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#DIRITTISENZACONFINI 30 giugno 2022 Presentazione nuovo portale online + Mostra internazionale di arte queer H 10:00 - 22:00 Spazio SEICENTRO Via Savona 99 - Milano Ore 10:00 - Apertura della mostra dal titolo “A Little Untitled Queer Exhibition in Wartime” curata da Nicola Bertoglio con artisti nazionali e attivisti gay internazionali. Ore 18:30 - Presentazione alla stampa del nuovo portale della associazione gay liberale GAYLIB ITALIA con bilancio degli ultimi due anni di attivismo.
Info: coordinamento@gaylibitalia.it
Nel rispetto della normativa anti Covid – 19 vigente
Mostra collettiva di arte queer con artisti e attivisti LGBTQ+ nazionali e internazionali
Questa mostra è dedicata a tutti coloro che lottano ogni giorno per vivere la propria vita con le persone che amano. Alle comunità gay che ogni giorno combattono contro l’omotransfobia di stato. Alle persone LGBTQ+ a cui è toccato anche imbracciare le armi per difendere i propri cari. A tutti noi che sopravviviamo in questo assurdo e insensato tempo di guerra. All’inizio pensavo fosse suf ciente dare voce agli artisti LGBTQ+ ucraini che in questi giorni devono sopravvivere non solo alle bombe russe ma anche alla tragica omotransfobia del governo di Putin con le sue leggi contro la “propaganda gay”. Poi ho capito che era necessario cercare di allargare lo sguardo alle tante comunità gay che ancora oggi vivono nella paura per colpa di governi ostili e criminali. Ho raccolto attorno a me e ad altri amici alcuni artisti da varie parte del mondo per ricordare a tutti, soprattuto a noi occidentali, che le libertà acquisite non sempre sono per sempre e occorre vigilare, resistere e lottare contro tutte le spinte regressive delle nostre società”. Nicola Bertoglio (curatore e artista) Artisti partecipanti: Aram (artista e attivista gay palestinese) Danyil Pinko (artista e attivista gay ucraino) Edward Reese (artista ucraino e attivista trans non binario) Frank Wilde (artista, stilista, performer e attivista gay tedesco) Nicola Bertoglio (artista “iphoneografo” italiano e attivista gay) Beste İleri (artista e attivista turco non binario) Orlando Myxx (artista transgender italiano che vive e lavora a Londra) Rebel Queers (collettivo di artisti e attivisti LGBTQ + ucraini) Saylan (artista visivo gay afgano) T û r k u a z B e r c e s t e K i k i g g Na s h ( a r t i s t a e a t t i v i s t a transfemminista turca non binaria) Werther Germondari (artista, regista e curatore italiano specializzato in questioni queer) Zhenya Tramvay (artista ucraina e attivista LGBTQ+)
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#DIRITTISENZACONFINI
A Little Untitled Queer Exhibition in Wartime
Di Giuseppe Ferraina Cos’è l’amore? Questa è una domanda usuratissima a cui non dovremmo mai dare una risposta. Non perché sia una domanda banale. Al contrario. Perché dentro ci sono un po’ di cose, forse un po’ troppe. E… La cosa più semplice è che lo dica da sé. Che usi le proprie parole e non si dica dal difuori. Sarebbe forse la più grande delle violenze dire la propria nel rispondere a questa domanda. Il proprio pensiero, il proprio punto di vista. La singola visione ucciderebbe l’altro, ucciderebbe il suo sentire, il suo non detto. E quindi non esisterebbe più amore. Ma vi sono state parole incantevoli nella storia della letteratura, nell’arte, cioè nel pensiero dell’umanità che in amore hanno riempito gli spazi più autentici del nostro esserci. Parole che parlano all’altro. Questo grande miracolo misterioso che è l’altro, l’alterità, colui che è diverso da me, ma colui che insieme a me, che come me, guarda l’in nito. Allora il mio essere diverso coincide anche con il mio essere lo stesso. E l’amore, forse potremmo tentare di dire che sia il miracolo del dialogo interno tra diversità. Viaggio verso un in nito senza ritorno. Parlare di tematiche in cui l’ “Altro” è al centro di tavolate e discussioni, su come tal volta venga messo alla gogna, ignorato, vessato, umiliato, perché “tanto è diverso da me”, non ci farebbe andare tanto più in là di dove già siamo. Si tratterebbe di costatare la mancanza d’amore nella vita, il vero fallimento dell’individuo. Cose di cui un po’ siamo esperti. Bisognerebbe sostanzialmente parlare in chiave educativa. Insistere, cioè, su un modo di porsi verso gli individui che non sia lo stesso del rapporto uomo verso oggetto. Rapporto alienante, strumentale. Ma una educazione che ci porti a guardare l’individuo come un universo in cui non avremo mai accesso. In cui non ci sarà mai un ritorno alle nostre coscienze di ciò che esso sia, nel suo essere misteriosamente e stupefacentemente altro da me. Rispetto di quella condizione che è la mia medesima in quanto la stessa sua. Vivere con l’altro, signi ca attenuare (perché impossibile azzerare) la pretesa di sapere, di conoscere l’altro. Di compiere quel viaggio di andata e ritorno nel soddisfare la nostra fame di coscienza appropriatrice e fagocitatrice. L’altro è come me: incomprensibile, inafferrabile, ingiudicabile. Ecco la vocazione mistica dell’arte: Cedersi all’Altro. A questo mistero. Con la stessa cura di un sarto nel modellare l’abito su ogni individuo. Ecco la sua reale forza e amore. Il suo essere informazione ad alto valore entropico. Opera aperta. Di tutti. Per tutti. E dall’arte arriverà, incoronata come una regina sopra il suo destriero, la bellezza. La stessa di cui ci parlò un tizio che disse, che avrebbe salvato il mondo. La stessa bellezza a cui siamo chiamati dalla mostra del curatore e artista Nicola Bertoglio: A Little Untitled Queer Exhibition in Wartime Una mostra in cui si guarda in faccia l’omotransfobia, le volgarità razziali, la disumanità della guerra. Non si può rimanere impassibili nell’osservare le opere degli autori di questa mostra. Autori provenienti da più parti del mondo. Da quelle parti dove la questione dell’altro, del suo essere diverso, può portare a degli epiloghi di una tristezza in nita. Mi sono commosso nell’osservare la necessità di bellezza che trapela dalle opere di questi artisti. Che stranamente, tale necessità, che in origine era di imprimere con forza e veemenza il disagio, si sia convertita in dolcezza. In in nito amore per la vita e l’umanità. Più che una mostra, la de nirei una preghiera nel tempio di tutti. “Mio carissimo ragazzo, questa mia è per rassicurarti del mio eterno amore per te. Domani tutto sarà finito. Se la prigione e il disonore saranno il mio destino, pensa che il mio amore per te e l’idea, la convinzione più ancora che divina, che tu mi contraccambi, mi sosterrà nella mia infelicità e mi renderà capace, spero, di sopportare