La Gazzetta dello Sport (05-19-2015)

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martedì 19 maggio 2015 anno 119 - numero 116 euro 1,40

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www.gazzetta.it / GazzettaTv canale 59

LA SPECIALE RICORRENZA DEL NUMERO UNO BIANCONERO

MISSIONE FINALE

La Juve delle meraviglie nei cinque anni di Agnelli

Berlino, 6 giugno Caccia al biglietto: come acquistarlo CHI FISCHIERÀ

La sfida col Barça sarà arbitrata dal turco Çakir

Dal dopo-Calciopoli alla scalata in Europa, il balzo da 154 a 320 milioni nel fatturato: il presidente ha lasciato il segno Andrea Agnelli, 39 anni, presidente della Juventus

GRAZIANO E IARIA ALLE PAGINE 6 E 7

DELLA VALLE A PAGINA 9

PIPPO LIQUIDATO MILAN, UNA PANCA Berlusconi: «Con Inzaghi abbiamo avuto visioni diversificate» E per il nuovo allenatore si fanno i nomi di Ancelotti, Conte ed Emery

PER TRE

IL COMMENTO di Umberto Zapelloni

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Dries Mertens, 28 anni IPP

MERTENS E GABBIADINI SBLOCCANO IL NAPOLI Gli azzurri vanno sotto col Cesena, poi ribaltano (3-2) Champions sempre possibile CECERE, CENITI, MALFITANO, G. MONTI ALLE PAGINE 14-15

ORA SERVE UN TECNICO D’ESPERIENZA

EMERY SIVIGLIA Ha 43 anni è in finale di Europa League

CONTE CT AZZURRO Ha 45 anni, tre scudetti con la Juve da tecnico

ANCELOTTI REAL MADRID Ha 55 anni, da allenatore ha vinto 3 Champions

L'ARTICOLO A PAGINA 21

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FIORENTINA TRIS AL PARMA PER SPEGNERE LE POLEMICHE

50 5 1 9>

Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano

CALAMAI, PIOVANI, SARDELLI PAG. 16-17

w

IL ROMPIPALLONE di GENE GNOCCHI LAUDISA, PASOTTO, VERNAZZA ALLE PAGINE 2-3

10

DERBY LUNEDÌ ALLE 18 COME VUOLE LA LAZIO E LA ROMA SI INFURIA

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A FORLÌ: PER VELOCISTI

BASKET: I PLAYOFF

1 Inter: il colpo Touré può diventare garanzia per il ritorno di Motta DALLA VITE, TAIDELLI A PAGINA 13

BERARDINO, CATAPANO, CECCHINI, IARIA, PUGLIESE PAG. 10-11

9 771120 506000

Contador in maglia rosa e Aru

Campioni del mondo: Miro Klose contro Francesco Totti

DA NON PERDERE

La grinta di Gentile e Hackett

Il Giro riparte dopo la prima settimana più dura di sempre

Milano fa 90 e domina Bologna Festival Trento: Sassari si ferma

DA PAG. 24 A PAG. 31, COMMENTO PAG. 21

CHIABOTTI, DI SCHIAVI A PAGINA 34

2 ET: da Pep a Luis Enrique Perché il dominio Barça non si interrompe mai 8 PAGINE ALL’INTERNO DEL GIORNALE

3 Moto: Fenati e gli altri 7 Ecco la buona scuola del maestro Valentino CASADIO A PAGINA 33

Ieri Lotito ha chiesto a Lotito di spostare il derby alle 18 di lunedì e Lotito si è detto d’accordo


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Primo piano R La voce del padrone

MARTEDÌ 19 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

C’eravamo tanto amati «Vedute diverse» Silvio liquida Pippo e promette al Milan soldi per il mercato 1Berlusconi boccia Inzaghi: «E’ stato chiesto

invano di vedere dei giovani in prima squadra» E sul club: «Occorrono finanziamenti immediati» Marco Pasotto INVIATO A SARONNO (VARESE)

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l grado di conflittualità interiore ormai è andato fuori scala. Le ragioni del cuore («Il Milan è una storia fantastica») contro quelle del portafoglio («Occorre contrastare i petrodollari»): in pratica, Silvio contro Silvio. Giorno dopo giorno Berlusconi sa che si sta avvicinando quello in cui tutto dovrà essere chiaro. O almeno, più chiaro di com’è ora. E così, se da un lato fa capire che non c’è tutta questa fretta di chiudere il discorso societario, perché sarebbe una «scelta irreversibile» e quindi da ponderare bene, dall’altro si rende perfettamente conto che la prossima stagione è già alle porte. Occorre dunque iniziare a mettere qualche punto. Ieri ne ha messi tre: dalle sue parole è uscito molto malconcio Inzaghi e ulteriormente ridimensionato Bee Taechaubol, mentre la novità è che in attesa di capire chi lo affiancherà nella gestione del club, Silvio inizierà a finanziare il mercato estivo di tasca sua. CONCRETEZZA Per tornare a parlare di Milan il presidente rossonero ha scelto Saronno, località in cui nel 1908 è nato suo padre Luigi (il candidato sindaco di Forza Italia Pierluigi Gilli e l’europarlamentare Lara Comi gli hanno consegnato una copia dell’atto di nascita) e dove l’ex premier ha vissuto fino all’età di tre anni. Una giornata

intensa lungo la quale ha visitato due grandi nando il da farsi. Conte? Ne parliamo in un altro aziende della zona, dato vita a un comizio in momento». Insomma, testa e parole sono già al piazza e fatto visita allo storico Milan Club Fem- dopo-Pippo: non c’è mai il minimo accenno al minile Stella. Quando gli hanno regalato una fatto che Inzaghi abbia ancora un anno di conpenna con dedica, Berlusconi haa ringraziato così: tratto. «Questa è per scrivere le formaPRUDENZA Pippo paga ovviazioni...». Inzaghi potrà farlo anmente la mancata qualificaziocora due volte, prima di essere ne in Europa (anche perché Silcongedato. Pippo è al capolinea, lo si deduce facilmente vvio è fermamente convinto di avergli messo in mano una sudalle parole del suo presidente per squadra), ma pure il brutto (e dall’espressione molto perfinale di stagione. La società gli plessa che gli viene quando lo aveva chiesto di rivedere lo spisente nominare): «Ha certarito Milan, mentre sono arrivamente un bellissimo rapporto te sconfitte (quattro nelle ulticol gruppo. Naturalmente ab«LA RICERCA DELLA me cinque partite) e prestaziobiamo avuto visioni diversificaPOPOLARITÀ NON ni indecorose (Udine). Cose te in tante occasioni e quindi è BASTA PER PENSARE che peraltro ai potenziali acquiun discorso che faremo al moDI INVESTIRE renti interessano relativamenmento opportuno». Ecco, quei te. Occorre comunque ripartire punti di vista diversi hanno NEL MILAN» e procedere con investimenti l’aspetto di una sentenza. Anpoderosi. Ma Berlusconi è molche perché poi arriva una se- BERLUSCONI to cauto nel parlarne, e quando conda stoccata: «Se c’è qualche SU BEE TAECHAUBOL gli si chiede di Mr. Bee replica giovane rossonero che mi ha impressionato? Ce ne sono diversi ed è stato chie- piuttosto chiaramente: «Bisogna che ci sia qualsto invano di vederli in prima squadra. Richiesta cosa in più della ricerca di popolarità per pensare che è rimasta inevasa». Se occorresse ancora una di investire nel Milan». Un concetto già espresso prova, basta sentire come Berlusconi ragiona sul una decina di giorni fa. Quella volta si intuì che il profilo dell’eventuale nuovo tecnico: «Bisogna riferimento era a Taechaubol, stavolta non ci soparlare di nomi concreti, stiamo ancora esami- no dubbi perché il nome era contenuto nella do-

manda. Berlusconi poi allarga il discorso: «Preferisco non parlare di vendita. Spero semplicemente di riuscire a trovare qualcuno che possa portare avanti il Milan con me, grazie a nuovi finanziamenti. Se così non sarà, andrò avanti io a fare il presidente e ho in mente una squadra tutta italiana. Offerte? Ce ne sono diverse che testimoniano l’importanza del brand Milan in Cina e altri paesi. Le stiamo valutando, ma dobbiamo farlo con calma e prudenza perché sarà una scelta irreversibile. Dobbiamo trovare le persone giuste che possano dare un seguito concreto agli impegni che inizialmente dicono di volersi assumere». STALLO Cautela, quindi, al netto dei colloqui personali con il governo cinese. E infatti Silvio non si sbilancia sulle tempistiche: «Non c’è una data precisa per prendere una decisione sulla cessione. So solo che dobbiamo tornare in Europa il più presto possibile. Alzare le coppe è un esercizio che a un’età veneranda come la mia fa bene». Affinché ciò succeda occorre investire sul mercato, e Berlusconi sa bene che questa fase di stallo societario rischia di cristallizzare la situazione. Così precisa: «Il mercato è un problema senza dubbio da risolvere, con qualche finanziamento immediato». Ci sarà quindi liquidità immessa ancora dall’attuale proprietà, in attesa di altri investitori. Un progetto che dovrà bastare per sedurre anche un nuovo allenatore. © RIPRODUZIONE RISERVATA

EPURAZIONI PRECEDENTI

Il Cavaliere della battuta, terrore degli allenatori 1Tabarez il «cantante», Zaccheroni il «sarto», Leonardo il «testardo» e persino Zoff «indegno e dilettante»: il metodo Berlusconi Sebastiano Vernazza @GazzaVernazza

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uadente quando deve conquistare qualcuno, gelido o pungente quando vuole liberarsene: diversi allenatori sono stati fulminati da Silvio Berlusconi con una battuta. Pippo Inzaghi è soltanto l’ultimo di una bella lista. IL CANTANTE Oscar Washington Tabarez, detto il Maestro, uruguaiano colto e «sinistrorso». Berlusconi lo incenerisce

subito, all’arrivo, nell’estate del 1996: «Tabarez chi? Un cantante di Sanremo?». Il 1° dicembre viene esonerato. IL SARTO Alberto Zaccheroni vince lo scudetto del 1999. Più avanti Silvio gli riserverà una sferzata in stile Milano vende moda: «Il sarto distratto può rovinare una buona stoffa». Zac tagliato con un colpo di forbici, nomen omen. IL COLPEVOLE Maggio 2009, Berlusconi è a Sharm el Sheik in Egitto per un vertice con Mu-

barak (senza la nipote) e durante una pausa a bordo piscina congeda Carlo Ancelotti: «Abbiamo perso lo scudetto per colpa sua. Abbiamo calciatori bravissimi nel palleggio, dovevamo puntare su questo, ma abbiamo fatto il contrario».

IL «CASSONE» Livornese, sospetto comunista, Massimiliano Allegri al Milan vince uno scudetto. Più tardi viene liquidato con un aforisma in milanese: «No el capisse un casso». Difatti è arrivato in finale di Champions (con la Juve, però).

IL TESTARDO Troppo indipendente, no «yes man»: così Leonardo balla una sola stagione da allenatore rossonero. L’epitaffio presidenziale: «E’ testardo e fa giocare male il Milan». Leonardo si vendicherà passando all’Inter.

IL BADANTE Berlusconi ai servizi sociali, operatore alla Sacra Famiglia di Cesano Boscone. L’allenatore è Clarence Seedorf e il Cav lo destituisce a reti unificate: «A Cesano ho incontrato tante persone che potrebbero tenere in mano lo spoglia-

Zaccheroni e Berlusconi nel 1999 AP

toio del Milan». Seedorf degradato a badante incapace. IL DILETTANTE Estate 2000, l’Italia di Zoff perde al «golden gol» la finale dell’Europeo contro la Francia. Berlusconi a gamba tesa: «Il c.t. è stato indegno, si è comportato come l’ultimo dei dilettanti. Non si può lasciare libero Zidane». Zoff si dimette: «Non prendo lezioni di dignità dal signor Berlusconi». Signore, non dottore: le sfumature sono importanti. Meglio emarginati che sdraiati. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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TRE NOMI PER LA PANCHINA ROSSONERA 1

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1 Carlo Ancelotti, 55 anni, tecnico del Real Madrid 2 Antonio Conte, 45 c.t. azzurro 3 Unai Emery, allenatore del Siviglia ACTION IMAGES/LAPRESSE/AFP

me. Certo, si aprirebbe una questione diplomatica non da poco. Tavecchio può accettare un selezionatore dimezzato in vista del prossimo Europeo? La Juventus, in particolare, darebbe l’assenso a questa autentica operazione di rilancio? Insomma, le obiezioni abbondano. Non va mai sottovalutato il disagio con cui l’ex allenatore juventino attende gli esiti dell’inchiesta di Cremona. Con quel verdetto all’orizzonte vivrebbe con serenità il ruolo di allenatore di tutti? La questione è delicatissima. Bisogna vedere sino a che punto il Milan voglia entrare in queste vicende.

fCORSA A TRE

LA PANCHINA CHE VERRÀ

L’Ancelotti bis costa, l’idea Conte è spinosa Emery stavolta si può 1Il tecnico del Siviglia piace da tempo e consentirebbe il rispetto

del budget. Carlo proibitivo, il c.t. stretto tra Nazionale e scommesse

QUEL 2 MAGGIO A MILANO L’immagine dell’incontro in un hotel di Milano tra Silvio Berlusconi e Bee Taechaubol: era il 2 maggio e finora è l’ultimo atto della trattativa tra il presidente del Milan e il broker thailandese, che poche ore dopo quest’incontro lasciò l’Italia

Carlo Laudisa MILANO @carlolaudisa

È

una corsa a tre per la successione a Pippo Inzaghi. I sentimenti portano sempre a Carlo Ancelotti, ma sono due le strade principali (ri)battute in queste settimane da Adriano Galliani. A un anno di distanza infatti il manager rossonero è tornato a dialogare sia con il c.t. azzurro Antonio Conte che con la guida del Siviglia Unai Emery. Ovviamente la decisione verrà presa da Silvio Berlusconi quando tutto sarà più chiaro sul futuro societario. È il motivo per cui nel frattempo il suo braccio destro tecnico ha vagliato tutte le candidature per la stagione del rilancio. IL RITORNO Galliani e Ancelotti sono rimasti sempre in contatto, legati come sono da un’amicizia più che ventennale. Il feeling è intatto, ma il tec-

nico di Reggiolo è legato al Real ancora per un anno. In attesa della decisione di Florentino Perez è difficile credere che possa accettare la proposta di tornare a San Siro nel momento in cui dovesse chiudere in tempi brevi il suo rapporto con gli spagnoli. Il suo nome resta sempre più che gradito, sebbene tutti sappiano, ad Arcore e dintorni, quanto sia difficile portare a termine questo progetto. LE LUSINGHE Il primo abboccamento con Antonio Conte risale a un anno fa esatto. Poi le titubanze dell’allenatore leccese e il trasversale stop della Juventus hanno rinviato un matrimonio che, comunque, è rimasto nei pensieri rossoneri. L’impegno con la Federcalcio sino al prossimo Europeo è un impedimento non da poco. Nonostante questo l’ipotesi di un part-time va messa nel conto. A Conte non piace restare inoperoso: fosse per lui il doppio incarico lo reggerebbe, ecco-

IL DOPO INZAGHI CONTE

EMERY

40% 40%

10% 10%

ALTRI

ANCELOTTI GDS

L’EMERGENTE In questo lotto di pretendenti il più sereno di tutti è quell’Emery che proprio una settimana fa ha eliminato dall’Europa League la Fiorentina di Vincenzo Montella. E dopo la vittoria del 2014 contro il Benfica il tecnico del Siviglia tenta il bis nella finale di Varsavia contro il Dnipro. Galliani conosce bene anche lui, l’estate scorsa l’intesa fu davvero a un passo. Poi, Berlusconi preferì dare fiducia a SuperPippo. Ora però lo stratega del club andaluso ha superato a pieni voti anche questa stagione. Peraltro ha anche una condizione contrattuale favorevole. È vero che è legato sino al 2016, ma può liberarsi con il pagamento di una clausola di appena 500 mila euro. Un’inezia, se rapportata ai 5 milioni necessari per rompere il contratto di Montella con la Fiorentina. Non dimentichiamo mai che il Milan ha sempre in carico lo stipendio di Clarence Seedorf e presumibilmente (a breve) anche quello di Inzaghi. Quindi niente spese pazze in panchina quest’anno. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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MARTEDÌ 19 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT


Primo piano R La voce del grande ex

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LA STATISTICA

Dodici espulsioni Record storico per i rossoneri «LA CHAMPIONS DELL’INTER? NON FU UNA VERGOGNA PER LORO, MA PER IL NOSTRO CALCIO» ARRIGO SACCHI SULLA VITTORIA DEL 2010

MAX SI È DIMOSTRATO INTELLIGENTE E UN OTTIMO GESTORE. ORA DEVE SOLO AVERE PIU’ FIDUCIA IN SE STESSO ARRIGO SACCHI SU ALLEGRI

Arrigo Sacchi, 69 anni, a sinistra durante la visita in Gazzetta. Sopra ospite della trasmissione «Senza Appello» BOZZANI

Sacchi, lo scudetto e Gullit senza sesso: «Quel Milan era il top»

mentre noi siamo gli unici in continua crescita in questa direzione. Negli ultimi due Mondiali ci sono stati disastri consequenziali: e se l’Italia va male è un danno per il paese. Io parlo perché voglio bene al calcio italiano». In sintesi: «Una finale di Champions con un club italiano ma pieno di stranieri fu una vergogna per il nostro calcio, non certo per l’Inter. Le squadre più grandi, come il mio Milan, hanno sempre avuto una base di giocatori autoctoni».

1L’ex tecnico a GazzettaTv tra passato e presente:

● Presente a una serata benefica, Massimo Moratti ha risposto sia a Silvio Berlusconi che ad Arrigo Sacchi. «Sacchi può dire ciò che vuole, ma può capitare di dire una stupidaggine - fa l’azionista di minoranza dell’Inter-. Berlusconi? Anche queste sono dichiarazioni gratuite e sbagliate. Thohir rinforzerà l’Inter». Berlusconi aveva detto: «Thohir mi pare non abbia le capacità per rendere di nuovo l’Inter protagonista»; Arrigo Sacchi aveva sentenziato: «L’Inter ha vinto la Champions senza italiani, è una vergogna»

MILAN RINCORRE Lungo capitolo dedicato all’amore di una vita, il Milan: «Tornare quando Berlusconi mi ha chiamato? Io devo volermi bene, ho lottato per trent’anni andando controcorrente. Ora non voglio più. Inzaghi? Quest’anno c’erano tanti problemi, non c’è mai una sola causa quando le cose vanno così. Servono giocatori complementari, Menez di chi lo è’? La società ai miei tempi aveva qualcosa in più, oggi deve rincorrere la Juventus». A proposito: «Allegri si è dimostrato intelligente e un ottimo gestore. Ora deve solo avere più fiducia in se stesso perché è bravo». Poi racconta: «Nella settimana precedente alla trasferta a Napoli, decisiva per lo scudetto 1988, avevo chiesto ai giocatori di astenersi dall’attività sessuale. Vidi i giocatori prima stare in silenzio, poi sorridere, fino a che Gullit mi disse, “mister, io con le palle piene non corro”». E su Berardi: «Dovetti convincerlo a venire in Nazionale andandolo a prendere a casa. Deve essere più educato».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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«Inzaghi? Quest’anno ci sono stati troppi problemi »

Alessandra Gozzini MILANO

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acchi ha scritto la storia del Milan, in toni gloriosi, e poi provato a riscrivere quella dell’Inter, con termini molto meno nobili. Arrigo ha portato Berlusconi sul tetto d’Italia e del mondo, passando ovviamente per l’Europa, con due trionfi consecutivi in Coppa dei Campioni. Più di recente il torneo ha cambiato nome, trasformandosi in Champions League, ma è un’altra la nota internazionale contro cui Sacchi, nei giorni scorsi, aveva puntato il dito: «È tornato il sole sul calcio italiano grazie alla Juventus visto che l’ultima volta che abbiamo vinto la coppa è stata con l’Inter in cui non c’era nemmeno un italiano: una vergogna».

VERGOGNA NAZIONALE Ieri ospite a «Senza Appello» su Gazzetta tv Arrigo ha chiarito un po’ di concetti. Ripartendo da qui: «Mai detto che è stata una vergogna per l’Inter. Ho tanto rispetto per quei giocatori, quegli uomini e per la società. Ma il calcio italiano ha tratto pochi vantaggi da quella vittoria. Sono molto attento alla storia, tutte le volte che c’è stata un’invasione di stranieri è stato un disastro per il nostro sistema. Quando ero direttore tecnico al Real Madrid avevo i giocatori più famosi del mondo e venivamo criticati perché non giocavano gli spagnoli della “cantera”: qui non interessa nulla a nessuno, ma poi ci si lamenta se la Nazionale non va bene. Non contesto l’Inter ma l’idea di avere troppi stranieri. Non sono certo razzista ma noto che nazioni esterofile, Spagna o Francia, hanno ridotto l’ingresso di stranieri,

A SACCHI E BERLUSCONI

Moratti: «Arrigo e Silvio? Capita di dire stupidaggini»

L’espulsione di Giacomo Bonaventura con il Sassuolo FORTE

1Il giovane

Mastour inserito nella lista del Marocco per la gara con la Libia MILANO

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n una stagione piena di record negativi, non poteva mancare un altro primato di cui il Milan avrebbe fatto a meno. Con le espulsioni di Bonaventura e Suso a Reggio Emilia sono 12 i cartellini rossi rimediati dai giocatori rossoneri in questo campionato. Nella storia del club al massimo erano stati 10: accadde nel 1996-97 quando uscirono prima dal campo due volte Costacurta e una Davids, Boban, Eranio, Desailly, Blomqvist, Dugarry, Maldini e Savicevic. Non a caso quel Milan chiuse il campionato all’undicesimo posto, ossia il peggior risultato dell’era Berlusconi che rischia di essere eguagliato in questa stagione. Ai cartellini rossi dei giocatori vanno aggiunti i due rimediati da Pippo Inzaghi contro Atalanta e Roma (ma il tecnico non è mai stato squalificato) e quelli evitati a Muntari grazie a sagge sostituzioni disposte dall’allenatore prima che arrivasse un secondo giallo ormai nell’aria.

L’ELENCO Le espulsioni sono state varie. La serie è iniziata con il doppio giallo per Bonera in Parma-Milan 4-5. Poi, a Cesena, è toccato a Zapata: chiara occasione da rete. In seguito, altre quattro espulsioni per doppia ammonizione: per Bonera (Samp-Milan), Essien (Milan-Udinese), Armero (Roma-Milan), De Sciglio (TorinoMilan). La follia isterica di Mexes ha lasciato i rossoneri in dieci all’Olimpico contro la Lazio. Infine, sono stati cacciati anche Diego Lopez contro l’Empoli (fallo di mani fuori area), Menez contro il Genoa (doppia ammonizione), De Sciglio contro il Napoli (chiara occasione da rete), e poi contro il Sassuolo Bonaventura (doppia ammonizione) e Suso (gioco violento). MASTOUR COL MAROCCO Intanto ci sono novità per Hachim Mastour, il talentino del Milan diviso tra Marocco - terra d’origine - e Italia, terra adottiva. Mastour è stato inserita nella lista di preconvocati del Marocco diramata dal c.t. Zaki per la gara con la Libia del 12 giugno (qualificazioni alla Coppa d’Africa 2017). Se il trequartista della Primavera rossonera - che ha già giocato con l’Under 16 azzurra - dovesse rispondere alla convocazione ed esordire con la nazionale marocchina, non potrebbe più vestire la maglia dell’Italia. Oltre a Mastour, convocati anche Feddal (Parma), El Kaddouri (Torino), Lazaar (Palermo) e Obbadi (Verona). © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Serie A R L’anniversario

Andrea batte il 5 In 5 anni Agnelli ha rilanciato la Juve 1Dal drammatico post Calciopoli alla finale di Champions, ha ridato orgoglio alla Signora Mirko Graziano

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inque anni di Andrea Agnelli, l’uomo che ha definitivamente trascinato la Juventus fuori dalle sabbie mobili di Calciopoli. Una crescita costante, dentro e fuori dal campo: il ritrovato orgoglio del popolo bianconero, una società all’avanguardia, ruoli e responsabilità ben definiti in ogni settore, quindi risultati adeguati alla storia e al prestigio del club. Un quinquennio che ha arricchito la bacheca di altri quattro scudetti e due Supercoppe italiane. E il meglio deve ancora venire... L’INIZIO Il 19 maggio 2010 Andrea Agnelli, classe ’75, diventa ufficialmente presidente della Juventus. E’ il quarto Agnelli a rivestire questa carica: prima di lui, nonno Edoardo, zio Gianni e papà Umberto. Una delle prime mosse è quella di affidare l’area tecnica a Beppe Marotta. La Juve è ai preliminari di Europa League, è appena arrivata settima sotto le gestioni Ferrara e Zaccheroni. L’input della proprietà è quello di ribaltare completamente la rosa: fra i tanti, via i mostri sacri Trezeguet e Camoranesi. Il mercato in entrata non è dei più esaltanti, ma solo un intervento divino avrebbe permesso a Marotta e Pa-

ratici di fare meglio: gruppo di fatto operativo una scelta tutta di Agnelli: inizia l’era di Antonio solo da giugno inoltrato. Arrivano Krasic, Qua- Conte. L’8 settembre 2011 il presidente inaugugliarella, Bonucci, Storari, Motta, Aquilani, ra lo Juve Stadium. Tre giorni dopo i bianconeri Martinez e Pepe. Squadra affidata a Delneri. ospitano il Parma: 4-1, in gol Lichtsteiner, Pepe, Nonostante tutto, a inizio gennaio 2011 la Juve Vidal e Marchisio. Passa un mesetto e Agnelli è in piena corsa per un posto in Champions. Poi, «sistema» la faccenda Del Piero: «Con il nuovo si spacca Quagliarella, il castello si sfalda e i stadio ci avviciniamo ai nostri competitor europei — dice durante l’assemblea bianconeri precipitano: nuovadei soci —. L’unico legame con il mente settimi. A fine febbraio, passato resta il nostro capitano Del Piero mette spalle al muro LA PRESIDENZA Alessandro Del Piero, che ha voluAgnelli, e tramite il suo sito an- Con l’arrivo al to rimanere un ultimo anno da nuncia «che sono disposto a firvertice il 19 maggio calciatore della Juventus e a cui mare in bianco il mio rinnovo». La dedichiamo ora un grande aptrattativa era in fase di stallo, la 2010 ha rivoltato plauso». Insomma, quell’«ultimo mossa coglie di sorpresa la socie- squadra e società anno da calciatore della Juve...» è tà. Agnelli, infastidito, si vede una sentenza: titoli di coda sul Capraticamente costretto a prolun- Dopo il primo anno pitano. Freddezza! La scelta, va gare il contratto anche per evitare «salvò» Marotta, detto, è anche tecnica: Del Piero uno scontro coi tifosi poco gestibiquest’anno ha vinto ha ormai 37 anni. le in quel momento storico. Nel frattempo, il clima si è fatto terri- la scommessa Allegri IL MIRACOLO DI ANTONIO A fine bile attorno a Marotta. I nostalgici di Moggi «picchiano duro». Sale in cattedra stagione arriva un miracoloso scudetto ai danni Agnelli: chiarisce chi è il capo, zittisce i tifosi e del Milan di Allegri: zero sconfitte in campionaspiega che «Marotta non si tocca». E’ l’estate in to, Coppa Italia persa solo in finale. Nell’estate cui arrivano Pirlo, Vidal, Vucinic, Lichtsteiner e del 2012 ecco Asamoah, Giovinco, Isla e Pogba. Giaccherini. Sei mesi prima erano stati acquista- L’allora 19enne francese viene strappato allo ti anche Matri e Barzagli. Il nuovo allenatore è United, a costo zero. In pochi mesi la maglia da

titolare è sua! Intanto, finisce in bacheca un altro scudetto; fuori ai quarti di finale in Champions League. Estate 2013: Marotta «inventa» il colpo Tevez. Agnelli consegna all’argentino la «dieci» di Del Piero: terzo scudetto consecutivo, amarezza Champions (non superata la fase a gironi) e semifinale di Europa League. PUTIFERIO ALLEGRI Il divorzio da Conte è storia recente. Squadra già in ritiro, in 12 ore Agnelli e Marotta pescano il jolly Allegri. Il popolo juventino non gradisce, contesta in maniera pesante il nuovo tecnico, e addebita alla società tutte le colpe dell’addio di Conte. Anche qui, però, Agnelli mostra il petto, ignora le contestazioni e fa muro davanti ad Allegri. Una solidità societaria che il tecnico sa capitalizzare, prendendo in pugno prima la squadra e poi l’ambiente tutto. La Juve oggi frequenta da vip i ristoranti da cento euro, ha portato a casa il quarto scudetto consecutivo, domani si giocherà la doppietta nazionale (manca da 20 anni) e il 6 giugno sfiderà il Barcellona nell’ultimo atto della Champions League. «Gran parte del merito — dice Allegri — è di Agnelli». Ha ragione: il baby presidente del 2010 ci ha messo meno di cinque anni per bussare alla porta delle leggende bianconere. © RIPRODUZIONE RISERVATA

L’INCONTRO BENEFICO Alessandro ha ricevuto l’invito della signora Agnelli per la Partita del Cuore, il cui incasso andrà a Candiolo e a Telethon, le ha telefonato ufficializzando la sua partecipazione. «Sono molto felice e onorato dell’invito — ha detto Del Piero — per questo ho detto sì con entusiasmo. Per me è un piacevole ritorno, sia allo Juventus Stadium, e sapete quanto vi sono legato, sia alla Partita del Cuore che avevo disputato nel 2009 e della quale ho ricordi bellissimi. Ci vediamo allo Juventus Stadium!».

E con Del Piero va in scena il grande disgelo 1Il 2 giugno Ale torna allo Stadium per

la Partita del Cuore con Andrea e Elkann Gabriella Mancini

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i voleva la Partita del Cuore per riportare Alessandro Del Piero allo Juventus Stadium. Ieri, il grande ex bianconero ha annunciato la sua adesione nella squadra dei

Campioni per la Ricerca, giocherà quindi, udite udite, al fianco di Andrea Agnelli, John Elkann, Pavel Nedved e Massimiliano Allegri contro la Nazionale Cantanti. Un chiaro segno di disgelo dopo un periodo di lontananza dalla Juve, anche se è sempre rimasta nel suo cuore.

Alessandro Del Piero, 40 anni (a destra), con John Elkann, 39, e Andrea Agnelli, 39, in una foto del 2011 LAPRESSE

Dopo l’ultima partita contro l’Atalanta, in un giorno di maggio del 2012, il distacco era stato difficile tant’è che Ale, allora sommerso dall’applauso dei tifosi, scelse una destinazione dall’altra parte del mondo, l’Australia, come a volte succede quando finisce un grande amo-

re. Del Piero non ha mai nascosto la nostalgia per la Juve, anche quando all’improvviso cadde il silenzio, quando il presidente Andrea Agnelli non lo chiamava più, quando la vita gli prospettava nuovi orizzonti. E’ sempre rimasto affezionato a quei colori scolpiti sulla pelle.

Nei mesi scorsi ha visitato la Fondazione piemontese per la ricerca sul cancro di Candiolo, presieduta da Allegra Agnelli, un centro all’avanguardia in cui anche i cittadini comuni partecipano con un’offerta sapendo di poter contare su una struttura di grande prestigio. E quando

LIAM GALLAGHER Nella squadra di Del Piero giocheranno anche Eros Ramazzotti e Liam Gallagher degli Oasis, la band preferita di Ale. L’appuntamento è per il 2 giugno con diretta su Rai 1. Sono stati venduti 30mila biglietti, gli altri 11mila li trovate sul sito www.listicket.com. © RIPRODUZIONE RISERVATA


MARTEDÌ 19 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

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IL SUO REGNO AI RAGGI X LE POSIZIONI Risultato finale

IL COLPO DI MERCATO

In corso

SALDO ACQUISTI E CESSIONI

RISULTATO NETTO D’ESERCIZIO

-22

-95,4

milioni

milioni

Juventus

IL FATTURATO

Barcellona

STAGIONE 2010-2011 Bonucci

Girone

7° SERIE A

451 milioni

Quarti

154 milioni

CHAMPIONS

EUROPA L.

COPPA ITALIA SUPERCOPPA

STAGIONE 2011-2012 Pirlo

Finale

-85

SERIE A

483

CHAMPIONS

EUROPA L.

-48,7

195

COPPA ITALIA SUPERCOPPA

STAGIONE 2012-2013 Pog Po Pogb P o og ogb g a Pogba

SERIE A

CHAMPIONS

483

Semifinale

Quarti

EUROPA L.

-43

-15,9

272

-16

-6,7

280

-39

Non disponibile

COPPA ITALIA SUPERCOPPA

STAGIONE 2013-2014 Tevez Semifinale 1°

Gironi

SERIE A

CHAMPIONS

EUROPA L.

485

Quarti

COPPA ITALIA SUPERCOPPA

STAGIONE 2014-2015 Finale

Finale

Finale

Morata

SERIE A

CHAMPIONS

EUROPA L.

Non disponibili

COPPA ITALIA SUPERCOPPA

TOTALE: 4 Scudetti e 2 Supercoppa italiana

-205 milioni

-166,7 milioni

901 milioni

1902 milioni GDS

Marco Iaria twitter MarcoIaria1

L

a Juventus è diventata la più europea tra le società italiane. No, non c’entra la finale di Champions. C’entrano, piuttosto, la mentalità che è stata inculcata nell’«azienda», la pianificazione degli obiettivi, la ricerca delle professionalità giuste, lo sforzo di diversificare le fonti di entrata. I cinque anni di Andrea Agnelli dietro la scrivania più importante di Corso Galileo Ferraris hanno proiettato i bianconeri in un’altra dimensione. Conquistato il primato in Italia, la Signora ha progressivamente orientato lo sguardo verso le big europee. La competizione internazionale è la chiave di tutto nell’era del villaggio globale, Agnelli lo sa e sa anche quanto sia difficile da colmare il gap, ma passi in avanti ne sono stati fatti. Quando si insediò alla presidenza, l’erede della Famiglia prese per mano un club fuori dalla Champions e con un fatturato crollato nel 2010-11 a 154 milioni di ricavi, non solo distante anni luce da Real e compagnia ma dietro pure a Milan (235) e Inter (222). Da quel momento è iniziata la scalata.

Fatturato boom Dai 154 milioni del 2010-2011 ai 320 di oggi 1Nella nuova era Agnelli ridotte anche

le perdite: da -95 milioni ad appena -6,7

8 settembre 2011: Andrea Agnelli all’inaugurazione dello Juventus Stadium

CHE MOSSE L’aumento di capitale da 120 milioni ha consentito di ripatrimonializzare il club e di programmare una serie di investimenti sul mercato che hanno elevato il livello dell’organico: 205 milioni spesi per trasferimenti, al netto delle cessioni, nell’ultimo quinquennio. Nel frattempo, nel settembre 2011, è stato inaugurato lo Juventus Stadium, l’antesignano tra gli impianti di proprietà in Italia, figlio legittimo - va detto - pure di chi c’era prima, Giraudo in primis. Gli introiti da stadio sono schizzati: dagli 11 milioni dell’ultima stagione «in affitto» ai 49 dell’anno passato, includendo non solo il botteghino, ma anche il museo, il tour, le attività no match day. Allo Stadium la partita è costruita come un vero e proprio «entertainment event», c’è un direttore dello stadio che coordina le diverse aree, è stato pure internalizzato il servizio di steward. Piccoli grandi segnali della crescita societaria. Come quello, coraggioso e inedito, di gestire in proprio il licensing e il merchandising, a partire dal primo luglio quando entrerà in vigore il nuovo contratto di sponsorizzazione con Adidas, che assicurerà 23 milioni annui contro i 13 di Nike. La Juve ha rinuncia-

to ai 6 milioni di minimo garantito che la casa tedesca aveva offerto per smerciare il materiale ufficiale: lo farà direttamente, implementando un nuovo sistema informativo e puntando a fare ancora meglio in termini di fatturato e redditività. RIEQUILIBRIO DEI CONTI Fatto sta che dai 154 milioni di partenza, il giro d’affari è cresciuto ininterrottamente: 195 nel 2011-12, 272 nel 2012-13, 280 nel 2013-14. Se il divario con il Barcellona era inizialmente di 297 milioni, l’anno scorso è sceso a 205. In questa stagione, con la finale di Berlino, i bianconeri possono già contare su ricavi stimati per 315-320 milioni. E a partire dal 2015-16, con l’incremento delle entrate tv e commerciali, si punta ad

LO SPONSOR

23

i milioni di euro all’anno che la Juve riceverà nel 2015-2016 da Adidas, il nuovo sponsor tecnico (Nike ne versava 13)

Gruppo Lombardo Giornalisti Sportivi

Lombardia

TIFO

Fairplay

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abbattere il tetto di 350 milioni. Parallelamente il management è riuscito a riequilibrare la gestione passando dalla perditarecord di 95,4 milioni del 201011 al -6,7 del 2013-14, pur nel bel mezzo di una fase espansiva, con gli stipendi saliti del 31% nello stesso periodo, a 184 milioni. POLITICA AHI AHI Agnelli ha fatto benissimo i compiti a casa ma non è riuscito a imporre la sua leadership sul movimento. Più volte ha lanciato appelli riformatori caduti nel vuoto, più volte ha tentato di contrastare lo strapotere politico della coppia Galliani-Lotito subendo le sconfitte elettorali in Lega e Figc. Pare quasi che lo ascoltino maggiormente all’estero, come quando frequenta il board dell’Eca. In casa rimane aperta la ferita di Calciopoli. In questi anni l’intento revisionistico è stato agitato spesso dal presidente, anche per solleticare la pancia del tifo. Ma prima o poi i conti con il passato bisogna chiuderli. Né tantomeno si può stare in eterno all’opposizione. D’altronde, AA è un giovanotto, con i suoi 39 anni, rispetto ai plenipotenziari del calcio italiano. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Tra Serie A ed Europa R

MARTEDÌ 19 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Juve testa di serie A Ma c’è il rischio di ritrovare il Real

Fabio Licari

1La novità nel regolamento Uefa cambia gli equilibri del sorteggio. Ecco tutto quello che può succedere LE ITALIANE VERSO LE COPPE 2015-16 CHAMPIONS LEAGUE

EUROPA LEAGUE Fase a gruppi

JUVENTUS

Fase a gruppi

NAPOLI

Testa di serie al sorteggio del 27 agosto

Testa di serie al sorteggio del 28 agosto

Fase a gruppi

ROMA

Fase a gruppi

FIORENTINA

In 4° fascia al sorteggio del 27 agosto Playoff

LAZIO

Molto probabile testa di serie al sorteggio del 28 agosto Terzo preliminare

Non testa di serie al sorteggio del 7 agosto (se si qualifica ai gruppi, in 4° fascia al sorteggio)

SAMPDORIA

Probabile testa di serie al sorteggio del 17 luglio

Simulazione in base alla classifica attuale del campionato

RANKING UEFA 2016

LE ITALIANE NEL RANKING

LE PRIME DATE DEL 2015-16

Spagna

81,2*

JUVENTUS

14° ROMA

46°

Germania

63,7

NAPOLI

20° Udinese

73°

Inghilterra

62

Milan

22° Torino

78°

ITALIA

58,9*

Inter

24° Palermo

98°

Portogallo

Francia

*possono ancora migliorare il loro ranking con le finali di Champions e Europa League

42,6 41,7

FIORENTINA 39° SAMPDORIA 105° LAZIO in MAIUSCOLO le sicure e/o probabili qualificate

Sorteggio playoff CL e EL Supercoppa (Tbilisi) Playoff andata CL Playoff andata EL Playoff ritorno CL Playoff ritorno EL Sorteggio gruppi CL Sorteggio gruppi EL inizio Champions inizio Europa League

7/8 11/8 18-19/8 20/8 25-26/8 27/8 27/8 28/8 15/9 17/9 CENTIMETRI

lla faccia della testa di serie. Nel sorteggio dei gruppi di Champions League, pur inserita in prima fascia, la Juve rischia una tra Real Madrid, Atletico, United, City, Porto... È il paradosso inevitabile del correttivo introdotto nel regolamento: dalla stagione 2015-16, infatti, l’urna delle teste di serie comprenderà i detentori della coppa e i 7 campioni dei primi 7 campionati del ranking Uefa (8 in questo caso, visto che Barcellona e Juve hanno anche vinto lo «scudetto»), e non più i club con il miglior ranking. Una novità giusta per un torneo che troppo spesso sembra dimenticare il concetto di «campioni» abbracciando sempre più quello di «Superlega». SCENARI Alla fine dei campionati europei mancano un paio di turni, ma è possibile disegnare un quadro attendibile delle prossime coppe. Partendo, naturalmente, dalle classifiche attuali. E LA CIFRA cioè per l’Italia: Juve, Roma e Lazio in Champions; Napoli, Fiorentina e Samp in Europa League. Nei pros- I miliardi che l’Uefa simi 180’ qualco- distribuirà ai club sa può cambiare, nella prossima Ecco intanto uno Champions (tra i premi scenario probabile — con rischi, e il market pool): +25% incognite e corsie preferenziali — delle coppe per le italiane.

campionato assicura la qualificazione diretta ai gruppi. Oggi la Roma, aspettando il derby, è in vantaggio. Al sorteggio, però, non sarebbe facile per nessuna della due romane: la 4a e ultima fascia sembra una destinazione probabile, a meno che nei playoff non crollino le squadre con coefficiente migliore (la Lazio avrebbe più chance di risalire in terza fascia). Discorso diverso per il Napoli: se si qualifica ai gruppi sarebbe tra la seconda e, più probabile, la terza fascia del sorteggio. CHAMPIONS: I PLAYOFF Per la 3a del nostro campionato non sarà facilissimo neanche affrontare i playoff. Roma e Lazio non sarebbero teste di serie e dovrebbero vedersela con: 1) una tra Atletico, Valencia o Siviglia; 2) una tra Arsenal e United; 3) Leverkusen; 4) una tra Ajax e Shakhtar. Il Napoli ha più possibilità di essere testa di serie. EUROPA LEAGUE Napoli (o Lazio, o Roma) e Fiorentina direttamente ai gruppi: da testa di serie

1,26

CHAMPIONS: JUVE Juve testa di serie (con Barcellona, Chelsea, Bayern, Benfica, Psg, Zenit e Psv Eindhoven) al sorteggio dei gruppi di Montecarlo, il 27 agosto. In seconda fascia sono sicuramente Real Madrid e Porto e, con buona probabilità, anche Atletico, Arsenal, Manchester Utd e Manchester City, Valencia e Leverkusen: non facilissimo scegliere (i tedeschi sono i meno preoccupanti). In terza fascia dovrebbero essere Lione, Olympiacos, Dinamo Kiev più magari Shakhtar e Ajax dai playoff. E, a proposito di clienti scomodi, i gruppi potrebbero ospitare cinque spagnole (di cui 4 direttamente): oltre a Barça, Real e quasi sicuramente Atletico ci sarebbe anche il Siviglia se arrivasse 5° nella Liga e vincesse questa Europa League. Più il Valencia, se 4°, ai playoff. CHAMPIONS: LE ALTRE ITALIANE Il 2° posto in

L’ultima Champions vinta dalla Juventus nel 1996

Higuain e c.; probabilmente in prima fascia Lazio e Fiorentina; in bilico tra prima e seconda la Roma. Al momento l’estate peggiore toccherebbe alla Samp, costretta al terzo preliminare (dal 30 luglio) e poi ai playoff (dal 20 agosto), e non è detto da testa di serie. Inter e Torino possono sperare di subentrare ai blucerchiati al 6° posto: i nerazzurri sarebbero sempre teste di serie, i granata sono messi meglio della Samp. Poi c’è il Genoa che ha però problemi seri di licenze. RANKING UEFA Tutte le italiane per sé, naturalmente, e per il ranking Uefa. L’Italia ripartirà il 1° luglio al 4° posto ma vicina all’Inghilterra. Se la Juve vincesse — non ai rigori — la Champions, il distacco scenderebbe a 1,76. Obiettivo sorpasso, per riconquistare la quarta in Champions dal 2017-18. Impresa non facile, ma almeno non siamo più noi a rischiare il sorpasso. © RIPRODUZIONE RISERVATA


Verso la finale di Champions R

MARTEDÌ 19 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Tutti a Berlino con i bianconeri? Prima gli abbonati

di nominativo). I biglietti per lo stadio saranno venduti insieme ai pacchetti di viaggio predisposti da Francorosso: sarà possibile organizzare gruppi di massimo 4 abbonati. Ci saranno diverse soluzioni e prezzi: volo charter o di linea in giornata con partenza da varie città italiane e rientro nella notte/mattino dopo la partita, oppure partenza in bus, sempre da varie città italiane e rientro dopo la partita. Non è previsto nessun pernottamento.

1Giovedì comincia la prelazione per chi ha la tessera dello Stadium: biglietti in vendita col pacchetto viaggio

SOLO PACCHETTI Saranno messe in vendita tre categorie di biglietti: da 280, 160 e 70 euro. Al prezzo del tagliando si dovranno aggiungere 3,85 euro, per poter usufruire dei trasporti pubblici di Berlino per il giorno della finale e fino alle 3 del mattino del 7 giugno. I biglietti disponibili sono circa 8 mila in meno rispetto agli abbonati, quindi se tutti volessero partire per Berlino non ci sarebbe comunque posto. Giovedì 28 la Juve saprà quanti tagliandi saranno avanzati dopo la prelazione e li rimetterà in vendita agli stessi prezzi e con le stesse modalità (sempre che ce ne siano ancora). Quindi non ci sarà alcuna possibilità di acquistare i biglietti indipendentemente dai pacchetti viaggio Francorosso. La scelta di privilegiare gli abbonati, ovvero quelli che seguono la squadra tutto l’anno, è stata apprezzata dai tifosi. D’altronde anche il Barcellona ha optato per una soluzione simile: solo chi è socio (non abbonato, ma possessore della tessera Barça) potrà andare a Berlino. I soci (che sono circa 180 mila) potranno fare richiesta fino a giovedì. Ieri, giorno di apertura delle prenotazioni, erano già arrivate 12 mila richieste. Venerdì si procederà al sorteggio: solo i 19.550 più fortunati potranno andare a Berlino per assistere alla finale.

Fabiana Della Valle MILANO

L

a caccia al biglietto per Berlino è già partita da tempo, ma la vendita in realtà non è ancora cominciata. La finale di Champions League del 6 giugno contro il Barcellona, però, in questo momento è l’unica cosa che interessa ai tifosi bianconeri. Per la gioia dei quali la Juventus ieri ha fornito tutti i dettagli per l’acquisto: precedenza agli abbonati e poi tutti gli altri, sempre che i tagliandi avanzino.

LA PRELAZIONE Il giorno chiave sarà giovedì: alle 12 sul sito predisposto appositamente per la finale da Francorosso, (www.berlino2015.it), verranno messi in vendita i 19.550 biglietti che la Juventus avrà dall’Uefa. La stessa quantità toccherà al Barcellona, il resto (la capienza dell’Olympiastadion è di 70.500 spettatori), è già stato venduto dall’Uefa ancora prima che si sapessero i nomi delle due finaliste (a parte quelli in possesso dei vari sponsor). Giovedì, però, inizierà solo la prelazione per gli

Tifosi della Juve in ansia: tutti alla ricerca di un biglietto per la finale LAPRESSE

abbonati: per otto giorni (fino a giovedì 28 maggio alle ore 12), i 27 mila frequentatori abituali dello Juventus Stadium potranno provare a portare a casa uno degli ambitissimi tagliandi. Ogni abbonato potrà acquistare un solo ticket e solo per sé (nel senso che non saranno possibili cambi

19.550 ● Il numero di biglietti che l’Uefa ha dato alle due finaliste di Champions League, Juventus e Barcellona. Gli abbonati dello Stadium sono 27 mila

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SCELTO IL TURCO

FINALE DI COPPA ITALIA

Arbitra Çakir Due successi e k.o. col Benfica

Con la Lazio ci sono i titolari per la «Decima»

● (f.li.) Indiscrezioni confermate: Juve-Barça sarà diretta da Cuneyt Çakir, 38 anni, turco, oggi il miglior arbitro europeo tra quelli disponibili per la finale (Rizzoli e Kuipers hanno fischiato le ultime edizioni, Webb e Proença si sono ritirati). Il ballottaggio era con il tedesco Brych: dal punto di vista tecnico non c’è gara tra i due.

MONDIALE Eccellente al Mondiale 2014: ha diretto con personalità Brasile-Messico 0-0, Algeria-Russia 1-1 e la semifinale Olanda-Argentina 0-0. Era tra i candidati alla finale andata a Rizzoli. Anche l’Uefa lo impegna in gare cruciali, compresa SpagnaPortogallo 0-0 semifinale a Euro 2012. Espulse Balotelli (una pedata) in City-Dinamo Kiev 1-0, quest’anno ha diretto molto bene Roma-Fiorentina 0-3 in Euroleague (gara da big). Una macchia: il «rosso» a Nani, esagerato, in UnitedReal 1-2 (Champions 2013).

● Prima della finale di Champions, c’è quella di Coppa Italia: la Juve oggi arriva a Roma, dove domani sera affronterà la Lazio per cercare di conquistare il decimo trofeo di questa competizione (manca da 20 anni). Allegri rispetterà le abitudini di Champions: rifinitura a Vinovo, poi «walkaround» e conferenza stampa (oltre all’allenatore parlerà anche Chiellini) all’Olimpico. A parte Storari, che sostituirà Buffon (è lui il portiere della Coppa Italia), e gli squalificati Marchisio e Morata, la formazione sarà quella standard, con tutti i titolari: in attacco Llorente (favorito su Matri) sarà la spalla di Tevez, Pereyra farà il trequartista e Vidal la mezzala. Marchisio a Roma non ci sarà, ieri il centrocampista però ha consegnato allo Juventus Museum la maglia delle sue 300 partite in Serie A. Dopo la Coppa Italia, la Juventus sarà impegnata in campionato sabato 23 contro il Napoli, ultima partita in casa della stagione. In quell’occasione ci sarà la premiazione della Lega con la consegna della coppa dello scudetto, ma niente di più: non sono previsti giri in pullman per la città (come gli altri anni) o altri festeggiamenti, l’obiettivo è rimanere concentrati solo sulla finale di Champions contro il Barcellona.

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BENFICA Agente assicurativo, Çakir ha diretto tre volte la Juve: un k.o. (2-1 l’anno scorso con il Benfica in semifinale di Euroleague); due successi (3-0 al Chelsea e 2-1 allo Sturm in Champions). Tre precedenti anche col Barça: una vittoria col Benfica, due pari (Chelsea e Rubin). Ha arbitrato l’Italia due volte: nel 2-0 con l’Irlanda a Euro 2012, e nell’1-1 con l’Olanda in amichevole nel 2013.


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Serie A R Posticipo e polemiche

Caos derby, vince Lotito E la Roma si arrabbia 1Il match spostato lunedì alle 18. Il d.g. Baldissoni: «Così si ledono

tanti interessi». Il Napoli chiede di giocare con la Juve alla stessa ora Massimo Cecchini Marco Iaria

N

on fatevi ingannare dall’ora (17.24) in cui è stata battuta la prima agenzia che ufficializzava lo spostamento del derby della Capitale a lunedì 25 maggio alle ore 18. In realtà la notizia era nell’aria da domenica e quello che ha fatto perdere tempo è stata la trattativa con il Viminale per cercare un’ora che potesse accontentare meglio tifosi e tv – la notturna sarebbe stata gradita – senza ostacolare il lavoro dell’ordine pubblico. E così, almeno su questo fronte, si è trovata una mediazione. Sul merito invece, soprattutto agli occhi dell’opinione pubblica romanista, ha vinto Claudio Lotito, presidente della Lazio, che ha ottenuto un giorno in più di riposo per la sua squadra, impegnata domani nella finale di Coppa Italia contro la Juventus.

