Elsa Schiaparelli

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ELSA SCHIAPARELLI

Università degli studi della Campania ‘‘Luigi Vanvitelli’’ Dipartimento di Architettura e Disegno Industriale C.d.L: Design per la Moda

A.A: 2016/2017 Corso Abilità Informatiche Docente: Alessandra Cirafici Docente: Angelo Esposito Marroccella Allievo: Nicola Esposito A03000735



Università degli studi della Campania ‘‘Luigi Vanvitelli’’ Dipartimento di Architettura e Disegno Industriale C.d.L: Design per la Moda A.A: 2016/2017 Corso Abilità Informatiche Docente: Alessandra Cirafici Docente: Angelo Esposito Marroccella Allievo: Nicola Esposito A03000735


BIOGRAFIA Elsa Schiaparelli era una designer italiana che lavorava a Parigi. Oltre ad essere considerata, assieme a Coco Chanel, una tra le figure più importanti della moda del periodo interbellico, le viene altresì attribuita l’invenzione della sfilata mo-

derna. Elsa Schiaparelli nacque il 10 settembre del 1890 a Roma da madre aristocratica, mentre suo padre era un rinomato studioso e curatore di manoscritti Pubblicò un libro di poesie sensuali che scioccò la sua famiglia e la costrinse all’esilo

presso un convento svizzero. Elsa protestò contro questa decisione con uno sciopero della fame, fino a quando i suoi genitori accettarono il suo trasferimento a Londra, nel 1913, dove incontrò il Conte William de Wendt de Ker-

lor, un teosofo e conferenziere che sposò nel 1914. La coppia si trasferì a New York nel 1919, ma il Conte abbandonò Elsa subito dopo il trasloco, lasciandola sola quando nacque la loro figlia.

“IN TEMPI DIFFICILI, la moda è sempre scandalosa.”



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eguì Gaby a Parigi quando ci si trasferì nel 1922, e fu lì che, in seguito a una visita nell’atelier di Paul Poiret, decise di intraprendere la sua carriera nella moda. Elsa lanciò la sua linea di abbigliamento, dopo aver scoperto, da una rifugiata armena, una tecnica di maglia doppia. Le sue creazioni apparvero subito alla moda e presto allargò la sua gamma anche a

ti di lino. Infine, aggiunse gli abiti da sera nel 1931. Elsa Schiaparelli si ispirava al Surrealismo, al Dadaismo o alle arti africane. Le sue creazioni erano capi ricchi ma soprattutto

costumi da bagno, innovativi, come tute da sci e vesti- maglie dalle gra-

fiche eccentriche; istituì l’uso di cerniere colorate e bottoni fantasiosi; inventò le gonne pantalone, indossate da donne tenniste; disegnò jodhpurs, cinture barbariche e tur-

lo Schiap Shop a Parigi in Place Vendôme, dove iniziò a creare nuove collezioni ogni anno. In effetti, benché continuò ad ideare capi unici, era convinta, come

banti, camicie ricamate, cappelli con pompon e zeppe. Mischiava capi sportivi con abbigliamento formale quasi 50 anni prima che altri designer osassero farlo. Il successo delle sue creazioni spinsero Elsa, nel 1934, ad aprire

Coco Chanel, che il prêt-à-porter e le produzione a grande scala fossero il futuro della moda.


L’INCONTRO CON LA MODA Elsa Schiaparelli entrò in stretto contatto con l’ambiente della moda dell’epoca. Secondo le parole della stessa Schiaparelli, sembra che il colpo di fulmine per la moda sia avvenuto dopo una sua visita, all’atelier di Paul Poiret . Poiret, il grande sarto del Novecento, che aveva proposto una nuova immagine di donna, libera dalle costrizioni del busto, le mostrò alcune creazioni, che lei all’epoca giudicò semplicemente come troppo care. Poiret le rispose “Non vi preoccupate dei soldi.

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poi potrete

come e quando vorrete…”.

Ogni collezione aveva un tema, un’ispirazione specifica, con capi coerenti tra di loro. Così nacque il suo contributo maggiore all’industria della moda moderna: la sfilata, una presentazione della nuova collezione con arte e musica, e modelle alte e magre – Elsa credeva in effetti che le figure androgine fossero più adatte a presentare l’abbigliamento. È nel 1934 che lanciò i tre profumi Salut, Souci e Schiap, creati nel suo atelier di profumeria, in collaborazione con Salvador Dalì crearò il vestito Aragosta nel 1937, il cap-

pello-scarpa che fu inserito nella sua collezione inverno 1937-38, i vestiti Lacrime e Scheletro della collezione Circus del 1938. Nel 1940, Elsa Schiaparelli, tornò a New York dove rimase fino alla fine della Seconda Guerra mondiale. Al suo ritorno, la moda era cambiata e il New Look di Christian Dior era diventato il più popolare.

