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venerdì 22 maggio 2015 anno 119 - numero 119 euro 1,40
JUVENTUS
SVOLTA AL MILAN HERNANES COSI’
COSI’ SEI GIA’ AL MAX
SILVIO RIBALTO L’INTER CHIAMA CARLETTO Telefonata di Berlusconi per convincere Ancelotti a tornare in rossonero: sul piatto un triennale e una squadra competitiva. E il tecnico apre al dialogo
A sinistra Alessandro Del Piero a destra Andrea Pirlo
Vent’anni fa la doppietta di Lippi: il nostro confronto premia la squadra di Allegri. E ci sono analogie con l’Inter di Mourinho del Triplete 2010... Mercato: sondaggio per Khedira
LAUDISA, GOZZINI ALLE PAGINE 8-9
L’ANALISI di SANTIAGO SEGUROLA
DELLA VALLE, MAURO, OLIVERO, VERNAZZA PAG. 2-3-4-5
Il brasiliano Hernanes, 29 anni, all’Inter dal gennaio ‘14
Il Profeta alla riscossa: «Mi trascinavo dietro il mio corpo come un trolley, poi ho iniziato a dar retta all’istinto: ora voglio una mia foto ad Appiano con un trofeo, prima non parto» BREGA, DALLA VITE ALLE PAGINE 14-15
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PERCHÉ IL REAL CACCIA ANCELOTTI
XAVI, L’ADDIO CON LACRIME DI UN GENIO DEL BARÇA
Una vecchia tattica del Real Madrid consiste nel lasciare che i media parlino al posto del club quando il club mantiene un silenzio politico.
PICCIONI, PIERELLI, ALLE PAGINE 20-21
IL COMMENTO di Francesco Ceniti 23
MACALLI, È SOLO STALKING MEDIATICO?
RICCI ALLE PAGINE 6-7
Quiz del venerdì. Chi ha detto: «Noi siamo all’avanguardia nella lotta al calcioscommesse. Le accuse di possibili combine mi sembrano solo chiacchiere. La verità è che da mesi sono vittima di stalking mediatico»?.
DOMANI SPORTWEEK Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano
TRUCCATE ALTRE 5 GARE BRINDISI, IL PRESIDENTE «COMPRATE 2 VITTORIE»
L’ARTICOLO A PAGINA 23
A 35 anni il regista lascia il Camp Nou: «Amo questo club, so che tornerò»
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NEYMAR SCALDA LA FINALE «LA JUVE NON È UNA SORPRESA. TEVEZ E POGBA FENOMENI»
L'ARTICOLO A PAGINA 23
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21 Ancelotti da tecnico ha vinto 2 Champions con il Milan di Berlusconi
IL ROMPIPALLONE di Gene Gnocchi Al festival di Cannes 150 minuti di applausi per Belloli sfiduciato all’unanimità.
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9 771120 506000
BETTINI, GHISALBERTI, GREGORI, MARABINI, PASTONESI, SCOGNAMIGLIO DA PAGINA 26 A PAGINA 33
PAGLIARA, PICCIONI A PAGINA 21
STORIE, FATTI E PERSONAGGI
SUL MONTE BERICO 1° E 2°
Gilbert e Contador due giganti sul Giro Aru perde 14”
OFFESE SESSISTE
Belloli è al capolinea: i dilettanti lo mandano via
1
L’atletica piange la Sidoti piccola grande marciatrice che si è arresa al tumore
OGGI TI ASPETTA UNA GAMMA DI EMOZIONI.
MOLINARO, NARDUCCI A PAGINA 43
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Brindisi passa a Reggio: 1-1 Stone stoppa Cantù, Venezia vede la semifinale DI SCHIAVI, TOSI A PAGINA 41
3 Gilbert batte Contador che prende 6” d’abbuono e altri 8 ad Aru
Montecarlo F.1 al risparmio per le gomme e i motori Gli spettatori contestano ALLIEVI, IANIERI, PERNA PAGINE 34-35
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Primo piano R L’anno della Signora
Questa Juve è Confronto con Lippi ’95 Meglio gli Allegri-boys 1Vent’anni fa l’altro doblete, ma Vialli e Del Piero fallirono
la finale Uefa. Il gioco dell coppie premia Tevez e compagni
Sebastiano Vernazza @GazzaVernazza
V
ent’anni dopo, come i moschettieri di Alexandre Dumas. Vent’anni dopo la Juve fa un’altra volta doppietta, vince scudetto e Coppa Italia, e scatta la domanda: più forte quella Juve del 1994-95 allenata da Marcello Lippi o questa di oggi assemblata da Massimiliano Allegri? Sì, lo sappiamo non si possono paragonare squadre di epoche diverse, ma lasciateci giocare, perché di questo si tratta, di un gioco. Non prendetela per una risposta assoluta, incontrovertibile, però una risposta ce l’abbiamo: per noi la Juve attuale è più forte della Juve 1994-95.
IL GIOCO DELLE COPPIE Come siamo arrivati al nostro verdetto? Nel modo più semplice, abbiamo messo a confronto i ventidue giocatori «base», i titolari di ieri e quelli di oggi. Per la Juve di Allegri la formazione è quella di Champions, che ha fatto l’impresa col Real. Più difficile è stato ricostruire la Juve «lippiana» del 1995, gruppo in cui i titolari erano più di undici: Conte, Tacchinardi, Porrini, Marocchi, persino Jarni e soprattutto Robi Baggio accumularono un numero importante di presenze. Il sistema di gioco era il 4-3-3, con Del Piero in partenza largo a sinistra, ma in realtà quel tridente si mescolava e si mascherava, non era raro che Del Piero agisse da «falso nueve», con gli altri due attaccanti più larghi, o che si muovesse sulla trequarti. Così, per comodità o giocoforza, ci siamo ritrovati con un abbinamento Del Piero-Vidal che suona male, perché i due sono giocatori molto differenti e hanno condiviso pure una stagione, l’ultima di Ale alla Juve. Altri accostamenti funzionano poco, per esempio Di Livio era più laterale e meno centrale di Marchisio, ma questo genere di confronti costringe ad adattamenti. Nel nostro gioco delle coppie sugli undici la Juve di oggi vince per 8-3: risultato netto, divario ampio. Post scriptum: la Juve 1994-95 mancò di poco il «tripletino», perse le finali di Coppa Uefa col Parma. Questa di oggi è ancora in corsa per il «triplete» vero e proprio. © RIPRODUZIONE RISERVATA
9-2
PERUZZI-BUFFON
● 8 ● 8
● 8
FERRARA-LICHTSTEINER CARRERA-BONUCCI
Bravo il caro Angelo Ciro più marcatore ma Gigi numero uno e polifunzionale
Liberi di essere qualcosa in più
● Angelo Peruzzi è stato un gran portiere, potente e reattivo. Gigi Buffon contende però a Zoff il titolo di miglior portiere italiano di sempre e di certo entra nella top ten mondiale del ruolo di ogni epoca. Così non ce n’è, la disfida dei numeri 1 la vince Gigi. Favolosi gli anni Novanta dei portieri: oltre a Peruzzi volteggiavano Zenga, Pagliuca, Marchegiani, Seba Rossi.
● Massimo Carrera è cresciuto negli anni Ottanta: marcatore prima e libero poi, con Scirea e Baresi come maestri del ruolo. Leonardo Bonucci viene dal solco di Scirea: non buttare il pallone, ma giocarlo. Di fatto Leo è il regista della prima palla, quella della rimessa in gioco. Ha limato di molto la sua tendenza all’errore macroscopico, per cui lo preferiamo a Carrera.
● Terzini diversi, quindi imparagonabili: più marcatore il napoletano Ferrara, più «spinterogeno» lo svizzero Lichtsteiner. Qui però non si tratta di confrontare, ma di scegliere e allora puntiamo su Ferrara, difensore polivalente, esterno basso e centrale allo stesso tempo. Qualche cross in meno, ma più attenzione e presenza in fase difensiva.
KOHLER-CHIELLINI
TORRICELLI-EVRA
Il duello dei cattivi lo vince il tedesco
Moreno travolgente Soldatino l’uno, il francese esperto Principino l’altro...
Forte il portoghese ma Pirlo è Pirlo
Come si fa a non premiare Pogba?
● «Cattiven» contro cattivo, il tedesco Jürgen Kohler contro l’azzurro Chiellini. Il palmares, e non solo, ci fa optare per Kohler, campione del mondo e d’Europa con la Germania. Jürgen era un duro, ma corretto. Non che Chiellini sia sleale, ci mancherebbe, ma più del predecessore ha la tendenza all’entrata scomposta, sgraziata. Così pollice su per Kohler.
● A malincuore, costretti dal più consistente profilo internazionale, optiamo per l’esperto Evra, però il Torricelli di quel biennio juventino (19941996) è stato qualcosa di travolgente. Curioso che tutti e due si siano formati nella provincia italiana: Moreno nell’Oggiono e nella Caratese, il francese nel Marsala e un pochino nel Monza.
● Se si guardasse alle stagioni nude e crude, dovremmo dire Paulo Sousa, nella Juve 1994-95 più decisivo e incisivo di Pirlo nella stagione attuale. Ma Pirlo rimane Pirlo, uno dei più grandi registi della storia calcistica, il giudizio generale prevale sul particolare e facciamo uscire il numero 21. Aspettando la finale di Berlino, che potrebbe cambiare l’economia pirlesca dell’annata.
● Abbinamento sfortunato, qualunque centrocampista della Juve 1995 avrebbe perso il confronto con Pogba. Antonio Conte capirà, non è in discussione il suo valore di centrocampista da combattimento. L’attuale c.t. paga un’enorme sproporzione di fisicità e un «certo» gap tecnico. Forse è la coppia in cui si nota di più la diversità di epoche calcistiche.
LIPPI-ALLEGRI
Un c.t. mondiale sta sopra tutti
● 8
Gianluca Vialli, nel 1995 capitano della Juventus, solleva la Coppa Italia vinta sul Parma. Nella stagione successiva i bianconeri vinsero la Champions con l’Ajax
● 8
● 8
● 8
VIALLI&C: DOPO IL DOUBLE ARRIVÒ LA CHAMPIONS...
DI LIVIO-MARCHISIO
● Angelo Di Livio il Soldatino «contro» Claudio Marchisio il Principino: noblesse oblige, prevale il secondo. A parità di corsa e di attitudine allo «sgobbo», si impone la miglior visione e il superiore tocco di Marchisio, che non a caso è in prima fila per la successione a Pirlo. Marchisio coniuga meglio qualità e quantità. Di Livio poi era più laterale che interno.
SOUSA-PIRLO
● 8
CONTE-POGBA
● 8
SERIE SPECIALE DUSTER IL SUV CHE LASCIA GLI ALTRI IN PANCHINA.
● Marcello Lippi è il c.t. dell’Italia campione del mondo 2006 e un allenatore che vince il Mondiale non può essere inferiore a nessuno. Questione di rispetto. Come tecnico scegliamo Lippi, ma la cosa non suoni come bocciatura per Allegri. L’attuale allenatore juventino non ha neppure 50 anni, deve ancora completare il suo percorso. Se ne riparlerà più avanti.
● I trofei di Lippi (9) nel primo ciclo bianconero (1994-99) e quelli di Allegri, alla Juve da luglio 2014. Ma la serie di Max è ancora aperta...
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VENERDÌ 22 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
più forte
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CORSI E RICORSI
I bianconeri e l’Inter 2010: quelle analogie fanno sognare
JUVE 1994-1995 PERUZZI FERRARA
KOHLER
DI LIVIO
VIALLI
CARRERA TORRICELLI
SOUSA
CONTE (Tacchinardi)
DEL PIERO (R. Baggio) RAVANELLI GDS
JUVE 2014-2015 BUFFON LICHTSTEINER BONUCCI CHIELLINI MARCHISIO
PIRLO
EVRA
POGBA
Diego Milito (e il figlio) con la Champions vinta a Madrid nel 2010 AFP
VIDAL TEVEZ
MORATA GDS
girone, il sollievo nei quarti, gli stadi delle finali: la cabala dice Italia
A sinistra la premiazione di mercoledì all’Olimpico: la Juve esulta per la decima Coppa Italia BOZZANI
● 8
G.B. Olivero MILANO
P
● 8
● 8 ● 8
DEL PIERO-VIDAL
VIALLI-TEVEZ
RAVANELLI-MORATA
LE PANCHINE
Diversamente fuori categoria
Un bel problema però l’Apache...
Penna Bianca e la Casa Blanca
Un «certo» Baggio a mezzo servizio
● Il gioco delle coppie ci obbliga al più strano degli accostamenti, i due sono troppo diversi per essere abbinabili. Del Piero era il fuoriclasse giovane emergente di quella Juve, il «dieci» nell’accezione moderna del ruolo. Vidal è il trequartista di lotta e di inserimento di questa Juve. «Prendiamo» Del Piero, per la preponderanza tecnica. Diversamente fuori categoria.
● Vialli e Tevez non si può? No, Vialli o Tevez: tocca scegliere e questo è un grosso problema. Qui siamo al «de gustibus»: meglio il gelato alla crema o quello al cioccolato? Buoni tutti e due, però... Però diciamo Tevez perché ci sembra un filo più completo di Vialli, perché in repertorio ha anche qualcosa di Mancini, una volta gemello di campo di Gianluca.
● Nella Juve «lippiana» Fabrizio Ravanelli era attaccante cruciale: aveva senso del gol e si ammazzava di lavoro. Alvaro Morata rappresenta qualcosa d’altro, come ogni fuoriclasse impersona la bellezza del gioco. Ravanelli era soprannominato Penna Bianca perché aveva i capelli precocemente bianchi, Morata viene dalla Casa Blanca (il Real). Insomma, c’è divario.
● Robi Baggio panchinaro? Non scherziamo, più semplicemente agli atti del 1994-95 il Codino risulta a mezzo servizio per l’infortunio a un ginocchio. Baggio, poi Deschamps e Tacchinardi: gli altri titolari del ‘95 si fanno preferire ai cambi attuali. La prima variante d’attacco, ad esempio, è oggi Llorente, che non è paragonabile a Robi Baggio.
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1L’andamento del
remessa doverosa: qui non si gufa. Tutt’altro: si cercano nella storia recente del pallone quei segnali positivi che possano trasmettere ottimismo e serenità alla Juve e ai suoi tifosi in vista della finale di Berlino. Il Barcellona è ovviamente favorito, ma i bianconeri sono davvero a un passo da un obiettivo mai centrato nella gloriosa storia del club: il triplete. Nel 2010 l’impresa riuscì all’Inter e proprio un parallelo con il cammino europeo dei nerazzurri di Mourinho (che tra l’altro, come ha fatto la Juve mercoledì, vinsero la Coppa Italia all’Olimpico contro una squadra della Capitale: in quel caso la Roma) può far sorridere i tifosi bianconeri. Ci sono tanti punti in comune tra la cavalcata dell’Inter e quella della Juve: manca l’ultima tessera del puzzle, nel frattempo mettiamo insieme gli altri pezzi.
OTTAVI Quell’Inter e questa Juve finiscono il girone al secondo posto dietro a una squadra spagnola (rispettivamente Barcellona e Atletico Madrid). Il sorteggio degli ottavi mette a confronto entrambe le squadre contro i finalisti di due anni prima: l’Inter sfida il Chelsea e la Juve affronta il Borussia Dortmund. Altra cosa in comune: il Chelsea nel 2008 e il Borussia nel 2010 persero la finale in un derby (contro Manchester United e Bayern Monaco). L’andata finisce nello stesso modo: 2-1 per i nerazzurri e per i bianconeri. E al ritorno arriva anche il successo esterno: 1-0 per Mourinho, 3-0 per Allegri. Avanti così. QUARTI La spinta della buona sorte arriva al momento
del sorteggio dei quarti. Non è mai bello pensare di aver pescato il meno forte (anche perché sono cose oggettivamente difficili da stabilire a tavolino), ma quando l’Inter trova il Cska Mosca e la Juve il Monaco si sprecano i sorrisi. I nerazzurri evitano le big e anche l’insidioso Bordeaux, che aveva dominato il girone con Bayern e Juve (eliminata). Tra i desideri bianconeri, invece, il Monaco arrivava prima del Porto e dell’Atletico Madrid. Il peso del pronostico, però, si fa sentire: l’Inter se la cava con un doppio 10, alla Juve basta il rigore di Vidal allo Stadium e lo 0-0 nel Principato. SEMIFINALE L’asticella si alza, d’altronde se si punta in alto bisogna affrontare chi in alto c’è già stato, e anche di recente. Tipo i campioni in carica: Mourinho elimina il Barcellona trionfatore un anno prima a Roma contro il Manchester United; Allegri nega il bis al Real Madrid che aveva conquistato la Decima a Lisbona contro l’Atletico. Andata in casa per le due italiane: 3-1 per l’Inter, 2-1 per la Juve. E’ lì che si costruisce la qualificazione: a Barcellona i nerazzurri piazzano un paio di pullman in area e passano perdendo 1-0, a Madrid i bianconeri ne parcheggiano uno nel primo tempo, ma poi segnano con Morata il gol che vale il biglietto per la finale (1-1). FINALE E adesso? E adesso partiamo tutti per Berlino. Ricordando che indossiamo anche la maglia azzurra dell’Italia. Un particolare non secondario, visto che gli stadi delle finali del 2010 e del 2015 sono nel nostro cuore e ci resteranno per sempre. Madrid, Santiago Bernabeu: l’11 luglio 1982 l’Italia di Enzo Bearzot (ex giocatore dell’Inter) schianta la Germania (3-1) e vince il Mondiale. Madrid, Santiago Bernabeu: 22 maggio 2010, l’Inter batte nettamente il Bayern (2-0) grazie a una doppietta di Milito e conquista la Champions completando il triplete. Berlino, Olympiastadion: 9 luglio 2006, l’Italia di Marcello Lippi (ex allenatore della Juve) trionfa ai rigori contro la Francia e vince il Mondiale. E lì, all’Olympiastadion di Berlino, la Juve vuole vivere la gioia più grande. Mancano 15 giorni. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Primo piano R L’anno della Signora
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fIL PERSONAGGIO
GIORGIO CHIELLINI
Dallo scivolone al gol per Nina Così il guerriero s’è preso la Juve 1Prima la gaffe col Dortmund, poi le urla
a CR7, ora la rete in Coppa Italia: il futuro papà è il simbolo della cavalcata di Allegri IL NUMERO
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i giorni trascorsi dall’ultimo gol di Chiellini prima di quello alla Lazio: l’aveva segnato all’Inter il 2 aprile 2014 in Serie A
Fabiana Della Valle MILANO
G
iorgio Chiellini a luglio diventerà papà: sua moglie Carolina gli regalerà Nina, la primogenita, e lui ha voluto prepararle un’accoglienza speciale. Mica il classico peluche per farle compagnia nella culla: roba scontata e banale, che ogni bimbo può avere. Pochi invece hanno un papà capace di segnare un gol che entrerà nella storia. Giorgio l’ha cercato con tutto se stesso, un po’ perché quest’anno non era ancora mai entrato tra i marcatori, molto perché quella finale di Coppa Italia persa contro il Napoli tre anni fa non gli era ancora andata giù. Così per una sera ha fatto il Tevez e ha inventato un gol da centravanti vero: girata bella e imprendibile su torre di Evra servito da Pirlo e gara che è tornata in equilibrio. Ha esultato con la solita faccia da duro, la stessa con cui ha affrontato Cristiano Ro-
naldo nella doppia sfida in semifinale di Champions contro il Real Madrid, poi si è sciolto dopo la premiazione parlando della partita e della bimba in arrivo: «Ci voleva un gol così per conquistare un trofeo molto importante. Scherzando dicevo ai miei amici che stavo conservando la prima rete della stagione per un’occasione speciale. Ecco, è arrivato il momento giusto. Sono felice perché la mia rete è stata decisiva, quando vai in svantaggio contro una squadra tosta come la Lazio è dura rimontare. Hanno giocato a ritmo forsennato per tanto tempo». DALLO SCIVOLONE ALLA GIRATA Chiellini è un duro dal cuore tenero, uno che si trasforma quando indossa la maglia numero 3, che non si lascia intimorire dalla bacheca dei trofei dell’attaccante che ha di fronte. L’immagine che meglio lo descrive è quella dei minuti finali di Juve-Real: Chiello con la testa fasciata che ringhia in faccia a CR7 e con la mano gli fa un gesto come dire «Parli troppo». «Ci vuole anche fortuna per vincere. Penso alla traversa di James Rodriguez nella io palo di Djorgara d’andata con il Real, al doppio djevic nella finale di Coppa Italia. Ma io ho vissuto alla Juve anche periodi molto sfortunati e rertuna uno se le sto convinto che la sfortuna e la fortuna cerca. Il Barcellona ha il favore deii pronostici, ma la partita secca è sempre una garaa molto particolare. Siamo tranquilli e dobbiamo rimanere così, e. Bisogna ripotroppa attesa ti mangia le energie. rrivare al 6 giusare e allenarsi bene. Dobbiamo arrivare tro cambia pogno al 100%. Difesa a tre o a quattro emi di gioco». co, vanno bene tutti e due i sistemi Chiellini è questo, uno che non molla mai. Ci alità, conta la sono momenti in cui più che la qualità, mpo è sempre cattiveria agonistica. Con lui in campo ome Allegri. E’ garantita. Chiellini è livornese, come rsi con il nuovo stato uno dei primi a congratularsi uo arrivo. Max allenatore quando ha saputo del suo gli ha sempre dato fiducia, anche nei momenti di ro di Barzagli. difficoltà. Anche dopo il recupero data degli ottaContro il Borussia, nella gara d’andata vi, il suo scivolone spalancò la porta a Marco Reus. Un errore che poteva costaree caro alla Juve o. il difensoe mentalmente poteva mettere k.o. re. Invece Chiellini ne è uscito a testa alta, mente al come sempre. E si è rimesso umilmente stanza, servizio della Juve: lui è uno di sostanza, i ricami spettano ad altri. Contro la Lazio, però, ha voluto strafare: perr una sera non solo contrasti ed entratee da aduro, anche un bel gol da centravanti. Nina e Carolina meritavano un regalo fuori dal comune.
UNA FIGLIA IN ARRIVO L’esultanza di Giorgio Chiellini, 30 anni, dopo il gol dell’1-1 (qui sotto) contro la Lazio e con la Coppa Italia BOZZANI
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LE PROSSIME MOSSE
Ipotesi Khedira Matri e Storari con la valigia pronta 1Il tedesco del Real
piace. La punta torna al Milan, il portiere ha Neto davanti. Difesa: idea De Maio
S
ami Khedira è la nuova idea per il centrocampo bianconero del futuro. La Juve ha fatto un sondaggio per il tedesco, in scadenza di contratto con il Real, giusto per cautelarsi nel caso in cui dovesse partire uno tra Pirlo e Marchisio. Khedira, 28 anni, quest’anno ha messo insieme appena 11 presenze nella Liga con Ancelotti (solo tre da titolare) a causa di qualche problema muscolare, che si è aggiunto ai problemi dopo il grave infortunio al ginocchio della scorsa stagione (rottura del legamento crociato). Il tedesco comunque, tramite agenti, ha dato la disponibilità alla Juve. VERSO L’ADDIO Intanto Matri e Storari sono stati protagonisti in Coppa Italia, eppure hanno già la valigia pronta. L’attaccante è arrivato a gennaio in prestito dal Milan via Genoa e a fine stagione tornerà alla base (e a proposito: la Juve sta seguendo con grande attenzione il difensore rossoblù De Maio) . Il paradosso è che nonostante i due gol decisivi per la Juve (una bella rivincita per uno che al Milan era stato trattato come un brocco) le possibilità che il club
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bianconero lo tenga sono ridotte all’osso. Marotta l’aveva venduto ai rossoneri per 11 milioni, ora ne ha beneficiato per 6 mesi praticamente a costo zero (l’ingaggio lo paga il Milan) ma al momento non ha intenzione di riportarlo definitivamente alla Juve. «Ora non ci penso, a giugno si vedrà», ha detto ieri l’attaccante. Situazione simile per Storari, che all’Olimpico ha sollevato la Coppa da capitano. Il vice più forte d’Italia è a scadenza ma vorrebbe restare. «Non è facile farsi sempre trovare pronto — ha detto —, mi manca giocare con continuità ma sono alla Juve e sono contento. Il futuro me lo costruisco ogni giorno nello spogliatoio, con la società non credo ci saranno problemi». La Juve però ha da tempo preso il brasiliano Neto e Storari non è felice all’idea di fare il terzo. Anche lui, quindi, potrebbe fare le valigie. Chi non partirà è Vidal, almeno stando alle dichiarazioni di Marotta: «Vidal al Real? La Juve è più forte». f.d.v. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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VENERDÌ 22 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
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fDOPO LA CONQUISTA DELLA «DECIMA»
Tra Roma e Milano, la festa è bianconera
1Appuntamento nei ristoranti alla moda per la banda-Allegri: un po’ di relax prima dello sprint per Berlino 1
Fabiana Della Valle
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MILANO
F
esta doppia, come la doppia cifra raggiunta in Coppa Italia. Se lo scudetto (il quarto di fila) era stato celebrato in tono minore per restare concentrati sulla semifinale di Champions, adesso la Juve può permettersi qualche strappo alla regola. Visto che la finale di Berlino è lontana e la conquista della Decima è un traguardo storico (la Juventus è la prima squadra a raggiungerlo) che merita più di un brindisi. ASSE ROMA-MILANO Mercoledì notte i bianconeri hanno rubato la Coppa ai biancocelesti e anche il ristorante: per festeggiare sono andati al Met, locale di tendenza di Ponte Milvio, lo stesso che i Pioli boys avevano scelto per fare baldoria in caso di successo. Il posto è ben frequentato da giocatori laziali e romanisti, ma il proprietario ha il cuore bianconero. Gli juventini sono ripartiti in tarda mattinata da Roma, nel pomeriggio hanno svolto un defaticante e in serata molti di loro si sono concessi un altro momento di festa. Direzione Milano, ristorante Finger’s Garden, uno dei più glamour del capoluogo lombardo, dove molti bianconeri sono facce note: tra i soci c’è anche Clarence Seedorf, che si è presentato intorno alle 23. L’ex allenatore del Milan si è trattenu-
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C’È IN FESTA PURE... SEEDORF ● La Juve esulta sotto la curva bianconera per la conquista della Coppa Italia all’Olimpico (1). Ieri a Milano Paul Pogba, Carlos Tevez e Patrice Evra hanno festeggiato al ristorante Finger’s Garden, di cui è socio Clarence Seedorf (2). Subito dopo la vittoria sulla Lazio per 2-1, la squadra ha cenato in un noto locale di Roma (3) e (4).
to in un lungo abbraccio con Carlitos Tevez. Ieri infatti quasi tutti gli stranieri della Juve si sono ritrovati lì. Sono arrivati alla spicciolata dalle 21.45 in poi. Camicia bianca per Tevez, il primo ad arrivare, total black con cappello in tinta per Pogba. Poi Coman, Evra, Asamoah, Llorente, Morata. Brindisi, su-
shi, cibo di alta qualità e tante risate. D’altronde dopo una stagione molto faticosa è giusto che i bianconeri si rilassino, arrivare alla finale di Champions con troppa tensione può essere controproducente e dannoso. Proprio per questo Allegri ha deciso di concedere ai suoi un po’ di meritato riposo. «Tutti
abbiamo bisogno di staccare la spina», ha annunciato dopo la vittoria in Coppa Italia. Sabato ci sarà la consegna della coppa dello scudetto dopo Juve-Napoli, poi tre giorni e mezzo di riposo per tutti: gli juventini dovranno ripresentarsi a Vinovo mercoledì pomeriggio. Ieri intanto si sono goduti la serata,
RCongelata
la richiesta per la stella d’argento: se ne parlerà dopo la Champions
ma senza esagerare. Anche perché oggi pomeriggio si torna in campo per allenarsi. UNA STELLA PER LA DECIMA Intanto tra i tifosi si è già scatenato il dibattito sulla stella d’argento. «Colpa» di Massimiliano Allegri, che dopo aver sollevato la Coppa ha twittato: «Alziamo la decima sotto le stelle di Roma! Sulla maglia presto ne avremo una in più, che non ha nessun altro! Che carattere questa Juve!». Scritto così sembrava un annuncio, in realtà non c’è ancora niente di ufficiale. Dalla Juve fanno sapere che il dibattito sull’argomento non è ancora iniziato, anche perché il trionfo in Coppa Italia è fresco fresco e i bianconeri hanno altri pensieri per la testa (la finale di Champions, naturalmente). Di sicuro il club ci sta facendo più di un pensierino, ma prima sarà necessario capire anche la posizione di Adidas, nuovo sponsor bianconero. Non esiste un regolamento che prevede la stella d’argento, simbolo di 10 Coppe Italia. La Juve dovrà fare un richiesta a Federazione e Lega, dopodiché l’autorizzazione sarà concessa senza problemi. I tifosi, naturalmente, sarebbero strafelici di poterla esibire. Ora però è tutto in stand by: prima la finale di Berlino, poi tutto il resto. Quando di mezzo c’è la Champions, anche le stelle d’argento possono attendere. © RIPRODUZIONE RISERVATA
VERSO BERLINO
SERIE SPECIALI
ALI PER CHI VIVE VIVE DI EMOZIONI.
Troppe richieste per i biglietti-Barça E il sito va in tilt DI EMOZIONI.
da oggi – fa sapere chi si occupa della gestione del sito – si dovrebbe tornare alla normalità. Anche perché i tifosi bianconeri sono in pressing e non mollano. La vendita dei tagliandi (accoppiati obbligatoriamente a pacchetti-viaggio in pullman o aereo) è iniziata ieri a mezzogiorno, con precedenza assoluta agli abbonati. Ma l’enorme traffico concentrato in pochi minuti e le migliaia di richieste hanno mandato in tilt il sistema. I tifosi della Juventus LAPRESSE
1Oggi si discute
l’appello contro la squalifica di due giornate del settore Sud dello Stadium
Alberto Mauro TORINO
«C www.dacia.it
e ne andiamo a Berlino». Sì, ma come? Lo slogan dei tifosi juventini è stato messo a dura prova da imprevisti burocratici e tecnologici. Il sito www.berlino2015.com, creato da Francorosso per acquistare i biglietti della finale di Champions, ieri è andato in tilt. Troppe richieste e sistema in crash, per un pomeriggio di passione e delusione tra i tifosi. La situazione è migliorata in serata (nonostante i problemi non si siano risolti completamente) mentre
LE PROPOSTE Tre le categorie per i biglietti: 280€, 160 € e 70 €. I tifosi potranno scegliere la città di partenza e il mezzo di trasporto tra: Pacchetto Bus da 260 euro (escluso il biglietto per la partita), il Pacchetto Bus Gold da 350 (escluso il biglietto per la partita) o Pacchetto Volo Aereo da 850 (escluso il biglietto per la partita). Oggi alle 13, intanto, la Corte Sportiva d’Appello discuterà il ricorso della Juve per la squalifica di due giornate inflitta al settore Sud dello Stadium. E domani dopo Juve-Napoli premiazione ufficiale con consegna della Coppa del campionato a Gigi Buffon. A proposito, nel settore ospiti chiuso ai tifosi del Napoli saranno presenti 2.099 bambini delle scuole calcio regionali, nati tra il 2001 e il 2008: un’iniziativa inquadrata nell’ambito del progetto «Gioca con me... Tifa con me» sviluppato in collaborazione con il centro UNESCO di Torino. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Verso la Champions R Il personaggio
Xavi
RACCONTO DI UN MITO «ARRIVEDERCI BARÇA E’ ORA DI ANDARE «A MA SO CHE TORNERÒ» LA STORIA di FILIPPO MARIA RICCI CORRISPONDENTE DA MADRID @filippomricci
mia madre non ho detto che il Barça mi ha offerto un rinnovo fino al 2018, un contratto fantastico che ho rifiutato perché sento che è il momento di andare». Xavi ride, e con lui la folla di giornalisti che ascolta il suo arrivederci al Barça. «Ha questo club nel sangue, e per lei la nostalgia sarà dura come per me». Maria Mercè, la donna che ha segnato la carriera di Xavi. Moglie di calciatore, Joaquin, che arrivò in Liga col Sabadell, la mamma di Xavi è stata determinante in almeno due momenti della vita blaugrana di suo figlio. Nel 1986 il bimbo minuto dai tratti gentili e gli occhi vispi
fa un partitone sui campi in terra del Tribuna, oggi coperti da un parcheggio che serve ai tanti tifosi che vengono al Camp Nou. Il Barça vuole prenderlo, la mamma dice no: «Ha solo 6 anni, troppo presto». E si oppone di nuovo quando Adriano Galliani si riunisce con suo marito Joaquin nell’hotel Princesa Sofia. Anno 1999, Xavi ha appe-
na vinto il Mondiale Under 20 in Nigeria, ha ancora il cartellino del Barça B e la strada verso la titolarità in prima squadra bloccata da un mostro blaugrana chiamato Pep Guardiola. Il Milan garantisce al piccolo catalano una maglia e uno stipendio da 250 milioni di pesetas nette quando al Barça ne prende 40 lordi. Oltre alla casa, il la-
voro per il papà e i biglietti aerei necessari per combattere la nostalgia sua e di tutta la famiglia. Il padre accetta, i fratelli Oscar e Alex sono d’accordo. Maria Mercè fa saltare tutto brandendo la minaccia del divorzio. VIAGGIO ANDATA/RITORNO Curiosamente Oscar e Alex, oltre alla sorella Adriana (e alla
moglie Nuria) partiranno tutti per il Qatar. «Andremo insieme a vivere, studiare e prepararci lì», ha detto ieri Xavi. «Ma l’obiettivo è quello di tornare a casa». Intesa non solo come Catalogna ma soprattutto come Barça: «La mia idea fissa è quella di tornare qui, in questo club, casa mia. Ancora non so se come allenatore o direttore sporti-
L'IDENTIKIT XAVI HERNÁNDEZ NATO IL 25 GENNAIO 1980 A TERRASSA (SPAGNA) RUOLO CENTROCAMPISTA ALTEZZA 170 CM PESO 67 KG
1998-2015 IN PRIMA SQUADRA Dopo tutta la trafila nella Masia del Barcellona, nell’estate 1998 entra in prima squadra: esordio il 18-8-1998 (2-1 con il Maiorca e subito un gol nella finale di andata della Supercoppa di Spagna). In 17 stagioni finora ha totalizzato 739 partite e 84 gol
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2000-2014 IN NAZIONALE Esordio il 15-11-2000 (SpagnaOlanda 1-2), ultima gara il 23 giugno 2014, Australia-Spagna 03 al Mondiale in Brasile. In totale ha giocato 133 partite vincendone 100 e ha realizzato 12 gol IL PALMARES 27 TROFEI Con il Barcellona ha vinto 8 volte la Liga, 3 Champions League, 2 Mondiali per club, 2 Supercoppe europee, 2 Coppe di Spagna, 6 Supercoppe di Spagna. Con la Spagna è stato campione del mondo under 20, campione del Mondo nel 2010 e due volte campione d’Europa (2008 e 2012) NEI CLUB BARCELLONA 1998-2015
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CONTENUTO PREMIUM UNA VITA DI TROFEI, SEMPRE E SOLO CON DUE MAGLIE 1
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● 1 Xavi con le tre coppe del triplete del 2009 ● 2 Con Del Bosque e la Coppa del Mondo 2010 ● 3 Con Messi vincitore del Pallone d’Oro, trofeo che lo ha visto terzo nelle edizioni 2009, 2010 e 2011 ANSA/REUTERS
vo». Nel giorno dei saluti al club col quale ha vinto 23 titoli, record per il calcio spagnolo che condivide con Gento in attesa di giocare le finali di Copa del Rey e Champions, Xavi ha ricordato anche i momenti bui. ANNI NERI Che coincidono con l’offerta di Galliani e il niet materno. «Ora sembra tutto bello e facile ma la mia è stata anche una storia di sofferenza. Ora siamo abituati bene ma per 4 anni non abbiamo vinto un titolo che fosse uno. E senza vittorie s’iniziò a mettere in dubbio l’essenza del Barça, il nostro stile, la nostra filosofia, tutto quanto di buono era stato impiantato da Johan Cruijff. Sentivo dire che bisognava prendere gente di un metro e 80, uno e 90. Che bisognava puntare sul fisico. Sono stato male. Però sono un testone, ho resistito». Lo stesso succedeva con la Spagna: nell’Europeo del 2004 Xavi vie-
DOPO 17 ANNI IN PRIMA SQUADRA E 23 TROFEI IL SIMBOLO DEL TIKI-TAKA LASCIA I BLAUGRANA: «MA HO QUESTO CLUB NEL SANGUE, E’ CASA MIA» ne convocato e non gioca nemmeno un minuto, La Roja viene eliminata al primo turno. LA RIVOLUZIONE Tutto cambia con l’arrivo di Rijkaard da una parte e Luis Aragones dall’altra. Xavi diventa il centro (basso) di gravità permanente del Barça e della Roja, e dal 2006 la vita di Pelopo cambia: rientra dalla rot-
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tura del legamento del ginocchio in tempo per vedere il club che ama vincere la seconda Champions a 14 anni di distanza dalla prima e farsi dare le chiavi della nazionale da Aragones: «Qui comanda lei, e che critichino me», gli disse il compianto Luis. «Senza Aragones niente sarebbe stato uguale: impossibile», scrisse Xavi nel ricordo che dedicò sul Pais ad Aragones quando morì: «Con lui è iniziato tutto perché mise insieme i piccoletti: Iniesta, Cazorla, Fabregas, Silva, Villa... Con Lui abbiamo fatto la rivoluzione, abbiamo scambiato la Furia con il pallone e dimostrato al mondo che si poteva vincere giocando bene». Addio Furie Rosse, seppellite dal toque. «L’opera di Luis è stata completata dall’arrivo di Vicente Del Bosque, un altro fenomeno». Col quale è arrivato il primo Mondiale della Spagna. SIMBOLO DEL TIKI-TAKA Nell’Europeo 2008 Xavi è scelto come miglior giocatore. Poi fu terzo nel Pallone d’Oro 2009, 2010 e 2011. Già in piena epopea guardioliana: il giocatore che aveva ritardato la crescita di Xavi e che sembrava essere tornato da allenatore per screditarsi per la sofferenza involontariamente causata. Pep gli ha dato le chiavi, il Barça ha conquistato il mondo, Xavi è considerato il simbolo del tiki-taka. Ora se ne va: sabato la festa in Liga, poi le due finali. «Me ne vado anche perché non è facile accettare di non essere titolare quando lo sei stato per 15 stagioni. Quest’anno ho tirato d’umiltà e pensato al gruppo, ogni tanto mi sono sentito importante e utile però è il momento di andare. La nostalgia? Mi assalirà. Perché qui ho passato quasi 25 anni, 17 con la prima squadra, ho costruito legami indissolubili e mi sono divertito. Per questo voglio tornare». Arrivederci maestro. La Liga non sarà la stessa senza la tua luce. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Serie A R
Berlusconi-Ancelotti: Silvio telefona a Carlo Sul piatto un triennale e un Milan competitivo 1In vista delle decisioni di Perez, oggi, il presidente ha dato seguito al pressing di Galliani con una chiamata a Madrid Il tecnico prende tempo in attesa di garanzie sul progetto
Carlo Laudisa @carlolaudisa
U
n impegno triennale con un budget milionario per rinforzi adeguati. È questa la proposta che Berlusconi ha fatto nella telefonata di mercoledì sera ad Ancelotti. Un passo importante, il coronamento di un pressing portato avanti da settimane attraverso il suo braccio destro Galliani, il manager-amico per eccellenza del tecnico di Reggiolo. In queste ore amare l’allenatore più in bilico d’Europa ha bisogno di riflettere, ma nei giorni scorsi ha dato un importante via libera al confronto con il club in cui ha imparato a pensare in grande. La chiacchierata è stata cordialissima, forse più di altre volte. E Silvio ha avuto la conferma che Carletto è ancora innamorato del mondo-Milan. Anche per questo ha aperto le porte ai rintocchi del passato. L’ATTESA Il licenziamento di Florentino Perez non è ancora ufficiale, ma è pressoché certo. In queste ore Carletto si è consultato con le persone a lui più vicine, anche ieri sera ha cenato con Ernesto Bronzetti, l’amico intermediario che è stato il garante del suo approdo nella capitale spagnola. E che oggi ve-
RBerlusconi ha
drà Perez per la risoluzione. Ma non è comunque il momento di passi affrettati. La prima reazione è stata quella di prendere tempo su tutto, magari di concedersi il lusso di un anno sabbatico. Ma in contemporanea ha preso corpo anche l’idea di dimostrare subito sul campo come per lui sia possibile ritornare in alto al fianco di chi l’ha sempre supportato. Sa benissimo che a Casa Milan lo attende un compito durissimo, quasi impossibile. Ma Galliani in queste settimane è stato abile a pungerlo sull’orgoglio. Occorre ancora pazienza, mancano passaggi importanti, ma dalle parti di via Aldo Rossi traspare ottimismo.
celotti, seguendo in maniera attenta le evoluzioni madrilene.
LA SVOLTA In queste settimane le trattative con le cordate orientali hanno avuto il sopravvento, ma è pur vero che Berlusconi ha ormai maturato la decisione di avviare in prima persona la rifondazione rossonera. La data del 31 maggio non ha una valenza solo politica (elezioni regionali), appare anche la soglia del nuovo corso. E con l’inizio del nuovo mese Silvio intende porre le fondamenta di una rivoluzione guidata dall’uomo degli ultimi successi nei tempi d’oro. È il motivo per cui nei prossimi giorni sono in programma nuovi contatti con An-
CONTRATTO Innanzitutto occorre che Florentino Perez dia il benservito al suo attuale tecnico, legato ancora per una stagione con un ingaggio da 7,5 milioni netti più premi. Una clausola tra i 5 e i 6 milioni tutela l’emiliano ed è chiaro che al Milan sperano di poter avere un vantaggio sul primo anno. Ovviamente la proposta milanista sarà basata su una virtuale spalmatura sul triennio 2015-2018. È prematuro indovinare le cifre, anche perché tra le parti sarà più importante delineare gli ambiti del progetto tecnico all’orizzonte. Quanti denari vuol
deciso di avviare in prima persona la ricostruzione della squadra
RAncelotti avrebbe
le qualità tecniche ma anche l’immagine giusta per la società
investire Berlusconi nei prossimi anni? Farà conto sull’aiuto degli ormai famosi apporti esterni? Sono tutte tematiche che chiaramente sarà necessario affrontare in un faccia a faccia tra i protagonisti di questa vicenda. L’imbastitura in queste settimane è tutta opera di Galliani. Ma è chiaro che adesso dovrà entrare in scena il presidente per definire nei dettagli i piani su cui poggiare questa rivincita collettiva. L’operazioneritorno non si basa evidentemente solo sugli aspetti emotivi. Anche se Berlusconi sa bene quanto l’immagine di Carletto sia il miglior biglietto da visita per un ambiente scosso dalle amarezze degli ultimi anni. Ma per potersi aiutare l’un l’altro è indispensabile partire con chiarezza. A proposito del legame economico con il nuovo tecnico, va ricordato che l’onere degli ingaggi di Seedorf e Inzaghi peserà solo sulla stagione entrante (9 milioni lordi). Poi dal 2016 tutto tornerà nella norma: così il club rossonero potrà alzare il tetto economico dell’offerta all’amato ex. Insomma, il denaro non pare un problema. La chiave è quella tecnica, cioè l’okay per una rifondazione dai costi rilevanti. E Berlusconi è impaziente di esporre di persona i suoi piani al figliol prodigo.
LA BACHECA ROSSONERA DI CARLO TITOLI NAZIONALI
Coppa Italia 2002-03
Campionato 2003-04
Supercoppa di Lega 2004
TITOLI INTERNAZIONALI Champions League 2002-03 2006-07
Supercoppa europea 2003 2007
Mondiale per Club 2007 GDS
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Intanto Galliani punta sul talento di José Mauri 1Il 19enne italoargentino del Parma
piace a Wolfsburg e Atletico Madrid: il Milan gli ha proposto un quadriennale
Alessandra Gozzini
della crisi gialloblù): manca solo l’ultimo autografo, il suo.
MILANO
N
on sarà Inzaghi, molto più probabilmente Ancelotti, ad allenare una squadra nuova negli uomini, nello spirito e nella carta d’identità. Il rossonero tenderà all’azzurro e dopo Bertolacci, già nel giro dell’Italia, il Milan è vicinissimo a Josè Mauri, nato a Realìco, Argentina, ma naturalizzato italiano e azzurrino Under 18. Per lui, che con un gol ha di recente steso la Juve di Allegri, è stato buttato giù un contratto quadriennale, con corrispettivo di 3-4 milioni da girare al Parma (da Milano non hanno voluto approfittare
CARLO IL TOP Ancelotti molto più di Pippo. La staffetta si fa anche al premio Gentleman dove emergono un paio di concetti. Uno: la necessità di ripartire con uno spirito nuovo, diverso da quello che ha caratterizzato il triste corso attuale. Due: il gruppo (con i suoi tre rappresentanti di ieri, Menez, Bonaventura e Diego Lopez) si è stretto in difesa di Inzaghi in un tentativo sincero ma registrato ormai fuori tempo massimo. Diego Lopez è il primo a invitare il Milan a ripartire con rinnovata mentalità: «Dobbiamo iniziare la prossima stagione con un’altra fame e possia-
José Mauri, 19 anni, argentino naturalizzato italiano LAPRESSE
mo farlo. La Juventus è fortissima ma in un anno tutto cambia. Ripeto, ripartire e fare molto di più: io ho ancora tre anni di contratto, resto e voglio trionfare con questo club, che a sua volta vuole tornare dove il Milan è sempre stato». Parte seconda, dedicata al futuro tecnico: «Ancelotti? Il mio allenatore è Pippo e non voglio
parlarne per rispetto a lui. La colpa di questa stagione è soprattutto di noi giocatori. Certo che Carlo è un grandissimo, tra i top al mondo e mi dispiace perché non merita questa stagione a Madrid. Per noi, come per tutti, sarebbe un grandissimo». SICUREZZA Dalla porta al cen-
trocampo, parla Bonaventura: «L’anno prossimo lotteremo per i vertici, basta farsi un esame di coscienza e dimostrare che valiamo molto di più. Il mio allenatore è Inzaghi, che so avere ancora un altro anno di contratto: ha idee giuste, è preparato e sono certo diventerà un grande. Ancelotti? Ha vinto tutto, non è uno... normale». Come ex mediano, ora guida della Primavera, dà il suo contributo anche Brocchi: «Certe stagioni nascono storte, non dipende tutto dall’inesperienza di Inzaghi. Ma con Carlo si andrebbe sul sicuro». Dal centrocampo palla in attacco, tocca a Menez: «Chiudiamo bene e ripresentiamoci con un’altra mentalità. Dal primo giorno in cui ci siamo incontrati, a Ibiza, Pippo mi ha fatto sentire importante e io ho cercato di ripagarlo. Dispiace perché potevo fare ancora di più». © RIPRODUZIONE RISERVATA
Premio Gentleman a Diego Lopez Mancini e Icardi ● Vent’anni di «Gentleman Fair Play Awards». Per l’occasione un premio particolare: il gol più bello del ventennio. L’ha vinto Stankovic per la rete in Inter-Schalke dell’aprile 2011. Tra gli interisti premiati Mancini e Icardi come Gentleman, Kovacic (il più bel gol nerazzurro della stagione) e Gnoukouri (miglior Promessa interista). Crisetig (in prestito al Cagliari) è premiato come miglior Under 21. Per il Milan il Gentleman è Diego Lopez. Di Menez (al Parma) e Mexes (al Cagliari) i gol più belli. Premi anche a Bonaventura (rivelazione) e Brocchi, miglior allenatore a livello giovanile. Premio speciale al Parma, coi delegati Donadoni, Mirante, Gobbi e il team manager Melli. Premiato anche il capitano del Carpi, Pasciuti.
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contatto! Carlo Ancelotti e Silvio Berlusconi ai tempi in cui il tecnico allenava il Milan. Ancelotti arrivò a novembre del 2001 e se ne andò nel 2009 AP
Filippo Maria Ricci CORRISPONDENTE DA MADRID @filippomricci
I
l Madrid è in agitazione. E chi dovrà calmare le acque non avrà compito facile. In attesa di licenziare Carlo Ancelotti e chiudere con Rafa Benitez ieri alla Casa Blanca si sono svegliati con queste due prime pagine: «Cristiano inquieto. I dubbi della stella», si leggeva su quella di Marca. «Bale cerca una via d’uscita» su quella di As. I due giocatori più costosi del mondo non sono tranquilli, e il malumore sommerso inizia ad affiorare. MINIMI TERMINI Ciò che i due quotidiani sportivi madrileni non raccontano e che aggiunge un camion di sale alla faccenda, è che Cristiano e Gareth non è proprio che siano amiconi. No. Il rapporto, mai decollato, si è notevolmente raffreddato negli ultimi mesi e ora siamo ai minimi termini. Tra i due non è scoppiata la chimica che per esempio unisce il tridente del Barça Messi-Suarez-Neymar, e la cordialità è diminuita col passare del tempo. Ronaldo ha manifestato il proprio disappunto in maniera pubblica, per esempio evitando di festeggiare i gol del compagno contro il Levante, il secondo ha mandato in avanscoperta il suo agente Jonathan Barnett: prima a dire che i compagni non gli passano il pallone, una settimana fa, e poi a parlare con Florentino Perez, l’altro ieri. Barnett ha chiesto al presidente se il suo assistito è in vendita o meno. Anche Ronaldo ha chiesto e ottenuto udienza da Perez, e sul tavolo ha messo l’enorme distanza che separa i suoi gol in Liga, 222 in 199 partite, e il misero campionato conquistato in 6 anni. Come di-
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INTANTO A MADRID...
Ronaldo è deluso e parla con Perez Bale verso l’addio? 1Il Real è una polveriera. Le stelle non vanno d’accordo, Benitez non piace ai tifosi. Il Barcellona: «Ancelotti? No»
re: io il mio l’ho fatto, la squadra no. Perez sta valutando la situazione: potrebbe anche decidersi di lasciar andare uno dei due, magari al Manchester United col quale deve trattare l’acquisto di De Gea, e magari fare un sondaggio su Falcao. E a proposito del portiere, il successore di Ancelotti dovrà anche gestire la questione Casillas, delicatissima, l’eventuale convivenza con De Gea e persino il malumore di Keylor Navas, un altro che non è contento e che chiede lumi sul suo futuro.
Cristiano Ronaldo, 30 anni, sorride accanto a Florentino Perez, 68, presidente del Real REUTERS
CARLO, IL BARÇA E RAFA Perez però prima deve affrontare la questione allenatore. Lo farà oggi, trattando il licenziamento di Ancelotti con Ernesto Bronzetti, arrivato ieri a Madrid. A proposito di Carlo, ieri dal Barcellona il presidente Bartomeu e Ariedo Braida hanno smentito con forza la notizia dell’interesse del Barça per Ancelotti: «Falsità. Noi puntiamo su Luis Enrique», il concetto. E anche la cosa più giusta e scontata. E infatti nessuno ha detto il contrario. Solo che se “Lucho” dovesse decidere di andar via, al Barça un allenatore dovranno pur trovarlo. E in questo senso, e solo in questo, il nome di Ancelotti è sul taccuino del club catalano. Al Madrid intanto devono aspettare che Benitez chiuda la Serie A e il suo rapporto col Napoli per ufficializzare un accordo che viene dato per fatto. E la cui notizia ieri ha incontrato il veemente disappunto dei madridisti: sui social network la delusione/avversione per l’arrivo di Benitez al Bernabeu è palese. Per Rafa si preannunciano mesi di duro lavoro. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Serie A R Mercato
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addio (che Rafa, diretto al Real, ha comunicato al presidente) non incida sulle ultime due prestazioni degli azzurri.
