Progetto del capo

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ComunitĂ capi Gruppo Mendicino 1

IL PROGETTO DEL CAPO


Gruppo Scout AGESCI “Mendicino 1” Comunità Capi “ Gioacchino da Fiore ” A.A. 2011/2012 Assisi-Foligno-Orvieto 16 - 19 Marzo 2012 Programma :

Venerdì 16 Marzo 2012 00:00 : Partenza dalla Chiesa di San Pietro Sabato 17 Marzo 2012 08:30 : Arrivo ad Assisi – 09:30 : Santa Messa alla Porziuncola 11:00 : Assisi 13:00 : Pranzo 15:30 : San Damiano 19:00 : Partenza per Foligno 20:30 : Cena 22:00 : Buona notte! Domenica 18 Marzo 2012 07:00 : Sveglia 07:30 : Colazione 08:30 : Lodi 09:00 : Attività di Verifica 12:00 : Partenza per Orvieto 13:30 : Pranzo comunitario 15:00 : Visita Orvieto 17:00 : Messa Ordinazione Sacerdotale Don Dario 19:00 : Cena 20:30 : Partenza

Lunedì 19 Marzo 2012 02:00 : Arrivo a Mendicino

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Sabato 17 Celebrazione Eucaristica alla Porziuncola (Lancio proposta formativa) Siamo nel mezzo del cammino formativo personale e comunitario che la nostra Co.Ca. sta vivendo in questo nuovo anno associativo. Occasione da non perdere quella di fare il proprio punto della strada ad Assisi, luogo di profonda spiritualità in cui San Francesco ha lasciato una gran bella testimonianza. Ci lasceremo guidare dalla sua vita e dai luoghi che hanno caratterizzato i momenti più significativi del suo trascorso.

Primo Momento: la casa di Francesco

( Dimensione profetica )

"Francesco, va' ripara la mia casa!" Battesimo di Gesù

In quel tempo Gesù dalla Galilea andò al Giordano da Giovanni per farsi battezzare da lui. Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Io ho bisogno di essere battezzato da te e tu vieni da me?». Ma Gesù gli disse: «Lascia fare per ora, poiché conviene che così adempiamo ogni giustizia». Allora Giovanni acconsentì. Appena battezzato, Gesù uscì dall'acqua: ed ecco, si aprirono i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio scendere come una colomba e venire su di lui. Ed ecco una voce dal cielo che disse: «Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto». (Mt 3,13-17) Riflessione:

L’essere battezzati non significa essere Cristiani. Ma entrambi presuppongono una dinamica di correlazione fra il decidere di essere quello che si sceglie e quello che si è. In fondo riscoprire il nostro Battesimo significa, in primo acchito, avere il coraggio di incontrare Gesù Cristo sulle strade della nostra vita. Se eravamo abituati a sentir parlare di Lui, d’ora in poi siamo chiamati ad avere il coraggio di intavolare con Lui un dialogo, certo a volte infruttuoso, a volte silenzioso, ma sicuramente un dialogo che ti porta a riscoprire te stesso.

Canto: Dolce Sentire

Secondo Momento: Basilica ( Dimensione Sacerdotale ) “Sto sognando il volto della mia futura sposa: Madonna povertà”

L'ultima cena di Gesù con i suoi discepoli

In verità, in verità vi dico: anche chi crede in me, compirà le opere che io compio e ne farà di più grandi, perché io vado al Padre. Qualunque cosa chiederete nel nome mio, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò. Se mi amate, osserverete i miei comandamenti. Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito di verità che il mondo non può ricevere, perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete, perché egli dimora Pag. 3


presso di voi e sarà in voi. Non vi lascerò orfani, ritornerò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre e voi in me e io in voi. Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi mi ama. Chi mi ama sarà amato dal Padre mio e anch'io lo amerò e mi manifesterò a lui». (Gv 14,12-21). Riflessione:

L’esperienza Cristiana nasce dalla Sequela, ovvero il risultato di una conoscenza che ci porta ad avere il coraggio di gridare a Dio “Abbà”, Padre. Nel cammino di ogni giorno ci troviamo di fronte a scelte che a volte non sono del tutto orientate alla sequela, per questo riscoprire la nostra dimensione sacerdotale ci porta ad accompagnare il nostro cuore sulla vita tracciata da Lui.

