Noi in FIDAS - 2009/04

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NOTIZIARIO

DELLA

FEDERAZIONE ITALIANA ASSOCIAZIONI DONATORI

DI

SANGUE

NOI IN FIDAS - NOTIZIARIO TRIMESTRALE - SPED. ABB. POST. 70% ROMA

ANNO IX - N. 4 - DICEMBRE 2009 DIFFUSIONE GRATUITA

Buone Feste SALUTE: IL MINISTERO SOTTO L’ALBERO

INFLUENZA A E RUOLO DEI DONATORI: VACCINAZIONE E SENSO DI RESPONSABILITÀ


NOTIZIARIO

DELLA

FEDERAZIONE ITALIANA ASSOCIAZIONI DONATORI

DI

SANGUE

ANNO IX - N. 4 - DICEMBRE 2009 DIFFUSIONE GRATUITA

La Redazione di Noi in Fidas augura Buon Natale e Felice 2010 ai suoi lettori e a tutti i donatori

Sommario 3

EDITORIALE Il Ministero sotto l’albero di Aldo Ozino Caligaris

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PRIMO PIANO L’influenza pandemica da H1N1V in Italia • La situazione attuale e gli interventi per la mitigazione di Caterina Rizzo • La donazione nell’epoca dei nuovi virus di Massimiliano Bonifacio • Donazione sangue e sintomi influenzali: criteri per l’(auto)esclusione di Maria Chiara De Nicolò • Vaccinarsi, una scelta responsabile di Fabio Sgarabottolo

Buone Feste SALUTE: IL MINISTERO SOTTO L’ALBERO

INFLUENZA A E RUOLO DEI DONATORI: VACCINAZIONE E SENSO DI RESPONSABILITÀ

Noi in FIDAS Trimestrale - Periodico di informazione e formazione della FIDAS (Federazione Italiana Associazioni Donatori di Sangue)

P.zza Fatebenefratelli, 2 - 00186 Roma tel. 06 / 68891457 - fax 06 / 68217350 ANNO IX - N. 4 - DICEMBRE 2009 • DIRETTORE EDITORIALE Aldo Ozino Caligaris • DIRETTORE RESPONSABILE Bernadette Golisano • COMITATO DI REDAZIONE Antonio Bronzino, Federica Fusconi, Giacomo Grulla, Laura Mariotti, Valentina Massa, Tiziano Zenere. • IN REDAZIONE Laura Mariotti

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GIOVANI Le Iene portano bene? Interviste parallele di Fidas giovani di Simone Borio e Valentina Massa

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FOrmAzIONe Corso 2009 Fidas: una sfida verso il futuro di Federica Fusconi

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INIzIATIVe • Orientarsi sulla donazione di Antonio Bronzino • Interregionali Fidas 2009 di Giacomo Grulla • Protocollo Fijlkam - Fidas di Massimo Angeli

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zOOm La Fidas in Sardegna di Giuseppe Zintu

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Le sedI FIdAs

• DIREZIONE E REDAZIONE FILMAFIR COMUNICAZIONE srl di FRANCO ILARDO Lungotevere Cenci n. 4 - 00186 Roma tel. 06 / 68301018 - fax 06 / 68309492 e-mail: red.noinfidas@libero.it • HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO M. Angeli, M. Bonifacio, S. Borio, A. Bronzino, M.C. De Nicolò, F. Fusconi, B. Golisano, G. Grulla, V. Massa, A. Ozino Caligaris, C. Rizzo, F. Sgarabattolo, G. Zintu. • ART DIRECTION Image srl - Roma • STAMPA Arti Grafiche Agostini - Morena (RM) • AUTORIZZAZIONE Tribunale di Roma N. 442/2003 del 21/10/2003 Periodico iscritto al R.O.C. (Registro Operatori Comunicazione) Spedizione Abb. post. 70% - Roma • TIRATURA del numero 8.000 copie


Editoriale

Il Ministero sotto l’albero

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o scorso anno, in occasione dell’inizio della XVI Legislatura e del varo del nuovo Esecutivo, si era espresso il disappunto, pur apprezzando lo sforzo di voler razionalizzare la gestione politico-amministrativa nazionale, per la scomparsa del Ministero della Salute e per il suo accorpamento a quello del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali, formulando la richiesta del suo reintegro. Con soddisfazione, quindi, si è apprezzata l’emanazione della legge che ha previsto la ricostituzione del Ministero della Salute e riporta tale dicastero, dedicato alla salute quale diritto fondamentale del cittadino sancito dalla Costituzione, alla stessa dignità di altre azioni riguardanti la vita pubblica del Paese. Il Ministero rinasce, comunque, con almeno due importanti condizionamenti: da una parte per la dipendenza dalle scelte economiche del Governo, in quanto la sanità rappresenta la voce di bilancio più consistente del Paese e richiede scelte mirate a contenere la spesa pubblica; dall’altra l’attuale impostazione politica, sempre più federalista, rischia di inficiare l’uniformità dell’erogazione della sanità, sancita dalla legge 833/‘78 che ha istituito il Sistema Sanitario Nazionale, non garantendo ai cittadini i suoi principi di universalità, equità e gratuità su tutto il territorio nazionale. Oggi ci si trova di fronte a 21 sistemi sanitari diversi, scelti da Regioni e Province autonome, i quali anche al loro interno possono presentarsi sostanzialmente frammentati e differenziati in conseguenza dell’ampia autonomia concessa alle Direzioni Generali: un federalismo nel federalismo. La ricostituzione del Ministero della Salute non deve limitarsi ad una rinnovata targa apposta a Lungotevere Ripa 1, ma rappresentare la volontà di voler fornire le necessarie e opportune linee di indirizzo e di programmazione riguardanti la salute dei cittadini in un dialogo continuo e fecondo con le Regioni che, nell’autonomia dei propri modelli organizzativi, sono i veri soggetti erogatori dei servizi sanitari. Un centralismo efficiente in grado di assicurare l’universalità, l’e-

quità e la gratuità del diritto alla salute, in armonia con un federalismo capace di garantire ai cittadini la prestazione degli stessi Livelli Essenziali di Assistenza su tutto il territorio nazionale. Il Sistema Trasfusionale, con il suo obiettivo di assicurare al Paese l’autosufficienza non frazionabile per emocomponenti ed emoderivati, rappresenta un modello di riferimento dove la condivisione di linee guida, la predisposizione, l’attuazione e la verifica della programmazione, nonché la garanzia dei requisiti di qualità e di sicurezza del sistema su tutto il territorio, coinvolgono tutti gli attori, ossia Istituzioni, professionisti e volontari, nel rispetto delle competenze e della concorrenza nazionale e regionale, al fine di assicurare pari trattamento sia al donatore che al ricevente. Le maggiori criticità causate dalla pandemia influenzale A/H1N1 e dalla relativa campagna di prevenzione vaccinale sono l’evidente conseguenza dei diversi modelli organizzativi regionali e di una limitata informazione fornita ai cittadini, complice una comunicazione non sempre esaustiva e, a volte, carente di un’approfondita conoscenza scientifica. Si auspica, quindi, che il neo Ministero della Salute recuperi l’indispensabile ruolo di cabina di regia del Sistema Sanitario Nazionale per garantire l’erogazione, quanto più possibile uniforme ed eticamente equa, di un diritto sancito dalla Costituzione. Sotto l’albero ci aspettiamo un regalo atteso e sperato, non l’accattivante confezione di un oggetto riciclato e già consumato. Da parte nostra garantiamo, sotto l’albero, la continua e incessante attività di donazione volontaria, periodica e responsabile del sangue e dei suoi componenti, a favore di tutti coloro che necessitano di una adeguata e sicura terapia trasfusionale, consapevoli che “o è Natale tutti i giorni, o non è Natale mai”. Auguri di Buone Feste.

Aldo OzinoCaligaris 3


Primo Piano

Dott.ssa Caterina Rizzo Reparto Epidemiologia Malattie Infettive, Centro Nazionale Epidemiologia Sorveglianza e Promozione della Salute, ISS

L’INFLUENZA PANDEMICA DA H1N1V IN ITALIA:

1/LA SITUAZIONE ATTUALE E GLI INTERVENTI PER LA MITIGAZIONE

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ell’aprile 2009 una nuova variante del virus A/H1N1V venne identificata in California, lo stesso virus venne isolato anche in Canada, da soggetti appena rientrati dal Messico. A quel punto le indagini epidemiologiche si spostarono in Messico dove, nel marzo 2009, le autorità sanitarie avevano segnalato un numero inaspettatamente elevato di sindromi similinfluenzali (ILI) e di polmoniti gravi. Da quel momento il virus, facilitato dall’opportunità dei viaggi internazionali e dalla dimostrata capacità di trasmettersi da uomo a uomo attraverso la via aerea, si è diffuso sia nell’emisfero sud, favorito dal fatto che stava iniziando la stagione invernale, sia nell’emisfero nord dove iniziava la stagione estiva, stagione nella quale solitamente i virus dell’influenza stagionale hanno una circolazione limitata. La grande risonanza mediatica riservata alla prima pandemia influenzale di questo secolo è giustificata dal fatto che le pandemie del passato sono state caratterizzate da una maggiore mortalità nelle popolazioni più giovani e da un’aumentata trasmissibilità del virus pandemico rispetto alle epidemie influenzali stagionali. Infatti, anche in questa pandemia, sono stati osservati un certo numero di casi complicati anche in soggetti giovani perfettamente sani. Fortunatamente, però, la gravità clinica di questa influenza sembra del tutto sovrapponibile a quella dell’influenza stagionale a causa della quale, ogni anno, si osservano quadri complicati della malattia soprattutto in soggetti con patologie croniche di base e negli anziani di età superiore ai 75 anni. Al 15 novembre in Italia i dati epidemiologici disponibili mettono in evidenza un rallentamento della diffusione, anche se bisognerà aspettare per comprendere meglio il possibile andamento dell’epidemia. Ad oggi, la fascia di età più colpita risulta essere quella pediatrica (0 - 14 anni). L’incidenza totale è pari a 12,53 per 1000 assistiti che rappresenta un tasso superiore rispetto al picco delle precedenti stagioni influenzali, tranne che nella stagione 2004/2005 quando è stato osservato il livello maggiore di incidenza mai raggiunto negli ultimi 10 anni di sorveglianza. Le misure messe in atto per cercare di contrastare la diffusione del virus sono state numerose: sorveglianza attiva dei casi sintomatici (per identificare tempestivamente i primi casi ed evitare l’iniziale diffusione del virus), divulgazione delle misure di protezione individuale (lavaggio delle mani, isolamento spontaneo in caso di sinto-

