte, sui criteri con cui ragiona, sui privilegi (enormi) di cui gode, se faccia o no politica e a favore di chi la faccia. I sospetti sono aumentati quando s’è scoperto che l’avvocatessa incaricata di rappresentare le ragioni del governo davanti ai giudici supremi è un’antirenziana di fuoco, eccetera eccetera. Mentre le nostre teste venivano rimbombate da questo frastuono, Renzi aveva il problema di una decisione complicatissima da prendere.

Si annunciano i 500 euro e non si aggiunge altro. Un’una tantum! Sotto i tremila euro lordi! «Ovviamente non sarà un rimborso totale». Dunque, potrebbero arrivare altri soldi. Un provvedimento organico verrà preso più in là, in tempi meno ribollenti di polemiche e interessi elettorali. Per il momento diamo la notizia in positivo: a quattro milioni di italiani ridaranno 500 euro una tantum il 1° agosto.

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I soldi dove li trova? «Ci sono due miliardi che mi ero tenuto per le misure contro la povertà». Carla Cantone, segretaria della Cgil pensionati e di certo una non-amica del premier, ha detto: «Venga a discutere con noi prima di muoversi, in modo da non fare errori». Renato Brunetta di Forza Italia ha protestato per il mega-spot elettorale del segretario del Pd. Il quale ha anche detto che entro l’anno prossimo sarà completata la Salerno-Reggio Calabria, ha lanciato segnali di pace ai professori («I professori devono capire che non si può minacciare il blocco degli scrutini. Chi ha voglia di parlare di scuola troverà nel governo un interlocutore attento. Sulla scuola stiamo dicendo: “Aiutateci a capire dove stiamo sbagliando nel merito”. Mettiamo più soldi sulla scuola che in passato e apriamo alla meritocrazia»), ha aggiunto che «i dati dell’Istat sulla crescita del Pil vanno presi con buonsenso», e ha infine difeso il Jobs Act: «Adesso la mia generazione può accedere a un contratto a tutele crescenti, prima erano precari ora possono conoscere il significato delle parole mutuo oppure ferie. È legittimo che la Cgil non sia d’accordo, ma non capisco l’atteggiamento rassegnato di parte dei gruppi dirigenti».

● «Il Giornale» accusa il capo dello Stato, Sergio Mattarella (nella foto) di ricevere quattro pensioni («da professore, da deputato, da giudice della consulta e, un domani, da senatore a vita») e il Quirinale precisa che Mattarella «ha chiesto che sia tolto dal suo stipendio il vitalizio da professore» nel rispetto «del divieto di cumulo tra stipendio e pensioni erogate da pubbliche amministrazioni». È stato Mattarella a introdurre il divieto di cumulo per «i soggetti che svolgono funzioni all’interno della Presidenza».

FITTO VIA DA FORZA ITALIA E BERLUSCONI: «FELICE» ● Il burrascoso divorzio tra Raffaele Fitto e Silvio Berlusconi arriva al capitolo finale. L’europarlamentare pugliese ha annunciato, ieri, che lascerà Forza Italia e anche il Ppe. Il Cavaliere ha fatto spallucce: «Chi se ne va ci toglie un peso, siamo felici. Di solito a chi lascia il partito non va molto bene». «Per me Fi è un capitolo chiuso e dopo le performance pugliesi non ci sono più le condizioni per restare», ha ribattuto Fitto bollato sabato dal leader di Fi come «fenomeno regionale».

