V I N T A G E
VINTAGE
L
a parola vintage significa “amato in passato”. Tuttavia, la riscoperta di pezzi con una storia, un passato anche lontanissimo, che possono ritornare ed essere amati nuovamente, ha dato una nuova valenza al concetto, quella del presente. Il senso del tempo è intrinsecamente connesso alla denominazione di vintage, solitamente attribuita a qualcosa che risale a tempi passati della nostra esistenza. Dal primo significato dato al nettare degli dei, che si riteneva migliorasse col tempo, il concetto di vintage si è diffuso a macchia d’olio includendo altre categorie oltre al vino, incluso l’abbigliamento.
N
ella moda, gli abiti e i gioielli devono sottostare a requisiti particolari per essere considerati vintage: il criterio più basilare e generale è che tali oggetti appartengano a periodi, decenni e mode passate rispetto a quella attuale di cui si serba un caro ricordo senza che queste abbiano nulla a che fare con la contemporaneità. Chi abbia concretamente deciso che un pezzo con una storia di almeno 25 anni può essere nuovamente indossato rimane un’incognita, ma ciò che è certo è che la passione e la ricerca di capi di seconda mano si è andata via via diffondendo negli anni, e forse lo sviluppo di questa ten-
denza è il risultato di una naturale curiosità per il passato. Dopotutto, chi può affermare di non essere mai stato attratto dal baule della mamma o della nonna alla ricerca veri e propri tesori sospesi nel tempo? Nell’era della produzione di massa in cui la maggior parte della popolazione si può permettere molti dei marchi commerciali più noti, si assiste a un desiderio crescente di autoaffermazione per cui coloro che riescono a distinguersi grazie a uno stile unico e originale emergono visibilmente tra la folla.
C
on i marchi del retail di massa che immettono continuamente sul mercato copie e riproduzioni, non sorprende che la commercializzazione dei capi vintage abbia risvegliato la curiosità e l’attenzione di coloro che non vogliono omologarsi acquistando i capi best-seller del momento ma desiderano invece emergere e spiccare tra la folla. Ci sono negozi vintage specializzati che vendono capi haute couture di case di moda come Chanel e Givenchy ed altre boutique che invece hanno pezzi vintage non di marchi specifici.Le catene di negozi di massa possono tentare di imitare l’unicità di capi appartenenti ai periodi più diversi della storia della moda ma non riusciranno mai a garantire al cliente la stessa qualità di un pezzo vintage. Da parte loro invece, i negozi vintage eccellono per l’attenzione e il lavoro di conservazione e restauro riservati a pezzi originali. Sebbene la passione per la moda vintage stia riscuotendo un enorme successo, il settore rimane pur sempre di nicchia e si pone come alternativa a quello che è, invece, il mercato dei negozi di trend attuali.
C
oloro che vogliono comperare pezzi vintage sono guidati da queste motivazioni: per la maggior parte si tratta del desiderio di acquistare un capo o un accessorio intramontabile, per altri è invece una questione di stile che va oltre il contenuto del guardaroba e si ispira ad un’idea di “revival” globale che coinvolge l’acconciatura, il trucco e quant’altro appartiene a un’epoca passata, che viene portato a nuova vita nel presente. Come per il vino, anche nell’industria tessile la denominazione vintage assume una connotazione positiva. Questa è la conferma che lo studio su una certa tipologia di silhouette e la bellezza di un capo non devono per forza rimanere “fossilizzati” nel passato, ma ritornano . A cura di Nicola Esposito Matricola A03/735