«NESSUNA MOTIVAZIONE» Inutile dire che l’amarezza della Roma è grande, ma non solo per il giorno in più di riposo concesso ai rivali, bensì per il senso di sfaldamento delle regole che si respira. «Quando giochiamo le partite ad oggi lo decide la Lega – dice il d.g. Baldissoni –. Non vedo una motivazione (allo spostamento, ndr). Vi potrei dire che esistono anche gli interessi di un campionato come quello di Serie A, con diritti tv che devono essere venduti in maniera corretta soprattutto all’estero attraendo interesse, e spostare la partita più importante non corrisponde a questo interesse, creando perciò un danno a chi l’ha fatto. Vi potrei dire che potrebbe esistere l’interesse di chi ha comprato il biglietto e che non potrà invece partecipare alla partita. Esiste l’interesse magari di una città a non vedere chiuso un quadrante per motivi di ordine

bligo del rimborso biglietti per chiunque lo richiedesse, sul fronte Lega si respira una apparente serenità. La decisione viene spiegata grazie a precedenti simili che in passato ci sono stati. «Nelle ultime stagioni sono stati numerosi i casi analoghi, per portare gare di campionato a una distanza di 5 giorni da impegni precedenti o successivi di coppe europee». Questi gli DE LAURENTIIS CONTRO Che la grana sia stata esempi citati: Milan-Roma di lunedì 16 dicembre 2013 grande lo si era capito, tant’è che Maurizio Beretta, (i rossoneri avevano giocato in Champions il mercolepresidente di Lega, ha ritenuto di condividerla col dì precedente e la Roma non era impegnata in settimaconsiglio di Lega in «conference call», del quale fanno na); Milan-Bologna di venerdì 14 febbraio 2014 (i rosparte, oltre al vice presidente Galliani, anche Juven- soneri giocavano in Champions il mercoledì successitus, Inter, Chievo, Atalanta, Fiorentina, Palermo, Tori- vo); Napoli-Cagliari di venerdì 9 marzo 2012 (gli azno e Napoli. L’approvazione – poi comunicata al presi- zurri giocavano il mercoledì successivo in dente federale Tavecchio – è arrivata a maggioranza, Champions); Lazio-Udinese di martedì 27 novembre col voto contrario di De Laurentiis. Non sorprende, 2012 (entrambe erano state impegnate in Europa Leatanto più che in serata il Napoli ha gue il giovedì precedente); Juverichiesto ufficialmente alla Lega di Napoli di venerdì 1 marzo 2013 (i giocare contro la Juve in contembianconeri giocavano in Champoranea con il derby. Come le ropions il mercoledì successivo). E allora, visto che si considera la finale mane, infatti, anche Benitez è in di Coppa Italia alla stregua di grancorsa per la Champions e così sem- ● il derby romano giocato di partite europee, si è concesso lo bra chiaro – avendola come avver- di lunedì. La partita si è giocata spostamento. Perciò alla fine quesaria al San Paolo nell’ultima gior- l’8 aprile 2013 e si è conclusa sto è il quadro degli altri anticipi e nata – che la rivale più abbordabile con il risultato di 1-1. Le due posticipi. Sabato: Juve-Napoli (18) sia stata individuata nella Lazio, reti di Hernanes e Totti e Genoa-Inter (20.45). Domenica: pronta però a utilizzare un giorno di riposo in più. I partenopei, d’altronde, hanno il van- Empoli-Samp (12.30), Fiorentina-Palermo (spostata taggio di poter giocare sabato con una Juve con tre soli alle 15) e Milan-Torino (20.45). Tutti contenti? Non giorni di riposo dopo la finale di Coppa Italia, ma lo proprio, perché anche altri club avrebbero desiderato svantaggio di far sapere in anticipo il risultato del pro- la contemporaneità per i loro obiettivi piccoli e grandi, prio match alle romane, tant’è che sui social alcuni ma la Lega ha sottolineato come il tempo di quel tipo di calcio è finito. Questa è l’epoca del pallone spezzatitifosi napoletani temono un accordo-derby sul pari. no con tutto quello che comporta. Insomma, così è se LA LEGA E I PRECEDENTI Detto che una delle condi- vi pare. E alla fine pare che vada bene a tutti o quasi. zioni per accettare la richiesta della Lazio è stata l’ob© RIPRODUZIONE RISERVATA pubblico. Nel calcio poi si è sempre giocato di mercoledì le Coppe e di domenica il campionato senza che nessuno lo abbia ritenuto strano. La Juve giocherà mercoledì e poi addirittura sabato contro il Napoli. Potrei parlare per ore, ma è inutile. Decide la Lega e noi scenderemo in campo per vincere».

1

COPPA ITALIA

Totti e Klose durante l’ultimo derby a gennaio, finito 2-2 REUTERS

LA VOLATA CHAMPIONS ROMA PT. 67

37ª LAZIO

38ª Palermo

LAZIO PT. 66

Roma

NAPOLI

JUVENTUS

Lazio

NAPOLI PT. 63

La 2ª classificata va direttamente alla fase a gironi, la 3ª ai playoff (18-26 agosto) scarso STATO DI FORMA: media DIFFICOLTÀ: facile In MAIUSCOLO le gare in trasferta JUVENTUS campione d'Italia

1Tutti a Trigoria

ma in versione light Infermeria: Pjanic verso il recupero, Maicon ci prova

Lui risponde con prestazioni super e gol

Rudi Garcia, 51 anni, allenatore ANSA Antonio Candreva, 28 anni, 9 gol in campionato in questa stagione LAPRESSE

Andrea Pugliese ROMA

C

ome nella trama di un film ben studiato, il protagonista annunciato rispunta sempre nel finale. Così Antonio Candreva si è ripreso il suo posto al volante della Lazio. Sul doppio fronte fra la corsa verso la Champions e la finale di Coppa Italia di domani. Sabato sera è stato l’uomo in più della squadra di Pioli che ha vinto nella trasferta contro la Sampdoria. A ridosso delle punte, Klose e Anderson, in una posizione per certi versi inedita, almeno in partenza di gara. Perché poi Candreva sgusciava dappertutto. Da esterno offensivo, come da diga della mediana, o anche come punta aggiunta. Un interprete tra mille compiti. Tecnica, qualità, agonismo e sette polmoni a soffiare sulla sua tenacia, esaltata da un taglio di capelli da marine che regala più grinta al suo aspetto. Un Candreva trascinatore. Come quello che era diventato il primo leader della

GDS

Adesso Garcia è pronto a varare un nuovo ritiro

1Pioli lo ha inventato anche trequartista ROMA

ottimo

I GIALLOROSSI

È Candreva l’arma letale della Lazio contro la Juve Nicola Berardino

buono difficile

Lazio di Pioli. A inizio stagione, l’esterno si proponeva come l’elemento di maggior classe della rinnovata formazione biancoceleste. Un ruolo di primo piano, non solo per la partecipazione al Mondiale in Brasile, ma anche per i 12 gol siglati nell’ultimo campionato (capocannoniere della Lazio). UN PILASTRO Poi, la squadra di Pioli è cresciuta pure attraverso altri protagonisti. Dall’esplosione di Felipe Anderson, diventato titolare proprio per sostituire Candreva infortunato, alla nuova dimensione di Biglia o al rilancio di Klose. Ma Candreva, malgrado qualche sosta in infermeria, ha saputo tenere il passo. In campionato, ha segnato 9 gol (8 coincisi con altrettante vittorie), mentre in Coppa ha colpito solo una volta. È ancora titolare in azzurro, anche con Antonio Conte. INCROCI La sfida con i bianconeri richiama la gara di un mese fa (18 aprile) in campionato. Quella sera nacque nel segno dell’amarezza per Candreva

che a Torino si ritrovò in panchina. Salvo poi essere utilizzato nella ripresa per scuotere una prova della Lazio già gravata dal doppio svantaggio (finì 2-0). Reagì con orgoglio. La Juve è anche una tappa della sua carriera. Gennaio 2010, a 22 anni, arriva a Torino in prestito dall’Udinese. Contro la Lazio, ironia del destino, la sua prima gara da titolare con i bianconeri allenati da Zaccheroni, che lo schiera pure in Europa League. Era arrivato per rinforzare la squadra di Ferrara, che fece in tempo solo a farlo debuttare nel finale della gara persa in casa con la Roma. La Juve di Candreva dura però appena sei mesi: a fine stagione nessun riscatto e ritorno a Udine. Fino all’esplosione nella Lazio, dove ha alzato il suo unico trofeo nella finale del 26 maggio 2013 all’Olimpico contro la Roma. Quella stessa Coppa Italia che Candreva vorrebbe assaporare battendo la Juve domani sera. Questa volta il derby sarebbe con se stesso e con i propri trascorsi. © RIPRODUZIONE RISERVATA

I NUMERI

177

● i cross effettuati dall’esterno biancoceleste nelle trentadue presenze che ha sinora totalizzato in questa stagione di Serie A

891

● I passaggi positivi sommati. Un dato che illustra la continua partecipazione di Candreva agli sviluppi della manovra laziale

142

● i palloni recuperati in fase di disimpegno. Un lavoro che occupa costantemente Candreva, anche quando agisce in copertura

M

agari sarà anche per scaramanzia, visto che con l’Udinese ha portato fortuna. Ma anche questa settimana il ritiro della Roma andrà avanti esattamente come nella scorsa: a singhiozzo, quasi a giorni alterni, con la formula light. «Abbiamo tempo per riflettere, l’importante è fare cose intelligenti», ha detto Rudi Garcia subito dopo l’Udinese. La squadra, infatti, si ritroverà domani per preparare il derby di lunedì prossimo. Ma il ritiro inizierà solo il giorno dopo. IL RITIRO Formula light, dunque, proprio come andato in scena la scorsa settimana. La squadra dormirà a Trigoria nelle notti di giovedì, sabato e domenica, mentre i giocatori saranno liberi domani sera e venerdì. Lo stesso copione pre-Udinese, quando l’allenatore francese lasciò libera la prima serata della settimana lavorativa e quella di giovedì. Questo

perché Garcia continua ad essere convinto, in cuor suo, che il ritiro non sia la panacea a tutti i mali di una squadra, anzi. E che alla fine, a conti fatti, lo stare tutti insieme, lontani da affetti e famiglie, finisca più con bruciare le energie mentali piuttosto che aiutare a rigenerale. Ma siccome con l’Udinese ha funzionato, sarebbe stato un harakiri a livello comunicazione non replicarlo nella settimana prima del derby. I SINGOLI Da domani, intanto, bisognerà capire prima di tutto come sta Pjanic, uscito affaticato dalla sfida con l’Udinese e sempre alle prese con qualche problemino alle caviglie. Il talento bosniaco, però, dovrebbe esserci e nel peggiore dei casi stringerà i denti, proprio come ha fatto negli ultimi tempi. E proverà a esserci pure Maicon, anche se le possibilità di averlo a disposizione non sono poi molte. Anche il brasiliano, però, proverà a stringere i denti, magari alla fine andrà in panchina. Non proprio la stessa cosa, ma almeno un passo avanti. © RIPRODUZIONE RISERVATA


MARTEDÌ 19 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

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Ok di prefetto e sindaco Ma nel 2013 finì male

1Gabrielli sereno, Marino tranquillo: «Nessuna preoccupazione»

Due anni fa l’unico precedente di lunedì gettò nel panico il quartiere panti (non più del solito), ma chi dovrà gestire l’ordine pubblico avrebbe evitato volentieri il giorno feriale e lo slittamento di tre ore del fischio d’inizio.

Alessandro Catapano ROMA

«P

NON SONO PER NIENTE PREOCCUPATO: C’È UN LAVORO QUOTIDIANO SU TUTTE LE AREE STRATEGICHE DI ROMA IGNAZIO MARINO SINDACO DI ROMA

È UNA DECISIONE DELLA LEGA E NON DEL PREFETTO: L’UNICO DIALOGO È STATO SULL’ORARIO DI GIOCO FRANCO GABRIELLI PREFETTO DI ROMA

erché giocare di lunedì?». Due anni fa, era l’8 aprile 2013, l’ennesima guerriglia tra ultrà e forze dell’ordine costrinse residenti e negozianti del quartiere Flaminio a rintanarsi in casa: portoni serrati, saracinesche abbassate in fretta, fuggi-fuggi generale nel traffico impazzito (complice lo sciopero dei mezzi pubblici) e un intero quartiere ancora una volta messo a ferro e fuoco. Il derby di lunedì, disposto perché la Lazio il giovedì aveva giocato in Europa League ha quell’unico precedente, tanto inquietante — alla fine il bilancio degli scontri pre-partita fu di 8 accoltellati — che è rimasto l’ultimo derby della Capitale giocato di notte. Così decise l’allora Prefetto Giuseppe Pecoraro. I maligni dicono che il suo successore, l’ex capo della Protezione civile Franco Gabrielli, sia buon amico di Lotito. È certamente una cattiveria, però all’«esordio» nel derby il neo Prefetto non solo ha autorizzato il posticipo della partita al lunedì — «Non l’ho deciso io, ma la Lega», ha precisato —, ma ha accettato pure lo slittamento del fischio d’inizio alle 18. «Comunque in orario diurno», ha sottoli-

Tafferugli tra ultrà e forze dell’ordine dopo l’ultimo derby di Roma ANSA

neato Gabrielli. Già, ma un’ora dopo il limite massimo che Questura, Prefettura e Viminale si erano imposti all’inizio della stagione per evitare anche il minimo rischio che il deflusso postpartita potesse completarsi al buio. Esattamente quello che può capitare lunedì, soprattutto se il risultato dovesse scontentare una delle due fazioni. TRANQUILLI Ma avranno avuto tutti ottime ragioni. Anche il sindaco Ignazio Marino, che non ha potuto opporsi e poi ha provato a rassicurare i cittadini di Roma Nord, terrorizzati al pensiero di vivere un derby in un

giorno feriale, e proprio all’uscita dal lavoro. «Non sono assolutamente preoccupato — ha giurato Marino —, c’è un lavoro quotidiano su tutte le aree strategiche che coinvolgono la mobilità, la viabilità e la sicurezza della città con il prefetto Gabrielli, stiamo lavorando molto bene e non ho nessuna preoccupazione». Cos’altro avrebbe potuto dire il sindaco di una città che aspira ad ospitare un’Olimpiade ma non può permettersi nemmeno una partita di calcio in notturna? Al Viminale non sono altrettanto tranquilli. Le notizie raccolte dalla Digos non sono particolarmente preoccu-

PRIMA LA COPPA ITALIA Anche perché fino a domani le autorità saranno tutte concentrate sulla finale di Coppa Italia. Juventus-Lazio è un’altra sfida delicatissima, per la posta in palio, la rivalità tra le due tifoserie, la presenza di Mattarella, alla prima Coppa Italia da presidente della Repubblica, e, ovviamente, per il precedente dello scorso anno, così drammatico che più di qualcuno, dopo la sparatoria di Tor di Quinto e lo show di Genny ‘a Carogna, ipotizzò che la finale successiva, quella di domani, sarebbe stato meglio giocarla a Milano (complice Expo). Niente da fare. La Capitale ha mantenuto la finale della Coppa nazionale, ma stavolta la gestione dell’ordine pubblico non potrà fare acqua da tutte le parti come un anno fa: gli juventini (in maggioranza romani, pochissimi attesi da Torino) occuperanno la Sud, i laziali la Nord, non dovrebbero incrociarsi. Comunque ci saranno 800 steward e un migliaio di agenti. Per una partita di calcio da sì e no 60mila spettatori. È il calcio, bellezza. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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MARTEDÌ 19 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Un Evento


Serie A R Mercato

MARTEDÌ 19 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Motta-Inter si può fare se la garanzia è Touré

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IL RITORNO

1L’oriundo tornerebbe solo con una squadra vincente da subito:

Mancini usa la carta Yaya per dare un segnale concreto e decisivo

Matteo Dalla Vite

L

e intenzioni di Roberto Mancini sono note: vuole giocatori forti, fisici, tecnici, esperti, con personalità, capaci anche di reggere la maledizione-pressante di San Siro. Il tutto secondo un piano che porterebbe una mezza rivoluzione. Ecco: dentro a questa idea di futura Inter è noto da tempo che Thiago Motta è perno ritenuto importante, soprattutto nel momento in cui Jeremy Toulalan (sedotto e non acchiappato) ha deciso di restarsene a Montecarlo per il suo finale di carriera. Tutto semplice allora? No, non ancora: perché Thiago Motta va convinto. E la chiave sarebbe un piano-calamita: un pezzo-grosso ne attira un altro.

RPer Thiago c’è

già un’ipotesi di ingaggio biennale da 3,2 milioni l’anno più bonus

SCUDETTO SUBITO Si sa che l’opera di convincimento verbale non sempre può bastare. Mancio ci sa fare in questo senso, e in società non solo il tecnico lavora per un Grande ritorno di uno dei pilastri del Triplete. Più di ogni cosa, però, conteranno le parole convincenti del tecnico abbinate alle azioni tangibili del club nel dare un segnale preciso: costruire una squadra subito da scudetto si può. Mancini sul doppio fronte insomma: telefona, costruisce, incastra caselle dando convinzioni sotto forma di disegno che il club dovrà concretizzare. PORTE APERTE Il problema, guardando il tutto dall’altra sponda, è che il PSG non vorrebbe privarsi di Thiago. Ma solo a parole, per ora. Dopo aver vinto un altro titolo, ecco che il club parigino sembra considerare l’oriundo perno anche per la prossima stagione. Però, al momento, segnali concreti Thiago Motta non li avrebbe ri-

cevuti dal club di Al Thani. Di rinnovi ce ne sono stati in altre zone del campo, ma con lui non sono ancora andati oltre le chiacchiere. Cosa che ha fatto aprire le porte dei sondaggi all’ex interista che ha l’accordo in scadenza nel 2016. BIENNALE PIU’... Da Parigi raccontano che il Psg sarebbe pronto ad aumentargli l’ingaggio, nelle zone milanesi raccontano invece che sarebbe pronta un’ipotesi interista biennale a poco più di tre milioni con opzione per una terza stagione (ancora da stabilire). Il tutto farcito di bonus a salire. «Non sarebbe un problema - ha detto l’agente del giocatore, Alessandro Canovi - la non partecipazione alle coppe europee: Thiago vuole vincere». Appunto. E l’ingaggio di Touré (sempre più probabile) funzionerebbe proprio come magnete per dimostrare che l’Inter fa sul serio e che un centrocampo con dentro Touré e Motta avrebbe quella personalità con classe tipica da piani alti della classifica.

L'IDENTIKIT YAYA TOURE’ NATO IL 13 MAGGIO 1983 A BOUAKE (COSTA D’AVORIO) RUOLO INTERNO-REGISTA ALTEZZA 1,91

Yaya Touré, 32 anni, ivoriano. E’ al City dal 2010 REUTERS

SONG, SUSIC, LUCAS Domanda: e se l’aggancio a Thiago Motta non dovesse andare a segno? Restano sempre vive almeno tre piste: la prima è quella che porta ad Alex Song (di proprietà del Barcellona); la seconda non vede insabbiata la pista legata a Lucas Leiva, che potrebbe rientrare nella pista già accesa da tempo Kovacic-Liverpool; la terza tornerebbe ad avere le sembianze di Tino Susic (Hajduk), già sfiorato in passato e visionato recentemente. Ma la pole delle preferenze è di Motta: Mancini vuole lui. E se a «chiamarlo» sarà Yaya, beh, tutto verrà meglio.

L'IDENTIKIT THIAGO MOTTA NATO IL 28 AGOSTO 1982 A SAO BERNARDO DO CAMPO (BRA) RUOLO REGISTA ALTEZZA 1,87

MORATTI E IL CARATTERE E a tal proposito, ecco Massimo Moratti: «Touré è l’uomo giusto - dice alla serata benefica di Ivan Cordoba -, come Mancini: e credo che Tourè dipenda proprio da lui… La sconfitta contro la Juve? Credo che ci voglia un po’ più di grinta in certe situazioni, ma quella ce l’hai o non ce l’hai». Yaya e Motta ce l’hanno. © RIPRODUZIONE RISERVATA

LA CARRIERA Autentico giramondo, Yaya Touré cresce nell’ASEC Mimosas, club ivoriano, poi nel 2001 passa al Beveren, club belga. Vi resta fino al 2004 quando lo ingaggia il Metalur Donetsk (Ucraina), in cui rimane una sola stagione per poi approdare in Grecia all’Olympiacos. Un solo anno anche qui, così nel 2006 passa a Montecarlo, al Monaco. Ancora una sola stagione e poi ecco il trasferimento della vita, quello al Barcellona: vi resta dal 2007 al 2010, anno in cui viene ingaggiato dal Manchester City, club odierno: è fra i giocatori più pagati al mondo perché guadagna circa 12 milioni bonus compresi.

Thiago Motta, 32. L’oriundo gioca nel Psg dal 2012 REUTERS

LA CARRIERA Cresciuto nel Clube Atletico Juventus, società brasiliana della città di San Paolo, Thiago Motta comincia la sua vera carriera nelle giovanili del Barcellona, club che lascia nel 2007 per approdare all’Atletico Madrid. Una stagione soltanto nell’altra squadra della capitale spagnola (con sole 6 presenze) ed ecco la chiamata del Genoa, club col quale resta una stagione, tempo comunque necessario per impressionare tutti. Nel 2009, la svolta: lo vuole Mourinho all’Inter e con lui sarà Triplete. Thiago Motta abbandona i nerazzurri nel gennaio del 2012 abbracciando il Paris Saint Germain.

IL DUELLO

Icardi, rinnovo-formalità Ma la Juve tentò lo scippo I

l rinnovo di Mauro Icardi è davvero a un passo. L’ufficialità sul nuovo contratto che legherà il bomber all’Inter fino al 2019 con un pesante adeguamento dell’ingaggio potrebbe richiedere ancora un po’ di tempo soltanto perché prima vanno messe a posto alcune questioni fiscali.

QUEL TENTATIVO Ma che Mauro sia legato a doppio filo al nerazzurro lo dimostra il fatto che qualche mese fa la Juventus aveva contattato direttamente l’entourage del giocatore proponendogli uno stipendio ben

superiore a quello che prenderà a Milano: 4 milioni a stagione più bonus, contro i 3 e premi. Un’offerta davvero allettante, visto anche il maggiore appeal che in questo momento può garantire il club bianconero. Eppure la risposta di Icardi, che sabato scorso è andato a segno per la quinta volta su 5 contro i bianconeri, è stata perentoria: «No grazie».

PARADOSSO MAURO Uno dei paradossi legati a Mauro, criticato anche di recente dal c.t. dell’Argentina Tata Martino («Ha comportamenti che non

Mauro Icardi, 22 anni FORTE

piacciono a me e a tanti giocatori») per motivi che francamente sfuggono. La «colpa» dell’attaccante è quella di fregarsene di tutto e tutti, di credere in certi valori e di avere

scelto, malgrado abbia appena 22 anni, di crescere quattro figli: i tre che sua moglie Wanda Nara ha avuto da Maxi Lopez e Francesca, nata a febbraio. JUVE INFASTIDITA Al tempo il no alla Juve finì sotto silenzio anche per volere dello stesso Icardi. Che però tra Inter e Juve i rapporti non siano idilliaci come dimenticare la vicenda Guarin-Vucinic che infiammò il mercato nel gennaio 2014 - lo conferma il fastidio dei torinesi per il recente rilancio dei nerazzurri con il Palermo nel tentativo di strappare Paulo Dybala ai bianconeri. Una missione quasi impossibile, con i dirigenti juventini che oggi dovrebbero incontrare il presidente dei rosanero Maurizio Zamparini per chiudere. Ed evitare sorprese. lu.tai. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Dejan Stankovic, 36 anni, cuore Inter FORTE

Sos personalità «Grinta» Stankovic è l’identikit giusto 1Il serbo, giovedì premiato per il gol più bello degli ultimi 20 anni, potrebbe fare il team manager

Luca Taidelli

«P

er tornare ai vertici serve gente di personalità». Il mantra di Roberto Mancini viene ripetuto dopo ogni gara in cui l’Inter, quasi sempre a San Siro, si smarrisce tra blocchi, errori e paure. Ecco perché, oltre ai vari Touré, Thiago Motta e compagnia, nel mirino c’è anche Dejan Stankovic. Il testimonial della grinta. Un motivatore nato. Il guerriero che tra le altre cose dovrebbe scuotere un gruppo cui «troppo spesso manca cattiveria agonistica», Mancio dixit. EFFETTO KOVACIC Il 36enne serbo, attuale vice di Stramaccioni a Udine, è stato individuato per fungere da tramite tra squadra, allenatore e società. Un ruolo che ai tempi di Mou ricopriva Lele Oriali, ora team manager dell’Italia. Un compito delicato che non andrebbe a interferire con quello del vice di Mancini, Sylvinho. Il contratto di Stankovic con l’Udinese è in scadenza e non è così scontato che venga rinnovato. Mancio, che con Deki ha vinto tantissimo tra Lazio e Inter, lo ritiene perfetto per l’esperienza, il carisma e la possibilità di instaurare un rapporto privilegiato con i giocatori: di Vidic è stato il Cicerone quando è arrivato all’Inter e parlerebbe la stessa lingua di Brozovic e di quel Kovacic che non a caso il tecnico di recente ha chiesto di togliere dal mercato. AFFETTO E PREMIO Anche se il nuovo incarico per certi versi lo allontanerebbe dall’amato campo, Stankovic è pronto a tornare a quella che ha sempre considerato casa sua. All’Inter del resto in 9 stagioni ha vinto tutto, rimanendo nel cuore dei tifosi. Come dimostrato il 4 maggio scorso, quando è tornato in campo a San Siro per l’amichevole benefica organizzata da Zanetti, ricevendo ovazioni a ogni tocco di palla. E proprio con Zanetti il serbo si ritroverebbe a lavorare a stretto contatto. Dejan tra l’altro sarà a Milano giovedì, per ritirare un premio speciale nell’ambito del Gentleman Fairplay Awards. La sua magia da centrocampo contro lo Schalke 04 (quarti della Champions 2011) infatti è stata nominata rete più bella degli ultimi 20 anni. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Platini raffredda il fair play: «Presto regole attenuate» ● Il presidente della Uefa, Michel Platini, ha confermato ieri che le regole del fair-play finanziario dovrebbero attenuarsi entro il mese di giugno. «Penso che il regolamento sia giusto, il fair-play finanziario è stato votato dai club - ha detto il massimo dirigente del calcio europeo all’emittente radiofonica Rtl La stampa francese si chiede però perché questo non sia più la normalità. In Francia, non si possono comprare giocatori e si chiede una sua più rigorosa applicazione, visto che il Qatar può acquistare il Milan». Platini però si è limitato a dire solo che «vi saranno delle facilitazioni», rimandando

alle decisioni del Comitato Esecutivo dell’Uefa che si terrà a fine giugno a Praga. Vittime del fair-play sono appena state Inter e Roma, che hanno concordato con l’apposita commissione dell’Uefa le sanzioni per i rossi in bilancio delle ultime stagioni. Alla società nerazzurra è stata comminata una multa di 6 milioni, cui ne saranno aggiunti altri 14 se nei prossimi anni il club non diventerà virtuoso. A questo va aggiunta la limitazione dei giocatori da inserire nella lista Uefa per la prossima partecipazione alle coppe: 21 rispetto ai consueti 25. Pene più miti per la Roma: 2 milioni (più 4 condizionali), con rosa limitata a 23 elementi. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Serie A R Posticipi 36a giornata

LE PAGELLE

di MIMMO MALFITANO

JORGINHO SPENTO ALBIOL SICURO SUPER DEFREL VOLTA, SERATA NO NAPOLI

6 IL MIGLIORE MERTENS

7,5 Segna una doppietta e regala a Gabbiadini l’assist per il secondo gol. Un vero incubo per tutta la difesa del Cesena, soprattutto per Volta (Gargano s.v.). ANDUJAR 5,5 Sul primo gol si lancia in ritardo. Si dimostra insicuro in almeno due occasioni. MESTO 5,5 Spinge pochissimo e quando lo fa è impreciso. Si limita alla fase difensiva. ALBIOL 6 Sbaglia poco o niente, anche se 5 reti subite in una settimana sono davvero troppe. KOULIBALY 5 Nei due gol subiti lui è protagonista in negativo. GHOULAM 6 Si propone in continuazione sulla sinistra, indovina qualche buon cross e frena Tabanelli. DAVID LOPEZ 5,5 E’ un girovago del centrocampo, Cascione lo sovrasta per impeto e gioco, è apparso spaesato. JORGINHO 5 Non ha il carattere per imporsi, la sua azione è molto scolastica, mai una giocata illuminante. CALLEJON 5 Si sbatte tanto, ma in definitiva non combina nulla, una buona occasione sprecata. HAMSIK 5 Quanto sbaglia! Incredibile il numero di palloni fuori misura. Poi, fallisce un gol incredibile (Insigne s.v.). GABBIADINI 6 Lui non sbaglia mai. Anche se non ha combinato molto, ha segnato ancora. Ventesimo gol stagionale. HIGUAIN 5,5 La tocca poche volte e non sa essere mai pericoloso. ALL. PECCHIA 6 Ha ottenuto il massimo risultato nonostante la squadra abbia sia stata poco convincente.

CESENA

6 IL MIGLIORE DEFREL

7 Non è da tutti segnare una doppietta al San Paolo. Si esalta nel primo tempo, mentre nella ripresa, arretra fino in difesa per dare una mano alla squadra AGLIARDI 5,5 Incerto almeno sul secondo e terzo gol subito. VOLTA 5 Ha l’incubo Mertens: se lo ricorderà a lungo. CAPELLI 5,5 Si preoccupa di raddoppiare su Mertens, in grande serata. RODRIGUEZ 5 Messo per dare peso in avanti, trova pochi spazi. KRAJNC 5 Si fa bruciare da Gabbiadini sul secondo gol. RENZETTI 6 Ha vita facile contro un inerme Callejon, ma si limita solo alla fase difensiva. TABANELLI 5 Si vede poco, dalle sue parti non si vivono emozioni. LUCCHINI 5,5 Subentra per dare più consistenza alla difesa, ma dopo poco arriva il 3-2. DE FEUDIS 6 Buona la sua regia, come le ripartenze che mettono spesso in apprensione la difesa napoletana. (CAZZOLA sv) CASCIONE 6 Si divide tra Lopez e Jorginho, rincorre entrambi e trova pure il momento per concludere. CARBONERO 5,5 Commette un errore clamoroso sotto porta, poi si perde nonostante gli spazi che gli concede Mesto. BRIENZA 6,5 E’ la mente di questa squadra, ha una tecnica invidiabile. Bella la rovesciata che mette paura a Andujar. ALL. DI CARLO 6 Lui e la squadra hanno onorato l’impegno con un lo comportamento onorevole. IRRATI Non vede un possibile rigore per il Cesena (Gabbiadini su Brienza) e non concede neppure l’angolo. Regolare il 3-2 di Mertens. BARBIRATI 6–MUSOLINO 7 RIZZOLI 5,5–BARACANI 6

5,5

Mertens-Gabbia Il Napoli soffre ma la Champions resta nel mirino 1Gli azzurri vanno sotto con il Cesena,

poi vincono 3-2: per il belga 2 gol e assist Adesso la Lazio è a 3 punti, la Roma a 4

C

tunnel degli spogliatoi, accoglie gli azzurri con un enorme striscione nero le cui lettere bianche richiamano lo sconcerto e la rabbia per l’inattesa eliminazione dalla coppa: «Se questo è il vostro impegno non meritate il nostro sostegno». Secondo l’interpretazione del popolo, dunque, il Napoli di Kiev non ha dato l’anima. Accusa grave.

SILENZIO Mentre presidente e tecnico parlano e si sorridono nel «dirigibile», un altro settore dello stadio, la curva B, quella che si affaccia sul

I BAMBINI Una curva resta quindi in assoluto silenzio, invece sulla gradinata, si ode il festoso vociare di moltissimi bambini (prezzi opportunamente stracciati per famiglie: si sperava di festeggiare la finale europea) e a bordo campo gli altoparlanti, malfunzionanti come altre cose di questo stadio vetusto, diffondono in modo quasi impercettibile i soliti inni, contrattempo che contribuisce a far calare immediatamente il gelo sul San Paolo. E paralizza la squadra di casa. Quindici minuti di nulla, così al primo affondo il Cesena colpisce: sinistro dal limite di Defrel nell’angolino basso alla destra del sorpresissimo Andujar.

Nicola Cecere INVIATO A NAPOLI

on la carica dei 101 gol stagionali (mica pochi: le carenze evidentemente sono altrove) prodotti dai guizzi vincenti di superMertens, gratificato anche dalla standing ovation finale, il Napoli del dopo Dnipro riesce a tenere il passo delle romane. Con una fatica mostruosa e pochissimo brio, ma è sempre in corsa per la Champions ed è il fatto saliente di questo scialbo match contro un Cesena che ha salvato più dell’onore: a momenti intossicava il (romantico o cinematografico?) tête-à-tête fra De Laurentiis e lo squalificato Benitez colto nella tribuna riservata alla Rai.

fIL PERSONAGGIO

1La spaccatura tra la squadra e la città è ormai evidente

Solo arrivando tra le prime tre non sarà rivoluzione totale 1Il belga Dries Mertens, 28 anni, è alla seconda stagione con la maglia del

Napoli. Con la doppietta di ieri l’ex del Psv Eindhoven è arrivato a quota 6 nei gol stagionali in Serie A che si aggiungono ai 4 realizzati in Europa League.

GOL

Il colore è più intenso nelle zone in cui ci sono stati più tocchi di palla ATTACCO

3

1

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1

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2 DRIBBLING TENTATI

2 2

POSITIVI

7 88%

TIRI IN PORTA

NEGATIVI

8

OCCASIONI CREATE 6

Mertens

4

3

Gabbiadini

CROSS

Callejon

2

Defrel

2

5

Cascione

2

PALLE RECUPERATE

Brienza

2

5

NAPOLI (4-2-3-1) Andujar; Mesto, Albiol, Koulibaly, Ghoulam; Jorginho, David Lopez; Callejon, Hamsik (dal 38’ s.t. Insigne), Mertens (dal 44’ s.t. Gargano); Gabbiadini (dal 21’ s.t. Higuain). PANCHINA Rafael, Colombo, Strinic, Henrique, Britos, Maggio, Inler, Zapata. ALLENATORE Pecchia (Benitez squalificato). BARICENTRO ALTO 56,3 METRI CAMBI DI SISTEMA nessuno AMMONITI Ghoulam e Koulibaly per gioco scorretto

1 12%

2

CESENA

CESENA (4-4-2) Agliardi; Volta, Capelli (dal 28’ s.t. Rodriguez), Krajnc, Renzetti; Tabanelli (dal 12’ s.t. Lucchini), De Feudis (dal 38’ s.t. Cazzola) Cascione, Carbonero; Defrel, Brienza. PANCHINA Leali, Bressan, Nica, Djuric, Succi, Perico, Dal Monte, Ze’ Eduardo. ALLENATORE Di Carlo. BARICENTRO MOLTO BASSO 39,5 METRI CAMBI DI SISTEMA 4-3-3 dal 28’ s.t. AMMONITI De Feudis e Capelli per gioco scorretto.

ARBITRO Irrati di Pistoia. NOTE Paganti 37.568, incasso di 416.120,44 euro. Tiri in porta 5-3. Tiri fuori 4-4. Angoli 4-1. In fuorigioco 1-2. Recuperi: 2’ p.t.; 3’ s.t

NAPOLI

Dries, serata di magie tra i fischi e gli applausi del San Paolo ferito

TOCCHI PER ZONA

3

Gianluca Monti

IL FOLLETTO BELGA

LA SUA GARA AI RAGGI X

NAPOLI

PRIMO TEMPO 2-2 MARCATORI Defrel (C) al 15’, Mertens (N) al 19’, Gabbiadini (N) al 21’, Defrel (C) al 47’ p.t.; Mertens (N) al 12’ s.t.

C

entouno gol in stagione (800 nell’era De Laurentiis) potrebbero non bastare per tornare in Champions, ma intanto il Napoli con le tre reti messe a segno ieri ha dimostrato, una volta di più, il suo potenziale offensivo. La squadra che era rimasta a secco giovedì a Kiev contro il Dnipro è tornata a segnare con la consueta facilità. La difesa del Cesena non era munita come quella ucraina e a fare la differenza è stato Dries Mertens, che in Europa League era rimasto misteriosamente in panchina per oltre metà partita. Quando era entrato aveva dato la scossa mentre a Parma, da titolare, era stato autore del pareggio. SPERANZA Insomma, se il Napoli tiene viva la speranza di fare lo scherzetto a una delle due romane il merito è tutto di questo ragazzo belga che ieri ha deliziato la platea con una doppietta e un assist di pregevole fattura per Gabbiadini (quest’ultimo alla sua prima nel ruolo di centravanti). Chissà se Benitez, squalificato e in tribuna nei posti riservati agli operatori delle tv (dove è stato raggiunto anche da De Laurentiis), non si sarà mangiato le mani per avergli preferito Insigne nella partita che poteva valere una stagione. Certo, l’annata di Mertens non è stata sfavillante come la sua prima in azzurro, ma dieci gol sono comunque un buon bottino considerando anche l’infortunio alla testa accusato con la nazionale belga contro il Galles. CORI E STRISCIONE Le giocate di Mertens hanno evitato uno psicodramma al San Paolo dopo che il Napoli era andato sotto. Una serata strana quella di ieri a Fuorigrotta. C’era una di-

screta cornice di pubblico, molte famiglie nel settore Distinti (grazie ai prezzi popolari praticati dalla società) ma tanti vuoti nelle due Curve, il cuore pulsante del tifo azzurro. Da lì sono partiti cori di contestazione all’indirizzo del presidente De Laurentiis: «Aurelio fuori i milioni», «Aurelio ci hai rotto i...» e il solito «Meritiamo di più» hanno fatto da colonna sonora al match con il Cesena mentre la sintesi della disaffezione era nello striscione: «Se questo è il vostro impegno, non meritate il nostro sostegno». Insomma, la spaccatura tra Napoli e il Napoli è evidente. PIPITA TRISTE Fischi e applausi per tutti, compreso Higuain. Il Pipita è rimasto a guardare per un’oretta e poi non ha inciso. Dovrà recuperare la miglior condizione fisica e mentale per la sfida con la Juventus, cui ha segnato una doppietta a Doha nel momento migliore della sua esperienza napoletana. Da dicembre ad oggi sembra passata una vita. Allora il Napoli sognava ancora di poter lottare per lo scudetto mentre sabato andrà a Torino per prendersi il terzo posto, l’obiettivo minimo stagionale. Se sarà Champions, anche passando dal preliminare, rivoluzione solo parziale: Benitez lascerà mentre il futuro di Bigon è ancora tutto da decidere e non è scontato vada via. © RIPRODUZIONE RISERVATA

IL NUMERO

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Le reti in stagione per Mertens: sei in campionato (una su rigore) e quattro in Europa League


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MARTEDÌ 19 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

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LA MOVIOLA di FRANCESCO CENITI

GABBIADINI: CHE RISCHIO SU BRIENZA 3

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Gabbiadini su Brienza: ha rischiato il rigore ANSA

1 L’abbraccio tra Gabbiadini e Mertens dopo il momentaneo 2-1 del Napoli ANSA 2 Il 2-2 in chiusura di primo tempo di Defrel, che gela il San Paolo con la sua doppietta GETTY 3-4 L’altra doppietta di serata, quella di Mertens: a sinistra l’1-1, a destra il gol partita ANSA-LAPRESSE

E CENTO! Qui il Napoli ha una reazione orgogliosa che, grazie soprattutto a Mertens, lo porta a ribaltare il punteggio in appena tre minuti: tocco da pochi passi del belga che poi mette Gabbiadini nella identica condizione per una esecuzione elementare che determina il centesimo gol stagionale. Dopo di che si ritorna a giocare solo sugli spalti. Dove l’altra curva, la A, tenendo fede alla iniziale dichiarazione di intenti, i suoi giocatori li sostiene («solo per la maglia») fino a che la partita ritorna sui livelli di una noiosa amichevole balneare e Defrel non va di nuovo a dama. Allora cominciano... gli inviti indirizzati a De Laurentiis («Aurelio, caccia i milioni: vogliamo vincere»).

MACCHINA DA GOL

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Le reti stagionali del Napoli tra preliminari di Champions, Europa League, campionato, coppa Italia e Supercoppa

GRAZIE DRIES Per fortuna Mertens riesce a inventarsi la rete del 3-2 prima che si arrivi all’ora di gioco (?). Il Cesena, pago di quanto fatto fin lì, prova comunque a realizzare il terzo gol con una acrobatica sforbiciata di Brienza, il suo elemento

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PT

JUVENTUS ROMA LAZIO NAPOLI FIORENTINA GENOA SAMPDORIA INTER TORINO PALERMO MILAN VERONA SASSUOLO CHIEVO UDINESE EMPOLI ATALANTA CAGLIARI CESENA PARMA (-7)

83 67 66 63 58 56 54 52 51 46 46 44 43 42 41 41 36 28 24 17

PARTITE

RETI

G

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F

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36 36 36 36 36 36 36 36 36 36 36 36 36 36 36 36 36 36 36 36

25 18 20 18 16 15 13 13 13 11 11 11 10 10 10 8 7 6 4 6

8 13 6 9 10 11 15 13 12 13 13 11 13 12 11 17 15 10 12 6

3 5 10 9 10 10 8 10 11 12 12 14 13 14 15 11 14 20 20 24

67 51 66 67 55 58 45 53 43 49 50 45 45 27 40 42 36 43 36 29

21 28 34 47 44 42 39 42 42 51 49 61 56 37 51 47 53 65 67 71

CHAMPIONS PRELIMINARI DI CHAMPIONS EUROPA LEAGUE RETROCESSIONI

PROSSIMO TURNO SABATO 23 MAGGIO JUVENTUS-NAPOLI ore 18 GENOA-INTER ore 20.45 DOMENICA 24 MAGGIO, ore 15 EMPOLI-SAMPDORIA ore 12.30 CESENA-CAGLIARI CHIEVO-ATALANTA GENOA-INTER PALERMO-FIORENTINA PARMA-VERONA UDINESE-SASSUOLO MILAN-TORINO ore 20.45 LUNEDÌ 25 MAGGIO, ore 18 LAZIO-ROMA

(3-1) (1-3) (0-1) (1-2) (1-1) (1-3) (3-4) (1-3) (1-1) (1-1) (2-2)

MARCATORI 20 RETI Tevez (2, Juventus). 19 RETI Icardi (4, Inter); Toni (3, Verona). 16 RETI Menez (8, Milan); Higuain (3, Napoli). 15 RETI Gabbiadini (Napoli; 7 nella Sampdoria). 14 RETI Berardi (6, Sassuolo); Di Natale (1, Udinese). 13 RETI Iago Falque’ (2, Genoa); Dybala (3, Palermo); Quagliarella (3, Torino). 12 RETI Klose (Lazio). 11 RETI Callejon (Napoli). 10 RETI Maccarone (1, Empoli); Felipe Anderson (Lazio).

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FORZA ROMA Adesso il Napoli è atteso dalla Juve sabato. Se fa risultato aspetterà poi la Lazio per tentare il sorpasso all’ultima giornata. Se perde a Torino deve tifare Roma nel derby, altrimenti sarà solo Europa League. Ma il derby è previsto lunedì alle 18, un vantaggio che De Laurentiis non vuole concedere a Lotito. Il presidente oggi chiederà alla Lega di garantire lo svolgimento in contemporanea dei due incontri per una questione di correttezza sportiva. Il calcio da tempo si è venduto ai soldi della tv e i palinsesti decidono molto più della Lega. Sarà così anche stavolta?

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più tecnico, e Andujar se la cava per un pelo. Qui mister Pecchia inserisce Higuain, accolto dagli applausi dei bambini, tenuto inizialmente fuori forse per risparmiargli eventuali rimproveri sonori alla luce degli errori di mira commessi in coppa. Ma l’argentino si adatta in fretta al ritmo da fine stagione. E non succede più nulla.

Nella ripresa gli episodi più caldi della serata con Irrati (buona la sua stagione) in versione pilatesca nella decisione che poteva cambiare la gara. Minuto 19, il Napoli è ritornato in vantaggio da poco tempo. L’azione nasce da un angolo in favore del Cesena, poi il pallone finisce a Brienza che affonda in area sulla sinistra. Su di lui chiude Gabbiadini (di solito abituato ad attaccare) che si esibisce in una scivolata inutile e rischiosa. Anche troppo: trova un pizzico di pallone (cambia direzione, ma resta lì) e molto delle gambe di Brienza. L’arbitro non assegna il rigore e neppure l’angolo. Tantissimi dubbi, il rigore non sarebbe stato un errore. Sul resto, regolare il 2-2 di Defrel (niente fallo su Mesto); non c’è fuorigioco di Mertens sul 3-2; Volta rischia il secondo giallo (strattonato Koulibaly).

CLASSIFICA

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16

Serie A R Posticipi 36a giornata

FIORENTINA

3

PARMA

0

MARTEDÌ 19 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

1

PRIMO TEMPO 2-0 MARCATORI Gonzalo Rodrigiez (F) al 13’, Gilardino (F) al 31’ p.t.; Salah (F) all’11’ s.t. FIORENTINA (4-3-1-2) Neto; Tomovic, G. Rodriguez (dal 41’ s.t. Bagadur), Savic, Pasqual; Mati Fernandez, Pizarro (dal 35’ s.t. Badelj), Aquilani; Ilicic; Salah (dal 33’ s.t. Diamanti), Gilardino. PANCHINA Tatarusanu, Rosati, Rosi, Basanta, Marcos Alonso, Borja Valero, Kurtic, Joaquin, Gomez. ALL. Montella. CAMBI DI SISTEMA nessuno. BARICENTRO Molto basso 48 M ESPULSI nessuno. AMMONITI Diamanti per g.s. PARMA (4-4-1-1) Mirante; Feddal, Mendes, Lucarelli, Gobbi; Varela, Mauri, Nocerino (dal 37’ s.t. Broh), Ghezzal (dal 23’ s.t. Haraslin); Jorquera; Palladino (dal 32’ s.t. Coda). PANCHINA Iacobucci, Bertozzi, Cassani, Prestia, Esposito, Mariga, Galloppa, Lodi, Ravanelli. ALL. Donadoni. CAMBI DI SISTEMA nessuno. BARICENTRO Medio 52 M ESPULSI nessuno. AMMONITI Mendes per gioco scorretto. ARBITRO Tommasi di Bassano. NOTE paganti 4.019, incasso di 51.023, abbonati 23.160, quota di 385.150. Tiri in porta 10-4. Tiri fuori 8-5. Angoli 8-5. In fuorigioco 0-1. Rec.: p.t. 1’; s.t. 3’.

la serata del riscatto viola. 1) Mohamed Salah, 22 anni, in ginocchio dopo il gol riceve i complimenti di Pasqual e Gilardino. 2) La rete di testa di Gonzalo Rodriguez che salta più alto in mischia. 3) La festa dei giocatori della Fiorentina vicino alla panchina. Si intravede il tecnico Vincenzo Montella che ha difeso i giocatori. 4) Dopo il gol Gonzalo Rodriguez esulta con il pollice, segno di buone notizie in famiglia ANSA GETTY LAPRESSE

Tre firme sulla pace viola

1Rodriguez, Gilardino e Salah spengono il Parma e le polemiche, Fiorentina quinta I Della Valle non vogliono dividersi da Montella, in partenza Gomez e Diamanti Luca Calamai

VOLATA EUROPA LEAGUE NAPOLI

FIRENZE

37ª

38ª

JUVENTUS

Lazio

PALERMO

Chievo

Inter

SASSUOLO

EMPOLI

Parma

GENOA

Empoli

MILAN

Cesena

C

PT. 63 FIORENTINA PT. 58 GENOA PT. 56 SAMPDORIA PT. 54 INTER PT. 52 TORINO PT. 51 La 4ª e la 5ª classificata vanno direttamente alla fase a gironi, la 6ª al terzo turno preliminare (30 luglio-6 agosto) STATO DI FORMA:

scarso

buono

facile media DIFFICOLTÀ: In MAIUSCOLO le gare in trasferta

ottimo

difficile GDS

i pensa Salah a far tornare il sorriso sul volto di Andrea Della Valle, «ferito» dal comunicato della curva Fiesole che ha chiesto le dimissioni del presidente operativo Cognigni e di Montella. Il gol dell’egiziano, tra l’altro di destro cioè con il piede sbagliato, chiude la sfida con il Parma consentendo ai viola di risalire al quinto posto in classifica. Una posizione che renderebbe sicuramente sufficiente la stagione della Fiorentina. Per la proprietà non sono sotto esame né il tecnico, né buona parte dei giocatori. L’unico che ha già le valigie pronte è Mario Gomez lasciato dall’aeroplanino ancora una volta in panchina. Una bocciatura che ha del clamoroso. È da un mese che gli uomini mercato viola stanno cercando una sistemazione all’ex stella del Bayern. Ma per

il momento, non ci sono offerte all’orizzonte e questo finale di campionato da separato in casa certo non aiuta a sponsorizzare la figura del bomberone tedesco. Per Andrea Della Valle il presidente operativo Cognigni non si tocca e se Montella vorrà andar via (la candidatura del Milan ha ripreso forza) dovrà portare i cinque milioni della clausola rescissoria. Se ne riparlerà a fine mese. DOMINIO VIOLA Per Salah e compagni la sfida contro il Par-

IL NUMERO

3

Le vittorie di fila dei viola: 3-1 col Cesena, 3-2 a Empoli, 3-0 ieri con il Parma. Il bilancio è di 9 gol fatti, 3 subiti

ma si trasforma in una mezza amichevole. Tutto troppo facile. La squadra viola chiude sul 3-0, alzando il piede dall’acceleratore a mezz’ora dalla fine. I Montella boys risolvono la pratica nel primo tempo con le reti al 13’ di Gonzalo Rodriguez (colpo di testa in mischia) e al 31’ di Gilardino (correzione di testa su corner di Mati Fernandez). Un dato curioso: con sette gol in campionato il difensore centrale Gonzalo Rodriguez diventa il capocannoniere della Fiorentina. Insieme a Babacar, che ha già chiuso la stagione per un problema muscolare. Un difensore cannoniere, la conferma che la squadra di Montella ha avuto molto poco dai suoi bomber istituzionali. L’ultimo gol lo firma Salah, all’11’ della ripresa con un perfetto controllo in area, un dribbling secco su Jorquera e un

Alberto Gilardino, 32 anni, tre gol in campionato LAPRESSE

destro imparabile. Per l’egiziano è il nono centro tra campionato e coppa. Numeri buoni visto che Mourinho l’ha spedito alla corte dei Della Valle solo a fine gennaio. Di sicuro, non sono le reti di Salah a essere mancate all’appello. Come ha spiegato Andrea Della Valle non è ancora tempo di bilanci. EUROPA Prima la Fiorentina deve blindare il quinto posto che garantisce l’accesso diretto ai gironi di Europa League. Vista la classifica e le ultime due partite (il Palermo al Barbera e il Chievo in casa) dovrebbe essere quasi una formalità. Tornando alla partita, oltre a Gomez l’altro bocciato illustre è Diamanti. Montella lo manda in campo solo al 33’ del secondo tempo. E dire che il fantasista toscano ha dovuto saltare anche la doppia sfida contro il Siviglia

LE PAGELLE di L.CAL. PIZARRO PREZIOSO, BAGADUR DEBUTTA. LUCARELLI IN DIFFICOLTA’, GOBBI E’ IL SOLITO COMBATTENTE FIORENTINA

7

NETO 6,5 Nega il gol a Lucarelli con una parata da fenomeno. Lo aspettano la Juventus e Buffon. TOMOVIC 6 Generoso, come sempre. Ma anche impreciso, come sempre. BAGADUR s.v. Debutto per il ragazzino croato. SAVIC 6 Conferma anche in una gara tutta in discesa di essere lontano anni luce dalla condizione fisica migliore. PASQUAL 7 Padrone incontrastato delle corsia di sinistra. Resta un mistero: per quale motivo Montella in Europa League gli ha preferito Alonso. MATI FERNANDEZ 6,5 Confeziona direttamente da calcio d’angolo l’assist per Gilardino.