DUE PALESTINESI SANTE PAPA: FESTA CON MAZEN

Il Papa tra le bandiere palestinesi

MORTO NEL TRAPANESE

TRAGICO INCIDENTE

Palermo, 30enne uccisa da un furgone 1La donna travolta mentre andava al lavoro

Fermato il pirata in fuga: positivo alle droghe In passato gli era stata ritirata la patente

La vittima A. Serra aveva 64 anni

A 15 anni prende l’auto dei suoi e investe ciclista ● Una bravata di un 15enne è costata la vita ad un ciclista di 64 anni, Antonino Serra. L’uomo è stato investito e ucciso sul lungomare di Mazara del Vallo (Trapani) da un ragazzino messosi, all’insaputa dei suoi, alla guida di una Punto. Dopo l’incidente, il ragazzo si è allontanato dal posto lasciando lì l’auto ribaltata. I carabinieri sono riusciti a rintracciarlo a casa sua in stato di shock: è stato denunciato per omicidio colposo, omissione di soccorso e guida senza patente.

Filippo Conticello @filippocont

I

n quattro anni Pietro Sclafani, palermitano 50enne e panettiere, ne aveva prese almeno dieci: multe, sempre per eccesso di velocità. Una fatta dai vigili di Trapani nel 2014 gli era costata il ritiro della patente per alcuni mesi e ieri sarebbe dovuto andare alle 8 dai carabinieri per riconsegnarla nuovamente dopo l’ennesimo autovelox. Ieri, però, ha fatto altro: ha travolto e ucciso Tania Valguarnera, una ragazza 30enne che andava al lavoro. Attraversava via Libertà, pieno centro storico, quando un furgoncino l’ha spazzata via a velocità folle. Impatto violento e ripreso dalle videocamere di un bar della strada. Poi Sclafani ha pensato di fuggire col suo Fiat Oblò, ma gli agenti l’hanno fermato poco dopo in via Autonomia Si-

● Quattro suore vissute tra il 1800 e l’inizio del 1900: il Papa ieri ha dichiarato sante la francese Emilia de Villeneuve, madre Cristina di Casoria, ma soprattutto le prime 2 palestinesi dell’era moderna, Marie Alphonsine Danil Ghattas e Mariam di Gesù Crocifisso Baouardy. E a San Pietro ieri è stata festa palestinese, con bandiere e kefiah. E col presidente Abu Mazen in prima fila: alla fine Francesco lo ha abbracciato ancora dopo l’udienza di sabato. Una cordialità criticata in Israele.

LA DIFESA CHIEDE PERIZIA PER IL KILLER DI NAPOLI A sinistra, il punto dell’incidente in cui ieri a Palermo è stata uccisa Tania Valguarnera (a destra), 30 anni ANSA

ciliana. A quel punto, ha negato, fatto resistenza, ma alla fine ha trovato posto nella camera di sicurezza della Questura: visto che gli investigatori temono un’altra fuga, rimarrà fino al processo per direttissima che dovrebbe tenersi già oggi. L’esame tossicologico fatto in serata ha poi completato il quadro: accertata la positività all’uso di stupefacenti. ESEMPLARE Un presente in un

call center all’Almaviva, ma il futuro sognato era l’arte: su Facebook la Valguarnera pubblicava le sue sculture, passione coltivata negli anni e conosciuta pure dai suoi colleghi. Loro, poco più su, dalle finestre dell’ufficio, hanno visto e sentito il botto, prima di chiamare la polizia. Adesso non si danno pace, si chiedono per quale regola assurda Sclafani sia tornato in possesso della patente, nonostante i pregressi. Intanto le accuse sono omi-

cidio colposo, omissione di soccorso e resistenza a pubblico ufficiale. Il procuratore capo di Palermo, Francesco Lo Voi, ha detto subito che chiederanno «una pena esemplare» e sarà così davvero se arriverà l’ok all’emendamento al ddl: prevede fino a 30 anni per il pirata della strada che, in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di droghe, superi i limiti di velocità e causi la morte di qualcuno. Come la povera Tania. © RIPRODUZIONE RISERVATA

● L’avvocato di Giulio Murolo, l’autore della strage di venerdì a Napoli, chiederà la perizia psichiatrica per il suo assistito. «Bisogna verificare la sua partecipazione cosciente o semi-cosciente. Ho incontrato un uomo sconvolto, che ha rimosso l’accaduto», spiega il legale. Murolo ha chiesto perdono per la strage (4 morti) e al pm ha detto di essere stato costretto «a subire da una vita», oltre a raccontare i rapporti conflittuali con il fratello, una delle vittime.