E l s a S c h i a p a r e l l i



STILE E MOOD E

lsa lanciò la sua linea di abbigliamento, dopo aver scoperto, da una rifugiata armena, una tecnica di maglia doppia. Le sue creazioni apparvero subito alla moda e presto allargò la sua gamma anche a costumi da bagno, tute da sci e vestiti di lino. Infine, aggiunse gli abiti da sera nel 1931. Elsa Schiaparelli si ispirava al Surrealismo, al Dadaismo o alle arti africane. Le sue creazioni erano capi ricchi

ma soprattutto innovativi, come maglie dalle grafiche eccentriche; istituì l’uso di cerniere colorate e bottoni fantasiosi; inventò le gonne pantalone, indossate da donne tenniste, cinture barbariche e turbanti, camicie ricamate, cappelli con pompon e zeppe. Mischiava capi sportivi con abbigliamento formale quasi 50 anni prima che altri designer osassero farlo. Il successo delle sue creazioni spinsero Elsa, nel 1934, ad

aprire lo Schiap Shop a Parigi in Place Vendôme, dove iniziò a creare nuove collezioni ogni anno.


a vista, celebre il pull oversize con motivi in nero e bianco, il tessuto goffrato, la bigiotteria esagerata e sue le famose “12 regole del saper vestire” dedicate alle donne del suo tempo ma che, a leggerle ancora ora, risultano sempre attuali per la necessaria ricerca del buon gusto cui ogni donna, di ieri e di oggi, dovrebbe tendere. Elsa continuò ad ideare capi unici, era convinta, come Coco Chanel, che il prêt-à-porter e le produzione a grande scala fossero il futuro della moda. Elsa Schiapparelli, innovativa e stravagante, firma le sue più belle collezioni tra il 1934 e il 1940. Suo il rosa shocking, l’idea di sostituire negli abiti da sera la moltitudine di bottoni con le prime cerniere

Elsa Schiaparelli


“Un abito non è solo stoffa: un abito è un pensiero”



Gossip Nel 1954, complici le evoluzioni della moda e la bancarotta, è costretta a chiudere. Nello stesso anno pubblica la sua splendida autobiografia,Shocking Life (nel cui titolo echeggia anche una rivoluzionaria ideazione,la tonalità cromatica rosa shocking, per l’appunto) la vita anticonformista di un’artista della moda.


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a New York, con una figlia e in seguito al fallimento del suo matrimonio, si reca a Parigi nel 1924 e, anche grazie all’incoraggiamento dello stilista francese Paul . Poiret, inizia la sua folgorante carriera. Schiap, come viene chiamata affettuosamente dagli amici, dopo aver cercato invano un impiego presso atelier e boutique, decide di mettersi in proprio. La sua stravaganza e il suo anticonformismo e la straordinaria capacità di guardare sempre un po’ più avanti degli altri, le permettono di precorrere i tempi in modo brillante.

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e sono un esempio l’idea di sviluppare le collezioni intorno a un unico tema e la spettacolarizzazione delle sfilate, così come la pioneristica scelta di materiali come il tweed, il tessuto “escorce d’arbre” (goffrato scorza d’albero) o l’uso di fibre artificiali. Ottiene immediatamente un buon successo con i famosi maglioni-tatuaggio, golf ingentiliti con


grandi fiocchi trompe-l’oeil in stile optical bianco e nero, così come con i “pullover raggi x”, che disegnano la struttura dello scheletro umano come in una radiografia, o i maglioni tatuaggio. Apre la sua prima boutique

nella capitale francese nel

1927. L’influenza dell’arte figurativa nelle sue creazioni è evidente, e le frequentazioni con i grandi artisti del cubismo e del surrealismo ne sono la conferma.




Brand Image L’iconico abito lungo “lobster” (“aragosta”) in seta di organza firmato Elsa Schiaparelli presenta un’aragosta dipinta a mano e ramoscelli di prezzemolo disegnati da Salvador Dalì.


“Nacque la bottiglia di profumo a forma di donna,

il colore d’un tratto mi si palesò davanti agli occhi: brillante, impossibile, sfrontato, piacevole, pieno d’energia, come tutta la luce, tutti gli uccelli e tutti i pesci del mondo messi insie-

me, un colore proveniente dalla Cina e dal Perù, non occidentale; puro e non diluito. Così chiamai il profumo Shocking. La presentazione sarebbe stata Shocking e la maggior parte degli accessori e degli abiti, sarebbero stati shocking. […] Il colore shocking si impose per sempre come un classico.”