CHI C’È E CHI POTREBBE ESSERCI
GIÀ PRESO A GENNAIO Manolo Gabbiadini, 23 anni, attaccante LAPRESSE
IL DIFENSORE Lorenzo De Silvestri, 26 anni, doriano dal 2012 LAPRESSE
IL CENTROCAMPISTA Pedro Obiang, 23 anni, è alla Samp dal 2008 FORTE
L’AZZURRO Il nazionale Roberto Soriano, 24 anni, a Genova dal 2011 FORTE
Con Sinisa, Napoli al pesto Si porterebbe tanta Samp
1Mihajlovic in azzurro riavrebbe
Gabbiadini e chiederebbe il «suo» trio: De Silvestri, Obiang e Soriano
Gianluca Monti NAPOLI
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omani il Napoli gioca a Torino contro la Juven-
tus. In altri tempi, l’attesa per questo match sarebbe stata spasmodica. Invece, ora che Benitez si è congedato quando mancano 180’ alla fine del campionato, l’unico auspicio dei tifosi e di De Laurentiis è che questo
TORNA REINA Che sia Champions o Europa League, la rivoluzione comunque è già partita. Mihajlovic è il candidato numero uno per la panchina azzurra e il presidente del Napoli si sta confrontando con lui sul da farsi. Al momento siamo allo screening della rosa, con l’attuale tecnico della Samp che ha illustrato i suoi convincimenti sull’organico e come vorrebbe far giocare la squadra il prossimo anno. De Laurentiis, dal canto suo, porta avanti trattative già imbastite da un po’. Valdifiori è un suo pallino e nel 4-3-3 di Mihajlovic ci starebbe benissimo. Reina, invece, sarebbe il classico colpo per provare a tacitare una piazza in fermento (è già certo quest’anno il record negativo di presenze al San Paolo in A nella gestione De Laurentiis). Il ritorno dello spagnolo potrebbe essere il primo colpo di mercato, magari con Sepe come vice specie in caso di Europa League (Rafael andrà via, da valutare il destino di Andujar). RIVOLUZIONE MEDIANA Con Mihajlovic restano ancora tanti dettagli da definire, però è logico che nelle recenti chiacchierate Sinisa abbia espresso il desiderio di portare a Napoli, dove ritroverebbe Gabbiadini, alcuni calciatori di sua fiducia. Soriano e Obiang sono profili che piacciono a De Laurentiis (a caccia di centrocampisti anche perché Inler potrebbe andar via e Gargano aspetta ancora il rinnovo). Mihajlovic stravede per De Silvestri, ma il Napoli ha appena prolungato il contratto a Maggio per i prossimi tre anni. Comunque, il presidente farà il possibile per accontentare il suo nuovo allenatore. Per il momento nel rapporto De Laurentiis-Mihajlovic non ci sono intermediari, ma dalla figura di un direttore sportivo il Napoli non potrà prescindere. Bigon (cui Benitez ha parlato di un futuro insieme) ha ancora un anno di contratto e comunque l’eventuale risoluzione consensuale necessita di tempo. Al vaglio sia una soluzione interna, tesa a rafforzare il De Laurentiis «interventista» (la promozione di Maurizio Micheli dell’area scouting), che l’arrivo di un dirigente affermato come Sean Sogliano (c’è chi è disposto a giurare che il d.s. del Verona abbia già allertato i suoi collaboratori prospettandogli la nuova destinazione). Intanto, Bruno Uvini dovrebbe andare in prestito allo Sporting Lisbona (con riscatto per i portoghesi fissato a due milioni e mezzo). © RIPRODUZIONE RISERVATA
LA SENTENZA DEL GIUDICE
Slogan e cori razzisti La Juve risarcirà un tifoso napoletano ● NAPOLI (g.m.) La Juventus è stata condannata a risarcire con oltre tremila euro un tifoso del Napoli per «inadempimento contrattuale» e «danni patrimoniali e disagi morali» a causa di striscioni, cori e insulti durante la gara Juventus-Napoli del 10 novembre 2013 allo Juventus Stadium. L’avvocato Giovanni De Angelis fu costretto ad abbandonare in anticipo lo stadio rispetto alla conclusione della gara «in conseguenza di una situazione ambientale avvertita come insopportabile». De Angelis ha fatto causa alla società bianconera e ieri ha ottenuto il risarcimento dal Giudice di Pace di Torre Annunziata, Francesco Buonocore. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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A TU PER TU CON...
Hernanes «UNA MIA FOTO ALLA PINETINA CON UN TROFEO PRIMA NON PARTO» L’INTERVISTA di MATTEO BREGA-MATTEO DALLA VITE
E se arrivasse un’altra grande squadra? «Non riesco a rispondere, è tutto troppo vago. Non riesco a immaginarlo…».
La capriola dopo il gol all’Olimpico il 10 maggio
t’anPerché l’Inter non è decollata quest’anno? ona«Non credo sia un problema di personalità».
ANSA
INVIATI AD APPIANO GENTILE (COMO)
«L
a mia stagione è svoltata quando ho capito che dovevo essere più istintivo e meno razionale. Prima ero tutto cervello, pensavo troppo. E mi trascinavo dietro il corpo come fosse un trolley». Se di fronte hai Hernanes, non ti stupisci. Se di fronte hai il Profeta che legge la Bibbia da quando aveva 16 anni e che è un ingegnere civile mancato, lo ascolti e alimenti la sua capacità di comunicare. Cosa provava quando dicevano che non valeva 20 milioni? «Ero infastidito. Non ho mai fallito in vita mia. Quando lasciai Recife volevo diventare un calciatore. E non ho mai accettato l’idea del fallimento. L’ho dimostrato». Quindi anche all’Inter… «Infatti non ho alcuna intenzione di andarmene fino a quando non avrò una mia foto appesa qui alla Pinetina mentre sollevo un trofeo. Se invece non mi vorranno più qui…».
sportiva. Si deve andare d’istinto negli ultimi metri». E lei quando ha svoltato quest’anno? «Quando, grazie al mental coach Sandro Corapi, ho cap capito che bisogna pensare meno e agire più d’istinto. Prima pu puntavo molto sulla tecnica». D’altronde la su sua crescita è avvenuta gradualmente ovunq ovunque… «La mia evoluzione è stata lenta, ma pia pian piano arrivo sempre».
Di cosa si tratta? «Quando sono arrivato all’Inter ho capito ggresche i nostri avversari diventano più aggressivi, più cattivi, vanno al 200%. Per questi on banoi dobbiamo essere sempre al top, non sta stare al 70-80%».
Det Determinante è stato anche il miglioramento fis fisico? «Non mi m riconoscevo nel mio corpo. Sembrava che fossi un oggetto da portare avanti, un trolley. Ho imparato gli eseravan cizi giusti g e nella gara d’andata al Meazza
Quindi in cosa avete peccato? «Nella sensibilità e nella percezione che abbia ogni squadra vada affrontata con rabbia
FINAL SIX QUARTI DI FINALE
SEMIFINALE CON PRO RECCO SABATO 30 MAGGIO
FINALE CON PRO RECCO
● le presenze complessive di quest’anno per Hernanes. Oltre alle 24 in campionato ha giocato una volta in Coppa Italia e 9 in Europa League
COPPA DEI CAMPIONI 1995 - 1996
Mladost Zagabria (Cro)
Barcellona
Bernat Picornell
18:00
EGER (HUN)
JUG DUBROVNIK (CRO)
dal 1996 al 1998
Barcellona
Bernat Picornell
19:30
ATLETIC BARCELONETA (ESP)
SZOLNOKI (HUN)
1999 - 2000
Naftagas Becej (Jug)
2000 -2001
Jug Dubrovnik (Cro)
FINAL SIX SEMIFINALI
VENERDÌ 29 MAGGIO
VENERDÌ 29 MAGGIO
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ALBO D’ORO RECENTE
GIOVEDÌ 28 MAGGIO
CHAMPIONS LEAGUE
● i gol segnati quest’anno da Hernanes. Il brasiliano li ha realizzati tutti in campionato dove ha totalizzato finora 24 partite
«NON HO MAI CONTEMPLATO LA PAROLA FALLIMENTO, NON LO FARÒ ORA ALL’INTER. HO SVOLTATO QUANDO HO INIZIATO A PENSARE MENO E DAR RETTA ALL’ISTINTO» LEN CHAMPIONS LEAGUE
DIRETTE
5
Bernat Picornell
16:30
FINALE QUINTO POSTO
Barcellona
Bernat Picornell
18:00
VINCITORE 1° QUARTO
PRIMORJE RIJEKA (CRO)
Barcellona
Bernat Picornell
19:30
VINCITORE 2° QUARTO
PRO RECCO (ITA)
Bernat Picornell
18:00
FINALE TERZO POSTO
Barcellona
Bernat Picornell
19:30
FINALE PRIMO POSTO
2001- 2002
Olympiakos Pireo (Gre)
2002 -2003
Pro Recco (Ita)*
2003 - 2004
FINAL SIX FINALI
Barcellona
Splitska Spalato (Cro)
EUROLEGA
Barcellona
SABATO 30 MAGGIO
Themis Posillipo (Ita)*
1998 - 1999
HonvedBudapest(Hun)
2004 - 2005
LottomaticaPosillipo(Ita)*
2005 - 2006
Jug Dubrovnik (Cro)
dal 2006 al 2008 Pro Recco (Ita)* 2008 - 2009
Primorac Kotor (Mne)
2009 - 2010
Pro Recco (Ita) *
2010 - 2011
Partizan Belgrado (Srb)
CHAMPIONS LEAGUE 2011 - 2012
Ferla Pro Recco (Ita) *
2012 - 2013
Stella Rossa Belgrado (Srb)
2013 - 2014
Atletic Barceloneta (Esp)
* 12 successi italiani
VENERDÌ 22 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
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CONTENUTO PREMIUM L’IDENTIKIT ANDERSON HERNANES NATO A RECIFE (BRASILE) IL 29-05-1985 ALTEZZA 180 CM PESO 76 KG RUOLO CENTROCAMPISTA
La sua prima squadra è l’Unibol Pernambuco, un piccolo club di Recife. Ben presto arriva il salto al San Paolo dove si fa riconoscere per la capacità di battere le punizioni. E di farlo con una certa duttilità: durante una gara con le giovanili segna due gol da fermo, uno col destro e uno col sinistro. ESORDIO E RITORNO Dopo aver esordito in prima squadra nel 2005, il San Paolo lo cede in prestito per un anno al Santo Andrè. Tornato alla casa madre nel 2007, viene spostato da Ramalho da centrocampista esterno di sinistra a centrale. E con il Tricolor vince tre campionati consecutivi. Poi arriva la Lazio, che lo porta in Europa nel 2010. Il 31 gennaio 2014 va all’Inter. Nel suo palmares ci sono una Coppa Italia con la Lazio, una Confederations Cup con il Brasile, un bronzo olimpico con la Seleçao e due campionati con il San Paolo.
Cosa profetizzi per l’Inter? «Ho fatto la profezia e la custodisco scritta in casa, in una busta sigillata». Ti sei mai pentito di aver accettato l’Inter? «Mai». E di aver esultato con la capriola contro la Lazio? «Scherzando potrei dire che pensavo che i tifosi laziali volessero rivederla, ma io come ho già detto avevo preso male la battuta di Lotito col quale mi sono abbastanza chiarito. Mi spiace che i laziali abbiano capito male». E quelle lacrime a Formello il giorno dell’addio fissate in un video che ha spopolato su internet? «Era il giorno della partenza, ero molto emozionato. Avevo pianto anche prima, nello spogliatoio. Mi stavo facendo forza, non volevo farlo davanti ai tifosi…invece… Qualcuno in famiglia mi prende anche in giro perché non ho pianto per i miei figli…».
MI CHIAMARONO PROFETA E IL SAN PAOLO VINSE 3 CAMPIONATI DI FILA SUL SOPRANNOME
Oltre la Bibbia, cosa legge? «Mi piacciono i libri sulla psicologia umana». Se non avesse fatto il calciatore? «Avrei fatto l’ingegnere civile. Sono affascinato da come certi grattacieli possano restare in piedi o da come certi ponti possano sopportare il passaggio delle auto. Per non parlare degli edifici storici: come hanno fatto a costruirli in epoche così lontane?». A proposito di costruzioni, come va il rapporto con Mancini che sta delineando l’Inter del futuro? «Lui è stato un gran giocatore, ha visto grandi campioni, lui per primo lo è stato e per questo gradisce i giocatori tecnici. Quando ero infortunato e non in forma forse l’ho deluso, ma mi ha fatto piacere che la sua idea sia rimasta sempre quella di un calcio di qualità. L’essenza del suo calcio è la qualità della giocata».
LA CAPRIOLA CONTRO LA LAZIO? PRESI MALE LA BATTUTA DI LOTITO SULL’ESULTANZA CONTRO LA EX SQUADRA
E ha lavorato per rientrare nel gruppo dei titolari. «Per me si è trattato di una vittoria rientrare nel suo indice di gradimento. Mi parlava sempre anche quando non giocavo, ci confrontavamo».
contro il Napoli ho capito che stavo venendo fuori. Peccato per l’immediato infortunio. Ho comunque ritrovato l’equilibrio giusto conoscendo me stesso». Contro il Napoli segnò il 2-2 ed esultò con la classica capriola. «È la più bella della mia carriera, sono volato, è stata una capriola di liberazione». Quando ha iniziato a farne? «In casa, con le mani, a 6 anni. La prima senza avevo circa 9 anni. Cadevo sulla sabbia, ma all’inizio uscivo con i lividi». Da quando legge la Bibbia? «Sono cresciuto in una famiglia cattolica, ma non avevo ancora capito bene cosa volesse dire esserlo. A 16 anni sono entrato in una chiesa e il pastore che stava predicando mi ha aperto la mente. Chiesi la Bibbia a mia mamma e da allora ogni giorno la leggo». Invece da quando è il Profeta? (sorride, ndr) «Il soprannome me lo diede una giornalista in Brasile, quando giocavo con il San Paolo. Ogni tanto citavo la Bibbia e profetizzavo la vittoria del campionato. Il San Paolo ne vincemmo tre di fila, in due c’ero anche io…».
Due partite per credere all’Europa League: si può? «Dobbiamo concentrarci per vincere contro Genoa ed Empoli senza pensare a cosa può succedere e a quello che fanno gli altri». Quindi la porta europea è aperta… «Se tutto va bene ci saremo, l’aritmetica ancora ce lo consente». Qual è il segreto delle sue punizioni? «Non ne ho. Ma sto studiando un nuovo modo di calciare, alla Pirlo...»
IL MIO RUOLO IDEALE È IL TREQUARTISTA PERCHÉ AMO VEDERE LA PORTA SULLA COLLOCAZIONE IN CAMPO
Trequartista o volante davanti alla difesa? «Trequartista, è il mio posto ideale perché amo vedere la porta e non sopporto guardarla da lontano». Curiosità: ma ha sempre giocato a centrocampo? «Sono nato terzino destro, il mio primo gol da professionista l’ho fatto in quel ruolo». Metta che un suo gol valga l’Europa League: come festeggerete? «Sono bravissimo a cucinare: risotto e crostate. Ma se arriviamo in Europa, churrasco per tutti!». © RIPRODUZIONE RISERVATA
PRIMA MI TRASCINAVO DIETRO IL MIO CORPO COME FOSSE UN TROLLEY SULLA SVOLTA FISICA
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Serie A R Mercato
VENERDÌ 22 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Inter, doppia idea Gerson e Carrillo Sprint Zukanovic
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IL PRESIDENTE UEFA
Platini avanza «Il Fair Play finanziario serve al calcio»
I
1Missione pure in Brasile: proposto l’esterno Mayke. Oggi incontro col Chievo per il bosniaco e Schelotto Luca Taidelli MILANO @lucataidelli
N
on solo Argentina. Nel viaggio in Sudamerica della scorsa settimana il ds dell’Inter Piero Ausilio è stato anche in Brasile. Ufficialmente per visionare alcuni giovani prospetti. Anche se, viste le difficoltà a trovare l’alternativa a Dybala, non è da escludere che nel casting per la seconda punta possa rientrare anche Pato. In fondo l’ex milanista risponde all’identikit dettato dal Mancio: duttile e capace di segnare almeno 15 reti. In prestito dal Corinthians al San Paolo fino a dicembre, Pato (9 gol e 5 assist nello scorso torneo e buoni numeri in quello iniziato da poco) ha una clausola di 10 milioni, ma con 7 si potrebbe chiudere.
MAYKE E GERSON Se però il Papero resta una suggestione, Ausilio nel blitz ha parlato di potenziali talenti. Il primo è quel Gerson in passato accostato alla Juventus. Centrocampista di
qualità classe ‘97, viene valutato 15 milioni dal Fluminense. Proposto anche l’esterno difensivo Mayke (chiesti 7 milioni), che giusto ieri notte col Cruzeiro ha sfidato nell’andata dei quarti di Libertadores Emanuel Mammana (River), difensore (centrale e destro) del ‘96, altro potenziale crack su cui però ha puntato gli occhi l’Atletico Madrid, al pari del centrocampista Matias Kranevitter. In Argentina Ausilio aveva parlato anche di Guido Carrillo, attaccante classe 1991
RDa definire la cifra del riscatto di Alvarez: si può fare cassa anche con Pereira e Mbaye RIcardi, rinnovo
ai primi di giugno. Stankovic ritorna: «Mancini è l’ideale tecnico nerazzurro»
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dell’Estudiantes, con cui si potrebbe fare un discorso legato al riscatto di Alvaro Pereira. ALVAREZ CON SCONTO? Un giro d’orizzonte inevitabile, perché lo stesso Mancini è pronto a scommettere su alcuni giovani. Dei sette giocatori che chiede, non tutti possono essere top player. Lo impone il bilancio, anche se da mercoledì una parte di tesoretto è diventata certezza. La salvezza del Sunderland fa scattare infatti il riscatto per Ricki Alvarez. Sono 11 milioni, anche se secondo i Black Cats ci sarebbe una clausola (inesistente) legata alle presenze, rimaste basse pure a causa degli infortuni. E’ comunque il primo di una serie di riscatti che potrebbero salire a 22 milioni con lo stesso Pereira, Mbaye (4 milioni dal Bologna, in caso di promozione) e Schelotto. Per l’oriundo il Chievo deve pagare 2,8 in caso di salvezza e 28 presenze. Stranamente si è fermato a 27, ma Schelotto resterà a Verona, forse nella trattativa che porterà Zukanovic in nerazzurro. E oggi è previsto un incontro con i gialloblù.
1 Gerson, 18 anni, centrocampista di qualità del Fluminense AFP 2 Guido Carrillo, 23 anni, attaccante argentino dell’Estudiantes AP 3 Mayke, 22 anni, terzino destro brasiliano del Cruzeiro AP
PREMIO GENTLEMAN Ausilio ieri era tra i tanti nerazzurri premiati alla serata dei Gentleman Awards. Presenti anche il vicepresidente Zanetti, il dg Fassone, Williamson, Bedi Moratti, l’avvocato Capellini, lo stesso Mancini, capitan Ranocchia, Kovacic, Andreolli, Gnoukouri e Icardi. Arrivato in Rolls Royce con l’immancabile Wanda, l’attaccante non ha parlato in attesa che venga ufficializzato il rinnovo del contratto. La fumata bianca arriverà presumibilmente dopo la fine del campionato, quando verranno definiti gli ultimi dettagli fiscali legati ai di-
l Fair Play finanziario funziona e verrà confermato. Il presidente dell’Uefa Michel Platini, in una intervista al sito dell’Uefa, ne sottolinea il successo e gli obiettivi perché, dice, «i club devono continuare a vivere secondo le loro possibilità». «Abbiamo seguito un lungo processo di consultazioni che hanno preso in considerazione i punti di vista di tutti i portatori di interesse spiega Platini -. Le conclusioni sono che tutti vogliono che il fair play finanziario rimanga» con lo stesso obiettivo. «Abbiamo solo pensato a passare da un periodo di austerità a uno in cui si possono offrire più occasioni di crescita sostenibile».
ritti d’immagine. Del mondo nerazzurro fanno però in fondo parte anche Crisetig (miglior Under 21), pur avendo un altro anno in prestito al Cagliari, e Stankovic. Premiato per il gol interista più bello degli ultimi 20 anni (quello allo Schalke), l’attuale vice di Stramaccioni con ogni probabilità tornerà a Milano con un ruolo ancora da definire. «Ora penso solo alle ultime due gare con l’Udinese - ha detto Deki - Tourè? Un leader carismatico che in campo fa la differenza. E Mancini è l’allenatore ideale per l’Inter».
MIGLIORAMENTO «Il Fair Play finanziario ha portato un miglioramento delle finanze dei club - evidenzia Platini - e ha riportato credibilità d’impresa al nostro sport. Quando abbiamo dato il via a questo processo le perdite finanziare erano a 1,7 miliardi di euro all’anno, ora è nella forchetta tra 400 e 500 milioni di euro. In un breve lasso di tempo, il Fair Play finanziario sta ottenendo il suo scopo: ripristinare il benessere finanziario del calcio europeo e gettare basi finanziare migliori».
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IL PERSONAGGIO
Pavoletti vuole fermarsi «Il Genoa è fatto per me» 1«Ho sempre
ho giocato solo una stagione e mezza. Io arrivo in un posto, soffro per inserirmi, mi adatto, mi affeziono e riparto. Sogno un giorno di restare tre stagioni nella stessa squadra. Comunque ho sempre fatto gol: se sei un attaccante e parti dal basso, o segni o non vai avanti».
segnato e fatto le valigie. Vorrei restare 3 stagioni nello stesso club»
Alessio Da Ronch GENOVA
«D
i me ho sempre sentito dire: mah, non so, sarà... Succedeva ogni anno, anche in serie D, figuratevi in serie A. Io non mi sono abbattuto, ho pensato di poter fare qualcosa di buono e non ho mollato». Leonardo Pavoletti la A l’ha scoperta poco prima di compiere 26 anni, pochi minuti in campo con il Sassuolo contro l’Inter. Otto mesi dopo ritroverà i nerazzurri con più certezze: con il Genoa ha totalizzato 8 presenze e ha realizzato 4 gol, uno ogni 84 minuti trascorsi in campo. CARATTERE «Mi colpiva - racconta sorridendo - come qualcuno potesse piazzare etichette senza avermi mai visto. Anche io volevo scoprire dove potevo arrivare: in allenamento sfidavo difensori come Burdisso e qualche gol mi riusciva. Insomma, pensavo, forse ci posso stare». Leonardo è nato a Livorno, il suo idolo, da sempre, è Cristiano Lucarelli, il suo sogno vestire la maglia del Milan, un’illusione: «Perché io da ragazzino mi sono sviluppato tar-
Leonardo Pavoletti, 26 anni GETTY
di. Sono nato con una racchetta in mano, visto che mio padre Paolo era maestro al Tennis Club Livorno, poi mi era venuta la fissa del judo. A dieci anni ho iniziato a giocare a calcio: piccolo e veloce facevo il difensore, ma qualche gol mi ha fatto spostare in avanti. Poi gli altri sono diventati uomini, io no. Ero più goffo e più lento, le promesse non avevano il mio nome, io all’Armando Picchi stavo spesso in panchina. Deve essere lì che ho imparato a non mollare». GOL Leonardo ha fatto gol in tutte le categorie, dalla D alla A. Reti e valigie. «Dopo l’anno al Viareggio mi ha preso il Sassuolo, ho fatto 4 o 5 ritiri, ma
SEGRETO Lui è andato parecchio avanti. «Fare gol è la mia vocazione, riesco a sistemarmi in area, a farmi trovare nel posto giusto. Cerco di imparare. Qui mi sono trovato davanti Borriello, ricordavo i suoi gol col Milan, erano esaltanti. Ho notato subito che alcuni suoi movimenti sono particolari, l’ho osservato, cercando di rubargli qualcosa. In campo poi tutto viene naturale: mi lascio guidare dal corpo, senza pensare, e faccio cose che non sapevo di essere in grado di fare. Spesso sorprendo me stesso e se non capisco io cosa sto facendo, figuratevi i difensori». SPERANZA Il futuro, per Pavoletti, è adesso, anzi domani sera: «Io titolare nel Ferraris illuminato. Ci penso e mi vengono i brividi. Non so perché ma ho sempre desiderato giocare qui, finalmente ci sono riuscito. A volte, in panchina, mi sono distratto guardando i tifosi: fanno più spettacolo loro della partita. Biondini mi aveva detto: quello è il tuo stadio, se i genoani ti vedono giocare si innamorano. Prima o poi riuscirò a fermarmi in un posto... e questa è una piazza fantastica». © RIPRODUZIONE RISERVATA
Serie A R Verso il derby
VENERDÌ 22 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
nio rimediato a fine gennaio (frattura del malleolo peroneale destro). Per Djordjevic quel gol, così voluto, così importante, avrebbe significato uscire davvero, e una volta per tutte, da un periodo difficile e delicato. Solo calcisticamente, peraltro, perché nel frattempo, proprio durante il periodo di forzata inattività, Djordjevic è diventato papà per la prima volta: la bella moglie Jovana ha dato alla luce la piccola Noel lo scorso 28 marzo. La dedica del gol, manco a dirlo, sarebbe stata per lei.
Il tiro di Filip Djordjevic, 27 anni, nei supplementari della finale di Coppa Italia Juve-Lazio: la palla sbatte su un palo e poi sull’altro BOZZANI
La rabbia di Djordjevic rilancia la Lazio ferita
1Il serbo, protagonista sfortunato in Coppa Italia, prepara
la rivincita: «Orgoglioso di questa squadra, ci rifaremo nel derby»
VOLATA CHAMPIONS ROMA PT. 67
37ª
38ª
LAZIO
Palermo
LAZIO PT. 66 Roma NAPOLI PT. 63 JUVENTUS
NAPOLI
Lazio
La 2ª classificata va direttamente alla fase a gironi, la 3ª ai playoff (18-26/8) STATO DI FORMA: scarso buono
ottimo
DIFFICOLTÀ: facile media difficile In MAIUSCOLO le gare in trasferta JUVENTUS campione d'Italia GDS
Stefano Cieri INVIATO A FORMELLO (ROMA)
C
hissà quante volte avrà rivissuto quella scena. Un tiro perfetto. Improvviso, potente, angolato. Di quelli che lasciano i portieri di sasso. E infatti Storari non lo ha visto neppure partire. Per fortuna sua e della Juve quel tiro così bello e così inesorabile è andato a sbattere prima sul palo alla sua sinistra, quindi dopo una parabola quasi contraria alle leggi della fisica, è andato a incocciare sull’altro palo ed è tornato in campo. E così Filip Djordjevic, in un attimo, è passato dalla possibile gioia per aver realizzato il gol più bello e importante della carriera (ne era sicuro, come qualsiasi persona presente allo stadio) al-
l’amarezza più profonda per come la dea bendata gli abbia voluto voltare le spalle. Uno «smacco» completato dal gol realizzato da Matri qualche minuto più tardi. DESTINO CRUDELE E pensare che già sul finire dei tempi regolamentari Djordjevic aveva avuto la palla giusta per regalare a sé e alla Lazio la Coppa Italia. L’aveva lavorata con troppa cautela, provando a piazzarla invece che tentare la soluzione di forza, scelta che aveva finito per agevolare Storari. E così quando poi ai supplementari gli si è presentata un’altra occasione, su quella nuova palla il serbo ha scaricato tutta la rabbia del mondo. Una rabbia che derivava anche dalla lunga assenza forzata (tre mesi abbondanti) causata dall’infortu-
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● i gol segnati da Djordjevic con la Lazio in questa stagione: 7 in campionato e uno in Coppa Italia. Il serbo è stato assente per 3 mesi causa infortunio
SOTTO CON IL DERBY Ma il bomber serbo è convinto che l’appuntamento sia solo rinviato. E pure di pochissimi giorni. Lunedì è infatti in programma un’altra finale per la Lazio: il derby che può valere il secondo posto in campionato. Djordjevic dovrebbe partire dalla panchina, come accadde nella sfida di andata e come è successo mercoledì sera con la Juve. Ma Pioli lo sgancerà sicuramente a partita in corso. E non è neppure escluso che lo proponga titolare per la prima volta dopo l’infortunio. Complice anche l'appannamento di forma evidenziato da Klose nelle ultime uscite. Lui, Djordjevic, è pronto a riprendersi ciò che il destino gli ha tolto contro la Juve. «Si può vincere o perdere una finale – ha scritto ieri sul suo profilo Instagram –. Ma io sono orgoglioso di questa Lazio che ha tenuto testa ad una grande squadra. Ora vinciamo il derby lunedì per tornare in Champions». IL SOGNO Già, la Champions. Djordjevic praticamente non l’ha mai giocata (solo tre presenze nei preliminari 2007-08 con la Stella Rossa). Quando, un anno fa, salutò il Nantes per abbracciare la Lazio spiegò che la scelta era dettata dalla voglia di calcare palcoscenici più prestigiosi. Il riferimento era proprio alla Champions. Dodici mesi dopo quel sogno è quasi realtà. Djordjevic, suo malgrado, ha dovuto assistere dalla tribuna alla escalation primaverile della Lazio. Ora che però arrivano le partite senza appello può essere lui a decidere la volata per l’Europa che conta. Non vede l'ora di farlo. Parabole impazzite permettendo.
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TACCUINO LEGA
C’è l’assemblea: si parla di diritti tv ● A mezzogiorno va in scena l’assemblea della Lega Serie A. Tanti gli argomenti sul tavolo: dal varo delle statistiche ufficiali del campionato al progetto di internazionalizzazione del calcio italiano ai risultati della commissione arbitrale. Ma il tema caldo è quello dei diritti tv, dopo l’apertura dell’inchiesta dell’Antitrust sulla vendita dei pacchetti pay della Serie A 2015-18. Proprio oggi si deciderà a chi assegnare i diritti accessori (telecamere negli spogliatoi, interviste), che parevano destinati a Sky: l’offerta più alta, al termine delle trattative private, è di Mediaset.
SEMIFINALI CALCIO A 5
Oggi lo spareggio Luparense-Kaos (m.cal.) Stasera a San Martino di Lupari (20.45, RaiSport 2) gara-3 delle semifinali scudetto: la Luparense affronta il Kaos Ferrara, che aveva vinto gara-1 e ha perso 7-3 la seconda sfida della serie. Ad attendere la vincente c’è il Pescara, che ha eliminato l’Acqua&Sapone: gara-1 della finale, giovedì 28 in Abruzzo.
PRESIDENZA FIFA
Elezioni, Figo lascia «Condizioni inique» ● Dopo Michael Van Praag, anche Luis Figo rinuncia alla candidatura per le presidenziali Fifa. Restano in corsa solo Blatter e il principe giordano Ali bin Al-Hussein. Il portoghese, ex star di Barça, Real e Inter, ha spiegato la scelta con toni polemici: «Le condizioni non erano uguali per tutti i candidati. A noi era vietato parlare in pubblico, Blatter lo ha fatto più volte da un palco. Non è un’elezione, è un plebiscito organizzato per dare potere a un solo uomo».
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ROMA
Florenzi prepara nozze da Champions 1Il jolly di Garcia si sposerà il 18 giugno e grazie al derby vuole regalarsi l’Europa
Massimo Cecchini ROMA
E
videntemente doveva essere nel suo karma. Dicono che i baristi vadano veloci e macinino chilometri, soprattutto se devono servire ai tavolini. Alessandro Florenzi è sfuggito al primo destino – i genitori avevano un bar, ora trasformato in ristorante, nei pressi di Acilia – ma la condanna a correre gli è rimasta tutta. Condanna dolce, intendiamoci, perché proprio grazie a questa dote – unita ad un piede che sa calciare in modo encomiabile – si conquisterà un posto anche nel prossimo derby. DERBY AGRODOLCE A proposito di karma, come Totti e De Rossi prima di lui, da romano e romanista Florenzi sente la stracittadina in modo così speciale che il suo rendimento spesso non è stato all’altezza
del suo valore. Non a caso, nelle 6 sfide in cui è stato a disposizione (5 giocati e uno in panchina, quello della finale di Coppa Italia del 2013) ha un bilancio di 2 sconfitte, 3 pareggi e solo una vittoria. Quanto basta per essere abbastanza preoccupati in vista della sfida di lunedì pomeriggio. TERZINO O PUNTA Da buon jolly, ad Alessandro qualsiasi ruolo in campo gli sta bene pur di esserci. Il paradosso però è che quasi mai il giallorosso ha giocato nella sua posizione preferita, cioè da centrocampista puro, ma ha oscillato tra l’attacco e la difesa, sempre come esterno. Garcia per il momento sta coltivando per lui entrambe le possibilità, visto che potrebbe sia tornare a schierarlo nel tridente, se in partenza opterà per una Roma più prudente, oppure in retroguardia, se invece sceglierà una formazione più arrembante.
Alessandro Florenzi, 23, ha debuttato in A nel 2011: Roma-Samp 3-1 LAPRESSE
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● i derby in prima squadra in cui è stato a disposizione. Il bilancio è di 3 pareggi, 2 sconfitte (una vissuta in panchina) e 1 sola vittoria
NOZZE DA CHAMPIONS Comunque sia, l’obiettivo per Florenzi non può essere che uno solo: battere la Lazio e conquistare la Champions. D’altronde, lo aspetta un’estate senz’altro indimenticabile, visto che il 18 giugno si sposerà con la sua Ilenia. A proposito, lunedì scorso era anche il compleanno della fidanzata, ma quando la se-
rata era appena iniziata Alessandro ha salutato tutti dicendo: «Cè il derby e non posso fare tardi». Nessuna meraviglia. Il giallorosso sa che alla Roma lunedì non potrà mancare la sua corsa e, chissà, anche i suoi gol. Al momento, Florenzi è già a quota 5 in campionato, ovvero come Pjanic e più di Gervinho (2), Doumbia (2), Iturbe (1) e Ibarbo (0). Niente male, no? Insomma, Alessandro va veloce, tanto da meritarsi anche la stima del c.t. Antonio Conte, che a giugno lo vorrà nel gruppo chiamato ad affrontare Croazia e Portogallo. Occhio però: lunedì nonna Aurora non sarà in tribuna, quindi eventuali corse con abbracci saranno riservate ai compagni. Anzi, se tutto andrà bene, a Trigoria si aspettano che si rimetta alla macchina del bar per preparare il caffè a tutti. Dicono che il suo, da ex professionista, sia molto buono. «Se non avessi sfondato come calciatore, sarei diventato senz’altro barista», dice spesso Alessandro. Invece, il destino gli ha sorriso e lui lo ringrazia ogni volta a suo modo: senza fermarsi mai. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Luis Figo, 42 anni
L’EVENTO A GIUGNO
Anche Handanovic contro la Sla ● Una due giorni benefica per la lotta alla Sla. Il 2 e 3 giugno a Mortegliano (Ud) si svolgeranno il Torneo Open e il 5° Derby Pro Stefano Marangone, ex calciatore colpito dalla malattia nel 2002. Fra i partecipanti Handanovic, Felipe, Barreto, Padelli, Stankovic, Balbo, Poggi, Bertotto e Calori. Le maglie andranno all’asta, Juve, Milan e Inter hanno donato cimeli originali autografati.
Samir Handanovic, 30 anni
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VENERDÌ 22 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Serie A R La guida DOMANI Ore 18 Torino, Juventus Stadium Andata 3-1
OCCHI PUNTATI SU...
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1 2.90 17. DE CEGLIE
Anche i numeri dicono Juve Il Napoli non vince fuori dal 2009
1. BUFFON
37. PEREYRA 8. MARCHISIO 20. PADOIN
11. COMAN
7. CALLEJON
7. PEPE
scudetto e Coppa Italia e pensano a Berlino. Il Napoli, in corsa per un posto in Champions, spera di trovare un avversario distratto
27. STURARO 17. HAMSIK
JUVENTUS
CLASSIFICA SQUADRE
JUVENTUS ROMA LAZIO NAPOLI FIORENTINA GENOA SAMPDORIA INTER TORINO PALERMO MILAN VERONA SASSUOLO CHIEVO UDINESE EMPOLI ATALANTA CAGLIARI CESENA PARMA (-7)
PT
83 67 66 63 58 56 54 52 51 46 46 44 43 42 41 41 36 28 24 17
PARTITE
RETI
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25 18 20 18 16 15 13 13 13 11 11 11 10 10 10 8 7 6 4 6
8 13 6 9 10 11 15 13 12 13 13 11 13 12 11 17 15 10 12 6
3 5 10 9 10 10 8 10 11 12 12 14 13 14 15 11 14 20 20 24
67 51 66 67 55 58 45 53 43 49 50 45 45 27 40 42 36 43 36 29
21 28 34 47 44 42 39 42 42 51 49 61 56 37 51 47 53 65 67 71
I VERDETTI: JUVENTUS CAMPIONE D’ITALIA, PARMA, CESENA E CAGLIARI GIÀ RETROCESSI CHAMPIONS PRELIMINARI DI CHAMPIONS EUROPA LEAGUE RETROCESSIONI
62
29
137
MARCATORI 20 RETI Tevez (2, Juventus). 19 RETI Icardi (4, Inter); Toni (3, Verona). 16 RETI Menez (8, Milan); Higuain (3, Napoli). 15 RETI Gabbiadini (Napoli; 7 nella Sampdoria). 14 RETI Berardi (6, Sassuolo); Di Natale (1, Udinese). 13 RETI Iago Falque’ (2, Genoa); Dybala (3, Palermo); Quagliarella (3, Torino). 12 RETI Klose (Lazio). 11 RETI Callejon (Napoli). 10 RETI Maccarone (1, Empoli); Felipe Anderson (Lazio).
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Pareggi
46 RETI FATTE
Ultimo pareggio in casa: Juventus-Napoli 2-2 il 22/5/2011 Ultima vittoria Napoli in trasferta: Juventus-Napoli 2-3 il 31/10/2009 Nelle ultime 5 giornate
Juventus
Juventus
10
Napoli
10
201 Napoli
149 GENOA
(3-4-3)
INTER
(4-3-1-2)
DOMANI 20.45 ARB. Tagliavento; DoboszMarrazzo, Vivenzi; Peruzzo-Tommasi TV Sky Sport , Calcio 2, Premium Calcio (1-3)
(4-2-3-1)
CHIEVO
CAGLIARI
(4-3-1-2)
ATALANTA
11 CROCE
19 16 PAVOLETTI LESTIENNE
10 TAVANO
8 PALACIO
99 ETO’O
9 ICARDI
88 HERNANES 77 BROZOVIC
18 MEDEL
14 OBIANG
55 5 23 33 NAGATOMO JUAN JESUS RANOCCHIA D'AMBROSIO 1 HANDANOVIC
PANCHINA 23 Lamanna, 39 Sommariva, 5 Izzo, 2 Tambè, 38 Mandragora, 18 Bergdich, 20 Tino Costa, 93 Laxalt, 37 Panico.ALL. Gasperini.BALLOTTAGGI Lestienne-Tino Costa 60-40.SQUAL nessuno.DIFFIDATI Niang, Pavoletti, Edenilson, Laxalt, Rincon.INDISPONIBILI. Ariaudo, Perotti, Marchese, Borriello ALTRI Gulli, Ghiglione, Antonini, Parente, Prisco, Falou. PANCHINA 30 Carrizo, 6 Andreolli, 21 Santon, 26 Felipe, 93 Dimarco, 17 Kuzmanovic, 20 Obi, 97 Gnoukouri, 11 Podolski, 28 Puscas, 91 Shaquiri, 97 Bonazzoli ALL. Mancini. BALLOTTAGGI Nagatomo-Santon 60-40% SQUAL nessuno DIFF. Campagnaro, D’Ambrosio, Dodò, Kovacic, Palacio, Shaqiri INDISP. Dodo’, Jonathan, Guarin, Vidic 1 2.50
6 VALDIFIORI 5 SAPONARA
X 3.55
19 REGINI
PANCHINA 28 Bassi, 1 Pugliesi, 50 Somma, 26 Tonelli, 8 Signorelli, 4 Diousse, 25 Brillante, 30 Gemignani, 18 Verdi, 27 Zielinski, 9 Mchedlidze, 20 Pucciarelli . ALL. Sarri. BALLOTTAGGi Tavano Pucciarelli 60–40% SQUALIFICATI Verdi DIFFIDATI Maccarone, Zielinski, Mchedlidze. INDISPONIBILI nessuno PANCHINA 88 Frison, 33 Romero, 86 Cacciatore, 20 Munoz, 25 Coda, 6 Duncan, 77 Wszolek, 22 Rizzo, 8 Correa, 27 Djordjevic, 18 Bergessio, 9 Okaka. ALL. Mihajlovic. BALLOTTAGGI Eto’o-Djordjievic 60-40% SQUALIFICATI nessuno. DIFFIDATI Duncan, Munoz, Palombo, Silvestre, Soriano, Viviano. INDISPONIBILI Eder, Mesbah . ALTRI Marchionni, De Vitis, Ivan, Massolo, Lulic. 1 2.45
2 2.60
(4-5-1)
UDINESE SASSUOLO
DOMENICA ore 15. ARB. Minelli; BindoniVilla; Schenone; Damato-Aureliano TV Sky Calcio 3 e Premium Calcio 3 (1-3) 83 MIRANTE 28 FEDDAL
18 GOBBI
8 80 23 5 MAURI JORQUERA NOCERINO GHEZZAL 17 PALLADINO 9 TONI
10 77 HALLFREDSSON TACHTSIDIS 3 PISANO
18 MORAS
X 3.40
(4-3-1-2) (4-3-3)
DOMENICA ore 15 ARBITRI Abisso; Bottegoni-Bellutti, Preti; Gavillucci-Saia TV Sky Calcio 2 (andata 1-1) 31 KARNEZIS 5 18 89 DANILO BUBNJIC PIRIS 6 66 7 ALLAN PINZI BADU 19 GUILHERME 77 10 THEREAU DI NATALE
27 WIDMER
17 SANSONE
10 ZAZA
25 BERARDI
8 OBBADI
19 TAIDER
4 MAGNANELLI
? BIONDINI
4 MARQUEZ
26 SALA
31 PELUSO
28 CANNAVARO
15 ACERBI
21 FONTANESI
47 CONSIGLI
PANCHINA 22 Scuffet 97 Meret 2 Wague 26 Pasquale 34 Gabriel Silva, 8 Bruno Fernandes, 33 Kone, 95 Evangelista, 94 Aguirre, 9 Perica, 82 Geijo. ALL Stramaccioni BALLOTTAGGI nessuno SQUALIFICATI Heurtaux (1). DIFFIDATI Kone, Piris, Pinzi, Thereau, Wague INDISPONIBILI Hallberg, Domizzi , Zapata
PANCHINA 22 Benussi, 95 Gollini, 2 Gu. Rodriguez, 25 Marques, 5 Sorensen, 33 Agostini, 28 Brivio, 19 Greco 20 Christodoulopoulos, 27 Valoti, 17 Nico Lopez, 7 Saviola.ALL. Mandorlini. BALLOTTAGGI Fernandinho 70-Nico Lopez 30%, Tachtsidis 70-Greco 70%. SQUALIFICATI nessuno. DIFFIDATI Martic, Pisano, Hallfredsson, Christodoulopoulos, Sorensen. Lopez, Toni. INDISPONIBILI Ionita, Gomez
PANCHINA 1 Pomini, 86 Celeste, 20 Bianco, 3 Longhi, 23 Gazzola, 32 Natali, 6 Chibsah, 33 Brighi, 30 Lazarevic, 83 Floro Flores 99 Floccari ALLENATORE Di Francesco. BALLOTTAGGI: Zaza-Floccari 55-45%, Sansone-Floro Flores 50-50%. SQUALIFICATI Missiroli (1). DIFFIDATI Biondini, Acerbi, Zaza INDISPONIBILI: Terranova, Antei , Donis, Polito, Vrsaljko, Pegolo ALTRI: Caselli, Lodesani, Alhassan, Benucci, Mandelli
X 3.50
2 2.55
1 1.95
3 MURRU
4 CRISETIG
30 DONSAH
15 37 ROSSETTINI DIAKITÈ 44 BRKIC
21 BALZANO
PANCHINA 27 Cragno, 14 Pisano, 2 Gonzalez, 32 Ceppitelli, 33 Capuano, 5 Conti, 16 Dessena, 7 Cossu, 9 Longo, 25 Sau. ALL. Festa. BALLOTTAGGI Donsah– Dessena 60-40%; Cop– Sau 60-40%. SQUALIFICATI nessuno. DIFFIDATI Gonzalez, Ekdal, Ceppitelli, Sau, Farias. INDISPONIBILI Colombi, Mpoku, Avelar 1 2.50
X 3.60
2 3.60
(4-4-2) (4-4-1-1)
DOMENICA ore 15 ARB. Sacchi; Tegoni-Di Francesco; Passeri; Rocchi-Pezzuto TV Sky Calcio 4 e Premium Calcio 2 (andata 1-1) 25 BARDI 3 12 DAINELLI CESAR
21 FREY
RADOVANOVIC IZCO 10 8 13 CHRISTIANSEN 43 PALOSCHI
34 BIRAGHI 24 SCHELOTTO
69 MEGGIORINI
10 GOMEZ
16 BASELLI
93 DRAMÉ
13 MASIELLO
X 3.50
21 22 CIGARINI ZAPPACOSTA 20 BIAVA
6 BELLINI
PANCHINA 1 Avramov, 78 Frezzolini, 2 Stendardo, 29 Benalouane, 33 Cherubin, 5 Scaloni, 3 Del Grosso, 95 Grassi, 7 D’Alessandro, 28 Emanuelson, 27 Rosseti, 99 Boakye. ALL. Reja.BALLOTTAGGI BelliniD’Alessandro 55-45%, Moralez-Grassi 6535%, Bianchi-Rosseti 70-30%. SQUALIFICATI Denis (1), Carmona (1), Migliaccio (1), Pinilla (1).DIFF. Boakye, Moralez, Dramé. INDISPONIBILI Estigarribia, Raimondi 1 2.15
X 3.25
2 3.35
MILAN
(4-3-3)
LAZIO
(4-2-3-1)
TORINO
(3-5-2)
ROMA
(4-3-3)
DOMENICA ore 20.45 ARBITRI Valeri; Stallone-Longo; Bianchi; Doveri-Mariani TV Sky Sport 1,Calcio 1, Premium Calcio (1-1) 23 DIEGO LOPEZ 20 ABATE
33 ALEX 16 POLI 10 HONDA
29 PALETTA 34 DE JONG
19 BOCCHETTI 21 VAN GINKEL
9 92 DESTRO EL SHAARAWY
11 MAXI LOPEZ
17 MARTINEZ
33 7 14 94 36 PERES EL KADDOURI GAZZI BENASSI DARMIAN 24 MORETTI
18 JANSSON
25 GLIK
22 MARCHETTI 3 18 19 DE VRIJ GENTILETTI LULIC 16 32 PAROLO CATALDI 87 6 7 CANDREVA S. MAURI F. ANDERSON 11 KLOSE
8 BASTA
7 ITURBE
10 TOTTI
18 IBARBO
15 PJANIC
16 DE ROSSI
4 NAINGGOLAN
23 ASTORI
44 MANOLAS
24 FLORENZI
26 DE SANCTIS
PANCHINA 32 Abbiati, 66 Gori, 81 Zaccardo, 25 Bonera, 5 Mexes, 13 Rami, 17 Zapata, 37 Felicioli, 36 Mastalli, 22 Cerci, 38 Di Molfetta, 11 Pazzini. ALL Inzaghi. BALLOTTAGGI El Shaarawy-Cerci 55-45%. SQUALIFICATI Bonaventura, Menez e Suso (1). DIFFIDATI Alex, Bonaventura, De Jong, El Shaarawy, Menez, Paletta. INDISPONIBILI Agazzi, De Sciglio, Essien Montolivo, Antonelli. ALTRI Albertazzi, Muntari, Mastour. PANCHINA 1 Ichazo, 21 Silva, 3 Molinaro, 4 Basha, 20 Vives, 15 Alv. Gonzalez, 22 Amauri, 90 Rosso. ALL. Ventura. BALLOTTAGGI nessuno. SQUALIFICATI Maksimovic (1). DIFFIDATI Glik, Maxi Lopez, Quagliarella. INDISPONIBILI Bovo, Castellazzi, Farnerud, Quagliarella. ALTRI Barreto e Masiello. 1 2.40
LUNEDI’ Ore 18 ARBITRO Rizzoli; Di Liberatore-Nicoletti, Faverani; Mazzoleni, Irrati. TV Sky Sport 1, Calcio 1, Pr. Calcio (2-2)
35 TOROSIDIS
X 3.35
2 2.80
PANCHINA 1 Berisha, 77 Strakosha, 2 Ciani, 85 Novaretti, 33 Mauricio, 39 Cavanda, 5 Braafheid, 23 Onazi, 24 Ledesma, 14 B. Keita, 9 F. Djordjevic, 34 Perea. ALL. Pioli. BALLOTTAGGI LulicBraafheid 60-40 %. SQUALIFICATI nessuno. DIFFIDATI Cataldi, De Vrij, B. Keita, Ledesma, Radu. INDISPONIBILI Biglia, Ederson, Radu. PANCHINA 28 Skorupski, 3 Cole, 2 YangaMbiwa, 13 Maicon, 25 Holebas, 42 Balzaretti, 20 Keita, 48 Ucan, 32 Paredes, 53 Verde, 8 Ljajic, 88 Doumbia ALL. Garcia BALLOTTAGGI Astori-YangaMbiwa 60-40%, Pjanic-Keita 60-40%, Iturbe-Keita 60-40%. SQUALIFICATI nessuno. DIFFIDATI De Rossi, Maicon, Keita e Torosidis. INDISPONIBILI Strootman, Castan, Gervinho. 1 2.37
(3-4-1-2)
FIORENTINA
(4-3-3)
DOMENICA ore 15 ARBITRI Giacomelli; Gava-Tasso; Iori; Massa-Pairetto. TV Sky Calcio 1 e Premium Calcio 1 (3-4)
2 VITIELLO 3 RISPOLI
70 SORRENTINO 12 4 GONZALEZ ANDELKOVIC
27 RIGONI
28 JAJALO
20 VAZQUEZ
7 LAZAAR
9 DYBALA
17 JOAQUIN
72 ILICIC
74 SALAH
20 BORJA VALERO
5 BADELJ
14 MATI FERNANDEZ
23 2 PASQUAL G.RODRIGUEZ
15 SAVIC
40 TOMOVIC
1 NETO
PANCHINA 1 Bizzarri, 90 Seculin, 20 Sardo, 87 Zukanovic, 23 Birsa, 14 Cofie, 11 Vajushi, 18 Feftatzidis, 19 Botta, 31 Pellissier, 9 Pozzi. ALL. Maran. BALLOTTAGGI Frey-Sardo 5545%, Paloschi-Pozzi 60-40%, Izco-Birsa 5545% SQUAL. nessuno. DIFF. Izco, Radovanovic, Zukanovic, Dainelli, Biraghi, Cesar. INDISP, Mattiello, Hetemaj Gamberini
2 2.62
PALERMO
99 BELOTTI
9 BIANCHI 11 MORALEZ
57 SPORTIELLO
PANCHINA 1 Leali, 81 Bressan, 2 Nica, 6 Lucchini, 14 Volta, 44 Cazzola, 77 Ze Eduardo, 18 Djuric, 19 Succi, 27 Dalmonte, 32 Moncini. ALL. Di Carlo. BALLOTTAGGI Capelli-Lucchini 55-45%, RodriguezDalmonte 75-25%. SQUALIFICATI: nessuno. DIFFIDATI: Capelli, Carbonero, Cascione, Krajnc, Perico, Renzetti e Rodriguez. INDISPONIBILI Marilungo, Giorgi, Pulzetti, Valzania, Carbonero, Magnusson e Mudingayi .
30 PADELLI
PANCHINA 22 Iacobucci, 1 Bertozzi, 6 Lucarelli, 13 Prestia, 58 Esposito, 37 Broh, 3 Lila, 31 Mariga, 14 Galloppa, 21 Lodi, 34 Haraslin, 88 Coda. ALL.: Donadoni. BALLOTTAGGI Palladino-Coda 55-45%, Mauri-Lila 55-45%. SQUALIFICATI nessuno. DIFFIDATI Varela, Lodi. INDISPONIBILI Costa, Santacroce e Bajza.