pazientemente il dolore. Poiché la speranza, o piuttosto la certezza, di incontrarti di nuovo da qualche parte, è lo scopo e l’incoraggiamento della mia vita attuale, ah! Devo continuare a stare al mondo per questo. Il caro… è venuto a trovarmi oggi. Gli ho dato diversi messaggi per te. Mi ha detto una cosa che mi ha rassicurato: mia madre non ha bisogno di nulla. Ho sempre provveduto a lei e l’idea che potesse soffrire di qualche privazione mi rendeva infelice. Per quel che ti riguarda (grazioso ragazzo dal cuore di Cristo), ti prego, appena avrai fatto tutto quello che puoi, parti per l’Italia, riacquista la tua tranquillità e scrivi quelle poesie che solo tu sai con quella tua grazia unica. Non esporti in Inghilterra, per nessuna ragione. Oh se un giorno a Corfù, o in qualche altra isola incantata, ci fosse una piccola casa dove vivere insieme! La vita sarebbe più dolce che mai. Il tuo amore ha grandi ali ed è forte, il tuo amore arriva a me attraverso le sbarre della prigione e mi conforta, l’amore è la luce che illumina le mie ore. Coloro che non sanno cos’è l’amore, so che scriveranno, se il destino ci sarà avverso, che io ho avuto una cattiva influenza su di te. Se sarà così, tu dovrai scrivere a tua volta che si tratta di una falsità. Il nostro amore è stato sempre bello e nobile, se sono stato la vittima di una terribile tragedia, è perché la natura di questo amore non è stata compresa. Nella lettera di questa mattina dici una cosa che mi dona coraggio. Devo ricordarla. Scrivi che è mio dovere, nei tuoi confronti e nei miei, vivere nonostante tutto. Credo che sia vero. Proverò a farlo. Voglio che tu tenga il signor Humphrey informato sui tuoi movimenti, così quando verrà potrà dirmi cosa stai facendo. Credo che gli avvocati possano vedere i prigionieri abbastanza spesso. Così potrà comunicare con te. Sono contento che tu te ne sia andato. So quanto deve esserti costato. Ma sarebbe stata un’agonia per me saperti in Inghilterra, quando il tuo nome fosse venuto fuori durante il processo. Spero che tu abbia copie di tutti i miei libri, le mie sono state vendute. Tendo le mie mani a te. Possa io vivere per toccare le tue mani e i tuoi capelli. Penso che il tuo amore vigilerà sulla mia vita. Se dovessi morire voglio che tu viva una vita serena da qualche parte, circondato da fiori, libri, dipinti e tanto lavoro. Cerca di farti sentire presto. Ti sto scrivendo questa lettera in mezzo a una grande sofferenza; questa lunghissima giornata in tribunale mi ha reso esausto. Carissimo ragazzo, dolcissimo fra tutti gli uomini, il più amato e adorabile. Oh aspettami! Aspettami! Sono ora, come sempre da quando ci siamo incontrati, con eterno amore devotamente tuo”,
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Oscar.
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L’Arte, l’amore e l’altro.
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Aram “Hello my name is Aram and I make art with the name Fylysteen. My father was born in Iraq. His father was born in Palestine and was very Palestinian. My father’s mother was born in Palestine also but her parents came from the Ottoman Empire modern day Turkey and they were Armenian. When I was in Jerusalem I know there’s a group, organization called Al Qaws, which supports LGBTQ people in Palestine. When I was walking down the Bethlehem road to visit my grandparent's old house and see my cousins I tried to be as straight as possible. Because also there’s an occupation, a military occupation. And on top of the Israeli soldiers there are Israeli settlers who walk around with very large guns. And we have to try to be safe. And it's not easy. I also work with other artists with our group called Palexico. And we make drawings and music and videos. Also I have a comic book that I make that has some characters and we talk about queer Palestinian-ness. And I want to say I appreciate all of the LGBTQ artists in the community and I'm happy to be supporting each other and sharing each other's art”. !Ciao mi chiamo Aram e faccio arte con il nome Fylysteen. Mio padre è nato in Iraq. Suo padre è nato in Palestina ed era molto palestinese. Anche la madre di mio padre è nata in Palestina, ma i suoi genitori provenivano dall'odierna Turchia dell'Impero Ottomano ed erano armeni. Quando ero a Gerusalemme facevo parte di un gruppo, un'organizzazione chiamata Al Qaws, che sostiene le persone LGBTQ in Palestina. Quando cammino lungo la strada di Betlemme per visitare la vecchia casa di mio nonno e vedere i miei cugini, cerco di essere il più “normale” possibile. Perché c'è un'occupazione, un'occupazione militare. E oltre ai soldati israeliani ci sono coloni israeliani che vanno in giro con grandi pistole. Dobbiamo cercare di stare più al sicuro possibile. E non è facile. Lavoro anche con altri artisti con il nostro gruppo chiamato Palexico. Realizziamo disegni, musica e video. Inoltre ho realizzato un fumetto che tratta personaggi queer nell"ambito della comunità Palestinese. Ci tengo a dire che apprezzo tutti gli artisti LGBTQ della comunità e sono felice che ci supportiamo a vicenda per condividere reciprocamente la nostra arte”.
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Danyil Pinko Multidisciplinary artist from Poltava (Ukraine), studying animation at Kyiv. Working as a cartoonist at the National Museum of the History of Ukraine in the Second World War. Doing research in a video art, performance and vocal practices. Artista multidisciplinare di Poltava (Ucraina), studia animazione a Kiev. Lavora come fumettista al Museo Nazionale di Storia dell'Ucraina nella Seconda Guerra Mondiale. La sua ricerca si esprime nella video arte, nella performance e in pratiche vocali.
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Edward Reese Edward Reese is a trans nonbinary artist, working with performance, documentary theatre, poetry and speech. He touches on p e r s o n a l a n d s o c i a l t o p i c s , s u ch a s queerness, religion, domestic abuse, existing in Kyiv city, and more. Edward had one personal exhibition in 2021 and a range of performances, created with the support of performance laboratory Postplaylab and the Center of performative education. Edward Reese è un artista trans non binario, ch e l avo r a c o n p e r fo r m a n c e , t e a t r o documentario, poesia e testi recitati. Tocca a rg o m e n t i p e r s o n a l i e s o c i a l i , c o m e omosessualità, religione, abusi domestici, esistenti nella città di Kiev e altro ancora. Edward ha tenuto una mostra personale nel 2021 e una serie di spettacoli, creati con il supporto del laboratorio di performance Postplaylab e del Centro di educazione performativa.
