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“Sulle orme del Passato...” Scuola primaria VI circolo didattico ”V.M.Orsini” Manfredonia...Una città da scoprire! Manfredonia, una città da scoprire!

Sommario:

Numero speciale classi VC/D.

Il fenomeno carsico

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Grotta Paglicci

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Grotta Scaloria

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Insediamenti dauni

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Ciao, sono Pret!

CIAO, SO-

Ciao ragazzi! Mi presento, mi chiamo Pret ed attualmente svolgo la funzione fermacarte. Ma non lasciatevi ingannare, sono moltodi più: un bel frammento, di colore biancastro, di un particolare tipo di roccia che prende il nome di calcare.Provengo da una spiaggetta di Mattinata dove vivevo con tanti altri ciottoli, prodotti e rimodellati dal mare con la sua instancabile attività erosiva (abrasione marina). Che cosa ci faccio qui, ora? Ho una missione da compiere…raccontarvi una storia che in pochi conoscono. Non una di quelle storielle che vi raccontavano da bambini ma una storia da grandi: la mia storia! Ma, prima di passare al racconto, consentitemi una riflessione. Pensate ai meravigliosi paesaggi naturali che costituiscono il patrimonio ambientale della nostra regione (che in molti ci invidiano), e pensate anche ai Castelli, alle Cattedrali, alle Masserie fortificate, ai Trulli, Dolmen e Menhir, che l'uomo è riuscito a creare nel corso dei secoli.

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Esiste un solo elemento fondamentale che le unisce e che ha consentito loro di tramandarsi nel tempo: la pietra calcarea (sì proprio la stessa pietra di cui io sono fatto!). Infatti, la Puglia è costituita, per quasi l'80%, da roccia calcarea e dolomitica e dalla serie incredibile di varietà che la compongono. È facile comprendere, quindi, l’ importanza e l’ influenza che può avere la geologia sull'identità e lo sviluppo di una regione.

Ed è altrettanto facile capire che la mia storia, che ora andrò a raccontarvi, è in realtà la storia di tutta la Puglia. Ascoltate con attenzione… La nostra storia (mia e della Puglia) ha inizio nel Giurassico che si è caratterizzato per la massima diffusione di particolari creature: i dinosauri! A quei tempi, l'Italia non esisteva e nemmeno la Puglia . In seguito alla spaccatura del mega-continente (PANGEA) in tante zolle, cominciavano a crearsi alcuni piccoli golfi e mari, con tutta una serie di isole e di scogliere, molto simili a quelli che si possono osservare oggi alle Bahamas.

“Sulle orme del Passato...”


La roccia calcarea ha cominciato a formarsi proprio in quel tempo lontano e in quell’ambiente, grazie ad un insieme di piccoli organismi viventi che sottraevano all'acqua carbonato di calcio (CaCo3), per costruire i loro gusci e le loroconchiglie. Alla loro morte, i resti di questi organismi per costruire i loro gusci e le loro conchiglie. Alla loro morte, i resti di questi organismi si depositavano sul fondo del mare sotto forma di sabbia e fango e, accumulandosi l'uno sull'altro, diedero origine alle piattaforme carbonatiche che continuarono ad accrescersi in modo quasi indisturbato per un tempo lunghissimo: 125 milioni di anni! Ma come quei sedimenti (sabbie e fanghi) si sono trasformati in roccia calcarea? La cementazione (diagenesi), ovvero la loro trasformazione da sedimenti sciolti in roccia, è avvenuta per la combinazione di tre fattori fondamentali che intervengono in tutti i processi e fenomeni geologici: pressione, temperatura e tempo. La pressione che agì nelle fasi di sedimentazione, comprimendo e costipando i sedimenti più antichi man mano che nuovi sedimenti si impilavano sui precedenti; la temperatura che, in combinazione con la pressione, influenzò le reazioni chimiche provocando la precipitazione dei cementi che legarono assieme i granuli microscopici; il tempo che garantì lo svolgersi di queste lunghe trasformazioni.