6

PIZARRO 7 Il solito prezioso punto di riferimento in mezzo al campo. Il Parma, tra l’altro, gli lascia grande libertà d’azione e lui ne approfitta. BADELJ s.v. Entra a partita finita. AQUILANI 5,5 Ultime esibizioni in maglia viola per il centrocampista condizionato in questa stagione da continui infortuni. ILICIC 6,5 Bombarda la porta di Mirante da tutte le posizioni ma non riesce a fare centro. SALAH 7 La rete è una perla. Inoltre regala allegria con il suo calcio tutto istinto. E’ uno dei giocatori fondamentali per garantire alla Fiorentina il prossimo anno il salto di qualità. DIAMANTI 5,5 E’ nervoso e si vede. Al primo contatto si becca il giallo per un fallo inutile. Sfiora il gol nel finale. GILARDINO 7 Un gol da bomber vero. Un altro cannoniere senza età.

ITOMMASI Partita tranquilla, pochi problemi per l’arbitro. Resta un piccolo dubbio sul contatto in area Ilicic-Mauri.

IL MIGLIORE G. RODRIGUEZ

7 In versione bomber fa il solito figurone. La Fiorentina ha uno stopper-centravanti che segna più di Gomez e Gilardino.

IL TECNICO MONTELLA

6 Esce dallo stadio salutando la curva Fiesole che poche ore prima aveva chiesto la sua cacciata. Un segno di pace? O solo una tregua?

PARMA

5

MIRANTE 6 Un paio di parate importanti ma anche un’incertezza sul colpo di testa vincente di Gilardino che chiude la partita già dopo mezzora. FEDDAL 5,5 In affanno quando viene puntato dagli attaccanti della Fiorentina. MENDES 5,5 Soffre l’intraprendenza di Gilardino. LUCARELLI 5 E’ lui che pasticcia sul primo gol della Fiorentina. E non è nella posizione giusta neppure sulla rete di Gilardino. GOBBI 6 Il solito combattente sulla fascia sinistra. Però negli ultimi venti minuti anche lui deve alzare bandiera bianca. MAURI 5,5 Meno brillante del solito in mezzo al campo. Anche il talento

gialloblù ha staccato la spina. NOCERINO 6 Consegna a Palladino un pallone d’oro. Come al solito non molla mai. BROH s.v Solo una passerella nel finale. GHEZZAL 6 Tiene bene sulla sua fascia. HARASLIN 5,5 Persa la partita, Donadoni decide di regalare un po’ di minuti a un altro talento di casa Parma. JORQUERA 5,5 Si fa lasciare sul posto da Salah nell’azione del terzo gol. Nel primo tempo però non sfigura. PALLADINO 6 Si mangia un gol facile in avvio di partita. Poi, Neto gli leva di porta una conclusione a botta sicura. CODA 6 Entra a giochi già ampiamente chiusi, però si batte con grande generosità. LA ROCCA 6 TEGONI 6

IL MIGLIORE VARELA

6 Grande fisicità ma piedi brasiliani. Le accelerazioni mettono in difficoltà la difesa viola. Un giocatore che avrà mercato

IL TECNICO DONADONI

6 Per un’ora il suo Parma resta in piedi con dignità. Ma per l’allenatore è sempre più difficile inventare motivazioni PERUZZO 6 FABBRI 6


MARTEDÌ 19 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

2

fIL CASO

17

PARMA

POLEMICA TRA I TIFOSI E IL CLUB

Asta deserta Venerdì si riparte da 8,4 milioni Sandro Piovani

N Vincenzo Montella, 40, allena la Fiorentina dal 2012-2013. Ha debuttato in A nel 2011 con la Roma ANSA 3

4

Dai fischi alla festa Della Valle difende società e dirigenti 1 Dura la Fiesole: «Montella chieda scusa, Cognigni se ne

vada». Andrea: «Non capisco la polemica, sono amareggiato»

non essendo stato inserito nella lista Uefa. Diamanti è un fascio di nervi e si vede. Dopo pochi minuti si becca un giallo per un fallo inutile. Per lui scatterà la squalifica. Difficile che sia riscattato a fine stagione. DIAMANTI NO, GILA SI’ Potrebbe restare, invece, Gila-gol la scommessa di Andrea Della Valle. Tre reti in 12 gare sono un discreto bottino. Gilardino tra l’altro pur di restare in maglia viola sarebbe disposto ad allungare il contratto spalmandosi lo stipendio. Lo deciderà Montella. O il nuovo allenatore. Che, tra l’altro, potrebbe essere proprio Roberto Donadoni che si è conquistato l’affetto e la stima di tutto il calcio italiano per come ha gestito una situazione incredibile. La partita del Franchi non fa testo. La squadra di Donadoni non ha più la forza per fare miracoli in campo. E dal tribunale non arrivano, per il momento, buone notizie per quanto riguarda la vendita della società. Uno scenario che certo non alza il morale della truppa emiliana. Comunque anche in una partita modesta i gialloblù riescono a creare due limpide occasioni da gol nel primo tempo con Palladino. La seconda neutralizzata da Neto con un vero miracolo. Ancora due partite, poi i giocatori del Parma potranno cominciare a pensare al loro futuro. © RIPRODUZIONE RISERVATA

LA MOVIOLA di G.D.S.

ILICIC-MAURI IN AREA: DUBBI GOL DI GILA, OK ANNULLARE Partita tranquilla da dirigere per l’arbitro Tommasi di Bassano. Alla fine del primo tempo, graziato Gonzalo Rodriguez che meriterebbe il cartellino giallo per un brutto intervento su Nocerino. Nella ripresa protesta del Parma per un contatto in area tra Ilicic e Mauri: il giocatore viola tira un poco l’avversario ma tocca anche il pallone, l’arbitro lascia correre. Resta qualche dubbio. La prima ammonizione della partita arriva al 32’ del secondo tempo: Mendes ferma la corsa di Ilicic. La decisone di Tommasi è giusta. Come il giallo a Diamanti per un intervento scomposto ai danni di Gobbi Gol spettacolare di Gilardino al 45’, ma l’attaccante è in fuorigioco e la rete viene annullata,

Giovanni Sardelli FIRENZE

S

Schizofrenia viola. Succede tutto in poche ore. Dalle tensione della giornata, alla festa in serata: farcita da cori di incitamento per ogni calciatore gigliato. Al fischio d’inizio di Fiorentina-Parma, molto è già accaduto. In una settimana fatta di eliminazioni, derisioni, fastidi e comunicati, il match che ha riportato la Fiorentina al quinto posto ha rischiato di passare inosservato. E dire che blindare la qualificazione alla prossima Europa League senza passare per i preliminari, più che importante è prioritario. COMUNICATO Nella tarda mattinata di ieri un lungo comunicato firmato Curva Fiesole ha spiegato l’umore della parte più calda della tifoseria viola. Ce n’è per tutti. Qualcosa, poco, viene imputato a Montella. «Capiamo benissimo le sue dichiarazioni riguardo ai cori di derisione. Ma quello che è successo è frutto di un mese di frustrazioni e sconfitte umilianti. Crediamo che dovrebbe chiedere scusa quando dice di aver ricevuto dai tifosi meno di quanto dato». Ma l’attacco frontale va dritto verso la società. «Allena-

tore e squadra non hanno colpe. Non stiamo parlando di investire più o meno denaro. Ma di chi ha allontanato la squadra dalla propria città, tenendola a distanza da quello che è il nostro vero motore, la passione della gente. La carica di presidente è ricoperta da una persona ai più sconosciuta, che non vive la città (il riferimento è al presidente esecutivo Cognigni). Che si prenda le sue responsabilità e si dimetta. I dirigenti sono figure che con il calcio non hanno mai avuto niente a che fare. Torni al suo posto Andrea DellaValle e rappresenti la Fiorentina in tutte le sedi». Mezzora prima del fischio d’inizio, il presidente onorario Andrea Della Valle risponde attraverso la radio ufficiale. «Se si attacca Cognigni si attacca anche me e la famiglia Della

MONTELLA? HA DUE ANNI DI CONTRATTO E NOI I CONTRATTI LI FACCIAMO SEMPRE RISPETTARE ANDREA DELLA VALLE PRESIDENTE FIORENTINA

Valle: Cognigni dà anima e corpo alla Fiorentina da 13 anni, durante i quali sono arrivate tante soddisfazioni. Non capisco la polemica, sono molto amareggiato. Ma il comunicato non credo sia il pensiero della curva. Montella? Programmi il futuro, visto che ha due anni di contratto e noi i contratti li facciamo rispettare» COESIONE La partita inizia, lo stadio applaude, la curva incita. Quello che dovevano dire, nella loro ottica, era stato detto. Inutile proseguire. O peggio contestare. Sembra che niente sia accaduto. La Fiorentina segna, vince, diverte. Lo stadio acclama. A fine partita è festa viola e Montella esce applaudendo la curva. «Non era facile dopo le tante polemiche create da tutti, me compreso. Il pubblico è stato positivo e la squadra lo ha apprezzato — spiega Montella — se mi fossi svegliato adesso penserei di aver sognato, abbiamo vinto tutti insieme. Il comunicato? E’ una firma generica, potrebbe averlo scritto chiunque. Anche mio figlio». A fine stagione l’incontro tra Montella e la società dirà se il rapporto potrà proseguire insieme. Possibilità remota. «Pensiamo ad arrivare quinti, meritiamo di andare direttamente in Europa — dice il tecnico — Poi parleremo per capire se ci saranno i presupposti per restare». © RIPRODUZIONE RISERVATA

essuna offerta presentata al notaio Giulio Almansi, designato dal giudice delegato Pietro Rogato alle operazioni di vendita dell’azienda sportiva del Parma. Anche l’udienza di ieri è andata deserta, il nuovo termine per il deposito di offerte è fissato per venerdì prossimo quando il prezzo base per la terza procedura sarà di 8,4 milioni di euro, ma l’impressione è che il giorno giusto sia il 28 maggio, ultima udienza e prezzo fissato a 6,3 milioni. A quel punto sarà fondamentale il lavoro dei curatori fallimentari Anedda e Guiotto, il cui obiettivo è quello di abbattere i debiti a circa 20 milioni di euro, così da rendere appetibile l’acquisto del club. DONADONI «Pensare di tirare fuori ancora qualcosa da questi ragazzi è davvero dura». Roberto Donadoni, tecnico del Parma, non ha voglia di calcare la mano su un gruppo provato da una stagione massacrante. Poi l’analisi della gara con la Fiorentina: «Siamo partiti bene, Palladino poteva portarci in vantaggio. Purtroppo abbiamo subito due gol su calcio piazzato. Nel secondo tempo ci abbiamo provato ancora ed abbiamo avuto altre occasioni: ci è mancata un po’ di convinzione e magari abbiamo creduto poco in noi stessi. Pensiamo a chiudere in maniera positiva e speriamo di avere un futuro il prossimo anno magari in Serie B. L’asta deserta? Era prevedibile, queste aste vanno sempre al ribasso. Magari vedremo qualcosa di concreto all’ultima o alla penultima». © RIPRODUZIONE RISERVATA

Angelo Anedda, 59 anni, uno dei curatori fallimentari del Parma


18

Serie A R Il nodo

MARTEDÌ 19 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Il Genoa sospeso tra Europa e Gasperini

NOTIZIE TASCABILI UNDER 17

● Spareggio mondiale oggi per l’Under 17 di Bruno Tedino. Dopo l’eliminazione subita per mano della Francia nei quarti, l’Italia sfida a Sozopol (Bulgaria, ore 15 italiane) la Croazia, per un posto nel Mondiale in Cile in programma a ottobre. L’anno scorso a decidere le due sfide con la Croazia fu Scamacca, che spera di ripetersi. Nell’altro spareggio si affronteranno Spagna e Inghilterra (ore 16 a Sliven). Intanto continua l’Europeo, con le due semifinali: alle 16 c’è Belgio-Francia (Burgas), alle 19 Germania-Russia (a Stara Zagora).

1Licenza Uefa: fallito il ricorso,

resta solo il Coni. Preziosi vedrà Gasp: idea rinnovo con bonus

Alessandro Catapano Alessio Da Ronch

L

icenza Uefa ancora un no. Il Genoa ieri sera ha incassato il secondo responso negativo da parte della commissione di secondo grado della Figc, ma la cosa non ha creato particolare sconcerto. A conti fatti la società rossoblù aveva già messo in preventivo questo secondo stop. Le speranze di ottenere il permesso per partecipare all’Europa league, naturalmente in caso di piazzamento entro il sesto posto del campionato, erano, e restano, legate all’ultimo possibile ricorso: quello all’Alta Corte del Coni. DEBITO ESTINTO Ieri, al momento del dibattimento sul ricorso presentato dal Genoa, tramite l’avvocato Grassani, la situazione era praticamente identica a quella di dieci giorni prima. Entro la fine di questa settimana, però, tutti i problemi finanziari residui saranno eliminati. Il Genoa aveva ancora alcune pendenze con delle società europee per acquisti di giocatori effettuati nel passato. La ricapitalizzazione effettuata da Enrico Preziosi, che ha completato l’immissione di 25 milioni di euro nelle casse del Grifone, permetterà di sottoscrivere l’esborso complessivo, circa 4,7 milioni di euro, che estingueranno i debiti contrat-

ti per i trasferimenti dei giocatori Fetfatzidis, Vrsaljko e Zaine. SCADENZA Al momento del dibattito all’Alta Corte del Coni, insomma, la documentazione del Genoa sarà completa e regolare. Certo, resterà la pecca di aver presentato in ritardo il tutto, ma questo rende il caso Genoa ben diverso da quello, ad esempio, del Parma. I ducali, infatti, lo scorso anno furono estromessi, a vantaggio del Torino, per non aver pagato dei contributi Irpef. FIDUCIA Il Grifone, insomma, ci spera eccome. In attesa della sfida probabilmente decisiva, quella contro l’Inter di domenica prossima,Preziosi ha già fissato l’eventuale premio per la conquista di un posto in Europa e, pure, un premio extra per il possibile piazzamento davanti alla Sampdoria. In casa rossoblù, insomma, non hanno assolutamente intenzione di togliere il piede dall’acceleratore. GASPERINI Oggi, o al più tardi domani, lo stesso Enrico Preziosi sarà a Genova per incontrare Gasperini e risolvere personalmente anche la questione del rinnovo del contratto del tecnico. L’allenatore rossoblù in realtà sarebbe legato al Grifone anche per la prossima stagione, ma, dopo aver stupito tutti con un campionato straor-

Gian Piero Gasperini, 57 anni, è l’allenatore del Genoa dal 2013 ANSA

dinario, vorrebbe un prolungamento, con adeguato aumento, rispetto alla cifra, poco inferiore al milione di euro, percepita attualmente. La società non ha alcuna intenzione di privarsi del suo condottiero ed è pronta anche a dare garanzie dal punto di vista tecnico, cercando di confermare quasi tutti i pezzi pregiati della rosa, con l’eccezione di due, al massimo tre, sacrifici. Ma proprio per tener fede al progetto di ristrutturazione finanziaria quasi completato, Preziosi non vorrebbe concedere ingaggi esagerati a nessuno, neppure al tecnico. Difficile che si giunga allo scontro, probabile, semmai, che tutto venga sistemato attraverso la proposta di un ingaggio fisso non altissimo, con premi a obiettivo che possano farlo lievitare in maniera sostanziosa a fine stagione. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Bertolacci: «Con lui mi esalto ancora di più» ● I complimenti di Arrigo Sacchi, l’abbraccio «telefonico» di Andrea Stramaccioni che lo lanciò nei Giovanissimi della Roma. Soprattutto, il gran gol con l’Atalanta. Gran periodo per Andrea Bertolacci, ospite ieri sera a Senza Appello, su GazzettaTv. Lui i complimenti li ha fatti al suo allenatore, Gasperini, «che mi sta esaltando ancora di più». A Roma manca a molti: «Ma io a 19 anni ho scelto di andarmene per proseguire la mia crescita e lo rifarei, perché ho trovato continuità: a 24 anni sono titolare in A, non capita a molti della mia età».

Marco Iaria INVIATO A FIRENZE Twitter @marcoiaria1

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arà pure nella top ten delle industrie del Paese, con i suoi 13 miliardi di euro di giro d’affari tra professionisti, dilettanti e indotto, ma il calcio italiano resta un malato grave. Lo conferma il ReportCalcio 2015 della Figc, realizzato con Arel e PricewaterhouseCoopers e presentato a Coverciano. Debiti alle stelle, patrimonializzazione a singhiozzo. Tanto da far lanciare l’allarme a Emanuele Grasso, partner della società di revisio-

Ferrero chiama Mario Balotelli alla Sampdoria ● (g.im.) Consegnato a Massimo Ferrero, Sean Sogliano, Iachini e Stellone, Piscedda e Alberto De Rossi, con Cataldi della Lazio il Premio Maurizio Maestrelli 2015, ieri sera, nel Teatro Nestor di Frosinone. Alla premiazione ha tenuto banco, con la sua verve, il presidente della Samp Ferrero: «Se

Massimo Ferrero, 63 anni AP Balotelli torna in Italia in una squadra serena come la Samp ritrova se stesso. E pure Mihajlovic». Un’ ovazione ha salutato l’arrivo di Roberto Stellone, appena approdato in A col suo Frosinone.

PRIMAVERA

Sabato prendono il via i playoff Le due finaliste alle Final Eight ● Torna nel weekend il campionato Primavera, con il primo turno dei playoff, che assegneranno i due restanti posti per la Final Eight in programma in Liguria (Genova, Chiavari e Savona) dal 9 al 16 giugno. Dopo Fiorentina, Torino, Inter, Milan, Roma e Bari, restano otto squadre: due turni a eliminazione diretta e in gara secca, in casa della meglio piazzata. La Lazio, miglior terza, affronta la Sampdoria: chi vince, incrocia la vincente di Juventus-Palermo. Dall’altra parte del tabellone, Spezia-Empoli e Chievo-Udinese (gialloblù campioni d’Italia in carica). Sabato 23 maggio il primo turno, le sfide decisive si giocheranno sette giorni dopo.

LA MOSTRA DI AIC E GAZZETTA DELLO SPORT

Allarme conti in Serie A: il debito sfiora i 4 miliardi Figc fotografa la crisi: il rosso sale ancora, +8% nell’ultimo anno

● È stato presentato ieri il 14o Memorial Niccolò Galli, torneo per «Giovanissimi» in ricordo del figlio di Giovanni Galli, scomparso tragicamente oltre 14 anni fa. Per l’occasione saranno premiati Gattuso, Collina, Darmian e Rugani. «Del mio futuro parlerò più avanti - ha detto Darmian - l’interesse di tante squadre fa sempre piacere». «Non c’è ancora la certezza al 100% che torni subito alla Juve - ha spiegato Rugani Certo sarebbe un bel salto di qualità». Presente anche Scuffet: «Con l’Udinese abbiamo deciso di allenarmi ancora un anno per migliorare. La prossima stagione, però, vorrei giocare».

AL PREMIO MAESTRELLI

CALCIO IN CRISI

1Un report della

AL MEMORIAL GALLI

L’Italia sfida Rugani: «Torno la Croazia alla Juve? Non per il Mondiale è ancora certo»

ne Pwc: «Abbiamo avuto casi eclatanti in questa stagione e non ne escludo altri. Gli imprenditori, a causa della crisi, non stanno iniettando risorse proprie per finanziare un movimento in difficoltà, che tende così sempre più a indebitarsi con le banche». I numeri dell’area professionistica sono eloquenti: la perdita aggregata d’esercizio si mantiene attorno ai 300 milioni da alcuni anni (317 nel 2013-14), i debiti lordi continuano a salire (+8% negli ultimi 12 mesi) arrivando a quota 3,7 miliardi, il patrimonio netto è davvero esiguo (273 milioni). Nella sola Serie A, le ricapitalizzazioni sono crollate dai 366 milioni del 2011-12 agli 82 del 201314. E se nel massimo campionato i ricavi (2,3 miliardi comprese le plusvalenze) e i costi (2,4) si sono stabilizzati, i fondamentali della Lega Pro preoccupano: su 139 milioni di fatturato se ne registrano 57 di deficit.

Carlo Tavecchio, 71 anni GETTY

ANTI-CRISI Il calcio è un fenomeno talmente complesso che merita diversi livelli di lettura. L’ex premier Enrico Letta allarga lo sguardo all’Italia intera: «Negli ultimi 5 anni, in cui la recessione ha travolto il Paese, il mondo del calcio ha tenuto, pur tra tante difficoltà. Adesso che si intravedono i primi segnali di ripresa economica bisogna lavorare tutti assieme per allargare la torta dei ricavi, anziché litigare su come spartirsela». Certo, si dovrebbe pure comprimere il costo del la-

voro, che si mantiene su livelli giganteschi (1,5 miliardi tra A, B e Lega Pro), ma è chiaro che la sfida globale si gioca soprattutto sul versante della crescita. Noi ci siamo un po’ arrestati. Il prossimo ciclo dei diritti tv promette un importante balzo in avanti ma sarebbe diabolico perseverare nell’errore di dipendere solo da quello. MAGLIETTE «Abbiamo incredibili potenzialità, dovremmo sfruttarle meglio – osserva il direttore generale della Figc, Michele Uva –. Basti pensare che il mercato dove la Puma vende più magliette della Nazionale non è l’Italia ma gli Stati Uniti. Abbiamo la responsabilità di gestire un sistema di straordinaria grandezza, con 1.600 partite al giorno dirette da un arbitro. Lavoreremo su più fronti, dai giovani alle donne, per esaltare questo patrimonio». E il presidente federale Carlo Tavecchio rilancia: «Sono certo che il calcio femminile crescerà quando si apparenterà col calcio professionistico maschile. Belloli? Il fatto accaduto è gravissimo, politicamente abbiamo già individuato la nostra decisione». © RIPRODUZIONE RISERVATA

Apre «Football Heroes» con oltre 300 cimeli ● Comincia tutto con un pallone, e non potrebbe essere altrimenti. Il cuoio dalle forme imprecise e dalle cuciture evidenti, commissionato nel 1863 dalla federcalcio inglese, è il primo degli oltre trecento cimeli che compongono la mostra «Football Heroes - Storie di calciatori», organizzata dall’Associazione Italiana Calciatori insieme a La Gazzetta dello Sport, con il patrocinio della Regione Lombardia e di Confcommercio, con la collaborazione di Mediaset Premium e la tecnologia Asus. La mostra fa parte degli eventi Expo, si apre oggi con un grande evento celebrativo e resterà aperta, come l’esposizione universale, fino al 31 ottobre nello spazio multipiano messo a disposizione dalla Gazzetta in pieno centro a Milano, in piazza San Babila. In una cornice eccezionale, si incontreranno la passione di milioni di tifosi e la cultura degli ultimi 120 anni di storia

La locandina della mostra del nostro Paese attraverso immagini e riproduzioni multimediali, filmati storici e oltre 300 straordinari cimeli: le scarpe di George Best, le maglie di Maradona e Pelè, quella della Nazionale campione del mondo nel 1934 e la divisa tutta nera dell’Italia in epoca fascista, per volontà di Mussolini. E poi la maglia di Del Piero e Zidane juventini, Ibra milanista, Zanetti (ovviamente) nerazzurro, Ronaldo al Manchester United. E ancora eventi, incontri con i giornalisti Gazzetta e tanto altro.


Serie A R

MARTEDÌ 19 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

LA STORIA

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CONTENUTO PREMIUM

L’ANDAMENTO DEI SARDI IN 11 ANNI DI A IL TOP CON ALLEGRI NEL 2009 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20

11°

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17° 2004-2005

2005-2006 Tesser, Arrigoni, Ballardini, Sonetti

All. Arrigoni

2006-2007 Giampaolo, Colomba, Giampaolo

2007-2008 Giampaolo, Sonetti, Ballardini

14°

2008-2009

2009-2010

2010-2011

Allegri

Allegri, Melis

Bisoli, Donadoni

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2011-2012 Donadoni, Ficcadenti, Ballardini, Ficcadenti

2012-2013 Ficcadenti, Pulga con Lopez

RETROCESSO

18°

15°

alla 36ª giornata

2013-2014

2014-2015 Zeman, Zola, Zeman, Festa

Lopez, Pulga

CENTIMETRI

I due volti di Cagliari RETROCESSIONE MA IDEE VINCENTI LA SARDEGNA RIPARTE DA QUI La delusione di Daniele Dessena, 28 anni, dopo la retrocessione. Potrebbe essere lui il capitano in B GETTY

I VOLTI DELLA STAGIONE

TOMMASO GIULINI 37 anni, milanese e proprietario della Fluorsid, ha rilevato il Cagliari nel giugno del 2014 da Cellino

ZDENEK ZEMAN 67 anni, ha guidato il Cagliari fino a Natale 2014 (12 punti) e dal 9 marzo al 20 aprile (facendo un solo punto)

IL REPORTAGE di ALESSIO D’URSO INVIATO A CAGLIARI

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tavolta la frase di Sherlock Holmes sarebbe stata diversa. Indagando sul ritorno in Serie B del Cagliari dopo 11 anni di fila di A, avrebbe detto al suo più stretto collaboratore: «Paradossale Watson». Paradossale, non elementare, il modo in cui la squadra del rifondatore Tommaso Giulini, presidente da 11 mesi, scopre che il progetto di rilancio è riuscito soltanto fuori dal

GIANFRANCO ZOLA 48 anni, ha guidato il Cagliari dal 24 dicembre al 9 marzo: per Magic Box 2 vittorie, 2 pareggi e 6 sconfitte

GIANLUCA FESTA 46 anni, alla guida del Cagliari dal 22 aprile. In 5 partite ha fatto 7 punti: ha vinto con Parma e Fiorentina, un pari con la Juve

campo, perché è vero che c’è stata la retrocessione ma al suo interno contiene un’idea vincente per il futuro destinata a cambiare la storia rossoblù. ERRORI Il giorno dopo, in città, ha la stessa emotività del giorno prima. Tutti a recitare il rosario delle recriminazioni. Tutti ragionieri con la contabilità degli errori, ma tutti consapevoli della buonafede del capo. In sintesi. 1) Troppi giocatori alla prima esperienza in A (8 su 14), portieri anello debole (Cragno e Colombi, poi la scelta riparatrice di Brkic), mercato di gennaio insufficiente

(Diakitè, Cop, Mpoku). 2) Zeman integralista e prigioniero del suo personaggio con un mammasantissima nello spogliatoio come Conti in aperto contrasto, alternanza controproducente col più pragmatico Zola, fino alla carta della disperazione Festa. 3) Squadra senza spina dorsale, incapace di imporsi nelle partite secche, con ben 20 k.o. sul groppone. Può bastare così? No, perché anche i tifosi devono farsi un esame di coscienza. Al Sant’Elia, domenica, solo 400 biglietti staccati a 9 euro: troppo poco. «Noi in cuor nostro sapevamo che sarebbe finita così – dice Tore Sava, capo dei Cagliari club –, anche se avevamo stampato le maglie “Noi ci crediamo”. È mancata l’umiltà dei giocatori, ma noi riponiamo fiducia in Giulini: ci sono le basi per risalire subito. Ci aggiorniamo presto in Serie A, speriamo già tra un anno…». MOSSE INTELLIGENTI Ma la storia non è tutta qui. Perché Giulini nella retrocessione ha salvato pure il club dal buio, mettendo a segno colpi vincenti di cui si raccoglieranno i frutti più avanti. Non solo l’aver

IN CITTÀ SI FA LA CONTA DEGLI ERRORI COSTATI LA B, PERÒ GIULINI HA MESSO IN PIEDI DEI PROGETTI IMPORTANTI, TRA SANT’ELIA E ACADEMY DEI GIOVANI. IL SINDACO: «CON IL CLUB C’È GRANDE DIALOGO: È LA GARANZIA PER I TIFOSI»

consegnato ai tifosi il vetusto Sant’Elia due mesi prima l’inizio della stagione. Di più. La trasparenza di un club giovane e energico, la rivoluzione di costumi e metodi, l’Academy dei giovani talenti supportata da CagliariLab con la supervisione di un maestro come Mario Beretta, un format voluto da un patron che crede nel valore sociale del suo investimento e delle sue aziende, la Mineraria Silius e la Fluorsid che dà lavoro a 250 famiglie. Un bacino di un milione di tifosi, in Sardegna e nel mondo. Un regno delle possibilità: «Sono addolorato, ma Giulini ci riporterà in Serie A, in tre anni saremo ai vertici – dice Giuseppe Tomasini, libero della stagione dello scudetto, campionato 1969-70 –. La scelta di Zeman si è rivelata sbagliata e il presidente l’ha capito. Ha fatto mea culpa. Ecco perché i sardi devono stare tranquilli. La A andrebbe data loro per legge, ma tornerà presto. Non meritiamo la B, ci vuole un tecnico con gli attributi». CAPITANO VENTURA E la programmazione è già partita. E Giulini, stile «morattiano» con l’animo del combattente, non

si farà trovare impreparato alla corrida della B. Il primo assist è del sindaco Massimo Zedda: «Sono dispiaciuto per la retrocessione, immagino per il prossimo campionato una squadra allestita con un mix di giovani ed esperienza per partecipare a questa impresa. Tutti dovranno capire, però, che il Cagliari non è solo una squadra ma rappresenta tutta la Sardegna. Ma da primo cittadino posso dire che è in corso un dialogo importante col presidente sul nuovo stadio: il fatto che ne stiamo parlando anche in questa fase dovrebbe essere una garanzia per i tifosi». La seconda mossa, in attesa di capire quale sarà il futuro del direttore sportivo Francesco Marroccu, sarà a stretto giro di posta quella del nuovo allenatore: Giampiero Ventura intriga, non solo perché ha riportato in Serie A i sardi nel 1998 dopo una sola stagione di Purgatorio, e anche l’uruguaiano Paolo Montero e Stefano Colantuono sono tenuti sotto stretta osservazione. Per trasformare di nuovo il Cagliari in un nuraghe, e non in una paradossale scatola vuota. © RIPRODUZIONE RISERVATA

LA LETTERA

Cellino a Giulini: «Un grande dolore D Reagisci subito»

INVIATO A CAGLIARI

1L’ex presidente: «Da un anno soffro

come un cane. Le colpe vanno divise, comunque risalirai in Serie A presto»

all’Inghilterra con affetto e comprensione. Un abbraccio ideale in un momento difficile. Massimo Cellino, ex presidente rossoblù, recapita una lettera intrisa di solidarietà e profondo dispiacere a Tommaso Giulini, il suo successore alla guida del Cagliari: «Voglio dirgli che sono tristissimo dentro. E da un anno soffro come un cane. Questo è un mestiere difficile, l’ho fatto a Cagliari per 25 anni. Ogni stagione è una guerra. Bisogna trovare le forze e andare avanti. Do-

po la morte di mio padre, questa retrocessione del Cagliari è il dolore più grande. Da dicembre non sento Giulini, è un ragazzo che vuole andare avanti con le sue gambe, è giusto. Qui non servono i consigli, serve solo reagire. Sarebbe anche ingrato e irrispettoso, se io mi mettessi a giudicare quello che è stato fatto quest’anno. Anch’io pensavo di capire tanto di calcio, ma ogni anno che passa ne capisco sempre meno». SOFFERENZA Il patron del Leeds smentisce le voci incontrollate secondo cui il Cagliari da accordi contrattuali sarebbe

Massimo Cellino, 58 anni, al Cagliari dal ‘92 al 2014 ANSA

tornato in caso di B nelle sue mani: «Tutte sciocchezze che circolano a Cagliari, lasciate perdere. Se restavo la retrocessione poteva capitare anche a me. La cosa importante è dividersi le colpe, e non buttare la croce su Tommaso. Che ha sofferto pure il mio passato, ma anche in Inghilterra è dura, è più difficile qui che in Italia, ve lo posso assicurare. Giulini forse ha pagato la troppa euforia, il troppo entusiasmo, che a me hanno fatto perdere dopo 25 anni. Forza Cagliari, comunque, risalirai presto». a.d’u. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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OPINIONI

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Il Milan dopo il «benservito» a Inzaghi

La vignetta

Lettere alla Gazzetta

BERLUSCONI BRUCIA UN’ALTRA BANDIERA ORA IMITI AGNELLI

di Stefano Frosini

UNA FINALE JUVE DOPO 12 ANNI: RIGORI NEL DESTINO

IL COMMENTO LLONI di UMBERTO ZAPELLONI email: uzapelloni@rcs.it twitter: @uzapelloni

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uando il tuo capo dichiara pubblicamente che ha avuto con te delle «visioni diversificate» è difficile trovare una via d’uscita che contempli un finale diverso dalla risoluzione del contratto. Le ultime dichiarazioni di Silvio Berlusconi non danno scampo a Pippo Inzaghi. La morale della favola finita male è molto simile a quelle già lette nelle ultime stagioni: il Milan ha bruciato un’altra bandiera. Lo aveva fatto con Seedorf, lo ha rifatto con Pippo. Il tutto perché l’allenatore che c’era prima non era più ritenuto adatto. E non è un dettaglio ricordare che chi c’era prima ha appena conquistato lo scudetto e si appresta a sedersi in panchina per la finale di Coppa Italia e per quella di Champions League. Tre indizi che senza il bisogno di Agatha Christie ci confermano che il colpevole non era proprio lui. C’è poco da stare Allegri. Il Milan di oggi non è strutturato per poter sopportare un allenatore alle prime armi. Non è più il Milan di una volta che poteva crescere insieme all’allenatore strappato dalla provincia (Sacchi) o a quello strappato dalla scrivania (Capello). Il Milan di oggi ha bisogno di un allenatore già cresciuto che abbia le capacità di trascinare la squadra, sempre che possa definirsi squadra quella che ha avuto a disposizione quest’anno il povero Pippo. Che il futuro si chiami Conte, Montella, Ancelotti o Emery poco importa. Importa che venga scelto un tecnico con un passato in panchina e non soltanto in campo.

Le cifre di questa stagione sono più che imbarazzanti: 11 vittorie, 13 pareggi, 12 sconfitte; 50 gol fatti e (soprattutto) 49 subiti. Qualche attenuante, come il numero degli infortunati, c’è, senza dubbio. Così come non vanno dimenticati gli errori arbitrali che hanno influito sul risultato di certe partite. Attenuanti ed errori che però non bastano a cancellare quel senso di impotenza che si respirava attorno alla squadra, incapace di esprimere un gioco, di intraprendere un cammino di crescita e di maturazione. Prima di scegliere l’allenatore però mister B. dovrà finire di sfogliare la sua margherita. Vendo o non vendo? Ieri oltre a dare il benservito a Inzaghi ha fatto quasi lo stesso anche con mister Bee… Vendere la minoranza a una cifra che varrebbe ben più della maggioranza non è un’impresa semplice pur per chi è stato il re dei venditori. La commedia però deve finire in fretta. Per il bene del Milan che dice di amare e avere ancora nel profondo del cuore, mister B. deve decidere in fretta come ripartire. La Juve in cinque anni, quelli che oggi festeggia Andrea Agnelli alla presidenza, ha vinto quattro scudetti e raggiunto una semifinale di Europa League e una finale di Champions. Il tutto aumentando anno dopo anno il fatturato. Lo ha fatto programmando e intuendo che gli scarti milanisti non erano poi così male se attorno c’era una squadra. Così è arrivato Pirlo, così è arrivato Tevez (mentre a Milano arrivava Matri), così è arrivato Allegri, il pronto soccorso di mezza estate che ha permesso di entrare in un ristorante stellato e di pagare il conto anche agli amici. Programmazione. Un’arte in cui una volta eccelleva anche Silvio Berlusconi.

Twitter

TEMPI SUPPLEMENTARII RUTI di ALBERTO CERRUTI email: acerruti@rcs.it

CARLO ANCELOTTI Tecnico del Real ● Congratulazioni, campioni! RMBALONCESTO complimenti! Godetevela @MrAncelotti

Caro Cerruti, l’Italia ha perso il Mondiale nel 1994 ai rigori e 12 anni dopo ha vinto il Mondiale nel 2006 ai rigori. La Juventus ha perso l’ultima finale di Champions nel 2003 ai rigori. Speriamo che 12 anni dopo la storia dei rigori ripercorra la stessa parabola. Anche se egoisticamente preferirei un Vidal alla Magath, come nel 1983, per non soffrire troppo… Lei che cosa ne pensa? Luca Giuriceo, Lucca

MAX BIAGGI Pilota di moto ● Pranzo leggero ....anche troppo ! Oggi poco tempo a disposizione. Ma... mi rifaccio .. @maxbiaggi

FELIPE MASSA Pilota di Formula 1 ● Sentiamo tutti la tua mancanza qui fratello @Jules_Bianchi @MassaFelipe19

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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rima di tutto è bene ricordare che Magath segnò dopo appena 9’ il gol dell’unica Coppa dei Campioni vinta dall’Amburgo, nella finale contro la Juventus, il 25 maggio 1983 ad Atene. E già che ci siamo, aggiungo che quella Juventus, allenata da Trapattoni, era favoritissima perché imbottita di campioni del mondo (Zoff, Gentile, Cabrini, Scirea, Tardelli, Rossi) con l’aggiunta di Platini e Boniek. Oggi, invece, il peso del pronostico è sulle maglie del Barcellona e, ripensando a quello che si diceva allora, chissà che non sia un bene per la Juventus. Ma tornando al curioso spunto offerto dal signor Giuriceo, gli scaramantici tifosi bianconeri adesso possono coltivare un motivo di speranza in più, perché 12 anni dopo i rigori che ci costarono il titolo negli Stati Uniti, contro il Brasile, l’Italia vinse il suo quarto mondiale nel 2006 a Berlino proprio ai rigori, contro la Francia. E guarda caso sono passati di nuovo 12 anni esatti dai rigori fatali alla Juventus, nella finale tutta italiana contro il Milan, nel 2003 a Manchester. Se la storia delle rivincite si ripete, penso

che Buffon, unico in campo quella sera all’Old Trafford, sarà felice di soffrire oltre il 120’ per festeggiare la terza coppa Campioni/Champions della Juve. E a quel punto sarebbe inevitabile pensare agli scherzi del destino, perché ai rigori sono legate sia l’ultima Champions vinta dalla Juventus nel 1996 a Roma contro l’Ajax, sia l’ultima persa nel 2003 appunto, sempre con Lippi in panchina, il tecnico che ha portato più volte (4) la Juventus a una finale di Champions. Senza calcolare quel diverso rigore, in tutti i sensi, grazie al quale 30 anni fa arrivò la prima Coppa dei Campioni bianconera, nella tragica serata dell’Heysel. Chi non crede ai corsi e ricorsi della storia del calcio può comunque sperare nei punti di forza della squadra di Allegri, a cominciare dalla difesa, perché la coppia centrale Bonucci-Chiellini, con il jolly di scorta Barzagli, non ha nulla da invidiare a quella catalana PiquèMascherano, a parte Buffon sicuramente più forte e soprattutto più esperto di Ter Stegen e della sua eventuale alternativa Bravo. E poi, al di là dei valori tecnici, c’è la componente «fame» perché chi non ha mai vinto nulla a livello internazionale, come Marchisio nato e cresciuto nella Juventus anche in B, avrà sicuramente più motivazioni di tanti suoi avversari già abituati a collezionare successi in Europa. Per non parlare del portafortuna Morata, che ha festeggiato la Champions un anno fa contro i «cugini» dell’Atletico entrando nel finale, quando il Real Madrid stava perdendo 1-0, mentre stavolta può essere protagonista come titolare e contro il Barcellona, altra sua vecchia rivale storica. È vero che dall’altra parte c’è Messi, ma Morata e compagni hanno già affrontato Cristiano Ronaldo, favorito come lui. E abbiamo visto come è finita… © RIPRODUZIONE RISERVATA

Il Giro riparte

ARU E QUEL CORSO RAPIDO PER LA MAGLIA ROSA L’ANALISI di LUCA GIALANELLA email: lgialanella@rcs.it

A

volte è qualcosa che senti a pelle. E la strada lo sta confermando. In nove giorni di Giro è successo di tutto, e secondo noi i colpi di scena non sono finiti.

Perché è stata strana tutta la primavera, sono stati faticosi gli avvicinamenti di Alberto Contador e ancor più di Fabio Aru alla partenza dalla Liguria, così come gli alti e bassi di gran parte dei protagonisti. Nessuno ha avuto un percorso lineare. Aggiungiamoci la caduta di Pozzovivo, che ha tolto dal gruppo un potenziale corridore da podio. E quando abbiamo iniziato a scoprire quanto siano dure e infide le strade liguri, con il gruppo lanciato pancia a terra, allora sono

CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DIRETTORE RESPONSABILE ANDREA MONTI andrea.monti@gazzetta.it VICEDIRETTORE VICARIO Gianni Valenti gvalenti@gazzetta.it VICEDIRETTORI Pier Bergonzi pbergonzi@gazzetta.it Stefano Cazzetta scazzetta@gazzetta.it Andrea Di Caro adicaro@gazzetta.it Umberto Zapelloni uzapelloni@gazzetta.it Testata di proprietà de “La Gazzetta dello Sport s.r.l.” - A. Bonacossa © 2015

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iniziati i dolori. Dopo nove tappe, Matteo Pelucchi è ultimo in classifica a quasi tre ore (!) da Contador. I velocisti si sono adattati a fare gruppetto in sei giornate. Gli uomini di classifica si sono spremuti, anche se in maniera diversa. Qui comincia un altro discorso. Aru non ha avuto la formazione che ha accompagnato il giovane Nibali negli anni della Liquigas. Quando il siciliano arrivò terzo nel Giro 2010, in squadra aveva Basso, che vinse. Lo studente

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Vincenzo aveva il professore in corsa. Per Fabio è stato diverso. Insieme solo al Giro 2013, quando era neoprofessionista. Poi basta. Adesso sfida Contador, il big più titolato dei grandi giri, e tappa dopo tappa sta comprendendo quanto sia difficile. Per questo deve stare attento, il giovane sardo: non lasciarsi trascinare dalla foga, lui che è molto impulsivo, gestire meglio la squadra (fortissima, in salita nettamente la migliore) e pensare che a volte è meglio attendere un attimo per poi colpire a fondo. L’ha fatto, benissimo, sulle pendenze al 13% del Colle Serra. Le Alpi aspettano il loro re.

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MARTEDÌ 19 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT


Serie B R Verso l’ultima giornata

MARTEDÌ 19 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Mazzoni stangato Livorno, in porta va un debuttante 1Cinque giornate: la gara decisiva con Cipriani

Prima volta a Pescara dopo il dramma Morosini

Francesco Foresi LIVORNO

L

ui non ci sarà venerdì su quel campo «maledetto» dove il 14 aprile 2012 si consumò la tragedia di Piermario Morosini. Lui è stato squalificato per 5 turni per aver «al termine della gara Livorno-Vicenza colpito con uno schiaffo al volto un avversario e dopo l’espulsione aver rivolto all’arbitro Pasqua un espressione gravemente ingiuriosa». Lui è Luca Mazzoni, 31enne portiere del Livorno che vuole fare chiarezza. «Mi sembra che si sia voluto calcare la mano, di quello che è stato scritto nel referto è vera solo la metà. Ho sì colpito Brighenti che mi stava sfottendo (avrebbe detto «Salutate i playoff», ndr), ma non con uno schiaffo. L’arbitro giustamente mi ha espulso e io, senza guardarlo, mi sono allontanato per andare verso il sottopassaggio. Basta osservare le immagini». Mazzoni non si da pace anche perché i margini per fare reclamo sono ridotti al lumicino. Il portiere, livornese doc, ribadisce di «essere dispiaciuto per quello che è successo. Solo chi ha giocato può capire certe reazioni, chiaramente sbagliate». A Pescara sarà il terzo portiere (il secondo, Bastianoni, è infortunato) Matteo Cipriani,

L’arbitro Pasqua, coperto, mostra il rosso a Luca Mazzoni 31 anni LAPRESSE

19 anni, a difendere la porta del Livorno. «Spero che tutti – dice Mazzoni – diano una mano a questo ragazzo. A volte nella sfortuna nascono le fortune di noi calciatori». RITORNO A PESCARA Mazzoni, dicevamo, non sarà a Pescara, ma ci saranno Luci, Lambrughi, Bernardini (anche se non è disponibile) e Belingheri che quel maledetto 14 aprile di tre anni fa vissero sul campo la tragedia. Non sarà facile tornare all’Adriatico anche se, il 15 maggio 2012, gli amaranto tornarono su quel campo per completare la gara

sospesa alla mezz’ora del primo tempo, quando Morosini si accasciò. Da quel giorno le strade di Pescara e Livorno si sono divise con gli abruzzesi promossi in A, poi la retrocessione che coincise con la promozione degli amaranto. Ora Pescara e Livorno si ritrovano per una gara fondamentale: una partita da dentro o fuori, con i padroni di casa obbligati a vincere. Salendo le scale del sottopassaggio, a molti tornerà alla mente quel maledetto 14 aprile. Lui, Mazzoni, non sarà in campo, ma con il cuore sarà lì a ricordare Morosini. © RIPRODUZIONE RISERVATA

A FROSINONE

GIUDICE SPORTIVO

Blanchard-Gigli stop di tre turni Due gare a Coly ● MILANO Oltre a Mazzoni sono stati squalificati per tre giornate Gigli (Crotone) e Blanchard (Frosinone) per essersi colpiti ripetutamente al petto e al collo, per due Coly (Pro Vercelli), per una Zito (Avellino), Tonucci (Brescia), Rinaudo (Catania), Rigoni e Stanco (Cittadella), Cosic e Gucher (Frosinone), Ammari e Valiani (Latina), Acosty e Signori (Modena), Ardizzone (Pro Vercelli), Meccariello (Ternana), Daì (Trapani) e Brighenti (Vicenza). Tra i dirigenti, inibiti fino al 25 il d.s. Faggiano (Trapani) e il d.g. Marchetti (Cittadella). Tra le società, ammenda di 10.000 euro alla Pro Vercelli per i pesanti insulti dei tifosi. ● LA SITUAZIONE A 90’ dalla fine ci sono ancora da definire l’ultima qualificata e le posizioni nella griglia playoff, l’ultima retrocessa e le squadre che giocheranno il playout. Ecco il programma della 42a giornata, che sarà giocata in contemporanea venerdì (ore 20.30): BolognaLanciano (2-1); BresciaAvellino (0-2); Carpi-Catania (2-0); Cittadella-Perugia (1-3); Crotone-Entella (1-1); LatinaModena (0-0); PescaraLivorno (2-1); Spezia-Bari (3-0); Ternana-Varese (0-2); Trapani-Pro Vercelli (0-1); Vicenza-Frosinone (0-1). Questa la classifica: Carpi p. 79; Frosinone 71; Vicenza e Bologna 65; Spezia 64; Perugia 63; Avellino e Livorno 59; Pescara 58; Bari 54; Trapani e Lanciano 50; Latina e Pro Vercelli 49; Catania e Ternana 48; Crotone 47; Modena ed Entella 46; Cittadella 44; Brescia (-6) 39; Varese (-4) 35.

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Cede una pensilina alla festa per la A Grave un bimbo Maurizio Di Rienzo FROSINONE

E’

stato operato al cervello il bimbo di 7 mesi che sabato sera, durante i festeggiamenti per la promozione del Frosinone in A, è caduto dalla pensilina di una delle tante fermate della Geaf (l’azienda che gestisce il trasporto pubblico in città) che si trovano sui due lati della centralissima via Aldo Moro, nella parte bassa del capoluogo, mentre era in braccio al papà. GRAVE Il piccolo è ricoverato in terapia intensiva all’ospedale Bambino Gesù di Roma dove ha subito un delicato intervento chirurgico per la rimozione di un ematoma. Le sue condizioni restano stazionare nella loro gravità. Il bollettino medico emesso dalla direzione sanitaria parla di «trauma cranico severo con ipertensione endocranica». Il bambino è intubato e respira grazie a speciali macchinari. La prognosi resta riservata e per adesso è impossibile fare previsioni su quando potrà essere sciolta. Sabato i suoi genitori erano venuti da un centro del circondario di Frosinone per partecipare alla festa insieme alle 30.000 persone che hanno invaso le strade e le piazze della parte bassa della città, e avevano portato anche il figlioletto. La festa andava avanti ormai da più

La pensilina teatro del dramma

di tre ore. A un certo punto il papà con in braccio il bimbo sarebbe salito sulla pensilina. La tettoia in plexiglas ha ceduto sotto il peso dell’uomo che, cadendo da un’altezza di un paio di metri, ha trascinato con sé il figlio. INDAGINI Sull’episodio sono in corso accertamenti da parte della Squadra Mobile tesi a stabilire l’esatta dinamica dei fatti ed eventuali responsabilità. «Siamo partiti da una immagine che ritrae una persona adulta con in braccio un bambino su una delle pensiline della Geaf in via Aldo Moro – spiega il questore Filippo Santarelli –. La Squadra Mobile ha già sentito diverse persone che a quell’ora si trovavano sul luogo dell’accaduto e lo stesso papà del bimbo. Per il momento nei suoi confronti non è stato adottato alcun provvedimento. Sono in corso ulteriori approfondimenti. La speranza è che nelle prossime ore le condizioni del bimbo possano migliorare». © RIPRODUZIONE RISERVATA

Lega Pro R Dopo il primo turno dei playoff LA GUIDA Ascoli, squalificati tre giocatori e il d.g. Semifinali: fissati gli orari e le dirette tv Supercoppa: le gare slittano di un giorno ●

IL GIOVANE SIMONEANDREA GANZ, 21 ANNI

IL TECNICO GAETANO AUTERI, 53 ANNI

LA RIVELAZIONE MATTEO GRANDI, 22 ANNI

IL VETERANO FRANCESCO RUOPOLO, 32 ANNI

Le semifinali per la B? È un affare a 4 stelle

gio, a Monza, il titolare si fa male. Grandi entra, salva il pari, gioca l’ultima di campionato e il quarto con la Juve Stabia. Uno a uno al 120’ e calci di rigore dove il 22enne di Faenza ipnotizza Bombagi.

