Spazi per crescere

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Altamura

Bari

Assessorato all’Istruzione, Formazione e Lavoro Sezione Istruzione e Università

Agenzia regionale per la tecnologia e l’innovazione

Comune di Altamura Ci à d’Arte

COMUNE DI BARI

Spazi per crescere I concorsi di proge azione dei Poli per l’infanzia Zerosei in Puglia

Capurso



Assessorato all’Istruzione, Formazione e Lavoro Sezione Istruzione e Università

Agenzia regionale per la tecnologia e l’innovazione

Comune di Altamura Ci à d’Arte

COMUNE DI BARI

Spazi per crescere I concorsi di proge azione dei Poli per l’infanzia Zerosei in Puglia Altamura · Bari · Capurso


SPAZI PER CRESCERE I concorsi di proge azione dei Poli per l’infanzia Zerosei in Puglia Altamura · Bari · Capurso

Catalogo dei concorsi di proge azione per gli interventi di realizzazione in Puglia di tre Poli per l’infanzia ai sensi dell’art. 3, D. Lgs. n. 65/2017 A cura di:

Copyright © 2021 Arti - Agenzia Regionale per la Tecnologia e l’Innovazione della Regione Puglia A.R.T.I. Agenzia Regionale per la Tecnologia e l’Innovazione via Giulio Petroni 15/f.1, 70124, Bari www.arti.puglia.it

Regione Puglia – Assessorato Politiche per il lavoro, Diri o allo studio, Scuola, Università, Formazione professionale Agenzia Regionale per la Tecnologia e l’Innovazione (ARTI Puglia) Comune di Altamura Comune di Bari Comune di Capurso

Questo catalogo è pubblicato nell’ambito delle procedure dei concorsi di proge azione per gli interventi di realizzazione in Puglia di tre Poli per l’infanzia ai sensi dell’art. 3, D. Lgs. n. 65/2017. Nessuna parte di questo catalogo, compresi i contenuti digitali accessibili tramite i QrCode, può essere riutilizzato, memorizzato, fotocopiato e comunque riprodo o senza le dovute autorizzazioni. 1a edizione: o obre 2021 ISBN 978-88-905203-6-5

Coordinamento scientifico Maria Raffaella Lamacchia Mariella Annese Vito Cascione Nino Perrone Cristina Sunna Valentina Parente Collaborazione tecnica Giacinto Capodivento Nicole a De Rosa Lia Picerno Michele Rizzo Proge o grafico e impaginazione Nino Perrone Vita Fiorino (assistente) Stampa Grafica&Stampa - Altamura In copertina: foto dei proge i vincitori dei Concorsi di proge azione dei Poli per l’infanzia di Altamura, Bari e Capurso.

Si ringraziano: Francesco Crudele, Vice Presidente ANCI Puglia con delega all’Istruzione nella fase di avvio dei bandi di concorso, Anna Cammalleri e Giuseppe Silipo con le stru ure dell’USR - Ufficio Scolastico Regionale per la Puglia, l’Ordine degli Archite i Paesaggisti Pianificatori e Conservatori della Provincia di Bari, l’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Bari, Ezia Zaza e Andrea Sabato, responsabili del procedimento rispe ivamente nella prima e seconda fase della procedura, Giulio Calvani componente della Task force Poli per l’Infanzia ARTI Puglia nella fase di predisposizione dei bandi di concorso.


La promozione del Sistema integrato di educazione e istruzione dalla nascita sino ai sei anni è stata al centro delle politiche regionali sin dai primi mesi dall’approvazione della riforma, sia sotto l’aspetto della programmazione di risposte concrete ai bisogni comunali con riguardo al segmento dei minori da 0 a 6 anni, sia sotto quello della sfida progettuale nella realizzazione dei Poli per l’infanzia disciplinati dall’art. 3 del Decreto Legislativo n. 65 del 13 aprile 2017, istitutivo del Sistema integrato Zerosei. Ciò che nessuno avrebbe potuto prevedere e non osava sperare in quel momento è stata la vasta partecipazione da parte di professionisti da tutta Italia ai concorsi di progettazione promossi dai Comuni e l’entusiasmo all’interno delle Commissioni di valutazione, chiamate a misurarsi con l’applicazione dei criteri stabiliti dagli indirizzi del Documento programmatico preliminare approvato da Regione Puglia per l’avvio dei concorsi, ma altresì chiamate a interpretare e declinare i caratteri distintivi dei Poli previsti dal Legislatore nazionale. I Comuni destinatari delle risorse per la costruzione di nuovi Poli per l’infanzia hanno volontariamente aderito alla sottoscrizione di un Protocollo d’Intesa con l’Amministrazione regionale, attuativo della volontà della Giunta di avviare una riflessione sul tema della qualità degli spazi per l’educazione e l’istruzione in Puglia, così incentivando l’affidamento della progettazione attraverso lo strumento del concorso di progettazione previsto dalla vigente normativa in tema di contratti pubblici quale percorso di elezione per assicurare la qualità dell’architettura. Inoltre, i Protocolli d’intesa sottoscritti con i Comuni costituiscono una dimostrazione tangibile del fatto che la collaborazione interistituzionale tra diversi livelli di programmazione degli interventi è la chiave che apre le porte al successo delle politiche di sviluppo locale, consentendo di attuare quella governance condivisa multilivello che l’Europa ci chiede di utilizzare quale strumento prioritario di pianificazione. È importante sottolineare in questa sede che la governance condivisa è un modus operandi che l’ente ha adottato per la promozione del Sistema integrato Zerosei non solo in relazione alla realizzazione dei Poli per l’infanzia, ma anche ai fini del coordinamento partecipato degli interventi finanziati con il Fondo Zerosei. Nel mese di gennaio 2021 sono infatti stati creati due Comitati interistituzionali, uno con l’Ufficio Scolastico regionale per la Puglia e ANCI regionale per la definizione di azioni mirate alla formazione congiunta del personale educativo e docente, l’altro con i medesimi organismi e in aggiunta le rappresentanze sindacali e di categoria con competenze consultive e propositive. In tal modo, l’operato dell’Amministrazione regionale ci è sembrato correttamente inquadrato in una cornice di riferimento all’interno della quale coltivare il terreno dello scambio di idee, della co-progettazione e della cooperazione attuativa. Infine, preme sottolineare che la partecipazione ai percorsi concorsuali per i Poli per l’infanzia che si sono chiusi, da un lato, ci inorgoglisce, dall’altro, ci pone in modo particolarmente attrezzato dinanzi alla sfida di mettere mano alla regolamentazione di queste nuove tipologie di unità di offerta per minori previste per la promozione del Sistema integrato Zerosei e, non ultimo, ci supporta fortemente nel procedere sulla strada segnata puntando alla qualità nell’ideazione degli spazi educativi pugliesi. È con uno spirito di condivisione e valorizzazione del lavoro svolto da tutti i partecipanti al concorso che pubblichiamo questo volume, nella consapevolezza che i contributi raccolti costituiscono un patrimonio di interesse comune allo sviluppo delle politiche educative non soltanto in ambito regionale.

Sebastiano Leo Assessore alla Formazione e Lavoro, Politiche per il Lavoro, Diri o allo studio, Scuola, Università, Formazione Professionale - Regione Puglia



SOMMARIO SPAZI PER CRESCERE NOTE SUI CONCORSI

BARI

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Proge are spazi per crescere tra le istanze della dida ica e della ci à Maria Raffaella Lamacchia Dirigente Sezione Istruzione e Università - Regione Puglia

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I Poli per l’infanzia: una riflessione sul modello di integrazione tra zero-tre e tre-sei Cristina Sunna P.O. - Offerta formativa integrata lungo tu o l’arco della vita - Regione Puglia

Banchi di Prova: spazi della formazione per il polo dell’infanzia di Bari Giovanni Multari Professore Associato in Proge azione Archite onica dell’Università degli Studi di Napoli Federico II e cofounder dello studio Corvino + Multari

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Inquadramento dell’area Nicole a De Rosa Assegnista di ricerca del Politecnico di Bari presso la Regione Puglia Gaetano Murgolo Responsabile del Procedimento del Comune di Bari

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Crediti

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Proge i partecipanti

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Tempi e a i per la proge azione e realizzazione dei poli per l’infanzia Giacinto Capodivento Task force Poli per l’Infanzia ARTI Puglia

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Il polo per l’infanzia: un contesto nuovo di apprendimento Mariella Annese, Vito Cascione Task force Poli per l’Infanzia ARTI Puglia

I CONCORSI 37

La qualità del proge o e i concorsi di proge azione Cosimo Damiano Mastronardi Presidente dell’Ordine degli Archie ti Paesaggisti Pianificatori e Conservatori della Provincia di Bari

CAPURSO 151

Uno sguardo al concept pedagogico delle proposte per il Polo per l’infanzia di Capurso Silvia Panzavolta Ricercatrice presso INDIRE - Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa

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Inquadramento dell’area Nicole a De Rosa Assegnista di ricerca del Politecnico di Bari presso la Regione Puglia Roberto Rotondo Responsabile del Procedimento del Comune di Capurso

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Crediti

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Proge i partecipanti

ALTAMURA 41

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Archite ura di qualità ad Altamura Miche Beccu Professore Ordinario in Proge azione archite onica dell’Università degli Studi Roma Tre e socio dello studio ABDR Archite i Associati Inquadramento dell’area Nicole a De Rosa Assegnista di ricerca del Politecnico di Bari presso la Regione Puglia Anna Giordano Responsabile del Procedimento del Comune di Altamura

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Crediti

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Proge i partecipanti

NOTE A MARGINE 193

Segni e disegni Enzo Colonna Consigliere regionale della Puglia, X Legislatura, 2016-2020


Spazi per crescere Note sui concorsi*

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I testi di questa sezione sono l’esito di una riflessione congiunta tra i diversi autori. Le a ribuzioni fanno riferimento alla stesura finale dei singoli testi.


Proge are spazi per crescere tra le istanze della dida ica e della ci à Maria Raffaella Lamacchia Dirigente Sezione Istruzione e Università - Regione Puglia

L’esperienza dei concorsi per la progettazione dei Poli per l’infanzia, che nelle pagine che seguono si racconta, muove dalla consapevolezza che l’ambiente fisico, lungi dall’essere una «sommatoria di aule», si configuri quale «terzo insegnante», secondo la classica definizione di Loris Malaguzzi, rivestendo così un ruolo profondamente pedagogico¹. La sicurezza statica e sismica hanno costituito, negli ultimi anni, i temi centrali del dibattito pubblico in tema di edilizia per l’educazione e l’istruzione dei minori, mentre è apparsa spesso tralasciata l’interrelazione che lega tra loro architettura e didattica innovativa, nonché la funzione urbana e socio-culturale delle strutture per l’educazione e l’istruzione. Al contempo il dibattito tecnico-pedagogico ha esplorato nuove forme di spazio per l’apprendimento, perseguendo concetti quali la flessibilità, la modularità e la multifunzionalità, in relazione alle nuove frontiere della didattica². In particolare, a differenza di quello che avviene in altri gruppi sociali, il target minori di prima e primissima infanzia è formato da “corpi in movimento” per quali l’esplorazione dello spazio che li circonda costituisce un impulso irrefrenabile. La ricerca esperienziale, nel caso dei bambini, è connaturata al bisogno di scoprire il mondo, ovvero alla necessità di conoscenza di tutto ciò che è altro da sé. Lo spazio per la crescita dei bambini, quindi, deve rispondere, da un lato, all’opportunità di assecondare la spinta innata al movimento e alla scoperta, dall’altro, all’esigenza di garantire benessere e sicurezza. La progettazione degli edifici per l’accoglienza di minori non ha sempre risposto a questo tipo di riflessione. Come è noto, in passato, l’approccio culturale e pedagogico è stato incentrato sull’opposto obiettivo di comprimere, incanalare e ridimensionare le istanze cinetiche dei bambini. Il progetto educativo, e quindi lo spazio che lo accoglieva, era fondato sull’anticipazione o, se non altro, l’impostazione, del dover essere degli adulti all’interno di una società basata su regole rigide di mantenimento di ruoli socialmente condivisi. L’approccio montessoriano, per il quale il ruolo del movimento è primario per lo sviluppo armonico del bambino piccolo, è universalmente riconosciuto come una rivoluzione ideologica di portata storica.

¹ ²

Tosi L., a cura di, (2019). Fare dida ica in spazi flessibili. Firenze: Giunti Scuola. INDIRE, (2016), Manifesto ‘1+4 spazi educativi per la scuola del Terzo Millennio’ consultabile all’indirizzo www.indire.it/proge o/ll-modello-1-4-spazi-educativi/

NOTE SUI CONCORSI

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Nei termini sopra detti, la riforma del Sistema integrato di educazione e istruzione dalla nascita sino ai sei anni, approvata con il Decreto Legislativo n. 65/2017, interpreta, inaugura e declina in modo precipuo una nuova fase dell’evoluzione degli ambienti educativi e, attraverso la previsione (art. 3) dei caratteri distintivi dei Poli per l’infanzia costituisce il punto di riferimento per la sfida regolamentare con la quale sono chiamate a misurarsi le regioni (art. 6, co. 1, lett. f)). I Poli per l’infanzia, quindi, rappresentano l’esito di un’evoluzione non solo normativa, ma anche culturale, all’interno del quadro di riferimento disciplinare del sistema di offerta educativa per minori e si prospettano non quale mera sommatoria di tipologie di unità di offerta educativa e di istruzione da 0 a 6 anni, ma come tertium genus di accoglienza rispetto alle due tipologie-madre di ambienti per apprendimento, vale a dire l’asilo nido e la scuola dell’infanzia. Nell’ambito del descritto quadro culturale e istituzionale, cogliendo l’occasione di attuare obiettivi formativi innovativi offerti dal Decreto Legislativo n. 65/2017, Regione Puglia ha favorito l’attuazione di interventi specifici in grado di aprire una riflessione sul rapporto tra spazio e apprendimento e riproporre il ruolo dei servizi educativi per l’infanzia come attrezzatura urbana di elevata valenza sociale, aggregativa e funzionale, costituendo delle polarità per l’educazione e l’istruzione da zero a sei anni. A tal fine, la Sezione Istruzione e Università, con il supporto dell’Agenzia Regionale per la Tecnologia e l’Innovazione della Puglia, ed in collaborazione con i Comuni che, in virtù di un finanziamento ministeriale³, si apprestavano a realizzare i primi poli per l’infanzia regionali, ha promosso lo strumento del Concorso di Progettazione, ritenendolo il più idoneo a favorire un elevato standard al contempo architettonico e urbano, attraverso la selezione di soluzioni innovative. Attraverso il Concorso di Progettazione, le commissioni giudicatrici⁴, sono state chiamate ad avviare una riflessione ampia e partecipata sul ruolo dello spazio e dell’architettura dei Poli per l’infanzia, in relazione alle nuove esigenze della didattica e ai diversi contesti urbani: i progetti sono stati analizzati sotto il profilo non soltanto dell’intrinseca qualità architettonica, e del rapporto tra spazio e apprendimento, ma anche e, soprattutto, della loro capacità di integrarsi funzionalmente e fisicamente con lo spazio urbano circostante, da un lato aprendo i propri spazi interni (auditorium, biblioteca, ecc.) ed esterni (aree a verde, parchi) all’uso pubblico o promiscuo e consentendo la traguardabilità e la trasparenza dalla città verso gli spazi dell’apprendimento, dall’altro lato favorendo l’utilizzo degli spazi della città e della campagna peri-urbana per la didattica e l’apprendimento. È accaduto durante il processo di preparazione ed espletamento dei concorsi che le stesse comunità urbane abbiamo sviluppato notevoli aspettative nei confronti della realizzazione dei progetti, destinati ad offrire ai bambini servizi all’avanguardia per la loro crescita e formazione educativa, scolastica ed extrascolastica. Il tutto accadeva nel mentre nei mesi

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³

Con DD 75/2017 è stata approvata la graduatoria unica regionale prevista da Decreto n. 637 del 23 agosto 2017 che ha visto nelle prime tre posizioni le manifestazioni di interesse per la creazione di Poli per l’infanzia dei Comuni di Bari, Altamura e Capurso.

Nella composizione delle commissioni giudicatrici si è avuto cura di includere esperti oltre che dell’ingegneria e dell’archite ura, anche di pedagogia ed urbanistica.

SPAZI PER CRESCERE


della Pandemia da Covid-19 si sviluppava un ampio dibattito sulle realtà urbane postcovid e prendeva piede la teoria della “città dei 15 minuti”⁵, capace nella dimensione del quartiere di offrire alla comunità insediata servizi di prossimità come i Poli per l’infanzia, in forte integrazione con le strutture residenziali del quartiere e collegati alle stesse da reti di mobilità dolce. Tutti i concorsi di progettazione sono stati espletati, vedendo la partecipazione di più di 300 professionisti organizzati in circa 65 gruppi di progettazione, le Commissioni di valutazione appositamente nominate hanno chiuso i lavori e i Comuni interessati hanno approvato gli atti amministrativi per l’individuazione dei progetti vincitori del concorso che, insieme a tutte le progettazioni candidate, sono pubblicati nel presente volume. Il catalogo delle progettazioni partecipanti ai concorsi in rilievo se per un verso costituisce un punto di arrivo di un percorso amministrativo innovativo a livello regionale, per nulla scontato nelle sue pieghe attuative, per altri versi rappresenta un nastro di partenza da cui prendere le mosse per avviare l’iter attuativo e regolamentare che gli sforzi finora realizzati impongono e meritano.

La “ci à dei 15 minuti” è un modello teorico che, riprendendo il conce o novecentesco di neighborhood unit (unità di vicinato) e il diba ito sugli standard urbanistici di quartiere sfociato nel Dm 1444/68, ipotizza una ci à in cui ogni ci adino può raggiungere in quindici minuti, a piedi o in bicicle a, i servizi necessari per mangiare, crescere, divertirsi e lavorare.

NOTE SUI CONCORSI

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I Poli per l’infanzia: una riflessione sul modello di integrazione tra zero-tre e tre-sei Cristina Sunna P.O. - Offerta formativa integrata lungo tu o l’arco della vita - Regione Puglia

Nel 2000 viene approvata la Legge n. 328, “Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali”. Si tratta di una normativa che ancora oggi costituisce il punto di riferimento delle legislazioni regionali in materia socioassistenziale e che nel momento della sua approvazione ha rappresentato un punto di approdo per il lungo dibattito sull’integrazione dei servizi sociali e sociosanitari a sostegno delle famiglie, con particolare riguardo a quelle in difficoltà. A seguito dell’approvazione di quella Legge, gli asili nido, così come altre tipologie di servizi di accoglienza per minori fino a tre anni, vengono inquadrati nel sistema di assistenza e sono disciplinati dal legislatore regionale con la qualità di essere un’offerta socio-educativa; non a caso, quello che oggi viene definito come “inserimento” dei minori nell’asilo nido, in quella fase viene detto: “presa in carico”. In attuazione della Legge quadro n. 328, Regione Puglia approva la Legge n. 19/2006 e il Regolamento attuativo della stessa n. 4/2007. All’interno di tale quadro normativo regionale vengono discliplinati gli standard strutturali, organizzativi e funzionali, oltre che qualitativi, di tutte le tipologie di unità di offerta che accolgono minori, oltre ad anziani, disabili e adulti con problematiche psicosociali, e sono altresì disciplinate tutte le procedure per l’autorizzazione al funzionamento delle stesse. La scuola dell’infanzia non rientra nella competenza legislativa esclusiva regionale, non si configura come servizio socio-educativo, ma assume, sin dalla legge istitutiva che ne disciplina il funzionamento (L. n. 44/1968, Ordinamento della scuola materna statale) una connotazione pubblica di livello statale, particolarmente significativa ove si pensi al contesto (rivoluzionario) che caratterizza l’anno di approvazione della Legge. Occorre attendere la Legge n. 62/2000 per il riconoscimento della parità scolastica nei confronti dei numerosi operatori privati, già da lungo tempo operanti nel sistema di offerta per minori da 3 a 6 anni a garanzia dell’articolazione territoriale delle scuole dell’infanzia, della libertà di scelta e del pluralismo educativo e culturale previsto dalla Costituzione (art. 33); tuttavia, occorre sottolineare che, a differenza del “progetto educativo” elaborato in ogni asilo nido o altro servizio per minori fino a tre anni, sia pure all’interno di principi generali standardizzati, il curriculo della scuola dell’infanzia, quale equilibrata integrazione di momenti di cura, di relazione, di apprendimento dell’infanzia è una competenza dello Stato ed è approvato con Decreto Ministeriale. Nell’offerta di accoglienza per minori vi sono, quindi, competenze legislative e

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amministrative regionali e comunali con riguardo alle strutture da 0 a 3 anni, e competenze legislative e amministrative statali con riguardo alle scuole dell’infanzia, che accolgono minori da 3 a 6 anni. Con la riforma istitutiva del Sistema integrato di educazione e istruzione Zerosei è evidente che si è determinato un cambiamento significativo nell’ordinamento italiano e che si rendono necessarie importanti modifiche di sistema in grado di declinare il mutato ruolo sociale dei servizi deputati all’educazione delle bambine e dei bambini. L’oggettiva difficoltà amministrativa di coniugare in un unico asset organizzativo la gestione di un sistema di offerta educativa da 0 a 3 anni e di uno di offerta scolastica da 3 a 6, storicamente incardinati in Italia nei due distinti ambiti pubblici, rispettivamente, in capo al settore politiche sociali e in capo a quello dell’istruzione, a conti fatti costituirà “il” banco di prova della riforma in rilievo e risulta efficacemente trainata da due fattori: da un lato, le soluzioni architettoniche che si stanno concretizzando nella progettazione dei Poli per l’infanzia previsti dalla riforma del Sistema integrato Zerosei (art 3, D. Lgs. n. 65/2017); dall’altro, la prospettiva, delineata all’interno del Documento base Linee pedagogiche per il Sistema integrato Zerosei, elaborato dall’apposita Commissione nazionale del Ministero dell’Istruzione, della elaborazione di un curricolo educativo unico per l’infanzia da zero a sei anni. L’esperienza maturata in Puglia nell’affiancamento di competenze tecniche, pedagogiche e amministrative all’interno delle Commissioni di valutazione dei progetti dei Poli per l’infanzia ha consentito, quindi, di affrontare verticalmente i temi della riforma del Sistema integrato Zerosei, aprendo di fatto la strada alla stagione delle necessarie riforme tecniche inerenti alla legislazione regionale al fine di inquadrare correttamente la gestione amministrativa del nuovo assetto dell’offerta per minori denominato Zerosei. È evidente che la sponda legislativa creata dalla delega contenuta nella Legge n. 107/2015 in relazione al Sistema integrato di cui si tratta e il successivo Decreto attuativo della stessa (n. 65/2017) costituiscono per molti aspetti il perimetro all’interno del quale costruire il cambiamento della sintassi amministrativa dell’organizzazione esistente, realizzando un coordinamento strutturale di notevole impatto in termini di competenze interne all’amministrazione pubblica. Sotto tale profilo, infatti, le regioni sono chiamate, come dice la riforma (art. 6, co. 1, lett. f)), a definire gli standard strutturali, organizzativi e qualitativi dei Servizi educativi per l’infanzia, disciplinando le attività di autorizzazione, accreditamento e vigilanza dei soggetti privati operanti nel settore e hanno un ruolo di programmazione delle risorse pubbliche disponibili in ottica Zerosei. Invero, tutte le regioni prevedono già nelle proprie legislazioni tali standard solo che essi si riferiscono a servizi socio-educativi per minori e non contemplano servizi educativi integrati da 0 a 6 anni. Al fine perciò di garantire la gestione coordinata di tale sistema di offerta educativa, le amministrazioni regionali sono in definitiva chiamate a ridisegnare un quadro di regole nella prospettiva di superare la frammentazione derivante dalla vigente dicotomia prevista dall’art. 117 della Costituzione tra competenza legislativa esclusiva con riguardo ai servizi educativi per minori da 0 a 3 anni e competenza statale sulle scuole dell’infanzia, che invece accolgono l’altro segmento dello “zerosei”, vale a dire i minori da 3 a 6 anni,

NOTE SUI CONCORSI

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innestando proprio nella dimensione dei Poli per l’infanzia di cui all’art. 3 del Decreto 65, e nel necessario coordinamento pedagogico del curriculo dell’infanzia all’interno degli stessi, le premesse logiche e giuridiche per un’integrazione della gestione amministrativa del Sistema di offerta Zerosei, nel rispetto delle competenze statali. L’ipotesi regolamentare che in tale ottica si fa strada è quindi quella di riuscire a garantire l’avvio e la promozione di un sistema Zerosei realmente integrato attraverso un complesso di regole destinate a disciplinare l’offerta di accoglienza educativa verso il target specifico non su un piano onnicomprensivo, ma considerandone il livello funzionale per tutti i casi in cui le strutture di accoglienza assumano, oltre alla propria funzione ontologica di accoglienza di minori da 0 a 3 anni e/o da 3 a 6, anche quella coordinata in ottica Zerosei. Buona parte di questa partita sul sistema delle regole a livello della gestione amministrativa si gioca, come sopra detto, per alcuni versi, sul campo del coordinamento pedagogico interno alle strutture, e l’esperienza in corso sulla progettazione dei Poli per l’infanzia costituisce un assist determinante in quanto prende le mosse dalla visione coordinata dell’ambiente (inteso come spazio) per l’apprendimento; per altri versi, la sfida raggiungerà buoni risultati nella misura in cui i coordinamenti pedagogici territoriali, da istituire d’intesa con l’Ufficio Scolastico regionale e la rappresentanza regionale degli Enti locali, saranno in grado di cogliere e risolvere la complessità organizzativa incardinata nella riforma. Ciascun interlocutore del nuovo sistema di offerta avrà un ruolo e ciascuno dovrà fare la sua parte.

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Tempi e a i per la proge azione e realizzazione dei poli per l’infanzia Giacinto Capodivento Task force Poli per l’Infanzia ARTI Puglia

Con Decreto Legislativo n. 65 del 13 aprile 2017 lo Stato Italiano stabilisce gli obiettivi strategici del Sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita fino ai sei anni e: • al comma 1 dell’art. 3 definisce i Poli dell’Infanzia: I Poli per l’infanzia accolgono, in un unico plesso o in edifici vicini, più strutture di educazione e di istruzione per bambine e bambini fino a sei anni di età, nel quadro di uno stesso percorso educativo, in considerazione dell’età e nel rispetto dei tempi e degli stili di apprendimento di ciascuno. I Poli per l’infanzia si caratterizzano quali laboratori permanenti di ricerca, innovazione, partecipazione e apertura al territorio, anche al fine di favorire la massima flessibilità e diversificazione per il miglior utilizzo delle risorse, condividendo servizi generali, spazi collettivi e risorse professionali. • al comma 4 dell’art. 3 sancisce una partnership sociale tra il Ministero dell’Istruzione (MIUR) e l’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (INAIL): Al fine di favorire la costruzione di edifici da destinare a Poli per l’infanzia innovativi a gestione pubblica, l’INAIL, destina, fino ad un massimo di 150 milioni di euro per il triennio 2018-2020 comprensivi delle risorse per l’acquisizione delle aree, rispetto ai quali i canoni di locazione che il soggetto pubblico locatario deve corrispondere all’INAIL sono posti a carico dello Stato. • al comma 8 dell’art. 3 prevede che le progettazioni siano espletate tramite il ricorso al Concorso di idee (previsioni che, come vedremo, verrà poi meno): Il Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca sentita la Conferenza Unificata, indice specifico concorso con procedura aperta, avente ad oggetto proposte progettuali relative agli interventi individuati dalle Regioni. Con Decreto n. 637 del 23 agosto 2017 il Ministero dell’Istruzione: • ripartisce le somme stanziate da INAIL fra le regioni italiane, tenendo conto della popolazione scolastica nella fascia di età 0-6 anni e del numero di edifici scolastici presenti sul territorio regionale con riferimento a quelli per l’istruzione nella fascia di età 3-6 anni, come risultanti dall’Anagrafe dell’edilizia scolastica. A Regione Puglia sono assegnati € 9.687.832,54; • definisce i criteri per l’acquisizione e la selezione da parte delle stesse regioni delle manifestazioni di interesse da parte degli Enti locali proprietari delle aree oggetto di intervento e interessati alla costruzione di Poli per l’infanzia innovativi: NOTE SUI CONCORSI

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a) utilizzo delle risorse esclusivamente per la costruzione di nuova scuola in un’area nella piena disponibilità dell’ente e urbanisticamente consona all’edificazione, libera da vincoli, contenziosi in essere e quanto altro possa risultare motivo di impedimento o di ostacolo all’edificazione, anche tenendo conto di eventuale contestuale dismissione di immobili in locazione passiva; b) dimensioni di area conformi al decreto del Ministro dei lavori pubblici, di concerto con il Ministro per la pubblica istruzione, 18 dicembre 1975; c) ampiezza del bacino territoriale di riferimento, tenendo conto della popolazione scolastica interessata dalla proposta, nonché degli obiettivi di razionalizzazione della rete scolastica e di accorpamento o aggregazione di più sedi scolastiche esistenti, anche nell’ottica di una edilizia sostenibile; d) disponibilità di un servizio di trasporto per garantire collegamenti adeguati alle esigenze del territorio e dell’utenza della scuola da realizzare; e) disponibilità dell’ente a garantire un’ampia apertura e coinvolgimento del territorio offrendo con la proposta servizi generali, spazi collettivi e risorse professionali; f)

progetto didattico connesso alla costituzione del polo d’infanzia;

g) livello di innovazione didattica che si intende promuovere nella nuova scuola, anche attraverso la sperimentazione di nuovi ambienti e modelli di apprendimento; h) congruità del costo stimato per la realizzazione del nuovo polo alla luce di prezziari regionali vigenti; i)

ulteriori criteri definiti a livello regionale sulla base delle proprie specificità territoriali.