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matologia febbrile) ed infine la vaccinazione. Il vaccino disponibile in Italia dal 15 ottobre è in distribuzione secondo le priorità previste dalle Ordinanze del 30 settembre e del 20 ottobre. Tra le categorie individuate rientrano anche i donatori abituali di sangue. Il vaccino pandemico è un vaccino potenziato con una emulsione olio-acqua (MF59), derivato dello squalene (sostanza naturale ben conosciuta), prodotta anche dal nostro organismo che serve ad aumentare la risposta del sistema immunitario. Lo stesso adiuvante è presente in un vaccino antinfluenzale stagionale, commercializzato dal 1997 del quale sono state distribuite circa 45 milioni di dosi in tutto il mondo. La solidità dei dati sulla sicurezza e l’efficacia di MF59 è confermata da ampi studi di farmacovigilanza, effettuati tra il 1997 e il 2006, periodo durante il quale molti milioni di individui (non solo ultrasessantacinquenni) hanno ricevuto vaccini anti-influenzali stagionali contenenti tale adiuvante. Al 15 novembre risultano vaccinati 1.107 donatori di sangue abituali su un totale di 443.053 individuati dalle regioni. Lo scarso numero di vaccinati (0,25%) risente ancora di diversi fattori tra i quali vi è il differente grado,

nelle diverse Regioni e Province Autonome, di accettazione della vaccinazione. Tuttavia, l’invito è a non indugiare nella vaccinazione. Dai dati epidemiologici (vedi figura sopra) emerge chiaramente che, in questa fase, i soggetti di età compresa tra 18 e 64 anni risultano meno colpiti dal virus pandemico. Pertanto è cruciale vaccinarsi adesso per garantire le prestazioni trasfusionali (in regime di urgenza e non) al livello nazionale, visto che i dati disponibili non ci permettono di essere certi sull’evoluzione di questa pandemia nelle prossime settimane.

INFLUENZA A, CHIKUNGUNYA, WEST NILE VIRUS: I NUOVI “NEMICI” DELLA DONAZIONE?

2/LA DONAZIONE NELL’EPOCA DEI NUOVI VIRUS Dott. Massimiliano Bonifacio Consigliere nazionale FIDAS

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ue su un milione. Sono esattamente le probabilità di indovinare una quaterna secca al Lotto. Improbabile no? Più o meno simile è la possibilità che, secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, un malato che riceve una trasfusione di sangue sviluppi un evento avverso grave che metta in pericolo la sua vita o ne determini il decesso. I rischi legati alla trasfusione riguardano a volte aspetti puramente immunologici, come le reazioni anafilattiche, ma spesso interviene una componente umana che è suscettibile di generare errore, come nel caso di incidenti trasfusionali legati allo scambio di sacche. Difficile dire se ci siano margini per ridurre significativa-

mente questo rischio residuo. Tuttavia i sistemi di emovigilanza europei, compreso quello italiano, sono sempre stati in accordo su un punto: il rischio di trasmissione di malattie infettive è percepito dalla popolazione in maniera estremamente superiore a quanto non sia realmente. La selezione del donatore e lo screening sistematico di tutte le unità raccolte per i virus più pericolosi (HIV, epatite B e C) hanno da tempo virtualmente azzerato il rischio di segue >>

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La lezione che pandemia e nuovi virus ci stanno insegnando non si riduce alla questione del vaccino, ma riguarda la disponibilità dei donatori di sangue.

infezioni post-trasfusionali. Vicini alla sconfitta dei nemici peggiori, ecco però che nuovi patogeni si sono affacciati all’orizzonte, in parte favoriti dai flussi migratori e dai cambiamenti climatici (sia il virus Chikungunya che la zanzara tigre, suo vettore, erano inesistenti in Italia fino a qualche anno fa), in parte legati a imprevedibili ondate pandemiche, come avviene ora per l’influenza da virus A H1N1. Questi nuovi scenari epidemiologici implicano responsabilità in primo luogo per gli operatori sanitari: ad esempio, i focolai di West Nile Virus registrati in alcune zone di Lombardia, Emilia Romagna e Veneto durante la scorsa estate hanno reso necessari aggiornamenti tempestivi dei criteri di valutazione di idoneità dei donatori, così come l’introduzione di nuovi test di screening. Esiste però una responsabilità anche per i donatori, a cui le istituzioni politiche hanno confermato un ruolo essenziale nel Sistema Sanitario, inserendoli tra le categorie con diritto di ricevere in via prioritaria la vaccinazione contro la nuova influenza. Purtroppo la confusione mediatica di queste settimane ha parzialmente ridotto l’efficacia di un provvedimento importante e innovativo: non si è riusciti (o non si è voluto) far capire che, a differenza di bambini, malati cronici o donne in gravidanza, i donatori non si dovrebbero vaccinare perché torna utile a loro stessi, ma per senso di responsabilità nei confronti degli ammalati che dipendono dalla loro salute e dalla loro possibilità di donare con continuità. I detrattori della vaccinazione (molti medici, numerosi giornalisti) avranno una responsabilità significativa, soprattutto se dovessero verificarsi riduzioni critiche delle scorte di sangue nei prossimi mesi. Tuttavia, la lezione che pandemia e nuovi virus ci stanno insegnando non si riduce alla contingente questione del vaccino, ma riguarda la disponibilità di donatori ad almeno due livelli. Nelle regioni con indici di donazione inferiori pare ragionevole compensare questi fenomeni emergenti invitando i donatori periodici ad intensificare il loro impegno; nelle zone dove invece gli indici sono già alti è fondamentale arruolare nuovi giovani donatori, sottolineando naturalmente che il loro non dovrà essere un gesto occasionale, per superare un’emergenza, ma nell’ottica di una donazione consapevole, gratuita, responsabile e quindi periodica. Ancora una volta la collaborazione tra professionisti sanitari e volontari risulterà determinante per continuare a garantire a ogni cittadino il diritto alla salute, alle cure, alla qualità di vita. Perché il rischio che un paziente non possa disporre nei tempi appropriati di una trasfusione necessaria è l’unico che non possiamo e non vogliamo correre.

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Il sito interattivo del Ministero della Salute con informazioni sull’influenza A Attraverso giochi e test, facili da usare, il Ministero punta alla diffusione della buona informazione sulla nuova influenza e a stimolare il coinvolgimento e la partecipazione dei cittadini. Per esempio, in Home Page una “Mappa dei Sintomi” associata all’immagine del corpo umano di un adulto e di un bambino guidano l’utente al giusto comportamento attraverso la descrizione dei sintomi segnalati. Il test on line “Riconosci il Virus”, attraverso una serie di domande guida il cittadino a capire se i sintomi indicati sono quelli dell’influenza A/H1N1 o meno. Con il “Quiz on line Vero Falso?”, vengono proposte domande che aiutano il cittadino a capire quanto ne sa sull’influenza A/H1N1. Il gioco “Ammazza il Virus”, invece è un fumetto

Le Campagne di ComuniCazione per La prevenzione

Campagna per la prevenzione dell’influenza A a cura del Ministero del Lavoro, della Saluto e delle Politiche Sociali.


“Diamoci il cinque”. Le cinque regole che il donatore di sangue deve seguire per evitare la diffusione del contagio di influenza A/H1N1V .

“Se sei un donatore di sangue l'influenza non ti alletta!” Campagna per prevenire la diffusione del virus H1N1 tra i donatori di sangue promossa dal Centro Nazionale Sangue insieme al CIVIS.

on line, indirizzato principalmente ai ragazzi, che realizza una sorta di tiro a segno al virus attraverso domande e risposte dove la risposta esatta ammazza il virus e quella sbagliata lo lascia vivere. Con il “Mamma Test” infine vengono proposte domande orientate ad adulti che si occupano di dare cure a se stessi ed ad altri, con un profilo di risposta personale che indica il grado di preparazione sul modo migliore per affrontare situazioni a rischio ed aiutare il prossimo. Per ognuno di questi giochi c’è la possibilità di acquisire punteggi e di sfidare amici. C’è poi un’intera area denominata “Diffondi l’antivirus” dove il Ministero rende disponibili da scaricare poster, materiali, vignette da stampare ed utilizzare, nonché banner, applicazioni internet e servizi autopromozionali della campagna da pubblicare sui siti e sui social network da parte di tutti coloro che vogliono contribuire a fermare l’influenza A/H1N1. Infine, esiste un’ampia area denominata Membership, nella quale si fa appello alla solidarietà dei cittadini chiedendo loro di diventare alleati contro il virus: dovranno solo dedicare gratuitamente un po’ del loro tempo a diffondere la campagna di prevenzione on line. A tutti il Ministero invierà un messaggio personalizzato di ringraziamento e alcuni “Omaggi intelligenti” in particolare un’originale suoneria con le regole della prevenzione. Il sito, che affianca il portale ministeriale www.ministerosalute.it nella campagna on line sulla nuova influenza A, non fa diagnosi, non recepisce informazioni sulla salute dei cittadino e fa sempre riferimento al medico, indicato come unico soggetto abilitato a fare diagnosi e dare terapie. È realizzato con il coordinamento della Direzione generale della Comunicazione e Relazioni Istituzionali e la consulenza scientifica della Direzione generale della Prevenzione sanitaria del Ministero.