Canto: E sono solo un uomo, Abbà Padre.

Terzo Momento: San Damiano ( Dimensione Regale ) "Io ho fatto la mia parte; il Signore vi insegni a fare la vostra!"

Gesù davanti a Pilato Pilato allora rientrò nel pretorio, fece chiamare Gesù e gli disse: «Tu sei il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te oppure altri te l'hanno detto sul mio conto?». Pilato rispose: «Sono io forse Giudeo? La tua gente e i sommi sacerdoti ti hanno consegnato a me; che cosa hai fatto?». Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù». Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici; io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce». Gli dice Pilato: «Che cos'è la verità?». E detto questo uscì di nuovo verso i Giudei e disse loro: «Io non trovo in lui nessuna colpa. Vi è tra voi l'usanza che io vi liberi uno per la Pasqua: volete dunque che io vi liberi il re dei Giudei?». Allora essi gridarono di nuovo: «Non costui, ma Barabba!». Barabba era un brigante. (Gv 18,33-40). Riflessione: Essere Testimoni della Parola, diventa per noi il vero campo di battaglia, specie quando dobbiamo aver il coraggio di non cadere nelle tentazioni del compromesso e di evanescenza dalla realtà. In fondo siamo nati per lasciare un segno indelebile in questa storia, che cerca inesorabilmente il nostro contributo, sembra impossibile visto che intorno a noi vi è un mare di ingiustizia e deriva morale. Siamo Disposti a perdere del noi? Per fare spazio ad un Tu?. Certo è che Gesù alla domanda “tu sei re” poteva rispondere diversamente, ed invece ha accettato la croce e la volontà del Padre. I santi sulle orme del Maestro diventano per noi esempi di coraggio e di virtù provata, e soprattutto sono stati capace di dare la vita per Lui.

Canto: Lui

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Domenica 18

PREMESSA

Prima di parlare di cos’è o come si può fare un “PROGETTO DEL CAPO”, è giusto ricordare che nella CO/CA ci sono persone che hanno fatto una scelta ben precisa: hanno aderito al Patto Associativo. Il Progetto del Capo può essere un modo per aiutarci ad essere fedeli a questa scelta ed a verificare il nostro essere SCOUT tutti i giorni della nostra vita.

Ma cos’è il Progetto del capo ? dal regolamento formazione capi : Art. 48 – Il Progetto del Capo Il Progetto del Capo aiuta il socio adulto ad orientarsi e progettarsi nel percorso di formazione permanente e, esplicitandone le esigenze formative, diventa elemento utile anche alla Programmazione della vita di Comunità capi e alla progettazione nelle strutture associative (Zona e Regione). Il Progetto del Capo è lo strumento che aiuta ciascun socio adulto a rendere attiva e qualificata la sua partecipazione alla vita di Comunità capi, concorrendo così alla realizzazione del Progetto Educativo. Con esso ogni membro di una Comunità capi, alla luce delle scelte del Patto Associativo e confrontandosi con gli obiettivi del Progetto Educativo, individua le proprie esigenze formative e gli obiettivi personali, per contribuire efficacemente alla realizzazione degli impegni di servizio individuati dalla Comunità capi. Gli ambiti essenziali da approfondire sono: la competenza metodologica; la vita di fede; la responsabilità sociale e politica; l’adeguatezza al compito ed al ruolo di educatore. Questi contenuti, che trovano il loro fondamento nel Patto Associativo, sono contestualizzati ed incarnati nella quotidianità del servizio dalla Comunità capi. Il Progetto del Capo è uno strumento rivolto a tutti i soci adulti, fin dal loro ingresso in Comunità capi. La Comunità capi è luogo di progettazione, gestione, verifica del Progetto del Capo; ad essa spetta il compito di stabilirne le modalità di stesura e di verifica, modellandolo in funzione delle proprie esigenze e di quelle dei suoi membri.

Lo strumento del progetto del capo, pertanto accompagna tutta l’esperienza di servizio e permette al capo di essere protagonista della propria formazione e di focalizzare, di volta in volta o simultaneamente, l’aspetto vocazionale/motivazionale, quello metodologico o quello associativo. Leggendo attentamente fra le pieghe del regolamento tali possibilità (spesso associate ai vari momenti dell’iter del capo) emergono chiaramente.