1Como-Matera e

IL VETERANO Le ambizioni dei veneti vanno ora a scontrarsi con quelle della Reggiana e di Francesco Ruopolo, 32 anni, match winner della sfida con l’Ascoli. Uno che in B (Triestina, AlbinoLeffe, Atalanta e Padova) l’ha messa dentro 57 volte. Una carriera onorevole, guastata dal calcioscommesse. Nel 2012 Ruopolo ha patteggiato 16 mesi di squalifica per tre illeciti e una omessa denuncia, commessi quando giocava nell’AlbinoLeffe. Nel 2013 Ruopolo è tornato a giocare con la Reggiana: una prima stagione in ombra e poi la rinascita in questa (14 gol). Nonostante vada verso il rinvio a giudizio a Cremona (per gli inquirenti non dice la verità sul suo periodo atalantino), gli è stata addirittura consegnata la fascia di capitano.

Reggiana-Bassano gli accoppiamenti: decisivi un tecnico e tre calciatori Davide Longo

D

ue partite decise ai supplementari, una ai rigori e una da un gol segnato nel recupero. I playoff di Lega Pro sono partiti all’insegna del thrilling, portando alla ribalta protagonisti antichi e nuovi.

IL GIOVANE Simoneandrea Ganz, classe ‘93, figlio di Mauri-

zio, nella Primavera del Milan si era costruito un’ottima reputazione con 49 gol in 73 gare. Poi il passaggio al calcio dei grandi (Barletta e Lumezzane), con qualche difficoltà di troppo. Nel 2014 Ganz junior è passato al Como e lì è rifiorito: 38 presenze, 13 reti e la doppietta che ha ribaltato il Benevento nel primo quarto. In semifinale e nell’eventuale finale il Como avrà il ritorno fuori casa. Svantaggio? Forse no. Con quella del Vigorito la squadra di Sabatini ha raggiunto le 13 vittorie esterne, record stagionale in Lega Pro. IL TECNICO Sulla strada del Como c’è il Matera di Tano Auteri, il tecnico che ha un fans club su Facebook con più di 1700 iscritti. Il suo 3-4-3 visto al Gallipoli e alla

Nocerina (portata in B nel 20102011) è stato spettacolo puro. Dopo la breve esperienza a Latina, Auteri è ripartito da Matera. Prima lentamente (7° dopo l’andata) poi accelerando nel ritorno. Il 3° posto gli ha dato nei quarti il Pavia. Gara tosta, diventata durissima dopo il vantaggio dei lombardi. Lì, a 20 minuti dalla fine, l’intuizione vincente: dentro il 21enne Pagliarini che con 2 gol porta il Matera in semifinale. LA RIVELAZIONE In ogni thrilling che si rispetti c’è l’episodio che cambia il corso degli eventi. Prendiamo Matteo Grandi, portiere del Cesena finora spedito dai romagnoli in prestito in Lega Pro: Borgo a Buggiano, Südtirol e Pergolettese. Quest’anno al Bassano è il vice di Rossi ma il 2 mag-

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Il giudice sportivo dopo il primo turno dei playoff e la prima gara della Supercoppa ha squalificato tre giocatori dell’Ascoli e il d.g. Modificato il programma delle prossime partite, che ha subìto variazioni nelle date e gli orari. SUPERCOPPA PRIMA GIORNATA NovaraSalernitana 3-2. GIUDICE SPORTIVO Giocatori espulsi: una giornata a Trevisan (Salernitana). Non espulsi: una giornata a Pesce e Gonzalez (Novara) e Tuia (Salernitana). SECONDA GIORNATA Giovedì 21: Salernitana-Teramo (ore 20.45, diretta su Raisport). TERZA GIORNATA Domenica 24: Teramo-Novara (ore 20.45, diretta su Raisport). REGOLAMENTO Se ci sono due o tre squadre a pari punti, si guardano nell’ordine: differenza reti della fase finale, maggior numero di reti segnate, maggior numero di reti segnate nella partita in trasferta; se la parità persiste, si va al sorteggio.

PLAYOFF ● Servono per determinare la quarta squadra promossa in B dopo le tre prime in campionato (Novara, Teramo e Salernitana). PRIMO TURNO Benevento-Como 1-2, Bassano-Juve Stabia 6-5 (dopo i rigori), Ascoli-Reggiana 24 (d.t.s.), Matera-Pavia 2-1 (d.t.s.). GIUDICE SPORTIVO Giocatori espulsi: due giornate ad Altobelli (Ascoli) per atto di violenza verso un avversario con il pallone a distanza; una ad Avogadri e Perez (Ascoli). Dirigenti: inibiti fino al 31

agosto Lovato (Ascoli) per ripetute offese all’arbitro e Manniello (Juve Stabia) per espressioni offensive verso l’istituzione calcistica. Ammende a società: 2.000 euro Ascoli (lancio di fumogeni anche nel recinto di gioco e una bottiglia; cori offensivi verso l’arbitro), 1.500 Benevento (esplosione di petardi; lancio di uova e di un fumogeno verso il pullman del Como). SEMIFINALI Andata domenica 24: le partite sono Como-Matera (ore 19) e Reggiana-Bassano (ore 18, diretta su Raisport). Il ritorno è domenica 31 con Matera-Como (ore 16) e Bassano-Reggiana (ore 18, diretta su Raisport). FINALE Andata domenica 7 giugno, ritorno il 14: di fronte le vincenti delle semifinali (l’andata sarà giocata sul campo della peggio classificata). REGOLAMENTO In caso di parità di punteggio al termine dei minuti regolamentari, verranno disputati due tempi supplementari di 15 minuti ciascuno e a seguire, se la parità persiste, si tirano i calci di rigore. PLAYOUT Andata sabato 23 e ritorno sabato 30: la squadra che perde retrocede in Serie D. Ecco il programma: GIRONE A Pordenone-Monza e Lumezzane-Pro Patria (ore 16). Anche le sfide di ritorno iniziano alle ore 16. GIRONE B Pro Piacenza-Gubbio e Savona-Forlì (ore 15). Le sfide di ritorno iniziano alle ore 17. GIRONE C Savoia-Messina e IschiaAversa Normanna (ore 17). Le sfide di ritorno iniziano alle ore 15. GIA’ RETROCESSE AlbinoLeffe (A), San Marino (B) e Reggina (C) dopo il campionato sono scese dirette in D.


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98° Giro d’Italia R Oggi la 10a tappa San Lorenzo al Mare

1 km 17,6

Albenga

2 km 177 Sanremo

TEAM ORICA GERRANS

3 km 136 Sestri Levante

VIVIANI MATTHEWS

MATTHEWS MATTHEWS

4 km 150

FORMOLO CLARKE

C

I

GLI ANGELI Gli otto gregari di Fabio Aru: da sinistra Paolo Tiralongo, Mikel Landa (Spa), Luis Leon Sanchez (Spa), Andrey Zeits (Kaz), Dario Cataldo, Diego Rosa, Davide Malacarne e Tanel Kangert (Est) FOTO LUCA BETTINI

La Spezia

Montecatini Terme

5 km 152 La Spezia

INVIATO A MONTE SAN GIUSTO (MACERATA) twitter@cirogazzetta

NESSUNA TREGUA E OCCHIO AL METEO

Vada per l’odierna tavola da biliardo che porta a Forlì, o per quella di venerdì verso Jesolo: e comunque la volata di Castiglione della Pescaia con la caduta della maglia rosa Contador - ha mostrato quanti rischi possa portare con sé anche una tappa senza apparenti difficoltà. Ma domani sui saliscendi tra Romagna ed Emilia, e nel finale in salita che porta al Monte Berico, c’è terreno per trabocchetti e imboscate. A maggior ragione se, come annuncia il meteo, da giovedì si guasterà il tempo. A maggior ragione considerando che Aru è a 3 soli secondi da Contador: scattare per ultimo nella crono, in maglia rosa, dà sempre un vantaggio. E allora guai a pensare di essere già a Treviso. Il Giro si vince — e si perde — anche nelle giornate in cui si abbassa la guardia per tirare il fiato.

Genova

Chiavari

Ciro Scognamiglio

L'ANALISI di PAOLO MARABINI

l Giro riparte da Civitanova Marche dopo il primo giorno di riposo, che ha chiuso nove tappe toste: a detta di molti, un avvio duro come da tempo non si vedeva. E la seconda settimana punta dritta al piatto forte del week-end. Ma l’errore peggiore che potrebbero commettere i big è quello di considerare l’avvicinamento alla maxicrono di sabato da Treviso a Valdobbiadene, seguita dall’arrivo a Madonna di Campiglio, come quattro giorni di puro trasferimento, ideali per risparmiare la gamba lasciando spazio ai velocisti, alle fughe o a cacciatori di tappa.

Rapallo

erto che è qui per la maglia rosa. Ci mancherebbe altro. Che poi Fabio Aru preferisca non dirlo esplicitamente è comprensibile. Non è questione di scaramanzia — almeno, non solo —, né perché gli piaccia il nascondino. Fabio è proprio così, allergico ai proclami e propenso ad argomentare più con le pedalate che con le parole. La frase che riassume il tutto può essere: «A chi parla troppo, gli si accorciano le gambe. Io preferisco parlare poco e cercare di fare vedere qualcosa». Il 24enne sardo dell’Astana l’ha pronunciata nel primo giorno di riposo, che è stata (anche) l’occasione per formalizzare la querela contro il neozelandese Greg Henderson per quei tweet diffamatori del mese scorso in seguito alla rinuncia di Fabio al Giro del Trentino. Oggi, dopo una sgambata di un’ora e mezza coi compagni, riparte in maglia bianca di miglior giovane e da secondo della classe, ad appena 3” dalla maglia rosa di Alberto Contador; ieri ha partecipato alla presentazione della sneaker Barracuda della Fabi che l’Astana (a proposito: venerdì arriva al Giro il team manager Alexander Vinokourov) indosserà al Tour de France e ha potuto toccare con mano l’enorme interesse che sta montando attorno a lui. Con un incontro speciale: Alessandro Cacciamani, un ex suo compagno da dilettante ai tempi della Palazzago che ora fa il d.s. di una squadra marchigiana. «E dire che il mio corridore preferito sarebbe Contador. Ma ora, ovvio, tifo per Fabio!». Aru, ma lei anzitutto si aspettava dopo nove tappe di essere così vicino alla rosa? «No, perché prima del Giro ho avuto quel virus che mi ha fatto saltare il Trentino, dove contavo di fare bene. Sapevo quanto e come avevo lavorato, ma mi mancava il confronto. Diciamo che era come se fossi caduto. Ma mi sono rialzato».

Abetone POLANC CONTADOR

6 km 183 Castiglione della Pescaia GREIPEL CONTADOR

Grosseto

Fiuggi

7 km 267 Fiuggi ULISSI CONTADOR

8 km 186 Campitello Matese INTXAUSTI CONTADOR

Benevento

OGGI Civitanova Marche

9 km 215 10 km 200 San Giorgio del Sannio

Forlì

TIRALONGO CONTADOR

Patto per me Aru, avanti tutta «La mia forza? Un team di amici» 1Il sardo dell’Astana riapre la caccia a Contador

«Lui ha tanta esperienza, io una grande squadra». Oggi dopo il riposo si riparte: a Forlì attesa la volata


MARTEDÌ 19 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT Forlì

Imola

11 km 153

12 km 190 Imola

Vicenza (Monte Berico)

Montecchio Maggiore

13 km 147 Jesolo

Treviso

Marostica

Pinzolo

14 km 59,4 15 km 165 16 km 174 Valdobbiadene Madonna di Campiglio

Aprica

Tirano

Melide

17 km 134

18 km 170 Lugano (Svizzera)

Gravellona Toce

19 km 236 Verbania

Saint-Vincent

20 km 199 Cervinia

25

Torino

21 km 178 Sestriere

Milano

IL VINCITORE DEL TOUR

«A CHI PARLA TROPPO SI ACCORCIANO LE GAMBE. PREFERISCO PARLAR POCO E FARE VEDERE QUALCOSA»

Nibali: «Fabio attacca, Alberto non è super»

ta non fa fatica». Sente il tifo dell’Italia che la spinge? «Tantissimo. L’altro giorno non so quante scritte sull’asfalto c’erano per me. L’unico modo che ho per cercare di ripagarli, è regalare emozioni». Porte e Uran come li vede? Pensa che l’australiano abbia corso al risparmio? Rigoberto è fuori? «Ognuno ha il suo modo di correre, io penso al mio. Uran non è per niente fuori causa». Sabato c’è una crono cruciale, quanto si aspetta di perdere? Si è dato un obiettivo? «L’ho vista a febbraio per la prima volta. No. Ho lavorato molto sulla crono in inverno ma non ci ho pensato (il d.s. Beppe Martinelli dice che potrebbe stupire, ndr)». Delle altre tappe quale la colpisce? “Quella con il Mortirolo”.

Fabio Aru, 24 anni. Professionista dal 2012, vanta sei vittorie, tra le quali la 15a tappa del Giro d’Italia 2014, al termine del quale si è piazzato terzo ANSA

Ha cercato più volte di staccare Contador, però non ci è riuscito. È stato frustrante? «Ma no, conosco il suo valore. Ho cercato di onorare ogni tappa, di rosicchiare secondi. E anche a San Giorgio del Sannio ho fatto la mia corsa fino al traguardo. Era giusto provarci e non penso di avere fatto uno sgarbo a Contador cercando di guadagnare secondi». La emoziona sfidare un suo idolo? Pensa di poterlo battere nell’uno contro uno in salita? «Sì, è chiaro che è un’emozione. Era già capitato all’ultima Vuelta. Beh, i grandi Giri che ha vinto e come li ha vinti parlano per Alberto. Ha tanta esperienza. L’ho visto bene, ha sempre risposto agli attacchi e non credo che sia isolato, ha un team forte. Siamo una squadra, ma forse più un gruppo di amici. Anzi, direi che l’amicizia che ci lega è la nostra forza. Sono contento del fatto che Paolo Tiralongo sia riuscito a vincere una tappa, ha lasciato la famiglia per allenarsi al Sestriere. Mi è dispiaciuto che Landa l’abbia mancata di poco. Si toglierà altre soddisfazioni, è forte e si fa il mazzo per me». Ma non avete speso troppo? «Abbiamo speso, ma anche tirato il fiato, a seconda dei momenti. Non è che chi sta a ruo-

L’anno scorso vinse a Montecampione, sembra che le piacciano tappe e salite legate a Pantani. E Martinelli dice che glielo ricorda per la testardaggine… «Beh, il Mortirolo è storia del ciclismo e io l’ho fatto tante volte in allenamento ma mai in gara. Chiaro che quando ti alleni ragioni, a volte sogni… Quanto alla testardaggine, sono sardo. Mi ha aiutato, ma non mi sento arrivato». Quali sono le insidie, magari nascoste, che teme? «Penso che ci siano a ogni tappa. Avete presente quello che è successo a Daniele Colli (messo k.o. da uno spettatore incauto a Castiglione della Pescaia, ndr), un amico al quale auguro di rimettersi in fretta. Stiamo sempre in campana». Come sta vivendo al di fuori delle tappe? Riesce a fare qualche cosa di particolare? «Nooo, non c’è tempo di fare niente. Parliamo e facciamo gruppo con i compagni a cena o nei momenti in cui stiamo assieme (per i massaggi, come al solito è seguito da Umberto Inselvini, ndr). Sono in camera con Zeits, lui si arrangia benino l’italiano, ma in realtà non parliamo tantissimo. Preferiamo entrambi il riposo». Aru, ci dica la verità: firmerebbe adesso per migliorare il risultato del 2014, cioè passare dal terzo al secondo posto finale? Noi crediamo che sia qui per il massimo. O no? «Sono qua, ripeto, consapevole di avere dato il massimo… E quindi… È logico che dentro un corridore c’è sempre l’ambizione di… (sorriso)… di… Niente, dai». Niente per modo di dire. È una risposta in cui c’è tutto Fabio Aru. © RIPRODUZIONE RISERVATA

DIALIZZATI: UCCHEDDU DA RECORD È sardo come Aru, e come Aru con la bici fa miracoli. Walter Uccheddu, 44 anni, di Gonnosfanadiga, a 10 km da Villacidro (il paese del campione Astana), è un atleta dializzato. Vive per la bicicletta, è stato anche azzurro di ciclocross, proprio come Fabio. Domenica a Montichiari si è superato facendo registrare la miglior prestazione sull’ora in pista: 41,907 chilometri. L’Italia applaude.

LA GUIDA Oggi la 10a tappa Da Civitanova Marche a Forlì Dopo la prima delle due giornate di riposo e il trasferimento dalla Campania alle Marche, oggi il 98° Giro d’Italia riparte con la decima tappa, da Civitanova Marche a Forlì, di 200 km, dedicata ai velocisti. Partenza alle ore 12.35. CLASSIFICA 1. Alberto CONTADOR (Spa, Tinkoff-Saxo) in 38h31’35”; 2 Aru (Astana) a 3”; 3. Porte (Aus, Sky) a 22”; 4. Landa (Spa) a 46”; 5. Cataldo a 1’16”; 6. Kreuziger (R. Cec) a 1’46”; 7. Visconti a 2’02”; 8. Uran (Col) a 2’10”; 9. Caruso a 2’20”; 10. Amador (Col) a 2’24”; 13. Formolo a 3’01”; 21. Hesjedal (Can) a 6’16”. IN TV: diretta RaiSport 1 dalle 14, Rai 3 dalle 15.10.

Vincenzo Nibali e Fabio Aru insieme al Giro d’Italia 2013 BETTINI INVIATO A CIVITANOVA MARCHE

D

a ieri sera è in «convento». E’ così che Vincenzo Nibali chiama scherzosamente l’albergo di Tenerife dove fino al 2 giugno si allenerà — in altura, nella zona del vulcano Teide — per preparare il Tour. Ma lo sguardo sul Giro è vigile. «Sì, qualche tappa l’ho vista, anche se non l’ultima, quella di San Giorgio del Sannio. Sono contento per come sta andando l’Astana. E Fabio si sta comportando bene. Sa bene cosa fare. Preferisco non disturbarlo». RIFLESSIONI «Non ci siamo parlati, non ci parliamo direttamente da un po’ — continua il siciliano, 1° a Vuelta (2010), Giro (2013) e Tour (2014) —. Sia io sia lui, quando siamo concentrati sui nostri obiettivi, preferiamo così (ieri il sardo ha detto che da Nibali ha imparato soprattutto come correre davanti e come risparmiare energie, n.d.r.). Gli ho mandato i saluti tramite il medico Andreazzoli, a cui ho mandato l’elettrocardiogramma. Ho visto che sta provando a guadagnare secondi in vista della cronometro, è la scelta giusta. Per le grandi azioni di forza, ci saranno le montagne dell’ul-

tima settimana che è quella più importante. La tappa dell’Aprica in particolare mi sembra interessante… Fabio al Giro ha squadra super e direzione super. Mi riferisco a Martinelli e a “Sheferone” (Alex Shefer, ndr). Non voglio infierire!!», sorride. Quanto ai rivali, «Porte mi sembra il più regolare. Contador? Mmhh, non so. E’ forte ma forse non super. Almeno nel giorno in cui ha preso la maglia, all’Abetone: lui di solito sul primo arrivo in salita vuole imporre la legge del più forte e di solito scatta a ripetizione. Però attenzione, non bisogna sottovalutarlo, anzi...». La chiusura è una riflessione non banale sulla durezza delle nove tappe percorse del Giro 2015: «Se questa prima parte fosse stata un po’ più semplice, avrei fatto il doppio pensiero, cioè partecipare anche al Giro prima del Tour. Ma a giudicare dai commenti dei corridori, è stata davvero dura. E allora meglio così…». ci. sco. © RIPRODUZIONE RISERVATA

TRE APPUNTAMENTI OGNI GIORNO: 13.15, 19.30 E 23.15


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98° Giro d’Italia R Le pagelle

MARTEDÌ 19 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

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«LA SECONDA È LA MIGLIOR SETTIMANA PER ME. SOGNO DI VINCERE A JESOLO» ELIA VIVIANI 26 ANNI, TEAM SKY

● Le maglie rosa dell’Orica GreenEdge nelle ultime due edizioni: 7 nelle prime 7 tappe 2014, 4 nelle prime 4 del 2015

BRAVI&CATTIVI di PAOLO MARABINI ALBERTO CONTADOR TINKOFF - SAXO 32 ANNI

9

FABIO ARU

RICHIE PORTE

DAVIDE FORMOLO

ASTANA 24 ANNI

SKY 30 ANNI

CANNONDALE - GARMIN 22 ANNI

8,5

8

Il più attivo: lui e la sua Astana tutta. Forse anche troppo. Dopo i guai fisici pre-Giro, non lo si pensava già così pronto, in salita e non solo. Rispetto a un anno fa, sembra avere più personalità, da leader riconosciuto BETTINI

Voto allo spettacolo: 6. Voto alla a tattica: 10. Non ha mai preso l’iniziativa, tenendo al riparo sé e la squadra, fuori dalla lotta Astana-Tinkoff, bruciando meno energie nervose rispetto ad Aru e Contador. Occhio! ANSA

8

Il Leader Che fosse in rosa lo si poteva prevedere. Che lo fosse dopo la caduta meno. E se i rivali non sono riusciti a metterlo in difficoltà nel week-end... Attento, in condizione, stoico. L’enigma è la squadra, assente nei finali di tappa. Ma se fosse una strategia per risparmiare energie? AFP ● GIRI VINTI 1 (2008) ● MAGLIE ROSA 12

Dicono che un giorno sarà il re del Giro. Intanto, cosa vuoi chiedere di più a un 22enne che al debutto rosa va in fuga alla 4a tappa e la vince, da solo, con un numero da campione? E, dopo 9 giorni, è 13° in classifica e 2° dei giovani? AFP

MICHAEL MATTHEWS

DIEGO ULISSI

ELIA VIVIANI

RIGOBERTO URAN

PHILIPPE GILBERT

LUCA PAOLINI

ORICA - GREENEDGE 24 ANNI

LAMPRE - MERIDA 25 ANNI

TEAM SKY 26 ANNI

ETIXX - QUICK STEP 28 ANNI

BMC 32 ANNI

KATUSHA 38 ANNI

7,5

Il suo lo ha già fatto: rivelazione nel 2014 con una tappa e 6 maglie rosa, ha aggiunto un’altra vittoria e due giorni da leader. Idem la sua Orica: cronosquadre da leader e in testa al Giro anche con Gerrans e Clarke fino all’Abetone. Meglio di così...

7,5

La volata di Fiuggi ci ha restituito il talento che conoscevamo, dopo 9 mesi di purgatorio per il caso clenbuterolo. Un colpo da manuale, al cospetto di rivali di nome, che premia anche la sua Lampre, a segno 2 giorni prima con Polanc. BETTINI

7,5

Voleva almeno una volata e alla prima occasione ha freddato tutti. Aggiungete 7 giorni su 8 da leader della classifica a punti e già il suo Giro potrebbe chiudersi qui, in attivo. In mezzo poi c’è anche il lavoro per il capitano Porte in chiave maglia rosa AFP

5,5

Ha l’attenuante dei problemi di bronchite con i quali si è presentato al via. Campitello Matese a parte, in salita ha patito gli attacchi dei rivali. E il fardello di 2’10” dopo 9 tappe non è poca cosa. Ma guai a darlo per vinto. La crono è dalla sua ANSA

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5

Ha avuto a disposizione almeno un paio di arrivi per andare a bersaglio, ma li ha falliti entrambi. E non può certo bastare il terzo posto di Sestri nel giorno di Matthews per meritare la sufficienza. Ha davanti altre occasioni per rifarsi ANSA

5

Dall’unico italiano capace di vincere una classica di primavera (Gand-Wevelgem), in un avvio con tappe formato classica ci si aspettava di più. Né lui né la Katusha hanno dato segnali. È arrivato sfinito? Ci sta. Non conveniva fermarsi e tirare il fiato? BETTINI


98° Giro d’Italia R La lotta per il primato

MARTEDÌ 19 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

«LE MIE CRITICHE AIUTANO A VINCERE: LO SCOPO È MIGLIORARE LE PERSONE» OLEG TINKOV 47 ANNI, PATRON DELLA TINKOFF-SAXO

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● Le vittorie da pro’ di Richie Porte, di cui nove quest’anno. Nel 2010 ha indossato per tre giorni la maglia rosa

L’altra faccia dell’alta classifica 1Non solo scatti e abbuoni: la maglia rosa e il rivale di Sky si preparano anche così fLO SPAGNOLO

fL’AUSTRALIANO

LEADER DELLA CORSA

TERZO A 22 SECONDI

bato a Campitello. Non avevo battuto solo la spalla, ma anche il ginocchio. Dopo l’incidente ho corso in modo più conservativo che da attaccante, ma in questi casi meglio essere prudenti che troppo coraggiosi. Però, sia chiaro, mai pensato di andare a casa».

CONTADOR RELAX «E ALLA SERA MI SVAGO CON LE SERIE TV» Claudio Ghilsaberti INVIATO A MONTEGRANARO

H

a posticipato il pranzo alle 15 per concedersi prima ai giornalisti. Chi ha accennato una polemica sul fatto che non abbia partecipato alla conferenza stampa del dopotappa di San Giorgio del Sannio (con un trasferimento in auto di quasi cinque ore verso Montegranaro) è servito. Contador, ha appena terminato l’allenamento con la bici da crono. Com’è andato? «Bene, ma mi sono bastati due minuti per capire che per la crono di sabato devo cambiare la posizione. Quella abituale è con i gomiti abbastanza chiusi, ma in questo caso dovrò usarne una che dia priorità alla protezione rispetto all’aerodinamica».

«FABIO MI SEMBRA IL CONTADOR DEL TOUR 2007: FORTE IN SALITA, ATTACCANTE, CORAGGIOSO» ALBERTO CONTADOR, 32 ANNI TINKOFF-SAXO (BETTINI)

Un discorso legato solo al problema alla spalla o anche al fatto che la seconda parte è in salita? «Esclusivamente un discorso di protezione. La salita finale è dolce. Quella di Treviso sarà la prossima tappa cruciale, fino ad allora bisognerà cercare di conservare energie». La sua condizione attuale? «Mi lascia contento perché dopo l’incidente ogni giorno miglioro. Domenica, per esempio, sono andato meglio che sa-

Domenica Aru le ha chiesto collaborazione, che lei gli ha dato anche se poteva rifiutarsi. Poi lui è scattato e le ha dato un secondo. Se l’è presa? Un accenno di sorriso, una piccola smorfia come per dire sì senza parlare. «Intuivo che poteva succedere. Nell’ultimo chilometro Aru, Landa e Porte sono rimasti sempre a ruota senza darmi cambi. Ma non penso che il Giro si vinca o si perda per un secondo». Chi punta alla classifica di solito non guarda gli abbuoni, invece lei e Aru lottate ogni giorno. «Una cosa è giocarsi qualcosa o rischiare qualcosa per prenderli. Se viene, come l’altro giorno, è perfetto, ma non devi buttare troppe energie per due secondi». Lei già alla Vuelta 2014 disse che Aru le piaceva perché si rivede in lui. Conferma? «Sì, Fabio mi sembra il Contador al Tour de France 2007: forte in salita, attaccante, coraggioso…». Si sta prospettando un Giro forse più duro del previsto. Un problema per la doppietta con il Tour? «Per adesso penso solo al Giro. Alla fine farò un periodo di massimo riposo e mi concentrerò sul Tour, ma per fare la doppietta devo prima vincere la maglia rosa e non è facile». Come passa il tempo in camera? «Riposando. Ho alcune serie tv da guardare di notte per addormentarmi, ma in questi giorni fra tappe di oltre duecento chilometri e trasferimenti non ho avuto tempo quasi neanche di guardare il cellulare». © RIPRODUZIONE RISERVATA

se vogliono fare la corsa dura. Pensavo sarebbe stata la Tinkoff a farla». Quando attaccherà? «Nella cronometro. Non ho ancora attaccato ma penso che Aru e Landa stiano facendo tutti quegli attacchi per noi. Prima o poi pagheranno». È sicuro di fare un’ottima crono? «Sono campione australiano e aver battuto Rohan Dennis, ex-campione del mondo dell’ora, dà fiducia».

PORTE APERTE «VENITE A VEDERE IL MIO MOTORHOME È UN SANTUARIO» Claudio Gregori INVIATO A CIVITANOVA MARCHE

È

atterrato con l’elicottero come faceva Cipollini, mentre i rivali hanno viaggiato per quattro ore. Dorme nel camper dove chi entra deve pulirsi le mani con un gel disinfettante sotto gli occhi implacabili di Sir Dave Brailsford, il generalmanager. Richie Porte vive già nel futuro. Soddisfatto dopo nove tappe? «Mi sento rilassato, pronto per essere protagonista nella seconda settimana. Ho una posizione fantastica in classifica, così vicino a Fabio e Alberto». Che cosa ha fatto nel giorno di riposo? «Una piccola bella pedalata. Ho usato anche la bici da cronometro con un nuovo manubrio di Pi-

«GLI ALTRI ATTACCANO? PRIMA O POI PAGHERANNO. IO NON MI STACCO E ASPETTO LA CRONO» RICHIE PORTE, 30 ANNI TEAM SKY (BETTINI)

narello che ho provato per la tappa di sabato». Mostra grande facilità di pedalata. «Sono come l’anatra nell’acqua: sopra la superficie sembra tranquilla, ma sotto, invece, fa una fatica bestiale. Però non sono mai andato in rosso». Come giudica la tattica dell’Astana? «Sta prendendo in mano la gestione della corsa. A me sta bene

Riuscirà l’Astana a sfiancare i rivali per la crono? «Questa strategia è una spada a doppio taglio. Logora e ti logora. Anche loro si stancheranno». Teme le montagne? «Non mi hanno mai staccato. Perché dovrebbero farlo ora? Conosco il Mortirolo e il Colle delle Finestre. Non mi fanno paura». Il grande sogno? «La maglia rosa con la scritta Sky». Perché ha scelto l’isolamento del camper? Irrompe il manager Dave Brailsford: «Non è una decisione di Richie, ma del team». E aggiunge: «Due giorni fa nell’hotel c’era una festa di compleanno e per la musica i corridori non riuscivano a dormire: abbiamo dovuto cambiare le camere a tutti a mezzanotte. Richie non corre questi rischi». Porte aggiunge: «È come un santuario. È una gran cosa stare sempre nello stesso letto e alzarsi nello stesso ambiente». Il camper è anti-microbo. «Se hai l’influenza, tocchi la porta e poi Richie entra, prenderà l’influenza. Noi siamo attenti alle cose minime», dichiara Brailsford, il Caronte che controlla che tu usi il gel disinfettante prima di entrare. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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98° Giro d’Italia R La guida

MARTEDÌ 19 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

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«SPERO CHE QUESTO GIRO SEGNI LA SVOLTA DELLA MIA CARRIERA» MIKEL LANDA 25 ANNI, ASTANA PRO TEAM

LA CLASSIFICA Visconti e Caruso, due siciliani nei 10

Damiano Caruso, 27 anni, è di Ragusa: 9° a 2’20” BETTINI

IN GIRO CON ...ELIA di ELIA VIVIANI

POS.CORRIDORE TEMPO 1 CONTADOR (SPA) 1492,6 km in 38h31’35’’, media 38,742 km/h 2 ARU (ITA) a 3" 3 PORTE (AUS) a 22" 4 LANDA (SPA) a 46" 5 CATALDO (ITA) a 1'16" 6 KREUZIGER (R.CEC) a 1'46" 7 VISCONTI (ITA) a 2'02" 8 URAN (COL) a 2'10" 9 CARUSO (ITA) a 2'20" 10 AMADOR (CRC) a 2'24" 11 KONIG (R.CEC) a 2'30" 12 ATAPUMA (COL) a 2'55" 13 FORMOLO (ITA) a 3'01" 14 CUNEGO (ITA) a 3'10" 15 TROFIMOV (RUS) a 3'18" 16 VAN DAN BROECK (BEL) a 3'33" 17 MONFORT (BEL) a 4'00" 18 MOINARD (FRA) a 4'09" 19 GENIEZ (FRA) a 4'41" 20 IZAGUIRRE (SPA) a 5'47" 21 HESJEDAL (CAN) a 6'16" 22 NIEVE (SPA) a 7'25" 23 KRUIJSWIJK (OLA) a 10'39" 24 NIEMIEC (POL) a 11'10" 25 TIRALONGO (ITA) a 11'46"

26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52

ROSA (ITA) KANGERT (EST) REICHENBACH (SVI) PIRAZZI (ITA) MONSALVE (VEN) POLANC (SLO) BETANCUR (COL) CLEMENT (OLA) CHAVES (COL) CARDOSO (POR) BONGIORNO (ITA) ROGERS (AUS) INTXAUSTI (SPA) ELISSONDE (FRA) SANCHEZ (SPA) KOCHETKOV (RUS) FINETTO (ITA) LAGUTIN (RUS) ULISSI (ITA) SZMYD (POL) CLARKE (AUS) SIUTSOU (BIE) FELLINE (ITA) ANTON (SPA) HERRADA (SPA) ZAKARIN (RUS) GAVAZZI (ITA)

CIVITANOVA MARCHE 4m

«CAPPUCCINO E SALMONE. PENSANDO A GREIPEL»

«I

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Elia Viviani, 26 anni

53 54 55 56 57 58 59 60 61 62 63 64 65 66 67 68 69 70 71 72 73 74 75 76 77 78 79

KEIZER (OLA) MOUREY (FRA) STORTONI (ITA) GILBERT (BEL) MONTAGUTI (ITA) PELLIZOTTI (ITA) DUPONT (FRA) HENAO (COL) DILLIER (SVI) GRMAY (ETI) CHAVANEL (FRA) SLAGTER (OLA) DE LA CRUZ (SPA) BASSO (ITA) SAMOILAU (BIE) ZEITS (KAZ) CHEVRIER (FRA) ARMEE (BEL) DANIELSON (USA) HANSEN (AUS) GERRANS (AUS) MATTHEWS (AUS) VILLELLA (ITA) DOMONT (FRA) BOUET (FRA) ZILIOLI (ITA) VANDEWALLE (BEL)

a 43'15" a 44'06" a 44'35" a 45'07" a 46'04" a 47'02" a 47'37" a 47'40" a 48'45" a 48'54" a 48'56" a 49'11" a 50'19" a 50'25" a 51'22" a 51'29" a 56'29" a 56'52" a 57'29" a 58'33" a 58'34" a 1h00'17" a 1h00'43" a 1h01'23" a 1h02'36" a 1h02'56" a 1h03'39"

LA TAPPA DI OGGI R

eri finalmente è arrivato il primo, atteso giorno di riposo al Giro, utile per ricaricare le pile dopo nove tappe molto impegnative. La sveglia libera ci ha permesso di dormire un po’ più del solito e di fare una colazione normale con cappuccino e brioches. Dopo i controlli antidoping della mattinata, la giornata è proseguita con una sgambata in bici intorno a mezzogiorno, utile per sistemare le gambe, e poi siamo rientrati per il pranzo. Il menu prevedeva un piatto freddo e un po’ di salmone, giusto per rimanere leggeri. Purtroppo la lontananza da casa non mi ha permesso di incontrare la mia famiglia e la mia fidanzata, a cui ho dato appuntamento lunedì prossimo, quando ci sarà la seconda giornata di riposo. Quello di Forlì è un percorso ideale per ricominciare. L’obiettivo è quello di tornare a vincere. Greipel resta l’avversario da battere».

a 13'37" a 13'38" a 15'44" a 18'00" a 18'32" a 20'15" a 20'47" a 21'17" a 21'22" a 22'12" a 22'47" a 25'02" a 25'03" a 30'57" a 32'49" a 34'15" a 36'08" a 37'05" a 37'37" a 37'58" a 38'24" a 38'37" a 40'01" a 41'06" a 41'13" a 42'08" a 42'44"

91

BOLE (SLO) BISOLTI (ITA) BATTAGLIN (ITA) FERNANDEZ (SPA) ZARDINI (ITA) BROWN (USA) KÜNG (SVI) PUCCIO (ITA) PAOLINI (ITA) COLBRELLI (ITA) GRETSCH (GER) KIRYIENKA (BIE) MORI (ITA) GESCHKE (GER) BOARO (ITA) BARBIN (ITA) ROUX (FRA) FAVILLI (ITA) LUDVIGSSON (SVE) PATERSKI (POL) BOOKWALTER (USA) ACEVEDO (COL) HAGA (USA) NOCENTINI (ITA) WEENING (OLA) RUTKIEWICZ (POL) BURGHARDT (GER)

a 1h04'32" a 1h04'34" a 1h05'18" a 1h05'25" a 1h07'44" a 1h08'47" a 1h09'01" a 1h09'25" a 1h09'48" a 1h11'13" a 1h11'17" a 1h11'21" a 1h11'23" a 1h13'17" a 1h15'04" a 1h15'15" a 1h15'42" a 1h15'53" a 1h16'47" a 1h19'33" a 1h20'05" a 1h20'16" a 1h21'01" a 1h24'17" a 1h24'32" a 1h25'40" a 1h26'56"

107 108 109 110 111 112 113 114 115 116 117 118 119 120 121 122 123 124 125 126 127 128 129 130 131 132 133

L’INIZIATIVA

GPM 4 Monte di Bartolo 169 m

S

Santarcangelo di Romagna 38 m

Fano 14 m

km 10 0

80 81 82 83 84 85 86 87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 100 101 102 103 104 105 106

107

159

Con Autostrade tour in cucina tra cibo e vino

FORLI’ 31 m S

● La decima tappa del Giro 2015 si conclude a Forlì. Per l’occasione, Autostrade per l’Italia ha organizzato «Area di Servizio Bevano ovest experience: Forlimpopoli. La città del gusto», un viaggio dedicato agli appassionati della gastronomia e del mangiar bene, nella città natale di una delle glorie della cucina e del gusto d’Italia, quel Pellegrino Artusi autore di «La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene», un capolavoro che ha segnato la storia della tavola. E così la sua città, Forlimpopoli, lo ha celebrato con un eccezionale centro dedicato alla cultura gastronomica dove si assaggia, si degusta, s’imparano i segreti delle ricette e si approfondiscono le storie di vino e cibo.

Cesena 33 m

178

200

Un solo Gpm: opportunità per i velocisti TV: RaiSport 1 dalle 14, Rai 3 dalle 15.10 Oggi in programma la 10a tappa , Civitanova Marche-Forlì di 200 km con moltissima pianura e un solo gpm, il Monte di Bartolo (4a categoria, 4,8 km al 3,5% con punte al 9%)). Via alle 12.35, arrivo tra le 17 e le 17.30. Tappa quasi completamente pianeggiante che percorre la strada statale costiera Adriatica con una breve deviazione per scalare il Monte di Bartolo salendo da Pesaro. Negli ultimi tratti della tappa previsti alcuni ostacoli urbani come rotatoie e spartitraffico; a circa 2 km dall’arrivo tratto di 1500 metri in pavé con una curva a 1100 metri e un restringimento di carreggiata a 800 metri dall’arrivo. ABBUONI Due traguardi volanti ad abbuoni (3’’, 2’’ e 1’’): Santarcangelo di Romagna e Cesena. All’arrivo, abbuoni di 10’’ per il primo, 6’’ per il secondo e 4’’ per il terzo. PREVISIONI METEO Sole e 26 gradi, sia alla partenza che all’arrivo. DIRETTA TV Dalle 14 su RaiSport 1 Anteprima Giro; dalle 15.10 su Rai3 la tappa; dalle 17.15 il Processo. Diretta Eurosport dalle 14.30; dalle 17.30, Giro Extra

IL GIRO AI RAGGI X MAGLIA ROSA

ROSSA

AZZURRA

BIANCA

9/5

1a SAN LORENZO AL MARE-SANREMO (cronosquadre) 17,6 ORICA

GERRANS

-

-

MATTHEWS

10/5

2 ALBENGA-GENOVA

MATTHEWS

VIVIANI

LINDEMAN

MATTHEWS

11/5

3 RAPALLO-SESTRI LEVANTE

136 MATTHEWS

MATTHEWS

VIVIANI

KOCHETKOV

MATTHEWS

12/5

4a CHIAVARI-LA SPEZIA

150 FORMOLO

CLARKE

VIVIANI

KOCHETKOV

CHAVES

13/5

5a LA SPEZIA-ABETONE

152 POLANC

CONTADOR

VIVIANI

POLANC

ARU

14/5

6a MONTECATINI T.-CASTIGLIONE DELLA PESCAIA 183 GREIPEL

CONTADOR

GREIPEL

POLANC

ARU

15/5

7a GROSSETO-FIUGGI

267 ULISSI

CONTADOR

VIVIANI

POLANC

ARU

DATA TAPPA

KM ARRIVO 177 VIVIANI

a

a

16/5

8a FIUGGI-CAMPITELLO MATESE

186 INTXAUSTI

CONTADOR

VIVIANI

INTXAUSTI

ARU

17/5

9a BENEVENTO-SAN GIORGIO DEL SANNIO

224 TIRALONGO

CONTADOR

VIVIANI

GESCHKE

ARU

Ieri

RIPOSO a CIVITANOVA MARCHE

DATA TAPPA

KM DIFFICOLTÀ e GIUDIZIO GAZZETTA

Oggi

10a CIVITANOVA MARCHE-FORLÌ

200

20/5

11a FORLÌ-IMOLA (Autodromo Ferrari)

153

21/5

12a IMOLA-VICENZA (Monte Berico)

190

22/5

13a MONTECCHIO MAGGIORE-JESOLO

147

23/5

14a TREVISO-VALDOBBIADENE (crono individuale)

24/5

15a MAROSTICA-MADONNA DI CAMPIGLIO

25/5

RIPOSO a MADONNA DI CAMPIGLIO

26/5

16a PINZOLO-APRICA

174

27/5

17a TIRANO-LUGANO

134

28/5

18a MELIDE-VERBANIA

170

29/5

19a GRAVELLONA TOCE-CERVINIA

236

30/5

20a SAINT-VINCENT-SESTRIERE

199

31/5

21a TORINO-MILANO

178

59,4 165

* *** *** * ***** ****

Si inizia la risalita dopo il primo riposo, spazio agli uomini da volata

***** * ** ***** ***** *

Tonale, Aprica, Mortirolo, Aprica: bastano i nomi. Saranno emozioni forti

Tappa non facile: nel finale 3 volte il circuito Tre Monti e arrivo nell’autodromo Ultimi 60 km da fuoco e fiamme, i 1200 metri finali con punte all’11% Un biliardo: la quiete prima della tempesta, finale velocissimo, e le rotatorie... L’unica crono: 30 km piatti, poi 29,4 su e giù tra i vigneti. Molti qui perdono il Giro Ecco le Dolomiti: il Daone - salita e discesa - è da temere più di Campiglio

Giornata di recupero, via libera ai velocisti usciti sani e salvi dalle Dolomiti Il Monte Ologno (10 km al 9%; Gpm a 36 km dall’arrivo) è un trampolino Quasi 4800 metri di dislivello, per lo più negli ultimi 90 km con 3 salite da 20 km Si decide il Giro, il Colle delle Finestre con gli ultimi 9 km di sterrato fa paura Passerella finale a Milano dopo 2 anni: si passa dall’Expo, poi circuito in corso Sempione

APPOLLONIO (ITA) PETACCHI (ITA) TOSATTO (ITA) SABATINI (ITA) HOULE (CAN) DURBRIDGE (AUS) VAKOC (R.CEC) PINEAU (FRA) BEWLEY (N.ZEL) BELLETTI (ITA) MALACARNE (ITA) HAUSSLER (AUS) LOBATO (SPA) BERARD (FRA) COURTEILLE (FRA) FRAPPORTI (ITA) BAK (DAN) REZA (FRA) BUSATO (ITA) LINDEMAN (OLA) PAULINHO (POR) VAN DER LIJKE (OLA) CHIRICO (ITA) QUINTANA (COL) OWSIAN (POL) FAIRLY (USA) VIVIANI (ITA)

● Le vittorie italiane dopo 9 tappe: meglio, l’ultima volta, nel 2008 con 5 (2 Riccò, 1 Bosisio, 1 Priamo, 1 Bennati)

a 1h27'44" a 1h28'14" a 1h30'51" a 1h30'55" a 1h31'40" a 1h31'44" a 1h32'24" a 1h32'34" a 1h32'38" a 1h32'53" a 1h33'10" a 1h33'41" a 1h34'02" a 1h34'43" a 1h35'26" a 1h35'29" a 1h35'33" a 1h35'51" a 1h36'03" a 1h37'46" a 1h38'05" a 1h38'11" a 1h39'08" a 1h39'21" a 1h39'26" a 1h40'33" a 1h40'35"

134 135 136 137 138 139 140 141 142 143 144 145 146 147 148 149 150 151 152 153 154 155 156 157 158 159 160

MODOLO (ITA) GREIPEL (GER) BELKOV (RUS) BERLATO (ITA) RICHEZE (ARG) FISCHER (BRA) BOONEN (BEL) ROVNY (RUS) TJALLINGII (OLA) FERRARI (ITA) ALAFACI (ITA) BEPPU (GIAP) MARYCZ (POL) DE NEGRI (ITA) MARANGONI (ITA) LANCASTER (AUS) XU (CINA) NIZZOLO (ITA) JUUL JENSEN (DAN) MEZGEC (SLO) HOFLAND (OLA) HENDERSON (N.ZEL) PORSEV (RUS) MATYSIAK (POL) CHERNETSKI (RUS) SILVESTRE (POR) ZABEL (GER)

a 1h40'54" a 1h41'35" a 1h41'40" a 1h42'38" a 1h42'41" a 1h43'19" a 1h43'49" a 1h43'54" a 1h44'23" a 1h44'43" a 1h45'05" a 1h46'48" a 1h47'07" a 1h48'44" a 1h48'57" a 1h50'13" a 1h50'22" a 1h50'32" a 1h50'50" a 1h52'19" a 1h53'13" a 1h53'19" a 1h54'52" a 1h56'25" a 1h57'01" a 1h57'39"

161 162 163 164 165 166 167 168 169 170 171 172 173 174 175 176 177 178 179 180 181 182 183 184 185 186 187 188

KEISSE (BEL) PINEAU (FRA) TVETCOV (ROM) MIHAYLOV (BUL) ARNDT (GER) FLENS (OLA) VERVAEKE (BEL) WATSON (AUS) VAN POPPEL (OLA) EISEL (AUT) RUFFONI (ITA) GATTO (ITA) BANDIERA (ITA) VEIKKANEN (FIN) BROECKX (BEL) STAMSNIJDER (OLA) STACCHIOTTI (ITA) MALAGUTI (ITA) GROSU (ROM) DE BACKER (BEL) BOEM (ITA) ZHUPA (ALB) HEPBURN (AUS) JI (CINA) KLUGE (GER) SARAMOTINS (LET) COLEDAN (ITA) PELUCCHI (ITA)

a 1h58'31" a 1h58'52" a 1h59'03" a 1h59'09" a 2h02'19" a 2h02'56" a 2h03'07" a 2h05'11" a 2h05'24" a 2h07'41" a 2h07'58" a 2h08'47" a 2h09'25" a 2h10'38" a 2h11'13" a 2h11'17" a 2h11'33" a 2h15'50" a 2h16'16" a 2h16'51" a 2h17'08" a 2h20'10" a 2h21'47" a 2h25'00" a 2h28'11" a 2h34'59" a 2h38'24"

22 SQUADRE, RESTANO IN 188 AG2R LA MONDIALE D.S. Biondi 1 POZZOVIVO 2 BERARD 3 BETANCUR 4 DOMONT 5 DUPONT 6 GRETSCH 7 HOULE 8 MONTAGUTI 9 NOCENTINI

ITA FRA COL FRA FRA GER CAN ITA ITA

ANDRONI-SIDERMEC D.S. Savio 11 PELLIZOTTI 12 APPOLLONIO 13 BANDIERA 14 DALL'ANTONIA 15 FRAPPORTI 16 GATTO 17 STORTONI 18 TVETCOV 19 ZILIOLI

ITA ITA ITA ITA ITA ITA ITA ROM ITA

ASTANA PRO TEAM D.S. Shefer 21 ARU 22 CATALDO 23 KANGERT 24 LANDA 25 MALACARNE 26 ROSA 27 SANCHEZ 28 TIRALONGO 29 ZEITS

ITA ITA EST SPA ITA ITA SPA ITA KAZ

BARDIANI CSF D.S. Reverberi 31 BONGIORNO 32 BARBIN 33 BATTAGLIN 34 BOEM 35 CHIRICO 36 COLBRELLI 37 PIRAZZI 38 RUFFONI 39 ZARDINI

ITA ITA ITA ITA ITA ITA ITA ITA ITA

BMC RACING TEAM D.S. Baldato 41 GILBERT 42 ATAPUMA 43 BOOKWALTER 44 BURGHARDT 45 CARUSO 46 DILLIER 47 KÜNG 48 MOINARD 49 ZABEL

BEL COL USA GER ITA SVI SVI FRA GER

CCC SPRANDI POLKOWICE D.S. Wadecki 51 PATERSKI POL 52 BOLE SLO 53 MARYCZ POL 54 MATYSIAK POL 55 MIHAYLOV BUL 56 OWSIAN POL 57 RUTKIEWICZ POL 58 SAMOILAU BIE 59 SZMYD POL ETIXX - QUICK-STEP D.S. Bramati 61 URAN 62 BOONEN 63 BOUET 64 DE LA CRUZ 65 KEISSE 66 MEERSMAN 67 SABATINI 68 SERRY 69 VAKOC FDJ D.S. Guesdon 71 GENIEZ 72 COURTEILLE

COL BEL FRA SPA BEL BEL ITA BEL R.CEC

FRA FRA

73 74 75 76 77 78 79

ELISSONDE FISCHER MOUREY PINEAU RÉZA ROUX VEIKKANEN

FRA BRA FRA FRA FRA FRA FIN

IAM CYCLING D.S. Carlstrom 81 CHAVANEL 82 CHEVRIER 83 CLEMENT 84 HAUSSLER 85 KLUGE 86 PELUCCHI 87 PINEAU 88 REICHENBACH 89 SARAMOTINS

FRA FRA OLA AUS GER ITA FRA SVI LET

LAMPRE - MERIDA D.S. Maini 91 ULISSI 92 FERRARI 93 GRMAY 94 MODOLO 95 MORI 96 NIEMIEC 97 POLANC 98 RICHEZE 99 XU

ITA ITA ETI ITA ITA POL SLO ARG CINA

LOTTO SOUDAL D.S. Leysen 100 VAN DEN BROECK 101 ARMEE 102 BAK 103 BROECKX 104 GREIPEL 105 HANSEN 106 HENDERSON 107 MONFORT 109 VERVAEKE

BEL BEL DAN BEL GER AUS N.ZEL BEL BEL

MOVISTAR TEAM D.S. Garcia 111 INTXAUSTI 112 AMADOR 113 ANTON 114 FERNANDEZ 115 HERRADA 116 IZAGUIRRE 117 LOBATO 118 D. QUINTANA 119 VISCONTI

SPA C.RICA SPA SPA SPA SPA SPA COL ITA

NIPPO - VINI FANTINI D.S. Giuliani 121 CUNEGO 122 BERLATO 123 BISOLTI 124 COLLI 125 DE NEGRI 126 GROSU 127 ISHIBASHI 128 MALAGUTI 129 STACCHIOTTI

ITA ITA ITA ITA ITA ROM GIAP ITA ITA

ORICA GREENEDGE D.S. White 131 MATTHEWS 132 BEWLEY 133 CHAVES 134 CLARKE 135 DURBRIDGE 136 GERRANS 137 HEPBURN 138 LANCASTER 139 WEENING

AUS N.ZEL COL AUS AUS AUS AUS AUS OLA

SOUTHEAST D.S. Parsani 141 BELLETTI 142 BUSATO 143 CARRETERO 144 FAVILLI 145 FINETTO 146 GAVAZZI

ITA ITA PAN ITA ITA ITA

147 MONSALVE 148 PETACCHI 149 ZHUPA

VEN ITA ALB

TEAM CANNONDALE - GARMIN D.S. Wegelius 151 HESJEDAL CAN 152 ACEVEDO COL 153 BROWN USA 154 CARDOSO POR 155 DANIELSON USA 156 FORMOLO ITA 157 MARANGONI ITA 158 SLAGTER OLA 159 VILLELLA ITA TEAM GIANT - ALPECIN D.S. Engels 161 MEZGEC 162 ARNDT 163 DE BACKER 164 FAIRLY 165 GESCHKE 166 HAGA 167 JI 168 LUDVIGSSON 169 STAMSNIJDER TEAM KATUSHA D.S. Konyshev 171 PAOLINI 172 BELKOV 173 CHERNETSKI 174 KOCHETKOV 175 LAGUTIN 176 PORSEV 177 TROFIMOV 178 VOROBYEV 179 ZAKARIN

SLO GER BEL USA GER USA CINA SVE OLA

ITA RUS RUS RUS RUS RUS RUS RUS RUS

TEAM LOTTO NL - JUMBO D.S. Boven 181 KRUIJSWIJK OLA 182 BENNETT N.ZEL 183 FLENS OLA 184 HOFLAND OLA 185 KEIZER OLA 186 LINDEMAN OLA 187 TJALLINGII OLA 188 VAN DER LIJKE OLA 189 WAGNER GER TEAM SKY D.S. Cioni 191 PORTE 192 EISEL 193 HENAO 194 KIRYIENKA 195 KONIG 196 NIEVE 197 PUCCIO 198 SIUTSOU 199 VIVIANI

AUS AUT COL BIE R.CEC SPA ITA BIE ITA

TINKOFF SAXO D.S. De Jongh 201 CONTADOR 202 BASSO 203 BOARO 204 JUUL JENSEN 205 KREUZIGER 206 PAULINHO 207 ROGERS 208 ROVNY 209 TOSATTO

SPA ITA ITA DAN R.CEC POR AUS RUS ITA

TREK FACTORY RACING D.S. Baffi 211 NIZZOLO ITA 212 ALAFACI ITA 213 BEPPU GIAP 214 COLEDAN ITA 215 FELLINE ITA 216 SILVESTRE POR 217 VAN POPPEL OLA 218 VANDEWALLE BEL 219 WATSON AUS

A PUNTI

MONTAGNA

GIOVANI

TEAM A TEMPI

TEAM A PUNTI

ULTIMO KM

La maglia rossa «Algida» va al leader della classifica a punti, assegnati a seconda della categoria della tappa su ognuno dei traguardi volanti. Classifica: 1. Elia VIVIANI 78 punti; 2. Greipel (Ger) 75; 3. Bandiera 60; 4. Ulissi 50; 5. Nizzolo 47; 6. Frapporti 40, 7. Hofland (Ola) 40; 8. Tiralongo 37; Lobato (Spa) 37.