1 2.55
30 AGLIARDI 25 15 33 CAPELLI KRAJNC RENZETTI 8 34 DE FEUDIS CASCIONE 92 11 23 DEFREL BRIENZA TABANELLI 9 RODRIGUEZ 17 90 FARIAS COP 10 JOAO PEDRO
24 PERICO
2 2.70
11 JANKOVIC
1 RAFAEL
DOMENICA ore 15 ARBITRI Abbattista; Di Salvo-D’Apice; De Pinto; Guida-Ripa TV Sky Calcio 5, Premium Calcio (1-2)
20 EKDAL
30 ACQUAH
5 26 29 ROMAGNOLI SILVESTRE DE SILVESTRI 2 VIVIANO
(4-3-3)
70 FERNANDINHO
7 MACCARONE
17 PALOMBO
VERONA
26 VARELA
88 VECINO
24 MURIEL
PARMA
4 MENDES
23 HYSAJ
21 SORIANO 10 KOVACIC
PANCHINA 1 Rafael, 15 Colombo, 16 Mesto, 4 Henrique, 3 Strinic, 8 Jorginho, 77 Gargano, 23 Gabbiadini, 24 Insigne, 91 Zapata. ALLENATORE Benitez BALLOTTAGGI Lopez-Gargano 60-40% SQUALIFICATI Koulibaly DIFFIDATI Albiol, Maggio, Britos INDISPONIBILI Michu, Zuniga, De Guzman ALTRI Uvini
CESENA
33 91 21 KUCKA BERTOLACCI EDENILSON 24 IAGO
PANCHINA 30 Storari, 34 Rubinho, 22 Asamoah, 3 Chiellini, 15 Barzagli, 19 Bonucci, 6 Pogba, 23 Vidal, 14 Llorente, 32 Matri, 10 Tevez. ALLENATORE Allegri BALLOTTAGGI Morata-Matri 70-30%, Marrone-Bonucci 30-70% SQUALIFICATI Lichtsteiner DIFFIDATI Chiellini, De Ceglie, Pereyra, Sturaro, Vidal. INDISPONIBILI Caceres e Romulo ALTRI Evra
(4-3-1-2)
33 SEPE 24 19 RUGANI BARBA
NAPOLI (4-2-3-1)
31. GHOULAM
(4-3-1-2)
DOMENICA ore 12.30 ARBITRI Calvarese; De Luca-Ranghetti; La Rocca; CervelleraCandussio. TV Sky Calcio 1 (and. 0-1)
45. ANDUJAR
5. BRITOS
JUVENTUS (4-3-1-2)
SAMPDORIA
2 LAURINI
4 DE MAIO
88. INLER
14. MERTENS
EMPOLI
1 PERIN 14 8 RONCAGLIA BURDISSO
2 CASSANI
Se vuoi restare aggiornato sulle formazioni, conoscere i consigli dei nostri esperti, consultare le statistiche di ogni giocatore (nella foto, Fernandinho del Verona) e scoprire i segreti per vincere al fantacalcio, la Gazzetta mette a disposizione degli appassionati, gratis sul proprio sito, un’intera sezione dedicata. Su Fantanews i voti il giorno dopo l’ultima partita di campionato, gli assist ufficiali al termine di tutte le gare, articoli esclusivi e la trasmissione +3 di presentazione della Magic di giornata. E se vuoi consultare i nostri esperti per decidere chi schierare al momento di fare la formazione c’è anche un blog, Magic Blog, con tutte le dritte del caso.
Ultima vittoria Juventus in casa: Juventus-Napoli 3-0 il 10/11/2013
PUNTI
PROSSIMO TURNO DOMENICA 31 MAGGIO, ore 20.45 ATALANTA-MILAN (1-0) CAGLIARI-UDINESE (2-2) FIORENTINA-CHIEVO (2-1) SAMPDORIA-PARMA (2-0) INTER-EMPOLI (0-0) NAPOLI-LAZIO (1-0) ROMA-PALERMO (1-1) SASSUOLO-GENOA (3-3) TORINO-CESENA (3-2) VERONA-JUVENTUS (0-4)
33. ALBIOL
LE ULTIME VOLTE
Girone unico Vittorie Juventus Vittorie Napoli
88 RINCON
19. LOPEZ
NAPOLI
PRECEDENTI IN SERIE A
2 2.35
11. MAGGIO
9. HIGUAIN
9. MORATA
X 3.35
ARBITRO Banti di Livorno GUARDALINEE Meli-Vuoto QUARTO UOMO Stefani ADDIZIONALI Gervasoni-Di Bello TV Sky Sport 1 e Calcio 1, Premium INTERNET www.gazzetta.it
5. OGBONNA
39. MARRONE
1Bianconeri in vantaggio negli scontri diretti, ma hanno vinto
GIORNATA
19
VENERDÌ 22 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
X 3.30
2 2.90
PANCHINA 1 Ujkani, 68 Fulignati, 5 Milanovic, 19 Terzi, 22 Ortiz, 13 Emerson, 21 Quaison, 33 Daprelà, 14 Della Rocca, 25 Maresca, 10 Joao Silva, 96 Bentivegna. All. Iachini.BALLOTTAGGI Belotti-Quaison 6040%.SQUALIFICATI Chocev (1).DIFFIDATI Terzi, Vitiello, Vazquez, Dybala, Daprelà, Bolzoni, Morganella.INDISPONIBILI Bolzoni Makienok, Morganella. PANCHINA 12 Tatarusanu, 19 Basanta, 28 Alonso, 38 Rosi, 16 Kurtic, 7 Pizarro, 10 Aquilani, 32 Lazzari, 29 Bernardeschi, 9 Gilardino, 33 Gomez. ALL.: Montella BALLOTTAGGI: Ilicic-Gilardino 60% 40%;INDISPONIBILI: Rossi, Babacar, vargas, Richards SQUAL. Diamanti (1)DIFFIDATI:Basanta, Gomez, Kurtic, Neto, Borja Valero ) ALTRI Rosati, Lupatelli, El Hamdaoui, Octavio, Lezzerini, Bagadur 1 3.30
X 3.60
2 2.05
ACCORDO COL TECNICO
Chievo, avanti con Maran: rinnovo al 2018 ● Scontato? Mica tanto. Ma ieri è arrivato l’atteso rinnovo del contratto di Rolando Maran col Chievo. Che era scattato automaticamente dopo la salvezza ottenuta. Per un anno, però. Il rapporto tra il club di Luca Campedelli e l’allenatore trentino che al Chievo è un idolo, anche per il suo passato da giocatore e capitano (fino alla serie B) è eccellente. E per questo ieri sarebbe stato raggiunto un accordo per altri tre anni, con opzione per il quarto. Un matrimonio insomma, con sostanziale ritocco economico e la promessa di una squadra rinforzata che possa affrontare il prossimo campionato senza l’incubo salvezza. Maran vuole ragionare con la società per allestire una formazione più competitiva. Uno dei punti fermi è il portiere: Maran vuole Albano Bizzarri che potrebbe allungare ancora il contratto. che per ora è fino al 2016. Il tecnico insiste pure per la conferma di Paloschi che piace all’Udinese. Francesco Velluzzi
20
Calcioscommesse R L’inchiesta di Catanzaro
LO SCANDALO IL MAXI BLITZ IN MEZZA ITALIA
LA ‘NDRANGHETA NEL CALCIO L’inizio dell’inchiesta L’inchiesta di Catanzaro nasce dalle indagine sulla cosca di Lamezia Terme, il clan Iannazzo. Martedì il blitz: in manette 50 persone, inclusi giocatori, allenatori e dirigenti, accusati di truccare partite e di essere nel giro di scommesse illegali
I NOMI PIÙ NOTI Da Moxedano a Di Nicola e Corda Tra i personaggi più noti finiti dentro c’è Mario Moxedano: presidente del Neapolis e negli Anni 90 al Napoli. Con lui anche Ercole Di Nicola, d.s. de L’Aquila, Ninni Corda, allenatore del Barletta, e Francis Obeng, centrocampista del Santarcangelo
L’esultanza dei giocatori della Salernitana dopo la vittoria per 1-0 sul Messina lo scorso dicembre IANUALE
LE 31 PARTITE SOSPETTE Coppa Italia 2/12/2014 Sassuolo-Pescara 1-0 Serie B 24/1/2015 Livorno-Brescia 4-2 16/2/2015 Catania-Crotone 1-1 Lega Pro 1/11/2014 Juve Stabia-Lupa Roma 2-0 15/11/2014 Santarcangelo-L’Aquila 0-1 22/11/2014 Grosseto-Santarcangelo 1-0
Ninni Corda, tecnico del Barletta
23/11/2014 L’Aquila-Savona 1-0 15/12/2014 Cremonese-Pro Patria 3-1 17/12/2014 Monza-Torres 3-0 21/12/2014 Bassano-Monza 2-1 11/1/2015 Torres-Pro Patria 4-0 17/1/2015 Pro Patria-Pavia 2-3 25/3/2015 L’Aquila-Tuttocuoio 1-0 29/3/2015 L’Aquila-Santarcangelo 2-1 1/4/2015 Barletta-Catanzaro 1-1
Uno degli incontri segreti tra gruppi di finanziatori delle scommesse e il d.s. de L’Aquila Di Nicola ANSA
Nuovi guai: truccate altre 5 gare 1Le indagini si allargano a 4 match di Lega Pro e uno di Serie D: la Salernitana di Lotito
«raddoppia» per la sfida col Messina. Il presidente del Brindisi: «Ho comprato 2 vittorie»
Francesco Ceniti INVIATO A CATANZARO
C’
è chi collabora (pochi) e chi nega ogni accusa (molti). Sono iniziate ieri le udienze di convalida dei 50 fermi emessi dalla Dda di Catanzaro e firmati dal pm Elio Romano nell’inchiesta «Dirty soccer» (Calcio sporco), la nuova operazione scattata lo scorso martedì per contrastare il fenomeno del calcioscommesse e delle combine, con le infiltrazioni della ‘ndrangheta. A decidere sono stati i Gip competenti in base alla città dove è stato operato l’arresto, ma l’attenuazione di qualche provvedimento non ferma di certo gli inquirenti che ieri hanno incassato le parole di elogio pronunciate da Franco Roberti, procuratore nazionale antimafia. «Quando si aprono i vasi di Pandora del malaffare, anche se si tratta del calcio, non si può prevedere dove si arriva – ha commentato Roberti –. È un’indagine con prove solide: sicuramente avrà
118
● i milioni di euro di puntate sulla Lega Pro in Italia: meno del 3,5% delle scommesse sul calcio
degli sviluppi perché i fatti accertati sono in qualche modo fondati». Non sono frasi di circostanza, ma piuttosto lasciano intendere nuovi sviluppi. È solo questione di giorni, poi l’incessante lavoro svolto dalla squadra mobile di Catanzaro, guidata da Rodolfo Ruperti, in collaborazione con il Servizio centrale operativo di Roma, troverà lo sbocco naturale. Sotto la lente d’ingrandimento sono finite 8 nuove squadre e almeno una ventina di persone tra giocatori, dirigenti, allenatori e tesserati. Tutti sono a rischio, così come lo sono alcune posizioni degli indagati. SALERNITANA BIS Intercetta-
zioni ed esame del materiale sequestrato sono le chiavi per arrivare a scoprire ulteriori possibili combine. La Salernitana del patron Claudio Lotito «raddoppia» la presenza negli atti: oltre alla gara vinta 3-1 col Barletta del 25 aprile (giorno della promozione in Serie B), dove c’è il sospetto di un tarocco pensato ed effettuato solo dalla parte pugliese (sarebbe bastato incassare molti gol, come è avvenuto), c’è anche la sfida casalinga contro il Messina (vinta 1-0) dello scorso 21 dicembre. Nessuna ipotesi è esclusa. E non finisce qui: nuvole nere si addensano pure sulle altre gare di Lega Pro Ascoli-Santarcangelo, Reggina-Benevento e Renate-Torres e su Viterbese-Nuorese di Serie D. Gli investigatori stanno analizzando in modo approfondito tutte le conversazioni rimaste fuori dall’ordinanza dello scorso martedì. E proprio ascoltando queste telefonate si è scoperto come le 5 partite fossero considerate combinate dai componenti delle due organiz-
zazioni dedite al calcioscommesse. Questo non basta per arrivare alle conclusioni. Servono riscontri, verifiche, incroci di dati e attendibilità delle parole pronunciate, ma la strada imboccata sembra quella giusta. PENTITI Certo, linfa al lavoro degli investigatori potrebbe arrivare da una possibile collaborazione dei fermati. I primi segnali non sono però positivi. Con qualche eccezione, come il dirigente tecnico del Brindisi Vito Morisco e l’ex presidente Antonio Flora. Entrambi davanti al Gip di Bari hanno fatto delle ammissioni: «Sì, le vittorie contro San Severo e Pomigliano sono state comprate. La
seconda è stata pagata 12 mila euro». Ma per ora questa è stata una eccezione: il leit motiv degli altri fermati è stato negare ogni addebito. Si è avvalso della facoltà di non rispondere Mauro Ulizio, ex direttore sportivo del Monza, stessa cosa hanno fatto l’ex calciatore Fabio Di Lauro e il tecnico del Barletta Ninni Corda, mentre il fermo di Ercole Di Nicola, responsabile dell’area tecnica dell’Aquila, è secondo il suo avvocato il frutto di un «grosso fraintendimento». E ancora: disposta la custodia ai domiciliari di Fabrizio Maglia, direttore sportivo della Vigor Lamezia, che ha risposto alle domande del gip per chiarire le contestazioni mosse dalla Dda.
RIl procuratore nazionale antimafia
Roberti: «L’inchiesta avrà sviluppi. Quando si aprono i vasi di Pandora del malaffare, anche se si tratta del calcio, non si può prevedere dove si arriva»
Sono slittati, invece, gli interrogatori di Felice Bellini, ex direttore sportivo del Gudja di Malta e attuale dirigente responsabile marketing della Vigor Lamezia, e del suo uomo di fiducia Sebastiano La Ferla. Bellini si trova ricoverato in ospedale per un malore accusato subito dopo il fermo. Domiciliari pure per Enzo Nucifora, ex d.s. della Torres, e Giacomo Ridolfi, giocatore del Santarcangelo. SVILUPPI Ecco perché gli inquirenti fanno molto più affidamento sul materiale sequestrato nelle perquisizioni: fogli, pizzini, carte, smartphone e tablet. I riscontri ai tarocchi potrebbero uscire da qui e permetterebbero un ulteriore salto di qualità: nel mirino ci sono altre società per ora tenute nel più stretto riserbo (in una intercettazione si fa il nome del Lecce). Ma le parole di Roberti («L’inchiesta avrà sviluppi») aprono a numeri più grandi di quelli fin qui ottenuti. © RIPRODUZIONE RISERVATA
fLE INTERCETTAZIONI
Il procuratore di Eder svela l’uomo-tarocco «Balde è da seguire» 1Eugenio Ascari, agente Fifa,
indagato, aveva individuato nel senegalese del Tuttocuoio il giocatore giusto per combinare la gara con l’Aquila
Matteo Pierelli
D
alle intercettazioni spunta anche il nome del procuratore, tra gli altri, dell’azzurro Eder. Si tratta di Eugenio Ascari, agente Fifa, che al momento è fra gli indagati. Secondo i magistrati di Catanzaro, Ascari è uno dei protagonisti del tentativo di combine di L’Aquila-Tuttocuoio. La partita si gioca il 25 marzo, dopo il rinvio per neve di dicembre. E’ il d.s. degli abruzzesi, Ercole Di Nicola, ad avviare i contatti per tentare di «ag-
giustare» la gara. Di Nicola, arrestato martedì assieme ad altre 49 persone, contatta proprio Ascari, suo conoscente, per tentare di «agganciare» il Tuttocuoio. A sua volta Ascari, secondo quanto si legge nell’ordinanza, svolge un’opera decisiva visto che fa da tramite tra Di Nicola e Andrea Bagnoli, che gli inquirenti ritengono dirigente del Tuttocuoio anche se ufficialmente non ha alcun ruolo nel club toscano. Bagnoli, secondo i piani di Di Nicola, avrebbe dovuto «vendere» la sconfitta del Tuttocuoio facendo leva su alcuni giocatori. Tra cui il senegalese Balde, centrocampista (e all’occorrenza anche difensore) che nelle intercettazioni viene indicato come il calciatore che può far riuscire l’operazione. ASCARI: ha fatto Andrea (Bagnoli, ndr) la formazione... che se gioco io faccio gol anch’io… DI NICOLA: mh… come gioca? A. (...) a centrocampo Pane centrale, quello piccolino...l’altro interno Vitale, che non ha mai giocato, avanti Gioè e Civilleri… quindi giocano nove riserve hai capito?... D.N.: dimmi una cosa... A.: il giocatore da seguire... il giocatore che io mando a far vedere dalla squadra francese è Bal-
de, difensore...il nero... D.N.: ho capito... Si arriva così alla definizione della combine, finanziata da uno scommettitore albanese (Edmond Nerjaku). La partita, secondo gli accordi tra Ascari e Di Nicola, doveva finire 3-1 per L’Aquila ma gli abruzzesi vinceranno solo 1-0. A quel punto Di Nicola comincia a lamentarsi pesantemente con Ascari, anche perché nel frattempo il d.s. de L’Aquila sta ricevendo intimidazioni da Nerjaku per la restituzioni dei 40 mila euro andati in fumo. Di Nicola fa notare ad Ascari l’eccessivo ardore agonistico del Tuttocuoio e la prestazione non certo arrendevole di Balde. ASCARI: Come stai? DI NICOLA: eh...poi martedì ne parliamo, qualcosa facciamo...ma non sono rimasto contento... A.: però...però io ho visto un pezzo...mi hanno detto che avete sbagliato l’impossibile. D.N.: lascia stare...però lui, però quello là non ha fatto niente, cioè io ho sbagliato l’impossibile ma non perché me le ha create lui, perché le ho create io, perché naturalmente L’Aquila-Tuttocuoio, no di che parliamo?! se non creiamo nemmeno con il Tuttocuoio... io ti dico che ho visto la prestazione
VENERDÌ 22 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
11/4/2015 Aversa N.-Barletta 0-1 12/4/2015 Vigor Lamezia-Paganese 1-1 19/4/2015 Barletta-Vigor Lamezia 3-3 Coppa Italia Lega Pro 8/10/2014 Prato-Santarcangelo 3-0 29/10/2014 Pisa-Torres 4-0 Serie D 7/9/2014 Hinterreggio-Neapolis 2-0 12/10/2014 Sorrento-C. Montalto 0-0
26/10/2014 Neapolis-C. Montalto 4-0 2/11/2014 Monopoli-Puteolana 4-0 2/11/2014 Montalto-Frattese 2-4 2/11/2014 Due Torri-Neapolis 1-0 9/11/2014 Neapolis-Akragas 2-2 23/11/2014 Neapolis-Sorrento 3-0 30/11/2014 Brindisi-San Severo 2-1 30/11/2014 Andria-Puteolana 7-2 14/12/2014 Pomigliano-Brindisi 0-4
Tavecchio: «Stop offese» E ora punta alla rielezione 1Ma l’asse Renzi-Malagò chiede
riforme e niente «impresentabili»
Giovanni Malagò, presidente Coni, e Carlo Tavecchio, n.1 Figc GETTY
Valerio Piccioni
I
l pallone avvelenato rimbalza sempre di più pure in politica. Matteo Orfini, presidente del Pd, sollecita «una discussione in Parlamento per mettere ordine nel sistema sportivo. E non solo del mondo del calcio. Perché ritengo che la governance dello sport deve essere politica. Il Coni deve fare il Coni, occupandosi dello sport olimpico, mentre spesso deborda e fa tutt’altro». ASSE RENZI-MALAGÒ Orfini non è solo in queste parole. Diversi parlamentari del Pd spingono per un’accelerazione (il senatore Carlo Lucherini firma un’interrogazione al Governo
SERVE UN RITOCCO DEI MECCANISMI DI GOVERNANCE POLITICA DEL SISTEMA SPORTIVO, E NON SOLO DEL CALCIO MATTEO ORFINI PRESIDENTE PD
perché valuti il commissariamento della Figc). Ma la posizione di Renzi è un’altra. Il feeling con Malagò è totale. La lentezza con cui si sta riattribuendo la delega sullo sport (l’aveva Delrio) sarebbe spiegabile anche da una convinzione del premier: ci fidiamo di Malagò in tutto e per tutto. Una posizione poco istituzionale: il Governo
di chi dovevo vedere e non ha fatto nulla A.: io nella prima metà ho visto che due, tre volte li ha lasciati girare, li ha fatti girare, li ha fatti tirare... D.N.: ma dove? dove? se giocava a centrocampo! SASSUOLO-PESCARA E LA...FERRARI La partita di più alto livello di questo filone d’inchiesta è Sassuolo-Pescara di Coppa Italia (2 dicembre 2014). Nelle intercettazioni, tra i protagonisti ci sono Fabio Di Lauro, che secondo gli inquirenti aveva rapporti con gli scommettitori dell’Est e con tanti «addetti ai lavori» del calcio, e Mauro Ulizio, socio occulto della Pro Patria. La partita in questione, curiosamente, veniva chiamata «macchina» o «Ferrari». «Quanto costa la macchina nel caso?», chiede Di Lauro. «Sui 150» risponde Ulizio, « tieni presente che è... Ferrari... » . Quattro minuti dopo Di Lauro contatta la sua amica Ala Timosenco affinché ne parli con l’«investitore» serbo Uors Mirosavljevic: «Se puoi chiamare Uros... domani c’è una partita... a livello di Serie A... è una partita di Coppa Italia... gli dici: questi qui ti fanno arrivare pure fino alla Serie A». © RIPRODUZIONE RISERVATA
L’INCHIESTA NON È FINITA Altre 8 squadre nel mirino I pm hanno nuove carte. Sarebbero coinvolte anche Ascoli, Benevento, Messina, Nuorese, Reggina, Renate, Salernitana, Viterbese. Gare sospette: Salernitana-Messina, AscoliSantarcangelo, Reggina-Benevento, Renate-Torres e Viterbese-Nuorese.
deve «vigilare» sul Coni e mantenere uno spirito critico. Comunque la delega rimarrà a Palazzo Chigi: o nelle mani dello stesso Renzi, o in quelle del sottosegretario Luca Lotti, vicinissimo al premier. E le iniziative con cui il Governo vuole intervenire sul calcio saranno tutte prese con il Coni. Anche lavorando per interventi legislativi (vedi revisione della legge Melandri sui diritti tv). Quanto al commissariamento di Tavecchio non è tecnicamente, ma forse neanche politicamente, all’ordine del giorno. TAVECCHIO SI RICANDIDA Sempreché Tavecchio faccia le riforme e sfratti gli «impresentabili». Ieri, il presidente della Figc si è sfogato: «Non si può stare tutti i giorni sotto il bombardamento». Il suo «servi di tutti, schiavi di nessuno» non aveva secondo lui un obiettivo polemico, ma il tentativo di reagire a una lettura dei guai del calcio, tutta proiettata sulla Figc debole e il suo presidente «inadeguato». «Sono inadeguato? Bene, adesso vedremo l’inadeguatezza e l’adeguatezza del sistema e poi ci conteremo un’altra volta». Se due più quattro fa sei, vuol dire che si ricandiderà a fine 2016. RIFORME NECESSARIE Francamente non sembrava la giornata adatta per uno sfoggio di «orgoglio» (anche se l’occasione era il convegno su «Nutrizione e salute», una campagna per un’alimentazione corretta nel mondo del calcio). Ma al di là delle parole, Governo e Coni non hanno visto male alcune delle iniziative prese dalla Figc (prima fra tutte, l’inasprimento delle regole per l’iscrizione ai campionati). Peraltro proprio ieri, Tavecchio ha incassato la resa di Belloli e un positivo incontro con calciatori e allenatori sullo «sviluppo del calcio femminile». DUE GIRONI IN LEGA PRO La chiave di tutto è però la riforma dei campionati. Su questo, dopo l’accordo fra le leghe di A e B, Tavecchio è convinto di portare a casa un altro risultato, una nuova Lega Pro, con dirigenti diversi e una drastica cura dimagrante: due gironi da 18 squadre. Un elettrochoc, le squadre sono attualmente 60, spinto oggettivamente dall’inchiesta di Catanzaro. Per cambiare non possono bastare Palazzi e i processi sportivi. © RIPRODUZIONE RISERVATA
L’EX ARBITRO E IL DESIGNATORE
De Santis chiamò Rosetti Interferenza denunciata ● (cen) C’è un aspetto molto triste nel ritorno alle cronache di Massimo De Santis, ex arbitro condannato per Calciopoli. In un’intercettazione si era scoperto il malumore del Santarcangelo per la visita fatta da De Santis (collaboratore de L’Aquila) nello spogliatoio dell’arbitro prima della gara. Il giorno dopo De Santis aveva chiamato pure il designatore di Lega Pro, Roberto Rosetti. Doppia interferenza denunciata agli organi competenti. L’arbitro era Luca Colosimo, morto a marzo in un incidente stradale (ecco spiegato l’aspetto triste). Nel referto che aveva inviato era stato inserito anche quell’episodio. Così come Rosetti aveva segnalato alla Procura dell’Aia la telefonata fatta da De Santis, con il designatore che gli ricorda «non puoi chiamarmi, c’è un regolamento preciso». Fine delle trasmissioni. I molteplici contatti tra i due non esistono.
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fIL CASO DELLE OFFESE SESSISTE
Belloli al capolinea Niente dimissioni? I dilettanti lo cacciano 1Vince la linea Tavecchio: il presidente della Lnd sfiduciato all’unanimità dopo le frasi sulle calciatrici «lesbiche» Arriva l’ok: domani si gioca la finale di Coppa Italia donne Mario Pagliara Valerio Piccioni
P
rima di far calare il «game over» sulla sua brevissima presidenza, ha provato una strenua e disperata resistenza. Gli avevano offerto un’uscita di scena morbida, attraverso le dimissioni o l’autosospensione, per evitare che nel consiglio di lega si arrivasse a una spaccatura tra il fronte del no e quello del sì alla sfiducia. Evidentemente Felice Belloli ha pensato che poteva ancora cavarsela, nonostante la gravità della sua frase sulle «4 lesbiche», e ha risposto lanciando i suoi fedelissimi, dei comitati del Nord, contro il blocco agguerrito e deciso a mandarlo a casa. Ha provato a salvare la poltrona fino all’ultimo ma, dopo un’ora e mezza di confronto duro, sulla sua posizione è calata la sfiducia all’unanimità del consiglio (unico assente il presidente della Toscana, Fabio Bresci). Alle 16.41 si è così ufficialmente chiusa l’era Belloli, crollata sull’insulto omofobo a lui attribuito nel verbale del consiglio del dipartimento calcio femminile del 5 marzo. Ha prevalso la linea di Carlo Tavecchio: aveva ordinato «una decisione inevitabile» e il finale (per nulla scontato) è stato quello richiesto anche nell’ultima notte al telefono con tutti i presidenti regionali dal n.1 della Figc. Belloli è caduto sei mesi dopo la sua elezione. La Lnd può ripartire.
STESSO ALBERGO Belloli va a casa nell’albergo (l’Hilton di Fiumicino) dove era stato eletto il 10 novembre 2014 e dove Tavecchio era scivolato sulla gaffe «optì poba». Proprio il presidente Figc è stato il protagonista di una giornata che ha dato l’illusione di essere tornati ai tempi in cui nei Dilettanti comandava lui: al mattino, Tavecchio protagonista ovunque, mentre Belloli era un fantasma (assente anche al convegno Lnd su nutrizione e salute). Quando dopo pranzo si diffonde la voce di un Belloli deciso a dimettersi in avvio del consiglio di lega (si parla di un biglietto aereo prenotato alle 16 per tornare a Milano), sembra che l’epilogo della storia sia ovvio. E invece alle 14.50, quando il consiglio si riunisce, dopo l’ok al bilancio di previsione 20152016 (all’unanimità), Belloli piazza il colpo di scena.
LE CALCIATRICI ITALIANE HANNO MESSO A SEGNO IL PIÙ BEL GOL LAURA BOLDRINI PRESIDENTE CAMERA
Felice Belloli, 65 anni, era presidente dei Dilettanti da novembre IPP
RIl consiglio:
campano Enzo Pastore che annuncia ai cronisti: «Non c’era altra soluzione. Eravamo sottoposti a un sacrosanto massacro mediatico: sfiducia votata all’unanimità. Battiamo tutti i record: una presidenza durata sei mesi non c’era mai stata».
RIl numero 1 Figc
SI GIOCA «Le calciatrici italiane hanno segnato il più bel gol». A caldo è la reazione di Laura Boldrini, presidente della Camera. «Che sia un concreto segnale di cambiamento», aggiunge la vicepresidente del Senato Valeria Fedeli. «Mi sono esposto in maniera dura per aiutare Tavecchio nel tentativo che Lega e Figc salvassero almeno la faccia», spiega Mambelli. In serata Tavecchio ha incontrato le associazioni calciatori e allenatori, ottenendo l’ok a giocare domani la finale di Coppa Italia femminile. Ma, ora, che cosa accadrà nei dilettanti? Martedì il Consiglio Federale ratificherà la caduta di Belloli, poi indicherà la strada da intraprendere nei prossimi 90 giorni prima del voto. Due scenari: Tavecchio commissario ad interim con Mario Gallavotti e Mambelli vicecommissari; Cosentino reggente e un direttorio con i 3 vicepresidenti (Bocchietti, Mambelli, Morgana). Palla a Tavecchio. Nei dilettanti decide ancora lui.
«Noi sottoposti a un sacrosanto massacro mediatico» adesso potrebbe diventare commissario ad interim
«Non mi dimetto – le sue parole in consiglio ai presidenti regionali –. Lascio a voi stabilire se devo restare o meno. Rimetto al consiglio il mio mandato». Belloli esce dalla sala e lascia l’albergo da un’uscita secondaria per evitare i giornalisti. Intanto il vicepresidente Alberto Mambelli, il delegato calcio a 5 Fabrizio Tonelli con Campania e Umbria pongono ai voti la mozione di sfiducia verso Belloli e Antonio Cosentino (delegato al calcio femminile, per lui la richiesta è sospesa). Lazio, Piemonte, Lombardia, Trento, Bolzano, Emilia Romagna e Piemonte guidano il fronte garantista pro Belloli. Dopo un’ora e mezza si arriva alla sfiducia seguita dal presidente
LA SFIDUCIA È UN GESTO DOVEROSO. MI AUGURO CHE SIA UN SEGNALE CONCRETO DI CAMBIAMENTO VALERIA FEDELI VICEPRESIDENTE SENATO
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MI SONO ESPOSTO PER AIUTARE TAVECCHIO NEL TENTATIVO CHE LEGA E FIGC SALVASSERO LA FACCIA ALBERTO MAMBELLI VICEPRESIDENTE LND
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Calcio R La storia
VENERDÌ 22 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
CITTÀ NEL PALLONE
CONTENUTO PREMIUM LA STORIA DEL CLUB DUE VOLTE IN SERIE A
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ANNO DI NASCITA 1905 (COME UNIONE SPORTIVA ANCONITANA. LA SOCIETA’ FU FONDATA NEI MAGAZZINI DEL TEATRO DELLE MUSE) LO STADIO DEL CONERO (24 MILA POSTI CIRCA, FOTO IN BASSO), INAUGURATO NEL 1992 STAGIONI IN SERIE A 2 (NEL 1992-93 E NEL 2003-04 CONCLUSE CON ALTRETTANTE RETROCESSIONI) LA PRIMA VITTORIA IN A 25 OTTOBRE 1992 (3-0 IN CASA AL FOGGIA CON DOPPIETTA DI ZARATE E GOL DI RUGGERI) STRANIERO PIU’ RAPPRESENTATIVO L’UNGHERESE LAJOS DETARI CHE NELLA STAGIONE 1992-93 SEGNO’ 9 GOL IN SERIE A IL TOP LA FINALE DI COPPA ITALIA 1993-94 PERSA CON LA SAMPDORIA E RAGGIUNTA PUR ESSENDO APPENA RETROCESSA IN SERIE B. NEI TURNI PRECEDENTI AVEVA ELIMINATO, FRA LE ALTRE, NAPOLI E TORINO, AVVERSARIE DI A LE PROMOZIONI RECENTI 2 (DALL’ECCELLENZA ALLA SERIE D NEL 2010-11 E DALLA D ALLA LEGA PRO NEL 2013-14) PIAZZAMENTO ULTIMO CAMPIONATO SESTO POSTO IN LEGA PRO CON 57 PUNTI
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Ancona per noi TIFOSI E PROPRIETARI PRIMA VOLTA NEI PRO IL REPORTAGE di MIMMO CUGINI INVIATO AD ANCONA
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ostenibilità e partecipazione. E un progetto che la città deve capire e digerire, perché Ancona è così e magari questa è l’occasione per aprire una strada nuova, almeno nel calcio. Il club in mano ai tifosi, proprietari e gestori dalla prossima stagione. Con un presidente non operativo che dovrà servire soprattutto a reperire risorse, cioè altri imprenditori, perché alla fine il problema maggiore è sempre quello di far quadrare i conti. La base di partenza è buona: non ci sono debiti e nei club calcistici di questi tempi non è roba da poco. Poi lo sviluppo del settore giovanile, ma anche e soprattutto la figura dell’abbonato-socio, magari con un DISPOSTO A RESTARE impegno a lunga scadenza coSOLO SE CI SARÀ sì che chi andrà al Del Conero MARCACCIO, IL con la tessera in tasca darà un DIRETTORE SPORTIVO contributo tangibile alla società. La proprietà attuale che laCHE MI HA VOLUTO QUI scia le quote di maggioranza ma che resta sullo sfondo, soCORNACCHINI prattutto a livello di sostegno finanziario. Per L’ALLENATORE gestire un passaggio complicato, ma anche stimolante. E soprattutto riportare la gente allo stadio, visto che nell’ultima stagione, nonostante una salvezza comoda, al Del Conero ci sono stati meno spettatori della stagione precedente, quella conclusa con la promozione in Lega Pro. IL PRESIDENTE «Volevo riportare l’Ancona in Serie B, ma il Comune me l’ha impedito e allora dò la squadra ai tifosi, perché ho sempre pensato che l’Ancona è soprattutto loro». Andrea Marinelli, 49 anni, imprenditore nel settore del cartongesso, non è un presidente come gli altri. E infatti il progetto che ha in testa non ha uguali in Italia. Stressato dal rapporto con l’amministrazione comunale cui imputa un trattamento penalizzante rispetto alle altre società cittadine, Marinelli è disposto a cedere l’86% delle quote societarie all’associazione di tifosi «Sosteniamolancona» ma anche a contribuire con 500.000 euro per la prossima stagione (400.000 e 300.000 per quelle successive) e a garantire la fideiussione da 400.000 euro che la Lega Pro richiede per l’iscrizione al campionato. Un pazzo? «No, spero solo di poter dare un futuro a
GLI ALTRI TIFOSI Ad Ancona si chiedono quanto questa associazione sia rappresentativa di tutta la città, scettici gli Ultras della curva nord, ma non sono i soli ad avere dubbi. «Nel 2010 eravamo tutti insieme - racconta Raffaele Vietri, presidente di “Sosteniamolancona” - poi c’è stata qualche divisione per motivi personali. Ma quello che vogliamo far capire alla città è che questa è una grande occasione. Non ci sarà nessuno di noi a fare passerella, ci interessa che il club sia gestito seriamente e sceglieremo dei professionisti all’altezza». E il Comune? Da decenni ormai i rapporti tra l’amministrazione comunale e la società di calcio sono pessimi e la situazione non è certo migliorata da quando è stato eletto primo cittadino Valeria Mancinelli. Eppure l’assessore allo Sport, Andrea Guidotti, non sembra troppo preoccupato della situazione: «Mi pare che ci sia un po’ di confusione nell’Ancona. Noi non abbiamo fatto niente di strano, sinceramente non so neanche di che cosa ci accusano».
questo club. Magari fra tre anni riprendo la società in mano e nel frattempo i tifosi forse saranno riusciti a dialogare con il Comune. Non voglio vendere la società per riprendere i soldi che ho investito, non è questo che mi interessa, altrimenti lo avrei già fatto visto che di persone interessate se ne sono presentate. Ma non vendo la società a gente sconosciuta, visto quello che è successo in passato ad Ancona». UNA STORIA TORMENTATA Già perché Ancona e il calcio hanno sempre avuto un rapporto strano: due campionati in Serie A e i presidenti (Edoardo Longarini e Ermanno Pieroni) finiti in galera, un fallimento dopo la seconda stagione nel massimo campionato e poi, nel 2010, un fatto mai accaduto nel calcio italiano con la mancata iscrizione al campionato di Serie B per volontà della proprietà poi dissoltasi nel nulla ma mai fallita e con un credito in Lega di 3 milioni di euro. È lì che è entrato in scena Marinelli, che era alla guida di una società dilettantistica, il Pian San Lazzaro, presa in Seconda categoria e portata in Eccellenza. Era la seconda società della città, divenne la prima cambiando nome e colori sociali (dal granata al biancorosso) e dall’Eccellenza iniziò la rincorsa: subito un campionato vinto, poi tre stagioni in D e nella primavera del 2014 la promozione in Lega Pro. Il progetto era quello di consolidare la società e tentare, senza fretta, la scalata alla B, coinvolgendo, almeno come sponsor, altri imprenditori importanti della città. LA SVOLTA In parte c’è riuscito, ma adesso il progetto di Marinelli sembra destinato a fermarsi e la palla passa ai tifosi di «Sosteniamolancona». Già proprietario del 2% della società e coinvolto nella gestione tanto da avere diritto di veto sia su una eventuale cessione del club sia sul nome del direttore sportivo «Sosteniamolancona» ha già dato la disponibilità a prendere in mano la situazione. Ma gli ostacoli non mancano. Intanto vorrebbero dare la poltrona di presidente all’ex proprietario e ora sponsor Sergio Schiavoni, che non è convintissimo di accettare, ma non chiuderà la porta in faccia ai tifosi. Ma soprattutto vorrebbero che il proget-
to tecnico avesse continuità con il direttore sportivo Sandro Marcaccio e il tecnico Giovanni Cornacchini (ex calciatore di Piacenza, Perugia e Milan) i quali invece non sono disposti a proseguire l’avventura nell’Ancona. «Perché il progetto abbia credibilità i tifosi devono essere proprietari e devono dare un taglio al passato» dice Marcaccio. Fuori lui e fuori anche Cornacchini, che ad Ancona resterebbe ma solo con il dirigente che lo aveva scelto.
Dall’alto, il ds Sandro Marcaccio; il sindaco Valeria Mancinelli e il presidente Andrea Marinelli
SVILUPPI Entro quindici giorni il quadro sarà più chiaro, oggi «Sosteniamolancona» incontra gli sponsor Schiavoni e Petrolini, un passaggio importante per capire se rinnoveranno il loro sostegno al club e soprattutto a che cifre potranno impegnarsi. E la prossima settimana ci sarà il tanto atteso faccia a faccia tra Marinelli e il Comune, ma pare che l’amministrazione comunale non ammetterà i giornalisti. Magari raccontano la verità. E se il progetto non dovesse avere gli sviluppi auspicati? «Resterebbe tutto come prima, non voglio mica far sparire l’Ancona dal calcio» chiude Marinelli. Che intanto si prepara a lasciare fisicamente la città, aprirà una nuova azienda a Bolzano e da fine agosto si trasferirà in Alto Adige con la moglie e la figlia più piccola. «Ma ogni due settimane tornerò per vedere la partita al Del Conero». © RIPRODUZIONE RISERVATA
LA PROPOSTA ARRIVA DAL PRESIDENTE MARINELLI: «VOLEVO PORTARE LA SQUADRA IN B, IL COMUNE ME L‘HA IMPEDITO. LA LASCIO A CHI AMA IL CLUB»
VENERDÌ 22 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
OPINIONI La vignetta
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FEDERICA NARGI Fidanzata di Matri ● Eccoli insieme! Carlito e Alessandro Matri 32 @NargiFederica
di Lorenzo Castellani
VINCENZO NIBALI vincitore del Tour 2014 ● Quand’ero in Sicilia la incontravo sulle mie strade di Allenamento, le nostre strade! RIP Annarita @vincenzonibali
RAFA NADAL Campione di tennis ● Molte grazie alla città di Parigi per avermi insignito con la sua massima onoreficenza @RafaelNadal
Il Real e i suoi allenatori
U
na vecchia tattica del Real Madrid consiste nel lasciare che i media parlino al posto del club quando il club mantiene un silenzio politico. Né il presidente Florentino Pérez, né il misterioso José Ángel, il direttore generale che ha fatto dell’anonimato un’arte, si sono pronunciati sul futuro di Carlo Ancelotti, il cui contratto scadrà nel giugno del 2016. Tuttavia i dubbi cominciano a dissiparsi. La stampa di Madrid ha pronunciato un verdetto unanime: Ancelotti verrà licenziato nel corso dei prossimi giorni. Ancelotti sarà un’altra delle vittime dell’incoerente cammino di Florentino Pérez, la cui esperienza come massimo dirigente del Real ebbe inizio nell’estate del 2000. La squadra era allora guidata da Vicente del Bosque, un uomo odiato dal neoeletto presidente. Tra il 2000 e il
2003, il Real Madrid si è aggiudicato due campionati e una Champions. All’indomani della conquista della Liga 2002-2003, il presidente ha dato a del Bosque il benservito. Sono trascorsi molti anni ma i due ancora non si rivolgono la parola. Dall’esonero di del Bosque, Florentino Pérez ha diretto il Real Madrid per 9 anni (2003-2006 e 2009-2015). In questo periodo il club ha speso sul mercato la bellezza di 1000 milioni di euro. Una quantità di denaro impressionante che non ha prodotto i risultati sperati: una Liga, una Champions e due Coppe nazionali rappresentano un bilancio mediocre. Negli stessi anni il Barcellona si è aggiudicato sette edizioni della Liga, tre della Champions e tre della Copa del Rey. E nei prossimi 15 giorni disputerà due ulteriori finali, quella di Copa e quella di Champions. Mentre il Barça negli ultimi 25 anni, in pratica dall’arrivo di Cruijff, è stata quasi sempre una squadra ben riconoscibile e con un’identità netta e definita, al Real Madrid ha trionfato il disordine. Pérez ha un’altissima opinione di sé
stesso e tende sempre a parlare male dei giocatori, degli allenatori e dei giornalisti, ma, di fatto, è lui il vero direttore sportivo del club e l’artefice ultimo della costruzione della squadra. È lui che compra i giocatori, disegna le rose e sceglie gli allenatori. Ma non ammette mai le proprie responsabilità. La colpa dei fallimenti è sempre degli altri. E stavolta è il turno di Ancelotti. Il tecnico italiano gode del sostegno della squadra, e questo, paradossalmente, rappresenta per Ancelotti un problema. Pérez non vuole interferenze nella gestione del potere. Tutto lascia pensare che il licenziamento sarà imminente. Il Real perderà l’allenatore che ha riportato pace e serenità dopo la burrascosa epoca di Mourinho. Se ne andrà un allenatore che ha saputo amministrare saggiamente le squilibrate rose che il presidente gli ha messo a disposizione. Se ne va un uomo elegante, discreto e leale. Dicono che il suo posto sarà preso da Benítez. Continua a girare l’incessante ruota degli allenatori, tutti soggetti alla volubilità di Pérez. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Calcioscommesse e dintorni
MACALLI, È SOLO STALKING MEDIATICO? IL COMMENTO TI di FRANCESCO CENITI
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uiz del venerdì. Chi ha detto: «Noi siamo all’avanguardia nella lotta al calcio-scommesse. Le accuse di possibili combine mi sembrano solo chiacchiere. La verità è che da mesi sono vittima di stalking mediatico»?. Altri indizi: il signore in questione ha 78 anni, dal 1997 guida la Serie C diventata poi Lega Pro, è stato da poco squalificato 6 mesi (proprio oggi la Corte Federale discuterà il ricorso della difesa, ma pure quello dell’accusa che punta al raddoppio dello stop) per una vicenda legata al fallimento del Pergocrema dove, secondo i giudici, è venuto meno al ruolo di garante, si ritrova contro la metà dei club della sua Lega. Indovinato? Esatto, Mario Macalli. Adesso, nel mondo sognato da Cesare Zavattini dove «Buongiorno voglia dire buongiorno», chi ha gli onori delle cariche deve anche assumersi gli oneri.
Comprese le responsabilità dovute a comportamenti e dichiarazioni. Dopo la nuova ondata di arresti ordinata dalla Dda di Catanzaro, con l’entrata in campo di un pericolosissimo «giocatore» come la ‘ndrangheta, il ragioniere Macalli ha di nuovo fatto sentire la sua voce dopo che ad aprile aveva irriso l’esposto di Federbet alla Procura di Busto con le segnalazioni dei flussi anomali (e quindi di possibili tarocchi) su alcune gare della Pro Patria. Guarda caso quelle partite sono poi finite agli atti dell’inchiesta Dirty soccer e la squadra di Busto è una delle più colpite dalla bufera. Bene, il presidente della Lega Pro ha trovato il responsabile del calcioscommesse: tutta colpa dei tagli subiti al bilancio della Lega Pro, tagli che avrebbero indebolito la lotta alle combine. Quindi, un mese fa la vecchia Serie C era all’avanguardia su questo fronte, dopo gli arresti punta il dito su Federcalcio e Coni. Ci viene quasi il sospetto che ci sia un sosia del ragioniere o un fratello gemello che si diverta ad alimentare lo «stalking mediatico». Anche perché Macalli è, non per caso, vicepresidente della Figc. Che cosa altro deve accadere per costringere
CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DIRETTORE RESPONSABILE ANDREA MONTI andrea.monti@gazzetta.it VICEDIRETTORE VICARIO Gianni Valenti gvalenti@gazzetta.it VICEDIRETTORI Pier Bergonzi pbergonzi@gazzetta.it Stefano Cazzetta scazzetta@gazzetta.it Andrea Di Caro adicaro@gazzetta.it Umberto Zapelloni uzapelloni@gazzetta.it Testata di proprietà de “La Gazzetta dello Sport s.r.l.” - A. Bonacossa © 2015
FILIPPO MAGNINI Campione di nuoto ● Partitina di #Poker tra amici! #sierranevada #spagna @FiloMagnini
MARCO MELANDRI Pilota di MotoGP ● Is the day! È il giorno! #giacca #bigchange #newlife @MarcoMelandri33
Lettere alla Gazzetta
ANCELOTTI, UN’ALTRA VITTIMA DI PEREZ MARCA A LA DIFFERENZA di SANTIAGO SEGUROLA
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PRESIDENTE Maurizio Costa AMMINISTRATORE DELEGATO Pietro Scott Jovane CONSIGLIERI Gerardo Braggiotti, Laura Cioli, Paolo Colonna, Teresa Cremisi, Dario Frigerio, Tom Mockridge, Stefano Simontacchi DIRETTORE GENERALE DIVISIONE MEDIA Alessandro Bompieri
questo signore a lasciare la poltrona sulla quale è inchiodato da 18 anni? A gennaio, quando i club dissidenti hanno tentato di arrivare alla sfiducia, Macalli si è salvato per un voto. Il passo successivo è stato eleggere Claudio Arpaia, presidente della Vigor Lamezia ora indagato dalla Dda per presunti tarocchi, come consigliere di Lega. Da allora poco è cambiato: la Lega Pro è paralizzata. Le istituzioni del Paese, a iniziare dal capo della Repubblica Sergio Mattarella, chiedono al calcio segnali nuovi per recuperare la credibilità persa. Sarebbe un bel gesto se Macalli presentasse le dimissioni. Dubitiamo che ciò accada, ma allora deve muoversi Carlo Tavecchio. Ieri è arrivata la buona notizia della defenestrazione di Felice Belloli dopo gli insulti sessisti. Se il presidente Figc non può intervenire sulla Lega Pro con un commissariamento per via di cavilli regolamentari, ha sempre la possibilità di sfiduciare pubblicamente Macalli. Perché anche noi sogniamo un mondo del calcio dove pallone voglia dire pallone. Non chiacchiere e distintivo. E non poltrone da difendere.
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Sto seguendo i suoi interventi sullo sport delle donne, nel dopo-Belloli. Lei tocca argomenti che raramente emergono nel pubblico dibattito, ma che in realtà ronzano attorno all’agonismo femminile, in particolare quello che si dispiega negli sport duri e di contatto, come calabroni fastidiosi. Da ragazza ho giocato un po’ a calcio: quasi una pioniera. Dovevo farlo di nascosto: mi sono rivista, molti anni dopo, in quella ragazza anglo-indiana di «Sognando Beckham». Non le dico i commenti. Il più gentile, ed è qui che vorrei una sua risposta, riguardava proprio la modestia del nostro spettacolo al cospetto dei maschi. Schiattavo di rabbia, mi sentivo un po’ umiliata e un po’ schiacciata. Erano considerazioni vere? P.s.: sono sposata da 18 anni e ho una figlia di 15. Ha scelto di giocare a pallone. Quando me l’ha detto mi è venuto da piangere e l’ho stretta forte. Assunta Riga Sono anch’io commosso nel leggere la sua lettera, signora. Ancor di più perché è un giorno di lutto per lo sport italiano e per quello femminile. In altra pagina troverà un grande ricordo della straordinaria marciatrice Annarita Sidoti, cui anche questa rubrica è dedicata. Anche perché parliamo di donne che si cimentano in discipline che un tempo si consideravano prettamente maschili, proprio come la sua marcia. Rimanendo nell’atletica, lei saprà che fino agli anni 70 alle donne era proibito correre la maratona. C’è un episodio passato alla storia: durante la celebre 42 chilometri di Boston del 1966, l’americana Kathrine Switzer s’era infiltrata fra i corridori, coperta da una tuta che avrebbe dovuta mascherarla. Individuata come donna, fu letteralmente afferrata da un energumeno dell’organizzazione e scaraventata fuori dal percorso. Oggi le donne corrono all’Olimpiade tutte le
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distanze del mezzofondo, fondo, fino alla maratona. Era un’idiozia pura escluderle. Per inciso, è questo il motivo per cui quando la Gazzetta mi ha affidato il gioco serio di scegliere il più grande atleta della storia, fra donne e uomini, in un numero da collezione, ho segnalato Callipatira. Correva l’anno 404 avanti Cristo, Olimpiade numero 94. Alle donne era proibito non solo gareggiare, ma anche solo assistere. Pena: la morte. Lei sfidò tutto: vedova di un olimpionico, volle allenare il figlio, che riportò la vittoria nel pugilato dei fanciulli. Lei era fra gli spettatori coperta come un uomo, ma nella gioia per il trionfo del suo ragazzo, scavalcò lo steccato per corrergli incontro e abbracciarlo. La veste s’impigliò, lasciandola scoperta e rivelando il sacrilegio. Finì bene, fu perdonata in quanto aveva agito per amore. La considero l’emblema del fenomeno più imponente dell’intera storia dello sport: l’emancipazione femminile. Uno degli ultimi step è quello a cui lei allude: la svalorizzazione dello spettacolo generato dalle donne. Che sono persone mediamente dotate del 30% di massa muscolare in meno di un uomo e di una fisiologia del tutto diversa. Questi parametri possono dare il senso di una malintesa inferiorità, ovvero di una «minorità», solo in chi dimentica la relatività del contesto. Se vado a vedere una partita di maschietti Under 13 non mi verrà in mente di denigrare il loro sforzo paragonandolo a quello di Messi. Ecco il salto logico-culturale in cui si fanno precipitare le donne: invece di gustare le loro sfide e di considerarle per ciò che sono, le si paragona a quelle di un’altra categoria umana, istituendo classificazioni assurde. Nessuno si sarebbe sognato di andare dal cubano Sotomayor, tuttora primatista dell’alto con 2.45, a dirgli: «Tutto qui quello che sai fare? Come mai non salti 2.80? Perfino un piccolo felino pò farcela». Ecco, contro le donne calciatrici o cestiste o rugbiste si agisce così in modo mellifluo. Ma loro, Callipatira insegna, non si fermeranno. Sono culturalmente lo spettacolo più bello dello sport.