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LUNEDĂŒ 18 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Siria: l’Isis via da Palmira Rovine salve ma 300 morti

OTTO EPISODI PER SKY

E dalla Libia c’è un nuovo allarme: ÂŤTerroristi sui barconi dei migrantiÂť Jude Law, 42 anni REUTERS

Law si fa papa per Sorrentino Ciak in estate

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orna l’allarme della possibile presenza di terroristi dell’Isis sui barconi di migranti: lo lancia Abdul Basit Haroun, consigliere del governo libico di Tobruk, secondo il quale i jihadisti permettono agli scafisti di lavorare incassando metà dei loro guadagni e stanno organizzando nuovi attacchi in Europa. L’obiettivo di Haroun sarebbe anche convincere la comunità internazionale a togliere l’embargo sulle armi imposto alla Libia e permettere il contrasto interno al terrorismo. Non abbiamo traccia di presenza di terroristi sui barconi ma non abbassiamo la guardia, assicura il Viminale.

PATRIMONIO Intanto l’Isis si concentra su due fronti in Medio Oriente, dove è presente dal sud della Turchia al cuore dell’Iraq, dai confini del Libano fin quasi in Iran. Da ieri controlla Ramadi, in Iraq, 100 km a ovest di Bagdad, sotto assedio da mesi. Migliaia di civili e centinaia di agenti e soldati sono in fuga verso la capitale dell’Iraq: è una zona sunnita che ha chiesto aiuto alle milizia sciite pur di ri-

RIl governo

di Tobruk: ÂŤGli uomini del Califfo incassano denaro dagli scafistiÂť

conquistare la cittĂ . Resiste, invece, la siriana Palmira, l’antica “sposa del desertoâ€? patrimonio Unesco. Secondo l’Osservatorio nazionale siriano in quattro giorni di battaglia sono morte 295 persone (57 civili) ma l’Isis, che in un primo tempo aveva occupato la zona nord della cittĂ , non è riuscito a entrare nella parte antica e non si segnalano danni alle rovine, che si teme cadano sotto la furia cieca dei jihadisti. Ramadi è strategica perchĂŠ posta sulla via che collega Bagdad con la Siria orientale, Palmira perchĂŠ è lungo l’autostrada che taglia il Paese da ovest ad est e per il vicino giacimento petrolifero di Al Hill: conquistato dall’Isis, viene bombardato dall’aviazione.

Una veduta di Palmira, in Siria, di cui si ha notizia dal XIX secolo a.C: giĂ nel 2013 la guerra civile ha causato danni ad alcune rovine ANSA

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L’EVENTO NELLA CITTÀ COLPITA DAL SISMA. IL MINISTRO PINOTTI: QUI AVETE RIPORTATO LA NORMALITÀ

Gli alpini per far rinascere L’Aquila In 300 mila all’adunata nazionale â—? Per tre giorni L’Aquila ha fatto festa in occasione dell’88a adunata nazionale degli alpini che si è conclusa ieri con la tradizionale sfilata: quasi dieci ore fra musica, colori e richiami alla storia. Unica ombra, la morte per un malore di un alpino astigiano di 80 anni. Almeno 300 mila le persone - secondo una stima dell’Associazione nazionale Alpini (Ana) - che in cittĂ hanno assistito al passaggio di 70 mila alpini in congedo preceduti da una rappresentanza dei circa

10 mila in armi, specialitĂ dell’Esercito. ÂŤĂˆ un dovere ricostruire, è un dovere ricordareÂť, recitava uno dei tanti striscioni esposti. In tribuna d’onore il ministro della Difesa, Roberta Pinotti: ÂŤL’Aquila non è una scelta casuale. Nel 2009 la città è stata colpita da un terribile terremoto. Voi alpini eravate lĂŹ, con la vostra forza, la vostra generositĂ , la vostra umanitĂ , per soccorrere e ricostruire, per rassicurare, per riportare la normalitĂ Âť.