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Nella prima fase del “percorso formativo di base” vi sarà la possibilità di scoprire ed utilizzare il Progetto del Capo, come strumento di progettazione e sintesi delle esperienze formative. Fra gli obbiettivi invece del tirocinio vi è quello di permettere il consolidamento, nella Comunità capi, delle proprie scelte e del processo di maturazione del “Progetto del Capo”, nella quotidianità dell’impegno e nel realismo della propria organizzazione personale. Una volta acquisita dimestichezza nell’utilizzo dello strumento, esso può ancora rivelarsi utile, infatti la seconda fase del percorso formativo di base, nel quadro del proprio progetto del capo, ha come finalità di acquisire consapevolezza della scelta di servizio educativo in associazione e giungere alla nomina a capo. Lo stretto legame fra la proposta educativa che facciamo e la competenza necessaria implica, inoltre, che il capo brevettato progetti di acquisire ulteriori competenze, per questo motivo il progetto del capo riguarda tutti i capi. “ Il socio adulto, conseguita la Nomina a Capo ed il Wood Badge, proseguirà il suo cammino

formativo articolando percorsi formativi personali coerentemente con il proprio aggiornato Progetto del Capo ”. Il richiamo all’aggiornamento del proprio progetto del capo mette in luce come esso voglia essere uno strumento flessibile ed estremamente pratico, tutt’altro che un documento contenente astratte indicazioni di principio e, pertanto, immutabile. Il Progetto del Capo, quindi, come tutti i progetti, cerca di indurre un cambiamento, rispetto ad un’analisi personale, per questo motivo risulterà utile indistintamente a tutti i capi che si sforzano di mettere in pratica quanto enunciato dal regolamento circa la “finalità della formazione dei soci adulti”: «i bambini, i

ragazzi e i giovani hanno diritto ad essere educati da adulti che abbiano compiuto scelte solide ed acquisito adeguate competenze». Scelte solide e competenze, che continuamente e possano considerarsi archiviate una volta acquisita “nomina a capo”.

vanno incrementate che è impensabile

Nella redazione del progetto del capo è pertanto necessario focalizzare gli ambiti essenziali da approfondire (una volta identificati con: io e la realtà, io e il servizio, io e l’associazione, io e la fede), adesso più chiaramente riconducibili al testo del Patto Associativo. Questi i quattro “ambiti essenziali” che possiamo immaginare come una sorta di pilastri:

LA COMPETENZA METODOLOGICA - ( io e l’associazione ) Siamo chiamati ad essere padroni del metodo scout direttamente dalla nostra adesione alla “scelta scout”; un metodo desunto dagli scritti e dalle realizzazioni pedagogiche di Baden Powell, dalla Legge e dalla Promessa (Patto Associativo). Il confronto ed il trapasso delle nozioni in staff, la partecipazione al CFM, l’approfondimento in Branca (zonale e regionale), la partecipazione al CAM, la lettura e l’approfondimento dei documenti associativi e delle branche, la comprensione dei meccanismi dell’intenzionalità educativa… sono solo alcuni dei possibili passi che il capo può proporsi volendo incrementare la propria competenza metodologica. Pag. 6


Articolazione in tre momenti

Sincerità, ascolto attenzione, disponibilità, tempo

Mi impegno Mi preparo

Competenza, campi scuola Partecipo Talenti , propositività, collaborazione, cogestione, coinvolgimento

LA RESPONSABILITÀ SOCIALE E POLITICA - ( io e la realtà )

Qui si realizza, in concreto, quanto auspicato dal Patto Associativo in tema di “scelta politica”, laddove viene delineata, in maniera abbastanza netta, la figura del capo scout, impegnato nella realizzazione di un Progetto Educativo, testimone e promotore di politiche e valori che lo riguardano in prima persona. Progettare di assumersi tali responsabilità, significa immaginare se stessi come cittadini attenti ed interessati alla realtà, capaci andare in profondità e prendere consapevolmente posizione. La ricerca di occasioni formative anche in ambiti esterni all’associazione e la partecipazione attiva alla vita sociale, possono costituire, quindi, idonee prospettive per coloro che sentano di dover “crescere” in tale direzione. In definitiva il capo (nel suo Progetto di Capo) si porrà obiettivi in linea con gli obiettivi del Progetto Educativo di Gruppo, individuando le proprie esigenze formative e gli obiettivi personali, per contribuire efficacemente alla realizzazione degli impegni di servizio individuati dalla Comunità Capi. L’atteggiamento di fondo nei confronti della realtà può essere riassunto con “mi interessa” sviluppato in tre passaggi :

I care Mi informo Curiosità, attenzione, informazione, conoscenza.

