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FIDASLAB 2021: IL TEMPO DELLA FORMAZIONE

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AVVIO DEL RUNTS

AVVIO DEL RUNTS

di Mauro Benedetto

Consigliere Nazionale FIDAS

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FIDASLab nasce con l’obiettivo di supportare le Federate nell’area della formazione e, al contempo, fornire aggiornamenti utili riguardanti la loro operatività. Banalmente, l’idea del Lab è quella di ‘professionalizzare’ la figura del volontario o del responsabile associativo. A ben vedere, una figura preparata e competente opera con più facilità e tende a raggiungere migliori risultati. Ecco perché i corsi si aggiornano sempre e affrontano temi che interessano il quotidiano.

Il Lab 2021 ha fatto trovare tutti formatori nuovi che hanno deciso di interpretare in modo personale e originale lo schema laboratoriale. La loro preparazione individuale, all’altezza della situazione, ha agevolato gli stimoli e fornito sicure nozioni. Va riconosciuto un posto di primo piano anche alla plenaria, che con i suoi spunti di riflessione ha dato un contributo autorevole ai lavori delle tre giornate romane. Ma andiamo con ordine.

9 esperti, 3 momenti formativi in plenaria, 4 laboratori: sono questi gli ingredienti dell’appuntamento annuale dedicato alla formazione.

Nella plenaria l’argomento scientifico è stato magistralmente condotto dal “nostro” dott. Massimiliano Bonifacio che ha parlato dell’uso del plasma in Italia nei suoi ‘uno, nessuno e centomila’ casi. Questa espressione infatti ne declina l’evoluzione visto che in Italia, in pochi anni, l’uso del prezioso liquido è ‘centuplicato’. Nel secondo intervento, l’antropologo Marco Aime ha dato una sua puntuale interpretazione del “dono” inteso come legame interpersonale: dare qualcosa a un’altra persona contribuisce ad instaurare un rapporto stretto che assume ancora più valenza se si tratta di una parte del proprio corpo. Aime ha fatto riferimento allo hau, un concetto che per i Maori esprime un’essenza vitale insita negli esseri umani. Nel terzo intervento il prof. Giancarlo Sturloni, fisico ed esperto di comunicazione scientifica, ha preso in esame i vari aspetti della comunicazione del rischio. Partendo da disastri realmente accaduti e fornendo esempi pratici, ha spiegato come saper comunicare notizie di eventi o situazioni potenzialmente pericolose, informando in modo puntuale e senza creare inutili allarmismi.

Laboratori.

Gli argomenti scelti volevano rispondere non solo ad esigenze pratiche ma anche fornire spunti per realizzare schemi di lavoro applicabili localmente. Ecco perché a fianco di laboratori tecnici come quello di Parlare in Pubblico e quello sulla Privacy + GDPR dove si è scesi in campo per approfondire argomenti molto pratici, si è svolto il Lab di Comunicazione Social dove invece si è parlato di strategie comunicative che permettono di realizzare una campagna social locale. Il laboratorio Modello Organizzativo, invece, ha avuto uno schema diverso dagli altri tre. L’organizzazione del team o l’idealizzazione del leader non è partita da una lezione frontale delle due formatrici ma è stata suscitata dal basso attraverso le migliori pratiche che i vari componenti hanno portato nei diversi gruppi di lavoro. La definizione del leader che vorrei, ha generato un’ampia discussione tra i vari soggetti interessati, determinando un proficuo e costruttivo incontro tra le due generazioni: quella dell’esperienza e quella dell’innovazione. Il confronto, mai dissimulato o reverenziale, ha dimostrato quanto ricca di idee sia la costellazione FIDAS.

La mia richiesta convinta rimane quella che il Lab non deve finire al tramonto del terzo giorno ma deve proseguire in modo fecondo nelle varie realtà locali, pena la mortificazione del senso con cui è stato pensato e realizzato.

Guarda la videogallery del FIDASLab e la fotogallery dell'evento sui canali social di FIDAS Nazionale.

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