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3/DONAZIONE SANGUE E SINTOMI INFLUENZALI: CRITERI PER L’(AUTO) ESCLUSIONE Dr.ssa Maria Chiara De Nicolò Dirigente Medico UOC Immunoematologia e Medicina Trasfusionale La Sapienza Università di Roma

4/VACCINARSI, UNA SCELTA RESPONSABILE di Fabio Sgarabottolo Presidente FIDAS Veneto

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a qualche tempo il clamore intorno all’influenza A/H1N1 ed al relativo vaccino è stato tanto e tale che si sono versati fiumi di inchiostro e molte televisioni hanno riempito i loro palinsesti di trasmissioni nel tentativo di fare un minimo di chiarezza. Credo che questo sforzo, affrontato da molte parti (ma non da tutte) con professionalità, non abbia però raggiunto il suo scopo ed è pertanto legittimo che molte persone si sentano disorientate. Vorrei attraverso queste righe cercare di fare un po’ di chiarezza e di porre alcune riflessioni sul tema. Sino ad oggi la parte che non è favorevole alla vaccinazione, o meglio a questo vaccino, sostiene che non si sia fatta sufficiente sperimentazione, che gli adiuvanti non siano sicuri e che altre

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nazioni abbiano scelto strade diverse. In questa ridda di voci sicuramente la figura del leone (forse dovrei dire dello squalo) è stata ricoperta dallo “squalene”. Io mi vedo nell’immaginario collettivo una molecola di “squalene” dai denti aguzzi che cerca di mordere le tenere carni di un povero bambino indifeso o di un paziente inerme mentre invece, più banalmente, lo squalene è un precursore degli steroidi, presente normalmente nel corpo umano ed è indispensabile, quindi vitale, per la sintesi del colesterolo degli ormoni steroidei e della Vitamina D oltre ad essere usato in molti cosmetici. Tutti gli organismi superiori producono squalene. Il nome così inquietante deriva dal fatto che è presente in quantità elevata negli squali ed è proprio grazie alla sua densità inferiore all’acqua che questi riescono a sostenere la notevole massa corporea, contribuendo all’ottima spinta idrostatica di questa specie animale. Questo è solo uno degli esempi di quanti luoghi comuni vi siano attorno a tale questione: questa è una semplice influenza, mediamente meno pericolosa di altre influenze ma, malauguratamente, ha la capacità di propagarsi molto più virulentemente di altre e di evolvere, in alcuni casi, verso forme che possono portare anche alla


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influenza causata dal virus A/H1N1 è una sindrome influenzale con decorso clinico e possibili complicanze paragonabili all’influenza stagionale. Tuttavia, data l’alta suscettibilità della popolazione al nuovo virus, preoccupa la rapidità di diffusione ad un’ampia quota di individui, da cui il temuto blocco di molteplici attività sociali. Per tale ragione è stato previsto dal Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali e raccomandato dal Centro Nazionale Sangue di promuovere il massimo grado di adesione alla vaccinazione tra i donatori di sangue. La vaccinazione e il rispetto di alcune semplici norme comportamentali rappresentano infatti le uniche forme di controllo per la diffusione del virus A/H1N1 e per garantire adeguate scorte di emocomponenti, di cui il nostro Paese ha bisogno per la cura dei pazienti, soprattutto nel periodo di massima diffusione dell’infezione. Il problema dell’adeguatezza delle scorte è tanto più sentito in quelle realtà nelle quali già in condizioni normali non è stata raggiunta

l’autosufficienza. Accanto al problema di garantire scorte adeguate va considerato quello, non meno importante, del mantenimento di ottimali livelli di qualità e sicurezza degli emocomponenti. È necessario pertanto che i donatori, culturalmente già formati sull’importanza di una donazione responsabile, che tenga conto di eventuali motivi di esclusione o autoesclusione legati allo stato di salute, siano informati su alcune semplici norme comportamentali; tali norme, ritenute fondamentali per limitare la diffusione del virus influenzale per via ematica attraverso l’impiego trasfusionale degli emocomponenti, sulla base di quelle che sono le conoscenze sull’andamento della storia naturale dell’infezione. I sintomi con cui l’influenza si può manifestare sono rappresentati da febbre, tosse stizzosa, mal di gola, raffreddore, dolori muscolari, mal di testa, astenia e sintomi gastrointestinali. Il periodo di incubazione va da 1 a 4 giorni (mediamente 2 giorni); la contagiosità inizia il giorno precedente alla comparsa dei sintomi e può persistere

morte. Si stima che quando il contagio avrà raggiunto il picco una buona fetta della popolazione verrà contagiata. Vaccinarsi è una norma di precauzione intelligente che previene molto spesso il contagio e quindi i rischi potenzialmente connessi. Vaccinarsi è un po’ come fare una assicurazione, nessuno di noi stipula una assicurazione se non ritiene ragionevole coprire un rischio, molto spesso ci si assicura non contro i piccoli inconveniente ma contro i rischi di eventi più gravi. Chi non si vaccina forse si ammalerà o forse no, se si ammala potrà anche avere un decorso lieve e non accorgersi quasi della cosa ma, se capita... Io vi confido che mi vaccinerò. Lo farò perché preferisco non correre il rischio di restarmene chiuso in casa per qualche giorno. Lo farò perché non voglio che i miei cari si preoccupino per il mio stato di salute e lo farò soprattutto perché credo sia un dovere di noi donatori di sangue fare si che la nostra dispo-

fino a 5-7 giorni. Alla luce di quanto detto è opportuno che il donatore che accusi uno o più dei suddetti sintomi non si presenti per la donazione, così come se non è in piena forma fisica, potendo in questo caso trovarsi nella fase pre-sintomatica. Qualora un donatore sia stato contagiato dal virus dell’influenza è opportuno che rimanga lontano dalle attività sociali per almeno 48 ore dalla scomparsa della febbre in assenza di assunzione di antipiretici; tuttavia, considerata la persistenza di astenia e talvolta di tosse e raffreddore, è consigliabile che la donazione di sangue avvenga quando il donatore sente di aver recuperato una buona forma fisica. D’altra parte la valutazione del recupero della forma fisica e dell’idoneità alla donazione si basa, come noto, sui dati anamnestici e sull’esame fisico effettuato dal medico in sede di selezione per la donazione. Anche in fasi di criticità, come questa, la sensibilità dei donatori che compiono quotidianamente il loro gesto di solidarietà sarà determinante per la tutela della salute dei cittadini.

nibilità a compiere con la giusta frequenza il nostro gesto d’amore non venga rinviata a causa di una malattia che si poteva benissimo evitare. Molti potrebbero osservare che se non si è potuto donare quella settimana, lo si potrà fare dopo poco tempo. Provate però ad immaginare che nello stesso tempo molti donatori di sangue si ammalino e che la risorsa sangue per questo cominci a scarseggiare. Cosa si dovrà fare? Dovremmo razionalizzare l’uso del sangue oltre a quanto già si fa? Sicuro! Dovremmo avere nuovi donatori? Magari! Dovremmo razionarlo? Mai! Ecco, questa ultima prospettiva è quella che mi spaventa e che dovrebbe preoccupare ciascuno di noi. La risorsa sangue è incredibilmente preziosa e, contrariamente ad un vaccino, non si produce in laboratorio per quanto squalene ci si possa mettere. Quindi, da donatore di sangue che a suo tempo ha fatto una scelta responsabile nel diventarlo, voglio ribadire il mio impegno facendo ancora una volta una scelta responsabile.

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Giovani

LE IENE... PORTANO BENE? LE INTERVISTE PARALLELE DI FIDAS GIOVANI Autori: Le “IENE” Simone Borio & Valentina Massa

Come è ben noto un problema di estrema attualità nella donazione di sangue è il coinvolgimento attivo delle giovani leve, problematica che si esprime anche nella loro scarsa partecipazione all’organizzazione delle Associazioni. Spesso la mancanza di informazione, le difficoltà di comunicazione tra giovani e meno giovani, la paura dell’impegno attivo, portano donatori più o meno “vetusti” ad essere discontinui nella donazione, o comunque a non interessarsi delle dinamiche interne dell'Asso ciazione. Partendo da questi presupposti e spinti da una “ridente” ispirazione, alcune “iene” della Fidas Giovani hanno pensato di creare delle interviste parallele sperando in tal modo di far emergere i problemi più pressanti e le eventuali soluzioni dando voce direttamente agli interessati. Pertanto proponiamo qui di seguito quanto emerso dalle domande a donatori e non donatori di tutte le età. Se “le iene portano bene” come si dice, speriamo di essere riusciti ad incuriosire ed a trattare una spinosa problematica evidenziata da molti appartenenti al “Mondo Fidas” e non solo.

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FLAVIO TORCHIO 24/11/1987 STUDENTE PRESSO LA FACOLTÀ DI GIURISPRUDENZA DI TORINO

NON DONATORE 1. Hai mai pensato di donare? Sì, “pensato” sì... ma non l’ho mai messo in pratica. 2. Perché non doni? Beh…un po’ per il fatto che mi fa effetto l’ago…e poi come dire? Mi è sempre mancata la “spinta” iniziale: probabilmente se iniziassi a donare continuerei. 3. Se andassi a donare pensi che il tuo gesto sarebbe utile ed importante? Certamente. Utile ed importante: su questo non ci sono dubbi. 4. Pensi che ci sarebbe qualcosa che ti spingerebbe a donare? Se sì per quale ragione? Se avessi qualcuno a cui tengo, qualcuno di molto vicino a me che dovesse aver bisogno di sangue credo che questo mi porterebbe a donare subito. Nonostante non fossi molto convinto mi sono iscritto all’Admo, proprio perché una persona che conoscevo aveva bisogno di un trapianto di midollo osseo. Probabilmente la stessa cosa varrebbe per la donazione periodica di sangue. 5. Conosci quello che accade dopo la donazione? Sei informato a tal proposito? Non molto in realtà…so solo che una volta donato, il sangue finisce in centri di raccolta. Per quanto riguarda ciò che succede al donatore dopo la donazione mi pare che sia necessario non fare troppi sforzi, per il rischio di svenimenti o cose simili. 6. Quale argomento non ti convincerebbe a donare, nemmeno se proposto da familiari o amici stretti? Magari un messaggio troppo pregiudiziale ed aggressivo nei confronti di chi non dona. Ad esempio “se non doni sei un egoista”: non necessariamente non donare implica egoismo. Si possono fare mille altre cose per gli altri e possono esserci mille ragioni personali che spingono a non donare, senza per questo essere dei mostri insensibili!! (ride). 7. Ipotizzando una tua donazione, preferiresti conoscere i volontari presenti oppure non ti interesserebbe? Sicuramente conoscere i volontari presuppone un’atmosfera più familiare e quindi più accogliente, per cui è potenzialmente più facile sentirsi a proprio agio. Diciamo che non è un elemento fondamentale ma se c’è è meglio. 8. Un problema nella donazione di sangue è la continuità: quale pensi potrebbe essere un elemento che ti renderebbe un donatore stabile e periodico? Per quanto mi riguarda se iniziassi, automaticamente porterei avanti la cosa per quanto possibile. Esclusi ovviamente eventuali esperienze traumatiche dopo la prima donazione (ride). Per il resto mi aiuterebbe il clima di accoglienza di cui parlavamo prima.