Capisco Senso critico, lettura attenta della realtà.

Agisco Essere nella realtà, presa di posizione, partecipazione, impegno politico.

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LA VITA DI FEDE - ( io e la fede )

La completezza del testo sulla “scelta cristiana” del Patto Associativo offre già moltissime indicazioni a chi vuol comprendere come essere capo. Leggiamo che una volta accolto il messaggio di salvezza di Cristo, i capi scelgono di annunciarlo e testimoniarlo. Per annunciare un messaggio bisogna conoscerlo. Infatti, così come l’approfondimento metodologico comporta la partecipazione ai campi scuola e lo “studio” dei regolamenti metodologici; altrettanto assumersi il ruolo di annunciare il messaggio di Cristo dovrebbe spingerci (qualora ci accorgessimo di qualche nostro limite) a proporci la partecipazione ad occasioni di formazione in tale direzione, proposte dall’associazione ed anche, più semplicemente, dalle strutture della nostra Chiesa, prime fra tutte le parrocchie e le diocesi. Come abbiamo visto, il Patto Associativo alla conoscenza associa la testimonianza, concetto che va inquadrato nella sua dinamicità. Il capo che redige il suo “progetto” trova già semplici indicazioni in merito a quali passi compiere per far crescere la propria esperienza di fede. Il Patto Associativo, infatti, precisa che l’esperienza di fede deve sempre crescere e rinnovarsi nell’ascolto della Parola di Dio, nella preghiera e nella vita sacramentale. Il capo educatore (catechista), inoltre, propone la fede utilizzando un metodo diverso, quello scout, anche in tal senso esiste la possibilità di progettare di acquisire maggiore competenza (ad esempio leggendo il PUC, il Sentiero Fede ed altre pubblicazioni scout sul tema). Punto di partenza e di arrivo del cammino scout ne costituisce il nucleo centrale, la visione ottimistica tipica della spiritualità scout si concretizza con la fiducia nella provvidenza, riferimento a Cristo ad alla sua missione profetica, sacerdotale, regale.

Missione profetica: La parola di Dio ascoltata ed annunciata è sempre profetica, cioè “nuova”. Missione sacerdotale: Celebrazione liturgica e partecipazione del popolo al sacerdozio di Cristo che si fa della miseria e del peccato degli uomini. Partecipazione alle celebrazioni liturgiche ed impegno a porre dei segni nella vita quotidiana che manifestino il proprio “sacerdozio”. Missione regale: (vita morale) Impegno del credente all’azione di Dio perché venga il suo regno sulla terra. L’impegno morale non si restringe all’applicazione di norme particolari, ma è l’accoglienza del progetto di Dio nella propria vita e nella vita sociale perché “sia fatta la volontà del Padre” e si realizzi il regno di verità, di giustizia, di pace.

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Testimonianza, umiltà per imparare, competenza come catechisti.

Vita sacramentale, preghiera, devozione, essere Chiesa.

Coerenza, ricerca, rapporto, fede/morale, provvidenza, fiducia.


L’ADEGUATEZZA AL COMPITO ED AL RUOLO DI EDUCATORE ( io ed il servizio ) Probabilmente rispetto a quest’ultimo “pilastro” è un po’ più difficile definire i propri obiettivi. Per essere educatori “adeguati”, come sappiamo bene, non basta avere un bagaglio di conoscenze e competenze da trasmettere; non è sufficiente neanche essere in grado di capire, ascoltare i bambini, ragazzi e giovani ed avere con loro un‘ottima relazione. Queste sono precondizioni indispensabili ma adeguatezza al ruolo di educatore significa essere in grado di testimoniare con la vita le proprie scelte, significa possedere quella solidità personale che permette di fare delle proposte spesso “scomode e controcorrente” ma alle quali i nostri giovani possano guardare con fiducia. Si interrogheranno, quindi, non solo i giovani capi che cercheranno obiettivi ed occasioni per comprendere meglio la propria vocazione, ma anche quelli un po’ più navigati, che dai piccoli fallimenti educativi cercheranno di individuare sempre le nuove strade da percorrere.