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Frank Wilde Frank Wilde, 59 years old, he work as an international wardrobe designer and stylist. He work mainly for feature lms, commercials, and music videos, but also for rock stars and celebrities. He is an open living homosexual. Frank Wilde, 59 anni, lavora come stilista e designer i n t e r n a z i o n a l e . L av o r a p r i n c i p a l m e n t e p e r lungometraggi, spot pubblicitari e video musicali, ma anche per rockstar e celebrità. È un omosessuale aperto e dichiarato.
Nicola Bertoglio was born in Cremona on 25 September 1974. He spent his childhood and adolescence in Pieve D’Olmi in the Cremona area, then, after graduating as a programmer accountant, he moved to Milan to work as an IT consultant. As a self-taught person in 2013 he participated in the rst exhibitions in Turin and Milan dedicating himself exclusively to smartphone photography ("iphoneogra a"). His works have been exhibited in many cities in Italy and abroad. Some works are present, among others, in the Municipality of Osnago, LC, and in the MuSA di San Giorgio di Pesaro.
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Nicola Bertoglio è nato a Cremona il 25 settembre 1974. L'infanzia e l'adolescenza le ha trascorse a Pieve D’Olmi nel cremonese, successivamente, dopo il diploma di Ragioniere programmatore, si è trasferito a Milano per lavorare come consulente informatico. Da autodidatta ha partecipato nel 2013 alle prime mostre a Torino e Milano dedicandosi esclusivamente alla fotogra a da smartphone (“iphoneogra a”). Le sue opere sono state esposte in molte città in Italia e all’estero. Alcune opere sono presenti, tra gli altri, presso il Comune di Osnago, LC, e nel MuSA di San Giorgio di Pesaro.
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Nicola Bertoglio
Beste leri is a multimedia artist and designer who mainly deals with philosophical and psychological subjects through absurdity and a twisted sense of aesthetics. Ze studied psychology and visual arts and started to do interdisciplinary works in ever-expanding mediums. Emerging through conceptual art, ze majorly produces AI-generated, VR, 3D artworks, and digital collages more recently. For the past two years, ze is an organizer and artist in a queer art collective called BounSergi, which is targeted by the Turkish government for being lgbtqia+ and making protest art. Half of the members of the collective is accused and arrested for a period, resulting in a part of the collective eeing to Berlin for their human rights. Ze and the collective are still active and keep making their off-the-beaten-path art, doing even more widely acclaimed international exhibitions and protesting. Ze suggests zir artworks as a micro-resistance and tries to reach the collective consciousness through zir personal struggle for existence. For the upcoming exhibitions of the collective in stanbul, Berlin, and Prag, ze is producing works discussing gentri cation, environmental control, borders, and ecological issues by combining archival and ctive studies, while dealing with the theme of !home"#in terms of the queer settlement, appointed/elected family, organization, women's status and domestic demographics. Among zir artistic practice, ze is also a UX, UI designer mainly focuses on virtual museum experience and recently worked for Museum Without Walls Project of British Council Collection.
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Beste İleri è un'artista e designer multimediale che si occupa principalmente di argomenti loso ci e psicologici attraverso l'assurdità e un senso estetico contorto. Beste ha studiato psicologia e arti visive e ha iniziato a fare lavori interdisciplinari con mezzi in continua espansione. Emergendo attraverso l'arte concettuale, Beste produce principalmente opere d'arte generate dall'intelligenza arti ciale, VR, 3D e collage digitali più recentemente. Negli ultimi due anni, è anche organizzatore e artista in un collettivo di arte queer chiamato BounSergi, che è preso di mira dal governo turco per essere lgbtqia+ e perchè fa arte di protesta. La metà dei membri del collettivo è stata accusata e arrestata per un alcuni periodi, con il risultato che una parte del collettivo è fuggita a Berlino per salvaguardare i propri diritti umani. Beste e il collettivo sono ancora attivi e continuano a fare arte fuori dai sentieri battuti, facendo mostre internazionali sempre più acclamate e protestando. Loro intendono le opere d'arte come atti di micro-resistenza e cercano di elevare la coscienza collettiva attraverso la lotta personale per l'esistenza. Per le prossime mostre del collettivo a Istanbul, Berlino e Praga stanno producendo opere che discutono della gentri cazione, del controllo ambientale, dei con ni e delle questioni ecologiche combinando studi d'archivio e di fantasia, mentre affrontano il tema della "casa" in termini di insediamento omosessuale, famiglia nominata/eletta, organizzazione, status delle donne e sulla base dei dati demogra ci domestici. Oltre alla pratica artistica, Beste è anche un UX, UI designer che si concentra principalmente sull'esperienza museale virtuale che ha recentemente lavorato per Museum Without Walls Project della British Council Collection.
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Beste leri
Orlando Myxx is a London based Italian artist. After graduating in Philosophy, they worked for many years in an Italian bank until they quit to pursue a new career in the visual arts. First Myxx took a Master course in Contemporary Visual Arts at Fondazione Modena Arti Visive - IT (2014–2016) and then moved to London where they graduated MA Photography (2017-2019) at Central Saint Martins – University of the Arts London. Orlando Myxx is a multidisciplinary artist working with photography, video and performance, and frequently adopting the practice of performing for the camera. As a transgender person their research mainly focuses on the exploration of transness as a mental, physical and cultural experience from an intimate and personal perspective. Myxx is interested in how gender non conforming people are not only questioning the gender norms imposed on them, but are actually opening up spaces for new gender subjectivities and for a cultural change. Their artworks comprises of a series of photographs, videos and live performances showcased in several art festivals and galleries. To mention a few, the artist's works have been part of the collective exhibitions SHOUT Festival (Birmingham, 2021), Queer Art(ist) Now (London, 2020), Translucent (London, 2019), the Nunnery Gallery (London, 2018), Transitional States (London-UK, Lincoln-UK, Barcelona–SP, and Bologna-IT, 2018) and of SI-Fest OFF (Savignano sul Rubicone, 2016).