Così, alla fine del Cretaceo (circa 65 milioni di anni fa)le zolle litosferiche in cui era stata divisa la PANGEA , cominciarono a muoversi. Tra Così, alla fine del Cretaceo (circa 65 milioni di anni fa)le zolle litosferiche in cui era stata divisa la PANGEA , cominciarono a muoversi. Tra della zolla Europea. La collisione fra i margini delle due zolle, nella quale furono coinvolte anche le numerose piattaforme carbonatiche sviluppatesi lungo i bordi delle due zolle e tra le quali vi era la futura Italia, fece sorgere prima le Alpi ed in seguito gli Appennini (orogenesi). La Puglia non fu direttamente coinvolta nell’orogenesi come invece il resto dell'Italia, ma subì comunque fenomeni di forte "stress" che la portarono a fratturarsi in più punti e ad assumere una struttura costituita da enormi gradoni (come quelli di una scala) che cominciarono ad immergersi sotto l'Appennino, in direzione della Basilicata. Queste grandi fratture coinvolsero anche la nostra regione che si ribassò, sempre con una struttura a gradini, sia verso nord, andando a creare “lo spazio” per la deposizione dei sedimenti del Tavoliere della Puglia, e sia verso sud andando a formare i sedimenti della

piana brindisina-leccese. La storia geologica più recente è stata, infine, dominata da un sollevamento della regione e da forti oscillazioni del livello marino causate dalle numerose glaciazioni. La Puglia assunse così la sua configurazione attuale in cui sono ben distinguibili i domini geologici principali: Gargano, Tavoliere, Murge... Salento e Arco Ionico-Taranto.

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Scuola primaria VI circolo didattico ”V.M.Orsini” Manfredonia...Una città da scoprire!

IL Carsismo Anche in Puglia vi è Una serie di fenomeni riuniti sotto il nome di carsismo, termine che deriva dalla parola di origine pre-indoeuropea Kar che vuol dire pietra, roccia. Questi fenomeni, che possono aver luogo in superficie (carsismo epigeo) ed anche nel sottosuolo (carsismo ipogeo), sono prodotti dall’azione dissolutiva dell’acqua di pioggia sulle rocce carbonatiche (calcari, calcareniti e dolomie) . Le rocce carbonatiche sono costituite in prevalenza da carbonato di calcio (CaCo3). Nei fenomeni di carsismo superficiale le acque di precipitazione hanno levigato i rilievi collinari, allargando e approfondendo fessure superficiali del terreno calcareo e formando inghiottitoi, gravi, caverne, doline, lame e gravine. I fenomeni di carsismo ipogeo, invece, hanno creato un affascinante mondo sotterraneo ricco di cavità quali le grotte, abbellite di stalattiti e stalagmiti, i pozzi e le gallerie createsi dall’infiltrazione delle acque superficiali. convogliate nel sottosuolo, dove si raccolgono formando le falde carsiche. Il sottosuolo di tutta la Puglia, proprio a causa di queste numerose cavità sotterranee, è costituito da un reticolo di torrenti e fiumi sotterranei .Infatti, la principale caratteristica di un paesaggio

carsico è quella di non avere una rete idrografica superficiale (l’unico vero corso d’acqua della Puglia può considerarsi l’Ofanto) ed è proprio per questo motivo che, sin dall’antichità, Orazio definì la Puglia come “Siticulosa Apulia”. Grotta Scaloria


Il Gargano è una terra aspra, misteriosa,affascinante. Visitare il Promontorio è tuffarsi in luoghi dal sapore antico, lo è ancor più se lo si conosce scrutando le sue pietre cogliendone le “orme del passato”, cioè andando alla ricerca delle testimonianze lasciate dall’uomo nelle rupi. Numerosi sono i siti e i reperti preistorici, molti gli insediamenti in grotte, caverne, anfratti. L’uomo abitò il Gargano,vera e propria riserva di caccia , già in epoca remota: le prime manifestazioni di vita risalgono a 40000 anni fa ( età Paleolitica) La più importante testimonianza “dell’uomo paleolitico” nel Gargano lo troviamo documentato proprio nelle grotte, di cui la più importante è nei pressi di Manfredonia: “Grotta Scaloria”.I nostri progenitori però impararono, col tempo, ad allevare animali e si trasformarono da cacciatori in pastori. Altre grotte, altre pietre, “parlano”di questa trasformazione: “Grotta Pagliacci” e il sito di Coppa Nevigata.Nel passaggio dell’età della pietra e quella del ferro(primo millennio avanti Cristo) avvengono importanti mutamenti e i “siti” vengono umanizzati da popoli provenienti”dall’altro mare”,dall’Illirici. Questi furono i Dauni ,ma questa è un’altra storia…