MARTA MORANDO 18/01/1987 STUDENTESSA PRESSO LA FACOLTÀ DI MEDICINA DI TORINO

DONATRICE 1. Da quanto tempo doni? Da circa quattro anni. 2. Perché doni? Perché è un gesto che ritengo essere molto importante e un pochino per “tradizione di famiglia”, dato che sia mio fratello che i miei genitori sono donatori ormai “collaudati”. Infine ti dirò... mi piace molto il gruppo comunale presso cui dono, quindi è un piacere farne parte e partecipare attivamente. 3. Pensi che sia importante il tuo gesto? Perché ? Come ti ho detto prima, sì: lo ritengo un gesto importante ed utile ed è soprattutto per questo che dono. Sono convinta di questo perché credo che ce ne sia un gran bisogno e, credimi, lo so per certo perché frequentando Medicina vedo che sono tantissimi i casi in cui è estremamente necessario. 4. Cosa ti ha spinto a donare la prima volta? Lasciami pensare: sicuramente l’entusiasmo del presidente del mio gruppo che aveva una gran voglia di reclutare giovani donatori ed è stato impossibile dire di no. Poi comunque, avendo già molti donatori in famiglia sapevo che appena avrei potuto avrei iniziato. 5. Conosci quello che accade dopo la donazione? Sei informata a tal proposito? Sì, mi hanno bene informata al riguardo: so che il sangue viene raccolto, poi analizzato e se risulta in regola viene portato alla Banca del Sangue dove poi verrà utilizzato secondo le necessità (trasfusioni ecc.) a seconda del gruppo sanguigno che serve. Per quanto riguarda il “post-donazione” è necessario bere molto, non fare lavori pesanti o sport troppo faticosi; meglio se possibile riposarsi. 6. Cosa diresti ad un amico/ familiare per convincerlo a donare subito? Gli direi che donare forse è una delle poche cose al mondo che è utilissima, dà un sacco di soddisfazione e richiede il minimo sforzo. E a chi sostiene che ha paura dell’ago dico che basta avere qualcuno vicino che ti tiene la mano e ti “distrae” per scoprire che non è una cosa poi così traumatica; lo posso testimoniare perché una mia amica ha superato la sua “fobia” per gli aghi proprio in questo modo. 7. Per te è importante la conoscenza dei volontari presenti alle donazioni? Preferisci un approccio “familiare” o è sufficiente un approccio informale e distaccato? Sarà che sono stata abituata bene, perché da noi è come essere in famiglia, ma per me è importantissimo un approccio familiare: contribuisce a farti stare più tranquillo e a renderti ancora più fiero di fare parte di un gruppo, di qualcosa di grande. 8. Tu doni ormai da alcuni anni. Cosa ti ha spinto a diventare una donatrice periodica? Se inizi un gesto così importante e ti trovi bene nell’ambiente in cui doni viene praticamente automatico presentarti sempre ogni qualvolta sei chiamato. Nel mio caso specifico si è instaurata con gli altri giovani una sorta di gara a chi arriva prima al diploma o alle medaglie che conferiscono dopo un certo numero di donazioni… ammettiamolo: essere premiato dal presidente del gruppo per i traguardi raggiunti è sempre una soddisfazione e non c’è migliore incentivo per continuare.

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LUCA PREZZI 25/08/1990 STUDENTE PRESSO LA FACOLTÀ DI INFORMATICA DI TORINO

DONATORE GIOVANE 1. A quanti anni hai effettuato la tua prima donazione? A 18 anni. 2. Sei a conoscenza delle attività legate alla vita associativa? Se sì, da che età vi partecipi? Sì, ne sono a conoscenza, vi partecipo dai 19 anni. 3. Sei informato su cosa accade dopo la donazione? Credo... il sangue viene controllato e poi se è “buono” viene diviso in sacche più piccole, se non erro, e distribuite dove servono. 4. Hai mai partecipato a corsi di formazione o informativi? Se no, ti piacerebbe parteciparvi? Corsi veri e propri no, ma mi piacerebbe molto seguirne uno per essere più preparato sull’argomento. 5. Credi che i giovani siano importanti? Se sì, perché? Sì, i giovani sono molto importanti perché sono, anzi siamo, il futuro della società moderna ed è quindi giusto che ne occupino un posto importante. 6. La tua visione/impressione sulla società d'oggi. Pensi che le associazioni di volontariato abbiano un ruolo attivo ed importante in tale contesto? Hanno sicuramente un ruolo importante perché, ad esempio, se non ci fossero associazioni come la Fidas o l’Avis mancherebbe il sangue per le sale operatorie, e questo è solo uno degli esempi che si potrebbero fare. 7. Quale attività ritieni più opportuna per un'azione di propaganda per la donazione? E per la partecipazione alla vita associativa? Sicuramente per la propaganda fare delle lezioni/presentazioni all’interno delle scuole per informare e per mettere a conoscenza dei giovani che esistono realtà come la Fidas è una cosa molto importante. 8. Se ti venisse offerto maggiore spazio nei processi decisionali dell'Associazione occuperesti posizioni di responsabilità o ne saresti spaventato? Sicuramente all’inizio se me la offrissero lo sarei, ma più che spaventato direi che mi sentirei disorientato, essendo un compito nuovo c’è bisogno di prenderne “dimestichezza”.

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GIACINTO LAMBERTO 01/09/1944 PENSIONATO

DONATORE VETERANO 1. A quanti anni hai effettuato la tua prima donazione? A 23 anni. 2. Sei a conoscenza delle attività legate alla vita associativa? Se sì, da che età vi partecipi? Sì, dall'età di 38/40 anni circa. 3. Sei informato su cosa accade dopo la donazione? Parzialmente... e purtroppo so che alcune volte le sacche donate non vanno a buon fine per motivi tecnici/burocratici ed è un forte rammarico. 4. Hai mai partecipato a corsi di formazione o informativi? Se no, ti piacerebbe parteciparvi? No, solo 2 volte sono stato presente come uditore a degli incontri nelle scuole, dove c’era il medico che spiegava le modalità della donazione. Potrebbe essere interessante partecipare a dei corsi formativi però, per quanto mi riguarda, non so se possa avere ancora validità in quanto non sono più donatore attivo. 5. Credi che i giovani siano importanti? Se sì, perché? Sono obbligatoriamente importanti perché se non ci fossero loro a rimpiazzare i “donatori pensionati” finirebbe tutto e chi potrebbe ancora donare? 6. La tua visione/impressione sulla società d'oggi. Pensi che le associazioni di volontariato abbiano un ruolo attivo ed importante in tale contesto? Una società non tanto peggiore rispetto a quella di ieri... nonostante si dica che “una volta era meglio”, probabilmente non è vero. Il volontariato è molto importante perché le organizzazioni statali lasciano molto a desiderare e bisogna che ci sia qualcuno che sopperisce al tali mancanze. 7. Quale attività ritieni più opportuna per un'azione di propaganda per la donazione? E per la partecipazione alla vita associativa? Bella domanda... ci vogliono parecchie attività. La propaganda più immediata è quella che possono fare i singoli con amici e conoscenti con il passaparola, poi ci vuole una propaganda su giornali e ce ne vorrebbe un po' di più in tv. Se ai miei tempi ci fosse stata maggiore pubblicità avrei conosciuto l'associazione e iniziato a donare molti anni prima. 8. Pensi che una più attiva partecipazione dei giovani nei processi decisionali dell'Associazione sia utile o dannosa? Senz'altro utile, visto che i giovani sono a contatto con gli altri giovani, è giusto che siano loro a gestire la situazione e fare “unione”.


di Federica Fusconi

Formazione

CORSO FORMAZIONE FIDAS:

UNA SFIDA VERSO IL FUTURO ROMA 27-28-29 NOVeMbRe 2009

N

ovità in tema di formazione Fidas: il nuovo Consiglio Direttivo ha organizzato quest'anno un unico corso di formazione rivolto sia ai responsabili associativi (over 28 anni) sia ai giovani (under 28 anni). L'idea del nuovo corso è nata in seguito alle necessità espresse dall'Assemblea delle Federate, in occasione del Congresso di Roma, di una maggiore integrazione tra giovani e meno giovani nella gestione delle attività delle Federate stesse. Nel corso del triennio precedente il Coordinamento Giovani Fidas ha svolto un percorso di formazione molto intenso: i giovani hanno raggiunto un buon livello di conoscenze e vissuto numerose esperienze muovendo i primi passi nell'organizzazione di eventi a livello nazionale. Tuttavia a livello locale i ragazzi non sempre si sentono liberi di sperimentare nuove metodologie di promozione e manifestano il desiderio di avere maggiore spazio per poter esprimere le loro idee all'interno dei consigli direttivi. Le federate, per contro, lamentano una generale carenza di "nuove leve" nella conduzione e amministrazione delle attività locali, magari dovuta alla mancanza di tempo e all'impegno profuso dai giovani nello studio o nel lavoro e imputando ai ragazzi scarsa motivazione a "prendere le redini" delle associazioni.

Questo gap generazionale rischia di vanificare gli sforzi compiuti in questi anni dalla Fidas per formare i giovani e conseguentemente condannare le federate ad un invecchiamento che rischia di essere fatale per la promozione della donazione del sangue in Italia. Da qui la sfida del nuovo Consiglio Direttivo: coinvolgere per la prima volta insieme due realtà del volontariato con l'obiettivo di creare le basi per un sempre maggior dialogo ed una proficua collaborazione tra gli attuali responsabili associativi ed i giovani, al fine di una reale crescita e rinnovamento delle Federate. Consci della difficoltà di avviare un dialogo tra generazioni, nella tre giorni all'Eur è stata prevista una giornata per studiare le dinamiche di comunicazione interpersonale, imparare a lavorare in team e costruire un efficace gruppo di lavoro. Il corso ha mantenuto un elevato livello formativo grazie anche a due approfondimenti importanti in tema di donazione e prevenzione delle salute, in particolare sull'importanza dell'attività fisica e sui rischi di tipo biologico e fisico per la salute dei donatori connessi all'ambiente in cui viviamo. Nell'epoca dell'informazione non poteva mancare altresì l'analisi degli strumenti di comunicazione, dalla stampa ai più moderni social network, anche al fine di colmare la distanza tra over 28 e under 28 sulle modalità con cui condurre un'efficace comunicazione verso e con i mass media. I corsi Fidas sono da sempre molto di più di un momento di formazione "accademica", sono un'importante occasione di aggregazione, di scambio di esperienze e di idee. E a cementare il tutto hanno contribuito la rinomata "cena tipica" (con la degustazione di prodotti tipici d'Italia offerti dai partecipanti al corso) e il desiderio condiviso da tutti di far crescere la Federazione e dare un futuro alla Fidas, sia in termini di donatori di sangue sia come responsabili associativi.