La maglia azzurra «Mediolanum» va al leader della classifica dei gran premi della montagna, con punteggi diversi a seconda della categoria delle salita; il massimo è previsto per la Cima Coppi, poi 9 gpm di 1a categoria, 8 di 2a, 13 di 3a e 8 di 4a. Classifica: 1. Simon GESCHKE (Ger) 50 punti; 2. Intxausti (Spa) 39; 3. Kruijswijk (Ola) 37.

La maglia bianca «Eurospin» va al leader della classifica (a tempi) dei giovani, nati cioè dopo il 1° gennaio 1990. Class.: 1. Fabio ARU; 2. Formolo a 2'58"; 3. Polanc (Slo) a 20'12"; 4. Chaves (Col) a 21'19"; 5. Bongiorno a 22'44"; 6. Elissonde (Fra) a 30'54"; 7. Felline a 39'58"; 8. Herrada (Spa) a 41'10"; 9. Henao (Col) a 47'37'.

La classifica per squadre a tempi prende in considerazione i primi tre corridori di ciascuna squadra. La somma dei loro tempi determina il tempo di squadra. Class.: 1. ASTANA 114h55'59"; 2. Sky a 5'58"; 3. Bmc a 6'12"; 4. Movistar a 7'11"; 5. CannondaleGarmin a 23'42"; 6. Tinkoff-Saxo a 24'52"; 7. Lotto Soudal a 41'.

La classifica a squadre a punti si basa sui punti presi dalle squadre in più classifiche coi piazzamenti dei ciclisti. Classifica: 1. ASTANA 247 punti; 2. Orica 194; 3. Movistar 162; 4. Lampre-Merida 140; 5. Bmc 133; 6. Southeast 118; 7. Sky 116; 8. Iam 112; 9. Lotto NL Jumbo 99; 10. Tinkoff-Saxo 90.

La classifica Energia «Engie» premia il corridore che, lungo l’intero Giro, avrà percorso più rapidamente gli ultimi 3 km di ogni tappa in linea. A ogni tappa si assegnano punti ai tre corridori più veloci. Class.: 1. Fabio Felline 5; 2. Aru 4; 3. Visconti 4; 4. Trofimov (Rus) 4; 5. Lagutin (Rus) 4; 6. Gerrans (Aus) 4; 7. Greipel (Ger) 4.


98° Giro d’Italia R L’inchiesta

MARTEDÌ 19 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

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«CONTADOR È FORTE, NON IL PADRONE. E L’ASTANA È MEGLIO COME SQUADRA» VALERIO PIVA 56 ANNI, D.S. BMC

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● Le salite del 98° Giro d’Italia: la Cima Coppi è ai 2178 metri del Colle delle Finestre, nella 20a e penultima tappa

POTENZA, CALORIE, DISTACCHI: I NUMERI DELLA PRIMA PARTE DELLA CORSA DISLIVELLO

POTENZA MEDIA DI ARU

Prime 9 tappe

Tappa

Sanremo Albenga

Genova

Rapallo

+15%

Sestri Levante

Chiavari

La Spezia

6.000 Kcal

=

6 Kg di pasta

DURATA

DISTACCO

7h22’ il tempo

2h38’24” il distacco dell’ultimo

della tappa più lunga (Fiuggi, 267 km): al Giro, dal 2011 (Gardeccia), mai così tanto tempo in bici

in classifica, Matteo Pelucchi (188°), dalla maglia rosa Contador

Abetone Montecatini Castiglione Grosseto Terme della Pescaia

Fiuggi

Campitello Benevento Matese

San Giorgio del Sannio

Cronosquadre

Partenza SAN LORENZO AL MARE

210 Watt

Km

6.000 calorie consumate durante la 8ª tappa 2014 (180 Watt) (4.300 m di dislivello) 2015

Totale Giro 44.000 m

20.300 m

CALORIE

Data 9/5

10/5

11/5

12/5

13/5

14/5

15/5

16/5

17/5

17,6

177

136

150

152

183

267

186

224

R GDS

«Mai 9 tappe così dure e belle» 1Già fatto quasi metà del dislivello totale. Bettini: «La vera pianura? Solo oggi» Fabio Aru, 24 anni, 2° in classifica a 3” da Contador

Ciro Scognamiglio INVIATO A CIVITANOVA MARCHE twitter@cirogazzetta

BETTINI

M

ichael Rogers, una pellaccia che quanto a chilometri pedalati in carriera viaggia sull’ordine di grandezza delle centinaia di migliaia, dice: «Da quando uso l’Srm (il computerino che sulla bici registra tutti i dati del corridore, tra cui potenza, pedalate, dislivello, tempo, ndr) queste sono state le prime nove tappe più esigenti, nel complesso, di tutti i grandi giri che ho disputato». E Sir Dave Brailsford, il team manager di Sky, aggiunge: «Ogni giorno è stato emozionante, forse è stato l’inizio di un grande giro più eccitante che ricordi».

DIBATTITO E allora, che il dibattito abbia inizio. «Volevo proprio questo — spiega Mauro Vegni, direttore della

corsa rosa —, cioè un Giro d’Italia che potesse essere raccontato fin dal primo giorno. Lo dicevo da tempo che l’inizio in Liguria sarebbe stato molto impegnativo, e che nessuna settimana cede qualcosa all’altra in termini di difficoltà. Non c’è bisogno di proporre Gavia, Mortirolo e Stelvio insieme per cercare spettacolo. Ci vuole equilibrio, questo è il ciclismo moderno e non escludo che anche nell’immediato futuro si possa ripetere un disegno di percorso simile. Il pubblico, sia quello a casa che quello televisivo, deve divertirsi, appassionarsi. Mi pare che sia quello che sta accadendo». Giuseppe Martinelli, direttore sportivo dell’ Astana, fa notare che «va considerata pure l’intensità con la qualche il gruppo ha affrontato ogni tappa. È stata particolarmente elevata». Paolo Slongo, il preparatore del team kakazo, da ieri con Vincenzo Nibali sul Teide alle Canarie, fa sapere che il wattaggio medio richie-

sto è stato più elevato del solito, passando in alcuni giorni da 180 a 210. E Alessandro Petacchi — 41 anni, primo grande giro corso nel 1997 (Vuelta), 31 in totale — aggiunge: «Sì, anche io non ricordo un inizio simile, comprendendo anche Tour e Vuelta. Tinkoff e Astana si stanno scannando spesso già nelle fasi iniziali delle tappe prima che vadano via le fughe. Inoltre, il livello medio di chi si presenta al via è sicuramente più alto rispetto al passato». STRATEGIE «Di fatto — commenta Paolo Bettini, voce tecnica di GazzettaTv — la prima tappa veramente piatta che affronterà il gruppo è domani (oggi, ndr). Neppure quelle di Genova e Castiglione della Pescaia lo erano… Per valutare fatica, potenza usata, dispendio di energie, non basta considerare solo il dislivello assoluto, ma anche come è distribuito». Cioè? «Se in una tappa dolomitica ci sono tre cime importanti e quattromila me-

tri di dislivello, si tiene duro sulla prima, poi ci organizza nel gruppo e si gestiscono le energie per “salvarsi”. Ma in un giorno come domenica, oltre 4.000 metri di dislivello tra Benevento e San Giorgio del Sannio, le difficoltà sono quasi ad ogni chilometro, pianura non esiste e se acchiappi la giornata storta rischi di finire fuori tempo massimo».

«DA QUANDO USO L’SRM, SONO STATE LE PRIME NOVE TAPPE PIÙ ESIGENTI DI TUTTI I MIEI GIRI» MICHAEL ROGERS AUS, 35 ANNI

«VOLEVO UN GIRO CHE POTESSE ESSERE RACCONTATO FIN DAL PRIMO GIORNO» MAURO VEGNI DIRETTORE DEL GIRO

E ADESSO? Il passo successivo è: quanto influenzerà il resto del Giro questo inizio così esigente e impegnativo? Potrebbero esserci una maggiore incidenza di sorprese, o magari dei crolli imprevisti? «Ci sono tre grandi blocchi, la TinkoffSaxo per Contador, l’Astana per Aru e Sky per Porte — conclude Bettini —. Finora hanno corso in maniera diversa e io, pensando alle tantissime difficoltà che ancora aspettano il gruppo da qui alla fine, ritengo che la squadra inglese sia quella che si sia gestita meglio fino a questo momento». © RIPRODUZIONE RISERVATA

fIL PERSONAGGIO

Highlander Hansen, chilometraggio illimitato Sta correndo l’11° grande giro consecutivo

Marco Pastonesi

L’IDENTIKIT

INVIATO A CIVITANOVA MARCHE

E’

il corridore a chilometraggio illimitato, a energia rinnovabile, a pedalata infinita. E’ lo stacanovista della bicicletta, il forzato del ciclismo, l’uomo a due ruote. E’ un mangiasfalto, un divoratappe, un rullagiri. E’ un gladiatore della pedivella, un «highlander» del movimento centrale, un «ironman» sul carbonio. Ed è il dorsale 105. Adam Hansen: 34 anni, 1,86 per 77, 33 battiti da addormentato, 43 da sveglio, 190 quando anche lui comincia a produrre acido lattico, detiene un record difficilmente eguagliabile: lui è quella sottile linea rossa che unisce i tre grandi giri. Vuelta nel 2011. Giro, Tour e Vuelta nel 2012. Giro, Tour e Vuelta nel 2013. Giro, Tour e Vuelta nel 2014. E adesso il Giro 2015. Che è l’11° grande giro – un’avventura lunga tre settimane – consecutivo. E tutti pedalati dal primo all’ultimo chilometro. Cui bisogna aggiungere altri sette grandi giri (tre Giri, due Tour e due Vuelta), con tre abbandoni.

ADAM HANSEN è nato a Southport (Aus) l’11 maggio 1981. Pro’ dal 2003, Team Lotto-Soudal VITTORIE

6 I SUOI GIRI CONSECUTIVI 2011 Vuelta 129° 2013 Vuelta 60° 2012 Giro 94° 2014 Giro 73° 2012 Tour 81° 2014 Tour 64° 2012 Vuelta 123° 2014 Vuelta 53° 72° 2015 Giro 2013 Giro 72° 2013 Tour 72° dopo 9 tappe KM TOTALI NEGLI 11 GIRI: 36.517,3 Giro 11.781,2 Tour 10.516,9 Vuelta 14.219,2 IL RECORD Bernardo Ruiz (Spa) ha corso 12 giri consecutivi dal 1954 al 1958 GDS

ITALIANO Ha il nome del primo uomo sulla Terra: Adam. E il cognome di un esploratore: Hansen. E’ nato in una città che sa di partenze e arrivi: Southport. Australiano, ma di origini scandinave (Danimarca) e italiane (i nonni materni si chiamano Mioli, vengono da Fossano, provincia di Cuneo). Papà, mamma, cinque figli, due sorelle e tre fratelli, lui sta nel mezzo, il numero 3, forse un segno di equilibrio. Adam correva fin da piccolo, ma a piedi. Specialità i 1500: 4’17”. Sui 10mila: 31’. La prima bici: blu, a 17 anni. La prima corsa: un criterium, in Australia. «Mi è piaciuto, l’ho trovato eccitante». Da allora sempre di corsa, ma con la bici. Due Crocodile Trophy, gara in mountain bike ai limiti della sopravvivenza, vinti: nel 2004 e 2005. Lui spiega che «la forza viene dalla passione e della curiosità», che «anche nel ciclismo è più la fatica mentale di quella fisica», che «molti corridori si allenano troppo», che «il segreto sta nell’alternare allenamento e riposo, corse e recupero». Lui dice che la sua vita «on the road», più che film o libri, è musica, «mi piace tutta la musica, dal rock alla dance, è una fonte di energia». E sostiene che «la bici è libertà», «il ciclismo è espe-

rienza», «il Giro è amore». Della bici «la parte che guardo per prima è il telaio, ma poi quella che guardo di più è il manubrio». E di bici, a casa, ne ha nove: «tra corsa e cronometro, mountain bike e city bike, anche un fat bike», quella con le ruote enormi. SOGNO Strade facendo, Hansen ha conquistato una tappa al Giro (Pescara, nel 2013) e una alla Vuelta (Cangas do Morrazo, 2014). A forza di Giri, Tour e Vuelta, Adam Hansen è una «lonely planet». Nella sua classifica il luogo più bello è le Beskdy Mountains nella Repubblica Ceca (a proposito: lui abita a Frydlant nad Ostravici, nella Repubblica Ceca), il più romantico è Venezia, il più caldo è Cairns, in Australia, 49 gradi, il più freddo non identificato ma nella Repubblica Ceca, a -25 gradi. Fra mari e monti, «preferisco i paesaggi con le montagne». E quando va in vacanza, «me ne sto tranquillo a casa». Si dice «un po’ nomade» e, a buon diritto, «un cittadino del mondo». E non ha sogni, «perché il mio sogno lo sto vivendo anche ora». © RIPRODUZIONE RISERVATA

L’australiano Adam Hansen 34 anni, ha vinto una tappa a Pescara al Giro 2013 BETTINI


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98° Giro d’Italia R Il canale rosa

MARTEDÌ 19 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

MATTINA 07.00 Gazzetta News 09.00 11x90 09.05 Campioni a confronto 09.30 Condo’ Confidential 10.00 11x90 10.05 The Speedgang - La banda dei motori 11.00 11x90 11.05 Perfection: momenti di gloria

11.30 Campioni a confronto 12.00 11x90 12.05 Bomber 13.00 Gazzetta News POMERIGGIO 14.00 Bebe Vio si racconta 14.15 Le nuove forze del calcio 14.30 Gazzetta News CorriAmo 14.45 Autogol News

15.00 The Speedgang - La banda dei motori 15.45 Sfide senza limiti - 1^ TV 16.10 Sport Science 17.05 Bomber 18.00 Perfection: momenti di gloria 18.30 +3 Fantanews 19.00 Calcio Market 19.30 Gazzetta News Giro d’Italia SERA

20.00 Gazzetta News 20.30 Bebe Vio si racconta 20.45 Autogol News 21.00 11x90 21.05 Perfection: momenti di gloria 21.35 Bomber 22.30 Condo’ Confidential 23.00 Gazzetta News 00.00 Calcio Market

Riparte il Giro, in sella e davanti alla tv

1Su GazzettaTv dirette alle 13.15, 19.30 e 23.15. Highlights e interviste. Sul sito, il liveblog della tappa Davide Marostica

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ipartire, anche dopo un giorno di riposo, non è per niente facile, soprattutto con nove tappe già sulle gambe (e negli occhi). E allora fate anche voi così, mettetevi in scia del miglior dorsale della corsa: quello di GazzettaTv, canale 59 del digitale terrestre. Ogni giorno ampi spazi del nostro palinsesto sono dedicati al Giro. Interviste, approfondimenti, opinioni e collegamenti coi nostri inviati alla corsa. Tra tv e web Gazzetta vi porta nelle prime posizioni del gruppo, spalla a spalla con i corridori. Volete farvi un'idea?

OGNI GIORNO Alle 13.15 il primo speciale di 15 minuti, con aggiornamenti sulla tappa di giornata in collegamento con gli inviati della Gazzetta, le impressioni dei corridori raccolte al raduno di partenza, una preview del finale di tappa, e il commento in studio dei giornalisti della redazione ciclismo. Non solo. Rientrate a casa dal lavoro la sera e non avete la possibilità di seguire il Giro in diretta? Non c’è problema, met-

tetevi comodi in poltrona perché alle 19.30 va in onda lo speciale con gli highlights della tappa, le interviste dei protagonisti e il commento di un campione olimpico e due volte mondiale come Paolo Bettini. NOTTE Alle 23.15 nuovo appuntamento speciale di Gazzetta News che riassumerà quanto successo nella giornata e anticiperà i temi della tappa successiva con la consulenza di Paolo Bettini, dei protagonisti del Gi-

ro e dei nostri inviati che analizzeranno trappole, insidie e aspetti tecnici della frazione del giorno dopo. GAZZETTA NEWS Oltre agli speciali ci saranno aggiornamenti continui in tutte le edizioni di Gazzetta News, nelle fasce orarie comprese tra le 7 e le 9 al mattino, 13-15 al pomeriggio, 19-21 la sera e 23-24 la notte. Si parlerà di corsa e aspetti tecnici, ma anche di colore e di ciò che ruota intorno al Giro.

Gianni Bugno, re del Giro 1990 e due volte iridato, è stato ospite degli speciali Giro a GazzettaTv: eccolo con Andrea Berton

GAZZETTA.IT Aggiornamenti, curiosità, informazioni potete trovarli anche sul nostro sito. Gazzetta.it dedica infatti una sezione apposita al Giro 2015 in cui scoprire le ultime notizie sulla corsa. Sin dal mattino troverete approfondimenti e breaking news costanti. Lo sviluppo della tappa, poi, sarà seguito dalla partenza al traguardo interagendo con i lettori attraverso il nostro liveblog. Chilometro dopo chilometro si susseguiranno anche tweet, sondaggi e curiosità per vivere insieme la tappa. E dopo il traguardo, sfilata di video: highlights, ultimo chilometro, i protagonisti, le gallery, le riprese effettuate dall'interno del gruppo grazie alle GoPro camera. «BEBE» VIO Oggi è poi il giorno di una grande esclusiva di Gazzetta Tv: l’intervista all’icona della scherma paralimpica italiana Beatrice «Bebe» Vio, che si racconterà sul nostro canale alle 14 e alle 20.30. La sua storia sportiva ma soprattutto la sua vita tra felicità e difficoltà, gioie e ostacoli in una carriera appena cominciata ma destinata già a far sognare. © RIPRODUZIONE RISERVATA

clic COME RISINTONIZZARE I VOSTRI TELEVISORI E VEDERE IL CANALE 59 ● Eseguire le seguenti procedure. Se possiedi Tv o Decoder Digitale Terrestre 1. Premere il tasto MENU sul telecomando 2 Selezionare Impostazioni/Avanzate 3. Posizionarsi sulla voce relativa alla Sintonizzazione automatica dei canali e premere il tasto OK, accedi alla configurazione dei canali 4. Impostare Modalità di sintonia dei canali su DTV 5. Posizionarsi sul pulsante Avvia scansione e premere il tasto OK per avviare la ricerca. Soluzione dei problemi Se avete già provveduto alla risintonizzazione senza esito e il vostro televisore è collegato ad un sistema con antenna centralizzata, fate verificare dal vostro antennista che sia presente nella centralina dell’antenna stessa il modulo (o filtro) necessario per la ricezione dei segnali tv del canale/mux 55 (frequenza 746 MHz), quello che supporta anche il canale 59 di Gazzetta Tv. Se il modulo manca, fatelo inserire: è un’operazione molto semplice. Se possiedi una Sky Digital Key 1. Premere il tasto Menu del telecomando SKY e premere OK per accedere al digitale terrestre 2. Premere il tasto rosso (Ricerca) e lasciare invariata la configurazione 3. Premere due volte il tasto rosso (Avvia ricerca) 4. Attendere il completamento dei canali e quindi premere OK


98° Giro d’Italia R Il riconoscimento

MARTEDÌ 19 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

«ARU PUÒ VINCERE DAVVERO QUESTO GIRO: MI SEMBRA IL PIÙ BRILLANTE» CHARLIE WEGELIUS 37 ANNI, D.S. CANNONDALE

Il Dottor Adorni «Quando i minatori mi diedero la torta» 1A 77 anni riceve la laurea “honoris causa” e incanta

con i ricordi: «E pensare che la prima bici era piccola» Andrea Tosi INVIATO A SALSOMAGGIORE TERME

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el ciclismo la frase ricorrente è: “sono contento di essere arrivato primo”. Bene, io aggiungo che sono contento di essere il primo laureato». Vittorio Adorni, vestito di toga rossa, tocco e con pergamena in mano, non perde il gusto della battuta chiosando la sua bella Lectio doctoralis al termine della cerimonia di consegna della laurea in «Scienze e tecniche delle attività motorie preventive e adattate» da parte dell’Università di Parma, riunita nel pieno consesso del suo Corpo Accademico presso il Teatro Nuovo di Salsomaggiore Terme. Adorni riceve il diploma di laurea dalle mani del Magnifico Rettore, professor Loris Borghi. Un momento solenne preceduto dalla Lauda-

Vittorio Adorni (a destra) riceve la laurea dal rettore Loris Borghi MELEGARI

tio, toccante ed incisiva, del direttore della Gazzetta dello Sport, Andrea Monti. I FEDELISSIMI In platea siedono i fedeli gregari dei bei tempi, il quartetto parmigiano composto da Luciano Armani, Alberto Poletti, Ercole Gualazzini e Angelo Casalini. La famiglia commossa e sorridente,

«EDDY MERCKX MI CHIAMAVA IL PROFESSORE, MA MI SONO LAUREATO SOLAMENTE ORA» VITTORIO ADORNI CAMPIONE DEL MONDO ‘68

1968

con in testa la moglie Vitaliana, il cui ritratto viene richiamato da Monti nelle cronache della Gazzetta del Mondiale vinto dal suo Vittorio ad Imola nel 1968, e tante persone che apprezzano Adorni, il campione gentiluomo, ambasciatore del ciclismo al Giro d’Italia. AMARCORD Adorni, chiamato sul palco per la cerimonia della vestizione, elegante come sempre, si rivede in un filmato che rievoca le sue gesta. La sua lezione è una rilettura di tanti aneddoti personali: «Per la prima volta rivedo la mia vittoria nel Giro del Belgio. Ricordo i minatori italiani che mi portavano la torta di riso cucinata dalle loro mogli da mangiare in corsa. Tutto è cominciato con una bici che mi andava pure piccola. Scalai la Cisa con alcuni amici e mi piacque l’idea di correre in salita. Cominciai tardi, vinsi la prima gara, una cronometro Reggio Emilia-Casina, ma lo seppi solo il giorno dopo leggendo i giornali. Ho scelto il professionismo, spronato da Learco Guerra, quando avrei guadagnato il doppio correndo tra i dilettanti». Grandi successi e grandi colleghi: «Gimondi alla Salvarani e Merckx alla Faema li presi in camera con me. Felice vinse il Tour 1965 che non voleva correre, lo convinsi e trionfò a Parigi dopo il mio ritiro. Invece il belga vinse il Giro 1968 alle Tre Cime di Lavaredo: in quella tappa gli dissi di scappare. Eddy mi chiamava il Professore, eppure mi sono laureato solo oggi». Proprio così, carissimo dottor Adorni. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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● L’anno del trionfo di Adorni al Mondiale di Imola, dove vinse con 9’50” sul secondo classificato

fCOSÌ LO ESALTÒ LA GAZZETTA

Giro ’65, sullo Spluga Raschi: «Lui è il rosa più bello dopo Coppi» Ecco alcuni passi della «laudatio» in onore di Vittorio Adorni, letta ieri a Parma dal direttore della Gazzetta dello Sport Andrea Monti. Giovedì 3 giugno 1965, 50 anni fa: sulle strade del Giro d’Italia frustate dalla pioggia e dal nevischio, un uomo decide di iscriversi nel libro della storia. Si corre un tappone di montagna. Davanti c’è Vittorio Adorni che scavalla il San Bernardino. La discesa che segue è una danza vertiginosa sul filo di un rasoio bagnato. Poi, quando l’asfalto ricomincia a impennare, il nostro decide che nel ciclismo si vince in molti modi, ma in uno solo si è ricordati. Va all’attacco, senza avarizie e senza calcoli. Da solo sulle rampe dello Spluga affronta un’arrampicata memorabile, scollina in perfetta solitudine e arriva a Madesimo con quasi 4 minuti di vantaggio. Il giorno dopo sullo Stelvio neppure una slavina lo ferma. È il suo Giro, quello che fa dire a Bruno

Raschi: «Per noi che abbiamo visto, questo è il rosa più bello dopo quello di Coppi». Campione e gentiluomo. È la definizione più frequente che accompagna Vittorio Adorni. Alto, biondo, distinto, vestito con cura quasi maniacale, sempre misurato, allegro e filosofico quanto basta. Ormai superata la trentina, Vittorio apparecchia con molta discrezione l’impresa che lo proietta nella leggenda. Così la Gazzetta di lunedì 2 settembre 1968: «ADORNI, CAVALCATA MONDIALE». Lasciamo che sia Bruno Raschi a dipingere la scena di quell’arrivo a Imola: «Vittorio Adorni è campione del mondo. È spuntato sul traguardo quando i campanili rintoccavano le 17. A cento metri dal traguardo, ha sbloccato il fermapiedi e si è rialzato levando le mani verso il cielo in un gesto quasi sacerdotale di ringraziamento. Prima di imbattersi nel temporale dei fotografi, le ha ricongiunte sul viso, bagnandole di lacrime. La vittoria, nel ciclismo, si fa testimoniare dall’anima». © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Motomondiale R Dopo il GP Francia

MARTEDÌ 19 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Rossi-Lorenzo sfida Mondiale ma senza muro «Non serve»

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1Il rapporto tra i due è cambiato, i dati

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Se il Dottore fa cinquina poi arriva il titolo Giovanni Cortinovis

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circolano nel box Yamaha. Valentino: «Ti danno uno stimolo, alla fine spingi di più» ma di Jerez Valentino volava davanti solitario e Marquez era 5° staccatissimo, ma il riferimento in ottica mondiale era il 2 volte iridato. Dopo la doppietta di Jorge, i valori si sono rivoltati e dal box Honda arriva un grido di allarme: bisogna crescere! Il tempo c’è, ma la Yamaha sembra un rullo compressore. «Succede sempre così – dice Livio Suppo, team principal Hrc – quando le cose vanno bene, sembra che la moto vada ancora meglio, quando girano storte che tutto sia un disastro. L’anno scorso non dominavamo, come ora non lo fa la Yamaha. Certi episodi hanno determinato i risultati (4-1 le vittorie; n.d.r.)».

Filippo Falsaperla INVIATO A LE MANS (FRANCIA)

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SORTE In tutti e tre i precedenti (2002, 2003 e 2005) in cui Rossi ha iniziato l’annata con 5 podi in altrettanti GP ha poi conquistato il titolo della classe regina. Anche la cabala è dalla sua parte.

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INTRUSO In sole 5 gare, anzi, nelle ultime due, lo scenario pare cambiato completamente. Pri-

GUASTATORI In mezzo c’è la Ducati di Dovi (ma pure Iannone in piena condizione) che può essere la mina vagante. La rossa non «deve» vincere, ma lo può fare. E ha dimostrato che su ogni pista può diventare l’elemento di disturbo per favorire o penalizzare la classifica dei pretendenti. Ma tutti gli occhi sono nel box Yamaha. Impossibile gestire una situazione tipo Senna-Prost in McLaren. Per il momento tutto è filato liscio perché non c’è stato mai il contatto diretto, la lotta testa a testa. Ma davanti c’è il Mugello «che mi piace», dice Valentino, «che è il mio favorito», replica Jorge. Scintille toscane all’orizzonte. © RIPRODUZIONE RISERVATA

inque podi nelle prime 5 gare stagionali: Valentino Rossi non era protagonista di una simile partenza da 10 anni. L’anno scorso, per dire, dopo 5 GP si era fermato a quota 3 (secondo in Qatar, a Jerez e Le Mans) mentre nel biennio in Ducati (2011 e 2012) e nella stagione della rimpatriata in Yamaha (2013) si era dovuto accontentare di un solo podio. Tre podi aveva ottenuto anche nel 2007 e nello sfortunato 2010, mentre aveva sfiorato l’en-plein con 4 nel 2008 e 2009. Infine nel 2006 aveva compromesso tutto con un solo podio nei primi 5 gra premi. DIECI ANNI FA Nel 2005, al contrario, Rossi salì sul podio nei primi 11 gran premi del campionato. La serie fu interrotta dal ritiro di Motegi dovuto al tamponamento ai danni di Marco Melandri. Un errore che gli impedì di fare l’en-plein perché completò l’annata con 16 podi in 17 GP. Meglio ancora fece nel 2003, ultimo anno con la Honda: 16 podi in altrettante gare. Nel 2002, invece, Valentino si accontentò di 9 podi iniziali (ritiro a Brno per caduta).

l Motomondiale non sono di moda… le coppie di fatto. Se si guarda indietro bisogna risalire ai primordi della MotoGP o, poco prima, agli ultimi anni della 500. Quando Valentino Rossi «lottava» con la RC211V di Sete Gibernau (2003), oppure Mick Doohan contro Tady Okada (1997). Anni in cui la Honda dominava e i suoi piloti si contendevano il potere. Poi, nel 2009, la Yamaha ha affiancato all’idolo Valentino il ragazzino Jorge Lorenzo. Ma ora che la moto di Tokyo mette in crisi i piloti — i guai MARTELLI Discorso vero dal punto di vista teoriall’avambraccio destro di Dani Pedrosa sono fi- co. Ma oggi Marquez (Pedrosa è in fase di rodaggli, oltre che del fisico minutisgio per tornare coi primissimi) simo, della difficoltà nel condeve fronteggiare da solo trollare la Rcv? — e Marc MarIl pesarese: «Il tuo un’armata formidabile. Valenquez fa tanti errori, il Mondiale tino è diventato una macchina compagno ha la fa un salto indietro nel tempo. schiacciasassi, come forse mai stessa moto, quindi nella sua carriera in classe reREPLICA Sembra di essere a gina, vista la forza degli avverse perdi hai una inizio 2010, proprio dopo la sari. E 5 podi su 5, sempre conscusa in meno...» Francia — allora era la terza vincenti, mai di fortuna, dicoprova iridata —, con Valentino no che la costanza può essere e Jorge Lorenzo a giocarsi il tila grande arma per puntare alTutto è filato liscio la decima corona. Dall’altra tolo e Andrea Dovizioso terzo incomodo. Anche allora Rossi parte c’è un Lorenzo che quanfinora: nessun e Lorenzo erano in sella alla do entra in questa «bolla di imcorpo a corpo. Yamaha (con Jorge avanti di 9 battibilità» ricorda il Marquez punti), mentre Andrea guidaAustin o, se volete, Casey Jorge: «Il Mugello? di va la Honda Hrc (staccato di 18 Stoner a Phillip Island. Forse È il mio favorito» punti). Poi arrivò il Mugello, il solo l’umido che gli ricorda il brutto volo di Valentino e poi la dolore di Assen 2013 può metcoppia scoppiò. Ma ci risiamo. terlo in ginocchio. PROPOSITI «Nuovi», o meglio rinnovati, sono (sembrano) i rapporti. Non c’è il muro a dividere il box, i dati circolano senza problemi, anche se Rossi assicura che il modo di guidare di Jorge è completamente diverso dal suo e servono solo per avere uno stimolo in più. «Lottare col tuo compagno ti mette più pressione. Perché ha la tua moto e se perdi hai una scusa in meno. Ma dall’altra parte, sai che sta guidando quello che hai tu e allora pensi che se certe cose le fa lui le puoi fare anche tu. E sei portato a spingere».

I PODI DI FILA

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● anni, tanto è passato dall’ultima volta che Rossi è riuscito a salire per cinque volte sul podio nelle prime cinque gare stagionali.

3 ● 1. Jorge Lorenzo, 28, e Valentino Rossi, 36, si avviano sul podio di Le Mans; ● 2. Il maiorchino fugge, il Dottore affronta la curva; ● 3. I due piloti Yamaha brindano con l’ingegner Kouichi Tsuji IPP-EPA-CIAM

● le stagioni nelle quali, dopo aver fatto cinquina nelle prime cinque gare stagionali, Valentino ha poi vinto il Mondiale: 2002-2003-2005.


Motomondiale R Dopo il GP Francia

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I MAGNIFICI OTTO L’ETÀ MEDIA È 18 ANNI 1

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1. Nicolò Bulega, 15 anni; 2. Francesco «Pecco» Bagnaia, 18; 3. Niccolò Antonelli, 19; 4. Andrea Migno, 19; 5. Romano Fenati, 19; 6. Luca Marini, 17; 7. Lorenzo Baldassarri, 18; 8. Franco Morbidelli, 20 MILAGRO

La buona scuola? Dal maestro Vale 1Non solo Fenati: scopriamo come la VR46 Academy sta formando i campioni del futuro Mauro Casadio

davvero morir dal ridere. L’unico giorno libero è la domenica», spiega ancora Uccio.

TAVULLIA, PESARO E MISANO IL TRIANGOLO DELLE CORSE

INVIATO A LE MANS (FRANCIA)

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desso che l’impresa è compiuta, è facile parlare. Un podio tutto italiano nella classe più piccola è roba da annali, qualcosa che non succedeva dal 2004. Ma non è una chicca che nasce per caso. È frutto invece di una preparazione che parte da lontano, di pazienza, di tanto denaro investito. E, perché no, anche di un po’ di fortuna. INGREDIENTI Ci sono due luoghi dove questo lavoro è stato portato avanti forse meglio che da altre parti: Tavullia e Pesaro. C’è un campione, che questo lavoro l’ha ideato, progettato, coltivato anche quando i risultati non gli sorridevano come adesso: Valentino Rossi. E poi ci sono otto ragazzini, tutti amici, che vivono per le moto e sognano un giorno di diventare come il loro capo: Romano Fenati, Pecco Bagnaia, Niccolò Antonelli, Andrea Migno, Lorenzo Baldassarri, Franco Morbidelli, Nicolò Bulega e Luca Marini, fratellino di Vale. Mettete assieme tutti questi ingredienti, shakerate per bene e avrete la VR46 Riders Academy. Nata ufficialmente nel marzo del 2014, in realtà stava vivendo nella mente di Valentino già da un po’. In mezzo ai ragazzi il Dottore sta bene, benissimo. Gli piace insegnare, ma al tempo stesso adora assorbire la gioventù. «Vuole vederci sempre insieme, e dice che parlare di moto tutti i giorni fa bene», ricorda Pecco Bagnaia, al primo podio domenica a Le Mans. «Da poco ho preso casa a Pesaro

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1. Valentino Rossi, 36 anni, mostra il Ranch di Tavullia; 2. Lorenzo Baldassarri, alla seconda stagione nel Mondiale Moto2, si allena nel flat track; 3. Foto di gruppo: da sinistra Luca Marini (Cev Moto2), Franco Morbidelli (Mondiale Moto2), Valentino Rossi, Andrea Migno (Mondiale Moto3), Pecco Bagnaia (Mondiale Moto3), Romano Fenati (Mondiale Moto3), Nicolò Bulega (Cev Moto3) e Niccolò Antonelli (Mondiale Moto3) MILAGRO

RCross e flat track

il sabato al Ranch. E in palestra c’è il simulatore ideato da Alex Criville

RUccio: «Allo stesso tempo Valentino non vuole che i ragazzi trascurino la vera istruzione»

proprio per stare più vicino all’Academy», gli fa eco Romano Fenati, vincitore in Francia dopo otto mesi di digiuno. SIMULATORE A Pesaro c’è la palestra dove i magnifici otto si allenano quasi quotidianamente. Esercizi e tempistica diversi per ognuno, studiati da Carlo Casabianca, storico preparatore di Valentino. Ma nella palestra dell’Academy c’è anche un sofisticatissimo simulatore, ideato dall’ex iridato della 500 Alex Criville: i pilotini possono così provare realisticamente le piste del Mondiale. Rossi in persona lo ha voluto testare, prima di metterlo a disposizione dei suoi pupilli. Gli allenamenti vengono effettuati sem-

GLI ALTRI MOTORI FORMULA 1

Alonso e Monaco: «Andremo a punti Poi dall’Austria...» ● Il suo, ormai, sembra quasi un mantra disperato: «Il nostro spirito combattivo è ancora forte, e siamo determinati a vedere quanti progressi possiamo fare a Monaco. Sono fiducioso la nostra macchina si comporterà meglio lì che in Spagna, e spingeremo per entrare in zona punti». Reduce dall’ennesima delusione, il GP di casa a Barcellona, di una stagione che mai si sarebbe immaginato così dura e avara di risultati, Fernando Alonso prepara la sua Montecarlo al volante della McLaren-Honda. «Sono convinto che faremo punti. Le nostre simulazioni a Barcellona prima del ritiro

Fernando Alonso, 33, nella parata pre Montmelò GETTY ci mettevano in 9a posizione, quindi avevamo la prima vera opportunità. Da adesso e per le prossime due-tre gare saremo sempre in zona 10° posto, poi dall’Austria speriamo di lottare per il settimo-ottavo posto. Almeno questo è il nostro obiettivo». Avrà ragione?

pre al pomeriggio. «Vale ci tiene che alla mattina i ragazzi vadano a scuola», ricorda Uccio Salucci, storico amico del nove volte campione del mondo, che coordina l’Academy assieme ad Albi Tebaldi. PISTA E RANCH Naturalmente una grossa fetta di lavoro viene dedicata agli allenamenti in moto. Sia al Ranch di Tavullia (il sabato è il giorno in cui tutti si ritrovano per le sfide di motocross e flat track), sia in pista (da poco l’Academy ha siglato un accordo con Misano, per l’uso del circuito per 12 giornate). Senza dimenticare il kart. «Si fanno un mazzo così, però sempre con il sorriso sulle labbra. Migno, in particolare, fa

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● Anni di Franco Morbidelli, il più «vecchio» fra gli otto piloti dell’Academy. Il baby del gruppo è invece Nicolò Bulega (15) che corre nel Cev

● Posto di Fenati nel Mondiale Moto3: Romano è quello messo meglio, fra i 4 piloti dell’Academy che corrono il campionato iridato nella classe più piccola

IN GARA Ovviamente, la libertà si riferisce solo alle domeniche in cui non ci sono gare. In tutte le altre, c’è da fare a sportellate in giro per il mondo. E i magnifici otto non si tirano certo indietro. Dal Mondiale Moto3 (Fenati, Antonelli, Bagnaia e Migno) al Mondiale Moto2 (Morbidelli e Baldassarri), al Cev Moto2 (Marini) e Moto3 (Bulega). Per non farsi proprio mancare nulla, Valentino ha fondato due squadre, estensioni dell’Academy nel motociclismo ai più alti livelli: il Team VR46 nel Mondiale Moto3 (Fenati e Migno) e lo Junior Team VR46 nel Cev Moto3 (Bulega). E, da sotto, altri baby sono già pronti ad aggiungersi all’Academy: la scuola di Vale e la Rmu hanno siglato infatti un accordo che prevede che i due pilotini più meritevoli del Civ PreMoto3 possano girare al Ranch con i colleghi già famosi. STELLE Fenati e Bagnaia sono le star del momento. Sabato sera hanno giocato fino a tardi ad asso pigliatutto, poi domenica sono saliti insieme sul podio. «È una situazione bella e strana — ha detto domenica Romano —, perché con Pecco viviamo e ci alleniamo insieme. È un po’ come avere un compagno di banco a scuola, e poi ritrovarlo la domenica su di un circuito dall’altra parte del mondo». Enea Bastianini, 2° a Le Mans, è l’unico talentino di primissimo piano che non fa parte ancora dell’Academy: Valentino se lo farà sfuggire ancora per molto? © RIPRODUZIONE RISERVATA

QUI AUDI

DOPO IL VOLO DI LE MANS

Stadler: «La F.1 risolva i suoi problemi da sola»

Aleix Espargaro oggi sarà operato alla mano destra

● La Formula 1? «Non è un argomento che ci interessa». A parlare così è un portavoce dell’Audi, intervenuto a proposito di un’intervista rilasciata da Rupert Stadler, chairman del Board di Audi, che al tedesco Handelsblatt ha dichiarato che «la F.1 deve risolvere i suoi problemi da sola». Parole che sembrano una chiusura, dopo che solo la scorsa settimana aveva dichiarato a una rivista inglese che «nella vita devi tenere tutte le opzioni aperte». PIRELLI — A Montecarlo debutto per le gomme supersoft, che faranno il paio con le morbide. Stessa composizione a Montreal a inizio giugno.

Scott Dixon, festa con la famiglia AP

INDYCAR

500 Miglia Indy: la pole è di Dixon Domenica la gara ● In una qualifica con auto rallentate nella potenza (-40 Cv) e l’uso dell’aerodinamica da gara, dopo tre spaventose carambole aeree (Castroneves, Newgarden e Carpenter), assegnata la pole della 500 Miglia n° 99: gode Scott Dixon, su Will Power e Simon Pagenaud. Domenica la gara

● Stamattina, alla Clinica Dexeus di Barcellona, Aleix Espargaro verrà operato alla mano destra, infortunata nella brutta caduta di sabato a Le Mans. Ieri lo spagnolo della Suzuki è stato visitato dal dottor Xavier Mir, che ha diagnosticato «la rottura del legamento collaterale del pollice della mano destra». Aleix spera di esserci al Mugello (31/5). MV SQUALIFICATA (p.g.) Coda polemica del round del Civ a Vallelunga. La Mv Agusta, vittoriosa in Supersport con Roccoli, è stata squalificata per mancato riavviamento in verifica. Vittoria a tavolino per Stefano Cruciani (Kawasaki). Roccoli resta comunque 1° in campionato.


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Basket R Playoff: quarti gara-1

MARTEDÌ 19 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Milano domina DOMANI GARA-2 Banchi frena «Piano a trarre conclusioni» QUARTI

QUARTI

FINALE

1. MILANO

Dal 14 al 26/6

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Domani, 22, 24 e 26/5 8. BOLOGNA

0

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SEMIFINALI

Il coach: «Un buon ingresso nella serie»

4. TRENTO

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Dal 29/5 al 10/6

1

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Domani, 22, 24 e 26/5 5. SASSARI

7. CANTÙ

SEMIFINALI

Dal 29/5 al 10/6

1Bologna travolta dalla fisicità dell’EA7

2. VENEZIA Oggi, 21, 23, 25 e 27/5

3. REGGIO EMILIA Oggi, 21, 23, 25 e 27/5

0

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6. BRINDISI

Trento debutta con un record: 62 rimbalzi Stesa Sassari 1Pascolo superlativo nel 1° tempo, poi ci pensa Mitchell. Sacchetti: «Loro più vivi»

RCS

MILANO

90

TRENTO

81

BOLOGNA

67

SASSARI

70

(20-18, 48-28; 67-53)

(15-22, 38-38; 63-58)

EA7 MILANO: Hackett 15 (3/4, 1/3), Gentile 16 (5/8, 1/1), Moss 8 (2/3, 1/3), Melli 8 (3/5, 0/2), Samuels 5 (2/5); Ragland 7 (2/3, 1/2), Brooks 6 (3/6, 0/2), Cerella 11 (3/3, 1/1), Kleiza 10 (2/3, 2/5), Elegar 4 (2/2), Tabu. N.e.: Gigli. All.: Banchi.

DOLOMITI ENERGIA TRENTO: Forray 12 (5/5, 0/1), J.Sanders 11 (1/7, 3/5), Mitchell 16 (3/12, 2/10), Pascolo 15 (6/9, 0/1), Owens 12 (6/9); Grant 5 (2/2, 0/2), Flaccadori (0/1), Baldi Rossi 8 (0/2, 2/4), Armwood 2 (1/1), Spanghero (0/3, 0/2). All.: Buscaglia.

GRANAROLO BOLOGNA: Gaddy 16 (5/7, 2/3), Ray 4 (1/8, 0/1), Hazell 11 (1/3, 3/11), White 7 (0/2, 1/1), Cuccarolo 9 (4/6); Mazzola (0/3), Imbrò 3 (0/2, 1/3), Fontecchio 15 (3/6, 3/6), Reddic 2 (1/3), Benetti. All.: Valli.

BANCO DI SARDEGNA SASSARI: Logan 7 (2/2, 0/5), Dyson 14 (2/8, 2/9), R.Sanders 8 (4/14, 0/2), Brooks 7 (3/4), Lawal 9 (4/5); Sosa 11 (2/3, 2/5), Devecchi 6 (2/6), Chessa (0/1 da 3), B.Sacchetti (0/1 da 3), Kadji 8 (1/5, 2/2). N.e.: Formenti, Vanuzzo. All.: R.Sacchetti.

ARBITRI: Martolini, Rossi, Bartoli. NOTE – T.l. Mil 15/22, Bol 7/12. Rimb.: Mil 45 (Samuels 10), Bol 24 (Cuccarolo 6). Ass.: Mil 21 (Hackett 6), Bol 10 (tre con 2). F. tecn.: Hazell 27’35” (60-48). Progr.: 5’ 10-12, 15’ 31-24, 25’ 5445, 35’ 75-61. Spett.: 7811.

Vincenzo Di Schiavi MILANO

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potizzare una serie da sangue, sudore e lacrime pare, dopo gara-1, surreale. Perché quest’anno non c’è un Maccabi da digerire, l’affanno di dover resettare e ricaricare fisico e certezze, ma un ritiro bonsai di due settimane alle spalle che ha lucidato Milano come una biglia. Ciò che impressiona è proprio la condizione fisica collettiva: tutta l’EA7 gira a mille. «Piano a trarre conclusioni del genere – frena Banchi –. Do merito alla squadra di avere lavorato con dedizione su carichi molto pesanti». Pure Valli sembra colpito: «Quando mettono i muscoli in campo diventa difficile per noi vedere il canestro. Basta dare un’occhiata ai tiri da due (15/40, ndr.). Dobbiamo essere più tosti e imparare a giocare più sporco. I tanti falli fischiati a nostro sfavore significano che non siamo bravi a ma-

Alle 20.45 tocca a Venezia-Cantù e Reggio-Brindisi ● (m.c.-p.t.-g.m.) Stasera si giocano le altre due gare-1 dei quarti di finale. Pietro Aradori ha smaltito il fastidio alla caviglia con cui era arrivato dalla Spagna, quindi Reyer al completo. Cantù non avrà Laganà, out per tutti i playoff. Brindisi al completo, ma con Denmon, non al top essendo al rientro dopo l’infortunio a una caviglia. Reggio al completo. Ore 20.45 (diretta RaiSport 1, arbitri Mattioli, Sardella, Chiari): Umana VeneziaAcqua Vitasnella Cantù. Ore 20.45 (arbitri Lanzarini, Vicino, Quarta): Grissin Bon Reggio Emilia-Enel Brindisi. Le gare-2 di queste serie si giocheranno giovedì sempre alle 20.45.

ARBITRI: Lamonica, Di Francesco, Bettini. NOTE - T.l.: Tre 12/13, Sas 10/13. Rimb.: Tre 62 (Pascolo 14), Sas 31 (Lawal 9). Ass.: Tre 21 (Mitchell 7), Sas 11 (Logan 5). Progr.: 5’ 8-10, 15’ 28-29, 25’ 5247, 35’ 71-66. Spett.: 3144.

scherare i contatti. Non possiamo permetterci Gaddy seduto con 4 falli e solo 17’ in campo. Voglio una squadra meno acerba e scolastica in difesa e più coinvolta in attacco».

LE PAGELLE

Luca Chiabotti

di V.D.S.

INVIATO A TRENTO

CERELLA MACINA IL GIOVANE IMBRÒ

IMPARI C’è un dettaglio che mostra quanto la lotta sia impari. Milano confeziona il +20 dell’intervallo con i suoi top player, Gentile e Samuels, seduti beatamente in panchina. Dopo un 1° quarto decoroso in difesa e premiata dalle triple di Gaddy, Bologna non riesce più a scavallare il muro di fisicità degli avversari. Non un tiro pulito concedono i campioni d’Italia che infiocchettano un secondo periodo da 28-10, quanto basta per chiudere gara-1 con largo anticipo. Qualche flash? Un Hackett in controllo totale in attacco come in difesa, il 45-24 finale a rimbalzo, le stoppate e schiacciate di Elegar, le folate di Cerella e Melli che, alla distanza, sbriciolano Imbrò e White. Troppa roba per Bologna, orfana dei suoi esterni Usa: Gaddy, dopo un buon primo quarto (8 punti), sgancia terzo e quarto fallo già al minuto 14’, Ray vuole strafare e si incarta da solo (0/6 dopo 20’), più coerente Hazell a cui diamo la palma di non pervenuto (4/14).

HACKETT IL MIGLIORE 7,5 Penetra da subito in cerca di falli, smazza assist, sale d’intensità in difesa e infila la tripla che scaccia nefasti presagi. Mvp. GENTILE 7 Impatto da playoff: 5 falli subiti. Centellinato da Banchi, ma chi lo tiene? MOSS 6,5 In difesa c’è sempre, in attacco quando serve (2/4 da tre). MELLI 6,5 Si disseta con gli assist di Hackett, specie sul finire del 2° quarto. E’ lui a timbrare il +20. SAMUELS 7 Non servono punti, ma difesa e rimbalzi (10). RAGLAND 5,5 I 2 falli su Ray in pochi secondi sono da Guinness. BROOKS 6,5 Danza in palleggio, penetrazioni goduriose e 5 assist. CERELLA 7 Guida la banda al +14, macinando il giovane Imbrò senza pietà. KLEIZA 6 Firma con una tripla il primo allungo (+9). ELEGAR 6,5 Stoppone (su Ray) e schiaccioni. La pagnotta è guadagnata.

