Tecniche creative

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GLOS OIRAS Glossario per il Corso di Teorie e Tecniche del Pensiero Creativo


GRUPPO 2


Valentina Massignan Marco Provolo Nicola Montaguti Francesca Bonotto


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Tecniche Creative


TITOLO TECNICA Brain Wraiting

AUTORI VanGundy

DESCRIZIONE Il Brainwriting è una tecnica utile a sviluppare il pensiero creativo. E’ la versione grafica su carta del brainstorming. Si basa sui medesimi principi ma ne differisce perché ogni partecipante deve scrivere le proprie idee e proposte su un foglio di carta o su una scheda. L’obiettivo è quello di inventare nuovi prodotti, ma la tecnica si è dimostrata valida ed efficace per escogitare idee nel campo promozionale e pubblicitario. È una tecnica in cui si coinvolgono 6 persone alle quali viene chiesto di esporre un numero determinato di idee in, al massimo 5 minuti di tempo.

ANNO DI CREAZIONE VanGundy, Techniques of Structured Problem Solving, 1988 FINALITà (contesto e attività per la quale è indicata) La finalità principale di questa tecnica è sintetizzare un’unica e nuova idea vincente. Seleziona e produce idee che si adattano al contesto comunicativo, creativo, promozionale e pubblicitario. Inizialmente veniva utilizzata solamente allo scopo di creare nuovi prodotti. Collaborazione e valutazione di tutte le alternative possibili, sono altre finalità insite nella tecnica stessa.

PROCESSO (modalità di esecuzione e di applicazione della tecnica) Il conduttore-animatore scrive su dei fogli, quanti sono i partecipanti del gruppo, la frase-stimolo ciascuno ha un minuto per scrivere sotto stimolo la prima idea che gli viene in mente, per poi passare al compagno di destra il proprio foglio. Questi leggerà l’idea soprascritta e ne aggiungerà un’altra con le rappresentazioni della propria fantasia e cosi via fino all’ultimo partecipante. Alla fine del giro ciascuno avrà un foglio con parecchie idee formulate per iscritto. Dall’esame dell’insieme di esse si cercherà di sintetizzare un’unica e nuova idea vincente. Un esempio più esplicativo del procedimento di attua-

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zione del brainwriting, attraverso la suddivisione in tappe \ fasi: 1-Far sedere sei persone attorno ad un tavolo circolare; 2-Definire il “problema”; 3-Fornire ad ogni partecipante un foglio su cui sia stata disegnata una tabella fatta di tre colonne; 4-Chiedere ad ogni persona di scrivere una possibile soluzione al problema per ogni colonna; 5-Ogni persona passa la tabella compilata al suo vicino di destra; 6-Ogni partecipante dovrà scrivere altre tre soluzioni legate al problema originale e passerà nuovamente il foglio al suo vicino di destra; 7-Una volta concluso il giro, si discutono e si valutano i risultati.

DURATA (tempo di esecuzione) Solitamente una seduta di brainwriting dura 40 min. Il tempo concesso al singolo partecipante per trovare le idee necessarie e completare di volta in volta le colonne del foglio assegnatogli, variano dai 3 ai 5 minuti. Le sessioni di questa tecnica generano dalle 50 alle 80 idee.

CONSIDERAZIONI (difficoltà o controindicazioni nell’applicazione) Questa tecnica precedentemente spiegata, si suddivide in altre tecniche più specifiche e mirate, quali: 1 - BrainWriting Pool 2 - BrainWriting 6-3-5 3 - Idea Card Method 4 - BrainWriting Game 5 - Constrained BrainWriting 6 - Varying the level of constraint

STRUMENTI (strumentazione di supporto) Gli strumenti necessari sono carta e penna. Consigliato l’utilizzo, come supporto, di un tavolo, preferibilmente di forma circolare, per facilitare l’interazione con le persone vicine e per favorire la comodità dei partecipanti.

Durante i numerosi studi e le ripetute applicazioni della tecnica in questione, non si sono riscontrate difficoltà di nessun genere. Non è sempre vincolante il numero di partecipanti per la realizzazione pratica del metodo.