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Orlando Myxx è un artista italiano che vive e lavora a Londra dal 2016. Dopo una laurea in Filoso a e un impiego in banca, Myxx decide di cambiare radicalmente strada e perseguire una carriera nelle arti visive. Prima segue il Master sull'Immagine Contemporanea della Fondazione Modena Arti Visive (2014-2017) e poi si trasfersce a Londra dove frequenta il MA Photography al Central Saint Martins College – Università delle Arti di Londra (2017-2019). Orlando Myxx è un artista multidiscipliare. Nei sui lavori impiega la fotogra a, il video e la performance. In quanto transgender la sua ricerca esplora l'esperienza trans nelle sue implicazioni mentali, siche e culturali, adottando un approccio intimo e personale. Nel suo lavoro Myxx è interessato a investigare come le identità transgender e gender-non-conforming non solo interrogano le norme di genere imposte dalla società, ma anche come di fatto stiano attivamente cambiando la nozione di genere aprendo le porte a nuove soggettività e ad un più ampio cambiamento culturale. Myxx ha realizzato lavori fotogra ci, video e alcune live performance, che sono stati parte di diverse mostre collettive. Fra queste SHOUT Festival (Birmingham, 2021), Queer Art(ist) Now (Londra, 2020), Translucent (Londra, 2019), Nunnery Gallery (Londra, 2018), Transitional States 2018 (London-UK, Lincoln-UK, Barcelona–SP, and Bologna-IT) e il SI-Fest OFF (Savignano sul Rubicone, 2016).
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ORLANDO MYXX
Rebel Queers is a group of queer activists who work to reclaim their right to the city of Kyiv. Rebel Queers' protests do not de ne themselves by being against anything, but rather by honoring queer people and realizing their liberation. At the same time, their actions are conscious of transphobia, queerphobia, and how they intersect with other forms of oppression such as classism. Rebel Queers is more than graf ti. Everything they do or will do unites and mutually supports the queer community in Kyiv.
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Rebel Queers è un gruppo di attivisti queer che lavorano per rivendicare il loro diritto nella città di Kiev. Le proteste di Rebel Queers non si de niscono contro qualcuno, ma piuttosto onorando le persone queer e realizzando la loro liberazione. Allo stesso tempo, le loro azioni sono consapevoli della transfobia, della queerfobia e di come si intersecano con altre forme di oppressione come il classismo. Rebel Queers è più che graf ti. Tutto ciò che fanno o faranno, unisce e sostiene reciprocamente la comunità queer di Kiev.
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Rebel Queers
Saylan is a visual artist from Afghanistan. Expressed in painting, installation and moving image, his practice examines themes of identity, displacement, gender and sexuality. More speci cally, His work explores complex histories in the Greater Middle East region, with an emphasis on personal experiences as a member of the LGBTIQ+ community. Saylan graduated from a Master of Fine Arts at the University of London in 2019 and has exhibited in variety of art spaces. Saylan è un artista visivo dell'Afghanistan. Si esprime in pittura, installazione e immagine in movimento, la sua pratica esamina i temi dell'identità, della migrazione, del genere e della sessualità. Più speci catamente, il suo lavoro esplora storie complesse nella regione del Grande Medio Oriente, con un'enfasi sulle esperienze personali come membro della comunità LGBTIQ+. Saylan si è laureato in un Master of Fine Arts presso l'Università di Londra nel 2019 e ha esposto in una varietà di spazi artistici.
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Saylan
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Werther Germondari Rimini / 1963. Lives and works in Rome. Attentive to innovative, neo-conceptual and situationist experimental dynamics, which can be reached with an ironic and surreal taste, Werther Germondari has been carrying out research since the eighties that is carried out through numerous expressive media. He has participated in exhibitions in private galleries and experimental spaces, alternating ambient installations, video works, and performative acts, focusing attention on hidden elements, relating to a real, social and political vision. Rimini/1963. Vive e lavora a Roma. Attento a dinamiche innovative sperimentali neo concettuali e situazioniste, che si caratterizzano di un gusto ironico e surreale, Werther Germondari svolge da gli anni ottanta una ricerca che si attua attraverso numerosi media espressivi. Ha partecipato ad esposizioni in gallerie private e spazi sperimentali, alternando installazioni d’ambiente, videowork, e atti performativi, focalizzando l’attenzione su elementi nascosti, attinenti ad una visione reale, sociale e politica.
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Zhenya Tramvay Zhenya Tramvay (he/him, they/them) is an artist and an LGBTIQ+ activist, based in Kyiv. They explore topics of queer, gender, sexuality, simulation and hyperreal. Zhenya works with collages, visual and digital art, clothing customization and video. They participated in several local projects in the east of Ukraine, presented an installation during last year's PrideMonth in Kyiv, and collaborated in !You are here @ Pavlivska asylum” exhibition. In their work, Zhenya deconstruct themself , rethinking body, nudity and sexual interactions. He’s also a member of the !KyivPride” NGO team that is responsible for organizing the annual Pride March in Kyiv. Zhenya Tramvay (lui/lui, loro/loro) è un'artista e attivista LGBTIQ+, con sede a Kiev. Esplora argomenti queer, identità di genere, sessualità, simulazione e iperreale. Zhenya lavora con collage, arte visiva e digitale, personalizzazione dell'abbigliamento e video. Ha partecipato a diversi progetti locali nell'est dell'Ucraina, ha presentato un'installazione durante il PrideMonth dello scorso anno a Kiev e collaborato alla mostra “You are here @ Pavlivska asilo”. Nel suo lavoro, Zhenya si decostruisce, ripensando al corpo, alla nudità e alle interazioni sessuali. È anche un membro del team della ONG "KyivPride" che è responsabile dell'organizzazione dell'annuale della parata del Pride a Kiev.
“The obscurity of Anne” Animated lm "It is a story about society that follows strict rules, but once everything comes harder because of the unique child”. “È una storia sulla società che segue regole rigide, e di quando tutto diventa più complicato a causa del unicità di un bambino”.