SCELTA

Dimensione personale del capo

PASSIONE ENTUSIASMO CONVINZIONE SACRIFICIO RESPONSABILITÀ

COMPETENZA

DISPONIBILITA’

Rapporto capo-ragazzo

ASCOLTO FARSI PROSSIMO SOLIDARIETÀ UMANITÀ AMORE SINCERITÀ

STILE

UMILTÀ PAZIENZA APERTURA LEALTÀ UMILTÀ

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Il Progetto del Capo infine non ha ragione di esistere se non vissuto, in tutte le sue fasi, all’interno di una comunità capi tenendo presenti tutte le opportunità formative proposte dalle strutture di zona, regionali, nazionali. E’ importate quindi instaurare in comunità capi un clima improntato ad una rigorosa ma serena auto valutazione.

Un famoso proverbio recita meglio insegnare a pescare che dare un pesce. Qualche volta quando pensiamo ricevere dei bei pesci che ci risolvano ogni problema. Andiamo a cercare chissà quale soluzione per la nostra formazione e, magari, non ci accorgiamo che ce l’abbiamo sotto il naso. Il Progetto del Capo, a dire il vero, potrebbe essere una bella canna da pesca e noi scout sappiamo che si impara facendo, muoviamoci allora e, di certo, la pesca sarà eccellente.

Riassettiamo le reti Quand’ero al mare, a me piacevano le lunghe passeggiate lungo la spiaggia, particolarmente se in autunno o in primavera. Spesso incontravo Olindo, detto “il pescatore”. Lo ricordo seduto sulla sponda della sua barca, nell’atteggiamento di chi conversa con gli amici, mentre riassetta la sua rete da pesca. Raramente lo vedevo nell’atto di buttare la rete in mare, né in quello di ritirarla in barca. Eppure, nel suo mercatino che teneva in piazza, non mancava mai il pesce che era sempre fresco e abbondante. Un giorno lo vidi come sempre in atto di cucire le reti. Mi decisi di fargli quella domanda che altre volte passando volevo rivolgergli: “Come mai ti vedo sempre a riassettare le reti? Quando vai a pescare? “Ovviamente pesco qualche ora e di notte - mi rispose con la pacatezza propria del pescatore - Anni fa’, inesperto com’ero, passavo lunghe ore in barca per la pesca... che non mi rendeva come ora. Avevo troppa fretta di prendere il pesce e non mi curavo della rete, né mi concedevo il tempo di aggiustarla. Il pesce era abbondante, entrava in rete, ma mi scappava quasi tutto attraverso le smagliature. Ora l’esperienza mi ha insegnato che ogni giorno, prima di uscire per la pesca, è importante e prezioso il tempo che dedico a cucire gli strappi. Esco in mare con una rete buona e corredata con l’attrazione di una lampara. Bastano poche ore per prendere il pesce che ti è necessario. Ecco perché vedi che la maggior parte del mio tempo la dedico a cucire”. Pag. 10


Prepariamo la nostra rete

Come fare ? Facciamo un puntino sulla linea corrispondente al livello di competenza (per ogni ambito) al quale riteniamo di essere ORA, poi colleghiamo tutti questi puntini. Successivamente facciamo un puntino per ogni ambito sulla linea corrispondente al livello al quale vorresti essere quando verificherai questo progetto, poi collegheremo anche questi puntini. Adesso coloriamo lo spazio tra le due linee che abbiamo ottenuto collegando i puntini. L’area colorata corrisponde al lavoro che devi fare su te stesso!

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Alcuni spunti di riflessione per progettarsi: FEDE (Rifletto sul mio rapporto con Dio, sulla sequela di Cristo e sul cammino di fede personale e comunitario).