BRAIN WRITING


guardare da punti di vista diversi, scoprendo nuove prospettive. Questo è quello che si proDESCRIZIONE È un approccio differente pone di fare la tecnica qui dalla tecnica del Brainstor- descritta. ming e definibile anche come AUTORI il suo rovescio. La tecnica del Reversal è un Questa tecnica è stata tratbuon mezzo per migliorare e ta da “Una Grande Idea” mettere alla prova un prodot- di Charles Thompson ed è stata presa in considerato o un servizio. Si tratta di formulare al con- zione da Lao-tzu nel libro “ trario la domanda relativa Tao-te Ching”. alla risposta che si vuole ottenere, e applicare di conse- FINALITà (contesto e attività per la quale è indicata) guenza i risultati ottenuti. Il mondo è pieno di contrari. La finalità principale è il Chiaramente, un attributo, un ribaltamento del punto di concetto o un’idea è insigni- vista seguito da intenti corficante senza il suo opposto. relati, come: È l’interazione tra i contrari ampliare e focalizzare con che fornisce stimoli creativi. più precisione le consideraOgni comportamento è insito zioni negli osservatori, trodi atteggiamenti o elemen- vare punti di vista diversi e ti contrapposti, e cogliendo sempre nuovi, considerare questi particolari si impara a anche aspetti mai presi in TITOLO TECNICA Problem Reversal

considerazione, riuscire a vedere oltre la superficie, cogliere il particolare. Può essere adatta alla risoluzione di problemi, ma soprattutto alla valutazione e alla prova di un prodotto o servizio. È preferibile nelle attività promozionali, comunicative e pubblicitarie. Può essere utilizzata anche prima del lancio, nel mercato, di un nuovo prodotto anche per un azienda non strettamente connessa al campo comunicativo. Utile soprattutto nella valutazione del grado di soddisfazione di un prodotto e \ o servizio rispetto al target di riferimento. Applicabile a più attività in diversi campi. PROCESSO (modalità di esecuzione e di applicazio-

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ne della tecnica) Questa tecnica si snoda in varie fasi, quali: - affermazione del problema o formulazione della domanda da porre a rovescio (cambiamento di asserzioni positive in negative). - definizione di quello che non è qualcosa (oggetto) e \ o dedurre ciò che ognuno non fa (comportamento). - usare il “cosa succederebbe se….” come linea guida (L’autore ha una lista di coppie di opposti che descrivono le azioni che possono essere applicate al problema. Basta chiedere “Cosa succede se ...” e collegare ciascuno degli opposti.). - riflettere con i risultati ottenuti e se necessario cambiare prospettiva e \ o punto di vista.

- sempre partendo dai risultati, trasformare le affermazioni in negazioni e viceversa. Un esempio concreto: Una persona svolge un lavoro che la porta a confrontarsi con problemi di Servizio all’utente. Questa dovrà elencare tutti i modi in cui potrebbe fornire un servizio carente e non idoneo. Dalla stesura delle qualità e dei modi che può presentare un servizio negativo, la persona trae immediatamente le idee per un miglioramento della prestazione. Trasforma quindi le informazioni ottenute, rovesciandole e traendo da queste, modelli utili alla realizzazione di un’opera migliore e più efficiente nei confronti dell’utente.

DURATA (tempo di esecuzione) Dipende dal tempo necessario al partecipante (e \ o partecipanti) per definire e mettere a fuoco le varie tappe del metodo. STRUMENTI (strumentazione di supporto) Il problem reversal si può concretizzare mentalmente, ma è molto più comodo utilizzare carta e penna per organizzare meglio le idee e le ipotesi. Elementi essenziali sono un prodotto e \ o un servizio da utilizzare come soggetto del procedimento del metodo previsto dalla tecnica. CONSIDERAZIONI (difficoltà o controindicazioni nell’applicazione) Questa tecnica è utile alla risoluzione e soprattutto al miglioramento di prodotto e \ o


Presenta un procedimento di attuazione complesso e quindi necessita di tempo per lo svolgimento. L’assunto di base è l’apertura e la predisposizione al cambiamento delle persone che vi prendono parte. Non sono state riscontrate difficoltà o controindicazioni nell’applicazione.


PROBLEM REVERSAL


TITOLO TECNICA Assumption Smashing DESCRIZIONE È una tecnica che favorisce la facilitazione del pensiero creativo fornendo alternative. Questa tecnica è utile per generare idee elencando le ipotesi relative ad un determinato problema, combinandole a coppie di 2 o più e osservando il risultato, cioè la disposizione finale delle varie idee. FINALITà (contesto e attività per la quale è indicata) Creare una fitta rete di alternative all’ipotesi di partenza. Valutare altre soluzioni e altre interpretazioni della situazione e \ o problema, fornendo idee nuove e diverse.