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Serie B R L’ultima giornata (ore 20.30)
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VENERDÌ 22 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Il Vicenza con 11.000 cuori per la pole position 1Stadio pieno questa sera: se Marino vince può tenere dietro il Bologna, chiudere al terzo posto e fare i playoff da favorito Alberta Mantovani VICENZA
A
vrebbe potuto essere un autentico spareggio per la promozione diretta. Il Vicenza ci ha sperato a lungo, poi ha perso il passo del Frosinone che stasera arriva al Menti da fresca neopromossa. Ma la sfida fra seconda e terza della classifica conta tanto lo stesso per i biancorossi che vogliono a tutti i costi quel terzo posto mantenuto nell’ultimo turno grazie al rigore del pari di Cocco al 93’ a Livorno e al quasi contemporaneo gol dell’1-1 della Pro Vercelli con il Bologna. Entusiasmo alle stelle tra i tifosi del Vicenza che riempiranno ancora una volta lo stadio (almeno 11 mila stasera), la cui capienza è stata ampliata nell’ultimo mese di 3 mila posti
PT
CARPI FROSINONE VICENZA BOLOGNA SPEZIA PERUGIA AVELLINO LIVORNO PESCARA BARI TRAPANI LANCIANO LATINA PRO VERCELLI CATANIA TERNANA CROTONE MODENA ENTELLA CITTADELLA BRESCIA (-6) VARESE (-4)
79 71 65 65 64 63 59 59 58 54 50 50 49 49 48 48 47 46 46 44 39 35
(4-3-1-2)
PARTITE
RETI
V
N
P
F
S
41 41 41 41 41 41 41 41 41 41 41 41 41 41 41 41 41 41 41 41 41 41
22 20 17 16 17 15 15 15 15 14 12 10 11 12 12 12 12 10 10 9 11 9
13 11 14 17 13 18 14 14 13 12 14 20 16 13 12 12 11 16 16 17 12 12
6 10 10 8 11 8 12 12 13 15 15 11 14 16 17 17 18 15 15 15 18 20
59 61 42 48 58 47 40 57 66 43 54 49 37 45 59 34 42 36 37 47 51 40
28 47 36 35 40 40 39 47 55 48 66 47 40 55 60 47 52 38 52 54 61 65
SERIE A PLAYOFF PLAYOUT RETROCESSIONI
PLAYOFF TURNO PRELIMINARE martedì 26 6a-7a (A) ore 18.30 - 5a-8a (B) ore 21 SEMIFINALI venerdì 29 vincente A-3a ore 18.30 vincente B-4a ore 21 martedì 2 giugno 4a-vincente B ore 18.30 3a-vincente A ore 21 FINALE 5 e 9 giugno, ore 20.30
PLAYOUT sabato 30 maggio 19a-18a ore 18.30 sabato 6 giugno 18a-19a ore 18.30
OGGI ore 20.30
23 GROSSI 21 NUNZELLA
29 AGAZZI
19 FERRARIO
CITTADELLA
(4-4-2)
CROTONE
PERUGIA
(4-3-3)
ENTELLA
(4-3-3)
ANDATA 2-1
OGGI ore 20.30
ANDATA 0-2
OGGI ore 20.30
ANDATA 2-0
OGGI ore 20.30
ANDATA 1-3
OGGI ore 20.30
ANDATA 1-1
29 TROTTA 20 23 BITTANTE ANGELI
20 PAGHERA 18 CONTI
12 PINSOGLIO
8 32 TROIANO BATTOCCHIO
15 5 CRESCENZI HEGAZY
25 2 COMOTTO FARAONI 1 KOPRIVEC
5 RUSSO
24 BELLI
ARBITRO Fabbri di Ravenna. GUARDALINEE Del Giovane-Liberti. TV Sky Calcio 9. PREZZI 2-55 euro.
2 PUCINO
1 FIORILLO 15 13 SALAMON ZUPARIC 16 32 BRUGMAN MEMUSHAJ
7 POLITANO
25 PASQUATO
29 ROSSI
8 BJARNASON
(4-2-3-1)
BARI
(4-3-3)
OGGI ore 20.30
25 MILOS
1 CHICHIZOLA 31 5 17 PICCOLO BIANCHETTI MIGLIORE 30 27 BREZOVEC CANADJIJA 32 KVRZIC
10 23 CATELLANI STEVANOVIC
23 MAICON
9 DE LUCA
17 EBAGUA
33 BELLOMO
5 23 DONATI SCHIATTARELLA
27 15 CALDERONI CONTINI
(3-5-2)
TRAPANI
VARESE
(4-4-2)
PRO VERCELLI
OGGI ore 20.30
2 JANSE
2 SABELLI
4 VALJENT
7 GAVAZZI
10 VIOLA
OGGI ore 20.30
17 POPESCU
15 PERTICONE
27 ERAMO
3 VITALE
(4-3-3) ANDATA 0-1
1 GOMIS 4 13 PAGLIARULO CALDARA
5 SCOZZARELLA
7 BASSO 20 FALCO
11 CURIALE
9 MIRACOLI
20 FORTE
10 FABIANO
32 BERETTA
30 DI ROBERTO
21 CASTIGLIA
20 MUSACCI
3 GERMANO
14 ROSSI
30 CULINA
4 DONDONI
2 LUONI
12 LA GORGA
25 SCAGLIA
4 BANI
26 NADAREVIC
5 COSENZA
29 FERRI
22 CIPRIANI
12 MICAI
PESCARA Oddo ha lavorato sul 4-2-3-1 e sul 4-4-2. Maglia da titolare per Pasquato, torna dall’inizio anche Politano. PANCHINA 18 Aresti, 6 Fornasier, 11 Zampano, 20 Gessa, 34 Torreira, 28 Lazzari, 10 Caprari, 19 Pettinari, 9 Sansovini. ALL. Oddo. SQUAL. nessuno. DIFF. Aresti, Fornasier, Pucino e Rossi.
SPEZIA A riposo Juande, Bakic non ce la fa e Datkovic ha un’infiammazione muscolare. Situm e De Col probabilmente in panchina perché diffidati. PANCHINA 22 Nocchi, 3 De Col, 26 Valentini, 4 Acampora, 7 De las Cuevas, 18 Situm, 24 Gagliardini, 9 Giannetti, 14 Cisotti. ALL. Bjelica. SQUAL. nessuno. DIFF. Canadija, De Col e Situm.
MODENA Schiavone sarà nella linea a tre, alle spalle di Granoche, con Garritano e Fedato. Possibile Marzorati a centro difesa e Gozzi spostato a destra. PANCHINA 1 Manfredini, 2 Calapai, 28 Zoboli, 27 Manfrin, 8 Nizzetto, 11 Sakaj, 31 Besea, 9 Ferrari, 37 Guidiala. ALL. Melotti-Pavan. SQUAL. Acosty e Signori. DIFF. Acosty, Calapai, Granoche, Salifu, Schiavone e Zoboli.
LIVORNO Panucci deve decidere se impiegare dall’inizio Biagianti; se dovesse partire dalla panchina spazio all’ex Appelt. Attesa per il debutto tra i pali del 19enne Cipriani al posto dello squalificato Mazzoni. PANCHINA 36 Pulidori, 7 Belingheri, 2 Strasser, 6 Empereur, 31 Remedi, 3 Gemiti, 38 Appelt, 16 Galabinov, 18 Jefferson. ALL. Panucci. SQUAL. Mazzoni. DIFF. Emerson, Lambrughi, Mazzoni, Moscati e Siligardi.
BARI Torna Calderoni, Defendi si aggiunge alla lista di indisponibili. Un tris di baby in panchina: Scalera, Minicucci e Castrovilli esordiranno durante il corso del match. PANCHINA 1 Guarna, 3 Salviato, 8 Rinaudo, 28 Scalera, 4 Romizi, 34 Minicucci, 30 Castrovilli, 10 Galano, 18 Caputo. ALL. Nicola. SQUAL. nessuno. DIFF. Bellomo, Boateng, Camporese, Caputo, Defendi, Galano, Romizi, Sabelli e Schiattarella.
VARESE Si è infortunato anche Fiamozzi. Il club non ha pagato l’Irpef di gennaio e febbraio, sarà penalizzato nella prossima stagione. PANCHINA 22 Birighitti, 26 Rojas, 16 Mancino, 6 Blasi, 29 Truzzi, 34 Piccoli, 23 Cristiano, 11 Lores, 18 Capello. ALL. Bettinelli. SQUAL. Borghese. DIFF. Cristiano, De Vito, Fiamozzi, Forte, Neto Pereira e Rossi.
PRO VERCELLI Problemi nella mediana: Scavone e Ronaldo sono infortunati, Ardizzone è squalificato. Scazzola avanza Germano sulla fascia. In difesa al posto di Coly ci sarà Bani. PANCHINA 1 Viotti, 6 Milesi, 2 D’Alessandro, 11 Liviero, 14 Emmanuello, 18 Belloni, 7 Luppi, 16 Sprocati, 27 Bunino. ALL. Scazzola. SQUAL. Ardizzone e Coly. DIFF. Beretta, Ferri, Russo e Scavone.
ARBITRO Nasca di Bari. GUARDALINEE Carbone-Di Vuolo. TV Sky Calcio 10. PREZZI 12-85 euro.
ARBITRO Maresca di Napoli. GUARDALINEE Lo Cicero-De Meo. TV Sky Cal. 4 e Premium C. 1. PREZZI 1-55.
ARBITRO Manganiello di Pinerolo. GUARDALINEE Intagliata-Cangiano. TV Sky Calcio 6. PREZZI 1-45 euro.
ARBITRO Merchiori di Ferrara. GUARDALINEE Gori-Zappatore. TV Sky Calcio 11. PREZZI 2-15 euro.
ARBITRO Roca di Foggia. GUARDALINEE Marinelli-Olivieri. TV Sky Calcio 12. PREZZI 10-27 euro.
TERNANA Fazio retrocede sulla linea dei difensori. A centrocampo spazio a Janse sulla corsia di destra mentre al centro Eramo è favorito su Palumbo. PANCHINA 1 Sala, 14 Gagliardini, 23 Russo, 24 Dianda, 28 Palumbo, 33 Tascone 11 Falletti, 15 Bojinov, 31 Milinkovic. ALL. Tesser. SQUAL. Dugandzic e Meccariello. DIFF. Bastrini, Bojinov, Ceravolo, Eramo, Palumbo e Vitale.
VICENZA
(4-3-3)
FROSINONE
(4-4-2)
OGGI ore 20.30
31 SAMPIRISI
14 CIARAMTARO
9 CERAVOLO
21 BARBERIS
CROTONE Sono fuori Balasa e Ferrari per infortunio, Martella e Gigli per squalifica. Drago ripropone ancora Zampano mentre in attacco torna Ciano dall’inizio. PANCHINA 22 Stojanovic, 13 Ferrari, 6 Dezi, 4 Galardo, 20 Salzano, 7 Ricci, 10 De Giorgio, 18 Padovan, 19 Rabusic. ALL. Drago. SQUAL. Gigli e Martella. DIFF. Ciano, Cordaz, Dos Santos, Matute, Padovan e Salzano.
ANDATA 0-1
22 VIGORITO 29 RIZZATO
20 AVENATTI
32 28 JAKIMOVSKI CAPEZZI 3 DE VITO
(4-3-1-2)
ANDATA 0-2
22 BRIGNOLI 13 FAZIO
7 BOATENG
21 RADA
CITTADELLA Emergenza a centrocampo: Rigoni e Paolucci out. In attacco rientra Sgrigna, ma mancherà Stanco. PANCHINA 22 Valentini, 7 Coralli, 2 Pecorini, 6 Signorini, 24 Bizzotto, 32 Camigliano, 18 Donazzan, 21 Lora, 33 Vaccarecci. ALL. Foscarini. SQUAL. Rigoni e Stanco. DIFF. Busellato, Camigliano, Coralli, De Leidi, Gerardi, Kupisz e Minesso.
TERNANA
21 NENE’
20 28 27 10 8 JELENIC DJOKOVIC BIAGIANTI LUCI MOSCATI 11 5 17 LAMBRUGHI EMERSON CECCHERINI
ANDATA 3-0
CARPI Carpi decimato, sono pronti Pasini, Mbaye e Gatto. Ieri incontro a Modena per lo stadio, tramontata ormai l’ipotesi Parma. PANCHINA 30 Brunelli, 12 Maurantonio, 16 Sarzi Puttini, 27 Torelli, 28 Laner, 26 Loi, 18 Pugliese, 9 Inglese, 25 Palmieri. ALL. Castori. SQUAL. nessuno. DIFF. Porcari, Sabbione e Struna.
1 PARONI
27 LIGI
ARBITRO Di Paolo di Avezzano. GUARDALINEE Alassio-De Troia. TV Sky Calcio 7. PREZZI 1-45 euro.
24 VANTAGGIATO
LATINA infortunati Dellafiore, Olivera, Paolucci e Talamo. Iuliano è così costretto al forzato recupero di Viviani e Alhassan, non ce la fa Sowe. PANCHINA 12 Farelli, 2 Atiagli, 4 Criscuolo, 5 Bouhna, 19 Mangni, 26 Maciucca, 28 Jaadi, 34 Shahinas, 35 Oduamadi. ALL. Iuliano. SQUAL. Ammari e Valiani. DIFF. Bruscagin, Figliomeni, Mangni, Milani e Sowe.
2 IACOPONI
4 VOLPE
ARBITRO Pasqua di Tivoli. GUARDALINEE Segna-Paiusco. TV Sky Calcio 1. PREZZI 10-42 euro.
9 MELCHIORRI
13 GOZZI
18 RIZZO
17 COSTA FERREIRA
ARBITRO Chiffi di Padova. GUARDALINEE Bolano-Zivelli. TV Sky Calcio 5. PREZZI 1-35 euro.
22 DI GENNARO
33 RUBIN
10 9 MAZZARANI SFORZINI
ARBITRO Baracani di Firenze. GUARDALINEE Santoro-Prenna. TV Sky Cal. 2, Premium C. 2. PREZZI 8-65.
ANDATA 2-1
25 MARTINELLI 6 MARZORATI
21 SUCIU
28 9 39 CIANO TORREGROSSA STOIAN
9 GERARDI
19 FOSSATI
17 MAIELLO
ENTELLA Aglietti non recupera nessuno, stessa formazione di sabato scorso senza Cutolo e Masucci, infortunati, e Cesar squalificato. PANCHINA 36 Coser, 3 Cecchini, 25 Baldanzeddu, 23 Botta, 6 Di Tacchio, 7 Staiti, 11 Moreo, 20 E. Lanini, 19 Rozzi. ALL. Aglietti. SQUAL. Cesar. DIFF. Botta, Masucci, Troiano e Volpe.
OGGI ore 20.30
20 SALIFU 15 CIONEK
5 18 SCHIAVI DEL PRETE
8 NICCO
14 MATUTE
PERUGIA Tornano Comotto e Goldaniga. Camplone intenzionato a schierare la difesa a 4 e a rinunciare a quasi tutti i diffidati per evitare squalifiche per i playoff. PANCHINA 22 Provedel, 20 Baldan, 6 Goldaniga, 4 Nielsen, 10 Taddei, 17 Fazzi, 7 Verre, 11 Fabinho, 45 Ardemagni. ALL. Camplone. SQUAL. nessuno. DIFF. Ardemagni, Giacomazzi, Hegazy, Mantovani e Verre.
SPEZIA
1 GILLET
10 SGRIGNA
28 9 27 LANZAFAME FALCINELLI PARIGINI
42 8 44 COPPOLA ESCALANTE SCIAUDONE 43 45 MAZZOTTA CECCARELLI
16 11 BENEDETTI MINESSO
CATANIA Del Prete potrebbe farcela, atrimenti c’è Belmonte, che non sta benissimo. Ballottaggio Escalante-Odjer, non convocato Castro (acciaccato). PANCHINA 22 Terracciano, 15 Sauro, 26 Belmonte, 24 Capuano, 23 Gyomber, 20 Chrapek, 39 Odjer, 14 Barisic, 34 Rossetti. ALL. Marcolin. SQUAL. Rinaudo. DIFF. Calaiò, Capuano, Castro, Chrapek, Escalante e Gyomber.
ANDATA 0-0
23 38 SCHIAVONE GARRITANO
19 PISACANE
9 CALAIO'
10 ROSINA
17 BUSELLATO
27 3 5 32 ZAMPANO DOS SANTOS CREMONESI MODESTO
AVELLINO Ampio turnover per preservare i diffidati in ottica playoff. Stagione finita per Chiosa e Soumarè, restano a casa pure il bomber Castaldo e Gomis. Tra i pali debutto per Bavena. PANCHINA 1 Frattali, 5 Ely, 13 Visconti, 25 Almici, 4 Arini, 8 D’Angelo, 18 Schiavon, 11 Sbaffo, 30 Mokulu. ALL. Rastelli. SQUAL. Zito. DIFF. Almici, Arini, Ely, Mokulu, Regoli, Trotta e Visconti.
OGGI ore 20.30
32 GRANOCHE
15 11 LASAGNA DI GAUDIO
7 MANIERO 14 REGOLI
30 KUPISZ
24 MBAYE
1 CORDAZ
5 3 PELLIZZER BARRECA
LANCIANO Gatto e Bacinovic infortunati, D’Aversa sembra intenzionato a dare spazio a chi ha giocato meno. PANCHINA 1 Aridità, 2 Aquilanti, 6 Amenta, 3 Mammarella, 17 Vastola, 32 Pinato, 24 Di Cecco, 15 De Silvestro, 8 Monachello. ALL. D’Aversa. SQUAL. nessuno. DIFF. Bacinovic, Di Cecco, Ferrario, Monachello, Paghera, Piccolo, Thiam e Troest.
(4-5-1)
39 FEDATO
14 GATTO
17 PORCARI
25 4 CAPPELLETTI DE LEIDI
BRESCIA Convocato anche il febbricitante Budel: probabile l’impiego di Quaggiotto, H’Maidat e Scaglia a centrocampo. In porta potrebbe giocare Andrenacci (’95). PANCHINA 1 Arcari, 2 Lancini, 31 Boniotti, 35 Cistana, 23 Morosini, 11 Da Silva, 28 Valotti, 33 Strada, 34 Sodinha. ALL. Calori. SQUAL. Tonucci. DIFF. Caracciolo, Morosini, Quaggiotto e Scaglia.
(4-2-3-1)
11 LITTERI
19 PASCIUTI
1 PIEROBON
6 3 GAGLIOLO LETIZIA
BOLOGNA Rossi medita di confermare la squadra di Vercelli. Ieri incontro tra Saputo e Montezemolo per una serata conviviale. PANCHINA 35 Coppola, 24 Ferrari, 3 Morleo, 6 Krsticic, 8 Garics, 19 Troianiello, 18 Acquafresca, 9 Cacia, 33 Improta. ALL. Rossi. SQUAL. Ceccarelli. DIFF. Abero, Bessa, Cacia, Ferrari, Garics, Mancosu e Matuzalem.
LIVORNO
24 BIDAOUI
21 ROMAGNOLI
(4-3-3)
12 BAVENA
PESCARA
8 14 CRIMI ALHASSAN
6 FABBRO
26 FILKOR
(4-3-3)
22 GABRIEL 32 PASINI
9 COMI 21 KONE
17 VERGARA
CARPI
12 NICOLAS
(3-5-2)
6 13 7 ANGELO RISTOVSKI VIVIANI
22 ANDRENACCI 15 3 6 20 ZAMBELLI ANT CARACCIOLO DI CESARE GARGIULO 21 18 88 QUAGGIOTTO H'MAIDAT SCAGLIA 17 BENALI 19 7 SESTU CORVIA
10 PICCOLO
5 TROEST
(4-3-1-2)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
(4-3-1-2)
(4-2-3-1)
29 3 FIGLIOMENI BRUSCAGIN
BRESCIA
già promosso e il tecnico è carico: «Le motivazioni sono altissime»
● I playoff in B sono stati introdotti nel 2004-05 e in 9 edizioni (nel 2007 non vennero disputati) 7 volte li hanno vinti le squadre terze classificate: Torino 2005 (risultato poi annullato dalla giustizia sportiva) e 2006, Lecce 2008, Livorno 2009, Brescia 2010, Novara 2011 e Livorno 2013. Invece nel 2012 li ha vinti la Sampdoria da sesta (terzo arrivò il Sassuolo) e nel 2014 li ha vinti il Cesena da quarto (terzo arrivò il Latina).
CATANIA
MODENA
23 BROSCO
IL TECNICO Marino potrebbe rinunciare a Di Gennaro, che
RArriva il Frosinone
TERZE IN CLASSIFICA PROMOSSE AI PLAYOFF SETTE VOLTE SU NOVE
(3-5-2)
1 DA COSTA 2 20 25 OIKONOMOU MAIETTA MASINA 16 5 29 CASARINI MATUZALEM BUCHEL 21 LARIBI 10 11 MANCOSU SANSONE 27 CERRI
rientrato da un mese e mezzo dal lungo stop, per finire terzo: l’eventuale vittoria del Bologna non importerebbe, perché il Vicenza è in vantaggio nello scontro diretto.
clic
AVELLINO
7 MBAYE
9 THIAM
Andrea Cocco, 29 anni, in questa stagione ha segnato 18 gol LAPRESSE
non è in perfette condizioni, e spedire in cabina di regia Moretti. Sottolinea con orgoglio il tecnico: «Nel nostro percorso di grande continuità, la squadra ha avuto qualche problematica solo quando c’è stato da giocare tre gare in otto giorni, unicamente perché l’organico non è foltissimo. Ma in ogni occasione la partita ha sempre cercato di farla il Vicenza, compresa l’ultima a Livorno, contro un’avversaria che aveva bisogno di vincere per entrare nei playoff». Il terzo posto è vicino e il tecnico ci crede: «Le motivazioni sono altissime, la terza posizione ci darebbe qualche piccolo vantaggio, anche se c’è molto equilibrio. Le squadre in corsa in effetti si equivalgono e poi dopo si azzera tutto, i playoff sono davvero un altro campionato».
(4-3-3)
LANCIANO
G
LATINA
L’ENTUSIASMO Reduce da due retrocessioni di fila e da playoff di Lega Pro senza fortuna lo scorso anno, ripescato in agosto, il Vicenza era terzultimo dopo dieci giornate, quando Marino lo ereditò da Lopez. Se finisce il campionato al terzo posto, dopo aver lottato per la promozione diretta, fa un’impresa e i tifosi si sono sempre più entusiasmati con il passare delle giornate. Fare i playoff da terza, in passato, ha voluto dire Serie A 7 volte su 9. Il Vicenza confida soprattutto in Cocco, 18 gol e in corsa per il titolo di capocannoniere, e nei miglioramenti di Ragusa, in cerca della condizione dopo essere
BOLOGNA
CLASSIFICA SQUADRE
(ora sono più di 13 mila) per venire incontro alle crescenti richieste di biglietti di un pubblico trascinato dai sorprendenti risultati.
22 RUSSO
TRAPANI Oltre a Terlizzi e Vidanov, infortunati, assente in difesa anche Daì per squalifica. Tornano a disposizione Martinelli e Perticone. PANCHINA 22 Marcone, 6 Zampa, 9 Abate, 18 Citro, 21 Feola, 23 Lo Bue, 25 Lombardi, 28 Aramu, 31 Malele. ALL. Cosmi. SQUAL. Daì. DIFF. Ciaramitaro, Gomis, Martinelli e Perticone.
26 CAMISA
23 GENTILI
3 D’ELIA
16 VITA
4 MORETTI
8 CINELLI
11 SPINAZZOLA
19 COCCO
28 RAGUSA
19 LUPOLI
9 D. CIOFANI
10 SODDIMO
7 FRARA
23 SAMMARCO
16 FRAIZ
13 M. CIOFANI
21 BERTONCINI
29 CARLINI 2 ZANON
22 PIGLIACELLI
VICENZA D’Elia è recuperato, pare invece non farcela Manfredini. A centrocampo Di Gennaro potrebbe rifiatare. Vigorito ha rinnovato fino al 2017, Sbrissa fino al 2018. PANCHINA 1 Bremec, 17 Manfredini, 14 Garcia Tena, 6 Alhassan, 20 Sbrissa, 21 Di Gennaro, 27 Laverone, 10 Giacomelli, 24 Petagna. ALL. Marino. SQUAL. Brighenti. DIFF. Di Gennaro, Garcia Tena, Laverone, Petagna, Ragusa e Sciacca. FROSINONE Stellone ne cambia 7 rispetto all’ultima gara con il Crotone. Al debutto Fraiz. Blanchard ha rinnovato fino al 2019. PANCHINA 1 Zappino, 3 Crivello, 30 Pamic, 4 Russo, 5 Gori, 17 Paganini, 24 Ranelli, 28 Crescenzi, 18 Dionisi. ALL. Stellone. SQUAL. Blanchard, Cosic e Gucher. DIFF. Blanchard, M. Ciofani e Zappino. ARBITRO Ghersini di Genova. GUARDALINEE Pentangelo-Soricaro. TV Sky Calcio 3. PREZZI 14-40 euro.
Serie B R L’ultima giornata (ore 20.30)
VENERDÌ 22 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
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25
4
● i campionati giocati da Massimo Oddo con la maglia del Milan: una prima volta dal gennaio 2007 al giugno 2008 dopo essere arrivato dalla Lazio; una seconda volta nel 2009-10 e 2010-11, prima di chiudere la sua carriera di difensore con il Lecce.
● i campionati giocati da Christian Panucci con la squadra rossonera all’inzio della carriera, dopo due ottime stagioni con il Genoa in Serie A. Il difensore è stato al Milan per tre stagioni intere dal 1993 al 1996 e nel gennaio 2007 è passato al Real Madrid.
Massimo Oddo, 38 anni IMAGE
Christian Panucci, 42 anni OMEGA
Oddo-Panucci, un duello diabolico
1Pescara-Livorno vale i playoff: di fronte due tecnici che con il Milan hanno vinto la Champions Alessandra Bocci
L
a differenza sta nella disperazione. E nell’orgoglio, e nel premio più grande. Era così nelle coppe dei Campioni degli anni passati ed è così adesso. Christian Panucci è stato protagonista inaspettato nella finale di Champions League ad Atene, aveva vent’anni. Massimo Oddo ha vinto la sua coppa in età matura, 13 stagioni più tardi. Non sono state serate qualsiasi per il Milan. Ad Atene i rossoneri hanno vinto forse nel modo più strano e sorprendente. Tempo dopo dovevano riprendersi un titolo buttato via a Istanbul: Oddo c’era, come se le tante annate passate da quando era nella Primavera non fossero state neppure con-
sumate. Oggi Panucci e Oddo si ritrovano in una partita che conta quanto quelle. Non è Champions, né Europa. E’ una carriera che si forma. ENFANT PRODIGE Panucci arriva nel Milan nella prima metà degli anni Novanta: a Genova è un piccolo idolo, a Milano uno dei tanti. Diventerà un pupillo di Capello che lo vorrà con sé come apprendista allenatore in Russia. Vincerà una Coppa nel modo più inconsueto, contro il Barcellona superfavorito, da terzino sinistro, in una squadra decimata da infortuni e squalifiche. Vincerà ancora con il Real Madrid, contro la Juve, a metà anni Novanta. Adesso si parla tanto della Decima di Ancelotti, ma la Settima per i madridisti è stata una magia e Panucci c’era.
RL’allenatore di
casa è al debutto e quando era in Primavera aveva davanti il rivale
RIl tecnico ospite
è un giramondo e nella nuova veste si sta rivelando molto pragmatico
Settima coppa anche per il Milan nel 2007, dopo il sortilegio di Atene. Oddo presente, cantante scatenato a fine serata. Il numero 7 è magico. Magico l’anomalo ruolo di terzino sinistro per Panucci ad Atene, magico il momento di Oddo tanti anni dopo. Pensare che i due, che si affrontano adesso da allenatori in un derby che va da una costa all’altra dell’Italia, si erano incrociati nei primi anni Novanta a Milanello. Bimbo prodigio subito in prima squadra uno, ragazzo da crescere nella Primavera l’altro. Fra Panucci e Oddo non passano generazioni, ma pochi anni, così come non passa tanta differenza fra le aspirazioni di Livorno e Pescara che si sfidano per un posto nei playoff. Pescara è una nobile realtà, ha proposto un calcio rivo-
luzionario con Galeone, ha proposto rischio e innocenza tanti anni dopo con Stroppa. Livorno è ruvida e essenziale: il calcio più che spettacolo deve produrre risultati e la prima regola per il Panucci allenatore è «Cerchiamo di riportare gente allo stadio». I livornesi sono stravaganti. Non hanno un albo d’oro pesante, ma non si accontentano: se Panucci li porterà ai playoff apprezzeranno il ligure pragmatismo. CONTROCORRENTE Panucci e Oddo non potrebbero essere più diversi di così. Uno figlioccio dell’allenatore più vincente della A, l’altro protagonista, ma defilato, con il superpremiato Ancelotti. Uno dopo Milano ha cercato fortuna nel mondo intero, ha vinto con il Real Madrid
ma ha giocato tanto con la Roma. L’altro si è affermato nella Lazio e grazie alla Lazio è tornato da vincente a Milanello. Dicono che Oddo abbia scelto il numero di maglia di Panucci perché gli piaceva il suo stile da italiano di successo, quello che è certo è che a Milano sono stati entrambi giovani e vincenti. Però i playoff di B sono un’altra cosa, il lavoro di allenatore tutto da sperimentare, soprattutto per Oddo che è arrivato pochi giorni prima di proiettarsi in una partita che è come una finale. Non sarà Champions League, però per loro questo Pescara-Livorno gli somiglia molto. Da Atene ad Atene, da Livorno a Pescara. Città di porto. Nei porti si arriva e si parte per grandi viaggi. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Lega Pro R Il caso
Sconto alla Reggina Non è retrocessa e può fare i playout Che sfida al Messina 1Accolto il ricorso
per il -3 risalente all’iscrizione di luglio. Il derby sarà martedì. E il Savoia va in D
Nicola Binda
A
minare la credibilità del sistema calcio, arriva un’altra sentenza tardiva che sconvolge (stavolta) il programma dei playout. Il Collegio di Garanzia dello Sport, dopo aver restituito 3 punti alla Pro Piacenza per un fatto del 2013-14 (irregolare posizione di un calciatore) che aveva portato a 8 punti di penalizzazione, ne ha anche restituiti 2 alla Reggina (era a -3) per una vicenda legata all’iscrizione a questo campionato (un punto per la mancata presentazione della fideiussione e due per il mancato pagamento nei termini degli stipendi di maggio e giugno 2014). In questo modo, con le classifiche ridisegnate, è stato stravolto il programma dei playout che iniziano domani: nel girone B la Pro Piacenza non gioca più contro il Gubbio (che dovrà vedersela col Savona) ma contro il Forlì, mentre nel girone C la Reggina entra
Lillo Foti, 65 anni, presidente LAPRESSE
negli spareggi scavalcando il Savoia (che quindi retrocede ai posto dei calabresi in D) e dovrà sfidare il Messina, in un derby al Granillo tra l’altro ad alto rischio per l’ordine pubblico che, non a caso, è stato fatto slittare da domani a martedì. IL CASO La Reggina aveva fatto ricorso al Coni dopo aver ricevuto, circa due settimane fa, le motivazioni della sentenza. Dopo il caso degli incentivi all’esodo (già due volte in questa stagione il Tribunale d’appello aveva smentito la Disciplinare, che in primo grado aveva dato pesanti penalizzazioni al club), anche il Collegio di Garanzia ha dato ragione alla Reggina.
In pratica le è stata riconosciuta l’attenuante del 182 bis, il piano di ristrutturazione richiesto al Tribunale di Reggio Calabria per evitare il fallimento; fino a quando il piano non è stato approvato, la Reggina non ha potuto rispettare gli impegni e l’avrebbe fatto solo (il presidente Lillo Foti garantisce di sì) una volta ottenuto l’ok del Tribunale. Resta solo il punto di penalizzazione per la mancata presentazione della fideiussione, perché quella non è in carico alla società ma alla proprietà e quindi doveva essere fatta a prescindere dalla ristrutturazione. LE CONSEGUENZE Foti è ovviamente molto soddisfatto e ha detto: «Questa è la conferma che i comportamenti della Reggina sono stati regolari». Qui non è in ballo l’equità o meno della sentenza, anche se nel corso della stagione più volte è sorto il dubbio - relativamente anche a casi di altri club - quali fosse l’effettiva condanna per chi non rispetta le scadenze. Il problema non è la Reggina, ci mancherebbe. Qui è in ballo la tempistica di una sentenza che sconvolge i campionati. Le iscrizione sono state fatte a luglio, i playout cominciano domani. La giustizia sportiva, dopo la riforma, non è riuscita ad accelerare i tempi, anzi forse li ha allungati, scatenando pesanti conseguenze per i tornei, la cui credibilità è fortemente minata. Già il calcioscommesse ci sta mettendo del suo, facendo passare la passione alla gente. Se anche la giustizia sportiva non trova il modo per essere più celere e credibile, rischiamo di trovarci in breve tempo con gli stadi vuoti. © RIPRODUZIONE RISERVATA
SUPERCOPPA
Tris della Salernitana Menichini spera ancora e chiede aiuto al Teramo SALERNITANA-TERAMO 3-1 MARCATORI Gabionetta (S) al 1’, Fiore (T) al 41’ p.t.; Cristea (S) al 3’, Lanzaro (S) al 18’ s.t. SALERNITANA (4-3-3) Russo 5,5; Grillo 6 (dal 13’ s.t. Bianchi 6), Lanzaro 6,5, Bocchetti 6, Franco 6; Bovo 6,5, Pestrin 6,5, Favasuli 6; Caetano 6, Cristea 6,5 (dal 44’ s.t. Cappiello s.v.), Gabionetta 7 (dal 33’ s.t. Perrulli s.v.). (Gori, Penta, Tagliavacche, Dragonetti). All. Menichini 6,5. TERAMO (3-5-2) Narduzzo 6,5; Diakite 6,5, Speranza 5,5, Perrotta 6; Brugaletta 6 (dal 34’ s.t. Di Paolantonio s.v.), Fiore 6,5, Amadio 6, Cenciarelli 6 (dal 21’ s.t. Petrella 6), Masullo 5,5 (dal 13’ s.t. Di Matteo 6); Lapadula 6,5, Donnarumma 6. (Tonti, Caidi, Scipioni, Bucchi). All. Vivarini 6.
ARBITRO Caso di Verona 6,5. NOTE paganti 1.785, incasso non comunicato. Ammoniti Bocchetti e Amadio. Angoli 4-5.
Roberto Guerriero SALERNO
L
a Salernitana vince e, nonostante il k.o. di Novara, torna a sperare nella vittoria della Supercoppa. Sarà decisiva l’ultima partita, Teramo-Novara di domenica, anche se ai piemontesi basterà un pari per chiudere in bacheca il trofeo. Sotto la pioggia, e senza Lotito sugli spalti, la squadra di Menichini si impone con merito. Le assenze condizionano soprattutto gli ospiti che si ri-
trovano sotto di un gol dopo soli 23 secondi. Gabionetta con un preciso diagonale (assist di Cristea) mette alle spalle di Narduzzo. La Salernitana potrebbe chiudere i conti dopo la mezz’ora. L’arbitro assegna un rigore per fallo di Masullo su Gabionetta, ma Narduzzo neutralizza il tiro di Caetano che poi, sulla respinta, manda alto. Il pari del Teramo arriva poco dopo con un beffardo tiro di Fiore e la complicità di Russo. Nella ripresa la Salernitana raddoppia con Cristea. Poi ci pensa Lanzaro, colpo di testa sugli sviluppi di un angolo, a mettere i titoli di coda. La Salernitana chiude così con una vittoria la stagione in Lega Pro. Da oggi si penserà alla Serie B ed alla squadra del futuro. A breve probabile incontro tra la proprietà e Menichini per decidere le sorti del tecnico. Per il Teramo, invece, c’è ancora il Novara. © RIPRODUZIONE RISERVATA
LA GUIDA Semifinali playoff Si parte a Como e a Reggio Emilia ● Questa la situazione nella fase post campionato di Lega Pro.
SUPERCOPPA CLASSIFICA Novara e Salernitana p. 3; Teramo 0. TERZA GIORNATA Domenica 24: Teramo-Novara (ore 20.45, diretta su Raisport). REGOLAMENTO Se ci sono due o tre squadre a pari punti, si guardano differenza reti, maggior numero di reti segnate, maggior
numero di reti segnate nella partita in trasferta; sorteggio. PLAYOFF PRIMO TURNO Così lo scorso fine settimana: Benevento-Como 1-2, Bassano-Juve Stabia 6-5 (dts e rigori), Ascoli-Reggiana 2-4 (dts), Matera-Pavia 2-1 (dts). SEMIFINALI L’andata è domenica: Como-Matera (ore 19) e ReggianaBassano (ore 18, diretta su Raisport). Ritorno domenica 31 con MateraComo (ore 16) e Bassano-Reggiana (ore 18, diretta su Raisport). FINALE L’andata è domenica 7 giugno sul campo della peggio classificata, il ritorno è il 14. REGOLAMENTO Al ritorno, in caso di
parità al 90’, si va ai supplementari; se la parità persiste, si va ai rigori. PLAYOUT Il nuovo programma delle partite di domani: le gare di ritorno sono sabato 30 e chi perde va in D): GIRONE A Pordenone-Monza e Lumezzane-Pro Patria (ore 16). Anche le sfide di ritorno sono alle 16. GIRONE B Savona-Gubbio e Pro Piacenza-Forlì (ore 15). Le sfide di ritorno iniziano alle ore 17. GIRONE C Savoia-Messina (martedì 26) e Ischia-Aversa Normanna (ore 17). Le sfide di ritorno iniziano alle 15. GIA’ RETROCESSE AlbinoLeffe (A), San Marino (B) e Savoia (C) dopo il campionato sono scese dirette in D.
●
26
98° Giro d’Italia R 12a tappa, Imola-Vicenza (Monte Berico) San Lorenzo al Mare
1 km 17,6
Albenga
Rapallo
2 km 177 Sanremo
TEAM ORICA GERRANS
FEROCE Alberto Contador, 32 anni, nell’allungo decisivo a 600 metri dall’arrivo BETTINI
Paolo Marabini INVIATO A VICENZA
D
ue giganti sotto il diluvio. Primo e secondo. Ma hanno vinto entrambi. Ti aspettavi Gilbert ed eccolo lì, il campione del mondo di tre anni fa, puntuale e micidiale su quell’arrivo e con quel tempo da Ardenne: casa sua. Ti aspettavi Contador ed eccolo lì, il re dei grandi giri, padrone e spietato su quell’erta temuta, breve ma lunga e dura quanto basta per provarci: il suo pane. Un chilometro e 200 metri, punte all’11%, più Cauberg che Muro di Huy, capitolo conclusivo di una tappa-show che s’infiamma nell’ultima ora, dopo un avvio velocissimo, e che nei 600 metri finali dell’ascesa al Santuario della Madonna di Monte Berico manda agli archivi la prima vera crisi di Fabio Aru. Il sardo rimbalza all’indietro, sotto i colpi del Pistolero in rosa. E sul traguardo la sua smorfia da pugile tramortito, una via di mezzo tra terrore e sofferenza, dice tutto, molto di più di quei 14” di pedaggio da Contador — 8 di distacco più 6 di abbuono — che finiscono nel bilancio della sua giornata da dimenticare al più presto. Gambe in croce, forse già prima di quell’ultimo strappo: difficile credere solo al vuoto di zuccheri. E se è vero che mercoledì, nel finale di Imola, re Alberto gli aveva scoperto giusto un angolino di tallone d’Achille e poteva sembrare una quisquiglia, ieri ha fatto scattare il campanello d’allarme. Non l’ideale avvicinamento ai quasi 60 km della crono di domani, la tappa chiave prima delle grandi montagne: tra i filari del Prosecco ci toglieremo tanti dubbi. SOLLETICO Quattordici secondi, che poi sono 17 nella generale: spiccioli nell’economia di un Giro che è tutto fuorché deciso, tutto fuorché nelle mani di re Alberto — 9 tappe alla fine, non scherziamo — anche se, passata la paura della capriola sul rettilineo di Castiglione della Pescaia, il Pistolero dimostra quanto sia in crescendo, quanto sia solida la sua tenuta mentale, quanto siano to-
Genova VIVIANI MATTHEWS
3 km 136 Sestri Levante MATTHEWS MATTHEWS
Chiavari
4 km 150
La Spezia
5 km 152 La Spezia
FORMOLO CLARKE
Abetone POLANC CONTADOR
Montecatini Terme
6 km 183 Castiglione della Pescaia GREIPEL CONTADOR
Grosseto
Fiuggi
7 km 267 Fiuggi ULISSI CONTADOR
8 km 186 Campitello Matese INTXAUSTI CONTADOR
Benevento
Civitanova Marche
9 km 215 10 km 200 San Giorgio del Sannio TIRALONGO CONTADOR
Forlì
BOEM CONTADOR
Il giorno dei giganti Gilbert vola sotto il diluvio E Contador sfianca Aru 1A Vicenza, sullo strappo all’11% di Monte Berico,
il belga trasforma il finale in una classica. La maglia rosa attacca ancora, è secondo: il sardo perde 14”
ste le sue gambe, quanto sia duro metterlo in difficoltà, anche se sul più bello delle salite resta senza compagni, mentre gli Astana sono lì in quattro o cinque, ma non riescono a fargli nulla che non sia solletico. Poi ci sono gli altri. E la giornata passa tutto sommato indenne per Richie Porte, ancora un po’ scosso dalla penalizzazione, e rincuora l’ammaccato Rigoberto Uran: entrambi staccati di 3”, ma giusto in chiusura. VIA COL VENTO Un’altra tappa spettacolo, lo sapevamo, con quel finale da classica complicato
VENERDÌ 22 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT Forlì
Imola
11 km 153
Montecchio Maggiore
12 km 190 Imola
ZAKARIN CONTADOR
13 km 147
Vicenza (Monte Berico)
Jesolo
Treviso
Marostica
Pinzolo
14 km 59,4 15 km 165 16 km 174 Valdobbiadene Madonna di Campiglio
Aprica
Tirano
Melide
17 km 134
18 km 170 Lugano (Svizzera)
Gravellona Toce
19 km 236 Verbania
Saint-Vincent
20 km 199 Cervinia
27
Torino
21 km 178 Sestriere
Milano
GILBERT CONTADOR
PADRONE Philippe Gilbert, 32 anni, in carriera 10 classiche e un Mondiale, fa la differenza negli ultimi 300 metri BETTINI
L’arrivo nel temporale a Monte Berico: Philippe Gilbert domina, Alberto Contador anticipa i migliori FOTO ROBERTO BETTINI
dalla pioggia, e l’inevitabile corredo di rischi e cadute nelle difficili discese, soprattutto giù dalla Crosara: ne farà le spese anche Küng, lo svizzero campione del mondo dell’inseguimento che aveva cerchiato di rosso la crono di domani e che invece se la dovrà guardare in tv. Partenza a razzo: da Imola, in un’ora si vola nel vento, 52,2 km. E fila velocissima anche la successiva: 48,3 km di media. I giochi si cominciano a fare sulla salita di Castelnuovo, peraltro nulla di complicato. E mentre davanti si spegne pian piano la fuga di giornata, con Vervaeke e Zilioli ultimi a cedere, sotto il forcing della Tinkoff-Saxo siamo a una prima selezione anche nel gruppo dei big. Il Pistolero è pimpante come nei giorni migliori e sul Crosara fa le prove: 3700 metri di salita, punte al 17%, a 200 metri dal gpm allunga per tastare il polso — pardon, le gambe — ad Aru e soci. Il sardo non risponde subito, si accoda a Tiralongo e rientra allo scollinamento, ma con quell’affondo d’assaggio Contador capisce che la giornata del rivale non è di quelle buone. Salita del Perarolo: se ne va Pellizotti, ancora una volta genero-
so, lui e la sua Androni che ogni giorno ne mette almeno uno in fuga. La discesa è da prudenza per tutti, l’Astana si piazza davanti con sei uomini — Aru compreso — per regolare il traffico e intanto manda Kangert a caccia del fuggitivo. Due obiettivi in uno: vincere la tappa e strappare abbuoni a Contador. Che però non si scompone, anche se gli è rimasto appresso solo Kreuziger. Astuto lo spagnolo, sa che la Bmc lavorerà sodo per riportare sotto Gilbert, che ha messo nel mirino il Santuario già dalla primavera, con tanto di sopralluogo prima della Sanremo. E così sarà. Un chilometro e 200 metri all’arrivo, comincia la salita finale. Kangert e Pellizotti attaccano con 14” ancora in dote. Il friulano svuota il serbatoio di energie e si spegne, mentre l’estone sembra potercela fare. Ma dietro il gruppo dei big è scatenato e Gilbert si lancia come una furia sull'uomo di Aru. TRAMORTITO Gli ultimi 300 metri del vallone sono un capolavoro. E gli ultimi 50 si tramutano in viale del trionfo, sotto il diluvio che più bello non si può: prima vittoria dell’anno per il principe delle Ardenne, la seconda al Giro, sulle strade che potrebbero ospitare il Mondiale 2020: ma lui avrà 38 anni, chissà... Quando Gilbert alza le braccia al cielo, Aru sta ancora soffrendo di brutto, tramortito dal forcing di Contador, che dà l’anima per prendersi anche i 6” di abbuono, anticipando per il 2° posto un super Ulissi, Geschke e il beniamino di casa Battaglin. Uran e Porte pagano 3”, seguiti da un bravissimo Formolo, il baby veronese ancora con i primi nonostante la caduta. Aru chiude 26°, pilotato da Cataldo. E quella faccia è nera come la sua giornata. Poi possono partire anche i processi, all’Astana che manda un uomo all’attacco anziché tenerlo con gli altri per proteggere il capitano. E fallisce due volte: vittoria mancata, abbuoni sfumati. Anzi, tre: perché il distacco magari poteva essere più contenuto. Strategie, per carità. Ma il Pistolero incassa e ringrazia. In attesa della crono — oggi a Jesolo tocca ai velocisti — non è poca cosa. © RIPRODUZIONE RISERVATA
SCONVOLTO Fabio Aru, 24 anni, all’arrivo. Il leader dell’Astana ha chiuso 26° e ha perso 14” da Contador BETTINI
LA GUIDA Bravo Ulissi, terzo Porte e Uran a 6” Oggi sprint a Jesolo ARRIVO 1. Philippe GILBERT (Bel, Bmc) 190 km in 4.22'50", media 43,373; 2. Alberto CONTADOR (Spa, TinkoffSaxo) a 3"; 3. Diego ULISSI (Lampre-Merida); 4. Geschke (Ger); 5. Battaglin; 6. Tiralongo; 7. Izaguirre (Spa) a 6"; 8. Betancur (Col); 9. Van den Broeck (Bel); 10. Landa (Spa); 11. Uran (Col); 12. Porte (Aus); 26. Aru a 11". CLASSIFICA 1. Alberto CONTADOR (Spa, TinkoffSaxo) km 2035 in 51.17'06"; 2. Fabio Aru (Astana) a 17"; 3. Mikel Landa (Spa, Astana) a 55"; 4. Cataldo a 1'30"; 5. Kreuziger (R.Cec) a 1'55"; 6. Uran (Col) a 2'19"; 7. Visconti a 2'21"; 8. Caruso a 2'29"; 9. Amador (C.Rica) a 2'38"; 10. Konig (R.Cec) a 2'44"; 11. Formolo a 3'10"; 12. Porte (Aus) a 3'18"; 16. Van den Broeck a 3'42"; 21. Hesjedal (Can) a 6'21". OGGI 13ª tappa Montecchio MaggioreJesolo, 147 km, per velocisti
HIGHLIGHTS E NEWS TRE APPUNTAMENTI: 13.15, 19.30 E 23.15
SCATTA IL BETTO di PAOLO BETTINI
ARU COMINCIA A PAGARE UNA CONDIZIONE AFFRETTATA
D
ivido la mia analisi in due parti e inizio con le note positive. Gilbert è stato da applausi, ha reagito da campione. Solo i grandi atleti sono capaci di questi numeri quando non sono al top della condizione. Poi faccio i complimenti a Ulissi. Diego è stato sfortunato: ha forato, ha inseguito ed è riuscito ad arrivare lo stesso terzo. Sarebbe stato bello vederlo lottare con Gilbert in condizioni normali. Passiamo alle cose negative. Capisco sempre meno l’Astana. Hanno mandato in fuga Kangert senza motivo, poi si sono messi a tirare anche dietro. Tiralongo nel finale s’è lanciato per togliere gli abbuoni e ha finito per tirare la volata a Contador con Aru staccato. Forse non si parlano e ognuno corre per conto suo. Hanno una tattica come se fossimo
Condizioni molto difficili BETTINI
ancora alla quarta tappa, ma Aru non ha più quella brillantezza. Perché? Probabilmente Fabio s’è presentato al via con una grandissima motivazione e ha sfruttato i percorsi dei primi giorni per attaccare, anche perdendo un po’ di vista l’ottica generale della corsa. Non ha avuto un avvicinamento lineare al Giro e forse inizia a pagare una condizione recuperata in fretta. Domani la crono ci dirà la verità. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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98° Giro d’Italia R La sfida dei big «LA SQUADRA CONFIDA SU DI ME PER I 4 GIORNI TOP: DOVRÒ ESSERCI»
«CON QUESTI RITMI, MOLTI AVRANNO LA LINGUA DI FUORI LA 3a SETTIMANA»
IVAN BASSO 37 ANNI, TINKOFF-SAXO
FABIO SABATINI 30 ANNI, ETIXX-QUICK STEP
Gioia e sofferenza f LO SPAGNOLO MAGLIA ROSA
Contador spietato «Fabio era floscio Io sempre meglio» 1Scatto a -600 metri: «Crescerò ancora». Ieri
sera ha provato in camera la posizione da crono
Claudio Ghisalberti INVIATO A VICENZA
S
ul podio delle premiazioni ha ricevuto la maglia rosa da Brian Cookson, presidente dell’Uci, ed è tornato a stappare la bottiglia di spumante, cosa che non faceva dalla caduta di Castiglione della Pescaia. Pochi minuti prima, sotto il diluvio che ha accolto i corridori a Monte Berico, Alberto Contador aveva giocato con gli Astana come il gatto col topo. Lo spagnolo, praticamente senza squadra se si esclude qualche sprazzo di Rogers, e di Boaro in pianura, ha lasciato sfogare gli Astana, e la loro presunzione, per poi dare una stoccata sulla rampa finale. Un affondo costato ad Aru 14 secondi, 6 di abbuono e 8 di ritardo. Certo, non è la fine del mondo per Aru e la par-
tita del Giro è tutt’altro che chiusa, ma perdere 14 secondi in un chilometro di salita dopo avere mostrato i muscoli è un brutto segnale, soprattutto se dall’altra parte c’è un campione spietato come Contador. «Ho visto che ai 600 Aru si era un po’ afflosciato e ho accelerato», spiega il fuoriclasse spagnolo tenendo lo sguardo tagliente dritto negli occhi. Contador, che tappa è stata? «Durissima anche stavolta. Nelle prime due ore avevamo 50 di media. In più c’era questa pioggia forte. Sì, forse qualcuno comincia a sentire un po’ la stanchezza di questa prima metà di corsa molto impegnativa. Le mie gambe però vanno ogni giorno meglio e sono ottimista perché credo possano migliorare ancora. Quando sono caduto forse voi avete sottovalutato il problema e vi
siete concentrati solo sulla mia spalla, ma io avevo preso una bella botta anche al ginocchio che nei due giorni seguenti mi ha dato parecchio fastidio». È maggiore la soddisfazione per i 14 secondi guadagnati su Aru o la rabbia per non essersi tolto la soddisfazione di vincere la tappa? «Sono contento per le sensazioni. Vediamo… è vero che a tutti piace vincere. Però io non stavo pensando alla tappa ma
NON PENSAVO ALLA TAPPA, MA ALLA MAGLIA ROSA. SONO VENUTO QUI PER VESTIRLA A MILANO ALBERTO CONTADOR 32 ANNI
alla classifica. Sono venuto qui con l’idea di provare a vincere la maglia rosa finale, a Milano. Quello è l’obiettivo. Le tappe sono qualcosa di secondario». Che cosa pensa della tattica degli Astana? Sembra che corrano per le vittorie di tappa più che per la maglia rosa. «Non lo so. Credo che anche stavolta siano stati davvero forti. Sono sempre tanti davanti. Forse nel finale Fabio non ha avuto gambe molto buone. Però mi sembrano sempre molto attenti». È vero che farà un test particolare prima della crono? «Sì, Faustino (Munoz, il suo meccanico, ndr) mi porterà la bici da crono in camera e proveremo la posizione sui rulli. Voglio verificare se mettermi a gomiti stretti mi procura ancora fastidio. Se sarà così con «Fante», il mio massaggiatore (Cristian Valente, ndr) metteremo un bendaggio speciale che mi aiuti a tenere la posizione. Anche se magari sarà solo per una questione psicologica, è ugualmente importante». Quando farà questa prova? «Stanotte dopo cena (ieri, ndr). Poi, anche se le previsioni dicono che pioverà moltissimo, ripeterò la prova su strada sabato mattina. So benissimo che Porte, ma anche Uran, hanno da tempo messo gli occhi su questa giornata. Non sarebbe l’ideale partire in una posizione che non è la più aerodinamica e che magari ti costa 10-15 watt. Però questa è la situazione. Bisogna aspettare domani per vedere». © RIPRODUZIONE RISERVATA
Tutta la gioia di Alberto Contador, 32 anni. Ha vinto Giro 2008, Tour 2007 e 2009, Vuelta 2008, 2012 e 2014. Al via con 19 giorni-gara BETTINI
GLI ALTRI RIVALI
Uran e Porte, affiancati in attesa della crono «Pericolo scampato» 1A 3” da Contador. Rigo: «Felice che questo
giorno sia passato». Richie: «Grazie squadra»
VICENZA
T
engono botta. Di più adesso non possono fare in attesa di giorni migliori, che però è meglio vengano in fretta. Il destino di Rigoberto Uran e Richie Porte si assomiglia e curiosamente sono arrivati quasi appaiati sulla linea bianca di Vicenza: il colombia-
no 11°, l’australiano 12°, entrambi a 6” da Philippe Gilbert e a 3” da Contador. QUI COLOMBIA «Velocità, vento, discese tecniche e più pericolose per la pioggia. Gli ultimi 50 chilometri erano davvero complicati — spiega Uran, capitano della EtixxQuick Step, 6° a 2’19” in classifica —, ho deciso di non pren-
dermi rischi e stare davanti, la squadra mi ha protetto molto bene. Sono contento che questa tappa sia alle spalle! Dopo la caduta di Imola sto meglio anche se non sono al cento per cento. Mi fanno male spalla e collo». QUI AUSTRALIA Richie Porte, 12° in classifica a 3’18”, sgomma veloce dopo la linea bianca
(in quel momento, diluviava) ma il capitano di Sky fa in tempo a considerare «positiva la prestazione della squadra, Konig e Nieve mi sono stati sempre vicino e mi fa pensare che possano essere fattori molto importanti in montagna». Ma prima c’è la maxi-crono di domani e sia lui, sia Uran devono battere più di un colpo. ci.sco.