Con Delibera n. 1613 del 10 ottobre 2017 la Giunta Regionale della Puglia, su proposta del’Assessore all’Istruzione Formazione e Lavoro stabilisce i criteri per l’acquisizione e la selezione delle manifestazioni di interesse per gli Enti Locali, e, in attuazione degli stessi, la dirigente della Sezione Istruzione e Università: • con Determina Dirigenziale n. 54 del 10 ottobre 2017 adotta il relativo Avviso Pubblico; • con Determina Dirigenziale n. 75 del 23 novembre 2017 approva la graduatoria unica regionale delle manifestazioni di interesse per la costruzione dei Poli dell’infanzia innovativi presentate dai Comuni, che vede nelle prime tre posizioni i Comuni di Bari, Altamura e Capurso. Con Decreto Legge 12 luglio 2018, n. 86, (cosiddetto Decreto Legge Ministeri), convertito con modificazioni dalla Legge 9 agosto 2018, n. 97, viene soppresso il comma 8 dell’articolo 3 del Decreto Legislativo 13 aprile 2017, n. 65 superando la previsione del concorso con procedura aperta, avente ad oggetto proposte progettuali relative agli interventi individuati dalle Regioni. Con Delibera n. n. 2032 del 15 novembre 2018 la Giunta Regionale della Puglia, su proposta del’Assessore all’Istruzione Formazione e Lavoro, rilancia il tema dei concorsi, questa volta di progettazione, per la promozione della qualità delle opere di architettura e di trasformazione del territorio, anche avendo a riferimento la Legge regionale n. 14/2008

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“Misure per la qualità dell’Architettura”. La Regione si impegna così a fornire ai Comuni beneficiari del finanziamento ministeriale un supporto tecnico amministrativo nella predisposizione del concorso e un contributo economico alle spese di progettazione, per un totale di totale € 210.000, a condizione che gli stessi procedano alla progettazione attraverso l’istituto del concorso di progettazione secondo modalità concordate, nel tempo più breve possibile, al fine della effettiva realizzazione dei Poli dell’infanzia. Con protocollo d’intesa sottoscritto in data 10/12/2018 la Regione Puglia, attraverso una task-force (attivata in collaborazione con l’Agenzia Regionale per la Tecnologia e l’Innovazione - ARTI), si impegna a: • fornire supporto tecnico-giuridico ai Comuni in tutte le fasi del concorso di progettazione ed in particolare nella predisposizione del bando di concorso attraverso la redazione di “linee giuda” e del bando-tipo; • coordinare l’iniziativa e collabora con le Amministrazioni comunali nell’organizzazione dell’incontro di presentazione dei bandi di concorso, della mostra dei risultati del concorso di progettazione, della pubblicizzazione di risultati dei concorsi attraverso la pubblicazione di un volume contenete il racconto delle esperienze e i risultati del concorso di progettazione; • divulgare (sito web, mostra, pubblicazione ecc.) l’intera iniziativa; • erogare un contributo finanziario alle spese di progettazione dei tre poli dell’infanzia nella misura di € 70.000 a Comune. Con il medesimo protocollo d’intesa i Comuni beneficiari si impegnano a bandire il Concorso di progettazione nel rispetto della normativa comunitaria, nazionale, regionale vigente e nel rispetto delle “linee giuda” e del bando-tipo approvati dalla regione ed inoltre: • l’Amministrazione comunale di Bari, al fine di approfondire le tematiche della progettazione di strutture educative e di istruzione da zero a sei anni, si impegna ad organizzare un incontro di presentazione dei bandi di concorso; • l’Amministrazione comunale di Capurso i impegna a organizzare in occasione della proclamazione dei progetti vincitori, una mostra dei risultati del concorso di progettazione; • l’Amministrazione comunale di Altamura si impegna a pubblicizzare i risultati dei concorsi con la pubblicazione di un volume contenete il racconto delle esperienze e i risultati del concorso di progettazione. In data 11 febbraio 2019 il Comune di Bari organizza, presso il Palazzo della Provincia, un convegno volto ad approfondire i temi e gli orientamenti più attuali e all’avanguardia riguardanti l’innovazione dei progetti educativi negli spazi dedicati ai bambini della fascia d’età 0-6 anni; in detta occasione si provvede alla presentazione dei bandi di concorso di successiva pubblicazione. Nell’estate del 2019 i Comuni di Capurso, Altamura e Bari bandiscono i Concorsi di Progettazione per i Poli dell’infanzia: • il Comune di Bari bandisce il concorso con determinazione n. 2019/160/01142 del

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17/06/2019, (pubblicata il 15/07/2019), fissando la scadenza per la presentazione delle proposte al 30 settembre; • il Comune di Capurso bandisce il concorso con determinazione n. 996 del 12/07/2019 (pubblicata il 30/07/2019), fissando la scadenza per la presentazione delle proposte al 21 ottobre; • il Comune di Altamura bandisce il concorso con determinazione n. 806 del 25/07/2019 (pubblicata il 02/08/2019), fissando la scadenza per la presentazione delle proposte al 14 ottobre; • La Regione Puglia, attraverso la task-force attivata dall’ARTI, provvede alla divulgazione dei bandi concorso attraverso canali specialistici (Archiproducts Edilportale, Il Giornale dell’Architettura), attraendo progettisti dall’intero territorio nazionale. Tra dicembre 2020 e giugno del 2021 i tre Comuni di Capurso, Altamura e Bari aggiudicano i Concorsi di Progettazione per i Poli dell’infanzia: • Con determinazione n. 2020/160/02310 del 30/12/2020, il Comune di Bari aggiudica a Gandolfi e Mura Architetti Associati il Concorso di Progettazione al quale hanno concorso 41 gruppi; • Con determinazione n. 514 del 13/04/ 2021, il Comune di Capurso aggiudica alla RTP ing. Domenico Scalera, arch. Pietro Natuzzi, arch. Nicola Pisicoli il Concorso di Progettazione al quale hanno concorso 22 gruppi; • Con determinazione n. 778 del 15/06/2021 e rettificata con determinazione n. 1130 del 16/09/2021, il Comune di Altamura aggiudica a arch. Pietro Colonna il Concorso di Progettazione al quale hanno concorso 28 gruppi. Da agosto ad ottobre 2021, con il supporto della Regione Puglia e della task-force attivata dall’ARTI: • Il Comune di Capurso, presso la Basilica della Madonna del Pozzo, organizza la premiazione dei vincitori del concorso di progettazione e la mostra dei relativi progetti; • Il Comune di Altamura cura la pubblicizzazione dei risultati dei concorsi attraverso la pubblicazione del presente catalogo il quale racconta le esperienze e i risultati dei concorsi di progettazione. In seguito alla realizzazione dell’opera attraverso le procedure previste dal Codice dei Contratti Pubblici, gli immobili saranno di proprietà dell’INAIL; i rapporti fra l’Ente Locale e l’INAIL saranno regolati da apposito contratto di locazione. Saranno a carico del Ministero dell’istruzione gli oneri relativi ai canoni di locazione da corrispondere all’INAIL per l’investimento effettuato e per tutta la durata dello stesso. Il risultato raggiunto, associato all’innalzamento della qualità dello spazio costruito, sarà oggetto di valutazioni più specifiche fra qualche anno, quando sarà sperimentato il modello del nuovo contesto di apprendimento nei confronti delle bambine e dei bambini che vivranno questi spazi. Oggi si apprezzano i risultati dei concorsi di progettazione, obiettivo aggiunto (e raggiunto) al Sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita fino a sei anni.

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Il polo per l’infanzia: un contesto nuovo di apprendimento¹ Mariella Annese, Vito Cascione Task force Poli per l’Infanzia ARTI Puglia

1. STRUTTURE PER L’EDUCAZIONE E PER L’ISTRUZIONE Evoluzione normativa 1.1 L’asilo nido Il primo “asilo di carità per l’infanzia” fu aperto a Cremona nel 1829 dal sacerdote cremonese Ferrante Aporti: gli asili aportiani avevano come missione, da un lato, quella di evitare il vagabondaggio e l’accattonaggio dei bambini, dall’altro, quella di prepararli ad andare a scuola; in definitiva, erano impostati come esperienza pre-scolare, poco orientata alla socializzazione, al gioco e alla creatività. Dopo qualche decennio di esperienze di asili nido “aziendali”² e di “ricoveri”³ per bambini lattanti, nel 1925 venne istituita l’O.N.M.I. (Opera Nazionale per la Maternità e l’Infanzia)⁴. I compiti dell’Opera riguardavano la protezione morale e l’assistenza materiale della «madre e del bambino», e precisamente: a) delle gestanti e delle madri bisognose o abbandonate; b) dei bambini lattanti e divezzati fino al 5° anno appartenenti a famiglie che non possano prestare loro tutte le cure necessarie per un razionale allevamento; c) dei fanciulli di qualsiasi età appartenenti a famiglie bisognose e dei minorenni fisicamente e psichicamente anormali oppure materialmente o moralmente abbandonati, traviati o delinquenti, fino all’età di anni diciotto compiuti⁵.

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1

Il testo di seguito riportato è parte integrante del Documento Programmatico di Proge azione del Bando di concorso. Esso è stato di indirizzo alla proge azione, e al contempo ha rappresentato un momento importante di riflessione per l’Amministrazione regionale sui cara eri di innovazione dei nuovi Poli 0-6.

²

Alla fine dell’O ocento, l’incremento della manodopera femminile nell’industria determinò l’esigenza di consentire alle donne di non allontanarsi dai luoghi di lavoro, si diffusero, quindi, asili nido all’interno o a igui alle fabbriche nell’interesse degli stessi imprenditori. Una delle prime esperienze in tal senso fu la costruzione dell’asilo nido del Lanificio Rossi a Schio nel 1867.

³

Nel 1850, l’Imperial Regia Luogotenenza di Lombardia con sede a Milano assegnava un formale riconoscimento all’attività di accoglienza svolta dai pedagogisti Laura Solera Mantegazza e Giuseppe Sacchi a raverso la Pia Associazione per istituire ricoveri per bambini la anti. Si tra ava di una stru ura in cui le madri che lavoravano nelle aziende tessili della ci à potevano lasciare gratuitamente i loro figli durante la giornata.

Legge 10 dicembre 1925, n. 2277. Il regolamento di esecuzione alla legge n. 2277 fu approvato con Regio decreto 15 aprile 1926, n. 718; modifiche alla disciplina furono approvate con il Regio decreto 21 o obre 1926, n. 1904.

Art. 4, co. 1, L. 2277/1925.

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Nel periodo fascista, la principale propaganda in materia di minori concerne: • la cura delle condizioni igienico-sanitarie delle mamme e dei bambini, • la presa in carico dei minori, intesa come custodia e allontanamento dai genitori, • l’osservanza della routine all’interno della struttura nell’arco della giornata. L’asilo nido, in sostanza, deve far fronte a bisogni primari di educazione igienica e alimentare, molto diffusi nelle città e anche nelle zone rurali; al suo interno non vi è alcuno spazio dedicato ai rapporti con le famiglie o tra le famiglie in quanto vi sono altre priorità da affrontare; inoltre, le relazioni con l’istituzione sono verticali, sottolineano le distanze sociali. Con la finalità di superare i limiti culturali della normativa vigente nel Ventennio e all’interno delle istituzioni da essa generate, nel 1960 l’Unione Donne Italiane (U.D.I.) presentò una pionieristica proposta di legge per il passaggio delle competenze dall’O.N.M.I. alle amministrazioni locali; di lì a poco, nel 1965, venne promossa una proposta di legge di iniziativa popolare per l’istituzione di un servizio nazionale di asili nido e nel 1968, le tre maggiori organizzazioni sindacali dei lavoratori (CGIL, CISL e UIL) presentarono una formale richiesta unitaria per l’istituzione di strutture che favorissero la madre lavoratrice, all’interno di un quadro più ampio di riforme sociali e, in tal modo, maturarono i tempi per una riforma del settore educativo. Tra i più importanti interventi legislativi, che interpretano il nuovo corso delle politiche educative e segnano l’attuazione di un passaggio fondamentale in materia, vi è la legge n. 1044 del 1971 “Piano quinquennale per l’istituzione di asili-nido comunali con il concorso dello Stato” il cui art. 6, stabilisce che: • “La regione, con proprie norme legislative, fissa i criteri generali per la costruzione, la gestione e il controllo degli asili nido, tenendo presente che essi devono: 1) essere realizzati in modo da rispondere, sia per localizzazione sia per modalità di funzionamento, alle esigenze delle famiglie; 2) essere gestiti con la partecipazione delle famiglie e delle rappresentanze delle formazioni sociali organizzate nel territorio; 3) essere dotati di personale qualificato sufficiente ed idoneo a garantire l’assistenza sanitaria e psico-pedagogica del bambino; 4) possedere requisiti tecnici, edilizi ed organizzativi tali da garantire l’armonico sviluppo del bambino.” Per la prima volta in Italia, si afferma formalmente il ruolo delle “famiglie”: si tratta di una parola chiave nel testo di legge; dal punto di vista culturale, la società è ancora lontana dal riconoscere un protagonismo del gruppo-famiglia quale leva per lo sviluppo locale, ma la normativa ha comunque un portato di grande innovazione, ciò anche con riguardo al ruolo riconosciuto agli enti locali quali soggetti deputati a fissare le regole del sistema socio-educativo. Inoltre, nel testo di legge, si comincia a parlare di “bambini” e “bambine”, sancendo in tal modo una sensibilità normativa non di mero di stile. Nella legge finanziaria del 1983, il nido, da essere servizio pubblico, diventa un servizio a

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domanda individuale⁶: per questo tipo di servizio, era previsto che gli utenti (le famiglie dei bambini e delle bambine) pagassero non meno del 30% del costo reale. Attraverso una modifica legislativa, si fa fronte a un problema di sostenibilità pubblica del servizio educativo, che costituisce ancora oggi una questione centrale dal punto di vista della gestione del sistema educativo per l’infanzia. Ulteriore passaggio fondamentale nell’evoluzione normativa in rilievo, è l’approvazione della Legge n. 328 del 2000 «Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali». Si tratta della normativa di riferimento per la promozione di numerose tipologie di intervento sociale, assistenziale e sociosanitario. Inoltre, è la legge che assegna ai Comuni il compito di autorizzare e di accreditare i soggetti pubblici e privati che erogano servizi socio assistenziali sulla base di requisiti stabiliti dalle leggi regionali. Le Regioni definiscono, quindi, appositi standard, disciplinando ed eventualmente integrando, i requisiti minimi fissati dallo Stato. Al fine di dare attuazione alla Legge quadro sul sistema integrato di interventi e servizi sociali, Regione Puglia ha approvato la Legge n. 19 del 2006 «Disciplina del sistema integrato dei servizi sociali per la dignità e il benessere delle donne e degli uomini in Puglia». La Legge è stata poi attuata con il Regolamento regionale n. 4 del 2007 che, all’art. 53 (“Asilo nido”), fissa gli standard strutturali, organizzativi e qualitativi della specifica unità di offerta. L’osservanza di tali standard è oggetto di istruttoria da parte del Comune in cui insiste la sede operativa dell’unità di offerta; l’ente locale, all’esito del procedimento di verifica, è tenuto al rilascio dell’autorizzazione al funzionamento e alla vigilanza sul corretto esercizio dell’attività e il mantenimento degli standard. Alla luce del quadro normativo di riferimento regionale pugliese, l’asilo nido è una struttura educativa che ospita minori da 3 a 36 mesi. 1.2 La Scuola dell’infanzia Di pari passo con la discussione attorno alla regolamentazione degli asili nido, alla fine degli ’60, non a caso in una fase di rivendicazioni sociali e culturali di portata storica, trova riconoscimento legislativo anche l’istituzione di apposite strutture per l’istruzione dei minori da 3 a 6 anni. Con riguardo a questo specifico target, le strutture in questione vengono ricomprese nel sistema dell’istruzione, vale a dire che la competenza in relazione alla disciplina di riferimento è in capo allo Stato, ma la frequenza, come per gli asili nido, non è obbligatoria. Con la Legge n. 444 del 1968, lo Stato avvia nel Paese la generalizzazione della scuola da 3 a 6 anni: si chiama (ancora) “Scuola materna” e occorre attendere l’approvazione del D.M. del 3 giugno 1991 (Nuovi Orientamenti dell’attività educativa per la scuola materna

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I servizi a domanda individuale sono stati classificati nel D.M. 31 dicembre 1983 “Individuazione delle categorie dei servizi pubblici locali a domanda individuale”. La qualificazione del servizio quale servizio pubblico a domanda individuale significa che l’Ente locale non ha l’obbligo di istituirlo e organizzarlo, tu avia, se decide di farlo, è tenuto per legge, nel rispe o del principio di pareggio di bilancio, a individuare il costo complessivo del servizio e a stabilire la misura percentuale di tale costo finanziabile con risorse comunali, e quindi, correlativamente, a stabilire la residua misura percentuale finanziabile mediante tariffe e contribuzioni a carico dire o dell’utenza (art. 6 comma 1 D.L. 55/1983; art. 172 comma 1 le . e) D. Lgs. 18 agosto 2000, n. 267). Nell’esercizio di tale potere-dovere, ed in particolare nella quantificazione del tasso di copertura tariffaria del costo di gestione del servizio, il Comune gode di discrezionalità, fa e salve le limitazioni fissate per legge.

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statale) per leggere, in premessa, che «la denominazione ‘scuola dell’infanzia’ è ritenuta più rispondente alla evoluzione che caratterizza l’istituzione allo stato attuale». La normativa edilizia di riferimento viene, dapprima, approvata con D.M. 18 dicembre 1975 e successivamente aggiornata con la Legge n. 23 del 1996, anche se quest’ultima fa espresso rinvio alle normative regionali per l’attuazione di standard specifici che, in Puglia, non sono mai stati adottati, anche in virtù del fatto che la normativa rinvia a un decreto ministeriale quadro che non è mai stato approvato. Sul piano della programmazione dei contenuti e degli obiettivi di apprendimento all’interno delle strutture di istruzione 3-6 anni, il D.M. del 31 luglio 2007, nell’approvare il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo, definisce chiaramente che i “campi di esperienza” da conseguire durante i tre anni di scuola sono i seguenti: • il sé e l’altro (le grandi domande, il senso morale, il vivere insieme); • il corpo in movimento (identità, autonomia, salute); • linguaggi, creatività, espressione (gestualità, arte, musica, multimedialità); • i discorsi e le parole (comunicazione, lingua, cultura); • la conoscenza del mondo (ordine, misura, spazio, tempo, natura), ed è proprio attorno ad essi che risulta importante riflettere per valorizzare la dimensione della relazione e della conoscenza affidata al percorso scolastico da 3 a 6 anni. 1.3 I Poli per l’infanzia nel Sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita ai sei anni Gli elementi costitutivi delle strutture (educativa e di istruzione) descritti nei precedenti paragrafi risultano, in termini di standard di accoglienza e obiettivi di apprendimento, puntualmente confluiti nella definizione dei Poli per l’infanzia ai sensi della vigente normativa. Tuttavia, i Poli si candidano a essere un contesto nuovo di apprendimento in quanto accolgono, per la prima volta in modo formale attraverso una previsione legislativa, il target da 0 a 6 anni e vanno, quindi, innanzitutto, correttamente collocati nel contesto del Sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita ai sei anni. Con il D. Lgs. n. 65 del 2017, in attuazione di un’apposita delega della Legge n. 107 del 2015 (c.d. Riforma della Buona scuola), il legislatore ha previsto che: 5) “Alle bambine e ai bambini, dalla nascita fino ai sei anni, per sviluppare potenzialità di relazione, autonomia, creatività, apprendimento, in un adeguato contesto affettivo, ludico e cognitivo, sono garantite pari opportunità di educazione e di istruzione, di cura, di relazione e di gioco, superando disuguaglianze e barriere territoriali, economiche, etniche e culturali. 6) Per le finalità di cui al comma 1 viene progressivamente istituito, in relazione all’effettiva disponibilità di risorse finanziarie, umane e strumentali, il Sistema integrato di educazione e di istruzione per le bambine e per i bambini in età compresa dalla nascita fino ai sei anni. ….”. Al passo con i tempi e l’evoluzione socio pedagogica, quindi, la recente riforma in materia di istruzione ha previsto, non solo il superamento della fase sperimentale con riguardo alle sezioni primavera che accolgono minori da 24 a 36 mesi, ma anche il graduale

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superamento dei servizi educativi dal novero dei servizi pubblici a domanda individuale (art. 8, D. Lgs. N. 65 del 2017) a favore di un consolidamento del Sistema integrato da zero a sei anni e la diffusione di Poli per l’infanzia quali luoghi che accolgono più tipologie di strutture educative e di istruzione. Dal punto di vista sistematico, l’art. 3, co. 1 del D. Lgs. n. 65/2017 offre una precisa chiave interpretativa ai fini che qui interessano in quanto afferma che “I Poli per l’infanzia accolgono […] più strutture di educazione e di istruzione …”; l’uso della parola “struttura”, una volta calato nella normativa regionale pugliese socio educativa, non risulta casuale o fungibile, in quanto la stessa distingue tra “strutture” e “servizi” per minori, stabilendo che i requisiti minimi per l’autorizzazione delle strutture sono quelli di cui all’art. 50 della Legge regionale n. 19/2006, che l’iter autorizzatorio è quello di cui all’art. 38 del Regolamento regionale n. 4 del 2007 s.m.i. e che il medesimo Regolamento fissa gli standard strutturali, organizzativi e funzionali delle varie tipologie di unità di offerta del sistema educativo. I Poli per l’infanzia, facendo riferimento all’accoglienza di minori da 0 a 6 anni, tecnicamente, riguardano sicuramente le “strutture” di educazione per minori denominate “asili nido” (rivolte a minori da 3 a 36 mesi) e le “strutture” di istruzione per bambine e bambini denominate scuole dell’infanzia (rivolte a minori da 3 a 6 anni). È anche evidente che i Poli possono accogliere una pluralità di unità di offerta per minori (centri ludici per la prima infanzia, ludoteche, servizi per il tempo libero ...), ma la presenza delle tipologie di unità di offerta quali asilo nido e scuola dell’infanzia risulta, in definitiva, imprescindibile per la copertura dell’intero segmento da “zero” a sei anni. In particolare poi, i Poli in rilievo costituiscono una sintesi tra le due tipologie di strutture descritte nei precedenti paragrafi, in quanto per essere identificati come tali non possono essere ricondotti a una mera sommatoria tra edifici attigui o tra tipologie di unità di offerta all’interno del medesimo edificio: ai fini e per gli obiettivi del presente documento, è fondamentale identificare i Poli attraverso una puntuale interpretazione degli elementi descrittivi riportati nell’art. 3 del D. Lgs. n. 65/2017. Prima di entrare nel dettaglio di tale descrizione, tuttavia, passando, quindi, a esaminare il tema degli standard oggi previsti con riguardo ai Poli per l’infanzia, per completezza, è opportuno richiamare una vicenda di costituzionalità che ha riguardato la Legge delega n. 107 del 2015 con la quale il Parlamento ha messo a punto l’elenco delle materie su cui il Governo è stato chiamato a intervenire per la Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione, anche perché tale questione è stata promossa, tra gli altri, dall’Amministrazione regionale pugliese. Regione Puglia, infatti, con apposito ricorso alla Corte costituzionale ha censurato specificamente l’art. 1, comma 181, lettera e), n. 1.3) della Legge n. 107 proprio nella parte in cui prevedeva che la delega conferita al Governo riguardasse anche la determinazione degli «standard strutturali, organizzativi e qualitativi dei servizi educativi per l’infanzia e della scuola dell’infanzia». La norma così posta è stata considerata in violazione dell’art. 117, comma 3, Cost., trattandosi di un ambito relativo alla competenza del legislatore regionale e la Corte Costituzionale (Corte Cost. n. 284/2016) ha ritenuto la questione fondata, argomentando come segue:

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“Questa Corte, infatti, pronunciandosi in tema di disciplina degli asili nido, ha chiarito che la individuazione degli standard strutturali e qualitativi di questi ultimi non si identifica con i livelli essenziali delle prestazioni, «in quanto la norma censurata non determina alcun livello di prestazione, limitandosi ad incidere sull’assetto organizzativo e gestorio degli asili nido che, come si è detto, risulta demandato alla potestà legislativa delle Regioni»; né può essere ricompresa «nelle norme generali sull’istruzione e cioè in quella disciplina caratterizzante l’ordinamento dell’istruzione», in quanto tale individuazione «presenta un contenuto essenzialmente diverso da quello lato sensu organizzativo nel quale si svolge la potestà legislativa regionale» (sentenza n. 120 del 2005). L’individuazione degli standard strutturali, organizzativi e qualitativi dei servizi educativi per l’infanzia e della scuola dell’infanzia, pertanto, va ricondotta alla competenza del legislatore regionale. Di qui, l’illegittimità costituzionale della disposizione impugnata.”. La competenza, dunque, del legislatore regionale sulla materia degli standard strutturali, organizzativi e qualitativi può dirsi pacifica, tuttavia, giova al momento sottolineare che Regione Puglia, attraverso un apposito Tavolo di lavoro per gli adeguamenti normativi, considerate le peculiarità del sistema educativo già operante e autorizzato, definirà standard specifici con riferimento ai Poli per l’infanzia al fine di fissare “le modalità di gestione, senza dar luogo ad organismi dotati di autonomia scolastica” (art. 3, co. 2, D.Lgs. n. 65/2017) degli stessi. Alla luce di ciò, come detto in precedenza, la progettazione dei Poli, al fine di ricomprendere l’accoglienza di minori da 0 a 6 anni, nell’attuale fase dovrà essere ricondotta alla previsione (quale minimum di accoglienza) di un asilo nido e di una scuola dell’infanzia. In sede di progettazione degli stessi, pertanto, si terrà conto delle tipologie di strutture cui i Poli si riferiscono e si proporranno le soluzioni utili a rispettare gli standard esistenti e al contempo interpretare le caratteristiche e le peculiarità rinvenibili dal testo di legge. D’altronde, è stato chiarito anche dal MIUR che “lo ‘zerosei’ non istituisce una nuova e diversa struttura educativa rivolta unitariamente ai bambini da 0 a 6 anni”⁷. 2. POLO PER L’INFANZIA Una proposta di definizione ai fini del concorso Il decreto legislativo n. 65/2017 istituisce il sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita sino a sei anni; all’art. 3, co. 1 stabilisce che i Poli per l’infanzia: “accolgono, in un unico plesso o in edifici vicini, più strutture di educazione e di istruzione per bambine e bambini fino a sei anni di età”: d) “nel quadro di uno stesso percorso educativo”. Il percorso educativo da zero a sei anni è un elemento descrittivo riferito ai Poli per l’infanzia che necessita di un quadro definitorio a livello regionale, ma sin da ora può essere correttamente collocato in una prospettiva di uniformità dell’idea progettuale, vale a dire che può essere svolto all’interno di un fil rouge concettuale con specifico riguardo alla progettazione. Dal punto di vista del quadro normativo di riferimento, con riguardo alla Scuola

G. Cerini, La cornice “emozionale” dello zero-sei, www.cnos.scuola.it p.81.

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dell’infanzia, la chiave di lettura è data dal Regolamento recante indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione⁸; in definitiva, nell’asilo nido è prevista l’adozione di una Carta dei servizi⁹ e di un progetto educativo¹⁰, nella scuola dell’infanzia si tiene conto delle indicazioni ministeriali. Nel Polo per l’infanzia oggi si può ritenere che un percorso educativo debba comunque ispirarsi alle indicazioni rivenienti da ciascuna tipologia di offerta e avere come obiettivo la continuità pedagogica; e) “in considerazione dell’età e nel rispetto dei tempi e degli stili di apprendimento di ciascuno.” Il progettista è chiamato a mettere in rilievo i concetti di “tempi” e “stili” di apprendimento di ogni bambina e bambino in relazione a requisiti comuni a tutti gli ambienti del Polo ad essi destinati, quali le condizioni di accessibilità, inclusione, capacità di gioco e movimento di ognuno, nonché di sicurezza, senza progettare limitazioni (nel senso di: barriere e limitazioni non strettamente funzionalizzate), ma valorizzando le specificità del minore, tenendo conto delle diverse fasce di età degli utenti del Polo, ma anche delle singole individualità che in quello spazio devono poter trovare forma di espressione. La norma in esame (art. 3, D. Lgs. 65/2017) non esaurisce la definizione entrando nel merito dei requisiti spaziali che il Polo 0-6 deve avere; tuttavia, si ritiene, per quanto fin’ora detto, che la progettazione dei nuovi Poli per l’infanzia vada orientata: • in una logica differente da quella che ha ispirato le strutture di presa in carico dei minori tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento, sopra sinteticamente descritta, in quanto, nel contesto di apprendimento che qui interessa, non risulta più utile e necessario progettare edifici con finalità socio- sanitarie, curative e difensive dei minori e delle madri; • ad una visione pedagogica nuova rispetto al passato, articolata sull’elemento fondante della relazione (tra minori, tra minori e docenti e tra docenti e famiglie) e della continuità pedagogica; • ad una dimensione di apertura verso le famiglie di riferimento che, da un lato, reclamano un ruolo e si pongono come attori attivi nell’affiancare il progetto educativo; dall’altro, però, hanno spesso necessità di comprendere le peculiarità del progetto educativo ed essere supportate da esperti; • ad una prospettiva di continuità anche con il territorio di riferimento, in termini di contestualizzazione del progetto educativo, compreso quello dettato dallo spazio progettato, e in termini altresì di consequenzialità del progetto educativo, vale a dire di valorizzazione dei caratteri o della vocazione dell’intorno. Nelle more della definizione di indicazioni specifiche circa gli standard del Polo, la parola

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Cfr. Decreto MIUR 16 novembre 2012, n. 254 Regolamento recante indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione, a norma dell’articolo 1, comma 4, del Decreto del Presidente della Repubblica 20 marzo 2009, n. 89 Allegato (parte riguardante la La scuola dell’infanzia).