PROCESSO (modalità di esecuzione e di applicazione della tecnica) Per prima cosa la persona ( o le persone) che partecipa allo svolgimento di questa tecnica devono prendere in considerazione una situazione tipo. Analizzarla e spiegarla per poi passare a porre dei quesiti e delle ipotesi relative e conseguenti all’assunto di partenza. In questo modo si creano delle idee diverse, che devono poi essere prese in considerazione e concretizzate. Esempio concreto: “Limon”, è il nome di un prodotto presente nel mercato dei detersivi per piatti da tempo. Le quote di mercato relative alle vendite sono stabili in quanto, la relativa azien-

da è riuscita a fidelizzare un notevole gruppo di consumatori grazie alla costante promozione periodica, “prendi 2 paghi 1”. Il prodotto però deve essere rinnovato, ed i costi relativi al restyling non permettono all’azienda di mantenere attiva la promozione. Ipotesi di base di questa situazione: -i consumatori rimarranno appagati abbastanza da continuare a comprare sempre lo stesso prodotto, non notando come rilevante la mancanza della promozione. (come mai il prodotto è ugualmente appagante?...) - i consumatori delusi, abbandonano il prodotto e l’azienda subisce un progressivo calo drastico delle quote di mercato.(cosa

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succederà all’azienda?... perché i consumatori abbandonano il prodotto?) - non tutti i consumatori rimarranno fedeli, ma l’azienda potrebbe acquisirne di nuovi rimasti affascinati dal restyling del prodotto.(perché alcuni consumatori non rimangono fedeli?...) - il calo di consumatori entro certi limiti potrebbe non essere significante per l’azienda.(quali sono i limiti per l’azienda?...) - l’azienda potrebbe rendersi conto di aver commesso un errore rinnovando il prodotto e quindi deciderebbe di tornare al prodotto nelle condizioni precedenti, riproponendo la promozione tanto attesa dai consumatori.(è credibile un ritorno al vecchio prodotto, dopo il restyling,

per i consumatori?...) Procedendo poi nel raggruppare queste ipotesi a coppie per caratteristiche o conclusioni deducibili, si arriva a produrre idee più valide e idonee al contesto.

mento si potrebbe perdere di vista lo scopo principale. Può essere svolta anche singolarmente, ma la presenza di un gruppo (due o più persone) stimola maggiormente la produzione di teorie. Non sono state notate conDURATA (tempo di esecu- troindicazioni nell’applicaziozione) ne. Non esiste un tempo prestabilito ma varia in base al tempo necessario per realizzare la tecnica. STRUMENTI (strumentazione di supporto) Questa tecnica non necessita di strumenti per la sua realizzazione. CONSIDERAZIONI (difficoltà o controindicazioni nell’applicazione) Potrebbe essere fuorviante o troppo elaborata, in quanto durante lo svolgi-



ASSUMPTION SMASHING


TITOLO TECNICA Sei cappelli DESCRIZIONE La tecnica propone una distinzione in sei diversi modi di pensare, visualizzandoli in sei cappelli di colori diversi. I sei modi di pensiero non vogliono esaurire completamente tutti i possibili approcci, anche se riassumono gli stili principali. AUTORE La tecnica dei sei cappelli è stata ideata da De Bono, il quale ne scrisse i suoi funzionamenti nel libro : “ Sei cappelli per pensare, Rizzoli, Milano, 1991”. FINALITà (contesto e attività per la quale è indicata) Il presupposto della tecnica è che quando ci si trova davanti a un problema o una

decisione, si è portati a usare contemporaneamente vari atteggiamenti di pensiero. Analizzare contemporaneamente tutti gli aspetti di una questione, può risultare assai difficile. Molto spesso si finisce per privilegiare una parte del ragionamento, una prospettiva e questo limita il numero di soluzioni e idee che possono essere trovate. La tecnica dei sei cappelli ha quindi lo scopo di osservare qualcosa da diversi punti di vista permettendo di superare i limiti abituali cui sottoponiamo i nostri ragionamenti. PROCESSO (modalità di esecuzione e di applicazione della tecnica) Per realizzare la tecnica si procede indossando i sei cappelli secondo l’ordine

proposto, che però non è rigido, in quanto può essere utile mettere uno stesso cappello più volte, per approfondire la riflessione, oppure invertire l’ordine. Questa scelta è a discrezione di chi utilizza la tecnica e le varianti saranno sempre più auspicabili, con l’aumentare dell’esperienza. -Cappello Bianco: Il bianco indica neutralità, con questo cappello ci si concentra sui dati di fatto di cui si dispone. -Cappello Rosso: Il rosso suggerisce sentimenti emozioni, si usa per i sentimenti e l’emotività. -Cappello Nero: Il nero indica malinconia e pessimismo serve per individuare