Credo in Dio? E in Gesù suo Figlio? Chi è Dio per me, oggi? E Gesù? Che cosa vuole dire per me oggi credere? Che rapporto vivo con Cristo? Come lo posso definire? Quale posto occupa Cristo nella mia giornata, nei pensieri, nelle scelte, nelle chiacchiere? Verifica e valuta il tuo rapporto con: - la preghiera - la Parola di Dio - l'Eucaristia - la Riconciliazione - i Sacramenti in generale Quali valutazioni? Che cosa emerge? Quali gli aspetti positivi? E quelli critici? Perché? Com'è il mio rapporto con la Chiesa e la Comunità parrocchiale? Quali valutazioni posso fare? Perché? Come intendo crescere, progredire nella mia vita di fede? Quali passi posso mettere in atto? Quali strumenti e occasioni possono aiutarmi? Quali impegni desidero assumermi? Perché? IL MIO RUOLO NELL’ASSOCIAZIONE ED ADEGUATEZZA AL COMPITO DI EDUCATORE (Mi soffermo attentamente sulle motivazioni che stanno alla base dell’impegno associativo)

Come valuto la mia presenza e l'impegno (mi esprimo, faccio proposte, porto a termine i compiti che mi prendo) in STAFF / in Comunità Capi / in Zona? Perché? Posso cambiare e migliorare qualcosa? In che modo? Perché? Mi sento parte viva dell'Associazione? Perché? Mi preoccupo di un cammino costante per la mia formazione? In che modo? La nostra azione educativa si fonda su un Progetto costruito insieme o vive alla giornata? Perché? Perché ho scelto di fare il capo? Perché, oggi, continuo a fare il Capo? Chi me lo fa fare? Quali sono le vere motivazioni? Perché? Che cosa vuole dire per me oggi essere capo? Sono contento di come vivo il mio servizio? Perché? Chi sono per me i ragazzi/e? Come valuto la relazione educativa che ho stabilito con i ragazzi/e? Perché? Posso migliorare in qualche aspetto? Dove? Cosa? Perché? Con quali strumenti? Perché? RESPONSABILITA’ SOCIALE E POLITICA Vivo la parrocchia ? Sono un cittadino attivo, sensibile alle problematiche del territorio ? Sono a conoscenza delle problematiche del quartiere dove vivo e dove presto la mia azione educativa? Interagisco con le associazioni locali per sensibilizzare i cittadini sulle emergenze che interessano la comunità ? Mi faccio promotore in comunità di azioni per “lasciare il mondo migliore di come l’ho trovato” ? Pag. 12


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L’adeguatezza al compito di educatore

La responsabilitĂ sociale e politica

La vita di fede

La competenza metodologica

AMBITI

STRUMENTI Cosa uso, cosa faccio , quali azioni ?

OBIETTIVI

Cosa mi propongo di ottenere ?

Griglia di sintesi Quale impegno, entro quando ?

VERIFICA


Note:

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Meditazione “La nostra paura più profonda non è quella di essere inadeguati. La nostra paura è di essere potenti oltre ogni misura. E’ la nostra luce, non la nostra oscurità, a spaventarci. Ci domandiamo: “E chi mai sono io per essere brillante, bello, pieno di talento, fantastico?” A pensarci bene, chi sei per non essere tutto questo? Sei una creatura di Dio. Il tuo mantenerti ad un profilo basso non serve al mondo. Non c’è niente di illuminato nello sminuirsi, nel far sentire insicure le persone attorno a te. Siamo tutti fatti per risplendere, come fanno i bambini. Siamo tutti nati per rendere manifesta la gloria di Dio che è in noi. Non c’è solo in alcuni di noi, è in tutti noi. Ogni volta che facciamo risplendere la nostra luce interiore, diamo inconsciamente la possibilità ad altri di fare lo stesso. Quando ci liberiamo dalle nostre paure, la nostra presenza automaticamente libera altri.”

Marianne Williamson "L’aspirazione al riconoscimento e alla considerazione, è fortemente radicato nella natura umana. Senza la presenza di uno stimolo mentale in questo tipo, la collaborazione umana sarebbe interamente impossibile; il desiderio di approvazione da parte dei propri simili è certamente uno dei legami più importanti della società. In questo complesso di sentimenti, le forze costruttive e distruttive sono legate tra loro molto strettamente. Il desiderio di essere approvati e stimati è un motivo sano; ma il desiderio di essere stimati migliori, più forti o più intelligenti degli altri conduce facilmente a un adattamento psicologico eccessivamente egoistico, che può diventare dannoso per l’individuo e per la comunità". Albert Einstein

Abbà Padre Guardami Signor, leggi nel mio cuor. Sono tuo figlio, ascoltami! Abbà Padre, Abbà Padre, Abbà, Abbà, Abbà. Abbà Padre, Abbà Padre, Abbà, Abbà, Abbà.