⁹ ¹⁰

Art. 58, Legge regionale 10 luglio 2006, n. 19. Art. 53, Regolamento regionale 18 gennaio 2007, n. 4 s.m.i. (Prestazioni).

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“strutture” presente nell’art. 3 del D. Lgs. n. 65/2017 richiama evidentemente la presenza all’interno del Polo, almeno, di un asilo nido e di una scuola dell’infanzia. L’asilo nido, in senso stretto, è l’unica struttura¹¹ di accoglienza per minori 3-36 mesi. Altre tipologie di strutture, pure disciplinate dal Regolamento, non sono destinate a minori 3-36. Ai sensi della vigente normativa regionale il riferimento ai requisiti dell’asilo nido è l’art. 53 del RR n. 4 del 18 gennaio 2007 e s.m.i.. In relazione alle strutture di istruzione il rinvio dell’art. 3 in rilievo è alla presenza della scuola dell’infanzia ovvero una struttura che accoglie minori 3-6 anni. Le due strutture concorrono in tal modo a coprire la fascia di età 0-6. Il Polo per l’infanzia così composto costituisce una rappresentazione minima di offerta educativa, che potrebbe essere ancora allargata attraverso la presenza di ulteriori tipologie di servizi educativi, disciplinati dalla regolamentazione regionale, nell’ottica di garantire il prolungamento orario, la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, la copertura temporanea e stagionale del tempo libero, esigenze ludiche e ricreative e così via. Un Polo per l’infanzia da 0 a 6 anni, quindi, non costituisce una mera sommatoria tra un asilo nido e una scuola per l’infanzia, che avrebbe come risultato un insieme distinto di parti; l’offerta all’interno dello stesso potrebbe essere ampliata annettendo altre tipologie di unità per i minori come i servizi di ludoteca, centro ludico per la prima infanzia e servizio educativo per il tempo libero (rispettivamente, artt. 89, 90 e 103 Reg. Reg. n. 4/2007 s.m.i. ) con riguardo alla parte del progetto educativo svolto da tali servizi verso gruppi-età rientranti nel target 0-6. Per quanto rilevante in ordine al concorso di progettazione, è opportuno rileggere la norma di riferimento in tema di Polo per l’infanzia, art. 3, co. 1, scomponendone il contenuto in elenchi puntati al fine di declinare le implicazioni (anche tecniche) di ciascuna espressione utilizzata dal legislatore nella prospettiva di cogliere il senso della “progettualità sperimentale”¹² sottesa alla descrizione e identificare i caratteri costitutivi, i principi organizzativi e gli elementi funzionali che contraddistinguono il Polo 0-6. 2.1 I cara eri costitutivi “I Poli per l’infanzia si caratterizzano quali laboratori permanenti di: • Ricerca; • Innovazione • Partecipazione; • Apertura al territorio.”

¹¹

La “stru ura”, per essere aperta agli utenti, necessita del rilascio del provvedimento di autorizzazione al funzionamento; il servizio educativo, invece, può iniziare a funzionare al momento della domanda di autorizzazione in quanto si base sull’auto- dichiarazione circa il possesso degli standard, fa a salva la verifica dei requisiti da parte dell’ente locale competente e il conseguente rilascio del provvedimento di autorizzazione al funzionamento. Nella nomenclatura delle tipologie di unità di offerta verso il target fino a 3 anni, presente nella regolamentazione regionale (Reg. Regionale n. 4 del 2007 s.m.i.) occorre tenere presente che l’asilo nido è l’unico tipo di unità di offerta definito “stru ura” educativa e sociale in quanto le altre tipologie di unità educative rientrano nel novero dei “servizi” per minori.

¹²

G. Cerini, La cornice “emozionale” dello zero-sei, www.cnos-scuola.it

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dotati di principi organizzzativi “[…] anche al fine di: • Favorire la massima flessibilità e diversificazione” ed elementi funzionali “per il miglior utilizzo delle risorse” […] condividendo: • Servizi Generali • -Spazi Collettivi • -Risorse professionali”.

2.2 I cara eri costitutivi (una possibile declinazione) Ricerca In una prospettiva di osservazione e sperimentazione mirata al benessere educativo dei fruitori degli spazi, tutti gli ambienti diventano potenziali laboratori di ricerca. A tal proposito, l’ipotesi che il concorso formula è quella di un Polo come laboratorio di ricerca per: • approfondire i processi di crescita esperienziale; l’esperienza delle cose attraverso l’interazione bambino-oggetto-spazio per stimolare la curiosità, la comprensione la trasformazione della realtà; • comprendere come le relazioni con gli altri inneschino processi di crescita e consapevolezza. Gli oggetti e lo spazio devono essere proporzionati alla capacità di fare esperienza del bambino, non per questo miniaturizzati, quali facilitatori delle relazioni tra i singoli bambini in rapporto ad altri oggetti e spazi di dimensioni maggiori, nonché per facilitare la relazione bambini-adulti-mondo; • stimolare una crescita al passo con i tempi di apprendimento e l’età della bambina e del bambino. Gli elementi (fissi e mobili) che compongono lo spazio¹³ devono diventare stimoli per l’apprendimento e la crescita nel “rispetto dei tempi e degli stili di apprendimento di ciascuno”, per costruire esperienze attraverso le attività previste nel progetto educativo. Innovazione L’ipotesi che il concorso formula, con riguardo al concetto di “innovazione”, si articola su due fondamentali aspetti:

¹³

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L’organizzazione degli spazi e dei tempi diventa elemento di qualità pedagogica dell’ambiente educativo e pertanto deve essere ogge o di esplicita proge azione e verifica. In particolare: lo spazio dovrà essere accogliente, caldo, ben curato, orientato dal gusto estetico, espressione della pedagogia e delle scelte educative di ciascuna scuola. Lo spazio parla dei bambini, del loro valore, dei loro bisogni di gioco, di movimento, di espressione, di intimità e di socialità, a raverso l’ambientazione fisica, la scelta di arredamenti e ogge i volti a creare un luogo funzionale e invitante; il tempo disteso consente al bambino di vivere con serenità la propria giornata, di giocare, esplorare, parlare, capire, sentirsi padrone di sé e delle a ività che sperimenta e nelle quali si esercita. L’osservazione, nelle sue diverse modalità, rappresenta uno strumento fondamentale per conoscere e accompagnare il bambino in tu e le sue dimensioni di sviluppo, rispe andone l’originalità, l’unicità, le potenzialità a raverso un a eggiamento di ascolto, empatia e rassicurazione (“L’ambiente di apprendimento” in, Decreto MIUR 16 novembre 2012, n. 254).

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• Valenza esterna dell’innovazione. È importante che l’innovazione si manifesti sul piano dell’auto- rappresentazione dell’edificio o dell’intero plesso, in quanto immediatamente identificabile e riconoscibile nel suo ruolo di spazio per l’educazione di minori, luogo della conoscenza, punto di riferimento significativo nell’immaginario della collettività. Questo non deve comportare il ricorso alla eccentricità della forma architettonica o all’utilizzo di estetiche banali perché riconducibili all’immaginario dei bambini, bensì una ricerca architettonica tale da conciliare la forma con l’identità (del progetto educativo, degli utenti, del luogo, della comunità, ecc…)¹⁴. Pur non essendo necessario dichiarare con la forma la funzione, è importante richiamare il contenuto attraverso la qualità del progetto architettonico; al contempo, risulta rappresentativo che le architetture siano stimolanti per l’immaginario infantile rispetto al tema della costruzione di identità. • Valenza interna dell’innovazione. All’interno del Polo l’innovazione è anche propensione dello spazio a stimolare la creatività. L’innovazione deve essere pervasiva nello spazio delle attività, senza per ciò essere sfrenata soluzione tecnologica ovvero iper-disegno degli ambienti, ma soluzione spaziale proiettata verso la bellezza e l’immaginazione. Per spazio innovativo deve intendersi, in definitiva, uno spazio la cui organizzazione interna perda rigidità lasciando così agli utenti la possibilità di costruire configurazioni sempre diverse, mediate dalla creatività e dai bisogni contingenti, oltre che orientate a rendere possibili nuovi e diversi progetti educativi. Partecipazione La dimensione della partecipazione nel Polo per l’infanzia è da intendere sia come possibilità per la comunità di prendere parte alla programmazione delle politiche per l’infanzia (con riferimento al protagonismo delle famiglie verso il target 0-6, come auspicato dalla normativa), sia come possibilità per i genitori dei minori frequentanti di affiancarsi al progetto educativo. La partecipazione è possibile mediante luoghi opportunamente attrezzati e progettati per accogliere le famiglie, ricorrendo all’utilizzo degli spazi flessibili multifunzionali presenti nel Polo. Il progetto deve dare rilevanza al concetto di partecipazione, in termini di accoglienza del target degli adulti, valorizzando gli aspetti spaziali “family friendly”. È opportuno, cioè, che un Polo di moderna progettazione abbia al suo interno un luogo adeguato all’incontro tra adulti, attraverso idonei arredi, che consenta la conciliazione tra i tempi della partecipazione e i tempi per la cura dei minori. Sarebbe opportuno pertanto che il progetto contempli ambienti come: palestra-auditorium, teatro-sala riunioni, sportello counselling, ecc., possibilmente con accesso nella zona dell’atrio di ingresso dell’edificio, pensati per accogliere gli adulti, che potrebbero avere bambini al seguito. Apertura al territorio Il Polo deve essere accessibile alla comunità presente nel contesto territoriale in cui è inserito.

¹⁴

Il Polo 0-6 deve esprimere il “genius loci”, ovvero essere un luogo familiare per il bambino, non decontestualizzato dalla realtà territoriale di riferimento. Le scuole in quanto a rezzature di interesse colle ivo, hanno sempre avuto un ruolo rilevante so o il profilo urbano, archite onico, funzionale: una “emergenza” nel territorio, immediatamente individuabile.

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Si candida a essere un luogo di aggregazione per il target famiglie: per questo è dotato di spazi esterni progettati per il tempo libero, nel rispetto comunque delle norme per la sicurezza e la difesa dell’introspezione degli spazi educativi, ovvero deve essere accessibile dalla comunità in orari diversi da quelli di erogazione del servizio educativo. L’apertura al territorio necessità della presenza di spazi comunque confinati, con possibilità di accesso autonomo dall’esterno al di fuori degli orari curriculari e secondo una chiara regolamentazione. Il confinamento dello spazio esterno del Polo, eventualmente attraverso la recinzione, è un tema del progetto poiché intercetta la necessità della messa in sicurezza dei minori, ma deve essere tale da mantenere vivo il rapporto con la città circostante, fatte salve le norme tecniche. L’obiettivo è sempre quello di creare una relazione (ecologica, ambientale, visiva, spaziale, sociale) con il territorio attraverso lo spazio aperto verde o minerale. 2.3 Principi organizzativi L’indicazione della norma di “favorire la massima flessibilità e diversificazione” è interpretata in questa sede rivolgendo attenzione agli spazi di servizio del POLO non specificatamente normati. Mentre per il progetto delle sezioni del nido e della scuola dell’infanzia è necessario riferirsi alle indicazioni contenute rispettivamente nel R.R. 4/2007 e s.m.i. e nel D.M. del 18 dicembre 1975 e s.m.i., l’assenza di standard specifici sugli altri spazi, lascia opportunità al progetto di declinare in essi i principi di flessibilità e diversificazione auspicati. È possibile distinguere due principali zone del Polo: la zona dell’ingresso e la zona della presa in carico. Zona di ingresso La zona di ingresso al Polo è lo spazio al chiuso che precede la presa in carico dei minori ed è separato dalla zona di accesso ai singoli servizi (nido e scuola dell’infanzia). In quanto esterna agli spazi specificatamente deputati all’apprendimento (sezioni e locali asserviti), ammette la possibilità di caratterizzarsi come spazio destinato all’accoglienza e alla partecipazione degli adulti, cogliendo l’obiettivo dell’apertura al territorio. La zona di ingresso potrebbe rispondere al principio di flessibilità non avendo spazi specializzati, che potrebbero essere inutilizzati, ammettendo invece un suo uso diversificato nell’arco della giornata che lo possa annettere e/o trasformare in uno o più dei seguenti spazi: • Auditorium • Palestra • Sportello counselling • Biblioteca; • ecc… In questa ipotesi, è funzionale alla flessibilità d’uso la presenza di depositi o angoli in cui far confluire gli arredi eventualmente utilizzati per la funzione specifica o arredi mobili da comporre.

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Nella zona di ingresso, in quanto zona che può ibridare altre funzioni specificatamente rivolte agli adulti - come sopra descritto- è opportuno individuare locali di servizio quali: • Guardaroba; • Angolo allattamento; • Stanza fasciatoio dedicata (e pertanto esterna ai servizi igienici e non caratterizzata da un’accessibilità per genere); • Punto ristoro (che a sua volta potrebbe anche diventare un luogo organizzato per riunirsi); • Bagni per adulti, adeguati anche all’utilizzo dei minori eventualmente al seguito (attrezzati, ad esempio, con rialzo); • Zona parcheggio passeggini; • Angolo per allattamento; • etc. Zona della presa in carico Rappresenta la zona riservata esclusivamente ai minori ospiti delle strutture e al personale del Polo. In tale parte sono presenti le sezioni delle strutture che compongono il Polo, dedicate ai minori e organizzate come previsto dalla vigente normativa. Ogni singola sezione del nido prevede spazi organizzati per il riposo, il pasto e il gioco, per il cui dimensionamento vi sono standard dimensionali definiti dal R.R. 4/2007 e s.m.i.; la sezione include anche i servizi igienici (che possono essere condivisi da sezioni contigue) e spazi comuni. Ogni singola sezione della scuola dell’infanzia prevede spazi per attività ordinate, spazi per attività pratiche, spazi per attività libere, per il cui dimensionamento vi sono standard dimensionali definiti dal D.M. 18 dicembre 1975 e s.m.i. Possono arricchire le dotazioni delle sezioni del nido e della scuola dell’infanzia angoli attrezzati come laboratori per la manualità. Tali laboratori rappresentano superfici aggiuntive delle sezioni in cui le bambine e i bambini possano svolgere attività che stimolano la creatività e l’esperienza sensoriale. Ad integrazione delle sezioni vi è lo spazio della mensa organizzato in refettorio e i relativi spazi di servizio come di seguito descritti. Tali spazi rientrano nei servizi comuni. 2.4 Elementi funzionali Le indicazioni della norma qualificano i Poli come luoghi che ottimizzano le risorse per arricchire l’offerta “condividendo: • Servizi Generali • Spazi Collettivi • Risorse professionali” Trasponendo nella configurazione spaziale che si sta cercando di restituire con questo documento, il concorso ipotizza che le due strutture che compongono al minimo il Polo possano condividere i seguenti ambienti e funzioni.

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Servizi Generali Rappresentano la fusione tra i servizi generali previsti per il Nido e l’Amministrazione prevista per la Scuola Materna. Gli spazi dedicati ai Servizi Generali specificatamente deputati agli addetti del Polo, intendendo tra questi gli uffici amministrativi, le stanze per il personale educativo, gli assistenti e gli addetti in generale: • L’ufficio “Direzione del Polo” è uno spazio opportunamente dimensionato e strettamente correlato alla segreteria. Sarà sufficiente progettare un ufficio in grado di contenere due postazioni di lavoro (in attesa di una definizione organizzativa del Polo, questo spazio dovrà essere dimensionato per accogliere: la direzione della scuola dell’infanzia e il coordinatore delle sezioni nido – primavera). Nell’ipotesi di un unico ambiente con due postazioni, è opportuno garantire l’autonomia delle attività e la riservatezza dei colloqui; • La segreteria svolge compiti di supporto ed organizzazione al funzionamento del Polo. Sarà dimensionata per accogliere almeno una postazione di lavoro; • la stanza di tutti i docenti di entrambe le strutture; tale spazio rientrando anche tra i servizi collettivi viene descritto successivamente; • la Sala ricevimento genitori, ovvero uno spazio che può essere posto anche all’interno o coincidere con altri spazi, come ad esempio l’ingresso, la zona della segreteria, purché sia garantita la riservatezza dei colloqui; • i servizi igienici e gli spogliatoi degli addetti del Polo, distinti per genere e con almeno un bagno per diversamente abili in ogni blocco servizi; • i depositi distinti per i materiali didattici, materiali per le pulizie, e in generale per ogni specifico stoccaggio. Spazi Colle ivi Rientrano negli Spazi collettivi tutti gli spazi definiti nel programma funzionale che le due strutture condividono¹⁵, contribuendo ad arricchire il programma funzionale nonchè l’offerta del Polo: • Mensa, Locali di servizio per la cucina. L’edificio deve essere dotato di adeguati spazi cucina e spazi mensa¹⁶. La cucina è costituita da zone per il lavaggio delle vivande, spazi per la preparazione in ambienti separati di verdure, carne, pesce, e aree per diete speciali (ad esempio, cibi speciali per celiaci) e da una zona di preparazione appositamente dedicata alle sezioni nido e primavera. La zona di cottura e di preparazione dei piatti completa il ciclo della cucina vera e propria che è servita da un ambiente per il lavaggio delle stoviglie ed è dotata di una dispensa, una cella frigorifera, un magazzino, uno spazio per la raccolta differenziata e di servizi igienici e dedicati per il personale. L’uso di cucine elettriche

¹⁵ ¹⁶

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Rientrano in tale categoria anche lo spazio ingresso, i servizi igienici e le sale per il personale di cui si è de o innanzi. Nell’ambito di una stru ura dedicata al target 0-6 la preparazione dei pasti può avvenire all’esterno; in tal caso il pasto viene semplicemente distribuito all’interno del Polo ed è sufficiente prevedere un locale per lo sporzionamento. Il programma funzionale del Polo a concorso ha previsto la preparazione dei pasti all’interno del Polo al fine di favorire una opportuna educazione alimentare ai bambini.

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evita problemi di compartimentazione e contribuisce fortemente alla sicurezza antiincendio. Lo spazio mensa deve essere dimensionato per un massimo di 2 turni di refezione. Dovrà essere previsto uno spazio per il pranzo degli insegnanti del Nido e della sezione primavera e del personale non docente, presumibilmente un ambiente riservato ma visivamente in contatto con gli spazi comuni. • Bagni e spogliatoi per il personale Sono previsti servizi igienici dedicati al personale. In particolare, per il personale ausiliario si dovrà prevedere spogliatoi con armadietti individuali separati in due parti con reparto pulito e reparto sporco, a diretto contatto con servizi igienici dotati di docce. • Ludoteca. La ludoteca deve rispettare i requisiti previsti dal R.R 4/2007art. 89: “Il servizio di ludoteca consiste in un insieme di attività educative, ricreative e culturali aperto a minori di età compresa dai 3 ai 5 anni e dai 6 ai 10 anni, che intendono fare esperienza di gioco e allo scopo di favorire lo sviluppo personale, la socializzazione, l’educazione all’autonomia e alla libertà di scelta al fine di valorizzare le capacità creative ed espressive.” La superficie minima dello spazio attrezzato a ludoteca è di 100 mq per attività ludiche, al netto dello spazio per servizi igienici, per un target di 20 bambini. “Di norma il servizio di ludoteca dispone di spazi suddivisi per tipologia di giochi (giochi a tavolino, angoli strutturati, laboratori, spazi per il gioco libero, servizio di prestito giocattoli, ecc.)”. In termini di ambienti, la Ludoteca può coincidere con la sezione Primavera, se prevista dal programma, e se il programma funzionale ne ha disposto la coincidenza. Tale indicazione impone che la Sezione Primavera abbia un accesso indipendente, al fine di garantire un suo utilizzo in orario non curricolare. È necessario prevedere uno spazio deposito in prossimità della sezione per conservare i prodotti per la pulizia e l’igiene della sezione. La Ludoteca può anche coincidere con una delle sezioni dell’Infanzia, sempre con accesso indipendente. • Biblioteca, Palestra, e Auditorium Per ottimizzare la risorsa dello spazio e assecondare il principio di diversificazione contenuto nella norma, le tre funzioni possono anche essere progettate all’interno di uno spazio multifunzionale non specializzato ma flessibile. • Biblioteca/ Biblioteca laboratorio Prevede l’allestimento di uno spazio dove i bambini potranno utilizzare libri e giochi di riflessione sulla lettura appositamente strutturati anche realizzati dagli stessi nei vari momenti di attività. Lo spazio può essere caratterizzato da arredi fissi e mobili quali: divanetti, poltroncine, librerie/espositori, arredi componibili in legno, tappeti con varie fantasie e colori. Lo spazio biblioteca, come prima detto, deve essere progettato e prevedere la compresenza degli adulti nel corso di attività laboratoriali che possono coinvolgere esperti e genitori dei bambini. Lo spazio della Biblioteca/Biblioteca laboratorio, al pari di quello degli altri laboratori, può intendersi anche spazio aggiuntivo e/o integrato a quello di una o più sezioni.

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• Palestra “I primi anni di vita sembrano essere fondamentali non solo per lo sviluppo, ma anche per il mantenimento delle nostre capacità motorie. Come strutturare l’ambiente per offrire al bambino il maggior numero di opportunità di scelta di materiali e spazi? La capacità di muoversi nell’ambiente permette anche una maggiore autonomia nello spazio. Molta attenzione occorre dedicare quindi alla strutturazione dell’ambiente in modo che questo diventi facilitatore e induttore di capacità motorie. Aspetti importanti dell’ambiente, nei primi anni di vita sono ovviamente l’igiene, la temperatura e la sicurezza. Per quanto riguarda gli ambienti interni, per i bambini che ancora non sanno camminare è importante pensare a spazi di attività e riposo, che favoriscano una conoscenza senso-motoria il più possibile ampia. Se il bambino ha pochi mesi potrebbe essere utile metterlo prono (a pancia in giù) sopra un materassino in finta pelle, sul quale può provare a strisciare. La finta pelle è un materiale lavabile e comodo che assicura anche l’igiene. Quando ha iniziato ad andare carponi si possono aggiungere dei materassini più morbidi e di stoffa. Il bambino non ha più necessità di un ambiente che favorisca lo striscio, perché ora vuole usare un altro modo di spostarsi. A questo punto sarà opportuno che lo spazio intorno a lui gli permetta di potersi alzare, magari appoggiandosi a qualche supporto e di poter fare i primi passi. Mano a mano che il bambino inizia a camminare l’ambiente dovrà essere strutturato in modo da consentirgli di praticare questa nuova andatura che per lui è totalmente nuova e complicata. Non solo dovrà coordinare il movimento per dirigersi dove vuole, ma dovrà ora anche affrontare il problema dell’equilibrio e delle cadute. Lo spazio dovrà in seguito arricchirsi di elementi a lui dedicati che ne stimoleranno lo sviluppo attraverso il gioco, quali ad esempio la casetta, i contenitori per mettere i giochi, oggetti di diverse misure, colori, dimensioni, peso”¹⁷. La palestra sarà un luogo attrezzato per le prime esperienze psico-motorie, sportive e ludico-motorie della fascia di età 0-6. Ci sarà l’angolo attrezzato con idonei materassini per le attività dei piccoli di pochi mesi fino allo spazio attrezzato con attrezzature adatte a compiere la corretta attività psicomotoria attraverso il gioco individuale e di gruppo. Deve essere uno spazio per socializzare in un ambiente accogliente e allo stesso tempo educativo al fine di favorire il benessere psicologico dei bambini e promuovere la parità nelle relazioni interpersonali, imparare a giocare e agire insieme rispettando le regole, poiché le competenze motorie aiutano il bambino nella sua crescita globale. Con opportuni accorgimenti, come lo spostamento di arredi ed il posizionamento di tappeti ed arredi morbidi, è possibile utilizzare come palestra spazi già destinati ad altre funzioni, come ad esempio l’atrio, se già dimensionati e strutturati per accogliere anche queste attività. In tale prospettiva è necessario porre in corrispondenza di tale spazio multifunzionale un deposito. Anche gli spazi all’aperto, opportunamente dimensionati in funzione del numero e dell’età dei bambini, potrebbero essere attrezzati con opportune pavimentazioni antitrauma e far parte di spazi più ampi destinati anche alla semplice attività ludica ricreativa, attrezzate con giochi che riproducano mini percorsi ginnici, minipercorsi salute, etc.

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Patrizia Tortella, Il gioco: fa ore di crescita motoria se…, in Primo Sport, Edizioni Libreria dello Sport, Milano, 2011, pagg. 58-59

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• Auditorium Non vi sono standard dimensionali specifici per tale funzione, né sono applicabili le indicazioni contenute nel del D.M. del 18 gennaio 1975, in quanto la tipologia del Polo avendo un target di riferimento di minori 0-6 non è riconducibile a tale norma. Trattandosi di spazi destinati a bambini/bambine e ragazzi/ragazze, deve essere posta particolare attenzione all’organizzazione spaziale. Lo spazio necessita di blocchi di servizi igienici dedicati e distinti per genere, ed eventualmente anche di spazi di servizio. Affinché queste funzioni soddisfino il principio di apertura al territorio possono essere individuate in corpi di fabbrica isolati dal Polo o ad esso integrati, purché accessibili in orario diverso da quello curriculare (pomeriggio, fine settimana, festivi, giorni di chiusura per le vacanze). In tal senso, l’auditorium deve essere adeguato anche al target degli adulti (cfr. par. 2.1). • Piscina La piscina deve essere un luogo accogliente e sicuro dove poter sperimentare e sentirsi a proprio agio nell’acqua. Il tema dell’acquaticità. Anche nell’acqua il bambino deve sperimentare attraverso il gioco un’esperienza di conoscenza e di relax. I bambini svolgono in acqua un’attività psico-motoria di benessere attraverso il movimento e l’esplorazione sin dai 4 mesi di età. Si favorisce così una progressiva coscienza di autonomia e consapevolezza; all’età di 5 anni il bambino è pronto per apprendere le tecniche del nuoto: dopo aver imparato ad amare l’acqua. A quell’età, ed in qualche caso anche prima, i bimbi vengono separati dai genitori e affidati all’istruttore attraverso un controllato distacco. La piscina sarà uno spazio presidiato e inaccessibile al bimbo non accompagnato. Deve essere previsto un ambiente che contenga una piccola vasca, opportunamente dimensionata allo scopo, dotato dei necessari spazi di servizio e separato dagli altri spazi non costantemente presidiati. Come per la palestra, sarà preferibile prevederne la possibilità di utilizzo anche in orario diverso da quello curriculare, richiedendo pertanto un accesso indipendente, seppur filtrato. • Sportello counselling È uno spazio dedicato all’incontro con le famiglie, in cui è offerta ai genitori la possibilità di consultarsi con esperti su tematiche riguardanti il bambino, la bambina e la genitorialità ovvero la relazione con l’ambiente scolastico. Deve essere progettato come uno spazio di ascolto rivolto ai genitori riservato e raccolto. In quanto Sportello può essere posto all’interno di altri spazi, come ad esempio l’ingresso, purché sia garantita la riservatezza dei colloqui. • Spazio della quiete domestica È uno spazio riservato, che consenta la riproposizione della quiete domestica, dedicato a un limitato numero di bambini che, per necessità familiare, con particolare riferimento alla conciliazione dei tempi vita-lavoro o anche per altre specifiche condizioni, abbiano necessità di trattenersi nella struttura oltre il normale orario curriculare. È uno spazio riconducibile al servizio innovativo e sperimentale di cui all’art. 101, comma 2 del R.R. n. 4/2007, come modificato in ultimo dall’art. 6 del R.R. n. 10/2018.