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gli errori e le cose da non fare ed è un tipo di pensiero critico. -Capello Giallo: Il colore della luce e dell’ottimismo, serve a individuare i benefici e i punti di forza di una idea. -Cappello Verde: Il colore del prato e quindi della fertilità, serve per avere creatività e ricercare le alternative e le opportunità possibili. -Cappello Blu: Indica il cielo e la calma, serve per monitorare il lavoro e per mettere insieme le idee al fine di arrivare a una conclusione. STRUMENTI (strumentazione di supporto) Strumenti: I cappelli,

devono essere reali e colorati. CONSIDERAZIONI (difficoltà o controindicazioni nell’applicazione) Alla fine della tecnica, ci si accorge che normalmente si utilizzano uno, o poco più dei punti di vista approfonditi grazie ai cappelli, mentre con questa tecnica è possibile avere numerose idee. Il gesto di levare un cappello per metterne un altro ha un alto valore simbolico, in quanto questo movimento permette di slegarsi dalla prospettiva precedente per entrare completamente nella nuova.



SEI CAPPELLI


TITOLO TECNICA Zio - nipote DESCRIZIONE Nella tecnica dello zio – nipote, si realizza una vera e propria simulazione tra due persone di cui una gioca a fare il ruolo dello zio e l’altra quello del nipote. FINALITà (contesto e attività per la quale è indicata) La tecnica è particolarmente efficace perché costringe ad una continua riformulazione del problema, alla ricerca dei suoi elementi fondamentali e più semplici. Si tratta di una continua semplificazione che porta ad individuare gli elementi strutturali del problema rendendoli più chiari.

PROCESSO (modalità di esecuzione e di applicazione della tecnica) Il primo partecipante, nel ruolo dello zio, ha il compito di spiegare al secondo, che interpreta il nipote, il problema da risolvere. Durante l’esposizione del problema, il giovane agisce per rendergli l’esposizione difficile, interrompendolo e pregandolo di rispiegargli con altre parole i concetti che non comprende. L’esercizio è concluso quando il nipote è in grado di rispiegare allo zio il problema, usando però il linguaggio elementare e semplice, proprio di un bambino. Anche il resto del gruppo gioca un ruolo attivo, ha il compito di prendere nota delle idee che il dialogo suggerisce, delle intuizioni

e dei passaggi interessanti per scomporre il problema in sottounità. A conclusione del lavoro è utile raccogliere tutte le indicazioni degli osservatori in una mappa mentale riassuntiva. DURATA (tempo di esecuzione) Il tempo necessario per arrivare alla completa semplificazione del concetto. STRUMENTI (strumentazione di supporto) Non sono necessari strumenti si supporto in questa tecnica. Utile per il gruppo che ascolta prendere appunti e quindi munirsi di carta e penna.

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CONSIDERAZIONI (difficoltà o controindicazioni nell’applicazione) Non ci sono difficoltà o controindicazione nell’uso di questo metodo. La presenza di un gruppo di partecipanti con ruolo di ascoltatori è utilissima allo sviluppo del procedimento, ma non essenziale.



ZIO - NIPOTE


TITOLO TECNICA Scamper DESCRIZIONE La tecnica dello SCAMPER ti assiste, attraverso una checklist, sia nella riflessione sui cambiamenti che potresti apportare ad un prodotto già esistente, sia nello sviluppo di un nuovo prodotto. Si appoggia alla tecnica del BRAINSTORMING. AUTORI Questa tecnica è stata creata da Bob Eberle, ma è stata commercializzata da Michael Michalko, nel libro “Thinkertoys” pubblicato nel 2006. FINALITà (contesto e attività per la quale è indicata) Utilizzando la SCAMPER è possibile osservare un progetto, un idea, un comportamento, un prodotto da vari

punti di vista, modificando la propria prospettiva e quindi l’oggetto della tecnica. PROCESSO (modalità di esecuzione e di applicazione della tecnica) L’acronimo SCAMPER sta per: S - Substitut – Sostituire elementi con altri C - Combine – Combinare, integrare, unire A - Adapt – Adattare M - Modify – Modificare, trasformare P - Put to another use – Utilizzare per un altro scopo E - Eliminate – Rimuovere elementi, semplificare R - Reverse – Capovolgere la prospettiva Proprio questi sono i passaggi da seguire per la corretta esecuzione della tecnica.