VUOTO Le 6 triple virtussine del 3° quarto che valgono il -9 non danno l’idea che qualcosa possa cambiare ma servono solo a indispettire Banchi: «Un pericoloso e dannoso passaggio a vuoto. Siamo stati troppo permissivi concedendo troppi tentativi dall’arco a Bologna. Peccato perché abbiamo dimezzato un vantaggio che nel primo tempo avevamo costruito con grande dedizione, bilanciando al meglio i tiri da fuori e i giochi in avvicinamento a canestro. Nel complesso, comunque, un buon ingresso nella serie playoff». Anche perché, alla fine, il tabellone dice +23. Domani si replica. E Bologna ci spieghi ancora per quanto.

GADDY 5,5 Otto punti nel 1° quarto a controbilanciare la sofferenza in difesa su Hackett. Quando conta è a sedere per falli. RAY 5 Prima tripla tentata dopo 2”, 2 falli dopo 4’, frenetico, vuole risolverla da solo e s’inceppa (1/9). HAZELL 5 Moss lo imbavaglia senza troppe paturnie, si sveglia nel 3° quarto con le triple del -11. WHITE 5,5 Duttile dietro dove si prodiga su Gentile e Melli, ma in attacco dov’è? MAZZOLA 5 Scampoli di gara in cui alza la sbarra ai lunghi milanesi. CUCCAROLO IL MIGLIORE 6 Mostra muscoli e statura a Samuels. Piace l’approccio, alla fine è uno dei meno peggio. IMBRÒ 5 Non regge l’impatto a livello fisico. FONTECCHIO 5,5 Sciolto solo nel 3° quarto, dove affiora il suo talento offensivo. REDDIC 5 Va bene Samuels, ma pure Elegar giganteggia. Inadeguato.

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MILANO

BOLOGNA

7

5

M

vp, Mvp urlano a Tony Mitchell ogni volta che tocca la palla, ma il miglior giocatore del campionato ci mette un po’ per entrare mentalmente nel clima dei playoff. Non Dada Pascolo, che quando ancora Trento e Sassari giochicchiano nel 1° tempo, arriva a un rimbalzo dalla doppia doppia. La Dolomiti Energia festeggia il debutto nei playoff con la vittoria e il record di rimbalzi, 62 contro i 31 di Sassari (superando i 58 di Fabriano nel 1982). Mitchell, in un sera che non fa canestro, ne prende 11 con 7 assist girando una gara da 5/22 in una partita utile per la sua squadra. Un salto di qualità. Sassari si fa mangiare in testa, fa perdere tanti palloni agli avversari (21), ma alla fine ti lascia con la sensazione ben conosciuta dalla Coppa Italia in poi, di aver perso smalto e voglia di sfidare

Semifinali A-2 Agrigento sbanca Casale e va sul 2-0 ● Ieri gara-2 di semifinale (al meglio delle 5) in A-2: NoviPiù Casale MonferratoMoncada Agrigento 66-72 (serie 0-2, domani gara-3 ad Agrigento). Stasera (20.45) gara-2 dell’altra semifinale, Centrale del Latte BresciaManital Torino (serie 1-0). VITALI SPAGNOLO - Luca Vitali, play di Cremona, miglior italiano della stagione regolare, ha raggiunto un accordo con gli spagnoli del Gran Canaria, con cui disputerà i playoff della Liga Acb. L’Herbalife attualmente occupa il settimo posto in classifica. CASERTA CONFERMA - (l.b.) La Juve conferma in panchina Enzo Esposito per la prossima stagione di A-2.

Davide Pascolo, 24 anni, ala di Trento, contro Jack Devecchi CIAMILLO

il mondo. «E’ stato subito abbastanza evidente che fosse una buona serata per noi – dice Buscaglia –. Siamo cresciuti nel 2° quarto e entrati decisamente ad un livello playoff nel 2° tempo, con una presenza rimbalzo che è cresciuta nei 40’. Sapevamo che contro Sassari prenderli è ancora più importante, per non farli partire subito in contropiede. Il loro lo abbiamo fermato, e ci siamo andati noi. E’ stato fondamentale per aprire il campo, segnare canestri da sotto, distribuire bene i tiri, mandare 5 giocatori in doppia cifra». RETORICA La retorica dei playoff da sangue, sudore, lacrime e tensione si stempera tra due squadre che si fanno giocare e se hanno percentuali scadenti (il 35% complessivo all’intervallo) è perché l’adrenalina non è ancora salita. Il 1° tempo vive già sul dominio a rimbalzo di Trento (33-16) che sciupa il meritato tesoretto perdendo 11 palloni. Ma c’è un Pascolo che cementa la rimonta da un -8 figlio di un parziale positivo da 3 punti di Sassari, contribuendo all’11-0 che rimanda tutto al 2° tempo. Dove Trento saluta l’entrata nei playoff a pieno titolo di Mitchell mentre Forray mangia Logan firmando il 14-5 di inizio ripresa (52-43). Sassari sta in partita con Logan e la panchina, spesso con due pivot. Ma quando la gara è ancora lì (73-70), due forzature da 3 con conseguenti canestri facili di Owens e Forray confermano che Sassari non riesce a produrre una energia da playoff. «Con una differenza abissale a rimbalzo, puoi sopravvivere solo con percentuali al tiro migliori – ammette Sacchetti – Trento è stata più viva e reattiva di noi. Ci sono nei momenti nei playoff da leggere meglio, non si possono concedere lay up che decidono una partita, ci vuole una durezza fisica e mentale che da gara-2 che penso, spero, anzi , credo sapremo mettere in campo». © RIPRODUZIONE RISERVATA

LE PAGELLE di CHIABO

FORRAY SEMBRA DERRICK ROSE TRENTO

7

MITCHELL 7 Non fa canestro per tutto il primo tempo, nella ripresa lotta di più e illumina con gli assist. SANDERS 6.5 Tira male come tutti ma segna un paio di triple importanti quando Sassari è ancora viva, anche 5 assist. PASCOLO IL MIGLIORE 7.5 Eccellente partita di sostanza, difensivamente è un fattore, a rimbalzo domina. GRANT 6 Buon cambio, utile. FORRAY 7 Umilia Logan in uno contro uno, dà 5 assist, tampona anche Dyson. FLACCADORI n.g. Gioca tre minuti ma di personalità OWENS 7 Quando la palla arriva, è una sentenza, 10 punti nella ripresa. BALDI ROSSI 6.5 Otto rimbalzi in 18’ , due triple preziose. ARMWOOD n.g Viene atterrato da Chessa mentre vola, gioca solo 3’. SPANGHERO 5 Brutta partita non solo per lo 0/5 da tre, le scelte latitano.

SASSARI

5.5

LOGAN 4.5 Lo 0/5 da 3 non è la cosa peggiore, Forray lo batte come fosse Derrick Rose. 5 assist SOSA 6 Produce molto in attacco in 18’, anche 3 assist. SANDERS 5 Non che Mitchell tiri meglio, ma alla fine lo surclassa. DEVECCHI 6 Dà il suo apporto, più che discreto contro Mitchell. LAWAL 6 Ha la coscienza sporca come tutti sui rimbalzi, ma ne prende 9 e dà 3 stoppate. DYSON IL MIGLIORE 6.5 Inizia con poco fuoco addosso, poi si accende, recupera 7 palloni, subisce 10 falli ma non fa mai canestro. SACCHETTI 5.5 Otto minuti senza infamia e senza lode. BROOKS 5 Prende un rimbalzo e la cosa pesa molto negativamente. Due recuperi. KADJI 6 Meglio delle statistiche che dicono 4 perse: le sue due triple sono gli ultimi problemi di Trento, 5 rimbalzi, 2 stoppate.


Basket R Nba: al via le finali di conference

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HOUSTON NEL ‘95 L’ULTIMA A VINCERE L’ANELLO OVEST

EST 1976

1975

Golden State Warriors Bilancio stagionale 67-15

1975

Ultima finale di conference

1997

Ultima finale Nba

1995

Ultimo titolo

1995

CALENDARIO

1970

Ultima finale di conference

2007

mai raggiunta

Ultima finale Nba

2007

mai vinto

Ultimo titolo

mai vinto

Gara 1 stanotte Gara 2 giovedì

Houston Rockets Bilancio stagionale 56-26

Gara 3 sabato Gara 4 lunedì 25

Atlanta Hawks Bilancio stagionale 60-22

CALENDARIO Gara 1 domani Gara 2 venerdì

Cleveland Cavs Bilancio stagionale 53-29

Ev. gara 5 mercoledì 27 4-0 vs New Orleans 4-2 vs Memphis

Playoff 2015

4-1 vs Dallas 4-3 vs Clippers

Ev. gara 6 venerdì 29 Ev. gara 7 domenica 31

Gara 3 domenica Gara 4 martedì 26 Ev. gara 5 giovedì 28

4-2 vs Brooklyn 4-2 vs Washington

Playoff 2015

4-0 vs Boston 4-2 vs Chicago

Ev. gara 6 sabato 30 Ev. gara 7 lunedì 1/6 CENTIMETRI

Harden a caccia di rivincite con Curry

A EST

A LeBron e ai Cavs l’infermeria fa più paura di Atlanta 1Sono tanti gli

infortunati di Cleveland, con Irving ancora in dubbio per gara-1

1Ovest: Golden State-Houston è

Q

anche la sfida tra 1° e 2° nei voti mvp Massimo Oriani

C

ome cantavano i Dire Straits, a volte sei il moscerino, a volte il parabrezza. Ma quando finisci con lo spiaccicarti sempre contro il vetro, il dubbio ti viene. Ai Los Angeles Clippers è sorto eccome, dopo essere diventati la nona squadra nella storia della Nba a farsi eliminare dopo essere stata avanti 3-1. Non sono più la barzelletta della lega, ma restano, al pari dei Chicago Bulls di Derrick Rose a Est, gli eterni incompiuti. CRUDELE Il contraltare, sempre crudelmente presente nel mondo dello sport, è la gioia degli Houston Rockets, che hanno bissato l’impresa del ‘95, quando, sotto 3-1 con Phoenix, centrarono la finale di conference col famoso «Bacio della morte» di Mario Elie, una tripla a 7” dalla fine di gara-7, bissando poi il titolo ‘94. Stavolta non c’è stato bisogno del tiro della disperazione come racconta il 113-100 finale. I Clippers erano cotti, fisicamente e psicologicamente, incapaci di reagire dopo aver dilapidato 19 punti di vantaggio a 14’ dalla fine di gara-6, in casa. L’immagine di Chris Paul che salta in groppa a

Dwight Howard per mandarlo in lunetta è la foto della disperazione di una squadra finita. Ma ora per Houston e per il suo coach, Kevin McHale (unico a ribaltare un 1-3 da giocatore, coi Celtics ‘81, e da tecnico) si fa molto più dura. Perché sulla sua strada c’è Steph Curry, il piccoletto indemoniato che ha preceduto proprio la stella dei texani, James Harden, nelle votazioni per il premio di giocatore dell’anno. In stagione i Warriors hanno vinto tutte e 4 le sfide con Houston, con scarto medio di 15.3 punti, un abisso quindi (nella storia di playoff chi ha spazzato via l’avversario in regular season l’ha poi eliminato nei playoff 55 volte su 61). E l’mvp contro i Rockets ha tirato col 58% dal campo e addirittura col 62% da tre. LOGICA Pronostico chiuso quindi? Probabilmente sì, ma avrebbe dovuto esserlo anche con i Clippers sul 3-1 per i californiani. E’ vero che spesso i playoff si fanno beffe della logica, ma questi Rockets avranno bisogno di trovare maggior costanza di rendimento da parte di tutti i loro giocatori se pensano di poter far fuori i numeri uno. Difficile pensare che Pablo Prigioni, l’uomo chiave di gara-7, possa ripetere una presta-

James Harden, 25 anni, contro Steph Curry, 2° e 1° nella votazione mvp AFP

zione simile. Il 38enne di Cordoba, nel 2012 matricola più vecchia nella storia della Nba, solamente alla sua 3a stagione Nba, dopo averne passate 18 tra Argentina (con la cui nazionale ha vinto il bronzo a Pechino 2008) e Spagna, ha messo a frutto tutta la sua esperienza nella bella, rubando un paio di palloni agli stracotti Clippers addirittura sulla rimessa da fondo. «Le giocate di Pablo hanno girato la partita» diceva poi Harden. Quando il 19 febbraio è arrivato a Houston dai Knicks, in molti hanno sorriso ironicamente. «Non è la prima volta che si trova in partite del genere

uestione di cerotti. Siamo onesti, al completo non ci sarebbe partita. La finale Est tra Atlanta e Cleveland, per quanto si è visto sin qui nei playoff, avrebbe un pronostico chiuso a favore dei Cavs. Nonostante le 60 vittorie degli Hawks in stagione regolare, il meccanismo quasi perfetto messo in campo da coach Budenholzer in regular season, capace di trasformare la sua squadra negli Spurs dell’Est, pare essersi inceppato. Tanta, troppa fatica per eliminare i Nets, altrettanta contro i Wizards. Il bilancio di Atlanta nelle ultime 30 partite, playoff compresi, è di 18-12, quello di Cleveland è 23-7. Non sono più gli stessi delle prime 50

– commentava il gm Morey – Qui la gente magari non lo sa perché le ha giocate in Europa».

80% Ecco allora che la finale Nba prevista da molti alla vigilia, Warriors-Cavs, non è poi così scontata. Diciamo che se LeBron sarà anche all’80%, potrebbe bastare per far fuori Atlanta, a cui manca il giocatore che toglie le castagne dal fuoco nei momenti difficili. Agli Hawks servirà il Korver di regular season (49% dall’arco), non quello che nella postseason sta litigando col ferro da un mese (35% da tre). DeMarre Carroll farà la parte di Kawhi Leonard nella versione Costa Est degli Spurs, ma non ha certo il talento dell’mvp delle finali 2014. GLI ALTRI King James non è comunque solo. Basta guardare le sue percentuali dal campo nella serie vinta 4-2 sui Bulls per capirlo. Pur avendo il Prescelto tirato col 39%, il contributo di James Jones (17 punti con 5 triple in gara-2), JR Smith (le sue triple nel 4° periodo di in gara-4 sono state fondamentali) o Matthew Dellavedova, l’eroe di gara-6, hanno portato i Cavs a superare l’ostacolo Chicago. E così sarà anche con Atlanta. m.o.

FIGLIO Nello spogliatoio, dopo il trionfo, stringeva per mano il figlioletto Nicolas, 9 anni, che indossava la maglia dei Rockets di papà. «Mi hanno fatto un bel regalo per il compleanno – spiegava Pablo, che ha compiuto gli anni proprio domenica – Ma non mi basta, ora voglio la finale». Per arrivarci dovrà portar via qualche pallone anche a Curry. Che, compleanni o meno, non sarà certo in vena di regali. © RIPRODUZIONE RISERVATA

partite (41 delle quali vinte). Ma dall’altra parte c’è una squadra a pezzi fisicamente. LeBron James non è al top con problemi a una caviglia. Kevin Love ha chiuso da tempo la sua avventura (forse per sempre) in maglia Cavs. Kyrie Irving gioca con una fastidiosa tendinite a un ginocchio e con una distorsione al piede destro che potrebbe fargli saltare gara-1. Iman Shumpert scende in campo con uno stiramento a una coscia che rischia di toglierlo di mezzo ogni volta che salta. Tristan Thompson ha una spalla malconcia.

LeBron James, 30 anni AFP

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MARTEDÌ 19 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT


Tennis R Il vincitore degli Internazionali

MARTEDÌ 19 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

1Il n.1 di

L'ANALISI di VINCENZO MARTUCCI

passaggio a Milano sulla strada per il Roland Garros: «Non averlo mai vinto mi dà una grande spinta»

DOMINIO NOLE MA RIUSCIRÀ A VINCERE IN FRANCIA?

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i sono stati numeri uno del mondo anche per una sola settimana, come Rafter, altri che non t’aspetteresti come Moya, ed altri ancora che ingiustamente non ci sono riusciti, come Vilas. Ci sono stati numeri uno dominatori, come Connors, McEnroe, Sampras e Federer, e altri che si avvicendavano, come Becker ed Edberg. Oggi c’è Djokovic che non solo domina tutti i tornei più importanti - il primo Slam e quattro Masters 1000 - ma è pure in netto vantaggio sul numero 2, Federer, il quale, a sua volta, ha staccato di molto quelli dietro. Così dicono i 4610 punti di distanza nella classifica mondiale fra Nole e Roger, e i 2195 fra lo svizzero e il numero 3, Murray, con Berdych e Nishikori addirittura 4000 punti più in là. Del resto, a ben guardare le partite del serbo di quest’anno, sin dagli Australian Open di gennaio, dopo i primi due set equamente divisi al tie-break col coetaneo Murray, ha vinto il terzo parziale e poi s’è aggiudicato 12 dei successivi 13 games del 60 finale. Concedendo subito la replica nel set decisivo della finale di Miami di marzo, dopo aver lasciato sui pedali FedererExpress a Indian Wells, per ripetersi a Montecarlo col povero Berdych. La capacità e la continuità nel cambiar marcia del numero 1 nei primi mesi del 2015 è impressionante. La settimana scorsa, a Roma, non ha mai davvero convinto ma, quando ha voluto, ha messo la freccia ed è schizzato via. Ci riuscirà, da domenica, anche sui 5 set del Roland Garros, l’unico Slam che finora gli ha detto di no? Chiuderà il Grande Slam, beffando i fenomeni Federer e Nadal? Oggi è plausibile. Oggi le schegge impazzite, come il tappo dello champagne di Roma, lo feriscono solo di striscio. Ma Parigi è la trappola degli dei del tennis.

Novak Djokovic scherza con una piccola allieva durante l’evento di ieri a Milano. Nole compirà 28 anni venerdì LAPRESSE

Djokovic, un’arma in più «La famiglia è la mia forza Parigi una sfida eccitante» Riccardo Crivelli

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asciate che i bambini vengano a me. Da Roma a Milano, il giorno dopo di Djokovic è un bagno di folla sul campo (sintetico, ma con il colore della terra rossa...) preparato nella piazza del Palazzo della Regione Lombardia, dove trascorre un’ora di puro divertimento e relax con i piccoli tennisti di Bergamo che hanno vinto la Coppa delle Province. Una location che riproduce indubbiamente il fascino di un’arena di gioco, con le tribunette gremite e il presidente Maroni, accompagnato dall’assessore allo sport Antonio Rossi, che non lesina sorrisi e applausi. Passano pure tanti tifosi di Federer, ma lo hanno già perdonato per aver battuto il loro idolo al Foro, mentre anche chi non conosce Nole si ferma e chiede, quasi stupito che il più forte del mondo si esibisca sotto il cielo lombardo. ISTRIONE Una mattinata che esalta il talento istrionico di No-

LA POLEMICA

Binaghi: «C’è un sindaco a Roma?» Il Comune: «Gira solo in auto blu...» ● ROMA Il disco s’è incantato. Ma dev’essere un disco di successo, quello di Angelo Binaghi, se è vero che il presidente Fit ha sferrato il terzo attacco in 7 giorni al Comune di Roma. Stavolta, lieve variazione sul tema, Binaghi ha tirato in ballo direttamente il sindaco: «I rapporti con Marino? Perché, c’è un sindaco a Roma?», è la domanda ironica che Binaghi si è posto a «La politica nel pallone» su Gr Parlamento. «Il torneo non deve essere fatto per forza a Roma - ancora Binaghi -. Il nostro popolo si ribella per

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l’assenza di servizi, dentro il Foro Italico non ci sta più. Il Centrale è piccolo. Se Roma non si accorge di noi, arrivederci e grazie». La replica del Comune è arrivata dall’assessore Paolo Masini: «Rimaniamo stupiti dalle frasi di Binaghi. Abbiamo aiutato l’organizzazione e la sicurezza, potenziando i trasporti con 9 linee di bus da centro e periferia verso il Foro». E il consigliere Fabrizio Panecaldo rincara: «Binaghi gira solo in auto blu, forse non ha mai preso il bus». Davide Stoppini © RIPRODUZIONE RISERVATA

vak, l’innata propensione allo spettacolo, la straordinaria capacità di tenere la scena sia che si tratti di un match decisivo sia che occorra improvvisare uno show per quella folla composita che non smette di staccargli gli occhi di dosso, lasciando immaginare, nostalgicamente, quale passione potrebbe sgorgare da Milano se ritrovasse per magia il suo torneo. Intanto, manager in giacca e cravatta, signore in tailleur, ma anche tanta gente comune, attirata dal simpatico trambusto e dal tramestio di centinaia di bambini, scattano foto, commentano ad alta voce, battono le mani, in attesa di travolgerlo d’affetto alla fine dell’evento, per un selfie o un autografo da far invidia agli amici. COMPLEANNO Lui, il numero uno che parla italiano, dotato di microfono, palleggia con i ragazzini, suggerisce la postura del corpo per migliorare dritti e rovesci, anticipa dove tirerà la palla, si complimenta con un bimbetto molto professionale nella sua tenuta di gioco che in risposta a una palla corta del

campione effettua una controsmorzata con i fiocchi. Poi c’è Milena, che ha i capelli lunghi e biondi, assomiglia un po’ alla Sharapova e che festeggia giusto il suo compleanno. Quando lo speaker lo annuncia, Djokovic la chiama a rete come si fa con gli avversari a fine partita, le stringe calorosamente la mano e le schiocca due baci sulla guancia: un giorno e un eroe che lei difficilmente potrà dimenticare. Il più serio, e anche il più simpatico, si chiama Filippo, sei anni, la racchetta ben più grande di lui ma una grinta che lascia presagire un futuro di gloria. Corre di qua e di là, ribatte tutto, fino a quando Nole lo incorona: «Sei più forte di me quando avevo la tua età, complimenti all’allenatore! E ti prometto che fra dieci anni giocheremo insieme il doppio a Roma e tu mi farai vincere il torneo». FAMIGLIA L’ora passa così, una meravigliosa kermesse di un trascinatore nato, fuoriclasse anche nella disponibilità, con la battuta di spirito fulminante capace di colorare ogni istante.

I TORNEI Schiavone avanti a Strasburgo, ora trova la Razzano Francesca Schiavone ha superato il primo turno a Strasburgo (Fra, 250mila dollari, terra) . La 34enne milanese, in tabellone grazie ad una wild card, ha battuto per 6-4 61 la statunitense Laureen Davis. Al secondo turno la Schiavone, che ha vinto l’edizione del 2012, affronterà la wild card francese Virginie Razzano, numero 251 mondiale, che ha sempre sconfitto nel cinque precedenti. Risultati, 1° turno: SCHIAVONE b. Davis (Usa) 6-4 6-1; Mladenovic (Fra) b. Parmentier (Fra) 6-2 4-6 61; Riske (Usa) b. Diyas (Kaz) 7-5 4-6 6-1. QUALI A PARIGI Sono otto i

«ORA CHE LA PRIORITÀ È IL MIO PICCOLO STEFAN, VINCO DI PIÙ» NOVAK DJOKOVIC N.1 AL MONDO

Così, quando dall’altra parte del campo si presenta un mancino che al primo colpo tira un drittaccio sulla riga, il fenomeno serbo non gliele manda a dire: «Ehi tu, lo sai che conosco un altro mancino che colpisce piuttosto forte e che mi ha battuto tante volte?». Del resto, Novak non ha mai nascosto l’amore per i bambini e adesso che insieme alla moglie Jelena ne ha uno suo, Stefan, di sette mesi, ha cominciato a inanellare una serie di trionfi ininterrotti. Non può essere un caso: «E’ vero, la famiglia e un figlio ti danno un’energia sconosciuta. Sembra paradossale, ma da quando il tennis non è più la mia priorità, perché tutte le attenzioni primarie sono concentrate su di loro, gioco più rilassato e con una motivazione diversa. Adesso non vedo l’ora di tornare un paio di giorni a casa ad abbracciarli, li vedo poco ma ho sempre bisogno di loro. Poi penserò a Parigi». IL SOGNO E L‘OSSESSIONE Città magica e maledetta allo stesso tempo, perché lo Slam sulla terra del Roland Garros è l’unico che gli manca e mai come quest’anno Djokovic ci arriva da grandissimo favorito, con una striscia di 22 vittorie consecutive e 7 tornei vinti (compresi gli Australian Open) da ottobre ad oggi. Un sogno che si avvicina: «Aver vinto così tante partite di fila mi fa capire che posso provare a vincerne altrettante, io voglio arrivare in fondo qualunque sia il torneo che gioco e questo status mentale mi sta aiutando a collezionare successi. So anche che non devo fare nulla di speciale per tentare di conquistare il Roland Garros, solo rimanere concentrato e continuare a prepararmi, nei giorni che rimangono, come ho fatto fin qui». Una dolce ossessione: «Sicuramente l’idea di non essere mai riuscito a vincere a Parigi è una questione con cui ho fatto i conti nella mia testa. Mi conforta il fatto che non parto certo da zero, ci sono andato vicino tante volte e ho giocato molte finali e alla fine, quando penso che le prossime due settimane sono là, il fatto che non ho mai avuto fortuna fino in fondo in quel torneo mi eccita e mi dà una spinta enorme». Forte e chiaro, Mister Djokovic. © RIPRODUZIONE RISERVATA

LE CLASSIFICHE tennisti italiani al via delle qualificazioni da oggi per un posto nel tabellone principale del Roland Garros: Luca Vanni, Marco Cecchinato, Roberto Marcora, Filippo Volandri, Andrea Arnaboldi, Thomas Fabbiano, Potito Starace e Matteo Viola.

Francesca Schiavone AP

Uomini, Berdych e Nishikori su Sharapova torna 2a, la Suarez 8a ● Djokovic regna con ampio distacco tra gli uomini, Berdych e Nishikori approfittano dell’assenza di Raonic al Foro Italico per guadagnare una posizione. Tra le donne torna al numero 2 Maria Sharapova, sale all’8° posto la Suarez. La classifica maschile: 1. Djokovic (Ser) 13845; 2. Federer (Svi) 9235; 3. Murray (Gb) 7040; 4. (5) Berdych (Cec) 5230; 5. (6) Nishikori (Giap) 5220; 6. (4) Raonic (Can) 4800; 7. Nadal (Spa) 4570; 8. Ferrer (Spa) 4490;

9. Wawrinka (Svi) 3845; 10. Cilic (Cro). Italiani: 29. (31) Fognini 1295; 39. Seppi 1105; 59. (57) Bolelli 826; 94. Lorenzi 543. ● Donne: 1. S. Williams(Usa) 9361; 2. (3) Sharapova(Rus) 7710; 3. (2) Halep(Rom) 7360; 4. Kvitova (Cec) 6760; 5. Wozniacki (Dan) 4940; 6. Bouchard (Can) 4167; 7. Ivanovic (Ser) 3655; 8. (10) Suarez (Spa) 3645; 9. (8) Makarova (Rus) 3510; 10. (9) Petkovic (Ger) 3315. Italiane: 17. (15) Errani 2140; 28. (26) Pennetta 1731; 37. Giorgi 1300; 42. (44) Vinci 1112; 48. (51) Knapp 1005; 92. (81) Schiavone 647.


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Pallavolo R Marito e moglie campioni

MARTEDÌ 19 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

FESTA IN GAZZETTA

Mario Salvini

S

erena Ortolani rivendica secca: «Io lo avevo detto subito, quando l’anno scorso ho firmato per Casalmaggiore: “vengo qui per vincere, non perché c’è mio marito”». Che poi vincere può voler dire tante cose, e adesso ognuno ha la propria versione dei fatti e delle aspettative. Comunque, Serena forse allora raccontava solo una mezza verità. Però alla fine ha avuto ragione in pieno. Nel bel mezzo della favola di una squadra partita con la semifinale come obiettivo e arrivata a vincere lo scudetto, c’è la loro storia. Ci sono la Ortolani e Mazzanti, opposto e allenatore campioni d’Italia; Serena e Davide, marito e moglie, mamma e papà di Gaia. IL MATRIMONIO E quindi non credeteci più di tanto, quando i casalaschi raccontano che loro ci credevano, erano da tempo consapevoli di poterlo conquistare, questo scudetto. E che non si considerano per niente una sorpresa. Storie: la prova è che Mazzanti e la Ortolani hanno fissato il matrimonio, ma adesso hanno qualche problemino. Perché sono già sposati sì, ma solo in comune (a Fano). «In chiesa la data designata è il 29 agosto. Il problema è che le cose sono andate così avanti che non abbiamo ancora fatto niente e dunque – ride lui – la vedo dura che riusciremo a farlo davvero quest’estate». Sarebbe bello sapere cosa ne pensa lei. MENAGE Ed è bello sentirli raccontare di come gestiscono la vita quotidiana, lo stress di una finale scudetto nella diversità di ruoli, la gerarchia del campo e la convivenza delle mille cose di casa. Il tutto mescolato alle esigenze di una bimba di venti mesi. Spiega Davide: «Abbiamo messo le cose su due livelli. Fisicamente, intendo: in casa. Abbiamo un appartamento su due piani: al secondo c’è la pallavolo, la stanza in cui studio i video; al primo c’è Gaia, c’è la famiglia». Che magari quando le cose vanno bene è anche facile separare ruoli e momenti, ma se qualcosa non funziona è ovvio parlare, scaricarsi, cercare soluzioni col/la compagno/a. «In effetti – ammette Serena – nel momento più difficile della stagione, dopo l’eliminazione dalla Coppa Italia, ci sarebbe anche venuto da parlarne di più. Ci ha aiutati molto Gaia: con lei ci sono tante altre cose a cui pensare». E diventa più facile dare a tutto il giusto peso. «Se scappa qualcosa di pallavolo – prosegue lei – è sempre con lo scopo di migliorarci, ma è molto raro. Una cosa che non farei mai è

Balli e tiramisù «Così abbiamo sorpreso tutti» 1I riti della squadra campione d’Italia

«Sullo 0-2 in semifinale è scattato qualcosa»

Davide Mazzanti, 39 anni, e Serena Ortolani, 28: avevano già vinto lo scudetto a Bergano nel 2011 TARANTINI

Ieri per il Casalmaggiore festa anche in redazione in Gazzetta

Davide & Serena Lo scudetto sotto lo stesso tetto

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1Mazzanti e la Ortolani: così Casalmaggiore ha costruito il più romantico dei tricolori

RMa la favola è già finita: forse già oggi tutti e due annunciati da Conegliano

parlare male di una compagna a lui. Ma non è una cosa da me: siamo tutti e due molto schietti». Riprende Davide: «Penso di poter dire che in palestra se uno non lo sapesse potrebbe non accorgersi che siamo marito e moglie. E il problema delle preferenze davvero non lo sento. Secondo me siamo molto bravi a dividere i due aspetti della nostra vita. Persino su quando andiamo all’allenamento in auto abbiamo una regola: all’andata si può parlare dell’allenamento o del prossimo avversario,

al ritorno no, si parla d’altro». A CONEGLIANO L’altra regola, quella iniziale, dopo la nascita di Gaia era: «Non andare in squadre a più di un’ora di distanza l’una dall’altra». E invece, in tempi diversi, prima lui poi lei, sono finiti sotto lo steso tetto, ed è così che il primo anno di matrimonio e schiacciate insieme è diventato uno degli scudetti più romantici di sempre. Storia bellissima e già finita. Perché Davide e Serena se ne andranno. E anche questa è una prova che il finale è stato talmente lieto da prendere in contropiede tutti, protagonisti compresi. All’incertezza di essere confermati entrambi, marito e moglie hanno preferito la sicurezza di poter proseguire ancora insieme. Forse già oggi saranno annunciati da Conegliano.

CI AVEVA SCOMMESSO Voi dite pure che la Pomì è stata una sorpresa. Ma qui c’è la prova che a Casalmaggiore c’è stato un super-tifoso che il 29 novembre puntò 50 euro sullo scudetto, pagato a 17

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e ore di sonno in mezzo alle celebrazioni sono state parentesi di cui le ragazze non hanno consapevolezza. In pratica da sabato notte in poi è stata una celebrazione unica. Però almeno più tempo passa dall’ultima palla caduta nel campo di Novara e più quelle di Casalmaggiore cominciano a rendersi conto. Ieri erano in Gazzetta, a raccontarsi e ricordarsi. A cercare insieme i momenti più salienti di una stagione in cui, secondo molti - e il vice allenatore Giorgio Bolzoni lo conferma - «L’obiettivo era la final four di Coppa Italia, magari anche la semifinale dei playoff. Lo scudetto no, proprio non lo aveva nominato nessuno». E allora diventa interessante anche solo cercare di farsi tornare a mente quando mai a qualcuno è venuta l’idea di nominarlo, questo benedetto tricolore. E cioè a Davide Mazzanti. «Dopo la sconfitta nei quarti di finale di Coppa Italia». Eliminazione che aveva fatto parecchio agitare dirigenza e sponsor. «Lì ho detto che lo scudetto era l’unica cosa che ci restava da inseguire. Poi abbiamo ricominciato a parlarne dopo essere andati sotto 0-2 nella serie di semifinale co Conegliano. Abbiamo avuto una discussione molto dura. Ma è stato come schiacciare un interruttore. Ed cominciato tutto». REGGAETON TRICOLORE E cioè la favola tricolore. Che si porta dietro tutta una serie

di storielle bellissime. Tipo il ballo: «Scatenato, ogni volta prima dell’ingresso in campo, in spogliatoio. Ballavamo sulla musica hip-hop, sul reggaeton. Ci faceva sentire unite», rivela Imma Sirressi. O come il tiramisù che il fisioterapista Paolo Agnetti ha preparato per il compleanno della Bianchini, da mangiare dopo gara-3 di semifinale. Solo che non ce n’era stato il tempo. E così lo ha portato in pullman la mattina dopo, che già si ripartiva per Conegliano. Tra il biasimo iniziale. «ma tanto è light», si era giustificato lui dando il via a una specie di party sul bus. «La verità - aggiunge Alessia Gennari, nata a Parma, dunque a 30 km da Casalmag-

LA CHIAVE E’ CHE OGNUNA DI NOI DOVEVA DIMOSTRARE QUALCOSA A QUALCUNO: E LO ABBIAMO FATTO ALESSIA GENNARI CASALMAGGIORE

giore – è che ognuna di noi voleva riscattarsi, dimostrare di non essere quello che molti andavano dicendo di quasi tutte». Per esempio che lei era finita: «Perché un anno fa di questi giorni ero sotto i ferri», e mentre lo racconta mostra la cicatrice sul braccio destro: «Trombosi arteriosa, mi avevano detto che forse non avrei più giocato». Adesso è campionessa d’Italia. Da protagonista. m.sal. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Golf R Pga Tour

McIlroy tritatutto, vittoria con record al Wells Fargo 1Il numero 1 al mondo chiude con -21

battendo il precedente di Kim, a -16, che resisteva dal 2008. Ora Wentworth

Federica Cocchi

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ory McIlroy sente la primavera. Perché in questa stagione scalda i motori e parte, generalmente come un tritasassi, alla conquista di imprese straordinarie. Lo scorso anno aveva iniziato da Wentworth la sua corsa trionfale, stavolta ha anticipato i tempi di una settimana, dominando il Wells Fargo Championship

(Pga Tour) sul percorso del Quail Hollow Club (par 72), a Charlotte nel North Carolina. RECORD Il numero uno mondiale ha concluso con lo score di 267 colpi (70 67 61 69), ventuno colpi sotto par, sbriciolando il record del torneo che apparteneva dal 2008 ad Anthony Kim con -16. Rory ha ritoccato anche il record sul giro con un 61 (-11 con undici birdie) nel terzo, primato che lui

stesso aveva stabilito nel 2010 con 62 (-10). Dietro di lui, a sette colpi, Webb Simpson e Patrick Rodgers (274, -14). Due gli obiettivi che si era prefissato Rory all’inizio della stagione: «Consolidare la mia posizione in testa al ranking - ha spiegato - e anche nella FedEx Cup. Naturalmente debbo continuare a lavorare sodo per mantenere questo stato di forma e per combattere un eventuale eccesso di fiducia». IN EUROPA Ora per il nordirlandese fresco 26enne, due appuntamenti in Europa a partire da giovedì, quando al Wentworth Club di Virginia

Water dovrà difendere il titolo del Pga Championship, considerato per l’importanza del field e del montepremi il «major europeo». Rory è saltato su un jet privato subito dopo la gara di domenica per essere nel Surrey quanto prima: «Cercherò di dormire il più possibile - ha detto Rory - e poi mi allenerò». L’obiettivo è difendere il titolo, dominando ancora una volta. Rory non è rimasto per nulla sorpreso del suo score negli Usa, anzi, quasi si è stupito di aver fatto così poco: «Per un giocatore lungo come me su quel campo era possibile fare sei birdie con i 4 par 5 e i due par 4. Quindi

avrei potuto fare anche -24». US OPEN Dopo Wentwort, McIlroy sarà all’Irish Open prima di fare due settimane di stop e volare negli Stati Uniti per lo Us Open. Quest’anno il secondo major stagionale si gioca a Chambers, nello stato di Washington. Un percorso che lui non conosce e che andrà a provare con grande attenzione: «Penso che farò almeno tre giri di prova - ha detto -. E’ importante conoscere bene il campo perché altrimenti tutta la preparazione, l’allenamento , la pratica non ti servono a nulla». . Rory McIlroy, 26 anni GETTY

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MARTEDÌ 19 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

TUTTENOTIZIE

1Ghiaccio: Asada torna dopo il ritiro La 24enne giapponese Mao Asada, tre volte campionessa del mondo di figura, dopo una stagione sabbatica, annuncia il ritorno all’attività: «Riprendo ad allenarmi perché senza pattinaggio non so stare – ha detto – poi vedremo se sarò in grado di gareggiare».

PALLANUOTO

Al Padova lo scudetto donne Imperia travolta pure in gara-3 È il primo tricolore del Veneto 1Che rivincita dopo le sconfitte nella finale 2014 e nella Coppa Len

Il tecnico Posterivo: «Doppiamente fiero di un gruppo tutto italiano»

Carlo Ferraro IMPERIA

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opo tre anni il tricolore lascia la Liguria e per la prima volta trova casa a Padova, città in cui la parola scudetto è sempre stata abbinata al Petrarca Rugby. Il Veneto non aveva mai vinto un titolo di pallanuoto. Gara-3 è la fotocopia dei due confronti precedenti, con il Lantech Plebiscito che domina sin dalle prime battute, tanto che già all’intervallo è chiaro che il passaggio di consegne si sta concretizzando. Con due nette vittorie nel giro di 24 ore, per di più fuori casa, le ospiti si prendono una doppia rivincita, della bella della scorsa stagione e della finale di Coppa Len di cinque settimane fa. Match che, sempre alla Cascione di Imperia, si erano conclusi sul filo di lana e in favore di una Mediterranea che deve fare i contio

SCUOLA

Studenteschi k.o. Niente finali per ovale e remi

È saltata ieri la finale di rugby ● (v.p.) I campionati studenteschi perdono altri pezzi. Con il taglio delle risorse, adesso ci si mette pure la cancellazione di alcune finali nazionali. Ieri, per esempio, è saltata quella del rugby, a soli tre giorni dall’inizio a Salsomaggiore. Le scuole avevano già fatto valigie e visite mediche. Niente da fare, se ne riparla a settembre. Stessa storia per il canottaggio, che aveva la sua finale a Torino dal 26 maggio: qui la Federazione ha comunicato lo stop, citando «le tempistiche del Ministero, che ha definito progetti e interventi solo la settimana scorsa» e l’impossibilità di trovare «adeguate sistemazioni alberghiere». Intanto, c’è ancora un punto interrogativo sulla svolta dell’ora di educazione fisica prevista dalla «buona scuola» (la riforma targata RenziGiannini in discussione in Parlamento) dalla seconda alla quinta elementare. Il problema non cambia: ci vuole una modifica che assicuri un numero sufficiente di docenti di educazione fisica. Alla Camera, l’impresa è fallita. Ora si spera nel Senato...

anno fa e che conferma quanto di buono abbiamo fatto durante tutto il campionato – dice Posterivo –. Rimarrò a Padova e alla società ho già chiesto di confermare questo gruppo. Sono doppiamente fiero di allenare una squadra tutta italiana». Uno scudetto che prende la via di Padova grazie anche a due liguri, Millo e Queirolo, quest’ultima la più prolifica nella serie con 7 reti all’attivo. «Ho vinto due titoli con Recco e Rapallo, ma questo trionfo, alla mia prima esperienza con un club di un’altra regione, ha un sapore particolare» confida Elisa. «Onore al Padova, ha avuto più fame di noi e ha meritato – ammette Giulia Emmolo, una delle ultime a mollare –. Nei prossimi giorni avremo un incontro con la società. Spero ci siano i presupposti per continuare e, se possibile, rinforzarci per riportare lo scudetto a Imperia». © RIPRODUZIONE RISERVATA

Il Plebiscito Padova fa festa a Imperia con la coppa dello scudetto IMMEDIA

anche con l’età di Stieber e Casanova. A scavare il divario sono state subito Sara Dario, con una doppietta nei primi 4’ dopo che nelle due precedenti sfide era rimasta a digiuno, ed Elisa Queirolo che a sua volta in 8’ concede il bis. Dopo l’intervallo, il collettivo di Stefano Posterivo (alla fine ben 7 atlete a segno) aumenta ancora il vantaggio e nell’ultima frazione non gli resta che amministrare, tra il tripudio della tren-

OLIMPIADE 2024

In Usa comitato olimpico ambiguo Dubbi su Boston? ● Aumentano le incertezze intorno alla candidatura di Boston per l’Olimpiade 2024. Angela Ruggiero, membro del comitato olimpico Usa, ha detto in una seduta del consiglio comunale di Boston che la federazione sta ancora analizzando accuratamente la candidatura per accertarsi che fosse la città giusta per rappresentare gli Stati Uniti, dicendo che non c’erano garanzie. Il comitato olimpico statunitense aveva scelto Boston come candidata Usa per il 2024 a gennaio ma ha tempo fino al 15 settembre per ufficializzare la decisione al Cio. È la distanza da quella data ad alimentare i dubbi, che due volte nelle ultime settimane il numero uno del comitato olimpico americano Scott Blackmun ha provato a fugare, ribadendo il supporto alla candidatura di Boston e smentendo che siano al vaglio altre opzioni. I commenti della Ruggiero si inseriscono in un contesto di scarso appoggio popolare alla candidatura (meno della metà dei cittadini favorevoli secondo i sondaggi) e di cammino ancora incerto del comitato promotore.

Una veduta di Boston AP

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tina di tifosi al seguito. Al fischio finale spuntano, alla faccia della scaramanzia, le magliette celebrative e si corre in acqua a far festa, con il d.s. Andrea Barzon (padre di Laura, Anna e del team manager Filippo, gemelli) che mette in mostra le sue doti acrobatiche. LA GIOIA «Sapevamo di poter chiudere il discorso in trasferta. È un successo nato dopo il k.o. della finale scudetto di un

IPPICA

Oggi Varenne compie 20 anni Sabato la festa

Varenne alla Maura ANSA ● Oggi Varenne compie 20 anni, se fosse un umano viaggerebbe appena oltre la sessantina. Il suo compleanno è già stato festeggiato dieci giorni fa durante l’inaugurazione dall’ippodromo del trotto milanese della Maura, ma sabato si terrà (come ogni anno) la vera tradizionale festa all’allevamento del Grifone a Vigone (Torino), dove il campione vive da quando è stato ritirato dalle corse. Accadde nel settembre del 2002, dopo la squalifica (ruota del sulky all’interno dei paletti) nel Trot Mondial di Montreal. Varenne diventò stallone dopo aver riscritto la storia del trotto con 51 Gran premi dominati in tutto il mondo, tra i quali due Amerique di Parigi, due Elitlopp di Stoccolma, 3 Lotteria di Napoli e la Breeders’ di New York all’allora record mondiale di 1.09.1. Entrato in razza nel 2003, Varenne è diventato papà di circa 2000 puledri. In pista i Varennini hanno vinto 118 Gran Premi. Tra gli sportivi famosi nati il 19 maggio Livio Berruti (oro nei 200 a Roma 1960) e Andrea Pirlo.

IMPERIA-PADOVA 5-11 (1-4, 1-1, 3-5, 0-1) Mediterranea Imperia: Gorlero, Ralat, Borriello, Tedesco, Stieber, Casanova 1, Pomeri, Motta 1, Emmolo 1, Bencardino 1, Drocco 1, Amoretti, Solaini. All. Capanna. Lantech Padova: Teani, L.Barzon 1, I.Savioli 1, Gottardo, M.Savioli 1, Queirolo 3, Millo 1, Dario 2, Rocco, Bosello 1, Nencha, Lascialandà, A. Barzon. All. S.Posterivo. Arbitri: Bianchi e Fusco. Note: sup. num. Imperia 10 (2 gol), Padova 9 (3). Usc. 3 falli Ralat 3° t. e Pomeri 4° t. Spettatori 500. La serie Gara-1 Padova-Imperia 10-6; gara-2 Imperia-Padova 4-8. ALBO D’ORO: 1985-’91 Volturno; ‘92-2006 Orizzonte; 2007 Fiorentina; 2008-2011 Orizzonte; 2012 Pro Recco; 2013 Rapallo; 2014 Imperia; 2015 Padova.

BOXE

Mayweather scommette: vinti 830mila dollari! ● Ormai è come Re Mida, che trasforma in oro quello che tocca: dopo i 120 milioni di borsa per il match vinto a inizio mese contro Manny Pacquiao, in quello che era atteso come l’incontro del secolo, Floyd Mayweather si gode il periodo fortunato anche nelle scommesse. Tenendo fede al soprannome «Money», il campione mondiale dei pesi welter ha puntato 350mila dollari su una combinazione di incontri di basket e pugilato, vincendone 830mila, pari a circa 730mila euro. «Gli ultimi quattro giorni sono stati grandiosi, sto incassando soldi mentre guardo altri esibirsi», ha celebrato il «successo» su Instagram, postando le foto dei tagliandi vincenti. Mayweather aveva puntato su una combinazione di risultati tra la vittoria sul ring (pesi medi Wba-Wbc) del kazako Gennady Golovkin contro Willie Monroe e i risultati delle partite di playoff Nba AtlantaWashington e HoustonClippers. Mayweather si è vantato anche di aver infilato una serie di 46 scommesse vinte tra 2010 e 2012.

ATLETICA ●

CADETTE RECORD (si.g.) Due mpi under 16: a Brembate Sopra (Bg), 11”0 (+1.0) negli 80 hs di Valeria Paccagnella, a Rieti 58.88 nel giavellotto di Carolina Visca. A Gavardo (comp.). 100. F I(+0.6): 3. Ferraro 10”43. F II (+1.4): 2. Cattaneo 10”46; 3. Cerutti 10”55 (b. 10”52/-0.2). 400: 2. Cappellin 47”37. 800: Pilati (j) 1’49”40; Romani 1’50”16. 1500: 2. Seck (Sen/Ita) 3’40”76; 4. Riccobon 3’42”45; 5. Salami 3’43”93; 6. Pettenazzo 3’44”09; 8. Y. Crippa (j) 3’45”37. Lungo: 2. Aldeghi (j) 7.51 (+1.4); 3. Serra 7.50 (+0.4). Giavellotto: Bertolini 75.29; Fent 72.33. Donne. 100 (+1.2): 3. Bongiorni 11”68. 800: 2. Franzolini 2’06”35. Lungo: 2. Liboà 6.09 (-0.3); 3. Strati 6.05 (0.4). A Nembro (Bg). Uomini. Alto: G. Ciotti 2.20. A Firenze. Uomini. Asta: Stecchi 5.20; Boni 5.20; Sinno e Piantella 5.00.

BOXE ●

KHAN-ALGIERI (r.g.) Il 29 maggio al Barclays Center di New York (Usa) si affrontano i welter Amir Khan (Ing. 30-3) e Chris Algieri (Usa 20-1), reduce dalla sconfitta con Manny Pacquiao (Fil) lo scorso novembre. Il vincitore punta a Floyd Mayweather jr.

Il leggendario climber, alpinista e base jumper statunitense Dean Potter è morto insieme al funambolo Graham Hunt in un tragico lancio dalla rupe di Taft Point, nel parco nazionale americano di Yosemite. I due sono saltati da oltre 2000 metri di altezza sabato all’ora del tramonto, per evitare controlli, visto che il base jumping - il lancio nel vuoto con paracadute o tuta alare - è vietato nei parchi statunitensi. Per ritrovare i corpi è servito l’intervento degli elicotteri della Polizia.

EQUITAZIONE ●

NOVARA I vincitori del Concorso Completo Nazionale allo Sporting Club Monterosa Novara: Juniores, Viola Ferraris (Fernhill Gold Dust), Pony, Jelena Recusani (Girondine B Vh Juxschot); Senior, Beatrice Rolandini (Rambo Du Bary); Eso, Elena Marzana (Pantoufle Friquet).

HOCKEY GHIACCIO NIENTE INNO, RUSSIA MULTATA La federazione russa sarà multata per il mancato rispetto del cerimoniale di premiazione alla finale Mondiale di Praga: dopo la sconfitta 6-1 contro il Canada, solo 9 giocatori della Russia campione uscente (tra cui le stelle Ovechkin e Malkin) sono rimasti all’esecuzione dell’inno canadese. Non è stato - a quanto emerge - un atteggiamento di protesta ma legato ai tempi di attesa del cerimoniale. «In 29 Mondiali a cui ho assistito mai vista una tale mancanza di rispetto», ha detto Rene Fasel, presidente della federazione internazionale, preannunciando sanzioni per comportamento antisportivo.

HOCKEY PISTA GARA-3 FORTE-CGC VIAREGGIO (m.nan) Si gioca stasera a Forte dei Marmi (ore 20,45, dir. Raisport 2) gara 3 della finale scudetto Forte dei Marmi-Cgc Viareggio. Si riparte dall’1-1: fattore campo saltato nelle prime due gare. La prefettura di Lucca ha vietato anche per stasera la partita ai tifosi Cgc. Per esigenze tv gara 4 si giocherà sul neutro di Follonica sabato 23 alle 20,30, non giovedì 21, eventuale gara 5 il 26 a Forte dei Marmi invece del 23. Il c.t. azzurro Massimo Mariotti, che prepara i Mondiali (20-27 giugno), attacca: «Non so se ridere o piangere, forse dal 1° giugno saremo al completo con 12 giorni totali di lavoro di gruppo».

IPPICA ●

IERI 14-6-13-5-10 A Follonica (m 1600): 1 Rocco Grif (D. Di Stefano) 1.11.5; 2 Playtime Wise; 3 Narciso Vl; 4 Rainbow As; 5 Ramona Caf; Tot.: 5,12; 2,51, 9,14, 2,16 (152,49). Quinté: n.v. Quarté: 4.247,46. Tris: 756,79. ● OGGI QUINTÈ A ROMA A Capannelle (inizio 15.35) scegliamo Coda Liscia (1), Varaug (4), It’s Written (6), Parla Piano (3), Sobha (9) e Kespettacolo (10). ● SI CORRE ANCHE Trotto: Milano (15.55), San Giovanni Teatino (15.40) e Trieste (15.20).