Sono 80 mila gli alpini che hanno sfilato ieri a L’Aquila

OROSCOPO LE PAGELLE di ANTONIO CAPITANI 21/4 - 20/5 TORO

21/5 - 21/6 GEMELLI

22/6 - 22/7 CANCRO

23/7 - 23/8 LEONE

24/8 - 22/9 VERGINE

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7

7,5

6

7+

6-

Cooperare dà i suoi frutti nello sport, nel lavoro, in famiglia, ovunque, grazie a Marte che vi rigenera mucho. La fornicazione rinfocola l’ottimismo.

Potete spendere, incassare, investire in modo utile, oggi. Godendovi anche un lunedĂŹ dai ritmi pacati. Del resto, si stagliano pure follie suine, muy spassose.

Il vostro morale sale, lavoro e sport vi conferiscono prestigio. Il sudombelico, poi, si fa delicato e la giornata assume un love profile insolito. Bravi.

Vi sembrerà che la formazione mondiale degli scemi e dei fetenti giochi contro di voi. Non è vero, però, fatiche e impicci (pure suini) aleggiano. Occhio.

Idee e contatti si definiscono, appagano, premiano mucho. Tutto si incastra nel modo e nel mood giusto, nel lavoro, in amore, fornicatoriamente.

Il morale cala, le rogne arrivano. Occorrono freddezza, faccia di glutei, scaltrezza per fronteggiar la giornata. Il diletto suino però non manca. Bene.

23/9 - 22/10 BILANCIA

23/10 - 22/11 SCORPIONE

23/11 - 21/12 SAGITTARIO

22/12 - 20/1 CAPRICORNO

21/1 - 19/2 ACQUARIO

20/2 - 20/3 PESCI

8

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6-

7

7,5

6

Luna ok per viaggiare, lavorare, studiare, organizzarvi: ogni successo sembra essere a portata di mano. Lo slancio sudombelicale è da scudetto.

Sospetti e paranoie vi rovinano il lunedÏ. Meglio la ratio e l’impegno: eviterete guai e trifolature di zebedei altrui. Desolazion fornicatoria.

Tensioni e ritardi vi contrariano mucho. Controllatevi, non (de)mordete, trovate, potendo, soluzioni condivise. Turpitudini suine, però, v’allietano.

Il lavoro fila liscio, gli impegni odierni vengono sbrigati bene, l’amor v’invade. E gli ormoni sono a resa supersonica. Ci si diverte tanto, dunque.

â—? Otto episodi girati in Italia, Usa, Africa e Porto Rico per raccontare l’inizio del pontificato di Pio XIII, al secolo Lenny Belardo (interpretato da Jude Law), un papa campione di contraddizioni, tanto conservatore quanto attento ai piĂš deboli. Sono i primi dettagli su ÂŤThe Young PopeÂť, la serie diretta da Paolo Sorrentino che sarĂ sul set in estate. ÂŤParlerĂ dei segni evidenti dell’esistenza di Dio, dei segni evidenti dell’assenza di Dio, di come si cerca e si perde la fedeÂť, spiega il regista napoletano, atteso intanto a Cannes con ÂŤYouth La giovinezzaÂť (in sala mercoledĂŹ), di cui ieri sera a parlato a ÂŤChe Tempo Che FaÂť, su Rai Tre. ÂŤIl film, atipico, si domanda come ci si ponga verso il futuro quando il futuro si restringe. Il problema è che si comincia a capire la vita quando si sta invecchiando. Altri temi sono l’amicizia è il rapporto con la memoria e con i figli: con il passare degli anni, si accumulano ricordi ma non abbastanza per farci rammentare da chi rimane. Il futuro resta, però, occasione di libertĂ Âť. Protagonista, oltre a Harvey Keitel, è Michael Caine, 82enne star inglese due volte premio Oscar, a sua volte ospite da Fazio. ÂŤAvevo visto “La Grande Bellezzaâ€?, mi è piaciuto e l’ho votato per gli Oscar ma quando il mio agente mi ha detto che mi voleva Sorrentino ho risposto “PerchĂŠ proprio ioâ€?? Tuttavia valeva la pena alzarsi ancora alle 6 del mattino per recitare in un film cosĂŹ...Âť.