DURATA (tempo di esecuzione) La tecnica non ha una durata prestabilita, in quanto il procedimento e la sua complessità dipendono da diversi fattori, quali il numero di partecipanti, l’ambito operativo e molti altri. STRUMENTI (strumentazione di supporto) Supporto sul quale poter annotare, scrivere, disegnare. Eventuale presenza di un Tutor (non obbligatoria). CONSIDERAZIONI (difficoltà o controindicazioni nell’applicazione) Per ogni prospettiva è importante concentrarsi a fondo e riflettere attentamente perché questa tecnica, anche se utilizza i principi del BRAINSTORMING e

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quindi della libera espressione delle idee, ha la caratteristica di indirizzare il pensiero verso un percorso piuttosto definito. Ogni prospettiva, infatti conduce ad una modalità di riflessione specifica e differente. Al termine di ogni riflessione è utile cambiare posizione o alzarsi in piedi per qualche secondo; in sostanza è consigliabile fare qualsiasi cosa che possa creare uno stacco con la prospettiva precedente. Come già segnalato, la presenza di un tutor o di un Coach può aiutare nello svolgimento della tecnica, tuttavia essa è eseguibile anche da soli o in gruppo senza questa necessità di “guida”.



SCAMPER


Tuttavia lo “Storyboard system” viene diffuso a partire dal lavoro di Walt Disney, per i suoi film di DESCRIZIONE La tecnica dello Storyboard animazione. è un popolare metodo che permette di facilitare il pen- ANNO DI CREAZIONE siero creativo, che si prefigge 1928 lo scopo di riunire le proprie idee, e quelle degli altri FINALITà (contesto e attipartecipanti eventualmente vità per la quale è indicata) presenti, nello stesso lavoro, La tecnica descritta perallo scopo di visualizzarle e mette di dare forma (o merisolvere i problemi posti. Il glio pre-forma) alle proprie termine visualizzazione im- idee, alle idee condivise o plica la creazione di un vero semplicemente alle idee di e proprio disegno, in quanto altre persone. Questo fa si uno Storyboard è una sorta che si possano individuare di linea temporale grafica, in delle interconnessioni tra cui vengono rappresentate le le idee inserite nello Sto“scene” (o le idee in forma ryboard, che possono contribuire alla soluzione del grafica) in sequenza. problema. AUTORE Questa tecnica nasce con PROCESSO (modalità di l’avvento del cinema, esecuzione e di applicaziodall’idea di Sergei Eisestein. ne della tecnica) TITOLO TECNICA Story boarding

Ogni partecipante alla tecnica (anche 1 solo la può compiere individualmente) condivide le sue idee, che vengono considerate egualmente importanti al pari di tutte. Utilizzando una lavagna o un software, è possibile partire da una serie di argomenti chiave sotto cui inserire considerazioni, categorie, spunti generali e tutto ciò che viene alla mente. Al di sotto di questi punti chiave, bisogna poi creare dei sottoargomenti, in cui andranno a cadere di volta in volta, le idee generate dalla tecnica, che devono fornire supporto alle affermazioni, intuizioni, problemi (ecc.ecc.) posti al di sopra. DURATA (tempo di esecuzione) La tecnica non ha una du-

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rata prestabilita, in quanto il procedimento e la sua complessità dipendono da diversi fattori, quali il numero di partecipanti, lo scopo prefisso, la fertilità delle menti e l’importanza dello svolgimento. STRUMENTI (strumentazione di supporto) Supporto sul quale poter disegnare e scrivere, sia esso cartaceo di grandi o piccole dimensioni, o software. Eventuale presenza di un Storyboarder che può coordinare l’attività (tuttavia non necessario). CONSIDERAZIONI (difficoltà o controindicazioni nell’applicazione) Esistono diverse tipologie di Storyboarding, individuate nelle principali cate-

gorie di: “Pianificazione”, “Idee”e “Comunicazione ed organizzazione”. E’ molto importante nel corso dello svolgimento della tecnica, considerare ogni apporto importante, senza scartare o giudicare illogica o senza senso alcuna idea. Pensare positivo e lasciare da parte ogni critica, aiuta la fertilità del processo favorendo il pensiero creativo.