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Danyil Pinko (works)
“Street performance !Kyiv-Prague, 2:35”, Square”.
lmed in Kyiv, Kontraktova
In this work, Edward Reese and his co-author Den Humenniy studied what people felt during the 2020 COVID lockdown, when all the travels and ights were canceled. Kyiv-Prague is a route that Edward didn’t y that corona spring. He was going to see his favorite theatre show !Welcome to Night Vale” in the capital of the Czech Republic. But for every performer the destination was different, their own. In questo lavoro, Edward Reese e il suo coautore Den Humenniy hanno studiato cosa hanno provato le persone durante il lockdown a causa del COVID nel 2020, quando tutti i viaggi e i voli sono stati cancellati. Kiev-Praga è una rotta che Edward non ha potuto utilizzare in quella primavera del coronavirus. Avrebbe dovuto vedere il suo spettacolo teatrale preferito "Welcome to Night Vale" nella capitale della Repubblica Ceca. Ma per ogni artista la destinazione è diversa, è la propria. Performers: Edward Reese, Danyil Pinko, Nastya Kuzmenko, Galina Dzhikaeva, Maryna Boichuk, Veronika Shuster, Polina Kundirenko, Valera Simonchuk. "You are here @ Pavlivska psychiatric hospital” Photo/poetry collages and a performative movie are parts of a project about a transgender person on the territory of Pavlivska Psychiatric hospital in Kyiv. In Ukraine, trans people have to spend up to 2 weeks in a psychiatric ward to validate their transness, and Edward tried to cope with it using art. It’s a story of a transgender person who, by law, has to prove his right to be himself under the supervision of doctors. Also, the work is prominent because of the location. Pavlivka is a work of art itself, and a prominent point in the architecture and history of Kyiv. The project’s team re ected the queer, creepy, breathing soul of the place. The project's nal exhibition included collages, the movie, sound art, and performative standup by Edward. It was premiered in 2021 during Pride Month in Kyiv and Odesa. Collage di foto/poesie e un lm performativo fanno parte di un progetto su una persona transgender all’interno dell'ospedale psichiatrico Pavlivska a Kiev. In Ucraina, le persone trans devono trascorrere no a 2 settimane in un reparto psichiatrico per convalidare la loro transizione ed Edward ha cercato di farcela usando l'arte. È la storia di una persona transgender che, per legge, deve dimostrare il suo diritto ad essere se stessa sotto la supervisione dei medici. Inoltre, il lavoro è importante per il luogo stesso. Pavlivka è di per sé un'opera d'arte e un punto di spicco nell'architettura e nella storia di Kiev. Il team del progetto ha ri ettuto sull'anima strana, inquietante che si respira del luogo. La mostra nale del progetto includeva collage, il lm, la sound art e la performance di Edward. È stato presentato in anteprima nel 2021 durante il Pride Month a Kiev e ad Odessa.
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Photo, poetry, concept, main character: Edward Reese Collages: Zhenya Tramvay Movie: Danyil Pinko
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Edward Reese (works)
“I started the series on facebook about 12 years ago. I like the idea of keeping a personal yet public kind of diary re ecting how i feel, how i dress, how I want to be seen by the world outside. After a while of shooting pics randomly in the elevator, I realised , that s it s really interesting to do it every single day and to invole themes and things of matter in in the series, may them personal drama, genderbending fashion, sex positive behaviour or political themes. Actually more or less uendly melts into each other anyways in my life. Being a guy of 59 years I learned very early that discrimination is a very hurtful and damaging thing, that has to be fought against. So i started after my coming out to get more involved in the queer activism scene.therefore i also used my elevator series to draw more visual attention to what i feel is important. When the slaughter in Orlando in 2016 killed 49 people in a queer club, i dedicated for the rst a whole series to the victims of the brutal attack, doing a series of 49 pictures only naked humans draped in rainbow ags. up to this date, this is maybe my strongest political work in the elevator series. I used my images also for promoting free love, hedonism, I fought Brexit and the hypocrisy of organised religion. From febr 24 I use my elevator series to make sure Ukraine is not forgotten and to draw attention to the horrible war Russia is leading against the free world”.
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!Ho iniziato la serie su Facebook circa 12 anni fa. Mi piace l'idea di tenere un diario personale, pubblico quello che ri ette come mi sento, come mi vesto, come voglio essere visto dal mondo esterno. Dopo un po' di riprese casuali in ascensore, mi sono reso conto che è davvero interessante farlo ogni singolo giorno e coinvolgere temi e cose importanti in questa serie, che possano essere il dramma personale, la moda genderbending, il comportamento sessuale positivo o temi politici. In realtà più o meno uidamente si fondono l'uno nell'altro nella mia vita. Essendo un ragazzo di 59 anni ho imparato molto presto che la discriminazione è una cosa molto dolorosa e dannosa, che deve essere combattuta. Quindi ho iniziato dopo il mio coming out a essere più coinvolto nella scena dell'attivismo queer. Ho quindi usato la mia serie in ascensore per attirare l’attenzione su ciò che ritengo importante. Quando il massacro di Orlando nel 2016 ha ucciso 49 persone in un queer club, ho dedicato per la prima volta un'intera serie alle vittime del brutale attacco, realizzando una serie di 49 foto di soli umani nudi drappeggiati con bandiere arcobaleno. Questo è forse il mio lavoro politico più forte nella serie in ascensore. Ho usato le mie immagini anche per promuovere l'amore libero, l'edonismo, ho combattuto la Brexit e l’ipocrisia della religione organizzata. Dal 24 febbraio uso la mia serie in ascensore per assicurarmi che l'Ucraina non venga dimenticata e per attirare l'attenzione sull'orribile guerra che la Russia sta conducendo contro il mondo libero”.
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Frank Wilde (works)
di Daniele Priori
Adamo è nudo. Nicola Bertoglio, il primo artista !iphoneografo” di corpi maschili che mi sia capitato di conoscere, ci invita, in un solo evento, ad abbattere nello stesso momento pregiudizi artistici e tabù morali. Il medium scelto, anzitutto - lo smartphone di Apple - connota fortemente il messaggio: la dirompente modernità, oltre i canoni tecnici della tradizionale fotogra a, e ci consente, apparentemente senza troppi shock, di compiere un salto nella notte dei tempi, conducendoci in un percorso che riporta all’alba dell’umanità, genesi di una spiritualità glia del legame inscindibile tra corpo e anima. Il corpo dell’uomo diventa così un feticcio scomposto di linee e forme originali, connaturate all’essenza stessa dell’esistenza umana che mette in una relazione radicale e unica anche il tempo e lo spazio del divenire di ogni singola persona. Bertoglio ci porta a capire, in realtà senza dichiarate volontà didascaliche, come la scissione violenta e radicata, ad esempio, nelle dottrine monoteiste, tra corpo e anima, sia in realtà un compromesso al ribasso e troppo fragile per l’essere umano che continuamente mette il proprio essere ! sico” al servizio dell’esperienza spirituale e viceversa. Un viaggio allo specchio, dove corpo e anima diventano ascrivibili a un espressionismo razionale che si accende di spirito nei movimenti. Gli scatti di Bertoglio ci portano a contatto con una logica più lineare di quanto si immagini. Viviamo tutti in una gabbia nella quale la dimensione corporea ci rende esseri umani, multiformi e simmetrici. Le dinamiche del movimento ci rendono uomini e il tempo diventa la cattiva coscienza che ci ricorda l’assolutezza apparente della libertà, rappresentata appunto da una gabbia pressoché invisibile ma marcatissima che è il contesto, la cornice stessa, interna e esterna ai quadri, da cui, ci piaccia o meno, non riusciamo a liberarci. Dai volti ritratti emergono spiritualità e tormento, dalla tecnologia che si presta alla fotogra a moderna (l’iphoneogra a) af orano spazi di quella libertà vera che ci dà accesso all’iperuranio delle idee, è al di sopra di tutte le possibili convenzioni e ha bisogno di una nudità aprioristica per manifestarsi appieno. Solo così l’arte riesce a rendere a ogni modello il fascino di Adamo, il primo uomo, che ha sentito il bisogno di coprirsi solo nel momento in cui si è sporcato del peccato originale. Vale la pena, dunque, immergersi nella purezza degli occhi di un artista senza troppe sovrastrutture quale è Nicola Bertoglio, capace di restituire all’umano la sua essenza più semplice e meravigliosa, sottratta agli sguardi da due millenni di oscurantismo che ora ci viene riconsegnata dall’occhio discreto di uno smartphone che, per una volta, non prende le inquietanti forme del Grande Fratello ma collabora, con risultati di seducente bellezza, all’opera di un artista capace di scon nare, senza scandalo ma con coraggio pionieristico, in una nuova dimensione di ritrovato fascino e indubbio, altissimo ed etico senso dell’estetica più autentica.