Suo il rosa shocking, l’idea di sostituire negli abiti da sera la moltitudine di bottoni con le prime cerniere a vista, celebre il pull oversize con motivi in nero e bianco, il tessuto goffrato, la bigiotteria esagerata e sue le famose “12 regole del saper vestire� dedicate alle donne del suo tempo ma che,

a leggerle ancora ora, risultano sempre attuali per la necessaria ricerca del buon gusto cui ogni donna, di ieri e di oggi, dovrebbe tendere.



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THE BRAND NOW

Sotto questa cornice, arriva una collezione misurata, una serie di abiti che riportano molti dei tratti distintivi di questa grande creatrice: ci sono le stampe, gli spilli puntati come gioielli, i fiocchi, i decori tridimensionali, persino un abito d’oro nel finale. Il team creativo che oggi sovrintende a questo marchio dichiara di aver concentrato il lavoro sull’anima del brand, sulla sua identità più iconografica. Abito dopo abito, però, la forza, la drammaticità di una creazione eccezionale, come dovrebbero essere quelle prodotte dall’alta moda, lascia spazio invece a una sorta di prêt-à-portér luminoso e colorato. Orfana di uno stilista (Marco Zanini ha terminato la propria collaborazione alla fine del 2014) e dopo essere stata affidata a Christian Lacroix per il debutto, la nuova Schiaparelli va controtendenza e sceglie la sicurezza di una collezione realista in un momento in cui tutti i grandi marchi del sistema stanno tornando a puntare sugli stilisti e sulle estetiche forti e autorevoli. Il fatto, poi, è ancora più eclatante perché l’immaginario legato a Elsa è strabiliante e immaginifico e rischia di sciogliersi ancora più velocemente, come neve sotto un sole estivo, quando riproposta sicura e senza un vero slancio di rischio e avventura.


Bertrand Guyon, Direttore Stilistico La

di

Schiaparelli

maison Schiaparelli annuncia il suo nuovo direttore creativo: Bertrand Guyon si occuperà delle collezioni Haute Couture e Prêt-à-Couture della Maison. Si installerà nello storico Hôtel Particulier di 21 place Vendôme, lo stesso in cui lavorava Elsa Schiaparelli. Nel novembre scorso il marchio, riportato in luce da Diego Della Valle, ha detto addio allo stilista italo-svedese, Marco Zanini.

Bertrand Guyon è il nuovo Direttore Stilistico di Schiaparelli. Si occuperà delle collezioni di Haute Couture e di quelle di Prêt-à-Couture. Dopo una stagione vacante, la direzione creativa di Schiaparelli, il marchio che fa parte del Gruppo di Diego Della Valle, cambia denominazione – da Creativo a Stilistico – e ingaggia un professionista della Haute Couture, quel Guyon che ha contribuito per anni all’immenso successo della Haute Couture di Valentino sotto la guida di Maria Grazia Chiuri e Pierpaolo Piccioli. La prima collezione Schiaparelli firmata da Bertrand Guyon fu presentata durante la settimana della Haute Couture a Parigi. Questo non può che giovare a un marchio che, rilanciato poche stagioni fa, ha visto prima una collezione omaggio alla fondatrice firmata da Christian Lacroix e poi la nomina di Marco Zanini alla direzione creativa che è durata appena due stagioni.


L’arrivo di Guyon da Schiaparelli manda anche un altro tipo di segnale, e cioè che seppure a progetto non interamente completato, il marchio ha tutte le caratteristiche per diventare un nome attraente per chi, come Guyon, lavora con la Haute Couture, un settore che molti danno per residuale nella moda e che, invece, negli anni a venire potrebbe tornare a essere quella palestra di creatività, che oggi più che mai, serve all’industria della moda e a tutto il fashion system. Anche

il titolo di Direttore Stilistico è un segnale, e va nella direzione di chi, nella moda, sta separando lo stile da altre attività creative, per esempio dalla totale Art Direction della Maison, e dal controllo del marketing da parte del creativo che, almeno da un decennio, sembra essere l’accentratore del vero potere all’interno dei marchi. Guyon esprime il suo entusiasmo alla nomina dicendo che «Elsa Schiaparelli è una Maison con un patrimonio eccezionale, con una storia intima e

luminosa, un universo gioioso e potetico, di estremo chic. È un onore poter partecipare al suo sviluppo, nel rispetto della storia ma con una visione assolutamente moderna e contemporanea, come lei stessa è sempre stata». Con Schiaparelli è alla sua prima responsabilità diretta. E vista la sua esperienza nella Couture, tutto lascia intendere che il Progetto Schiaparelli di Diego Della Valle sia arrivato al suo punto decisivo.


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