CONSIGLI

21/3 - 20/4 ARIETE

LunedĂŹ di Luna complice che vi fa trovare soluzioni creative e rende il lavoro, gli svaghi, lo sport molto piĂš che piacevoli. C’è pure rilancio suino. Godetevela!

Lavoro e famiglia vi fanno scendere gli zebedei nel vano scale. Ma le finanze sono meno peggio di quanto temevate. C’è però un lieve calo sudombelicale.

IL FESTIVAL

Fascino Blanchett ribelle a Cannes ÂŤAmo le donne Ma solo sul setÂť

1I jihadisti controllano Ramadi, in Iraq: migliaia in fuga verso Bagdad

Francesco Rizzo

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CHE INFERNO LA VACANZA A LAS VEGAS Tre amici e un futuro sposo partono per Las Vegas: sembra solo un innocente addio al celibato ma si rivelerĂ un disastro. Lo sposo sparisce, uno di loro ha detto “sĂŹâ€? a una spogliarellista, la camera d’albergo è distrutta e ospita persino una gallina. Una commedia scatenata con Bradley Cooper e Zach Galifianakis che ha superato i 467 milioni di dollari di incasso nel mondo. DA VEDERE STASERA SU ITALIA 1 ALLE 21.10

ÂŤLa sessualitĂ ? Un fatto privatoÂť Elisabetta Esposito INVIATA A CANNES (Francia)

A

guardarla, con quel portamento fiero senza essere snob, gli occhi profondi e vivi, la pelle da fare invidia a una ventenne e la voce gonfia di sensualitĂ (ed è un peccato che in Italia venga doppiata), non stupisce che Todd Heynes abbia scelto Cate Blanchett per essere la sua Carol, donna bellissima ad elegante degli Anni 50 capace di fare innamorare una commessa molto piĂš giovane di lei (una Rooney Mara lontana dalla Lisbeth di Millenium, ma altrettanto ribelle). Il film, che regala immagini splendide, è piaciuto molto a Cannes e l’australiana due volte Oscar sembra giĂ aver messo le mani sul premio come miglior attrice. Carol racconta la storia di due donne che si amano in un momento in cui l’omosessualitĂ era qualcosa di criminale. ÂŤAncora oggi ci sono tantissimi Paesi in cui è illegale — dice la Blanchett —, viviamo in un’epoca conservatrice. La sessualitĂ per me è qualcosa di privato, non dovrebbe aver niente a che fare col resto del mondo. Ed è quello che tenta, invano, di far capire la mia CarolÂť. L’attrice ha fatto parlare molto qualche giorno fa per aver dichiarato di avere avuto relazioni omosessuali. Ora smentisce: ÂŤHo parlato di relazioni con donne, ma non mi riferivo a relazioni sessuali. Il punto però è: nel 2015, a chi interessa?Âť. Al centro del film un’esplicita scena di sesso: ÂŤUn po’ di disagio c’è stato, ma con un uomo sarebbe stato lo stesso. Era una scena fondamentale, quindi ero preoccupata, ma di certo non perchĂŠ fossimo due donneÂť. Š RIPRODUZIONE RISERVATA

Cate Blanchett, 46 anni, sul tappeto rosso a Cannes

LO SPORT IN TV

IL FILM ÂŤUNA NOTTE DA LEONIÂť

1L’australiana presenta Carol

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