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Iniziative/1

di Antonio Bronzino

Presentato dalla Fidas al Ministero delle Politiche Sociali il Progetto per la Campania

ORIENTARSI SULLA DONAZIONE

I

AZIONE M R FO

l Direttivo nazionale Fidas ha individuato alcune modalità ed iniziative per far fronte a criticità che si presentano in alcuni territori. Tra queste anche l’iniziativa di realizzare, per problematiche particolari, progetti-obiettivo. Infatti, già la relazione al Congresso del Presidente Ozino aveva sottolineato che “La Federazione deve prevedere lo sviluppo di progetti-obiettivo per supportare particolari determinate attività in singole realtà e innalzare il livello di efficacia e di presenza…” È apparsa subito evidente la realtà della Regione Campania dove a fronte di un fabbisogno insoddisfatto c’è una potenzialità messa in luce nell’estate scorsa quando la Regione Campania, sollecitata dal Centro Nazionale Sangue ad essere capofila e supporto per altre regioni del Sud, ha saputo rispondere con un forte slancio di generosità e un prezioso aiuto concreto alle regioni in difficoltà. Eppure in Campania con una popolazione di 5.800.000 abitanti si raccolgono poco più di 140.000 unità di sangue con un indice pari a 24, 25 donazioni per 1000 abitanti (stima Organizzazione Mondiale della Sanità 40 unità per 1000 abitanti). È stata la dimostrazione che le potenzialità del territorio, se adeguatamente sollecitate ed organizzate, possono fornire significative risposte in positivo. Così la Fidas ha voluto sperimentare la possibilità e la capacità di mettere in campo un progetto di promozione di forme di volontariato che prevedono il coinvolgimento di giovani, sviluppando esperienze educative, di partecipazione sociale e di integrazione giovanile. La richiesta di contributo è stata rivolta al Ministero delle Politiche

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Sociali con il progetto “Orientarsi sulla donazione” da realizzare nella Regione Campania. È un progetto sperimentale che mette a punto un modello di intervento tale da poter essere trasferito anche in altri ambiti territoriali e prevede di promuovere la donazione del sangue non attraverso attività convenzionali, ma con un coinvolgimento diretto dei giovani che partecipano ad attività ludiche di orienting. Partecipando ad una caccia al tesoro il giovane si ritroverà a “giocare” con il tema della donazione del sangue scoprendone i valori e le caratteristiche di solidarietà. Altre attività di carattere culturale e sportivo promuoveranno il valore dell’associazionismo, della cittadinanza attiva, della partecipazione e della legalità. Un’ultima considerazione merita essere fatta. È stata un’impresa presentare il Progetto, ma ha dimostrato, se ancora ce ne fosse stato bisogno, che solo il lavoro a più mani, il fare rete, ci ha consentito di arrivare nei tempi ristretti che hanno i bandi, alla sua presentazione. È stata un’esperienza difficile e bella: difficile perché ha coinvolto a distanza molteplici soggetti, Roberto Bonasera, Valentina Massa, Emanuele Gatto, Giacomo Grulla, Salvatore D’orta, i Responsabili associativi delle Federate Fidas della Campania e il sottoscritto; bella perché ha messo in campo sinergie e confronto. L’augurio è che questa modalità di lavoro e di intervento possa essere replicata ancora in altre contesti per migliorare sempre più la qualità del nostro essere volontariato organizzato, consapevole e soggetto attivo per promuovere il benessere di tutti e l’adozione di comportamenti responsabili, solidali e cooperativi.


DI Giacomo Grulla

Iniziative/2

INTeRRegIONAlI FIDAS 2009

CON l’INTeRRegIONAle CeNTRO-SuD e ISOle Del 7 e 8 NOVeMbRe SCORSO A leCCe SI SONO CONCluSI glI INCONTRI INTeRRegIONAlI CHe IN AuTuNNO RIuNISCONO le FeDeRATe FIDAS. glI AlTRI Due APPuNTAMeNTI SI SONO TeNuTI Il 17 OTTObRe A ROzzANO (MI), PeR Il NORD-OVeST, e Il 24 OTTObRe A VICeNzA, PeR NORD-eST.

L’

assenza di numerose Federate costituisce senz’altro un problema, soprattutto in considerazione del tema di grande interesse dibattuto quest’anno. Il tema affrontato - “Problematiche interne ed esterne nella vita associativa della Federazione” - ha rappresentato, infatti, uno stimolo ad analizzare le difficoltà che ciascuno incontra nello svolgimento del proprio compito di responsabile associativo. ‘Finalmente’, gli Interregionali non hanno evidenziato soltanto la parte positiva dall’attività associativa, ma anche le difficoltà, di varia natura, che tutti noi incontriamo quotidianamente. Ad esempio, difficoltà a trovare giovani, a riuscire a farli partecipare alla vita associativa ed avere così adeguati ricambi nelle posizioni di responsabilità. Sono state segnalate, inoltre, difficoltà nei rapporti con i direttori dei Centri Trasfusionali, con i Direttori generali delle Aziende sanitarie, con la Regione, la Provincia, il Comune. I partecipanti agli incontri sono persone inserite nell’organizzazione delle Associazioni e che vivono tutti i giorni il problema di portare avanti l’associazione nel migliore modo possibile. Questi Interregionali hanno rappresentato certamente momenti di concreta partecipazione alla vita associativa, occasioni di scambio di preziose informazioni. Condividere le proprie esperienze e confrontarsi è utile, perché le difficoltà incontrate da qualcuno possono essere state affrontate e superate da altri. Gli incontri interregionali si confermano, dunque, momenti di apprendimento e di formazione, oltre che appuntamenti conviviali e di conoscenza personale. Purtroppo le associazioni che non partecipano sono ancora molte. Forse non hanno capito l’importanza dello scambio e della condivisione di opinioni quale strumento di arricchimento per ciascuno di noi, quale modo di crescere e di far crescere le nostre associazioni. Sarebbe opportuno contattare i Presidenti delle associazioni assenti per conoscere il loro parere su questi incontri. Certamente, la mancanza di tempo, tipicamente addotta come ragione della rinuncia alla partecipazione, non si può ritenere una sufficiente giustificazione. Le riunioni si tengono di sabato e vengono convocate con largo anticipo.

Per quanto riguarda le riflessioni emerse dagli incontri, va sottolineato che diverse associazioni hanno lamentato la mancanza dei giovani nella gestione della vita associativa. Altre invece possono beneficiare del contributo di giovani che partecipano attivamente alla vita dell’associazione, fanno promozione, vanno nelle scuole a sensibilizzare i ragazzi. Anche all’interno della stessa regione si riscontra una certa eterogeneità in termini di partecipazione dei ragazzi alla vita delle diverse associazioni. L’incontro con le Federate che possono contare al loro interno su un gruppo attivo di giovani potrebbe essere di esempio e di stimolo per chi ha questo problema ed offrire suggerimenti preziosi per risolverlo. Gli interregionali servono anche a questo, a condividere le “migliori pratiche” diffuse nella nostra associazione. Dobbiamo, perciò, cercare di trarre il massimo risultato da queste occasioni. Inoltre, è opportuno ricordare che le associazioni di piccole dimensioni hanno problemi interni molto maggiori. Si tratta di problemi strutturali, legati appunto alla piccola dimensione, da cui scaturiscono difficoltà a trovare volontari per i lavori di segreteria, per l’attività di promozione, a volte semplicemente per la costituzione del Consiglio Direttivo. Evidentemente, la limitata dimensione

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si associa anche all’impossibilità finanziaria di assumere personale. In generale, le associazioni che effettuano la raccolta hanno problemi di organizzazione interna nel seguire i rapporti con il personale e con i fornitori. Tali problemi potrebbero essere affrontati e risolti con una forma associativa – l’Associazione di Promozione Sociale – da affiancare a quella di volontariato. Nel corso degli incontri interregionali sono state oggetto di dibattito anche le modifiche dello statuto nazionale. Due sono i punti dello statuto su cui è stato richiesto di intervenire: 1) una definizione migliore dei compiti delle Federazioni regionali e dei rapporti di queste con le Federate e con la Federazione nazionale; 2) modifiche del regolamento delle votazioni dei Consiglieri nazionali, nella direzione di far sì che ciascuna area possa votare soltanto i propri delegati. Un ulteriore aspetto meritevole di attenzione riguarda l’attuazione, a livello regionale, delle norme nazionali che regolamentano il sistema sangue. Come sappiamo, sono le Regioni a porre in essere le azioni volte ad attuare le leggi ed i decreti emanati a livello nazionale. Le Regioni sono libere di stabilire come e con quali mezzi e tempi recepire le norme nazionali. Questo richiede una particolare attenzione da parte dei Presidenti regionali, allo scopo di contribuire ad un’efficace applicazione delle norme. Tale attività comporta, naturalmente, anche un maggiore impegno di tempo. Infine, va sottolineato che la collaborazione tra associazioni del volontariato del territorio permette una razionalizzazione delle risorse, con un importante ritorno in termini di efficacia e di efficienza. I buoni rapporti con le associazioni del volontariato del territorio hanno portato ad un incremento delle donazioni. La rete consente di dialogare, di affrontare insieme i problemi, di confrontarsi, di scambiarsi opinioni e può costituire un formidabile strumento di apprendimento.

Rozzano (Milano): da sinistra, Valentina Massa (Coordinatrice nazionale Giovani), Alessandro Biadene (Segretario amministrativo Fidas), Federica Fusconi (Vice Presidente area Nord Ovest), Aldo Ozino Caligaris (Presidente nazionale), Roberto Bonasera (Segretario organizzativo Fidas), Sergio Lombardi (Presidente regionale Fidas Lombardia e Fidas Milano).

Partecipanti all'Interregionale Nord Ovest.