NUOTO

Floyd Mayweather, 38 anniREUTERS

BASE JUMPING LANCIO DA 2000 M MORTO POTTER

PRO SERIES, ORSI 49”06 NEI 100 SL, 2° DOPO ADRIAN (al.f.) Soltanto il campione olimpico Adrian è stato più veloce di Marco Orsi nei 100 sl alle Pro Series di Charlotte (Usa). Lo sprinter di Budrio è secondo della gara regina in 49”06 dietro all’americano, unico sotto i 49”, che tocca in 48”85; battuto il brasiliano De Lucca (Cielo

ha fatto solo le batterie, 49”82), giù dal podio Luca Dotto (49”32). Ancora fuori dalle finali Phelps, 9° nei 200 misti e 11° nei 100 sl (stesso crono Santucci). Uomini: 100 sl Adrian 48”85, Orsi 49”06, De Lucca (Bra) 49”21, 4. Dotto 49”32, 11. Santucci e Phelps 49”96, 18. Belotti 50”45, 100. D’Arrigo 53”58; 1500 sl Jaeger 14’58”13; 200 do Vyatchanin (Ser) 1’56”31, 3. Lochte 1’58”96; 50 ra Lima (Bra) 27”72; 200 mx Lochte 1’57”20, 9. Phelps 2’00”25. Donne: 100 sl Coughlin 54”24, Vanderpool (Bah) 54”31; 800 sl Friis (Dan) 8’25”07, Mann 8’28”82; 200 do-200 mx Hosszu (Ung) 2’07”79, 2’08”66; 50 ra Atkinson (Giam) 30”54, Hardy 30”61.

RUGBY ●

ZEBRA DERBYSHIRE (ma.p.) Paul Derbyshire passa da Treviso alle Zebre. Il terza linea toscano, 29 anni a novembre e 24 caps in azzurro, lascia il Benetton dopo 5 stagioni e torna a Parma dopo i problemi fisici degli ultimi due anni.

TAEKWONDO ●

MONDIALI Si chiudono senza soddisfazioni per l’Italia i Mondiali di Chelyabinsk (Rus): per la 2a volta nella storia nel medagliere uomini l’Iran ha superato la Sud Corea (1a nelle altre 20 edizioni). Ieri nella -80 uomini Roberto Botta ha cominciato con due vittorie, su Kolev (Bul) e Fernandes (Por), ma nei quarti ha ceduto (8-9) all’ex britannico Aaron Cook (Mol). Nella -62 donne Daniela Rotolo ha superato la Simankova (R.Cec) e la Gbagbi (C.Iv), poi eliminata (9-13) dalla Vasconcelos (Bra). I vincitori: Uomini. -63: Achab (Wtf). -80Kg: Khodabakhshi (Iran). Donne: -57: Hamada (Giap). -62: 1 Yaman (Tur).

UNIVERSITARI ● SQUADRE Dopo l’assegnazione della prime medaglie individuali, ai Campionati Nazionali Universitari a Salsomaggiore Terme (Parma), via ai tornei a squadre con calcio a 5, volley maschile e femminile: caduto a sorpresa il Cus Milano col Cus Udine nel volley donne, pari del Cus Camerino col Cus Torino. Da oggi gli attesi tornei di calcio e rugby a sette, col Cus Parma campione uscente, e basket uomini e donne, (Cus Bologna campione uscente).


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MARTEDÌ 19 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT


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stesso la macchina dopo essersi caricato di ecstasy, anfetamine, oppiacei e cannabis. Alcuni dicono che al momento della disgrazia era anche attaccato al telefonino. «Sono addolorato», ha detto ieri Sclafani al giudice nel processo per direttissima per omicidio colposo, omissione di soccorso e resistenza a pubblico ufficiale. L’altro incidente è accaduto a Ceano in provincia dell’Aquila: due ragazzini in motorino e un tizio che li tampona violentemente. Quello che stava seduto di dietro, Marco Zaurrini, 14 anni, è morto. Al volante dell’auto c’era Luigi Antidormi di 33 anni, zeppo di alcol e cocaina. È scappato a piedi, lo hanno beccato a casa sua dopo un’ora, ha accolto gli agenti urlando parolacce, era ancora in stato confusionale.

IL FATTO DEL GIORNO LACRIME E RABBIA

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Sit-in a Palermo nel luogo dove domenica è stata investita e uccisa Tania Valguarnera, 30 anni ANSA

Ora questi qui potrebbero tornare a guidare. È accaduto decine di volte in passato: qualcuno ammazza con la macchina, sta in carcere poco o niente, i giudici gli danno pochi mesi di carcere, i disgraziati dopo un po’ escono, si rimettono alla guida e ne combinano qualcun’ altra. Ad Antidormi, quello di Celano, avevano ritirato la patente da due anni.

È necessario il reato di omicidio stradale 3 o basterebbe applicare le leggi che già ci sono? 1Due vittime in 24 ore riaccendono le polemiche: norme troppo

garantiste. Pronto il ddl che prevede un minimo di 8 anni di carcere

di GIORGIO DELL’ARTI gda@gazzetta.it

Qualcuno viene ammazzato dal solito pirata della strada ubriaco o sotto l’effetto di cocaina, e subito si rilancia il tema del cosiddetto “omicidio stradale”, cioè ritiro della patente per sempre.

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Stavolta i pirati sono due, e le vittime una giovane che stava attraversando

la strada per andare a lavorare e un ragazzo in motorino. Sì, la giovane donna si chiamava Tania Valguarnera, 30 anni, lavorava nel call center Almaviva di Palermo. Domenica scorsa, alle dieci di mattina, stava attraversando la strada all’angolo tra via Libertà e via Simone Cuccia, dove si trova il suo ufficio, quando è sbucata a tutta velocità questa Fiat Doblò bianca. Dalle finestre del call center i colleghi di Tania hanno seguito la scena: il condu-

NOTIZIE TASCABILI IN PROVINCIA DI VARESE: ARRESTATO 44ENNE

L’uomo arrestato dai carabinieri a Saronno (foto da IlSaronno.it)

cente della Fiat Doblò è sceso dalla macchina, ha visto il corpo senza vita disteso a terra, s’è rimesso di corsa al volante ed è scappato. Tania era scultrice diplomata ed esperta d’arte e tra poco si sarebbe sposata. L’assassino è stato preso rapidamente, grazie ai molti testimoni. È un panettiere del quartiere Villa Tasca, si chiama Pietro Sclafani, ha 49 anni, gli avevano tolto la patente per eccesso di velocità e guida in stato d’ubriachezza, ha preso lo

Che si può fare? Io sono sempre scettico sul potere taumaturgico di una legge, ma qui il sistema è troppo garantista a favore di chi guida. Tra l’altro, in teoria, le leggi ci sarebbero anche, ma i magistrati sono molto restii ad applicarle. La condanna si colloca in genere sotto i tre anni, e questo permette al condannato di uscire subito.

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Che cos’è l’omicidio stradale? Si ammette che uccidere

LA CHIAVE

Nel 2014 le persone uccise dai pirati della strada sono state 119: un anno prima 114 Due investitori su cinque non vengono identificati E solo il 19,5% finisce in cella o ai domiciliari

qualcuno stando al volante è un vero e proprio omicidio. Il concetto è contenuto in una legge che si trova adesso al Senato in commissione Giustizia. Questa legge, fortemente voluta da Renzi, prevede condanne minime di 8 anni e massime di 12. Con il minimo a otto anni, c’è la certezza della detenzione. In una prima stesura, alla pena detentiva si accompagnava «l’ergastolo della patente», cioè il ritiro della patente a vita. Qualcuno ha osservato che la cosa era incostituzionale e allora s’è limitato il ritiro a 20-30 anni. Senonché il ritiro della patente è una pena accessoria, quindi scontato il carcere e così riabilitato, il condannato viene anche liberato dalla pena accessoria e può ripresentarsi agli esami. Per impedirglielo il legislatore sta pensando di inibire al reo l’esame per dodici anni. Ma sono tutti dettagli che conosceremo meglio quando il provvedimento arriverà in aula. La legge dovrebbe essere approvata definitivamente entro l’anno.

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Che statistiche abbiamo su questi pirati della strada? Il fenomeno è in aumento. Stando ai dati dell’Asaps (Associazione sostenitori e amici della Polizia stradale), nel 2014, in Italia, i casi di omissioni di soccorso a seguito di un incidente stradale sono cresciuti del 3,7% rispetto all’anno precedente, passando da 973 a 1009; allo stesso modo le persone uccise dai pirati sono diventate 119, a fronte delle 114 del 2013. Tra gli autori del reato, il 24,6% sono stranieri, percentuale molto più alta rispetto all’effettiva presenza di stranieri residenti nel nostro Paese (circa l’8,5%). Ma il dato più significativo riguarda i pirati che restano impuniti. Lo scorso anno appena il 57,8% di loro è stato identificato dalle forze dell’ordine, cioè due pirati su cinque riescono a farla franca. Anche chi viene preso però se la cava in genere a buon mercato: solo il 19,5% viene arrestato e condotto ai domiciliari; tutti gli altri sono denunciati a piede libero e rilasciati in attesa di giudizio. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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L’ALLARME NEGLI USA

Hacker viola il computer di aereo in volo Indaga l’Fbi

Chris Roberts, l’hacker arrestato AP

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eduto in una delle prime file su un volo di linea della United Airlines, un noto hacker americano ha inviato una serie di tweet sulle possibilità di infiltrarsi nei sistemi informatici dell’aereo, per poterne prendere così il controllo. E a sentir lui, in una ventina di casi è già passato dalla teoria alla pratica: all’arrivo, all’aeroporto di Syracuse, nello stato di New York, l’hacker ha trovato ad aspettarlo l’Fbi, che aveva letto i suoi tweet e lo ha arrestato. Le sue affermazioni, che sembra abbiano un riscontro concreto, hanno però sollevato un notevole allarme. L’hacker fermato a Syracuse, che si chiama Chris Roberts, è un esperto di cyber-sicurezza ed è una «vecchia conoscenza» degli esperti. Gli agenti federali lo avevano infatti già interrogato almeno un paio di volte, a febbraio e marzo, proprio sulle sue attività relative ai sistemi informatici dei voli di linea. Poi è arrivato l’arresto, il mese scorso, anche se è stato rivelato solo ora. In quegli interrogatori, scrive la Cnn, Roberts ha affermato di essersi infiltrato tra le 15 e 20 volte nei computer di aerei su cui stava volando, tra il 2011 e il 2014, attraverso i sistemi di intrattenimento di bordo. E in un caso è riuscito anche a prendere il controllo di uno dei motori dell’aereo, dando al computer di bordo il comando «Clb», ovvero «climb», prendi quota. E l’aereo si sarebbe spostato lateralmente. L’uomo è già stato rilasciato. Via Twitter ha poi affermato che il suo solo interesse è quello di «aumentare la sicurezza degli aerei».

RIFORMA CONTESTATA

IN SIRIA NUOVI SCONTRI E VITTIME A PALMIRA

La «Buona scuola» Sì della Camera al super-preside

L’Isis continua ad avanzare in Iraq «Ora ci spingeremo fino a Bagdad»

● Con 214 voti a favore, 100 contrari e 11 astenuti, la Camera ha approvato l’articolo 9 del ddl “Buona scuola” che attribuisce ai dirigenti scolastici il potere della “chiamata diretta” degli insegnanti dei propri istituti. «Nasce un dirigente responsabile e valutato», spiega il ministro Stefania Giannini.

Militanti dell’Isis a Falluja, in Iraq

«PIÙ PRIVATIZZAZIONI»

ALL’ASSEMBLEA CEI

Caos al comizio di Berlusconi Pascale: «Volevano aggredirci»

Fmi alza le stime Il Papa ai vescovi del Pil a 0,7% «Niente timidezza «Ok a riforme» sulla corruzione»

● Momenti di tensione, ieri, durante il comizio elettorale di Silvio Berlusconi a Saronno (Va). Un 44enne ha tentato di avvicinarsi al palco e di raggiungere l’ex premier. Ne è nato un parapiglia. L’uomo è stato bloccato dalle forze dell’ordine e condotto in caserma dove è stato arrestato per lesioni, mentre un carabiniere è stato soccorso per le contusioni riportare nella calca. «Volevano aggredire uno di noi o il presidente. Le forze dell’ordine sono state pronte ed è stato evitato uno spiacevole episodio», ha commentato la compagna di Berlusconi, Francesca Pascale, che era presente al momento del fatto. L’ex premier ha inoltre detto che è ormai fuori dalla politica, «ma con un grande senso di responsabilità nei confronti del mio Paese e degli italiani».

● Il Fondo monetario internazionale promuove le riforme di Renzi e il « buon compromesso» fra risanamento e crescita raggiunto dalla politica di bilancio, alzando a 0,7% la sua stima sul Pil 2015. Ma Washington rimprovera l’Italia per le privatizzazioni «deludenti», e invita ad approfittare del rialzo della Borsa per «nuovi target ambiziosi».

● Non essere «timidi o irrilevanti nello sconfessare e sconfiggere una diffusa mentalità di corruzione pubblica e privata», che ha impoverito le persone, soprattutto i giovani e i più fragili. E i laici cristiani non hanno bisogno di un «vescovo-pilota o di un input clericale per assumersi le proprie responsabilità» a livello «politico, sociale, economico, legislativo».

● L’Isis è stata respinta dai tesori di Palmira in Siria, ma continua a combattere. Ieri i jihadisti hanno preso il controllo di due giacimenti di gas a nord-est della cittadina e i razzi dei militari del Califfato hanno ucciso almeno 7 civili. I raid della coalizione, in risposta, proseguono senza sosta: nelle ultime 48 ore ne sono stati condotti almeno 25. In Iraq, l’Isis ha annunciato la «liberazione» completa della città di Ramadi. E in un messaggio attribuito ad Al Baghdadi c’è una nuova minaccia: «Libereremo Bagdad e Karbala». L’Iran, intanto, è pronto ad appoggiare l’Iraq contro il Califfato. Ieri, in visita a Tunisi, è intervenuto sull’Isis anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella: «Si nutre di una narrativa fanatica e oscurantista. Dalla Siria e dall’Iraq, sta cercando di diffondere il proprio marchio di morte in altre aree».

UN TIFOSO A PAVIA

Milan k.o.: a casa in anticipo trova moglie e amante Il Papa ieri all’assemblea Cei ANSA Con due indicazioni pragmatiche per i pastori e per il popolo, il Papa ha aperto ieri la 68a assemblea Cei. Subito dopo i lavori sono continuati a porte chiuse, ma pubblicamente il pontefice ha indicato le sue preoccupazioni sulla Chiesa.

● Deluso dal Milan che perde con il Sassuolo, un 45enne di Vigevano (Pavia) domenica è tornato a casa in anticipo e ha trovato la moglie a letto con un uomo. Ha aggredito entrambi. «Spero che l’altro sia un milanista: non sopporterei di essere tradito con un interista o con uno juventino….», avrebbe detto ai carabinieri, chiamati dalla moglie.


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MARTEDÌ 19 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Il bonus pensioni da 278 a 750 euro Ma non per tutti 1Il decreto risponde alla sentenza della Consulta Esclusi i più ricchi. Renzi: «Correggiamo errori di altri» Francesco Rizzo

U

n unico rimborso in arrivo il 1° agosto. Ma non a tutti i pensionati: per esempio, 750 euro per chi riceve assegni da 1.700 euro lordi, 450 euro per quelli da 2.200 euro e 278 euro per quelli da 2.700 euro. Totale: 2 miliardi e 180 milioni ridistribuiti fra 3,7 milioni di persone. L’“una tantum” non spetterà a chi ha una pensione superiore ai 3.000 euro lordi. Con questo decreto il governo risarcirà i pensionati dopo che la sentenza della Consulta aveva bocciato il blocco dell’indicizzazione voluto dall’ex ministro Elsa Fornero, ovvero l’adeguamento degli assegni al costo della vita. Di più: le stesse fasce di pensionati, a partire dal 2016, godranno di «un meccanismo di indicizzazione più generoso di quello utilizzato negli anni precedenti», giura il ministro del Tesoro Pier Carlo Padoan. I dettagli nelle parole del premier Matteo Renzi: «Chi prende una pensione di 1.700 euro lordi avrà una rivalutazione di 180 euro all’anno. Chi prende 2.200 euro avrà una rivalutazione di 99 euro. Per chi prende 2.700 euro, sarà di 60 euro l’anno». PIL Già, ma con quali soldi? Per quanto riguarda il bonus di agosto, lo Stato attingerà a quella che il premier ha chiamato la «parentesi rosa contenuta nel Def 2015» cioè lo 0,1% del Pil, pari a circa 1,6 miliardi, risultante dalla differenza tra deficit tendenziale (2,5%) e programmatico (2,6%). «Riteniamo che l’indicizzazione delle pensioni non debba modificare gli obiettivi fiscali sia per quest’anno che per il futuro», ammonisce l’Fmi ma Padoan spiega che «l’ingresso del-

Matteo Renzi, 40 anni e il ministro del Tesoro Pier Carlo Padoan, 65 ANSA

RVerrà utilizzato

il tesoretto da 2,18 miliardi. Proteste di sindacati e consumatori

l’Italia in una procedura di deficit eccessivo» sarebbe scattato se il governo avesse scelto di pagare «tutti gli esborsi implicitamente previsti dalla sentenza della Consulta». Il costo sarebbe stato di 18 miliardi, insostenibile per Palazzo Chigi. Anche se Renzi promette interventi per lasciare «maggiore flessibilità in uscita e dare un po’ più di spazio» a chi vuole andare in pensione prima, il fatto che non tutti i pensionati vengano rimborsati scatena ovvie polemiche. Per la Uil il decreto «non ripristina il punto cardine della

sentenza», ovvero il diritto di tutti alla perequazione; le associazioni dei consumatori criticano («Non modificando il montante, sul quale si calcola l’indicizzazione, si formalizza anche per gli anni a venire un forte calo del potere di acquisto delle pensioni»). C’è chi ricorda i calcoli dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio: a chi prende 1500-2000 euro al mese lordi, spetterebbero 4.230 per il 2012-2015. Sulla Consulta, che sottolineava l’esigenza di tutelare i «trattamenti previdenziali modesti», pioveranno altri ricorsi. La Fornero, grande imputata, difende l’operazione («unica via possibile senza destabilizzare i conti pubblici»). E Renzi manda un messaggio, per esempio, al centrodestra: «Siamo qui a correggere errori di altri. Chi ci critica, votò lo stop alle rivalutazioni delle pensioni». © RIPRODUZIONE RISERVATA

SCUOLA SOTTO SHOCK

1Lettere intimidatorie

anonime a studentessa di origini senegalesi: «Tu non puoi avere dieci» Indagano i carabinieri Filippo Conticello @filippocont

Q

Svolta Obama «Anch’io su Twitter» ● (cont.) Chi avesse dei dubbi, faccia un giro tra gli account: @Potus, sbarcato ieri su Twitter tra squilli di fanfare, segue nell’ordine Chicago Blackhawks (hockey), Chicago White Sox (baseball), Chicago Bears (football) e Chicago Bulls (basket). Sì, certo che è lui e si presenta così: «Salve Twitter! Sono Barack. Davvero! Dopo sei anni, finalmente mi hanno dato un account personale». Così, da ieri Obama ha un profilo tutto suo nel quale ha vagamente fatto capire i suoi gusti. In poche ore oltre 900 mila followers e, tra i following, le squadre del cuore, ma pure politici, istituzioni, collaboratori ed ex comandanti in capo: in fondo, quel @Potus sta pur sempre per «President of the United States». Era già presente in questi luoghi, ma lo storico profilo @BarackObama è gestito dallo staff: lì i messaggi inviati dal leader sono firmati «BO», qui dovrebbe essere tutto o quasi una sua iniziativa. Lo dice già la bio informale («padre, marito, 44esimo presidente Usa»), mentre per la foto di sfondo eccone una emozionale, mano nella mano vicino a Michelle (la first lady di chiama @Flotus...), alla marcia per i diritti civili a Selma. Il popolo di Twitter si è interessato come poche volte allo sbarco e ora si fa una domanda: come l’avrà presa Hillary, grande assente tra i following? Di certo, l’hanno presa così così i Chicago Cubs, l’altra squadra di baseball, l’unica della città che il tifoso Obama non segue: «Noi siamo fan dell’America», hanno cinguettato con hashtag velenoso #YouMissedATeam.

Il profilo di Barack Obama, 53

IL GIALLO DI MODENA

Bravissima e «negra» Minacce razziste a una 14enne di Pisa

uaderni e libri strappati, invidia cieca fino alle minacce e, sopra ogni cosa, razzismo: una 14enne italiana di Pisa, figlia di senegalesi perfettamente integrati, ha visto con i suoi occhi l’Italia peggiore. A scuola va benone e sarà di certo un ottimo avvocato, ma la cosa va di traverso a certi compagni ottusi del suo Istituto Tecnico: «Non si è mai vista una negra che prende 10 a diritto», una delle frasi nell’ultima lettera anonima ricevuta dalla ra-

UN ACCOUNT «PRIVATO»

Il caso di razzismo in una prima di un Istituto Tecnico di Pisa

gazza. Il Tirreno ha rivelato la dolorosa coincidenza: con la pubblicazione degli scrutini, un mese fa, la giovane ha iniziato a essere tormentata. Qualcuno infila le missive nel diario, le appoggia sul banco o in un cestino: in tutto sei, quattro scritte al computer e due a mano. «I miei voti sono abbastanza alti. A

diritto ho il massimo perché è una materia che mi piace e mi trovo bene con la prof», ha detto candidamente. Poi l’ammissione che stringe il cuore: «Hanno anche scritto che non esiste che una negra possa diventare avvocato». INDAGINI Giovedì il papà, di fronte all’ennesima minaccia, è andato dai carabinieri per fare denuncia. Sabato un nuovo episodio che ha spinto l’uomo, un operaio di 56 anni da 15 in Italia, a tornare in caserma: «Al 50% per cento è invidia e l’altro 50 razzismo, ma ora la devono smettere», ha scritto nella denuncia. È pure andato a parlare con i compagni della prima superiore: senza rimproveri o polemiche, solo un confronto. Inutile, però: «Nessuno si è scomposto, come se la cosa riguardasse qualcun altro», ha aggiunto. La scuola è sotto shock e, dopo un Consiglio di istituto, il preside non minimizza: «È molto di più di una ragazzata. Siamo convinti che ad agire siano stati due e, se dovessimo scoprirli, li puniremo duramente, fino alla bocciatura». Ora, però, sono in azione i carabinieri e con una perizia calligrafica dovrebbero capire quale 14enne sia stato capace di scrivere: «Quando ve ne tornate al vostro ca... di Paese?». © RIPRODUZIONE RISERVATA

Madre e figlia uccise nel sonno È stato il marito ● Duplice omicidio nelle campagne del Modenese, a Gorghetto di Bomporto: Francesco Grieco, 53 anni, guardia giurata, ha ucciso nel sonno la moglie, Francesca Marchi, 52enne insegnante a Carpi e la suocera, Irene Tabarroni, pensionata di 92 anni. La prima è stata soffocata, la seconda colpita da un oggetto appuntito che le ha sfondato il cranio. L’uomo ha raccontato di aver trovato le due donne morte al suo risveglio, ieri mattina alle 7.30, dopo aver trascorso la notte in casa. Ma gli inquirenti, coordinati dal sostituto procuratore di Modena Claudia Ferretti, lo hanno interrogato per diverse ore e, alla fine, Grieco a confessato, dicendo di essere stato colto da un raptus in un periodo difficile, segnato anche da incertezze lavorative. La villetta non era in disordine e l’ipotesi della rapina era stata subito considerata poco probabile.

EMERGENZA SBARCHI

Migranti, sì della Ue alla missione navale Guerra sulle quote 1Per distruggere

i barconi servirà il via libera dell’Onu Accoglienza: frenano Francia e Spagna

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a missione navale della Ue per fermare i trafficanti di uomini nel Mediterraneo è partita. Piano piano. Si chiama Eunavfor Med, avrà sede a Roma e il comando dell’ammiraglio Enrico Credendino. Mandato iniziale, un anno; budget di 11,82 milioni di euro per i primi due mesi. Vi aderisce una decina di Paesi, tra cui Italia, Francia, Regno Unito e Germania. Il consiglio dei ministri europeo degli Esteri e della Difesa ha approvato ieri la base legale dell’operazione, un accordo che comprende tutte le tre fasi previste nel cosiddetto “Crisis management concept” (il progetto di missione) ma, spiegano i ministri, «per le fasi successive alla prima» servirà una «ulteriore valutazione». PIÙ 10% Il primo livello prevede il pattugliamento e il monitoraggio delle reti dei trafficanti in acque internazionali. Il semaforo verde lo darà il Consiglio Esteri del 22 giugno: oggi i Paesi coinvolti faranno la conta di uomini e mezzi disponibili. La Nato potrebbe dare una mano. I passi seguenti, in acque libiche — sequestrare, perquisire, distruggere i barconi — richiedono l’ “ok” del Consiglio di sicurezza dell’Onu. Bisognerà basarsi sul diritto internazionale «in partnership con le autorità della Libia», spiega la Ue. «Non succederà nulla senza un mandato delle Nazioni Unite», chiarisce il ministro della Difesa austriaco Gerald Klug. Nel testo non si parla di offensive militari di terra. «Il punto fondamentale non è la distruzione dei barconi, ma del modello di business dei trafficanti — spiega l’Alta rappresentante della politica estera

Dall’inizio del 2015 sono sbarcate in Italia 39.982 persone ANSA

dell’Unione europea Federica Mogherini —: l’obiettivo è rendere impossibile per le organizzazioni dei criminali riutilizzare il denaro con cui si arricchiscono e fanno morire le persone». Ma, intanto, la Ue si divide sulle quote per la redistribuzione dei migranti fra i vari Stati: al no della Gran Bretagna («diamo solo mezzi») si aggiungono Francia e Spagna. Confermando la posizione del premier transalpino Manuel Valls, il sottosegretario agli Affari Europei di Parigi, Harlem Desir, spiega: «Vogliamo che più Paesi facciano lo sforzo di ospitare i rifugiati. Ma ogni richiesta deve essere valutata in base alla condizione personale, non vi è necessità di quote generali». E pure Madrid critica: «Lo sforzo di solidarietà deve essere proporzionato, giusto e realistico», dice il ministro degli Esteri spagnolo, Jose Manuel Garcia Margallo, sottolineando anche l’alto tasso di disoccupazione nazionale. Sul tema, nelle prossime settimane, ci sarà «certamente un dibattito non facile», ammette il nostro ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, per il quale Francia e Spagna alimentano «discussioni di posizionamento». Aggiunta: «L’emergenza però è europea: gli sbarchi ammontano a 39.982 dall’inizio dell’anno, cioè attorno al 10% in più rispetto all’anno scorso». Ma la Ue, litiga. f.riz. © RIPRODUZIONE RISERVATA

DIVERSAMENTE AFFABILE di FIAMMA SATTA

SE LA CRISI AGUZZA L’INGEGNO IL CODISTA DIVENTA UN LAVORO

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o sapete cos’è un codista? Un parrucchiere esperto in code di cavallo, uno che se la dà a gambe di fronte alle difficoltà o uno che sa decriptare messaggi topsecret? Nessuno dei tre. È un nuovo mestiere di cui ho avuto notizia giovedì scorso guardando il programma «Geo» (Rai 3), condotto elegantemente e sapientemente da Sveva Sagramola. Ha intervistato Giovanni Cafaro, un 44enne di Milano laureato con tanto di master alla Bocconi che, dopo aver perso il lavoro in un’azienda d’abbigliamento, ha avuto l’idea di far la fila al posto di chi non ne ha tempo e voglia, negli enti pubblici e privati (posta, ASL, assicurazioni, banche) con disbrigo di pratiche

burocratiche di ogni genere, al costo di 10 euro l’ora. Il suo slogan? «La tua coda allo sportello da oggi la prendo io». Ha ingranato ed è anche riuscito a far riconoscere la professione di codista nel Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro. Ennesima prova che ogni crisi (economica, sentimentale, lavorativa, esistenziale, di salute) può far risaltare risorse e opportunità inaspettate. A proposito di fila, chi è in sedia a rotelle ha diritto di saltarla, però ogni volta che passo avanti, non so perché, mi sento in colpa. Che scema che sono! BLOG segui Fiamma anche su diversamenteaffabile.gazzetta.it


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MARTEDĂŒ 19 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Futuristico e dark: è il ritorno dei Muse Diamo una scossa

ORMAI SUONIAMO INSIEME DA OLTRE 21 ANNI,, Ăˆ PIĂ™ DI UN MATRIMONIO: SERVE ENERGIA

1La band britannica parla del nuovo album Drones Daniele Vaira MILANO @danvaira

embra di essere precipitati in un libro di George Orwell o di vedere scorrere fotogrammi di un futuro pensato da Ridley Scott. Ăˆ un mondo svuotato, fatto di uomini-droni ÂŤche combattono e uccidono senza farsi domandeÂť, soggiogati da altri droni. Ăˆ una realtĂ di ÂŤdei assenti e di tirannia silenziosaÂť. E, invece, i ÂŤdroniÂť rimandano a sfumature elettroniche, che toccano il rock e lo superano. Drones è, infatti, il titolo del nuovo album dei Muse, in uscita il 9 giugno. E chi meglio del front man Matt Bellamy, incontrato a Milano insieme al bassista Chris Wolstenholme e al batterista Dominic Howard, può spiegarci questo ÂŤviaggioÂť verso l’abisso. ÂŤIl protagonista è svuotato, senza speranza, sopraffatto dalle forze oscure. Poi ha il coraggio di ribel-

larsi e di mettersi in gioco. Noi dobbiamo fare lo stesso. Dobbiamo svegliarci, essere critici e non lasciarci abbindolare dai messaggi e dalle pressioni della societĂ Âť. Se si scava piĂš a fondo si capisce che l’album è anche la descrizione di un momento di difficoltĂ personale. A dicembre il cantante ha rotto con l’attrice Kate Hudson, da cui ha avuto un figlio. ÂŤDall’ultimo album The 2nd Law, tre anni fa, sono successe molte cose nella vita. Noi britannici non siamo abituati a confrontarci con i sentimenti, con Drones ho scavato dentro me stessoÂť. Il risultato è una sorta di purificazione dopo un viaggio dark che raggiunge un equilibrio. AFFIATATI E l’alchimia bisogna trovarla anche all’interno del gruppo per vendere oltre 17 milioni di copie in tutto il mondo e per registrare il sold out da Wembley a Roma. ÂŤStiamo insieme da 21 anni — scherza il bassista dei Muse Chris Wolstenholme — ormai il nostro è piĂš di un matrimonio. Ci conosciamo e siamo ancora pieni di energiaÂť. Di carica Wolstenholme ne ha davvero bisogno, visto che a casa, oltre alla moglie lo aspettano sei figli. ÂŤLavorare al disco e conciliare le esigenze della famiglia è stato davvero difficileÂť. Il batterista Dominic Howard, invece, non picchia solo sui piatti, ma sa farlo anche a parole quando gli si chiede della rivoluzione digitale e dei suoi colleghi che sono usciti da Spotify perchĂŠ guadagnavano troppo poco. ÂŤOra possiamo avvicinarci a ogni tipo di musica, scoprire nuove cose in tempo reale. Non è detto che uno faccia musica perchĂŠ vuole diventare ricco. Io almeno la faccio perchĂŠ è una mia passioneÂť.

ÂŤLa societĂ ci amalgama e ci trasforma in robotÂť

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ESCE IL 9 GIUGNO Sopra la cover dell’album Drones. A destra Matt Bellamy (al centro), Chris Wolstenholme (a sinistra) e Dominic Howard

Š RIPRODUZIONE RISERVATA

FUORI CONCORSO

Santoro dà l’addio a Servizio Pubblico Sono sul mercato

La mente in un cartoon: Cannes sogna 1Inside out della Pixar conquista il festival ÂŤĂˆ un viaggio nelle emozioni dell’infanziaÂť

Elisabetta Esposito INVIATA A CANNES (Francia)

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ioia, Tristezza, Rabbia, Paura e Disgusto. Sono loro, da scrivere rigorosamente con la maiuscola, i veri eroi di Cannes. E pensare che, apparentemente, sono solo dei pupazzetti animati. Dopo la proiezione di ieri dell’attesissimo

Inside Out, film fuori concorso firmato Pixar, è evidente però che di questi cinque, meglio noti come le emozioni, sentiremo parlare a lungo. Nessun’opera finora ha strappato qui un tale consenso: tutti pazzi per questo viaggio che John Lasseter e soci hanno voluto fare ÂŤmostrando per la prima volta al mondo il luogo piĂš sconosciuto in assoluto: la nostra menteÂť. Il risultato

è un film geniale, diretto dal premio Oscar Pete Docter (Monsters & Co., Up), che nulla ha da invidiare alle pellicole d’autore in concorso. Inside Out, in Italia dal 16 settembre, racconta quanto avviene nella testa dell’undicenne Riley: in un quartier generale le cinque emozioni dettano le sue scelte, sfornano ricordi, gestiscono le reazioni, con l’obiettivo di renderla felice e proteggerla. Ma a quell’etĂ le cose cambiano, l’infanzia lascia posto alla pubertĂ , si scopre che si può essere felici e tristi insieme, in un processo in cui si ride, si piange,

OROSCOPO LE PAGELLE di ANTONIO CAPITANI 21/4 - 20/5 TORO

21/5 - 21/6 GEMELLI

22/6 - 22/7 CANCRO

23/7 - 23/8 LEONE

24/8 - 22/9 VERGINE

7+

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8

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7

5,5

La Luna porta stabilità e traveste il martedÏ da domenica. O quasi. Un po’ di sfigopendulismo dell’umor rimane, ma lavoro, soldi e fornicazione filano.

Intuitivi e strafighi come siete potete far faville e essere oggetto di colpi di glutei in ogni ambito. Tutto comincia e finisce bene, suinally too. Uau.

C’è chiusura nei rapporti. E forse il quotidiano in toto stressa troppo. Ma anche voi siete una palla al piede: state su. Fornicate meravigliosally, però.

Amici e staff v’aiutano. A tratti vi sopportano pure, pensate un po’‌ Ma ricordate: se fidarsi è bene, non fidarsi aiuta l’attivitĂ epatica. Calo suino.

Potreste farvi prendere da ansie senza senso. Be quiet e non chiedete troppo al vostro fisico, un po’ sfigomoscio. La fornicazione richiede uno sforzo.

23/9 - 22/10 BILANCIA

23/10 - 22/11 SCORPIONE

23/11 - 21/12 SAGITTARIO

22/12 - 20/1 CAPRICORNO

21/1 - 19/2 ACQUARIO

20/2 - 20/3 PESCI

7,5

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6-

6

7,5

6

La serenitĂ abbonda, la forma fisica ridonda. Ma in fatto di soldi siate cauti: c’è il rischio di mosse avventate. Bene il lavoro, rendimento suino elevato.

Calma e pazienza devono essere due must oggi. Evitando al contempo di essere taglienti come scimitarre nei vostri commenti. Ormoni sgonfietti.

I rapporti con gli altri perplimono. Alcuni si tendono troppo. E un contratto o un accordo chiedono avvedutezza, chiarezza. Sfighette suine.

La cupezza toglie smalto. Anche ai denti, forse. PerchĂŠ spegne il vostro sorriso. State su, concentratevi, curate i dettagli. E fornicate, chĂŠ aiuta.

si pensa. ÂŤAbbiamo voluto raccontare qualcosa in cui tutti si riconoscano davvero, mostrando le dinamiche del nostro cervelloÂť, dice il regista. E come ogni bel film Pixar, anche Inside Out, si rivolge a bambini e adulti. Un’idea su cui Lasseter ha costruito tutto, sin dal primo lungometraggio, Toy Story, ÂŤche sta per compiere 20 anni e che ha aperto la strada a quello che vediamo oggiÂť, ricorda. E di certo, mentre lo dice, nella sua testa Gioia e Tristezza si sono messe al lavoro, insieme. Š RIPRODUZIONE RISERVATA

CONSIGLI

21/3 - 20/4 ARIETE La Luna vi conduce verso mille soddisfazioni. Ottenute anche con ÂŤgenioÂť e regolatezza. Ok viaggi, colloqui e concretizzazione di fantasie suine.

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Giornata with the bott. Sul lavoro trionfate, sul piano finanziario risolvete e ottenete, in amore gioite e godete. Anche suinamente. E quanto siete fighi.

L’umore fa lo slalom fra gioia e sfigoabbattimento: siate piÚ stabili, dribblate i fallocefali che si credono scienziati. Sudombelico risoluto.

LA SERIE ÂŤTHE 100Âť

NIENTE CERTEZZE IN UNA STORIA APOCALITTICA Il centinaio che si legge nel titolo è rappresentato dai detenuti di una stazione spaziale rimandati sulla Terra per verificarne le condizioni con lo scopo di tornarci a vivere dopo una guerra nucleare. Ma tutti scopriranno che esistono dei ÂŤsopravvissutiÂť. Ăˆ la trama di ÂŤThe 100Âť, la serie apocalittica che mette in discussione le certezze terrestri: parte oggi su Italia 1, ogni martedĂŹ in 2a serata. DA VEDERE STASERA SU ITALIA 1 ALLE 23.10

Da sin. John Lasseter, direttore creativo Pixar e il regista Pete Docter

â—? ÂŤAbbiamo fatto piĂš di 100 puntate, dobbiamo aver il tempo per pensare a cosa faremoÂť. Con la puntata del 18 giugno, in piazza a Firenze, termina ÂŤServizio pubblicoÂť, la storica trasmissione ideata e condotta su La7 da Michele Santoro. Lo ha annunciato ieri proprio Santoro, in occasione della presentazione della nuova stagione di ÂŤAnnounoÂť (al via giovedĂŹ, per 4 settimane). Nessun addio alla tv, tuttavia. Il 63enne giornalista campano rilancia: ÂŤLe idee sono tante. Mi auguro che possano piacere a Cairo, alla Rai, a Sky...Âť.

LO SPORT IN TV

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MARTEDÌ 19 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT


EXTRA TIME

PORTOGALLO

RUSSIA

Il bis del Benfica La rinascita nel nome di Jesus di Villas Boas: Il più vincente lo Zenit allo zenit

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INGHILTERRA La tripletta più veloce di Premier: firmata Mané ané

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Settimanale di calcio internazionale Extratime@gazzetta.it - @etgazzetta Martedì 19 Maggio 2015 Numero - 179

IRAN

BRASILE

Finale shock: Tractor vince, invece no

Doriva tecnico: «Grazie Samp, ti devo tanto»

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Barça continua

1Settimo titolo per i blaugrana in 11 anni, il primo con Luis Enrique da allenatore 1 Che, dopo la delusione a Roma, è riuscito a convivere con i malumori di Messi e Neymar 1E ora punta al triplete, con la finale di Coppa del Re e quella di Champions con la Juventus

Luis Enrique, 45 anni, abbracciato da Rafel Pol (a destra), 28, preparatore atletico, e Juan Carlos Unzué, il vice allenatore, 48, di spalle (EPA)


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EXTRATIME

LA STORIA DI COPERTINA

Luis Enrique drid fra il 1991 e il 1996, poi odiato, e ben sette col Barça fino al 2004, l’amore della vita. Un trionfo che arriva 3 anni dopo il triste addio alla Roma, il suo proyecto disegnato da Franco Baldini, accolto dall’eccezionale entusiasmo del pubblico giallorosso e finito su scogli appuntiti: la rigidezza e l’inesperienza di Luis, una rosa non certo fenomenale, le difficoltà di esordire al massimo livello (aveva allenato tre anni soltanto il Barça B in Segunda B, terza divisione, portandolo in Segunda, la serie B spagnola, nel 2010; squadra anomala il Barça B per filosofia, mentalità e pretese) in una piazza complessa come quella romana.

Nessuna pazienza

L

uis Enrique spera che il trionfo in Liga possa aprire un nuovo ciclo di successi per il Barcellona, però non molla di una virgola sul tema del suo futuro personale: «Non c’è nulla da dire ora, ne parliamo a fine stagione». Questo è Lucho: tenace, testardo, onesto fino alla trasparenza, ossessivo, uno che sa soltanto chiedere il massimo a se stesso e agli altri, spigoloso, degno rappresentante dello spirito minatore della sua regione, le Asturie.

Primo trionfo Domenica Luis Enrique ha vinto il suo primo trofeo da allenatore, 23 anni dopo l’oro olimpico nella «sua» Barcellona, primo titolo degli undici conquistati da giocatore, tre con il Real Ma-

IDENTIKIT

Un ex «blanco» che ha scelto il blaugrana ● Cresce allo Sporting Gijon, città in cui è nato l’8 maggio 1970. Centrocampista versatile, nel 1991 passa al Real Madrid, con cui vince una Liga, una Coppa del Re e una Supercoppa. Nel 1996 va al Barcellona a parametro zero: in 8 stagioni vince 2 Liga, 2 Coppe del Re, 1 Supercoppa, 1 Coppa delle Coppe e 1 Supercoppa europea. Oro con la Spagna all’Olimpiade 1992. In panchina esordio col Barcellona B (2008-11, una promozione in B), poi 1 stagione alla Roma (2011-12), un passaggio al Celta (2013-14) e l’approdo alla prima squadra blaugrana (2014).

Una stagione da record quella del primo Barça di Luis Enrique come potete vedere nei numeri che pubblichiamo a parte, e una Liga chiusa in bellezza: nella storia del calcio spagnolo Atletico a parte (e soltanto due volte) mai nessuno aveva festeggiato la conquista di un campionato sul prato del Calderon. «Abbiamo iniziato questa storia col Barça in un momento speciale: tanti cambi fatti e da fare, la stagione precedente chiusa senza titoli e la cognizione cristallina che il nostro non poteva essere un anno di transizione perché in un club come questo non esistono» ha detto Luis domenica sera. Ha ragione.

55 punti su 60 in Liga (1 sola sconfitta in 20 gare, a Malaga), e Messi che ha chiuso la Liga con 3.285 minuti giocati, quarto nella classifica del campionato dopo tre portieri. Neymar sostituito 8 volte in 19 partite: scarpe lanciate, gesti di sfida, facce stranite del brasiliano in diretta tv. Mai più tolto dopo la gara con l’Almeria l’8 aprile (in panchina): ha segnato in 9 delle 10 partite successive, 11 reti in totale. A Roma i giocatori avevano ascoltato con i lucciconi il discorso d’addio del passionale e sincero allenatore asturiano. A Barcellona hanno imparato a volergli bene. La squadra ha lavorato per lui quando la situazione si è tesa con Messi e poi con Neymar, che, su espressa petizione di Luis Enrique, ha chiesto scusa al tecnico dopo l’ennesima scenata in mondovisione. Perché va bene il «players’ power» e l’autogestione, ma Luis Enrique è tutto meno che un allenatore ombra.

Lo staff e il top 11 I calciatori che prendevano in giro il Tata Martino per i metodi di allenamento tagliati male come le sue giacche hanno immediatamente riconosciuto il valore della preparazione affidata da Lucho a Rafel Pol, il più giovane dello staff, classe 1987 come Messi e Piqué, uno che c’era anche a Roma e a Vigo. Pol è un vero appassio-

Rigidità modellata A Roma i giocatori impararono ad apprezzare i suoi metodi di lavoro, considerati all’avanguardia. Lo stesso è successo a Barcellona. A Roma Lucho si scontrò con i propri principi, tattici e morali: Totti in panchina nell’esordio stagionale a Bratislava, Roma sconfitta, e al ritorno Totti sostituito da Okaka con la Roma in vantaggio, pareggio e addio Europa già il 25 agosto. L’imprescindibile Osvaldo escluso per lo schiaffo a Lamela, il fedelissimo e intoccabile De Rossi mandato in tribuna per i 5 minuti di ritardo a una riunione tecnica pre-partita. Due decisioni toste seguite da due sconfitte. Uomo integro e di ferrei principi, a Barcellona Luis Enrique ha capito e imparato ad accettare che non tutti i giocatori sono uguali. Messi in panchina con la Real Sociedad il 4 gennaio: sconfitta, caos, la barca salvata a un passo da nuovi scogli. Da lì

Leo batte Real 22 a 10 (trofei) E Xavi prende Gento: 23 titoli 1Tutti i numeri della stagione del Barça: le 48 vittorie record, i 10 gol incassati fuori casa in Liga, i 115 centri del trio Messi-Suarez-Neymar f.m.r. da Madrid


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Primero

DECATREND

di Alessandro de Calò

IL MAGNIFICO TRIONFO DEI SEPARATI IN CASA

Filippo Maria Ricci corrispondente da Madrid nato della materia e il Barça con lui è tornato a volare come ai tempi di Guardiola quando a far trottare i milionari del Pep pensava lo storico Paco Seirul’lo, non a caso maestro di Rafel e autore della prefazione del libro scritto da Pol sul proprio metodo di lavoro, La preparazione ¿física? nel calcio. Così come erano a Roma lo psicologo Joaquin Valdes, presente a tutte le conferenze stampa di Luis Enrique perché il primo su cui lavora è proprio il tecnico, uno che ha avuto diversi problemi con Messi ma è entrato nelle grazie di Suarez, e Roberto Moreno che a Trigoria era il numero due e al Barça il tre per la presenza di Juan Carlos Unzué, 48 anni, ex portiere blaugrana nel 1988-90, già nello staff di Rijkaard, Guardiola e dello stesso Luis a Vigo. Tessera fondamentale del mosaico blaugrana per tutto ciò che riguarda la strategia: il Barça incassava gol su calcio d’angolo e quest’anno ne ha preso solo uno (Benatia del Bayern in Champions League la scorsa settimana) ed era arrivato a strisce da 100 angoli senza fare un solo gol, altra lacuna corretta. Rispetto a Roma manca quel Toñin Llorente, grande amico di Luis e compagno d’imprese ciclistiche, che sotto il Cupolone aveva suscitato discreta ilarità. Si è aggiunto José Ramon de la Fuente per i portieri, è tornato Joan Barbarà che era

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I giocatori di questo Barça con 5 o più campionati vinti: 8 di Xavi, 7 di Messi e Iniesta, 5 di Piqué, Busquets e Dani Alves. Lo zoccolo duro di un gruppo vincente che ha ancora fame.

22 I trofei di club vinti da Leo Messi da quando è arrivato in prima squadra, stagione 20042005. Nello stesso periodo il Real Madrid ne ha alzati appena 10. Per il 27enne argentino tra le altre cose 7 Liga, 3 Champions, 2 Coppe del Re e 2 Mondiali per club, oltre a un Mondiale Under 20 e a un oro olimpico con l’Argentina.

23 I titoli di Xavi con il Barcellona

1Il tecnico 45enne ha vinto il suo primo titolo col Barça

1Al Celta l’anno scorso

ha riguadagnato fiducia, dopo la delusione romana 1E adesso può puntare a un triplete guardioliano

stato con Luis tre anni al Barça B e che rifiutò la trasferta italiana per motivi famigliari. Come a Roma anche al Barça Lucho ha impiegato un po’ a capire che non era obbligatorio cambiare la formazione ad ogni partita. Ma se a Roma c’era il «toto-Luisito» per indovinare chi giocava, al Barça dopo 29 «undici» diversi Luis ha finalmente trovato la formazione ideale e l’ha ripetuta, salvo infortuni o squalifiche, con estrema regolarità. Altro segnale di duttilità acquisita.

Primato regionale

1Lucho ha smussato alcune

asprezze, ma ha preteso le scuse da Neymar 1 È il primo spagnolo non catalano a conquistare una Liga col Barcellona e il primo asturiano a vincerla

(oltre ai 5 vinti con le varie nazionali spagnole): al livello di club al momento è alla pari con Francisco Gento (primatista di coppe dei Campioni, 6 negli anni Cinquanta e nel 1966) ma rispetto all’ex madridista ha ancora due finali da giocare. Come numero di Liga Gento è irraggiungibile a 12, Xavi è sesto (in compagnia) a quota 8.

1 Il campionato vinto da Cristiano Ronaldo e Florentino Perez da quando nel 2009 sono arrivati o tornati al Madrid. Una su 6 anche in Champions League e 2 su 6 in Copa del Rey. Da allora il Real ha speso circa 750 milioni di euro. Messi e il Barcellona in questi 6 anni hanno vinto intanto 4 Liga, 1 Champions League e 1 Coppe del Re, con due finali ancora da disputare.

108 I gol segnati dal Barça in Liga quando manca ancora una giornata. Cifra superiore a quelle raggiunte nei 3 campionati vinti con Guardiola (dal 2008 al 2011), che però nel 2012 arrivò secondo con 114 gol fatti, record del club.

10 I gol subiti dal Barça in trasferta in questa Liga, primato della competizione a 20 squadre. I catalani, Camp Nou a parte, hanno incassato reti solo in 6 stadi: con Madrid (3), Athletic Bilbao e Siviglia (2), Almeria, Real Sociedad e Granada (1). Bravo è rimasto imbattuto in 13 trasferte, i gol incassati in totale sono stati 19.

48 Le vittorie del Barcellona in questa stagione nelle varie

Luis Enrique era andato via da Roma dispiaciuto, scottato, abbacchiato. Perché credeva in se stesso e nel proyecto e invece era finita malissimo. Ha scelto di curarsi tornando a casa, a Vigo, Galizia, a un passo dalle sue Asturie, in un club senza grandi pretese, il Celta. Si è rimesso in sesto (un bel 9° posto), ha ripreso sicurezza e poi ha fatto il grande salto al club di cui è innamorato. Con entusiasmo, fedeltà, amore, passione. Ed è diventato il primo asturiano a vincere una Liga e il primo spagnolo nato fuori dalla Catalogna a dare un campionato al Barça. Ora può ripetere il triplete guardioliano. Poi ci dirà cosa farà l’anno prossimo.

A sinistra Luis Enrique, 45 anni; qui a lato la gioia del Barça dopo il trionfo in Liga domenica

© RIPRODUZIONE RISERVATA

(GETTY, IPP)

competizioni, è già un primato per il calcio spagnolo e ai catalani restano ancora 3 partite da giocare. Sono 30 in Liga, 10 in Champions League, 8 (su 8) in Coppa del Re.

13 I campionati vinti dal Barcellona negli ultimi 25 anni. Ne aveva vinti appena 10 nei precedenti 59 anni, a testimonianza di un cambio radicale iniziato con l’avvento di Johan Cruijff in panchina, anno di grazia 1988.

590 Le partite giocate dal brasiliano Dani Alves con Siviglia e Barcellona (dal 2008-09) nelle varie competizioni. Ha superato il connazionale Donato (Atletico Madrid e Deportivo La Coruña) stabilendo il nuovo record di presenze tra gli stra-

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nieri. Ma Donato è ancora in testa per presenze in Liga: 466 a 393. Per il terzino della Seleçao in scadenza di contratto in queste 13 stagioni anche 22 titoli con i due club spagnoli (5 a Siviglia).