VENERDÌ 22 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
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«ESSERE IL MIGLIOR SCALATORE ALLA FINE DEL GIRO? IO CI PUNTO» BENAT INTXAUSTI 29 ANNI, MOVISTAR, MAGLIA AZZURRA
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● I giorni in rosa di Contador. Lo spagnolo ha superato il bottino del vittorioso Giro 2008, quando aveva indossato la maglia a sette tappe dalla fine
1Monte Berico era la sede dei Cavalieri Gaudenti, i frati allegri. Sotto la pioggia,
ieri è diventato il luogo del dolore per Aru, che ha ceduto sotto i colpi di Contador. I giorni degli attacchi a Campitello Matese e San Giorgio del Sannio sono lontani fIL SARDO 2° A 17”
Aru, via crucis «Calo di zuccheri, vuoto nel finale» 1Già a Imola non aveva risposto a Contador
«Non sono preoccupato, il Giro è ancora lungo» Claudio Gregori VICENZA
U
n tempo Monte Berico era la sede dei Cavalieri Gaudenti, i frati allegri. Un luogo felice. Per Fabio Aru è diventato una Via Crucis. E la tempesta, con la sua sferza selvaggia, ha sottolineato la durezza dolorosa di una ferita che brucia. E ha dato alla sconfitta un alone romantico degno di un quadro di William Turner.
Tutta la sofferenza di Fabio Aru al traguardo, protetto dal massaggiatore Inselvini. Il sardo dell’Astana, 24 anni, è arrivato terzo nel 2014 BETTINI
LA BATTAGLIA Non si è trattato di una disfatta, ma di una battaglia perduta sì. Contador ha inflitto ad Aru una stoccata netta, limpida. La strada, che saliva al santuario, si è trasformata in un teatro anatomico a cielo aperto. E sul corpo di Aru ora c’è una ferita. Il volto non mente. Il suo era segnato da
una smorfia. Aru era pallido oltre il traguardo, lo sguardo vuoto. Le pupille, che di solito scintillano come diamanti, erano come due sassolini immobili dentro due valve di conchiglia. Le labbra erano aperte come quelle dei pesci che boccheggiano. Intorno a lui la falange azzurra dell’Astana si era frantumata in brandelli. Il mondo di Aru era una bolla opaca, in contrasto con lo splendore del luogo. Sul Monte Berico abita la bellezza. La Villa Almerico Capra, la Rotonda, è la più famosa creazione del Palladio. Nella Villa Valmarana ai Nani gli affreschi dei Tiepolo sono pezzi di Paradiso portati dagli angeli. E nella Villa Guiccioli c’è la gloria del Risorgimento e della Resistenza. I giardini sono ben pettinati e per i pellegrini la salita al Santuario della Madonna è un’ascensione al cielo.
CRISI Non per Aru. Dopo 2035 km di corsa è arrivata la crisi. Contador l’ha innescata, prima con una puntura di spillo sulla salita di Crosara. Poi a 600 metri dal traguardo ha vibrato il suo colpo di pugnale. La crisi ha avvolto Aru nelle sue spire. Un gorgo di pena e di silenzio. Era brutto vedere Aru scivolare indietro, come un gheriglio portato via da una corrente che non poteva contrastare. Lo superavano anche Uran e Porte, anche Formolo e Reichen-
a voce alta sulla tattica dell’Astana che anche ieri ha fatto discutere. «Ma io sapevo bene che Contador avrebbe provato a guadagnare secondi. Lo conosco. Quanto a Aru, non penso sia il caso di buttargli la croce addosso».
lottando. Contador è un fenomeno e penso sia l’unico in questo ciclismo che possa fare non solo la doppietta Giro-Tour, ma pure la tripletta con la Vuelta. Nelle previsioni della vigilia, poi, Porte e Uran dov’erano? Davanti o dietro ad Aru? Noi a questo punto del Giro siamo a 17” da Contador e messi meglio di tutti gli altri. Fabio ha spiegato che ha sbagliato, può darsi
NON È STATO IL MALTEMPO O IL FREDDO. SONO CRESCIUTO NEL CICLOCROSS, HO VISTO DI PEGGIO FABIO ARU 24 ANNI
bach, anche i suoi scudieri Tiralongo e Landa. Finivano davanti a lui 25 uomini. Aru beveva fino in fondo il fiele della sconfitta. Poi, da «vir», a viso aperto, senza paura, analizzava il suo cedimento. «Sono andato in crisi di zuccheri», ha detto. «Mi sono alimentato male. Sono arrivato vuoto nel finale, sull’ultima rampa ho ceduto». GIORNATA NO Aru non era la copia del «Galata morente» dei Musei Capitolini di Roma, a terra, puntellato con la mano, rassegnato. Era vivo. In piedi. Senza scuse. «Non è stato il maltempo e nemmeno il freddo. Sono cresciuto nel ciclocross, non mi spavento neanche davanti a condizioni metereologiche peggiori», diceva. «Ho avuto una giornata-no. Può capitare a tutti». Ha perduto 14” da Contador: 8” all’arrivo e 6” di abbuono. Il suo distacco dalla maglia rosa ora è salito a 17”. Eppure Aru diceva, rassicurante: «Non è un distacco irrimediabile. Ci sono 9 tappe. Il Giro è ancora lungo. Ci sono le occasioni per rimediare». Dichiarava tranquillo: «Non sono preoccupato». Aru non ha avuto nulla da ridire nemmeno sul comportamento dei suoi uomini. Dichiarava: «Kangert ha fatto l’azione giusta. Si è mosso bene. Era un piano pensato a tavolino. Del resto c’erano molti uomini con me. La presenza di Kangert non avrebbe cambiato la situazione». A sera Aru ha chiamato a raccolta i suoi uomini. Ha riformato la falange. Oggi valica il Piave, un fiume cruento. Un fiume di gloria. © RIPRODUZIONE RISERVATA
CASA ASTANA
Martinelli: «Kangert in fuga per togliere abbuoni alla maglia rosa» 1Il d.s. spiega: «Dispiace che tanti tecnici non l’abbiano capito. Aru? Piccola defaillance»
VICENZA
«P
erché ho mandato Kangert in fuga? Perché volevo cercare di rubare gli abbuoni a Contador. Ci sono così tanti tecnici in giro e mi meraviglio che nessuno lo abbia capito…». Giuseppe Martinelli sceglie (anche) la strada dell’ironia per ragionare
TATTICA Il tecnico bresciano argomenta così: «Guardiamo dove siamo e contro chi stiamo
che abbia pagato pure lo sforzo del giorno prima visto che stiamo prendendo acqua. È un piccolo momento di defaillance». Da notare che dalla Spagna qualcuno ha già consigliato all’Astana di cambiare “cavallo” e puntare su Landa… «Le somme si tireranno solo a Milano», conclude Martinelli. ci. sco. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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98° Giro d’Italia R Il vincitore «IO SONO ARRIVATO CON I PRIMI E PHILIPPE HA VINTO: CHE GIORNATA»
«LA TAPPA È VENUTA MOLTO DURA, MA IL PODIO ERA ALLA MIA PORTATA»
DAMIANO CARUSO 27 ANNI, BMC
ENRICO BATTAGLIN 25 ANNI, BARDIANI
Il Principe Filippo è nel giardino di casa «Sembrava il mio Nord»
1
1Gilbert, con 10 classiche e il Mondiale 2012, è tra le grandi
stelle del Giro. Il suo finale è stato da dominatore delle Ardenne Marco Pastonesi INVIATO A VICENZA
S DECISIVA LA RICOGNIZIONE CON BALDATO PRIMA DELLA SANREMO NON ME NE VADO DAL GIRO: LA SQUADRA HA BISOGNO DI ME PHILIPPE GILBERT, 32 ANNI 1° AD ANAGNI 2009 (IN ALTO)
ono i suoi arrivi. Salite di un chilometro. Zampellotti, strappi, muri, rampe, trampolini. Decisivi, finali, conclusivi, terminali, estremi. Da fare in apnea, in acido, fuori soglia, a tutta, alla morte. Anche in inglese aleggia questo senso fatale: «Do or die», o ce la fai o muori. Philippe Gilbert sembra avere il dono della immortalità.
MILLE Il mondo è pieno di arrivi così: basta sistemare, in cima alla salita, non lo striscione del gran premio della montagna, ma quello del traguardo. Invece il ciclismo li trova, li sceglie e poi li seleziona, forse per caricarli di prestigio, per arricchirli di storia, o forse soltanto per non assassinare i corridori. Il Muro di Huy, nella Freccia Vallone; il Cauberg, nell’Amstel Gold Race; Willunga Hill, al Tour Down Under; il Mur-de-Bretagne al Tour de France; anche il Monte Berico, al Giro d’Italia, la prima volta nel 1967 (vinse uno scalatore spagnolo, Gabica, e da Monte Berico divenne, per un giorno, Monte Iberico), la seconda ieri. Mille metri di salita, gli ultimi 700 duri fino all’11%, gli ultimi 100 che si dilatano infiniti. «Ci sono chilometrini e chilometroni», ammoniva Girardengo. Fatti così, so-
no “chilometroni”. «E sono i miei arrivi — dice Gilbert —. Ideali, giusti, perfetti. Adatti alle mie caratteristiche». Per esaltarle. Tant’è che a 20 metri dal traguardo «il principe Filippo» si è voltato indietro per ammirare il distacco, per proclamare il dominio, per reclamare il titolo. Numero 1. «Sono venuto qui, con il d.s. Baldato, a studiare il finale della tappa dopo la Tirreno-Adriatico e prima della Sanremo. E la ricognizione è stata determinante, perché sapevo il dove e il come, il quando e il quanto. Dove scattare, come respirare, quando allungare, quanto tenere». Se fosse atletica, sarebbero i 400, il giro della morte. Se fosse rugby, sarebbe quel terza linea, ultimo uomo di mischia, in sostegno all’ala, ultimo uomo dei trequarti, che attraversa il campo da un versante all’altro. Se fosse pugilato, sarebbe l’ultimo minuto dell’ultimo round dell’ultimo match olimpico. Gilbert è, allo stesso tempo, rotondo e ovale, e l’1-2 li assesta ai pedali. Uno così talentuoso sarebbe diventato il n.1 anche nell’arco. CAUBERG «È stata una giornata dura, da Nord, da classica del Nord, mi sembrava quasi di essere in Belgio. Freddo no, ma acqua tanta. Strade viscide, discese pericolose. Finora mi era andata male: nella tappa di Fiuggi mi è saltata la catena a 1400 metri dall’arrivo. Ero venuto al Giro d’Italia, il mio 18°
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AMSTEL, FRECCIA, LIEGI, 2 LOMBARDIA, 2 PARIGI-TOURS... Philippe Gilbert è nato il 5 luglio 1982 a Verviers (Bel). Pro’ dal 2003, vanta 64 successi, tra cui 10 grandi classiche: 3 Amstel, 2 Lombardia, 2 Parigi-Tours, Freccia Vallone, Liegi-Bastogne-Liegi (2011) , San Sebastian, più il Mondiale 2012 e le Strade Bianche. Due tappe al Giro, 1 al Tour (1 giorno in giallo) e 6 alla Vuelta. ● 1. Ieri in trionfo BETTINI ● 2. Re del Lombardia 2009 ANSA ● 3. Iridato a Valkenburg 2012 BETTINI
VENERDÌ 22 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
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«AVER SCANSATO UNA CADUTA A 60 ALL’ORA È COME VINCERE» GIOVANNI VISCONTI 32 ANNI, MOVISTAR
grande giro, per vincerne una. Questa era l’ultima possibilità. Ci tenevo, ci speravo, lo volevo. Il finale mi ricordava il Cauberg: così diritto e così pendente. La squadra è stata perfetta nel tenere la corsa aperta fino alla fine. C’è stato un solo momento in cui mi stavo per scoraggiare: nel finale, quando Kangert è uscito dal gruppo e ha fatto un chilometro dietro una moto, tanto da guadagnare subito 30”. Sono uscito anch’io per inseguirlo, ma senza la moto, nel vento, non era possibile. Ho sentito che dietro stavano risalendo due miei compagni, Silvan Dillier e Amael Moinard, allora ho aspettato il gruppo e ci siamo riorganizzati». Gilbert ha vinto così tante classiche da diventare lui stesso un corridore classico. Tutto, ma proprio tutto, anche un campionato del mondo, in un giorno. Tutto, ma proprio tutto, dalla mattina alla sera, come se non esistesse altro, né prima né dopo. Tutto, ma proprio tutto, come un giocatore che si gioca anche la casa, se non la vita. «Nel 2015 non avevo ancora vinto. Ecco perché questa vittoria significa tanto. So che non ero riuscito a fare quello che speravo, e a essere là dove avrei voluto arrivare, ma due o tre cadute mi hanno spezzato allenamenti e corse, sogni e progetti. Dopo la tappa di Imola avevo il morale a zero. Però la squadra mi è stata vicina, Baldato ci ha sostenuto, io ci ho sempre creduto. Sono un campione ritrovato? Sì». SANTO Phil è anche un amico ritrovato: «È vero che sono venuto al Giro per vincerne una, ma non me ne vado. Damiano Caruso sta bene, può arrivare fra i primi 10 della classifica generale, ha bisogno dell’aiuto della squadra, anche del mio», «Questo potrebbe essere il percorso del Mondiale del 2020, ma quel giorno avrò 38 anni, troppi, io penso solo a fare bene ancora quest’anno e il prossimo», «Non mi stupisco che, dietro di me, sia arrivato Contador. È un Giro durissimo, siamo tutti molto stanchi, la lotta per la maglia rosa è aperta, e ancora di più quella per partire ultimi nella tappa a cronometro», «Contador è un grande specialista dei grandi giri, quando prende la maglia poi non la lascia più, conquista e difende, e le tappe più dure devono ancora arrivare», «Giro e Tour si possono fare e vincere nello stesso anno, ma recuperando fra l’uno e l’altro», «Vivo di tappa in tappa, a parte questa del Monte Berico». Da ieri il Santuario ha un santo in più. © RIPRODUZIONE RISERVATA
● L'anno della tripletta delle Ardenne di Philippe Gilbert: Amstel Gold Race, Freccia Vallone e Liegi-Bastogne-Liegi, tutto in una settimana
fFOCUS TECNICO
IL GIRO AI RAGGI X MAGLIA ROSA
ROSSA
AZZURRA
BIANCA
9/5
1a SAN LORENZO AL MARE-SANREMO (cronosquadre) 17,6 ORICA
GERRANS
-
-
MATTHEWS
10/5
2a ALBENGA-GENOVA
177 VIVIANI
MATTHEWS
VIVIANI
LINDEMAN
MATTHEWS
11/5
3a RAPALLO-SESTRI LEVANTE
136 MATTHEWS
MATTHEWS
VIVIANI
KOCHETKOV
MATTHEWS
12/5
4 CHIAVARI-LA SPEZIA
150 FORMOLO
CLARKE
VIVIANI
KOCHETKOV
CHAVES
13/5
5 LA SPEZIA-ABETONE
152 POLANC
CONTADOR
VIVIANI
POLANC
ARU
14/5
6a MONTECATINI T.-CASTIGLIONE DELLA PESCAIA 183 GREIPEL
CONTADOR
GREIPEL
POLANC
ARU
DATA TAPPA
KM ARRIVO
a
a
15/5
7a GROSSETO-FIUGGI
267 ULISSI
CONTADOR
VIVIANI
POLANC
ARU
16/5
8a FIUGGI-CAMPITELLO MATESE
186 INTXAUSTI
CONTADOR
VIVIANI
INTXAUSTI
ARU
17/5
9a BENEVENTO-SAN GIORGIO DEL SANNIO
224 TIRALONGO
CONTADOR
VIVIANI
GESCHKE
ARU
18/5
RIPOSO a CIVITANOVA MARCHE
19/5
10a CIVITANOVA MARCHE-FORLÌ
200 BOEM
CONTADOR
BOEM
GESCHKE
ARU
20/5
11a FORLÌ-IMOLA (Autodromo Ferrari)
153 ZAKARIN
CONTADOR
BOEM
INTXAUSTI
ARU
Ieri
12 IMOLA-VICENZA (Monte Berico)
190 GILBERT
CONTADOR
BOEM
INTXAUSTI
ARU
a
DATA TAPPA Oggi
KM DIFFICOLTÀ e GIUDIZIO GAZZETTA
13 MONTECCHIO MAGGIORE-JESOLO
147
a
Domani 14a TREVISO-VALDOBBIADENE (crono individuale)
59,4
24/5
15 MAROSTICA-MADONNA DI CAMPIGLIO
25/5
RIPOSO a MADONNA DI CAMPIGLIO
26/5
16a PINZOLO-APRICA
174
27/5
17a TIRANO-LUGANO
134
28/5
18a MELIDE-VERBANIA
170
29/5
19a GRAVELLONA TOCE-CERVINIA
236
30/5
20a SAINT-VINCENT-SESTRIERE
199
31/5
21a TORINO-MILANO
178
a
165
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Un biliardo: la quiete prima della tempesta, finale velocissimo, e le rotatorie...
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Tonale, Aprica, Mortirolo, Aprica: bastano i nomi. Saranno emozioni forti
L’unica crono: 30 km piatti, poi 29,4 su e giù tra i vigneti. Molti qui perdono il Giro Ecco le Dolomiti: il Daone - salita e discesa - è da temere più di Campiglio
Giornata di recupero, via libera ai velocisti usciti sani e salvi dalle Dolomiti Il Monte Ologno (10 km al 9%; Gpm a 36 km dall’arrivo) è un trampolino Quasi 4800 metri di dislivello, per lo più negli ultimi 90 km con 3 salite da 20 km Si decide il Giro, il Colle delle Finestre con gli ultimi 9 km di sterrato fa paura Passerella finale a Milano dopo 3 anni: si passa dall’Expo, poi circuito in corso Sempione
ECCELLENTE TAPPA DEL LIVORNESE
Ulissi 3°: «E senza tutti quei problemi...»
Diego Ulissi (Lampre-Merida) BETTINI
31
● (past) Con i se e con i ma. Se: «Se a 50 km dall’arrivo non mi fossi dovuto fermare per cambiare la ruota posteriore», «Se a 25 km dall’arrivo non fossi rimasto fuori dal gruppo dei primi perché in discesa c’era stata una caduta», «Se non avessi dovuto fare quegli sforzi supplementari per rientrare». Ma: «Ma terzo», «Ma davanti a
me c’erano due grandi campioni». Diego Ulissi ha corso alla grande: «Dopo Fiuggi, era la mia tappa preferita. Mi dispiace non averla sfruttata completamente. Gilbert è un fuoriclasse». Poi: «Una strana giornata, la temperatura è scesa di 10°, negli ultimi 70 km non c’era un metro di pianura, si faceva fatica anche a mangiare».
Ruote in carbonio, cadute e frenate
L
e difficoltà nella discesa della Crosara incontrate due volte nel giro di pochi secondi dal francese Alexandre Geniez hanno stupito qualcuno. Cosa può essere successo? Niente di che, sbagliare una curva è una cosa che succede, soprattutto quando le condizioni meteo sono critiche. Le cause possono essere molteplici. A finire sotto i riflettori in genere sono subito le ruote. Il ritornello è il solito: con i cerchi in carbonio si frena meno e peggio rispetto a quelli in alluminio. Parziale verità, fatto sta che indietro non si torna. Tutti corrono con ruote in carbonio perché le prestazioni sono migliori. L’altezza del cerchio non c’entra, contano solo le piste frenanti. Qualche azienda le fa solcate, un po’ come un disco in vinile. Ma ogni squadra usa i fornitori che ha a disposi- Geniez sbaglia curva: per zione. Idem per i poco non investe un bimbo tubolari: ci sono quelli che tengono un pochino di più, ma dipende dal fornitore. Comunque, alla fine, cadono tutti. Colpa della pressione? Ma no. Pensate che corridori e staff in questo ciclismo super-specialistico non sappiano come e quanto gonfiare un tubolare? E allora? Allora capita che magari uno davanti faccia una manovra che ti costringe a rimediare in emergenza. Capita che ci sia qualcosa sull’asfalto che ti toglie aderenza. Poi capita di sbagliare e magari di prendere paura. Sir Bradley Wiggins è un fuoriclasse, eppure al Giro 2013 andò in panico nella tappa di Pescara. Claudio Ghisalberti
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98° Giro d’Italia R La guida
VENERDÌ 22 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
1933
«RITIRATO PER BORSITE AL GINOCCHIO SINISTRO: UN MALE ESAGERATO» MANUEL BELLETTI 29 ANNI, SOUTHEAST
L'ARRIVO Riecco Battaglin: 5° Visconti a 6”
Tifosi davanti al Santuario della Madonna di Monte Berico LAPRESSE
POS.CORRIDORE TEMPO 1 GILBERT (BEL/BMC) 190 km in 4h22’50”, media 43,373 km/h 2 CONTADOR (SPA/TINKOFF) a 3" 3 ULISSI (ITA/LAMPRE) 4 GESCHKE (GER) 5 BATTAGLIN (ITA) 6 TIRALONGO (ITA) 7 IZAGUIRRE (SPA) a 6" 8 BETANCUR (COL) 9 VAN DEN BROECK (BEL) 10 LANDA (SPA) 11 URAN (COL) 12 PORTE (AUS) 13 FORMOLO (ITA) 14 CARUSO (ITA) 15 VISCONTI (ITA) 16 KREUZIGER (R.CEC) 17 KONIG (R.CEC) a 11" 18 REICHENBACH (SVI) 19 ATAPUMA (COL) 20 AMADOR (C.RICA) 21 MONFORT (BEL) 22 TROFIMOV (RUS) 23 CUNEGO (ITA) 24 KRUIJSWIJK (OLA) 25 CATALDO (ITA)
26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52
ARU (ITA) HESJEDAL (CAN) NIEVE (SPA) KANGERT (EST) GENIEZ (FRA) BOLE (SLO) MATTHEWS (AUS) SANCHEZ (SPA) MOINARD (FRA) FELLINE (ITA) PELLIZOTTI (ITA) PUCCIO (ITA) BERLATO (ITA) DE LA CRUZ (SPA) DILLIER (SVI) INTXAUSTI (SPA) FINETTO (ITA) CHAVANEL (FRA) MOUREY (FRA) ROGERS (AUS) KOCHETKOV (RUS) CARDOSO (POR) NOCENTINI (ITA) ROSA (ITA) LUDVIGSSON (SVE) KIRYIENKA (BIE) CLARKE (AUS)
CLASSIFICA GENERALE POS.CORRIDORE 1
TEMPO
61 DILLIER (SVI)
123 DURBRIDGE (AUS)
a 2h05'08"
CONTADOR (SPA/TINKOFF)
62 CHAVANEL (FRA)
a 1h10'10"
124 HOULE (CAN)
a 2h07'31"
63 DE LA CRUZ (SPA)
a 1h10'22"
125 BOONEN (BEL)
a 2h07'39"
2
ARU (ITA/ASTANA)
a 17"
64 BOUET (FRA)
a 1h11'10"
126 RICHEZE (ARG)
a 2h10'05"
3
LANDA (SPA/ASTANA)
a 55"
65 GERRANS (AUS)
a 1h12'31"
127 BERARD (FRA)
a 2h10'34"
4
CATALDO (ITA)
a 1'30"
66 BISOLTI (ITA)
a 1h13'32"
128 BUSATO (ITA)
a 2h11'05"
5
KREUZIGER (R.CEC)
a 1'55"
67 SZMYD (POL)
a 1h13'49"
129 CHERNETSKI (RUS)
6
URAN (COL)
a 2'19"
68 STORTONI (ITA)
a 1h13'51"
130 COURTEILLE (FRA)
a 2h11'17"
7
VISCONTI (ITA)
a 2'21"
69 GESCHKE (GER)
a 1h14'36"
131 QUINTANA (COL)
a 2h11'27"
8
CARUSO (ITA)
a 2'29"
70 HENAO (COL)
a 1h15'04"
132 MODOLO (ITA)
a 2h12'36"
9
AMADOR (C.RICA)
a 2'38"
71 PUCCIO (ITA)
10 KONIG (R.CEC)
a 2'44"
72 HERRADA (SPA)
a 1h20'12"
134 BEWLEY (N.ZEL)
11
a 2h11'16"
133 VAN DER LIJKE (OLA) a 2h13'50" a 2h15'09"
a 3'10"
73 DUPONT (FRA)
a 1h22'07"
135 OWSIAN (POL)
a 2h15'17"
12 PORTE (AUS)
a 3'18"
74 BATTAGLIN (ITA)
a 1h23'27"
136 BEPPU (GIAP)
a 2h15'37"
13 CUNEGO (ITA)
a 3'24"
75 GRMAY (ETI)
a 1h24'45"
137 VIVIANI (ITA)
a 2h16'00"
14 ATAPUMA (COL)
76 MORI (ITA)
a 1h25'08"
138 GREIPEL (GER)
a 2h17'02"
15 TROFIMOV (RUS)
a 3'32"
77 SLAGTER (OLA)
a 1h25'13"
139 TJALLINGII (OLA)
a 2h18'39"
16 VAN DEN BROECK (BEL)
a 3'42"
78 PATERSKI (POL)
a 1h28'13"
140 MEZGEC (SLO)
a 2h18'56"
17 MONFORT (BEL)
a 4'14"
79 DOMONT (FRA)
a 1h29'48"
141 BELKOV (RUS)
a 2h19'20"
18 GENIEZ (FRA)
a 5'03"
80 ARMEE (BEL)
a 1h32'00"
142 FISCHER (BRA)
a 2h19'33"
19 MOINARD (FRA)
a 5'05"
81 DANIELSON (USA)
a 1h32'10"
143 ALAFACI (ITA)
a 2h20'06"
20 IZAGUIRRE (SPA)
a 5'56"
82 CHEVRIER (FRA)
a 1h32'20"
144 FERRARI (ITA)
a 2h20'34"
21 HESJEDAL (CAN)
a 6'21"
83 VILLELLA (ITA)
a 1h32'49"
145 FAIRLY (USA)
a 2h20'53"
22 NIEVE (SPA)
a 8'03"
84 BOARO (ITA)
a 1h32'50"
146 MARANGONI (ITA)
a 2h24'10"
23 KRUIJSWIJK (OLA)
a 10'44"
85 BROWN (USA)
a 1h34'25"
147 ROVNY (RUS)
a 2h24'24"
24 TIRALONGO (ITA)
a 13'42"
86 BURGHARDT (GER)
a 1h35'40"
148 NIZZOLO (ITA)
a 2h25'14"
25 KANGERT (EST)
a 13'52"
87 KIRYIENKA (BIE)
a 1h36'11"
149 LANCASTER (AUS)
a 2h25'40"
26 ROSA (ITA)
a 19'09"
88 HANSEN (AUS)
a 1h36'13"
150 XU (CINA)
a 2h26'24"
27 BETANCUR (COL)
a 20'41"
89 ZILIOLI (ITA)
a 1h37'32"
151 HOFLAND (OLA)
a 2h27'34"
28 CARDOSO (POR)
a 27'46"
90 FERNANDEZ (SPA)
a 1h38'55"
152 PORSEV (RUS)
a 2h28'58"
29 ROGERS (AUS)
a 30'53"
91 VANDEWALLE (BEL) a 1h40'26"
153 HENDERSON (N.ZEL) a 2h29'10"
30 INTXAUSTI (SPA)
a 31'37"
92 LUDVIGSSON (SVE)
a 1h41'12"
154 ZABEL (GER)
a 2h29'41"
31 SANCHEZ (SPA)
a 33'30"
93 BOOKWALTER (USA)
a 1h41'20"
155 JUUL JENSEN (DAN)
a 2h31'43"
32 REICHENBACH (SVI)
a 34'11"
94 MALACARNE (ITA)
a 1h41'47"
156 MATYSIAK (POL)
a 2h31'52"
33 CLEMENT (OLA)
a 38'41"
95 LOBATO (SPA)
a 1h42'51"
157 EISEL (AUT)
a 2h33'05"
34 KOCHETKOV (RUS)
a 39'49"
96 GRETSCH (GER)
a 1h43'21"
158 SILVESTRE (POR)
a 2h33'08"
35 CHAVES (COL)
a 41'09"
97 ZARDINI (ITA)
a 1h43'26"
159 PINEAU (FRA)
a 2h34'43"
36 NIEMIEC (POL)
a 43'07"
98 PAOLINI (ITA)
a 1h45'00"
160 MIHAYLOV (BUL)
a 2h35'00"
37 PIRAZZI (ITA)
a 44'44"
99 COLBRELLI (ITA)
a 1h47'04"
161 TVETCOV (ROM)
a 2h35'10"
38 GILBERT (BEL)
a 44'56"
100 FAVILLI (ITA)
a 1h47'59"
162 KEISSE (BEL)
a 2h35'24"
39 MONSALVE (VEN)
a 45'29"
101 NOCENTINI (ITA)
a 1h48'28"
163 ARNDT (GER)
a 2h37'22"
40 POLANC (SLO)
a 47'05"
102 BERLATO (ITA)
a 1h50'19"
164 FLENS (OLA)
a 2h38'47"
41 PELLIZOTTI (ITA)
a 48'16"
103 HAGA (USA)
a 1h50'33"
165 VAN POPPEL (OLA)
a 2h40'51"
42 KEIZER (OLA)
a 51'59"
104 BARBIN (ITA)
a 1h51'48"
166 RUFFONI (ITA)
a 2h43'25"
43 ULISSI (ITA)
a 56'06"
105 RUTKIEWICZ (POL)
a 1h52'28"
167 VERVAEKE (BEL)
a 2h44'21"
44 FINETTO (ITA)
a 56'48"
106 ROUX (FRA)
a 1h52'51"
168 WATSON (AUS)
a 2h45'31"
45 BONGIORNO (ITA)
a 58'24"
107 FRAPPORTI (ITA)
a 1h53'15"
169 STACCHIOTTI (ITA)
a 2h47'10"
46 ZAKARIN (RUS)
a 58'44"
108 TOSATTO (ITA)
a 1h53'20"
170 BROECKX (BEL)
a 2h50'03"
47 CLARKE (AUS)
a 59'44"
109 WEENING (OLA)
171 VEIKKANEN (FIN)
a 2h50'10"
48 FELLINE (ITA)
a 59'50"
110 PAULINHO (POR)
a 1h55'05"
172 MALAGUTI (ITA)
a 2h50'56"
a 1h55'09"
173 STAMSNIJDER (OLA)
a 2h51'37"
49 SAMOILAU (BIE)
a 1h00'20"
111 SABATINI (ITA)
50 ZEITS (KAZ)
a 1h00'27"
112 ACEVEDO (COL)
a 1h56'07"
174 GROSU (ROM)
a 2h51'43"
51 GAVAZZI (ITA)
a 1h01'41"
113 CHIRICO (ITA)
a 1h56'56"
175 BOEM (ITA)
a 2h51'45"
52 SIUTSOU (BIE)
a 1h02'35"
114 PINEAU (FRA)
a 1h59'35"
176 GATTO (ITA)
a 2h52'21"
53 MATTHEWS (AUS)
a 1h04'19"
115 LINDEMAN (OLA)
a 2h01'27"
177 DE BACKER (BEL)
a 2h52'36"
54 BASSO (ITA)
a 1h04'31"
116 VAKOC (R.CEC)
a 2h01'39"
178 BANDIERA (ITA)
a 2h53'05"
55 ANTON (SPA)
a 1h04'58"
117 REZA (FRA)
a 2h02'28"
179 ZHUPA (ALB)
a 2h56'15"
56 BOLE (SLO)
a 1h05'04"
118 DE NEGRI (ITA)
a 2h02'30"
180 JI (CINA)
a 2h59'01"
57 MONTAGUTI (ITA)
a 1h05'54"
119 APPOLLONIO (ITA)
a 2h03'09"
181 KLUGE (GER)
a 3h00'27"
58 ELISSONDE (FRA)
a 5'41" a 5'55" a 6'09" a 7'01"
a 7'08" a 8'07" a 8'31"
a 8'46" a 8'49" a 9'07" a 9'18" a 9'32" a 9'55" a 10'22"
80 81 82 83 84 85 86 87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 100 101 102 103 104 105 106
BEPPU (GIAP) STORTONI (ITA) HAGA (USA) VAKOC (R.CEC) BROECKX (BEL) GRETSCH (GER) ZABEL (GER) NIEMIEC (POL) FAVILLI (ITA) QUINTANA (COL) GERRANS (AUS) VILLELLA (ITA) DURBRIDGE (AUS) CHAVES (COL) MODOLO (ITA) JI (CINA) ZILIOLI (ITA) VERVAEKE (BEL) DUPONT (FRA) PORSEV (RUS) ARMEE (BEL) DANIELSON (USA) TJALLINGII (OLA) HERRADA (SPA) FERNANDEZ (SPA) HOFLAND (OLA) ALAFACI (ITA)
a 10'33" a 10'46" a 10'51" a 10'54" a 13'36"
a 14'15" a 15'52" a 16'00"
a 16'15"
107 108 109 110 111 112 113 114 115 116 117 118 119 120 121 122 123 124 125 126 127 128 129 130 131 132 133
a 1h06'48"
120 PETACCHI (ITA)
a 2h03'51"
182 HEPBURN (AUS)
59 MOUREY (FRA)
a 1h07'15"
121 BAK (DAN)
a 2h04'25"
183 SARAMOTINS (LET) a 3h08'31"
60 LAGUTIN (RUS)
a 1h07'46"
122 HAUSSLER (AUS)
a 2h04'49"
184 COLEDAN (ITA)
a 3h00'30" a 3h10'26"
● Al traguardo, è arrivato: 90° a 13’36”, in una tappa che gli si addiceva. Ma Simon Gerrans, la prima maglia rosa del Giro 2015, non ripartirà oggi: il 35enne australiano è caduto al km 166 (assieme a Davide Formolo) ed ha riportato diverse contusioni. Da qui la scelta di lasciare in anticipo la corsa Gazzetta. TRAUMA E FRATTURA Ma ieri il bollettino medico era abbastanza nutrito (sono scivolati tra gli altri Betancur, Atapuma, Clement, Gavazzi): chi ha avuto la peggio è stato il polacco della CCC Jaroslaw Marycz, trasportato all’Ospedale di Vicenza. Per lui il bollettino è di un trauma cranico commotivo e facciale (una Tac ha avuto esito negativo) e una frattura dell’osso nasale. BELLETTI SALUTA A casa anche Manuel Belletti (il 29enne della Southeast soffriva da giorni a un ginocchio) e Stefan
Jarosław Marycz, 28 anni, CCC Küng: il 21enne della Bmc è il campione mondiale dell’inseguimento, ha vinto di recente una bella tappa al Romandia (la quinta, con arrivo a Friburgo) e il team puntava molto su di lui nella crono Treviso-Valdobbiadene di domani. Ieri, però, lo svizzero è caduto nella discesa di Crosara ed è stato portato all’Ospedale di Vicenza. La diagnosi dei medici per lui è di trauma toracico. ci. sco. © RIPRODUZIONE RISERVATA
LA TAPPA DI OGGI MONTECCHIO MAGGIORE 55 m
JESOLO 2m S
Santa Maria di Sala 13 m
km 0
S Mestre 3m
10
58
BEWLEY (N.ZEL) TOSATTO (ITA) PAULINHO (POR) PAOLINI (ITA) ARNDT (GER) NIZZOLO (ITA) ROVNY (RUS) GAVAZZI (ITA) SABATINI (ITA) LINDEMAN (OLA) MONTAGUTI (ITA) RUTKIEWICZ (POL) FRAPPORTI (ITA) PETACCHI (ITA) BUSATO (ITA) BOONEN (BEL) ELISSONDE (FRA) HANSEN (AUS) LANCASTER (AUS) GREIPEL (GER) OWSIAN (POL) MALAGUTI (ITA) GROSU (ROM) CHEVRIER (FRA) PINEAU (FRA) VAN DER LIJKE (OLA) FLENS (OLA)
a 16'23" a 16'33" a 16'39" a 17'01" a 17'21"
134 135 136 137 138 139 140 141 142 143 144 145 146 147 148 149 150 151 152 153 154 155 156 157 158 159 160
SILVESTRE (POR) SIUTSOU (BIE) HEPBURN (AUS) HENDERSON (N.ZEL) APPOLLONIO (ITA) STAMSNIJDER (OLA) VIVIANI (ITA) ACEVEDO (COL) BERARD (FRA) KEISSE (BEL) BELKOV (RUS) BONGIORNO (ITA) MARANGONI (ITA) TVETCOV (ROM) MATYSIAK (POL) ZHUPA (ALB) VEIKKANEN (FIN) SLAGTER (OLA) SZMYD (POL) ZAKARIN (RUS) WATSON (AUS) PIRAZZI (ITA) COLBRELLI (ITA) ANTON (SPA) MIHAYLOV (BUL) XU (CINA) JUUL JENSEN (DAN)
161 162 163 164 165 166 167 168 169 170 171 172 173 174 175 176 177 178 179 180 181 182 183 184
BOARO (ITA) HOULE (CAN) FAIRLY (USA) EISEL (AUT) BANDIERA (ITA) COLEDAN (ITA) GRMAY (ETI) RUFFONI (ITA) DE BACKER (BEL) ROUX (FRA) STACCHIOTTI (ITA) VANDEWALLE (BEL) SARAMOTINS (LET) COURTEILLE (FRA) ZARDINI (ITA) GATTO (ITA) VAN POPPEL (OLA) FISCHER (BRA) KLUGE (GER) CLEMENT (OLA) BARBIN (ITA) BOEM (ITA) FERRARI (ITA) CHIRICO (ITA) BELLETTI (ITA) MARYCZ (POL) KÜNG (SVI)
ritirato ritirato ritirato
22 SQUADRE, RESTANO IN 184
Marycz e Küng in ospedale Gerrans si rialza, poi il ritiro
2.035,6 km in 51h17’06”, media 39,691 km/h
FORMOLO (ITA)
a 38" a 43" a 47" a 1'00" a 1'09" a 1'27" a 1'33" a 1'42" a 1'47" a 2'34" a 2'44" a 4'39" a 5'28" a 5'31"
BROWN (USA) MALACARNE (ITA) BURGHARDT (GER) ZEITS (KAZ) KEIZER (OLA) PINEAU (FRA) MONSALVE (VEN) POLANC (SLO) BOUET (FRA) BASSO (ITA) DE NEGRI (ITA) BISOLTI (ITA) SAMOILAU (BIE) PATERSKI (POL) REZA (FRA) MEZGEC (SLO) HENAO (COL) CHERNETSKI (RUS) BOOKWALTER (USA) LOBATO (SPA) MORI (ITA) WEENING (OLA) RICHEZE (ARG) HAUSSLER (AUS) DOMONT (FRA) BAK (DAN) LAGUTIN (RUS)
LE CADUTE
a 1h08'43"
a 1h17'11"
a 19" a 29"
53 54 55 56 57 58 59 60 61 62 63 64 65 66 67 68 69 70 71 72 73 74 75 76 77 78 79
● L’anno della 1a vittoria belga al Giro: Gerard Loncke a Napoli. In tutto 155 tappe vinte: record di Merckx, 25
77
147
Montecchio-Jesolo: 147 km per velocisti Tv: diretta su RaiSport1 dalle 14, Rai3 15.15 Oggi la 13a tappa, da Montecchio Maggiore a Jesolo, 147 km: la terza frazione più breve di questa edizione. Frazione per velocisti, interamente pianeggiante. La tappa attraversa le province di Vicenza, Padova e Venezia. RITROVO Ritrovo a Montecchio Maggiore in piazza Marconi alle 12.30, incolonnamento alle 13.45, partenza da via Trieste alle 14, dopo 4,3 km di trasferimento. ARRIVO Il traguardo di Jesolo è posto in viale del Bersagliere. Rettilineo finale ampio e lungo 500 metri. Orario di arrivo previsto tra le 17 e le 17.30. ABBUONI Due traguardi volanti ad abbuoni (3'', 2'' e 1''): Santa Maria di Sala e Mestre. All'arrivo, abbuoni di 10'' per il 1°, 6''per il 2° e 4 per il 3°. METEO Pioggia sia alla partenza che all'arrivo, con temperature di 15-17°. TV La diretta della tappa su RaiSport 1 a partire dalle 14 e su Rai3 dalle 15.15. Su Eurosport la diretta dalle 14.15.
AG2R LA MONDIALE D.S. Biondi 1 POZZOVIVO 2 BERARD 3 BETANCUR 4 DOMONT 5 DUPONT 6 GRETSCH 7 HOULE 8 MONTAGUTI 9 NOCENTINI
ITA FRA COL FRA FRA GER CAN ITA ITA
ANDRONI-SIDERMEC D.S. Savio 11 PELLIZOTTI 12 APPOLLONIO 13 BANDIERA 14 DALL'ANTONIA 15 FRAPPORTI 16 GATTO 17 STORTONI 18 TVETCOV 19 ZILIOLI
ITA ITA ITA ITA ITA ITA ITA ROM ITA
ASTANA PRO TEAM D.S. Shefer 21 ARU 22 CATALDO 23 KANGERT 24 LANDA 25 MALACARNE 26 ROSA 27 SANCHEZ 28 TIRALONGO 29 ZEITS
ITA ITA EST SPA ITA ITA SPA ITA KAZ
BARDIANI CSF D.S. Reverberi 31 BONGIORNO 32 BARBIN 33 BATTAGLIN 34 BOEM 35 CHIRICO 36 COLBRELLI 37 PIRAZZI 38 RUFFONI 39 ZARDINI
ITA ITA ITA ITA ITA ITA ITA ITA ITA
BMC RACING TEAM D.S. Baldato 41 GILBERT 42 ATAPUMA 43 BOOKWALTER 44 BURGHARDT 45 CARUSO 46 DILLIER 47 KÜNG 48 MOINARD 49 ZABEL
BEL COL USA GER ITA SVI SVI FRA GER
CCC SPRANDI POLKOWICE D.S. Wadecki 51 PATERSKI POL 52 BOLE SLO 53 MARYCZ POL 54 MATYSIAK POL 55 MIHAYLOV BUL 56 OWSIAN POL 57 RUTKIEWICZ POL 58 SAMOILAU BIE 59 SZMYD POL ETIXX - QUICK-STEP D.S. Bramati 61 URAN 62 BOONEN 63 BOUET 64 DE LA CRUZ 65 KEISSE 66 MEERSMAN 67 SABATINI 68 SERRY 69 VAKOC FDJ D.S. Guesdon 71 GENIEZ 72 COURTEILLE
COL BEL FRA SPA BEL BEL ITA BEL R.CEC
FRA FRA
73 74 75 76 77 78 79
ELISSONDE FISCHER MOUREY PINEAU RÉZA ROUX VEIKKANEN
FRA BRA FRA FRA FRA FRA FIN
IAM CYCLING D.S. Carlstrom 81 CHAVANEL 82 CHEVRIER 83 CLEMENT 84 HAUSSLER 85 KLUGE 86 PELUCCHI 87 PINEAU 88 REICHENBACH 89 SARAMOTINS
FRA FRA OLA AUS GER ITA FRA SVI LET
LAMPRE - MERIDA D.S. Maini 91 ULISSI 92 FERRARI 93 GRMAY 94 MODOLO 95 MORI 96 NIEMIEC 97 POLANC 98 RICHEZE 99 XU
ITA ITA ETI ITA ITA POL SLO ARG CINA
LOTTO SOUDAL D.S. Leysen 100 VAN DEN BROECK 101 ARMEE 102 BAK 103 BROECKX 104 GREIPEL 105 HANSEN 106 HENDERSON 107 MONFORT 109 VERVAEKE
BEL BEL DAN BEL GER AUS N.ZEL BEL BEL
MOVISTAR TEAM D.S. Garcia 111 INTXAUSTI 112 AMADOR 113 ANTON 114 FERNANDEZ 115 HERRADA 116 IZAGUIRRE 117 LOBATO 118 D. QUINTANA 119 VISCONTI
SPA C.RICA SPA SPA SPA SPA SPA COL ITA
NIPPO - VINI FANTINI D.S. Giuliani 121 CUNEGO 122 BERLATO 123 BISOLTI 124 COLLI 125 DE NEGRI 126 GROSU 127 ISHIBASHI 128 MALAGUTI 129 STACCHIOTTI
ITA ITA ITA ITA ITA ROM GIAP ITA ITA
ORICA GREENEDGE D.S. White 131 MATTHEWS 132 BEWLEY 133 CHAVES 134 CLARKE 135 DURBRIDGE 136 GERRANS 137 HEPBURN 138 LANCASTER 139 WEENING
AUS N.ZEL COL AUS AUS AUS AUS AUS OLA
SOUTHEAST D.S. Parsani 141 BELLETTI 142 BUSATO 143 CARRETERO 144 FAVILLI 145 FINETTO 146 GAVAZZI
ITA ITA PAN ITA ITA ITA
147 MONSALVE 148 PETACCHI 149 ZHUPA
VEN ITA ALB
TEAM CANNONDALE - GARMIN D.S. Wegelius 151 HESJEDAL CAN 152 ACEVEDO COL 153 BROWN USA 154 CARDOSO POR 155 DANIELSON USA 156 FORMOLO ITA 157 MARANGONI ITA 158 SLAGTER OLA 159 VILLELLA ITA TEAM GIANT - ALPECIN D.S. Engels 161 MEZGEC 162 ARNDT 163 DE BACKER 164 FAIRLY 165 GESCHKE 166 HAGA 167 JI 168 LUDVIGSSON 169 STAMSNIJDER TEAM KATUSHA D.S. Konyshev 171 PAOLINI 172 BELKOV 173 CHERNETSKI 174 KOCHETKOV 175 LAGUTIN 176 PORSEV 177 TROFIMOV 178 VOROBYEV 179 ZAKARIN
SLO GER BEL USA GER USA CINA SVE OLA
ITA RUS RUS RUS RUS RUS RUS RUS RUS
TEAM LOTTO NL - JUMBO D.S. Boven 181 KRUIJSWIJK OLA 182 BENNETT N.ZEL 183 FLENS OLA 184 HOFLAND OLA 185 KEIZER OLA 186 LINDEMAN OLA 187 TJALLINGII OLA 188 VAN DER LIJKE OLA 189 WAGNER GER TEAM SKY D.S. Cioni 191 PORTE 192 EISEL 193 HENAO 194 KIRYIENKA 195 KONIG 196 NIEVE 197 PUCCIO 198 SIUTSOU 199 VIVIANI
AUS AUT COL BIE R.CEC SPA ITA BIE ITA
TINKOFF SAXO D.S. De Jongh 201 CONTADOR 202 BASSO 203 BOARO 204 JUUL JENSEN 205 KREUZIGER 206 PAULINHO 207 ROGERS 208 ROVNY 209 TOSATTO
SPA ITA ITA DAN R.CEC POR AUS RUS ITA
TREK FACTORY RACING D.S. Baffi 211 NIZZOLO ITA 212 ALAFACI ITA 213 BEPPU GIAP 214 COLEDAN ITA 215 FELLINE ITA 216 SILVESTRE POR 217 VAN POPPEL OLA 218 VANDEWALLE BEL 219 WATSON AUS
A PUNTI
MONTAGNA
GIOVANI
TEAM A TEMPI
TEAM A PUNTI
ULTIMO KM
La maglia rossa «Algida» va al leader della classifica a punti, assegnati a seconda della categoria della tappa su ognuno dei traguardi volanti. Classifica: 1. Nicola BOEM 102 punti; 2. Viviani 89; 3. Greipel (Ger) 85; 4. Gilbert (Bel) 81; 5. Ulissi 75; 6. Nizzolo 74; 7. Bandiera 60; 8. Contador (Spa) 55; 9. Tiralongo 49; 10. Busato 47.
La maglia azzurra «Mediolanum» va al leader della classifica dei gran premi della montagna, con punteggi diversi a seconda della categoria delle salita; il massimo è previsto per la Cima Coppi, poi 9 gpm di 1a categoria, 8 di 2a, 13 di 3a e 8 di 4a. Classifica: 1. Benat INTXAUSTI (Spa) 61 punti; 2. Geschke (Ger) 53; 3. Betancur (Col) 46.
La maglia bianca «Eurospin» va al leader della classifica (a tempi) dei giovani, nati cioè dopo il 1° gennaio 1990. Class.: 1. Fabio ARU; 2. Formolo a 2'53"; 3. Chaves (Col) a 40'52"; 4. Polanc (Slo) a 46'48"; 5. Bongiorno a 58'07"; 6. Felline a 59'33"; 7. Matthews (Aus) a 1h04'02"; 8. Elissonde (Fra) a 1h06'31".
La classifica per squadre a tempi prende in considerazione i primi tre corridori di ciascuna squadra. La somma dei loro tempi determina il tempo di squadra. Class.: 1. ASTANA 153h12'52"; 2. Bmc a 6'14"; 3. Sky a 6'39"; 4. Movistar a 7'14"; 5. Cannondale-Garmin a 28'56"; 6. Tinkoff-Saxo a 30'33".
La classifica a squadre a punti si basa sui punti presi dalle squadre in più classifiche coi piazzamenti dei ciclisti. Classifica: 1. ASTANA 287; 2. Movistar 201; 3. Orica 195; 4. Bmc 192; 5. Lampre-Merida 180; 6. Southeast 162; 7. Bardiani CSF 160; 8. Androni-Sidermec 131; 9. Tinkoff-Saxo 125; 10. Sky 125.
La classifica Energia «Engie» premia il corridore che, lungo l’intero Giro, avrà percorso più rapidamente gli ultimi 3 km di ogni tappa in linea. A ogni tappa si assegnano punti ai tre corridori più veloci. Classifica: 1. Philippe GILBERT (Bel) 7; 2. Felline 5; 3. Lobato (Spa) 5; 4. Greipel (Ger) 5; 5. Aru 4; 6. Visconti 4.
98° Giro d’Italia R L’intervista
VENERDÌ 22 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
«SONO CADUTO IN DISCESA. MA SONO UNA ROCCIA, I DOLORI PASSERANNO» DAVIDE FORMOLO 22 ANNI, CANNONDALE-GARMIN
Ciro Scognamiglio INVIATO A VICENZA twitter @cirogazzetta
I
giorni per venire al Giro se li sceglie bene. L’anno scorso Brian Cookson aveva seguito dal vivo la spettacolare crono dei vini da Barbaresco a Barolo, stavolta — su un’auto guidata da Gabriele Colombo, vincitore della Sanremo 1996 — il presidente dell’Unione Ciclistica Internazionale ha seguito la Imola-Vicenza e si è goduto l’appassionante finale. E prima ancora, alla partenza di Imola, aveva affrontato i temi caldi del momento. Cookson, cominciamo dal più recente, la penalizzazione di 2’ a Porte per il cambio ruote con Clarke verso Forlì. Che ne pensa? «C’è una giuria, è indipendente, ha applicato correttamente una regola che esiste da tempo, c’era già nel 1986 quando io ero commissario alle corse. La decisione è stata giusta. Capisco l’adrenalina, il momento topico, ma mi sorprende che c’era chi non conoscesse il regolamento. Può darsi che la pena sia un po’ severa». Potrebbe essere rivista? «Teniamo costantemente sotto controllo tutto il regolamento, di certo non si può cambiare in corsa… Ci sono dei buoni motivi perché questa regola esista». Non troppo tempo fa Vincenzo Nibali si era lamentato del fatto di non vederla troppo alle cor-
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● Il maggior numero di arrivati alla fine del Giro, nel 2009: adesso, dopo 12 tappe sono in gara 184 corridori
consiglio del ciclismo professionistico. Ci saranno delle proposte concrete che spero vengano accettate. Il cambiamento non sarà radicale come da prime bozze, io penso a una evoluzione più che a una rivoluzione».
fIL PRESIDENTE DELL’UCI IN VISITA AL GIRO Brian Cookson, 63 anni, veste Contador rosa
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SERVONO MENO GIORNI DI GARA, MA SONO FIDUCIOSO CHE GIRO E VUELTA NON DOVRANNO RIDURRE I PROPRI
BETTINI
Giro e Vuelta rimarranno di tre settimane? «È opinione comune che i giorni di gara in assoluto siano troppi, ma ci sono pure buone ragioni economiche che giustificano questo. Dobbiamo però rispettare eredità e tradizione del ciclismo. Sono fiducioso sul fatto che Giro e Vuelta non saranno forzate a ridursi. Aspettiamo le proposte finali».