A n t e p r i m A

PROTOCOLLO FIJLKAM - FIDAS Promuovere, sostenere e sviluppare, in un rapporto di reciproca collaborazione, iniziative volte alla crescita della cultura della solidarietà e dei corretti stili di vita, rivolte soprattutto alla fascia più giovane della società: questo il principale obiettivo del Protocollo di partnership tra FIJLKAM (Federazione Italiana Judo Karate Arti Marziali) e FIDAS nazionale. Approvato dai rispettivi consigli direttivi, all’accordo manca solo la firma dei due presidenti nazionali, Matteo Pellicone ed Aldo Ozino Caligaris, a cui sarà data particolare risalto con un evento allo studio delle due federazioni. Molti i risultati attesi da questa nuova partnership: dalla fidelizzazione di nuovi donatori alla diversificazione e all’aumento degli eventi di comunicazione; dalla possibilità di avvicinare nuovi giovani alla possibilità di entrare il realtà e contesti locali inediti. Una particolare forma di collaborazione sarà costituita dal “Progetto Sport a Scuola FIJLKAM”, che vedrà le due federazioni unite nel promuovere il pieno sviluppo di giovani ed adolescenti, e nell’incoraggiare l’impegno civico delle nuove generazioni. Altre opportunità che deriveranno dalla nuova partnership saranno l’utilizzo di alcuni campioni come testimonial della FIDAS; la possibilità di interventi sulle tematiche della donazione, della prevenzione e dei corretti stili di vita durante i corsi di formazione nazionali e regionali della FIJLKAM; la presenza di stand FIDAS nei più importanti eventi nazionali ed internazionali organizzati dalla FIJLKAM in Italia; la possibilità di organizzare un “Trofeo FIDAS” come evento promozionale. Nata nel 1902, la FIJLKAM conta 2600 società sparse su tutto il territorio nazionale, 120 mila tesserati e oltre 550 mila praticanti totali. Nel palmares 654 medaglie (161 d’oro) conquistate fra Olimpiadi, Campionati del Mondo, Campionati Europei e Giochi del Mediterraneo. Elemento di punta Giulia Quintavalle, medaglia d’oro nel judo alle ultime Olimpiadi di Pechino.

Massimo Angeli

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Zoom LA FIDAS IN SARDEGNA DI Giuseppe Zintu Presidente Fidas Ozieri

L’

ingresso della Fidas in Sardegna avviene nel 1975, con l’affiliazione della A.D.V.S. Ozieri. I primi rapporti con la Fidas nazionale iniziano nel 1978 con la visita ad Ozieri dell’allora presidente nazionale dott. Sergio Rosa con conseguente prima partecipazione al congresso nazionale di Cordignano (Vitt. Veneto), dove la A.D.V.S. entrò in contatto con le altre Federate Fidas, e da lì iniziò il suo nuovo cammino. Nel 1985 nascono i primi contatti con la Fidas di Brendola, che si rafforzano più avanti con la disponibilità dei donatori di Brendola a recarsi in Sardegna per donare il sangue. Questi viaggi furono resi possibili grazie all’interessamento del Presidente della Repubblica Francesco Cossiga, che mise a disposizione aerei militari per consentire il trasporto dei donatori. Questi rapporti si consolideranno nel 1990 con il gemellaggio tra Brendola e Ozieri. Nel 1987 si organizza un convegno sul volontariato con la presenza del Presidente nazionale prof. Dario Cravero. Nel 1988 vista la necessità di offrire un servizio di volontariato alla popolazione del territorio,

nasce il servizio ambulanza, che grazie alla disponibilità di alcuni soci donatori, e di altri operatori, svolgono quotidianamente la loro opera con 2 mezzi propri dell’associazione. Queste prime iniziative servirono a far smuovere le coscienze dei donatori locali che per tradizione erano portati ad effettuare la loro donazione occasionale, per particolari necessità di parenti ed amici, in donazione associata e periodica. Così la dirigenza nel 1998, vedendo le risposte date dai cittadini in materia di donazione e volontariato, pensò di allargare i suoi confini istituendo nuove sezioni nel territorio che portarono ad un incremento della donazioni, che nel 2000 hanno superato le 1000 donazioni. Nel corso di questi anni le cifre si sono tenute pressoché stabili. Arriviamo al 1999 con “la Fidas è in Sardegna” Interre-

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gionale Fidas Centro Italia, Sud e Isole, incontro e dibattito ad Ozieri con la partecipazione del neo eletto presidente nazionale dott. Aldo Ozino Caligaris. Passiamo ad analizzare il sistema trasfusionale della Regione Sardegna che si contraddistingue, rispetto alla realtà esistente in altre regioni, per alcune importanti peculiarità:

RACCOLTA SANGUE: si raccolgono più di 40 unità di sangue ogni 1000 abitanti, un livello molto elevato, pari allo standard europeo di autosufficienza, anche se non sufficiente in ragione del notevole fabbisogno regionale. Si raccolgono circa 68.412 unità di sangue mentre ne vengono importate circa 33.538, pari ad 1/3 del fabbisogno totale.

RICHIESTA SANGUE: la richiesta di emazie in riferimento alla popolazione residente è superiore di circa il 60% rispetto agli standard europei. Il fabbisogno risente della notevole richiesta di emazie, maggiormente del gruppo o, poco meno della metà (48%) di tutto il sangue trasfuso in Sardegna è destinato al trattamento dei pazienti talassemici che devono essere trasfusi con regolarità tutto l’anno. Nello stesso modo si presenta la richiesta di emazie per altre patologie, si rilevano improvvisi picchi di incremento delle richieste di sangue per i pazienti trapiantati ed ematologici, sostanzialmente a Cagliari e a Sassari, situazione di difficile gestione in una regione che non dispone di concrete riserve di emazie. Nell’isola, così come in altre regioni italiane, durante la stagione estiva le donazioni calano di circa il 20%-40% mentre le richieste rimangono invariate (o aumentano in funzione dei flussi turistici).

AUTOSUFFICIENZA SANGUE: nonostante gli alti livelli di raccolta e le notevoli richieste, la Sardegna non è autosufficiente e pertanto viene programmata l’importazione di G.R.C. dalle regioni eccedenti: Piemonte, Valle d’Aosta, Veneto, Lombardia, Emilia-Romagna che colmano le carenze di emazie. La richiesta di prestazioni trasfusionali è in gran parte concentrata nelle strutture sanitarie (pubbliche e private) di Cagliari e Sassari (i due poli). L’attuale modello organizzativo fa riferimento alla superata legge 107 del 4/5/90, legge che contemplava la presenza del Centro regionale di coordinamento e compensazione (CRCC) individuato nel Sit di Cagliari. Di 4 servizi di immunoematologia e trasfusione (Sit) individuati presso gli ospedali di Cagliari, Ori-

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stano, Nuoro e Sassari. Di 9 centri trasfusionali (CT) istituiti presso gli ospedali di Alghero, Ozieri, Olbia, Tempio Pausania, Sorgono, Lanusei, Iglesias, Carbonia e San Gavino Monreale, nonché di 5 unità di raccolta (UR) a Bosa, Ghilarza, Isili, Muravera e Quartu Sant’Elena. Attualmente le strutture trasfusionali operano nell’ambito delle singole aziende sanitarie in maniera non coordinata; l’assenza di indirizzi di programmazione regionale ha condizionato la possibilità di operare insieme per raggiungere gli obiettivi regionali di autosufficienza, efficienza ed economicità. Questa situazione di scollegamento e la frammentazione operativa delle strutture trasfusionali ostacola la realizzazione delle esigenze regionali e degli obiettivi della legge 219 del 21/10/2005. Negli ultimi anni il sistema trasfusionale della regione Sardegna non è stato fatto oggetto di significative innovazioni interne, eccetto l’individuazione di 2 centri di riferimento per le metodiche Nat presso i Sit di Cagliari e Sassari. operativi su base sovraziendale. Il sistema trasfusionale della regione Sardegna risponde discretamente alle richieste delle terapie con GRC, piastrine e plasma.


L’obiettivo prioritario del presente piano sangue è garantire la disponibilità di sangue e di emocomponenti sia per le terapie programmate, sia per le urgenze-emergenze (trapianti, gruppi rari, gruppo o rh negativo). L’appropriatezza dei consumi, lo sviluppo delle strategie per il buon uso del sangue a livello dei presidi e reparti ospedalieri, l’incremento delle donazioni programmate, in sinergia con le associazioni di volontariato, sono finalizzate ad incrementare l’autosufficienza regionale.

OBIETTIVI DEL PIANO: in armonia con la legge n. 219 del 21/10/2005 e con il piano regionale dei servizi sanitari 2006-2008, il piano regionale sangue e plasma 2008-2010, si propone di raggiungere, tenuto conto delle peculiarità sanitarie regionali e delle caratteristiche del territorio, i seguenti obiettivi: • Raggiungere la progressiva autosufficienza regionale di sangue, emocomponenti e farmaci emoderivati, al fine di garantire la costante disponibilità di sangue e di emocomponenti per i pazienti sardi: attraverso incremento delle donazioni, realizzazione di campagne di comunicazione per la promozione nella popolazione di una cultura e di una

sensibilità nei confronti del valore sociale della donazione, che prevedano il pieno coinvolgimento delle associazioni di volontari, maggiore efficienza negli scambi intraregionali, gestione della urgenza ed emergenza, aumento del buon uso del sangue. • Conseguire una più efficace tutela della salute dei cittadini attraverso il conseguimento dei maggiori livelli di sicurezza raggiungibili nell’ambito di tutto il processo finalizzato alla donazione e alla trasfusione del sangue, attraverso la promozione dell’associazionismo dei donatori di sangue ed emocomponenti in accordo con le associazioni di volontariato per incrementare la donazione periodica, volontaria, consapevole e gratuita. • Ridefinire la rete trasfusionale finalizzata al miglioramento dell’efficienza ed efficacia delle strutture trasfusionali, istituendo due dipartimenti interaziendali di medicina trasfusionale, che consentano di mettere a sistema le diverse strutture trasfusionali; riorganizzare i servizi trasfusionali aziendali prevedendo un’articolazione organizzativa a livello provinciale, attraverso l’informatizzazione, realizzando un sistema informativo trasfusionale, nell’ambito del sistema informativo sanitario regionale (Sisar), il consolidamento delle attività di laboratorio e l’adozione di sistemi di controllo di gestione; adeguare il patrimonio tecnologico e promuovere lo sviluppo scientifico mediante la realizzazione di progetti di innovazione dei servizi trasfusionali anche a supporto dell’attività dei trapianti. • Avviare il processo di accreditamento delle strutture trasfusionali basato sulla definizione di standard strutturali, tecnologici e organizzativi. • Sviluppare iniziative a sostegno dell associazioni di volontariato del sangue. Siamo quasi alla scadenza del programma, manca ancora un anno, ci auguriamo che tutti gli obiettivi vengano raggiunti, e che si pensi già al prossimo piano regionale dandogli una precedenza su altri, in quanto il fabbisogno del sangue ed emoderivati è sempre alto, e la predisposizione alla donazione di sangue nelle nuove generazioni è molto bassa. In questo momento la sanità in Sardegna si trova in una situazione di riorganizzazione. Già da tempo le Asl sono state commissariate, la nuova riforma voluta dall’Assessore alla sanità, prevede la liberalizzazione dei tetti di spesa delle strutture private (mentre il personale ha un contratto scaduto da quattro anni), lo stravolgimento, con scorporamenti e creazioni di macroaree, della rete ospedaliera pubblica, la conseguente crescita delle sovrastrutture burocratiche e non dell’efficacia del servizio, l’aumento del precariato e il peggioramento delle condizioni di lavoro degli operatori del settore.