STORYBOARDING


TITOLO TECNICA Counseling DESCRIZIONE Il termine COUNSELING (o anche counselling secondo l’inglese britannico) indica un’attività professionale che tende ad orientare, sostenere e sviluppare le potenzialità del cliente promuovendone atteggiamenti attivi, propositivi e stimolando le capacità di scelta. Il termine counselor inizia ad essere utilizzato a partire dagli anni novanta nei corsi di formazione organizzati da scuole di psicoterapia e nell’associazionismo finalizzato a regolamentare tale attività. Solamente nel 2000 nascono le prime due associazioni di counseling, riportate dal CENL (Conference of European National Librarians). Attualmente il

counseling in Italia non è una professione regolamentata: lo Stato non indica cioé i requisiti minimi necessari per esercitarla. Non esiste alcuna normativa di riferimento, nessun percorso formativo obbligatorio né tanto meno l’obbligo per il professionista di iscrizione ad un qualche albo professionale. In questo quadro normativo chiunque può definirsi counselor ed esercitare il counseling. FINALITà (contesto e attività per la quale è indicata) Il counseling, risulta essere un’importante strumento relazionale; è un processo di dialogo e reciprocità tra due persone mediante il quale un “consulente” aiuta chi lo consulta a prendere delle decisioni, ad

agire in rapporto a queste e a fornire un’accurata ed attenta informazione, con adeguato sostegno, anche di tipo psicologico. Si occupa di problemi non specifici (prendere decisioni, miglioramento delle relazioni interpersonali) e contestualmente circoscritti (scuola, famiglia, lavoro), pertanto può essere applicato in svariati campi. In ultimo, è utile considerare l’origine etimologica del termine; Il sostantivo counseling deriva dal verbo inglese to counsel che risale a sua volta dal verbo latino consulo-ĕre, traducibile in “consolare”, “confortare”, “venire in aiuto”. Quest’ultimo si compone della particella cum (“con”, “insieme”) e solĕre (“alzare”, “sollevare”), sia propriamente

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come atto che nell’accezione di “aiuto a sollevarsi”. È omologo un altro verbo latino: consulto-āre, iterativo di consultum, participio passato di consulo, col significato di “consigliarsi”, “deliberare”, “riflettere”. Ciò pone il termine tra le forme del verbo italiano “consultare” come ricorso a competenze superiori per necessità contingenti. La traduzione di counseling nel termine italiano consulenza è controversa in quanto un altro termine, consulting, ha in inglese il medesimo significato. È altresì problematica la sua traduzione con “consiglio”. La similarità linguistica tra le parole “counseling” e “consiglio” può infatti trarre in inganno. Infatti il COUNSELING si differenzia dal “consiglio”

perché la relazione si svolge con un esperto ed è finalizzata alla ricerca di una strategia che possa rendere possibili delle scelte o delle modifiche, e non è paritaria come nel caso del suggerimento. ANNO DI CREAZIONE 2000 circa. PROCESSO (modalità di esecuzione e di applicazione della tecnica) Per quanto riguarda l’attuazione della tecnica, si parla di “attività di counseling”; essa è svolta da un counselor : persona professionalmente in grado di aiutare un interlocutore in problematiche personali, private e talvolta emotivamente significative. In base al bagaglio di abilità possedute, le competenze proprie

all’attività di counseling possono essere presenti nell’attività di diverse figure professionali quali psicologi, medici, assistenti e operatori sociali, educatori professionali. Essa è finalizzata a “consentire ad un individuo una visione realistica di sé e dell’ambiente sociale in cui si trova ad operare, in modo da poter meglio affrontare le scelte relative alla professione, al matrimonio, alla gestione dei rapporti interpersonali, con la riduzione al minimo della conflittualità dovuta a fattori soggettivi”, ed è inoltre “un’attività di competenza relazionale che utilizza mezzi comunicazionali per agevolare l’autoconoscenza di se stessi attraverso la consapevolezza e lo sviluppo ottimale delle risorse personali per migliorare il proprio stile di vita in maniera più soddisfacente e creativo”. Il counselor


ha il compito di “favorire lo sviluppo e l’utilizzazione delle potenzialità del cliente, aiutandolo a superare eventuali problemi di personalità che gli impediscono di esprimersi pienamente e liberamente nel mondo esterno; il superamento del problema, la vera trasformazione, comunque, spetta solamente al cliente: il counselor può solo guidarlo, con empatia e rispetto, a ritrovare la libertà di essere se stesso”. In ultimo, la pratica può essere svolta con singoli soggetti o con gruppi di individui, in ambito privato (individuale, di coppia, familiare), comunitario (scolastico, religioso, interculturale, etc.), lavorativo (aziendale, socio-lavorativo, etc.) e socio-assistenziale (artistico, esistenzia-

