Berthold Block - Breve storia dei caratteri da stampa

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Breve storia dei caratteri da stampa ďż˝ Caratteri senza grazie ďż˝

Nitti Valentina



� Troy Type

7

� Fregio Mecano

15

� Semplicità

23

� Berthold Block

31

� Triennale

39

� Veltro

47

� Divenire

55

� Eurostile

63

� Stop

69

� Quadrato

75

� Forma

83

� Akzindenz-Grotesk

93



� Berthold Block

l4→ Fra revival tipografico, pubblicità e nuova tipografia

Nel 1858 Hermann Berthold fondò a Berlino la fonderia di caratteri tipografici H.Berthold AG. La Berthold è ben nota per aver realizzato il carattere che ha ispirato l’Helvetica: l’Akzidenz Grotesk (pg. 93). Akzidenz Grotesk fu prodotto nel 1898 da un disegnatore sconosciuto, e fu il primo carattere senza grazie della fonderia. Nel XIX secolo erano di larga diffusione volantini e prodotti pubblicitari, questi hanno cambiato il modo pensare ed utilizzare la tipografia, dando luogo a caratteri nuovi. Questi nuovi caratteri dovevano attirare l’attenzione dei passanti, perciò erano disegnati con proporzioni bizzarre: alti e stretti (condensati), tozzi e larghi (estesi), con grazie squadrate molto pronunciate o anche senza. Si diffondono i caratteri detti egizi. � Tali font erano per questo motivo denigrate dai tipografi librai legati alle impaginazioni neoclassiche, ai caratteri puliti ed eleganti. Li definivano brutti e grotteschi, questo modo di definirli ha portato i caratteri senza grazie ad essere definiti Grotesk. � Nel 1908, Hermann Hoffmann a capo della società dal 1895, si ispira ai caratteri pubblicitari per realiz-

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Pagina pubblicitaria del carattere Block Deutscher Buch- und Steindrucker, September 25, 1924 pg. 57


zare il Block. Il Berthold Block è una famiglia di caratteri nata per contenere una serie di font che variano dal peso Light all’Heavy e dal Condensed al Extended. Il primo della serie fu chiamato Halbfett Block. Il Block è un carattere non-graziato monolineare con un corpo estremamente nero e compatto e con terminazioni raccordate. Stephen Coles fondatore della piattaforma Font in Use e curatore di Letterform Archive, nonché graphic designer contemporaneo, lo ha definito: � “Un morbido ma consistente carattere da titolo con proporzioni compatte e dall’aspetto organico [...] ma il suo heavy weight e condensed width non lo rendono un carattere performante per il testo”. � Ne seguì nel 1913 il Magere Block. La variante ha un corpo snello e largo con aste sottili, il tratto è leggermente frastagliato e irregolare con gli innesti e intersezioni fra le aste raccordate. L’anno seguente fu inciso il Block Fraktur che come anticipa il nome stesso è la variante gotica della famiglia. Nel 1920 il Block Schwere e Block Schmale, il primo è una variante heavy mentre il secondo è la variante condensed: corpo stretto e allungato. Nel 1927 venne pubblicata la variante corsiva il Block Kursiv ed infine negli anni ‘30 il Block Eng. Nel 1926 l’H. Berthod AG si fuse con la fonderia