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Rientrano altresì negli Spazi collettivi altri tipi di spazio quali: • Sala educatori e docenti La sala educatori e docenti è uno spazio con almeno due postazioni di lavoro e un angolo relax. La sala dovrà essere progettata per le esigenze organizzative del personale (riunioni, programmazione, ecc…), con uno spazio riservato ai colloqui individuali con i genitori. Applicando il criterio di flessibilità anche questo spazio deve essere pensato per una sua facile adattabilità a ulteriori funzioni. • Depositi attrezzature varie Nell’ottica di una flessibilità dell’uso degli ambienti i progettisti dovranno curare con particolare attenzione gli spazi per deposito di attrezzatura varia. Questi locali, opportunamente disposti e dimensionati, potrebbero essere funzionali a contenere arredi mobili necessari a configurare gli spazi multi funzione. • Spazio distributivo¹⁸ Un ruolo importante dello spazio distributivo è quello di mediare il rapporto fra gli spazi interni e quelli esterni, nonché mettere in relazione tutti gli ambienti del Polo. A partire dalla zona di ingresso come elemento di snodo delle attività, tutti gli spazi distributivi devono essere pensati e progettati con la stessa cura riposta in tutti i luoghi del Polo. Non saranno mai banali corridoi, ma potenziali spazi che potrebbero specializzarsi in laboratori o in angoli relax attraverso l’uso di opportuni arredi fissi e mobili. • Spazi esterni Il principio di apertura al territorio si declina all’esterno della struttura attraverso la presenza di un’area aperta con sistemazioni minerali o naturali, necessaria ai sensi di legge per garantire lo standard del rapporto spazio coperto/aperto con la peculiarità di poter essere allo stesso tempo fruibile dalla comunità locale. Questa area esterna deve prevedere l’accessibilità al di fuori degli orari curriculari del Polo e secondo una regolamentazione. Si caratterizza per essere uno spazio recintato che conserva o costruisce ex-novo relazioni con il contesto. Dovranno essere quindi studiate e approfondite specifiche soluzioni in relazione alle diverse esigenze di accessibilità agendo sulla differenziazione funzionale degli ingressi e dei percorsi che portino i flussi di un’utenza a non confliggere con quelli dell’altra, creando opportune separazioni magari anche solo arboree, tra gli spazi aperti di esclusiva destinazione scolastica rispetto al resto degli spazi destinati all’accesso pubblico. L’area esterna deve garantire la presenza di spazi dedicati alle sezioni che compongono il Polo, riservati ed intimi, con adeguate zone d’ombra e progettati nel rispetto dei requisiti di sicurezza. All’esterno della recinzione è opportuno prevedere • aree di sosta per gli addetti e per i fornitori • aree per la sosta temporanea dei veicoli • Parcheggi, nella misura determinata dalle NTA/PRG – 1mq/10 mc. Gli spazi esterni sono inoltre caratterizzati dallo specifico programma funzionale previsto per il Polo (orti urbani, playground, etc). Oltre alla necessaria presenza di

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Ai sensi del D.M. 18/07/1975 per il calcolo del conne ivo bisogna prevedere minimo 1,24mq/alunno

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servizi igienici, inclusi quelli per gli adulti, che possono essere anche quelli interni, ma opportunamente filtrati, gli spazi esterni devono essere oggetto di una dedicata progettazione. I principi della progettazione dello spazio esterno saranno: • avvicinare i bambini alla natura, alle sue specificità, al tempo e al ciclo delle stagioni ad un ambiente da scoprire, esplorare e rispettare; • promuovere tutte le esperienze che permettano ai bambini di acquisire una serie di competenze tra le quali: osservare, manipolare, cogliere somiglianze e/o differenze, formulare ipotesi da verificare, confrontare opinioni; • portare a maturazione nei bambini le tecniche di osservazione, di sperimentazione della realtà che li circonda fino ad una graduale formazione di un pensiero scientifico. • sperimentare la conoscenza delle essenze arboree autoctone ed appartenenti al territorio, in linea con quelle che sono le caratteristiche del clima e del terreno. Nello specifico si dovrà prevedere un parco giochi con piccolo chiosco, un’area in cui riproporre per esempio un bosco della Murgia, un orto botanico, un’area per teatro all’aperto, e gli spazi aperti strettamente dedicati alle sezioni dell’Infanzia e al Nido ed a quelli per la sosta e il parcheggio. Le aree a verde con le piantumazioni del bosco e l’orto botanico potranno essere strettamente dedicate al Nido e all’Infanzia. • Nota sull’arredabilità degli spazi L’arredo non è oggetto del presente concorso di progettazione, pertanto è escluso dall’incarico affidato a esito del concorso stesso. Tuttavia, considerati ruolo che assume l’arredo all’interno del Polo, si pone l’esigenza di innovare la definizione contenuta nel D.M. 18 dicembre 1975, atteso che i Poli per l’infanzia sono una tipologia di offerta educativa e di istruzione completamente sperimentale, in cui l’arredo influenza l’organizzazione dello spazio e l’innovatività richiesta. Ai fini della dimostrazione della funzionalità di tutti gli spazi elencati e della validità della proposta architettonica il progetto deve indicare con la forma grafica che ritiene opportuna uno o più schemi e/o esemplificazione di arredo dello spazio. Questa indicazione è data al fine di verificare l’innovatività dello spazio e la potenzialità di adeguarsi a progetti educativi nuovi e futuri. Risorse professionali Il Polo condivide le risorse professionali nell’ottica della continuità del percorso educativo che il bambino svolge all’interno del Polo. Il numero degli educatori e degli assistenti è determinato dalle normative di riferimento. Nelle more di una definizione da parte di Regione Puglia degli standard del Sistema educativo integrato di educazione e di istruzione dalla nascita sino ai sei anni che fissi le condizioni di condivisione del personale, il concorso continua a prevedere ruoli distinti per quanto riguarda le figure direttive del nido e della materna (coordinatore pedagogico e dirigente scolastico) così come distingue il personale addetto di ogni singola struttura. Tuttavia, il concorso suggerisce un’idea di condivisione degli spazi, cui si fa riferimento nei precedenti paragrafi, nella prospettiva di favorire la collaborazione e la continuità del percorso educativo.

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Spazi per crescere I concorsi


La qualità del proge o e i concorsi di proge azione Cosimo Damiano Mastronardi Presidente dell’Ordine degli Archie ti Paesaggisti Pianificatori e Conservatori della Provincia di Bari

Negli ultimi anni abbiamo assistito ad una leggera ripresa nell’uso dei concorsi, in particolare per gli interventi di edilizia scolastica, seppure la procedura risulti ancora scarsamente applicata. Nel confronto europeo l’Italia si discosta in modo significativo da altre nazioni dove, come in Francia, il concorso è obbligatorio o utilizzato in modo più ampio. In materia di concorsi, una novità importante è stata rappresentata dalla legge 28 gennaio 2016 n.11, Deleghe al Governo per l’attuazione delle direttive del Parlamento europeo e del Consiglio, e dal Codice dei contratti che recepisce le direttive comunitarie in merito alla promozione della qualità architettonica e tecnico funzionale attraverso lo strumento dei concorsi di progettazione. I concorsi sono indicati come le procedure per fornire alle stazioni appaltanti piani o progetti, nei diversi settori dei lavori pubblici, selezionati da Commissioni giudicatrici sulla base di una gara. In tema di edilizia scolastica e concorsi, un momento molto importante è stato rappresentato dal “Concorso di idee per la realizzazione di scuole innovative” promosso dal MIUR nel 2016, le cui finalità erano indirizzate alla realizzazione di ambienti didattici innovativi, alla sostenibilità ambientale, energetica ed economica, alla presenza degli spazi verdi fruibili, al rapporto con l’ambiente naturale, con il paesaggio e con il contesto; una scuola che si apre al territorio diventando luogo di riferimento per la comunità. L’oggetto del concorso non è più una prestazione professionale, una attività di servizio come stabilito nel Codice per le gare di affidamento dei Servizi di ingegneria e architettura, ma torna ad essere opera dell’ingegno, per la quale, sino al raggiungimento del risultato, non sono richiesti i requisiti economici, finanziari, tecnici tipici delle altre procedure. In Italia si è avviata una stagione importante per l’Architettura, un’occasione irripetibile. Gli architetti devono contribuire alla crescita economica, sociale e culturale del paese, come dichiarato dal presidente del Consiglio Nazionale APPC, arch. Francesco Miceli, perché questo impegno serve a valorizzare il ruolo dell’architettura nella definizione del futuro delle città, e soprattutto, nella creazione di un equilibrio tra difesa dell’ambiente e processi di trasformazione urbana e territoriale. Ritengo che i Concorsi di progettazione rappresentino un corretto meccanismo di

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partecipazione per coinvolgere architetti e ingegneri, in grado di conseguire una elevata qualità delle opere pubbliche, improntate allo sviluppo sostenibile del territorio e delle nostre comunità locali. Un maggiore impiego dei Concorsi significa ridare centralità alla progettazione, rendendo trasparente il mercato e consentendo ai professionisti, soprattutto ai giovani, di esprimere le loro capacità in un confronto che premia la qualità del progetto. Per le Amministrazioni pubbliche i Concorsi di progettazione sono segno di capacità e maturità ed un importante segnale è il Decreto Legge 10 settembre 2021 n.121, che ha istituito il Fondo concorsi di progettazione e di idee per rilanciare e accelerare il processo di progettazione nei Comuni fino a 30.000 abitanti nelle Regioni Meridionali, con l’auspicio che possa essere esteso all’intero territorio nazionale.

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Archite ura di qualità ad Altamura Miche Beccu Professore Ordinario in Proge azione archite onica dell’Università degli Studi Roma Tre e socio dello studio ABDR Archite i Associati

La partecipazione ad una Commissione giudicatrice di un Concorso di Architettura indetto da una Pubblica Amministrazione rappresenta un’esperienza concreta, direttamente operativa, resa particolarmente efficace dal fatto che al suo interno si intrecciano competenze, attese, interessi, istanze reali del territorio. Nel lavoro di queste commissioni, responsabilità amministrative, competenze programmatiche, conoscenze di tipo tecnico-ingegneristico si confrontano in modo serrato con le istanze più specifiche dell’esercizio del progetto architettonico e della pratica professionale. Si tratta di un processo decisionale complesso, in cui le figure programmatorie e della rappresentanza si misurano con le istanze del progetto architettonico tout-court, della sua coerenza tecnicoestetica, della sua “Bellezza”. Una bellezza non astratta, non confinata al puro mondo delle forme, ma una bellezza “possibile”, resa tale a partire dall’adeguatezza della proposta progettuale e dalla giustezza rispetto al contesto; e dove l’evidenza delle qualità “positive”, dei requisiti tecnico-estetici sia autenticamente riscontrata attraverso la minuziosa e attenta rispondenza ai criteri di giudizio. Il concorso per la “Realizzazione di un Polo per l’Infanzia” ad Altamura nasce dalla stretta collaborazione tra l’amministrazione comunale di quella città e la “Sezione Istruzione e Università” della Regione. Dopo l’insediamento, la Commissione ha articolato i suoi lavori in due fasi. La prima, svolta in presenza, è stata dedicata all’osservazione diretta dei lavori, esposti in una stanza appositamente dedicata. Questo momento si è rivelato essere il più autenticamente fondativo del giudizio attraverso l’osservazione, la lettura e la comparazione diretta dei progetti e delle relazioni e il libero confronto tra i commissari. La seconda fase si è svolta con riunioni on-line, a causa del diffondersi della pandemia da Covid-19. A distanza, il confronto si è trasferito sul piano della valutazione analitica dei singoli progetti, passati all’esame di una griglia di criteri di giudizio a “grana fine”, molto puntigliosa e specifica. Durante i lavori, particolare attenzione è stata rivolta alle condizioni di accessibilità al nuovo Polo educativo, date le particolarità morfologiche del sito, all’integrazione spaziale e funzionale del Polo con il futuro completamento a valle, e alle relazioni contestuali nel loro insieme. Ma una scuola per l’infanzia è anche una “macchina educativa”, dove è importante calibrare non solo la rispondenza ai requisiti tipologico-funzionali, alle norme, alla dotazione di spazi e funzioni, ma è necessario

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anche favorire l’adeguata fruizione da parte degli utenti principali, i ragazzi e le famiglie. Nelle discussioni in rete, un surplus di attenzione è stato riservato all’identità della nuova casa dell’infanzia, alla sua capacità di comunicare il proprio “essere scuola”, attraverso un’immagine amichevole e condivisa, percepita nella sua consuetudine e familiarità innanzitutto dai suoi utenti primari, i bambini e le bambine. In un concorso così partecipato è sempre motivo di particolare interesse osservare l’articolarsi delle risposte progettuali, le scelte culturali e le strategie della rappresentazione, così come l’emergere di attitudini e appartenenze a scuole, ambiti regionali e nazionali. Scelte e strategie leggibili in filigrana nelle singole proposte, o che pure sono orgogliosamente affermate, come nel progetto “XY000”, risultato vincitore; un progetto che aderisce esplicitamente all’idea di “regionalismo critico” lanciata nel 1984 da Kenneth Frampton, come forma di resistenza a un dilagante e superficiale internazionalismo. Il progetto si collega a quell’idea nella precisione di un rapporto forma-struttura enunciato limpidamente: volumetrie nitide, utilizzo della pietra locale, quella dei muri a secco murgiani, declinata nella forma tecnica dei “gabbioni”, che coniugano una soluzione squisitamente tecnica con l’appropriatezza tettonica. Un’architettura che cerca di restituire corporalità tattile al costruire, addolcita dalla calda luce dei rivestimenti lignei degli interni. Il progetto “IAW76”, secondo classificato, nell’evocare un’icona naturalistica solo apparentemente infantile, ricerca una maniera amichevole e sensuale del porsi della scuola rispetto alla città, affidandosi al gioioso richiamo di un muro “verde”. Alunne, alunni, e famiglie sono attratti dentro una spirale colorata, pensata - come le grandi finestre quadrate – a misura di bambino. Il progetto “ZQQ44” sceglie di confrontarsi con l’intorno costruito attraverso una scomposizione “morfologica” molto calibrata; negli interni, invece, propone un linguaggio attraente e innovativo, integrando spazi e arredi. Le proposte “RST03” e “XR5AL”, classificatesi al quarto e quinto posto, scelgono di misurarsi con la forma assoluta del cerchio in due maniere molto differenti. La prima involucra con una palizzata verticale un organismo complesso, sormontato in copertura da una grande piazza, concepita come uno spettacolare spazio pubblico affacciato sulla città. L’altra proposta si concentra sulla perfezione della forma circolare: una proposta raffinata e introversa, un po’ onirica, affidata a geometrie elegantemente disegnate. Emerge su tutto la qualità della partecipazione e l’impegno degli autori e dei gruppi, valida risposta a una procedura concorsuale molto ben condotta, che deve ora concludersi con una realizzazione esemplare.

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Inquadramento dell’area¹ Nicole a De Rosa Assegnista di ricerca del Politecnico di Bari presso la Regione Puglia

Anna Giordano Responsabile del Procedimento del Comune di Altamura

L’area oggetto di intervento è situata nel quartiere Trentacapilli, in località Lama di Cervo, una zona periferica della città, lontana dal nucleo urbano consolidato ed estranea anche alla maglia di edificato che si espande radialmente subito a ridosso delle mura antiche. Il quartiere si attesta nell’area meridionale del Comune e risulta separato dal centro di Altamura dalla circonvallazione S.S. 96 Bari-Potenza, mentre tre strade di penetrazione (via Selva, via Pietro Colletta, via Matera) lo connettono direttamente con il centro urbano. Nonostante questa lontananza, il quartiere risulta ben servito dai trasporti, mentre presenta una scarsa dotazione di servizi pubblici.

¹

Il presente testo si basa sulla elaborazione dei dati tra i dallo Studio di Fa ibilità del Documento di Indirizzo alla Progettazione per la Realizzazione del Polo per l’Infanzia in Altamura, sez. B “Il contesto territoriale, l’area di intervento, il quadro esigenziale”, cap.1 “Descrizione dell’area – stato dei luoghi”.

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L’ambito di progetto viene identificato dal P.R.G. del Comune di Altamura² come “Area residenziale di espansione di tipo C2”. Nello specifico, il lotto risulta essere parte di una più ampia area destinata dal piano a urbanizzazioni secondarie. L’area oggetto di concorso ha una estensione complessiva di mq 5.250 ed è posta al centro della maglia residenziale, presentandosi come un ampio spazio residuale entro cui poter inserire il polo per l’infanzia, che assumerà così una posizione centrale rispetto al contesto.

Inquadra il QrCode per esplorare l’area

Il quartiere Trentacapilli si presenta come un’area urbanizzata per la quasi totalità dei lotti destinati alla trasformazione per iniziativa dei privati. Il modello insediativo è poco compatto e i lotti a maglia libera seguono leggermente la giacitura delle infrastrutture stradali poste sui limiti. L’edificato ha un basso indice di densità edilizia ed una prevalente destinazione residenziale (circa l’80% del costruito); la rimanente volumetria ammessa è destinata a servizi alla residenza, realizzati solo in minima parte, così determinando un primo elemento di forte criticità per l’area. Il quartiere è delimitato a nord dalla circonvallazione, lungo la quale si attesta, mentre sul fronte posto a sud presenta un bordo più morbido, confinando con una zona agricola verso cui l’edificato si sfrangia dolcemente.

²

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Piano Regolatore Generale pre-vigente reda o dall’arch. Ludovico Quaroni, ado ato con D.C.C. 47 del 20/04/1972 e approvato con D.P.G.R. 1660 del 12/06/1974 e del vigente P.R.G. adeguato alla L.R. n. 56/1980 approvato con D.G.R. 1194 del 29/04/1998, consultabile al seguente link: h ps://www.comune.altamura.ba.it/index.php/en/servizi/autorizzazioni-e-concessioni/urbanistica-e-pianificazione-del-territorio/p-r-g.

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Crediti

COMUNE DI ALTAMURA Ogge o del concorso: Realizzazione del polo per l’infanzia in Altamura, nel Quartiere Trentacapilli – Lama di Cervo sito in via Gentile, via Caduti delle Foibe, nel Comune di Altamura. Sindaco: Rosa Melodia Responsabile del procedimento: arch. Anna Giordano Supporto al RUP: arch. Luigia Picerno Responsabile del se ore: ing. Biagio Maiullari

Commissione giudicatrice: arch. Giovanni Buonamassa Comune di Altamura (Presidente della Commissione) do .ssa Cristina Sunna Regione Puglia - Sezione Istruzione e Università arch. Michele Beccu Professore Ordinario in Proge azione archite onica dell’Università degli Studi Roma Tre e socio dello studio ABDR Archite i Associati ing. Francesco Pepe rappresentante dell’Ordine Professionale Ingegneri di Bari arch. Cosimo Damiano Mastronardi rappresentante dell’Ordine Professionale Archite i di Bari

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Proge i partecipanti N.

Codice alfanumerico di proge o

Proge isti

Componenti del raggruppamento

(Capogruppo o mandatario dell’RTP)

(raggruppamento composto da proge isti, mandanti dell’RTP e consulenti, come da documentazione amministrativa di concorso)

Proge o vincitore

1

ZY000

arch. Pietro Colonna

2° classificato

2

IAW76

arch. Maurizio Masi (ass. dello Studio Arklab) arch. Marirosa Marroccoli ing. Rocco Squicciarini arch. Antonella Simone

3° classificato

3

ZQQ44

arch. Luigi Fioramanti (LFArchite ura s.r.l.)

Menzionati

4

RST03

Joseph di Pasquale Architects srl

XR5AL

arch. Dileo Nunziastella

arch. Sante Simone arch. Alessandro Zappaterreni arch. Vincenzo Rafaele ing. Pasquale Cappiello ing. Vito Perrucci per. ind. Francesco Saverio Massaro arch. Laura Fabriani do .ssa Federica Croce i

5

Premio “Giovani”

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ing. Simone Di Bartolomeo

6

LTR69

ing. Luca Peralta

arch. Rosa Percacciuolo arch. Tommaso Martimucci

7

FFA77

ing. Nicola Lauriero

geol. Pietro Pepe Neotec s.r.l. arch. Michele Forte ing. Domenico Garripoli ing. Pasquale Iacovone arch. Vincenzo Laterza ing. Michele Marmora do . Piero Castoro arch. Davide Decarli do .ssa Pamela Patella do . Francesca Cardano

8

MAR19

arch. Alessandro Iacovuzzi

arch. Ubaldo Occhinegro arch. Marco Stigliano arch. Micaela Pignatelli arch. Graziella Fi ipaldi ing. Giuseppe Rotondo ing. Alma Tafuni arch. Ilaria Pinto arch. Annunziata Dezio do . Pasqua Loviglio

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N.

Altri proge i partecipanti

Codice alfanumerico di proge o

Proge isti

Componenti del raggruppamento

(Capogruppo o mandatario dell’RTP)

(raggruppamento composto da proge isti, mandanti dell’RTP e consulenti, come da documentazione amministrativa di concorso)

ZUR10

ing. arch. Lucia A. Rocchelli

arch. Fabian Bisig (Fabian Bisig Studio S.I.A)

M1A1R

arch. Francesco Andreani (De Linea Srl)

ing. Giovanni Conti ing. Giuseppe Longhi arch. Giorgio Schiavino arch. Alessandro Caiello Do . Geol. Tonino Uffreduzzi

MML41

arch. Massimo Dicecca

arch. Luca Porqueddu arch. Michela Romano arch. Valentina Zappatore arch. Andrea Parisella arch. Cecilia Visconti

VOV11

do . arch. Federico Bargone (Studio Bargone Archite i Associati)

do . arch. Francesco Bartolucci do . arch. Enrico Aule a geom. Massimo Baldini do . arch. Francesco Leoni do . arch. Fabrizio Pisoni

SEA15

arch. Riccardo Pagani (Bimon Srl)

ing. Elena De Luca arch. Sooley Lisbeth Del Aguila Caipo arch. Andrea Ciccariello

CNA01

ing. Aniello Camarca (Ia2 Studio Associato)

ing. Chiara Barbieri ing. Antonella De Martino

MNN41

arch. Tommaso Monestiroli (Monestiroli Archite i Associati)

arch. Luca Cardani

FTV19

ing. Gianluca Anzuini

RTP05

arch. Immacolata Digregorio

arch. Stefano Lorusso ing. Donato Marroccoli (EMME Studio associato) arch. Marianna Denora ing. Nicola Gale a ing. Saverio D’Agostino geom. Giuseppe Livrieri geom. Nicola Facendola

IM4EA

arch. Isabella Ninni

ing. Michela Germinario ing. Adriano Lioce ing. Erasmo Ricciardi

LVL08

arch. Filippo Orsini

AXF25

arch. Andrea Sforzin

arch. Fabrizio Giannachi

VAM21

arch. Elisabe a Gualtieri

arch. Valentina Di Giacomo Marianna Cimini

ADFGM

arch. Giovannimaria Santonicola

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N.

Altri proge i partecipanti

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Codice alfanumerico di proge o

Proge isti

Componenti del raggruppamento

(Capogruppo o mandatario dell’RTP)

(raggruppamento composto da proge isti, mandanti dell’RTP e consulenti, come da documentazione amministrativa di concorso)

FOX79

ing. Gaetano Farella

arch. Bruno Sanguigni arch. Vito Grazio Pedone arch. Davide De Leo

CTM49

arch. Michele Caramella

arch. Teresa Colonna arch. Chiara Altomare ing. Lidia Coscia

SGB51

arch. Alfonso Sorrento

ing. Domenico Giandoriggio arch. Filippo Barbaro geol. Laura Russo

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ZY000 Altamura t HQFXXNDZHFYT 5rTLJȫT [NSHNtTrJ 5rTLJȫNXta arHM 5NJtrT (TlTSSa

Va so o il nome di regionalismo critico il raccolto delle regole formative di un modo di pensare che lo storico Kenneth Frampton ha proposto all’a enzione del diba ito contemporaneo nel 1984 offrendo una strada alternativa all’internazionalismo dilagante della nostra epoca. L’obbie ivo è chiaramente contrario all’adozione di parametri efficientistici nel valutare gli spazi ed i materiali dell’archite ura ed è favorevole allo sviluppo di “una cultura forte e carica di identità, che mantenga tu avia aperti i conta i con la tecnica universale”. È in questo filone di ricerca che la proposta per il nuovo Polo di Altamura si muove. Ovunque tu sia, ovunque si posi lo sguardo, per tu o il paesaggio dell’Alta Murgia, mure i a secco vengono fuori dai prati come leoni in una savana. Dalla terra coltivata e non, pietra su pietra e sparsi per i campi: masserie jazzi e piccole case rurali, e calcareniti come pelle esperta di mani contadine.

“È qui che il grande fico mediterraneo trova spazio, fru ifica e presta la sua grande ombra per le ure all’aperto di fiabe o favole. È qui che il piccolo orto botanico può insegnare ai bambini che la cura della terra può dare fru i meravigliosi. È qui che il mandorlo, posizionato sul fianco del “piccolo teatro” all’aperto può raccontare l’arrivo della primavera. È qui che il Terebinto colora di rosso il cielo e si intona ai papaveri del prato. È qui che le ferule germogliano assieme agli asfodeli, alla salvia argentea, al timo spinose o, all’euforbia spinosa ed alla scilla mari ima. In qualsiasi maniera, il proge o cerca il paesaggio, vuole integrarlo, assorbirlo, cercare la chiave identitaria del territorio per restituirla ai bambini, per ridarla al futuro”. Inquadra il QrCode per approfondire

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(Dalla relazione di proge o_pg. 10)

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ZY000 Altamura

1. Zona di ingresso La zona di ingresso al Polo è lo spazio al chiuso che precede la presa in carico dei minori ed è separato dalla zona di accesso ai singoli servizi (nido e scuola dell’infanzia) e accoglie gli adulti e la loro partecipazione alla vita del polo cogliendo l’obbie ivo dell’apertura al territorio). All’interno di questa zona sono inseriti: - un punto ristoro; - un guardaroba; - un area parcheggio passeggini; - I servizi igienici; - l’Angolo alla amento; - il fasciatoio; - l’ufficio direzione del polo; - la segreteria; - l’ufficio Consueling; - l’Aula professori; - i servizi igienici per i bambini;

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2. Zona presa in Carico Rappresenta la zona riservata esclusivamente ai minori ospiti delle stru ure e al personale del Polo. In tale parte sono presenti le sezioni delle stru ure che compongono il Polo, dedicate ai minori e organizzate come previsto dalla vigente normativa. Ogni singola sezione del nido prevede spazi organizzati per il riposo, il pasto e il gioco, per il cui dimensionamento vi sono standard mdimensionali definiti dal R.R. 4/2007 e s.m.i. All’interno di questa zona sono inseriti: - il nido; - la sezione primavera; - la ludoteca; - lo spazio della quiete domestica; - i servizi igienici per il personale; - i servizi igienici per i bambini con spogliatoi; - gli spazi deposito ogge i; 3. Zona Carico/Scarico Si tra a principalmente della zona carico/scarico che serve gli spazi cucina del livello inferiore. In questo spazio vengono installati anche appositi contenitori di raccolta differenziata. 4. Terrazza praticabile È la terrazza panoramica del polo, la zona esterna a servizio del nido e della sezione primavera. Qui è possibile svolgere a ivita’ all’aperto con i bambini, ad esempio ossservare il cielo e colorarlo, impararne a capire le sfumature, che non è solo azzurro ma cambia durante l’arco della giornata... 5. Zona presa in Carico: - Sezione 1, 2, 3, 4, 5 - Servizi igienici per bambini; - Lab. per a ività manuali - Spazio Deposito 6. Spazio Comune - Agorà - Mensa comune - Estensione biblioteca - Spazio proiezione film - Spazio palco per piccoli concerti - Biblioteca - Orto - Are playground

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7. Palestra / Piscina È lo spazio dedicato alla sperimentazione del se e del proprio corpo a raverso a ivita’ motorie e l’esperienza con l’acqua anche a diverse temperature.