le, sociale, etc.). DURATA (tempo di esecuzione) La durata non è definibile, in quanto dipendente da variabili quali il grado di empatia, il numero dei soggetti, il grado di applicazione, l’importanza del risultato, la qualità del risultato e molti altri. STRUMENTI (strumentazione di supporto) La presenza indispensabile del counselor e qualsiasi strumento ad egli necessario. CONSIDERAZIONI (difficoltà o controindicazioni nell’applicazione) In merito a quanto precisato nella descrizione, è importante sottolineare che il counselor non è dottore

in nessuna materia (almeno che non possegga un diploma di laurea), non è iscritto a un Ordine professionale, non è uno psicologo, non è un psicoterapeuta, non è uno psichiatra, non è uno psicoanalista. Molte sono le critiche mosse al counseling, quali: il fatto che non esiste una regolamentazione della professione del counselor e la ambiguità della professione, che rientra nella sfera della psicologia ma che non è esercitata da uno psicologo;quindi il counselor compie un’esercizio abusivo, non essendo dottore in materia e non essendo iscritto all’Albo.


COUNSELING


TITOLO TECNICA Musicopedagogia DESCRIZIONE La musico pedagogia è un metodo pedagogico clinico con marchio registrato presentato la prima volta dal presidente dell’ ANPEC in occasione del Congresso “Pedagogia Clinica e Pedagogisti clinici”, tenutosi a Firenze nei giorni 31 ottobre - 1° novembre 1998, che si basa sull’elemento ritmico sonoro. ANNO DI CREAZIONE 1° novembre 1998 FINALITà (contesto e attività per la quale è indicata) Gli studi che portano alla costruzione di questa tecnica, nascono per approfondire la natura delle dinamiche di interazione fra musica-cervello

e potenzialità terapeutiche della musica. Alcuni studiosi hanno sostenuto che la musica è un linguaggio universale, in grado di parlare direttamente al cervello, integrando i fenomeni biologici del corpo con l’attività dei neuroni. La musica inoltre è in grado di stimolare i processi cognitivi nei bambini, infatti la melodia, il ritmo e la caratteristica ripetitività, stimolano i processi cerebrali di formazione della memoria a lungo termine. I suddetti processi sarebbero alla base dell’evoluzione del linguaggio, tanto che alcuni metodi di istruzione musicale potrebbero rivelarsi di aiuto nei casi di difficoltà di lettura. Altri recenti studi hanno dimostrato che l’ascolto

della musica è in grado di attivare alcune aree della corteccia, infatti l’emisfero destro, che domina i processi creativi, coglierebbe il timbro della musica e la melodia; l’emisfero sinistro, che domina i processi logici, “analizzerebbe” il ritmo e l’altezza dei suoni, coinvolgendo anche le aree del linguaggio; da tutto ciò non può che emergere l’importanza formativa della Musico pedagogia. Questa tecnica ha le finalità di: - indurre, stimolare e creare le condizioni per uno stato di benessere emotivo; - sviluppare la stabilità e la flessibilità psico-fisica; - attivare processi di socializzazione e di scambio comunicativo ed espressivo interpersonale;

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- potenziare le capacità cognitive ed immaginative. La Musico pedagogia ha definito alcune delle possibili modalità d’intervento pedagogico clinico finalizzate alla costituzione di una dimensione di ascolto nella particolarità di un contesto accogliente attraverso l’utilizzo di canali di comunicazione non verbale e impiegando una mediazione sonoro musicale quale veicolo di relazione ed elemento catalizzatore delle emozioni e dell’ espressività personale. Si è potuta osservare inoltre un’intensificazione delle trasformazioni esperienziali, in quanto interscambi tra dimensioni sensoriali e cognitive diverse. Questo ha auspicato e indotto con maggiore frequenza una vera e pro-

pria riorganizzazione delle competenze, un consolidamento dell’autostima da parte della persona e quindi un’incentivazione del potenziale di apprendimento. PROCESSO (modalità di esecuzione e di applicazione della tecnica) L’approccio musico pedagogico, pur facendo capo ad uno specifico orientamento metodologico, è stato articolato secondo tre possibili opzioni operative: I) tecniche che sollecitano la capacità della persona di elaborare il proprio mondo interno sulla scorta di suggestioni ed esperienze mediate da materiali, dinamiche e contesti sonoromusicali vissuti o agiti in presenza e in relazione con il pedagogista clinico; 2) tecniche che agiscono