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Adam is naked. Nicola Bertoglio, the rst "iphoneographer" artist of male bodies that I have ever met, invites us, in a single event, to break down artistic prejudices and moral taboos at the same time. The medium chosen, rst of all - Apple's smartphone - strongly connotes the message: disruptive modernity, beyond the technical canons of traditional photography, and allows us, apparently without too many shocks, to take a leap into the mists of time, leading us on a path which brings back to the dawn of humanity, the genesis of a spirituality born of the inseparable link between body and soul. The human body thus becomes a decomposed fetish of original lines and shapes, inherent in the very essence of human existence that puts even the time and space of becoming of each individual person into a radical and unique relationship. Bertoglio leads us to understand, in reality without declared didactic will, how the violent and rooted split, for example, in the monotheistic doctrines, between body and soul, is in reality a compromise to the bottom and too fragile for the human being who continually puts one's "physical" being at the service of spiritual experience and vice versa. A journey to the mirror, where body and soul become attributable to a rational expressionism that lights up with the spirit in the movements. Bertoglio's shots bring us into contact with a more linear logic than imagined. We all live in a cage in which the corporeal dimension makes us human beings, multiform and symmetrical. The dynamics of the movement make us men and time becomes the bad conscience that reminds us of the apparent absoluteness of freedom, represented precisely by an almost invisible but very marked cage which is the context, the frame itself, inside and outside the paintings, from which , whether we like it or not, we can't break free. From the faces portrayed spirituality and torment emerge, from the technology that lends itself to modern photography (hyphoneography) spaces of that true freedom emerge that gives us access to the hyperuranium of ideas, is above all possible conventions and needs an a priori nudity to fully manifest itself. Only in this way is art able to give each model the charm of Adam, the rst man, who felt the need to cover himself only when he got dirty with original sin. It is therefore worthwhile to immerse oneself in the purity of the eyes of an artist without too many superstructures such as Nicola Bertoglio, capable of returning to the human its simplest and most wonderful essence, stolen from the gaze by two millennia of obscurantism that is now returned to us by '' discreet eye of a smartphone that, for once, does not take the disturbing forms of Big Brother but collaborates, with seductive beauty results, in the work of an artist capable of trespassing, without scandal but with pioneering courage, into a new dimension of rediscovered charm and undoubted, very high and ethical sense of the most authentic aesthetics.
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IL CORPO È ANIMA: L’ETICA INSCINDIBILE DALLA PUREZZA DELLA NUDITÀ UMANA
LGBTQ+ people face immense challenges in an outside Afghanistan. As the fanatical groups such as Taliban unleash a wave of physical violence and fear on and Afghans and Middle Eastern queer population, intend to bring our stories to public attention. In this body of photograph, I refer to my trip to Afghanistan in 2016 where I reunited with my gay friends in Kabul and Mazar-e Sharif. Here, I painted a pink triangle on their face to conceal their identity with a reference to the history of prejudice toward LGBTQ+ community. the Nazis LGBT people to wear inverted pink triangles. Le persone LGBTQ+ affrontano s de immense nell’entroterra del Afghanistan. Mentre i gruppi fanatici come i talebani scatenano un'ondata di violenza sica e paura sulla popolazione afgana e queer del Medio Oriente, intendo portare le nostre storie all'attenzione del pubblico. In questo corpo fotogra co, mi riferisco al mio viaggio in Afghanistan nel 2016 dove mi sono riunito con i miei amici gay a Kabul e Mazar-e Sharif. Qui, ho dipinto un triangolo rosa sul loro viso per nascondere la loro identità con un riferimento alla storia del pregiudizio nei confronti della comunità LGBTQ+ quello del triangolo rosa fatto indossare dai nazisti alle persone LGBTQ+.