COOKSON «LA PENALIZZAZIONE A PORTE È STATA GIUSTA MA FORSE TROPPI 2 MINUTI» se. Ha detto anche che lei dovrebbe parlare di più con i corridori. «Devo dire che gli atleti sono rappresentati in molte delle nostre commissioni, e che mi piacerebbe andare di più alle corse ma il mio lavoro non è solo occuparmi del ciclismo professionistico maschile su strada. Ma forse, alle gare non è il momento più appropriato
per parlare con i corridori, che sono concentrati sul loro lavoro. Cercherò comunque di essere più reperibile da Nibali e da tutti loro. Al telefono, via email, anche visitando le squadre». La riforma del calendario dal 2017: per molti è morta ancora prima di nascere… «A giugno c’è una riunione del
L’inglese spiega: «Quella norma c’era già nel 1986 quando io facevo il commissario. La riforma del calendario? Evoluzione, non rivoluzione»
Caso Astana. L’Uci aveva chiesto il ritiro della licenza, ma non è andata così. Non la considera una sconfitta? «Noi eravamo davvero preoccupati su come il team fosse organizzato e diretto. Ma hanno presentato alla Commissione Licenze una struttura e delle procedure migliorate. Hanno avuto un serio avvertimento e si sono comportati di conseguenza. Ma è evidente che il caso non è chiuso, che il livello di attenzione resta molto alto». Il caso però si è trascinato fino a fine aprile, non pensa che questo abbia danneggiato la sua reputazione? «Non spetta a me dirlo, ma agli altri. Sicuramente noi siamo determinati a fare ogni sforzo contro il doping, quale che siano le nazionalità delle squadre o dei corridori. Le pene sono
L’ASTANA CI PREOCCUPAVA: ORA HA MIGLIORATO LE PROCEDURE, MA IL CASO NON È CHIUSO BRIAN COOKSON INGLESE, N. 1 DELL’UCI
sempre più dure, la commissione antidoping è indipendente. Se imbrogli, ti prendiamo: questo è il messaggio che spero stia passando. Ma basta con la cultura del sospetto, se ci sono belle prestazioni atletiche non significa che ci debba essere qualcosa dietro». Questione Mpcc: è accettabile che una associazione privata imponga regole diverse rispetto a quelle dell’Uci? «È chiaro che un accordo volontario può cambiare più velocemente le sue regole rispetto a noi. C’è la questione del livello di cortisolo, quella del tramadol, e anche altre. Le stiamo analizzando. Mpcc è una associazione volontaria, possono scegliere standard differenti, non la vedo come una cosa negativa. Per noi su ogni modifica è importante procedere d’accordo con la Wada, ed è ciò che sta accadendo». © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Formula 1 R GP Monaco 1
1. Niki Lauda con Nico Rosberg; 2. Il passaggio di Lewis Hamilton davanti al Casinò 3. Sebastian Vettel sul ponte che porta dal paddock ai box COLOMBO AFP 3
Pioggia e fischi a Montecarlo
1Pochi giri per risparmiare gomme e motori sul bagnato: il pubblico contesta
Controproposta Pirelli per le gomme 2016: Michelin verso il sì al bando della Fia
Pino Allievi MONTECARLO (MONACO)
P
er la prima volta da quando esiste il gran premio, il popolo delle tribune di Monte Carlo si è ribellato e ha preso a fischiare la Formula 1. È accaduto alle 15 di ieri, quando pioveva da una cinquantina di minuti e non c’era nessuna macchina in pista. A quel punto la gente, che aveva pagato cifre fra 60 e 70 euro, non ce l’ha più fatta e ha cominciato a protestare. Civilmente. Tra l’altro c’era anche poco pubblico. Ma pian piano la protesta si è trasformata in una prolungata bordata di fischi ai team e ai piloti che se ne stavano rintanati nel box, con ragioni validissime: il desiderio di non rischiare l’incidente, la necessità di salvare treni di gomme, l’esigenza di contenere il chilometraggio di motori che sono contingentati. Passi per i pericoli, ma il resto è solo frutto di storture regolamentari che nessuno vuole cambiare, uccidendo lo spettacolo e la passione dei tifosi. Solo una decina di minuti più tardi le vetture sono tornate in pista, mentre la pioggia leggera si era fermata.
Ma il disappunto è rimasto e tanti dei temerari di ieri non torneranno più. Una giornata amara per lo sport, una contestazione gentile, mai affiorata prima: ennesimo campanello d’allarme che finirà nel nulla.
SPERANZA «Il meteo dice che domenica potrebbe piovere—– dice Piero Ferrari, il vice-presiDOMINIO Eppure, il giovedì di Monaco (oggi le dente che oggi compie 70 anni — e potrebbe esmacchine non girano, domani le qualifiche) sere un’opportunità per noi in quanto rimescolequalche spunto interessante lo rebbe le carte. Io sono ottimista ha offerto. I tempi sull’asciutto in ogni caso, nel rispetto di una hanno mostrato la Mercedes Si profila un altro Mercedes che sarà comunque pronta nuovamente a dominache arrendevole». La dominio Mercedes tutt’altro re con Hamilton e Rosberg nelpioggia di ieri ha impedito di l’ordine — 74 centesimi tra i mettere alla prova le nuove PiLa Ferrari non è due — ma con una Ferrari tutSuper Soft, dalle quali la lontana. Sondaggio relli t’altro che male subito alle spalFerrari si aspetta molto. Però il le, grazie a Vettel 3° (a 1’’1) e a dei piloti tra i tifosi maltempo, con temperature in Raikkonen 4° (a 1’’3). Le Merribasso, potrebbe complicare le cedes hanno completato ben cose per le SF 15T, che amano 124 giri (la gara è di 78) senza il minimo proble- gli asfalti caldi per trovare la «finestra» di funma. Hamilton e Rosberg si sono cimentati con zionamento delle gomme entro la quale la Fertanta benzina a bordo e anche con poca, viag- rari recupera trazione, fattore indispensabile giando alla grande tra le curve strette del Princi- per andar forte qui. Sinora è stato questo, con il pato. Un lavoro simile a quello di Maranello (91 carico aerodinamico, il punto debole delle rosi giri), dove Kimi si è lamentato con misura del se.
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LA RICERCA
Vivere il GP da vip: una stanza con vista da...12 mila euro! Paolo Ianieri
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ogno di molti, possibilità per pochi. A patto di avere il portafoglio ben fornito. Il GP di Montecarlo è un appuntamento unico nel Mondiale di F.1, ma se alla fine l’acquisto di un biglietto non rappresenta un’impresa impossibile, vivere dal di dentro il fine settimana più glamour dell’anno costa decisamente molto di più. Casa.it, il portale dedicato all’acquisto, vendita e affitto degli immobili,
sottosterzo e di scarsa aderenza, ma elogiando al pari di Vettel il comportamento globale della vettura.
si è divertito a fare i conti su quanto costi un GP da vip nel Principato, affittando un appartamento nel weekend. IMPENNATA Il mercato immobiliare 2015, secondo Casa.it non rallenta, con prezzi al metro quadro che si aggirano intorno ai 32 mila euro e con il valore delle case che dal 2006 ha subito un incremento del 120%. Anche gli affitti seguono la stessa tendenza, ma con la F.1 subiscono un’ulteriore impennata calcolata intorno al 25%.
NABABBI E così, se spendere 800 euro a notte per un appartamento davanti alla curva del Portier, quella che immette nel tunnel, può tutto sommato essere ancora ragionevole, preparatevi a non svenire quando, per spostarvi un centinaio di metri più sopra, con vista sul Loews, vi sentirete chiedere, sempre per una notte, la bellezza di....12 mila euro! In mezzo, tante altre possibilità: dai 6 mila euro a notte nella zona del Casinò, ai 1.800 sulla salita dopo la prima curva. Mentre se volete guardarvi la partenza, solo l’affitto della terrazza costa 1.400 euro. Per chi, invece, vuole esagerare e ha a disposizione, bontà sua, uno yacht, ecco che un ormeggio con vista curva del Tabaccaio o Piscine costa 180 mila euro a settimana. A voi la scelta e... buon GP. © RIPRODUZIONE RISERVATA
RINASCITA Ci sono poi state delle sorprese. La Red Bull, ad esempio, è apparsa aggressiva con una serie di modifiche azzeccate e infatti Kvyat è 5°. Ricciardo è tornato a sorridere: «Mi piacerebbe battere le Ferrari in qualifica, ci proverò…». Benissimo i diavoletti della Toro Rosso, con ottimi tempi di Sainz e del deb Verstappen, 17 anni, ricordiamolo. E poi c’è Alonso, 8° nel pomeriggio e 2° tempo (dopo Kvyat) sul bagnato, dimostrazione di una voglia matta di riemergere. GOMME Infine, la Fia ha ufficialmente aperto il bando, che si chiuderà il 17 giugno, per la fornitura dei pneumatici dal 2017 al 2019, al quale aderiranno sia Pirelli sia Michelin. Col sospetto che la Michelin voglia fornire le gomme gratis a tutti, a differenza dell’industria italiana che fa pagare 1,3 milioni ai team. Intanto, la Pirelli ha contestato i risultati dello Strategy Group, a cui non era invitata, inviando alla Fia proposte antagoniste alla liberalizzazione delle mescole dal 2016. E l’associazione piloti lancia un sondaggio per capire che aria tira tra i tifosi. Se ne riparlerà presto, nel festival delle parole che è la F.1. © RIPRODUZIONE RISERVATA
LA MAPPA 180 MILA € PER UNA SETTIMANA IN BARCA RETTILINEO D’ARRIVO
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Montecarlo
HAIRPIN
LE PORTIER
12.000 €
800 €
GRAFICO LA GAZZETTA DELLO SPORT
VENERDÌ 22 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
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I TEMPI DEL GIOVEDÌ LIBERE 1 POS PILOTA 1. HAMILTON
NAZ GB
2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. 15. 16. 17. 18. 19. 20.
DISTACCO
OLA AUS GER SPA VEN RUS FIN GER BRA SPA GB FRA MES GER BRA FIN SVE GB SPA
TEMPO 1'18"750 media 152,548 km/h Toro Rosso-Renault 1'18"899 Red Bull-Renault 1'19"086 Ferrari 1'19"134 Toro Rosso-Renault 1'19"245 Lotus-Mercedes 1'19"454 Red Bull-Renault 1'19"520 Ferrari 1'19"679 Mercedes 1'19"762 Williams-Mercedes 1'19"766 McLaren-Honda 1'19"791 McLaren-Honda 1'20"202 Lotus-Mercedes 1'20"274 Force India-Mercedes 1'20"619 Force India-Mercedes 1'20"784 Sauber-Ferrari 1'20"857 Williams-Mercedes 1'20"917 Sauber-Ferrari 1'21"219 Manor Marussia-Ferrari 1'23"234 Manor Marussia-Ferrari 1'23"404
POS PILOTA 1. HAMILTON
NAZ GB
TEAM Mercedes
DISTACCO
2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. 15. 16. 17. 18. 19. 20.
GER GER FIN RUS SPA OLA SPA GER FRA MES BRA FIN VEN GB AUS BRA SPA GB SVE
VERSTAPPEN RICCIARDO VETTEL SAINZ MALDONADO KVYAT RAIKKONEN ROSBERG MASSA ALONSO BUTTON GROSJEAN PEREZ HÜLKENBERG NASR BOTTAS ERICSSON STEVENS MERHI
TEAM Mercedes
a 0"149 a 0"336 a 0"384 a 0"495 a 0"704 a 0"770 a 0"929 a 1"012 a 1"016 a 1"041 a 1"452 a 1"524 a 1"869 a 2"034 a 2"107 a 2"167 a 2"469 a 4"484 a 4"654
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Ferrari nel mirino «Sfrutta Haas per lo sviluppo» 1I rivali sospettano che l’alleanza serva a far progredire la SF15-T. Vettel: «Qui più vicini»
LIBERE 2
Il segreto di Max è un simulatore «fatto in casa» ● MONTECARLO – C’è un piccolo segreto dietro al debutto shock di Max Verstappen. L’olandesino della Toro Rosso, 17 anni, non aveva mai guidato fra i guardrail del Principato neppure con un’auto stradale. Ma nelle prove libere del mattino si è subito piazzato secondo, a ridosso di Hamilton. Strabiliante. Il miracolo, al di là della classe, si deve a un simulatore artigianale che Verstappen ha in casa, realizzato partendo da un sedile per la Playstation abbinato a un costoso processore di quelli utilizzati a livello professionale in Formula 3 o GP3. «Ogni volta che torna da Milton Keynes, dopo aver provato il simulatore Red Bull, la sera stessa Max guida anche il suo per confrontare le sensazioni», rivela il padre Jos, ex pilota di Formula 1. «Prima di Montecarlo mi ha chiesto di farci un giro e di dargli dei consigli. L’ho fatto in base alla mia esperienza». E il risultato ha lasciato a bocca aperta. lu.pe. © RIPRODUZIONE RISERVATA
ROSBERG VETTEL RAIKKONEN KVYAT SAINZ VERSTAPPEN ALONSO HÜLKENBERG GROSJEAN PEREZ MASSA BOTTAS MALDONADO BUTTON RICCIARDO NASR MERHI STEVENS ERICSSON
TEMPO 1'17"192 media 155,627 km/h Mercedes 1'17"932 Ferrari 1'18"295 Ferrari 1'18"543 Red Bull-Renault 1'18"548 Toro Rosso-Renault 1'18"659 Toro Rosso-Renault 1'18"782 McLaren-Honda 1'18"906 Force India-Mercedes 1'19"151 Lotus-Mercedes 1'19"266 Force India-Mercedes 1'19"300 Williams-Mercedes 1'19"560 Williams-Mercedes 1'19"566 Lotus-Mercedes 1'19"577 McLaren-Honda 1'19"606 Red Bull-Renault 1'19"639 Sauber-Ferrari 1'20"263 Manor Marussia-Ferrari 1'22"017 Manor Marussia-Ferrari 1'22"943 Sauber-Ferrari -
LA GUIDA Domani qualifiche su Sky e Rai dalle 14 e su gazzetta.it Domenica sul circuito cittadino di Montecarlo (3.340 m) si corre il GP Monaco, sesta tappa (su 19) del Mondiale 2015. Previsti 78 giri per 260,286 km. Tutto l’evento viene trasmesso in diretta su Sky e Rai. DOMANI Terza sessione di prove libere dalle 11 alle 12 e qualifiche alle 14. DOMENICA Gara alle 14. GAZZETTA.IT Tempo reale, risultati e notizie sul nostro sito. GAZZETTA TV Approfondimenti da studio e collegamenti con gli inviati. MONDIALE PILOTI 1. Hamilton 111 punti; 2. Rosberg 91; 3. Vettel 80; 4. Raikkonen 52; 5. Bottas 42; 6. Massa 39; 7. Ricciardo 25; 8. Grosjean 16; 9. Nasr 14; 10. Sainz 8; 11. Verstappen 6; 12. Hulkenberg 6; 13. Perez 5; 14. Ericsson 5; 6. Kvvat 5. COSTRUTTORI 1. Mercedes 202; 2. Ferrari 132; 3. Williams 81; 4 Red Bull 30; 5 Sauber 19; 6. Lotus 16; 7. Toro Rosso 14; 8. Force India 11; 9. McLaren 0; 10. Manor 0. PROSSIMA GARA Il 7 giugno GP Canada (Montreal).
a 0"740 a 1"103 a 1"351 a 1"356 a 1"467 a 1"590 a 1"714 a 1"959 a 2"074 a 2"108 a 2"368 a 2"374 a 2"385 a 2"414 a 2"447 a 3"071 a 4"825 a 5"751 -
Il papà di Bianchi «Quadro stagnante serve un miracolo» ● Proprio qui un anno fa Jules Bianchi centrò i suoi primi punti iridati (2), ora il francese di origini italiani è impegnato in un GP più importante: sopravvivere al terribile schianto di Suzuka che lo ha immobilizzato a letto dal 5 ottobre 2014. I progressi da allora sono limitatissimi come ha ammesso papà Philippe. «La situazione è stagnante, i progressi neurologici non sono quelli che ci piacerebbe fossero — ha detto a Canal Plus —. Ma la cosa importante è che sia vivo, che stia lottando. Ogni mattina quando ci alziamo pensiamo a Jules, pensiamo persino alla morte, perché dobbiamo farlo. Finché c’è vita, c’è speranza e dobbiamo augurarci un miracolo». Intanto il personale della Manor in questi giorni indossa un braccialetto rosso per ricordare il pilota che appunto portò la loro macchina nella top 10.
GLI ALTRI MOTORI MONDIALE SUPERBIKE
Haslam, costola rotta ma c’è l’ok dei medici A Donington ci sarà ● (p.g.) La Superbike sbarca in Inghilterra a Donington e l’Aprilia risolve il dubbio Leon Haslam che ha una costola rotta ma ha avuto l’ok dei medici per correre. «Se tossisco, vedo le stelle ma la moto non si guida col busto. Ho provato a stare in sella da fermo nel box e penso che non avrò problemi», è convinto il pilota Aprilia 2o nel Mondiale dietro a Jonathan Rea, 8 centri in 10 gare con la Kawasaki. Grande attesa per Davide Giugliano con la Ducati che qui è sempre andata forte: «Un anno fa ho fatto la pole, è solo la seconda uscita dopo l’infortunio e 86 giorni di
Leon Haslam, 31 anni, pilota Aprilia ALEX PHOTO inattività ma rispetto a Imola sono più allenato». Nel 6o round (su 13) orari rivoluzionati per la Tv: le tre sessioni di libere sono in programma oggi (1111:45; 14.45-15.30 e 17.30-18.15), Superpole sabato alle 13 e gare domenica alle 13 e 16 (ora italiana) in diretta su Italia 1.
Sebastian Vettel mentre affronta la chicane del porto: il ferrarista ha chiuso col terzo miglior tempo COLOMBO
Luigi Perna INVIATO A MONTECARLO (MONACO)
L
e gomme a banda rossa per ora sono l’unico giallo di Montecarlo. Perché ieri nessuno (tranne Maldonado) ha potuto provarle, a causa della pioggia, e per tutti resta il dubbio di come si comporterà la nuova mescola supersoft Pirelli, studiata per durare di più e quindi in teoria meno «aggressiva». Potrebbe bastare ad aiutare la Ferrari con una parte dei problemi incontrati in Spagna. E tanto Sebastian Vettel quanto Kimi Raikkonen erano curiosi di dare un assaggio, dopo aver trovato il feeling con la vettura fra le stradine del Principato. «È un peccato non aver potuto», si dispiaceva Vettel. «Ma la macchina era a posto. Mi aspetto che, anche per la natura del tracciato, il distacco dalle Mercedes si riduca». KIMI CONTENTO L’interrogativo sarà sciolto solo domani prima delle qualifiche, clima permettendo. Fino ad allora toccherà giocare alla roulette immaginandosi diverse strategie. Di positivo c’è che stavolta pure Raikkonen ha avuto le stesse sensazioni del compagno, a differenza di Montmelò quando si
era mostrato scontento del pacchetto di sviluppi aerodinamici, qui riproposto con una diversa messa a punto. «La vettura è andata molto bene. Avevamo solo qualche piccola difficoltà a mandare in temperatura le gomme davanti, per cui c’è da lavorare. Sarebbe servito provare le supersoft per vedere se la situazione migliorava». RISPOSTA La rossa non vince a Montecarlo dal 2001 con Schumacher. Ma, nonostante il tabù, confida nella gara monegasca per tornare ai livelli di competitività di inizio stagione rispetto alle Frecce d’argento, che pure ieri hanno piazzato Hamilton e Rosberg davanti a Vettel, con un vantaggio di 1”103 a favore dell’inglese. La corsa agli sviluppi, cominciando dal motore evoluzione da 30 Cv in più che la Ferrari farà debuttare in Canada, saranno la chiave della lotta per il Mondiale nella seconda metà dell’anno. La Mercedes al Montmelò ha calato l’artiglieria pesante, avendo capito che la rivale ormai soffiava alle spalle, ora Maranello deve rispondere, se vuole riavvicinarsi. GRANA La battaglia si svolge anche sul fronte politico. La Ferrari non è uscita contenta
della riunione strategica del 14 maggio, nella quale avrebbe voluto far valere il proprio peso. La proposta del quinto motore per quest’anno, che il Cavallino caldeggiava, non è passata. Non conveniva infatti a Stoccarda, visto che Hamilton e Rosberg finora hanno usato una sola power unit contro le due a testa di Vettel e Raikkonen. Inoltre la rossa spingeva perché fosse approvata da subito l’idea delle auto clienti dei grandi team, destinate alle squadre minori. Ma soprattutto sarebbe emersa una grana a proposito della collaborazione fra la Ferrari e Haas per il progetto della vettura (motorizzata Maranello) con cui il team americano debutterà in F.1 nel 2016. Mercedes, McLaren e Red Bull contestano alla rossa di averlo utilizzato da mesi come stratagemma per accelerare lo sviluppo della monoposto attuale. La SF15-T sarebbe infatti la base per la Haas futura e così l’uso congiunto della galleria del vento di Maranello (oltre a quella di Pittsburgh) tornerebbe utile a entrambe. Non essendo ancora iscritta al campionato, la Haas non è soggetta alle limitazioni nelle ore di ricerca che il regolamento prevede per gli altri team. E la Ferrari ne starebbe giovando. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Marciello secondo e senza pioggia... Rossi in pole
Tappa a Berlino Buemi ci riprova contro i brasiliani
● (ant.gat.) Raffaele Marciello (Trident) sfiora la pole GP2 a Montecarlo. Il pilota della Ferrari Driver Academy sul bagnato stacca il miglior crono nel proprio raggruppamento (1’40’’357), battendo anche il leader Stoffel Vandoorne, ma è beffato da Alexander Rossi. L’americano, inserito nel gruppo B, ha sfruttato la pista asciutta, firmando un tempo di 1’37’’019. Grazie ai punti della pole Rossi balza al secondo posto della generale. Nella gara in programma oggi alle 11. 15 (42 giri, diretta Sky) Vandoorne scatterà quarto dietro pure ad Arthur Pic. Domani domani gara2 alle 16.10 (30 giri).
La versione corsaiola della C3
LA SFIDA
Una Citroën C3 per l’endurance Esordio a Monza ● Ecco la Citroën C3 Max che parteciperà al Cite (campionato italiano turismo endurance): preparata dalla Procar e con un motore 1.6 Thp da 230 Cv elaborato dalla Mc Motortecnica. Team manager e pilota Massimo Arduini che corre con Facchinetti. Debutto a Monza il 30 e 31.
● (ant.gat.) Jarno Trulli e Vitantonio Liuzzi cercano finalmente una soddisfazione nella gara di Formula E che sbarca a Berlino. Domani l’ottava prova della serie riservata alle vetture elettriche. Sono 17 i giri (2.469 metri) sul circuito ricavato nel vecchio aeroporto della capitale tedesca. Serrata la lotta in testa alla classifica con tre piloti raccolti in dieci punti. Comanda il brasiliano Lucas Di Grassi (93 punti) a quattro lunghezze di vantaggio da Nelson Piquet Jr. La vittoria sul circuito cittadino di Montecarlo ha rilanciato le quotazioni dello svizzero Sebastien Buemi che ha 83 punti ed è terzo.
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Mondomotori R Auto
L'ANALISI di UMBERTO ZAPELLONI
EMOZIONI FORTI DA BATTICUORE
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veva ragione Enzo Ferrari. La Ferrari più bella è sempre la prossima. Un’affermazione che descrive benissimo anche la 488 GTB, l’ultima nata a Maranello, concepita da Montezemolo e partorita da Marchionne. È la forza di quest’azienda: ogni volta riesce a stupire, a emozionare e a riempire d’orgoglio noi italiani. Questa è una Ferrari di quelle cattive con 670 cavalli sempre a disposizione e un V8 Turbo da 3.902 cmc che ti schiaccia contro il sedile accelerando da 0 a 100 chilometri all’ora in 3” tondi tondi. Una Ferrari cattiva, ma docile allo stesso tempo perché non ti dà mai l’impressione di essere un cavallo selvaggio e indomabile. È una Ferrari che emoziona senza mai sfuggire di mano neppure al pilota meno esperto. Impressioni che sono confermate dai medici. Perché la 488 GTB l’abbiamo provata sotto monitoraggio con un bel po’ di sensori sotto la camicia dopo esser stati sottoposti a un elettrocardiogramma completo. Una specie di telemetria applicata all’uomo che medici ed esperti di Mex-Ex definiscono «Emotional test». I parametri biometrici mettono su carta quello che si prova alla guida. Il cuore che schizza quando sbagli la frenata in fondo al rettilineo di Fiorano, il respiro trattenuto quando la curva ti impegna, l’emotional status che sale come una tappa di montagna del Giro... La 488 GTB la sente sempre tua, anche quando ti sta andando via. Perché poi via non ti va mai. L’accelerazione è da brividi, la cambiata è pazzesca, la frenata sicura quando capisci che devi buttare giù duro il tuo piede destro, l’handling quasi da motocicletta. Raffaele De Simone, il collaudatore che sta raccogliendo l’eredità del mitico Dario Benuzzi, la guida come se fosse un giocattolo (guardate il video su Gazzetta.it) ma leggendo il display di cortesia per il passeggero ti rendi conto che si è già ben oltre i limiti di un pilota normale. Tutto questo senza che dalla carrozzeria siano spuntate ali, alette o alettoni. Flavio Manzoni, il direttore del design Ferrari, non è caduto nel facile tranello di aggiungere per tenere la macchina incollata al suolo. La 488 GTB ha messo i muscoli, si è incattivita rispetto alle 458, ma non si è trasformata in una macchina cafona. Ha personalità e carattere, ma resta elegante come deve esserlo ogni Ferrari. Ha lo spoiler soffiato, la maniglia a pinna che prende per mano il flusso d’aria e lo guida dove deve andare: è la Ferrari con il maggior numero di dispositivi aerodinamici sul mercato, figli dell’esperienza accumulata in pista nelle corse, dalla Formula 1 alle Gt. Nulla è nato per caso. E ora (finalmente) anche la chiave è di ultima generazione e basta tenersela in tasca prima di pigiare sul tasto start. E far partire le emozioni. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Ferrari 488
Una rossa da sballo facile da guidare come una city car 1Il turbo risponde in soli 0”06, cambio più rapido del 30% rispetto alla 458, ha 670 Cv e fa i 330 km/h
Alessandro Giudice
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l pilota solitario sale in macchina, si aggiusta il sedile, preme il tasto rosso dell’accensione e ascolta il rantolo del motore, un sottofondo cupo ed eccitante che conferma che i cilindri si sono messi in movimento. Poi, con un piccolo colpo di gas, fa salire i giri fino a 1.000 e mantiene il livello costante, per un minuto circa, il tempo che tutto vada in temperatura e lui abbia modo di allacciarsi la cintura, controllare gli specchi e partire. Il pilota solitario non è una figura leggendaria ma, secondo il marketing Ferrari, rappresenta il 70% dei clienti, persone che acquistano le supercar del Cavallino per guidarle in solitudine, senza nessuno al fianco. C’è
da capirli: il flusso di emozioni che si crea tra una Ferrari e chi la guida è una faccenda assolutamente privata che, con la nuova 488 GTB, diventa anche la curiosità di scoprire quel che la rende la più straordinaria 8 cilindri mai uscita da Maranello. PASSO AVANTI E non è un’esagerazione: ciò che della Ferrari stupisce ogni volta è la capacità di migliorare il modello precedente (in questo caso la 458 Italia) con prestazioni che parevano inarrivabili per un’auto stradale. Sulla 488 GTB ci si trova subito a proprio agio: l’interno è accogliente e ampio. La plancia liscia ed essenziale e tutti i comandi sono lì, a portata di dita, con gli strumenti, soprattutto il grande contagiri («la cosa che serve di più», assicura il capo collauda-
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GTB
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● 1. Il frontale della 488 GTB: si noti come il Centro Stile di Maranello abbia optato per un’aerodinamica funzionale alla guidabilità. Linea aggressiva, ma per... sottrazione; ● 2. La postazione guida e del passeggero. Quest’ultimo usufruisce di un display di cortesia per controllare velocità e marce; ● 3. L’interno portiera; ● 4. Dettaglio del cruscotto; ● 5. Il propulsore; ● 6. Il lato B: muscoloso, con scarichi alti; ● 7. La chiave; ● 8. Un punto di vista particolare: al volante della 488 GTB
tore Raffaele de Simone), raccolti dietro al volante. EMOZIONI A sua volta il volante è il vero strumento assoluto: per variare l’anima dell’auto, tramite il manettino e le sue 5 modalità di guida e con il tasto che disaccoppia le sospensioni; per comandare i servizi, dalle frecce ai tergi; per domare l’auto, impugnandolo con le mani e lasciando le punte delle dita libere di manovrare i paddle del cambio, posti ai lati, leggermente arretrati. Sono queste due leve il divertimento dei primi chilometri: facili da maneggiare, inducono a fare qualche passaggio di marcia più del necessario, giusto per il piacere di usarle. Poi, man mano che si esce dalle strade trafficate (l’abbiamo provata sull’Appennino bolognese, verso Sasso Marconi) e si sale di ritmo, la 488 entra in altre dimensioni, dove il rapporto tempo/spazio della guida assume parametri di rapidità motociclistici: l’8 cilindri turbo risponde immediato (0”06!) al pedale dell’acceleratore ed è privo di quel ritardo di risposta (turbo lag)
Nella foto grande e sotto, la nuova Ferrari 488 GTB ritratta in fase dinamica e statica. La linea è frutto del lavoro del Centro Stile guidato da Flavio Manzoni
di cui i motori sovralimentati hanno sempre patito, grazie a turbine costruite in TiAl, lega di titanio e alluminio leggera e a inerzia ridotta, che favorisce la ripresa immediata della rotazione; le 7 marce del cambio F1 a doppia frizione entrano a una velocità impensabile (-30% rispetto alla 458, -40% in scalata) e tutto il «sistema auto» è al tuo servizio, con una genuinità disarmante e un’efficacia che permette di divertirsi (ed eccitarsi) in assoluta tranquillità, accompagnati da un sound penetrante, da brividi lungo la schiena. ESTREMA La nuova Ferrari ha una marea di cavalli (670), va oltre 330 km/h, ci mette 3” per passare da 0 a 100 all’ora e 8”3 per arrivare a 200, eppure è docile e maneggevole come una city car. Merito dell’elettronica, con sistemi come l’SSC2, che aumenta l’accelerazione longitudinale in uscita di curva in modo impressionante, il differenziale E-diff e il controllo di trazione F1-trac che, in base alla dinamica impostata dal manettino, intervengono a vari livelli di intensi-
tà per correggere e riallineare; ma soprattutto merito dell’aerodinamica attiva, che sfrutta il pianale dinamico (con generatori di vortice, come sulle 458 GT da corsa), il doppio spoiler anteriore e quello posteriore soffiato, brevetto Ferrari che convoglia l’aria alla base del lunotto per farla uscire da uno sfiato posto sopra la targa, tra le luci della coda. STILE Un’aerodinamica che ha influenzato lo stile e portato Flavio Manzoni, capo del Centro Stile di Maranello, ad adottare soluzioni funzionali alla dinamica di guida: interventi fatti per sottrazione di volumi, che trovano nella fiancata, solcata da un’ampia presa d’aria divisa in orizzontale da un flap per raffreddamento di motore (sopra) e intercooler (sotto), l’elemento essenziale per valutare lo stile della 488 GTB. Che ha una coda muscolosa, imponente, con scarichi alti ed estrattore poderoso, un padiglione di origine 458 che si protrae verso il muso piatto e affilato, sorretto da due piloni in stile F1, per selezionare i flussi d’aria incamerati dalla grande e vorace bocca anteriore. Possedere e guidare la Ferrari 488 GTB è un’esperienza mistica, da affrontare con il giusto equilibrio spirituale: sia per sborsare i 211 mila euro necessari all’acquisto, sia per pazientare i 12 mesi d’attesa per la consegna, un tempo destinato ad allungarsi. Poi però si tocca il cielo con un dito, anzi con un otto cilindri. Da pilota solitario o in compagnia di un passeggero che, per non essere del tutto passivo, può leggere su un piccolo schermo (optional) dati di marcia come velocità, numero di giri, marcia innestata. © RIPRODUZIONE RISERVATA
LA SCHEDA FERRARI 488 GTB
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MOTORE V8 – 90° TURBO CILINDRATA TOTALE 3.902 CMC POTENZA MASSIMA 492 KW (670 CV) A 8000 GIRI/MIN COPPIA MASSIMA 760 NM A 3000 GIRI/MIN IN VII MARCIA LUNGHEZZA 4.568 MM LARGHEZZA 1.952 MM ALTEZZA 1.213 MM PESO A SECCO 1370 KG DISTRIBUZIONE DEI PESI 46,5% ANT – 53,5% POST 3,0” ACCELERAZIONE 0-100 KM/H ACCELERAZIONE 0-200 KM/H 8,3” VELOCITÀ MASSIMA 330 KM/H PREZZO 211.000 EURO
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La placca identificativa del modello
NUOVA FIAT «TURCA»
Aegea, berlina compatta che fa 25 km con un litro Corrado Canali ISTANBUL (TURCHIA)
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cco la nuova Fiat Aegea (ma il nome definitivo verrà svelato al lancio) che sarà destinata a sostituire la Linea sui mercati emergenti, come la Turchia dove verrà prodotta. Berlina compatta, svelata alla vigilia del Salone di Istanbul (da oggi al 31) è la prima di tre vetture del marchio per questi mercati. A confermarlo Antonella Bruno, responsabile in Europa della gamma functional range di
Fiat. «Arriveranno nel corso del 2016 anche una cinque porte e una station wagon». DIMENSIONI Lunga 450 cm, larga 178 e alta 148, la Aegea ha un passo di 264 cm che consente di offrire un ampio spazio per cinque persone, oltre a una capacità di carico di circa 510 litri. Realizzata dal Centro Stile Fiat, la vettura propone soluzione stilistiche premium come la nervatura centrale sul cofano che prosegue sul tetto, mentre al centro della mascherina è in bella evidenza il logo Fiat. Nella vista laterale, inol-
tre, una linea collega le luci anteriori alle posteriori, mentre dietro sono da segnalare i contorni luminosi dei fanali. MOTORI Al lancio saranno disponibili due turbodiesel Multijet o in alternativa due benzina, con cambio manuale o automatico e accreditati di potenze comprese fra 95 e 120 Cv. I diesel potranno garantire percorrenze medie di più di 25 km con un litro di gasolio. DOTAZIONI A livello tecnologico la Aegea proporrà il sistema Uconnect, con schermo tattile
La nervatura sul cofano caratterizza il disegno della Aegea. Una linea collega le luci anteriori e posteriori
RSarà prodotta
a Bursa per i Paesi emergenti: lunga 450 cm con motori da 95 a 120 cavalli
a colori di 5 pollici, il Bluetooth con vivavoce, streaming audio, lettore sms e riconoscimento vocale, porte aux e usb con integrazione di iPod, il tutto attivabile direttamente dal volante. A richiesta anche la telecamera di parcheggio e il navigatore TomTom.
MERCATO Progettata e sviluppata in Turchia con Tofas R&D, sarà prodotta a Bursa e venduta in oltre 40 paesi in Europa, Medio Oriente e Africa. Sul mercato turco la Aegea sarà in vendita da novembre. Prezzo da stabilire. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Rally R Mondiale in Portogallo
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Marco Gentili
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LA GUIDA
@marcogentili80
Sedici prove e il «salto» di Fafe Domenica in diretta su Fox Sports 2 a partire dalle 9
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arà caldo, anzi caldissimo in Portogallo, in questi giorni di rally. E non solo dal punto di vista climatico: in strada (e sullo sterrato) sarà lotta durissima per il quinto atto del Mondiale. Soprattutto perché la tappa argentina di fine aprile scorso ha segnato il primo passaggio a vuoto di sua maestà Sebastien Ogier, tradito da un iniettore della sua Volkswagen Polo. Un fattore esterno che ha agevolato il successo di Kris Meeke e il secondo posto di Mads Ostberg, sempre di più seconda forza del Mondiale alle spalle del francese due volte iridato e sempre capoclassifica. RISCOSSA VW La Polo in Argentina ha registrato un inconveniente tecnico all’alimentazione che ha danneggiato sia la vettura del francese sia quella di uno Jari-Matti Latvala in crisi di risultati: il pilota finlandese, fatta eccezione per il secondo posto a Montecarlo nel primo rally stagionale, ha collezionato due ritiri e un 15° piazzamento. L’incidente di percorso argentino è però stato metabolizzato velocemente e risolto dai vertici di Volkswagen. Il boss Jost Capito non ha visto di buon occhio la peggior performance di sempre della Casa tedesca da quando è rientrata nel Wrc nel 2013: «Come al solito siamo a caccia della vittoria. Ma stavolta lo siamo ancora di più. tutti quanti dobbiamo fare il massimo per cancellare i brutti ricordi di quella trasferta», ha detto. Sebastien Ogier dal canto suo non vede l’ora di entrare nel vivo del rally e di dimenticare la disfatta argentina: «Avete visto tutti che i rivali ci sono e sono fortissimi. Entrambe le Citroën di Kris Meeke e Mads Ostberg, così come la Ford di Elfyn Evans, sono rivali temibili. Non sarà affatto facile». CARICHI A MILLE Quando dice che la concorrenza è tosta, Ogier non fa solo pretattica. Sa bene che il primo podio «deVolkswagenizzato» da 20 rally a oggi ha ringalluzzito le speranze di vittoria dei suoi rivali. Soprattutto quelle di Mads Ostberg. «Dopo due secondi posti (in Messico e Argentina, n.d.r.) ho finalmente la sensazione che stiamo andando nella direzione giusta». Anche Thierry Neuville, belga al volante della Hyundai i20, nonostante il sesto posto nel Mondiale, si sente pronto per tornare al vertice: «Abbiamo fatto molti test su queste strade sia lo scorso anno sia a inizio aprile, percorrendo tutte le strade possibili e nelle condizioni più disparate. So bene
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Il Rally di Portogallo, quinta prova (su 13) del Mondiale, si corre sulla distanza di 352,09 chilometri e si snoda su 16 prove speciali. Ieri sera si è corsa la prima prova speciale (3,36 km). Oggi sono in programma sei speciali, altrettante domani mentre sono tre quelle di domenica (compresa la power stage) La superficie è sterrata con brevissimi tratti in asfalto. CLASSIFICA PILOTI 1. Ogier (Fra-Volkswagen) 84 punti; 2. Ostberg (Nor-Citroën) 51; 3. Mikkelsen (Nor-Volkswagen) 47; 4. Evans (Gal-M Sport) 41. 5. Meeke (GB-Citroën) 35; 6. Neuville (Bel-Hyundai) 35;. CLASSIFICA COSTRUTTORI 1. Volkswagen 103 punti; 2. Citroën 85; 3. Hyundai 85; 4. M-Sport 71; 5. Jipocar 32; 6. Volkswagen II 15. PROSSIME TAPPE 11-14/6 Italia; 2-5/7 Polonia; 30/72/8 Finlandia; 20-23/8 Germania; 10-13/9 Australia; 1-4/10 Francia; 22-25/10 Spagna; 12-15/11 Galles. IN TV Diretta su Fox Sports2 domenica alle ore 9. Alle 12 è in programma la power stage (repliche alle 16 e alle 20).
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● 1. L’inglese Kris Meeke (Citroën DS3) vincitore del rally di Argentina ● 2. Il due volte iridato Sebastien Ogier (VW Polo); ● 3. Robert Kubica (Ford Fiesta)
Ostberg ora ci crede Vuole battere Ogier per riaprire i giochi 1Il francese della Volkswagen punta a rintuzzare i rivali agguerriti, dopo lo scivolone in Argentina RIl boss VW Capito: «Fare il massimo per metterci alle spalle quella brutta gara»
RDopo l’assenza in Sudamerica per riorganizzare la squadra, torna anche Kubica
cosa attendermi da questo rally». INSIDIE Il rally del Portogallo, che ieri ha vissuto le prime schermaglie, nasconde più insidie di quanto si possa pensare. Vero che si tratta di un rally che si corre per il 90% del percorso su sterrato, i problemi possono arrivare dai tratti asfaltati. Che sono pochi ma sufficientemente lunghi (da 200 metri fino al chilometro e mezzo) per mettere in crisi lo stile di guida dei piloti. Inoltre il tracciato, come afferma JariMatti Latvala, ha subito numerosi cambiamenti rispetto al-
l’anno scorso: «I nuovi tratti di strada rappresentano la sfida maggiore, perché dobbiamo stendere e correggere le note quasi in corso d’opera. Dobbiamo imparare tutti il nuovo linguaggio della strada». RITORNI A cimentarsi sul salto di Fafe, uno dei più celebri e spettacolari di tutto il Mondiale, torna anche Robert Kubica. L’ex pilota di Formula 1, dopo aver saltato un giro dando forfait in Argentina (ufficialmente per riorganizzare il team e la struttura e mettere a punto la macchina), torna alle corse in Portogallo. «Abbiamo fatto
una promessa ai nostri tifosi e siamo tornati – ha detto il pilota polacco – e parteciperemo al rally con una vettura completamente nuova. Purtroppo, avendo lavorato sulla riorganizzazione della squadra, non abbiamo avuto il tempo per testare fino in fondo la macchina, quindi per noi sarà un weekend frenetico alla ricerca del migliore set-up. La squadra lavorerà insieme con MSport, che ha preparato le nuove Fiesta. E oltre a questo stiamo continuamente lavorando sulla crescita della nostra squadra». © RIPRODUZIONE RISERVATA
I PRECEDENTI
Seb insegue la cinquina di Markku
Il finlandese Markku Alén, vincitore del rally in 5 occasioni
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naugurato nel 1967, il Rally del Portogallo fa parte del Wrc sin dalla sua prima edizione del 1973 e fino al 2001 ha fatto parte del programma iridato. Venne sospeso dal 2002 al 2006 e nel corso degli anni divenne celebre sia per la sua spettacolarità, sia per la sua pericolosità. La folla aveva infatti l’irresponsabile abitudine di sostare in piedi sulla carreggiata mentre transitavano le auto. Nel 1986 l’incidente più grave, con Joaquim Santos che falciò tre persone, uccidendole. A oggi il pilota più vincente sulle strade del Portogallo è il finlandese Markku Alén con cinque successi, tallonato dalla coppia Ogier-Ingrassia a quota quattro.
Mikkelsen & co., dominio VW nello shakedown 1Il norvegese in testa dopo la prima speciale. Paura per Ostberg che si ribalta in curva: il pubblico lo aiuta a ripartire
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no-due-tre. I guai meccanici dell’Argentina della Volkswagen sembrano ormai alle spalle, almeno a vedere i risultati dello shakedown in Portogallo. Un trittico della Casa tedesca domina la classifica delle prime prove veloci. A imporsi è stato A n d r e a s M i k ke l s e n i n 3’11”300, che ha distanziato di un secondo e 3 Sebastien Ogier mentre Jari-Matti Latvala è terzo a un secondo e 8 decimi. «È stata una grande mattinata per me» ha detto il pilota norvegese del Team Volkswagen II, che per la prima volta quest’anno ha usato in gara la stessa vettura dei colleghi della “prima
squadra”. Dietro al terzetto con la Polo spicca Ott Tanak con la nuova Ford Fiesta RS del team M-Sport. Bene anche Robert Kubica, tornato ai rally dopo la pausa argentina: il polacco si è piazzato al sesto posto sempre con una Fiesta RS. CHE BOTTA Tanta paura per Mads Ostberg, uscito solo con qualche graffio dall’incidente in cui è rimasto coinvolto con la sua Citroën DS3. «Siamo arrivati larghi in curva, abbiamo toccato una massicciata di terreno e la macchina si è ribaltata sul mio lato. È stato un botto scenico ma davvero senza conseguenze – racconta il pilota
La Citroën di Mads Ostberg dopo l’incidente nello shakedown
norvegese –. Abbiamo chiesto agli spettatori di aiutarci a rimettere la macchina in posizione e a darci una spinta per ripartire». Cos’è successo? «Semplicemente non ho sentito le indicazioni del mio navigatore. Era una curva in cui avrei dovuto frenare ma ho capito male e non ho rispettato le sue istruzioni».
soft. «È senza dubbio un rally da morbide – afferma Mikkelsen – sono senza dubbio più veloci delle dure, almeno nei passaggi del mattino». Al pomeriggio la situazione potrebbe però essere diversa: piloti come Ogier si aspettano una condizione stradale ben diversa che potrebbe richiedere scelte di pneumatici differenti.
QUESTIONE GOMME Il nuovo tracciato è una scoperta per tutti i piloti, alle prese con la scelta delle gomme da utilizzare nelle prove speciali. Se Michelin suggerisce le dure come prima scelta, i piloti al momento sono più a loro agio con le
SI PARTE Ieri sera si è disputata la prima prova speciale. In testa Mikkelsen seguito da Ogier e Latvala, tutti e tre su Volkswagen Polo. Seguono Kubica, Neuville e Meeke. mar.ge. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Basket R Playoff Nba: gara-1 di finale Est
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Educanda Smith l’ex ragazzo cattivo riabilitato da LeBron 1Cleveland sbanca Atlanta con otto triple di JR,
il piantagrane preso a gennaio dopo l’ok del Prescelto Massimo Oriani
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eBron James è il sole. Acceca. Per questo i successi, non solo quello di Cleveland in gara-1 di finale Est ad Atlanta, ma tutti quelli delle sue squadre, vengono oscurati dalla sua presenza. Sarà banale, perché è pur vero che alla fine è sempre il Prescelto a fare la differenza, ma, come insegnano le sconfitte del passato (vedi Cavs 2007, anche se quello era un LBJ acerbo), il contorno conta. GUAI Chiedetelo ad Atlanta. Fatevi dire cosa pensano di Earl Joseph Smith, meglio conosciuto come JR. Anzi, noto quasi solo per le sue malefatte. Come l’arresto per omicidio veicolare del 2007 nel Colorado per il quale fece 24 giorni di prigione. O la chiusura dell’account Twitter per uso di linguaggio tipico della gang dei Bloods. Che qualche anno dopo (2012) riprese ad usare, postando la foto del posteriore nudo di una ragazza che aveva rimorchiato dopo una partita, beccandosi 25.000 dollari di multa dalla Nba, dalla
quale venne anche sospeso per uso di sostanze stupefacenti. O un altro arresto, a Miami Beach, perché alla guida di uno scooter senza patente. E’ il classico piantagrane ed è stato l’emblema del disastro dei Knicks di questi ultimi anni. Chiedete a coach Budenholzer cosa pensa delle 8 triple di Smith in gara-1, 5 delle quali sono arrivate nel 22-4 a cavallo di 3° e 4° periodo che ha deciso il match. Eppure Smith non dovrebbe vestire la maglia dei Cavs. Perché correre un rischio simile, visto il suo background (non male per uno che ha fatto il liceo dai Benedettini...)? Perché chiamare i Knicks, che lo offrivano a chiunque
LA CHIAVE
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Cleveland ha vinto in trasferta per la prima volta gara-1 di una serie playoff, dopo aver perso le prime 14 disputate
alzasse la cornetta, a gennaio e intavolare una seria trattativa? Ok, coach David Blatt era disperato. Aveva capito che con quel nucleo non sarebbe andato lontano. Voleva il «suo» Mozgov per difendere il ferro. Ma una volta esaudito il desiderio di riabbracciare il russo con cui vinse il bronzo a Londra 2012, restava il problema di un difensore perimetrale. Identificato in Iman Shumpert, che però New York liberava solo a patto che l’acquirente si accollasse anche il contratto di Smith (che ha un’opzione a suo favore da oltre 6 milioni per la prossima stagione). Il gm dei Cavs, David Griffin decise quindi di parlarne con LeBron. «Prendilo, ci penso io a tenerlo a bada» fu la risposta del Prescelto. CANDIDO A Cleveland JR si è dimostrato un cittadino modello, con la sola eccezione di quella manata che ha steso il povero Jae Crawford in gara-4 con i Celtics, costatogli 2 partite di stop. «Ora ho capito che giocatore avrei potuto essere se avessi preso cura del mio corpo e mi fossi allenato. Ma a New York
J.R. Smith, 29 anni, guardia passata dai Knicks ai Cavs a inizio gennaio, 37.2% da tre in carriera AFP
c’erano tante tentazioni, qui a Cleveland non c’è vita notturna per cui posso concentrarmi sul basket» ha candidamente raccontato poco tempo fa l’ex guardia dei Zhejiang Golden Bulls (Cina), dove sbarcò il lunario durante il lockout 2011, segnando in una gara 60 punti pur partendo in panchina. Mercoledì si è fermato a 28, ovvero tutti quelli prodotti dalle riserve dei Cavs visto che Dellavedova e James Jones, gli altri due utilizzati, sono rimasti a secco. NUMERI Con Kyrie Irving che ha nuovamente riaggravato il problema a un ginocchio e ha ormai capito che non potrà mai essere al 100% in questi playoff, LeBron ha disperatamente bisogno di Smith. La chiave di ga-
ra-1 per Cleveland è stato il movimento di palla, che ha permesso a JR di segnare 5 triple senza neppure un palleggio (catch and shoot). E’ arrivato a quota 28 punti, pur essendo passati dalle sue mani solo il 12% dei tocchi di palla di squadra (per dare un metro di paragone, LeBron è al 22%). Con grande efficienza: ha prodotto 0.70 punti per tocco, top tra i suoi davanti a James, ben distante con 0.37. Numeri importanti. Non quanto la disciplina dimostrata. «E’ una grande situazione per me ma anche per mia mamma. Tutto ciò che di negativo dicono di me le fa male. Ed è l’ultima cosa che voglio». JR ha anche un cuore. E una mano letale dai 7 metri. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Stanotte gara-2 Sollievo Hawks Carroll non è grave ● Gli Hawks, nonostante abbiano perso il fattore campo in gara-1, tirano un sospiro di sollievo: l’infortunio a un ginocchio del loro miglior difensore, DeMarre Carroll, quello a cui tocca marcare LeBron, non è grave. Si temeva la rottura del crociato, la risonanza ha invece escluso lesioni, incerto però il suo recupero. Finale Est, gara-1: AtlantaCleveland 89-97 (serie 0-1, stanotte gara-2). Finale Ovest: Golden State-Houston 1-0 (ieri notte gara-2).