direttamente sui diversi ambiti di competenze che il soggetto può concretamente attivare nel setting pedagogico clinico, in un ambiente educativo intensivo in cui lo specialista assume prevalentemente funzioni di rispecchiamento e di conferma positiva; 3) tecniche che stimolano una risposta creativa da parte della persona alle situazioni e consegne operative definite all’interno di una mediazione espressiva corporeo - sonoro - musicale, con la duplice funzione di catalizzatore e di contenitore dell’esperienza stessa, per attivare nuove dimensioni di consapevolezza operativa e relazionale. Le varie tecniche della musico pedagogia favoriscono l’apertura comunicativa, sollecitando e consolidando l’autostima della persona verso una più positiva e profonda percezio-


ne della propria dimensione corporea e sensoriale. L’impiego di queste metodiche musico pedagogiche rappresenta una fase operativa di intervento pedagogico - clinico, in quanto le diverse esperienze del metodo costituiscono sia il momento di osservazione e di ascolto pedagogico - clinico di dinamiche non verbali, sia il momento di sollecitazione relazionale ed espressiva della persona in ambito di gruppo. È opportuno sottolineare che metodo pedagogico clinico della musico pedagogia è rivolto a soggetti e a gruppi in ogni età, e risulta efficace attraverso un tipo di approccio integrato nell’affrontare varie problematiche comunicative e socio-affettive.

DURATA (tempo di esecuzione) Non è stabilito un preciso tempo di esecuzione STRUMENTI (strumentazione di supporto) La Musico pedagogia è una modalità di approccio sensoriale - percettivo, che utilizza l’elemento sonoro e ritmico e che permette lo sviluppo di un tipo di comunicazione non verbale, capace di garantire ampi risvegli e nuove potenzialità. Questo metodo implica due modalità: - utilizzo di strumenti - ascolto di materiale sonoro pre-registrato. L’utilizzo di strumenti musicali induce il soggetto ad esprimersi in maniera libera, superando ogni inibizione, vincendo stati ansiogeni, conquistando, nel

contempo, la capacità di interpretare i bisogni e le esigenze altrui, prima tappa di inserimento sociale. L’ascolto di materiale sonoro pre-registrato favorisce l’attenuazione della aggressività, il raggiungimento e ripristino di equilibri tonico-muscolari, psico - biologici ed emotivo - affettivi. Attraverso l’ascolto musicale si può favorire lo sviluppo di competenze logiche e creative, facendo, nel contempo, vivere al soggetto esperienze corporee ad effetto distensivo.


MUSICOPEDAGOGIA


TITOLO TECNICA Avvocato dell’angelo

persona di sviluppare l’ascolto attivo e di generare una corrente simpatia nei riguardi dell’autore e nelle idee; consente inoltre di concentrare l’energia sugli aspetti positivi, piuttosto che su quelli negativi e questo è un buon presupposto per l’esame obiettivo della proposta.

DESCRIZIONE È una tecnica di origine americana di accettazione delle nuove idee destinata a sviluppare in ciascuno un atteggiamento di ascolto attivo e costruttivo. È proprio il contrario dell’Avvocato del diavolo, ossia l’atteggiamento che tutti tendiamo ad as- PROCESSO (modalità di sumere di fronte a situazioni esecuzione e di applicazione della tecnica) nuove o diverse dal solito. L’Avvocato dell’Angelo si FINALITà (contesto e attivi- compone di tre fasi: 1. Ascoltare l’idea tà per la quale è indicata) Questa tecnica nella sua sem- e riformularla con parole plicità permette di valutare nostre, verificando se l’inmeglio e di non scartare a terlocutore concorda con il priori le nuove idee proposte, senso della riformulazione: cercando di insegnare un dif- “Se ho capito bene, la tua ferente approccio per la valu- idea è…”. Scopo di questa fase è verificare la reale tazione delle idee. La tecnica dell’avvocato comprensione del concetdell’angelo permette alla to trasmesso e di segnalare

attenzione ed interesse alla proposta; 2. Cercare nell’idea un aspetto, anche semplice, che apprezziamo: “Ciò che mi piace della tua idea è…”. Questo apprezzamento deve essere sincero e obbliga ad un atteggiamento costruttivo nei confronti della proposta… si attivano più facilmente sentimenti di collaborazione piuttosto che di diffidenza; 3. Analisi obiettiva dell’idea, in cui possiamo trovare punti deboli o criticità che tuttavia andranno esposte all’interlocutore attraverso una domanda di attivazione: “E come pensi di superare il problema relativo a…”.

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AVVOCATO DELL’ANGELO


The End ...


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GRUPPO 2 :

Valentina Massignan Marco Provolo Nicola Montaguti Francesca Bonotto


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