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IAW76 Altamura

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I cara eri della proposta proge uale sono: Chiara le ura dello spazio e delle forme: come icona, punto di riferimento della colle ività. Forme curve, morbide, sinuose ed a raenti, facilmente identificabili dal bambino. Spazio dida ico come ambiente pedagogico: luogo a o a stimolare le potenzialità cognitive, affe ive, relazionali senza tralasciare quelle sensoriali, intuitive, perce ive e creative del bambino. Spazi colle ivi come ambienti educativi, formativi, stimolativi. Possono essere indifferentemente utilizzati dai bambini e dalle loro famiglie favorendo un ambiente proficuo per il confronto e la crescita (Family school). Aree privilegiate per le relazioni, gli incontri, e condivisione di momenti ed eventi. Funzionalità ed iterazione tra a ività scolastica ed extra scolastica: edificio permeabile capace di rendere ogge o d’insegnamento quanto accade fuori dalle proprie mura. La scuola non si chiude in se stessa, ma si apre alla colle ività con spazi che possono essere utilizzati fuori dall’orario scolastico in maniera autonoma e controllata. Spazi esterni per sviluppare in piena libertà tu e le capacità del bambino: fare “scuola all’aria aperta” a raverso percorsi formativi, gioco spontaneo, esplorazione, utilizzo dei 5 sensi a raverso un conta o dire o con la natura per la sensibilizzazione ai temi ambientali ed ecologici. “In e outdoor” completamente permeabili e interconnessi tra loro: i bambini in questa scuola avranno con la natura e l’esterno un conta o visivo e ta ile continuo, dalle aule a raverso le vetrate e le serre, dallo spazio conne ivo, dalla palestra e auditorium a raverso il giardino sensoriale, il laboratorio all’aperto per poi passare all’esterno con il bosco, l’orto dida ico, il giardino dei giochi, i percorsi. Sostenibilità ambientale, salvaguardia delle risorse e contenimento energetico: approccio olistico per determinare un edificio passivo, visione unitaria integrata tra il proge o edilizio e il proge o impiantistico. Asilo ecologico che si pone come obie ivo la conoscenza e la tutela della biodiversità animale e vegetale e del ciclo di vita. Utilizzo di materiali naturali o derivanti da riciclo o materiali riconvertibili. Utilizzo di fonti rinnovabili e recupero delle acque meteoriche e grigie.

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ALTAMURA

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IAW76 Altamura t HQFXXNDZ HFYT (TmUTSJStN IJl raLLruUUamJStT arHM 2aurN_NT 2aXN aXX IJllT 8tuINT Arklab) (aUTLruUUT arHM 2arNrTXa 2arrTHHTlN NSL 7THHT 8VuNHHNarNSN arHM AStTSJlla 8NmTSJ

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ZQQ44 Altamura

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Il proge o prende forma a partire dalla configurazione ondulata del territorio della Murgia e dalla presenza delle gravine che lo cara erizzano. La nuova stru ura assume così una conformazione organica e libera che si dilata e restringe, creando un flusso dinamico e continuo di aree e funzioni interne ed esterne, dotate di tecnologie volte all’o imizzazione delle risorse energetiche. L’elemento naturale predomina, a raverso un verde disegnato con geometrie libere, che segna le linee guida principali per il collegamento con il contesto e tra gli ambienti interni. A raverso questa connessione il polo vuole divenire un centro di aggregazione per la comunità. Ciò inizia a raverso la piazza d’ingresso e prosegue con gli ambienti aperti agli utenti esterni. Tramite l’atrio-agorà, sul quale affacciano ed hanno la possibilità di aprirsi gli ambienti, lo spazio assume forme e funzioni differenti. L’atrio, in questo processo di continua trasformazione spaziale diventa il cuore pulsante del polo, non più inteso come mero conne ivo, ma come ambiente organico per le a ività comuni, le esperienze colle ive, sempre diverso e da “esplorare”, che stimola la curiosità e la sperimentazione a raverso la collaborazione. L’“albero centrale”, che assume il ruolo identitario principale, diviene il centro figurativo e dida ico dell’interno plesso scolastico, a orno al quale il bambino ha la possibilità di giocare, o di partecipare a lezioni colle ive. Il polo sviluppa le sue funzioni sulla base della sequenza degli ambienti dida ici (da est a ovest, dal nido alla materna), che vuole richiamare in astra o il percorso di crescita dei bambini.

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ZQQ44 Altamura

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RST03 Altamura t HQFXXNDZ HFYT HTS mJS_NTSJ 5rTLJȫ NXta /TXJUM IN 5aXVualJ ArHMNtJHtX Xrl

“Facciamo un cerchio”. E così che si dice ai bambini quando si inizia un gioco. Il cerchio è la prima forma compiuta che un bambino tenta di disegnare, il cerchio è una palla, è il sole, è la faccia di un altro bambino, il cerchio è un recinto, un movimento, un gesto, un abbraccio, il cerchio è protezione, energia e gioco insieme, Il cerchio che diventa musica e movimento è la danza del girotondo, la prima e più elementare forma di gioco, di relazione e di socialità. Un cerchio che diventa un recinto costruito, un mondo giocoso in cui entrare, un edificio che non sembra un edificio, un posto un po’ strano e un po’ magico dove si può andare a giocare sul te o e dove con uno scivolo si può tornare di so o. Un edificio tondo come il mondo in cui viviamo che i bambini ricevono in dono dalla vita affinché possano imparare a conoscerlo e a prendersene cura.

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XR5AL Altamura 5t HQFXXNDZHFYT HTS mJS_NTSJ 5rJmNT ,NT[aSJ (TmUTSJStN IJl raLLruUUamJStT arHM )NlJT 3uS_NaXtJlla (aUTLruUUT arHM 8aStJ 8NmTSJ arHM AlJXXaSIrT ?aUUatJrrJSNd arHM ;NSHJS_T 7aKaJlJ NSL 5aXVualJ (aUUNJllTd NSL ;NtT 5JrruHHNd UJr NSI +raSHJXHT 8a[JrNT 2aXXarT arHM 1aura +aGrNaSN ITȫ XXa +JIJrNHa (rTHJȫNd

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L’asilo per il neonato quartiere Trentacapilli per la sua posizione centrale all’interno di un tessuto cara erizzato da palazzine e case isolate si pone come nodale nello sviluppo futuro di questo brano di ci à. La centralità dell’area nonché le a ività da svolgere dall’utenza a cui è rivolta (bambini tra gli 0 e i 6 anni) ha posto subito una riflessione sulla ricerca nell’ambito degli spazi a pianta centrale. Dovendo presidiare la testa dell’intero complesso scolastico all’interno di un lo o che è il centro di irraggiamento per la giacitura delle residenze limitrofe, la scuola per l’infanzia marca quindi con un recinto circolare la sua condizione di centro. Il segno dell’antica azione - quella del girare intorno- si esprime so o forma di un cerchio la cui regolarità è messa in discussione dal disassamento delle funzioni di ingresso e di servizio e dal diametro della circonferenza stessa che taglia da nord a sud il volume della scuola. Si definiscono così due spazi pari in quantità ma che consentono la sperimentazione dida ica e un diverso modo di stare nel cerchio. Dei due spazi tagliati equamente dalla diagonale, il primo -ampio- consente di svolgere le funzioni colle ive come in una grande piazza; il secondo diviso in se e aule consente le a ività dida iche e il gioco per le differenti età che il cerchio raccoglie. L’apparente volume muto all’esterno apre così al suo interno spazi leggeri e luminosi, molteplici e differenti, del pieno e del vuoto. Un sistema di copertura lamellato lascia entrare la luce a raverso un ricorsivo shead. Questo espediente archite onico consente, insieme ai sistemi di patii, di sentirsi sempre all’aperto e osservare lo scorrere del tempo come in un orologio a scala di edificio. Un luogo dove fare esperienza delle cose a raverso l’osservazione e la vita che scorre sulle cose. Lo spazio oltre il recinto circolare non è trascurato nella vita del quartiere. In questo luogo pavimentato con ghiaia di pietra calcarea e pietre colorate tenute insieme da cemento bianco trovano dimora due funzioni che la scuola per l’infanzia offre alla ci à. Un piccolo teatro all’aperto organizzato in una serie di sedute in pietra disposte a far quadrato utilizzabile dalla comunità come cinema all’aperto nelle sere d’estate e aree gioco per la vita di tu i i bambini del quartiere di qualsiasi età.

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LTR69 Altamura 6t HQFXXNDZHFYT HTS mJS_NTSJ (TmUTSJStN IJl raLLruUUamJStT NSL 1uHa 5Jralta (aUTLruUUT arHM 7TXa 5JrHaHHNuTlT arHM 9TmmaXT 2artNmuHHN

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Il proge o è stato concepito per celebrare un profondo legame con il quartiere. L’impianto archite onico asseconda la curva del lo o e trasforma il salto di quota esistente tra il sito e le strade adiacenti in un anfiteatro all’aperto, una piazza pubblica sicura, schermata dalla strada, utilizzabile sia per l’accesso al Polo dell’Infanzia sia per innescare occasioni di convivialità tra gli abitanti del quartiere. Alla curva dell’anfiteatro all’aperto si contrappone la curva del fronte di ingresso all’edificio, vetrato e permeabile. Il Polo dell’Infanzia si sviluppa planimetricamente con generatrici costituite da archi concentrici che individuano due macro tipologie di aree funzionali, rispe ivamente: sul fronte piazza la macro area con le funzioni accessibili e fruibili in maniera autonoma anche al di fuori degli orari scolastici e sul fronte opposto, verso il giardino, le sezioni della scuola, il nido e la mensa. Le due macro aree sono separate e contemporaneamente collegate da uno spazio di circolazione fluido che si restringe e si dilata, definendo aree con luce naturale zenitale fruibile per a ività libere. Tale spazio lega e collega non solo tu e le funzioni interne all’edificio tra loro ma, anche lo spazio pubblico della piazza con il giardino di pertinenza della scuola, incoraggiando la partecipazione delle famiglie alla vita scolastica e l’apertura della scuola al territorio. La copertura dell’edificio disegna un paesaggio in continuità con i viali adiacenti, con spazi pubblici a rezzati con giochi per bambini, aree di sosta e aree verdi, una spe acolare terrazza urbana, luogo di incontro per gli abitanti del quartiere di tu e le età. Il Polo per l’Infanzia di Altamura sarà un vero e proprio modello di sostenibilità, non solo perché è proge ato con l’obie ivo di edificio nZEB (nearly Zero Energy Building) ma, sopra u o, per la forte sensibilità ambientale che coinvolge ogni singolo aspe o proge uale. Si è scelto un sistema costru ivo in se i portanti in muratura armata con blocchi di laterizio biocompatibile, selezionato in base alle cara eristiche di isolamento termico, inerzia termica, isolamento acustico, prestazioni in zona sismica e sicurezza al fuoco. L’evidente a enzione all’ambiente si ritrova anche nell’impiego di materiali sostenibili e nell’adozione di sistemi di edilizia passiva. Il corre o orientamento dell’edificio, la sua peculiare, l’adozione di soluzioni opache d’involucro molto prestazionali, così come le ampie vetrate a entamente schermate da pergolati: sono tu i aspe i che consentiranno di contenere i fabbisogni energetici sia in fase esecutiva che nella gestione dell’opera.

SPAZI PER CRESCERE


ALTAMURA

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FFA77 Altamura 7t HQFXXNDZHFYT HTS mJS_NTSJ (TmUTSJStN IJl raLLruUUamJStT NSL 3NHTla 1aurNJrTd (aUTLruUUT LJTl 5NJtrT 5JUJ 3JTtJH X r l arHM 2NHMJlJ +TrtJ NSL )TmJSNHT ,arrNUTlN NSL 5aXVualJ .aHT[TSJ arHM ;NSHJS_T 1atJr_a NSL 2NHMJlJ 2armTra ITȫ 5NJrT (aXtTrT arHM )a[NIJ )JHarlN ITȫ XXa 5amJla Patella ITȫ +raSHeXHa (arIaSTd

L’analisi del contesto urbano morfologico ed ambientale in cui si inserisce l’intervento ci ha suggerito un approccio proge uale di tipo semi ipogeo, pensando a un organismo archite onico che mantenesse in copertura le cara eristiche del terreno murgiano a ualmente esistente sull’area. La calo a verde, aperta verso sud e forata da una grande corte, lascia emergere sulla sua superficie un elemento iconico identificativo del Polo (un gruppo di palloncini colorati) che unisce il mondo della scuola con l’esterno; contiene inoltre un “bosco della murgia” e spazi ricreativi. Un segno archite onico ben preciso a raverso una rampa colorata individua l’ingresso principale alla Scuola. Nonostante la natura semi ipogea del proge o, lo schema distributivo e compositivo dell’intera stru ura è stato pensato per consentire la massima apertura al territorio, con spazi flessibili all’utilizzo programmato anche in orari extra scolastici; ne è esempio l’auditorium, il teatro all’aperto e lo spazio antecedente alla presa in carico dei minori dire amente collegato alla palestra e alla piscina. La dida ica è organizzata su un unico livello, con le sezioni proie ate a sud verso l’orto botanico esterno e mediate da una serra solare; l’agorà funge un ruolo importante di connessione delle varie funzioni scolastiche e favorisce le relazioni, lo scambio e il dialogo tra i fruitori del Polo. Le sezioni non sono intese come spazi rigidi ma sono pensati come spazi dinamici capaci di stimolare la curiosità e l’interesse dei bambini, di far sviluppare il senso della condivisione ma anche della conoscenza di sé stessi e delle proprie capacità. La stru ura sfru a sistemi passivi per il contenimento energetico e l’utilizzo di fonti rinnovabili.

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SPAZI PER CRESCERE


ALTAMURA

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MAR19 Altamura

t HQFXXNDZHFYT HTS mJS_NTSJ (TmUTSJStN IJl raLLruUUamJStT arHM AlJXXaSIrT .aHT[u__Nd (aUTLruUUT arHM :GalIT 4HHMNSJLrT arHM 2arHT 8tNLlNaSTd arHM 2NHaJla 5NLSatJllN arHM ,ra_NJlla +NȫNUalIN

La nostra idea proge uale parte dal presupposto che il polo scolastico di nuova realizzazione debba rivestire un ruolo identitarie nel contesto urbano in cui andrà ad inserirsi. Un edificio partecipato, concepito e vissuto come spazio di relazione in qualsiasi momento della giornata: un vero e proprio Civic center. Così sogniamo possano essere le scuole pugliesi. Spazi aperti al territorio dove gli ambienti stessi diventano educativi e accoglienti per i ci adini più piccoli. È a scuola che bambini e ragazzi passano la maggior parte della loro giornata, come in una seconda casa. Per questo gli edifici devono essere sicuri, funzionali e belli. La bellezza è intrinseca all’educazione. La costruzione di un edificio scolastico assume inevitabilmente le cara eristiche di matrice per una più ampia riqualificazione urbanistica, sia dal punto di vista della qualità dell’archite ura e degli spazi pertinenziali, sia come rinnovata fruibilità ed apertura al quartiere, anche in termini di utilizzo delle stru ure in ambito extrascolastico (palestra, piscina, orto botanico, bosco, parco giochi, bibliot eca, ludoteca ecc..).

NSL ,NuXJUUJ 7TtTSIT NSL Alma 9aKuSN arHM .larNa 5NStTd arHM ASSuS_Nata )J_NT ITȫ 5aXVua 1T[NLlNTd

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SPAZI PER CRESCERE


ALTAMURA

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ZUR10 Altamura (TmUTSJStN IJl raLLruUUamJStT NSL arHM 1uHNa A 7THHMJllN (aUTLruUUT arHM +aGNaS 'NXNL +aGNaS 'NXNL 8tuINT 8 . A

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SPAZI PER CRESCERE


M1A1R &QYFRZWF (TRUTSJSYN IJQ WFLLWZUUFRJSYT FWHM +WFSHJXHT &SIWJFSN )J 1NSJF 8WQ (FUTLWZUUT NSL ,NT[FSSN (TSYN NSL ,NZXJUUJ 1TSLMN FWHM ,NTWLNT 8HMNF[NST FWHM &QJXXFSIWT (FNJQQT )Tȫ ,JTQ 9TSNST :ǭ WJIZ__N

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ALTAMURA

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MML41 Altamura (TmUTSJStN IJl raLLruUUamJStT arHM 2aXXNmT )NHJHHad (aUTLruUUT arHM 1uHa 5TrVuJIIu arHM 2NHMJla 7TmaST arHM ;alJStNSa ?aUUatTrJ arHM ASIrJa 5arNXJlla arHM (JHNlNa ;NXHTStNd

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SPAZI PER CRESCERE


VOV11 Altamura (TmUTSJStN IJl raLLruUUamJStT ITȫ arHM +JIJrNHT 'arLTSJ (aUTLruUUT ITȫ arHM +raSHJXHT 'artTluHHN 8tuINT 'arLTSJ ArHMNtJȫN AXXTHNatN ITȫ arHM *SrNHT AulJȫa LJTm 2aXXNmT 'alINSN ITȫ arHM +raSHJXHT 1JTSN ITȫ arHM +aGrN_NT 5NXTSN

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ALTAMURA

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SEA15 Altamura (TmUTSJStN IJl raLLruUUamJStT arHM 7NHHarIT 5aLaSN 'NmTS 8rl (aUTLruUUT NSL *lJSa )J 1uHa arHM 8TTlJ^ 1NXGJtM )Jl ALuNla (aNUT arHM ASIrJa (NHHarNJllT

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SPAZI PER CRESCERE


CNA01 Altamura (TmUTSJStN IJl raLLruUUamJStT NSL ASNJllT (amarHa .a 8tuINT AXXTHNatT d (aUTLruUUT NSL (MNara 'arGNJrN NSL AStTSJlla )J 2artNST

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ALTAMURA

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MNN41 Altamura (TmUTSJStN IJl raLLruUUamJStT arHM 9TmmaXT 2TSJXtNrTlN (aUTLruUUT arHM 1uHa (arIaSN 2TSJXtNrTlN ArHMNtJȫN AXXTHNatN d

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SPAZI PER CRESCERE


FTV19 &QYFRZWF 5WTLJȫNXYF NSL ,NFSQZHF &S_ZNSN

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ALTAMURA

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RTP05 Altamura (TmUTSJStN IJl raLLruUUamJStT arHM .mmaHTlata )NLrJLTrNT (aUTLruUUT arHM 8tJKaST 1TruXXT NSL )TSatT 2arrTHHTlN *22* 8tuINT aXXTHNatT arHM 2arNaSSa )JSTra NSL 3NHTla ,alJȫ a NSL 8a[JrNT )ŤALTXtNST LJTm ,NuXJUUJ 1N[rNJrN LJTm 3NHTla +aHJSITlad

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SPAZI PER CRESCERE


IM4EA Altamura (TmUTSJStN IJl raLLruUUamJStT arHM .XaGJlla 3NSSN (aUTLruUUT NSL 2NHMJla ,JrmNSarNT NSL AIrNaST 1NTHJ NSL *raXmT 7NHHNarIN

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ALTAMURA

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LVL08 Altamura 5rTLJȫNXta arHM +NlNUUT 4rXNSN

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SPAZI PER CRESCERE


AXF25 Altamura (TmUTSJStN IJl raLLruUUamJStT arHM ASIrJa 8KTr_NS (aUTLruUUT arHM +aGrN_NT ,NaSSaHMNd

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ALTAMURA

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VAM21 Altamura (TmUTSJStN IJl raLLruUUamJStT arHM *lNXaGJȫa ,ualtNJrN (aUTLruUUT arHM ;alJStNSa )N ,NaHTmT 2arNaSSa (NmNSN

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SPAZI PER CRESCERE


ADFGM Altamura 5rTLJȫNXta arHM ,NT[aSSNmarNa 8aStTSNHTla

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ALTAMURA

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FOX79 Altamura (TmUTSJStN IJl raLLruUUamJStT NSL ,aJtaST +arJlla (aUTLruUUT arHM 'ruST 8aSLuNLSN arHM ;NtT ,ra_NT 5JITSJ arHM )a[NIJ )J 1JT

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SPAZI PER CRESCERE


CTM49 Altamura (TmUTSJStN IJl raLLruUUamJStT arHM 2NHMJlJ (aramJlla (aUTLruUUT arHM 9JrJXa (TlTSSa arHM (MNara Altomare NSL 1NINa (oXHNad

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ALTAMURA

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SGB51 Altamura (TmUTSJStN IJl raLLruUUamJStT arHM AlKTSXT 8TrrJStT (aUTLruUUT NSL )TmJSNHT ,NaSITrNLLNT arHM +NlNUUT 'arGarT LJTl 1aura 7uXXT

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SPAZI PER CRESCERE


ALTAMURA

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Spazi per crescere Bari


Banchi di Prova: spazi della formazione per il polo dell’infanzia di Bari Giovanni Multari Professore Associato in Proge azione Archite onica dell’Università degli Studi di Napoli Federico II e cofounder dello studio Corvino + Multari

“Che forma avrebbe una scuola oggi? Cosa possiamo imparare dal suo metodo alla luce delle sfide globali contemporanee? Una direzione fatta di luoghi dove mettere in discussione la formazione, dove testare, sperimentare, fare passi indietro e poi in avanti, e se serve, “disimparare”, per usare le parole di Otti Berger. Proprio come la scuola Bauhaus, più di cento anni fa, ha risposto alle sfide della modernità industriale fondando un’istituzione educativa radicale, oggi ci troviamo di fronte a sfide ambientali, sociali ed educative che richiedono modelli alternativi” ¹. Le domande di Regina Bittner e la direzione indicata nel suo discorso inaugurale per l’anno accademico 2020 – 2021 al Bauhaus, definiscono lo sfondo e le questioni entro cui si colloca la ricerca e l’indagine progettuale sul tema degli spazi della formazione, aprendo a scenari di possibile ripensamento degli stessi, del modo con il quale possono essere aggregati e attrezzati con servizi e funzioni complementari. Centrale è l’idea di sperimentare luoghi capaci di rendersi riconoscibili nei quartieri delle nostre città, come luoghi aperti e inclusivi, la cui dimensione stabilisce una relazione stretta con la comunità, in uno spazio educativo capace di innescare quella necessaria sperimentazione. Quei “banchi di prova”, che contribuiscono a costruire un processo adattivo e temporale, che si muove tra la dimensione collettiva e quella pedagogica, per ragionare sia su un programma di accoglienza e nuova organizzazione, sia sull’innovazione dello spazio e delle possibili relazioni per strutture pubbliche di tale e fondamentale importanza nel tempo presente, luoghi di una necessaria e rinnovata responsabilità sociale. Il concorso di progettazione per la realizzazione di un polo per l’infanzia da 0 a 6 anni a Bari, ha rappresentato una vera e propria esperienza “pilota” in questo senso, coinvolgendo professionisti provenienti da tutta Italia, che hanno elaborato molte ed interessanti risposte ad una domanda di per sè già fortemente sperimentale, che tendeva a riunire in un unico percorso formativo e in un unico spazio fisico i primi sei anni della vita dei bambini del Nido, della Primavera e della Materna.

¹

Regina Bi ner “Towards a Tangible Pedagogy - dimensions of tactility at the Bauhaus”. Tra o dalla conferenza di inaugurazione dell’anno accademico 2020-2021: “Bauhaus Fundamentals: Testing Ground for Contemporary Experimental Learning”

BARI

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Un’ Architettura, quella che è emersa dalla selezione dei progetti partecipanti, capace di farsi carico di questa domanda, ponendo attenzione alla proposta di un piano unico, alla stessa quota, su cui distribuire le funzioni previste dal bando, organizzate su tipi e forme in grado di interpretare quello che potremmo definire il “cluster dell’infanzia”. Spazi per i bambini delineati e versatili, in grado di seguire le attività lungo il percorso di crescita e capaci, per la architettura stessa che propongono, di stimolare ciascun bambino a viverli in maniera attiva e soggettiva. Un vero e proprio laboratorio aperto, per bambini e insegnanti, che costruiscono e sperimentano insieme ogni giorno le possibilità di questi spazi, dei luoghi vegetali, delle aree comuni. In una condizione che, senza limitare interazione alcuna, facilità l’osservazione delle attività e quel necessario controllo che conferisce sicurezza ed affidabilità al progetto per il nuovo polo dell’infanzia.

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SPAZI PER CRESCERE


Inquadramento dell’area¹ Nicole a De Rosa Assegnista di ricerca del Politecnico di Bari presso la Regione Puglia

Gaetano Murgolo Responsabile del Procedimento del Comune di Bari

L’area individuata per il concorso ricade nella contrada di Carbonara, ai margini meridionali della città di Bari, nella corona dei quartieri residenziali periferici della città ma contigua ai quartieri più urbani, che invece, per la loro vicinanza alla città, assumono una connotazione mista, sia commerciale che residenziale. Per questa sua relativa vicinanza con il centro cittadino, e data la sua posizione a ridosso di altrettante zone ricche di servizi, nel tempo Carbonara ha confermato la sua principale vocazione a destinare gran parte dell’edificato a uso prettamente residenziale.

¹

Il presente testo si basa sullo Studio di Fa ibilità del Documento di Indirizzo alla Proge azione per la Realizzazione del Polo per l’Infanzia nel Quartiere Santa Rita in area compresa tra via Trisorio Liuzzi (ex via G. Petroni), via G. Damascelli e via Vaccarella, cap.3 “Descrizione dell’area – stato dei luoghi” e cap.11 “Relazione geologica”.

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Il lotto si pone al crocevia tra le strade che connettono Bari con i comuni di prima corona di Bitritto e Adelfia; a nord e a sud confina con proprietà private, mentre ad est e ad ovest è delimitato da via Giulio Petroni e dal parallelo viale Gennaro Trisorio-Liuzzi, due importanti arterie non solo urbane – poiché connettono il centro di Bari direttamente con le zone periferiche della città – ma anche tracciati primari per l’innesto dell’intera viabilità extra-comunale.

Inquadra il QrCode per esplorare l’area

L’area con un’estensione di circa mq 6.700 è riconoscibile come un vuoto non ancora edificato, ben inserita nel contesto costruito residenziale. In particolare, si caratterizza per la prossimità a due importanti polarità del quartiere: da un lato, si pone a ridosso della caserma dei Carabinieri, dall’altro, si avvale di una stretta vicinanza con la Chiesa Parrocchiale di Sant’Antonio da Padova. Pertanto, il lotto assume una posizione strategica poiché, su più fronti, detiene uno stretto e diretto contatto con punti nevralgici per del quartiere. Al contempo si offre come centro nodale e di raccordo di una viabilità interna comunale, godendo di un contatto privilegiato con il centro urbano. Il lotto di progetto ha una forma regolare, e risulta essere una sommatoria di aree cedute per la realizzazione di standard nella Maglia 8 della Z.O. Carbonara-Ceglie-Loseto del Piano Regolatore Generale. Attorno a quest’area si sviluppa un’edificazione non particolarmente intensiva, con edifici in linea destinati prevalentemente a residenze; una minima quantità è destinata ad attività commerciali essenziali, potendo beneficiare del contatto diretto con altre zone dotate di tutti i servizi.

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SPAZI PER CRESCERE


Crediti

COMUNE DI BARI Tipologia e ogge o del concorso: Concorso di proge azione in unico grado per la realizzazione di un Polo Innovativo per l’infanzia (asilo nido, scuola materna e centro servizi) al quartiere S. Rita in area compresa tra via G. Trisorio Liuzzi (ex via G. Petroni), via G. Damascelli e via Vaccarella. Sindaco: Antonio Decaro Responsabile del procedimento: arch. Gaetano Murgolo Supporto al RUP: do . Geom. Michele Vomero Responsabile del se ore: avv. Pierina Nardulli

Commissione giudicatrice: ing. Pompeo Desiderato Colacicco Dirigente del Comune di Bari - Ripartizione Urbanistica ed Edilizia Privata (Presidente della Commissione) prof.ssa Annalisa Bellino Dirigente della Regione Puglia - Servizio Sistema dell’Istruzione e del Diri o alla Studio arch. Giovanni Multari Professore Associato in Proge azione Archite onica dell’Università degli Studi di Napoli Federico II e professionista associato dello studio Corvino + Multari ing. Giuseppe Rotondo Rappresentante dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Bari arch. Federica Greco Rappresentante dell’Ordine degli Archite i, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Bari

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Proge i partecipanti N.

Codice alfanumerico di proge o

Proge isti

Componenti del raggruppamento

(Capogruppo o mandatario dell’RTP)

(raggruppamento composto da proge isti, mandanti dell’RTP e consulenti, come da documentazione amministrativa di concorso)

arch. Alessandro Gandolfi arch. Francesca Gandolfi arch. Elena Gandolfi arch. Ombre a Mura arch. Paolo Premunian

Proge o vincitore

1

MPA18

arch. Michele Gandolfi (Gandolfi e Mura Archite i Associati)

2° classificato

2

LOG54

arch. Michele Cro

3° classificato

3

2WSX3

arch. Ma eo Ba istini

arch. Francesco Ceccarelli arch. Davide Agostini arch. Elena Cereda

Menzionati

4

MAF05

Officine 18

ing. Vincenzo Pescatore ing. Gianni Massa ing. Giovanni Cardinale geol. Cosima Atzori arch. Maria Corsini arch. Alessandro Murgia

5

FED99

arch. Gianluca Vosa

arch. Raffaele Napolano arch. Antonio Paolo Verde

6

ACR46

arch. Antonio Zanon (Zanon e Dipaola Archite i Associati)

arch. Dipaola Ruggero

7

QHF8T

Se anta7 Studio Associato

arch. Daniele Rangone arch. Elena Rionda ing. Giueppe Perillo ing. Giampietro Massarelli

8

SPR70

ing. Pietro Russo

arch. Gianluca Campanella arch. Vincenzo Giannico ing. Fabio Ventrella arch. Claudia Contegiacomo ing. Grazia Gentile arch. Angela Marcella Mauriello

AMG01

arch. Marcello Morgante

arch. Pietro Pinducciu arch. Marco Tius arch. Giulia Scarnecchia ing. Davide Salomone ing. Fabio Morgante

0610R

arch. Riccardo Russo

arch. Fernando Russo arch. Federica Vaccaro arch. Adriana Zecchillo arch. Eleonora Burlando

Premio “Giovani”

Altri proge i partecipanti

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SPAZI PER CRESCERE


N.