Più solo non sarò, a Te mi appoggerò. Sono tuo figlio, abbracciami! Per ogni mio dolor, la pace invocherò. Sono tuo figlio, guariscimi! Grazie a te Signor per questo immenso amor. Siamo tuoi figli, Alleluia! Pag. 15


E sono solo un uomo (Symbolum78) Io lo so, Signore, che vengo da lontano: prima nel pensiero e poi nella tua mano. Io mi rendo conto che tu sei la mia vita e non mi sembra vero di pregarti così. Padre d'ogni uomo e non ti ho visto mai; Spirito di vita e nacqui da una donna; figlio e mio fratello e sono solo un uomo, eppure io capisco che tu sei verità... E imparerò a guardare tutto il mondo con gli occhi trasparenti di un bambino, e insegnerò a chiamarti: "Padre nostro" ad ogni figlio che diventa uomo. Io lo so, Signore, che tu mi sei vicino, luce alla mia mente, guida al mio cammino, mano che sorregge, sguardo che perdona e non mi sembra vero che tu esista così. Dove nasce amore, Tu sei la sorgente; dove c'è una croce, Tu sei la speranza; dove il tempo ha fine, Tu sei Vita Eterna e so che posso sempre contare su di Te...

Lui Lui che può innalzare le montagne, che può salvare un anima, oh oh oh.. Lui che può riempire gli oceani, può tenerti per mano, quando sei solo. Lui che può innalzare le montagne, che può salvare un anima, oh oh oh.. Lui che può cambiar le stagioni, può fermare la pioggia, quando sei triste. Sarai più ricco col suo amore, più fiducioso verso gli uomini, sarai più ricco col suo amore, ti sentirai sempre con Lui. Più ricco per il tuo Signore, come un oceano d’amore, più forte per guardare i suoi occhi, ti sentirai sempre con Lui.

E accoglierò la vita come un dono e avrò il coraggio di morire anch'io e incontro a te verrò col mio fratello che non si sente amato da nessuno. ( bis)

Preghiera di San Damiano Ogni uomo semplice porta in cuore un sogno , con amore ed umiltà, potrà costruirlo Se con fede tu saprai vivere umilmente, più felice tu sarai anche senza niente. Se vorrai ogni giorno con il tuo sudore, una pietra dopo l'altra alto arriverai. Nella vita semplice troverai la strada, che la pace donerà al tuo cuore puro. E le gioie semplici sono le più belle , sono quelle che alla fine sono le più grandi. Dai e dai, ogni giorno con il tuo sudore, una pietra dopo l'altra alto arriverai. Pag. 16


Scusa Signore Scusa, Signore, se bussiamo alle porte del Tuo cuore, siamo noi. Scusa, Signore, se chiediamo, mendicanti dell’amore, un ristoro da Te... Rit.: Così la foglia quand’è stanca cade giù…

ma poi la terra ha una vita sempre in più… così la gente quand’è stanca vuole Te… e Tu, Signore, hai una vita sempre in più, sempre in più! Scusa, Signore, se entriamo nella reggia della luce, siamo noi. Scusa, Signore, se sediamo alla mensa del Tuo corpo per saziarci di Te… Rit.: Così la foglia quand’è stanca cade giù…

ma poi la terra ha una vita sempre in più… così la gente quand’è stanca vuole Te… e Tu, Signore, hai una vita sempre in più, sempre in più! Scusa, Signore, quando usciamo dalla strada del Tuo amore, siamo noi. Scusa, Signore, se ci vedi solo all’ora del perdono ritornare da Te. Rit.: Così la foglia quand’è stanca cade giù…

ma poi la terra ha una vita sempre in più… così la gente quand’è stanca vuole Te… e Tu, Signore, hai una vita sempre in più, sempre in più!