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LE ASSOCIAZIONI FEDERATE FIDAS SEDE NAZIONALE

VENETO

ASSOCIAZIONE FELTRINA FEDERAZIONE ITALIANA DONATORI SANGUE ASSOCIAZIONI DONATORI SANGUE C/O OSPEDALE - V. BAGNOLS 3 Piazza Fatebenefratelli 2 32032 - FELTRE (BELLUNO) 00186 - ROMA Presidente: SAVERIO MARCHET Sito internet: www.fidas.it Tel. 0439 / 883.359 Tel. 06 / 68891457 - Fax 06 / 68217350 e-mail: afdvs@ulssfeltre.veneto.it e-mail: fidas@fidas.it FIDAS - PADOVA (G.P.D.S.) VALLE D’AOSTA V. DEGLI SCROVEGNI 3 35131 - PADOVA ASSOCIAZIONE DONATORI Presidente: STEFANO FAGGIN VOLONTARI SANGUE ORGANI DELLA POLIZIA DI STATO E Tel. 049 / 876.02.66 - Fax 049 / 876.27.88 PERSONALE CIVILE MINISTERO e-mail: info@fidaspadova.it INTERNI “SAN MICHELE FIDAS - POLESANA ASSOCIAZIONE ARCANGELO” DONATORI SANGUE C.SO BATTAGLIONE AOSTA, 169 C/O OSPEDALE CIVILE - V. BADINI 44 11100 - AOSTA 45011 - ADRIA (ROVIGO) Presidente: MELE ROSARIO Tel. 0165/279495 - Fax 0165/279453 Presidente: ANTONIO DORIA Tel. 0426 / 23.267 PIEMONTE e-mail: fidas.pados@tin.it ASSOCIAZIONE NOVESE DONATORI GRUPPO AUTONOMO DONATORI VOLONTARI SANGUE SANGUE V. MAZZINI 29/5 CASELLA POSTALE 20 VIA PIAVE 1 - 31016 - CORDIGNANO (TV) 15067 - NOVILIGURE (ALESSANDRIA) Presidente: LUIGI DELLA GIUSTINA Presidente: M. ROSA BALLESTRERO Tel. 0143 / 746.112 - Fax 0143 / 32.09.87 Tel. - Fax 0438 / 998.360 e-mail: gadscordignano@tiscalinet.it ASSOCIAZIONE DONATORI Sito: www.gads.it OVADESI DEL SANGUE FIDAS TREVISO V. LUNGORBA MAZZINI 56 15076 - OVADA (ALESSANDRIA) P.ZZA OBERDAN, 1/A Presidente: GIANLUIGI LANZA 31010 ORSAGO (TV) Tel. 0143 / 80.520 - Fax 0143 / 81.192 Presidente: SIMONE SCUDELER e-mail: croceverdeovadese@tin.it Tel. 331 / 331.34.28 ASSOCIAZIONE VOLONTARI e-mail: fidas@fidastreviso.it AUTONOMA SANGUE - CASELLA Sito: www.fidastreviso.it POSTALE 56 - P.ZZA BORGATO 1 FIDAS-VENEZIA 12084 - MONDOVI’ BREO (CUNEO) V. BENNATI 15 INT. 11 Presidente: ALDO FRAIRE 30038 - SPINEA (VENEZIA) e-mail: aldo.fraire@libero.it Presidente: RENATO DE GASPARI ASSOCIAZIONE DONATORI Tel. 333 / 13.90.880 AUTONOMA SANGUE SALUZZO Fax 041 / 54.41.787 C.SO ROMA 4 e-mail: fidasve@libero.it 12037 - SALUZZO (CUNEO) Presidente: LUCIANO BIADENE FIDAS VERONA Tel. 348 / 77.72.315 VIA DELLA POLVERIERA VECCHIA, 2 e-mail: nuovaadas.saluzzo@cheapnet.it 37134 - VERONA ASSOCIAZIONE DONATORI SANGUE Presidente: ANDREA CAMPARA DEL PIEMONTE FIDAS Tel. Ass. 045 / 82.02.990 VIA PONZA 2 - 10121 - TORINO Fax 045 / 82.78.521 Presidente: EDOARDO BENEDICENTI Tel. 011 / 531.166 - Fax 011 / 562.73.53 e-mail: info@fidasverona.it e-mail: info@fidasadsp.it FIDAS VICENZA ASSOCIAZIONE DONATORI SANGUE VIA F. BARACCA 204 36100 - VICENZA “MICHELIN” VIA TORINO, 302 - 12100 CUNEO Presidente: GIUSEPPE MUNARETTO Presidente: ALESSANDRO BIADENE Tel. 0444 / 965.636 - Fax 0444 / 965.638 Tel. 0171 / 315374 - 412702 e-mail: info@fidasvicenza.com Fax 0171 / 315517 e-mail: segr.adsmcuneo@libero.it FRIULI VENEZIA

LIGURIA

GIULIA

ASSOCIAZIONE DONATORI VOLONTARI SANGUE GORIZIA C/O EGIDIO BRAGAGNOLO VIA I° MAGGIO 11 34071 - CORMONS (GORIZIA) Presidente: EGIDIO BRAGAGNOLO Tel. - Fax 0481 / 630.848 e-mail: advs.gorizia@libero.it ASSOCIAZIONE DONATORI VOLONTARI SANGUE C/O OSPEDALE CIVILE 34074 - MONFALCONE (GORIZIA) Presidente: MARZIA NADALUTTI Tel. 0481 / 48.76.57 Fax 0481 / 41.35.90 e-mail: advs@libero.it ASSOCIAZIONE FRIULANA DONATORI SANGUE PORDENONE V. MARCONI 16 33097 - SPILIMBERGO (PORDENONE) Presidente: PAOLO ANSELMI Tel. - Fax 0427 / 51.472 e-mail: info@afdspn.it ASSOCIAZIONE DONATORI SANGUE LOMBARDIA V. J. CAVALLI 2/a - 34129 - TRIESTE FIDAS BERGAMO V.LE PIROVANO 4 - 24125 - BERGAMO Presidente: ENNIO FURLANI Tel. - Fax 040 / 76.49.20 Presidente: IMERIO BRENA e-mail: info@adstrieste.it Tel. 035 / 244.555 - Fax 035 / 241.927 e-mail: info@fidas.bergamo.it ASSOCIAZIONE FRIULANA A.D.S. FATEBENEFRATELLI MILANO DONATORI SANGUE Corso di Portanuova, 23 C/O OSPEDALE REGIONALE 20121 MILANO 33100 - UDINE Presidente: CLAUDIO TERZI Presidente: RENZO PERESSONI Tel. 02/63632563 Tel. 0432 / 48.18.18 e-mail: segreteria@donatoridisangue.it Fax 0432 / 48.12.00 FIDAS MILANO - ONLUS e-mail: afds@afds.ud.it V. SILVIO PELLICO 6 - 20121 - MILANO www.afds.it Presidente: SERGIO LOMBARDI Tel. 02 / 864.60.424 - Fax 02 / 8029.8505 GRUPPO AUTONOMO DONATORI AZIENDALI SANGUE e-mail: info@fidas-milano.it V. DEI PLATANI 1 - 33050 ASSOCIAZIONE SARDA DONATORI TORVISCOSA (UDINE) SANGUE Presidente: ALDO TESSARIN VIA TURATI 6 - Casella Postale 4099 20090 - CESANO BOSCONE (MILANO) Tel. 0431 / 92.86.35 Presidente: LORENZO DESIDERIO e-mail: gadastorviscosa@libero.it

ASSOCIAZIONE DONATORI SANGUE V. MONTICELLI 13/1 - 16142 - GENOVA Presidente: EMANUELE RUSSO Tel. 010 / 83.14.855 Fax 010 / 83.14.856 e-mail: fidas.genova@libero.it ASSOCIAZIONE CHIAVARESE DONATORI VOLONTARI SANGUE P.ZZA DEL POPOLO 4/1 16043 - CHIAVARI (GENOVA) Presidente: RENZO CAPRINI Tel. 0185 / 300.008 e-mail: acdvs@libero.it ASSOCIAZIONE PROVINCIALE DONATORI DI SANGUE V. S. AGATA 57 - 18100 - IMPERIA Presidente: GIOVANNI MUSSO Tel. 0183 / 296.395 ASSOCIAZIONE DONATORI DI SANGUE VAL BORMIDA C/O OSPEDALE - V. MARTIRI LIBERTÀ 30 - 17014 - CAIRO MONTENOTTE (SAVONA) Presidente: GRAZIANO BONIFACINO

EMILIA ROMAGNA

ABRUZZO

ASSOCIAZIONE DONATORI VOLONTARI DEL SANGUE V. DELLA SELVA PESCAROLA 26 40131 - BOLOGNA Presidente: LUCIANO ZANOLI Tel. - Fax 051 / 635.0330 e-mail: bologna@fidas-emiliaromagna.it

FIDAS PESCARA C/O CENTRO TRASFUSIONALE OSPEDALE CIVILE - VIA FONTE ROMANA - C.P. 32 - 65124 PESCARA Presidente: SIMONETTA FERRI Tel. 085 / 28.221 - 27.790 Fax 085 / 42.22.460 e-mail: fidaspe@tin.it ASSOCIAZIONE DONATORI DI SANGUE C/O OSPEDALE CIVILE NUOVO P.ZZA ITALIA - 64100 - TERAMO Presidente: PASQUALE DI PATRE Tel. - Fax Ass. 0861 / 415.460 e-mail: teramo.fidas@katamail.com ASSOCIAZIONE DONATORI VOLONTARI SANGUE CUORE C/O OSPEDALE CIVILE 64021 - GIULIANOVA (TERAMO) Presidente: EMIDIO D’ANTONIO Tel. - Fax 085 / 802.04.78 e-mail: fidas.giulianova@gmail.com V.A.S. VOLONTARI ABRUZZESI SANGUE Presidente: FLAVIANO ZAINi e-mail: flaviano.zaini@fastwebnet.it