Basket R Playoff: quarti gara-2
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REGGIO EMILIA 71 BRINDISI
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Andrea Tosi INVIATO A REGGIO EMILIA
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n fantasma per 36’08”, con zero punti e 7 errori al tiro, Jacob Pullen si redime nei 3’52” finali. Nei quali produce tutto il suo bottino segnando il sorpasso sul 54-56 e la tripla decisiva sul 56-61 che fanno partita. E’ la catarsi di Brindisi che espugna il catino di Reggio, inviolato per 15 partite e 216 giorni, pareggia la serie e ribalta il fattore campo cogliendo il primo successo nei playoff del club pugliese che adesso ha due partite interne per sognare la semifinale. RINCALZI Con una distribuzione certosina dei tiri (sei uomini in doppia cifra su 74 punti finali) l’Enel surroga il lungo oblio di Pullen e Denmon, vincendo con la qualità e quantità dei rincalzi: Cournooh si conferma jolly prezioso, Harper regala energia e i lunghi reggono il
Alle 20.45 gara-3 Bologna-Milano e Sassari-Trento ● (g.d.-l.a.) Stasera Milano può diventare la prima semifinalista, se riuscirà a sbancare la Unipol Arena, dove si presenta al completo. Bologna invece con Gaddy (spalla) e Fontecchio (caviglia) difficilmente recuperabili. Sassari cerca il 2-1 casalingo su Trento. Dinamo in salute, compreso Mbodj che in gara2 è andato in tribuna. Dolomiti Energia al completo. Ore 20.45, gara-3: Granarolo Bologna-EA7 Milano (diretta RaiSport 1, arbitri Lamonica, Di Francesco, Chiari, serie 02). Ore 20.45, gara-3: Banco di Sardegna Sassari-Dolomiti Energia Trento (arbitri Mattioli, Sardella, Weidmann, serie 1-1).
confronto con Polonara e Lavrinovic, i migliori della Grissin Bon. «Stavolta la mia squadra è stata unita davanti alle difficoltà — coach Bucchi —. Solo così si coprono gli errori. Siamo stati concreti e ordinati. Ma siamo solo 1-1, non abbiamo fatto ancora nulla». L’allenatore di Brindisi deve resettare nelle teste dei suoi giocatori la delusione del k.o. di gara-1 col +23 gettato alle ortiche mentre Menetti non vuole affaticare troppo i suoi veterani usando subito Silins e Cervi che però brucia due falli in 50”. RITMO Il ritmo dell’Enel non è quello indiavolato di due giorni prima, il pallone diventa pesante per Pullen e Denmon ma Reggio non ne approfitta per aggredire il canestro e mettere pressione agli avversari. Il primo a scaldarsi è Mays, un lungo che sa usare la linea di fondo e il piede perno come pochi e che riesce anche a difendere con una mano sola mentre nell’altra trattiene una lente a contatto sfilata dopo un colpo al volto. Come in gara-1 gli esterni reggiani faticano ad entrare in partita. Lo stesso vale per Brindisi che alla pausa ha zero punti dalla coppia Pullen-Denmon. Nella ripresa, Reggio riesce a scattare sul +8 con l’unica prodezza di Della Valle ma Brindisi resta a ruota con Cournooh che risale a -2. CAMPIONE Ci vuole però un colpo da campione per girare l’inerzia, ci pensa Pullen. Col suo primo canestro, il play ex Barcellona spinge avanti Brindisi poi colpisce da tre e dalla lunetta punisce tutti i falli sistematici mentre Reggio non riesce a riattivare Polonara in tempo per evitare la sconfitta. «Non siamo mai riusciti a prendere il ritmo della partita che ci è sempre sfuggito di mano per errori nostri — sospira coach Menetti —. Non è un dramma, andiamo a Brindisi per vincere». © RIPRODUZIONE RISERVATA
72
GRISSIN BON REGGIO EMILIA: Cinciarini 8 (2/5, 1/6), Kaukenas 8 (2/5, 1/6), Silins 1 (0/2 da 3), Polonara 24 (6/9, 3/4), Cervi; Della Valle 5 (0/1, 1/4), Mussini 2 (1/1), Diener 4 (2/4, 0/6), Chikoko (0/1), Lavrinovic 19 (4/7, 2/5), Pini (0/1). All: Menetti.
UMANA VENEZIA: Stone 11 (3/4, 0/1), Goss 13 (1/5, 3/4), Viggiano 11 (3/3, 1/4), Peric 7 (2/4, 1/5), Ress 9 (1/1, 2/3); Jackson 9 (0/1, 3/5), Ruzzier (0/1), Ortner 8 (2/3), Nelson (0/2, 0/1), Aradori 6 (3/6), Dulkys 3 (1/3 da 3). N.e.: Ceron. All.: Recalcati.
ENEL BRINDISI: Pullen 14 (2/6, 1/4), Denmon (0/4 da 3), Cournooh 10 (2/3, 1/3), James 13 (1/3, 2/3), Mays 14 (5/9, 0/1); Harper 11 (5/8, 0/1), Turner 10 (3/9, 1/2), Eric 2 (0/1), Zerini (0/2 da 3). N.e: Bulleri, Morciano, Di Salvatore. All: Bucchi.
ACQUA VISTASNELLA CANTU’: Johnson Odom 25 (8/10, 2/6), Gentile 2 (1/3, 0/3), Jones (0/1), World Peace 11 (2/4, 2/6), Shermadini 3 (1/3); Feldeine 24 (2/5, 6/10), Abass 1 (0/2, 0/2), Buva 2 (1/1), Williams 4 (2/2). N.e.: Bloise, Zugno, Maspero. All.: Sacripanti.
David Cournooh, 24 anni, ex Siena, contro Andrea Cinciarini EVANGELISTA
Emilia cade in casa dopo 15 gare e 216 giorni
CANTU’ (18-14, 42-23; 63-38)
NOTE - T.l: RE 13/20, Bri 23/29. Rim: RE 36 (Polonara 9), Bri 41 (James 8). Ass: RE 15 (Cinciarini 5), Bri 7 (Pullen 3). Progr: 5’ 4-6, 15’ 20-21, 25’ 39-39, 35’ 54-51. Usc. 5 f.: Cinciarini 39’57” (71-74). Spett. 3500.
1Non aveva mai vinto nei playoff. Reggio
77
(13-12, 28-31; 49-43)
ARBITRI: Paternicò, Sabetta, Paglialunga.
Pullen firma la storica prima di Brindisi e il pareggio
VENEZIA
ARBITRI: Mazzoni, Baldini, Lo Guzzo. NOTE - T.l.: Ven 14/23, Can 8/16. Rim.: Ven 39 (Stone 13), Can 27 (Abass 6). Ass.: Ven 22 (Peric 6), Can 9 (Feldeine 4). Tecn.: World Peace 5’36” (12-9), Buva 8’47” (1714). Usc. 5 f.: Williams 38’49” (7456) . Progr.: 5’ 12-7, 15’ 28-20, 25’ 54-28, 35’ 71-54. Spett.: 3509.
DOMANI GARA-3 QUARTI
QUARTI
FINALE
1. MILANO
Dal 14 al 26/6
2
2
Oggi, 24 e 26/5 8. BOLOGNA
0
0
7. CANTÙ
SEMIFINALI -
-
-
-
Dal 29/5 al 10/6
Dal 29/5 al 10/6
1
1
1
1
Oggi, 24 e 26/5 5. SASSARI
2. VENEZIA Domani, 25 e 27/5
SEMIFINALI
4. TRENTO
3. REGGIO EMILIA Domani, 25 e 27/5 6. BRINDISI RCS
LE PAGELLE
LE PAGELLE
di A.TO
REGGIO EMILIA 5
BRINDISI
7
PULLEN 6,5 Fino al 36’ era da zero come i punti realizzati, poi ne esplode 14 e mette il cappello con la tripla decisiva a -1’35”. DENMON 5 Voto alzato per la vittoria non per la prestazione, zero assoluto. COURNOOH 7 Ancora volitivo e positivo, tiene bene in regia e fa canestri importanti. Jolly prezioso. JAMES 6,5 Con quel cognome non può fallire le partite importanti. Positivo anche a rimbalzo. MAYS 7 Lungo mobile con senso del gioco: copre bene l’area. TURNER 6,5 Primo in doppia cifra, forza qualche tiro ma è sempre vivo e aiuta forte a rimbalzo. ZERINI 5 In 19’ non arriva al canestro, però collante prezioso. ERIC 6 In campo ci sta il resto verrà. HARPER 7 IL MIGLIORE Gregario di lusso, esce dalla panchina portando punti ed energia che contagia i compagni.
VENEZIA
7,5
STONE 8,5 IL MIGLIORE Sfrutta all’inizio il mismatch con Gentile attaccando il canestro (4/4 in avvio). Poi diventa un inno al basket totale: 11 punti e 13 rimbalzi dopo 30’. Strepitoso. GOSS 8 Guida il 10-1 iniziale mangiandosi Odom e infiocchetta l’allungo che decide il match. Esaltante. VIGGIANO 6,5 E’ in campo in tutti i break. E ci mette pure 5 rimbalzi. PERIC 7 Rimbalzi (5), assist (6), difesa. E’ ovunque. RESS 6,5 Stoppata a Metta, foto di una prova difensiva eccellente. JACKSON 6 Imbuca un trepunti d’oro con Cantù a -10. ORTNER 6,5 Basico ma efficace. E sempre un passo avanti a Williams e Shermadini. NELSON 5 Al tiro non c’è. E’ l’unico lungo che arranca. ARADORI 5,5 Firma il +10 (2° quarto), dopo 15’ spesi a capire dove andare a prender palla. DULKYS 5,5 Una tripla e tanta sofferenza su Feldeine.
CANTÙ
Venezia divina per 30 minuti Poi Cantù le mette paura 1Da -31 a -5 ma non basta. Recalcati: «Che
errore voler gestire Goss e Stone nel finale»
INVIATO A VENEZIA
GOSS ESALTANTE JONES BOCCIATO
CINCIARINI 5,5 Dovrebbe vincere facile il duello con Pullen ma poi sprofonda come gli altri. KAUKENAS 5 Stavolta il grande vecchio non fa miracoli, bocciato al tiro, perde 3 palle pesantissime. SILINS 4 Fuori partita, il fantasma lettone dorme sonni profondi. POLONARA 7,5 IL MIGLIORE Produce cifre da Nba, ma non gli basta essere il migliore marcatore e rimbalzista per diventare match-winner, il suo 25 di valutazione è carta straccia. CERVI 4 Bruciato dai falli precoci e dal continuo dentro fuori che lo fiacca. Zero tiri in 12’. LAVRINOVIC 6,5 In crescita continua, 24 di valutazione: tanta inutile qualità come per Polonara. DELLA VALLE 5 Stavolta l’adrenalina gli va per traverso, non produce come in gara-1. DIENER 4 Ancora impalpabile, sbaglia tutto da 3, se non si accende per Reggio è durissima. MUSSINI 5 Solo 1 canestro in 7’, forse non è pronto per questi livelli.
Julyan Stone, 26 anni, 11 punti e 13 rimbalzi, batte DeQuan Jones CIAM
Vincenzo Di Schiavi
di V.D.S.
DIENER TOPPA ENERGIA HARPER
41
5,5
JOHNSON-ODOM 7,5 MIGLIORE Difesa lasciva su Goss. Formidabile quando riapre il match a cavallo degli ultimi due quarti. GENTILE 5 Due triple sfortunate mentre Venezia allunga. Arranca su Stone e s’infortuna pure. JONES 4 Impatto scadente e Sacripanti lo boccia: solo 3’. WORLD PEACE 6 Passi e persa, ma anche 8 punti in 6’. Per cominciare. Nel 1° tempo è Cantù, che poi però rimonta senza di lui. SHERMADINI 4 Tritato dai lunghi veneziani a volte dà l’impressione di non provarci neanche. FELDEINE 7,5 Si accende a strappi. Ne fa 19 nel 4° periodo con 4 assist. Se è questo Cantù ha ancora speranza. ABASS 6 Decente a rimbalzo (6), è nei 5 che non mollano fino alla fine. BUVA 5 Passivo in attacco, reattivo a rimbalzo (5). WILLIAMS 5 Dietro non ha gambe e roncola con le braccia. Morale: 3 falli in 14’.
F
ort Pianella (ultima a violarlo Roma alla 15a giornata) e i 10 minuti finali sono le uniche claudicanti certezze a cui Cantù deve aggrapparsi per tenere in vita la serie. Perché per 30 minuti si vede una Venezia che rasenta la perfezione, capace di produrre una pallacanestro che è anni luce avanti a quella dell’Acqua Vitasnella. Perché Ress, Ortner, Peric e Stone, di fatto, sono una batteria di lunghi che in A pochi hanno; perché Julyan Stone (in doppia doppia già dopo 25 minuti) rappresenta l’atipicità che sconfina nel sublime. Per 30 minuti, appunto. ERRORE «Tre quarti molto bene, e 10 minuti molto male — sintetizza Recalcati, che raggiunge Messina a 62 vittorie nei playoff: sono loro i migliori di sempre —. Abbiamo commesso un errore madornale, io per primo, pensando di poterla gestire e risparmiando Goss e Stone. In campo dovevamo fare qualche fallo in più, giocare ai 24 secondi e perdere meno palloni. Facciamo tesoro dei nostri errori». Che hanno permesso a una Cantù tramortita di risalire dal -31(59-28) del 26’ al -5 finale. Johnson Odom, dopo essersi fatto rosolare da Goss, s’inventa i 9 punti sul finale del terzo quarto che rianimano i brianzoli, poi Feldeine (19 nell’ultimo quarto) punisce una difesa, quella Reyer, già con la mente a gara-3. E più in generale, quando Cantù riesce a mettere il collettivo davanti al singolo (quanto meno in difesa), la distanza si accorcia di botto: «Ed è questo che mi fa arrabbiare — dice Sacripanti —. In avvio non abbiamo capito niente, con giocatori non presenti nel match. Quando abbiano mosso la palla e difeso con ferocia l’abbiamo riaperta. Io, in campo, ho bisogno di gente matura e consapevole».
FRECCIATA Frecciata sacrosanta a Jones su tutti, ma anche a Shermadini e Williams, il cui atteggiamento, nella gara che può indirizzare la serie, è da schiaffi in faccia. In avvio Sacripanti si mette nelle mani di Metta. Esordio in quintetto, celebrato con un passi e una persa, prima degli 8 punti che suturano il 10-1 iniziale di Venezia. Match tutto da scrivere? Si fa per dire. Cantù, nel primo tempo, è solo Metta, mentre Venezia un collettivo che sa esaltarsi ed esaltare il singolo. Il break di 21-3 innesca la tempesta che si placa nel terzo quarto con Cantù triplicata a rimbalzo (34-13) e negli assist (18-5). Poi Venezia si blocca e Johnson-Odom e Feldeine le mettono il tarlo che non è finita. «Adesso vediamo — conclude Recalcati — cosa è rimasto nella nostra testa e nella loro dopo questa partita». Dettagli che fanno la differenza. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Playoff A-2: Casale vince a Agrigento C’è Torino-Brescia ● In gara-3 di semifinale (al meglio delle 5), Casale resta viva sbancando Agrigento. Gara-3: Moncada AgrigentoNovipiù Casale Monferrato 69-71 (Dudzinski 18, Williams 14; Tomassini 21, Martinoni 17: serie 2-1) . Stasera (20.30) gara-3 Manital TorinoCentrale del Latte Brescia (serie 1-1). AZZURRE - In preparazione all’Europeo, l’Italia di Ricchini sconfitta dalla Romania 6047 (Filippi 11) a Bucarest nella prima gara del triangolare che oggi le vedrà in campo contro il Senegal. ESTERO - Semifinali di Vtb League, gara-1: Cska MoscaNizhny Novgorod 86-79 (serie 1-0); Khimki-Lokomotiv Kuban 1-0.
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Pallavolo R Il canale rosa
VENERDÌ 22 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
MATTINA 7, 7.15, 7.30, 7.45 Gazzetta News 8, 8.15, 8.30, 8.45 Gazzetta News 9 11x90 9.05 Campioni a confronto 9.30 Condò Confidential 10.05 The Speedgang - La banda dei motori 11 11x90 11.05 Perfection: momenti di gloria
11.30 Campioni a confronto 12 11x90 12.05 Bomber 13, 13.30 e 14 Gazzetta News POMERIGGIO 14.15 Gazzetta News - Sottocanestro 14.45 Autogol News 15 The Speedgang - La banda dei motori
15.45 Sfide senza limiti 16.10 Sport Science 17.05 Bomber 18 Perfection: momenti di gloria 18.30 +3 Fantanews 19 Calcio Market SERA 19.30 Gazzetta News - Giro d’Italia
20 e 20.30 Gazzetta News 20.45 Autogol News 21 11x90 21.05 Perfection: momenti di gloria 21.35 Bomber 22.30 Condò Confidential - 1A TV 23 e 23.30 Gazzetta News 0 Calcio Market 0.30 +3 Fantanews
Italdonne, via all’operazione Rio 2016
1Domani sfida con la Cina argento mondiale in diretta dalle 20.15. Il lungo cammino verso la qualificazione
S
ono passati poco più di sette mesi dalla finale Mondiale ad Assago e il cammino dell’Italia femminile di pallavolo (quarta nella competizione iridata) riparte da Ravenna con un’amichevole con la Cina medaglia d’argento (dopo aver battuto in semifinale proprio le azzurre). Torna il grande volley quindi, a pochi giorni dalla lunghissima ed eccitante finale scudetto vinta da Casalmaggiore, e torna su Gazzetta Tv: domani alle 20.15 parte la diretta di Italia-Cina. PRIMA ITALIA Un doppio appuntamento importante per il c.t. Marco Bonitta (dopo la partita di domani sera al Paladeandrè si replica domenica a Monza) che può iniziare così subito a mettere in pratica sul campo le idee che devono portare l’Italia femminile alla qualificazione olimpica (a gennaio) passando per il Grand Prix femminile (dal 3 al 18 luglio le qualificazioni, dal 22 luglio a Omaha negli Stati Uniti la finale) e l’Europeo in Belgio e Olanda a fine settembre. Una nuova stagione importante, con tanti volti nuovi
nello scorso Campionato del Mondo».
a cominciare dalle giovanissime chiamate in prima squadra dalla juniores: Egonu, Malinov e Guerra che vedremo in capo a Ravenna. Il c.t. romagnolo non ha mai avuto paura di lanciare giovanissime e l’inserimento di nuovi talenti servirà sia in prospettiva dei Giochi di Rio, sia per gestire tranquillamente una lunga estate lasciando a riposo le senatrici ancora a disposizione del tecnico. E dopo la doppia amichevole con la Cina gli impegni
dell’Italia femminile proseguiranno con il classico torneo di Montreux in Svizzera nel quale l’Italia si confronterà da martedì con Germania, Turchia e Giappone. Un calendario subito serrato che servirà alle azzurre a mettersi alla prova e a trovare l’intesa giusta per gli appuntamenti più importanti. «Ripartiamo dal grande spirito di squadra - ha detto Bonitta nell’evento andato in scena all’Expo - che il gruppo ha messo in mostra
Un’immagine dell’Italia impegnata al Mondiale nel palazzo di Assago. Le azzurre si sono classificate quarte TARANTINI
PALLONE E BICICLETTE Ma il programma di Gazzetta Tv è ricchissimo anche oggi: dalla lettera di Mario Balotelli a Steven Gerrard che sarà letta e commentata durante la trasmissione Gli Autogol in onda alle 14.45, ai servisi su Muriel, Vazquez e Salah in onda nel +3 Fantanews a partire dalle 18.30, al consueto appuntamento con le ultime notizie di calcio mercato in Calciomarket in onda alle 19 (e in replica alle 24). Oggi sarà ospite di Carlo Laudisa il direttore sportivo della Sampdoria Carlo Osti. Ci sarà anche il basket con la rubrica Sottocanestro alle 14.15, incentrata sui playoff di serie A in corso. E ovviamente continuano gli appuntamenti dedicati al Giro d’Italia, con servizi, approfondimenti, interviste, riassunti e commenti a partire dalle 13.15 fino a concludere la giornata alle 23.15 con il punto della tredicesima tappa che si snoda da Montecchio Maggiore a Jesolo sulla distanza di 147 km. © RIPRODUZIONE RISERVATA
clic
COME RISINTONIZZARE I VOSTRI TELEVISORI E VEDERE IL CANALE 59 ● Eseguire le seguenti procedure. Se possiedi Tv o Decoder Digitale Terrestre 1. Premere il tasto MENU sul telecomando 2 Selezionare Impostazioni/Avanzate 3. Posizionarsi sulla voce relativa alla Sintonizzazione automatica dei canali e premere il tasto OK, accedi alla configurazione dei canali 4. Impostare Modalità di sintonia dei canali su DTV 5. Posizionarsi sul pulsante Avvia scansione e premere il tasto OK per avviare la ricerca. Soluzione dei problemi Se avete già provveduto alla risintonizzazione senza esito e il vostro televisore è collegato ad un sistema con antenna centralizzata, fate verificare dal vostro antennista che sia presente nella centralina dell’antenna stessa il modulo (o filtro) necessario per la ricezione dei segnali tv del canale/mux 55 (frequenza 746 MHz), quello che supporta anche il canale 59 di Gazzetta Tv. Se il modulo manca, fatelo inserire: è un’operazione molto semplice. Se possiedi una Sky Digital Key 1. Premere il tasto Menu del telecomando SKY e premere OK per accedere al digitale terrestre 2. Premere il tasto rosso (Ricerca) e lasciare invariata la configurazione 3. Premere due volte il tasto rosso (Avvia ricerca) 4. Attendere il completamento dei canali e quindi premere OK
Atletica R Il lutto
VENERDÌ 22 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
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HANNO DETTO
IL FONDO DELLO STORICO DIRETTORE
Lo stupore di Cannavò «Con lei vince la Natura» ● Ecco un stralcio del fondo che Candido Cannavò, che già l’aveva soprannominata «Scricciolo d’oro» dopo il primo trionfo nel 1990 a Spalato, scrisse sulla Gazzetta del 21 agosto 1998 dopo l’oro della Sidoti agli Europei di Budapest davanti alla Alfridi. «Anche se la conosciamo da quando era bambina non è possibile sottrarsi allo stupore. Annarita è alta meno di 1.50 e pesa 37 chili. E’ una donna seria e impegnata che ha conservato un atteggiamento fanciullesco nel quale si può immaginare un atto di fedeltà alla sua femminilità in miniatura. La cosa più bella di questa mini-atleta è la gioia che si porta addosso: contagiosa. .... Nel vederla ieri comandare la gara, imporle un ritmo devastante, dominarla nel finale e poi rivederla con l’argentea, bravissima compagna Erica Alfridi avvolta in un bandierone che sarebbe bastato per Bubka tra le braccia di Sandro Damilano che parevano gli arti di un gigante; nel contemplare questa piccola grande donna ci si chiede come nasca e resista in tempi dominati dal mito dei muscoli e della potenza, un’agonista del genere con quel corpicino da bambola. Non reclamiamo risposte dalla scienza e tanto meno da certi dottoroni con pillole nel taschino. Annarita marcia, spiega, racconta. E’ bellissimo vedere che con lei la natura vince ancora».
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«UNA GRANDE DONNA, UN VERO MOSTRO DI VOLONTÀ»
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SANDRO DAMILANO ALLENATORE DI MARCIA
● 1 La prima pagina della Gazzetta che celebrava la vittoria agli Europei di Spalato 1990 ● 2 Il primo trionfo di Annarita Sidoti agli Europei di Spalato 1990 ● 3 La gioia dopo la seconda vittoria europea a Budapest ‘98. Sotto il trionfo ai Mondiali ‘97 AP/IPP
Addio piccola grande Sidoti regina della marcia azzurra
«CON ANNARITA SE NE È ANDATO ANCHE UN PEZZO DI ME. È TERRIBILE» ELISABETTA PERRONE COMPAGNA IN AZZURRO
1Annarita si è spenta ieri a soli 45 anni, sconfitta da un tumore
Minuta di statura ma straordinaria in gara: fu oro europeo e mondiale IL RICORDO di FAUSTO NARDUCCI
UNA LEADER DENTRO AL CUORE
I
n quel 29 agosto del ‘90 agli Europei di Spalato sul traguardo aspettavamo trepidanti l’oro di Ileana Salvador. Invece spuntò quasi dal nulla questa piccola siciliana che si sarebbe portata addosso per tutta la vita il titolo di «scricciolo d’oro» e fu naturale scrivere che più di un titolo europeo Annarita Sidoti aveva vinto i Giochi della Gioventù. Le biografie ufficiali, alla voce altezza, le assegnavanoun generoso 1,51 ma la piccola siciliana che quel giorno fece grande la marcia azzurra era ben al di sotto del metro e 50. Già allora si contendeva con la maratoneta Maria Curatolo il titolo di «più bassa» che non la disturbava affatto, anzi la riempiva di orgoglio. Annarita dentro si sentiva un gigante, infatti riuscì a domare le rimostranze della delusissima Salvador e pian piano insieme a tante altre medaglie conquistò quel ruolo di leader che ha tenuto anche fuori dalle piste. Il suo sorriso, incorniciato da grandi orecchini, ti conquistava subito ma nascondeva quella grinta da leonessa con cui ha lottato contro l’ultimo rivale. © RIPRODUZIONE RISERVATA
E’ morta ieri la regina della marcia italiana. Aveva 45 anni, lascia il marito Pietro e tre figli, Federico, 11 anni, Edoardo 10 e Alberto 6. I funerali si svolgeranno oggi alle 16 nella chiesa dello Spirito Santo di S. Giorgio di Gioiosa Marea (Me) Pierangelo Molinaro
L
e compagne e gli allenatori si chiedevano dove trovasse tutta quella forza. Perché Annarita Sidoti era piccolina, un metro e 48 e per questo non era stato possibile arruolarla in alcun gruppo sportivo militare, ma sulla strada era un gigante. Un gigante di agonismo, di coraggio, di fede. Non mollava mai ed il mondo se ne accorse in un giorno di agosto del 1990 agli Europei di Spalato, quando sulla 10 km si buttò all’inseguimento di Ileana Salvador, che pareva lanciata verso l’oro continentale dopo la squalifica della leader sovietica Ryaschkina a un chilometro dal traguardo. La raggiunse, la superò e la distrusse psicologicamente, tanto che la Salvador si classificò solo terza.
L’ETA’ DELL’ORO Era l’inizio di un periodo d’oro per la marcia italiana e la siciliana era il catalizzatore di quel formidabile gruppo che lavorava a Saluzzo agli ordini di Sandro Damilano. Vinceva Annarita, vinceva Elisabetta Perrone, vinceva Erica Alfridi. Un trio magico. La Sidoti aveva un segreto: a dispetto della sua bassa statura sviluppava una falcata ampia che rendeva ancora più efficace con la frequenza. Il motore era di prima qualità, ma era il cuore che la differenziava. Quella capacità di dare tutto, di non arrendersi mai frustrava le avversarie. Se ne accorsero le russe e le tedesche ai Mondiali di Atene nel 1997 dove la 10 km venne interamente disputata in pista. Venticinque giri sotto un sole assassino e la Sidoti, sulle stile del duello fra Orazi e Curiazi, fece fuori tutte le avversarie una ad una o le mandò fuorigiri costringendo i giudici a squalificarle. Fu quello in giorno più importante di una carriera splen-
L'IDENTIKIT ANNARITA SIDOTI MARCIATRICE MORTA A 45 ANNI NATA A GIOIOSA MAREA (ME) ALTA 1.48 PER 37 KG
Annarita Sidoti era nata a Gioiosa Marea (Me) il 25 luglio 1969 dove ancora viveva con la famiglia. All.: Coletta e Damilano MEDAGLIE D’ORO Nei 10 km: campionessa mondiale nel 1997 ad Atene, europea nel 1990 (Spalato) e 1998 (Budapest). Oro alle Universiadi 1995 e agli Europei Indoor 1994 (3000. OLIMPIADI Settima nel ‘92 a Barcellona e 11a nel ‘96 ad Atlanta. Ritirata Sydney 2000 nei 20 km PRIMATI PERSONALI 41’46” sui 10 km (1994) 1h28’38” sui 20 km (2000)
dida, arricchita anche dall’oro nel 1998 agli Europei di Budapest. IL RADUNO Un dominio costruito in migliaia di chilometri, di fatica e sudore sulle stradine fra le culture di pesche di Saluzzo. Fu Carmela Aiello, la sua insegnante, a scoprire il talento nella marcia della Sidoti e Salvatore Coletta, all’Atletica Tindari, il primo a plasmarlo. Ma per crescere ancora era necessario lavorare ogni giorno con le più forti al mondo. Ecco la scelta di Saluzzo, oltre mille chilometri da casa per Annarita, insieme a Perrone e Alfridi. E difficile tenere tre leoni nella stessa gabbia, ma il gruppo funzionava proprio grazie al carisma della piccola siciliana, umile ma decisa, capace ogni giorno in allenamento di frustare le compagne. Le levò competitività la scelta a fine anni Novanta di portare la gara femminile da 10 a 20 km. Continuò sino al 2002, prima di dedicarsi alla famiglia e all’insegnamento. E non mancò l’impegno civile,come assessore allo Sport di Gioiosa Marea. LA MALATTIA Il tumore Annarita lo scoprì casualmente nel 2009, durante un’ecografia al settimo mese di gravidanza dell’ultimo figlio. Due mesi dopo il parto si operò al seno ma era ormai troppo tardi. Fu costretta ad altri quattro interventi, ai linfonodi delle ascelle, al cervelletto e l’ultimo, nel settembre 2013 al fegato. Il 30 novembre 2013 nell’ultima apparizione pubblica, a Lomello (Pv) in un incontro organizzato da Pietro Pastorini fra i campioni della marcia azzurra e gli studenti, raccontò con passione la sua carriera, i perché della lotta al doping, l’amore per la fatica. Ma poco dopo, in privato, raccontava con l’eterno sorriso tracciato sulle labbra la terribile verità: «Ho una metastasi al cervello. I medici mi hanno detto che chemioterapia e radioterapia potrebbero levarmi lucidità e questo non me lo posso permettere con tre figli piccoli da crescere. Continuerò a lottare e vincerò anche questa battaglia». Non ce l’ha fatta. Il male ha devastato il suo corpo, ma sino all’ultimo non è riuscito a piegare la sua anima. © RIPRODUZIONE RISERVATA
«QUASI 20 ANNI INSIEME. SPERO CONTINUI A MARCIARE LASSÙ» ERICA ALFRIDI COMPAGNA IN AZZURRO
«MAMMA, CAMPIONESSA, ITALIANA CHE CI HA RESO ORGOGLIOSI» MATTEO RENZI PRESIDENTE DEL CONSIGLIO
La Direzione, le Redazioni e la Segreteria de La Gazzetta dello Sport si uniscono con grande affetto al dolore della famiglia e di tutto il mondo dell atletica nel ricordo di
Annarita Sidoti - Milano, 22 maggio 2015. Franco Arturi, Andrea Buongiovanni, Alessandro Filippini, Claudio Gregori, Giorgio Lo Giudice, Gianni Merlo, Pierangelo Molinaro, Fausto Narducci, Valerio Piccioni, Daniele Redaelli ed Elio Trifari ricordano con ammirazione la campionessa
Annarita Sidoti e abbracciano affettuosamente i familiari. - Milano, 22 maggio 2015. Il Presidente del CONI, Giovanni Malagò, il Segretario Generale Roberto Fabbricini, i membri di Giunta e Consiglio Nazionale, esprimono profondo cordoglio per la prematura scomparsa di
Annarita Sidoti vincitrice di un mondiale e di due campionati europei, fuoriclasse della marcia azzurra e campionessa di vita. - Roma, 21 maggio 2015. Il Presidente della FIDAL Alfio Giomi, a nome dell atletica italiana, esprime profondo cordoglio per l immatura scomparsa di
Anna Rita Sidoti campionessa europea e mondiale della marcia, luminoso esempio di determinazione in gara e nella vita.- Ha lottato fino all ultimo, come ha sempre fatto quando indossava la maglia azzurra. - Roma, 21 maggio 2015.
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Sci R La fuoriclasse slovena
VENERDÌ 22 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Lo stop di Tina «Un anno per me: voglio laurearmi» 1La Maze si ferma: «Dopo 16 stagioni di sport al top, ora la tesi in pedagogia»
Pierangelo Molinaro
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uando, il 7 maggio, Tina Maze ha annunciato a sorpresa che si sarebbe presa un anno sabbatico, la Slovenia è rimasta sotto shock. Consideriamo i campioni immortali, invulnerabili alla fatica, gli infortuni, lo stress, ma non è così. La Maze, dopo 15 stagioni al massimo livello, 2 titoli olimpici, 4 mondiali, 26 vittorie e 81 podi in Coppa del Mondo ed un trofeo generale conquistato a passo di record, ha deciso di fermarsi. Non è un ritiro, ma potrebbe diventarlo. Tina, quando abbiamo sentito del suo stop abbiamo pensato fosse in attesa di un figlio. «No assolutamente, non è ancora il momento. L’hanno pensato anche in Slovenia, qualche giornale mi ha attaccato, ma la gente mi ha capito». Tina, cosa succede? «Nulla di particolare, ma è da quando ho 16 anni che do tutta me stessa allo sci e da 7 stagioni ho raddoppiato il lavoro con un team tutto mio. In tutto questo tempo non ho avuto un momento di pace. Non mi sono fatta mancare nulla, ho gareggiato in quattro specialità con estati e inverni senza un attimo di sosta. Ora mi fermo un po’ per fare altre cose». Sono più stanchi i muscoli o la testa? «I muscoli recuperano, la testa ci mette un po’ più di tempo. Già alla fine della scorsa stagione avevo pensato di fermarmi, poi ho continuato, ma è da tre anni che l’idea mi gira in testa». Questa sosta è l’anticamera di un ritiro? «Non lo so, adesso non lo posso sapere, una deci-
sione la prenderò solo all’inizio della prossima primavera. Ma non smetterò di allenarmi, sia in palestra che sulla neve. Questa estate farò anche qualche camp con qualche squadra sui ghiacciai». Insomma vuole levare solo lo stress delle gare. «In parte è così. Sono anni che ogni giorno, allenamento o gara che sia, dò il 100% ho davvero la necessità di staccare un poco». Non le mancheranno? «Non lo so, non lo posso sapere. Vedrò a fine ottobre, quando le altre sciatrici riprenderanno la Coppa a Soelden ed io sarò davanti alla televisione che effetto mi farà». Solo allenamenti allora sino al marzo 2016? «No, in autunno conto di laurearmi in pedagogia all’università di Maribor in Pedagogia. Sono iscritta da 10 anni, anche durante la scorsa stagione sono riuscita a dare cinque esami. Ora me ne manca uno solo e la tesi». Le mancava un titolo di studio importante? «Non sei nessuno se rimani ignorante. E’ un concetto che i miei genitori mi hanno instillato quando ero piccola. Mi hanno sempre detto. “prima lo studio, poi lo sport”. E a 32 anni ho capito che hanno ragione. Certo, hanno assecondato la mia carriera, ma con un titolo di studio saranno ancora più fieri di me. E poi nello sci avrò anche vinto tanto, ma una sola cosa nella vita non può e non deve bastare».
I MUSCOLI RECUPERANO, LA TESTA NO: SONO STANCA FONDERÒ UN’ACCADEMIA DELLO SCI IN STILE BOLLETTIERI TINA MAZE ORO OLIMPICO E MONDIALE
Il suo allenatore e fidanzato Andrea Massi sarà il supervisore della squadra slovena. Non sarà gelosa? «No, da questo punto di vista sono assolutamente certo della sua professionalità. E poi in questo
modo pure Andrea continuerà ad allenare le sue capacità. E poi per il futuro abbiamo dei progetti comuni». Quali? «E’ ancora un’idea allo stato larvale, ma stiamo pensando, una volta definitivamente chiusa la mia carriera, di fondare un’accademia dello sci sullo stile di quello che Nick Bollettieri ha fatto nel tennis. In fondo pure i miei studi sono rivolti ai giovani e penso di avere molte cose da raccontare a chi intende diventare un professionista della neve».
Tina Maze è nata a Gradec, in Slovenia il 2 marzo 1983, ma vive gran parte dell’anno a Gorizia con il tecnicofidanzato Andrea Massi. Ha vinto 2 ori olimpici a Sochi 2014 e 4 mondiali AP
Scusi Tina, ma Andrea Massi come allenatore con lei è stato molto duro. Pensa che altre riusciranno a reggere le sue direttive? «Andrea è più duro nella coppia che sulla neve, ma è un tecnico che sa insegnare la professionalità. A me l’ha insegnata. Non solo in palestra e sulla neve, ma anche a tavola, sul come regolare i ritmi della vita». Sarà vita facile per la Fenninger.... «No, arriveranno altre avversarie.E poi Anna stia attenta. Io, quando si è infortunata la Vonn, mi sono rilassata e poi ho perso». © RIPRODUZIONE RISERVATA
Equitazione R A Roma i salti di Piazza di Siena
Azzurri, è l’ora di prendersi la Coppa 1Oggi la prova a squadre, evento clou
quell’appuntamento con una qualificazione alla finale di Nations in Spagna da strappare a Dublino, pochi giorni prima».
del concorso partito ieri. Non vinciamo dal 1985. Il ct Horn: «Siamo competitivi»
Nicola Melillo ROMA
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uvoloni incombenti non scalfito la magia di Piazza di Siena, partita con la colonna sonora di «The StarSprangled Banner». L’americano Kent Farrington s’è infatti portato a casa le prime due prove internazionali di uno Csio romano che oggi vivrà il momento clou con una Coppa delle Nazioni che ci rivede in Prima Divisione di Nations Cup dopo un purgatorio di 4 anni. SPERANZE AZZURRE E ci rivede con grandi speranze dopo anni di delusioni e un digiuno infinito: l’ultimo successo è datato 1985, con l’attuale presidente Vittorio Orlandi allora direttore tecnico. L’Italia ha vinto la tappa di Lummen, ha saltato quella di La Baule (dove gli azzurri non prendevano punti per
la classifica generale) e oggi schiera 3/4 dei cavalieri vincitori in Belgio: Daniele Da Rios (For Passion), Piergiorgio Bucci (Casallo Z) e Lorenzo De Luca (Erko van T Rossakker). Doveva esserci anche Natale Chiaudani, ma il riacutizzarsi di un forte dolore alla schiena ha costretto al forfeit il cavaliere piemontese, sostituito dalla neo campionessa italiana Giulia Martinengo (Funke van’t Heike). NATIONS «Sarà un percorso impegnativo, importante, come si conviene a Piazza di Siena» ha detto lo chef del piste Uliano Vezzani. Un percorso che probabilmente sarà bagnato dalla pioggia. Sarà sfida tosta con ben 5 squadre che hanno scelto Roma per far punti: oltre all’Italia anche Olanda (con la stessa squadra trionfatrice agli ultimi Mondiali), Svezia, la Gran Bretagna dei Whitaker e la Spagna. In classifica è in testa la Francia
Giulia Martinengo, 36 anni, ha appena vinto gli Assoluti a Gorla Minore FAMA
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● Le squadre il cui risultato nella Coppa delle Nazioni varrà come punteggio nella classifica di Nations Cup: Italia, Gran Bretagna, Olanda, Spagna e Svizzera.
(160 punti) su Belgio (150), Irlanda (125) e Italia (100): stasera gli azzurri potrebbero tornare in vetta anche non vincendo. Ma il c.t. Horn vuole il colpo grosso: «Momento prezioso di forma eccellente dei nostri binomi, da sfruttare al massimo. Perché agli Europei di Aquisgrana in agosto dobbiamo conquistare un posto per Rio 2016 e non voglio arrivare a ridosso di
BIG Per l’Italia un sorteggio favorevole: partirà settima su 8, precedendo solo l’Olanda e dopo Belgio, Qatar, Svizzera, Gran Bretagna, Spagna e Svezia. Gli azzurri scenderanno in gara conoscendo dunque i risultati degli altri e questo avrà un peso specifico non indifferente. Ci sarà da tenere alta la concentrazione e la gestione delle forze nelle due manche contro autentici squadroni. L’Olanda di Dubbeldam e Schroeder è la grande favorita, ma occhio al Belgio baby, vincitore nel 2014, alla Svizzera col campione olimpico Guerdat e il fuoriclasse Pius Schwizer e alla Gran Bretagna con solo 3 Whitaker (su 5 a Roma) in gara (Holly Gillot accanto con John, Robert e Michael). Per gli azzurri, a secco di successi ieri, con la terza gara andata allo spagnolo Sergio Alvarez Moya, oggi la prova della verità. Per confermare che il vento sta cambiando per davvero. © RIPRODUZIONE RISERVATA
LA GUIDA Usa e Spagna a segno nella prima giornata I risultati di ieri CAT. A DUE FASI: 1 K. Farrington (Usa-Cha Cha Cha 7) pen. 0/0, 26”59; 2 A. Duffy (Irl-Wrangler II) 0/0, 26”76; 3 C. Rivetti (UcrCassiana) 0/0, 28”27;. CAT. A TEMPO: 1 K. Farrington (Usa-Waomi) pen. 0/0, 35”75; 2 L. Moneta (Ita-Quova de Vains) 0/0, 35”87; 3 P. Devos (Bel-Dax v Dabdijhoeve) 0/0, 36”69. CAT. A TEMPO (150-155): 1 S. Alvarez Moya (Spa-G and C Quitador Rochelais) pen. 0, t. 64”90; 2 F. Mathy jr (Bel-Polinska Des Isles) 0, 64”98; 3 L. Kraut (UsaDeauville S) 0, 65”01. OGGI ore 9 cat. a tempo (14.15); ore 12: cat. a tempo (150); ore 15: Furiyya Nations Cup - Coppa delle Nazioni. IERI 12-14-13-8-7 A Bologna (m 1660): 1 Nosaka Prav (A. Farolfi) 1.14; 2 Phebo Rivarco; 3 Lotar Bi; 4 Pedro Almodovar; 5 Palmera Gim; Tot.: 3,96; 1,81, 1,68, 1,63 (21,26). Quinté: 411,87. Quarté: 79,37. Tris: 30,02. OGGI QUINTÉ A FOGGIA A Castelluccio (inizio alle 15.15) scelta Granito (14), Perunometro Sm (13), Right Story Lf (4), Rexdolly Ek (6), Ramada (5) e Perelisa Muttley (12). SI CORRE ANCHE Trotto: Milano (15.55) e Padova (15.40). Galoppo: Roma (15).
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TUTTENOTIZIE
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1IL PAKISTAN RIAPRE AL CRICKET C’è anche l’arbitro Ashan Raza, sopravvissuto all’attacco
terroristico del 2009 nel primo match internazionale di cricket in Pakistan a Lahore (6000 poliziotti coinvolti) con lo Zimbabwe. Durante il match contro lo Sri Lanka morirono 8 persone, 7 giocatori feriti.
GOLF
TENNIS: SU TERRA
Chicco Molinari è primo McIlroy parte male
Vinci e Knapp, semifinali Arnaboldi urrà-record
1A Wentworth,
1Roberta e Karin
F
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straordinarie 18 buche iniziali in 65 del torinese. Il n. 1 è deludente
antastico Chicco Molinari che chiude al comando solitario le prime 18 buche a Wentworth con uno straordinario score di 65 (-7), con 7 birdie, con due colpi di vantaggio su Robert Karlsson (Sve) a 67, 3 sugli spagnoli Campillo e Jimenez, sull’inglese Woods, il coreano Yang e lo scozzese Warren a 68, e 4 sul gruppetto Larrazabal, Fleetwood, Colsaerts, Lawirie e Bjorn. CASA Chicco, secondo la settimana scorsa all’Open di Spagna, si trova particolarmente a suo agio a Wentworth, con un 7°, un 9° e un 7° posto negli ultimi 3 anni. «Penso di aver mancato appena un green, e quindi mi soon evitato un bel po’ di stress», ha detto l’italiano. «Amo questo posto ed è bello tornarci. Premia l’accuratezza, e si adatta al mio gioco».
GINNASTICA
vanno avanti a Norimberga, per il canturino maratona a Parigi
Francesco Molinari, 33 anni di Torino, n. 66 del mondo REUTERS
Con l’obiettivo di rientrare nei primi 30 assicurandosi un posto all’Us Open e al British: «Quest’anno ho fallito il Masters dopo 22 Majors di fila e non è stata una bella sensazione, perciò spero di rientrarci in fretta». Tra gli altri italiani, Matteo Manassero è 100° con 75, Marco Crespi 135° a 79 e Renato paratore 143° a 80, con Edoardo Molinari invece costretto al ritiro dopo 16 buche per problemi al polso. STIZZA Deludente avvio del campione uscente e numero 1 del mondo, il nord-irlandese Rory McIlroy, che chiude il primo giro in 71 (-1) e dimostra
platealmente la sua frustrazione lanciando il suo ferro sul fairway dopo aver sbagliato il secondo colpo al par 5 della 17. «Ero arrabbiato come non mi succedeva da settimane, devo darmi una calmata perché altrimenti quando sono stanco di fisico o di testa sono duro con me stesso. Ho perso la pazienza, devo ritrovarla». Non è nuovo a gesti di stizza: a marzo aveva già lanciato il bastone in acqua al Wgc-Cadillac Championship in Florida. Evidentemente, alla quarta settimana di gare di fila, il 26enne, già campione di 4 Majors, ha bisogno di riposo. © RIPRODUZIONE RISERVATA
rand’Italia sulla terra rossa. Al torneo Wta di Norimberga, Roberta Vinci e Karin Knapp si qualificano alle prime semifinali stagionali e, nelle qualificazioni del Roland Garros, al via domenica (oggi il sorteggio), Andrea Arnaboldi raggiunge il 3° e decisivo turno per il tabellone principale: battendo Herbert 27-25 al 3° set fissa anche il triplice record, di games giocati nelle qualificazioni di Parigi, da Nestor-Guardiola (2° turno 1996, finì 4-6 6-3 22-20), e di durata, con 4 ore e 26’ di gioco, e anche nel tennis italiano Atp. Il canturino aveva avuto un match point sul 6-5, mercoledì, prima dello stop per oscurità sul 6-4 3-6 15-15. Oggi Arnaboldi-Trungelliti (Arg), Luca Vanni-Golubev (Kaz) e Marco CecchinatoBerrer (Ger). Mentre sono eliminate nel 2° turno Bur-
HOCKEY PISTA: CONTRO FORTE DEI MARMI ATLETICA
Razzismo anche in Brasile: 3 atleti sospesi
Angelo Assumpcao, 18 anni ● Scandalo razzismo nella nazionale maschile brasiliana di ginnastica artistica: tre atleti del team che rappresenterà il Paese ai Giochi 2016 a Rio de Janeiro sono stati sospesi dalla federazione per aver rivolto frasi offensive ad un collega nero. In un video divulgato sui social network, Arthur Nory Mariano, Fellipe Arakawa e Henrique Flores scherzano con il colore della pelle di Angelo Assumpcao, vincitore di recente nel volteggio in Coppa del Mondo a San Paolo. «Se il cellulare funziona è bianco, ma se si rompe di che colore è?», dicono i tre prendendo in giro Assumpcao, che nelle immagini è seduto accanto a loro ma visibilmente a disagio. «La busta del supermercato è bianca, mentre i sacchi della spazzatura sono neri», continuano poi a schernirlo i compagni. I tre si sono scusati, sostenendo che si trattava solo di una burla. Ma questo non ha impedito il loro allontanamento dalla nazionale per almeno 30 giorni da ieri.
La finale scudetto a porte chiuse Aracu attacca il ministro e decide «Gara-4 si giocherà a Viareggio» ● VIAREGGIO (Lucca) Gara-4 della finale scudetto tra Cgc Viareggio e Forte dei Marmi (con gli ospiti in vantaggio per 2-1) si giocherà domani sera (20.30) a porte chiuse al PalaBarsacchi anche se l’impianto è stato squalificato per 4 turni dopo il lancio della bottiglia d’olio esausto nello spogliatoio della squadra rossoblù al termine di gara-1. E’ ieri è arrivato anche un duro attacco della Federazione presieduta da Sabatino Aracu nei confronti del Ministro degli Interni, Angelino Alfano (suo ex collega di partito nel Pdl). La scintilla della rivolta dell’hockey nei confronti del Viminale è stata la decisione adottata prima dall’Osservatorio nazionale delle manifestazioni sportive e poi dalla Prefettura di Grosseto che avevano deciso di far disputare gara-4 al Capannino di Follonica a porte chiuse, vietando la trasferta alle due tifoserie. Il presidente Aracu è stato categorico. «La federazione — ha detto — non è disponibile ad accettare che un’intera disciplina venga
Il presidente Sabatino Aracu
identificata come sport violento al punto da disporre la finale scudetto in diretta tv in campo neutro senza la presenza del pubblico di nessuna delle due squadre». Aracu ha ricordato alla Prefettura di Grosseto che il 28 febbraio a Follonica, Cgc Viareggio e Alimac Forte dei Marmi avevano disputato la semifinale di Coppa Italia con la presenza del pubblico delle due società. «Cresce in noi — ha spiegato Aracu — la convinzione che le autorità competenti adottino due pesi e due misure. Perché non viene deciso di giocare a porte chiuse il derby Roma-Lazio di lunedì prossimo vista la rivalità fra le tifoserie? Le decisioni delle Prefetture di Lucca e di Grosseto prese nei confronti dei tifosi delle società sono altamente lesive delle dignità della nostra disciplina». La Federazione rivendicando la propria autonomia nella gestione degli eventi ha quindi invitato la Lega Hockey a ripensare la sede di gara-4 e la scelta è caduta sul PalaBarsacchi di Viareggio anche se a porte chiuse. «Prendiamo atto delle decisione — hanno detto i due presidenti delle societa, Alessandro Palagi e Piero Tosi —: sarà surreale giocare una finale scudetto senza pubblico ma a questo punto meglio che sia giocata a Viareggio che a Follonica». I tifosi bianconeri annunciano una maxi-grigliata fuori dal PalaBarsacchi aspettando il verdetto; quelli rossoblù aspetteranno al Forte Gil e compagni sperando nella riconquista tricolore. Giovanni Lorenzini
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PISTA USA (si.g.) A Greensboro, 48”38 nei 400 hs di Johnny Dutch. Uomini. 100 (+1.5): Newman 10”04; Eaddy 10”11. Donne. 100 (+1.2): Zang Milama (Gab) 11”08; Pierre 11”13. A Tallahassee. Donne. 400: Wembley 50”84. A Starkville. Uomini. Lungo/Triplo: Dendy 8.19 (+2.4)/17.35 (+2.6); Collie (Bah) 17.25 /(+3.2, r. 17.18/+1.7). Decathlon: Uibo (Est) 8326 (mpm ‘15). Donne. Alto: Scheper (S.L.) 1.96. Asta: Morris 4.72. ● DISCHI VOLANTI (si.g.) Ieri a Tarquinia (Vt), nel Trofeo Simeon, pb per Valentina Aniballi nel disco con 58.55. Sopra i 60 metri Faloci e Kirchler. Uomini. Disco: Faloci 62.50; Kirchler 61.91. Jr (kg 1,750): Bianchetti 61.09. Donne. Disco: Aniballi 58.55; Bordignon 56.58; Strumillo 54.50; Salvini 52.20. A Modena. Donne. Martello: Palmieri 59.60.
BASEBALL ●
INCROCIO TRA BIG (m.c.) Il 9° turno mette di fronte le quattro regine. Ore 20.30: Angel ServiceNettuno-Parma (a Roma), Godo Knights-Città di Nettuno, UnipolSai Bologna-T&A San Marino, Rimini-Tommasin Padova. Class.: Rimini e Bologna 687 (11-5); San Marino e Padova 625 (10-6); Città di Nettuno 467 (7-8); Godo 400 (6-9); Nettuno2 e Parma 250 (4-12).
BEACH VOLLEY ●
SABBIA CEV (c.f.) Tabellone finale a 24 coppie per il Masters Cev maschile di Jurmala (Let) con Paolo e Matteo Ingrosso nella pool con Huber-Seidl (Aut) e KubalaHadrava (R. Cec). Due agli ottavi.
BOXE ●
TRICOLORE SUPERMEDI (r.g.) Al Palasport di S. Benedetto del Tronto, Roberto Bassi (7-1) alla prima difesa del tricolore supermedi contro Roberto Cocco (16-12-1), 38 anni, ex campione (2012-2013). In apertura, 4 incontri per le qualificazione del campionato della Lega Pro. Superwelter,Kourouma (0-2) c.Ruggiero; massimi leggeri: Secchiaroli c. Gassani; medi: Ieva c.
Karin Knapp, 27 anni, n. 48 del mondo, prime semifinali 2015 EPA
nett, da Maia (Bra) 6-3 6-3, e Brianti, da Hlavackova (R.Cec) 6-4 6-7(7) 6-3. IN RIPRESA A Norimberga (Ger, 250.000 ), la veterana Vinci, scesa al numero 42 del mondo, conferma i progressi domando Kurumi Nara (Giap) per 6-1 1-6 6-4, e oggi incrocia la potente Kerber (n. 11), idolo di casa (precedenti 2-2); anche la Knapp (n. 48 Wta), in ripresa già a Roma, prende ancor più fiducia superando Putintseva (Kaz) per 6-2 6- 4 e proponendosi quindi oggi, da favorita, alla sfida contro Laura Arruabarrena (Spa, 98). Forte anche Salici; welter: Papasidero c. Digiamberardino, sui 4 round. Diretta RaiSport 1 22.30. ● BUCCHERI POSITIVO Positività all’hCG-Testosterone per Massimiliano Buccheri, controllato il 2 maggio 2015 a Roma, in occasione del campionato italiano dei medi vinto contro Andrea Manco.
NUOTO
del 3-1 nei testa a testa. CORIC E THIEM Giovani in evidenza nei quarti a Nizza Fra, 494.000 ): Isner (Usa) b. Lajovic (Ser) 7-6 (3) 6-4; Thiem (Aut) b. Gulbis (Lat) 6-2 6-4; Mayer (Arg) b. Monaco (Arg) 6-3 6-4; Coric (Cro) b. Duckworth (Aus) 6-3 7-6 (3). FUORI CILIC A Ginevra (Svi, 494.000 ), quarti: Sousa (Por) b. Andujar (Spa) 6-4 2-6 7-6 (6); Bellucci (Bra) b. Ramos (Spa) 6-0 1-6 6-3; Giraldo (Col) b. Cilic (Cro) 7-5 6-3; Delbonis (Arg) b. Wawrinka (Svi) 6-7(5) 6-4 6-4. DONNE Quarti a Strasburgo (Fra, 220.000 ), Mladenovic (Fra) b. Keys (Usa) per rinuncia; Razzano (Fra) b. Vesnina (Rus) 4-6 6-1 6-1; Stosur (Aus) b. Tomljanovic (Cro) 6-4 3-6 6-4; Stephens (Usa) b. Jankovic (Ser) 6-1, rit.
stagionale di Coppa del Mondo per la spada prima degli Europei di Montreux e dei Mondiali di Mosca. Tra gli uomini E.Garozzo,Pizzo, Tagliariol, Fichera, Santarelli, Ferraris, Munzone, Cimini, Bino, Bruttini, Baroglio e Bertolazzi; donne: Del Carretto, Fiamingo, Navarria, C.Batini, Rizzi, Quondamcarlo, Santuccio, Pometti, Boscarelli, Carpegna, Ferrari e Lucifora.