Altri proge i partecipanti

Codice alfanumerico di proge o

Proge isti

Componenti del raggruppamento

(Capogruppo o mandatario dell’RTP)

(raggruppamento composto da proge isti, mandanti dell’RTP e consulenti, come da documentazione amministrativa di concorso)

FAR55

arch. Giuseppe Iodice

arch. Francesco Iodice arch. Giuseppe Diana arch. Costantino Diana arch. Angelo Lista

NAN19

arch. Michele Liuzzi

ing. Antonio Vincenzo Di Giulio arch. Isabella Discipio arch. Donato Tortorelli arch. Arcangelo Gabriele D’Alessandro

TAP36

arch. Domenico Conca

arch. Laide Aliani arch. Gianpiero Maria Latorre arch. Eustachio V. R. Olivieri arch. Stefano Sileo do .ssa Mariacristina Pizzolla

ADH0C

arch. Giacomo De Candia

ing. Vincenzo Oranger ing. Michele Verderosa arch. Antonella Lanzone arch. Valeria De Ma ia arch. Biagio Antifora arch. Vincenzo Filoni

CNA01

ing. Aniello Camarca (Studio Associato Barbieri Camarca De Martino)

ing. Antonella De Martino ing. Chiara Barbieri

ST137

arch. Domenico Perrone (Studio Associato D. Perrone & Partners)

arch. Antonella Galli arch. Mirella Belmonte

DCR91

arch. Daniela Catalano

arch. Emanuella Catalano arch. Vincenzo De Chirico arch. Maria Alessandra Rutigliano

MEI23

ing. Vito Angelo Barile

ing. Michele Vito Barile arch. Beatrice Comelli ing. Marilena Angelo i ing. Emanuela Teresa Bucci ing. Maria Rosaria Ventura

ACM22

arch. Anna Laura Casiello

MSM19

arch. Martino Semeraro

MAC23

arch. Maysha Mussonghora

arch. Cristina Tullio ing. Andrea Miccoli arch. Vincenzo Salierno arch. Massimilano Cafagna

BARI

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N.

Altri proge i partecipanti

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Codice alfanumerico di proge o

Proge isti

Componenti del raggruppamento

(Capogruppo o mandatario dell’RTP)

(raggruppamento composto da proge isti, mandanti dell’RTP e consulenti, come da documentazione amministrativa di concorso)

B4NF1

arch. Rocco Ripoli

ing. Angelo De Cristofaro ing. Aniello Greco arch. Serena Pisano arch. Daniele Apice arch. Francesco Carandente

853XT

arch. Benede a Fontana (ICARO proge i)

ing. Michele Fabio Granata arch. Alessio Chirco

2ADHP

arch. Giuseppe Accorso

arch. Fabio Acquile i do . Roberto Picche o do . Zohreh Hamrang Jobijarkoli do . Davide Damigella do .ssa Chiara Tose o

RD010

arch. Luca A ardi

arch. Marco Berardino arch. Fabio Bovio arch. Francesca Vanelli

MMFRG

Studio D’Ambrosio Associato s.r.l.

Interplan servizi di Ingegneria s.r.l. do . ing. Francesco Giardino do . ing. Rossana Galiano

AB38Z

arch. Antonio Bisanti

arch. Vitale Nuzzo arch. Maria Conce a Buquicchio arch. Filippo Ambruosi do . Todisco Michelangelo do . Vitale Antonio

CPL19

arch. Claudia Sgandurra

arch. Maria Luna Vetrani arch. Pietro Fantozzi arch. Carolina Pallo a

79LNA

arch. Giulia Guglielmi Maes

arch. Valentina Liguori do . Ma eo Proia

L9A7B

arch. Massoud Bassiri-Gharb

arch. Cristina Pomponi

FOX80

ing. Gaetano Farella

arch. Bruno Sanguigni arch. Vito Grazio Pedone arch. Michele Castiglione Minische i arch. Davide De Leo

FR35C

ing. Emiliano Grillini

ASG72

arch. Silvano Colacicco

SPAZI PER CRESCERE

arch. Anna Maria Cassani arch. Ivan D’Agostini arch. Silvia Pullega arch. Giovanni Rondena arch. Maria Zavagnin


N.

Altri proge i partecipanti

Codice alfanumerico di proge o

Proge isti

Componenti del raggruppamento

(Capogruppo o mandatario dell’RTP)

(raggruppamento composto da proge isti, mandanti dell’RTP e consulenti, come da documentazione amministrativa di concorso)

89P16

ing. Michele Parisi

ing. Vincenzo Poliseno ing. Sabino Mazzacane prof. ing. Antonio Fasanelli arch. Stella Chimienti

AMR07

ing. Miriam Grassi

ing. Antonio Falcone arch. Roberto Russo ing. Antonella Granatiero

31870

arch. Mario Ferrari

arch. Massimilia no Padalino arch. Domenico Ne is ing. Manuela Passalacqua prof. arch. Rocco Carlo Ferrari designer Michele Barberio do .agr. Francisco Carlos Sansiviero

BARI

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MPA18 Bari 1t HQFXXNDZHFYT 5rTLJȫT [iSHiYTrJ (TRUTSJSYi IJQ raLLrZUUaRJSYT arHM 2iHMJQJ ,aSITQDZ ,aSITQDZ J 2Zra &rHMiYJȫi &XXTHiaYi Capogruppo arHM &QJXXaSIro ,aSIoQDZ arHM +raSHJXHa ,aSIoQDZ arHM *QJSa ,aSIoQDZ arHM 4RGrJȫa 2ura arHM 5aoQo 5rJRuSiaS

Inquadra il QrCode per approfondire

100

Dal punto di vista formale, l’idea proge uale è riconducibile a due volumi principali dalle cara eristiche peculiari posti uno sopra l’altro: - lo zoccolo in muratura, monolitico e di forte presenza; - la copertura, cara erizzata dall’alternarsi sul perimetro di volumi a falde a geometria variabile e da un te o piano centrale. Si è valutato un dimensionamento significativo degli spazi in base alla loro funzione e al carico psicologico che questi possano comportare all’interno del Polo. L’ingresso è stato previsto sul lato Nord del lo o e l’edificio è stato concepito diviso in due parti distinte: La prima (fronte nord) contiene sia i servizi colle ivi, sia una striscia di locali di supporto. Questa include l’Auditorium, la Ludoteca, la Mensa e la Palestra che affacciano sulla piazza pubblica con poche aperture, ma di grandi dimensioni e mirate per accentuare la relazione con l’esterno. I locali di servizio (cucina, servizi, depositi..), gli accessi agli spazi comuni e l’amministrazione fungono da filtro per gli ambienti di aggregazione e distribuzione so olineando la ne a divisione programmatica. La seconda (fronti est, sud e ovest) invece ospita tu e le a ività di apprendimento e di interrelazioni sociali sia interne che esterne. Le varie sezioni tipo sono costituite da un’aula il cui ambiente interno è cara erizzato dalla forma della copertura che si protende verso l’alto. La sala viene illuminata da due sorgenti di luce: - una zenitale; - una derivante dall’affaccio sul giardino. Le diverse disposizioni dell’arredo e l’utilizzo di elementi come la tenda, sospesa all’interno del Nido, perme ono numerose configurazioni delle aule rendendole estremamente ada abili alle diverse a ività della giornata. I sensi dei bambini vengono stimolati dalle ampie vetrate delle aule, dai vari rivestimenti delle superfici interne ed esterne e dalla geometria dei volumi. Questi spazi stringono una forte relazione visiva con il verde circostante. Dal punto di vista materico l’edificio è riconducibile a un basamento con se i portanti in muratura armata con un rivestimento in tufo (un elemento di richiamo all’archite ura locale) e la copertura a falde e piana rivestita in lamiera e intonaco. La copertura e il fulcro centrale del complesso (laboratori), presentano una stru ura prefabbricata in legno lamellare “xlam” compatibile con i requisiti della bioedilizia. In legno sono anche i rivestimenti interni delle aule, dei laboratori e dei servizi colle ivi con l’obie ivo di donare agli utenti spazi e finiture di qualità.

SPAZI PER CRESCERE


BARI

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MPA18 Bari 1t HQFXXNDZHFYT 5rTLJȫ T [iSHiYTrJ (TRUTSJSYi IJQ raLLrZUUaRJSYT arHM 2iHMJQJ ,aSITQDZ ,aSITQDZ J 2Zra &rHMiYJȫ i &XXTHiaYi Capogruppo arHM &QJXXaSIro ,aSIoQDZ arHM +raSHJXHa ,aSIoQDZ arHM *QJSa ,aSIoQDZ arHM 4RGrJȫ a 2ura arHM 5aoQo 5rJRuSiaS

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SPAZI PER CRESCERE


BARI

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LOG54 Bari t HQFXXNDZHFYT 5rTLJȫiXYa arHM 2iHMJQJ (rT

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La necessità di proge are un plesso come addizione di edifici, esigenza di privacy da una parte, condivisione di alcune funzioni dall’altra, ci ha fa o pensare alle aggregazioni spontanee dei Trulli o delle masserie dove i vari edifici (volumi) vengono a comporre uno spazio racchiuso (corte/ recinto) dove si svolgono tu e le a ività. Tale tipologia che può essere vista come la sintesi delle componenti del paesaggio agrario, ben si ada a alla destinazione civico-culturale-educativa di una comunità. Il rimando ai te i spioventi dei Trulli aggregati peraltro crea una familiarità conce uale e culturale che stimola il senso di appartenenza e di identità dei fruitori del plesso. Si è creata una lunga stecca su via Damascelli che ospita l’ingresso principale al complesso e tu i i servizi condivisi dalle due scuole e dalla comunità e quindi: la palestra, l’auditorium, la ludoteca e gli uffici generali. Dal centro servizi che occupa quasi interamente il lato su via Damascelli partono ai due estremi i volumi delle due scuole che sono poi si ricollegheranno a raverso il volume della mensa. Si viene pertanto a creare un sistema chiuso ad O che perme e di rispondere alle esigenze contrastanti di privacy e condivisione. Tale distribuzione ci consente inoltre di avere un accesso principale e tanti accessi secondari che possono essere usati fuori dall’orario scolastico o per esigenze varie. Tu e le funzioni infa i possono essere utilizzate indipendentemente. Sul lato est con accesso da via Giulio Petroni trova posto un parcheggio con parte dedicata a zona carico scarico per le forniture della mensa. Lo spazio interno del complesso scolastico è improntato alla massima flessibilità con una duplice finalità. Da un lato rendere possibili riconfigurazioni dello spazio dida ico per “perme ere di svolgere programmi che vedano la partecipazione di alunni provenienti da diverse classi”. Aule, spazi comuni, giardini, spazi di distribuzione sono pensati come moduli in pianta libera per consentire flessibilità e cambiamenti del lay-out. Ogni modulo funzionale è infa i a sua volta modificabile: pareti mobili, vetrate, arredi etc., facilmente spostabili, perme ono immediate riconfigurazioni del lay-out delle singole sezioni. L’accesso al complesso scolastico avviene da nord a raverso un ingresso trasparente. Sull’atrio di ingresso si affacciano la stanza accoglienza e l’auditorium per le a ività libere e parascolastiche. Tale spazio è stato pensato per perme ere l’uso differenziato, anche in orario di chiusura della scuola, per piccole manifestazioni, saggi o riunioni di quartiere; lo stesso dicasi per lo spazio della mensa, la ludoteca e la palestra. L’auditorium inoltre può anche essere aggiunto allo spazio dell’atrio a raverso delle pareti mobili.

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LOG54 Bari t HQFXXNDZHFYT 5rTLJȫiXYa arHM 2iHMJQJ (rT

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2WSX3 Bari 3t HQFXXNDZHFYT (TRUTSJSYi IJQ raLLrZUUaRJSYT arHM 2aȫJT BaȫiXYiSi Capogruppo arHM +raSHJXHo CJHHarJQQi arHM )a[iIJ &goXYiSi arHM *QJSa CJrJIa

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Come una sorta di “tappeto volante del gioco e dell’apprendimento” questo proge o deve in primo luogo essere percepito dai bambini e dalle loro famiglie, così come da tu a la ci adinanza, come una esperienza ludico- dida ica a 360° che parte dall’a o insediativo per comprendere il disegno degli spazi esterni, dei volumi, dei colori, delle luci, degli spazi e degli arredi con cui i bambini si relazionano, in un gioco delle forme e dello spazio che stimoli la fantasia e la creatività dell’esperienza della crescita e della scoperta del mondo. In un contesto in cui l’affaccio verso il paesaggio non offre particolari visuali e scorci interessanti si è ritenuto fondamentale per il nuovo polo definire un proprio ambito interno di valore archite onico e paesaggistico, andando a creare da un lato un perimetro verde che circondi quasi completamente il lo o (per poter avere un filtro verde verso la strada e gli ambiti di minor pregio) e dall’altro lato una moltitudine di patii e corti interne che offrano interessanti scorci su piccoli microcosmi verdi interni al polo e che portino luce, aria e natura in ogni angolo del nuovo polo dell’infanzia. In questo modo la grande piastra orizzontale del polo sembrerà immergersi in questo bosco urbano, che la trasporta in una dimensione più naturale e divertente. A contribuire alla dimensione ludica del polo si so olinea la presenza di un quinto prospe o (quello verso il cielo) che trasforma la copertura dell’edificio in un grande “tappeto volante verde del gioco e della dida ica”. Grazie alle forme morbide e sinuose dei diversi ambiti e dei parape i, alle colline e verdi che nascondono superfici voltate interne che rimandano al tema delle costruzioni storiche della campagna pugliese (casédde), agli affacci sui patii interni ed alla moltitudine di giochi ed ambiti per la dida ica ed il gioco all’aperto, la copertura dell’edificio si trasforma nell’aula più importante e cara erizzante del proge o del nuovo polo dell’infanzia. Gli spazi interni sono cara erizzati da blocchi sfalsati posti longitudinalmente lungo un asse centrale Est-Ovest e serviti da un ampio spazio distributivo polifunzionale che, grazie anche alle pareti a rezzate con temi ludici e dida ici sempre differenti delle testate di ogni volume, rappresentano l’ambiente più innovativo, flessibile e funzionale dell’intero polo. Mentre nella zona centrale trovano collocazione gli spazi di ingresso, accoglienza delle famiglie, uffici, auditorium polifunzionale, ludoteca, palestra e mensa), ad est e ad ovest si susseguono le sezioni del nido, primavera a scuola dell’infanzia, tu e in stre o rapporto con i giardini esterni e con lo spazio comune centrale che affaccia sulla corte interna.

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2WSX3 Bari 3t HQFXXNDZHFYT (TRUTSJSYi IJQ raLLrZUUaRJSYT arHM 2aȫJT BaȫiXYiSi Capogruppo arHM +raSHJXHo CJHHarJQQi arHM )a[iIJ &goXYiSi arHM *QJSa CJrJIa

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MAF05 Bari t HQFXXNDZHFYT HTS RJS_iTSJ (TRUTSJSYi IJQ raLLrZUUaRJSYT 4ǮHiSJ Capogruppo iSg ;iSHJS_o 5JXHaYorJ iSg ,iaSSi 2aXXa iSg ,io[aSSi CarIiSaQJ gJoQ CoXiRa &Y_ori arHM 2aria CorXiSi arHM &QJXXaSIro 2urgiad

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Il proge o riorganizza i percorsi interni dell’edificio e la gerarchia degli accessi all’isolato (carrabili e pedonali) restituendo alla ci à un unicum, “edificio e spazio urbano”, costituito da un sistema aperto costituito da un’alternanza calibrata di spazi pubblici e privati tra loro in relazione, con l’intento di riconsegnare un ambito urbano identitario che favorisca l’a accamento ai luoghi, facendo leva su un’archite ura di qualità. Elemento quest’ultimo, fondamentale per formare una colle ività nella quale il ci adino/studente, fruitore dei nuovi servizi che la scuola offre alla ci à, possa seguire un percorso di crescita culturale e personale. Il nuovo “sistema” urbano (composto dal sistema integrato edificio - spazio urbano) viene ridisegnato nei collegamenti esterni ed interni, e nelle loro mutue relazioni, restituendo un “luogo” uno spazio edificato in relazione con l’esterno a raverso un interno a cielo aperto, (la corte a rezzata), in grado di ricucire in un unicum l’edificio con l’intorno e restituire alla ci à un nuovo spazio urbano composto dall’edificio scolastico, con funzioni comuni e spazi aperti alla ci adinanza. In questo senso lo spazio aperto del nuovo edificio - polo, persegue l’obie ivo di a ivare processi d’inclusione urbana che sviluppano, nella condivisione e mutua relazione tra gli spazi chiusi e aperti, il senso di appartenenza dei bambini e dei genitori a una comunità più allargata rispe o a quella specifica della scuola, sentendosi parte della scuola e della ci à. Ado ando questo principio il proge o prevede una specifica articolazione degli spazi interni e una possibile rifunzionalizzazione dei singoli ambienti. A raverso una calibrata collocazione degli ingressi e dei percorsi, in continua relazione con l’esterno, il proge o propone un’alternanza controllata di pieni e dei vuoti, scandito dal sistema del verde. Lo scopo è quello di innescare una “nuova scuola”, su due ambiti distinti ma unificati, in un processo di mutamento della coscienza colle iva, riaprendo il dialogo tra i ci adini e la propria storia, la propria cultura e le proprie tradizioni, con l’intento di generare una nuova centralità, un “polo matrice urbana” costituito da luoghi aperti e riconoscibili come luoghi di aggregazione nei quali, i percorsi interni e lo spazio pubblico di pertinenza, svolgano un ruolo funzionale e rappresentativo di incontro e di apprendimento.

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FED99 Bari t HQFXXNDZHFYT HTS RJS_iTSJ (TRUTSJSYi IJQ raLLrZUUaRJSYT arHM ,iaSQZHa ;TXa Capogruppo arHM 7aǭaJQJ 3apoQaSo arHM &SYoSio 5aoQo ;JrIJ

L’obie ivo perseguito è stato quello di minimizzare il numero di fronti e aumentare la compa ezza del corpo archite onico per o imizzarne le qualità prestazionali, sia in termini bio-climatici che per o imizzare i rapporti interni di percorrenza-funzioni. Ciò nonostante, il proge o è stato concepito in coerenza con l’orientamento proge uale della stazione appaltante, assecondando e reinterpretando la volontà di o enere “tre edifici tra loro collegati”. La scuola è una “piazza coperta”, nodo di assi ecologici ed intersezioni funzionali e visive con gli edifici pubblici preesistenti. Il polo assembla in maniera compa a tre unità archite oniche, orientate secondo un’analisi delle esposizioni del sito di proge o. Ci si è posti di definire due condizioni fondamentali dell’archite ura scolastica: il suo status pubblico, rappresentativo di accessibilità e richiamo colle ivo alla condivisione della ci à, e la sua controparte relativa alle a ività private dei bambini. L’intervento è circondato interamente da un parco afferente alla scuola, imprescindibile per la definizione del nuovo paesaggio urbano. e socializzare all’uscita e all’ingresso da scuola.

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ACR46 Bari 6t HQFXXNDZHFYT HTS RJS_iTSJ (TRUTSJSYi IJQ raLLrZUUaRJSYT arHM &SYTSiT ?aSTS ?aSTS J )iUaTQa &rHMiYJȫi &XXTHiaYi Capogruppo arHM )ipaoQa 7uggJro

L’intervento è circondato interamente da un parco afferente alla scuola, imprescindibile per la definizione del nuovo paesaggio urbano. L’aggregazione dei volumi che compongono il corpo di fabbrica è percorsa da un cordolo superiore che ne cinge i prospe i, accentuandone l’orizzontalità e definendo l’unificazione del polo, unico segno urbano che genera di fa o un’immagine unica, ma costituita da tre edifici tra loro connessi. La distribuzione funzionale tra il “centro civico per servizi alla comunità”, e i due “centri dida ici” è mediata da un sistema di spazi conne ivi polifunzionali, coincidenti con gli assi di a raversamento del lo o. L’asse Nord-Sud, su cui giace l’ingresso principale di Via Damascelli, e l’asse Ovest-Est che divide il blocco delle a ività civiche a Nord da quelli relativi alle sezioni, costituendo spazi conne ivi resi di proge o polifunzionali e destinati alle a ività libere. Sul piano urbano la scuola viene aperta alla ci à a raverso l’organizzazione degli accessi e degli spazi esterni. Il fronte di ingresso principale disegna un ampio spazio di soglia con verde fruibile e prote o dal traffico, ada o ad accogliere i bambini e al contempo aperto alla comunità.

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QHF8T Bari t HQFXXNDZHFYT HTS RJS_iTSJ (TRUTSJSYi IJQ raLLrZUUaRJSYT 8JȫaSYa 8YZIiT &XXTHiaYT Capogruppo arHM )aSiJQJ 7aSgoSJ arHM *QJSa 7ioSIa iSg ,iuJppJ 5JriQQo iSg ,iaRpiJYro 2aXXarJQQi

A partire dalle esigenze del Comune di Bari e dall’analisi del contesto, abbiamo concepito il nuovo Polo per l’Infanzia come un segno forte e riconoscibile all’interno del tessuto urbano, in grado di creare polarità e identità per la comunità scolastica e la ci adinanza. Un edificio a corte ispirato ai sistemi agronomici pugliesi, ed in particolare ad un uliveto prossimo al lo o trasformato in archite ura a raverso un processo di sintesi ed astrazione: il colore ed il movimento delle foglie degli ulivi si fonde nei prospe i, creando un disegno iconico e funzionale. Quest’ultimo è stato trado o in un ampio spazio polifunzionale affacciato sulla corte, uno spazio libero divisibile all’occorrenza in tre porzioni che comprende un auditorium, una palestrina, uno spazio gioco e una biblioteca diffusa. La disposizione planimetrica mira, inoltre, a massimizzare il rapporto di permeabilità tra l’edificio e il paesaggio: tu i gli interni hanno un affaccio privilegiato sul giardino, vera e propria estensione all’esterno del percorso educativo.

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SPR70 Bari t HQFXXNDZHFYT HTS RJS_iTSJ 5rJRiT Ŧ,iT[aSiŧ (TRUTSJSYi IJQ raLLrZUUaRJSYT iSL 5iJYrT 7ZXXT Capogruppo arHM ,iaSQuHa CaRpaSJQQa arHM ;iSHJS_o ,iaSSiHo iSg +aGio ;JSYrJQQa arHM CQauIia CoSYJgiaHoRo iSg ,ra_ia ,JSYiQJ

L’idea proge uale nasce dall’esigenza di o enere una composizione di volumi che seguono i fronti principali stradali e di confine dell’area. Lo spazio di collegamento tra essi rappresenta per gli utenti del Polo e non uno spazio di condivisione, delimitato su ogni lato dagli ambienti funzionali cara eristici di una scuola dell’infanzia (aule, mensa, palestra, ludoteca, …). Necessità non secondaria è integrare i volumi nel lo o d’intervento assicurandone un’o imale esposizione per beneficiare al tempo stesso di illuminazione naturale per lo svolgimento delle a ività dida iche e o imizzazione degli ombreggiamenti. Pertanto i blocchi delle aule sono posizionati verso sud, perme endo una continuità visiva con l’esterno: i bambini possono accedere dire amente al percorso ludico sensoriale, un’area esterna a rezzata con giochi ed essenze, collocata in un’area più discreta e marginale rispe o alle altre che invece confinano dire amente con le strade di accesso al lo o. In definitiva, se sui lati ovest ed est i fronti sono con poche finestre, l’edificio dialoga con il contesto con il fronte nord, aperto ed articolato verso il tessuto urbano, e quello sud, rivolto verso il percorso del sole e lo spazio verde di gioco.

arHM &SgJQa 2arHJQQa 2auriJQQod

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AMG01 Bari (TRUTSJSYi IJQ raLLrZUUaRJSYT arHM 2arHJQQT 2TrLaSYJ Capogruppo arHM 5iJYro 5iSIuHHiu arHM 2arHo 9iuX arHM ,iuQia 8HarSJHHMia iSg )a[iIJ 8aQoRoSJ iSg +aGio 2orgaSYJ

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0610R Bari (TRUTSJSYi IJQ raLLrZUUaRJSYT arHM 7iHHarIT 7ZXXT Capogruppo arHM +JrSaSIo 7uXXo arHM +JIJriHa ;aHHaro arHM &IriaSa ?JHHMiQQo arHM *QJoSora BurQaSIod

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FAR55 Bari (TRUTSJSYi IJQ raLLrZUUaRJSYT arHM ,iZXJUUJ .TIiHJ Capogruppo arHM +raSHJXHo .oIiHJ arHM ,iuXJppJ )iaSa arHM CoXYaSYiSo )iaSa arHM &SgJQo 1iXYa

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NAN19 Bari Componenti del raggruppamento arch. Michele Liuzzi Capogruppo ing. Antonio Vincenzo Di Giulio arch. Isabella Discipio arch. Donato Tortorelli arch. Arcangelo Gabriele D’Alessandro

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TAP36 Bari (TRUTSJSYi IJQ raLLrZUUaRJSYT arHM )TRJSiHT (TSHa Capogruppo arHM 1aiIJ &QiaSi arHM ,iaSpiJro 2aria 1aYorrJ arHM *uXYaHMio ; 7 4Qi[iJri arHM 8YJKaSo 8iQJo Ioȫ XXa 2ariaHriXYiSa 5i__oQQad

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ADH0C Bari (TRUTSJSYi IJQ raLLrZUUaRJSYT arHM ,iaHTRT )J (aSIia Capogruppo iSg ;iSHJS_o 4raSgJr iSg 2iHMJQJ ;JrIJroXa arHM &SYoSJQQa 1aS_oSJ arHM ;aQJria )J 2aȫia arHM Biagio &SYiKora arHM ;iSHJS_o +iQoSi

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CNA01 Bari (TRUTSJSYi IJQ raLLrZUUaRJSYT iSL &SiJQQT (aRarHa 8YZIiT &XXTHiaYTdBarGiJri (aRarHa )J 2arYiST Capogruppo iSg &SYoSJQQa )J 2arYiSo iSg CMiara BarGiJri

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ST137 Bari (TRUTSJSYi IJQ raLLrZUUaRJSYT arHM )TRJSiHT 5JrrTSJ 8YZIiT &XXTHiaYT ) 5JrrTSJ 5arYSJrX Capogruppo arHM &SYoSJQQa ,aQQi arHM 2irJQQa BJQRoSYJ

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DCR91 Bari (TRUTSJSYi IJQ raLLrZUUaRJSYT arHM )aSiJQa (aYaQaST Capogruppo arHM *RaSuJQQa CaYaQaSo arHM ;iSHJS_o )J CMiriHo arHM 2aria &QJXXaSIra 7uYigQiaSod

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MEI23 Bari (TRUTSJSYi IJQ raLLrZUUaRJSYT iSL ;iYT &SLJQT BariQJ Capogruppo iSg 2iHMJQJ ;iYo BariQJd arHM BJaYriHJ CoRJQQi iSg 2ariQJSa &SgJQoȫi iSg *RaSuJQa 9JrJXa BuHHi iSg 2aria 7oXaria ;JSYurad

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ACM22 Bari (TRUTSJSYi IJQ raLLrZUUaRJSYT arHM &SSa 1aZra (aXiJQQT

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MSM19 Bari 5rTLJȫ iXYa arHM 2arYiST 8JRJrarT

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MAC23 Bari (TRUTSJSYi IJQ raLLrZUUaRJSYT arHM 2a^XMa 2ZXXTSLMTra Capogruppo arHM CriXYiSa 9uQQio iSg &SIrJa 2iHHoQi arHM ;iSHJS_o 8aQiJrSod arHM 2aXXiRiQaSo CaKagSad

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B4NF1 Bari (TRUTSJSYi IJQ raLLrZUUaRJSYT arHM 7THHT 7iUTQi Capogruppo iSg &SgJQo )J CriXYoKaro iSg &SiJQQo ,rJHod arHM 8JrJSa 5iXaSo arHM )aSiJQJ &piHJ arHM +raSHJXHo CaraSIJSYJ

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853XT Bari (TRUTSJSYi IJQ raLLrZUUaRJSYT arHM BJSJIJȫa +TSYaSa .(&74 UrTLJȫi Capogruppo iSg 2iHMJQJ +aGio ,raSaYa arHM &QJXXio CMirHod

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2ADHP Bari (TRUTSJSYi IJQ raLLrZUUaRJSYT arHM ,iZXJUUJ &HHTrXT Capogruppo arHM +aGio &HVuiQJȫi Ioȫ 7oGJrYo 5iHHMJȫo Ioȫ ?oMrJM -aRraSg /oGiOarPoQi Ioȫ )a[iIJ )aRigJQQa Ioȫ XXa CMiara 9oXJȫo d

