Studio_Libro_Teorie della progettazione del paesaggio (POLITO)

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Petite histoire du paysage

Hansjorg Kuster


Petite histoire du paysage Hansjorg Kuster Editore Circe 2013 pp. XIV - 144 ISBN 284242347X

Indice

Quarta di copertina (sintesi)

1. Qu’est ce que le paysage? Cosa è il paesaggio?

Tra giardino all’italiana, alla francese, o all’inglese. Tra natura selvaggia o natura preservata, bosco o montagna, il paesaggio è tutto questo. Esiste anche dei paesaggi lunari, urbani, o ancora dei paesaggi interni. Quando osserviamo il paesaggio, c’è una forma di interpretazione. Metafore, ambiante, e associazione di idee che vengono associati a quello che vediamo. I parchi i giardini, in somma i paesaggi urbani, che sono degli ambienti completamenti artificiali, sono soggetti a l’azione della natura. Al contrario, un paesaggio non è mai una cosa puramente naturale. Per Hansjorg Kuster, il paesaggio è davvero un libro di storia che possiamo leggere, e continuare di scrivere al giornaliero, sia dello sguardo dell’agricoltori, architetti, o semplici osservatori della bellezza di un panorama.

2. Eléments naturels Elementi naturale 3. Eléments culturels Elementi culturale 4. Vie sauvage et civilisation Vita selvetica e civilità 5. Le paysage comme métaphore Il paesaggio come metafore 6. La nature protégée La natura protetta 7. De l’avenir du paysage L’avvenire del paesaggio


Litaudon Nicolas matr. 274397 Corso di Laurea magistrale in Architettura Costruzione Città A. A. 2019-2020

Scheda del libro Attraverso la lettura di questo libro, è stato possibile di rintracciare la cronologia, di tirare i fili del paesaggio che permettono di cucire la visione di quello di oggi. Questa piccola storia del paesaggio, come si nomma il libro, inizia ovviamente per evocare i primi scritte, racconti del paesaggio. Si parla evidentemente del poeta Francesco Petrarca, chi a partire di Aprile 1336, al svolge del Monte Ventoso, nelle Alpi francesi del Sud-Ovest, scrive un racconto, considerato come la più vecchia rappresentazione del paesaggio nella literattura. Petrarca mette in luce con questa storia, è l’importanza che lui descrive come ideale per capire totalmente il concetto del paesaggio « lo sguardo abbraccia monti e montagna, soste rocciose e crete boscose (…)abbiamo l’impressione di vedere tutta la

Provencia. » Questa prima mette in parola del paesaggio, attiva un processo cognitivo Petrarquesque, « i paesaggi, è la somma dei elementi che l’uomo può percepire del suo ambiante, e che colloca nel suo contesto. » A partire di questo processo, possiamo tutti accordarci per disegnare il paesaggio. Perche comunque, la visione globale del paesaggio, può essere differente secondo che siamo artisti, scientifiche, architetti, o pure semplicemente amatori. Ma accordando sul processo di Petrarca, gli elementi quale le montagne e il mare, i laghi e i fiumi, la fauna e la flora, le costruzioni e le terre coltivate, le città e i paesini, i sentieri e le strade, sono e fanno il paesaggio. La natura è intimamente legato alla rappresentazione del paesaggio, e sarebbe possibile di dividere questa natura in due osservazioni. Esiste una grande varietà di fenomeni naturali, che sia le montagne, i boschi, i corsi d’acqua, i laghi e i vegetali, che è possibile del resto di differenziare uno dagli altri. Esiste al contrario, o parallelamente un processo che comprende, le bestie che si muovono, il disegno che cambia secondo le stagione, la luce e le ombre si ripartiscono anche di maniera differente ad ogni momenti. E tutto questo che determina il paesaggio. Un paesaggio naturale nel vero senso della parola, che può anche essere selvaggio con nessuna azione dell’uomo su tutto questo. Ma un paesaggio è ugualmente pae

saggio quando lui è artificialisato da l’uomo. Il paesaggio agrario, è uno delle prime forme del paesaggio dove l’uomo ha un impatto diretto e indiretto sulla natura. Da questo effetto si poteva osservare il contrasto tra le superficie non sfruttate, e le superficie sfruttate, dove su quelle crescevano delle piante di cultura. La dimostrazione che fa l’autore a questo soggetto, è di escludere il termine del paesaggio domestico, quando evochiamo i paesaggi agrari. Perche questa terminazione non è veramente esatta. Anzi, questa determinazione suggerisce una opposizione « tra un paesaggio naturale libero di tutto intersezione umana, e un paesaggio arredato che non sarà messo a nessuna influenza naturale ». Ma non è esattamente il caso, il sviluppo della cultura dei terreni agrari si contentano di stampare un altra direzione a l’evoluzione naturale. I campi dove l’uomo sviluppa un agricoltura, portano ovviamente le traccie dell’uomo. Ma ci sono anche il risultato di una dinamica naturale. La lettura del libro, ha anche potuto affrontare di maniera più larga, la scienza del paesaggio, e quindi il processo che permettono di capirlo. E possibile di distinguere al meno due. Il processo naturale, e il processo umano. E solo il corpo di mestiere dell’architetto paesaggistico e urbanistico, che si consacrano sufficientemente allo statu quo, possono essere considerato come dei veritabili scientifico del paesaggio.


Hansjorg Kuster

nato in 1956 a Francforte, in Germania. Lui è professore d’ecologia vegetale all’istituto di fitogeografico della Leibniz Universität di Hannover. E l’autore di tanti volumi sul tema del paesaggio e dell’ecologia, ma anche della botanica. Tra i suoi libri ricordiamo Piccola storia del paesaggio. Uomo, mondo, rappresentazione (Donzelli, 2010) e Storia dei boschi. Dalle origini a oggi (Bollati Boringhieri, 2019).

Recensione Un libro molto interessante, che si presenta su la forma di una piccola storia, ma che permette di vedere un pannello abbastanza largo dei differenti elementi che permettono di costituire il paesaggio. Della prima visione scritta di Petrarca, alla cima del Monte Ventoso, dei elementi naturali che regolano da soli le loro leggi, e rendono lo sguardo dell’uomo nei confronti del paesaggio sempre nuovo e differente secondo il periodo dove lo guardiamo. A contrario la capacita dell’uomo attraverso l’agricoltura, di cambiare leggermente la visione naturale del paesaggio. Si attraversa anche la storia del paesaggio secondo lo sguardo di Epiméthée, e l’aspetto artistico che esce quand osserviamo il paesaggio. Lo sviluppo di una nuova forma di paesaggio con i giardini, all’italiana, che alla francese, o anche all’inglese,

che hanno tutti une forma differente di affrontare il loro eseguito. E per finire un rilievo, di cosa sarà il paesaggio di domani e il suo avenire, dentro il XXIes secolo. In somma un libro che ho trovato abbastanza completo nel suo approccio, che non era orientato solo sul ruolo dell’architetto. E stato interessante di leggere quali erano gli altri aspetti oltre quello dell’architettura propria. Il paesaggio si osserva, si disegna, o ancora si descrive. Il paesaggio nella sua forma, nel tutta le scale e quasi nel tutte le sue epoche, e cosa permette di avere in conseguenza una varietà di settori importanti, per provare di capire al meglio, la storia del Paesaggio.


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