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Saylan (works)
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WHAT MEANS FASHION Interview with Frank Wilde / fashion designer/ image creator and wardrobe stylist @ perfectprops.de What is your relation to fashion, what does fashion mean for you? I studied fashion in Vienna, learned to patternmaking and tailoring besides design. After that I worked with my partner on our fashion company “Comme il faut”. The collections were sold worldwide in the most prestigious stores; 5 years later we decided to start an agency for costume designers and fashion stylists. Fashion for me has always been a way of communicating ideas, beliefs and social affililation in a visual nonlingual way. Fashion also is a way of expressing your mental and emotional state. Fashion defines where you come from, where you’re going and what you are expecting from the future. It’s the visual passport when it comes to professional work and a door-opener to desired goals within society. Fashion is a tool to enhance the traces of the identity you want to show. How would you describe your own style? I think I like for myself a classic almost conservatively based style; spiced up with sporty elements and an eccentric attitude. Gender bending has always been a big thing for me and I love to experiment with wardrobe pieces and accessories being understood as rather feminine. A healthy portion of drama, camp and sex is also essential for me when it comes to my private style. What is your personal trademark? I believe elegance and class is essential in style. I love silk scarves and I probably have one of the biggest collections of vintage Dior, Lanvin, Saint Laurent, Hermès and Rudi Gernreich scarves. I’ve been using scarves for at least the last thirty years and I feel they always add a certain “extra” to a great wardrobe and give it something flamboyant and parisian in the best sense. And I love the breath of nostalgia they claim. Where do you get your inspiration for your outfits from? Besides studying fashion magazine, mainly for my professional work, I surround myself with as much of interesting art and inspiring artists as possible to keep my viewpoints fresh and stimulated. I love spending days in nature: swimming, walking, watching, feeling the magic of our planet. I mostly use public transport, not just because it’s so practical in Berlin, but also because I get to experience the weirdest people and learn from them. I often find myself admiring those who dare unusual choices in their wardrobe and sometimes I compliment them - for I know it takes a lot of bravery and self esteem to present yourself in an unseen, provocating way to a judgemental public. On the other hand, I know myself pretty well after living for 56 years and I sense what makes me feel beautiful, attractive and strong. Do you believe in fashion rules and what do they mean for you? I do believe in certain fashion rules when it comes to interaction with other people. For example I would never go to a theatre dressed in a t -shirt and jeans with sneakers – for me, it’s ignorant and unfriendly towards the occassion and the artists performing. I feel fashion is always a matter of respect towards the people you meet and the events you take part in. Besides that I love to break rules and put of a bit of fresh air into boring, old fashioned rules that don’t reflect my view on myself and the world. In my job I use an unexpected moment of surprise while I follow the rules of fashion – and breaking them up by creating something that’s both personal and enchanting to the eye. Have you always loved fashion? As long as I remember I loved fashion. There’s an element of glamour and selflove in fashion, a moment of emotion and seduction and promise. My mom told me that I, as a kid of 3 years, refused a pyjama she gave me for christmas because I didn t the colors and pattern. Growing up as a sensitive, introvert child feeling a bit different and outcasted, fashion was amongst books and movies my escapism to a better, more beautiful and understanding world. Also I always hated the fact that I had to wear clothes my elder brother grew out of. I knew that fashion would allow me to be the person I dreamt of being and I worked on it; not just via fashion alone per se; but fashion did play a major part in my personal and professional development. And up to this very day fashion it does. Has your style changed in recent years? My style has changed over the years again and again, but I think the basic idea of how I see myself remained. There are some items I bought for as long as 30 years ago and I would still wear them, mainly for the story and the love connected with them. And I would add new pieces to create a fresh inspiring viewpoint. My style was always a bit ecclectic, dramatic and uncompromising and I guess this hasn’t changed over the years. But I find constantly new ways of expressing my personality, my views on society and life in general and I dare proudly to share it with the world. I guess it’s the inner child that keeps me dreaming, discovering, hoping and playing. Do you follow trends? And if so, which one is right now for you? If I would be a stupid hypocritical person, which thankgoddess I’m not, I’d say I’m free of fashions manipulating trends that so easily turn people into visually demanding idiots crying for attention and admiration. But it’s not that simple after all, since fashion is a also a reflection of social construction, communication and everchanging life-styles. So you breathe it all in, you digest it and spit it out via the way you dress, you move, you style your hair and make-up and so on. For example, I love the trend towards oversized huge clothes that look and feel to me like a kind of protection preventing me from the harm of the outside world. Besides that I love the fact that you escape the demand for a sporty immaculate body figure-hugging fashion prescribts. Also I love the trend towards a genderfluid wardrobe, allowing men to wear sequins and more feminine clothes. It’s a toxic degrading view that men should not wear “womens” clothes; in my view the opposite is the case and clothes regarded as feminine can teach you so much about yourself and your complex personality. Why is it important to you how you look? Living in Germany I often hear excuses when I compliment people on their fashion choices. Either they say, it’s “practical” or “it was on sale” or “the garment matches my wardrobe in general”. Germans play it down, for they feel fashion could be regarded as shallow or, even worse, lustful. It must have a relatable reason beside the pure pleasure of looking and feeling adorable and great. I know that fashion and my look is extremely important, since it is the very first thing people see before I even talk to them. And the way I look gets me connected to those people I really want to meet and I find inspiring myself. And of course I want to feel and look great and powerful when dealing with other people and I want to feel secure and my very self. Fashion can do all of this if you choose carefully what you wear and make it your own; empowering the vision of how you wanna be seen. I know it sounds superficial, but fashion is a door opener to the life you always dreamt of. And trust me, this is the truth.