115 I gol stagionali del tridente Messi (54), Suarez (24), Neymar (37), sui 167 fatti dalla squadra, cioè il 68,86 per cento. Sono 79 soltanto in Liga su 108 totali (il 73,15%), 75 nel 2015 su 99 totali blaugrana. Il cosiddetto MSN è a sole 3 reti, con ancora tre partite da giocare, dal record stabilito dal trio madridista Higuain-RonaldoBenzema nel 2012. Per il Barcellona il precedente record con Messi-Eto’o-Henry nel 2009: i tre si erano fermati a 100. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Il Barça ha vinto sette campionati spagnoli negli ultimi undici anni con quattro allenatori e tre presidenti diversi. Tolto l’abisso dei risultati differenti, somiglia all’Italia della Prima Repubblica, quando i governi duravano un amen o una stagione balneare. A pensarci bene, c’era niente di più instabile e nulla di più solido. Quando si dice che il Barcellona è «més que un club» - molto più che una società di calcio - si afferma anche questo. Il Barça ha un’anima, uno stile, una cultura, un metodo di lavoro che gli permette si seguire una linea retta a prescindere dagli uomini che stanno sul cassero a decidere i dettagli della rotta. Succede nonostante le mille divisioni, le lotte intestine tra Capuleti e Montecchi, le spaccature che periodicamente riaffiorano sulla pelle di quell’enorme elefante che è il club blaugrana. Johan Cruijff da giocatore, da tecnico, da dirigente e infine da guru - è il personaggio fondante di questa egemonia, che continua a trovare stimoli nel confronto col Real Madrid, emblema della Castiglia e secolare nemico. Cruijff è un genio che spacca generando poderosi anticorpi. Nella rosa e nello staff tecnico del Barça di Bobby Robson, che nel 1996 l’aveva sostituito sulla panchina, c’erano gli allenatori che in questi giorni hanno vinto i campionati in Inghilterra, Russia, Germania, Francia e Spagna. C’è il segno forte di una scuola dalla quale è uscito anche Luis Enrique. All’ammirevole solidità esibita dal Barcellona in questi anni ha contribuito Leo Messi. E proprio con Messi, l’ex tecnico della Roma si è scontrato per marcare il territorio, nel momento più difficile del Barça. Solo l’intervento di Xavi, degli altri capitani e del presidente (pro tempore) Bartomeu aveva permesso di evitare la rottura. La congiura dei giocatori ha portato a un patto attraverso WhatsApp: svolta decisiva per la felice galoppata verso la conquista della Liga e le finali di Coppa del Re e Champions, tappe del possibile triplete. Non c’è una foto di Luis Enrique che festeggia in campo con i giocatori. Significa qualcosa. Anche da separato in casa - e depotenziato dopo l’addio di Zubizarreta, suo mentore Luis Enrique ha contribuito in misura determinante al rilancio del Barça. I tre tenori (MessiNeymar-Suarez) funzionano anche perché si sono coalizzati contro la sua dittatura. L’efficacia sulle palle inattive e la magnifica condizione fisica della squadra sono il sintomo di quanto abbia lavorato bene Luis Enrique con il suo staff. Nessuno può dire se il tecnico rimarrà al Camp Nou. Dipende dalle elezioni di luglio. Joan Laporta è in testa ai sondaggi. Il futuro è nelle mani dei centomila e passa soci che eleggeranno il nuovo presidente. La democrazia, nel calcio, funziona così.


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EXTRATIME

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PRIMO PIANO

Che campioni! POR

RUS

LISBONA

SVI

SAN PIETROBURGO

BASILEA

Benfica, un bis nel nome di Jesus

Una stella allo Zenit E Villas Boas torna Special 2

Basilea boom sono 6 di fila La dittatura democratica

Iacopo Iandiorio

Giulio Di Feo

Pier Luigi Giganti da Losanna

I

S

E

n mezzo alla festa vermelha in piazza Marquês de Pombal, Jorge Jesus si leva qualche sassolino dalla scarpa: «Con me il Benfica o vince o disputa i titoli fino alla fine. È una bella differenza con quelli che non vincono mai o non arrivano mai a contendere dei trofei». Il 60enne tecnico di Amadora, da 6 stagioni sulla panchina del Da Luz (record dal dopoguerra e primato assoluto per numero di panchine), domenica si è tolto un’altra bella soddisfazione. Non tanto (o solo) per il titolo n. 34, vinto con un turno d’anticipo davanti al Porto, quanto per essere riuscito a bissare quello del 2013-14: una doppietta che a Lisbona non riusciva da oltre 30 anni, da Eriksson, e prima volta assoluta per un allenatore portoghese. Ora Jesus conta 9 trofei al Benfica, è già il più vincente di sempre (ed è in finale di Coppa di Lega a fine mese), anche se ha altri 2 obiettivi davanti: i 3 trionfi di fila in Liga dell’inglese Jimmy Hagan (197173) e i 4 complessivi del brasiliano Otto Gloria (1954-59 e 1968-70).

Il più vincente e longevo Jesus, come un novello Marquês de Pombal, artefice della ricostruzione della città dopo il terremoto del 1755, ha ridato orgoglio e basi a un club che prima di lui aveva subìto l’onta di vincere un solo titolo negli ultimi 7 anni (2002-09, con Trapattoni nel 2005), lasciando il dominio della Liga al Porto. Ed è ripartito dopo un’estate difficile, che lo voleva a Monaco (dove poi è approdato Jardim), discusso per un mercato (obbligato però dai debiti del club) nel quale ha perso Enzo Perez, Garay, Cardozo, Markovic, Oblak, Bernardo Silva e André Gomes… Più di mezza squadra. Ha rimediato con Talisca, 21enne brasiliano, ottimo nella prima parte di stagione (8 gol fino a fine ottobre 2014), e con la coppia brasileira Jonas-Lima, 35 reti in due. Per il primo, tre stagioni a Valencia, preso da svincolato, una stagione da 25 centri totali. Lima, 17 gol, dice: «Siamo stati in testa dalla quinta giornata, e quest’anno è stato più difficile dell’anno scorso», concluso con 7 punti di vantaggio. Nel gruppo, oltre al capitano Luisão (4 titoli, c’era anche col Trap), pure l’ex portiere interista Julio Cesar, tornato a vincere dopo il Triplete, la riserva Artur, ex Roma, e il 20enne Bryan Cristante, scuola Milan, a Lisbona per 6 milioni, che è sceso in campo con la vermelha in sole 5 occasioni.

Sopra, Jonas (sinistra), 31 anni, e Lima, 32. Sotto Jorge Jesus, 60 anni, al Benfica dall’estate ’09 (REUTERS, AFP)

e doveva vincere lo Special Two, tanto valeva che fosse una partita speciale. E Ufa-Zenit, da cui è scaturito il punto che ha dato l’aritmetica certezza del campionato a quelli di San Pietroburgo, è stato un rarissimo caso di trasferta casalinga senza derby annesso: si doveva giocare nell’ex roccaforte di Ivan il Terribile in Baschiria, alla fine si è giocato al Petrovsky. L’Ufa ha lo stadio che è un cantiere e di solito è ospite nella vicina Perm, ma quando è arrivata la richiesta di spostamento in casa Zenit ha detto subito sì, nonostante l’importanza in chiave salvezza della sfida. «Se i soldi dei biglietti vanno a te, meglio giocare di fronte a 20mila persone piuttosto che a 500», ha chiosato un Villas Boas che fa il primo passo della sua rinascita, termine strano se usato per un allenatore di 37 anni. Nel suo caso ci sta: era dai tempi del Porto di Hulk e Falcao nel 2011 che non vinceva nulla, nonostante abbia avuto ottimo materiale (Chelsea e Tottenham) per le mani.

Riscossa Per lo Zenit è il titolo della stella, che brilla più forte perché è la prima non moscovita del calcio russo. Un cammino non semplice, iniziato e finito in condizioni difficili al Petrovsky: la prima è stata un 8-1 alla Torpedo davanti a 12 persone (porte chiuse a causa dell’invasione di campo contro la Dinamo, dove Granat beccò un cazzotto), domenica festa con uno schieramento di forze clamoroso e cordone di agenti appiccicati ai giocatori che esultavano in rapporto 1:1. AVB può ripartire da qui, e da un gruppo che conserva l’anima tattica spallettiana ma irrobustito quest’estate con la solidità di Javi Garcia e Garay. Il resto, per un torneo cavalcato fin dall’inizio, l’hanno messo le migliori stagioni russe di Witsel e Hulk, l’ottima sinergia in area tra quest’ultimo e Rondon e l’ampiezza di una rosa dove sia le vecchie stelle (Arshavin, Kerzhakov, Tymoshchuk e il nostro Criscito, 23 gare e 2 gol) che le nuove leve (Mogilevets è un bel toro in mediana) hanno messo i loro mattoncini. Prossima sfida l’Europa, dove quest’anno si poteva fare di più: terzi in un girone di Champions alla portata e fuori ai quarti in Europa League col Siviglia. Intanto è arrivato il messaggio di Miller, Ceo di Gazprom: «Congratulazioni per la vittoria, capitale del calcio». Qualche altro investimento, i big che restano, e questa stella potrebbe essere un punto di partenza non solo per AVB.

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1Da oltre 30 anni il club di Lisbona non vinceva due campionati di fila 1Lima e Jonas le stelle; Cristante, Artur e Julio Cesar i volti noti

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1 5 titolo per il club Gazprom, con o

Criscito: primo team non moscovita a riuscirci1Il portoghese si rilancia, dopo i flop con Chelsea e Tottenham

Sopra, la festa dei giocatori dello Zenit, fra i poliziotti schierati in campo. Sotto, André Villas Boas, 37 anni (AP, GETTY)

sono sei! Grazie al pari interno con lo Young Boys (0-0) il Basilea si è laureato con 3 giornate d’anticipo campione di Svizzera per la sesta volta di fila. Cambiano gli interpreti, ma l’esito finale è sempre quello, scontato. Ormai, in patria, i rossoblù non hanno avversario in grado di mettere in dubbio la supremazia. A riprova di ciò un torneo dominato dal primo all’ultimo turno: i bernesi dello Young Boys, in seconda posizione, ricacciati a 11 punti di distacco, i rivali storici Zurigo e Grasshopper distanti 28 e 35 lunghezze. Nemmeno l’impegno in Champions, dove gli uomini di Paulo Sousa hanno sbarrato la strada al Liverpool e si sono poi arresi agli ottavi col Porto, ha turbato la marcia inarrestabile del Basilea. Il tecnico portoghese, subentrato a Murat Yakin l’estate scorsa, ha incontrato qualche problema a inizio stagione e continua a far storcere il naso a qualche tifoso basilese per la sua incapacità a esprimersi in tedesco, ma ha saputo assemblare una formazione solida e spettacolare.

Pipistreller dice addio Una difesa non imperforabile (un gol subìto a partita), ma comunque la migliore e più che sufficiente per il torneo, guidata dai centrali Schär e Suchy, e dall’estremo difensore ceco Vaclik, è stata spesso schermata dall’intelligente e poliedrico Frei. A far volare i campioni è stata però la loro eccellente fase offensiva. Quasi due gol e mezzo in media a partita grazie agli assist dello sgusciante Derlis Gonzalez (10) e ai 21 sigilli del capocannoniere Gashi, ma anche alla vena realizzativa del talentino Embolo (9 gol), del fantasista Delgado e del sempreverde Streller (11). E la firma principale sul 18° titolo nazionale del Basilea è proprio quella di Pipistreller che, due mesi fa, ha annunciato la scelta di smettere a fine stagione. Il campionato potrebbe, però, non essere l’ultimo titolo nella bacheca del capitano. Dopo i festeggiamenti d’obbligo, Streller e i suoi compagni incominceranno a pensare al double, ma il 7 giugno nella finale di Coppa Svizzera l’avversario sarà di riguardo. A provare a sbarrare la strada ai basilesi sarà, infatti, il Sion che vanta un record unico: dodici finali disputate e dodici vittorie. © RIPRODUZIONE RISERVATA

1Tanti protagonisti nel trionfo: il bomber Gashi, l’assist man Gonzalez, il giovane Embolo 1E ora col Sion per il double

Sopra, da sinistra: Embolo, Gonzalez e Gashi. Sotto, Paulo Sousa, 44 anni, prima stagione in Svizzera (AFP)


EXTRATIME

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FRANCIA

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INGHILTERRA

La tripletta più veloce della Premier 1Mané, senegalese del Southampton, ha segnato

col Villa 3 gol in 2 minuti e 56 secondi: record del torneo

1Pensare che il tecnico Koeman lo punì per un ritardo Stefano Boldrini corrispondente da Londra

Sebastien Corchia, 24 anni, terzino destro del Lilla da questa stagione, dopo tre a Le Mans e tre a Sochaux; 26 gare nell’Under 21 (AFP)

Corchia: «L’Italia? Ci penserei sul serio» 1Il terzino del Lilla, origini

milanesi, ex Under 21 bleu: «Deschamps mi ha già preconvocato, ma se arrivasse la chiamata di Conte...» Alessandro Grandesso da Parigi

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ome francese, cognome italiano. E il passaporto di Sebastien Corchia, 24 anni, terzino destro del Lilla, è doppio. Per papà Serge, di origini nostrane, e mamma Marina, di Milano, poi trasferitasi a Parigi, per «amour». Così oggi disponibile sia per i Bleu che per l’azzurro, c’è un difensore di qualità, cresciuto nell’Accademia di Clairefontaine, col mito di Maldini e l’ammirazione per Lahm. Un ragazzo preceduto dalla reputazione di stakanovista, fin dalla più tenera età quando obbligava papà a sedute extra di allenamento. Le stesse che replica oggi per lavorare magari sui calci piazzati. Il c.t. della Francia, Deschamps, finora l’ha tenuto d’occhio senza andare oltre la pre-convocazione, ad aprile. Il c.t. dell’Italia Conte lo ha inserito nel listone degli italians che un giorno potrebbero tornare utili. Lui, l’anno scorso nei radar di Torino e Lazio, lavora per realizzare il sogno di bimbo: vestire la maglia di un grande club e della nazionale. L’una o l’altra. Il ricordo più forte legato alla doppia nazionalità? «La finale Mondiale 2006. Francia-Italia: difficile schierarsi. Ho cercato di guardare la gara da professionista. In casa, con partite del genere c’è sempre tensione. Anche per questo alla fine sono diventato un tifoso del Psg. Un compromesso, tra papà juventino e mamma milanista». In Francia come in Italia, quelli con il doppio passaporto finiscono spesso al centro di polemiche. «È un dibattito delicato che a volte va fuori tema

calcistico. Ma solo chi è nato e cresciuto con doppia cultura può capire quanto sia difficile scegliere. Ma chi ha il doppio passaporto è una risorsa e ha il diritto di scegliere, se di scelta vera si tratta, e non di speculazione». Lei chi sceglierebbe? «Sono stato formato a Clairefontaine, giocando pure con le giovanili del Psg. Ho fatto la trafila delle giovanili con la Francia. Ho 26 presenze con l’Under 21 di cui sono stato capitano. Logica vorrebbe che il percorso continuasse in Bleu. Ma non si tratta di un automatismo». Perché? «Ho anche una cultura italiana. Non solo per mia mamma. Molti parenti vivono a Milano, ci vado spesso, parlo italiano, sono cresciuto seguendo la Serie A. Se arrivasse la chiamata di Conte, la prenderei in considerazione seriamente. Ma a esser onesto non c’è nessun contatto con la nazionale, invece Deschamps mi ha preconvocato». Chi sono i suoi riferimenti? «In difesa Maldini: grande, tecnico, elegante, esemplare in campo e fuori. In Francia Sagnol. Oggi Lahm, moderno, completo. Più in generale in Francia Ibra, Verratti e Maxwell».

FRA LILLA

Lei gioca spesso da ala, a volte terzino sinistro: che ruolo preferisce? «Terzino destro, ma il calcio richiede polivalenza, perciò lavoro molto in allenamento».

A Lilla pensa di rimanerci a lungo? «Mi trovo bene, ambiente ideale per crescere. Poi il sogno è vivere un’esperienza all’estero, in un gran club. Apprezzo la Bundesliga per lo stile offensivo e la Serie A per la tattica. Ma Juve, Napoli e Fiorentina stanno portando fuori dalla crisi tutto il movimento con un calcio non certo difensivo. Sarebbe interessante viverlo dal vero».

LES ITALIENS

Da Bordeaux Diego verrebbe molto Contento

Sadio Mané, 23 anni, ha realizzato 10 gol in questa stagione di Premier REUTERS

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he cosa si può fare in due minuti e 56 secondi? Si può ascoltare Breathe dei Pink Floyd - 2’43” per l’esattezza -, si può correre la staffetta 4x400, si possono risalire 50 metri dopo un’immersione, si può bollire una confezione di tortellini. Sadio Mané, 23 anni, attaccante senegalese del Southampton, ha fatto un’altra cosa: sabato scorso ha segnato la tripletta più veloce della storia della Premier, abbattendo il vecchio primato di Robbie Fowler, storico attaccante del Liverpool, 3 gol in 4 minuti e 33 secondi, agosto 1994. Una tartaruga, al confronto.

piazzare un «triplete»: Henry Camara del Wigan nel 2005 e Demba Ba con il Newcastle nel 2011 i precedenti. Mané è però uno che cala il tris spesso e volentieri. In Austria gli capitò ben 4 volte (2 in campionato e 2 in coppa). Mai però in meno di 3’ come sabato, sbalordendo anche un allenatore navigato come Ronald Koeman, che pure punì un paio di mesi fa Mané per un ritardo: «Non è normale segnare 3 gol in meno di 3 minuti, anche nel peggior campionato del mondo».

Piccolo Sadio

● (a.g.) Non soltanto Corchia. Per esempio a Bordeaux, convocabile da Conte c’è pure Diego Contento, 25 anni, terzino sinistro di genitori campani emigrati in Germania. Contento, come l’azzurro Roberto Soriano, è stato formato al Bayern. Mentre a Nizza, l’attaccante ultrà Alexy Bosetti, campione del Mondo Under 20 con Pogba, non può ottenere il doppio passaporto. Troppe lontane le origini italiane. Ma non la passione per la Serie A, dove sogna di giocare con l’Inter, che spesso tifa in curva.

La storia di Mané parte da lontano. È nato a Sédhiou, nel Sud del Paese, sulle rive del fiume Casamance. A 12 anni entrò nell’accademia Génération Foot di Dakar, fondata dall’ex calciatore Mady Touré e soIl primato del 1964 stenuta da una leggenUna raffica, quella di da della musica seneMané, determinante galese: il cantante nel 6-1 dei Saints sulYoussou N’Dour. Mané l’Aston Villa. Il libro dei LONDRA è approdato a 18 anni record del calcio ingleal Metz e nel 2012, dose ci fa sapere che, incredibil- po aver partecipato all’Olimpiamente, non è il primato assolu- de di Londra, è stato arruolato to. James Hayter nel febbraio dal Salisburgo. Oggi è una delle 2004 firmò un tris con la maglia stelle del Southampton. Racdel Bournemouth in 2’ e 20”. conta Koeman: «Ho parlato più Tommy Ross, del Ross County, volte con lui per spiegargli costabilì il record mondiale nel me sfruttare al meglio le sue 1964 con una tripletta in 1’ e qualità. Gli ho detto che tende 30’’ al Nairn County. Ora, fatta ad andare troppo in profondità, la debita considerazione che in- mentre dovrebbe aggredire gli cassare 3 gol in meno di tre mi- spazi e puntare sulla velocità». nuti è un segnale di fragilità in- Mady Touré, fondatore dell’acquietante - una cattiva notizia cademia Génération Foot, è inper l’Aston Villa che affronterà cantato: «I nostri osservatori l’Arsenal sabato 30 maggio nel- scoprirono Sadio quando era la finale di Coppa d’Inghilterra - ancora bambino. Ha trascorso e che se il tris è firmato da un da noi 6 anni. Per me non è solo solo giocatore si passa dalla de- un grande giocatore: lo consibolezza alla dabbenaggine, dero un figlio. Nel mondo si l’impresa di Mané non è di poco parla solo di Messi, Neymar e conto. L’attaccante del Sou- Cristiano Ronaldo, ma vedrete thampton, prelevato nel 2014 che anche Sadio diventerà fadal Salisburgo per 11,8 milioni moso. È un campione». Trandi sterline, è il terzo senegalese quillo, già si parla di lui. della storia della Premier a © RIPRODUZIONE RISERVATA

● (a.g.) Dal dopolavoro alla Ligue 1. Sale nell’élite del calcio francese, con un turno di anticipo e per la prima volta nella storia, il Gazelec Ajaccio. Squadra nata negli anni 60 dalla fusione tra l’Fc Ajaccio e quella ricreativa degli operai della società pubblica di gas e elettricità (nata negli anni Dieci) che ha dato il nome al club, dal budget di 4,5 milioni di euro. Il Gaz l’anno scorso giocava in terza serie. Altra promossa il Troyes.

● (cordol) Il malese Vincent Tan ha aggiunto un nuovo club al suo network: dopo Cardiff e Fk Sarajevo, è da poco stato formalizzato l’acquisto per 5 milioni di euro del club belga del Kortrijk, 6° nei playoff scudetto del campionato. Il primo compito del nuovo proprietario sarà trovare un allenatore, visto che il tecnico Yves Vanderhaeghe - con una clausola di rescissione di 200 mila euro - s’è già accordato con l’Ostenda per un triennale.

Diego Contento, 25 anni (AFP)

Ma qual è la cosa più italiana che fa? «La pasta al ragù, come mi ha insegnato mamma. E alla mia fidanzata insegno l’italiano». © RIPRODUZIONE RISERVATA

ING

NOTIZIE DALL’EUROPA

INGHILTERRA LONDRA

Clamoroso Chelsea perde 0-3 dal Wba Domani l’Arsenal

● E va bene che la Premier è già in bacheca. Però perdere 3-0 con il Wba forse è davvero troppo per il Chelsea di Mourinho: quarta peggior sconfitta stagionale per i Blues. Doppietta di Saido Berahino (il secondo su rigore), 21 anni, 14 gol quest’anno in Premier (sesto marcatore) e un futuro davanti. Terza rete di Brunt. Espulso Fabregas al 29’ primo tempo. Il Wba sale a 44 punti. Domani l’Arsenal recupera contro il Sunderland.

FRANCIA AJACCIO

Il Gazelec corso per la prima volta arriva in Ligue 1

BELGIO BRUXELLES

Il malese Tan si compra anche il Kortrijk


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EXTRATIME

MARTEDÌ 19 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

PARAGUAY

IRAN

Mistero Tractor Festa per un titolo che non ha vinto 1All’87’ tv e telefoni in tilt. Corre voce che i rivali abbiano preso gol 1Delirio al triplice fischio, ma al termine del blackout la gioia

diventa rivolta. E a Tabriz ora credono a un complotto del governo

La gioia dei giocatori del Guaraní dopo aver segnato con Fernandez al Corinthians negli ottavi (AP)

Andrea Luchetta

Il mago catalano sta scrivendo la favola Guaraní

fosi in un impianto da 70mila trabocca in campo, i giocatori corrono impazziti. Poi qualche telefono riprende a funzionare, pure in quello stadio al confine con l’Azerbaigian, e l’incendio divampa: il Sepahan ha vinto, il crollo nel finale è una bufala. La folla ruggisce, la festa si fa rivolta. Pietre, fiamme, lacrimogeni, un cassonetto vola dalle tribune, e in un attimo gli scontri tracimano nelle strade.

Minoranza azera

1Il tecnico spagnolo Jubero è alla sua prima esperienza 1Ex osservatore del Barça, è ad Asuncion da 2 anni. Lotta per il titolo e in Libertadores è ai quarti, miglior risultato dal 1970 Adriano Seu Fan festeggiano il tecnico del Tractor: non sanno che il Sepahan ha vinto (AFP)

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Un nome su tutti: Fernando Jubero Carmona, catalano di 41 anni, alla prima esperienza in panchina dopo anni da osservatore al Barcellona e nel settore giovanile. Prima che arrivasse lui, ad agosto 2013, il Cacique vivacchiava all’ombra di Olimpia, Cerro Porteño, Libertad e Nacional, i soli a celebrare trionfi ad Asuncion nelle ultime decadi. Salvo il titolo conquistato nel 2010 (il decimo) dopo oltre 25 anni di vacche magre, i tifosi del Guaraní hanno vissuto solo dei ricordi dell’epoca d’oro del Sessanta (3 titoli). A risvegliare sogni ed entusiasmo ci ha pensato il mago catalano cresciuto alla scuola di Pep Guardiola. Arrivato nel giugno 2013 come direttore sportivo, tecnico da agosto di quell’an-

Ancora meglio sta andando quest’anno, perché oltre a lottare per il torneo Apertura, dove occupa il secondo posto a tre giornate dal termine, con 4 punti in meno rispetto al Cerro Porteño (ma questa notte recupera la gara con lo Sportivo Luqueño), il Cacique scorge all’orizzonte quelle semifinali di Libertadores conquistate solo una volta ASUNCION (nel 1966, a gironi). Per superare l’ostacolo Racing, Jubero punterà su Federico Santander (24 anni il 4 giugno, un ex Racing nel 2012, con sole 15 presenze, e un’esperienza in Francia nel 2010-11 al Tolosa; ma già 6 gol in questa Libertadores) e Fernando Fernandez (classe 1992, con 11 reti capocannoniere dell’Apertura e 31 nel 2014), due che nell’ultimo anno e mezzo hanno collezionato la bellezza di 67 reti, di cui nove nell’attuale coppa Libertadores. Dove il miglior Cacique è stato Juan Gonzalez, con 11 reti. Santander lo può raggiungere e superare. Sono loro le due frecce nell’arco di Jubero, il mago catalano che può scrivere un nuovo capitolo della favola Guaraní. RA G

Innovazione e formazione

Attenti a quei due

A

ella coppa Libertadores che sarà sempre ricordata per gli scandalosi incidenti della Bombonera, costati la squalifica del Boca Juniors, c’è chi sogna di scrivere la storia mentre vive un’autentica favola. È il Guaraní, da cenerentola a insospettabile spauracchio del torneo, che dopodomani sfiderà il Racing di Diego Milito nei quarti di finale. I paraguaiani di Asuncion non passavano il turno a gironi da 18 anni e non raggiungevano i quarti addirittura dal 1970. Il Cacique (il capo tribù indigeno) ci è arrivato perdendo una sola partita (sulle otto disputate finora, proprio contro il Racing argentino nei gironi, 1-4 a febbraio) e sbarazzandosi addirittura del Corinthians brasiliano, campione nel 2012 e con una rosa che vale cinque volte di più (52 milioni di euro contro 10). E in Sud America si parla già di «miracolo paraguaiano».

Y

N

no per fare da traghettatore, Jubero ha invece messo radici, cambiando il volto della squadra con nuove, innovative metodologie d’allenamento e schemi basati su un unico dogma: il possesso palla (ma «non chiamatelo tiqui-taka», ci tiene a sottolineare). Poi ha introdotto la registrazione degli allenamenti per studiarli e apportare le correzioni, un nutrizionista e uno psicologo. «L’obiettivo è creare una squadra formatrice di giocatori, non compratrice come è stata finora», ha detto nell’estate 2013. Una formula che ha subito portato due secondi posti consecutivi in campionato, con annesso record di gol nella storia del calcio paraguaiano (105 nell’anno solare 2014).

PAR

EGITTO

Una sentenza equipara gli ultrà ai terroristi ● (a. luch.) E ora nell’Egitto di Al Sisi i gruppi ultrà sono fuori legge. La Corte per gli Affari urgenti ha equiparato le curve alle sigle terroristiche. Procedimento avviato su denuncia di Mortada Mansour, affarista vicino all’oligarchia di Mubarak e n. 1 dello Zamalek. I tifosi egiziani hanno svolto un ruolo decisivo nella rivoluzione del 2011, spostando gli equilibri delle battaglie di piazza a favore degli attivisti. Pagando un prezzo altissimo: nel febbraio 2012, 72 ultrà dell’Al Ahly sono stati uccisi allo stadio di Port Said, nell’inerzia della polizia. Fra i 20 e i 40 tifosi dello Zamalek sono morti a febbraio, in un parapiglia scatenato dalle forze dell’ordine. Tifoserie e Fratelli musulmani erano i gruppi civici più organizzati in Egitto: ora sono vietati. Restaurazione continua.

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F

ra una rissa, un complotto e una sommossa, l’Iran si è regalato una delle volate più surreali a memoria d’uomo. Venerdì, ultima giornata: il Tractor Sazi di Tabriz, capolista a 57 punti, ospita il Naft Teheran, secondo. A Esfahan, 900 km più a sud, il Sepahan (3o, 56 p.) si gioca tutto col Saipa. A mezz’ora dal termine il primo titolo nella storia del Tractor sembra cosa fatta. Poi, sul 3-1, l’arbitro espelle Teymourian - primo capitano cristiano nella storia d’Iran - e i «lupi rossi» si lasciano raggiungere nel giro di 5 minuti. Il Sepahan nel frattempo viaggia sul velluto: 2-0, o almeno questo TEHERAN sanno a Tabriz fino all’87’, quando lo stadio cade in un misterioso isolamento. «Eravamo negli spogliatoi a guardare la gara del Sepahan - racconta all’Afp il n. 1 del Nafta -: all’87’ è saltato il segnale di tv, radio e cellulari». Corre voce di un crollo del Sepahan: 2-2, e quindi al Tractor il pari basta e avanza. Scorrono secondi lunghi come fiumi, i 10 «lupi rossi» di Tabriz arroccati a difesa del 3-3, fino a un triplice fischio atteso 50 anni. Il pubblico - 90mila ti-

Il governatore dell’Azerbaigian Orientale (la regione di Tabriz) è costretto a riconoscere che l’esito del torneo è discutibile. Il blackout resta un mistero: secondo alcuni avrebbe garantito l’incolumità dell’arbitro, permettendogli di sfuggire alla folla inferocita per l’espulsione di Teymourian. Ma a Tabriz sono convinti che si tratti di un complotto ordito in palazzi ben più lussuosi di quello della Federcalcio. Sei ministri del governo Rouhani vengono da Esfahan, culla dell’aristocrazia persiana. E il Tractor Sazi è molto, molto més que un club: bandiera e orgoglio della popolazione azera d’Iran - fra i 15 e i 20 milioni di persone, prima minoranza del Paese. Le partite del Tractor offrono una rara opportunità per manifestare contro la Repubblica islamica, e in curva trovano sfogo le velleità secessioniste. Negli ultimi anni la polizia ha arrestato decine di tifosi in prima linea a difendere il Lago Urmia, minacciato dalla costruzione di nuove dighe. Nel 2012, nel mezzo di una gara invernale, gli ultrà sono rimasti a petto nudo per denunciare il ritardo negli aiuti alla popolazione terremotata di Varzagan. E così via, di coro in coro, di tafferuglio in tafferuglio, una sfida continua a Teheran. Il tutto mentre nel Khuzestan - regione a maggioranza araba, ai confini con l’Iraq - i tifosi sono impegnati in scontri sempre più frequenti con la polizia, lottando contro inquinamento e discriminazioni. Nel crollo degli equilibri su cui il Medio Oriente si è retto per decenni, dallo Yemen alla Siria, qualche mattone finisce per volare pure in campo.

IRAN

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NOTIZIE DAL MONDO

SERBIA BELGRADO

No della Uefa all’amichevole Serbia-R. Srpska

● (a.luch.) Semaforo rosso: l’Uefa ha vietato l’amichevole del 15 giugno fra Serbia e rappresentativa della Republika Srpska - entità federale della Bosnia a maggioranza serba. La decisione è arrivata ufficialmente per il timore di scontri nella regione. La rappresentativa della Republika Srpska è un simbolo per quella parte della comunità dei serbi di Bosnia che rifiuta gli accordi di Pace del 1995 e mira alla secessione da Sarajevo.

GERMANIA BERLINO

Ingolstadt sale in A Per il Monaco 1860 68.500 spettatori

● (el.ber.) L’Ingolstadt è il club n. 54 che arriva in Bundesliga. Battendo ieri il Lipsia ha guadagnato la promozione con una giornata di anticipo. Fondata solo 11 anni fa (partita dalla 5a serie), sarà la terza squadra della Volkswagen in Bundesliga dopo il Wolfsburg (per il 100% alla VW) e il Bayern (8,33%). Intanto all’Allianz per il derby di B tra Monaco 1860, in lotta per la salvezza, e Norimberga c’erano 68500 spettatori!

REP. CECA PRAGA

Vittoria al Viktoria In Israele gioia Maccabi Tel Aviv

● Il 2-0 sul Vysocina (10o) vale il 3o titolo per il Viktoria Plzen, già campione nel 2010-11 e 2012-13. Incolmabile il distacco per gli inseguitori dello Sparta Praga: -6 a 2 giornate dal termine e bilancio sfavorevole negli scontri diretti. Domenica s’è deciso il campionato israeliano, vinto dal Maccabi Tel Aviv per la 21a volta. Risolutivo lo scontro diretto con l’Ironi Kiryat Shmona, 2° a -6: 2-1 Maccabi, 9 punti di vantaggio a 2 turni dalla fine e titolo.


EXTRATIME

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BRASILE

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CINA

C’

Eriksson ci riprova a Shanghai

è un po’ d’Italia nell’ultimo allenatore brasiliano di talento. Doriva, 42 anni, pronipote di Desiderio emigrato da Mantova, è stato centrocampista della Sampdoria nel 1999-00. Ha girato l’Europa: Porto, Celta, Middlesbrough, Blackpool. Esploso nel San Paolo di Telê Santana, con cui vinse l’Intercontinentale 1993 contro il Milan, era nella rosa del Brasile al Mondiale 1998 e giocò 22 minuti col Marocco. A 35 anni, nel 2007, ha appeso le scarpe al chiodo al Mirassol, San Paolo, a causa di un’aritmia cardiaca. Di recente è entrato nella storia brasiliana come il primo allenatore a vincere di fila gli Statali più prestigiosi, il Paulista con l’Ituano nel 2014 e il Carioca di Rio 2015 al timone del Vasco, nella sede del quale ha ricevuto ExtraTime. Che ricordi ha della Samp? «Le sono molto grato. Ora parlo con Emiliano Salvarezza, dirigente all’epoca. Meno male che sa il portoghese perché è molto tempo che non metto alla prova il mio italiano. Quando arrivai alla Samp i dirigenti mi misero tutto a disposizione, persino la macchina con autista, e aiutarono il mio secondogenito Marcel che era affetto da un enfisema polmonare. Fu molto ben curato al Gaslini».

Che ha appreso dall’Italia? «A riprovare. Sì, ho imparato a ripetere un’azione, due, tre volte, quante ne servono. La parte tattica è molto curata in Italia: organizzare delle varianti tattiche, mettere a posto la difesa senza togliere creatività, la fantasia con più libertà dal centrocampo in su. Ho avuto tre allenatori bravi alla Sampdoria: David Platt per qualche mese, era stato l’idolo del club da giocatore; Luciano Spalletti e Giampiero Ventura. Spalletti mi fece impressione per il modo con cui piazzava la squadra in campo. Grande conoscitore di tattiche, con lui le marcature erano al 90% a zona. Poi l’ho incontrato quando ero al Middlesbrough e mi disse: “Parli italiano meglio in Inghilterra che quando eri da noi…”».

1L’allenatore svedese guida la classifica con il Sipg: ha un punto di vantaggio su Cannavaro

1Col connazionale Hysen e l’ex Evergrande Conca Giuliano Adaglio

Doriva, 43 anni il 28 maggio, allena il Vasco da gennaio: ha appena vinto il titolo Carioca (AFP)

Parla Doriva: «Grazie Samp, ti devo tanto» B

Sven-Göran Eriksson, 67 anni, da novembre tecnico dello Shanghai (AFP)

1«A Genova ho avuto tre tecnici bravissimi: Platt, Spalletti e Ventura. Da loro ho imparato la tattica» 1L’ex doriano,

nel 1999-2000, oggi è l’allenatore del Vasco con cui ha vinto il Carioca 1Dopo il successo 2014 con l’Ituano nel Paulista: «Ma non dimentico Santana e quel trionfo sul Milan nel ’93» Intervista di Mauricio Cannone da Rio de Janeiro

gli errori. C’è chi gli dava del ficcanaso, ma voleva sistemare i difetti dei più giovani. È stato un padre. Molti che non seguivano i suoi consigli si sono smarriti presto».

Perché è rimasto poco in Italia? «Arrivai a campionato in corso nel 1999: 17 presenze in A. Ma la Samp non riuscì a Col San Paolo di Telê lei salvarsi. Ho solo bei riha vinto l’Interconticordi, come il 4-0 alnentale 1993. l’Inter a Genova. Rima«Contro un grande Misi in B la stagione suclan, che aveva Massacessiva fiducioso di riro, Raducioiu, Baresi, salire, ma la squadra Maldini, Costacurta, mancò di un punto la Desailly, Papin, Donapromozione. Quindi RIO DE JANEIRO doni...». mi trasferii al Celta per giocare la Liga». Nel 2007 un’aritmia cardiaca l’ha costretta al ritiro. Chi è stato il suo maestro? «Ma subito dopo cominciai ad «In Brasile Telê Santana. Mi ha allenare l’Under 15 del Mirasinsegnato il modo giusto per ef- sol. Poi al cuore tutto si è sistefettuare i lanci lunghi con preci- mato. All’Atlético Paranaense sione. Mi diceva di inclinare il l’anno scorso mi hanno fatto dei corpo per colpire la palla come controlli: i miei battiti cardiaci si fa con la mazza da golf. E mi erano regolari persino durante chiedeva di arrivare un’ora pri- le gare. Solo pochi minuti prima ma all’allenamento. Si basava del discorso prepartita si accesulla ripetizione per correggere leravano». O RD

O O EM E PR GRESSO

BRA

Lei è tifoso del San Paolo: e i suoi figli? «Marcel ha 16 anni, è all’Atlético Sorocaba. È mezzala come il fratello maggiore, Diego, di 18, nell’Under 20 del Vasco. E ho una figlia, Melissa, 14 anni. Ma oggi io devo tifare Vasco».

Sotto, Doriva in blucerchiato: nel 1999 17 gare e 1 gol in A; nel 1999-00 in B 37 match e 3 gol, 5 partite e 1 rete in coppa Italia.

gol in 34 presenze. Una carriera spesa in patria con Djurgården e Göteborg, dove è stato leader e capitano: quest’inverno doveva tornare a casa, su pressione della famiglia, ma l’arrivo di Eriksson e un lauto rinnovo lo hanno convinto a restare a Shanghai. Con rinnovate ambizioni, che la firma di Conca - un crack per il torneo cinese, come già dimostrato col Guangzhou di Lippi (3 gol in 65 gare) - hanno reso legittime. L’argentino, 32 anni, ha piedi fatati e grande visione di gioco. L’altra figura è il trequartista Wu Lei, recordman di precocità in Cina, avendo esordito in prima squadra a 14 anni e 287 giorni nel 2006.

enfica, Roma, Manchester City, la nazionale inglese e quella messicana. Sono solo alcune tappe della quarantennale carriera di Sven-Göran Eriksson, che dalle nostre parti ha allenato (e a volte vinto) anche con Fiorentina, Samp e Lazio. Negli ultimi anni il tecnico di Torsby si è allontanato dai riflettori delle tv e dai gossip dei tabloid europei per affrontare un lungo tour in Oriente: Thailandia, Dubai e da un paio di stagioni Cina. Dopo un 6° e un 3° posto col Guangzhou R&F, secondo club Lo United di Xu di Canton, quest’anno Svengo è Cresciuto nelle giovanili, è la passato allo Shanghai Sipg, am- massima espressione dell’ambibizioso club della mezioso programma del tropoli più popolosa fondatore Xu Genbao: del pianeta. Dopo 10 trasformare lo Shanturni la squadra di ghai nel «Manchester Eriksson è in testa alla United cinese». L’Acaclassifica con 1 punto demy fondata da Xu sul Guangzhou di Cannel 2000 ha consentito navaro (domani in alla squadra di cresceChampions col Seonre con costanza, congnam), frutto di 6 vit- SHANGHAI quistando la promoziotorie e 4 pari. L’ultimo ne in B nel 2007 e in A sul campo della concorrente, nel 2012. La sponsorizzazione davanti ai 50mila del Tianhe. della società che controlla i terminal del porto cittadino ha fatTobias e l’argentino to il resto, dotando il club dei Il frastuono del pubblico non è soldi necessari per puntare al bastato ai campioni in carica vertice. I dirigenti dello Shanper avere la meglio sui rivali: al ghai si augurano che Eriksson vantaggio firmato da Gao Lin possa chiudere il cerchio: il gap ha risposto a 6 minuti dal termi- tecnico con il Guangzhou - al di ne il capocannoniere Tobias Hy- là del risultato dell’ultimo sconsen (8 gol finora), bravo a sfrut- tro diretto - sembra ancora amtare una respinta del portiere pio, ma la strada tracciata è sulla conclusione dal limite di quella giusta. Anche perché il Conca. Hysen e Conca sono le modello cui Xu faceva riferistelle: il primo è un rapido at- mento non era certo lo United taccante di 33 anni, fino a pochi attuale, ma quello vincente tarmesi fa spalla di Ibrahimovic in gato Alex Ferguson. nazionale, dove ha raccolto 10 © RIPRODUZIONE RISERVATA

CINA

Campione paulista all’Ituano, campione di Rio col Vasco. In mezzo la panchina dell’Atl. Paranaense e un esonero rapido. «Solo otto partite. Il presidente Petraglia è tipo strano. Troppe interferenze nel mio lavoro». Al Vasco può diventare il primo a vincere il titolo brasiliano con una neopromossa. «Piano, proviamo a raggiungere le prime posizioni, poi si vedrà. Rimaniamo coi piedi per terra. Ma, dopo la doppietta negli Statali, sarebbe bello essere il primo a conquistare il campionato con una squadra arrivata dalla B». © RIPRODUZIONE RISERVATA

NOTIZIE DAL MONDO

OR DE EM M

E P RO GR GRE E SSO SSO O

BRASILE RIO DE JANEIRO

Corinthians da solo in testa Cruzeiro k.o.

● (m.can.) Dopo 2 turni solo il Corinthians a punteggio pieno: 1-0 sul Chapecoense (gol di Fábio Santos). Diego Souza segna su rigore l’1-0 per lo Sport al Flamengo. Poi va in porta, col portiere Magrão che si infortuna e 3 cambi già effettuati: subisce il gol del 2-2 finale ma evita il k.o.. Una rete dell’argentino Datolo, ex Napoli, nel 4-1 dell’Atl. Mineiro al Fluminense. Il Santos batte 1-0 il Cruzeiro campione (Geuvânio). 0-0 tra Figueirense e Vasco.

MESSICO CITTÀ DEL MESSICO

Ronaldinho regala le semifinali al Queretaro

● (seu) Sarà pure criticato per il suo stile di vita ma quando serve c’è. Nei quarti del Clausura Ronaldinho, 35 anni, firma all’83’ il gol che vale le semifinali per il suo Queretaro. Dopo il 2-1 dell’andata ai Tiburones di Veracruz, Dinho ha chiuso il conto siglando il 2-1 al ritorno (poi finito 2-2). In semifinale a sorpresa trova domani il Pachuca, che ha fatto fuori l’America, campione dell’Apertura. Altra semifinale: Santos Laguna-Chivas.

ARGENTINA BUENOS AIRES

Il Boca fa ricorso contro la squalifica e il k.o. a tavolino

● (seu) Il Boca vuole ricorrere in appello contro la squalifica in Libertadores (0-3 a tavolino) della Conmebol dopo l’aggressione di alcuni suoi tifosi con un gas urticante a 4 giocatori del River, nel ritorno del Superclasico valido per gli ottavi, sospeso dopo 45 minuti. Farà appello anche contro le 4 giornate a porte chiuse da scontare in casa nelle coppe continentali e il divieto per i tifosi di seguire la squadra in trasferta per 4 match.


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EXTRA FUN EXTRATIME

INGHILTERRA LIVERPOOL Gerrard per British Criticato dai media

SMS

● (si. mar.). L’intenzione della British Airways era di sfruttare la popolarità di Steven Gerrard, 35 anni a fine mese (sulle ali dell’addio all'Anfield), e della moglie Alex Curran (in partenza a breve per gli Usa per la nuova avventura calcistica di Stevie coi Los Angeles Galaxy) per lanciare i nuovi voli caraibici dall’aeroporto di Londra Gatwick alle Indie Occidentali Britanniche. Ma complici il

candido abitino della signora, le pose non proprio naturali della coppia e il contorno di palme (finte) e valigie (vere), il servizio fotografico ha finito per trasformarsi in una versione più patinata, ma non meno kitch, di quello fatto da Ashley e Cheryl Cole per i Dream Numbers della Lotteria Nazionale del 2006 e per il quale il terzino ex Chelsea viene preso in giro ancora oggi.

Diego Armando Maradona Campione del Mondo 1986

Steven Gerrard, 35 anni il 30 maggio, e la moglie Alex Curran.

Denunciato a 11 anni

Asta: maglia del 1927

● Il tribunale di Lenzbourg ha condannato Wieser (Aarau) a una pena di 6 mesi di stipendio più 9.600 euro per aver causato l’infortunio di Yapi-Yapo (Zurigo).

● (eb) A 11 anni in match col suo Chammünster con un tiro ha colpito una signora in tribuna. Le si sono rotti gli occhiali, lei l’ha denunciato e chiesto 981 euro...

● (sm) All’asta da Sotheby’s con una valutazione iniziale di 7 mila sterline la maglia blu del Cardiff indossata da Len Davies nella finale di FA Cup del 1927.

● (el.ber) Con l’assist di sabato bato in Wolfsburg-Borussia D. de Bruyne ruyne iga, ne ha sfornati 21 in Bundesliga, stabilendo un nuovo record.. 09. Prima era Misimovic nel 2009.

EMMA

LA MISS DELLA SETTIMANA

CILE SANTIAGO C.t. Sampaoli prepara le gare alla Playstation

IN SETTIMANA SU EUROSPORT CHI VINCE L’EURO UNDER 17? Fasi finali dell’Europeo Under 17: oggi, martedì 19, si disputano le semifinali: su Eurosport 2 Belgio-Francia alle 14.45, su Eurosport Germania-Russia alle 17.45. La finale è venerdì 22 alle 20.

REP. CECA PRAGA

10 k.o. di seguito: ci vuole macchina della verità?

AUSTRIA VIENNA

● Lo fanno ogni anno, ormai è un must: l’Ayr United, fondato nel 1910 e noto perché Ferguson ci finì la carriera da calciatore prima di iniziare quella per cui poi sarebbe diventato Sir, presenta le proprie divise per l’anno successivo dipingendole addosso al corpo nudo di una modella. Stavolta l’onere di essere una degli «Honest man» (in foto il bomber Beattie, ex nazionale scozzese) è toccato a Emma Glover, che descriveva la sua professione di modella con un «passo tanto tempo in intimo insieme ad altre ragazze in intimo, è una bella vita». In passato aveva dichiarato di odiare il calcio, ma ora avrà fatto un’eccezione: l’Ayr è in terza serie, la nuova maglia è di uno scaramantico viola, in caso di promozione le darebbero della portafortuna.

EXTRATIME

La frase della settimana «Blatter è un freezer, dovrebbe vivere in un blocco di ghiaccio»

Entri da killer? Tribunale De Bruyne, re d’assist ssist

L’Ayr sulla pelle per la modella che odiava il calcio

TV

MARTEDÌ 19 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Magath è Felix ha una panchina E pure Schachner ● (c.r.) Felix Magath sarà il nuovo allenatore dell’Austria Vienna nella prossima stagione. Il 61enne (ex Bayern, Wolfsburg e Fulham nel 2014) avrebbe già raggiunto l’accordo col club. Dopo 33 partite di campionato l’Austria è al 7° posto, ma è in finale di Coppa il 3 giugno col Salisburgo. Tre anni dopo Walter Schachner torna in panchina: a 58 anni l’ex Cesena e Torino va al DSV Leoben, nella più alta liga stiriana (quinta divisione).

● (seu) «Brevettala!». Sì, è un’invenzione così geniale che meriterebbe di essere brevettata. Ne è convinto Pep Guardiola, subito conquistato dall’innovativo metodo di allenamento creato dal c.t. argentino del Cile Jorge Sampaoli, 55 anni, intenzionato a preparare la Coppa America della Roja con l’ausilio della Playstation. L’invenzione che Sampaoli ha mostrato a Guardiola nel corso del suo ultimo viaggio in Germania prevede la modifica di PES o FIFA, i giochi di calcio per console più popolari al mondo. Tramite un software studiato da un team di sviluppatori cileni, nel gioco sono stati caricati milioni di dati e statistiche relative agli avversari che affronterà il Cile durante la Coppa America di giugno (è nel girone con Bolivia, Ecuador e Messico). Con il

joystick in mano, i giocatori della Roja saranno così in grado di assimilare, in modo divertente, schemi e contromisure da adottare nelle partite reali, consentendo peraltro a tutti quegli atleti costretti a unirsi alla nazionale solo pochi giorni prima dell’inizio del torneo, come nel caso di Arturo Vidal impegnato ancora con la Juventus, di «studiare a distanza». Un particolare applicazione permetterà inoltre a Sampaoli di «convocare» i giocatori per partite on-line, cosa che il c.t. argentino di Casilda (Santa Fe), tre titoli e una coppa Sudamericana con l’Universidad de Chile nel 2011-12 in bacheca, ha detto di aver già iniziato a fare proprio con Vidal e l’interista Medel, che dunque si preparano già alla prossima Coppa America giocando alla Playstation.

SABATO 23 MAGGIO LIGA, LIGUE 1 E BUNDESLIGA: SI CHIUDE Ultimo turno: alle 15.30 su Sky Calcio la Bundesliga Bayern-Mainz e tutte le altre partite dell’ultimo turno. Alle 18.30 tutta la Liga su Fox Sports. E alle 21 sempre su Fox Sports la Ligue 1. Su Eurosport 2 per la Mls Toronto-Portland (alle 23).

Supplemento di calcio internazionale di Iacopo Iandiorio, progetto grafico di Domenico Coppola

ECUADOR QUITO

A Ivan Kaviedes in regalo la porta dell’Atahualpa ● (seu) È stata consegnata a Ivan Kaviedes, 37 anni, ex Perugia, l’intera porta del lato sud dell’Atahualpa di Quito dove nel novembre 2001 segnò il gol che qualificò l’Ecuador per la prima volta ai Mondiali. DOMENICA 24 MAGGIO A TUTTA PREMIER Domani, mercoledì 20 si recupera Arsenal-Sunderland (FS, 20.45). Poi domenica c’è solo la Premier League, all’ultima giornata: su Fox Sports HullManchester United e diretta-gol.

● (falcini) Dopo 10 sconfitte consecutive nel 2015 il proprietario del Banik Most, serie B ceca, penultimo e ormai a un passo dalla retrocessione, aveva minacciato di ricorrere alla macchina della verità per conoscere i motivi del flop. Nella seconda serie ceca i casi di match fixing sono stati numerosi e i sospetti sono ricaduti anche sul club. Condannata l’iniziativa dalla FifPro, la federazione internazionale dei calciatori; e domenica il Banyk ha vinto 3-2.

GERMANIA MONACO

Schweini-Ivanovic ora è un giallo: si sono sposati? ● (si.mar.) Il centrocampista Bastian Schweinsteiger, 30 anni, si sarebbe consolato per l’eliminazione del Bayern Monaco dalla Champions League (ad opera del Barcellona di Luis Enrique) sposando la bella tennista serba di Belgrado Ana Ivanovic, 27 anni, con la quale fa coppia fissa da meno di un anno. A dare la notizia è stato il «Belgrade Daily News», quotidiano serbo in lingua inglese, rivelando che la coppia si sarebbe unita in matrimonio «in un’intima cerimonia mattutina in una località segreta, presenti pochi amici e i parenti stretti». Nessuna conferma (ma neanche smentite) per ora dai diretti interessati. Che sarebbero stati visti andar per gioiellerie alla ricerca di un anello di diamanti «di quelli che di solito sanciscono un fidanzamento», scrive il «Serbian Sun-Times», fede con la quale lei è stata vista al dito a inizio settimana.

DA STANOTTE A GIOVEDÌ COPPA LIBERTADORES Andata dei quarti: oggi (FS, alle 3) Tigres-Emelec; domani (FS, alle 3) Santa Fe-Internacional; giovedì (FS 12.30) Guaraní-Racing e (FS, alle 3) River Plate-Cruzeiro.


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