Grotta Scaloria fa parte del Gargano. Studi recenti e sempre più perfezionati attestano che l'uomo abitò il Gargano già in epoca remota. Infatti, le prime manifestazioni di vita risalgono a 40.000 anni fa (età paleolitica). La prima segnalazione dell’esistenza di “Grotta Scaloria”, situata in zona scaloria, alla periferia nord-ovest di Manfredonia, risale al 1932 quando, in occasione dei lavori dell'Acquedotto Pugliese, venne casualmente individuata da Q. Quagliati. Questa prima indagine si limitò all'ambiente superiore della grotta (detto "camerone Quagliati") ove si trovò un tipo di ceramica a bande rosse marginate, secondo lo stile per l'appunto chiamato della Scaloria Alta. Solo nel 1967 si potè'esplorare la parte più bassa, collegata all'ambiente superiore da una galleria stretta, ove, si trovano i vasi e le stalagmiti in essi concrezionate, poggianti su tronconi di stalattiti spezzati.Nel 1978 e 1979, interessarono l'ambiente superiore e l'accesso alla grotta, rivelando la frequentazione del vano dal Paleolitico ( 40.000 anni fa) sino al Neolotico Finale e un'importante sepoltura di più individui riferibile alla fasi finali del periodo. Sul lato Sud-Ovest del camerone Quagliati di Grotta Scaloria è stata recentemente scoperta (1973) la possibilità di un passaggio, attraverso una fessura, che conduce nella parte più profonda della vicina Occhiopinto. . Nella parte profonda di questa vi è la presenza di un ampio focolare e di una vaschetta, con evidenti resti di pasto(3530 + - a.C.) . Questo ci fa capire che la grotta era stata il principale punto di sosta dei frequentatori neolitici, anche se non sappiamo la vera ragione di tale frequentazione. In seguito ad una più attenta osservazione dei raggruppamenti di vasi, si notò che essi apparivano disposti attorno ad una stalagmite spezzata in antico, la cui parte alta era adagiata sul fondo della grotta e su questo vi erano tracce di un vaso originariamente posto su di esso. Questo ci fa pensare che forse vi era il, culto delle acque che cadevano dall’alto. Vi fu, ad un certo punto, l’abbandono dei villaggi del Tavoliere e l’abbandono della celebrazione del culto nel fondo della grotta stessa. La grotta fu in seguito utilizzata come necropoli per gente che probabilmente abitava nella stessa grotta o in qualche villaggio in prossimità di essa; conseguente a questo vi fu un un periodo di pressochè totale mancanza di vita nell'area del Tavoliere. L'abbandono della grotta coinciderebbe con l'estinzione della popolazione attestata dal rinvenimento di una singolare tomba contenente i resti di oltre venti inumati per lo più bambini, donne e adulti anziani. Tale tomba mostra le caratteristiche di una fossa comune eseguita per accogliere le vittime di una epidemia, che può essersi rivelata particolarmente ferale nei riguardi dei soggetti più deboli di una comunità affetta da malaria cronica, attestata da tracce inequivocabili presenti in molti degli inumati.. Quale ruolo abbia giocato in questa decisione l'acuirsi del clima malarico, specialmente nell'area costiera del Tavoliere, è possibile immaginarlo dal modo in cui, contrariamente ad ogni rituale funebre neolitico, venne sepolta una buona parte di quella comunità.