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MANAUDOU E HOSSZU (al.f.) Da oggi a domenica, Manaudou, Agnel, Stravius e la magiara Hosszu gareggiano al Golden Tour di Nancy. Big anche a Tokyo per gli Open del Giappone: oltre a Hagino, Seto e Irie, sanno sui blocchi Ervin (Usa) e i fratelli McKeon (Aus). ● SINCRO TRICOLORE (al.f.) Partono oggi i tricolori di nuoto sincronizzato a Terni: per le azzurre, un test in chiave iridata. In acqua, fino a domenica, 200 atlete di 21 società. Le finali di duo e squadra (domenica ore 9.30) saranno trasmesse in diretta su Raisport 2.
PALLAVOLO ●
KOVAR E PARODI (m.giu) Operazioni in vista perJiri Kovar e Simone Parodi (Macerata): Kovar, infortunatosi in gara 3 playoff contro Latina, si sottoporrà ad artroscopia al ginocchio sinistro per valutare l’integrità del legamento crociato anteriore. Per Parodi pulizia della cartilagine articolare, con eventuale impianto di cellule staminali. ● A-2 MASCHILE (f.t.) Si sono detti addio Matera e il tecnico Vincenzo Mastrangelo. Il coach di Gioia del Colle allenerà il Vibo Valentia. ● QUALIFICAZIONI WORLD CUP (a.a.) Nel torneo di qualificazione World Cup a Cali (Col) vincono sia l’Argentina di Velasco che il Venezuela di Nacci. L’Argentina 3-0 (26-24, 25-23, 25-14) sul Cile a suon di muri (9 a 1) con Palacios 13 punti e De Cecco out. Il Venezuela 3-1 (25-20, 20-25, 25-20, 25-20) alla Colombia (25 Agamez). A Detroit (Usa) qualificazione Norceca con Usai, Canada, Messico e Cuba. ● ASIATICO DONNE Si apre con una sorpresa il Campionato Asiatico femminile in svolgimento a Tianjin. Il Giappone è stato sconfitto al tiebreak (16-25, 22-25, 25-22, 25-22, 18-16) dal Vietnam.
SCHERMA ●
SPADA IN BRASILE A Rio de Janeiro scatta l’ultimo appuntamento
VARIE PREMIO ONESTI OGGI A BACH E’ arrivato ieri sera a Roma il presidente del Cio, Thomas Bach. Il massimo dirigente olimpico riceverà oggi al Coni il premio “Onesti”, ma prima e dopo sarà impegnato in una serie di colloqui che avranno inevitabilmente al centro Roma 2024. Di prima mattina, Bach vedrà al Quirinale il capo dello Stato. Poi visiterà i locali del comitato per la candidatura incontrando Malagò, Montezemolo e il sindaco Marino. Alla cerimonia di premiazione parteciperà anche il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini. Incerto invece l’incontro con il premier Renzi, che tornerà solo nel pomeriggio dalla Lettonia. UNIVERSITARI: MILANO 1° A tre giornate dal termine dei Campionati nazionali universitari il Cus Milano balza in testa con 9 titoli, Bari 7 e Roma 5. Ieri nel rugby a 7 con molti azzurri del settore giovanile e studenti delle squadre d’Eccellenza, trionfol Cus Padova sul Cus Pavia 33-7. Terza Bologna su Milano 21-17. Nella sciabola maschile vince Umberto Costantinini (Milano), nella spada femminile Brenda Briesco (Genova), nel fioretto maschile Filippo Guerra (Roma) e tra le donne Olga Calissi (Pisa).
VELA ● COPPA AMERICA (r.ra.) E’ ufficiale: Dean Barker, ex timoniere e skipper di Team New Zealand, sarà lo skipper di SoftBank Team Japan, il sindacato nipponico iscritto alla 35° America’s Cup che si disputerà alle Bermuda nel 2017. L’ultima partecipazione del Giappone alla Coppa America risale all’edizione del 2000 tenutasi a Auckland.
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VENERDÌ 22 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
IL FATTO DEL GIORNO LA MINACCIA INTEGRALISTA
ne, sunnita, aiuta in tutti i modi i miliziani dell’Isis, sunniti come loro, e questo è fondamentale.
LA MAPPA Turchia
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SIRIA Palmira Damasco
Iraq
Giordania IL NOME Traduzione fedele dall’originale aramaico, Tadmor, che significa “palma” IL SITO ARCHEOLOGICO m
Mura giustiniane
200
Via colonnata (1.100 m) Santuario di Bel Agorà
Teatro GDS
Le esplosioni a poca distanza dalle rovine dell’antica città di Palmira, patrimonio dell’Unesco EPA
L’Isis ha conquistato Palmira È un’avanzata inarrestabile o la strategia Usa è sbagliata? 1L’antica città è caduta: timori per il sito archeologico e pure perché il Califfato ormai controlla metà della Siria. Obama dovrà decidersi all’intervento di terra
di GIORGIO DELL’ARTI gda@gazzetta.it
A questo punto quelli dell’Isis, avendo conquistato Ramadi la settimana scorsa, si trovano a cento chilometri da Baghdad, in Iraq e avendo preso completamente Palmira ieri hanno da percorrere ancora soltanto duecento chilometri per entrare a Damasco, in Siria.
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Su Palmira c’è anche una preoccupazione più generale, trattandosi di un sito archeologicamente importantissimo, patrimonio dell’umanità secondo l’Unesco. Sì, anche se molte statue sono state portate in posti sicuri. Però ci sono dichiarazioni preoccupatissime proprio di quelli dell’Unesco. «Tutto ciò che succede oggi a Palmira è molto pericoloso. Sappiamo già che ci sono state delle distruzioni, ci sono delle colonne che sono cadute. C’è stato un bombardamento. La distru-
zione del sito archeologico sarebbe non solo un crimine di guerra ma un’enorme perdita per l’umanità». Così la direttrice generale Irina Popova. In teoria non ci sarebbe nessuna ragione per distruggere l’antica Palmira, i suoi archi, le sue colonne immortalate sempre in una luce declinante che le rende quanto mai fascinose: sulle colonne non vi sono né scritte né disegni blasfemi. Ma quelli dell’Isis danno un’enorme importanza all’attenzione del mondo e procedono alle distruzioni, che giustificano sempre con motivazioni religiose, per occupare gli spazi più importanti dei telegiornali occidentali e per mostrare ai loro correligionari quanto sono forti e potenti, come sono credibili le loro minacce. Per la stessa ragione procedono volentieri a pubbliche decapitazioni di massa, come hanno fatto ieri con i soldati siriani catturati. Il califfo al Baghdadi, ferito gravemente, è riapparso giovedì della settimana
scorsa, e forse questo ha dato una motivazione ulteriore ai combattenti islamici. «Non ci sono scuse per un vero musulmano — ha detto lo pseudocaliffo — per non venire a stabilirsi nello Stato islamico e per non affiancare le sue battaglie». Non dimentichiamo mai che la guerra in corso in Medio Oriente è prima di tutto uno scontro interno all’Islam: sunniti contro sciiti, e ciascuna delle due fedi vuol far vedere al proprio mondo quanto è potente.
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Per il momento si direbbe che l’Isis stia vincendo. Anche se gli americani, con i loro droni, hanno duramente colpito i capi del Califfato, ferendo lo pseudocaliffo e ammazzando Abu Sayaf e forse anche al Afri (il vice di al Baghdadi), l’Isis appare in questo momento in vantaggio. E, a quanto sembra, resterà in vantaggio almeno fino a che Obama non deciderà un qualche intervento sul terre-
no. Le truppe irachene, benché guidate dai consulenti americani, non sono all’altezza, hanno perso malamente Ramadi. Sembra che gli Stati Uniti stiano rivedendo la loro strategia prudente, hanno promesso la fornitura di mille sistemi missilistici anticarro At4 «che arriveranno abbastanza presto» e, attraverso varie dichiarazioni di suoi funzionari, si sono impegnati ad aiutare il governo di Baghdad a riconquistare Ramadi «appena possibile». Una difficoltà seria è che la popolazio-
LA CHIAVE
Già decapitati decine di soldati di Assad: al Baghdadi vuol mostrare quanto è forte e potente Dopo la presa di Ramadi preoccupa anche l’Iraq: l’esercito non sembra all’altezza della situazione
Assad in Siria? Ha grossi problemi. È riapparso in televisione un paio di settimane fa, pronunciando questa frase significativa: «A volte le battaglie si vincono, a volte si perdono. Si avanza, ci si ritira». La guerra gli presenta un bilancio di 230 mila morti. La perdita di Palmira è giudicata cruciale: l’antica città si trova allo svincolo della via che porta da un lato a Damasco e dall’altro in Iraq. E tuttavia nessuno prevede una vittoria definitiva di nessuno dei contendenti in campo, persino nel caso che Bashar Assad fosse catturato o ucciso o scappasse. Aron Lund, studioso del Carnegie Endowment for International Peace: «La Siria è uno Stato in decomposizione, nessuno sa più definire che cosa rappresenti la vittoria finale. Il governo può perdere territori e disintegrarsi anche rapidamente, i suoi elementi costitutivi non sono destinati a scomparire. Anche se il presidente morisse o si ritirasse dalla capitale, il suo esercito continuerebbe a esistere sotto forma di milizie: il caos e il conflitto andrebbero avanti».
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Com’è possibile? Se l’Isis entrasse a Damasco...? Gli iraniani (sciiti) non possono permettere che la Siria cada in mano al nemico sunnita. Gli hezbollah, libanesi e sciiti, continuerebbero una guerriglia incessante, riconquistando posizioni perse e soprattutto proteggendo il corridoio che da Damasco conduce al mare, un’area in cui si sono ammassati gli alawiti, cioè la minoranza da cui proviene lo stesso Assad (12 per cento della popolazione). Anzi, se Assad riuscisse a riconquistare Aleppo la sua caduta non sarebbe più così probabile in tempi brevi.
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Una volta si parlava di una rivolta contro il regime sanguinario del presidente... Di questo, dopo l’Isis, non restano più tracce. Le strutture militari sono in conflitto con la cerchia del presidente perché rifiutano l’idea che a comandare in casa loro siano gli uomini di Teheran (come avviene ormai da un pezzo). A Latakia c’è stata anche una manifestazione dei genitori che non vogliono più consegnare i loro figli alla causa del regime.
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NUOVE TRATTATIVE
A Riga vertice sulla Grecia La Merkel vuole l’intesa
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a politica riprende in mano il dossier Grecia, facendo passare in secondo piano default, sostenibilità del debito, deficit e piani di risanamento. Dopo estenuanti negoziati si tenta di delineare un’intesa, in un trilaterale, a margine del vertice Ue a Riga, in Lettonia, tra Alexis Tsipras, Angela Merkel e François Hollande. L’occasione è simbolica perché a Riga i nodi geopolitici dell’Unione fanno i conti con le tensioni sui confini orientali. Facendo apparire come illusoria l’idea che il Paese — affacciato sul Medio Oriente e con Mosca attratta dall’idea di avvicinarlo alla sua sfera d’influenza — possa essere lasciato alla deriva. «Non è qui a Riga che negoziamo la questione, ma è vero che questo ci permetterà di preparare l’Eurogruppo atteso a fine mese o a inizio di giugno», spiega il presidente francese: il «mini-summit» a margine punta a «tratteggiare la soluzione». Questa volta avviene a ridosso dell’ora X per Atene. Le casse statali rischiano di esaurirsi nel giro di due settimane, e del resto fra giugno e agosto scadono undici miliardi di debiti, sette dei quali dovuti solo alla Bce. Una bomba ad orologeria che fa paura al Fondo monetario internazionale e anche all’amministrazione Usa. Mentre il suo ministro delle Finanze Wolfgang Schaeuble lancia messaggi inflessibili («il default non è da escludere, e l’ottimismo di Atene non è giustificato»), Angela Merkel prova a dare sostanza al suo auspicio: un accordo entro fine mese. Sempre che le aperture di Tsipras non vengano silurate dalla base del partito.
Angela Merkel, 60 anni AFP
IL PRESUNTO TERRORISTA
RETE DI RECLUTAMENTO
Foreign fighter Espulso jihadista a Pordenone
Preso per la strage di Tunisi «Quel giorno era a Milano» 1I pm italiani:
«Il marocchino si trovava a scuola» Ma fonti turche: «Portò le armi»
A
bdel Majid Touil, il cittadino marocchino accusato di essere tra le menti e addirittura tra gli esecutori della strage al museo Bardo, lo scorso marzo a Tunisi, è detenuto in isolamento nel sesto raggio del carcere di San Vittore. Il giorno dopo la notizia dell’arresto del 22enne arrivato in Italia su un barcone, crescono però i dubbi. La Procura di Mi-
lano ha infatti accertato che il giovane sarebbe stato in Italia sia nel giorno della strage che in quelli precedenti e successivi. A provarlo, i registri della scuola di italiano che Touil frequentava due volte a settimana, a Trezzano sul Naviglio, non lontano da Gaggiano, dove il ragazzo abitava con i suoi parenti, alle porte di Milano. Dai documenti risulta che Touil fosse in classe il giorno dell’attentato, così come confermano gli insegnanti. «Dal suo arrivo in Italia, in febbraio, mio figlio non si è mai mosso da qua. Era seduto con me davanti alla televisione a guardare le immagini dell’attentato a Tunisi, quel giorno di marzo», ha giurato la madre Fatima. Sicura anche la cognata di
Touil: «Me lo ricordo: il 18 marzo mio cognato era qui, a Gaggiano. Lui va a scuola il lunedì e il giovedì. Non è possibile che sia andato a Tunisi a sparare». TRAFFICANTE Ma i media tunisini insistono: il 18 marzo scorso, giorno dell’attentato in cui morirono 24 persone tra cui quattro italiani, non solo Touil era a Tunisi, ma avrebbe incontrato i due terroristi poi uccisi dalle forze speciali al museo, e con loro si sarebbe poi diretto verso il Bardo. In più, secondo una fonte ufficiale tunisina, il marocchino avrebbe fornito le armi che sono state usate per l’attentato: «È un trafficante. Ha portato le armi dalla Libia alla Tunisia prima della data
Nel cerchio Abdel Majid Touil, sbarcato in Sicilia tra il 15 e il 16 febbraio
dell’attacco». Di fronte alle incongruenze sul fronte delle indagini, con le opposizioni che chiedono le dimissioni, il ministro dell’Interno Angelino Alfano chiarisce: «Abbiamo eseguito un mandato di arresto internazionale sulla base di indagini svolte in un altro Paese». Il premier Renzi respinge le critiche: «Quando viene arrestato un presunto responsabile, non si
può dire “era meglio se non lo fermavamo, almeno non sapevamo”». Qualcosa di più s’inizierà a capire da oggi, con la prima udienza che servirà all’identificazione del detenuto, primo passo un iter complesso che porterà la Tunisia a svelare le prove solo dopo la richiesta di estradizione. s.an. © RIPRODUZIONE RISERVATA
● Due espulsioni per prevenzione del terrorismo gettano nuova luce sulla rete di predicazione e reclutamento jihadista di «foreign fighter» che si sarebbe sviluppata nel Nordest. Questo, il risultato delle indagini avviate dopo la notizia della scomparsa di Ismar Mesinovic, il bosniaco che risiedeva nel Bellunese, morto in Siria nel gennaio 2014. Così ieri a Pordenone è stato eseguito il primo decreto emesso dal Viminale nei confronti di Arslan Osmanoski, individuato come «braccio destro» di uno dei principali indagati di questa “filiera” di reclutamento jihadista in Italia. Un altro provvedi mento era destinato a un cittadino marocchino, già allontanatosi in Marocco.
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VENERDÌ 22 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
La Bonino sta meglio «Il cancro è sparito, speranza per tutti»
I DATI DELL’OCSE
Italiani divisi: il 20% possiede il 61% dei beni
1L’ex ministro a Radio Radicale dopo la chemio Incoraggiamenti ed auguri dal mondo politico
Filippo Conticello @filippocont
C
ome da abitudine di famiglia, le notizie, quelle più tristi e le più liete, si danno sempre alle stesse frequenze: ieri Emma Bonino ha fatto felici tutti annunciando la propria guarigione su Radio Radicale, lì dove a gennaio aveva raccontato con coraggio raro della malattia. Un tumore al polmone sinistro che adesso parrebbe sotto controllo: «Gli esami clinici e la Tac fatti in questi giorni evidenziano una “disapparizione” di ogni evidenza di cancro, e quindi è il meglio che mi potevo aspettare», ha detto. Il resto è una carezza a chi le è stato vicino, ai tanti che le hanno aggiunto forza: «Ho condiviso con gli ascoltatori di Radio Radicale i primi bollettini, mi pareva giusto condividere anche questa fase positiva del percorso e anche trovare così l’occasione per ringraziare anche tutto il personale medico e paramedico che in questi mesi mi ha assistito». Un lungo viaggio dopo la scoperta del male quasi per caso: un normale check up, poi le cure faticose senza risparmiare tempo ed energie alla politica. Anzi, rafforzando l’impegno a favore dei malati che vogliono continuare o concludere la vita con dignità: «Siamo uomini, non siamo le nostre malattie», aveva detto.
GIOIA BIPARTISAN Un foulard in testa a coprire i segni della chemio e tutto intorno gli applausi dei colleghi: martedì la Bonino aveva voluto partecipare alla seduta della commissione Affari esteri dedicata al Mediterraneo ricevendo il solito calore. «Non stai bene, sei impegnata su diversi fronti e noi siamo con te su tutti», le parole del presidente Pier Ferdinando Casini. Meno dirette di quelle del Papa
Emma Bonino, 67 anni, leader radicale: aveva un cancro al polmone sinistro
RL’annuncio della
guarigione: «È un bel giorno, adesso voglio dedicarmi alle mie attività»
che a inizio maggio aveva telefonato di persona lei, non proprio una clericale convinta: «Mi ha confortato e mi ha detto affettuosamente che l’erba cattiva non muore, poi abbiamo parlato anche di immigrazione», aveva riferito la stessa 67enne ex ministro degli Esteri. Ieri, gli omaggi per la buona nuova sono stati bipartisan, tra «forza Emma» e inviti a non mollare. L’esultanza è andata oltre il Parlamento, fino al Campidoglio, dove si iscrivevano nel registro delle unioni civili di Roma le prime 17 coppie
italiane: cerimonia interrotta dall’ovazione per l’ennesima battaglia vinta dalla donna. In fondo, il suo è un messaggio da regalare ai tanti che soffrono per un male spietato, come ribadito ieri in radio dalla stessa Emma: «È una speranza ai tanti, che stanno seguendo dei percorsi e delle terapie per questo tipo o altro tipo di sfide che ci troviamo ad affrontare». Adesso la aspetta una radioterapia preventiva al cervello e poi un periodo di riposo, abbastanza lungo, prescritto proprio per evitare ricadute, percentualmente molto alte, nei primi dodici mesi dopo il trattamento. Si vedrà, intanto resta il suo «bel giorno» anche perché accompagnato dalla passione di una vita: «Voglio dedicarmi di più alle attività politiche che mi stanno a cuore», l’intendimento per il futuro. © RIPRODUZIONE RISERVATA
UN TRAVAGLIATO DDL
Ok ad Anticorruzione C’è il falso in bilancio Renzi e i pm esultano
Il presidente del Senato, Pietro Grasso, primo firmatario della legge
P
ietro Grasso, oggi presidente del Senato e ieri primo firmatario di una legge che l’Italia attendeva come il giudizio divino, l’ha buttata in letteratura: «Godot è arrivato». Godot, la legge anticorruzione
approvata ieri tra gli applausi dei deputati Pd con 280 sì, 53 no e 11 astenuti. Il disegno di legge è passato in via definitiva e senza modifiche rispetto al Senato, sommando ai voti dem quelli di Sel, Scelta Civica, Per
l’Italia, Area Popolare e gli ex 5 Stelle di Alternativa Libera. Se la Lega si è astenuta, contrarissimi Forza Italia e M5S, ma su lati opposti della barricata. In mezzo, l’entusiasmo di Renzi su Twitter: «Quasi nessuno ci credeva. Noi sì. Questo Paese lo cambiamo,costi quel che costi». FARE DI PIÙ Dalla prima bozza di Grasso, ormai due anni fa, alle tante modifiche, anche per iniziativa del ministro della Giustizia, Andrea Orlando, tra i più soddisfatti ieri assieme all’Anm. E così, ecco il ritorno del falso in bilancio, l’inasprimento delle pene per la corruzione, la previsione di una stretta collaborazione tra investigatori e Autorità nazionale anticorruzione E ancora, il patteggiamento condizionato alla restituzione del maltolto e la stretta sui reati di mafia. La «via giusta» per il presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, Raffaele Cantone, anche se ora bisogna «fare di più». cont. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Italiani sempre meno ricchi ANSA ● Sempre meno ricchi, sempre più poveri. Lo certificano i dati Ocse, per i quali l’1% della popolazione italiana detiene il 14,3% della ricchezza nazionale netta. Più in generale, allargando lo sguardo, il 20% più ricco possiede il 61,6% della ricchezza e un altro 20% il 20,9% dei beni restanti. In pratica, la maggioranza della popolazione ha poco o nulla e si deve accontentare del restante 17,4%. I dati dell’Ocse non prendono in considerazione le differenze tra Nord e Sud che invece l’Istat, l’altro ieri, ha fotografato in ulteriore ampliamento. L’Ocse, invece, punta l’attenzione - e con una certa preoccupazione - sulle differenze all’interno del mondo del lavoro: se si fissa a 100 il guadagno medio dei lavoratori con posto fisso, quello degli atipici si ferma a 57 e addirittura a 33 per chi ha un contratto a tempo e part time. FORMICHE ITALIANE Nonostante ciò, a sorreggere l’Italia è ancora la ricchezza privata e la propensione al risparmio. Resta il Paese dell’area Ocse con la minor percentuale di famiglie indebitate: sono solo il 25,2% contro il 46,8 della Francia, il 47,4% della Germania, per non parlare del 50% e passa della Gran Bretagna. Insomma, una parte limitata di italiani avrebbe continuato ad accumulare beni e denari nonostante la crisi.
14,3
● La percentuale della ricchezza nazionale in mano ad appena l’1% della popolazione italiana secondo i dati dell’Ocse
Truffa rimborsi Bossi sarà processato ● Umberto Bossi, l’ex leader della Lega e Francesco Belsito, l’ex tesoriere, sono stati rinviati a giudizio dal gup di Genova Cusatti per la presunta truffa sui rimborsi elettorali ai danni dello Stato da circa 40 milioni di euro che portò al crollo politico del “Senatur”. Per Belsito c’è anche l’accusa di appropriazione indebita aggravata (avrebbe sottratto 5,7 milioni dal conto leghista). Processo al via il 23 settembre
Umberto Bossi, 73 anni
NOTIZIE TASCABILI ADDIO A FORZA ITALIA
Altro annuncio di Berlusconi: «Nuovo partito» ● Silvio Berlusconi tenta un nuovo risorgimento. Dopo Forza Italia, il Popolo delle Libertà e ancora Forza Italia, annuncia la nascita di un altro partito. «Sarà un movimento che abbraccerà tutti i moderati italiani. Non sarà guidato da me, ma da un mio erede» annuncia l’ex Cavaliere, preparandosi a una possibile debacle alle
Regionali del 31 maggio, ma senza rivelare il nome dell’erede designato. «Ci sono due o tre persone — dice — che potrebbero prendere il mio posto di leader del movimento, ma di sicuro non ci saranno primarie all’interno di Forza Italia».
I SINDACATI DECISI
A ROMA: ALTRI 7 IN CELLA
Scuola, un’ora di sciopero per gli scrutini
Sesso in stazione con minorenni: prete arrestato
● La riforma della scuola non è blindata, e al Senato la discussione continua. Matteo Renzi, dopo il primo sì al ddl, mantiene un atteggiamento di apertura. E Pier Luigi Bersani sottolinea come «con delle modifiche al testo» la sinistra Pd sarà pronto a votarlo. I sindacati , però, confermano lo sciopero alla prima ora di servizio per tutti gli scrutini.
● Le vittime erano ragazzini rom tra i 13 e i 17 anni. I clienti uomini di mezza età, tra i 35 e gli 80 anni. Tra loro tanti viaggiatori di passaggio alla Stazione Termini a Roma, un professionista e anche un parroco 68enne di due chiese nel Viterbese. In totale sono stati 8 gli arrestati per sfruttamento della prostituzione. Nella casa del religioso c’era un archivio di pedopornografia.
Silvio Berlusconi, 78 anni ANSA
STORICO REFERENDUM: 3,2 MILIONI ALLE URNE
Irlanda al voto su nozze gay Il Paese è diviso, favorito il sì ● Oggi è il giorno della verità in Irlanda dove più di 3,2 milioni di elettori decideranno se introdurre i matrimoni omosessuali. Un referendum definito «storico» dal premier Enda Kenny (sostenitore del sì), che ha invitato i cittadini ad andare alle urne. Solo fino a due decenni fa nel cattolicissimo Paese l’omosessualità era reato e nel 2010 sono state introdotte le unioni civili fra persone dello stesso sesso. Nei sondaggi «sì» avanti di poco (nella foto murales di sostegno): il referendum sarebbe il primo al mondo a introdurre le nozze gay, visto che altrove sono stati i Parlamenti o i Tribunali a muoversi.
OGGI E DOMANI IL CONVEGNO GIOVANI -EDITORI
News e media a Bagnaia Big americani a confronto ● Innovazione e sperimentazione. Attorno a queste parole ruota la 9a edizione del convegno «Crescere tra le righe», oggi e domani a La Bagnaia (Siena), con l’obiettivo di raccogliere le strategie di alcuni tra i più grandi gruppi editoriali mondiali nel tentativo di trovare nuovi modelli di business. Così, si confronteranno manager, editori e direttori di imprese leader nel mercato cartaceo, digitale e televisivo internazionale e italiano. Un programma fitto, a partire dal faccia a faccia tra i direttori del New York Times, Dean Baquet, e del Wall Street Journal, Gerard Baker. Attesi anche i direttori di altri due grandi quotidiani Usa: Marty Baron del Washington Post e Davan Maharaj del Los Angeles Times. L’evento sarà poi occasione di un confronto con i big della Rete: ad esporre le
Il direttore del Nyt, Dean Baquet ragioni di Google sarà il direttore delle news, Richard Gingras. Abbondante anche il mondo dell’editoria italiana: dal presidente della Stampa e di FCA John Elkann, all’a.d. de Il Sole 24 Ore Donatella Treu fino a quello di Rcs, Pietro Scott Jovane. «Un convegno fonte di ispirazione per chi crede nel cambiamento», ha spiegato il presidente dell’Osservatorio permanente giovani-editori, Andrea Ceccherini, che organizza l’evento.
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VENERDĂŒ 22 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
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PORNO D’AUTORE
Sesso in 3D a Cannes: il film scandalo delude Lunghe file, fischi e buu 1L’attesissimo Love
di NoĂŠ non convince: ÂŤRacconto la passioneÂť Emanuele Bigi CANNES (Francia)
I
Sopra Conchita Wurst, vincitrice dell’Eurovision 2014 con il disco di platino per il suo album d’esordio Conchita. Ha pubblicato anche un libro GETTY IMAGES
Attesa e liti all’Eurovision Il Volo è pronto al decollo
1Domani a Vienna la finale della manifestazione canora piĂš kitsch Trio favorito. Festa con 40 Paesi: ma non mancano le polemiche
Daniele Vaira @danvaira
C’
è chi lo snobba, chi lo boicotta, chi non vuole perderselo, chi tifa e chi si dispera per l’esito del televoto. Nel 2014 sono stati 200 milioni i telespettatori sparsi per il mondo che hanno seguito l’Eurovision Song Contest. E quest’anno sono stati spesi 41 milioni per rinnovare la nuova edizione, che avrà la finale domani (diretta su Rai2 alle 21). La manifestazione fa sempre parlare di sÊ. Vuoi per i numeri, (quest’anno sono 40 i Paesi in gara), vuoi per i personaggi che porta alla ribalta. Quest’anno ci sarà perfino l’Australia, inserita dagli organizzatori perchÊ nel Paese il concorso viene seguito dal 1983 con grande share. La gara canora piÚ seguita, quest’anno è sbarcata a Vienna, capitale dello Stato vincitore dell’edizione 2014. L’anno scorso ha, infatti trionfato
Conchita Wurst, la cantante austriaca con la barba, disco di platino con il suo album d’esordio, e che è stata ospite anche all’ultimo Festival di Sanremo. E proprio i vincitori all’Ariston, il trio Il Volo (Ignazio Boschetto, Piero Barone e Gianluca Ginoble) sono tra i favoriti per la vittoria finale con Grande amore. Gli scommettitori d’Oltremanica li quotano a 3, dietro il favorito svedese Mans
Zemerlow, che con il brano pop Heroes, è in lizza per il primo posto. Il successo finale manca all’Italia dal 1990 quando fu Toto Cutugno ad imporsi con Insieme. Prima di lui solo a Gigliola Cinquetti era riuscita l’impresa con Non ho l’età (per amarti): era il 1964. GEOPOLITICA L’Eurovision è stato organizzato per la prima volta nel 1956 in piena guerra
Il Volo è nato nel 2009. Il trio ha vinto Sanremo nel 2015 LAPRESSE
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OROSCOPO LE PAGELLE di ANTONIO CAPITANI
CONSIGLI
21/3 - 20/4 ARIETE
21/4 - 20/5 TORO
21/5 - 21/6 GEMELLI
22/6 - 22/7 CANCRO
23/7 - 23/8 LEONE
24/8 - 22/9 VERGINE
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7+
Il vostro umore è come quello di un laziale. E intralci che limitano la vostra autonomia lo peggiorano. Lavoro ni, ma fornicazione extended version.
Colloqui e viaggi riescono, il lavoro si giova di dritte e input OK, gli affetti vi scaldano il cuore. Insomma, giornata sĂŹ. Sudombelico muy curioso.
Con faccia gluteica sbrigate bene ogni questione di soldi. E nel lavoro si aprono squarci fortunati. Pure sul piano suino si apre tanta roba. Enjoy!
Luna nel vostro segno, di ottimo stimolo al lavoro, dove tutto si incastra meglio. Il vostro fascino cresce e l’attività fornicatoria es muy fantasiosa.
Il lavoro vi conduce al successo. Ma probabilmente siete stanchi. E certe persone sono solo palle al piede. Evitatele. Sudombelico persistente, però.
Luna super: arrivano aiuti solidi, il vostro fervore cresce, il lavoro v’appaga. E eccellenze suine stagliansi. Ma siete poco facce di glutei: rimediate.
23/9 - 22/10 BILANCIA
23/10 - 22/11 SCORPIONE
23/11 - 21/12 SAGITTARIO
22/12 - 20/1 CAPRICORNO
21/1 - 19/2 ACQUARIO
20/2 - 20/3 PESCI
6
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5,5
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La Luna sembra crearvi ansie e impicci lavorativi, amorosi e pure sudombelicali. UssignÚr, state su: è solo una giornata un po’ no, da domani passa.
Il lavoro premia, la fortuna si attiva, il sudombelico es muy in auge. E voi potete pigliarvi pure rivincite e soddisfazioni. Strafighezza in crescita.
fredda. E nonostante il clima di festa, l’atmosfera da paillettes e le scenografie colorate, non mancano mai le polemiche e le considerazioni geopolitiche. Nel 2014 era stato l’ex campione di boxe Ucraino Vitali Klitschko a chiedere il voto per il suo Paese, mentre la Crimea veniva annessa alla Russia. E lo scorso anno era stato il presidente Putin a criticare la vittoria di Conchita: Orribile. Quest’anno è stata l’Armenia a far parlare di sÊ. Il gruppo Genealogy ha dovuto cambiare il titolo della propria canzone Don’t deny (Non negare). Un’allusione troppo diretta alla Turchia, che non riconosce il genocidio armeno del 1915. E proprio Ankara da 3 anni boicotta la manifestazione. Nel 2011 la Svezia aveva trasmesso le immagini di due ballerini che si abbracciavano. Inaccettabile per il governo.
Strategia e fiuto pagano. Ma la Luna chiede un resettaggio della mente, invasa da dubbi e cupezze. Fornicazione creativa e multigusto, però.
Lavoro e rapporti sociali necessitano che non facciate i matti, ma i furbi. E che non vi lasciate spiazzare da rivelazioni e scoperte. C’è calo suino
Ogni compito, oggi, chiede la cura attenta del dettaglio. Concentratevi. I risultati nello sport sono eccelserrimi, quelli fornicatori ancora di piĂš.
Talenti e fortuna vi conducono al successo, il vostro indice di gradimento cresce, appaga, vi rende blanditi. E che capolavori suini, create!
l porno d’autore irrompe sulla Croisette. Il festival non si fa mai mancare il film scandalo: pensiamo ad Antichrist di Von Trier o a IrrÊversible che si ricorda per un violentissimo stupro ai danni del personaggio di Monica Bellucci. Ecco Gaspar NoÊ, regista di IrrÊversible, ritorna a scaldare l’atmosfera festivaliera con il nuovo Love, un porno-melò, lo definisce lui, che non si fa mancare scene di sesso esplicite e per di piÚ in 3D. Le sale sono state letteralmente prese d’assalto, ma il film è stato accolto da fischi e buu dei giornalisti. Il sesso fa parte della vita, perchÊ non dovrei mostrarlo? — ha commentato il regista a chi gli ha mosso delle critiche —. Il mio è un film sull’amore di una coppia (Murphy ed Electra,
RIECCO ZORO TRA SATIRA E GIORNALISMO Il solito geniale intruglio di satira e giornalismo e vedremo l’effetto che fa in orari piĂš “umaniâ€?: ÂŤGazeboÂť, la trasmissione di Diego Bianchi in arte Zoro, stasera debutta in prima serata su Rai 3. Per raccontare gioie e dolori della politica, come sempre, i disegni di Makkox e le opinioni del giornalista Marco Damilano. Ospiti il comico Antonio Albanese, il cantante Frankie Chavez e il gruppo dei James Taylor Quartet. DA VEDERE STASERA ALLE 21.05 SU RAI 3
ndr). Da anni sognavo di realizzare una pellicola che raccontasse la passione di due innamorati nei loro eccessi fisici ed emotivi. Ieri è stato anche il giorno di Louisiana (The Other Side) di Roberto Minervini. Il documentario, in concorso nella sezione Un Certain Regard, racconta di una parte di America invisibile dimenticata dalla politica, spiega il regista italiano che da anni vive nel nuovo continente. Speriamo che Isabella Rossellini, presidentessa di giuria della sezione, se ne innamori. Incrociamo le dita. Il film uscirà in sala il 28 maggio. Š RIPRODUZIONE RISERVATA
I DATI DEL POLITECNICO DI MILANO: BOOM DI APP
Smartphone, che mania! 40 milioni entro fine anno â—? L’Italia è un paese sempre piĂš ÂŤsmartphone e internet dipendenteÂť. Lo certifica il rapporto dell’Osservatorio mobile economy del Politecnico di Milano. A fine 2014 si contavano 35 milioni di smartphone (che arriveranno a 40 milioni a fine anno) e 9,5 milioni di tablet (che supereranno i 10 milioni alla fine del 2015). Gli investimenti sulle reti mobile sono arrivati a coprire l’80% della popolazione e le tariffe di accesso a internet sono, ormai, alla portata di tutti. Inoltre, l’offerta di app ha superato le 3 milioni di unitĂ
dall’apertura degli store. Questo ha portato ad avere in un giorno medio quasi 18 milioni di utenti unici che navigano in internet dai propri dispositivi, contro meno di 13 milioni che navigano dal pc. E il giro di affari che si produce è destinato a crescere, come afferma Andrea Rangone, coordinatore dll’Osservatorio: Al netto della contrazione dei servizi tradizionali di telefonia mobile, pari al -16%, la mobile economy cresce, infatti, del 23%, tocca i 25,7 miliardi di euro e vale l’1,65% del Pil. Secondo gli esperti il mercato supererà i 37 miliardi nel 2017, una cifra che rappresenta il 2,3% del Pil.
LO SPORT IN TV
LO SHOW ÂŤGAZEBOÂť
Le attrici Aomi Muyock e Klara Kristin col regista Gaspar NoĂŠ
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Speciale R La collezione
LA COLLANA QUINDICI DVD
VENERDÌ 22 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
È GIÀ IN EDICOLA «DA ME A TE» 1998 Doppio dvd con il concerto integrale «Da me a te» e una lunga intervista esclusiva a Baglioni, più il poster della locandina del tour e il cofanetto. 10,99 euro
28 MAGGIO «TOUR ROSSO» 1996 Parte il 23 gennaio da Verona, dopo 49 concerti con tutto esaurito ed oltre 450.000 spettatori in 3 mesi, si conclude a Firenze il 26 aprile. 10,99 euro
4 GIUGNO «TOUR BLU» 2000 O anche «Il viaggio tour 2000» è uno show basato sull’effetto della luce, di oltre 3 ore presentato in 47 città d’italia con oltre 370.000 spettatori. 10,99 euro
11 GIUGNO INCANTO 2001 Il Tour Incanto parte da Ascoli, Teatro Ventidio Basso: Baglioni si esibisce in un concerto di oltre 3 ore accompagnato solo dal pianoforte a coda. 10,99 euro
Ecco il meglio di Baglioni: Ale oò 1Con la Gazzetta «Live Story», i concerti più belli dell’olimpionico della musica italiana Fausto Narducci
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ici Claudio Baglioni e pensi al numero uno assoluto delle vendite discografiche italiane snocciolando canzoni che hanno fatto la storia d’Italia dagli Anni 70 in poi. Eppure il cantante romano, che ha appena compiuto 64 anni, ha impresso un marchio indelebile all’evoluzione musicale soprattutto per l’attività live dove ha avuto un ruolo riconosciuto: il più grande innovatore della macchina scenica. Ripercorrendo questa «live story» (o «love story» come l’ha ribattezzata lui stesso), colpisce proprio questa sua voglia di non essere mai uguale, di cercare situazioni e scenografie inconsuete e di spostare in avanti i confini dell’esperienza dal vivo come un vero pioniere dell’entertainment. DVD Tutto questo ce lo racconta Baglioni in persona nell’intervista video che accompagna il primo dei 15 dvd in uscita con la Gazzetta per raccontare 33 anni (dal 1977 al 2010) di una ricerca musicale che ha cambiato il modo di fare concerti in Italia e che, a parte la luna e gli abissi marini, ha toccato tutti i mondi possibili. Come non fosse già arduo interpretare dal vivo un repertorio contraddistinto da quegli alti e bassi che costringono a veri equilibrismi vocali, Claudio ha dato al suo pubblico sempre qualcosa in più. Per altri versi potremmo dire che, facendo leva sulla sua passione per il nuoto e su una straordinaria forma fisica, Baglioni è diventato l’olimpionico della musica italiana, tanto più che i riferimenti sportivi nella sua carriera artistica si sprecano: dai due inni (Acqua nell’acqua e Un solo mondo) per i Mondiali di nuoto a Roma nel ’94 e nel 2009 al primo concerto proposto dalla collezione della Gazzetta e del Corriere della Sera, Da me a te. Il tour del ‘98 nasce infatti dall’album omonimo che porta il nome dell’inno commissionatogli dalla Figc per il centenario e che fu presentato a Parma in occasione dell’amichevole Italia-Paraguay. Per l’occasione vedremo un avvenimento a suo modo storico datato 6 giugno ‘98: la prima volta che lo stadio Olimpico fu concesso interamente a un avvenimento musicale, non per niente trasmesso in diretta dalla Rai, che Baglioni dedicò alla sua carriera ma anche agli imminenti Mondiali di calcio di Francia ‘98. Ma proprio lo sport è stato uno dei grandi ispiratori di Baglioni che nell’estate ’82, sulla scia dei record di vendita (un milione di copie) dell’album Strada Facendo dell’estate precedente, era stato protagonista di un tour che prese il nome dall’invocazione Ale oò in voga da anni fra le tifoserie calcistiche e riutilizzato dai suoi fans per chiedere il bis. Baglioni lo trasformò in uno straordinario canto corale che lo accompagnò fino alla memorabile chiusura all’Arsenale di Venezia con il palco soprelevato sull’acqua e il pubblico raccolto nelle imbarcazioni circostanti. CRONOLOGIA Uno scenario ardito per un concer-
Claudio Baglioni in concerto: ha appena compiuto 64 anni
to che fa parte di quella continua ricerca con cui Claudio ha appunto studiato situazioni spesso rivoluzionarie per le sue esibizioni. Nel ’77 (Con tutto l’amore che posso) aveva cominciato a Bussola Domani, la tensostruttura di Viareggio nata dal celebre locale omonimo, ma nell’85 lo troviamo col tour La Vita adesso impegnato fra l’altro a riaprire il Flaminio di Roma a un evento extrasportivo. Lo stesso Flaminio che nel ’91 ospitò la tappa del tour Oltre una bellissima notte in supporto al disco
Oltre in cui per la prima volta l’artista si esibì completamente circondato dal pubblico dal pomeriggio a notte inoltrata. Celebri i tre tour fra il ’95 e il 2000 ispirati ai tre colori primari (giallo, rosso e blu) in cui il cantante si inerpicò in camion fino alla piana di Castelluccio di Norcia, il Tibet italiano; trasformò i concerti nei palasport in spettacoli polivalenti con danzatori e performers di ogni tipo; e provò un viaggio nel tempo con un «concept» di tipo filosofico-intellettuale. Dopo i concerti unplugged nei teatri antichi (2000: Sogno di una notte di note) e l’esperienza solistica del tour Incanto (2001) che lo portò col suo pianoforte fino al San Carlo di Napoli, l’inarrestabile cantante si impegna nel 2003 in un’operazione titanica: in Tutto in un abbraccio attorno al palco vengono raccolti fino a 500 figuranti reclutati nelle scuole di ballo e nelle società di ginnastica per offrire uno spettacolo di teatro totale. Rieccolo nel 2004 (Cercando) a mostrare al suo pubblico ville e bellezze architettoniche dimenticate. A cavallo del 2005 ritroviamo invece Baglioni mentre sale fisicamente dal primo gradino alla cima del palco (Crescendo) e racconta antologicamente la storia dei suoi strumenti accatastati sul palcoscenico (Tutto qui). Una parentesi inconsueta è invece il tour Quegli degli altri con cui nel 2006 omaggiò le più belle canzoni degli anni Sessanta prima dell’ultima tappa cronologica contenuta nel nostro 11° dvd: è l’One world tour in cui Baglioni, riprendendo un progetto interrotto negli anni Ottanta, completò il giro musicale dei 5 continenti da Bruxelles a New York all’ultima tappa storica nella Royal Albert Hall di Londra. © RIPRODUZIONE RISERVATA
L'IDENTIKIT CLAUDIO BAGLIONI NATO A: ROMA IL: 16 MAGGIO 1951 RUOLO: CANTAUTORE DISCHI VENDUTI: 55 MILIONI
Claudio Enrico Paolo Baglioni è figlio unico, di Riccardo, sottufficiale dei Carabinieri e Silvia Saleppico, sarta. DISCOGRAFIA Inizia a suonare la chitarra da autodidatta, arriva a vendere 55 milioni di dischi nel mondo di cui 35 milioni di album e oltre 20 milioni di singoli. Nel 1969 il padre Riccardo firma per lui il primo contratto discografico con la RCA Italiana: l’allora direttore artistico Zeppegno dice: «Tanto questo non farà mai niente»... Dal primo «Claudio Baglioni» del 1970 a «ConVoi»del 2013, ha pubblicato 33 album, di cui 18 in studio, 11 live e 4 raccolte. Di grande successo: «La vita è adesso» è il più venduto nella storia discografica italiana.
VENERDÌ 22 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
GAZZA GOLOSA
1Bere del vino è bere del genio.
La famiglia Pellegrini: papà Roberto, Federica, mamma Cinzia e Alessandro. Sopra l’insegna dell’American bar di Spinea
Prosecco! I consigli di papà Pellegrini 1Barman da oltre 30 anni e sommelier,
Roberto ha aperto a Spinea l’American Bar «Tacco 11». Oggi, in occasione del passaggio del Giro offrirà un cocktail rosa e per la crono Treviso-Valdobbiadene spiega che...
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otenza del Giro d’Italia. Oggi a Spinea, l’American bar «Tacco 11» offrirà a tutti i «Girini» il «Gazzetta Pink Cocktail». A servirlo sarà un barman d’eccezione: Roberto Pellegrini. Sì, è proprio il papà di Federica, leggendaria nuotatrice campionessa olimpica e mondiale. La numero uno di sempre dello sport italiano. Roberto, sommelier e barman d’alto livello lo fa per passione e per omaggio al Giro d’Italia. Spinea, elegante cittadina in provincia di Venezia, si trova intorno al chilometro 70 della tappa che porterà il Giro da Montecchio Maggiore a Jesolo. Chi sarà al seguito della corsa potrà fare tappa qui e troverà uno tra i barman e sommelier più competenti d’Italia: Roberto Pellegrini- Il papà di Federica offrirà il cocktail rosa e darà consigli per domani, visto che il menu del Giro offrirà la Treviso-Valdobbiadene, la crono del Prosecco. Dopo aver lavorato per 14 anni al leggendario Caffè Florian, in piazza San Marco a Venezia,
Pagina a cura di Pier Bergonzi e Daniele Miccione
Charles Baudelaire (poeta e scrittore francese, 1821-1867)
SOSTIENE LO CHEF di IGINIO MASSARI
per 4 all’Hotel Danieli e negli ultimi 15 all’Hotel Gritti, Roberto Pellegrini ha riportato a casa la sua profonda esperienza nel «Tacco 11». «L’idea è stata di Federica — racconta —.Il Gritti chiudeva per restauri e mi ha spinto ad aprire un nostro American Bar. L’ho chiamato Tacco pensando a Federica che è “malata” di scarpe. Ne avrà almeno 500 paia... Nell’ultimo trasloco c’è voluto un furgone solo per le sue calzature. E 11 sta per 7+4, come il 74 che mio figlio Alessandro ha strappato al diploma della scuola alberghiera. Insomma in quel nome c’è tutta la mia famiglia». Roberto, tra l’altro, insegna alla scuola d’Aibes (l’associazione italiana barman e sostenitori). Con il Prosecco ha un rapporto lungo tutta la sua carriera. E in questi anni ha visto crescere in modo esponenziale la fama della bevanda con le bollicine che ha superato lo champagne diventando il vino più bevuto nel mondo. «Adesso c’è la moda dello spritz, ma credo che il vero salto di
qualità il Prosecco lo abbia fatto grazie al Bellini inventato da Arrigo Cipriani. Nei miei anni di Venezia ne ho preparati a fiumi... ». E domani il Prosecco sarà di casa al Giro d’Italia. «La corsa attraverserà tutta la pianura del doc per arrivare fino alle colline che sono la Patria della docg. E’ lì, sulla dorsale tra Conegliano e Valdobbiadene, che si trova l’eccellenza. Tre consigli? Un brut di Carpenè Malvolti, perché è come risalire alle orgini di questo vino. Poi il Crede di Bisol, che è sinonimo di grande qualità. Sono amico personale di Gianluca Bisol, e so con quanta cura e passione lavora. E per andare sul sicuro consiglio anche il brut di Colsaliz». Roberto sa di vino e tanto, ma fatica a portare sulla sua strada Federica... «Lei beve poco. Ogni tanto si concede qualche bicchiere quando va mangiare il pesce con mia moglie Cinzia, ma tradisce il Prosecco perché lei ama il Franciacorta Bellavista rosato. Io invece se devo tradire le nostre terre lo faccio soprattutto con gli champagne. Tra i rossi amo molto quelli a base Nebbiolo delle Langhe e tra i rosati apprezzo i pugliesi e la Schiava rosata del Trentino. Oggi però... Solo Prosecco». © RIPRODUZIONE RISERVATA
SORSEGGIANDO di LUCA GARDINI
ARANCIA NAVEL SOLE DELL’ETNA
«CREDER» DI ASTORIA BORDOLESE VENETO
Iginio Massari, bresciano, 72 anni, è un grande della pasticceria italiana. Anzi, è il «maestro», riconosciuto, degli chef che hanno a che fare col mondo dei dolci e dintorni. Trovate le sue creazioni nella Pasticceria Veneta di Brescia e le sue idee alla Cast Alimenti (la scuola d’eccellenza) sempre a Brescia. Domani e domenica sarà anche il «regista» di «WPS», il convegno internazionale della grande pasticceria che si tiene a Stresa.
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N
ella mia pasticceria, come nel mio ristorante, non possono mancare le arance dell’Etna. In particolare io vado matto per le Navel, che chiamo «arance americane» ma sono straordinarie in Sicilia e mi arrivano direttamente da un piccolo produttore con terre sulle pendici del vulcano. Per l’irresistibile aromaticità e per la dolcezza della polpa è l’arancia più adatta alle creme, per guarnire le torte ma anche per lo spettacolare abbinamento con piatti salati. Noi la utilizziamo a cubetti per arricchire i risotti o accompagnare il pesce. Di questo frutto si può utilizzare tutto. La scorza ha profumi molto intensi e una parte bianca che non diventa amara. E la polpa è la più adatta per la preparazione delle creme o delle confetture.
hilippe Gilbert vincitore di tappa e Alberto Contador hanno festeggiato ieri con una Magnum di 9.5 il Prosecco di Astoria che è il vino ufficiale del Giro d’Italia. E domani la corsa arriverà sulle colline dell’azienda fondata nel 1978 da Paolo e Giorgio Polegato. Astoria è un’etichetta che pesa nel mondo del Prosecco, ma i Polegato non fanno soltanto vino con le bollicine. In questa occasione vogliamo parlarvi del «Croder», un particolare bordolese(con una piacevole quota di Marzemino, che Astoria produce sui Colli di Conegliano. Di color rosso rubino intenso, il Croder ha profumi di frutta rossa matura e spezie. Al gusto è rotondo e asciutto. Di solida struttura ha una bella complessità di aromi, tannini armonici, note minerali e una brillante sapidità. CRODER, Colli di Conegliano Dogg rosso, ASTORIA, Susegana (TV), UVE: Cabernet Franc e Sauvignon, Merlot e Marzemino. PREZZO: circa 13 euro IL VOTO
87/100 RAPPORTO QUALITÀ PREZZO VANTAGGIOSO ★★★★★ SI ABBINA CON BOCCONCINI DI POLLO AL RADICCHIO DEGUSTARE ASCOLTANDO CESARE CREMONINI «BUON VIAGGIO»
Il consiglio
S
e volete provare una sensazione unica, tagliate a cubetti l’arancia Washington Navel dell’Etna e mettetela in una casseruola a fuoco lento. Con un dito di aceto e un cucchiaio di miele fate «sottobollire» la polpa ad una temperatura intorno agli 80 gradi. Dopo 4 ore circa avrete una salsa spettacolare da mescolare con il riso mantecato. Come ultimo tocco grattugiate la buccia delle arance dell’Etna. Le Washington Navel sono facilmente riconoscibili perché hanno un piccolo frutto gemello all’interno della buccia. Io le apprezzo particolarmente perché hanno poca acidità e una dolcezza particolare, per questo si abbiano bene anche col pesce. Provate la crema d’arance Navel con dei gamberetti appena bolliti o con del salmone appena scottato. Vi conquisterà.
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h K 3 $
SOTTOLIO
Le super cime di rapa quando la qualità paga
CIME DI RAPA DE CARLO 190 GRAMMI A 7,50 EURO DA EATALY MILANO
● (mic) Le verdure sottolio De Carlo sono tra le migliori d’Italia. Non ci sono ingredienti segreti ma una filiera pugliese di qualità: olio buono, verdure bio dai campi di famiglia e la scelta di invasettarle quando sono al massimo. Evitando scorciatoie come la salamoia. Quando si apre un vasetto, per esempio delle strepitose cime di rapa, si fatica a non finirlo tutto. Un peccato perché, in assenza di cime fresche, sarebbero perfette con le orecchiette... ● www.oliodecarlo.com
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