Mille passi , mille storie

(Sergio Guttilla)

Mille passi, mille storie nuove porteranno il mondo, su di me e ogni senso, tutto il resto che puoi dire con i piedi tuoi, tu fallo se puoi dentro ad ogni zaino c'è il ricordo di un sogno che si può, portare avanti la salita è una sfida che si deve vivere per poi riprendere il cammino verso te. Mille ostacoli mi fermano in un mondo che non sa cos'è la verità e la luce che dal cielo può orientarmi a decidere, io so che c'è dentro a quello sguardo scorgo la tua luce che m'impegnerà ad andare avanti e anche se il mio passo è debole io riuscirò ad arrivare lì dove tu vuoi ... Rit.: E poi su, un passo verso il cielo e verso te

che sei cammino meta e verità questa mia vita non finirà (x2) E' nel bivio il momento giusto per decidere qual' è, la direzione che che mi porterà a raggiungere i sentieri della tua volontà nella mia vita solo questa è la strada giusta che da qui mi porterà diritto a casa dove un sorriso e un fuoco caldo accoglierà l'amore intero di questa fatica... E poi si, vivrò per sempre lì vicino a te a te che sei cammino e verità questa mia vita non finirà e poi si, vivrò per sempre lì vicino a te e scoprirò la vera libertà, perché la vita, nella tua vita, non finirà! (libitum) Pag. 17


Canterò per te!

(Pino Fanelli)

Tu che nel silenzio parli solo tu, che vivi nei miei giorni, puoi colmare la sete che c’è in me e ridare senso a questa vita mia che rincorre la sua verità. Tu di chiara luce splendi solo tu, i miei pensieri accendi e disegni la tua pace dentro me scrivi note di una dolce melodia che poi sale nel cielo in libertà. E canterò solo per te la mia più bella melodia che volerà nel cielo immenso. E griderò al mondo che un nuovo sole nascerà ed una musica di pace canterò. Tu che la tua mano tendi solo tu che la tua vita doni puoi ridarmi la mia felicità la speranza di una vita nuova in te la certezza che io rinascerò. E canterò solo per te la mia più bella melodia che volerà nel cielo immenso. E griderò al mondo che un nuovo sole nascerà ed una musica di pace canterò. E canterò solo per te la mia più bella melodia che volerà nel cielo immenso. E griderò al mondo che un nuovo sole nascerà ed una musica di pace canterò.

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Cantico delle creature ( Laudato sii )

Laudato sii o mio Signore, laudato sii o mio Signore, laudato sii o mio Signore, laudato sii o mio Signore. E per tutte le creature, per il sole e per la luna, per le stelle e per il vento e per l’acqua e per il fuoco. Per sorella madre terra; ci alimenta e ci sostiene; per i frutti, i fiore e l’erba, per i monti e per il mare. Perché il senso della vita è cantare e lodarti e perché la nostra vita sia per sempre una canzone. E per quelli che ora piangono, e per quelli che ora soffrono, e per quelli che ora nascono, e per quelli che ora muoiono. E per quelli che camminano, e per quelli che ti lodano, e per quelli che ti aspettano, e per quelli che ora cantano.


Francesco O Signore fa’ di me uno strumento, fa’ di me uno strumento della tua pace, dov’è odio che io porti l’amore, dov’è offesa che io porti il perdono, dov’è dubbio che io porti la fede, dov’è discordia che io porti l’unione, dov’è errore che io porti verità, a chi dispera che io porti la speranza. (2x) O Maestro dammi tu un cuore grande, che sia goccia di rugiada per il mondo, che sia voce di speranza, che sia un buon mattino per il giorno di ogni uomo. E con gli ultimi del mondo sia il mio passo lieto nella povertà, nella povertà. O Signore fa’ di me il tuo canto, fa’ di me il tuo canto di pace; a chi è triste che io porti la gioia, a chi è nel buio che io porti la luce. È donando che si ama la vita, è servendo che si vive con gioia, perdonando che si trova il perdono, è morendo che si vive in eterno. (2x)

Dolce è sentire come nel mio cuore ora umilmente sta nascendo amore. Dolce è capire che non son più solo ma che son parte di una immensa vita che generosa risplende intorno a me, Dono di Lui, del suo immenso amore. Ci ha dato il cielo e le chiare stelle, fratello sole e sorella luna, la madre terra con frutti, prati e fiori, il fuoco e il vento l’aria e l’acqua pura, fonte di vita per le sue creature. Dono di Lui, del suo immenso amore. Sia laudato, nostro Signore che ha creato l’universo intero; sia laudato, nostro Signore, noi tutti siamo sue creature. Dono di lui, del suo immenso amor. Beato chi lo serve in umiltà.

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© 2012 “Hawkeye” ®

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