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“Su lle or


Il Gargano è stato fin dall' antichità, anche per la particolare posizione geografica, crocevia di civiltà e popoli: molti sono gli itinerari archeologici ricchi di fascino e curiosità alla scoperta della loro cultura e delle loro tradizioni. Fermo restando che praticamente intorno ad ogni comune sono stati ritrovati reperti archeologici soprattutto in riferimento all' antica civilta Dauna, come testimoniano i numerosi musei, il sito archeologico più famoso del Gargano, di fama internazionale, è senz' altro Grotta Paglicci. Il periodo storico del Paleolitico (dal greco palaios, "antico", e lithos, "pietra", ossia "età della pietra antica") è il più lungo della Preistoria: comprende il Paleolitico Inferiore (da 2,5 milioni di anni fa a circa 120.000 anni CIAO, SOfa), con la diffusione dell'Homo habilis e dell'Homo erectus, il Paleolitico Medio (Da circa 120.000 a circa 4035.000 anni fa) con la diffusione in Europa dell' Homo neanderthalensis e il Paleolitico Superiore (40-35.000 a circa 10.000 anni fa), con la diffusione dell' Homo sapiens sapiens. Il sito di Paglicci si trova nel comune di Rignano Garganico, in una posizione "strategica" da un punto di vista della caccia e della difesa dagli agenti atmosferici, tanto che l'uomo di Paglicci vi pose dimora per un tempo lunghissimo (si stima dai 200.000 a.C. ai 12.000 a.C) I ritrovamenti degli scheletri rinvenuti nella Grotta di Paglicci sono da attribuirsi al tipo umano Cro-Magnon (Homo sapiens sapiens, il cui nome deriva dal primo ritrovamento sotto la roccia di Cromagnon, presso Les Eyzies in Dordogna), molto diffuso in Europa nel periodo Paleolitico Superiore. Proprio in quest'epoca, l'uomo andava sviluppando, una "cultura spirituale", testimoniata da un lato dalla produzione artistica, dall' altra da una spiccata attenzione verso i morti. L'uomo di Paglicci costituisce uno dei pochissimi ritrovamenti italiani di arte parietale, realizzati con la caratteristica ocra rossa, e tra i più importanti d' Europa. Fino ad oggi sono stati recuperati quasi 40000 reperti tra cui, come si diceva, dipinti parietali di cavalli (due piccoli e uno grande), impronte positive e negative di mani, scheletri umani, focolari, strumenti litici, oggetti d'arte mobiliare (il graffito più antico, rappresentante uno stambecco, viene datato a circa 22.000 anni fa). Inoltre anche l'uomo di Paglicci conferma come nel Paleolitico Superiore il rituale funebre si arricchisce di nuovi elementi: la grotta ha rilasciato 2 sepolture, un ragazzo di circa 12-14 anni (di circa 25.000 anni fa) , una ragazza di 18-20 anni (di circa 23.000 anni fa), che testimoniano come i morti, non venivano seppelliti, ma semplicemente coricati sul terreno, ricoperti di ocra rossa e circondati da corredi funerari (a volte ricchi,come nel caso del ragazzo, a volte più poveri, come nel caso della donna). Oltre a Grotta Paglicci, l’intero territorio di Rignano è ricco di altre cavità ed altri siti tra cui, le più importanti sono Grotta Spagnoli, Villaggio neolitico di Villanova, Grotta Trappedo e Grotta dei Miracoli, il Dolmen megalitico della Madre di Cristo, le Tombe romane di Pescorosso.

Cavalli disegnati sulle pareti della grotta con ocra rossa.

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“Sulle orme del Passato...”


I Dauni, nostri progenitori... Le fonti antiche (Erodoto, Ticidite, Polibio, Varrone, Festo, Plinio il Vecchio e Nicandro) parlano della suddivisione della Puglia in Daunia, Peucezia, e Messapia, come effetto dell'insediamento degli Iapigi,mescolanza di Cretesi e Illiri, che avrebbero scacciato gli Ausoni (che insieme con Sabini, Lucani, Peligni, Bruzi, Campani, Equi e Sanniti abitabano il Meridione). Le indagini storiche più recenti hanno accertato che intorno alla fine del secondo millennio A. C. si CIAO, SO- di ceppo Illirico: i Dauni nell'attuale provincia di Foggia, i Peucezi consolidarono il Puglia, in parte nella terra di Bari, e i Messapi nel Salento. Queste immigrazioni integrarono le popolazioni autoctone e si fusero con gruppi Micenei, approdati fra il XVI e l'XI secolo, lungo la cosiddetta "Rotta Micenea", dando vita a culture elevate, che successivamente, nella fase della colonizzazione greca, furono rielaborare in assonanza con i propri usi e costumi e mantennero la loro identità fino alla conquista Romana. I primi Dauni si stanziarono sul promontorio Garganico, dove l'insediamento umano esisteva fin dal Paleolitico, e successivamente nella pianura ed in altre zone. i Dauni seppellivano i propri cadaveri in prossimità della capanna o in zone destinate a necropoli site nelle vicinanze dell'abitato. Il tipo di tomba più diffuso era a fossa rettangolare, scavato nella roccia (M. Saraceno) o nella terra (Canosa, Arpi e Salapia) con il cadavere posto in posizione rannicchiata accompagnato dal corredo funerario e di oggetti personali e rituali. Un grosso lastrone di pietra copriva la sepoltura che spesso si presentava accompagnata da sculture in pietra

I vasi dei Dauni… Come vivevano...

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“Sulle orme del Passato...”


Noi come i Dauni : i vasi, le stele, le collane... CIAO, SO-

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