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RD010 Bari (TRUTSJSYi IJQ raLLrZUUaRJSYT arHM 1ZHa &ȫ arIi Capogruppo arHM 2arHo BJrarIiSo arHM +aGio Bo[io arHM +raSHJXHa ;aSJQQi d

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MMFRG Bari (TRUTSJSYi IJQ raLLrZUUaRJSYT 8YZIiT )Ť&RGrTXiT &XXTHiaYT X r Q Capogruppo .SYJrpQaS XJr[i_i Ii .SgJgSJria X r Q Ioȫ iSg +raSHJXHo ,iarIiSo Ioȫ iSg 7oXXaSa ,aQiaSo

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AB38Z Bari (TRUTSJSYi IJQ raLLrZUUaRJSYT arHM &SYTSiT BiXaSYi Capogruppo arHM ;iYaQJ 3u__o arHM 2aria CoSHJȫa BuVuiHHMio arHM +iQippo &RGruoXi Ioȫ 9oIiXHo 2iHMJQaSgJQo Ioȫ ;iYaQJ &SYoSio

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CPL19 Bari (TRUTSJSYi IJQ raLLrZUUaRJSYT arHM (QaZIia 8LaSIZrra Capogruppo arHM 2aria 1uSa ;JYraSid arHM 5iJYro +aSYo__i arHM CaroQiSa 5aQQoȫ ad

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79LNA Bari (TRUTSJSYi IJQ raLLrZUUaRJSYT arHM ,iZQia ,ZLQiJQRi 2aJX Capogruppo arHM ;aQJSYiSa 1iguori Ioȫ 2aȫ Jo 5roiad

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L9A7B Bari (TRUTSJSYi IJQ raLLrZUUaRJSYT arHM 2aXXTZI BaXXiri ,MarG Capogruppo arHM CriXYiSa 5oRpoSi

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FOX80 Bari (TRUTSJSYi IJQ raLLrZUUaRJSYT iSL ,aJYaST +arJQQa Capogruppo arHM BruSo 8aSguigSi arHM ;iYo ,ra_io 5JIoSJ arHM 2iHMJQJ CaXYigQioSJ 2iSiXHMJȫi arHM )a[iIJ )J 1Jo

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SPAZI PER CRESCERE


FR35C Bari 5rTLJȫiXYa iSL *RiQiaST ,riQQiSi

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ASG72 Bari (TRUTSJSYi IJQ raLLrZUUaRJSYT arHM 8iQ[aST (TQaHiHHT Capogruppo arHM &SSa 2aria CaXXaSi arHM .[aS )Ť&goXYiSi arHM 8iQ[ia 5uQQJga arHM ,io[aSSi 7oSIJSa arHM 2aria ?a[agSiS

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SPAZI PER CRESCERE


89P16 Bari (TRUTSJSYi IJQ raLLrZUUaRJSYT iSL 2iHMJQJ 5ariXi Capogruppo iSg ;iSHJS_o 5oQiXJSo iSg 8aGiSo 2a__aHaSJ proK iSg &SYoSio +aXaSJQQi arHM 8YJQQa CMiRiJSYid

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AMR07 Bari (TRUTSJSYi IJQ raLLrZUUaRJSYT iSL 2iriaR ,raXXi Capogruppo iSg &SYoSio +aQHoSJ arHM 7oGJrYo 7uXXo iSg &SYoSJQQa ,raSaYiJrod

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SPAZI PER CRESCERE


31870 Bari (TRUTSJSYi IJQ raLLrZUUaRJSYT arHM 2ariT +Jrrari Capogruppo arHM 2aXXiRiQia So 5aIaQiSo arHM )oRJSiHo 3JȫiX iSg 2aSuJQa 5aXXaQaHVua proK arHM 7oHHo CarQo +Jrrari IJXigSJr 2iHMJQJ BarGJrio Ioȫ agr +raSHiXHo CarQoX 8aSXi[iJro

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Spazi per crescere Capurso


Uno sguardo al concept pedagogico delle proposte per il Polo per l’infanzia di Capurso Silvia Panzavolta Ricercatrice presso INDIRE - Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa

L’analisi delle progettazioni per la realizzazione di un polo per l’infanzia nei Comuni di Altamura, Bari e Capurso ha portato ad evidenziare una profonda sensibilità nei confronti dell’importanza educativa dello spazio, così come della centralità del benessere nell’esperienza del bambino relativamente all’ambiente scolastico. Come sostengono Edwards, Gandini e Forman, l’ambiente assume il ruolo del “terzo educatore” e condiziona, in linea con le attuali evidenze delle neuroscienze, l’esperienza dello studente da un punto di vista fisico-sensoriale, emotivo, socio-relazionale, comportamentale e disposizionale. INDIRE (Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa), storico istituto di ricerca educativa in seno al Ministero dell’Istruzione, dal 2012 ha focalizzato il tema delle architetture e degli arredi scolastici come uno degli elementi centrali nel processo di innovazione della scuola. Nel 2013, INDIRE è stato investito dal MIUR di un importante incarico, quello di contribuire alle “Linee guida dell’edilizia scolastica”¹, documento dove sono state indicate 1+4 tipologie di spazio, anche in relazione alle esigenze di adeguare gli ambienti e i setting di apprendimento alle esigenze di una società liquida, sottoposta a continue sfide di carattere locale, nazionale e globale (come abbiamo potuto verificare anche durante questo periodo di Pandemia da Covid-19). Nel 2016 Indire realizza, a seguito di una serie di studi ormai decennali, come i progetti denominati “Abitare la scuola”² e “Quando lo spazio insegna”³, il “Manifesto 1+4 spazi educativi per il nuovo millennio”⁴. Questo importante documento descrive diversi spazi pensati per scopi diversi, in relazione al momento didattico, all’obiettivo educativo, alla composizione della classe e alla specificità (talenti, interessi, fragilità, bisogni) degli alunni.

¹ ² ³ ⁴

Cfr. h ps://www.indire.it/wp-content/uploads/2018/01/cs110413_all1.pdf. Cfr. h ps://www.indire.it/proge o/abitare-la-scuola/. Cfr. h ps://www.indire.it/quandolospazioinsegna/. Cfr. ps://www.indire.it/wp-content/uploads/2016/03/ARC-1603-Manifesto-Italiano_LOW.pdf.

CAPURSO

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Figura 1 Il “Manifesto 1+4 spazi educativi per il nuovo millennio”.

Lo spazio individuato con il numero “1” è l’ambiente dedicato all’apprendimento di gruppo, una rivisitazione profonda dello spazio tradizionale che tutti noi conosciamo, cioè l’aula, composta da una cattedra e da banchi sistemati in file ordinate e rivolte all’unico “braodcaster”, che è il docente. Questo nuovo ambiente è uno spazio invece polifunzionale, dove il gruppo-classe passa la maggior parte del tempo e svolge le attività didattiche. Non si tratta però di una permanenza rigida. Potremmo immaginare dei corridoi, delle trasparenze e dei disimpegni che accolgono e si connettono ad altri spazi della scuola. Infatti, dopo l’“1” ci sono i “4” nuovi spazi: l’Agorà, lo spazio informale, lo spazio individuale e lo spazio per l’esplorazione (che possono essere realizzati sia indoor che outdoor). Tutti ambienti connessi con lo spazio di gruppo, ma ricavati all’interno di esso o all’esterno, con soluzioni architettoniche o di arredo e funzionali alla personalizzazione e all’ascolto dei diversi ritmi, stili e modalità di apprendimento degli studenti. Nei disegni e nei progetti analizzati dalla Commissione e relativa alle proposte pervenute al Comune di Capurso si è potuto riscontrare questa sensibilità verso la differenziazione e la zonizzazione, verso gli arredi modulari e flessibili, verso soluzioni che favoriscono la socializzazione, la scoperta, l’autonomia, la sensorialità, la manipolazione, la partecipazione attiva, giocando sui materiali, sulle forme, sulle trasparenze e sulle “affordance” dello spazio stesso. Un sapiente gioco di armonizzazione di elementi strutturali, funzionali, simbolici e metaforici che in moltissimi lavori richiamano, dimostrandone la conoscenza e l’adesione, i principi del “Manifesto 1+4” di INDIRE.

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SPAZI PER CRESCERE


Inquadramento dell’area¹ Nicole a De Rosa Assegnista di ricerca del Politecnico di Bari presso la Regione Puglia

Roberto Rotondo Responsabile del Procedimento del Comune di Capurso

L’area individuata per il concorso ricade nella zona periferica a sud-est della città, a ridosso dell’ultima fascia costruita di espansione del centro abitato. Nello specifico, la superficie di progetto risulta pianeggiante e libera da qualsiasi tipo di edificazione, in contrasto rispetto al contesto in cui si sviluppa, che invece appare saturo di costruzioni; questo fa sì che l’area si identifichi chiaramente come un vuoto all’interno della densa maglia costruita, un’immissione di campagna che dai bordi si innesta nella città. Il lotto ha un’estensione di circa mq 6.000, in adiacenza a via Neviera, ed è delimitato a nord da viale Aldo Moro, mentre sul lato opposto gode di un rapporto diretto con

¹

Il presente testo si basa sullo Studio di Fa ibilità del Documento di Indirizzo alla Proge azione per la Realizzazione del Polo per l’Infanzia sito in via Neviera nel comune di Capurso, cap.1 “Descrizione dell’area – stato dei luoghi”, cap.2 “Dati catastali e titolarità dell’area”, cap.3 “Inquadramento urbanistico” paragrafo 3.1 “Piano paesaggistico territoriale regionale, immobili di interesse storico, artistico e archeologico - piano di bacino stralcio per l’asse o idrogeologico” e paragrafo 3.3 “Piano regolatore generale e rispondenza alle N.T.A.”.

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il paesaggio; a est e a ovest è invece sono presenti due nuclei edificati distinti, che delimitano un ampio spazio libero dalla forma trapezoidale. L’area di progetto fa così parte del margine periurbano ed è ricompresa dal Piano Regolatore Generale nelle “Aree per i servizi della residenza”² della maglia ASR2, al cui interno sono appunto previste le scuole dell’infanzia e primarie.

Inquadra il QrCode per esplorare l’area

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In adiacenza alla suddetta area, sono presenti strade di servizio agli insediamenti e spazi adibiti a parcheggio; inoltre, il P.R.G. del comune di Capurso prevede una nuova strada che confluirà nella esistente rotatoria, che delimiterà su un lato l’area di progetto. Il contesto urbano esistente è caratterizzato da edifici in linea plurifamiliari, con prevalente destinazione residenziale e una densità edilizia alquanto elevata; questo fa sì che le aree a verde siano fortemente carenti, producendo un indice di permeabilità dei suoli pari quasi a zero. L’ambito urbano ha caratteri di problematicità; anche per questo è identificata nel D.P.R.U. di Capurso³ come un ambito territoriale del contesto urbano periferico e marginale caratterizzato dalla carenza di attrezzature e servizi, e anche da un generale degrado degli edifici e degli spazi aperti. In questa zona periferica si riconoscono anche processi di esclusione sociale, che si presume possano trovare beneficio dall’inserimento di un polo educativo dal valore sociale che innalzi la qualità dei servizi ma anche una rinnovata vita di comunità.

²

Art. 2.16 delle Norme Tecniche di Esecuzione, Maggio 1992. Dal P.R.G. del Comune di Capurso, LR 31/5/1980 e successive modificazioni. Consultabile al link: h p://www.studiovega.org/capurso/pianificazione-territoriale-e-urbanistica/ piano-regolatore-generale/.

³

Documento Programmatico per la Rigenerazione Urbana, Comune di Capurso, Giugno 2017.

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Crediti

COMUNE DI CAPURSO Ogge o del concorso: Concorso di proge azione per la realizzazione di un Polo Innovativo per l’infanzia sito in via Neviera nel Comune di Capurso (BA) Sindaco: Francesco Crudele (fino al 2020) Michele Laricchia (dal 2020) Responsabile del procedimento: ing. Roberto Rotondo (fino al 2021) Costantino Surgo (dal 2021) Supporto al RUP: ing. Maristella Loi Responsabile del se ore: do . Luigi Panunzio Commissione giudicatrice: arch. Riccardo Lorusso Capo del Se ore V - Asse o del Territorio del Comune di Capurso (Presidente della Commissione) do .ssa Silvia Panzavolta INDIRE - Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa arch. Rocco Pastore Regione Puglia - Sezione Istruzione e Università della Regione Puglia ing. Vincenzo Schino Rappresentante dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Bari arch. Daniela Nicolai Rappresentante dell’Ordine degli Archite i, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Bari.

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Proge i partecipanti N. Codice Proge isti alfanumerico (Capogruppo o mandatario dell’RTP) di proge o

Componenti del raggruppamento

Proge o vincitore

1

PNS03

arch. Domenico Scalera

arch. Pietro Natuzzi arch. Nicola Pisicoli arch. Sara Spano arch. paesaggista Massimiliano Mari do s.ssa Teresa Dilena

2° classificato

2

FFM68

arch. Maurizio Fabbricatore (Studio Alfa Archite i Associati)

arch. Alberto Barone arch. Alfonso Coppola arch. Antonio Coppola

3° classificato

3

CDM43

arch. Federico Bargone (Studio Bargone archite i Associati)

arch. Francesco Bartolucci arch. Enrico Aule a

Menzionati

4

MAR 19

arch. Ubaldo Occhinegro

arch. Marco Stigliano arch. Micaela Pignatelli arch. Alessandro Iacovuzzi arch. Graziella Fi ipaldi ing. Alma Tafuni

5

ANN19

arch. Michele Liuzzi

arch. Rosa Giacomobello arch. Caterina Pulito ing. Antonio Vincenzo Di Giulio arch. Isabella Discipio arch. Arcangelo Gabriele D’Alessandro arch. Donato Tortorelli

6

MC8F5

arch. Antonio Bisanti

arch. Vitale Nuzzo arch. Maria Conce a Buquicchio prof. arch. Filippo Ambruosi prof. arch. Giancarlo Priori do . Michelangelo Todisco do . Antonio Vitale

7

HCYW1

arch. Francesco Giuseppe Sanna

arch. Allegra Natale ing. Fabrizio Barracu arch. Michele Puccia arch. Marina Viola arch. Martina Troisi

8

GPR07

ing. Arch. Pietro Russo

arch. Gianluca Campanella arch. Vincenzo Giannico ing. Fabio Ventrella arch. Claudia Contegiacomo ing. Grazia Gentile arch. Angela Marcella Mauriello

Premio “Giovani”

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(raggruppamento composto da proge isti, mandanti dell’RTP e consulenti, come da documentazione amministrativa di concorso)


N. Codice Proge isti alfanumerico (Capogruppo o mandatario dell’RTP) di proge o Altri proge i partecipanti

Componenti del raggruppamento (raggruppamento composto da proge isti, mandanti dell’RTP e consulenti, come da documentazione amministrativa di concorso)

ILA08

arch. Ke y Di Tardo (MaO/Emmeazero Studio di Archite ura)

arch. Alberto Iacovoni arch. Luca La Torre arch. Sara D’Abate do .ssa Lucrezia Do i do .ssa Anna Sacco

MCZ65

arch. Cristiana Tullio

arch. Maysha Mussonghora (Atelier Roma Archite ura Inhaber) arch. Vincenzo Salierno arch. Andrea Miccoli arch. Massimiliano Cafagna

E2K49

arch. Gianni Bertoncello

ST2MA

arch. Marco Mantellato

EGD11

ing. Ferdinando Di Girolamo ing. Luigi Di Girolamo (Società di ingegneria Di Girolamo Engineering srl) ing. Andrea Di Girolamo

1QAZ2

arch. Francesco Ceccarelli

arch. Elena Cereda

EBV12

ing. Vito Angelo Barile

ing. Gianni Duronio arch. Beatrice Comelli ing. Marilena Angelo i ing. Emanuela Teresa Bucci ing. Maria Rosaria Ventura

FOX79

ing. Gaetano Farella

arch. Bruno Sanguigni arch. Vito Grazio Pedone arch. Michele Castiglione Minische i arch. Davide De Leo

TMR65

ing. Vincenzo De Gennaro

ing. Umberto Gallo

KOT61

ing. Gianni Massa (Officine 18)

ing. Giovanni Cardinale (GPA s.r.l.) ing. Vincenzo Pescatore geol. Cosima Atzori

ABCR2

ing. Raffaele Claudio Aliberti

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PNS03 Capurso t HQFXXNDZHFYT 5roLJȫo [NSHNYorJ CoRpoSJSYN IJQ raLLruppaRJSYo arHM )oRJSNHo 8HaQJra Capogruppo arHM 5NJYro 3aYu__N arHM 3NHoQa 5NsNHoQN arHM 8ara 8paSo arHM paJsaggNsYa 2assNRNQNaSo 2arN Ioȫs ssa 9JrJsa )NQJSa

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La proposta proge uale ripensa gli spazi della scuola tradizionale in relazione ai diversi obie ivi che possono esistere autonomamente o nella loro interazione, creando ambienti, forme, funzioni o percorsi diversi. Con queste premesse, il proge o riconosce la specifica complessità degli obie ivi, e cerca di proporre un’articolazione spaziale in grado di essere funzionale e arrecare benefici sia agli utenti abituali come studenti e docenti, sia al contesto socio-territoriale. Il nuovo complesso fa dunque del paesaggio il suo elemento primo e con questo dialoga e crea relazioni, manifestandosi nella modularità e nella ritmica scansione della sua stru ura e mimetizzandosi nella sua pelle esterna che riprende la cromia dei verdi campi circostanti, i quali, declinandosi in aree a verde sempre più curate, raggiungono l’ampia corte al centro del recinto che costituisce la geometria di base del polo. Il filo condu ore che conne e e tiene assieme ogni scelta proge uale muove dunque dalla volontà di valorizzare il binomio ambiente/apprendimento, sviluppando un’archite ura a enta alle indicazioni pedagogiche. Luogo privilegiato di formazione e socializzazione del bambino, il nuovo polo dell’infanzia offre percorsi di crescita a enti alle differenze e ai bisogni individuali: in tal senso le cara eristiche stru urali, spaziali, paesaggistiche ed estetiche del luogo nel quale si innesta interagiscono in modo preponderante nello sviluppo fisico, psicologico e sociale di ognuno. L’apprendimento del bambino si fonda su un complesso sistema relazionale, che deve essere sostenuto e valorizzato da un contesto flessibile, organizzato, accogliente, esteticamente bello ed in grado di stimolarne le risorse e le peculiarità. Istituzione aperta, cuore pulsante, strumento in grado di creare un’autentica alleanza educativa con le famiglie e una connessione significativa con la comunità, ma sopra u o luogo accogliente e coinvolgente per coloro che ne faranno parte a vario titolo, stimolandone una partecipazione a iva e concreta. Questi gli obie ivi alla base della proge azione che punta a realizzare una scuola innovativa, a enta alla gestione degli spazi e degli arredi, ove lo spazio sia da intendersi come primo elemento educativo. Gli ambienti che si sviluppano a orno alla corte centrale del polo si sviluppano secondo un gradiente pubblicoprivato che si diparte dalla strada, passando per i luoghi ove l’uso degli spazi è ibrido ed eterogeneo fino a raggiungere gli spazi ad uso esclusivo dei bambini e dei docenti, del nido e della scuola per l’infanzia.

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PNS03 Capurso t HQFXXNDZHFYT 5roLJȫo [NSHNYorJ CoRpoSJSYN IJQ raLLruppaRJSYo arHM )oRJSNHo 8HaQJra Capogruppo arHM 5NJYro 3aYu__N arHM 3NHoQa 5NsNHoQN arHM 8ara 8paSo arHM paJsaggNsYa 2assNRNQNaSo 2arN Ioȫs ssa 9JrJsa )NQJSa

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FFM68 Capurso t HQFXXNDZ HFYT CoRpoSJSYN IJQ raLLruppaRJSYo arHM 2aurN_No +aGGrNHaYorJ 8YuINo &QKa &rHMNYJȫ N &ssoHNaYN Capogruppo arHM &QGJrYo 'aroSJ arHM &QKoSso CoppoQa arHM &SYoSNo CoppoQa

Il polo dell’infanzia ed il contesto urbano di Capurso: rapporto con la ci à. La nuova scuola come addizione qualitativa di un tessuto urbano in formazione. Spazi esterni e spazi interni: interrelazioni, continuità, differenze. Tracce di biosfera nel giardino della scuola. Innovazioni nella scelta delle tecniche costru ive. Sostenibilità, risparmio energetico, materiali. Lo spazio dell’archite ura come mediatore pedagogico. Principi compositivi e conformativi del proge o. Gli spazi di relazione e gli spazi riservati: la scuola materna come casa. La scuola si apre alle famiglie, ne asseconda e ne favorisce le capacità di partecipazione. Qualità diffusa: tu i gli spazi, sia interni che esterni, sono conformati dagli stessi principi di qualità. Il proge o se ne prende “cura” affinché la nuova scuola possa “prendersi cura” dei bambini. Gli elementi di arredo, componenti necessari del proge o. La flessibilità come principio di libertà e di utilizzo da parte dei bambini.

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FFM68 Capurso t HQFXXNDZ HFYT CoRpoSJSYN IJQ raLLruppaRJSYo arHM 2aurN_No +aGGrNHaYorJ 8YuINo &QKa &rHMNYJȫ N &ssoHNaYN Capogruppo arHM &QGJrYo 'aroSJ arHM &QKoSso CoppoQa arHM &SYoSNo CoppoQa

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CDM43 Capurso 3t HQFXXNDZHFYT CoRpoSJSYN IJQ raLLruppaRJSYo arHM +JIJrNHo 'arLoSJ 8YuINo 'arLoSJ arHMNYJȫN &ssoHNaYN Capogruppo arHM +raSHJsHo 'arYoQuHHN Ioȫ arHM *SrNHo &uQJȫa

La proposta per il nuovo Polo per l’Infanzia del Comune di Capurso realizza un microcosmo di curiosità e fantasia dove il bambino che frequenta i suoi spazi trova molteplici spunti per la propria crescita in questa fase essenziale della vita. L’ispirazione viene chiaramente dal contesto che circonda l’area, in parte urbanizzato e in parte agricolo. Il nuovo polo è unione dell’elemento naturale, nel quale mancano le forme geometriche spigolose ma prevalgono quelle curve, e l’elemento urbanizzato dove lo spazio naturale viene gestito in relazione e funzione di quello costruito perseguendo lo scopo di rendere la natura strumento di apprendimento, crescita e consapevolezza di sé. Un luogo invitante e non scontato dove l’utilizzo di forme morbide e giocose non solo influisce positivamente sulla percezione che il bambino ha della “scuola” ma anche su quella che ha la ci adinanza nei confronti di nuova costruzione che si propone come aperta alla ci à e di essa rappresentativa. Gli ambienti, interni ed esterni, del Polo sono proge ati per essere fruibili dal più alto numero di utenti nel più vasto arco di orario. Spazi pensati in modo da rendere la flessibilità la cifra chiave del proge o. Fantasia, genius loci e innovazione si incontrano e fondono nelle curve del nuovo edificio, nei materiali che lo compongono, nelle soluzioni bio-climatiche ed energetiche. L’a enzione alla sostenibilità non si declina solo nella gestione dell’edificio, nell’approvvigionamento energetico da fonti rinnovabili come il solare e nel monitoraggio dell’efficienza, ma parte a monte dalla selezione di componenti e prodo i a filiera tracciata che soddisfano i requisiti della reperibilità in loco, la non nocività e la stabilità delle cara eristiche fisico-chimichemeccaniche nonché la produzione con processi energeticamente efficienti e con rido e emissioni inquinanti.

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CDM43 Capurso 3t HQFXXNDZHFYT CoRpoSJSYN IJQ raLLruppaRJSYo arHM +JIJrNHo 'arLoSJ 8YuINo 'arLoSJ arHMNYJȫN &ssoHNaYN Capogruppo arHM +raSHJsHo 'arYoQuHHN Ioȫ arHM *SrNHo &uQJȫa

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MAR19 Capurso t HQFXXNDZHFYT HoS RJS_NoSJ CoRpoSJSYN IJQ raLLruppaRJSYo arHM :GaQIo 4HHMNSJLro Capogruppo arHM 2arHo 8YNgQNaSo arHM 2NHaJQa 5NgSaYJQQN arHM &QJssaSIro .aHo[u__N arHM ,ra_NJQQa +NȫNpaQIN NSg &QRa 9aKuSN

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Il polo dell’infanzia, prima di essere una stru ura archite onica, è un luogo di vita, di crescita, di incontri avente al centro non solo i bambini, ma anche gli adulti, protagonisti anch’essi di un lungo percorso di sviluppo socio-pedagogico. Pe questa ragione l’edificio scolastico a nostro avviso, non può e non deve essere un luogo avulso dalla realtà, ma uno spazio fortemente integrato all’area ogge o di intervento. Il verde, insieme al tema della “ricucitura ci à-campagna”, è la chiave principale di le ura del nuovo proge o. All’interno del Polo, tu i gli spazi sono studiati nell’o ica di richiamare alla memoria tra i salienti del territorio rurale pugliese. Muri di recinzione, case e tipiche della civiltà contadina, uliveti, superfici verdi, percorsi sensoriali a cielo aperto, cara erizzano l’approccio metodologico al proge o. L’intervento, in quest’o ica si candida a essere un luogo di aggregazione per la comunità. Il nuovo polo scolastico assume un ruolo identitario nel contesto urbano in cui andrà ad inserirsi. Un edificio partecipato, concepito e vissuto come spazio di relazione in qualsiasi momento della giornata, un edificio per il territorio, vivo “7 giorni su 7”: un vero e proprio Civic Center. Così sogniamo possano essere le scuole pugliesi. Spazi aperti al territorio dove gli ambienti stessi diventano educativi e accoglienti per i ci adini. Un edificio sicuro, funzionale e bello. La bellezza è intrinseca all’ educazione. Nell’odierna realtà urbana di Capurso, parallelamente all’archite ura ed alla sua funzione propria, il nuovo edificio agisce come stimolo per un rinnovamento in termini sociali e favorisce la politica dell’inclusione e della partecipazione. Nel proge are gli spazi abbiamo tenuto conto dell’importanza dei genitori come interlocutori indiscussi del proge o educativo. Uno spazio assolutamente “Family friendly”. In linea dunque con le dire ive ministeriali, abbiamo proge ato gli spazi, ripensando all’ambiente di apprendimento so o aspe i diversi ma complementari: l’aspe o del benessere, della qualità della vita e della cura del senso estetico. Il polo accoglierà luoghi confortevoli, colorati e accoglienti contribuendo così a rendere piacevole lo stare a scuola e a fare di uno spazio ase ico un luogo vissuto. Il proge o si basa sul modello Indire degli “1+4” spazi educativi per il nuovo millennio, dove gli arredi favoriscono configurazioni diverse mediate dalla creatività dei bambini e la modularità degli spazi stimola la curiosità, la comprensione e la trasformazione continua dello spazio di apprendimento.

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ANN19 Capurso t HQFXXNDZ HFYT HoS RJS_NoSJ CoRpoSJSYN IJQ raLLruppaRJSYo arHM 2NHMJQJ 1Nu__N Capogruppo arHM 7osa ,NaHoRoGJQQo arHM CaYJrNSa 5uQNYo NSg &SYoSNo ;NSHJS_o )N ,NuQNo arHM .saGJQQa )NsHNpNo arHM &rHaSgJQo ,aGrNJQJ )Ť&QJssaSIro arHM )oSaYo 9orYorJQQN

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Una strategia di potenziamento delle connessioni urbane accompagna il proge o del Polo per l’infanzia, nel rispe o delle indicazioni urbanistiche vigenti. La volontà di realizzare un ambito che sia distinto dalla semplice nozione di luogo urbano, ha indo o a coinvolgere, con una coerente visione proge uale, oltre le singole aree di intervento previste nel bando, il quartiere nel suo insieme, al fine di immaginare e suggerire una visione integrata ed ecologica dello spazio pubblico-privato. La tavola 1 descrive il rapporto del Polo dell’infanzia con il territorio, la relazione ecologica, ambientale, visiva e spaziale, ricercata ed garantita a raverso la permeabilità dell’edificio stesso, il legame perce ivo e funzionale con le aree esterne. Spazi aperti, verdi e minerali, che circondano l’intero complesso proteggendolo ma allo stesso tempo legandolo ad una “rete verde” innovativa che definisce nuove connessioni ecologiche. La tavola 2 descrive la composizione archite onica del Polo e i suoi cara eri funzionali descrivendo la innovatività degli spazi interni ed esterni, prote i e di relazione quotidiana con il contesto residenziale. Il Polo dell’infanzia si sviluppa in un unico volume circolare in posizione baricentrica rispe o alla superficie del lo o di intervento, è circondato da aree verdi e si affaccia su una “piazze a”, a Nord lungo via Neviera. In maniera chiara, l’ingresso del Polo, fortemente cara erizzante, so olinea il suo ruolo identitario e famigliare, quale “la casa dei bambini”. I vari se ori che compongono l’edificio sono incernierati intorno allo spazio circolare centrale che si articola nella hall e nel giardino elli ico. La copertura si presenta come un “mantello prote ivo forato”, in corrispondenza del giardino interno, a orno al quale si sviluppano lo spazio conne ivo della Hall e delle aule, serve anche a dare forza espressiva con funzione ambientale di moderazione di energia e di raccolta delle acque meteoriche, quindi ha anche una valenza dida ica. Le aule della scuola dell’infanzia a se ori circolari, definiscono il blocco delle 4 sezioni posto in relazione dire a con il giardino dell’infanzia a Sud, “con lo sguardo rivolto verso l’esterno e il mondo”. Gli spazi della primavera e del nido, “le case e dei piccoli”, sono nel cuore del complesso e si affacciano nel giardino prote o, ad utilizzo esclusivo dei piccolissimi. Il richiamo formale alla “casa” è pensato per trasme ere una sensazione rassicurante, di “calore”, all’interno della stru ura. Il rapporto fra il dentro dell’edificio e il fuori della natura è costante grazie ad uno spazio conne ivo, hall/agorà, che diviene luogo interno della partecipazione delle famiglie e della colle ività.