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viennese Poppelbaum, ed è proprio in quell’anno che risale la variante viennese del Block Schmale, il Block Pb. La font viennese si differenzia dalla sua madre tedesca nel tratto più lineare e meno frastagliato, nel peso più leggero e nel corpo slanciato. Ci sono notevoli differenze anche nella forma di alcune lettere: la pancia della “P”, del “6” e del “9” non si chiude nell’asta orizzontale, la terminazione della gamba della lettera “R”, “K” e “k” è raccordata nello spigolo sinistro e la lettera “C” mantiene la stessa apertura con taglio di 90° ma la parte inferiore termina con una punta raccordata . Il Block Pb ha viaggiato per tutta Europa. Lo ritroviamo in Francia nella fonderia Warney con il nome di Mammouth noir (grassetto) e Mammouth clair composto di sole maiuscole e numeri, peculiarità del carattere è una linea sottile nel disegno che ne traccia la forma a fil di ferro, datata 1909. Nuovamente a Vienna dalla Karl Brendler&Söhne con il nome di Blockschrift, a Dresden in Germania dalla Schriftguss AG con il nome di Nero. � Raggiunse anche le fonderie italiane. A Torino, intorno agli anni 20, nei cataloghi di Fondografica troviamo il Block Pb con il nome di Modena e la versione bold con il nome di Bologna. A Milano invece, una decina di anni dopo, nella fonderia Enrico Reggiani, lo vediamo con il

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nome di Sansone e in bold prende il nome di Nerone. � Non c’è perciò da stupirsi se proprio in questi anni nelle pubblicazioni Futuriste ritroviamo il Block. Tra queste, del 1932, Cucina Futurista è un ricettario ironico scritto da Filippo Tommaso Marinetti, scrittore e poeta, nonché fondatore del futurismo, ed edito dalla casa editrice Sonzogno di Milano. Nel ricettario ritroviamo l’originale Reklameschrift Block utilizzato sia in copertina con inchiostro rosso che per Frontespizio composto in Nerone La cucina futurista, F. T. Marinetti e Fillia, i titoli e la premessa, mentre Sonzogno, Milano, 1932. per il testo corrente è stato utilizzato il carattere Bodoni. Impossibile non citare anche Dinamo-Azari, Depero Futurista del 1927, conosciuto anche come “libro imbullonato” per via della rilegatura realizzata con due bulloni. Pubblicazione emblematica che nelle sue 234 racchiude perfettamente la sintesi del pensiero futurista, molte di queste pagine sono puramente tipografiche.

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Pagina composta in Nerone, Bernhard-Antiqua, Romanisch halbfett e Schmale Etienne Depero Futurista, F. Depero, Dinamo-Azari, Milano, 1927.

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Pagina composta in Nerone, ed altri caratteri non identificati. Depero Futurista, F. Depero, Dinamo-Azari, Milano, 1927. Revival realizzato nel 2019

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Florian Hardwig, ora designer a Berlino, scrive nell’articolo “Depero Futurista, Dinamo-Azari, The Bolted Book from 1927 shows that Fortunato Depero didn’t need hot new fonts to make groundbreaking typography.” per Font in Use che solo nelle pagine da lui analizzate è riuscito a identificare 16 famiglie e ben 20 font diverse. Tra i tanti caratteri utilizzati c’è anche il Block Pb, la variante viennese. La H. Berthold AG è tuttora all’opera nella realizzazione di caratteri tipografici, ovviamente rimanendo sempre al passo con i tempi e spostandosi al digitale. Nel 1979 il Halbfette Block si aggiunge al catalogo digitale della fonderia grazie al ridisegno di Erik Spiekermann che lo rinominò Berliner Grotesk Medium.

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Bibliografia e Sitografia: ̽​̽ https://fontsinuse.com/uses/9519/in-pieces-website ̽​̽ https://fontshop.com/content/from-compressedlight-to-extended-ultra ̽​̽ http://www.klingspor-museum.de/ KlingsporKuenstler/Schriftgiessereien/Berthold/ BertholdAG.pdf ̽​̽ http://luc.devroye.org/fonts-43606.html ̽​̽ https://fontsinuse.com/typefaces/95982/blockpoppelbaum ̽​̽ https://fontsinuse.com/typefaces/7572/bertholdblock ̽​̽ https://fontsinuse.com/uses/25601/depero-futuristadinamo-azari ̽​̽ https://fontsinuse.com/uses/6761/the-futurist-scookbook-by-f-t-marinetti-1st-

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