ASSOCIAZIONE DONATORI VOLONTARI SANGUE FERRARA VIA TADDIA, 1 44045 - RENAZZO (FERRARA) Presidente: PAOLO TASSINARI Tel. 051 / 68.52.337 - 051 / 900.767 e-mail: ferrara@fidas-emiliaromagna.it ASSOCIAZIONE DONATORI AZIENDALI SANGUE A.D.A.S. V. TESTI 4 - 43100 - PARMA Presidente: MICHELE FEDI Tel. 0521 / 77.50.44 e-mail: parma@fidas-emiliaromagna.it ASSOCIAZIONE DONATORI VOLONTARI SANGUE C/O OSPEDALE GEN. PROV. S. MARIA DELLE CROCI - 48100 - RAVENNA Presidente: BARBARA SAVIOTTI Tel.0544 / 404.817 - Fax 0544 / 404.410 e-mail: ravenna@fidas-emiliaromagna.it

LAZIO A.D.V.S. - O.B.G. ASSOC. DONATORI VOL. SANGUE OSPEDALE BAMBINO GESÙ P.ZZA S. ONOFRIO 4 - 00165 - ROMA Presidente: GIUSEPPE PROFITI Tel. 06 / 68.33.793 - Fax 06 / 685.921.67 e-mail: advs@opbg.net AD SPEM ASSOC. DON. SANGUE PROBLEMI EMATOLOGICI C/O C.T. POLICLINICO UMBERTO I VIALE REGINA ELENA 328 00161 - ROMA Presidente: ANTONIETTA LEONI Tel. 06 / 49976414 / 15 - Fax 4997.6416 e-mail: adspem@policlinicoumberto1.it ASSOCIAZIONE DONATORI SANT’ANDREA ONLUS AZIENDA OSPEDALIERA SANT’ANDREA VIA DI GROTTAROSSA, 1035-1039 00189 - ROMA Tel. 06 / 80.34.53.36 - 80.34.58.89 Fax 06 / 80.35.327 Presidente: PIERANITA CASTELLANI e-mail: silvana.campisi@ospedalesantandrea.it ASSOCIAZIONE VOLONTARI POLICLINICO TORVERGATA ONLUS VIALE OXFORD, 81 - 00133 - ROMA Fax 06 / 20900.597 Presidente: ALBERTO DE STEFANO email: medtrasf@libero.it EMATOS FIDAS ISOLA TIBERINA P.ZZA FATEBENEFRATELLI 2 00186 - ROMA Presidente: ALDO OZINO CALIGARIS Tel. 06 / 68.37.817- Fax 06 / 68.135.300 e-mail: ass.ematos@virgilio.it Sito: www.ematos.it

EMA-ROMA ONLUS C/O AZIENDA COMPLESSO OSPEDALIERO SAN FILIPPO NERI VIA MARTINOTTI 20 - 00135 - ROMA Presidente: VINCENZO MAGALOTTI Tel. 06 / 33062906 - Fax 06 / 33062583 e-mail: info@emaroma.it Sito: www.emaroma.it GRUPPO DONATORI SANGUE “CARLA SANDRI” PER I PAZIENTI DELL’AZIENDA OSPEDALIERA S. GIOVANNI ADDOLORATA VIA DELL’AMBA ARADAM 9 00184 - ROMA Presidente: AGOSTINO FREMIOTTI Tel. 06 / 77.05.34.61 e-mail: cmolinari@hsangiovanni.roma.it ASSOCIAZIONE EMA GLI AMICI DI NINO MANFREDI C/O CENTRO TRASFUSIONALE OSPEDALE UMBERTO I 03100 - FROSINONE Tel. 0775 / 40.72.33 cell. 339 / 21.22.340 Presidente: PIERINA FREZZA

CAMPANIA GRUPPO DONATORI VOLONTARI SANGUE CRAL ATAN V. BERNARDO TANUCCI 33 80137 - NAPOLI Presidente: CIRO CASERTA Tel. 081 / 595.55.81 - 081/763.27.43 Fax 081 / 599.10.75 e-mail: postmaster@fidas-atan.com ASSOCIAZIONE DONATORI VOLONTARI SANGUE D’ISCHIA VIA IASOLINO,1 80077 - ISCHIA (NAPOLI) Presidente: LUCIANO TRANI Tel. 081 / 991.246 e-mail: advsischia@libero.it FIDAS PARTENOPEA VIA MAZZINI, 19 80038 POMIGLIANO D'ARCO (NAPOLI) Presidente: SALVATORE D'ORTA Tel. - Fax: 081 / 803.34.90 e-mail: fidas.partenopea@libero.it

PUGLIA FEDERAZIONE PUGLIESE DONATORI DI SANGUE P.ZZA UMBERTO EX GOCCIA DI LATTE 70121 - BARI Presidente: ROSITA ORLANDI Tel. - Fax 080 / 521.91.18 e-mail: fidas_fpds@yahoo.it ASSOCIAZIONE DONATORI VOLONTARI SANGUE MESSAPICA VIA ROMA 32 73042 - CASARANO (LECCE) Presidente: MASSIMO CRUSI Tel. 0833 / 513.095 FIDAS ASSOCIAZIONE LECCESE DONATORI VOLONTARI SANGUE VIA PARAPORTI 18-20 73044 - GALATONE (LECCE) Presidente: ITALO GATTO Tel. - Fax 0833 / 862.500 e-mail: info@fidasleccese.it FIDAS TARANTO C. P. 139 - Largo San Nicola, 6 74100 - TARANTO Lungomare Presidente: GIOVANNI MATTIUZZO Tel. 099 / 471.33.34 e-mail: dosnifidas.ta@libero.it

BASILICATA FIDAS BASILICATA PIAZZA DEL SEDILE 10 75100 - MATERA Presidente: FRANCESCO SALVATORE Tel. 0835 / 33.15.02 e-mail: info@fidas.basilicata.it

CALABRIA L.A.Do.S. ASSOCIAZIONE DONATORI SANGUE LOCRIDE STR. CAVALLERIA, 27 - 89046 MARINA DI GIOIOSA IONICA (RC) Presidente: FILIPPO TEDESCO Tel. 0964 / 41.68.95 Fax 0964 / 41.58.67 e-mail: ladosgioiosa@tiscalinet.it ASSOCIAZIONE DONATORI VOLONTARI SANGUE C/O CARLO CASSANO - VIA GIACOMO MATTEOTTI 4 - 87027 PAOLA (CS) Presidente: CARLO CASSANO Tel. - Fax 0982 / 58.20.77 e-mail: fidaspaola@libero.it

ASSOCIAZIONE DONATORI SANGUE PER IL PAZIENTE EMOPATICO A.D.S.P.E.M. CASELLA POSTALE 325 89100 - REGGIO CALABRIA Presidente: CATERINA MUSCATELLO Tel. - Fax 0965 / 393822 - 0965 / 54446 e-mail: adspem.fidasrc@adspem.it ADSPEM PIANA - CASELLA POSTALE 25 - 89021 CINQUEFRONDI (RC) Presidente: Eugenio Loschiavo Tel. 0966/939627 e-mail: info@adspempiana.org A.D.V.S.T. – ASSOCIAZIONE DONATORI VOLONTARI SANGUE PER TALASSEMICI Via Mercurio, 10 - LOCRI (RC) Presidente: ROSARIO REALE

SICILIA AdeS ASS. DONATORI EMPEDOCLINI DI SANGUE VIA MARCONI 11 92014 - PORTO EMPEDOCLE (AG) Presidente: ANDREA BURGIO e-mail: ades-porto-empedocle@libero.it ASSOCIAZIONE DONATORI AUTONOMA SANGUE A.D.A.S. VIA PLATONE 5/c 92100 - AGRIGENTO Presidente: FILIPPO DI FRANCESCO Tel. - Fax 0922 / 596.588 e-mail: adas.agrigento@libero.it ASSOCIAZIONE DONATORI SANGUE FAVARA A.D.S.F. VIA KENNEDY (PAL. SPINELLI) 92026 - FAVARA (AGRIGENTO) Presidente: CALOGERO BELLUZZO Tel. 0922 / 437.277 - Fax 0922 / 42.90.32 FIDAS CALTANISSETTA V.LE DELLA REGIONE 68 93100 - CALTANISSETTA Presidente: FERDINANDO DI GESU' Tel. 0934 / 592.830 - Fax 0934 / 551.392 e-mail: fidas.adas@libero.it ASSOCIAZIONE DONATORI AUTONOMA SANGUE GELA V. ITALIA 11 93012 - GELA (CALTANISSETTA) Presidente: FELICE DAMAGGIO Tel. 0933 / 934.460 e-mail: adas.gela@iol.it ASSOCIAZIONE DONATORI VOLONTARI SANGUE Via Galermo, 173 95123 - CATANIA Presidente: SALVATORE CARUSO Tel. - Fax 095 / 74.11.223 cell. 338 / 95.36.097 e-mail: advsfidasct@hotmail.com GRUPPO DONATORI VOLONTARI SANGUE P.ZZA CARLO ALBERTO 4 95047 - PATERNO’ (CATANIA) Presidente: PIETRO SANTORO Tel. 095 / 842.966 - Fax 095 / 854153 e-mail: gdvspaterno@tiscalinet.it ASSOCIAZIONE DONATORI VOLONTARI SANGUE P.ZZA CASTELNUOVO 35 90141 - PALERMO Presidente: FRANCESCO PAOLO GERACI Tel. 091 / 587.574 - Fax 091 / 611.33.50 e-mail: alessandroadvs@libero.it ASSOCIAZIONE DONATORI VOLONTARI SANGUE A.D.V.S. V. FALCONE E BORSELLINO 55/B 90018 - TERMINI IMERESE (PALERMO) Presidente: PASQUALE BOVA Tel. 091 / 811.55.33 e-mail: advs_termini_imerese@libero.it FIDAS ALCAMO - ONLUS VIA F. MISTRETTA 2 91011 - ALCAMO (TRAPANI) Presidente: GIROLAMO SCAGLIONE Tel. 0924 / 26.996 e-mail: fidas-alcamo@libero.it

SARDEGNA FIDAS OZIERI V. VITTORIO VENETO 108 07014 - OZIERI (SASSARI) Presidente: GIUSEPPE ZINTU Tel. 079 / 787.498 - Fax 079 / 78.53.90 e-mail: fidas.ozieri@libero.it


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