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MC8F5 Capurso t HQFXXNDZHFYT HoS RJS_NoSJ CoRpoSJSYN IJQ raLLruppaRJSYo arHM &SYoSNo 'NsaSYN Capogruppo arHM ;NYaQJ 3u__o arHM 2arNa CoSHJȫa 'uVuNHHMNo proK arHM +NQNppo &RGruosN proK arHM ,NaSHarQo 5rNorN Ioȫ 2NHMJQaSgJQo 9oINsHo Ioȫ &SYoSNo ;NYaQJ

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L’idea principale della proposta proge uale è stata quella di creare due corpi regolari e di geometria semplice, in cui ospitare le funzioni della scuola d’infanzia e del nido, ed un spazio centrale più fluido dalle forme più morbide, di divisione e di perno, destinato agli spazi comuni, quali l’auditorium e la mensa. Tale scelta ha permesso di o enere un edificio compa o ma allo stesso tempo ben disimpegnato e distinto nelle sue funzioni. Sempre nell’o ica dell’o enimento di una buona qualità archite onica, la scelta relativa all’orientamento dell’edificio è ricaduta sull’allineamento del lato più lungo del corpo di fabbrica, sul fronte di via Neviere, disponendo così la scuola d’infanzia a sinistra dell’ingresso (lato est) e il nido a destra (lato ovest). In questo modo l’esposizione delle sezioni dell’infanzia e degli ambienti del nido risulta essere Est-Ovest, evitando il nord dove, invece, è ubicato l’ingresso principale, arretrato rispe o al filo stradale in modo da ricavare uno spazio antistante a o alla sosta, all’a esa e a rendere agevole il flusso di entrate e uscite dei fruitori. Gli spazi comuni sono stati pensati non come semplici divisori o disimpegni tra una funzione e l’altra, ma capaci di ada arsi e trasformarsi all’uopo in sale di a esa, spazi di relazioni, luoghi dinamici di a ività libere o semplicemente in luoghi di raccolta o di accoglienza, sia per gli ospiti che per i bambini. L’organizzazione del nido è pensata, partendo dall’idea della linearità geometrica, forme semplici ma cariche di una ampia flessibilità. Le due sezioni, per un totale di 40 alunni tra nido micro nido e primavera, sono ubicate sul lato ovest dell’edificio. La scuola d’infanzia, nella sua composizione archite onica, segue la stessa filosofia e disposizione spaziale ado ata per il nido: geometria semplice, a ività pratiche da perno tra le aule delle a ività ordinate e a ività libere comuni a due sezioni, in uno spazio libero e flessibile, che è dire amente collegato con il giardino per consentire la continuazione delle a ività libere anche all’esterno e perme ere l’ada amento alle diversificazione cognitive dei bambini. Nell’o ica di o enere altre prestazioni energetiche si è pensato ad un sistema costru ivo in legno, un materiale sicuro e ideale per mantenere l’isolamento termico dell’edificio. La tecnologia utilizzata è X-Lam. L’elevata coibentazione, la distribuzione o imale di superfici trasparenti, il ricorso a sistemi all’avanguardia per il recupero dell’acqua piovana e l’inserimento in copertura di un impianto fotovoltaico, consentono di ridurre al minimo il ricorso a impianti meccanici per soddisfare i fabbisogni energetici dell’edificio.

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HCYW1 Capurso t HQFXXNDZHFYT HoS RJS_NoSJ CoRpoSJSYN IJQ raLLruppaRJSYo arHM +raSHJsHo ,NusJppJ 8aSSa Capogruppo arHM &QQJgra 3aYaQJ NSg +aGrN_No 'arraHu arHM 2NHMJQJ 5uHHNa arHM 2arNSa ;NoQa arHM 2arYNSa 9roNsN

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Il nuovo centro per l’infanzia è un edificio dal volume delimitato da una superficie sfacce ata irregolare e con la spazialità interna data da un unicum spaziale frazionato in ambienti minori dai volumi dei blocchi di servizio. Procedendo dall’ingresso, rappresentato dal fornice con pianta triangolare e copertura inclinata che si trova sul fronte dell’edificio rivolto verso il centro della ci adina, appena superata la soglia di accesso ci si trova nell’ambiente di accesso all’edificio, dotato di guardiania, con sulla sinistra il nucleo, dalla pianta quadrata, del primo ciclo del centro per l’infanzia e cioè quello contente il micro-nido ed il nido cui si aggiunge un vano destinato a deposito; lo spazio interno di questo primo nucleo, per garantire la flessibilità d’uso, è susce ibile di trasformazioni a raverso l’impacche amento delle partizioni mobili che dividono il nido ed il micro-nido ed, in aggiunta, delle partizioni che dividono i dormitori dall’ambiente principale adiacente. Sul lato opposto al nucleo del primo ciclo si trova l’auditorium/spazio multiuso che fa da vertice nordoccidentale all’edificio. Frontalmente all’ingresso si trova il nucleo amministrativo del centro con i locali della segreteria, dei dire ori di sede e della sala insegnanti. In aderenza al blocco uffici si trova lo spazio di snodo principale del manufa o, illuminato zenitalmente da tre lucernari triangolari, sul quale gravitano oltre all’auditorium, la mensa e la scuola per l’infanzia con i loro relativi blocchi funzionali. Se lo spazio della mensa è un spazio aperto poligonale delimitabiIe all’occorrenza da tendaggi, invece, quello della scuola dell’infanzia, suddiviso nelle qua ro sezioni richieste dal bando, è susce ibile di trasformazione, come quello del primo ciclo, a raverso l’impacche amento delle partizioni mobili che suddividono le sezioni tra di loro o le delimitano con la mensa antistante. I blocchi funzionali del blocco del primo ciclo, che contengono i bagni, il dormitorio ed il vano per il cambio e l’igiene personale dei bambini, hanno geometria regolare e lunghezza variabile perché quello fra i due posto più a sud fuoriesce dal perimetro del manufa o. Invece, i rimanenti blocchi serventi hanno geometria e dimensione variabile con quello posto tra l’auditorio e la mensa che fuoriesce dal perimetro del manufa o per fare da limite, in questa porzione di lo o, tra lo spazio pertinenziale aperto al pubblico e quello dire amente collegato alle a ività scolastiche.

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GPR07 Capurso t HQFXXNDZHFYT HoS RJS_NoSJ 5rJRNo Ŧ,No[aSNŧ CoRpoSJSYN IJQ raLLruppaRJSYo NSL &rHM 5NJYro 7usso Capogruppo arHM ,NaSQuHa CaRpaSJQQa arHM ;NSHJS_o ,NaSSNHo NSg +aGNo ;JSYrJQQa arHM CQauINa CoSYJgNaHoRo NSg ,ra_Na ,JSYNQJ arHM &SgJQa 2arHJQQa 2aurNJQQo

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L’idea proge uale nasce dall’esigenza di o enere uno spazio centrale di condivisione, a servizio degli utenti del polo e non, delimitato su ogni lato dagli ambienti funzionali cara eristici di una scuola dell’infanzia (aule, mensa, uffici, auditorium, ecc…). Necessità non secondaria è integrare tali volumi nel lo o d’intervento assicurandone un’o imale esposizione per beneficiare al tempo stesso di illuminazione naturale per lo svolgimento delle a ività dida iche e o imizzazione degli ombreggiamenti. Pertanto i blocchi delle aule per la materna e la primavera sono posizionati a sud-est verso la campagna, perme endo così una continuità visiva con l’orizzonte creando un ampio spazio all’aperto ad uso dell’a ività scolastica. Al limite nord del lo o, invece, l’edificio prevede un leggero arretramento in modo da distanziarsi dalla pubblica strada e ricavare cosi, da un lato una viabilità interna e parcheggi per il personale, e dall’altro un’area verde recintata e semi-pubblica. Dal punto di vista degli spazi coperti, il Polo presenta una divisione in qua ro macro-aeree: aule per la materna, aule per il nido e primavera, mensa e auditorium ed infine blocco uffici. Questi ultimi creano una barriera dalla pubblica viabilità, gli altri tre sono collegati da due spazi irregolari che fungono allo stesso tempo da conne ivo, spazi di aggregazione per bambini e le loro famiglie, aree filtro per le aule e collegamento dalle aree esterne pubbliche verso le aree esterne private. Lo spazio esterno si compone di due ambiti: un’area verde semi-pubblica e una più privata pensata come un piccolo orto botanico. La prima si configura come un piccolo giardino di quartiere in condivisione con la ci à, e come spazio verde che funge da filtro tra il traffico veicolare e l’ingresso all’edificio; la seconda, ovvero il giardino retrostante alla stru ura, è complementare alla stessa in quanto, in accordo con gli studi pedagogici, svolge un ruolo importante nella metodologia educativa dei bambini. Tale spazio è suddiviso in sei aree tematiche connesse da un sistema di percorsi lineari, pensati per essere dei “desire path” creatisi naturalmente per a raversare lo spazio verde. Le aree tematiche sono: l’Area Ludica, le Colline e Alberate, la Serra, lo Specchio d’Acqua, le Vasche per gli Orti e il Percorso dei Cinque Sensi nelle Qua ro Stagioni. L’aspe o paesaggistico si percepisce anche nella differenziazione del parterre verde. Il manto erboso, infa i, andando dalla stru ura verso i confini del lo o varia nella specie: più ornamentale nei pressi dell’edificio, più rustico e selvatico verso i margini dell’area. Ad ogni area tematica di quelle citate precedentemente corrisponde uno specifico studio sulle essenze vegetali da piantumare.

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ILA08 Capurso CoRpoSJSYN IJQ raLLruppaRJSYo arHM 0Jȫ^ )N 9arIo 2a4 *RRJa_Jro 8YuINo IN &rHMNYJȫura Capogruppo arHM &QGJrYo .aHo[oSN arHM 1uHa 1a 9orrJ arHM 8ara )Ť&GaYJ Ioȫ ssa 1uHrJ_Na )oȫN Ioȫ ssa &SSa 8aHHo

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MCZ65 Capurso CoRpoSJSYN IJQ raLLruppaRJSYo arHM CrNsYNaSa 9uQQNo Capogruppo arHM 2a^sMa 2ussoSgMora &YJQNJr 7oRa &rHMNYJȫura .SMaGJr arHM ;NSHJS_o 8aQNJrSo arHM &SIrJa 2NHHoQN arHM 2assNRNQNaSo CaKagSa

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CAPURSO

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E2K49 Capurso 5roLJȫNsYa arHM ,NaSSN 'JrYoSHJQQo

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ST2MA Capurso 5roLJȫNsYa arHM 2arHo 2aSYJQQaYo

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EGD11 Capurso CoRpoSJSYN IJQ raLLruppaRJSYo NSL +JrINSaSIo )N ,NroQaRo 8oHNJY¤ IN NSLJLSJrNa )N ,NroQaRo *SLNSJJrNSL srQ Capogruppo NSg 1uNgN )N ,NroQaRo NSg &SIrJa )N ,NroQaRo

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1QAZ2 Capurso CoRpoSJSYN IJQ raLLruppaRJSYo arHM +raSHJsHo CJHHarJQQN Capogruppo arHM *QJSa CJrJIa

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EBV12 Capurso CoRpoSJSYN IJQ raLLruppaRJSYo NSL ;NYo &SLJQo 'arNQJ Capogruppo NSg ,NaSSN )uroSNo arHM 'JaYrNHJ CoRJQQN NSg 2arNQJSa &SgJQoȫ N NSg *RaSuJQa 9JrJsa 'uHHN NSg 2arNa 7osarNa ;JSYura

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FOX79 Capurso CoRpoSJSYN IJQ raLLruppaRJSYo NSL ,aJYaSo +arJQQa Capogruppo arHM 'ruSo 8aSguNgSN arHM ;NYo ,ra_No 5JIoSJ arHM 2NHMJQJ CasYNgQNoSJ 2NSNsHMJȫN arHM )a[NIJ )J 1Jo

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CAPURSO

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TMR65 Capurso CoRpoSJSYN IJQ raLLruppaRJSYo NSL ;NSHJS_o )J ,JSSaro Capogruppo NSg :RGJrYo ,aQQo

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KOT61 Capurso CoRpoSJSYN IJQ raLLruppaRJSYo NSL ,NaSSN 2assa 4Ǯ HNSJ Capogruppo NSg ,No[aSSN CarINSaQJ ,5& s r Q NSg ;NSHJS_o 5JsHaYorJ gJoQ CosNRa &Y_orN

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CAPURSO

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ABCR2 Capurso 5roLJȫNsYa NSL 7aǭaJQJ CQauINo &QNGJrYN

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Spazi per crescere Note a margine


Segni e disegni Enzo Colonna Consigliere regionale della Puglia, X Legislatura, 2016-2020

Mens agitat molem, lo spirito vivifica la materia. Virgilio (con il gramsciano Agitatevi! a fare eco), anche in questa sede, può aiutarci a illuminare il percorso sinora compiuto e il tentativo messo in campo con l’attivazione dei concorsi di progettazione per i primi tre Poli per l’Infanzia in Puglia, di cui questo volume riporta gli esiti. Non siamo dinanzi all’opera compiuta. Il percorso non è compiuto. Bisogna attendere, per i tre Poli, le progettazioni definitive ed esecutive, le procedure comunali di affidamento dei lavori, infine la loro realizzazione. Il tutto, si spera, stringendo i tempi e recuperando quelli persi per le difficoltà e le incertezze di cui sono stati gravidi gli ultimi due anni. Qui, nell’essenzialità imposta dalla parola, dai segni scritti e dalla capienza del volume, c’è il vissuto degli ultimi tre anni. Del decisore pubblico e dei professionisti coinvolti. Esattamente tre anni fa, infatti, nell’ottobre 2018, nasce l’idea di attivare i tre concorsi di progettazione. La Regione Puglia aveva già assolto il proprio compito¹. Sulla base delle risorse assegnate (9.687.832 euro per i primi interventi), nel gennaio 2018 aveva selezionato le proposte da finanziare (Altamura, Bari, Capurso) e le aveva comunicate al Ministero dell’Istruzione, che, secondo le indicazioni iniziali, avrebbe dovuto bandire un concorso nazionale di idee per tutti gli interventi individuati dalle regioni. Nel settembre 2018, però, il cambio di passo, indotto probabilmente dal problematico sviluppo del precedente concorso nazionale di idee “Scuole Innovative”: il Ministero comunicò che non avrebbe più proceduto con il concorso e che sarebbero stati i comuni a occuparsi della progettazione dei Poli. A quel punto, con l’assessore Sebastiano Leo e la dirigente Maria Raffaella Lamacchia, ci

¹

Tra la fine del 2017 e gli inizi del 2018, prima una deliberazione della Giunta regionale e poi un avviso pubblico, fru o del lavoro dell’Assessore al “Diri o allo studio” Sebastiano Leo e della Sezione regionale “Istruzione e Università” dire a da Maria Raffaella Lamacchia, avevano consentito di dar seguito, tempestivamente e in tempi rapidi, alle previsioni del decreto legislativo 13 aprile 2017 n. 65 (“Istituzione del sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita sino a sei anni”, in a uazione della legge 13 luglio 2015, n. 107, c.d. “La Buona Scuola”) e del relativo decreto a uativo del Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca n. 637/2017 che ripartiva tra le regioni le risorse e fissava i criteri per l’individuazione dei primi interventi da realizzare su scala nazionale: i primi Poli per l’infanzia (innovativi) destinati ad accogliere, « in un unico plesso o in edifici vicini, più stru ure di educazione e di istruzione per bambine e bambini fino a sei anni di età, nel quadro di uno stesso percorso educativo, in considerazione dell’età e nel rispe o dei tempi e degli stili di apprendimento di ciascuno»; complessi che «si cara erizzano quali laboratori permanenti di ricerca, innovazione, partecipazione e apertura al territorio, anche al fine di favorire la massima flessibilità e diversificazione per il miglior utilizzo delle risorse, condividendo servizi generali, spazi colle ivi e risorse professionali» (art. 3, d.lgs. 13 aprile 2017 n. 65).

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domandammo: che fare? Assecondare gli eventi, lasciarli al loro corso, alle regole date, crogiolarsi nell’autocompiacimento dei compiti assegnati assolti? O immaginare altro, saltare ostacoli, vincere rassegnazione, immaginare deviazioni, tentare una diversa traiettoria? I codici esistenziali e culturali dei tre non potevano che far inclinare il piano della risposta nel secondo senso. Se si parla di futuro, perché di questo parliamo anche quando ci occupiamo di Poli per l’infanzia, spesso si viene guardati in maniera strana, a seconda dei casi, con commiserazione o invidia. Le reazioni che seguono, rispettivamente indifferenza o furia denigratoria/demolitoria, consegnano all’inconcludenza ogni tentativo di ragionamento e di azione sul futuro e di anticipazione del futuro. Sembra, spesso, materia per aruspici e àuguri, per visionari o geni. E non una questione di metodo e di programmazione, qualcosa che ha a che fare con il modo in cui si è centrati nel presente, lo si occupa consapevolmente, lo si legge e interpreta, con la capacità di cogliere nel presente tendenze, segni anticipatori di futuro in grado di produrre cambiamenti. Il punto non è di poco conto. Nel momento in cui salta la politica come ‘scienza’ capace di leggere la realtà e di costruire visioni condivise di futuro salta anche qualsiasi strumento che ci aiuta a decidere in maniera razionale come gestire le risorse a disposizione. Con la conseguenza che la politica decade a gestione improvvisata dell’esistente; l’economia, da scienza dei mezzi, a contabilità. A questa forma patologica di assenza dal presente e di amnesia del futuro, abbiamo tentato di sottrarci, con esiti che, a posteriori, possiamo valutare straordinari. Un tentativo – né facile, né scontato – che possiamo ora affermare riuscito. D’altra parte, in politica, nella pubblica amministrazione, come in architettura e in qualunque ambito dell’agire umano, interrompere il dominant design è cosa complicata. Costa fatica, comporta alti rischi in termini di insuccessi, delusioni, frustrazioni e mancati riconoscimenti. Ma bisogna in qualche modo disobbedirgli. Se ci si riflette, davvero l’innovazione è una disobbedienza andata a buon fine. Saltato il concorso ministeriale, dunque, in Regione ci siamo fatti carico dell’esigenza di non consegnare la realizzazione di questa prima sperimentazione dei Poli per l’infanzia alle ordinarie procedure di affidamento delle progettazioni. Si è avviato un confronto, coinvolgendo comuni, università, ordini, professionisti della progettazione e della didattica, comunità e abitanti interessati, in modo da rendere quella delle prime realizzazioni l’occasione per una riflessione aperta e larga. L’iniziativa assunta a livello regionale prevedeva, a fronte di un ulteriore contributo finanziario con risorse del bilancio regionale, che i comuni attivassero i concorsi di progettazione secondo predefinite linee guida. Acquisita l’adesione dei tre comuni, nel novembre 2018 la Giunta regionale impegnò le risorse necessarie e approvò uno schema di disciplinare, sottoscritto poi, nel dicembre successivo, da regione e comuni. Oltre al contributo finanziario a copertura dei costi di attivazione e gestione dei tre concorsi, la Regione – con il personale della Sezione “Istruzione e Università”² e con un gruppo

²

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Tra gli altri, è doveroso ricordare l’importante e qualificato contributo assicurato da Cristina Sunna, nonché l’impegno di Ezia Zaza e Andrea Sabato, responsabili del procedimento rispe ivamente nella prima e seconda fase della procedura, e di Nicole a De Rosa, assegnista di ricerca del Politecnico di Bari.

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di esperti dell’Agenzia Regionale per la Tecnologia e l’Innovazione³ - ha assicurato un costante supporto tecnico-giuridico ai comuni e ha curato il coordinamento di tutte le attività, anche in questa fase finale dedicata alla restituzione pubblica dei risultati. Il resto, lo hanno fatto i comuni con i rispettivi uffici tecnici e amministrativi, i componenti delle commissioni di valutazione, gli esperti esterni coinvolti, gli ordini professionali, le comunità scolastiche e i cittadini che non hanno fatto mancare spunti e sollecitazioni, in alcuni casi riuniti in dedicate assemblee di quartiere. E poi loro, gli oltre 300 professionisti - di diversi ambiti disciplinari, moltissimi giovani - che, individualmente o riuniti in raggruppamenti, hanno partecipato ai tre concorsi. Hanno fatto un lavoro straordinario. Le loro proposte progettuali, inevitabilmente costrette in un ordine di graduatoria, si sono rivelate di altissimo livello; i punteggi minimi che in molti casi separano le posizioni tradiscono la ‘difficoltà’ in cui si sono ritrovate le commissioni nella valutazione. Questi professionisti - moltissimi pugliesi, tanti da ogni parte di Italia e anche dall’estero hanno onorato i concorsi, le tre città direttamente coinvolte e la Puglia tutta. Sicuramente hanno reso felici quanti hanno creduto fortemente in questa iniziativa che - per respiro, impostazione, organicità e finalizzazione - non aveva precedenti in Puglia. Soprattutto hanno onorato la loro professione. Con il proprio impegno e la propria attività, sono stati utili a sé e alla società⁴. Non hanno semplicemente preso parte a una competizione. Con la loro partecipazione, hanno condiviso competenze, idee e visioni possibili. I loro elaborati rimarcano come sia possibile disegnare non semplicemente un luogo o uno spazio pubblico, ma una via utile a riappropriarsi della realtà attraverso la cultura. Quelle tavole hanno una valenza ‘probante’, fondante un giudizio di verità su quanto, diffusamente, tra i giovani, le esortazioni gramsciane siano ben presenti, recepite e tradotte in agire⁵. Intelligenza, entusiasmo, forza organizzata, sono leve straordinarie di progresso, forse le uniche. Attendono solo l’apertura di varchi, punti di emersione dai bassifondi del presente. Quindi impegnano la politica, le istituzioni, che - per non andare troppo oltre i confini tematici e semantici segnati in questo volume - sono chiamate a orientare energie, investimenti e agire intorno a un’idea di paesaggio/comunità facendo sintesi di beni materiali (ambientali, storici, architettonici, artistici) e immateriali (istruzione, cultura, ricerca, formazione, mestiere, esperienza, sapere artigiano).

³ ⁴

Mariella Annese, Giulio Calvani, Giacinto Capodivento, Vito Cascione. «Così furono utili a sé, onorando Lenin, e lo onorarono essendo utili a sé, ed avendolo dunque compreso». Tornano alla mente i versi di Bertolt Brecht sui Tessitori di tappeti di Kuján-Bulák che, chiamati a commemorare “il compagno Lenin”, si impegnarono in un’opera di bonifica dello stagno da dove si diffondevano le zanzare malariche, preferendola alla realizzazione di un busto di gesso («e tu o questo in onore di Lenin»). Per quanto riguarda noi, con i nostri riferimenti valoriali, valga quanto dispone quell’articolo della Costituzione che al riconoscimento del ‘diri o al lavoro’ e all’impegno della Repubblica a renderlo ‘effe ivo’ accompagna l’affermazione del ‘dovere’ di ogni ci adino «di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’a ività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società» (art. 4). «Istruitevi, perché avremo bisogno di tu a la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tu o il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tu a la nostra forza.», si legge in una manche e appena so o la testata della rivista L’Ordine Nuovo, anno I, n. 1, 1° maggio 1919.

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In tal senso, questa intensa esperienza, proficuamente articolata su due livelli istituzionali (regione e comuni), ha confermato che i concorsi di progettazione hanno la capacità di mettere in campo tutto questo. Oltre alla selezione dei progetti, è il concorso in sé un valore: intelligenze e sensibilità individuali vengono attivate e agiscono, si disvelano e così vengono conosciute e riconosciute. Si fanno valore collettivo (idee, progetti, suggerimenti, suggestioni, nuove o ritrovate motivazioni), un patrimonio a disposizione della comunità, quindi della politica e del decisore pubblico. Anche sul piano pratico, i risultati di questa iniziativa sono evidenti e avvalorano gli obiettivi che in termini probabilistici avevamo auspicato. Per un verso, le procedure concorsuali hanno assicurato un’elevata qualità progettuale per i tre Poli. Per l’altro, l’ampia e organizzata mobilitazione ha assunto i contorni di uno straordinario “laboratorio” con tratti dalla forte carica generativa: interdisciplinare, cooperativo, partecipato (anche grazie alle riflessioni e valutazioni che la pubblicazione e la diffusione dei risultati sicuramente alimenteranno). Ne è emerso così - dinamicamente, attraverso un’elaborazione collettiva e qualificata - un repertorio di riferimenti e modelli. Un primo nucleo di semantica concettuale, una prima sintassi progettuale, utili non solo per future elaborazioni e successivi sviluppi, ma anche per l’ineludibile cifratura in regolamenti e disciplinari di portata generale, perché - come opportunamente sottolinea l’architetto Lamacchia, entusiasta dirigente della sezione impegnata nell’iniziativa - il decreto legislativo n. 65/2017 inaugura «una nuova fase dell’evoluzione degli ambienti educativi» e i Poli per l’infanzia, all’interno del sistema di educazione e di istruzione dalla nascita sino a sei anni, «si prospettano non quale mera sommatoria di tipologie di unità … ma come tertium genus rispetto alle due tipologiemadre di ambienti per apprendimento, vale a dire l’asilo nido e la scuola dell’infanzia». Ciò rende indispensabile un aggiornamento, da parte della Regione e dello Stato, del quadro normativo e regolamentare con riferimento agli standard strutturali, organizzativi e qualitativi dei servizi per l’infanzia. Forte di questa mobilitazione (unica nel panorama nazionale), quindi con una consapevolezza ricca e inedita, la Regione può ora misurarsi anche con questa ulteriore sfida, sia qui in Puglia (per la parte di sua competenza), sia nei tavoli di confronto con le altre regioni e con lo Stato. Un ordine si è manifestato dal basso, con rigore e spontaneità; può ora essere sistemato e codificato. Segni e disegni proposti nei concorsi e attraverso i concorsi, dunque, restituiscono un ‘discorso’ più ampio che, meglio di qui, potrà essere esplicitato. Il ‘discorso’ parla di costruzione di futuro che è capacità di riconoscere il possibile (a venire) nel presente, come antecedente logico-fattuale del futuro. Questo significa essere ben situati nel presente, essere attenti a leggere la realtà per cercare e riconoscere il possibile nell’esistente, quindi essere pronti a farlo emergere, dargli spazio, stando bene attenti ai principali vincoli che ostacolano le possibilità di espressione della creatività. Per questo è necessaria una società aperta, dove ricercatori, studiosi, professionisti, operatori economici, pubblici funzionari, politici fanno con serietà e metodo il proprio lavoro. Uno spazio in cui chi sperimenta, agisce e tenta, può raccontare e condividere il proprio lavoro. Dove, in sintesi, ciò di cui è capace l’uomo, con la sua intelligenza, è valore, per sé e per gli altri.

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A compromettere questo mutuo riconoscimento è soprattutto la resistenza a riconoscere il valore e le buone ragioni degli altri, ad apprezzare il valore delle differenze. Quello che siamo è certo frutto di apprendimento e adattamento, ma sono i contesti intersoggettivi e cooperativi, quelli in cui intelligenze e sensibilità differenti convergono e si confrontano, a consentire l’incontro con l’inedito, quindi la possibilità di combinare, scomporre e ricomporre in modi diversi i sintagmi della nostra esperienza di vita. È proprio in questa possibilità che si dispiega la creatività, quella capacità distintiva degli umani di pensare la realtà che vivono e sé stessi, di immaginarli migliori, quindi di agire per renderli migliori. Uno slancio vitale che, sconfiggendo inerzia, indifferenza, rassegnazione, si rinnova all’infinito. Da sempre e per strade e in modi imprevedibili. Averne conferma - ancora una volta e con lo stupore della prima volta - anche dalla prospettiva di questa iniziativa dei concorsi di progettazione per i poli, ritrovando i costrutti base di quel ‘discorso’, è motivo di gioia autentica e speranza. Dà fiducia, motiva a proseguire nell’impegno, ciascuno per le proprie possibilità e per la propria parte. Basta, insomma, per andare avanti!

NOTE A MARGINE

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Altamura

Bari

Capurso

9 788890 520365


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