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Qual è il tuo rapporto con la moda, cosa significa per te la moda? Ho studiato moda a Vienna, ho imparato la modellistica e la sartoria oltre al design. Successivamente ho lavorato con il mio partner nella nostra azienda di moda “Comme il faut”. Le collezioni sono state vendute in tutto il mondo nei negozi più prestigiosi; 5 anni dopo abbiamo deciso di aprire un'agenzia di costumisti e stilisti di moda. La moda per me è sempre stata un modo per comunicare idee, convinzioni e affiliazioni sociali in modo visivo non linguistico. La moda è anche un modo per esprimere il tuo stato mentale ed emotivo. La moda definisce da dove vieni, dove stai andando e cosa ti aspetti dal futuro. È il passaporto visivo quando si tratta di lavoro professionale e apre le porte agli obiettivi desiderati all'interno della società. La moda è uno strumento per valorizzare le tracce dell'identità che si vuole mostrare. Come descriveresti il tuo stile? Penso che mi piaccia uno stile classico, quasi conservativo; condito con elementi sportivi e un'attitudine eccentrica. Il gender bending è sempre stata una cosa importante per me e amo sperimentare con capi e accessori del guardaroba intesi come piuttosto femminili. Una sana porzione di dramma, campo e sesso è essenziale anche per me quando si tratta del mio stile privato. Qual è il tuo marchio personale? Credo che l'eleganza e la classe siano essenziali nello stile. Adoro le sciarpe di seta e probabilmente ho una delle più grandi collezioni di sciarpe vintage Dior, Lanvin, Saint Laurent, Hermès e Rudi Gernreich. Uso le sciarpe da almeno gli ultimi trent'anni e sento che aggiungono sempre un certo "extra" a un grande guardaroba e gli danno qualcosa di sgargiante e parigino nel senso migliore. E amo il soffio di nostalgia che reclamano. Da dove trai ispirazione per i tuoi outfit? Oltre a studiare rivista di moda, principalmente per il mio lavoro professionale, mi circondo di quanta più arte interessante e artisti stimolanti possibile per mantenere i miei punti di vista freschi e stimolati. Amo trascorrere le giornate nella natura: nuotare, camminare, guardare, sentire la magia del nostro pianeta. Uso principalmente i mezzi pubblici, non solo perché è così pratico a Berlino, ma anche perché posso conoscere le persone più strane e imparare da loro. Spesso mi ritrovo ad ammirare coloro che osano scelte insolite nel loro guardaroba ea volte mi complimento con loro, perché so che ci vuole molto coraggio e autostima per presentarsi in modo invisibile e provocatorio a un pubblico critico. D'altra parte, mi conosco abbastanza bene dopo aver vissuto per 56 anni e sento cosa mi fa sentire bella, attraente e forte. Credi nelle regole della moda e cosa significano per te? Credo in alcune regole della moda quando si tratta di interagire con altre persone. Ad esempio, non andrei mai a teatro vestito con una maglietta e jeans con le scarpe da ginnastica – per me è ignorante e ostile nei confronti dell'occasione e degli artisti che si esibiscono. Sento che la moda è sempre una questione di rispetto verso le persone che incontri e gli eventi a cui prendi parte. Oltre a questo, amo infrangere le regole e dare un po' di aria fresca a regole noiose e vecchio stile che non riflettono il mio punto di vista su me stesso e sul mondo. Nel mio lavoro utilizzo un momento di sorpresa inaspettato mentre seguo le regole della moda e le spezzo creando qualcosa che è sia personale che affascinante per gli occhi. Hai sempre amato la moda? Da quando mi ricordo che amavo la moda. C'è un elemento di glamour e amor proprio nella moda, un momento di emozione, seduzione e promessa. Mia madre mi ha detto che io, da bambina di 3 anni, rifiutavo un pigiama che mi aveva regalato per natale perché non ne avevo i colori e la fantasia. Cresciuto come un bambino sensibile e introverso che si sente un po' diverso ed emarginato, la moda è stata tra libri e film la mia evasione verso un mondo migliore, più bello e comprensivo. Inoltre ho sempre odiato il fatto di dover indossare i vestiti da cui è cresciuto mio fratello maggiore. Sapevo che la moda mi avrebbe permesso di essere la persona che sognavo di essere e ci ho lavorato; non solo attraverso la moda di per sé; ma la moda ha giocato un ruolo importante nel mio sviluppo personale e professionale. E fino ad oggi la moda lo fa. Il tuo stile è cambiato negli ultimi anni? Il mio stile è cambiato nel corso degli anni ancora e ancora, ma penso che l'idea di base di come mi vedo sia rimasta. Ci sono alcuni capi che ho comprato fino a 30 anni fa e li indosserei ancora, principalmente per la storia e l'amore ad essi collegato. E aggiungerei nuovi pezzi per creare un nuovo punto di vista stimolante. Il mio stile è sempre stato un po' eclettico, drammatico e intransigente e credo che questo non sia cambiato nel corso degli anni. Ma trovo modi sempre nuovi per esprimere la mia personalità, le mie opinioni sulla società e sulla vita in generale - e oso condividerle con orgoglio con il mondo. Immagino sia il bambino interiore che mi fa sognare, scoprire, sperare e giocare. Segui le tendenze? E se sì, quale è in questo momento per te? Se dovessi essere una persona stupida e ipocrita, cosa che grazie a dea non sono, direi che sono libero dalle mode che manipolano le tendenze che così facilmente trasformano le persone in visivamente esigenti idioti che chiedono attenzione e ammirazione. Ma non è poi così semplice, poiché la moda è anche un riflesso della costruzione sociale, della comunicazione e degli stili di vita in continua evoluzione. Quindi inspiri tutto, lo digerisci e lo sputi attraverso il modo in cui ti vesti, ti muovi, ti accolli i capelli, il trucco e così via. Ad esempio, adoro la tendenza verso abiti enormi e oversize che mi sembrano una sorta di protezione che mi impedisce di subire i danni del mondo esterno. Oltre a ciò, adoro il fatto che tu sfugga alla richiesta di un corpo immacolato e sportivo che abbraccino le prescrizioni di moda. Inoltre amo la tendenza verso un guardaroba genderfluid, che permette agli uomini di indossare paillettes e abiti più femminili. È una visione tossica e degradante che gli uomini non dovrebbero indossare abiti "da donna"; secondo me è il contrario e gli abiti considerati femminili possono insegnarti tanto su te stesso e sulla tua personalità complessa. Perché è importante per te come appari? Vivendo in Germania, sento spesso delle scuse quando faccio i complimenti alle persone per le loro scelte di moda. O dicono che è “pratico” o “era in saldo” o “il capo corrisponde al mio guardaroba in generale”. I tedeschi minimizzano, poiché ritengono che la moda possa essere considerata superficiale o, peggio ancora, lussuriosa. Deve avere una ragione riconoscibile oltre al puro piacere di apparire e sentirsi adorabili e fantastici. So che la moda e il mio look sono estremamente importanti, poiché è la prima cosa che le persone vedono prima ancora che io parli con loro. E il mio aspetto mi mette in contatto con quelle persone che voglio davvero incontrare e che trovo fonte di ispirazione. E ovviamente voglio sentirmi e avere un aspetto fantastico e potente quando ho a che fare con altre persone e voglio sentirmi sicuro e me stesso. La moda può fare tutto questo se scegli con cura ciò che indossi e lo fai tuo; potenziando la visione di come vuoi essere visto. So che suona superficiale, ma la moda apre le porte alla vita che hai sempre sognato. E fidati, questa è la verità.
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Dichiarazione della associazione @Istanbulpride a seguito della decisione di proibire la settimana del Pride dal 20 al 26 giugno 2022 “Contro le decisioni illegali dei governatori del distretto di Beyo ğlu e Kad ıköy di vietare gli eventi della 30a Settimana LGBTI+ Pride di Istanbul, abbiamo intentato cause come Istanbul LGBTI+ Pride Week con la collaborazione di SPoD, chiedendo una sospensione dell'esecuzione e poi annullamento delle decisioni di divieto. Le nostre marce e attività, vietate dai Governatorati Distrettuali e dai Governatorati per lo stesso motivo, sono state molte volte oggetto di querele dal 2015 e dell'arbitrarietà e discriminazione delle amministrazioni contro la comunità LGBTI+ sono state provate davanti alla legge. Abituati a questo, noi ci siamo! Le persone LGBTI+ continuano a resistere sia davanti alla magistratura che per strada, e stiamo arrivando RAK RAK RAK. Continueremo le nostre attività della 30a Istanbul LGBTI+ Pride Week online e in spazi sicuri. LA SETTIMANA DELL'ORGOGLIO NON PUÒ ESSERE BANNATA! STIAMO ARRIVANDO RACK RACK RACK!”